THE PLAYER

di Lirio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** the player ***
Capitolo 2: *** the female player ***
Capitolo 3: *** La scommessa del secolo ***
Capitolo 4: *** Giocare a nascondino ***
Capitolo 5: *** Quando il gioco si fa duro... ***
Capitolo 6: *** Faccia da poker ***
Capitolo 7: *** Carte scoperte ***
Capitolo 8: *** Il re del gioco ***
Capitolo 9: *** Il re del gioco parte II + epilogo ***



Capitolo 1
*** the player ***


The player

Dopo tanto tempo alla fine ho deciso di rivedere “The player” e di renderlo il più corretto possibile. E’ l’unica fan fiction lunga che abbia mai finito, è quella che mi ha divertito di più scrivere e a cui ovviamente sono più affezionata. Non so se ritornerò mai nel mondo delle fan fiction, attualmente sto lavorando ad una mia serie che spero vedrà luce prima di Natale. Buona lettura, divertitevi con The player. =)

 

 

                The player

 

 

 

A Hogwarts era risaputo che Blaise Zabini era il re incontrastato e imbattuto - come lui modestamente sottolineava- delle scommesse. Non puntava sempre ma le volte che lo faceva vinceva maledettamente sempre. La sua immensa e sfacciata fortuna ebbe inizio una domenica mattina di novembre, quando era in programma la prima partita della stagione di Quidditch. In campo: Grifondoro contro Serpeverde. Dire che l'atmosfera era elettrica era riduttivo.

Chiunque fosse pratico di Hogwarts era sicuro di poter vedere a quell'ora un marasma di gente tutto tranne che discreto, accalcarsi intorno al tavolo grifondoro e più precisamente intorno a un certo irlandese dai capelli biondo paglia e il sorriso furbo.

Sia la vittoria Serpeverde che quella Grifondoro veniva data 2 a 1.

 

-        50 falci che il boccino lo prende Harry!-

-        3 galeoni che lo prende Draco!-

-        25 falci sulla vittoria grifondoro 330 a 60!-

-        2 galeoni anch'io sullo tesso punteggio!-

-        Ron, tu punti?-

-         No passo...- disse tetro il rossino guardandosi le tasche vuote.

-        Dean?-

-        10 galeoni sui nostri ovviamente, 310 a 70!-.

In sala era un susseguirsi di voci e di soldi che passando di mano in mano finivano tra quelle avide di Seamus Finnigan, l'irlandese più famoso di Hogwarts.

Alla vista di tale calca, delle cui intenzioni non limpide non c'era da dubitare, un ciclone ricciuto e saccente, corrispondente al nome di Hermione Granger, si precipitò tra la folla come un generale tra i disertori.

-        Ma tu guarda... Ronald cosa ci fai qui?- interloquì in una perfetta imitazione di una furiosa Molly all'indirizzo di un improvvisamente impaurito rosso.

-        Herm! Non è assolutamente come sembra! Non sto neanche puntand...-

-        E voi qui ! Non mi sembra questo il luogo adatto per certe cose!-

-        Hermione non fare così, sai bene che sul regolamento non c'è niente che vieti questa dilettevole attività- le disse il suddetto irlandese con l'espressione più sincera e candida al mondo, anche se il ghigno che si era lasciato sfuggire tradiva qualsiasi apparenza di candore.

-        Dilettevole un accidente Seamus! Questo giro lucroso di soldi è ...è...-

-        Puntate! Puntate per gli infortuni!- disse un assistente.

-        4 galeoni per incidente Potter!-

La ragazza scandalizzata si voltò verso il rosso, quasi fosse colpa sua.- Hermione tesoro, io non ho puntat...- cercò nuovamente di dire con voce piagnucoloso-sepolcrale. Hermione gliela avrebbe fatta pagare anche se non centrava niente."Ragionevole dubbio" avrebbe detto.

Ma la mora con un'occhiata che avrebbe fatto incenerire senza bacchetta la foresta proibita, lo zittì ed esclamò rivolta nuovamente a Finnigan: - Scommettete anche sugli incidenti?-

-        6 galeoni Malfoy in infermeria!-

-        13 galeoni che Potter va in infermeria!-

L'irlandese fece spallucce e sfoderò un tale sorriso d'angelo che nessuno si sarebbe meravigliato di veder comparire aureola e ali. La ragazza non potendo fare nulla pestò forte un piede per terra.

-        Beh Seamus prima o poi farò approvare la regola che vieta le scommesse! Su questo si che ci puoi scommettere!- e come una furia prese Ron per un braccio e se lo trascinò dietro.

-        Tesoro ti giuro che non ho fatto niente...- ma la ragazza impassibile continuò a camminare per  allontanarsi dalla folla. - Herm, amore...-.

Dall'altra parte della sala, dei ragazzi dalla divisa verde -argento ridacchiavano per lo spettacolino a cui avevano appena assistito.

-        Hn. Patetico...- fu il commento della voce strascicata di un ben noto biondo- Ad ogni modo, non trovi che sia ridicolo scommettere su chi vincerà? E' ovvio che prenderò io il boccino e che vincerà Serperverde- aggiunse il biondino rivolto a un altrettanto famoso ragazzo dalla pelle scura e dai bellissimi occhi neri.

-        Naturalmente. Vincerai e farai vedere a sfregiato i sorci verdi....- disse un assorto Blaise che non prestava neanche la minima attenzione al discorso del biondo. Dall’altra parte della sala un inquietante Antony Dolohov gli stava lanciando sguardi furtivi.

Blaise sospirò. Aveva contratto un debito con questi quando, per salvare da pestaggio sicuro un novellino della loro casa, che doveva dei soldi a Dolohov, si era offerto di saldare il debito al posto suo. Peccato che lui 40 galeoni non ce li aveva! Si maledì ancora una volta per essere l'unico serpeverde della sua casa a non sapersi fare i fatti suoi. Il fatto era che quel bimbetto aveva un’aria talmente spaurita e talmente idiota che non aveva potuto non intervenire. Poi quando aveva provato a chiedere al suo amico Draco se gli prestava 40 galeoni (la sua paghetta era sfumata per acquistare un regalo per il suo biondo amico), questi gli aveva risposto che se lo poteva pure scordare, che non erano affari suoi se si era rincretinito a fare azioni samaritane e che l’acquisto della sua lozione per capelli, guarda caso del costo di 40 galeoni, aveva la precedenza. L’amicizia! Puah!

Improvvisamente però ebbe una magnifica intuizione, proprio guardando il tavolo delle scommesse. “Visto che non me li vuoi dare, beh me li farai guadagnare 40 galeoni, mio caro Draco”- Ehm....e lui perderà i 20 galeoni che ha scommesso sulla nostra disfatta -.

La frase ebbe subito effetto, Draco si voltò verso di lui come al rallentatore, sfoderando un'espressione oltraggiata.

-        Che cosa? Potty ha osato scomettere...-

-        370 a 60. Weasel invece ha scommesso che saresti finito in infermeria. - aggiunse mentendo spudoratamente. Il biondino si morse il labbro inferiore.-  Naturalmente solo 3 falci-.

All'espressione impietrita di Draco facevano da contorno i mormorii di disapprovazione e le imprecazioni del resto della squadra, che essendo tutti seduti allo stesso tavolo, non avevano faticato a cogliere le parole di Blaise.

-        Ah… e Marcus, dovresti proprio fargliela pagare, hanno scommesso che finivi in infermeria anche tu - la faccia di Marcus Flitt era tutta un grugno.

-        E tu come sai tutte queste cose?- chiese a un certo punto Azazel Mcnair, portiere di Serpeverde.

Blaise indicò eloquentemente una ragazza che civettava con Finnigan- Dalla Brown, ovviamente-.

-        Squadra agli spogliatoi! – disse perentoriamente il capitano della squadra, più furente che mai.

-        Blaise, ci vediamo dopo- disse apparentemente impassibile il biondo ma con uno sguardo negli occhi molto, molto assassino.

-        Si  certo - disse il moro e lo salutò pigramente con la mano.

Non appena Draco se ne fu andato Blaise si guardò furtivamente intorno, controllando non ci fosse quella pettegola di Pansy nei paraggi. Constatato di avere via libera, con non chalance si diresse verso la calca al centro della sala, proprio quando l'irlandese stava chiudendo il banco.

-        Finnigan, aspetta un momento. Scommetto 40 galeoni su partita sospesa!- l'irlandese rimase per un attimo sconcertato, un po' perchè la somma non era indifferente, un po' perché era da anni che a Hogwarts non si sospendeva una partita. Tuttavia non era da lui rifiutare un pollo che si gettava nella sua rete. Perciò sorrise e prese nota della puntata.

 

 

Che l’umore di Draco fosse pessimo lo si poteva notare sin dagli spalti, così come quello di Flitt il cui “ giocate sporco” fu perfettamente udibile anche da quella distanza. Fu una delle partite più sporche di tutti i tempi. Blaise ghignò soddisfatto: la partita venne sospesa dopo neanche mezz'ora di gioco. La faccia di Seamus al momento di sganciare la grana era sinceramente colpita. Quello fu l'inizio della carriera di Blaise come scommettitore. Non perse mai una scommessa e divenne in pochissimo tempo uno dei top client dell'irlandese. Tuttavia Blaise non scommetteva spesso, né era possibile individuare uno schema per capire con che criterio sceglieva le partite a cui partecipare. Invano Finnigan, il cui giro di scommesse comprendeva campi più interessanti di quello sportivo, cercava di farlo partecipare a quel certo giro, avendo notato che quando scommetteva Blaise gli affari erano era più vertiginosi.

-        scommetto ** galeoni che Piton porta i mutandoni!-

-        scommetto ** galeoni che Paciock ci mette 3 ore per scendere dal platano picchiatore!-

-        scommetto ** galeoni che Harper ci mette 90 secondi a venire!-.

A Hogwarts si scommetteva davvero su tutto. Blaise però non si lasciava coinvolgere in simili quisquilie, “scommettere con classe" era il suo motto. Meglio lasciare rami così poco edificanti del giro di scommesse, a gente di cattivo gusto come Zacharias Smith o Daphne Greengrass.

E per chi era del settore e anche per chi non lo era, Blaise venne ben presto identificato come The King, il padrone di Hogwarts, l'incontrastato re del gioco.

 

 

 

 

-        Blaise non pensi sia ora di ammettere che hai sangue veggente che ti scorre nelle vene?- disse una mattina di gennaio un seccato Draco Malfoy. La serpe bionda se ne stava davanti allo specchio ad allacciarsi elegantemente la cravatta.

-        Ha ha ha… - le risate venivano dall’interno del bagno da cui poco dopo uscì Blaise semi vestito - Non meno di una settimana fa ti ho fatto vedere l’albero genealogico della famiglia Zabini e hai potuto controllare tu stesso che non è così-

-        Tsè , e chi mi assicura non fosse fasullo -

Blaise alzò le spalle - Puoi sempre fare una ricerca in biblioteca no? Così ti liberi di ogni dubbio!-

Il biondino corrucciò le labbra sottili, mentre si metteva il mantello sulle spalle.

-        Sei ancora arrabbiato per quella faccenda eh?- aggiunse il moro facendo sussultare l'altro - Sinceramente Draco: era prevedibile. Anche un cieco lo avrebbe capito-.

Qualche settimana prima Draco e Blaise avevano avuto una leggera “divergenza di opinioni”. Blaise sosteneva, per chissà quale assurdo motivo, che l'eterissimo Theodore Nott fosse stracotto del suddetto biondino. Draco aveva educatamente ma energicamente replicato che era un pazzo visionario- traduzione aveva urlato istericamente-. Blaise con quell’antipatica aria saccente che assumeva quando sapeva di avere ragione, aveva detto infine le parole profetiche “scommetto 40 galeoni che ho ragione io!”.

Draco era sbiancato e gli era servito tutto il suo contegno Malfoy per non svenire di paura. Quando Blaise scommetteva 40 galeoni su qualsivoglia cosa, quella cosa come d'incanto accadeva. Non lo faceva sempre, ma quando lo faceva quel farabutto ci azzeccava. Quella volta non aveva fatto eccezioni.

-        Dovresti sapere ormai che ho sempre ragione- aggiunse paternalmente il moro.

-        E l’insopportabile tra i due sarei io?- disse stizzito il biondo alzando il sopracciglio nella tipica espressione Malfoy che non prometteva nulla di buono.

-        Dai scherzavo...-

Draco però aveva ancora il broncio- Non c’è niente per cui scherzare! Ti ricordo che è a me che Nott ha fatto la dichiarazione d’amore, in sala comune per giunta, davanti a tutta la nostra casa!-

-        Oh Draco, collo di cigno, fiore di giglio, i tuoi capelli sono come la luce di primo mattino...-

-        Blaise! Ti sei imparato a memoria il suo discorso…- esclamò orripilato il biondino.

-         I tuoi occhi sono come il cielo d'autunno, le tue dita perfette, come quelle di un pianista…-

-        …-

-        per me sei il sole che mi scalda, la luna che rasserena le mie notti, il tuo nome è poesia…. E io ti am...-

-        (levicorpus!)-

-        ARGH! Draco!-

-        Hn… te la sei cercata -

-        Fammi scendere sai che soffro di vertigini….- piagnucolò il moro.

-        No! -

-        Per favore...-

-        Ciao Blaise, ci vediamo a lezione.- e fischiettando allegramente, Draco si dileguò.

 

 

 

 

Scocciato e parecchio trafelato Blaise Zabini correva lungo i corridoi nel tentativo di arrivare in tempo per la lezione di trasfigurazioni, convinto di essere in ritardo. E già si immaginava una lavata di capo da parte della vecchia MacGranitt quando allo svoltare dell'ultimo angolo invece di un corridoio deserto, trovò invece l'ingresso dell'aula ghermito di studenti. Avevano fatto un cerchio intorno a quella che sembrava una vera e propria zuffa alla babbana. Non fu molto sorpreso  di vedere che i protagonisti erano Harry Potter e il suo amico Draco. Succedeva spesso di quei tempi. Scosse la testa.

-        Oh, ciao Zabini. Ti aspettavo da un pezzo - disse Ronald Weasley che assisteva indifferente allo spettacolo.

-        Weasley, ciao! Siamo alle solite?-

-        Alle solite…devo ammettere che il gancio destro del tuo amico sta migliorando-

-        Merito degli allenamenti da battitore di questa settimana. Comunque anche Potter non è niente male con quel suo atterramento a forbici. Uh! Questa era cattiva! Dai forza Draco alzati!-.

Di quei tempi ormai non era poi troppo difficile trovare studenti di Serpeverde e di Grifondoro impegnati a conversare civilmente. Anche se si trattava di Blaise Zabini e Ronald Wealsey.

Dopo la caduta di Voldemort, molti contrasti si erano appianati. Certo Blaise non avrebbe mai sospettato che un giorno avrebbe conversato amichevolmente con “Weasel”, ma il miracolo era stato reso possibile proprio da quei due, Harry Potter e Draco Malfoy. Il fatto che litigassero ad ogni occasione per i motivi più futili, aveva fatto scaturire un senso di solidarietà reciproco nei due ragazzi, i quali più volte si erano trovati a separali e impedir loro di commettere cazzate di grandezze colossali.

-        Come mai non sei ancora intervenuto?-

-        Beh aspettavo te, sai quando non si è in due è un tantino complicato separarli e io non ci tengo ad immolarmi. Poi dovevo un favore personale a lui…- e così dicendo indicò Seamus Finnigan che con il suo inseparabile libretto, annotava le puntate.

-        Già, quei due faranno la sua fortuna se continuano così- aggiunse sospirando il moro.

-        Si ma forse, con un po’ di fortuna, i colpi presi ventileranno i loro cervelli-

-         Eh ora speri troppo Weasley!-

-        Miseriaccia… ma la smetteranno mai quei due di odiarsi?-

-        Odio dici…? No….Questa è tensione sessuale allo stato puro. Dai retta a me Weasley, qui ci vorrebbe una bella scopata, e dopo vedrai come andranno d’accordo, se hai capito cosa intendo - disse maliziosamente strizzando un occhio, mentre il rosso rideva- Su questo si che ci scommetterei-

-         Dici davvero Zabini? Guarda che ti prendo in parola e ti annoto sul mio book- disse Seamus sbucando apparentemente dal nulla.

-        Finnigan! Vuoi farmi avere un infarto?- esclamò sussultando il moro.

-        Non farei mai del male al mio giocatore preferito! Ah Ron grazie, ritieni pure il nostro debito annullato- Ron sorrise sollevato alla notizia.

-        Sapete ultimamente gli affari vanno a gonfie vele, i due si scannano quasi ogni settimana e ormai c’è un business su chi vince, quanti giorni in infermeria…- disse con un sorriso a trentadue denti l’irlandese.

-        Ma tu non ti fermi proprio mai?- chiese vagamente interessato Zabini.

-        No…. Ho le mie ragioni naturalmente. Comunque dicevi tensione sessuale…E ci scommetteresti?-

-        Oh no, voi non scommetterete proprio su un accidente! Anche se sulla tensione sessuale Zabini ha ragione, non sono disposta a fare sconti!-

-        Certo che ho ragione – replicò il serpeverde quasi infastidito.

-        Hermione, che piacere! - disse l'irlandese, nascondendo il libretto delle scommesse dietro la schiena. La bruna lo guardò malissimo e diede inizio a ennesima discussione. Ron, che all'apparire della sua ragazza si era fatto piccolo piccolo, con una reazione a scoppio ritardato sbottò- Davvero Herm lo pensi anche tu?-

-        Fra tre giorni si terrà un consiglio e… eh? Penso anch’io cosa?-

-        Pensi anche tu si tratti di tensione sessuale?- chiese candidamente Ron.

-        Naturale, è talmente evidente! Quei due si mangiano con gli occhi, probabilmente da anni -

-         Così tanto? - esclamò scandalizzato il rosso- Non sarebbe ora di fare qualcosa?-

-        Impossibile - si intromise Blaise- Ho pensato, mi sono scervellato per lunghe notti e non ho trovato una soluzione. E vi assicuro che il mio cervello è sopraffino. Draco è irremovibile e Potter...-

-        Harry è un testone! - dissero in coro Hermione e Ron.

Approfittando del cambio di argomento, Seamus si defilava come un anguilla tra la folla.

-        Nonostante tutto però, io non sarei così pessimista, Zabini.- dichiarò la bruna- Una soluzione forse c’è -

-        No, è impossibile -

-        Niente è impossibile, per chi sa usare il cervello!-

-        Stai per caso insinuando che io non lo sappia usare Granger?- (Seamus Finnigan era ormai arrivato dall’altra parte della folla).

-        No …non ….- ma poi Hermione si fece coraggio e sbottò- Beh si. Forse non hai pensato troppo a lungo Zabini! Forse a te fa comodo che quei due si azzuffino, così puoi scommetterci sopra!-

-        Ehi voi due…- cercò di intervenire Ron.

-        Zitto!- dissero in coro Blaise e Hermione. La disputa tra titani aveva finalmente inizio. Non lo aveva mai detto apertamente ma era risaputo che Hermione Granger dava la colpa delle scommesse a Zabini, perché quando giocava lui il giro aumentava. Ciò era deducibile dall'ardore, al limite dello stalking, con cui gli toglieva punti alla minima infrazione. Era altrettanto risaputo come questo rompesse letteralmente le scatole a Zabini.

-        E tu vuoi dirmi che riuscirai dove io fallisco da ben due anni?-

-        Si! E ti dirò di più: ci metterei non mesi, ma giorni!-

-        Ah davvero? Allora visto che la sai così lunga, provaci! Avanti trova un modo in…40 giorni!-

-        Mi stai proponendo una scommessa Zabini?-

-        Perchè no?-

-        Va bene ci sto!- Ron guardò la sua ragazza come se di colpo avesse scoperto di stare con una lumaca carnivora.

-        Oh Ronald non fare quella faccia, è a fin di bene!- disse lei anche se non sembrava troppo convinta.

-        Esattamente. E dimmi Granger cosa mettiamo in palio?-

-        Naturalmente sottolineando che il beneficio più grande l’otterranno Harry e Malfoy (Seamus ormai aveva ripreso la sua attività come se nulla fosse)…Se ci riesco e quindi vinco, tu non scommetterai più. Mai più. E mi aiuterai a far approvare la regola che vieta le scommesse -

-        Oh. Giochiamo duro… d’accordo Granger, allora se vinco io e tu non ce la fai, lascerai perdere questa faccenda della regola…e darai immunità alla sottrazione di punti a tutti noi serpeverde!-.

Hermione parve ripensarci un attimo, ma poi si morse il labbro e con sguardo risoluto disse:

-        Accetto!- e lei e Zabini si strinsero la mano.

-        Benissimo…40 giorni a partire da oggi Granger! Weasley sarà meglio che li separiamo, la      MacGranitt sta arrivando -

-        Certo...- disse ancora allibito il rossino.

-        Oddio! Seamus! Mi sono distratta e... – disse  la mora cercando di oltrepassare il marasma di gente. Ma Seamus era già al riparo al di là della folla.

-        Su coraggio Draco, andiamo! – disse Zabini mentre con un incantesimo gli fermava l’emorragia al naso.

-        Non finisce qui sfregiato!- disse alzando un pugno mentre veniva trascinato via da Blaise, verso  l'infermeria.

-        Scappa pure, prima che finisca di deturpare il tuo visino delicato Malferret!- rispose Harry mentre veniva trascinato in infermeria per un altro corridoio.

-        Mi stai dando dell’effeminato!? Tu..!-

Ron e Blaise si scambiarono un'occhiata della più pia comprensione, prima di scomparire dalla rispettiva visuale e sussurrare quasi contemporaneamente “ tensione sessuale”.

-        Eh?- dissero Potter e Malfoy altrettanto contemporaneamente nei due diversi corridoi.

-        Niente Harry, niente- disse il rossino.

Blaise Zabini si limitò a ghignare.

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Capitolo 2
*** the female player ***


  

   

                       The female player

 

 

 

Il mondo era impazzito, pensava Harry. Era l’unica spiegazione logica. Stentava a credere che fosse bastato la parola di una vecchia megera per rendere la sua vita un inferno. Di nuovo. Non bastava aver passato l’intero anno precedente a lottare contro quel simpaticone di Voldemort, che non aveva trovato di meglio da fare che esercitare le sue manie omicide su di lui. No, proprio no. Morto quel fottuto bastardo, il destino doveva per forza prendersela con lui.

Era naturale.

Ovvio.

Non poteva lasciare in pace il povero Harry e perché mai? Troppo poco divertente!

Il ragazzo sospirò esasperato, mentre con una mano si allargava il nodo della cravatta. Improvvisamente tutto aveva iniziato a infastidirlo. Pure quella stramaledetta cravatta. Ormai era prossimo alla crisi di nervi.

Era in ritardo di nuovo e certo non per colpa sua. Chiunque avrebbe potuto notare il suo abbigliamento trasandato che in quei giorni aveva raggiunto livelli storici. Harry, rassegnatosi, non ci faceva neanche più caso.

La cosa più irritante era vedere -praticante ogni volta che svoltava un angolo di Hogwarts- nugoli di ragazzine che gli lanciavano occhiate furtive e mormoravano sottovoce. Non avevano la decenza di aspettare che lui si allontanasse per lanciare gridolini e risate soffocate in malo modo? Dovevano proprio ridergli in faccia?

I maschi erano tuttavia, peggio: gli lanciavano sguardi maliziosi, oppure lo guardavano con malcelato entusiasmo quasi fosse un sacco di galeoni ambulante. Grazie a Seamus questo era quasi vero. Seamus! Se gli metteva le mani addosso… ma quello screanzato si volatilizzava prima che Harry potesse fare anche solo un passo verso di lui.

Ma la cosa più intollerabile di tutte, era vedere il ghigno che da qualche giorno a quella parte sfoderava Piton ogni volta che lo vedeva. Era un miracolo se non gli si erano ossigenati i capelli per la rabbia e lo shock! “Oh per merlino cosa vai a pensare!” si disse, “ci manca solo che diventi ossigenato anche tu come quell’altro e allora si che potrai buttarti dalla torre di astronomia!”.

Già. L’altro.

La situazione era davvero ridicola. Era capitato con lui nei posti e nelle ore più insensate. Sarebbe impazzito come gli altri ne era sicuro. I primi effetti già li stava sperimentando: pensava cose senza senso, cose imbarazzanti...Non voleva incontrarsi di nuovo con lui, gli inquinava il cervello. Infatti si era accorto che non trovava poi tanto fastidioso passarci del tempo, anche se si pestavano a morte. Anzi mettergli le mani addosso quasi gli piaceva. “Magari sono un amante del sadomaso”, aveva formulato perplesso.

Quasi arrivato all’aula di incantesimi, Harry era speranzoso, convinto di poter finalmente frequentare una lezione in santa pace senza che gli capitasse qualcosa. Era già dovuto sfuggire a un "agguato”. Stava quindi per mettere piede in classe quando all’improvviso sentì una stretta famigliare all’ombelico e guardando in basso, prima che tutto sfocasse, riuscì a vedere cosa aveva determinato la sua disgrazia. - Maledizione!-.

Aveva pestato una falce che era sul pavimento. Qualcuno diabolicamente l'aveva trasformata in passaporta.

In un attimo atterrò pesantemente su un duro pavimento in pietra, con un tonfo sordo.

