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Dopo tanto tempo alla fine ho
deciso di rivedere “The player” e di renderlo il più corretto possibile. E’ l’unica
fan fiction lunga che abbia mai finito, è quella che mi ha divertito di più
scrivere e a cui ovviamente sono più affezionata. Non so se ritornerò mai nel
mondo delle fan fiction, attualmente sto lavorando ad una mia serie che spero vedrà
luce prima di Natale. Buona lettura, divertitevi con The player. =)
The player
A Hogwarts era risaputo che BlaiseZabini era il re incontrastato e imbattuto - come lui
modestamente sottolineava- delle scommesse. Non puntava sempre ma le volte che
lo faceva vinceva maledettamente sempre. La sua immensa e sfacciata fortuna
ebbe inizio una domenica mattina di novembre, quando era in programma la prima
partita della stagione di Quidditch. In campo: Grifondoro contro Serpeverde.
Dire che l'atmosfera era elettrica era riduttivo.
Chiunque
fosse pratico di Hogwarts era sicuro di poter vedere
a quell'ora un marasma di gente tutto tranne che discreto, accalcarsi intorno
al tavolo grifondoro e più precisamente intorno a un
certo irlandese dai capelli biondo paglia e il sorriso furbo.
Sia la vittoria Serpeverde che quella Grifondoro
veniva data 2 a 1.
-50 falci che il boccino lo prende Harry!-
-3 galeoni che lo prende Draco!-
-25 falci sulla vittoria grifondoro
330 a 60!-
-2 galeoni anch'io sullo tesso punteggio!-
-Ron, tu punti?-
-No
passo...- disse tetro il rossino guardandosi le
tasche vuote.
-Dean?-
-10 galeoni sui nostri ovviamente, 310 a 70!-.
In sala era un susseguirsi di
voci e di soldi che passando di mano in mano finivano tra quelle avide di SeamusFinnigan, l'irlandese più
famoso di Hogwarts.
Alla vista di tale calca, delle
cui intenzioni non limpide non c'era da dubitare, un ciclone ricciuto e
saccente, corrispondente al nome di HermioneGranger, si precipitò tra la folla come un generale tra i
disertori.
-Ma tu guarda... Ronald cosa ci fai qui?-
interloquì in una perfetta imitazione di una furiosa Molly all'indirizzo di un
improvvisamente impaurito rosso.
-Herm! Non è
assolutamente come sembra! Non sto neanche puntand...-
-E voi qui ! Non mi sembra questo il luogo adatto
per certe cose!-
-Hermione non fare
così, sai bene che sul regolamento non c'è niente che vieti questa
dilettevole attività- le disse il suddetto irlandese con l'espressione più
sincera e candida al mondo, anche se il ghigno che si era lasciato sfuggire
tradiva qualsiasi apparenza di candore.
-Dilettevole un accidente Seamus!
Questo giro lucroso di soldi è ...è...-
-Puntate! Puntate per gli infortuni!- disse un
assistente.
-4 galeoni per incidente Potter!-
La ragazza scandalizzata si voltò
verso il rosso, quasi fosse colpa sua.- Hermione
tesoro, io non ho puntat...- cercò nuovamente di dire
con voce piagnucoloso-sepolcrale. Hermione gliela
avrebbe fatta pagare anche se non centrava niente."Ragionevole
dubbio" avrebbe detto.
Ma la mora con un'occhiata che
avrebbe fatto incenerire senza bacchetta la foresta proibita, lo zittì ed
esclamò rivolta nuovamente a Finnigan: - Scommettete
anche sugli incidenti?-
-6 galeoni Malfoy in
infermeria!-
-13 galeoni che Potter va in infermeria!-
L'irlandese fece spallucce e
sfoderò un tale sorriso d'angelo che nessuno si sarebbe meravigliato di veder
comparire aureola e ali. La ragazza non potendo fare nulla pestò forte un piede
per terra.
-Beh Seamus prima o poi
farò approvare la regola che vieta le scommesse! Su questo si che ci puoi
scommettere!- e come una furia prese Ron per un braccio e se lo trascinò
dietro.
-Tesoro ti giuro che non ho fatto niente...- ma
la ragazza impassibile continuò a camminare perallontanarsi dalla folla. - Herm, amore...-.
Dall'altra parte della sala, dei
ragazzi dalla divisa verde -argento ridacchiavano per lo spettacolino a cui
avevano appena assistito.
-Hn. Patetico...- fu il
commento della voce strascicata di un ben noto biondo- Ad ogni modo, non trovi
che sia ridicolo scommettere su chi vincerà? E' ovvio che prenderò io il
boccino e che vincerà Serperverde- aggiunse il
biondino rivolto a un altrettanto famoso ragazzo dalla pelle scura e dai
bellissimi occhi neri.
-Naturalmente. Vincerai e farai vedere a
sfregiato i sorci verdi....- disse un assorto Blaise
che non prestava neanche la minima attenzione al discorso del biondo.
Dall’altra parte della sala un inquietante AntonyDolohov gli stava lanciando sguardi furtivi.
Blaise sospirò.
Aveva contratto un debito con questi quando, per salvare da pestaggio sicuro un
novellino della loro casa, che doveva dei soldi a Dolohov,
si era offerto di saldare il debito al posto suo. Peccato che lui 40 galeoni
non ce li aveva! Si maledì ancora una volta per essere l'unico serpeverde della sua casa a non sapersi fare i fatti suoi.
Il fatto era che quel bimbetto aveva un’aria talmente spaurita e talmente
idiota che non aveva potuto non intervenire. Poi quando aveva provato a
chiedere al suo amicoDraco se gli prestava
40 galeoni (la sua paghetta era sfumata per acquistare un regalo per il suo
biondo amico), questi gli aveva risposto che se lo poteva pure scordare, che
non erano affari suoi se si era rincretinito a fare azioni samaritane e che
l’acquisto della sua lozione per capelli, guarda caso del costo di 40 galeoni,
aveva la precedenza. L’amicizia! Puah!
Improvvisamente però ebbe una
magnifica intuizione, proprio guardando il tavolo delle scommesse. “Visto che
non me li vuoi dare, beh me li farai guadagnare 40 galeoni, mio caro Draco”- Ehm....e lui perderà i 20 galeoni che ha scommesso
sulla nostra disfatta -.
La frase ebbe subito effetto, Draco si voltò verso di lui come al rallentatore,
sfoderando un'espressione oltraggiata.
-Che cosa? Potty ha
osato scomettere...-
-370 a 60. Weasel invece
ha scommesso che saresti finito in infermeria. - aggiunse mentendo
spudoratamente. Il biondino si morse il labbro inferiore.-Naturalmente solo 3 falci-.
All'espressione impietrita di Draco facevano da contorno i mormorii di disapprovazione e
le imprecazioni del resto della squadra, che essendo tutti seduti allo stesso
tavolo, non avevano faticato a cogliere le parole di Blaise.
-Ah… e Marcus, dovresti proprio fargliela pagare,
hanno scommesso che finivi in infermeria anche tu - la faccia di Marcus Flitt era tutta un grugno.
-E tu come sai tutte queste cose?- chiese a un
certo punto AzazelMcnair,
portiere di Serpeverde.
Blaise
indicò eloquentemente una ragazza che civettava con Finnigan-
Dalla Brown, ovviamente-.
-Squadra agli spogliatoi! – disse perentoriamente
il capitano della squadra, più furente che mai.
-Blaise, ci vediamo
dopo- disse apparentemente impassibile il biondo ma con uno sguardo negli occhi
molto, molto assassino.
-Sicerto
- disse il moro e lo salutò pigramente con la mano.
Non appena Draco
se ne fu andato Blaise si guardò furtivamente
intorno, controllando non ci fosse quella pettegola di Pansy
nei paraggi. Constatato di avere via libera, con non chalance
si diresse verso la calca al centro della sala, proprio quando l'irlandese
stava chiudendo il banco.
-Finnigan, aspetta un
momento. Scommetto 40 galeoni su partita sospesa!- l'irlandese rimase per un
attimo sconcertato, un po' perchè la somma non era
indifferente, un po' perché era da anni che a Hogwarts
non si sospendeva una partita. Tuttavia non era da lui rifiutare un pollo che
si gettava nella sua rete. Perciò sorrise e prese nota della puntata.
Che l’umore di Draco fosse pessimo lo si poteva notare sin dagli spalti,
così come quello di Flitt il cui “ giocate sporco” fu
perfettamente udibile anche da quella distanza. Fu una delle partite più
sporche di tutti i tempi. Blaise ghignò soddisfatto:
la partita venne sospesa dopo neanche mezz'ora di gioco. La faccia di Seamus al momento di sganciare la grana era sinceramente
colpita. Quello fu l'inizio della carriera di Blaise
come scommettitore. Non perse mai una scommessa e divenne in pochissimo tempo
uno dei top client dell'irlandese. Tuttavia Blaise
non scommetteva spesso, né era possibile individuare uno schema per capire con
che criterio sceglieva le partite a cui partecipare. Invano Finnigan,
il cui giro di scommesse comprendeva campi più interessanti di quello
sportivo, cercava di farlo partecipare a quel certo giro, avendo notato che
quando scommetteva Blaise gli affari erano era più
vertiginosi.
-scommetto ** galeoni che Piton
porta i mutandoni!-
-scommetto ** galeoni che Paciock
ci mette 3 ore per scendere dal platano picchiatore!-
-scommetto ** galeoni che Harper ci mette 90
secondi a venire!-.
A Hogwarts si scommetteva davvero su tutto. Blaise però non si lasciava coinvolgere in simili
quisquilie, “scommettere con classe" era il suo motto. Meglio lasciare
rami così poco edificanti del giro di scommesse, a gente di cattivo gusto come Zacharias Smith o DaphneGreengrass.
E per
chi era del settore e anche per chi non lo era, Blaise
venne ben presto identificato come The King, il padrone di Hogwarts,
l'incontrastato re del gioco.
-Blaise non pensi sia
ora di ammettere che hai sangue veggente che ti scorre nelle vene?- disse una
mattina di gennaio un seccato DracoMalfoy. La serpe bionda se ne stava davanti allo specchio
ad allacciarsi elegantemente la cravatta.
-Ha haha… - le risate venivano dall’interno del bagno da cui poco
dopo uscì Blaise semi vestito - Non meno di una
settimana fa ti ho fatto vedere l’albero genealogico della famiglia Zabini e hai potuto controllare tu stesso che non è così-
-Tsè , e chi mi
assicura non fosse fasullo -
Blaise
alzò le spalle - Puoi sempre fare una ricerca in biblioteca no? Così ti liberi
di ogni dubbio!-
Il biondino corrucciò le labbra
sottili, mentre si metteva il mantello sulle spalle.
-Sei ancora arrabbiato per quella faccenda eh?-
aggiunse il moro facendo sussultare l'altro - Sinceramente Draco:
era prevedibile. Anche un cieco lo avrebbe capito-.
Qualche settimana prima Draco e Blaise avevano avuto una
leggera “divergenza di opinioni”. Blaise sosteneva,
per chissà quale assurdo motivo, che l'eterissimoTheodoreNott fosse stracotto del
suddetto biondino. Draco aveva educatamente ma
energicamente replicato che era un pazzo visionario- traduzione aveva urlato
istericamente-. Blaise con quell’antipatica aria
saccente che assumeva quando sapeva di avere ragione, aveva detto infine le
parole profetiche “scommetto 40 galeoni che ho ragione io!”.
Draco era sbiancato
e gli era servito tutto il suo contegno Malfoy per
non svenire di paura. Quando Blaise scommetteva 40
galeoni su qualsivoglia cosa, quella cosa come d'incanto accadeva. Non lo
faceva sempre, ma quando lo faceva quel farabutto ci azzeccava. Quella volta
non aveva fatto eccezioni.
-Dovresti sapere ormai che ho sempre ragione-
aggiunse paternalmente il moro.
-E l’insopportabile tra i due sarei io?- disse
stizzito il biondo alzando il sopracciglio nella tipica espressione Malfoy che non prometteva nulla di buono.
-Dai scherzavo...-
Draco
però aveva ancora il broncio- Non c’è niente per cui scherzare! Ti ricordo che
è a me che Nott ha fatto la dichiarazione d’amore, in
sala comune per giunta, davanti a tutta la nostra casa!-
-Oh Draco, collo di cigno, fiore di giglio, i tuoi capelli sono
come la luce di primo mattino...-
-Blaise! Ti sei
imparato a memoria il suo discorso…- esclamò orripilato
il biondino.
-I tuoi occhi sono come il cielo
d'autunno, le tue dita perfette, come quelle di un pianista…-
-…-
-per me sei il sole che mi scalda, la luna che
rasserena le mie notti, il tuo nome è poesia…. E io ti am...-
-(levicorpus!)-
-ARGH! Draco!-
-Hn… te la sei cercata
-
-Fammi scendere sai che soffro di vertigini….-
piagnucolò il moro.
-No! -
-Per favore...-
-Ciao Blaise, ci
vediamo a lezione.- e fischiettando allegramente, Draco
si dileguò.
Scocciato e parecchio trafelato BlaiseZabini correva lungo i
corridoi nel tentativo di arrivare in tempo per la lezione di trasfigurazioni,
convinto di essere in ritardo. E già si immaginava una lavata di capo da parte
della vecchia MacGranitt quando allo svoltare
dell'ultimo angolo invece di un corridoio deserto, trovò invece l'ingresso
dell'aula ghermito di studenti. Avevano fatto un cerchio intorno a quella che
sembrava una vera e propria zuffa alla babbana. Non
fu molto sorpresodi vedere che i
protagonisti erano Harry Potter e il suo amico Draco.
Succedeva spesso di quei tempi. Scosse la testa.
-Oh, ciao Zabini. Ti
aspettavo da un pezzo - disse Ronald Weasley che
assisteva indifferente allo spettacolo.
-Weasley, ciao! Siamo
alle solite?-
-Alle solite…devo ammettere che il gancio destro
del tuo amico sta migliorando-
-Merito degli allenamenti da battitore di questa
settimana. Comunque anche Potter non è niente male con quel suo atterramento a
forbici. Uh! Questa era cattiva! Dai forza Draco
alzati!-.
Di quei tempi ormai non era poi
troppo difficile trovare studenti di Serpeverde e di Grifondoro impegnati a conversare civilmente. Anche se si trattava
di BlaiseZabini e Ronald Wealsey.
Dopo la caduta di Voldemort, molti contrasti si erano appianati. Certo Blaise non avrebbe mai sospettato che un giorno avrebbe
conversato amichevolmente con “Weasel”, ma il
miracolo era stato reso possibile proprio da quei due, Harry Potter e DracoMalfoy. Il fatto che
litigassero ad ogni occasione per i motivi più futili, aveva fatto scaturire un
senso di solidarietà reciproco nei due ragazzi, i quali più volte si erano
trovati a separali e impedir loro di commettere cazzate di grandezze colossali.
-Come mai non sei ancora intervenuto?-
-Beh aspettavo te, sai quando non si è in due è
un tantino complicato separarli e io non ci tengo ad immolarmi. Poi dovevo un
favore personale a lui…- e così dicendo indicò SeamusFinnigan che con il suo inseparabile libretto,
annotava le puntate.
-Già, quei due faranno la sua fortuna se
continuano così- aggiunse sospirando il moro.
-Si ma forse, con un po’ di fortuna, i colpi
presi ventileranno i loro cervelli-
-Eh ora
speri troppo Weasley!-
-Miseriaccia… ma la smetteranno mai quei due di
odiarsi?-
-Odio dici…? No….Questa è tensione sessuale allo
stato puro. Dai retta a me Weasley, qui ci vorrebbe
una bella scopata, e dopo vedrai come andranno d’accordo, se hai capito cosa
intendo - disse maliziosamente strizzando un occhio, mentre il rosso rideva- Su
questo si che ci scommetterei-
-Dici
davvero Zabini? Guarda che ti prendo in parola e ti
annoto sul mio book- disse Seamus sbucando
apparentemente dal nulla.
-Finnigan! Vuoi farmi
avere un infarto?- esclamò sussultando il moro.
-Non farei mai del male al mio giocatore
preferito! Ah Ron grazie, ritieni pure il nostro debito annullato- Ron sorrise
sollevato alla notizia.
-Sapete ultimamente gli affari vanno a gonfie
vele, i due si scannano quasi ogni settimana e ormai c’è un business su chi
vince, quanti giorni in infermeria…- disse con un sorriso a trentadue denti
l’irlandese.
-Ma tu non ti fermi proprio mai?- chiese
vagamente interessato Zabini.
-No…. Ho le mie ragioni naturalmente. Comunque
dicevi tensione sessuale…E ci scommetteresti?-
-Oh no, voi non scommetterete proprio su un
accidente! Anche se sulla tensione sessuale Zabini ha
ragione, non sono disposta a fare sconti!-
-Certo che ho ragione – replicò il serpeverde quasi infastidito.
-Hermione, che piacere!
- disse l'irlandese, nascondendo il libretto delle scommesse dietro la schiena.
La bruna lo guardò malissimo e diede inizio a ennesima discussione. Ron, che
all'apparire della sua ragazza si era fatto piccolo piccolo,
con una reazione a scoppio ritardato sbottò- Davvero Herm
lo pensi anche tu?-
-Fra tre giorni si terrà un consiglio e… eh?
Penso anch’io cosa?-
-Pensi anche tu si tratti di tensione sessuale?-
chiese candidamente Ron.
-Naturale, è talmente evidente! Quei due si
mangiano con gli occhi, probabilmente da anni -
-Così
tanto? - esclamò scandalizzato il rosso- Non sarebbe ora di fare qualcosa?-
-Impossibile - si intromise Blaise-
Ho pensato, mi sono scervellato per lunghe notti e non ho trovato una
soluzione. E vi assicuro che il mio cervello è sopraffino. Draco
è irremovibile e Potter...-
-Harry è un testone! - dissero in coro Hermione e Ron.
Approfittando del cambio di
argomento, Seamus si defilava come un anguilla tra la
folla.
-Nonostante tutto però, io non sarei così
pessimista, Zabini.- dichiarò la bruna- Una soluzione
forse c’è -
-No, è impossibile -
-Niente è impossibile, per chi sa usare il
cervello!-
-Stai per caso insinuando che io non lo sappia usare
Granger?- (SeamusFinnigan era ormai arrivato dall’altra parte della folla).
-No …non ….- ma poi Hermione
si fece coraggio e sbottò- Beh si. Forse non hai pensato troppo a lungo Zabini! Forse a te fa comodo che quei due si azzuffino,
così puoi scommetterci sopra!-
-Ehi voi due…- cercò di intervenire Ron.
-Zitto!- dissero in coro Blaise
e Hermione. La disputa tra titani aveva finalmente
inizio. Non lo aveva mai detto apertamente ma era risaputo che HermioneGranger dava la colpa
delle scommesse a Zabini, perché quando giocava lui
il giro aumentava. Ciò era deducibile dall'ardore, al limite dello stalking, con cui gli toglieva punti alla minima
infrazione. Era altrettanto risaputo come questo rompesse letteralmente le
scatole a Zabini.
-E tu vuoi dirmi che riuscirai dove io fallisco
da ben due anni?-
-Si! E ti dirò di più: ci metterei non mesi, ma
giorni!-
-Ah davvero? Allora visto che la sai così lunga,
provaci! Avanti trova un modo in…40 giorni!-
-Mi stai proponendo una scommessa Zabini?-
-Perchè no?-
-Va bene ci sto!- Ron guardò la sua ragazza come
se di colpo avesse scoperto di stare con una lumaca carnivora.
-Oh Ronald non fare quella faccia, è a fin di
bene!- disse lei anche se non sembrava troppo convinta.
-Esattamente. E dimmi Granger
cosa mettiamo in palio?-
-Naturalmente
sottolineando che il beneficio più grande l’otterranno Harry e Malfoy (Seamus ormai aveva
ripreso la sua attività come se nulla fosse)…Se ci riesco e quindi vinco, tu
non scommetterai più. Mai più. E mi aiuterai a far approvare la regola che vieta le scommesse -
-Oh. Giochiamo duro… d’accordo Granger, allora se vinco io e tu non ce la fai, lascerai
perdere questa faccenda della regola…e darai immunità alla sottrazione di punti
a tutti noi serpeverde!-.
Hermione
parve ripensarci un attimo, ma poi si morse il labbro e con sguardo risoluto
disse:
-Accetto!- e lei e Zabini
si strinsero la mano.
-Benissimo…40 giorni a partire da oggi Granger! Weasley sarà meglio che
li separiamo, laMacGranitt
sta arrivando -
-Certo...- disse ancora allibito il rossino.
-Oddio! Seamus! Mi sono
distratta e... – dissela mora cercando
di oltrepassare il marasma di gente. Ma Seamus era
già al riparo al di là della folla.
-Su coraggio Draco,
andiamo! – disse Zabini mentre con un incantesimo gli
fermava l’emorragia al naso.
-Non finisce qui sfregiato!- disse alzando un
pugno mentre veniva trascinato via da Blaise,
versol'infermeria.
-Scappa pure, prima che finisca di deturpare il
tuo visino delicato Malferret!- rispose Harry mentre
veniva trascinato in infermeria per un altro corridoio.
-Mi stai dando dell’effeminato!? Tu..!-
Ron e Blaise
si scambiarono un'occhiata della più pia comprensione, prima di scomparire
dalla rispettiva visuale e sussurrare quasi contemporaneamente “ tensione
sessuale”.
-Eh?- dissero Potter e Malfoy
altrettanto contemporaneamente nei due diversi corridoi.
Il mondo era impazzito, pensava
Harry. Era l’unica spiegazione logica. Stentava a credere che fosse bastato la
parola di una vecchia megera per rendere la sua vita un inferno. Di nuovo. Non
bastava aver passato l’intero anno precedente a lottare contro quel simpaticone
di Voldemort, che non aveva trovato di meglio da fare che esercitare le sue
manie omicide su di lui. No, proprio no. Morto quel fottuto bastardo, il
destino doveva per forza prendersela con lui.
Era naturale.
Ovvio.
Non poteva lasciare in pace il
povero Harry e perché mai? Troppo poco divertente!
Il ragazzo sospirò esasperato,
mentre con una mano si allargava il nodo della cravatta. Improvvisamente tutto
aveva iniziato a infastidirlo. Pure quella stramaledetta cravatta. Ormai era
prossimo alla crisi di nervi.
Era in ritardo di nuovo e certo
non per colpa sua. Chiunque avrebbe potuto notare il suo abbigliamento
trasandato che in quei giorni aveva raggiunto livelli storici. Harry,
rassegnatosi, non ci faceva neanche più caso.
La cosa più irritante era vedere
-praticante ogni volta che svoltava un angolo di Hogwarts- nugoli di ragazzine
che gli lanciavano occhiate furtive e mormoravano sottovoce. Non avevano la
decenza di aspettare che lui si allontanasse per lanciare gridolini e risate
soffocate in malo modo? Dovevano proprio ridergli in faccia?
I maschi erano tuttavia, peggio:
gli lanciavano sguardi maliziosi, oppure lo guardavano con malcelato entusiasmo
quasi fosse un sacco di galeoni ambulante. Grazie a Seamus questo era quasi
vero. Seamus! Se gli metteva le mani addosso… ma quello screanzato si
volatilizzava prima che Harry potesse fare anche solo un passo verso di lui.
Ma la cosa più intollerabile di
tutte, era vedere il ghigno che da qualche giorno a quella parte sfoderava
Piton ogni volta che lo vedeva. Era un miracolo se non gli si erano ossigenati
i capelli per la rabbia e lo shock! “Oh per merlino cosa vai a pensare!” si
disse, “ci manca solo che diventi ossigenato anche tu come quell’altro e allora
si che potrai buttarti dalla torre di astronomia!”.
Già. L’altro.
La situazione era davvero
ridicola. Era capitato con lui nei posti e nelle ore più insensate. Sarebbe
impazzito come gli altri ne era sicuro. I primi effetti già li stava sperimentando:
pensava cose senza senso, cose imbarazzanti...Non voleva incontrarsi di nuovo
con lui, gli inquinava il cervello. Infatti si era accorto che non trovava poi
tanto fastidioso passarci del tempo, anche se si pestavano a morte. Anzi
mettergli le mani addosso quasi gli piaceva. “Magari sono un amante del
sadomaso”, aveva formulato perplesso.
Quasi arrivato all’aula di
incantesimi, Harry era speranzoso, convinto di poter finalmente frequentare una
lezione in santa pace senza che gli capitasse qualcosa. Era già dovuto sfuggire
a un "agguato”. Stava quindi per mettere piede in classe quando
all’improvviso sentì una stretta famigliare all’ombelico e guardando in basso,
prima che tutto sfocasse, riuscì a vedere cosa aveva determinato la sua disgrazia.
- Maledizione!-.
Aveva pestato una falce che era
sul pavimento. Qualcuno diabolicamente l'aveva trasformata in passaporta.
In un attimo atterrò pesantemente
su un duro pavimento in pietra, con un tonfo sordo.
-Ahia! Seamus brutto..!- e qui usò un linguaggio talmente
colorito da far accapponare la pelle anche a uno scaricatore di porto.
-Buon pomeriggio Potter - disse una voce
strascicata alle sue spalle.
-Malfoy -
-Vedo che hai gradito anche tu…-aggiunse
lievemente divertito.
-Hmpf!- sbuffò e poi si lasciò cadere a peso per
terra, con un braccio a coprirgli gli occhi.
Accidenti ma quando sarebbe
finita? Beh una cosa lo sapeva bene: quando era iniziata.
