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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un’altra storia. So che ne ho già in corso un paio, ma
mi è venuta l’ispirazione e ho deciso di postarla lo stesso. Ovviamente mi
farebbe piacere sapere cosa ne pensate e se vale la pena
continuarla. Posso solo dirvi che ci sarà molto mistero e un sacco di cose da
scoprire. Inoltre ci saranno anche alcuni nuovi personaggi. Un bacione e buona
lettura a tutti.
Capitolo 1
Prologo
POV BELLA
- Tu non sei la persona giusta per
me, Bella. Vorrei chiederti un favore, però, se non è troppo – mi chiese.
- Tutto quello che vuoi – gli giurai.
- Non fare niente di insensato o
stupido. Capisci cosa intendo? Ovviamente penso a Charlie. Ha bisogno di te.
Stai attenta a ciò che combini...fallo per lui – mi
disse.
- Lo farò - sussurrai.
- In cambio, ti faccio anch'io una promessa. Prometto che è l'ultima volta che
mi vedi. Non tornerò. Non ti costringerò più ad affrontare una situazione come
questa. Proseguirai la tua vita senza nessuna interferenza da parte mia. Sarà
come se non fossi mai esistito – mi comunicò.
E l’aveva mantenuta, aveva
davvero mantenuto quella promessa a dispetto delle mille altre che, invece, non
ero stato in grado di mantenere.
Se ne era andato, così,
dall’oggi al domani e si era portato via tutto: la mia felicità, il mio cuore,
la mia voglia di vivere, ma anche la mia famiglia perché questo era quello che
la sua famiglia era diventata per me.
Non ho più visto, ne
sentito parlare dei Cullen dal quel giorno. E da allora di tempo ne è passato
davvero tanto e tante cose sono successe, tante le cose che sono cambiate.
Mi alzo e mi dirigo allo
specchio facendo riflettere la mia immagine.
Vedo il viso di una
ragazza, ma mi basta poco per scacciare quell’immagine e rifletterne un’altra,
come se quello fosse un gioco.
Posso vedere riflessa
nello specchio l’immagine che preferisco. E mentre fino a qualche secondo fa lo
specchio rifletteva il viso di una ragazza adesso riflette una farfalla dalle
ali bianche, forse ciò che vorrei davvero essere.
In genere la vita di una farfalla
è abbastanza breve, varia da qualche giorno a una settimana o due e, solo in
alcuni casi, può raggiungere il mese di vita. Ecco perché vorrei tanto essere
una di queste, invece, sono destinata a vivere per l’eternità, quell’eternità
che in passato desideravo, ma che adesso rinnego con
tutte le mie forze.
Continua a guardarmi allo
specchio e di fronte a me la farfalla dalle ali bianche è sparita per fare
posto alle rughe di una vecchia e poi ancora alla lingua biforcuta di un
serpente.
Posso diventare ciò che
voglio, posso mostrarmi sotto qualsiasi spoglia, non per niente la capacità di
mutare d’aspetto e di dimensione è una delle caratteristiche principali tipiche
dell’essere che sono diventata.
Anche se spesso mi diverto
a mostrarmi nei più strani travestimenti il mio aspetto normale, anche se nel
mio caso non credo ci sia più nulla di normale, è quello di una ragazza
bellissima ed eternamente giovane rinchiusa per l’eternità in un corpo da
diciottenne.
La mia pelle già chiara in
precedenza è adesso diventata talmente chiara da sembrare perlacea ed è capace
di risplendere lievemente al buio mentre i miei occhi hanno perso quel colorito
cioccolatoso che li contraddistingueva, per lasciare il posto a due pozzi color
ghiaccio dentro i quali specchiarsi.
Ghiaccio perché è il
grigio il colore che mi è stato affibbiato.
Il grigio è il colore della nebbia, dell'ombra e del crepuscolo, dell'eleganza e della
distinzione. Indica incertezza, purezza, franchezza, sensibilità,
superficialità, mancanza d'autostima e un’intelligenza notevole, ma allo stesso
tempo un carattere inflessibile che tende a giudicare severamente gli altri.
Designa una persona solitaria che cerca di tenersi a distanza dalla confusione
e in generale da tutto ciò che succede, una persona un pò introversa
che può sembrare fredda, inavvicinabile, poco cordiale, timida e chiusa, una
persona che ha paura di affrontare la vita. Il grigio simboleggia quella
personalità che teme l'imprevisto e gli stimoli esterni che detesta il
compromesso e che non accetta di lasciarsi coinvolgere, ma anche una
personalità che ama la verità ed è piena di speranza.
Mi è stato affibbiato
questo colore proprio perché ogni essere della mia specie deve essere
contraddistinto da un colore che rappresenti il suo carattere, il suo modo di
essere e quale migliore colore del grigio per me?
Ho imparato nella mia vita
da umana che non c’è nulla di impossibile, che tutto ciò che tutti credono sia
leggenda in realtà non lo sia, ho imparato che nel mondo umano ci sono creature
che di umano hanno ben poco.
Ho conosciuto i vampiri,
creature che tutti definiscono leggendarie, ma che esistono davvero, anche se
sono assai diversi da come le convenzioni sociali li dipingono.
Ho conosciuto i
licantropi, anch’esse creature rappresentate nelle leggende, ma anche stavolta
ho scoperto con mia grande sorpresa che la leggenda non era altro che la
realtà.
Mi sono sentita inadeguata
per un sacco di tempo, sentendomi sbagliata perché sembravo essere l’unico
essere umano ad essere attirata da persone che di normale non avevano nulla, mi
sono sentita sbagliata perché ero l’unica a non trovare affinità con le persone
“normali”, sbagliata perché io non stavo bene se non in compagnia di creature
fantastiche o di ragazzi con caratteristiche soprannaturali.
Dopo aver scoperto
dell’esistenza di queste creature leggendarie, inconsapevole di quanto la mia
esistenza facesse parte di un disegno più grande di me, avevo creduto di aver
visto tutto, ero arrivata a credere che nulla avrebbe mai più potuto
sorprendermi, ma anche stavolta mi sbagliavo.
Fu proprio allora che
venni a sapere cosa in realtà io fossi e restai completante sbigottita quando
venni a sapere che il destino aveva in serbo per me un futuro molto diverso da
quello che immaginavo.
Mi fu spiegato tutto e
solo in quel momento mi resi conto come il mondo non è assolutamente quel posto
sicuro e normale che vuole apparire, ma che al suo interno ci sono meccanismi e
creature che credevo davvero fossero solo frutto della fantasia degli uomini.
Mi ritrovai di fronte ad
una donna che mi spiegò la mia storia, o meglio, che mi spiegò il perché io ero
stata destinata a quello che di lì a poco sarebbe diventata la mia nuova vita.
Esistono
luoghi avvolti da un misterioso alone di magia, non visibili al normale sguardo
dell'uomo, celati tra le acque trasparenti di fonti e di sorgenti o tra il
vento impetuoso e sottile che fruga tra le foglie dei boschi.
Dissimulati con la linea dell'orizzonte o
mascherati sotto i nostri piedi, tra le fronde di un maestoso albero o tra
l'acqua cristallina di una piccola cascata montana.
Spazi dove le cose invisibili si svelano
all'improvviso, dove il tempo è infinitamente possibile, dove non esistono
limiti alla meraviglia e allo stupore.
Universi che esistono al di là dei nostri normali
sensi, oltre il tutto.
Sono i luoghi dell'incanto e dell'ispirazione, i
mondi fantastici, ma allo stesso tempo reali dove vivono o dovrebbero vivere
quelli come me.
Mondi paralleli senza nome, chiamati semplicemente
“mondi di mezzo”.
E io, Isabella Marie
Swan, da, ormai, centocinquanta anni faccio parte di questi mondi.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro capitolo. Spero sia di vostro gradimento.
Un bacione e buona lettura a tutti.
Capitolo 2
Una strana ragazza
POV EDWARD
Il
passare del tempo simula di voler alleviare il dolore,
ma
non è così.
La corazza che costruiamo per seppellire il dolore
è sempre di materia sabbiosa.
Basta un soffio di vento per portarla via
ed ecco che i ricordi riaffiorano.
I ricordi sono diventati, ormai, la mia ancora di salvezza, ma
allo stesso tempo il mio più grande tormento.
Se da una parte vorrei dimenticare per alleviare almeno un po’ il
dolore che provo, dall’altra mi rendo conto che senza di essi non riuscirei ad
andare avanti, perché solo il ricordo, il ricordo di lei riesce a farmi
continuare ad andare avanti e a vivere per entrambi.
L’ho lasciata per permettergli di vivere una vita normale, così
come lei meritava e da qual giorno di settembre non sono più tornato indietro,
non l’ho più rivista perché tornare da lei anche solo per sapere come se la
stava cavando non mi assicurava che avrei trovato la forza per andarmene di
nuovo.
La mia speranza è che lei si sia rifatta una vita, che abbia avuto
dei figli e una persona che l’abbia amata almeno la metà di quanto la amo io.
Egoisticamente spero che lei non mi abbia mai dimenticato, ma mi
auguro che comunque sia riuscita ad andare avanti.
Sono passati, ormai, centocinquant’anni da allora e per quanto lei
possa aver vissuto a lungo a quest’ora non è più su questa terra, ma è in un
posto in cui io non andrò mai, un posto dove solo un angelo come lei può
andare: in Paradiso.
Non mi sento nemmeno degno di nominarlo il Paradiso, ma sono
convinto che lei è lassù che mi guarda ed è grazie al
suo ricordo che ancora io sono qui, se non fosse stato per lei e per quello che
abbiamo vissuto probabilmente a quest’ora starei marcendo nel fuoco
dell’Inferno.
- Edward ancora qui sei? Faremo tardi a scuola, muoviti – mi urlò
Alice dal piano inferiore.
- Arrivo – le risposi chiudendomi la porta alla
spalle e scendendo in salotto.
Non ho mai permesso a Alice di vedere il futuro di Bella, per paura
di vedere nella sua testa le immagini del mio amore con un uomo che non fossi
io e devo ringraziarla perché ha mantenuto la sua promessa.
Non ha sbirciato nel suo futuro e nessuno di noi Cullen ha mai
saputo quale sia stata la vita di Bella dopo la nostra partenza, anche se tutti
noi siamo stati davvero male per la perdita di quella che per tutti, ormai, era
diventata una componente importante della famiglia.
- Noi andiamo con la jeep di Emmett – mi comunicò Rosalie uscendo
di casa.
Avevo cambiato macchina perché la mia vecchia Volvo mi ricordava
troppo lei, dopo anni, dopo decenni riuscivo ancora a sentire il suo odore
impregnato nella tappezzeria e questo mi faceva stare troppo male.
Così decisi di cambiare macchina, ma la Volvo è conservata in
garage, non ho avuto il coraggio di darla via.
- Vengo con te – mi disse Alice salendo in macchina con me mentre
il resto dei mie fratelli salirono sulla jeep e
sfrecciarono verso la Forks Hight School.
Ebbene si, da circa un mese eravamo
tornati a Forks, l’unico posto che tutti noi avevamo considerato davvero casa
nostra.
La proposta era partita da Alice, che era stufa di continuare a
girare paesi sconosciuti. Voleva tornare a casa almeno per il tempo che ci era
permesso. Tutti si erano mostrati d’accordo. Ovviamente la scelta finale
spettava a me, considerati gli avvenimenti passati, ma anche io, così come
loro, ero d’accordo a tornare a Forks.
In fondo quella era la mia unica e vera casa e anche se sarebbe
stato doloroso vivere di nuovo lì, sarebbe stato come rivivere l’amore della
mia vita.
Da quando eravamo tornati passavo molto tempo nella radura, quella
stessa radura che era diventato il posto segreto mio e
di Bella.
Ero anche andato in quella che un tempo era stata la casa di
Charlie, ma la casa era stata comprata da una nuova famiglia e la camera di
Bella era stata del tutto modificata, niente era come lo avevo lasciato e non
c’era più traccia di nessun Swan.
- Ieri sono arrivati dei nuovi studenti e tutta la scuola è in
subbuglio – mi disse Alice interrompendo il silenzio che si era creato in
macchina mentre ci dirigevamo a scuola.
Mancavamo da due giorni perché c’era stato il solo a Forks e ovviamente
non potevamo mostrarci agli occhi degli umani. In compenso ne avevamo
approfittato per andare a caccia.
- Come al solito. Quando arriva qualcuno nuovo tutti gli studenti
sembrano impazzire. Amano le novità a differenza mia – le risposi tranquillamente.
- Non sei l’unico. Questo genere di novità non piacciono più
nemmeno a me – mi disse.
- Vorresti farmi credere che non hai sbirciato nel futuro per
vedere chi sono questi nuovi arrivati? – le chiesi sconvolto.
Se c’era una cosa che Alice amava fare era mettere il naso in
tutto e il fatto che non lo avesse fatto mi lasciava molto perplesso.
- Ti sembra così strano? – mi rispose confermando la mia teoria.
- Credo che la caccia di ieri ti abbia fatto male – le dissi
scoppiando a ridere vedendo il modo buffo in cui mi guardava.
Adoravo Alice e soffrivo parecchio a sapere che aveva sofferto e
continuava a soffrire in silenzio per una scelta presa da me.
Fosse stato per me lei non avrebbe mai lasciato Bella, ne tanto meno Forks, e se proprio l’avrebbe dovuto fare si
sarebbe portato con se la sua migliore amica.
- Edward voglio che mi fai una promessa – mi disse lei
all’improvviso facendomi smettere di ridere.
- E cioè? – le chiesi.
- Promettimi che non ci abbandonerai mai più, che resterai sempre
con noi, per l’eternità – mi incitò a promettere con gli occhi tristi.
Aveva quegli stessi occhi tristi di quando gli avevo comunicato,
dopo la nostra partenza da Forks, che mi sarei allontanato da loro per un po’,
quegli stessi occhi tristi di quando attraverso una visione mi aveva visto
andare dai Volturi per chiedergli di uccidermi, quegli stessi occhi tristi di
quando mi aveva convinto a vivere per Bella, per l’amore che provavo per lei,
quegli stessi occhi tristi che aveva tutte le volte che si parlava della sua migliore
amica.
- Te lo prometto – le dissi sincero posteggiando la macchina in
uno dei parcheggi mentre lei si buttò addosso a me e mi diede
un bacio sulla guancia.
La guardai e notai che aveva addosso di nuovo la sua solita
espressione da folletto pazzo, quell’espressione che amavo con tutto me stesso.
Quella era la vera Alice e non quella che vedeva tutto nero come
era successo poco prima.
- Guardate lì che mostro di macchina – ci disse Emmett facendoci
voltare tutti verso un auto posteggiata qualche posto
dopo la mia e quella di Emmett.
- Direi che appartiene ai nuovi arrivati – disse Jasper
guardandola.
- Condivido. Nessuno, a parte noi, qui si può permettere un
gioiellino come questo – ci disse Rosalie che di motori ne capiva forse più di
un uomo.
Restammo lì fino a quando non sentimmo il suono della campanella
che segnava l’inizio delle lezioni, solo allora ci allontanammo e ci dirigemmo
ognuno nelle rispettive aule.
Le prime due ore avevo letteratura inglese. La giornata iniziava
bene visto che era una materia che mi piaceva parecchio e poi l’argomento che
stavamo trattando lo sentivo mio perché richiamava in me ricordi lontani, ma
talmente nitidi da sembrare reali.
Entrai in classe e andai a sedermi al mio solito posto. Il
professore non era ancora arrivato e parecchi banchi erano ancora vuoti. Notai
che tutti guardavano una ragazza seduta al banco centrale che era intenta a
scrivere qualcosa su un foglio.
Non l’avevo mai vista prima, quindi, immaginai dovesse essere lei
una dei nuovi arrivati.
Era una ragazza molto bella, con i capelli
castano ramati e due profondi occhi che non avevano un colore ben
definito, sembravano verde-ghiaccio, un verde molto simile ai miei occhi da
umano, ma quelle sfumature ghiaccio davano a quelle due pozze una profondità di
sguardo che non avevo mai visto in vita mia.
Smisi di guardarla e sistemai i miei libri sul banco.
- Jenny hai dimenticato il libro di inglese nella mia cartella.
Meno male che me ne sono accorta – disse una ragazza entrando nell’aula e
dirigendosi verso la ragazza nuova.
La osservai e notai come questa era praticamente identica
all’altra. Stessa altezza, stessa lunghezza e colore di capelli, stessa
espressione e soprattutto stessi occhi. Erano gemelle ed erano tutte due
davvero molto belle. (àil
link delle gemelle: http://yfrog.com/jqjennyaliceeblaircarliej
).
Cercavo di scrutarle bene senza farmi vedere, ma non riuscivo a
trovare delle differenze tra le due, forse, l’unica differenza stava nelle
labbra. La ragazza che era seduta al banco sembrava averle leggiarmente più
carnose, mentre l’altra appena entrata un po’ meno.
Mi resi conto che questo particolare era visibile a me solo perchè
possedevo una vista sovrannaturale, altrimenti dubitavo mi sarei potuto
accorgere di quel piccolo dettaglio.
- Grazie Blair. Stamattina ho la testa da un’altra parte – le
rispose quella che a quanto sembrava doveva chiamarsi Jenny.
- Solo stamattina? E meno male che sono io quella che vive nel
mondo dei sogni – le rispose l’altra con tono euforico.
Sembravano molto diverse tra di loro. Jenny mi dava l’impressione
di una persona chiusa e riservata, mentre Blair sembrava estroversa e
spigliata.
Provai a sondare la loro mente, ma non vi trovai nulla. Il vuoto,
pura assenza di pensieri.
La cosa non mi stupì più del normale considerato che era già
capitato con Bella che non riuscissi a leggergli la mente e poteva succedere di
nuovo.
Magari quelle ragazze erano protette come lei e poi non mi
interessava così tanto sentire ciò che gli passava per la testa.
Erano esattamente due ragazze normali, ne
più ne meno.
- Vai a lezione, che la campana è già suonata da un pezzo – le
disse Jenny mentre l’altra dopo avergli regalato un sorriso che di lecito non
aveva nulla uscì dalla classe.
Dopo qualche minuto entrò la professoressa e passò tra i banchi
per ritirare le recensioni del libro che avevamo letto in classe nell’ultimo
periodo: Romeo e Giulietta.
Arrivata alla nuova arrivata si fermò.
- Tu devi essere una dei nuovi, dico bene? – le chiese.
- Si, mi chiamo Jennifer Alice Callaway,
ma va bene solo Jenny – rispose la ragazza.
- Bene signorina Callaway. Come vede sto ritirando le recensioni
che ho fatto fare ai suoi compagni in merito alla lettura di uno dei capolavori
più grandi di Shakespeare. Sto parlando di Romeo e Giulietta, per intenderci.
Visto che lei non era presente alla lettura e quindi non può consegnarmi la
recensione, vorrei sentire cosa ne pensa lei di questo grande capolavoro della
letteratura inglese – le chiese l’insegnante.
La ragazza sembrò completamente a suo agio. Qualcun’altro si
sarebbe sentito messo in difficoltà dalla domanda, ma
quella ragazza sembrava talmente tranquilla che in quel momento avrei davvero
voluto leggergli la mente.
- Beh credo che questa tragedia shakespeariana sia ricca e densa,
fonde tutti i generi, tutti gli stili. E’ un’opera sostenuta da una poesia che
oltrepassa il tempo e lo spazio. Shakespeare ha saputo elevare al rango di mito
questa tragica storia d’amore e di morte. L'incontro tra Romeo Montecchi e
Giulietta Capuleti, avviene casualmente. Il loro amore
nasce a prima vista, passando attraverso incroci di sguardi. E' un amore
passionale, travolgente che reclama l'unione dei due giovani, i quali
scopriranno solo al termine della festa di essere nemici. Esemplare è infatti la frase di Giulietta: "Il mio unico amore è
nato dal mio unico odio". Shakespeare non parla di un amore smodato, dove
la gente si strappa i capelli e si cosparge il capo di cenere davanti alle
avversità che si presentano nella loro relazione, ma l’autore cerca di mettere
in luce la frettolosa storia adolescenziale dei due, travolti da
quell’impetuosa e ingestibile sincerità amorosa che si dichiarano, creando un
muro così imponente il cui crollo finale ha ancora un carattere più drammatico,
scuro. Una sorta di amarezza, non gratuita, ma dovuta
e causata da quel confondersi di immagini di odio smodato, contrapposte a quel
dolce amore particolare e innovativo, diverso e mai ricalcato – spiegò la
ragazza con tale tranquillità che sembrava stesse parlando ad un amica.
Le sue parole mi colpirono, aveva rappresentato pienamente ciò che
rappresentava quella tragedia shakespeariana e in quel momento davvero iniziavo
a provare fastidio per il fatto di non poter entrare in quella testa.
- Secondo lei, dove sta la tragedia nell’opera? – gli chiese
l’insegnante che non faceva altro che pensare a quanto quella ragazza avesse
colto nel segno l’intero capolavoro di Shakespeare.
- Romeo e Giulietta vengono ricordati come due giovani sventurati
che non vivranno mai insieme nella vita, ma nella morte. Secondo me, è proprio
qui che sta l’errore perché se ciò fosse vero non sarebbe una vera tragedia
perché comunque quei due riusciranno ad amarsi lo stesso oltre la morte. La
tragedia, invece, sta nel fatto che lui o lei che sia non potranno più
toccarsi, parlarsi, ridere o svegliarsi insieme, non potranno avere dei figli,
amare, amarsi, essere felici come meritavano. La tragedia sta nella lontananza
dalla persona che si ama da quell'unica persona che con un solo sorriso rende
tutto più bello e più sopportabile. Shakespeare cerca di farci capire di vivere
ogni istante come se fosse l'ultimo, di dare ogni bacio come se fosse l'ultimo
perchè niente e nessuno potrà dirti se ce ne saranno altri, nessuno potrà dirti
se quel momento che vivi continuerà o finirà per sempre. E’ per tutti questi
motivi che questo capolavoro della letteratura mi ha affascinato e anche perché
nonostante sia ambientato in un epoca abbastanza
vecchia dimostra come i sentimenti non hanno tempo, come l’amore può
condizionare la vita di due persone – continuò la ragazza aprendo più che la
testa il suo cuore.
Le sue parole mi colpirono in pieno e mi resi conto come davvero
avesse ragione e, forse, solo in quel momento mi accorsi come la storia tra me
e Bella si fosse improvvisamente trasformata in tragedia.
Forse, avrei dovuto riflettere di più sul significato intimo di
quest’opera quando l’avevo letta con Bella, forse era il destino che mi aveva
dato l’opportunità di riflettere attraverso quelle pagine, un’opportunità che
io non avevo saputo cogliere.
- Le faccio i miei complimenti signorina Callaway. E’ riuscita ad
entrare nell’intimo del libro e ne ha parlato in modo esilarante – le disse
l’insegnante mentre la ragazza si limitò a sorriderle.
Poco dopo la professoressa si avvicinò al mio banco e si prese la
recensione, ma prima di allontanarsi mi guardò.
- Credo che sia arrivato pane per i suoi denti, signor Cullen – mi
fece notare la donna riferendosi al fatto che la nuova arrivata era molto
brava.
- Non posso che esserne contento – mi limitai a rispondere mentre
mi accorsi che la ragazza mi stava fissando in modo strano.
Grazie al mio udito vampiresco riuscì a sentire la ragazza
chiedere alla sua compagna di banco il mio nome per intero e quando gli fu
detto mi lanciò uno sguardo di fuoco.
Poco dopo l’insegnate iniziò a spiegare un altro capolavoro di
Shakespeare, l’Amleto, e notai come la ragazza non faceva altro che fissarmi
invece di seguire la lezione.
Non riuscivo a spiegarmi il motivo. Non mi aveva considerato per
tutta la mattina, ma non appena aveva saputo il mio nome aveva preso a fissarmi
con insistenza.
Cercai di non farci caso e mi misi ad ascoltare la lezione anche se era qualcosa che avevo sentito e risentito
per anni, decenni e secoli.
Ripetere la scuola all’infinito iniziava a diventare massacrante e
noioso.
Quando la campanella segnò la fine della
lezioni raccolsi le mie cose e mi diressi nel corridoio pronto ad andare nella
prossima aula, ma qualcuno mi bloccò per il polso.
Mi voltai e vidi due iridi verde-ghiaccio fissarmi con aria di
sfida. Non riuscivo a capire che cosa avesse quella ragazza con me.
- Tu devi essere Edward Cullen, non è vero? – mi chiese.
- In persona. Ti serve qualcosa? – le domandai in risposta mentre
liberavo il mio polso dalla sua stretta.
- Ti do un consiglio. Sta lontano dalla mia famiglia altrimenti ti
assicuro che non vedrai l’alba di domani – mi disse del tutto minacciosa mentre
si allontanava dirigendosi verso la sua gemella.
Non riuscivo a capire cosa volesse da me quella ragazza e
soprattutto cosa significassero quelle sue parole. Perché mi sarei dovuto
avvicinare alla sua famiglia? Non avevo idea di chi fosse ne
cosa volesse e sinceramente non mi era passato nemmeno per l’anticamera del
cervello di istaurare rapporti con persone che non fossero la mia famiglia.
Eppure adesso iniziavano a sorgermi tante, troppe domande.
La sua era stata una chiara minaccia e dal suo sguardo era come se
lei sapesse cosa in realtà ero, ma non avesse paura di me.
Che diavolo c’entravo con la sua famiglia? E perché farmi una
minaccia del genere visto che io non avevo avuto ancora nessun rapporto con
loro?
Cosa le faceva credere che mi sarei avvicinato a loro? Quindi
perché quelle parole?
Ma soprattutto perché dal suo viso traspariva solo odio? Avevo
visto un odio profondo, come se gli avessi fatto qualcosa di talmente grave da
desiderare la mia morte, ma io non avevo mai visto prima di allora quella
ragazza.
Cosa diavolo significava quella che aveva detto?
Chi era lei?
Chi era la sua famiglia?
Chi erano questi Callaway?
E cosa c’entravo io con loro?
Risposte alle vostre recensioni:
- BaBa88: Sono contenta di sapere
che segui le mie storie e ti piacciono. Spero che anche questa storia ti
piacerà.
- e1994:Si,
questa è infatti un New Moon alternativo e sarà molto, ma molto diverso
dall’originale. Ci saranno anche dei personaggi nuovi. Quanto a “Ricordare il
passato” ho aggiornato e sono contenta di sapere che è una delle tue preferite.
- Gio Clearwater: Beh, non posso
dirti ancora cosa è Bella, quindi non posso rispondere alla tua domanda. Fra un
po’ si scoprirà, diciamo che ci saranno anche altre cose da scoprire e sto
lasciando degli indizi qua e là. Sembrano stupidaggini, ma sono essenziali per
la storia. Anche in questo capitolo c’è ne sono.
- eliza1755: Beh, non posso
ancora dirti cosa è diventata Bella. Lo scoprirai fra un po’. Ci sono anche
altre cose da scoprire e in questo capitolo ho messo un piccolo indizio. Magari
qualcuno lo nota.
- Austen95: Spero che anche
questo capitolo sia di tuo gradimento.
- ledyang:Si,
lo so che sei una mia fan e mi auguro di non deluderti.
- Aly_Culle: Non posso ancora
rivelarti cosa è Bella, Fra un po’ si scoprirà, comunque.
Volevo consigliare una
storia molto interessante per tutti colore che sono
fan della coppia Robert-Kristen. Quindi invito tutti
i Robsten a dargli un’occhiata. E’ una fan fiction a
quattro mani e le autrici sono: cloecullen e fiorels. Il titolo è:
Qui dove batte il cuore. Eccovi il link:
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro capitolo. Spero vi piaccia. Buona lettura a
tutti.
Capitolo 3
Un incontro inaspettato
POV EDWARD
In genere il
destino si apposta dietro l'angolo,
come un borsaiolo, una prostituta o un venditore di biglietti
della lotteria,
le sue incarnazioni più frequenti,
ma non fa mai visite a domicilio.
Le cose avvengono
proprio nel momento in cui stai per convincerti
che non ci sia più niente da fare.
In quel
momento ti rendi conto che arriva la soluzione
e che arriva da un
luogo del tutto inaspettato,
sotto una forma quasi ridicola.
E questo
solo grazie al destino.
Ero ancora
leggiarmente turbato da ciò che quella ragazza mi aveva detto, non tanto per la
minaccia, figurarsi se un vampiro centenario poteva avere paura di una ragazza,
ma quanto più per ciò che aveva detto.
Non riuscivo
a spiegarmi che legame potevo avere con la sua famiglia considerato che nemmeno
la conoscevo e comunque non capivo perché avrebbe dovuto tenermi lontano da
loro.
Passai il
resto della mattinata scolastica a pensare a quelle parole cercando di venirne
a capo, ma proprio non ci ero riuscito.
Al suono
della campana mi diressi a mensa senza fare troppo caso a tutti i ragazzi che
erano nei corridoi.
Non volevo
pensare a ciò che era successo. Era solo una ragazzina e non volevo certo farmi
rovinare l’umore da quelle stupidaggini.