-        Ahia! Seamus brutto..!- e qui usò un linguaggio talmente colorito da far accapponare la pelle anche a uno scaricatore di porto.

-        Buon pomeriggio Potter - disse una voce strascicata alle sue spalle.

-        Malfoy -

-        Vedo che hai gradito anche tu…-aggiunse lievemente divertito.

-        Hmpf!- sbuffò e poi si lasciò cadere a peso per terra, con un braccio a coprirgli gli occhi.

Accidenti ma quando sarebbe finita? Beh una cosa lo sapeva bene: quando era iniziata.

 

 

 

Qualche giorno prima in un precisato pomeriggio di gennaio…

 

 

 

-        Harry, Ron! Nessuna scusa dovete venirci!- disse perentoria la voce di una strega molto famosa a Grifondoro -e non solo-, per la sua saccente pignoleria e bravura.

-        Tesoro tregua! È di sabato pomeriggio!- si lagnò Ronald Weasley.

-        E con ciò?-

-        Come con ciò Herm? Sabato pomeriggio uguale libertà; e tu vorresti obbligarci a partecipare a una conferenza?-

-         Ron ha ragione. Non puoi proprio fare a meno di noi?- si intromise Harry.

-        Certo che posso fare a meno di voi, ma si da il caso che questa sia la prima conferenza che Hagrid -il nostro amico Hagrid- gestisce e dovremmo esserci tutti a fargli da sostegno morale e aiutarlo nell’organizzazione-

-        Mmm… hai ragione ma...- cercò di dire Harry.

-        Certo che ho ragione-

-        Dicevo, – disse un po’ accigliato il moro- si hai ragione ma…-

-        Basterai tu come aiuto Hermione, sei talmente in gamba che noi ti intralceremmo soltanto…- intervenne Ron in sostegno dell'amico.

-        Ronald Weasley non ci provare…ti avverto se non vieni quella cosa che vuoi tu non accadrà stasera né nelle prossime sere- disse in tono angelico la ragazza.

-        Vengo!- disse come una scheggia il rosso.

Harry imbarazzato non sapeva se ridere o piangere. Le donne e il loro trucchi! Ma Hermione doveva proprio tirare in ballo un argomento del genere? Associare i suoi due migliori amici e la parola sesso gli riusciva ancora piuttosto difficile. Sapendo comunque che Ron non sarebbe mai andato da solo a torturarsi, Harry cercò con non chalance di dileguarsi. Ma prima che riuscisse anche solo a fare un passo un artiglio -alias la mano di Ron- lo fermò per un braccio ed esibendo un'espressione da cane abbandonato tremendamente convincente, disse:

-        Vieni anche tu Harry, vero?-“Troppo lento Harry” pensò questi. Appena beccava Seamus doveva farsi svelare il segreto di come faceva a dileguarsi come un fantasma.

-        ...Ehm, va bene-

-        Grazie amico!- “e la chiamano amicizia” pensò Harry, sconsolato.

 

 

 

 

 

 

Sabato pomeriggio, il giorno della conferenza, arrivò in un lampo. Il moro più famoso di Hogwarts non era proprio euforico. Aveva molto di meglio da fare. Ossia non fare niente. Ci voleva impegno anche per non fare niente dopotutto!

Eppure il suo migliore amico Ron aveva dovuto coinvolgerlo nelle sue beghe sessuali. Cosa centrava lui? Non era certo lui ad andare in bianco se non partecipava!

Sospirò mentre assieme a suoi due amici si dirigeva in sala grande. Solo Hermione pareva entusiasta.

Da tutt’altra parte di Hogwarts un altro famoso trio si dirigeva alla conferenza. Zabini, Parkinson e … Malfoy. Se fosse dipeso da Blaise lui se ne sarebbe stato allegramente a farsi i cavoli suoi. Aveva provato di tutto ma proprio di tutto per dissuadere Draco dall’andarci.

Invano.

Il biondino non l’aveva neppure ascoltato.

Ossessionato dal fatto che il suo ultimo anno doveva essere perfetto, andava ad ogni conferenza che si teneva a Hogwarts pur di guadagnare punti in più per i M.A.G.O. Neppure il fatto che fosse una conferenza curata dal mezzo gigante (di fatto curata dalla Granger) lo aveva in qualche modo fermato. Persino Pansy nel cui aiuto aveva sperato, era voluta andare e tutto per la paura matta che aveva di sbagliare all’esame trasfigurazione.

Blaise tuttavia tentò ancora di fermarlo.

-        Senti Draco...-

-        La risposta è no Blaise-

-        Ma se non hai ancora sentito…-

-        Noi ci andremo a questa conferenza che tu lo voglia o no. E tu verrai con me, Blaise. Sai bene che non posso prendere appunti perché mi fa ancora male il braccio destro dopo l’ultima zuffa con sfregiato- per un attimo il bel biondo corrugò la fronte.

-        Appunto Potter! Non hai pensato che verrà anche lui? È una conferenza del suo “grande amico guardiacaccia” senza contare che è la Granger la coordinatrice.

-        Sciocchezze. Potter è un pigro buono a nulla. È impossibile che venga, scommetto che sarà in giro a rotolarsi per i prati di Hogwarts!-

-        Come vuoi. Ma io scommetto che...-

-        Blaise non lo dire o ti appendo pere una gamba al soffitto!-

-        ...ci sarà -

-        Blaise!-

-        Signori silenzio per favore, sta per iniziare!- disse una accigliata McGrannit. Senza neanche accorgersene erano già arrivati in sala grande.

-        Mi scusi professoressa- rispose deferente il biondino lanciando un'occhiataccia a Blaise. Con gli occhi cercò tre posti liberi in cui sedersi. Ce ne erano proprio tre lì vicino, accanto a quel ragazzo dai capelli neri, arruffati, occhiali, occhi verdi e... cicatrice!

-         Merlino Blaise, sei uno iettatore, un porta sfiga, un uccello del malaugurio! Altro che re del gioco!- sussurrò guardandolo in cagnesco.

-        Io non centro proprio niente Draco, sei tu che sei voluto venire…- rispose di rimando il moro con un ghigno.

-        Coraggio voi laggiù sedetevi che tra poco inizia- interruppe la McGrannit.

Fu solo in quel momento che Harry si accorse a chi si rivolgeva la professoressa e chi fossero i tre che stavano per occupare i tre posti vuoti accanto al suo.

Metà sala impallidì l’altra metà si eccitò. Seamus sbucò dal nulla con un libretto in mano.

Il clima era teso e quando gli sguardi di Draco e Harry si incrociarono si poté avvertire distintamente la scarica elettrica.

-        Potter…- pronunciò con tono volutamente sdegnoso il biondo.

-        Malfoy…- rispose nello stesso tono il moro.

-        Oggi non sono qui per giocare con te Potter, quindi vedi di non infastidirmi. Non parlare, non fiatare, anzi se mi fai il favore di non esistere ti potrei anche ringraziare-

-        Malfoy perché non sparisci tu? Faresti un favore non a una persona ma a tutta la comunità magica, credimi-

-        Tu…-

-        Silenzio!- sentenziò la McGrannit ponendo fine alla discussione.

Hermione scosse la testa, Seamus deluso si rimise il block notes in tasca, Blaise guardò indagatore Hermione, Pansy si arricciò i capelli con le dita... Ron sussurrò “tensione sessuale”.

-        Cosa hai detto Ron?-

-        Niente Harry-

-        State zitti voi due, arriva la dottoressa - li ammonì Hermione.

Proprio in quel momento fece il suo ingresso una vecchia signora, dall'età indefinita, forse cinquant’anni, azzardò Harry ma non ne era sicuro. Indossava un bel completo da strega nero lucido e un eccentrico cappello arancione in testa. Gli occhiali le davano un’aria professionale ma si poteva notare dal colore rosso fuoco delle unghie che quella non era una donna con cui scherzare.

-        Buon pomeriggio ragazzi. Innanzitutto ringrazio il professor Rubeus Hagrid per l’accoglienza – applausi e inchino imbarazzato di Hagrid.- Ad ogni modo io sono la dottoressa Emily Bones, laureata in scienze comportamentali delle creature magiche. Oggi sono qui per illuminarvi un po’ riguardo al mondo delle creature magiche. Molti pensano che essendo animali il loro comportamento sia dettato dall’istinto, in realtà alcune azioni comportamentali sono dettate da motivazioni tutt’altro che istintive e, per così dire, quasi umane…-.

Il cervello di Harry si scollegò in automatico. Non aveva né la volontà, né la voglia di seguire cosa diceva quella megera. Resistette per quaranta minuti buoni, dopodiché decise di seguire l’esempio del suo amico che appoggiatosi con il mento sulla mano si era bellamente appisolato. Hermione era così presa che neppure se ne era accorta.

Harry così non si sentì in colpa pertanto a chiudere gli occhi. Giusto per riposarli un po’. Ma non appena li ebbe chiusi gli arrivò una dolorosa gomitata al fianco sinistro.

      -     Ahia, ma cosa…? Malfoy, che vuoi?-

-        Forse tu vuoi essere uno zoticone come il pezzente di lenticchia, ma io non voglio che la dottoressa veda che sono seduto vicino a un maleducato nullafacente come te, che non sa neppure stare sveglio ad una conferenza!- disse acidamente il biondino.

-        Malfoy vuoi dirmi come farebbe a vederci se ci sono come minimo una ventina di file di sedili davanti a noi e abbiamo le spalle dell’altissimo Justin Flicther a coprirci?-

-        E con questo? E' il principio Potter, il principio -

-        Il principio un ficco secco Malfoy. Tu non hai principi, non hai neanche morale se è per questo!-

-        Non ti permettere io sono pieno di principi!-

-        Seee, come no..!-

-        Si dice “si”, Potter, “ si”, ma dove hai imparato la dizione, da un esercito di giganti?-

-        Oh fanculizzati Malfoy!-

-         Affogati sotto le docce, Potter!-

-        Cadi dalla scopa!-

-        Oh no quella è un tua prerogativa, se non sbaglio-

-        Come lo è la tua è finire col diventare furetti!-

-        Beh almeno io ero un bel furetto, dubito che tu saresti stato altrettanto grazioso da animale, sfregiato!-

-        Non mi dire che ti stai veramente vantando di una cosa del genere?-

-        Perché non dovrei?-

-        Sei ridicolo Malfoy-

-        Zitto idiota!-

-        Idiota a chi brutto…- i due si erano alzati e si tenevano entrambi per il della tunica, dando spettacolo a tutta la platea.

-        Potter! Malfoy!- disse indignata una furente McGrannit. - Vi rendete conto che siete nel bel mezzo di una conferenza!? Voi avete mancato di rispetto…-

-        Non si preoccupi professoressa, dopotutto sono giovani, così pieni di energia, così inconsapevoli dei loro sentimenti - disse con un sorriso che non prometteva nulla di buono. -In questo modo abbiamo potuto avere la prova tangibile di ciò che stavo dicendo. Che fortunosa coincidenza!-  Draco e Harry guardarono la dottoressa senza capire. Nessuno dei due aveva seguito le ultime battute del discorso.

-        Tranquilli ragazzi, sedetevi. Dunque stavo dicendo…nel regno animale la fase del corteggiamento avviene esattamente come tra gli esseri umani. Quando si è in prossimità delle stagione di accoppiamento e un soggetto sente il bisogno di unirsi a un suo simile, gli ormoni si attivano provocando nel soggetto uno stato di eccitamento e aggressiva euforia. Tale atteggiamento è detto tensione sessuale e precede l’accoppiamento sessuale vero e proprio. Esso è confuso con il rifiuto, ma la componente fondamentale del rifiuto è la mancanza di interesse, tuttavia una reazione così partecipe può indicare soltanto desiderio represso. Ciò è piuttosto evidente tra le specie feline tuttavia è tra le specie monogame che tale comportamento assume un più alto significato. Queste ultime manifestano il comportamento più umano che possa avere un’animale, infatti il corteggiamento non è breve come nelle altre specie, questo perché si sta scegliendo un partner per la vita. Gli ippogrifi, monogami per eccellenza, ci mettono settimane, a volte perfino mesi, per conquistare una compagna così come pure alcune specie rare di rettile. Ad ogni modo il tempo medio stimato è di 7 settimane. Anche tra gli studiosi dei comportamenti umani il tempo di tensione sessuale che ante cede il coito, è stimato della stessa durata della fase di eccitamento animale. Questo significa che in realtà i maghi hanno molto in comune con le creature magiche, come hanno potuto dimostrare quei due baldi giovani seduti là in fondo -.

Un mormorio sommesso si levò dalla sala, voci concitate ed eccitate. Pansy era a dir poco scandalizzata e guardava a turno la donna, Potter e Draco con la bocca aperta. La dichiarazione era riuscito persino a spiazzare Seamus che però si era subito ripreso e aveva tirato di nuovo fuori il block notes. Non mancavano neppure gli scatti fotografici frenetici di Colin Canon. L’unico che non sembrava veramente sorpreso era Blaise che guardava insistentemente una Hermione Granger imbarazzatissima, la quale a sua volta guardava davanti a sé, cercando di far finta di nulla.

Harry si sentiva troppo osservato per i suoi gusti e non capiva veramente il perché. Insomma cosa aveva detto la megera di così scandaloso da far eccitare tutti? Nuovamente, non aveva prestato la minima attenzione al suo discorso.

Iniziò a solleticarsi i capelli alla base del collo con le dita, come faceva sempre quando Piton lo interrogava. Draco invece che aveva capito benissimo, con tutta la l’indignazione Malfoy che gli riuscì di concentrare, si alzò in piedi e alzando la mano disse:

-        Mi scusi professoressa ma credo di non aver capito bene-

-        Certo caro dimmi pure-

-        Lei non ha appena detto che ….- Draco corrugò la fronte, sintomo che era veramente furente- che tra e me questo….coso, - e così dicendo additò Harry come se fosse uno scarafaggio- c’è ehm… della “ tensione sessuale”, vero?-.

A quel punto Harry che sperava di aver capito male e che Malfoy fosse impazzito, si alzò come una molla e grido un: - Cosa cavolo stai dicendo Malfoy? - Draco lo fulminò con uno sguardo.

-        Oh no, signor Malfoy ha capito benissimo. Sono fermamente convinta di ciò che ho detto. È tensione sessuale…come accade tra gli ippogrifi e alcune specie rare di rettili-.

Draco sbiancò di nuovo per la seconda volta in una giornata e come un blocco di ghiaccio si sedette sulla sedia, quasi in trance. Harry, confuso, passò con gli occhi in rassegna la sala. Cosa c’era di così grave?

Blaise si passo una mano sulla faccia. Accidenti. Lo sapeva, se lo sentiva che sarebbe successo qualcosa.

A quel punto un certo irlandese alzò la mano come un fulmine e disse- Mi scusi dottoressa…. lei dice che solitamente il corteggiamento dura 7 settimane e poi c’è l’accoppiamento?-

-        Naturalmente. Giorno più giorno meno direi di sì-

-        E ci scommetterebbe su questo?- disse ammiccando. Harry non poté impedirsi di tremare. Draco  che sapeva dove Finnigan voleva andare a parare (era da tre settimane che le liti erano cominciate perciò facendo i conti, si poteva facilmente arrivare a un pronostico), fece finta che fosse tutto un grosso incubo e che lui stesse ancora dormendo. La sala era tutta in attesa, nessuno fiatava. Si sentiva il flash di una macchina fotografica.

-        Certo - rispose infine la dottoressa con un sorriso.

-        Grazie era tutto quello che volevo sapere- rispose sghignazzando l’irlandese.

-         Bene è tutto. Arrivederci ragazzi- e così dicendo Emily Bones uscì.

Dalla sala si levò un clamore. La gente non accennava ad andarsene e tutti guardavano curiosi i due ragazzi.

Fu solo allora che Ronald Weasley si svegliò, disturbato dal frastuono. Guardandosi intorno vide che la dottoressa non c’era più. Quindi voltandosi verso Harry cinguettò con un enorme sorriso: -Oh che bello, è finita. Harry amico, mi sono perso qualcosa?-.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** La scommessa del secolo ***


 

         La scommessa del secolo

 

 

 

 

La colpa era di quella donna. Quella Emily Bones.

Era questa l’unica cosa che riusciva a pensare Harry James Potter disteso sul duro e freddo pavimento di pietra della stanza in cui era rinchiuso con…rullo di tamburi… Draco Malfoy.

La mano che pigra gli copriva gli occhi, la schiena indolenzita, la divisa sgualcita e le scarpe slacciate: Harry si sentiva uno straccio.Con la coda dell’occhio notò che Malfoy lo guardava con aria divertita dall’altra parte della stanza, appoggiato elegantemente al muro.

-        Hai intenzione di rimanere disteso sul pavimento in eterno sfregiato?-

-        E anche se fosse?- disse Harry senza fare minimo accenno a muoversi.

-        Fa come vuoi, io mi siedo sulla poltrona: nel caso tu non l’abbia notato stavolta ci è andata bene-rispose Malfoy seguito dal flebile sussurrò schifato “altro che sgabuzzino per le scope”.Sentendolo, il moro, al ricordo della faccia orripilata della serpe quando la prima volta erano capitati nel ripostiglio di Gazza, non poté trattenersi dallo scoppiare in una leggera risata.Il biondo, che nel frattempo si era seduto sulla poltrona dandogli le spalle, si voltò a guardarlo arcuando il sopracciglio perplesso - beh cosa ci trovi di divertente?-

-        Niente - disse cercando di soffocare le risate.

-        Ti avverto Potter oggi non posso darti un bel servito, e dio solo sa quanto un bel pugno ventilerebbe quel cervello che ti ritrovi... ma- per tua fortuna- mi aspetta una settimana sfiancante di allenamenti e una punizione con quella megera della McGrannitt …-

-        Si Malfoy, capito…non serve che mi dica quante avversità dovrà affrontare il nostro povero eroe serpeverde- disse Harry stancamente mentre si alzava dal duro pavimento di pietra. Malfoy lo fulminò con lo sguardo per essere stato interrotto, ma probabilmente il fatto che non fosse in vena era vero, tant’è che gli voltò le spalle, mentre lui si avvicinava lentamente sedendosi sulla poltrona di fronte a lui. Per la prima volta nella sua vita Harry gli fu grato di qualcosa. Anche lui era parecchio esausto. Una volta seduto, diede un’occhiata intorno. Effettivamente Malfoy aveva ragione, quella volta era andata bene, almeno ci si poteva mettere un po’ comodi, anche se le decorazioni e l’arredamento erano da dimenticare.

-        Oh immagino che stavolta è stata una ragazza - disse Harry guardando infastidito la tovaglia di crine di un rosa sfavillante che ricopriva il tavolino in mezzo a loro, la teiera e le tazzine di porcellana decorata con motivi a fiori fin troppo stucchevoli. Gli ricordava terribilmente l’arredamento del locale di Madama piedi burro. Al pensiero arricciò il naso, un po’ irritato. Magari era stato una di quelle sciocche ragazzine che ridacchiavano ad ogni angolo segnalandolo come se lui non le potesse vedere, né tanto meno prendersela con loro.

-        Una stupida sciocca ragazzina! – disse Malfoy altrettanto irritato sorseggiando il tè che si era appena versato.- Senza il minimo senso di buon gusto- aggiunse guardando, se possibile ancora più schifato, addirittura indignato, la tovaglia e le decorazioni della stanza. – Non sono mai stato misogino- Harry non poté trattenersi dall’alzare a sua volta un sopracciglio. - Che c’è Potter? Comunque come stavo dicendo, non sono stato mai misogino, però ne ho fin sopra i capelli di queste ragazzine. Me le ritrovo ad ogni angolo che mi ridono in faccia! Ridano in faccia a me! Quando trovo quello stupido grifondoro di un irlandese…- e qui il biondo strinse spasmodicamente la tazza, mentre Harry allibito e divertito lo osservava. Il mondo era decisamente impazzito- pensò Harry- se lui e Malfoy si trovavano a pensare le stesse cose per giunta davanti a un tavolino con tanto di teiera, tazze da te e pasticcini.

Fu solo in quel momento che si accorse dei pasticcini. Se ricordava bene a Malfoy piacevano i bignè, o più in generale quelli con creme al cioccolato. A lui piacevano quelli con la glassa alla frutta invece, per cui prese con spontaneità uno di questi lasciando gli altri a Malfoy, il quale guardandosi bene dal ringraziarlo, ma per fortuna anche dall’insultarlo, prese a sua volta un pasticcino. Fu allora che, con incredibile orrore, si accorse che ormai conosceva abbastanza bene Malfoy da sapere quali pasticcini gli piacevano, quante zollette metteva nel tè, le sue mosse di scacchi più consuete e tante altre cose che aveva imparato di lui a furia di passare il tempo assieme.

Si il mondo era impazzito, lui era impazzito, e Seamus Finnigan era un uomo morto…lui e la sua scommessa del secolo.

 

 

 

INIZIO FLASHBACK

 

Harry non capì veramente la portata del episodio “Emily Bones” fino a quando, la seconda mattina dopo la conferenza, non si trovò davanti uno striscione formato gigante con la scritta, a caratteri cubitali, “La scommessa del secolo”. Aveva pensato fosse una cosa in cui bastava dormirci sopra e tutto sarebbe andato a posto. Dopotutto aveva affrontato di peggio (Voldemort), si era detto, e in effetti il giorno dopo la conferenza c’era stata solo qualche sghignazzata di Seamus, ma quello era di routine. Ad ogni modo al di sotto del suddetto striscione, c’era proprio Seamus Finnigan seduto ad un piccolo scrittoio, con un enorme quaderno per le puntate e un piccolo forziere per mettere i soldi al sicuro. Non aveva avuto neppure il pudore di nascondersi o scegliere un luogo appartato, anzi si era sistemato al centro della sala comune incurante di Hermione e, avrebbe aggiunto dopo, di lui soprattutto. Ma fino a quando non si era avvicinato al banco non aveva avuto sentore della catastrofe, solo un leggero odore di bruciato al massimo, ma niente di più. Chi avrebbe mai osato immaginare che Seamus avrebbe fatto una cosa del genere? Il suo amico Seamus.

C’era una calca immane intorno al banco, per cui Harry e Ron, appena scesi dal dormitorio, dovettero farsi largo a gomitate. Ron era un po’ impaurito, guardava da una parte all’altra per vedere se la sua ragazza, Hermione, era nei paraggi. Non era il caso che lo vedesse nei pressi di Seamus. Harry al vedere l’espressione di Ron, rise. Più tardi non avrebbe più trovato motivo per ridere, ma il nostro caro grifondoro era ancora ignaro e innocente. Di Hermione comunque nessuna traccia, cosa che lo stupì un po’.

La calca lo ignorava bellamente troppa intenta a cercare di prenotarsi su …che cosa? Harry era davvero curioso di saperlo. Una volta arrivato finalmente vicino all’irlandese, esordì sorridendo

-        Ehi Seamus! Cosa stai combinando di prima mattina?- Seamus che non l’aveva visto avvicinarsi, al sentire la sua voce sussultò, ma prontamente rispose con un sorriso amplissimo quanto finto. - Sto facendo la scommessa del secolo! - e indicò il cartello. Detto ciò iniziò improvvisamente a mettere via le sue cose, passando l’enorme libro delle puntate a Dean, che non essendosi accorto di Harry, fu lieto di essere lui il responsabile.

-        Amico sei impazzito! Se ti vede Hermione …-

-        Oh tranquillo non mi vedrà- disse l’irlandese improvvisamente ansioso di andarsene.

-        Seamus prima di andartene toglimi una curiosità su cosa si scommette stavolta? Magari potrei farci un pensierino- disse Harry sorridendo per giunta. A quel punto Finnigan scoppiò in una grossa risata.

-        Non puoi!-

-        Perché?- chiese Harry un po’ accigliato.

In quel momento Ron diede per caso un’occhiata al fantomatico libro delle scommesse, occhiata che basto per farlo sbiancare a tal punto che Harry credette avesse ingerito tre pasticche vomitose di fila.

-        Ron che succede? Tutto bene?-

-        E’…E’ su di te Harry!- balbettò il rosso.

-        Cosa stai dicendo...-

-        E su Malfoy…o merlino Seamus tu sei fuori di testa!- ma quando si rivolse verso l’irlandese questi non c’era più. Era magicamente sparito.

Fu a quel punto che Harry gettò a sua volta un'occhiata al libro. Non l’avesse mai fatto. In un primo momento pensò di avere le traveggole, anzi sperava, e fu per questo che strappò, letteralmente dalle mani di Dean, il libro delle puntate per verificare.

L’orrore della cosa lo invase di colpo, insieme a un senso di vertigine e un istinto omicida nei confronti di stupidi stupidissimi irlandesi amanti dei quattrini.

-SEAMUS!-

L’urlo che cacciò si sentì in tutta la torre.

 

FINE FLASHBACK

 

 

 

Successivamente Harry si disse che era naturale, ovvio, che fosse capitata una cosa del genere. Non sapeva esattamente come l’avesse presa Malfoy all’inizio, le voci ufficiali dicevano non molto bene. Le voci di corridoio dicevano che Zabini aveva avuto il suo bel da fare nel cercare di impedire al biondo di chiamare a sé un esercito di Inferius per abbattere la torre grifondoro e l’irlandese che vi abitava dentro.