Qualche giorno primain un precisato
pomeriggio di gennaio…
-Harry, Ron! Nessuna scusa dovete venirci!- disse
perentoria la voce di una strega molto famosa a Grifondoro -e non solo-, per la
sua saccente pignoleria e bravura.
-Tesoro tregua! È di sabato pomeriggio!- si lagnò
Ronald Weasley.
-E con ciò?-
-Come con ciò Herm? Sabato pomeriggio uguale
libertà; e tu vorresti obbligarci a partecipare a una conferenza?-
-Ron ha
ragione. Non puoi proprio fare a meno di noi?- si intromise Harry.
-Certo che posso fare a
meno di voi, ma si da il caso che questa sia la prima conferenza che Hagrid -il
nostro amico Hagrid- gestisce e dovremmo esserci tutti a fargli da sostegno
morale e aiutarlo nell’organizzazione-
-Mmm… hai ragione ma...- cercò di dire Harry.
-Certo che ho ragione-
-Dicevo, – disse un po’ accigliato il moro- si
hai ragione ma…-
-Basterai tu come aiuto Hermione, sei talmente in
gamba che noi ti intralceremmo soltanto…- intervenne Ron in sostegno
dell'amico.
-Ronald Weasley non ci
provare…ti avverto se non vieni quella cosa che vuoi tu non accadrà
stasera né nelle prossime sere- disse in tono angelico la ragazza.
-Vengo!- disse come una scheggia il rosso.
Harry
imbarazzato non sapeva se ridere o piangere. Le donne e il loro trucchi! Ma
Hermione doveva proprio tirare in ballo un argomento del genere? Associare i
suoi due migliori amici e la parola sesso gli riusciva ancora piuttosto
difficile. Sapendo comunque che Ron non sarebbe mai andato da solo a
torturarsi, Harry cercò con non chalance di dileguarsi. Ma prima che riuscisse
anche solo a fare un passo un artiglio -alias la mano di Ron- lo fermò per un
braccio ed esibendo un'espressione da cane abbandonato tremendamente
convincente, disse:
-Vieni anche tu Harry,
vero?-“Troppo lento Harry” pensò questi. Appena beccava Seamus doveva
farsi svelare il segreto di come faceva a dileguarsi come un fantasma.
-...Ehm, va bene-
-Grazie amico!- “e la chiamano amicizia” pensò
Harry, sconsolato.
Sabato pomeriggio, il giorno
della conferenza, arrivò in un lampo. Il moro più famoso di Hogwarts non era
proprio euforico. Aveva molto di meglio da fare. Ossia non fare niente. Ci
voleva impegno anche per non fare niente dopotutto!
Eppure
il suo migliore amico Ron aveva dovuto coinvolgerlo nelle sue beghe
sessuali. Cosa centrava lui? Non era certo lui ad andare in bianco se non
partecipava!
Sospirò
mentre assieme a suoi due amici si dirigeva in sala grande. Solo Hermione
pareva entusiasta.
Da tutt’altra parte di Hogwarts
un altro famoso trio si dirigeva alla conferenza. Zabini, Parkinson e … Malfoy.
Se fosse dipeso da Blaise lui se ne sarebbe stato allegramente a farsi i cavoli
suoi. Aveva provato di tutto ma proprio di tutto per dissuadere Draco
dall’andarci.
Invano.
Il biondino non l’aveva neppure
ascoltato.
Ossessionato dal fatto che il suo
ultimo anno doveva essere perfetto, andava ad ogni conferenza che si teneva a
Hogwarts pur di guadagnare punti in più per i M.A.G.O. Neppure il fatto che
fosse una conferenza curata dal mezzo gigante (di fatto curata dalla Granger)
lo aveva in qualche modo fermato. Persino Pansy nel cui aiuto aveva sperato,
era voluta andare e tutto per la paura matta che aveva di sbagliare all’esame
trasfigurazione.
Blaise
tuttavia tentò ancora di fermarlo.
-Senti Draco...-
-La risposta è no Blaise-
-Ma se non hai ancora sentito…-
-Noi ci andremo a questa conferenza che tu lo
voglia o no. E tu verrai con me, Blaise. Sai bene che non posso prendere
appunti perché mi fa ancora male il braccio destro dopo l’ultima zuffa con
sfregiato- per un attimo il bel biondo corrugò la fronte.
-Appunto Potter! Non hai pensato che verrà anche
lui? È una conferenza del suo “grande amico guardiacaccia” senza contare che è
la Granger la coordinatrice.
-Sciocchezze. Potter è un pigro buono a nulla. È
impossibile che venga, scommetto che sarà in giro a rotolarsi per i prati di
Hogwarts!-
-Come vuoi. Ma io scommetto che...-
-Blaise non lo dire o ti appendo pere una gamba
al soffitto!-
-...ci sarà -
-Blaise!-
-Signori silenzio per
favore, sta per iniziare!- disse una accigliata McGrannit. Senza neanche
accorgersene erano già arrivati in sala grande.
-Mi scusi
professoressa- rispose deferente il biondino lanciando un'occhiataccia a
Blaise. Con gli occhi cercò tre posti liberi in cui sedersi. Ce ne erano
proprio tre lì vicino, accanto a quel ragazzo dai capelli neri, arruffati,
occhiali, occhi verdi e... cicatrice!
-Merlino
Blaise, sei uno iettatore, un porta sfiga, un uccello del malaugurio! Altro che
re del gioco!- sussurrò guardandolo in cagnesco.
-Io non centro proprio niente Draco, sei tu che
sei voluto venire…- rispose di rimando il moro con un ghigno.
-Coraggio voi laggiù sedetevi che tra poco
inizia- interruppe la McGrannit.
Fu solo in quel momento che Harry
si accorse a chi si rivolgeva la professoressa e chi fossero i tre che stavano
per occupare i tre posti vuoti accanto al suo.
Metà sala impallidì l’altra metà
si eccitò. Seamus sbucò dal nulla con un libretto in mano.
Il clima era teso e quando gli
sguardi di Draco e Harry si incrociarono si poté avvertire distintamente la
scarica elettrica.
-Potter…- pronunciò con tono volutamente sdegnoso
il biondo.
-Malfoy…- rispose nello stesso tono il moro.
-Oggi non sono qui per giocare con te Potter,
quindi vedi di non infastidirmi. Non parlare, non fiatare, anzi se mi fai il
favore di non esistere ti potrei anche ringraziare-
-Malfoy perché non sparisci tu? Faresti un favore
non a una persona ma a tutta la comunità magica, credimi-
-Tu…-
-Silenzio!- sentenziò la McGrannit ponendo fine
alla discussione.
Hermione scosse la testa, Seamus
deluso si rimise il block notes in tasca, Blaise guardò indagatore Hermione,
Pansy si arricciò i capelli con le dita... Ron sussurrò “tensione sessuale”.
-Cosa hai detto Ron?-
-Niente Harry-
-State zitti voi due, arriva la dottoressa - li
ammonì Hermione.
Proprio in quel momento fece il
suo ingresso una vecchia signora, dall'età indefinita, forse cinquant’anni,
azzardò Harry ma non ne era sicuro. Indossava un bel completo da strega nero
lucido e un eccentrico cappello arancione in testa. Gli occhiali le davano
un’aria professionale ma si poteva notare dal colore rosso fuoco delle unghie
che quella non era una donna con cui scherzare.
-Buon pomeriggio ragazzi. Innanzitutto ringrazio
il professor Rubeus Hagrid per l’accoglienza – applausi e inchino imbarazzato
di Hagrid.- Ad ogni modo io sono la dottoressa Emily Bones, laureata in scienze
comportamentali delle creature magiche. Oggi sono qui per illuminarvi un po’
riguardo al mondo delle creature magiche. Molti pensano che essendo animali il
loro comportamento sia dettato dall’istinto, in realtà alcune azioni
comportamentali sono dettate da motivazioni tutt’altro che istintive e, per
così dire, quasi umane…-.
Il cervello di Harry si scollegò
in automatico. Non aveva né la volontà, né la voglia di seguire cosa diceva
quella megera. Resistette per quaranta minuti buoni, dopodiché decise di
seguire l’esempio del suo amico che appoggiatosi con il mento sulla mano si era
bellamente appisolato. Hermione era così presa che neppure se ne era accorta.
Harry
così non si sentì in colpa pertanto a chiudere gli occhi. Giusto per riposarli
un po’. Ma non appena li ebbe chiusi gli arrivò una dolorosa gomitata al fianco
sinistro.
-Ahia, ma cosa…? Malfoy, che vuoi?-
-Forse tu vuoi essere uno zoticone come il
pezzente di lenticchia, ma io non voglio che la dottoressa veda che sono seduto
vicino a un maleducato nullafacente come te, che non sa neppure stare sveglio
ad una conferenza!- disse acidamente il biondino.
-Malfoy vuoi dirmi come farebbe a vederci se ci
sono come minimo una ventina di file di sedili davanti a noi e abbiamo le
spalle dell’altissimo Justin Flicther a coprirci?-
-E con questo? E' il principio Potter, il
principio -
-Il principio un ficco secco Malfoy. Tu non hai
principi, non hai neanche morale se è per questo!-
-Non ti permettere io sono pieno di principi!-
-Seee, come no..!-
-Si dice “si”, Potter, “ si”, ma dove hai
imparato la dizione, da un esercito di giganti?-
-Oh fanculizzati Malfoy!-
-Affogati
sotto le docce, Potter!-
-Cadi dalla scopa!-
-Oh no quella è un tua prerogativa, se non
sbaglio-
-Come lo è la tua è finire col diventare
furetti!-
-Beh almeno io ero un bel furetto, dubito che tu
saresti stato altrettanto grazioso da animale, sfregiato!-
-Non mi dire che ti stai veramente vantando di
una cosa del genere?-
-Perché non dovrei?-
-Sei ridicolo Malfoy-
-Zitto idiota!-
-Idiota a chi brutto…- i due si erano alzati e si
tenevano entrambi per il della tunica, dando spettacolo a tutta la platea.
-Potter! Malfoy!- disse indignata una furente
McGrannit. - Vi rendete conto che siete nel bel mezzo di una conferenza!? Voi
avete mancato di rispetto…-
-Non si preoccupi
professoressa, dopotutto sono giovani, così pieni di energia, così inconsapevoli
dei loro sentimenti - disse con un sorriso che non prometteva nulla di buono.
-In questo modo abbiamo potuto avere la prova tangibile di ciò che stavo
dicendo. Che fortunosa coincidenza!-Draco e Harry guardarono la dottoressa senza capire. Nessuno dei due
aveva seguito le ultime battute del discorso.
-Tranquilli ragazzi,
sedetevi. Dunque stavo dicendo…nel regno animale la fase del
corteggiamento avviene esattamente come tra gli esseri umani. Quando si è in
prossimità delle stagione di accoppiamento e un soggetto sente il bisogno di
unirsi a un suo simile, gli ormoni si attivano provocando nel soggetto uno
stato di eccitamento e aggressiva euforia. Tale atteggiamento è detto tensione
sessuale e precede l’accoppiamento sessuale vero e proprio. Esso è confuso con
il rifiuto, ma la componente fondamentale del rifiuto è la mancanza di
interesse, tuttavia una reazione così partecipe può indicare soltanto desiderio
represso. Ciò è piuttosto evidente tra le specie feline tuttavia è tra le
specie monogame che tale comportamento assume un più alto significato. Queste
ultime manifestano il comportamento più umano che possa avere un’animale,
infatti il corteggiamento non è breve come nelle altre specie, questo perché si
sta scegliendo un partner per la vita. Gli ippogrifi, monogami per eccellenza,
ci mettono settimane, a volte perfino mesi, per conquistare una compagna così
come pure alcune specie rare di rettile. Ad ogni modo il tempo medio stimato è
di 7 settimane. Anche tra gli studiosi dei comportamenti umani il tempo di
tensione sessuale che ante cede il coito, è stimato della stessa durata della
fase di eccitamento animale. Questo significa che in realtà i maghi hanno molto
in comune con le creature magiche, come hanno potuto dimostrare quei due baldi
giovani seduti là in fondo -.
Un mormorio sommesso si levò
dalla sala, voci concitate ed eccitate. Pansy era a dir poco scandalizzata e
guardava a turno la donna, Potter e Draco con la bocca aperta. La dichiarazione
era riuscito persino a spiazzare Seamus che però si era subito ripreso e aveva
tirato di nuovo fuori il block notes. Non mancavano neppure gli scatti
fotografici frenetici di Colin Canon. L’unico che non sembrava veramente
sorpreso era Blaise che guardava insistentemente una Hermione Granger
imbarazzatissima, la quale a sua volta guardava davanti a sé, cercando di far
finta di nulla.
Harry
si sentiva troppo osservato per i suoi gusti e non capiva veramente il perché.
Insomma cosa aveva detto la megera di così scandaloso da far eccitare tutti?
Nuovamente, non aveva prestato la minima attenzione al suo discorso.
Iniziò a solleticarsi i capelli
alla base del collo con le dita, come faceva sempre quando Piton lo
interrogava. Draco invece che aveva capito benissimo, con tutta la
l’indignazione Malfoy che gli riuscì di concentrare, si alzò in piedi e alzando
la mano disse:
-Mi scusi professoressa ma credo di non aver
capito bene-
-Certo caro dimmi pure-
-Lei non ha appena
detto che ….- Draco corrugò la fronte, sintomo che era veramente furente- che
tra e me questo….coso, - e così dicendo additò Harry come se fosse uno
scarafaggio- c’è ehm… della “ tensione sessuale”, vero?-.
A quel punto Harry che sperava di
aver capito male e che Malfoy fosse impazzito, si alzò come una molla e grido
un: - Cosa cavolo stai dicendo Malfoy? - Draco lo
fulminò con uno sguardo.
-Oh no, signor Malfoy ha capito benissimo. Sono
fermamente convinta di ciò che ho detto. È tensione sessuale…come accade tra
gli ippogrifi e alcune specie rare di rettili-.
Draco
sbiancò di nuovo per la seconda volta in una giornata e come un blocco di
ghiaccio si sedette sulla sedia, quasi in trance. Harry, confuso, passò con gli
occhi in rassegna la sala. Cosa c’era di così grave?
Blaise
si passo una mano sulla faccia. Accidenti. Lo sapeva, se lo sentiva che sarebbe
successo qualcosa.
A quel punto un certo irlandese
alzò la mano come un fulmine e disse- Mi scusi dottoressa…. lei dice che
solitamente il corteggiamento dura 7 settimane e poi c’è l’accoppiamento?-
-Naturalmente. Giorno più giorno meno direi di
sì-
-E ci scommetterebbe su questo?- disse
ammiccando. Harry non poté impedirsi di tremare. Dracoche sapeva dove Finnigan voleva andare a
parare (era da tre settimane che le liti erano cominciate perciò facendo i
conti, si poteva facilmente arrivare a un pronostico), fece finta che fosse
tutto un grosso incubo e che lui stesse ancora dormendo. La sala era tutta in
attesa, nessuno fiatava. Si sentiva il flash di una macchina fotografica.
-Certo - rispose infine la dottoressa con un
sorriso.
-Grazie era tutto quello che volevo sapere-
rispose sghignazzando l’irlandese.
-Bene è
tutto. Arrivederci ragazzi- e così dicendo Emily Bones uscì.
Dalla sala si levò un clamore. La
gente non accennava ad andarsene e tutti guardavano curiosi i due ragazzi.
Fu solo allora che Ronald Weasley
si svegliò, disturbato dal frastuono. Guardandosi intorno vide che la
dottoressa non c’era più. Quindi voltandosi verso Harry cinguettò con un enorme
sorriso: -Oh che bello, è finita. Harry amico, mi sono perso qualcosa?-.
Era questa l’unica cosa che
riusciva a pensare Harry James Potter disteso sul duro e freddo pavimento di
pietra della stanza in cui era rinchiuso con…rullo di tamburi… Draco Malfoy.
La mano che pigra gli copriva gli
occhi, la schiena indolenzita, la divisa sgualcita e le scarpe slacciate: Harry
si sentiva uno straccio.Con la coda dell’occhio notò che Malfoy lo guardava con
aria divertita dall’altra parte della stanza, appoggiato elegantemente al muro.
-Hai intenzione di rimanere disteso sul pavimento
in eterno sfregiato?-
-E anche se fosse?- disse Harry senza fare minimo
accenno a muoversi.
-Fa come vuoi, io mi siedo sulla poltrona: nel
caso tu non l’abbia notato stavolta ci è andata bene-rispose Malfoy seguito dal
flebile sussurrò schifato “altro che sgabuzzino per le scope”.Sentendolo, il
moro, al ricordo della faccia orripilata della serpe quando la prima volta
erano capitati nel ripostiglio di Gazza, non poté trattenersi dallo scoppiare
in una leggera risata.Il biondo, che nel frattempo si era seduto sulla poltrona
dandogli le spalle, si voltò a guardarlo arcuando il sopracciglio perplesso -
beh cosa ci trovi di divertente?-
-Niente - disse cercando di soffocare le risate.
-Ti avverto Potter oggi non posso darti un bel
servito, e dio solo sa quanto un bel pugno ventilerebbe quel cervello che ti
ritrovi... ma- per tua fortuna- mi aspetta una settimana sfiancante di
allenamenti e una punizione con quella megera della McGrannitt …-
-Si Malfoy, capito…non serve che mi dica quante
avversità dovrà affrontare il nostro povero eroe serpeverde- disse Harry
stancamente mentre si alzava dal duro pavimento di pietra. Malfoy lo fulminò
con lo sguardo per essere stato interrotto, ma probabilmente il fatto che non
fosse in vena era vero, tant’è che gli voltò le spalle, mentre lui si
avvicinava lentamente sedendosi sulla poltrona di fronte a lui. Per la prima
volta nella sua vita Harry gli fu grato di qualcosa. Anche lui era parecchio
esausto. Una volta seduto, diede un’occhiata intorno. Effettivamente Malfoy
aveva ragione, quella volta era andata bene, almeno ci si poteva mettere un po’
comodi, anche se le decorazioni e
l’arredamento erano da dimenticare.
-Oh immagino che stavolta è stata una ragazza -
disse Harry guardando infastidito la tovaglia di crine di un rosa sfavillante
che ricopriva il tavolino in mezzo a loro, la teiera e le tazzine di porcellana
decorata con motivi a fiori fin troppo stucchevoli. Gli ricordava terribilmente
l’arredamento del locale di Madama piedi burro. Al pensiero arricciò il naso,
un po’ irritato. Magari era stato una di quelle sciocche ragazzine che
ridacchiavano ad ogni angolo segnalandolo come se lui non le potesse vedere, né
tanto meno prendersela con loro.
-Una stupida sciocca ragazzina! – disse Malfoy
altrettanto irritato sorseggiando il tè che si era appena versato.- Senza il
minimo senso di buon gusto- aggiunse guardando, se possibile ancora più
schifato, addirittura indignato, la tovaglia e le decorazioni della stanza. –
Non sono mai stato misogino- Harry non poté trattenersi dall’alzare a sua volta
un sopracciglio. - Che c’è Potter? Comunque come stavo dicendo, non sono stato
mai misogino, però ne ho fin sopra i capelli di queste ragazzine. Me le ritrovo
ad ogni angolo che mi ridono in faccia! Ridano in faccia a me! Quando trovo
quello stupido grifondoro di un irlandese…- e qui il biondo strinse
spasmodicamente la tazza, mentre Harry allibito e divertito lo osservava. Il
mondo era decisamente impazzito- pensò Harry- se lui e Malfoy si trovavano a
pensare le stesse cose per giunta davanti a un tavolino con tanto di teiera,
tazze da te e pasticcini.
Fu solo in quel momento che si
accorse dei pasticcini. Se ricordava bene a Malfoy piacevano i bignè, o più in
generale quelli con creme al cioccolato. A lui piacevano quelli con la glassa
alla frutta invece, per cui prese con spontaneità uno di questi lasciando gli
altri a Malfoy, il quale guardandosi bene dal ringraziarlo, ma per fortuna
anche dall’insultarlo, prese a sua volta un pasticcino. Fu allora che, con
incredibile orrore, si accorse che ormai conosceva abbastanza bene Malfoy da
sapere quali pasticcini gli piacevano, quante zollette metteva nel tè, le sue
mosse di scacchi più consuete e tante altre cose che aveva imparato di lui a
furia di passare il tempo assieme.
Si il mondo era impazzito, lui
era impazzito, e Seamus Finnigan era un uomo morto…lui e la sua scommessa del
secolo.
INIZIO FLASHBACK
Harry non capì veramente la
portata del episodio “Emily Bones” fino a quando, la seconda mattina dopo la
conferenza, non si trovò davanti uno striscione formato gigante con la scritta,
a caratteri cubitali, “La
scommessa del secolo”. Aveva pensato fosse una cosa in cui bastava dormirci
sopra e tutto sarebbe andato a posto. Dopotutto aveva affrontato di peggio
(Voldemort), si era detto, e in effetti il giorno dopo la conferenza c’era
stata solo qualche sghignazzata di Seamus, ma quello era di routine. Ad ogni
modo al di sotto del suddetto striscione, c’era proprio Seamus Finnigan seduto
ad un piccolo scrittoio, con un enorme quaderno per le puntate e un piccolo
forziere per mettere i soldi al sicuro. Non aveva avuto neppure il pudore di
nascondersi o scegliere un luogo appartato, anzi si era sistemato al centro della
sala comune incurante di Hermione e, avrebbe aggiunto dopo, di lui soprattutto.
Ma fino a quando non si era avvicinato al banco non aveva avuto sentore della
catastrofe, solo un leggero odore di bruciato al massimo, ma niente di più. Chi
avrebbe mai osato immaginare che Seamus avrebbe fatto una cosa del genere? Il
suo amico Seamus.
C’era una calca immane intorno al
banco, per cui Harry e Ron, appena scesi dal dormitorio, dovettero farsi largo
a gomitate. Ron era un po’ impaurito, guardava da una parte all’altra per
vedere se la sua ragazza, Hermione, era nei paraggi. Non era il caso che lo
vedesse nei pressi di Seamus. Harry al vedere l’espressione di Ron, rise. Più
tardi non avrebbe più trovato motivo per ridere, ma il nostro caro grifondoro
era ancora ignaro e innocente. Di Hermione comunque nessuna traccia, cosa che
lo stupì un po’.
La calca lo ignorava bellamente
troppa intenta a cercare di prenotarsi su …che cosa? Harry era davvero curioso
di saperlo. Una volta arrivato finalmente vicino all’irlandese, esordì
sorridendo
-Ehi Seamus! Cosa stai combinando di prima
mattina?- Seamus che non l’aveva visto avvicinarsi, al sentire la sua voce
sussultò, ma prontamente rispose con un sorriso amplissimo quanto finto. - Sto
facendo la scommessa del secolo! - e indicò il cartello. Detto ciò iniziò
improvvisamente a mettere via le sue cose, passando l’enorme libro delle
puntate a Dean, che non essendosi accorto di Harry, fu lieto di essere lui il
responsabile.
-Amico sei impazzito! Se ti vede Hermione …-
-Oh tranquillo non mi vedrà- disse l’irlandese
improvvisamente ansioso di andarsene.
-Seamus prima di andartene toglimi una curiosità
su cosa si scommette stavolta? Magari potrei farci un pensierino- disse Harry
sorridendo per giunta. A quel punto Finnigan scoppiò in una grossa risata.
-Non puoi!-
-Perché?- chiese Harry un po’ accigliato.
In quel momento Ron diede per
caso un’occhiata al fantomatico libro delle scommesse, occhiata che basto per
farlo sbiancare a tal punto che Harry credette avesse ingerito tre pasticche vomitose
di fila.
-Ron che succede? Tutto bene?-
-E’…E’ su di te Harry!- balbettò il rosso.
-Cosa stai dicendo...-
-E su Malfoy…o merlino Seamus tu sei fuori di
testa!- ma quando si rivolse verso l’irlandese questi non c’era più. Era magicamente sparito.
Fu a quel punto che Harry gettò a
sua volta un'occhiata al libro. Non l’avesse mai fatto. In un primo momento
pensò di avere le traveggole, anzi sperava, e fu per questo che strappò,
letteralmente dalle mani di Dean, il libro delle puntate per verificare.
L’orrore della cosa lo invase di
colpo, insieme a un senso di vertigine e un istinto omicida nei confronti di
stupidi stupidissimi irlandesi amanti dei quattrini.
-SEAMUS!-
L’urlo che cacciò si sentì in
tutta la torre.
FINE FLASHBACK
Successivamente Harry si disse
che era naturale, ovvio, che fosse capitata una cosa del genere. Non sapeva
esattamente come l’avesse presa Malfoy all’inizio, le voci ufficiali dicevano non molto bene. Le voci di corridoio
dicevano che Zabini aveva avuto il suo bel da fare nel cercare di impedire al
biondo di chiamare a sé un esercito di Inferius per abbattere la torre
grifondoro e l’irlandese che vi abitava dentro.
Da quel giorno iniziò la
persecuzione. La scommessa del secolo,
così come l’aveva battezzata Seamus, consisteva sostanzialmente nel cercare di
azzeccare il giorno in cui lui e Draco Malfoy avrebbero ceduto a quello che
Emily Bones aveva definito: tensione sessuale. I più arditi scommettevano pure
sull’ora esatta in cui sarebbe avvenuto l’exploit amoroso. Per vincere la
scommessa bastava che loro due avessero un contatto amichevole: bacio o carezze
di ogni tipo. Con sommo orrore di Harry c’era chi affermava con sicurezza che
sarebbero finti a letto, scommettendo sulle modalità a naturalmente sul tempo.
