Sovrannaturale

di Deeper_and_Deeper
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Salvataggio in extremis ***
Capitolo 2: *** S.S.N (Sovraeccitamento del sistema nervoso) ***
Capitolo 3: *** Tuo Bill ***
Capitolo 4: *** Bill vive per me ***
Capitolo 5: *** Bill grazie di esistere ***
Capitolo 6: *** Attacco ***
Capitolo 7: *** Ricordi ***
Capitolo 8: *** Alone and Togheter ***
Capitolo 9: *** Salvataggio ***
Capitolo 10: *** Persecuzione ***
Capitolo 11: *** Scusami ***
Capitolo 12: *** Sorpresa In Larga Scala ***
Capitolo 13: *** Ai Limiti Dell'Irreale ***
Capitolo 14: *** Finale ***



Capitolo 1
*** Salvataggio in extremis ***


Telecinesi 1
"Per scrivere bene occorrono:

-6 sospiri di pazienza per un'idea
-9 etti di fantasia per svilupparla
-1 bel colpo d'ingegno che ti indicherà la via"
[Alexandre Dumas]




A J.K.Rowling che ha destato in me la voglia di scrivere

1~

La notte non avevo mai sonno.  Mi addormentavo verso l'una di notte e mi svegliavo alle sette e non ero mai stordita.
I miei amici si sorprendevano di come io riuscissi ad essere così energica e scattante ogni ora.
Ma forse questa mia anormalità dipendeva dai miei poteri telecinetici. Riuscivo, infatti, a spostare le cose a distanza senza muovere un dito.
Nessuno aveva capito come ci riuscissi, neanche il prof. Oak che studiava queste mie "capacità".
Tre volte a settimana andavo al Centro Poteri Paranormali del professor John Oak per ampliare e capire questi poteri.
C'erano molti altri dottori e ragazzi come me,  il professore sosteneva che io fossi ancora più speciale degli altri e per questo lavoravo in una stanza speciale, che poteva benissimo essere scambiata per uno studio di registrazione.
Nessuno apparte la mia famiglia sapeva di questi poteri paranormali. Non mi fidavo molto dei miei amici e per questo nessuno sapeva di ciò che ero in grado di fare e nemmeno mi facevo "scoprire" e anche se avevo un quoziente intellettivo pari a 200, cercavo di essere più normale possibile.
Amavo scrivere, amavo la musica e la mia band preferita erano i Tokio Hotel, li seguivo dai loro primi successi.
Molti li chiamavano "gay" "band commerciale" o altro e quando sentivo quei nomignoli a loro affibbiati raddoppiavo le mie capacità telecinetiche di 200.
Le capacità telecinetiche infatti venivano misurate in numeri. Il massimo era 50.
Un giorno di quelli al ritorno da scuola, ad Ambrugo, feci uno strano incontro.
Bill Kaulitz era circondato da una folla di fan accanite che lo stavano quasi schiacciando.
Decisi allora di fare un salvataggio in extremis: mi intrufolai tra le fan scalciando e dando pugni e lo portai via da quella folla impazzita scatendo l'opposizione generale.
-Corri!- dissi a Bill.
Iniziammo a correre per le strade di Amburgo che conoscevo bene e arrivammo a casa mia. Aprii velocemente la porta e intimai a Bill di entrare mentre controllavo che le fan fossero andate via. Per mia fortuna era così.
Dato che era uno di quei giorni ed ero davvero al massimo. Avevo bisogno di esercitarmi e dovevo farlo subito.
Inoltre avevo oggetti telecinetici ovunque in casa.
-Elis, sei tu?- chiese mia madre dalla cucina.
-Sì mamma! Ho portato...- una stella della musica?
Bill non parlava. Era ancora shoccato per il salvamento in extremis di poco prima e l'unica cosa che riuscì a mormorare fu "grazie".
Raggiungemmo la cucina e salutai mamma allegramente. Aveva preparato la pasta.
-Mamma, lui è Bill Kaulitz- dissi io stranamente traquilla.
-Oh! E' lui! Piacere, Elvira- disse mia madre cordiale.
-P-Piacere- disse Bill -Emh... sono grato a... Elis perchè mi ha salvato da una folla di fan accanite-.
-Oh... bene! Vuoi mangiare con noi caro?- gli chiese mamma.
Bill con quel discorso introduttivo si era sciolto. Annuì e ci sedemmo a tavola.
Mangiammo in silenzio e poi condusssI Bill in camera mia.
-Posso fare una telefonata?- chiese accennando al telefono sul comodino.
-Certo-.
Telefonò rapidamente e poi sospirò felice.
-Ho avvertito dove sono, verranno a prendermi tra un po'- mi spiegò -Ma dimmi, da quello che vedo sei nostra fan?-.
Annuii. Com'era carino quando chiedeva le cose! Cercai di concentrarmi di più e i poster si mossero. Cavolo.
Probabilmente non se ne accorse. Probabilmente non volle vederlo.
-Oh... bene! Da quanto ho capito non così "accanita" come quelle che mi stavano quasi uccidendo- rise.
-Già...- dissi imbarazzata.
Non era normale avere Bill Kaulitz in camera mia. Era strano. Doveva essere sui miei poster non in piedi davanti a me.
-Mi parli un po' di te?- chiese.
-Certo...-.
Gli raccontai tutto quello che c'era da sapere su di me. Su come mi era difficile fare amicizia, su come volevo solo scrivere e dei sabato pomeriggi a casa a messaggiare con il mio ex ragazzo, Kevin.
Non gli raccontai tutto. Non gli dissi della telecinesi. Quel particolare della mia vita non doveva saperlo nessuno.
Osservò attentamente gli oggetti che usavo per esercitarmi. Non sapeva cosa fossero e mi guardo interrogativa.
-Delle cose- dissi semplicemente.
-Che cosa?- chiese.
-Nulla di speciale-
-Oh" Dai voglio saperlo!-mi pregò.
Era come se ci conoscessimo da una vita, in pochi minuti avevamo legato tantissimo e per me era una cosa nuova.
-Ok... allora... sono deglio oggetti che servono per delle esercitazioni per lo sviluppo di capacità- dissi tutto d'un fiato.
-E per quali?-
-Bill, non posso dirtelo-.
Abbassò lo sguardo e non potei resistere.
-Bill!- urlò mia madre -Ci sono i tuoi... amici-.
-Devo andare- disse avviandosi alla porta -Quello è il mio numero-.
Mi aveva scritto il suo numero su un foglio di carta e un appunto in una lingua che non conoscevo.
Ci salutammo e lui andò.
Mi misi a fare i compiti, che mi impegnarono per tre ore. Dopo decisi di esercitarmi nella telecinesi. Iniziai a meditare.
Per svolgere correttamente gli esercizi di telecinesi bisognava meditare almeno un'ora al giorno. Generalmente dopo attività impegnative e stancanti.
Meditai e mi concentrai su un pezzo di carta. Fissandolo attentamente riuscii a farlo volare dall'altra parte della stanza.
Volli concentrarmi su qualcosa di più impegnativo, come ad esempio abbassare la fiamma di una candela e così ne presi una dal cassetto anche se non avevo i fiammiferi e mi scocciavo di andarli a prendere.
Desideravo intensamente che la fiamma si accendesse da sola in modo tale che io non avessi fatto fatica.
La fiamma si accese davanti ai miei occhi. Era qualcosa di sensazionale.
-Mamma!!!- urlai.
Lei corserapidamente in camera mia. Guardò la fiamma e poi me.
-Ti sembra giusto farmi...- iniziò ma io la interruppi.
-Mamma, non ho accendini ne fiammiferi... si è accesa da sola-.
-Come? Non.. chiamo il professor Oak- disse.