Mi diressi
nella mensa e non appena entrai notai che i miei fratelli ad esclusione di
Jasper erano già seduti al nostro solito tavolo, lo stesso tavolo di tantissimi
anni prima, lo stesso tavolo che aveva visto nascere l’amore tra me e Bella, lo
stesso tavolo che poi mi aveva visto sparire e abbandonare l’unica ragazza che
era riuscita a portare un po’ di luce nella mia vita.
Presi il
vassoio e lo riempì con qualcosa da mangiare anche se
quel cibo non sarebbe arrivato mai alla mia bocca.
Ciò che
odiavo di più della scuola era proprio l’ora di pranzo, quando dovevo fingere
di essere una persona come tutte le altre, quando in realtà ero il predatore
più pericoloso al mondo.
- Smettila
di tormentarti. Non ne posso più di sentirmi così quando sono vicino a te – mi
disse Jasper che mi aveva appena affiancato.
Grazie al
suo potere da empatico era impossibile tenergli segreto qualunque stato
d’animo.
Lo vidi
dirigersi verso la sua adorata mogliettina con il vassoio in mano e io lo seguì
a ruota.
Mi sedetti e
sistemai il mio vassoio sul tavolo.
La recita
aveva inizio.
- Avete già
visto i nuovi arrivati? – ci chiese Emmett non appena sia io che Jasper ci
fummo seduti.
- Più che
vedere direi che sono stato minacciato da una di loro – risposi io mentre non
riuscì a trattenere una risata.
- Cioè? – mi
chiese Rosalie stupita dalla mia risposta.
- Una delle
nuove alle prime ore era in aula con me e a fine lezione è venuta verso di me e
mi ha chiesto se fossi Edward Cullen, quando gliel’ho confermato mi ha
consigliato di stare lontano dalla sua famiglia altrimenti non avrei visto
l’alba di domani – gli raccontai usando le stesse parole della ragazza.
- Questa è
forte. Una ragazzina che minaccia un vampiro. Ha fegato da vendere la ragazza –
commentò Emmett scoppiando a ridere.
- Perché
dovresti stare lontano dalla sua famiglia? Non abbiamo nemmeno idea di chi
siano – mi disse Alice senza prendere in considerazione il comportamento da
buffone di Emmett.
- Speravo tu
potessi dirmi qualcosa. Non hai visto nulla? – le chiesi.
- No. Ho
solo visto che sarebbero arrivati dei nuovi ragazzi e che tutti gli studenti
erano in completo subbuglio. Una notizia come un’altra, quindi non gli ho dato
molta importanza – mi rispose.
- Magari era
solo un modo per attaccare bottone. Sai com’è? Ancora vai molto di moda – mi
disse Jasper per sdrammatizzare la situazione.
- Cos’è hai
preso il posto di Emmett? – gli chiesi vista la battuta.
- Di Emmett
c’è ne è uno e tutti gli altri son nessuno – ribatté mio fratello orso.
- E meno
male – continuò Rosalie facendoci ridere tutti.
Si era
ristabilita la tranquillità e ne ero contento perché in fondo ciò che aveva
detto quella ragazza non aveva nessun valore.
Forse, aveva
ragione Jasper. Era stato solo un modo per attaccare bottone
anche se comunque era un modo del tutto sbagliato per farlo.
I ragazzi
iniziarono a parlare di altro mentre Emmett non perdeva occasione per tirare le
sue solite battutine ed ero felice che lo facesse perché da quando eravamo
tornati a Forks lui sembrava essere tornato quello di sempre considerato che da
quando eravamo partiti aveva sofferto pure lui per la perdita di quella che,
ormai, aveva imparato a considerare come un sorella.
Mi guardai
attorno e la mia attenzione fu attirata dall’ingresso in mensa delle due
gemelle insieme a un ragazzo e una ragazza.
Il ragazzo
era muscoloso, con i capelli castani e gli occhi di un verde intenso, quasi
magnetico (àil link del ragazzo: http://yfrog.com/0djasonkj ), mentre
la ragazza al suo fianco era davvero molto bella. Aveva dei lunghi capelli
biondi e degli occhi azzurro-grigi (àil link della ragazza: http://yfrog.com/j5kyraj).
La ragazza
aveva le mani intrecciate con il ragazzo, il che mi fece supporre che i due
stessero insieme.
Elegantemente
si andarono a sedere nel tavolo a fianco al nostro considerato che era l’unico
rimasto libero e notai come Jenny mi avesse lanciato uno sguardo carico di odio
allo stato puro.
Cosa avevo
mai fatto a quelle ragazza per meritarmi un simile
trattamento?
Voltai lo
sguardo verso i miei fratelli e iniziai a parlare con loro, ma subito dopo mi
voltai di nuovo verso quella parte e notai come tutti in quel tavolo mi
stessero fissando. Provai a sondare la mente dei due nuovi, considerato che
quella delle gemelle era impenetrabile.
Che bel
quadretto familiare… stava pensando il ragazzo, ma quel
pensiero per quanto potesse sembrare negativo non lo era perché potevo
chiaramente percepire come i pensieri di quel ragazzo fossero del tutto
sinceri.
E adesso che
facciamo? Pensava, invece, la ragazza.
Dobbiamo
trovare una soluzione prima che arrivino gli altri…gli aveva
risposto quella che riconobbi essere la voce di Jenny.
Che diavolo
stava succedendo? Quelle due avevano appena comunicato telepaticamente e la
cosa non mi piaceva per niente.
Chi erano? E
che cosa erano venuti a fare a Forks?
- Edward che
succede? Ti sento inspiegabilmente preoccupato – mi domandò Jasper
riscuotendomi dai miei pensieri.
- Qualcosa
non quadra – gli feci notare.
- Potresti
spiegarti meglio? – mi chiese Rosalie.
- Guardate
lì – dissi io indicando il tavolo con i nuovi
arrivati.
- Sono
quelli nuovi. Cosa c’è che non va? – mi chiese Alice.
- Jasper sonda
le loro emozioni. Che senti? – gli domandai ignorando la domanda di Alice.
- Una delle
due gemelle prova un misto di rabbia e odio, l’altra, invece, è contenta,
mentre i due ragazzi sono preoccupati – mi spiegò Jasper.
- Ci vuoi
spiegare qualcosa? – mi domandò Emmett.
- A quanto
ne so la telepatia non è una caratteristica umana e visto che quelli lì hanno
appena comunicato telepaticamente credo ci sia qualcosa che non va – gli
risposi mentre vidi i loro sguardi incupirsi non appena terminai di parlare.
Tutti i miei
fratelli si voltarono a guardare quei ragazzi e loro fecero altrettanto con
noi.
C’era
tensione nell’aria e la si percepiva chiaramente.
Adesso
iniziavo seriamente a preoccuparmi riguardo ciò che mi
aveva detto quella ragazza.
Io consiglio
di tornare a casa. Se restiamo qui complicheremo solo le cose. Con una scusa
convinceremo tutti ad andarcene e tutto si risolverà… disse Jenny
nella mente di coloro che erano seduti al tavolo con lei.
Non possiamo
Jenny. Se lei venisse a saperlo, un giorno, non ci perdonerebbe mai… gli rispose
il ragazzo.
Non è una
decisione che spetta a noi. Non c’entriamo… continuò la
bionda.
Avevano
iniziato una conversazione telepatica anche se non
riuscivo a capire il problema. Se avessero parlato piano nessuno avrebbe potuto
sentirli, a meno che loro fossero a conoscenza di ciò che in realtà eravamo
noi.
Forse, voi
no, ma io c’entro eccome, io e Blair c’entriamo. Cavolo Blair, diglielo anche
tu… disse Jenny con presunzione.
No Jenny, mi
dispiace, ma stavolta non sono d’accordo. Resteremo qui e affronteremo la
situazione. Non siamo noi a dover decidere… le rispose
la sorella.
Voi proprio
non capite… continuò Jenny.
Direi che è
meglio smetterla. Non è detto che ci abbia protetto con lo scudo e il
leggi-pensiero potrebbe sentire questa conversazione. Resteremo qui e poi non è
detto che sia lui, potrebbe essere un omonimo e in quel caso ci stiamo
preoccupando senza motivo… disse, infine, il ragazzo troncando la
conversazione.
- Edward che
sta succedendo? – mi chiese Alice vedendomi preoccupato.
- Non riesci
a vedere nulla? – le domandai.
- Il buio
più assoluto – mi rispose.
- Forse, non
c’è nulla di cui doversi preoccupare – mi disse Emmett cercando di
sdrammatizzare la tensione.
- Hanno la
capacità di parlare telepaticamente, sanno che tra noi c’è uno che legge il
pensiero e hanno parlato di qualcosa che ha a che fare con uno scudo che li
protegge. Ti sembra sufficiente per preoccuparsi? – dissi leggiarmente nervoso
dalla situazione.
- C’è
qualcosa che non quadra. E il fatto che sia del tutto cieca non mi piace per
nulla – ci fece notare Alice riferendosi al fatto che il suo potere
momentaneamente sembrava non funzionare.
Abbassai il
viso prendendo a fissare un mela rossa nel mio
vassoio. Avevo bisogno di calmarmi considerato che quella situazione iniziava a
non piacermi per nulla.
Mi misi a
fissare quella mela con insistenza cercando di scorgere quanto più possibili
particolari in quel frutto che mi ricordava Bella, considerato che per me lei
era la mia metà della mela, quella che unita a me combaciava alla perfezione.
Era la mia
anima gemella e io l’avevo capito troppo tardi.
Se solo il
destino fosse stato più generoso con me, forse, la mia vita sarebbe stata
diversa, o forse semplicemente il destino lo scriviamo noi con le nostre
azioni, con i nostri comportamenti ed esso non può essere che testimone
silenzioso delle nostre scelte.
Era stato il
destino a fare incrociare il mio percorso con quello di Bella e anche se adesso
era impossibile avrei tanto voluto che lo facesse ancora, avrei tanto voluto
che il destino fosse dalla mia parte perché adesso ero convinto che l’avrei saputo scrivere meglio, avrei scritto giorni gioiosi
e felici e non un’eternità infelice e sofferente.
- Noi
vampiri possiamo avere delle allucinazioni? – chiese Emmett all'improvviso con
voce del tutto sconvolta.
Non feci
caso a quello che aveva detto, di sicuro avrebbe sparato un’altra delle sue
battute.
Continuai a
fissare la mela e poi la presi in mano girandola su se stessa per ammirarla in tutta
la sua perfezione.
- Emmett
smettila di fare lo stupido. Stiamo parlando di una cosa seria e non aiuti
facendo così – gli rispose Rosalie.
- E comunque
no, non possiamo avere allucinazioni – continuò Jasper.
- E allora
quella lì che cos’è? – domandò lui indicando con lo sguardo qualcosa o
qualcuno.
Notai che i
ragazzi si voltarono a guardare mentre io continuai imperterrito a giocare con
quella mela e non gli diedi ascolto, non avevo intenzione di cadere nei suoi
stupidi giochetti che lo avrebbero portato a prenderci in giro per tutto il
giorno.
- Non è
possibile – disse Jasper.
- Sto
sognando. Tutto questo non può essere vero, non può essere vera – sentì dire a
Alice con tono completamente sconvolto.
Iniziai a
credere che quello non fosse uno scherzo di Emmett, ma che ci fosse davvero
qualcosa che non andava.
Alzai lo
sguardo dirigendolo verso l’ingresso della mensa, ma non vidi nessuno di così
interessante.
Spostai lo
sguardo verso il tavolo dei nuovi arrivati e notai che a loro si erano appena
aggiunti un ragazzo e una ragazza.
La ragazza
era di spalle e non riuscivo a vederla, vedevo solo dei capelli castani che gli
cadevano morbidi sulle spalle e un fisico perfetto da fare invidia a qualsiasi
modella.
Il ragazzo,
invece, cingeva i fianchi della ragazza e guardava nella nostra direzione. Era
alto, muscoloso, dai capelli castani e gli occhi blu (àil link del
ragazzo: http://yfrog.com/0cnatenp).
Non riuscivo a capire cosa ci fosse di strano
o di stupefacente in quel nuovo ingresso.
Abbassai di nuovo lo sguardo e ripresi
a giocherellare con la mela, ma dopo qualche istante mi sentì fissare con
insistenza e fui costretto ad alzare gli occhi e a guardare nella direzione
dalla quale proveniva lo sguardo.
Ciò che vidi mi lasciò completamente
basito tanto che la mela mi cadde dalle mani con talmente tanta foga che rotolò
ai piedi di quella ragazza che mi stava fissando con insistenza.
La osservai per bene considerato che
quello che i miei occhi stavano vedendo era qualcosa che mai e poi mai mi sarei
aspettato di vedere.
E in quel momento mi resi conto che,
forse, il destino esisteva davvero e che questi si mostrava sempre nei momenti
e nelle situazioni meno improbabili, ma soprattutto mi resi conto che, forse,
proprio nel momento in cui avevo perso ogni cosa, poteva nella mia vita,
riaccendersi quella fiammella piccola, ma luminosa che
si chiamava speranza.
Di fronte a me in tutta la sua bellezza
vi era una ragazza dai lunghi capelli castani e dal viso a cuore, dalle labbra
rosse e dagli occhi cioccolatosi.
No, aspetta, c’era qualcosa che non
andava. Quegli occhi, quegli stessi occhi che mi erano tanto familiari non era
color cioccolato, ma di un intenso color ghiaccio e mentre poco prima mi erano
parsi calorosi adesso sembravano glaciali.
- Bella – fu l’unica cosa che riuscì a
dire mentre guardavo quella ragazza.
Gli occhi non erano uguali, e nemmeno
il suo sguardo, ma dentro di me sapevo che quella ragazza era la mia Bella, o,
forse, volevo aggrapparmi a quella speranza, volevo credere che il destino mi
avesse dato un’altra opportunità.
Forse mi stavo solo costruendo castelli
in aria, in fondo, quante probabilità c’erano che quella fosse Bella? Quante
probabilità c’erano che dopo centocinquant’anni lei fosse viva, ma soprattutto
esattamente come l’avevo lasciata?
E se era lei, perché aveva quegli
occhi?
Cosa era diventata?
Risposte alle vostre recensioni:
- Luisa98: No, questo posso assicurartelo
per certo. Edward non si innamorerà per niente di Jenny. Anche volendo non
potrebbe. Ti ho già detto troppo.
- vanderbit: Mi fa piacere
sapere che le mie storie ti piacciono.
- Fortheternity: Beh diciamo che
Edward sarà molto sorpreso, ma allo stesso tempo contento. E lei, invece? Sarà
contenta anche lei? Se vuoi scoprirlo continua a seguire la mia storia.
- Austen95: Felice di sapere
che anche il capitolo scorso ti sia piaciuto. Mi auguro di non deludere le tue
aspettative.
- mikkettina: Mi fa piacere di
sapere che seguirai la storia, quanto a Bella sono felice di sapere che ti
intriga. Ci saranno un sacco di cose da scoprire.
- eliza1755: Non so ancora bene
come procederò considerato che i capitoli man mano che li scrivo li posto. Comunque ti assicuro che non ci sarà uno schema
fisso nell’alternanza di capitoli. Possono essercene un paio di un personaggio,
e poi cambiare, oppure ogni capitolo diverso. Te lo
detto non lo so, dipende molto da come deciderò di far svolgere la storia.
Probabilmente metterò dei pov non solo di Bella e
Edward, proprio per far interagire anche qualche altro personaggio. Nonostante
questo ti posso dire che almeno per i primi capitoli non ci saranno dei pov Bella ne dei pov di componenti della sua nuova famiglia e il motivo è
semplice. Ci sono cose che non posso e non voglio svelare subito. Quanto ai
nuovi personaggi di cui hai parlato, si, fanno parte
della nuova famiglia di Bella e questi due saranno molto importanti. Nel
capitolo corrente ne hai conosciuti altri tre. Non ti anticipo se c’è ne
saranno ancora oppure no, dovrai scoprirlo leggendo.
- ciuciu: Mi fa piacere
sapere che il mio modo di scrivere ti piace. Quanto alla storia “quando l’amore
ti cambia la vita” dovrai aspettare un po’. Ho intenzione di continuarla, ma
non ho ancora scritto il prossimo capitolo a causa di un casino di impegni.
Quando lo scriverò posterò subito, promesso. Comunque sta tranquilla che la
continuo.
- Aly_Cullen: Grazie davvero per
tutti i complimenti, comunque sono felice si sapere che la storia ti piace.
- ledyang: Te l’ho detto
tesoro, mi faceva piacere e l’ho fatto, quindi non serve che mi ringrazi.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro capitolo. Vedremo come reagirà Bella alla
vista dei Cullen. Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate. Spero vi piaccia.
Buona lettura a tutti.
Capitolo 4
E’ davvero lei?
POV EDWARD
Finché
le persone
che
rappresentano per noi un problema,
stanno da una
parte,
e quelle, che
per noi sono la soluzione,
stanno dall'altra,
tutto fila liscio.
Il
vero problema è quando le personalità coincidono,
e alcune
persone diventano sia problema che soluzione.
Non posso ancora crederci, tutto mi
sembra impossibile. Non faccio altro che guardare la ragazza di fronte a me e
chiedermi se sto sognando o se quella è la realtà.
I suoi occhi sono fissi dentro i miei come se potessero
comunicare, ci guardiamo talmente tanto intensamente che i nostri sguardi sembrano
unirsi indipendentemente dalla nostra volontà.
Dopo non so quanto tempo, forse secondi o
forse minuti, mi rendo conto che il ragazzo con cui è entrata la cinge per i
fianchi e non riesco a capire cosa ci sia tra loro.
Avevo già notato questo particolare, ma quando l’avevo fatto non
ci avevo visto nulla di male perché non avevo ancora visto che quella ragazza
era la mia Bella, la ragazza che amavo sopra ogni cosa.
Quello poteva essere un comune segno d’affetto, ma poteva anche
essere che quei due stavano insieme e la cosa pur se non ne potevo avere la
conferma mi infastidiva tanto, troppo direi.
Cercai di sondare i pensieri del nuovo arrivato e della ragazza
che assomigliava in tutto e per tutto alla mia Bella e mi resi conto che le
loro menti erano completamente vuote.
Feci lo stesso con i due ragazzi che erano già seduti al tavolo,
quelli le cui menti erano per me penetrabili, ma mi resi conto che adesso anche
loro avevano la mente inaccessibile.
Adesso capivo a cosa si riferiva il moro quando aveva parlato di
scudo.
Qualcuno tra i due nuovi arrivati doveva essere in grado di
estendere uno scudo talmente potente da proteggere tutti loro.
Cercai di cogliere quanti più particolari possibili della ragazza e
solo allora mi resi conto del modo in cui questa era vestita.
Indossava un paio di pantaloni neri che esaltavano le sue
fantastiche curve, una maglietta rossa che, invece, esaltava il suo seno
perfetto e un giubbotto di pelle nero lasciato sbottonato.
Portava anche un paio di scarpe rosse dal tacco a dir poco
vertiginoso e ogni accessorio che aveva addosso si abbinava perfettamente con
il resto (àil link con i vestiti di Bella: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=16194246
).
Vedendola vestita in quel modo dubitai ardentemente che potesse
essere davvero la mia Bella.
L’amore della mia vita non aveva idea di cosa fosse la moda. Lei
preferiva indossare i suoi comodi maglioncini larghi e non si sarebbe mai
sognata di camminare su un tacco di quell’altezza.
Bella era goffa, tremendamente goffa, quante volte aveva rischiato
di cadere se io non fossi stato lì pronto a sorreggerla ed era capitato quando
aveva addosso solo delle comode scarpe basse, non immaginavo le possibili
cadute su quei trampoli.
Con tacchi di quella dimensione sarebbe caduta sui suoi stessi
piedi, invece, quella ragazza sembrava totalmente a suo agio in
quell’abbigliamento e camminava con un grazia che in pochi avevano.
E poi il trucco. Bella non amava truccarsi e odiava Alice quando
la faceva diventare la sua bambola da laboratorio. Quella ragazza, invece,
aveva un trucco forte, ma non volgare, perfetto direi, un trucco che permetteva
di esaltare il fantastico colore di quegli occhi talmente chiari da sembrare
davvero di ghiaccio.
Poteva davvero essere Bella?
Eppure era identica, anche se dovetti convenire che il suo profumo
era leggiarmente cambiato, ma nonostante questo mi attirava ancora tanto,
troppo.
La vidi fissarmi ancora con più insistenza per poi passare lo
sguardo a ogni singolo componente della mia famiglia e soffermarsi appena su
Alice prima di buttare il suo sguardo di nuovo su di me.
Dopo non so quanto tempo staccò il suo sguardo dal mio e vi voltò
verso i ragazzi che erano con lei nel tavolo.
A quel punto staccò la presa dal ragazzo che era appena entrato
con lei e si sedette su una sedia dandomi le spalle.
Nonostante si fosse girata, io non riuscivo a staccare gli occhi
da dosso a quel tavolo e notai che per i miei fratelli era lo stesso, mentre i
nuovi arrivati sembravano, ormai, completamente a loro agio, anche e
soprattutto quella ragazza che non appena mi avevavisto sembrava essere completamente in
imbarazzo.
- Allora, fatemi pensare. Vediamo a chi la regalo – disse il
ragazzo castano con fare scherzoso dopo aver preso la mela da terra, quella
stessa mela che fino a poco prima era nelle mie mani, quella stessa mela che mi
era caduta non appena avevo visto la ragazza.
- Direi che puoi pure tenertela. Magari un po’ di vitamina B ti ristabilizza il cervello – gli rispose la gemella di
Jenny.
- Sempre spiritosa tu. Vorrà dire che verrai espulsa dalla lista –
le disse il ragazzo.
- Ma di quale lista stiamo parlando? – gli chiese Bella.
- Ricordate il mito della mela d’oro? Quella che Paride diede in
premio ad Afrodite poiché ella, era, secondo lui, la più bella dell’Olimpo? –
chiese il ragazzo a tutti.
- E quindi? – domandò la ragazza bionda per farlo continuare a
parlare.
- Quindi devo scegliere a quale blanda giovine dare questa mela –
le rispose il ragazzo.
- E quella ti sembra un mela d’oro? –
chiese sarcastica sempre la stessa gemella.
- Potresti sforzarti di immaginarla così e poi hai idea di cosa
sia il senso della metafora? – le rispose il ragazzo.
- Nate, sta un po’ zitto, credo che ci fai più figura – gli disse
Jenny.
- Sentite sapete una cosa? Nessuno di voi la merita, provvederò a
regalarla a qualcun’altra – disse lui facendo il finto imbronciato e
guardandosi in giro facendo finta di adocchiare qualche ragazza.
- Dai qui, va. Ho fame e ho proprio voglia di una mela – gli disse
Bella togliendogli il frutto dalle mani e iniziando a sbucciarla.
- Non vale – disse lui imbronciato, anche se il muso gli passò ben
presto.
Qualcosa mi diceva che il ragazzo aveva volutamente scherzato,
forse, per stemperare un po’ la tensione che si era creata in quella ragazza
che in tutto e per tutto assomigliava a Bella.
Iniziarono a mangiare in silenzio mentre notavo che Jenny mi
lanciava sguardi a dir poco omicidi.
- Non può essere la realtà, lo sapete vero? – ci disse Rosalie
mentre tutti stavamo iniziando a riprenderci per ciò che avevamo visto.
- Lei è reale – le rispose Emmett.
- Rose ha ragione, non può essere lei. Sarà qualcuno che le
assomiglia. Ragionate, sono passati centocinquant’anni e lei è esattamente come
l’abbiamo lasciata e di certo non è una vampira – disse Jasper razionalmente.
- Io lo dicevo che se si vestiva alla moda sarebbe sembrata un
vero schianto. E’ semplicemente divina – esordì, invece, Alice mentre fissava
di sfuggita Bella.
Con tante cose da pensare, lei, in un
momento del genere, riusciva a pensare alla moda.
Roba da non credere.
- Non crederai mica che è lei? – le
chiese Rose.
- Perché hai dei dubbi? – le domandò Alice facendo capire che per
lei la cosa era ovvia.
- Dai è impossibile. E poi guardarle gli occhi. Lei li aveva
cioccolato – continuò la bionda di mia sorella.
- Questo non significa nulla. Se è qui dopo tutti questi anni
significa che è diventata qualcosa e quindi questo potrebbe giustificare il
colore degli occhi – le fece notare il folletto.
- Se è davvero lei, questo cambia un po’ le cose – intervenne
Jasper lanciandomi uno sguardo fugace.
- Scusate, ma se è lei, mi spiegate perché ha reagito in questo
modo? Cioè, ha fissato noi e soprattutto Edward e poi si è seduta dandoci le
spalle come se nulla fosse – intervenne Emmett.
- Cioè fammi capire, come pensi che avrebbe dovuto reagire?
Sarebbe dovuta correre da noi e abbracciarci? Ti rendi conto di ciò che gli
abbiamo fatto? L’abbiamo abbandonata. Se è arrabbiata con noi ha tutte le buone
ragioni per esserlo – disse Alice alzando leggiarmente il tono di voce, senza
comunque esagerare per non farci sentire dagli altri e soprattutto da loro.
- Si scusa, hai ragione – le disse Emmett mentre io non potevo
fare a meno di guardare verso quel tavolo.
Stavo impazzendo di gelosia nei confronti di quel ragazzo che era
così vicino alla mia Bella, che poteva toccarla, scherzarci e parlarci.
- Edward ti prego contieniti. La tua gelosia mi uccide – mi disse
Jasper potendo percepire le mie emozioni.
- A me, invece, uccide vedere quelle scene – dissi indicando il
tavolo dove quel Nate stava facendo il solletico alla mia Bella solo perché lei
gli aveva dato uno scappellotto in testa perché lui gli aveva fregato una
patatina dal suo piatto.
- Non puoi farci nulla. E poi non sai nemmeno se è davvero lei –
mi disse Rosalie.
- E’ lei, sento che è lei, ma tu non puoi capirlo, del resto tu
non hai mai capito niente del nostro amore. Per te, lei, era solo una fragile
umana, ma la cosa che ti dava più fastidio è che lei aveva una vita normale
mentre tu no, eri solo invidiosa, gelosa della sua felicità. Non hai mai voluto
capire cosa davvero ci legava e non lo capirai mai perché sei una persona
troppo superficiale – sbottai nervoso prendendomela con lei per la rabbia che,
invece, provavo per quel ragazzo.
Vidi il suo viso e l’espressione che l’attraversò e in quello
stesso momento mi pentì di aver detto quelle cose, che
oltretutto non pensavo nemmeno.
Io avevo capito fin da subito cosa provava Rosalie nei confronti
di Bella, anche se lei non l’avrebbe mai ammesso. Lei voleva solo che Bella non
diventasse un mostro, che restasse umana e avesse una vita normale, con dei
figli, voleva solo che Bella potesse avere la vita che a lei non gli era stata
permessa e in fondo non potevo dargli torto perché era stata l’unica di tutta
la famiglia ad essere la più razionale.
Avevo detto quelle cose solo per la rabbia e adesso mi sentivo
tremendamente in colpa.
- Scusa, non volevo. Quello che ho detto non lo penso davvero – mi
limitai a dirle prima di alzarmi e uscire velocemente da quella mensa, mentre
mi accorsi che Bella mi osservò fino a quando non raggiunsi l’uscita.
Ero convinto che fosse lei e più che mai ero risoluto a parlargli.
Dovevo sapere e avrei saputo, ma ora non ne avevo il coraggio, non
avevo il coraggio di affrontarla e poi non volevo scombussolarla con le mie
parole.
Volevo dargli il tempo di metabolizzare la notizia, del resto non
si aspettava certo di rivedermi e adesso capivo la minaccia di Jenny.
La parte egoista di me voleva correre da lei, spiegargli i motivi
per cui mi ero comportato in un determinato modo sperando che lei nonostante
tutto il tempo passato potesse capirmi e soprattutto perdonarmi.
Riflettei sulle parole che mi aveva detto Jenny e adesso tutto
aveva senso, adesso capivo il significato di quelle parole, ma soprattutto
adesso capivo che Bella aveva sofferto a causa mia e io forse dovevo dargli il
tempo di riflettere e assimilare il fatto che il suo destino e il mio si
fossero incrociati una seconda volta.
Bella era per me il tutto, era allo stesso tempo il problema e la
soluzione e se fino ad ora queste due personalità erano state separate adesso
erano insieme e adesso iniziavano i veri problemi, ma non mi sarei lasciato
scoraggiare.
Forse, avrei dovuto aspettare.
Era fondamentale che lei potesse metabolizzare la notizia, del
resto di sicuro non si aspettava di vedermi ancora, ma nonostante questo io
avevo il fermo bisogno di correre da lei anche solo per poterla guardare negli
occhi.
Dovevo sapere cosa provava per me.
Era finito l’amore che la teneva legata a me?
Oppure quel sentimento albergava ancora da qualche parte dentro di
lei?
E quel ragazzo che fino a prima la teneva tra le sue braccia chi
era?
Cos’era per lei?
Era il suo nuovo compagno?
Dovevo saperlo, dovevo avere delle risposte.
Prima di uscire del tutto dalla mensa provai a sondare di nuovo la
mente di tutti quelli che erano nel tavolo con lei, ma mi accorsi che i loro
pensieri erano ancora assenti.
Una volta fuori mi resi conto di una cosa fondamentale: stavo già
ragionando come se quella fosse davvero Bella, ma potevo esserne sicuro?
