Il fuoco e la neve

di leetaeri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il fuoco e la neve ***
Capitolo 2: *** Il legame spezzato ***
Capitolo 3: *** Il ricordo più bello ***



Capitolo 1
*** Il fuoco e la neve ***


Il fuoco e la neve

“Il fuoco mi avvolge, ci sono urla, la gente corre, mi travolge; vedo alcune case distrutte e altre in fiamme, una donna difende il proprio bambino da una spada e nonostante il fuoco, la neve scende silenziosa e si posa ovunque, delle lacrime mi rigano il viso, ho paura, abbiamo tutti un’immensa e terribile paura e sappiamo che nessuno ci potrà aiutare in questa disperata lotta per la salvezza...”

Come al solito mi svegliai sudata perché avevo fatto un incubo, sempre lo stesso tutte le sere, ma in cui non riuscivo mai a capire dove mi trovavo, vedevo soltanto fuoco e neve… Camminavo fra i cespugli tenendo la mano al mio maestro Takeyuki - sensei, un uomo alto, di circa quarant’anni, con i capelli castani e di carnagione chiara, io lo consideravo come un padre anche perché nei miei ricordi circa il passato mi veniva in mente soltanto lui, non ricordavo il volto di mia madre tantomeno quello di mio padre, per quanto mi riguardava ero sempre stata sola, non avevo mai avuto amici e non sapevo cosa significasse avere una famiglia però provavo un sentimento enorme per quell’uomo che ora teneva la mia manina e che era sempre stato al mio fianco. Camminavamo da giorni, se non settimane, camminavamo da così tanto che non avevo più la cognizione del tempo, ad un certo punto gli alberi iniziarono a diminuire, intravidi un gigantesco portone sul quale c’era una scritta: “Konoha”. Il maestro mi aveva detto che doveva parlare con l’Hokage che era a capo del villaggio della foglia e a quanto pare eravamo finalmente arrivati nella città della nazione del fuoco… Appena entrata ciò che mi colpì di più fu la vita movimentata all’interno del villaggio, non avevo mai visto così tante persone in vita mia. Ero talmente presa nell’ammirare tanta allegria e felicità, che non mi ero accorta che un uomo abbastanza carino ci stava chiedendo i nomi e adesso toccava a me rispondere.
<< Piacere sono Noelle.>> lo liquidai con queste tre parole per tornare ad ammirare il villaggio. C’erano tante stradine piene di negozi di ogni genere, dai ristoranti ai fiorai alle botteghe e molti altri.
La gente era sempre sorridente, adesso avevo capito perché chiamavano Konoha la fiamma della nazione del fuoco. Fui riportata alla realtà da Takeyuki – sensei che si muoveva tra le strade della città come se la conoscesse benissimo, come se ci avesse vissuto, ad un certo punto iniziai a scorgere un grande edificio e al di sopra una roccia con delle facce scolpite sopra << Takeyuki – sensei, chi sono quelle persone raffigurate sulla roccia? >> e lui mi rispose << Sono tutti gli Hokage di Konoha e adesso dobbiamo andare ad incontrare il terzo che è lì rappresentato.>> alchè io risposi << ma di solito non vengono rappresentati dopo la loro morte? Che è successo al quarto? O meglio che è successo al terzo? >> << Il quarto è morto in guerra tempo fa e siccome il terzo era ancora in vita, decise di ritornare in carica. >> “Ma io questi qui non riesco proprio a capirli… Chissà come sarà l’ Hokage, secondo me è un vecchio bisbetico… anche se questo è meglio se non lo dico al sensei se no ho paura che mi fa una bella ramanzina.”
Alzai lo sguardo per un attimo e mi accorsi che ormai eravamo arrivati e che il palazzo dell’ Hokage era veramente enorme, iniziammo a salire una scalinata che non finiva più, entrammo nell’immenso edificio e il sensei bussò ad una porta dietro la quale sicuramente si trovava l’Hokage. << Avanti >> si sentì dire dall’interno, così il maestro aprì la porta e salutò l’Hokage come se si conoscessero da una vita e non con il tono rispettoso con il quale sarebbe giusto rivolgersi ad una persona di tale importanza.