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Capitolo 2
*** S.S.N (Sovraeccitamento del sistema nervoso) ***


Telecinesi 2
S.S.N (Sovreccitamento Sistema Nervoso)



Il professore voleva vedermi di persona e così andammo al C.P.P.  di corsa.  Salutai la segretaria all'ingresso ed entrammo nella sala d'esercitazione.
-Oh! Elis! Eccoti- diss e il professore venendomi incontro.
-Io aspetto fuori- disse mia madre uscendo dalla sala.
Mia madre non si interessava molto delle mie "sedute". Il Centro non era lontano da casa e io andavo a piedi, era meglio perchè il solo pensiero di mia madre mi avrebbe fatto deconcentrare ma quello era un caso eccezionale e così entrai nella sala.
Quella stanza era divisa in due da un muro che andava a creare così un'altra stanza più piccola.
Era in quast'ultima che il professore mi controllava anche se mi esercitavo con gli altri ragazzi.
Più o meno la "giornata" al centro era così: Arrivavo, Meditavo e mi esercitavo.
Stavo quattro ore lì e mi piaceva. Se fosse stato per me ci sarei stata anche di più.
Entrai nella stanza del vetro e mi sedetti davanti al tavolo dove vi erano vari oggetti.
-Ok... Elis, inizia con il bicchiere. Muovilo- disse il professore attraverso il microfono.
Annuii e mi concentrai su quel bilcchiere. Però non volevo muoverlo. Volevo farlo esplodere e allora lo guardai ancora più intensamente finchè non esplose.
-Elis! Dovevi muoverlo non farlo esplodere!- disse Oak agitato.
-Ok!-.
Volevo che si ricomponesse in modo da farlo muovere come diceva il professor Oak. Il bicchiere si ricompose.
Alzai lo sguardo e vidi il proffessor Oak stupito. Chissà che cosa stava pensando.
E' strano, non è normale! Dovrei fare degli studi più approfonditi disse il professore.
-Prof... perchè non è normale?- chiesi ingenuamente convinta che lui avesse parlato.
-Come hai fatto a... non ci credo!- disse entrando nella stanza e abbracciandomi agitato.
-Che succede professore?- dissi e poi tutto divenne buio.
Mi risvegliai su un divano azzuro, ben ricamato. Ero nell'ufficio del professore in cui ero entrata di rado.
Mia madre stava accanto a me preoccupata.  Che era successo?? Perchè ero sdraiata sul divano del professor Oak?
Cercai di alzarmi ma la stanza mi girò attorno. Ci rinunciai e mi stesi di nuovo.
Guardavo il professore in attesa che dicesse che era tutto a posto, ma non lo fece. Evidentemente c'era qualcosa che non andava.
-C'è stato un sovraeccitamento del sistema nervoso- disse il professore.
-Che cosa?- chiesi.
-Hai sforzato troppo le tue capacità e il cervello si è surriscaldato- disse il professore stupito della mia ignoranza.
-Questo l'ho capito! Ma io intendevo per quale motivo è avvenuto questo!?- chiesi urlando.
-Non lo so. Sei la prima persona reale che riesce a leggere nel pensiero e ricomporre gli oggetti- disse il professore sconsolato.
-Sono la prima? Ma lei che cosa studia?- chiesi retorica.
-Telecinesi non Telepatia!-
-Se ha un nome la Telepatia ci dev'essere una spiegazione scientifica, no?- chiesi arrabbiandomi ancora di più.
Gli oggetti intorno a me iniziarono a muoversi freneticamente come presi da una forza incredibile. Perfino i vetri della stanza iniziarono a muoversi e da qualche parte qualcuno urlò.
Mi calmai. Non volevo fare del male a delle persone innocenti, anche se avrei potuto.
Una parte di me non voleva che loro si facessero male mentre l'altra parte sì. Almeno solo il professore che non riusciva a spiegare l'accaduto. Io volevo far preavalere la parte buona e così pensai a Bill e alla sua risata.
Il terremoto si arrestò e mi scusai più volte con il professore prima di andare a casa con mia madre.
A casa, nella mia stanza, chiamai Bill che rispose al primo squillo.
-Pronto?-
-Bill sono Elis- dissi col cuore che mi batteva forte.
-Hey Elis! Che c'è dimmi tutto?-
-Hai impegni... adesso?-
-Emh... non proprio, perchè?-
-Potresti venire a casa mia? Lo so che ci conosciamo da poco, ma...-
-Ok... vengo subito- disse Bill.
"Rapido il ragazzo!" pensai allegra.
Trenta minuti dopo Bill era a casa mia sdraiato con me sul mio letto matrimoniale.
-Dimmi tutto mon amour- disse romantico. (E quì le lettrici si sciologono ndA).
-Ecco... vedi... ti ricordi quella cosa che non potevo dirti ieri? Bè... mi ha fatto quasi far male due persone cui tengo molto-.
-Di tua spontanea volontà?- chiese Bill serio.
-No. Non ero... in me... ero strana-.
-Allora se ti senti in colpa sbagli- disse sicuro di se.
-Tu dici?-
-Certo!-
-Che ne dici se ti porto a mangiare fuori? Non hai cenato?-
-No, non ho cenato. Lo chiedo a mamma-.
-Mamma! Posso andare a cena con Bill, ora?-
-Sì! Bill! La prossima volta non fare la scimmia!-.
Bill rise. Andai a prepararmi e raggiungemmo la sua Audi parcheggiata nel vialetto. Per fortuna faceva buio presto o l'avrebbero rionosciuto.
Mamma non si preoccupava dell'orario. Sapeva che a una cert'ora sarei crollata. Era il mio orologio biologico.
-Dove andiamo?- chiesi ingenua.
-Al migliore appartamento della città! Casa mia... e di mio fratello- disse.
Risi divertita. Non sapevo se era o meno uno scherzo, ma lo stesso mi piaceva. Con Bill riuscivo a non pensare.
Ebbi, però, un'attimo di esitazione. Bill e Tom -che neanche conoscevo di persona- non sapevano che io fossi telecinetica, e se avessi fatto volare le cose all'improvviso? Che sarebbe accaduto? Che Bill non mi avrebbe più parlato.
-A che pensi?- mi chiese Bill.
-Emh... devo chiederti una cosa-
-Dici-
-Se io fossi capace di fare qualcosa fuori dal comune che non riesco a controllare e che metterebbe in pericolo la salute, se non la vita, di chi mi sta attorno. Tu che mi diresti? Mi crederesti pazza?-
-Certo! Ma che discorsi fai?-
Lo sapevo. Chi non mi avrebbe creduta tale? Non dovevo proprio parlargliene. Ho rovinato tutto.
-Lascia perdere-.
-Ma che succede Elis?-
-Niente-.
-Sicura?-
-No. Bill sono pericolosa-.
-Sei un'assassina?-
-No. Ma posso diventarlo se qualcuno non mi aiuta a controllare le mie capacità-.
-Allora ti aiuterò io, ma prima devo conoscerti- disse stringendomi la mano.
Per la prima volta mi sentii al sicuro con qualche altra persona al di fuori di mia madre e del professor Oak.
Arrivammo a casa di Bill in poco tempo e così conobbi Tom.
Era un tipo esuberante, divertente e oltremodo pervertito, ma molto più profondo di quanto si dicesse in giro.
Diventammo subito amici.
La cena consisteva nella mia pizza preferita, la margherita. Era molto buona soprattutto con le pata fritte sopra.
Mangiammo e ci divertimmo e la serata passò veloce, senza intoppi o almeno così sembrava.
Accendemmo per un po la televisione e il giornalista stava raccontando dell'improvviso terremoto che aveva colpito la città poche ore prima, alle cinque.
L'epicentro sembrava essere al C.P.P. del professor Johnathan Oak.
Il cuore iniziò a Battere forte. I neuroni in testa lavoravano frenetici, li sentivo. Cercai di impedire però che accadesse quello che era successo al centro.
Mi ostinai a pensare a Bill, a Tom e alla serata trascorsa. Mi tranquillizzai.


Deeper_and_Deeper: Grazie a coloro che hanno recensito!





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Capitolo 3
*** Tuo Bill ***


telecinesi 3
Posso Piombare Nella Tua Vita?