Ad ogni modo, visto che molti ritenevano che più tempo trascorrevano assieme,
più avevano possibilità che succedesse qualcosa allo scadere della data
scommessa, Harry e Draco si trovarono improvvisamente col vivere praticamente
giorno dopo giorno spalla a spalla.
I vari concorrenti facevano ad
esempio in modo che stessero in banco assieme o che finissero a lavorare in
coppia. Tutto era permesso al giocatore che aveva scommesso su una certa data,
tranne i filtri d’amore. La durata della scommessa del secolo era di cinque settimane,
due in meno delle settimane dette dalla dottoressa perchè Seamus aveva tenuto
in conto le due settimane in cui rano già iniziati gli scontri Harry aveva
inoltre constatato che la fine dei giochi coincideva pietosamente con San
Valentino. In tutta quella baraonda l’importante era sopravvivere, concluse
Harry. Ma non aveva mai pensato che fosse così dannatamente difficile. La
clientela di Hogwarts aveva una fantasia molto vivace, e lui beh… non si era
mai distinto per pazienza. Il primo giorno era stato un incubo. Lui e Draco
strizzati nello sgabuzzino delle scope, avevano litigato praticante subito e
sfortunatamente sul più bello Draco invece dei soliti cazzotti aveva tirato
fuori la bacchetta e gli aveva scagliato non sapeva quale incantesimo, uno molto
cruento sicuramente. Peccato che anche lui aveva avuto la stessa geniale idea.
I due incantesimi scontrandosi avevano provocato un’esplosione ed essendo lo
spazio angusto, li aveva letteralmente scaraventati fuori.
I giorni successivi non erano
andati meglio. Lui e Draco avevano litigato in continuazione e non mancava
volta che non volasse qualche manata. Ma cercavano sempre di evitare di usare
le bacchette. L’episodio dello sgabuzzino era bastato e avanzato. Solo nella
seconda settimana le cose si erano un po' acquietate, ed erano riusciti a
convivere e fare altre attività tra un insulto e l’altro. Cosa che gli aveva
alla fine permesso di apprendere pur senza volerlo, alcune abitudini del biondo
serpeverde.
Ad ogni modo, una volta ripresosi
dallo shock di aver constatato quanto affinità alla fine lui e Draco avevano
forzatamente assunto, Harry iniziò a riflettere su come poteva risolvere la
faccenda. Altre due settimane come quelle e sarebbe schiattato se non per una
crisi di nervi, per le botte che di lì alla fine dei giochi lui e Draco si
sarebbero dati. Forse, magari era il
caso che lui e il biondo iniziassero a cooperare. Fino ad allora si erano
limitati a subire ed erano rimasti preda del gioco dei loro
scommettitori/aguzzini. Ma se fossero stati loro ad accordarsi, se avessero
stipulato una sorta di tregua, forse il tempo che dovevano inevitabilmente
trascorre insieme, se non proprio piacevole, sarebbe stato quanto meno
accettabile. Almeno avrebbe smesso di trovarsi sempre con un occhio nero. Perché
non ci aveva pensato prima? Guardando più attentamente Malfoy e ripensando a
come riusciva a farlo sbarellare, Harry si disse che prima (prima che lui fosse
vicino a una crisi nervosa) sarebbe stato impossibile concepire un’idea del
genere. Non dopo tutti i dispetti che si erano fatti.
-Potter che hai da fissarmi? Troppo bello per
staccarmi gli occhi di dosso? Capisco che anche tu, come metà Hogwarst del
resto, sia rimasto folgorato, ma..smettila di fissarmi! Mi innervosisci!- “come
volevasi dimostrare”pensò Harry, levando gli occhi al cielo.
-Malfoy mi dispiace deluderti ma il tuo fascino
con me non attacca e poi stavo pensando a una soluzione a tutta questa
situazione…-
-Aha allora ammetti che ho fascino!- lo
interruppe trionfante il biondo.
-Cosa?- gridò il moro, improvvisamente
imbarazzato. Ma che diavolo di associazione mentali faceva quel biondo da
strapazzo?
-Potty ha appena ammesso che ho fascino! Potty ha
appena ammesso che ho fascino!- iniziò a cantilenare il biondo.
-Io non l’ho mai detto! E comunque non è questo
il punto!-
-Potty ha appena ammesso che ho fascino!-
-Ecco lo sapevo che era impossibile, è inutile
collaborare con te!- strillò imbufalito il grifondoro, riuscendo però
nell’impresa di far tacere il biondo.
-Collaborare? Di cosa stai parlando sfregiato? -
chiese Draco improvvisamente curioso. Harry sospirò e gli raccontò il suo
piano. Dopo aver ascoltato attentamente, l’erede del casato Malfoy fu costretto
ad ammettere con se stesso, guardandosi bene però dal dirlo ad alta voce, che
per una volta il bambino- che-era-sopravvissuto-per rovinargli l’esistenza,
aveva avuto una buona idea. Per cui annuì in segno di approvazione. Allora
Harry entusiasta, cosa che non gli capitava da molto, molto tempo, soprattutto
in presenza di Malfoy, fece una cosa che stupì moltissimo Draco, che si trovò a
rivivere l’episodio di sette anni prima, con qualche errore intenzionale.
Quella volta fu Harry a tendergli la mano per sigillare il patto. - Allora
siamo d’accordo?-.
Cercando di reprimere
l’improvviso e inspiegabile rossore che minacciava di colorare il suo viso e
pur essendo tentato di rifiutare, per una capricciosa ripicca infantile, alla
fine strinse la sua mano, con un piacere che non ammetteva di poter provare.
Seamus Finnigan riteneva di
essere un uomo fortunato. Non aveva infatti granché da temere, neanche da parte
di Harry e Malfoy, posto che il suo talento innato di fiutare il pericolo gli
permettevano di fuggire in tempo e la sua prudenza mai così previdente, gli
avevano suggerito di farsi insegnare dalla Granger l’incantesimo di
disillusione prima di iniziare a metter su baracca. L’unica cosa per cui temeva
era il suo forziere, la cui chiave teneva sempre appesa al collo, e la cui
incolumità era sempre pronto a vigilare.
Per il resto le cose andavano più
che bene.
Era sicuro poi che alla fine di
tutta quella faccenda i due interessati sarebbero addirittura andati a
ringraziarlo, perché sarebbe stato grazie alla sua idea geniale che alla fine avrebbero finalmente fatto una sana
scopata, cosa di cui avevano un gran bisogno.
Non poteva quindi immaginarsi che
Harry e Draco avrebbero stretto un patto come quello, che rischiava di mandare
a monte tutti i suoi piani e guadagni. Per controllare cosa facessero
effettivamente quei due, e per vedere se capitava qualcosa di succulento,
Seamus si era procurato delle orecchie oblunghe, e degli occhiali speciali che
permettevano di veder oltre i muri, il tutto marchiato gemelli Weasley.
Solitamente era Dean o qualche altro volontario di fiducia che controllava come
andava avanti la situazione e ciò che gli riferirono lo spaventò un poco.
Decise di andare a controllare lui stesso per vederci chiaro. Ciò che vide non
gli piacque per niente.
-Allora Seam, cosa succede- chiese Dean mentre
l’irlandese ispezionava con i suoi stessi occhi.
-Niente, assolutamente niente!- disse questi
stupito.
-Ecco come ti dicevo! Niente più botte, insulti,
insomma contatti fisici! È da tre giorni che va avanti così. Non sembrano
neanche più loro…sembrano…-
-Civili! Assolutamente civili!- disse in un
lamento l’irlandese. – Oddio questo è un disastro!-
-No che non è un disastro, è un miracolo, o
meglio il risultato prevedibile di calcoli opportunamente studiati- disse una
voce alle loro spalle.
-Hermione! - esclamarono all’unisono.
Continua...
NdA:
sono tornata. Non ci credo neppure io, ma ce l’ho fatta. Dopo aver scritto
quasi di getto i primi due capitoli, sono stata preda di un blocco. Ogni idea
che mi veniva in mente mi sembrava inferiore alle aspettative, non all’altezza
dei precedenti capitoli. Più passava il tempo e più mi scoraggiavo e alla fine
ho lasciato che la storia naufragasse in attesa di un’illuminazione, che
tardava ad arrivare. Poi qualche giorno fa ho riletto le recensioni(di cui sono
gratissima) e mi ha colpito quella diRiashiHasegawa, in cui diceva che era da tempo che non aggiornavo ma che
lo stesso salvava la storia. E’ stato allora che mi sono resa conto di quanto
tempo avessi lasciato passare. E’ stato un fulmine a ciel sereno e
improvvisamente mi è venuta voglia di scrivere ed è venuto fuori questo
capitolo. Non so se è all’altezza o meno, so che l’ho scritto, quando pensavo
ormai di non esserne capace e la cosa mi rende molto felice! Ora aggiornerò
anche le altre storie e riprenderò l’attività! Al prossimo capitolo! Besos!
Lirio
Nei
sotterranei di Serpeverde, Blaise
segnò con una perfetta “x” l’ultimo giorno della terza settimana. Si sedette
alla scrivania in modo circospetto, tendendo l’orecchio ad eventuali rumori in
corridoio e, una volta accertatosi di essere solo e indisturbato, estrasse da
un cassetto segreto un quaderno, un po’ sgualcito dall’uso eccessivo, che
tuttavia fu trattato da lui con enorme cura. Intinse la piuma nell’inchiostro e
scrisse nervosamente un fiume di parole, come preso da un fremito
irrefrenabile. Poi svelto come aveva cominciato, smise, iniziando invece a
sfogliare attentamente le pagine del quaderno, alcune distrattamente, altre con
più attenzione, soffermandosi su certi passi che non dimenticava di
sottolineare. Quando giunse alla rilettura delle ultime note che aveva
appuntato, un sorrisetto diabolico gli fiorì sulle labbra, talmente inquietante
che avrebbe fatto concorrenza col sorriso del peggior Finnigan.
Anche se lui, precisò mentalmente Blaise, era
indiscutibilmente più attraente.
Quei due decisamente avevano fatto progressi. Il piano della Granger che lui un po’ scettico aveva considerato scarso,
sembrava infatti una pagliacciata utile solo a riempire le tasche
dell’irlandese, aveva dato i suoi frutti. Si era rivelata un’astuta serpeverde con quella mossa, perché chi avrebbe mai osato
concepire che si sarebbe alleata con Finnigan pur di
realizzare il suo scopo? Aveva una vaga idea di cosa gli avesse offerto in cambio
di tale collaborazione, il suo istinto gli suggeriva che la parola “licenza di
gioco” aveva fatto capitolare Seamus, se non l’aveva
fatto prima la possibilità di accumulare soldi con il segreto beneplacito di
quella che, agli occhi di tutti, era stata la sua nemica numero uno. Immaginava
che per la Granger fosse stata dura far accettare
alla sua coscienza un tale diabolico patto. Anche se era meglio un'unica licenza per un giro di
scommesse controllato e regolamentato, che un disastroso giro di
scommesse che minacciava di essere emulato da stupidi ragazzini del primo e
secondo anno che si proclamavano i successori di Finnigan.
Ma tutto questo non era affar suo, lui si era limitato a tenere la situazione
sotto controllo da buon serpeverde che trama nelle
ombre e la sua unica preoccupazione, era di far progredire il suo di piano. Il
quaderno che aveva tra le mani era un preziosissimo oggetto di raccolta dati,
raccolti da lui in modo ovviamente impeccabile, essenziali per la riuscita del
suo piano. Forse era il caso di iniziare a intervenire, ora che la situazione
si mostrava propizia, magari doveva forzare un po’ la mano del destino... e
poi…
Accadde
tutto in un attimo e rischiò di frantumare i suoi progetti. Era così immerso
nella propria materia grigia, che si accorse un po’ tardi dei passi baldanzosi
in corridoio ormai prossimi alla porta della camera. Nessuno doveva
assolutamente permettersi di vederlo con in mano quel quaderno seduto alla
scrivania. Nessuno! Sarebbe stato un disastro, perché lui non usava mai la
scrivania eccetto che in quei intimi momenti speculativi, tuttavia
segretissimi. Lui detestava sopra ogni cosa studiare seduto a uno scrittoio
(gli ricordava troppo i noiosi pomeriggi della sua infanzia passati a studiare
la storia di famiglia e a raffinare la sua intelligenza, come voleva sua madre)
e questo era risaputo da tutti, sarebbe sembrato sospetto vederlo seduto con un
quaderno in mano anchea uno come Goyle, il quale avrebbe intuito, se non capito, che c’era
qualcosa che non quadrava. E anche se non l’avesse fatto lo avrebbe detto a Draco che gliavrebbe fatto domande, lagnandosi come un cane abbandonato fino a non
ottenere una risposta, perché Draco era curioso come
e più di Rita Skeeter e odiava essere all’oscuro
delle cose anche se si trattava di una sciocchezza; ed era capace di mettere veritaserum nel suo succo di zucca pur di avere
soddisfazione e lui non voleva passare il resto dei suoi giorni a guardarsi da
ogni cibo e bevandache toccava e …
stop! BlaiseZabini pezzo
di idiota frena qual cervello iperproduttivo che ti
ritrovi e agisci! Con uno scatto repentino degno del cercatore di fama mondiale
Viktor Krum, riuscì a ficcare il quaderno in un
cassetto qualunque (l’avrebbe messo al sicuro più tardi) e contemporaneamente
lanciarsi sul suo letto ed assumere una atteggiamento casuale, giusto in tempo
per l’entrata trionfante e allegra di Draco in
camera. Un momento! Entrata trionfante e allegra?
Questo
era un dato da annotare della massima importanza. Draco
era stato tranquillo in quella settimana, ma addirittura allegro? Ma che bei
progressi, si disse mentalmente.
-
Ciao Blaise!- salutò noncurante il biondo, degnando
appena di un'occhiata l'amico. A Blaise venne da
pensare che probabilmente, visto quanto era preso da se stesso Draco, non avrebbe fatto caso a lui nemmeno se avesse
indossato un costume da coniglietto, per cui l’attacco di panico che aveva
avuto era stato esagerato. Eppure lui era BlaiseZabini, l’uomo che non lasciava nulla al caso o molto più
concretamente parlando, un paranoico cronico.
Draco
abbandonò i suoi libri distrattamente sul baule mentre mentre
si distendeva sul letto per rilassarsi. Il fatto che non stesse starnazzando
istericamente come era stato all’inizio delle scommesse, la diceva lunga su
come il suo rapporto con Potter fosse migliorato.
-Ciao Draco…è andata bene oggi? Niente zuffe con San Potter?-
buttò innocentemente Blaise. Sapeva perfettamente che
la risposta era no, ma volevache fosse Draco ad
ammetterlo.
-Non oggi- ammise
il biondo ma subito aggiungendo - sai bene quanto odi tutta questa faccenda e
quanto abbia pesato su i miei poveri nervi-.
Blaisese lo ricordava bene. Il giorno in cui tutto
era stato scoperto aveva avuto il suo bel da fare. Nonperché Draco aveva
voluto invocare un esercito di inferius, posto che
non lo sapeva fare,(quella era stata una voce che aveva messo in giro
personalmente spacciandola come verità, per nascondere una verità segretissima
ancora più ridicola!) ma perché per la vergogna e disperazione aveva pensato
che buttarsi a peso dalla torre di astronomia fosse l’unica soluzione possibile
per salvare l’onore dei Malfoy. Cosa che a Blaise sembrò ridicola perchè con
tutte le porcherie che aveva combinato Lucius, e le
figuracce che aveva accumulato Draco, l’onore dei Malfoy era stravecchio e ammuffito.- Naturalmente penso
ancora che sia tutta colpa di sfregiato, e di Finnigan,
però … in effetti devo ammettere che per una volta Potter ha avuto
una…ehm…buona idea. Se riusciamo a ignorare tutta questa storia delle scommesse
e ci comportiamo come se lui non fosse Potter e come se io non fossi…beh la
persona squisita che sono, ci si può anche sopportare -.
Blaise lo
ascoltava ammaliato cercando di soffocare il ghigno che faceva a botte per
stamparsi sul suo volto.
-Per esempio!-
aggiunse entusiasta il biondo- guarda qua cosa ho imparato!- disse saltando su
dal letto e scuotendo al bacchetta in direzione di un vaso di fiori, che in
colpo si trasformò…in un boccale di burro birra, lasciando il moro stupito- Ho
estorto a sfregiato la formula, così come gli ho estorto il favore di farmi
copiare il compito di trasfigurazioni!-
-Sul serio… e
Potter ti ha lasciato fare?-
-Beh, gli ho
promesso che gli avrei concesso di dare una sbirciatina al mio compitodi pozioni, ovviamente solo perché io sono
magnanimo ed educato-
-Ovviamente…-
disse Blaise che si era seduto sul letto, ascoltando Draco attentamente.
-Insomma da quando
abbiamo stipulato l’accordo non sono più indietro con i compiti, niente più
graffi, e soprattutto guardare la faccia inorridita di Finnigan
è un piacere assoluto- disse Draco aggiungendo
sottovoce un “maledetto irlandese ben ti
sta”.
Blaise si
concesse qualche minuto per riflettere. Non gli sarebbe capitata un occasione
migliore con Draco così di buon umore, così ignaro. Doveva
mettergli una pallina nel cervello. Questa, che era naturalmente una metafora,
era una tecnica che aveva sviluppato con gli anni allorché si era accorto di
essere piuttosto perspicace e che poteva usare questa perspicacia per i suoi
scopi. Quando era ancora giovane e ingenuo (a sette o otto anni forse, o forse
mai) diceva ad alta voce al diretto interessato cosa aveva notato, che gli
altri non avevano visto. Ovviamente nessuno gli credeva e lui se ne andava via
molto imbronciato e il fatto che poi il tempo gli desse ragione non lo appagava
affatto. Così aveva sviluppato una tecnica persuasiva e insinuatoria
che consisteva nel far entrare il concetto nella mente dell’interessato, senza
che questi poi gli riuscisse di dimenticarla e soprattutto di accorgersi che
l'idea non era sua. Così il soggetto avrebbe agito secondo la direzione giusta
senza tante discussioni inutili.
-Che bene Draco, sono contento per te… è davvero bello che i tuoi
rapporti con Potter siano migliorati. Dopotutto quello che è successo, tu sai
chi sconfitto, guerra finita, tuo padre condonato agli arresti domiciliari per
aver aiutato nella guerra dalla parte di Silente ecc., ormai eravate solo voi
due di Serpeverde e Grifondoro
che non riuscivate ancora a ingranare- il biondo che aveva inarcato il suo
sopracciglio, si difese.-Non sono
migliorati! Siamo solo in una sorta di tregua, che vale esclusivamente per
queste circostanze! -
-Ma non ti sto
accusando di niente Draco, per la verità sono
contento che le cose vadano meglio tra te e lui. Non c’è niente di male, ti
ricordo che io ho buoni rapporti con molti grifondoro
ora,e poi…- aggiunse l’attacco
finale-non è quello che hai sempre
voluto?-
Draco
spalancò gli occhi ma cercò di riprendersi in fretta e disse aggressivo, - non
dire fesserie Blaise, non esiste mondo possibile in
cui io e sfregiato andremo d’accordo o saremo amici, o quella cosa orribili che
insinua quella megera della Bones, niente stupida,
stupidissima tensione sessuale!- e arrabbiato si alzò di scatto dal letto e se
andò sbattendo la porta.
Probabilmente
Draco gli avrebbe tenuto il muso per un po’, ma le
cose erano andate più che bene. La pallina era stata lanciata e aveva già
provocato una rottura. Blaise sorrise.
-Hermione!- dissero in coro Dean e Seamus.
-Vi ho spaventato?-
disse lei con un sorrisetto sardonico.
-No affatto!-
aggiunse tronfio Seamus, ma l’occhiata che gli lanciò
Dean era un “si come no”- eravamo solo un po’ assorti ecco… comunque Hermione a cosa devo il piacere?- l’irlandese aveva
recuperato il suo solito buon umore.
-Seamus mi hai sorpreso, non ti facevo così pessimista, non
pensavo che uno come te si sarebbe lasciato scoraggiare per così poco- disse la
grifondoro punzecchiando un po’ l’irlandese.
-Prendo i miei
affari molto sul serio, - Hermione e Dean lo
fissarono- e non mi piace che vadano storto. Il settore delle scommesse è molto
delicato, non bisogna sottovalutare niente e al primo sentore di bruciato
tirarsene fuori prima di perdere tutto. Il gioco non è solo rischio ma anche
prudenza e lungimiranza! - e dopo quella breve filippica che gli guadagnò
un’occhiata perplessa da parte di lei, disse:- Comunque spiegami perché secondo
te questo nuovo comportamento non sarebbe una catastrofe-
-Non è una
catastrofe, niente affatto. Ma non capisci, è così ovvio! Quei due nascondo i
propri sentimenti sotto una atteggiamento di aggressività e fin qui siamo tutti
d’accordo. Il fatto che abbiano iniziato a comportarsi in modo civile l’un con
l’altro per un accordo preso, significa che hanno deciso di collaborare, di
superare quindi la fase di aggressività e di passare ad un altro stadio, quello
della collaborazione. La collaborazione richiede pazienza, tolleranza, rispetto
e soprattutto affinità-
-Aha! Quindi secondo te in realtà siamo sulla buona
strada?- disse Seamus con un sorriso che contagiava
anche gli occhi.
-Direi proprio di
sì-
-Ah Hermione perché non sei stata mia cliente prima! Ti dirò
quando mi hai fatto quella proposta in un primo momento ho pensato mi stessi
prendendo in giro, ma visti i risultati neppure quando giocava il mio caro BlasieZabini avevo un giro così
vertiginoso!-
-Ricordatiche ho ideato questa cosa non perché mi
faceva piacere che tu ci speculassi sopra Seamus. ma
per aiutare Harry ! -
-E naturalmente
vincere la scommessa contro Zabini, in fondo anche
dentro di te c’è un’anima da scommettitrice…!-
Hermione
lo fulminò con uno sguardo così efficace che per un attimo Seamus
temette di aver tirato troppo la corda. Il fatto era che avere come suo sponsor
e cliente HermioneGranger,
la stessa ragazza che gli aveva reso la vita difficile, lo esaltava parecchio.
Ma era meglio non esagerare. Dopotutto era sempre la miglior strega di Hogwarts e lui non voleva trovarsi a dover sperimentare una
fattura castrante come aveva minacciato più volte di lanciare al suo ragazzo,
quando questi ne combinava una troppa grossa.
-Limitati a fare
il tuo lavoro e ricordati i termini dei nostri patti: aiutami in questa
scommessa quanto è in tuo potere fare e in cambio io, quando farò approvare a Hogwarts la legge anti gioco, farò in modo che tu sia il
solo a poter usufruire di una licenza, ma il gioco sarà da me sorvegliato e
soprattutto dovrà seguire delle regole. Hai capito signor Finnigan? -
-Certo, certo. Mi
ricordo perfettamente i dettami del nostro accordo… -
-Io mi limiterò a
sorvegliare tutta l’operazione e a tenere d’occhio Zabini-
-Ah Hermione stai attenta a quello! per me quell’uomo è la cosa
più simile a un dio!-
-Solo perché ti
riempiva le tasche- mormorò pungente l’altra.
-Dettagli,
dettagli, io però se fossi in te starei in guardia-
-Non serve che me
lo dici, tengo già gli occhi ben aperti. A dopo allora!-.
Dopo
quel breve incontro Hermione si dileguò velocemente e
si infilò nella prima aula vuota che trovò. Appena si fu seduta esalò
profondamente. Tutta quella faccenda la stava stancando moltissimo; a malapena
riusciva a trovare il tempo per studiare.
Ma
dove lo trovava Finnigan il tempo per gestire tutto
quel giro? E Zabini allora? I suoi voti non erano
calati di una virgola eppure probabilmente stava pianificando la sua contro
mossa come e quanto più di lei. Quando aveva deciso di accettare la scommessa
non aveva previsto tutta quella mole di lavoro. Le era costato non poco
organizzare la conferenza e convincere Emily Bones a
intervenirvi. Si era imbattuta in lei sfogliando il Cavillo ed era riuscita a
contattarla grazie a Luna e a suo padre. Le cose erano andate più bene di
quanto sperasse, tanto da farle venire in mente di usare la mania di Seamus per le scommesse per i suoi scopi. Non sapeva se era
stato più orribile ricorrere a strategie così basse o vedere la faccia di Seamus quando aveva detto licenza. Ma era tutto a fin di bene, no? Se riusciva a fare in modo
che Harry riuscisse finalmente a combinare qualcosa con la cotta repressa per Malfoy, allora lo avrebbe costretto a un indennizzo. Se lui
non fosse stato così indiscutibilmente testardo ed emotivamente represso, tutti
quei casini non si sarebbero neanche visti. Dove era finito il cameratismo
maschile fatto di pacche sulla schiena e totale assenza di paranoie? Quei due
sembravano due scolarette affette da sindrome premestruale!
Per
fortuna Ron il suo ragazzo anche se non sapeva che c’era lei dietro tutto
questo, sospettava che ci fosse in ballo qualcosa, ma la lasciva in pace e non
faceva troppe domande. Forse le era grato del fatto che con le sparizioni di
Harry con Malfoy, lui non era più costretto a fare da
balia.
La
sera andò in biblioteca a cercare qualche libro per la sua ricerca di storia
della magia. Fu così che sui imbatté in Malfoy. Lui
però non la degnò di uno sguardo. Era troppo assorto, aveva in viso un
espressione irritata e tutto di lui denotava nervosismo e irritazione. La cosa
la spaventò notevolmente. Che cosa era cambiato in quelle poche ore per ridurre
Malfoy in quello stato?
Le
veniva un'unica cosa in mente: BlaiseZabini aveva fatto la sua mossa.
