What I did for love

di crazy640
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Big news ***
Capitolo 2: *** Rimmel ***
Capitolo 3: *** ricomincio da qui ***
Capitolo 4: *** La scelta ***
Capitolo 5: *** La voce del sienzio ***
Capitolo 6: *** Love affair ***
Capitolo 7: *** Breakfast at Potter's ***
Capitolo 8: *** The way we were ***
Capitolo 9: *** It was just sex ***
Capitolo 10: *** I wanna a bad bad romance ***
Capitolo 11: *** Alone ***
Capitolo 12: *** Father and Sons ***
Capitolo 13: *** AVVISO ***
Capitolo 14: *** Alle porte del sogno ***
Capitolo 15: *** Love don't live here anymore ***
Capitolo 16: *** Il più fragile ***
Capitolo 17: *** Last friday night ***
Capitolo 18: *** Glad you came ***



Capitolo 1
*** Big news ***


big news

 

 

 

La partita era finita da poco.
Gli spettatori se ne erano andati quasi tutti,chi felice per la vittoria della propria squadra
sventolando la bandiera e chi,invece,mugugnando fra i denti all'indirizzo dei propri rivali una promessa di restituir loro la batosta a breve.
Sul campo usato per la partita non era rimasto nessuno,fatta eccezione per due Maghi no, un
maschio ed una femmina che,con il compito di rimettere in ordine lo stadio dopo la partita si stavano dando da fare per ripulire le varie gradinate dagli inevitabili rifiuti che quella folla oceanica si era lasciata dietro di sè.
Nei corridoi che collegavano lo stadio agli spogliatoi alcuni tifosi della squadra vincitrice erano
in attesa che i giocatori,che loro consideravano quasi degli idoli,finissero di fare la doccia ed uscissero fuori,dedicando loro qualche minuto.


Poco lontano c'era anche un gruppetto di giornalisti sportivi pronti ad intercettare il primo
giocatore disponibile per una breve intervista.
Del resto quel risultato era degno di nota:era da quasi vent'anni che i Cannoni di Chudley non
avevano un campionato così fortunato.
Fin da quando era iniziata la stagione non avevano perso neanche una partita e,come se
questo non bastasse,erano anche la squadra che aveva subito il minor numero di reti da parte degli avversari.
Ora che le partite del girone d'andata erano quasi terminate e che i Cannoni erano saldamente
in testa,i tifosi cominciavano a sperare nella Coppa,anche se scaramanticamente non ne parlavano mai ad alta voce per paura di rompere qualche incantesimo favorevole.

La porta dello spogliatoio si aprì ed il primo ad uscire fu l'annenatore Harris,un uomo di oltre quarant'anni dai capelli castani tagliati a spazzola,il viso allungato e magro e un paio di folti mustacchi che gli incorniciava la bocca.
I giornalisti si accalcarono tutti su di lui alla ricerca anche della più piccola ed insignificante
delle notizie:quell'uomo aveva preso la squadra all'inizio di luglio e con i suoi metodi rudi e sbrigativi era riuscito a rimettere in sesto i giocatori,psicologicamente e moralmente.
L'allenatore riuscì ad allontanarsi soltanto di un paio di metri dalla porta dello spogliatoio prima
che i giornalisti gli fossero addosso.
-Coach Harris un commento sulla vittoria?-domandò uno dei tanti giornalisti,facendo partire la
piuma d'oca ancor prima che l'uomo dicesse una sola parola.
-E' stata una bella partita,ma avremmo potuto fare di meglio-commentò questi.
-Non è soddisfatto della prova dei suoi giocatori?-chiese un'altro giornalista.
Harris lanciò uno sguardo al gruppo e si fermò nel centro del corridoio.
-Non ho detto questo.
Io mi aspetto sempre il meglio dai miei ragazzi e loro lo sanno...Anche quando giocano al
massimo della forma io chiedo loro di più-spiegò.
-Che ci dice della prestazione di Potter?-chiese una donna,una delle poche giornaliste sportive
del mondo magico.
-Credo che si commenti da sola,lei non crede?-domandò Harris a sua volta,l'accenno di un
sorriso sul volto.


Il mormorio alle loro spalle fece capire ai giornalisti che la porta degli spogliatoi si era aperta
di nuovo;neanche fossero un blocco unico,si voltarono e lanciarono uno sguardo al corridoio che avevano lasciato poco prima,intercettando fra la folla di tifosi il Portiere della squadra e principale artefice di quella sfilza di vittorie.
Ronald Potter.
Dopo essersi congedati dall'allenatore Harris,si mossero velocemente verso di lui,ben
consapevoli che l'uomo non avrebbe provato ad evitarli troppo impegnato a firmare autografi e a scambiare qualche battuta con i suoi "fans".
Era uno dei pochi giocatori professionisti con cui i tifosi sentivano di avere un confronto
diretto, un vero rapporto di amicizia,ovviamente nei limiti del possibile:fin dall'inizio della sua carriera,quando ancora giocava nelle serie minori,Ronald aveva avuto un atteggiamento benevolo e socievole verso i tifosi,considerandoli parte della sua vittoria.


Quando li vide fermarsi tutti intorno a lui,alzò per qualche istante lo sguardo dalla maglietta
con il suo numero che stava autografando e sorrise loro.
-Salve ragazzi,come va?-domandò neanche stesse parlando con un gruppo di vecchi amici.
-Ronald complimenti per la partita di oggi!Hai concesso soltanto trenta punti alla squadra
avversaria-disse uno del gruppo.
-Che volete farci...E' il mio lavoro,no?Se facessi altrimenti mi dimezzerebbero lo stipendio-
commentò lui scherzoso.
Alcuni giornalisti ridacchiarono e Ronald,dopo aver firmato l'ultimo autografo,salutò i tifosi e si
allontanò dalla porta degli spogliatoi.
-Stai cercando di battere qualche record?Credi di riuscire a raggiungere il record di Helmut
York?-si sentì chiedere.
L'uomo alzò le spalle.
-Chi può dirlo?Non entro in campo con quell'idea in mente...Cerco soltanto di non far fare
brutta figura alla squadra-rispose sincero.
Girò un angolo del corridoio e aguzzò la vista quando vide tre figure ferme alla fine di questo.
Spontaneo un sorriso gli stese le labbra prima che,con un movimento fulmineo di quelli che
usava sul campo,si voltasse verso i giornalisti e lanciasse loro uno sguardo circolare.
-Ragazzi che ne dite di farmi andare a casa?Inoltre dovete ancora intervistare i miei
compagni...-disse loro.
Nonostante fosse lampante che l'idea non piacesse loro neanche un pò,il gruppo si arrese
e,dopo che i fotografi ebbero scattato una foto veloce di Ronald,gli voltarono le spalle e se ne tornarono indietro lungo la strada da cui erano venuti.


Sollevato di essersi liberato di quella opprimente compagnia,Ronald tornò a voltarsi e ad
incamminarsi verso la fine del corridoio,lo sguardo fisso sulle tre figure sedutre su una panchina di pietra:una donna e due bambini.
Il primo ad accorgersi del suo arrivo fu il bambino,che sentendo il rumore dei passi
eccheggiare per il corridoio allontanò lo sguardo dal fumetto che stava leggendo e si alzò in piedi;la donna,intenta ad ascoltare i discorsi della bambina,non si era accorta del suo arrivo,ma colse il movimento del figlio e mosse lo sguardo nella stessa direzione,sorridendo non appena lo vide arrivare prima di fare un cenno alla bambina che si voltò all'istante verso di lui.
-Papo!-
L'esclamazione,accompagnata dai passi veloci della bambina,lo fece sorridere;si fermò e
aspettò che lei fosse abbastanza vicina da poterla sollevare fra le braccia.
-Ehi fagiolino!Accidenti quanto sei diventata grande,fra un pò non ce la farò più a prenderti in
braccio...-le disse cercando di apparire serio.
Ma era un'impresa che il più delle volte gli riusciva impossibile:ogni volta che guardava sua
figlia,automaticamente sul suo volto si disegnava quello che i suoi fratelli chiamavano "sorriso ebete".
Charlotte era una bellissima bambina dagli occhi verdi ed i capelli rossi tipici della famiglia
Weasley che aveva da poco compiuto cinque anni.
Era una bambina spigliata e buffa a cui piaceva,come tutte le bambine alla sua età, frugare
nell'armadio della mamma alla ricerca del vestito più bello o delle scarpe più alte,in modo da poter essere la più elegante quando nella sua stanza sarebbe stato offerto il tè ai suoi peluche.
Sul viso candido e leggermente spruzzato di lentiggini di sua figlia si disegnarono due piccole
fossette ai lati delle guance non appena le labbra della piccola si distesero in un sorriso.
-Lo dici tutte le volte-gli disse.
-Perchè è vero...Ora che ne dici di darmi il bacio della vittoria?-le disse con lo stesso tono di
voce di poco prima.
Le braccia corte della bambina si allacciarono attorno al collo di Ronald e,come sempre dopo
una partita,la piccola gli scoccò un bacio sulla guancia sinistra.
Non appena le labbra della figlia sfiorarono la sua guancia,Ronald sorrise e ricambiò il bacio,
prima di incamminarsi lungo il corridoio,sistemando la bambina contro il fianco destro e stringendo con la mano libera la sacca del Quidditch.


Non dovette fare che pochi passi prima di raggiungere gli altri due.
-Ehi campione!-disse all'indirizzo del bambino che,ancora accanto alla madre,gli andò incontro.
-Papà sei stato fantastico!Non ho mai visto nessuno fare una parata come quella che tu hai
fatto a McCallister...Lunedì a scuola i miei amici non faranno altro che parlare di te!-gli disse euforico.
Poche persone avrebbero creduto,a prima vista,che Lowell fosse suo figlio;dove i suoi capelli
erano ribelli e rossi,quelli del bambino erano facilmente governabili e castani,i suoi occhi erano marroni mentre quelli di Lowell erano grigi,alcune volte quasi trasparenti.
Ma avevano la stessa passione per lo sport,erano entrambi terribilmente disordinati e a Ronald
piaceva passare del tempo con il bambino aiutandolo con i compiti oppure uscendo insieme per fare una corsa in bici o andare al cinema.
Ronald a quelle parole sorrise e gli passò una mano fra i capelli prima di portare lo sguardo
sulla donna che fino a quel momento era rimasta in silenzio,ma che non lo aveva perso di vista neanche un'attimo.
-Ciao-
Sentendo su di sè lo sguardo attento di sua moglie,Ronald si lasciò scrutare dalla punta dei
piedi fino a quella dei capelli,finchè i loro occhi non tornarono ad incontrarsi.
-E quel livido sul sopracciglio sinistro?Perchè non te lo sei fatto curare in infermeria?-gli
domandò poi.
Lui alzò le spalle in un gesto noncurante.
-Ho pensato che volessi prendertene cura tu-le rispose sincero.
La donna lo fissò per qualche altro secondo prima che le sue labbra si distendessero in un
sorriso.
-Sei sempre il solito...-commentò.
Ronald sorrise a sua volta,mise a terra Charlotte e fece il passo che mancava per avvicinarsi a
lei.
Come aveva fatto lui poco prima,Rebecca restò immobile aspettando che fosse Ronald a
raggiungerla e quando furono uno davanti all'altra alzò una mano verso il suo viso e gli allontanò alcune ciocche di capelli in modo che non finissero davanti agli occhi e diede un'altra occhiata al livido.
-Ha un brutto aspetto-disse poi tornando a guardare il marito-Potresti evitare di farti
massacrare per una partita di Quidditch?-aggiunse sinceramente preoccupata.
-Lo sai come sono fatto:quando gioco non mi accorgo di nulla,neanche se un bolide mi
colpisce-fece lui passandosi una mano dietro il collo.
Un suono a metà fra il divertito e lo scettico uscì dalle labbra chiuse di Rebecca.
-Mi sei mancata-disse Ronald cambiando abilmente discorso.
Conosceva sua moglie,sapeva che non avrebbe smesso di preoccuparsi finchè non avesse fatto
sparire il livido,ma aveva bisogno di dirle come si era sentito durante quella settimana di lontananza.
-Beh se devo essere sincera tu non è che mi sei mancato poi così tanto:ho avuto il letto tutto
per me,non dovevo litigare per il telecomando...-fece lei.
Stanco di tutti quei discorsi,Ronald portò una mano dietro la schiena della donna,spingendola
contro di sè e avvicinando contemporaneamente il viso a quello di lei,facendo incontrare le loro bocche.
Sorrise quando sentì l'istantanea risposta al bacio.
Remore della presenza dei bambini si staccò quasi subito da lei e aprì gli occhi,incontrando
subito i suoi ridenti occhi grigi.
-Uff...Anche tu mi sei mancato,d'accordo?Ora che ne dici di andare a casa così ti curo quel
livido?-

 


Le luci spente nel portico le fecero capire che la casa era vuota.
Girò la chiave nella serratura e aprì la porta principale fermandosi nell'ingresso dove restò immobile qualche secondo,ancora con la porta aperta,in ascolto di possibili rumori dai piani superiori.
Non sarebbe stata la prima volta che dimenticava di accendere le luci di servizio sul portico.
-Sono tornata!-disse a voce alta.
Il silenzio che ottenne in risposta le confermò la sensazione iniziale:suo marito doveva essere ancora al lavoro.
Si voltò e chiuse la porta,accendendo le luci dell'ingresso e quelle del portico,per poi togliersi il cappotto e posarlo sull'attaccapanni distante da lei soltanto pochi passi.
Dopodichè,prima di posare anche la borsa,la aprì e ne tirò fuori una cartellina semirigida.
Continuando a rigirarla fra le mani si incamminò verso la cucina,dove accese le luci e lanciò il fascicolo sul bancone di marmo grigio.
Perchè le poche pagine contenute lì dentro le facevano tanta paura?
A venticinque anni Lily Potter Thomas aveva tutto quello che aveva sempre desiderato dalla vita:il lavoro dei suoi sogni,come Pozionista presso il Ministero,una famiglia che nonostante gli screzi dell'adolescenza era sempre pronta ad offrirle aiuto nei momenti di bisogno,ed un marito che amava come il primo giorno e da cui era ricambiata nella stessa maniera.
Daniel ai suoi occhi era l'uomo perfetto,anche se conosceva perfettamente tutti i suoi difetti e le sue mancanze:era l'uomo più ordinato e preciso che avesse mai conosciuto in vita sua,quasi un maniaco dell'ordine,inoltre,ancora adesso dopo tanti anni c'erano state occasioni in cui era bastata una parola sbagliata a scatenare una lite,proprio come quando erano ragazzi.


Ma dopo dieci anni,di cui cinque di convivenza e tre di matrimonio,entrambi sapevano come comportarsi con l'altro in modo da non inasprire la situazione.
Nella sua vita tutto era perfetto:la sua famiglia amava Daniel,compreso suo padre che ormai aveva smesso di vederla sempre come la sua "bambina" e aveva accettato l'idea che si facesse una vita altrove.
Anche Dean Thomas,il padre di Daniel aveva finito per accettarla nella famiglia,anche grazie all'aiuto di Scott,il suo compagno,che Lily adorava;ora quello che sia Dean sia sua madre aspettavano con ansia era l'arrivo di un nipotino.
-Tesoro siete sposati da tre anni,non credi che sia arrivata l'ora di avere un marmocchio che gira per casa?-le aveva chiesto un giorno Scott.
E a quanto sembrava qualcuno aveva ascoltato le loro richieste....
Lentamente,quasi avesse paura che quel fascicolo le esplodesse in faccia,Lily si avvicinò al bancone e vi si appoggiò contro aprendo la cartellina su cui era scritto il suo nome.
Era incinta.
Ancora non riusciva a crederci!Eppure aveva le prove lì proprio sotto il naso:le analisi del sangue e l'ecografia che le avevano fatto quel pomeriggio.
Pensare che tutto era iniziato con un capogiro:qualche giorno prima,mentre era intenta a preparare una pozione si era dovuta allontanare dal calderone perchè l'effluvio di rabarbaro le aveva fatto girare la testa.
Era la prima volta che le succedeva una cosa simile:neanche quando si occupava di pozioni più complesse e pericolose aveva avuto di quei problemi!
Così aveva pensato di fare qualche controllo,certa che si trattasse soltanto di un calo di pressione o di un'anemia,ma invece aveva dovuto ricredersi.
Naturalmente era felice per quella notizia,ma era piena di dubbi:sarebbe stata all'altezza?
Aveva abbastanza spirito materno per mettere da parte un lavoro che adorava e dedicarsi completamente ad un'altra persona?
E Daniel?Cosa ne avrebbe pensato?Non avevano mai affrontato quell'argomento e ogni volta che Scott o sua madre facevano quel tipo di commento lui si limitava a sorridere e ad alzare le spalle,senza dir nulla.
Cosa avrebbe fatto se Daniel non avesse voluto quel figlio?


-Tesoro?Ci sei?-
La voce che arrivò a lei dal corridoio la riscosse dai suoi pensieri.
Chiuse il fascicolo e voltò le spalle al bancone,quasi a nascondere le prove della sua gravidanza al marito.
-In cucina!-disse a voce abbastanza alta perchè lui la sentisse.
Pochi attimi e lui la raggiunse.
-Ehi dov'eri finita?Sono venuto a prenderti al lavoro,ma mi hanno detto che eri già uscita-le disse andandole incontro.
Dannazione!Possibile che doveva scegliere proprio quel giorno per fare una cosa carina verso di lei?
-Ah,ecco io avevo un paio di commissioni da fare-disse alzandosi sulle punte per dargli un bacio veloce.
Daniel annuì.
Come Lily aveva realizzato il suo sogno di diventare Pozionista,anche Daniel aveva realizzato il suo:dopo Hogwarts era entrato nell'Accademia per Auror e ne era uscito due anni dopo con il massimo dei voti e un lavoro assicurato presso il Ministero.
Nel giro di pochi anni era entrato a far parte di una squadra speciale,di cui facevano parte soltanto i soggetti più valorosi e competenti;ancora adesso,a distanza di anni,Lily ricordava l'espressione felice e allo stesso tempo orgogliosa che era dipinta sul volto dell'uomo quando le aveva fatto quell'annuncio.
Soddisfatto dalla risposta della moglie,Daniel annuì e si avvicinò al frigo per poi tirar fuori una bottiglietta d'acqua.
Lily lo osservò attentamente in quegli attimi di relativa distrazione,indecisa se mantenere ancora il segreto oppure dire tutto subito,senza aspettare oltre.
Probabilmente quella notizia avrebbe colto di sorpresa Daniel in entrambi i casi,ma magari se avesse atteso qualche giorno avrebbe potuto sondare il terreno e cercare di capire che cosa ne pensava il marito su una possibile gravidanza.
E se avesse scoperto che era l'ultimo dei suoi pensieri?


-Va tutto bene?-
L'uomo che si era accorto di come lo sguardo di Lily non lo avesse abbandonato neanche un istante,posò la bottiglietta sul mobile più vicino e la fissò di rimando.
-Tu mi ami Dan?-si ritrovò a chiedergli lei.
Non sapeva neanche perchè gli aveva fatto quella domanda...Conosceva la risposta!
Eppure aveva bisogno di sentirselo dire,di avere un'ulteriore rassicurazione,di qualcosa che l'aiutasse a decidere.
Un'espressione sorpresa si disegnò sul viso di Daniel,seguita da un sorriso.
-Ci devo riflettere...-scherzò.
-Sìì serio per un momento!-
Lo vide incrociare le braccia all'altezza del petto e rimandarle lo stesso sguardo serio.
-Ora so per certo che c'è qualcosa che non va-fece.
Lily sospirò rumorosamente e si ravviò alcune ciocche di capelli dietro l'orecchio destro, voltandogli la schiena.
Pochi secondi e Daniel fu dietro di lei,le mani posate su entrambe le spalle con fare rassicurante che ebbero l'effetto di mandarla ancora più in confusione.
-E' successo qualcosa al lavoro?O ci sono dei problemi con la nostra famiglia?-le chiese cercando di individuare la radice dell'infelicità della moglie.
Lei scosse la testa e allontanandosi di un altro passo da lui tornò a voltarsi,per poterlo fissare in volto.
Ormai non poteva più rimandare,gli aveva insinuato il dubbio e conoscendolo sapeva che non sarebbe stato sereno finchè non avesse scoperto cosa la preoccupava.
Alzò gli occhi ad incontrare quelli verdi di suo marito e,inconsapevolmente,si ritrovò a trattenere il respiro.
-Sono incinta-annunciò.
A quell'annuncio gli occhi di Daniel si spalancarono e lei li vide affondare nei suoi.
Cosa aspettarsi ora?


Il silenzio sembrava chiudersi opprimente su di loro e Lily si ritrovò a cercare qualcos'altro da dirgli,quasi dovesse confermare le sue parole.
-L'ho scoperto questa mattina...Un paio di giorni fa avevo avuto un malore al lavoro e...-iniziò.
-Ti sei sentita male e non mi hai detto niente?-la interruppe lui sorpreso.
-Non credevo fosse nulla di grave,ho dato la colpa alla pozione che stavo preparando!
Però poi dalle analisi è risultato essere tutt'altra cosa...-aggiunse.
Lanciò un'occhiata al marito e lo scoprì pensieroso:avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere cosa gli passava per la testa in quel momento!
Forse aveva bisogno di una piccola spinta per lasciarsi andare.
-Ascolta lo so che non abbiamo mai parlato di avere un bambino,e che abbiamo sempre riso alle richieste di mia madre e di Scott,ma ora eccoci qui...Rischiamo di diventare genitori-disse cercando di apparire più tranquilla di quanto non fosse in realtà.
Fortunatamente ottenne l'effetto desiderato,visto che Daniel sorrise alla sua battuta.
Spronata da quel sorriso,Lily fece un passo verso di lui,senza mai staccare lo sguardo dal suo.
-So che al momento può sembrare una notizia scioccante e sconvolgente,ma possiamo vederla come un ulteriore prova che siamo destinati a stare insieme,almeno per un'altra ventina d'anni-commentò scherzosa,cercando di nascondere sotto l'ironia la sua paura di un rifiuto.
Questa volta suo marito si lasciò andare ad una risatina accennata che la tranquilizzò visibilmente,così come la rassicurò il braccio che Dan fece scivolare attorno alle sue spalle.
-Io non la definirei scioccante...Direi piuttosto fantastica-disse poggiando la fronte contro quella di lei e fissandola con uno sguardo brillante.


La reazione di Lily si fece aspettare qualche secondo,poi sul suo volto si disegnò un sorriso, luminoso quasi quanto lo sguardo di Daniel,e le sue braccia scattarono attorno al collo del marito,nascondendo per qualche attimo il viso nella sua spalla.
-Dici sul serio?-gli domando poi rialzando la testa e tornando a guardarlo.
-Stai scherzando?E' la notizia più bella che ho ricevuto dopo quella dell'ammissione al gruppo speciale di Auror...Anzi credo che questa la superi anche!-
Sentendosi felice come poche volte nella vita,Lily posò le mani sulle guance del marito e lo baciò,cercando di trasmettere attraverso quel bacio tutto l'amore che provava per lui.
Come aveva fatto a dubitare anche solo per un attimo che lui non sarebbe stato felice di quel bambino?Che assurdità!
-Da quanto sei incinta?-le domandò lui poi.
-Cinque settimane-gli disse Lily avvicinandosi al bancone per prendere l'ecografia e mostrargliela.
Ben consapevole che Daniel non avrebbe capito quasi nulla,gli indicò il piccolo embrione che si era già formato e che con il passare dei mesi sarebbe diventato il loro bambino.
-Cinque settimane...-mormorò ricordando perfettamente dove si trovavano un mese e mezzo prima.
Per festeggiare il compleanno di Ronald e James,avevano deciso di affittare tutti insieme una casa sulle montagne italiane e,magari,fare anche un pò di sci.
Quello che Dan ricordava maggiormente però,era il silenzio della loro camera da letto, e la complicità ed intimità che si era creata fra lui e Lily durante quella settimana.
Lily sorrise e annuì,prima che un'espressione urgente si disegnasse sul suo volto.
-Cosa?-domandò Daniel,anche se un sospetto di cosa si trattasse lo aveva.
Conoscendo sua moglie,c'era un'altra persona da informare subito del lieto evento.
-Devo chiamare Albus!Non posso certo aspettare domani per dirglielo!-rispose la donna confermando le sue ipotesi.

 


-Che ci fai al buio?-
Tutti si erano sorpresi quando,al quarto anno di specializzazione Medimagica,Rose Weasley Potter aveva scelto Pediatria.
Suo padre l'aveva sempre immaginata come un grande chirurgo,mentre sua madre aveva sempre sperato che si specializzasse in malattie infettive e genetiche.
L'unico che non era rimasto sorpreso da quella scelta era stato suo marito,James Potter.
L'unico a capire il vero motivo che aveva spinto la donna a fare quella scelta.
Quando dieci anni prima avevano scelto di stare insieme,Rose e James avevano ottenuto il benestare della famiglia,ma ad una condizione:non avrebbero mai dovuto avere figli.
Così i loro sogni di una grande famiglia numerosa,quasi quanto la stessa famiglia Potter,erano andati in fumo;avevano dovuto dire addio a Nathan,Hope e Emily,i tre bambini che speravano di avere in futuro e che ormai nella mente di Rose erano così chiari neanche li avesse già accanto.
-La sola cosa che conta per me è che restiamo insieme-diceva sempre la donna quando James provava ad affrontare quell'argomento.
L'uomo aveva provato a considerare la situazione da più punti di vista,pensando a cosa sarebbe successo se avessero trasgredito alla "regola base" che controllava il loro rapporto:cosa avrebbero potuto fare i loro genitori se,accidentalmente,Rose fosse rimasta incinta?


L'avrebbero costretta ad abortire?James avrebbe preferito tagliare tutti i ponti e non incontrare più nessuno di loro piuttosto che far subire una simile imposizione alla propria compagna.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere sua moglie ed era per questo che in tutti quegli anni non aveva mai tentato di "andare a vedere".
Con il passare degli anni i due ragazzi si erano sposati e,mentre Rose inziava la sua carriera nella Medimagia,James aveva deciso di avventurarsi nel mondo babbano e di lavorare al fianco di suo padre:lo aveva sempre affascinato il mondo della radio,soprattutto della "Virgin Radio" in cui era cresciuto e dove praticamente conosceva tutti,dal primo dirigente fino all'ultimo inserviente.
Così a diciannove anni aveva iniziato uno stage presso la radio lavorando come segretario personale di uno dei dj della radio,che lo aveva introdotto ai segreti e all'arte del lavorare con la radio e con la voce.


Dopo un anno era una delle voci di punta della "Virgin Radio".
Se nella vita professionale le cose andavano a gonfie vele,in quella privata avevano inziato ad esserci dei problemi.
Non c'era stato mai un segnale chiaro e lampante,ma piccoli segni che lo avevano portato a capire che qualcosa stava cambiando...E che lui non sapeva come rimediare,come far tornare le cose a com'erano un tempo.
Era stato soltanto nell'ultimo anno che era apparso chiaro che Rose non era più felice,o almeno non felice come era un tempo.
Forse la presenza quasi costante dei figli di Ronald a casa,e l'essere circondata da bambini a lavoro non l'aiutava ad allontanare il pensiero da ciò che a lei era negato.
Non che James non si rendesse conto che c'era qualcosa che non andava,ma non sapeva cosa fare per aiutare sè stesso e la donna che amava.
La sua paura più grande era che un giorno quel figlio mancato potesse portare Rose ad odiare il loro rapporto,dando la colpa al loro amore per quell'enorme vuoto nella sua vita.


Quando quella sera era tornato a casa dal lavoro,aveva trovato la casa avvolta nel buio e nonostante avesse ritenuto strana la cosa visto che solitamente Rose cercava di tornare a casa sempre prima di lui,si era incamminato per il corridoio dell'ingresso lasciandosi dietro una scia di luci accese:quella di servizio fuori dalla porta,quella dell'ingresso e quella del corridoio.
Arrivato nel salotto,accese anche lì la luce,ma sobbalzò spaventato quando vide una figura ferma seduta su una poltrona.
Solo quando gli occhi si furono ripresi dalla luce si rese conto che quella statua perfettamente immobile era sua moglie.
-Cazzo!Mi hai spaventato...-le disse posando una mano allo stipite della porta,continuando a fissarla.
Come se soltanto in quel momento Rose si fosse accorta della sua presenza,si voltò verso di lui;fu grazie a quel movimento che James si accorse del bicchiere che teneva stretto fra le dita della mano sinistra.
Sua moglie non beveva mai,data la sua minima resistenza all'alcool,quindi vederle quel bicchiere fra le dita gli fece capire che era successo qualcosa.
-Che ci fai al buio?-le domandò facendo un passo verso di lei.
In risposta ricevette soltanto il silenzio più profondo.
-Hai cominciato i festeggiamenti senza di me?-chiese allora cercando di affrontare la situazione da un altro punto di vista.
-Ha chiamato tua sorella-fece Rose senza guardarlo.
-E' successo qualcosa?-le chiese subito James,l'istinto del "fratello maggiore" che prendeva il sopravvento su tutto il resto.
Finalmente sua moglie si voltò a guardarlo e James si ritrovò a pensare che avrebbe voluto che non lo avesse fatto:non l'aveva mai vista così triste.
Sembrava che nel suo sguardo ci fosse racchiusa tutta la tristezza del mondo....
-Lei e Daniel aspettano un bambino-si limitò a dire.
L'unica cosa che seppe fare in risposta a quelle parole fu un breve cenno con la testa.
Alzò una mano fino ai suoi capelli e si grattò la testa,lasciando cadere di nuovo il silenzio: Rose avrebbe preso quella gravidanza come un affronto personale,quasi fosse un insulto.
Dopo qualche altro istante di silenzio si ritrovò a sospirare rumorosamente e si staccò dallo stipite della porta.
-Forse dovrei chiamarla per congratularmi con lei...-disse facendo il gesto di voltarle le spalle.
-E' tutto quello che sai dire?-si sentì chiedere.
Fermandosi di nuovo sulla porta,voltato per metà verso il corridoio,James rialzò lo sguardo verso la donna e incontrò di nuovo quello sguardo ferito e triste.
-Non sei arrabbiato neanche un pò?-domandò ancora Rose.
-Arrabbiato?Perchè mia sorella è rimasta incinta?-le chiese lui a sua volta.
La donna sbuffò e si alzò in piedi,camminando nervosamente per il piccolo tratto di corridoio vicino alla poltrona.
-Lei neanche lo ha cercato questo figlio!-la sentì commentare.
James fece un paio di passi in avanti,inoltrandosi nel salotto senza però avvicinarsi alla moglie, cercando le parole giuste per farle capire quanto fossero sbagliate le sue parole.
-Rose...-
-No!-lo interruppe lei prima che potesse dire qualsiasi cosa-Se mi ripeti un'altra volta che noi non possiamo andare avanti così e che dobbiamo cercare un equilibrio,ti giuro che mi metto ad urlare!-lo ammonì.
-Cosa vuoi che ti dica allora?Cosa vuoi sentirmi dire?-le domandò stizzito.
-Che non è giusto!Che Lily ha sbagliato a sbatterci sotto il naso la sua felicità!Avrebbe dovuto mostrarsi più rispettosa della nostra situazione e non comportarsi come se questo fosse il più bel giorno della sua vita!
Lei non lo voleva neanche un figlio!-ripetè ancora ferita.


James sentì i muscoli facciali tendersi in un espressione tesa,dura,a quelle parole:erano arrivati a quel punto?
Davvero erano arrivati ad essere invidiosi,o meglio,gelosi,della felicità di Lily?
La loro situazione,come la chiamava Rose,non aveva nulla di grave:sapevano fin dall'inizio qual'era il prezzo da pagare per restare insieme,quindi perchè ora tutto stava diventando più complicato e tragico?
-No,non lo dirò.
Sono felice per Lily e Dan...Forse non è quello che si erano aspettati,ed è vero anche che non lo hanno cercato,ma sono lo stesso felice per loro!
E sono quasi certo che questo sia il giorno più bello delle loro vite!-le disse con voce misurata,cercando di farla ragionare.
Rose,che non gli aveva staccato gli occhi di dosso per tutto il tempo,sospirò e incrociò le braccia all'altezza del petto.
-Beh si vede che tu sei più nobile di me-
L'aria nella stanza stava diventando sempre più tesa:aveva bisogno aria fresca.
Senza dire un'altra parola,James si voltò e si avviò verso il corridoio d'ingresso da cui era venuto poco prima.
-Dove vai adesso?-gli giunse la voce di Rose dalla soglia della porta.
-Ho bisogno d'aria-le disse senza voltarsi,mentre infilava il cappotto.
Senza aspettare una sua risposta,afferrò la maniglia e aprì la porta di casa:aveva bisogno di rumore,di bere qualcosa e di qualcuno con cui parlare.
E sapeva esattamente dove trovare tutte e tre le cose.

 

Tutte le mattine,prima di andare a lavoro,Alice Weasley si fermava nello Starbuck vicino allo studio per prendere un caffè macchiato e leggere il giornale in pace.
Occasionalmente,quando decideva che poteva fare uno strappo alla dieta che seguiva da quando ne aveva memoria,si concedeva anche un muffin al cioccolato per avere la carica giusta per affrontare la giornata.
La sua pausa non durava mai più di venti minuti,giusto il tempo per dare una veloce letta al giornale e controllare che non ci fossero notizie importanti.
Controllava anche le pagine che la maggior parte della gente considerava superflue,quelle che riportavano gli annunci mortuari o quelli di fidanzamento,concedendo ai primi un pensiero triste e agli altri un sorriso d'incoraggiamento.
Quindi non c'era niente di solito nei suoi gesti quella mattina,mentre sfogliava serena il giornale,la schiena rilassata poggiata contro lo schienale della sedia.


Eppure qualcosa colpì la sua attenzione.
Qualcosa che la bloccò per qualche secondo prima che avesse di nuovo il controllo dei muscoli;
poggiò il giornale sul tavolino,facendo attenzione a non colpire la tazza vuota,e continuò a fissare lo sguardo sulla pagina,ritornando a leggere quelle poche righe che l'avevano tanto colpita.

"Lucas Zabini e Mandy Greengrass annunciano gioiosi il loro fidanzamento.
Dopo ben dieci anni di vita in comune,la coppia ha finalmente deciso di convolare a nozze.
I due,che si sono conosciuti sui banchi di scuola,hanno capito di non poter fare a meno
dell'altra alla fine dell'ultimo anno,al momento di separarsi definitivamente.
Data l'importanza della coppia nella società,ci si aspetta che questo sarà un matrimonio
sfarzoso e che farà parlare anche per gli anni a venire."

Con un gesto distratto Alice chiuse il giornale,fissando lo sguardo sulla vetrata davanti a sè.
Sapeva che sarebbe successo,prima o poi...Era strano che avessero fatto passare dieci anni
prima di decidersi a sposarsi.
Se fosse successo lei lo avrebbe saputo,in un modo o nell'altro,anzi era strano che Scorpius
non si fosse fatto scappare nulla prima.
Sicuramente sarebbe stato lui il testimone di Luke.
Erano felici insieme?
Lui era felice?


A ventiquattro anni,Alice Weasley era ciò che molte persone definirebbero realizzata:dirigeva,in
società con suo fratello Justin uno studio di architettura,sia per interni che per esterni,aveva

una famiglia su cui poter contare in ogni momento,amici fidati e sempre pronti ad esserle

d'aiuto se ne avesse avuto bisogno,e un compagno che l'amava.
Ma questo bastava perchè lei si sentisse davvero realizzata?
Amava il suo lavoro,che le permetteva di esprimere tutta la sua creatività ed il caos che aveva
dentro,e amava la sua famiglia.
Inoltre amava Eric...O almeno provava per lui un sentimento molto simile all'amore.
Dopo quello che era successo con Luke,Alice non aveva mai provato per nessun'altro la stessa
passione,lo stesso sentimento e la stessa intensità.
Come se avesse esaurito con Luke tutto il suo amore.
Eric era il suo compagno da quasi quattro anni ormai e lei era ogni giorno più grata ai Maghi Riuniti o a chi per loro,per aver permesso che le loro strade si incontrassero,ma nonostante questo non poteva fare a meno di chiedersi cosa sarebbe successo se le cose sarebbero andate diversamente.
Ora però tutte quelle domande avevano fine.
La notizia del matrimonio di Luke con quella donna era lì davanti ai suoi occhi,la prova concreta che lui era andato avanti con la sua vita,che l'aveva dimenticata da tanto tempo e che le sue non erano state le paranoie di una ragazzina.
Quell'annuncio di matrimonio segnava la fine di un capitolo della vita.
Si alzò in piedi abbandonando il giornale sul tavolino e si avviò verso l'uscita,salutando come ogni mattina le cameriere del locale.
Non avrebbe permesso che il fantasma di Luke le rovinasse la vita,fosse anche per un altro giorno.
Doveva seguire il suo esempio e dimenticarlo.
Niente di più facile...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Rimmel ***


Rimmel

 

 

 

Ebbe appena il tempo di sedersi sul divano e di posare la testa all'indietro sui cuscini in un gesto rilassato che un rumore di passi leggeri arrivò dal corridoio.

-Si sono addormentati?-

Ronald voltò la testa verso la sua sinistra dove,ferma sull'uscio c'era Rebecca che gli rivolse un sorriso lieve prima di muoversi verso di lui.

Osservandola mentre copriva il breve tragitto che li separava,l'uomo si chiese ancora una volta come era possibile che un uomo come lui,con i suoi tanti difetti,avesse avuto il privilegio di vivere accanto ad un angelo come sua moglie.

Sia Ronald che Rebecca erano consapevoli che nessuno,partendo dai loro genitori ai loro fratelli per finire con i loro amici,aveva creduto che quel matrimonio fosse destinato a durare.

C'era chi,come la madre di Ronald, lo aveva considerato un errore,altri un matrimonio riparatore per regolarizzare il "problemino" della gravidanza,e altri ancora che nonostante fossero certi del loro amore,avevano paura che questo non sarebbe bastato a salvare un matrimonio così giovane una volta nato il bambino.

A distanza di dieci anni e dopo due figli erano felici di aver smentito tutti loro.

I due erano soliti dire che il loro matrimonio era iniziato realmente soltanto alla fine di Hogwarts,anche se la loro famiglia si era già formata alla nascita di Lowell.

Il bambino era nato agli inizi di maggio e Rebecca,spaventata dall'improvvisa responsabilità, con la scusa di doversi riprendere dalla gravidanza e dal parto,si era chiusa nel dormitorio femminile di Grifondoro per giorni senza voler vedere il bambino,ma Ronald non si era lasciato spaventare dalla prima avversità e, incurante della possibilità che la ragazza gli lanciasse contro una fattura,era piombato nel dormitorio con Lowell e aveva aiutato Rebecca ad instaurare un legame con il figlio.

Sapeva che quel gesto poteva avere anche l'effetto contrario,ma fortunatamente aveva funzionato.

Durante gli ultimi mesi di scuola,Lowell era stato circondato dall'affetto dei suoi genitori e dei suoi zii che si erano tutti occupati di lui,cercando di dare una mano ai due ragazzi.

Ciò che maggiormente preoccupava Ronald era il futuro:cosa sarebbe successo una volta usciti da Hogwarts?

Non potevano tornare a casa visto che sua madre ancora non lo aveva perdonato per "essersi rovinato la vita",e non potevano chiedere aiuto ai genitori di Rebecca,quindi cosa avrebbero fatto?

Un aiuto inaspettato arrivò dal Quidditch:un mese prima della fine della scuola,la posta del mattino portò una lettera per Ronald da parte degli Owls di Liverpool.

Un loro talent scout era venuto ad Hogwarts e,dopo averlo visto giocare,voleva parlare con lui per un'eventuale futuro nella squadra.

Gli Owls non facevano parte della Major League,ma poteva sempre essere una opportunità.

-Sono stati loro a cercarti,quindi vuol dire che gli interessi sul serio e se proprio dovesse andare male,non perderemmo comunque nulla-gli aveva fatto notare Rebecca cercando di calmarlo durante uno dei suoi soliti attacchi di panico.

Ronald era andato a quell'incontro confortato dalle parole della moglie e aveva sostenuto il provino come se fosse ancora sul campo della scuola,senza grandi preoccupazioni o pressioni.

La risposta al provino era arrivata poche settimane dopo:Ronald era uno degli Owls.

Da allora la sua strada era stata segnata:dopo gli Owls c'erano stati i Bushes e i Warriors finchè non aveva ricevuto la chiamata da una squadra di Major League:i Bears di Londra.

In ognuna di quelle squadre si era fatto onore e si era comportato con lealtà e spirito sportivo, come tante volte gli aveva detto suo padre,riportando sempre dei giudizi positivi da parte degli allenatori,dei giornalisti e dei tifosi,che lo sostenevano ovunque andasse.

Infine lo scorso anno era arrivata la chiamata che aveva sempre sognato,ma che non aveva mai osato sperare nonostante giocasse ormai da anni come professionista:quella da parte dei Cannoni di Chudley.

Lo zio Ron aveva fatto festa per un giorno intero quando aveva saputo la notizia!

Ed ora tutti lo indicavano come il principale artefice dell'anno fortunato della squadra.

Non appena Rebecca fu abbastanza vicino al divano,Ronald allungò un braccio e strinse le dita attorno al polso più vicino,guidandola finchè lei non si fu sistemata sulle sue ginocchia.

-Charlotte si è addormentata fra un racconto e l'altro...Ha avuto una settimana molto movimentata-commentò con un sorriso divertito,cingendole la vita con un braccio.

Se in quegli anni la sua carriera era diventata un successo,lo stesso si poteva dire del suo matrimonio.

Più volte durante un intervista aveva ammesso che doveva gran parte del suo successo a Rebecca,e non soltanto perchè era grazie a lei che aveva deciso di andare all'incontro con l'allenatore degli Owls,ma anche perchè ormai da dieci anni lo sosteneva e supportava, consigliandolo ogni volta che l'uomo doveva prendere una decisione importante.

Era stato grazie alla perseveranza e alla pazienza di Rebecca se alla fine erano riusciti a riallacciare i rapporti con sua madre,e a far si che la donna conoscesse Lowell.

-Questa è la settimana dei compleanni...Siamo andati a ben quattro feste di compleanni- confermò la donna accomodandosi meglio sul divano e riuscendo ad avvicinarsi di più al marito.

-Mi ha portato un pò di torta?-

-Credevo dovessi mantenere la linea-gli ricordò Rebecca.

-E io non pensavo avessi di che lamentarti sul mio fisico-rispose Ronald.

Lei restò qualche istante in silenzio,quasi lo stesse esaminando:no,effettivamente non aveva proprio niente di cui lamentarsi;Ronald non era più il ragazzo timido e impacciato che le aveva fatto perdere la testa a sedici anni,i tratti adolescenziali si erano definiti del tutto lasciando spazio ad un viso affilato e magro su cui a spiccare più di tutti erano i suoi occhi castani così profondi da darle l'impressione di potervi leggere dentro.

E in effetti lei era l'unica ad avere quel potere...

I suoi capelli rosso fuoco in quei mesi erano lunghi a coprire le orecchie,quasi fossero una luminosa corona.

Ed infine il fisico,perfettamente modellato da dieci anni di allenamenti;anche se erano sposati da più di dieci anni,non c'era volta in cui,vedendolo a torso nudo,Rebecca non si trovasse con la salivazione azzerata come le capitava le prime volte che lo vedeva spogliarsi davanti a lei.

-Sei passabile-commentò ironica,sapendo di irritarlo.

-Passabile??-si lamentò Ronald.

Sorridendo divertita,Rebecca si sistemò meglio sulle sue gambe e gli si premette contro in modo da potergli allacciare un braccio attorno al collo.

Per un brevissimo istante,il tempo di un incontro di sguardi,Rebecca si chiese come apparisse ai suoi occhi.

Sapeva di essere cambiata:le due gravidanze avevano conferito un aspetto adulto al suo fisico, anche se il seno era rimasto sodo e la sua vita era tornata stretta subito dopo il parto, soprattutto grazie alla dieta a cui si sottoponeva subito dopo.

Qualche anno prima,per rinnovare il suo look,si era tinta di capelli di nero e aveva deciso di lasciarli crescere oltre le spalle,sua lunghezza limite fin da quando aveva sei anni,ed ora le arrivavano fino a metà schiena.

-Prima ho fatto una chiacchierata con Lowell,lo sapevi che è innamorato?-le domandò Ronald, accarezzandole pigramente la schiena.

-Avevo intuito qualcosa:prima non vedeva l'ora di tornare a casa da scuola,ora invece ha sempre mille scuse per perdere tempo-commentò lei.

L'uomo sorrise divertito.

-Mi sembra si chiami Poppy e che è una sua compagna di classe...Forse avrò la memoria corta,ma io non la ricordo affatto-confessò poi.

-Non hai la memoria corta!E' che ogni volta che ci sono le recite di Lowell,la squadra ha gli allenamenti-gli fece notare la moglie.

-Comunque...-fece lui tagliando corto-Da come ne parlava sembrava davvero preso...Peccato che nel giro di qualche mese avrà dimenticato tutto-aggiunse sinceramente rattristato.

Rebecca sorrise e gli passò una mano fra i capelli folti.

-Da come parli è difficile credere che tu sia un romantico...-disse prendendolo bonariamente in giro.

Ronald le fece una smorfia che la fece ridere,facendo risuonare la sua risata per la stanza silenziosa.

-Tu stai bene?-le domandò poi Ronnie serio quando fu tornato il silenzio.

Lo sguardo fisso nel suo,Rebecca annuì,facendogli scivolare le braccia attorno alle spalle larghe.

-E' tutto a posto,proprio come avevo previsto-

Chiaramente sollevato da quelle poche parole,Ronald si lasciò andare ad un sospiro di sollievo e staccò la schiena dal divano,avvicinandosi maggiormente a lei.

Poggiò la fronte contro quella di sua moglie e le sfiorò il naso con la punta del proprio, facendo incontrare di nuovo i loro sguardi.

-Ora dovremmo dirlo ai ragazzi-

-Credo che Charlotte la prenderà bene,anzi l'aiuterà a superare la partenza di Lowell per Hogwarts-considerò Rebecca,passando una mano fra i capelli folti del marito.

Il silenzio rilassato nella stanza venne interrotto da una serie di colpi sulla porta che li fece sobbalzare entrambi.

Rebecca alzò la testa,puntando con lo sguardo alla porta oltre il muro e proprio in quell'istante un altro paio di colpi vennero battuti sulla porta.

-Chiunque sia finirà per svegliare i bambini!-disse indispettita,alzandosi in piedi e incamminandosi veloce verso la porta.

-Lascia vado io!-disse muovendosi accanto a lei e superandola per arrivare alla porta.

Afferrare la maniglia e aprire la porta fu un unico gesto.

Quando vide James fermo sugli scalini di pietra grigia,una mano poggiata contro lo stipite della porta,chiaramente pronto a bussare di nuovo,Ronald si rabbuiò.

-Hai una vaga idea del casino che stai facendo?-domandò il rosso,facendosi comunque da parte per farlo entrare.

-Ho bisogno di parlare con qualcuno...Io e Rose abbiamo litigato.

Ciao Rebecca-aggiunse poi vedendo la cognata a pochi passi di distanza.

-Ciao Jimmy,la prossima volta che vuoi venire a farci visita,puoi evitare di svegliare i ragazzi?-gli domandò mascherando con la cortesia il suo fastidio.

Il moro annuì meccanicamente prima di tornare a posare lo sguardo sul fratello.

C'erano tante cose a cui Ronnie aveva pensato in quella settimana di ritiro,ma sicuramente nessuna riguardava suo fratello.

Ma era ovvio che fosse sconvolto...

Con un sospiro rassegnato lanciò uno sguardo di scuse a Rebecca per poi guardare di nuovo James.

-Va bene,va bene...Andiamocene in cucina-

 

 

 

-Per oggi è tutto,ci vediamo giovedì-

Gli studenti che frequentavano il suo corso di Letteratura,e che durante il passare dei mesi avevano inziato a conoscerlo bene,invece di alzarsi e di schizzare via verso le altre lezioni,restarono seduti,lo sguardo rivolto verso la cattedra,in attesa che il professore aggiungesse,come sempre,la postilla finale.

-Prima di andare,voglio ricordarvi che la consegna dei saggi su "Il grande Gatsby" è fissata per giovedì,e che la consegna in ritardo influirà sulla votazione.

Ora potete scappare via-finì con un sorriso.

Il rumore di sedie trascinate sul pavimento rimbombò nell'aula e velocemente,più o meno alla spicciolata,tutti i venti studenti che avevano affollato la stanza in quelle ultime due ore,si avviarono verso la porta.

-A giovedì professor Potter-lo salutarono alcuni studenti passando accanto alla cattedra.

Albus alzò lo sguardo dalla cartella ventiquattro ore che si portava sempre dietro e rispose al saluto con un cenno della testa ed un sorriso accennato.

Tornò ad abbassare la testa per infilare in borsa l'ultimo dei libri che si portava sempre dietro,quando una figura si fermò davanti alla cattedra,frapponendosi fra la finestra e la scrivania.

-Professore...-si sentì chiamare.

Al alzò per la seconda volta lo sguardo e posò gli occhi sul volto di Liz Cooper,una delle sue studenti preferite,fissandola per qualche secondo in silenzio,prima di rivolgerle un sorriso di incoraggiamento.

-Posso fare qualcosa per te,Liz?-le domandò cortese.

Solo quando la ragazza portò le mani sul piano della cattedra,vide che le dita della mano sinistra erano strette attorno ad un libro.

Un romanzo che lui conosceva molto bene.

-Non vorrei sembrarle indiscreta o sfacciata,ma potrebbe...-disse la ragazza in tono timido.

-Chiedere a Scorpius un autografo?-concluse lui al suo posto.

Non era la prima volta che gli succedeva,ormai ogni volta che vedeva uno dei ragazzi con il libro sapeva già cosa aspettarsi.

Liz annuì.

Per la terza volta in cinque minuti,Albus sorrise e tese una mano per prendere il libro.

-Da qua,vedrò di riportartelo entro domattina...-le disse.

Il volto di Liz si aprì in un sorriso euforico,neanche le avesse promesso una fetta di cielo,e dopo averlo ringraziato ancora una volta,si avviò verso la porta dell'aula.

Al chiuse la ventiquattro ore e si si voltò,anche lui diretto verso la porta,quando vide che Liz si era fermata sulla soglia e lo stava osservando di sottocchi,incerta se parlare o meno.

-C'è qualcos'altro che posso fare per te?-le domandò lui educatamente.

-E' lei?-gli domandò la ragazza.

Al si ritrovò ad incurvare un sopracciglio,sorpreso da quella domanda inaspettata.

-Come?-

-E' per lei la dedica del libro?-chiarì Liz.

Leggermente a disagio,Al abbassò lo sguardo e si ritrovò ad accennare nuovamente un timido sorriso;tanto bastò alla studentessa per trovare conferma delle sue teorie.

-Lo sapevo!E' davvero un uomo fortunato professore!-commentò la ragazza prima di decidersi ad uscire in corridoio.

Colpito da quelle parole,Al restò immobile,a metà strada fra la porta e la cattedra,non sapendo bene cosa fare.

Lo sguardo ancora basso si posò prima sulle proprie scarpe per poi spostarsi sul libro che ancora stringeva nella mano destra.

Conosceva tutto di quel racconto,ogni parola,ogni frase,ogni virgola...Anche la dedica.

In fondo era stato grazie a lui se quel libro era stato pubblicato;fosse stato per Scorpius sarebbe rimasto su uno scaffale di Privet Drive a prendere polvere.

Ma Al aveva capito fin dalla prima volta in cui aveva letto quelle pagine che quel libro era destinato a diventare un capolavoro.

Così nonostante le rimostranze di Scorpius aveva riscritto tutto al computer e aveva spedito il manoscritto a varie case editrici,sperando di ottenere almeno una risposta positiva.

Quello che non si era aspettato era di riceverne ben quattro!

Per alcune settimane Albus aveva cercato di aiutare Scorpius a destreggiarsi fra le varie proposte,cercando di decidere quale fosse la migliore,e alla fine questi aveva scelto.

Nel giro di tre mesi tutto era stato pronto e,proprio come Albus aveva immaginato fin dalla prima volta,il romanzo era stato un successo.

E così era successo per il secondo...Ed il terzo.

Forse avrebbe dovuto chiedergli una parte dei profitti visto che senza di lui niente si sarebbe realizzato.

Guardò ancora una volta il romanzo,in versione economica,che aveva fra le dita,prima di sospirare rumorosamente e decidersi ad uscire dalla classe.

Aveva un'ora di ricevimento,e l'ultima cosa che voleva era far aspettare i genitori.

Si incamminò verso la sala d'aspetto,quando sentì una voce alle sue spalle fare il suo nome.

-Albus!-

Si voltò e fra gli studenti ritardatari che si muovevano frettolosi verso le classi,scorse Laurie, professore di biologia e suo amico,venirgli incontro insieme ad uno sconosciuto.

Nel breve tempo che questi impiegarono per andargli incontro,Al scrutò il nuovo arrivato, come era solito fare con tutti gli uomini che incontrava per la prima volta:era alto,probabilmente sarebbe stato più alto di lui di una quarantina di centimetri,con un fisico ben modellato dalla palestra senza essere eccessivo.

I capelli erano castani e a spazzola,scompigliati ad arte con il gel,il viso era perfettamente sbarbato e "reduce" da una seduta nel più vicino solarium,con una fronte alta,incorniciata da due sopracciglia castane perfettamente incurvate,che facevano da corona a due occhi color cioccolato che sembrarono attirarlo come due calamite.

Al distolse lo sguardo da quegli occhi e lo fece scendere verso la curva perfetta del naso,dalla punta leggermente in su,e sulle labbra sottili e anche queste perfettamente modellate,neanche fossero state disegnate con una matita.

Finalmente i due uomini furono davanti a lui e Albus riportò lo sguardo su Laurie,che dopo uno sfoggio di tanta perfezione gli sembrò terribilmente scialbo.

-Mi cercavi?-gli chiese sperando di non avere la voce roca.

-Volevo presentarti il nuovo professore di Storia...-

-Ah giusto Sandy è andata in maternità-ricordò Al,annuendo.

-Infatti;comunque lui è Brian Kinney.

Brian,lui è Albus Potter il nostro professore di Letteratura-disse Laurie facendo le presentazioni.

Al tornò a guardare Brian,e per mostrarsi gentile,gli tese la mano.

-Molto piacere-

Sentì lo sguardo veloce con cui Brian lo esaminò da capo a piedi e,nonostante anche lui avesse fatto lo stesso poco prima,si sentì leggermente offeso da quell'attenzione.

-Piacere mio.

Mi hanno detto che le nostre aule sono vicine-gli disse stringendogli saldamente la mano.

-Già...-disse semplicemente Albus non sapendo cos'altro dire.

-Allora potrò venire da lei se avrò bisogno di aiuto-continuò Brian.

-Naturalmente...Ora però scusatemi,ma mi aspettano per il ricevimento insegnanti.

Mi ha fatto davvero piacere conoscerti Brian-ripetè prima di voltarsi e incamminarsi velocemente lungo il corridoio.

Sentendo su di sè due occhi attenti che non lo lasciarono finchè non ebbe voltato l'angolo.

 

 

 

Il velo dell'incoscienza venne squarciato da alcune voci poco lontane dal divano e,nonostante l'intontimento dovuto al post-sbornia,James capì subito che stavano parlando di lui.

-Visto così sembra più vecchio di dieci anni-

-E' tutta colpa delle sei birre che si è scolato ieri sera...Una dopo l'altra,senza neanche un attimo di respiro-sentì dire da suo fratello.

-Hai preparato un pò di caffè?Ne avrà un bisogno disperato-

Il silenzio che seguì gli fece capire che Ronald si era limitato ad annuire.

Nonostante avesse gli occhi chiusi,ormai era abbastanza lucido da riuscire a sentire su di sè lo sguardo congiunto dei due,sentendolo quasi bruciare sulla propria pelle.

Cosa doveva fare?Aprire gli occhi e mettere fine a quella conversazione o aspettare nella speranza di sentire qualcosa di interessante?

Ma del resto cosa potevano dire di  nuovo che lui non sapesse già?In fondo stavano parlando della sua vita...

-Ti ha detto per quale motivo ha litigato con Rose?-chiese poi Rebecca parlando di nuovo.

In risposta Ronald respirò profondamente e James riuscì a vederlo nella propria mente scuotere mestamente la testa.

-No,ma credo di sapere il motivo...-

Dei passi veloci attraversarono il corridoio e in pochi istanti arrivarono in salotto.

-Sveglia sveglia!!!!-

La voce piccola di Charlotte gli rimbombò nel cervello,portandolo involontariamente a corrugare la fronte,prima che il peso leggero della bambina si fermasse accanto ai suoi piedi sul divano.

-Charlotte!-la riprese la madre.

Ormai costretto a svegliarsi,James portò la mano destra al viso e si strofinò gli occhi,cercando di prepararli all'incontro con il Sole.

Quando finalmente si decise ad alzare le palpebre,dovette riabbassarle in fretta ferito dalla luce.

-Ciao zio Jimmy!-lo salutò allegra la bambina,neanche lo vedesse per la prima volta in dieci anni.

Una volta aperti gli occhi,James si tirò leggermente su sul divanoe lanciata un occhiata alla nipotina,le sorrise,o almeno tentò.

-Ehi Cherry...Non sapevo fossi così mattiniera-

-Fai colazione con me zio James?-gli chiese la bambina,fissandolo con i suoi stupendi occhi.

-Certo che sì!Perché intanto tu e io non andiamo in cucina a preparare mentre lo zio e papà tolgono le coperte dal divano?-s'intromise Rebecca parlando direttamente con la figlia.

Charlotte fissò sua madre per qualche istante,chiaramente indecisa se restare con il suo zio preferito o se seguire la madre,prima di annuire e schizzare via dal divano e correre accanto a lei.

Solo quando le due si furono allontanate,James portò il proprio sguardo a contatto con quello del fratello.

-Come va la testa?-gli domandò questi facendo il giro del divano e andando a sedersi sul tavolino di legno proprio di fronte al fratello.

Il moro si passò una mano fra i capelli arruffati e sospirò:aveva una banda rock nel cervello!

-Passerà...Scusami se sono piombato qui in quel modo ieri sera-gli disse poggiando entrambi i gomiti sulle ginocchia e sporgendosi in avanti.

Ronald scosse la testa.

-Non mi da fastidio,lo sai...Quello che mi preoccupa è che ultimamente le liti fra te e Rose stanno diventando troppo frequenti-disse cercando di introdurre il problema principale.

James,lo sguardo basso,quasi si vergognasse di quello che stava succedendo,intrecciò le dita delle mani al di sopra delle ginocchia e restò qualche secondo in silenzio.

Come al solito,era andato da suo fratello i

-Hai saputo di Lily?-si decise poi a chiedergli.

Ronnie annuì.

Aveva immaginato che fosse quello il motivo della lite,ma ovviamente non poteva esserne sicuro fino all' ultimo.

-Sì,Rebecca me lo ha detto ieri sera...A quanto pare i Potter stanno seguendo l'esempio dei Weasley-tentò di scherzare il rosso.

James accennò un sorriso che sparì velocemente dal suo viso.

-L'ha presa tanto male?-gli domandò Ronald tornando serio.

Con un sospiro rumoroso,James rialzò il viso e incontrò di nuovo gli occhi di suo fratello, restando in silenzio qualche secondo cercando le parole adatte per spiegargli la sensazione che aveva colpito Rose a quella notizia.

-E' già da un pò che le cose non vanno fra di noi,sempre per questa storia del bambino.

Quando abbiamo deciso di stare insieme,anni fa,eravamo entrambi consapevoli della rinuncia che stavamo facendo.

Rose ha costruito la sua carriera su quella rinuncia!

Però ora,essere circondata tutto il giorno da bambini e da neonati,è diventata quasi una tortura per lei,come se avesse sempre davanti agli occhi la prova del suo fallimento...E tu lo sai come la pensa Rose sui fallimenti!

Ed ora la notizia della gravidanza di Lily...-

-Per te non deve essere una situazione facile-commentò semplicemente il fratello,certo che sarebbe bastato quel poco all'altro per continuare nel suo sfogo.

Un sorriso amaro,infatti,si disegnò sul volto dell'altro,prima che questi tornasse di nuovo a strofinarsi gli occhi con una mano.

-A sentire Rose dovrei essere in collera con Lily per la sua gravidanza.

Ti sembra una cosa ragionevole?So che non lo pensava e che ha detto ciò che ha detto in un momento di rabbia,ma...-disse bloccandosi a metà.

-Cosa?-lo esortò ancora Ronald.

Per qualche secondo ci fu silenzio nella stanza,come se James avesse bisogno di ritrovare le parole più adatte.

-Sono stufo di prendermi colpe che non ho.

Non è stata soltanto una mia scelta quella di dare ascolto ai nostri genitori,quindi perché ora mi ritrovo ad essere soltanto io il cattivo della situazione?

Perché sono io il bastardo che non capisce?-domandò sinceramente confuso.

Ronald guardò il viso stanco di suo fratello e ripensò a quante volte,in quegli ultimi mesi,avevano già affrontato quel discorso:non sarebbero mai arrivati ad una soluzione,almeno non finché le cose fossero rimaste com'erano.

E forse quello era il momento migliore per cambiarle.

-Sai penso che dopo tutti questi anni sia venuto il momento di  fregartene-

James alzò di scatto lo sguardo sul fratello e lo fissò con aria incredula.

-Hai capito bene-fece Ronald con un leggero cenno del capo,leggermente divertito nel dover interpretare il ruolo di fratello maggiore,ruolo da sempre ricoperto da James.

-Ma non possiamo...-balbettò confuso James.

-Chi l'ha detto?Solo perché tu e Rose non potete effettivamente concepire un figlio,non vuol dire che non potete valutare altre opzioni:c'è l'adozione,ci sono le madri in affitto o i padri surrogato,c'è addirittura la fecondazione eterologa.

Mi chiedo come avete fatto a non pensarci finora...-si ritrovò a commentare.

Era assurdo pensare che un medico come Rose,si fosse arreso al primo ostacolo,senza neanche pensare a quello che poteva fare per risolvere il problema.

Gli occhi di James ora erano più attenti,più reattivi,come se davanti a sè si fosse aperto un nuovo mondo di cui aveva ignorato fino a quel momento l'esistenza...e probabilmente era davvero così.

Per un lungo istante i due fratelli restarono in silenzio,e fu solo quando lo sguardo di James cercò quello del gemello,che Ronald vide brillarvi dentro una nuova speranza.

-Credi che funzionerà?-gli domandò James,scoprendosi fragile.

Ronnie alzò le spalle.

-Chi può dirlo?Ma almeno potrai dire di aver fatto tutti i tentativi possibili-

 

 

 

 

Era stata una mattinata particolarmente movimentata,il tempo era passato senza che lei se ne accorgesse,impegnata com’era con i vari “clienti”.

Alice aveva passato un paio d’ore con i Jefferson cercando di soddisfare i gusti della coppia,adattando i suoi progetti alle idee dei due:;poi era stata la volta di Samuel Taylor, una specie di artistoide che aveva sentito parlare positivamente di lei e voleva un consulto per il suo loft.

Soltanto verso le due del pomeriggio riuscì ad avere qualche minuto di pausa,per rilassarsi sulla sua poltrona e iniziare ad baloccarsi con l’idea della pausa pranzo.

Chiuse gli occhi,lasciandosi andare ad un sorriso stanco e cercò di svuotare la mente dal lavoro:aveva davvero bisogno di cinque minuti di pausa.

Inevitabilmente,i suoi pensieri tornarono alla notizia che aveva  dato una scossa alla sua vita:il matrimonio di Luke.

Aveva giurato a sé stessa di andare avanti,di accantonare per sempre il suo pensiero e iniziare a vivere la sua vita fingendo che lui non ne avesse mai fatto parte…ma non era così facile.

Per la seconda volta da quando aveva saputo di quel matrimonio,si ritrovò a chiedersi:e se le cose fossero andate diversamente?

Cosa sarebbe successo se al ritorno a scuola Luke si fosse dimostrato attento e premuroso verso di lei?

Oppure se si fosse ribellato ai suoi genitori che lo volevano invischiato a forza in quel fidanzamento con la Greengrass?

La loro storia sarebbe stata simile a quella di Al e Scorpius?

Luke sarebbe venuto a vivere con lei e la sua famiglia,avrebbe aspettato che lei terminasse i suoi studi,cominciando gli studi di legge all’ università della magia,per poi andare a vivere insieme una volta che lei fosse uscita da Hogwarts.

Si sarebbero sposati oppure avrebbero convissuto?Sicuramente il matrimonio,Luke non le sembrava tipo da convivenza.

Avrebbero avuto dei figli,magari non subito,ma con il passare degli anni lei avrebbe voluto dei figli,un bambino  che fosse esattamente uguale al padre,con i suoi stessi riccioli neri e magari le fossette sulle guance.

Però ogni volta che immaginava quel futuro non poteva fare a meno di chiedersi:sarebbero stati felici?

Avrebbero affrontato la vita con positività,convinti ingenuamente che il loro amore poteva superare tutto,oppure lui avrebbe finito per odiarla?

Perché era questo che la preoccupava maggiormente,in quell’ipotetico futuro,ancor più di perdere il suo amore…

Luke avrebbe finito per odiarla,per incolparla di come la sua vita era andata a puttane?

Come sempre,su quella domanda senza risposta,Alice riaprì gli occhi e si fece scappare un sospiro rassegnato.

Non aveva bisogno di una risposta:le cose erano andate in un altro modo,le loro strade si erano divise ed ora erano due estranei.

Due colpi leggeri vennero sferrati sulla porta del suo ufficio facendole alzare lo sguardo davanti a sé.

-Disturbo?-

Un sorriso le nacque spontaneo quando i suoi occhi incontrarono quelli di Eric,che nel frattempo si era staccato dalla porta e aveva fatto un paio di passi nella stanza.

-Sei fortunato,ho un po’ di tempo per te…Sei capitato nell’unico momento tranquillo della mattina-gli disse continuando a sorridere.

Non si vergognava di ammettere che Eric era la sua salvezza.

Se non avesse incontrato lui,sarebbe finita come quelle vecchie zitelle inacidite che passano la vita a raccontare a chiunque ha la sfortuna di avvicinarle del loro amore perduto.

Eric aveva ventotto anni, era originario di Sydney e soltanto per una serie di fortunati eventi le loro strade si erano incontrate:sarebbe bastato che Alice decidesse di restare ad Hogwarts stringendo i denti,incurante della relazione fra Luke e Mandy,o che l’estate sette anni prima avesse scelto una destinazione diversa per le sue vacanze estive da New York,e tutto sarebbe diverso.

Una volta finiti gli studi a Beau Baton aveva deciso di fare una lunga vacanza,di staccare il cervello,per decidere cosa fare della sua vita.

Dopo aver parlato con Justin,si era lasciata convincere ad andare a passare l’estate a New York ed era stato lì che aveva incontrato Eric.

L’uomo era un amico di suo fratello,compagni di scuola al corso di architettura,e nonostante si fossero trovati bene insieme,il suo atteggiamento verso di lei era ancora troppo fraterno perché potesse nascere qualcosa.

Senza contare il fatto che le sue ferite non erano ancora del tutto rimarginate,nonostante fossero passati anni e non avesse più nessuna notizia di Luke…

Tornata a Londra,Alice aveva seguito dei corsi all’università e alla fine si era specializzata in arredamento d’interni,proprio quando Justin,stanco di lavorare per gli altri, era arrivato a Londra con la ferma decisione di aprire uno studio personale.

I due fratelli si erano uniti in quell’impresa,unendo il loro talento e i loro soldi e alla fine erano riusciti a creare la “Lovegood & Johnson Associated”.

Eric era ricomparso nella sua vita la sera dell’inaugurazione dello studio:per tutta la serata avevano parlato,separandosi soltanto quando la presenza di Alice era richiesta altrove.

Da allora avevano iniziato a frequentarsi spesso,andando a pranzo insieme,o per delle lunghe passeggiate per Saint James Park la domenica pomeriggio.

E lentamente quell’amicizia si era trasformata in qualcos’altro…

-Sono abbastanza fortunato da poterti invitare a pranzo?-domandò lui fermandosi poco distante dalla sua scrivania.

Alice staccò la schiena dalla poltrona e si sporse in avanti,verso il mobile,poggiando entrambi i gomiti sul piano della scrivania in un gesto casuale.

-Dipende da qual è la tua offerta-si divertì a stuzzicarlo lei.

Eric sorrise,mettendo in mostra i perfetti denti inferiori,e abbassando per un breve secondo lo sguardo,permettendo così ad Alice di indugiare con lo sguardo su di lui.

Era davvero bello…Dopo quasi quattro anni,i suoi occhi ancora non si erano abituati a quella visione.

Eric poteva essere facilmente scambiato per una statua greca,talmente la sua perfezione:era alto quasi un metro e novanta,un fisico asciutto e muscoloso,senza però essere eccessivo; i capelli biondo sporco erano tagliati corti,fino alle orecchie e pettinati all’indietro con il gel,lasciando libere soltanto alcune ciocche che ricadevano sulla fronte ampia,modellata da due sopracciglia biondo cenere arcuate perfettamente in modo da concentrare l’attenzione sugli occhi.

Questi erano verdi,con minuscole pagliuzze dorate che li facevano risplendere ancora di più.

Il naso era dritto,ma dalla punta all’insù;ed infine le labbra,il cui labbro inferiore era più carnoso  rispetto al superiore.

-Cosa avevo in mente…Vediamo:avevo pensato di portarti a pranzo fuori,magari da Danieli’s-le disse rialzando lo sguardo sul suo.

Alice fece un mugolio di approvazione.

-Adoro quel posto…-si limitò a dire.

-Chissà perché lo avevo intuito-la prese bonariamente in giro-Poi che altro?Abbiamo due possibilità:possiamo pranzare insieme e poi ti riaccompagno qui…-le disse lasciando apposta la frase a metà.

-Oppure?-chiese lei tendendosi leggermente verso l’alto,verso di lui,senza staccare lo sguardo dal suo.

-Oppure puoi cancellare gli appuntamenti del pomeriggio e passare un po’ di tempo con me,magari facendo un giro in centro.

In fondo è venerdì,i tuoi clienti capirebbero se dai loro buca-le fece notare.

Alice sorrise.

-Hai pensato proprio a tutto-commentò.

-Dovevo avere delle proposte interessanti,altrimenti avresti rifiutato- le rivelò Eric.

Ancora una volta lei sorrise.

Se la giornata fosse stata più tranquilla il suo senso del dovere le avrebbe consigliato di ritornare in ufficio subito dopo pranzo ma,come le aveva fatto giustamente notare Eric,era venerdì e tutti avrebbero capito se avesse annullato un appuntamento all’ultimo minuto.

-Vada per la seconda opzione-disse alzandosi e aggirando la scrivania.

-Sapevo che ti avrei convinta…-

-Veramente mi ha convinto il pranzo da Danieli’s…Sto morendo di fame-ribattè lei prontamente.

Eric ridacchiò e le si avvicinò per darle un veloce bacio,in segno di saluto.

Sotto le sue labbra,Alice sorrise prima di ricambiare il bacio, dandosi mentalmente della stupida per i pensieri di pochi minuti prima.

A che serviva chiedersi come sarebbe stato…Lei aveva già tutto quello che una donna poteva desiderare.

 

 

 

 

-Sono tornato!-

Scorpius sentì chiudersi la porta d’ingresso al piano di sotto, seguito da alcuni rumori indistinti che gli fecero capire che Albus si stava togliendo la giacca e le scarpe.

Poi si sarebbe guardato intorno per le stanze vuote del piano terra e avrebbe controllato che tutto fosse in ordine,magari avrebbe anche dato un occhiata alla posta arrivata quella mattina.

Dopodiché sarebbe salito al piano di sopra e,dopo essere passato in camera da letto per togliersi il maglione,sarebbe finalmente andato da lui,nel suo studio.

Lo schema era sempre lo stesso,da otto anni ormai.

Inizialmente Scorpius si indispettiva,arrivava anche ad arrabbiarsi per lo scarso interesse che Al sembrava mostrare verso di lui:non lo vedeva da tutto il giorno e perdeva tempo con tutte quelle azioni inutili invece che andare direttamente da lui e salutarlo come si deve?

Poi,grazie ad alcune frasi che Al aveva detto durante quegli anni, aveva capito.

Al contrario di lui che passava gran parte della sua giornata chiuso nello studio a lavorare al computer,Albus aveva a che fare ogni giorno con tante persone e con i loro problemi:i suoi studenti,i genitori dei ragazzi,addirittura qualche volta anche i suoi colleghi.

Quindi quando tornava a casa aveva bisogno di qualche istante da solo per resettare il cervello da tutto quello che era successo a scuola.

-Così evito di scaricare su di te le frustrazioni del lavoro più di quanto già non faccio-gli aveva detto.

E Scorpius lo aveva accettato.

In fondo  si trattava di un modo ulteriore per Al di dimostrargli il suo amore.

Si sporse leggermente sulla sedia per cogliere un’occhiata del corridoio vuoto prima di tornare a fissare lo schermo davanti a sé.

Provava sempre una strana eccitazione mentre aspettava di sentire il rumore dei suoi passi sulle scale,o il suono del suo respiro tranquillo che lo precedeva lungo il corridoio.

Sapeva che erano piccole abitudini,sapeva anche che probabilmente Albus non se ne sarebbe mai accorto,ma ogni volta quell’ansia,quel senso di disagio lo catturavano portandolo a tamburellare nervosamente con i polpastrelli sul ripiano della scrivania.

Poi finalmente Albus appariva sulla porta e il suo viso si illuminava in un sorriso,facendo sembrare assurde tutte le preoccupazioni di poco prima.

In tutta la sua vita Scorpius aveva provato quelle sensazioni soltanto per lui.

Forse quell’ansia,quel bisogno di contatto era la prova più palese del suo amore per il compagno.

Erano una coppia da quasi undici anni ormai e,anche se non lo avrebbe mai ammesso con l’altro,il suo amore per Al non era stato mai minimamente intaccato.

Certo c’erano stati altri uomini,a volte colleghi a volte gli stessi fan,che  avevano provato a portarselo a letto,ma nessuno aveva retto il confronto con Albus:l’uomo era accanto a lui prima del successo,e Scorpius era sicuro che ci sarebbe stato anche se questo fosse sparito all’improvviso.

Era l’unica persona che lo conosceva veramente,che sapesse tutti i suoi pregi e i suoi difetti,capace di interpretare il suo stato d’animo da un’azione semplice:tante volte non aveva neanche bisogno di aprir bocca che già l’altro aveva già preceduto la sua richiesta.

Era la sua musa,il suo consigliere…era l’amore della sua vita.

Il rumore di passi lo distolse dai suoi pensieri e dopo una veloce occhiata alla porta,tornò a posare lo sguardo sullo schermo del computer,assumendo un’aria impegnata e concentrata.

Nonostante fosse di spalle riuscì a sentire i suoi passi attutititi sul pavimento,il suo respiro leggero che si avvicinava,finché non ci fu il silenzio e,senza bisogno di voltarsi Scorpius seppe che Al era fermo sulla porta,intento ad osservarlo.

Lo faceva tutti i giorni,e tutti i giorni,sotto quella carezza,Scorpius si scopriva a tremare.

Pochi istanti e due braccia gli scivolarono sulle spalle, circondandole,e il mento di Al si posò sulla sua spalla sinistra.

Scorpius alzava una mano e la posava sul braccio di Al più vicino, prima di voltare leggermente la testa ed incontrare finalmente in quella distanza ravvicinata i suoi occhi.

Ogni giorno lo vedeva sorridergli e,ogni volta,quasi seguendo un copione già prestabilito,Scorpius accennava il suo sorriso a metà che sapeva l’altro amava.

-Bentornato- E soltanto da quello Scorpius capiva di non aver bisogno di altro.

 

  

 

 Salve a tutti!!!!E BENTORNATIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!

Ok,scusate il momento di pazzia,ma ormai con alcuni di voi ci conosciamo da anni ed è bello ritrovarvi qui per questa nuova avventura.

Come state?

Che avete fatto in questo periodo di lontananza?

Innanzitutto vorrei ringraziare coloro che hanno recensito,messo la storia fra i seguiti e/o preferiti e anche solo chi l'ha semplicemente letto...GRAZIE!

Spero di meritare la rinnovata fiducia.

Allora...nuova storia,nuovi problemi.

Perchè non dovete farvi ingannare dall'inizio tutto rosa e fiori,quasi tutti,se si escludono Ronald e Rebecca avranno problemi,o nel caso di James e Rose,cercheranno di appianare le cose.

Altra cosa:molti di voi mi hanno chiesto perchè ho scelto un inizio così triste per Jimmy e Rose e il motivo che mi aveva spinta a fare la scelta che ho fatto nell'ultimo capitolo della storia precedente(alias=niente figli).

Come era successo in passato per il cancro di Luna in "Forbidden Passions",anche qui vi dò la stessa risposta:perchè altrimenti come avremmo incasinato le loro vite?

E credetemi,la decisione di avere un figlio avrà ripercussioni non soltanto su Rose e James....

Piccola precisazione:forse qualcuna di voi se ne sarà accorta,ma il nuovo collega di Albus,ha un nome familiare,almeno per chi conosce il telefilm "Queer as Folk".

Infatti,visto il mio amore x la serie e x il personaggio di Brian in particolare,ho pensato di trapiantarlo in questa storia.

Ringrazio ancora tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di ortografia o battitura.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Eccomi qui!E' strano che tu nn abbia visto l'avviso che avevo lasciato alla fine di "Forbidden Passions",e pensare che lo avevo lasciato apposta x voi...Bah,cmq:Ronald e Rebecca avranno il ruolo di coppia stabile nella storia,i pilastri che cercheranno di tenere tutto insieme,c'è bisogno di almeno una coppia solida;forse è vero che è stupido pensare al primo fidanzatino dopo 10 anni,ma penso che tt noi abbiamo un'amore lasciato in sospeso,che ci porta a farci mille domande e a chiederci come sarebbe stato...Ed è proprio questo che Alice e la sua storia rappresentano),JC(Bentornato!!!Hai ragione,qui la crisi economica nn è stata avvertita,ma volevo creare un mondo ideale,perfetto,immune da problemi,oltre naturalmente quelli che i personaggi sono capaci di crearsi da soli),Sklupin(Invece vedrai, le cose miglioreranno,almeno per Rose e Jim:sono partiti talmente male che nn può essere altrimenti...E hai ragione qnd parli di Beautiful,in una cosa ci assomiglieremo...),Angel_SG(Grazie x i complimenti!Credevi veramente che avrei lasciato fuori i miei preferiti?Assolutamente no!Anche xkè ne ho in mente davvero molte per Albus e Scorpius...),Manda(Vedrai già dal prossimo capitolo inizierai a capire qualcosa nella situazione Rose/James...Per quanto riguarda i senior,torneranno solo quando il loro intervento sarà necessario,e ti prometto che in quelle occasioni sapremo anche come è finita fra Ron ed Herm),Nefene(  Nn mi succede spesso,ma nel caso di Alice,mentre ancora stavo scrivendo l'altra storia,sapevo già come far concludere la sua relazione con Luke,e quello che sarebbe successo in qst,anzi è stato per lei che ho cominciato questa nuova storia...per lei e per la coppia Al/Scorpius),Kikka15(Eh già,Luke alla fine non ha saputo imporsi ai suoi genitori,ma del resto lo sapevamo che nn era pronto a voltare le spalle alla fortuna di famiglia...Magari le cose sono cambiate adesso...),Luthien 241(Yes I'm back!!!!Ah sì credimi,un pò d'ansia, in senso buono,la metterà...),Elly(BEh un passo avanti lo abbiamo fatto dalla posizione "Nn possiamo avere figli e dobbiamo accontentarci di ciò che abbiamo;magari le cose evolvono ancora,chi lo sa?), GinevraPotter'90(Anche a me piacciono molto Lily e Dan,ma forse è ora di ravvivare un pò le cose,no?In fondo sono stati in pace per dieci anni...),Lotti_(Meno male ,sono arrivata appena in tempo!Anche tu eri una di quelle che nn credeva nel matrimonio fra Ronnie e Rebecca come Ginny?L'idea dell'attico minimal mi piace,ma io li vedo più tipi da casa tradizionale,molto simile a Grimmuald Place...),Littledraghina(Grazie per i complimenti!James e Rose si amano ancora,è solo che Rose ha alzato qst muro fra di loro per via della mancata gravidanza...Devono solo trovare un punto d'incontro.Ah questo posso assicurartelo fin da ora:prima del matrimonio,se poi davvero c sarà,Luke e Alice avranno molte occasioni per parlare e per cambiare le cose...).

 

 

Bene per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

 

"With a little bit of luck"

 

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** ricomincio da qui ***


ricomincio da qui

 

IL suo deasiderio maggiore,quando infilò la chiave nella serratura di casa,era farsi una doccia, prendere un'aspirina per il mal di testa e dormire qualche ora in più per recuperare il sonno che Charlotte gli aveva così bruscamente strappato.
Voleva accantonare il discorso che aveva avuto con suo fratello,almeno finchè non avesse riavuto il possesso di tutte le sue cellule celebrali.
Ma naturalmente non fu possibile.
Non appena si fu chiuso alle spalle la porta di casa,un rumore veloce di passi arrivò alle sue orecchie,seguito pochi attimi dopo dalla comparsa di Rose all'inizio del corridoio.
James,la mano destra ancora stretta attorno al pomello della porta,le concesse un breve sguardo,prima di muoversi di lato verso l'attaccapanni per liberarsi del cappotto.
Perchè continuava a fissarlo senza dire niente?
Doveva pure aver pensato a qualcosa durante quelle ore passate da sola!
Lo aveva immaginato in un pub con una pinta di birra stretta fra le dita?Oppure in un night in compagnia di qualche spogliarellista per cercare di non pensare alla discussione che avevano avuto poco prima?
-Credevo fossi al lavoro-le disse giusto per rompere il silenzio che iniziava a pesargli addosso.
Sentendo altro silenzio in risposta alle sue parole,James si decise a voltarsi di nuovo verso di lei,e la vide ancora ferma nella stessa posizione di poco prima,lo sguardo ancora bloccato su di sè.
-Dove sei stato?-si decise a chiedergli Rose.
Inconsciamente sapeva che quelle sarebbero state le prime parole che le avrebbe sentito pronunciare.
Un sorriso accennato gli incurvò gli angoli delle labbra prima che l'uomo abbassasse leggermente la testa e si muovesse lungo il corridoio diretto verso la cucina.
Quando le passò accanto,sentì su di sè il fuoco prodotto dallo sguardo di Rose,ma si impose di non alzare gli occhi;entrò in cucina e si diresse verso l'armadietto dei medicinali poco distante dal frigorifero,prendendo due compresse d'aspirina.
-Stai bene?-gli domandò subito lei,il tono della voce leggermente professionale.
-Soltanto un pò di mal di testa-rispose James senza voltarsi,aprendo il rubinetto dell'acqua.
Fu solo quando ebbe preso le pasticche e bevuto tutto il bicchiere d'acqua che James si decise a voltarsi:Rose ora era ferma davanti all'isola di marmo e continuava a fissarlo,neanche avesse paura di vederlo sparire davanti ai suoi occhi se avesse perso il contatto visivo.
Si accorse delle leggere occhiaie,che facevano da contorno agli occhi della donna,e dell'espressione stanca e tirata che cercava in qualche modo di nascondere,e capì che Rose doveva aver passato la notte in bianco ad aspettarlo.
-Ho passato la notte da Ronnie-si decise a dirle.
Almeno così si sarebbe tranquillizzata,avrebbe accantonato il pensiero di lui insieme alle spogliarelliste...sempre se mai aveva avuto quei pensieri.
La vide annuire lentamente,i palmi di entrambe le mani poggiati sul marmo freddo.
-Avevo bisogno di parlare con qualcuno...qualcuno che mi capisse-le disse sincero.
-Non vedo come lui possa farlo-rispose Rose.
-E' mio fratello-ribattè James come se questo bastasse a spiegare ogni cosa.
Il silenzio tornò di nuovo a cadere fra di loro,mentre entrambi si perdevano dietro ai propri pensieri,lanciando degli sguardi di soppiatto verso l'altro,sperando di non essere visti,quasi ci fosse qualcosa di sbagliato in questo.
-Ho bisogno di fare una doccia-annunciò James stanco di quell'aria pesante.
Fece il giro del mobile e si avviò verso la porta:quanto ancora potevano andare avanti così?
Quanto ancora prima di finire ad odiarsi a vicenda?
Oppure erano già arrivati al punto di non ritorno e neanche se ne era accorto...
Spaventato da quel pensiero improvviso,si bloccò a metà strada e,con i pugni serrati,cercò in un respiro profondo il coraggio per fare quella domanda vitale per lui e per Rose.
-Tu mi ami ancora?-
Il rumore dello scricchiolio della sedia gli fece capire che Rose si era voltata verso di lui,che lo stava osservando di nuovo,e che probabilmente si stava interrogando sulla domanda che lui le aveva appena fatto.
James tornò a voltarsi verso di lei ed i loro occhi si incontrarono:perchè un tempo era così facile per lui leggere in quello sguardo,capire cosa sua moglie stava pensando?
Perchè ora non ne era più capace?
-Sì...-
Un sospiro di sollievo liberò i polmoni di James,facendolo tornare indietro verso Rose,finchè non le fu davanti.
Per la prima volta dopo settimane,Rose ebbe uno slancio affettuoso verso di lui:gli prese una mano nella sua e alzò l'altra fino ad accarezzargli i capelli spettinati.
-Non è cambiato niente...Io sono innamorata di te come quando eravamo ragazzi,anzi forse di più.
E' solo che non riesco a sopportare l'idea che la nostra vita sia tutta qui.
Non fraintendermi,io so che sono fortunata ad averti,e so anche che se al posto tuo ci fosse stato un altro uomo questo avrebbe chiesto il divorzio ai primi segni di isteria-disse cercando di scherzare.
James accennò un sorriso e scosse la testa,allacciando un braccio attorno alla vita di Rose,per sentirla più vicina almeno finchè lei glielo avrebbe permesso.
-Ma con il mio lavoro vedo tante ragazze che restano incinte per caso,che addirittura sono scontente,o che si lamentano per i chili presi e della fatica che faranno per tornare in forma dopo il parto...e ogni volta penso:perchè non posso trovarmi dall'altra parte?-
Un sorriso triste apparve sul volto di Rose,rendendolo ancora più bello agli occhi di James.
-Tante volte mi ritrovo a pensare a come sarebbe questa gravidanza:a come non avrei paura di ingrassare fino a non riuscire più a vedermi i piedi o da dover chiedere il tuo aiuto per allacciarmi le scarpe, fare con te il corso di respirazione lamaze e le ecografie, vedere la tua faccia quando nascerà.
Questo bambino sarebbe una vera e propria prova d'amore...Però poi ogni volta mi rendo conto che non è possibile-
Fu soltanto in quel momento che James si rese conto che Ronald aveva ragione.
Ma soprattutto si rese conto di volere le stesse identiche cose che Rose aveva appena elencato; fino a quel momento non ci aveva mai pensato troppo,ben consapevole che quell'argomento era tabù,che affrontarlo avrebbe peggiorato le cose e avrebbe fatto soffrire ancora di più Rose,ma ora sentirla parlare di tutte quelle cose futili,eppure così significative,gli aveva fatto capire che era venuto il momento di cambiare le cose.
E per la prima volta dopo anni,sapeva cosa fare.
-Forse una soluzione ci sarebbe...-

 

-E così,alla fine,hai ceduto:ti sposi...-
Eh già,aveva ceduto.
Del resto dopo dieci anni di fidanzamento era la cosa più naturale da fare,quello che tutti si aspettavano da lui.
-Beh dopo dieci anni...-si limitò a dire Luke in risposta alla battuta dell'amico.
Dieci anni.
Chi l'avrebbe detto che quel fidanzamento sarebbe durato così a lungo?
Certamente non lui,viste le premesse iniziali:quando la storia fra lui e Mandy era iniziata,Luke l'aveva vissuta inizialmente come un'imposizione,una forzatura.
Era chiaro a tutti,anche alla stessa Mandy che non era innamorato,che avrebbe fatto qualsiasi cosa per sciogliere quel matrimonio combinato dalle due famiglie.
Alla fine del primo anno covava segretamente l'idea di scappare via,di andare in qualche paese lontano dove i suoi genitori non sarebbero riusciti a scovarlo.
Ed in parte lo aveva fatto:aveva scelto un'università lontana dall'Inghilterra dalla sua famiglia e da Mandy,a Boston,in modo da poter recuperare un pò di quell'adolescenza che aveva perso per via di quel fidanzamento precoce.
Mandy ovviamente non era stata contenta di quella novità,aveva a sua volta fatto domanda per alcuni college americani nella speranza di poterlo seguire oltreoceano,ma fortunatamente era stata accettata ad Oxford e sua madre aveva insistito perchè lei sfruttasse quell'occasione.
I cinque anni dell'università erano trascorsi troppo in fretta e quando alla fine era tornato a Londra,con una laurea a pieni voti in legge,tutto sembrava pronto per le sue nozze con Mandy,ma fortunatamente era riuscito a rimandare di qualche anno la data,proponendo alla donna un periodo di convivenza,per essere veramente sicuri che sposarsi era la cosa giusta.
Come se avesse qualche altra alternativa...
Ma ora erano passati dieci anni,la casata dei Zabini aspettava da troppo tempo un erede e i suoi genitori erano stanchi di dar ascolto ai suoi tentativi per racimolare più tempo.
Così l'annuncio ufficiale del fidanzamento era stato fatto,rendendo pubblica la cosa e dando il via alla giostra dei preparativi.
Ecco perchè ora si trovava lì,nello studio di Scorpius,in veste "ufficiale":doveva chiedere all'amico se voleva essere il suo testimone.
-Scommetto che la tua adorata sposa è al settimo cielo-commentò ironico il biondo,la schiena rilassata contro lo schienale della sedia,poco lontano dalla scrivania.
Luke sorrise divertito.
-A dire il vero,i preparativi del matrimonio sono l'ultima cosa che la preoccupa al momento:sta cercando di far liberare non so che prigioniero politico da una prigione turca.
Passa tutto il giorno in ufficio-disse prima di bere un sorso dal bicchiere di Firewhisky che l'altro gli aveva versato.
Era assurdo pensare che Mandy,la ragazzina rompipalle che tante volte aveva avuto la tentazione di strozzare con le proprie mani,fosse diventato un avvocato dei diritti civili, addirittura uno dei più richiesti e famosi.
-Uh che vita interessante...-
-Senti che ne dici di sbrigare subito questa faccenda?-domandò Luke cambiando argomento.
-Di che parli?-chiese l'altro aggrottando un sopracciglio.
Che bastardo!Sapeva benissimo a cosa si riferiva.
-Ti andrebbe di farmi da testimone?-gli domandò Luke,senza troppi giri di parole.
Scorpius storse le perfette labbra in una smorfia d'indecisione,giocherellando per qualche istante con una matita,fino a quel momento abbandonata sul ripiano della scrivania,e dopo qualche secondo alzò le spalle.
-Ah,non lo so...Che giorno è?Potrei avere degli impegni...-
-La pianti di fare lo stronzo?Accetti o no?-lo rimbeccò il moro.
-D'accordo accetto.Ma il vestito voglio sceglierlo io!
Non vorrei mai trovarmi vestito di bianco o di azzurro neanche fossi il principe delle favole- commentò.
Luke sogghignò e annuì,facendogli quella concessione.
-Ok e questa è andata...Vedrai ti ricambierò il favore alle tue nozze-gli disse quasi rassicurandolo.
Scorpius sbuffò esasperato da quella vecchia storia.
-Ancora?Quante volte devo dirtelo che io non mi sposerò mai?-gli ricordò.
Luke si alzò in piedi e lo fissò per qualche secondo.
-Mi domando come faccia Al a sopportarti ancora dopo tutti questi anni-commentò sorridendo lievemente il moro.
-Che c'entra Albus...Non hai di meglio da fare?-gli domandò per troncare quel discorso, alzandosi a sua volta.
L'altro diede una veloce occhiata al suo orologio da polso prima di tornare ad incontrare lo sguardo dell'amico.
-In effetti sì.
Mandy ha deciso che dobbiamo ristrutturare la casa prima del matrimonio,e le avevano parlato bene di certi architetti...-
-Sai che certe volte diventi noioso?Deve essere la vicinanza della tua futura moglie-lo interruppe,soltanto per farlo indispettire.
-Idiota!Comunque sarà meglio che vado,altrimenti arrivo tardi all'appuntamento-disse voltandogli le spalle e avviandosi verso la porta seguito da Scorpius.
Ma improvvisamente si bloccò sulla soglia,andando quasi a sbattere contro l'amico,che fece un passo indietro,fissando la sua schiena.
-Stavo per dimenticarmi una cosa...-disse Luke con voce seria.
Anche il suo sguardo era terribilmente serio quando si voltò ed incontrò gli occhi dell'amico.
Con una leggera idea di cosa stava per arrivare,Scorpius restò in silenzio e aspettò che l'altro parlasse.
-E' probabile che al matrimonio ci siano anche i tuoi genitori-si decise a dirgli.
L'espressione di marmo che si disegnò sul volto di Scorpius,terribilmente imperturbabile,portò Luke a chiedersi cosa stesse pensando l'amico in quel momento,quali pensieri si accompagnassero al ricordo dei suoi genitori.
Sapeva bene però che quello era un argomento proibito,che nessuno apparte forse Albus poteva affrontare.
-Oh...Questo è un modo gentile per dirmi che la tua mogliettina non vuole Al al matrimonio?- gli domandò cercando come al solito di nascondere le sue vere emozioni.
-No,certo che no!Non glielo permetterei;sai che voglio bene ad Al-
-Allora è tutto apposto...E adesso muovi il culo o farai tardi al tuo appuntamento-gli disse per chiudere definitivamente l'argomento.
I due uomini scesero al piano di sotto e,dopo che Luke ebbe recuperato il soprabito,si avvicinarono alla porta.
-Allora ci sentiamo-lo salutò Luke.
-Mi raccomando,evita di telefonarmi ogni volta che sei indeciso fra un tipo di carta da parati e l'altro.
Non rientra nei miei doveri di testimone...-
Luke accennò un ultimo sorriso prima di aprire la porta ed uscire in strada.


Un rumore di sedie smosse vicino a lui portò Albus ad alzare lo sguardo dal libro che aveva fra le mani posando lo sguardo su Brian,seduto di fronte a lui.
-Posso?-chiese questi,aprendo la lattina di Pepsi che teneva stretta in una mano.
Albus alzò le spalle,mettendo un dito fra le pagine a mò di segnalibro.
Durante la pausa pranzo,al contrario dei suoi colleghi,Al aveva l'abitudine di sedersi nella mensa dei ragazzi,per farsi circondare da quell'euforia che era quasi assente durante le lezioni e che invece era tipica degli adolescenti.
Si sistemava in tavolo d'angolo,quasi sempre con un libro e un panino che si portava da casa,e alternava pagine scritte alle conversazioni volanti che riusciva a cogliere e che gli strappavano sempre un sorriso.
-Odio il lunedì!
Mi porto sempre dietro i postumi del week-end-disse Brian passandosi una mano fra i capelli spettinati ad arte,la lattina posata davanti a sè sul tavolo.
Al restò in silenzio,non sapendo come controbattere:i suoi fine settimana erano tranquilli e quasi sempre passati in famiglia o con Scorpius.
-Nottata scatenata?-gli domandò leggermente curioso.
Questa volta fu Brian ad alzare le spalle.
-Lo sai,no?Esci con gli amici promettendo a te stesso che ti limiterai ad un solo locale ad un paio di Jim Beam e la mattina invece ti ritrovi nel tuo letto,con un tizio di cui non ricordi il nome accanto a te e senza il più pallido ricordo di cosa sia successo...Se non fosse per i preservativi usati sul pavimento dubiterei anche di aver fatto sesso-gli disse terribilmente sincero.
Quell'eccesso di sincerità fece avampare Al:quindi la sua idea non era sbagliata...
Lily lo aveva sempre preso in giro parlando di gay radar e cose simili,ma non era mai stato veramente convinto dell'esistenza di queste idiozie.
Era possibile che lui fosse l'unico ad essere "sprovvisto" di un gay radar?Del resto l'unica persona gay che conosceva era Scorpius.
-Non dirmi che ti ho messo in imbarazzo-disse Brian scoccandogli un mezzo sorriso che portò Al a deglutire.
Quell'uomo era dannatamente sexy e pienamente consapevole di esserlo!
-No,no figurati!-si affrettò a smentire.
-Ah bene perchè quando ci siamo presentati l'altra volta mi era sembrato di capire che fossi gay anche tu...Ora non vorrei aver scandalizzato un etero bigotto parlandogli della mia vita sessuale di gay scapolo-aggiunse ancora l'altro prima di posare le labbra sulla lattina e bere un sorso.
Un sorriso ironico distese le labbra di Albus.
-E ti sono bastati quei pochi minuti per capirlo?
Comunque sì sono gay,e no non sono bigotto-
Brian,la lattina ancora sollevata a mezz'aria,fissò lo sguardo su di lui e per qualche secondo Al si sentì senza difese.
Che accidenti gli stava succedendo?Non aveva mai reagito così prima d'ora con nessun'uomo ad eccezione di Scorpius.
-Che stai leggendo?-domandò Brian evitando di rispondere alla sua domanda.
Albus abbassò lo sguardo sul libro poggiato sulle proprie ginocchia per poi tornare a guardare l'uomo davanti a sè.
-"
Furore" di Steinbeck.
Sono indeciso se proporlo alla classe o meno-disse poggiando il volume sul tavolo.
Brian allungò una mano fino a prenderlo e osservò per qualche istante la copertina.
-No,troppo vecchio...Nessuno di questi mocciosi proverebbe dell'empatia per una famiglia di contadini poveri ed affamati-commentò lasciando cadere il libro.
Al lo fissò attento,curioso di avere qualche commento in più.
-Guardali:credi che abbiano mai sofferto per la mancanza di qualcosa?
Sono abituati ad avere tutto e subito,quasi senza dover chiedere.
Per quanto sia un ottimo libro,non lo capirebbero-continuò il moro.
-E allora cosa suggerisci?-gli domandò sinceramente desideroso di sentire la sua opinione.
Le obiezioni che Brian aveva rivolto al testo erano pertinenti e immediatamente il suo cervello partì alla ricerca di un possibile libro alternativo da presentare alla classe fra due giorni.
Brian alzò le spalle e restò qualche istante in silenzio.
-"
Revolutionary Road".
E' tornato di moda grazie al film e soprattutto parla di coppie in crisi sull'orlo del divorzio, qualcosa che gran parte di questi ragazzini hanno davvero provato sulla loro pelle-
Sorprendentemente Albus si trovò d'accordo,anzi si rimproverò mentalmente per non avere avuto lui quell'idea.
-Mica male come idea,sai?-
-Io non ho mai cattive idee-rispose l'altro convinto.
 Nonostante avesse sempre odiato gli sbruffoni e le persone troppo piene di sè,quelle parole fecero sorridere Al,mentre Brian allungava una mano di nuovo verso il libro e lo apriva alla prima pagina.
-Hai una penna?-gli chiese guardandolo di sottecchi.
Quasi mossa da volontà propria,la mano di Al si alzò fino al taschino della camicia e ne estrasse una penna a sfera che porse a Brian,senza neanche chiedergli perchè ne avesse bisogno.
Approfittando dei brevi istanti in cui Brian si concentrò sul libro,Al fissò il suo volto:era perfetto.
Non c'erano occhiaie nè piccole rughe sotto gli occhi o attorno alle labbra,e la pelle sembrava liscia come quella di un neonato.
Considerato anche il suo fisico,Al pensò che Brian doveva curare molto la propria persona...
Brian rialzò la testa e incontrò i suoi occhi,che Albus non era riuscito a distogliere in fretta, porgendogli la penna e facendo scivolare sul tavolo verso di lui il libro.
-Ti ho scritto il mio numero,nel caso avessi bisogno di qualche altro consiglio letterario-gli disse senza staccare gli occhi dai suoi.
Albus sentì di nuovo il proprio cuore battere forsennatamente contro le costole e,dopo essersi arrovellato inutilmente alla ricerca di una frase sagace o di spirito con cui rispondere,si limitò ad annuire,facendo sorridere ancora una volta Brian.
Il suono della campanella arrivò proprio in quel momento e l'uomo si alzò in piedi con un movimento scattante,la lattina di Pepsi stretta nuovamente fra le dita della mano sinistra.
-E' ora di tornare in trincea!
Buona lezione-gli disse per salutarlo.
Al fece un gesto di saluto con il capo e lo osservò allontanarsi,finchè non lo vide uscire dalla sala mensa.
Soltanto allora prese il libro e lo aprì alla quarta di copertina:c'era il numero di un cellulare ed una frase lo sorprese e lo fece arrossire.