Da quel giorno iniziò la persecuzione. La scommessa del secolo, così come l’aveva battezzata Seamus, consisteva sostanzialmente nel cercare di azzeccare il giorno in cui lui e Draco Malfoy avrebbero ceduto a quello che Emily Bones aveva definito: tensione sessuale. I più arditi scommettevano pure sull’ora esatta in cui sarebbe avvenuto l’exploit amoroso. Per vincere la scommessa bastava che loro due avessero un contatto amichevole: bacio o carezze di ogni tipo. Con sommo orrore di Harry c’era chi affermava con sicurezza che sarebbero finti a letto, scommettendo sulle modalità a naturalmente sul tempo. Ad ogni modo, visto che molti ritenevano che più tempo trascorrevano assieme, più avevano possibilità che succedesse qualcosa allo scadere della data scommessa, Harry e Draco si trovarono improvvisamente col vivere praticamente giorno dopo giorno spalla a spalla.

I vari concorrenti facevano ad esempio in modo che stessero in banco assieme o che finissero a lavorare in coppia. Tutto era permesso al giocatore che aveva scommesso su una certa data, tranne i filtri d’amore. La durata della scommessa del secolo era di cinque settimane, due in meno delle settimane dette dalla dottoressa perchè Seamus aveva tenuto in conto le due settimane in cui rano già iniziati gli scontri Harry aveva inoltre constatato che la fine dei giochi coincideva pietosamente con San Valentino. In tutta quella baraonda l’importante era sopravvivere, concluse Harry. Ma non aveva mai pensato che fosse così dannatamente difficile. La clientela di Hogwarts aveva una fantasia molto vivace, e lui beh… non si era mai distinto per pazienza. Il primo giorno era stato un incubo. Lui e Draco strizzati nello sgabuzzino delle scope, avevano litigato praticante subito e sfortunatamente sul più bello Draco invece dei soliti cazzotti aveva tirato fuori la bacchetta e gli aveva scagliato non sapeva quale incantesimo, uno molto cruento sicuramente. Peccato che anche lui aveva avuto la stessa geniale idea. I due incantesimi scontrandosi avevano provocato un’esplosione ed essendo lo spazio angusto, li aveva letteralmente scaraventati fuori.

I giorni successivi non erano andati meglio. Lui e Draco avevano litigato in continuazione e non mancava volta che non volasse qualche manata. Ma cercavano sempre di evitare di usare le bacchette. L’episodio dello sgabuzzino era bastato e avanzato. Solo nella seconda settimana le cose si erano un po' acquietate, ed erano riusciti a convivere e fare altre attività tra un insulto e l’altro. Cosa che gli aveva alla fine permesso di apprendere pur senza volerlo, alcune abitudini del biondo serpeverde.

Ad ogni modo, una volta ripresosi dallo shock di aver constatato quanto affinità alla fine lui e Draco avevano forzatamente assunto, Harry iniziò a riflettere su come poteva risolvere la faccenda. Altre due settimane come quelle e sarebbe schiattato se non per una crisi di nervi, per le botte che di lì alla fine dei giochi lui e Draco si sarebbero dati. Forse, magari era il caso che lui e il biondo iniziassero a cooperare. Fino ad allora si erano limitati a subire ed erano rimasti preda del gioco dei loro scommettitori/aguzzini. Ma se fossero stati loro ad accordarsi, se avessero stipulato una sorta di tregua, forse il tempo che dovevano inevitabilmente trascorre insieme, se non proprio piacevole, sarebbe stato quanto meno accettabile. Almeno avrebbe smesso di trovarsi sempre con un occhio nero. Perché non ci aveva pensato prima? Guardando più attentamente Malfoy e ripensando a come riusciva a farlo sbarellare, Harry si disse che prima (prima che lui fosse vicino a una crisi nervosa) sarebbe stato impossibile concepire un’idea del genere. Non dopo tutti i dispetti che si erano fatti.

-        Potter che hai da fissarmi? Troppo bello per staccarmi gli occhi di dosso? Capisco che anche tu, come metà Hogwarst del resto, sia rimasto folgorato, ma..smettila di fissarmi! Mi innervosisci!- “come volevasi dimostrare”pensò Harry, levando gli occhi al cielo.

-        Malfoy mi dispiace deluderti ma il tuo fascino con me non attacca e poi stavo pensando a una soluzione a tutta questa situazione…-

-        Aha allora ammetti che ho fascino!- lo interruppe trionfante il biondo.

-        Cosa?- gridò il moro, improvvisamente imbarazzato. Ma che diavolo di associazione mentali faceva quel biondo da strapazzo?

-        Potty ha appena ammesso che ho fascino! Potty ha appena ammesso che ho fascino!- iniziò a cantilenare il biondo.

-        Io non l’ho mai detto! E comunque non è questo il punto!-

-        Potty ha appena ammesso che ho fascino!-

-        Ecco lo sapevo che era impossibile, è inutile collaborare con te!- strillò imbufalito il grifondoro, riuscendo però nell’impresa di far tacere il biondo.

-        Collaborare? Di cosa stai parlando sfregiato? - chiese Draco improvvisamente curioso. Harry sospirò e gli raccontò il suo piano. Dopo aver ascoltato attentamente, l’erede del casato Malfoy fu costretto ad ammettere con se stesso, guardandosi bene però dal dirlo ad alta voce, che per una volta il bambino- che-era-sopravvissuto-per rovinargli l’esistenza, aveva avuto una buona idea. Per cui annuì in segno di approvazione. Allora Harry entusiasta, cosa che non gli capitava da molto, molto tempo, soprattutto in presenza di Malfoy, fece una cosa che stupì moltissimo Draco, che si trovò a rivivere l’episodio di sette anni prima, con qualche errore intenzionale. Quella volta fu Harry a tendergli la mano per sigillare il patto. - Allora siamo d’accordo?-.

Cercando di reprimere l’improvviso e inspiegabile rossore che minacciava di colorare il suo viso e pur essendo tentato di rifiutare, per una capricciosa ripicca infantile, alla fine strinse la sua mano, con un piacere che non ammetteva di poter provare.

 

 

 

 

 

 

Seamus Finnigan riteneva di essere un uomo fortunato. Non aveva infatti granché da temere, neanche da parte di Harry e Malfoy, posto che il suo talento innato di fiutare il pericolo gli permettevano di fuggire in tempo e la sua prudenza mai così previdente, gli avevano suggerito di farsi insegnare dalla Granger l’incantesimo di disillusione prima di iniziare a metter su baracca. L’unica cosa per cui temeva era il suo forziere, la cui chiave teneva sempre appesa al collo, e la cui incolumità era sempre pronto a vigilare.

Per il resto le cose andavano più che bene.

Era sicuro poi che alla fine di tutta quella faccenda i due interessati sarebbero addirittura andati a ringraziarlo, perché sarebbe stato grazie alla sua idea geniale che alla fine avrebbero finalmente fatto una sana scopata, cosa di cui avevano un gran bisogno.

Non poteva quindi immaginarsi che Harry e Draco avrebbero stretto un patto come quello, che rischiava di mandare a monte tutti i suoi piani e guadagni. Per controllare cosa facessero effettivamente quei due, e per vedere se capitava qualcosa di succulento, Seamus si era procurato delle orecchie oblunghe, e degli occhiali speciali che permettevano di veder oltre i muri, il tutto marchiato gemelli Weasley. Solitamente era Dean o qualche altro volontario di fiducia che controllava come andava avanti la situazione e ciò che gli riferirono lo spaventò un poco. Decise di andare a controllare lui stesso per vederci chiaro. Ciò che vide non gli piacque per niente.

-        Allora Seam, cosa succede- chiese Dean mentre l’irlandese ispezionava con i suoi stessi occhi.

-        Niente, assolutamente niente!- disse questi stupito.

-        Ecco come ti dicevo! Niente più botte, insulti, insomma contatti fisici! È da tre giorni che va avanti così. Non sembrano neanche più loro…sembrano…-

-        Civili! Assolutamente civili!- disse in un lamento l’irlandese. – Oddio questo è un disastro!-

-        No che non è un disastro, è un miracolo, o meglio il risultato prevedibile di calcoli opportunamente studiati- disse una voce alle loro spalle.

-        Hermione! - esclamarono all’unisono.

 

 

 

Continua...

 

 

 

 

 

NdA: sono tornata. Non ci credo neppure io, ma ce l’ho fatta. Dopo aver scritto quasi di getto i primi due capitoli, sono stata preda di un blocco. Ogni idea che mi veniva in mente mi sembrava inferiore alle aspettative, non all’altezza dei precedenti capitoli. Più passava il tempo e più mi scoraggiavo e alla fine ho lasciato che la storia naufragasse in attesa di un’illuminazione, che tardava ad arrivare. Poi qualche giorno fa ho riletto le recensioni(di cui sono gratissima) e mi ha colpito quella di Riashi Hasegawa, in cui diceva che era da tempo che non aggiornavo ma che lo stesso salvava la storia. E’ stato allora che mi sono resa conto di quanto tempo avessi lasciato passare. E’ stato un fulmine a ciel sereno e improvvisamente mi è venuta voglia di scrivere ed è venuto fuori questo capitolo. Non so se è all’altezza o meno, so che l’ho scritto, quando pensavo ormai di non esserne capace e la cosa mi rende molto felice! Ora aggiornerò anche le altre storie e riprenderò l’attività! Al prossimo capitolo! Besos! Lirio

 

 

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Capitolo 4
*** Giocare a nascondino ***


Tre settimane

         

              Giocare a nascondino

 

 

Tre settimane dall’inizio dei giochi.

Nei sotterranei di Serpeverde, Blaise segnò con una perfetta “x” l’ultimo giorno della terza settimana. Si sedette alla scrivania in modo circospetto, tendendo l’orecchio ad eventuali rumori in corridoio e, una volta accertatosi di essere solo e indisturbato, estrasse da un cassetto segreto un quaderno, un po’ sgualcito dall’uso eccessivo, che tuttavia fu trattato da lui con enorme cura. Intinse la piuma nell’inchiostro e scrisse nervosamente un fiume di parole, come preso da un fremito irrefrenabile. Poi svelto come aveva cominciato, smise, iniziando invece a sfogliare attentamente le pagine del quaderno, alcune distrattamente, altre con più attenzione, soffermandosi su certi passi che non dimenticava di sottolineare. Quando giunse alla rilettura delle ultime note che aveva appuntato, un sorrisetto diabolico gli fiorì sulle labbra, talmente inquietante che avrebbe fatto concorrenza col sorriso del peggior Finnigan. Anche se lui, precisò mentalmente Blaise, era indiscutibilmente più attraente.

Quei due decisamente avevano fatto progressi. Il piano della Granger che lui un po’ scettico aveva considerato scarso, sembrava infatti una pagliacciata utile solo a riempire le tasche dell’irlandese, aveva dato i suoi frutti. Si era rivelata un’astuta serpeverde con quella mossa, perché chi avrebbe mai osato concepire che si sarebbe alleata con Finnigan pur di realizzare il suo scopo? Aveva una vaga idea di cosa gli avesse offerto in cambio di tale collaborazione, il suo istinto gli suggeriva che la parola “licenza di gioco” aveva fatto capitolare Seamus, se non l’aveva fatto prima la possibilità di accumulare soldi con il segreto beneplacito di quella che, agli occhi di tutti, era stata la sua nemica numero uno. Immaginava che per la Granger fosse stata dura far accettare alla sua coscienza un tale diabolico patto. Anche se era meglio un'unica licenza per un giro di scommesse controllato e regolamentato, che un disastroso giro di scommesse che minacciava di essere emulato da stupidi ragazzini del primo e secondo anno che si proclamavano i successori di Finnigan. Ma tutto questo non era affar suo, lui si era limitato a tenere la situazione sotto controllo da buon serpeverde che trama nelle ombre e la sua unica preoccupazione, era di far progredire il suo di piano. Il quaderno che aveva tra le mani era un preziosissimo oggetto di raccolta dati, raccolti da lui in modo ovviamente impeccabile, essenziali per la riuscita del suo piano. Forse era il caso di iniziare a intervenire, ora che la situazione si mostrava propizia, magari doveva forzare un po’ la mano del destino... e poi…

Accadde tutto in un attimo e rischiò di frantumare i suoi progetti. Era così immerso nella propria materia grigia, che si accorse un po’ tardi dei passi baldanzosi in corridoio ormai prossimi alla porta della camera. Nessuno doveva assolutamente permettersi di vederlo con in mano quel quaderno seduto alla scrivania. Nessuno! Sarebbe stato un disastro, perché lui non usava mai la scrivania eccetto che in quei intimi momenti speculativi, tuttavia segretissimi. Lui detestava sopra ogni cosa studiare seduto a uno scrittoio (gli ricordava troppo i noiosi pomeriggi della sua infanzia passati a studiare la storia di famiglia e a raffinare la sua intelligenza, come voleva sua madre) e questo era risaputo da tutti, sarebbe sembrato sospetto vederlo seduto con un quaderno in mano anche  a uno come Goyle, il quale avrebbe intuito, se non capito, che c’era qualcosa che non quadrava. E anche se non l’avesse fatto lo avrebbe detto a Draco che gli  avrebbe fatto domande, lagnandosi come un cane abbandonato fino a non ottenere una risposta, perché Draco era curioso come e più di Rita Skeeter e odiava essere all’oscuro delle cose anche se si trattava di una sciocchezza; ed era capace di mettere veritaserum nel suo succo di zucca pur di avere soddisfazione e lui non voleva passare il resto dei suoi giorni a guardarsi da ogni cibo e bevanda  che toccava e … stop! Blaise Zabini pezzo di idiota frena qual cervello iperproduttivo che ti ritrovi e agisci! Con uno scatto repentino degno del cercatore di fama mondiale Viktor Krum, riuscì a ficcare il quaderno in un cassetto qualunque (l’avrebbe messo al sicuro più tardi) e contemporaneamente lanciarsi sul suo letto ed assumere una atteggiamento casuale, giusto in tempo per l’entrata trionfante e allegra di Draco in camera. Un momento! Entrata trionfante e allegra?

Questo era un dato da annotare della massima importanza. Draco era stato tranquillo in quella settimana, ma addirittura allegro? Ma che bei progressi, si disse mentalmente.

- Ciao Blaise!- salutò noncurante il biondo, degnando appena di un'occhiata l'amico. A Blaise venne da pensare che probabilmente, visto quanto era preso da se stesso Draco, non avrebbe fatto caso a lui nemmeno se avesse indossato un costume da coniglietto, per cui l’attacco di panico che aveva avuto era stato esagerato. Eppure lui era Blaise Zabini, l’uomo che non lasciava nulla al caso o molto più concretamente parlando, un paranoico cronico.

Draco abbandonò i suoi libri distrattamente sul baule mentre mentre si distendeva sul letto per rilassarsi. Il fatto che non stesse starnazzando istericamente come era stato all’inizio delle scommesse, la diceva lunga su come il suo rapporto con Potter fosse migliorato.

-          Ciao Draco…è andata bene oggi? Niente zuffe con San Potter?- buttò innocentemente Blaise. Sapeva perfettamente che la risposta era no, ma voleva  che fosse Draco ad ammetterlo.

-          Non oggi- ammise il biondo ma subito aggiungendo - sai bene quanto odi tutta questa faccenda e quanto abbia pesato su i miei poveri nervi-.

 Blaise  se lo ricordava bene. Il giorno in cui tutto era stato scoperto aveva avuto il suo bel da fare. Non  perché Draco aveva voluto invocare un esercito di inferius, posto che non lo sapeva fare,(quella era stata una voce che aveva messo in giro personalmente spacciandola come verità, per nascondere una verità segretissima ancora più ridicola!) ma perché per la vergogna e disperazione aveva pensato che buttarsi a peso dalla torre di astronomia fosse l’unica soluzione possibile per salvare l’onore dei Malfoy. Cosa che a Blaise sembrò ridicola perchè con tutte le porcherie che aveva combinato Lucius, e le figuracce che aveva accumulato Draco, l’onore dei Malfoy era stravecchio e ammuffito.- Naturalmente penso ancora che sia tutta colpa di sfregiato, e di Finnigan, però … in effetti devo ammettere che per una volta Potter ha avuto una…ehm…buona idea. Se riusciamo a ignorare tutta questa storia delle scommesse e ci comportiamo come se lui non fosse Potter e come se io non fossi…beh la persona squisita che sono, ci si può anche sopportare -.

Blaise lo ascoltava ammaliato cercando di soffocare il ghigno che faceva a botte per stamparsi sul suo volto.

-          Per esempio!- aggiunse entusiasta il biondo- guarda qua cosa ho imparato!- disse saltando su dal letto e scuotendo al bacchetta in direzione di un vaso di fiori, che in colpo si trasformò…in un boccale di burro birra, lasciando il moro stupito- Ho estorto a sfregiato la formula, così come gli ho estorto il favore di farmi copiare il compito di trasfigurazioni!-

-          Sul serio… e Potter ti ha lasciato fare?-

-          Beh, gli ho promesso che gli avrei concesso di dare una sbirciatina al mio compito  di pozioni, ovviamente solo perché io sono magnanimo ed educato-

-          Ovviamente…- disse Blaise che si era seduto sul letto, ascoltando Draco attentamente.

-          Insomma da quando abbiamo stipulato l’accordo non sono più indietro con i compiti, niente più graffi, e soprattutto guardare la faccia inorridita di Finnigan è un piacere assoluto- disse Draco aggiungendo sottovoce un “maledetto irlandese ben ti sta”.

Blaise si concesse qualche minuto per riflettere. Non gli sarebbe capitata un occasione migliore con Draco così di buon umore, così ignaro. Doveva mettergli una pallina nel cervello. Questa, che era naturalmente una metafora, era una tecnica che aveva sviluppato con gli anni allorché si era accorto di essere piuttosto perspicace e che poteva usare questa perspicacia per i suoi scopi. Quando era ancora giovane e ingenuo (a sette o otto anni forse, o forse mai) diceva ad alta voce al diretto interessato cosa aveva notato, che gli altri non avevano visto. Ovviamente nessuno gli credeva e lui se ne andava via molto imbronciato e il fatto che poi il tempo gli desse ragione non lo appagava affatto. Così aveva sviluppato una tecnica persuasiva e insinuatoria che consisteva nel far entrare il concetto nella mente dell’interessato, senza che questi poi gli riuscisse di dimenticarla e soprattutto di accorgersi che l'idea non era sua. Così il soggetto avrebbe agito secondo la direzione giusta senza tante discussioni inutili.

-          Che bene Draco, sono contento per te… è davvero bello che i tuoi rapporti con Potter siano migliorati. Dopotutto quello che è successo, tu sai chi sconfitto, guerra finita, tuo padre condonato agli arresti domiciliari per aver aiutato nella guerra dalla parte di Silente ecc., ormai eravate solo voi due di Serpeverde e Grifondoro che non riuscivate ancora a ingranare- il biondo che aveva inarcato il suo sopracciglio, si difese.  -Non sono migliorati! Siamo solo in una sorta di tregua, che vale esclusivamente per queste circostanze! -

-          Ma non ti sto accusando di niente Draco, per la verità sono contento che le cose vadano meglio tra te e lui. Non c’è niente di male, ti ricordo che io ho buoni rapporti con molti grifondoro ora,  e poi…- aggiunse l’attacco finale-  non è quello che hai sempre voluto?-

Draco spalancò gli occhi ma cercò di riprendersi in fretta e disse aggressivo, - non dire fesserie Blaise, non esiste mondo possibile in cui io e sfregiato andremo d’accordo o saremo amici, o quella cosa orribili che insinua quella megera della Bones, niente stupida, stupidissima tensione sessuale!- e arrabbiato si alzò di scatto dal letto e se andò sbattendo la porta.

Probabilmente Draco gli avrebbe tenuto il muso per un po’, ma le cose erano andate più che bene. La pallina era stata lanciata e aveva già provocato una rottura. Blaise sorrise.

 

 

 

 

 

 

-        Hermione!- dissero in coro Dean e Seamus.

-        Vi ho spaventato?- disse lei con un sorrisetto sardonico.

-        No affatto!- aggiunse tronfio Seamus, ma l’occhiata che gli lanciò Dean era un “si come no”- eravamo solo un po’ assorti ecco… comunque Hermione a cosa devo il piacere?- l’irlandese aveva recuperato il suo solito buon umore.

-        Seamus mi hai sorpreso, non ti facevo così pessimista, non pensavo che uno come te si sarebbe lasciato scoraggiare per così poco- disse la grifondoro punzecchiando un po’ l’irlandese.

-        Prendo i miei affari molto sul serio, - Hermione e Dean lo fissarono- e non mi piace che vadano storto. Il settore delle scommesse è molto delicato, non bisogna sottovalutare niente e al primo sentore di bruciato tirarsene fuori prima di perdere tutto. Il gioco non è solo rischio ma anche prudenza e lungimiranza! - e dopo quella breve filippica che gli guadagnò un’occhiata perplessa da parte di lei, disse:- Comunque spiegami perché secondo te questo nuovo comportamento non sarebbe una catastrofe-

-        Non è una catastrofe, niente affatto. Ma non capisci, è così ovvio! Quei due nascondo i propri sentimenti sotto una atteggiamento di aggressività e fin qui siamo tutti d’accordo. Il fatto che abbiano iniziato a comportarsi in modo civile l’un con l’altro per un accordo preso, significa che hanno deciso di collaborare, di superare quindi la fase di aggressività e di passare ad un altro stadio, quello della collaborazione. La collaborazione richiede pazienza, tolleranza, rispetto e soprattutto affinità-

-        Aha! Quindi secondo te in realtà siamo sulla buona strada?- disse Seamus con un sorriso che contagiava anche gli occhi.

-        Direi proprio di sì-

-        Ah Hermione perché non sei stata mia cliente prima! Ti dirò quando mi hai fatto quella proposta in un primo momento ho pensato mi stessi prendendo in giro, ma visti i risultati neppure quando giocava il mio caro Blasie Zabini avevo un giro così vertiginoso!-

-        Ricordati  che ho ideato questa cosa non perché mi faceva piacere che tu ci speculassi sopra Seamus. ma per aiutare Harry ! -

-        E naturalmente vincere la scommessa contro Zabini, in fondo anche dentro di te c’è un’anima da scommettitrice…!-

Hermione lo fulminò con uno sguardo così efficace che per un attimo Seamus temette di aver tirato troppo la corda. Il fatto era che avere come suo sponsor e cliente Hermione Granger, la stessa ragazza che gli aveva reso la vita difficile, lo esaltava parecchio. Ma era meglio non esagerare. Dopotutto era sempre la miglior strega di Hogwarts e lui non voleva trovarsi a dover sperimentare una fattura castrante come aveva minacciato più volte di lanciare al suo ragazzo, quando questi ne combinava una troppa grossa.

-          Limitati a fare il tuo lavoro e ricordati i termini dei nostri patti: aiutami in questa scommessa quanto è in tuo potere fare e in cambio io, quando farò approvare a Hogwarts la legge anti gioco, farò in modo che tu sia il solo a poter usufruire di una licenza, ma il gioco sarà da me sorvegliato e soprattutto dovrà seguire delle regole. Hai capito signor Finnigan? -

-          Certo, certo. Mi ricordo perfettamente i dettami del nostro accordo… -

-          Io mi limiterò a sorvegliare tutta l’operazione e a tenere d’occhio Zabini-

-          Ah Hermione stai attenta a quello! per me quell’uomo è la cosa più simile a un dio!-

-          Solo perché ti riempiva le tasche- mormorò pungente l’altra.

-          Dettagli, dettagli, io però se fossi in te starei in guardia-

-          Non serve che me lo dici, tengo già gli occhi ben aperti. A dopo allora!-.

 

 

 

 

Dopo quel breve incontro Hermione si dileguò velocemente e si infilò nella prima aula vuota che trovò. Appena si fu seduta esalò profondamente. Tutta quella faccenda la stava stancando moltissimo; a malapena riusciva a trovare il tempo per studiare.

Ma dove lo trovava Finnigan il tempo per gestire tutto quel giro? E Zabini allora? I suoi voti non erano calati di una virgola eppure probabilmente stava pianificando la sua contro mossa come e quanto più di lei. Quando aveva deciso di accettare la scommessa non aveva previsto tutta quella mole di lavoro. Le era costato non poco organizzare la conferenza e convincere Emily Bones a intervenirvi. Si era imbattuta in lei sfogliando il Cavillo ed era riuscita a contattarla grazie a Luna e a suo padre. Le cose erano andate più bene di quanto sperasse, tanto da farle venire in mente di usare la mania di Seamus per le scommesse per i suoi scopi. Non sapeva se era stato più orribile ricorrere a strategie così basse o vedere la faccia di Seamus quando aveva detto licenza. Ma era tutto a fin di bene, no? Se riusciva a fare in modo che Harry riuscisse finalmente a combinare qualcosa con la cotta repressa per Malfoy, allora lo avrebbe costretto a un indennizzo. Se lui non fosse stato così indiscutibilmente testardo ed emotivamente represso, tutti quei casini non si sarebbero neanche visti. Dove era finito il cameratismo maschile fatto di pacche sulla schiena e totale assenza di paranoie? Quei due sembravano due scolarette affette da sindrome premestruale!

Per fortuna Ron il suo ragazzo anche se non sapeva che c’era lei dietro tutto questo, sospettava che ci fosse in ballo qualcosa, ma la lasciva in pace e non faceva troppe domande. Forse le era grato del fatto che con le sparizioni di Harry con Malfoy, lui non era più costretto a fare da balia.