Poi Sarutobi – sama venne verso di me che ero rimasta in disparte in un angolo della camera, mi accarezzò e rivolgendosi al sensei << Questa bella bambina è Noelle vero? >> << Si >> si senti rispondere. Continuò il sensei << È molto stanca non potreste procurarle un letto? >> << ma io non sono affatto stanca >>risposi accigliata << anzi vorrei vedere la città, posso sensei? >> lo guardai con gli occhi irresistibili che facevo per convincerlo ogni volta e lui acconsentì ma l’ Hokage disse << può una bambina così piccola andare in giro da sola? >> << ma io non sono piccola, ho già 7 anni e so cavarmela da sola. >>,prima che l’Hokage convincesse il sensei a non farmi uscire mi avviai verso l’uscita e pensai che in fondo non era quel vecchio bacucco che m’immaginavo.
Il primo luogo che visitai fu un parco meraviglioso con tante giostre e bambini felici che giocavano tra di loro… feci per avvicinarmi ma poi ricordai che non mi avrebbero accettato, così rimasi ferma immobile a guardarli mentre le lacrime iniziavano a salire. Però le ritirai su quando vidi un bambino che si dondolava triste su un’ altalena formata da un pezzo di legno e fissata ad un albero con delle corde, così mi avvicinai pensando che forse mi avrebbe accettato, anche se non sapevo perché, ma sentivo che in qualche modo noi due eravamo uguali; << ciao come ti chiami? Io sono Noelle piacere di conoscerti. >> lui mi scrutò con una certa curiosità e poi mi disse << piacere! Io sono Naruto. Non ti ho mai vista al parco, sei nuova? >> << Si, ma non so se mi va di giocare con quei bambini quindi non ti da fastidio se resto qui vero? >> << no, anzi sarei felice se volessi stare un po’ con me. Vuoi fare un giro sull’altalena? >> << grazie veramente, ma non so se ci so andare non ho mai provato >> << dai è facile, tu siediti e io ti spingo ok? >> “ma se poi mi fa cadere? Ho paura forse è meglio se dico di no.” Però mi guardò con quegli occhi azzurri così scintillanti e quel sorriso che ormai mi aveva contagiato. << si, va bene però spingi piano ok? >> << va bene fidati! Intanto parliamo? >> annuii troppo impegnata a guardare i miei piedi che oscillavano avvicinandosi e allontanandosi in un ritmo costante dal terreno.
<< quanti anni hai?>> mi chiese << 7,e tu Naruto? >> << 6, quindi sono più piccolo di te ma soltanto di un anno. E posso sapere da dove vieni? >> << io non lo so >> risposi << mi sono sempre spostata da un paese all’altro quindi non ricordo da dove vengo >> << Sei in viaggio con i tuoi genitori? >> e vidi che nel farmi quella domanda il suo sorriso assunse un velo di tristezza << no, i miei genitori sono morti quando ero ancora troppo piccola da ricordare i loro volti, da allora è Takeyuki – sensei che si prende cura di me. E tu? >> << anche i miei genitori non ci sono più. Quindi forse in questo siamo uguali giusto? >> << allora visto che siamo uguali ti va di essere il mio amico? >> lo vidi tentennare sulla risposta ma poi con un grande sorriso mi rispose di si e disse << Sai forse è il destino che ci ha fatti incontrare! >> << il sensei mi ha detto che il destino non esiste, siamo noi a crearlo quindi forse era inevitabile che ci incontrassimo. >> sentii la voce del sensei chiamarmi per andare a mangiare, così salutai il mio nuovo amico e aggiunsi << Domani mi voglio allenare ad usare i kunai, ti va di allenarti con me? >> lui annuì sorridendomi e avviandomi verso il sensei, sperai per la prima volta di rimanere a lungo in quella città…

* * *

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Capitolo 2
*** Il legame spezzato ***


Il legame spezzato

 

I raggi del sole illuminarono la stanza, per mia grande sfortuna dove dormivo io, così fui costretta ad alzarmi da letto e solo allora mi ricordai dell’appuntamento che mi ero data con Naruto, così feci velocemente colazione, mi lavai, mi vestii, preparai tutta l’attrezzatura ninja necessaria e mi diressi verso il campo di allenamento dove ci dovevamo incontrare. Quando arrivai, con il fiatone, non trovai nessuno…e così anche lui alla fine mi aveva abbandonato, così come avevano sempre fatto tutti, mi ero sbagliata sul suo conto, noi non eravamo per nulla uguali.