"Love will tear us apart"

 

Quando all'inizio Alice e Justin avevano fondato la "Lovegood & Johnson",era stata la fama come architetto di Justin a procurare i primi clienti.
Questi,per cercare di far circolare il nome della sorella nei salotti giusti,proponeva il suo nome ad ogni cliente con la scusa di rinnovare anche l'arredamento oltre all'appartamento.
Naturalmente all'inizio erano davvero pochi i clienti che concedevano un appuntamento ad Alice, permettendole di vedere l'appartamento in ristrutturazione per sentire i suoi consigli da "esperta".
Ma lentamente la fortuna aveva inziato a girare anche per la ragazza e,dopo un paio di clienti rimasti pienamente soddisfatti,il telefono aveva iniziato a suonare anche per lei,dando molto lavoro da fare alla sua segretaria.
Ormai la "
Lovegood & Johnson" era sinonimo di eleganza e qualità.
In un modo o nell'altro si erano occupati di tutte le case della City e del centro,lavorando anche per celebrities e per politici importanti.
-Un giorno arriveremo a rimodernare anche Downing Street-scherzava sempre Justin,sinceramente orgoglioso di sè stesso e di Alice.
Quella giornata per Justin era stata campale:era andato a controllare i lavori in ben tre appartamenti ed era rimasto più volte bloccato nel traffico.
Doveva decidersi a comprarsi uno scooter!
Arrivò in ufficio quasi di corsa,consapevole di essere in ritardo per un appuntamento e,infatti, uscito dall'ascensore riuscì a vedere il suo cliente seduto su una delle poltroncine nere nel corridoio davanti al suo ufficio.
-Mr.Johnson!-cercò di fermarlo la sua segretaria,un braccio in aria perchè si accorgesse subito dei numerosi messaggi.
Justin si fermò giusto il tempo per lasciarle la giacca e la valigetta,prendere le telefonate e avvisarla di non interromperlo durante la riunione,per poi ritornare a muoversi verso l'uomo ormai in piedi nel mezzo del corridoio.
Era alto,di colore,vestito con un completo elegante giacca e cravatta,i capelli neri ricci sistemati all'indietro con il gel,e una leggera barba che gli copriva il mento e gli zigomi lasciando scoperte le guance.
-Mr Zabini?Mi dispiace di averla fatta aspettare-si scusò subito.
L'uomo indirizzò verso di lui un sorriso cordiale che mise in mostra i denti bianchi perfetti,prima di tendere la mano verso Justin.
-Architetto...Sono qui solo da cinque minuti,non si preoccupi-lo rassicurò.
Justin aprì la porta del suo ufficio e fece accomodare il suo cliente,indicandogli con la mano destra la poltrona accanto alla scrivania di vetro e legno.
Chiuse la porta alle proprie spalle e si avviò velocemente verso la scrivania,sedendovisi dietro e lasciando cadere sul piano di vetro i messaggi.
Prese poi il blocco per appunti che usava sempre durante il primo colloquio con un cliente e, dopo aver preso una penna dalla tazza,rialzò finalmente lo sguardo sull'uomo di fronte a sè.
-Allora veniamo a noi.
Se non ricordo male,lei e la sua fidanzata state per sposarvi-disse assumendo un tono professionale.
L'uomo annuì.
-Esatto.
Siamo insieme da diversi anni,e da cinque viviamo insieme,ma la mia fidanzata ha deciso che vuole rimodernare tutto prima del nostro matrimonio-disse poi.
-Congratulazioni.Ha già qualche idea in mente?-chiese Justin giocherellando con la penna.
Zabini sorrise.
-A sentire Mandy faremmo prima a buttare giù la nostra casa e costruirla da capo completamente diversa-disse ironico.
Justin si unì al sorriso e abbassò lo sguardo sul blocco ancora bianco.
-Perchè non inizia dal raccontarmi com'è fatta la vostra casa?-gli chiese.
Per i successivi venti minuti Zabini elencò pregi e difetti di ogni stanza della casa,tracciando una perfetta planimetria da cui Justin poteva partire per iniziare i lavori.
Infatti,dopo aver dato una veloce occhiata al blocco ora pieno di appunti che aveva davanti a sè,Justin iniziò a proporre le proprie idee,pronto a combinarle insieme ai suggerimenti del cliente.
Dopo quasi un'ora avevano stabilito ogni cosa e,grazie ad un'occhiata che rubò al proprio cliente, Justin capì che questi era soddisfatto delle sue idee e del suo lavoro.
Si lasciò andare a sua volta contro lo schienale della sedia e per qualche istante ci fu il silenzio, mentre Zabini si guardava intorno e osservava l'arredamento dello studio.
-Mi piace come ha arredato questo posto...E' particolare-gli disse tornando a guardare l'architetto.
Justin sorrise:succedeva ogni volta.
-Grazie per il complimento,ma non me lo merito.
Non sono stato io ad arredare questo studio-confessò.
-Quindi anche gli architetti hanno i loro guru artistici-disse ironico,guardandosi ancora attorno.
-Beh a dire il vero,è opera della mia socia;cambia l'arredamento di quest'ufficio più o meno ogni anno-gli spiegò.
Zabini restò in silenzio,annuendo lentamente,lanciando un altro sguardo attorno a sè.
Era quasi cotto:doveva soltanto gettare l'esca finale.
-Se vuole posso chiederle di fare un salto qui per dare un'occhiata alla sua casa-gli propose.
L'uomo alzò le spalle.
-Perchè no?-
Justin sorrise e fulmineo alzò il ricevitore del telefono,attivando la linea interna.
Premette un tasto e subito dall'altra parte sentì il segnale di linea libera.
-Pronto?-
-Sei occupata?-domandò alla sorella.
-Sto rivedendo alcuni lavori,perchè?-chiese a sua volta Alice.
-Ho un cliente che vorrebbe conoscerti,chiederti un parere sulla sua casa-le spiegò.
La sentì chiaramente sospirare e ci fu qualche istante di silenzio.
-Ok arrivo subito,il tempo di approvare dei bozzetti e sono da te-gli disse riagganciando l'attimo dopo.
-Arriva subito-fece Justin all'indirizzo del suo cliente posando la cornetta.
L'uomo annuì,accavallando le gambe e sistemandosi meglio sulla sedia.
-Quanto crede che dureranno i lavori?-gli domandò.
-Credo all'incirca quattro mesi.
So che può essere fastidioso,ma dato che dobbiamo spostare i tubi dell'acqua e del gas in una nuova stanza e dobbiamo costruire una camera da letto dal ripostiglio...-
-Il tempo non è un problema,anzi non mi lamenterei se doveste avere bisogno di qualche settimana in più-lo rassicurò.
Justin fece un breve cenno con il capo e annuì.
-Per quanto riguarda la sua arredatrice,invece?E' brava?Si fida di lei?-gli domandò serio.
Un sorriso luminoso apparve sul volto di Justin che non esitò ad annuire.
-Mi creda metterei la mia vita nelle sue mani...Comunque lavoriamo quasi sempre insieme, e ci siamo occupati di molti appartamenti,quindi non si faccia sviare dall'arredamento particolare del mio studio-aggiunse scherzoso.
-E' una specie di regalo esclusivo?-chiese con lo stesso tono scherzoso.
-Sì potremmo dire così-rispose lui.
Un leggero colpo sulla porta annunciò l'arrivo di Alice,che aprì la porta subito dopo,entrando con passo veloce nella stanza.
-Ah eccoti!-l'accolse Justin-Ti presento Mr. Zabini.
Mr.Zabini lei è la mia socia Alice Weasley-aggiunse poi facendo le presentazioni.
Con la coda dell'occhio aveva colto il movimento dell'uomo non appena Alice era entrata nella stanza,ma gli bastò osservare sua sorella per capire che stava succedendo qualcosa.
Improvvisamente era diventata un fascio di nervi,gli occhi leggermente spalancati in cui riusciva a leggere una chiara espressione sbalordita.
-Alice?-
Justin voltò lo sguardo verso il suo cliente,sorpreso che avesse chiamato per nome sua sorella, e si stupì maggiormente di trovarlo teso quanto e più di lei.
Ma che accidenti stava succedendo lì?
-Non riesco a crederci...Sei davvero tu?-chiese ancora l'uomo.
Justin vide sua sorella respirare profondamente e alzare la testa,in un gesto che voleva essere fiero.
-Ciao Luke-disse con voce atona.
Luke?Perchè quel nome gli era famigliare?
-Non immaginavo di trovarti qui...-
Un sorriso amaro ed ironico allo stesso tempo apparve sul volto di Alice,che fece apparire un'espressione incerta sul volto dell'uomo.
-Quindi sei tu l'arredatrice?-chiese ancora Luke,cercando una qualsiasi risposta dalla donna.
Alice si limitò ad annuire,prima di voltare lo sguardo verso Justin.
-Hai già tracciato la planimetria?-gli domandò muovendosi veloce verso la scrivania e sistemandosi accanto alla sedia del fratello.
Nonostante non capisse nulla di quello che stava succedendo,Justin annuì e le mostrò il blocco su cui aveva disegnato i suoi schizzi e preso alcuni appunti,perchè lei potesse farsi un'idea del lavoro.
-Credo che la cosa migliore sia di lavorare in contemporanea:tu con i lavori di ristrutturazione e io con l'arredamento.
Così l'appartamento sarà pronto per il matrimonio-disse professionale lo sguardo rivolto al fratello.
-Io ho dato un margine di tempo di quattro mesi,hai bisogno di più tempo?-le domandò questi.
Lei alzò le spalle.
-No,non penso.
Anzi credo di riuscire a finire anche prima-gli disse.
Justin annuì,cercando di non dare troppo peso allo sguardo attento del suo cliente che aveva seguito tutto il loro discorso e che soprattutto non si era allontanato mai da Alice.
Alzò velocemente lo sguardo su Zabini e lo vide ancora in piedi,immobile neanche fosse stato pietrificato,attento ad ogni mossa e parola di Alice.
Chi era quel tipo?
Che relazione c'era fra di loro?
Alice si mise di nuovo in posizione eretta e tornò ad incontrare lo sguardo di Zabini.
-Vuoi che sia io la tua arredatrice?-gli domandò seria.
Justin vide Zabini deglutire,prima di annuire.
-Certamente-
Alice aggrottò un sopracciglio e ricambiò il suo sguardo per qualche secondo.
-Ne sei davvero sicuro?-gli chiese di nuovo.
-Non ne ho il minimo dubbio-rispose ancora l'uomo con maggiore sicurezza nella voce.
Per qualche secondo ancora i loro sguardi restarono legati,finchè Alice non annuì di nuovo.
-Prima di andartene passa dalla mia segretaria e fissa un appuntamento.
Ora scusatemi,ma devo tornare al lavoro-
E senza aspettare risposta,voltò le spalle ad entrambi e uscì dalla stanza.


"Patrick compose il numero e..."
Niente.
Non riusciva ad andare avanti.
Con un leggero movimento delle punte dei piedi allontanò la sedia girevole dalla scrivania e si alzò.
Lanciò uno sguardo alla piccola finestra del suo studio,cogliendo un piccolo scorcio della strada secondaria due piani sotto,mentre un sospiro gli scappava dalle labbra socchiuse senza che se ne accorgesse.
Aveva bisogno di un bicchiere di vino.
Con passi cadenzati,Scorpius uscì dal proprio studio e scese al piano di sotto,ma quando era a metà strada sulle scale,sentì il rumore della chiave nella serratura.
Quando la porta d'ingresso si aprì su Albus,si trovava sull'ultimo gradino della scala,e subito il compagno gli indirizzò un sorriso.
-Ehi!Che ci fai qui sotto a quest'ora?-gli domandò sinceramente sorpreso.
Fin da quando aveva preso sul serio il suo "lavoro" di scrittore,Scorpius si era dato delle regole molto precise per evitare di perdere l'ispirazione o la voglia di lavorare fra una pausa e l'altra: ogni mattina iniziava a lavorare subito dopo colazione,non più tardi delle nove e mezza,e continuava fino all'ora di pranzo,quando si fermava per mangiare velocemente qualcosa e guardare il notiziario babbano,prima di tornare di sopra e lavorare fino alle sei del pomeriggio o,alle volte,anche le sette.
-Mi sono bloccato-gli spiegò.
Il moro accennò un sorriso e gli si avvicinò per dargli un bacio,da cui si staccò subito restando però a distanza ravvicinata per osservare i suoi occhi.
-Magari hai bisogno di qualcosa che risvegli la tua creatività-lo stuzzicò.
Scorpius sogghignò e annuì.
-Infatti ero sceso a prendere un bicchiere di vino-disse solo per scatenare la reazione dell'altro.
Alzando gli occhi al cielo in una mossa studiata,Al si allontanò dal biondo e si avviò verso il soggiorno,posando sul divano il cappotto e la borsa ventiquattrore.
-Vuoi un bicchiere anche tu?-gli domandò Scorpius muovendosi verso la cucina.
-Se non posso avere di meglio!-rispose l'altro facendolo sorridere.
Il biondo ebbe appena il tempo di aprire la bottiglia e di riempire due bicchieri prima che Albus entrasse in cucina,a piedi scalzi e senza maglione.
Scorpius gli porse il bicchiere e per qualche minuto restarono in silenzio,bevendo,prima che gli occhi di Al si posassero sul compagno.
-Allora?Che è successo per farti bloccare?-gli domandò poggiando il bicchiere sul piano della cucina e,con un movimento aggraziato,sedendocisi accanto.
Sapeva che Scorpius non sopportava vederlo seduto lì sopra,come un uccello,ma ad Al piaceva avere una volta tanto una visione dall'alto delle cose.
-E' passato Luke-disse l'altro per introdurre il discorso.
-Sei riuscito a trascinarlo al lato oscuro?-scherzò Al come faceva ogni volta che parlavano del migliore amico di Scorpius.
Il biondo sorrise e scosse la testa,le labbra sul bicchiere.
-No,è venuto a chiedermi se voglio essere il suo testimone...Alla fine si sposa-gli spiegò.
Al restò in silenzio qualche istante,il bicchiere a mezz'aria,prima di annuire.
-Alla fine ha ceduto anche lui.
Credevo che almeno Luke si sarebbe salvato-commentò prima di bere un altro sorso dal proprio bicchiere.
Scorpius annuì:non aveva mai provato simpatia per Mandy,neanche quando gli anni di Hogwarts erano finiti e la loro frequentazione era diventata occasionale.
Anche se non ne aveva mai parlato con l'amico,si era chiesto molte volte,perchè alla fine avesse deciso di cedere al ricatto morale dei suoi genitori e avesse lasciato Alice,per cui all'inizio sembrava pronto a combattere contro tutti e tutto.
Ma ora,con il senno di poi,e dopo aver conosciuto e frequentato Eric,era convinto che Alice non ci avesse rimesso poi molto.
-E questo invito è solo per uno?-gli domandò Albus facendolo ritornare con la mente al presente.
Scorpius incontrò il suo sguardo e scosse la testa.
-No,affatto!Luke sa benissimo che senza di te non andrei mai-gli disse sincero.
Al sorrise,piacevolmente colpito da quella dimostrazione d'amore.
-Ma potremmo incontrare i tuoi genitori,giusto?-tentò quasi certo di aver ragione.
-Non sono i miei genitori-ribattè subito Scorpius.
Faceva sempre così le poche volte che affrontavano quell'argomento.
Malfoy senior aveva mantenuto la sua minaccia quando dieci anni prima la loro relazione era diventata di dominio pubblico:aveva estromesso Scorpius da tutti gli atti di famiglia,dalla linea di successione,ed era arrivato anche a vendere la casa che aveva comprato per lui al momento della sua nascita.
La casa che era stata testimone della loro prima volta...
Scorpius aveva cercato di reagire in qualche modo:quando aveva dovuto scegliere un nome per il suo primo libro,aveva scelto di chiamarsi Scorpius Hyperion,cancellando il suo cognome,e rendendolo più famoso dello stesso nome Malfoy.
Non parlava mai di quello che provava verso i suoi genitori,neanche con Albus,ma questi sapeva che,in una certa maniera,il ruolo di guida e consigliere che fino al momento della separazione era stato ricoperto da suo padre,era stato diviso fra due persone: Granpa Weasley era diventato la sua guida,la persona che con i suoi modi allegri e cordiali lo aveva preso sotto la sua ala protettiva e lo trattava come se fosse uno dei suoi tanti nipoti.
La sua morte era stata molto dura da affrontare per Scorpius,ancor più dell'abbandono da parte dei propri genitori,e ancora adesso nonostante fossero passati tre anni,una foto del vecchio era sistemata sulla scrivania nello studio di Scorpius.
L'altra persona che,inaspettatamente,aveva preso a cuore il futuro del ragazzo era stata Harry.
Inizialmente entrambi avevano delle remore a lasciarsi andare,dovute anche al passato dell'uomo con Draco,ma velocemente Harry aveva accantonato i suoi preconcetti sul ragazzo, in parte anche grazie a Ginny e si era comportato con lui neanche fosse un altro dei suoi figli.
-Vuoi andare da solo a questo matrimonio?-gli domandò Albus con voce seria e partecipe.
Le sopracciglia bionde di Scorpius si corrugarono,e questi scosse la testa.
-No,come ti viene in mente?
Così gliela darei vinta!-ribattè.
-Amore non si tratta di questo...-cercò di farlo ragionare l'altro.
-Invece si tratta proprio di questo.
Lo sanno tutti che siamo una coppia,quindi che bisogno c'è di nasconderlo?
Stiamo insieme da undici anni e,se non dovesse bastare il fatto che sei l'accompagnatore del testimone dello sposo,sei stato invitato dallo sposo in persona!
Vogliono che mi vergogni di me,di te,della nostra storia neanche fossimo ancora gli stessi ragazzini di dieci anni fa.
Se non mi sono piegato all'epoca perchè dovrei farlo adesso?-gli domandò deciso.
Albus lo guardò qualche istante senza parlare,prima di annuire.
-Va bene faremo come vuoi tu-disse prima di finire con un unico sorso il contenuto del suo bicchiere.
Dopodichè scese a terra e posò il bicchiere vuoto nel lavello,avvicinandosi al biondo per dargli un piccolo bacio sulla tempia destra.
Fece per allontanarsi,ma un braccio di Scorpius lo trattenne.
-Te la sentiresti ora di aiutarmi a ritrovare l'ispirazione?-gli chiese accarezzandogli la schiena con il palmo aperto della mano.
Al accennò un sorriso,ma si scansò dal suo abbraccio.
-Mi dispiace per te,ma hai perso la tua occasione:devo lavorare-disse sciogliendosi completamente dal suo abbraccio.
Scorpius aggrottò la fronte.
-Da quando preferisci il lavoro a me?-gli domandò nascondendo la sorpresa dietro il disappunto.
Albus che lo rifiutava?Che novità era quella?
-Da quando devo leggere un libro in due giorni prima di presentargli ai ragazzi...del resto anche tu devi lavorare,no?-gli ricordò guardandolo.
Scorpius annuì.
-Ho voglia di una sigaretta...Te ne è rimasta qualcuna?-domandò poi all'altro.
-Sono nella valigetta.
E cerca di non creare il caos come al solito-lo ammonì.
Scorpius uscì dalla cucina e si recò nel salotto dove,abbandonata sul divano c'era la ventiquattrore di Al ma,incurante delle lamentele del compagno,aprì la borsa e ne rovesciò il contenuto sul divano.
Prese il pacchetto di sigarette e ne estrasse una che portò alla bocca,la accese dopodichè cominiciò a mettere tutto dentro senza ordine.
Si allungò sul divano per prendere un libro che era scivolato avanti e che nella caduta si era aperto e si accorse della scritta su una delle prime pagine;quella era davvero una cosa inusuale:da quando lo conosceva,Al non aveva mai osato rovinare un libro scrivendoci sopra.
Non vi scriveva neanche il proprio nome!
Incuriosito,avvicinò il libro e lesse le poche righe in nero,e che scatenarono subito dentro di lui un miscuglio di sentimenti.

"Love will tear us apart", "L'amore ci distruggerà".


Vide il numero di telefono e il nome scritto sopra:Brian.
Che cazzo significava?
Chi cazzo era quell'uomo?

 

Salve a tutti!!!!E buon fine settimana!

Come state?

Siamo ancora all'inizio,ma già si iniziano ad intravedere i primi segni di quello che succederà nei prox capitoli,fatta eccezione x la storia fra Dan e Lily.

Chi mi conosce sa che nn mi piacciono le cose semplici e tranquille,quindi preparatevi mentalmente.

Ringrazio tt coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia o battitura.

Ah,dimenticavo:visto che cn alcuni di voi c'è un rapporto che dura da quasi un paio d'anni ormai,e siamo qs vecchi amici ho pensato:se volete possiamo approfondire la conoscenza tramite Facebook(io ci sono praticamente ogni giorno).

Fatemi sapere se siete interessati!

E ora i ringraziamenti:Sweey(Fai bene a sentire puzza d guai...Ma posso dirti che nn sarà tt colpa d Brian.Ahahah hai proprio ragione,soldi buttati,ma penso che abbia deciso di accantonare quel pensiero quando i senior hanno stabilito che nn potevano avere figli;i vecchietti torneranno a breve,tranquilla,cs spiegheremo anche cm è stata la loro vita finora), Luthien241(E' esattamente cm Brian;diciamo che abbiamo fatto una fusione fra "Queer as folk" e "Harry Potter";si lo so sn malata...),Lotti_(Tranquilla,presto ti dirò anche cosa diceva la dedica...Le mareggiate ci saranno,e saranno anche forti,ma del resto credo sia inevitabile qnd si parla di un amore cm qllo fra Alice e Luke,che nonostante fosse un amore giovane,era molto forte e profondo,anche se nn ha saputo resistere al tempo;inoltre hai proprio ragione qnd parli dell'unica pecca di Eric:peccato che il suo unico difetto sia la sola cosa che lo renderà imperfetto agli occhi di Alice),JC(Grazie x i complimenti!!Lo sai che i tuoi mi fanno sempre piacere...Mea culpa:è verò ho cancellato il seguito di "Il pagamento di un debito";il motivo principale è che nn riuscivo a trovare un senso a tt qlle storie,ma se devo essere sincera da un pò di tempo sto pensando ad una storia sequel ma diversa,che riguarda Blaise,Ginny e Harry), Angel_SG(Ti prego riprenditi!!!OK Al è solo di Scorpius,ma t accorgerai che Scorpius ha le sue colp0e,qnd possiamo dire che Brian si trova nel posto giusto al momento giusto...Anche io adoro i casini!!!!!),Johnny(FAi bene a prevederli,perchè ci saranno molti guai...),Little drachina(Io credo che certe persone,qnd si vedono vietata una cosa,si chiudono a riccio,cercando di convincersi che possono vivere lo stesso anche senza di essa,finchè l'assenza di qlla suddetta cosa ti porta a sentire un senso di soffocamento...Diciamo che Brian sarà soltanto una parte dei problemi fra Scorpius e Al,ma che una parte sostanziale l'avrà Scorpius ed un altra persona che conosceremo a breve...Basta ho già detto troppo!!!).

Bene per il momento è tutto,io vi saluto e vi dò appuntamento al prox capitolo...

"La scelta"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** La scelta ***


la scelta

 

 

 

Era letteralmente scappata via.
Era tornata nel suo ufficio soltanto il tempo necessario per prendere la giacca e la borsa,e poi
era uscita di corsa dallo studio neanche avesse una flotta di spie alle calcagna.
Non poteva rischiare di incontrarlo ancora.
Aveva lasciato lo studio e si era messa in macchina,viaggiando a vuoto per le strade della City,
senza un idea precisa di dove andare:quale posto era abbastanza lontano per Luke?
Forse quel posto non esisteva...
Ferma ad un semaforo aveva lanciato un'occhiata allo specchietto retrovisore e vi aveva trovato
i suoi occhi:non più calmi come al solito,ma agitati,con una strana aureola di insicurezza e paura.
E ora che sarebbe successo?
Per anni si era fatta mille film mentali su un suo possibile incontro con Luke:aveva immaginato
mille situazioni,al bar o in un ristorante,in un museo,o in aereo,addirittura una volta aveva preso in considerazione la possibilità di incontrarlo ad un funerale.
Ogni volta loro due si incontravano,si scambiavano delle brevi e telegrafiche informazioni su
come la loro vita era cambiata in quei dieci anni,e poi tutti e due riprendevano la propria strada,senza problemi o rancori.
Come due vecchi compagni di college che si incontrano ad un ritrovo della confraternita.
Ma loro non erano due confratelli,non erano neanche due conoscenti...Loro erano "loro".
Non aveva altro modo per esprimere la loro situazione.
Alice sapeva benissimo che Luke si era portato via una parte di lei,quella che credeva
incondizionatamente nell'amore e,forse stupidamente,era certa di aver avuto lo stesso effetto su di lui.
Magari,nonostante fossero ormai ufficialmente fidanzati,Luke non avrebbe mai amato la
Greengrass come e quanto aveva amato lei,non era mai stato romantico e tenero quanto lo era stato in quell'anno e mezzo di "relazione" o non aveva mai più messo in gioco tanto di sè stesso come con lei.
Era un pensiero stupido...Lo sapeva benissimo.
Ma ugualmente non riusciva a liberarsene.
Inoltre non voleva cedere all'idea che Luke l'avesse completamente dimenticata e fosse
arrivato ad amare la Greengrass,nonostante tutto quello che diceva e pensava su di lei quando erano ragazzi.
Accettare l'idea che lui fosse felice con un'altra donna,specialmente quella donna,avrebbe
significato perderlo davvero;perdere anche quella piccola parte di lui che ancora le restava e le faceva compagnia.
Come avrebbe fatto a lavorare fianco a fianco con lui per quattro mesi?
Forse era venuto il momento di delegare,di farsi aiutare dalla sua assistente a svolgere quel
lavoro,lasciandole la parte colloquiale,sociale del lavoro,e occupandosi solo dei progetti.
Ma sapeva benissimo che non avrebbe mai rinunciato alla possibilità di passare del tempo
insieme a lui,anche se questo significava soffrire una volta che tutto fosse finito.
Perchè continuava a pensare a Luke?
Frustrata dai suoi stessi pensieri sospirò e lasciò andare indietro la testa fino a posarla contro il
poggiatesta morbido,una mano sul voltante e l'altra sul cambio.
Doveva bloccare i suoi pensieri...
Lo squillo del cellulare la riscosse facendola sobbalzare sul sedile.
Si rizzò a sedere e cercò in giro nella macchina,adocchiando il telefono sul tappetino del sedile
del passeggero.
Si allungò verso il sedile e afferrò il cellulare che continuava a suonare.
-Pronto?-disse attivando la comunicazione.
-Si può sapere che fine hai fatto?Sono nel tuo ufficio e tu non ci sei!-
La voce di Justin le arrivò chiara e stentorea nell'orecchio destro,portandola ad allontanare
l'apparecchio di qualche milimetro per non sentir rimbombare la voce del fratello.
-Avevo bisogno di una boccata d'aria-disse in tono vago.-Ho dimenticato qualche
appuntamento?-gli chiese ben sapendo che così non era.
-Alice...-la richiamò il fratello con aria di rimprovero.
Odiava quando usava quel tono con lei!
Neanche fosse ancora la bambina di dieci anni che gli rubava le chiavi dalla tasca per non
farlo andare via.
Ora era una donna!E anche con tanti problemi...
-Justin...-lo prese in giro rispondendogli con lo stesso tono.
Sentì il respiro che il fratello fece direttamente nel microfono della cornetta e,nonostante il
fastidio sorrise.
Era bello sapere che c'era qualcuno che si preoccupava di lei...Ma che sciocchezze andava a
pensare!
-Sto bene Jus,avevo solo bisogno di uscire un pò dall'ufficio;praticamente passiamo la nostra
vita lì dentro-gli disse cercando di tranquillizzarlo.
-Perchè ho la sensazione che sia successo qualcosa prima nel mio ufficio?Conoscevi già Mr
Zabini?-le domandò, andando chiaramente a tentativi.
Alice si morse il labbro inferiore e restò in silenzio:possibile che fra tutte le domande di questo
mondo Justin doveva farle proprio quella giusta?
-Ali ci sei ancora?-chiese il ragazzo per invogliarla a parlare.
Questa volta fu lei a sbuffare direttamente nel microfono,prima di allontanarsi i capelli dalla
fronte con un gesto nervoso,neanche Justin fosse lì davanti a lei ad esaminare ogni sua mossa.
-Jus sta tranquillo è solo frutto della tua fantasia troppo fervida.
Adesso fammi andare che sono in mezzo al traffico e,come tu mi insegni,non si può parlare al
cellulare e guidare allo stesso tempo.
A dopo-disse tutto d'un fiato prima di chiudere la comunicazione.
Lasciò cadere il cellulare di nuovo sul sedile del passeggero e sbuffò ancora una volta.
Perchè non aveva rivelato a Justin la vera identità di Mr Zabini?
Jus sapeva poco della sua storia con Luke,ma anche lui era stato testimone di alcuni dei suoi
momenti di depressione acuta.
Forse era stata la paura di non vederlo più che l'aveva spinta al silenzio?
Magari parlandone con Justin,suo fratello avrebbe cancellato il contratto con Luke impedendole
di vederlo,di conoscerlo,o anche solo di passare qualche ora con lui,fosse anche solo per lavoro.
Fu quel pensiero che le fece capire che aveva bisogno di rivederlo:anche solo un'ultima volta
soltanto,per essere sicura che lasciarlo dieci anni prima era stata la cosa migliore.
E poter tornare poi alla sua vita una volta per tutte libera da quel fantasma.

 

Quando inizialmente aveva sentito il campanello della porta,Scorpius era rimasto fermo, seduto alla sua scrivania nello studio,le mani sollevate sulla tastiera del pc,certo che lo scocciatore che aveva interrotto il silenzio che avvolgeva la casa se ne sarebbe andato non ricevendo risposta.
Ma quando alla prima scampanellata,ne erano seguite altre due ravvicinate e più lunghe, si
era visto costretto ad alzarsi e a scendere al piano di sotto,mormorando sottovoce qualche improvero all'indirizzo del misterioso visitatore.
-Ah sei tu!-disse aprendo la porta,distendendo subito le labbra in un sorriso di saluto.
Ronald fece un passo verso di lui ed entrò nell'ingresso,voltandosi per essere faccia a faccia
con Scorpius.
-Finalmente!Ma ci metti sempre così tanto a rispondere?-gli domandò il rosso,un sorriso sulle
labbra piene.
-Sai com'è,c'è gente che lavora...Mica stiamo tutti a svolazzare su una scopa come te!-lo
stuzzicò il biondo chiudendo la porta.
All'orecchio di Scorpius arrivò la risata dell'uomo che lo portò ad accennare un nuovo sorriso.
-Mi offri da bere?-gli domandò Ronald avviandosi verso il salotto e,allo stesso tempo,
spogliandosi del cappotto.
-Prego Ronnie fa come se fosse casa tua-lo prese in giro Scorpius seguendolo a distanza di un
passo.

-Grazie è molto carino da parte tua!-
Scorpius scosse la testa,lo stesso sorriso divertito che gli distendeva le labbra,prima di lasciarsi
cadere sul divano,lo sguardo fisso sull'uomo accanto al mobile dei liquori,tutto concentrato nel versarsi un bicchiere di whiskey.
Ci sono delle cose a cui non si riesce a dare una spiegazione logica,che semplicemente
avvengono.
Una di queste era l'amicizia nata fra Ronald e Scorpius.
Nessuno avrebbe mai scommesso un penny su una loro possibile amicizia,ritenendoli troppo
diversi,due poli distanti;eppure i due uomini negli anni avevano trovato un terreno comune e  lentamente avevano posto le basi per una amicizia sincera.
Ronald aveva provato ad accennare a Rebecca cosa lo aveva spinto inizialmente a cercare di
conoscere Scorpius:la consapevolezza che senza le parole del biondo la sua vita,e quella di Rebecca,sarebbe stata completamente diversa.
Era stato grazie al suo discorso che Ronald aveva trovato il coraggio per farle la proposta di
matrimonio,nonostante la giovane età e la certezza che ci sarebbero state delle difficoltà.
Inoltre,ciò che lo aveva spinto verso Scorpius era l'evidente amore che lo legava ad Albus: era
qualcosa di completamente diverso da quello che legava lui e Rebecca,così espansivo e palese, il suo amore era...impalpabile.
Forse era l'unica parola adatta per descriverlo:più volte gli era capitato di osservare il biondo
mentre seguiva con lo sguardo Al che si allontanava,o il bisogno quasi fisico che aveva di stargli accanto,fosse anche solo semplicemente seduto al suo fianco,neanche tutto il suo mondo avesse come centro Albus.
-Allora?Che ti ha portato fin qui?-chiese Scorpius intromettendosi nei suoi pensieri.
Ronald,bicchiere in mano,si voltò verso la voce e individuò Scorpius su uno dei divani color
crema e andò a sedersi accanto a lui.
-Avevo bisogno di parlarti di una cosa-gli rispose.
Scorpius corrugò un sopracciglio,limitandosi a fissarlo per qualche secondo.
-Perchè questa conversazione mi sembra familiare?-chiese poi con tono pratico.
Ronnie si concesse qualche istante per bere un sorso dal proprio bicchiere e poi tornò a fissare
l'amico.
-Voglio chiederti una cosa-iniziò.
-Se si tratta di un prestito scordatelo!Sei sicuramente più ricco di me e sono certo che ci
saranno altri esponenti della famiglia Potter ben lieti di aiutarti-lo interruppè subito l'altro.
Ronald scosse la testa,un sorriso divertito sulle labbra.
-No,è ovvio che non si tratta di un prestito!-
-E allora?-domandò ancora Scorpius.
Il rosso abbassò per una manciata di secondi la testa e quando tornò ad alzare lo sguardo
incontrò subito gli occhi di ghiaccio dell'amico.
-Rebecca ed io avremmo un altro bambino-gli annunciò.
Un espressione sorpresa apparve sul volto del biondo prima che uno dei suoi tipici sorrisi
accennati facesse la sua comparsa stirandogli le labbra sottili.
-Cielo Ronald!Certo che voi Potter siete peggio dei conigli...Prima tua sorella,adesso tu...-
commentò.
Ronald rise divertito e gli diede una pacca sul ginocchio sinistro,quello più vicino a sè.
Nonostante tutte le sue remore contro i bambini e la famiglia in generale,Scorpius aveva
stabilito fin da subito un forte legame con Lowell,diventando in breve tempo lo zio preferito del bambino.
Era stato il Serperverde a regalare al bambino la sua prima scopa ed era stato sempre lui che
gli aveva fatto fare il suo primo volo,meno spaventato dei genitori che Lowell non avesse ancora l'età per certe cose;inoltre idue negli anni avevano sviluppato una specie di routine:ogni sabato sera,Scorpius andava a prendere Lowell e insieme andavano al cinema e a mangiare una pizza,come due babbani qualunque.
L'idea che a settembre il bambino sarebbe partito per il primo anno ad Hogwarts rendeva tristi
entrambi.
-Beh congratulazioni Ronald!Ma la vostra è soltanto un'idea oppure questo bambino esiste
già?-gli domandò.
Ronald annuì.
-Rebecca è incinta di tre mesi;ha superato la prima fase della gravidanza-gli spiegò.
Scorpius annuì.
-Ok,allora non capisco come posso esserti utile visto che non hai bisogno di aiuto per
l'inseminazione-
-Idiota!E' un altro il motivo per cui sono qui...Anche se adesso mi stai facendo venire dei dubbi
in proposito-aggiunse.
-Vuoi piantarla e andare dritto al punto?-lo riprese ancora l'altro.
-Vorremmo che tu fossi il padrino di questo bambino-disse Ronald tutto d'un fiato.
Quella era chiaramente l'ultima cosa che Scorpius si era aspettato.
Dal silenzio e dall'espressione sorpresa che era apparsa sul viso del biondo,Ronald capì che
aveva bisogno di qualche spiegazione ulteriore,per essere certo che non si trattasse di una scelta improvvisa.
-Ci stavo pensando da quando ho saputo di questo bambino.
So che cercherai in tutti i modi di tirarti indietro,ma sinceramente non riesco a trovare nessun
candidato al compito migliore di te.
Lowell ti adora,Rebecca crede che saresti perfetto nel ruolo di padrino,e ad essere sincero lo
penso anche io,e in parte sarebbe il nostro modo per ringraziarti-gli spiegò.
Scorpius tornò a cercare lo sguardo del rosso,colpito dalle ultime parole.
-Ringraziarmi per cosa?-
Ronald sorrise calorosamente.
-Per avermi aperto gli occhi-disse semplicemente.
Scorpius restò ancora in silenzio dopo quelle parole,e dentro di lui iniziò l'analisi della
situazione per scegliere cosa era più giusto:voleva bene a Rebecca e Ronald,e si sentiva onorato per il solo fatto che gli avessero chiesto di essere il padrino di quel bambino...Ma cosa sarebbe successo se ci fossero stati dei cambiamenti?
E se in un futuro ipotetico la relazione fra lui e Albus si fosse interrotta,come avrebbero
spiegato al bambino la sua scomparsa.
Scosse la testa più volte.
-Forse non è una buona idea Ronnie...-disse.
-Per quale ragione?-domandò l'altro con voce serena.
Si era aspettato un possibile rifiuto?Oppure la sua era stata soltanto una richiesta di facciata
per poi passare al vero padrino,una volta che lui avesse rifiutato?
-Perchè io non sono adatto a queste cose,neanche mi piacciono i bambini!E poi scusa non
sarebbe più ovvio chiederlo ad Albus?-
-Gliene ho parlato questa mattina per telefono e sembrava entusiasta all'idea...Anche lui come
me sa che saresti perfetto-fece Ronnie prima di bere un altro sorso dal bicchiere che aveva passato da una mano all'altra durante la conversazione.
Le sopracciglia di Scorpius si inarcarono,atteggiando il viso ad un espressione perplessa: Al era
d'accordo nel creare un ulteriore legame fra lui e la famiglia Potter,come se non bastassero la convivenza e il fatto che ormai Mr. e Mrs. Potter lo consideravano alla stregua di un figlio.
Quindi tutte quelle strane sensazioni che lo avevano colto quando aveva visto quella frase ed il
numero di telefono sul quel libro nella borsa di Al,erano soltanto un parto malato della sua fantasia?
Prima di poter trovare una risposta a tutte quelle domande che gli frullavano per la testa,il
suono del telefono lo riscosse.
Cercò il portatile in giro per la stanza e,una volta trovatolo,si alzò dal divano.
-Pronto?-disse attivando la comunicazione.
-Scorpius,ciao sono Rose-disse la donna dall'altra parte del filo.
Con le spalle leggermente voltate per non farsi scorgere da Ronald,Scorpius annuì,neanche
Rose fosse davvero lì nella stanza accanto a lui.
-Ciao Rose,come ti va?-le domandò cortese.
-Oh il solito...Ascolta volevamo invitare te e Al a cena a casa nostra domani.
Siete liberi?-domandò parlando velocemente.
-Credo di sì,dovrei parlarne con Al.
Facciamo così,lo chiamo e gli parlo di questa cena e poi ti faccio sapere-le disse sbrigativo
almeno quanto lei.
-Perfetto!A più tardi-disse riagganciando subito dopo.
Con il portatile in mano si voltò verso Ronald che gli lanciò uno sguardo curioso.
-Allora accetti?-domandò poi.
Scorpius si lasciò scappare un sospiro d'esasperazione e poi alzò le spalle.
-Ma sì perchè no...-rispose.
Un sorriso felice apparve sul volto di Ronald che si alzò dal divano e gli andò vicino per
abbracciarlo.
Doveva veramente essere al settimo cielo per fare una cosa simile:in undici anni si erano
abbracciati soltanto per delle occasioni particolari o per farsi gli auguri durante le feste.
-Me lo sentivo che avresti accettato-disse poi.
-Guarda che sono sempre in tempo per tirarmi indietro-ribattè l'altro.
Ronnie rise e alzò le mani quasi in un segno di resa.
-Allora sarà meglio che me ne vada ora che sei in questo momento di benevolenza-lo prese in
giro.
Gli voltò le spalle e uscì dal salotto diretto verso la porta di casa,sempre seguito dal biondo.
Forse aveva fatto male ad accettare quell' "incarico",ma per il momento tanto Scorpius che
Ronald erano convinti di aver fatto la cosa giusta.


Il suono del cellulare lo portò a staccare lo sguardo dal libro che teneva aperto davanti a sè; infilò un dito fra le pagine a mò di segnalibro e tirò fuori il cellulare da una delle tasche della giacca.
-Pronto?-disse,la testa leggermente chinata verso il basso per conquistare un pò di privacy.
-Indovina chi è stato qui-
Mai,da quando lo conosceva,Scorpius aveva iniziato una conversazione telefonica dicendo il proprio nome:sparava subito il motivo per cui lo aveva chiamato,come se avesse aspettato anche troppo a lungo.
-George Clooney ha finalmente capito che sono l'uomo della sua vita e che senza di me non può vivere ed è venuto a casa nostra per portarmi via?-gli domandò con serenità,certo che il compagno non si sarebbe arrabbiato o indispettito.
-Continua a sognare!
E' venuto Ronald-aggiunse poi.
-Mh mh-si limitò a dire Albus.
-Mh mh?E' tutto quello che sai dire?Stavo per avere un infarto quando se ne è uscito con la sua proposta-gli disse.
-Respira-fece Al cercando di tranquillizzarlo.
Quando quella mattina suo fratello lo aveva chiamato per parlargli della nuova gravidanza di Rebecca,il suo primo pensiero era stato:possibile che tutti in quella famiglia sentissero il bisogno di procreare?
Perchè tutti dovevano avere un figlio tranne lui?
Poi naturalmente aveva messo da parte quel pensiero egoistico e cattivo e si era sentito felice per Ronnie e Rebecca.
Quando poi aveva saputo dell'idea dei due di chiedere a Scorpius di fare da padrino al nascituro aveva subito pensato che fosse una grande idea;qualsiasi cosa dicesse l'uomo,questi era bravissimo con i bambini e sarebbe stato capace di prendersene perfettamente cura.
Peccato che fosse così testardo nel suo rifiuto di formare una famiglia...
-Perchè hai detto a tuo fratello che sarei perfetto per questa...questa cosa?-gli domandò Scorpius meno agitato di poco prima.
-Semplicemente perchè lo penso,unito al fatto che questo bambino sarebbe fortunato ad averti come padrino...Non sono in molti quelli che possono vantare un legame con uno scrittore famoso come te-lo adulò ben sapendo che questo avrebbe calmato ulteriormente le ansie dell'uomo.
Sentì il respiro frustrato di Scorpius nel microfono e sorrise.
-Amore ascolta,sarai bravissimo a prenderti cura di questo bambino...Guarda quello che hai fatto in questi anni con Lowell:nostro nipote ti adora e non si perderebbe i vostri sabato sera per niente al mondo.
C'è quasi da essere gelosi del vostro legame-gli disse sincero.
Ci fu qualche istante di silenzio prima che un nuovo sospiro arrivasse al suo orecchio attraverso la cornetta.
-Mi piace quando dici nostro...-gli disse Scorpius finalmente con voce serena.
Per la millesima volta,Albus si domandò perchè l'uomo che amava era così testardo da non voler neanche prendere in considerazione la possibilità di un figlio loro.
Era certo che sarebbe stato un padre fantastico!
-Questa sera abbiamo un invito a cena-gli disse poi Scorpius cambiando argomento.
-Da chi?-
-Tuo fratello-rispose l'altro.
-Quale dei due?-domandò ancora Al.
-James!Poi un giorno mi spiegherai come faccio a stare con un'addormentato come te!-lo punzecchiò.
Albus sorrise.
-Perchè mi ami-disse semplicemente.
Si aspettava il silenzio che arrivò dall'altra parte:in quel momento immaginò Scorpius sorridere,una mano fra i capelli biondi,a scompigliarli ancora di più.
Quello era il suo modo per dirgli che lo amava.
Tante volte aveva sognato di sentirselo dire di persona,era arrivato quasi ad agognarlo,ma con il passare degli anni le speranze si erano affievolite sempre di più.
Fino a spegnersi quasi del tutto...
Qualcosa di quadrato e pesante calò sulla sua testa,provocandogli un dolore intenso ma momentaneo.
-Ough!-si lamentò portandosi istintivamente una mano ai capelli neri.
Si mosse sulla sedia per vedere chi gli avesse giocato quel tiro e,stranamente,non si sorprese quando vide Brian sedersi al tavolo sulla sedia davanti a lui con aria innocente.
-Che succede?-domandò Scorpius dall'altra parte della cornetta.
-Niente...Degli studenti mi sono venuti addosso.
Ascolta ora devo andare;per che ora è la cena?-gli domandò sentendo su di sè lo sguardo di Brian.
-Alle otto-
-Perfetto,tornerò a casa in tempo.
A più tardi-disse riagganciando prima che Scorpius avesse il tempo di salutarlo.
-Ehi!Ti ha dato di volta il cervello?-gli domandò dimenticando il distacco abituale che di solito usava con l'uomo,rimettendo a posto il cellulare nella tasca.
Questi,incurante della sua lamentela,si sistemò sulla sedia,sporgendosi in avanti con il busto e le braccia,arrivando a incrociarle sul tavolo a poca distanza dal petto,limitandosi a fissarlo negli occhi per qualche secondo.
-Mi hai mentito-si decise a parlare Brian.
Un espressione confusa si dipinse sul volto di Al,mentre la sua mente passava in rassegna il precedente colloquio che aveva avuto con l'uomo per individuare la "bugia".
-No,non l'ho fatto-disse sincero.
Avevano parlato per poco tempo,non ne avrebbe avuto il tempo oltre che il motivo.
-Non mi hai detto di avere un compagno-gli fece notare l'altro.
A quelle parole le labbra di Albus si socchiusero e lui annuì lentamente,prima di sistemare la schiena contro la sedia,più rilassato.
-Tu non me lo hai chiesto-gli fece notare.
Questa volta toccò a Brian annuire.
-Ti credevo uno spirito libero come me,ed invece sei anche tu uno di quei gay addomesticati...- commentò incurante della possibilità che le sue parole infastidissero Albus.
-Beh anche io mi sono goduto la vita prima di sistemarmi-gli fece notare questi.
-Ah davvero?-
Al annuì.
-Da quanto tempo hai deciso di "sistemarti"?-gli chiese poi.
-Quasi undici anni-
Brian si produsse in un mezzo sorriso divertito,che fece aumentare i battiti del cuore di Albus inspiegabilmente,prima di scuotere la testa.
-Undici anni?E quanti anni hai?Ventotto?-domandò ancora.
-Ventisei-lo corresse.
-Beh non mi sembra che tu ti sia lasciato lo tempo per goderti davvero la vita,anzi sono quasi certo che questo è il primo ragazzo con cui hai scopato-commentò con aria saputa Brian.
Sentendosi avampare,Al atteggiò il viso ad un espressione di difesa:non poteva certo farsi psicanalizzare da un tizio che aveva visto soltanto una volta e che lo conosceva appena!
-Perchè invece non parliamo di te?-disse cambiando l'argomento di conversazione.
Brian alzò un sopracciglio e lo fissò muto per qualche istante,i denti che giocavano con il labbro inferiore.
-Quanti anni hai?-gli domandò Albus.
-Uhm avevo ragione,non è così?Comunque...Mi da fastidio ammetterlo ma ho trent'anni-
Al fece per fare una nuova domanda,ma Brian lo precedette.
-La prima volta che ho scopato con un uomo avevo quattordici anni:si è trattato del mio professore di educazione fisica...Gli ho fatto un pompino nella doccia dopo la lezione.
Dopo di lui ne sono venuti molti altri,talmente tanti che non mi ricordo nè il numero nè la faccia di tutti loro-disse sereno,neanche stesse facendo lezione ai suoi studenti.
-Non hai avuto nessuna storia seria in tutti questi anni?-gli domandò curioso,cercando di non farsi scandalizzare da quella marea di informazioni che Brian gli aveva riversato addosso.
Era inutile fare il moralista...Ed inoltre si scoprì curioso di sapere di più su di lui.
Lo vide prendere il pacchetto di sigarette dalla tasca dei pantaloni e tirarne fuori una,sistemandola fra le dita e giocandoci,consapevole che non avrebbe potuto accenderla lì nella mensa scolastica.
-Soltanto uno...Stavo quasi per sposarmi.
Però fortunatamente ci siamo resi conto che stavamo per fare un errore ed ora siamo amici-disse sempre sincero.
-Wow,complimenti!Io non ci riuscirei a restare amico di una persona che ho amato così tanto-ammise.
-E perchè?In fondo hai vissuto anni della tua vita con lo stesso uomo,e questi ti conosce meglio di chiunque altro,perchè rovinare tutto soltanto perchè avete scoperto di volere cose diverse?-gli domandò Brian.
Quelle parole si insinuarono nella mente di Al,portandolo a fare il confronto con la sua storia con Scorpius:anche loro avevano sempre voluto cose diverse,ma erano riusciti a portare avanti per anni la loro storia,ma sarebbe stato così per sempre?
E in caso di rottura,sarebbe riuscito a mostrarsi maturo e a mantenere un rapporto di amicizia con il compagno?
-Ma ora torniamo a te...-disse Brian fissandolo con sguardo intenso.
Al riportò la propria attenzione su Brian e ricambiò il suo sguardo,in attesa che questi gli facesse qualche domanda.
-Stai con lo stesso uomo da undici anni e ancora non ti sei stancato?-gli chiese.
Al sorrise e scosse la testa.
-Quest'uomo deve essere un mago del sesso-commentò Brian facendo ridere l'altro.
-Non è per quello...-disse a mezza voce.
-Si certo,come no-ribattè ironico l'altro.-Lui sa che ti ho dato il mio numero?-gli domandò poi.
Il ricordo della frase scritta sulla prima pagina di "Furore" insieme al numero di Brian,lo portò a sentirsi di nuovo in imbarazzo,come gli era successo la prima volta.
"Love will tear us apart", "L'amore ci distruggerà".
-Perchè mi hai scritto quella frase?-gli domandò a mezza voce guardandolo di sottocchi.
Brian restò in silenzio qualche attimo,limitandosi a ricambiare il suo sguardo,prima che le sue labbra sottili si distendessero in un ghigno quasi malefico...e terribilmente sexy.
-Perchè è la verità-disse ambiguo.
La mente analitica di Al fece per iniziare una dettagliata analisi delle sue parole alla ricerca di tutti i possibili significati,ma il suono della campanella lo interruppe:era ora di riprendere le lezioni.
Brian si alzò e,restando fermo in piedi davanti a lui continuò a fissarlo,osservandolo mentre si alzava a sua volta e diminuiva la differenza d'altezza fra di loro.
-Ci vediamo in giro...-lo salutò Brian prima di voltargli le spalle e avviarsi verso l'uscita della mensa.
Albus osservò la sua schiena finchè non sparì oltre la porta e soltanto allora si permise di pensare alla confusione che la presenza di Brian provocava nella sua mente:perchè reagiva in quel modo ogni volta che era con lui?
Perchè,nonostante avesse capito che Brian lo avesse puntato,non era affatto infastidito da quell'attenzione,anzi sembrava incoraggiarla?
Che accidenti gli stava succedendo?

 

Tesa e piena di dubbi,Rose si guardò per l'ennesima volta nello specchio,controllando che tutto in lei fosse perfetto.
A qualche metro da lei James si accorse di quel nervosismo grazie alla rigidità dei muscoli della schiena e delle spalle e,senza esitazione,le andò vicino e le circondò la vita con un braccio,dandole poi un bacio sul fossetta formata dalla fine del collo e l'inizio della spalla.
-Andrà tutto bene vedrai...-disse cercando di rassicurare entrambi.
-Non possiamo saperlo,e se...-iniziò lei facendosi prendere di nuovo dal panico.
-Rose!-la riprese lui.
Il silenzio cadde nella stanza mentre marito e moglie si guardavano l'un l'altra attraverso lo specchio.
Quando,quella mattina di qualche giorno prima si erano decisi a parlare della gravidanza impossibile,non era stato facile per James esporle le sue idee:aveva paura di ferire in qualche modo i suoi sentimenti,di fare promesse che poi avrebbe potuto non mantere.
Ma doveva farlo.
Per il loro matrimonio,ma soprattutto per il suo bene e per quello di Rose.
Così le aveva esposto le idee di Ronald sulla possibilità di adottare un bambino o di rivolgersi ad un utero in affitto.
Rose però si era dimostrata subito contraria ad entrambe le opzioni:voleva avere un figlio, voleva essere lei a portarlo in grembo per nove mesi,vedere il proprio corpo cambiare.
Ma non voleva farlo senza di lui.
-Non possiamo condannarci all'infelicità-le aveva detto lui cercando di farla ragionare.
-E allora cosa vuoi fare?Hai qualche altra idea?-aveva chiesto lei sfiduciata.
Sul momento non gli era venuto in mente nulla,ma poi un idea aveva preso corpo lentamente nella sua mente.
I suoi genitori avevano detto che erano loro due a non poter avere un figlio insieme,ma James era certo che non avrebbero avuto obiezioni se avessero chiesto l'aiuto di un donatore "esterno".
Ne aveva parlato con Rose e,nonostante questa avesse rigettato quasi subito l'idea,era riuscito a convincerla che fosse l'unico modo per realizzare il loro sogno.
-Ma si tratterebbe soltanto del mio sogno!Che mi dici di te?
Sei sicuro che con il passare degli anni questa scelta non inizierà a pesarti?-gli aveva chiesto lei,preoccupata soprattutto di questo.
James aveva sorriso e le aveva accarezzato i riccioli gonfi che le circondavano il viso.
-Come potrei?
Sarebbe nostro figlio,non importa cosa dice la genetica...Guarda Teddy:non abbiamo lo stesso sangue,però è mio fratello.
Io so che amerò questo bambino per una semplice ragione:è parte di te-le aveva detto serio.
Quelle parole erano riuscite a convincerla:avrebbero avuto un bambino.
Ora tutto quello di cui avevano bisogno era un donatore.
Inizialmente avevano pensato di rivolgersi ad una banca del seme,scegliere il migliore candidato e procedere con l'inseminazione,ma poi avevano cambiato idea consapevoli che nessuno dice mai la verità compilando una scheda per quel genere di cose.
-Forse dovremmo chiedere a qualcuno che conosciamo...-aveva suggerito Rose.
Già,ma a chi?
Doveva essere qualcuno che conoscevano bene,di cui si fidavano e che non avrebbe mai rivolto nessuna pretesa verso il bambino.
E improvvisamente Rose si era accorta che il candidato perfetto era sempre stato davanti ai loro occhi.
Ora dovevano solo sperare che questi accettasse.
James le accarezzò un fianco con le dita della mano sinistra e lei chiuse gli occhi abbandonandosi a quel tocco.
-Andrà tutto bene...Te lo prometto-le sussurrò.
Rose sorrise,poggiando la testa contro la sua spalla.
-Tu e le tue promesse che non sai se puoi mantenere-lo rimproverò a mezza bocca.
James sorrise e le diede un altro bacio sul collo.
-Questa farò di tutto per mantenerla-le disse serio.
Il suono del campanello fece riaprire gli occhi a Rose,facendole tornare tutta la tensione che le attenzioni di James erano riuscite a far sparire.
Senza dire una parola,uscirono dalla camera da letto e scesero al piano di sotto fermandosi nell'ingresso.
La mano stretta attorno alla maniglia,James fece un respiro profondo,imitato subito da Rose, e aprì la porta su Scorpius e Albus.
-Eccoci qui!-disse Al con un sorriso allegro sulle labbra.
Entrò in casa seguito da Scorpius,e dopo aver concluso la giostra dei saluti,tutti e quattro si diressero verso il salotto per un aperitivo prima di cena.
-Devo proprio ringraziarti Rose-disse Al.
-Per cosa?-chiese lei sedendosi sul divano accanto ad Albus.
-Beh per avermi evitato un altro degli esperimenti culinari di Scorpius...L'altra volta mi ha costretto a provare la cucina etiope,e ancora non mi sono ripreso-le disse mettendole una mano sul braccio sinistro.
Rose rise sinceramente divertita,mentre James si avvicinò al divano con un bicchiere in ogni mano:uno per sè e l'altro per Scorpius.
-Ma quanto sei spiritoso stasera!Perchè invece non racconti di quando sei riuscito a far bruciare anche il sugo degli spaghetti?O di quella volta che il riso era talmente cotto che potevamo usarlo come colla per la carta da parati?-lo punzecchiò il biondo.
James e Rose risero all'espressione contrariata che apparve sul viso di Albus e,per evitare che una parola di troppo da parte di uno o dell'altro facesse peggiore la situazione,Rose propose ai tre uomini di andare in sala da pranzo per iniziare la cena.
Per la successiva ora e mezza i quattro parlarono amabilmente,risero e scherzarono;sia Rose che James evitarono accuratamente di introdurre il discorso principale,il motivo per cui li avevano invitati lì a cena,per evitare di rovinare l'atmosfera serena che si era creato.
Soltanto a cena conclusa i due si guardarono e silenziosamente convennero che era arrivato il momento.
-Sapete:c'è una cosa di cui volevamo parlarvi...-disse James parlando con la sua solita voce da "fratello maggiore".
Albus e Scorpius fissarono i due in silenzio,in attesa che o James o Rose continuassero.
-Vedete,abbiamo deciso di avere un figlio-annunciò James guardando ora l'uno ora l'altro.
L'espressione che si dipinse sul volto di Al e Scorpius fu la stessa:entrambi sapevano del patto che i due avevano fatto con i propri genitori e quella notizia era incredibile.
-Questa è una bella notizia...-disse Albus parlando per primo.
Rose annuì,mentre James le stringeva la mano sopra il tavolo.
-Già lo è-convenne Rose.
-Ha ragione Al,ma sinceramente sono un pò sorpreso dalla novità-disse sincero Scorpius.
Al gli diede un buffetto di nascosto dagli altri due per rimproverarlo della sua mancata delicatezza,ma gli altri due si limitarono a sorridere.
-Infatti è una cosa che abbiamo deciso da poco...Tutti e due sapete quello che abbiamo promesso ai nostri genitori-disse ancora Rose.
-E come per tutti questi anni abbiamo mantenuto la parola data,però ora abbiamo deciso che è arrivato anche il nostro momento-spiegò James.
Al sorrise sinceramente felice per il fratello e la moglie.
-Sono d'accordo con voi,anzi se fossi stato al vostro posto l'avrei fatto già da molto tempo-convenne Albus.
Rose sorrise e lanciò un bacio al moro,felice che almeno quella parte fosse andata a buon fine.
Ora veniva la parte più difficile.
-Ecco,però c'è una cosa che abbiamo deciso...Non sarò io il padre di questo bambino-disse James.
Al corrugò la fronte,di nuovo sorpreso,mentre Scorpius si limitò a fissare i due in silenzio.
-Sai anche tu che mamma e papà non me lo perdonerebbero mai,sarà già difficile fargli accettare l'idea di questo bambino-disse James rivolgendosi al fratello.
Albus annuì,convenendo con lui ancora una volta.
-E' per questo che abbiamo deciso di chiedere l'aiuto di un donatore-aggiunse Rose.
-Oh,beh mica male come idea...E avete già qualche idea su chi potrebbe essere?-fece ancora il moro.
Rose abbassò lo sguardo e restò in silenzio,lasciando che fosse James a dare quell'annuncio così importante e allo stesso tempo così difficile.
-Ecco-disse dando poi un colpo di tosse per schiarirsi la gola-Veramente noi avevamo pensato a Scorpius-annunciò buttandolo fuori tutto d'un fiato.
Gli occhi di Albus si spalancarono,fissi sul fratello,aspettando da un momento all'altro che James scoppiasse a ridere e gli dicesse che era stato tutto uno scherzo.
Scorpius del canto suo,aveva allungato la schiena sulla sedia,come se non si stesse parlando di lui,ma di qualcuno che conosceva soltanto di vista.
-Come?-si decise poi a chiedere.
-E' uno scherzo vero?-domandò Albus a mezza voce.
Rose lanciò uno sguardo dispiaciuto al cugino,cercando di fargli capire che comprendeva perfettamente cosa stava provando,ma distolse lo sguardo posandolo su Scorpius,imitata da James.
-Vorremmo che tu ci aiutassi ad avere questo bambino-

 

SAlve a tuttiBenvenuta!!!E buona domenica!!!

Come state?

Fate attenzione a questo capitolo,perchè nel questo e nel prossimo si delinera il corso della ns storia; so che molti di voi si arrabbieranno con Jim e Rose per la loro proposta,ma in questo frangente hanno deciso di essere egoisti e di pensare soltanto al proprio bene,senza preoccuparsi di cosa comporterà questa richiesta per Scorpius e Albus.

Inoltre nel proximo capitolo ritroveremo anche Lily e Dan,che sono stati messi un pò da parte,nel loro limbo felice...mica possiamo rendere la loro vita troppo facile,no?

Ringrazio tutti coloro che recensiranno e leggeranno questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di battitura o di ortografia.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Ti avviso fin da ora che nei capitoli a venire la tua incolumità psichica sarà messa molto alla prova,ma credimi lo faccio per il bene di Al e Scorpius xkè così come sono ora le cose non vanno bene;anke Hermione tornerà,anke se solo di sfuggita nel ns racconto,per dire cosa le è successo),JC(Già,quando si dice il destino...Si vede che erano destinati ad incontrarsi di nuovo;no nn hai sbagliato,Allison Fred,George e Luna non sono ancora comparsi,ma anche loro si faranno vedere quando man mano che la storia Eric/Alice/Luke andrà avanti),LittleDrachina(Grazie per i complimenti!Scommeto che qst proposta nn te l'aspettavi...Sembra facile resistere a Brian!!!!Cmq fidati non sarà soltanto colpa di Albus,anzi alla fine vi ritroverete a dargli ragione),Misfatta88(Benvenuta!Vedrai ci sarà molto da risolvere,se mi conosci sai che mi piace parecchio incasinare la vita dei miei personaggi...),_Lotti(4 mesi da ricordare,credimi!E' più che intraprendente:è il clasisco tipo che se vuole qualcosa lo prende senza farsi tanti problemi),Miki90(Grazie per i complimenti!Eliza in questo momento è a Hogwarts,primo anno),Luthien241(Nn posso farti promesse,ma t dico solo che Scorpius si meriterà tt qllo che gli succederà),Angel_SG(Era il mio obiettivo!Ti dico solo che qst sequel è iniziato perchè la loro storia era rimasta in sospeso;ora che ritornino insieme o meno,il loro amore doveva avere una chiusura migliore di 10 anni prima),Kikka15(Hai proprio ragione,dopo undici anni avevano bisogno di una bella shakerata!),Nefene(Beh loro sono un pò l'esempio x tt gli altri,un bello schiaffo morale per tutti quelli che nn credevano nel loro amore...A chi nella vita nn è capitato di stare nella parte di Justin sentirsi un pò il terzo incomodo in una conversazione chiedendosi "Ma di che accidenti stanno parlando?"Esatto!!!Tu hai centrato perfettamente il punto focale dei problemi di Al e Scorpius,si partirà proprio da lì,e qualche accenno già lo abbiamo visto,ma la situazione peggiorerà sensibilmente).

Bene,per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Il silenzio"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** La voce del sienzio ***


la voce del silenzio

 

"When the routine bites hard
and ambitions are low
And the resentment rides high
but emotions won't grow
And we're changing our ways,
taking different roads
Then love, love will tear us apart again
"

 

Le telefonate erano iniziate,improvvisamente, un paio di settimane prima.
Tutte mute.
La prima volta che Lily si era trovata a rispondere ad una telefonata muta aveva pensato ad un errore,e non aveva preso la cosa molto sul serio.
Però si era dovuta ricredere quasi subito,quando si era trovata a rispondere in una sola giornata a ben tre telefonate mute e la comprensione per lo sconosciuto sbadato era stata velocemente sostituita dal desiderio di lanciargli una fattura e dal fastidio per questo idiota che non aveva altro da fare tutto il giorno che infastidirla.
Alcune volte riusciva a sentire il respiro del suo interlocutore dall'altra parte della cornetta e questo la portava a fargli domande,a chiedere ancora più insistentemente chi ci fosse dall'altra parte,senza mai ottenere risposta.
-Forse non è la mia voce che vogliono sentire...-aveva commentato una volta con Daniel,lasciando che il marito cogliesse tutti i sottintesi di quella frase.
Daniel,però,si era limitato ad aggrottare le sopracciglia e l'aveva fissata per qualche istante confuso.
-E allora perchè continuano a chiamare qui?-le aveva chiesto infatti.
Lily si era limitata a scuotere la testa,in parte rassicurata da quello sfoggio di incoscienza:se Dan avesse avuto qualcosa da nascondere avrebbe capito subito a cosa si riferiva,no?
Questo però non spiegava il perpetuarsi delle telefonate mute:perchè ogni volta che sentivano la sua voce continuavano a restare in silenzio,o peggio a respirare per qualche secondo nella cornetta prima di riagganciare?
-Che ne dici se chiedo al Ministero di rintracciare la telefonata?-aveva proposto Daniel notando la preoccupazione che quella situazione provocava nella moglie.
L'ultima cosa che voleva per Lily,ora che lei era incinta,era che perdesse tempo e salute dietro ad una cosa tanto insignificante,almeno così la vedeva lui.
Ma conoscendola sapeva benissimo che non avrebbe abbandonato l'argomento finchè non avesse scoperto che cosa si nascondeva dietro quelle telefonate.
-Dovrebbero mettere sotto controllo il nostro telefono e la cosa nn mi piace per niente...-aveva commentato Lily.
-Però almeno sapremo se dobbiamo preoccuparci o meno per queste chiamate-aveva cercato di convincerla lui.
Lily era rimasta pensierosa per qualche istante prima di scuotere di nuovo la testa.
-Mi sembra una misura troppo drastica...Io sono ancora convinta che sia uno sbaglio e sono certa che se ne accorgerà anche il nostro interlocutore misterioso-aveva concluso poi.
Nonostante fosse una donna pratica e con i piedi per terra,certe volte Luke si ritrovava a dover ammettere che i ragionamenti di sua moglie erano quasi quelli di una bambina... forse quel lato del carattere doveva averlo ripreso da sua zia Luna.
Le telefonate però erano continuate,anzi ce ne erano state anche alcune nel pieno della notte che avevano ripetutamente interrotto il sonno di entrambi.
Finchè,un giorno quasi per caso Dan rispose ad una di quelle telefonate:era arrivato davvero al limite della sopportazione e aveva proprio voglia di dire quattro paroline al loro "interlocutore misterioso".
-Pronto?-chiese consapevole che non avrebbe ricevuto nessuna risposta.
Rimase perciò spiazzato quando l'interlocutore misterioso rispose.
-Daniel,sei tu?-
L'uomo aggrottò le sopracciglia,convinto di aver già sentito altrove quella voce:in un passato lontano,in un momento che non riusciva a collocare bene,addirittura su una persona che non aveva neanche una faccia.
-Daniel?-chiese ancora la voce.
Fu allora che capì.
E quando la consapevolezza raggiunse il suo cervello,istintivamente la sua mano riportò violentemente la cornetta al suo posto,quasi a volere con quel gesto cancellare quelle poche parole ed il suono di quella voce.
Una voce che arrivava direttamente dal suo passato...


Era rimasto in silenzio per tutto il tragitto e,conoscendolo,lui si era ben guardato dal cercare di avviare una conversazione.
Sapeva che ora il compagno aveva bisogno di silenzio,di tempo per riflettere,e anche per sbollire la rabbia che sicuramente lo stava rodendo dentro.
E che aveva come unico bersaglio proprio lui.
Certo,neanche Rose e James erano fra le persone che Albus prediligeva in quel momento,ma il vero colpevole,almeno agli occhi del moro,era Scorpius.
Chi l'avrebbe detto che una banalissima cena si sarebbe conclusa in quel modo?
Non aveva avuto il minimo sospetto quando Rose e James li avevano invitati a cena,ma del resto come avrebbe potuto immaginare che la vera ragione dell'invito era per fargli quella proposta assurda?
La sua prima reazione alla richiesta di Rose e James era stata di ridere,una risata ironica e nervosa allo stesso tempo,che nella sua idea doveva smorzare un pò la tensione che si era creata fra di loro,ma naturalmente non aveva ottenuto il risultato sperato:marito e moglie erano rimasti in silenzio a fissarlo,quasi in attesa,mentre Albus si era riempito il bicchiere fin quasi all'orlo di vino per poi bere un lungo sorso.
-State scherzando?-aveva chiesto alla fine confuso.
Non potevano chiedergli una cosa del genere,non a lui!
Tutta la famiglia sapeva come la pensava sui bambini in generale e sull'argomento figli,quindi perchè caricarlo di quella responsabilità inutile che non gli avrebbe creato altro che problemi con Al?
Nonostante non avesse ancora posato lo sguardo sul compagno lo sentiva teso,agitato,neanche fosse una pentola a pressione pronta a far saltare il coperchio per il troppo vapore.
-No-aveva risposto James-Ci abbiamo pensato,ne abbiamo parlato a lungo.
Vorremmo davvero che tu fossi il nostro donatore-aveva aggiunto.
Scorpius aveva aggrottato la fronte,cercando di capire che male aveva fatto quel giorno per ricevere due proposte assurde prima da Ronald e ora da James,ed entrambe con argomento i figli,qualcosa che lui abborriva nel profondo.
-Ma perchè?-aveva chiesto,precedendolo,Albus.
La voce dell'uomo era uscita flebile,quasi come non riuscisse a trovare la via d'uscita attraverso la gola serrata.
Il primo istinto di Scorpius era stato di voltarsi,di lanciargli uno sguardo per rassicurarlo,ma poi aveva pensato che non ce ne era bisogno:Al lo conosceva,sapeva quale sarebbe stata la sua risposta a quell'assurdità.
Non aveva niente di cui preoccuparsi.
James aveva preso un nuovo respiro e lo aveva fissato per qualche secondo prima di rispondere.
-Entrambi sapete che avere un figlio sarebbe il nostro sogno;anzi vi confesso che la prima volta che abbiamo pensato ad un futuro insieme,abbiamo immaginato una famiglia numerosa...Abbiamo scelto i loro nomi fin da quando avevamo diciasette anni-aveva iniziato.
Quel discorso suonò terribilmente melenso alle orecchie di Scorpius:lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere,ma si sa,al mondo c'è ancora gente che vuole avere dei figli.
-Per noi è stato un colpo sapere che quell'idea non si sarebbe mai realizzata per il veto imposto dai nostri genitori.
Siamo riusciti a cavarcela bene finora,ma ora non possiamo più:questo desiderio,questo bisogno ci sta logorando e sta distruggendo il nostro matrimonio,anche contro la nostra volontà-aveva continuato Rose.
Albus aveva sempre amato il fatto che James e Rose si finissero le frasi a vicenda,lo trovava romantico;ma in quel momento,in quella particolare situazione,si scoprì a considerarlo irritante.
I due avevano taciuto,quasi non fossero sicuri di chi dovesse prendere la parola fra i due,poi James si era sporto in avanti sulla tavola,poggiandovi sopra le braccia incrociate.
-Quando abbiamo deciso per il donatore esterno,tu sei stato il nostro solo e unico candidato.
Il motivo?Hai tutto quello che vorremmo vedere in un figlio.
Sei testardo,ma questo ti aiuta a portare avanti le tue idee e a non arrenderti mai;sei coraggioso,altrimenti non avresti tagliato i contatti con la tua famiglia a soli diciassette anni,ed è inutile negare che sei anche un bell'uomo-aveva aggiunto con un lieve sorriso a distendergli le labbra-sei passionale,simpatico,anche se cerchi sempre di nasconderlo agli altri,ed infine perchè sappiamo che possiamo fidarci di te-aveva concluso senza staccare mai un attimo lo sguardo dal volto del biondo.
C'era una cosa che però James aveva dimenticato di menzionare:la sua vanità.
Bastavano quattro lusinghe e Scorpius cadeva letteralmente in brodo di giuggiole,pronto a fare qualsiasi cosa gli si chiedesse.
Chi avrebbe mai pensato che un uomo tanto testardo fosse così facile da domare?
Infatti,alla fine del discorso,Scorpius era rimasto silenzioso,impegnato a riflettere sulle parole del "cognato",rendendosi conto che forse la richiesta che gli avevano fatto non era poi così assurda.
-Ma cosa vorreste esattamente da me?-aveva chiesto ai due.
Senza che nessuno se ne accorgesse,Albus aveva chiuso gli occhi,sconfortato.
Conosceva troppo bene il compagno per non riconoscere i segni di cedimento...
Leggermente risollevata da quella domanda,Rose si era sporta a sua volta sul tavolo verso il biondo e,osservandoli tutti impegnati in quella conversazione,ad Albus sembrarono due avvoltoi che volando sopra la preda morente.
-Semplimente un campione del tuo sperma-aveva risposto James.
-Ah prima però vorremmo essere sicuri che tu sia sano:sai malattie cardiache,polmonari, Aids...-aveva detto subito Rose.
-L'ultimo esame l'ho fatto due mesi fa:sono sano come un pesce-aveva ribattuto Scorpius, muovendo lo sguardo da uno all'altra.
I due avevano annuito compiaciuti.
-E poi cosa succederà?Cioè voglio dire,se decidessi di fare questa cosa,avrei qualche obbligo verso il bambino?-aveva domandato ancora il biondo.
Marito e moglie avevano scosso la testa in maniera quasi simultanea.
-Assolutamente...Il padre sarei io e tu non avrai nessun obbligo in più verso di lui di quanti tu non ne abbia verso Lowell o Charlotte-
Scorpius aveva annuito lentamente,i denti a mordere l'angolo del labbro inferiore,mentre la sua mente rifletteva velocemente.
-E come spiegheremo questa cosa alla famiglia?-aveva chiesto ricordandosi all'improvviso l'amore per il "gossip" dei Potter.
-Oh tranquillo nessuno saprà niente-lo aveva rassicurato Rose.
-Che intendete fare,nascondere il bambino finchè non andrà ad Hogwarts?-aveva domandato il biondo accennando un sorriso ironico.
-No,ovviamente no!-aveva ribattuto Rose unendosi al suo sorriso-Spiegheremo alla famiglia che volevamo avere un figlio e che ci siamo rivolti ad una banca del seme,visto che non potevamo averlo noi-
Albus si era trattenuto dallo scoppiare a ridere in faccia ai tre,e si era riempito di nuovo il bicchiere fino all'orlo.
Erano diventati idioti tutti e tre improvvisamente?
Credevano davvero di riuscire a farla franca in quel modo stupido?Se il bambino fosse cresciuto assomigliando sempre di più a Scorpius,i suoi genitori per primi e poi tutti gli altri non avrebbero impiegato più di due minuti per trovare il collegamento.
-E se il bambino mi assomigliasse?-aveva chiesto ancora Scorpius.
-Questi sono tutti problemi che affronteremo in seguito...-aveva risposto James-la cosa più importante è sapere se sei disposto a darci una mano-
Lo sguardo di Al si era posato sul biondo in attesa di una risposta,o meglio,di una conferma ai suoi timori.
Scorpius era rimasto in silenzio,lo sguardo fisso sulle proprie mani poggiate sul tavolo,venendo a patti con quella marea di informazioni e di parole,valutando in quel breve tempo i pro ed i contro della situazione.
Ma alla fine tutto ciò che aveva fatto era stato sospirare e rialzare lo sguardo su Rose e James.
-Ma sì,perchè no?-aveva detto,dando per la seconda volta quel giorno la stessa risposta.
Se avesse negato quel piccolo aiuto ai due,anche se loro non glielo avessero mai rinfacciato, avrebbe continuato a chiedersi cosa sarebbe stato se avesse accettato.
Tre reazioni diverse si erano disegnate sul volte dei tre commensali:il labbro inferiore di Rose aveva tremato,mentre gli occhi le si riempivano di lacrime,James aveva sfoderato un sorriso a trentadue denti,mentre Albus si era limitato a chiudere gli occhi.
Del resto si era aspettato quella risposta...Ma questo non voleva dire che facesse meno male.
Per il resto della cena era rimasto in quasi completo mutismo,e lo stesso era successo in macchina,ma ora erano soltanto loro due in una casa vuota...volente o meno avrebbe dovuto scambiare qualche parola con Scorpius.
-Ti va un ultimo bicchiere di vino?-chiese il biondo,dopo che ebbero chiuso la porta di casa, mentre si trovavano ancora nell'ingresso.
Albus scosse la testa prima di avviarsi verso il salotto;accese le luci e si guardò intorno,senza sapere bene cosa fare o cosa l'avesse spinto ad andare in quella stanza.
Aveva solo voglia di una doccia calda che lo aiutasse a dimenticare quella serata,di una sigaretta per calmare i nervi e una dormita.
Si portò una mano alla tasca posteriore dei pantaloni,prendendo il pacchetto di sigarette e proprio mentre portava l'ultima alle labbra,sentì due braccia stringergli la vita.
Chiuse gli occhi,cercando di controllare l'irrefrenabile e nuovo impulso di allontanare quelle braccia,sentendo una mano infilarsi sotto il maglione rosso a contatto con la camicia.
-Allora che ne diresti di un pò di sesso prima di andare a dormire?-sentì chiedere da Scorpius, la sua voce ed il suo fiato vicini al suo orecchio sinistro.
Scorpis sapeva che non era questo quello di cui Albus aveva bisogno,ma lui non era mai stato il tipo d'uomo che si siede accanto al proprio compagno,tenendogli la mano,per ascoltare tutte le sue confidenze.
Certo,Al era arrabbiato per la storia del donatore,ma parlarne non sarebbe servito a niente, mentre il sesso invece lo avrebbe aiutato a scaricare la tensione e la rabbia.
Albus restò immobile per pochi istanti,sentendo la mano di Scorpius salire fino ai suoi capelli e affondarvi dentro le dita;poi improvvisamente fece un passo avanti,staccandosi dall'amante e abbassò lo sguardo alla mano che stringeva il pacchetto accartocciato di sigarette.
-Sarà meglio che vada a comprare le sigarette...-mugugnò prima di voltarsi verso Scorpius.
Questi lo guardò sorpreso dalla sua mossa e dalle sue parole,ma atteggiò subito il volto ad un espressione indifferente.
-Le sigarette?-chiese incapace di trattenersi.
Al annuì avviandosi verso la porta del salotto.
-Non me ne è rimasta neanche una,e domattina non voglio perdere tempo per comprarle-gli disse fermandosi sulla soglia.
L'altro annuì,quasi avesse creduto davvero a quella grande stronzata.
-E' davvero questo che vuoi?-gli domandò ancora.
Limitandosi ad annuire,Albus uscì nel corridoio e prese il cappotto che aveva tolto solo poco prima.
Pochi istanti ed era già fuori casa.


-Hai idea di che ore sono?-
Ad essere sinceri,Alice non aveva la minima idea di che ore fossero a Seattle,ma dal tono assonato della voce di Fred capì che doveva essere notte fonda,o più probabilmente le prime ore del mattino.
Succedeva sempre così:ogni volta che si trovava in crisi con il lavoro,o aveva problemi con Eric, alzava la cornetta e componeva il numero di telefono di Allison,l'unica che a notte fonda o a mezzogiorno era sempre disposta ad ascoltarla e a darle qualche consiglio per risolvere le cose.
Quindi come poteva esimersi dal chiedere la sua consulenza ora che tutto rischiava di andare a gambe all'aria?
Aveva bisogno di qualcuno che la svegliasse,che l'aiutasse a smettere di pensare ininterrottamente a Luke e le ricordasse quanto era fortunata ad avere la vita che stava vivendo fino al momento dell'incontro con Zabini.
-Hai ragione,lo so...Scusami-disse al fratello,immaginandoselo con la testa appena sollevata dal guanciale,i capelli disordinati sparati in aria e magari anche il segno del cuscino stampato sulla guancia sinistra.
-Ho bisogno di parlare con Allison...E' importante!-gli disse per motivare ulteriormente la telefonata.
-Quando mai non lo è...-disse il fratello in un borbottio.
Dopodichè Alice sentì dei fruscii e immaginò che l'uomo stava passando il cordless ad Allison che dormiva alla sua destra.
Da quel pomeriggio di dodici anni prima quando Fred aveva scelto di restare a Seattle,non c'era stata mai una volta in cui si fosse pentito della sua scelta.
O almeno così aveva raccontato più volte ad Alice.
Dopo aver terminato gli studi presso la scuola di magia americana,frequentata anche da Allison,Fred si era preso qualche mese di tempo per decidere quale strada intraprendere,quale carriera scegliere.
Per mantenersi,e per non pesare troppo economicamente su Seamus e Rupert,si era trovato un lavoro come cameriere in un pub frequentato da maghi;i suoi turni erano quasi sempre quelli serali,il che significava più mance,ma anche più lavoro.
Ogni sera provava il desiderio di sdoppiarsi in tre per riuscire ad accontentare tutti i clienti,ma nonostante la fatica,ogni notte tornava a casa soddisfatto:il lavoro era pesante,certo,ma a lui iniziava a piacere.
In meno di un mese era diventato una figura di riferimento nel locale,ed aveva sviluppato una capacità tipica del lavoro che gli permetteva di prevedere il drink che gli sarebbe stato chiesto soltanto guardando in faccia la persona che si sedeva al bancone.
I mesi erano passati velocemente e dopo il primo anno,Fred capì quale sarebbe stata la sua strada:sarebbe diventato il proprietario di un proprio pub.
Ne aveva parlato con Allison,che alla fine della scuola intendeva andare all'università per approfondire la sua passione per Cura delle Creature Magiche,e lei lo aveva sostenuto fin da subito,anzi lo aveva accompagnato più volte alla ricerca del locale "perfetto".
Questi era stato trovato dai due in una ventosa mattina di marzo,dopo che Fred era stato costretto dalla compagna a fare il giro di tutti i negozi del centro;improvvisamente Allison si era fermata in mezzo al marciapiedi,lo sguardo fisso su una vetrina impolverata e sporca.
-E' questo!-aveva detto semplicemente al ragazzo.
Il locale,in un'ottima zona della città,si era rivelato nè troppo piccolo nè troppo grande,capace di "ospitare" duecento persone nonostante i mobili.
Con l'aiuto di una banca e dei suoi genitori Fred era riuscito a mettere in piedi il proprio locale l' "Hoover's" e nel giro di qualche mese aveva aperto.
Da allora erano passati nove anni e,nonostante la concorrenza,il locale non aveva mai avuto momenti di crisi:Fred era riuscito a saldare il proprio debito sia con i suoi genitori che con la banca e poteva affermare senza paura di smentita che ormai l' "Hoover's" era diventato un punto fermo di Seattle.
-Pronto?-
La voce parimenti assonnata di Allison portò Alice a maledirsi sotto voce per essere stata così inopportuna.
-Sono io-disse semplicemente.
-Ti rendi conto che sono le quattro e mezza di mattina?-le domandò l'amica.
-Ho rincontrato Luke!-spiattellò in un solo fiato.
Era certa che al solo sentire il nome dell'uomo Allison si sarebbe completamente svegliata e le avrebbe dedicato la propria attenzione.
Dall'altra parte della cornetta ci furono alcuni istanti di silenzio.
-Come?-si sentì chiedere proprio quando iniziava a temere che l'amica si fosse addormentata di nuovo.
-Ho incontrato Luke-ripetè ancora cercando di calmare il battito accellerato del proprio cuore.
Ma per quale accidenti di motivo aveva sempre le stesse reazioni quando pensava a lui?
Ci furono altri fruscii e graffi dentro la cornetta che le fecero immaginare che Allison si fosse alzata in piedi e stesse uscendo dalla camera da letto per non disturbare ulteriormente Fred.
-Quando è successo?-domandò Allison,con voce un pò più reattiva.
-Due giorni fa-
-E tu sei riuscita a stare due giorni senza chiamarmi?-le domandò leggermente ironica l'altra.
-Ho cercato di fare del mio meglio per calmarmi e rimettere tutto sotto la giusta ottica,ma come vedi non ci sono riuscita-ribattè scherzosa Alice.
-Dove...Come si siete visti?-
-Era nell ufficio di Justin!Ti rendi conto?Fra tutti gli studi di Londra doveva scegliere proprio il nostro!-esclamò frustrata passandosi una mano fra i capelli.
Allison mugugnò,segno che significava quasi sempre che stava assimilando la marea di informazioni che Alice le buttava addosso per cercarvi un senso logico.
Forse,pensò Alice,era il caso di rivelarle anche la notizia del matrimonio.
-Si stà per sposare-disse con una voce mesta che non riuscì a riconoscere come la propria.
Ci fu di nuovo silenzio dall'altra parte.
-Ho bisogno di una tazza di caffè-commentò poi l'altra.
Alice sbuffò indispettita.
-Ti pare questo il momento per un caffè?-la rimproverò.
-Sono le cinque del mattino,sono al telefono con te per risolvere questa crisi invece di essere a dormire,e mi chiedi se è il momento per un caffè?Come minimo me ne serve una caraffa-ribattè decisa Allison.
Alice si lasciò andare contro lo schienale morbido della poltrona:le stava davvero chiedendo troppo?Magari avrebbe dovuto richiamarla quando sarebbe stata più "reattiva"?
Ma che andava a pensare?Come avrebbe resistito fino al prossimo cnsulto "psichiatrico"?
-Si sposa con lei?-le domandò l'amica interrompendo i suoi ragionamenti.
Alice si limitò a mugugnare.
-Beh era il minimo!-la sentì commentare.
-Allie!-la rimproverò Alice sorpresa dalle sue parole.
-Scusami ma è la verità:personalmente mi sarei incazzata ancora di più sapendo che si sposava con un'altra-
Alice si ritrovò ad essere d'accordo con la cognata:il fatto che sposasse la Greengrass non la infastidiva,in fondo si trattava soltanto di un epilogo che prima o poi sarebbe arrivato.
Ma se avesse lasciato la donna senza neanche provare a cercarla a ricucire il loro rapporto, arrivando a sposare un'altra,allora sicuramente avrebbe sofferto di più...Sarebbe stata la dimostrazione che il loro "grande" amore,alla fine era soltanto un filarino fra due ragazzini.
-Te lo ha detto lui?-le domandò ancora Allison.
Alice scosse la testa,quasi la cognata potesse vederla.
-L'ho saputo tramite l'annuncio sul giornale-le rispose.
Allison mugugnò nella cornetta.
-Tipico di lui...Codardo fino in fondo-
-No,dai questo non è vero...Perchè avrebbe dovuto avvertirmi se non ci sentiamo da più di dieci anni?-ribattè la ragazza.
-E questo è proprio tipico di te:sempre pronto a difenderlo,sempre e comunque-continuò Allison.
Alice si morse la lingua per evitare di ribattere ancora e magari di peggiorare la situazione.
L'amica sospirò nel microfono e Alice si ritrovò a chiedersi cosa le fosse passato per la mente: la stava considerando la stessa ragazzina di sempre?
Oppure pensava che i tanti anni passati non avevano apportato nessun cambiamento,che alla fine Luke sarebbe sempre stato la sua nemesi,la sua spina nel fianco,anche di lì a quarant'anni.
-Ok,ora come siete rimasti?-le domandò Allison intromettendosi nei suoi pensieri.
-Abbiamo un accordo di lavoro:lui ha intenzione di ristrutturare la sua casa prima del matrimonio,quindi lavoreremo insieme per i prossimi quattro mesi-le spiegò con un tono leggermente professionale.
Per qualche istante ci fu silenzio dall'altra parte,silenzio che la portò ancora una volta a chiedersi che cosa pensasse Allison di tutta quella situazione.
Poi un pensiero la colpì:per quanto potesse esserle d'aiuto con i suoi consigli,la cognata non avrebbe mai capito fino in fondo che cosa si provava ad essere nella sua "situazione".
Non aveva mai amato tanto una persona per poi perderla in favore di un'altra donna;in quel campo lei era stata fortunata perchè il suo uomo l'aveva scelta,aveva deciso di passare il resto della sua vita con lei,riuscendo ad annullare tutte le possibili difficoltà che si frapponevano fra loro.
-Tu sei sicura di riuscire a farcela?-le chiese Allison,intrufolandosi per l'ennesima volta fra i suoi pensieri.
-Sono una professionista non te lo dimenticare...-le disse con un triste sorriso accennato.
-Eric che ne pensa?-le domandò ancora,cogliendola di sorpresa.
-Eric?-
-Sì,Eric,il tuo compagno,gli hai parlato di quest'incarico?Che ne pensa?-ripetè l'altra.
Colta in flagrante,Alice si morse il labbro inferiore,cercando in fretta una scusa decente che non suonasse banale alle orecchie della sua migliore amica,ma ovviamente,come sempre succedeva in quei casi,non le venne in mente niente.
-Non gliene hai ancora parlato vero?-
-Non ne ho avuto il tempo...E poi non mi sembrava il caso.
Del resto lui non sa quasi niente di Luke,perchè preoccuparlo inutilmente?-disse Alice, cercando quasi di autoconvincersi.
Il silenzio che ricevette in risposta conteneva più di un rimprovero.
-Avanti che c'è adesso?-le domandò infatti cercando di nascondere la propria irritazione.
-Sai che un rapporto di coppia si basa sulla fiducia?Come credi si sentirà Eric se venisse a scoprire di Luke?-le domandò.
-Non succederà,e poi non ingigantiamo le cose:non sta succedendo niente fra me e Luke,anzi lo devo aiutare a ristrutturare il suo nido d'amore!-ribattè ancora Alice.
Allison sospirò rumorosamente facendo fischiare il microfono e ancora una volta fra le due amiche ci fu silenzio per qualche istante.
-Promettimi solo che starai attenta...Non lasciare che ti faccia male di nuovo-le disse Allison a mezza voce.
Alice chiuse gli occhi si strizzò gli angoli con l'indice ed il pollice.
-Non sono masochista fino a questo punto tranquilla...Adesso torna a letto,ti ho assillato anche troppo per essere le prime ore dell'alba-
-Va bene.
Sta attenta mi raccomando-le disse ancora.
Alice sorrise e annuì.
-Buonanotte-la salutò.

 

Albus battè ripetutamente forti colpi sulla porta di ferro che aveva davanti.
Non aveva la minima idea di cosa ci facesse lì,o di come avesse fatto ad arrivarci.
Una volta uscito di casa era salito in macchina e aveva vagato a lungo,senza una meta cercando di cancellare dal suo cervello quello che era successo poche ore prima,sperando invano di zittire le voci di Rose,James e Scorpius,le loro risate...
Sisentiva pieno di rabbia e allo stesso tempo svuotato da ogni forza:come era potuta succedere una cosa simile?
Perchè non aveva fatto qualcosa per imperdire che quei tre idioti prendessero una decisione tanto assurda?
Sapeva benissimo perchè era rimasto in silenzio:non voleva essere additato come l'insensibile bastardo che impediva la realizzazione di un sogno,per quanto questo potesse suonare assurdo.
Ma alla fine riusciva anche a capire,a comprendere i motivi che avevano spinto Rose e James a prendere una decisione tanto sciocca:del resto non avrebbe fatto anche lui qualsiasi cosa pur di avere un figlio?
La vera ragione per cui era furioso era il comportamento di Scorpius.
Come aveva potuto prendere una decisione così importante,fare una scelta che avrebbe cambiato la vita di entrambi senza neanche prendersi del tempo per riflettere,per parlarne con lui?
Cazzo era il suo compagno da undici anni,aveva o no voce in capitolo?
A giudicare dal comportamento di Mr Malfoy la sua opinione valeva meno di niente.
Pieno di rabbia,tristezza e di risentimento,aveva fermato l'auto in un parcheggio,non sapendo bene cosa fare:doveva tornare a casa?
In quel momento era l'ultima cosa che voleva.
Ma dove andare?
Era troppo tardi per presentarsi da Lily e Dan,e poi non se la sentiva di essere sottoposto al fuoco di domande che sicuramente sua sorella gli avrebbe inflitto;e poi come avrebbe potuto spiegarle il motivo per cui ce l'aveva con Scorpius?
Poi si era ricordato di un particolare.
Aveva preso il cellulare dal cruscotto e aveva cercato un numero nella rubrica per poi attivare la comunicazione.
Era troppo tardi?
Lo avrebbe trovato in compagnia?
Proprio mentre stava decidendosi a riagganciare,aveva sentito una voce dall'altra parte della cornetta.
-Pronto?-
Deglutendo nervosamente,aveva chiuso gli occhi qualche secondo cercando il coraggio di parlare.
-Brian,ciao sono Albus-
In lontananza sentiva della musica,ma non eccesivamente alta come sarebbe stata in una discoteca.
-Guarda guarda che sorpresa...-aveva detto Brian.
-Spero di non disturbarti-aveva detto Al memore delle buone maniere.
-Affatto,che posso fare per te?-aveva domandata l'altro.
Albus aveva abbassato lo sguardo e aveva sospirato,poco convinto di quello che stava per chiedere:era davvero la cosa giusta?
-Ho bisogno di un posto dove stare questa notte-gli aveva detto sincero.
Ecco perchè si trovava lì a battere come un forsennato su quella porta metallica.
Brian non aveva fatto domande,gli aveva soltanto dato l'indirizzo del suo appartamento,in una zona elegante di Londra.
Trovandosi giù al portone aveva fatto per suonare,ma proprio in quel momento era uscito un azzimato signore con il suo barboncino e lui ne aveva approfittato per intrufolarsi.
Improvvisamente la porta scivolò sui cardini lasciando Albus interdetto.
L'uomo davanti a sè non era Brian:questi era alto quasi quanto lui,dai biondi capelli lunghi fino alle spalle,il volto magro caratterizzato dalle labbra carnose e dagli occhi azzurri.
-Mi scusi...Spero di non aver sbagliato appartamento-fece Al mortificato.
Il biondo accennò un sorriso,fulminandolo,e scosse la testa.
-Tu sei Albus,vero?-gli domandò con voce moderata e quasi armoniosa.
Al annuì.
L'altro si voltò verso l'interno dell'appartamento,dandogli leggermente le spalle.
-Brian è arrivato il tuo ospite!-disse alzando leggermente la voce.
Dopodichè si fece da parte per far passare Albus,che lo guardò senza capire e ricevette in risposta un altro sorriso,questa volta chiaramente divertito.
Fece due passi in quello che si rivelò essere un loft e subito il suo sguardo incontrò Brian:l'uomo era scalzo,indossava un paio di jeans con una camicia bianca completamente sbottonata che mostrava il petto muscoloso.
-Eccoti qui!-lo salutò.
-Sono capitato in un momento inopportuno?-domandò Al sentendosi terribilmente in imbarazzo.
Brian scosse la testa.
-Tranquillo,Justin se ne stava andando-disse lanciando uno sguardo al biondo che era ancora alle spalle di Al.
Al sentì chiaramente la risata accennata che l'uomo si lasciò scappare e si voltò giusto in tempo per cogliere un'ennesimo sorriso.
-Certo...Ci vediamo domani al bar come al solito.
Sempre se ne sarai in grado-aggiunse in tono malizioso.
Al si sentì andare a fuoco per l'imbarazzo:credeva che fosse lì per fare sesso?
Era l'ultima cosa che aveva in mente al momento!
Sentì uno scalpettio e pochi istanti dopo la prota scivolò di nuovo sui cardini,lasciandolo da solo con Brian.
-Non sono venuto per fare sesso con te!-disse deciso a mettere subito in chiaro le cose.
Brian lo fissò per qualche secondo sorpreso,poi le sue labbra si aprirono ad un ghigno ironico che fece rabbrividire Al.
-Beh peccato!-commentò-Hai intenzione di restare tutto il tempo con il cappotto indosso?-gli domandò poi prima di avviarsi verso la cucina.
Al non rispose,ma iniziò s spogliarsi,poggiando il cappotto e la sciarpa sul divano bianco a pochi passi da sè.
-Vuoi bere qualcosa?-gli domandò Brian continuando a dargli le spalle.
-Hai qualcosa di forte?-chiese a sua volta il moro avvicinandosi alla cucina.
Brian in silenzio prese due bicchieri e lì riempì con un liquido ambrato per metà bicchiere,poi si voltò e posò il bicchiere di Al su tavolo di metallo.
Questi osservò il contenuto del bicchiere con circospezione,per poi stringere le dita attorno al bicchiere e annusarne l'odore.
-Che cos'è?-domandò lanciando uno sguardo a Brian.
-Jim Beam-disse semplicemente l'altro prima di prendere un sorso dal proprio bicchiere.
Al lo fissò qualche altro secondo incerto,per poi portare a sua volta il bicchiere alle labbra e prendere un sorso.
Il liquido forte gli accarezzò le labbra e la gola,scendendo fin nello stomaco e soltanto allora Al sentì un piccolo fuoco bruciare dentro di sè.
-Tutto bene?Troppo forte per te-gli domandò Brian guardandolo con uno sguardo divertito.
-Affatto!-ribattè Al,mentendo spudoratamente.
L'altro annuì e si mosse verso il salotto,lasciandosi cadere sul divano bianco,tornando poi a posare lo sguardo sull'altro.
-Allora,qual'è il motivo che ti ha portato qui?-gli domandò prima di prendere un altro sorso.
-Ti dispiace se non ne parliamo?-gli domandò Al.
Aveva bisogno di evadere,di dimenticare i propri problemi,non di passare tutta la notte a sviscerarli;altrimenti sarebbe andato da Lily!
Brian lo fissò qualche secondo,quasi volesse trapassarlo con i suoi occhi nocciola prima di sogghignare di nuovo.
-Hai litigato con il tuo amante-decretò.
Come accidenti aveva fatto?
Sperando di non essere diventato viola e di non boccheggiare come un pesce rosso,Albus decise di passare all'attacco.
-Perchè invece non mi dici chi era il biondo che mi ha aperto la porta?-gli domandò.
Perchè gli aveva fatto quella domanda?Che diritto aveva di chiederglielo?
-E' Justin.
Il mio ex compagno-gli rispose l'altro senza problemi.
-Quello che stavi per sposare?-
Brian annuì.
-Wow!Dovevate fare una bella coppia...-commentò ricordando il fascino dell'uomo.
Poi improvvisamente un pensiero lo colse impreparato.
-Non è che ho interrotto qualcosa,vero?-gli domandò fissandolo.
L'altro scosse la testa.
-No,tranquillo...Quando hai chiamato avevamo già finito-rispose Brian terribilmente sincero.
Per l'ennesima volta,Albus si sentì andare a fuoco,odiandosi per quelle reazioni adolescenziali,e si tuffò nel proprio bicchiere bevendo un lungo sorso.
-Che c'è sei in imbarazzo?-gli domandò Brian prendendolo in giro.
Albus scosse la testa.
-E' solo che sono sorpreso:perchè vi siete separati se andate ancora a letto insieme?-gli domandò.
Brian lo fissò sorridendo in modo ironico e malizioso insieme,facendo accellare i battiti di Albus.
-Certe volte sembri uscito da un libro di favole,sai?
Due persone devono stare per forza insieme per scopare?-gli domandò diretto come al solito.
-Beh di norma dovrebbe essere così-ribattè l'altro.
-E dove sta scritto?
Io e Justin siamo grandi a letto,forse siamo i migliori,ma abbiamo troppe differenze,tanti problemi che non riusciamo a risolvere,quindi perchè rovinarci la vita a vicenda?Siamo amici, andiamo con chi più ci va,e se qualche volta vogliamo stare insieme non ci facciamo problemi-
-E l'amore?-gli domandò Al fissandolo con occhi tristi.
Brian si accorse del cambiamento nel suo sguardo e si chiese se avesse a ache fare con il suo discorso o per il motivo che lo aveva portato lì a quell'ora della sera.
-L'amore si è trasformato in amicizia...E' successa la stessa cosa anche a te Alby?-gli domandò coniando quel soprannome sul momento.
Al non si accorse del nomignolo,lo sguardo fisso sul parquet,mentre le dita giocherellavano con il bicchiere.
-No...E' diventato indifferenza-disse a mezza voce.
L'attimo dopo rialzò lo sguardo incontrando quello di Brian e accennò un sorriso triste.
-E io non me ne sono neanche accorto-aggiunse.
Per qualche istante ci fu silenzio mentre i due uomini erano impegnati a fissarsi l'un l'altro,poi Brian si passò una mano fra i capelli,un gesto fatto soltanto per scaricare la tensione.
-Se tu fossi mio Alby l'indifferenza sarebbe l'ultimo sentimento che mi susciteresti-
E Al capì che era vero:gli bastò guardarlo negli occhi.

 

Salve a tutti!!!!

Innanzitutto vi chiedo scusa x il mio ritardo,ma c'è una spiegazione e qst è la + ovvia di tutte,ovvero il lavoro.

Sto lavorando presso un asilo dalle 9.30 alle 15.30 tutti i giorni tranne il fine settimana,e a qst si aggiungono le ripetizioni di inglese e le altre incombenze solite,quindi alle volte sn tr stanca x mettermi davanti al pc o anke sl x raggruppare le idee.

Questo spiega anche perchè da mesi nn riesco a postare il nuovo capitolo di "History reapeting itself"(è scritto a metà,ma nn ho il tempo x finirlo).

Quindi vi ringrazio calorosamente x essere così pazienti con me... ^_^

Dunque,so che molti di voi vorranno uccidermi x qllo che sta succedendo fra Al e Scorpius(e x cm ho in mente il seguito,credo di dovermi guardare le spalle),ma fidatevi di me...potete farlo?

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di battitura o ortografia.

La frasi in corsivo all'inizio del capitolo è tratta da "Love will tear us apart" dei Joy Division.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Tanti auguri!!!!!!Anke se cn tremendo ritardo...Come avevo detto,in qst situzione Rose  e Jim hanno scelto di essere egoisti,in fondo si tratta della loro vita e di una delle scelte + importante cm coppia,cs x 1 volta hanno pensato di nn preoccuparsi d cosa avrebbero pensato gli altri...anke se gli altri nn sapranno molto di qst storia),Loux(Grazie x i complimenti!La mia decisione su Rose e James è puramente narrativa:fin dalla scorsa fiction avevo in mente qst cena e la scelta di Scorpius,quindi ho basato le loro scelte x arrivare a qst momento),Angel_SG(E' vero..Tutti pazzi x Scorpius!Sappiamo entrambe che se Mr.Kinney decide di sfoderare tt le sue armi seduttive su Al,il povero Potter nn ha scelta,in fondo diciamocelo,chi nn vorrebbe essere al suo posto???),JC(E' proprio vero,sembra che nn li possa vedere,invece sn i mei preferiti...),Little drachina(Una vagonata d problemi...posso assicurartelo fin da ora.Anke io lo vedrei bene cm genitore,e in effetti lui ha tt le carte in regola x essere un fantastico genitore,ma ancora nn lo sa;come al solito la vita dovrà aiutarlo ad aprire gli occhi),Sbubina(Scusa se ti ho fatto aspettare tanto,spero che il capitolo sia all'altezza dell'attesa),Lithien241(Eh già proprio il tuo Scorpius.Ti aspettavi che accettasse?Già ormai mi conosci sai che mi diverto a seminare zizzania prima di far tornare il "sereno",ma altrimenti sai che noia?),Elly(Io sn perfettamente d'accordo cn te sull'amore e sui figli,ma in qst storia i ns eroi sceglieranno una via un pò anticonvenzionale;del resto c sn tante coppie che nonostante desiderino tanto un figlio sn costrette a ricorrere a metodi alternativi),Kikka15(Finora abbiamo visto soltanto la paranoia di Alice,ma siamo sicuri che Luke sia rimasto del tutto indifferente alla ns biondina?).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox appuntamento,ma prima v lascio una foto di Brian,x farvi capire qnt sia difficile x il ns Potter resistergli....

http://wwbkd.com/photos/brian-kinney/brian-kinney-suit.jpg

"Love Affair"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Love affair ***


love affair

 

"Al nostro "per sempre"
E ai nostri "mai"
Alle dipendenze
Allo stile che ci rende
Noi
Io e te
Un futuro non c'è
Ma vedrai
Ci sarà "

-Pronto,studio "Lovegood & Johnson"-
Una voce impersonale,quasi meccanica aveva risposto alla sua telefonata,e per qualche istante Luke aveva sentito l'inspiegabile desiderio di attaccare,neanche fosse ancora un ragazzino o avesse fatto qualcosa di grave,ma poi dopo aver inghiottito il groppo che si era bloccato al centro della sua gola,aveva dischiuso le labbra sulla cornetta.
-Salve sono Lucas Zabini,vorrei fissare un appuntamento con Miss Weasley-disse cercando di dare alla propria voce un tono serio e professionale.
-Salve Mr Zabini,vuole parlare direttamente con Miss Weasley per l'appuntamento o vuole che sia io a fissarlo?-gli chiese ancora la donna.
Luke la immaginò seduta dietro la sua scrivania di mogano chiaro,magari poco distante dalla porta dell'ufficio di Alice,un'auricolare all'orecchio e le mani posate sulla tastiera o ferme sull'agenda in attesa di sapere cosa fare.
Parlare direttamente con Alice?Era una bella tentazione...In fondo non si erano scambiati più di cinquanta parole l'ultima volta che si erano visti,e voleva che quel velo di affettazione e di formalità cadesse prima del loro prossimo incontro.
Ma non se la sentiva ancora di parlare direttamente con lei.
-No,mi va bene anche lei-disse passandosi una mano sugli occhi chiusi vergognandosi di quella debolezza.
Perchè quando si trattava di Alice si comportava sempre come il peggiore dei vigliacchi??
Era colpa della donna oppure erano loro due che insieme non erano più capaci di rapportarsi?
-Le sarei molto grato se riuscisse a trovarmi un posto oggi stesso-aggiunse poi.
Non poteva aspettare oltre:aveva passato tre giorni d'inferno,pensando soltanto a quei brevi momenti,alle poche parole che si erano detti e a come si fosse sentito un'idiota nonostante tutto.
Doveva rivederla il prima possibile.
-Vediamo un pò...Le andrebbe bene l'ultimo appuntamento della giornata,magari verso le sette e mezza?-domandò cortese la segretaria.
-Sarebbe perfetto-
"Avrò tutto il tempo di pensare a qualcosa da dire"
Ringraziò la segretaria,la salutò e riagganciò.
Guardò l'orologio che aveva al polso destro:le undici.
Doveva trovarsi un diversivo per le prossime otto ore e mezza,altrimenti rischiava di passare tutto il giorno a camminare per il salotto facendo le prove su ciò che le avrebbe detto o su ciò che avrebbe fatto quando l'avrebbe vista.
Certamente non poteva occuparsi del suo lavoro,era talmente assente che non sarebbe riuscito a combinare niente...
Dopo un ultimo sguardo all'orologio,si alzò di scatto dalla poltrona e,dopo aver preso le chiavi di casa,si avviò verso la porta.
Sapeva esattamente dove andare.