La sera andò in biblioteca a cercare qualche libro per la sua ricerca di storia della magia. Fu così che sui imbatté in Malfoy. Lui però non la degnò di uno sguardo. Era troppo assorto, aveva in viso un espressione irritata e tutto di lui denotava nervosismo e irritazione. La cosa la spaventò notevolmente. Che cosa era cambiato in quelle poche ore per ridurre Malfoy in quello stato?

Le veniva un'unica cosa in mente: Blaise Zabini aveva fatto la sua mossa.

 

 

 

 

 

Era da quasi un’ora che vagava per i corridoi del castello. Dal momento che era prefetto nessuno gli avrebbe detto niente anche se si trattava di un orario dopo cena. Non riusciva seriamente a incolpare Blaise, anche se avrebbe voluto. Il suo commento era assolutamente in buona fede e forse era questo ciò che più lo irritava. Sembrava convinto di quello che diceva e questo significava solo una cosa. Ciò che aveva detto molto probabilmente corrispondeva alla verità. Perché “quel maledetto bastardo ci azzecca sempre”. Questo significava che lui effettivamente voleva, ed aveva sempre desiderato, essere amico di Potter. Il che era immensamente ridicolo e infame: lui pappa e ciccia con San Potter? Era come dire che la Cooman era una donna assennata quando tutti sapevano che era più fuori di un balcone.

Però una piccola parte di sé che lui cercava mentalmente di reprimere con orribili minacce di morte, pensava a quando Potter gli aveva teso la mano per sigillare il patto. Era stato pervaso da un' inaudita emozione. Il fatto era che gli aveva ricordato quella volta al primo anno, quando quello sciagurato aveva osato rifiutarlo. Eppure a distanza di anni quello stesso sciagurato gli offriva la sua mano. Ovviamente lo aveva fatto per interesse, ma perché allora lui si era emozionato tanto? Si vergognò dei suoi stessi pensieri “un Malfoy non si emoziona mai! In realtà Potty mi ha lanciato un incantesimo confundus mentre io ero distratto da quei suoi dannati occhi verdi, così  da indurmi ad accettare e finendo con lo scombussolare la mia sfera emotiva, ecco tutto” si disse cercando di suonare convincente. “Sì è tutta colpa di Potter! Probabilmente è in combutta con Finnigan per mettermi in ridicolo” e così borbottando se ne tornò in camera sua progettando di rompere la tregua e di farla a pagare a Potter, anche se sapeva perfettamente che nessuno l’aveva confuso e che gli occhi verdi non lo avevano distratto ma incantato, per quel motivo che di lì a poco sarebbe diventato il suo chiodo fisso. La sua pallina nel cervello.

 

 

 

 

 

 

ndA: temevo di avere trascurato u po’ troppo il Blaise caro, così ho deciso di iniziare la  scena con i fari puntati su di lui. E’ davvero un ragazzo pieno di risorse e mi sono divertita a immaginarlo nei suoi complotti. Ci tenevo a svelare un po’ i retroscena, far vedere come si muovono i due giocatori (Hermione e Blaise) e che parte avessero avuto nella scommessa del secolo. Penso che quello di Hermione fosse un ruolo intuibile; per quanto riguarda Blaise invece non svelerò le sue trame fino a storia conclusa. Per cui la domanda che dovete porvi è: Blaise a che gioco sta giocando?

Dal prossimo capitolo si va avanti con la storia e si riparte da Harry!

Ringrazio di tutto cuore coloro che hanno recensito e letto: thank you!

Ps: quale quaderno preferireste avere tra le mani? Quello di Seamus o quello di Blaise?

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Capitolo 5
*** Quando il gioco si fa duro... ***


     

          Quando il gioco si fa duro...

 

 

 

Doveva ammetterlo. Draco era divertente. Era questo che pensava mentre addentava gustosamente una salsiccia arrostita. Era arrivato a questa conclusione notando che ormai era una settimana buona che un pasto non gli andava di traverso e che neppure il fatto di poter scorgere dal proprio posto quella testa bionda al tavolo serpeverde, era una fonte di irritazione. Rilevazioni che solo l'ottimo cibo di Hogwarts riuscivano a fargli ammettere e che le più fervide incitazioni di Hermione non avrebbero mai potuto. Stava bene con Draco, quanto non era mai capitato prima perlomeno. Non perché di colpo il biondo fosse diventato gentile e premuroso nei suoi confronti. Sebbene avesse smesso di insultare lui e suoi amici, lo sforzo di Draco per tenere fede al patto finiva lì. Era che Draco era innegabilmente divertente. I suoi commenti erano sagaci, le sue battute spiritose e, cosa che lo aveva sorpreso, niente affatto velenose o offensive; erano battute che sarebbero potute uscire benissimo dalla bocca di Fred e George. Era melodrammatico, spocchioso e terribilmente snob ma questi atteggiamenti uniti alla sua parlantina e formidabile dizione, lo rendevano inconsapevolmente adorabile.

A quel punto però la forchetta gli cadde di mano.

Adorabile? E quando esattamente aveva iniziato ad associare quell'aggettivo a Draco? Correzione: Malfoy. Draco, no Malfoy, non era adorabile, era petulante, fastidioso figlio di papà, viziato ragazzino arrogante... un rompicoglioni. Un adorabile rompicoglioni. Quell'aggettivo di sparire non ne valeva sapere. Spaventato dal suo cervello che per la prima volta lo aveva tradito davvero (anche se lo faceva già da 7 anni in pozioni, a dirla tutta) cercò di continuare a mangiare senza pensarci troppo.

 

 

 

 

Il giorno dopo aveva concordato con Malfoy che quando si fossero incontrati, era inevitabile che ciò accadesse visto l'entusiasmo dei partecipanti, avrebbero fatto i compiti assieme. Harry aveva già fatto usufruire a Draco del compito di trasfigurazioni, riuscendo a estorcere al biondino la promessa di dare una sbirciatina al compito di pozioni che il serpeverde aveva già fatto. Il compito era per il giorno dopo ma quando si trattava di pozioni Harry cercava sempre di rimandarlo fino all'ultimo, nella speranza che si facesse da solo, forse. Sospettava che probabilmente, se non gli avesse insegnato l'incantesimo per materializzare una burrobirra (aveva chiesto mentalmente scusa ai gemelli Weasley che erano gli inventori) non lo avrebbe trovato così disponibile. Ma considerando che un tempo alla sua richiesta si sarebbe trovato un pugno in un occhio nel migliore dei casi, era piuttosto soddisfatto.

Trovò Draco solo nel tardo pomeriggio prima di cena. Qualcuno aveva avuto la bella idea di rinchiuderli in un aula fuori uso del castello, ennesima trovata simpatica di qualche scommettitore. Harry quasi rimpiangeva i primi giorni in cui i giocatori mandavano bigliettini, cioccolatini e fiori a nome di Draco, nella speranza che Harry ci credesse. Né lui, né Draco, che aveva ricevuto lo stesso trattamento, ci erano mai cascati. Forse se avessero finto di farlo, tutta quella baraonda non sarebbe mai cominciata, non poté fare a meno di pensare il moro. Era rinchiuso in quell'aula solo da qualche minuto che subito sentì del frastuono fuori dalla porta, strepiti per lo più, fino a che questa si aprì e sputò fuori un biondino isterico che gridava- Toglietemi le mani di dosso!-.

Harry era sorpreso. Solo durante la prima settimana Draco era stato tanto impermalosito. In quegli ultimi giorni era stato piuttosto tranquillo. Cosa era successo? Per cui fu naturale per lui chiedergli:

-        Malfoy tutto bene?-

-        Non sono affari che ti riguardano sfregiato- sputò velenosamente l'altro.

-        Ti è andato di traverso il succo di zucca a pranzo?- ribatté Harry ironico ma ancora tranquillo.

Il biondino gli lanciò uno sguardo così incarognito, di quelli così frequenti prima della scommessa, da lasciare Harry perplesso. Che diamine era successo a Malfoy? Poteva semplicemente essere che si fosse svegliato male, in tal caso trattandosi di Malfoy quando ciò accadeva era un caso nazionale che teneva occupati tutti, per tutto il giorno. Perciò fece spallucce e cercò di ignorarlo nel possibile, aspettando che questi sbollisse i nervi, anche se era difficile far finta di niente quando c'era un ragazzo isterico che andava su e giù per la stanza come se volesse demolirla a pedate. Harry, che fortunatamente aveva la sua borsa con se, estrasse i libri e le pergamene e iniziò a fare il riassunto del brano di incantesimi che gli era stato assegnato. Non aveva voluto iniziare con quello di pozioni, che era il più urgente, perché sospettava Draco non fosse dell'umore adatto per fargli nessun tipo di favore in quel momento. Fu così che trascorse un oretta. In quei 60 minuti Draco non aveva smesso di camminare. Ogni tanto si fermava e lanciava un'occhiataccia a Potter. Quel bifolco lo stava ignorando. Stava ignorando lui, Draco Malfoy, come un marito che aspetta che la moglie smetta di strepitare riguardo ai vestiti fuori posto o alle gocce del lavandino appena pulito. Ma lui non era una fottuta mogliettina e comunque aveva tutte le ragioni del mondo per avercela con Potter a cominciare dal fatto che per spiegare la sua arrabbiatura era ricorso mentalmente a un metafora babbana, chiara cattiva influenza Weasley-Potteriana che il suo cervello puro sangue aveva subito.

Alla fine sentendosi un po' ridicolo a camminare su e giù senza ricevere la dovuta e meritata attenzione, si sedette su un banco, quello più lontano possibile da Potter, con le braccia incrociate sul petto. Harry nel frattempo aveva finito i compiti di incantesimi ed era arrivato il momento per lui di iniziare quello di pozioni. Draco perlomeno si era fermato il che poteva essere un sintomo della sua ritrovata assennatezza, anche se il broncio che aveva non prometteva bene. Tuttavia non poteva più permettersi di aspettare.

-        Senti Malfoy...-

-        Cosa vuoi Potter, stai disturbando il mio attimo riflessivo- ripose. Per la verità si stava annoiando però non c'era motivo per cui Potter lo sapesse. Poi il cipiglio d'irritazione che vedeva montare in Potter era per lui motivo di soddisfazione. Stupido Potter e stupida scommessa: tutta colpa loro.

Harry si impose di non affatturarlo anche se ciò gli richiese molto autocontrollo.

-        Ieri eravamo rimasti che in cambio del mio aiuto in trasfigurazioni tu mi avresti ehm.. aiutato col tema di pozioni-

-        Ah certo il mio tema, a cui dovresti dare una sbirciatina...- disse il biondino in modo fintamente conciliatorio.

-        Esatto. Proprio quello. Me lo passeresti?- disse Harry evidentemente sollevato.

-        Lo farei...ma non ce l'ho. Non qui perlomeno, devo averlo lasciato nel mio dormitorio...- e poi aggiunse in un tono angelico - Che peccato! - a quel punto Harry ne aveva le tasche piene dell'atteggiamento di Malfoy.

-        Come hai fatto a dimenticarlo! Lo sai che è da consegnare domani, l'hai fatto apposta! E io che ti ho aiutato in trasfigurazioni!- e così dicendo si alzò dal banco.

-        Primo: non sono un elfo domestico per cui non urlarmi contro; secondo: io non ricordo di averti promesso niente; terzo: il tuo aiuto non è stato poi quel granché da farmi anche venire la minima voglia di farti sbirciare il mio compito e quarto e ultimo: fatteli da solo i compiti Potter!- disse petulante il biondo.

Sapeva benissimo che Potter aveva perfettamente ragione, ma in quel momento non gliene importava niente, voleva litigarci punto e basta. Voleva che le cose fossero come erano prima, in cui lui era il bastardo vincitore e Potter lo stupido perdente. Ciò nonostante avrebbe dovuto prevedere che il ragazzo che è sopravvissuto non l'avrebbe presa così bene, altrimenti non si sarebbe meravigliato al trovarsi scagliato da un incantesimo dall'altra parte della stanza. Atterrò malamente sul pavimento maledicendo mentalmente il moro, troppo intontito dal colpo per poterlo efficacemente fatturare a sua volta. Tuttavia non ce ne fu bisogno perché Potter con ancora la bacchetta alla mano, dopo aver cacciato violentemente i libri in borsa, andò correndo verso la porta che si aprì da sola lasciando uscire un furioso grifondoro. Per un attimo Malfoy rimase basito, sia perché aveva avuto davvero paura che lo sfregiato gli facesse di peggio, sia perché la porta si era aperta. Questo significava che non c'era più nessuno stupido incantesimo a tenerli rinchiusi. Rassettandosi, si diresse anche lui verso l'uscita ma quando cercò di aprire la porta non vi riuscì. Neppure usando la bacchetta. Potter doveva essere così arrabbiato da essere riuscito a spezzare momentaneamente l'incantesimo. Solitamente gli incantesimi a breve termine non si potevano interrompere, bisognava aspettare che da soli si esaurissero o si rischiava di peggiorare le cose. Il fatto che Potter ci fosse riuscito la diceva lunga sul perché fosse lui il bambino sopravvissuto e colui che aveva sconfitto il Signore Oscuro. Rassegnato, ma internamente sollevato che Potter non avesse deciso di scagliare quella furia su di lui, si accasciò sul pavimento maledicendo qualsiasi persona che gli venisse in mente. Lui era rimasto rinchiuso.

 

 

 

 

 

 

 

La scena era stata orripilante doveva ammetterlo. Se avesse anche solo immaginato che quel giorno avrebbe sperimentato un tale rimorso, probabilmente non avrebbe avuto il coraggio di dormire così pacificamente i due giorni prima. O forse no. Ma era meglio iniziare con ordine.

Il giorno dopo la fuga furente di Potter, la giornata era iniziata con due ore di pozioni. A colazione si era chiesto distrattamente, proprio mentre imburrava una tartina, se Potter fosse riuscito a fare il compito. Ma aveva schiacciato quel pensiero come si fa con una mosca fastidiosa, così come aveva finto di non notare le sue occhiaie e le lunghe occhiate lungimiranti di Blaise. Ecco Blaise si che lo scocciava. Aveva quello sguardo concentrato da guru che non preannunciava nulla di buono. Finita la colazione si erano diretti all'aula di Piton, che come la solito non appena loro si erano seduti aveva raccolto i compiti con un semplice “Accio”. Non aveva potuto fare a meno di notare che anche dal banco di Potter era volato qualcosa. “Ah!” pensò. Per cui ce l'aveva fatta perfettamente da solo, si disse con il trionfo represso di chi si accosta per mesi e infine coglie il ladro in flagrante.

Alla fine della lezione era anche stato tentato dall'andare da Potter e dirgli: - Visto che ce la facevi da solo?-. Ma qualcosa nell'espressione del moro gli suggerì di stare lontano da lui minimo 15 metri.

Nei due giorni successivi Potter lo aveva ignorato alla grande. Innanzitutto non sapeva come, ma era riuscito a evitare quasi tutte le trappole tranne una, e neppure quella volta lo aveva degnato di uno sguardo. E Draco si era trovato a fare monologhi col muro. La cosa lo aveva colpito era inutile negarlo. Non pensava che Harry Potter fosse un tipo rancoroso, insomma era pur sempre un grifondoro! E poi negli anni precedenti gli aveva fatto di peggio, cosa era cambiato ora? Era sempre stato normale farsi i dispetti! (Cercò di ignorare il fatto che aveva usato un verbo al passato e che ciò implicava che una parte del suo subconscio catalogava altro come normalità). Ma soprattutto: perché a lui importava tanto la reazione del moro?

Tuttavia Draco sapeva essere bravissimo a reprimere quelle strane voci nel cervello e ciò non gli impedì di fare sogni tranquilli per almeno due giorni. Poi c'erano state di nuovo pozioni, di nuovo due ore, ovviamente con Piton.

Era stato orribile. Piton si aggirava camminando avanti indietro per l'aula e ogni serpeverde sapeva che quando Piton faceva così erano due i motivi: o era estremamente furioso o estremamente eccitato e nessuna delle due prometteva bene. Se poi significava entrambe, era meglio scappare.

- Potter! - aveva esordito sputando letteralmente fuori quel nome. Nessuno fiatava, tutti sentivano arrivare qualcosa e nessuno osava guardare eccetto per la Granger e Zabini. La prima con un'aria spaventata. Il secondo con un'espressione da guru più che mai.

Potter era davvero da ammirare doveva ammetterlo. Anche se non lo guardava direttamente, Draco di sottecchi lo aveva visto guardare dritto in faccia Piton.

-        Potter. Una settimana fa avevo assegnato come compito un tema sulla preparazione della Felix felicis di tre rotoli di pergamena, ripeto tre rotoli. Conosci il significato del numero tre Potter?

-        Si, signore-

-        Bene!Allora vuoi spiegarmi perché mentre i tuoi colleghi mi hanno consegnato un tema di tre rotoli di pergamena, tu Potter me ne hai consegnato uno lungo a malapena un rotolo di pergamena e mezzo?- A quel punto tutti si voltarono a guardare la scena. Harry ancora non rispondeva.

-        Rispondimi Potter! O penserò che tu mi abbia preso in giro e in quel caso andremo dal preside!- tuonò Piton che si era fermato sul banco di Potter torreggiando su di lui.

-        Non ho avuto tempo- rispose Harry la cui altezza pari quasi a quella di Piton, sminuiva l'effetto intimidatorio del professore.

-        Quaranta punti in meno a Grifondoro per la grave mancanza del signor Potter- disse Piton mentre un vago sorriso gli aleggiava sulle labbra. I grifondoro sbuffarono scandalizzati - Silenzio!- li zittì Piton. - E naturalmente avrai una punizione, - disse fissandolo- per questo fine settimana. Magari così il signor Potter imparerà a organizzarsi meglio-.

Harry sbiancò del tutto e se Piton fosse stata una persona normale probabilmente sarebbe scoppiato a ridere per il trionfo ma, essendo appunto Severus Piton una persona tutt'altro che normale, l'unica cosa che fece fu una smorfia, che solo gli studenti della sua casa sapevano essere il sorriso della vittoria.

 

Ora Draco si trovava nella sala comune con uno strano senso oppressione nel petto che non aveva mai sperimentato. Per di più non riusciva a smettere di pensare a Potter e allo sguardo malevolo che gli aveva lanciato.

-        Vado da madama Chips a farmi dare qualcosa. Forse ho preso l'influenza- disse ad alta voce alla sala comune, deserta eccetto per Blaise, mentre faceva il moto di alzarsi.Quest'ultimo ch'era seduto nella poltrona vicina a correggere i compiti dei suoi compagni (dietro pagamento ovviamente) gli disse distrattamente:- Non esistono medicine che curano il senso di colpa, Draco-.

-        Senso di... colpa?- ripeté il biondino orripilato.

Blaise sospirò. Togliendosi gli occhiali da lettura per poterlo guardare negli occhi e lasciati da parte i compiti disse: - Cos'altro altrimenti? Sai, è uno degli effetti collaterali della bastardaggine. Succede anche a me- Draco lo guardò sospettoso.- Ok, a me non succede,- si corresse l'altro- però so che succede ed è una cosa perfettamente normale... anche se...si tratta di Potter-.

-        Ma perchè ora? Voglio dire...gli ho fatto di peggio! E lui a me-

-         Appunto! Prima era una cosa reciproca. Ma avevate iniziato a comportarvi civilmente l'un con l'altro e avete in qualche modo spezzato il ciclo della reciprocità delle cattiverie, iniziando un ciclo di reciproca civiltà. Tu però ora hai fatto una bastardata come ricompensa a una gentilezza. Hai interrotto il ciclo ecco, che ti fa sentire in colpa. Prima non succedeva perché come si fa a sentirsi in colpa per uno che fa il bastardo come te?-.

Draco lo guardò per un attimo perplesso (Blaise aveva appena fatto un discorso da guru per cui aveva bisogno di qualche secondo per capirlo) ma poi subito ribatté- Ma...io sono serpeverde! Dovrebbe essere naturale e ovvio agire così!-.

-        No, no, no!- a quel punto Blaise si era completamente rivolto verso di lui e si preparava a una filippica. Draco sapeva che quando si trattava di dottrina serpeverde lui era il più informato.

-        Sai benissimo che il motto è “ bastardi con moderazione”. La società non tollera la bastardaggine gratuita, prima o poi si fa una brutta fine! Prendi Tu sai chi ad esempio! No. Essere serpeverde significa agire con astuzia e soprattutto approfittare con giudizio. Tu non hai agito da buon serpeverde perché non hai sfruttato la situazione come dovevi. Potter ora è gentile con te, hai idea di quanti benefici ne potresti trarre? Pensa solo all'incantesimo che ti ha insegnato!

-        Ma tu hai detto...-

-        Draco. Forse ho sbagliato io con le mie insinuazioni sul fatto che andavate troppo d'accordo...Però se riesci a pensare all'amicizia come un reciproco scambio di favori, un reciproco sfruttamento, forse andrà meglio. Ovviamente da buon serpeverde farai in modo di guadagnarci di più!-.

“ Oh si” pensò il biondino. Quello si che era bello da sentire ed era un ottima scusa per tutti i suoi dubbi, ma questa era un'altra delle sue voci che avrebbe messo a tacere.

-        Resta il fatto però che hai toppato. Se non riesci a dare qualcosa in cambio, per rimettere il ciclo nella giusta carreggiata non potrete continuare a sfruttarvi. Per cui è meglio per te se sistemi le cose con Potter-. Questa cosa per Draco era già più difficile da fare ma in effetti il discorso di Blaise non faceva una piega. Solo non aveva idea di come sistemare le cose senza rimetterci l'orgoglio. Guardò speranzoso dalla parte di Blaise per qualche suggerimento, ma questi indossati gli occhiali, si era rimesso a correggere i compiti. Draco avrebbe dovuto pensarci da solo.

 

 

 

 

 

 

Quando Harry entrò di sabato mattina nel magazzino all'interno dell'aula di pozioni, il suo morale era a terra. Il giorno prima Piton gli aveva spiegato cosa fare. Doveva catalogare e porre nel giusto scaffale gli ingredienti di pozioni. E fin lì era molto semplice. Aveva però evitato di specificargli che sulle boccette non vi era alcuna etichetta che denunciasse il contenuto, che a lui sembrava spaventosamente uguale l'uno all'altro, e che il materiale consisteva in anni e anni di collezione da parte di Hogwarts. Piton poi aveva aggiunto che se dopo quel fine settimana il materiale non fosse stato in ordine, nell'ordine che voleva lui, avrebbe continuato a riordinarlo nei weekend successivi. E considerando che non distingueva un ingrediente dall'altro, poteva benissimo arrivare fino alla fine dell'anno scolastico prima di trovare la combinazione giusta.

Quale fu la sorpresa di Harry nel trovare Malfoy nel magazzino, che metteva il naso in uno degli scatoloni con gli ingredienti.

-        Malfoy ma cosa..?- era così stupito che si dimenticò di fulminarlo come al solito.

-        Oh ciao Potter, come procede il lavoro?-

-        Se sei venuto qui per sfottere...-

-        Veramente pensavo che con me il processo verrebbe certamente accelerato. Io a differenza di te in pozioni ci so fare, se dipendesse da te questa punizione durerebbe in eterno-

-        E di chi credi sia la colpa?- sputò Harry il quale stava ancora pensando che Malfoy si che era venuto a sfotterlo.

-        Oh quante storie!- Draco si alzò incrociando le braccia.- Scusa, ok?- disse cercando di suonare disinvolto non riuscendoci.- E ora diamoci da fare visto che mi sono preso il disturbo di venire qui... come se non passassimo già fin troppo tempo insieme!- borbottò inginocchiandosi di nuovo sullo scatolone e cercando di trasformare l'imbarazzo in stizza.

Harry che era rimasto scioccato dal fatto che Malfoy gli avesse chiesto scusa, cosa che pensava non sarebbe mai accaduta neanche in mille anni, sorrise e si mise al lavoro.

Draco cercò di non pensare al fatto che aveva aspettato di vedere quel sorriso da giorni.

 

 

Domenica sera e Harry aveva appena finito di catalogare l'ultimo ingrediente.

Grazie all'aiuto di Draco che si era rivelato straordinariamente indispensabile, Harry era riuscito miracolosamente a finire in tempo e in modo così corretto che Piton non avrebbe potuto dire nulla a riguardo.

-        Grazie Draco! Senza di te non ce l'avrei fatta-

-        Ovvio che non ce l'avresti fatta!- disse saccente cercando di sopprimere il sussulto che gli era scappato a sentire Potter chiamarlo per nome.

Harry non fece caso all'insulto. Aveva la vaga sensazione che fosse una strategia di Malfoy per districarsi dall'imbarazzo e un suo bizzarro modo per mettersi in contatto.

-        Che dici, ci beviamo una burrobirra?- disse facendone materializzare due dal nulla.

-        …Va bene -.

Il moro si sedette per terra appoggiando la schiena al muro, facendo con la mano cenno a Draco di fare lo stesso. Dopo aver guardato con scetticismo il pavimento, che non sembrava troppo pulito, bastò un sorriso del moro per convincerlo a sedersi.

Fecero un brindisi ed entrambi sorseggiarono la bibita in silenzio.

