Le foreste

di delinda_malfoy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il trasferimento ***
Capitolo 2: *** la nuova casa ***
Capitolo 3: *** vicini ***
Capitolo 4: *** la scuola ***



Capitolo 1
*** il trasferimento ***


questa è la mia prima ff.. mi raccomando scrivetemi!!!!

LE FORESTE

Il trasferimento                                                                                                       

 

Roberta stava masticando rumorosamente una gomma, i suoi occhi verdi erano assenti, rapiti dai suoi pensieri e sogni.

 Roby, così la chiamava la gente del luogo era una sognatrice ad occhi aperti infatti si rifugiava spesso nei sogni, per lei era una via di conoscenza tramite questi poteva superare i suoi più oscuri timori e vivere, se così si può dire, i suoi più profondi e remoti desideri.

Era una ragazza  timida quasi chiusa  però molto dolce.

I suoi capelli erano strani: lisci e lucenti fino a mostrare i boccoli biondi che le ricadevano dolcemente sulle spalle, era molto magra ed usava spesso gonne e felpe.

Ma oggi Roberta stava pensando a questo grande e triste giorno che stava per affrontare;il trasloco. I suoi ci stavano riflettendo giù da qualche giorno,  da quando ms. Robson , suo padre aveva avuto un contatto di lavoro dall’ Italia. Lui credeva che fare il  manager dell’ Apple sarebbe stato un bel lavoro, migliore forse di quello che faceva già. La signora Robson  aveva accolto l’idea con gran fervore . Nei giorni seguenti le valigie sostavano già all’entrata , ma pensare di dover lasciare per sempre il paese di cui si è nati e vissuti la rattristava, doveva anche pensare a Roby a come sarebbe stata la sua reazione in proposito; Roby doveva lasciare i suoi amici, parenti , la casa, ma lei non aveva più tempo per pensare: il grande giorno era arrivato e almeno Mary Robson mostrava un cenno di felicità, al contrario Ms. Robson incoraggiava tutta la famiglia, e Roby invece si era rifugiata nella sua stanza. Rivedeva i suoi ricordi li dentro, i suoi peluche sul suo letto, l’armadio ormai vuoto.

Aveva voluto lasciare tutto com’era. La  casa era avvolta da un sottilissimo e impalpabile velo: la tristezza. Ogni cosa ne era avvolta ed una lacrima, una piccola si lasciò cadere come addio alla casa.

Il Signor Robson preparava la partenza da due giorni ma ora appariva piuttosto scombussolato, gli era sempre piaciuta quella città un po’ caotica ma bella, era situata nella Russia verso S. Pietroburgo. La Signora Robinson, invece, l’adorava, in quella città erano successe molte cose, Mary aveva visto i suoi nonni, i suoi genitori, sapeva tutto di quella casa; tra un singhiozzo e un altro ricordò i giorni in cui era arrivata Roby e in un susseguirsi di immagini la tristezza si insinuò tra la semplice famiglia.

-         Dovrò essere forte – sussurrò a se stessa lasciandosi andare.

Intanto vide sua figlia che aveva preparato e riposto dolcemente i bagagli nello spazioso portabagagli dell’auto.

-         Madre quando partiamo? – echeggiò la voce di Roby nella casa

-         Non preoccuparti bambina mia, ritorneremo – disse Mary con così poca convinzione che non servì a rassicurare neanche se stessa.

Intanto Lutien cercava con ardore il suo palmare, e accorgendosi di averlo gia in macchina si rassegnò ed ingurgitò frettolosamente la colazione insieme alla sua famiglia, dando di volta in volta un’occhiata al vecchio orologio di casa e infine controllando per l’ultima volta il rudere appeso sopra un grazioso mobiletto in legno.

-         Andiamo – tuonò felicemente.

Al che la famiglia chiuse la porta e andò ad accomodarsi sul sedile della macchina.