Camminava immerso nei suoi pensieri in uno dei corridoi della scuola quando sentì una voce ripetere più volte il suo nome.
Si voltò e vide,a qualche metro di distanza da sè,Lane Hunter uno dei suoi studenti del terzo anno più dotati.
Albus si fermò al centro del corridoio e aspettò che il ragazzo lo raggiungesse:da quello che poteva osservare,Lane era leggermente più basso dei suoi coetanei,ma ugualmente atletico e robusto;con folti capelli neri che il ragazzo pettinava indietro con il gel lasciando scoperta la fronte e soprattutto gli occhi azzurri che spiccavano al centro del viso.
-Lane,cosa posso fare per te?-gli chiese quando il ragazzo fu a due passi da lui,facendo seguire alle parole un sorriso.
-Professore,devo chiederle un favore-disse senza preamboli fissandolo diretto in volto.
Al ricambiò il suo sguardo e restò in silenzio:quando gli studenti iniziavano un discorso in quel modo,voleva dire soltanto che non avevano avuto tempo di svolgere i compiti che aveva assegnato loro e avevano bisogno di più tempo.
-Ho bisogno di un altro paio di giorni per la tesina su "Jane Austen"-confermò infatti il ragazzo.
Al abbassò lo sguardo sulle proprie braccia conserte all'altezza del petto e accennò un nuovo sorriso.
-Sai qual'è la politica scolastica riguardo a questo...Inoltre la vita di Miss Austen non è poi così difficile da raccontare-gli disse tenendo sempre lo sguardo basso.
Sentì il respiro forte del ragazzo e riportò lo sguardo su di lui.
Lane annuì dandogli ragione.
-Lei ha perfettamente ragione,ma credevo lei potesse aiutarmi vista la mia situazione...-rispose il ragazzo.
Albus restò in silenzio,non sapendo bene come comportarsi,diviso fra la voglia di aiutare il ragazzo e la consapevolezza di dover applicare le regole.
Alla fine sospirò e fissò istante ancora il ragazzo in silenzio,prima di dischiudere le labbra.
-Ok,facciamo così:tu consegnerai il compito insieme ai tuoi compagni,l'ultima cosa che voglio è che pensino che faccia dei favoritismi.
Alla fine della lezione,ti riconsegnerò il compito,ma ti avverto:ti do soltanto due giorni per completarlo,e poi non accetterò scuse-gli disse con voce decisa.
Lane sorrise chiaramente sollevato e annuì in un gesto quasi militare.
-Le prometto che rispetterò i termini.
Grazie mille professor Potter-aggiunse prima di correre via superandolo nel corridoio.
Al si voltò,seguendo con lo sguardo la figura di Lane che correndo sparì velocemente dalla sua visuale:aveva fatto male ad essere troppo tenero?
Ma del resto come avrebbe potuto mostrarsi impassibile dopo tutto vquello che quel ragazzo aveva passato negli ultimi mesi?
Era già tanto che non avesse abbandonato la scuola per unirsi ad una banda di sbandati...
Prima che il suo cervello riuscisse a staccarsi da quei pensieri,due braccia caddero quasi a peso morto sulle sue spalle,portando con sè il peso dell'intero corpo e Al non ebbe neanche bisogno di guardare alle sue spalle per capire chi fosse.
Gli bastò che l'odore di dopobarba gli accarezzasse le narici per capire di chi si trattasse.
-Stai cercando di sedurmi?-domandò continuando a guardare fisso davanti a sè.
-Ci riuscirei?-chiese la voce calda e sicura di Brian,troppo vicina al suo orecchio destro.
Al sorrise e voltandosi finalmente per incontrare lo sguardo dell'altro,scosse la testa.
-Come immaginavo-commentò il moro,sistemandoglisi al fianco,lasciandogli però un braccio sulle spalle.
Si incamminarono così fra gli studenti e per qualche secondo restarono in silenzio:dopo quella sera in cui Albus si era presentato a casa di Brian in cerca di un posto dove passare la notte, nessuno dei due aveva affrontato più l'argomento.
Brian non gli aveva mai chiesto cosa lo avesse portato lì quella sera,nè Al ne aveva fatto più parola:quella mattina,dopo averlo ringraziato per l'ospitalità,si erano salutati serenamente come se fosse normale per loro separarsi la mattina di buon'ora,e quando si erano rivisti al lavoro avevano continuato a far finta che non fosse successo niente.
La stessa scena si era ripetuta poco dopo,quado Al era tornato a casa,trovando Scorpius seduto al tavolo della cucina,con una tazza di caffè davanti a sè ed il giornale fra le mani:il biondo aveva alzato lo sguardo dal giornale quando aveva sentito il rumore dei passi che si avvicinavano alla cucina e gli aveva chiesto dove avesse passato la notte e quando Al aveva risposto che aveva dormito da Lily,questi gli aveva lanciato uno strano sguardo.
Era certo che Scorpius non gli avesse creduto,ma fino a quel momento non aveva fatto ancora nessuna domanda,nè aveva cercato di affrontare i loro problemi.
Al non aveva la minima idea di dove quel comportamento li avrebbe portati,nè per quanto tempo avrebbero potuto continuare così,ma non aveva la minima intenzione di cedere per primo o di cercare un compromesso.
-Sai ho deciso una cosa-gli disse Brian riscuotendolo.
Per tutto il tempo aveva continuato a tenergli il braccio sulle spalle ed insieme si erano diretti verso l'aula di Albus,fermandosi pochi passi prima dell'uscio.
-Cosa?Di non mischiare più gli alcolici?-fece Al scherzosamente.
-Ormai dovresti conoscermi:sai che questa è una promessa che non vale la pena fare...Non la manterrei.
No,ho deciso che questa sera voglio farti conoscere i miei amici-gli disse.
Al si fermò e,di conseguenza,Brian fu costretto a fare lo stesso.
-Come scusa?-chiese Albus cercando di non mostrare il sorriso divertito che sentiva premere sulle labbra.
Come al solito quell'uomo cercava sempre un modo nuovo per sfotterlo,e divertirsi alle sue spalle.
Brian,un espressione seria in volto,annuì.
-Ti ricordi Justin?Quello che ti ha aperto la porta?
Ecco lui è un gran pettegolo,come tutti i gay,e non ha perso occasione per raccontare di te ai nostri amici comuni ed ora questi mi stanno rompendo le palle perchè vogliono conoscerti-spiegò brevemente Brian.
-Voglio conoscere me?-chiese ancora incredulo Albus.
-E chi altri sennò?La fottuta fata turchina?-gli domandò scoccandogli un sorriso ironico che portò il cuore di Albus a saltare un battito.
Il moro restò in silenzio,incerto sul da farsi:che significato aveva quell'invito?
Brian stava cercando di rimorchiarlo e aveva chiesto l'aiuto dei suoi amici?
A vederlo,però,non sembrava il tipo che aveva bisogno di aiuto per convincere un uomo a infilarsi nel suo letto.
-Ma io e te non stiamo insieme...-gli disse a mezza voce,come per mettere in chiaro quel punto sia con sè stesso che con Brian.
Questi ghignò maliziosamente e si succhiò il labbro inferiore per qualche secondo,restando in silenzio,gli occhi fissi su di lui.
-Io non sono un tipo da fidanzati,al contrario di te...-rimarcò-Allora verrai?-gli chiese senza lasciar liberi gli occhi verdi dell'altro.
Albus si passò una mano fra i capelli,cercando di riflettere velocemente.
Era curioso,doveva ammetterlo:lui non aveva mai avuto una comitiva di amici gay,qualcuno con cui parlare liberamente senza aver paura che l'interlocutore resti scandalizzato o imbarazzato per i suoi racconti.
Le sue uniche compagnie erano Lily e Scorpius...
Già Scorpius...Che scusa avrebbe trovato?-
-E che dico a Scorpius?-domandò rialzando lo sguardo su Brian ed incontrando di nuovo i suoi occhi castani.
L'altro alzò le spalle.
-Dì la scusa più vecchia del mondo:un impegno di lavoro-gli consigliò.
Al annuì e,proprio in quel momento,il suono della campanella segnò l'inizio delle lezioni.
-Allora verrai?-gli domandò Brian,senza accennare a muoversi.
Al gli lanciò uno sguardo veloce,prima di alzare le spalle:ma si al diavolo!
In fondo che c'era di male in una serata fra "amici"?
-D'accordo,mi ha convinto.
A che ora?-gli domandò accennando un sorriso.
Brian ricambiò il suo sorriso con uno dei suoi migliori ghigni maliziosi e gli posò una mano sulla spalla sinistra.
-Ci vediamo alle sette e mezza a casa mia.
Non fare tardi,altrimenti rompono i coglioni a me!-gli disse prima di avviarsi velocemente dalla parte opposta del corridoio.
Al lo fissò qualche secondo,cercando di mettere a tacere quella vocina fastidiosa che continuava a chiedergli se aveva fatto la cosa giusta.
Per una volta voleva pensare solo a sè stesso.

 

Da quando Scorpius aveva deciso di aiutarli nel loro progetto di avere un bambino erano passati soltanto tre giorni,ma a giudicare dall'atmosfera rilassata e serena che si respirava fra Rose e James,sembrava che la crisi fosse passata del tutto.
Marito e moglie sembravano essere tornati due adolescenti:entrambi avevano piccole attenzioni per l'altro,fossero queste la colazione al letto o un piccolo mazzo di margherite di ritorno dal lavoro;inoltre avevano smesso di litigare per la minima cosa e grazie a quest'atmosfera idilliaca anche la loro vita sessuale sembrava godere di nuova linfa.
Sia James che Rose non riuscivano a credere a ciò che sarebbe successo a breve:l'idea che presto,forse più presto di quanto pensavano,sarebbero riusciti a realizzare il loro sogno,li rendeva felici ed allegri,quasi fastidiosi.
Furono queste le sensazioni che provò Ronald quando,quel pomeriggio passò dal fratello preoccupato dal fatto che non aveva sue notizie dall'ultima volta che gli era piombato a casa completamente sconvolto.
Dovette bussare più volte al campanello e quando finalmente James gli aprì la porta,Ronald notò che aveva i capelli più sconvolti del solito e che la camicia era male abbottonata.
-Ronald!Che sorpresa-lo salutò il fratello,facendosi da parte per farlo entrare.
-Sono capitato in un brutto momento?-gli domandò-Magari ho interrotto qualcosa?-aggiunse con un sorrisetto divertito ad incurvargli le labbra.
James scosse la testa,abbassando lo sguardo come faceva sempre quando era imbarazzato.
-No,ma come ti viene in mente una cosa del genere?-gli domandò voltandosi poi verso Ronald, la mano destra ancora stretta attorno alla maniglia.
-La camicia-gli disse il fratello,indicandola,cercando di non ridere.
James abbassò lo sguardo e non appena si accorse che i bottoni erano nelle asole sbagliate, portò le mani a slacciare la camicia.
Ronnie,rise e si avviò verso il salotto,seguito ad un passo dal padrone di casa.
-Vedo che le cose vanno molto meglio dall'ultima volta che ci siamo visti-gli disse sedendosi su uno dei braccioli del divano.
James,che nel frattempo aveva finito di sistemare la camicia,si fermò a pochi passi da lui e dopo qualche tentennamento,annuì,un grande sorriso ad accompagnare il gesto.
-Diciamo che le cose vanno meglio ora-confermò.
Ronald sorrise.
La notizia lo rendeva davvero felice:oltre ad essere suo fratello,Jim era il suo migliore amico, inoltre voleva bene a Rose e sapere che non se la stessero passando bene,che il loro matrimonio fosse infelice,lo rattristava.
-Quindi siete riusciti a risolvere quel problema?-chiese ancora,non sapendo bene quali parole usare.
Erano due adulti,due uomini adulti,ma c'era sempre stato un argomento tabù fra di loro,ovvero  i figli e le gravidanze.
Ronald aveva sempre avuto l'impressione che Jim non lo avesse mai veramente perdonato per averlo tagliato fuori quando aveva saputo della prima gravidanza di Rebecca:nonostante i rapporti fra loro fossero tesi e le ripetute motivazioni con cui aveva cercato di spiegare il suo comportamento,era certo che il fratello gli serbasse ancora rancore per quella confidenza mancata malgrado gli anni passati.
Inoltre durante quei dieci anni,vista la promessa che Jim e Rose avevano fatto ai loro genitori,quell'argomento era sempre stato un campo minato.
Quindi Ronald si sorprese non poco quando un sorriso incurvò le labbra di James,prima che questi si passasse una mano sul retro del collo,poco sotto l'attaccatura dei capelli,in modo rilassato e sereno.
-Diciamo che ci stiamo adoperando per risolverlo...Avevi ragione tu,sai?-aggiunse puntandogli addosso il suo sguardo.
Ronnie alzò gli occhi ed incontrò quelli del fratello,restando per qualche secondo interdetto dalle sue parole:in cosa aveva avuto ragione?
-In fondo la soluzione era facile,era proprio lì davanti a noi...Adesso mi chiedo come abbiamo fatto tutto questo tempo a non vederla-continuò James.
Il rosso annuì,concordando con le sue parole,abbassando lo sguardo.
-Beh è un sollievo-commentò sinceramente sollevato.
James,che non aveva mai smesso di guardare il fratello,alzò un sopracciglio,incuriosito dalle sue parole,ma Ronald scosse la testa.
Lui e Rebecca avevano deciso di parlare della terza gravidanza a tutti i fratelli alla colazione mensile che si sarebbe svolta di lì a due giorni.
-Per la storia di Lily e tutto il resto...-disse sviando l'attenzione di James dalle sue parole.
Il moro annuì e sorrise nuovamente.
-Hai ragione,ora sarà decisamente tutto più facile-commentò.
Ronald puntò lo sguardo ancora una volta sul volto del fratello e si domandò dove avesse trovato tutta quella calma e quella pace che sembrava averlo invaso:pochi giorni fa sembrava pronto a mandare tutto all'aria,ed ora era lì che sorrideva neanche fosse un cretino.
Accennando un sorrisetto ironico per i suoi stessi pensieri,Ronald si alzò e fece un passo in avanti verso il fratello.
-Sarà meglio che vada...Così potrete riprendere da dove avete interrotto-aggiunse ironico.
James rise e scosse la testa,prima di poggiargli una mano sulla spalla sinistra e accompagnarlo all'ingresso.
-Ci sarete per la colazione sabato?-domandò Jim,sempre un passo dietro il fratello.
-Sai che Rebecca le adora!Non se ne perderebbe una,anche a costo di presentarsi con la febbre alta- commentò voltandosi verso il fratello e,contemporaneamente,stringendo la maniglia della porta d'ingresso nella mano sinistra.
James sorrise.
-Allora ci vediamo sabato-

 

Fin da quando erano bambini,era facile per Scorpius capire se c'era qualcosa che preoccupava o rattristava Luke.
Contrariamente a quanto si poteva dire di sè,l'amico era facile da decifrare,o almeno così pensava Scorpius.
Non c'era stata volta in cui,guardandolo in faccia,non aveva capito cosa gli passasse per la testa:riusciva ad individuare il suo stato d'animo,da un sospiro,addirittura da uno sguardo.
Era quel genere di complicità che ogni amicizia sviluppa con il tempo,grazie a mille segreti condivisi,ai giorni passati gomito a gomito fra quattro mura e che ti portavano a considerare l'altro non più come un semplice amico ma quasi come un fratello.
Quando,dopo aver aperto la porta,lo aveva visto entrare a passo di carica in casa,diretto verso il salotto,aveva capito subito che c'era qualcosa che non andava.
-Che ti è successo?Sei venuto qui a lamentarti della tua mogliettina?-gli domandò,pregustandosi già gli innumerevoli sfottò che avrebbe fatto all'indirizzo di Mandy,seguendolo nel salotto.
Luke si lasciò cadere a peso morto e si allentò la cravatta,slacciando i primi due bottoni della camicia.
-Hai qualcosa da bere?-gli domandò senza rispondere alla sua domanda.
-Dipende da quello che vuoi-rispose l'altro,fermo al fianco della poltrona,lo sguardo in basso verso l'amico.
Sicuramente c'etrava una donna:se fosse stata qualche grana al lavoro non sarebbe stato così nervoso,al contrario avrebbe cominciato ad imprecare fin dal primo istante in cui metteva piede dentro casa.
-Qualcosa di forte,che mi stordisca-fece Luke.
-Non è neanche l'una del pomeriggio-gli fece notare Scorpius.
-Da quando sei diventato così rompiballe?-lo ribrottò l'altro.
-Da quando irrompi in casa mia e mi disturbi mentre sto lavorando!-rispose l'altro con lo stesso tono.
Luke si lasciò andare ad un suono sarcastico,tornando a guardare davanti a sè.
-Ah già,dimenticavo...Ho interrotto la creazione di un nuovo capolavoro!-lo schernì.
Dopo averlo fulminato con lo sguardo,Scorpius si avvicinò al mobile dei liquori e prese l'intera bottiglia di scotch,inseme con uno dei perfetti bicchieri di vetro smerigliato che facevano bella mostra di sè sul mobiletto e,dopo essere tornato sui propri passi,li lasciò cadere entrambi sulle ginocchia di Luke.
-Affogati!-
Luke gli lanciò uno sguardo veloce,prima di posarlo sulla bottiglia;lentamente riempì per metà il bicchiere e poi dopo aver ripetuto quel gesto una seconda volta,tornò a guardare l'amico che,immobile neanche una statua,era seduto rigido sul divano bianco,una sigaretta fra le dita della mano sinistra.
Era veramente incazzato...Forse era meglio cercare di rimediare,se non voleva essere incenerito sul momento.
Posò ai suoi piedi la bottiglia e si schiarì la gola.
-Tu frequenti spesso i Weasley?-gli domandò prendendo alla larga l'argomento.
A quella domanda gli occhi di Scorpius furono subito su di lui,chiaramente curiosi;visto quello che era successo con Alice in passato,avevano fatto un muto patto:data la nuova vita di Scorpius con i Potter,era evidente che la sua strada si sarebbe incrociata con quella di Alice ma,in tutti quegli anni,aveva sempre evitato di fare il suo nome o anche di nominarla per caso.
Sapeva che anche solo fare il suo nome avrebbe portato a delle domande,e l'ultima cosa che voleva era essere trascinato di nuovo in quell'inferno che era stata la relazione fra Luke e Alice negli ultimi mesi.
Scorpius sapeva cosa leggere fra le righe di quella domanda:quanto spesso gli capitava di incontrare Alice?
Non molto spesso,pensò fra sè e sè.
Nonostante fossero cugini,figli di due fratelli,il clan Potter aveva familiarizzato di più con i figli di Ron ed Hermione,forse anche grazie all'unione di James e Rose,creando quasi un clan esclusivo che estraniava un pò gli altri parenti.
Naturalmente erano affettuosi con gli altri cugini,ma non c'era la stessa spigliatezza e intimità.
Cosa sapeva di Alice?
Che era una bella donna,questo poteva riconoscerlo anche lui.
Inoltre sapeva che era una professionista affermata nel suo campo e che era felicemente fidanzata da quasi quattro anni con Eric,che Scorpius riteneva un uomo affidabile simpatico e alla mano...ma forse questo era meglio non dirlo a Luke,almeno per il momento.
-Certo,è inevitabile!Rose è sposata con James,te lo sei dimenticato?-gli disse sviando accuratamente l'argomento.
Luke annuì,sporgendosi in avanti quel tanto che bastava per permettergli di posare le braccia sulle ginocchia.
-Già è vero...Ma non ti capita mai di vedere gli altri parenti?Magari durante le feste...-
-Viene al punto Luke-disse diretto il biondo,fissandolo con i suoi occhi glaciali.
Era inutile continuare a girarci intorno.
Luke lo guardò per pochi secondi per poi sospirare:ok forse era meglio giocare a carte scoperte.
-Ti ricordi che l'altro giorno ti ho detto di avere un'appuntamento con un architetto?-gli disse continuando a divagare.
-Vagamente-fece l'altro.
Luke annuì.
-Forse ne hai sentito parlare: si chiamano "Lovegood & Johnson"-gli disse portando di nuovo lo sguardo sul volto dell'amico per carpire ogni suo cambiamento d'espressione.
Capì subito di aver colpito nel segno:Scorpius si irrigidì e per un brevissimo istante socchiuse gli occhi,mormorando una bestemmia fra sè e sè.
-Cazzo...-
-Già...-
-Dannazione!Londra è piena di studi d'archittettura,possibile che sei andato a scegliere proprio quello più sbagliato?-fece Scorpius,dopo aver dato un tiro alla sua sigaretta.
-Credi che ci sono andato apposta?Mandy ne aveva sentito parlare da una sua amica e non ha fatto che rompermi l'anima con questa storia finchè non ho ceduto...-gli raccontò.
-Ti prego risparmiami-commentò il biondo mischiando le parole al fumo.
-Fanculo!-
Il silenzio calò fra i due amici,dando ad uno il tempo per riprendersi dalla novità e all'altro per recuperare il coraggio necessario per andare avanti con le domande.
-L'hai vista?-le domandò Scorpius precedendolo e sorprendendolo.
Luke si limitò ad annuire.
-Ho appuntamento con lei questa sera per discutere i lavori per la casa-gli disse poi.
Scorpius aggrottò un sopracciglio,colpito da quelle parole.
-Come?Credo di non aver capito bene-gli disse puntandogli addosso i suoi occhi indagatori.
Luke,per nulla spaventato,ricambiò il suo sguardo ed annuì.
-Si occuperà dei lavori di ristrutturazione della casa in vista del matrimonio-confermò.
Dalle labbra sottili di Scorpius uscì un suono ironico.
-Ma si può sapere che vi prende a tutti e due?Siete due masochisti per caso?-gli domandò.
Possibile che Luke non vedesse quanto fosse pericolosa quella situazione?Era davvero così idiota da voler rivivere di nuovo tutti i problemi,il dolore e la rabbia di dieci anni prima?
Oppure l'aveva creata apposta?Magari,incurante delle consequenze voleva lo stesso passare del tempo con Alice.
Quel pensiero lo colpì neanche un freccia conficcata nel cervello:possibile che dopo dieci anni...
No,impossibile!
O sì?
-No,non si tratta di questo...Voglio soltanto passare un pò di tempo con lei,sapere cosa ha fatto in questi dieci anni-fece l'amico.
Era la verità:voleva davvero quelle cose.
Ma c'era qualcosa di impalpabile,qualcosa che ancora non aveva un nome,che non poteva spiegare all'amico...
Voleva essere certo che lei stesse bene,che la sua vita fosse andata avanti malgrado il modo in cui era finita la loro storia,che era felice e che...che l'odio non le aveva fatto dimenticare tutto quello che avevano significato l'uno per l'altra.
-Questo posso dirtelo io-ribattè Scorpius.
Magari poteva fare una prova...Vedere le reazioni di Luke...
-La vuoi smettere?Che cazzo ti prende?-gli domandò infastidito dal comportamento dell'amico.
-Vuoi portartela a letto?-gli domandò senza rispondere alla sua domanda.
Luke restò in silenzio.
-Avanti!Vuoi farmi credere che non ci hai ancora fatto un pensierino...E' da quando aveva tredici anni che speri di scopartela,ora che ne hai l'occasione approfittane!-lo esortò.
-Falla finita!-lo rimbrottò l'amico.
Per quale motivo Scorpius stava cercando di farlo incazzare?
-Perchè scusa?L'hai vista no?E' uno schianto!E' molto meglio di quando aveva tredici anni,e sicuramente ora ha molta più esperienza,ha avuto tutto il tempo per imparare-continuò imperterrito il biondo.
-La pianti?-disse infastidito Luke.
-Magari se ti giochi le tue carte puoi andare in buca anche stasera...-
-PIANTALA!CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA!-scattò Luke alzandosi in piedi senza neanche accorgersene,lo sguardo fiammeggiante sul volto dell'amico.
Scorpius lo fissò con il suo sguardo inespressivo e,lentamente,un ghigno ironico distese gli distese le labbra sottili.
Proprio come aveva immaginato.
-Dopo tutti questi anni?Wow,questa sì che si chiama fedeltà-commentò ironico.
Luke sostenne il suo sguardo per qualche altro secondo,poi un sospiro uscì a stento dalle sue labbra strette e,stanco,il moro chiuse gli occhi.
Possibile che non potesse nascondere niente a quel bastardo?

 

Durante il tragitto che lo portava a casa dal liceo,Albus non aveva fatto altro che ripassare la "parte" a memoria per essere pronto quando si sarebbe trovato di fronte a Scorpius.
Gli avrebbe detto che quella sera avrebbe avuto una cena a casa di Sandy,una cena di lavoro, per aggiornarla sui nuovi sviluppi e pettegolezzi della scuola.
Ma quando era tornato a casa,aveva trovato il compagno nel suo studio,immerso nel lavoro, e quando si era affacciato sulla porta della stanza per salutarlo e per informarlo,questi aveva alzato soltanto pochi istanti la testa dal portatile,giusto il tempo necessario per registrare l' informazione,prima di ritornare al suo lavoro.
Nonostante fosse rattristato dalla mancanza di interesse che Scorpius mostrava nei suoi confronti,Al si era riscosso cancellando quei pensieri tristi dalla mente e si era diretto verso il bagno per fare una doccia veloce.
Aveva deciso che niente doveva rovinargli quella serata speciale e così sarebbe stato.
Sotto la doccia si era ritrovato a pensare che quella sarebbe stata la prima volta,in tutta la sua vita,che sarebbe uscito con un'intera comitiva di gay;finora la sua cerchia di amici era stata formata esclusivamente dalla sua famiglia,dai colleghi del liceo e dai colleghi di Scorpius e nessuno di loro era,almeno dichiaratamente,gay.
Quella sera sarebbe stata la sua "prima volta" e,malgrado non sapesse cosa aspettarsi,era eccitato per la novità.
Indossò un paio di jeans neri che gli fasciavano perfettamente le gambe muscolose ed i fianchi,ed una camicia color vinaccia che faceva risaltare ancora di più il colore della sua pelle pallida.
Evitò di perdere tempo dietro ai suoi capelli e si limitò a spazzolarli un paio di volte prima di dichiarare persa la battaglia,poi indossò la giacca di pelle nera che Lily e Dan gli avevano regalato lo scorso natale,prese il portafogli le chiavi di casa,quelle della macchina, e si avvicinò alla porta di casa.
Prima di aprirla,però si voltò e guardò su verso le scale che collegavano i due piani della casa.
-Sy io vado!-lo salutò.
Restò immobile,in completo silenzio,in attesa di sentire anche il più piccolo rumore:gli sarebbe bastato poco,anche lo scricchiolio di una delle assi del pavimento per correre di sopra dal compagno e dimenticarsi dell'appuntamento.
Ma tutto quello che sentì fu soltanto il più assoluto silenzio così,con una smorfia amara ad incorniciargli le labbra,girò la maniglia e aprì la porta.
Non gli ci volle molto per arrivare a casa di Brian;stupidamente aveva pensato che i due appartamenti fossero distanti l'uno dall'altro,ma quando fermò la macchina sotto il caseggiato dell'altro si accorse che non aveva impiegato più di venti minuti ad arrivare.
Suonò al campanello e restò in attesa,la schiena appoggiata al corrimano verde che costeggiava i tre gradini dell'entrata.
-Accidenti tu sì che sai che vuol dire puntualità!-disse una voce.
Albus girò la testa verso la voce e sorrise vedendo il collega,fermo davanti alla porta.
Brian era...sesso ambulante.
Dei jeans neri di pelle gli modellavano il corpo senza lasciare niente all'immaginazione,anzi facendogli intuire che sotto quei pantaloni non c'era nessun'intimo,una t-shirt senza maniche bianca faceva capolino fra i tre bottoni sbottonati di una camicia,sempre bianca.
I capelli erano sparati in aria con il gel ad arte,evitando così che la pettinatura fosse volgare o infantile.
A completare il tutto,un cappotto nero,lungo fino alle ginocchia che l'uomo aveva lasciato aperto.
Immediata arrivò la reazione del corpo di Al alla vista dell'uomo:il cuore gli schizzò in gola e inziò a battere più velocemente facendogli sentire i suoi battiti nelle orecchie,i palmi delle mani divennero umidi e,indipendente dalla sua volontà,un'accenno di erezione fece la sua comparsa nei boxer.
Sotto il suo sguardo,Brian sogghignò.
-Cosa?-chiese Albus,schiarendosi poi la gola quando sentì la voce uscirgli stridula.
-Credevo avessi un marito a casa-disse continuando a guardarlo.
-E' così-confermò lui.
-Allora perchè ti sei vestito come il secondo gay più sexy di tutta Londra?-gli domandò scendendo i gradini e fermandosi accanto a lui.
Al aggrottò la fronte e lo guardò per qualche secondo.
-Perchè il secondo?-gli domandò piccato.
Cosa gli mancava per essere il numero uno?
-Beh il più sexy sono io-rispose con voce ovvia Brian.
Al lo fissò per due secondi,prima di far uscire dalle labbra uno sbuffo divertito e scuotere la testa.
-Forza andiamo,altrimenti non la smetteranno più di rompere le palle-gli disse poi mettendogli un braccio sulle spalle.
Quando quei gesti erano diventati abitudinari,normali fra di loro?
-Vuoi andare con due macchine?-gli chiese fermandosi dopo aver fatto un passo.
L'altro scosse la testa.
-No,ma guido io...Non sopporto di stare dalla parte del passeggero-gli spiegò.
Al alzò le spalle prima di dargli le chiavi della macchina.
Per alcuni minuti,dopo aver messo in moto la macchina,entrambi gli uomini restarono in silenzio:Brian era concentrato sulla guida e Al era perso dietro i suoi pensieri.
Iniziava ad essere agitato per quello che lo aspettava:non conosceva quelle persone,e se si fosse trovato a disagio o li avrebbe trovati antipatici?
O peggio:e se lui non fosse piaciuto a loro?
-Come sono i tuoi amici?-chiese voltandosi leggermente vero Brian.
-Alieni a tre teste...Che cazzo di domanda è?-fece l'altro ironico.
Al tornò a voltarsi e fissò lo sguardo sulla strada davanti a sè:in fondo era stupido fargli quella domanda,di lì a poco li avrebbe conosciuti.
-Non siamo un gruppo ben definito,anzi ancora adesso non so dirti come abbiamo fatto a rimanere amici tanto tempo.
Prima ho conosciuto Micheal:eravamo due ragazzini,dovevamo avere dieci undici anni al massimo-iniziò a dire Brian cogliendolo di sorpresa.
Al tornò a voltarsi verso di lui e lo fissò.
-Poi è arrivata Lindsay,che nonostante sia una lesbica non è niente male,e pian piano sono arrivati Ted,Emmett,Melanie,che è il marito di Lindsay.
Siamo noi il nucleo,i "fondatori" di questo gruppo,gli ultimi arrivati sono stati Blake,la mogliettina di Ted,Ben che è sposato con Micheal e Justin-continuò.
-Il tuo quasi marito-commentò accennando un sorriso Albus.
-Semmai moglie!-rettificò Brian lanciandogli uno sguardo veloce prima di tornare a guardare la strada.
Al sorrise.
-Cosa sanno di me?Cioè sanno che...-si ritrovò a chiedere curioso.
-Che sei piombato a casa mia all'una di notte?Sì.
Quindi danno per scontato che abbiamo scopato-gli disse.
Al si lasciò cadere all'indietro contro il sedile e gemette sconfortato.
-Beh è normale con la mia reputazione-gli fece notare lui.
-Ma io ho un compagno!-gli ricordò Al.
Brian sospirò.
Ormai erano arrivati nelle vicinanze del locale,Brian si accorse di un parcheggio poco distante ed iniziò le manovre di parcheggio.
Solo quando ebbe parcheggiato e spense la macchina,si decise a voltarsi verso di lui e ad incontrare il suo sguardo.
-Cambia qualcosa?-
Dopodichè si voltò e aprì la portiera della macchina,imitato da un ammutolito Albus.
Lo vide fare il giro della macchiana per venire verso di lui e lo vide tendergli le chiavi,che prese distrattamente:c'era una domanda che gli frullava per la testa...
-Tanto per sapere:quale sarebbe la tua reputazione?-gli chiese voltando lo sguardo verso l'amico.
Ma non ebbe bisogno di nessuna risposta;gli bastò osservare gli sguardi che Brian attirò e quanti uomini si voltarono a guardargli il culo.
-Lascia perdere ho capito-mugugnò.
Brian ghignò e tornò a posargli un braccio sulle spalle,stringendolo contro di sè.
-Non essere geloso Alby,stasera sono tutto tuo-gli disse avvicinando le labbra all'orecchio destro.
E quasi volesse avvalorare le sue parole,gli posò un baciò sulla guancia destra che fece partire un brivido lungo la schiena di Al.
Ad un primo sguardo il locale, il "Revolver" gli sembrò la versione babbana del "Babylon",ma Al si rese conto di non avere un ampio metro di giudizio,in fondo quello era soltanto il secondo locale gay in cui andava in tutta la sua vita.
-Ci sei mai stato qui?-gli chiese Brian aprendo la porta ed entrando.
Albus scosse la testa,attirandosi lo sguardo sorpreso dell'altro.
-Te l'ho detto non esco molto la sera-ibattè lui.
L'amico ghignò addentrandosi nel locale.
-E' proprio vero che il matrimonio è la tomba del divertimento-commentò.
-Smettila!E poi io non sono sposato!-ribattè Albus.
Perchè aveva sentito il dovere di precisarlo?
Un uomo di media statura,con radi capelli castani passò a pochi metri da loro attirando l'attenzione di Brian.
-Ehi Theodore!-
Questi si voltò e individuatili fra la folla venne loro incontro;per tutto il tempo che impiegarono a fare i pochi metri che li dividevano,Albus sentì su di sè lo sguardo curioso:era cominciata l'ispezione.
A sua volta Al lanciò uno sguardo veloce al volto dell'uomo notando gli occhi castani dal taglio orientale,il naso dritto e le labbra sottili.
-Eccovi!Pensavamo aveste deciso di darci buca-disse l'uomo rivolto verso Brian.
-Sai come si dice:prima il dovere e poi il piacere-fece l'altro.
-E da quando tu segui questa filosofia di vita?-gli chiese l'uomo.
-Sta zitto Theodore!-ribattè Brian secco.
Per nulla seccato o offeso,l'uomo si voltò verso Al e gli sorrise,tendendogli la mano sinistra,libera dalla bottiglia di birra.
-Tu devi essere il famoso Albus,io sono Ted.Piacere-gli disse in tono affabile.
Al accennò un sorriso e gli strinse la mano.
-Ti prego chiamami Al.E' un piacere anche per me conoscerti-gli disse sincero.
-Sei da solo?-si intromise Brian guardandosi intorno fra la folla.
-Scherzi?Gli altri sono laggiù-disse indicando un punto lontano nel locale-Nessuno sarebbe mancato a questa serata-commentò ironico.
Brian gli fece una smorfia.
-Davvero molto divertente.Avanti facci strada-aggiunse poi.
Fin da quelle prime battute,Al si accorse che al contrario di come succedeva fra lui ed i suoi amici,dove c'era un rapporto di parità,lì era Brian che "aveva il comando",o per lo meno così si poteva dire nell'amicizia con Ted.
Seguirono l'uomo verso un'angolo nascosto del locale dove,ad un tavolo,cinque uomini e due donne erano impegnati in una rumorosa chiacchierata.
-Guardate chi ho rimorchiato sulla pista-disse Ted al gruppo.
Sette teste si voltarono verso di loro e,quasi subito partì la giostra dei saluti e degli abbracci:con la cosa dell'occhio,Al registrò il bacio a fior di labbra che Brian scambiò con un uomo dai capelli neri tagliati a spazzola,con il biondino che ricordava chiamarsi Justin e con una donna dal caschetto biondo,limitandosi a salutare gli altri con un cenno della testa.
-Ragazzi lui è Albus-disse poi rivolto a tutto il gruppo presentandolo.
-Accidenti ti ricordi ancora il suo nome-commentò una donna dai capelli castani che le arrivavano fino alle orecchie.
-E' già un grande passo avanti-fece concorde Ted prima di bere un sorso dalla sua bottiglia.
-Beh non poteva certo dimenticarlo,lavorano nello stesso liceo-aggiunse l'uomo dai capelli neri a spazzola.
Terribilmente imbarazzato,Al restò in silenzio,non sapendo cosa fare o dire per uscire da quella situazione di empasse,quando improvvisamente sentì due braccia avvolgere le sue spalle e un torace posarsi contro la sua schiena.
Voltò leggermente la testa verso sinistra e incontrò due occhi neri che lo fissarono rassicuranti.
-Non dargli ascolto tesoro...Sono solo gelose perchè nessuno di loro,escluso Justin ovviamente, è riuscito a portarsi a letto Brian-gli disse scoccandogli un sorriso.
Al ricambiò il sorriso.
-Io sono Al-gli disse.
-Emmett.Piacere di conoscerti tesoro-tornò a posargli il torace contro la schiena-loro invece sono Micheal,Ben,Blake,Ted,Lindsay,Melanie e Justin-disse facendo le presentazioni.
-Noi ci siamo già conosciuti-disse il biondo lanciando uno sguardo divertito verso Brian.
-Già...Anzi mi dispiace per essere piombato da Brian così all'improvviso-fece Al sentendo le guance andare a fuoco al ricordo di quella sera.
Per fortuna le luci del locale mascherarono l'effetto del suo imbarazzo.
Tutti si presentarono e,dopo che Brian e Al si furono tolti i cappotti,Micheal fu spedito al bancone per prendere una birra ed un Jim Beam.
Quando fu di ritorno Al si era già perfettamente inserito nel gruppo di amici,dimenticando l'ansia e la paura che l'avevano tenuto in ostaggio fino a pochi minuti prima di entrare nel locale.
Dopo alcuni minuti,aveva scoperto che mentre Ben e Lindsay erano loro stessi insegnanti,lui universitario lei di storia dell'arte in un liceo,Melanie era un avvocato;Emmett invece era un wedding planner piuttosto affermato,così come Justin che,dopo la scuola d'arte era diventato un artista molto quotato al punto da avere una propria galleria;Ted invece era un contabile,mentre Blake era un assistente presso un centro di recupero per alcool e droga,ed infine c'era Micheal che possedeva un negozio di fumetti.
-Brian questo ragazzo è dolcissimo,dove lo hai scovato?-domandò Lindasy,la donna dai capelli biondi.
-Dentro l'uovo di pasqua.E' la mia sorpresa di quest'anno-rispose l'altro ironico.
Melanie mugugnò.
-Tesoro promettimi che non ti lascerai traviare da questo buzzurro-gli disse posando una mano sul polso sinistro di Al.
Il moro sorrise e scosse la testa.
-Non credo sia possibile-fece Al,cercando di difendere l'amico.
-Da quanto lo conosci?-chiese Ted.
-Qualche settimana-
-Allora i germi Kinney hanno appena cominciato a fare effetto,fra poco diventerai come lui...- scherzò Micheal.
Al accennò una risata.
-Fanculo Mike!Adesso ti ci metti anche tu?-disse Brian seccato.
-Andiamo!Da quando sei diventato permaloso?-chiese Micheal con un sorriso divertito sulle labbra.
-Lo è sempre stato;altrimenti che "drama queen" sarebbe?-si intromise Melanie.
-Meglio essere una drama queen che un camionista come te-ribattè Brian.
Osservandoli Al capì che quello era un copione già scritto,il loro modo di essere amici e,in un certo senso,si sentì felice che gli avessero permesso di farne parte,anche solo per una sera.
-Hai detto di essere un professore di letteratura,vero?-gli chiese Ben facendogli riportare l'attenzione al gruppo.
Al annuì prima di prendere un sorso dalla sua pinta di Guinness.
-Quindi ti capita spesso di avere a che fare con ragazzi svogliati e totalmente disinteressati a quello che stai dicendo?-gli domandò ancora.
Al sorrise:istantaneo alla memoria gli era tornato il ricordo di quando lui e Scorpius avevano iniziato le ripetizioni.
Era lampante che il giovane Malfoy non voleva trovarsi lì con lui...Pensare adesso a cosa avevano portato quelle ripetizioni lo riempiva di tenerezza e allo stesso tempo di tristezza.
Annuì,cercando di liberarsi di quel senso di malinconia.
Ben si voltò verso Micheal e vide che l'uomo aveva seguito la loro conversazione.
-Sarebbe perfetto per Hunter-disse infatti questi.
-Vorreste mandarlo in pasto a quel teppista?-chiese Brian.
-Brian piantala!Hunter non è un teppista,lo sai!E' solo un adolescente!-ribattè Micheal con fermezza.
Al aggrottò la fronte guardando ora Brian ora Micheal.
-Chi è Hunter?-chiese in un momento di silenzio.
-Nostro figlio-rispose Ben.
Quelle parole lo colpirono neanche una stilettata.
Perchè anche quando cercava di godersi una tranquilla serata il discorso tornava sempre ai bambini?
-Ha sedici anni ed è un teppista!-commentò Brian.
-La vuoi piantare?-lo rimbrottò di nuovo Micheal-Per te è facile parlare:Gus ha soltanto quattro anni!Voglio vedere che farai quando sarà grande-
-Gli regalerò una scatola di preservativi e gli parlerò dei piaceri del sesso omosessuale-rispose pacato Brian.
-Sì come no...Credi veramente che te lo lascerei fare?-chiese Lindsay intromettendosi nel grande discorso.
-Non metterti a fare la bacchettona:i privilegi di avere un padre gay e una madre lesbica sono proprio questi.
Libertà assoluta e mancanza di assurdi stereotipi-commentò Brian guardando l'amica.
Mentre il discorso andava avanti,Al si ritrovò ad essere sempre più distaccato,quasi un fumo grigio lo stesse avvolgendo separandolo dal resto della compagnia.
Aveva serrato entrambi le mani a pugno e,senza che se ne accorgesse si era trovato a serrare la mascella cercando di contenere una rabbia che era nata inaspettatamente.
-Scusatemi-
Nello stesso istante in cui quella singola parola uscì dalle sue labbra,schizzò in piedi allontanandosi velocemente dal tavolo e facendosi largo fra la folla per arrivare all'uscita.
Aprì la porta del locale e si tuffò in strada,facendo qualche passo verso destra costeggiando ancora il locale,senza neanche guardare dove stava andando.
Cosa c'era di sbagliato in lui?
Perchè tutti sulla faccia della terra,etero e omosessuali sembravano impegnati a ripopolare il mondo e lui era costretto a restare in un angolo a guardare?
Era arrabbiato,no peggio,era incazzato!
Poche volte nella sua vita si era sentito così impotente e furioso.
-Al...-
La voce alle sue spalle lo fece voltare e si ritrovò faccia a faccia con Brian.
-Va tutto bene Alby?-gli domandò fissandolo con aria attenta.
Al sbuffò dalle narici e scosse la testa.
-No,non va bene affatto-
-Che succede?I ragazzi hanno detto qualcosa che ti ha infastidito?-gli chiese ancora il moro.
Al scosse ancora la testa,prima di allontanarsi i capelli dalla fronte.
-Tu hai un figlio-
Brian lo guardò sorpreso da quelle parole e annuì.
-E così anche Ben e Micheal-continuò.
Di nuovo l'altro annuì.
Una risata amara uscì dalle labbra di Al,facendo aggrottare la fronte di Brian.
-Tu hai un figlio,Ben e Micheal hanno un figlio,mia sorella è incinta,mio fratello ha due figli e probabilmente non si fermerà qui,ed infine il mio amatissimo fratellino...-disse con la voce più risentita che l'altro gli avesse mai sentito finora-Che ha rovinato la mia vita-aggiunse a mezza voce.
Al fissò per qualche secondo il marciapiede,non sapendo come gestire la rabbia che sentiva dentro.
Quando rialzò lo sguardo si accorse distrattamente che Brian era più vicino.
-Ti si è risvegliato il desiderio di maternità?-chiese stuzzicandolo Brian.
-Fanculo!-
-Magari più tardi.Qual'è il vero problema qui?-domandò ancora l'uomo.
Al sospirò.
-Non potresti capire-mormorò.
Brian fece un altro passo e si ritrovò davanti a lui,pochi metri a separarli e,volendo annullare del tutto quella distanza,allungò un braccio e gli accarezzò i capelli sconvolti.
-Mettimi alla prova-
Al fissò i suoi occhi castani qualche secondo prima di tornare ad abbassare lo sguardo.
-Mio fratello ha chiesto al mio compagno di aiutarlo ad avere un figlio...e lui ha accettato-disse riassumendo al minimo la storia.
-E allora?Qual'è il problema?-gli chiese Brian cercando di capire cosa infastidisse così tanto Al.
-Qual'è il problema?Vediamo un pò:che lui abbia accettato,che non mi abbia consultato affatto prima di prendere questa decisione,che da undici anni continui a dirmi che non vuole fare una famiglia con me,non lo so scegli tu!-disse rialzando la voce.
Brian affondò lo sguardo nei suoi occhi smeraldini e restò qualche istante in silenzio,prima di poggiare entrambe le braccia sulle spalle del ragazzo.
-E' per questo che hai accettato il mio invito questa sera?Per ripicca?-gli chiese con voce seria.
Al ricambiò il suo sguardo e dopo qualche incertezza decise di essere sincero.
-In parte.
L'ho fatto soprattutto perchè volevo passare una serata senza pensieri,con gente nuova...E poi perchè mi andava di vederti-aggiunse quasi fosse una motivazione marginale.
Sapeva che non doveva dirlo,che quelle parole potevano essere male interpretate,ma perchè mentire?
Il silenzio che si creò fra di loro sembrò cristallizzarsi,isolandoli dai passanti,ma durò soltanto pochi secondi prima che,inaspettatamente,le labbra di Brian si posarono sulle sue.

 

 

Salve a tutti!!!!

Come state?Mi volete ancora bene dopo questo capitolo?

So che vi aspettavate di vedere l'incontro fra Luke e Alice,ma ho preferito spostarlo nel prox capitolo perchè sn ancora indecisa su qllo che succederà fra di loro(ho varie idee),ma v prometto che l'attesa sarà ripagata...

Nel frattempo:Albus e  Scorpius.

I nostri sembrano sempre di + due pianeti discordanti,ma l'indifferenza ed il mutismo nn possono certo durare in eterno,cs sta x arrivare il momento di un chiarimento,almeno del primo di una lunga serie.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia.

Il titolo del capitolo è preso da una canzone omonima dei Baustelle,mentre la frase in corsivo è tratta da "Cin Cin" sempre dei Baustelle.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Ti fidi ancora di me,vero?Anke se nn sai tutte le mie intenzioni,sai che questa è solo la prima fase del processo "Svegliamo Scorpius".Il nostro biondino ha iniziato a subodorare qlcsa,ma nel prox capitolo c sarà un primo match...Preparati!),Kikka15(Sono curiosa di sentire la tua idea sulla voce nel telefono!Per quanto riguarda Al e Scorpius siamo solo all'inizio,ma visti i presupposti,allora tira davvero aria di tempesta...),Lotti_(Quello che Al sta attraversando nn è ancora molto chiaro,anche se lui ha cercato di spiegarlo a Brian,ma ha tutto l'aspetto di un rifiuto,e cm vedremo + avanti si scaglierà nn sl contro Scorpius;quindi in qst periodo di confusione,è normale che lui veda in Brian la sola persona "normale" che conosce,indipendentemente dal fatto che Brian stia cercando di portarselo a letto...P.S.Sai che ormai ho anche io lo stesso problema?Adoravo "Il Mago di oz" ed ora nn riesco + a guardarlo senza ridacchiare cm una deficiente!),Angel_SG(Sn contenta di averti risollevato un pò il morale!Nn è contro Dan,ma è qlcs che lo riguarda personalmente e che ovviamente coinvolgerà anche Lily;hai ragione:Jim e Rose sn stati davvero ignoranti chiedendo a Sy di essere il loro donatore senza neanche parlarne prima cn Albus,ma cm ho detto + volte qst volta hanno deciso di essere egoisti,senza accorgersi di essere davvero tr egoisti),Luthien241(Eh già,l'ho scelta apposta cs da far capire ai neofiti cm mai Brian sia "l'uomo che tutti vogliono".Dai sn curiosa di sapere a chi avevi pensato:chi è x te la voce nel telefono?),Misfatta88(Si dice che dp la pioggia viene sempre il sereno...uff allora noi dovremmo aspettare il passaggio dei monsoni prima di rivedere uno spiraglio di luce fra le nuvole...),Moon9292(Benvenuta!E grazie x i complimenti!Ti prometto che farò del mio meglio, anxi sn sicura che x cm ho in mente la storia alla fine sarai ancora + innamorata di qst coppia).

Bene x il momento è tt,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Breakfast at Potter's"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Breakfast at Potter's ***


Non era la prima volta che le succedeva.
Durante i primi tempi della sua partenza da Hogwarts,tutte le mattine l'immagine di Luke era davanti ai suoi occhi.
Per un brevissimo istante lo vedeva davanti a sè,mentre era ancora con la testa sul cuscino,quasi come se lui volesse farle compagnia nonostante la lontananza,anche soltanto per pochi istanti.
Bastava un battito di palpebre per far scomparire la sua immagine e riportala alla realtà.
Non aveva mai immaginato che,dopo sei anni dall'ultima volta che le era capitato,l'immagine di Luke sarebbe tornata a "farle visita".
Ma non aveva mai neanche creduto di rincontrarlo.
Sapeva che la sua era una convinzione sciocca e quasi infantile,ma del resto vivevano a Londra,una città con milioni di persone in cui era facile perdersi di vista,come poteva immaginare che le loro strade si sarebbero incontrate di nuovo?
Sbattè le palpebre e l'immagine di Luke,dell'uomo adulto che poco aveva del ragazzo che aveva amato,sparì.
Con un sospiro Alice si rigirò nel letto,chiedendosi perchè non era altrettanto facile farlo sparire dalla sua vita.
Di certo non le sarebbe bastato un battito di ciglia...Ma in fondo era quello che voleva?
Ripensò alla serata precedente,ai loro discorsi,al comportamento dell'uomo e al suo,e si chiese e farlo sparire di nuovo dalla sua vita era quello che veramente voleva.
Luke era fidanzato,stava per sposarsi,e anche lei aveva accanto un uomo che l'amava e che se solo glielo avesse chiesto l'avrebbe sposata quello stesso giorno.
Ma Eric non sarebbe mai stato Luke.
"Ricordo ancora quali sono le nostre stelle"
Non poteva negare che quelle parole le avevano fatto piacere,che le avevano fatto scendere un brivido lungo la schiena.
Aveva pensato per anni che lui l'avesse rimossa completamente dalla sua vita,quasi non si fossero mai incontrati,invece quella frase le aveva dimostrato il contrario.
Ma del resto sapevache non poteva fidarsi delle parole di Luke:già in passato l'avevano fatta sentire al settimo cielo,facendole toccare una felicità che non aveva mai pensato esistesse per poi farla scontrare con la realtà.
Se una storia è troppo bella per essere vera,allora non era reale.
Abbracciò il cuscino e cercò ancora una volta di allontanare il pensiero di Luke,di iniziare una nuova giornata come tante altre prima del loro nuovo incontro.
Ma non riusciva a dimenticare la sera precedente...


Quando aveva sentito bussare alla porta del suo ufficio non aveva avuto dubbi su chi si trattasse.
-Avanti-aveva detto cercando di dare un tono fermo alla sua voce.
Era stata in tensione tutto il giorno chiedendosi cosa sarebbe successo una volta che fossero rimasti soli,facendo mille idee e ipotesi che lei stessa riteneva assurde.
Si era imposta di sembrare indifferente,di trattarlo come uno dei tanti clienti per cui lavorava:era una professionista,una delle migliori e non poteva permettersi di mostrarsi vulnerabile o impacciata.
Era soltanto lavoro.
Restò con lo sguardo sulla porta osservandola mentre si apriva e lui comparve sulla soglia,poi lanciò un velocissimo sguardo all'orologio che era sulla sua scrivania:le sette e mezza precise.
In perfetto orario.
-Ciao-l'aveva salutata lui,ancora fermo sulla porta,le lunghe braccia che ricadevano sui fianchi.
Alice aveva alzato di nuovo lo sguardo sul suo viso e immediatamente si era accorta che era in imbarazzo:avrebbe fatto bene a sfruttare quel vantaggio.
-Ciao-aveva detto-Accomodati-aggiunse indicandogli una delle sedie oltre la scrivania.
Nel breve lasso di tempo,pochi secondi,che servirono a Luke per entrare,chiudere la porta alle proprie spalle e sedersi sulla sedia,Alice lo scrutò:era cambiato,non era più il ragazzo che conosceva.
Era chiaramente diventato uomo.
A giudicare dal taglio elegante del vestito grigio,aveva mantenuto intatto l'amore per le cose costose ed eleganti;tutto in lui mostrava un accuratezza nei particolari,a cominciare dalle unghie curate per finire alla massa di capelli neri ricci tenuti sotto controllo dal gel.
Osservò la barba simmetrica che gli copriva il mento e che si congiungeva alle basette,la pelle color dell'ebano liscia e senza la minima imperfezione.
Quell'uomo avrebbe fatto invidia a molte molte donne per la sua bellezza...
Soltanto quando si fu seduto di fronte a lei,Alice si azzardò ad incontrare il suo sguardo:i suoi occhi erano gli stessi,verdi e brillanti come un tempo.
Quante volte quegli occhi l'avevano guardata con amore?
Scacciò quel pensiero dalla sua mente e rimase in silenzio alcuni istanti,non sapendo bene cosa dire per cominciare il discorso.
Luke aveva acavallato le gambe e si era lasciato andare contro lo schienale della sedia,in attesa.
Sarebbero potuti rimanere in silenzio per ore,lo sapevano entrambi,ma Alice ricordò a sè stessa di essere una professionista.
"E' solo lavoro!"ricordò a sè stessa.
-Credo che le congratulazioni siano d'obbligo-gli disse con voce calma e controllata.
Luke la fissò,chiaramente sorpreso da quella frase,poi lei lo vide rilassarsi e accennare un sorriso.
Uno di quei sorrisi maliziosi che le aveva indirizzato spesso e che le facevano tremare le gambe.
-Non fra di noi...Sappiamo entrambi che avrei evitato questo matrimonio ancora per molto tempo se ne avessi avuto l'opportunità-le disse,giocando la carta della sincerità.
Alice restò immobile,in silenzio.
-Di solito quando si tratta di queste cose,i mariti dileguano e lasciano fare tutto alle mogli-gli disse sinceramente curiosa del perchè fosse lui ad occuparsi della ristrutturazione della casa.
-Oh beh,Mandy non è una donna come tutte le altre...E' completamente coinvolta nel suo lavoro,da non poter dedicare tempo prezioso a sciocchezze simili-le spiegò.
Mandy...Sentirlo pronunciare il nome di quella che sarebbe diventata sua moglie di lì a poco le fece uno strano effetto:prima di allora non lo aveva mai fatto.
Ma ora le cose erano diverse...Tutto era diverso.
I loro occhi si incontrarono per qualche secondo,facendo sentire di nuovo ad Alice quel calore che credeva dimenticato.
Soltanto Luke sapeva come farla sentire a disagio soltanto per uno sguardo...
-Avete già in mente qualche idea?-gli domandò,usando il prurale di proposito per ricordare a sè stessa per la millesima volta qual'era il motivo che li aveva fatti rincontrare.
Un sorriso accennato le incurvò le labbra per poi sparire velocemente,quando si accorse di averlo colto di sorpresa ancora una volta.
-No,nessuna-rispose.
-Vuoi che ti mostri qualcuno dei miei lavori,così magari ti fai un idea di come lavoro?-gli domandò allungando d'istinto la mano sulla scrivania per prendere alcuni dei bozzetti su cui aveva lavorato quella mattina.
Ma si bloccò quando lo vide scuotere la testa.
Lo fissò incredula e questa volta toccò a lui sorridere.
-Non importa.
Ti lascio piena libertà-le disse.
-Come scusa?-
Luke la fissò in volto,cercando le parole giuste per spiegarle ciò che l'aveva spinto a prendere quella decisione.
-Tu mi conosci,sai quali sono i miei gusti e sono sicuro che farai un ottimo lavoro-le disse seriamente convinto di quello che diceva.
Alice alzò un sopracciglio,colta del tutto impreparata da quelle parole.
Nessuno dei suoi clienti le aveva mai detto una cosa simile,neanche Rose le aveva lasciato libertà assoluta quando si era occupata della sua casa!
Perchè?
-Hai dimenticato Mandy...E se i miei gusti entrassero in contrasto con i suoi?So per esperienza che le future spose sanno essere molto suscettibili-gli fece notare ricordando ad entrambi la presenza di una terza persona.
Dell'eterno terzo incomodo,anche se questa volta la situazione si era capovolta:ora l'intrusa era lei.
Luke le scoccò uno mezzo sorriso ironico prima di cercare i suoi occhi.
-Te l'ho detto,lei non da importanza a queste cose...E poi io mi fido di te-aggiunse senza allontanare gli occhi dai suoi.
Alice serrò le labbra,quasi volesse impedire a quelle parole di attecchire dentro di lei e far crescere di nuovo la speranza.
Annuì con un gesto quasi militare e prese fra le mani la propria agenda.
-Prima di prendere qualsiasi decisione devo vedere la casa.
Ho dato un'occhiata ai progetti di Justin...-
-Justin?-chiese l'uomo colpito da quel nome.
Lei annuì di nuovo ed alzò gli occhi su di lui;capì subito che quel nome gli era famigliare,che aveva fatto suonare un allarme nel cervello dell'uomo.
In fondo per mesi lo aveva considerato la sua nemesi,l'amante da sconfiggere.
-Quel Justin?-domandò infatti.
Ancora una volta lei annuì:non gli aveva mai spiegato il vero legame che c'era fra lei e Justin, non ne aveva avuto il tempo,e non lo avrebbe certamente fatto ora.
Poteva credere quello che voleva,ormai non le interessava più.
Ma come aveva fatto a non notare il collegamento quando li aveva visti nellostesso studio,pochi giorni prima?
-Come ti stavo dicendo,ho visto i progetti di Justin,ma ho bisogno di vedere com'è realmente la casa,i muri i pavimenti,per sapere come posso muovermi...
Di solito gli appuntamenti li prende la mia segretaria,ma se per te va bene possiamo fare mercoledì mattina,magari verso le undici-disse rialzando lo sguardo sul suo viso e accorgendosi che la sua mente era altrove.
-Hai sentito quello che ho detto?-
-Perchè lavori con lui?-le domandò rialzando lo sguardo su di lei.
Lei fece uno sbuffo ironico e si lasciò andare all'indietro sulla sedia.
-Perchè non dovrei?-gli domandò lei a sua volta.
Forse non sapeva cosa rispondere o forse non voleva litigare la prima volta che si rincontravano dopo anni,ma Luke restò in silenzio,così Alice decise di far cadere l'argomento e tornò a prendere l'agenda.
-Allora ti va bene mercoledì alle undici?-gli chiese di nuovo.
L'uomo annuì.
-Quindi...tu e lui avete continuato a vedervi per tutti questi anni-
Alice richiuse l'agenda e lo guardò in silenzio:riusciva quasi a vedere che collegamenti stava facendo la sua mente in quel momento:lei e Justin lavoravano insieme,erano insieme dopo tutto questo tempo,quindi dovevano per forza essere una coppia.
-E' un amico di famiglia,era inevitabile-gli disse senza concedergli altre informazioni.
Luke annuì di nuovo,quasi stesse incamerando le sue parole.
-Capisco...-disse a mezza bocca.
Dopodichè il suo sguardo si posò sull'orologio che aveva al polso sinistro e,datogli un'occhiata veloce,tornò a guardarla.
-Beh sarà meglio che vada...Ti ho trattenuto anche troppo-le disse alzandosi in piedi.
Alice seguì il suo esempio e uscì da dietro la scrivania per accompagnarlo alla porta.
-Allora come funziona,ci vediamo qui oppure direttamente alla casa nuova?-le domandò stranamente impacciato mentre si avviava verso la porta.
Cercando di trattenere un sorriso divertito Alice lo seguì.
-Vediamoci direttamente lì alle undici...Mi sembra stupido fare avanti e indietro fra lo studio e il tuo appartamento-
Improvvisamente Luke si voltò,cogliendola di sorpresa:ora erano faccia a faccia e Alice potè vedere chiaramente la confusione che aleggiava sul volto dell'uomo.
Alice,non sapendo cosa dire o cosa fare,restò immobile in attesa che fosse lui a parlare.
Sentiva il suo sguardo fisso su di sè,quasi volesse marchiarla o farle riprovare di nuovo le sensazioni di un tempo.
-Io non ho dimenticato...-disse poi.
Qualsiasi cosa avesse detto sarebbe stata causa di problemi,lo sapeva,quindi Alice preferì continuare a tacere.
Perchè si divertiva a torturarla?Perchè non poteva comportarsi in modo adulto e maturo come stava cercando di fare lei fin da quando lui aveva messo piede nel suo ufficio?
Che senso aveva rivangare il loro passato?
-Ricordo ancora quali sono le nostre stelle-
Il cuore di Alice perse un battito.
Anche lei le ricordava:riusciva ancora ad individuarle in mezzo alla volta celeste nonostante la sua scarsa conoscenza di astronomia.
Ma riportare a galla quei ricordi non avrebbe cambiato niente...
-Si è fatto tardi,è ora che tu vada-gli disse con la voce più calma e controllata che riuscì ad avere.
Luke la guardò qualche altro secondo prima di annuire e voltarsi di nuovo verso la porta.
-A mercoledì-la salutò.
L'attimo dopo era sparito.


Improvvisamente le telefonate erano cessate.
Al loro posto erano iniziate le lettere.
Una al giorno,alle volte anche due.
Tutte indirizzate a Daniel che puntualmente si rifiutava di aprirle e le bruciava subito dopo aver visto il mittente.
Lily non era mai riuscita ad intercettarne una,anche per colpa dei gufi che le beccavano le dita ogni volta che tentava di prendere una lettera al posto del marito.
Era stato inutile anche chiedere spiegazioni a Dan:l'unica volta in cui aveva provato a farlo si era sentita rispondere che erano lettere di un vecchio compagno di Accademia che lui non aveva intenzione di rincontrare.
Dan non era mai stato capace di mentire,almeno non con lei,quindi Lily aveva capito subito che quella era una bugia.
Così la lite fu inevitabile quando,si stavano preparando per la colazione da Albus, era stata recapitata l'ennesima lettera.
-Un giorno ti deciderai a dirmi cosa mi nascondi?-gli chiese lei cercando di non caricare il tono di voce con la rabbia che provava.
Verso Dan,il suo silenzio,quella lettera e anche verso il dannato gufo che l'aveva consegnata e che ora era appollaiato sul suo armadio in attesa.
Lui aveva bruciato anche quella busta davanti a lei,quasi volesse dimostrarle che non c'era nessun segreto,e poi aveva alzato lo sguardo su di lei.
-Non ti sto nascondendo nulla-
Un suono ironico era uscito dalle labbra di Lily prima che,con un movimento aggraziato si avvicinasse al comò per prendere la spazzola.
Dallo specchio riusciva a vedere la figura di suo marito,i suoi occhi fissi su di lei,ma dopo un veloce sguardo allontanò gli occhi.
-Lily...-iniziò Daniel.
-Credi che io sia stupida?-gli domandò voltandosi verso di lui con le spalle rivolte verso il mobile,la spazzola ancora stretta nella mano sinistra.
-Non l'ho mai pensato-rispose lui.
-Allora non trattarmi come se lo fossi.
Lo so che sta succedendo qualcosa,lo capirei anche se non ci fossero le telefonate e le lettere...-
-Ti ho spiegato già che...-ribattè lui.
-Cosa?Che sono tutte di un tuo vecchio amico?Beh è davvero troppo insistente per essere un semplice amico-lo interruppe ancora Lily.
Non le piaceva la piega che stava prendendo quella conversazione,non era così che si era immaginata quella scena,ma ovviamente non poteva negare che tutta quell'insistenza,unita alle telefonate mute ogni volta che era lei a rispondere le avevano fatto venire qualche dubbio,l' avevano portata a farsi delle domande.
Il volto di Daniel si cristallizzò in una smorfia di rimprovero:era chiaro che avesse capito le insinuazioni nascoste nelle parole della moglie.
-Che vorresti dire con questo?-le domandò infatti con voce dura.
Lily sostenne qualche istante il suo sguardo prima di girarsi leggermente verso il comò e posarvi sopra la spazzola.
Era meglio lasciar perdere,far cadere l'argomento:avevano un appuntamento con i suoi fratelli e l'ultima cosa che voleva era far capire a tutti che lei e Daniel erano nel bel mezzo di una lite.
-Sarà meglio andare o rischiamo di...-disse senza guardarlo.
-Che volevi dire?-ripetè con lo stesso tono duro Daniel,muovendosi verso di lei.
Sospirando profondamente Lily alzò la testa e fissò il volto del marito,sostenendo il suo sguardo.
-Quelle lettere sono di una donna,lo so,è inutile che continuiamo a raccontarci bugie...-
-Perchè non me lo chiedi?-la incalzò Daniel.
-E' cominciato tutto quando ti ho detto di essere incinta...-gli disse ancora lei,in confusione.
-Perchè non mi chiedi se preso dal panico ho iniziato a scopare in giro?-le chiese ancora.
Lily lo fissò qualche secondo in volto senza trovare il coraggio per dare una risposta:saèpeva che non lo aveva fatto.
Conosceva Daniel fin da quando erano ragazzi,era l'uomo che aveva sposato e il padre di suo figlio...Lo conosceva e sapeva che non avrebbe mai potuto farle una cosa del genere.
Ma non riuscì a dirglielo.
Abbassò lo sguardo e sospirò.
-Stiamo facendo tardi...Sai che Al non sopportase arriviamo in ritardo-gli disse senza guardarlo.
Per qualche minuto sentì ancora su di sè lo sguardo iroso di Daniel,ma l'uomo non disse più nulla.
Si allontanò da lei e le voltò le spalle,uscendo dalla camera da letto con pochi lunghi passi, lasciandola da sola con le sue paure e le sue domande.

 

Non aveva idea di che ore fossero,ma istintivamente sapeva che era tardi.
Si mosse leggermente sul materasso mandando il braccio a scontrarsi contro un mobile che non ricordava mai esserci stato.
Da quando dormiva a destra?
E come mai riusciva a sentire fin in camera da letto il rumore della caffettiera e delle tazze,quando la sua cucina era al piano di sotto?
Aprì lentamente gli occhi e per qualche istante la sua vista fu annebbiata:unita alla gola secca e al leggero mal di testa che gli martellava le tempie,Albus capì che la sera precedente doveva esserci andato giù pesante con l'alcool.
Si strofinò gli occhi con due dita borbottando,prima di provare di nuovo a mettere a fuoco l'ambiente intorno a sè.
Fu allora che capì di non essere a casa sua.
Era nell'appartamento di Brian.
Si mise a sedere lentamente e sotto di sè vide il divano bianco su cui aveva dormito quella notte:come era arrivato lì?
-Guarda guarda chi è tornato fra noi!-disse la voce di Brian alle sue spalle.
Al voltò la testa verso la voce e lo vide dietro il bancone della cucina,accanto all'angolo cottura, una tazza di caffè nella mano destra,con indosso soltanto un paio di blue jeans che avevano visto giorni migliori.
-Ciao...come ho fatto ad arrivare fin qui?-gli domandò passandosi una mano fra i capelli neri sconvolti più del solito.
-Ti ci ho portato io.
Ieri sera avevi bevuto troppo e non volevi farti vedere in quello stato dal tuo maritino...-gli disse,le labbra nascoste da una tazza rosse.
-Non è mio marito-lo corresse automaticamente l'altro.
Non riusciva a ragionare razionalmente però le capacità intellettive per ribattere a quel commento le aveva trovate subito,eh?
Brian alzò le spalle,totalmente indifferente.
-Quello che è...Comunque,le lesbiche si erano offerte di ospitarti da loro,ma sapevo che ti saresti sentito in imbarazzo una volta passata la sbronza,così ho pensato di portarti qui visto che non è la priva volta che ti fermi a dormire-gli spiegò brevemente.
Al annuì,la mente lontana persa dietro il ricordo che si stava facendo spazio velocemente nella sua mente:un bacio.
C'era stato un bacio la sera prima fra lui e Brian...Un bacio anche parecchio eccitante se non ricordava male.
Portò gli occhi confusi ad incontrare quelli neri dell'uomo e lo fissò qualche secondo:che era successo quando erano arrivati a casa?Anzi,che era successo dopo quel primo bacio?Perchè non riusciva a ricordare niente?
-Io e te...ecco insomma...abbiamo...è successo...-gli domandò chiaramente in imbarazzo.
Brian ghignò malizioso e posata la tazza sul piano di marmo grigio del mobile si sporse in avanti su questo,poggiandovi sopra entrambe gli avambracci.
-Non dirmi che non te lo ricordi...Abbiamo scopato tutta la notte!
Hai detto che è stata la scopata più bella della tua vita-gli disse serio.

Al lo guardò per qualche secondo,indeciso se credere o meno alle sue parole,prima di scuotere la testa.
-Piantala!-ribattè.
Brian ridacchiò e tornò a sistemarsi in posizione eretta.
-Ok,è vero,era una balla…Ti va un po’ di caffè?-gli domandò cambiando argomento.
Caffè:probabilmente lo avrebbe aiutato a svegliarsi.
Annuì e nello stesso tempo,si alzò in piedi,posando sul divano la coperta che aveva avuto addosso durante la notte.
Lo osservò muoversi nella propria cucina avvicinandosi con passo incerto all’angolo cottura e sedersi ad uno degli sgabelli accanto al bancone grigio.
-Quindi mi hai lasciato dormire da solo sul divano?-gli domandò riprendendo il discorso principale.
Al colse un sorriso accennato sul volto di Brian,che ora era di nuovo voltato verso di lui,con una tazza bianca stretta nella mano sinistra.
-Non sapevo ci saresti rimasto così male altrimenti non mi sarei fatto scrupoli-scherzò posando lo sguardo sul viso del moro.
Albus prese un sorso dalla propria tazza e restò in silenzio ricambiando lo sguardo.
C’erano tante cose che voleva chiedergli,ma stranamente si trovava a proprio agio in quel silenzio,al contrario dei silenzi che ora sempre più di frequente caratterizzavano la sua relazione con Scorpius.
-Quindi è finito tutto con quel bacio?- gli chiese curioso.
Brian annuì.
-Sei voluto tornare dentro per scusarti con gli altri,e abbiamo ricominciato a bere e a parlare come se non fosse successo nulla-rispose brevemente Brian.
-Mi piacciono i tuoi amici-fece Albus sincero.
L’altro annuì.
-Anche tu piaci a loro:Mel e Lindz pensano che sarai la persona che mi farà mettere la testa a posto,ma non so quanto possono essere attendibili quelle due…Hanno detto la stessa cosa anche di Justin-gli disse con altrettanta sincerità.
Al sorrise,mettendo giù la tazza,tornando a fissare gli occhi nocciola dell’uomo.
C’era qualcosa in quegli occhi che lo attirava neanche fossero due calamite,che gli impedivano di togliere lo sguardo da quello di Brian.
Si ritrovò a chiedersi se era l’unico ad incantarsi in quegli occhi…
Il suono del suo cellulare lo riscosse,portandolo a muovere lo sguardo attorno a sé alla ricerca del telefono.
-E’ sul tavolino di fronte al divano-lo informò Brian.
Al si mosse veloce verso il telefono,ma quando vide il nome sul display si bloccò:Scorpius.
Era furioso perché non era tornato a casa?Era preoccupato per il suo silenzio?
Preso un respiro profondo,attivò la comunicazione.
-Ehi-lo salutò cercando di avere un tono casuale.
-Hai dimenticato che oggi c’è la colazione con i tuoi fratelli?-gli domandò Scorpius con il suo stesso tono di voce.
Cazzo! Lo aveva completamente dimenticato!
Oltretutto la colazione doveva essere a casa sua questo mese,quindi doveva anche sbrigarsi a tornare a casa:Scorpius non sarebbe stato capace di cucinare qualcosa neanche ne andasse della sua sopravvivenza.
-No certo che no-mentì.
-Saranno qui fra un ora-gli ricordò ancora l’altro.
Perché continuava a essere così formale?Perchè non si incazzava,perché non lo riempiva di domande sulla notte passata fuori?
Lui al suo posto lo avrebbe fatto…Gli avrebbe fatto una sceneggiata lì al telefono incurante di sembrare patetico o paranoico.
Ma sapeva che Scorpius non era così….
-Me lo ricordo,sarò lì tra poco-lo rassicurò.
Chiuse la comunicazione e tornò a voltarsi verso Brian,che nel frattempo era uscito dalla cucina e lo aveva raggiunto in salotto.
-Devo andare…-
-Non mi dire…-fece l’altro in risposta.
Dopo aver infilato il cellulare nella tasca destra dei jeans,Al si passò tutte e dieci le dita delle mani fra i capelli cercando di mettere ordine in quel groviglio disordinato che era la sua capigliatura,accantonando all’istante la speranza di mettervi ordine.
-Vuoi farti una doccia prima di andare?-gli domandò Brian,le mani nelle tasche dei jeans,lo sguardo fisso su di lui.
Al scosse la testa.
-Sono in ritardo…Fra un’ora i miei fratelli si presenteranno a casa mia per la colazione mensile e io sono qui,invece di essere in cucina a preparare tutto-gli disse.
-Non può pensarci il tuo maritino?-chiese Brian.
Un suono beffardo uscì dalle labbra socchiuse di Al mentre scuoteva la testa.
-Scorpius non sa neanche cucinare un uovo sodo…Mi sono sempre occupato io di queste cose-
-Allora in questo mi assomiglia…Ma io compenso con le mie capacità nascoste-commentò producendosi in un sorrisetto ironico che contagiò anche Al.
Per un istante i due uomini si fissarono,nel silenzio assoluto del loft finché Al,colto da un imbarazzo improvviso per ciò che leggeva negli occhi dell’altro abbassò lo sguardo,Brian ne approfittò per annullare la distanza fra di loro.
Senza dire niente e cogliendolo di sorpresa,Brian affondò tutte e dieci le dita nei capelli neri e folti di Albus,portandolo ad alzare di nuovo lo sguardo ed incontrando i suoi occhi nocciola.
-Hai intenzione di uscire per strada così?Sembra un cespuglio di rovi-gli chiese passando le dita fra i capelli sconvolti di Al.
Questi accennò un sorriso e alzò le spalle,ma la sua risposta sarcastica venne messa a tacere quando sentì le mani dell’uomo scendere lentamente lungo il collo e le spalle.
-Prima mentre stavi dormendo,mi sono accorto che sei l’unico uomo che ha dormito qui senza prima passare per il mio letto-gli disse con voce bassa,quasi avesse paura di farsi sentire da qualcuno.
Al fu costretto a deglutire per cercare di ingoiare il nodo che gli stringeva la gola,prima di poter rispondere.
-Non sapevo fosse una tassa obbligatoria…-tentò di scherzare per liberarsi dal nervosismo.
Ma che accidenti gli stava succedendo?
Perché era ancora lì,fra le braccia di Brian,mentre doveva essere a casa,a preparare per la “colazione dei Potter”?
Sarebbe rimasto lì se avesse potuto?Probabilmente sì.
Anzi quasi certamente.
Sapeva cosa lo aspettava quel giorno:James e Rose avrebbero fatto il grande annuncio,avrebbero comunicato a tutti la loro decisione di avere un figlio,ufficialmente grazie all’aiuto di un donatore anonimo,e tutti avrebbero iniziato a prodursi in mille complimenti e felicitazioni.
In un’altra situazione sarebbe stato il primo a commuoversi e a sperticarsi in mille complimenti,ma ora quell’ annuncio inevitabile rappresentava il segno tangibile che qualcosa nella sua relazione con Scorpius non andava.
Ed era proprio quel qualcosa a spingerlo verso Brian…
-Uhm…Forse.
Certamente nessuno si è mai lamentato-gli disse caricando le parole con chiari doppi sensi.
Dopodiché avvicinò il viso a quello di Al e posò le labbra sulle sue,leggere, allontanandosi subito per vedere la sua reazione.
Completamente stordito da quel gesto,non troppo inaspettato,Al ricambiò il suo sguardo,sentendo i battiti furiosi del proprio cuore contro la cassa toracica.
Brian lo fissò immobile,aspettando un suo gesto che lo aiutasse a capire.
Gli occhi verdi di Al scapparono al suo esame,fissando i bottoni centrali della camicia aperta di Brian,cercando allo stesso tempo di riprendere il controllo sul suo respiro.
-Voglio venire a letto con te-sentì dire da Brian.
Quelle parole gli fecero alzare la testa in maniera tanto repentina che sentì un lieve dolore al collo.
-Voglio scoparti…Penso che saremmo davvero grandi insieme io e te.
Credo di averlo capito fin dalla prima volta che ci siamo visti nel corridoio:quando tu ti sei voltato sono rimasto a fissare il tuo sedere finché non è sparito e credimi se ti dico che avevo l’acquolina in bocca-continuò Brian sincero.
Al continuò a restare in silenzio:nessuno gli aveva mai fatto una confessione così aperta;certo la sua esperienza si riduceva a due uomini,Emmett e poi Scorpius,ma nessuno dei due erano stati tanto “sfacciati”.
Ovviamente sapeva di essere attraente,anche per via degli sguardi che si sentiva addosso ogni volta che accompagnava Scorpius ad una delle sue cene di lavoro,ma rispetto al compagno si era sentito sempre inferiore.
Incapace di aprire bocca,continuò a fissare Brian che trovò nel suo sguardo uno sprone per andare avanti nel discorso.
-So che c’è un altro e,nonostante finora non mi sia mai fregato un cazzo di queste piccolezze,con te voglio fare le cose per bene:voglio che sia tu a decidere.
Voglio che sia tu a venire da me quando la confusione sarà passata-aggiunse.
-E se io decidessi diversamente?Se scegliessi di restare con Scorpius?-gli chiese chiaramente agitato.
Brian sorrise.
-E’ un rischio che sono pronto a correre…-
Al si limitò ad annuire,cercando subito dopo di prodursi in un sorriso,ma invano.
Brian sogghignò divertito e gli passò di nuovo una mano fra i capelli,prima di posargli le labbra sul collo,poco distante dal lobo dell’orecchio destro.
Sentendo il contatto con le sue labbra tiepide,Al chiuse gli occhi,sperando che l’altro non sentisse il suono del suo cuore impazzito.
In maniera inconscia strofinò una guancia contro i capelli castani dell’altro e,prima che se ne rendesse conto,le sue braccia erano strette attorno alla vita di Brian.
L’uomo alzò la testa dal suo collo e tornò ad incontrare il suo sguardo.
Al sapeva che toccava a lui,che era una sua scelta staccarsi da quell’abbraccio e andarsene o continuare.
E dopo un respiro profondo,prese la sua decisione.

 

La "Colazione" era diventata un'appuntamento mensile amato da tutti i fratelli Potter.
La vita poteva essere abbastanza frenetica quando si era un giocatore di Quidditch come
Ronald o una Pozionista ricercata e rispettata da tutti come Lily,quindi le possibilità di vedersi e passare un pò di tempo insieme si riducevano considerevolmente.Così i fratelli avevano ideato quel piccolo rituale;era iniziato per caso,come succede sempre per le cose importanti:un Natale si erano ritrovati tutti a Privet Drive,in compagnia di mariti mogli e fidanzati e figli,e quando la mattina si erano svegliati si erano seduti,come tante altrevolte avevano fatto,attorno al tavolo della cucina per la colazione,e fra una tazza di tè e un toast con la marmellata di lamponi avevano iniziato a raccontarsi quello che di importante o significativo era successo nella loro vita.
-Dovremmo rifarlo qualche volta-aveva detto Emy quando alla fine era venuta ora di
sparecchiare tutto.
Così il mese successivo si erano ritrovati a casa di Ronald e Rebecca,quello dopo da Rose e
James e così via,incontrandosi ogni mese neanche fosse ancora la mattina di Natale.
L'unica regola di quegli incontri era che non dovevano essere presenti Lowell e Charlotte:per
quanto tutti amassero i due bambini,erano consapevoli che non sarebbero stati considerati degli insensibili se lasciavano qualche ora i due ragazzi dai nonni.
Infatti quella mattina Ronald e Rebecca avevano accompagnato Lowell e Charlotte a Privet
Drive prima di presentarsi,con Hermione e fidanzato al seguito,a casa di Albus e Scorpius.
-Dovevamo portare qualcosa?-chiese Emy guardando Rebecca.
Contrariamente alla zia che da cui aveva preso il nome,che notoriamente aveva una memoria
d'elefante,Hermione Potter era molto smemorata,quasi vivesse costantemente in un mondo tutto suo.
L'ultima dei Potter era,curiosamente,quella che aveva ripreso di più dal ramo Weasley:tutti
dicevano che aveva ripreso molto dal carattere della nonna Molly e,da alcune fotografie che aveva visto,Emy aveva scoperto di assomigliarle anche fisicamente.
Nonostante avesse i capelli che le arrivavano a metà schiena,erano della stessa tonalità della
nonna,gli occhi erano della sua stessa sfumatura di azzurro,e anche le lentiggini sembravano disposte sulle guance nelle stesse posizioni.
Il fisico era allungato,grazie alle lezioni di danza babbana che sua madre le aveva fatto seguire
quando era bambina e che le avevano dato un portamento aggraziato,da ballerina,e che la facevano tutt'ora camminare sulle punte.
-Stai scherzando?Questo mese tocca ad Al!Io non avrei portato neanche un cucchiaio-ribattè
prontamente Ronald.
Rebecca sorrise e scosse la testa,la porta a bloccare la sua risposta sarcastica.
Scorpius comparve sulla porta e,qualcosa di impercettibile sul volto dell'uomo,fece capire a
Rebecca che c'era qualcosa che non andava.
-Ehi!Finalmente!-li apostrofò facendosi da parte per farli entrare.
Diede un bacio su entrambe le guance a Rebecca e a Emy,strinse la mano a Roger,il fidanzato
di Emy che conosceva da poco e che ancora non aveva molta confidenza con lui e Albus e si scambiò un rapido abbraccio con Ronald.
-Siamo i primi?-domandò Ronnie.
-No,stiamo ancora aspettando Lily e Dan-rispose Scorpius avviandosi verso il salotto.
-Allora possiamo anche iniziare a mangiare...Se aspettiamo loro sicuramente moriremo di
fame-commentò ancora il rosso.
Emy ridacchiò e scosse la testa.
Arrivati in salotto,trovarono James e Rose seduti uno di fronte all'altro su due distinte poltrone;
al loro arrivo,i due si alzarono e andarono loro incontro per salutarli.
-Dov'è Al?-domandò Scoprius cercando di trattenere un tono sorpreso.
-Ha detto che aveva da fare in cucina-rispose Rose dopo un ultimo bacio a Rebecca.
Si sistemarono sui vari divani e poltrone e pochi minuti dopo anche Al fece il suo ingresso in
cucina.
-Ehi finalmente siete arrivati!-disse salutandoli nello stesso identico modo in cui aveva fatto
Scorpius.
Ma il tono con cui Al pronunciò quelle parole la colpì:come se fosse infastidito dalla loro
presenza in casa.
Aveva dimenticato il loro appuntamento mensile?
No,impossibile!Albus era il primo ad amare quegli incontri,non ci avrebbe rinunciato per niente
al mondo.
Dopo che l'ebbe salutata,Rebecca spostò più volte lo sguardo da Al a Scorpius notando sul
volto di entrambi le stesse espressioni tese e nervose;ora era quasi lampante che fosse successo qualcosa fra di loro anche se sapeva che nessuno se ne sarebbe accorto,nessuno era capace di leggere sul volto di Scorpius come lei, a parte Albus ovviamente.
-Da quanto eravate qui?-chiese Ronald a James cercando di rompere il silenzio che si era
creato dopo i convenevoli.
-Una decina di minuti...Fosse stato per Rose ci saremmo accampati qui fuori ieri notte per non
correre il rischio di far tardi-disse scherzoso l'uomo lanciando un sorriso alla moglie.
-Ma quanto sei divertente!E' meglio vivere con l'ansia cronica e fare tutto all'ultimo minuto
come fai tu,invece?-gli chiese lei di rimando.
Era da tanto che non battibeccavano così serenamente e bastò sentire quelle poche battute
per far capire a tutti gli altri che finalmente le cose stavano tornando a posto fra i due.
Mentre un sorriso le incorniciava le labbra per la battuta di Rose,Emy rivolse lo sguardo verso
Al che,appogiato ad una parete azzurra,le braccia conserte al petto sembrava assorto nei suoi pensieri.
-Al va tutto bene?-non riuscì a trattenersi dal chiedergli.
L'uomo sobbalzò,rendendo ancora più evidente il fatto che non stava ascoltando la
conversazione e cercò lo sguardo della sorella scoccandole un sorriso prima di annuire.
-Certo...Ho solo dormito poco.
Ieri sono andato ad una cena con dei colleghi e sono tornato tardi-spiegò a lei e ai fratelli.
-Quindi oggi hai cucinato tu Sy?-chiese Ronald voltandosi verso il biondo che ormai,dopo dieci
anni,considerava alla stregua di un fratello.
Rebecca seguì lo sguardo del marito e si stupì di trovare quelle fiamme silenziose che
bruciavano negli occhi di ghiaccio di Scorpius.
Non lo aveva mai visto fissare Albus con quello sguardo.
Ma quando Scorpius portò lo sguardo su Ronald,tutto era tornato alla normalità;addrittura il
biondo riuscì a prodursi in un sogghigno.
-Ci sono modi meno faticosi che potrei usare se volessi avvelenarti Ronnie...-gli disse
prendendolo in giro.
-Perfetto,allora tutto come al solito...Ma che fine hanno fatto Lily e Dan?Devono sbrigarsi ad
arrivare perchè io ho fame-
-Sai che novità!Non dovresti stare a dieta?-lo beccò ironico James.
-Infatti lo sono!Ma certamente non saranno le frittelle che mangerò stamattina a rovinarmi la
linea-ribattè il gemello.
-Già le fritelle...Sarà meglio che vada a controllare che tutto procede bene-disse Al prima di
sparire nel corridoio che conduceva alla cucina.
Nonostante non capisse quello che stava succedendo,Rebecca cercò di distrarre Scorpius
parlandogli di Lowell e Charlotte,almeno fino all'arrivo di Lily e Dan.
Finito il rito dei saluti e dei convenevoli tutti si diressero verso la sala da pranzo,dove Al stava
finendo di portare gli ultimi piatti pieni di cibo.
-Tesoro hai bisogno di una mano?-gli domandò Lily,sporgendosi sulle punte verso di lui per
dargli un bacio sulla guancia sinistra.
-Tranquilla,ho tutto sotto controllo.Devi solo sederti e mangiare-
Tutti si sedettero a tavola e per i primi minuti gli unici rumori che si sentirono furono lo stridio
delle forchette,lo spostamento dei piatti dei bicchieri e delle caraffe e ovviamente quello delle mascelle.
-Allora come ve la siete cavata questo mese?-domandò Ronald fra un boccone e l'altro.
-Sei tu quello che ha più cose da raccontare;ultimamente ti abbiamo visto più sui giornali che
di persona-fece Daniel senza acrimonia.
Nessuno dei ragazzi era mai stato geloso o invidioso del successo che Ronald aveva ottenuto
con il Quidditch:avevano inziato allenandosi insieme nella squadra della scuola,ma poi le strade si erano divise e nessuno di loro poteva lamentarsi di cosa era successo nelle loro vite fino a quel momento.
Ronald ghignò e mandò giù il boccone che aveva in bocca prima di rispondergli.
-Che vuoi farci...Quando sei un fuoriclasse come me la stampa ti adora-disse ironico.
-Rebecca ma come fai a sopportarlo ancora?Io lo avrei scaricato già dopo i primi mesi di
matrimonio-s'intromise Emy rivolta alla cognata.
-Per ogni volta che mi fa perdere la pazienza deve comprarmi un diamante;quindi non gli
conviene farmi arrabbiare-scherzò Rebecca facendo ridere gli altri.
Il silenzio calò per pochi secondi mentre tutti si concentravano sul cibo,poi fu ancora Ronald a
parlare.
-Come vanno le cose al Ministero?-chiese rivolto a Dan.
-Oh al solito.
Credo che ormai si diverta di più Lily in mezzo a tutte le sue pozioni di me-
-Potresti andare in pensione-gli suggerì Rose.
-Non lo farebbe mai...Per quanto si lamenti,ama troppo il suo lavoro-rispose per lui Lily
cercando lo sguardo del marito per un breve istante e gli sorrise amabilmente.
Sapeva di aver esagerato con quella stupida lite di poco prima,causata dalla sua insicurezza e
dalla gelosia.
Da quando lo conosceva,Daniel non aveva mai mostrato di notare le altre donne,anche solo
con uno sguardo o aveva fatto qualcosa che potesse ferirla,quindi doveva chiedergli scusa il prima possibile.
-Se davvero dovessi decidere di mollare il lavoro potresti venire a lavorare con me in negozio-
propose Emy entusiasta.
Per la ragazza lavorare al "Now & Forever" era il sogno divenuto realtà;era da quando aveva
sei anni che sognava di occuparsi di uno dei negozi della catena e ora che sua madre aveva mantenuto la promessa e le affidato la gestione del locale sulla King's Road le sembrava di non aver più sogni nel cassetto.
Il suo prossimo sogno,che sperava di realizzare presto,era andare a vivere con Roger e riuscire
ad andar via dalla casa di Privet Drive,dove ormai era rimasta a vivere da sola con i genitori e dove veniva ancora trattata come la piccola di casa nonostante i suoi vent'anni.
Daniel sorrise a quella proposta ed annuì.
-Lo terrò a mente Emy,grazie-le disse.
Rebecca tornò a guardare Scorpius e Albus,che per tutta la durata di quello scambio erano
rimasti in silenzio,completamente concentrati sulla loro colazione.
-E voi?Come sono andate le cose questo mese?-chiese ad entrambi.
I due alzarono lo sguardo dai loro piatti e la fissarono quasi in simultanea,restando muti.
Era terribile avere la sua famiglia intorno quando l'unica cosa che voleva era sdraiarsi sul letto
e dormire per evitare di pensare.
-Già Sy,come va il tuo nuovo libro?-chiese James sinceramente curioso.
Il biondo accennò un ghigno e alzò le spalle.
-Va-disse semplicemente.
-Parla d'amore come gli altri?-chiese Lily curiosa quanto il fratello.
-In parte...-
Ronald accennò una risata.
-Scommetto che come al solito è stato Al ad ispirarti-disse in tono affermativo.
-Non credo-commentò Albus a mezza bocca,ma abbastanza forte da essere sentito dagli altri.
Quell'uscita gelò l'atmosfera gioviale che c'era stata fino a quel momento fra il gruppo e tutti
abbassarono lo sguardo sul proprio piatto,cercando un nuovo argomento per uscire da quel momento di empasse.
Fu James a parlare per primo.
-Io e Rose vorremmo dirvi una cosa-disse facendo alzare lo sguardo di tutti su di sè.
Rose strinse le labbra in tensione e posò la mano sulla sua.
-Abbiamo deciso di avere un bambino-annunciò arrivando subito al nocciolo,senza giri di
parole inutili.
Tutti restarono in silenzio,ammutoliti;l'unico rumore che si sentiva nella stanza era quello della
forchetta di Albus che, incurante della notizia scioccante,aveva continuato a mangiare.
-Cosa?-chiese Emy sorpresa ed eccitata allo stesso tempo.
Rose annuì,confermando le parole del marito.
-Sei incinta?-chiese Rebecca cercando di capire qualcosa di più.
Lei scosse la testa.
-Lo sarò presto-
-E come farete con...lo sapete,la storia con mamma e papà-disse Ronald non sapendo bene
come tirar fuori quel problema.
James sorrise.
-Abbiamo deciso di usare un donatore-spiegò Rose,usando il tono tipicamente "professionale".
Lily sorrise e sbattè le mani per cercare di scaricare l'euforia.
-E' una notizia bellissima!-disse loro-Sono davvero felice per voi.
Se riuscirete al primo tentativo,saremo incinte quasi nello stesso periodo ed i nostri figli
saranno più di semplici cugini...Saranno quasi fratelli-aggiunse sinceramente felice.
Il rumore del campanello arrivò loro attraverso le risate dei fratelli e Scorpius,grato di avere
una scusa per allontanarsi da quel tavolo e dalla vicinanza di Albus,che per via dell'argomento trattato si era incupito ancora di più,si alzò e si diresse verso l'ingresso.
-Al non sei contento?Avrai un altro nipotino da spupazzarti!-disse Lily chiamando in causa il
fratello.
Lui guardò Rose e le sorrise,o almeno ci provò,cercando di tenere a freno la rabbia e
l'insoddisfazione che provava dentro.
-Non vedo l'ora-
Tutti però rimasero sorpresi dal tono freddo con cui aveva detto quelle parole.
-E' per te-disse Scorpius fermo vicino alla porta rivolto ad Albus.
Il rumore dei suoi passi doveva essere stato attutito dal chiacchiericcio che regnava nella
stanza.
Al si alzò e posò il tovagliolo sul tavolo,prima di avviarsi verso la porta della sala da pranzo.
-Chi è?-chiese quando fu accanto al biondo.
Ma l'altro si limitò a fissarlo in silenzio,senza rispondere,così Al proseguì verso l'ingresso.
Ormai era chiaro a tutti che c'era qualcosa che non andava fra i due e questo li sorprendeva
non poco:fin da quando avevano deciso di stare insieme,anche senza essere appariscenti ed appiccicosi,l'amore che c'era fra Scorpius e Albus era evidente agli occhi di tutti.
Ma ora sembrava quasi che non sopportassero la vista l'uno dell'altro.
Lily cercò le parole per chiedere a Scorpius se ci fosse qualche problema fra di loro,ben
sapendo che una parola sbagliata poteva compromettere tutto,quando il biondo uscì a sua volta dalla sala da pranzo lasciandoli soli.
I restanti Potter ancora seduti attorno al tavolo si guardarono l'un l'altro e restarono in silenzio
cercando qualcosa da dire,volendo evitare di parlare di quello che interessava tutti per paura di sembrare invadenti.
-Anche noi abbiamo un'annuncio da fare-disse Ronald lanciando uno sguardo veloce a
Rebecca che sorrise.
-Hai avuto un altro ingaggio milionario?-chiese Lily bevendo un sorso dalla sua tazza di tè.
Rebecca scosse la testa.
-Siamo di nuovo incinti-annunciò poi.
Per la stanza si diffusero urla di congratulazioni e giubilio,seguite poi dal rumore delle sedie
trascinate sul pavimento quando tutti andarono a congratularsi con i due futuri genitori.
-Di quanti mesi sei?-chiese Rose,commossa.
-Ho superato il primo trimestre-rispose Rebecca.
-E perchè avete aspettato tutto questo tempo per dircelo?-domandò Daniel quasi risentito.
-Beh questa volta è stata più difficile delle altre gravidanze e quindi volevamo essere sicuri che
fosse tutto a posto prima di dare l'annuncio.
Non lo abbiamo detto neanche ai bambini...-disse Ronald per avvalorare le parole della moglie.
-Sai come sarà contento Lowell di sapere che non è ancora andato ad Hogwarts e già state
per occupare la sua stanza-scherzò James.
Ronald gli tirò il proprio tovagliolo facendo ridere gli altri,ma un'esclamazione improvvisa
proveniente da un'altra parte della casa li fece voltare verso la porta.
-QUINDI HAI PENSATO CHE FRUGARE FRA LE MIE COSE ERA MEGLIO CHE VENIRE A
PARLARE CON ME,O SBAGLIO?-
Ronald e Daniel,che erano con le spalle alla porta,si voltarono,fissando la stessa espressione
sorpresa che c'era sul volto degli altri il riquadro nero incerti su cosa fare.
Non arrivò nessuna risposta dall'ingresso:il tono di Scorpius fu troppo basso per arrivare fino a
loro.
-Sei incredibile...-disse ancora il moro.
Ci fu di nuovo silenzio per alcuni secondi,in cui gli ascoltatori involontari si guardarono fra di
loro.
-Non so di cosa stai parlando-
-NON PRENDERMI PER IL CULO!-esplose Scorpius,facendo arrivare per la prima volta la sua
voce fino a loro.
Conoscevano Scorpius,sapevano che non era il tipo da lasciarsi prendere dalla rabbia in quel
modo,soprattutto non con Albus quindi la loro curiosità e preoccupazione crebbe ancora di più.
-Credete che dovremmo intervenire?-bisbigliò Lily chiaramente preoccupata.
-Sei matta?E far capire loro che abbiamo ascoltato finora tutto quanto?-le disse in un sussurro
Ronald.
-E' vero.Non ero da Sandy ieri sera.
Sono uscito con Brian ed i suoi amici...Ho dormito da lui e quando hai chiamato stamattina ero
ancora lì-fece Albus sicero.
Lily chiuse gli occhi e si passò una mano sulla fronte:ma che accidenti prendeva a quell'idiota
di suo fratello?
Perchè prima di fare qualche cazzata non era andato a parlare con lei come faceva da una
vita?
-No-sentirono dire dal moro ad una domanda silenziosa di Scorpius.
-Ma che accidenti succede fra loro?-chiese Rebecca guardando gli altri.
Tutti alzarono le spalle:finora nessuno si era accorto di niente.
-NON ABBIAMO SCOPATO!QUANTE VOLTE ANCORA DEVO RIPETERTELO?-sbottò Al adirato.
Gli ascoltatori abbassarono lo sguardo,leggermente imbarazzati dall'ultima uscita del mro:tutti i
presenti seduti a quel tavolo avevano una vita sessuale,ma non ne avevano mai parlato con gli altri,eccezion fatta per Lily ed Al che si raccontavano tutto senza alcun pudore.
-Secondo te è tutta colpa mia quello che sta succedendo,vero?
Secondo te una mattina mi sono svegliato e ho deciso di guardarmi in giro!
Coglione!-ribattè Al con voce alterata.
L'attimo dopo nella sala da pranzo arrivò il rumore di vetri infranti e un rumore attutito che
tutti interpretarono come un pugno.
-Jim fermali!-disse Emy guardando preoccupata il fratello maggiore.
-Sai benissimo che non è colpa mia se preferisco la compagnia degli altri alla tua!
Le cose non vanno più già da tempo...
Siamo rimasti bloccati a dieci anni fa,se non fosse per il fatto di non essere più ad Hogwarts
potrei credere di avere ancora sedici anni e di dovermi nascondere per via di tuo padre.
Sono rimasto in un angolo,ad aspettare,a guardarti conquistare il tuo successo,felice per te,ma
hai idea a quante cose ho dovuto rinunciare per te?-disse Al in un tono triste che riempì di mestizia le donne sedute a tavola.
Lily non aveva bisogno di interrogarsi tanto per trovare una risposta alle parole di Al:sapeva
che il fratello sognava dei figli fin dall'infanzia ma che aveva rinunciato a loro pur di stare con Scorpius.
Finora quella rinuncia non sembrava aver pesato su di lui,ma a sentirlo parlare ora non ne era
più tanto sicura.
-Ancora la solita storia sì!
E sai anche perchè la tiro fuori!Hai deciso senza di me,come se il mio parere non contasse
nulla,come se fossi soltanto tu a dover decidere...Come se contassi meno di zero per te!
O vogliamo parlare del matrimonio di Luke e del fatto che vuoi andarci con me solo per far un
dispetto ai tuoi genitori?-disse con voce più battagliera.
La risposta di di Scorpius fu breve e sicuramente sarcastica perchè Al rispose subito.
-E ti pareva che non ero io il paranoico...-commentò.
Ci fu un lungo silenzio che arrivò dall'ingresso e che fece temere ai fratelli Potter che fosse
successo qualcosa fra i due amanti.
Poi la voce di Al tornò ad arrivare fino a loro.
-Ti ho già detto di no-
Tutti,nessuno escluso,non ebbero difficoltà a capire quale fosse stata la domanda di Scorpius.
E tutti furono sorpresi dalle parole seguenti.
-Però l'ho baciato.Più volte-aggiunse.
James,preoccupato che la situazione potesse degenerare si alzò in piedi,fermandosi accanto
alla propria sedia e,con la coda dell'occhio,vide che Ronald aveva fatto lo stesso.
-Lui mi vuole Sy...Davvero...E' un corteggiamento in piena regola e io non so più cosa fare-gli
disse con lo stesso tono sincero.
Ci fu qualche istante di silenzio,in cui il solo rumore nella sala da pranzo furono i cuori che
correvano agitati nel petto degli ascoltatori astanti.
-Sei uno stronzo!Ti meriteresti che lo facessi davvero-
Poi inaspettata arrivò a loro la risposta di Scorpius.
-Non sarebbe la prima volta.Vuoi la mia benedizione?Il mio permesso?
Fallo,non sono mica tua moglie.
Scopatelo.Divertitici finchè non ti passa la voglia-gli disse con voce fredda che fece rabbrividire
gli altri Potter.
Aveva vissuto talmente tanto tempo con loro che alle volte dimenticavano che Scorpius era pur
sempre un Malfoy e che come tale sapeva far male anche solo con poche parole.
-Era questo che volevi sentirti dire?-chiese ancora a Al con lo stesso tono di voce.
Dopodichè si sentirono dei passi affrettati sulle scale e poco dopo il rumore di una porta che
sbatteva.
Qualche istante e un'altra porta,quella di casa,venne sbattuta con altrettanta violenza.


Aveva avuto il coraggio di presentarsi a casa sua.
Quando Albus la sera prima non era tornato a casa gli aveva dato la conferma che stava

aspettando:era con quel Brian.
Non aveva creduto neanche per un attimo che fosse davvero da Sandy,lo conosceva troppo bene,ed inoltre,Albus non sapeva dirgli le bugie.Era un suo limite.
E come se tutto questo non bastasse,quando era tornato a casa,non si era neanche preoccupato di nascondere il succhiotto che aveva fra la spalla ed il collo.
Lo aveva visto subito,neanche fosse enorme e non piccolo come una moneta da venticinque cents.

Senza dire niente se ne era andato nel suo studio e lo aveva lasciato in cucina a preparare per la colazione,scendendone soltanto all'arrivo di James e Rose.
Quando gli altri erano arrivati aveva cercato di comportarsi normalmente,come se tutto fosse come al solito,ma gli era quasi impossibile:per la prima volta nella sua vita da quando lo conosceva,era Al ad essere in torto verso di lui.
Era lui a dover riparare,a dover chiedere scusa,a dover rimettere le cose a posto.
E Scorpius gli avrebbe reso le cose impossibili.
Poi l'impensabile.
Quel Brian si era presentato davanti casa sua cercando Al.
Quando lo aveva visto aveva sentito il veleno scorrergli nelle vene insieme al sangue,il desiderio di mandarlo via a male parole trattenuto a stento,ma non aveva resistito alla curiosità.

 

Era rimasto a guardare,seminascosto dalle tendine e ad ogni minuto in più che passava,osservando Al e quell'uomo parlare si trovava a chiedersi perchè Al stava facendo questo ad entrambi.