Erano ormai arrivati quasi alla fine delle rispettive bottiglie che Draco non poté fare a meno di osservare attentamente Potter. Nella sua mente lo aveva sempre definito un carciofo e aveva sempre pensato che tra i due quello bello era indubbiamente lui. Eppure c'era qualcosa nelle mascella di Potter di indiscutibilmente attraente; così come nelle spalle e in quella clavicola che si intravedeva dalla camicia. Così come c'era qualcosa nelle mani del moro, il modo in cui stringeva la bottiglia per esempio, con quelle dita snelle ma forti, lui che aveva sempre pensato che le mani più belle fossero le proprie. Il fatto di aver bevuto burrobirra gli diedero una buona scusa per pensare che quelli fossero pensieri di un uomo brillo. E fu la stessa cosa che si disse quando si sporse a baciare il moro di fianco a lui. Aveva le labbra screpolate Potter, però erano morbide e piacevoli. Non lo sorprese il fatto che Harry non si fosse ritratto, così come non lo sorprese quando questi cercò di rendere il bacio più profondo. Tipica audacia grifondoro. E il maledetto era bravo con la lingua quanto lo era a Quidditch o almeno così la pensavano le sue papille gustative. Non seppe come ma una sua mano finì tra i capelli del moro per attrarlo di più a sé, quasi con possessività selvaggia. Harry gemette. Fu a quel punto che il cervello ricordò a Draco che non c'era burrobirra che giustificasse quel comportamento, per cui si irrigidì all'improvviso e con un colpo secco delle braccia allontanò il moro da sé. Lo guardò negli occhi con uno sguardo che sapeva essere folle, e poi senza dire niente si alzò e uscì dalla stanza, lasciando Harry sul pavimento sbigottito.

Come ogni buon serpeverde sapeva, quando il gioco si fa duro...si scappa!

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: davvero non pensavo che sarei mai riuscita a scrivere questo capitolo. E' stato molto difficile, non tanto per i miei impegni e per il tempo. Quello è relativo. Solo che nell'immaginarmi questa storia avevo ben presente l'inizio e la fine. Il mezzo invece era qualcosa di vago e confuso. Scrivere questo capitolo è stato come seguire un lumicino nel buoi pesto. Ma alla fine ci sono arrivata. Sono arrivata al giro di boa, cioè al momento in cui Draco e Harry iniziano a coinvolgersi veramente. Sono molto soddisfatta di me, mi dispiace solo averci messo troppo tempo. Ringrazio tutti quelli che hanno il coraggio di seguire. Lo so, sono pessima! Ringrazio tantissimo chi ha recensito e spero che sarete soddisfatti di questo capitolo! Besos Lirio

 

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Capitolo 6
*** Faccia da poker ***


Faccia da poker

               

 

 

              Faccia da poker

 

 

 

 

Incredibile.

Non c’era un aggettivo migliore per definire il comportamento di Draco Malfoy.

Harry oscillava tra l’ammirazione per la sua faccia tosta e la voglia matta, irresistibile, di picchiarlo. Il fatto di essere diventato improvvisamente un amante della box, cosa che gli ricordava troppo suo cugino e che quindi lo trascinava in una depressione ancora più nera, quando lui invece era sempre  stato così pacifista, menefreghista addirittura, come dimostrava il suo discorso post caduto di Voldemort ( “Non me ne frega niente se esce fuori qualche nuovo pazzo, io per i prossimi 50 anni sono in vacanza”), la diceva lunga su quanto Malfoy fosse incredibile.

Ron aveva ipotizzato Malfoy fosse affetto da personalità multipla, e perchè Ron pensasse qualcosa di così difficile era davvero grave. Malfoy era da quasi una settimana che non si arrabbiava o si lamentava per qualcosa. Ogni volta che stava per scoppiare in una delle sue tipiche scenate da io- sono il padrone non mi scocciare se non vuoi morire-  il che era successo parecchie volte visto che Finnigan lo aveva tormentato senza tregua per scoprire la causa di quel suo cambiamento, Draco aveva emesso un sonoro sbuffo e poi se l’era squagliata. Ovviamente Seamus aveva tormentato lo stesso Harry perché, come andava dicendo in giro, sospettava legittimamente che centrasse qualcosa la loro tensione sessuale e se così era, voleva dire che, essendosi verificato qualcosa, il gioco era finito e c’erano giocate da riscuotere. Ma ovviamente non avendo trovato prove, il gioco continuava e la voce messa in giro ad arte da Blaise, sul fatto che a Draco erano stati ridotti i fondi per ristrutturare Malfoy Manor e che era quella quindi la causa del comportamento, fu accettata da tutti come verità. Tutti sapevano infatti quanto Draco tenesse ai propri capricci e l’idea di non poterli più soddisfare tutti era sicuramente per lui motivo di sconforto. Dio solo sapeva, anzi Harry solo sapeva, quanto in realtà fosse una balla e quanto invece Finnigan avesse ragione. Il fatto che Blaise avesse escogitato una copertura così credibile faceva sorgere a Harry inquietanti dubbi e congetture sul fatto che probabilmente Zabini era al corrente di tutto. Tuttavia sapeva per certo che, quella cosa che era successa nel laboratorio di Piton, era l’unica cosa che Draco non avrebbe mai confidato ad anima viva, perfino se  si trattava del suo migliore amico Blaise. Quindi… Come faceva Zabini a sapere? Oppure non sapeva niente e aveva coperto l’amico per semplice affetto fraterno? Zabini affettuoso non se lo immaginava proprio eppure se avesse saputo avrebbe usato sicuramente quella informazione per il gioco, cosa che fino ad allora non aveva fatto. Era strarisaputo che Blaise era il re delle scommesse. Avrebbe usato quell’informazione anche se a spese di Malfoy?

Tuttavia, contrariamente a quel che si può pensare, non erano queste le urgenze maggiori e più pressanti. No. Zabini e le sue macchinazioni si trovavano all’ultimo posto nella classifica delle sue priorità. Perché il primo e il secondo posto erano saldamente occupati da Draco Malfoy e dal suo bacio. Perché Draco Malfoy lo aveva baciato. Lui, Harry Potter. E non era stato un bacetto a stampo, no, no. Era stata una gran bacio, di quelli che ti rimangano stampati a fuoco, di quelli che ne vorresti ancora e ancora, di quelli che se ci pensi ancora ti fanno venire i brividi e una grande inestinguibile voglia di fare un mucchio di cose non meglio identificate e non certo caste con l’elargitore del bacio, ossia Draco Malfoy. Tanto che per  la prima volta fin da quando aveva sentito quell’assurdità della tensione sessuale, pensava che la vecchia Emily Bones avesse ragione da vendere. E non era stata una cosa facile da digerire ma era così e Harry non era tipo a cui piaceva mentire a se stesso, una volta scoperta la verità. Desiderava Draco Malfoy. Con un certo ardore per giunta. E sospettava che l’unico modo per mettere un po’ di freno a quella fiamma ardente era lasciare che essa lo consumasse. Assieme a quel biondo petulante ma estremamente desiderabile. Harry si sarebbe volentieri sbattuto da solo la testa contro il platano picchiatore per questo. Peccato che l’altra parte fosse per niente collaborativa. Ogni volta che a Harry capitava di incrociarlo, non faceva in tempo a salutarlo e a dire un “ti devo parlare” che Malfoy dopo un vago sorriso e un “Giorno Potter” scappava alla velocità della luce o abbrancava un serpeverde qualsiasi fingendo di avere un discorso in sospeso con lui. Oppure più semplicemente si faceva scortare da Tiger e Goyle ovunque, per scoraggiare ogni manovra di avvicinamento. Era riuscito a farla franca in quel ridicolo modo per tutta la settimana. Naturalmente quando erano forzosamente messi assieme, non potevano parlare della cosa. Sia perché Harry non voleva renderla pubblica, visto che già tutto di lui era pubblico, sia perché Draco a quel punto non lo avrebbe solo evitato ma gli avrebbe staccato la testa a morsi. Oltretutto l’idea di far vincere uno dei loro aguzzini non gli piaceva affatto, preferiva tacere.

Perciò era un Harry scoraggiato quello che vagava per i corridoi in cerca del suo libro di incantesimi. Lo aveva sicuramente dimenticato in qualche aula durante i cambi d’ora. Ma visto che non aveva troppa fretta di finire i compiti  si aggirava pigramente per il castello, attraversando passaggi segreti noti solo a lui, come un'anima in pena. Magari se avesse vagato abbastanza a lungo avrebbe trovato una soluzione. Magari.

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal momento che Blaise non era ancora affetto da cataratte e meno che meno da deficit intellettivo, non accorgersi che Draco aveva qualcosa era assolutamente impossibile. Aveva concepito un centinaio di ipotesi, una più probabile dell’altra, ma –naturalmente- per avere una conferma era necessario chiedere direttamente alla fonte. Tuttavia quella volta non sarebbe intervenuto. Seppur il comportamento di Draco avesse rasentato il ridicolo (si meravigliava ancora che la scusa da lui inventata avesse retto) dal suo sguardo si intravedeva una certa serietà di pensiero. Non era il solito muto orgoglio di cui si ammantava Draco per nascondere le proprie debolezze. La sua riservatezza era di natura riflessiva, di chi vuole pensare a una certa cosa da solo e da solo vuole uscirne. Il fatto stesso che non riuscisse come suo solito a incanalare il suo timore dietro la sua faccia da poker e che addirittura avesse intaccato il suo comportamento, a cui invece fin da sempre era stato molto attento, significava che tutte le sue energie erano impegnate in una questione seria e non aveva tempo di badare troppo alle sue maniere. Molti potevano vedere in lui solo un biondo capriccioso e schizzoide, ma lui era anche quell’amico che gli era sempre stato accanto, seppur nel suo personalissimo modo, ogni qualvolta si profilava all’orizzonte ennesima orrida figura paterna. Per cui avrebbe lasciato che il biondo ci arrivasse da solo alla risposta. Alla risposta sbagliata ma in quel caso non era affatto un male. Certe volte le risposte giuste non servono a niente.  O perlomeno non servivano allo scopo che Blaise si prefiggeva. Seduto nella poltrona davanti al camino mentre fingeva di leggere un libro, Blaise non poté fare a meno di ridacchiare a quel pensiero.

-          Che fai? Ridi da solo adesso?- Blaise levò gli occhi per trovarsi davanti inaspettatamente l’oggetto delle sue elucubrazioni, apparso apparentemente dal nulla. Aveva una finta espressione beffarda stampata sul viso.

-          Perché no?- rispose nello stesso tono.

-          Per favore di pazzi a Hogwarts  bastano la Cooman e Finnigan, non ti aggiungere anche tu!-

Blaise scoppiò a ridere.

-          Comunque dov’eri, ti credevo disperso – disse il moro.

-          Ah stavo cercando di schiacciare un sonnellino, ma visto che non ci riesco vado a fare un giro. Magari vado in guferia a spedire certe lettere a mia madre. Ci vediamo più tardi a cena-

-          Ok -.

Draco gli diede le spalle e si diresse verso l’uscita del dormitorio. A un certo punto però si voltò e disse – Non mi chiedi niente?-

-          Dovrei?- rispose sardonico il moro.

-          No. Penso di no. Però se ti azzardi di nuovo a insinuare che sono un poveraccio ti do in pasto a uno dei mostri del guardiacaccia senza battere ciglio. Anche se dovessi andare dalla MacGranitt e fargli una proposta di matrimonio, io sono sempre e soltanto schifosamente ricco!-

-          Va bene, va bene, me ne inventerò una migliore la prossima volta. Tu però cerca di non fare proposte indecenti ai professori d’accordo?- aggiunse soffocando una risata.

Il biondino gli rispose sventolando pigramente una mano mentre si dirigeva nuovamente verso l’uscita.

-          Ah, già che ci sei passa per l’aula di incantesimi e prendimi gli appunti che ho dimenticato per favore! – gli urlò prima che sparisse.

Sentì solo un borbottio inconsulto che suonava come un “non sono il tuo elfo domestico”, poi più nulla. Pacifico, si rimise a leggere.

 

 

 

 

 

 

 

 

Non è che fosse sconvolto. Non del tutto per lo meno. Forse lo era stato all’inizio, le prima due ore dopo quella cosa che era successa nel laboratorio di Piton, quando si era rifugiato nella stanza delle necessità per urlare come un ossesso. Una mancanza di contegno che ancora lo tormentava la notte, ma sfidava chiunque a mantenere un contegno dopo quello. Eppure la cosa sarebbe stata assolutamente digeribile, dopotutto era bravo a raccontare balle perfino a se stesso, se non fosse stato per il comportamento di Potter. Quello si che l’aveva sconvolto. Perché lui si aspettava di essere ucciso entro le ventiquattro ore, o quantomeno una sfuriata in pieno stile grifondoro con maledizioni e sortilegi che volavano nella sua direzione. Era pure pronto ad essere avvelenato durante la colazione tanto che aveva  avuto l’accortezza di sgraffignare un antidoto dalle stanze di Piton. Eppure non era successo niente di tutto questo. Potter si era presentato davanti a lui con uno sguardo limpido, privo di qualsiasi malevolenza, ma piuttosto acceso di uno strano ardore. E questo l’aveva spaventato a morte. In un primo momento aveva pensato si trattasse di pietà. Potter doveva pensare che era impazzito a causa della scommessa e quindi veniva a fare da lui il ruolo del buon samaritano. Tuttavia se così fosse stato, una volta che aveva visto la sua riluttanza, avrebbe desistito. E invece lo tampinava ogni benedetto giorno come se si aspettasse qualcosa da lui. Ed era strano, mostruoso, ridicolo che Potter lo guardasse così quando neanche un mese prima si insultavano allegramente e se le davano di santa ragione. 

A un certo punto aveva pensato di attentare alla vita di Potter, così magari sarebbe tornato ad odiarlo. Così tutto sarebbe tornato normale. Tuttavia quando si era messo seriamente ad architettare qualcosa si era accorto che in realtà non voleva farlo. E questo lo aveva sprofondato in un abisso depressivo. Non era stupido. Aveva una vaga idea di quello che significava ma non era ancora pronto ad arrendersi all’evidenza. E non c’era Finnigan, per quanto rompiballe potesse essere, e lo era stato parecchio, che fosse riuscito a distoglierlo dal problema. Era orribile perché non aveva mai rimuginato su qualcosa tanto a lungo. Si era scoperto incapace di reprimere la cosa e questo aveva dato il via a una sequela di interrogativi che pretendevano una risposta. Probabilmente parlare con Blaise sarebbe stata la soluzione più semplice. Blaise sapeva tutto anche quelle cose che lui non pensava di sapere. Però per quanto fastidiosamente onnisciente potesse essere il suo amico, l’unico che sapeva perché aveva fatto, quel che aveva fatto, era lui stesso.

Alla fine era riuscito ad arrivare a una risposta che non ferendo troppo il suo orgoglio, era discretamente ragionevole: lo aveva fatto perché lo voleva. E quando un Malfoy vuole una cosa, se la prende. Anche se quel qualcosa è Potter, l’essere che odi di più su questa terra dopo …dopo niente. Questa affermazione lo aveva impegnato per parecchio tempo. Perché quale persona sana di mente bacia la persona che detesta? Non gli pareva di essere corso a baciare Weasley. Ma in quel caso il sentimento era disgusto.  Infine era arrivato alla conclusione che una cosa non doveva per forza escludere l’altra. Essendo lui un ragazzo nel pieno sviluppo ormonale era perfettamente normale provare impulsi sessuali nei suoi confronti. Il fatto che fosse attratto da un ragazzo non lo turbava affatto. Nel mondo dei maghi era estremamente normale. Dopotutto doveva ammettere che esteticamente parlando, Potter era molto meno carciofo di quanto si ricordasse. Va bene, era bello. Ed essendo lui un estimatore delle cose belle era naturale che il suo corpo istintivamente ne fosse attratto. Questo non cambiava l’opinione sul di lui carattere, ossia che fosse terribilmente fastidioso, rompiscatole e noioso. Era enormemente soddisfatto di sé per essere giunto a quella conclusione. Perché gli dava il via libera a  tutte quelle azioni che moriva dalla voglia di fare, ma che non aveva avuto il coraggio di ammettere. Alla faccia di Blaise e delle sue panzane da analista!

Era perciò così di buon umore mentre se andava in giro per i corridoi di Hogwarts che per festeggiare tolse una ventina di punti a degli intimoriti tassorosso del primo anno, e sempre più estatico pensò che dopotutto poteva anche concedere un favore a Blaise e andare a prendere i suoi appunti.

 

 

 

 

 

 

Harry pensò che il posto più ovvio per andare a cercare il suo libro di incantesimi fosse appunto l’aula di incantesimi. Non pensava certo di trovarci lì il biondo turbatore dei suoi pensieri. Fu come rivivere la stessa scena del giorno della punizione, con qualche particolare distorto però. Innanzitutto la faccia sorpresa di Malfoy mostrava chiaramente che era l’ultima persona che si aspettava di vedere . In secondo luogo lui era piuttosto lontano dal sentimento di rabbia di allora. Poi per chissà quale motivo nessuno dei due aveva trovato ancora qualcosa da dire nonostante si stessero fissando da tre minuti buoni. Per cui Harry non trovò niente di meglio che chinarsi e vedere se sotto il suo banco ci fosse il suo libro. E in effetti c’era. Quando si alzò si trovò di fronte Draco Malfoy a due spanne di distanza che lo guardava come se stesse per fare una dichiarazione di guerra.

-          Ho deciso che va bene!-

Harry rimase in silenzio, perplesso, riuscendo a stento a dire- Va bene… cosa?-

-          Baciarsi ecco cosa. Mi stai ancora allegramente sulle scatole, non fraintendere!- aggiunse svelto e minaccioso- però insomma, non centra nulla con il resto dopotutto…-

Dopotutto Harry decise che bastava e che non voleva ascoltare altro per cui decise di compiacere entrambi. E con la naturalezza di uno che sembrava fare quello da una vita mentre in realtà era tutto il contrario, Harry lo baciò.  Poi chissà come finirono addosso a un banco, il suo, su cui sedette Malfoy e si diede la libertà di far vagare le sue mani ovunque mentre il biondo gli piantava le dita nei capelli e incrociava le gambe al suo bacino. Quando però iniziò a baciargli il collo e un primo sospiro uscì dalle labbra del biondo, le mani di quest’ultimo lo afferrarono saldamente dalle spalle e con forza lo spinsero via. Trafelati si guardarono con intensità.

-          No, così non va Potter!- disse spezzando il silenzio Malfoy. E iniziò a vagare per la stanza nervoso.

-          Io invece penso proprio che ce la stavamo cavando benissimo- disse maliziosamente gettando uno sguardo eloquente al biondo, il quale si sentì fremere. Improvvisamente entrambe si volevano saltare addosso e se non fosse stato per il banco che si frapponeva tra loro, Harry l’avrebbe fatto.

-          Non hai capito un accidente come al solito! Ah ma perché devi essere così idiota?- e poi aggiunse sottovoce- beh in effetti non posso pretendere che tu sia intelligente come il sottoscritto -

-          Malfoy se stai cercando di irritarmi a morte, ebbene ci stati riuscendo- disse accigliato. In tutta risposta il biondo oltrepassò il banco e gli si avvinghiò addosso. Il moro rispose subito all’invito, tuttavia fu di nuovo bruscamente interrotto dal biondo. A quel punto Harry si stava seriamente arrabbiando, ma quando affrontò lo sguardo dell’altro capì che fermarsi gli era costata un enorme fatica e che era desideroso quanto lui e frustrato per l’interruzione. Harry aggrottò la fronte, cercando di trarre le conclusioni.

-          Vedi? - disse ancora Malfoy- Ora che abbiamo innescato questa cosa, temo sarà molto molto difficile fermarci. E  invece noi dobbiamo fermarci, altrimenti sarà un disastro!-

Harry capì quello che il biondo stava cercando di dirgli. Non è che lui fosse poco intelligente. Sfidava chiunque a capire le parole deliranti e inframmezzate di quel biondo pazzo.

-          Vuoi dire che dobbiamo stare attenti al tempo, al luogo e alle circostanze, no? Siamo ancora sotto il periodo di questa orrida scommessa per cui teoricamente non possiamo fare niente, a meno di non volere darla vinta a Seamus e far vincere uno dei nostri orridi aguzzini. Il fatto che tuttavia ci sentiamo così attratti rende il tutto molto più difficile, perché ora per giunta dobbiamo stare attenti a non farci scoprire!- disse serafico il moro.

Draco scioccato non solo perché era il primo discorso intelligente che gli aveva  mai sentito fare ma anche perché l’altro sembrava non prendere la cosa sul serio, disse: - E ti sembra poco? Levati quel ghigno dalla faccia Potter, questa cosa è…-

Non seppe mai cosa fosse perché dei passi nel corridoio li fecero zittire di colpo. Dei passi che sembravano voler proprio entrare in quell’aula. Con una mossa fulminea degna del suo ruolo di cercatore, Harry attirò a sé il biondo con un braccio mentre con l’altro coprì entrambi con il mantello dell’invisibilità, contemporaneamente spegneva con le sue labbra l’insulto che stava per uscire dalla bocca di Draco. I passi si allontanarono e Harry liberò Draco dalla sua stretta. Sempre sotto il mantello dell’invisibilità il biondo disse serpentino: - Ecco come hai fatto ad evitare le sparizioni per una settimana! – e minaccioso aggiunse- e come fai a cavartela sempre e comunque!

Harry sorrise.- Grazie a questo basta solo essere cauti e non dovremmo preoccuparci di niente!-

-          Scusa ma se avevi questa cosa utilissima perché non l’hai usata sempre? – disse con un tono che valeva quanto un “ sapevo che eri stupido ma non fino a questo punto”. Harry sbuffò.

-          Hai idea di quanto sia difficile cercare di nascondere sempre il mantello sotto i vestiti? Oltretutto va usato con enorme accortezza perché se sparissi all’improvviso davanti ai loro occhi capirebbero subito che ho un vantaggio e a quel punto cercherebbero di rubarmelo. Inoltre il mantello mi rende invisibile ma non mi avverte delle trappole. Sono riuscito a usarlo la settimana scorsa perché non era la sola cosa utile a disposizione - sorvolò sulla mappa del malandrino e concluse - Comunque è stata un faticaccia, che ho fatto solo perché ero così arrabbiato con te che volevo fare di tutto pur di non vederti-.

Draco che l’aveva osservato a braccia conserte fino a quel momento, si avvicinò a lui dandogli un bacio a stampo che sorprese Harry e lo lasciò piuttosto insoddisfatto.

-          Ora basta con le spiegazioni Potter. Ormai che siamo qua sotto direi che è meglio approfittare- e così dicendo lo baciò di nuovo e stavolta senza interruzioni.

E se ne stettero in quella stanza nella loro gustosa attività per un bel po’.

 

 

 

 

NdA: a tutti quelli che ormai disperavano…ecco il nuovo capitolo. Mi è piaciuto troppo scriverlo, Draco mi fa divertire un sacco! Alla prossima !(sperando di metterci di meno)

Se lasciate un recensione mi fate felice ^^!

 

 

Axyna: la fuga di Draco è stato un classico! Troppo lui, a mio parere. Comunque Harry non l’ha presa poi cos’ male, non credi?^^ bacio!

Emogirl in pink: grazie per il tuo supporto! Sapere di non essere così pessima mi solleva!^^

Ragazza silenziosa: spero di continuare ancora a coinvolgerti e il bello non è ancora arrivato! Il gran finale non avrà paragoni!

Suicidal_love: mi fa un sacco piacere che questa mia fiction sia riuscita farti ridere. Draco e Harry sembrano usciti da una gag, e si sono d’accordo con te, Harry è un sacco carino da incazzato. Grazie per aver recensito, a presto!

JessyInPink: Ah hai centrato il punto! Sono felicissima che qualcuno abbia notato il comportamento ambiguo di Blaise. Ci ho lavorato molto sul suo personaggio. Capire Blaise è capire l’andazzo di tutta la storia e il suo finale.^^ ti ho incuriosito? Tra Harry e Draco va meglio del previsto, anche se probabilmente li strapazzerò ancora per un po’!Alla prossima! Besos

Riashi Hasegawa: purtroppo per questo capitolo niente Granger, ma non ti preoccupare riapparirà! Blaise però rimane il mio preferito, sono contenta che tu abbia notato questa sua qualità, ossia che non si capisce cosa pensi. Credimi tutti i miei sforzi sono incentrati appunto su quello! XD le elucubrazioni mentali li hanno impegnati parecchio, soprattutto Draco, che poi dopo tanta fatica ha comunque finito col mentire a se stesso almeno un pochino! Grazie per aver recensito! ^^ a presto!

 

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Capitolo 7
*** Carte scoperte ***


Carte scoperte

                      

                          Carte scoperte

 

 

 

Fin dal giorno in cui Hermione aveva scommesso con Blaise Zabini, si era preparata a tutto. Sia a livello fisico che mentale. Tuttavia la realtà batteva cento volte ogni sua supposizione. Specialmente quando la realtà comprendeva Draco Malfoy che avvinghiato al suo amico Harry gli baciava il collo, premendolo con forza e desiderio agli armadietti dello spogliatoio di Grifondoro. Lei ci era andata solo per riprendere una cosa (ormai non si ricordava più quale) che Ron, il suo fidanzato, aveva dimenticato. Anche se aveva temuto che presto o tardi avrebbe assistito a qualcosa di simile, non si aspettava certo quello spettacolo.