Quante probabilità c’erano che fosse davvero lei?
Poche, davvero poche, ma per me era fondamentale aggrapparmici
perché mi rendevo conto che la mia sofferenza sarebbe potuta finire solo se
quella ragazza fosse stata davvero Bella e poi qualcosa dentro di me mi diceva
che era lei.
Era come se il sentimento che provavo per lei fosse uscito fuori
di me e per la prima volta dopo centocinquant’anni avevo provato di nuovo le stesse sensazione che provavo quando stavo con lei, e
questo bastava a farmi pensare che quella ragazza era la mia Bella.
Nonostante questo non potevo averne la certezza, anche se le
parole di Jenny adesso avevano un senso, anche se il comportamento di prima
della ragazza era stato fraintendibile. Prima mi aveva fissato come se mi
conoscesse già, poi, invece, si era voltata facendo completamente
l’indifferente.
Dovevo scoprire se davvero era lei e per farlo non potevo certo
presentarmi a lei e chiederglielo, dovevo trovare il modo di scoprirlo
indipendentemente da una sua conferma o smentita.
Poteva anche avere un altro nome e quindi la cosa poteva portarmi
fuori strada.
C’era un unico modo per scoprirlo. Avrei dovuto studiare i suoi
comportamenti, solo così avrei scoperto qualcosa.
Se era davvero lei, anche se si sarebbe mostrata indifferente fino
alla fine, avrei potuto scorgere qualche particolare in lei perché indifferenza
quanto vuoi, non si può nascondere che avevamo un passato comune.
Una volta fuori dalla scuola notai che non c’era nessuno in giro
così mi misi a correre alla mia velocità sovrannaturale e in poche
secondi fui fuori dalla scuola e mi diressi nell’unico posto che in quel
momento poteva aiutarmi: la radura mia e di Bella.
Risposte alle vostre recensioni:
- Luisa98: Felice di esserti
stata utile e ti aver dissipato un dubbio.
- ClaudiaSv16: Per sapere cosa
siano Bella e la sua nuova famiglia dovrai aspettare un po’, quanto alle
gemelle e al fatto del nuovo ragazzo se è compagno di Bella non posso ne
confermarti ne smentirti la notizia. Scoprirai tutto leggendo. Il capitolo di “ricordare
il passato” non è ancora pronto, spero ti accontenterai di questo.
- vanderbit: Di tutte le tue
domande posso rispondere solo a due. Mi chiamo Adriana, Tu? E si, è una EdxBella. Per il resto
dovrai scoprire leggendo perché non posso ancora svelare nulla.
- mine: Sono contenta di
sapere che riesco a lasciarti con il fiato sospeso anche perché è questo il mio
intento. Mi fa piacere di sapere anche che sei fan di un’altra mia storia che
aggiornerò fra qualche giorno visto che il capitolo è ancora in fase di
scrittura.
- eliza1755: Si Jenny è una
tipa particolare, è tosta, ma è anche fragile, lo capirai in seguito. Diciamo che
dopo tutto quello che ha passato ha una sorta di corazza
che indossa. Quanto alla frase di Jenny non posso anticiparti nulla, dovrai
attendere proprio come hai supposto. Credo che con il capitolo corrente hai potuto conoscere la reazione di Bella, anche se non è
stato ancora chiarito chi sia il ragazzo che abbracciava Bella. Anche per
scoprire questo dovrai attendere.
- Austen95: Mi fa piacere che
la pensi così.
- Aislinn 05: Non posso dirti se
il ragazzo che è entrato a mensa con Bella sia il suo nuovo compagno. Dovrai
scoprirlo leggendo. Spero che lo farai.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. E’ un capitolo importante per
capire qualcosa su Bella, più che altro per vedere come pensa dei Cullen. Spero
vi piaccia. Buona lettura a tutti.
Capitolo 5
Un’amicizia perduta
POV ALICE
Triste
il mio pensiero naviga tra i ricordi
di dolci risa
che riempivano i miei giorni…
Solo
la voglia di sentirti,
solo la paura di
averti persa
per uno
sbaglio, banale e non voluto…
Farti
del male non era certo mia intenzione.
E’
finito tutto…queste le parole che odo da te pronunciare
non c'è la
voglia di ricominciare
e allora un
pensiero mi passa per la mente:
cosa era quel
sentimento nato tra risa, divertimento e dolcezza,
se è bastato
così poco per essere cancellato?
Grazie al potere acquisito dalla mia trasformazione in vampira non
c’è mai stato nulla che potesse sorprendermi perché sono sempre stata un passo
avanti a tutto e tutti.
La mia famiglia non fa che affidarsi a me per sapere cosa
succederà, per capire cosa ci aspetta, tutti contano su di me e su Edward.
Grazie ai nostri poteri possiamo sapere cose che agli altri sono
inaccessibili, per questo non mi sarei mai immaginata che prima o poi nella mia
vita mi sarei trovata in una situazione come questa.
Io Alice Cullen, la veggente della famiglia, sono rimasta
paralizzata dalla sorpresa quando ho visto Bella entrare nella mensa della
scuola.
Non ho avuto nessuna visione in merito.
L’unica cosa che avevo visto era che un gruppo di nuovi studenti
erano arrivati alla Forks Hight School, ma di certo non potevo credere che fra
questi ci fosse la mia migliore amica, la sorella che mi era tanto mancata.
Eppure, eccomi qui, a non sapere bene cosa pensare, cosa fare e
solo ora mi rendo conto di ciò che provano gli altri quando accadono eventi che
li sorprendono.
Oggi ho capito anche io cosa significa essere sorpresi e
nonostante la cosa non mi piaccia per nulla, sono felice che sia successo, sono
felice che a qualche metro di distanza da me c’è Bella
perché io so che è lei.
Può avere gli occhi di un diverso colore, può essere vestita
esattamente al contrario di come amava, può essersi mostrata indifferente alla
nostra visione, ma io so che è lei perché, nonostante il destino ci abbia
voluto separare troppo presto, il legame che ci univa era davvero troppo forte
e lo è tutt’ora.
Edward era appena uscito dalla mensa dopo aver fatto una sfuriata
a Rosalie, anche se si era subito scusato.
Sapevo che lui non pensava quelle cose perché era consapevole che
nonostante Rose non si fosse comportato bene, il suo atteggiamento era
giustificato dal fatto che lei voleva solo proteggere la famiglia e non poteva
essere criticata per questo.
Guardai mia sorella e mi resi conto che era molto triste e si era
appoggiata al petto di Emmett stringendolo forte mentre lui ricambiava la presa
cercando di cullarla tra le sue braccia.
Emmett era il suo porto sicuro, la sua isola felice, l’unico
motivo per cui probabilmente oggi vedeva il suo essere non così negativamente
come un tempo.
- Rose, sai che non pensava quelle cose – le dissi cercando di
consolarla.
- Io credo, invece, che le pensasse. In fondo il mio atteggiamento
nei confronti di Bella è stato deplorevole – mi rispose.
- Edward non c’è l’ha con te. Sa perché ti sei comportata così. Ho
sentito le sue emozioni e dopo quello che ti ha detto
si è sentito in colpa perché non pensava assolutamente quello che ti ha detto.
Era solo arrabbiato, geloso perché vede quella che potrebbe essere Bella ridere
e scherzare con quel ragazzo. E se l’è è presa con te,
ma avrebbe potuto prendersela con chiunque – le spiegò Jasper.
- Tesoro hanno ragione loro. Figurati se può avercela con te – le disse Emmett baciandogli la testa.
- Non appena torneremo a casa farete pace. L’ho visto – le dissi
con l’intento di rassicurarla anche se era vero che
avevo avuto una visione di loro che chiarivano e facevano pace.
- Lo spero. Comunque pensate davvero che sia Bella quella lì? – ci
chiese.
- E’ lei, lo sento – le risposi mentre notai che Bella si era
appena alzata dal tavolo insieme a una delle due gemelle e entrambe si stavano
dirigendo verso l’uscita.
Sapevo che probabilmente sbagliavo, ma avevo bisogno di andare da
lei, di parlargli.
- Alice che hai intenzione di fare? – mi chiese Jasper che, forse,
dalle mie emozioni aveva visto la mia incertezza se correre incontro alla
ragazza o meno.
- Voglio andare a parlarci – mi limitai a rispondergli.
- Sei sicura che Edward vorrebbe? – mi domandò Emmett.
- Ho già ascoltato lui in passato e ci siamo accorti tutti che
abbiamo sbagliato. Non ho intenzione di sbagliare ancora. E poi sono convinta
che anche lui sarebbe d’accordo – gli risposi.
Non gli diedi nemmeno il tempo di rispondere che mi diressi verso
l’uscita pronta a seguire Bella.
Erano già scomparse dai corridoi, ma mi bastò seguire la traccia
del loro profumo per trovarle entrambe fuori.
Non so cosa sentirono, ma sta di fatto che non appena mi fermai
dietro di loro la gemella si voltò verso di me.
Eravamo a distanze davvero ravvicinate e adesso potevo vederla in
ogni suo più piccolo particolare e ciò bastò a convincermi ancora di più che quella
fosse davvero lei.
Mi voltai verso la ragazza che era con lei e notai che mi
sorrideva sincera.
Non riuscì a fare a meno che rispondere al suo sorriso
regalandogliene uno dei miei.
Notai che nel cortile non c’era nessuno. Era il momento giusto per
parlare anche se davvero non sapevo da dove iniziare.
- Ciao io sono Blair, tu devi essere Alice, non è vero? E’ un
piacere conoscerti – mi disse la ragazza tutto allegra mentre si avvicinò a me
porgendomi la mano.
Bastarono quelle parole per farmi capire che quella era davvero
Bella, altrimenti non si spiegava come quella ragazza sapesse il mio nome.
- Si, sono io. Anche per me è un piacere
conoscerti – le risposi sincera.
Quella ragazza già mi piaceva.
- E’ meglio che io vada. Credo di essere il terzo incomodo in
questo momento. Comunque spero di poter approfondire la tua conoscenza. A
presto– si
congedò la ragazza dirigendosi verso l’ingresso.
- Non posso crederci – dissi a Bella che ancora mi dava le spalle
non appena notai che la ragazza era sparita.
- A cosa non puoi credere? Che io sia ancora qui? – mi chiese
sarcastica dandomi ancora le spalle.
- Tra tutte le cose che pensavo potessero capitarmi di certo
questa era l’unica a cui non avrei mai creduto – le risposi cercando di
ignorare il suo sarcasmo.
Era arrabbiata, lo potevo percepire chiaramente dal suo tono di
voce.
- Cosa sei venuta a fare qui fuori? – mi domandò.
- Davvero non ci arrivi? – le chiesi.
- No, non ci arrivo – mi rispose ancora sarcastica.
- Ti devo delle spiegazioni e forse anche tu ne devi a me – le
dissi riferendomi al fatto che dopo tutti questi anni lei fosse ancora viva e
esattamente come l’avevamo lasciata.
- Non mi devi e non ti devo niente – si limitò a rispondermi.
- Bella sei la mia migliore amica – le feci notare.
- Errato. Ero la tua migliore amica, adesso non più. Tutto quello
che poteva legarmi a te è finito quel pomeriggio di settembre, quel pomeriggio
in cui tuo fratello mi ha uccisa – mi disse voltandosi per la prima volta verso
di me e sputandomi addosso tutta la sua sofferenza.
Non lo diedi a vedere, ma le sue parole mi uccisero una seconda
volta. Non potevo credere che lei pensasse davvero quelle cose, anche se non
potevo darle torto.
- Abbiamo sbagliato è vero, ma l’abbiamo fatto per il tuo bene –
cercai di spiegarle.
- No, non avete sbagliato. Avete fatto la cosa giusta. Edward non
mi amava più quindi non poteva che lasciarmi. E il fatto che ve ne siete andati
è stato un bene, anche se allora non la pensavo così – mi fece notare.
- Che vuoi dire? – le chiesi.
- Semplice Alice, è tutto troppo semplice. Edward non mi amava più
e mi ha lasciato. Per tanto tempo dopo la vostra partenza ho sperato che voi
tornaste, l’ho desiderato con tutte le mie forze perché anche se non avrei
potuto averlo come l’avevo avuto, almeno avrei potuto vederlo anche da lontano.
Con il passare del tempo, invece, mi sono resa conto che avete preso la
decisione giusta. Se foste rimasti io non lo avrei mai dimenticato, invece, con
la sua, con la vostra partenza mi avete permesso di farlo. C’ho messo del tempo
per capirlo, ma c’è l’ho fatta alla fine – mi disse.
Non sapevo quanto di vero ci fosse nelle sue parole visto che i
suoi occhi sembravano dire l’esatto opposto di quello che avevo appena udito,
ma una cosa era certa.
Lei era fermamente convinta che Edward non la amasse più e non
sapevo se era giusto che fossi io a dirgli il vero motivo per cui mio fratello
aveva preso la decisione di partire e, quindi, di lasciarla.
Spettava a lui farlo e solo allora io sarei potuta intervenire.
- Non ci credo a quello che stai dicendo. I tuoi occhi non
rispecchiano le tue parole – le feci notare.
- Credi davvero di conoscermi così bene da sapermi leggere così
profondamente? – mi chiese tranquillamente.
La cosa che più di tutti mi stupiva era proprio la sua tranquillità,
la sua calma e non riuscivo a spiegarmi il perché si stesse comportando così.
Sembrava che stesse parlando di qualcosa non suo, di qualcosa che
non gli apparteneva.
- Ti conosco quanto basta per capire
quando menti e quando non lo fai – le risposi.
- Tu conosci la vecchia Bella, la fragile, piccola umana che ero,
la ragazza ingenua e goffa che si era innamorata del ragazzo perfetto, ma
quella Bella non alberga più dentro di me. E’ morta tanto tempo fa. Quella si che la conoscevi, la conoscevi talmente bene da
riuscirgli a leggere l’anima, ma di questa Bella non sai nulla, non hai neanche
lontanamente idea di cosa ho passato o di quella che sono adesso. Non sono più
ingenua, non sono fragile, non sono goffa, non sono la Bella che hai conosciuto
– mi disse con uno sguardo talmente sincero da farmi capire che per la prima
volta da quando aveva iniziato a parlare stava dicendo la verità.
- Hai ragione nel dire che non sei più quella di una volta, ma non
dirmi che la vecchia Bella non c’è più, perché non ci credo. Nella vita si può
cambiare. Le esperienze, i dolori, le gioie, le sofferenze ci fanno cambiare,
ma dentro di noi non riusciremo mai a cambiare completamente, ma se davvero sei
cambiata del tutto ti chiedo solo una possibilità – le spiegai sperando che non
mi chiudesse la porta in faccia.
- Una possibilità per cosa? Se mi stai chiedendo di darti
l’opportunità di farmi conoscere per quella che sono diventata risparmia il
fiato. Non potrei dartela, non ci riuscirei e forse nemmeno voglio – mi
disse mentre io mi sentì morire dentro.
- Non puoi dire questo – mi limitai a rispondergli con un filo di
voce.
- Si che posso Alice. Non ho voglia di ricominciare, non ho voglia
di legarmi di nuovo a te o alla tua famiglia. Adesso ho un’altra vita, altre
persone che mi stanno accanto, ho una nuova famiglia che amo tantissimo e un
presente da vivermi giorno per oggi. Nella mia vita non c’è più spazio per il
passato – mi spiegò.
Riuscivo a percepire la tranquillità delle sue parole, la
rassegnazione di quelle parole e mi rendevo conto che forse diceva quello solo
per paura di soffrire ancora e in fondo aveva tutto il diritto di comportarsi
così.
- Quindi mi stai dicendo che devo fare finta che tu non sia qui?
Che il fatto che il destino ha voluto che noi ci rincontrassimo nuovamente non
ha nessun valore? No Bella, mi spiace, ma non lo accetto, non posso accettarlo
– le dissi sicura di me.
Avrei fatto qualunque cosa perché lei cambiasse idea.
- Non dipende da te il fatto di accettare o meno
una situazione. Quando le cose accadono, accadono e basta indipendentemente
dalle nostre volontà. Potrai non accettarlo, ma devi rassegnarti alla cosa –
mi rispose.
- Bella, ti prego perdonami. Ho sbagliato lo so, mi sono
comportata da stupida, ma cerca di capirmi. Lui è mio
fratello e sai quant’è testardo, cos’altro potevo fare? – le chiesi.
- E il perdono che vuoi? Beh c’è l’hai. Nonostante abbia sofferto
tantissimo a causa tua ti ho voluto bene davvero, tanto, troppo forse e
nonostante la rabbia e la delusione ti perdono – si limitò a rispondermi.
- Ma un’altra possibilità no, vero? – le chiesi.
- Bella che fai ancora qui? E’ già suonata, farai tardi a lezione
– disse una voce alle mie spalle.
Maledì chiunque fosse perché era arrivato nel momento peggiore.
Volevo sapere, dovevo sapere cosa mi avrebbe risposto.
Mi voltai e notai che a interromperci era stato il ragazzo castano
seduto al tavolo con lei.
- Si Nate, hai ragione. Arrivo – gli rispose lei.
- Non mi hai risposto e non mi hai ancora detto cosa sei diventata
– le dissi io.
- Devo andare – si limitò a dirmi lei incamminandosi verso il
ragazzo.
Non gli permisi di fare più di tre passi perché la fermai per il
polso.
- Ci stai insieme? – le chiesi indicando con lo sguardo il ragazzo
che sembrava chiamarsi Nate.
Dovevo sapere se quello era il suo nuovo compagno, anche se avevo
dannatamente paura della sua risposta.
- Non sono cose che ti riguardano – mi rispose lei scrollandosi
dalla mia presa con vigore.
Si diresse verso il ragazzo e insieme si incamminarono verso l’ingresso
della scuola pronti per affrontare una nuova lezione.
Non potevo credere a ciò che era successo.
Avevo supposto che non sarebbe stato facile farmi perdonare da
lei, ma non pensavo che la situazione fosse talmente grave.
- Tesoro sta tranquilla, vedrai che si sistemerà tutto – mi disse
una voce che avrei riconosciuto fra mille mentre mi stringeva forte a sé, era
Jasper.
Oltre a lui c’erano in cortile anche Emmett e Rosalie.
- Avete sentito tutto? – gli chiesi.
- Ogni singola parola – mi rispose Emmett.
- E’ normale che c’è l’abbia con noi,
l’hai detto pure tu poco fa – mi disse Jasper con l’intento di calmarmi.
- Si, ma poco fa non avevo idea che la
cosa fosse tanto grave. Avevo immaginato che lei fosse piena di rabbia e odio
verso di noi, invece, mi è sembrata calma, tranquilla, rassegnata, forse
perfino indifferente. All’odio, alla rabbia avremmo potuto agire, ma visto il
suo modo di affrontare le cose ho seri dubbi che riusciremo a cambiare la
situazione – gli dissi.
- Alice ma ti senti? Cioè tu non ti sei mai arresa di fronte a
nulla, non vorrai certo iniziare adesso – mi fece notare Rosalie.
- Non mi sto arrendendo, non lo farò mai, ma dico solo che sarà
difficile. O è diventata una bravissima attrice oppure è cambiata così tanto
che io non so più chi sia – le risposi.
- Io credo piuttosto che abbia volutamente detto determinate cose,
credo che abbia voluto indossare una maschera di sicurezza che non gli
appartiene e noi faremo di tutto per fargliela togliere – mi disse Jasper
stringendomi ancora più forte a sé.
- Si hai ragione. Mi farò perdonare da lei, ci faremo perdonare.
Fosse l’ultima cosa che faccio – gli dissi sorridendo.
Avrei fatto qualunque cosa per farmi perdonare, per farla tornare
ad essere la mia migliore amica e forse, quando avrebbe scoperto la verità sul
perché Edward e noi l’avevamo lasciata, avrebbe capito e ci avrebbe davvero
perdonati.
In ogni caso il suo passato sarebbe tornato a galla, gli sarebbe
sbattuto in faccia, nonostante lei mi avesse detto che nella sua attuale vita
non c’era spazio per esso.
Bella, indipendentemente da tutto e tutti, sarebbe stata di nuovo
una di noi, parola di Alice Cullen.
Risposte alle vostre recensioni:
- eliza1755: Beh diciamo che in
questo capitolo si capisce un po’ meglio cosa pensa Bella. Quanto al fatto che
credi che Alice abbia visto qualcosa, qui è tutto chiarito. Per il momento
Alice non riesce a vedere nulla ne su Bella ne sui
componenti della sua nuova famiglia.
- Luisa98: No, Bella non lo
sa perché Edward l’ha lasciata. Lei è convinta che lui lo abbia fatto perché
non la ama più e noi sappiamo che, invece, non p così. Comunque per adesso non
posso svelarti chi è il ragazzo che era con Bella. Lo scoprirai se continuerai
a leggere.
- vanderbit: Io ne 18, tu? Comunque se volevi vedere la reazione di Bella
nei confronti dei Cullen credo che ti ho accontentato
anche solo per metà. Diciamo che in questo capitolo capiamo quali sono i
sentimenti di Bella nei confronti della nostra famiglia preferita di vampiri.
- Sognatrice85: Sono contenta di
sapere che la storia ti piace. Mi auguro di non deludere nessuna tua
aspettativa.
- ClaudiaSv16:Si,
hai proprio ragione. Edward sa dentro di sé che quella è davvero Bella. Quanto
ad un pov Bella diciamo che dovrai aspettare ancora
un pochino. Ci sono delle cose che per questione di suspance non posso ancora
svelare.
- Fortheternity: Si in effetti Edward come al solito si fa un sacco di paranoie.
Bella non è detto che lo sta facendo ingelosire. Quel ragazzo può essere
davvero il suo nuovo compagno, ma questo non è ne una
conferma ne una smentita. Può essere tutto. Se continuerai a leggere la storia
lo capirai.
- Aly_Cullen: Alla tua risposta
sul fatto se Nate stia con Bella oppure no non posso risponderti. Svelerei
troppo. Lo capirai presto, comunque.
- ledyang: Sono contenta che
anche questa storia ti piace.
- Austen95: Spero di non
deluderti.
- amanecar: Mi dispiace, ma
non posso dirti nulla, non posso rispondere alle tue domande altrimenti ti
svelerei cose che per adesso non si devono sapere. Continua a leggere la mia
storia e lo scoprirai presto.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. Credo che molti di voi
aspettassero questo capitolo. Spero che vi piaccia e vi invito a non
tralasciare la reazione di Bella in un determinato momento del capitolo.
Potrebbe essere collegata a ciò che è diventata. Ho già detto troppo, quindi vi
lascio al capitolo. Buona lettura a tutti.
Capitolo 6
Confronto
POV EDWARD
Perdono
è forse la parola più difficile che esista
perché è difficile
chiederlo,
ma soprattutto
darlo.
Se non vorrai perdonarmi,
io lo capirò.
Se
non vorrai più vedermi, comprenderò le tue ragioni.
L'unica
cosa che non riuscirò mai a spiegarmi
è come ho potuto fare del male proprio a te,
la
persona che più di ogni altra nella mia vita
mi ha dimostrato il suo amore.
Se c’era una cosa che non avrei mai potuto credere possibile era
il fatto che un giorno avrei potuto rivedere Bella.
All’inizio mi ero detto che questo era impossibile per via della
mia stupida testa che si ostinava a voler proseguire in quella che era stata
una decisione probabilmente sbagliata fin dall’inizio.
Con il passare del tempo, invece, mi ero reso conto che era
impossibile rivederla perché il tempo era passato e lei come ogni umano era
stata consumata dal tempo fino a spegnersi inesorabilmente.
Ma, quando davvero non avevo più speranze, eccola spuntare di
nuovo nella mia vita.
Ieri davanti ai miei occhi si era presentata la creatura più
incantevole del mondo, quella stessa creatura che era stata capace di rubarmi
il cuore e di farlo battere ancora.
Se fino al giorno prima non ero certo che quella fosse lei, una
volta tornato a casa potei scorgere dai pensieri dei miei fratelli la
chiacchierata tra Alice e quella ragazza, scoprendo con mia grande gioia che
era davvero Bella, la mia Bella.
Mi ero premurato di chiedere scusa a Rosalie per il mio
comportamento e avevamo fatto subito pace, poi mi ero soffermato con Alice per
parlare di Bella e di ciò che si erano detti.
La mia sorellina mi aveva fatto capire quanto Bella fosse convinta
che io l’avessi lasciata perché non la amavo più, piccola sciocca.
Come potevo non amarla?
Lei che era riuscita a fare battere il mio cuore morto da più di
un secolo?
La cosa che, però, mi aveva turbato maggiormente era il fatto di
vedere attraverso i pensieri di Alice la tranquillità che Bella aveva.
Non sembrava serbare odio nei nostri confronti, ma sembrava del
tutto indifferente a ciò che era successo e questo mi preoccupava parecchio
perché se c’era una cosa che avevo capito in due secoli e mezzo di vita era che
non c’era peggior sentimento dell’indifferenza e che questa era decisamente
peggiore dell’odio.
Sperai con tutto me stesso che quella di Bella fosse stata una
recita, un modo per tenerci lontani, un modo per proteggersi e per non farsi
più male.
Una cosa era, però, certa. Qualunque cosa gli passasse in quella
testa io mi sarei fatto perdonare, in qualsiasi modo, anche se ciò che volevo
non era solo il suo perdono, ma anche il suo amore.
Vidi nella mente di Alice anche il modo in cui Bella era sfuggita
alla domanda di Alice sul fatto che lei stesse o meno con quel Nate e la cosa
non mi piaceva per nulla.
Se lei aveva trovato la felicità con lui, che diritto avevo io di
rovinargli ancora la vita?
Se così fosse stato mi sarei dovuto mettere da parte limitandomi
solo a farmi perdonare.
- Non ti azzardare a pensare queste cose – mi disse Alice entrando
con furia nella mia stanza (à il link
della stanza di Edward: http://yfrog.com/3dcameraedwardj
).
- Pensavo di essere io quello che legge il pensiero – le feci
notare.
- Ti ho visto. Ho visto tu che ti arrendevi alla prima difficoltà.
Non importa se quei due stanno insieme. Credi davvero che lei sia riuscita
davvero a dimenticarti? Beh, non credo. L’amore che provava per te era troppo
forte, non può essere scomparso. E’ lì, da qualche parte, devi solo tirarlo
fuori – mi disse sorridendomi mentre mi porgeva la mano per farmi alzare dal
letto in cui mi ero sdraiato.
- Pensi che riuscirà a perdonarci? – le domandai una volta che fui
di fronte a lei.
- Lo spero con tutto il cuore. Il fatto che non riesco a vedere
nulla non ci aiuta per niente – mi disse triste del fatto che il suo potere per
quanto riguardava Bella e il resto della sua famiglia era del tutto inutile.
Quando terminò di parlare si buttò tra le mie braccia e io la
strinsi a me cercando di trasmetterle tutta la positività che potevo, anche se
ne avevo davvero poca.
Quando ci staccammo scendemmo entrambi sotto e trovammo tutti in
salotto pronti ad andare a scuola.
- Pronti? – ci chiese Rosalie.
- Prontissimi – le rispose Alice per entrambi mentre si diresse
fuori seguita dagli altri.
- Edward – mi chiamò Esme che era alle mie spalle.
- Dimmi mamma – le dissi.
- Ti prego tesoro, riportacela a casa – si limitò a dire cercando
di sorridermi anche se potevo notare tutta la sua tristezza.
Non era necessario che specificasse chi era il soggetto della
frase, era tutto troppo chiaro.
Lei e papà quando avevano saputo la notizia erano esplosi di
felicità, un po’ meno quando Alice gli aveva raccontato della loro
chiacchierata.
Esme e Carlisle consideravano Bella una figlia e la rivolevano con
loro. Era una cosa del tutto normale il fatto che fossero tristi e preoccuparti
per le sorti dei prossimi avvenimenti futuri e a dire il vero lo ero anche io.
Non gli risposi, mi limitai a fargli un mezzo sorriso prima che
lei si buttasse tra le mie braccia per abbracciarmi.
Ricambiai la stretta e quando si staccammo mi diressi fuori dove
ad attendermi già sulla mia macchina trovai sia Alice che Jasper, mentre Emmett
e Rose erano nella macchina di quest’ultima.
Salì in macchina e in poco tempo arrivammo a scuola senza nemmeno
fiatare.
Nessuno ebbe il coraggio di dire nulla e Jasper cercava di
controllare le emozioni sia mie che di Alice.
Potevo leggere nella loro mente paura, ma allo stesso tempo voglia
di rivedere Bella anche se le cose sarebbero andate male.
Lo stesso valeva per me.
Non appena arrivammo a scuola posteggiai la mia macchina e
scendemmo.
Mi guardai attorno e vidi che la macchina del giorno prima, quella
che apparteneva ai nuovi arrivati era già posteggiata e che proprio lì vicino
c’era la famiglia di Bella ad esclusione di lei e della ragazza bionda.
Notai che stavano aspettando qualcuno, di sicuro loro due, ma non
appena ci videro assunsero tutti un’espressione diversa.
Una delle gemelle sbuffò e iniziò a lanciarmi sguardi di fuoco, il
che voleva dire che era Jenny, la sua gemella che avevo scoperto da Alice si
chiamasse Blair, invece, ci sorrise sinceramente contenta, mentre i due ragazzi
ci guardavano senza espressione, sembrava come se nemmeno loro sapessero come
comportarsi.