Erano felici,vivevano insieme da tanti anni,perchè ora stava perdendo la testa dietro le stronzate di quel modello idiota?
Improvvisamente,Brian aveva fatto una cosa che lo aveva fatto tremare di rabbia:aveva alzato una mano e aveva passato una mano fra i capelli di Al,in un gesto che era sembrato allo stesso tempo confidenziale e abitudinario.
Scorpius aveva dovuto poggiare entrambi i palmi delle mani contro il muro per cercare di calmarsi,altrimenti avrebbe afferrato le tendine e le avrebbe fatte in mille pezzi.
Finalmente quell'essere se ne era andato e Al era tornato in casa,per nulla sorpreso di trovarlo accanto alla finestra del salotto.
-Non sapevo di essere anche sorvegliato-gli aveva detto con voce atona.
Scorpius era rimasto in silenzio,cercando di calmarsi certo che in caso contrario avrebbe rischiato di fargli del male.
Ma quando vide che Al gli aveva già voltato le spalle,fece quasi violenza su sè stesso e parlò.
-Devi essere davvero un pezzo grosso nel tuo liceo se la gente non può fare a meno di te neanche di domenica-gli aveva detto.
Al era tornato a voltarsi e lo aveva fissato per qualche secondo in silenzio.
-Non è un tuo collega quello?Brian qualcosa?-aveva aggiunto per avvalorare le sue parole.
Il moro aveva aggrottato le sopracciglia.
-Come fai a sapere che è un mio collega?-aveva chiesto sospettoso.
Scorpius aveva alzato le spalle.
-Sicuramente me lo avrai detto tu-
L'altro scosse la testa.
-Sono sicuro di non averlo fatto-aveva aggiunto facendo un passo verso di lui.
Scorpius aveva cercato in fretta una risposta,maledicendosi mentalmente per essersi tradito da solo,ma prima che potesse dire qualcosa,la consapevolezza era apparsa sul viso di Al.
-Hai frugato nella mia borsa-aveva detto.
Scorpius restò in silenzio,pensando che ormai sarebbe stato inutile dire qualsiasi cosa.
-Rispondimi!-
-E' stato un caso!La tua borsa si è aperta,uno dei tuoi libri è uscito e sopra c'era il suo nome, così...-aveva detto Scorpius fissando il volto del compagno.
Dovevano scoperchiare tutti i pentoloni?Beh l'avrebbero fatto!
Al non ne sarebbe uscito pulito questa volta!
-QUINDI HAI PENSATO CHE FRUGARE FRA LE MIE COSE ERA MEGLIO CHE VENIRE A PARLARE CON ME,O SBAGLIO?-era sbottato Al cogliendolo di sorpresa.
-Si ho pensato che fosse meglio così-aveva ammesso per farlo indispettire.
-Sei incredibile...-
Scorpius aveva alzato lo sguardo su di lui,fulminandolo con i suoi occhi grigi.
-Almeno io non ho la faccia tosta di tornare a casa con un succhiotto senza neanche provare a nasconderlo con un incantesimo!-gli aveva fatto notare con voce gelida.
Al aveva provato a sostenere il suo sguardo per qualche secondo prima di riabbassarlo sulla punta delle proprie scarpre.
-Non so di cosa stai parlando-aveva borbottato vigliaccamente.
-NON PRENDERMI PER IL CULO!-aveva detto facendo esplodere la rabbia che lo rodeva dentro da troppo tempo.
Al aveva rialzato lo sguardo incontrando il suo,ma era restato in silenzio,dimostrandosi ancora una volta un vigliacco.
Perchè non ammetteva semplicemente la verità?Si era scopato il bellimbusto.
Non lo avrebbe perdonato,ma al posto suo forse avrebbe fatto lo stesso.
L'unica cosa che gli chiedeva era la verità e che la smettesse di comportarsi come un quindicenne.
-E' vero.Non ero da Sandy ieri sera.
Sono uscito con Brian ed i suoi amici...Ho dormito da lui e quando hai chiamato stamattina ero ancora lì-aveva confessato il moro.
Finalmente la verità...dolorosa,infame verità.
-Te lo sei scopato?-gli aveva chiesto.
Era assurdo che fosse proprio lui a dovergli tirare fuori le cose quasi a viva forza.
-No-
Doveva credergli?
-Dal segno che hai sul collo non si direbbe-aveva detto ancora,mettendo di nuovo in dubbio le

sue parole.
L'unica cosa che voleva era la verità.E Albus gliela doveva,qualsiasi cosa avesse fatto.
-NON ABBIAMO SCOPATO!QUANTE VOLTE ANCORA DEVO RIPETERTELO?-aveva ripetuto Al

con maggiore foga.
Spinto da quel fervore,Scorpius aveva deciso di lasciar perdere le domande,almeno per il

momento ed era rimasto in silenzio alcuni istanti,vagando senza meta per la stanza.
-Secondo te è tutta colpa mia quello che sta succedendo,vero?
Secondo te una mattina mi sono svegliato e ho deciso di guardarmi in giro!
Coglione!-lo apostrofò Al approfittando del silenzio.
Indispettito dalle sue parole,Scorpius aveva gettato a terra la prima cosa che gli capitò fra le

mani, per poi dare un pugno sul muro,incurante del dolore che sentì poi alla mano sinistra.
Credeva davvero che gli avrebbe permesso di fare quel giochetto del cazzo?
-Non ti azzardare...-gli aveva intimato.
Ma Al,lo sguardo fisso in quello furioso del compagno,era andato avanti imperterrito.
-Sai benissimo che non è colpa mia se preferisco la compagnia degli altri alla tua!
Le cose non vanno più già da tempo...
Siamo rimasti bloccati a dieci anni fa,se non fosse per il fatto di non essere più ad Hogwarts potrei credere di avere ancora sedici anni e di dovermi nascondere per via di tuo padre.
Sono rimasto in un angolo,ad aspettare,a guardarti raggiungere il tuo successo,felice per te,ma hai idea a quante cose ho dovuto rinunciare per te?-
E ti pareva che non si andava a finire a quel discorso!
Era stufo di sentirne parlare...
-Ancora...Ancora con questa storia-aveva detto esasperato.
Al lo aveva guardato con furia,con la stessa rabbia che doveva essere riflessa nei suoi occhi grigi e aveva fatto due passi andandogli sotto.
-Ancora la solita storia sì!
E sai anche perchè la tiro fuori!Hai deciso senza di me,come se il mio parere non contasse nulla,come se fossi soltanto tu a dover decidere...Come se contassi meno di zero per te!
O vogliamo parlare del matrimonio di Luke e del fatto che vuoi andarci con me solo per far un dispetto ai tuoi genitori?-
Scorpius si era sempre ritenuto una persona razionale,e sapeva che a mente fredda le parole di Al gli sarebbero sembrate razionali e sensate,ma ora non ebbero altro effetto che infastidirlo.
-Certe volte vedi cospirazioni anche dove non ci sono...Tutti ce l'hanno con te-gli aveva detto con cattiveria.
Il viso di Al si era incattivito,ma a Scorpius non era scappato il lampo di tristezza e dolore che aveva attraversato i suoi occhi.
Lo aveva ferito.
-E ti pareva che non ero io il visionario...-aveva commentato.
Nella stanza scese il silenzio dopo tante parole cattive e per alcuni istanti i due uomini si limitarono agli sguardi.
Scorpius guardò di sottocchi l'uomo che amava,che aveva scelto come compagno di vita ma che ora non riconosceva più.
-Ci sei andato a letto?-gli aveva chiesto per l'ennesima volta.
Al aveva alzato di nuovo lo sguardo sul suo volto e aveva sospirato.
-Ti ho già detto di no-aveva risposto con voce rassegnata.
Scorpius aveva annuito,quasi a voler registrare le sue parole con quel gesto.
-Però l'ho baciato.Più volte-aveva aggiunto Al.
Sentì il proprio respiro mozzarsi nel petto.
Mille sensazioni si scatenarono dentro di lui:rabbia,amarezza,dolore e tante altre sensazioni a cui non seppe dare un nome.
L'uomo che amava lo aveva tradito,anche se solo con un bacio.
Non contento di tutto quello che gli aveva fatto finora,Al continuò il suo stillicidio.
-Lui mi vuole Sy...Davvero...E' un corteggiamento in piena regola e io non so più cosa fare-
Era diventato pazzo tutto insieme?
Aveva davvero detto quello che gli aveva sentito dire oppure era solo frutto della sua fantasia?
-Le basi della teoria e della pratica sono sempre le stesse...-aveva risposto cinicamente.
Al lo aveva guardato con i suoi occhi da cucciolo ferito:ma che cazzo di risposta si aspettava?
-Sei uno stronzo!Ti meriteresti che lo facessi davvero-gli aveva detto poi.
Un ghigno apparve sul volto di Scorpius:eccolo lì.
San Albus martire!
Il povero uomo che non veniva mai compreso e che veniva sempre frainteso da tutti!
Questa volta non gli avrebbe reso le cose facili!
Voleva mandare a puttane dieci anni di vita insieme?Che facesse pure!
Ma doveva assumersi le sue responsabilità,senza poi incolpare gli altri!
-Non sarebbe la prima volta.Vuoi la mia benedizione?Il mio permesso?
Fallo,non sono mica tua moglie.
Scopatelo.Divertitici finchè non ti passa la voglia-gli aveva detto certo che gli sarebbe bastato per correre fra le braccia di quel bellimbusto.
Con Emmett gli era bastato...
Dopodichè,dopo un ultimo sguardo era uscito dal salotto,salendo i gradini della scala,incurante della presenza dei Potter in sala da pranzo o della possibilità che avessero sentito qualcosa,e si rinchiuse in camera da letto,sbattendo la porta dietro di sè.
Tutti sono convinti che i Malfoy sono pezzi di ghiaccio,insensibili...Niente di più sbagliato.
Anche i Malfoy si lasciano andare al pianto,solo che lo fanno fra mura imperturbate e insonorizzate.
Del resto hanno una reputazione da proteggere...

 

Salve a tutti!!!!

So che molti di voi nn si ricorderanno il mio nome,e altr mi avranno inserito nel proprio libro nero,ma prima che i pochi che ancora mi vogliono bene inizino ad odiarmi,lasciatemi spiegare il perchè di una assenza così lunga(io che di solito nn lascio mai passare tanto tempo fra un capitolo e l'altro).

Dunque:io di solito scrivo su un portatile e poi qnd devo postare il capitolo completo uso il pc di casa.

Improvvisamente mi si è fuso il caricabatterie del portatile e qndi ho dovuto dire addio temporaneamente al mio pc;così ho pensato di continuare a scrivere sul pc di casa,ma dp neanche una settimana il mio pc è andato in ferie anche lui x colpa dei virus e cs ho passato + di due settimane ad attendere che tornasse dall'assistenza;il tutto unito a febbre e lavoro.

Credo che farò un bel pellegrinaggio a Lourdes x liberarmi di qst sfiga!

Cmq ora tutto è rientrato nella norma,sn qui e sn pronta x riprendere cn gli aggiornamenti:voi come state?Avete sentito la mia mancanza?

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di battitura e di ortografia.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Che ne pensi?Lo scontro è stato come te lo immaginavi?Io non credo che Sy sia indifferente a tutto,piuttosto penso che la sua vita gli piaccia così com'è e non è disposto a cambiarla,neanche per la persona che ama),Moon9292(Io,qnd si tratta delle ff,mantengo sempre le promesse!Qndi stai tranquilla,alla fine nn potrai + fare a meno di Al e Scorpius...Alice e Luke ti sorprenderanno vedrai...),Angel_SG(Non preoccuparti!Recensisci se e qnd puoi.Ho dovuto inventare l'amicizia tra Sy e Luke di sana pianta xke il mondo delle amicizie maschili mi è completamente oscuro...spero di esserci riuscita;fa uno strano effetto vedere il mondo di "QAF" e di "HP" che si incontrano vero?Ma sn le mie due grandi passioni e non potevo evitare che succedesse...)Luthien241(Come dimenticarlo?????Non posso dirti niente ma diciamo che nn hai sbagliato di molto!),Kikka15(Eccoti accontentata!Era quello che ti aspettavi?Scommetto di no x Dan e Lily,vero?I senior torneranno molto presto,anzi a dire il vero Harry e Ginny dovevano tornare già in qst capitolo in vesti di baby sitter x Lowell e Charlotte,ma poi il capitolo sarebbe stato tr lungo,cs ho tagliato la loro parte,ma t assicuro che manca poco al loro ritorno).

Bene per il momento io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"The way we were"

Baci Eva.

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Capitolo 8
*** The way we were ***


the way we were

 

 

Quando Rose apparve in cucina quella mattina,James si accorse subito che era di ottimo umore.
Indossava ancora i pantaloncini rossi short e la leggera magliettina che indossava di solito
come pigiama,e fece i pochi metri che separavano la porta dal piano cottura quasi saltellando.
Seduto al tavolo con il giornale aperto davanti a sè alla pagina economica e la tazza stretta
nella mano sinistra,James la seguì con lo sguardo finchè non arrivò a pochi centimetri di distanza da sè.
-Buongiorno amore-la salutò.
Rose gli rivolse un sorriso radioso e gli si avvicinò,fermandosi alle sue spalle e chinandosi per
scoccargli un bacio sonoro sulle labbra.
Jim premette le labbra una contro l'altra e tornò a guardare sua moglie,un sorriso altrettanto
felice sul volto.
-Ora sì che sarà sicuramente un'ottima giornata-aggiunse.
Rose rise e voltandogli le spalle si versò del caffè nella propria tazza.
Cos' era che la rendeva così felice?
Nelle ultime settimane le cose fra loro erano andate sempre migliorando e tutto grazie alla
comune decisione di avere un figlio.
Per la prima volta da mesi,lui e sua moglie avevano ripreso a ridere e scherzare
insieme,arrivando a prendersi in giro come non facevano più da troppo tempo e finalmente tutto sembrava essere tornato alla normalità.
Tutto grazie ad una semplice decisione...Chi l'avrebbe mai detto?
-Come mai sei così euforica?Voglio dire,so che è merito della mia presenza,ma cosa ho fatto
più del solito per rendere la tua vita fantastica e meravigliosa?-le domandò alzandosi in piedi e voltandosi verso di lei.
Rose rise di nuovo e portò la tazza alle labbra per un breve sorso.
James incrociò le braccia al petto e si concesse uno sguardo alla moglie:era davvero bella.
Lo era sempre stata,ma ora questa nuova speranza,il sapere che presto sarebbero stati
genitori le aveva acceso una luce dentro facendola risplendere e rendendola radiosa.
-Allora?Me lo dici o devo andare per tentativi?-le chiese ancora.
Rose giocherellò qualche secondo con la sua tazza e poi affondò lo sguardo nel suo.
-Sono in ovulazione-gli disse.
James la guardò,leggermente stordito,per qualche secondo.
Sapeva esattamente cosa significavano quelle parole,in fondo viveva da più di dieci anni con
un medico!
Il loro sogno era a portata di mano...
-Quindi...lo faremo oggi?-le chiese non sapendo bene cosa dire.
Rose annuì.
-Sempre che Scorpius sia disposto a darci una mano-aggiunse poi con ironia.
James accennò un sorriso,ma questo morì subito facendo tornare sul suo viso quell'espressione
sorpresa e preoccupata allo stesso tempo.
Sentì i passi di Rose avvicinarsi e quando tornò di nuovo presente a sè stesso,la vide ferma
davanti a sè.
-Va tutto bene?Sei ancora d'accordo su...-gli domandò titubante.
James scosse la testa e le prese una mano.
-Assolutamente.
Del resto sono stato io a proporlo,no?
E' solo che non riesco a crederci...Oggi diventerò papà-disse sinceramente soto schock.
Rose sorrise con affetto ed alzò una mano per accarezzargli i capelli.
-Se vogliamo essere pignoli,succederà solo fra nove mesi...-disse tentando di scherzare.
-Dai sai cosa volevo dire!-ribattè lui.
Lei annuì.
-Lo so.Ed è da cose come queste che ti amo ogni giorno di più-
James avvicinò il viso a quello di lei e la baciò dolcemente,prima di accoglierla fra le braccia.
-Sarà meglio chiamare Sy-disse poi James staccandosi da lei quel poco che bastava per
incontrare il suo sguardo.
Rose annuì e,dopo essersi sciolta dal suo abbraccio,si avvicinò al mobile della cucina per
prendere il portatile,ma quando lo ebbe stretto fra le mani,rialzò lo sguardo su James.
-Che c'è?-le domandò lui cogliendo la sua espressione titubante.
-Tu credi che sia colpa nostra?-gli domandò poi.
-Di che parli?-
-Di tuo fratello e Scorpius.Credi che c'entriamo qualcosa nei loro litigi?-domandò di nuovo lei.
James aggrottò la fronte,sorpreso dalle sue parole.
Era davvero una strana domanda.
Non vedeva nè sentiva Albus dalla famosa colazione:nessuno dei presenti nella sala da pranzo
aveva avuto il coraggio di intervenire o di andare a parlare con l'uno o con l'altro.
Erano convinti che fossero problemi personali e che si sarebbero risolti presto.
-Come potrebbe essere colpa nostra?
Stavano litigando perchè quell'idiota di mio fratello vuole fare i suoi comodi-rispose lui.
-Non essere così bacchettone!-ribattè lei.
-Non lo sono,però non capisco il comportamento di Al.
Ha lottato così tanto per poter stare con Scorpius e adesso butta tutto al vento?-fece lui
spiegandole il suo punto di vista sulla situazione.
-E' normale avere dei problemi in dieci anni di vita insieme...Guarda me e te-gli fece notare
Rose prendendo le parti del cognato.
James annuì,ma Rose capì subito che quella parole non lo avevano convinto.
-Comunque continuo a credere che non sia per colpa nostra se loro hanno dei problemi.
Ora che ne dici di chiamarlo e vedere se è disponibile già oggi per il deposito?-le domandò
cambiando discorso.
Rose annuì e premette un tasto per le chiamate veloci.
Quello era un giorno importante per loro e James non avrebbe permesso a niente e nessuno di
rovinarglielo.


"Mio amato Danny,
Questa è l'ennesima lettera che ti scrivo,e inconsciamente so che anche questa resterà senza risposta.
Ma continuo a provare.
Perchè voglio che tu sappia,ho bisogno che tu sappia quello che provo per te..."
Daniel lasciò cadere la lettera sul tavolo davanti a sè e sospirò,portandosi una mano davanti agli occhi.
Quando quelle lettere avevano iniziato ad arrivare,le aveva bruciate all'istante,subito dopo aver letto il mittente sulla busta.
Poi con il passare delle settimane,la curiosità aveva prevalso sulla rabbia e,di nascosto da Lily, aveva letto alcuni stralci di quelle missive giornaliere.
Ma non riusciva a superare le prime righe.
Era più forte di lui...A quelle parole d'amore e alle richieste di perdono,si accavallavano le immagini di tanti anni di solitudine e di disinteresse,che gli impedivano di continuare.
Perchè era tornata nella sua vita?Perchè proprio ora?
Il silenzio che circondava quelle lettere gli aveva provocato anche problemi con Lily...come se non bastassero i problemi che queste portavano con sè.
Doveva parlargliene.
Lo sapeva.E voleva farlo.
Però non sapeva come fare...
-Dovete semplicemente sedervi uno di fronte all'altro e tutto verrà da sè-gli aveva detto suo padre quando era andato da lui per chiedergli un consiglio.
Suo padre la faceva troppo facile...Specialmente dopo la lite che avevano avuto proprio a causa di quelle lettere.
Ancora non si spiegava quell'esplosione di gelosia da parte di Lily:si conoscevano da quando erano ragazzi,in tanti anni di convivenza e di matrimonio non c'erano mai stati segnali o accenni che potessero convalidare la gelosia della donna...Lui praticamente non aveva occhi che per lei da quando aveva sedici anni!
Prese di nuovo la lettera fra le dita della mano sinistra e si lasciò scappare un sospiro a metà fra l'esasperato e il depresso.
-Dan...-
La voce inaspettata lo portò a voltare la testa verso la porta dove,ferma con una mano sullo stipite era ferma Lily,uno sguardo preoccupato negli occhi fissi su di lui.
Continuando a tenere la lettera fra le dita,Daniel ricambiò il suo sguardo,non sapendo cosa dire per interrompere il silenzio che c'era fra di loro.
Sapeva che la minima parola sbagliata avrebbe peggiorato le cose,ma allo stesso tempo sapeva che doveva affrontare le sue parole.
-Ehi...-le disse non sapendo come continuare,il viso contratto in quello che nelle sue intenzioni doveva essere un sorriso.
Era ancora lì,ferma a pochi metri da lui,chiaramente indecisa su cosa fare:inventarsi una scusa e scappare al piano di sopra o fare i pochi metri che li separavano e andare a sedersi accanto a lui?
-Perchè non vieni qui da me?-le disse per aiutarla.
Poteva leggere i suoi pensieri attraverso le espressioni del suo volto...Non gli sarebbe mai riuscito con un altra donna.
Lilly annuì impercettibilmente e si incamminò verso di lui.
Era ormai a due passi di distanza,quando un bisogno immaturo e inspiegabile di sentirla vicino lo portò ad allungare un braccio e a stringere le dita della mano destra attorno al suo polso, attirandola verso di sè finchè non la portò a sedersi sulle proprie ginocchia.
Lo sguardo sorpreso che gli rivolse Lily lo fece sorridere:quasi certamente aveva già tutto il discorso in mente per farsi perdonare,per rimediare alla scorsa lite,ma ora quello era solo un dettaglio.
Tutto ciò di cui aveva bisogno era lei.
Aveva bisogno di sentirle dire che lo amava,che non le importava dei suoi difetti e delle sue mancanze...voleva sentirle dire che non se ne sarebbe mai andata.
Ne aveva un bisogno quasi fisico.
Senza darle il tempo di capire,poggiò la testa contro la sua spalla sinistra,nascondendo per pochi istanti il viso nell'incavo fra la spalla e il collo.
-Dan...-disse di nuovo lei,sorpresa da quel gesto improvviso ed inaspettato.
-Ho solo bisogno...ho bisogno di...-ripetè senza riuscire a finire la frase.
Ma Lily non ebbe bisogno di altre parole:pochi istanti dopo un braccio della donna era attorno alle spalle di Daniel e lo premeva contro di sè,una guancia contro i suoi capelli dove ogni tanto depositava qualche bacio veloce.
Nessuno dei due seppe quanto tempo restarono in quella posizione,stretti in quell'abbraccio; soltanto quando capì di essere più forte,di essere pronto a parlare alla moglie di quello che stava succedendo,si scostò da lei e rialzò la testa per incontrare il suo sguardo.
Nuovamente inaspettatamente,Lily alzò una mano e gli accarezzò una guancia,continuando a restare in silenzio.
-Va meglio?-gli domandò con uno sguardo tenero.
Daniel annuì.
-Vuoi che ti prepari qualcosa di caldo?-gli domandò facendo salire la mano dalla guancia ai capelli,perdendovisi in mezzo.
Lui scosse la testa,chiudendo gli occhi.
Amava quel gesto:non era niente di particolarmente eccitante o di erotico,ma ogni volta che Lily affondava le dita fra i suoi capelli,un senso di serenità e di tranquillità lo avvolgeva.
Lo faceva sentire amato e al sicuro neanche fosse ancora un bambino.
Riaprì gli occhi e cercò lo sguardo della moglie.
-Devo parlarti di una cosa-le disse senza giri di parole.
-Non sei costretto-lo rassicurò Lily.
Daniel sorrise.
Se prima poteva aver avuto qualche dubbio se parlarle o meno delle lettere,quelle parole glieli avevano spazzati via.
-Lo so-
Detto quello,si voltò verso il tavolo per prendere la lettera che vi giaceva sopra dimenticata,e gliela tese.
Lily guardò la lettera timorosa,quasi con sospetto prima di prenderla fra le mani.
L'uomo la osservò in silenzio mentre i suoi occhi scorrevano le prime righe della lettera avidi, chiaramente curiosi,prima di scattare di nuovo ad incontrare i suoi guardandolo sorpresi, increduli.
-Dan ma questa...Questa è...-balbettò non riuscendo a dare un ordine corretto alle parole.
Lui annuì.
-Una lettera di mia madre.
Una delle tante-confermò.
-Cosa?E perchè...Perchè ora?-chiese ancora lei nervosa.
Non parlavano mai di sua madre.
Lui non aveva una madre.
La sua famiglia era costituita da suo padre e,negli ultimi dieci anni,da Scott.
Non poteva considerare come sua madre una donna che lo aveva abbandonato quando era un bambino,che si era completamente disinteressata alla sua vita nonostante vivessero insieme, che lo riteneva responsabile della china disastrosa che aveva preso la sua vita.
Quella donna era un'estranea ai suoi occhi.
Per questo rispose con un'alzata di spalle,come se la cosa non lo toccasse affatto.
-Non lo so.
Sinceramente neanche mi interessa-rispose con voce atona.
Lily lo fissò in volto per qualche istante,cercando qualcosa che gli permettesse di capire cosa si nascondeva davvero dietro la maschera che ora bloccava le emozioni del marito.
-Lo so,non mi credi-disse Dan riconoscendo il suo sguardo indagatore.
Lei scosse la testa.
-No,non è questo...So che per te è difficile parlare di tua madre...Cioè non ne abbiamo mai parlato neanche io e te,se escludiamo quell'unica volta ad Hogwarts...Però questo non significa che non pensi mai a lei,magari anche soltanto un pensiero di sfuggita,d'improvviso-cercò di spiegargli lei anche se era difficile trovare le parole adatte per quel discorso così delicato.
Lo sguardo di Daniel non l'aveva abbandonata neanche un'istante,fu solo quando tornò il silenzio che Lily lo vide abbassare lo sguardo sulle loro ginocchia.
-Non ricordo l'ultima volta che io e mia madre siamo stati insieme.
Dovevo essere troppo piccolo...Il mio primo ricordo felice è mio padre,davanti a me che cerca di farmi mangiare cantando stonato.
Ci credi se ti dico che ho soltanto dei ricordi sfocati di lei?Potrei averla incontrata tante volte in questi anni,ma non l'avrei mai riconosciuta-le confessò rialzando gli occhi,infinitamente tristi.
Lily si ritrovò gli occhi umidi nello stesso istante in cui incontrò il suo sguardo;gli accarezzò il retro del collo,affondando nei capelli radi,cercando con quel gesto di risollevargli il morale.
Si sentiva triste e inadeguata:lei non poteva aiutarlo;la sua vita era stata completamente diversa,la sua famiglia era il completo opposto.
Sua madre era stata un punto fermo per lei ed i suoi fratelli,la prima persona a cui rivolgersi quando suo padre l'asfissiava troppo o quando aveva bisogno di un consiglio.
Sentendo le dita di Lily perdersi nei suoi capelli,un sorriso maliconico apparve sul volto di Daniel.
-Non si può sentire la mancanza di quello che non si ha-disse interpretando i pensieri che le attraversavano la mente.
Lei si avvicinò e posò le labbra sulla fronte del marito,con tenerezza.
-Volevo parlartene-le disse facendole abbassare gli occhi nei suoi-Però sono andato in paranoia dopo la prima telefonata...non sapevo davvero che fare.
Poi sono cominciate ad arrivare le lettere e ne ho parlato con mio padre e,naturalmente,lui mi ha detto di parlarne con te,di spiegarti;poi però c'è stata la lite dell'altro giorno e...-le spiegò in maniera confusa.
Lily scosse la testa,quasi a voler interrompere quel fiume di parole.
-E' colpa mia...Sono stata istintiva e non ti ho lasciato parlare,sicuramente sarà colpa degli ormoni!-disse
Daniel sorrise e stavolta toccò a lui scuotere la testa.
-Non importa.
Però c'è una cosa da chiarire:io non sono mai pensato di andare con un'altra.
Tu sei talmente impegnativa che non ne ho il tempo...-aggiunse in un leggero tono scherzoso che fece sorridere Lily.
-Avevo paura che la notizia del bambino fosse arrivata troppo presto,che non ti sentissi pronto per questo cambiamento...-confessò lei poggiando la fronte contro la sua,quasi a volersi nascondere dal suo sguardo.
Daniel allontanò la testa muovendosi poi per catturare il suo sguardo,finchè non incontrò gli occhi marroni della moglie.
-Non sono il tipo che va nel panico al primo accenno di cambiamento....Lo sai.
Avremo un bambino.
E' un grosso cambiamento,è vero che non lo aspettavamo,e che personalmente non avevo mai pensato che potesse arrivare così presto,ma te l'ho già detto una volta e non credevo di dovertelo ripetere...Sapere che avremo un bambino è la notizia più bella che abbia mai avuto in vita mia.
Specialmente perchè sei stata tu a darmela-
Lily sorrise commossa.
-Davvero?-chiese.
Daniel annuì prima di avvicinare le labbra a quelle di lei per un bacio lieve,dopodichè tornò a posare la fronte contro quella di Lily lasciando cadere il silenzio.
Restarono abbracciati in quella strana posizione per un tempo indefinito finchè Lily non rialzò la testa per cercare lo sguardo del marito,fissandolo con sguardo serio che fece presagire a Dan quale sarebbe stata la domanda che lei gli avrebbe posto.
-Quindi cosa farai con tua madre?-gli disse infatti.
Ancora una volta lui alzò le spalle.
-Niente.
Non ho bisogno di una persona così nella mia vita-rispose con la stessa voce incolore che aveva usato ogni volta che aveva parlato della madre.
Lily lo fissò e capì di dover lasciar cadere il discorso...Anche se c'erano ancora molte cose da dire.

 


Ad occhi chiusi,Rebecca si godeva le carezze lente e pigre che Ronald le stava dispensando.
Sdraiata sul corpo nudo del marito,una guancia premuta contro la sua scapola sinistra,sentiva il suo respiro caldo sfiorarle una spalla ritmicamente.
-Non sei scomoda?-sentì chiedere all'uomo.
Senza sollevare la testa dalla sua scapola,Rebecca sorrise:avrebbe potuto restare così per delle ore.
E Ronald lo sapeva benissimo;sapeva che amava restare sdraiata su di lui dopo il piacere,quasi a voler rivendicare il possesso del suo corpo,a ricordare a sè stessa e a Ronald che lui era Suo.
Ancora suo dopo tanti anni e tutti i problemi che avevano dovuto affrontare all'inizio della loro storia d'amore.
Era difficile trovare del tempo da dedicare a loro due ultimamente,con gli allenamenti di Ronald che lo portavano a stare lontano da casa per parecchie settimane,e con Lowell e Charlotte che impegnavano entrambi nel poco tempo che avevano a disposizione.
Ma ogni volta che potevano si ritagliavano delle ore da dedicare a loro:lasciavano i bambini dai nonni,si concedevano una cenetta,si godevano il silenzio della loro casa insolitamente vuota e poi...e poi si lasciavano andare alla fantasia e alla passione.
Persa nei suoi pensieri,non si accorse che le dita della sua mano sinistra avevano iniziato ad accarezzare leggere un avambraccio di Ronnie,piegato all'altezza del gomito per stringerla contro di sè,seguendo tutte le linee dei muscoli e delle vene.
-Non potrei avere un cuscino più comodo-rispose continuando nella sua esplorazione.
Sentendo la sua risata,sollevò leggermente la testa dal suo petto e cercò il suo sguardo trovando due occhi luminosi ad aspettarla.
Si sistemò meglio su Ronald e portò entrambe le braccia contro le spalle del marito,iniziando a giocare con i suoi capelli spettinati.
Un lieve sorriso si disegnò sulle labbra di Ronnie,portandola a sorridere a sua volta.
-Che hai da sorridere?-gli domandò.
-A volte mi dimentico quanto sei buffa-la prese in giro lui.
Rebecca gli fece una smorfia facendolo scoppiare a ridere fragorosamente mentre l'abbraccio con cui la stringeva si faceva più stretto.
Osservandolo ridere,il pensiero di Rebecca volò alla conversazione che aveva sentito pochi giorni prima fra Albus e Scorpius,il discorso che l'aveva turbata più di quanto avesse creduto in un primo momento.
Da quanto tempo i due avevano problemi?
Come avevano fatto a non accorgersi di niente?
Al contrario di Jim e Rose,i cui problemi erano diventati palesi man mano che il tempo passava,quella discussione aveva fatto esplodere tutte le incomprensioni neanche fosse una bomba H.
Se non ce l'avevano fatta loro ci poteva?
Era quella la domanda che la spaventava...
La sua famiglia si era formata grazie a Scorpius,grazie a quel discorso assurdo che aveva fatto a Ronald...Senza di lui chissà come sarebbero andate le cose!
Probabilmente si sarebbero sposati lo stesso,ma avrebbero aspettato qualche anno e le cose con Lowell sarebbero state più complicate di come invece erano state...
-Non dirmi che ci stai pensando di nuovo...-
Rebecca tornò presente a sè stessa e riportò lo sguardo in quello di Ronald,lasciandosi scappare un sospiro,prima di poggiare il mento sullo sterno dell'uomo.
-E' incredibile!Hai un uomo nudo e,se me lo concedi,discretamente desiderabile sotto di te e continui a pensare a mio fratello e a Scorpius?-disse Ronnie in tono scherzoso.
-Lo so,lo so...E' che non riesco a fare a meno di farmi domande-
-Che genere di domande?-chiese lui curioso.
-Che diamine è successo ad Al per farlo rimbecillire all'improvviso?
Voglio dire...E' come se tutto d'un tratto io iniziassi ad essere insofferente dei tuoi ritiri con la squadra,del poco tempo che passiamo insieme o di quello che comporta essere la moglie di un giocatore famoso e accettassi la compagnia del primo arrivato-disse lei seguendo la linea dei suoi pensieri.
Ronald la fulminò con lo sguardo,mostrando tutta la gelosia che quelle parole scatenavano in lui,ma Rebecca scosse subito la testa.
-Sta tranquillo,era solo un esempio...Anche se ad essere sincera,sarei più serena sapendo che quelle pazze scatenate delle tue "fan" hanno smesso di fare la posta allo spogliatoio sperando di beccarti con solo l'asciugamano indosso-gli confessò sincera.
Ancora una volta Ronald rise,più rilassato,accarezzandole la schiena nuda con entrambe le mani, fermandosi proprio sopra il fondoschiena.
-Vedila così,loro possono solo sperare di vedermi in asciugamano...Tu hai dato un nome ad ogni mia lentiggine,anche le più nascoste-
Rebecca sorrise maliziosa,pensando a Freddy,l' assurda lentiggine che Ronnie aveva all'interno della coscia sinistra,proprio a poca distanza dall'inguine.
Poi il sorriso sparì lasciando il posto ad un espressione seria e pensieriosa.
-Credi che sia davvero innamorato di questo tipo?-gli domandò sinceramente curiosa.
Lui sospirò e alzò le spalle per quanto gli permetteva la posizione.
-No,non penso.
Anche quando era giovane,quando ancora non sapevamo nulla della sua storia con Scorpius, Al si è concesso un'avventura con un altro ragazzo.
Non so che fine abbia fatto dopo che loro sono tornati insieme,però a quanto pare il concetto di fedeltà non si addice a mio fratello visto che la situazione si ripresenta anche ora ad anni di distanza-
-Credi che dovrei provare a parlare con Scorpius?-gli domandò incerta.
Lo vide mordersi l'interno del labbro inferiore come faceva sempre quando era pensieroso ed un brivido le scese lungo la schiena;quasi senza pensare,si avvicinò al viso di Ronald e gli mordicchiò il mento,scivolando poi lungo la mandibola e il collo,già segnato da alcuni segni rossi.
-Così però perdo il filo...-si lamentò Ronnie stringendo più salda la presa sulla sua schiena.
Rebecca ridacchiò e sollevò di nuovo la testa dal suo collo,fissandolo con due occhi accesi dalla malizia,prima di muoversi leggermente sul corpo dell'uomo,scivolando leggermente più in basso facendo così incontrare le loro intimità.
Un ghigno malizioso apparve sulle labbra di Ronald.
-Cos'hai in mente?-le domandò,completamente dimentico del discorso fatto fino a pochi istanti prima.
Le braccia di Rebecca scivolarono lungo le spalle sfiorando i pettorali e gli addominali con la punta di tutte e dieci le dita,fermandosi sull'ombelico,iniziando allo stesso tempo a muoversi lentamente su di lui.
-E' da un pò di tempo che non faccio un saluto a Freddy...-gli disse in tono scherzoso,scendendo con la mano destra fino a stringere le dita attorno al membro semieretto di Ronald.
Lo sentì trattenere il respiro non appena lo prese fra le mani,per poi rilasciare il fiato tutto insieme insieme ad un gemito sommesso.
Dedicò la sua attenzione all'erezione di Ronald sentendola crescere ad ogni tocco,facendola scontrare contro il palmo della sua mano,stuzzicando con il pollice il taglio sulla punta,aumentando e diminuendo la velocità delle carezze a seconda del respiro dell'uomo.
Continuò così finchè Ronald in quello che,per la sua mente mezza annebbiata dal piacere,ritenne uno sforzo titanico le allontanò la mano e la portò con le spalle al materasso coprendola completamente,prendendo il controllo della situazione.
Rebecca amava quel "gioco di ruoli":poteva fargli tutto quello che voleva,accarezzarlo,leccarlo, succhiarlo fino a farlo arrivare ad un passo dal baratro,fino ad illudersi di avere per una volta il controllo,ma sapeva che come ogni volta,Ronald avrebbe deciso per entrambi.
Molte donne lo avrebbero trovato snervante,anche svilente,ma per lei era rassicurante:Ronald sapeva cosa era meglio per entrambi,cosa avrebbe aumentato il piacere di entrambi,e per lei, cedergli il comando significava che il meglio doveva ancora arrivare.
E anche quella volta fu così.
Quando l'orgasmo passò,lasciandoli sudati e stanchi,chiuse per qualche minuto gli occhi, cercando in quell'immobilità di riuscire a far tornare normale il suo respiro.
Ronald,la testa sul suo seno e le braccia ai lati della sua testa era vittima della sua stessa spossatezza:sapeva di doversi muovere,di dover trovare la forza almeno quel poco che gli avrebbe impedito di schiacciare Rebecca con il suo peso,ma quell'idea gli sembrava irrealizzabile.
Tutto quello che riuscì a fare fu sollevare leggermente la testa fissando lo sguardo sul volto della moglie.
Gli occhi di Rebecca incontrarono subito i suoi e per un'istante,perso in cielo in tempesta che erano gli occhi di sua moglie,Ronald si sentì mancare il fiato.
Nessuno,neanche sua madre,lo aveva mai guardato con tanto amore.
Come a voler confermare quello che era scritto nei suoi occhi,Rebecca sollevò una mano e con gentilezza,gli allontanò alcune ciocche dal volto.
-Sposami-
Lo aveva detto seguendo un pensiero improvviso,di quelli che erano una caratteristica del suo carattere e che tante volte gli avevano portato fortuna.
A quelle parole,Rebecca alzò un sopracciglio,sul viso un'espressione a metà fra il confuso e il divertito.
-Forse devo essermi persa un passaggio,ma credevo d'averlo già fatto-rispose poi ironica.
Ronald scosse la testa avvicinandosi se possibile ancora di più a lei.
-Sposami di nuovo-le disse sincero.
-Stai parlando sul serio?-chiese ancora lei,questa volta sorpresa.
Ronald annuì,sorridendo.
-Il nostro matrimonio non è stato di quelli da favola che racconto a Charlotte quando le leggo la storia della buonanotte.
Abbiamo dovuto fare le cose di nascosto,senza far sapere niente a nessuno dei nostri amici o ai nostri genitori...C'erano soltanto tua sorella e i miei fratelli-iniziò a spiegarle.
Si accorse dello sguardo attento che lei gli stava rivolgendo e,spinto proprio da quello sguardo,continuò a parlare.
-Ci eravamo ripromessi di ripetere le promesse,di fare le cose per bene,ma poi per colpa del mio lavoro e per tutti i nostri impegni non ci siamo riusciti.
Perchè non farlo adesso?
In fondo sarebbe anche un modo perfetto per festeggiare i nostri dieci anni insieme-continuò sinceramente infervorato dalla sua idea.
-Sono incinta di tre mesi Ronnie...Anche se facessimo tutte le cose in un paio di mesi avrei una pancia come un cocomero.
Magari sarebbe meglio aspettare dopo la nascita del bambino-gli disse.
-Poi vorresti aspettare ancora per poter perdere i chili di troppo...Che ti importa della pancia?Anche quando ci siamo sposati la prima volta eri incinta.
Vedilo come un segno del destino:magari anche fra venticinque anni quando festeggeremo le nozze d'argento avrai una pancia come un cocomero-disse lui sincero.
Per lui non erano mai stati un problema i chili di troppo presi da Rebecca durante la gravidanza,anzi la trovava anche eccitante con la pancia...Ma forse lui non faceva testo,per lui era sempre eccitante.
Rebecca sorrise alla sua battuta e per un breve istante allontanò lo sguardo dal suo,fissando i pettorali dell'uomo.
-Allora?Che te ne pare di quest'idea?-le domandò leggermente timoroso del silenzio che era seguito alla sua domanda-Ti va di sposarmi di nuovo...Oppure il tempo ti ha fatto rinsavire e hai capito che già la prima volta era stato un'errore?-le chiese cercando di nascondere il timore dietro lo scherzo.
Possibile che,dopo dieci anni di matrimonio e tre figli,aveva ancora paura che lei potesse lasciarlo?Che se ne andasse improvvisamente dalla sua vita?
Rebecca tornò ad incontrare i suoi occhi e sorrise,per rassicurarlo delle paure che lo avevano attanagliato per quei brevi istanti.
-Forse questa lezione non la imparerò mai...Facciamolo!
Sposiamoci!- rispose in tono squillante,il viso illuminato dalla felicità.
Ronald sorrise.
Era esattamente la reazione che sperava di ottenere.

 

L'acqua fredda le faceva,paradossalmente,bruciare la pelle.
Il getto della doccia,proprio sopra la sua testa le gettava l'acqua addosso neanche una piccola cascata,bagnandole i capelli,le spalle,le braccia e tutto il corpo.
In un giorno qualunque si sarebbe sfregata la pelle con una spugna e con il bagnoschiuma al cioccolato che tanto piaceva al suo fidanzato...ma quel pomeriggio non riuscì a muoversi.
Immobile sotto la cipolla della doccia lasciò che il getto freddo le sfrerzasse la pelle,ferendola ad ogni tocco,quasi un punizione per qualche colpa non espiata.
Ed in fondo lei aveva qualcosa da farsi perdonare...
Qualcosa di davvero grave.
Come accidenti era potuto succedere????
La testa poggiata contro le mattonelle bianche a fiorellini rossi della doccia,chiuse gli occhi,ritornando con la mente a quello che era successo poche ore prima...Solo sei ore prima era tutto normale,tutto come al solito.
Sapeva come era successo.
Aveva voluto fare la donna adulta e matura,sprezzante del passato e in fondo anche dei sentimenti e proprio quel suo atteggiamento le si era rivoltato contro.
Perchè aveva dovuto rovinare tutto???
Riaprì gli occhi e lo sguardo le cadde sul seno destro dove,poco distante dall'aureola,c'era ben evidente il segno di un morso.
Bastò quella vista a farla scoppiare in lacrime.
La prova tangibile del suo errore...
Neanche fosse un burattino a cui avevano tagliato i fili,si accasciò sul pavimento della doccia e piegò le ginocchia contro il petto,la fronte poggiata contro un braccio.
Di nuovo quella sensazione,quel senso di smarrimento che aveva sperato d'essersi lasciata alle spalle.
Tutti gli anni passati non le avevano insegnato niente?
Perchè era ancora lì a piangere?Perchè non si asciugava le lacrime,usciva dalla doccia e cercava un modo per rimettere insieme la sua vita?
Perchè la cosa che le faceva più paura non era la consapevolezza di aver fatto un errore,ma la certezza che alla prossima occasione lo avrebbe fatto di nuovo e ancora e ancora,almeno finchè avrebbe potuto.
E ogni volta avrebbe avuto sempre meno rimorsi.


-Ma dove cazzo eri finito?
Hai idea da quanto tempo ti sto aspettando?-
La voce di Scorpius lo assalì non appena superò il cancello della sua casa,la chiave ancora in mano pronta per essere infilata nella toppa.
Si guardò la mano,sorpreso di trovarla già pronta all'azione;doveva essere stato un gesto automatico perchè la sua mente era lontana anni luce da quel posto.
Ancora persa dentro una limousine nera dai vetri oscurati...
Dei passi si fecero più vicini e sbattendo le palpebre Luke tornò presente a sè stesso,guardando l'amico che ora era fermo alla sua destra.
-Beh?Devo ancora aspettare a lungo?-gli domandò seccato.
Distratto,Luke scosse la testa e fece i pochi passi che lo dividevano dalla porta di casa, infilò la chiave nella serratura e aprì facendosi da parte per fare entrare l'amico.
-La tua dolce metà dov'è?-chiese Scorpius,dopo aver fatto i primi passi nell ingresso.
Non ne aveva la più pallida idea.
E al momento Mandy era l'ultimo dei suoi pensieri.
La sua mente era un ottovolante,anzi peggio!
Continuava a pensare a centinaia di cose diverse,a tutto quello che era successo in poche ore, a come la sua vita poteva essere cambiata irrimediabilmente...
Per un breve istante si chiese se anche lei fosse confusa quanto lui.
Ma in fondo era inevitabile quello che era successo...Era solo questione di tempo,lo sapevano entrambi.
-Si può sapere che accidenti hai oggi?Sei completamente fuori fase!-lo rimproverò Scorpius facendolo tornare con i piedi per terra.
Lui scosse la testa e lo seguì,neanche fosse Scorpius il padrone di casa,nel salotto privato, osservandolo mentre si avvicinava al tavolino dei liquori e si riempiva un bicchiere con dell'abbondante FireWhiskey.
-Quella roba è troppo forte per le sei del pomeriggio-gli fece notare.
Doveva essere successo qualcosa anche al biondo,altrimenti non ci sarebbe andato così pesante con l'alcool.
-Credimi quando avrò finito di sentire quello che sto per raccontarti sarai tu a versarmi il prossimo bicchiere-gli disse prima di berne un lungo sorso tutto d'un fiato.
Luke restò in silenzio,sinceramente grato questa volta alla ritrosia naturale di Scorpius nel confidarsi,per il tempo che gli permetteva di dedicare ai suoi pensieri confusi.
-Oggi sono venuto in un bicchiere-disse il biondo spiazzandolo e facendogli riportare l'attenzione su di lui.
Lo fissò per un brevissimo istante per poi alzare le spalle.
-Ogni coppia ha la sua fantasia sessuale...-si limitò poi a dire.
Scorpius scosse la testa con violenza.
-No,idiota!Ho donato il mio...sperma-era davvera assurda questa vergogna per le parole-per James e Rose-
Ora Luke era davvero confuso.
-Il fratello di Al e sua moglie?E cosa se ne fanno del tuo sperma?-gli chiese sinceramente curioso.
Il biondo abbassò lo sguardo sulle proprie mani,che reggevano unite il bicchiere,e alzò le spalle.
-Fanno un bambino-
Gli occhi di Luke si spalancarono per la sorpresa e l'incredulità:aveva davvero capito bene?
-Cosa?-chiese.
-Sì insomma...Loro insieme non possono avere dei figli e hanno chiesto a me di fare da donatore...-
-E perchè proprio a te?-lo interruppe sempre più incredulo Luke.
-Volevano qualcuno di cui potersi fidare,qualcuno che avrebbe rinunciato ad ogni pretesa di paternità senza fare storie e sapendo come io come la penso su quest'argomento,hanno pensato fossi il candidato giusto-riassunse brevemente l'altro.
Luke premette le labbra una contro l'altra e lo fissò.
-Quindi tu oggi sei venuto in un bicchiere per far nascere il loro bambino-
Scorpius si limitò ad annuire.
C'era un ultimo tassello da aggiungere al puzzle prima che Luke potesse dirgli cosa pensava della sua "grande" idea.
-Strano che Al te lo abbia lasciato fare...-commentò in tono casuale.
L'espressione che apparve sul volto dell'altro spiegò meglio di mille discorsi.
-Come immaginavo.
Non gliene hai neanche parlato...-
-Ma chi sei tu?Un'indovino?-gli chiese infastidito l'amico.
-Quando si tratta di te,sì.
Hai accettato di fare un figlio per il fratello del tuo compagno senza prima consultarti con lui?
E' strano che tu sia ancora vivo,specie visto quanto è importante per lui il discorso "figli e famiglia"-commentò leggermente ironico.
Scorpius gli lanciò uno sguardo incattivito.
-Non è cambiato niente.
Sono passati anni,ma la mia idea non cambia:non avrò mai un figlio nè voglio una famiglia-disse piegando le dita a mo di virgolette-E poi se c'è qualcuno che dovrebbe lamentarsi qui sono io!-aggiunse.
Pentendosi l'istante dopo di quello che aveva appena detto.
-Che vuoi dire?-chiese infatti Luke,incuriosito dalle sue parole.
Scorpius rialzò lo sguardo ad incontrare gli occhi del suo migliore amico e ancora una volta a Luke bastò quello sguardo per capire cosa significava quella frase.
Ricordava di aver già visto quegli occhi,così tristi,una sola volta da quando lo conosceva:quando Albus lo aveva lasciato per quel ragazzo ai tempi di Hogwarts.
-C'è un altro-disse infatti senza paura di smentita.
Come succedeva sempre quando affrontavano discorsi troppo personali,Scorpius si alzò e gli voltò le spalle,il bicchiere ancora stretto fra le dita della mano sinistra.
In tanti anni di amicizia,Luke non aveva mai visto l'espressione che si dipingeva sul volto di Scorpius quando parlava del suo compagno.
Sapeva che lo amava,non ne aveva dubbi,e che stranamente era lui il più geloso o quello con i dubbi maggiori,ma non aveva mai saputo cosa gli passasse per la mente quando parlava dei loro problemi.
E non riuscì a vederlo neanche questa volta;dovette accontentarsi del racconto che il biondo gli fece di come le cose fra lui e Albus stessero andando velocemente a scatafascio,della lite che avevano avuto pochi giorni prima,incuranti delle orecchie di tutti i fratelli Potter che ascoltavano nella cucina,e di quello che era successo poche ore prima che sicuramente aveva inferto un ulteriore colpo alla loro relazione già traballante.
Quando finalmente ebbe finito di parlare,tornò a voltarsi e incontrò lo sguardo dell'amico.
-Che ne pensi?-gli domandò poi,dopo qualche istante di silenzio.
L'idea che Luke si era fatto nella sua mente era mille volte meglio del panorama che Scorpius gli aveva disegnato con il suo racconto.
Per la prima volta da quando si conoscevano,si trovò ad essere in aperto disaccordo con tutte le scelte dell'amico.
-Sei fortunato di avere Al come compagno.
Io al posto suo già ti avrei cacciato di casa da settimane-gli disse sincero.
Il volto perfetto del biondo si corrugò in un espressione sbigottita.
-E' inutile che mi guardi così.
Ti stai comportando come un coglione!
Per anni hai detto a quel ragazzo di non volere figli,di non voler neanche prendere in considerazione l'idea di una famiglia e poi cosa fai?
Ti offri volontario per essere il padre del suo nipotino?-gli chiese in tono severo.
-Non mi sono offerto volontario...-cercò di controbattere Scorpius.
-E che se ne importa!Lo stai facendo comunque!Sai quanto questo gli dia fastidio o lo faccia stare male ma preferisci far finta di niente e continui per la tua strada fregandotene altamente di lui,che ha rinunciato a tutti i suoi sogni per te?-gli domandò ancora chiaramente infervorato.
-Non mi pare di essere da meno quando si parla di rinunce...Anche io ho rinunciato a molto per stare con lui!-rinfacciò Scorpius,infastidito dalle parole dell'amico.
Parole che sapeva essere vere.
-E questa è la prima volta che ti lamenti di averlo fatto!-gli disse Luke con lo stesso tono di voce,per poi farsi scappare un sospiro rumoroso,prima di incenerire l'altro con lo sguardo-Come cazzo ti è venuto di trattarlo in quel modo?-
Neanche lui sapeva darsi una risposta.
Era evidente dal suo volto,dalla tempesta che infuriava nei suoi occhi grigi.
Luke si strofinò la fronte con una mano e restò qualche istante in silenzio,consapevole che in quel momento Scorpius aveva bisogno di un amico.
-Sai che rischi di perderlo,vero?-gli domandò lanciandogli uno sguardo cauto.
Il biondo restò in silenzio,passandosi le dita della mano libera fra i capelli.
-Se quel tizio è davvero quello che vuole non posso fare niente...-rispose poi a voce talmente bassa che soltanto il silenzio totale permise a Luke di sentirlo.
Ancora una volta,Luke si trovò ad affrontare un nuovo aspetto di Scorpius che non aveva mai conosciuto fino a quel momento:la rassegnazione.
La rassegnazione a vedersi portare via la sola persona che avesse mai amato nella sua vita.

 

 

Salve a tutti!!!

Prima di tutto:so che tanti di voi saranno confusi dalla composizione del capitolo,ma vi tranquillizzo subito.

Tutto verrà chiarito nel prox capitolo;infatti(nella mia mente malata)questo ed il prox capitolo sn collegati,qs speculari,qs uno il confronto dell'altro,senza uno non si capisce l'altro,soprattutto per quanto riguarda Luke e la faccenda Albus/Scorpius(che nn è finita qui!Il bello,o il peggio, deve ancora arrivare).

Vi avviso inoltre che il prox capitolo,sarà il 1 capitolo hot,ma OVVIAMENTE nn vi dico x ql o qnt coppie e sarà il 1 capitolo in cui si faranno vedere i senior...Siete contenti???

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno(nonostante le vacanze)il capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di battitura e/o ortografia.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Ora mi dirai che il sogno si è trasformato in un incubo...E vedrai nei proximi...Andrà a finire che mi odierai! XD!Il comportamento di Sy porterà a gravi conseguenze,ma si farà perdonare;diciamo che è una specie di percorso che il ns deve affrontare per arrivare alla giusta maturazione xkè cm è adesso è ancora bloccato all'adolescenza,con tt le sue idee ed i suoi preconcetti!E' ora che si svegli!),Luthien241(Eh già sn tornata...Non so se sia un bene xò la mia presenza asfissiante...Il ritorno di fiamma fra Alice e Luke?Beh che posso dire:bisogna aspettare il prox capitolo, altrimenti vi rovino la sorpresa),Sbubina(Grazie x i complimenti!!!Io dico sempre:l'amore smuove anche le montagne...SArà il loro caso?Chi lo sa!),VictorieBHFS(Grazie x i complimenti!!!!!!!!!!!!!!!E x i tanti commenti che hai lasciato in giro x i vari capitoli e x le varie storie!!!!Grazie davvero tanto!!!Se ti ha affascinato qst saga,perchè nn leggi anche la storia che ho scritto su Draco e Hermione?Io la considero un pò il mio capolavoro,magari ti piace anche questa...Ora il mega ringraziamento:Brian per me è l'essere supremo,l'uomo + perfetto che potrà mai esistere sulla faccia della terra quindi ne parlerò solo e sempre bene.Se vuoi farti un'idea di chi è davvero Brian guarda il telefilm "Queer as Folk";come hai visto la storia dell'inseminazione nn sta portando niente di buono e la situazione x cm è messa può sl peggiorare e x rispondere alla tua domanda ti chiedo "Chi è che nn vorrebbe Scorpius???"),Angel_SG(Povero pc,e povera testa martoriati x colpa mia,promettimi che la prossima volta farai qualcosa di meno estremo;la vera storia tormentata e strappalacrime sarà proprio quelle fra Alice e Luke,ma credimi sarà anche molto molto hot...Mica possiamo perdere altro tempo,no?),Kikka15("Il tempo sistema un pò tutte le cose"...o almeno cs dicono,ma in qst caso c'è qlcn che deve darsi davvero tanto da fare!Cm vedi,almeno x Dan e Lily ho esaudito i tuoi desideri ^_^),Nefene(Oddio un'altra chioccia come me!!!!Che bello!!!Ed io che credevo di essere l'unica!!!!I'm Happy!!!Eva concentrati sul capitolo...Allora:è vero, Albus già una volta si è lasciato andare alla tentazione e ha lasciato Sy x un altro ragazzo;ma nn dimentichiamoci che anche quella volta era stato Sy a dargli il "permesso",a dirgli di andare cn altri,di "esplorare" il panorama gay appena conosciuto,e se ci pensiamo bene adesso sta facendo esattamente la stessa cosa...Evitando di lottare per il suo compagno,facendosi da parte,quasi nn gli interessassero le scelte di Albus o se quegli anni fossero stati dei tappabuchi nell'attesa del "vero amore"...).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Heartbreak Hotel"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** It was just sex ***


it was just sex

"Grazie per avermi spezzato il cuore
finalmente la luce riesce a entrare
Strano a dirsi ho trovato pace
In questa palude

Grazie per avermi spezzato il cuore
finalmente la luce riesce a entrare
Strano a dirsi ho trovato pace
In questa palude

Grazie per l'invito a...
A dimenticare"

Fu il fastidioso riflesso di un raggio di sole a svegliarla.
Lentamente il suo cervello abbandonò la rilassatezza e l'oblio che caratterizzava da sempre i suoi sogni e le fece prendere sempre più coscienza di sè stessa.
Era nel suo letto,la testa sul cuscino,il leggero piumino a coprirle il corpo nudo;accanto a lei, sdraiato sulla pancia,un braccio sotto il cuscino e l'altro a poca distanza dal suo volto,Eric dormiva beatamente.
Le bastò uno sguardo alla pelle rosea e perfetta della schiena per capire che anche lui doveva essere nudo sotto le coperte.
Ancora assonnata si concesse un sorriso rilassato.
Era bello svegliarsi in quel modo...
Nonostante stessero insieme da quattro anni,e fossero ufficialmente fidanzati da più di due, lei e Eric continuavano a vivere ognuno per conto proprio:avevano paura che la quotidianità avrebbe finito per rovinare il loro rapporto,rendendolo qualcosa di stantio e di abitudinario.
Ma nonostante avessero due case,non avevano mai passato una notte separati:c'erano settimane intere in cui vivevano nell'appartamento di Eric e altre in cui si trasferivano da lei, perfettamente felici di questa sistemazione e incuranti delle battutine che i loro amici e familiari facevano all'indirizzo di quella loro "scelta di vita".
Alice sapeva che la cosa più saggia da fare,visto che era una giornata lavorativa,sarebbe stato alzarsi,farsi una doccia e andare a lavoro,ma in quel momento iniziare una nuova giornata era l'ultimo dei suoi pensieri.
Si mosse nel letto avvicinandosi ad Eric,osservando la completa rilassatezza che coglieva il suo corpo quando questi dormiva:i capelli gli ricadevano spettinati sul cuscino,coprendogli anche una guancia,le labbra erano dischiuse in una piccolissima O e sulle guance si intravedeva un accenno leggero di barba che sarebbe sparita non appena l'uomo si sarebbe alzato.
Nonostante fosse addormentato,i suoi muscoli davano l'impressione di essere in tensione, scattanti,pronti all'attacco,e riusciva a vedere la schiena alzarsi ed abbassarsi ritmicamente insieme al respiro.
Alzò una mano e con due dita gli scostò il ciuffo di capelli che era sulla guancia,facendolo ricadere all'indietro insieme agli altri sul cuscino.
Era davvero bello.
Tante volte,agli inizi della loro relazione,gli aveva chiesto se tanta bellezza non nascondesse qualche magagna,un'insieme di problemi che si nascondevano dietro quella maschera di perfezione.
-Dovrai scoprirlo da te-le rispondeva sempre con una risata a distendergli le labbra.
Ora sapeva che non era così...Certo,aveva anche lui i suoi difetti,ma era riuscito a farla innamorare anche di quelli,non lasciandole via di scampo.
Si mosse ancora nel letto,avvicinandosi maggiormente a lui,arrivando proprio accanto al braccio posato sul cuscino e vi posò un bacio leggero.
Doveva lasciarlo dormire o poteva permettersi di svegliarlo?
Indecisa su cosa fare,seguì un pensiero improvviso e scalcio via il piumino gettandolo quasi a terra,lasciando entrambi completamente nudi.
Generalmente la sua ritrosia nel mostrarsi nuda,le avrebbe impedito una mossa del genere,ma ora l'unica persona che era nella stanza con lei era profondamente addormentata, quindi perchè non approfittarne?
Lasciò vagare lo sguardo sulla curva della sua schiena fino ad arrivare alle colline dei suoi glutei e le piccole fossette sopra di questi.
In punta di dita rifece il percorso che avevano fatto pochi istanti prima i suoi occhi,scivolando lungo la spina dorsale e sporgendosi verso di lui,il seno a sfiorargli il braccio poggiato sul cuscino,gli posò un bacio all'altezza della spalla sinistra poco sotto il tatuaggio che aveva fatto alla fine del college,come memoria di quegli anni.
Lo sentì muoversi leggermente sotto le sue attenzioni,e voltarsi sul fianco destro,ma uno sguardo al suo volto la rassicurò:era ancora profondamente addormentato.
Poteva continuare...
Non aveva idea di cosa le fosse preso quella mattina,perchè trovarlo nel letto accanto a lei l'avesse spinta ad essere così provocatoria,ma si disse che era bello,per una volta decisarsi ad Eric,dimostrargli tutto il suo amore e quanto fosse importante per lei.
Semplicemente seguendo l'istinto tornò a sdraiarsi accanto a lui,questa volta senza nessuna distanza fra di loro,una mano abbandonata in modo quasi possessivo sulla natica destra e le gambe intrecciate a quelle di Eric in modo che la sua intimità sfiorasse una coscia dell'uomo.
Le bastò abbassare lo sguardo verso le loro gambe intrecciate per capire che il sonno di Eric non era più così profondo,o che almeno una parte di lui aveva iniziato a risvegliarsi.
Quel pensiero la fece sorridere...Era capace di provocargli certe reazioni anche nel dormiveglia?
Tornò a guardare il suo volto,mentre distrattamente gli accarezzava la porzione del torace che la nuova posizione le aveva mostrato,facendo scivolare una mano verso il basso.
Aveva superato gli addominali e le sue dita avevano sfiorato i primi riccioli scuri quando sentì una risatina arrivare dall'alto.
Rialzò lo sguardo e incontrò gli occhi azzurro cielo del compagno,che la fissavano ridenti.
-Credevo stessi dormendo...-gli disse quasi volesse muovergli un rimprovero.
-Infatti era così.
Poi però qualcuno mi ha svegliato.Ti è piaciuto ciò che hai visto?Sono ancora passabile?-le domandò,la voce ironica.
Alice fece una piccola smorfia facendolo sorridere ancora di più,senza però muoversi dalla posizione in cui si era sistemata accanto a lui.
-A malapena.
Fra un pò mi toccherà cominciare a cercare in giro-lo punzecchiò.
-Mh,hai ragione...Del resto farò la stessa cosa anche io...Credo di aver trovato anche la candidata ideale:hai presente Doris,la ragazza che lavora da Starbuck?-fece consapevole che avrebbe scatenato la sua gelosia.
Infatti,l'istante dopo,negli occhi grigi della ragazza saettarono due lampi di rabbia.
Gli diede una spinta,facendolo rotolare spalle al materasso e si issò a sedere,facendo il gesto di scendere dal letto.
Uno scatto veloce e la mano di Eric si strinse attorno al suo polso più vicino,attirandola di nuovo nel letto e verso di lui.
-Caspita come siamo permalosi la mattina presto...-la prese in giro portandosi di nuovo su di lei,coprendola quasi interamente con il proprio corpo.
Ostinata,Alice continuò ad evitare lo sguardo dell'uomo,ancora indispettita per quello che Eric le aveva detto poco prima.
Lo sentì buttar fuori una risata,ma continuò imperterrita ad evitare il suo sguardo.
-Visto che abbiamo i mesi contati,forse sarà il caso di dirti una cosa che avevo in mente già da un pò di tempo-le disse misterioso.
Nonostante la curiosità per le sue parole,Alice continuò ad evitare il suo sguardo.
-Alice...io...ecco...è da un pò di tempo che penso all'idea di costruire qualcosa con te...qualcosa di duraturo...che...Per favore puoi guardarmi?Non ce la faccio se continui a fare quella faccia offesa!-la riprese nel bel mezzo della frase.
Quasi dimentica di ciò che l'aveva fatta arrabbiare,Alice voltò il viso verso di lui e incontrò i suoi occhi:era teso e spaventato.
C'era forse qualcosa che non le aveva detto?
Qualcosa di grave?
Però le sue parole dissentivano totalmente dai suoi timori:come avrebbe potuto dirle che voleva costruire qualcosa insieme se magari pensava di lasciarla?
-Voglio avere un figlio con te-
Quell'unica frase la colpì con la potenza di una palla da baseball in pieno stomaco.
Un figlio?
Non erano troppo giovani per pensare ad un figlio insieme?
-Eric io...-disse non sapendo bene come continuare.
-Si,lo so...E' un idea assurda,soprattutto se devi prenderla in considerazione a quest'ora del mattino,però è già da un pò che ci penso-le disse sincero.
Lei restò in silenzio,aspettando ciò che Eric sicuramente aveva da dirle.
-Siamo insieme da quattro anni,e nonostante all'inizio avessi l'impressione che non saremmo durati a lungo ora so che mi sbagliavo.
Io e te siamo fatti per stare insieme...So che sei l'unica donna con cui posso pensare di fare questo passo...-le disse sincero.
-E' che non so se sono pronta.
Siamo ancora giovani,e se fosse una scelta affrettata?E se finissimo con il lasciarci?-gli domandò lei lasciando trasparire nella tono della voce il panico.
-Non cambierebbe nulla.Avremmo sempre qualcosa che ci lega-le disse sicuro.
Alice sospirò,poco convinta,non sapendo cosa dire,abbassando per quanto poteva il volto.
-Ascolta...Perchè non ti prendi del tempo per riflettere?-le propose Eric comprensivo.
In risposta gli arrivò un nuovo sospiro,prima che Alice alzasse di nuovo la testa verso di lui.
-Oppure...-iniziò.
-Oppure?-chiese Eric.
-Oppure possiamo lasciare le cose come stanno...Senza però prendere tutte le precauzioni che prendiamo adesso-gli disse cauta.
Eric sorrise,gli occhi raggianti per quelle poche parole;per manifestare la gioia che quelle parole gli provocavano,si sporse verso di lei e le posò un bacio a schiocco sulle labbra.
-Sei sicura?-le chiese sollevando il volto quel poco che bastava per incontrare il suo sguardo.
Alice lo fissò e fu lo sguardo nei suoi occhi a farle capire che doveva essere sincera fino in fondo.
-No.
Ancora non so se voglio un bambino.
Però magari ci vuole un pò perchè rimanga incinta e per allora le mie idee saranno cambiate...Voglio scommettere su noi due e sul nostro futuro-disse sincera.
Eric la fissò qualche istante colpito dalle sue parole per poi riavvicinare il viso al suo e baciarla di nuovo,questa volta più lento e gentile.
-Grazie-
Alice accennò un sorriso.
-Per cosa?-gli domandò.
-Per essere stata sincera con me...E per aver scommesso su noi due-


La telefonata arrivò mentre erano entrambi in cucina a fare colazione.
Solitamente si sedevano entrambi al tavolo di mogano,uno di fronte all'altro due tazze di caffè e una di cereali sistemati davanti a loro.
Scorpius avrebbe letto come ogni mattina il "The Guardian" e Albus avrebbe giocherellato con i cereali nella sua scodella cercando di non pensare alla giornata che lo aspettava di lì a poco.
Nelle ultime settimane però,i due uomini avevano cambiato abitudini:mentre Scoprius continuava a consumare la colazione seduto al suo posto,neanche fosse parte integrante del tavolo,Albus aveva iniziato a mangiare la sua scodella di cereali in piedi,il fondoschiena poggiato contro il mobile della cucina,sul cui piano poggiava la tazza di caffè.
E mentre prima c'era uno scambio di battute fra i due,ora il silenzio regnava sovrano nella stanza.
Erano passati pochi giorni dalla lite,ma le cose non erano migliorate.
Quando Scorpius era uscito dalla loro camera da letto aveva trovato la casa deserta:i Potter, dopo aver ascoltato le loro urla,sicuramente in imbarazzo si erano dileguati,e non aveva la minima idea di dove fosse Albus.
Forse era corso a mettere in pratica il permesso che gli aveva dato...
Era tornato a casa soltanto la sera,ma non gli aveva fornito nessuna spiegazione su dove fosse stato o con chi.
E lui non gliene aveva chieste.
Da allora era già tanto se si scambiavano una cinquantina di parole al giorno:complici i loro impegni di lavoro,riuscivano a vedersi poco e anche quando erano entrambi a casa,erano diventati maestri nell'ignorarsi.
A Scorpius ricordavano i propri genitori...
Come cazzo erano arrivati a quel punto?
C'era qualcosa che potesse fare per riparare alla situazione?
Ovviamente c'era.
Poteva sbatterlo contro un muro e dirgli che doveva smetterla di vedere quel Brian,che lui era suo e di nessun'altro...che lo amava e che non avrebbe permesso a niente e nessuno di rovinare quello che avevano costruito insieme.
Ma poi si rendeva conto che era proprio lui il principale distruttore della loro coppia.
In quei giorni di mutismo,aveva avuto molto tempo per riflettere e aveva capito il motivo per cui le parole di Albus gli avevano dato tanto fastidio:poteva fingere quanto voleva con il compagno,ma ragionando a mente fredda sapeva che tutto ciò che l'altro aveva detto era vero.
Dannatamente vero.
A cominciare dal matrimonio per finire con la storia dell'inseminazione.
Ma adesso a cosa serviva recriminare,ripensare a ciò che era stato già deciso?
Non poteva certo andare da Rose e James e dirgli che si tirava indietro!
Aveva fatto una promessa,e l'avrebbe mantenuta.
I Malfoy mantengono sempre le promesse...anche quelli disconosciuti.
Il suono del telefono era arrivato a spezzare il silenzio,facendoli quasi sobbalzare.
Al guardò l'apparecchio appeso al muro,e dopo aver posato la scodella sul piano della cucina si avviò per andare a rispondere.
-Pronto?-
Era voltato di spalle,perciò Scorpius non potè vedere l'espressione che si disegnò sul suo volto;vide soltanto i muscoli della schiena irrigidirsi all'istante.
-Sì,è qui...Ora te lo passo-disse a mezza bocca.
L'istante dopo,si era voltato verso di lui e gli stava tendendo la cornetta del telefono.
Scorpius si alzò e la prese,sfiorando due dita dell'altro ancora strette attorno all'apparecchio,ma Al rifuggì a quel contatto quasi schifato.
-Pronto?-disse nell'apparecchio.
Gli bastò sentire la voce di Rose dall'altra parte della cornetta per spiegarsi il comportamento di Albus;con la cornetta contro l'orecchio destro si voltò verso il compagno e lo osservò mentre buttava ciò che restava dei suoi cereali nel lavandino per poi uscire dalla cucina.
Tornò a prestare ascolto a ciò che Rose gli stava dicendo e capì che le cose sarebbero andate di male in peggio:oggi era il giorno.
Sicuramente Al avrebbe fatto i salti di gioia.
-Non preoccuparti,passo questa mattina alla tua clinica per il deposito-le disse tagliando corto il discorso.
Dopodichè la salutò e riagganciò.
Per alcuni istanti rimase immobile,la mano ancora stretta attorno alla cornetta,cercando la forza per affrontare quello che si sarebbe scatenato non appena fosse uscito da quella cucina.
Fece un respiro profondo e si avviò fuori dalla cucina,seguendo il corridoio che portava direttamente alla porta d'ingresso,lanciando un'occhiata nelle varie stanze del pian terreno alla ricerca del compagno.
Che fosse andato via in una delle sue scene da "drama queen"?
Invece lo trovò in salotto,una sigaretta stretta in due dita della mano destra,di fronte alla finestra che dava sulla strada.
Nonostante il suo viso fosse rivolto alla finestra,Scorpius sapeva benissimo che il panorama era l'ultima cosa che interessava Al.
Lo capiva dal suo sguardo vuoto...
Restò a fissarlo per alcuni secondi e,proprio quando dischiuse le labbra per parlare,Albus lo precedette.
-Credo che le congratulazioni siano d'obbligo-gli disse con voce spenta.
Alzò la testa ed incontrò il suo sguardo,negli occhi un espressione quasi rassegnata.
Scorpius alzò le spalle,cercando di apparire noncurante,quando l'unica cosa che voleva in quel momento era fare i pochi passi che lo dividevano da Albus e abbracciarlo;stringerlo contro di sè e fargli capire che non era cambiato niente.
Che lui era ancora l'unico.
Ma ancora una volta vinse il suo orgoglio.
-Era ora!Almeno chiudiamo questa storia-disse alzandole spalle quasi volesse aggiungere maggiore noncuranza alle sue parole.
Albus lo fissò per pochi secondi,muto,e in quel brevissimo lasso di tempo Scorpius si disse che avrebbe pagato qualsiasi cifra per sapere che cosa passava per la mente del compagno.
Sperò fino all'ultimo che lui lo rendesse partecipe dei suoi pensieri,ma Albus tornò ad abbassare lo sguardo,fissando brevemente le proprie scarpe.
-Devo andare al lavoro-
In silenzio si mosse per la stanza e Scorpius lo vide passargli accanto e pensò che non poteva lasciarlo andar via così.
-Ti andrebbe stasera di andare a cena fuori?Magari in uno di quei ristoranti etnici che ti piacciono tanto-gli disse voltandosi verso il moro.
Albus si fermò sulla soglia,senza voltarsi,un braccio lungo i fianchi,mentre la mano destra era affondata nella tasca dei pantaloni.
-Potremmo andare da Mr Lui...E' tanto che non ci facciamo vedere.
Starà sentendo la nostra mancanza-aggiunse.
Era speranza quella che sentiva nella sua voce?
Da quando si era messo ad elemosinare per uscire a cena con il proprio fidanzato?
Lentamente Justin si voltò e tornò ad affondare lo sguardo nel suo,le braccia incrociate sul petto,quasi dovesse difendersi da un possibile attacco del biondo.
-Certo!Magari ordiniamo un paio di quelle birre coreane che ci fanno ubriacare dopo un paio di bicchieri.
E magari una volta tornati a casa possiamo anche farci una scopata sul divano,scommetto che durante queste settimane d'astinenza ne hai sentito parecchio la mancanza,ma fortunatamente questa sera possiamo darci alla pazza gioia-gli disse in tono amaro.
Se all'inizio le parole di Albus avevano riacceso un pò di speranza,il tono della voce e le frasi seguenti gli avevano fatto capire di essersi fatto un'idea sbagliata.
Lo trafisse con uno sguardo gelido e non si soprese troppo quando ne ricevette uno altrettanto freddo in risposta.
-Ok,ho capito...Piantala con questo sarcasmo del cazzo-
Un suono sarcastico uscì dalle labbra chiuse di Albus,facendo imbestialire ancora di più Scorpius.
-Devo andare al lavoro-ripetè ancora il moro.
Tornò a voltargli le spalle e si avviò verso il corridoio,diretto verso la porta.
Scorpius non seppe spiegarsi cosa lo fece scattare,anche dopo quando ebbe la possibilità di ripensarci non trovò una motivazione valida.
Forse erano state le parole astiose di Albus,o la consapevolezza che il bisogno di scappare a lavoro nascondeva soltanto la voglia di correre dal suo nuovo amante,ma improvvisamente Scorpius scattò:si mosse velocemente coprendo in poche falcate i metri che Al già aveva fatto e portatosi alle sue spalle,lo afferrò e lo portò spalle al muro con violenza.
Ebbe appena il tempo di prendere nota dell'espressione sorpresa negli occhi del moro,prima che il suo viso si avvicinasse a quello di Albus e le sue labbra si posassero violente su quelle del compagno.
Con uno strattone Albus lo allontanò leggermente da sè e ancora una volta,Scorpius si ritrovò davanti quegli occhi sorpresi e confusi.
-Che cazzo ti viene in mente?-gli domandò non riuscendo a nascondere la sua confusione.
Sorprendendo sè stesso e Albus,il biondo si portò una mano al cavallo dei pantaloni e slacciò il bottone dei jeans.
Dopodichè tornò ad avvicinarsi all'altro,passandogli una mano sul torace,finendo per afferrare la fibbia della cintura.
-Piantala con queste stronzate!-lo reguardì Al staccando la schiena dal muro,deciso a mettere fine a quella che considerava una messa in scena.
Con la stessa mano posata sul torace,Scorpius gli diede una lieve spinta e lo riportò spalle al muro.
-Era questo che volevi,no?Una bella scopata per dimenticarci di tutto il resto-gli disse in tono freddo.
-Smettila...Devo andare al lavoro-disse ancora il moro.
Un sorriso fra l'ironico e lo sprezzante apparve sulle labbra perfette dell'altro mentre la sua mano iniziava a scendere verso il basso;superò la cintura,seguì il percorso della zip con un dito e si fermò sul cavallo,dove circondò con una mano l'inguine.
-Non ti licenzieranno mica se tardi qualche minuto...E poi se non ricordo male ti piaceva il sesso pre-scuola-disse iniziando a muovere la mano su e giù per stimolare l'accenno di erezione che sentiva sotto il tessuto.
Quello era il suo Al:nonostante le tante remore e i tanti dubbi era sempre pronto a farsi scopare contro un muro e al diavolo il dovere ed il lavoro!
Lo vide mentre cercava di reprimere un gemito,mordendosi le labbra,e ghignò soddisfatto.
Tornò ad avvicinare il viso al suo e gli sfiorò le labbra in un bacio lieve continuando ad accarezzarlo.
-Sy...ti prego-gli sentì dire.
Fu questo a farlo infuriare ancora di più.
Ormai quel bastardo del suo amichetto aveva l'esclusiva?
Non poteva più andare a letto con lui per paura di far arrabbiare il suo amante?
Doveva dargli una lezione!
Incurante delle sue parole,gli aprì la cerniera e i pantaloni,nascondendo i gesti bruschi dietro un bacio che diventò man mano sempre più violento.
Capì chiaramente il momento in cui le difese di Albus cedettero,in cui si arrese a lui:sentì il respiro rassegnato uscirgli dal naso e sfiorargli il labbro superiore e l'istante dopo le braccia scattarono attorno ai suoi fianchi,tirandoselo contro.
Tutto questo,invece che renderlo felice,non fece altro che far montare la rabbia:dov'era finito l'impeto e la passione che Al aveva sempre avuto verso di lui,che lo aveva portato a fargli un pompino in un bagno pubblico durante una cena di famiglia?
Si strusciò contro di lui sentendo aumentare la sua erezione e quella del compagno e si lasciò accarezzare e sbottonare la camicia.
Staccò le labbra da quelle del moro e lo morse leggermente sulla mascella,scendendo verso il collo,per poi risalire verso la bocca dell'altro.
Un ultimo bacio prima di fare uno scatto veloce e voltarlo di spalle.
Prese entrambe le mani di Al e le portò in alto,contro il muro,sopra la sua testa,facendo poi riscendere le proprie scivolando fra i suoi capelli,il suo collo e la sua schiena,sentendola inarcare sotto il suo tocco.
Quando le sue mani arrivarono ai jeans,Scorpius bloccò con un incantesimo non verbale le mani di Al,immobilizzandolo in quella posizione,neanche fosse una pignatta e,libero nei movimenti,gli abbassò jeans e boxer in un sol colpo.
-Sy...-disse Al leggermente sorpreso.
Scorpius non rispose e,dopo aver finito di slacciare i jeans,si concesse qualche secondo per guardare le natiche nude ed esposte del compagno,cercando inutilmente di spegnere i propri pensieri.
Era arrivato troppo tardi a reclamare il suo possesso?
Quel corpo era già stato "assaggiato"?
Da quando l'uomo della sua vita aveva smesso di essere suo e considerava il sesso con lui un obbligo?
Beh se quello era un "dovere cognugale",allora ad Albus il piacere era precluso.
Materializzò un profilattico e dopo averlo indossato,si avvicinò di nuovo ad Albus,i palmi delle mani sul muro,all'altezza della maniglia della porta e con una sola spinta fu dentro di lui.
Sentì il gemito di dolore provenire dalle labbra del compagno ma non se ne curò;sapeva di avergli fatto male,ma era niente rispetto a quello che lui stava soffrendo per colpa di Al.
Senza dargli il tempo di abituarsi alla sua presenza,iniziò a spingere,veloce,con sempre maggiore foga,pensando soltanto al proprio piacere,rendendosi sordo ai piccoli gemiti che ancora uscivano dalle labbra del compagno.
Poggiò la fronte contro la schiena del moro e chiuse gli occhi,facendo apparire così davanti ai suoi occhi l'immagine di Al con il suo amante.
Lo vide baciarlo come baciava lui,con quel mezzo sorriso che sembrava non abbandonare mai le sue labbra,neanche durante il bacio;lo vide mentre con la lingua percorreva il torace nudo di quell'altro uomo scendendo sempre più in basso;lo vide masturbarlo e leccarlo...Dio solo sapeva se quel bastardo non sarebbe andato in paradiso con tutte quelle attenzioni!
E infine lo vide mentre si faceva cavalcare da quel tipo,così diverso da lui,così noncurante dei bisogni di Al,totalmente menefreghista...
Mentre quelle scene scorrevano davanti ai suoi occhi chiusi,facendogli ribollire il sangue,Scorpius aumentò sempre di più la velocità delle sue spinte,completamente distaccato da quello che stava succedendo,totalmente concentrato su sè stesso al punto da non accorgersi che Albus aveva smesso di lamentarsi e che se ne restava lì fermo immobile,la testa contro gli avambracci bloccati, in attesa che tutto finisse.
Con un'ultima spinta,Scorpius venne,facendosi scappare un lungo gemito gutturale.
Il suo primo pensiero fu che non avrebbe più dovuto far passare tre settimane fra una scopata e l'altra:non c'era più abituato!
Restò qualche istante ancora con la testa contro la schiena di Albus per riprendere fiato,poi riaprì gli occhi e uscì da lui, dandogli le spalle mentre si sistemava i boxer e i jeans.
Soltanto dopo aver tirato su la lampo dei jeans si decise a sciogliere l'incantesimo non verbale che teneva ancora bloccati i polsi dell'uomo.
Anche Albus evitò di voltarsi mentre si tirava su l'intimo ed i jeans e sistemava la camicia dentro i pantaloni.
Soltanto quando sentì il rumore della zip Scorpius si rese conto di una cosa:Albus non era venuto.
Era la prima volta che succedeva in dieci anni...
Per un'istante si sentì in colpa,poi però scacciò quel sentimento quasi fosse anche solo un'idiozia pensarlo:non era quello il suo obiettivo?
Si schiarì la gola e lanciò un'occhiata di sfuggita all'orologio che aveva al polso sinistro.
-Farai tardi al lavoro se non ti sbrighi-gli disse.
Senza aspettare una risposta tornò indietro sui suoi passi e si diresse in cucina.
Aveva bisogno di un caffè.E di una sigaretta.


Avrebbe volentieri fumato una sigaretta in quel momento!
E lei non aveva mai fumato in vita sua!
A causa dell'interludio mattutino aveva fatto tardi in ufficio,ma fortunatamente si era premurata di avvertire la sua segretaria che,a sua volta,aveva avvertito Mr Zabini.
Neanche dieci minuti dopo Sally,la segretaria,l'aveva richiamata per avvertirla che Mr Zabini le aveva dato un nuovo luogo dell'appuntamento.
Così,dopo essersi fatta una doccia e essersi resa presentabile si era smaterializzata poco distante dal luogo dell'appuntamento...per scoprire che si trattava di uno Starbuck.
Ma il loro non era un appuntamento di lavoro?
Era entrata nella caffetteria cercando di non mostrare il suo nervosismo e si era guardata intorno.
-Alice!-si era sentita chiamare.
Aveva guardato verso destra e lo aveva visto:era seduto ad un tavolo di fronte alla vetrina e davanti a sè aveva un piattino con metà bagel e una tazza bianca.
Gli si avvicinò lentamente,togliendosi i guanti di pelle nera,e quando gli fu davanti restò i piedi per qualche secondo,osservando il sorriso che lui le stava indirizzando.
-Buongiorno-le disse.
Perchè aveva quel tono affabile neanche fossero grandi amici?
Dovevano lavorare insieme non avrebbero dovuto avere un certo contegno o almeno un tono più professionale?
Non sapeva com'era abituato lui,ma di certo lei non andava a prendere un caffè con tutti i suoi clienti!
-Buongiorno a te.Scusa il ritardo-gli rispose restando in piedi.
Luke scosse la testa,muovendo i suoi ricci ordinati.
-Non preoccuparti,almeno così ho potuto prendermela comoda.
Che ne dici di sederti un minuto mentre finisco la mia tazza di caffè?-le propose indicandole la sedia di fronte a sè.
Alice fu tentata di dirgli che aveva fretta,che non poteva perdere tempo dietro ai suoi giochetti,ma ancora adesso c'era qualcosa che la inibiva di fronte a Luke;così scostò leggermente la sedia da sotto il tavolino e si sedette,posando la borsa a terra accanto ai suoi piedi.
Luke le sorrise e lei allontanò lo sguardo,in quella che sperò essere un gesto naturale.
-Ti va un caffè?-le domando.
Alice scosse la testa,portando di nuovo lo sguardo sull'uomo giusto in tempo per vederlo spingere il piattino con il bagel verso di lei.
-Mi sono preso la libertà di ordinarti un bagel...Mi ricordo che ti piacevano molto-le disse con il solito tono affabile.
Sorpresa restò a guardarlo per alcuni secondi,quasi avesse difficoltà a comprendere le sue parole.
-Grazie,ma non avresti dovuto-gli disse poi.
Lui,attribuendo le sue parole all'educazione e alla modestia,le sorrise e alzò le spalle.
-Figurati,cosa vuoi che sia-
Restarono in silenzio a fissarsi per quello che a Alice sembrò un tempo infinito,quando invece furono soltanto pochi secondi,finchè Luke non le sorrise di nuovo.
-Avanti,non vorrai lasciarlo lì...-
Alice sospirò,dopodichè staccò con due dita un pezzo dal bagel portandolo alle labbra,cercando di ignorare il sorriso soddisfatto che era nato sulle labbra dell'uomo.
-Ci sarà anche la futura sposa con noi?-gli domandò dopo aver ingoiato il boccone.
Non appena sentì parlare della Greengrass,il sorriso di Luke sparì;con grande gioia di Alice.
Si mosse a disagio sulla sedia scuotendo la testa.
-No,mi sembrava di avertelo detto che queste cose sono l'ultimo dei suoi pensieri-le ricordò.
Lei annuì.
-Sarà impegnata con la scelta del vestito e tutte le altre cose che occupano la vita delle future spose-commentò staccando un altro pezzo dal bagel.
-A dire la verità è persa dietro ad uno dei suoi casi giudiziari...Ha anche provato a coinvolgermi, a rendermi partecipe,ma non le ho prestato molta attenzione-
Quella sì che era una sorpresa!
Chi l'avrebbe detto che quella vipera senza cuore sarebbe diventata un'avvocato?
Ma forse era l'unica carriera pensabile per una come lei.
-Accidenti...-si limitò a commentare.
-Beh credo che per te e Justin sia più facile-disse Luke.
Lei lo guardò confusa:cosa c'entrava adesso Justin?
-Voglio dire il fatto di essere partner sia nel lavoro che nella vita...Vi facilita molto le cose.
Almeno vi risparmiate di raccontarvi la vostra giornata perchè sapete perfettamente cosa è successo all'uno e all'altra-le spiegò.
Eccola lì:la domanda personale.
Non poteva neanche dare la colpa a Luke perchè era stata lei ad iniziare il discorso mettendo in mezzo la Greengrass.
Lo stesso però non sopportava che lui facesse domande sulla sua vita privata,quel piccolo mondo che si era ricreata con fatica e con sudore dopo la fine della loro storia.
Un sorriso però le nacque spontaneo quando pensò ad una possibile vita di coppia con Justin:si sarebbero mandati al manicomio dopo neanche una settimana.
Erano troppo simili,due veri Weasley!
-Io e Justin non stiamo insieme-disse pulendosi le mani su un tovagliolo poco distante dal piattino.
Era meglio far luce almeno su quell'aspetto della sua vita vita,e del resto non le sembrava neanche corretto nei confronti di Angela,la ragazza di Justin.
L'espressione incredula di Luke la fece quasi scoppiare a ridere:non avrebbe fatto quella faccia neanche se gli avesse appena rivelato di essere sua madre!
-Voi due non...-ripetè senza finire la frase,lo sguardo fisso sul suo volto.
Alice scosse la testa.
-Non siamo mai stati insieme.
Mi chiedo perchè tu ti ostini a credere ad una cosa del genere-gli disse sincera.
Luke staccò la schiena dalla sedia e si sporse leggermente sul tavolino,poggiando gli avambracci sul piano.
-Anche tu avresti pensato la stessa cosa al posto mio...Era presente nella tua vita quando eravamo ragazzi,ora lo ritrovo che lavorate insieme...E' logico pensare che non vi siate mai lasciati!-
Un sorriso amaro distorse le labbra perfette di Alice:quelle parole si potevano perfettamente adattare alla relazione fra Luke e la sua futura sposa.
Erano passati dieci anni,ma niente era cambiato.
Perchè erano finiti a fare quei discorsi?Perchè erano lì seduti ad un tavolo di uno Starbuck neanche fossero due vecchi amici che si rincontrano dopo tanto tempo?
Stava cominciando seriamente a pensare che accettare quell'incarico non era stata una buona idea!
-Ero davvero geloso di lui,sai?-le disse poi staccandola dai suoi pensieri cupi e facendole portare di nuovo lo sguardo sul suo viso.
-Me ne ero accorta-commentò-Peccato che non ce ne fosse mai stato motivo-aggiunse.
-Soprattutto durante quei mesi in cui sei stata a Seattle e lui era lì con te...Ah proposito,come sta tua madre?-le domandò cambiando completamente argomento.
Pensando a sua madre,Alice sorrise.
Ricordava il soggiorno a Seattle come il periodo più brutto della sua vita:la possibilità di perdere sua madre,il punto fermo della sua esistenza,l'aveva portata ad odiare la città ed i suoi abitanti.
Fortunatamente quel soggiorno era finito in modo positivo,almeno per quanto riguardava la malattia di sua madre e ora non passava giorno senza che le due donne si sentissero almeno due volte al giorno al telefono.
-Sta bene...Ora è una arzilla pensionata che si gode i suoi nipotini e fa strani esperimenti-disse sempre sorridendo.
Incontrò di nuovo gli occhi verdi di Luke e li vide sorridenti...Le erano mancati durante tutti quegli anni...
-Mi è sempre stata simpatica tua madre.
Anche se l'ho incontrata in poche occasioni è sempre stata carina e affabile;al contrario di tuo padre.
Ogni volta che mi ha visto sembrava volermi assalire con una fattura OrcoVolante-aggiunse.
-Chissà come mai...-commentò lei a mezza bocca.
Il silenzio calò fra i due,mentre lei si pentiva per aver fatto quel commento e Luke abbassava lo sguardo sulle proprie mani,quasi dovesse studiare minuziosamente le proprie unghie.
-Alice io vorrei chiederti scusa...-iniziò poi rompendo il silenzio.
-Luke,davvero,non è necessario...-si affrettò a interromperlo lei.
-Invece sì!
So di essere fuori tempo massimo,ma voglio chiederti scusa per il mio comportamento dell'epoca.
Forse avrei dovuto cercarti in questi anni e fare prima questo discorso ma,ancora una volta,ho lasciato che la mia codardia prendesse il sopravvento.
Avrei dovuto...-
-Cosa?Chiedermi scusa per aver scelto lei al posto mio?
Oppure perchè lei è riuscita a conquistare il tuo amore al contrario di me?-gli domandò secca.
Doveva mantenere quel tono duro e distaccato,fargli credere di aver superato la loro rottura nel momento in cui era partita per la Francia,altrimenti avrebbe riaperto ferite che non si erano mai chiuse del tutto.
E non poteva permetterselo.
Luke scosse la testa.
-No,non è così...Ti sbagli-le disse.
-Del resto sapevamo entrambi che la nostra storia non era destinata a durare:tutte le ragazze di Hogwarts ti mangiavano con gli occhi,senza dimenticare che i tuoi genitori non mi avrebbero mai accettato come tua fidanzata ufficiale.
Forse è stato meglio così:tu hai trovato la persona giusta per te e anche io fortunatamente posso dire lo stesso-continuò interrompendolo di nuovo.
Lo sguardo di Luke era di nuovo sulle proprie mani e,approfittando del silenzio,Alice diede un'occhiata al proprio orologio:dovevano sbrigarsi altrimenti sarebbe stata arrivata in ritardo agli altri appuntamenti fissati per quel giorno.
Stava per proporgli di avviarsi verso l'appartamento,quando Luke parlò di nuovo.
-Io non sono innamorato di Mandy-le disse a mezza voce.
Alice portò di nuovo lo sguardo su di lui e,in silenzio,lo fissò.
Perchè diavolo stavano affrontando quell'argomento???
-Te lo ricordi quel disco che mi hai regalato quando sono venuto a trovarti a Seattle?-le domandò tornando a cercare i suoi occhi-Io lo ascolto quasi tutte le sere...A dire il vero,ormai è talmente rigato che devo riuscire ad individuare le parole fra i graffi e i fruscii...
Ogni volta che lo ascolto mi ritorna in mente la sera in cui me lo hai dato,ripenso a quello che è successo e ogni volta mi chiedo cosa sarebbe successo se avessimo fatto l'amore quella notte.
Magari le cose sarebbero andate diversamente,oppure avremmo finito lo stesso con il lasciarci, però almeno tutto non sarebbe andato a puttane in quel modo...-
Alice ricambiò il suo sguardo per pochi istanti,incredula che i suoi pensieri,quelli che la tormentavano da ormai dieci anni,fossero gli stessi che tormentavano Luke.
Perchè aveva accettato quel lavoro?,si chiese ancora maledicendosi da sola.
-Beh non potremmo mai saperlo,quindi è inutile star qui a rivangare il passato.
Che ne dici di avviarci verso il tuo appartamento?Ci siamo concessi una pausa fin troppo lunga-gli disse in tono professionale,infilando la mano in tasca per recuperare i guanti.
Luke la vide alzarsi in piedi e l'attimo dopo la imitò.
Forse c'era stato un momento di comunione,forse quell'incontro li aveva aiutati a fare qualche passo avanti,ma certamente non avrebbe cancellato dieci anni in un'istante.


Una puttana.
Ecco come si sentiva.
Come lui l'aveva fatto sentire.
Per la prima volta in dieci anni lo aveva odiato.
Eppure non sapeva non darsi una parte di colpa per quello che era successo...Era furioso,era incazzato nero per colpa della telefonata di Rose.
Avrebbe dovuto andarsene senza aspettarne la fine,fare una di quelle che Scorpius chiamava uscite da "drama queen",ma aveva preferito aspettarlo e vedere ciò che lui gli avrebbe detto, vedere l'espressione del suo viso.
Perchè era rimasto?
Perchè non se ne era andato quando lui aveva proposto quella stronzata della cena da Mr Lui?
Aveva capito fin dal primo bacio che era arrabbiato per quello che gli aveva detto,gli era bastato guardarlo negli occhi per capirlo,eppure era rimasto...Bel masochista del cazzo!
Aveva fatto cadere le sue resistenze nonostante tutti i suoi dubbi e le sue remore,nonostante la paura di arrivare al lavoro con qualche livido o con quell'andatura tipica che gli veniva dopo il sesso con Scorpius,ma si era detto che ne sarebbe valsa la pena e che avrebbe aiutato a sistemare le cose,almeno in parte.
Non si era preoccupato neanche quando le cose avevano iniziato ad essere violente,del resto non era la prima volta che i loro amplessi erano al limite della violenza.
Solo quando era stato troppo tardi si era reso conto di quanto si stesse sbagliando...
Abbassò lo sguardo sulle proprie mani abbandonate in grembo e vide di nuovo i segni violacei: come aveva fatto a procurarseli?
Era bloccato con un incantesimo,non con delle vere funi.
L'unica spiegazione,si disse,era che doveva essersi dimenato talmente tanto prima di arrendersi da lasciare i segni nonostante l'incantesimo.
Come erano arrivati a quel punto?
Quello che era successo quella mattina era il momento più basso della loro relazione.
Mai in dieci anni di convivenza e di amore,Scorpius si era comportato così,trattandolo come se fosse uno sconosciuto qualunque che aveva incontrato per caso al "Babylon"...Ma forse anche con un'estraneo si sarebbe comportato meglio.
Quella nonocuranza,quella mancanza di attenzioni erano rivolte esclusivamente a lui,per fargli capire che era soltanto colpa sua se erano arrivati  a quel punto:se non ci fosse stato Brian non ci sarebbero stati problemi...se si escludeva la richiesta di Rose e Jim.
Quanto ancora potevano andare avanti in quel modo prima di rendersi conto che,nonostante tutti i loro sforzi e tutto l'amore che c'era stato fra loro,ormai era finito tutto?
-Ehi!Che ci fai qui tutto solo?-
La voce lo raggiunse cogliendolo di sorpresa,facendolo sobbalzare;il silenzio della sua aula vuota lo aveva protetto e aveva permesso alla sua mente di vagare per quei pensieri tristi cedendo all'autocommiserazione.
Era certo che nessuno l'avrebbe disturbato dato che tutti,studenti e professori,erano a pranzo, ma ovviamente non aveva messo in conto Brian.
Restò immobile,continuando a dare le spalle alla porta e ascoltò il rumore di passi avvicinarsi finchè non vide le sue scarpe.
Alzò lo sguardo meccanicamente e fissò il suo viso.Senza vederlo realmente.
-Ti ho cercato in mensa,ma non ti ho trovato.
Che fai ancora qui in classe?-gli domandò di nuovo.
Albus non rispose,limitandosi a fissarlo.
Uno sguardo leggermente preoccupato apparve sul volto del moro.
-Alby?Ci sei?-gli domandò con un tono scherzoso.
Fece per avvicinare una mano alla spalla destra di Albus,ma questo si scansò bruscamente, scattando all'indietro e alzandosi in piedi.
Brian si voltò fissando le spalle dell'uomo e per alcuni secondi si limitò a fissarlo in silenzio,sorpreso dal suo gesto.
Poi tornò ad avvicinarsi e si portò di nuovo di fronte all'amico:con le braccia conserte contro il petto,Albus fissava un punto indefinito davanti a sè.
Fu seguendo il suo sguardo che si accorse del livido attorno al polso destro.
In un altro momento se ne sarebbe uscito con una battuta sul sesso,ma dallo stato in cui si trovava Al e dallo scatto che aveva fatto pochi minuti prima capì che non era il caso.
-Alby che ti è successo al polso?-gli chiese cercando di non avere un tono duro.
In risposta Albus alzò la testa e portò i loro sguardi ad incontrarsi;fissando quegli occhi verdi Brian si disse che non vedeva due occhi così tristi da tanto tanto tempo.
Senza dire niente,portò un braccio attorno alle spalle dell'amico e lo spinse verso di sè,stringendolo poi in un'abbraccio.
Albus restò immobile per pochi secondi,rigido fra le sue braccia,poi poggiò la testa contro la sua spalla destra e gli circondò la vita con le braccia.
Dopo alcuni minuti passati in quel silenzio quasi innaturale,Brian si accorse che le spalle dell'amico avevano iniziato a muoversi a scatti contro di lui:stava piangendo.
Senza dire nulla,alzò una mano e la portò dietro il collo,sfiorando con le dita i capelli neri e folti,stringendolo maggiormente contro di sè nella speranza che quelle piccole attenzioni lo aiutassero a calmarsi.
-Va tutto bene...-gli ripetè più volte,poco sicuro che l'altro lo sentisse per via dei singhiozzi.
Il tempo si allungò,tramutando i secondi in minuti e i minuti in ore;Brian continuò a rassicurare l'amico e Albus continuò a piangere,aggrappato alle spalle del moro,quasi avesse bisogno di un'ancora di salvezza per non finire alla deriva.
Se avesse dovuto dare una spiegazione logica a quelle lacrime,forse Albus non ci sarebbe riuscito.
Il carico eccessivo di tensione che quella giornata si portava dietro?
La consapevolezza di quello che era successo quella mattina che finalmente arrivava a chiedere il conto?
O il fatto che Brian,un amico,lo capisse e lo confortasse senza bisogno di spiegazioni,come Scorpius,il suo compagno di vita, non aveva fatto?
La curiosità di sapere che cosa era successo a quell'uomo forte e amabile per ridurlo in quello stato era tanta,ma Brian capì che non era il momento di fare domande:forse sarebbe stato lo stesso Albus a spiegargli il motivo della sua tristezza una volta rasserenato.
-Disturbo?-
La voce fredda,quasi scostante arrivò dalla porta dell'aula e portò Brian ad alzare lo sguardo in quella direzione.
Una donna di media statura,dai rossi capelli lunghi,e leggermente paffuta,era ferma sulla soglia, la mano destra posata contro lo stipite destro della porta.
-Sto cercando mio fratello-disse ancora con lo stesso tono di voce.
Era una sua impressione oppure lo stava guardando con un'espressione cattiva negli occhi?
Stava per chiederle chi fosse suo fratello,ma lo capì sentendo Al raddrizzare la schiena fra le sue braccia e asciugarsi gli occhi con il dorso della mano sinistra.
Doveva essere sua sorella...Allora forse se lo meritava quello sguardo.
Quando fu sicuro di essere presentabile,Albus sciolse il loro abbraccio e si voltò verso la donna, fissandola per pochi secondi.
-Ciao Lily-la salutò.
La ragazza restò in silenzio e fissò i due uomini con aria di rimprovero.
-Brian questa è mia sorella Lily.Lily questo è Brian,un mio collega-disse ancora Al,facendo le presentazioni.
-Piacere di conoscerti-disse Brian in tono cordiale.
-E' bello poter dare una faccia ad un nome-rispose l'altra con il solito tono freddo.
In un'altra occasione,Brian avrebbe risposto a tono a quella donnina che non faceva mistero di non sopportarlo,ma sapeva che prima lei e Albus avrebbero dovuto parlare.
Si voltò quindi verso l'amico e,incontrando il suo sguardo,gli rivolse un sorriso.
-Alby io me ne vado a pranzo.
Vuoi che ti porti uno di quei panini gommosi della mensa?-gli chiese in un tono gentile che non riconobbe.
Albus scosse la testa e gli indirizzò un accenno di sorriso.
-Grazie...Non ho fame.
Ci vediamo più tardi-gli disse.
Brian annuì e dopo aver fatto un cenno di saluto con il capo anche in direzione della donna,uscì dalla classe.
-Alby?-chiese subito Lily calcando il tono sarcastico su quell'unica parola.
-Non cominciare!-l'avvertì il ragazzo,infilando entrambe le mani in tasca per nascondere i polsi segnati alla vista della sorella.
L'ultima cosa che voleva era dover discutere con lei di quello che era successo quella mattina.
-Se vuoi posso anche finirla qui!-ribattè la donna facendo un paio di passi ed entrando nell'aula.
Conosceva abbastanza sua sorella da sapere che naturalmente non avrebbe lasciato cadere l' argomento.
-Però lasciami dire solo un'ultima cosa-disse infatti lei.
Albus restò in silenzio e la fissò.
-Dovete essere davvero in confidenza se avete già i vostri soprannomi da letto-commentò.
-Ma quali soprannomi da letto,piantala!-rispose Al.
Fin da quando erano ragazzi,Lily e Albus si erano sempre raccontati tutto,dai problemi di cuore ad ogni più strana esperienza sessuale senza pudori e senza censure,ma questa volta le cose erano diverse:ora per qualche strana ragione Al la vedeva quasi come una nemica.
-Che ci fai qui?Non dovresti essere al lavoro?-le domandò tagliando corto con i convenevoli, sperando di ridurre al minimo quella visita.
Lily sbottonò il cappotto e si tolse la sciarpa rossa che aveva attorno al collo.
-Ho pensato di venire a vedere come stavi...E' dalla colazione di famiglia che non ti vedo-
-Beh non c'era bisogno di presentarsi qui,avresti potuto semplicemente telefonare...Comunque va tutto bene,come al solito-rispose lui appoggiandosi ad un banco della prima fila.
Lily lo scrutò con un espressione che la faceva assomigliare tanto alla loro madre;quasi volesse leggere dentro di lui per capire se le stava raccontando una balla.
-Davvero?Perchè da come si sono messe le cose quel giorno ho pensato che...-
-E invece ti sbagliavi,va tutto a meraviglia-ribattè ancora lui.
-Vuoi smetterla con questo atteggiamento del cazzo?-esplode Lily,concedendosi una delle dieci parolacce che dice nel corso dell'intero anno.
-E tu la smetti di starmi addosso?-le chiese di rimando Al,rizzandosi in piedi e voltandole le spalle.
Per alcuni istanti c'è silenzio mentre Lily osserva la schiena del fratello che per la prima volta nella vita non vuole renderla partecipe dei suoi problemi;sanno entrambi che prima o poi lo farà quindi che motivo c'è di fare tanto il sostenuto?
-C'è ora ti confidi soltanto con il tuo amichetto?-gli chiese con un leggero tono risentito.
Un suono insofferente arriva fino alle sue orecchie,stupendola maggiormente:possibile che la sua presenza era diventata un fastidio per Albus?
-Mi spieghi perchè tutti vedete una minaccia in Brian?-le domandò Albus tornando a voltarsi verso di lei.
-Per tutti intendi Scorpius?-
-Non psicanalizzarmi!-le intimò Al.
-Non lo sto facendo!Sto cercando di capire che cosa è successo a mio fratello!
Accidenti non sembri neanche più tu!-aggiunse seriamente preoccupata.
Albus la fissò in silenzio,incerto se dar credito o meno alle sue parole.
-Un minuto prima sei innamorato pazzo di Scorpius,vuoi vivere il resto della tua vita con lui e non esistono altri uomini all'infuori di lui;l'attimo dopo baci quest'altro tizio,litigi con Sy e sembra che tutto,anche la tua famiglia ti dia fastidio-gli fa notare.
Uno sguardo interrogativo appare negli occhi di Albus.
-Credi che non me ne sia accorta?
Il giorno della colazione sembrava volessi trovarti mille miglia lontano da lì.
Tu adori le nostre colazioni...-gli disse quasi fosse un promemoria.
Al sospirò forte e abbassò lo sguardo seguendo un pensiero inaspettato che gli aveva attraversato la mente.
-Le cose cambiano-disse esprimendo ad alta voce quel pensiero.
Lily lo guardò con occhi sgranati dalla sorpresa.
Ma chi accidenti era quel fantasma con le sembianze di suo fratello?
-Forse sarà meglio che tu te ne vada Lily...-le disse con voce incolore.
Lily scosse la testa con violenza,quasi a voler rigettare quelle parole per lei assurde.
-Cosa?No!
Io non me ne vado da qui finchè non mi spieghi che cosa sta succedendo!-
Albus alzò le spalle,prima di avvicinarsi alla cattedra e sistemarsi dietro di questa;fra poco la campanella sarebbe suonata annunciando la ripresa delle lezioni e i suoi studenti sarebbero rientrati in classe.
Doveva farsi trovare preparato.
-Puoi restare e assistere ad una delle mie lezioni,se vuoi,ma non arriverai a capo di nessun mistero.
E sai perchè?
Perchè non c'è niente da capire-le disse sollevando per un'istante gli occhi dai libri che stava sistemando sul piano della cattedra e guardando gli occhi della sorella.
Lily sentì le lacrime salirle e premere per uscire,ma combattè con tutte le forze per non mettersi a piangere come una protagonista dei romanzi rosa.
-Quindi se vuoi restare,puoi sedersi nel banco di Peters,prima fila terzo banco sulla destra, altrimenti ti ringrazio per la visita e ti prometto che ci rivedremo presto-le disse tornando a riabbassare lo sguardo.
Lily continuò a mantenere lo sguardo fisso su suo fratello,il suo preferito fra i tre,per un altro minuto,sperando con tutta sè stessa che d'un tratto Al alzasse la testa e scoppiasse a ridere dicendole che era stato tutto uno scherzo.
Ma,quasi si fosse dimenticato della sua presenza,Al continuò a mettere in ordine i compiti ed i libri,finchè lei non si decise a voltargli le spalle e ad avviarsi verso la porta dell'aula.