Partendo Roby ascoltò musica. Il viaggio andò bene durò due giorni interi in cui la malinconia la invase …  

      

     

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** la nuova casa ***


LE FORESTE

La nuova casa                                                                                                          

 

 

Erano forse le tre e mezza del pomeriggio quando nella silenziosa via Flamel una Volvo bianca spuntò all’improvviso.

La misteriosa Volvo si aggirava curiosa per il quartiere scrutando attentamente ogni singola casa, si ci soffermava forse dieci minuti per ciascuna.

-         Eccola! – schiamazzò  la ragazza all’ interno dell’ auto, interrompendo il silenzioso relax che aveva l’intero quartiere.

infatti da tutte le cupe finestre delle case vicinanti si affacciarono persone

In attesa di una novità.

La Volvo svoltò a destra andando a parcheggiare  nel curato giardinetto distinguibile dagli altri per via del cartello con la scritta “ vendesi “  in primo piano e pio affianco a questo un altro cartello si poteva distinguere con su scritto “ venduta “.

Già da una settimana gli abitanti di quel quartiere si erano chiesti più volte chi mai fosse stato il loro nuovo vicino di casa ma senza potersi dare alcuna risposta.

Appena parcheggiato la famiglia s’inoltrò nel vialetto di pietre che arrivava sino al grande portone della casa. Il campanello, molto antico, forse d’argento era conato da molti fiori e all’interno si leggeva “ famiglia Robson” .                                         

Roby molto eccitata decise di aprire lei, per la prima volta il varco verso la nuova vita,non trovo molto difficile aprire e quindi con decisione fece il primo passo.

L ‘ ario era molto antico, cosparso di deliziosi mobiletti in legno pregiato, in alto si vedeva un festoso lampadario in cristallo.

Chissà di chi era questa casa prima che noi venissimo qui si penso curiosamente Roby, magari era appartenuta ad una principessa, a un conte, ma sicuramente il vecchio padrone di casa aveva buon gusto, almeno a giudicare dall’ entrata.

La casa si notava era una villetta a tre piani molto simile alle altre ville che cospargevano in quartiere , anche se la pittura della loro non era messa molto bene, così la prima decisione fu quella di tirare a nuovo l’ aspetto esteriore della casa, riempiendo il bianco monotono che c’era e mettendo invece un bel giallo fortuna al suo posto.

Roby decise di andar a vedere di sopra e quindi si avvio fragorosamente per le scale, stando però attenta al parquet che rivestiva quasi l’intera villa.

Salendo su si trovavano sette stanza: nella prima vi si trovava la camera da letto dei genitori, la sua, due bagni molto lussuosi, una sala computer ed una biblioteca personale , la settima era chiusa a chiave dall’ interno, ma la sconosciuta camera attirò l’ attenzione  e la curiosità della dolce ragazza, quindi si accinse subito a chiedere alla madre cosa conteneva la stanza.

-         Madre al secondo piano vi è una stanza ma non si apre- disse lei

-         Oh non lo so tesoro quando tuo padre ha deciso per questa villa è venuto soltanto lui qui, a vederla, prova a chiederlo , sicuramente lui avrà una risposta a tutte le tue ipotesi qui.

Roby corse senza una meta per due minuti capendo infine che non conosceva la località in cui il padre era andato subito dopo l’arrivo ed allora domando ancora

-         Mamma sai forse dov‘ è papi?                     

-         Si tesoro, è uscito per in quartiere a curiosare un po’-

Siete uguali tu e tuo padre- soggiunse infine in un tono tanto basso da avvicinarsi al sussurro, alchè neanche la figlia sentì.