Quando mi riaccompagnò a casa era strano, preoccupato. Che si fosse accorto del momento di tensione a tavola? Con tutto il cuore speravo di no oppure la nostra amicizia sarebbe finita ancor prima di cominciare davvero.
-Emh, cosa è successo a tavola? Quando Tom ha acceso la televisione, intendo- mi domandò cupo.
Il mio cuore accellerò i battiti. Cercai di calmarmi.
-Niente-.
-Mpf!- disse piccato -Non prendermi in giro-.
-Non ti sto prendendo in giro- mentii.
-Non ci credo. Che cos'è che non puoi dirmi? Perchè non puoi?-
-Bill se io ti rispondo. Tu mi farai internare come malata mentale- dissi tenendo lo sguardo fisso davanti a me.
-Che cosa!? Ma cos'è che... c'entra con quello che mi hai detto nella tua stanza, vero?-
Anniui, avevo le lacrime agli occhi.
-Allora facciamo una cosa- continuò accarezzandomi una guancia -Io cercherò di indoviare che cosa sei capace di fare e tu annuirai o scuoterai la testa-.
Annuii di nuovo.
-Sei magica?-
Scossi la testa.
-Sei una vampira?-
-Harry Potter e Twilight non sono indizi- dissi ridendo.
-Ok... ehy! Sbaglio o avevamo fatto un patto?-
-Non era proprio un patto ma... ok, non parlerò più-.
-Sei superitelligente?-
Annuii e rimase sbalordito.
-Pi Greco equivale a...?-
-
3,14159 26535 89793 23846 26433 83279 50288 41971 69399 37510 58209 74944 592- dissi con naturalezza.
Rimase ancor più sbalordito.
-C'è dell'altro?-
Annuii ancora.
-Emh...-
-Bill sono telecinetica-.
-Riesci a spostare le cose con il pensiero?-  chiese incredulo.
-Sì-.
-Dimostramelo-.
-Devo meditare prima-.
-Non sei capace, allora! Sei una bugiarda!- disse come avrebbe fatto un bambino.
-Sono capace!-.
-No!-.
L'adrenalina entrò in circolo ed il mio sistema nervoso iniziò a lavorare in modo più veloce. Lo sentivo. Sentivo il ronzio dei miei neuroni. Sentivo il motore del mio cervello. Ora Bill era in pericolo.
Fagliela pagare disse una voce nel mio cervello.
No! mi opposi.
Bill mi guardava impaurito. Volevo che la penna che si trovava sul cruscotto si alzasse e mi si depostasse in grembo. Quella obbedì.
-Non voglio farti del male. Non potrei mai- dissi ritornando normale.
-Perchè?-
-Perchè dal primo momento che ti ho conosciuto come persona so di volerti troppo bene- dissi.
-Anche io te ne voglio-.
Eravamo arrivati a casa mia. Lui accostò nel vialetto. Lo abbracciai lasciandomi andare tra le sue braccia. Ero al sicuro. Sentivo il suo cuore battere e sapevo che non era una fantasia, ma la realtà. Quel contatto che desideravo da tempo, finalmente era avvenuto.
Ci separammo e lui mi baciò sulla fronte.
-Can I drive you home? Can I crash into your life?- mi cantò lui.
-Mi pare che hai già fatto entrambe le cose- dissi ridendo.
-Già, ma dalla tua vita non uscirò così facilmente-.
-Sai una cosa? Non credo che ti farò uscire così facilmente. Buonanotte, Bill-.
-Buonanotte- disse facendomi l'occhiolino.
-Che c'è?-
-Ho paura la notte!- disse facendo la faccia da cucciolo.
-Emh... entra dalla porta sul retro-.
Parcheggiò l'auto dietro ad alcuni alberi che stavano nel mio giardino e entrai dalla porta principale aspettando di essere "ispezionata" da mia madre che ancora doveva andare a dormire.
In fondo erano solo le undici.
-Ciao!- disse lei sorridendo e ispezionandomi per bene.
-Mamma! Tutto a posto!-
-Lo so Bill è un bravo ragazzo! Mi è proprio simpatico-.
-Già-.
-Ti sei divertita?-.
-Sì! Tanto!-
-Ok! Io vado a dormire! Buonanotte!- disse salendo sopra.
Corsi ad aprire a Bill ed andammo in camera mia che si trovava al pian terreno, nell'angolo più buio della casa.
Avevo una camera spaziosa, con la moquette rosso fuoco e le pareti bianche. Da un lato c'era il mio letto a due piazze, perchè mi piaceva dormire comoda.
Avevo poster dei Tokio Hotel e di Harry Potter ovunque. Erano i miei tesori.
Andai a mettermi il pigiama mentre Bill dava un'occhiata in giro.
Dopo un'ora uscii dal bagno e lo trovai a leggere una delle mie storie. Da come leggeva veloce, capii che gli stava piacendo.
-Ti piace?- dissi sussurrando.
Lui saltò e si mise una mano sul petto in modo molto teatrale.
-Oddio! Che spavento che mi hai fatto prendere-.
-Ma va là-
-Comunque sì, mi piace!-.
-Te la regalo- dissi senza sapere che storia fosse.
-Grazie! Ci miettiamo a letto?-
-Vuoi una maglia?-
-No, dormo in boxer-. (Deeper_and_Deeper muore assieme alle sue lettrici ndA).
-Ok-.
Lentamente si levò le scarpe, i jeans e la maglietta, rimanendo in boxer.
Aveva un fisico smunto. Potevo benissimo contare tutte le costole. Sul fianco destro e sul ventre vi erano i due tatuaggi. Sul braccio destro la scritta "Libertà 89" era più bella di quanto immaginassi.
Mi raggiunse nel letto e mi accoccolai accanto a lui, lasciandomi accarezzare dolcemente.
Ci addormentammo subito e quando mi svegliai la mattina era già andato via.
Mi preparai per andare a scuola puntuale come sempre e prima di uscire di casa sulla mia scrivania trovai una lettera da Bill.
Uscii velocemente di casa. Mia madre lavorava dalle nove del mattino  fino alle otto e mezza di sera, erano rari i casi in cui ci vedevamo.
La mia scuola non distava molto da casa mia. Potevo benissimo arrivarci a piedi e guardai l'orologio. Ero in'anticipo di mezz'ora, altro che puntuale!
Arrivai a scuola e mi sedetti su una panchina. Il cortile era semi-deserto.
Aprii la lettera:
'Cara Elis,
ti vedo dormire e penso a ciò che mi hai detto in macchina. Sai, non penso affatto che tu sia pazza anzi, mi affascini.
Non pensare però che sia tuo amico solo perchè mi affascini. In realtà con te sto bene e spero che anche tu lo sia come me.
Ho voglia di proteggerti, Elis. Sappilo
                                                                         Tuo Bill'




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Capitolo 4
*** Bill vive per me ***


telecinesi 4
Bill vive per me
Ascoltate questa canzone sotto le note di "Vivo per lei" di Andrea Bocelli con Giorgia. E forse vi commuoverete come sto facendo io.

[Vivo per lei da quando sai
la prima volta l’ho incontrata,
non mi ricordo come ma
mi è entrata dentro e c’è restata.
Vivo per lei perchè mi fa
vibrare forte l’anima,
vivo per lei e non è un peso]



La giornata scolastica trascorse normalmente. Ero pronta, come sempre, a tornarmene a casa a piedi e mangiarmi qualcosa per strada dato che mamma non tornava per pranzo.
Fuori la scuola però mi aspettava una sorpresa. Tra la folla si distingueva un'unomo altro vestito di nero. Sembrava uno della famiglia Corleone. Dato che la pizzeria stava difronte a scuola, proprio dove stava quel brutto ceffo, non potevo evitare di andargli incontro.
Attraversai la strada lentamente e quell'uomo si rivolse a me.
-E' la signorina Elis Träumer?- mi chiese con un vocione profondo.
-Ma che glielo chiedi a fare??? Lo sai che è lei! Te l'ho indicata io!!- disse l'inconfondibile voce di Bill nella macchina sulla quale stava appoggiato l'uomo.
-Bill?-
La porta si aprì lentamente. Sembrava uno di quei programmi televisivi in cui la gente si rincontra dopo tanto tempo e tutti sono in lacrime.
-La signorina avrebbe l'onore di venire a mangiare con me?- mi chiese una volta salita in auto.
-Certo... ma... come hai fatto a sapere a che scuola andavo?-
-Mpf! Dettagli!-
-Ok... non oso sapere da dove questi dettagli siano usciti fuori-
-Che ti credi che faccia le cose illegali?-
-No! Non lo penserei mai Bill- dissi poco convinta.
-Posa lo zaino, rilassati- disse prendendo la cartella.
-Posso farti una dedica sul diario?- chiese aprendo lo zaino e cacciando il diario e una penna.
Iniziò a scrivere e ci volle un bel po' prima che finisse. Aveva riempito tre giorni di agosto! Quando mi restituì il diario io mi commuovetti per le belle parole che aveva scritto. Parlava della nostra amicizia iniziata con quel salvataggio in extremis e di come la sua vita si fosse colorata ancor di più con le mie "particolarità". Era chiaro che ci teneva veramente a me e anche io a lui.
-Grazie Engel!- gli dissi.
-Come mi hai chiamato?- chiese confuso e meravigliato allo stesso tempo.
-Engel perchè tu sei il mio angelo- dissi con naturalezza.
-Voglio farti sentire una cosa...- disse asciugandosi le lacrime e prendendo l'Ipod.

Vivo per lei da quando sai
la prima volta l'ho incontrata,
non mi ricordo come ma
mi è entrata dentro e c'è restata.
Vivo per lei perchè mi fa
vibrare forte l'anima,
vivo per lei e non è un peso.

E la voce di Andrea Bocelli iniziò ad entrare nelle orecchie. Quella canzone la conoscevo. L'avevo imparata a memoria e trovato la traduzione e mi ero incantata al suono di quelle parole.

Vivo per lei anch'io lo sai

e tu non esserne geloso,
lei è di tutti quelli che
hanno un bisogno sempre acceso,
come uno stereo in camera,
di chi è da solo e adesso sa,
che è anche per lui, per questo
io vivo per lei.


E guardai Bill. Possibile che provasse questo per me? Lui viveva per me e io per lui.

È un dolore quando parte.
Vivo per lei dentro gli hotels.
Con piacere estremo cresce.
Vivo per lei nel vortice.
Attraverso la mia voce
si espande e amore produce.