Nemmeno il tempo di dire o fare qualcosa che una moto, una
Kawasaki ninja nera con le rifiniture bronzo (à il link
della moto:http://yfrog.com/4okawasakininjaj
) entrò a tutta velocità nel cortile della scuola e si era posteggiata
esattamente vicino ai ragazzi.
Erano due ragazze considerato che dal casco uscivano i capelli e
che entrambe possedevano delle scarpe dal tacco a dir poco vertiginoso.
Quella che guidava doveva essere Bella considerato che i capelli
erano castani, mentre la ragazza dietro doveva essere la ragazza di ieri visto
che aveva i capelli biondi.
- Non ditemi che una di quelle due è Bella? – ci chiese Emmett
indicando con lo sguardo le ragazze sulla moto.
- Se vuoi non te lo diciamo – gli rispose Jasper che nonostante la
battuta era stupito esattamente come tutti noi.
Io non riuscivo a proferire parola perché ero troppo sorpreso da
quello che vedevo.
La mia Bella, quella che non riusciva a fare più di un metro di
strada senza rischiare di cadere, quella che trovava difficoltà a camminare su
una strada piana adesso era in sella a quella moto e sembrava essere
completamente a suo agio, difatti era entrata ad una velocità sconsiderevole
considerato che se c’era qualcuno con molta probabilità se lo sarebbe messo di
sotto.
Osservai le due ragazze sfilarsi il casco, ma la mia attenzione si
concentrò solo su Bella.
Non appena se lo tolse, si sistemò i capelli che iniziarono a
fluttuare nell’aria in un gesto che era tremendamente sexy.
Quando scese diede il casco a una delle gemelle che insieme a
quello dell’altra ragazza vennero posati in macchina e in cambio ricevettero
dalla ragazza le loro borse.
Quella di Bella era in pelle nera.
Mi soffermai ad osservare il suo abbigliamento ed era proprio un
abbigliamento che sapeva molto di motociclista anche se addosso a lei gli stava
d’incanto.
Indossava un paio di pantaloni neri di pelle molto aderenti, una
maglietta color oro, una cintura nera e dorata e un giubbotto sempre nero di
pelle che gli arrivava leggiarmente sotto il seno.
Portava un paio di tronchetti neri in pelle con delle fibbie
dorate. Abbinati al tutto aveva dei bracciali e aveva gli occhi coperti da un
paio di occhiali da sole anche se a Forks il sole era un elemento inesistente,
ma anch’io come lei li indossavo (à il link con
i vestiti di Bella:http://www.polyvore.com/cgi/set?id=16294293
).
Più che altro, ormai, metterli era diventata per me un’abitudine.
Indossava quei vestiti con uno stile davvero impeccabile ed era di
una bellezza eterea.
Notai che voltò il suo sguardo verso di noi e soprattutto verso di
me, ma si girò subito dopo dandoci le spalle.
Grazie al nostro udito vampiresco, sia io che i miei fratelli,
potevamo sentire cosa si stessero dicendo.
- Si può sapere dove siete finite? – chiese il ragazzo moro alle
due.
- Siamo passate a comprare questi – gli rispose Bella mostrandogli
un sacchetto mentre la bionda si diresse verso il moro e gli diede un bacio a
fior di labbra.
Non c’erano dubbi, ormai, che quei due stessero insieme.
Fui contento, invece, che Bella non fece nessun gesto del genere
con l’altro ragazzo.
Forse, non era detto che fosse il suo nuovo compagno.
- E cosa sarebbero? – le domandò quello che doveva chiamarsi Nate,
o almeno così l’aveva chiamato Bella mentre ieri stava parlando con Alice.
- Cornetti caldi caldi – gli rispose la
bionda.
- Cornetti? Ma se abbiamo finito di fare colazione esattamente
ventidue minuti e trentacinque secondi fa – le fece notare Jenny.
Avevano una percezione del tempo perfetto esattamente come noi, ma
non riuscivo a capire cosa davvero fossero visto che di certo non erano vampiri
e non tanto perché mangiassero, ma più che altro per il colore dei loro occhi e
per il fatto che il loro cuore battesse.
- E allora? Noi avevamo ancora fame – si giustificò Bella.
- Ma se tutte e due vi siete mangiate praticamente tutta la
colazione preparata da mamma – le rispose Nate.
- Kyra hai sentito? Mi sembra di capire che qui non hanno fame,
conviene che ci mettiamo a mangiarli noi – disse Bella alla bionda.
- Concordo sister – le rispose lei avvicinandosi a Bella e
prendendo un cornetto dalla busta.
- Anche io ne voglio uno – disse Blair anche lei prendendone uno
seguita a ruota da Jenny che per il momento sembrava essersi scordata che noi
stavamo assistendo a tutta la scena e che nonostante la distanza eravamo in
grado di sentirli.
- E noi? – chiese il moro.
- Ma come Jason prima ci prendete in giro e poi ne volete uno
anche voi? – lo beffeggiò Bella.
Bene, adesso sapevo il nome di tutti loro, anche se questo
dettaglio non avrebbe aiutato per nulla.
Blair era la gemella allegra, Jenny quella che mi odiava, Kyra la
ragazza bionda fidanzata con il moro che di nome faceva Jason e poi c’era
l’ipotetico nuovo compagno di Bella, Nate.
- Ma veramente noi stavamo solo costatando i dati di fatto, non
volevamo prendervi in giro – si giustificò lui con tono da bambino.
- Non attacca amore – gli rispose la sua ragazza.
- Ok, cosa volete in cambio per un piccolo cornetto? – chiese
rassegnato Nate ad entrambe.
- Direi che un giro al centro commerciale di Port Angeles possa
bastare – gli rispose Bella.
Questo era troppo. Bella che voleva andare al centro commerciale?
Era roba da non credere.
Così
si fa sorella… stava
pensando Alice mentre io non potei fare a meno che sorridere di tale pensiero.
- Ricattatrici – si limitò a rispondere lo stesso ragazzo mentre
si avvicinava per prendersi il cornetto.
- Eh no, non avete ancora dato la vostra parola – lo rimproverò
Kyra coprendo con la mano il sacchetto che era nelle mani di Bella.
- Anche se non la diamo, pensi davvero che alla fine riusciremo a
evitare questo supplizio? – chiese Jason.
- Bravo l’amore mio, così si fa – gli rispose Kyra dandogli un
bacio sulle labbra.
I due ragazzi si presero il cornetto e ripresero a parlare visto
che la campana non era ancora suonata.
- Io non riesco a credere che sia cambiata così tanto – disse
Rosalie quando si accorse che avevamo smesso di origliare la loro
conversazione.
- Non sei l’unica. Direi che ora come ora andremmo molto più
d’accordo. Almeno non devo costringerla con i ricatti a farla venire a fare
shopping – le rispose Alice.
- Parli come se tutto fosse semplice, come se lei ci avesse già
perdonato – le feci notare.
- Lo farà. Non posso e non voglio credere che non sia così – mi
rispose.
- Cos’hai intenzione di fare? – mi chiese all’improvviso Emmett
notando che Bella e gli altri si erano diretti verso l’ingresso considerato che
era appena suonata la campana.
- Parlerò con lei – mi limitai a rispondergli mentre ci
incamminavamo anche noi verso l’ingresso della scuola.
Una volta entrati ci separammo dirigendoci ognuno nella rispettiva
classe.
Io mi diressi verso l’aula di biologia e non appena varcai la
soglia mi resi conto che a fianco al mio posto c’era seduta Bella.
Ironia della sorte il banco era esattamente quello di centocinquant’anni
prima, quella che ci aveva visti presentarci e poi innamorarci.
Avrei voluto tanto che si fosse messa lì per un motivo specifico,
così come un mese prima avevo fatto io, ma purtroppo sapevo che non era così.
Sapevo che si era seduta lì perché era l’unico posto libero.
Non appena mi vide entrare alzò lo sguardo verso di me, ma lo
riabbassò subito.
Mi sedetti al mio posto passando dietro di lei e potendo
inebriarmi del suo profumo.
Avevo voglia di stringerla a me, di abbracciarla, di baciarla, ma
non mi era permesso, non più adesso.
- Ciao Bella – le dissi guardandola non appena presi posto.
Banale, terribilmente banale, ma la situazione non era per nulla
semplice.
- Ciao Edward – si limitò a rispondermi lei girando lo sguardo
verso di me per poi spostarlo subito dopo.
- Non riesco a credere che tu sia ancora qui in carne ed ossa – le
spiegai.
- Fai conto che non ci sia – mi rispose lei tranquilla.
- E pensi che ci riuscirei? – le domandai.
- Se c’è l’hai fatta per un secolo e mezzo credo che tu possa
continuare a farcela – mi rispose.
- Tu non hai idea di che inferno io abbia passato in tutto questo
tempo – le dissi serio.
Sapevo che stavamo entrando nel vivo del discorso, ma lei sembrava
troppo tranquilla, come se stessimo parlando di qualcosa che non apparteneva a
lei, come se stessimo parlando di una vita non sua.
- Non ne vedo i motivi – mi rispose breve e concisa.
- Sai una cosa? Mi sono accorto di essere davvero un bravo attore
e soprattutto un perfetto bugiardo – le dissi mentre lei si voltò per la prima
volta e mi fissò con interesse.
- Cosa c’entra questo? E poi questo lo sapevo già. Sei stato molto
bravo a far credere a una ragazza di essere pazzamente innamorato di lei – mi
disse sputandomi addosso la sua rabbia.
Preferivo questo comportamento che la tranquillità di prima.
- Come fai a non capire? – le chiesi.
- Capire cosa Edward? Capire che sono stata solo un’illusa, che ho
creduto alle tue belle parole? Si l’ho capito, tardi, ma l’ho capito, sta
tranquillo – mi rispose.
- Sei sempre la solita cocciuta testarda. Se mi lasciassi finire
di parlare capiresti cosa volevo dire – le dissi.
- Non voglio sentire niente. È passato molto tempo. Bella e Edward
sono un capitolo passato, un capitolo vecchio e antiquato. Lascia perdere. Non
ti porto rancore per quello che hai fatto. Non mi amavi e hai preso la
decisione giusta, talmente giusta che oggi posso finalmente ammetterlo anche
con me stessa – mi disse con sguardo sincero.
Noi due non potevamo essere un capitolo vecchio, noi rappresentavamo
il futuro e glielo avrei fatto capire a tutti i costi.
Stavo per rispondergli, ma poi notai che il professore era appena
entrato in classe e aveva già imposto il silenzio a tutti i presenti.
Iniziò a spiegare e Bella sembrava poco interessata, ma non per
questo evitò di prendere i suoi appunti e si mostrò impeccabile.
Dovevo dirglielo, lei doveva sapere.
- Ho mentito è vero, ma non l’ho fatto quando stavamo insieme. Ho
mentito quel pomeriggio nel bosco e dopo tutti questi anni non riesco a credere
come tu mi abbia potuto credere subito. Dovevo essere un bravo attore, ma tu mi
hai reso il compito troppo semplice. Io ti amavo davvero, volevo solo
proteggerti dalla mia natura dannata – le dissi avvicinandomi al suo orecchio
talmente tanto che lei poteva sentire il mio respiro sulla pelle.
Notai che restò paralizzata dalla sorpresa per ciò che gli avevo
appena confessato.
La punta della matita con la quale stava scrivendo si ruppe
lasciando una traccia molto marcata sul foglio mentre sentì un forte calore
provenire da Bella, un calore così forte che dovetti scostarmi leggiarmente da
lei tornando alla mia posizione sulla sedia, un calore così forte che sembrava
come se Bella stesse diventando di fuoco.
Notai che si scostò dal banco di legno restando seduta immobile
sulla sedia di ferro.
Non riuscivo a capire cosa stava succedendo e non sapevo se
preoccuparmi o meno.
Nonostante la difficoltà nello stargli vicino a causa del calore
troppo eccessivo, del resto il fuoco era la sola cosa che avrebbe potuto uccidermi,
provai ad avvicinarmi a lei e cercai di prendere la sua mano nella mia, ma
notai che lei si scostò bruscamente.
- Bella che succede? – le chiesi preoccupato avvicinandomi ancora
di più a lei.
- Stammi lontano – mi rispose senza nemmeno guardarmi.
- Non essere ridicola, non potrei starti lontano nemmeno se lo
volessi – le risposi sincera.
- Ti prego Edward, allontanati e non toccarmi – mi disse quasi
supplichevole.
Sembrava come se volesse proteggermi, ma non capivo davvero che
cosa diavolo succedeva.
Poteva essere qualcosa che aveva a che fare con la sua natura?
Potevo essere stato io a scatenare una reazione tanto strana?
- Signorina Callaway si sente bene? – le chiese il professore
guardando verso il nostro banco.
Notai che tutti gli altri posarono il loro sguardo su Bella e la
cosa mi infastidiva anche perché se davvero in lei si era innescato un
meccanismo tanto strano non serviva certo che tutti si mettessero a fissarla.
- Si, va tutto bene – gli rispose lei anche se dal suo tono di
voce non sembrava per nulla convinta.
- Non sembrerebbe – continuò il professore.
- Forse è meglio portarla in infermeria. Se permette andrei io con
lei – dissi al professore il quale abbassò il capo in senso di assenso.
- Credo sia la cosa migliore – rispose poi per dare voce al suo
gesto.
Mi alzai e insieme a Bella ci dirigemmo verso l’uscita della
classe e, solo dopo esserci chiusi la porta alle spalle, Bella sembrò
riprendersi e notai che il calore del suo corpo sembrò lentamente tornare alla
giusta temperatura.
La guardai negli occhi e vidi in lei uno sguardo che non avevo mai
visto, uno sguardo di una Bella che non conoscevo.
- Non vedo il motivo per cui mi hai fatto uscire dalla classe – mi
disse dirigendosi verso gli armadietti della scuola.
- Vorrei solo capire cosa ti è preso – le spiegai.
- Cosa vuoi che mi sia preso? Andava tutto bene – mi rispose
tranquilla.
- Sembravi avere la temperatura del fuoco e dici che andava tutto
bene? – le domandai stupito del fatto che per lei una cosa come quella che era appena
successo fosse normale.
- Riesco a controllarmi benissimo e poi è normale, non è successo
nulla di strano. Comunque non ne voglio parlare, anzi a dire il vero non voglio
proprio parlare con te. Non ho nulla da dirti – mi rispose aprendo il suo armadietto
e bevendo un sorso d’acqua.
- Non credo di chiederti chissà cosa, vorrei solo sapere cosa sei
diventata, ma capisco se non ne vuoi parlarne con me. Hai tutte le buone
ragioni per non volerlo fare, ma credo che comunque noi due necessitiamo di
parlare – le spiegai.
- Ribadisco il concetto, non ho nulla darti – mi rispose.
- Hai sentito quello che ti ho detto prima? – le chiesi ignorando
quello che mi aveva appena detto.
- Avrei tanto voluto non sentirlo – si limitò a comunicarmi.
- Potrei capire il perché? – le chiesi stupito della sua risposta.
- Perché a volte la verità ferisce più di una bugia – mi rispose.
- Sei diventata troppo enigmatica e io non riesco a capire cosa ti
passa per la testa – le spiegai sincero.
Sembrava come se fossimo tornati a quando ci eravamo conosciuti, a
quando mi era così difficile capire quali fossero i suoi pensieri.
Con l’andare del tempo le cose erano migliorate perché pur non
riuscendo a leggerle la mente ero in grado di riuscire a leggerle gli occhi, ma
adesso era tutto diverso.
- Edward c’è poco da capire. Mi hai appena detto di avermi mentito
perché in realtà mi hai sempre amata, ma ciò non cambia le cose. Hai idea di
cosa io abbia passato? Ho sofferto per una bugia. Hai idea di quante volte mi
sono chiesta cosa ci fosse che non andasse in me? Per anni, per decenni mi sono
sentita sbagliata e inadeguata e ho cercato sempre di capire cosa c’era che non
andasse in me, ma poi ho lasciato perdere. Oggi ho capito che non c’era niente
di sbagliato in me. Eri tu quello ad essere sbagliato, eri tu che te ne sei
andato solo per proteggermi, ma per proteggermi da cosa? Dall’amore? Beh non ci
sei riuscito. L’unica cosa che hai fatto è stata allontanarmi dall’amore e
l’hai fatto diventare un sentimento a cui non credo più – mi disse buttandomi
addosso rabbia e frustrazione.
- Volevo solo proteggerti, farti vivere una vita normale, la vita
che meritavi – mi giustificai.
- Guardami. Credi davvero che io abbia avuto una vita normale? Non
c’è niente di normale in me e quando mi sono resa conto di questo tu non c’eri.
Non c’eri quando nella mia stanza piangevo gridando il tuo nome, non c’eri
quando fissavo la finestra aspettando il tuo ritorno, non c’eri quando ho
scoperto ciò che il destino aveva in serbo per me, non c’eri quando sono diventata
l’essere che sono adesso – mi disse tornando stranamente tranquilla come se
tutto ciò l’avesse superato davvero.
- Lo so, ho sbagliato. Ho fatto una scelta credendo che fosse
quelle giusta e probabilmente lo era, ma ho capito che a volte la cosa giusta
non è sempre la migliore. Io ti amavo, credimi, ti amavo incondizionatamente –
le risposi.
- Non abbastanza da restare – mi disse guardandomi per la prima
volta dritto negli occhi.
- Non… – stavo provando a dire.
- Anche io ti amavo, non puoi nemmeno immaginare quanto – mi
interruppe lei.
- Non abbastanza da perdonarmi – le risposi usando più o meno le
sue stesse parole.
- Non si tratta di perdono qui. Noi abbiamo un passato comune, un
passato che ci ha legato, un passato che nonostante tutto non potrò mai
dimenticare, ma non sono più la persona che ero un tempo, quella Bella non
esiste più e con lei è scomparso anche il sentimento che mi teneva legata a te
– mi rispose mentre iniziò a giocherellare con una ciocca di capelli.
- Non ci credo, non posso e non voglio credere che l’amore che ci
teneva uniti non esista più. Il mio è ancora forte come un tempo, anzi è
aumentato a dismisura. Io ti amo e non smetterò mai di amarti, non ne sarei
capace – le confessai sincero.
- E’ tardi Edward, troppo tardi – si limitò a rispondermi lei.
- Non è mai troppo tardi per l’amore, non è mai troppo tardi per
noi due – le dissi.
- In me non c’è più nulla della vecchia Bella. Guardami? Scrutami
quanto vuoi, te ne accorgerai tu stesso. La diciassettenne innamorata che hai conosciuto
non fa più parte di me, sono una persona diversa ora e come ho già detto a tua
sorella adesso ho una vita nuova e in questa vita non c’è spazio per il passato
– mi spiegò con calma, talmente tanta calma che sembrava crederci davvero alle
sue parole.
La cosa mi metteva paura, terribilmente paura.
- Credi davvero che io sia solo il tuo passato? – le domandai.
- Si Edward, lo sei – mi disse senza nemmeno rifletterci.
Sentì uno spostamento d’aria dietro di me e dei passi avvicinarsi
il che significava solo che c’era qualcuno alle mie spalle e il fatto che non
potessi sentirne i pensieri mi fece indurre che potesse essere solo qualche
componente della nuova famiglia di Bella.
- Hey scheggia che cavolo è successo? – disse una voce alle mie spalle
che scoprì essere quella di Nate.
Scheggia? Cioè quell’essere aveva osato dare un soprannome alla
mia Bella, roba da non credere.
Avrei tanto voluto prenderlo a sberle, talmente tanto forte da fargli
male.
Di sicuro con la sua domanda si stava riferendo a quello che era
successo in aula a Bella anche se non riuscivo a capire come lui ne fosse già a
conoscenza.
- Ti ho detto che andava tutto alla grande. E’ stato solo un
momento – gli rispose Bella incurante del fatto che io fossi con loro.
Come faceva ad avergli detto che andava tutto bene se non si era
mai allontanata da me?
Che anche lei fosse in grado di comunicare telepaticamente come
gli altri suoi familiari?
E possibile che il loro potere fosse talmente forte da funzionare
anche a così grandi distanze?
Nonostante tutto, questa era l’unica soluzione plausibile.
- Si lo so, ma mi stavo scocciando a sentire per l’ennesima volta
la spiegazione delle funzioni trigonometriche inverse – le rispose lui
tranquillo.
- Sei sempre il solito – gli fece notare lei sorridendogli
sincera.
Fui enormemente geloso di quel sorriso e allo stesso tempo provai
invidia per quel ragazzo che aveva potuto riceverlo.
Un tempo quei sorrisi così veri e sinceri erano dedicati solo a
me.
- Che sbadato. Non mi sono nemmeno presentato. Io sono Nate, tu
devi essere Edward Cullen giusto? – mi chiese il ragazzo con fare gentile
porgendomi la mano.
Perché il mio rivale doveva essere tanto gentile?
Anche in questo ero stato sfortunato.
Mi sarebbe dispiaciuto rubargli la ragazza, ma Bella era mia e
questo era un dato di fatto che nessuno avrebbe potuto cambiare.
- Non credevo di essere così famoso – gli risposi porgendogli
anche io la mano e chiudendola in una stretta decisa.
- Lo sei più di quanto immagini – si lasciò scappare lui
sorridendomi sincero.
Se non fosse stato il mio rivale non sarebbe stato per nulla male
quel ragazzo.
- Bene, è meglio tornare in classe – intervenne Bella rivolgendosi
a Nate.
- Impossibile. Adesso noi due c’è la svigniamo. Tu non stavi male?
Eccoci due permessi firmati per tornare a casa – le comunicò lui.
- Io non stavo male – puntualizzò Bella.
- Appunto, ma questo lo sappiamo solo noi – continuò il ragazzo.
- Non ti sto seguendo – gli disse lei.
Io invece seguivo tutto alla perfezione. Nate si era fatto firmare
due permessi per uscire di scuola con la scusa che Bella stava male, magari per
portarla da qualche parte e la cosa mi infastidiva più del lecito.
- Adesso io e te c’è ne andiamo a fare un giro in moto. Mi scoccio
a stare a scuola oggi – le spiegò sintetico.
- Solo se guido io – gli rispose lei.
- Affare fatto. Vamos – le disse – è stato un vero piacere
conoscerti – continuò poi rivolgendosi a me sorridendomi sincero.
Non feci in tempo a dire nulla che lui si era già allontanato
mentre Bella prese la borsa e gli occhiali da sole nell’armadietto dove poco
prima aveva bevuto e lo seguì.
Non le feci fare più di due passi che la fermai per un polso.
Quel semplice contatto dopo un secolo e mezzo mi bastò a mandarmi
in estasi, ma non potevo permettermi debolezze, dovevo essere lucido.
- Non sono solo il tuo passato. Adesso sono anche il presente e
sarò anche il tuo futuro – le dissi non appena lei si voltò per guardarmi.
- Lasciami, devo andare – mi rispose ignorando bellamente ciò che
gli avevo detto.
- Scappare non risolverà le cose. Ho sbagliato, ho fatto l’errore
più grande della mia intera esistenza con te, ma sappi che non ho intenzione di
arrendermi, non con te, non anche questa volta. Riuscirai a perdonarmi. Non mi
arrenderò fino a quando non ci riuscirò, ti amo troppo per permetterlo – le
dissi guardandola intensamente negli occhi.
- Allora credo che ti ci vorrà molto, molto tempo – mi informò.
- Il tempo non è un mio problema. Ho tutta l’eternità a mia
disposizione – le dissi sorridendole sghembo prima di allentare la presa dal
suo braccio.
- Non sono sicura che tutta l’eternità sarà sufficiente – mi
rispose allontanandosi da me e dirigendosi verso Nate che si era bloccato poco
più in là per aspettarla.
Lo guardai e non vidi in lui nessuno sguardo geloso, il che mi
fece supporre solo due possibili soluzioni.
La prima era che era talmente sicuro dell’amore di Bella che non
mi temeva assolutamente, mentre la seconda era che quel ragazzo non era il
nuovo compagno di Bella.
Sperai ardentemente che la soluzione fosse la seconda, anche
perché se fosse stata la prima faceva davvero male a non temermi.
Bella era stata chiara. Non voleva più avere nulla a che fare con
me, ma se c’era una cosa che non aveva considerato era la mia ostinazione.
La amavo e avrei fatto tutto quanto in mio potere per
riconquistarla.
Sarebbe stata di nuovo mia a qualunque costo perché la mia vita
non aveva senso senza di lei, ma soprattutto perché le nostre vite erano legate
in modo indissolubile.
Un amore come il nostro era qualcosa di unico, qualcosa che non
sarebbe esistito mai più, né nel tempo, né nello spazio.
Sarei riuscito a farmi perdonare e a riconquistarla, anche se non
mi sarei mai potuto perdonare il fatto di aver fatto del male proprio alla
persona che mi aveva amato come solo Bella era stata capace di fare, proprio
all’unica persona che nella mia vita dannata avrei potuto amare.
Risposte alle vostre recensioni:
- vanderbit: Non posso dirti
cosa pensa davvero Bella, lo capirai in seguito, comunque ti posso dire che è
abbastanza confusa. Il passato di Bella man mano si scoprirà, fra qualche
capitolo sapremo cosa è diventata, ma per sapere davvero tutto tutto bisogna aspettare. Fino alla fine della storia ci
saranno cose da scoprire. La nuova natura di Bella non è l’unica cosa che deve
venire alla luce.
- Luisa98: Non posso dirti se
Bella e Nate stanno insieme, ti rovinerei la sorpresa. Comunque lo saprai
presto. Non posso rispondere a nessuna delle tue domande su Bella, altrimenti
svelerei la storia. Abbi pazienza e tutto sarà chiaro.
- amanecar: Eccoti un nuovo
capitolo in cui c’è l’incontro tra Bella e Edward. Comunque il sentimento di
Bella non è proprio rabbia, quella l’ha provata in passato, ma adesso non più.
Diciamo che, per adesso, si mostra indifferente.
- Aly_Cullen: Non ti posso dire
se Bella a mentito o meno a Alice, per adesso dovrai
credere che sia la verità, se poi non lo sarà si scoprirà.
- TanyaCullen: Tesoro sono
contenta di sapere che la storia ti piace e ancora di più di sapere che sei la
mia Beta e che, quindi, mi spalleggerai. Mi fa piacere che i nuovi personaggi
siano di tuo gradimento, è importante sapere questo. Quanto alla macchina ti
assicuro che anche io ne vorrei una uguale, ma
purtroppo i sogni sono sogni, quindi pazienza. Torniamo con i piedi per terra.
Comunque fossi in te non mi lamenterei della tua altezza. Forse è meglio non
incontrarci, perché se li facessimo mi sentirei davvero una nana. Tu a 15 anni
alta 1.85, io a 18 anni alta 1.67, guarda tu che differenza.
- Sognatrice85: Diciamo che Alice
si aspettava un rifiuto da parte di Bella, ma non si aspettava una reazione del
genere. Immaginava di vederla urlargli tutta la sua rabbia, tutto il suo
dolore, invece l’ha trovata tranquilla, rassegnata, quasi indifferente.
- ClaudiaSv16: Beh diciamo che il
capitolo in cui Edward gli rivela la verità è arrivato, ma tutto ciò in Bella
sembra non aver sortito l’effetto sperato. Sarà davvero così?
- Ed4e: Beh, in effetti Bella è molto cambiata. Sicuramente è molto più
razionale e matura. Nessuno può biasimarla, ha sofferto troppo a causa loro.
Credo che solo lei possa cambiare la situazione e com’è che si dice? Se sono
rose fioriranno.
- eliza1755:Si,
in effetti Alice quando si mette in testa qualcosa riesce sempre a portarla a
termine. Chissà se ci riuscirà anche stavolta. Quanto a sapere ciò che è
diventata Bella ti assicuro che non dovrai aspettare molto. Ti anticipo
comunque che ci sono tante cose da scoprire e sapere cosa sia diventata Bella è
solo la prima di una serie di scoperte che devono essere fatte nella storia.
- BlackDeath90: Grazie per la tua
comprensione. E’ importante sapere che chi legge possa capire i problemi e gli
impegni di chi scrive. Quando non posto non lo faccio per male, ma solo per
mancanza di tempo nello scrivere o nel postare. Comunque per scoprire tutto ciò
che vorresti scoprire dovrai aspettare un po’. Prima o poi tutti i nodi
verranno al pettine.
- SarettaTrilly: Felice di avere
una nuova fan. Sono contenta di sapere che i pov di
Edward ti piacciono, mi fa capire che riesco a spiegare bene i suoi pensieri e
ciò che prova. Se Nate sia o meno il fidanzato di
Bella lo scoprirai presto.
UN GRAZIE SPECIALE
VORREI FARLO A TanyaCullen, LA MIA BETA CHE MI SOSTIENE E MI APPOGGIA. TESORO
SEI UN TESORO. SPERO CHE IL CAPITOLO SIA DI TUO
GRADIMENTO.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. Spero sia di vostro
gradimento. Buona lettura a tutti.
Capitolo 7
Parlare con Jenny
POV EDWARD
Ma
ciò che viene comunemente definito destino,
con ogni
probabilità,
è solo il
risultato finale dei nostri errori passati.