- Noelle! Noelle! Scusami ma non sono riuscito a svegliarmi prima.

In quel momento li vidi, apparvero i suoi capelli biondi da dietro un cespuglio e il mio cuore si riempì di una gioia infinita. Mi vergognai di averlo paragonato all’altra gente… Passammo tutta la mattinata ad allenarci, io ero molto brava, avevo preso ogni bersaglio mentre lui era un po’ meno bravo, ma comunque se la cavava.

Quando il sole ormai era alto nel cielo noi due eravamo stesi per terra con il fiatone dovuto al duro allenamento

-hey, ti va di mangiare? Io ho una fame! 

In effetti in quel momento uno snack sarebbe stato bene accetto…

- no non mi va!

Perché avevo detto di no? Certo che non riuscivo proprio a capirmi, pensavo una cosa e troppo imbarazzata ne dicevo un’altra, quello era un lato del mio carattere che odiavo, non mi piaceva essere debole perché un ninja deve saper controllare le emozioni e di certo in questo ora non ce l’ avrei mai fatta.

- cos’era questo rumore? - mi chiese Naruto - è il mio stomaco… - risposi. - vieni con me, ti porto a mangiare il ramen più buono di tutta Konoha.

- va bene -  e così per la prima volta rinchiusi la mia debolezza, anche perché in quel momento morivo veramente di fame. In effetti quello era il ramen più buono che avessi mai mangiato, “certo che questo Teuchi è proprio bravo ed ha una figlia molto gentile”. Chissà perché ma mi sentivo molto felice, come non lo ero mai stata prima e non era perché avevo la pancia piena, ma perché avevo trovato finalmente un amico capace di accettarmi per quello che ero…passammo settimane, se non mesi in questo modo: allenandoci, andando al parco il pomeriggio e mangiando il ramen di Teuchi.

Ma un giorno il sensei mi disse che da quel bambino dovevo tenermi alla larga perché prima o poi mi avrebbe fatto del male. Io non ci potevo credere, era impossibile che proprio lui, l’ unico che mi aveva trattato bene, potesse farmi del male. Però Takeyuki – sensei non mi aveva mai detto una bugia, allora perché non gli volevo credere? Ancora quella sensazione, mi sentivo uguale a Naruto in qualche modo, ma quale? Gli altri evitavano anche lui ma certo non poteva essere per il mio stesso motivo, non poteva essere un Jinjuriki come me, questo era più che sicuro… o forse no?

–       Takeyuki – sensei, perché non posso incontrare Naruto?

–       Perché lui è molto simile a te in un certo senso…

–       Per caso nel suo corpo è sigillato un Bijuu?

–       Shh! Non lo dire ad alta voce qualcuno ti potrebbe sentire! Comunque… si… Kyubi, la volpe a nove code, ma non farne parola con nessuno, capito?

–       Si, ma questo non mi impedirà di vederlo.

–       Cosa?

–       Io sono più forte di lui visto che ho Jubi, il dieci code, quindi anche se si trasformasse non potrebbe farmi niente.

Me ne andai sbattendo la porta, ormai era sera tardi e decisi di andare al parco pensando che non ci fosse nessuno, invece qualcuno c’era ed era Naruto.

Mi avvicinai a lui, ma non ebbi il tempo di spiegargli ciò che era successo perché il sensei mi prese e iniziò a trascinarmi via.

–       Noelle, dì addio a questa città, sicuramente non la vedrai più.

–       Ma sensei… – le lacrime incominciarono a rigarmi il viso.

–       Naruto! Naruto!

–       Noelle! Non te ne andare, ti prego…

–       Naruto, non mi dimenticare… non mi dimenticare, p- perché io, sono come te, noi siamo uguali e se le nostre strade si sono incrociate ci sarà un motivo, quando sarò grande tornerò. Fino ad allora, ti prego, non mi dimenticare…

–       Non ti dimenticherò mai! Fidati di me…

Il sorriso del ragazzino biondo era scomparso per far posto alle lacrime.