-Io vivo per te- disse Bill accarezzandomi la guancia -Dal primo momento che ti ho visto in strada-.
-Anche io vivo per te, mio angelo- dissi .
Lo baciai sulla guancia, facendolo arrossire. Lui mi baciò a lato della bocca, un bacio che sapeva d'amore.
Sorrisi e mi appoggiai a lui drogandomi con in suo profumo inebriante che mi stordiva completamente.
-Allora, dove andiamo ora?-
-Avevo pensato ad un ristorante....-
-E se vieni a casa mia e cuciniamo qualcosa?-
-Emh... e tua madre?-.
-Non c'è mai... ritorna la sera-.
-Oh...-.
Bill diede all'autista le istruzioni per andare a casa mia e ci arrivammo in poco tempo.
Sistemai lo zaino in camera mia e io e Bill iniziammo a cucinare la pizza.
Ogni tanto Bill mi abbracciava da dietro baciandomi sul collo ed io avevo delle strane sensazioni allo stomaco, come se ci svolazzassero farfalle.
Ridevamo e scherzavamo. Stavamo bene assieme.
-E' finita la farina- dissi sbuffando -Devo andare a prenderla nel ripostiglio-.
-Posso venire anche io?-
-Certo-
Presi le chiavi del ripostiglio e mano nella mano andammo nel sotteraneo della casa.
Il ripostiglio era la prima porta a destra. Era molto buio e l'unica lampadina non bastava ad illuminare tutto il il piccolo locale. Era semplicemente sinistro.
-Bill... ho un po' paura... sono scesa poche volte...- dissi deglutendo.
-P-prendiamo la farina e saliamocene-.
Presi la farina e la luce si spense. Urlai e mi strinsi a Bill.
-Non ti preoccupare, usciamo...-.
Iniziai a tremare di paura e Bill mi strinse a sè. Mi prese il viso tra le mani e mi baciò.


Allora! Iniziamo col dire che tutto questo successo non me lo sarei aspettato!! Sono commossa per questo capitolo e per il numero di recensioni...

See you soon

D_&_D





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Capitolo 5
*** Bill grazie di esistere ***


RINGRAZIO:

Lion of darkness: OH! Mi fa piacere che ti sia piaciuto il capitolo e devo dirti che, se un capitolo così scritto male ti fa tirare gridolini senza senso.... che cosa penserai di questo capitolo???

frei_niahl: Mi fa piacere vedere le tue recensioni! Grazie per il complimento riguardo al mio stile narrativo e per la canzone devi ringraziare Andrea Bocelli!


Ad Andrea Camilleri e a Salvo Montalbano.
Non finirete mai di stupirmi.

Chiesi a Bill se poteva accompagnarmi al Centro. Lui acconsentì e prima di uscire sì mascherò per bene.
Lasciò i capelli sciolti, all'indietro ed il ciuffo gli ricadeva libero sugli occhi castani, accentuati da una linea sottile di matita nera.
Chiusi casa e ci avviammo per la strada, mano nella mano. Ogni tanto ci scambiavamo qualche bacio tenero e io speravo che nessun paparazzo lo riconoscesse o altrimenti avrei finito di uscire di casa.
Arrivammo al Centro e andai alla reception mostrando il cartellino e richiedendone uno per Bill.
Riguardo alla sicurezza al Centro erano fissati. Per paura che entrasse chiunque avevano dato a tutti coloro che ne facevano parte una tessera con tanto di foto.
Il tesserino degli ospiti era simile a quello dei soci, ma senza foto. Su ogni tesserino c'era scritto il nome del visitatore e se era accompagnato da un socio.
Mostrai a Bill le varie sale e poi andammo dal professor Oak che mi aspettava a braccia aperte.
-Pronta per meditare?- mi chiese sorridendo ed ignorando Bill che al mio fianco mi stringeva la mano.
-Voglio provare a farlo senza meditazione, dottore-.
-Cosa? Oh! Elis, non puoi. Non sei ancora arrivata a quel livello-.
Il livello cui accennava il professore era il livello più alto che un telecinetico poteva raggiungere. Solitamente si raggiungeva a ottant'anni anche se io ero molto più forte di quello che sembrassi.
-Voglio provarci-.
-Ok, come vuoi- disse il professore poco convinto -Metterai a repentaglio la tua vita-.
-A repentaglio cosa?- disse Bill.
-La sua vita- disse il professore prestando attenzione a quest'ultimo.
-Bill, non ti preoccupare-.
Bill però era comunque agitato e aveva gli occhi lucidi. Lo baciai appassionatamente e mi avviai nella sala.
Il professore ed il mio ragazzo si recarono nella sala di controllo.
I soliti oggetti stavano sul tavolo in legno. Mi concentrai sul cucchiaio. Volevo che si spezzasse. Quello si alzò in aria e si spezzò.
Sentii una fitta allo stomaco e ai polmoni. Mi concentrai sulla candela. Volevo che si accendesse. Si accese la fiammella. Sentii una fitta alla testa.
-Basta-. disse il professore.
-Basta, ti prego- disse Bill con la voce spezzata.
Mi fermai. Diamine. Lo amavo. Non potevo farlo soffrire così. Uscii fuori e lo abbracciai.
-Sono stanca-  dissi.
-No... non dormire- disse il professore -Vieni nel mio ufficio-.
Mi fecero stendere sul divanetto. Quello su cui mi ero svegliata la prima volta, quando stavo quasi uccidendo il professore e la mamma.
Bill. sul cui grembo stava appoggiata la mia testa, mi accarezzava con gli occhi lucidi.
-Emh... domani ti accompagno io a scuola, sì?- disse Bill.
Annuii. -Però devi travestirti bene- aggiunsi debolmente.
-Già.... mi travesto bene e alle sette ti vengo a prendere a casa. Così facciamo colazione assieme-
-Sì ma ora sono stanca-.
-Dormi- disse il professor Oak sorridendo.
Mi svegliai accanto a Bill in camera mia. Era notte. Mi teneva abbracciata stretta, quasi non volesse farmi scappare.
Aveva il volto rigato di lacrime. Povero cucciolo.
Mi liberai dalla presa ed andai alla finestra che dava sul giardino. Sospirai. Lo amavo Bill ma non volevo farlo soffrire. Era pur vero che se non fosse stato per Bill a quest'ora sarei morta e io non volevo morire. Lui mi proteggeva. Mi teneva lontana dai pericoli. Era il mio angelo custode.
-Hey- disse una voce impastata alle mie spalle.
-Scusa, ti ho svegliato?-
Annuì.  -Mi dispiace-.
-Sono stato per mezz'ora a fissarti a questa finestra-.
-Bill, sai una cosa? Se non fosse stato per te, sarei morta-.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime e li chiuse per un attimo, cercando di trovare le parole adatte. Poi mi strinse a se ed iniziò a piangere.
Non lo avevo mai visto così dannatamente fragile.
-La sai una cosa?- disse poi asciugandosi le lacrime.
Scossi la testa.
-Ti amo-.
-Anche io-.
Restammo abbracciati a lungo e poi andammo a dormire.
Bill grazie di esistere.