La
codardia nel non saperli riconoscere.
La
paura di non potervi più rimediare.
L'angoscia
di vivere in un presente
immutabile
ed opprimente fino alla morte,
incatenati
dalla nostra stessa inettitudine a vivere.
Spesso in questi anni mi sono chiesto cosa fosse il destino, ma
mai sono riuscito a darmi una risposta.
L’ho sempre considerato come il mezzo che mi ha condotto a Bella e
al suo amore, il mezzo che, in un primo momento, mi ha condotto alla felicità
incondizionata e poi nel cuore più cupo e bruciante dell’inferno.
Per anni ho creduto che fosse qualcosa che noi non potessimo controllare,
una forza superiore agli uomini, una forza quasi divina.
Oggi mi rendo conto che sbagliavo.
Il destino, il mio destino in un primo momento è stato il
risultato delle mie scelte, in un secondo momento il risultato dei miei errori e
il mio ostinarmi a non volerli ammettere.
Non è più così, non sarà più così.
Il destino è solo un libro aperto con mille pagine bianche che si
scrivono in base alle nostre scelte, alle nostre decisioni e se fino ad oggi
esso è stato avverso con me la colpa è solo mia.
Cambierà, lotterò per cambiarlo a qualunque costo.
Ho affrontato Bella e mi sono reso conto davvero di quanto io
abbia sbagliato, di quanto io l’abbia fatta soffrire e farò di tutto per farmi
perdonare, per fare in modo che lei possa tornare a guardarmi con occhi colmi
d’amore.
Con questi pensieri affronto il nuovo giorno, con la voglia di
ricominciare la mia vita daccapo e di iniziarla di nuovo con Bella al mio
fianco.
- Edward tu che ne pensi? – mi chiese Emmett mentre tutti eravamo
nel cortile della scuola ad aspettare che suonasse la campana di inizio
lezione.
- Non ho seguito nulla di ciò che avete detto – gli risposi
sincero.
- Dicevamo che sono arrivati i nuovi, ma
Bella non è con loro – mi spiegò Jasper.
Mi voltai subito ad osservare il posto dove di solito mettevano la
macchina e con mia grande sorpresa mi resi conto che i miei fratelli avevano
ragione.
Tutta la famiglia si presentava ai miei occhi, ma di Bella nessuna
traccia.
Provai a sondare i loro pensieri anche se
ero consapevole che non vi avrei trovato nulla al di fuori del vuoto.
Si
sono accorti che manca Bella…pensava Kyra.
Mi stupì del fatto che potevo percepire ciò che pensava e così
sondai anche le restanti menti.
Dovevamo
aspettarcelo. Vuoi o non vuoi sono sempre i Cullen…pensava,
invece, Nate.
Non riuscì a capire cosa volesse intendere con quelle parole, ma
cercava di tenere lontani altri pensieri e non riuscivo a leggere nient’altro
se non quella frase.
Non
si arrenderà, non ha gli occhi di uno che ha intenzione di arrendersi…erano i
pensieri di Jason e notando che guardava nella mia direzione non mi fu
difficile capire che il soggetto della frase fossi proprio io.
La mente delle due gemelle era praticamente assente, non riuscivo
a percepire nulla.
Più mi sforzavo di sentire qualcosa più il vuoto sembrava
rimbombarmi nella testa provocandomi una sensazione terribilmente fastidiosa.
Il fatto di non sentire loro due non mi stupì più di tanto
considerato che anche il primo giorno era successo, ciò che mi stupiva, invece,
era sentire i pensieri degli altri che mi erano stati celati solo quando a loro
si era unita Bella.
- Jasper sonda le loro emozioni – dissi a mio fratello per capire
se la mia idea fosse corretta o meno.
- Dove vuoi arrivare? Non sono riuscito a sentire più nulla di
loro – mi fece notare lui.
- Fallo e basta – gli risposi.
Notai che attivò il suo potere su di loro e subito si voltò verso
di me.
- I due ragazzi e la bionda sono leggiarmente preoccupati, Jenny è
piuttosto infastidita mentre Blair sembra sprizzare allegria da tutti i pori –
mi comunicò.
- Come pensavo – mi limitai a dire.
- Ci fai capire qualcosa anche a noi? – mi chiese Rosalie.
- Semplice. Io riesco a sentire i loro pensieri ad eccezione di
quelli delle gemelle e Jasper riesce a sondare le loro emozioni. Questo in
presenza di Bella non accade – gli spiegai.
- Da questo cosa ne deduciamo? – mi
chiese Emmett con il suo solito tono ingenuo.
- Che Bella ha qualche potere che permette di proteggere se stessa
e gli altri. Deve essere lei lo scudo di cui parlava Jason quando Edward gli ha
letto i pensieri – gli rispose Alice intervenendo al mio posto.
- Esatto – mi limitai a dire.
- In effetti questo ragionamento non fa
una piega – commentò Jasper.
- Non c’è occasione migliore di questa per indagare – disse
Rosalie.
- Rose ha ragione. Bisogna scoprire qualcosa su Bella e su ciò che
è diventata oggi, cercando di trovare ciò che ci serve nella loro mente –
continuò Alice.
- Ci avevo già pensato. Durante la pausa andrò a parlare con Kyra
sperando che sia disponibile a un confronto – rivelai a loro.
- Di sicuro è meglio che non vai da Jenny. Da come ti guarda credo
che stia escogitando un modo per toglierti di mezzo – mi disse Emmett con
sguardo scrutatore rivolto verso la suddetta gemella.
Era talmente buffo che mi venne perfino da ridere e a me si
unirono tutti gli altri.
Sentì la campana suonare e insieme ai miei fratelli ci dirigemmo
verso l’ingresso della scuola dove ognuno di noi prese
direzione differenzi in base alle nostre lezioni.
Avevo un’ora di letteratura inglese e così mi diressi nell’aula
dove qualche giorno prima aveva visto quella ragazza che mi aveva subito
colpito, ancora prima di sapere che la sua famiglia era composta da un
componente che per me era essenziale.
Entrai in classe e stranamente lei era già seduta al suo banco.
Non appena mi vide entrare mi lanciò uno sguardo di fuoco, della serie “se gli sguardi potessero uccidere”.
Mi sedetti al mio banco e in poco tempo la classe si riempì.
La lezione passò velocemente nonostante sentivo due occhi
perennemente appiccicati addosso e visto il modo in cui quegli occhi così
tremendamente belli mi guardavano non sapevo se questo fosse un bene o un male.
Sapevo solo che quegli occhi era magnetici, mi attiravano in modo
del tutto inspiegabile.
Quando la lezione finì mi accorsi che Jenny aveva già raccolto le
sue cose ed era uscita dalla classe.
Feci anche io lo stesso, ma non appena varcai la soglia della
porta che conduceva al corridoio mi bloccai vedendo Jenny pararsi di fronte a
me.
- Ti avevo chiesto di stare lontano dalla mia famiglia – mi disse
con veemenza.
- Mi hai chiesto? Direi piuttosto che mi hai minacciato – le
risposi con tono giocoso per cercare di stemperare quella tensione.
- Chiedere o minacciare non ha importanza perché vedo che il
concetto non ti è parso chiaro comunque – mi fece notare lei.
- E cosa ti dice che non lo sia stato? – le chiesi sorridendogli
sghembo.
- Non c’è nulla di che sorridere. Ti ripeto il concetto in modo
che stavolta sia talmente chiaro da risultare cristallino. Stai lontano da
Bella – mi rispose mentre io puntai i miei occhi nei suoi.
In quel momento mi resi conto di quanto davvero poco io avessi
capito di quella ragazza.
Mi era sembrata da subito forte e spavalda, ma solo ora che la
guardavo davvero negli occhi mi rendevo conto cos’era quel magnetismo
inspiegabile che sentivo quando la guardavo.
Quella ragazza cercava di celare una fragilità e una dolore profondo, riuscivo a vedere nei suoi occhi quanto
davvero avesse sofferto e sentivo di esserne io la causa, ma non riuscivo a
capire come io avessi potuto condizionare così tanto la sua vita.
Non riuscivo a spiegarmi il motivo, ma sentivo l’irrefrenabile
desiderio di stringerla a me, di proteggerla, di fargli capire che c’ero e che
non avevo nessuna intenzione di portare ulteriore sofferenza nella vita di
Bella e di conseguenza indirettamente nemmeno nella sua.
- Non credi che Bella sia grande abbastanza per
decidere chi avere vicino e chi no? La reputi così poco intelligente? – le
chiesi cercando di essere gentile.
Ero del tutto convinto che non mi sarei dovuto
fare perdonare solo da Bella, ma anche da quella ragazza e forse dal
resto della famiglia perché indirettamente avevano sofferto per la sofferenza
di Bella, una sofferenza che ero stato io a causare.
- Bella è la persona più intelligente che io conosca, ma come
tutte le persone ha almeno un punto debole e vuoi o non vuoi
sei tu il suo punto debole. Non hai idea di quanto lei abbia sofferto a causa tua e
adesso che sta meglio non puoi rovinarle la vita, non di nuovo. Stalle lontano.
Le vostre strade si sono divise tantissimo tempo fa e non si incontreranno mai
più – mi disse quasi supplicante.
- Questo non puoi saperlo. Tu non sai cosa ci ha legato e io farò
di tutto per farla tornare da me – le feci notare.
- Che diritto hai? – mi chiese dopo qualche secondo di silenzio.
- Che vuoi dire? – le domandai.
- Che diritto hai di entrare di nuovo nella sua vita e imporle la
tua presenza? Che diritto hai di farla soffrire ancora? – mi chiese.
- La amo e so che per lei è lo stesso – le confidai.
- Ne sei così tanto sicuro? Io non credo. Bella non è più la
ragazza che hai conosciuto – mi disse.
Non riuscivo a capire se stesse dicendo la verità o se dicesse
quelle cose solo per farmi desistere dal mio intento.
- Sarà pure così, ma io so che la mia Bella è da qualche parte
dentro di lei, confinata in una parte remota del suo cuore e insieme a quelle
Bella c’è anche l’amore che provava per me. Devo solo tirarlo fuori e ci
riuscirò fosse l’ultima cosa che faccio – le spiegai sicuro di me.
- Ti sbagli. Lei non ti ama più, quindi stalle lontano – mi disse
tornando a guardami con odio.
- Lo farò – le risposi breve, ma conciso.
- Davvero? – mi chiese speranzosa.
- Certo, ma solo quando sarà in gradi di dirmi che non mi ama più
guardandomi negli occhi. Solo allora mi allontanerò da lei e dalla sua vita per
sempre – le spiegai.
- Bene, vedo che sei duro di comprendonio. Sappi che amo Bella con
tutta me stessa e pur di non vederla soffrire farei qualunque cosa. Sei
avvisato – mi disse lanciandomi un altro sguardo carico di odio prima di
allontanarsi davanti ai miei occhi.
Si vedeva che gli voleva bene davvero, ma non riuscivo a spiegarmi
tutto questo odio nei miei confronti.
Nemmeno Bella sembrava provare tutto quell’orribile sentimento per me.
Il resto della mattinata passò tra una lezione e un’altra mentre
io non feci altro che pensare alla discussione avuta con Jenny.
Se anche il resto della famiglia la pensava come lei sarebbe stato
davvero difficile riuscire a scoprire qualcosa sulla ragazza che amavo.
Quando suonò l’ultima ora mi diressi verso l’aula mensa dove avrei
iniziato di nuovo la solita recita insieme ai mie
fratelli.
Riempì il vassoio e poi andai a sedermi al tavolo dove già c’erano
sistemati i ragazzi.
Notai che il tavolo vicino al nostro era occupato dalla famiglia
di Bella al completo, mancava solo lei.
Una volta finito di mangiare sarei andato a parlare con Kyra anche se dopo la chiacchierata con Jenny avevo seri dubbi
sulla riuscita del mio piano.
- Che succede fratellino? – mi chiese Alice non appena mi sedetti
al tavolo.
- Che intendi dire? – le domandai.
- Stamattina per dieci minuti abbondanti sei sparito dalle mie
visioni. Vedevo solo un buco nero – mi spiegò.
- Ho parlato con Jenny – le dissi.
- E dal tuo umore deduco che non sia andata bene – fece notare a
tutti Jasper che aveva appena sondato le mie emozioni.
- Mi ha praticamente detto di stare lontano da Bella, perché non
ho nessun diritto di farla soffrire ancora e di imporgli la mia presenza – gli
raccontai.
- E tu non desisterai, non è vero? – mi chiese Rosalie.
- Certo che no. Come ti viene in mente? – le domandai.
- Beh conoscendoti non mi sorprenderei se all’improvviso ti verrebbero
stupidi scrupoli di coscienza tali da farti mollare tutto – mi rispose lei.
- Stavolta non succederà. Rivoglio Bella a casa – disse Emmett al
mio posto.
Sapevo che anche lui aveva sofferto parecchio perché aveva
imparato a considerare Bella come una sorella.
I ragazzi continuarono a parlare mentre io mi chiusi nella mia
bolla e mi misi ad ascoltare la conversazione della famiglia di Bella
ringraziando il mio udito sovrumano che me lo permetteva considerato che
parlavano davvero a voce bassa per poter essere sentiti da un comune udito
umano.
- Cioè fammi capire, tu gli hai detto
queste cose? – chiese Blair alla sorella.
- Parola per parola – le rispose l’altra.
- Parli a lui di diritti? Jenny, ma ti rendi conto di ciò che
dici? Lui può non avere più diritti su di lei, ma tu che diritto hai di andare
da lui e minacciarlo di starle lontano? – le domandò Blair.
- Ragazze smettetela di litigare. Non risolveremo la situazione –
intervenne Jason.
- Non c’è nulla da risolvere. Dobbiamo andarcene, allontanarci da
Forks, da lui, da loro – disse Jenny a tutti.
- Non ho intenzione di muovermi da qui – rispose Blair.
- E nemmeno Bella – continuò Nate.
- La convinceremo. Quello lì non ha nessuna intenzione di
desistere. Sappiamo tutti come andrà a finire. Sappiamo che lei non prova più
nulla nei confronti di lui, ma sappiamo anche l’ascendente che lui ha avuto su
di lei il che significa che probabilmente riuscirà ad
illuderà di nuovo e poi scomparirà come neve al sole – disse Jenny.
Quella ragazza non aveva idea di quanto si stesse sbagliando.
Io non me ne sarei più andato per nulla al mondo.
Non ero così stupido da fare lo stesso errore per la seconda
volta.
- Io non credo che sparirà. Gli ha rivelato il suo amore, la ama
ancora. Non ha mai smesso di amarla – disse Kyra.
- Parole, sono solo parole. Vuole Bella come nuova distrazione –
le rispose Jenny.
- Adesso che so come sono andate le cose, adesso che so perché lui
se ne è andato io lo capisco e lo comprendo. Anch’io se sarei
stato fonte di pericolo per Kyra me ne sarei andato, l’avrei lasciata
facendole credere di non amarla più, l’avrei fatto per proteggerla. Lui l’ha
fatto perché la amava troppo – disse Jason.
Sapere che almeno c’era qualcuno che la pensava come me era già
qualcosa, un piccolo, ma importante passo avanti.
- Mi duole dirlo, ma devo concordare con Jason – disse Nate.
Bene, erano in due.
- Proprio non volete capire – gli fece notare Jenny scuotendo la
testa.
- Sei tu che non vuoi capire. Noi non siamo nessuno per
giudicarlo, per dire se adesso mente o se dice la verità. Non c’eravamo, non
abbiamo visto il loro amore. L’unica cosa che so è che quel ragazzo qualcosa di
buono deve averlo per aver fatto innamorare così intensamente Bella – disse
Kyra.
- E’ una congiura contro di me? – chiese Jenny delusa.
- No, non lo è. Ne abbiamo parlato
stamattina in macchina e non serve riparlarne qui. Non mettiamoci in mezzo.
Bella ha la sua testa e sa cosa è meglio per lei. Dice che non gliene frega più
nulla di lui, di loro, bene, così è deciso, ma se un giorno lei dovesse
cambiare idea noi staremo dalla sua parte sempre e comunque – continuò Kyra.
- Su questo non sono d’accordo. Bella può dire quello che vuole,
ciò che conta non sono le parole, ma i fatti e questi mi dicono che le sue
parole sono false. Per questo non me ne starò con le mani in mano – disse Blair
alzandosi dalla sedia.
- Dove diavolo stai andando? – la bloccò Jenny per un braccio.
- Vado a conoscere le persone che ho sempre sognato di conoscere –
le rispose Blair sorridendole.
- Non essere ridicola – le disse la sorella.
- Blair, Jenny ha ragione. Non credo sia una buona idea, ma
soprattutto non credo che Bella approverebbe – le fece notare Kyra.
- Ho tutto il diritto di conoscerli e lo farò con o senza la vostra
approvazione, con o senza l’approvazione di Bella. Non credevo che sarebbe mai
potuto succedere che avessimo avuto l’opportunità di conoscerli, ma visto che
questa si è presentata, io non ci sputo. Quindi se mi volete scusare io andrei – disse Blair scansandosi dalla presa di Jenny.
Notai che Jason la bloccò per fermarla, ma Nate gli fece cenno di
lasciarla andare.
Non so perché lo fece, anche perché i suoi pensieri erano rivolti
ad altro, ma gliene fui grato perché questa poteva essere un’occasione per
scavare sulla vita di Bella, o almeno lo speravo e in più sentivo un strano legame con lei.
Vidi Blair avvicinarsi verso il nostro tavolo.
Tra non molto avrei potuto scoprire la verità.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- Luisa98: Non mancano molti capitoli prima di scoprire cosa è diventata
Bella. Credo che fra due capitoli si scoprirà.
- eliza1755: Diciamo che ci hai azzeccato sul fatto che l’indizio era che la
temperatura del corpo di Bella è aumentato vertiginosamente. Il fatto della
torcia umana dei Fantastici 4 era proprio bella come idea, troppo divertente.
Io amo quel personaggio nel film…è il più simpatico. Comunque sta tranquilla
che presto si scoprirà la vera identità di Bella.
- TanyaCullen: Tesoro mio, Bella è proprio fuori di
sé, hai ragione. Povera tua sorella. Io ti avrei
raccattato per sapere qualcosa. Io sono proprio curiosa, troppo forse e penso
che l’hai capito. Sono contenta che Nate ti stia
simpatico, sta simpatico anche a me.
- amanecar:Si, è Bella
quello dello scudo e in questo capitolo ne hai la prova. Quanto alle gemelle,
mi spiace, ma non posso dirti nulla. Se avrai ragione o torto solo il tempo
potrà dirlo. Diciamo che già nel prossimo capitolo ci sarà un passo avanti e
nel prossimo ancora succederà qualcosa che tutti attendete. Quanto alla storia
“Ricordare il passato”, credo di postarla a fine settimana
perché prima proprio non ci riesco.
- ClaudiaSv16: Beh in effetti Bella sembra avere una
chiusura verso il passato. Il potere di Edward, almeno questa parte del suo
potere verrà spiegato più in là con precisione, ma è un potere da non
sottovalutare per nulla. Quanto a ciò che è Bella ti anticipo che lo scopriremo
presto.
- rasonier: Sono contenta che ti
piace.
- Saretta__Trilly__: Mi fa piacere sapere che Nate non ti sta antipatico. Io
lo trovo molto spigliato e simpatico. Comunque si, ringraziamo che Bella riesca
a controllare altrimenti Edward avrebbe fatto davvero una brutta fine.
- vanderbit: Sono felice che il capitolo ti sia
piaciuto.
- ciuciu: Beh, in effetti
perdonare Edward dopo un’assenza tanto prolungata non sarebbe stato giusto. Mi
fa piacere sapere che hai apprezzato la mia decisione in merito.
- Austen95: Sono contenta che ti piace.
- Lizzie95: Ti ringrazio di tutti i complimenti. Sono proprio felice che la
storia ti piaccia.
- crazy640: Non posso dirti cosa sia Bella e quindi non posso dirti se ci
hai azzeccato oppure no. Dovrai attendere per saperlo. Quanto al fatto di una
possibile reazione tra lei e Nate si saprà tutto prestissimo, ma ti posso
assicurare che comunque andranno le cose, quindi sia che Nate sia il nuovo
compagno di Bella, sia che non lo sia, Edward avrà parecchio da pelare se vorrà
di nuovo Bella. Stai tranquilla, quindi, che Edward non troverà nessuna pappa
pronta. Il fatto di creare una famiglia a Bella tipo come i Cullen l’ho fatto
proprio per ciò che hai detto tu, per far si che Bella
avesse un appoggio e non fosse sola. Mi hai chiesto come mai Serena c’è l’abbia
tanto con Edward. Non ho idea di chi sia Serena, visto che nella mia storia non
c’è, ma credo tu ti sia confusa con Jenny. Se indicavi lei ti posso assicurare
che ha i suoi buoni motivi per avercela con Edward, ma non posso dirti quali
sono. Ti rovinerei la storia se te lo svelerei adesso.
Scoprirai tutto a tempo debito, sta tranquilla. Quanto alle tue storie, non
appena avrò un attimo libero ti prometto che passerò a leggere le tue storie e
a commentarle. Promesso.
- Amalia89: Beh che dire? Meno male che ti sei confusa e sei entrata. Mi fa
davvero piacere sapere che la storia ti piace. Non posso dirti nulla su cosa
sia Bella, ma ti assicuro che si scoprirà presto. Grazie di tutti i
complimenti, ne sono davvero lusingata.
- barbyemarco: Non posso dirti cosa è Bella, lo
scoprirai presto, te lo assicuro. Comunque non vedo perché ti scusi per le
recensioni passate, sono state utili ed è importante dire sempre quello che si
pensa. Comunque è vero non seguo un filo logico riguardo al presente o al
passato, ma è fatto apposta. Diciamo che ci sono cose che preferisco riferire
al passato e cose che non riesco a spiegare usandolo e quindi mi affido al
presente. Comunque grazie di avermelo fatto notare. Cercherò di controllare
questa cosa e aggiustarla dove possibile.
- Ed4e: Non posso dirti se ci sono speranze oppure no, capirai tutto
leggendo. Quanto al ragionamento di Edward, è vero, non fa una piega.
Scopriremo anche questo sta tranquilla. Tutto sarà chiaro, ci vuole solo
pazienza. Il potere di Bella lo spiegherò, diciamo che c’entra con il fuoco, ma
non posso dirti nulla più. Ti rovinerei la sorpresa.
UN GRAZIE SPECIALE
VORREI FARLO A TanyaCullen, CHE MI
SOSTIENE E MI APPOGGIA SEMPRE. VORREI CONSIGLIARVI
ANCHE LE SUE STORIE CHE SONO FANTASTICHE. VALE LA PENA LEGGERLE DAVVERO. TESORO
SEI UN TESORO.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. In questo capitolo qualche piccolo
dubbio verrà chiarito in attesa nel prossimo in cui ci sarà una bella
rivelazione. Vi anticipo che il prossimo sarà un pov
Bella. Buona lettura a tutti.
Capitolo 8
Forse c’è ancora una
speranza
POV EDWARD
Tu non sei al mio fianco,
tu non sei
qui con me.
Passo le mie giornate a sperare che
finiscano,
invece di iniziare;
passo il mio
tempo a sperare che
continuando a far
finta di niente,
alla fine sarà niente,
ma quando
apro gli occhi e mi guardo intorno,
scopro con rammarico che tu
non sei ancora accanto a me
e che ti ho perso per sempre.
Posso ancora sperare?
Sperare in noi due?
Eccola a pochi passi da
me, eccola che si avvicina inesorabile con un sorriso da fare invidia a
chiunque, ma con uno sguardo preoccupato forse dovuto al pensiero di un
possibile rifiuto.
La guardo e mi perdo nei
suoi occhi, in quel grigio-verde così intenso da sembrare quasi irreale.
I miei fratelli sembrano
sulle spine quanto me considerato che grazie al loro udito hanno seguito tutta
la discussione tenuta in quel tavolo poco distante dal nostro e ora attendono
l’arrivo di quella ragazza così tremendamente bella.
Mancano solo pochi passi
ed eccola fare capolinea al nostro tavolo mentre la sua famiglia guarda la
scena sconvolta, ma allo stesso tempo preoccupata.
- Ciao Alice, ti ricordi
di me? – chiese la ragazza al folletto di casa.
- Certo che mi ricordo.
Siediti che ti presento i miei fratelli – le rispose Alice sorridendole mentre
con la mano la invitava ad accomodarsi al nostro tavolo.
La ragazza non se lo fece
dire due volte e dopo averci lanciato un sguardo veloce e averci sorriso prese
una sedia dal tavolo vicino e si sedette tra me ed Emmett.
- Credo che le
presentazioni siano inutili. Conosco tutti voi meglio di quanto possiate
credere – disse Blair soffermando il suo sguardo su di me.
- Ma noi nono conosciamo
te – le fece notare Emmett.
- Si hai ragione. Io sono
Blair, la sorella di Bella, tu, invece devi essere Emmett, l’orso di casa. Poi
c’è l’orgogliosa e testarda Rosalie, il silenzioso e pacato Jasper ed Edward –
disse lei indicando con lo sguardo tutti noi man mano che ci nominava ad
esclusione di Alice che aveva già conosciuto.
Quasi ci rimasi male del
fatto che a me non avesse affibbiato nessun aggettivo, non sapevo se questo
fosse un bene o un male.
- Il verginello di casa –
aggiunse Emmett mentre io lo fulminai con lo sguardo.
Erano cose da dire quelle?
Ma soprattutto cosa diavolo gli era preso?
Aveva smesso di fare
queste stupide battutine da quando avevo lasciato Bella.
Per quale motivo aveva
iniziato di nuovo?
E perché proprio davanti a
quella ragazza?
Se nella mia condizione
era possibile arrossire ero sicuro che all’affermazione di Emmett sarei
diventato più rosso di un pomodoro.
Notai che sia la ragazza
che il resto dei miei fratelli erano scoppiati a ridere.
Emmett me l’avrebbe
pagata, parola di Edward Cullen.
- Diciamo che io avrei
usato un altro aggettivo per descriverlo – gli rispose la ragazza mentre ancora
se la rideva di gusto.
- Del tipo? – chiesi senza
rendermi bene conto di averlo fatto.
- Perfetto – mi rispose la
ragazza.
Blair mi definiva
perfetto? Il ragazzo perfetto?
Ero lusingato della cosa,
ma credo che sua sorella avesse una visione migliore riguardo me, una visione
molto più consona alla realtà.
Io non ero per niente
perfetto, perché se lo fossi stato non avrei fatto soffrire la mia Bella.
- Perfetto? – le chiesi
stupito della sua risposta.
- Si, avrai pure fatto i tuoi
errori, ma chi è che non li fa? A mio parere sei perfetto – mi disse
guardandomi intensamente negli occhi.
Fui costretto ad abbassare
lo sguardo perché quella ragazza aveva uno strano effetto su di me.
Avevo come paura che
riuscisse a leggermi dentro e non volevo che succedesse.
Avrebbe visto il mostro che ero e non potevo permetterlo.
- La tua famiglia non è
molto contenta che tu sia venuta qui – le disse Rosalie cercando di cambiare
discorso e indicando i ragazzo alle nostre spalle.
Gliene ero grato,
enormemente grato.
Blair si voltò e osservò
la sua famiglia poi si voltò di nuovo verso di noi e scrollò le spalle.
- Abbiamo opinioni
divergenti a tal proposito – aggiunse poi.
- Cosa ti ha spinto a
venire da noi? – le chiesi Alice.
- Se volete me ne vado –
le rispose Blair.
- Assolutamente no. Era
solo una curiosità – le fece notare il folletto sorridendole.
- Te l’ho già detto
l’altro giorno. Avrei piacere di approfondire la tua e la vostra conoscenza. Ho
sentito parlare di voi più di quanto possiate immaginare e ho sempre sognato di
vedervi, di conoscervi – ci disse sorridendoci e passando a rassegna tutti i
nostri volti.
- In questo discorso io
ovviamente non sono inclusa, non è vero? – esordì all’improvviso Rosalie.
- E per quale motivo non
dovresti essere inclusa? – le chiese Blair.
- Immagino che sia stata
Bella a parlarti di noi e non credo che da quello che ti abbia raccontato tu
sia così impaziente di conoscermi – le spiegò mia sorella.
- Invece, ti sbagli.
Conosco tutti voi oggi, ma è come se vi conoscessi da sempre. Di te, invece, so
poco e niente. Bella ti ha sempre dipinto come un mistero, dice di non averti
mai potuto conoscere fino in fondo, ma è fermamente convinta che tu non sia la
persona superficiale che vuoi dare a vedere. Sei una persona fragile e insicura
che a costo di proteggere la sua famiglia si farebbe pure uccidere. Beh, voglio
conoscerti, voglio sapere se lei ci ha visto bene, voglio conoscere quello che
lei non ha avuto la possibilità di conoscere, sempre se tu me ne darai modo –
le disse Blair mentre io rimasi stupito.
Ero sempre stato convinto
che Bella riuscisse a leggere le persone, che Bella fosse sveglia più quanto
desse a vedere, ma non riuscivo a credere che avesse colto la vera essenza di
Rosalie nonostante questa si era mostrata fredda e superficiale nei suoi
confronti.