Era
da quasi un’ora che vagava per i corridoi del castello. Dal momento che era
prefetto nessuno gli avrebbe detto niente anche se si trattava di un orario
dopo cena. Non riusciva seriamente a incolpare Blaise,
anche se avrebbe voluto. Il suo commento era assolutamente in buona fede e
forse era questo ciò che più lo irritava. Sembrava convinto di quello che
diceva e questo significava solo una cosa. Ciò che aveva detto molto
probabilmente corrispondeva alla verità. Perché “quel maledetto bastardo ci azzecca sempre”. Questo significava che
lui effettivamente voleva, ed aveva sempre desiderato, essere amico di Potter.
Il che era immensamente ridicolo e infame: lui pappa e ciccia con San Potter?
Era come dire che la Cooman era una donna assennata
quando tutti sapevano che era più fuori di un balcone.
Però
una piccola parte di sé che lui cercava mentalmente di reprimere con orribili
minacce di morte, pensava a quando Potter gli aveva teso la mano per sigillare
il patto. Era stato pervaso da un' inaudita emozione. Il fatto era che gli
aveva ricordato quella volta al primo anno, quando quello sciagurato aveva
osato rifiutarlo. Eppure a distanza di anni quello stesso sciagurato gli
offriva la sua mano. Ovviamente lo aveva fatto per interesse, ma perché allora
lui si era emozionato tanto? Si vergognò dei suoi stessi pensieri “un Malfoy non si emoziona mai! In realtà Potty
mi ha lanciato un incantesimo confundus mentre io ero
distratto da quei suoi dannati occhi verdi, cosìda indurmi ad accettare e finendo con lo
scombussolare la mia sfera emotiva, ecco tutto” si disse cercando di suonare
convincente. “Sì è tutta colpa di Potter! Probabilmente è in combutta con Finnigan per mettermi in ridicolo” e così borbottando se ne
tornò in camera sua progettando di rompere la tregua e di farla a pagare a
Potter, anche se sapeva perfettamente che nessuno l’aveva confuso e che gli
occhi verdi non lo avevano distratto ma incantato, per quel motivo che di lì a
poco sarebbe diventato il suo chiodo fisso. La sua pallina nel cervello.
ndA: temevo di avere
trascurato u po’ troppo il Blaise caro, così ho
deciso di iniziare lascena con i fari
puntati su di lui. E’ davvero un ragazzo pieno di risorse e mi sono divertita a
immaginarlo nei suoi complotti. Ci tenevo a svelare un po’ i retroscena, far
vedere come si muovono i due giocatori (Hermione e Blaise) e che parte avessero avuto nella scommessa del
secolo. Penso che quello di Hermione fosse un ruolo
intuibile; per quanto riguarda Blaise invece non
svelerò le sue trame fino a storia conclusa. Per cui la domanda che dovete
porvi è: Blaise a che gioco sta giocando?
Dal prossimo capitolo si va avanti con la
storia e si riparte da Harry!
Ringrazio di tutto cuore coloro che hanno
recensito e letto: thankyou!
Ps: quale quaderno
preferireste avere tra le mani? Quello di Seamus o
quello di Blaise?
Doveva ammetterlo. Draco era
divertente. Era questo che pensava mentre addentava gustosamente una salsiccia
arrostita. Era arrivato a questa conclusione notando che ormai era una
settimana buona che un pasto non gli andava di traverso e che neppure il fatto
di poter scorgere dal proprio posto quella testa bionda al tavolo serpeverde,
era una fonte di irritazione. Rilevazioni che solo l'ottimo cibo di Hogwarts
riuscivano a fargli ammettere e che le più fervide incitazioni di Hermione non
avrebbero mai potuto. Stava bene con Draco, quanto non era mai capitato prima
perlomeno. Non perché di colpo il biondo fosse diventato gentile e premuroso
nei suoi confronti. Sebbene avesse smesso di insultare lui e suoi amici, lo
sforzo di Draco per tenere fede al patto finiva lì. Era che Draco era
innegabilmente divertente. I suoi
commenti erano sagaci, le sue battute spiritose e, cosa che lo aveva sorpreso,
niente affatto velenose o offensive; erano battute che sarebbero potute uscire
benissimo dalla bocca di Fred e George. Era melodrammatico, spocchioso e
terribilmente snob ma questi atteggiamenti uniti alla sua parlantina e
formidabile dizione, lo rendevano inconsapevolmente adorabile.
A quel punto però la forchetta
gli cadde di mano.
Adorabile? E quando esattamente
aveva iniziato ad associare quell'aggettivo a Draco? Correzione: Malfoy. Draco, no Malfoy, non era adorabile, era petulante, fastidioso figlio di
papà, viziato ragazzino arrogante... un rompicoglioni. Un adorabile rompicoglioni.
Quell'aggettivo di sparire non ne valeva sapere. Spaventato dal suo cervello
che per la prima volta lo aveva tradito davvero (anche se lo faceva già da 7
anni in pozioni, a dirla tutta) cercò di continuare a mangiare senza pensarci
troppo.
Il giorno dopo aveva concordato
con Malfoy che quando si fossero incontrati, era inevitabile che ciò accadesse
visto l'entusiasmo dei partecipanti, avrebbero fatto i compiti assieme. Harry
aveva già fatto usufruire a Draco del compito di trasfigurazioni, riuscendo a
estorcere al biondino la promessa di dare una sbirciatina al compito di pozioni
che il serpeverde aveva già fatto. Il compito era per il giorno dopo ma quando
si trattava di pozioni Harry cercava sempre di rimandarlo fino all'ultimo, nella
speranza che si facesse da solo, forse. Sospettava che probabilmente, se non
gli avesse insegnato l'incantesimo per materializzare una burrobirra (aveva
chiesto mentalmente scusa ai gemelli Weasley che erano gli inventori) non lo
avrebbe trovato così disponibile. Ma considerando che un tempo alla sua
richiesta si sarebbe trovato un pugno in un occhio nel migliore dei casi, era
piuttosto soddisfatto.
Trovò Draco solo nel tardo
pomeriggio prima di cena. Qualcuno aveva avuto la bella idea di rinchiuderli in
un aula fuori uso del castello, ennesima trovata simpatica di qualche
scommettitore. Harry quasi rimpiangeva i primi giorni in cui i giocatori
mandavano bigliettini, cioccolatini e fiori a nome di Draco, nella speranza che
Harry ci credesse. Né lui, né Draco, che aveva ricevuto lo stesso trattamento,
ci erano mai cascati. Forse se avessero finto di farlo, tutta quella baraonda
non sarebbe mai cominciata, non poté fare a meno di pensare il moro. Era
rinchiuso in quell'aula solo da qualche minuto che subito sentì del frastuono
fuori dalla porta, strepiti per lo più, fino a che questa si aprì e sputò fuori
un biondino isterico che gridava- Toglietemi le mani di dosso!-.
Harry era sorpreso. Solo durante
la prima settimana Draco era stato tanto impermalosito. In quegli ultimi giorni
era stato piuttosto tranquillo. Cosa era successo? Per cui fu naturale per lui
chiedergli:
-Malfoy tutto bene?-
-Non sono affari che ti riguardano sfregiato-
sputò velenosamente l'altro.
-Ti è andato di traverso il succo di zucca a
pranzo?- ribatté Harry ironico ma ancora tranquillo.
Il biondino gli lanciò uno
sguardo così incarognito, di quelli così frequenti prima della scommessa, da
lasciare Harry perplesso. Che diamine era successo a Malfoy? Poteva
semplicemente essere che si fosse svegliato male, in tal caso trattandosi di
Malfoy quando ciò accadeva era un caso nazionale che teneva occupati tutti, per
tutto il giorno. Perciò fece spallucce e cercò di ignorarlo nel possibile,
aspettando che questi sbollisse i nervi, anche se era difficile far finta di
niente quando c'era un ragazzo isterico che andava su e giù per la stanza come
se volesse demolirla a pedate. Harry, che fortunatamente aveva la sua borsa con
se, estrasse i libri e le pergamene e iniziò a fare il riassunto del brano di
incantesimi che gli era stato assegnato. Non aveva voluto iniziare con quello
di pozioni, che era il più urgente, perché sospettava Draco non fosse
dell'umore adatto per fargli nessun tipo di favore in quel momento. Fu così che
trascorse un oretta. In quei 60 minuti Draco non aveva smesso di camminare.
Ogni tanto si fermava e lanciava un'occhiataccia a Potter. Quel bifolco lo
stava ignorando. Stava ignorando lui, Draco Malfoy, come un marito che aspetta
che la moglie smetta di strepitare riguardo ai vestiti fuori posto o alle gocce
del lavandino appena pulito. Ma lui non era una fottuta mogliettina e comunque
aveva tutte le ragioni del mondo per avercela con Potter a cominciare dal fatto
che per spiegare la sua arrabbiatura era ricorso mentalmente a un metafora babbana,
chiara cattiva influenza Weasley-Potteriana che il suo cervello puro sangue
aveva subito.
Alla fine sentendosi un po'
ridicolo a camminare su e giù senza ricevere la dovuta e meritata attenzione,
si sedette su un banco, quello più lontano possibile da Potter, con le braccia
incrociate sul petto. Harry nel frattempo aveva finito i compiti di incantesimi
ed era arrivato il momento per lui di iniziare quello di pozioni. Draco
perlomeno si era fermato il che poteva essere un sintomo della sua ritrovata
assennatezza, anche se il broncio che aveva non prometteva bene. Tuttavia non
poteva più permettersi di aspettare.
-Senti Malfoy...-
-Cosa vuoi Potter, stai disturbando il mio attimo
riflessivo- ripose. Per la verità si stava annoiando però non c'era motivo per
cui Potter lo sapesse. Poi il cipiglio d'irritazione che vedeva montare in
Potter era per lui motivo di soddisfazione. Stupido Potter e stupida scommessa:
tutta colpa loro.
Harry si impose di non
affatturarlo anche se ciò gli richiese molto autocontrollo.
-Ieri eravamo rimasti che in cambio del mio aiuto
in trasfigurazioni tu mi avresti ehm.. aiutato col tema di pozioni-
-Ah certo il mio tema, a cui dovresti dare una
sbirciatina...- disse il biondino in modo fintamente conciliatorio.
-Esatto. Proprio quello. Me lo passeresti?- disse
Harry evidentemente sollevato.
-Lo farei...ma non ce l'ho. Non qui perlomeno,
devo averlo lasciato nel mio dormitorio...- e poi aggiunse in un tono angelico
- Che peccato! - a quel punto Harry ne aveva le tasche piene dell'atteggiamento
di Malfoy.
-Come hai fatto a dimenticarlo! Lo sai che è da
consegnare domani, l'hai fatto apposta! E io che ti ho aiutato in
trasfigurazioni!- e così dicendo si alzò dal banco.
-Primo: non sono un elfo domestico per cui non
urlarmi contro; secondo: io non ricordo di averti promesso niente; terzo: il
tuo aiuto non è stato poi quel granché da farmi anche venire la minima voglia
di farti sbirciare il mio compito e quarto e ultimo: fatteli da solo i compiti
Potter!- disse petulante il biondo.
Sapeva benissimo che Potter aveva
perfettamente ragione, ma in quel momento non gliene importava niente, voleva
litigarci punto e basta. Voleva che le cose fossero come erano prima, in cui
lui era il bastardo vincitore e Potter lo stupido perdente. Ciò nonostante avrebbe
dovuto prevedere che il ragazzo che è sopravvissuto non l'avrebbe presa così
bene, altrimenti non si sarebbe meravigliato al trovarsi scagliato da un
incantesimo dall'altra parte della stanza. Atterrò malamente sul pavimento
maledicendo mentalmente il moro, troppo intontito dal colpo per poterlo
efficacemente fatturare a sua volta. Tuttavia non ce ne fu bisogno perché
Potter con ancora la bacchetta alla mano, dopo aver cacciato violentemente i
libri in borsa, andò correndo verso la porta che si aprì da sola lasciando
uscire un furioso grifondoro. Per un attimo Malfoy rimase basito, sia perché
aveva avuto davvero paura che lo sfregiato gli facesse di peggio, sia perché la
porta si era aperta. Questo significava che non c'era più nessuno stupido
incantesimo a tenerli rinchiusi. Rassettandosi, si diresse anche lui verso
l'uscita ma quando cercò di aprire la porta non vi riuscì. Neppure usando la
bacchetta. Potter doveva essere così arrabbiato da essere riuscito a spezzare
momentaneamente l'incantesimo. Solitamente gli incantesimi a breve termine non
si potevano interrompere, bisognava aspettare che da soli si esaurissero o si
rischiava di peggiorare le cose. Il fatto che Potter ci fosse riuscito la
diceva lunga sul perché fosse lui il bambino sopravvissuto e colui che aveva
sconfitto il Signore Oscuro. Rassegnato, ma internamente sollevato che Potter
non avesse deciso di scagliare quella furia su di lui, si accasciò sul
pavimento maledicendo qualsiasi persona che gli venisse in mente. Lui era
rimasto rinchiuso.
La scena era stata orripilante
doveva ammetterlo. Se avesse anche solo immaginato che quel giorno avrebbe
sperimentato un tale rimorso, probabilmente non avrebbe avuto il coraggio di
dormire così pacificamente i due giorni prima. O forse no. Ma era meglio
iniziare con ordine.
Il giorno dopo la fuga furente di
Potter, la giornata era iniziata con due ore di pozioni. A colazione si era
chiesto distrattamente, proprio mentre imburrava una tartina, se Potter fosse
riuscito a fare il compito. Ma aveva schiacciato quel pensiero come si fa con
una mosca fastidiosa, così come aveva finto di non notare le sue occhiaie e le
lunghe occhiate lungimiranti di Blaise. Ecco Blaise si che lo scocciava. Aveva
quello sguardo concentrato da guru che non preannunciava nulla di buono. Finita
la colazione si erano diretti all'aula di Piton, che come la solito non appena
loro si erano seduti aveva raccolto i compiti con un semplice “Accio”. Non
aveva potuto fare a meno di notare che anche dal banco di Potter era volato qualcosa.
“Ah!” pensò. Per cui ce l'aveva fatta perfettamente da solo, si disse con il
trionfo represso di chi si accosta per mesi e infine coglie il ladro in
flagrante.
Alla fine della lezione era anche
stato tentato dall'andare da Potter e dirgli: - Visto che ce la facevi da
solo?-. Ma qualcosa nell'espressione del moro gli suggerì di stare lontano da
lui minimo 15 metri.
Nei due giorni successivi Potter
lo aveva ignorato alla grande. Innanzitutto non sapeva come, ma era riuscito a
evitare quasi tutte le trappole tranne una, e neppure quella volta lo aveva
degnato di uno sguardo. E Draco si era trovato a fare monologhi col muro. La
cosa lo aveva colpito era inutile negarlo. Non pensava che Harry Potter fosse
un tipo rancoroso, insomma era pur sempre un grifondoro! E poi negli anni
precedenti gli aveva fatto di peggio, cosa era cambiato ora? Era sempre stato
normale farsi i dispetti! (Cercò di ignorare il fatto che aveva usato un verbo
al passato e che ciò implicava che una parte del suo subconscio catalogava
altro come normalità). Ma soprattutto: perché a lui importava tanto la reazione
del moro?
Tuttavia Draco sapeva essere
bravissimo a reprimere quelle strane voci nel cervello e ciò non gli impedì di
fare sogni tranquilli per almeno due giorni. Poi c'erano state di nuovo
pozioni, di nuovo due ore, ovviamente con Piton.
Era stato orribile. Piton si
aggirava camminando avanti indietro per l'aula e ogni serpeverde sapeva che
quando Piton faceva così erano due i motivi: o era estremamente furioso o
estremamente eccitato e nessuna delle due prometteva bene. Se poi significava
entrambe, era meglio scappare.
- Potter! - aveva esordito
sputando letteralmente fuori quel nome. Nessuno fiatava, tutti sentivano
arrivare qualcosa e nessuno osava guardare eccetto per la Granger e Zabini. La
prima con un'aria spaventata. Il secondo con un'espressione da guru più che
mai.
Potter era davvero da ammirare
doveva ammetterlo. Anche se non lo guardava direttamente, Draco di sottecchi lo
aveva visto guardare dritto in faccia Piton.
-Potter. Una settimana fa avevo assegnato come
compito un tema sulla preparazione della Felix felicis di tre rotoli di
pergamena, ripeto tre rotoli. Conosci il significato del numero tre Potter?
-Si, signore-
-Bene!Allora vuoi spiegarmi perché mentre i tuoi
colleghi mi hanno consegnato un tema di tre rotoli di pergamena, tu Potter me
ne hai consegnato uno lungo a malapena un rotolo di pergamena e mezzo?- A quel
punto tutti si voltarono a guardare la scena. Harry ancora non rispondeva.
-Rispondimi Potter! O penserò che tu mi abbia
preso in giro e in quel caso andremo dal preside!- tuonò Piton che si era
fermato sul banco di Potter torreggiando su di lui.
-Non ho avuto tempo- rispose Harry la cui altezza
pari quasi a quella di Piton, sminuiva l'effetto intimidatorio del professore.
-Quaranta punti in meno a Grifondoro per la grave
mancanza del signor Potter- disse Piton mentre un vago sorriso gli aleggiava
sulle labbra. I grifondoro sbuffarono scandalizzati - Silenzio!- li zittì
Piton. - E naturalmente avrai una punizione, - disse fissandolo- per questo
fine settimana. Magari così il signor Potter imparerà a organizzarsi meglio-.
Harry sbiancò del tutto e se
Piton fosse stata una persona normale probabilmente sarebbe scoppiato a ridere
per il trionfo ma, essendo appunto Severus Piton una persona tutt'altro che
normale, l'unica cosa che fece fu una smorfia, che solo gli studenti della sua
casa sapevano essere il sorriso della vittoria.
Ora Draco si trovava nella sala
comune con uno strano senso oppressione nel petto che non aveva mai
sperimentato. Per di più non riusciva a smettere di pensare a Potter e allo
sguardo malevolo che gli aveva lanciato.
-Vado da madama Chips a farmi dare qualcosa.
Forse ho preso l'influenza- disse ad alta voce alla sala comune, deserta eccetto
per Blaise, mentre faceva il moto di alzarsi.Quest'ultimo ch'era seduto nella
poltrona vicina a correggere i compiti dei suoi compagni (dietro pagamento
ovviamente) gli disse distrattamente:- Non esistono medicine che curano il
senso di colpa, Draco-.
-Senso di... colpa?- ripeté il biondino
orripilato.
Blaise sospirò. Togliendosi gli
occhiali da lettura per poterlo guardare negli occhi e lasciati da parte i
compiti disse: - Cos'altro altrimenti? Sai, è uno degli effetti collaterali
della bastardaggine. Succede anche a me- Draco lo guardò sospettoso.- Ok, a me
non succede,- si corresse l'altro- però so che succede ed è una cosa
perfettamente normale... anche se...si tratta di Potter-.
-Ma perchè ora? Voglio dire...gli ho fatto di
peggio! E lui a me-
-Appunto!
Prima era una cosa reciproca. Ma avevate iniziato a comportarvi civilmente l'un
con l'altro e avete in qualche modo spezzato il ciclo della reciprocità delle
cattiverie, iniziando un ciclo di reciproca civiltà. Tu però ora hai fatto una
bastardata come ricompensa a una gentilezza. Hai interrotto il ciclo ecco, che
ti fa sentire in colpa. Prima non succedeva perché come si fa a sentirsi in
colpa per uno che fa il bastardo come te?-.
Draco lo guardò per un attimo
perplesso (Blaise aveva appena fatto un discorso da guru per cui aveva bisogno
di qualche secondo per capirlo) ma poi subito ribatté- Ma...io sono serpeverde!
Dovrebbe essere naturale e ovvio agire così!-.
-No, no, no!- a quel punto Blaise si era
completamente rivolto verso di lui e si preparava a una filippica. Draco sapeva
che quando si trattava di dottrina serpeverde lui era il più informato.
-Sai benissimo che il motto è “ bastardi con
moderazione”. La società non tollera la bastardaggine gratuita, prima o poi si
fa una brutta fine! Prendi Tu sai chi ad esempio! No. Essere serpeverde
significa agire con astuzia e soprattutto approfittare con giudizio. Tu non hai
agito da buon serpeverde perché non hai sfruttato la situazione come dovevi.
Potter ora è gentile con te, hai idea di quanti benefici ne potresti trarre?
Pensa solo all'incantesimo che ti ha insegnato!
-Ma tu hai detto...-
-Draco. Forse ho sbagliato io con le mie
insinuazioni sul fatto che andavate troppo d'accordo...Però se riesci a pensare
all'amicizia come un reciproco scambio di favori, un reciproco sfruttamento, forse andrà meglio.
Ovviamente da buon serpeverde farai in modo di guadagnarci di più!-.
“ Oh si” pensò il biondino.
Quello si che era bello da sentire ed era un ottima scusa per tutti i suoi
dubbi, ma questa era un'altra delle sue voci che avrebbe messo a tacere.
-Resta il fatto però che hai toppato. Se non
riesci a dare qualcosa in cambio, per rimettere il ciclo nella giusta
carreggiata non potrete continuare a sfruttarvi. Per cui è meglio per te se
sistemi le cose con Potter-. Questa cosa per Draco era già più difficile da
fare ma in effetti il discorso di Blaise non faceva una piega. Solo non aveva
idea di come sistemare le cose senza rimetterci l'orgoglio. Guardò speranzoso
dalla parte di Blaise per qualche suggerimento, ma questi indossati gli
occhiali, si era rimesso a correggere i compiti. Draco avrebbe dovuto pensarci
da solo.
Quando Harry entrò di sabato
mattina nel magazzino all'interno dell'aula di pozioni, il suo morale era a
terra. Il giorno prima Piton gli aveva spiegato cosa fare. Doveva catalogare e
porre nel giusto scaffale gli ingredienti di pozioni. E fin lì era molto
semplice. Aveva però evitato di specificargli che sulle boccette non vi era
alcuna etichetta che denunciasse il contenuto, che a lui sembrava spaventosamente
uguale l'uno all'altro, e che il materiale consisteva in anni e anni di
collezione da parte di Hogwarts. Piton poi aveva aggiunto che se dopo quel fine
settimana il materiale non fosse stato in ordine, nell'ordine che voleva lui,
avrebbe continuato a riordinarlo nei weekend successivi. E considerando che non
distingueva un ingrediente dall'altro, poteva benissimo arrivare fino alla fine
dell'anno scolastico prima di trovare la combinazione giusta.
Quale fu la sorpresa di Harry nel
trovare Malfoy nel magazzino, che metteva il naso in uno degli scatoloni con
gli ingredienti.
-Malfoy ma cosa..?- era così stupito che si
dimenticò di fulminarlo come al solito.
-Oh ciao Potter, come procede il lavoro?-
-Se sei venuto qui per sfottere...-
-Veramente pensavo che con me il processo
verrebbe certamente accelerato. Io a differenza di te in pozioni ci so fare, se
dipendesse da te questa punizione durerebbe in eterno-
-E di chi credi sia la colpa?- sputò Harry il
quale stava ancora pensando che Malfoy si che era venuto a sfotterlo.
-Oh quante storie!- Draco si alzò incrociando le
braccia.- Scusa, ok?- disse cercando di suonare disinvolto non riuscendoci.- E
ora diamoci da fare visto che mi sono preso il disturbo di venire qui... come
se non passassimo già fin troppo tempo insieme!- borbottò inginocchiandosi di
nuovo sullo scatolone e cercando di trasformare l'imbarazzo in stizza.
Harry che era rimasto scioccato
dal fatto che Malfoy gli avesse chiesto scusa, cosa che pensava non sarebbe mai
accaduta neanche in mille anni, sorrise e si mise al lavoro.
Draco cercò di non pensare al
fatto che aveva aspettato di vedere quel sorriso da giorni.
Domenica sera e Harry aveva
appena finito di catalogare l'ultimo ingrediente.
Grazie all'aiuto di Draco che si
era rivelato straordinariamente indispensabile, Harry era riuscito
miracolosamente a finire in tempo e in modo così corretto che Piton non avrebbe
potuto dire nulla a riguardo.
-Grazie Draco! Senza di te non ce l'avrei fatta-
-Ovvio che non ce l'avresti fatta!- disse
saccente cercando di sopprimere il sussulto che gli era scappato a sentire
Potter chiamarlo per nome.
Harry non fece caso all'insulto.
Aveva la vaga sensazione che fosse una strategia di Malfoy per districarsi
dall'imbarazzo e un suo bizzarro modo per mettersi in contatto.
-Che dici, ci beviamo una burrobirra?- disse
facendone materializzare due dal nulla.
-…Va bene -.
Il moro si sedette per terra
appoggiando la schiena al muro, facendo con la mano cenno a Draco di fare lo
stesso. Dopo aver guardato con scetticismo il pavimento, che non sembrava
troppo pulito, bastò un sorriso del moro per convincerlo a sedersi.
Fecero un brindisi ed entrambi
sorseggiarono la bibita in silenzio.