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Capitolo 6
*** Attacco ***


telecinesi 6
Attacco


Mi sentivo poco bene. Mi sentivo strana. Avevo un forte dolore alla pancia e tanta voglia di vomitare. Mi alzai ed andai in bagno.
Mi accasciai alla tazza e iniziai a sputare sangue. Oddio. Cercai di chiamare qualcuno ma dalla mia bocca non usciva alcun suono.
Non potevo rimanere in quello stato.
Mi ricordai che Bill era con me in camera e così sbattei il pugno contro la porta che non avevo chiuso a chiave.
Bill corse e chiamò l'ambulanza. Rimasi cosciente per tutta la corsa all'ospedale e per distrarmi tenevo lo sguardo su Bill che era accanto a me.
Mi addormentai all'ospedale e aprii gli occhi in una sala operatoria. Mi stavano operando lo stomaco.
Cercai di concentrarmi su Panthom Rider dei Tokio Hotel e mi addormentai nuovamente.
-Calmati Bill- disse Tom.
Tom? Che era successo??
-Già... calmati Bill, ma perchè?- dissi aprendo gli occhi.
In camera, che doveva essere quella di un ospedale, c'erano Bill, Tom, Georg e Gustav.
Guardai Bill. Aveva un'aspetto stanco. Era cadaverico ma bellissimo. Poi guardai Georg e Gustav. Non li avevo ma visti.
-Ciao- dissi alzando una mano a mo' di saluto.
-Sai chi siamo e sappiamo chi sei.. Bill ci ha fatto due p... pentole così parlandoci di te- disse Georg.
-Emh, che è  successo?- chiesi.
-Oh, salve- disse un uomo alto appena entrato.
-Lei chi è?- chiesi.
-Quanta energia! Sono un dottore, il dottor Thomas-
Strinsi la mano di Bill che stava seduto al mio fianco su una sedia.
-Ok...- dissi.
-Ti è esploso lo stomaco- disse il dottore -Dovrai restare ancora quì per accertamenti e poi domani o dopodomani puoi andare-.
-E mia madre?-
-Tua madre?-
-Già... mia madre-.
-Non so chi sia, cara-.
-Ma come!? Lei è stupido o cosa? Mia madre, la donna che mi ha messo al mondo-.
Tutti mi guardavano estraniati, compreso Bill. Ma era impossibile. Lui l'aveva vista. La conosceva. Possibile che nessuno sapesse chi fosse mia madre? Eppure io mi ero sentita male a casa mia. Mia mamma doveva esserci.
-Bill, tu la conosci!-
-No...- negò lui.
-Ma come! QUando ci siamo conosciuti... il salvataggio in extremis... ti ho presentato a mia madre!-.
-Il salvataggio me lo ricordo, tua madre no-
Divenne tutto nero e iniziai a sentire delle voci familiari attorno a me. Georg, Gustav? Bill, Tom? No, anche quella di mia madre.
-Bill- dissi debolmente.
-Elis!-
Aprii gli occhi e lui fu il primo che vidi. Aveva gli occhi rossi e gonfi dal pianto. I capelli all'indietro come piaceva a me e l'aria stanca.
Indossava una maglia bianca e un jeans normale.
Poi mi concentrai su Tom, su Gustav, Georg e mia mamma che mi osservavano come se si fosse verificato un'inspiegabile miracolo.
Per me il miracolo era lei. Credevo di avrela persa, ma forse era solo un sogno.
Entrò un dottore. Era alto e aveva i capelli biondi e la carnagione pallida. Sembrava un vampiro.
Camminava in modo lento e marcato, come se stesse varcando il tappeto rosso.
-Allora... Elis...  ti è esploso lo stomaco- disse con naturalezza.
Elis, ti prego... di qualcosa sentii dire a Bill.
Guardai il dottore. Quello è un ragazzo o un trans? sentii dire al dottore.
-Hey! Bill è un ragazzo, non un trans!-
Tutti si voltarono verso di me. Evidentemente l'avevo sentito solamente io. Potevo leggere i penieri della gente? Fico.
-Cosa scusa?- chiese cordialmente il dottore.
-Ho detto che Bill è un ragazzo, non un trans!- ripetei.
Il dottore fece finta di nulla e continuò a parlare, ma io non lo ascoltavo. Volevo sapere che cosa pensava Tom.
Me lo ero sempre chiesto.
Bona Elis pensò Tom.
Che porco! Era in un'ospedale e l'unica cosa che poteva pensare era "Bona Elis"?? Mah... spero stesse scherzando.
Mi concentrai su Georg. Povera ragazza, mi dispiace per lei.
Anche se non ero morta le parole erano più gentili di quelle di Tom. Almeno lui non pensava solo a giocare al dottore. Mi concentrai di nuovo su Bill.
Io a quel dottore lo ammazzo! Se non fa uscire subito Elis, io.... lo ammazzo! Elis ti amo più di quanto ti dica.
Anche io lo amavo più di quanto dicessi. Era dal primo momento che io e Bill avevamo stretto un rapporto specaile che poi si era evoluto in un amore affiatato. Lo amavo con tutta me stessa.
Mi resi conto che il dottore se ne era andato. Non avevo sentito neanche una parola di ciò che aveva detto.
-Che ha detto?- chiesi guardando i presenti.
-Che puoi uscire domani e che non puoi mangiare molto- disse mia madre -A proposito di questo, Elis... dovremo andare a Berlino per un anno... ma il dottore ha detto che non puoi affrotare viaggi e repentini cambiamenti e così avevo pensato che...-.
Mia madre faticò a dire quelle parole.
-....tu potresti andare a stare da loro due-.
-Cosa?- chiesi.
-Elis... mi dispiace andarmene così e soprattutto ora che tu sei stata male... ma ho avuto un'offerta di lavoro a cui ho dovuto accettare per forza-.
Allora quello che avevo fatto era un sogno premonitore. Mamma veramente se ne sarebbe andata. Per lavoro.
Un po' mi dispiaceva ma ero comunque felice di andare a stare con Bill e Tom.
-Dato che il dottore ha detto che comunque tu, Elis, non puoi affrontare viaggi perchè non veniamo noi da te?- proprose Tom.
Non avrei mai pensato a quello. Per me andava più che bene il fatto di non dovermi spostare.  Ero molto fraccomoda.
-Per me va bene e tu Elis che ne dici?- domandò mia madre.
Annuii e dissi che ero d'accordo.
Mi concentrai sui pensieri di Bill senza guardarlo.
Che bello!! Andiamo a vivere con Elis! Che bello!!

Risi. Il mio bambinone. Come potevo fare senza di lui anche solo un momento? Lui mi faceva ritornare il sorriso anche nei momenti piìù bui.
-Elis, potrei parlarti un'attimo?- mi chiese Tom -In privato-.
Gli altri uscirono e rimasimo solamente io e Tom, il quale sedette sulla sedia che prima era stata occupata da Bill.
Teneva lo sguardo basso.
-Devo dirti una cosa... cognata...ho capito che tu sei diversa da tutte le ragazze che ho visto in vita mia. Non solo per il carattere, ma soprattutto per la volonta che hai. Da quanto mi ha raccontato Bill nonostante il dolore ti sei trascinata alla porta del bagno e hai iniziato a battere contro la porta perchè non riuscivi a parlare. Bill ti ama tantissimo e so che anche tu lo ami. Per cui, cerca di non cacciarti in eventuali incidenti e affini perchè sono certo che mio fratello abbia trovato la propria anima gemella-.
-Tom- dissi.
-Sì?-.
-Ti stimo tantissimo e ti prometto che cercherò di sporavvivere perchè amo Bill più di tutto al mondo-




A coloro che fanno i fighetti alle Maldive.
Grazie di esistere.

D_&_D



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Capitolo 7
*** Ricordi ***


telecinesi 7 Ricordi


Bill mi aveva accompagnato a casa mentre Tom era andato a prendere i loro vestiti. Eravamo sul divano del soggiorno e io ero stesa nella stessa posizione in cui mi trovavo due giorni prima nello studio del professor Oak. L'unica cosa che era cambiata era che dovevo fare molta attenzione ai punti che erano freschi.
Stavamo in silenzio, intenti a guardare la televisione. Aspettavamo Tom.
Mi alzai lentamente. Mi stavo annoiando a morte.
Bill mi guardò interrogativa e gli risposi con un'alzata di spalle. Volevo andare in soffitta. Non ci ero mai stata.
La soffitta era collegata alla casa da una scalinata in legno scuro che solitamente mi era proibito oltrepassare, ma data l'assenza di mamma potevo tranquillamente tranquillamente vedere che cosa c'era in quella soffitta, no?
Iniziai a salire le scale lentamente e arrivata alla fine della scalinata apriii la porta che certamente dava sulla soffitta.
Accesi la luce.
Vi erano mobili vecchi coperti da un telo bianco, un letto matrimoniale a baldacchino, una miriade di scatole  e tanti vecchi giocattoli; tutto ciò era reso macabro dalla luce gialla proveniente da una lampadina appesa ad un filo.
Camminando lentamente vidi uno scatolone con su scritto "1996". Mi sedetti su una sedia e lo aprii. Erano tutte foto, lettere, cartoline e altro.
Mi concentrai sulle foto. Era il giorno del mio primo compleanno. Oltre ad una moltitudine di parenti e amici c'erano anche... due gemelli biondi!
Non avevo nessun dubbio su chi fossero, ma il perchè stessero al mio primo compleanno era un punto interrogativo.
Altre foto... c'erano sempre loro.
Bill mi teneva nascosto qualche cosa e volevo che mi fosse chiarito tutto.
Passai ad un altro scatolo datato "2000". Loro non c'erano più.  In quattro anni erano spariti nel nulla? Come era possibile? E qual'era il motivo per il quale mia madre mi aveva severamente proibito di entrare nella soffitta?
-Ely....- mi sentii chiamare.
Nascosi in fretta lo scatolo e rimasi seduta su quella sedia, con lo sguardo fisso sul pavimento. I punti iniziavano a farmi male.
Storsi il naso dal dolore e avevo la vista annebbiata quando vidi Bill entrare in soffitta.
-Bill, mi fa male lo stomaco-
-I punti?- mi domandò.
Annuìì. Ci vedevo doppio.
-TOM! Aiutami a portarla di sotto!-
Tom? Allora era arrivato? Sentii dei tonfi e poi venni portata giù nel soggiorno sul divano. Per un bel pezzo non parlai.
Che cosa mi era passato per le testa? Credevo di essere abbastanza in forze da poter salire sino in soffitta? Ero stata sciocca.
Misi a fuoco la stanza e vidi Bill seduto vicino a me. Gli strinsi la mano a mò di scusa.
-Che ore sono?-
-Le undici del mattino- rispose Tom.
-Del mattino?- dissi sbalordita.
Ero convinta che fosse molto più tardi. La soffitta mi aveva sconvolto, era spaventosa.
-Emh.. ho trovato delle foto in soffitta...- iniziai -...Sono datate 1996... sono strane-.
-Strane? Ci sono demoni o cose del genere?- disse Tom allarmato.
-No... emh...vado a prenderle...- dissi alzandomi ma Bill mi bloccò.
-Dove sono? Vado io....- disse ma io lo fermai -Resta con me-.
-Vado io... emh... 1996? Ok- disse Tom avviandosi per la soffitta.
Io e Bill eravamo rimasti soli. Mi ero accorta di amarlo ancora di più in soffitta, anche se mi aveva tenuto nascoste delle cose.
-Bill?-
-Mh? Che c'è?-
-Sono una calamita per i guai-.
-E' vero... ma io che ci sto a fare qua? Devo proteggerti, no?-
-Già-.
Si abbassò e si inginocchiò per arrivare alla mia stessa altezza e mi baciò come non aveva mai fatto. Stavo quasi per morire d'infarto quando Tom ritornò con lo scatolone.
Io e Bill ci staccammo e assieme a Tom aprimmo lo scatolone. Rimasero di sasso vedendosi in foto che nemmeno sapevano che esistessero.