- Ho sbagliato una volta,
non sbaglierà anche la seconda – le rispose mia sorella.
Non era stata di molte
parole, ma potevo percepire benissimo cosa volesse dire.
Quello era il suo modo per
far capire a Blair che avrebbe volentieri voluto avere un rapporto con lei.
- Dov’è Bella? – chiese
Jasper intervenendo per la prima volta nella discussione e cambiando discorso
forse notando l’imbarazzo di Rosalie.
- E’ rimasta a casa – si
limitò a rispondere Blair.
- E’ successo qualcosa? –
chiesi preoccupato.
La vidi sorridermi e
trattenere a stento una risata.
- Ti fa ridere la mia
domanda? – le domandai stupito dalla sua reazione.
- No, mi fa ridere il
fatto che hai cambiato faccia non appena ti ho detto che è rimasta a casa. Eri
una maschera di preoccupazione. E’ bello vederti preoccupato per una sua banale
assenza nonostante tutti gli anni che sono passati. Comunque no, non è successo
nulla. Ha preferito restare a casa, non se la sentiva di venire – mi rispose lei
ricomponendosi.
- A causa mia? – le
chiesi.
- Diciamo solo che la tua
improvvisa apparizione l’ha sconvolta più di quanto credeva – mi confidò.
- E questo è un bene o un
male? – le chiese Alice.
- Direi un bene. Credere che
una persona ti è del tutto indifferente e scoprire che non lo è credo che, in
questo caso, sia qualcosa di positivo – le rispose Blair.
- Lo ha detto lei questo?
– le chiesi.
- No, lo penso io, ma
credo di conoscere Bella abbastanza bene da assicurarti che sia così – mi
rispose tranquilla.
- Ciò significa che il
nostro Eddino ha ancora una speranza – intervenne Emmett facendo ridere tutti
escluso il sottoscritto.
- Posso chiederti una
cosa? – mi chiese Blair tornando improvvisamente seria.
- Si certo – le dissi.
- Tu la ami davvero? – mi
domandò speranzosa che dicessi la verità.
- Più di ogni altra cosa
al mondo. Quando l’ho lasciata volevo solo proteggerla, volevo darle una vita
normale, una vita che con me non poteva avere. Volevo che avesse dei figli, che
crescesse, che potesse mostrarsi al mondo sempre, ma soprattutto volevo che la
sua anima così pura restasse tale. Non avevo nessun diritto di macchiarla. Ho
sofferto da morire in questi anni maledicendomi per la mia decisione perché non
sono stato forte abbastanza per continuare a vivere la vita che conducevo prima
di conoscerla. Quindi si, la amo, la amo totalmente e incondizionatamente – le
dissi aprendomi senza rendermi davvero conto del motivo per cui lo facessi.
In fondo quella era pur
sempre un’estranea e non era normale che ad un’estranea raccontassi tutti i
miei sentimenti più profondi.
- Come immaginavo. L’ho
capito subito quando l’hai vista per la prima volta l’altro giorno a mensa.
L’hai guardata come solo una persona innamorata può fare. Non so se può
giovarti, ma sono dalla tua parte – mi disse sorridendomi sincera.
- Che vuoi dire? – le
chiesi curioso.
- Che io ci sono, per
qualunque cosa tu avessi bisogno, anche per farti da spia. Io credo nel vostro
amore e credo che il destino vi abbia voluto dare un’altra opportunità
facendovi incontrare. Adesso spetta a voi usarla al meglio e non permetterò a
Bella di sprecarla – mi comunicò.
- Vorresti dire che sei
dalla nostra parte? Che ci aiuterai in questa missione titanica? – le chiese
Alice.
- Si, sono a vostra più
completa disposizione – le rispose.
- La tua venuta è un segno
del destino – disse Emmett sarcastico facendoci ridere.
- No, la mia venuta è
dovuta a qualcosa di molto più forte del destino – gli rispose lei enigmatica.
Non riuscivo a capire cosa
volesse dire con quella frase.
- Cioè? – le chiese il mio
fratello orso.
- Dai tempo al tempo – le
rispose lei sempre enigmatica.
Non mi andava di indagare
oltre.
Era giusto darle i suoi
spazi, i suoi tempi, se poi ne avrebbe voluto parlare ci avrebbe fatto solo
piacere.
Per adesso ciò che contava
era averla al nostro fianco, dalla nostra parte.
- Come la vedi la
situazione? Credi riusciremo nel nostro intento? – le chiese Alice.
- Sinceramente credo che
sarà difficile. Bella è una persona testarda, ma soprattutto non ammetterà
nemmeno sotto tortura che Edward non gli è indifferente, non ammetterà
facilmente che ha ancora tanto bisogno di lui e di voi, ma niente è
impossibile. Sarà difficile, ma c’è la faremo – le rispose lei.
- Nate, che mi dici di
lui? – le chiesi spostando il discorso su qualcosa che mi interessava
parecchio.
- Nate? Che c’entra Nate?
– mi domandò come se avessi chiesto chissà quale blasfemia.
- Stanno insieme? Lui e
Bella intendo? – le chiesi restando sconvolto quando lei scoppiò a ridere
talmente di gusto da contagiare tutti i miei fratelli.
Restai sconvolto da quella
reazione, ma guardarla ridere in quel modo mi fece venire da ridere anche a me.
Era come se la sua risata
fosse contagiosa.
- Bella e Nate? Questa si che
è bella. O mamma mia, non riesco a smettere di ridere – disse più a se stessa
che a noi mentre ancora rideva come una pazza.
Guardai il tavolo della
sua famiglia e notai che ci guardavano straniti, forse, perché nemmeno loro
capivano il motivo di quella risata.
- Jasper ti dispiacerebbe
ridarle un contegno? – gli chiesi affidandomi al potere di mio fratello,
l’unico in grado di ristabilire l’ordine.
Vidi Blair riprendersi
gradualmente e ne fui sollevato.
- Grazie Jasper, ne avevo
proprio bisogno – gli disse lei notando che era stato lui a riportarla alla
calma.
- Di nulla, è stato un
piacere – le rispose lui.
- Allora? Ti dispiacerebbe
rispondermi? – le domandai.
- Le soluzioni sono due: o
sei pazzo o sei paranoico. Vorrei capire da dove ti è venuta in mente questa
stupidaggine – mi disse mentre ancora rideva sotto i baffi.
- Beh ho visto lui
cingerle i fianchi, comportarsi in modo molto affettuoso con lei – cercai di
giustificarmi.
- Comportamenti affettuosi
usati tra fratello e sorella – mi rispose come se la cosa fosse ovvia.
- Davvero? – chiesi
speranzoso che mi stesse dicendo la verità.
- Mi sembra ovvio. Nate e
Bella hanno un legame talmente stretto che se non fosse per il mancato legame
di sangue potrebbero gridare a gran voce di essere davvero fratello e sorella.
Bella all’inizio paragonava il rapporto con Nate a quello che tu hai con Alice,
quindi immagina da solo cosa li lega – mi rispose sicura di sé.
Non potei che essere
sollevato per la notizia che mi aveva dato.
Sapere che quei due non
stavano insieme era già un bel passo avanti.
- Posso farti una domanda?
– le chiesi.
- Dimmi – mi rispose.
- Credi che lei sia ancora
innamorata di me? – le domandai sperando che mi desse una risposta positiva.
- Credo che non lo
ammetterà facilmente, ma dubito che lei sia riuscita a dimenticarti in tutti
questi anni. Giurerei che ti ama ancora di più di prima, ma questo lo dico io,
quindi prendi tutto con le pinze. Comunque il fatto che l’incontro con te di
ieri l’abbia sconvolta così tanto mi fa pensare positivo, non ti ha dimenticato
questo è sicuro. Un amore come il vostro non può essere dimenticato – mi
rispose sincera.
Le speranze aumentava
inesorabilmente e non potevo che esserne felice.
Sentì la campana suonare e
notai che la famiglia di Bella si era alzata e guardava insistentemente verso
di noi.
Blair gli dava le spalle,
quindi non poteva vederli, ma i loro occhi erano puntati su di lei.
- E’ meglio che vada,
prima che i miei fratelli, soprattutto Jenny mi lincino. A volte la telepatia
la odio proprio – disse lei alzandosi.
Per dire quella frase di
sicuro quei ragazzi dovevano avergli comunicato qualcosa telepaticamente.
Dovevo sapere cosa erano,
cosa era diventata la mia Bella.
- Aspetta Blair, non ci
hai ancora detto cosa siete, cosa è Bella – le dissi bloccandola con
delicatezza per un polso.
- E’ vero, c’è ne siamo
completante dimenticati. Ne riparliamo, adesso devo proprio andare – ci disse
sorridendoci a trentadue denti e allontanandosi da noi per seguire il resto
della sua famiglia.
Direi che quell’arco di
mattinata mi era servito.
Sapere di avere un
componente della famiglia di Bella dalla nostra parte era davvero una fortuna
che non credevo di poter avere e poi quella ragazza era proprio simpatica.
La missione “riconquistare
Bella” stava per cominciare.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- Luisa98: Sta tranquilla. Fai passare la tua ansia perché te lo assicuro
tra Jenny e Edward non ci sarà assolutamente niente. Ne lei si innamorerà di lui,
ne viceversa. Edward è completamente innamorato di Bella, non esiste
nessun’altra all’infuori di lei, quindi sta tranquilla. Sembrerà strano
l’atteggiamento di Jenny, ma ti assicuro che tutto ha un senso. Quanto a Blair
credo che in questo capitolo sia chiaro ciò che lei voglia fare, diciamo che
aiuterà i Cullen. Come vedi si è schierata dalla loro parte.
- Ed4e: Non posso dirti il motivo per cui le gemelle sono tanto prese
dai Cullen, quindi non posso nemmeno dirti se ci hai azzeccato oppure no con la
tua idea. Le motivazioni che spingono le gemelle a comportarsi in questo modo
saranno chiare, ma non adesso. Dovrai aspettare un po’.
- sbrilluccica: Beh diciamo che Edward non si
arrenderà facilmente. E’ intenzionato seriamente a riprendersi Bella. Mi
dispiace, ma alla tua domanda non posso rispondere, è ancora troppo presto.
- DiamondDior: Diciamo che questo capitolo apre la
strada a Edward. Avere un componente della famiglia di Bella dalla sua parte è
molto conveniente. Vedremo che succede.
- Saretta__Trilly__: La famiglia di Bella starà sempre dalla parte di bella
e accetterà qualunque sua decisione, ma diciamo che ha capito i motivi che
hanno spinto Edward a comportarsi in un dato modo e non riesce a vederci del
negativo in questo. In fondo tutti loro pur di proteggere le persone che amano
lo avrebbero fatto, quindi riescono a mettersi nei panni di Edward. Non posso
dirti se in futuro si schiereranno dalla parte di Edward o meno, ma ti assicuro
che non lo intralceranno. Secondo loro è Bella a dover scegliere, loro non
c’entrano.
- amanecar: Beh come vedi ti ho accontentato. Il
capitolo corrente di basa proprio sulla chiacchierata tra i Cullen e Blair.
Diciamo che dal capitolo si capiscono un paio di cose, come il rapporto tra
Nate e Bella e il motivo per cui lei non è andata a scuola.
- Amalia89: Sono felice che la mia storia ti sia piaciuta al punto tale da
recensirla visto che con le altre non lo fai. Quanto alla tua e-mail ti ho
risposto e ti ho scritto tutto lì, quindi inutile ribadire anche qui. Non mi
hai ancora risposto, magari non l’hai letta proprio come è capitato a me con la
tua che ho letto qualche giorno dopo il tuo invio.
- vanderbit: Non posso dirti cosa Jenny
rappresenta per Edward. Ti rovinerei la storia.
- eliza1755: No, mi è arrivata solo questa recensione. Non posso dirti nulla
sulle gemelle. Si capirà tutto in seguito. Comunque l’idea che loro fossero lo
sdoppiamento di Bella è davvero interessante. Poteva essere davvero una
bellissima idea. Mi piace proprio. Complimenti.
- Austen95: Sono felice di sapere che lo scorso capitolo ti sia piaciuto.
- SaraCullen_: Non ringraziarmi per averti
recensito la storia. E’ davvero bella e valeva la pena leggerla. Tutto ciò che
ho scritto è la verità. Sono contenta che la mia storia ti piace,
spero di non deluderti con i prossimi capitoli.
- ClaudiaSv16: Non posso dirti nulla sulle gemelle davvero. Si capirà tutto,
ma non adesso. Quando al capitolo corrente credo che qualcosina, qualche
piccolo dubbio si sia sciolto, ad esempio il rapporto tra Bella e Nate. Nei
prossimi vedremo che succede.
- Chanellina94: Sulle gemelle ho proprio la bocca cucita. Non posso dirti
nulla, mi dispiace. Quanto a Nate credo che il capitolo corrente sia una
risposta sufficiente alla tua domanda. Quanto alla tua proposta di prendertelo tu diciamo che non sarebbe male, ma ti assicuro che anche io
c’è lo farei molto volentieri un pensierino, anche due per la verità. Comunque
i due non stanno insieme, quindi posso ritenermi salva sia dalla tua ira sia da
quella dei tuoi cecchini. Mi sento sollevata. Quanto ai nomi ti posso dire che
Blair e Nate sono presi da Gossip Girl, non per nulla l’attore che ho scelto
per fare Nate è proprio Nate del telefilm. Jenny è un nome che mi è venuto
subito in mente in associazione a una delle gemelle, solo dopo ho collegato il
fatto che era un altro nome di Gossip Girl. Comunque sappi che anche io adoro
quel telefilm, lo adoro proprio tanto. Me dipendete da Gossip Girl. I nomi
Jason e Kyra non vengono da nessun telefilm, sono semplicemente due nomi
americani che mi piacciono e allora li ho inseriti. In fatto di nomi sono un
po’ strana, mi piacciono i nomi stranieri, ma soprattutto i nomi strani.
- Aly_Cullen: Sulle gemelle sono muta come un
pesce. Non posso dire nulla. Ti ringrazio di tutti i complementi, sono davvero
felice che la storia ti piace.
- TanyaCullen: Tesoro non ti preoccupare per la
recensione. Capita a tutti di dimenticarsene e anche se non me la faceva non ci
faceva nulla. Mi avevi già detto che il capitolo ti era piaciuto. Si, mi sa che l’unica a non biasimare Jenny sei solo tu,
chissà come mai. La cara Bellina tornerà presto sta tranquilla. E’ davvero sta
tranquilla per la recensione, non fa nulla. Sarei l’ultima persona che potrebbe
criticarti, considerando che sono la regina della sbadataggine.
- barbyemarco: Cosa succederà mi chiedi? Beh ne
succederanno di cose. Quanto a Bella sta tornando non preoccuparti.
- epril69: Mi fa piacere sapere che il capitolo ti piace. Spero di non
deluderti e di non averti fatto aspettare troppo con questo aggiornamento.
UN GRAZIE SPECIALE
VORREI FARLO A TanyaCullen, CHE MI
SOSTIENE E MI APPOGGIA SEMPRE. VORREI CONSIGLIARVI
ANCHE LE SUE STORIE CHE SONO FANTASTICHE. VALE LA PENA LEGGERLE DAVVERO. TESORO
SEI UN TESORO.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. In questo capitolo molte
cose verranno svelate e molte vostre domande avranno una risposta, ma vi
assicuro che ci sarà ancora molto, ma molto da scoprire. Buona lettura a tutti.
Capitolo 9
Rivelazioni
POV BELLA
La
tristezza del passato è come la tua ombra.
Se
non la vedi davanti a te
non gioire,
perché la troverai
lì,
alle tue spalle,
pronta
a riapparire se cambia luce o se, semplicemente,
ti volti a guardare
indietro.
Certe cose ti lasciano il vuoto dentro, incolmabile troppo
profondo e infinito.
Ti guardi dentro e ti accorgi che nel cuore c'è solo silenzio,
allora ti senti soffocare, vorresti urlare e ti accorgi che è tutto inutile
perché sei sola con te stessa.
Ti senti immobile, impotente e riesci solo a piangere, perdi
lucidità e ti coglie la confusione, pensi che ogni bacio e ogni carezza era solo una bugia e ti accorgi che quelle bugie ti hanno
rubato il cuore.
Vorresti odiarlo, ma non ci riesci perché l'amore è troppo forte e
a quel punto non ti resta che cominciare a cadere nell'oblio e solo allora capisci
che la tua ferita non smetterà mai di sanguinare.
Questo è quello che ho pensato quando lui se ne è andato, quando
mi ha lasciato sola in quel bosco dopo avermi aperto una crepa al cuore che
sapevo non si sarebbe mai rimarginata.
Sono andata avanti nel bene o nel male, per me stessa, per la
promessa fatta a lui, per l’amore verso la mia famiglia, ma soprattutto per la
mia natura che non mi permetteva di fare altro se non di continuare a vivere.
Mi era stata donata l’immortalità, ma mai un dono mi era sembrato
tanto orribile.
Sapere di dover vivere per l’eternità è stato doloroso quasi
quanto il suo abbandono perché ero consapevole che avrei vissuto per sempre
senza di lui.
Ammetto che nel corso di centocinquant’anni ho trascorso momenti
felici insieme alla mia nuova famiglia, ma quel dolore dovuto al suo abbandono
non sono mai riuscita a dimenticarlo del tutto.
Ho creduto di averlo fatto, ma mi è bastato sentirmi dire che lui
non aveva mai smesso di amarmi perché tutto crollasse di nuovo come un castello
di sabbia al vento.
Ripenso ancora al giorno in cui, in mezzo al bosco, mi disse di
non voler stare più con me, che io non ero la persona giusta per lui.
Poi scomparve dalla mia vita rapido così
come era entrato.
Mi sentì morire, ma credetti che era solo un brutto sogno.
Sam mi riportò a casa da papà e lì mi lasciai cullare dalle
braccia di Morfeo sperando che al mio risveglio tutto sarebbe
cambiato.
La mattina dopo mi svegliai, ma non lo trovai vicino a me.
Lì per lì lo cercai per un attimo, poi mi ricordai ciò che era
successo, mi ricordai della sua scelta di non voler più stare con me e un
brivido gelido mi attraversò il corpo, spegnendo ogni sentimento di felicità
che avevo.
Da allora iniziò il mio calvario alla disperata ricerca di
sentirlo ancora vicino, ma nulla sembrava efficace.
Trascorrevo le mie giornate chiusa in casa, seduta sulla poltrona vicino alla finestra, ad attendere
inesorabile che qualcosa cambiasse, che lui tornasse da me.
Ciò che cambiava, però, erano solo le stagioni.
Le foglie secche, gialle e rosse lasciarono lo spazio alla soffice
neve che ricoprì tutto ciò che circondava la mia casa.
Pian piano anche la neve passò e al suo posto iniziarono a
spuntare sulla terra i primi fiorellini colorati e gli uccellini tornarono a
svolazzare liberi nel cielo.
Quante volte guardandoli avrei voluto essere una di loro, avrei
voluto volare lontano libera da quel dolore e da quell’amore che mi teneva
ancora così legata al passato.
Papà era disperato, non sapeva che fare con me, arrivò al punto di volermi portare da mamma a Jacksonville, ma
allontanarmi da Forks era l’ultima cosa che avrei voluto fare.
Come sarebbe potuto venire Edward a Jacksonville? Quella città era
troppo soleggiata.
Io sarei dovuta rimanere a Forks dove un giorno lui sarebbe
tornato e insieme avremmo vissuto un’eternità felice.
Per mesi ci ho creduto davvero, poi tutto cambiò.
Capì che facendo qualcosa di stupido o insensato ero in grado di
sentire la sua voce e quale migliore occasione di mettermi su una moto e
sfrecciare sull’asfalto con l’aria che ti colpisce la faccia e con l’adrenalina
a mille?
Jacob mi aiutò.
Comprai due vecchie moto e lui le sistemò insegnandomi a guidare
quello che in quel momento mi sembrava un arnese a due ruote capace di mettermi
in pericolo, ma al contempo di farmi ascoltare le suppliche di Edward che mi
diceva di smetterla di comportarmi da stupida.
Sfrecciare lungo la strada in sella ad una moto era meraviglioso.
La sensazione del vento in faccia, la velocità, la libertà avevano
rievocato i momenti di una vita passata in cui sfrecciavo tra la vegetazione
densa, senza seguire un sentiero, in groppa a lui che correva.
I mesi con Jacob, in parte, mi aiutarono ad uscire dal quel tunnel
che mi era sempre sembrato senza vie d’uscite.
Era diventato il mio sole personale, il rimedio migliore alle mie
nuvole ed io ero più tranquilla e avevo smesso di fissare la finestra sperando
in un suo ritorno.
Mi ero resa conto che ne era andato per sempre, che non l’avrei
più rivisto.
Scoprì in seguito che anche Jacob apparteneva al mondo
leggendario, era un licantropo, ma la cosa non mi spaventò per nulla.
Quando tutto sembrava migliorare per me, ecco che accadde
l’irreparabile, ciò che mi avrebbe cambiato la vita
per l’eternità.
A causa di una caduta in moto, Jacob mi portò all’ospedale e lì
scoprì qualcosa che mi turbò più di quanto fosse possibile.
Del referto dell’ospedale non dissi nulla a Jacob ed evitai di
fare lo stesso anche con papà.
Qualche giorno dopo, ancora sconvolta, mi diressi in quello che
era il mio posto segreto con Edward, la nostra radura.
Era un modo per sentirlo più vicino, per sfogarmi con lui su ciò
che mi era stato detto dai medici.
Fu lì che la mi vita cambiò
inesorabilmente, fu in quella radura che divenni ciò che sono oggi.
INIZIO FLASHBACK
Dopo aver
trascorso qualche minuto in quel posto che sembrava aver perso tutta la sua
magia, forse, perché ciò che lo rendeva magico se ne era inesorabilmente
andato, feci un incontro che non avrei mai creduto.
Davanti a me
vidi comparire Laurent, il quale non si fece problemi a mostrarmi tutta la sua
voglia irrefrenabile di uccidermi.
Dopo una
“chiacchierata”, se così potevo definirla, in cui lo pregavo di lasciarmi
vivere, si avventò su di me con il chiaro intento di porre fine alla mia vita.
Chiusi gli
occhi per non vedere ciò che sarebbe successo, ma sentendo che non succedeva
nulla lì riaprì e dinnanzi a me c’era un mucchio di cenere e del fumo.
Non riuscivo
a capire cosa fosse successo.
Sapevo solo
che quelli erano i resti di Laurent.
Qualcuno
doveva averlo bruciato, ma non capivo come fosse possibile visto che non mi ero
accorta di nulla.
Mi voltai
cercando qualcosa o qualcuno, ma non c’era nulla se non una piccola farfalla
che svolazzava intorno a quelle ceneri.
La osservai
e con mio grande stupore vidi quel piccolo animale trasformarsi in una creatura
dalla bellezza devastante, la donna più bella che io avessi mai visto.
Aveva un
fisico perfetto, delle gambe slanciate e un seno proporzionato al resto del
corpo.
I suoi
capelli era morbidi e lunghi di un color oro che si intonava perfettamente
sulla sua carnagione chiara.
Gli occhi
erano di un blu intenso, guardarli sembrava come guardare lo sconfinato blu del
mare.
Indossava un
vestito bianco legato al collo con un sottile laccio che formava sul davanti un
cuore verde.
Il sopra del
vestito era molto aderente e scendeva fino ai piedi con delle spacche che
lasciavano intravedere tutte le gambe.
Il sotto
sembrava costituito da frange che arrivavano fino ai piedi.
Nella vita
c’era una sorta di cintura con dei cuori verdi e il tutto era accompagnato da
splendidi sandali bianchi che rendevano il tutto perfetto (àil link con il vestito: http://yfrog.com/jly1p9acywmmvxcombjk0fjo0j
).
I miei occhi
umani non avevano visto nulla di così bello anche se
ad essere sincera la bellezza di quella donna poteva facilmente essere
uguagliata da quella di Rosalie.
Non riuscivo
a capire cosa stesse succedendo, ma soprattutto non riuscivo a credere chi
fosse quella donna in grado di assumere le fattezze di una farfalla e poi
quelle di una donna.
Non ero poi
molto stupita però, del resto, ormai, avevo preso coscienza del fatto che il
mondo non era quel posto normale che si ostinava ad apparire.
- Bella non
dovresti andare da sola in giro per il bosco – mi disse all’improvviso la donna
con una voce così melodiosa da ricordarmi quella perfetta intonazione della
voce tipica dei Cullen.
- Come
conosci il mio nome? – le chiesi stupita.
- Io so
molte più cose di quanto tu possa credere – mi rispose.
- Chi sei? –
le domandai senza tanti giri di parole.
- Dovresti
prima chiedermi perché ti abbia salvata – mi fece notare lei.
- Perché
l’hai fatto? – le domandai di rimando.
- Perché non
era ancora giunta la tua ora – mi rispose seria.
- Ho
imparato che nella vita niente viene fatto a caso, nessuno ti regala niente, di
conseguenza non credo che tu mi abbia voluto concedere questa grazia. Cosa vuoi
da me? – le chiesi capendo che c’era qualcosa sotto.
- Non hai
mezzi termini. E questo mi piace. Un’altra al tuo posto avrebbe paura di me,
tu, invece, sembri non farti problemi – mi confidò.
- Credo che
dopo essere stata aggredita da un vampiro ci sia poco di che avere paura. E
comunque non ho paura della morte se è quello che ti chiedi. Nell’ultimo anno
sono stata perennemente così vicina ad essa che, ormai, ho imparato a
fronteggiarla e a non averne più paura – le risposi sincera.
- Sarebbe
inutile avere paura della morte, almeno per te – mi disse enigmatica.
- Per quale
motivo? – le chiesi.
- Perché tu
non morirai mai. Tu diverrai un essere immortale – mi disse fissandomi dritta
negli occhi.
- Che
diavolo stai dicendo? – le domandai leggiarmente preoccupata.
- E’ giunto
il momento di dirti chi sono – mi rispose.
Non riuscivo
a capire cosa mi aspettava, ma ero consapevole che dopo quell’incontro la mia
vita sarebbe cambiata per sempre.
FINE FLASHBACK
E fu così. Da quel giorno la mia vita cambiò davvero.
Che cosa sono? Semplice.
Sono una Wingold Ilfirin, nome elfico per indicare la creatura che
sono diventata, una Fata Immortale.
La donna che incontrai quel giorno nella radura era Vorfilia, la
più antica Fata Immortale del mondo.
La sua importanza era pari a quella che i Volturi avevano per i
vampiri.
Mi spiegò chi fosse lei e cosa sarei diventata io.
Le chiesi spiegazioni del perché dovessi diventare come lei, ma
non ricevetti molte risposte.
Diceva che quando una Fata Immortale provava pietà per un essere
umano a tal punto da salvarlo da morte certa è costretta a trasformarlo.
Sono le leggi della nostra specie e come tali non posso essere
infrante.
La trasformazione non fu per niente dolorosa, ma imparare a
controllarmi dentro un corpo che era capace di fare cose inimmaginabili non fu
per niente facile.
Vissi con le sentinelle di Vorfilia per qualche mese e durante
quel periodo mi vennero insegnate tutte le regole da seguire dai componenti
della mia specie e imparai a controllare i miei poteri.
Fu dura, ma c’è la feci.
Quando, secondo Vorfilia, ero già in grado di controllarmi senza aiuti
da parte di nessuno dovetti lasciare quel posto che per qualche mese era
diventato la mia casa.
Venni affidata ai Callaway, quelli che sarebbe diventati la mia
nuova famiglia.
Mi aiutarono a potenziarmi sempre di più e mi fecero vivere in
quello che era un vero ambiente familiare, un po’ come lo era quello dei
Cullen.
Nikki fu la mamma affettuosa e premurosa che non avevo mai avuto
visto che Renèe fu, per me, più una figlia che una madre.
Una donna dalla bellezza eterea, dai lunghi
capelli castano bronzati e dagli occhi azzurri come il cielo (àil link di Nikki: http://yfrog.com/eunikkiqnj
).
Era stata trasformata all’età di trent’anni.
Dan fu il padre apprensivo e solare che non era stato Charlie. Una
persona aperta e introversa su cui potevi sempre contare.
Alto, muscoloso,capelli castani e occhi
verde chiarissimo.
Era stato trasformato poco dopo aver compiuto trentuno anni. (àil link di Dan: http://yfrog.com/0jdanmlj
).
Poi c’erano Jason e Kyra che stavano insieme fin dal mio arrivo,
due persone speciali che imparai a considerare quel fratello e quella sorella
che non avevo mai avuto.
Con loro c’era anche Nate con il quale ho sempre avuto un rapporto
molto diverso.
E’ una delle persone a cui voglio più bene.
Mi ha fatto da fratello, da amico, da confidente. Tutto.
C’è sempre stato e il legame che ci unisce è così forte da non
poter essere classificato.
Gli voglio davvero un bene dell’anima.
E, infine, ci sono le gemelle di casa, Jenny e Blair, ma loro, beh
loro sono un’altra storia.
Vivo con i Callaway da centocinquant’anni e non ho mai pensato di
lasciarli pur potendolo fare.
Sono la famiglia unita che ho sempre desiderato, quella famiglia
che avevo sempre invidiato a Edward.