Era una pazzia.
Il rumore dei sospiri,dei baci e dei gemiti occupava tutto lo spazio del sedile posteriore della limo.
Solo un vetro a dividerli dall'autista della limousine.
Seduta cavalcioni sulle sue gambe,il viso nascosto nell'incavo fra la spalla e il collo,Alice si morse un labbro cercando di trattenere l'ennesimo gemito che le mani di Luke le avevano strappato.
Ormai era quasi certa che l'autista fosse a conoscenza di quello che stava succedendo lì dietro, ma l'ultima cosa che voleva era fargli sentire uno spettacolo in piena regola.
Una mano di Luke coprì completamente il suo seno sinistro,coperto soltanto dal reggiseno,e iniziò a titillare il capezzolo turgido.
Alice alzò la testa dal suo nascondiglio e la gettò all'indietro,lasciandosi andare alle scosse di piacere che quel semplice gesto le aveva provocato.
Con l'ultimo barlume di lucidità si chiese per l'ennesima volta come fossero passati dal parlare dei lavori da fare per ristrutturare l'appartamento di Luke a baciarsi in maniera così forsennata.
-Ti do un passaggio fino allo studio -le aveva detto in tono gentile.
Inizialmente era stata sul punto di rifiutare,ma si era resa conto che facendolo sarebbe arrivata più in ritardo di quanto già non fosse,così lo aveva ringraziato ed era salita in macchina con lui.
E poi?
Era quel passaggio che le mancava...Dal momento in cui erano entrati in macchina a quando avevano iniziato a baciarsi.
La sua memoria faceva cilecca,e sicuramente le carezze di Luke in quel momento non l'aiutavano a ricordare!
Le sue dita corsero veloci sulla camicia di Luke,sfilandogli del tutto la cravatta già allentata e aprendogli uno dopo l'altro i bottoni della camicia,facendogli scivolare poi le dita sul torace nudo.
Affondando con una mano nei suoi capelli,Luke l'attirò di nuovo verso di sè,richiamando le sue labbra,leccandole con la punta della propria lingua prima di affondarla nella sua bocca, accolto quasi con gioia dalla donna,che ricambiò con la stessa intensità il bacio,allacciandogli le braccia al collo.
Le loro lingue si rincorsero,si intrecciarono l'un l'altra quasi fosse una corsa e il premio finale fosse il loro respiro.
Per stuzzicarlo,Alice gli morse il labbro inferiore,e sorrise compiaciuta quando sentì scendere entrambe le mani di Luke lungo la sua schiena,fermarsi al limite del sedere,e premerla ancora di più contro di lui,quasi volesse farla diventare una parte di sè.
Staccò le labbra dalle sue e tornò a reclinare la testa all'indietro,lasciando il collo scoperto alle labbra di Luke,che colsero l'occasione e seguirono il percorso segnato:le morse delicatamente il lobo destro,le succhiò la parte sensibile poco sotto l'orecchio facendola gemere,scese lungo il collo alternando baci e morsi,e stuzzicò con i denti la clavicola,prima di tuffarsi nell'incavo dei seni per stuzzicare i capezzoli ancora coperti dal tessuto del reggiseno.
Quasi boccheggiante,Alice strinse le dita fra i riccioli neri dell'uomo,cercando di ricordare a sè stessa che doveva controllarsi perchè i suoi gemiti sarebbero stati sentiti anche da una terza persona.
Ma non riuscì a controllarsi quando le labbra di Luke scansarono il reggiseno e circondarono un capezzolo con le labbra,iniziando a succhiarlo e a mordicchiarlo.
Tirando i riccioli,Alice riuscì a riportare il viso di Luke alla sua altezza,facendo incontrare così nuovamente le loro labbra per un nuovo bacio appassionato.
Lasciandosi trasportare dal bacio,la ragazza iniziò a muoversi,strusciando ritmicamente la propria intimità contro il bacino di Luke,sentendo aumentare l'erezione dell'uomo contro la sua coscia.
Le mani di Luke si posarono entrambe sulle sue cosce,muovendosi avanti ed indietro sulle autoreggenti nere,quasi fosse indeciso se strapparle o meno,poi salirono verso la sua gonna,già leggermente sollevata e,con un gesto deciso,la sollevò ancora di più,scoprendo gli slip blu notte coordinati con il reggiseno.
Alice aprì gli occhi e fissò per un'istante quelli verdi di Luke:cos'era quella sensazione che sentiva dentro?
Paura?
Vergogna?
Odio?
Inaspettatamente Luke le sorrise e le diede un bacio leggero,a fior di labbra,quasi avesse capito quello che le si agitava dentro.
Timida,per la prima volta da quando si erano rincontrati,Alice ricambiò il sorriso,prima di portare le mani alla cintura dei suoi jeans e aprirla,scendendo poi ai bottoni.
Quando ebbe aperto tutti i bottoni,si fece strada fra il tessuto dei boxer e circondò l'erezione con tutte e cinque le dita,portando Luke a reclinare la testa all'indietro e a gemere per il piacere.
Iniziò a muovere la mano,prima lentamente,poi con sempre maggiore velocità,sfiorando con il pollice il taglio sulla punta,spargendo le prime gocce di sperma su tutta la lunghezza e tenendo occupata anche la bocca di Luke con la propria.
Fu lui ad allontanarle la mano quando capì di non poter più sopportare oltre:era finito il tempo dei preliminari.
Alice si sollevò leggermente sulle ginocchia e gli permise di sfilarle gli slip,attorcigliandoli attorno alle caviglie,e l'attimo dopo l'erezione di Luke venne liberata completamente dai boxer.
Ancora sollevata,Alice aiutò Luke a penetrarla così quando tornò ad abbassarsi,Luke si sentì sprofondare lentamente sempre più dentro di lei.
Un profondo gemito soddisfatto uscì dalle labbra di entrambi;Alice aveva posato la fronte contro la spalla sinistra di Luke mentre l'uomo si era lasciato andare contro il poggiatesta del sedile.
Dopo un'istante in cui rimasero immobili per adattare il proprio corpo a quello dell'altro,Alice iniziò a muoversi,roteando i fianchi.
L'attimo dopo,le mani di Luke furono su di lei per aiutarla ad impartire il ritmo giusto per entrambi che in breve tempo li lasciò senza fiato per il piacere.
Continuando a muoversi,Alice cercò qualcosa a cui aggrapparsi,quasi avesse paura di cadere, così affondò le unghie nel sedile di pelle nera dietro di sè,mentre Luke tornò a sollevare la testa,poggiandola sul seno scoperto della donna,quasi volesse nascondere i propri gemiti.
Il piacere arrivò come un'onda che si infrange sulla rena,colpendo prima Alice che si irrigidì su Luke lasciandosi scappare un mugolio soddisfatto,che sarebbe stato un urlo se la donna non si fosse morsa le labbra.
E poi l'onda scosse anche Luke svuotandolo completamente di ogni pensiero,sensazione o respiro e facendolo ricadere senza forza su di Alice.
La ragazza non seppe dire quanto tempo rimasero fermi uno abbandonato contro l'altra,uno dentro l'altra,cercando di far tornare normale il respiro;fu soltanto quando dall'interfono dell'auto arrivò a loro la voce dell'autista che capirono di dover tornare alla realtà.
-Siamo arrivati allo studio Lovegood & Johnson,signore-l'informò l'uomo.
I due si guardarono e,senza parole,inziarono a rivestirsi.
Alice tornò a sedersi sul sedile soltanto quando ebbe sistemato i propri slip e la gonna fu tornata al suo posto,ed evitò di guardare Luke finchè non lo vide chiudere l'ultimo bottone della camicia.
Raccolse la sua borsa e il cappotto,che non ricordava di aver tolto,e portò la mano alla maniglia della portiera.
-Alice,io...-la richiamò Luke.
-No...-disse lei,voltandosi verso di lui.
Luke ricambiò il suo sguardo,trovandovi lo stesso imbarazzo per quello che era appena successo.
Ma neanche la più piccola traccia di pentimento.
-Ti faccio chiamare dalla mia segretaria per fissare un nuovo appuntamento-gli disse in tono formale.
Luke annuì,consapevole che al momento era tutto quello che Alice si aspettava da lui.
Dopodichè la osservò aprire la portiera,uscire dalla macchina e sparire dalla sua vista.


La chiacchierata con Luke gli aveva aperto gli occhi.
Gli aveva fatto capire,come se ce ne fosse bisogno,che il suo comportamento di quella mattina era stato pessimo e che doveva scusarsi con Albus il prima possibile se non voleva peggiorare ancora di più le cose.
Se non voleva perderlo...
Quel giorno non era riuscito a lavorare,così dopo essere rincasato dalla visita a Luke si era sistemato in salotto,aspettando il suo ritorno.
Le cinque,l'orario in cui Albus rincasava abitualmente erano arrivate e passate.
Le sei.
Le sette.
Alla fine,alle sette e mezza,quando nella sua mente si stavano già disegnando gli scenari peggiori,aveva sentito girare la chiave nella serratura.
Era scattato in piedi indeciso se andare da lui e accoglierlo o restare lì e dargli il benvenuto nel salotto.
Magari doveva andare in cucina e versargli un bicchiere di vino?
La sua mente era stata richiamata alla realtà quando aveva sentito Albus conversare con una voce a lui sconosciuta:avevano ospiti proprio quella sera?
Si era affacciato in corridoio e aveva visto Albus in compagnia di un ragazzo,non poteva avere più di sedici anni,alto quasi quanto Al,dai capelli neri,uno zainetto sulle spalle e una borsa stretta nella mano sinistra.
-Ah,sei qui-
Scoprius portò la propria attenzione su Albus e si stupì nel vedere l'espressione vuota degli occhi del compagno.
-Ciao-lo salutò con un sorriso.
Al si voltò verso il ragazzo e gli sorrise.Il sorriso che avrebbe dovuto essere indirizzato a lui.

-Lane,lui è il mio compagno Scorpius Hyperion.
Scorpius lui è un mio studente Lane Hunter-disse facendo le presentazione.
Il biondo ricordando le buone maniere,sorrise al ragazzo e gli tese una mano.
-Piacere di conoscerti ragazzo-gli disse affabile.
-Piacere mio,signore...Sono un suo grande ammiratore,ho letto tutti i suoi libri.
Quando il professor Potter mi ha detto che mi avreste ospitato per qualche giorno non potevo credere alle mie orecchie-gli disse entusiasta  stringendogli la mano in una stretta salda.
Sorpreso dalle parole del ragazzo,Scorpius spostò lo sguardo su Albus che lo ricambiò con indifferenza.
-Lane si fermerà qualche giorno da noi-lo informò per poi voltarsi di nuovo verso il ragazzo- Vieni Lane ti faccio vedere dov'è la tua stanza-
Il ragazzo annuì con un sorriso e si avviò verso la scala.
-Al,prima che tu vada di sopra posso parlarti un secondo?-gli chiese Scorpius indicando il salotto.
Il moro lo fissò per qualche istante prima di tornare a guardare il ragazzo.
-Comincia a salire:prima porta a sinistra-gli disse.
Lane fece un nuovo cenno con il capo e,dopo aver sistemato lo zaino sulle spalle,si avviò.
I due uomini entrarono nel salotto e,mentre Scorpius si avvicinò al divano,Albus restò fermo accanto alla parete.
-Cosa c'è?-gli chiese il moro.
Scorpius si voltò e lo guardò neanche avesse di fronte una persona estranea:possibile che avesse dato ospitalità a quel ragazzo senza neanche prima consultarlo?
-Perchè non mi hai detto che quel ragazzo sarebbe venuto a stare da noi?-gli domandò.
Al alzò le spalle.
-Non pensavo di doverlo fare...-rispose.
Un'espressione sorpresa si dipinse sul volto del biondo.
-Del resto tu non mi informi di tutte le decisioni che prendi,giusto?-aggiunse.
Eccola lì la stoccata per la sua stupida decisione di aiutare Jim e Rose.
-E per quanto resterà?-gli domandò ancora cercando di non pensare al tono freddo e distaccato che l'uomo stava usando con lui fin da quando era rincasato.
-Fin quando sarà necessario,la sua situazione non è delle più facili-gli disse senza dargli tante spiegazioni.
Albus restò a fissarlo in silenzio,in attesa che lui dicesse altro,poi si staccò dalla parete e alzò di nuovo le spalle.
-Devo andare di sopra ad aiutare Lane-gli disse voltandogli le spalle.
Scorpius si passò una mano fra i corti capelli biondi e sospirò.
-Al!Riguardo a questa mattina...-gli disse cercando le parole adatte per chiedergli scusa.
-Ho deciso che da questa sera dormirò nella camera degli ospiti-lo interruppe il moro.
Quelle parole fecero scendere un brivido freddo lungo la schiena di Scorpius:Albus aveva sempre detto di avere difficoltà a dormire lontano da lui,che ormai si era talmente abituato a sentire il suo respiro che aveva imparato a respirare in sincrono.
Se ora voleva dormire in un'altra stanza,voleva dire che era davvero arrabbiato con lui...o peggio ancora ferito.
Si schiarì la gola e affondò le mani in tasca.
-Fa come vuoi...Se questo è quello che desideri-gli disse con voce indifferente.
Anche se continuava a dargli le spalle,Albus annuì e l'attimo dopo uscì dalla stanza diretto verso il piano superiore.
Rimasto solo,Scorpius si disse che ormai era troppo tardi...Lo stava perdendo.
E la colpa era soltanto sua.

 

Salve a tutti!!!E buone vacanze!!!

C'è ancora qualcuno o siete tutti spalmati al sole sulle spiagge?

La sottoscritta è tornata da un viaggio all'estero e risente ancora di quello che io chiamo l'effetto "Costa Crociere",avete presente quella depressione che vi viene quando tornate a casa e avreste voglia di essere ancora nel luogo di vacanza?

Ok straparlo lo so...

Passiamo al capitolo:come vi avevo annunciato la scorsa volta,il capitolo passato e questo sono complementari e scommetto che molti dubbi vi si sono chiariti leggendo qste righe.

Inizio con il chiedere scusa a chi si aspettava il ritorno dei senior,annunciato nello scorso chap,ma mentre scrivevo mi sono resa conto che il capitolo stava venendo fuori bello lungo e che se avrei finito per renderlo davvero interminabile se avessi aggiunto anche quel pezzo,così ho deciso di rimandarlo al prox capitolo...Vi prometto solennemente che qst volta ci saranno!

Inoltre avviso fin da ora tutte le amanti di Albus e Scorpius che nel prox capitolo la situazione fra i due, arrivata chiaramente ad un punto di rottura,arriverà una svolta.

E scopriremo qualcosa di più su Lane Hunter...

Ora bsta parlare,altrimenti dico troppo!

La frase in corsivo è tratta da "Alle porte del sogno" di Irene Grandi.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia o battitura.

E ora i ringraziamenti:Luthien241(Dici che era un pò telefonata la storia della mamma di Daniel?Eh già era inevitabile,del resto lo aspettavamo da 10 anni,era ora di far felici anche loro...),Hale_y(Benvenuta!E grazie x i complimenti!Al e SCorpius sono anche i miei preferiti,perchè nessuno aveva mai pensato di metterli insieme,li sento davvero miei,peccando forse di egocentrismo;per il momento Al e Brian sono soltanto amici,xkè è indiscutibile che Al ami Scorpius,ma dopo quello che è successo in questo capitolo, il ns Al si è sentito tradito proprio dall'uomo verso cui riversava la maggior fiducia e amore...Infine per rispondere alla tua domanda:devo essere sincera,non ho la + pallida idea di quanti capitoli manchino alla fine della storia;come al solito so cosa succederà e come finiranno tt le storie dei vari personaggi,ma non so qnt ci vorrà per portare a termine il viaggio),Angel_SG(I tuoi dubbi si sono chiariti?O se ne sono aggiunti di altri?Cominciamo da Jim e Rose:alla fine penso sia giusto e sano che una coppia pensi a sè stessa e a ciò che è bene per sè stessa,altrimenti non riuscirebbero mai a progredire,ma non quando provoca dolore ad altre persone,come in questo caso;il divertente è stato immaginare le reazioni degli altri fratelli alla scoperta del "donatore"...Ronnie e Rebecca:sei stata l'unica a parlare di loro nella tua recensione;so che qst è la coppia + tranquilla di tutta la storia,quella che si vede meno di tutte per il momento,ma mi sembrava carino di far vivere loro un'emozione e confermare allo stesso tempo il loro amore...Lily e Daniel:non c'è proprio pace per la povera Lily:prima suo fratello e poi suo marito,meno male che è una Weasley-Potter!Altrimenti sarebbe crollata sotto il peso di tanti sconvolgimenti emotivi! X il momento,per quanto riguarda la mamma di Dan,posso solo dirti che nonostante le sue parole definitive,la questione è ben lontana dall'essere conclusa...Alice e Luke:festeggio per essere riuscita nel mio intento nel farti amare qst coppia ^_^ e aspetto i tuoi commenti sulla loro "prima volta"...Ed infine Albus e Scorpius:il nostro Sy è un pò tontolone nelle questioni d'amore:sta soffrendo ma si farebbe tagliare la mano con cui usa la bacchetta pur di non ammettere di aver sbagliato,e sopporterebbe torture peggiori pur di non dover chiedere scusa ad Al per il suo comportamento delle ultime settimane;del canto suo Albus cerca altrove quella sicurezza che finora aveva avuto nel suo rapporto con Scorpius e che improvvisamente è venuta a mancare...Che pasticcio questi due!E il brutto è che siamo solo all'inizio!),Kikka15(Ho appagato la tua curiosità?Dimmi tutto ciò che pensi,sono curiosa...Anche a me piacciono molto Luke e Scorpius:ai miei occhi,Luke è la parte razionale di Sy,la guida che lo riporta sulla retta via ogni volta che si smarrisce;sono il modello di amicizia che tutti vorremmo avere,o almeno io vorrei avere...),VictorieBHFS(Povera cagnolina,chiedile scusa da parte mia! Ho letto il tuo commento sulla storia fra Draco e Herm e ti ringrazio,sei davvero tr buona con me!Una volta,in un telefilm,ho sentito che gli uomini migliori sono come le cabine telefoniche:sempre occupate. Quindi se già un'altra/o l'ha occupata vuol dire che vale davvero la pena lottare x averlo.Questo è un pò il riassunto del triangolo Brian/Albus/Scorpius:nonostante Brian sia pienamente consapevole che c'è un' altra persona nella vita di Al,ha deciso di andare avanti con il suo corteggiamento,perchè ha capito che il ns Al ne vale la pena e che se mai dovesse cedere e diventare suo,sarebbe davvero la cosa migliore che gli potesse capitare nella vita),Lumamo64(Attenzione:per ora,nonostante i baci sporadici,fra Brian e Albus non è successo niente;xkè nonostante tutta l'insoddisfazione e la rabbia che Al prova verso il compagno,sotto sotto è ancora innamorato di lui e vorrebbe solo che lui prendesse in maggiore considerazione i suoi bisogni e i suoi desideri come lui ha sempre fatto...In fondo non è una richiesta tanto assurda in un rapporto di coppia,no?Il rapporto fra i due arriverà ad una svolta già dal prox capitolo,ma ci vorrà un pò prima che tutto si risolva,quindi mi dispiace,ma ci sarà ancora un pò da soffrire),Bellezza88(Per una volta siamo riusciti ad aggiornare prima delle tre settimane!HURRAY!!!Pensi ancora che Scorpius sia un poverello?).

Bene per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"I want a bad bad romance"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** I wanna a bad bad romance ***


I wanna a bad bad romance

 

"Se tu mi fossi ancora accanto
questa vita non sarebbe di cemento,
e se sfiorassi la mia pelle
potrei fermarmi a guardare le stelle,
ma adesso tu non sei qui con me,
tu non sei accanto a me,
e tutto il resto non conta,
adesso tu non sei qui con me,
tu non sei accanto a me
nel dolore e nel pianto.
Non dirmi che è un sogno proibito averti qui,
che il tempo cancella i nostri ricordi.
Non mi lasciare mai,
ti prego, non mi lasciare mai,
ma chissà dove sarai,
in quale parte del mondo."

 

-Dimmi che mi ami...Ho bisogno di sentirtelo dire almeno una volta-
Lo guardava con quello sguardo,implorante ma con ancora qualche barlume della rabbia che lo aveva animato fino a pochi attimi prima.
Sarebbe stato facile dirgli quello che voleva sentirsi dire,in fondo non era neanche una richiesta assurda.
Lo amava,lo aveva sempre amato,lo amava anche ora che le cose fra loro erano incasinate e senza una possibile risoluzione.
Ma sapeva che non sarebbe cambiato niente.
Lui se ne sarebbe andato lo stesso...
La sua valigia era pronta,richiusa sul letto,lo stavano aspettando al piano di sotto,e certamente i loro problemi non sarebbero spariti grazie ad un semplice "ti amo".
Quindi atteggiò il viso con il suo miglior ghigno sprezzante e,cercando di non far trasparire il tumulto che si agitava dentro di lui,lasciò uscire un suono ironico dalle labbra dischiuse.
-Appunto-commentò l'altro come se non si fosse aspettato neanche un istante qualcosa di diverso-Non ti smentisci mai...-
Lo vide superarlo a passi veloci e,incapace di guardarlo andare via,chiuse gli occhi.
Pochi istanti e nelle sue orecchie rimbombò il suono della porta d'ingresso che si chiudeva alle spalle del suo compagno.
Era finita...Questa volta era davvero finito tutto.

 

Fino a sei mesi prima la sua vita era stata simile a quella di ogni altro adolescente.
Aveva una famiglia,un padre e una madre,una casa con il giardino piena di tutti i confort necessari e aveva anche un cane labrador,Sparky.
Era sempre stato uno studente modesto,che riusciva a raggiungere le A nelle materie più difficili soltanto impegnandosi gli ultimi giorni prima di un test o un interrogazione.
Aveva una cerchia d'amici che vivevano tutti nel suo stesso quartiere e che lo conoscevano fin da quando era bambino,tutti con le sue stesse passioni.
Sapeva che poteva esserci altro,di più,ma non gli era mai mancato nulla e se si fermava a riflettere poteva definire felice la sua vita.
Questo fino a sei mesi prima.
Prima che quella macchina non era andata contro la Mini dei suoi genitori accartocciandola e rendendola quasi irriconoscibile.
E uccidendo i suoi genitori.
Da quel momento tutto era cambiato.
Sapeva di avere una zia,zia Odette,la sorella di suo padre,ma l'ultima volta che l'aveva vista la donna gli aveva fatto capire di non essere la persona adatta ad occuparsi di un adolescente e, soprattutto,di non voler rinunciare alla sua vita com'era per lui.
Ma che non aveva esitato un istante a vendere la sua casa per intascarsi i soldi della vendita.
Con la rinuncia di sua zia a prendersi cura di lui,erano entrati in gioco i servizi sociali e era iniziata la giostra delle famiglie.
Ne aveva conosciute tre ed in ognuna c'era sempre stato qualcosa che aveva interrotto l'idillio della prima settimana.
Lane sapeva che in parte era colpa sua.
Non riusciva ancora ad accettare la morte dei suoi genitori,l'idea che loro non ci fossero più,e questo lo rendeva astioso e completamente refrattario ad ogni tentativo delle famiglie affidatarie di avvicinarsi a lui.
Come poteva affezionarsi a loro,anche solo pensare all'idea di una nuova famiglia,quando ancora aveva davanti agli occhi e nella mente i ricordi della sua vita passata?
La risata di sua madre,i sabato pomeriggio passati seduto in poltrona accanto a suo padre per guardare le partite del Liverpool alla televisione,i pomeriggi che aveva passato ad addestrare Sparky nel loro giardino...Adesso gli mancavano anche i litigi che aveva avuto con i suoi genitori per i brutti voti o per il loro rifiuto di comprargli una Vespa.
Quella vita era stata reale fino a pochi mesi prima,era innaturale dimenticarsene così presto!
In breve ognuna di quelle famiglie aveva rinunciato a lui e,dalla terza,era stato proprio Lane a scappare incapace di sopportare l'idea di dover sopportare un nuovo trasloco e tutta la trafila che una nuova famiglia affidataria portava con sè.
Aveva lasciato tutti i libri nel suo armadietto a scuola e,dopo aver individuato quello più vicino alla scuola,aveva iniziato a dormire in uno dei rifugi per senzatetto.
Ogni sera si metteva in fila alle cinque e mezzo per essere sicuro di riuscire ad ottenere uno dei duecento letti disponibili,dopodichè iniziava a studiare,finchè non veniva servita la cena,e poi riprendeva a studiare finchè non veniva spenta la luce.
Erano quasi due mesi che faceva quella vita e non aveva idea di cosa ne sarebbe stato di lui una volta arrivate le vacanze di Natale,ma aveva deciso di non pensarci:ormai viveva la vita giorno per giorno,senza fare troppi progetti.
Finchè un giorno,proprio mentre era in fila come al solito al rifugio,era arrivato il suo salvatore...


Erano passate due settimane da quando Scorpius aveva fatto il suo deposito alla clinica.
Quello stesso giorno Rose,accompagnata da James,aveva fatto l'inseminazione;le erano stati impiantati quattro dei suoi ovuli già fecondati con il seme di Scorpius per avere la certezza che di almeno uno riuscisse l'impianto.
Cooper Black,uno dei colleghi di Rose e considerato dagli adetti ai lavori il "guru della fertilità",si era occupato personalmente della sua procedura per essere certo che tutto andasse secondo i piani.
-Adesso dobbiamo solo aspettare qualche giorno-le aveva detto una volta terminata l'inseminazione.
Nei due giorni successivi Rose era rimasta a casa,sdraiata sul letto quasi sempre con le gambe alzate perchè in una rivista specializzata aveva letto che quella posizione aumentava le possibilità di un successo.
Quando il ciclo mestruale,sempre puntuale tutti i mesi fin da quando aveva sedici anni,le era saltato aveva visto concretizzarsi le sue speranze,e nei giorni successivi le aveva viste consolidarsi sempre di più man mano che il ritardo aumentava.
-Credi che sia il caso di fare un test di gravidanza?-aveva chiesto a James,incapace di resistere un altro giorno di più in quella incertezza.
Il marito l'aveva esortata a fare il test,anzi era stato proprio lui ad andarlo a comprare in farmacia,facendosi consigliare dalla commessa su quale fosse il più affidabile,incurante dei sorrisi ironici e delle occhiatine divertite che gli lanciavano gli altri uomini presenti nella farmacia.
Del resto aveva seguito con trepidazione e ansia il processo di inseminazione e aveva cercato di rendersi utile il più possibile in quei giorni in cui la moglie era costretta al letto,sempre più partecipe man mano che i giorni passavano.
Sapeva bene che un'ennesimo insuccesso avrebbe fatto a pezzi sua moglie,sapeva anche che doveva mostrarsi forte per affrontare quell'eventualità,ma con il passare dei giorni anche le sue speranze aumentavano e diventavano reali:finalmente ce l'avevano fatta?
Era rimasto in attesa appoggiato alla parete accanto alla porta chiusa del bagno mentre Rose faceva il test e mai come quella volta gli era sembrato che il tempo si dilatesse,quasi volesse farlo penare ancora e ancora.
Quando finalmente la porta del bagno si era aperta,lui si era rizzato in piedi e aveva fissato gli occhi sul volto di Rose:i suoi occhi erano rossi e ancora umidi,segno che aveva pianto e pensando subito al peggio,James sospirò.
-Tesoro vedrai la prossima volta andrà meglio...-gli disse cercando le parole più giuste per risollevare il morale della moglie.
Rose aveva tirato su con il naso e si era staccata dalla soglia della porta avvicinandosi a lui;senza parlare gli aveva teso il test di gravidanza che stringeva nella mano sinistra e James,dopo averlo preso in una mano aveva dato un'occhiata al bastoncino.
Solo allora si era accorto delle due linee rosa racchiuse nel piccolo cerchio bianco:aveva letto le spiegazioni del test mentre era ancora in farmacia,ma in quel momento non riusciva a ricordare cosa significassero quelle due linee.
-E' positivo...-aveva detto Rose.
James aveva alzato lo sguardo su di lei,la fronte corrucciata:ora lei stava sorridendo,anche se i suoi occhi erano resi di nuovo lucidi dalle lacrime.
-Sono incinta-aveva ripetuto ancora,aggiungendo un sorriso.
Quel sorriso aveva sbloccato tutte le emozioni che James aveva bloccate in pieno petto e,con un sospiro liberatorio,le si era avvicinato e l'aveva stretta fra le braccia,premendola contro di sè,posandole baci fra i capelli,nelle orecchie il pianto di Rose,questa volta di gioia.
Finalmente erano riusciti a realizzare il loro sogno.
Quella sera erano usciti a festeggiare e la mattina dopo erano tornati alla clinica per una visita ginecologica per essere sicuri che tutto fosse a posto.
Ora che avevano la certezza di aspettare un bambino,restava soltanto una cosa da fare:dare la notizia ai loro genitori.
Avevano discusso a lungo su quale fosse il modo giusto per fare l'annuncio,avevano fatto anche le prove del discorso che avrebbero fatto loro,cercando le parole giuste o l'intonazione più adatta all'occasione,convenendo alla fine che in qualsiasi modo avrebbero dato loro la notizia avrebbero dovuto lo stesso affrontare molte domande e,quasi certamente,la rabbia del padre di Rose.
Inizialmente avevano deciso di parlare separatamente con le due coppie di genitori,ma alla fine avevano deciso di invitare tutti e quattro a cena certi che non sarebbero riusciti a fare lo stesso discorso e ad affrontare per due volte di seguito quello che ne sarebbe venuto.
Ovviamente entrambe le coppie di genitori avevano accettato.
Alla cena sarebbe stata presente anche Eliza,la sorellastra di Rose a cui,sperando in un'aiuto,la donna aveva dato la notizia in anteprima a lei e ad Hugo chiedendo il loro appoggio nel caso i loro genitori si fossero mostrati più testardi del solito ed entrambi si erano mostrati disponibili ad aiutarla.
La sera della cena Rose fece in modo che tutto fosse anche più perfetto del solito,la sua ossessione per la perfezione raggiunse livelli mai immaginati fino a quel momento:preparò ai quattro adulti la propria pietanza preferita e come dessert un tiramisù al caffè.
-Se continui così ti farai venire un'infarto-l'ammonì James osservandola mentre andava avanti e indietro dalla cucina alla sala da pranzo per controllare per l'ennesima volta che tutto fosse in ordine.
Rose sospirò e si fermò in mezzo alla stanza,lanciandogli uno sguardo.
-Come credi che la prenderanno?-gli domandò.
Se lo erano chiesti tante volte,senza mai trovare una risposta:sapevano che quello che avrebbe fatto maggiore resistenza sarebbe stato Ronald,il padre di Rose,ma le reazioni degli altri tre erano un mistero.
La donna si avvicinò al marito e gli si fermò davanti,portando entrambe le mani all'altezza del colletto per sistemargli il nodo della cravatta,come faceva sempre,facendolo sorridere.
-Sei bellissima-le disse fissandola in volto.
Lei sorrise e allontanò le mani dal colletto facendo scivolare i palmi sul torace.
-E' merito della gravidanza-scherzò.
James avvicinò il viso e gli posò un bacio lieve a fior di labbra,mentre il suono del campanello rieccheggiava per la casa.
Dalla scampanellata entrambi capirono che si trattava di Eliza.
Fin da quando era bambina,Eliza aveva preso l'abitudine di suonare una prima volta al campanello,brevemente,per poi suonare altre due volte più a lungo.
-Vado io-disse James dopo aver dato un ultimo bacio veloce alla donna.
Mentre lui si avviava verso la porta,Rose ritornò a guardarsi intorno nella sala da pranzo controllando che tutto fosse in ordine.
-Ecco il nostro papà!!!-le arrivò la voce allegra di sua sorella,facendola sorridere.
-Ehi mostricciattolo!-la salutò di rimando James.
Se fosse riuscita a mantenere quel segreto per un paio d'ore sarebbe stato davvero un miracolo!
Sentì il rumore dei tacchi venire verso di lei e si voltò verso la porta per accoglierla,sorridendo non appena la vide comparire alla fine del corridoio.
Nessuno avrebbe mai sospettato,ad un primo sguardo,che ci fosse un legame di parentela così stretto fra lei ed Eliza:dove Rose,aveva i boccoli castani di sua madre,Eliza aveva una cascata di capelli biondi lisci come la seta,dove una aveva il naso dritto dei Weasley,l'altra aveva un naso leggermente a patata,ma con la punta all'insù.
Avevano però lo stesso fisico longilineo,e la stessa eleganza innata che le permetteva di essere elegante anche se indossavano un paio di jeans ed una t-shirt.
Rose la osservò mentre le veniva incontro,con la sua falcata sicura nonostante la sua giovane età,e sorrise vedendo i palloncini che teneva stretti nella mano sinistra.
-Eccola qui!La mamma più bella di tutta la città!-disse sorridendo felice e abbracciandola.
Rose rise e si lasciò abbracciare dalla bambina,lanciando un occhiata alla porta dove erano comparsi James ed Hugo.
-Questi li abbiamo presi io ed Hugo-disse Eliza sciogliendo l'abbraccio e mostrandole i palloncini-visto che non sappiamo ancora se sarà un maschio o una femmina abbiamo pensato di prenderli entrambi-le spiegò.
Rose sorrise e prese i due palloncini entrambi grigi e con la scritta "E' un maschio" e "E' una femmina" su entrambi i lati.
-Io non c'entro niente,è stata una sua idea:mi ha fatto una testa così finchè non ho acconsentito a comprargli-commentò Hugo avvicinandosi alla sorella e dandole un bacio sulla guancia sinistra.
-Sarà meglio nasconderli prima che arrivino mamma e papà-fece Rose.
-Dalli a me,li porto di sopra-disse James prendendo i palloncini dalla mano della moglie e avviandosi verso le scale.
I tre fratelli si sedettero sul divano nel salotto e,sollecitata da Hugo,Rose raccontò loro come e quando avevano deciso di avere quel bambino.
Quando James tornò in salotto si sistemò sul bracciolo del divano proprio accanto a Rose,che ne approfittò per posare una mano sul suo ginocchio in un gesto rassicurante.
-L'idea di diventare zio mi piace...E conoscendo mamma credo che appena lo saprà scoppierà in lacrime per la felicità.
Il suo primo nipotino...-disse ironico.
-E anche ultimo se tu continui così!-ribattè Rose rimarcando ancora una volta quanto lo stile di vita del fratello non le andasse a genio.
Come tutti i maschi Weasley della famiglia,Hugo era un uomo affascinante e molto corteggiato dalle donne,al punto da potersi permettere di cambiare "fidanzata" ogni due-tre settimane.
-Andiamo ho venticinque anni...Vuoi davvero che mi trovi una ragazza e che mi sposi?-
-E' il mio sogno più grande!-rispose lei sincera.
-Io posso fare la damigella al tuo matrimonio?-chiese Eliza guardando il fratello.
Hugo sorrise e le scompigliò i capelli.
-Va bene,ma forse avrai cambiato idea per quando davvero mi sposerò...-l'ammonì.
Eliza fece per ribattere,ma il suono del campanello fece morire la sua risposta.
Tutti e quattro guardarono il corridoio che conduceva alla porta di casa,quasi aspettandosi che da un momento all'altro un pazzo furioso con un'ascia irrompesse in casa.
-E' ora-mormorò Rose alzandosi.
James la imitò e dopo averla presa per mano si avviarono insieme ad accogliere i loro genitori.
Alla soglia dei cinquant'anni,il mitico Harry Potter era un tranquillo signore che si doveva la serenità della sua "vecchiaia";da tempo aveva diradato i suoi impegni alla radio,lasciando il controllo a James e ritagliandosi un ruolo dietro le quinte prefendo passare il tempo con Ginny e con i suoi nipotini.
Lui e Ginny avevano preso l'abitudine di fare viaggi all'estero per scoprire quella parte di mondo che non avevano mai visto e per rinforzare,anche se non ce ne era bisogno,il legame che c'era fra di loro.
Ovviamente non era più l'uomo dal fisico scolpito e "perfetto",ma un tranquillo signore di mezz'età che era sceso a patti con il passare del tempo,con i capelli bianchi che ormai erano più predominanti di quelli neri,e con una pancetta che non voleva saperne di andare via nonostante tutto quello che aveva provato per sconfiggerla.
Ma,come sempre,aveva accanto Ginny che dopo quasi trent'anni non si era ancora stancata di ripetergli quanto lui fosse bello ai suoi occhi,capelli bianchi e pancetta compresa.
Anche la donna ormai non era più quella di un tempo:nonostante il fisico sembrava quello di una donna più giovane di dieci anni,sul viso erano ormai evidenti le rughe attorno agli occhi e alla bocca;inoltre la lunga capigliatura fulva era stata accorciata fino alle spalle per combattere i capelli bianchi che,nonostante le tinture,spuntavano più numerosi che mai.
La cena trascorse serenamente:James e Rose lasciarono che fossero i loro genitori a parlare, facendosi raccontare cosa era successo nelle loro vite in quelle settimane che non si erano visti, convinti che era meglio metterli a loro agio e di buon'umore prima di fare il grande annuncio.
Osservando i propri genitori e la loro ritrovata armonia che traspariva da ogni gesto,Rose sorrise:pochi avrebbero detto che una coppia così serena fosse stata ad un passo dal lasciarsi.
C'erano stati dei momenti in cui aveva creduto davvero che la sua famiglia fosse destinata a rompersi,anche quando suo padre era tornato a casa con la piccola Eliza,la viva testimonianza del tradimento di suo padre.
Ma inaspettatamente era stato proprio grazie alla piccola Eliza che i due si erano riavvicinati:con il passare del tempo Hermione aveva finito per affezionarsi alla neonata,finendo per amarla quasi fosse figlia sua.
E questo aveva riportato a galla l'amore di Ron per la donna,amore che in fondo era sempre stato lì sotto la superficie in attesa di essere riscoperto e per riconquistarla di nuovo e vincere la sua fiducia,aveva iniziato a corteggiarla.
Un vero corteggiamento,come non aveva mai fatto quando erano ragazzi,portandole quasi ogni giorno un mazzo di rose bianche o portandola fuori a cena o anche solo per una passeggiata.
Lentamente Hermione aveva vinto le proprie resistenze:avevano ripreso a parlare,a confidarsi, avevano parlato di Cassie e di cosa aveva spinto Ron a cercare attenzioni da un'altra donna.
Avevano anche ripreso a litigare,ma questo invece che destabilizzarli aveva rafforzato il loro rapporto:lo avevano sempre fatto,era una parte fondamentale della loro coppia e dopo uno di questi litigi erano finiti a letto insieme.
Per la prima volta dopo quasi un anno.E dopo quella volta tutto era velocemente ritornato come un tempo fra di loro.
-Tesoro questa cena è stata fantastica!Dovremmo fare più spesso queste cene-disse Ron alla figlia rivolgendole un sorriso.
Rose ricambiò il sorriso prima di cercare lo sguardo di James:era arrivato il momento.
James prese la mano di Rose nella sua e guardò i quattro adulti seduti attorno al tavolo;sarebbe toccato a lui aprire il discorso,lo sapeva,ma non aveva la minima idea di cosa dire.
Prese un respiro profondo e si schiarì la gola.
-Veramente c'è un motivo se questa sera la cucina di Rose è migliore del solito...-iniziò attirando l'attenzione dell'intera tavolata su di sè.
Sentì Rose aumentare la stretta e questo lo rassicurò:qualsiasi cosa avessero potuto dire,loro sarebbero andati avanti per la loro strada.
Lo avevano già fatto in passato,potevano farlo anche ora.
-Questa sera vi abbiamo invitato qui perchè dobbiamo dirvi una cosa...qualcosa di importante...-aggiunse.
-E' successo qualcosa di grave?-domandò subito suo padre,pensando come al suo solito sempre al lato negativo della vita.
I due ragazzi scossero la testa.
-No...Anzi qualcosa è successa,però è una cosa bellissima...-lo rassicurò James con un accenno di sorriso.
-Meravigliosa-convenne Rose.
I quattro adulti li fissarono per qualche istante in silenzio e,prima che Rose potesse dar loro la notizia,Hermione si portò entrambe le mani alla bocca e cacciò un piccolo urlo sorpreso.
-Oh mio dio!-esclamò-Sei incinta!-
I due ragazzi restarono in silenzio,quattro paia di occhi fissi nuovamente su di loro,e dopo un secondo che sembrò infinitamente lungo,Rose annuì.
-Sì,aspettiamo un bambino-confermò chiaramente felice.
Felice come se sentisse la notizia per la prima volta,Eliza battè le mani euforica facendo sorridere James Rose e Hugo.
-E' una bellissima notizia sorella,mi ci vedo a fare lo zio...
Inoltre ho sentito che gli uomini con i bambini fanno più colpo sulle donne-aggiunse.
-Scordatelo!Non ti darò mio figlio per aiutarti a rimorchiare-rispose James trattenendo a stento un sorriso.
Hugo sbuffò in modo teatrale,prima di riportare lo sguardo sui quattro adulti che fino a quel momento erano rimasti in silenzio.
-Mamma papà va tutto bene?-domandò James ai propri genitori.
Harry lanciò un'occhiata alla moglie,cogliendo i suoi occhi lucidi,per poi tornare a guardare il figlio:personalmente sapeva che quel momento prima o poi sarebbe arrivato.
I ragazzi si amavano,in quegli anni lo avevano dimostrato e presto o tardi avrebbero deciso di essere una vera famiglia;c'era però l'eco lontano di quella promessa che avevano fatto loro quando avevano deciso di stare insieme,possibile che fossero stati così avventati da fregarsene delle conseguenze?
-Sinceramente sono un pò combattuto James.
L'arrivo di un nuovo nipotino mi rende felice,sai quanto io ami i bambini...E lo stesso vale per tua madre-si affrettò ad aggiungere.
-Esatto-convenne lei.
-Però mi chiedo se non siete spaventati dalle possibili conseguenze-continuò Harry.
-Conseguenze?-chiese Hugo guardando suo zio.
-Tua sorella e James ci hanno fatto una promessa:ci avevano promesso che non avrebbero mai avuto figli.
Mai-si intromise Hermione parlando direttamente con il figlio.
Hugo aggrottò la fronte e guardò sua sorella,sorpreso per quella novità:non aveva mai saputo di quella "condizione" e si stupì che Rose non gli avesse mai detto nulla.
-Cosa?E per quale stupida ragione?-domandò tornando a guardare sua madre.
-Per evitare che vengano fuori dei mostri.Hai dimenticato che tua sorella e James sono cugini?-rispose Ron.
-Non puoi pensare una cosa del genere sul serio!-ribattè ancora Hugo incredulo.
-E' genetica Hugo!
Piuttosto io mi meraviglio di te,Rose.
Sei un medico,accidenti!Dovresti sapere come vanno certe cose,a quali rischi andate incontro... Come hai potuto fregartene e decidere di avere lo stesso un figlio?-
-Papà...-iniziò la donna.
-Ci avevate fatto una promessa,accidenti!Possibile che fosse soltanto una scusa per ottenere quello che volevate?
Possibile che non possiamo più fidarci di te?-le domandò ancora.
-Vuoi ascoltarmi dannazione??-lo interruppe Rose alzando la voce.
Ron guardò sua figlia stizzito per il suo tono di voce e,a braccia conserte contro il petto neanche fosse ancora un bambino,la fissò con uno sguardo truce.
Rose sospirò cercando di calmarsi chiudendo per qualche secondo gli occhi,grata a James che le aveva messo un braccio sulle spalle per farle sentire la sua vicinanza.
Quando riaprì gli occhi li fissò direttamente in quelli del padre,quasi ci fosse soltanto lui nella stanza.
-Dieci anni fa quando abbiamo accettato di non avere figli,stavamo dicendo la verità.
E per qualche anno questa decisione non è stato un peso,però poi man mano che il tempo passava ho iniziato a stare male-confessò Rose.
-Male?Che vuoi dire tesoro?-chiese subito Hermione preoccupata.
-Era diventato sempre più difficile per me fare il mio lavoro,occuparmi di pazienti che non facevano che lamentarsi dei chili di troppo o delle ragazzine che restavano incinte per sbaglio.
Ero sempre più scostante,acida e ero arrivata ad essere gelosa e invidiosa della gravidanza di Lily-raccontò loro vergognandosi delle sue stesse parole.
-Oh tesoro...-disse Ginny sinceramente dispiaciuta per lei.
-Abbiamo avuto seri problemi per questo mio comportamento,ad un certo punto ho avuto paura che fossimo sul punto di lasciarci,poi un giorno,dopo l'ennesima lite,James è tornato a casa e mi ha fatto una proposta:avere un figlio con l'aiuto di un donatore-
Tutti e quattro gli adulti aggrottarono la fronte a quelle parole,sinceramente sorpresi:Harry e Ron guardarono James che sereno continuava a poggiare il braccio sulle spalle della moglie per mostrarle il suo sostegno.
-Un donatore?-chiese Hermione,come al solito la prima a riscotersi dai momenti più imbarazzanti.
Rose annuì.
-Visto che eravamo io e lui il problema,magari se uno di noi si tirava indietro avremmo potuto raggiungere il nostro scopo.
Così ne abbiamo parlato a lungo e una volta presa la decisione,siamo andati alla banca del seme della mia clinica e abbiampo passato un pò di tempo a studiare le schede dei vari donatori cercando il più adatto.
E alla fine abbiamo fatto l'inseminazione-concluse.
-Quindi non sarai tu il padre di questo bambino-disse Hugo,quasi volesse essere certo di aver capito bene.
-Non biologicamente-confermò James.
-Però almeno così evitiamo di mettere al mondo dei mostri-disse Rose usando le parole che suo padre aveva detto poco prima.
Ron sospirò e abbassò per qualche secondo la testa.
-Tesoro scusami...Sono state le parole meno indicate...Sai che sono contento di diventare nonno,ma l'idea che possa succederti qualcosa...-farfugliò cercando di riparare al danno fatto.
Rose arricciò le labbra e alzò le spalle.
-Come hai detto tu papà,erano le parole sbagliate-
-Basta con questi discorsi tristi...Non posso ancora crederci,la mia bambina aspetta un figlio...Oh tesoro,vieni qui facci abbracciare-disse Hermione cercando di smorzare l'atmosfera creata dall'uscita sconveniente di Ron.
L'attimo dopo lo sguardo della ragazza si spostò sulla madre e sulla suocera che,in piedi,stavano venendo verso di lei per abbracciarla,entrambe con gli occhi lucidi.
Rose sorrise e si lasciò abbracciare,ma per un breve istante un pensiero le attraversò la mente:sarebbero state altrettanto felici se avessero saputo chi era realmente il donatore?


Passarono due settimane prima che Alice e Luke si rincontrassero.
La ragazza fece di tutto per evitare di incontrarlo.
Si gettò a capofitto nel lavoro,occupando le sue giornate con mille appuntamenti e restando a lavorare in ufficio fino a tardi,cercando di allontanare la mente da quello che era successo l'ultima volta che lei e Luke si erano visti.
Più volte l'uomo aveva cercato di mettersi in contatto con lei,ma ogni volta aveva trovato l'ostacolo della sua segretaria o,se la contattava al cellulare,del nastro registrato della segreteria telefonica.
Non poteva incontrarlo di nuovo,almeno finchè non avesse capito come evitare di ricadere nell'errore.
Come aveva potuto finire a fare sesso in una limousine senza neanche preoccuparsi della presenza dell'autista,o della possibilità che qualcuno li fermasse e scoprisse che cosa stava succedendo.
Come aveva potuto buttare all'aria tutti i suoi principi,tutto quello che le aveva permesso di andare avanti in quegli anni senza Luke e gettarsi fra le sue braccia senza un briciolo di rimorso?
Era questa la cosa che non riusciva a perdonarsi:sapere che non rimpiangeva quello che aveva fatto.
Le era piaciuto,e anche tanto...
Non sapeva spiegarsi se era per colpa della paura di essere scoperti,o delle aspettative riposte in tutti quegli anni nel sesso con Luke,ma nonostante fossero passate due settimane,quasi ogni sera prima di addormentarsi il ricordo di quegli attimi rubati tornava a farle visita.
E l'unico modo per allontanarli,per evitare che mettessero radici dentro di lei era fare l'amore con Eric.
Fortunatamente l'uomo attribuiva questa sua improvvisa ninfomania al loro desiderio di avere un bambino e non si lamentava.
Ma nonostante volesse rimandare il loro prossimo incontro il più a lungo possibile,sapeva allo stesso tempo di non poter evitare Luke ancora a lungo:doveva mostrargli i progressi che aveva fatto,fargli esaminare le varie tonalità di tessuto o di pittura che aveva intenzione di usare per la sua casa.
Magari avrebbe aspettato qualche altro giorno e poi lo avrebbe contattato...
Il suo proposito però andò disatteso quando,un mercoledì mattina,la sua segretaria la informò della presenza di Luke in ufficio.
Per circa trenta secondi Alice fu tentata di negarsi,di smaterializzarsi il più lontano possibile da quell'ufficio,poi però si rimproverò da sola,ricordando a sè stessa che era un professionista e che,se avesse mantenuto a distanza Luke e lo avesse trattato con freddezza,tutto sarebbe andato per il meglio.
In una mezz'ora sarebbe riuscita a sbrigare quell'appuntamento e a liberarsi di lui.
-Fallo entrare-disse alla segretaria.
Ebbe appena il tempo di controllare di essere in ordine che sentì il lieve bussare alla porta accompagnato dalla figura di Luke sulla soglia del suo ufficio.
-Guarda guarda chi si vede!-commentò lui,una mano sulla maniglia.
-Accomodati-gli disse in tono professionale.
Ricordati:quest'appuntamento deve durare mezz'ora e non devi lasciare spazio a nessuna considerazione personale.
Devi parlare solo di lavoro!
Lo vide entrare nella stanza e chiudersi la porta alle spalle,fare altri quattro passi e fermarsi accanto alla sedia di fronte alla scrivania.
Alice fissò il suo volto,dall'espressione chiaramente interrogativa,e per qualche istante restò in silenzio,poi sospirò e abbassò lo sguardo sulle carte che erano sparpagliate sul piano della scrivania.
-Stavo per chiamarti...I progetti di cui abbiamo parlato nel nostro ultimo incontro sono andati avanti e volevo sottoporti alcuni campioni per avere la tua approvazione....Sono da qualche parte qui intorno-disse iniziando a cercare fra i fogli.
-E' tutto quello che hai da dirmi?-si sentì chiedere.
Restò immobile,i palmi di entrambe le mani posate sul piano della scrivania e per una frazione di secondo non potè evitare di pensare quanto fosse assurda quella situazione:di solito erano gli uomini quelli che si mostravano scostanti ed evasivi dopo il sesso.
Ma il loro era un caso particolare e lei era obbligata a comportarsi in quel modo,per quanto poco le piacesse vestire i panni della bastarda.
Rialzò la testa e incontrò lo sguardo di Luke che la guardava sorpreso e incredulo.
-Andiamo a letto insieme per la prima volta dopodichè tu sparisci nel nulla per due settimane.
Ti sembra un comportamento maturo?-le domandò lui.
-Ti aspettavi una valanga di telefonate e di messaggi?O preferivi gli appostamenti sotto il tuo ufficio?-gli domandò poggiandosi con entrambe le braccia al piano della scrivania e sporgendosi in avanti.
-Quindi questo silenzio sarebbe normale per te?-le domandò ancora Luke sempre più confuso dal comportamento e dalle parole di Alice.
Aveva passato due settimane d'inferno:per la prima volta in dieci anni aveva ripreso ad aspettare con ansia una telefonata,a controllare il cellulare nella speranza di un messaggio e man mano che i giorni passavano sempre accompagnati da quel fastidioso silenzio aveva iniziato ad irritarsi.
Possibile che fosse l'unico a credere che quello che era successo fra loro era stato speciale, che era stato un segno?
Si era fatto tutto un film in testa mentre invece per Alice era stata soltanto una scopata?
Finchè non aveva capito che se voleva smuovere le acque doveva essere lui a fare il primo passo.
La donna sospirò.
-Ok,sarò la prima a dirlo così almeno ti evito l'imbarazzo.
Quello che è successo è stato un errore...Tu stai per sposarti e io sto con qualcuno quindi non mi sembra il caso di impelagarci in qualcosa di complicato e senza alcun fondamento-disse.
Ci credeva davvero a quello che stava dicendo?No,neanche un pò!
Il suo cuore aveva preso a battere più veloce non appena Luke era comparso sulla porta,e il suo profumo le riportava alla memoria immagini di quello che era successo nella limousine.
Ma non poteva,non doveva lasciare che quelle emozioni avessero la meglio sulla sua ragione.
-E' così che la pensi?-le domandò Luke.
Alice annuì.
-Ora vediamo di metterci al lavoro-disse alzandosi in piedi e voltandogli le spalle per raggiungere la libreria dove erano catalogati tutti i suoi progetti.
Fu un'istante,quasi non sentì i passi dietro di sè,ma improvvisamente si ritrovò spalle al muro, il viso di Luke ad una minima distanza dal suo,il corpo premuto contro quello di lei e la mano destra serrata attorno al suo polso.
-Ora che hai detto la tua,sta a sentire me-le disse.
Era così vicino che le soffiò il fiato sulle labbra.
Doveva assolutamente togliersi da quella situazione prima che fosse troppo tardi,ma ciò nonostante portò li sguardo in quello di Luke e restò in attesa.
-Sono due settimane che ogni mattina mi sveglio con un'erezione per colpa tua...Ogni notte sogno noi due che scopiamo in una posizione o in un posto o in una situazione diversa.
Era da quando avevo sedici anni che non mi capitava di fare tanti sogni erotici-le disse serio.
-Beh sono lusingata,ma non vedo proprio cosa fare per...-lo interruppe Alice cercando un modo per tagliare quel discorso.
-Vuoi chiudere la bocca?-la zittì lui premendo nello stesso tempo il proprio corpo contro quello di Alice,una mano sul fianco sinistro ed il viso talmente vicino a quello di lei da far sfiorare le punte dei loro nasi.
Per un interminabile istante ci fu silenzio e i due si limitarono a guardarsi,poi seguendo il proprio istinto,Luke sporse le labbra in avanti,sfiorando quelle di Alice leggermente;lei chiuse gli occhi e trattenne il fiato per qualche secondo,mentre le labbra di Luke l'accarezzavano ancora.
-No...No Luke non possiamo-lo bloccò Alice aggrappandosi a quello scampolo di lucidità che ancora le restava.
-Alice,ascolta,lo so.
Lo so che non possiamo,ma io voglio farlo.
Quello che è successo non è stato uno sbaglio...Lo sappiamo entrambi che prima o poi sarebbe successo...Voglio vivere quello che ci hanno tolto quando eravamo ragazzi,fanculo tutti!
Fanculo Mandy,fanculo il tuo fidanzato!
Abbiamo quattro mesi,solo quattro mesi prima che io sia costretto a sposare Mandy,e sicuramente non voglio sprecarli a parlare di case e di quale tipo di parquet mettere in salotto-le disse tremendamente sincero.
Alice si specchiò negli occhi verdi dell'uomo e lo fissò in silenzio per qualche istante.
Quattro mesi di "loro" e poi sarebbe finito tutto,questa volta per sempre.
Sarebbe stata capace di risanare le ferite una volta finito tutto?
No,probabilmente sarebbe caduta in pezzi ancora una volta,ma non poteva rinunciare a quell'occasione.
Mosse lievemente il viso e andò incontro a quello di Luke,posando le labbra su quelle di lui, chiudendo gli occhi nell'istante in cui sentì la morbidezza delle labbra dell'uomo sotto le sue.
Non poteva rinunciare a quello che aveva sperato di avere durante tutti quegli anni.


Doveva essere solo per qualche giorno.
Invece quel piccolo parassita si era sistemato a casa sua e non sembrava intenzionato ad andarsene,almeno non a breve.
Erano passate due settimane e niente era cambiato.
La novità più eclatante era stata la notizia della gravidanza di Rose che,naturalmente aveva reso ancora più nero l'umore di Albus e aveva diminuito ancora di più le loro conversazioni.
Ormai si limitavano a dirsi soltanto l'essenziale:se c'era bisogno di comprare qualcosa,se durante la loro assenza c'erano state telefonate o messaggi per l'altro.
Avevano preso anche a mangiare ad orari diversi:Albus e quel piccolo Oliver Twist cenavano insieme e si raccontavano la loro giornata parlando di quello che era successo a scuola e lui, con la scusa del lavoro a cui Al non aveva creduto neanche per un'istante,mangiava da solo.
Ormai sembravano quasi due coinquilini invece che due amanti...
Era evidente che Albus ce l'aveva ancora con lui,non ne faceva mistero,ma non gli aveva neanche dato la possibilità di scusarsi e Scorpius,dopo il primo tentativo andato a vuoto,aveva rinunciato.
Sapeva di dover fare di più,ma era difficile per lui chiedere scusa e soprattutto ammettere di aver torto.
Così la sua frustrazione si era trasformata in risentimento verso Lane,che si era piazzato dentro casa e non sembrava intenzionato ad andarsene a breve.
Nonostante quello che gli aveva detto il primo giorno,Albus non gli aveva dato nessuna spiegazione sul perchè quel ragazzo si trovasse lì,e lui non aveva più fatto domande, convinto che toccasse ad Al dargli delle spiegazioni.
Il ragazzo era educato,gentile e chiaramente intimorito dal suo essere una "star",ma riusciva comunque a dargli sui nervi,fosse anche per un bicchiere sporco lasciato fuori dal lavello.
E questo sicuramente non lo aiutava a migliorare la situazione con Albus,chiaramente perso per quel ragazzo:aveva mille attenzioni per Lane,cercava di metterlo il più possibile a suo agio e di non farlo sentire di troppo o un ospite.
Perchè ci teneva tanto a quel ragazzo?
Quel pomeriggio,dopo ore passate nel suo studio a lavorare,aveva deciso di prendersi una pausa.
Il rumore della musica lo raggiunse fin da quando aprì la porta dello studio:probabilmente il ragazzino si era piazzato in salotto ad ascoltare la musica.
E poi non doveva considerarlo una seccatura?
Scese le scale sentendo sempre più forte il rumore della musica chiedendosi perchè,sentendolo arrivare non avesse almeno abbassato il volume,ma soltanto quando arrivò alla fine della scala capì il motivo.
Lane era seduto sul divano,la schiena contro i cuscini,completamente coperto da una ragazza che gli era seduta sopra e che sembrava volesse staccargli le labbra per la voracità del bacio.
Adirato per lo spettacolo che si era presentato davanti ai suoi occhi,Scorpius attraversò il salotto,i passi attuttiti dalla folta moquette, e si avvicinò allo stereo spegnendolo del tutto.
Colpiti dall'improvviso silenzio,i due ragazzi si separarono e Scorpius vide chiaramente l'espressione d'imbarazzo sul volto di entrambi.
-Disturbo?-domandò con voce secca.
La ragazza,una moretta con la coda di cavallo,scese dalle gambe di Lane,mostrando così la camicia del ragazzo leggermente sbottonata,e iniziò a richiudere i libri di scuola che fino a quel momento erano abbandonati sul tavolo di vetro di fronte al divano.
-N-no...Stavamo studiando...-disse Lane mettendosi a sedere composto.
-Non sapevo si studiasse anche anatomia nel vostro liceo-commentò con lo stesso tono di voce il biondo.
La ragazza si alzò,i libri contro il petto,quasi volesse proteggersi da qualsiasi affronto fisico Scorpius potesse mai farle,e fissò ora il biondo ora Lane.
-Io...Io devo andare-disse con voce flebile.
Lane si decise ad alzarsi dal divano e uscì dal salotto per accompagnarla alla porta;con lentezza,Scorpius gli andò dietro e si fermò sulla porta,per ricordare ad entrambi la sua presenza e per velocizzare il momento dei saluti.
Quando la porta si fu chiusa dietro la ragazza senza nome,Lane si voltò verso di lui e fece per parlare,ma Scorpius lo bloccò.
-Chiariamo subito una cosa.
Questa è la prima ed ultima volta che vedo uno spettacolo simile sul mio divano-gli disse con voce seria.
-Non stavamo facendo niente giuro-si difese Lane.
-Avevi la sua lingua in gola,non credo si possa definire niente-ribattè Scorpius.
Lane abbassò la testa sotto il suo sguardo e restò in silenzio.
-Ascolta non so che legame ci sia fra te e Albus,o cosa ti abbia detto lui,ma in questa casa ci sono delle regole e certamente non puoi infrangerle solo perchè ti fa comodo.
Non puoi portare qui le tue amiche e usare questa casa come scannatoio-
-Avevo il permesso del professor Potter!E' stato lui a proporci di studiare qui-gli disse il ragazzo-Giuro che non era mia intenzione mancarle di rispetto...Forse saremmo dovuti andare nella mia stanza invece di restare in salotto-aggiunse Lane.
-Forse allora non mi sono spiegato:questa casa non è il tuo scannatoio privato.
Va a scopare da qualche altra parte-gli disse duramente.
Gli lanciò un'ultima occhiata,incurante dello sguardo rabbioso che gli stava lanciando il ragazzo per poi voltargli le spalle,diretto verso la cucina:aveva bisogno di un bicchiere di vino per rilassarsi.
Tutta quella situazione lo aveva innervosito ancora di più.
-Non puoi dirmi cosa fare-gli disse Lane,dimentico del tono formale che aveva usato sempre con lui
Quelle parole lo portarono a bloccarsi nel mezzo del corridoio e a voltarsi di nuovo verso il ragazzo,incontrando ancora il suo sguardo,arrabbiato quasi quanto il suo.
-Come scusa?-gli domandò.
-Non hai nessun diritto di dirmi cosa fare,non sei nessuno-gli disse ancora.
Un ghigno maligno si dipinse sul volto di Scorpius,mentre l'uomo faceva un passo avanti verso il ragazzo.
-Ti sbagli.
Sei a casa mia,quindi ho tutto il diritto di dirti quello che puoi o non puoi fare e se la cosa non ti va bene puoi anche prendere le tue cose e andartene.
Non ti tratterrò certo con la forza-gli disse con la stessa malignità che pervadeva lo sguardo.
Sapeva benissimo che non era lui il destinatario della sua rabbia,che quel ragazzino non aveva nessuna colpa,ma aveva raggiunto il limite di sopportazione,avevano preteso troppo da lui e ora stava davvero per esplodere.
Lane gli lanciò un'ultimo sguardo furioso prima di correre su per le scale.
Pochi istanti e sentì sbattere la porta della sua stanza.
Tornò a voltarsi e si avviò verso la cucina,verso il tanto desiderato bicchiere di vino..O forse aveva bisogno di qualcosa di più forte?
Sovrappensiero si versò da bere,mentre la sua mente rifletteva sulle stranezze della vita:come cazzo era finito a fare il genitore di un adolescente quando il suo ultimo desiderio era avere una famiglia e dei marmocchi?
Tutte quelle responsabilità,quei problemi...Ma perchè la gente li desiderava così ardentemente?
Sentì la chiave girare nella porta di casa ma,come purtroppo era diventata abitudine non si preoccupò di andare nel suo studio tanto Albus non sarebbe passato a salutarlo come faceva un tempo.
Con il bicchiere stretto fra le dita della mano sinistra,si smaterializzò in camera da letto:non voleva vederlo;altrimenti avrebbe dovuto spiegargli perchè il suo "pupillo" era chiuso in camera con il muso lungo.
Si avvicinò alla finestra,e fissò il panorama anonimo che gli rimandavano i vetri:perchè tutto sembrava aver perso ogni interesse?
Quella situazione con Albus gli complicava le cose anche sul lavoro:erano settimane che non riusciva a scrivere qualcosa di decente e lui era sempre stato uno scrittore soddisfatto del suo lavoro.
Che cazzo gli stava succedendo?
Si passò una mano fra i capelli biondi e sospirò prima di posare il bicchiere sul cornicione della finestra per recuperare il pacchetto di sigarette dalla tasca di un paio di jeans.
L'accese e tirò una lunga boccata facendo alzare delle volute di fumo azzurrino nella stanza;doveva aprire le finestre,altrimenti la camera avrebbe iniziato a puzzare di fumo,e ad Albus dava fastidio la puzza di fumo in camera da letto....Ma Albus non dormiva con lui da settimane.
Quindi poteva anche fumare con la finestra chiusa.
La porta della stanza si aprì all'improvviso e,dopo l'incertezza legata alla sorpresa,Scorpius ricambiò lo sguardo che Albus gli lanciava dalla soglia.
Capì immediatamente che era contrariato.
-Mi spieghi perchè Lane sta facendo le valigie?-gli domandò con una voce che tentava di mantenere calma.
Scorpius alzò le spalle e portò di nuovo la sigaretta alle labbra.
-Ti ha raccontato cosa ha fatto?-gli chiese a sua volta.
-Mi ha solo detto che tu gli hai fatto una lezione di morale e che lo hai invitato velatamente ad andarsene-rispose l'altro-E' vero?-gli domandò.
Il biondo ghignò.
-Lo facevo più stupido il ragazzino...-commentò a mezza bocca.
-E' vero o no?-gli chiese ancora il moro,chiaramente poco incline al sarcasmo.
-Non ti ha raccontato che l'ho trovato in pieni preliminari con una ragazza sul divano del nostro salotto,vero?-
L'espressione confusa che apparve sul volto di Albus gli fece capire qual'era la risposta.
-Chiaramente no...Gli ho soltanto detto che non poteva fare i cazzi suoi in casa nostra e che se la pensava così poteva benissimo andarsene-concluse.
L'espressione di poco prima era sparita,lasciando il posto ad uno sguardo deluso.
-E ora che c'è?Ho sbagliato a parlare in quel modo al tuo pupillo?-gli domandò incurante del tono canzonatorio.
-Tu non capisci vero?-gli domandò Albus.
-Che cosa?-
L'ultima volta che aveva visto uno sguardo così deluso era stato dieci anni prima,quando aveva detto addio a suo padre e alla sua famiglia.
Per quale motivo Albus lo stava guardando in quel modo,neanche gli avesse ucciso il suo cucciolo preferito?
Infastidito da quella sensazione di disagio,Scorpius dette un'altra boccata alla sigaretta e alzò le spalle,rintanandosi come sempre nella sua solita difesa:l'attacco.
-Allora cosa ha deciso di fare il nostro giovane?Resta o se ne va?-gli domandò.
Dopo un altro istante di silenzio,Albus entrò nella stanza e si avvicinò all'armadio,tendendo un braccio verso l'alto per prendere una valigia che vi era sistemata in cima.
-Ce stai facendo?-domandò Scorpius osservando con un sopracciglio alzato i movimenti dell'altro.
-Me ne vado-disse il moro senza guardarlo,aprendo nel contempo le ante dell'armadio.
Quelle parole ebbero l'effetto di un pugno in pieno stomaco,mozzando il respiro di Scorpius:se ne andava?E per quale ragione?
Non poteva andarsene...Non senza aver prima cercato di chiarire quello che stava succedendo fra di loro,non senza aver almeno provato a recuperare...
Non poteva perderlo...
-Che significa che te ne vai?Andiamo...Soltanto perchè ho trattato male il tuo pupillo?-gli domandò cercando sinceramente di capire.
Albus gli lanciò un'occhiata adirata mentre,grazie ad un gesto della bacchetta,gran parte della sua roba si sistemava ordinatamente dentro la valigia blu notte aperta sul letto.
-Smettila di guardarmi così cazzo!PARLAMI!-sbottò il biondo,stanco di quegli sguardi da vittima sacrificale.
-Cosa vuoi sentirti dire?EH?-gli domandò l'altro alzando per un istante lo sguardo verso di lui- Che l'idea di restare in questa casa da solo con te mi fa paura?Che non riesco più a fidarmi di te?Che sono talmente arrabbiato con te che non riesco neanche a ricordare quanto ti ho amato?E' questo che volevi sentirti dire?-gli domandò alzando pian piano la voce ad ogni domanda.
Nonostante quelle parole gli lasciassero ferite invisibili sulla pelle,Scorpius cercò di non darlo a vedere.
Deglutì con difficoltà mantenendo sempre lo sguardo fisso su Albus.
-Quanto mi hai amato?-gli domandò cercando di mantenere la voce ferma.
Albus,incurante dei vestiti che gli volavano intorno,abbassò lo sguardo e fissò la moquette nocciola che copriva il pavimento.
-Non sai più se sei innamorato di me?-lo incalzò.
Il moro sospirò e lasciò scorrere le dita della mano sinistra fra i capelli spettinati.
-So che ho paura di te...Dopo l'ultima volta ho paura di lasciarti avvicinare a me,ho il terrore che se ti permettessi di venirmi vicino mi tratteresti di nuovo con la stessa indifferenza,con la stessa noncuranza che hai mostrato l'ultima volta.
Non ti sei neanche accorto che per giorni ho dovuto nascondere i polsi perchè erano pieni di lividi...-gli disse cercando i suoi occhi.
Scorpius allontanò lo sguardo:se ne era accorto.
Ma cosa avrebbe potuto fare?Ormai c'era una voragine fra di loro e le parole di Al glielo stavano confermando.
Tornò a guardare il suo volto e lo vide deglutire.
-Quando dieci anni fa abbiamo deciso di stare insieme,mi sono ripetuto più volte che non mi importava se avrei dovuto aspettare anni prima di sentirti dire che mi amavi,perchè sapevo che prima o poi ce l'avrei fatta a tirarti fuori quelle tre parole,e poi lo vedevo,era evidente che mi amavi-continuò il moro.
-E ora non è più così?-gli domandò Scorpius cercando di controllare la rabbia.
Come si permetteva di mettere in dubbio i suoi sentimenti,di parlare al posto suo?
Albus non aveva la minima idea di quello che provava!
-Sei davvero ridicolo-aggiunse non riuscendo a trattenersi.
-Per stare insieme due persone devono volere le stesse cose,devono avere un progetto comune.
Mentre per noi non è così:sai benissimo che il mio sogno più grande sarebbe avere una famiglia con te,ma ti rifiuti categoricamente di prendere in considerazione anche solo l'idea di un figlio.
Questo è amore secondo te?-gli domandò,nuovamente alterato,Albus.
-Io sono fatto così,non posso certo cambiare per te!-
Al scosse la testa sconsolato.
-Lo vedi?Che senso ha portare avanti questa storia se nessuno dei due è disposto a rinunciare a ciò che desidera?
Io voglio una famiglia e tu vuoi la tua indipendenza...Non potremmo mai far combaciare queste due cose-
Per alcuni secondi il silenzio calò nella stanza mentre Scorpius osservava la valigia ormai terminata sul letto:ormai era questione di minuti,presto lui se ne sarebbe andato.
-Ti rendi conto che in dieci anni non mi hai mai detto ti amo?-ripetè ancora il moro.
-Sentirtelo dire adesso cambierebbe qualcosa?Ti farebbe disfare le valigie e ti farebbe passare la paura che hai di me?-gli domandò razionale come sempre Scorpius.
-Almeno saprei che non ho speso dieci anni della mia vita invano...-commentò Albus.
Possibile che fosse arrivato al punto da mettere in discussione tutto,anche l'amore che li univa?
-Dimmi che mi ami...Ho bisogno di sentirtelo dire almeno una volta-
Lo guardava con quello sguardo,implorante ma con ancora qualche barlume della rabbia che lo aveva animato fino a pochi attimi prima.
Sarebbe stato facile dirgli quello che voleva sentirsi dire,in fondo non era neanche una richiesta assurda.
Lo amava,lo aveva sempre amato,lo amava anche ora che le cose fra loro erano incasinate e senza una possibile risoluzione.
Ma sapeva che non sarebbe cambiato niente.
Lui se ne sarebbe andato lo stesso...
La sua valigia era pronta,richiusa sul letto,lo stavano aspettando al piano di sotto,e certamente i loro problemi non sarebbero spariti grazie ad un semplice "ti amo".
Quindi atteggiò il viso con il suo miglior ghigno sprezzante e,cercando di non far trasparire il tumulto che si agitava dentro di lui,lasciò uscire un suono ironico dalle labbra dischiuse.
-Appunto-commentò l'altro come se non si fosse aspettato neanche un istante qualcosa di diverso-Non ti smentisci mai...-
Lo vide superarlo a passi veloci e,incapace di guardarlo andare via,chiuse gli occhi.
Pochi istanti e nelle sue orecchie rimbombò il suono della porta d'ingresso che si chiudeva alle spalle del suo compagno.
Era finita...Questa volta era davvero finito tutto.

 

Salve a tutti!!!

Alzi la mano chi alla fine di questo capitolo mi odia.

Giù le mani.Ora alzi le mani chi,vedendo l'introduzione,ha scorso velocemente il capitolo cercando il pezzo a cui si riferiva la parte in corsivo.

Vi avevo avvertito nello scorso capitolo che saremmo arrivati ad una svolta importante in qst aggiornamento e come promesso,eccolo qui.

La Golden Couple,si è separata.Ovviamente la scusa dei preliminari di Lane sul divano è soltanto il pretesto per nascondere invece i reali motivi di questa separazione.

Ora le strade di Albus e Scorpius si divideranno e saranno molto dissimili,come mai avremmo pensato.

Ma in ogni viaggio ci sono sempre delle fermate durante il percorso prima dell'arrivo.

Chiedo scusa x non aver inserito Daniel e Lily in qst capitolo,ma il pezzo di Rose e James mi ha occupato davvero molto spazio e,se devo essere sincera,è stato anche molto difficile da scrivere...Cmq siete stati contenti del ritorno dei senior?

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e battitura.

La frase in corsivo ad inizio capitolo è tratta da "In qualche parte del mondo"di Antonello Venditti.

Prima dei ringraziamenti piccolo spazio reclame:per tutte le amanti della coppia Albus-Scorpius vi consiglio di leggere "21 Kisses" scritto dalla cara e vecchia Nefene,chedopo tutti qst anni ancora recensisce le mie storie e sopporta le pazzie della mia mente.

E' una breve drabble,ma merita davvero.Quindi accorrete numerosi!

E ora i ringraziamenti:Angel_SG(Prima di tutto chiariamo una cosa:io adoro i commenti chilometrici!Più sono lunghi + mi piacciono,vuol dire che davvero quello che scrivo t ha colpito.Quindi non trattenerti.ORa passiamo al capitolo:anche a me piacciono molto Alice e Luke;tutti noi abbiamo quell'amore che non è mai andato in porto,che ancora adesso dopo anni ci porta a chiederci cosa sarebbe successo "se..."e loro rappresentano proprio questo,anche se il loro finale non è ancora chiaro,almeno nella mia testa XD!Voglio spezzare una lancia a favore del povero Al:so che il comportamento che ha avuto con Lily non è stato dei migliori,specie visto il rapporto di stretta confidenza che li lega fin da quando erano bambini,ma c'è una spiegazione del perchè si è comportato così, e andando avanti con i capitoli si scoprirà;parlando dei due "testoni",posso dirti che Scorpius in questo momento è tutto orgoglio,lo dimostra il fatto che non ha chiesto scusa neanche per quello che ha fatto nel chap precedente;inoltre è vero che Al è cambiato,sta maturando moltissimo,è ancora molto cambierà prima della fine della storia,ma nn è un cambiamento in negativo,ha raggiunto la consapevolezza che non vuole + mettere da parte i suoi sogni e i suoi desideri per qlcn altro,anke se qst è l'amore della sua vita),Kikka15(La loro storia non aveva lieto fine proprio perchè nella mia testa stava prendendo forma questa nuova saga,quindi invece di finire con il tradizionale "e vissero x sempre felici e contenti",ho pensato che fosse meglio farli maturare prima,far capire ad entrambi cosa volessero...Anke se a distanza di 10 anni,ancora nn lo hanno capito!XD  Sbagliando si impara...Ma non quando sei un Malfoy fin nel midollo...),Hale_y(E invece lo ha fatto davvero...Più che l'orgoglio in questa occasione è scesa in campo la gelosia,che è ancora peggio...Lily ha capito che c'è qualcosa che nn va,ed era andata proprio a parlarci per cavarglielo fuori anche con la forza,ma ha trovato davanti un muro e,dato che era la prima volta nella vita che le succedeva,si è trovata spiazzata;inoltre anche Lily aveva bisogno di qlcn con cui parlare con la faccenda della mamma di Daniel e la gravidanza,ma si è trovata sola),Bellezza88(Hanno entrambi caratteri molto forti e,mentre prima qst li aiutava ed era considerato da entrambi un pregio della loro relazione,ora è un'ostacolo;se devo essere sincera nn ho ancora preso una decisione su cosa succederà fra Luke e Alice:le mie idee cambiano da un giorno all'altro e nn ho ancora fatto la scelta definitiva),Nefene(Il capitolo era pronto qst mattina,proprio qnd hai scritto la 2 recensione,ma alcuni problemi di linea mi hanno obbligato a rimandare ad oggi pomeriggio...Sai che anche io cm te vado a rileggermi i momenti felici della Golden Couple?Specie qnd dovevo scrivere della rottura,cs almeno mi ritiravo su il morale =) Hai inquadrato perfettamente i sentimenti di Al dopo l'ultima esperienza cn Scorpius e lo dimostra il fatto che ora nn riesce + a fidarsi di lui...Alle volte sn proprio i "se" ed i "ma" a determinare il corso di una vita,quindi quando hai una seconda occasione è matematico che fai di tutto per cercare dove t avrebbero portato le scelte opposte),VictorieBFHS(Ti è arrivata la mia email con gli auguri per il compleanno????In caso contrario AUGURIIIIIIIIII!!!!Anche se in ritardo XD!Non penso assolutamente che tu sia una bimbaminkia,tranquilla,anzi se vuoi io sono su Facebook,possiamo diventare "amiche" anke lì.Ora il capitolo:per la svolta positiva fra Al e Scorpius, hai visto anche tu,bisognerà aspettare un bel pò,ma nn disperare...Anche il futuro di Alice e Luke è incerto:nn ho ancora deciso che fine dare alla loro storia;Spero di non aver riportato alla memoria brutti ricordi con il segmento fra Lily e Albus,nn era mia intenzione,ma ti assicuro che,come è successo nella realtà così succederà nella storia...Un pò tr criptica???),Sweey(Bentornata!!Passate bene le vacanze estive?Ti prego nn abbandonarmi proprio ora,e neanche nei capitoli successivi!Siamo completamente d'accordo,Rose e James stanno antipatici anche a me:x il loro desiderio di avere un figlio sn passati sopra a tutti,neanche fossero 2 schiacciasassi!Non vedo l'ora che il rimorso x le loro colpe cada su di loro...ahahah(risata malefica)...Il problema di Scorpius è che,nonostante si fosse mostrato maturo + degli altri a 17 anni,non ha continuato il suo percorso di maturazione,bloccandosi lì quasi avesse fatto lo sforzo massimo a lui consentito.Dovrà fare un lungo lavoro su sè stesso e scendere a patti con ciò che credeva importante e con cosa vuole davvero prima di poter mettere la parola "e vissero felici e contenti" su qst storia).

Bene x il momento è tutto,ma prima devo avvisarvi:nn so se sarò in grado di postare 1 capitolo nelle prox 2 settimane in quanto il 4 settembre mi trasferisco a Londra e in qst giorni,oltre a lavorare,devo preparare tt per il trasloco,cs mi sa che mi resta poco tempo per scrivere.

Così molto probabilmente il prox capitolo che posterò verrà direttamente dalla Swinging London <3

Ok x ora è tutto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Slinding Doors"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Alone ***


Alone

 

 

Era finita.
Dopo dieci anni tutto quello che aveva sperato,tutto quello che aveva dato un senso alla sua
vita si era trasformato in un mucchietto di cenere.
E' questo il destino dei grandi amori?
Ma allora dov'era il tanto abusato "vissero per sempre felici e contenti?"
Tutte quelle storie del principe che salva la principessa,la porta nel suo castello per una vita
lunga e piena di amore,che fine avevano fatto?
Ma lui non era una principessa,e certamente Scorpius non era uno di quei principi da
favola...anche se scioccamente per anni gli aveva fatto ricoprire quel ruolo.
Non aveva fatto niente per fermarlo,per fargli cambiare idea...
Era rimasto fermo immobile davanti a lui,fissandolo mentre preparava le valigie,senza capire
che sarebbe bastato davvero poco,un piccolo gesto,per fargli capire che c'era ancora una speranza.
Sarebbero bastate tre parole per convincerlo a restare al suo fianco e a lottare ancora per la
loro coppia.
Per convincerlo a combattere quella paura che lo attanagliava ormai ogni volta che lo vedeva
avvicinarsi e che lo portava a farsi domande mai fatte in anni di vita in comune:come si comporterà questa volta?
Sarà Scorpius,l'uomo che amo e che rispetto,o questa nuova persona che ha le sue fattezze
ma è il suo opposto?
Ma aveva ricevuto soltanto il silenzio...
Aveva preso la sua valigia e,insieme a Lane,si era chiuso la porta di casa alle spalle.
Quella casa che aveva scelto,comprato e arredato insieme a Scorpius,quella che nella sua
mente aveva sempre chiamato "il loro nido d'amore".
Ed ora era lì,in mezzo ad una strada,a pochi metri dalla sua vecchia casa,con una sigaretta fra
le dita e lo sguardo che vagava da una parte all'altra alla ricerca di una soluzione.
Non aveva la minima idea di dove andare.
Un albergo?Poteva essere una soluzione per quella notte,ma poi?
Se le cose fossero state diverse avrebbe chiesto ospitalità a Lily,ma ora le avrebbe dovuto dare
troppe spiegazioni e in cuor suo sapeva che non era il momento adatto.
Inoltre vivere ventiquattro ore al giorno con due piccioncini che aspettano il loro primo figlio
era l'ultima cosa che gli ci voleva al momento.
Poi,grazie allo sguardo preoccupato di Lane che sentiva fisso su di sè,aveva capito di dover
reagire:quel ragazzo ne aveva già passate troppe per dover sopportare anche i suoi problemi personali.
Gli aveva offerto ospitalità ed ora lo costringeva di nuovo in mezzo ad una strada.
Doveva fare assolutamente qualcosa.
Aveva gettato a terra il mozzicone di sigaretta,tirato fuori il cellulare da una tasca dei jeans e
aveva cercato un nuomero fra le chiamate veloci,attivando la comunicazione.
-Pronto?-aveva risposto la voce dopo due squilli.
-L'ho lasciato-aveva detto senza preamboli inutili.
Nell'era multimediale non servivano,specie quando si ha una suoneria personalizzata per ogni
numero in rubrica.
-Accidenti!Credevo che questo giorno non sarebbe mai arrivato.Dove sei?-gli aveva chiesto
Brian.
-A neanche dieci metri da casa...Sto pensando a quale albergo sia meglio per me e per Lane-
gli aveva risposto cercando di fare dell'ironia.
-Chiama un taxi e venite qui.Vi aspetto in meno di venti minuti-gli aveva detto il moro,quasi
fosse un'ordine.
-Brian...-aveva cercato di ribattere Albus.
-Alby non fare lo stronzo.Muovete il culo e venite qui-aveva detto prima di chiudere la
comunicazione.
E così avevano fatto.
Quando la porta di ferro era scivolata sui cardini facendo apparire la figura di Brian,Albus si
era sentito sollevato:almeno non era completamente solo in questa valle di dolore.
Sapeva benissimo che Brian era interessato a lui,che voleva portarselo a letto,non era idiota
fino a questo punto,ma allo stesso tempo Brian sapeva che per il momento non poteva avere più di un'amicizia.
E stranamente si accontentava di questo.
Lane lo aveva seguito docilmente nel loft,leggermente frastornato dal passare
dall'appartamento di un professore all'altro, e per un breve istante Albus si era chiesto che cosa pensasse il ragazzo di quella situazione,se si sentisse in colpa per quello che era successo,o se invece progettasse di scappare di nuovo alla prima occasione.
In fondo quando lo aveva incontrato alla fila per il ricovero gli aveva offerto un tetto sulla
testa,e invece ora,erano in due alla ricerca di un posto dove dormire.
Ma che gli era saltato in mente?
Fosse stata una donna avrebbe potuto dire che aveva difeso suo figlio...se si escludeva il fatto
che Lane non era suo figlio.
Cazzo aveva una tale confusione in testa!
-Come potete vedere non abbiamo molte stanze a disposizione,essendo questo un loft,così
dovremo adattarci...Lane?-disse Brian strappandolo dai suoi mesti pensieri e portandolo a fissare il ragazzo.
-Sì professore?-chiese prontamente Lane.
-Tu dovrai accontentarti del divano-gli disse-Tu invece Alby,avrai l'immenso dispiacere di
dormire nel mio letto...Se non ti da fastidio la mia presenza...-aggiunse in tono ironico.
Albus scosse la testa,in modo quasi catatonico.
Non si accorse dell'occhiata che Brian gli stava dando,il mondo in cui lo studiava per cercare di
capire i suoi veri sentimenti.
-Bene,orache abbiamo sistemato tutto possiamo anche andare a dormire tutti quanti...Sembra
strano a dirsi,ma domani dobbiano andare a scuola tutti e tre-ricordò neanche fosse un genitore premuroso.
Dopo un'ultima occhiata preoccupata,Albus diede la buonanotte a Lane che gli rispose in tono
mesto.
Doveva trovare una soluzione il prima possibile....
Prese la sua valigia e si avviò verso il letto di Brian,piazzato al centro del loft,sopra due scalini
di legno,e coperto da una parete di vetro che lo isolava dal resto della "casa".
-Forza Alby...E' stata una giornata faticosa-gli disse iniziando a scoprire il letto dalla sua parte.
Albus annuì automaticamente e,senza neanche togliersi le scarpe,si lasciò cadere sul letto,il
viso abbandonato sul cuscino soffice.
Sentì Brian far scorrere la parete di vetro e pochi attimi dopo sdraiarsi accanto a lui,senza
parlare.
Aveva capito che non aveva la forza per fare o dire nulla...Era devastato.
E solo.
Per la prima volta in dieci anni,era davvero solo,senza niente per cui lottare.
Inoltre un pensiero più triste si faceva strada dentro di lui:l'idea di aver fallito.
Di non essere riuscito nell'unica cosa davvero importante per lui,l'unica che dava un senso alla
sua vita.
Non capì di aver iniziato a piangere finchè non sentì il cuscino sotto la sua guancia bagnato e
il braccio forte e rassicurante di Brian attorno alla vita.
Istintivamente si rigirò nel letto e,incontrato il suo sguardo,continuò a piangere senza pudore,
raggomitolandosi accanto all'amico.
Mentre una mano gli accarezzava rassicurante la schiena,Brian con tono sommesso continuava
a ripetere poche parole che Albus afferrava a sprazzi fra i singhiozzi.
-Andrà tutto bene...Te lo prometto-


Eccitata per quello che sarebbe successo di lì a poco,Lily continuava a muoversi sul suo sedile, guardando ora davanti a sè ora nel finestrino laterale,quasi avesse bisogno di imprimersi nella mente ogni piccolo particolare di quella giornata.
-La vuoi smettere?Mi distrai!-la rimproverò per l'ennesima volta Daniel.
Lily si voltò verso di lui e gli sorrise.
-Scusa scusa scusa...E' che non vedo l'ora!Tu non sei curioso neanche un pò?-gli domandò con
la voce da bambina che faceva sempre ogni qual volta doveva farsi perdonare qualcosa.
Daniel sorrise.
Era curioso di vedere il loro bambino?
Assolutamente sì.
Aveva aspettato quel giorno per tutta la settimana e,ora mentre si dirigevano in macchina
all'ospedale per l'appuntamento con Rose,riusciva a stento a trattenersi.
Conosceva sua moglie e sapeva che se avesse lasciato trasparire la sua eccitazione o la
preoccupazione che aveva per quell'appuntamento,le avrebbe rovinato tutto facendola preoccupare insieme a lui...e questa era l'ultima cosa di cui aveva bisogno una donna incinta.
-Certo che sono curioso,ma non per questo posso perdere il controllo della macchina-le fece
notare.
Lily incrociò le braccia contro il petto e prese a fissare davanti a sè come faceva sempre
quando sapeva che lui aveva ragione,neanche fosse ancora una bambina.
-Secondo te sarà un maschio o una femmina?-gli domandò dopo qualche secondo di silenzio.
Daniel sorrise:fosse stato per lui avrebbe voluto due gemelli,magari un maschio ed una
femmina.
Essendo figlio unico non aveva mai saputo cosa fosse la condivisione con un fratello o una
sorella,e non voleva che lo stesso succedesse a suo figlio.
Inoltre,avendo vissuto a stretto contatto tutti quegli anni con Ronald e James,sapeva che il
rapporto fra due gemelli poteva essere una delle cose più belle al mondo.
-Non ho preferenze,ma se dovessi scegliere per forza,credo che vorrei una femmina-disse
sincero.
Lily sorrise.
-Ti piace l'idea di essere l'unico maschio di casa,non è così?-gli chiese lei sorridendo ironica.
Dan le restituì il sorrise e scosse leggermente la testa,intravedendo in lontananza la struttura
dell'ospedale.
-A sentire Ronald le bambine sono quelle che si attaccano di più al papà-le spiegò.
-E da quando mio fratello può essere considerato un guru di queste cose?-gli domandò lei di
rimando.
-Da quando ha avuto un bambino a diciasette anni-
Lily mugugnò,in quel suo modo ancora un pò da bambina e giocherellò per qualche istante
con la cintura di sicurezza,slacciandola l'attimo stesso in cui Daniel iniziò la manovra di parcheggio.
Dopo aver spento la macchina e azionato l'antifurto,Daniel scese dall'auto e fece il giro per
essere vicino a Lily,prendendole la mano prima di entrare nell'ospedale.
Ora iniziava ad essere davvero nervoso...E la cosa divertente era che tutta l'ansia e i timori che
avevano colpito Lily fino a neanche cinque minuti prima,sembravano spariti.
A vederla ora sembrava l'immagine della calma e della serenità.
Seguendo le istruzioni dell'infermiera alla reception,attraversarono un lungo corridoio fino ad arrivare ad una porta bianca,simile a tante altre con una targa color ottone sopra.
"
Dott.Leslie Peterwood"
Lily bussò due volte senza timore e,senza neanche aver aspettato una risposta dall'interno aprì la porta.
La dottoressa Peterwood,una donna di mezza età con i capelli castani ordinatamente sistemati dietro le orecchie sorrise loro non appena li vide apparire sulla porta.
-Posso esservi utile?-chiese con voce affabile.
-Avremmo un appuntamento per un'ecografia.Thomas-disse Lily in tono pratico.
La donna sorrise e annuì,senza neanche aver controllato sulla propria agenda se le affermazioni di Lily erano corrette.
-Accomodatevi prego-disse loro,alzandosi in piedi e continuando a sorridere.
Lily rispose al sorriso,mentre Daniel sentì i propri muscoli facciali rifiutarsi di obbedire al suo comando.
La dottoressa Peterwood,con gesti pratici,uscì da dietro la scrivania e indicò loro un angolo dello studio dove era sistemato un lettino con lo schienale leggermente rialzato e tutta l'apparecchiatura per l'ecografia.
Lily si sdraiò sul lettino e lanciò un piccolo sorriso a Daniel che,nervoso,si limitò a prenderle la mano senza fare o dire nulla.
-Alzi leggermente la maglia-disse la dottoressa Peterwood in tono professionale.
Ancora una volta la rossa eseguì gli ordini della dottoressa e non riuscì a trattenere un nuovo sorriso,questa volta pieno di aspettativa,quando la vide avvicinarsi a lei con in mano la bacchetta.
-Ok,siete pronti?-chiese ai due guardando ora l'una ora l'altro.
Era pronto?
Daniel non capiva l'ansia che lo aveva colto all'improvviso,quella voglia di trascinare Lily fuori dallo studio medico il più in fretta possibile,ma alla fine riuscì a fare un cenno d'assenso con il capo.
E alla fine fu felice di non aver ceduto a quella paura irrazionale.
Quando grazie all'incantesimo apparvero le prime immagini del suo bambino,si ritrovò a stringere più forte la mano di Lily e con un sorriso idiota sul volto.
La dottoressa Peterwood mostrò loro le mani e le gambe del bimbo e i primi lineamenti del viso che andavano formandosi e,ovviamente,fece ascoltare loro il battito del cuore.
-Si riesce già a vedere se è maschio o femmina?-domandò curioso e eccitato Daniel.
Lily sorrise e scosse leggermente la testa,chiaramente divertita dal marito,ma tornò a voltarsi verso la dottoressa ugualmente curiosa.
-Possiamo provare...-disse la donna.
Con alcune torsioni del polso,mosse la bacchetta sul ventre di Lily,concentrata sull'immagine del bambino,ma alla fine scosse la testa.
-Purtroppo non vuole mostrarsi...Ma lo scopriremo sicuramente nella prossima ecografia-disse quasi a volerli rassicurare.
Lily annuì,voltandosi verso Daniel e sorridendo quando vide l'espressione leggermente delusa sul volto del marito.

Dopo alcune domande sullo stato di salute di Lily,la dottoressa spense l'apparecchio avvicinandosi di nuovo alla sua scrivania per fissare un nuovo appuntamento di lì a due mesi.
Daniel e Lily la ringraziarono più volte e fu solo quando furono fuori nel corridoio,la donna si lasciò andare ad una risata.
-Che hai da ridere?-le domandò Dan inarcando un sopracciglio.
-E' solo che eri così buffo!Avresti dovuto vedere la tua faccia quando ci hanno detto che dovremmo aspettare altri due mesi per sapere il sesso-gli disse ridacchiando.
-Ahah sei davvero divertente!-commentò sarcastico lui continuando a camminare.
Lily gli si avvicinò e mise il braccio sotto il suo,sorridendo.
-A me non da fastidio l'attesa,non sapere se avremo un maschio o una femmina fino al parto-disse.
-Lo dici solo perchè non siamo riusciti a scoprirlo-ribattè Dan mentre uscivano dalle porte a vetro scorrevoli e si dirigevano verso il parcheggio.
Lei scosse la testa.
-No,dico sul serio.L'importante è sapere che è sano e sta bene.Il resto non mi interessa-gli disse sincera.
Dan restò in silenzio mentre si fermavano davanti alla loro auto e ne disattivava l'antifurto.
-Forse hai ragione-le concesse mentre si lasciava cadere sul sedile del guidatore.
Rimasero in silenzio durante tutto il viaggio di ritorno a casa,entrambi immersi nei propri pensieri.
Era piacevole essere fianco a fianco e non dover perdere tempo in stupide chiacchiere senza senso.
Del resto Daniel non aveva bisogno di parole per capire cosa stava passando per la mente di sua moglie.
-Stai pensando ad Albus,vero?-le domandò in tono sicuro.
Lily restò in silenzio,lo sguardo fisso davanti a sè,e le braccia abbandonate sul ventre.
-E' così evidente?-gli domandò.
-No,ma io ti conosco-rispose.
Dopo che i due fratelli avevano avuto la loro discussione,Daniel aveva provato più volte a convincere Lily a mettere da parte l'orgoglio e fare un nuovo tentativo con Albus,ma lei era stata irremovibile.
-Non sono certo io quella che deve scusarsi!E' stato lui che mi ha risposto male e mi ha detto di andarmene-aveva risposto lei,cercando di nascondere dietro alla rabbia il dolore che quelle parole portavano con sè.
L'uomo aveva lasciato cadere l'argomento,ben consapevole che insistere ulteriormente avrebbe prodotto l'effetto contrario,ma sapeva bene che ogni giorno di più sua moglie sentiva la mancanza di Albus.
-Perchè non lo chiami?Sono sicuro che sarebbe felice di sapere le novità sul bambino-le disse.
Lily sospirò per poi alzare le spalle.
-Vorrei avere la tua sicurezza...-disse in tono melanconico,prima di ricadere nel mutismo.
Fu solo quando furono in prossimità della loro casa che Lily si riscosse dal suo silenzio e fissò un punto davanti a sè.
-Chi è quella donna?-
Daniel guardò nella sua direzione e vide una donna ferma davanti al cancello della loro casa,appoggiata con la schiena ad una macchina.
Ad entrambi fu chiaro che stava aspettando loro quando la videro rizzarsi in piedi e fissare la loro auto con lo sguardo mentre le passavano accanto in cerca di un parcheggio.
-Non ne ho la minima idea-disse Dan,iniziando la manovra di parcheggio.
Scesero dall'auto e,sempre con lo sguardo fisso sulla donna,si avviarono verso casa.
La sconosciuta indossava un maglione a collo alto,un paio di jeans blu marine e un paio di scarpe con il tacco basso.
I capelli biondi erano raccolti in un nodo alla sommità della testa e il viso,leggermente gonfio,aveva la sua principale attrattiva negli occhi azzurri dal taglio orientale.
-Posso esserle utile?-le domandò Daniel quando furono a pochi passi da lei.
La donna restò in silenzio per qualche istante,lo sguardo fisso sul volto di Daniel,prima di dischiudere le labbra leggermente carnose.
-Daniel?Sei tu?-
 

-Quindi fammi capire se ho capito bene:ha rotto con il suo uomo e tu lo hai ospitato nel tuo loft.
Lo hai consolato tutta la notte,ma non te lo sei scopato-
Brian ricambiò lo sguardo della sua migliore amica per qualche secondo prima di annuire.
Sapeva che Lindsay era allibita da quello che lei stessa aveva appena detto e,muovendo lo sguardo attorno alla tavolata ed notando lo stesso sguardo allibito nei suoi amici,si ritrovò a pensare che forse non era stata una buon'idea parlare di quello che era successo il giorno prima,ma annuì ugualmente.
-Potreste per favore togliervi quell'aria sorpresa del cazzo dalla faccia?-domandò con il suo solito tono infastidito.
Abituati da anni a quel tono di voce,i suoi amici si limitarono a scuotere la testa prima di tornare ognuno alla propria colazione.
Quella notte aveva dormito sì e no tre ore,passando il resto della nottata a consolare Albus e ad ascoltarlo mentre si lamentava del proprio ex compagno e,quando quella mattina era arrivato al solito bar dove si incontravano sempre per la colazione,la sua faccia sbattuta aveva provocato le inevitabili risatine e i commenti leggermente invidiosi di Ted ed Emmett.
Ciò che lo aveva spinto a raccontare quello che era successo era stata la consapevolezza di aver fatto una buona azione,la prima da anni,e il desiderio di vantarsene.
-Scusa è che non credevamo sarebbe mai arrivato questo giorno...-commentò Micheal.
-Quale giorno?-chiese Brian in tono secco.
-Il giorno in cui ti sarebbe cresciuto il cuore-disse Melanie,ironica come solo lei sapeva fare.
Brian forzò le labbra in un sorriso.
-Peccato che tu non abbia avuto la stessa fortuna con il tuo pene-disse rivolto alla donna.
Melanie,stizzita,portò alle labbra la propria tazza di caffè,evitando di rispondere,consapevole che se lo avesse fatto sarebbe nata una lunga ed inutile discussione.
-Perchè ti stai dando tanto da fare per Albus?-gli domandò Lindsay.
-Oh andiamo così mi fai sembrare un mostro-ribattè lui.
-Brian credimi,io sono la prima ad essere felice se lo sei anche tu,ma sinceramente non capisco-gli disse la donna.
-E per quale accidenti di motivo?-
-Perchè è la prima volta da anni che permetti ad un uomo di dormire a casa tua-rispose Micheal.
-Questo non è vero!-si voltò poi verso Justin-Tu puoi confermarlo!-disse al biondo.
Justin sospirò divertito,le labbra inarcate in un lieve sorriso.
-Hai forse dimenticato quanto è stato difficile convincerti a lasciarmi stare da te?
E comunque io ero passato prima dal tuo letto-gli fece notare Justin.
Sul volto di Brian si dipinse un'espressione seccata.
-Justin ha ragione...Con Albus,se ho capito bene,non hai fatto nessun tentativo per scopartelo-disse Micheal.
-Veramente di tentativi ce ne sono stati molti,ma non ho voluto insistere visto che lui stava con un altro uomo-spiegò loro.
Ora i volti dei suoi amici erano,se possibile,ancora più allibiti.
-E ora cosa c'è?-domandò loro veramente seccato.
-Chi diavolo sei tu?Dov'è finito il vero Brian Kinney?-domandò Ted incredulo.
Brian scosse la testa e si portò la tazza alle labbra per un lungo sorso.
-Ted ha ragione!Ti sei sempre portato a letto tutti quelli che attiravano la tua attenzione...-fece Emmett.
-Intendi tutta la popolazione gay di Londra?-s'intromise Melanie.
-Non tutti amano rinchiudersi in un rapporto noioso e convenzionale-rimarcò Brian.
Melanie fece per rispondergli a tono,ma Lindsay la bloccò.
-Finitela voi due!Comunque Emmett ha ragione:te ne sei sempre fregato della situazione sentimentale delle tue conquiste,ti sei portato a letto uomini di ogni genere,partendo dal prete per finire al padre di famiglia.
Perchè Albus è diverso?-domandò poi rivolta all'uomo.
Brian alzò le spalle.
Non ne aveva la minima idea.
Sapeva che i suoi amici avevano ragione,ma sinceramente non sapeva spiegare il motivo che l'aveva spinto a comportarsi in quel modo:aveva trovato attraente Albus fin dal primo sguardo che gli aveva lanciato,quel giorno nel corridoio del liceo,ma istintivamente aveva capito che non era pronto.
Soltanto in seguito aveva scoperto che aveva un compagno,ma non era stato questo a bloccarlo:era la consapevolezza che se avesse cercato di portarselo a letto subito,appena conosciuto,avrebbe incontrato un rifiuto netto.
E questa era la cosa che,un edonista come lui,temeva di più.
-Ma Albus lo sa che vuoi scopartelo?-domandò Micheal nel suo modo ingenuo e leggermente patetico.
-Certo che lo sa!Gliel'ho detto chiaro e tondo...-ribattè Brian.
-E lui?-chiese Melanie.
Brian alzò lo sguardo sulla donna,fissandola con aria interrogativa.
-Lui vuole venire a letto con te?-si spiegò questa.
-Ovvio!Ma sono domande da farsi?-disse quasi offeso.
-Non è così ovvio!E' l'unico che finora non ha accettato le tue avances...-
-Questo non è vero!Credimi le mie attenzioni non lo hanno lasciato indifferente-ribattè l'uomo quasi volesse proteggere il suo onore.
-Come fai a dirlo?-domandò Lindsay.
Brian si lasciò scappare un suono ironico dalle labbra semichiuse.
-Ah forse perchè gli si è rizzato quando l'ho baciato?-domandò poi a sua volta.
-Tutto qui?-domandò Emmett-Soltanto perchè gli si è agitato il pacco regalo,non vuol dire niente!Devi scartarlo per sapere cosa c'è dentro-aggiunse. ^_^
-E questo che cazzo significa?-
-Significa che un erezione non prova niente.Un bacio fa eccitare chiunque...-disse Melanie.
-Se mai mi capitasse di baciarti non mi si rizzerebbe di certo-ribattè ancora il moro.
Melanie sospirò seccata e lasciò cadere l'argomento.
-Per quanto hai intenzione di ospitarlo?-domandò Justin fissandolo negli occhi.
Justin era uno dei pochi eletti che riusciva a comprendere le vere ragioni che si nascondevano dietro il gesto di Brian,anche se non avrebbe mai potuto esprimerle ad alta voce,almeno non in presenza dell'interessato.
Brian alzò di nuovo le spalle.
-Non lo so.
Ho chiamato tua madre e gli ho chiesto di trovare un appartamento ammobiliato per Albus e Lane.
Finchè non troverà qualcosa staranno da me-rispose ricambiando lo sguardo del biondo.
Era una sistemazione temporanea,lo sapeva bene...L'unica speranza che aveva era di riuscire ad ottenere qualche risultato prima del loro trasferimento.