Sono cattiva Muahahaha!

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Capitolo 8
*** Alone and Togheter ***


telecinesi 7+ Alone

Non sapevo che cosa pensare. Vedere quelle foto di nuovo mi aveva scombussolato il sistema nervoso.
Ero improvvisamente arrabbiata con il mondo. Come se tutti mi avessero tradita. Perchè non mi dicevano niente? Perchè sussurravano e basta? Idioti.
Li sentivo sussurrare preoccupati anche se erano ad un centimetro da me e non aprivano bocca. Li odiavo.
Erano lì, nelle foto con me ed erano abbastanza grandi per ricordarsi qualche cosa. Perchè non mi spiegavano nulla?
Bill mi hai tradita.
Non volevo guardarli in faccia. Corsi in camera mia fregandomene dei punti. Ora c'era la mia fiducia da suturare e quell'operazione non sarebbe avvenuta così facilmente.
Odiavo piangere e così non lo feci. Mi buttai sul letto ed iniziai a strappare tutti i loro poster. Ti odio.
Tom lo conoscevo da poco e già lo odiavo, ma Bill aveva assunto nel mio cuore un'altra faccia, il traditore.
Neanche lui aveva aperto bocca. Sentivo solo quel sussurrare frenetico ed incessante che non mi faceva capire nulla.
Mi confondeva solamente.
Mi buttai sul letto esausta e con un dolore alla ferita, ma quello passava in secondo piano.
Sentii bussare alla porta che avevo chiuso a chiave.
Bill o Tom che fossero non li volevo vedere e così non risposi.
Passai in camera mia due settimane e il bussare incessante era ormai diventato il sottofondo abitudinario delle mie giornate.
-Elis... sono Bill- disse lui alla fine della seconda settimana di reclusione.
-Che vuoi?- gli dissi fredda.
-Voglio spiegarti una cosa-.
Ero sempre stata molto diplomatica e così lo feci a malincuore entrare. Aveva un'aspetto tremendo.
Era pallido e due occhiaie violacee gli segnavano il volto già magro.
-Che cosa c'è?-
Cercò di sfiorarmi il viso ma io glielo impedii. -Non toccarmi- gli ordinai.
Se pensava che tutto sarebbe finito con una carezza sbagliava moltissimo. Non avevo intenzione di perdonarlo, né lui né Tom.
-Io... non sapevo niente di quelle foto... te lo giuro-.
Quello era il colmo. A sette anni già gli mancava la memoria? Allora avrebbe dovuto farsi controllare daun buon medico.
-Non sapevi niente!? Ah! Già a sette anni non avevi memoria?- chiesi pungente.
Quando volevo sapevo essere cattiva, molto cattiva; anche se non molto spesso quel mio lato veniva fuori.
-Ti giuro che... -
-Devi stare zitto-.
-Scusami...-
-Zitto-.
-Elis... -.
La dolcezza con cui pronunciò il mio nome fu devastante. Tutto il dolore accumulato in quelle due settimane di solitudine e rabbia uscì fuori. Iniziai a piangere.
Bill mi abbraciò e capii che l'avevo perdonato. Ti amo.
-Perdonato?- chiese poi.
-Mh... forse-.
-Forse??-
-Ok... perdonato... ma davvero non sapevi di quelle foto?-
-Davvero-.


A quel pazzo di Bill che chissà come mi fa sempre ridere
A quell'orso di Gustav che è un coccolone
A quel bel fico di Georg che è il "The Body-Builder" del gruppo
A Tom che cambia donna con la stessa frequenza con cui cambia le magliette

A quei quattro scemi chiamati Tokio Hotel.







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Capitolo 9
*** Salvataggio ***


telecinesi 9 Salvataggio

Strange
In your perfect world
So Strange Strange
I feel so absurd in this life
Don't come closer
In my arms
Forever you'll be strange
Strange

Era mattina presto e sarei tornata a scuola dopo cinque giorni.  Mi sentivo strana, anche se non ne avevo motivo.
Bill sarebbe dovuto andare nello studio di registrazione per registrare una canzone di cui non sapevo il titolo e aveva insisto per accompagnarmi a scuola.
Non ero d'accordo e se lo riconoscevano? A scuola mia c'era molta gente che avrebbe voluto picchiarlo. Avevo paura per lui.
Erano le cinque e mezza e decisi di fare un bagno per rilassarmi; impiegai un ora.
Ero comunque in anticipo e così decisi di farmi un caffè, che non potevo bermi, senza farmi vedere da nessuno.
Stavo quasi per portarmi la tazza alla bocca quando una voce impastata e squillante allo stesso tempo mi fermò. Bill.
-Ma sei pazza?- disse a occhi mezzi chiusi.
-No, perchè?-
-Caffè?-
-Non avevo niente da fare-.
-E ti vuoi uccidere?-
Scossi la testa impaziente.
-Ho ben altro da fare-.
-Tipo?-
-Tipo... niente-.
Anche lui quella mattina era strano. Era preoccupato per me, questo lo capivo, ma non accettavo quel tono inquisitorio e dannatamente fastidioso.
Lasciammo un messaggio a Tom e uscimmo.
In macchina restammo in silenzio. Volevo sapere a che cosa pensava.
Ho paura che le succeda qualcosa pensò Bill.
Avevo iniziato a leggere nel pensiero? Nuovamente telepatica? Mi dispiaceva di aver invaso luoghi privati.
Non dissi una parola su quello che aveva pensato. Mi salirono le lacrime agli occhi e finsi uno sbadiglio.
Arrivammo a scuola in anticipo e dato che lo studio di registrazione era a pochi passi dalla mia scuola, parcheggiammo la macchina e ci sedemmo nel cortile dell'Istituto.
Bill era irriconoscibile e quindi non venne riconosciuto da nessuno ma poi un ragazzo, Edward, si avvicinò a noi.
-Ehi... sfigata.. hai pagato qualcuno perchè si fingesse il tuo ragazzo?-
-Ehi... idiota... hai pagato qualcuno perchè ti scrivesse la battuta?-
-Come osi... puttana-.
-Lasciala stare!- disse Bill che nonostante la sua magrezza superava di molto Edward.
-O...ok-.
Edward era solo un bullo che non aveva cervello e si divertiva a stuzzicare i ragazzi. Lo odiavo a morte.
-Senti, si è fatto tardi, ok?- disse Bill schioccandomi un bacio -Devo andare-.
Ci alzammo in contemporanea e andammo in due direzioni opposte: io a scuola e lui allo studio.
La giornata trascorse normalmente e mentre mi avviavo a casa Edward e due suoi compagni mi fermarono. Evidentemente Edward non aveva ancora digerito la "batosta" ricevua da Bill.
-Allora... dov'è il tuo fidanzatino?-
-A farsi fottere- disse uno dei due ragazzi.
-Già-.
-Be' dato che sei sola...- disse Edward prendendomi per un braccio -Andiamo a fare una passeggiata-.
-No! Cretini... mhh...- Edward mi aveva messo una mano sulla bocca.
Mi resi improvvisamente conto che stavamo andando verso lo studio di registrazione, forse loro non sapevano che c'era.
Era così perchè ci fermammo a venti passi dall'edificio.
Mentre i due mi tenevano immobilizzati Edward si sbottonò i pantaloni. Non volevo che succedesse.
Volevo che inciampasse. Inciampò. Mi resi conto che qualcuno, era venuto fuori dalla casa e stava venendo verso di noi.
-Che fate???- era Georg.
-Niente... star... vuoi partecipare?- disse uno dei due ragazzi che mi tenevano immobilizzati.
-Ma siete pazzi??-
-Fatti i cavoli tuoi!- lo inveirono.
Georg aiutato da un altro uomo allontanarono i ragazzi e mi aiutarono ad alzarmi. Ero intera.
-Georg... grazie-.
-Che cosa è successo???- urlò Tom.
-Niente...- cercai di fermare una propbabile furia omicida da parte sua.
-Niente??? Come niente??? Georg???- urlò Tom.
Entrammo nello studio. Bill era furioso. Per qualche strano motivo si attribuì tutta la colpa nonostante non fosse sua.