 

 

 * * *

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Capitolo 3
*** Il ricordo più bello ***



                                                                       Il ricordo più bello

Villaggio del fulmine…10 anni dopo.

Disadattata.
Era la parola che avrei usato per riferirmi alla mia situazione. Non riuscivo a vivere bene in nessuno luogo e la gente non mi trattava con il rispetto che si ha di solito verso gli altri esseri umani. C’era un unico posto in cui avrei voluto far ritorno …l’unico posto a cui mi sentivo fortemente legata, ma in quegli anni avevo macchiato di troppi peccati la mia amina, che non era più bianca e pura come prima, ma nemmeno nera come quella dei malvagi, era di colore rosso sangue, il colore degli assassini…
Sapevo perfettamente anch’io di essere l’unica artefice della mia situazione e solo adesso iniziavo a pentirmene amaramente.
Il luogo che adoravo così tanto era Konoha; a dir la verità, non era proprio Konoha il mio desiderio, ma una persona il cui nome era stato rimosso dalla mia mente, sarebbe tanto piaciuto anche a me che sono un’assassina avere accanto quella persona e dimenticare anche solo per un istante tutti i miei peccati, ma date le circostanze sarebbe stata una brutta idea… in fondo chi vorrebbe avere a che fare con me?
Ma mi ero ripromessa che un giorno lo avrei rincontrato, quando avrei finalmente espiato anche in parte le mie colpe.
“Come se fosse facile!” pensai, in effetti in quel mondo in cui la guerra era il pane quotidiano non solo dei ninja ma anche di chi dei conflitti tra le varie nazioni e villaggi non ne voleva proprio sapere, valori come la purezza e l’onestà non si sapeva nemmeno cosa fossero.
Certo, tra i ninja che combattevano per la propria patria c’era un certo senso di giustizia e una voglia di pace considerevole, ma questo non era il mio caso. Combattevo per me stessa, forse per orgoglio oppure semplicemente perché non avevo nessuno che mi potesse proteggere, combattevo per vendicarmi, non avevo nessuno da difendere, e nessuna casa a cui fare ritorno. Insomma compivo l’azione più sbagliata nel modo peggiore.
Non volevo di certo giustificare gli altri ninja che lottavano per motivi più nobili dei miei ma sapevo benissimo che combattevo perché ero sola, non avrei mai combattuto se ci fosse stato qualcuno vicino a me disposto a fermarmi.
Quei miei pensieri furono interrotti, quando il mio sguardo si posò su una tavoletta di legno, fuori da una locanda, sulla quale erano scritti i piatti del giorno.
- Ra…me…n – strano, quella parola mi era familiare, anche se non sapevo per quale motivo, sarebbe stato comico pensare che mi sentivo particolarmente legata a dei tagliolini!
Poi sentii due voci provenire dall’interno della locanda:
- Amore non mi va il naruto, lo vuoi tu?? –
- Ok ma cerca di mangiare qualcosa va bene?? –
“Naruto” perché una parola del genere mi provocava una tale sensazione?
Fu un attimo, all’improvviso mi ricordai tutto ciò che avevo almeno in parte dimenticato, dall’arrivo al villaggio della foglia al dialogo con l’Hokage, all’incontro e infine al distacco con Naruto.
Si, era quello il nome della persona che tanto avrei voluto incontrare ma allo stesso tempo questa possibilità mi metteva paura, perché lui era stato l’unica persona che mi aveva amata dal più profondo, l’unica che mi era stata vicino anche se per poco tempo, l’unica persona a cui mi ero affezionata già dopo la prima volta che ci eravamo incontrati e avevo troppa paura che rincontrandomi ora mi avrebbe allontanato.
È strano come si cerca tutta la vita di stringere maggiori legami possibili e poi quando se ne ha anche solo uno ci si tira indietro per paura di perderlo.
Tutti questi anni però mi avevano anche insegnato qualcosa di positivo; tranne l’eccezione rappresentata da Naruto, non provavo più alcun sentimento.
Rabbia, odio, amore, paura, invidia, delusione, desiderio, non sapevo più cosa fossero.
O almeno così credevo…






***

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