Harry, il quale si trovava di fronte a lei mentre invece Malfoy era di spalle, sembrava godersela un mondo e quindi ci mise un po’ a notarla, visto che aveva chiuso gli occhi per favorire la percezione delle sensazioni. Quando lo fece, rosso per la vergogna, o forse a ben vedere per l’eccitamento, esclamò un “Hermione!” di tre ottave più alto del suo tono normale. A quel nome Malfoy si interruppe raggelandosi. Poi Harry tra tutte le cose che poteva dire, scelse quella più stupida:

-        Non è come sembra!- Hermione si diede una manata sulla fronte e Malfoy avrebbe fatto lo stesso se non fosse stato così mortificato per la situazione, da non fare caso alla stupidità grifondoro.

-        Potter, dimmi che la Granger non è qui-  disse con un tono che non aveva nulla di umano.

-        Se ti fa piacere…allora no, non è qui- disse Harry impacciato. Malfoy mandò un basso gemito di pura insofferenza.

-        Potter!- ruggì Malfoy.

-        Che c’è!- esclamò il moro non capendo.

Il biondo rifiutandosi di guardare la ragazza come se quel gesto bastasse a farla scomparire davvero, strinse un braccio di Harry, mentre con l’altra mano tirava fuori la bacchetta. Con uno sguardo risoluto e un tono glaciale affermò :- Obliviamola -

-        Sei impazzito?- disse il moro riprendendosi dal suo stato di smarrimento.

-        Sono serissimo-

-        No…e no! Nel caso ti fosse sfuggito Hermione è la mia migliore amica da sette anni a questa parte!-

-        Oh non tirare fuori i tuoi sentimentalismi da grifondoro ora! Si tratta di sopravvivenza!-

-        Me ne infischio!-

-        Se non lo fai tu, lo faccio io -

-        Non oseresti- disse Harry in un tono che fece fremere il biondo e non di eccitazione.

I due si guardarono in cagnesco mentre Hermione seccata da quegli sproloqui che sorvolavano sul fatto che lei fosse presente, si stringeva la radice del naso tra il pollice l’indice.

-        Harry, ma non ti rendi conto che è un disastro?- Malfoy cambiò improvvisamente atteggiamento passando dalle minacce alle suppliche, usando il tono più lacrimoso del suo repertorio.- Mi ha visto! Ci ha visto!- Il moro più sensibile alle richieste di Draco di quanto fosse disposto ad ammettere, mise da parte la sua aggressività per dire in tono rassicurante:

-        Troveremo una soluzione Draco-. E si guardarono negli occhi con un intensità tale da bruciare un intera foresta.

-        Ragazzi!- esclamò Hermione seccata per aver dovuto assistere a quel siparietto.

Questa volta entrambe si voltarono a guardarla. Harry incominciò a capire il terrore del suo amico Ron quando sentiva la sua ragazza alzare la voce.

-        Dove avete la testa!- disse esasperata, come se avesse a che fare con dei bambini riottosi. -Vi rendete conto che se da quella porta entrava Seamus voi eravate finiti?-

-        Non che conte ci vada meglio- sibilò malevolo Malfoy. Hermione lo fulminò con lo sguardo ma poi non più arrabbiata disse :- Com’è che siete finiti col perdere il controllo..?-

Nessuno dei due rispose. Harry perché troppo stupito dal fatto che la sua amica non trovasse nulla di anomalo nel fatto che lui e Malfoy pomiciassero a tutto spiano.

Draco perché non era nello stile Malfoy fornire spiegazione, traduzione aveva troppo vergogna di aggiungere altro.

- Vi conviene parlare. A secondo di quel che direte deciderò se sia il caso o meno di aiutarvi- disse lei anche se quello che in realtà voleva dire, visto che il suo aiuto in realtà era scontato, che aveva bisogno di tempo per elaborare un piano prima che qualcuno dei due decidesse di dileguarsi.

Inghiottendo la sua stizza, il biondo che si rendeva perfettamente conto di essere alle strette disse:

-        Beh faceva troppo caldo…- la ragazza lo guardò perplessa.

-        Malfoy cosa intendi..?-

-        E’ colpa del burro!- esclamò improvvisamente Harry, il cervello che seguiva passaggi tutti suoi.

-        Che cosa?!- Hermione e Draco guardarono Harry come si può guardare un pazzo o più semplicemente Sibilla Cooman.

-        Solo ed esclusivamente il burro…

 

 

 

Qualche ora prima Draco…

 

 

Quando Draco aveva affermato che era essenziale resistere, non aveva riflettuto sul fatto che sarebbe stato assurdamente difficile. Per uno abituato ad ottenere tutto e a rinunciare a nulla, era difficile tentare la via della moderazione, per non dire dell’astinenza. Non c’era controllo emozionale che reggesse al desiderio di abbrancare Harry Potter. E perché no, magari farselo proprio lì nell’aula di pozioni sotto gli occhi di Piton. Aveva guardato più e più volte il calendario contando i giorni mancanti al 14 febbraio, giorno della fine del fottuto giochetto di scommesse di quel mentecatto di Finnigan. E la cosa invece di rassicurarlo aveva sortito l’effetto contrario. Perché avrebbe scommesso tutto il suo guardaroba ed anche quello di sua madre sul fatto che l’ultimo giorno sarebbe stato un putiferio. Non pensava sarebbe riuscito ad odiare qualcuno più di Potter. Finnigan si era guadagnato questo privilegio.

Ad ogni modo, aveva cercato di sguinzagliare Pansy, la pettegola numero uno di Hogwarts seconda solo a Lavanda Brown, affinché gli procurasse informazioni riguardo le intenzioni di Finnigan per quel girono (aveva saputo con orrore che ci sarebbe stato un ballo di San Valentino). Poi però aveva scoperto che Pansy faceva parte del comitato organizzativo e che si occupava delle decorazioni. E la cosa si sarebbe risolta con una sua piccola sfuriata, se non avesse scoperto che Tiger e Goyle erano stati assunti come buttafuori della suddetta festa. A quel punto la sua sfuriata si trasformò in istinto omicida-vendicativo. Se non ci fosse stato Blaise a persuaderlo che avvelenare i loro succhi di zucca era una mossa che gli avrebbe assicurato un biglietto di sola andata per Azkaban, probabilmente avrebbe seguito i suoi primi istinti. Gli mancava solo di scoprire che Nott faceva da dj, e allora avrebbe avuto la conferma che pure i serpeverde erano solo un branco di sporchi mentecatti traditori.

A quel  pensiero Draco spezzo la sua penna prendi appunti

- Stai attento…- gli sussurrò Blaise, facendo attenzione a non farsi notare da Piton. Seccato Draco prese un'altra penna e si allentò la cravatta della divisa. Faceva un caldo pazzesco. Da qualche giorno la temperatura al castello si era inspiegabilmente alzata. Draco non ne aveva capito il significato finchè non vide Potter allentarsi la cravatta e aprire i primi bottoni della camicia durante una lezione particolarmente torrida di incantesimi. E guardando avidamente quel lembo di pelle scoperta, aveva capito il nesso. Qualcuno aveva alzato la temperatura di proposito. Magari uno di quei maledetti scommettitori. Il risultato è che tutti andavano in giro con camicie slacciate e con le maniche arrotolate, mentre la stoffa aderiva al corpo con fare seducente. Se volevano farlo impazzire dal desiderio… beh ci erano riusciti. Aveva quell’esatta visione davanti ai suoi occhi. Potter non era mai stato così appetitoso.

- Draco stai sbavando- gli fece notare in tono tranquillo Blaise.

Draco lo fulminò con uno sguardo truce ma Blaise non si scompose e ignorando in realtà a cosa stesse facendo riferimento il biondino, gli disse con il fare gentile e sommesso di chi sta trattando con un paziente assolutamente irragionevole-  Proprio qui nell’angolo in basso sulla tua pergamena. Evidentemente quando prima hai spezzato la piuma non ti sei accorto di aver fatto cadere qualche goccia di inchiostro e con la manica l’hai poi fatto sbavare-.

Draco che si aspettava tutto tranne un risposta del genere, con uno sforzo sovrumano riuscì a mascherare il suo stupore, mentre con fare apparentemente innocente guardava dove indicava il dito di Blaise. Effettivamente c’era un grossa macchia di inchiostro nero. Dalle sue labbra uscì uno sbuffo. Quanto era caduto in basso se si trovava a sussultare così per ogni cosa. Con un colpo di bacchetta pulì tutto. Doveva trovare una soluzione. Quella sera sarebbe andato a fare un visitina a Potter. Ne andava della sua salute mentale. Se non ricordava male il grifondoro aveva allenamento quel giorno. Poco male. Aveva sempre voluto provare un esperienza piccante negli spogliatoi.

 

 

 

Qualche ora prima Harry…

 

Harry sapeva benissimo di mancare di autocontrollo e concentrazione. Piton e le sue orride lezioni di occlumanzia ne erano la prova. Così come il quinto anno passato ad attaccare briga con tutto e tutti. Tuttavia a differenza di altri, aveva a disposizione una sequela di immagini penose capaci di sopprimere qualunque istinto. Se pensava troppo a Draco fino al punto di assalirlo nei corridoi, gli bastava pensare a quella volta in cui aveva sorpreso suo cugino in mutande ed ogni suo istinto scompariva. Anche se tale accorgimento aveva un limite, pena perdita irreversibile dell’appetito. A rendere il suo compito difficile era che nulla di quello che faceva quel dannato biondino non era attraente. Bastava prendere una cosa semplice, per esempio la colazione. Il modo in cui Malfoy spalmava il burro sulle tartine non aveva paragoni: lo faceva con lentezza torturatrice, con gesti delicati e precisi, tenendo il coltello come se tra le mani avesse un bisturi. Abituato a Ron che spalmava il burro come se si fosse trattato di spalare fango rappreso, i gesti del biondo gli sembravano squisiti. Avrebbe voluto essere quel burro. Scacciando quel suo pensiero da maniaco Harry  si chiese ancora  una volta come avesse potuto essere così cieco per sette anni. Sembrava quasi che il bacio di Malfoy nel laboratorio di Piton fosse servito ad aprirgli tutta un’altra prospettiva. Scosse con energia la testa. Era stato così assorto nei suoi pensieri che aveva indossato la divisa di Quidditch d’allenamento solo per metà. In due secondi finì di vestirsi e uscì con gli altri ad allenarsi per quello che sarebbe stato un allenamento proficuo. Non c’era niente di meglio che distruggersi allenandosi per scacciare via certi bollori. Fu così infatti che rimase più degli altri in campo e quando entrò negli spogliatoi trovò un Ron già lavato e vestito, che lo aveva aspettato solo per dirgli che avevano tutti finito e che lo precedeva in castello.

-        E se non ti sbrighi mi mangio anche la tua porzione di cena- disse Ron dall’uscio mentre Harry si faceva la doccia.

-        Certo, tu provaci!- urlò in tono scherzoso all’amico.

Si fece una doccia veloce ma rilassante. Poi si vesti canticchiando fra se tranquillo, almeno fino a che non senti dei passi avvicinarsi a lui. Si voltò di scatto e, appoggiato agli armadietti di fronte al suo, vide Draco Malfoy in tutto il suo splendore. A quel punto non gli riuscì più di abbottonarsi la camicia.

-        Che bello spettacolino Potter- disse in un tono che di beffardo non aveva niente. E liscio come la puffa quando entra nell’anello della porta ecco che Hary si trovo sbattuto contro il suo armadietto con Malfoy addosso. Aveva fatto un male cane, ma non si lamentò. Non quando aveva quelle labbra addosso, non quando quel magnifico corpo aderiva al suo. Le mani del biondo approfittarono di quella camicia aperta per intrufolarsi e accarezzare quanto più riuscivano. Poi la sua bocca si spostò dando baci al mento e poi lambendo il collo.

-        Non avresti dovuto- trovò la forza di dire Harry, anche se le sue parole erano tutto tranne che convincenti.- Potevano vederti-

-        Non  mi ha visto nessuno- sussurrò il biondo sul suo collo. A quel punto però a nessuno dei due importava. Non a Draco quando avvertì le braccia di Harry stringersi intorno a lui. Non a Harry quando un ginocchio di Draco andò accidentalmente a infilarsi tra le sue gambe. Erano ormai assorbiti nel loro piacere. Fu in quello stato che lo trovo Hermione.

 

 

 

 

 

 

Le cose stanno più o meno così- concluse Harry.

-        Burro eh Potter?- non riuscì a trattenersi dal dire il biondo mentre un ghigno che la diceva lunga sul tipo di fantasie che stava elaborando, si dipingeva sul suo viso. Si guardarono nuovamente negli occhi. E la loro sessione sarebbe ripartita se non fosse stato per il secco  - bene!- di Hermione. Poi senza neanche dar loro il tempo di reagire diede un colpo di bacchetta. I due ragazzi ebbero un esclamazione quando due cerchi luminosi andarono a fasciar loro il polso destro, con un senso di fastidio e bruciore.

-        Che cavolo significa questo?- urlò furioso Malfoy.

-        Vi sto salvando la vita- disse lei ferma e decisa.- Io non dirò niente ma per evitare che questo capiti di nuovo e magari con una persona meno collaborativa di me, vi ho lanciato un incantesimo di restrizione. Si uso sui carcerati agli arresti domiciliari per evitare che escano dal perimetro o più semplicemente per scoraggiare un individuo molesto ad avvicinarsi a chi intende infastidire. Nel vostro caso servirà a tenervi lontano fino alla fine del gioco. Se provaste ad avvicinarvi oltre il normale beh diciamo che non sarebbe gradevole per voi-.

I due ragazzi la guardarono basiti mentre la ragazza imbarazzata dai loro sguardi aggiunse- è per il vostro bene-

-        E’ un fottuto incantesimo di castità ecco cosa!- sputò Malfoy indignato.

-        Hermione non pensi di star esagerando?- chiese il moro, mettendo da parte la sorpresa per il fatto che Hermione non sembrasse affatto scandalizzata di averlo trovato in atteggiamenti intimi con Malfoy.

-        Harry fidati, non lo userei se non fosse necessario- e lo fissò accorata, cercando comprensione. Harry fece un cenno d'assenso: se la sua amica diceva così lui, si fidava.

-        Capisco che tu aiuti Potter, ma perché anche me?- chiese reticente il biondo, assimilando l’idea che in effetti quello che aveva fatto la Granger anche se poco ortodosso, era necessario.

-        In effetti non è gratis- disse Hermione arrossendo furiosamente per quello che stava per fare.

            Malfoy sorrise.

-        Bene! Betesto essere in debito! Avanti sputa il prezzo!-

-        Malfoy quando verrà il momento tu dovrai dire a Zabini la verità. Che tu e Harry prima ancora che avesse fine il giro di scommesse, già stavate insieme-

-        Hermione!- esclamò scioccato Harry.

Malfoy assottigliò lo sguardo- Tu e Blaise avete scommesso vero?-

-        Si…-

-        Su me e su Potter?- chiese ancora. Hermione non rispose.

-        Quindi è opera tua?- concluse Malfoy visibilmente sbalordito. Hermione tacque di nuovo, Harry si pietrificò.- I effetti era troppo brillante per essere tutta farina di Finnigan…-

-        Il gioco… tu centri Hermione?- chiese Harry arrabbiato.

-        Ho agito con buone intenzioni, mi conosci Harry, sai che non ti avrei mai…-

-        Hai idea di quanto sono state frustranti queste settimane?- alzò la voce Harry.

-        Ti spiegherò tutto, ma ora è necessario che Malfoy prometta.

-        Non è che ho molta scelta- ringhiò il biondo.

-        Direi di no-

-        Va bene Granger, ti do la mia parola. Se così ti aiuterò a vincere, tanto meglio. Così impara quel bastardo a scommettere su di me- e così dicendo si sfregò le mani, pensando ai modi in cui poteva rifarsi sull’amico per quelle settimane. Dopotutto poteva anche essere colpa della Granger, ma Blaise di sicura l’aveva aizzata e coperta.

-        Harry mi dispiace- disse la ragazza.

Il moro scosse la testa e buttandosi il mantello addosso senza neanche abbottonarsi la camicia, uscì in fretta dagli spogliatoi.

-        Complimenti Granger, degno di un serpeverde- disse Malfoy andandosene pure lui. Non sapeva se avercela a morte con lei o complimentarsi per la sua indiscutibile astuzia. Hermione sospirando affranta, si sedette su una panchina. Avrebbe avuto bisogno di tutto l’aiuto di Ron per convincere Harry della sua buona fede.

 

 

 

 

 

 

In un altro posto del castello, Seamus Finnigan si incontrava con un inquietante e pericoloso personaggio. Il peggiore di Serpeverde dopo Malfoy.

-        Sei sicura della somma che vuoi scommettere?-

-        Certo! Cosa vuoi che siano per me 150 galeoni!- disse civetta, scuotendo nel dirlo i lunghi capelli biondi.

-        Una volta depositato l’acconto non potrai più ritirarti-

-        Ma quanto sei noioso Finnigan, non ti facevo così poco riluttante a incassare soldi!-

-        Non scherzo mai sul mio lavoro - disse Seamus sorridendo.

-        E io sulle cose che faccio: perché io vincerò – disse l’ultima parola quasi cantilenando. E così dicendo la ragazza se ne andò, l’andatura elegante e flessuosa. Harry e Malfoy non avevano scampo, non con Daphne Greengrass che scendeva in campo.

 

 

 

 

 

Nda: cosa ne pensate?? Fuoco e folgore ecco cosa! Credo di aver marcato ormai il confine della demenzialità, solo che mi diverto un sacco a stravolgere le cose.^^ Il prossimo capitolo sarà lungo e sarà anche l’ultimo. Ci tengo a fare le cose in gran stile per un finale che lascerà sbalorditi tutti e schiantati dalle risate. Dopo tanto tanto tempo che ho impiegato a scrivere questa fan fiction voglio che sia il mio capolavoro! Per cui state pronti a tutto! Un enorme grazie a chi ha recensito, è stato solo leggendo i commenti che ho trovato la forza di scrivere questo capitolo! Un bacio a tutti! Lirio

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Capitolo 8
*** Il re del gioco ***


Il re del gioco

                Il re del gioco

perchè Blaise è il nostro re, ogni due ne azzecca tre..”

 

 

Improvvisamente il sipario si aprì, rivelando una scena che molti avrebbero pagato pur di vedere e che molti avevano effettivamente fatto, scommettendo. Fu quello, tra l’altro, l’istante esatto in cui l’enorme orologio per il conto alla rovescia sospeso in aria al centro della sala, regalo di Seamus per l’occasione ,battè le 00.00, facendo un baccano enorme e sputando fuori una tripudio di stelle filanti e coriandoli che finirono con l’investire gli invitati congelati dallo stupore. Tanto per dare una panoramica basterà dire che Ronald Weasley sembrava aver ingerito un intera confezione di pasticche vomitose; Hermione Granger aveva un cipiglio tale da far sembrare la ruga sulla fronte un solco perenne; Seamus Finnigan aveva la faccia di uno a cui era stato rotto il giocattolo preferito o più semplicemente di uno che ha perso una baracca di soldi. L’unica che sembrava di buon umore era Daphne Greengrass, che sfoggiava un sorrisetto che avrebbe fatto concorrenza a quelli più folli di Bellatrix Lenstrange. Blaise Zabini non c’era.

Fu solo in quel fracasso e al silenzio tombale che ne seguì che i protagonisti, entrambi distesi sul letto a baldacchino servito alla scenografia dell’opera teatrale che aveva avuto luogo prima della scena incriminata, si degnarono di interrompere il loro di teatrino. Harry Potter, che fino a quel momento aveva avuto mani e bocca impegnate su Draco Malfoy, si tirò su alla velocità della luce mentre un lampo di comprensione e orrore faceva apparizione sul suo viso. Nessuno dei due brillò per eloquenza. Perché Harry Potter farfugliò un ridicolo ”non è come sembra”e Draco Malfoy disse “Ops!”.

Dopodiché sulla sala si scatenò il putiferio.

 

 

 

 

 

 

                                                                 Ron & Blaise    

 

La testa di porco era un posto squallido, fatto di sedie sgangherate, bicchieri dalla dubbia pulizia e tipi loschi. Il posto perfetto per ubriacarsi in santa pace e nascondersi. Il posto perfetto per Ronald Weasley.

Il rosso, sconsolato e abbattuto, sedeva al bancone. Era alla sua terza burro birra. Avrebbe tanto, tanto,  voluto prendere qualcosa di più forte: un idromele barricato, un Whiskey incendiario. Ma non osava. Se si fosse ubriacato Hermione lo avrebbe scoperto in un modo o nell’altro (posto che lui quando alzava il gomito finiva sempre col combinare qualcosa di enorme, ridicolo e inappropriato) e beh… lei era già stressata per la storia di Harry, lui voleva vivere ancora a lungo.

- Buonasera!- disse una voce alle sue spalle.

- Oh, ciao – disse con voce smorta quando riconobbe chi gli si era seduto accanto. Il nuovo arrivato guardò con aria circospetta il locale, per poi ordinare una burro birra, naturalmente guardandosi bene dall’appoggiare i gomiti sul bancone appiccicaticcio.

- Come facevi a sapere che ero qui- aggiunse poi il rosso.

- Intuito, direi! Allora quali nuove?- chiese cordiale.

- Oh beh, sapessi.- rispose laconico Ron, di solito invece di tante parole.

- Problemi? – chiese preoccupato l’altro- se ne vuoi parlare…

- Credo che non dovrei dire niente a te. Sai per la scommessa…immagino che vorrà essere Hermione la prima dirtelo- fece un buffo sospiro- Davvero non sono sconvolto. Insomma c’ero anch’io quando avete scommesso. Però non pensavo che lei… Non sono sconvolto, davvero, solo che io… miseriaccia! E comunque Harry lo è di più.

- Che cosa?

- Sconvolto ecco. Non l’ho mai visto così. Ok, no. Al quinto anno faceva  molta più paura.

- Amico, perché lo sai che noi siamo amici ormai, con me ne puoi parlare, se vuoi- disse in tono affettuoso- e al diavolo la scommessa!

- Al diavolo la scommessa!- disse di rimando Ron svuotando quel che rimaneva del boccale- e va bene. Tanto ormai è finita-

Gli occhi dell’altro luccicarono di bramosia e curiosità. Poi con un tono casuale disse: - e perché?

- Per fartela breve dietro alla storia del giro di scommesse di Seamus c’è Hermione. L’idea è stata sua. Harry l’ha scoperto. Non l’ha presa bene. Sai Hermione diventa un tantino estrema quando pensa di star facendo la cosa giusta. E Harry…te l’ho mai detto che al quinto anno è stato un incubo? Una crisi adolescenziale, credo. Gli saltavano i nervi per qualsiasi cosa, si arrabbiava…

- Capisco benissimo- disse di rimando l’altro pensando a uno studente biondo.

- Ma certo- rispose Ron, certamente capendo a chi si riferiva.

- Comunque, sono curioso, Potter come ha fatto a smascherare la Granger?- disse assottigliando lo sguardo il ragazzo.

- Diciamo che è stata Hermione a smascherare Harry. Lo ha trovato negli spogliatoi con Malfuret…, con Malfoy volevo dire. Loro due stavano…- aggrottò la fronte- e poi credo che Hermione ha parlato a Malfoy e a Harry e  insomma è venuto fuori tutto.

- Non c’è bisogno che tu aggiunga altro, ho capito- e poi aggiunse secco- e così la Granger ce l’ha fatta.

- Mi dispiace.- disse sincero il rosso dandogli una pacca sulla spalla.

- Va bene così. Però non mi hai ancora detto cos’è che ti preoccupa. Mi sembrava che tu ormai avessi metabolizzato il fatto che loro due si attraevano.

- E’ che non so cosa fare…sono intrappolato tra la mia ragazza e il mio migliore amico. Capisco Harry, è il mio compagno di disavventure, abbiamo combattuto insieme, siamo come fratelli. Capisco anche Hermione però; che poi è la mia ragazza,  fantastica, un po’ testarda e con certe manie come quel Crepa… un diavolo a lett..

- Ron-

- Si cioè, capisci? Cosa faccio?

- Scommetti- disse in tono serissimo.

- Scusa?- disse Ron recuperando in un attimo tutta la vitalità.

- Scommetti al gioco di Seamus. Non importa quanto. Scommetti e basta.

- Dici sul serio?

- Certo! E già che ci sei parla con Potter. Lo sa anche lui che in realtà è in debito con la Granger. Non ascolterà lei, ma ascolterà le parole di un amico. Poi va dalla tua ragazza, dille che ti dispiace per il tuo appoggio tardivo. Che sei d’accordo con lei e che ha fatto bene. E che ci hai pensato tu a sistemare tutto con Harry.

- Ok… grazie, sei un amico- disse stupito Ron, con l’aria di chi ha appena ricevuto un salvagente in alto mare.

- No, grazie a te- disse l’altro sorridendo- ora però devo andare. Buonanotte, Ron- E così dicendo si alzò dal suo sedile.

- ‘Notte- disse con un tono decisamente diverso di quello di inizio conversazione. Poi all’improvviso, quando ormai Blaise era alla porta, esclamò- aspetta Blaise, su cosa scommetto?-

Ma Blaise Zabini sorrise soltanto, per poi dileguarsi nella notte.