Uffa!Roby salii di sopra, svoltò a destra e raggiunse la sua stanza dove sostavano le valigie contenenti tutta la sua roba, le aprii e inizio a scaraventar tutto per la stanza. Era di un colore verde acceso con qualche pennellata di giallo qua e là, il pavimento era quasi tutto in parquet tranne una mattonella che risaltava sul verde, sembrava quasi un pezzetto di prato sperduto in una città, e questa era un’altra delle stranezze di quella casa; infatti erano molte, la porta, la mattonella, il giardino e quante altre ancora …

Roby apri l’armadio e vi ripose tutti i suoi abiti lei amava essere elegante, infatti nel suo guardaroba si trovavano innumerevoli felpe, gonne tutte abbinate, moltissimi vestiti e magie di tutti i colori di insolito vi era una tuta grigia comperata appena prima della partenza, era tutta sporca di vernice perché lei e Tom si erano messi a pitturare l’auto prima del trasloco.

Nella scarpiera si trovavano molti stivali, e soprattutto scarpe da ballerina di cui faceva molto uso.

Appena finito di sistemare le proprie cose Roby si dedicò all’esplorazione della sua stanza riflettendo ancora sulla mattonella un po’ traballante, assorta dai suoi pensieri la bella Roberta si dimentico ’ di tutto e perse la cognizione del tempo tanto che arrivata l’ora di cena pensava fossero ancora le quattro.

Durante la cena si parlò solo del nuovo lavoro del padre ma dopo cena Roby iniziò a fare domande molto sospette sulla casa.

-         Papà, me la potresti dare la chiave di quella porta?- iniziò curiosa la bambina

-         Ma certo tesoro- detto questo il padre estrasse dalla tasca posteriore dei pantaloni un grande mazzo di chiavi da cui scelse accuratamente una piccola chiave dorata .

-         È questa tesoro, vorrei tanto sapere perché non si apre il responsabile ha detto che tutte le porte dovevano essere aperte.

-         Grazie, padre, è da questa mattina che provo ad aprirla ma proprio non ne vuole sapere- sbuffò Roby.

Intanto si incamminò verso la misteriosa porta e con passo incerto ma soddisfatto con l’aria di un dottore che ha ben riuscito un’operazione , girò la chiave nella serratura che produsse un debole scricchiolio.

La porta era finalmente aperta!

Ma la sorpresa che si era dipinta sul volto di Robert svanì quando si accorse che porta era ben murata. I grandi mattoni rossi che ancora puzzavano di calce erano lì piantati senza nessun ombra di dubbio.

-         E e e e  chiusa- sbuffò

-         Oh, scusa- disse imbarazzato Tom -  mi ero dimenticato che questa casa era molto più grande di come è adesso, l’altro appartamento è stato affittato ad altri condomini.

-         Ok grazie papà, ero solo curiosa di sapere perché quella porta non si apriva ora che ho scoperto la verità è molto meglio, scusa ma potrei tenere io la chiave, non so perche ma la vorrei.

-         Se ci tieni tanto tesoro io te la faccio tenere- e porse la chiave nella mano eccitata della figlia.

-         Ok vado a letto.

Il mistero era risolto ma Roberta non si arrendeva certo lì, qualcosa dentro di lei diceva che la porta conduceva da qualche parte e  non si sarebbe data pace finché non l’avrebbe scoperto.

Andò a letto preoccupata ma si addormentò dolcemente guardando la luna, assorta come sempre  nei suoi sogni.

spazio autrice:

ed ecco finito anche il secondo capitolo, grazie a chi lo ha letto!! per favore lasciate una recensione, sinceri ma buoni!!!!

grazie... delinda_malfoy

 

 

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Capitolo 3
*** vicini ***


LE FORESTE

 

 

Vicini                                                                                                                           

   

          

  Nel tardo pomeriggio a casa Robson qualcosa scombussolò la quiete.

Il campanello suonò fragorosamente, Roby, la graziosa ragazza andò ad aprire, alla porta trovò una dozzina  di famiglie ed ognuna portava un dono per loro. La famiglia Jonson fu la prima a presentarsi.