 

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Capitolo 10
*** Persecuzione ***


telecinesi 11




Bill continuava a girare in tondo per la stanza furioso. Io, intanto, stavo benissimo. Ero forse un po' scossa, questo sì, ma di certo era storia vecchia, ma lui non sembrava darsi pace.
Voleva fargliela pagare, ad Edward. Denunciandolo o pagando qualcuno per minacciarlo.
-Chi vorresti chiamare... Vito Corleone?- chiesi ironica.
-Eh... sarebbe un idea...- disse ma si bloccò a mezza frase -Non mi confondere!-.
Lo fissai interrogativa.
-Stavo concependo un piano malefico- mi spiegò.
Scoppiammo tutti a ridere e lui si offese, andando nella cucina.
-Eddai Bill!- lo chiamai raggiungendolo -Scherzavo-.
-Però hanno riso tutti, quindi...-.
Gli corsi incontro e lo abbracciai. In confronto a me lui era una montagna. Rispose all'abbraccio e ci baciammo.
Rimanemmo attaccati per una decina di minuti poi sobbalzai vedendo l'orario. Dovevo andare a fare i compiti!
-Bill, io... dovrei andare-.
-Ok, però ti accompagno, anzi facciamo una cosa... porti i libri quì e così sto più tranquillo...-
-Va bene-.
Ci recammo a casa mia per prendere i libri e vidi sul pavimento della mia camera una lettera. Era chiusa in una busta azzurra con sopra scritto il mio nome.
La raccolsi e la aprii.
"Cara Elis,
sappiamo chi e cosa sei. Lascia in pace Bill o altrimenti te la faremo pagare".
Non c'era il mittente e la lettera era stata scritta con il computer. Chi potevano essere? Stalker? Presi i libri e lasciai la lettera sulla scrivania; non era il caso di far allarmare ancora di più Bill.
Era anche vero che quella lettera mi aveva agitata ulteriormente. Perchè essere la ragazza di una star mondiale era così faticoso?
Tornammo allo studio in silenzio. Entrambi non sapevamo cosa dire e c'era un'aria pesante e malinconica che non contribuiva ad alleggerire la situazione.
Mi misi ad un tavolo e iniziai a fare i compiti in santa pace mentre Bill e gli altri registravano.
Non era molto difficile, quanto assegnatomii e così finii in un'ora.
Mi vibrò il cellulare. Ero decisa a non aprire quella dannata busta, ma la mia mano fu più veloce.
"Ti avevamo detto di lasciare in pace Bill" vi era scritto a lettere rosse.
Iniziai a respirare affannosamente. Il cuore mi batteva forte. La luce andava e veniva,. E poi sentii un gran botto provenire dalle finestre e qualche miliardo di schegge piovvero su di me.
Non volevo ferirmi e così mi spostai.
Sentii una fitta alla mano. Mi ero tagliata e il sangue stava sporcando tutto il pavimento.
-Elis!- urlarono quattro voci differenti.
-Emh.. s-sto... bene- dissi.
-No! Dobbiamo portarti in ospedale-.
-No!- dissi -Non voglio... uscire-.
-Perchè?- mi domandò Bill.
-Ragazzi... credo di aver trovato il problema- disse Gustav prendendo il mio cellulare.
Bill lo afferrò e iniziò a leggere. Lacrime di rabbia gli marcarono il volto.
-Bill...-
-Perchè non me lo hai detto subito?- mi chiese -Perchè?-.
Non risposi. Ero stata stupida? Sì. Non dicendoglielo avevo messo in pericolo me stessa e loro. Diamine.
Egoismo del cavolo.


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Capitolo 11
*** Scusami ***


telecinesi 11 Capitolo 11

Scusami

Avevo bisogno di stare con Bill, ma nello stesso tempo volevo stare sola a pensare. Le idee erano confuse. Prima pensavo di avere ragione, poi mi davo la colpa di tutto e mi maledicevo perchè ero entrata ed avevo sconvolto la vita di quattro ragazzi che non c'entravano nulla con me.
Li avevo messi in pericolo ed era tutta colpa della mia anormalità. Mai avevo desiderato di essere più normale. Volevo non mettere più in pericolo Bill, ma non volevo neanche lasciarlo perchè non avrei retto un solo giorno senza di lui.
Eravamo ritornati a casa e i ragazzi mi tenevano severamente sotto controllo. Non potevo più andare avanti così.
Volevo chiamare il professor Oak per farlo venire a casa e chiedergli un consiglio e raccontargli l'accaduto, ma avevo paura della sua reazione. Lui ci teneva a me, ma ci teneva anche alla sua ricerca sulla telecinesi e non si sarebbe fatto scappare un'occasione simile. Così desistetti.
Volli parlare con Bill in privato e ce ne andammo in camera mia.
-Bill... ho paura-
-Vieni quì- disse e mi abbracciò.
Ero molto fragile ed apprezzai moltissimo quel contatto fisico. Non sapevo da dove incominciare. Volevo dirgli che mi dispiaceva essere entrata nella sua vità all'improvviso ed averla sconvolta tutta.
-Mi dispiace- dissi -Ti ho sconvolto la vita, non dovevo entrarci-.
-Non lo devi nemmeno pensare- disse severo -Tu sei stata la cosa più bella che mi potesse capitare, la mia vita era decisamente monotona, prima-.
Mi fece ridere. Riusciva a risollevarmi il morale. Come se avesse un dono.
-Un po' di avventura ci vuole sempre... a noi i vampiri ci  fanno un baffo...-.
Annuì e sorrise. Che cos'altro ci dovevamo aspettare? Squillò il telefono. Mi iniziai ad agitare e Bill, accorgendosene, mi abbracciò.
-E' tua madre- disse Tom entrando nella stanza.
-Elis! Come stai!? Bene??? Ho saputo che cosa è successo... ho pensato di farti studiare in privato...- disse mia madre agitata.
-Cosa? E con quali soldi?-
-Pagheremo noi- disse Bill sorridendo.
-Non potrei mai restituirveli- dissi cupa.
-Già ho comunicato alla scuola. Domani mattina verrà un'insegnante privato. Ciao- disse mia madre e attaccò.
-Uffa... mi piaceva andare a scuola- dissi ricevendo occhiate storte.
-Be'... guarda il lato positivo... emh... non vedrai quello- disse Tom stringendo i pugni.
-Che ne dite della pizza?- propose Bill.
-EH!? Non cambiare discorso! Comunque per me va bene- dissi.
Squillò di nuovo il telefono. Era il professor Oak.
-ELIS! Eccezionale! Voglio vedere il tuo caso... la ricerca- farfugliò lui.
-No-.
-Come no?-
-Ha capito bene professore. D'ora in poi niente più esami. Solo esercitazioni- dissi -Gli esami non sono obbligatori ogni giorno, no?-
-Sì ma...-
-Salve-.
-Che voleva- chiese Tom.
-Esaminarmi- dissi -Sono esami dolorosi-.
Era vero. Dovevo concentrare tutto il mo cervello e questo mi provocava grandi mal di testa. Non ne potevo più.

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Capitolo 12
*** Sorpresa In Larga Scala ***


telecinesi 12 A Bill Kaulitz che riesce sempre a farmi ridere. Ti stimo fratello.