 

 

 

                                             DAPHNE, THEO & ROMILDA

 

 

- NO! Non ci siamo! Theo da te mi aspettavo di più! Dovresti conoscere ogni gesto, ogni battito di ciglia di Draco a memoria! Com’è che lei ancora non ci riesce?

Theodore Nott, si morse forte il labbro per impedirsi di rispondere. Era meglio non contrariare Daphne, oltretutto ci teneva troppo a quell’occasione, anche se significava farsi strapazzare da quella arpia.

- Che cosa ho sbagliato ora?- sbottò Romilda Vane con la sua voce starnazzante- dopotutto dovrò impersonarlo solo per poco tempo no? Poi comunque saremmo troppo impegnati a fare altro- aggiunse con un sorriso.

Thedore trattenne il fiato. Conosceva troppo bene il carattere di Daphne da sapere che era sempre meglio non contrariarla. Infatti la ragazza attraversò la stanza a grandi falcate fino a trovarsi a due centimetri dal viso di Romilda.

- Tu sciocca e stupida ragazzina! Ti sto dando l’opportunità più favolosa della tua inutile e patetica vita e osi lamentarti? Se non fosse per me e per il mio ingegnoso piano tu non riusciresti a toccare, anzi no… sfiorare Potter neanche se vivessi a lungo quanto Nicolas Flamel-  Romilda smise di sorridere mentre terrorizzata fissava Daphne in preda alla furia. Quest’ultima, soddisfatta dell’aria spaventata della ragazza, si allontanò tornando a sedersi graziosamente al suo posto. Poi con la voce più soave e leziosa disse:- Oh mia cara Romilda, io pensavo che tu fossi  la candidata perfetta per questo ruolo. Vuoi dire che mi sono sbagliata? Sarebbe una seccatura certo- fece una pausa godendosi l’espressione ansiosa della ragazza- tuttavia se mi dici che non ce la fai posso sempre sostituirti con qualcun’altra…magari con una delle tue amiche, che dici?- e il suo bellissimo viso si illuminò di un sorriso angelico.

- No!- disse con voce strozzata Romilda- io vado benissimo! Ero distratta ecco, Nott rifacciamo e dimmi se sono convincente - Daphne sorrise compiaciuta mentre con una mano si lisciava i capelli e con l’altra prendeva un pasticcino dal vassoio al suo fianco.

Theodore sospirò. Non gli piaceva affatto avere a che fare con Daphne Greengrass. Però lei gli aveva fatto una proposta difficile, anzi impossibile, da rifiutare.

 

FLASHBACK

 

 Theodore Nott stava tornando sconsolato ai dormitori serpeverde. Nonostante fossero passati più di due mesi ancora non riusciva a dimenticare la pessima figura che aveva fatto con Draco. Una caduta di stile, indecorosa. Ossessionato da quel biondo e non riuscendo più a trattenersi, causa anche il fatto che aveva alzato troppo il gomito, gli si era dichiarato. Per la precisione gli aveva fatto una serenata. Era stata una scena orripilante. Avrebbe dovuto dare ascolto a Zabini che gli aveva detto di non bere. Ad ogni modo era troppo tardi ormai.

Era così assorto nei suoi pensieri che si accorse chi aveva davanti solo quando ormai era a un metro da lei. Appoggiata alla parete del corridoio, statuaria nella sua bellezza, c’era Daphne Greengrass. Nott sudò freddo. Non veniva mai nulla di buono da quella li. Sperando di non essere lui chi stava aspettando, cercò di tirare dritto salutandola con un cenno della testa ma, non poté fare neanche due passi oltre al punto in cui si trovava lei, che la ragazza disse- Nott! E’ così che si saluta? E pensare che io mi ero presa il disturbo di venirti incontro. Poi però mi sono stufata di cercarti e ho deciso di fermarmi qui ad aspettare…te.

- Gentile da parte tua Daphne! - disse Theodore in un tono davvero poco credibile. Si voltò verso di lei, rimanendo però al suo posto.

- Già sono proprio una brava persona- sorrise- dai Theo vieni qui, che dobbiamo parlare.

- Non mi pare proprio- disse lui. Ok aveva anche fatto una pessima figura. Ma era pur sempre Theodore Nott e non uno dei tirapiedi di Daphne.

- E invece si- insistette la ragazza il tono di voce che da lezioso diventava pungente.

- Buona giornata Daphne- la salutò Nott proseguendo per la sua strada.

- Nott sei davvero cattivo!- strepitò lei come una ragazzina. Il suo tono però presto si fece pericolosamente suadente- E io che pensavo ti avrebbe fatto piacere parlare della possibilità di spupazzarti Draco impunemente…

Theodore Nott si fermò di colpo.

La ragazza lo raggiunse e gli diede un buffetto nella schiena.

- Su andiamo a parlarne in un posto più tranquillo Theo.

 

FINE FLASHBACK

 

 

 

Ed era così che si era trovato in una stanza a provare e riprovare il “piano” assieme a Romilda Vane, probabilmente l’unica altra persona a Hogwart, oltre a lui, così ossessionata dal suo oggetto del desiderio, e allo stesso tempo così disperata, da accettare una proposta simile. Il perché di tanti giorni assieme supervisionati da Daphne, la quale si comportava peggio di un carceriere, era presto detto. Dovevano insegnarsi a vicenda. Lui avrebbe dovuto impersonare Harry Potter e Romilda Vane, Draco. Ovviamente sarebbe stato molto più semplice personificare loro stessi i loro beniamini, visto la loro ampissima conoscenza in merito. Però questo avrebbe mandato a rotoli la fase due del piano di Daphne, perché sia lui sia Romilda erano disposti a strozzarsi piuttosto che baciare il rispettivo rivale.

Un piano del genere poteva venire in mente solo alla bionda più pericolosa di Serpeverde.

- Bene!- disse la voce squillante di Daphne interrompendoli- può bastare. Ora ascoltatemi. Romilda tu hai il compito più difficile. E’ probabile che rimarrà tappato nella vostra torre su suggerimento della Granger. Dovrai intercettarlo, stordirlo e poi trovarvi prima di mezzanotte sul palco. Conto sul fatto che essendo della stessa casa non ti sarà difficile farlo. Nott: ho fatto in modo che Draco si trovi alle undici sera nella quindicesima aula dell’ala est dei sotterranei. Non dovrà uscire da quella stanza per nessun motivo al mondo. Non mi interessa come farai. Fallo e basta. Ricordate: delle due pozioni che vi ho dato la polisucco va bevuta, dopo, capito? Dopo. Altrimenti come effetto collaterale vi troverete trasformati in un golden retriver.

 E’ tutto. Ora io vado. E se per colpa vostra non andrà come io ho diligentemente programmato…ma cosa vado a pensare– sorrise- non accadrà dico bene?.

E con un sorriso leggiadro quanto pericoloso lasciò la stanza.

Theodore e Romilda sospirarono.

 

 

                                           

 

                                          RON,  HERMIONE & HARRY (I parte)

 

 

Ormai si rasentava il ridicolo. Ogni volta che lei, Hermione, metteva piede in qualunque stanza ci fosse Harry, questi o spariva, oppure si mostrava impegnatissimo a fare tutt'altro, ignorando la sua presenza. In questo modo impediva a Hermione di avvicinarsi. La ragazza era mortificata. Sapeva di essere andata un po' oltre, diciamo un bel po', ma era convinta di aver agito per il meglio. Di aver fatto la cosa giusta. E anche se Harry lo sapeva ed era consapevole di quanto si stesse rendendo ridicolo, era comunque troppo arrabbiato per cambiare atteggiamento. Per cui Hermione si era trovata a vagare da sola come in quell'orribile terzo anno in cui Ron e Harry ce l'avevano avuta con lei. Ecco. Ron era un altro grattacapo. Non aveva mai sperato che Ron potesse appoggiarla o addirittura capire. Certo accettava il gusto di Harry: era da tre anni che ormai si era mentalizzato al fatto che l'ossessione dell'amico per Draco Malfoy non sarebbe sparita tanto in fretta. E, probabilmente, aveva accarezzato pure lui l'idea di fare qualcosa, da quando le liti e le zuffe furibonde non avevano più fine. Tuttavia “tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare”. Quando Ron era stato messo al corrente di tutta la faccenda (Harry aveva usato parole come “tradimento, giocare con la vita delle persone, Finnigan, manipolazione e trucchi”), era rimasto attonito e muto. Poi quando Harry gli aveva descritto il siparietto degli spogliatoi, aveva fatto la stessa identica espressione di quel lontano giorno sulla botola davanti a Fuffy. Si era ripreso in fretta però e, dopo aver assunto un atteggiamento inquietantemente tranquillo, aveva detto: - Ah! Meno male che ci sei andata tu Hermione a riprendermi il portafoglio!- poi aveva riso di gusto, aveva salutato Hermione con un bacio sulla guancia, Harry con una pacca sulla spalla e... ed era sparito. Letteralmente. Nessuno lo vedeva da giorni, eccezion fatta per le lezioni. Le rare volte in cui l'aveva beccato le era sembrato normale, era carino e affettuoso come sempre. Rifiutava però di parlare dell'argomento. L'unica cosa che la consolava era che Harry riceveva lo stesso trattamento. Però lei era la sua ragazza! C'era voluto tanto per dichiararsi i rispettivi sentimenti, Ron era un bravo ragazzo dal grande cuore, eppure ora che aveva bisogno di lui, mancava. Triste e abbattuta mentre sfogliava un libro nella sala comune, che a quell'ora di pomeriggio inoltrato era deserta, (probabilemnte si stavano tutti preparando per il gran galà), Hermione si chiese infine se aveva davvero fatto la cosa giusta.

-        Hermione- era così assorta che non si accorse che qualcuno le si era seduta a fianco sul divano finchè, sentendosi chiamare, alzò la testa per trovarsi di fronte proprio l'oggetto delle sue elucubrazioni.

-        Cosa vuoi?- disse brusca, voleva essere gentile, davvero, perchè era da tanto che lui non veniva a cercarla, ma la frustrazione era troppa.

Ron fece un sospiro dicendosi che, dopotutto, se lo era meritato; era stato un fidanzato inqualificabile.

-        Hermione, mi dispiace!

La ragazza spalancò gli occhi, presa in contropiede.

-        Sono stato un pessimo fidanzato, ti ho lasciato da sola ad affrontare tutto, mi sono comportato come una cacca di troll...Ho pensato, tanto, e ...Hermione sei stata eccezionale a fare tutto questo da sola. Mi dispiace solo che mi hai tenuto nascosto tutto, anche se beh...come al solito hai avuto ragione, visto come mi sono comportato. Forse i tuoi metodi non sono stati il massimo...ma perlomeno Harry non sarà più isterico per quello- disse riferendosi alla tensione sessuale- e poi, a lui ci parlerò io. Non sarò un genio ma quello di parlare ad un amico, credo ancora di saperlo fare. Cosa dici? Sono perdonato?-

-        Oh Ron! Si, si, certo che lo sei!- Hermione non seppe dire altro prima di buttarglisi tra le braccia piangendo, come quella volta di tanti anni fa. Ron imbarazzato come allora, le accarezzò i capelli- Scusami tu invece! Avrei dovuto dirti tutto prima, pensavo...Sono stata una sciocca. E anche con Harry....

Hermione si sfogò a lungo mentre Ron contento per come alla fine erano andate le cose, ringraziava mentalmente quel genio di Zabini. Anche se era dell'idea di riuscire a dare il meglio di sé quando c'era in ballo Hermione.

Dopo lo sfogo, Hermione si ricompose, diede un bacio a Ron e disse:- Bene!Ora credo di dover scusarmi con Harry, riconosco di aver gestito male la cosa. Si trova nella torrre di Astronomia vero? Mi dicono che è li dove va a rifugiarsi.

-        Prima però gli parlo io. A differenza di te, io ormai sono immune a tutti i suoi attacchi- disse pensando ai bei epiteti che Harry gli aveva rivolto il quinto anno- se andassi tu prima, finireste col litigare.- Ron vedendo l'espressione pensosa della sua ragazza pensò di aver detto la cosa sbagliata, ma lei invece disse una cosa che lui gli avrebbe rinfacciato per i seguenti dieci anni durante le loro liti domestiche.

-        Hai ragione tu, Ron, per cui faremo come hai detto.

Un sorriso ebete non potè fare a meno di spuntare sul viso del rosso- Andiamo insieme! Tu aspetterai fuori dalla porta, così non perderemo tempo. Ne abbiamo già sprecato troppo con questa storia- e così dicendo la prese per mano aiutandola ad alzarsi. Prima di uscire dal rittratto, Ron diede un'occhiata al suo orologio. Mmm. Aveva circa una ventina di minuti prima della chiusura. Era meglio per Harry che gli desse retta al primo colpo.

 

 

                                                         

 

                                                               blaise  & Draco

 

 

Blaise sapeva che Daphne stava architettando qualcosa di molto losco. Lo sapeva da settimane e ne aveva avuto conferma quando si era sparsa la voce che lei aveva deciso di partecipare al giro di scommesse. Da allora Blaise l'aveva tenuta d'occhio e  seguita come un segugio.La cosa si era fatta interessante quando le perosne da una, erano diventate tre. Tra tutta la gente che c'era a Hogwarts, Daphne aveva scelto proprio quelle che probabilmentesapevano più di Potter e Draco di quanto ne sapessero loro stessi. Questo, e il fatto che Piton si fosse lamentato che per l'ennesima volta qualche canaglia gli aveva rubato ingredienti dal laboratorio, quegli ingredienti per quella pozione dal colore marrone,  avevano fatto trarre a Blaise interessanti conclusioni. Conclusioni di cui avrebbe verificato la validità molto tempo prima, se il principe delle serpi non avesse architettato una seriedi sabotaggi alla sua persona, a ripetizone. A parte il fatto di non rivolgergli la parola se non per ringhiargli contro, Draco aveva cercato di intossicarlo, avvelenarlo, gli aveva fatto sparire i vestiti, gli faceva sparire i compiti fatti e come se non bastasse se non stava attento rischiava di trovarsi appeso a una caviglia ogni due secondi, lui che soffriva di vertigini. Era palese che ce l'aveva con lui. Glielo stava dimostrando in ogni modo. Ed era altrettanto palese che se non gli parlava era perchè lui, Blaise, doveva sapere bene il motivo. Il che era vero. Quello che non sapeva era come fosse risucito a scoprirlo. L'enigma però era stata risolto dopo la chiacchierata con Weasley. Assolutamente illuminante. Gli aveva fatto capire che la partita era lungi dall'essere finita. Doveva ammetterlo: doveva molto a quel ragazzo. Sperava davvero che seguisse il suo consiglio. L'istinto gli diceva di si.

Così quel pomeriggio, l'ultimo a sua disposizione, reprimendo la sua frustrazione per tutto quel ritardo, seguì il trio portandosi dietro un'orecchia oblunga ( ringrazio mentalmente i Weasley in generale) e scoprì la verità. Il diabolico piano di Daphne. Concitato, rendendosi conto che aveva meno tempo di quel che pensava, si allontanò dalla stanza di quel sotterraneo polveroso. Doveva trovare subito Draco, farsi ascoltare e convincerlo a nascondersi.Tutte cose una più difficile dell'altra, ma lui era Blaise Zabini e la parola impossibile per lui non esisteva e....

-        Ahhhhhhhhhh....No, maledizione Draco, non adesso!- nel tornare in camera sua era così assorto nei suoi piani da non accorgersi che dietro la porta si era nascosto il biondino a tendergli un agguato.

-        Si, si e  invece si. Zabini devi imparare la lezione- disse diabolicamente divertito il biondo.

-        L'ho imparata, giuro! E' stata una settimana d'inferno...ma ora mettimi giù così ne parliamo! E poi da quando usi il mio cognome?

-        Da quando scommetti su di me, Giuda!

-        Ok, non mi sono comportato bene, scusa!

-        Scusa un accidenti! Il mio si che è stato un incubo. Per di più, oltre ad aver ignominiosamente usato il mio nome e “maledizione” nella stessa frase, osato darmi ordini e propinarmi scuse da quattro soldi, non appari affatto pentito! Scommetto che pensi di aver avuto ragione- disse il biondino inviperito e allo stesso tempo divertito nell'usare quel verbo ed avere contemporaneamente Blaise in pugno.

-        Hai ragione, hai perfettamente ragione, e potrai prendertela con me quanto ti pare, dopo, ora c'è qualcosa di più importante, vitale direi, che ti devo spiegare...

Il biondo assottigliò lo sguardo valutando le parole dell'amico. Ma fu solo un attimo.

-        Te lo puoi scordare. A testa in giù si riflette meglio sui propri errori.

-        E' per il tuo bene Draco, Daphne vuole che...

-        Lascia che decida io per il mio bene. Buona serata Blaise- e furibondo sbattè la porta andandosene.

-        Merda!!!- urlò frustrato il moro, la bacchetta per terra e lui per aria. Si chiese con terrore quanto durasse l'incantesimo. Per il bene di tutti, e per il suo stesso, sperava non troppo.

 

 

 

                                      

 

                                     RON,  HERMIONE & HARRY (I I parte)

 

 

 

Quando Harry si vide apparire Ron, rimase molto sorpreso. Il suo amico Ron si era dato alla macchia per giorni e giorni ma, dopo tutto quello che gli aveva fatto passare il quinto anno, non  gli riusciva proprio di biasimarlo. Era logico che Ron temesse il ripetersi di quelle sfuriate, persino lui riusciva a stento a sopportarsi a quel tempo. Anche in quel periodo a dirla tutta, ma tant'è. Sapeva di rendersi  ridicolo e patetico, ma aveva faticato tanto a conquistarsi uno spazio, ad essere artefice del suo destino, che sapere che tutto quello che aveva vissuto era frutto del disegno di qualcun altro... gli ricordava i tempi in cui Dumbledore gli diceva di fare una cosa senza però spiegargli mai veramente tutto. Molto frustrato, ecco come si sentiva. Con Hermione ma soprattutto con se stesso. E ora che era riuscito a digerire la cosa e a capire quanto alla fine lui ci avesse guadagnato (Draco baciava benissimo oltre a saper fare un mucchio di altre cose...), complice il fatto che ormai il gioco era agli sgoccioli, non riusciva a trovare un modo carino per avvicinarla senza apparire un perfetto imbecille. Ed ora ecco apparire Ron con un aria seriosa non da lui. Sembrava più serio di Percy, il che era tutto dire.Il rosso, chiudendo accuratamente la porta e lanciando contemporaneamente un incantesimo silenziante, lo raggiunse in tre falcate e ponendogli le mani sulle spalle come fa un padre con un figlio disse:- Harry lo so che Hermione è pazza. Sono il suo ragazzo per cui, credimi, lo so. Però so anche che è dannatamente intelligente e quando fa una cosa lo fa per un buona ragione. E so anche che ti vuole un mare di bene e che se fa, le follie che fa, è per il bene tuo e un bene generale. Non mi fraintender eh! Penso ancora che Malfoy si uno stronzetto bastardo e che hai dei gusti davvero, davvero pessimi. Però mi va bene. Non che tu abbia bisogno del mio consenso per qualcosa... però giuro, non ho quasi problemi. E... beh... credo tu debba fare pace con Hermione, amico.

-        Wow!- disse Harry dopo un attimo di imbarazzato silenzio. Imbarazzato perchè Ron aveva appena fatto il discorso più eloquente e più intelligente di tutta la sua vita mentre lui in quegli ultimi giorni si era comportato in modo indecente- Wow, Ron sei stato... magnifico...

-        Dici sul serio Harry?- disse quasi scodinzolando l'altro ragazzo, che si era aspettato tutto tranne un complimento- ha ha ha, si in effetti sono stato magnifico!-

-        Uh beh, allora io non ho più scuse, se anche tu ora agisci in modo maturo credo che dovrò farlo  anche io. Naturalmente quello che hai detto era tutto giusto e vero. Sono stato un cazzone.

-        Noooooo. Sei stato nella norma, credimi il quinto anno è stato peggio-

Harry sghignazzò complice.

-        E comunque non è che io sono stato meglio, sono sparito come un vigliacco.

-        E' tutto posto. Capito che siamo stati dei cazzoni tutti e due ora lasciamoci tutto alle spalle.

-        Con piacere! Harry mi puoi fare un favore però?

-        Certo!

-        Per favore, per favore, non fare quelle cose davanti a me!

-        Quelle cose, cosa?- chiese Harry non capendo.

-        Quelle che Hermione ti ha visto fare con malfuretto- disse Ron facendo uno sforzo sovraumano nel tentivo di non immaginarsele.

-        D'accordo Ron!- E Harry ridacchiò di gusto.

-        Bene!- disse Ron visibilmente sollevato- e ora devi solo parlare con hermione e tutto sarà risolto.

-        Ah sai dove è ora, così risolviamo subito

-        Veramente è dietro la porta, che aspetta...- disse Ron imbarazzato.

-        Oh beh...d'accordo già che ci si sono- Harry improvvisamente parve nervoso.

-        Herm, vieni, ora puoi entrare- la chiamò il rosso dopo aver dissolto l'incantesimo silenziante.

Hermione aprì la porta lentamente e disse timidamente- Ciao Harry..

-        Ciao Hermione- disse Harry concitato.

-        Ragazzi io andrei...- e guardando l'orologio con fretta improvvisa Ron si dileguò

 

 

 

                                                                  Ron  &  dean

 

Dopo aver lasciato Harry e Hermione al proprio destino, sicuro del fatto che almeno con lui non ce l'avrebbero avuto, Ron si chiese ancora una volta se seguire l'ultimo e più enigmatico consiglio di Blaise, fosse una cosa saggia. Trafelato per la corsa lungo i corridoi, giunse in fine in sala grande, nell'angolo in cui Seamus aveva fatto un banco per le scommesse, gemello di quello che già c'era in sala comune. Si frugò nelle tasche alla ricerca di qualcosa, qualunque cosa, da scommettere. Vi trovò un solo zellino e con quello si diresse al banco delle scommesse dove in quel momento c'era solo Dean, intento a chiudere cassa e controllare i libri di conto.

-                    Siamo chiusi- disse Dean senza neanche alzare lo sguardo dal libro. Seamus era un maledetto rompiscatole e se i conti non rano perfetti gli faceva sconti sulla sua già risicata percentuale.

-                    Chiusi?- disse Ron in tono stridulo. A quel verso Dean levò gli occhi dal testo per fissare Ron con sufficienza.

-                    E' scritto nel cartello- disse indicando qualcosa in basso. E in effetti c'era un enorme pannello luminoso che portava scritto “Chiusura inderogabile alle ore 19.00”. Ron guardò il suo orologio che segnava le 18.59.

-                    Manca un minuto tecnicamente sono ancora in tempo!

-                    Il tuo orologio è sicuramente in ritardo. Mi dispiace Ron, nessuna eccezione.

-                    Neanche per un amico?

-                    Mi dispiace.

-                    Esci con mia sorella!

-                    E questo cosa centra?

-                    Beh devi essermi riconoscente per tutte le volte che non ti ho preso a pugni quando pomiciavate in pubblico in quel modo osceno!

-                    Scusa?- il tono di Dean era tra lo sbalordito e il perplesso.

-                    Ti prego...- piagnucolò Ron.

Dean soppesò per un attimo la cosa poi sospirò e disse- Va bene, da qui. Dimmi quanto vuoi scommettere e su chi o cosa?- disse aprendo la cassa.

-                    Uno zellino- disse Ron allungandogli la moneta. Dean inarcò un sopracciglio ma non disse niente.

-                    Su chi o cosa?

Ron non rispose. Non ne aveva la minima idea. Blaise gli aveva detto di scommetere ma non gli aveva detto altro. Massaggiandosi le tempie con fare pensoso, Ron si disse che dopotutto Harry e malfuretto avevano già perso ma che se conosceva bene la sua ragazza avrebbe fatto in modo che nessuno ci guadagnasse sopra. Per cui nessuno avrebbe vinto.

-                    Ok, allora tu punti su “nessuno”. Davvero Ron un bel coraggio soprattutto considerando che gioca anche la Greengrass. Non ti facevo un giocatore d'azzardo.- e con u tonfo chiuse il libro e la cassa.

-                    Cosa? No Dean io non ho ancora deciso!!- disse con panico Ron. Aveva fatto il ragionamento ad alta voce!

-                    Mi dispiace Ron ma ho già fatto un eccezione. Non posso anche sgarrare sulla regola “ la prima cosa che dicono, vale”.

Ron pensò non per la prima volta, ma sicuramente mai con così tanta ragione, che Seamus era il diavolo.

 

 

 

 

 

All'ora di cena tutto era pronto. La sala comune, grazie al sapiente lavoro di Pansy, era grandiosa. Un po' troppo stucchevole e decorata per i gusti sobri di Hermione, ma comunque bella. Dopo aver fatto pace con Harry e avergli raccomandato di non muoversi per nessun motivo dalla torre di grifondoro, Hermione era scesa per assistere alla festa, augurandosi che non accadesse nulla e che Draco avesse avuto il buonsenso di tenersi al riparo da eventuali macchinazioni. Ron l'aveva raggiunta poco dopo, più allegro del solito anche se continuava a fulminare Seamus con lo sguardo. Seamus poi si era vestito del suo abito migliore e lanciava grandi sorrisi. L'unica altra persona che sorrideva quanto lui era Daphne, bellissima nel suo abito da cocktail blu elettrico.