Erano ormai arrivati quasi alla
fine delle rispettive bottiglie che Draco non poté fare a meno di osservare
attentamente Potter. Nella sua mente lo aveva sempre definito un carciofo e
aveva sempre pensato che tra i due quello bello era indubbiamente lui. Eppure
c'era qualcosa nelle mascella di Potter di indiscutibilmente attraente; così
come nelle spalle e in quella clavicola che si intravedeva dalla camicia. Così
come c'era qualcosa nelle mani del moro, il modo in cui stringeva la bottiglia
per esempio, con quelle dita snelle ma forti, lui che aveva sempre pensato che
le mani più belle fossero le proprie. Il fatto di aver bevuto burrobirra gli
diedero una buona scusa per pensare che quelli fossero pensieri di un uomo
brillo. E fu la stessa cosa che si disse quando si sporse a baciare il moro di
fianco a lui. Aveva le labbra screpolate Potter, però erano morbide e
piacevoli. Non lo sorprese il fatto che Harry non si fosse ritratto, così come
non lo sorprese quando questi cercò di rendere il bacio più profondo. Tipica
audacia grifondoro. E il maledetto era bravo con la lingua quanto lo era a Quidditch
o almeno così la pensavano le sue papille gustative. Non seppe come ma una sua
mano finì tra i capelli del moro per attrarlo di più a sé, quasi con
possessività selvaggia. Harry gemette. Fu a quel punto che il cervello ricordò
a Draco che non c'era burrobirra che giustificasse quel comportamento, per cui
si irrigidì all'improvviso e con un colpo secco delle braccia allontanò il moro
da sé. Lo guardò negli occhi con uno sguardo che sapeva essere folle, e poi
senza dire niente si alzò e uscì dalla stanza, lasciando Harry sul pavimento
sbigottito.
Come ogni buon serpeverde sapeva,
quando il gioco si fa duro...si scappa!
NdA: davvero non pensavo che
sarei mai riuscita a scrivere questo capitolo. E' stato molto difficile, non
tanto per i miei impegni e per il tempo. Quello è relativo. Solo che
nell'immaginarmi questa storia avevo ben presente l'inizio e la fine. Il mezzo
invece era qualcosa di vago e confuso. Scrivere questo capitolo è stato come
seguire un lumicino nel buoi pesto. Ma alla fine ci sono arrivata. Sono
arrivata al giro di boa, cioè al momento in cui Draco e Harry iniziano a
coinvolgersi veramente. Sono molto soddisfatta di me, mi dispiace solo averci
messo troppo tempo. Ringrazio tutti quelli che hanno il coraggio di seguire. Lo
so, sono pessima! Ringrazio tantissimo chi ha recensito e spero che sarete
soddisfatti di questo capitolo! Besos Lirio
Non
c’era un aggettivo migliore per definire il comportamento di Draco Malfoy.
Harry
oscillava tra l’ammirazione per la sua faccia tosta e la voglia matta,
irresistibile, di picchiarlo. Il fatto di essere diventato improvvisamente un
amante della box, cosa che gli ricordava troppo suo cugino e che quindi lo
trascinava in una depressione ancora più nera, quando lui invece era
semprestato così pacifista,
menefreghista addirittura, come dimostrava il suo discorso post caduto di
Voldemort ( “Non me ne frega niente se esce fuori qualche nuovo pazzo, io per i
prossimi 50 anni sono in vacanza”), la diceva lunga su quanto Malfoy fosse
incredibile.
Ron
aveva ipotizzato Malfoy fosse affetto da personalità multipla, e perchè Ron
pensasse qualcosa di così difficile era davvero grave. Malfoy era da quasi una
settimana che non si arrabbiava o si lamentava per qualcosa. Ogni volta che
stava per scoppiare in una delle sue tipiche scenate da io- sono il padrone non
mi scocciare se non vuoi morire-il che
era successo parecchie volte visto che Finnigan lo aveva tormentato senza
tregua per scoprire la causa di quel suo cambiamento, Draco aveva emesso un
sonoro sbuffo e poi se l’era squagliata. Ovviamente Seamus aveva tormentato lo
stesso Harry perché, come andava dicendo in giro, sospettava legittimamente che
centrasse qualcosa la loro tensione sessuale e se così era, voleva dire che,
essendosi verificato qualcosa, il gioco era finito e c’erano giocate da riscuotere.
Ma ovviamente non avendo trovato prove, il gioco continuava e la voce messa in
giro ad arte da Blaise, sul fatto che a Draco erano stati ridotti i fondi per
ristrutturare Malfoy Manor e che era quella quindi la causa del comportamento,
fu accettata da tutti come verità. Tutti sapevano infatti quanto Draco tenesse
ai propri capricci e l’idea di non poterli più soddisfare tutti era sicuramente
per lui motivo di sconforto. Dio solo sapeva, anzi Harry solo sapeva, quanto in
realtà fosse una balla e quanto invece Finnigan avesse ragione. Il fatto che
Blaise avesse escogitato una copertura così credibile faceva sorgere a Harry
inquietanti dubbi e congetture sul fatto che probabilmente Zabini era al
corrente di tutto. Tuttavia sapeva per certo che, quella cosa che era successa nel laboratorio di Piton, era l’unica
cosa che Draco non avrebbe mai confidato ad anima viva, perfino sesi trattava del suo migliore amico Blaise.
Quindi… Come faceva Zabini a sapere? Oppure non sapeva niente e aveva coperto
l’amico per semplice affetto fraterno? Zabini affettuoso non se lo immaginava
proprio eppure se avesse saputo avrebbe usato sicuramente quella informazione
per il gioco, cosa che fino ad allora non aveva fatto. Era strarisaputo che
Blaise era il re delle scommesse. Avrebbe usato quell’informazione anche se a
spese di Malfoy?
Tuttavia,
contrariamente a quel che si può pensare, non erano queste le urgenze maggiori
e più pressanti. No. Zabini e le sue macchinazioni si trovavano all’ultimo
posto nella classifica delle sue priorità. Perché il primo e il secondo posto
erano saldamente occupati da Draco Malfoy e dal suo bacio. Perché Draco Malfoy lo aveva baciato. Lui, Harry Potter. E
non era stato un bacetto a stampo, no, no. Era stata una gran bacio, di quelli
che ti rimangano stampati a fuoco, di quelli che ne vorresti ancora e ancora,
di quelli che se ci pensi ancora ti fanno venire i brividi e una grande
inestinguibile voglia di fare un mucchio di cose non meglio identificate e non
certo caste con l’elargitore del bacio, ossia Draco Malfoy. Tanto che perla prima volta fin da quando aveva sentito
quell’assurdità della tensione sessuale, pensava che la vecchia Emily Bones
avesse ragione da vendere. E non era stata una cosa facile da digerire ma era
così e Harry non era tipo a cui piaceva mentire a se stesso, una volta scoperta
la verità. Desiderava Draco Malfoy. Con un certo ardore per giunta. E
sospettava che l’unico modo per mettere un po’ di freno a quella fiamma ardente
era lasciare che essa lo consumasse. Assieme a quel biondo petulante ma
estremamente desiderabile. Harry si sarebbe volentieri sbattuto da solo la
testa contro il platano picchiatore per questo. Peccato che l’altra parte fosse
per niente collaborativa. Ogni volta che a Harry capitava di incrociarlo, non
faceva in tempo a salutarlo e a dire un “ti devo parlare” che Malfoy dopo un
vago sorriso e un “Giorno Potter” scappava alla velocità della luce o
abbrancava un serpeverde qualsiasi fingendo di avere un discorso in sospeso con
lui. Oppure più semplicemente si faceva scortare da Tiger e Goyle ovunque, per
scoraggiare ogni manovra di avvicinamento. Era riuscito a farla franca in quel
ridicolo modo per tutta la settimana. Naturalmente quando erano forzosamente
messi assieme, non potevano parlare della cosa. Sia perché Harry non voleva
renderla pubblica, visto che già tutto di lui era pubblico, sia perché Draco a
quel punto non lo avrebbe solo evitato ma gli avrebbe staccato la testa a
morsi. Oltretutto l’idea di far vincere uno dei loro aguzzini non gli piaceva
affatto, preferiva tacere.
Perciò
era un Harry scoraggiato quello che vagava per i corridoi in cerca del suo
libro di incantesimi. Lo aveva sicuramente dimenticato in qualche aula durante
i cambi d’ora. Ma visto che non aveva troppa fretta di finire i compitisi aggirava pigramente per il castello,
attraversando passaggi segreti noti solo a lui, come un'anima in pena. Magari
se avesse vagato abbastanza a lungo avrebbe trovato una soluzione. Magari.
Dal
momento che Blaise non era ancora affetto da cataratte e meno che meno da
deficit intellettivo, non accorgersi che Draco aveva qualcosa era assolutamente
impossibile. Aveva concepito un centinaio di ipotesi, una più probabile
dell’altra, ma –naturalmente- per avere una conferma era necessario chiedere
direttamente alla fonte. Tuttavia quella volta non sarebbe intervenuto. Seppur
il comportamento di Draco avesse rasentato il ridicolo (si meravigliava ancora
che la scusa da lui inventata avesse retto) dal suo sguardo si intravedeva una
certa serietà di pensiero. Non era il solito muto orgoglio di cui si ammantava
Draco per nascondere le proprie debolezze. La sua riservatezza era di natura
riflessiva, di chi vuole pensare a una certa cosa da solo e da solo vuole
uscirne. Il fatto stesso che non riuscisse come suo solito a incanalare il suo
timore dietro la sua faccia da poker e che addirittura avesse intaccato il suo
comportamento, a cui invece fin da sempre era stato molto attento, significava
che tutte le sue energie erano impegnate in una questione seria e non aveva
tempo di badare troppo alle sue maniere. Molti potevano vedere in lui solo un
biondo capriccioso e schizzoide, ma lui era anche quell’amico che gli era
sempre stato accanto, seppur nel suo personalissimo modo, ogni qualvolta si
profilava all’orizzonte ennesima orrida figura paterna. Per cui avrebbe
lasciato che il biondo ci arrivasse da solo alla risposta. Alla risposta
sbagliata ma in quel caso non era affatto un male. Certe volte le risposte
giuste non servono a niente.O perlomeno
non servivano allo scopo che Blaise si prefiggeva. Seduto nella poltrona
davanti al camino mentre fingeva di leggere un libro, Blaise non poté fare a
meno di ridacchiare a quel pensiero.
-Che fai? Ridi da
solo adesso?- Blaise levò gli occhi per trovarsi davanti inaspettatamente
l’oggetto delle sue elucubrazioni, apparso apparentemente dal nulla. Aveva una
finta espressione beffarda stampata sul viso.
-Perché no?-
rispose nello stesso tono.
-Per favore di
pazzi a Hogwartsbastano la Cooman e
Finnigan, non ti aggiungere anche tu!-
Blaise scoppiò a ridere.
-Comunque dov’eri,
ti credevo disperso – disse il moro.
-Ah stavo cercando
di schiacciare un sonnellino, ma visto che non ci riesco vado a fare un giro.
Magari vado in guferia a spedire certe lettere a mia madre. Ci vediamo più
tardi a cena-
-Ok -.
Draco gli diede le spalle e si diresse verso l’uscita
del dormitorio. A un certo punto però si voltò e disse – Non mi chiedi niente?-
-Dovrei?- rispose
sardonico il moro.
-No. Penso di no.
Però se ti azzardi di nuovo a insinuare che sono un poveraccio ti do in pasto a
uno dei mostri del guardiacaccia senza battere ciglio. Anche se dovessi andare
dalla MacGranitt e fargli una proposta di matrimonio, io sono sempre e soltanto
schifosamente ricco!-
-Va bene, va bene,
me ne inventerò una migliore la prossima volta. Tu però cerca di non fare
proposte indecenti ai professori d’accordo?- aggiunse soffocando una risata.
Il biondino gli rispose sventolando pigramente una
mano mentre si dirigeva nuovamente verso l’uscita.
-Ah, già che ci sei
passa per l’aula di incantesimi e prendimi gli appunti che ho dimenticato per
favore! – gli urlò prima che sparisse.
Sentì
solo un borbottio inconsulto che suonava come un “non sono il tuo elfo
domestico”, poi più nulla. Pacifico, si rimise a leggere.
Non
è che fosse sconvolto. Non del tutto per lo meno. Forse lo era stato
all’inizio, le prima due ore dopo quella
cosa che era successa nel laboratorio di Piton, quando si era rifugiato
nella stanza delle necessità per urlare come un ossesso. Una mancanza di
contegno che ancora lo tormentava la notte, ma sfidava chiunque a mantenere un
contegno dopo quello. Eppure la cosa
sarebbe stata assolutamente digeribile, dopotutto era bravo a raccontare balle
perfino a se stesso, se non fosse stato per il comportamento di Potter. Quello
si che l’aveva sconvolto. Perché lui si aspettava di essere ucciso entro le
ventiquattro ore, o quantomeno una sfuriata in pieno stile grifondoro con
maledizioni e sortilegi che volavano nella sua direzione. Era pure pronto ad essere
avvelenato durante la colazione tanto che avevaavuto l’accortezza di sgraffignare un antidoto dalle stanze di Piton.
Eppure non era successo niente di tutto questo. Potter si era presentato
davanti a lui con uno sguardo limpido, privo di qualsiasi malevolenza, ma
piuttosto acceso di uno strano ardore. E questo l’aveva spaventato a morte. In
un primo momento aveva pensato si trattasse di pietà. Potter doveva pensare che
era impazzito a causa della scommessa e quindi veniva a fare da lui il ruolo
del buon samaritano. Tuttavia se così fosse stato, una volta che aveva visto la
sua riluttanza, avrebbe desistito. E invece lo tampinava ogni benedetto giorno
come se si aspettasse qualcosa da lui. Ed era strano, mostruoso, ridicolo che
Potter lo guardasse così quando neanche un mese prima si insultavano
allegramente e se le davano di santa ragione.
A
un certo punto aveva pensato di attentare alla vita di Potter, così magari
sarebbe tornato ad odiarlo. Così tutto sarebbe tornato normale. Tuttavia quando
si era messo seriamente ad architettare qualcosa si era accorto che in realtà
non voleva farlo. E questo lo aveva sprofondato in un abisso depressivo. Non
era stupido. Aveva una vaga idea di quello che significava ma non era ancora
pronto ad arrendersi all’evidenza. E non c’era Finnigan, per quanto rompiballe
potesse essere, e lo era stato parecchio, che fosse riuscito a distoglierlo dal
problema. Era orribile perché non aveva mai rimuginato su qualcosa tanto a
lungo. Si era scoperto incapace di reprimere la cosa e questo aveva dato il via
a una sequela di interrogativi che pretendevano una risposta. Probabilmente
parlare con Blaise sarebbe stata la soluzione più semplice. Blaise sapeva tutto
anche quelle cose che lui non pensava di sapere. Però per quanto fastidiosamente
onnisciente potesse essere il suo amico, l’unico che sapeva perché aveva fatto,
quel che aveva fatto, era lui stesso.
Alla
fine era riuscito ad arrivare a una risposta che non ferendo troppo il suo
orgoglio, era discretamente ragionevole: lo aveva fatto perché lo voleva. E
quando un Malfoy vuole una cosa, se la prende. Anche se quel qualcosa è Potter,
l’essere che odi di più su questa terra dopo …dopo niente. Questa affermazione
lo aveva impegnato per parecchio tempo. Perché quale persona sana di mente
bacia la persona che detesta? Non gli pareva di essere corso a baciare Weasley.
Ma in quel caso il sentimento era disgusto.Infine era arrivato alla conclusione che una cosa non doveva per forza
escludere l’altra. Essendo lui un ragazzo nel pieno sviluppo ormonale era
perfettamente normale provare impulsi sessuali nei suoi confronti. Il fatto che
fosse attratto da un ragazzo non lo turbava affatto. Nel mondo dei maghi era
estremamente normale. Dopotutto doveva ammettere che esteticamente parlando, Potter
era molto meno carciofo di quanto si ricordasse. Va bene, era bello. Ed essendo
lui un estimatore delle cose belle era naturale che il suo corpo istintivamente
ne fosse attratto. Questo non cambiava l’opinione sul di lui carattere, ossia
che fosse terribilmente fastidioso, rompiscatole e noioso. Era enormemente
soddisfatto di sé per essere giunto a quella conclusione. Perché gli dava il
via libera atutte quelle azioni che
moriva dalla voglia di fare, ma che non aveva avuto il coraggio di ammettere. Alla
faccia di Blaise e delle sue panzane da analista!
Era
perciò così di buon umore mentre se andava in giro per i corridoi di Hogwarts
che per festeggiare tolse una ventina di punti a degli intimoriti tassorosso
del primo anno, e sempre più estatico pensò che dopotutto poteva anche
concedere un favore a Blaise e andare a prendere i suoi appunti.
Harry
pensò che il posto più ovvio per andare a cercare il suo libro di incantesimi
fosse appunto l’aula di incantesimi. Non pensava certo di trovarci lì il biondo
turbatore dei suoi pensieri. Fu come rivivere la stessa scena del giorno della
punizione, con qualche particolare distorto però. Innanzitutto la faccia
sorpresa di Malfoy mostrava chiaramente che era l’ultima persona che si
aspettava di vedere . In secondo luogo lui era piuttosto lontano dal sentimento
di rabbia di allora. Poi per chissà quale motivo nessuno dei due aveva trovato
ancora qualcosa da dire nonostante si stessero fissando da tre minuti buoni.
Per cui Harry non trovò niente di meglio che chinarsi e vedere se sotto il suo
banco ci fosse il suo libro. E in effetti c’era. Quando si alzò si trovò di
fronte Draco Malfoy a due spanne di distanza che lo guardava come se stesse per
fare una dichiarazione di guerra.
-Ho deciso che va
bene!-
Harry
rimase in silenzio, perplesso, riuscendo a stento a dire- Va bene… cosa?-
-Baciarsi ecco
cosa. Mi stai ancora allegramente sulle scatole, non fraintendere!- aggiunse
svelto e minaccioso- però insomma, non centra nulla con il resto dopotutto…-
Dopotutto
Harry decise che bastava e che non voleva ascoltare altro per cui decise di
compiacere entrambi. E con la naturalezza di uno che sembrava fare quello da
una vita mentre in realtà era tutto il contrario, Harry lo baciò.Poi chissà come finirono addosso a un banco,
il suo, su cui sedette Malfoy e si diede la libertà di far vagare le sue mani
ovunque mentre il biondo gli piantava le dita nei capelli e incrociava le gambe
al suo bacino. Quando però iniziò a baciargli il collo e un primo sospiro uscì
dalle labbra del biondo, le mani di quest’ultimo lo afferrarono saldamente
dalle spalle e con forza lo spinsero via. Trafelati si guardarono con
intensità.
-No, così non va
Potter!- disse spezzando il silenzio Malfoy. E iniziò a vagare per la stanza
nervoso.
-Io invece penso
proprio che ce la stavamo cavando benissimo- disse maliziosamente gettando uno
sguardo eloquente al biondo, il quale si sentì fremere. Improvvisamente
entrambe si volevano saltare addosso e se non fosse stato per il banco che si
frapponeva tra loro, Harry l’avrebbe fatto.
-Non hai capito un
accidente come al solito! Ah ma perché devi essere così idiota?- e poi aggiunse
sottovoce- beh in effetti non posso pretendere che tu sia intelligente come il
sottoscritto -
-Malfoy se stai
cercando di irritarmi a morte, ebbene ci stati riuscendo- disse accigliato. In
tutta risposta il biondo oltrepassò il banco e gli si avvinghiò addosso. Il
moro rispose subito all’invito, tuttavia fu di nuovo bruscamente interrotto dal
biondo. A quel punto Harry si stava seriamente arrabbiando, ma quando affrontò
lo sguardo dell’altro capì che fermarsi gli era costata un enorme fatica e che
era desideroso quanto lui e frustrato per l’interruzione. Harry aggrottò la
fronte, cercando di trarre le conclusioni.
-Vedi? - disse
ancora Malfoy- Ora che abbiamo innescato questa cosa, temo sarà molto molto
difficile fermarci. Einvece noi
dobbiamo fermarci, altrimenti sarà un disastro!-
Harry
capì quello che il biondo stava cercando di dirgli. Non è che lui fosse poco
intelligente. Sfidava chiunque a capire le parole deliranti e inframmezzate di
quel biondo pazzo.
-Vuoi dire che
dobbiamo stare attenti al tempo, al luogo e alle circostanze, no? Siamo ancora
sotto il periodo di questa orrida scommessa per cui teoricamente non possiamo
fare niente, a meno di non volere darla vinta a Seamus e far vincere uno dei
nostri orridi aguzzini. Il fatto che tuttavia ci sentiamo così attratti rende
il tutto molto più difficile, perché ora per giunta dobbiamo stare attenti a
non farci scoprire!- disse serafico il moro.
Draco
scioccato non solo perché era il primo discorso intelligente che gli avevamai sentito fare ma anche perché l’altro
sembrava non prendere la cosa sul serio, disse: - E ti sembra poco? Levati quel
ghigno dalla faccia Potter, questa cosa è…-
Non
seppe mai cosa fosse perché dei passi nel corridoio li fecero zittire di colpo.
Dei passi che sembravano voler proprio entrare in quell’aula. Con una mossa
fulminea degna del suo ruolo di cercatore, Harry attirò a sé il biondo con un
braccio mentre con l’altro coprì entrambi con il mantello dell’invisibilità,
contemporaneamente spegneva con le sue labbra l’insulto che stava per uscire
dalla bocca di Draco. I passi si allontanarono e Harry liberò Draco dalla sua
stretta. Sempre sotto il mantello dell’invisibilità il biondo disse serpentino:
- Ecco come hai fatto ad evitare le sparizioni per una settimana! – e
minaccioso aggiunse- e come fai a cavartela sempre e comunque!
Harry
sorrise.- Grazie a questo basta solo essere cauti e non dovremmo preoccuparci
di niente!-
-Scusa ma se avevi
questa cosa utilissima perché non l’hai usata sempre? – disse con un tono che
valeva quanto un “ sapevo che eri stupido ma non fino a questo punto”. Harry
sbuffò.
-Hai idea di
quanto sia difficile cercare di nascondere sempre il mantello sotto i vestiti?
Oltretutto va usato con enorme accortezza perché se sparissi all’improvviso
davanti ai loro occhi capirebbero subito che ho un vantaggio e a quel punto
cercherebbero di rubarmelo. Inoltre il mantello mi rende invisibile ma non mi avverte
delle trappole. Sono riuscito a usarlo la settimana scorsa perché non era la
sola cosa utile a disposizione - sorvolò sulla mappa del malandrino e concluse
- Comunque è stata un faticaccia, che ho fatto solo perché ero così arrabbiato
con te che volevo fare di tutto pur di non vederti-.
Draco
che l’aveva osservato a braccia conserte fino a quel momento, si avvicinò a lui
dandogli un bacio a stampo che sorprese Harry e lo lasciò piuttosto
insoddisfatto.
-Ora basta con le
spiegazioni Potter. Ormai che siamo qua sotto direi che è meglio approfittare-
e così dicendo lo baciò di nuovo e stavolta senza interruzioni.
E
se ne stettero in quella stanza nella loro gustosa attività per un bel po’.
NdA:
a tutti quelli che ormai disperavano…ecco il nuovo capitolo. Mi è piaciuto
troppo scriverlo, Draco mi fa divertire un sacco! Alla prossima !(sperando di
metterci di meno)
Se
lasciate un recensione mi fate felice ^^!
Axyna:
la fuga di Draco è stato un classico! Troppo lui, a mio parere. Comunque Harry
non l’ha presa poi cos’ male, non credi?^^ bacio!
Emogirl
in pink: grazie per il tuo supporto! Sapere di non essere così pessima mi
solleva!^^
Ragazza
silenziosa: spero di continuare ancora a coinvolgerti e il bello non è ancora
arrivato! Il gran finale non avrà paragoni!
Suicidal_love:
mi fa un sacco piacere che questa mia fiction sia riuscita farti ridere. Draco
e Harry sembrano usciti da una gag, e si sono d’accordo con te, Harry è un
sacco carino da incazzato. Grazie per aver recensito, a presto!
JessyInPink:
Ah hai centrato il punto! Sono felicissima che qualcuno abbia notato il
comportamento ambiguo di Blaise. Ci ho lavorato molto sul suo personaggio.
Capire Blaise è capire l’andazzo di tutta la storia e il suo finale.^^ ti ho
incuriosito? Tra Harry e Draco va meglio del previsto, anche se probabilmente
li strapazzerò ancora per un po’!Alla prossima! Besos
Riashi
Hasegawa: purtroppo per questo capitolo niente Granger, ma non ti preoccupare
riapparirà! Blaise però rimane il mio preferito, sono contenta che tu abbia
notato questa sua qualità, ossia che non si capisce cosa pensi. Credimi tutti i
miei sforzi sono incentrati appunto su quello! XD le elucubrazioni mentali li
hanno impegnati parecchio, soprattutto Draco, che poi dopo tanta fatica ha
comunque finito col mentire a se stesso almeno un pochino! Grazie per aver
recensito! ^^ a presto!
Fin
dal giorno in cui Hermione aveva scommesso con Blaise Zabini, si era preparata
a tutto. Sia a livello fisico che mentale. Tuttavia la realtà batteva cento
volte ogni sua supposizione. Specialmente quando la realtà comprendeva Draco
Malfoy che avvinghiato al suo amico Harry gli baciava il collo, premendolo con
forza e desiderio agli armadietti dello spogliatoio di Grifondoro. Lei ci era
andata solo per riprendere una cosa (ormai non si ricordava più quale) che Ron,
il suo fidanzato, aveva dimenticato. Anche se aveva temuto che presto o tardi
avrebbe assistito a qualcosa di simile, non si aspettava certo quello
spettacolo.
Harry,
il quale si trovava di fronte a lei mentre invece Malfoy era di spalle,
sembrava godersela un mondo e quindi ci mise un po’ a notarla, visto che aveva
chiuso gli occhi per favorire la percezione delle sensazioni. Quando lo fece,
rosso per la vergogna, o forse a ben vedere per l’eccitamento, esclamò un
“Hermione!” di tre ottave più alto del suo tono normale. A quel nome Malfoy si
interruppe raggelandosi. Poi Harry tra tutte le cose che poteva dire, scelse
quella più stupida:
-Non è come
sembra!- Hermione si diede una manata sulla fronte e Malfoy avrebbe fatto lo
stesso se non fosse stato così mortificato per la situazione, da non fare caso
alla stupidità grifondoro.