12. Sorpresa In Larga Scala

L'insegnante privato, non era come me lo ero immaginato. Non era vecchio, barbuto e puzzolente, ma era giovane, rasato e profumato. Doveva avere all'incirca ventisei-ventotto anni ed era molto gentile.
Bill si sedette con noi per assistere alla lezione. Era molto geloso e si vedeva da come guardava Mark, il professore, il quale aveva mpedito tutti i rapporti di cortesia.
Iniziammo con l'orario che avrei dovuto fare a scuola il martedì: Algebra, Algebra, Inglese e Latino.
Presi i libri e il quaderno. Venni subito interrogata. Come se fossimo a scuola, aveva un quaderno con scritto il mio nome e i miei progressi secondo i professori della vecchia scuola.
Tutti voti alti tranne qualche insufficienza.
Mark aggiunse un voto alto in matematica.
Bill seguiva attento la lezione come se l'avesse dovuta seguire lui. Il mio gelosone.
Le quattro ore passarono velocemente e io iniziai subito a fare i compiti per il giorno dopo.
Finii i compiti decisi di provocare Bill che stava guardando la televisione.
-Sai... Mark è così simpatico!- dissi un po' troppo entusiasta.
-Ah.. sì?- chiese lui indifferente.
-Sì... mi ha chiesto se potevamo uscire qualche volta...-
Bill non fu più così indifferente. Si voltò verso di me arrabiato. Decisi che era giunto il momento di smetterla.
-...Davvero?- mi domandò.
-Ma va la! Avrà trent'anni e una propria vita privata quello! E poi.. sbaglio o sono fidanzata?-
-Certo... con l'uomo più bello sulla terra....- disse Bill.
-Oddio! Sono fidanzata con Johnny Depp!-
-Ah, ah...no-
-Lo so che sono fidanzata con te che tra l'altro sei più bello di Johnny Depp- (Bello si ma non bestemmiamo xD ndA).
-Sul serio?-
-Sì-
-Ok- disse e ritornò a guardare la televisione.
-Bill... usciamo- lo implorai.
-E dove andiamo?- chiese.
-E chennesò- dissi e feci la faccia da cucciolo.
Lui indugiò un momento. Stava considerando i pro e i contro?
-No. Sarebbe troppo pericoloso-
-E che palle-
-Non dire parolacce-
-E che noia!-
-Così va bene-
-Uffa! Stiamo solo io e te a casa... gli altri sono usciti-.
-Si ma gli altri non hanno...- si bloccò e non finì la frase.
Sapevo dove voleva andare a parare. Gli altri non avevano una fidanzata telecinetica che era minacciata da delle Stalker. Era vincolato a me. Improvvisamente mi sentii un peso.
-...un fenomeno della natura per fidanzata?- dissi cupa -E' vero-.
-No... non volevo...-
-Bill tu volevi dire questo. E ti capisco- dissi -Non devi essere vincolato a me, Bill-.
-Non sono vincolato.. ok, usciamo-.
Quanto lo amavo quel ragazzo. Era unico. Dolce. Sensibile. Quasi sembrava anche lui... soprannaturale.
Ci camuffammo ed andammo in periferia, lasciando un messaggio ai ragazzi.
Andammo nei musei e a fare shopping, quando incontammo Edward. Bill iniziò ad agitarsi.
-Hey... pu****a- disse lui -Ci divertiamo?-.
-Lasciala stare-.
-Ehy frocetto....-
-Non... chiamarmi frocetto-.
Edward, come preso da una forza invisibile, cadde all'indietro. Ma non ero stata io. Che fosse stata opera di Bill?
Era anche lui telecinetico?
"Bill che cosa hai combinato?"
"Non lo so!" sentii la sua voce nella mia testa.
Lo guardai, aveva paura.
Edward era scappato via. Tornammo indietro e per tutto il viaggio di ritorno stemmo silenziosi. Comunicavamo tramite pensiero.
Era strano. Era frustrante, per lui. Perchè d'improvviso era diventato telecinetico? Non era possibile che i poteri uscissero fuori così... o sì? Non sapevo di più.
A casa tutti erano agitati. Ci era successo qualcosa? Tom andava avanti ed indietro imprecando. Uffa.. che guaio.
-Allora, devo verificare una cosa...- dissi -Bill, desidera che si sposti qualcosa-.
-Ma per favore- disse Tom.
Un cuscino si librò in aria e lo colpì. Affermativo. Bill era telecinetico. Feci la stessa cosa, ma poi lo fermai. Dovevamo meditare.
Gli insegnai come doveva fare e dopo un'ora facevamo volare oggetti alla rinfusa sotto lo sguardo meravigliato di Tom, Georg e Gustav.
Le mani mie e di Bill si intrecciarono. Fui invasa da un'energia calda e benefica, lo stesso fu anche per lui. Ci baciammo e ci librammo in aria. Una cosa simile però non l'avevo mai fatta.; forse perchè non avevo mai baciato un telecinetico.
Era grandioso, era incredibile! Potevo condividere le mie emozioni, i miei stati d'animo dovuti ai poteri con lui, il mio ragazzo. Era semplicemente super!


            




        

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Capitolo 13
*** Ai Limiti Dell'Irreale ***


telecinesi 13
Ai Limiti Dell'Irreale


Bill ed io eravamo sul tetto. Era una serata limpida, senza nuvole e piena di stelle. C'era la luna piena. Distesi sulle tegole con una coperta addosso, non riuscivamo a non sorridere e a pensare ad un'unica cosa: eravamo uguali.
Riuscivamo a comunicare tramite pensiero, ma utilizzavamo lo stesso le parole. Ci piaceva parlare.
Avevamo anche scoperto -e anche per me questa era una cosa nuova- di poter leggere nella mente delle altre persone.
Utile, soprattuto per Bill. Sapeva subito, infatti, cosa pensavano le fan.
Entrambi però, potevamo scegliere se leggere o meno la mente delle persone e quindi non invadevamo spesso la privacy altrui.
So a cosa stai pensando pensò Bill.
Lo so, Bill... che ne pensi di questa situazione?
E' fantastico.... già te l'ho detto.
Sì, ma... non ti dispiace essere diverso?
Quando mai sono stato normale, scusa?
Questo è vero...
I pensieri di Bill si interruppero. Si girò verso di me e mi baciò con passione. Quanto lo amavo. Risposi al bacio e ci librammo ancora una volta in aria. Possibile che non potevamo baciarci senza volare
Non credo che potremmo farlo
Bill! Smettila di entrarmi nella testa!
Rise. Uno a zero per me, cara.
Ma quale uno a zero! Non avevamo detto di non invadere la privacy?
Sì... ma tra noi non ci sono segreti, ormai. No?
Due a zero per te!
Rise di nuovo.
Te l'hanno mai detto che hai una risata... angelica?
No.
Non ci credo.
Ok, è vero.
Allora picchiali perchè ti stavano prendendo in giro.
Mi dichiaro offeso!
La 'comunicazione' si interruppe e Bill mise il broncio. Che bambino! Non potevo prenderlo un po' in giro che subito si offendeva! Permaloso! Mi avvicinai ancora di più a lui e lo baciai su una guancia. Sentii che si stava lasciando andare. Lo baciai sul mento e poi mi allontanai. Che cattiva che ero...
Fui invasa da un'ondata di energia calda. Gli strinsi la mano e lo guardai. Pensavamo la stessa cosa: chissà se potevamo volare...
Ci alzammo in piedi e mano nella mano ci buttammo dal tetto. Due nanosecondi dopo volavamo sulla città scura.
Lasciai la sua mano. Non caddi. Feci una giravolta e iniziammo a rincorrerci.
Pazza! Potevi farti male...
Sai Bill... grazie a te mi sto convincendo sull'esistenza della magia.
Davvero?
Sì.
Aumentammo la velocità e ci vedemmo dall'acqua. Eravamo... su un lago? O forse erano i mari del nord. A quanti chilometri stavamo andando?
Gli strinsi nuovamente la mano e tornammo indietro, era ancora notte.
Ci addormentammo beatamente l'uno tra le braccia dell'altro sul tetto freddo. Quanto in là potevamo andare?
-Hey! Bill, Elis...- sentii la voce di Tom che ci chiamava -Volete magiare o no?-
Aprimmo gli occhi e ci guardammo. -Sì!- dicemmo all'unisono.
Scendemmo con la scala che era appoggiata al tetto ed entrammo in casa.
-La prossima volta che avrete voglia di volare- disse Tom -Mettetevi il mantello dell'invisibilità di Harry Potter-.
Io e Bill scoppiamo a ridere, ma eravamo preoccupati: se aveva visto Tom, chi altri aveva assistito a quella scena?
In cucina una macchinetta del caffè stava sul fornello.
-Mi sono dimenticato di accendere il fuoco- disse Tom mettendosi una mano sulla fronte.
Il fuoco si accese.
-Non siamo stati noi- dicemmo io e Bill.
-Oddio!? Ma che.. siamo supereroi??- domanò Tom ironicamente.
Tom era l'uomo torcia? Non sapevo come rispondere a questa domanda assurda. Dopo la telecinesi di Bill, l'ultima cosa che mi apettavo erano i poteri di Tom.
Quella non era la vita reale, ma un film.

Questo capitolo è uscito dai meandri orrifici e fantasiosi del mio cervello
Questo capitolo lo dedico a Tom, che come uomo torcia vedo molto bene.

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Capitolo 14
*** Finale ***


FINALE TELECINESI Ultimo Capitolo

Tutte le storie hanno una fine, un lieto fine.

Tutto improvvisamente divenne scuro. Bill e Tom scomparvero e riaprii gli occhi. Era stato solo un sogno? Chi ero io?
Iniziai a guardarmi attorno. Non avevo mai conosciuto Bill e Tom. Era stato tutto un sogno. Ma perchè no ero in camera mia?
Dove mi trovavo? Perchè la stanza era bianca? Io avevo le pareti lilla.
-Bill..- riuscii solo a dire.
-Eccomi... sono qui...- disse entrando nella stanza.
-Tu sei... vero-.
-Elis? Ma cosa dici? Certo che sono vero- disse lui piangendo.
Lo guardai, era proprio lui. In tutta la sua bellezza. Volevo che mi spiegasse che cosa ci facevo lì. Perchè piangeva? Che era successo?
-Bill... che è successo?-
-Ti... ti... hano sparata-.
-Quando?-.
-Quando mi hai salvato da quelle fan-.
-Che significa questo?-
-Sei entrata in coma per due settimane-.
-A giudicare dalla barba sei rimasto quì a lungo- osservai.
-Già... Elis?-
-Si?-
-TI AMO-


Ed è finita! Elis si è sognata tutto oppre no? Deeper_and_Deeper lascia un alone di mistero..

*Dissolvenza*
*Titoli di coda*

Ringraziamenti:

Frei_niahl
Lion of darkness
I dream you

Questa fine così strana va... a colei che ha creato i careatori dei Tokio Hotel. Chi vuol capire, capisca; perchè senza di lei staremmo senza da fare... xD

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