Lo spettacolo che andò in scena sul palco fu divertente e molto ben fatto, ma nessuno ci fece caso. La maggior parte della gente si ingozzava di cibo o si abbeverava a grandi sorsate di punch corretto, lanciando occhiate furtive all'enorme orologio montato su ordine di Seamus, aspettando che accadesse qualcosa.

Quello che preoccupava Hermione era il non vedere Zabini da nessuna parte. Diventò sempre più nervosa man mano che ci si avvicinava allo scadere e del tempo e ormai quando con sollievo vide che mancavano una manciata di secondi alla fine, ecco che accadde, quel che accadde.

Daphne si alzò dalla sedia come se fosse stata spinta da una molla. La faccia di Harry era smarrita.

In quel silenzio Draco Malfoy non trovò di meglio da dire che :- Ops!

Dopo di che scoppiò il putiferio.

 

 

 

 

 

 

NdA: avevo la storia scritta da mesi! L'avevo scritta a mano sul mio quaderno negli appunti tra un ritaglio di tempo e l'altro, tra una pausa studia e l'altra. E' stata una sofferenza fisica sapere che la la storia c'era, scritta e finita, ma non avere il tempo per trascriverla sul pc! Dopo il tram tram dei pre appelli, mi sono messa d'impegno. Volevo farvi un regalo di Natale, e quindi ecco qua. Ci sono altre quattro pagine circa con l'epilogo. Le ho divise apposta perchè vorrei che tutti quelli che hanno seguito “the player”in  questi anni, mi lascessero un loro commento prima della fine. Perchè questa sarà la mia unica ultima fanfiction che scriverò. Magari cercherò di finire “profumo” ma non ci credo neppure io. D'ora in poi mi dedicherò al massimo alle traduzioni, e alla mia storia originale. Col 2009 si chiude un ciclo(per cui la fine della storia sarà postata prima di capodanno).Grazie infinite a tutti quelli che hanno recensito e letto! ^^ besos! E BUON NATALE!!

ps: la chiave di tutto è Blaise Zabini.^^

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Capitolo 9
*** Il re del gioco parte II + epilogo ***


NdA: un mese il mio pc stanco di me probabilmente, ha gettato la spugna e ha deciso di autodistruggersi

NdA: un mese fa il mio pc stanco di me probabilmente, ha gettato la spugna e ha deciso di autodistruggersi. Mi è quasi venuta una crisi isterica perchè io senza il pc non vivo o quasi (dal momento che scrivere a mano, è una tortura). Quando finalmente ne ho avuto un'altro sono incominciate le sessioni d'esame. Ma non parliamo di queste cose, l'importante che ora sono qui e questo è l'ultimo capitolo di “the player”. Godetevelo!^__^

 

 

 

Il re del gioco parte II + epilogo”

 

 

 

- Ho vinto io!- una voce cristallina e cantilenante di pura gioia si levò dal trambusto della folla, che Hermione cercava invano di tacitare. Harry dal palco borbottava ancora dei deliranti “non è come sembra” a cui nessuno per altro dava ascolto. Seamus aveva un espressione dell'altro mondo, di chi sa di aver puntato sulla preda sbagliata.

- Ho detto....HO VINTO IO!- disse la bionda serpeverde dopo aver lanciato su se stessa un incantesimo sonorus. A quel punto udirla non fu affatto un problema e i mormorii cessarono.

Con passo leggero si avvicino fino a Finnigan e con un sorriso cordiale disse:- mi pare proprio che la vincitrice sono io - disse lanciando uno sguardo eloquente al duetto sul palco- Non c'è bisogno che ti dica che mi devi consegnare il premio. Dopotutto oggi io sono la regina del gioco.

Ma prima che Seamus potesse rispondere Hermione si intromise- Allora non ti dispiacerà se prima faremo i dovuti accertamenti!- il tono era serio e vi si poteva leggere la sfida.

- La Granger ha ragione, il regolamento prevede che prima vengano verificati i fatti.- Seamus che quando si trattava di sganciare la grana era sempre molto dispiaciuto, fu contento di essere appoggiato dalla bruna grifondoro.

- Questo è un oltraggio! La verità è sotto gli occhi di tutti! Ma... se ci tenete tanto per me potete anche procedere- disse Daphne in tono canzonatorio, sicura della sua vittoria.

- Perfetto!- e così dicendo Seamus tirò fuori dalla tasca interna del suo abito un intera fiala di veritaserum, che gli procurò un'occhiata di disapprovazione da parte di Hermione.

- Tu ti porti dietro il veritaserum, ma non lo sai che è vietato l'uso tra gli studenti?! Oh lasciamo perdere...- dal momento che serviva allo scopo Hermione decise di sorvolare sul fatto che un allievo della scuola andasse in giro con una sostanza illegale.

- Harry, Malfoy se per cortesia potete avvicinarvi a noi- disse Seamus in un tono formale non da lui.

Harry guardò confuso Hermione, indeciso sul da farsi; il cenno d'assenso di Hermione lo rassicurò abbastanza da decidersi a scendere dal palco seguito da Malfoy, il quale invece era fin troppo disinvolto. Entrambi bevettero un sorso dalla fiala.

-Siete voi Harry Potter e Draco Malfoy?-

-Si- risposero all'unisono.

-Siete sotto l'effeto di imperius o un filtro d'amore?

-No.

Seamus si sgonfiò come un bigne scoppiato per il troppo ripieno.

-Aspettate!- disse la bruna- c'è ancora una cosa che bisogna provare!

-Ora si rasenta il ridicolo!Siate testimoni del fatto che la Granger cerca inutili scuse per impedirmi di ricevere il giusto premio!- disse Daphne rivolgendosi alla folla.

Ma Hermione, incurante delle parole della bionda, strappò di mano la fiala a Seamus e svuotò il contenuto! Mormorii sconvolti si diffusero per la sala, la stessa Daphne ne fu impressionata.

-Siate testimoni del fatto che mi sono sottoposta a veritaserum e che quindi quello che sto per dirvi corrisponde a verità. Qualche giorno fa ho fatto un incantesimo di localizzazione su Harry e su Malfoy, per tutelare il mio amico da trucchi e inganni. E infatti basterà un semplice “revelo” per rendere evidente a tutti ciò che sto dicendo. Seamus procedi tu, affinchè nessuno pensi che in realtà io usi questo, come pretesto per fare l'incantesimo in questo momento-l'irlandese non se lo fece ripetere due volte e dopo aver pronunciato quelle parole il braccio di Harry fu illuminato da un bracciale di luce rossa mentre il braccio di Malfoy invece no. Un sonoro OH si diffuse dalla folla.

-Questo non è Draco Malfoy! E' solo qualcuno assoldato dalla Greengrass per prendere le sue sembianze- disse trionfante Hermione. Harry al sentire quelle parole prese la distanza di almeno cinque passi dal biondo. Chi diamine aveva baciato??

-Menzogne!- disse Daphne fuori di sé dalla rabbia. - E' tutto un trucco architettato dalla Granger e da Finnigan, il veritaserum non mente mai! Avete sentito la verità dalla bocca dei due coinvolti! Come potrebbero loro mentire??E soprattutto dove sarebbe ora questo “vero” Malfoy?-

-Sono qui!- tuonò una voce in fondo alla sala. Tutti si voltarono in quella direzione e poterono vedere il quadretto più insolito su cui avrebbero mai posato gli occhi. Un Malfoy furioso, trascinava per la collottola un Theodore Nott piuttosto malconcio. Al suo fianco Blaise Zabini, la faccia serafica e tranquilla di un budda orientale.

-Tu brutta strega! Come hai osato giocarmi questo brutto tiro!-dire che la faccia di Daphne era verde dalla paura, era dire poco - ho rischiato di essere la vittima di questo maniaco sessuale, se non fosse stato per l'intervento tempestivo di Blaise a quest'ora chissà cosa mi sarebbe successo! E fate sparire quel damerino buono a nulla! Avrà anche la mia stessa faccia ma non ha neanche un decimo della mia eleganza!-

-A giudicare dal tono non ho dubbi che questo sia il vero Draco Malfoy, ma tanto perchè il pubblico ne abbia la certezza, Seamus perchè non fai anche a lui il revelo?-

Seamus, nuovamente allegro, agitò pigramente la bacchetta e in un secondo il braccio del biondo si illuminò di un anello verde. La folla applaudì estasiata.

- Ehm...- intervenne Zabini quando l'applauso si esaurì- tanto per rispondere alla prima domanda di Daphne... io dico che effettivamente esiste un modo per aggirare il veritaserum e ciò spiegherebbe

come quell'individuo sia riuscito a mentire. Si tratta di una pozione ancora in fase sperimentale (non riusciamo ancora a contenere certi effetti collaterali) elaborata da me, con l'aiuto di Draco. L'immunità è solo temporanea, tuttavia permette a chi ne fa uso di mentire anche sotto veritaserum. Era una formula segreta o almeno così pensavamo. I miei complimenti Daphne, non pensavo fossi una ladra così eccellente!- le ultime parole Zabini le disse con evidente sarcasmo, a cui segui una generale risata da parte di tutti i presenti.

-Bene! Allora non posso far altro che decretare la squalifica della concorrente Daphne Greengrass!- disse Seamus allegramente.

Daphne che non si sarebbe mai aspettata una simile conclusione, lanciò un lamento da oca ferita, e se andò furibonda dalla sala, lanciando urla per tutti i corridoi del castello.

Nello stesso momento Nott collassò sul pavimento e il finto Draco scappò dietro le quinte e c'è chi giura di avere visto una folta chioma di capelli neri sparire dietro il palco.

- Ma allora chi ha vinto?- chiese qualcuno dalla folla.

- Già chi ha vinto??

- ha ha ha ha! - rise di gusto Finnigan- cari miei, ovviamente nessuno, per cui ho vinto io! Ha ha ha ha, perchè quelle facce? Quando non vince nessuno i soldi rimangano alla cassa, quindi a me!- Hemione fece una smorfia disgustata- Avanti Dean tira la riga sul libretto delle scommesse, dobbiamo festeggiare!

- Ehm veramente Seamus...

- Dean, che c'è

- Veramente un vincitore c'è.

- Ma certo: io!

- Mi dispiace contraddirti ma...no.

- Come, no?- Finnigan perse tutto il colore sulle guance, mentre aprendo il libro delle scommesse, vi lesse l'ultima che vi era stata annotata.

- Il vincitore è Ronald Weasley- decretò Seamus con voce funerea.

Ron, che per tirarsi su dalla sorpresa di tutti quegli avvenimenti, era andato prendersi un bicchiere di punch corretto, per lo shock sputò il liquido che aveva in bocca.

- Miseriaccia...miseriaccia è vero!! ecco ho la ricevuta proprio qui, che lo prova- e così dicendo si infilò energicamente la mano nella tasca dei pantaloni per tirarne fuori un foglietto spiegazzato- ecco c'è scritto :”Ronald Weasley scomette su nessuno”-

- E a quanto ammonta la somma?- chiese Harry a cui era tornato il sorriso, mentre andava a spiare contemporaneamente nel libro di conti che aveva in mano Dean.

-10 000 galeoni- disse Dean impressionato.

-10 000...- squittì Hermione.

- Amico, sei ricco!- esclamò Harry dando una sonora pacca sulla schiena al rosso. Se tutto quello che aveva passato alla fine serviva per dare del bel gruzzolo a chi se lo meritava, e Ron se lo meritava eccome, allora avrebbe sopportato volentieri un'altra scommessa del secolo.

- Ha ha ha ha!- Ron ebbro dalla gioia scoppiò in una risata fragorosa. Stritolò Harry in un abbraccio, poi andò a baciare appassionatamente la sua ragazza e si mise a correre per la sala balbettando “ sono ricco”. La folla ben presto lo segui applaudendo e acclamando. I grifondoro lo sollevarono sulle loro teste e lo portarono in trionfo nella loro torre seguiti da tutta la scuola.

Nella sala rimasero solo poche persone, tra cui Harry, Hermione, Blaise e Draco. La bruna trascinò il moro per un braccio e arrivati davanti ai due serpeverde disse:- noi dobbiamo parlare- e i quattro si dileguarono nella notte.

 

 

 

 

In quell'aula in disuso del castello si potevano sentire gli schiamazzi della folla e gli ordini secchi della Maggranitt che cercava di zittire e disperdere la folla.

- Zabini

- Granger

- Ti ho portato qui perchè Malfoy deve dirti qualcosa.

Draco fece una smorfia. Dal momento che Blaise lo aveva salvato dalle grinfie di Nott, ormai considerava il debito dell'amico abbastanza saldato e quindi era piuttosto riluttante a dargli il colpo di grazia. Ma era anche vero che la Granger gli aveva appena salvato la reputazione e un accordo era un accordo. Oltretutto aveva molto più paura di quello che avrebbe potuto fargli la ricciuta se avesse taciuto, piuttosto che temere ciò che poteva fargli Blaise se avesse parlato. Blaise gliela avrebbe perdonata. La Granger no.

- Io e Potter stiamo insieme. Anche se sarebbe più esatto dire che facciamo quelle cose insieme. La Granger ci ha beccato una settimana fa. Ti darei anche una dimostrazione pratica ma l'idea di baciarlo in questo momento, sapendo che ha posato le labbra su uno sconosciuto impostore che l'idiota – qui finse di ignorare un ehi indignato di Harry- ha scambiato per me, mi fa passare la voglia. Oltretutto anche volendo non potrei- e così dicendo alzò il braccio facendo mostra dell'anello luminoso.

- Oh...- disse Hermione imbarazzata mentre in un secondo scioglieva l'incantesimo.

I due sospirarono di sollievo e pur fosse evidente l'attrazione reciproca, il biondo si ritrasse di qualche passo.

- Non vorrai dirmi che ora mi eviterai a causa di questo stupido incidente- esclamò Harry.

- Perchè no? Così impari a baciare chi ti capita

- Ti ricordo che era identico a te, non è colpa mia se esiste la polisucco.

- Avresti dovuto capirlo! Quello li non aveva neanche metà del mio fascino!

- Può darsi ma a mia discolpa va il fatto che era da una settimana che eravamo forzatamente separati quando quello lì uguale a te mi è saltato addosso non c'ho capito più nulla!

- Davvero?

- Davvero! Non voglio passare altri giorni così...

Si guardarono così intensamente che nella stanza sembrava ci fossero solo loro due.

- ehm...- si schiarì la voce Hermione- credo che possa bastare, Blaise ha capito, ora potete anche andare- i due non se lo fecero ripetere due volte e sparirono dalla loro visuale per rintanarsi chissà dove. Dopotutto la scommessa era finita

- Va bene Granger ammetto la mia sconfitta- disse tranquillo Blaise una volta che i due se ne furono andati.

La bruna aggrottò le sopracciglia, preoccupata da tutta quella apparente calma

- Oh, so cosa stai pensando Granger e no, non sto macchinando qualcosa. Semplicemente è da un settimana che ne sono al corrente per cui ho avuto un sacco di tempo per rielaborare la notizia.

- Come?- chiese sorpresa la ragazza.

- Ha importanza? Comunque sono il miglior amico di Draco per un motivo. Mi accorgo quando gli capita qualcosa, soprattutto quando questi cerca ripetutamente di attentare alla mia vita in ogni modo possibile- disse Blaise ridacchiando. Poi si ricordò dei terribili momenti passati appeso a testa in giù prima di essere trovato per caso da Millicent, e il sorriso svanì.

- Bene! Allora sai anche che ora devi aiutarmi con la modifica del regolamento- disse Hermione piccata.

- Lo so. Domani mattina ti arriveranno dei documenti utili alla tua mozione e se ciò non bastasse sarò pronto ad appoggiarti pubblicamente in consiglio.

- E smetterai anche col gioco

- Mi pare ovvio. Oltretutto non credo che Finnigan avrà voglia di imbastire un giro di scommesse troppo presto. E comunque...E' stato un piacere gareggiare con te granger.- e così dicendo le porse la mano.

- Anche per me- e la ragazza gliela strinse raggiante.

 

 

 

 

 

 

 

Una mattina di qualche giorno dopo Hermione si decise a esaminare i documenti che Blaise gli aveva spedito. Effettivamente erano tutti molto interessanti e utili e le avrebbero fatto risparmiare un mucchio di ricerche in biblioteca. C'era da aspettarlo da un ragazzo intelligente e metodico come Zabini. Sorrise contenta che alla fine un nemico si fosse trasformato in un prezioso alleato e che le cose fossero andate così bene. Era stato una specie di miracolo, perchè se a qualcuno fosse venuto in mente di chiedere “in che occasione aveva fatto l'incantesimo di localizzazione” lei sotto veritaserum non avrebbe potuto fare a meno di raccontare l'episodio degli spogliatoi, smascherando il suo amico e se stessa e rendendo inutile ogni suo tentativo di proteggerlo. Scossa la testa scacciando quelle brutte congetture e fu allora che notò che in fondo a tutti i plichi vi era allagata una lettera.

 

Hermione Granger,

colgo l'occasione per ringraziarti profondamente del tuo aiuto (anche se inconsapevole), senza il quale gli eventi che si sono verificati, non si sarebbero verificati. Per quanto abile io sia, e credimi lo sono, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza il tuo mirabile acume. Ad ogni modo se quanto segue ti turberà o offenderà , mi premuro di chiedere scuse fin da ora. Non e' mia intenzione vantarmi o umiliarti, ma di premiarti semmai, in quanto credo tu ti sia guadagnata il diritto di sapere, quel che c'è da sapere. Forse questo getterà anche una buona luce sulla mia persona e sulla mia famiglia. Non sai quanto è seccante essere famosi perchè la propria madre è additata, ingiustamente, come una vedova nera, mia madre che non sarebbe capace di fare del male a una mosca. Semplicemente lei aveva a disposizione più informazioni degli altri. Il suo è tempismo, non crimine.

E' quanto avevo da dire. Il futuro ti riserva tante belle cose Granger, me lo “sento”. Anche se sarebbe più corretto dire che lo vedo.

Cordiali saluti

Blaise Zabini.

Ps: confido sul fatto che manterrai il segreto.

 

 

albero genialogico della famiglia zabini

 

 

 

Hermione non capì l'enormità di ciò che stava leggendo se non quando si imbattè in un nome a lei conosciuto “ Cassandra Zabini”. Come un fulmine prese dalla scrivani il libro “storia dell'aritmanzia vol.1” e lo aprì in fretta a furia. Non ne era sicura, sperava tanta di sbagliarsi. Poi scorse il nome che cercava e lesse.

“Cassandra Zabini ( 1300- 1350), è conosciuta come la più grande chiaroveggente inglese ( in quanto lo era la madre) di tutti i tempi, alcuni addirittura dicono che il suo talento era paragonabile a quello dei discendenti della famiglia Cooman. Nel 1323 all'età di ventitrè anni teorizza la prima forma di mantia basata su un sistema numerico e getta le basi della moderna aritmanzia. Tra le sue predizioni sono annoverate........

 

Tutto quello che era successo, tutto fin dall'inizio e la fine poi, tutto era stato architettato, pensato, sorvegliato e diabolicamente calcolato da Blaise Zabini. Perchè lui l'aveva già visto. Perchè lui era un maledettissimo veggente. L'urlo di Hermione si sentì per tutta la torre di grifondoro.

 

 

perchè Blaise è il nostro re, ogni due ne azzecca tre ...

 

 

 

 

 

 

 

EPILOGO:

non trascorse neanche una settimana che Harry Potter e Draco Malfoy furono avvistati a copulare in ogni angolo del castello, senza neppure premurarsi davvero di nascondersi. La cosa non sorprese più di tanto anche se mandò Daphne in analisi. Tanto impegno per una bugia per poi scoprire che era vero.

Tuttavia dopo un mese nessuno riusciva più sopportare tutta quell'esplosione ormonale al punto che la Maggranitt si vide costretta a inaugurare un seminario di educazione sessuale e costringere i due ragazzi a parteciparvi, non prima però di avergli strigliati per bene a proposito della moralità e del decoro.

Finita la scuola nessuno avrebbe scommesso sul fatto che tra quei due sarebbe continuata e invece con grande sorpresa di tutti, il giorno del compleanno di Harry i due annunciarono che sarebbero andati a vivere insieme. Attualmente Harry sta seguendo il corso di addestramento Auror e Draco è agli inizi di una brillante carriera al ministero. Nonostante tutto i due continuano a litigare e ,per il bene della salute mentale di Ronald Weasley, le parole più affettuose che si siano mai detti sono state: “caro ti odio”. Certe cose non cambiano mai.

 

 

Seamus Finnigan dopo un periodo di smarrimento dovuto alla perdita di tanto denaro, cercò di rimettersi di nuovo in attività. Iniziativa però che non ebbe successo in quanto mentre si esaminava la modifica del regolamento Granger-Zabini ci fu un totale proibizionismo. E quando finalmente riuscì ad ottenere quella tanto agognata licenza, ormai l'anno scolastico era bello che finito. Se prima ne aveva avuto il sospetto con questo ne ebbe la conferma: Hermione era un donna diabolica.

Dicono che non si sia mai ripreso da quel colpo, anche se recentemente circolano voci sul fatto che abbia aperto un agenzia pubblicitaria e che le cose inizino ad ingranare, al punto da aver ricevuto una commissione dai gemelli Weasley per pubbblicizzare dei loro nuovi prodotti. Perchè, per usare le parole che Fred usò per descriverlo: “Seamus sarebbe in grado di vendere ghiaccio anche agli eschimesi”.

 

 

Ronald Weasley dopo un esultanza che durò almeno un mese, spese i primi i soldi per rifarsi il guardaroba, per comprare una scacchiera di lusso e un anello di fidanzamento con un diamante grosso quanto una nocciolina per Hermione, a cui chiese di sposarlo appena finita la scuola. Per fortuna sua e della futura signora Weasley, da quel momento in poi i soldi li gestì Hermione la quale li investì in certe azioni babbane facendo quintiplicare il loro valore. Quei soldi permisero loro di dare la caparra per la loro prima casa insieme e per pagare i corsi di addestramento di Ron. Il resto fu posto al sicuro alla Gringott per il futuro della nuova generazione Weasley.

Hermione Granger entrò al ministero e fin da subito si fece notare per la sua diligenza e ottima competenza nel lavoro. Tuttavia invece di farsi assegnare a un reparto prestigioso, scelse quello più ostico noto come “reparto per le relazioni e tutela delle creature magiche”, impegnandosi in una grossa campagna di sensibilizzazione per le condizioni degli elfi domestici.

Ancora oggi quando si incontra con Zabini alle cene (perchè essere amica di Harry significa frequentare pure gli amici del suo ragazzo) Hermione fa una strana smorfia che nessuno è mai riuscito a giustificare, mentre Zabini si limita a sorridere. Tutti ci scherzarono sopra almeno finchè Ginny non ironizzò sul fatto che poteva essere tensione sessuale e allora nessuno ne parlò più per un pezzo, perchè Ron da quel momento non fu più lo stesso. Una scenata di sua moglie, esasperata dall'atteggiamento, e qualche giorno passato a dormire sul divano però, ebbero l'effetto di farlo rinsavire. Tant'è che lui e Blaise condividono attualmente una grande amicizia.

 

 

Blaise Zabini da quel lontanto 14 febbraio non scommise più su nulla e smise di tormentare il suo biondo compagno di stanza con frasi suadenti e parole veritiere. A parte qualche occasione, quando Draco era particolarmente insopportabile.

Nessuno a tutt'oggi sa che lavoro faccia.

Si sa solo che vive nel lusso di un appartamento, a metà strada ta i Potter-Malfoy e i Weasley, e che i soldi gli vengono apparentemente dal nulla. Tuttavia ci sono testimoni che assicurano che faccia parte di una segreta quanto speciale cellula all'interno ministero che gestisce le unità di crisi e di averlo visto più volte sgattaiolare di nascosto all'interno del ministero durante i periodi più critici. Così come c'è chi è pronto a giurare che di averlo visto nella tv babbana come consulente spirituale di qualche nota star, o in India con al seguito una stuolo di seguaci adoranti che lo chiamano il “guru”.

Ma ai più non importa e chi ha frequentato Hogwarts lo ricorda solo come il più grande e impareggiabile RE del GIOCO.

 

 

 

 

NdA: non ci credo. E' finita. Sono contenta e allo stesso tempo un po' triste. Quando ho incominciato non pensavo sarebbe stato così difficile portare a termine questa storia eppure eccomi qui. Ce l'ho messa tutta. Ringrazio tutti, chi ha letto, chi ha commentato, tutti!

Spero di avervi appassionato ma soprattutto divertito e intrigato! Cosa ne pensate di Blaise? Ve lo aspettavate? Aspetto i vostri commenti, credo di meritarmelo, poi sono curiosa di sapere cosa ne pensate, qualsiasi cosa pensate!!!^__^

E' tutto. Qui finisco! Lirio

voglio ringraziare particolarmente chi in questi anni ha lasciato un commento, perchè se non ho mollato è anche grazie a loro: Grazie mille a Suicidal Love, Ametista, Evol, Axyna, Riashi Hasegawa, Little Fanny, ragazza silenziosa, emogirl in pink, jessy in pink, SoRifan, dany23, rioki, strega_del_lago, 1992, tess4ever, Sammy Malfoy, Evil_Angel, Chase, zafirya, MORFea, Selvy, Nike87, herm 85, piccola_lenne, Ary Vano 90', fra29 … spero di non aver dimenticato nessuno!

 

 

 

 

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