-Potter, dimmi che
la Granger non è qui-disse con un tono
che non aveva nulla di umano.
-Se ti fa
piacere…allora no, non è qui- disse Harry impacciato. Malfoy mandò un basso
gemito di pura insofferenza.
-Potter!- ruggì
Malfoy.
-Che c’è!- esclamò
il moro non capendo.
Il
biondo rifiutandosi di guardare la ragazza come se quel gesto bastasse a farla
scomparire davvero, strinse un braccio di Harry, mentre con l’altra mano tirava
fuori la bacchetta. Con uno sguardo risoluto e un tono glaciale affermò :-
Obliviamola -
-Sei impazzito?-
disse il moro riprendendosi dal suo stato di smarrimento.
-Sono serissimo-
-No…e no! Nel caso
ti fosse sfuggito Hermione è la mia migliore amica da sette anni a questa
parte!-
-Oh non tirare
fuori i tuoi sentimentalismi da grifondoro ora! Si tratta di sopravvivenza!-
-Me ne infischio!-
-Se non lo fai tu,
lo faccio io -
-Non oseresti-
disse Harry in un tono che fece fremere il biondo e non di eccitazione.
I
due si guardarono in cagnesco mentre Hermione seccata da quegli sproloqui che
sorvolavano sul fatto che lei fosse presente, si stringeva la radice del naso
tra il pollice l’indice.
-Harry, ma non ti
rendi conto che è un disastro?- Malfoy cambiò improvvisamente atteggiamento
passando dalle minacce alle suppliche, usando il tono più lacrimoso del suo
repertorio.- Mi ha visto! Ci ha visto!- Il moro più sensibile alle richieste di
Draco di quanto fosse disposto ad ammettere, mise da parte la sua aggressività
per dire in tono rassicurante:
-Troveremo una
soluzione Draco-. E si guardarono negli occhi con un intensità tale da bruciare
un intera foresta.
-Ragazzi!- esclamò
Hermione seccata per aver dovuto assistere a quel siparietto.
Questa
volta entrambe si voltarono a guardarla. Harry incominciò a capire il terrore
del suo amico Ron quando sentiva la sua ragazza alzare la voce.
-Dove avete la
testa!- disse esasperata, come se avesse a che fare con dei bambini riottosi.
-Vi rendete conto che se da quella porta entrava Seamus voi eravate finiti?-
-Non che conte ci
vada meglio- sibilò malevolo Malfoy. Hermione lo fulminò con lo sguardo ma poi
non più arrabbiata disse :- Com’è che siete finiti col perdere il controllo..?-
Nessuno
dei due rispose. Harry perché troppo stupito dal fatto che la sua amica non
trovasse nulla di anomalo nel fatto che lui e Malfoy pomiciassero a tutto
spiano.
Draco
perché non era nello stile Malfoy fornire spiegazione, traduzione aveva troppo
vergogna di aggiungere altro.
-
Vi conviene parlare. A secondo di quel che direte deciderò se sia il caso o
meno di aiutarvi- disse lei anche se quello che in realtà voleva dire, visto
che il suo aiuto in realtà era scontato, che aveva bisogno di tempo per
elaborare un piano prima che qualcuno dei due decidesse di dileguarsi.
Inghiottendo
la sua stizza, il biondo che si rendeva perfettamente conto di essere alle
strette disse:
-Beh faceva troppo
caldo…- la ragazza lo guardò perplessa.
-Malfoy cosa
intendi..?-
-E’ colpa del
burro!- esclamò improvvisamente Harry, il cervello che seguiva passaggi tutti
suoi.
-Che cosa?!-
Hermione e Draco guardarono Harry come si può guardare un pazzo o più
semplicemente Sibilla Cooman.
-Solo ed
esclusivamente il burro…
Qualche ora prima Draco…
Quando
Draco aveva affermato che era essenziale resistere, non aveva riflettuto sul
fatto che sarebbe stato assurdamente difficile. Per uno abituato ad ottenere
tutto e a rinunciare a nulla, era difficile tentare la via della moderazione,
per non dire dell’astinenza. Non c’era controllo emozionale che reggesse al
desiderio di abbrancare Harry Potter. E perché no, magari farselo proprio lì
nell’aula di pozioni sotto gli occhi di Piton. Aveva guardato più e più volte
il calendario contando i giorni mancanti al 14 febbraio, giorno della fine del
fottuto giochetto di scommesse di quel mentecatto di Finnigan. E la cosa invece
di rassicurarlo aveva sortito l’effetto contrario. Perché avrebbe scommesso
tutto il suo guardaroba ed anche quello di sua madre sul fatto che l’ultimo
giorno sarebbe stato un putiferio. Non pensava sarebbe riuscito ad odiare
qualcuno più di Potter. Finnigan si era guadagnato questo privilegio.
Ad
ogni modo, aveva cercato di sguinzagliare Pansy, la pettegola numero uno di
Hogwarts seconda solo a Lavanda Brown, affinché gli procurasse informazioni
riguardo le intenzioni di Finnigan per quel girono (aveva saputo con orrore che
ci sarebbe stato un ballo di San Valentino). Poi però aveva scoperto che Pansy
faceva parte del comitato organizzativo e che si occupava delle decorazioni. E
la cosa si sarebbe risolta con una sua piccola sfuriata, se non avesse scoperto
che Tiger e Goyle erano stati assunti come buttafuori della suddetta festa. A
quel punto la sua sfuriata si trasformò in istinto omicida-vendicativo. Se non
ci fosse stato Blaise a persuaderlo che avvelenare i loro succhi di zucca era
una mossa che gli avrebbe assicurato un biglietto di sola andata per Azkaban,
probabilmente avrebbe seguito i suoi primi istinti. Gli mancava solo di
scoprire che Nott faceva da dj, e allora avrebbe avuto la conferma che pure i
serpeverde erano solo un branco di sporchi mentecatti traditori.
A
quelpensiero Draco spezzo la sua penna
prendi appunti
-
Stai attento…- gli sussurrò Blaise, facendo attenzione a non farsi notare da
Piton. Seccato Draco prese un'altra penna e si allentò la cravatta della
divisa. Faceva un caldo pazzesco. Da qualche giorno la temperatura al castello
si era inspiegabilmente alzata. Draco non ne aveva capito il significato finchè
non vide Potter allentarsi la cravatta e aprire i primi bottoni della camicia
durante una lezione particolarmente torrida di incantesimi. E guardando
avidamente quel lembo di pelle scoperta, aveva capito il nesso. Qualcuno aveva
alzato la temperatura di proposito. Magari uno di quei maledetti scommettitori.
Il risultato è che tutti andavano in giro con camicie slacciate e con le
maniche arrotolate, mentre la stoffa aderiva al corpo con fare seducente. Se
volevano farlo impazzire dal desiderio… beh ci erano riusciti. Aveva
quell’esatta visione davanti ai suoi occhi. Potter non era mai stato così
appetitoso.
-
Draco stai sbavando- gli fece notare in tono tranquillo Blaise.
Draco
lo fulminò con uno sguardo truce ma Blaise non si scompose e ignorando in
realtà a cosa stesse facendo riferimento il biondino, gli disse con il fare
gentile e sommesso di chi sta trattando con un paziente assolutamente
irragionevole-Proprio qui nell’angolo
in basso sulla tua pergamena. Evidentemente quando prima hai spezzato la piuma
non ti sei accorto di aver fatto cadere qualche goccia di inchiostro e con la
manica l’hai poi fatto sbavare-.
Draco
che si aspettava tutto tranne un risposta del genere, con uno sforzo sovrumano
riuscì a mascherare il suo stupore, mentre con fare apparentemente innocente
guardava dove indicava il dito di Blaise. Effettivamente c’era un grossa
macchia di inchiostro nero. Dalle sue labbra uscì uno sbuffo. Quanto era caduto
in basso se si trovava a sussultare così per ogni cosa. Con un colpo di
bacchetta pulì tutto. Doveva trovare una soluzione. Quella sera sarebbe andato
a fare un visitina a Potter. Ne andava della sua salute mentale. Se non
ricordava male il grifondoro aveva allenamento quel giorno. Poco male. Aveva
sempre voluto provare un esperienza piccante negli spogliatoi.
Qualche ora prima Harry…
Harry
sapeva benissimo di mancare di autocontrollo e concentrazione. Piton e le sue
orride lezioni di occlumanzia ne erano la prova. Così come il quinto anno
passato ad attaccare briga con tutto e tutti. Tuttavia a differenza di altri, aveva
a disposizione una sequela di immagini penose capaci di sopprimere qualunque
istinto. Se pensava troppo a Draco fino al punto di assalirlo nei corridoi, gli
bastava pensare a quella volta in cui aveva sorpreso suo cugino in mutande ed
ogni suo istinto scompariva. Anche se tale accorgimento aveva un limite, pena
perdita irreversibile dell’appetito. A rendere il suo compito difficile era che
nulla di quello che faceva quel dannato biondino non era attraente. Bastava
prendere una cosa semplice, per esempio la colazione. Il modo in cui Malfoy
spalmava il burro sulle tartine non aveva paragoni: lo faceva con lentezza
torturatrice, con gesti delicati e precisi, tenendo il coltello come se tra le
mani avesse un bisturi. Abituato a Ron che spalmava il burro come se si fosse
trattato di spalare fango rappreso, i gesti del biondo gli sembravano squisiti.
Avrebbe voluto essere quel burro. Scacciando quel suo pensiero da maniaco
Harrysi chiese ancorauna volta come avesse potuto essere così
cieco per sette anni. Sembrava quasi che il bacio di Malfoy nel laboratorio di
Piton fosse servito ad aprirgli tutta un’altra prospettiva. Scosse con energia
la testa. Era stato così assorto nei suoi pensieri che aveva indossato la
divisa di Quidditch d’allenamento solo per metà. In due secondi finì di
vestirsi e uscì con gli altri ad allenarsi per quello che sarebbe stato un
allenamento proficuo. Non c’era niente di meglio che distruggersi allenandosi
per scacciare via certi bollori. Fu così infatti che rimase più degli altri in
campo e quando entrò negli spogliatoi trovò un Ron già lavato e vestito, che lo
aveva aspettato solo per dirgli che avevano tutti finito e che lo precedeva in
castello.
-E se non ti
sbrighi mi mangio anche la tua porzione di cena- disse Ron dall’uscio mentre
Harry si faceva la doccia.
-Certo, tu
provaci!- urlò in tono scherzoso all’amico.
Si
fece una doccia veloce ma rilassante. Poi si vesti canticchiando fra se
tranquillo, almeno fino a che non senti dei passi avvicinarsi a lui. Si voltò
di scatto e, appoggiato agli armadietti di fronte al suo, vide Draco Malfoy in
tutto il suo splendore. A quel punto non gli riuscì più di abbottonarsi la
camicia.
-Che bello
spettacolino Potter- disse in un tono che di beffardo non aveva niente. E
liscio come la puffa quando entra nell’anello della porta ecco che Hary si
trovo sbattuto contro il suo armadietto con Malfoy addosso. Aveva fatto un male
cane, ma non si lamentò. Non quando aveva quelle labbra addosso, non quando
quel magnifico corpo aderiva al suo. Le mani del biondo approfittarono di
quella camicia aperta per intrufolarsi e accarezzare quanto più riuscivano. Poi
la sua bocca si spostò dando baci al mento e poi lambendo il collo.
-Non avresti
dovuto- trovò la forza di dire Harry, anche se le sue parole erano tutto tranne
che convincenti.- Potevano vederti-
-Nonmi ha visto nessuno- sussurrò il biondo sul
suo collo. A quel punto però a nessuno dei due importava. Non a Draco quando
avvertì le braccia di Harry stringersi intorno a lui. Non a Harry quando un
ginocchio di Draco andò accidentalmente a infilarsi tra le sue gambe. Erano
ormai assorbiti nel loro piacere. Fu in quello stato che lo trovo Hermione.
Le
cose stanno più o meno così- concluse Harry.
-Burro eh Potter?-
non riuscì a trattenersi dal dire il biondo mentre un ghigno che la diceva
lunga sul tipo di fantasie che stava elaborando, si dipingeva sul suo viso. Si
guardarono nuovamente negli occhi. E la loro sessione sarebbe ripartita se non
fosse stato per il secco- bene!- di
Hermione. Poi senza neanche dar loro il tempo di reagire diede un colpo di
bacchetta. I due ragazzi ebbero un esclamazione quando due cerchi luminosi
andarono a fasciar loro il polso destro, con un senso di fastidio e bruciore.
-Che cavolo
significa questo?- urlò furioso Malfoy.
-Vi sto salvando
la vita- disse lei ferma e decisa.- Io non dirò niente ma per evitare che
questo capiti di nuovo e magari con una persona meno collaborativa di me, vi ho
lanciato un incantesimo di restrizione. Si uso sui carcerati agli arresti
domiciliari per evitare che escano dal perimetro o più semplicemente per
scoraggiare un individuo molesto ad avvicinarsi a chi intende infastidire. Nel
vostro caso servirà a tenervi lontano fino alla fine del gioco. Se provaste ad
avvicinarvi oltre il normale beh diciamo che non sarebbe gradevole per voi-.
I
due ragazzi la guardarono basiti mentre la ragazza imbarazzata dai loro sguardi
aggiunse- è per il vostro bene-
-E’ un fottuto
incantesimo di castità ecco cosa!- sputò Malfoy indignato.
-Hermione non
pensi di star esagerando?- chiese il moro, mettendo da parte la sorpresa per il
fatto che Hermione non sembrasse affatto scandalizzata di averlo trovato in
atteggiamenti intimi con Malfoy.
-Harry fidati, non
lo userei se non fosse necessario- e lo fissò accorata, cercando comprensione.
Harry fece un cenno d'assenso: se la sua amica diceva così lui, si fidava.
-Capisco che tu
aiuti Potter, ma perché anche me?- chiese reticente il biondo, assimilando
l’idea che in effetti quello che aveva fatto la Granger anche se poco
ortodosso, era necessario.
-In effetti non è
gratis- disse Hermione arrossendo furiosamente per quello che stava per fare.
Malfoy sorrise.
-Bene! Betesto
essere in debito! Avanti sputa il prezzo!-
-Malfoy quando
verrà il momento tu dovrai dire a Zabini la verità. Che tu e Harry prima ancora
che avesse fine il giro di scommesse, già stavate insieme-
-Hermione!-
esclamò scioccato Harry.
Malfoy
assottigliò lo sguardo- Tu e Blaise avete scommesso vero?-
-Si…-
-Su me e su
Potter?- chiese ancora. Hermione non rispose.
-Quindi è opera
tua?- concluse Malfoy visibilmente sbalordito. Hermione tacque di nuovo, Harry
si pietrificò.- I effetti era troppo brillante per essere tutta farina di
Finnigan…-
-Il gioco… tu
centri Hermione?- chiese Harry arrabbiato.
-Ho agito con buone
intenzioni, mi conosci Harry, sai che non ti avrei mai…-
-Hai idea di
quanto sono state frustranti queste settimane?- alzò la voce Harry.
-Ti spiegherò
tutto, ma ora è necessario che Malfoy prometta.
-Non è che ho
molta scelta- ringhiò il biondo.
-Direi di no-
-Va bene Granger,
ti do la mia parola. Se così ti aiuterò a vincere, tanto meglio. Così impara
quel bastardo a scommettere su di me- e così dicendo si sfregò le mani,
pensando ai modi in cui poteva rifarsi sull’amico per quelle settimane.
Dopotutto poteva anche essere colpa della Granger, ma Blaise di sicura l’aveva
aizzata e coperta.
-Harry mi
dispiace- disse la ragazza.
Il
moro scosse la testa e buttandosi il mantello addosso senza neanche
abbottonarsi la camicia, uscì in fretta dagli spogliatoi.
-Complimenti
Granger, degno di un serpeverde- disse Malfoy andandosene pure lui. Non sapeva
se avercela a morte con lei o complimentarsi per la sua indiscutibile astuzia.
Hermione sospirando affranta, si sedette su una panchina. Avrebbe avuto bisogno
di tutto l’aiuto di Ron per convincere Harry della sua buona fede.
In
un altro posto del castello, Seamus Finnigan si incontrava con un inquietante e
pericoloso personaggio. Il peggiore di Serpeverde dopo Malfoy.
-Sei sicura della
somma che vuoi scommettere?-
-Certo! Cosa vuoi
che siano per me 150 galeoni!- disse civetta, scuotendo nel dirlo i lunghi
capelli biondi.
-Una volta
depositato l’acconto non potrai più ritirarti-
-Ma quanto sei
noioso Finnigan, non ti facevo così poco riluttante a incassare soldi!-
-Non scherzo mai
sul mio lavoro - disse Seamus sorridendo.
-E io sulle cose
che faccio: perché io vincerò – disse l’ultima parola quasi cantilenando. E
così dicendo la ragazza se ne andò, l’andatura elegante e flessuosa. Harry e
Malfoy non avevano scampo, non con Daphne Greengrass che scendeva in campo.
Nda:
cosa ne pensate?? Fuoco e folgore ecco cosa! Credo di aver marcato ormai il
confine della demenzialità, solo che mi diverto un sacco a stravolgere le
cose.^^ Il prossimo capitolo sarà lungo e sarà anche l’ultimo. Ci tengo a fare
le cose in gran stile per un finale che lascerà sbalorditi tutti e schiantati
dalle risate. Dopo tanto tanto tempo che ho impiegato a scrivere questa fan
fiction voglio che sia il mio capolavoro! Per cui state pronti a tutto! Un enorme
grazie a chi ha recensito, è stato solo leggendo i commenti che ho trovato la
forza di scrivere questo capitolo! Un bacio a tutti! Lirio
“perchè Blaise è il nostro re, ogni due ne azzecca tre..”
Improvvisamente il sipario si aprì,
rivelando una scena che molti avrebbero pagato pur di vedere e che molti
avevano effettivamente fatto, scommettendo. Fu quello, tra l’altro, l’istante
esatto in cui l’enorme orologio per il conto alla rovescia sospeso in aria al
centro della sala, regalo di Seamus per l’occasione ,battè le 00.00, facendo un
baccano enorme e sputando fuori una tripudio di stelle filanti e coriandoli che
finirono con l’investire gli invitati congelati dallo stupore. Tanto per dare
una panoramica basterà dire che Ronald Weasley sembrava aver ingerito un intera
confezione di pasticche vomitose; Hermione Granger aveva un cipiglio tale da
far sembrare la ruga sulla fronte un solco perenne; Seamus Finnigan aveva la
faccia di uno a cui era stato rotto il giocattolo preferito o più semplicemente
di uno che ha perso una baracca di soldi. L’unica che sembrava di buon umore
era Daphne Greengrass, che sfoggiava un sorrisetto che avrebbe fatto
concorrenza a quelli più folli di Bellatrix Lenstrange. Blaise Zabini non
c’era.
Fu solo in quel fracasso e al silenzio
tombale che ne seguì che i protagonisti, entrambi distesi sul letto a
baldacchino servito alla scenografia dell’opera teatrale che aveva avuto luogo
prima della scena incriminata, si degnarono di interrompere il loro di
teatrino. Harry Potter, che fino a quel momento aveva avuto mani e bocca
impegnate su Draco Malfoy, si tirò su alla velocità della luce mentre un lampo
di comprensione e orrore faceva apparizione sul suo viso. Nessuno dei due
brillò per eloquenza. Perché Harry Potter farfugliò un ridicolo ”non è come
sembra”e Draco Malfoy disse “Ops!”.
Dopodiché sulla sala si scatenò il
putiferio.
Ron & Blaise
La
testa di porco era un posto squallido, fatto di sedie sgangherate, bicchieri
dalla dubbia pulizia e tipi loschi. Il posto perfetto per ubriacarsi in santa
pace e nascondersi. Il posto perfetto per Ronald Weasley.
Il
rosso, sconsolato e abbattuto, sedeva al bancone. Era alla sua terza burro
birra. Avrebbe tanto, tanto,voluto prendere qualcosa di più forte: un
idromele barricato, un Whiskey incendiario. Ma non osava. Se si fosse ubriacato
Hermione lo avrebbe scoperto in un modo o nell’altro (posto che lui quando
alzava il gomito finiva sempre col combinare qualcosa di enorme, ridicolo e
inappropriato) e beh… lei era già stressata per la storia di Harry, lui voleva
vivere ancora a lungo.
-
Buonasera!- disse una voce alle sue spalle.
-
Oh, ciao – disse con voce smorta quando riconobbe chi gli si era seduto
accanto. Il nuovo arrivato guardò con aria circospetta il locale, per poi
ordinare una burro birra, naturalmente guardandosi bene dall’appoggiare i
gomiti sul bancone appiccicaticcio.
-
Come facevi a sapere che ero qui- aggiunse poi il rosso.
-
Intuito, direi! Allora quali nuove?- chiese cordiale.
-
Oh beh, sapessi.- rispose laconico Ron, di solito invece di tante parole.
-
Problemi? – chiese preoccupato l’altro- se ne vuoi parlare…
-
Credo che non dovrei dire niente a te. Sai per la scommessa…immagino che vorrà
essere Hermione la prima dirtelo- fece un buffo sospiro- Davvero non sono
sconvolto. Insomma c’ero anch’io quando avete scommesso. Però non pensavo che
lei… Non sono sconvolto, davvero, solo che io… miseriaccia! E comunque Harry lo
è di più.
-
Che cosa?
-
Sconvolto ecco. Non l’ho mai visto così. Ok, no. Al quinto anno facevamolta più paura.
-
Amico, perché lo sai che noi siamo amici ormai, con me ne puoi parlare, se
vuoi- disse in tono affettuoso- e al diavolo la scommessa!
-
Al diavolo la scommessa!- disse di rimando Ron svuotando quel che rimaneva del
boccale- e va bene. Tanto ormai è finita-
Gli
occhi dell’altro luccicarono di bramosia e curiosità. Poi con un tono casuale
disse: - e perché?
-
Per fartela breve dietro alla storia del giro di scommesse di Seamus c’è
Hermione. L’idea è stata sua. Harry l’ha scoperto. Non l’ha presa bene. Sai
Hermione diventa un tantino estrema quando pensa di star facendo la cosa
giusta. E Harry…te l’ho mai detto che al quinto anno è stato un incubo? Una
crisi adolescenziale, credo. Gli saltavano i nervi per qualsiasi cosa, si
arrabbiava…
-
Capisco benissimo- disse di rimando l’altro pensando a uno studente biondo.
-
Ma certo- rispose Ron, certamente capendo a chi si riferiva.
-
Comunque, sono curioso, Potter come ha fatto a smascherare la Granger?- disse
assottigliando lo sguardo il ragazzo.
-
Diciamo che è stata Hermione a smascherare Harry. Lo ha trovato negli
spogliatoi con Malfuret…, con Malfoy volevo dire. Loro due stavano…- aggrottò
la fronte- e poi credo che Hermione ha parlato a Malfoy e a Harry einsomma è venuto fuori tutto.
-
Non c’è bisogno che tu aggiunga altro, ho capito- e poi aggiunse secco- e così
la Granger ce l’ha fatta.
-
Mi dispiace.- disse sincero il rosso dandogli una pacca sulla spalla.
-
Va bene così. Però non mi hai ancora detto cos’è che ti preoccupa. Mi sembrava
che tu ormai avessi metabolizzato il fatto che loro due si attraevano.
-
E’ che non so cosa fare…sono intrappolato tra la mia ragazza e il mio migliore
amico. Capisco Harry, è il mio compagno di disavventure, abbiamo combattuto
insieme, siamo come fratelli. Capisco anche Hermione però; che poi è la mia ragazza,fantastica, un po’ testarda e con certe manie
come quel Crepa… un diavolo a lett..
-
Ron-
-
Si cioè, capisci? Cosa faccio?
-
Scommetti- disse in tono serissimo.
-
Scusa?- disse Ron recuperando in un attimo tutta la vitalità.
-
Scommetti al gioco di Seamus. Non importa quanto. Scommetti e basta.
-
Dici sul serio?
-
Certo! E già che ci sei parla con Potter. Lo sa anche lui che in realtà è in
debito con la Granger. Non ascolterà lei, ma ascolterà le parole di un amico.
Poi va dalla tua ragazza, dille che ti dispiace per il tuo appoggio tardivo.
Che sei d’accordo con lei e che ha fatto bene. E che ci hai pensato tu a
sistemare tutto con Harry.
-
Ok… grazie, sei un amico- disse stupito Ron, con l’aria di chi ha appena
ricevuto un salvagente in alto mare.
-
No, grazie a te- disse l’altro sorridendo- ora però devo andare. Buonanotte,
Ron- E così dicendo si alzò dal suo sedile.
-
‘Notte- disse con un tono decisamente diverso di quello di inizio
conversazione. Poi all’improvviso, quando ormai Blaise era alla porta, esclamò-
aspetta Blaise, su cosa scommetto?-
Ma
Blaise Zabini sorrise soltanto, per poi dileguarsi nella notte.
DAPHNE, THEO & ROMILDA
-
NO! Non ci siamo! Theo da te mi aspettavo di più! Dovresti conoscere ogni
gesto, ogni battito di ciglia di Draco a memoria! Com’è che lei ancora non ci
riesce?
Theodore
Nott, si morse forte il labbro per impedirsi di rispondere. Era meglio non
contrariare Daphne, oltretutto ci teneva troppo a quell’occasione, anche se
significava farsi strapazzare da quella arpia.