-         Buon pomeriggio, sono Mat Jonson – si presentò allegramente. Dall’aspetto

 sembrava un brav’uomo , giacca e cravatta, pantalone blu scuro, scarpe lunghe e nere, uscito direttamente dalla camera del senato. La moglie era una signora sui quaranta , vestita bene.

-         Io sono Lisa Jonson - disse lei guardandosi.

-         Noi abitiamo nella casa qui di fronte – con un gesto della mano indicò la

 villetta color lilla.

-         Ciao io mi chiamo Cesco, tu?- disse un ragazzo

Timidamente Roby si fece avanti e scrutò il ragazzo. Sportivo,  moro. Un bel tipo. Decise che le piaceva.

Poi guardò se stessa e vide il pantalone della tuta macchiato, la maglia troppo lunga e si accucciò nello sconforto.

-         Io sono Roberta ma tutti dicono che Roby mi si addice di più-

-         Ok Roby, credo che diventeremo amici- rispose lui

Roby Sali frettolosamente le scale ed entrò in camera sua.

Aprì l’armadio e scelse con cura una gonnellina cortissima di jeans, la maglia a righe dorata e rossa, una felpa d’oro, le calze a righe e li indossò tutti in  un attimo.

Aprì la scarpiera e scelse i semplici stivali neri.

Fuggì in bagno dove legò i suoi boccoli dorati in una coda lasciando che metà capigliatura le arrivasse alle spalle.

Capì in fine di essere pronta e quindi scese le scale.

-         Scusa Cesco –

-         Niente - la rassicurò lui

-         Vieni ti faccio vedere il resto della casa, sali con me –

-         Ok andiamo – fece lui

-         La mia stanza, quella dei mie genitori, i bagni e la biblioteca –

-         Cos’è quella?- chiese incuriosito Cesco.

-         Oh?! – non si stupì affatto, anche lei era sempre interessata la stanza murata.

-         Quella è una stanza murata, dicono che ci sia un altro appartamento, ma io non ci credo- precisò lei.

-         Abita qualcun altro qui vicino? – cambiò discorso lei.

-         Uh!! – molti miei amici,ma domani a scuola ti farò conoscere alcuni ragazzi-

-         Chi sono? – chiese Roby

-         Bhè conosco molte persone qui ma i miei migliori amici sono Lii e Angy –

-         Due ragazze? –

-         Angy è un ragazzo, si chiama Angelo e Li, si lei è una ragazza ma chiunque la vede la definirebbe il contrario. È un vero maschiaccio, il suo vero nome è Lilian.

-         Ah ok –

-          Sono distanti da qui? –

-         No, Li abita nell’altro quartiere, quello qui accanto. Angy nella casa blu ma è quasi sempre in biblioteca. È qui vicino, ad otto miglia di distanza.

-         Ah meno male – rispose lei

-         Ma tu che classe fai? –

-         Morthon school, la scuola  del quartiere,sono in seconda C.

-         Wao, nella mia stessa classe, che fortuna! Allora domani ti passo a prendere –

-         Si, grazie, il tragitto sarà più divertente –

-         Angy viene in pullman, mentre Li è dei nostri. –

-         Alle otto fatti trovare pronta, andiamo con la mia macchina –

-         Quale macchina? –

-         Domani la vedrai! –

-         Non vedo l’ora! –

E così Roby accompagnò Cesco alla porta salutando affettuosamente e poi salì in camera.

Vide l’orologio, erano le nove e un quarto.

Si mise a letto e si addormentò velocemente facendo strani sogni sull’aspetto della nuova scuola e dei compagni, poi smise di sognare lasciandosi cullare in balia della notte.      

 

  spazio autrice:

grazie a tutte le persone che hanno letto i capitoli fin ora, grazie e lasciate una  recensione sinceri ma buoni!!!!

delinda_malfoy

 

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Capitolo 4
*** la scuola ***


La scuola

 

Erano forse le sette del mattino quando Roberta si svegliò un minuto prima che la sveglia suonasse.