Charlie e Renèe non mi videro più dopo la trasformazione.
Rare volte gli chiamai, ma nulla di più.
Non erano a conoscenza di cosa fossi diventata.
Sapevano solo che la loro amata figlia era andata a studiare in
Europa e da lì non era più tornata.
Nessuno sapeva di ciò che ero diventata, ad eccezione di Jacob e
di tutti i miei amici di La Push che durante il mio periodo oscuro erano
diventati la mia seconda famiglia.
Jacob qualche volta venne a trovarmi insieme a Paul, Jared e Quil
e mi raccontavano di tutte le novità di La Push aggiornandomi anche sulla vita
di Charlie.
Anche io qualche volta, soprattutto nei primi tempi, facevo un
salto a Forks solo per trascorrere qualche giorno nella riserva.
Non mi allontanavo mai da lì perché non me la sentivo di
girovagare per Forks, non era ancora pronta per farlo.
Andare lì mi aveva fatto conoscere a fondo anche il resto degli
abitanti della riserva e avevo istaurato con loro un rapporto bellissimo, con
tutti loro, anche con chi non avrei mai creduto.
Mi raccontarono che Victoria era tornata alla carica, ma una volta
scoperto che non ero più lì stava abbandonando il territorio,
ma i licantropi la fermarono in tempo uccidendola.
Il primo giorno in cui ero tornata a Forks ero andata da loro a
trovarli e mi avevano accolto con grande gioia e disponibilità.
Contavo di fare ritorno da loro molto presto, anche per presentargli
il resto della mia famiglia.
I licantropi erano al corrente di tutto ciò che mi era successo.
Sapevano la mia storia, ciò che ero e conoscevano i miei poteri.
Tra tutte le Fate Immortali ero la più forte e potente in
assoluto.
Non sapevo a cosa fossero dovuti tutti quei poteri, ne quale fosse il loro fine, ma ero così potente da superare
perfino Vorfilia.
Innanzitutto ero uno scudo, il che significava che ero in grado di
proteggere me stessa da qualunque potere fisico o psichico e a mio piacimento
potevo espandere questo scudo e proteggere chiunque io desiderassi.
Ciò mi rendeva immune da qualunque attacco, il che significava
essere invincibile.
Inoltre possedevo i poteri dei quattro elementi naturali, ognuno
dei quali mi conferiva poteri diversi.
Il fuoco, l’elemento naturale più puro in assoluto.
Il fuoco, l’unica arma in grado di uccidere un vampiro.
Ebbene, esso faceva parte di me.
Potevo controllarlo e usarlo come meglio credevo.
Ero in grado non solo di produrlo, ma di espanderlo in tutto il
mio corpo fino a ricoprirlo interamente formando una gigantesca fiamma.
Ciò significa che potevo uccidere una schiera di vampiri oppure
incendiare una foresta intera con un solo sciocco di dita.
Il fuoco era il potere della distruzione, della morte.
L’acqua, elemento di rigenerazione e purificazione.
Potevo controllarla come meglio credevo.
Mi bastava un piccolo gesto che essa sgorgava dalle mie mani o da
dovunque io volessi.
Ero in grado di congelarla e di usarla come mezzo benigno o
maligno, dipendeva solo da quelli che erano i miei desideri.
L’acqua era il potere della vita, quello che mi permetteva anche
di poter guarire gli uomini qualora io volessi.
La terra, elemento di forza e natura.
Bastava solo che io lo volessi e potevo creare franamenti,
sfaldamenti del terreno o valanghe, ma al contempo potevo migliorare la natura
essendo questo potere legato agli alberi, ai fiori, alle rocce, alle caverne e
a tutto ciò che di naturale esiste.
La terra era il potere della fertilità e della fortuna.
Ed infine l’aria, l’elemento fondamentale della vita umana.
Tale potere mi permette di produrre dalla più dolce brezza al più
violento uragano, da una terribile e pericolosa foschia ai più tremendi
piovaschi.
L’aria era il potere dell’intelligenza e dell’individualità.
Con tali poteri ero praticamente indistruttibile.
Potevo creare, distruggere, rigenerare, e guarire qualunque cosa,
per questo, non riuscivo a capire il perché a me erano stati dati tali poteri.
Cosa avevo io più degli altri?
Perché possedevo poteri tanto grandi?
Ero forse destinata a qualcosa di diverso rispetto a quello che
credevo?
Inoltre avevo altri due poteri che, però, possedevano tutti i
componenti della mia specie.
In primis potevo comunicare telepaticamente con gli altri e dovevo
ammettere che questo a volte si rivelava piuttosto utile e comodo.
E, inoltre, potevo assumere diverse fattezze.
Potevo essere una farfalla e un attimo dopo un serpente, una
vecchietta oppure un mostro leggendario, qualunque cosa io volessi.
Quando avevo saputo che sarei diventata una Fata Immortale avevo
creduto di indossare i panni di un essere puro e portatore di pace, ma con il
tempo mi resi conto che non tutti i componenti della mia specie lo erano.
Alcuni utilizzano i loro poteri extra a loro piacimento senza
curarsi degli altri e non oso immaginare cosa potrebbe succedere se un essere
con manie di grandezza avesse i miei stessi poteri.
Sarebbe la fine della vita, la fine del
mondo.
Io, invece, vivo con la speranza che questi poteri possano
migliorare il mondo, possano aiutare chi ne ha bisogno e poi devo ammettere
che, a volte, mi diverto proprio a usarli, è diventato un po’ come un gioco.
Scansai la coperta e sollevai la maglietta del pigiama osservando
il mio fianco sinistro.
Sul ventre sinistro, poco più giù dell’ombelico, un tatuaggio
faceva bella mostra di sé, un tatuaggio che era come un marchio per me e per
tutti quelli della mia specie.
Ogni Fata Immortale ne possedeva uno, erano tutti uguali, ma
ognuno aveva il libero arbitrio di scegliere il posto dove quel simbolo sarebbe
rimasto marchiato per l’eternità.
Io avevo scelto il fianco sinistro.
Era il nostro simbolo, ciò che ci riconosceva, ciò che ci
distingueva dagli altri.
Non aveva importanza se fossimo maschi o femmine, quello era il
nostro marchio.
Nessuno poteva evitarlo, nessuno poteva esimersi dal farlo.
Il tatuaggio mostrava una fata con grandi ali rannicchiata su
stessa (àil link del tatuaggio non tenete in considerazione la
scritta vicino al disegno:http://yfrog.com/83tatuaggiodj
).
Questo era il nostro marchio, eppure il mio era l’unico tatuaggio
ad essere diverso dagli altri e non riuscivo a spiegarmi il perché.
Nemmeno il resto della mia famiglia sapeva darmi una risposta.
Il disegno era lo stesso degli altri.
Avevo tatuata la stessa fata dalle grandi ali rannicchiata su se
stessa come gli altri, ma vicino ad essa compariva una scritta (àil
link della scritta immaginate il tatuaggio di sopra e invece di quella
scritta questa scritta però sempre in nero:http://img249.imageshack.us/img249/3799/37133586.gif
).
“Destiny”. Questa era la parola che compariva sul mio tatuaggio vicino alla fata.
Non riuscivo a capire perché nel mio tatuaggio ci fosse la parola
“destino”.
Che io fossi diversa dalle altre?
Vorfilia non mi aveva voluto dire il motivo di quella diversità.
Diceva che non era il momento di saperlo e che comunque non era
nulla di che, non c’era di che preoccuparsi, ma io ero curiosa di capire cosa
nascondesse quel diverso tatuaggio, perché qualcosa nascondeva di sicuro.
Ne ero certa.
Era meglio non pensarci, tanto non ne sarei mai venuta a capo.
Solo Vorfilia mi avrebbe potuto dare una spiegazione, ma non ne
aveva nessuna intenzione.
Era inutile che mi scervellassi così tanto.
Era un segreto di cui forse non sarei mai venuta a conoscenza, o
forse semplicemente aveva ragione lei.
Non era nulla di particolare, ero io che ci vedevo qualcosa che in
realtà non esisteva.
Mi sistemai la maglietta del pigiama e mi coprì di nuovo con le
coperte.
Questa mattina avevo deciso di restare a casa, proprio non me la
sentivo di andare a scuola.
Non sarei stata in grado di affrontare Edward, ne
il resto della sua famiglia.
Nonostante gli anni passati e nonostante la mia indifferenza non
potevo evitare di pensare che il loro ritorno nella mia vita mi
aveva scosso parecchio.
Non credevo sarebbe potuto succedere e, invece, era accaduto.
Riuscivo a controllare i miei poteri alla perfezione, eppure, dopo
la rivelazione di Edward stavo rischiando di buttare all’aria anni e anni di
allenamento.
Quella rivelazione del tutto inaspettata di Edward aveva scatenato
in me gioia, ma anche tanta rabbia, rabbia perché mi sentivo presa in giro,
perché mi rendevo conto che avevo sofferto per tanto tempo e in modo tanto
intenso solo per una stupida bugia.
E quella rabbia così potente che si era creata in me stava
scatenando una reazione che normalmente sapevo controllare molto bene, ma che
in quella situazione mi stava sfuggendo di mano e ciò avrebbe potuto indurre alla
morte di Edward senza contare allo scandalo che avrebbe creato.
Il fuoco, il fuoco lo avrebbe ucciso e io avevo rischiato di
produrlo.
Possibile che dopo tutti quegli anni e dopo tutti i miei sforzi la
ferita che mi aveva lasciato facesse ancora così male?
Avevo creduto che tutto fosse passato, ma forse non era così.
Chiusa nella mia stanza (àil link con la stanza di Bella: http://yfrog.com/03camerabellaj ),
riflettevo a quanto era successo.
Mi sembrava tutto così assurdo, tutto così impossibile che avevo
l’impressione di aver chiuso gli occhi e di non averli ancora aperti, invece,
era tutto vero e non sapevo se pensare che questo fosse un dolce sogno o un
terribile incubo.
Da quando ero diventata l’essere che sono avevo cercato di vivere
la mia vita giorno per giorno, senza pensare al domani, al futuro perché ne
avevo paura, avevo paura di dover ammettere di avere un’eternità alle mie
spalle, per questo non avevo mai immaginato che un giorno l’avrei rivisto.
Non mi sono mai chiesta cosa avrei fatto, come mi sarei comportata
forse perché consideravo la cosa come qualcosa di impossibile, di
inimmaginabile, invece, proprio quando meno me l’aspettavo il destino ha fatto
incrociare di nuovo il mio cammino con il suo, con quella persona che avevo
amato con tutta me stessa.
Lo amavo ancora?
Quella era una domanda che non mi ero più posta da ormai molto
tempo, forse perché non aveva senso rispondere, o forse perché avevo
dannatamente paura della risposta.
Avevo parlato con lui e anche con Alice e ciò che avevo detto loro
lo pensavo davvero.
Era tardi per me ed Edward, anche se il fatto di aver scoperto che
lui mi amava ancora era stato motivo di gioia per me, una gioia, però, del
tutto ingiustificata ed era tardi anche per l’amicizia con Alice.
Troppo tempo era passato, troppe cose erano successe.
In famiglia non mi avevano fatto troppe domande.
Mi conoscevano troppo bene e sapevano che anche se tentavo di
nasconderlo l’incontro con i Cullen mi aveva decisamente sconvolta.
Sentì dei rumori provenire da sotto e questo mi fece capire che i
ragazzi erano tornati da scuola.
Mi alzai dal letto e ancora in pigiama, visto che per tutta la
mattina non mi ero alzata proprio dal letto, uscì dalla mia stanza e scesi giù
pronta a fingere che tutto fosse passato e che mi fossi già ripresa da questo
incontro così inaspettato.
Avrei indossato una maschera sperando che nessuno di loro si sarebbe accorto di questo.
L’avrei fatto, ma dubitavo di non essere scoperta, anche se non riuscivo
nemmeno a spiegarmi il perché di questo comportamento.
In fondo non c’era nulla da cui essere sconvolti.
Dovevo solo abituarmi a ritrovarmeli in giro per la scuola, magari
a condividerci qualche lezione, ma nient’altro.
Loro rappresentavano il mio passato, nulla di più.
POV MISTERIOSO
Non sei stupida, hai capito che i tuoi poteri significano
qualcosa, qualcosa di cui ancora ignori l’esistenza.
Ti ho osservato da quando sei venuta al mondo.
Ho gioito dei tuoi successi e sofferto dei tuoi dolori, ho vissuto
la tua vita insieme a te accompagnandoti silenziosa giorno per giorno.
Sono entrata in scena, forse, prima del previsto, ma in fondo
c’era da aspettarselo, sei sempre stata troppo goffa e maldestra per poter
sopravvivere senza la guida e la protezione di qualcuno.
Il tuo grande e unico amore un giorno
ti disse: “Non sei una calamita che attira incidenti, è una classificazione
troppo limitata. Tu attiri disgrazie. Se c'è qualcosa di
pericoloso nel raggio di dieci chilometri, puoi scommettere che ti troverà”.
Credo che non esistano parole migliori che ti si addicano.
Nonostante questo, hai saputo fronteggiare a testa alta e con
coraggio un mondo fatto di creature spaventose e leggendarie, un mondo che di
reale aveva ben poco.
Ti guardo e mi rendo conto che sei totalmente ignara del tuo
destino, un destino scritto più di mille anni fa.
Lei ti ha vista, ti ha vista prima ancora che tu nascessi, ti ha
vista venire al mondo, diventare la ragazza vampira e l’amica dei licantropi,
ti ha vista inoltrarti nella radura ed essere uccisa da quel vampiro, ma non
era quello il tuo destino.
Sei stata scelta per qualcosa di più grande, qualcosa che solo tu
puoi riuscire a portare a termine.
Eri destinata a diventare una Wingold Ilfirin, una Fata Immortale
e, quindi, non mi resta che lasciarti al tuo destino.
- Ci riuscirà? – chiese qualcuno alle mie spalle.
- Si, io l’ho visto e poi è tutto
scritto. Il suo nome diverrà leggenda – rispose una voce dietro di me.
- E’ questo il suo destino. Ed è arrivata l’ora che esso si compia
– dissi io rivolgendomi a tutti i presenti.
Si, adesso è il momento.
Va Bella, e compì il tuo destino.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- _cory_: Non posso dirti se ci hai azzeccato
sul motivo che spinge le gemelle a comportarsi così. Fra un po’ tutto sarà
chiaro.
- Fortheternity: Allora non posso dirti il motivo per
il quale le gemelle hanno emozioni diametralmente opposte, ne posso dirti se
c’entra o meno il loro potere, però visto che oggi mi
sento piuttosto buono voglio rispondere a una delle tue domande. Mi hai chiesto
se loro hanno un potere. Beh, la risposta è si, c’è
l’hanno, ma non ti posso dire se c’entra o meno con le loro emozioni e con il
loro comportamenti.
- sbrilluccica: Nella scorsa recensione mi chiedevi
cosa fosse Bella, beh diciamo che nel capitolo corrente la tua domanda ha già
ricevuto una risposta, quindi non serve che la ribadisco qui. Nonostante
questo, però, sono ancora molti i nodi che devono venire al pettine.
- Chanellina94: Volevi sapere quando rivelavo cosa era Bella, beh eccoti
accontentata con questo capitolo. Credo che sia tutto scritto lì, non c’è altro
da aggiungere per ora.
- Aly_Cullen: Come vedi questa volta ho rivelato
cosa è Bella senza tornare indietro di cento passi. Fino a ora l’ho fatto per
lasciare suspance e perché non era ancora il momento di saperlo.
- vanderbit: Mi chiedi se Bella e Edward
torneranno insieme? Boh. Tutto può succedere. Non posso anticipare nulla.
- Luisa 98: Felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, soprattutto il
fatto che Nate e Bella non stessero insieme.
- barbyemarco: Volevi sapere qualcosa in più su
Bella? Eccoti accontentata. Man mano si scoprirà tutto il resto.
- ClaudiaSv16: La frase che hai riportato nella recensione era uno dei punti
chiave dello scorso capitolo. Diciamo che in ogni capitolo lascio sempre
qualche indizio che se trovato può essere utile. Vedo che tu l’hai trovato.
Comunque non posso dirti nulla, anche perché spiegarti il significato di quella
frase significherebbe rivelarti tutta la storia, ma ti posso dire che pian
piano si scoprirà tutto e che comunque tutto può succedere.
- Saretta_Trilly_: Beh si, in effetti, Blair e Alice un
pò si somigliano. Sono entrambe un po’ pazze. Quanto alle gemelle non posso
darti ne conferma, ne smentita. Sono muta come un
pesce.
- SaraCullen_: Sono contenta che la pensi così.
Comunque eccoti accontentata con il capitolo in cui rivelo cosa è diventata Bella, ma preparati perché ci saranno ancora un sacco di
cose da scoprire.
- Mimi79: Sono felice che la mia storia ti piace.
Comunque credo che con questo capitolo ti ho fatto sapere molte più cose di
quanto credevi, che dici?
- Ed4e:: In effetti avere Blair come “infiltrata”
è davvero una cosa ottima per i Cullen.
- amanecer: Non posso dirti cosa è Blair per
Edward. Si scoprirà tutto man mano.
- Sognatrice85: Beh diciamo che la speranza è sempre l’ultima a morire. Vedremo
che succederà.
- eliza1755: Beh sappi che quelli che tu chiami “vaneggiamenti” per me sono
importanti perché mi fanno capire fino a che punto si spinge la fantasia di chi
legge le mie storie. Mi piace sapere dove arriva la curiosità che lascio alla
fine di ogni capitolo. Nello scorso capitolo Edward ha saputo un paio di cose e
con lui anche voi che leggete. Oggi credo che abbiate scoperto ancora di più e
forse sapere cosa Bella fosse diventata era una delle più grandi curiosità
della storia. Quanto a Emmett concordo con te. Io lo adoro troppissimo.
- kandy_angel: Mi fa piacere sapere che la mia
storia ti piace. Spero di non deluderti con i prossimi capitoli.
- Asten95: Felicissima di sapere che lo scorso capitolo ti è piaciuto. Mi
auguro che gradirai anche questo.
Un grazie di tutto cuore
a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia tra i
preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi hanno
inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. In questo capitolo cercherò
di spiegare meglio ciò che passa per la testa a Bella, ma
visto che la ragazza è molto confusa non so fino a che punto posso aiutarvi.
Qualche indizio qua e là l’ho messo, non vi dico indizio riferito a cosa
altrimenti sarebbe troppo facile, ma diciamo che potrebbe aiutare nella
scoperta di un altro mistero. Buona lettura a tutti.
Capitolo 10
Vecchi amici
POV BELLA
Siamo
bravi a distruggerci l'anima,
a soccombere
privandoci del perdono.
Siamo
bravi a non cercare di risalire,
a lasciarci
trasportare dal rimorso, a rimuginare.
Siamo
bravi a rinunciare all'amore,
a chiudere
noi stessi dentro un triste ricordo.
Gli
artisti dannati sono bravi a parlare del dolore,
io sono brava
a parlare del dolore,
ma ora quello
che mi serve
è la forza che da
tanti anni, ormai,
sono riuscita a
trovare ogni giorno dentro di me,
quella forza che
tutti noi abbiamo,
ma che siamo molto
bravi a respingere.
Dopo l’incontro con i Cullen credevo che non
c’era nulla che potesse peggiorare la situazione e, invece, come al
solito, mi sbagliavo.
Cosa poteva esserci di peggio che incontrare dopo un secolo e
mezzo il tuo unico, grande amore e la sua famiglia che hai amato con tutta te
stessa?
Credevo niente, invece mi sbagliavo.
Qualcosa di peggio esisteva ed era la consapevolezza che pur
volendo stare lontana da quelle persone non potrai farcela, non se altri
decidono per te.
E in questo caso a decidere è stata Blair.
L’altro giorno, dopo essere tornata da scuola, mi prese da parte e
mi rivelò del suo forte desiderio di conoscere quella famiglia di cui per anni
e anni aveva sentito parlare.
Mi disse che aveva pranzato con loro durante la mensa e già potevo
scorgere nel suo sguardo un ardore intenso, quello stesso ardore che un secolo
e mezzo prima avevo provato io quando li avevo conosciuti.
Come potevo farle capire che questo suo stare a stretto contatto
con loro avrebbe indirettamente coinvolto pure me?
Come potevo spezzare la sua felicità impedendole di frequentarli?
Ma poi con quale diritto?
Che diritto avevo io di dire a lei di stare lontana da loro?
Semplice.
Non ne avevo, non avevo nessun diritto e pure se lo avessi avuto
non avrei potuto costringerla a fare qualcosa che volevo io.
Morale della favola?
Erano passate due settimane dal nostro arrivo a Forks e in tutto
quel tempo Blair non aveva fatto altro che trascorrere le sue giornate in
compagnia dei Cullen per la disperazione di Jenny e, un po’, anche per la mia.
Avere Blair accanto era diventato qualcosa di sporadico e quando
mi era accanto non potevo fare a meno che sentire marchiato in lei l’odore dei
Cullen, soprattutto quello di Edward.
Miele, lillà e fiore.
Quel profumo, per me, afrodisiaco che avevo sentito durante il
nostro confronto e che sentivo indirettamente praticamente ogni giorno.
Il nostro stile di vita stava cambiando inesorabilmente e ciò era
dovuto proprio all’assenza costante di Blair, occupata quotidianamente con i
Cullen.
Giorni fa non era neppure tornata a casa per la notte.
Si era fermata da loro.
Diceva che Esme aveva insistito e che ad Alice non si poteva dire
di no.
Ero infastidita da tutto questo.
Sicura
Bella? Sei sicura che sia solo fastidio ciò che provi?
Non è che,
per caso, sei gelosa?
Gelosa di
non poter essere al posto di Blair?
Scacciai quei pensieri. Non era possibile che adesso anche la mia
coscienza cercasse di comunicare con me.
Io gelosa?
Roba da non credere.
Io non volevo più avere nulla a che fare con i Cullen.
Con loro i rapporti erano piuttosto normali.
Sporadicamente ci rivolgevamo la parola e quando lo facevamo era
solo per via di Blair.
Edward, per il momento, non aveva fatto nulla di strano, ma
sembrava studiarmi.
Non appena voltavo gli occhi, era lì pronto a fissarmi analizzando
ogni mio singolo movimento per cercare di capire non so nemmeno io cosa.
Non appena mi si avvicinava uno studente, eccolo pronto a venire
in mio “soccorso” e a togliermelo dai piedi, senza rendersi conto che era
proprio lui quello a doversi togliere dai piedi.
La sua vicinanza non mi aiutava per niente.
Alice, beh Alice sembrava diversa, ma ben presto capì il motivo
della sua diversità.
Era cieca, il suo potere non funzionava su di me, né sulla mia
famiglia e ciò era dovuto al mio scudo che, per abitudine, estendevo sempre
anche su di loro.
Non riusciva a capire cosa sarebbe successo e per una come lei, abituata a sapere le cose sempre prima degli
altri, ciò era fastidioso, terribilmente fastidioso.
Blair mi aveva comunicato di aver raccontato ai Cullen cosa io e,
di conseguenza, anche il resto della famiglia eravamo diventati, anche se non
aveva avvisato loro dei poteri che ognuno avevamo.
Loro sapevano solamente che io ero uno scudo e che tutti potevamo
comunicare telepaticamente.
Pregare Blair di non frequentare i Cullen era da escludersi.
In primis perché non me la sentivo di farlo, non era giusto e
secondo perché comunque non mi avrebbe ascoltato, era troppo testarda.
A dire il vero il motivo non credevo fosse la sua testardaggine,
ma forse un suo tentativo di cambiare le cose.
Quando la sentivo parlare di Edward potevo percepire perfettamente
il suo chiaro intento di volerci fare tornare insieme.
Avevo chiarito questo punto con lei, facendole capire che era
impossibile che succedesse, ma la sua reazione mi aveva lasciata interdetta.
Dopo averle espresso chiaramente come stavano le cose, lei mi
venne vicino, mi baciò una guancia, sbattè le palpebre un paio di volte
facendomi gli occhi dolci e mi disse: “Vedremo” per poi scomparire dalla mia
vista.
Una reazione tipica di Blair.
Se si metteva in testa una cosa era difficile che potesse cambiare
idea.
Questo lato del suo carattere mi ricordava un po’ Alice.
Mai mettersi contro nessuna delle due.
Poteva diventare pericoloso.
Il resto della famiglia non si era ancora sbilanciato.
Nate, Kyra e Jason erano nella fase “osserviamoli e capiamo quanto
siano sinceri”, ma dagli ultimi risvolti non mi dovevo sorprendere se da un
momento all’altro si unissero alla causa di Blair.
Jenny era completamente contraria a tutto ciò, il che aveva fatto
si che le gemelle nel giro di due settimane avessero litigato praticamente
tutti i giorni.
Jenny non ne voleva sapere ne di Edward
ne del resto della sua famiglia.
Mamma e papà, invece, avevano avuto modo di conoscere i Cullen per
via di Blair e avevo notato quanto gli fossero piaciuti da subito, ma non si erano
sbilanciati più di tanto forse perché mi avevano visto soffrire troppo a causa
loro.
Una cosa era certa.
La mia famiglia sarebbe stata dalla mia parte sempre e comunque e
ciò mi sollevava parecchio.
Tutti i comportamenti di Blair legati al fatto che io avessi i
Cullen perennemente tra i piedi non giovava al mio umore.
Conclusione?
Avevo passato due settimane infernali, tra crisi di nervi e
paranoie assurde.
L’unica cosa che mi serviva adesso era farmi una bella doccia e
andare dai miei vecchi amici di La Push.
Ero andata a trovarli il primo giorno che ero tornata a Forks, ma
da allora non mi ero più fatta viva e non erano mancate le chiamate da parte
loro.
Andai in bagno e mi misi sotto la doccia.
Vi restai per una buona mezz’ora, dopodichè uscì e mi asciugai i
capelli.
Li legai in una coda alta e poi andai a vestirmi.
Indossai un paio di pantaloni di tuta fucsia
scuro, una canotta nera, un paio di nike shox nere, fucsia e bianche e
poi presi una felpa fucsia che lasciai sbottonata (àil link con i vestiti di Bella: http://yfrog.com/2ttretretp ).
Mi vestì sportiva.
Dopo due settimane intere di tacchi alti non ne potevo più.
Nonostante Kyra mi avesse trasmesso l’amore per la moda, amavo ancora
le comode scarpe da tennis e l’abbigliamento comodo e sportivo in generale.
Mi diressi in bagno e mi truccai in modo leggero, dopodichè tornai
in stanza e presi la borsa della nike nera, un paio di occhiali bianchi e
fucsia che indossai e uscì dalla stanza scendendo in salotto (àil link del salotto: http://yfrog.com/b833605146j
).
Trovai Nate e Blair intenti a guardare la tv.
- A cosa dobbiamo l’onore di averti qui? – chiesi a lei sarcastica
riferendomi al fatto che ultimamente non era mai a casa, ma sempre con i
Cullen.
- Simpaticissima come sempre. Comunque sta tranquilla, sto per
uscire – mi rispose lei.
- E dove dovresti andare? – le chiesi.
- Non lo so ancora. Alice non mi ha voluto dire nulla – mi fece
notare.
- Non credi di stare esagerando un pochino? – le domandai.
- A fare cosa? – mi chiese innocentemente.
Era proprio terribile quella ragazza.
- Blair smettila di scherzare. Da due settimane stai sempre fuori
casa, sarebbe ora che passassi del tempo qui, con tua sorella ad esempio – le
proposi.
Le gemelle non si erano mai staccate, avevano sempre avuto un
rapporto simbiotico e vederle così distanti ultimamente mi faceva stare male.
- Magari stasera. Oggi pomeriggio ho già un impegno – mi disse.
- Potresti venire a La Push con me, allora. Hai sempre detto che
volevi conoscere gli altri ragazzi della riserva – le dissi.
- Un’altra volta – mi ribadì senza giri di parole.
- Ma… – stavo provando a dire.
- Bella lascia perdere. Non le farai cambiare idea – si intromise
per la prima volta Nate voltandosi a guardarmi.
- Nate ha ragione – aggiunse Blair.
- Fa come vuoi – le dissi leggiarmente scocciata prima di
allontanarmi da lì.
Presi le chiavi della moto e il casco e mi diressi fuori (àil
link del fuori della casa: http://yfrog.com/9hkjkrj
).
Prima ancora di uscire sentì un clacson suonare e quando fui fuori
mi accorsi che a qualche metro da me c’era Edward appoggiato alla sua macchina.
Doveva essere venuto per Blair.
Per un momento la mia mente vagò a qualche anno prima, a quando in
quella stessa posizione attendeva che io uscissi di casa per portarmi a scuola
o in giro in sua compagnia.
Cercai di scacciare via quel pensiero e smettendo di guardarlo mi
accorsi che dovevo avvicinarmi a lui perché Nate aveva posteggiato la moto
vicino alla macchina del mio ex ragazzo.
- Sei incantevole – mi disse lui non appena gli fui abbastanza
vicino.
- Indosso una semplice tuta – gli risposi per fargli capire quanto
banale fosse ciò che aveva detto.
- Appunto. Togli il fiato anche vestita così – mi disse
avvicinandosi sempre di più.