 

-E così volete risposarvi di nuovo-
Ronald annuì,lasciandosi andare all'indietro contro lo schienale della sedia.
-Che vuoi farci sono un uomo romantico...-commentò in tono scherzoso.
James sorrise e scosse leggermente la testa indugiando per qualche istante con lo sguardo sul fratello.
Quando lo aveva visto comparire sulla porta del suo ufficio,vista la poca assiduità che aveva Ronald con quel posto,aveva temuto che fosse successo qualcosa.
Lo aveva fatto entrare,accomodare su una delle poltrone davanti alla scrivania e solo quando avevano esaurito i convenevoli,Ronnie gli aveva spiegato cosa lo aveva portato lì.
-Sai che Rose ti ucciderà per questa tua idea,vero?-gli disse senza allontanare lo sguardo dal suo volto.
Il fratello gli rilanciò un'occhiata perplessa che lo fecero sorridere:ovviamente non ci aveva pensato.
-Avete deciso di rinnovare le promesse di matrimonio proprio adesso che lei è incinta.
Non farà che lamentarsi che il vestito le starà male,che sarà grassa,e tante altre cose così-lo mise in guardia.
Ronald rise e scosse la testa.
-Idiota!Devo forse ricordarti che anche la sposa è incinta?-gli domandò.
-Ecco apposta!Non sarebbe stato meglio rimandare il tutto a nascite avvenute?-gli chiese curioso.
Era una bella idea quella di rinnovare i voti nuziali,specialmente se a farlo erano due personecome Ronald e Rebecca che si amavano da quando avevano sedici anni,ma che divertimento c'era a dare il proprio appoggio subito senza far penare almeno un pò il proprio fratello?
-Mi spieghi perchè hai sempre questo insano bisogno di rompere le palle?Abbiamo deciso così e così sarà!Punto!
Se ti fa troppa fatica venire al matrimonio,resta a casa a vedere la partita dei Cannoni-gli disse Ronald senza la minima traccia di acrimonia nella voce.
Le labbra di James si incurvarono all'insù e,dopo un brevissimo silenzio,il moro sospirò.
-Va bene,ma sia chiaro lo faccio solo per te-gli disse in rono magnanimo.
Ronald lo guardò e non riuscì a trattenere un sorriso divertito.
Sorriso che sparì pochi istanti dopo.
-Che devo fare con Al e Scorpius?-gli domandò.
L'espressione seria che era apparsa sul volto di Ronnie si "impossessò" del viso di James portandolo ad abbassare lo sguardo.
Non vedevano la coppia dal giorno della colazione.
James poteva dire a sè stesso che era stato un periodo impegnato,con la storia del bambino e tutto il resto,ma sapeva benissimo che erano bugie:li stava evitando.
Anche se Rose continuava a dirgli che era impossibile,James sentiva che era colpa loro se Albus e Scorpius avevano dei problemi:certo,magari non erano stati loro a spingere Al fra le braccia di un altro uomo,ma James sentiva di non aver fatto tutto il possibile per aiutare suo fratello.
Avrebbe dovuto sedersi ad un tavolo con Al e lasciarlo sfogare,o se questi non avesse voluto, costringerlo a parlare,cercare insieme una soluzione al problema,fare qualcosa perchè la situazione non precipitasse come era successo la mattina della colazione.
Ma mentre quel pensiero gli attraversava la mente,un altro arrivò quasi subitaneo:Albus non si sarebbe mai confidato con lui,e James avrebbe fatto non poca fatica a convincerlo a parlare.
Erano fratelli,è vero,ma fin da quando erano ragazzi,non c'era mai stata molta complicità fra di loro:qualsiasi problema o segreto Albus avesse avuto lo aveva sempre confidato a Lily,e per James c'era sempre stato Ronald.
Intromettersi ora,dopo ventisei anni,era assurdo ed inutile.
James sospirò leggermente frustrato e si passò una mano fra i capelli.
-Non lo so.
Sono sicuro che gli farebbe piacere sapere del vostro matrimonio,inoltre vuole molto bene a Rebecca-aggiunse come postilla finale.
-E Scorpius?Devo invitare anche lui?
Magari lo invito e Al si presenta con qualcun'altro...-
-Tu sei sicuro che loro si sono lasciati?-gli chiese James curioso.
Ronald scosse la testa.
-No,è solo una mia impressione.
Del resto,se le cose sono rimaste come tre settimane fa,allora tanto vale che si lascino-commentò Ronald.
James annuì lentamente,concorde con il gemello.
-Ho un'idea:va da Scorpius e parlane prima con lui.Così potrai capire come stanno le cose fra di loro e se davvero sono irreparabili-
Questa volta toccò a Ronnie annuire.
-Però c'è una cosa che mi chiedo...-disse il rosso,lo sguardo perso nel vuoto.
Lo sguardo di James restò sul volto del fratello finchè gli occhi marroni di questi non incontrarono i suoi.
-Se davvero Al e Scorpius si sono lasciati,che ne sarà di Scorpius?
Sono dieci anni che fa parte della nostra famiglia,che ne sarà di lui?-gli domandò.
Lo sguardo perplesso che James gli rimandò gli fece capire che,per una volta,neanche lui aveva la risposta.


Le luci al neon saettavano da una parte all'altra nel locale.
Erano anni che non metteva piede in un locale gay,una delle ultime volte era stato lì con Albus...Ricordava che avevano fatto anche una scommessa su chi avrebbe attirato maggiormente l'attenzione.
Ora non ricordava chi dei due avesse vinto quella scommessa,ma ciò che era ben stampato nella sua memoria era il ritorno a casa,loro due soltanto,la notte passata a fare sesso...
Doveva smetterla di pensare a lui!Se ne era andato,lo aveva lasciato!
Visto quanto stava soffrendo,la cosa più logica sarebbe stato chiamarlo e dirgli quello che voleva sentirsi dire:che lo amava e che sentiva la sua mancanza.
Che era anche disposto ad accettare la presenza di Lane in casa loro se questo serviva a farlo tornare a casa e far tornare l'armonia fra di loro.
Ma era ben consapevole che non lo avrebbe fatto...Avrebbe dovuto mettere da parte l'orgoglio.
Dieci anni di vita in comune potevano anche aver smussato alcuni aspetti del suo carattere,ma era comunque un Malfoy!
Ecco perchè era lì:per dimostrare a sè stesso e,soprattutto,ad Albus che poteva andare avanti.
Non lo voleva più?
Voleva scoparsi il suo amico professore al suo posto?Bene,facesse pure!
Avrebbe trovato un sostituto già alla fine della prima canzone!
Si portò al centro della pista e,a torso nudo,inziò a ballare,ondeggiando i fianchi al ritmo della musica;non passò molto tempo prima che due uomini,che finora avevano ballato fra di loro alla sua destra,si accorgessero di lui e gli si avvicinassero.
Scorpius chiuse gli occhi e finse di ignorarli,quasi non li vedesse anche se erano ad un palmo dal suo naso e continuò a ballare;pochi attimi e sentì due mani posarsi sui suoi fianchi,prima che un torace tonico e muscoloso si poggiasse contro la sua schiena seguendo il suo ritmo.
Mosse leggermente la testa all'indietro e aprì gli occhi incontrando due occhi verdi che gli sorrisero ridenti e a cui rispose allo stesso modo.
L'uomo che lo teneva stretto per i fianchi non aveva più di venticinque anni,il fisico era perfettamente curato,dai capelli neri a spazzola ai muscoli non esageratamente gonfi;gli occhi erano verdi,più lucidi del dovuto forse per colpa di qualche pasticca,ma per qualche strana ragione a Scorpius ricordarono gli occhi di Albus.
-Sono Marvin-si presentò lo sconosciuto.
Scorpius accennò un ghigno.
-Scorpius-
Marvin ricambiò il sorriso e ricominciò a muoversi al ritmo della musica,costringendo Scorpius a fare lo stesso.
Non passò molto,però,che quel sorriso si rafforzasse sulle sue labbra acquistando sempre più forza grazie ad un unico pensiero:non erano passate neanche ventiquattro ore e lui già aveva trovato un rimpiazzo.
Al diavolo Albus e l'amore!
Finchè avesse saputo far venire un erezione ad un estreaneo soltanto agitando i fianchi,non aveva bisogno di lui!
Neanche se era l'amore della sua vita...

 

 

Salve a tutti!!!!

E benvenuti a Londra!!!!!

Chiedo scusa se queste settimane sono stata un pò latitante,ma il trasloco porta cn sè un bel pò di cambiamenti:bisogna adattarsi ad una nuova casa,ad una nuova città,ad una nuova lingua,ed anche se il capitolo era pronto x metà non avevo mai tempo per terminarlo xkè la sera ero talmente stanca kè il massimo che potevo fare era guardare un pò d tv cn il portatile o collegarmi un pò su FB.

Cmq ora siamo qui.

Come annunciato le strade della Golden Couple si sn separate:c'è chi va per locali e chi,nei proximi capitoli,proverà l'esperienza che ha sempre desiderato.

Inoltre vi annuncio che c sarà un ritorno...

Chiedo scusa a chi sperava di vedere Luke e Alice,ma x loro ho in mente qualcosa d diverso...e bisognerà aspettare il proximo capitolo per scoprire di cosa parlo... sì lo so,sono cattiva!(Ma spero mi vogliate bene lo stesso)

In questo capitolo devo ringraziare una persona in particolare:il mio amico Giacomo,che mi ha concesso i diritti su una sua "perla di saggezza" affinchè potessi usarla in un dialogo,anche se dovrò pagare le royalties in Harper's Bazaar vita natural durante(attendo un commento prima possibile).

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di ortografia e/o battitura.

Il titolo del capitolo è preso da una canzone omonima delle Hearts,anche se io preferisco la versione di Glee.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Sono contenta che tu approvi le mie scelte.Separarsi non è mai facile,specie quando ci si ama ancora,ma alle volte è l'unica soluzione per smuovere le acque...Forse in qst capitolo Scorpius ha dimostrato ancora di più la sua idiozia e la sua testardaggine;sembra quasi che ammettere il suo amore x Albus sia quasi ammettere la propria condanna a morte...Valli a capire qst uomini!Tu + di tutti sai qnt ami qst coppia,credo che abbiano superato anche George e Luna,quindi non potrei mai far loro del male intenzionalmente,senza poi un "tornaconto" finale...bisogna solo avere un pò di pazienza),Kikka15(Come vedi,eccomi qui!Come potri dimenticarmi di voi????Credo che a qst punto sia impossibile che le cose tornino come prima,ci sn solo 2 possibilità:o tutto si risolve x il meglio,ma c'è un miglioramento,oppure la Golden Couple si dice addio per sempre ed ognuno va per la sua strada;visto che Al ha sempre avuto chiaro in mente di volere solo Sy,è il ns biondino che deve capire cosa vuole,anzi cosa è disposto a cambiare x riavere il proprio compagno...Luke,Luke Luke...Eh già,non possiamo certo definirlo un cuor di leone...E' vero,è evidente che è innamorato di Alice ancora adesso dopo 10 anni,ma come ha detto lui stesso una volta a Scorpius "non tutti hanno il coraggio di mandare al diavolo la propria famiglia"...Però mi conosci,sai che mi piace incasinare le cose,magari in qst 4 mesi succede qlcs che cambia le carte in tavola,chi lo sà?),Hale_y(In qst momento Sy è nello stadio della negazione:sto bene anche senza di lui!Scorpius è una di quelle persone che non ammetterebbero di aver torto neanche con una pistola puntata alla tempia...irritanti,vero?Sono d'accordo con te su quello che hai detto di Rose e James,e ti dico un'altra cosa:preparati xkè,in un futuro prossimo,c ritroveremo a considerare Rose ancora + insopportabile(anke se ora c sembra impossibile)),Luthien241(Sei la benvenuta qnd vuoi!E fai bene a sperare nel happy ending...ma nn farmi dire niente di + sennò va a finire ke spoilero!Lo so è un colpo al cuore anche x me,e pensa che io le devo anche scrivere qst cose!Ma certe volte non si può fare altrimenti...Grazie x i complimenti!),VeroGranger(Grazie x i complimenti e grazie x aver consigliato le mie storie alla tua amica!Esatto,Eliza ha dieci anni,come passa in fretta il tempo,eh?A quella cena è andata cn il fratello su richiesta di Rose xkè i due fratelli erano stati informati in anticipo della gravidanza in modo da poter essere da supporto con Hermione e Ron,che naturalmente all'inizio non hanno preso molto bene la notizia;Inizialmente Albus doveva essere un medico,almeno nelle mie idee,poi però andando avanti con "Forbidden Passions",mi sono accorta che ad Al si adattava meglio il ruolo di insegnante e cs gli ho cambiato professione;I genitori di Lane,come raccontato all'inizio dello scorso capitolo,sono morti in un incidente stradale sei mesi prima del momento in cui Albus lo ospita a casa sua),Angel_SG(Grazie x i complimenti!Sn contenta che t piacciano i casini,xkè cn me nn mancano mai...Nn te lo aspettavi un Hugo Weasley davvero nel pieno del suo charme Weasley eh?Ho pensato che ha ripopolare la terra di bambini dai capelli rossi ce ne erano già in troppi,cs gli ho lasciato la libertà di divertirsi e fare il farfallone in giro;Luke e Alice...beh tu mi conosci...ti sei mai annoiata leggendo le mie storie?Non puoi capire qnt è stato difficile scrivere l'addio fra Al e Sy,ho dovuto fermarmi 3 o 4 volte...Io sn una persona cm Al,bisognosa di sentirsi dire "ti amo" dalla persona che ama;se qst persona,x 10 anni nn ti da nessun segno del suo amore,ti impedisce di avere un figlio,e intanto lo fa con tua cognata,tutto ciò in cui credevi inizia a scricchiolare,a vacillare,portandoti a credere che alla fine eri l'unico che aveva creduto realmente in qst relazione...Se poi ci aggiungiamo anche gli attacchi da parte di un altro spasimante,è normale che tutto va in crisi!Grazie ancora x i complimenti!),VictorieBHFS(Come va la dipendenza da QAF?Sempre in astinenza?Se sogni Brian tutte le notti,tranquilla,è perfettamente normale =) Ora facciamo le persone serie!Come va con la scuola?Hai già ripreso il tran tran lezioni-compiti?Credo che Sy sappia che Albus è l'uomo della sua vita,è solo che non vuole ammetterlo,gli da fastidio la coercizione:il dover essere costretto ad ammettere i propri sentimenti,quando per lui sono evidenti,quasi palesi...La sua presenza al suo fianco x 10 anni dimostra qnt sono forti i suoi sentimenti x il moretto,almeno qst è la sua idea,ma nn ha capito che alle volte anche sentirsi dire "ti amo" aiuta!E parecchio!Lasciami dire che la tua mente contorta nn va tanto lontano dalla realtà....Ma nn posso dire molto...Xò sono curiosa di sapere che t sei immaginata x i capitoli successivi;Eh già la scelta del donatore è stata del tutto sbagliata,voglio proprio vedere che faccia faranno gli altri fratelli alla notizia!Un bacio!).

Bene x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"One fine day"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Father and Sons ***


father and sons

 

 

Nella stanza si sentiva soltanto il rumore dei loro respiri affannati.
L'ufficio aveva una parete completamente occupata da una enorme finestra che sfruttando i raggi solari riduceva al minimo il consumo d'energia elettrica,ma tutto era immerso nella penombra a causa del sole che,in quel momento,sembrava impegnato in una gara a nascondino con le nuvole nere cariche di pioggia.
Contro quella finestra c'era lei.
I palmi di entrambi le mani poggiati contro il vetro liscio e freddo,le braccia tese,la camicia color crema sbottonata che le scivolava dalle spalle mettendo in mostra il reggiseno bianco perla,la schiena inarcata all'indietro per poter entrare in contatto con il torace di lui.
La gonna era sul pavimento,tolta chissà quando e già dimenticata.
Si mosse all'indietro scivolando contro di lui per poter poggiare la testa contro la sua spalla sinistra,chiudendo gli occhi non appena l'aroma del suo dopobarba le stuzzicò le narici.
Tutta quella situazione era assurda!
Se lo era ripetuta tante volte nella sua testa,mentre ripensava a quello che stava succedendo fra loro,oppure mentre si rigirava nel letto la notte non riuscendo a dormire,ma nonostante sapesse di doverci dare un taglio non poteva fare altrimenti.
Ogni volta che si presentava l'occasione,ovvero due volte la settimana,si ritrovavano lì,insieme.
E ogni volta riusciva a perdere completamente la testa...
Dischiuse gli occhi e,nel riflesso del vetro perfetto,vide la sua immagine:vide i suoi capelli spettinati,vide il modo scomposto in cui la camicia le ricadeva sulle spalle,vide i segni rossi che sempre più spesso si ritrovava sul collo alla fine di quegli incontri e,in un breve istante di lucidità ,si meravigliò di quel riflesso:quella non era lei.
Lei non perdeva mai il controllo in quel modo,senza pensare alle conseguenze,o alle persone che avrebbe ferito con i suoi comportamenti...
Che le stava succedendo?
Quasi si fosse accorto che la sua attenzione era distante,lontana da quella stanza e soprattutto da lui,l'uomo la fece voltare e bloccò il suo sguardo con il proprio,reclamandola.
Lei doveva essere sua.
Non doveva avere nessun'altro pensiero,non doveva dedicare la sua attenzione a nient'altro che a lui.
La reclamava,voleva la sua totale,completa attenzione e devozione durante le poche occasioni che avevano di stare insieme;non poteva permettersi di dividerla con qualcosa o qualcun'altro...Non più di quanto già facesse.
Quando a mente lucida si ricordava di questo pensiero,si dava del pazzo,dell'illuso:sapeva benissimo che quella era una situazione temporanea,che presto le loro strade si sarebbero separate ed entrambi sarebbero tornati alle loro vite.
Ma era come se in quei momenti non volesse accettarlo...Come se volesse illudersi che in quei momenti lei fosse davvero sua.
Per un lungo istante i loro occhi si fissarono:lei gli permise di leggervi dentro,di capire cosa l'allontanava da lui,cosa la tormentava.
Ma fu un'istante;l'attimo dopo lui era già scappato a quello sguardo,chinandosi verso di lei e posando le labbra sulle sue,impetuose,quasi crudeli.
Sentì le sue braccia stringersi attorno alle sue spalle e,approfondendo maggiormente il bacio, sfiorandole con la punta della lingua il palato prima di intrecciarsi a quella di lei.
Lei lo sentì sporgersi contro di sè,il torace contro il proprio seno,le mani che le accarezzavano i fianchi con la punta dei polpastrelli,scivolando verso le cosce.
Fu uno scatto veloce,ed improvvisamente,lei si ritrovò sollevata a mezz'aria,le gambe abbandonate contro i suoi fianchi possenti.
Le ci volle un secondo per riprendersi dalla sorpresa e avvolgere le cosce attorno alla vita di lui,aumentando anche la stretta delle braccia attorno alle spalle.
Velocemente lui si fece strada dentro di lei,iniziando quella danza di cui entrambi avevano imparato ogni passo alla perfezione e che li rendeva quasi un corpo solo,con una sincronia che univa i loro respiri e che faceva dimenticare l'imbarazzo per i forti gemiti che eccheggiavano nella stanza.
Quando,raggiunto il piacere,lei si accasciò fra le braccia dell'uomo,lui la lasciò riposare contro il suo petto,ascoltando il rumore del suo cuore concitato che batteva feroce contro le costole, consapevole che quel breve momento di intimità sarebbe durato poco.
Per un breve istante,Alice lasciò vagare le dita fra i riccioli neri di Luke,il mento poggiato sulla spalla sinistra,gli occhi chiusi,le labbra leggermente dischiuse da cui usciva il respiro leggermente affannoso.
Le piaceva l'odore della sua pelle...Quel particolare miscuglio di dopobarba muschiato e di vaniglia.
Fin da quando erano ragazzi aveva amato quei riccioli neri così fitti eppuri così ordinati in cui le piaceva affondare le dita,provando a districarli.
Probabilmente anche Mandy li amava,pensò...
Pensare a lei la riportava sempre alla realtà,le ricordava il suo ruolo in quella storia:lei era l'altra.
Sentendo irrigidirsi i muscoli della schiena,Luke capì che il "loro" momento era finito.
Infatti,un istante dopo,Alice si rizzò e sciolse il loro abbraccio,iniziando a cercare i propri slip sul pavimento,evitando in quel modo di incontrare lo sguardo dell'uomo.
Per evitarle inutili imbarazzi,Luke le voltò le spalle e iniziò a sua volta a vestirsi,restando in silenzio.
Fu soltando quando la vide superarlo per avvicinarsi alla scrivania,dove era la sua gonna,che decise di rompere il silenzio.
-E' davvero un bel modo di passare la pausa pranzo-commentò abbottonandosi la camicia.
Alice si lasciò scappare un suono sarcastico fra le labbra semichiuse.
Luke la osservò mentre tirava su la lampo della gonna e la sistemava in modo che non si formassero pieghe.
-Va tutto bene?-le domandò,anche se era consapevole che quella era l'ultima domanda da farle,almeno in quel momento.
Alice si limitò ad annuire prima di voltare lo sguardo verso la poltrona su cui aveva abbandonato la ventiquattrore con dentro i progetti per la ristrutturazione dell'appartamento di Luke e Mandy.
-Che ne dici se ora ci concentriamo sul lavoro?-gli domandò evitando ancora di incontrare il suo sguardo.
Luke la vide avvicinarsi alla poltrona e le si avvicinò poggiandole entrambe le mani sui fianchi, bloccandola prima che lei si chinasse per prendere la valigia.
La sentì sospirare,quasi rassegnata,e lentamente la fece voltare.
I loro sguardi si incontrarono e ancora una volta lui riuscì a leggere tutto quello che si agitava dentro di lei.
-Smettila di colpevolizzarti.
Se vuoi dare la colpa a qualcuno per quello che sta succedendo dalla a me:sono io l'adulto fra di noi,puoi sempre dire che ti ho circuito e che non hai saputo resistermi-le disse,un sorriso ammiccante sulle labbra,cercando di aiutarla ad allontanare i cattivi pensieri.
Alice scosse la testa.
-Sì invece!-
-No,ti sbagli!Per caso caso hai dimenticato che ho ventitre anni?
Sono maggiorenne da un bel pò ed il fatto che vado a letto con un ventiseienne non frega a nessuno,neanche se questo non è il mio fidanzato.
Comunque non è questo che mi irrita-gli disse allontanando di nuovo lo sguardo.
Luke la fissò per qualche istante in silenzio,prima di lasciar andare un sospiro.
-E allora cos'è?-
Alice tornò a rialzare lo sguardo incontrando i suoi occhi verdi.
-E' che nonostante so che è sbagliato e che Eric mi farebbe felice se mai dovessi sposarlo...non provo il minimo rimorso per quello che è appena successo-

 

-Lane,il pranzo è pronto!-
Era passato quasi un mese da quando Lane era entrato nella sua vita,ma Albus non si era ancora abituato del tutto a quella novità.
Gli faceva ancora uno strano effetto chiamare il ragazzo in sala da pranzo per mangiare insieme e discutere di quello che li aspettava,o di quello che era successo durante la giornata.
Fissando la scodella di cereali davanti ad una sedia vuota,Albus si domandò se anche per il ragazzo era lo stesso,se anche lui si sentiva sollevato e sereno per quella nuova vita che stavano vivendo insieme.
Non ne avevano mai parlato,ma era certo che Lane gli fosse grato per quello che stava facendo per lui,ed era convinto che si sentisse in una minima parte responsabile per quello che era successo con Scorpius.
Chiuse gli occhi quando nella sua mente si materializzò l'immagine che accompagnava da sempre quel nome,cercando di combattere con il dolore fisico che la lontananza gli provocava.
Gli mancava....
Era assurdo,no?
Era stato lui a fare le valigie e ad andarsene,ma non poteva negare a sè stesso di sentire disperatamente la sua mancanza.
Gli mancava tutto di Scorpius:dalle piccole cose,come il rumore dei tasti della tastiera che picchiettava quasi con cattiveria,al modo che aveva di sorridergli,di guardarlo,e di amarlo...
Amore?
Forse lui aveva scambiato per amore quello che era sempre stato solo ed esclusivamente pure interesse fisico.
Per un'istante si chiese come Scorpius stesse vivendo quel cambiamento:erano passate due settimane da quando aveva fatto la valigia e se ne era andato...Da quando lo aveva implorato inutilmente, di dirgli che lo amava...
Non era più tornato a casa,neanche per prendere le cose che vi aveva lasciato nella fretta di andar via.
Aveva comprato un nuovo spazzolino,un nuovo pigiama,e anche dei nuovi vestiti per sostituire tutto quello che erano ancora in "ostaggio" nella sua vecchia casa...Nella sua vecchia vita.
Non c'era stata nessun tentativo da parte del biondo di contattarlo,di parlargli,di farlo ragionare.
Magari era davvero tutto finito già da tempo e lui non se ne era neanche accorto.
-Va tutto bene?-
La voce di Lane lo riportò alla realtà,facendogli riaprire gli occhi e portando lo sguardo sul ragazzo,accennando un sorriso quando incontrò i suoi occhi.
-Tutto bene.
Sbrigati o si raffredda-disse sedendosi a sua volta.
-Hai cucinato tu?-gli chiese il ragazzo,prendendolo bonariamente in giro,la forchetta nella mano sinistra.
-Non mi sembravi tanto insoddisfatto dalla mia cucina!-rimarcò Al,un espressione incredula sul volto.
Il ragazzo sorrise divertito e iniziò a mangiare.
Albus si concesse un ultimo sguardo al ragazzo seduto accanto a lui e si sorprese pensando a quanto velocemente la sua vita era cambiata in quelle due settimane:grazie all'intervento della mamma di Justin,Jennifer,era riuscito a trovare un appartamento nel giro di pochi giorni.
Certo non era una reggia,e doveva convivere con i mobili che il proprietario aveva lasciato,ma per lui e Lane era grande abbastanza.
Per alcuni minuti nella stanza regnò il silenzio mentre i due uomini erano occupati con il pranzo,ma inaspettatamente il silenzio venne rotto dal suono del cellulare di Albus.
L'uomo mosse lo sguardo verso il mobile dove aveva lasciato il telefono e restò immobile per qualche secondo:chi era?
Era possibile che Scorpius avesse cambiato idea,avesse messo da parte il suo orgoglio e si fosse deciso a fare il primo passo?
-Non rispondi?-gli domandò Lane,alternando lo sguardo fra lui ed il telefono.
L'uomo sospirò,quasi rassegnato,e poi si alzò in piedi,raggiungendo il cellulare in pochi passi.
-Pronto?-disse in tono quasi sospeso,non sapendo cosa aspettarsi dalla persona che era dall'altra parte.
-Albus tesoro sono io.Sono la mamma-
La voce di sua madre,invece che calmarlo e rassicurarlo come faceva sempre,lo agitò portandolo a deglutire nervosamente.
-Mamma...Ciao.
Che bello sentirti-le disse abbassando lo sguardo sui propri piedi.
Sentendo su di sè lo sguardo di Lane,ma allo stesso tempo non riuscì a distogliere la sua mente da quello strano presentimento che lo aveva colto nel preciso istante in cui aveva sentito la voce della madre.
-Come mai quell'aria sorpresa?Non ti aspettavi la mia telefonata?-gli domandò la donna.
-In effetti no...E' successo qualcosa?-le chiese a sua volta.
-Deve essere successo qualcosa perchè una madre telefoni al proprio figlio?-
Pessima domanda!
Al si sfregò la fronte con la mano libera e chiuse gli occhi per un'istante.
-Hai ragione,scusa.
Come state tu e papà?-le domandò cambiando argomento,nella speranza che la donna dimenticasse il suo commento poco carino.
-Stiamo bene...Passiamo il tempo fra Lowell e Charlotte e ogni tanto ci domandiamo che fine abbia fatto il nostro terzogenito.
Perchè è passato così tanto tempo dall'ultima volta che abbiamo visto te e Scorpius?-
Al prese un profondo respiro e serrò maggiormente la presa attorno al cellulare,interrogandosi su cosa era più giusto fare:doveva tacere oppure doveva dire la verità,almeno a sua madre?
Sapeva che se le avesse detto che lui e Scorpius si erano lasciati avrebbe dato il via ad un interminabile fila di domande,ma sapeva che se avesse taciuto avrebbe corso il rischio di incorrere in un invito a Privet Drive,invito che non avrebbe potuto rifiutare.
Così decise per il male minore.
-Io e Scorpius ci siamo presi una pausa di riflessione-disse cercando di mantenere un tono il più possibile calmo e neutale.
Ora lo sguardo di Lane pesava su di lui neanche fosse un incudine.
Dall'altra parte della cornetta arrivò il silenzio più profondo:gli era successo poche volte nella sua vita di ridurre sua madre al mutismo più totale.
Nel bene e nel male.
-Mamma ci sei ancora?-chiese leggermente preoccupato.
-Quando è successo?Perchè?Cosa è successo?-lo interrogò a raffica la donna.
Prima che Al avesse il tempo di decidere a quale domanda rispondere per prima,sua madre parlò di nuovo.
-Lascia perdere!Non possiamo avere questa conversazione per telefono.
Vengo lì e ne parliamo con calma-disse in tono risoluto.
Ecco,quello era un altro problema.
-Mamma...Io non abito più nella casa che dividevo con Scorpius-le disse a mezza voce.
-Si può sapere che aspettavi a dirmelo?Dammi l'indirizzo!-disse in tono di rimprovero,lo stesso che usava quando era un bambino.
-Davvero non è il caso-tentò ancora lui.
-Albus Severus Potter,dammi l'indirizzo del tuo nuovo appartamento!-disse sua madre con voce che non ammetteva repliche.
Rassegnato,Al le diede il nuovo indirizzo e,senza aggiungere altro,chiuse la comunicazione:si aspettava di vederla arrivare lì in meno di dieci minuti.
Quando sua madre usava il suo nome completo non c'era niente o nessuno che poteva fermarla.
Aprì gli occhi,che aveva tenuto chiusi per quasi tutta la telefonata,e incontrò lo sguardo di Lane,che non lo aveva abbandonato un'istante,scoprendolo preoccupato e,in un certo senso, comprensivo.
-Mia madre sarà qui da un momento all'altro-disse semplicemente.
-Vuoi che vada a fare un giro e vi lasci soli?-gli domandò il ragazzo.
Al scosse il capo;non ne avrebbero avuto il tempo,e poi forse era meglio dare tutte le spiegazioni una volta soltanto.
Il campanello suonò cinque minuti dopo.Albus non aveva nessun dubbio su chi ci fosse dall'altra parte.
Aprì la porta e scoprì inaspettatamente di avere un altro ospite,oltre sua madre:suo padre.
-Mamma.Papà...Vedo che le notizie corrono veloci-disse facendosi da parte per far entrare i suoi genitori.
Non aveva ancora chiuso la porta di casa che già la voce di Ginevra Weasley Potter rieccheggiava per il corridoio dell'ingresso.
-Si può sapere che cosa ti è passato per la testa?Prendere una de....-
Il silenzio improvviso fece capire al ragazzo che sua madre era arrivata in salotto e vi aveva trovato Lane.
Raggiunse i suoi genitori e per evitare inutili imbarazzi si sistemò fra Lane ed i suoi pronto a fare le presentazioni.
-Mamma,papà questo è Lane Hunter.Lane questi sono i miei genitori-
-Molto lieto-disse Lane educatamente.
-Piacere nostro Lane-rispose Harry Potter,incapace di allontanare quell'espressione titubante dalla faccia.
-Lane è uno dei miei studenti e...-disse ancora Albus.
-E ora se ne va nella sua stanza a studiare così voi potrete parlare di lui senza problemi-lo interruppe il ragazzo,lanciandogli poi un sorriso ironico che contagiò anche Al,risollevandogli per pochi istanti il morale.
I tre adulti aspettarono in silenzio che Lane fosse uscito dal salotto e quando giunse fino a loro il rumore della porta,Al sentì su di sè lo sguardo di entrambi i suoi genitori.
E per una volta,quel peso,quell'ansia si trasformò in rabbia.
La stessa che lo animava da settimane.
-Cosa c'è?Le storie d'amore finiscono non ve lo hanno mai detto?-
Suo padre fece per parlare,quasi certamente per riprenderlo per il tono che aveva usato,ma sua madre lo bloccò,mettendogli una mano sul braccio destro,tornando poi a cercare il suo sguardo.
-Perchè non ce lo hai detto?-gli chiese con voce calma.
Al alzò le spalle.
-Sinceramente non ci ho pensato...Ero talmente occupato a cercare di capire quello che stava succedendo per potermi occupare d'altro.
Non lo sa nessuno-aggiunse quasi volesse riparare un torto.
-Ma cosa è successo?Voglio dire,eravate così felici...-chiese ancora sua madre,sinceramente confusa.
Un sorriso leggermente amaro apparve sulle labbra di Al,mentre l'uomo si sedeva su una delle sedie libere attorno al tavolo,alzando poi di nuovo le spalle.
-No,non lo eravamo.
Era già da un pò che non le cose non andavano,ma sapete come sono fatto,cerco sempre di rimediare,spero sempre che se mi impegno tutto si sistemerà.
Però questa volta non ha funzionato...Così me ne sono andato-disse,odiando il velo di tristezza che accompagnò quelle parole.
-E' davvero tutto finito fra di voi?-
Al guardò sua madre e sorrise:la donna aveva espresso a voce una domanda che lui si era posto mille volte nella sua testa in quelle due settimane.
-Non lo so-
Nella stanza scese il silenzio per alcuni istanti,mentre i tre adulti si lanciavano sguardi furtivi a vicenda non sapendo come introdurre il discorso successivo.
Come Albus si era aspettato,toccò a suo padre farlo.
-Chi è Lane?-
Al sospirò e rialzando lo sguardo sui suoi genitori raccontò brevemente la storia di Lane e il motivo che lo aveva spinto ad ospitarlo,prima nella casa che divideva con Scorpius,e poi in questa.
-Quando l'ho visto lì in mezzo a quei barboni,fare la fila per un posto dove dormire,mi è sembrato così indifeso...Ho sentito che dovevo fare qualcosa per aiutarlo-disse cercando di spiegare loro cosa lo aveva spinto a comportarsi in quel modo.
Sua madre annuì velocemente.
-Hai fatto la cosa giusta...-gli disse suo padre,dandogli la sua benedizione.
Al sorrise.
-So che è una situazione temporanea,ma vorrei dare un pò di tranquillità a quel ragazzo dopo tutto quello che ha passato-aggiunse.
Ginny Potter sorrise e,alzandosi in piedi,gli andò vicino per posargli un bacio fra i capelli arruffati,incontrando l'istante dopo i suoi occhi,fissandolo attentamente per un lungo momento.
-E' una cosa bellissima quella che stai facendo tesoro...Ma prima di crearti una nuova vita, assicurati di aver completamente chiuso con la vecchia.
Sei davvero convinto che fra te e Scorpius sia tutto finito?-gli domandò con voce dolce.
Al restò in silenzio,non sapendo come rispondere.
Era impensabile raccontare a sua madre il vero motivo che lo aveva separato da Sy...
Deglutì nervosamente e distolse lo sguardo da quello della madre.
-Io e Scorpius vogliamo delle cose diverse...-disse sperando che quello bastasse a soddisfare la curiosità della madre.
Sentì il sorriso di sua madre e rialzò lo sguardo sul volto della donna.
-Due persone che si amano trovano sempre il modo di venirsi incontro-fece la donna,da inguardibile romantica qual'era.
Ecco appunto,due persone innamorate...


Si chiamava Nigella Folk.
Il suo nome ovviamente non aveva detto niente nè a Lily nè a Daniel,e per un lungo istante entrambi si erano chiesti se la donna non avesse sbagliato persona,finchè lei non si era presentata.
Lì sulla soglia della loro porta aveva spiegato ad entrambi che era la sponsor della madre di Daniel,e che aveva bisogno di parlare con l'uomo.
Lily si era voltata verso il marito e aveva scorto all'istante il cambiamento d'espressione sul suo volto:la felicità che aveva accompagnato quel giorno era sparita,lasciando il posto alla frustrazione e alla rabbia.
Era riuscita anche ad immaginare cosa stava pensando Dan in quel momento:perchè quella donna riesce sempre a rovinare la mia vita?
-Ho bisogno di parlarti per un paio di minuti-aveva detto la donna alternando lo sguardo fra Daniel e Lily.
Fosse stato per Daniel sarebbero rimasti sulla porta di casa finchè la donna non se ne fosse andata,così Lily prese in mano la situazione.
Aveva preso le chiavi che suo marito stringeva nella mano sinistra e aveva aperto la porta,fermandosi nell'ingresso.
-Si accomodi-aveva detto alla donna.
Questa le aveva rivolto un sorriso di ringraziamento e l'aveva seguita nel salotto,a sua volta seguita da Daniel che,dopo essersi chiuso la porta alle spalle,le aveva seguite in salotto.
-Posso offrirle qualcosa?Un tè o un caffè?-aveva chiesto educatamente Lily.
Nigella aveva scosso la testa.
Lily aveva lanciato uno sguardo a Daniel e gli si era avvicinata,sedendosi sul bracciolo destro della poltrona su cui si era lasciato cadere e gli prese una mano.
Per alcuni istanti i tre erano rimasti in silenzio,imbarazzati ma consapevoli che quella conversazione doveva avere luogo.
-Mi scusi...Lei ha detto di essere uno sponsor:che cosa significa esattamente?-aveva chiesto Lily iniziando la conversazione.
Voleva quella donna il prima possibile fuori di casa;non aveva niente contro di lei,ma la sua sola presenza turbava Daniel e questa era l'ultima cosa che Lily voleva.
-Uno sponsor è una specie di angelo custode per coloro che frequentano gli alcolisti anonimi-aveva spiegato la donna in tono quasi professionale-Ex alcolisti che sanno cosa significa combattere contro questa "malattia" e sanno come aiutare le persone che sono affidate loro-aggiunse.
-Quindi anche lei è...-aveva chiesto ancora la rossa,senza concludere la frase.
Nigella annuì.
-Un ex alcolista.Sobria da ben ventiquattro anni-aveva risposto la donna,chiaramente soddisfatta di sè stessa.
-Perchè è venuta qui?-aveva domandato Daniel parlando per la prima volta.
Lo sguardo di Nigella si era posato sull'uomo e,dopo un breve istante,le sue labbra si erano distese in quello che voleva essere un sorriso comprensivo.
-Avevo bisogno di parlare con te-
-E' stata quella donna a mandarla?-aveva chiesto ancora Dan.
Nigella annuì.
-Sono qui per conto di tua madre-aveva confermato.
-Per quale motivo?-
-Ha provato a scriverti,a telefonarti,ma mi ha detto di non aver ricevuto nessuna risposta-
-Mi sembra chiaro che non volevo parlarle.Credeva che mandarla qui avrebbe funzionato?-aveva risposto l'uomo.
Nigella era rimasta in silenzio per un breve istante.
-Tua madre ha davvero bisogno di parlare con te-aveva detto poi.
-Perchè?Si è ricordata improvvisamente della mia esistenza?-aveva chiesto Daniel amaramente.
Lily gli si era avvicinata cercando di fargli sentire maggiormente la sua presenza,non sapendo come affrontare quella situazione,per lei così inusuale e insidiosa.
-Fa parte del programma di recupero.
Dobbiamo chiedere perdono alle persone che abbiamo ferito per poter iniziare un nuovo percorso di vita-gli aveva spiegato pazientemente.
Lily aveva osservato l'espressione incredula sul volto di suo marito e l'aveva visto corrugare le sopracciglia.
-Perdono?Crede che bastino poche parole per cancellare anni di silenzio e di abbandono?-aveva chiesto Daniel alla donna.
Nigella aveva fatto per ribattere alle sue parole,ma Dan non glielo aveva permesso.
-Ha una vaga idea di tutto quello che ho dovuto sopportare?-le aveva chiesto con voce risentita.
-Io e tua madre abbiamo parlato molto del vostro rapporto...-aveva iniziato la donna,con il solito tono di voce professionale che sia Daniel che Lily stavano iniziando ad odiare.
-Io e quella donna non abbiamo nessun rapporto-aveva ribattuto secco l'uomo.
-Ascolta io capisco il tuo risentimento,ma tua madre sta davvero cercando di rimediare ai suoi errori.
E' sobria da sei mesi e segue tutte le regole del programma.
Non vuole mettere una pietra sul passato,ma vuole fare il primo passo per ricominciare-disse la donna in modo combattivo.
Daniel la aveva fissata in silenzio,una smorfia di disappunto sul viso.
-Se davvero,come hai detto tu non avete nessun rapporto,allora questa è una buona occasione per capire,per fare domande rimandate troppo a lungo e magari per iniziare a costruire qualcosa-
Il silenzio era calato di nuovo nella stanza;in imbarazzo Lily si era limitata a tenere la mano del marito senza dire nulla,senza esprimere la propria opinione,certa che quella fosse una questione che la riguardava soltanto relativamente.
Se Dan voleva chiudere definitivamente con sua madre lei non poteva far niente...Sapeva quanto aveva sofferto a causa della donna,anche se lui non gliene aveva mai parlato,e proprio per questo non lo avrebbe mai costretto a fare qualcosa che lo faceva soffrire.
-Va bene-
Quelle due parole avevano spezzato il silenzio,cogliendo di sorpresa entrambe le donne.
Lilly guardò suo marito con aria sorpresa e vide un espressione indefinibile sul suo volto.
-Sei sicuro?-non era riuscita a fare a meno di chiedergli.
L'uomo le aveva posato una mano sul ginocchio più vicino e gliel'aveva accarezzato,incontrando per un'istante il suo sguardo.
In quello sguardo Lily aveva visto determinazione e pena,risolutezza e bisogno di conforto,e per un' istante le sembrò di avere di fronte il ragazzo che aveva incontrato dieci anni prima,smarrito e confuso nonostante le arie da sbruffone,e non l'uomo forte e sicuro che era suo marito.
Daniel era tornato a posare lo sguardo su Nigella Folk.
-Soltanto un'incontro,ma voglio essere certo di potermene andare quando voglio:se quello che sentirò diventerà assurdo voglio prendere la porta ed andarmene senza che qualcuno cerchi di trattenermi-aveva detto deciso.
Nigella aveva annuito.
-Posso assicurartelo fin da ora-gli aveva garantito.
L'istante dopo Daniel avrebbe voluto rimangiarsi tutto,dire che aveva cambiato idea,che era sbagliato...
Chi è l'idiota che abbraccia i suoi incubi invece di scappare lontano da loro?


La sua vita nelle ultime due settimane era stata un susseguirsi di notti.
Era diventato un abitante delle tenebre.
Non ricordava l'ultima volta che era riuscito a svegliarsi prima delle due del pomeriggio e,soprattutto senza quel mal di testa lancinante e la bocca impastata.
La sua vita nelle ultime due settimane era stata un susseguirsi di volti.
Di corpi.
Di sconosciuti.
Tutto pur di non pensare.
La sua vita aveva subito un cambiamento drastico improvviso e lui aveva reagito nell'unico modo che conosceva:mentendo.
Mascherando il dolore,la solitudine,il bisogno.
Il silenzio che avvolgeva la sua casa era insopportabile,quasi assordante e,mentre prima era rassicurante,ora aveva bisogno di rumore:musica,risate,chiacchiere inutili.
Tutto pur di non dover sopportare il silenzio.
Non era più tornato.
Aveva sperato di vederlo tornare anche solo per prendere le ultime cose che si era lasciato dietro nella fretta di andarsene,di lasciarlo,ma Albus non era più tornato.
C'erano notti in cui,quando lo sconosciuto di turno se ne era andato,aveva bisogno dell'odore di Al per addormentarsi,aveva bisogno di illudersi,di credere che fosse ancora tutto come prima.
Sentiva la sua mancanza quasi in modo fisico,neanche gli avessero conficcato degli spilli sotto la pelle che dolevano ogni volta che la sua mente si concentrava sul pensiero del compagno.
Lo rivoleva indietro,di nuovo accanto a sè,ma era consapevole di aver combinato troppe cazzate da poter essere perdonate con un semplice "mi dispiace".
Senza dimenticare che ora c'era quell'ape fastidiosa che ronzava attorno ad Al!
Non che la cosa lo preoccupasse più di tanto,poteva liberarsi di lui facilmente,ma anche qui il problema era che non sapeva da dove iniziare.
Non sapeva più cosa fare:aveva perso Al,non si sedeva al computer da settimane,tutto il suo mondo sembrava essere svanito in un enorme buco nero...Non aveva più niente.
Doveva ricominciare da zero a ricostruire sè stesso?A cosa serviva?
Per quale motivo?
Rimettere insieme i pezzi per permettere a qualcun'altro coglione di farlo a pezzi ancora e ancora?
Ma lui non voleva nessun'altro...
Per lui esisteva soltanto un uomo nella sua vita.
La spinta a reagire arrivò una mattina....In una forma che mai si sarebbe aspettato.
Sentendo il ripetuto scampanellio si era trascinato fuori dal letto e giù per le scale,combattendo contro la luce del sole che gli feriva gli occhi.
-Sto arrivando cazzo!-disse a chiunque ci fosse dietro la porta,incurante di apparire volgare.
Finalmente si era trovato davanti alla porta e afferrata la maniglia con la mano sinistra aveva lottato un pò per riuscire a girarla nel senso giusto,ma una volta aperta la porta,il senso di confusione che gli avvolgeva la testa,rendendo tutto ovattato,sparì.
Tutto era perfettamente lucido.
Guardò la persona ferma davanti a lui e il suo primo pensiero fu che doveva essere un sogno:sì probabilmente era così;era ancora a letto e quello era soltanto un sogno.
Un'incubo.
L'uomo una versione invecchiata di sè stesso,ricambiò il suo sguardo,aspettando "educatamente" che fosse Scorpius il primo a parlare,entrambe le mani posate sul pomello del bastone da passeggio e la schiena drittta in modo quasi militare.
-E tu che cazzo ci fai qui?-si decise a parlare Scorpius,incurante di come sarebbe suonata quella prima frase.
Draco Lucius Malfoy arricciò la punta del naso,quasi le sue narici fossero state infastidite da un cattivo odore e atteggiò le labbra sottili in un ghigno.
Non c'era il minimo calore in quel sorriso.Era solo un gesto di cortesia verso un estraneo.
-Non mi fai entrare?-

 

Salve a tutti!!!!

Come vanno le cose?Sentivate la mia mancanza???

Lo so vi ho fatto aspettare un pò,ma il lavoro mi impegna un casino...Sorry!

Allora,capitolo incentrato principalmente sul rapporto genitori-figli,parecchio incasinato nella maggior parte dei casi,escluso ovviamente quello fra Al ed i suoi genitori.

Vi è piaciuta la sorpresa finale?Il buon vecchio Draco Malfoy è tornato per una piccola "comparsata"!!

Il loro incontro verrà raccontato nel prox capitolo e posso dirvi già che destabilizzerà parecchio il ns Scorpius...

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo,e chiedo scusa per eventuali errori di ortografia o battitura.

Il titolo del capitolo è preso da una canzone omonima di Cat Steven.

E ora i ringraziamenti:Kikka15(Eh già...Era ora altrimenti sarebbero diventati noiosi,non credi?E poi mi conosci,le cose tranquille non mi piacciono! :) ...Per certe cose ti riferisci ai baci con Brian,vero?Beh credimi se tu conoscessi Brian capiresti che è davvero impossibile resistergli!Cmq fidati il nostro Scorpius è in viaggio,ha capito che nn sa stare senza Al,ma l'orgoglio lo blocca ancora;ha solo bisogno di una spinta.Tranquilla io amo le recensioni lunghe,quindi puoi dilungarti quanto vuoi!),VeroGranger(Grazie per i complimenti!Beh veramente anche io ho dovuto abbandonare qualche ff xkè nn riuscivo a portarle avanti o perchè erano diventate tr complicate...),Luthien241(Lo so!Ma ti prometto che mi farò perdonare per tutta la tristezza e tutto quello che ho fatto passare a quei due "poveri" ragazzi!Londra è fantastica e io la amo ogni giorno di +...Ma tranquilla non potrei mai dimenticarmi di voi!),Angel_SG(E' sentimento comune voler uccidere Scorpius,ma se lo uccidete come fa a rimettere a posto le cose??Lasciatelo vivo please!Il pezzo di Mel e Brian è frutto di attento studio,traduzione ore spese a guardare e riguardare "QAF" fino ad imparare le battute a memoria...Ahahahahah Ormai mi conosci bene!Come vedi abbiamo costruito un piccolo problema anche per Lily e Dan,quindi ora stiamo a vedere che succede)Hale_y(In effetti...Sembra che sia regredito con gli anni,invece di maturare!Il bello di tutta la faccenda è che Al non lo ha neanche tradito,sta soffrendo le pene dell'inferno e i gemelli si permettono anche di giudicare...Bah certe volte i fratelli sono davvero inutili!Beh diciamo che James sa di avere un pò di colpa in quello che è successo,ecco perchè non ci prova neanche a capire...Per quanto riguarda Ronnie,lui sarà l unico dei tre che farà un tentativo),Lumamo64(Beh se la guardi dal punto di vista dei fratelli Potter è il contrario:San Malfoy e Diavolo Potter,quindi come vedi la situazione è soggettiva... Anke se x come si sono messe le cose,Sy ha fatto un pò il diavoletto...),VictorieBHFS(Veramente se ci pensi bene in quel frammento era la reincarnazione di Justin...Cmq se mai dovesse decidersi ad andare in giro per locali,sono sicura che Sy porterebbe via lo scettro a Brian senza il minimo sforzo!Meno male che lui voglia soltanto Albus ^_^...A me piacciono i tuoi monologhi,sei una delle poche con cui posso parlare e che capisce veramente quello che sto dicendo!!!Un bacio!!),Juliets(Benvenuta e grazie per i complimenti!E per l'enorme recensione,l'ho adorata!Allora procediamo per coppie,ok?Harry/Ginny: anke io ho avuto la stessa idea su Ginny,ha l'istinto materno che sprizza da tutti i pori,ma allo stesso tempo è una guerriera;fin da quando era bambina sapeva di voler Harry,di voler costruire qualcosa con lui,ma sapeva che non sarebbe stato facile,così ha aspettato,e aspettato e alla fine ha tirato fuori gli artigli nel momento giusto.Harry magari è diventato più italiano che inglese nel suo rapporto con i figli,specie con Lily.Luna/George:Lo so,è una mia creazione...Ho sempre pensato che George dopo la morte del fratello fosse spezzato,una persona diversa da quella che c'è nei libri della Row e quindi aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse a rinascere.E' vero la storia del cancro è stata terribile(da leggere e da scrivere),ma volevo qualcosa che spiegasse quanto forte fosse il loro amore,e che lo rafforzasse. Ron/Hermione:Molti sono rimasti male per la storia con Cassie,e non ne capisco il motivo.Perchè diamo per scontato che la loro storia d'amore sia meravigliosa e a lieto fine soltanto perchè hanno impiegato 7 anni a mettersi insieme?Le storie d'amore finiscono e si formano nuove famiglie...Cmq alla fine tutto è andato apposto e i nostri hanno ricostruito una famiglia.Seamus/Rupert/Dean:Eh,lo so Dean non è uno dei personaggi migliori di quella storia...Diciamo però che si è un pò riscattato con la scena del fast food e del rapporto con Daniel...Anke a me piacciono molto Seas e Rupert,la storia ed i loro problemi li rendono veri;Ora i juniors:Jim/Rose:eh già dicono così ed il tempo ha dimostrato che avevano ragione:si amano e ora vogliono avere un figlio...anke se hanno DAVVERO scelto la persona sbagliata a cui rivolgersi!Rebecca/Ronald:nella mia mente loro sono Nathan ed Haley di "One Tree Hill",nn so se li conosci;inoltre insieme a Al e Sy,sempre nella mia mente contorta,sono il simbolo del vero amore:quello che è successo loro lo dimostra...Lily/Daniel:E' vero,lì Harry ha sbagliato,e anke di grosso!Ma come abbiamo detto prima è un padre molto apprensivo ed orgoglioso che non sa riconoscere i propri errori neanche quando sn grossi cm 1 casa!Alison/Fred:Anke loro torneranno presto,specialmente in relazione alla storia fra Alice e Luke;Hugo:beh,si è parlato tanto di questo fascino Weasley,almeno uno doveva portare alta la bandiera,non pensi? :) ;Alice/Luke:la loro è la storia + complicata,almeno x come la vedo io:il loro amore nn ha avuto una vera fine,bloccato dalla paura,dai pregiudizi e dalla codardia di Luke;non so se questa volta c sarà un lieto fine,ma volevo dare un giusto seguito a qst coppia,senza dover restare cn il dubbio,con il tanto odiato "e se...";E x finire loro:la Golden Couple:Albus era tutto tranne che stupido,credimi!Anke se le cose fra loro nn sono sempre state facili,e qllo ke sta succedendo ne è un esempio,lui sa cosa vuole,lo ha bene in mente:vuole solo Scorpius,ma vuole delle certezze,qualcosa di vero...E la cosa triste/bella è che Sy vuole le stesse cose...Tranquilla,tutto avrà la giusta fine),Sweey(Lo so,nn è uno dei periodi più allegri,almeno x Al e Scorpius,lo so...Ma tu fidati di me!Lo sai che la mia mente malata e contorta agisce in questo modo per un motivo preciso,quindi sta tranquilla e fidati della mia mente contorta!).

Bene x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Quello che voglio"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** AVVISO ***


AVVISO

AVVISO

Salve a tutti!!!!!

So che probabilmente aprendo l'aggiornamente vi aspettavate il nuovo capitolo,ma purtroppo il capitolo non è ancora pronto.

Nonostante siano passati quasi due mesi dall'ultimo aggiornamento,ho avuto poco tempo per scrivere,colpa anche del lavoro,indi il capitolo è ancora a metà.

Ma prometto che mi metterò d'impegno,sfidando le ore tarde ed il sonno per postarlo il prima possibile.

Intanto,per dimostrarvi la mia buona volontà e il mio affetto x voi vi lascio un piccolo spoiler...

"-Ho capito che non sono disposto a rinunciare a te.
L'ho sempre saputo,ma ora la consapevolezza mi ha colpito chiara e forte.
Tu sei l'uomo che voglio nella mia vita e farò tutto ciò che posso per riaverti indietro.
Io senza di te non funziono:da quando te ne sei andato non ho più scritto una riga del nuovo manoscritto,la casa è un disastro e anche io senza di te mi lascio andare.
Tu dai un senso alla mia vita...So di non avertelo mai detto,ma in fondo l'hai sempre saputo
-

Ah,dimenticavo:il prossim capitolo,si intitolerà "Alle porte del sogno"...

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Alle porte del sogno ***


alle porte del sogno

 

 

Un perfetto sconosciuto gli aprì la porta lasciandolo interdetto.
Seguendo un impulso,guardò il numero accanto alla porta,quasi a sincerarsi di non aver sbagliato casa,ma dovette ricredersi quando vide che era tutto come lo ricordava.
Eccezion fatta per l'estraneo.
-Posso aiutarti?-gli domandò,forse intuendo il suo senso di smarrimento.
L'uomo,non più vecchio dei trent'anni,aveva la sua stessa altezza,capelli neri arruffati e sparati in aria,e due occhi marroni che lo fissavano con aria interrogativa.
Improvvisamente l'estraneo gli sembrò terribilmente familiare:era qualcuno che già conosceva? Lo aveva incontrato da qualche altra parte?
Poi capì.
Quell'uomo assomigliava in maniera impressionante ad Albus.
Se non gli avesse parlato in quel tono circospetto,avrebbe potuto anche credere che fosse Al.
L'estraneo lo stava ancora fissando,aspettando una risposta.
-Sto cercando Scorpius-disse riprendendosi dopo l'iniziale attimo di stupore.
L'altro aggrottò la fronte,come se nn fosse sicuro di chi stesse parlando.
-Ah,vuoi dire il biondo che abita qui?-chiese poi.
Quella situazione stava diventando sempre più stana:chi era quel tipo?
Annuì e restò in silenzio,osservandolo mentre questi si voltava verso l'ingresso.
-Ehi è arrivato il mio sostituto!-
Questa volta fu il turno di Ronald di aggrottare la fronte:sostituto per cosa?
Dei passi strascicati arrivarono dall'interno e pochi attimi dopo Scorpius apparve sulla porta...o almeno qualcuno che assomigliava terribilmente a Scorpius,ma che per qualche strana ragione sembrava un'estraneo.
Chi era quell'uomo con i capelli sporchi,le occhiaie e gli occhi rossi,reduce chiaramente da una notte di bagordi e,anche se non gli piaceva ammetterlo,di sesso sfrenato.
L'uomo che conosceva lui non si sarebbe mostrato ad un estraneo in quello stato,non con la sua vanità.
Per un secondo Ronald si chiese se non fosse finito in una specie di dimensione parallela dove i loro sosia vivevano una vita parallela.
Non appena si accorse della sua presenza,Scorpius irrigidì la schiena e cercò di recuperare un pò del contegno che lo caratterizzava.
-Ronald...Ciao-disse in imbarazzo.
Era la prima volta da quando lo consceva che lo vedeva in quello stato,era un esperienza quasi scioccante!
-Ciao Scorpius...Scusa se sono passato senza avvertirti...-si scusò sentendo di aver oltrepassato un territorio proibito.
-No,non importa...-mugugnò il biondo.
-Sì,tanto io stavo andando via-s'intromise l'estraneo.
-Allora perchè sei ancora qui?-gli chiese Scorpius senza neanche guardarlo.
Con un sorriso stizzito a contrarre le labbra sottili,l'uomo prese la giacca dal corridoio e,senza salutare,oltrepassò Ronald e fece i tre gradini che lo separavano dalla strada.
Il rosso tornò a voltarsi verso Scorpius e lo vide scuotere la testa.
-Dai vieni dentro-disse questi facendosi da parte.
Sentendosi in imbarazzo come mai prima in compagnia dell'uomo,Ronnie si addentrò nella casa che conosceva perfettamente e da cui era "fuggito" con gli altri poche settimane prima,dopo essere stato testimone di una lite fra i padroni di casa.
Si avviò spedito nel salotto bloccandosi sulla soglia quando vide il caos che regnava nella stanza:cartoni di pizza da asporto e confezioni di cibo cinese take-away coprivano il tavolino di cristallo sistemato fra il divano e il televisore,fazzoletti usati erano abbandonati sul pavimento e,vista la presenza dell'estraneo in casa fino a pochi minuti prima nn aveva il minimo dubbio a cosa fossero serviti;una coperta ed un cuscino erano sistemati disordinatamente sul divano,a formare un letto di fortuna e sulle due poltrone erano stati gettati alla rinfusa dei vestiti.
-Scusa il disordine...-disse Scorpius sedendosi sul divano.
-Accidenti!C'è stata una festa e non sono stato invitato?-domandò cercando di nascondere dietro il tono scherzoso la sua sorpresa.
Scorpius scosse la testa e si lasciò cadere sul divano;Ronald lo imitò e andò a sedersi su una poltrona,quella meno ingombra di vestiti,lasciando cadere il silenzio.
Ora che era lì,ora che vedeva lo stato in cui era Scorpius e la casa non aveva la minima idea su come iniziare il discorso che lo aveva portato lì.
-Allora,che posso fare per te?-gli domandò il biondo puntando su di lui i suoi occhi color ghiaccio.
Ronnie si passò una mano fra i capelli,in imbarazzo come mai nella sua vita.
-Oh,ecco io ero venuto qui per parlarti di una cosa...A dire il vero,vorrei chiederti un favore...-disse.
Scorpius annuì,perfettamente sicuro di sè.
Possibile che non si accorga del caos che ha intorno?Come fa ad essere tanto tranquillo?
Magari è talmente abituato a questa baraonda da non farci neanche più caso...
Conoscendo suo fratello e la sua "mania" per l'ordine,Ronald dubitava che Albus avrebbe permesso un tale sfacello in casa sua,quindi la domanda tornò ancora una volta a farsi strada nella sua mente:dov'era Albus?
-Ah,allora...Come sai Rebecca è incinta...-disse prendendo il discorso alla lontana non sapendo bene come cominciare.
Il biondo annuì,sempre in silenzio,ma Ronald si accorse che qualcosa era impercettibilmente cambiato in lui:la sua postura era diventata rigida e tutto il suo volto sembrava trasmettere una tensione inaspettata.
-Ci sono dei problemi con il bambino?-gli chiese poi.
Ronald scosse subito la testa.
-No,tranquillo,è tutto a posto.
Solo che ritrovarci adesso,con un nuovo bambino in arrivo ci ha fatto diventare sentimentali...-cercò di spiegargli.
-Più sentimentali del solito?Soltanto a guardarvi si rischia la carie!-commentò l'altro sarcastico e pungente come al suo solito.
L'altro sorrise e alzò le spalle:non era la prima volta che Scorpius lo prendeva in giro in quel modo,ormai si era abituato alle battutine.
-Molto divertente...Comunque:il motivo per cui sono qui è perchè voglio chiederti una cosa-gli disse serio.
Scorpius annuì e si sistemò meglio sul divano,la schiena contro la spalliera.
-Sputa fuori!Ma sappi che se si tratta di un prestito,non posso fare molto...-lo avvisò.
Ronald lo fissò sorpreso per qualche secondo,poi scosse la testa accenando un sorriso.
-Cosa?No,no!
No,volevo chiederti se volevi essere il mio testimone di nozze-riuscì finalmente a dirgli.
Scorpius lo fissò sorpreso e Ronald decise di spiegargli la situazione per aiutarlo a capire la sua richiesta.
-Io e Rebecca abbiamo deciso di rinnovare le promesse di matrimonio e vorrei che tu fossi il mio testimone di nozze-aggiunse.
Il silenzio seguì quelle parole;Ronald vedeva chiaramente la sorpresa dipinta sul volto dell'altro.
-Perchè proprio io?-gli domandò Scorpius,dopo un lungo attimo,ancora incredulo.
-Perchè avresti dovuto essere tu il mio testimone già la prima volta-
-Che vuoi dire?-chiese confuso il biondo.
Ronald sorrise.
-E' stato grazie a te se dieci anni fa io e Rebecca ci siamo sposati.
Forse non te lo ricordi nemmeno,ma quello che mi hai detto sulla famiglia mi ha fatto riflettere,portandomi a prendere quella scelta.
Avrei voluto chiederti di essere il mio testimone già all'epoca,ma purtroppo non è stato possibile.
Così ora voglio riparare...Del resto sarai anche il padrino del bambino che Rebecca aspetta-aggiunse come se quelle parole avvalorassero maggiormente la sua tesi.
Ma capì subito di aver,in qualche modo, detto la cosa sbagliata:la schiena di Scorpius si irrigidì ancora di più, staccandosi del tutto dallo schienale del divano,il viso contratto in un'espressione di disagio, che Ronald non riusciva a spiegarsi.
-Ecco,a proposito di questo...-disse,allontanando alcune ciocche bionde dalla fronte-Magari dovresti riconsiderare la tua scelta-
Ronnie aggrottò la fronte,colpito da quelle parole,prima di scuotere la testa.
-Per quale motivo?-gli chiese-Hai cambiato idea?-
Scorpius scosse la testa.
-No,anzi sarei felice di essere il padrino di questo bambino,ma...-disse interrompendosi a metà frase per stropicciarsi gli occhi con due dita-Ma forse non sono la persona più adatta-concluse.
-Perchè no?-
L'altro si lasciò andare ad un profondo sospiro.
Che accidenti stava succedendo lì?Perchè aveva la sensazione che Scorpius gli stesse nascondendo qualcosa?
Approfittando dell'istante di silenzio,Ronald si guardò di nuovo attorno sorprendendosi nuovamente per il caos che regnava in casa,e capì che se voleva delle risposte,doveva fare all'uomo la domanda che lo assillava da quando era entrato lì dentro.
-Dov' è Al?-chiese.
Il biondo incontrò il suo sguardo.
-Non è qui...-si limitò a rispondere.
A Ronald non servirono altre parole per capire quello che era successo.
Gli bastò ricordare la discussione a cui era stato testimone in quella casa e le parole che aveva ascoltato.
-Quando è successo?-gli chiese cauto,certo che la rottura fosse avvenuta di recente.
-Un mese e mezzo fa-
-Cosa?E quando pensavate di dircelo?-gli domandò sorpreso.
-Il più tardi possibile,se devo essere sincero.
Non volevamo che la famiglia si intromettesse...Ma due giorni fa mi ha chiamato tua madre per chiedermi se avevo bisogno di qualcosa,se una sera volevo andare a cena da loro... Dal suo tono di voce ho capito che tuo fratello deve averle detto qualcosa-gli spiegò.
Ronald lo guardò sorpreso e leggermente ferito.
-Credevo fossimo amici-
A quelle parole Scorpius sogghignò.
-Lo siamo.Ma prima di tutto,tu sei il fratello di Albus.
E sarebbe stato strano per me venire a parlare con te di quello che stava succedendo...-gli fece notare.
-Affatto!Se mio fratello si comporta da coglione non ho nessuna remora ad ammetterlo.
C'entra un altro uomo vero?-chiese sicuro di aver compreso il problema.
Scorpius restò in silenzio,lo sguardo rivolto verso il basso,come se non sapesse quali fossero i suoi veri problemi con Albus.
-Le cose sono molto più complicate...-si limitò a dire.
Il silenzio calò nella stanza facendo capire al rosso che non avrebbe avuto nessuna spiegazione in più,portandolo a passarsi una mano fra i capelli folti.
Era la prima volta che vedeva Scorpius così afflitto:anche quando aveva tagliato i ponti con i suoi genitori il suo volto non aveva mai perso l'espressione battagliera che lo contraddistingueva,che portava tutti a credere che qualsiasi cosa gli sarebbe successa lui sarebbe sopravvissuto.
Possibile che tutta quella forza venisse da Albus?
-Che hai intenzione di fare ora?-gli chiese cauto Ronald,rompendo il silenzio.
Scorpius alzò le spalle,in un gesto che voleva apparire noncurante.
-Cercherò di adattarmi alla mia nuova vita...Del resto non è poi così male,mi poteva capitare di peggio-commentò alla fine cercando di scherzare.
Il rosso inarcò un sopracciglio,sorpreso.
-Vuoi dire che non farai niente per risolvere la situazione fra di voi?-
Un suono ironico uscì dalle labbra strette di Scorpius,prima che un ghigno le inarcasse.
-Credimi non c'è niente che io posso fare...Io non posso dare a tuo fratello ciò che desidera, quindi è meglio per tutti e due se le nostre strade si separino.
E' già tanto se siamo rimasti insieme tutti questi anni-aggiunse.
-Stronzate!-esclamò Ronald attirando su di sè uno sguardo incredulo.
Credeva veramente a tutte quelle cazzate che stava sparando?
Lui le ascoltava e le giudicava soltanto parole vuote,degli scudi dietro cui si nascondeva per evitare di affrontare una verità spiacevole.
-Come scusa?-chiese Scorpius.
-Stronzate!
Non ci credo neanche per un istante a questa marea di bugie.
Credi che se Rebecca mi lasciasse io me ne andrei in giro a scopare con tutte le donne che incontro?-gli domandò.
Il biondo scosse la testa.
-Non è la stessa cosa...-ribattè l'altro.
-Invece sì!
Sarei ridotto un rottame,peggio di te-
Scorpius lo fissò in silenzio,sicuro che Ronnie non avesse ancora concluso.
-Stiamo parlando d'amore.
Perchè tu ami Albus,così come io amo Rebecca.
Ti conosco da undici anni ormai e,credimi,non c'è mai stato un istante in cui ho dubitato del tuo amore per per mio fratello.
Voglio dire...E' lampante,è chiaro a tutti!-gli disse.
-Ok ora non esagerare-ribattè Scorpius,infastidito.
Non erano le sue parole ad infastidirlo,ma il fatto che ciò che era evidente a tutti,lampante a detta di Ronald,era così difficile da capire per l'uomo che amava.
Un sorriso ironico distese le labbra dell'amico.
-Non è faticoso continuare questa recita?Non sarebbe più semplice ammettere con te stesso e con Al il fatto che siete destinati a stare insieme?-gli domandò.
-Tutti questi anni insieme a Rebecca ti hanno rammollito...-lo prese in giro l'altro.
-Vuoi piantarla?-lo bacchettò il rosso.
-Insomma che ti aspetti che faccia?
Che strisci ai suoi piedi chiedendogli di tornare con me perchè senza di lui la mia vita non ha senso?Non cambierebbe niente.
Ho combinato talmente tanti casini che se ora mi presentassi da tuo fratello,lui mi chiuderebbe la porta in faccia-chiese Scorpius,leggermente esasperato.
Per alcuni istanti l'altro restò in silenzio,chiedendosi se per caso la causa di tutto non fosse un tradimento,ma osservando Scorpius lasciarsi andare contro lo schienale del divano senza forze quasi avesse appena combattuto una battaglia all'ultimo sangue decise di tenere per sè le sue domande.
-Ok,scusami.
Però lasciami dire un'ultima cosa...Anzi due-si corresse prima di accennare un sorriso.
L'altro fece un cenno con il capo senza parlare.
-La prima è che non importa quello che è successo o succederà fra te e mio fratello,tu per me farai sempre parte della famiglia Potter.
La mia porta sarà sempre aperta per te e per questo rinnovo la mia proposta di essere il mio testimone-gli disse in voce serio.
Capì che quelle parole lo avevano piacevolmente colpito,ma lo conosceva troppo bene da sapere che non avrebbe fatto nessun commento.
Scorpius si limitò ad annuire.
-Infine vorrei darti un consiglio:prenditi un pò di tempo per pensare a cosa vuoi dalla tua vita.
Ti conosco abbastanza da sapere che questa non è la vita che avresti scelto,anche se stai facendo di tutto per convincere te stesso e me del contrario.
Trova ciò che rende la tua vita completa-gli disse cercando le parole più adatte per spiegargli quel concetto che aveva ben chiaro in mente.
Scorpius ricambiò il suo sguardo in silenzio:c'era una sola cosa che rendeva la sua vita "completa".
La sola ed unica.

 

Inaugurare la nuova casa con una cena.
Era stata un idea di Emmett,ma lui l'aveva approvata all'istante e anche gli altri si erano
dimostrati favorevoli all'idea,mossi specialmente dalla prospettiva di cibo e alcool gratis.
-Non capisco perchè ti sbatti tanto per questa banda di sfaticati...Io al posto tuo non lo farei-
aveva commentato Brian quando lo aveva visto indaffarato per via dei preparativi.
Quel commento lo aveva fatto sorridere e,come ogni volta,gli aveva ricordato Scorpius.
Era assurdo quanto i due uomini si somigliassero:esteticamente erano uno l'opposto dell'altro,
ma caratterialmente erano identici;lo stesso umorismo,lo stesso sarcasmo dietro cui si nascondevano i veri sentimenti.
Era passato più di un mese da quando lui e Scorpius avevano preso strade diverse,ma non
c'era stato giorno senza che l'uomo,quello che aveva creduto sarebbe stato il compagno di una vita,gli tornava in mente anche solo per un pensiero fugace.
Il problema era che gli mancava la sua vecchia vita,ma allo stesso tempo amava i
cambiamenti che erano avvenuti negli ultimi due mesi:amava ogni giorno di più avere Lane in giro per casa,la sua presenza era uno stimolo continuo,il ragazzo aveva iniziato ad abituarsi alla loro convivenza,e si avvicinava a quel figlio che non avrebbe mai avuto.
Amava il nuovo gruppo di amici che ormai riempivano le sue giornate e che aveva conosciuto
grazie a Brian:adesso gli era quasi impossibile pensare di terminare la giornata senza aver passato almeno un'ora al telefono con Emmett e con Melanie.
Anche la presenza di Brian al suo fianco era piacevole:era consapevole che sarebbe caduto a
pezzi se fosse stato completamente solo ad affrontare la rottura.
Certo,Brian voleva portarlo a letto,e stava cercando in tutti i modi di raggiungere il suo
scopo,ma era abbastanza intelligente da sapere che prima di riuscirci avrebbe dovuto dissipare del tutto l'ombra ingombrante di Scorpius.
Gli mancava la sua vecchia vita con Scorpius...Sentiva la mancanza delle piccole cose,come
trovarlo nel suo studio immerso nel lavoro,o almeno così voleva dargli ad intendere,quando tornava da scuola,o il modo in cui si accocolavano sul divano la sera quando guardavano la televisione.
O il modo in cui facevano l'amore...Quello era il ricordo che più gli faceva male,perchè ogni
volta gli tornava alla mente il ricordo dell'ultima volta che erano stati insieme.
Sicuramente non uno dei suoi preferiti.
Forse era destino che la sua storia con Scorpius si interrompesse così bruscamente,o che
Brian nella sua vita,fatto sta che doveva dimenticare.
E una festa per la nuova casa era il modo migliore per farlo.
Si era dato da fare tutto il giorno in cucina perchè tutto fosse perfetto,sotto lo sguardo
divertito di Brian che,ogni volta che gli aveva chiesto un parere,si era limitato a scuotere la testa divertito,accompagnando il gesto con un ghigno ironico.
-Non c'era davvero bisogno di darti tanto da fare:non capirebbero la differenza fra del cibo
commestibile e del cibo surgelato-commentò.
-Scommetto che al posto mio gli avresti rifilato tutti cibi precotti-ribattè Albus tirando fuori dal
frigo il tiramisù.
Bria scosse di nuovo la testa,bevendo un sorso di vino bianco dal suo bicchiere.
-Errore.Li avrei portati a cena fuori in uno dei ristoranti più costosi della città-
I primi ospiti ad arrivare furono Emmett e Ted,con una pianta grassa come regalo per la casa.
-Congratulazioni per la nuova casa tesoro.Questa è per te-gli disse Emmett tendendo il vaso
verso di lui.
-Se ti piace è un idea di entrambi,altrimenti la colpa è solo sua-fece Ted sporgendosi oltre la
spalla destra dell'amico.
Albus sorrise e scosse la testa.
-Assolutamente!E' perfetta...Richiede anche poche attenzioni!-aggiunse per avvalorare le sue
parole.
Emmett si illuminò in un sorriso radioso e si diresse verso il soggiorno seguito da Ted e dal
padrone di casa.
In rapida successione arrivarono poi Justin,Micheal e Ben,con Hunter il ragazzo che avevano
adottato da qualche anno,e Lindsay e Melanie.
Tutti con un regalo per Albus.
-Perchè io non ricevo mai regali quando vi invito a cena?Io sono sempre generoso con voi
altri!-si lamentò Brian.
-Devo ricordarti cosa ci hai regalato la prima volta che ti abbiamo invitato nella nostra nuova
casa?-gli chiese Micheal,il bicchiere colmo a mezz'aria.
-Che c'è di male nel regalare uno sling*?E' un regalo utile per una coppia che mette su casa!-
commentò l'altro.
Albus ridacchiò,mentre Ben e Melanie scossero la testa.
-Sei senza speranze!-si lasciò scappare Lindsay.
Si sedettero a tavola dopo poco e l'atmosfera continuò ad essere piacevole come lo era stata
fino a quel momento.
-Allora Albus...Non ti sei ancora stancato del nostro amico?-gli chiese Lindsay fra un boccone
di arrosto e l'altro.
Al rise.
-Suona un pò strano detto dalla madre di suo figlio,non trovi?-le fece notare lui.
Lindsay sorrise.
-Credimi non c'è nessuno che ami Brian più di me...a parte forse Justin...Però credimi è
faticoso stare insieme a lui!-
-Ti ringrazio Lindz!Posso sempre aspettarmi una buona parola da te-commentò Brian
sarcastico-Ricordami di fare il discorso al tuo prossimo matrimonio-
-E tu ricordami di fare la tua elegia al tuo funerale-s'intromise Melanie.
Questa volta toccò a Michael sogghignare divertito.
-Ma voi due fate sempre così?-chiese al guardando ora uno ora l'altra.
-Assolutamente-fece Brian.
-Non potrebbe essere diversamente-rispose Melanie.
-Prima era anche peggio!-commentò Justin,portando Al a posare lo sguardo su di lui-Quando
ho conosciuto Brian era un miracolo se non finivano per litigare furiosamente ogni volta che erano nella stessa stanza;ora fortunatamente si limitano a beccarsi a vicenda-
Il suono del campanello arrivò fino alla sala da pranzo.
-Lascia vado io!Ho dimenticato di prendere il cellulare dal cappotto-disse Micheal ad Albus
alzandosi in piedi.
Il moro lo ringraziò con un sorriso tornando a sedersi.
-Perchè non parliamo di cose serie invece?Come vanno le cose fra voi piccioncini?-domandò
Emmett in quello che voleva essere un tono dolce,ma risultò invece essere mellifluo.
-E tu perchè non ti fai i cazzi tuoi?-gli domandò di rimando Brian.
-Perchè è risaputo che i tuoi sono da sempre più interessanti-rispose l'altro senza la minima
esitazione provocando l'ilarità generale.
Proprio in quel momento Michael tornò nella sala da pranzo,uno sguardo incredulo sul volto.
-Amore va tutto bene?-gli domandò Ben,leggermente preoccupato.
-Scorpius Hyperion è qui fuori!-rispose Micheal eccitato,cercando allo stesso tempo di non
alzare troppo la voce.
Quelle parole provocarono una diversa gamma di reazioni:il sorriso sparì dal volto di
Albus,sostituito dal panico e tutti i presenti,eccetto Brian,si lasciarono andare alla stessa eccitazione che aveva preso Micheal.
-Chi è Scorpius Hyperion?-chiese Brian,non capendo il perchè di tanto trambusto.
-Ma tu dove vivi?-gli domandò Melanie seccata.
-Scorpius Hyperion è uno fra i più giovani scrittori ad aver vinto il Booker Prize-rispose Ben.
-Ah...-commentò Brian lasciando intendere che non aveva la minima idea di chi stessero
parlando-E cosa ci fa qui?-chiese ancora.
-Cosa vuoi che ci faccia?Vuole parlare con Albus!-ribattè Micheal.
Brian si voltò a guardare l'uomo,imitato dagli altri,e finalmente capì:capì che lo Scorpius di
Albus e quello Scorpius Hyperion erano la stessa persona.
-Cosa ha detto?-chiese Al senza nessuna particolare inflessione nella voce.
-Vorrebbe parlarti-rispose Micheal.
L'eccitazione che c'era stata fino a poco prima era sparita:tutti si erano resi conto che c'era
qualcosa di diverso,di non detto,che aveva cambiato l'andamento della serata.
Albus restò in silenzio pochi secondi prima di annuire.
-Lo hai fatto entrare?-chiese ancora.
-Veramente ha preferito aspettare di fuori-
Ancora una volta Albus annuì,prima di alzarsi lentamente in piedi.
-Stai bene?-gli domandò Brian,incerto se andare o meno con lui.
Per la terza volta Albus annuì,ma tutti si accorsero dell'espressione seria del suo volto e della
tensione che gli attraversava le spalle.
-Scusatemi...Torno subito-disse prima di uscire dalla sala da pranzo a passi moderati.
Il gruppo di amici restò in silenzio finchè non arrivò a loro il rumore della porta che si
chiudeva.
-Quindi Al e Scorpius Hyperion...-commentò Ted,ancora incredulo.
-Così sembra-si limitò a dire Brian.
Ted si lasciò andare ad un lungo fischio.
Un rumore portò Brian ad alzare lo sguardo e a corrugare la fronte quando vide Emmett in
piedi diretto verso la finestra.
-Emmett che diamine stai facendo?-domandò cercando di non farsi prendere dalla rabbia.
-Non mi ricapiterà più nella vita di vedere uno dei miei scrittori preferiti così da vicino!-rispose
l'altro fermandosi accanto alla finestra.
L'attimo dopo tutti,nessuno escluso,avevano seguito l'esempio dell'uomo.
-E' ancora più bello che sulla quarta di copertina-si lasciò scappare Ted.
-Credete che sia inopportuno chiedergli l'autografo?-chiese Micheal.
-Cristo santo sembrate una massa di tredicenni!-commentò Brian disgustato.
Ciononostante anche lui si avvicinò alla finestra e fissò il suo "rivale" in amore:era biondo,al
punto che i suoi capelli sembravano quasi pallidi,leggermente più basso di lui ma comunque sempre più alto di Al,aveva anche un bel fisico,ma nient'altro.
Non sapeva davvero spiegarsi perchè Albus soffriva le pene dell'inferno per colpa sua.
-Credete che sia lui?-sentì chiedere da Melanie.
-Se così fosse sarebbe la cosa più romantica che mi sia capitata di vedere in vita mia-
commentò Lindsay.
-E adesso di che cazzo state parlando?-chiese Brian,sempre più confuso.
-"Alla mia musa,al mio sogno infinito,al mago che con un gesto ha dato un senso alla mia vita"-enunciò Emmett a memoria.
-Albus deve saperci proprio fare se lo chiama addirittura sogno infinito-commentò sarcastico Ted.
Con quelle parole che gli ronzavano in testa,Brian si sporse ancora di più verso la finestra, aprendola leggermente e puntando lo sguardo su Albus.
Osservò il modo nervoso in cui si toccava sempre i capelli,i muscoli tesi quasi dovesse saltare addosso all'uomo da un momento all'altro,ma soprattutto si accorse del suo sguardo...E capì di non avere molte speranze.
Albus non l'aveva mai guardato con quell'intensità,con quel bisogno d'amore e quella passione nascosta.
-Tu sei l'uomo che voglio nella mia vita e farò tutto ciò che posso per riaverti indietro.
Io senza di te non funziono:da quando te ne sei andato non ho più scritto una riga del nuovo manoscritto,la casa è un disastro e anche io senza di te mi lascio andare.
Tu dai un senso alla mia vita...So di non avertelo mai detto,ma in fondo l'hai sempre saputo-sentirono dire da Scorpius Hyperione,a quelle parole,Emmett sospirò.
-Cavolo,ci sa proprio fare-commentò estasiato.
-E' uno scrittore!E' normale che sappia giocare con le parole-ribattè seccato Brian.
Sentì su di sè il peso di uno sguardo e,con un leggero movimento della testa,incontrò gli occhi di Justin rifuggendo a quel contatto quasi all'istante:Justin era l'unico che sapesse leggere dietro le sue bugie.
E lui in questo momento non poteva affrontare ciò che stava cercando disperatamente di nascondere a sè stesso.
Ascoltarono il resto della conversazione in silenzio,attenti a non perdersi neanche una parola e,quando fu chiaro che Al sarebbe tornato presto,chiusero la finestra e si sedettero a tavola,iniziando anche una conversazione di comodo perchè Albus non si sentisse in imbarazzo al suo rientro.
Quando finalmente l'uomo rientrò,Brian si alzò in piedi e gli andò incontro.
-Ce l'hai fatta a tornare!Non azzardati più a lasciarmi da solo con loro un'altra volta,questa è la tua cena non la mia-gli disse,quasi non fosse successo nulla.
Albus lo guardò qualche istante in silenzio prima si sollevarsi leggermente sulle punte e posare le labbra sulle sue in un bacio del tutto inaspettato.
Brian,nonostante la sorpresa,rispose al bacio,cercando di non dare ascolto alle voci nella sua testa che si domandavano il perchè di quel gesto.
-Quando avete finito di limonare che ne dite di tornare a tavola?Non abbiamo ancora avuto il dolce!-si lamentò Melanie.
Albus spostò il peso del corpo sui talloni staccandosi così da Brian,le labbra premute una sull'altra, e quando i loro sguardi si incontrarono di nuovo,gli rivolse un piccolo sorriso.
Un sorriso che non fece altro che aumentare la confusione nella testa di Brian.
Doveva aspettarsi qualcos'altro quella sera oltre la visita inaspettata?



Non era stato difficile trovare il suo nuovo indirizzo.
Non aveva dovuto impegnarsi tanto:era bastata una telefonata e aveva ottenuto ciò che cercava.
Era certo che,nonostante le loro buone intenzioni e i loro sforzi,Mr e Mrs Potter erano al corrente della loro rottura,quindi era bastato contattare loro per avere qualche informazione.
Ovviamente Mrs Potter aveva cercato di indagare sui motivi della loro rottura,come certamente aveva già fatto con Albus,ma lui non aveva ceduto:erano grandi abbastanza da risolvere le cose da soli.
E anche da rovinarsi la vita.
Ronald aveva ragione.
Aveva riflettuto a lungo sulle sue parole,interrogandosi su cosa voleva veramente dalla vita e la risposta ogni volta era sempre la stessa.
Voleva Albus.
Avrebbe potuto passare il resto della vita passando da un uomo all'altro senza il minimo problema,vivendo soltanto di sesso occasionale e delle emozioni temporanee che questo sapeva donare,ma non sarebbe stato abbastanza.
Lui aveva fatto una scelta,tanto tempo prima,e non se ne era mai pentito;era ancora fermamente convinto che Albus fosse l'uomo della sua vita.
Certo,avrebbe dovuto fare molta strada per riconquistarlo,per fare ammenda a tutti gli errori commessi nell'ultimo periodo,però era pronto a tutto pur di riaverlo indietro.
Ecco perchè era lì,a fissare quella porta sconosciuta,cercando il coraggio di fare i tre gradini che lo separavano da Albus.
"Adesso o mai più"si disse cercando di ritrovare un pò dell'antico coraggio.
Affondò le mani nelle tasche del cappotto di lana e,dopo aver preso un respiro profondo,salì i tre gradini e senza esitazione suonò al campanello.
L'attesa durò solo pochi secondi ma gli sembrò un'eternità:aveva in mente un discorso serio, conciso,che avrebbe fatto capire all'altro quanto sentiva la sua mancanza,e sperava con tutto il cuore di non dimenticarlo,o che tutto non prendesse la piega sbagliata.
Finalmente la porta si aprì e un'uomo di media altezza con i capelli neri apparve sulla soglia.
Scorpius lo guardò con aria sorpresa:chi accidenti era questo tipo?
-Posso aiutarla?-domandò l'uomo con tono benevolo ed un sorriso lieve sul viso.
Il biondo di riscosse velocemente e atteggiò il viso alla sua miglior faccia distaccata.
-Sto cercando Albus Potter,mi hanno detto che abita qui-disse con voce calma e misurata.
Se voleva davvero dimostrare ad Al di essere cambiato non doveva saltare alle conclusioni e quindi evitare di aggredire quell'estraneo soltanto per il semplice fatto di essere lì,a casa di Al,a quell'ora tarda.
L'uomo annuì.
-Sì,ha avuto l'informazione giusta.
Vuole entrare?-gli domandò facendosi da parte allo stesso tempo.
Scorpius scosse la testa:non era una buona idea.
-Le dispiacerebbe dirgli che Scorpius vuole vederlo?-
Preferiva congelarsi piuttosto che entrare lì dentro.
-Glielo chiamo subito-gli disse con lo stesso tono benevolo che aveva usato per tutto il tempo prima di richiudere la porta.
Scorpius sospirò,scese uno scalino,e si appoggiò al corrimano in ferro nero che costeggiava i gradini.
Inevitabilmente la sua mente ritornò all'ultimo incontro avuto con suo "padre",alle parole che si erano detti.
"Questa è la tua ultima possibilità,se non torni indietro adesso non ti cercherò più"
Tornare indietro...Rinnegare tutto di sè stesso,tutto ciò che era successo in quegli ultimi dieci anni...Rinnegare la sua vita con Albus.
Aveva fatto tanti errori e tante cose erano cambiate,soprattutto nell'ultimo periodo.
Ma c'era una cosa di cui era certo:tornare indietro avrebbe significato annullarsi,sottomettersi alla volontà di suo padre perdendo completamente coscienza di sè stesso.
Aveva fatto scelte difficili per essere l'uomo che era ora e non intendeva buttare tutto all'aria.
La porta si aprì di nuovo e questa volta sulla soglia apparve lui.
Era leggermente dimagrito nelle ultime settimane,ed il viso era coperto da una barba leggera,ma i capelli erano selvaggi ed incontrollati come al solito e i suoi occhi,quegli occhi che sembravano leggergli dentro ogni volta,lo fissavano con aria sorpresa.
-Ciao-gli disse rivolgendogli un leggero sorriso.
-Ciao-rispose Al chiudendosi la porta alle spalle.
Per alcuni istanti Scorpius si limitò a fissarlo,accorgendosi solo in quel momento quanto gli fosse mancato:avrebbe voluto salire l'ultimo gradino e fare qualcosa di istintivo,di totalmente impulsivo,abbracciarlo,magari baciarlo...Ma sapeva che avrebbe ottenuto l'effetto opposto.
-Scusa se ti ho disturbato-gli disse,le buone maniere radicate nel profondo di sè.
Al scosse la testa.
-Non preoccuparti...-rispose l'altro.
Al biondo bastò guardarlo per capire che era soltanto una frase di circostanza e,per l'ennesima volta,si maledisse per aver rovinato tutto.
-A cosa devo la tua visita?-gli chiese Albus dopo un lungo silenzio.
Per un attimo Scorpius si chiese se fosse davvero curioso di saperlo oppure se fosse soltanto ansioso di tornare dai suoi ospiti,ma poi decise che non gli importava:era venuto il momento della verità.
-Speravo che almeno una volta tornassi a casa per prendere il resto delle tue cose...-iniziò.
-Non ne ho bisogno...Però se vuoi liberartene,puoi sempre portarle dai miei genitori-lo interruppe prontamente Albus.
Scorpius scosse la testa.
-No,non voglio liberarmene.
Anzi vorrei che anche il resto della tua roba tornasse a casa-gli disse abbassando lo sguardo.
Sentì forte su di sè lo sguardo di Al e,dopo pochi istanti,rialzò la testa affondando gli occhi in quelli dell'uomo.
-Voglio che torni a casa...Mi manchi-gli disse sincero come mai prima.
Albus alzò la mano sinistra,affondando le dita nei capelli folti e allontanò lo sguardo dal suo.
Era in imbarazzo?Quel pensiero fece sorridere Scorpius:se era in imbarazzo per quella piccola confessione,cosa avrebbe fatto alla fine del suo discorso?
-Non posso tornare a casa-gli disse senza guardarlo.
-Lo so.
So di avere fatto tante cazzate nell'ultimo periodo,cominciando dalla storia con Rose e James per finire con Lane.
Sono andato avanti per la mia strada senza fermarmi a riflettere se le mie azioni potessero avere delle ripercussioni su di te.
Sono arrivato al punto da frugare fra le tue cose e a metterti nella condizione di essere spaventato da me...E forse per questo non riuscirò mai a farmi perdonare-
Gli occhi di Albus erano di nuovi fissi nei suoi,illuminati da una nuova luce:Scorpius sapeva che non sarebbe bastato così poco per fargli cambiare idea,ma Albus era chiaramente intrigato da quella sincerità,così nuova e inconsueta per lui.
Forse era la prima volta,in dieci anni,che si permettava di essere così sincero con lui.
-Quando te ne sei andato Draco Malfoy è venuto a farmi visita-gli disse,ansioso di condividere quell'incontro con lui.
Al aggrottò la fronte.
-Cosa è venuto a fare?-gli domandò con voce preoccupata.
Scorpius ghignò.
-E' venuto a dirmi che,ora che la nostra storia era finita,era disposto a riaccettarmi in famiglia...Magari avrei anche trovato una ragazza di buona famiglia adatta a me-gli disse.
Suo malgrado Albus sorrise.
-Cosa gli hai risposto?-chiese curioso.
-Che le ragazze di buona famiglia non sanno fare un pompino come te-disse ghignando soddisfatto.
Il moro si unì al sorriso e scosse la testa.
-Mi è mancato il tuo sorriso-gli disse sincero.
Quasi all'istante,il sorriso sulle labbra di Al svanì.
Scorpius sospirò facendo uscire una piccola nuvola di condensa bianca e si preparò alla seconda parte del discorso.
-Ho capito che non sono disposto a rinunciare a te.
L'ho sempre saputo,ma ora la consapevolezza mi ha colpito chiara e forte.
Da quando te ne sei andato non sono più entrato nella nostra camera da letto;mi sembra quasi non riconoscerla più.
Tu sei l'uomo che voglio nella mia vita e farò tutto ciò che posso per riaverti indietro.
Io senza di te non funziono:da quando te ne sei andato non ho più scritto una riga del nuovo manoscritto,la casa è un disastro e anche io senza di te mi lascio andare.
Tu dai un senso alla mia vita...So di non avertelo mai detto,ma in fondo l'hai sempre saputo-gli disse con voce ferma e decisa.
L'espressione colpita sul volto di Al gli fece capire che non si era aspettato quel discorso.
-Sy che stai dicendo?-gli chiese cercando di dare un senso alle sue parole.
-Se non fosse stato per te io ora sarei come mio padre,un uomo triste ed arrabbiato con il mondo intero,che spreca la sua vita tra una storia e l'altra...E fidati so di cosa sto parlando-gli disse seguendo un pensiero volante.
Gli occhi di Albus erano fissi su di lui,poteva quasi sentirli bruciare sulla sua pelle...Avrebbe fatto qualsiasi cosa perchè quei bellissimi occhi lo guardassero come un tempo,come avevano fatto in tutti quegli anni.
-Sai come sono fatto,cerco sempre di dimostrare che non ho bisogno di nessuno,che posso farcela da solo...Così quando te ne sei andato ho provato a dimenticarti, girando per i locali e scopando con il primo uomo che si mostrava interessato-gli confessò.
-Oh...-gli sentì dire.
-Ma alla fine mi ritrovavo a letto sempre con uomini che erano la tua fotocopia-concluse.
Albus incrociò le braccia al petto,una nuova espressione dura sul volto.
-Ecco perchè sono qui-
-Perchè questi tizi non erano bravi a letto?-domandò il moro in tono aspro.
Scorpius aggrottò la fronte,sorpreso dalle parole e dal tono di voce,prima di scuotere la testa.
-No,non è per questo...Ma che ti prende?-gli chiese accorgendosi del cambiamento avvenuto nell'altro.
Albus scosse la testa e sospirò.
-Perchè sei venuto qui,eh?-
Questa volta fu il viso di Scorpius ad atteggiarsi in un'espressione stupita.
-Che vuol dire?Ti ho detto perchè sono venuto qui!Perchè...-
-Perchè non potevi fare a meno di me,giusto?Eppure mi sembra che non ti è stato tanto difficile trovare della compagnia-gli fece notare Al.
Scorpius aprì leggermente la bocca,sempre più sorpreso.
-Stai dicendo sul serio?-gli chiese.
Il moro non si degnò neanche di rispondergli,portandolo a scuotere la testa.
Quella situazione era davvero assurda!
-Devo ricordarti per caso che sei tu quello che vive con un altro da settimane?-gli fece poi notare.
-Io non vivo con nessuno...escluso Lane ovviamente-rispose Al,con il tono battagliero tipico dei Potter che Scorpius trovava terribilmente irritante.
-Quel Brian te lo sei dimenticato?-
Al restò in silenzio qualche secondo,permettendogli così di calmarsi:perchè la conversazione aveva preso quella piega?
Era andato lì per mostrargli il suo amore,non per finire di nuovo a litigare con le bacchette puntate uno contro l'altro.
-Non che la cosa ti riguardi,ma io non vivo con Brian...E non ci sono mai andato a letto-
Quelle parole lo portarono ad alzare di nuovo lo sguardo su Al,trovandolo di nuovo imbarazzato per quella confessione.
Possibile che quella fosse la verità?
-E ora vorrei tanto averlo fatto,così almeno avrei qualcosa da usare,qualcosa che mi metta in pari con i tuoi tanti amanti!-gli disse chiaramente ferito.
Scorpius fece per salire il gradino che lo separava dal moro,ma Al si addossò alla porta.
-Devo tornare dentro dai miei ospiti-gli disse voltandogli le spalle.
-Aspetta,aspetta un attimo-
-Che c'è ancora?-chiese Al restando di spalle.
Scorpius sospirò:adesso o mai più.
-Credevo che il mio discorso ci avrebbe aiutato a risolvere i nostri problemi,ma a quanto pare li ha solo peggiorati.
Forse ora mi odi ancora più di prima,ma non mi importa.
Sai perchè?
Perchè io non mi arrendo...Farò tutto ciò che posso per riaverti.
Io...Io ti amo-
Ecco lo aveva detto ad alta voce.
Quello che aveva sempre soltanto osato pensare,o ammettere solo con Luke,ora era stato detto al diretto interessato.
Albus si voltò e,in silenzio,lo fissò scioccato.
Scorpius sorrise e annuì.
-Ti amo Potter,e magari ultimamente non sono stato capace di dimostrartelo,ma io sono innamorato di te fin da quando abbiamo sedici anni.
L'ho capito quando sono rimasto tutta la notte accanto al tuo letto in infermeria dopo che ti eri quasi rotto la testa per colpa di Lily...-gli confessò,mai così sincero.
Al,le guance rosse per l'imbarazzo e l'emozione,rimase in silenzio,incapace di muoversi o di parlare.
-E so che anche tu ami me...
Quindi,anche se dovessi metterci vent'anni per farmi perdonare non mi interessa,ti rivoglio nella mia vita-concluse portando il viso pericolosamente vicino a quello di Al.
Sarebbe bastato un piccolo ulteriore movimento e le loro labbra si sarebbero sfiorate:poteva già sentire il calore del suo respiro,l'odore della sua pelle.
I loro occhi si incontrarono e l'istante dopo Scorpius si allontanò:non avevano più sedici anni ed Albus non era più il ragazzino confuso che "subisce" le avances del ragazzo più esperto.
Erano adulti e quella non era la cosa giusta da fare...almeno non in quel momento.
Scorpius si allontanò e scese di nuovo il gradino.
-Ora sarà meglio se torni dai tuoi ospiti...Chiedi scusa loro da parte mia per averti trattenuto così a lungo.
E non dimenticare quello che ti ho detto-gli disse prima di scendere in strada e sorridergli,accennandogli un cenno di saluto.
Man mano che si allontanava,il sorriso di Scorpius si fece più vivido:non era andato tutto come aveva immaginato,ma non era andata neanche male....
Forse c'era ancora una speranza.

*Sling:giocattolo erotico

Salve a tutti!!!C'è nessuno????

Questa volta sono davvero imperdonabile,lo so,quindi non mi stupirei se vi foste stufati di aspettare i miei comodi e avete abbandonato la ff.

Innanzitutto BUON 2011!!!!!!!!!!!!!!

Cavolo sn passati 3 anni da quando ho iniziato a scrivere...E' iniziato tutto da un'idea avuta prima di addormentarmi,chi l'avrebbe mai detto che sarebbe andata così??? ^_^

Allora,veniamo al capitolo(anke xkè sto diventando melensa e noiosa!):CE L'ABBIAMO FATTA!!!!

Abbiamo cavato di bocca a Scorpius tre parole che sembravano bloccate lì,impossibili da fare uscire.HURRAY!!!!

Come avete visto in questo capitolo ci sono solo Scorpius e Albus;inizialmente c'erano anke le altre coppie,ma il capitolo ha subito talmente tante modifiche nel corso del tempo che alla fine sono rimasti solo loro.Ma tranquilli,le altre coppie torneranno tutte dal prox capirolo.

Ah,dimenticavo:nel prox capitolo scopriremo anche cosa si sono detti Scorpius e Draco Malfoy(qui ne abbiamo avuto solo un accenno,e chiedo scusa a tutte quelle che speravano in un riavvicinamento).

 

A questo proposito,volevo ringraziare Vittoria x il suo SUPER-IMMENSO consiglio! <3

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno e chiedo scusa x eventuali errori di battitura e/ortografia.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Questa volta ho fatto + tardi io!ahahaha Cmq...Io l'avevo detto che la Golden Couple avrebbe preso strade diverse,ma nessuno mi crede!Credo che paradossalmente più delle parole di Ronnie sia stato l'incontro con suo padre a farlo riflettere sulla sua vita:lo specchio di sè stesso,ciò che sarebbe diventato se Albus non fosse stato al suo fianco durante tutti quegli anni),Hale_y(Mhhh ricordati che stiamo parlando di Draco Malfoy...Se vuoi vedere un Draco buono nelle mie ff devi leggere "Il pagamento di un debito",lì è davvero buono!Ma solo lì...Nel prox capitolo si scoprirà cosa è successo per intero,intanto il piccolo spoiler non lascia sperare in bene!Nn lasciarti ingannare dalle apparenze!Nonostante la grande svolta di questo capitolo,siamo solo a metà strada:nn si può risolvere tt dicendo "ti amo",lo si deve dimostrare,soprattutto in questo caso),Luthien241(Grazie x la fiducia!Ti ho risollevato un pò il morale con questo capitolo,almeno un poco poco?Sai mi hanno fatto spesso questa domanda e l'unica risposta che riesco a trovare è che il mio gay radar funziona soltanto con le yaoi!XD),VeroGranger(Grazie x i complimenti!),Juliets(Ginny ha unito i superpoteri di Supermama con quelli da strega...C'è da averne quasi paura!Ahaha Anche io amo alla follia One Tree Hill e fin dalla 1 serie sn innamorata di Nathan ed Haley,quindi quando ho iniziato a pensare a Ronald e Rebecca il collegamento è stato immediato!^_^),Kikka15(La svolta arriverà tranquilla!E sarà talmente grande da sconvolgere sia Alice che Luke,mettendoli di fronte ad una scelta definitiva.Una di quelle svolte x cui sono famosa!Di una madre abbiamo bisogno tutti,è vero,però Daniel in qst momento è ancora tr ferito per capirlo,o anche solo concepire l'idea di avere un qualche rapporto con sua madre;bisognerà aspettare l'evolversi degli eventi...In questo momento,nn so se te ne sei accorta,Albus nn ha nessun contatto con la propria famiglia,quindi è un miracolo che abbia deciso di confidarsi con la madre,quasi volesse ricordare a sè stesso di essere ancora un membro della famiglia Potter;dal canto suo Scorpius fa quello che può per scacciare il dolore,lo sappiamo che gli uomini qnd si tratta di queste cose cercano sempre delle scorciatoie o dei modi facili per dimenticare ed evitare di affrontare la realtà),VictorieBHFS(Concordo con te!PEr me sarebbe un sogno se realmente Brian fosse uno dei personaggi di HP,ma poi nn amerei così alla follia Draco Malfoy o Ronald Weasley,avrei occhi solo x Brian...Uff!E' davvero difficile!Evviva ho trovato qualcuno con la mente malata come la mia!!!!Credevo di essere sola come la particella di sodio dell'acqua Lete!XD).

Bene per il momento è tutto,io vi ringrazio e vi do appuntamento al prox capitolo(Prometto che cercherò di postare il prima possibile!)...

"I want you,I want you so bad!"

Baci,Eva

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Love don't live here anymore ***


love don't live here anymore

 

"But it's too late to say you're sorry

How should I know why should I care"

Harry e Ginevra Potter non erano mai stati persone che amavano la mondanità e gli eventi pubblici.
Questo lo sapevano tutti,amici parenti e semplici conoscenti.
Ma tutti,sapevano anche che c'era una cosa che i due non mancavano mai di celebrare:il loro
anniversario di matrimonio.
E quell'anno sarebbe caduto il trentesimo anniversario;come al solito marito e moglie avevano
pensato di celebrarlo da soli,magari concedendosi una vacanza in un paese straniero.
Sfortunatamente qualcuno non era dello stesso parere:per l'occasione speciale,Hermione era
convinta che dovessero fare le cose in grande almeno per una volta.
-Trent'anni di matrimonio non si festeggiano tanto spesso,specialmente di questi tempi-aveva
detto loro per convincerli.
-Soprattutto se la sposa è mia sorella-aveva commentato Ron ironico come al suo solito.
Ginny aveva guardato il fratello con uno sguardo di rimprovero,pronta a dirgliene quattro
come quando erano ragazzi,ma Hermione si era prontamente intromessa per evitare che la situazione degenerasse:era assurdo come certe cose restassero sempre le stesse;nonostante Ginny e Ronald avessero rispettivamente quarantacinque e quarantasei anni il loro battibeccare era lo stesso di quando erano ragazzi.
E,come al solito,toccava ad Hermione e ad Harry il compito di sedare gli animi prima che fosse
troppo tardi.
Alla fine,anche per allontanare da loro la pressante insistenza di Hermione,Harry e Ginny
avevano accettato:avrebbero dato un grande party per il loro anniversario,ma erano riusciti a strappare alla donna la promessa che gli unici invitati sarebbero stati i membri della famiglia.
Naturalmente al momento di spedire gli inviti si era presentato il "problema" Scorpius.
-Credi che dovremmo invitarlo?-aveva chiesto Harry perplesso.
-Non essere sciocco!Certo che lo inviteremo!-aveva ribattuto la moglie senza la minima
esitazione.
-Non credi che dovremmo almeno discuterne prima?-
-Che c'è da discutere?Quel ragazzo ha vissuto con noi negli ultimi dieci anni,siamo la cosa più
vicina ad una famiglia che ha...E' quasi un altro figlio per noi-aveva risposto la donna.
-Ma Albus E' nostro figlio,e loro non sono più una coppia.
Non pensi che possa infastidirsi nel trovarlo alla festa per il nostro anniversario?-le fece notare
lui.
Ginny lo aveva guardato per qualche istante,un espressione chiaramente sorpresa sul volto.
-Fammi capire:adesso non siamo più padroni di invitare chi vogliamo alle nostre feste?E' la
nostra festa Harry!-gli aveva ricordato.
Harry aveva annuito.
-Non fraintendermi,anche io vorrei che Scorpius fosse presente,gli voglio bene quanto gliene
vuoi tu,e spero sinceramente che i ragazzi ritornino insieme.
Però non credi che la presenza di Scorpius alla festa potrebbe essere interpretata come un
tradimento da nostro figlio?Come se stessimo prendendo le parti di Scorpius invece che le sue?-
Ginny scosse la testa.
-So che nostro figlio è abbastanza intelligente da capire...Sarebbe strano il contrario.
Anzi peggio sarebbe meschino:abbandonare Scorpius soltanto perchè lui e Albus si sono
lasciati-
Per l'ennesima volta,Harry annuì.
-Sei consapevole vero che c'è la possibilità che Al si presenti alla festa con qualcun'altro?-le
domandò poi dopo un lungo momento di silenzio.
Ginny,immersa nei propri pensieri,si morse il labbro inferiore,per poi annuire a sua volta.
-In quel caso Scorpius avrà bisogno di tutto il nostro appoggio...-si limitò a dire.