Un quarto d’ora dopo era già pronta con il suo completo preferito per il suo primo giorno di scuola .

Maglietta azzurra a mezze maniche , gonna a righe blu abbinata alla giacca, leggins celesti e scarpe a ballerina. In bagno legò i suoi lunghi capelli in una coda da cavallo con un fiocco azzurro.

Erano ormai le otto quando alla porta bussò Francesca, Roby prese lo zaino blu e nel suo completino preferito si avviò verso la porta .

-Ciao mamma io vado, a dopo-

-Ciao risuonò in casa ma Roby era già uscita e la casa rimase vuota ad echeggiare la voce della madre Mary.

-Ehi Cesco salutò Roby ma le parole le rimasero in gola quando finalmente vide l’auto di Cesco.

Non era un’ auto grande, anzi non poteva neanche definirsi una macchina . Era una sider car .

La moto sfavillante e nuova e con colori lucenti vi  era scritto “Francesco” l’altra parte era lucente e spaziosa .

Era molto veloce, anche se Roby non ne capiva molto di meccanica comprese già guardandola

Che era un oggetto di grande desiderio verso gli altri ragazzi.- Ciao, stupita della mia macchina?-

Disse Cesco con un sorriso stampato sul volto

-Come no – rispose lei .

-Sali-

Roby che aveva un po’ di timore preferì salire nel posto del passeggero .

-Paura eh ?! – Scherzò Cesco

.-Molta- disse rossa di vergogna

-Partiamo-

Dopo questa parola Roby non capì più nulla e si trovò in un vortice di sensazioni che l’avvolgeva sino ad soffocarlo.

-Ehi Li-

La ragazza di nome Li non aspettò neanche che Cesco rallentasse si tuffò sulla moto occupando il posto di Cesco che sobbalzò.

-         Li non devi fare così- la grido affettuosamente Cesco.

-         Solito scemo – disse Li.

Guardando bene Roby vide , una ragazza vestita in maglia nera, jeans strappato e converse nere, capelli sfilati e mossi dal gel.

Aveva un’aria selvaggia.

Roby pensò che se quella era la moda del paese lei sarebbe stata molto inappropriata e si vergognò molto, quindi chiese alla ragazza.

-         Ehi io sono Roby Robson, ma a scuola siete tutti vestiti così? –

-          No ognuno segue il suo stile, io sono Li Salander, piacere, dovresti venire al cento commerciale con me. Queste cose che indossi non sono adatte a Venezia, ti serve qualcosa di più sportivo.

-         Ok- riuscì a dire lei

-         Oggi va bene? – prese l’iniziativa Li

-         Certo –

-         Passo io –

-         Dove si trova il centro commerciale’ – s’ informò Roby temendo che la mamma non le avrebbe dato il permesso per colpa delle sue rigide leggi.

-         Vicino qui , c’è un negozio bellissimo, skate, converse, porta duecento euro e vieni. –

Roby pensò che duecento euro non erano poi molti e decise di prenderli dal suo salvadanaio che ne conteneva duemila, frutto dei suoi risparmi.

-         Verrò – era emozionata, aveva già due nuovi amici!!

Durante la strana conversazione con Li avevano percorso due miglia e stavano per arrivare. Erano le otto e un minuto. Dopo un po’ eccola maestosa e di un colore rosso sgargiante la sua nuova scuola. Al centro in alto vi era un cartello: ‘ Morthon scholl ‘ e dopo un po’ notò gli altri ragazzi a cui il grande edificio doveva sembrare perfettamente normale.

-         Ciao a tutti – salutò Roby

-         Benvenuta a scuola!!!!! -    

  

 

 

spazio autrice: anche il quarto capitolo è finito, per favore recensite, voglio sapere cosa ne pensate 

 

 

 

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