-
Che cosa ho sbagliato ora?- sbottò Romilda Vane con la sua voce starnazzante-
dopotutto dovrò impersonarlo solo per poco tempo no? Poi comunque saremmo
troppo impegnati a fare altro- aggiunse con un sorriso.
Thedore
trattenne il fiato. Conosceva troppo bene il carattere di Daphne da sapere che
era sempre meglio non contrariarla. Infatti la ragazza attraversò la stanza a
grandi falcate fino a trovarsi a due centimetri dal viso di Romilda.
-
Tu sciocca e stupida ragazzina! Ti sto dando l’opportunità più favolosa della
tua inutile e patetica vita e osi lamentarti? Se non fosse per me e per il mio
ingegnoso piano tu non riusciresti a toccare, anzi no… sfiorare Potter neanche se vivessi a lungo quanto Nicolas Flamel-Romilda smise di sorridere mentre
terrorizzata fissava Daphne in preda alla furia. Quest’ultima, soddisfatta
dell’aria spaventata della ragazza, si allontanò tornando a sedersi
graziosamente al suo posto. Poi con la voce più soave e leziosa disse:- Oh mia
cara Romilda, io pensavo che tu fossila
candidata perfetta per questo ruolo. Vuoi dire che mi sono sbagliata? Sarebbe
una seccatura certo- fece una pausa godendosi l’espressione ansiosa della
ragazza- tuttavia se mi dici che non ce la fai posso sempre sostituirti con
qualcun’altra…magari con una delle tue amiche, che dici?- e il suo bellissimo
viso si illuminò di un sorriso angelico.
-
No!- disse con voce strozzata Romilda- io vado benissimo! Ero distratta ecco,
Nott rifacciamo e dimmi se sono convincente - Daphne sorrise compiaciuta mentre
con una mano si lisciava i capelli e con l’altra prendeva un pasticcino dal
vassoio al suo fianco.
Theodore
sospirò. Non gli piaceva affatto avere a che fare con Daphne Greengrass. Però
lei gli aveva fatto una proposta difficile, anzi impossibile, da rifiutare.
FLASHBACK
Theodore Nott stava tornando sconsolato ai
dormitori serpeverde. Nonostante fossero passati più di due mesi ancora non
riusciva a dimenticare la pessima figura che aveva fatto con Draco. Una caduta
di stile, indecorosa. Ossessionato da quel biondo e non riuscendo più a
trattenersi, causa anche il fatto che aveva alzato troppo il gomito, gli si era
dichiarato. Per la precisione gli aveva fatto una serenata. Era stata una scena
orripilante. Avrebbe dovuto dare ascolto a Zabini che gli aveva detto di non
bere. Ad ogni modo era troppo tardi ormai.
Era
così assorto nei suoi pensieri che si accorse chi aveva davanti solo quando
ormai era a un metro da lei. Appoggiata alla parete del corridoio, statuaria
nella sua bellezza, c’era Daphne Greengrass. Nott sudò freddo. Non veniva mai
nulla di buono da quella li. Sperando di non essere lui chi stava aspettando,
cercò di tirare dritto salutandola con un cenno della testa ma, non poté fare
neanche due passi oltre al punto in cui si trovava lei, che la ragazza disse-
Nott! E’ così che si saluta? E pensare che io mi ero presa il disturbo di
venirti incontro. Poi però mi sono stufata di cercarti e ho deciso di fermarmi
qui ad aspettare…te.
-
Gentile da parte tua Daphne! - disse Theodore in un tono davvero poco
credibile. Si voltò verso di lei, rimanendo però al suo posto.
-
Già sono proprio una brava persona- sorrise- dai Theo vieni qui, che dobbiamo parlare.
-
Non mi pare proprio- disse lui. Ok aveva anche fatto una pessima figura. Ma era
pur sempre Theodore Nott e non uno dei tirapiedi di Daphne.
-
E invece si- insistette la ragazza il tono di voce che da lezioso diventava
pungente.
-
Buona giornata Daphne- la salutò Nott proseguendo per la sua strada.
-
Nott sei davvero cattivo!- strepitò lei come una ragazzina. Il suo tono però
presto si fece pericolosamente suadente- E io che pensavo ti avrebbe fatto
piacere parlare della possibilità di spupazzarti Draco impunemente…
Theodore
Nott si fermò di colpo.
La
ragazza lo raggiunse e gli diede un buffetto nella schiena.
-
Su andiamo a parlarne in un posto più tranquillo Theo.
FINE
FLASHBACK
Ed
era così che si era trovato in una stanza a provare e riprovare il “piano”
assieme a Romilda Vane, probabilmente l’unica altra persona a Hogwart, oltre a
lui, così ossessionata dal suo oggetto del desiderio, e allo stesso tempo così
disperata, da accettare una proposta simile. Il perché di tanti giorni assieme
supervisionati da Daphne, la quale si comportava peggio di un carceriere, era
presto detto. Dovevano insegnarsi a vicenda. Lui avrebbe dovuto impersonare
Harry Potter e Romilda Vane, Draco. Ovviamente sarebbe stato molto più semplice
personificare loro stessi i loro beniamini, visto la loro ampissima conoscenza
in merito. Però questo avrebbe mandato a rotoli la fase due del piano di
Daphne, perché sia lui sia Romilda erano disposti a strozzarsi piuttosto che
baciare il rispettivo rivale.
Un
piano del genere poteva venire in mente solo alla bionda più pericolosa di Serpeverde.
-
Bene!- disse la voce squillante di Daphne interrompendoli- può bastare. Ora
ascoltatemi. Romilda tu hai il compito più difficile. E’ probabile che rimarrà
tappato nella vostra torre su suggerimento della Granger. Dovrai intercettarlo,
stordirlo e poi trovarvi prima di mezzanotte sul palco. Conto sul fatto che
essendo della stessa casa non ti sarà difficile farlo. Nott: ho fatto in modo
che Draco si trovi alle undici sera nella quindicesima aula dell’ala est dei
sotterranei. Non dovrà uscire da quella stanza per nessun motivo al mondo. Non
mi interessa come farai. Fallo e basta. Ricordate: delle due pozioni che vi ho
dato la polisucco va bevuta, dopo, capito? Dopo.
Altrimenti come effetto collaterale vi troverete trasformati in un golden
retriver.
E’ tutto. Ora io vado. E se per colpa vostra
non andrà come io ho diligentemente programmato…ma cosa vado a pensare–
sorrise- non accadrà dico bene?.
E
con un sorriso leggiadro quanto pericoloso lasciò la stanza.
Theodore
e Romilda sospirarono.
RON,HERMIONE &
HARRY (I parte)
Ormai
si rasentava il ridicolo. Ogni volta che lei, Hermione, metteva piede in
qualunque stanza ci fosse Harry, questi o spariva, oppure si mostrava
impegnatissimo a fare tutt'altro, ignorando la sua presenza. In questo modo
impediva a Hermione di avvicinarsi. La ragazza era mortificata. Sapeva di
essere andata un po' oltre, diciamo un bel po', ma era convinta di aver agito
per il meglio. Di aver fatto la cosa giusta. E anche se Harry lo sapeva ed era
consapevole di quanto si stesse rendendo ridicolo, era comunque troppo
arrabbiato per cambiare atteggiamento. Per cui Hermione si era trovata a vagare
da sola come in quell'orribile terzo anno in cui Ron e Harry ce l'avevano avuta
con lei. Ecco. Ron era un altro grattacapo. Non aveva mai sperato che Ron
potesse appoggiarla o addirittura capire. Certo accettava il gusto di Harry:
era da tre anni che ormai si era mentalizzato al fatto che l'ossessione
dell'amico per Draco Malfoy non sarebbe sparita tanto in fretta. E,
probabilmente, aveva accarezzato pure lui l'idea di fare qualcosa, da quando le
liti e le zuffe furibonde non avevano più fine. Tuttavia “tra il dire e il fare
c'è di mezzo il mare”. Quando Ron era stato messo al corrente di tutta la
faccenda (Harry aveva usato parole come “tradimento, giocare con la vita delle
persone, Finnigan, manipolazione e trucchi”), era rimasto attonito e muto. Poi
quando Harry gli aveva descritto il siparietto degli spogliatoi, aveva fatto la
stessa identica espressione di quel lontano giorno sulla botola davanti a
Fuffy. Si era ripreso in fretta però e, dopo aver assunto un atteggiamento
inquietantemente tranquillo, aveva detto: - Ah! Meno male che ci sei andata tu
Hermione a riprendermi il portafoglio!- poi aveva riso di gusto, aveva salutato
Hermione con un bacio sulla guancia, Harry con una pacca sulla spalla e... ed
era sparito. Letteralmente. Nessuno lo vedeva da giorni, eccezion fatta per le
lezioni. Le rare volte in cui l'aveva beccato le era sembrato normale, era
carino e affettuoso come sempre. Rifiutava però di parlare dell'argomento.
L'unica cosa che la consolava era che Harry riceveva lo stesso trattamento.
Però lei era la sua ragazza! C'era voluto tanto per dichiararsi i rispettivi
sentimenti, Ron era un bravo ragazzo dal grande cuore, eppure ora che aveva
bisogno di lui, mancava. Triste e abbattuta mentre sfogliava un libro nella
sala comune, che a quell'ora di pomeriggio inoltrato era deserta, (probabilemnte
si stavano tutti preparando per il gran galà), Hermione si chiese infine se
aveva davvero fatto la cosa giusta.
-Hermione- era
così assorta che non si accorse che qualcuno le si era seduta a fianco sul
divano finchè, sentendosi chiamare, alzò la testa per trovarsi di fronte
proprio l'oggetto delle sue elucubrazioni.
-Cosa vuoi?- disse
brusca, voleva essere gentile, davvero, perchè era da tanto che lui non veniva
a cercarla, ma la frustrazione era troppa.
Ron
fece un sospiro dicendosi che, dopotutto, se lo era meritato; era stato un
fidanzato inqualificabile.
-Hermione, mi
dispiace!
La
ragazza spalancò gli occhi, presa in contropiede.
-Sono stato un
pessimo fidanzato, ti ho lasciato da sola ad affrontare tutto, mi sono
comportato come una cacca di troll...Ho pensato, tanto, e ...Hermione sei stata
eccezionale a fare tutto questo da sola. Mi dispiace solo che mi hai tenuto
nascosto tutto, anche se beh...come al solito hai avuto ragione, visto come mi
sono comportato. Forse i tuoi metodi non sono stati il massimo...ma perlomeno
Harry non sarà più isterico per quello- disse riferendosi alla tensione
sessuale- e poi, a lui ci parlerò io. Non sarò un genio ma quello di parlare ad
un amico, credo ancora di saperlo fare. Cosa dici? Sono perdonato?-
-Oh Ron! Si, si, certo
che lo sei!- Hermione non seppe dire altro prima di buttarglisi tra le braccia
piangendo, come quella volta di tanti anni fa. Ron imbarazzato come allora, le
accarezzò i capelli- Scusami tu invece! Avrei dovuto dirti tutto prima,
pensavo...Sono stata una sciocca. E anche con Harry....
Hermione
si sfogò a lungo mentre Ron contento per come alla fine erano andate le cose,
ringraziava mentalmente quel genio di Zabini. Anche se era dell'idea di
riuscire a dare il meglio di sé quando c'era in ballo Hermione.
Dopo
lo sfogo, Hermione si ricompose, diede un bacio a Ron e disse:- Bene!Ora credo
di dover scusarmi con Harry, riconosco di aver gestito male la cosa. Si trova
nella torrre di Astronomia vero? Mi dicono che è li dove va a rifugiarsi.
-Prima però gli
parlo io. A differenza di te, io ormai sono immune a tutti i suoi attacchi-
disse pensando ai bei epiteti che Harry gli aveva rivolto il quinto anno- se
andassi tu prima, finireste col litigare.- Ron vedendo l'espressione pensosa
della sua ragazza pensò di aver detto la cosa sbagliata, ma lei invece disse
una cosa che lui gli avrebbe rinfacciato per i seguenti dieci anni durante le
loro liti domestiche.
-Hai ragione tu,
Ron, per cui faremo come hai detto.
Un
sorriso ebete non potè fare a meno di spuntare sul viso del rosso- Andiamo
insieme! Tu aspetterai fuori dalla porta, così non perderemo tempo. Ne abbiamo
già sprecato troppo con questa storia- e così dicendo la prese per mano
aiutandola ad alzarsi. Prima di uscire dal rittratto, Ron diede un'occhiata al
suo orologio. Mmm. Aveva circa una ventina di minuti prima della chiusura. Era
meglio per Harry che gli desse retta al primo colpo.
blaise& Draco
Blaise
sapeva che Daphne stava architettando qualcosa di molto losco. Lo sapeva da
settimane e ne aveva avuto conferma quando si era sparsa la voce che lei aveva
deciso di partecipare al giro di scommesse. Da allora Blaise l'aveva tenuta d'occhio
eseguita come un segugio.La cosa si era
fatta interessante quando le perosne da una, erano diventate tre. Tra
tutta la gente che c'era a Hogwarts, Daphne aveva scelto proprio quelle che
probabilmentesapevano più di Potter e Draco di quanto ne sapessero loro stessi.
Questo, e il fatto che Piton si fosse lamentato che per l'ennesima volta
qualche canaglia gli aveva rubato ingredienti dal laboratorio, quegli
ingredienti per quella pozione dal colore marrone,avevano fatto trarre a Blaise interessanti
conclusioni. Conclusioni di cui avrebbe verificato la validità molto tempo
prima, se il principe delle serpi non avesse architettato una seriedi sabotaggi
alla sua persona, a ripetizone. A parte il fatto di non rivolgergli la parola
se non per ringhiargli contro, Draco aveva cercato di intossicarlo,
avvelenarlo, gli aveva fatto sparire i vestiti, gli faceva sparire i compiti
fatti e come se non bastasse se non stava attento rischiava di trovarsi appeso
a una caviglia ogni due secondi, lui che soffriva di vertigini. Era palese che
ce l'aveva con lui. Glielo stava dimostrando in ogni modo. Ed era altrettanto
palese che se non gli parlava era perchè lui, Blaise, doveva sapere bene il
motivo. Il che era vero. Quello che non sapeva era come fosse risucito a
scoprirlo. L'enigma però era stata risolto dopo la chiacchierata con Weasley.
Assolutamente illuminante. Gli aveva fatto capire che la partita era lungi
dall'essere finita. Doveva ammetterlo: doveva molto a quel ragazzo. Sperava
davvero che seguisse il suo consiglio. L'istinto gli diceva di si.
Così
quel pomeriggio, l'ultimo a sua disposizione, reprimendo la sua frustrazione
per tutto quel ritardo, seguì il trio portandosi dietro un'orecchia oblunga (
ringrazio mentalmente i Weasley in generale) e scoprì la verità. Il diabolico
piano di Daphne. Concitato, rendendosi conto che aveva meno tempo di quel che
pensava, si allontanò dalla stanza di quel sotterraneo polveroso. Doveva
trovare subito Draco, farsi ascoltare e convincerlo a nascondersi.Tutte cose
una più difficile dell'altra, ma lui era Blaise Zabini e la parola impossibile
per lui non esisteva e....
-Ahhhhhhhhhh....No,
maledizione Draco, non adesso!- nel tornare in camera sua era così assorto nei
suoi piani da non accorgersi che dietro la porta si era nascosto il biondino a
tendergli un agguato.
-Si, si einvece si. Zabini devi imparare la lezione-
disse diabolicamente divertito il biondo.
-L'ho imparata,
giuro! E' stata una settimana d'inferno...ma ora mettimi giù così ne parliamo!
E poi da quando usi il mio cognome?
-Da quando
scommetti su di me, Giuda!
-Ok, non mi sono
comportato bene, scusa!
-Scusa un
accidenti! Il mio si che è stato un incubo. Per di più, oltre ad aver
ignominiosamente usato il mio nome e “maledizione” nella stessa frase, osato
darmi ordini e propinarmi scuse da quattro soldi, non appari affatto pentito! Scommetto
che pensi di aver avuto ragione- disse il biondino inviperito e allo stesso
tempo divertito nell'usare quel verbo ed avere contemporaneamente Blaise in
pugno.
-Hai ragione, hai
perfettamente ragione, e potrai prendertela con me quanto ti pare, dopo,
ora c'è qualcosa di più importante, vitale direi, che ti devo spiegare...
Il
biondo assottigliò lo sguardo valutando le parole dell'amico. Ma fu solo un
attimo.
-Te lo puoi
scordare. A testa in giù si riflette meglio sui propri errori.
-E' per il tuo
bene Draco, Daphne vuole che...
-Lascia che decida
io per il mio bene. Buona serata Blaise- e furibondo sbattè la porta
andandosene.
-Merda!!!- urlò
frustrato il moro, la bacchetta per terra e lui per aria. Si chiese con terrore
quanto durasse l'incantesimo. Per il bene di tutti, e per il suo stesso,
sperava non troppo.
RON,HERMIONE & HARRY (I I parte)
Quando
Harry si vide apparire Ron, rimase molto sorpreso. Il suo amico Ron si era dato
alla macchia per giorni e giorni ma, dopo tutto quello che gli aveva fatto
passare il quinto anno, nongli riusciva
proprio di biasimarlo. Era logico che Ron temesse il ripetersi di quelle
sfuriate, persino lui riusciva a stento a sopportarsi a quel tempo. Anche in
quel periodo a dirla tutta, ma tant'è. Sapeva di rendersiridicolo e patetico, ma aveva faticato tanto
a conquistarsi uno spazio, ad essere artefice del suo destino, che sapere che
tutto quello che aveva vissuto era frutto del disegno di qualcun altro... gli
ricordava i tempi in cui Dumbledore gli diceva di fare una cosa senza però
spiegargli mai veramente tutto. Molto frustrato, ecco come si sentiva. Con
Hermione ma soprattutto con se stesso. E ora che era riuscito a digerire la
cosa e a capire quanto alla fine lui ci avesse guadagnato (Draco baciava
benissimo oltre a saper fare un mucchio di altre cose...), complice il fatto
che ormai il gioco era agli sgoccioli, non riusciva a trovare un modo carino
per avvicinarla senza apparire un perfetto imbecille. Ed ora ecco apparire Ron
con un aria seriosa non da lui. Sembrava più serio di Percy, il che era tutto
dire.Il rosso, chiudendo accuratamente la porta e lanciando contemporaneamente
un incantesimo silenziante, lo raggiunse in tre falcate e ponendogli le mani
sulle spalle come fa un padre con un figlio disse:- Harry lo so che Hermione è
pazza. Sono il suo ragazzo per cui, credimi, lo so. Però so anche che è
dannatamente intelligente e quando fa una cosa lo fa per un buona ragione. E so
anche che ti vuole un mare di bene e che se fa, le follie che fa, è per il bene
tuo e un bene generale. Non mi fraintender eh! Penso ancora che Malfoy si uno
stronzetto bastardo e che hai dei gusti davvero, davvero pessimi. Però mi va
bene. Non che tu abbia bisogno del mio consenso per qualcosa... però giuro, non
ho quasi problemi. E... beh... credo tu debba fare pace con Hermione, amico.
-Wow!- disse Harry
dopo un attimo di imbarazzato silenzio. Imbarazzato perchè Ron aveva appena
fatto il discorso più eloquente e più intelligente di tutta la sua vita mentre
lui in quegli ultimi giorni si era comportato in modo indecente- Wow, Ron sei
stato... magnifico...
-Dici sul serio
Harry?- disse quasi scodinzolando l'altro ragazzo, che si era aspettato tutto
tranne un complimento- ha ha ha, si in effetti sono stato magnifico!-
-Uh beh, allora io
non ho più scuse, se anche tu ora agisci in modo maturo credo che dovrò
farloanche io. Naturalmente quello che
hai detto era tutto giusto e vero. Sono stato un cazzone.
-Noooooo. Sei
stato nella norma, credimi il quinto anno è stato peggio-
Harry
sghignazzò complice.
-E comunque non è
che io sono stato meglio, sono sparito come un vigliacco.
-E' tutto posto.
Capito che siamo stati dei cazzoni tutti e due ora lasciamoci tutto alle
spalle.
-Con piacere!
Harry mi puoi fare un favore però?
-Certo!
-Per favore, per
favore, non fare quelle cose davanti a me!
-Quelle cose,
cosa?- chiese Harry non capendo.
-Quelle che
Hermione ti ha visto fare con malfuretto- disse Ron facendo uno sforzo
sovraumano nel tentivo di non immaginarsele.
-D'accordo Ron!- E
Harry ridacchiò di gusto.
-Bene!- disse Ron
visibilmente sollevato- e ora devi solo parlare con hermione e tutto sarà
risolto.
-Ah sai dove è
ora, così risolviamo subito
-Veramente è
dietro la porta, che aspetta...- disse Ron imbarazzato.
-Oh
beh...d'accordo già che ci si sono- Harry improvvisamente parve nervoso.
-Herm, vieni, ora
puoi entrare- la chiamò il rosso dopo aver dissolto l'incantesimo silenziante.
Hermione
aprì la porta lentamente e disse timidamente- Ciao Harry..
-Ciao Hermione-
disse Harry concitato.
-Ragazzi io
andrei...- e guardando l'orologio con fretta improvvisa Ron si dileguò
Ron&dean
Dopo
aver lasciato Harry e Hermione al proprio destino, sicuro del fatto che almeno
con lui non ce l'avrebbero avuto, Ron si chiese ancora una volta se seguire
l'ultimo e più enigmatico consiglio di Blaise, fosse una cosa saggia. Trafelato
per la corsa lungo i corridoi, giunse in fine in sala grande, nell'angolo in
cui Seamus aveva fatto un banco per le scommesse, gemello di quello che già
c'era in sala comune. Si frugò nelle tasche alla ricerca di qualcosa, qualunque
cosa, da scommettere. Vi trovò un solo zellino e con quello si diresse al banco
delle scommesse dove in quel momento c'era solo Dean, intento a chiudere cassa
e controllare i libri di conto.
-Siamo chiusi-
disse Dean senza neanche alzare lo sguardo dal libro. Seamus era un maledetto
rompiscatole e se i conti non rano perfetti gli faceva sconti sulla sua già
risicata percentuale.
-Chiusi?- disse
Ron in tono stridulo. A quel verso Dean levò gli occhi dal testo per fissare
Ron con sufficienza.
-E' scritto nel
cartello- disse indicando qualcosa in basso. E in effetti c'era un enorme
pannello luminoso che portava scritto “Chiusura inderogabile alle ore 19.00”.
Ron guardò il suo orologio che segnava le 18.59.
-Manca un minuto
tecnicamente sono ancora in tempo!
-Il tuo orologio è
sicuramente in ritardo. Mi dispiace Ron, nessuna eccezione.
-Neanche per un
amico?
-Mi dispiace.
-Esci con mia
sorella!
-E questo cosa
centra?
-Beh devi essermi
riconoscente per tutte le volte che non ti ho preso a pugni quando pomiciavate
in pubblico in quel modo osceno!
-Scusa?- il tono
di Dean era tra lo sbalordito e il perplesso.
-Ti prego...-
piagnucolò Ron.
Dean
soppesò per un attimo la cosa poi sospirò e disse- Va bene, da qui. Dimmi
quanto vuoi scommettere e su chi o cosa?- disse aprendo la cassa.
-Uno zellino-
disse Ron allungandogli la moneta. Dean inarcò un sopracciglio ma non disse
niente.
-Su chi o cosa?
Ron
non rispose. Non ne aveva la minima idea. Blaise gli aveva detto di scommetere
ma non gli aveva detto altro. Massaggiandosi le tempie con fare pensoso, Ron si
disse che dopotutto Harry e malfuretto avevano già perso ma che se conosceva
bene la sua ragazza avrebbe fatto in modo che nessuno ci guadagnasse sopra. Per
cui nessuno avrebbe vinto.
-Ok, allora tu
punti su “nessuno”. Davvero Ron un bel coraggio soprattutto considerando che
gioca anche la Greengrass. Non ti facevo un giocatore d'azzardo.- e con u tonfo
chiuse il libro e la cassa.
-Cosa? No Dean io
non ho ancora deciso!!- disse con panico Ron. Aveva fatto il ragionamento ad
alta voce!
-Mi dispiace Ron
ma ho già fatto un eccezione. Non posso anche sgarrare sulla regola “ la prima
cosa che dicono, vale”.
Ron
pensò non per la prima volta, ma sicuramente mai con così tanta ragione, che
Seamus era il diavolo.
All'ora
di cena tutto era pronto. La sala comune, grazie al sapiente lavoro di Pansy,
era grandiosa. Un po' troppo stucchevole e decorata per i gusti sobri di
Hermione, ma comunque bella. Dopo aver fatto pace con Harry e avergli
raccomandato di non muoversi per nessun motivo dalla torre di grifondoro,
Hermione era scesa per assistere alla festa, augurandosi che non accadesse
nulla e che Draco avesse avuto il buonsenso di tenersi al riparo da eventuali
macchinazioni. Ron l'aveva raggiunta poco dopo, più allegro del solito anche se
continuava a fulminare Seamus con lo sguardo. Seamus poi si era vestito del suo
abito migliore e lanciava grandi sorrisi. L'unica altra persona che sorrideva
quanto lui era Daphne, bellissima nel suo abito da cocktail blu elettrico.
Lo
spettacolo che andò in scena sul palco fu divertente e molto ben fatto, ma
nessuno ci fece caso. La maggior parte della gente si ingozzava di cibo o si
abbeverava a grandi sorsate di punch corretto, lanciando occhiate furtive
all'enorme orologio montato su ordine di Seamus, aspettando che accadesse
qualcosa.