 

Al contrario dei suoi genitori,Albus non ebbe il minimo dubbio sulla presenza di Scorpius alla festa.
Conosceva i suoi genitori,sapeva quanto volevano bene a Scorpius e non aveva dubitato
neanche per un'istante che potessero escluderlo da un' "evento" così importante.
Ormai faceva parte della famiglia,avrebbe potuto vederla in quell'ottica,ma sapeva benissimo
che i suoi genitori non si erano ancora arresi alla fine della loro relazione:erano ancora convinti che una maggiore vicinanza avrebbe riportato il sereno fra i due ragazzi.
Albus imputava quella visione così romantica dell'amore al rapporto che c'era sempre stato fra
i suoi genitori;nonostante avessero dovuto superare molti ostacoli prima del matrimonio,una volta sposati,la loro vita di coppia era stata serena,senza il minimo problema.
Quindi erano mentalmente limitati,almeno da quel punto di vista...
Beh,ora avrebbero dovuto scontrarsi con la realtà:quando aveva ricevuto l' invito alla festa
speditogli dalla zia Hermione,aveva subito chiamato i suoi genitori per infomarli che sarebbe stato presente,ma che non si sarebbe presentato da solo.
-Vuoi portare con te Lane?-gli aveva chiesto sua madre cercando di non mostrare troppa
curiosità.
-Sì,ma non soltanto lui-si era limitato a rispondere l'uomo.
-Ah...-
Quello era stato l'unico commento di sua madre;Albus era certo che avrebbe avuto molto da
dire al riguardo,ma lui era stato abbastanza veloce da concludere la telefonata prima che la donna potesse riprendersi dallo stupore.
Ironicamente,lo stesso stupore si era dipinto sul volto di Brian quando lo aveva informato della
festa.
-Che vuol dire siamo invitati ad una festa dei tuoi genitori?-gli aveva chiesto,guardandolo
perplesso.
Albus aveva sorriso ironico.
-Non mi sembra un concetto tanto difficile da capire...I miei genitori danno una festa per il
loro anniversario di matrimonio e,dato che sono il loro terzogenito,sono costretto ad andare e tu con me-
-Vuoi portarmi a conoscere la tua famiglia?-gli aveva chiesto l'altro mentre un ghigno
sarcastico si disegnava sulle sue labbra sottili.
-Credimi ne farei a meno volentieri anch'io,ma corro il rischio di essere disconosciuto.
Non credevo fosse un gran problema per te...-aveva poi aggiunto fermandosi a riflettere sulla
reticenza dell'altro.
Magari l'uomo aveva già altri progetti per quel giorno,o più semplicemente non voleva trovarsi
bloccato in qualcosa che ai suoi occhi aveva l'aspetto di una presentazione ufficiale.
-Non sei obbligato a venire se non vuoi...-si era ritrovato a dire subito dopo,quasi volesse
rimangiarsi le parole appena dette-Ho solo dato per scontato che volessi esserci anche tu-aveva concluso dandogli le spalle.
Brian si era alzato in piedi e,con quel passo felino che era una sua caratteristica,gli si era
avvicinato in modo da poter stringere il braccio destro attorno ai fianchi di Al,attirandolo poi contro di sè.
-Mi presenterai come il tuo ragazzo?-gli aveva chiesto con un filo di ironia nella voce.
Al aveva mosso la testa sulla sua spalla quel tanto che bastava per incontrare il suo sguardo.
-No pensavo di dire a tutti che sei il ragazzo che mi scopo al momento...Che te ne pare come
presentazione?-gli aveva chiesto con la stessa ironia.
Brian gli aveva rivolto uno dei suoi sorrisi a metà,prima di premere le labbra una contro l'altra.
-Decisamente meglio...Del resto è la verità,no?-
Albus era rimasto a fissarlo in silenzio per qualche istante,prima di avvicinare il viso al suo in
modo da sfiorare le labbra di Brian.
Già,era la verità...


Era stato lui a fare la prima mossa.
A cena conclusa,quando il resto del gruppo se ne era andato,Albus si era avvicinato a Brian ed era rimasto a fissarlo per qualche istante,senza dire o fare nulla.
-Cosa?-gli aveva chiesto alla fine Brian,esasperato dal suo sguardo.
Sempre in silenzio,Albus si era fatto i pochi passi che ancora lo separavano dall'uomo e lo aveva baciato,una mano ferma sul petto del moro all'altezza del cuore,quasi volesse controllargli le pulsazioni.
Per un pò Brian lo aveva lasciato fare,non era la prima volta che si baciavano o che Albus prendeva l'iniziativa;soltanto quando aveva sentito la mano destra di Al scendere verso il cavallo dei pantaloni e fermarsi sulla fibia della cinta,Brian si era allontanato dalle labbra dell'altro e lo aveva fissato.
Albus era rimasto immobile,silenzioso,perfettamente a suo agio sotto quello sguardo indagatore per alcuni istanti prima di tornare a posare le labbra su quelle di Brian.
L'avevano fatto in sala da pranzo,contro il tavolo ancora occupato dai piatti usati durante la cena.
Albus si era lasciato andare completamente,svuotando la mente da ogni pensiero e concentrandosi soltanto su di sè,su Brian e sul momento che stavano vivendo.
Non poteva concedersi l'errore di pensare...Altrimenti le parole che stava cercando di sbattere fuori dalla sua testa sarebbero tornare prepotentemente a farsi sentire.
Quella sera erano stati a letto insieme altre due volte,ed era stato soltanto quando si erano ritrovati completamente nudi,uno accanto all'altro nel letto,che Brian gli aveva fatto la domanda che gli aveva visto chiaramente negli occhi nel momento in cui aveva iniziato a baciarlo.
-Perchè?-gli aveva chiesto.
Fingendo una non-curanza che non provava affatto,Al si era preso il tempo per accendersi una sigaretta ed aspirare la prima boccata di fumo prima di rispondere.
Perchè?
-Non sembrava darti tanto fastidio fino a cinque minuti fa-gli aveva risposto.
-Non sia mai detto che Brian Kinney si tiri indietro quando c'è l'opportunità di scopare-aveva commentato l'altro rubandogli la sigaretta dalle dita.
Al si era lasciato scappare un sorriso e si era voltato su un fianco,osservandolo mentre tirava alcune boccate dalla sigaretta che gli aveva appena rubato.
-Proprio non vuoi dirmelo?-gli aveva chiesto ancora.
Albus aveva sospirato.
-Cosa c'è da dire?Mi andava di scoparti e l'ho fatto.
Tutto qui-aveva risposto cercando di non usare il tono sbagliato.
Stranamente Brian si era accontentato di quella risposta:aveva finito la sigaretta e poi si era voltato dall'altra parte addormentandosi nel giro di pochi minuti.
Era stato allora,quando si era ritrovato da solo con i suoi pensieri,che Albus aveva dovuto fare i conti con sè stesso.
Perchè?
Perchè era andato a letto con Brian?
Era quasi inevitabile che succedesse prima o poi ma perchè proprio quella sera?
Perchè scopare con un altro la sera in cui riusciva ad ottenere quello che aveva sempre desiderato.
Rigirandosi nel letto si era ritrovato a sospirare.
Gli aveva detto che lo amava...Si era presentato lì per dirgli che senza di lui non riusciva a dare un senso alla sua vita e che lo amava.
Aveva aspettato dieci anni per sentirgli dire quelle parole...Dieci anni.
Durante tutti gli anni passati insieme,aveva sempre immaginato l'effetto che avrebbe avuto su di lui sentire quelle parole:la sensazione di sentirsi completo,di aver trovato il proprio posto nel mondo semplicemente grazie ad una persona.
Invece,quando finalmente gliele aveva sentite pronunciare,non aveva provato altro che rabbia.
Lo amava ma questo non gli aveva impedito di fare un figlio con Rose.
Lo amava ma nonostante dieci anni di vita insieme sentiva ancora il bisogno di sbandierare la loro storia davanti ai Malfoy soltanto per farli incazzare.
Lo amava ma non riusciva a capire i suoi bisogni,le sue necessità.
Lo amava ma non appena era stato libero era andato in giro per locali pronto a scoparsi il primo culo che gli passava davanti,senza neanche provare a combattere,senza cercare di rimediare a quello che era successo...Si era arreso.
Lo amava...ma questo non gli aveva impedito di fare sesso con lui in quel modo,quasi fosse una violenza,per dimostrargli la sua supremazia.
Dov'era tutto quest'amore?
Era per questo che era andato a letto con Brian?
Per via del suo orgoglio ferito?In parte.
Una parte di sè voleva dimostare all'ex che anche lui era capace di scopare in giro senza farsi tanti problemi,senza farsi troppe domande.
Ed una piccola,minuscola parte di sè voleva convincersi che quello era un nuovo inizio:il vero inizio della sua vita senza Scorpius.
Aveva chiuso gli occhi e nella mente erano risuonate le parole che Scorpius gli aveva detto la sera in cui se ne era andato di casa.
"Se ora ti dicessi che ti amo cambierebbe qualcosa?"
E per la prima volta,anche se non aveva mai pensato fosse possibile,si ritrovò a dover dar ragione a Scorpius.
No,non cambiava proprio niente...

 

-Lily sei pronta?-
La rossa arrivò in salotto con due scarpe distinte nelle mani;le gemelle erano già ai piedi.
-Quale è meglio?-gli aveva chiesto restando a distanza in modo che lui potesse vedere bene le scarpe.
Daniel restò in osservazione per alcuni istanti:una scarpa era nera,con dei piccoli strass lucenti sulla punta e con il tacco a spillo;l'altra era rosa,con un tacco decisamente inferiore ed un fiocco sulla punta.
-Sei davvero sicura di voler indossare i tacchi?Ultimamente ti lamenti anche delle ballerine-le disse pratico come al solito.
Da sempre abituata ad indossare scarpe con tacchi quasi vertiginosi,a causa della gravidanza Lily aveva dovuto rinunciare a questo "piacere" visto che si sentiva goffa e con la costante paura di inciampare e cadere.
Sbuffando sonoramente,Lily si lasciò cadere su una poltrona poco distante e si tolse la scarpa nera dal piede destro.
-Senza tacchi mi sento una nana!Il giorno che potrò indossare di nuovo scarpe con il tacco sarà un giorno felice-commentò.
Daniel accennò un sorriso e scosse la testa,chiaramente divertito.

-Potresti allacciarmi gli ultimi bottoni?-gli chiese ancora Lily rivolgendogli la schiena e scostando i capelli per facilitargli il compito.
Man mano che chiudeva i bottoni,Daniel osservò come il vestito rosso si adattava alle curve formose della moglie;aveva sempre amato il corpo piccolo e minuto di Lily,ma non si vergognava ad ammettere che apprezzava i cambiamenti che erano avvenuti grazie alla gravidanza:fin da subito il seno era diventato più florido,i fianchi più rotondi,e la pancia era stata ben visibile fin dal terzo mese di gravidanza.
Dopo aver chiuso l'ultimo bottone,Daniel lasciò scorrere le braccia attorno ai fianchi di Lily,attirandola contro di sè,posando una mano sul pancione.
-Come sta il mio ometto?E' pronto per la grande festa?-chiese poggiando il mento sulla spalla sinistra.
Non sapevano ancora il sesso del bambino,ma Daniel era convinto che sarebbe stato un maschio.
Il sorriso soffiato di Lily arrivò alle sue orecchie,ma gli bastò sentire la tensione che attraversava i muscoli della schiena per capire che cosa preoccupava sua moglie.
-Vedrai andrà tutto bene..Sono sicuro che non appena ti vedrà Al ti chiederà scusa per quello che è successo l'ultima volta che vi siete visti.
E poi ovviamente passerete tutto il resto della festa a recuperare il tempo perso dimenticandovi completamente di tutti noi e del motivo per cui siete lì-
Ancora una volta Lily sorrise leggermente.
-Lo credi davvero?-gli domandò timorosa.
Era evidente che non volesse riporre troppe speranze in quelle parole.
Quella lontananza prolungata da Albus era qualcosa di innaturale per lei:sentiva la mancanza del fratello in modo quasi fisico,ma per colpa dell'orgoglio tipicamente Weasley non avrebbe mai fatto il primo passo,specialmente visto come era andata l'ultima volta che era andata da lui.
Quando aveva saputo del diverbio fra i due fratelli,il primo pensiero di Daniel era stato trovare un modo per riportare la pace,ma la moglie gli aveva proibito categoricamente di intromettersi:era troppo arrabbiata per il comportamento e gli atteggiamenti sbagliati di Al per pensare di fare pace ed era profondamente convinta che dovesse essere Albus a scusarsi.
Però con il passare delle settimane era diventato evidente che l'uomo non avrebbe chiamato e forse proprio questa mancanza di sollecitazione,questo disinteresse verso quella che era la sua migliore amica,la sua confidente più intima,aveva portato Daniel a provare un pò di rancore verso il cognato.
Rancore che provava ogni volta che affrontavano quell'argomento,anche di sfuggita,ogni volta che gli occhi di Lily si adombravano di tristezza per quel fratello che sembrava averla messa da parte.
-Ne sono sicuro-le disse cercando di infondere nella propria voce più sicurezza di quanto non ne provasse in realtà.
Ma in fondo avrebbe fatto qualsiasi cosa per veder sorridere sua moglie,per ripagarla in qualche modo di tutto l'appoggio che gli aveva dato in quelle ultime settimane.


Daniel osservò il palazzo grigio di fronte a sè.
Non era la prima volta che passeggiava per la King's Road,e aveva visto più volte quel palazzo,ma non aveva mai pensato che all'interno ci fosse un centro di recupero per alcolisti.
Proprio lì!In quel quartiere così elegante!
Era rimasto davvero sorpreso quando quella donna,quella Nigella,gli aveva dato quell'indirizzo:era a pochi passi dal "Now & Forever".
La donna,oltre l'indirizzo,gli aveva fissato una data,un giorno in cui Judith avrebbe fatto il suo grande discorso davanti ai suoi amici alcolisti.
Judith...
Non riusciva a chiamarla in nessun'altro modo.
Quella donna non rappresentava nulla per lui,era un'estranea,per quale accidenti di ragione era lì?
Perchè aveva bisogno di risposte.
Quando aveva parlato con suo padre della sua decisione di partecipare all'incontro,l'uomo lo aveva fissato per un lungo istante,prima di cacciare un lungo respiro.
-Non condivido la tua scelta,ma posso capire i motivi che ti spingono ad incontrarla-gli aveva detto poi.
Era stato tutto quello che aveva detto sull'argomento.
Del resto non c'era molto da dire:suo padre sapeva che per anni si era posto delle domande,aveva fatto supposizioni,e non si sarebbe fatto scappare la possibilità di avere delle vere risposte.
-Sei pronto?-gli domandò Lily alla sua sinistra.
Doveva riconoscerlo:sua moglie era eccezionale.
Era consapevole che si sentisse fuori luogo,a disagio in quella situazione così diversa dalla vita familiare che aveva vissuto,ma era lì,accanto a lui.
Gli era rimasta sempre accanto pronta a confortarlo,ad aiutarlo a dissipare i suoi dubbi, riuscendo a mettere da parte i propri.
Voltò la testa verso di lei e annuì.
Uno di fianco all'altra salirono i pochi gradini che li separavano dall'entrata e,con un gesto cavalleresco,Daniel aprì la porta a Lily facendosi poi da parte per farla entrare.
Per un attimo Daniel pensò di essere stato trasportato in uno studio dentistico,tanta era la professionalità ed austerità che traspariva anche solo dalla reception.
Le pareti erano bianco guscio d'uovo,senza quadri o cartelloni pubblicitari che mostrassero il lavoro che veniva svolto nella struttura.
Tre divani neri senza schienale erano addossati ad una delle quattro pareti e davano l'impressione di essere molto scomodi.
Piazzata nel centro,proprio di fronte alla porta,c'era una piccola postazione con computer,telefono e tutto ciò che sarebbe risultato utile alla donna seduta dietro la scrivania che in quel momento era impegnata a digitare qualcosa sui tasti del computer.
Al suono dei passi alzò lo sguardo,producendosi subito in un sorriso quando li vide a pochi metri da sè.
-Salve benvenuti alla clinica Margaret Thatcher.Come posso aiutarvi?-domandò loro,guardando ora l'uno ora l'altra.
Margaret Thatcher?Cos'era la versione britannica della clinica Betty Ford?
Lily guardò la donna incredula,cercando di non far trasparire lo stupore che le sue parole le provocavano dal suo sguardo.
-Siamo qui per prendere parte ad un meeting.
Siamo stati contattati da Nigella Folks-le spiegò Daniel.
Era evidente che volesse mettere in chiaro il prima possibile che non erano lì per problemi legati all'alcool o ad un altro tipo di dipendenza.
La donna sorrise nuovamente e Lily si chiese come facesse a sorridere in quel modo,senza muovere realmente nessun muscolo facciale.
Dopo un piccolo cenno di assenso,la videro alzare la cornetta del telefono,che a quanto sembrava era anche interfono,e restare in silenzio.
-Nigella c'è Mr...-
-Thomas-si affrettò a sussurrare Dan.
-Thomas per te-ripetè la donna-
Dopo qualche secondo di silenzio,la videro annuire nuovamente,prima di riagganciare la cornetta.
-Vi sta aspettando.
Proseguite per il corridoio sulla destra fino alla stanza numero 316-spiegò loro continuando a sorridere in quel modo tutto particolare.
Daniel annuì,neanche fosse tornato un bambino di cinque anni,e dopo averla ringraziata si mossero verso il corridoio che era stato indicato loro.

-Questo posto mi mette i brividi-commentò a mezza bocca Lily.
Dan annuì,senza aggiungere altro.
Era la stessa sensazione che provava anche lui,e avrebbe volentieri voltato le spalle a tutto tornandosene a casa,ma sapeva che sarebbero tornati a cercarlo.
Scappare non aveva senso...
Di fronte alla stanza 316 si fermarono e,dopo essersi lanciati uno sguardo,Daniel bussò alla porta,aprendola l'attimo dopo.
L'attenzione di una decina di persone,riunite in gruppo a poca distanza da una grande finestra, si concentrò su di loro nello stesso istante.
Leggermente imbarazzati,Daniel e Lily entrarono in quella stanza,cercando di non dare peso all'attenzione di quegli estranei,la mano di Daniel stretta saldamente in quella della moglie.
Dan si guardò attorno,cercando l'unico volto conosciuto,quello che li aveva "trascinati" qui quel giorno e finalmente,la vide avanzare verso di loro,distaccandosi dal resto del gruppo.
-Benvenuti-disse loro,fermandosi a qualche passo di distanza-Grazie per aver accettato l'invito.
La riunione comincerà fra pochi minuti,nel frattempo posso offrirvi un caffè?-chiese in tono affabile.
Lily scosse la testa,seguita pochi secondi dopo dal marito.
Sentiva su di sè lo sguardo curioso di quegli estranei e la cosa la infastidiva:era certa che sapessero chi fosse,che sapessero del passato di Daniel e questo la irritava ancora di più.
Chi erano quelle persone per giudicare?Se fossero stati perfetti,a loro volta non si sarebbero trovati lì,in un centro di recupero per alcolisti!
Daniel la guidò verso una delle tante sedie vuote e,quasi seguendo il suo esempio,tutti gli altri presenti nella stanza inziarono a muoversi verso le sedie.
Era ora di dare inizio alla seduta...
Fu allora che Daniel vide sua madre.
Era stata tutto il tempo insieme agli altri,nel piccolo gruppetto che li aveva scrutati fin dal loro arrivo,ma soltanto ora aveva la piena consapevolezza che quell' "estranea" era sua madre.
Solo quando l'aveva vista distaccarsi dal gruppo e restare in piedi.
Incontrando il suo sguardo,Daniel si affrettò ad allontanare il proprio,neanche fosse un bambino colto a fare qualcosa di sbagliato.
Nigella si alzò in piedi,portandosi dietro un piccolo leggio sistemato nel centro,in modo da essere visibile da tutte le sedie,e sorrise.
-Bentrovati.
Come sapete oggi è un giorno speciale.
Oggi festeggiamo i successi dei nostri compagni.
Conosciamo la storia di ognuno di loro,il percorso fatto per arrivare qui e le difficoltà che hanno dovuto affrontare.
Siamo una famiglia-disse regalando al gruppo un sorriso,mentre le sue parole venivano accolte da mugolii d'apprezzamento e uno sporadico applauso.
Daniel sospirò,già sinceramente pentito di trovarsi lì,e si chiese quanto tempo ancora sarebbe dovuta durare quella sceneggiata.
-Senza ulteriori attese lascio la parola al primo dei vostri compagni-disse facendo un cenno ad un nuovo calvo e muscoloso.
Questi si alzò e si portò dietro il leggio e,dopo aver preso un respiro profondo,informò il gruppo di chiamarsi Ryan,di essere sobrio da quasi quattro mesi e soprattutto di essere molto grato per aver avuto una seconda opportunità.
A causa dell'alcolismo l'uomo aveva perso la fidanzata,il lavoro e per un lungo periodo si era ritrovato a vivere per la strada visto che tutti i suoi amici lo avevano abbandonato;ma ora fortunatamente tutto stava tornando alla normalità.
-Certo,che importa se ha perso tutto ciò che aveva di importante nella vita?-mormorò Daniel,incurante della possibilità che altre persone potessero sentirlo.
Lily lo zittì e posò una mano sulle sue,proprio nel momento in cui Ryan si congedava dagli altri e lasciava il suo posto ad una donna dai corti capelli biondi.
-Ciao a tutti sono Judith e sono un alcolista-disse questa con voce moderata.
Daniel prese un respiro profondo,sinceramente sollevato della presenza di Lily al suo fianco che gli impediva di compiere gesti azzardati.
Dal canto suo,Lily stava osservando attentamente la donna di fronte a loro:sua madre le aveva detto che un tempo quella era un'attrice famosa e molto bella...Eppure a guardarla adesso Lily non l'avrebbe mai immaginato.
La donna di fronte a loro era in sovrappeso,aveva il viso leggermente gonfio per via dell'alcool e alcune rughe si erano formate agli angoli della bocca e degli occhi.
Osservò attentamente quel volto alla ricerca di possibili somiglianze con Daniel e si sorprese quando si accorse che avevano lo stesso naso e lo stesso taglio degli occhi;per qualche assurda ragione era rimasta scettica fino a quel momento,quasi si trovassero davvero di fronte un'estranea.
-Sono sobria da sei mesi-stava intanto dicendo la donna-Sono stata un'alcolista per più di vent'anni.
Ho cominciato a bere a causa della fine del mio matrimonio...dicevo a me stessa che un bicchiere dopo cena non mi avrebbe fatto male.
Poi però i bicchieri sono aumentati,avevo iniziato a mischiare la vodka con il succo d'arancia per la colazione e il rum nella Cola che bevevo a pranzo.
Alla fine la mia giornata era un susseguirsi di drink-commentò.
Daniel la vide sospirare e si chiese per l'ennesima volta per quale motivo dovesse essere lì,in mezzo a quegli estranei ad ascoltare tutta quella storia:quella donna aveva forse dimenticato nel suo delirio alcolico che anche lui era presente?Che l'aveva vissuta sulla sua pelle?
-Ho figlio,sapete?-disse rivolta al gruppo di persone davanti a sè-Quando ho iniziato a bere lui non aveva neanche due anni.
Anche se mi vergogno ad ammetterlo è stato anche a causa sua se ho iniziato a bere...Era stato per lui se io e suo padre ci eravamo sposati e quindi nella mia infelicità lo incolpavo di quello che stava succedendo...Sono anche arrivata a pensare che la mia vita sarebbe stata migliore se lui non fosse mai nato-
Quelle parole lo ferirono come una coltellata in pieno petto.
Aveva rinunciato da anni alla presenza di una figura materna nella sua via,ma sentirsi incolpare per i fallimenti di quella donna era troppo:ma per quale cazzo di motivo era lì?
-Ho sentito abbastanza!-disse inaspettatamente Lily alzandosi in piedi.
Daniel si riscosse dai suoi pensieri e alzò lo sguardo sulla moglie che ricambiò velocemente lo sguardo prima di voltarsi per prendere il cappotto sulla sedia accanto alla sua.
Nel subbuglio di emozioni che stava provando,Daniel ne sentì distintamente una predominare sulle altre:gratitudine.
Sua moglie aveva compreso senza bisogno di parole quello che stava provando e aveva preso in mano le redini della situazione.
-C'è qualche problema?-domandò la voce pacata di Nigella,attrirando l'attenzione di tutto il gruppo su di loro.
-Oh nessun problema,ce ne stiamo andando-rispose Lily alla donna,mentre Daniel si alzava in piedi.
-Posso chiedervi perchè?-
Era decisamente la domanda sbagliata,visto che fece esplodere la rabbia che covava in Lily.
-Crede che resterei un minuto di più a sentire quella donna mentre incolpa mio marito per i suoi problemi?-gli domandò con voce affilata.
-Non è questo che ho detto...-s'intromise Judith.
-Ah no?Ha appena ammesso di aver desiderato che lui non fosse mai nato!
Come si permette?-
-Lily-disse Dan cercando di calmarla.
-Ha la minima idea di quello che lui ha passato per colpa sua?Dell'impatto che la sua assenza ha avuto su di lui?-chiese rivolta alla donna dietro il leggio.
Poi portò il suo sguardo su Nigella.
-La prima cosa che avrebbe dovuto dirgli sarebbero dovute essere parole di scuse per tutti gli anni di abbandono,per il mefreghismo che ha dimostrato verso di lui,invece è stata capace di peggiorare le cose.
E' per questo che ci ha fatto venire qui oggi?-domandò allo sponsor.
-Oguno affronta la riabilitazione in modo diverso...-
-Lei mi ha promesso che me ne sarei potuto andare in qualsiasi momento-disse Daniel,parlando per la prima volta,ricordando alla donna la sua promessa-Non c'è niente che mi trattenga qui-aggiunse.
Era evidente che Nigella volesse dire qualcos'altro per convincere i due a restare,ma era vincolata dalla sua stessa promessa,quindi fu costretta ad annuire.
Daniel annuì a sua volta e,preceduto da Lily,uscì dalla propria fila dirigendosi verso l'uscita della sala.
Sentiva su di sè lo sguardo di tutti i presenti,compreso quello più pressante di Judith,ma non aveva nessun'intenzione di voltarsi o di aggiungere un'altra parola sull'argomento.
Quel capitolo della sua vita era definitivamente finito.
Per sempre.


Tutti i membri della famiglia Weasley-Potter si erano riversati a Privet Drive.
Unici assenti,Percy e la sua famiglia.
I primi ad arrivare erano stati,ovviamente,Ron ed Hermione con la piccola Eliza per poter dare una mano ai due "festeggiati" con gli ultimi preparativi;poi in rapida successione erano arrivati George e Luna,Ronald e Rebecca con i bambini ed il resto della famiglia.
Con non poche difficoltà i due erano riuscit a controllare le manie di grandezza di Hermione che,altrimenti avrebbe trasformato una festa di famiglia in un party hollywoodiano.
-Credi che gli ospiti hanno abbastanza cibo?-chiese Hermione guardando con sguardo apprensivo il tavolo del buffet.
-Herm vuoi calmarti?Va tutto alla perfezione e poi gli ospiti,come li chiami tu,è la nostra famiglia;se dovesse mancare qualcosa ce lo direbbero-le disse Ginny sorridendole benevola.
-E se non dicessero nulla per la troppa educazione?-le domandò ancora.
Ginny ridacchiò.
-Stiamo parlando dei maschi Weasley...Quando manca il cibo non li ferma neanche l'educazione-commentò ridacchiando.
Hermione sospirò,cercando di seguire il consiglio dell'amica e iniziare a rilassarsi.
Dal canto suo Ginny,era preoccupata:da un momento all'altro aspettava l'arrivo di Albus e non sapeva davvero cosa aspettarsi.
Scorpius era stato uno dei primi ad arrivare,portando con sè un mazzo di gigli bianchi e una bottiglia del migliore Whisky incendiario per i Potter,mescolandosi poi agli altri invitati.
Era certa che almeno Ronald,e quindi Rebecca, fosse a conoscenza della rottura fra Scorpius e Albus,ma molti avevano avuto dei sospetti quando avevano visto il biondo presentarsi da solo.
Per quanto lo riguardava,Scorpius stava cercando in tutti i modi di rendersi il più anonimo possibile,di non attirare troppo l' attenzione degli altri evitando così domande indiscrete e inutili.
Nello stesso istante in cui Albus fosse apparso sulla porta tutti le illazioni e le supposizioni si sarebbero scatenate,quindi per il momento Scorpius voleva soltanto godersi la quiete prima della tempesta.
-Ehi Scorpius!-si sentì chiamare.
Si voltò e vide James venire verso di lui,un bicchiere di vino nella mano sinistra.
-James!Anche tu qui?Che piacevole coincidenza!-disse ironico il biondo,strappando un sorriso all'altro.
-Che fai qui tutto solo?Dov'è la tua dolce metà?Non l'ho ancora visto in giro-domandò prima di portare il bicchiere alle labbra.
-Ah ecco...Arriverà più tardi-disse semplicemente.
In fondo era vero,anche se non sapeva quando e con chi si sarebbe presentato.
Aveva un buon presentimento dopo il loro ultimo incontro:gli aveva dichiarato i suoi sentimenti e gli aveva detto che era pronto a lottare,ora poteva soltanto aspettare la reazione di Al.
Toccava a lui fare il primo passo questa volta.
-Dov'è Rose?-domandò per sviare il discorso da sè stesso.
James voltò leggermente la testa alla sua sinistra e gli indicò un puto lontano nella stanza dove,insieme ad Emy e Alice,Rose chiacchierava allegramente.
La gravidanza era soltanto all'inizio ma Rose non stava facendo nulla per cercare di nasconderla,anzi la mostrava orgogliosa.
-Sembra felice-commnetò il biondo,cercando di nascondere il risentimento che provava.
Quella felicità gli era costata cara...
-Lo è.Lo siamo.
E dobbiamo tutto a te e ad Albus-disse il moro poggiandogli la mano libera sulla spalla destra,in un tentativo incerto di mostrargli la sua gratitudine.
Scorpius annuì senza parlare e bevve tutto d'un fiato il contenuto del suo bicchiere.
-Scusami,ma ho bisogno di fare rifornimento...-gli disse poi alzando il bicchiere vuoto.
Dopodichè si diresse verso il bancone dove erano sistemati tutti gli alcolici e si versò un'abbondante dose di brandy.
-Ehi straniero,come va?-si sentì apostrofare.
Senza voltarsi,si portò di nuovo il bicchiere alle labbra e bevve un sorso primadi decidersi a rispondere.
-Andrebbe meglio se tutti smettessero di chiedermi come sto-disse poi voltandosi verso Ronnie.
Il rosso annuì.
-Ok,messaggio ricevuto.Eravamo solo preoccupati per te...-gli disse.
-Non c'è motivo...Nessuno ancora sa cosa è successo fra me e tuo fratello e voglio godermi questa tranquillità finchè lui non si farà vivo-
Ancora una volta Ronald annuì,concorde con l'uomo.
-Piuttosto,hai avuto tempo di pensare alla mia proposta?-gli domandò.
-Quella assurda proposta di farti da testimone di nozze?-chiese il biondo di rimando.
-Precisamente-
Scorpius accennò un ghigno.
-Beh,per quanto possa sembrare assurdo,visto tutto quello che sta succedendo,ho deciso che accetterò la tua proposta...Qualcuno deve pur controllare che tu arrivi all'altare sano e salvo-commentò ironico.
Ronald sorrise e lo abbracciò cercando allo stesso tempo di mostrargli il suo affetto e la sua gratitudine e di non sembrare troppo smielato.
Scorpius era ancora stretto nell'abbraccio di Ronnie quando si accorse che qualcosa era cambiato;l'atmosfera era diversa,leggermente tesa,e ancor prima di sciogliersi dall'abbraccio di Ronnie seppe cosa stava per succedere.
La tempesta era arrivata.
Ma ciò che vide non era paragonabile a quello che si era aspettato...

Albus era lì,intento a salutare i propri genitori;alla sua destra c'era Lane quel piccolo stronzetto che aveva causato loro non pochi problemi...e accanto a lui c'era lui.
La mosca fastidiosa.
Al lo stava presentando proprio in quel momento ai Potter,apparente senza curarsi degli sguardi attenti e curiosi che erano concentrati su di lui.
Come aveva potuto portarlo lì?Perchè aveva scelto proprio quel giorno così importante per presentare quella mosca fastidiosa ai suoi genitori?
Voleva umiliarlo davanti a tutti,ecco perchè.
Sentiva accanto a sè la presenza di Ronald,ma il rosso capì che era meglio restare in silenzio e,senza dire nulla,lo lasciò da solo.
Dall'altra parte della stanza,Albus cercava di controllare il battito impazzito del suo cuore e di non curarsi minimamente degli sguardi di tutta la famiglia su di sè,su Brian e su Hunter.
Era qualcosa che aveva messo in preventivo quando aveva deciso di portare i due uomini alla festa.
-Piacere di conoscerti Brian-stava dicendo sua madre,cercando di svolgere al meglio il suo ruolo di padrona di casa nonostante l'evidente sorpresa.
-Piacere mio,signora Potter...Suo figlio mi ha parlato molto di lei-disse in tono cortese e quasi seducente Brian.
Albus accennò un lieve sorriso,ma lo bloccò prima che fosse visibile a tutti:non aveva detto una sola parola a Brian sui suoi genitori,era quasi un miracolo se li aveva nominati qualche volta di sfuggita.
Superata la fase dei convenevoli Albus guidò gli altri due verso il buffet,dove vennero intercettati da Rose.
-Al!Finalmente sei arrivato!-disse la donna sporgendosi verso di lui per posargli un bacio su entrambe le guance.
Era la prima volta che incontrava Rose da quella famosa colazione di...quanto tempo era passato?Un mese?Due?
Non se ne ricordava neanche più.
Vederla così felice,raggiante per qualcosa che gli aveva rovinato la vita,gli fece assumere un'atteggiamento distaccato,quasi si trovasse al cospetto di un estranea.
-Ciao Rose-la salutò.
-Cielo!E' una vita che non ti vedo...Perchè tu e Scorpius non siete venuti alla colazione del mese scorso?-gli domandò,continuando a tenere una mano sulla sua spalla sinistra,ignorando bellamente Brian e Lane.
-Non posso parlare per Scorpius,ma io avevo altri impegni-rispose.
Rose aggrottò le sopracciglia e il moro vide chiaramente che stava per iniziare il tipico interrogatorio Weasley,ma fortunatamente Brian arrivò a salvarlo.
Incurante di trovarsi in mezzo a molta gente,si avvicinò a Scorpius e gli passò un braccio attorno alla vita,attirandolo contro di sè,quasi a volerne rivendicare il possesso.
-Non ci hanno ancora presentati,io sono Brian...Un amico di Alby-disse senza il minimo imbarazzo.
Le sopracciglia di Rose si inarcuarono in un'espressione sorpresa a quelle parole,ma accennò lo stesso un sorriso.
-Salve...
Io sono Rose,la cognata di Albus-disse calcando la voce sull'ultima parola.
-Tu sei quella che è rimasta fregata e ha dovuto sposarsi a sedici anni?-le domandò Brian,con lo stesso sorriso sornione che aveva rivolto a Ginny.
Rose scosse la testa,chiaramente contraria al commento appena fatto dall'uomo.
-No,quella è Rebecca...Lei è sposata con l'altro gemello-rispose brevemente.
-Rose è mia cugina-spiegò Al guardando il moro.
Bria la fissò per qualche secondo prima di annuire.
-Ah...Ho capito-disse-Ho bisogno di un drink,ne vuoi uno anche tu?-domandò poi tornando a guardare Albus.
Il moro annuì.
-Lane che accidenti ci fai ancora qui?Forza mescolati alla folla,magari se sei fortunato trovi anche qualche ragazza da rimorchiare-disse ancora Brian al ragazzo che fino a quel momento era rimasto in silenzio accanto a loro.
Albus sorrise divertito e tornò ad incontrare lo sguardo di Rose.
-E lui chi è?-gli domandò la donna.
-E' Brian-rispose semplicemente Al.
-E' il nuovo giocattolo di Albus-disse una voce alle loro spalle.
Entrambi si voltarono e videro Lily a pochi passi di distanza da loro,uno sguardo di rimprovero negli occhi che la faceva assomigliare terribilmente alla madre.
-Ciao Lily-la salutò l'uomo.
-E' tutto quello che hai da dire?-domandò la donna,chiaramente alla ricerca della lite.
-C'è un modo diverso per iniziare una conversazione?-le chiese lui di rimando.
Lily si avvicinò ai due e puntò lo sguardo sul fratello.
-Non ti vedo da due mesi e tutto quello che sai dire è "Ciao Lily"?-lo bacchettò la rossa.
Cosa si aspettava da lui?Cosa TUTTI si aspettavano da lui?Dovevano essere grati del fatto che fosse lì!
-Ti trovo bene-le disse evitando di rispondere alla sua provocazione.
-Che ci fa lui qui?-chiese ancora Lily.
-Tu lo conosci?-le domandò Rose.
-L'ho visto solo una volta,ma non è stato un incontro piacevole-commentò acida la donna.
-Visto come ti sei comportata mi sembra strano che sia tu a lamentarti-ribattè secco Albus.
Lily lo guardò scioccata.
Albus sospirò e decise che era inutile rimandare ancora a lungo:era ora di getare la bomba e osservare i danni che avrebbe creato.
-Comunque lui è qui perchè,come hai appena detto tu,è il mio nuovo giocattolo-rispose.
Entrambe le donne lo fissarono incredule.
-Non dici sul serio..-disse Rose.
Al annuì.
-E Scorpius?-
-Fra noi è finita un paio di mesi fa...Ora ognuno va per la sua strada-commentò ancora il moro.
-Ma che cazzo stai dicendo?-si lasciò scappare Lily chiaramente confusa.
Non riconosceva l'uomo che aveva davanti:non era suo fratello;quello non era l'amico che le era stato accanto tutta la vita.
Quello era un'estraneo...
-Devo farti i disegnini per farti capire?-domandò leggermente seccato Albus.
Si voltò alla ricerca di Brian e del drink che gli aveva promesso,e si irrigidì quando lo vide parlare con Scorpius.
Doveva andare a controllare che tutto fosse a posto...
Senza aggiungere altro lasciò le due donne e si diresse verso l'angolo più lontano della stanza dove Scorpius e Brian erano uno di fronte all'altro.
-Che fine ha fatto il mio drink?-domandò rivolto a Brian.
L'uomo lo guardò e un lieve sorriso gli incurvò le labbra sottili.
-Ehi Alby!Ero diretto albancone degli alcolici quando ho intravisto una figura che sembrava familiare,poi mi sono ricordato dove l'avevo visto:è su tutti quei libri che Mike mi ha regalato nella speranza che li leggessi-disse tornando a fissare il biondo.
Albus restò in silenzio consapevole che la risposta sbagliata avrebbe scatenato il putiferio.
-Peccato non averli qui con me...Avrei approfittato per farmi fare l'autografo-aggiunse ancora l'altro.
-Mi dispiace non faccio autografi alle puttane...E' una mia politica-rispose Scorpius in tono gelido.
Brian incassò la battuta con un sorriso acido.
-Nah in fondo non è che ci tenessi poi tanto...Non li ho neanche letti:sai sono convinto che i libri scritti dai padri di famiglia sono terribilmente noiosi-
Scorpius lo fulminò con lo sguardo e Al lo vide stringere la presa attorno al bicchiere.
-Ho fame!-disse poi rivolto ad Albus prima di allontanarsi.
Al incontrò lo sguardo di Scorpius e ancora una volta sentì mozzarglisi il fiato:gli occhi di ghiaccio lanciavano scintille di rabbia eppure lui non riusciva a trovare niente di più eccitante di quel volto.
Perchè continuava a cadere vittima del fascino del biondo?
Senza dire niente,vigliaccamente,gli voltò le spalle e si allontanò dal salotto dove gran parte della famiglia era concentrata.
Si fermò in corridoio,la schiena poggiata contro la parete e chiuse gli occhi,strofinandoli con due dita.
Per quale cazzo di motivo aveva accettato di andare a quella festa?
In confronto era piacevole anche l'idea di essere disconosciuto!
Ripensò a Lily,al modo in cui lo aveva attaccato senza neanche cercare di capire i motivi che si celavano dietro quella scelta,al modo in cui aveva parlato di Brian neanche fosse il diavolo in persona arrivato per corrompere la sua anima innocente.
Perchè tutti si sentivano in diritto di giudicare?
Non avevano la minima idea di cosa stava passando lui...Erano solo bravi ad accusarlo e a commiserare il "povero" Scorpius!
Pochi attimi dopo e seppe di non essere più solo.
-Non hai idea di quanto vorrei prenderti a pugni in questo momento-
Al riaprì gli occhi e lentamente portò lo sguardo su Scorpius.
Fermo a pochi metri da lui,le mani ancora strette a pugni,l'uomo lo fissava con lo stesso sguardo rabbioso che pochi minuti prima aveva indirizzato a Brian.
-Lo so-disse non sapendo come altro rispondere.
Prima di dire qualsiasi altra cosa,Scorpius aprì la porta dello studio di suo padre e vi si infilò dentro,invitandolo silenziosamente a seguirlo.
Silenzioso quanto lui,Albus lo seguì.
-Come cazzo ti è venuto in mente di presentarti qui con quel coglione?Non hai pensato alla figura che avremmo fatto entrambi?-gli domandò dopo aver richiuso la porta.
-E' questo che ti preoccupa?Il fatto di aver fatto una figura di merda davanti agli altri?-gli domadò ben sapendo che lo avrebbe fatto incazzare.
-In parte sì!-ammise sincero-Ma come ragioni?Nessuno qui sa che ci siamo lasciati e tu ti presenti con il tuo boy-toy?-
-Avrei dovuto far finta di niente come stavi facendo tu?-gli chiese di rimando.
Scorpius lo fissò per qualche istante.
-Perchè lo hai portato qui?-gli domandò ancora.
AL sospirò.
-E' il mio boy-toy...come hai detto tu-si limitò a rispondere.
-Un boy toy non te lo porti alle feste di famiglia!Te lo scopi e basta!Quindi perchè è qui?-insistette l'altro.
-NON LO SO,VA BENE?-
-Stronzate!-ribattè con la stessa veemenza Scorpius.
I due si fissarono per qualche istante nella stanza silenziosa,poi fu ancora una volta Scorpius a parlare.
-Ammettilo che lo hai fatto per sbattermi in faccia che le cose sono cambiate-gli disse a mezza voce.
-E ti serviva trovartelo qui per capirlo?Credevo fosse ovvio fin da quando me ne ero andato di casa-commentò l'altro acido.
Improvvisamente si sentì afferrare per la camicia e sbattere contro il muro;Scorpius era contro di lui,e lo bloccava con il proprio corpo.
-Brutto figlio di....Come ti permetti?
Come puoi farmi questo dopo quello che ti ho detto?-gli domandò rabbioso.
Al lo spintonò lontano da sè mentre la stessa rabbia iniziava ad animare anche lui.
-Cosa avrei dovuto fare?Tornare strisciando a te ed implorarmi di perdonarmi?
Non sono io quello  in torto!-
-Sbaglio o sei tu quello che si sta scopando un altro?-rimarcò Scorpius.
-Non faccio niente che tu non abbia già fatto!-gli ricordò.
-Io non ho mai scopato con lo stesso uomo,eccetto te-precisò.
-Che onore!-disse sarcastico il moro.
Ancora una volta scese il silenzio,mentre i due uomini cercavano di raffreddare gli animi.
-Lo ami?-gli chiese Scorpius,dopo un lungo momento.
Non era veramente interessato alla risposta,sapeva che quella era una domanda davvero pericolosa,ma non aveva potuto frenarsi.
Albus lo guardò di sfuggita prima di lasciarsi andare ad un sospiro...Dopo tutti  gli anni di via in comune,la sincerità gliela doveva.
-No-
Senza accorgersene,Scorpius chiuse gli occhi,sollevato da quella sola parola.
-Io ci ho provato,credimi ce la sto mettendo tutta per innamorarmi di lui,ma non ci riesco-gli disse ancora.
-Perchè?-chiese Scorpius,il fiato bloccato nel petto.
Al fece un sorriso amaro.
-Perchè nonostante tutto quello che è successo,sono ancora innamorato di te-ammise.
Scorpius fece un passo verso di lui,ma Albus scosse la testa.
-E in questo momento è l'ultima cosa che vorrei,perchè sono talmente arrabbiato con te che preferirei passare il resto della mia vita fingendo di amare lui piuttosto che stare con te-gli disse con voce improvvisamente triste-Come cazzo hai potuto avere un figlio con Rose?Eh?
Sono talmente incazzato con te che vorrei picchiarti ogni volta che ci vediamo,cercando di combattere la parte di me che vorrebbe saltarti addosso-gli confessò.
Non era la prima volta che affrontavano quell'argomento,ma mai come quella volta Albus si era mostrato così vulnerabile.
Così sperduto...
-Al...-
-Mi hai detto che mi ami.
E io non ho sentito niente...Ho sempre immaginato che sentirtelo dire sarebbe stato il giorno più bello della mia vita,ma non ho provato niente.
Del resto non cambia niente...Tu mi ami,io ti amo ma non possiamo stare insieme lo stesso-concluse.
Scorpius lo fissò incapace di ribattere...Ma del resto cosa avrebbe potuto dirgli?
Ormai le parole non servivano più a nulla.
Se veramente teneva ad Albus ed era intenzionato a riprenderselo, avrebbe dovuto dimostrarglielo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Il più fragile ***


Il più fragile

 

-Si è mai visto un matrimonio dove sia la sposa che le damigelle sono in avanzato stato di gravidanza?-

Lily accennò un sorriso e lanciò uno sguardo alla cognata,in piedi sul piedistallo di fronte allo specchio.

-Credo sia successa la stessa cosa al matrimonio della zia Luna.

Lei era incinta di Edward,anche se nessuno lo sapeva,mamma era incinta di Ronnie e James e la zia Herm aspettava Rose.

Quindi rilassati…Non è la prima volta-rispose la rossa con voce serena.

Rebecca accennò a sua volta un sorriso e si voltò verso l’amica,le dita di una mano che sfioravano il tessuto leggero del vestito bianco.

-Beh?Che te ne pare?-le domandò incerta.

Il sorriso sul volto di Lily si fece più luminoso,lo sguardo fisso sull’amica.

-Sei bellissima…-disse semplicemente.

-Davvero?Non sembro un’enorme meringa?-le domandò ansiosa.

Lily rise e scosse la testa.

-Come ti viene in mente?Certo che no!Sei fantastica!Guarda tu stessa…-le disse indicandole lo specchio.

Rebecca sospirò e tornò a fissare la propria immagine riflessa: l’immagine che lo specchio le rimandava era confortante.

Aveva temuto quel momento per tutta la mattina,arrivando quasi a contare i minuti che mancavano a quell’appuntamento così spaventoso eppure così importante.

La prova finale del vestito da sposa.

Ronald aveva cercato di rassicurarla,dicendole che sarebbe stata splendida come sempre,che non aveva nulla di cui preoccuparsi,ma tutto quello che la sua mente riusciva a immaginare era un’immensa palla di neve luccicante con braccia e gambe.

Arrivata al sesto mese di gravidanza,Rebecca Paciock Potter si sentiva enorme come se tutto il suo corpo fosse stato invaso da una creatura aliena.

Era certa che questo bambino sarebbe stato più grande sia di Lowell che di Charlotte,poteva già sentire la difficoltà con cui si muoveva dentro di lei,cercando di farsi un po’ di posto nelle sue costole o nella schiena.

Essere incinta non era mai stato un problema per lei,aveva amato ogni momento delle due precedenti gravidanze,ma questa volta non vedeva l’ora che questo bambino nascesse o la smettesse di muoversi in continuazione.

C’era una sola cosa che lo calmava:la voce ed il tocco di Ronald.

In un modo che rendeva Ronnie pieno d’orgoglio il loro bambino era capace di riconoscere il suono della voce dell’uomo smettendo di muoversi quasi fosse all’ascolto e,ogni volta che Ronald le accarezzava la pancia o semplicemente le posava una mano sul ventre,il bambino tirava un calcio per rendere partecipe il papà della sua presenza e poi si tranquillizzava…Almeno finchè la mano di Ronnie era sulla pancia.

-Allora?Qual’è il verdetto?-le domandò Lily strappandola dai suoi pensieri.

Rebecca storse leggermente le labbra chiuse in quella che era la sua caratteristica espressione pensosa e si disse che,tutto sommato, poteva andare anche peggio.

-Sì…Credo che possa andare-si limitò a dire.

Lily rise e scosse la testa.

-Ormai quello che è fatto è fatto.

Ti sposi fra una settimana e non c’è più tempo per ulteriori cambiamenti-le ricordò.

-Per te è facile!Sei soltanto la damigella d’onore…Tutti gli occhi saranno puntati sull’enorme sposa incinta-le fece notare Rebecca scendendo dal piedistallo e fermandosi a pochi passi da lei.

La risata di Lily si fece più forte,lasciandola con le lacrime agli occhi.

Rebecca la fissò con uno sguardo fermo,uno degli sguardi che usava spesso con Charlotte quando la bambina si comportava male,e aspettò che l’amica smettesse di ridere.

-Ok,posso essere sincera?-le chiese la rossa.

-Se proprio non puoi farne a meno…-

-Penso che questo vestito ti stia benissimo e,ammettiamolo,è un grande passo avanti dal tuo primo vestito da sposa…Se così possiamo chiamarlo.

Credo che quello che stai facendo sia bellissimo e incredibilmente romantico,quindi mi stupisce che dietro tutto ciò ci sia quel cavernicolo di mio fratello-disse ricevendo un sorriso divertito da parte di Rebecca-Ma tutto quello che gli invitati penseranno quando sabato sarai lì,sull’altare non sarà “Quel vestito la fa davvero enorme” o “Non sarebbe stato meglio aspettare qualche altro mese e tornare in forma prima di sposarsi?”…Penseranno al buffet,a quanto è noiosa la cerimonia…E che non hanno mai visto una sposa più raggiante ed innamorata di te-le disse concludendo quel lungo e sconclusionato monologo.

Rebecca restò in silenzio per alcuni istanti prima di sorridere e andare verso Lily con le braccia aperte,stringendola in un abbraccio,o quasi,a causa dei due pancioni prominenti.

-Grazie-

Lily le passò una mano sulla schiena e si staccò dall’abbraccio.

-Ok,ora che ne dici di cambiarti così possiamo andarcene a pranzo?-

Un’infinita fila di minuscoli bottoni bianchi,un taxi e quaranta minuti dopo,le due amiche erano sedute ad un tavolo dei più rinomati ristoranti del mondo babbano.

Dopo aver ordinato e in attesa dei loro drink,le due donne si concessero un momento di silenzio,godendosi gli inaspettati rabbi di sole in quella mattina di dicembre.

-Sei davvero convinta di voler risposare mio fratello?-

Rebecca riaprì gli occhi e sorrise incontrando l’espressione fintamente scettica dell’altra.

-Non trovi sia un po’ tardi per tirarsi indietro?Ho appena provato il vestito da sposa…-le fece notare la mora.

-Che importa?Potresti sempre tirarti indietro se volessi…Magari puoi scappare il giorno prima del matrimonio come la zia Luna!-continuò l’altra,chiaramente divertita da quello scambio di battute.

Rebecca rise e scosse la testa.

-Credo che mi atterrò al piano originale,ma grazie per la proposta-rispose ridacchiando.

Lily alzò le spalle e bevve un sorso dal proprio bicchiere,prima di tornare a fissare l’altra donna:Rebecca la conosceva abbastanza da sapere che non aveva ancora finito.

-Forza,dì quello che devi dire!-le disse,prendendo a sua volta il bicchiere.

-Ok…Ma mi stupisce che dopo dieci anni passati con quell’essere di mio fratello,conoscendo tutti i suoi vizi e difetti,e non venirmi a dire che non ne ha,tu decida di ripetere i voti quando la maggior parte dei nostri coetanei divorzia o si sposa ora per la prima volta-le disse.

Rebecca sorrise.

Lily aveva ragione:Ronald non era perfetto,aveva come tutti i suoi difetti,e alle volte il suo carettere le faceva davvero perdere la pazienza,ma…ma ormai non riusciva più ad immaginare la propria vita senza lui al suo fianco.

-Ok lascia che ti dica come io vedo tuo fratello.

Per me Ronnie è il ragazzo che ha creato il deserto nel mezzo della torre d’Astronomia per il nostro primo appuntamento,o che una volta saputo dell’arrivo di Lowell non ha esitato un’attimo a starmi vicino,nonostante fosse spaventato come e più di me.

Lo sapevi che ha pianto quando ha visto Lowell per la prima volta?-le domandò con un sorriso.

Lily scosse la testa.

Rebecca annuì e sorrise ancora di più al ricordo.

-Ha fatto lo stesso con Charlotte,e sono sicura che farà lo stesso con questo bambino.

-E’ un padre eccezionale,nonostante il lavoro lo porti lontano da casa troppo spesso,e questo bambino lo adora senza neanche averlo visto,comincio quasi ad essere gelosa!-commentò ironica.

Lily sorrise.

-Se dieci anni fa mi avessero detto che questa sarebbe stata la mia vita non ci avrei creduto:avevo intenzione di viaggiare,di studiare Cura delle Creature Magiche,di godermi la vita almeno fino a quando non avessi compiuto trent’anni…Eppure non rimpiango neanche un’istante di questi dieci anni,perché Ronnie ha reso ogni istante,anche quelli più noiosi,quelli che non vale la pena di ricordare,degni di essere vissuti.

E’ vero,ha anche i suoi lati negativi:certe volte davvero non sopporto quando vuole fare l’amico di Lowell invece di comportarsi come suo padre,o quando si indispettisce per una sciocchezza,ma in dieci anni di vita insieme non è passato un giorno senza che mi sentissi protetta o amata-concluse con voce serena.

Lily la fissò per un’istante prima di sospirare.

-Cavolo fai sembrare mio fratello una persona normale…-commentò,prima di voltarsi verso il cameriere che si era fermato al loro tavolo con le loro ordinazioni.

Per alcuni minuti restarono in silenzio,entrambe impegnate a mangiare il proprio pranzo,ma Rebecca sapeva che presto Lily avrebbe rotto il silenzio e avrebbe finalmente parlato dell’argomento che cercava di evitare dall’inizio della mattina.

E la rossa non la deluse.

-Hai notizie di mio fratello?-le domandò,lo sguardo fisso sulla propria bistecca,quasi volesse farle credere che era stato qualcun altro,un completo estraneo a farle quella domanda.

Non ebbe bisogno di chiederle di quale fratello stesse parlando.

-So che Ronnie lo ha sentito per telefono un paio di giorni fa…Sai per l’addio al celibato…-disse alzando per un breve istante lo sguardo sul volt della rossa.

Lily annuì,chiaramente insoddisfatta,ma troppo orgogliosa per fare altre domande.

Negli ultimi due mesi,dopo la festa per l’anniversario dei Potter, parlare di Albus era diventato quasi un territorio minato,un argomento tabù che cercavano di evitare il più possibile.

Rebecca sapeva che i due fratelli avevano avuto una piccola discussione alla festa e che Al se ne era andato poco dopo,seguito dai suoi accompagnatori,facendo quasi perdere le sue tracce per le settimane successive.

Per la donna quel comportamento era inspiegabile:cosa spingeva un uomo così attaccato alla famiglia come Albus a tagliare i ponti con tutti i fratelli?

Inizialmente aveva creduto che fosse una reazione alla rottura fra lui e Scorpius,ma si era dovuta ricredere quando aveva visto che Scorpius aveva continuato a mantenere i rapporti con tutti loro,nonostante non facesse più parte della famiglia.

Nessuno sapeva il motivo per cui i due uomini avevano deciso di separarsi dopo dieci anni;la loro rottura era avvolta nel massimo riservo.    

E l’unico che poteva far luce,continuava a evitare le loro chiamate.

-So che inizialmente aveva qualche remora ad accettare per paura di dover assistere ad uno spogliarello,ma Ronnie l’ha rassicurato e così ha accettato di partecipare-aggiunse Rebecca.

Lily si lasciò scappare un sbuffo ironico:come se non avesse mai visto lei o Hermione nude prima d’ora!

-Sta ancora con quello lì?-domandò ancora,cercando di mostrarsi completamente disinteressata.

Rebecca annuì.

Lily raddrizzò le spalle e sospirò rumorosamente dal naso.

-Lily…-

-No!Ne abbiamo già parlato,sai come la penso-la fermò la rossa con voce dura.

-E’ tuo fratello!E’ il tuo migliore amico e confidente fin da quando eravate bambini…-tentò lo stesso Rebecca.

-Questo non gli ha impedito di tagliarmi fuori dalla sua vita,di escludermi neanche avessi commesso chissà quale colpa!-ribattè Lily in un’impeto di rabbia.

Rebecca la vide chiudere gli occhi,la forchetta ancora stretta fra le dita della mano destra,e respirare profondamente.

-Sai cosa mi fa più rabbia?E’ che nonostante tutto,io continuo a chiedermi se è colpa mia,se avrei potuto fare qualcosa,se le cose sarebbero andate diversamente se…-disse incapace di finire il proprio pensiero.

L’altra donna restò in silenzio,consapevole che niente di quello che avrebbe detto avrebbe avuto effetto sull’amica e aspettò a lungo prima di incontrare di nuovo gli occhi di Lily.

-Allora,abbiamo progetti per il tuo addio al nubilato?-le domandò la rossa.

Era ferita,arrabbiata e delusa,ma non avrebbe permesso ad Albus di rovinarle quella giornata o i preparativi del matrimonio.

Non valeva più la pena stare male per lui.

 

 

 

Nello stesso istante,in uno Starbuck a Chelsea,Albus era seduto ad un tavolino con Melanie.

Era ormai diventato un’incontro settimanale in cui i due amici si incontravano per pranzo o anche soltanto per un caffè e si aggiornavano su quello che era successo loro durante la settimana.

Albus si guardò intorno,osservando gli altri comuni avventori del bar e sorrise:era un soleggiato pomeriggio di dicembre e per la prima volta da mesi,Albus Potter si sentiva sereno.

-Cos’hai da sorridere dolcezza?-gli domandò Melanie,osservandolo curiosa.

Al portò lo sguardo su di lei e alzò le spalle.

-Niente.Sono solo felice…-disse sincero.

Melanie si lasciò andare ad un sorriso malizioso e sollevò la propria tazza di caffè.

-A quanto pare questa notte qualcuno ha avuto multipli orgasmi…-commentò prima di prendere un sorso dalla propria tazza.

Al rise divertito,stranamente per nulla imbarazzato,e la imitò bevendo un sorso del proprio cappuccino.

Un tempo anche il minimo accenno alla sua vita sessuale lo avrebbe fatto andare in autocombustione,ma ormai era talmente abituato a battutine,frecciatine sarcastiche o anche a semplici constatazioni che non si scandalizzava più per nulla.

La sua vita era davvero cambiata.

E la cosa che lo stupiva maggiormente era il fatto che,se fino a due mesi prima continuava a sperare in un cambiamento,in qualcosa che riportasse tutto a com’era originariamente,ora stava iniziando ad apprezzare a godere la sua nuova vita senza il minimo rimpianto.

-Cosa c’è,sei gelosa?Se vuoi posso prestarti Brian per una notte-la stuzzicò ironico.

La donna scosse la testa.

-Fidati sono pienamente soddisfatta senza bisogno del tuo,e soprattutto dell’aiuto di Brian.

Comunque non che mi interessi,ma come vanno le cose fra voi due?-aggiunse poi fissando lo sguardo sul viso dell’uomo.

-Se non ti interessa allora perché lo chiedi?-fece l’altro chiaramente divertito.

La donna si limitò a lanciargli uno sguardo fermo e Al capì che era venuto il momento di smetterla con le frecciatine.

-Ok,impicciona che non sei altro!Diciamo che le cose fra me e Brian vanno bene…Non mi azzarderei a dire che siamo una coppietta felice,conoscendo Brian,però posso dirti che stiamo bene insieme-le disse.

In quei mesi Brian era diventato letteralmente la sua ancora di salvezza;Albus sapeva di aver riposto sull’uomo molte aspettative e che tante volte si era trovato a rivolgersi a lui anche per il più piccolo problema.

Sinceramente si era aspettato che l’uomo lo mandasse a quel paese molto,molto tempo fa,eppure Brian non sembrava infastidito per quel continuo bisogno di vicinanza.

-Quindi si sta comportando bene con te?Voglio dire…-chiese la donna.

-So cosa vuoi dire e sì,per quanto ne so,ha smesso di girare per locali e scopare con il primo ragazzo che gli si presenta davanti-rispose l’altro interrompendola.

-Wow!Devi essere davvero una bomba a letto se Brian Kinney ha smesso di scopare in giro…-commentò Melanie chiaramente divertita dalla conversazione.

Albus rise,chiaramente divertito,prima di darle un leggero pugno sulla spalla destra.

-Ma cos’è oggi tutto questo interesse per la mia vita sessuale?Hai deciso di passare all’altra sponda?-le domandò lui ridendo.

La donna fece per rispondere,ma qualcuno inaspettatamente si avvicinò al tavolo facendo ombra su di loro e portando entrambi ad alzare la testa.

-Albus…-

Daniel.

Proprio quando aveva smesso di prestare attenzione il passato faceva di nuovo capolino nella sua vita.

Il moro restò immobile,un’espressione indefinibile sul volto,osservando l’amico che non vedeva da mesi e che ora era lì fermo davanti a lui quasi come un fantasma sbucato dal passato.

-Daniel…Ciao…Che ci fai qui?-disse leggermente in imbarazzo.

Albus lo vide sorridere,leggermente divertito,prima di muovere la tazza di cartone da una mano all’altra.

-E’ uno Starbuck Al…-disse come se quella semplice frase potesse spiegare tutto.

Daniel era uno dei suoi migliori amici,suo cognato,eppure ora per la prima volta Al si sentiva in imbarazzo in sua presenza.

Sentendo la presenza di Melanie accanto a sé,Albus si riscosse dal suo torpore e posò lo sguardo sull’amica.

-Scusate che cafone…Dan questa è Melanie Markus,Melanie lui è Daniel Thomas-disse facendo le presentazioni.

Melanie tese la mano all’uomo che la strinse senza distogliere lo sguardo dal moro.

-Hai un minuto?-gli chiese,passando la tazza bollente da una mano all’altra.

-Veramente noi stavamo per andare…-disse cercando di sfuggire all’inevitabile.

-Al per favore-disse l’altro con tono risoluto.

Albus premette le labbra una contro l’altra e si strofinò la fronte con le dita,non sapendo cosa fare.

-Tesoro,io devo fare una telefonata importante…Ti aspetto fuori ok?-disse Melanie,decidendo per lui ed alzandosi in piedi iniziando a raccogliere tutte le sue cose.

Albus la osservò salutare ancora una volta Dan prima di avviarsi verso l’uscita del bar;quando tornò a posare lo sguardo su Daniel,lo trovò già seduto di fronte a sé.

Cosa doveva fare ora?Dan si aspettava che fosse lui ad iniziare il discorso?

Prese un sorso dal proprio bicchiere e accennò un sorriso verso l’altro.

-Allora?Come ti vanno le cose?-tentò,consapevole che quello non era il modo migliore per affrontare la situazione.

Infatti Dan aggrottò la fronte,fissandolo incredulo.

-Come va?Vuoi sapere davvero come va?Vediamo...Le cose al lavoro vanno abbastanza bene,i Cannoni stanno giocando una stagione fantastica,grazie soprattutto a tuo fratello,e per la prima volta in quasi undici anni ho incontrato mia madre…Ah e mia moglie,tua sorella è in piena crisi ormonale per colpa della gravidanza e sembra più pazza del solito…Ma questo è anche colpa tua-gli chiese avvicinandosi leggermente a lui sul tavolo.

Albus abbassò leggermente la testa cercando di rifuggire al suo sguardo.

-No in effetti avrei preferito non saperlo…Hai davvero rincontrato tua madre?-ammise,chiedendo subito dopo,sorpreso dalla novità,cercando allo stesso tempodi assimilare la valanga di informazioni che gli erano state scaricate addosso.

Daniel si limitò ad annuire,senza aggiungere nulla.

Per alcuni istanti cadde il silenzio,nessuno dei due capace di trovare un modo per iniziare la conversazione in un modo che non fosse offensivo o la portasse ad interrompersi ancora prima di iniziare.

-Siamo amici,vero?-si sentì chiedere improvvisamente Al.

Alzò lo sguardo e lo fissò scettico.

-Voglio dire io e te siamo amici?Prima di Lily c’era la nostra amicizia…-disse ancora Dan cercando di spiegarsi meglio.

-E’ così infatti-lo rassicurò Albus.

-Allora spiegami perché non sei venuto da me…Perché quando le cose con Scorpius hanno cominciato ad andare male perché non sei venuto a cercarmi?Avrei potuto aiutarti!-gli disse,lasciando trasparire leggermente la propria irritazione.

Al sospirò e abbassò la testa,posando lo sguardo sul tavolino.

-E’ complicato…-si limitò a dire.

-Mi reputo una persona abbastanza intelligente in grado di sbrogliare questo casino-gli disse con voce serena e il lieve accenno di un sorriso-Cosa è successo?Ti sei innamorato di un altro uomo?-gli chiese facendo un tentativo.

Al scosse la testa.

-No…Magari fosse così semplice.

Se avessi perso la testa per un altro uomo,almeno io e Sy ci saremmo lasciati con la nostra dose di odio e rancore,ma almeno ci sarebbero rimasti i ricordi…così invece…così invece non è rimasto più niente-disse sinceramente amareggiato.

Daniel aggrottò la fronte,confuso,restando in silenzio finchè Albus non incontrò il suo sguardo.

-Che vuoi?-gli chiese per esortarlo a continuare.

Albus fissò lo sguardo sul piano del tavolino fra di loro e restò in silenzio ancora qualche istante,riflettendo sulle proprie emozioni,rispolverando sentimenti che aveva deciso di mettere a tacere definitivamente mesi prima per evitare di soffrire.

-Hai presente quando ti accorgi di amare qualcuno per la prima volta?-gli chiese senza chiaramente aspettarsi una risposta-Quando l’amore è all’inizio e ti dici che faresti di tutto per farlo crescere,per farlo andare avanti…per proteggerlo.

E’allora che inizi a fare delle rinunce:cominci a mettere da parte dei piccoli,minuscoli pezzi di te,perché sai che se vuoi stare in quella relazione devi rinunciare a qualcosa e poi ti dici che l’altra persona farà lo stesso per te.

-Ma poi ti accorgi che non è così;ti accorgi che sei l’unico che sta cambiando,che sta trasformando sé stesso per il bene della coppia,per quell’amore a cui credevi tanto e per cui avresti fatto di tutto,anche rinunciare a tutto ciò che per te era importante.

-Però continui a dirti che va bene,che tu ami quella persona,che quelle rinunce sono niente in confronto a quello che ottieni dal vostro rapporto…

Finchè un giorno ti svegli e ti accorgi che tutti quegli anni sono passati invano,e che tutte le rinunce ed i cambiamenti sono stati inutili-concluse riscuotendosi e portando lo sguardo di nuovo sull’amico.

Daniel lo osservò attentamente,cercando il significato nascosto fra le sue parole,finchè il moro non sospirò e non incontrò di nuovo il suo sguardo.

-Scorpius sta per avere un figlio-confessò.

A quelle parole Daniel strabuzzò  gli occhi dalla sorpresa:doveva sicuramente aver capito male.

Era impossibile dopo tutti gli anni di lotte da parte di Albus per creare una famiglia,e fermi rifiuti da parte del biondo,che le parti si fossero ribaltate e che fosse Scorpius ora a giocare la parte del paparino felice.

-Come scusa?-gli chiese scettico Dan.

-Ti prego non farmelo ripetere,non hai idea di quanto sia difficile per me anche solo dirlo ad altra voce…-gli disse sincero.

-Ma sei sicuro?-domandò ancora non riuscendo a trattenersi.

Albus non rispose,limitandosi a lanciargli uno sguardo di fuoco.

-Ok ok scusa-rispose subito l’altro-E’ solo che mi riesce impossibile da credere:Scorpius è andato a letto con una donna?-gli domandò.

-Cosa?NO!Come ti viene in mente?-gli chiese Al scuotendo la testa vigoromente.

Daniel non riuscì a trattenersi dal ridere prima di lanciargli un’occhiata leggermente divertita.

-Andiamo Al,lo sai anche tu che è un requisito fondamentale per avere un figlio-gli disse prendendolo in giro.

Albus sospirò leggermente frustrato e si strofinò la fronte con le dita di una mano prima di parlare di nuovo.

-E’ complicato te l’ho detto:Scorpius ha soltanto dato lo sperma,ma non sarà il padre del bambino…A lui queste cose non interessano-commentò leggermente acido.

Daniel annuì,evitando di commentare il tono  di Albus.

-Chi è la donna?-domandò curioso Daniel.

Capì però che non avrebbe ottenuto nessuna risposta quando vide Albus scuotere la testa e bere un sorso dalla sua tazza di caffè.

-E’ soltanto per questo che vi siete lasciati quindi?-

-Non ti sembra abbastanza?-gli domandò Al,sarcastico-Ho passato dieci anni della mia vita a sentirmi dire che noi non avremmo mai avuto figli,che lui non adatto a fare il padre,che dovevamo accontentarci di quello che avevamo…E poi è bastato che lei gli chiedesse un po’ di sperma-disse alzando leggermente la voce e facendo voltare le persone ai tavoli vicini-e improvvisamente ha deciso di essere padre!-

Daniel lo osservò in silenzio,fissando la lotta interiore che Albus fece con sé stesso per cercare di recuperare un equilibrio anche precario.

-La verità è che non voleva avere figli con me…Se ci fossero stati dei figli di mezzo sarebbe stato più difficile per lui se avessimo deciso di lasciarci,sai con tutte le stronzate dell’onore che essere un Malfoy si porta dietro,così invece non c’era nessun legame da rompere…Ho dovuto soltanto chiudere la porta di casa e andarmene-commentò triste.

Dan restò in silenzio un altro istante,prima di parlare di nuovo.

-E’ per questo che ti sei affezionato a quel ragazzo?-gli domandò cominciando a capire il ruolo che quell’adolescente aveva nella vita di Albus.

Il moro annuì.

-Lane è arrivato nel momento giusto:lui aveva bisogno di me ed io di lui…Ormai si può dire che siamo una famiglia,alquanto bizzarra lo ammetto,ma una famiglia-commentò con un leggero sorriso.

-Che mi dici di quel Brian,invece?-chiese ancora curioso.

Questa volta Albus alzò le spalle,prima di lasciarsi andare ad un lungo sospiro.

-Brian è la mia cura contro la solitudine.

Ogni volta che i pensieri tornano ad assalirmi lui è lì,pronto a farmi dimenticare tutto-

Nonostante non gli fosse chiara la natura del rapporto fra i due uomini,Daniel annuì.

-Ora capisco perché ti sei allontanato da noi…-si limitò a dire.

Albus si lasciò andare contro lo schienale della sedia e fissò l’amico.

-La situazione è davvero complicata Dan…So che può sembrare stupido,ma mi sono tradito;proprio quando io vedevo svanire per sempre il mio sogno,tutti,da Rebecca a Lily hanno scoperto di aspettare un bambino e per me è stato impossibile da accettare...Lo è tutt’ora-ammise.

-Hai ragione è stupido-confermò l’uomo,ricevendo un’occhiataccia dall’altro-Però posso capirlo.

So quanto era importante per te avere una famiglia,e posso giustificare il fatto che tu ti sia sentito “messo da parte”.

Ma noi siamo la tua famiglia Albus.Non avresti dovuto escluderci così…Perché non ci hai detto prima cosa ti stava passando per la  testa?-gli domandò.

Albus premette le labbra una contro l’altra,consapevole di aver agito in maniera sbagliata,ma allo stesso tempo di aver fatto la scelta giusta.

-La situazione è davvero complicata Daniel…-si limitò a ripetere.

Dan annuì e prese un respiro profondo,lasciando che il silenzio cadesse fra di loro dopo tante parole.

-Come sta Lily?-domandò Albus,rompendo per primo il silenzio.

Daniel sorrise leggermente al solo sentire il nome della moglie.

-E’ ingrassata dall’ultima volta che l’hai vista-disse continuando a sorridere-Ogni giorno si ripromette che starà attenta,che non cederà alle voglie del bambino,ma puntualmente ogni volta cede e per me poi è uno spasso sentirla lamentarsi dei vestiti che non le stanno più-confessò sincero.

-E’ davvero così grassa?-chiese curioso.

-Enorme…Ogni notte mi ruba tutto lo spazio nel letto per riuscire a trovare una posizione che sia minimamente confortevole,però per me è perfetta-ammise sincero.

Albus sorrise,felice per la sorella.

Osservò Daniel allungarsi sulla sedia e prendere il portafogli dalla tasca dei pantaloni,aprirlo e tirar fuori un quadrato che spinse verso di lui sul tavolo.

Albus allungò lo sguardo e,nello stesso istante in cui i suoi occhi si posarono sulla foto,sentì le lacrime annebbiargli la vista.

-Ti presento il tuo nipotino-sentì dire da Daniel.

Albus osservò la foto animata:era nebulosa e verde come tante istantanee tratte da ecografie che aveva visto prima d’ora,ma per lui era qualcosa di meraviglioso;riusciva a vedere la curva della testa muoversi lentamente,le gambe unite una accanto all’altra,e soltanto per quei pochi tratti si innamorò di quel bambino,come gli era successo in passato con Lowell e con Charlotte.

-E’ un maschio?-chiese eccitato,rialzando lo sguardo sull’amico.

Daniel annuì,riprendendo la foto.

-Io l’ho sempre saputo,ma abbiamo avuto la conferma all’ultima visita-

Albus rise e si strofinò due dita sull’occhio destro,cercando di scacciare quelle lacrime fastidiose.

-Lily sente terribilmente la tua mancanza-disse Dan,attirando nuovamente su di sé lo sguardo dell’altro-Cerca di mascherarlo con la rabbia,però la conosco abbastanza da poter dire che le manchi.

Avete sempre condiviso ogni più piccola esperienza insieme fin da quando eravate bambini,e adesso che si trova ad affrontare questa gravidanza senza di te si sente sperduta-

Anche lui sentiva la sua mancanza.

-Inoltre è arrabbiata con te perché crede che tu l’abbia sostituita con i tuoi nuovi amici-continuò Daniel.

Albus aggrottò la fronte.

-Come le viene in mente una cosa del genere?Lei è mia sorella!-ribattè.

L’altro uomo ridacchiò.

-Fino a qualche mese fa tua sorella sapeva tutto di te,ogni minimo imbarazzante particolare della tua vita,ora invece sei diventato un’estraneo per lei;al suo posto c’è Melanie-gli fece notare facendo un lievissimo cenno con il capo verso la donna che era in strada.

Albus si ritrovò senza niente con cui controbattere.

-Ora devo andare-disse Daniel,alzandosi in piedi-Mi sono trattenuto anche troppo-

Albus seguì il suo esempio e si alzò,il tavolino a separare i due uomini.

-Ora sta a te decidere Albus;se vuoi tornare a far parte delle nostre vite oppure continuare la vita vissuta in questi mesi...-gli disse prima di avvicinarsi all’amico e lo strinse in un abbraccio che Albus  ricambiò dopo alcuni istanti.

Quando si separarono,Albus gli indirizzò un sorriso lievemente imbarazzato,prima di salutarlo e osservarlo andare per la propria strada,un solo pensiero che rimbombava nella sua testa.

E’ complicato.

 

Era in anticipo.

Avevano un appuntamento fra mezz’ora,ma si era liberato prima dai suoi impegni e aveva pensato di presentarsi prima allo studio con la speranza di convincerla ad andare a mangiare qualcosa insieme,anche se nutriva scarse speranze che Alice si sarebbe lasciata portare in un ristorante dove qualcuno dei loro amici avrebbe potuto vederli.

Era più di due mesi che continuavano a vedersi di nascosto,nel suo studio o in quello di Alice,ad orari assurdi,quando tutti gli altri impiegati erano tornati a casa,soltanto per rubare pochi attimi insieme.

Tante volte aveva provato a convincerla a vedersi in un motel,ma ogni volta lei aveva rifiutato,affermando che vedersi in un albergo avrebbe aggiunto altro squallore ad una storia già abbastanza patetica.

-Io non la vedrei così tragica…-commentava lui.

-Siamo due amanti,mica Romeo e Giulietta-rispondeva di rimando lei.

Quello che Alice non capiva era che anche Romeo e Giulietta erano amanti,costretti a nascondere il loro amore per colpa della rivalità delle loro famiglie…Ok forse il loro caso era leggermente diverso,loro avevano due fidanzati che avrebbero dato di matto se avrebbero scoperto del loro tradimento,ma potevano quasi arrischiarsi a considerarsi i nuovi Romeo e Giuliettta.

In quei due mesi,da quando l’aveva rincontrata,Luke non aveva paura di affermare che la sua vita era migliorata:era sempre di ottimo umore,vedeva sempre il lato positivo di ogni situazione,vedere Alice lo aiutava anche a sopportare l’idea che la data del suo matrimonio era sempre più vicina.

Perché nonostante i suoi sentimenti per Alice non fossero cambiati,anzi fossero scoppiati ancora più forti di prima,il suo matrimonio era previsto fra due mesi,per la stessa data,alla stessa ora.

Alle volte aveva vergogna di  sé stesso…Ma del resto cosa poteva fare?Alice aveva un compagno che,da quanto aveva sentito,era perfetto e di cui era molto innamorata,quindi perché avrebbe dovuto annullare il matrimonio?Soltanto perché era innamorato di lei da quando aveva sedici anni?

L’amore non conta per i Purosangue.

Cercando di allontanare quei pensieri dalla mente,si guardò intorno nello studio deserto e si fece strada verso l’ufficio di Alice;aveva percorso quei pochi metri talmente tate volte in quei mesi che ormai poteva arrivare alla porta anche ad occhi chiusi.

Fermo davanti alla porta chiusa,strinse le dita della mano destra attorno alla maniglia e alzò l’altra mano per bussare lievemente, aprendo contemporaneamente la porta.

Quello che vide nell’ufficio lo bloccò sulla soglia e fece scorrere una rabbia irrazionale nella vene:Alice era allungata pigramente sul divano,la schiena poggiata contro un bracciolo,le scarpe abbandonate sul pavimento,i primi due bottoni della camicia beige sbottonati.

Accanto a lei c’era un uomo:chiaramente alto,dai corti capelli biondi,le mani lunghe che accarezzavano pigramente una gamba di Alice abbandonata sulle proprie gambe e anche lui aveva i primi bottoni della camicia slacciati e la cravatta leggermente allentata.

Razionalmente Luke non seppe spiegarsi cosa lo fece infuriare:forse perché non si aspettava di trovare Alice in compagnia, o perché non voleva incontrare il suo ragazzo in nessuna circostanza,o forse era qualcos’altro…

Era evidente che aveva interrotto un momento di intimità fra i due, non un momento pre-sesso,ma un vero momento di intimità che soltanto le coppie che stanno insieme da anni riescono ad acquisire e questo lo faceva infuriare:Alice non si lasciava mai andare alla tenerezza con lui,non lasciava mai tempo alla dolcezza, anche subito dopo aver fatto sesso;l’attimo dopo aver recuperato le forze dall’orgasmo era già in piedi che si vestiva,pronta per mettere fine a quell’incontro.

Mai una volta gli aveva permesso di abbracciarla,o semplicemente di accarezzarla come stava facendo adesso quell’uomo,e questo gli faceva veramente girare le palle.

-Mr.Zabini…-disse Alice, chiaramente sorpresa,mettendosi a sedere, lo sguardo fisso su di lui-E’ in anticipo-

Luke si riscosse dal torpore che sembrava averlo avviluppato e annuì.

-Mi scusi se sono venuto senza prima avvertire,ma sono riuscito a liberarmi prima e ho pensato di anticipare il nostro appuntamento-disseinventando una scusa patetica su due piedi.

Fosse stato per lui,le avrebbe fatto passare la notte in quell’ufficio, dimenticando tutto il resto…Soltanto loro due.

Alice lo fissò qualche secondo in silenzio,leggendo chiaramente sul suo viso quali erano le sue reali intenzioni,per poi annuire.

-Eric,ti ricordi di Mr.Zabini?Ti ho parlato di lui…-disse Alice voltandosi verso l’uomo seduto accanto a lei.

Il biondo si alzò in piedi e gli tese la mano che Luke strinse con riluttanza.

-Eric Foster,piacere di conoscerla-disse con voce ferma,accompagnata da un altrettanto ferma stretta di mano.

-Lucas Zabini,piacere mio-disse quasi mugugnando Luke.

Eric accennò un sorriso e lanciò un veloce sguardo verso Alice.

-Quindi è lei che mi ruba della compagnia della mia Alice da quasi due mesi…-disse ironico.

Oh amico,non hai la più pallida idea di quanto questo sia vero”, pensò Luke limitandosi a sorridere.

-Ok,sarà meglio che vi lasci lavorare-aggiunse poi Eric, avvicinandosi alla scrivania per prendere la giacca e fermandosi poi accanto a Alice.

-Ti aspetto sveglio…-le disse sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro.

-Ah Eric non è necessario…-disse Alice,ignorando bellamente lo sguardo di Luke fisso su di lei.

Il biondo alzò le spalle.

-Lo so.Voglio farlo-rispose semplicemente,strappando un sorriso alla ragazza.

Si chinò verso di lei e le diede un bacio veloce;in quei brevi istanti Luke dovette fare violenza su sé stesso per evitare di assalire Eric.

Come si permetteva di toccare ciò che era suo?

Poi la consapevolezza si fece spazio fra la sua gelosia:Alice non era sua.Apparteneva ad Eric.

Era lui quello in torto.

Dopo aver raccolto le sue cose ed averlo salutato un’ultima volta,Eric uscì dall’ufficio,lasciando i due nel più completo silenzio.

Fu soltanto quando fu certo che Eric non potesse più sentirli che Luke si decise a parlare.

-Siete davvero una bella coppia-commentò non riuscendo a bloccare la vena di sarcasmo che accompagnò le sue parole.

Alice sospirò,leggermente infastidita,prima di sistemarsi dietro la propria scivania;in quei mesi Luke aveva capito che quello era il suo modo per proteggersi,per evitare qualsiasi contatto non necessario con lui.

-Per favore,evita i commenti inutili-gli disse.

-Che c’è ora non posso neanche esprimere il mio parere?-le domandò fissando il volto della donna.

-Non mi sembra che io esprima giudizi su te e la tua compagna-gli fece notare lei.

Un’altra cosa che era  ormai evidente dopo tutti quei mesi,era che Alice evitava di pronunciare il nome di Mandy il più possibile,riferendosi a lei come “la sua compagna”.

-Non mi sembra che io ti sbatta la sua presenza dritta sotto il naso-ribattè lui.

Alice si lasciò scappare un suono ironico dalle labbra serrate.

-Cosa?-

-Questo tuo comportamento è infantile e del tutto superfluo-gli fece notare Alice.

Luke aggrottò la fronte e si avvicinò a lei,fermandosi dall’altra parte della scrivania.

-Superfluo?Scusami se non sprizzo gioia da tutti i pori dopo averti visto con il tuo compagno-ribattè lui.

Alice alzò la testa e finalmente incontrò i suoi occhi,uno sguardo battagliero pronta a sfidarlo.

-Beh almeno ora sai cosa si prova!-gli disse prima di aggirare nuovamente la scrivania e allontanarsi da lui.

Luke osservò la sua schiena e prese un respiro profondo,cercando di calmarsi,prima di parlare ancora.

-Perché non sei così con me?Credevo che con il tempo fossi cambiata,che non fossi più la stessa Alice romantica che conoscevo ad Hogwarts,invece prima l’ho vista;era lì su quel divano…

E’ completamente diversa dall’Alice che ho visto in questi due mesi.

Perché non mi permetti di starle accanto?-le domandò non riuscendo a frenare la curiosità.

-Hai scoperto tutte queste cose in meno di due minuti?-chiese di rimando Alice,lo stesso tono suscettibile di poco prima.

-Alice…-

-Cosa vuoi sentirti dire Luke?

Che non posso permettermi di essere vulnerabile con te?Che l’ultima volta che ti ho mostrato la parte romantica di me,tu l’hai minuziosamente fatta a pezzi senza il minimo scrupolo?-gli disse lasciando andare la propria rabbia.

-Non è vero…-tentò miseramente di controbattere lui.

Alice lo fissò qualche secondo prima di sospirare.

-Tu non hai la minima idea…-si limitò a dire-Sai che c’è?Forse dovresti andartene-aggiunse subito dopo,prima di avviarsi verso la porta.

-Cosa?No,io no vado da nessuna parte finchè non mi spieghi perché ti comporti così con me!-ribattè lui alzando la voce.

-Cosa pretendi?Che mi comporti con te nello stesso modo in cui mi comporto con Eric?Tu sei lo stesso con me e con lei?-

-Beh ad essere sinceri,con te sono me stesso-ammise Luke.

-Ah quale onore!-

Il silenzio cadde di nuovo fra i due,pieno di parole non dette e domande che avrebbero riaperte vecchie ferite mai completamente dimenticate.

Ma c’era una domanda che Luke non poteva esimersi dal fare,per quanto dolorosa poteva essere la risposta.

-Lo ami?-le domandò in un sussurro che non riconobbe come la propria voce.

Alice sospirò di nuovo e serrò le labbra,cullandosi per un breve istante nel silenzio.

-Quando ho conosciuto Eric ero convinta di non poter più amare.

Credevo che quello che era successo con te mi avesse danneggiato irreparabilmente e che fossi incapace di amare qualcun altro.

Lui ha raccolto i pezzi,li ha rimessi insieme e mi ha aiutato a costruire una nuova me.

Vuole costruire una famiglia…E anche se la cosa mi spaventa,mi piace l’idea che veda un futuro insieme per noi due.

So che ci sarà sempre se avrò bisogno di lui-gli disse senza guardarlo.

Improvvisamente alzò lo sguardo ed incontrò i suoi occhi,fissandoli intensamente.

-Lo amo?Sì,non riuscirei mai a stare con una persona per quattro anni,pensare di costruire una famiglia insieme se non fossi innamorata di lui.

Ma se vuoi sapere se lo amo quanto ho amato te,allora la risposta è no-disse sincera.

Luke lasciò andare il respiro che inconsciamente aveva trattenuto per tutta la durata del discorso.

-Credo che non amerò mai nessuno quanto e come ho amato te-gli confessò sincera.

Consapevole di non avere abbastanza coraggio per esprimerlo a voce,Luke restò in silenzio,nonostante la consapevolezza che anche per lui era lo stesso.

 

 

 

-E poi?-

Melanie alzò le spalle,un bicchiere di vino bianco fra le dita.

-Niente,sono usciti in strada,si sono salutati e ognuno per la propria strada…Ti aspettavi un addio strappalacrime?- domandò lei con il suo solito sarcasmo.

Brian fece una smorfia di eguale sarcasmo,prima di portare il bicchiere alle labbra.

Erano tutti riuniti a cena a casa di Melanie e Lindsay,come facevano almeno una volta alla settimana da quasi quindici anni,e facendo quasi violenza a sé stessa Melanie era riuscita a trattenersi dal chiedere a  Brian come Albus avesse reagito all’incontro inaspettato di quella mattina,per poi ricevere in cambio un’espressione stupita che non appariva spesso sul volto di Brian Kinney.

Era apparso evidente che non avesse la più pallida idea di cosa stesse parlando.

Così era stata costretta a raccontare di cosa era successo quella mattina,di come lei e Al erano stati avvicinati da un’estraneo che si era rivelato essere amico di Al.

Aveva raccontato loro delle proprie impressioni,della lunga conversazione che aveva  osservato tramite le vetrate dello Starbuck e di come,ad un occhio esperto,i due fossero sembrati molto in confidenza.

-Tu ovviamente non hai idea di chi possa essere questo tipo,vero?-domandò Micheal lanciando uno sguardo a Brian.

-Ormai dovresti conoscermi abbastanza bene da sapere che io non chiedo la biografia completa ai miei amanti-commentò il moro.

-Amanti?Adesso virresti dirmi che Alby è soltanto un’amante di passaggio per te?-domandò Lindsay scettica-Scusami tesoro,ma non ti vedevo così coinvolto con qualcuno dai tempi di Justin-aggiunse.

Brian si lasciò scappare uno sbuffo ironico,che ovviamente non convinse nessuno dei suoi amici.

Ma del resto cos’altro avrebbe dovuto fare?Ammettere che per la seconda volta nella sua vita era implicato in una relazione dove era lui,Brian Kinney,il Re delle scopate senza amore,ad essere più coinvolto emotivamente…Come cazzo era successo?

Come si era ritrovato dal trascorrere le serate fra vari gay club alla ricerca del miglior ragazzo in circolazione,almeno per quella sera,a passare le serate a casa,con un “compagno” ed un’adolescente che stava sempre fra i piedi impedendo una possibile attività sessuale,senza neanche sentire la mancanza di quello che aveva perso?

Con la stessa espressione scettica di poco prima,Brian tracannò il vino che ancora aveva nel bicchiere,cercando così di evitare lo sguardo di tutti i suoi amici.

-Ormai dovresti conoscermi abbastanza bene da sapere che io ho soltanto degli scopamici-disse poi,dopo aver mandato giù il vino.

Micheal ridacchiò.

-Quindi che farai?Gli chiederai qualcosa su questo tizio?-chiese ancora Lindsay,sinceramente curiosa e allo stesso tempo preoccupata per l’amico.

Poteva fare il duro,fingere di non avere sentimenti verso nessuno oltre che sé stesso,ma lei lo conosceva fin troppo bene per sapere che dietro quella corazza c’era un’uomo ferito fin troppe volte e che era capace di grandi gesti d’affetto e d’amore.

-Perché dovrei?Lui non mi ha chiesto niente sugli uomini che mi sono scopato in passato,perché dovrei farlo io?-ribattè Brian.

-Non ti ha chiesto niente perché non gli interessa-s’intromise Justin,un tono fermo che poco gli si addiceva e che portò tutto il gruppo a fissare lo sguardo su di lui-Accidenti Brian,ma che cazzo ti succede?

Possibile che tu sia così cieco?Quel ragazzo è ancora innamorato perso del suo ex!-

Brian restò in silenzio,lo sguardo fisso sul biondo che un tempo aveva considerato l’amore della sua vita,e aspettò che lui continuasse.

-Ha scopato con te dopo che quel tipo si è presentato a casa sua,non ti sembra un chiaro gesto di ripicca nei suoi confronti?Un modo per fargli pagare il fatto di aver scopato in giro?

Ti ha portato alla festa dei suoi genitori soltanto per far incazzare la sua famiglia e mi stupisco che tu gliel’abbia permesso perché il Brian Kinney che conoscevo io non si sarebbe mai fatto prendere per il culo in questo modo-continuò il ragazzo.

-Tu ne sai qualcosa,vero?-commentò acido Brian.

-In effetti sì!Quante volte ho provato a convincerti a venire al compleanno di Molly o anche soltanto ad un semplice pranzo con mia madre?Mi hai sempre riso in faccia,perché è così che sei fatto…O almeno eri fatto-disse Justin prima di lasciarsi scappare una risata amara.

Tutti i presenti attorno al tavolo restarono in silenzio,consapevoli che una parola male interpretata poteva scatenare un’eccesso di rabbia da parte di Brian:doveva essere l’uomo il primo a parlare.

E dopo un lungo momento,l’uomo prese un lungo respiro e alzò gli occhi sull’ex amante.

-Perché sei così certo che Albus tornerà da lui?-gli domandò,incurante delle altre persone attorno al tavolo.

Fin dal loro primo incontro,Justin era stato uno dei pochi eletti capace di far ragionare Brian e,ancora una volta,gli stava mostrando le cose dalla giusta prospettiva.

Justin lo fissò un istante,prima di rispondere.

-Cosa ti ha raccontato Albus della sua storia con quest’uomo?-gli chiese a sua volta.

Brian sbuffò,leggermente infastidito.

-Ahh,che palle…Che erano insieme da dieci anni,che era stato il suo primo amore e che si erano lasciati perché lui voleva una famiglia e questo tipo invece no-disse tralasciando i particolari troppo personali.

-Nient’altro?-chiese Ted,intromettendosi per la prima volta nel discorso.

-Ah Cristo,no!Nient’altro!Ma perché?-domandò ancora Brian cominciando davvero ad infastidirsi.

Brian non ricevette nessuna risposta,ma sentì qualcosa cadere pesantemente sul tavolo accanto a sè.

Mosse lo sguardo alla sua destra e vide un libro,poco distante dal suo gomito,e lo riconobbe:era uno dei libri scritti dall’ex di Alby.

Lo prese fra le mani e lesse il titolo “Catch me if I fall”.

-Cosa dovrei farci con questo?-disse abbracciando in uno sguardo tutti i suoi amici.

-Il protagonista di questa storia è Albus-gli disse Ted,cogliendolo di sorpresa.

Brian lo fissò in silenzio,in attesa che l’amico aggiungesse qualche altra informazione e fortunatamente fu accontentato.

-E’ la storia di un’amore adolescenziale fra due ragazzi,cominciato fra i banchi di scuola,come tanti altri,il protagonista è un ragazzo per bene che viene da una grande famiglia:padre eroe di guerra,tanti figli,tanto amore…Insomma leggermente vomitevole.

L’altro ragazzo invece viene da  una famiglia decisamente più normale,almeno per i nostri tempi,dove la madre ed il padre si odiano o semplicemente si ignorano-continuò.

-Spiegami perché questo dovrebbe interessarmi…-disse Brian cercando di mostrarsi disinteressato,evitando nella sua testa di fare i vari collegamenti con i racconti di Al e quello che Ted gli aveva appena detto.

Questa volta fu Ben a rispondergli.

-Perché questo è il primo libro che Scorpius Hyperion ha scritto ed in ogni intervista, ha sempre detto che era una storia autobiografica…E poi c’è la dedica-concluse l’uomo con il solito tono saggio che usava con i propri studenti e che Brian non sopportava.

Spinto dalla curiosità,Brian aprì la quarta di copertina e lesse la dedica all’interno.

Ad A.

The Real Jack for my Jamie.

Now.Always.Ever.

Brian rialzò lo sguardo dal libro,lasciandolo aperto con un dito fra le pagine e si ritrovò a deglutire a vuoto:aveva una strana sensazione,quelle parole gli avevano portato alla mente un lontano ricordo,vecchie memorie di un passato che credeva chiuso per sempre.

Posò gli occhi su Justin e lo fissò qualche secondo prima che l’altro,conoscendolo bene come credeva,non aspettò neanche la sua domanda e dischiuse le labbra carnose per parlare.

-Vuoi sapere se davvero hai una speranza di portare avanti questa cosa con Albus?Leggi quel libro…Certamente male non ti fa-

E per la prima volta dopo tanto tempo,Brian ebbe la sensazione di essere stato  fottuto.E non in un modo positivo.

 

 

 

 

 

Toc Toc....C'è nessuno?

Sarebbe strano se ci fosse ancora qualcuno.

Ok,però nell'assurdo caso che qualcuno dei vecchi lettori di qst pagina,entrando su EFP e trovando qst FF si fosse scoperto curioso,eccomi qui.

I'M BACK AGAIN!!!!!!

Scusate lo sfogo,ma sn davvero felice di essere tornata!!!! ^_^

Cosa è successo direte voi per stare lontano tutto qst tempo?

Ok,oltre al lavoro(vivo a Londra e lavoro con una famiglia che aveva una bimba di 5 anni e che ad aprile ha avuto un nuovo bimbo),si sn aggiunti problemi tecnici al laptop!

Ho passato un'agonia tecnica assurda:mesi cercando di capire cs diavolo fosse successo al mio pc,finchè alla fine a settembre un'anima pia è riuscito a risolvere il problema(E lo ringrazierò a vita x qst!)

Dunque ora veniamo al capitolo...Ultimamente ci eravamo concentrati tr su Albus e Scorpius,lasciando un pò in ombra le altre coppie,così ho deciso di recuperare,anche se all'appello mancano ancora Rose e James(dovevano essere presenti,ma poi il capitolo sarebbe stato lunghissimissimo),prometto che saranno i primi nel prox capitolo.

Inoltre ho deciso di fare un piccolo salto temporale perchè visto il tempo passato dall'ultimo aggiornamento sarebbe stato un pò difficile x come mi sn immaginata la storia.

Ringrazio,questa volta con tutto il mio cuore e la mia anima,coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di battitura ed ortografia.

E ora i ringraziamenti:Lotti_(Casa Potter è sempre in fermento...Credo che nn abbiano mai avuto un giorno di tranquillità,almeno per quanto riguarda le mie storie,poi ovviamente zia Row è più tranquilla...Come vedi anche il boy toy sta cominciando ad avere dubbi sul suo ruolo,anche solo accorgersi di ricoprire quel ruolo per lui è un grande passo avanti...),Valy-li(Grazie per i complimenti!Come vedi il tuo desiderio è stato esaudito:Alice e Luke sn tornati,ma anche la loro situazione nn è delle più felici...Alla faccia di chi dice che l'amante si prende il meglio di ogni relazione XD),Sweey(Posso dirti con assoluta certezza che le parole di Albus hanno colpito nel segno e presto vedremo la reazione che hanno provocato su Sy...Inoltre anche se Brian farà parte d qst storia ancora x un pò,posso dirti che succederà qualcosa nel prox capitolo che sicuramente darà una scossa alla situazione),Lumamo64(Scommetto che dp tt qst attesa mi odi ancora di più...Beh quando una storia finisce si cerca sempre di ferire l'altro prima e più forte,in modo da soffrire di meno,però posso dirti che stiamo iniziando la risalita,presto ricominceremo a vedere un pò di luce in qst complicato rapporto...),Lilotti(Grazie per i complimenti!Anche io amo Albus e Scorpius,soprattutto perchè sono miei,pochi avevano pensato a loro come coppia qnd ho cominciato a scrivere su di loro;anche io avevo letto le percentuali e avevo pensato di rendere la gravidanza un pò complicata,ma sn combattuta:nn dimenticare che il padre naturale nn è James ma Scorpius),Thiana(Io sn + in ritardo di te,quindi siamo pari ^_^...Io amo Queer as Folk,fin dal primo fotogramma che ho trovato x sbaglio su Youtube,e soprattutto sn innamorata di Brian,completamente e follementee cn qst piccolo cameo nella FF spero di avergli fatto giustizia...Lily,secondo me, viene sempre considerata la piccola di casa Potter,mentre invece nn dimentichiamoci che è figlia del Salvatore del mondo magico e di una Weasley,quindi è un bel peperino...E' normale che abbia tirato fuori gli artigli quando ha visto come Daniel reagiva alle parole della madre),Bess_Black(Eccomi qui!So di averci messo un pò,ma alla fine ce l'ho fatta! :D Innanzitutto scusa,sinceramente nn volevo traumatizzarti,spero che la lunga pausa ti abbia aiutato a riprenderti e soprattutto spero che qst capitolo nn ti faccia lo stesso effetto...Per qnt riguarda Al e Sy posso dirti che il prox capitolo nn ti deluderà...Fidati!),VictorieBHFS(Sinceramente?Anche io ti amo! NN scherzo!Mhhh magari ci faccio un pensiero:magari nel prox capitolo sarà Al a sbattere Sy contro il muro e baciarlo,che ne dici?Cmq la storia la conosci un pò,spero che il resto sia di tuo gradimento! Baciiiii! <3 ).

Bene perora è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo(presto giuro!!!)

"Last Friday Night"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** Last friday night ***


last friday night

 

 

"In another life, I would be your girl
We'd keep all our promises,
be us against the world
In another life, I would make you stay
So I don't have to say you were
the one that got away"

Aveva dimenticato cosa si provava.

La sensazione che lo aveva accompagnato per ben dieci anni ogni mattina.

La percezione che si ha un’istante prima di aprire gli occhi,quando il sonno sta velocemente abbandonando la mente e le membra,dove un piccolo gesto,ti fa scontrare con il corpo che dorme accanto a te.

Un corpo che,nonostante sia ancora sia profondamente addormentato,si muove sotto le lenzuola per farsi più vicino a te.

Aveva dimenticato,ma mai completamente,le emozioni che gli suscitava anche sentire il respiro di quel corpo addormentato accanto a sé.

Sapeva che era sbagliato.

Che quello che era successo era stato un’errore sotto talmente tanti punti di vista che non riusciva a spiegarsi per quale ragione la sera prima gli fosse sembrato giusto.

Forse per colpa dell’alcool?

No…Aveva bevuto soltanto due birre ed un bicchiere di champagne,e nonostante fosse leggermente brillo non poteva incolpare l’acool.

Si mosse nel letto e,per nulla sorpreso della propria completa nudità,tirò le coperte quasi fin sul mento,cercando di combattere il freddo.

Per la prima volta in mesi,il suo sguardo si posò sulla figura addormentata accanto a sé.

Era ancora dannatamente bello:un’angelo maledetto che era e sarebbe sempre stato la sua personale tentazione.

L’unica a cui non poteva e,forse,non voleva resistere;l’unico fautore della sua felicità e del suo dolore…

Se quello che insegnava ai ragazzi durante le sue lezioni era vero,Scorpius Malfoy era la perfetta metà della sua mela.

I capelli biondi che gli ricadevano scomposti sul cuscino,il lieve accenno di barba che cominciava ad affacciarsi sulle guance,le labbra leggermente dischiuse per lasciare uscire il respiro…Nessuno avrebbe creduto che una persona così angelica potesse essere tanto pungente e maliziosa.

Cercando di resistere alla tentazione di allontanare una ciocca di capelli dalla fronte,si ritrovò a pensare a ciò che era stato detto ieri sera,proprio in quella stanza,preambolo di un’appassionata riconciliazione,o almeno così era sembrato in quel momento.

Ma,come sempre succedeva in quelle situazioni,la luce del Sole,faceva vedere le cose da un altro punto di vista:era stata davvero una riconciliazione o era stato soltanto sesso?

No.

Non poteva definirlo così…Era stato amore.

Malgrado i problemi che c’erano fra di loro,quello che era successo la sera prima era stato amore,come non lo provava da mesi.

Era stato decisamente qualcosa di diverso,qualcosa che non era mai esistito prima di allora nel loro rapporto e l’unica spiegazione che Albus riusciva a trovare era che l’aver saputo i veri sentimenti di Scorpius,averli sentiti dalla viva voce dell’interessato,lo aveva liberato di molti freni e remore.

Ma cosa doveva fare ora?

La notte precedente non aveva cancellato i loro problemi,né aveva cancellato la presenza di Brian nella sua vita;aveva forse dimostrato che il legame che univa lui e Scorpius non si sarebbe spezzato in breve tempo,o che erano entrambi ancora attratti l’uno dall’altra,ma bastava questo per cancellare tutto il dolore dei mesi passati?

Albus sospirò,riascoltando ancora una volta nella sua testa le parole di Scorpius e la promessa che era riuscito a strappargli la sera precedente,lo sguardo ancora fisso sull’uomo addormentato.

Proprio in quel momento,quasi si sentisse osservato,gli occhi di Scorpius si aprirono,posando uno sguardo annebbiato su di lui.

E l’istante dopo le labbra sottili si aprirono in un sorriso.

-Buongiorno…-gli disse con voce ancora assonnata.

 

 

 

VENTIQUATTRO ORE PRIMA

In quasi dieci anni di carriera Ronald Micheal Weasley era stato intervistato numerose volte.

Le prime interviste erano state per giornali amatoriali,”altamente” specializzati,letti probabilmente soltanto da una decina di fan,ma che per Ronald avevano rappresentato l’inizio della carriera e che era stata la base del rapporto d’ “amicizia” con i suoi fan.

Con l’aumentare del successo era ovviamente aumentato anche il numero di interviste e l’importanza dei giornali a cui queste venivano rilasciate;Ronald non si era mai tirato indietro,qualsiasi giornale gli chiedesse di intervistarlo,rispondendo alle domande sempre con il solito tono cordiale e conviviale.

Durante gli anni aveva imparato a conoscere molti dei giornalisti e aveva sviluppato con loro un rapporto di stima e rispetto  reciproco:tutti sapevano che Ronald non si sarebbe mai tirato indietro a nessuna delle domande,nascondendosi dietro uno di quei “no comment” che i cronisti tanto odiavano.

C’era una sola cosa che chiedeva in cambio:che ad occuparsi del servizio fotografico fosse,ogni volta,Rebecca.

Sua moglie aveva sempre avuto una passione per la fotografia,fin da quando era ragazza,ma con il tempo ciò che era un hobby si era trasformato in un vero e proprio lavoro a cui lei dedicava ogni momento libero del suo “secondo lavoro” di madre e moglie,arrivando anche a vincere alcuni premi.