Quello
che preoccupava Hermione era il non vedere Zabini da nessuna parte. Diventò
sempre più nervosa man mano che ci si avvicinava allo scadere e del tempo e
ormai quando con sollievo vide che mancavano una manciata di secondi alla fine,
ecco che accadde, quel che accadde.
Daphne
si alzò dalla sedia come se fosse stata spinta da una molla. La faccia di Harry
era smarrita.
In
quel silenzio Draco Malfoy non trovò di meglio da dire che :- Ops!
Dopo
di che scoppiò il putiferio.
NdA: avevo la storia scritta da mesi!
L'avevo scritta a mano sul mio quaderno negli appunti tra un ritaglio di tempo
e l'altro, tra una pausa studia e l'altra. E' stata una sofferenza fisica
sapere che la la storia c'era, scritta e finita, ma non avere il tempo per
trascriverla sul pc! Dopo il tram tram dei pre appelli, mi sono messa
d'impegno. Volevo farvi un regalo di Natale, e quindi ecco qua. Ci sono altre
quattro pagine circa con l'epilogo. Le ho
divise apposta perchè vorrei che tutti quelli che hanno seguito “the
player”inquesti anni, mi lascessero un
loro commento prima della fine. Perchè questa sarà la mia unica ultima
fanfiction che scriverò. Magari cercherò di finire “profumo” ma non ci credo
neppure io. D'ora in poi mi dedicherò al massimo alle traduzioni, e alla mia
storia originale. Col 2009 si chiude un ciclo(per cui la fine della storia sarà
postata prima di capodanno).Grazie infinite a tutti quelli che hanno recensito
e letto! ^^ besos! E BUON NATALE!!
Capitolo 9 *** Il re del gioco parte II + epilogo ***
NdA: un mese il mio pc stanco di me probabilmente, ha gettato la spugna
e ha deciso di autodistruggersi
NdA:
un mese fa il mio pc stanco di me probabilmente, ha
gettato la spugna e ha deciso di autodistruggersi. Mi è quasi venuta una crisi
isterica perchè io senza il pc
non vivo o quasi (dal momento che scrivere a mano, è una tortura). Quando
finalmente ne ho avuto un'altro sono incominciate le sessioni d'esame. Ma non
parliamo di queste cose, l'importante che ora sono qui e questo è l'ultimo
capitolo di “the player”. Godetevelo!^__^
“Il
re del gioco parte II + epilogo”
- Ho vinto io!- una voce
cristallina e cantilenante di pura gioia si levò dal trambusto della folla, che
Hermione cercava invano di tacitare. Harry dal palco
borbottava ancora dei deliranti “non è come sembra” a cui nessuno per altro
dava ascolto. Seamus aveva un espressione
dell'altro mondo, di chi sa di aver puntato sulla preda sbagliata.
- Ho detto....HO
VINTO IO!- disse la bionda serpeverde dopo aver
lanciato su se stessa un incantesimo sonorus. A quel
punto udirla non fu affatto un problema e i mormorii cessarono.
Con passo leggero si avvicino
fino a Finnigan e con un sorriso cordiale disse:- mi
pare proprio che la vincitrice sono io - disse lanciando uno sguardo eloquente
al duetto sul palco- Non c'è bisogno che ti dica che mi devi consegnare il
premio. Dopotutto oggi io sono la regina del gioco.
Ma prima che Seamus potesse rispondere Hermione
si intromise- Allora non ti dispiacerà se prima faremo i dovuti accertamenti!-
il tono era serio e vi si poteva leggere la sfida.
- La Granger
ha ragione, il regolamento prevede che prima vengano verificati i fatti.- Seamus che quando si trattava di sganciare la grana era
sempre molto dispiaciuto, fu contento di essere appoggiato dalla bruna grifondoro.
- Questo è un oltraggio! La
verità è sotto gli occhi di tutti! Ma... se ci tenete tanto per me potete anche
procedere- disse Daphne in tono canzonatorio, sicura
della sua vittoria.
- Perfetto!- e così dicendo Seamus tirò fuori dalla tasca interna del suo abito un intera fiala di veritaserum,
che gli procurò un'occhiata di disapprovazione da parte di Hermione.
- Tu ti porti dietro il veritaserum, ma non lo sai che è vietato l'uso tra gli
studenti?! Oh lasciamo perdere...-
dal momento che serviva allo scopo Hermione decise di
sorvolare sul fatto che un allievo della scuola andasse in giro con una
sostanza illegale.
- Harry, Malfoy
se per cortesia potete avvicinarvi a noi- disse Seamus
in un tono formale non da lui.
Harry guardò confuso Hermione, indeciso sul da farsi; il cenno d'assenso di Hermione lo rassicurò abbastanza da decidersi a scendere
dal palco seguito da Malfoy, il quale invece era fin
troppo disinvolto. Entrambi bevettero un sorso dalla fiala.
-Siete voi Harry Potter e DracoMalfoy?-
-Si- risposero all'unisono.
-Siete sotto l'effeto di imperius o un filtro
d'amore?
-No.
Seamus si sgonfiò come un bigne
scoppiato per il troppo ripieno.
-Aspettate!- disse la bruna-
c'è ancora una cosa che bisogna provare!
-Ora si rasenta il
ridicolo!Siate testimoni del fatto che la Granger
cerca inutili scuse per impedirmi di ricevere il giusto premio!- disse Daphne rivolgendosi alla folla.
Ma Hermione,
incurante delle parole della bionda, strappò di mano la fiala a Seamus e svuotò il contenuto! Mormorii sconvolti si
diffusero per la sala, la stessa Daphne ne fu
impressionata.
-Siate testimoni del fatto
che mi sono sottoposta a veritaserum e che quindi
quello che sto per dirvi corrisponde a verità. Qualche giorno fa ho fatto un
incantesimo di localizzazione su Harry e su Malfoy,
per tutelare il mio amico da trucchi e inganni. E infatti
basterà un semplice “revelo” per rendere evidente a
tutti ciò che sto dicendo. Seamus procedi tu, affinchè nessuno pensi che in realtà io usi questo, come
pretesto per fare l'incantesimo in questo momento-l'irlandese
non se lo fece ripetere due volte e dopo aver pronunciato quelle parole il
braccio di Harry fu illuminato da un bracciale di luce rossa mentre il braccio
di Malfoy invece no. Un sonoro OH si diffuse dalla
folla.
-Questo non è DracoMalfoy! E' solo qualcuno
assoldato dalla Greengrass per prendere le sue
sembianze- disse trionfante Hermione. Harry al
sentire quelle parole prese la distanza di almeno cinque passi dal biondo. Chi
diamine aveva baciato??
-Menzogne!- disse Daphne fuori di sé dalla rabbia. - E' tutto un trucco
architettato dalla Granger e da Finnigan,
il veritaserum non mente mai! Avete sentito la verità
dalla bocca dei due coinvolti! Come potrebbero loro mentire??E
soprattutto dove sarebbe ora questo “vero” Malfoy?-
-Sono qui!- tuonò una voce in
fondo alla sala. Tutti si voltarono in quella direzione e poterono vedere il
quadretto più insolito su cui avrebbero mai posato gli occhi. Un Malfoyfurioso, trascinava per la
collottola un TheodoreNott
piuttosto malconcio. Al suo fianco BlaiseZabini, la faccia serafica e tranquilla di un budda orientale.
-Tu brutta strega! Come hai
osato giocarmi questo brutto tiro!-dire che la faccia di Daphne
era verde dalla paura, era dire poco - ho rischiato di essere la vittima di
questo maniaco sessuale, se non fosse stato per l'intervento tempestivo di Blaise a quest'ora chissà cosa mi sarebbe successo! E fate
sparire quel damerino buono a nulla! Avrà anche la mia stessa faccia ma non ha
neanche un decimo della mia eleganza!-
-A giudicare dal tono non ho
dubbi che questo sia il vero DracoMalfoy, ma tanto perchè il
pubblico ne abbia la certezza, Seamusperchè non fai anche a lui il revelo?-
Seamus, nuovamente allegro, agitò pigramente la bacchetta e
in un secondo il braccio del biondo si illuminò di un anello verde. La folla
applaudì estasiata.
- Ehm...-
intervenne Zabini quando l'applauso si esaurì- tanto
per rispondere alla prima domanda di Daphne... io
dico che effettivamente esiste un modo per aggirare il veritaserum
e ciò spiegherebbe
come quell'individuo sia riuscito a mentire. Si tratta di
una pozione ancora in fase sperimentale (non riusciamo ancora a contenere certi
effetti collaterali) elaborata da me, con l'aiuto di Draco.
L'immunità è solo temporanea, tuttavia permette a chi ne fa uso di mentire
anche sotto veritaserum. Era una formula segreta o
almeno così pensavamo. I miei complimenti Daphne, non
pensavo fossi una ladra così eccellente!- le ultime parole Zabini
le disse con evidente sarcasmo, a cui segui una generale risata da parte di
tutti i presenti.
-Bene! Allora non posso far
altro che decretare la squalifica della concorrente DaphneGreengrass!- disse Seamus
allegramente.
Daphne che non si sarebbe mai aspettata una simile
conclusione, lanciò un lamento da oca ferita, e se andò furibonda dalla sala,
lanciando urla per tutti i corridoi del castello.
Nello stesso momento Nott collassò sul pavimento e il finto Draco
scappò dietro le quinte e c'è chi giura di avere visto una folta chioma di
capelli neri sparire dietro il palco.
- Ma allora chi ha vinto?-
chiese qualcuno dalla folla.
- Già chi ha vinto??
- ha hahaha!
- rise di gusto Finnigan-cari miei,
ovviamente nessuno, per cui ho vinto io! Ha hahaha, perchè quelle facce?
Quando non vince nessuno i soldi rimangano alla cassa, quindi a me!- Hemione fece una smorfia disgustata-
Avanti Dean tira la riga sul libretto delle scommesse, dobbiamo
festeggiare!
- Ehm veramente Seamus...
- Dean, che c'è
- Veramente un vincitore c'è.
- Ma certo: io!
- Mi dispiace contraddirti ma...no.
- Come, no?- Finnigan perse tutto il colore sulle guance, mentre aprendo
il libro delle scommesse, vi lesse l'ultima che vi era stata annotata.
- Il vincitore è Ronald Weasley- decretò Seamus con voce
funerea.
Ron, che per tirarsi su dalla
sorpresa di tutti quegli avvenimenti, era andato prendersi un bicchiere di
punch corretto, per lo shock sputò il liquido che aveva in bocca.
- Miseriaccia...miseriaccia è vero!! ecco ho la
ricevuta proprio qui, che lo prova- e così dicendo si infilò energicamente la
mano nella tasca dei pantaloni per tirarne fuori un foglietto spiegazzato- ecco
c'è scritto :”Ronald Weasley scomette su nessuno”-
- E a quanto ammonta la
somma?- chiese Harry a cui era tornato il sorriso, mentre andava a spiare
contemporaneamente nel libro di conti che aveva in mano Dean.
-10 000 galeoni- disse Dean
impressionato.
-10 000...-
squittì Hermione.
- Amico, sei ricco!- esclamò
Harry dando una sonora pacca sulla schiena al rosso. Se tutto quello che aveva
passato alla fine serviva per dare del bel gruzzolo a chi se lo meritava, e Ron
se lo meritava eccome, allora avrebbe sopportato volentieri un'altra scommessa del
secolo.
- Ha hahaha!- Ron ebbro dalla gioia scoppiò in una risata
fragorosa. Stritolò Harry in un abbraccio, poi andò a baciare appassionatamente
la sua ragazza e si mise a correre per la sala balbettando “ sono ricco”. La
folla ben presto lo segui applaudendo e acclamando. I grifondoro
lo sollevarono sulle loro teste e lo portarono in trionfo nella loro torre
seguiti da tutta la scuola.
Nella sala rimasero solo
poche persone, tra cui Harry, Hermione, Blaise e Draco. La bruna trascinò
il moro per un braccio e arrivati davanti ai due serpeverde
disse:- noi dobbiamo parlare- e i quattro si dileguarono nella notte.
In quell'aula in disuso del
castello si potevano sentire gli schiamazzi della folla e gli ordini secchi della
Maggranitt che cercava di zittire e disperdere la
folla.
- Zabini
- Granger
- Ti ho portato qui perchèMalfoy deve dirti
qualcosa.
Draco fece una smorfia. Dal momento che Blaise
lo aveva salvato dalle grinfie di Nott, ormai
considerava il debito dell'amico abbastanza saldato e quindi era piuttosto
riluttante a dargli il colpo di grazia. Ma era anche vero che la Granger gli aveva appena salvato la reputazione e un
accordo era un accordo. Oltretutto aveva molto più paura di quello che avrebbe
potuto fargli la ricciuta se avesse taciuto, piuttosto che temere ciò che poteva fargliBlaise se avesse
parlato. Blaise gliela avrebbe perdonata. La Granger no.
- Io e Potter stiamo insieme.
Anche se sarebbe più esatto dire che facciamo quelle cose insieme. La Granger ci ha beccato una settimana fa. Ti darei anche una
dimostrazione pratica ma l'idea di baciarlo in questo momento, sapendo che ha
posato le labbra su uno sconosciuto impostore che l'idiota – qui finse di
ignorare un ehi indignato di Harry- ha scambiato per
me, mi fa passare la voglia. Oltretutto anche volendo non potrei- e così
dicendo alzò il braccio facendo mostra dell'anello luminoso.
- Oh...-
disse Hermione imbarazzata mentre in un secondo
scioglieva l'incantesimo.
I due sospirarono di sollievo
e pur fosse evidente l'attrazione reciproca, il biondo si ritrasse di qualche
passo.
- Non vorrai dirmi che ora mi
eviterai a causa di questo stupido incidente- esclamò Harry.
- Perchè
no? Così impari a baciare chi ti capita
- Ti ricordo che era identico
a te, non è colpa mia se esiste la polisucco.
- Avresti dovuto capirlo!
Quello li non aveva neanche metà del mio fascino!
- Può darsi ma a mia discolpa
va il fatto che era da una settimana che eravamo forzatamente separati quando
quello lì uguale a te mi è saltato addosso non c'ho capito più nulla!
- Davvero?
- Davvero! Non voglio passare
altri giorni così...
Si guardarono così
intensamente che nella stanza sembrava ci fossero solo loro due.
- ehm...-
si schiarì la voce Hermione- credo che possa bastare,
Blaise ha capito, ora potete anche andare- i due non
se lo fecero ripetere due volte e sparirono dalla loro visuale per rintanarsi
chissà dove. Dopotutto la scommessa era finita
- Va bene Granger
ammetto la mia sconfitta- disse tranquillo Blaise una
volta che i due se ne furono andati.
La bruna aggrottò le sopracciglia,
preoccupata da tutta quella apparente calma
- Oh, so cosa stai pensando Granger e no, non sto macchinando qualcosa. Semplicemente è
da un settimana che ne sono al corrente per cui ho
avuto un sacco di tempo per rielaborare la notizia.
- Come?- chiese sorpresa la
ragazza.
- Ha importanza? Comunque
sono il miglior amico di Draco per un motivo. Mi
accorgo quando gli capita qualcosa, soprattutto quando questi cerca
ripetutamente di attentare alla mia vita in ogni modo possibile- disse Blaise ridacchiando. Poi si ricordò dei
terribili momenti passati appeso a testa in giù prima di essere trovato
per caso da Millicent, e il sorriso svanì.
- Bene! Allora sai anche che
ora devi aiutarmi con la modifica del regolamento- disse Hermione
piccata.
- Lo so. Domani mattina ti
arriveranno dei documenti utili alla tua mozione e se ciò non bastasse sarò
pronto ad appoggiarti pubblicamente in consiglio.
- E smetterai anche col gioco
- Mi pare ovvio. Oltretutto
non credo che Finnigan avrà voglia di imbastire un
giro di scommesse troppo presto. E comunque...E' stato
un piacere gareggiare con te granger.- e così dicendo
le porse la mano.
- Anche per me- e la ragazza
gliela strinse raggiante.
Una mattina di qualche giorno
dopo Hermione si decise a esaminare i documenti che Blaise gli aveva spedito. Effettivamente erano tutti molto
interessanti e utili e le avrebbero fatto risparmiare un mucchio di ricerche in
biblioteca. C'era da aspettarlo da un ragazzo intelligente e metodico come Zabini. Sorrise contenta che alla fine un nemico si fosse
trasformato in un prezioso alleato e che le cose fossero andate così bene. Era
stato una specie di miracolo, perchè se a qualcuno
fosse venuto in mente di chiedere “in che occasione aveva fatto l'incantesimo
di localizzazione” lei sotto veritaserum non avrebbe
potuto fare a meno di raccontare l'episodio degli spogliatoi, smascherando il
suo amico e se stessa e rendendo inutile ogni suo tentativo di proteggerlo.
Scossa la testa scacciando quelle brutte congetture e fu allora che notò che in
fondo a tutti i plichi vi era allagata una lettera.
“ HermioneGranger,
colgo l'occasione per ringraziarti profondamente del tuo
aiuto (anche se inconsapevole), senza il quale gli eventi che si sono
verificati, non si sarebbero verificati. Per quanto abile io sia, e credimi lo
sono, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza il tuo mirabile
acume. Ad ogni modo se quanto segue ti turberà o offenderà ,
mi premuro di chiedere scuse fin da ora. Non e' mia intenzione vantarmi o umiliarti,
ma di premiarti semmai, in quanto credo tu ti sia guadagnata il diritto di
sapere, quel che c'è da sapere. Forse questo getterà anche una buona luce sulla
mia persona e sulla mia famiglia. Non sai quanto è seccante essere famosi perchèla propria madre è
additata, ingiustamente, come una vedova nera, mia madre che non sarebbe capace
di fare del male a una mosca. Semplicemente lei aveva a disposizione più
informazioni degli altri. Il suo è tempismo, non crimine.
E' quanto avevo da dire.
Il futuro ti riserva tante belle cose Granger, me lo
“sento”. Anche se sarebbe più corretto dire che lo vedo.
Cordiali saluti
BlaiseZabini.
Ps: confido sul fatto che manterrai il segreto.”
“ albero genialogico
della famiglia zabini”
Hermione non capì l'enormità di ciò che stava leggendo se non
quando si imbattè in un nome a lei conosciuto “
Cassandra Zabini”. Come un fulmine prese dalla scrivani il libro “storia dell'aritmanzia
vol.1” e lo aprì in fretta a furia. Non ne era sicura, sperava tanta di
sbagliarsi. Poi scorse il nome che cercava e lesse.
“Cassandra Zabini ( 1300- 1350), è conosciuta come la più grande
chiaroveggente inglese ( in quanto lo era la madre) di
tutti i tempi, alcuni addirittura dicono che il suo talento era paragonabile a
quello dei discendenti della famiglia Cooman. Nel
1323 all'età di ventitrè anni teorizza la prima forma
di mantia basata su un sistema numerico e getta le
basi della moderna aritmanzia. Tra le sue predizioni
sono annoverate........”
Tutto quello che era
successo, tutto fin dall'inizio e la fine poi, tutto era stato architettato,
pensato, sorvegliato e diabolicamente calcolato da BlaiseZabini. Perchè
lui l'aveva già visto. Perchè lui era un
maledettissimo veggente. L'urlo di Hermione si
sentì per tutta la torre di grifondoro.
“ perchèBlaise
è il nostro re, ogni due ne azzecca tre ...”
EPILOGO:
non trascorse neanche una settimana che Harry Potter e DracoMalfoy furono avvistati a
copulare in ogni angolo del castello, senza neppure premurarsi davvero di
nascondersi. La cosa non sorprese più di tanto anche se
mandò Daphne in analisi. Tanto impegno per una bugia
per poi scoprire che era vero.
Tuttavia dopo un mese nessuno
riusciva più sopportare tutta quell'esplosione ormonale al punto che la Maggranitt si vide costretta a inaugurare un seminario di
educazione sessuale e costringere i due ragazzi a parteciparvi, non prima però
di avergli strigliati per bene a proposito della moralità e del decoro.
Finita la scuola nessuno
avrebbe scommesso sul fatto che tra quei due sarebbe continuata e invece con
grande sorpresa di tutti, il giorno del compleanno di Harry i due annunciarono
che sarebbero andati a vivere insieme. Attualmente Harry sta seguendo il corso
di addestramento Auror e Draco
è agli inizi di una brillante carriera al ministero. Nonostante tutto i due continuano a litigare e ,per il bene della
salute mentale di Ronald Weasley, le parole più
affettuose che si siano mai detti sono state: “caro ti odio”. Certe cose non
cambiano mai.
SeamusFinnigan dopo un periodo di
smarrimento dovuto alla perdita di tanto denaro, cercò di rimettersi di nuovo
in attività. Iniziativa però che non ebbe successo in quanto mentre si
esaminava la modifica del regolamento Granger-Zabini
ci fu un totale proibizionismo. E quando finalmente riuscì ad ottenere quella
tanto agognata licenza, ormai l'anno scolastico era bello che finito. Se prima
ne aveva avuto il sospetto con questo ne ebbe la conferma: Hermione
era un donna diabolica.
Dicono che non si sia mai ripreso
da quel colpo, anche se recentemente circolano voci sul fatto che abbia aperto un agenzia pubblicitaria e che le cose inizino ad ingranare,
al punto da aver ricevuto una commissione dai gemelli Weasley
per pubbblicizzare dei loro nuovi prodotti. Perchè, per usare le parole che Fred usò per descriverlo: “Seamus sarebbe in grado di vendere ghiaccio anche agli
eschimesi”.
Ronald Weasley
dopo un esultanza che durò almeno un mese, spese i
primi i soldi per rifarsi il guardaroba, per comprare una scacchiera di lusso e
un anello di fidanzamento con un diamante grosso quanto una nocciolina per Hermione, a cui chiese di sposarlo appena finita la scuola.
Per fortuna sua e della futura signora Weasley, da
quel momento in poi i soldi li gestì Hermione la
quale li investì in certe azioni babbane facendo quintiplicare il loro valore. Quei soldi permisero loro di
dare la caparra per la loro prima casa insieme e per
pagare i corsi di addestramento di Ron. Il resto fu posto al sicuro alla Gringott per il futuro della nuova generazione Weasley.
HermioneGranger entrò al ministero
e fin da subito si fece notare per la sua diligenza e ottima competenza nel
lavoro. Tuttavia invece di farsi assegnare a un reparto prestigioso, scelse
quello più ostico noto come “reparto per le relazioni e tutela delle creature
magiche”, impegnandosi in una grossa campagna di sensibilizzazione per le
condizioni degli elfi domestici.
Ancora oggi quando si
incontra con Zabini alle cene (perchè
essere amica di Harry significa frequentare pure gli amici del suo ragazzo) Hermione fa una strana smorfia che nessuno è mai riuscito a
giustificare, mentre Zabini si limita a sorridere.
Tutti ci scherzarono sopra almeno finchèGinny non ironizzò sul fatto che poteva essere tensione
sessuale e allora nessuno ne parlò più per un pezzo, perchè
Ron da quel momento non fu più lo stesso. Una scenata di sua moglie, esasperata
dall'atteggiamento, e qualche giorno passato a dormire sul divano però, ebbero
l'effetto di farlo rinsavire. Tant'è che lui e Blaise
condividono attualmente una grande amicizia.
BlaiseZabini da quel lontanto 14 febbraio non scommise più su nulla e smise di
tormentare il suo biondo compagno di stanza con frasi suadenti e parole veritiere.
A parte qualche occasione, quando Draco era
particolarmente insopportabile.
Nessuno a tutt'oggi sa che
lavoro faccia.
Si sa solo che vive nel lusso
di un appartamento, a metà strada ta i Potter-Malfoy e i Weasley, e che
i soldi gli vengono apparentemente dal nulla. Tuttavia ci sono testimoni che
assicurano che faccia parte di una segreta quanto speciale cellula all'interno
ministero che gestisce le unità di crisi e di averlo visto più volte
sgattaiolare di nascosto all'interno del ministero durante i periodi più
critici. Così come c'è chi è pronto a giurare che di averlo visto nella tv babbana come consulente spirituale di qualche nota star, o
in India con al seguito una stuolo di seguaci adoranti
che lo chiamano il “guru”.
Ma ai più non importa e chi
ha frequentato Hogwarts lo ricorda solo come il più
grande e impareggiabile RE del GIOCO.
NdA:
non ci credo. E' finita. Sono contenta e allo stesso tempo un po' triste.
Quando ho incominciato non pensavo sarebbe stato così difficile portare a
termine questa storia eppure eccomi qui. Ce l'ho messa tutta. Ringrazio tutti,
chi ha letto, chi ha commentato, tutti!
Spero di
avervi appassionato ma soprattutto divertito e intrigato! Cosa ne pensate di Blaise? Ve lo aspettavate? Aspetto i vostri commenti, credo
di meritarmelo, poi sono curiosa di sapere cosa ne pensate, qualsiasi cosa
pensate!!!^__^
E'
tutto. Qui finisco! Lirio
voglio
ringraziare particolarmente chi in questi anni ha lasciato un commento, perchè se non ho mollato è anche grazie a loro: Grazie mille
a Suicidal Love, Ametista, Evol,
Axyna, RiashiHasegawa, Little Fanny, ragazza silenziosa, emogirl in pink, jessy in pink, SoRifan, dany23, rioki,
strega_del_lago, 1992, tess4ever, SammyMalfoy, Evil_Angel, Chase, zafirya, MORFea, Selvy, Nike87, herm 85, piccola_lenne, Ary Vano 90', fra29 … spero di non aver dimenticato nessuno!