Ronald era convinto che soltanto lei fosse capace di farlo apparire al meglio,nascondendo i suoi difetti fisici.

L’intervista di quel giorno era per una buona causa:in occasione del loro matrimonio,e della popolarità di Ronald avevano deciso di vendere l’esclusiva ad un giornale,donando l’intero ricavato ad un’associazione che si occupava della conservazione della memoria storica della Battaglia di Hogwarts.

Nonostante fossero passati molti anni,era importante che le nuove generazioni venissero a conoscenza con il loro passato,con le lotte che i loro genitori o nonni avevano dovuto combattere per conquistare la libertà che ora tutti godevano.

Tranquillamente seduto su una comoda poltrona,una tazza di succo di zucca caldo,Ronald si alzò in piedi non appena vide arrivare Alicia Roberts,una giovane donna di colore dal fisico slanciato,folti capelli neri e occhi neri penetranti che scrutavano l’intervistato alla ricerca della “verità”.

-Salve Ronald,scusa se ti ho fatto attendere-gli disse tendendo una mano verso di lui-E’ un piacere rivederti-aggiunse rivolgendogli un sorriso.

Ronald le strinse la mano e ricambiò il sorriso,prima di tornare a sedersi.

-Anche per me Alicia-

La donna si accomodò sulla poltrona di fronte a lui e tirò fuori la propria piuma ed il blocco per gli appunti prima di tornare a fissarlo.

-Quand’è stata l’ultima volta che ci siamo incontrati?-gli domandò.

-Credo sia stato all’incirca un anno fa-rispose Ronald,anche se era certo che la donna conoscesse già la risposta.

Alicia infatti annuì.

-Giusto…Alla fine del campionato di Quidditch.

Innanzitutto voglio farti i complimenti per il premio ricevuto lo scorso settembre come “Miglior Giocatore Dell’Anno”.

Te lo aspettavi?-gli domandò aprendo il quaderno ad una pagina bianca.

Ronald alzò le spalle.

-Beh che posso dire?Diciamo che ho fatto del mio meglio-commentò con un sorriso-Ma non sono mai entrato in campo con il proposito di vincere di un premio.I ragazzi della squadra mi hanno preso in giro per una settimana dopo la consegna del premio,arrivando addirittura a decorarmi l’armadietto con stelle dorate e scherzi presi direttamente dal negozio dei miei zii-le raccontò.

Alicia accennò un sorriso.

-Immagino che un premio così importante abbia un posto speciale nella tua casa,dove tutti possano vederlo-disse ancora.

-Veramente è su uno scaffale in camera di mio figlio.

Gli avevo promesso che se avessi vinto,poteva tenerlo in camera sua in modo da mostrarlo ai suoi amici-le rivelò,strappandole un sorriso.

-Tuo figlio Lowell,giusto?-domandò Alicia-Se non sbaglio,dovrebbe avere l’età giusta per essere ammesso ad Hogwarts-

Ronald annuì,non riuscendo a nascondere l’orgoglio istantaneo che provava al solo pensiero.

-Esatto.Primo anno nella casa dei Grifondoro….E da quanto racconta nelle lettere ama ogni momento della sua vita lì-riferì.

-Tu e Rebecca dovete sentire molto la sua mancanza-domandò in modo gentile Alicia.

Ronnie accennò un sorriso,riflettendo sulla domanda.

-E’ difficile da esprimere:da una parte sono felice che Lowell sia ad Hogwarts e stia facendo le proprie esperienze,sai bene quanto me che gli anni di Hogwarts sono quelli che ricordi per il resto della vita.

Però da un’altra parte,e’ come se ti mancasse una parte di te:tornare a casa e non trovarlo lì che ti aspetta ansioso di raccontarti la sua giornata,o sentire la sua risata in un'altra stanza…Sono cose che dai per scontato ma che ti accorgi ti mancano molto quando non ci sono più-disse in tono serio,prima di scuotere la testa e sorridere-Scusami,sto diventando sentimentale-le disse cercando di riportare su un tono più leggero la conversazione.

Alicia scosse la testa.

-Tranquillo,credo che qualsiasi genitore possa identificarsi nelle tue parole.

Sarà presente al matrimonio?-gli domandò poi.

Ronald annuì.

-Lui e Charlotte non possono certo mancare-

-Charlotte è tua figlia;come ti relazioni con lei?E’ stato più facile con Lowell o con Charlotte?-gli chiese ancora,continuando a prendere appunti senza sosta.

Ronald sospirò,bevendo un sorso dalla propria tazza e riflettendo sulla domanda.

-Beh,lei è la mia principessa.

Quando l’ho vista per la prima volta,appena nata, ho pensato “Lei è mia.Nessuno potrà portarmela via”.

E la cosa sorprendente è che lei mi adora.Sono il suo eroe volante.

-Credo che con Charlotte è stato più facile:quando abbiamo avuto Lowell sia io che Rebecca avevamo diciassette anni,ancora immaturi sotto molti aspetti,quindi abbiamo fatto tutti gli errori che credo ogni genitore alla prima esperienza abbia fatto.

Quando è arrivata Charlotte,invece, avevamo ventidue anni,sapevamo cosa aspettarci-rispose.

-Ed ora tu e Rebecca aspettate un nuovo bambino.Congratulazioni!-disse Alicia.

Ronald fece un leggero cenno con il capo per accettare le congratulazioni e sorrise.

-Beh che posso dire?Le prime due volte abbiamo avuto fortuna perché non riprovarci?-scherzò ridacchiando.

-Sapete già il sesso?-

Ronnie scosse la testa.

-Questa volta abbiamo deciso di aspettare la nascita del bambino,anche se Rebecca è convinta che sia un altro maschio-confessò.

-E tu?-chiese la donna,leggermente curiosa.

-Per me è indifferente:sarò al settimo cielo che sia un maschio o una femmina-disse sincero.

Alicia portò lo sguardo per un’istante sul proprio quaderno controllando ciò che aveva scritto finora prima di tornare a guardarlo in volto.

-Tu e Rebecca siete una delle coppie più longeve del mondo dello sport.Da quanto tempo siete insieme?-gli domandò cambiando argomento.

-Dieci anni.Ci siamo conosciuti ad Hogwarts-disse con il sorriso che lo caratterizzava sempre quando parlava di Rebecca.

-E’ stato amore a prima vista?-

Ronald ridacchiò.

-Per me sì.Voglio dire l’hai vista?E’ stupenda!Dieci anni fa era ancora più bella,letteralmente da togliere il fiato-disse sincero.

L’attimo dopo si voltò,guardandosi intorno alla ricerca della moglie e trovandola immersa in una conversazione con uno degli assistenti che l’avevano aiutata durante il servizio fotografico.

-Rebecca!-la chiamò,facendole poi cenno di avvicinarsi.

La donna gli andò incontro,uno sguardo sorpreso in volto;di solito Rebecca preferiva tenersi in disparte mentre Ronald era impegnato con i giornalisti.

Ronald la fece sedere sulle proprie ginocchia e Rebecca strinse la mano ad Alicia,che conosceva soltanto di vista.

-Stavo raccontando ad Alicia di quando ci siamo conosciuti-le disse Ronald,accarezzandole la schiena con la mano sinistra.

Rebecca sorrise.

-Ti ha raccontato quanto ho dovuto penare perché si accorgesse di me?-chiese con un sorriso alla donna.

Alicia aggrottò le sopracciglia e scosse la testa,chiaramente intrigata dal racconto.

-Era convinto che fossi interessata a suo fratello James.Ho dovuto letteralmente prenderlo a pugni per convincerlo del contrario-continuò la donna.

-Però mi sono fatto perdonare,ammettilo…-commentò Ronald guardando la moglie.

Rebecca accennò un sorriso,prima di annuire.

-Beh non è da tutti creare il deserto in una stanza-ammise.

La giornalista si lasciò andare ad un lieve sorriso,la piuma che scorreva veloce sulla pagina.

-Non ti facevo così romantico,Ronald…Inoltre mi ha appena detto che ad Hogwarts eri “bella da togliere il fiato”-le disse,citando le parole dell’uomo.

Rebecca si voltò verso il marito e si limitò ad alzare le spalle cercando inutilmente di darsi un tono,prima di tornare a guardare Alicia.

-Diciamo che anche lui non era da buttare via…-

Ronald ridacchiò.

-Ed ora state per sposarvi di nuovo.Di chi è stata l’idea?-chiese la giornalista ad entrambi.

-Mia-disse Ronald-Era da un po’ che ci ripromettevamo di farlo,ma i miei impegni ci costringevano a rimandare ogni volta,così questa volta approfitteremo della pausa natalizia-continuò.

-Immagino sia tua anche l’idea di donare tutto al fondo per la “Conservazione della memoria della Battaglia di Hogwarts”-domandò Alicia.

-Veramente è stata mia-s’intromise Rebecca-I nostri figli hanno un grande bagaglio sulle spalle,considerato il padre di Ronnie,eppure qualche volta dimenticano che anche il loro nonno materno ha preso parte alla Battaglia ed è stato fra coloro che ha distrutto un Horcrux.

Quindi se è così facile per loro dimenticare,che hanno la possibilità di frequentare i diretti interessati,immagino quanto possa esserlo per quei ragazzi che non hanno lo stesso privilegio-spiegò alla donna di fronte a lei.

-Inoltre vorremmo dare maggior risalto alle vittime,per evitare che restino soltanto dei nomi su una lapide a cui il passare del tempo nessuno presta più attenzione-aggiunse Ronald,pensando principalmente a Fred Weasley,quello zio di cui sentiva sempre parlare ma che non aveva avuto la possibilità di conoscere.

Alicia annuì,chiaramente colpita dalle parole della coppia,prima di portare nuovamente lo sguardo sul proprio taccuino e scarabocchiarvi qualcosa sopra.

-Gira voce che Scorpius Hyperion sarà il tuo testimone di nozze-domandò poi cambiando completamente argomento.

Ronald annuì.

-Scorpius è un vecchio amico e mi è sembrato naturale chiedergli di farmi da testimone-confermò.

-Nonostante la relazione fra lui e tuo fratello Albus sia terminata?-chiese maliziosa Alicia.

Ronald accennò un sorriso:a quanto sembrava le notizie,anche quelle riguardanti affari di cuore,giravano veloci nel mondo magico.

-Reputo mio fratello abbastanza intelligente da non prendersela per la mia scelta-si limitò a rispondere,senza concedere troppo.

Alicia annuì prima di chiudere il blocco notes.

-Bene,è tutto per il momento.E’ sempre un piacere parlare con voi-disse con un sorriso.

-Piacere reciproco-confermò Ronald.

-Ti aspettiamo domenica al matrimonio-s’intromise Rebecca,alzandosi in piedi,seguita subito dopo dagli altri due.

-Non mancherei per nulla al mondo-rispose Alicia prima di voltar loro le spalle.

La coppia osservò la giovane donna allontanarsi sempre di più finchè non raggiunse l’uscita dello studio.

-Credi anche tu che la sua principale occupazione domani sarà cercare scoop su Al e Scorpius?-domandò Rebecca al marito.

Ronald si limitò ad annuire:aveva sperato che la domanda su Al e la fine del suo rapporto con Scorpius non arrivasse,ma alla fine naturalmente aveva dovuto ricredersi.

Portò lo sguardo sulla moglie e sorrise.

-E c’è ancora gente che crede che sia la sposa l’oggetto dell’attenzione generale durante un matrimonio-commentò ironico.

Rebecca sorrise e gli si avvicinò di un passo.

-A me basta essere il punto centrale della tua attenzione quel giorno,poi gli altri sono superflui-

Ronnie accennò un sorriso prima di avvicinare il viso a quello di sua moglie e baciarla delicamente:se ancora non era riuscito a farle capire che era il punto focale della sua attenzione da ben dieci anni,allora doveva impegnarsi di più.

-Sei pronta per l’addio al nubilato?-le chiese poi prendendole una mano.

-Mh,sai che divertimento!Con tre donne incinte non possiamo né bere nulla di alcolico né fare niente di spericolato!-ribattè Rebecca,decisamente scontenta.

-A me sembra perfetto-

L’espressione sul volto della donna gli fece capire che la battuta non era stata apprezzata.

-Tu invece?Cosa prevede il tuo addio al celibato?-gli chiese di rimando.

Ronald alzò le spalle.

-Non ne ho la più pallida idea,ha pensato a tutto James.

Però so che non ci sarà nessuno spogliarello,l’ho promesso ad Albus-aggiunse.

-Ah,povero…-lo prese in giro Rebecca.

-Mica mi sto lamentando!E poi lo sai che io preferisco farli che riceverli!-la prese in giro riuscendo questa volta a strapparle una risata.

-E’ ora che tu vada!-gli disse avvicinandosi di un paio di passi per salutarlo adeguatamente prima della separazione.

Non era la prima volta che si separavano per lunghi periodi,visti gli impegni lavorativi di Ronald,ma questa volta tutto aveva un significato diverso:quando si sarebbero rivisti,sarebbero stati uno di fronte all’altro,su un altare,con i loro amici e parenti presenti,pronti a giurarsi ancora una volta amore eterno.

Ronald allacciò le braccia attorno ai fianchi della donna,accarezzando pigramente la schiena.

-Hai preso tutto quello che ti serve?-gli domandò Rebecca,come faceva ogni volta.

Ronald annuì.

-Promettimi che farai il bravo-lo ammonì.

Questa volta il rosso sbuffò.

-Non dovrei farti le stesse raccomandazioni?-

-Te l’ho detto,sarà una cosa talmente tranquilla che finiremo a letto prima di mezzanotte!C’è anche Charlotte con noi quindi non hai nulla da temere-gli disse come ulteriore motivazione.

Nonostante fosse poco convinto,Ronald annuì.

Rebecca si sporse contro di lui e lo baciò.

-Ci vediamo domani-la salutò il rosso,camminando al contrario.

Rebecca accennò di nuovo un sorriso,facendogli un ultimo saluto con la mano.

-Sarà quella vestita di bianco,puntualmente in ritardo-

 

 

-Ancora non riesco a crederci!-

Rose Weasley-Potter attraversò a grandi passi il salotto e si lasciò cadere sul divano,incurante del cappotto che ancora aveva indosso e della borsa che le pendeva da un braccio.

Incapace di contenere l’adrenalina che le scorreva nelle iniziò a far muovere i piedi sul bordo del divano,neanche fosse ancora un’adolescente felice per il buon risultato di un test.

James,ugualmente carico di adrenalina,la seguì nel soggiorno, fermandosi però sulla porta,poggiando una spalla contro lo stipite e osservando la donna,incapace di trattenere un sorriso:era impossibile riconoscere in Rose,nella stessa Rose che ora era seduta sul divano, la donna che fino a pochi mesi prima non riusciva a trovare nulla di buono o di positivo nel loro matrimonio o nella propria vita.

Era una persona completamente diversa.

Tutto grazie a quella piccola creatura che stava crescendo dentro di lei…beh ad essere precisi due.

Erano appena tornati dal secondo incontro con la magiginecologa e questa aveva mostrato loro come,invece di un feto soltanto se ne fossero sviluppati due,lasciando entrambi allibiti per la scoperta.

La magiginecola aveva attribuito la gravidanza gemellare alla fecondazione assistita a cui si era sottoposta Rose,spiegandole che avrebbero potuto svilupparsi fino a otto feti e,a quella notizia,James si era sentito sollevato che fossero soltanto due:sarebbe stato difficile combattere con due mini Scorpius per il resto della sua vita,crescerne otto sarebbe stato impossibile…Specialmente se fossero stati tutti ostinati e orgogliosi come lui!

Rose alzò lo sguardo dai propri piedi e cercò gli occhi castani del marito,sorridendogli all’istante.

-Non è la notizia più bella che tu abbia mai ricevuto?-gli domandò con un sorriso luminoso che contagiò anche lui.

James annuì.

-Una delle migliori-ammise.

La vide corrugare la fronte chiaramente sorpresa.

-Che notizia ci può essere migliore di questa?

-Un paio…E tutte riguardano te-le disse sincero.

Era evidente che avesse dato la risposta giusta,perché l’espressione sul volto di Rose tornò ad addolcirsi e l’istante dopo la vide fargli posto sul divano in modo che si sedesse accanto a lei.

Con paio di passi,James fu accanto al divano dove si sdraiò poggiando la testa sulle gambe della moglie.

-Sei eccitato?-gli domandò Rose,passandogli le dita di una mano fra i capelli spettinati.

James restò in silenzio qualche istante,considerando la domanda: non era eccitato,era intrigato dalla sfida che si sarebbe presentata loro fra qualche mese.

-Sono incuriosito.

Ero pronto all’idea di un bambino,ora ce ne saranno due,quindi bisognerà cambiare la nostra prospettiva e affrontare tutto da un altro punto di vista:se prima sapevamo che avremmo dormito poco,ora possiamo dire completamente addio al sonno…e al sesso-aggiunse guadagnandosi un buffetto dalla donna-Però potremmo sempre chiedere qualche consiglio ai miei genitori-

-James…-

Fin da subito Rose aveva messo in chiaro le cose:l’ultima cosa che voleva era coinvolgere i propri genitori o quelli di James.

Quella sarebbe stata l’unica gravidanza della sua vita,suo padre l’aveva reso fin troppo chiaro,e voleva che ogni aspetto della vita del bambino fosse deciso,di comune accordo,da lei e James.

-Tesoro lo so come la pensi-le disse tirandosi a sedere per essere allo stesso livello della donna-Però questa è un’esperienza completamente nuova per noi,non pensi sia meglio chiedere aiuto a qualcuno che c’è già passato?

In fondo non hanno fatto poi un lavoro tanto terribile visto il sottoscritto…-aggiunse sfoggiando un sorriso a trentadue denti che,fortunatamente,coinvolse anche Rose.

La riccia restò qualche istante in silenzio e,alla fine,annuì.

-Ok d’accordo…Ma sia chiaro che è soltanto per questa volta!-

James sorrise e, presole il viso fra le mani le diede un bacio dolce,ma che divenne man mano sempre più appassionato.

-Dovremmo cominciare a pensare a dei possibili nomi-disse Rose quando si furono separati per riprendere fiato e James era tornato di nuovo a posare la testa sulle sue gambe.

-No non dobbiamo-ribattè lui.

Ancora una volta la fronte di Rose si corrugò.

-Perché no?-chiese lei sorpresa.

-Noi abbiamo già scelto i nomi dei nostri figli-rispose James,constatando un dato di fatto.

-Davvero?-domandò Rose sempre più sorpresa.

James annuì.

-Li hai scelti proprio tu-le fece notare,felice per una volta di avere un vantaggio su Rose.

Non capitava spesso di prenderla così in contropiede…Del resto era sempre la figlia di Hermione Granger.

-E quando l’avrei fatto?-domandò ancora Rose cercando di mascherare l’insofferenza che provava verso sé stessa per non riuscire a ricordare qualcosa di tanto importante.

James accennò un sorriso,per poi premere le labbra una contro l’altra in quella che doveva essere un’espressione pensosa.

-Mhh fammi pensare…E’ successo qualche tempo fa.

Eravamo ad una festa e si parlava del più e del meno,parlando in generale del futuro…ricordo che avevi bevuto qualche bicchiere di troppo-aggiunse guadagnandosi un buffetto sul capo da Rose,che non riuscì tuttavia a bloccare il suo sorriso soddisfatto-Comunque,fra risatine e discorsi insensati,ricordo perfettamente che ad un certo punto hai detto che avremmo avuto tre figli e che i loro nomi sarebbero stati Emily…-disse rizzandosi a sedere per essere allo stesso livello della donna,in modo da incontrare i suoi occhi.

-Nathan…-disse Rose,ricordando finalmente quel discorso pronunciato sotto i fumi dell’alcool ed il nome dell’unico maschio.

-Ed Hope-concluse James con un grande sorriso sul volto.

Rose lo fissò qualche secondo in silenzio,chiaramente incredula.

-Te lo ricordi ancora-gli disse piacevolmente sorpresa.

James annuì.

-Come avrei potuto dimenticarmi i nomi dei miei futuri figli?E poi visto lo stato in cui ti trovavi qualcuno dei due doveva ricordarselo-la punzecchiò ancora una volta.

Rose arricciò le labbra pronta ad una ramanzina,ma James non gliene diede il tempo,ricominciando a parlare.

-Quindi siamo d’accordo:se sono due femmine Emily e Hope…-disse alzandosi in piedi,lanciando un’occhiata veloce alla pendola alla parete.

Era quasi ora del suo appuntamento con Ronald e gli altri per festeggiare l’addio al celibato di Ronnie e ancora non aveva preparato la valigia.

-E se invece sono un maschio e una femmina?-gli domandò Rose.

James sorrise.

-Ovvio,no?Nathan e Hope-disse come se fosse la cosa più ovvia.

Rose rifletté sulle sue parole per alcuni istanti per poi sorridere.

Hope.

Speranza.

Quella che quei bambini rappresentavano e che avevano riportato nella loro vita.

 

 

Non era la prima volta che vedeva una copia del “suo” libro in giro per casa di Brian.

La prima volta che lo aveva visto sul tavolino in salotto si era chiesto se Micheal non lo avesse dimenticato lì in una delle ultime visite.

Poi però,inaspettatamente,un pomeriggio durante la pausa pranzo,lo  aveva trovato coinvolto nella lettura a tal punto da non accorgersi della sua presenza finchè non si era trovato in piedi davanti a lui e,quando aveva allontanato lo sguardo dal libro i suoi occhi erano sembrati per alcuni istanti sorpresi,quasi increduli che lui potesse trovarsi realmente lì accanto a lui e non più fra le pagine del libro.

Albus era consapevole quanto quel libro fosse “pericoloso”:era il primo che Scorpius avesse mai scritto,quando ancora erano adolescenti e per il biondo scrivere era una passione e non ancora un “lavoro”.

Era stato lui a spedire quel libro a tutte le possibili case editrici interessate,affinchè venisse pubblicato,sicuro che la storia era meravigliosa e degna di essere ascoltata.

Quel libro aveva spalancato a Scorpius le porte del successo.

Tutto grazie al racconto della loro storia d’amore.

Come era scritto nella dedica all’inizio del libro lui e Scorpius erano i veri Jack e Jamie,i veri protagonisti dell’amore tormentato che finisce con un lieto fine.

Quel libro era la testimonianza di quanto fosse stato forte ed importante il loro amore e,forse,per Brian poteva far paura confrontarsi con un passato così ingombrante.

Perché improvvisamente quel libro era a casa di Brian e l’uomo sembrava così impaziente di leggerne la storia?

Più volte aveva pensato di chiedergli come se lo fosse procurato,ma sapeva che era una domanda assurda,visto che poteva trovarne una copia in qualsiasi libreria,inoltre sapeva che fare domande avrebbe portato ad una lunga conversazione sulla sua storia con Scorpius e quella era decisamente l’ultima cosa che voleva.

Lui e Brian non parlavano del passato:Albus accettava la presenza di Justin nella sua vita,nonostante fosse stato talmente importante da arrivare ad un passo dall’altare,e Brian aveva capito che Scorpius era un argomento talmente delicato da accettare le poche informazioni che Albus gli aveva dato.

Per questo si ritrovò confuso e sorpreso quando,quella sera lo trovò ancora una volta seduto sul divano intento a leggere quel libro.

Visto l’addio al celibato di quella sera aveva chiesto all’uomo di ospitare Lane per la notte,nonostante l’adolescente avesse ripetutamente insistito di sapersela cavare benissimo da solo per una notte.

Il giorno dopo sarebbe stato presente al matrimonio,ma Albus voleva essere sicuro che non gli succedesse nulla durante quelle poche ore di lontananza.

Cielo se Lily lo avesse visto lo avrebbe sicuramente preso in giro fino alla notte dei tempi…o forse sarebbe stata fiera di lui.

Cercò di scacciare quel pensiero dalla mente entrando nell’appartamento,seguito da Lane e non appena entrò nel salotto il suo sguardo cadde sul libro aperto e su una tazza,probabilmente piena di caffè,poggiati sul tavolino di vetro dinanzi al divano.

-Dove sistemo la mia roba?-domandò Lane,tirando lo zaino più in alto sulla spalla.

-Nello studio,ti ho sistemato una brandina-disse Brian seguendoli nella stanza.

Lane sbuffò e si avviò verso lo studio,bofonchiando sull’assurdità di dover passare la notte su una brandina da campo invece che nella propria camera con il proprio televisore ed i propri videogiochi.

Brian si avvicinò ad Albus e questi ne approfittò per dargli un bacio veloce.

-Sei pronto per i bagordi che ti aspettano?-gli domandò il moro.

Al sbuffò.

-Non credo ci sarà questa grande baldoria…Stiamo parlando di mio fratello!E’ un personaggio pubblico non può farsi vedere in giro completamente ubriaco-ragionò Albus.

-Alby lo scopo di un addio al celibato è proprio devastarsi completamente prima di fare il più grande errore della tua vita-commentò l’altro lasciandosi cadere sul divano.

Albus ridacchiò.

-Tu che ne sai?Tu e Justin aveva annullato tutto pochi giorni prima del matrimonio…-gli fece notare,quasi l’altro soffrisse d’amnesia momentanea.

-Questo non vuol dire che non abbiamo avuto il nostro addio al celibato,e credimi ho ricordi molto confusi di quella notte.

Riesco a rimettere insieme i pezzi soltanto grazie a quello che mi hanno raccontato i ragazzi!-aggiunse per avvalorare le sue parole.

Albus rise e scosse la testa,avviandosi poi verso la cucina per prendere qualcosa da bere;nel tragitto però,vide Brian prendere di nuovo il libro fra le mani e scorrere le pagine.

Cercò di frenare il proprio istinto,di mordersi la lingua,consapevole che parlare non avrebbe portato nulla di buono,ma alla fine dovette dichiarare persa la battaglia.

-Quel libro ti ha proprio colpito…-si limitò a dire prendendo una bottiglia d’acqua dal frigo.

Brian alzò lo sguardo verso di lui,un dito ancora fra le pagine e lo fissò per qualche istante prima di parlare.

-Puoi dirlo forte…Mi ha aperto un mondo-aggiunse misterioso.

Albus annuì e,deciso a non raccogliere la provocazione,si portò la bottiglia alle labbra,frenando così la domanda che premeva per uscire.

-E’ tutto vero quello che c’è scritto qui dentro?-gli domandò Brian.

-Dove sei arrivato?-gli chiese di rimando Albus cercando di prendere tempo.

L’altro aprì di nuovo il libro e diede un’occhiata alle pagine, rinfrescandosi così la memoria.

-Al tuo incidente…Sei davvero caduto da un albero sbattendo la testa?-gli domandò.

Albus annuì,bevendo un altro sorso.

-E per quale accidenti di motivo eri su un albero?-chiese incredulo Brian.

Al alzò le spalle.

-E’ scritto nel libro,no?Ero andato a recuperare mia sorella-rispose cercando di minimizzare uno dei momenti più importanti della sua vita.

-Quindi anche tutto quello che c’è scritto prima è vero-commentò l’altro.

Ancora una volta Albus annuì,portando Brian a fare lo stesso.

-Se questo ti ha sconvolto mi chiedo quale sarà la tua reazione quando leggerai il resto- disse Albus,posando di nuovo la bottiglia nel frigorifero.

Brian lo fissò con il suo ghigno caratteristico e scosse la testa.

-Non sono sconvolto.

Mi chiedo come ho fatto a non capire prima la gravità della situazione-

Albus aggrottò la fronte,confuso da quelle parole sibilline.

-Lui è il tuo Justin-disse ancora l’altro certo che sarebbero bastate quelle poche parole a fare chiarezza.

Non appena quelle parole colpirono il suo cervello,Albus si ritrovò a scuotere la testa.

-La situazione è completamente diversa…-si limitò a dire.

-Ah davvero?-fece l’altro chiaramente scettico.

Albus annuì.

-Per quale motivo?-domandò ancora Brian alzandosi in piedi quasi volesse intimorirlo con la sua figura.

Albus sbuffò e si passò una mano fra i capelli arruffati.

Forse per al contrario di Justin,Scorpius non aveva mai fatto il minimo accenno ad un futuro insieme e a costruire una famiglia;lo dimostrava il modo in cui si era tirato indietro quando Lane era entrato nelle loro vite.

-Non lo so,ma fidati:lui non è assolutamente il mio Justin!-rispose con veemenza,cercando di allontanare i pensieri che si affollavano nella sua mente.

Ecco perché non voleva affrontare quel discorso!Perchè sapeva che sarebbe finita in quel modo,che avrebbero finito per litigare per qualcosa senza senso che non esisteva più!

Ma che continuava ad essere una parte tanto importante di lui da fargli mancare il fiato ogni volta che il suo pensiero si fissava su Scorpius.

Quanto ancora sarebbe durata?Per quanto tempo il suo corpo lo avrebbe tradito in quel modo facendogli provare quelle sensazioni ogni volta che il pensiero di quel adorabile bastardo gli attraversava la mente?

Fortunamente Lane scelse proprio quel momento per rientrare nel salotto,interrompendo così la loro discussione e ricordando ad Albus il motivo per cui erano lì.

Un veloce sguardo all’orologio da polso gli confermò che doveva affrettarsi se non voleva arrivare in ritardo.

-Devo andare o farò tardi all’appuntamento-disse prima di voltarsi verso Lane-Ci vediamo domattina e mi raccomando comportati bene-si raccomando prima di passargli una mano fra i capelli in un gesto affettuoso che sostituiva un abbraccio.

-Sicuramente mi comporterò meglio di te-commentò il ragazzo con un sorriso ironico.

-Questo è certo-ribattè acido Brian.

Albus si voltò verso l’uomo e fece i pochi passi che lo separavano da lui,poggiando entrambe le mani sui suoi avambracci.

-Te l’ho già chiesto una volta ma mi hai risposto di no,però te lo richiederò una seconda volta:vieni con me domani al matrimonio.

Così vedrai tu stesso che ti stai sbagliando,che tutto quello che è successo,tutto ciò che è scritto in quel libro è nel passato,che non hai nulla di cui preoccuparti e che se anche Scorpius fosse il mio Justin come dici tu,questo non significa che in questo momento io non abbia bisogno di qualcos’altro…Di qualcun altro-concluse senza allontanare lo sguardo dal suo.

Brian restò in silenzio alcuni istanti,limitandosi a ricambiare il suo sguardo.

-Tua sorella mi odia-gli disse quasi fosse un motivo abbastanza grande per rifiutare il suo invito.

Albus accennò un sorriso.

-In questo momento odia anche me…Devono essere gli ormoni della gravidanza-commentò ironico,cercando di combattere la punta di malinconia che provava ogni volta che pensava a Lily.

Le sue parole fecero nascere un sorriso sulle labbra sottili di Brian.

-Promettimi soltanto che ci penserai-insistette l’altro.

Brian sbuffò e alla fine annuì.

-Che palle!Va bene ci penserò su.

Ora muovi il culo,altrimenti finirai davvero per essere in ritardo!-

Albus sorrise e,dopo un bacio veloce,un ultimo saluto a Lane e aver recuperato la sua valigia,corse veloce fuori dalla porta pronto per quella “serata di bagordi” in famiglia.

 

 

 

 

Con un rumore secco,Daniel chiuse il trolley in cui era racchiuso tutto il necessario per il fine settimana.

-Sei sicuro di aver preso tutto?-gli domandò Lily,seduta dall’altro lato del letto.

Daniel alzò lo sguardo e non potè fare a meno di sorridere quando si trovò di fronte lo sguardo triste della moglie,neanche stesse preparando la valigia per un viaggio intercontinentale o per andare in guerra.

-Non trovi sia una domanda trabocchetto visto che sei stata proprio tu a prepararla?-le fece notare in tono leggero,cercando di risollevarle il morale-Inoltre se anche dimentico qualcosa posso sempre telefonarti e chiederti di portarmela domani in chiese-le fece notare.

-Fammi capire:da quando sono diventata la tua schiava personale?-gli domandò la rossa aggrottando le sopracciglia.

-Da quando hai deciso di sposarmi,mi sembra ovvio-ribattè lui, indirizzandole un sorriso smagliante.

Lily lo fissò per qualche istante prima di scuotere la testa.

-Faccio sempre in tempo a chiedere il divorzio-la sentì bofonchiare mentre si alzava faticosamente in piedi.

Daniel sorrise e le andò incontro,tenendole entrambe le mani per aiutarla a tirarsi su,attirandola poi contro di sé.

-Non lo faresti mai…Sei troppo innamorata di me-commentò allacciandole le braccia attorno alla vita.

-Mh non ne sarei così convinto se fossi in te-ribattè lei soltanto per il gusto di contraddirlo.

Daniel sorrise di nuovo e,abbassando il volto,iniziò a seguire il profilo del collo della donna con la punta del naso.

-Ah no?-le domandò sentendo la pelle d’oca provocata da quelle attenzioni.

Entrambi sapevano che era la verità,e che la cosa era reciproca;inoltre fin da quando Lily era entrata nel secondo trimestre della gravidanza,sembrava impossibile restare uno accanto all’altra senza finire a letto insieme.

Beh,qualche volta non erano neanche riusciti ad arrivarci al letto…

Lily dava la colpa del fenomeno agli ormoni e aveva giurato che sarebbe passata presto,ma Daniel non aveva nulla di che’ lamentarsi.

 

Con le braccia attorno al collo del marito,Lily lasciò vagare una mano fra i folti capelli neri attirando il suo volto contro di se e incontrando così le labbra di Daniel con le proprie.

Daniel aumentò l’intensità del bacio e premette maggiormente il corpo di Lily contro il suo.

-Finirai per fare tardi…-gli fece notare quando Daniel si staccò dalle sue labbra per iniziare a stuzzicarle il lobo sinistro.

-Mh dirò che sono tornato indietro perché avevo dimenticato qualcosa…-farfugliò lui,iniziando a tirare verso l’alto la blusa che Lily aveva indosso.

La rossa non riuscì a trattenere un sorriso e,completamente dimentica del buon senso che l’aveva animata pochi attimi prima,lasciò che Daniel le togliesse la camicia e lo aiutò a fare lo stesso,tornando poi a cercare le sue labbra,mordicchiando il labbro inferiore.

Camminando ad occhi chiusi,Daniel si avvicinò al letto e l’aiutò a sdraiarvici sopra,restando poi in piedi davanti a lei,osservandola per qualche istante.

Come faceva ad essere così bella nonostante gli anni passati?

Guardandola lì,mentre era distesa sul loro letto,con i capelli fiammeggianti che si spargevano sul copriletto neanche raggi di sole,i seni rotondi coperti dal reggiseno e il rigonfiamento che proteggeva il loro bambino,Daniel si ritrovò a pensare ancora una volta che fosse la donna più bella che avesse mai visto.

-Sei stupenda-le disse poggiando un ginocchio sul letto,lo sguardo sul suo volto.

Immediatamente Lily arrossì,neanche fosse la prima volta che ricevesse un complimento simile,diventando se possibile ancora più bella agli occhi dell’uomo.

Chinandosi leggermente su di lei,Daniel portò una mano sul fianco sinistro della donna mentre l’altra andò a posarsi su un ginocchio,ancora coperto dalla gonna,poi avvicinò il viso al ventre e vi posò un bacio,seguito da un altro e da un altro ancora.

Sentì le dita di Lily affondare nei suoi capelli,trattenendolo contro di sé e allo stesso tempo chiedendogli mille altre attenzioni.

Daniel sorrise e fece scivolare la mano che era ancora poggiata sul ginocchio sotto le pieghe della gonna,accarezzandole la gamba e la coscia nuda, sempre più verso l’interno fino ad arrivare all’elastico degli slip.

Sentì il gemito accennato che Lily si lasciò scappare dalle labbra socchiuse e riportò di nuovo lo sguardo su di lei,prima di avvicinare il viso al suo e far incontrare le loro labbra,proprio nello stesso istante in cui le sue dita ricominciavano ad accarezzare la sua intimità,portando Lily a muoversi contro di lui per aumentare il  massaggio.

-Sei ancora convinta di voler chiedere il divorzio?-le domandò Daniel malizioso,le labbra ad un soffio da quelle della moglie.

Lily sbuffò,dopodichè si tirò leggermente a sedere,premendosi completamente contro di lui,avvicinandosi al suo orecchio destro.

-Perché invece di queste scemenze non usi la bocca per qualcosa di meglio?-gli disse,mentre una mano scendeva lentamente verso le gambe muscolose dell’uomo-Sono certa che potrei trovare un modo o due per ringraziarti…-aggiunse,mentre le sue dita slacciavano il primo bottone dei jeans.

Daniel si leccò le labbra e sorrise:come poteva dirle di no?

La baciò di nuovo,un bacio affamato e pieno di desiderio, affondando le dita di una mano fra i suoi capelli rossi,sporgendosi poi contro di lei per riportarla di nuovo sul letto,ma proprio in quel momento una musica ritmata risuonò nella stanza,rompendo il silenzio.

Lily sospirò sulle labbra del marito e si costrinse ad aprire gli occhi:Rebecca.

Avrebbe potuto ignorare la chiamata e riprendere da dove avevano interrotto,ma sapeva benissimo che l’ultima cosa da fare il giorno prima di un matrimonio era far innervosire la sposa.

Certe volte odiava essere così giudiziosa!Specialmente in momenti come quello!

-Se non rispondi chiamerà di nuovo,giusto?-domandò Daniel,quasi le avesse letto nel pensiero.

Lily si limitò ad annuire,gettando l’uomo nello sconforto.

Quindi,odiando terribilmente la vocina saggia nella sua mente che si congratulava con lei, si staccò dall’abbraccio e tese il braccio verso il mobile dove aveva abbandonato il cellulare.

-Pronto?...Si Becca lo so che è tardi,scusami.

Sono stata trattenuta…Sì sta tranquilla,sarò lì fra dieci minuti…

A dopo-disse chiudendo velocemente la telefonata.

Daniel,sdraiato sul proprio lato del letto sospirò.

-Niente di meglio della famiglia per rovinare momenti come questo…-commentò.

Lily sorrise,sistemandosi su un fianco,iniziando ad accarezzargli un braccio.

-Finirai per fare tardi…-gli fece notare.

Daniel sbuffò,chiaramente insoddisfatto,prima di tirarsi a sedere.

L’attimo dopo era in piedi,alla ricerca della maglia che Lily aveva gettato da qualche parte nella stanza.

Lily lo osservò dalla sua posizione privilegiata,senza preoccuparsi di prepararsi a sua volta,e quando lo vide finalmente pronto per uscire,si mise a sedere e gli tese le braccia.

Daniel sorrise e tornò a sedersi sul letto,accanto a lei.

-Ci vediamo domattina in chiesa…Cerca di non strapazzarti troppo-si raccomandò lui.

Lily alzò gli occhi al cielo,chiaramente divertita.

-Sto andando all’addio al nubilato di una donna incinta,quali rischi vuoi che corra?-gli ricordò.

Daniel alzò le spalle.

-Non si può mai sapere-le disse accarezzandole il ventre nudo con delicatezza.

Restarono in silenzio per alcuni istanti,finchè Daniel non riportò lo sguardo sul viso della moglie,un espressione seria in volto.

-C’è qualcosa che vuoi che faccia?-domandò sperando di aver detto le parole giuste.

Lily lo fissò in silenzio qualche secondo prima di capire:stava parlando di Albus.

Voleva sapere se aveva qualche messaggio per lui.

Lentamente scosse la testa.

Sapeva che domani,per la prima volta dopo mesi si sarebbero rincontrati,ma non voleva ancora affrontare quel problema.

-No,nulla-disse poi,quasi volesse chiarire meglio il concetto.

Daniel annuì e le diede una bacio dolce prima di alzarsi in piedi.

-Oh,ricordati che abbiamo un discorso da portare a termine-le disse riuscendo a strapparle un sorriso.

Dopodiché prese il trolley e si avviò fuori dalla camera da letto,pronto per la sua notte di follia.

 

 

TO BE CONTINUED…

 

 

 

Salve a tutti!!!!

So di essere davvero imperdonabile,questa volta e che molti di voi probabilmente mi avranno data per morta o per dispersa,ma come al solito la colpa è da attribuire al mio caro,amato/odiato laptop:essendo vecchio(ormai ha qs sei anni),ha sempre qlk problema e non sempre riesco ad aggiustarlo presto quanto vorrei.

Ecco perchè ci sn stati tanti mesi di silenzio,che sono pesati da morire anche a me...stare senza scrivere x me sembra innaturale.

Cmq lasciamo da parte le note dolenti...Quanti di voi hanno notato qualcosa di diverso all'inizio del capitolo?

Esatto:la Golden Couple è finita a letto insieme!!!!

E' proprio vero che ad un addio al celibato può succedere di tutto...

Cmq quando ho pensato inizialmente a questo capitolo,tanto tanto tempo fa,tutto l'addio al celibato doveva entrare in un solo capitolo,ma poi stando tanto tempo senza scrivere le idee si sono accavallate,moltiplicate ed ecco qui che c'è stata la divisione in due.

Inoltre mi ero resa conto che James e Rose erano assenti da un pò quindi era giusto dar loro il giusto ritorno,con un pizzico di "Operazione Nostalgia",come la chiamo io.

Quindi nel prox capitolo scopriremo se davvero è stata una notte di bagordi cm pensano tutti o meno e soprattutto scopriremo cs ha portato alla riappacificazione momentanea della Golden Couple.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di ortografia e battitura.

Il titolo è tratto da una canzone omonima di Katy Perry e la frase iniziale è presa da "The one that got away" sempre di Katy Perry.

Prima dei ringraziamenti,piccola postilla personale:voglio dedicare questo capitolo a Vittoria,per il nostro primo incontro dopo quattro anni di amicizia! <3

E ora i ringraziamenti:Andocide(Benvenuta!Meno male che il tuo mouse ha scelto per te! ^_^ Grazie per i complimenti, sono sempre graditi visto che io mi considero una scribacchina di 3 ordine...Cmq Mandy è stata poco presente nell'organizzazione d qst matrimonio,ma nn potrà restare nascosta ancora per molto,ergo ci vorrà ancora un pò prima di vederla sparire dalla circolazione),Nefene(Spero di ritrovarti ancora,perchè Albus e Scorpius sono qui a complicarsi la vita come al loro solito...),Rutix2003(Come vedi ci sn stati altri problemi,povero computer pieno di acciacchi,ma appena si può si torna a postare e a complicare la vita dei ns poveri ragazzi XD),Sweey(Finalmente ci sarà un confronto fra Lily e Albus fra un paio di capitoli,e direi che è anche ora...Ricomporre la coppia Brian/Justin è il mio sogno da quando ho visto l'ultima putata di QAF,ma forse quello è un compito tr grande anche per me!),Bess_Black(Grazie x i complimenti,spero la pensi ancora allo stesso modo nonostante la lunga attesa!XD In effetti scrivere la scena della "violenza",se cs possiamo chiamarla,su Al è stata difficile da scrivere anche per me,ma era qualcosa che doveva essere fatto per delineare il punto di rottura definitivo della coppia),Cicacica(Benvenuta!E grazie x i complimenti!I considero Albus e Scorpius la mia creatura,perchè nn ho letto nessuna FF italiana su di loro,poi ovviamente se cerchi sui fandom inglesi e americani ce ne sono molte di più,ma qnd ho parlato di loro nn attiravano nessuno...Quindi sono i miei bimbi! ^_^ Bando alle sdolcinatezze!Riguardo alla tua domanda posso dirti che tutta la famiglia Weasley Potter al completo si ritroverà al matrimonio di Ronnie e Rebecca,compresi quindi anche Allison Fred e Edward,che ammetto di aver sempre volutamente lasciato da parte perchè cm Hugo era quello che mi ispirava di meno XD!Riuscirai a resistere fino al capitolo del matrimonio?),Gin97(Eccoti accontentata!Spero che il capitolo sia all'altezza delle tue aspettative...Anche io devo ammettere che,nonostante Albus e Scorpius resteranno per sempre i miei preferiti,Harry e Ginny occupano un posto speciale nel mio cuore,perchè senza di loro non ci sarebbe stato "Io e te...per sempre?"),PixieBat 165(Devo confessarti che anche a me James e Rose danno sui nervi,specialmente per la loro cecità di fronte all'evidente sofferenza di Albus,ma qualcuno doveva accollarsi il ruolo di "cattivo",no?Per quanto riguarda Albus non credi si tratti di debolezza,ma di smarrimento emotivo:per anni il centro del suo mondo è stato Scorpius e la vita che facevano insieme,quando questo è venuto a mancare si è  ritrovato senza nessun sostegno,in balia delle sue emozioni e del suo dolore...E Brian è sembrata sul momento la sola persona capace di aiutarlo a fare chiarezza),VictorieBHFS(I ns carissimi amici di QAF presto daranno un bel pò di filo da torcere al ns Scorpius,specialmente Brian,ma per ora lasciamo che la GC si goda l'addio al celibato di Ronald...Daniel,come abbiamo visto anche in qst capitolo è molto innamorato della moglie,farebbe di tutto per farla star bene,e anche se lei non lo ammetterebbe neanche sotto tortura in qst momento,per stare bene lei ha bisogno di Albus,perchè per come la vedo io lui è parte della sua anima...Posso svelarti un segreto?Ancora nn lo so come andrà a finire la storia fra Alice e Luke... IOI Ho una mezza idea,ma ancora nn sono sicura che sia quella giusta!).

Bene per il momento è tutto...Io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo

"Give me everything"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Glad you came ***


glad you came

 

"Although it hurts I'll be the first to say that I was wrong
Oh, I know I'm probably much too late
To try and apologize for my mistakes
But I just want you to know
I hope he buys you flowers, I hope he holds your hand
Give you all his hours when he has the chance
Take you to every party cause I remember how much you loved to dance
Do all the things I should have done when I was your man!"

 

"Cause I don't wanna lose you now
I'm lookin' right at the other half of me
The vacancy that sat in my heart
Is a space that now you hold
Show me how to fight for now
And I'll tell you baby, it was easy
Comin' back into you once I figured it out
You were right here all along"

Era stato suo padre,il famoso Harry Potter, a dargli l’idea.

Quando aveva lo incontrato per mettersi d’accordo sugli ultimi preparativi del matrimonio,l’uomo gli aveva chiesto cosa aveva in programma per il proprio addio al celibato e Ronald aveva dovuto ammettere che non ne aveva nessuno.

-In fondo io e Rebecca siamo già sposati,non credi sia stupido fare un’addio al celibato?-gli aveva domandato.

Suo padre aveva ridacchiato prima di scuotere la testa.

-Credimi Ronnie,è una di quelle esperienze fondamentali nella vita di un uomo sposato…Non sai mai cosa può succedere-aveva commentato.

Ronald aveva guardato suo padre con uno sguardo curioso negli occhi,ma l’uomo aveva evitato abilmente di rispondergli trovando un’ottima motivazione per cui fare quella festa.

-In fondo neanche quando vi siete sposati la prima volta ne  hai avuto uno-

Ecco perché lui e James erano lì,in una delle suite del Savoy in attesa che il resto della compagnia arrivasse per cominciare la serata.

-Questo posto è spettacolare-disse James guardandosi intorno.

La suite comprendeva sei camere da letto,un salotto,quattro bagni c angolo bar personale completamente rifornito nell’eventualità che gli ospiti volessero ubriacarsi senza dover lasciare la suite.

-Non smetterò mai di ringraziare Scorpius-commentò il rosso guardandosi intorno con aria incredula.

James annuì.

Essendo il loro secondo matrimonio era difficile pensare a dei possibili regali di nozze,ma ancora una volta Scorpius aveva superato sé stesso,offrendosi di pagare entrambi gli addii al nubilato e al celibato.

Era grazie a quei piccoli grandi gesti che i fratelli Potter ricordavano di aver a che fare con un Malfoy…

Ronnie si lasciò cadere su un divano e abbandonò la testa contro lo schienale.

-Sei pronto per la tua ultima notte da scapolo?-gli domandò James,un sorriso ironico sul volto.

Il fratello ridacchiò e annuì lentamente.

-Tu mi conosci…Sai benissimo che cerco sempre la scusa per essere al centro dell’attenzione-rispose provocando le risate del moro.

-Il grande animale delle feste…-lo prese bonariamente in giro, ben consapevole di quando l’eccessiva attenzione desse fastidio al fratello,ancora un timido insicuro nonostante tutti i traguardi che era riuscito a raggiungere nella vita.

James si avvicinò alla finestra,lanciando uno sguardo alla strada trafficata sottostante,alle macchine e agli autobus che si muovevano lentamente nelle corsie;alla gente che si affollava per arrivare in tempo alla stazione di Charing’s Cross per prendere il proprio treno e ai semplici turisti che camminavano pigramente cercando di assorbire quanto più possibile del panorama.

-Gli altri saranno qui a momenti-commentò senza voltarsi verso Ronald.

Il rosso annuì,nonostante l’altro non potesse vederlo.

-Prima però…-disse riportando l’attenzione del fratello su di sé-Vorrei parlarti un’attimo-

James aggrottò la fronte e fece un cenno d’assenso con il capo,andando a sedersi accanto al rosso.

Quando lo vide esitare qualche istante si chiese se non ci fosse qualcosa che gli avesse tenuto nascosto,qualcosa che lo turbava.

-Va tutto bene?-gli chiese per aiutarlo.

Ronald annuì e si mosse nervosamente sul divano,cercando una posizione più comoda.

-Volevo…Volevo parlarti del matrimonio-iniziò il gemello,muovendo lo sguardo intorno a sé,cercando di evitare fino all’ultimo istante quello del fratello.

James annuì,restando in silenzio,certo che sarebbe bastato quel piccolo gesto per farlo andare avanti.

-Volevo essere sicuro che fra noi fosse tutto a posto,che non ci fossero problemi-aggiunse Ronald.

A quelle parole James aggrottò la fronte,sinceramente sorpreso.

-Per quale motivo dovrebbero esserci problemi?-non riuscì a frenarsi dal chiedere.

Ronald cacciò un sospiro esasperato e si decise ad incontrare lo sguardo del moro,consapevole di non rimandare oltre.

-Perché ho scelto Scorpius come testimone di nozze.

Quando io e Rebecca ci siamo sposati la prima volta,la situazione fra di noi non era delle migliori, ecco perché ho scelto Daniel come testimone…Voglio dire,gli voglio bene,lo considero un fratello,ma forse in una situazione diversa non avrei rifatto quella scelta.

Questa volta invece ho scelto Scorpius…E volevo essere certo che tu non fossi rimasto deluso-spiegò velocemente,cercando di dare un senso alla marea caotica che erano i suoi pensieri.

Il silenzio seguì quell’affermazione,lasciando ai due fratelli il tempo di scrutarsi,di riflettere su quello che era stato appena detto:nel profondo James doveva ammettere con sé stesso che quella volta,il compito di testimone sarebbe toccato a lui.

O almeno era quello che si aspettava.

Entrambi erano consapevoli,anche se non ne parlavano mai,che il loro rapporto non era più tornato come prima dopo la grande lite avuta da adolescenti:ad un occhio esterno tutto poteva risultare naturale e “normale”,come era sempre stato,ma c’erano delle piccole sfumature che non erano mai state cancellate del tutto.

James conosceva perfettamente il motivo che aveva spinto Ronald a chiedere a Scorpius di fargli da testimone;non era per riconoscenza come si ostinava a dire,ma soprattutto per il rapporto d’amicizia che era nato durante quel periodo e che si era consolidato negli anni,diventando sempre più forte.

Certo,Ronald era sempre il suo confidente e l’unica persona al mondo,oltre Rose, capace di capire cosa passava per la sua testa soltanto con uno sguardo.

Però non era la stessa cosa per Ronnie:il suo confidente primario ora era diventata Rebecca  e, le rare volte che aveva bisogno di un parere maschile,il fratello si rivolgeva a Scorpius.

Sapeva che quel pensiero era assurdo, perché infantile e stupido,ma certe volte James non riusciva a frenare la gelosia e l’invidia che quell’intimità gli provocava e quando quelle sensazioni venivano scacciate via con la forza dal suo animo,tutto ciò che restava era una grande solitudine.

Per quel rapporto simbiotico che aveva avuto con Ronald e che da dieci anni era stato sostituito da un vuoto simulacro.

Era dunque offeso per non essere stato scelto come testimone?

Sì,probabilmente sì.

Ma non avrebbe certo rovinato quel giorno al fratello per colpa della sua gelosia o della sua insicurezza.

Quindi atteggiò il volto in un espressione rilassata,un lieve accenno di sorriso sulle labbra e scosse la testa.

-No!Come ti viene in mente?So perfettamente per quale motivo lo hai fatto e condivido la tua scelta-gli disse dandogli una leggera pacca sulla schiena,cercando di mostrarsi il più rilassato possibile.

-Del resto se io fossi stato il tuo testimone a quest’ora non saremmo stati qui!-aggiunse muovendo una mano in aria per indicare l’enorme suite che li ospitava.

Ronald lo osservò attentamente,cercando di capire il vero significato nascosto dietro le sue movenze ed i suoi gesti e fece per parlare,quando la porta della suite si aprì,portando entrambi i gemelli ad alzare lo sguardo verso l’entrata.

Albus infilò la chiave magnetica che gli era stata consegnata alla reception in una delle tasche dei jeans e fece un passo nella stanza,ma si bloccò sulla porta,la mano ancora sulla maniglia quando vide i due fratelli sul divano,entrambi con lo sguardo rivolto verso di lui.

Il suo primo istinto fu di fare quel passo indietro che gli avrebbe permesso di richiudersi la porta alle spalle, ed allontanarsi il più in fretta possibile da quella stanza,dalla sua famiglia e da quello che la serata prometteva.

Ma era ben consapevole di non poterlo fare,quindi prese un respiro profondo e sorrise, per poi fare un altro passo in avanti.

-Ehilà!Mi hanno detto che c’è una festa qui-disse in tono gioviale.

Entrambi i gemelli si alzarono in piedi e si mossero verso di lui,felici di rivedere il fratello dopo tanto tempo;l’ultimo incontro risaliva all’anniversario dei loro genitori,ma anche da quella festa Albus era stato uno dei primi ad andarsene,dopo una discussione con Scorpius.

Il primo a raggiungere Albus fu Ronald,che abbracciò il fratello calorosamente,stringendolo in una morsa e sollevandolo leggermente da terra:si era accorto di aver sentito la mancanza del fratello soltanto nell’istante in cui l’aveva visto comparire sulla soglia.

Come aveva potuto far passare tutti quei mesi senza mettersi in contatto con lui?Erano fratelli,accidenti!

-Finalmente ti sei deciso a farti rivedere!Bastardo!-lo apostrofò Ronald.

Albus rise e ricambiò l’abbraccio,dando una pacca sulla schiena larga e muscolosa del rosso quando questi lo rimise a terra,per poi voltarsi verso James e tendergli la mano.

A quel gesto, James restò per un’istante interdetto,ma afferrò ugualmente la mano del fratello,prima di tirarlo a sé in un abbraccio forse meno impulsivo ma non per questo meno caloroso.

La reazione di Albus fu completamente diversa;mentre prima aveva ricambiato l’abbraccio con ugual calore e affettività,ora restò fermo,impalato,quasi non sopportasse il tocco del gemello.

James sciolse l’abbraccio e sorrise al fratello.

-E’bello rivederti-disse sincero.

Albus si limitò ad annuire,prima di guardarsi intorno,iniziando poi a gironzolare per il salotto.

-Questo posto è fantastico…Magari potremmo restare qui e festeggiare qui il tuo addio al celibato-propose.

-Non ci provare!Hai accettato di venire in giro per locali con noi ora non puoi più tirarti indietro-gli ricordò Ronald.

-Forse quando l’ho fatto ero ubriaco-commentò sottovoce Albus dando un’occhiata al panorama.

-Ti ho sentito!-lo rimproverò il rosso.

-E’ la presenza di Scorpius che ti preoccupa?-domandò James cercando di capire cosa turbasse il fratello.

Non lo vedeva da mesi ed ora che era lì davanti ai suoi occhi non poteva negare che fosse cambiato:fisicamente era lo stesso di sempre,con i capelli sconvolti ed  incontrollabili,o il fisico longilineo,ma quella dolcezza e “innocenza” che lo aveva sempre caratterizzato sembrava sparita,quasi nascosta da una corazza.

Era stata la rottura con Scorpius a provocare quel cambiamento?

Albus restò con lo sguardo fisso sulla strada,cercando di non ridere amaramente alle parole del fratello:se soltanto James avesse saputo…

Rialzò lo sguardo sui gemelli e alzò le spalle.

-Forse…O forse sono solo agitato perché il mio fratellone domani si sposa!-aggiunse cercando di cambiare argomento ed evitare che i due uomini iniziassero ad esaminare la sua vita sentimentale pezzo pezzo.

Tornò poi ad avvicinarsi alla porta dove sul pavimento giaceva abbandonato il borsone,lasciato cadere quando Ronald lo aveva abbracciato,e ne afferrò i manici.

-Avete già scelto le vostre stanze?-domandò loro.

-Veramente ancora non ci avevamo pensato-rispose sinceramente James.

Al annuì,serrando maggiormente la stretta attorno ai manici.

-Allora sarà meglio che mi affretti prima che uno di voi si prenda la stanza migliore!-commentò prima di voltar loro le spalle e avviarsi verso le camere da letto.

Soltanto quando il moro fu sparito dietro una delle porte i due gemelli si fissarono.

-E’ una mia impressione o Al ha qualche problema con te?-domandò Ronald al fratello.

Dunque non era stata soltanto una sensazione!pensò James ricambiando lo sguardo che Ronald gli stava lanciando.

James alzò le spalle,non sapendo sinceramente cosa dire e riflettè qualche istante alla ricerca di un qualche motivo per cui il fratello potesse provare del risentimento verso di lui,ma non trovandone nessuno.

Ancora una volta la porta della suite si aprì e sulla soglia apparve  Scorpius.

Di nuovo sul volto di Ronald apparve un sorriso di sincero affetto:era veramente felice che il biondo,nonostante i problemi con Albus ed i momenti imbarazzanti che sicuramente ci sarebbero stati nel corso della serata,fosse lì a dimostrargli la sua amicizia e a ricoprire quel ruolo così importante.

-Ehi amico!-lo apostrofò.

Scorpius si richiuse la porta alle spalle.

-La reception si è appena lamentata con me!-li rimproverò.

James aggrottò la fronte.

-Ma se non abbiamo neanche cominciato!-ribattè.

-Appunto!Vi sembra un addio al celibato questo?-domandò ancora l’uomo con un sorriso ironico sul volto.

I due uomini risero.

-Idiota!-lo apostrofò Ronald.

Scorpius lasciò il proprio trolley accanto alla porta e andò a sedersi sul divano,di fronte ai due gemelli che seguirono il suo esempio.

-Ci siamo soltanto noi?-domandò il biondo ai due.

Ronald scosse la testa.

-Albus sta sistemando le sue cose in una delle camere-disse James.

Sul volto di Scorpius ci fu un cambiamento impercettibile,una piccola contrazione della mascella che mostrò come avesse sperato di avere più tempo per prepararsi a quell’incontro.

E con perfetto tempismo,Albus scelse quel momento per uscire dalla stanza e ritornare nel salotto principale.

-Posso affermare con assoluta certezza di aver scelto la stanza migliore.

Mi dispiace per vo…-disse bloccandosi a metà non appena i suoi occhi si posarono su Scorpius.

L’elettricità che attraversò la stanza nell’istante in cui i loro sguardi si incontrarono fu quasi palpabile,un vago ricordo della loro adolescenza e del lontano periodo in cui si nascondevano da tutti e da sé stessi,talmente forte da mettere in imbarazzo i gemelli.

Scorpius distese le labbra sottili in un sorriso,felice di aver Albus così vicino per la prima volta da mesi senza la presenza di intrusi o “inutili aggiunte”.

-Ciao Albus…-lo salutò in tono sereno,lo sguardo su di lui,quasi volesse ubriacarsi della sua presenza.

Albus si diede mentalmente dello stupido,cercando di controllare il battito impazzito del suo cuore e l’assurdo desiderio di corrergli incontro e sedersi sulle sue ginocchia.

Come era possibile provare certe sensazioni con un solo sguardo, malgrado tutto il loro passato?

-Scorpius-disse,cercando di non lasciar trasparire troppe emozioni nella voce.

Quella lunga serata era ufficialmente cominciata e lui non aveva la più pallida idea di come avrebbe fatto ad arrivare alla fine.

 

 

Una volta che anche Daniel si fu unito al gruppo e tutti ebbero avuto modo di sistemare le proprie cose nelle rispettive stanze, il gruppo si chiuse la porta della suite alle spalle e si mosse alla volta del bar del Savoy,per un aperitivo.

Quando le porte di vetro si aprirono automaticamente al loro passaggio,Ronald non riuscì a trattenere un fischio di apprezzamento per l’atmosfera raccolta e sofisticata del locale.

-Accidenti-commentò piacevolmente colpito,continuando a guardarsi intorno.

I toni del blu e del bianco la facevano da padrone,cominciando dalla tappezzeria alle poltrone passando per i bicchieri per finire ai tappeti.

-Sembra di essere sul fondo dell’oceano-notò Daniel,provocando un sorriso negli altri.

Il gruppo di amici si diresse verso uno dei tanti divani liberi,e pochi istanti dopo un ragazzo con indosso una camicia nera ed un gilet grigio della stessa tonalità della cravatta,venne loro incontro.

-Cosa posso servirvi?-chiese rivolgendosi a James,in tono professionale.

James guardò gli altri con aria inquisitiva,prima di concedersi un sorriso.

-Una bottiglia di champagne-rispose rivolgendo un sorriso cortese al cameriere.

Questi rispose con un cenno del capo e si allontanò in direzione del bancone.

I quattro uomini si rilassarono sul comodo divano,guardandosi intorno e osservando la poca clientela che occupava il locale.

-Questo posto è davvero di lusso…-commentò Daniel tornando a posare lo sguardo sugli amici.

-Mi chiedo allora come mai ci abbiano lasciato entrare-ribattè ironico Albus,strappando un sorriso agli altri.

-Spero tu sia consapevole Ronnie che questa è soltanto la prima tappa…-disse Scorpius guardando l’amico-Ho bisogno di un posto con musica,alcool e rumore e questo bar non ha nessuna di queste caratteristiche-aggiunse.

Ronald sorrise e annuì.

-Ok,ok…Possiamo almeno bere lo champagne?-chiese il rosso in tono ironico.

Scorpius alzò le spalle.

-Se proprio dobbiamo-

I quattro uomini ridacchiarono:nonostante le battute e lo sforzo che tutti stavano facendo per essere al meglio e non rovinare la serata,c’era sempre quella lieve sensazione di disagio che aleggiava nell’aria,quasi come se da un momento all’altro una bomba dovesse esplodere proprio davanti a loro.

Il cameriere tornò verso di loro a passo veloce,reggendo in una mano il cestello con la bottiglia di champagne e quattro bicchieri e un piattino d’argento nell’altra.

-Ecco a voi-disse poggiando con leggiadria il cestello sul tavolino di cristallo sistemato di fronte a loro,e mettendo il piattino a poca distanza,cercando di essere il più discreto possibile.

Con altrettanta discrezione,Scorpius prese il conto che vi era sistemato sopra e,senza neanche darvi uno sguardo,lo sostituì con la propria carta di credito,restituendo poi il tutto al cameriere che gli sorrise in risposta,prima di allontanarsi di nuovo verso il bancone.

Quando il biondo tornò a posare lo sguardo sul gruppo d’amici,si accorse che tutti lo stavano fissando.

-Cosa?Mi sembrava di aver già detto che questa sera sareste stati miei ospiti-disse in risposta ai loro sguardi inquisitori.

Senza dire nulla,consapevole che sarebbe stato inutile,Ronald scosse la testa,per poi tirare fuori dal cestello i bicchieri e la bottiglia.

Dopo aver distribuito i bicchieri ai tre uomini si impegnò nell’apertura della bottiglia,finchè il tappo non saltò provocando un esultanza generale.

-Ok,facciamo un brindisi-disse James sollevando il proprio bicchiere,imitato subito dagli altri-A Ronald,fortunato bastardo,che domani sia soltanto un ulteriore conferma di quello che  tutti noi già sappiamo…Che tu e Rebecca siete fatti l’uno per l’altra-disse guardando il fratello con uno sguardo di sincero affetto.

I cinque uomini restarono in silenzio per pochi secondi prima di sfiorare i calici l’uno contro l’altro  e portarli alle labbra,bevendo il contenuto tutto d’un fiato.

Daniel fu il primo a posare il bicchiere vuoto sul tavolo rivolgendo poi uno sguardo carico di aspettativa verso gli altri.

-Che la serata abbia inizio!-

 

 

Erano passate tre ore dal primo brindisi.

La bottiglia di champagne era finita velocemente,fra brindisi,congratulazioni e raccomandazioni allo sposo neanche Ronald fosse davvero uno scapolo al suo giorno di celibato.

Dopo aver messo la bottiglia di champagne a testa in giù nel cestello del ghiaccio i cinque uomini si erano alzati e si erano diretti vero l’uscita del longue bar e dell’albergo,aspettando in gruppetti ordinati che il maître procurasse loro un taxi che li avrebbe portati al centro,dove secondo James e Daniel avrebbero trovato dei locali meno chic e più movimentati.

Durante quei pochi minuti di attesa Ronald aveva avuto modo di osservare come Albus interagisse maggiormente con lui e Daniel, tenendosi a distanza da Scoprius e James;se nel primo caso erano ben chiare i motivi che lo portavano ad un tale comportamento,nel secondo,Ronnie non riuscì a trovare nessuna spiegazione:possibile che Al nutrisse dell’acrimonia nei confronti del fratello di cui nessuno era al corrente?

Dopo un breve viaggio in un taxi troppo affollato,si erano ritrovati sullo Strand in un locale chiamato “The Coal Hole”;avevano trovato posto ad un tavolo d’angolo e avevano fatto le loro ordinazioni.

“The Coal Hole” era un locale che aveva l’altra aspirazione di combinare la “classe” inglese con la “spontaneità tipica degli americani:ecco allora che gli arredamenti stile saloon si univano ai camerieri in sparato nero e crestina bianca, che il cibo e le bevande sul menù prendevano il nome di tutti i personaggi più famosi della storia anglosassone,anche se si trattava di semplici hamburger,o che alle pareti fossero dipinte le tipiche bellezze architettoniche londinesi, Big Ben e London Eye compresi anche se a pochi passi di distanza dal locale.

L’unica eccezione che il proprietario del locale si era concesso,era il juxe-box che faceva bella mostra di sé al centro del locale,fra tavoli e poco distante dalla pista al momento vuota.

-Questo è il posto più strano che abbia mai visto…- commentò Daniel guardandosi intorno.

Scorpius annuì.

-Il mio editore mi ci ha portato un giorno per pranzo;voleva mostrarmi quella che lui ha definito la “stranezza dei babbani”-gli  spiegò il biondo.

Il gruppo sorrise,ma l’arrivo del cameriere li aveva trattenuti dal commentare ulteriormente.

-Come sta Lily?-chies James a Daniel-Non la vedo dalla colazione del mese scorso-

Una fitta di gelosia attraversò lo stomaco di Albus a quelle parole.

Era stata una sua scelta allontanarsi dalla famiglia,crearsi praticamente una nuova vita che non includeva nessuno dei presenti attorno a quel tavolo,però sapere che gli altri avevano continuato a vedersi nonostante la sua assenza lo feriva ugualmente.

Cosa ti aspettavi?Che mettessero in pausa la loro vita in attesa del tuo ritorno?”gli chiese una vocina acida nella sua testa.

Albus scosse la testa,cercando di mettere a tacere quei pensieri e tornò a prestare attenzione a quello che succedeva intorno a sé.

-…Vedrai tu stesso domani al matrimonio.

Sempre se allontanerai lo sguardo da Rebecca per più di qualche secondo-concluse in quell’istante Daniel.

Gli altri risero e,Albus per non tradirsi,accennò a sua volta una risata.

-Devo ammetterlo,Ronnie-disse Scorpius,sistemandosi meglio sul sedile di pelle rossa-Quando tu e Becca vi siete sposati la prima volta non credevo sareste durati così a lungo-

Ronald rise.

-Grazie della fiducia amico!-commentò alzando il proprio bicchiere verso il biondo.-Spero che tu abbia qualcosa di meglio per il discorso del testimone di domani…-aggiunse poi ironico.

-D’accordo mi sono sbagliato,ma lo sai quanto posso essere cinico!

Io e Al abbiamo anche fatto una scommessa sulla durata del matrimonio-aggiunse ancora il biondo.

Nello stesso istante i due gemelli Potter spalancarono gli occhi e si voltarono a guardare Albus che,rosso in volto,cercava di concentrare tutto il proprio odio verso Scorpius nello sguardo che in quel momento stava rivolgendo al biondo.

Il primo in tutta la serata.

Sguardo a cui Scoprius rispose con il suo ghigno a metà…Un tempo Albus sarebbe andato in brodo di giuggiole per quel sorriso,ma in quel momento avrebbe potuto strozzare il biondo a mani nude.

-Non posso credere che mio fratello abbia scommesso sul mio matrimonio!-commentò Ronald,fortunatamente divertito,riportando l’attenzione di Albus su di sé.

L’uomo scosse la testa.

-Infatti io ho scommesso a favore.

Scorpius diceva che non sareste durati più di due anni,mentre io invece ero convinto che ce l’avreste fatta-ribattè,prima di tornare a guardare il biondo seduto dall’altra parte del tavolo-Anzi,se non ricordo male,non ho mai intascato la vincita di quella scommessa- disse.

-Oh,ero convinto di averti ripagato in natura…E con gli interessi- rispose Scorpius serio.

L’imbarazzo imporporò di nuovo le guance di Albus,portandolo a chiedersi per l’ennesima volta se era stata una buona idea partecipare a questa festa.

-Ho bisogno di un nuovo drink-disse alzandosi e prendendo il bicchiere vuoto.

Voltò le spalle al gruppo e si avviò al bancone di mogano scuro.

Avrebbe potuto chiamare uno dei camerieri che gironzolavano per il locale e farsi portare da bere,ma aveva bisogno di silenzio e di stare solo,anche soltanto per pochi istanti.

-Whiskey con ghiaccio,per favore-disse al barman,porgendogli il bicchiere sporco.

Che accidenti era saltato in testa a Scorpius di raccontare della loro scommessa?

Era stato un gioco fra di loro,non se ne ricordava quasi più!

Stava forse cercando di metterlo in imbarazzo con gli altri?No.

Se avesse voluto farlo,avrebbe avuto munizioni peggiori di quella.

Allora perché uscirsene così?Quello era stata un’idea stupida di due ragazzini idioti…e innamorati.

Forse era per questo che lo aveva fatto:per ricordargli che nonostante tutto quello che era successo,c’era stato un tempo in cui erano stati Loro.

Loro contro il Mondo.

Albus sospirò e si passò una mano fra i capelli,prima di fare un cenno con il capo al barman per ringraziarlo del nuovo drink.

-Ehi fratellino!-si sentì apostrofare.

Si voltò leggermente sulla destra e sorrise trovandosi accanto Ronald.

-Ehi,sei venuto a fare rifornimento?-gli domandò indicando il bicchiere vuoto che il rosso stringeva fra le dita della mano sinistra.

L’altro annuì,prima di fare la propria ordinazione.

Albus fece per tornare al tavolo,ma la voce di suo fratello lo bloccò.

-Come sta Lane?-

Al guardò il rosso,leggermente sorpreso che l’altro si ricordasse dell’esistenza dell’adolescente che lui ormai considerava alla stregua di un figlio.

-Bene…-disse,tornando ad avvicinarsi al bancone-E’ leggermente preoccupato per il matrimonio di domani,però per il resto sta bene-

Ronald aggrottò le sopracciglia.

-Preoccupato,perché?-

Al accennò un sorriso.

-L’unica volta che è stato a contatto con la famiglia Potter alcuni membri non sono stati così gentili e felici di fare la sua conoscenza-si limitò a dire il moro.

-Parli di Lily?-chiese l’altro.

Albus si limitò ad annuire.

Ronald posò una mano sul braccio di Albus più vicino a sé e gli diede una stretta rassicurante.

-Posso prometterti fin da adesso che tutti faranno del loro meglio per far sentire Lane a suo agio domani…In fondo fa parte della famiglia,no?-

Al annuì,grato al fratello per le sue parole.

Il barman aveva da tempo consegnato nelle mani di Ronald la sua ordinazione,ma il rosso non sembrava avere fretta di riunirsi al resto del gruppo.

C’era ancora una cosa che voleva chiedere al fratello,prima che questo tornasse a nascondersi dietro la maschera che indossava ormai da mesi,ed aveva la convinzione di poterlo fare soltanto adesso, ora che erano soli.

Cercò gli occhi di Albus e lo fissò per qualche secondo,percependo il disagio dell’altro.

-Sei felice Al?-gli domandò infine.

Albus prese un lungo respiro,trattenendo poi il fiato.

Era felice? Aveva smesso da tempo di farsi quella domanda.

-Sono felice per te e Rebecca-gli disse riuscendo a fingere un sorriso alla perfezione e buttando fuori il fiato.

Ronald accennò lo stesso sorriso e scosse leggermente la testa.

Era così difficile parlare di certe cose:loro erano uomini!

Gli uomini non parlano dei propri sentimenti,lasciano volentieri quel compito alle donne!

-Non è quello che ti ho chiesto-gli fece notare il rosso.

Albus allontanò lo sguardo e lo fissò sulle dita della propria mano destra che stringevano il bicchiere.

-E’ la sola risposta che posso darti adesso…-gli rispose sincero.

Ronald lo fissò per alcuni istanti e poi annuì:era evidente che non sarebbe riuscito ad ottenere nient’altro.

Lasciò cadere una mano sulla spalla sinistra del fratello e fece un cenno con il capo all’indietro,verso il tavolo su cui era seduto il resto del gruppo.

-Sarà meglio tornare dagli altri-disse poi avviandosi verso il tavolo,il braccio ancora abbandonato sulle spalle del fratello.

Al tavolo gli altri uomini erano impegnati in una fitta conversazione e quando i due fratelli li raggiunsero,i tre alzarono lo sguardo e risero alla vista del rosso.

-Che avete tanto da ridere?-chiese Ronald,riprendendo il proprio posto accanto a James.

Daniel scosse la testa.

-Nulla…Stavamo solo confrontando le nostre esperienze-commentò in modo criptico.

-Dan ha appena finito di raccontarci di quella volta ad Hogwarts in cui ha beccato te e Rebecca a letto insieme-spiegò Scorpius, lasciando da parte la diplomazia.

Le guance di Ronald si imporporarono leggermente.

-Prima ancora era stato il mio turno-disse James-Ti ricordi quella volta che mi sono smaterializzato in casa vostra,qualche anno fa e trovato te con soltanto i boxer e…-

-Si,ho capito!Ho capito…Non c’è bisogno di aggiungere altro-lo interruppe velocemente il gemello.

-Quella è stata l’ultima volta che mi sono smaterializzato in casa tua-disse Jim.

-Beh almeno quell’esperienza è servita a levarti quel brutto vizio! Mi ti ritrovavo intorno quando meno me lo aspettavo!-lo rimproverò il fratello.

Gli altri risero e per alcuni istanti cadde il silenzio,mentre tutti i presenti cercavano un argomento di conversazione che fosse altrettanto innocuo per mantenere alti gli spiriti e per non rovinare la serata.

-Come va il lavoro Scorpius?-domandò James,voltandosi a guardare il biondo.

Scorpius posò il bicchiere ormai vuoto sul tavolo e alzò le spalle.

-Procede-

Albus osservò l’uomo sinceramente curioso:Scorpius aveva realmente cominciato a scrivere oppure era una risposta detta per non entrare nell’argomento?

L’ultima volta che avevano parlato del suo lavoro,quella lontana sera in cui se lo era trovato davanti alla porta di casa,Sy gli aveva detto che senza di lui aveva perso l’ispirazione,che non riusciva più a scrivere.

Possibile che,nonostante quello che gli aveva detto alla festa dei suoi genitori,avesse già trovato una nuova musa?

-Sono già arrivato a metà del mio nuovo libro.

Se tutto va come spero dovrei riuscire a spedirlo al mio editore in un paio di mesi-disse ancora il biondo.

-E’ un’altra storia d’amore?-domandò Ronald curioso.

Scorpius  mosse leggermente la testa a destra e poi a sinistra,in modo incerto.

-In parte…E’ una favola-precisò.

Albus inarcò leggermente le sopracciglia,stupito.

-Una favola?E’ qualcosa di completamente nuovo per te-disse parlando direttamente all’uomo per la prima volta in tutta la serata.

Scorpius portò gli occhi sul moro e accennò un sorriso a metà.

-Tu dovresti sapere quanto mi piacciono le sfide-si limitò a dire.

Albus fissò gli occhi di ghiaccio dell’altro in silenzio,mentre un’intera conversazione veniva fatta attraverso lo sguardo.

Sono qui…Non dimentico ciò che ti ho detto e promesso”

“Lo so. Ma ho paura di lasciarti avvicinare a me,perché sei allo stesso tempo la persona che può guarirmi e distruggermi”

Albus fu il primo ad abbassare lo sguardo,portandolo sulla propria mano sinistra stretta attorno al drink.

-Ho bisogno di fare rifornimento-sentì dire da Scorpius,seguito poco dopo dal rumore della sedia strusciata sul pavimento.

Il moro prese un respiro profondo e rialzò lo sguardo guardandosi attorno nel locale,incurante delle tre paia di occhi che lo osservavano con moderazione.

-Che ne dite di scegliere un po’ di musica?-disse senza rivolgersi a nessuno in particolare prima di alzarsi in piedi e avviarsi verso il juxe-box.

Arrivato lì davanti posò una mano sul vetro,gli occhi offuscati incapaci di leggere i titoli delle canzoni.

Perché era così difficile?

Avrebbe desiderato mille volte dare un colpo di spugna e dimenticare gli ultimi dieci anni della sua vita,dimenticare tutto della sua vita con Scorpius.

Tutto pur di non sentire quella fitta al cuore ogni volta che erano nella stessa stanza.

-Trovato niente di interessante?-si sentì chiedere.

Quella voce l’avrebbe riconosciuta anche in una stanza piena di gente.

-Non ancora…-gli disse muovendosi leggermente verso destra per fargli posto accanto a sé-Fa prima tu se vuoi-

Scorpius poggiò la bottiglia di birra sul juxe-box e diede un occhiata alla lista delle canzoni,ignorando per tutto il tempo lo sguardo dell’altro su di sé.

Il fatto che fosse rimasto accanto a lui era già un buon segno,avrebbe potuto voltarsi e tornare al tavolo.

-Allora…Una favola-gli sentì dire.

Scorpius annuì,impegnato a digitare il numero della canzone che aveva scelto.

-Con streghe,principesse in difficoltà e principi senza paura?-gli domandò ancora il moro.

Non aveva idea del motivo che lo spingeva a fargli quelle domande, o cosa lo trattenesse dal tornare  al tavolo dagli altri:forse voleva dimostrare a sé stesso e a Scorpius di essere diventato immune,che la sua vicinanza non era più un problema per lui, oppure che la presenza di Brian nella sua vita lo rendeva perfettamente felice.

La canzone partì e soltanto allora Scorpius alzò lo sguardo ad incontrare il suo.

I've got you under my skin. 
I've got you deep in the heart of me. 
So deep in my heart that you're really a part of me. 
I've got you under my skin. 
I'd tried so not to give in. 
I said to myself: this affair never will go so well. 
But why should I try to resist when, baby, I know so well 
I've got you under my skin? 

-C’è una principessa in difficoltà…E c’è un principe.

Come in tutte le favole,il principe uccide il drago, salva la principessa e ritornano al castello per vivere insieme felici e contenti.

Però è una volta tornati al castello che inizia la vera storia:una volta a casa,il principe incontra il fratello della sua futura sposa.

-E’ amore a prima vista.

Un solo sguardo basta a far capire ad entrambi che sono fatti l’uno per l’altro.

Ovviamente devono nascondersi,perché il Re non capirebbe il loro amore,finirebbe per condannarli a morte…

I due amanti sono disposti a tutto,qualsiasi sotterfugio pur di non essere separati,ma un giorno poco prima delle nozze,la principessa scopre i due amanti-

Il silenzio che seguì il racconto di Scorpius portò Albus a riprendersi dal torpore che lo coglieva ogni volta che ascoltava l’uomo parlare delle sue storie:avrebbe potuto sentirlo parlare per ore,amava il modo in cui si appassionava per personaggi immaginari,per quelle che considerava le sue creature.

Era bellissima.

Ancora una volta,Scorpius aveva superato le sue aspettative ed Albus era certo che leggere il racconto stampato sarebbe stato mille volte meglio del piccolo riassunto che l’altro gli aveva appena fatto.

-Questo è tutto quello che ho scritto finora-disse ancora Scorpius.

-E’ una favola a lieto fine?-gli domandò Al curioso.

Scorpius alzò le spalle.

-Dipende-

L’altro inarcò le sorpracciglia.

Don't you know, little fool, you never can win? 
Use your mentality, wake up to reality. 
But each time that I do just the thought of you 
Makes me stop before I begin 
'Cause I've got you under my skin. 

-Tutto dipende se la mia musa torna da me…-aggiunse.

Albus si ritrovò a deglutire:non era uno sciocco,era chiaro che l’altro stesse parlando di lui,però ancora una volta non sapeva cosa fare o cosa dire.

-Scorpius…-iniziò.

-Sai che anche questa volta uno dei personaggi è ispirato a te?-continuò l’altro impedendogli di andare avanti.

Il moro lo guardò sorpreso e sorrise suo malgrado quando vide l’altro annuire come ulteriore conferma.

-Fammi indovinare:il principe senza macchia e senza paura-tentò ironico.

Scorpius scosse la testa.

-Assolutamente no!Credi che avrei lasciato a te il ruolo che è mio di diritto?-commentò con lo stesso tono divertito il biondo.

Il sorriso sulle labbra di Albus divenne più grande e annuì, allontanandosi per un’istante dallo sguardo persistente dell’altro.

-Giusto…Quindi chi sono?-gli domandò ancora senza guardarlo.

-L’amore della sua vita-

Quelle parole costrinsero Albus a rialzare lo sguardo su Scorpius,gli occhi subito attirati da quelli penetranti dell’uomo.

Approfittando dell’attimo di smarrimento che sembrava aver colto Albus,Scorpius si portò più vicino a lui,dimezzando la distanza fra i loro corpi e,forse ancora stordito dalle sue parole,Albus non fece nessun gesto per allontanarsi da lui o ristabilire la distanza.

-L’uomo capace di farlo innamorare a prima vista e per cui l’eroe mette in discussione tutto ciò in cui aveva creduto fino a quel momento,pronto anche alla morte se dovessero scoprirli perché vivere senza quell’amore significherebbe ugualmente la morte.

Credo sia il ruolo perfetto per te-disse senza abbandonare per un’istante lo sguardo dell’altro.

Albus restò in silenzio,il familiare profumo di Scorpius che gli stuzzicava le narici e gli faceva desiderare di sentire quello stesso odore sui vestiti e sulla propria pelle.

Cavolo quanto odiava ammettere quella debolezza,anche se solo con sé stesso!

Dopo un silenzio che sembrò interminabile ad entrambi,Albus sospirò.

-Vorrei che fosse realmente così-commentò melanconico.

Fu allora che il tempo si mosse a velocità raddoppiata:incurante delle conseguenze,Scorpius alzò la mano sinistra e le portò dietro il collo di Albus,avvicinando il viso al proprio sfiorando così le labbra del moro.

Fu un bacio dolce e veloce,un lieve sfioramento di labbra che Scorpius interruppe subito per poter incontrare di nuovo gli occhi di Albus.

Seduti al tavolo,Ronald James e Daniel avevano assistito alla scena fin dall’inizio,osservando il modo non curante in cui Scorpius si era avvicinato all’altro,prendendolo quasi di sorpresa e iniziando una conversazione muta che aveva fatto sorridere prima e poi arrossire il moro.

-E’ davvero assurdo…-commentò Daniel allontanando per un’istante lo sguardo dai due uomini.

-Cosa?-chiese James guardando velocemente il cognato.

-Che due persone che sono chiaramente fatte l’uno per  l’altra debbano essere stare separate per colpa della loro testardaggine- disse l’altro,tornando a guardare i due.

Ronald,che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad osservare la coppia,positivamente colpito dal comportamento di Scorpius,alzò le spalle.

-Torneranno insieme-disse constatando un dato di fatto.

-Come fai ad esserne così sicuro?Hai dimenticato il tipo con cui esce Al?-gli chiese James.

Proprio in quel momento,Scorpius si avvicinò all’altro,baciandolo, senza che Albus facesse nessun accenno a tirarsi indietro.

-Ecco perché-rispose semplicemente il rosso.

Sinceramente felice per Albus,James sorrise.

In quel momento della sua vita tutto era perfetto,lui e Rose si amavano,stavano per diventare genitori e forse con una visione egoistica delle cose sperava che anche il resto della famiglia fosse felice come lui;vedere i due uomini fare quei passi uno verso l’altro,verso l’inevitabile conclusione era ciò che James desiderava per il fratello.

-Aspettiamo due gemelli-disse poi improvvisamente,riportando l’attenzione degli altri due uomini su di sé.

-Come?-chiese Ronnie,quasi non fosse sicuro di aver capito bene.

Jim annuì.

-Rose ed io aspettiamo due gemelli…-disse di nuovo con un sorriso-Non sappiamo ancora di che sesso saranno,però a quanto pare la tradizione di casa Potter continuerà-

Ronald,essendo il più vicino si sporse verso il gemello e gli posò un braccio attorno alle spalle,sorridendo.

-Congratulazione Jim!-disse Daniel un sorriso sulle labbra a sua volta.

Inconsapevole delle supposizioni e celebrazioni degli altri seduti al tavolo e,nonostante la sorpresa e la breve durata,Albus cercò un contatto con la realtà non appena sentì le labbra di Scorpius allontanarsi: capì dalla poca distanza fra i loro corpi di essersi lasciato andare contro l’altro e di aver chiuso gli occhi,abbandonandosi al momento, soddisfacendo per un’istante un bisogno che si era negato troppo a lungo.

Riaprì gli occhi lentamente e trovò ad aspettarlo gli occhi dell’altro,così pieni di…amore,sincerità,paura di essere respinto ancora un volta, come non li vedeva da tanto tempo.

Fece per parlare,per dire qualsiasi cosa che desse la giusta prospettiva al loro rapporto,rammentando ancora una volta ad entrambi che la loro relazione era terminata,che c’erano stati dei buoni motivi che avevano portato alla loro rottura,ma prima che potesse farlo,uno sconosciuto si avvicinò al juxe-box,portando Scorpius a prenderlo per mano e a guidarlo verso un angolo più riservato.

Albus si ritrovò contro una parete,pronto ad un nuovo attacco da parte dell’altro,ma fu subito chiaro che quella non era l’intenzione di Scorpius.

-E’ davvero così.

Tu sei l’amore della mia vita…-gli disse guardandolo dritto negli occhi.

-Scorpius…-tentò di bloccarlo Al,ma il biondo alzò una mano per frenare qualsiasi obiezione.

-Possiamo parlare?Io e te da soli?

Torniamo in albergo e parliamo…-gli propose-Prometto che non ti salterò addosso…A meno che non sia tu a chiedermelo-aggiunse poi con il suo ghigno malizioso.

Albus cercò di trattenere un sorriso,ma alla fine dovette arrendersi, firmando così la sua resa.

Ancora una volta si lasciò guidare dall’altro verso il bagno degli uomini,e una volta dentro, i due si smaterializzarono nella stanza d’albergo.

In confronto con il rumore ed il chiacchiericcio che si erano appena lasciati dietro,il silenzio della suite fu assordante nei primi istanti,al punto che Albus si guardò intorno per essere certo di essersi smaterializzato nel posto giusto.

Dopodichè posò lo sguardo su Scorpius e lo trovò altrettanto spiazzato:cosa sarebbe successo ora?

Aveva promesso che non gli avrebbe fatto nessuna avances, ed era una cosa positiva,visto che al momento sarebbe bastato un nulla per spingerlo nel letto di Scorpius.

Fece un passo tentennante verso uno dei divani nel salotto e vi si lasciò cadere sopra,i gomiti posati sulle ginocchia e le dita intrecciate.

Prese un respiro profondo e portò di nuovo lo sguardo su Scorpius.

-Ok parla…-

Scorpius sostenne lo sguardo dell’altro per alcuni istanti,prima di farlo girare nella stanza,quasi stesse cercando qualcosa che lo aiutasse ad iniziare quella conversazione.

Quella era la sua ultima possibilità,ne era consapevole,e sapeva che se voleva far ritornare Albus doveva essere sincero fino in fondo.

Prese un respiro profondo per farsi coraggio e dischiuse le labbra.

-E’ stata la tua risata-iniziò.

Sentì lo sguardo penetrante di Albus su di sé,ma decise di non incrociare i suoi occhi,almeno per il momento;se lo avesse fatto probabilmente il coraggio se ne sarebbe andato e lui sarebbe tornato a nascondersi dietro la maschera di menefreghismo e indifferenza che indossava gran parte della giornata.

-Ad Hogwarts,qualche mese dopo aver iniziato le nostre lezioni, dopo la famosa festa nella Casa dei Serpeverde.

Una mattina ti osservato seduto al tavolo dei Grifondoro, mentre chiacchieravi con Lily o Rose,non ricordo e improvvisamente tu sei scoppiato a ridere.

Eri bellissimo.

-Io sono rimasto a fissarti,e mi sono ritrovato a pensare… “Voglio essere l’unico capace di farlo ridere così”.

Quella è stata la prima cosa che mi ha colpito realmente e mi ha fatto capire che c’era qualcosa di più oltre alla voglia di portarti a letto.

Certo poi con il tempo,la lista si è allungata sempre di più,fino al tuo incidente,che mi ha fatto capire come stavano davvero le cose-

Un leggero rossore imporporò le guance di Albus,colpito da quella dichiarazione inaspettata.

Non sapeva bene cosa aspettarsi,ma certamente non quella dichiarazione a cuore aperto,come mai aveva sentito prima d’ora fare al biondo.

Deglutì rumorosamente e si mosse sul divano,cercando una posizione che gli impedisse di saltare in piedi e gettarsi nelle braccia dell’altro.

-Che anche tu eri innamorato di me…-disse constatando un dato di fatto.

Scorpius alzò finalmente lo sguardo incontrando quello del moro e dopo un breve istante annuì.

All’epoca non avevano parlato di sentimenti,troppo spaventati da cosa sarebbe successo se fossero stati scoperti e dalla grandezza di quegli stessi sentimenti,ma ora era chiaro che ciò che lì univa era forte allora quasi quanto lo era adesso.

-Tu mi conosci meglio di tutti,Al non avevo bisogno di dirti cosa mi passava per la testa all’epoca,perché nonostante io non lo abbia mai detto,tu hai sempre saputo.

Io non avevo mai fatto progetti sul futuro:su di me pesava il nome della mia famiglia eppure per me quel futuro era un buco nero…E non solo per colpa della mia famiglia.

Mi ci vedi con una moglie?-gli domandò accennando un ghigno ironico,che fortunatamente vide comparire anche sul volto dell’altro.

-Devo davvero rispondere a questa domanda?-gli domandò Al ironico.

-Tu sei stato il solo con cui abbia mai pensato di costruire qualcosa, una vita in comune…-gli disse ancora,avvicinandosi di un passo all’amante,ma mantenendo ancora una distanza di sicurezza.

Capì di aver fatto la mossa giusta quando sentì uno sbuffo ironico uscire dalle labbra semi-aperte di Albus,in un chiaro segno di incredulità.

-No-lo rimproverò,portando il moro ad incontrare i suoi occhi ancora una volta-Non fare così-

-Scusami se questa parte mi è un po’ difficile da credere,vista la tua paura verso i legami di qualsiasi tipo-ribattè l’altro,senza acrimonia.

-Paura che nonostante tutto ho superato passando gli ultimi dieci anni della mia vita con te-gli fece notare il biondo-Lo so che questi anni non sono stati sempre perfetti e che avrei potuto agire in modo diverso in certe occasioni…-

-Intendi quando hai deciso di avere un figlio con Rose?-rimarcò Albus all’istante.

Scorpius fece per rispondere a tono,ma si bloccò,prese un respiro profondo e si avvicinò di un altro passo a Albus.

-Qual è il tuo rapporto con Lane?-gli domandò invece,provocando un’espressione sorpresa sul volto di Albus.

-Che vuoi dire?-

-Fin da quando hai deciso di accoglierlo in casa,tu ti sei comportato con lui esattamente come farebbe un padre:ti preoccupi che abbia vestiti puliti,che mangi regolarmente,che faccia i suoi compiti…Insomma tutte quelle cose che rendono felice un adolescente.

Eppure non sei suo padre-gli disse.

-Ehi aspetta un attimo! Non è la stessa cosa!-ribattè subito Albus.

-E’ esattamente la stessa cosa,non lo capisci?

James farà tutto quello che tu stai facendo con Lane,sarà un padre vero per quel bambino.

Sarà lui a sorbirsi le notti in bianco,i compleanni,i cambi di pannolino e i primi passi,le liti e le punizioni.

E’ questo che fa di un uomo un padre,a chi importa se la genetica dice il contrario?-cercò di fargli capire il biondo.

-A me!Possibile che non capisci?-rispose Albus con uno sguardo ferito negli occhi.

Scorpius restò in silenzio,fissando l’uomo in attesa che trovasse il coraggio per renderlo partecipe dei suoi sentimenti.

Albus sospirò rumorosamente e si passò una mano fra i capelli, scompigliandoli maggiormente.

-Tu sei così testardo certe volte…Se un uomo fosse andato a letto con un’altra donna mettendola incinta,sicuramente la moglie l’avrebbe fulminato.

Perché tu ti ostini a comportarti come se non significasse nulla, mentre per me sembra la fine di tutto?-gli domandò a bassa voce.

Scorpius si accovacciò per essere alla stessa altezza di Albus e per incontrare i suoi occhi.

-Perché per me la fine di tutto è vivere senza di te.

Soltanto adesso il nostro appartamento sta riacquistando un aspetto normale,nonostante tu te ne sia andato da mesi.

E anche io…-

Albus lo fissò attentamente,combattuto fra la voglia di fidarsi,il desiderio di concedere all’uomo un’altra possibilità e la paura di bruciarsi di nuovo,forse per l’ultima volta.

Abbassò lo sguardo e cacciò un respiro incerto.

-Tante cose sono cambiate in questi mesi…-disse.

Scorpius si chiese se il moro stesse cercando di convincere lui o sé stesso,ma in quelle parole non potè fare a meno di vedere una piccola speranza;spinto da quel sentimento,in un gesto agile si sedette accanto al moro,catturando il suo sguardo.

-Non possiamo tornare indietro,lo so.

Ritornare indietro per te significherebbe l’assenza di Lane nella tua vita...Ti lamenti della tua vita attuale,ma saresti capace di tornare indietro sapendo che quel ragazzo non farà parte della tua vita?-gli domandò osservandolo attentamente.

Non aveva davvero bisogno di una risposta,conosceva perfettamente i sentimenti di Albus per quel ragazzo e bastò il silenzio per confermare quanto Albus fosse legato a Lane.

-Come immaginavo.

Lo sai che io non sono fatalista,che non credo nelle stronzate babbane del Karma o del destino,però forse tutto quello che ci è successo in questi mesi era solo una parte del nostro rapporto-

Albus aggrottò leggermente le sopracciglia a quelle parole,confuso dal discorso profondo dell’altro.

-Se fossimo rimasti insieme,tu avresti continuato a montare il tuo rancore verso di me,preferendo tenerti tutto dentro piuttosto che scatenare una lite e rovinare la nostra “unione perfetta”.

Qualche mese fa eravamo felici,certo,ma ora quella felicità sembra finta…Io davo per scontato molte cose,e tu non ti sentivi apprezzato,la definiresti una relazione felice?-gli domandò guardando il compagno.

Albus scosse la testa.

-Magari tutto questo sconvolgimento è servito a qualcosa.

Forse avevamo bisogno di capire quanto eravamo e siamo ancora importanti l’uno per l’altro…-

-Ehi parla per te!-ribattè l’altro.

-Ok,IO avevo bisogno di capire quanto fossi importante per me-rettificò Scorpius alzando gli occhi al cielo-Va meglio così?-

Albus cercò di trattenere un sorriso,ma fallì miseramente, prima di tornare serio.

Avrebbe voluto sentirsi dire per l’ennesima volta quando Scorpius lo ritenesse importante,quanto era disposto a cambiare della sua vita per riaverlo indietro,ma invece non resistette alla tentazione di stuzzicarlo ancora una volta.

-Dimentichi che ho un compagno ora…-gli fece notare portando ancora lo sguardo sul biondo.

Un suono ironico uscì dalle labbra sottili di Scorpius,seguito da una leggera risata.

-Un compagno?

Io lo definirei più uno scopa-amico-gli disse.

-Brian mi è stato molto vicino durante questi mesi…-ribattè subito Albus,cercando di dar merito a Brian e all’aiuto prezioso che aveva ricevuto dall’uomo.

-Lo posso solo immaginare-si limitò a dire l’altro con un tono pieno di sottintesi.

Albus fece per alzarsi in piedi,chiaramente stizzito,ma Scorpius lo bloccò gentilmente posandogli una mano sulla coscia sinistra.

-Ok,ok scusa…Non volevo sminuire il tuo rapporto con il professore- disse concedendosi poi un istante di silenzio prima di parlare di nuovo- Però onestamente non puoi dire che lui è il tuo compagno.

E non perché quel titolo spetta solo a me,ma perché racchiude in sé talmente tanti significati,tanti momenti condivisi…

Per meritarsi quel titolo un uomo ha visto il meglio ed il peggio di una persona,è capace di riconoscere il suo umore anche da una semplice inflessione della voce,sa quando è meglio lasciarlo sfogare perché ha avuto una brutta giornata al lavoro,restando in silenzio anche se avrebbe mille obiezioni da fare perché sa che prima o poi l’altro prenderà fiato e chiederà il suo parere.

-E’ un percorso ad ostacoli,con piccole conquiste fatte giorno per giorno e tante incomprensioni, e alcune volte puoi ritrovarti a chiederti che cosa ti è passato per la testa dieci anni prima quando hai deciso di stare con un uomo che passa gran parte della domenica in vestaglia,sul divano a guardare la tv-disse con il fantasma di un sorriso sulle labbra.

-Poi però ti rendi conto che mentre lui era immerso nei suoi programmi “intellettuali”,tu sei riuscito a finire il tuo lavoro in tempo e tutta l’insofferenza provata poco prima viene sostituita dalla gratitudine e dal sollievo-continuò avvicinando il viso leggermente a quello di Albus.

Albus sorrise leggermente a quel ricordo,chiudendo gli occhi non appena la fronte di Scorpius si posò sulla sua.

-Questo e molto altro si nasconde dietro una semplice  parola,ma soprattutto la consapevolezza che,nonostante tutte le liti e le distanze,fra dieci anni quella persona farà parte della tua vita,ne sarà il punto centrale,l’unica per cui faresti di tutto per renderla felice-gli disse osservando attentamente il volto di Albus.

Il moro deglutì rumorosamente,gli occhi ancora chiusi a proteggersi dallo sguardo di Scorpius.

-E’ questo che provi quando pensi a Brian?-si sentì chiedere.

Quelle parole costrinsero Albus ad aprire gli occhi,lentamente,con cautela,quasi avesse paura che la poca luce che illuminava la stanza potesse ferirgli gli occhi.

I suoi occhi incontrarono subito le iridi di ghiaccio del biondo e si ritrovò ancora una volta a deglutire.

Parole ronzavano nella sua testa rumorosamente,impedendogli di dare una risposta sensata,una qualsiasi risposta,finchè non si rese conto che in quel momento,dopo i tanti discorsi e le tante discussioni,le parole erano inutili.

Vuote.

Doveva dimostrarlo in un altro modo.

Mosse leggermente la fronte contro quella di Scorpius,portando i loro visi ancora più vicini e,nel silenzio della stanza,posò le labbra su quelle del compagno.

Perché non avrebbe potuto trovare un'altra parola per definirlo.

Scorpius rispose al bacio immediatamente,le labbra a sfiorare delicatamente quelle del moro più volte prima di socchiudere le proprie,e far diventare il bacio più appassionato.

Una mano si perse fra i capelli ribelli di Albus,accarezzandoli lentamente,permettendo alle proprie dita di ricordarne la morbidezza e la forza.

Senza interrompere il bacio,Albus si lasciò scivolare all’indietro sul letto,fino a ritrovarsi con le spalle contro il materasso e il corpo di Scorpius su di sé.

Per una volta in molti mesi,Albus lasciò andare la cautela che ormai contraddistingueva il suo rapporto con Scorpius e si lasciò guidare dalle sensazioni,dai propri desideri e da quell’amore che aveva cercato tante volte di reprime,di nascondere,ma che era rimasto sempre lì dentro di sé,alla strenua di un fuoco perpetuo.

Il tempo sembrò congelarsi,annullando tutti i rumori e ciò che li circondava: in quel momento,tutto l’Universo era racchiuso in quella stanza.

I vestiti vennero presto gettati sul pavimento,ingombro inutile e fastidioso,permettendo così ai due amanti di riscoprire il corpo dell’altro:carezze veloci attraversarono il corpo di Scorpius, agguantando il sedere sodo,labbra affamate lasciarono segni evidenti sul collo e sul torace di Albus;segni rossi apparvero sulla schiena di Scorpius,marchi evidenti della passione.

-S-Scorpius…-

La voce roca di Albus portò l’uomo ad incontrare il suo sguardo, leggendovi mille emozioni:passione,desiderio,amore…

Il biondo avvicinò il viso a quellodel compagno sotto di lui e fece incontrare le loro labbra in un bacio breve e distratto,spingendo nel contempo i fianchi contro quelli del moro,facendo scontrare le loro erezioni e provocando una scarica di piacere in entrambi.

-Dimmi cosa vuoi Al…-gli disse in un sussurro,quasi avesse paura di essere udito da orecchie estranee.

Albus allacciò le braccia attorno alle spalle muscolose dell’altro, nascondendo poi il viso nell’incavo fra il collo e la spalla, posandovi una scia di piccoli baci.

-Fa l’amore con me…-lo sentì dire Scorpius.

Il ricordo dell’ultima volta che erano stati insieme ritornò alla mente di Scorpius,riportando con sé l’insicurezza che l’aveva caratterizzata.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di cancellarne il ricordo…

-Sei sicuro?-gli domandò felice che la loro posizione non gli permettesse di incontrare lo sguardo dell’ altro.

Quasi leggendogli nel pensiero,Albus rialzò la testa e cercò il suo sguardo,accennando un sorriso.

-Per favore…-

Scorpius sorrise a sua volta,prima di ritornare serio.

Nonostante l’eccitazione e il desiderio del momento,Scorpius era consapevole che dopo quella notte non sarebbe riuscito a lasciar andare Albus; vederlo tornare dal professore sarebbe stata la mazzata finale.

Albus spinse i propri fianchi verso l’alto,facendo scontrare nuovamente le loro erezioni, mostrando quanto fosse evidente il suo desiderio,ma Scorpius restò immobile, combattendo la voglia di cedere alla richiesta dal moro.

-Dopo questa notte sarai solo mio-gli disse con voce roca, cercando di esprimere il bisogno che si nascondeva sotto mille altre emozioni-Non ci sarà più nessun professore, nessuna storia casuale… Soltanto noi due.

Io, te e Lane-

Albus lo guardò sinceramente colpito,cercando di non dare a vedere lo sconvolgimento che quelle parole avevano provocato in lui.

-Promettimelo-ripetè Scorpius,avvicinando il viso a quello di Albus, le labbra a poca distanza da quelle del compagno.

Incapace di far uscire qualsiasi suono dalla gola improvvisamente bloccata,Albus annuì.

L’attimo dopo le labbra di Scorpius furono sulle sue e,mentre stupide lacrime si raggruppavano agli angoli degli occhi,Albus si disse che non c’era nessun altro posto al mondo dove volesse trovarsi se non lì, fra quelle braccia.

Finalmente a casa.

 

 

Salve a tutti!

Cosa posso dire...

E' stato un periodo davvero difficile: problems,problems,problems.

Ho perso il mio lavoro e sono ritornata a Roma,e  io e la mia musa abbiamo litigato per un periodo,però eccomi qui.

Sempre che qualcuno sia ancora qui a leggere le mie storie.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno questo capitolo e quelli che lo recensiranno.

Le canzoni utilizzate nel capitolo sono "I've got you under my skin" di Frank Sinatra, "Glad you Came" dei The Wanted(o  in questo caso Glee version) per il titolo,"Whe I was your man" di Bruno Mars e "Mirrors" di Justin Timberlake.

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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