- Risparmia i tuoi complimenti per qualcun’altra – gli risposi
glaciale.
- Non c’è nessun’altra. Guardo solo te – mi fece notare lui.
- Mi dispiace per te – gli risposi.
- Non è vero, non ti dispiace neanche un po’. So benissimo che sei
contenta di questo – mi disse.
Io contenta che lui non guardasse nessuna all’infuori di me?
Davvero potevo esserlo?
- Pensavo che i vampiri non potessero sognare – gli risposi
facendo un chiaro riferimento al fatto che ciò che aveva detto era solo frutto
di un suo sogno.
- Capirai che non è così – mi disse fin troppo sicuro di sé.
- Hey Eddy sei venuto tu? – sentì dire a Blair che era appena
uscita di casa ed era corsa fuori buttandosi tra le braccia di Edward.
Rimasi un po’ basita da quel comportamento.
Erano già arrivati a questo?
A un rapporto talmente tanto confidenziale da abbracciarlo in quel
modo?
Vidi Edward visibilmente contento di vedere Blair e guardandolo
negli occhi non mi fu difficile capire che si era affezionato davvero a quella
piccola peste.
Nonostante la parte razionale di me faticava ad ammetterlo, quella
irrazionale era contenta.
Quella che si parava ai miei occhi era una cosa normale, la cosa
più naturale del mondo, non dovevo di certo stupirmi.
Distolsi lo sguardo da quei due e salì sulla moto inserendo la
chiave nel riquadro di accensione.
- Nate si è scordato di chiederti se stasera rientri per cena,
oppure se ti fermi a mangiare a La Push – mi disse Blair quando si staccò da
Edward.
Vidi lui irrigidirsi non appena sentì “La Push” e non potei fare a
meno che associare la sua reazione all’odio naturale tra licantropi e vampiri.
- Non lo so. Digli che in tutti i casi vi faccio un colpo di
telefono – gli risposi accendendo la moto e facendo per mettermi il casco.
- Stai andando a La Push? – mi chiese Edward bloccandomi dopo aver
fatto cenno a Blair di salire in macchina.
- Cambierebbe qualcosa se te lo dicessi? – gli chiesi.
- Sei ancora amica di quel cane? – mi domandò con un chiaro
riferimento a Jacob.
- Quel cane come lo chiami tu mi ha aiutato quando davvero ne
avevo bisogno. Lui c’era, c’è sempre stato per me, a differenza tua – gli
risposi dura mentre vidi nel suo sguardo un’espressione di dolore alle mie
ultime parole.
Decisi di non farci caso e dopo essermi messa il casco sparì
davanti ai suoi occhi prima che lui potesse rispondermi.
Grazie alla velocità con cui sfrecciai nelle strade di Forks,
velocità che avevo imparato ad amare inesorabilmente dopo la mia
trasformazione, non ci misi molto ad arrivare a La Push.
Varcai il confine e entrai posteggiando la mia moto vicino alla
casa di Jacob.
Mi tolsi il casco e mi guardai attorno rendendomi conto di quanto quella piccola riserva fosse inesorabilmente cambiata
in tutti quegli anni.
La vecchia casa rossa dei Blake aveva fatto spazio ad una casetta
bianca in legno molto carina (àil link della casa di Jacob: http://yfrog.com/9ecasajacobj).
Poco distante da essa si poteva scorgere la casa di Sam e Emily,
quella che, ormai, era diventata la casa di tutti i licantropi visto che i
ragazzi passavano praticamente più tempo lì dentro che nelle loro rispettive
case.
Era completamente diversa da come la ricordavo, ma soprattutto era
molto più grande.
Era in legno scuro con una scaletta che conduceva in un piccolo
portico che portava direttamente alla porta d’ingresso (àil link con la casa di Sam: http://yfrog.com/2scasasamj ).
Lasciai il casco appoggiato alla sella della moto e mi diressi
verso la casa di Jacob.
Quando fui all’ingresso bussai, ma nessuno sembrava rispondermi.
Provai ancora e ancora, ma sembrava che dentro non ci fosse
nessuno.
- Non c’è nessuno lì, Jake è in spiaggia – mi disse una voce.
Mi voltai per vedere a chi appartenesse e mi ritrovai di fronte
Embry che mi sorrideva sincero.
Era decisamente cambiato da come me lo ricordavo.
Era molto più muscoloso e più alto, a occhio e croce doveva avere
il suo metro e novantacinque di altezza, i capelli leggiarmente scompigliati e
due pozzi castani che brillavano di luce propria (àil link di Embry: http://yfrog.com/06embryxj
).
Era proprio quella luce che aveva negli occhi che mi faceva amare
così tanto i licantropi.
Loro erano sempre felici, spensierati, amanti della vita
nonostante essa gli avesse riservato qualcosa di spaventosamente diverso dalla
normalità.
Era proprio di quella luce che adesso avevo bisogno.
- Embry – riuscì a dire solamente dopo essere uscita dal portico
della casa di Jacob e dopo essermi avvicinata a lui.
Il mio era stato più un grido perché ero davvero felice di
vederlo.
- In carne ed ossa. Da quanto tempo è che non ci vediamo noi due?
– mi chiese accogliendomi in un caloroso abbraccio, in una stretta animale,
come l’avevo sempre definito io il loro abbraccio.
Mi lasciai cullare da quelle braccia ripensando a tanti momenti
passati con lui, con tutti i ragazzi della riserva.
- Direi abbastanza – gli risposi quando sciogliemmo la presa.
- Jake e gli altri mi hanno detto che sei venuta a trovarci due
settimane fa, peccato che io non ci fossi – mi disse sorridendomi.
- Si, sono venuta, ma sta tranquillo, ci
saranno altre occasioni per passare un po’ di tempo tutti insieme. Ci siamo
trasferiti qui e per adesso non abbiamo intensione di andare via – gli spiegai
riferendomi a me e alla mia famiglia.
- Si, l’ho sentito dire. Sai, una volta
lupi non esistono più segreti – mi disse leggiarmente imbarazzato.
Forse credeva che fosse un segreto.
- Nessun segreto, lo sanno già tutti – gli feci notare.
- Sono proprio contento. Voglio conoscere la tua nuova famiglia. I
ragazzi mi hanno detto che sono tutti fantastici – mi disse.
- Si, Jacob, Paul, Jared e Quil li hanno
conosciuti quando venivano a trovarmi. Come mai tu non sei mai venuto? – gli
chiesi curiosa.
- Qualcuno doveva restare qui a controllare che tutto fosse
apposto. E quando si è parlato di fare a cambio con qualcuno di loro equindi venire anche
io con gli altri al posto di qualcun’altro, tutti si sono rifiutati. Dicevano
che venire da te era uno spasso e che non ci avrebbero rinunciato – mi rammentò
lui.
- E tu, essendo il più maturo, hai acconsentito, non è vero? – gli
chiesi considerando che tra tutti lui era quello più riservato e quello che era
meno incline ai battibecchi.
- Mettila pure così. Comunque stavi cercando Jake non è vero? – mi
chiese.
- In effetti si – gli risposi.
- E’ in spiaggia. Vieni, ti accompagno io così mi racconti
qualcosa di nuovo – mi disse sorridendomi.
Insieme ci incamminammo verso la spiaggia e prendemmo a parlare di
ciò che avevamo fatto in questi anni e mi resi conto come era facile parlare con
lui. Dopo la mia famiglia, erano loro le persone con cui mi sentivo più a casa.
Dopo qualche tempo arrivammo alla spiaggia e vidi Jacob seduto sul
tronco, sul nostro tronco che parlottava con Kim (àil link di Kim:http://yfrog.com/j5kimgpj
), la ragazza che in passato aveva avuto l’imprinting con Jared.
Sembravano confabulare qualcosa ed erano talmente applicati che
non ci sentirono nemmeno arrivare.
- Cos’è che confabulate voi due? – chiesi di soppiatto non appena
fui dietro di loro.
Entrambi saltarono in aria non appena mi sentirono, ma quando si
accorsero che ero io la calma tornò nei loro volti.
- Caspita Bella così ci fai prendere un colpo – mi disse Jacob
prima di buttarsi tra le mie braccia per abbracciarmi.
Dopo di lui toccò a Kim, la quale mi strinse in un abbraccio
ancora più caloroso.
Era una ragazza davvero speciale ed era la metà perfetta di Jared.
- Allora? Si può sapere che facevate? – chiesi non appena ci
staccammo.
- Oggi è il compleanno di Jared e stiamo organizzando una festa a
sorpresa. Ovviamente lui non sospetta nulla. Stiamo appurando gli ultimi
dettagli – mi spiegò Kim.
- Abbiamo tutti fatto finta di esserci scordati del suo compleanno
e non gli abbiamo fatto nemmeno gli auguri – continuò Jacob.
- Siete proprio tremendi. Povero Jared, chissà come si sentirà
adesso. Dimenticato da tutto e tutti – dissi io
pensando alle possibili paranoie del licantropo.
- Stasera gli passerà tutto, vedrai – aggiunse Embry che era
rimasto dietro di me.
- Ovviamente tu ti fermerai da noi. Festeggeremo alla grande e con
la tua presenza sarà ancora meglio – mi disse Kim sorridendomi sincera.
- Ci sarò, promesso – le risposi.
- Bene. Kim vieni con me, finiamo noi due di sistemare le ultime
cose – disse Embry alla ragazza allontanandosi entrambi e lasciando me e Jacob
da soli.
Di sicuro l’aveva fatto apposta, pensava che dovessi parlare con
Jacob in privato anche se con loro non poteva esserci
nulla di privato.
- Come mai non mi hai avvisato del tuo arrivo? – mi chiese
facendomi sedere vicino a lui sul tronco.
- Ho pensato all’ultimo momento di venire. La prossima volta ti
faccio una comunicazione scritta una settimane prima –
gli risposi sarcastica.
- Sempre spiritosa tu, non è vero? – mi chiese retorico.
- Ovviamente. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio – gli risposi
scoppiando entrambi a ridere visto il soggetto della mia frase.
Parlare di lupo con un lupo non era conveniente.
- Nikki e Dan, tutto apposto? – mi chiese quando poi smettemmo di
ridere.
- Si, mamma stava sistemando delle cose a
casa, mentre papà era a lavoro –gli risposi sorridendogli.
- E gli altri? – mi domandò.
- Kyra e Jason erano impegnati in camera da letto e Nate giocava
con la playstation come i bambini – gli spiegai sorridendo pensando a quei tre.
- Le gemelle tutto apposto? – continuò lui.
- Si apposto. Un po’ in contrasto per adesso, ma in linea generale
va tutto bene. Tu, invece, che mi dici? Novità? – gli chiesi.
- Nessuna. Qui c’è sempre la solita vita, sempre le solite cose da
fare. A volte rimpiango gli anni passati. C’era pericolo, ma almeno si faceva
qualcosa. Non c’è più azione adesso – mi fece notare lui.
- Non concordo per nulla quello che hai detto. Almeno in periodi
di stallo come questi siete al sicuro – gli dissi.
- Si, ma che noia però – ribatté lui.
Restammo in silenzio per un po’, ma poi prendemmo a parlare del
più e del meno, trascorrendo gran parte del pomeriggio come i vecchi tempi.
- Sono tornati – dissi io all’improvviso mentre si stava parlando
di tutt’altro.
- Chi sono tornati? – mi chiese stranito dalla mia affermazione in
quel momento, ma per niente stupito.
Forse già sapeva.
- Loro, lui – mi limitai a rispondergli.
Non serviva fare nomi, mi avrebbe capita lo stesso.
- Lo so. Sono venuti una settimana fa per rivedere le clausole del
patto – mi spiegò.
La cosa non mi stupiva per nulla.
- Chi? – chiesi per sapere chi avesse visto.
- Il capofamiglia e i tre maschi – mi rispose senza fare nomi.
Sapevo che fare quel discorso toccava me così come lui, in fondo
non li aveva mai sopportati, soprattutto non aveva mai sopporto Edward.
- Capisco – mi limitai a dirgli.
- Ci hai parlato? – mi domandò.
- Solo con Alice e con lui – gli risposi.
- E cosa ne è uscito fuori? – continuò con le domande.
Sentivo che aveva paura della mia risposta, ma cercava di non
darlo a vedere.
- Lei mi ha chiesto scusa e vorrebbe tornare ad essermi amica.
Lui, beh lui mi ha detto di amarmi ancora e che quello che mi ha detto nella foresta
era solo una bugia per convincermi a lasciarlo andare. Voleva solo proteggermi
dalla sua natura – gli rispose.
Le mie parole lo ferirono più di mille pugni e vidi i suoi occhi
rabbuiarsi terribilmente.
- E ora è tornato è pretende che tutto torni come un tempo, non è
così? – mi chiese infastidito.
- Teoricamente si – gli risposi.
- E’ sarà così? – mi chiese con il chiaro intento di sapere cosa
mi passava per la testa.
Dopo la sua domanda calò un silenzio tombale.
Volevo tanto rispondere alla sua domanda, ma qualcosa dentro me lo impediva.
Dentro di me c’era una lotta costante tra la mia parte razionale e
quella irrazionale.
Non sapevo quale delle due l’avrebbe spuntata e a dire il vero non
sapevo nemmeno io quale volevo che la spuntasse.
Restammo in silenzio per qualche minuto. Jacob aveva capito che la
sua domanda non avrebbe ricevuto una risposta.
Non ero pronta per dargliela.
- Puzzi di succhiasangue – mi fece notare dopo minuti
interminabili di silenzio.
- Prima di venire qua ho incontrato lui fuori da casa mia – gli
risposi senza chiamare Edward per nome.
Era già doloroso pronunciare quel nome per me, figurarsi per lui.
Per Jacob, Edward, era il succhiasangue o la sanguisuga, per me
era semplice “lui”.
- Fuori da casa tua? Incontrare la sanguisuga? Credo di essermi
perso qualche passaggio – mi disse stranito dalla mia risposta.
- Era venuto a prendere Blair – gli risposi.
- Blair? Che c’entra Blair? – mi domandò sempre più curioso e
stranito.
- Da quando siamo arrivati a Forks non fa altro che trascorrere le
giornate in compagnia dei Cullen. Ci ha fatto amicizia e non ha intenzione di
interrompere questo legame per nulla al mondo – gli spiegai facendogli un breve
resoconto di cosa era successo.
- E tu? – mi domandò.
- Cosa vuoi che faccia? Non posso certo impedirle di frequentarli.
Che diritto avrei? – gli risposi retorica.
- E’ un bel problema – disse lui più a se stesso che a me.
Restammo in silenzio per qualche tempo, fino a quando decisi di
rompere quella tensione che si era creata.
- Ho paura – gli rivelai.
- Paura? E di cosa? – mi chiese.
- Paura che lei possa soffrire come ho sofferto io. Se loro
dovessero andarsene di nuovo Blair non lo sopporterebbe. Sembra forte, ma lo
sai che non lo è. E’ molto più fragile di quanto si
possa dare a vedere – gli dissi spogliandomi della mia più grande paura.
- Non puoi farci nulla, non possiamo farci nulla. E’ un rischio
che bisogna correre. Lei conosce la storia e sa che potrebbe succedere ancora.
Credo sia preparata all’evenienza. Blair è testarda, non ascolterà nessuno. Se
è decisa ad avere rapporti con loro nessuno potrà farle cambiare idea – mi
disse accogliendomi tra le sue braccia per consolarmi.
Avevo proprio bisogno della stretta di quello che per me era
sempre stato il migliore amico che la vita mi avesse dato.
Restammo in quella posizione per un sacco di tempo e io cercai di
abbandonare i pensieri tristi, di abbandonare le mie paure e di godermi quel
momento con il mio migliore amico.
Ripensai alla dichiarazione di Jacob di anni fa e mi venne da sorridere.
Forse se quel giorno avrei scelto lui la
mia vita sarebbe stata diversa, più sicura, più tranquilla, più normale.
Invece, avevo scelto il passato, avevo scelto di restare
aggrappata ad un ricordo, ad un fantasma.
- A cosa pensi? – mi chiese Jake interrompendo il mio flusso di
pensieri.
- A come sarebbe stata la mia vita se quel giorno avessi scelto te
– gli dissi sincera scostandomi dal suo petto e guardandolo.
- E come sarebbe stata? – mi domandò puntando i suoi occhi dentro
i miei.
- Saremo stati felici – gli risposi.
- Lo credo anche io – mi disse lui prendendomi una mano.
- Nonostante questo non sono pentita della decisione che ho preso
quel giorno. Tu meriti una persona che sappia amarti con tutta se stessa e io
non ne sarei stata in grado – gli spiegai.
- Magari con il tempo ci saresti riuscita – tentò lui.
- Sai benissimo che non è così. Non era nel nostro destino.
Troverai una persona, la persona che stai aspettando e allora, forse, tutto
questo avrà un senso – gli dissi io sorridendogli.
- Bella, sono passati centocinquant’anni e non è ancora arrivata
nessuna, nessuna ha ancora preso il tuo posto – mi rivelò lui sincero.
- Prima o poi succederà – tentai di dirgli.
- A te è successo? Intendo, è arrivato qualcuno a prendere il suo
posto nel tuo cuore – mi domandò serio.
Sapevo a chi si riferiva, ma sapevo anche quanto gli costava farmi
una domanda del genere perché ero consapevole del fatto che lui fosse
innamorato di me.
- Il mio cuore è un organo morto. Serve solo a pompare il sangue e
a battere per il buon funzionamento del mio corpo, non ha altre funzioni. Non
c’è posto per nessuno – gli risposi abbassando lo sguardo e stringendo più
forte la sua mano.
Lui mi guardò, ma non mi rispose.
Forse, aveva capito che qualunque cosa dicesse era inutile in quel
momento.
Appoggiai di nuovo la testa sulla sua spalle
e mi misi ad osservare il mare.
Era calmo, una tavolozza blu immobile.
Solo un’onda leggiarmente più alta si poteva scorgere in quella
grande distesa.
L’ onda superò
gli scogli con una potenza incredibile, come se nulla potesse scalfirla, ma una
volta giunta a riva morì come tutte le altre.
In quel momento mi sentì come quell’onda.
Davo l’impressione di poter affrontare qualunque cosa, di essere
forte per superare qualunque ostacolo, ma poi quando mi si presentava davanti
il mio peggior incubo tutto cessava e non potevo far altro che arrendermi di
fronte all’evidenza.
Ero come un vaso di argilla in fase di costruzione.
Sembrava come se il vaso fosse finito, ma poi per un piccolo
brusco movimento dell’artista il vaso si fosse storpiato e fosse caduto giù
assumendo di nuovo le fattezze di una massa informe di argilla.
Restammo lì non so per quanto.
Poi si fece buio e così decidemmo di tornare nella riserva.
C’era una festa di compleanno ad attenderci.
Chiamai casa e avvisai che sarei tornata in tarda serata e poi
insieme a Jacob ci dirigemmo verso casa di Sam e Emily, lì dove la festa era
stata organizzata.
Non appena entrai in casa, Jacob mi condusse nel salone (àil
link del salone di Sam: http://yfrog.com/1c95325790j
).
Il camino era stato acceso e nel tavolo c’era preparato tutto
l’occorrente per la festa.
Notai che la stanza era già fremita di gente. Sam (àil link di Sam http://yfrog.com/6qsamymj
) e Embry erano seduti sul divano e guardavano la tv.
Emily, la ragazza lupo, come l’amavo
chiamare (à il link di Emily:http://yfrog.com/hqemilyup ) stava
finendo sistemando alcune cose sul tavolo aiutata da Kim, la ragazza di Jared,
e Rachel (àil link di Rachel: http://yfrog.com/2jracheloj
), l’imprinting di Paul nonché la sorella di Jacob.
Non appena mi videro smisero di fare ciò che stavano facendo e
vennero a salutarmi calorosamente, lo stesso fecero poi i due uomini.
Mi offrì di aiutare le ragazze
mentre Jacob si misi a guardare la tv insieme al suo capobranco e a Embry.
Poco dopo arrivarono pure Quil che mi saltò addosso come un
forsennato (àil link di Quil: http://yfrog.com/3oquilqj
) e la sua metà, la dolce Claire che ricordavo molto diversa dalla ragazza che mi
si parava davanti in quel momento.
Nella mia testa c’erano le immagini di una dolce bambina che
passava tutti i suoi pomeriggi con Quil, quello che per lei era un amico, un
fratello, un padre, tutto.
Adesso mi ritrovavo una ragazza bellissima dai lunghi capelli
castani e dagli occhi cioccolato che brillavano come diamanti solo guardando
l’uomo che amava (àil link di Claire: http://yfrog.com/16claireexj
).
Nonostante ci eravamo viste poco, potevo essere certa di
conoscerla davvero bene perché tutte le volte che Quil era venuto a trovarmi
non faceva altro che parlarmi della sua dolce metà.
Anche lei si unì a noi e ci aiutò mentre
Quil si mise a guardare la tv con gli altri.
Da subito potei notare la simpatia della ragazza.
Era una ragazza lupo esattamente come
Emily, Kim e Rachel.
Mi piaceva parecchio.
Era semplice, determinata, ma soprattutto tanto
innamorata e lo si capiva da qualunque cosa dicesse.
Vedeva del buono in tutto.
Sarei andata molto d’accordo con quella ragazza.
Rivedevo in lei molto della vecchia Bella e questo mi portava ad
avere nei suoi confronti uno senso di protezione
inqualificabile.
Poco dopo si unirono alla combriccola anche Leah, l’unica donna
licantropo della storia (à il link di
Leah: http://yfrog.com/66leahuj ) e
Seth, il suo fratellino che, ormai era cresciuto (àil link di Seth: http://yfrog.com/3usethp).
Leah era decisamente cambiata e non solo fisicamente.
Era diventata meno permalosa e più matura, ma soprattutto aveva
superato la sofferenza riguardo alla mancata storia con Sam
anche se si era ripromessa di non innamorarsi più, ma soprattutto aveva
superato la fase “rigetto verso Bella”, difatti in questi anni eravamo rimaste
in contatto e quando mi era capitato di andare a trovare i ragazzi alla riserva
passavo molto tempo in sua compagnia trovando in lei un’amica che non credevo
di poter avere.
Seth, beh per Seth c’erano poche cose da dire. Era uno dei
migliori lì dentro.
Vedeva del buono in tutto e tutti ed era stato felicissimo di scoprirsi
licantropo.
Era spensierato e sempre con il sorriso sulle labbra.
Più lo guardavo e più mi rendevo conto che era il ragazzo perfetto
per chiunque e che fortunata sarebbe stata la ragazza che avrebbe conquistato
il suo cuore.
Quando noi ragazze terminammo di sistemare tutto ci sedemmo sul
divano insieme agli altri e aspettammo che Paul portasse a casa Jared, il quale
non sospettava di nulla.
- Stanno arrivando – disse all’improvviso Rachel mentre tutti
eravamo intenti a chiacchierare.
- Cos’è, sei diventata veggente? – le chiese Jacob con una faccia
da buffone.
- Ma perché ho un fratello idiota? – domandò Rachel più a se
stessa che a noi.
Scoppiammo tutti a ridere, mentre Jacob non era dello stesso
avviso.
- Io sarei idiota? – le domandò lui retorico.
- Molto più di quanto credi. Cretino mi ha appena mandato un
messaggio Paul, altrimenti come credi che lo sapessi? – gli rispose lei
sospirando mentre noi ancora ridevamo.
Quando quei due si mettevano c’erano proprio le comiche, ma si
vedeva lontano un miglio l’enorme bene che si volevano.
Non facemmo in tempo a dire o fare altro che sentimmo dei rumori
provenienti da fuori.
Capimmo subito che erano loro due, così spegnemmo le luci e ci
nascondemmo.
Quando tutti e due entrarono accendemmo la luce e gridammo:
“Sorpresa”.
Jared per poco non si prese un colpo, mentre Paul era già
preparato a quello che lo aspettava entrando.
Tutti ci avvicinammo per fare gli auguri a Jared (àil
link di Jared: http://yfrog.com/4ojaredj
) e lui sembrò piacevolmente colpito della sorpresa.
Mi abbracciò con vigore e non appena si staccò da me ci guardò
tutti.
- Pensavo vi foste dimenticati del mio
compleanno – ci disse sorridendo.
- E come avremmo potuto dimenticarcene? Kim ci ha fatto
organizzare questa festa a sorpresa praticamente da due mesi – gli rispose
Embry tutto contento.
- Si appunto. Ha pensato a tutto Kim, è
lei che devi ringraziare – aggiunse Emily.
Jared si avvicinò alla sua ragazza e la baciò con amore, perché
solo quello poteva essere il sentimento che li univa.
I loro occhi parlavano per loro e in quel momento provai gelosia
per loro, per quel loro sentimento così profondo.
A complicare la situazione si unì Paul (àil link di Paul: http://yfrog.com/j5pauldj
) che non appena finì di stritolarmi in un abbraccio si diresse verso Rachel
baciandola con passione.
Con Paul le cose erano migliorate parecchio.
All’inizio eravamo praticamente cane e gatto.
Lui mi considerava una nemica proprio come i vampiri.
Diceva che io ero dalla parte dei vampiri, che io amavo i vampiri
e quindi non sarei mai potuta diventare una di loro, una di famiglia, ma io non
mi lasciai scoraggiare da lui.
Mi mostrai sempre dura e testarda.
Ciò che, con il tempo, gli fece cambiare idea fu proprio il mio atteggiamento, ma questo me lo rivelò in seguito.
Un’altra al posto mio avrebbe rinunciato a voler entrare in quella
cerchia, in quella grande famiglia che erano i Quileute, invece io, a suo dire,
avevo lottato per entrarci, ma facendolo non avevo rinnegato quello che era
stato il mio passato con i vampiri, ne tanto meno mi
ero tirata indietro quando era servito difendere i Cullen dalle accuse
infondate di molti di loro.
Questa erano le sue motivazione che lo
avevano spinto a rivalutarmi e a considerarmi una di loro.
Eravamo diventati grandi amici, anzi potevo assicurare che con
lui, con Paul c’era un rapporto diverso che con gli altri.
Tra noi due c’erano meno gesti d’affetto, meno abbracci, ma c’era
molta più alchimia a livello mentale.
Ci capivamo subito, anche con uno sguardo e a volte stare in sua
compagnia mi faceva paura.
Sembrava come se lui riuscisse a leggermi dentro, come se lui
riuscisse a dare voce a quei pensieri che io lottavo contro me stessa per non
ammettere, ma soprattutto per non mostrare agli altri.
Poco dopo ci mettemmo a mangiare e come al solito iniziarono le
risate collettive.
Mi erano mancati tutti loro, ma soprattutto mi era mancata la
pace, la tranquillità che sentivo quando ero in loro compagnia e riuscì per
tutto l’arco della serata a non pensare ne a Edward,
ne ai Cullen.
Sembrava come se i miei problemi fossero spariti e sperai con
tutto il cuore che una volta tornata a casa questi problemi non mi
raggiungessero più.
Trascorsi una serata bellissima e mi divertì davvero tanto, ma la
cosa non mi stupì più di tanto considerato che quando stavo con tutti loro mi
divertivo sempre da morire.
Quando la festa finì, a notte inoltrata, decisi che era ora di
tornare a casa e la cosa mi dispiacque più del lecito.
Jacob e gli altri mi chiesero di restare, di fermarmi a dormire
là, ma il giorno dopo avevo scuola e preferivo tornare a casa.
Così dopo averli salutati e dopo avergli promesso di andarli a
trovare e di portare il resto della mia famiglia per farglieli conoscere, salì
sulla mia moto e mi diressi verso casa mia.
Più mi avvicinavo a casa e più sentivo i miei problemi farsi di
nuovo strada dentro di me.
Mi resi conto che i Quileute erano per me come una medicina, ma
quando l’effetto della medicina svanisce i sintomi del malessere tornano.
L’effetto quileute stava svanendo e i problemi stavano ritornando.
Avrei saputo affrontarli?
Sarei stata abbastanza forte?
Si, dovevo esserlo.
La Bella fragile di prima non esisteva più.
Adesso c’era la nuova Bella.
Avrei affrontato anche questa, non c’era nulla di che avere paura.
Infondo io non amavo più Edward quindi sarebbe stato facile
tenermi lontano da lui.
Questo almeno è quello che mi ostino a credere.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- Sognatrice85: Beh speriamo che riesca a compierlo. Tifiamo tutti per lei. Quale
sia, però, questo destino lo scopriremo in seguito, non posso anticiparti
nulla.
- _Mela_: Non posso dirti a chi appartiene il pov misterioso, ma sta tranquilla, presto di scoprirà tutto.
- DiamondDior: Presto saprai tutto anche sulle gemelle.
Tutto sarà chiaro, ci vuole solo un po’ di pazienza.
- Saretta_Trilly_: Beh Non ho parlato di loro perché non è ancora il momento. Per
adesso accontentati di sapere cosa è Bella e cosa sono tutti i componenti della
sua famiglia.
- ClaudiaSv16: Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. Questo
capitolo dovrebbe spiegare un po’ meglio cosa pensa nella testa di Bella, ma
lei è piuttosto confusa quindi si capisce poco o niente. Non posso dirti se nel
destino di Bella ci sia anche Edward, svelerei troppo e non è ancora il
momento.
- Fortheternity: Non posso dirti se il pov misterioso era di Vorfilia, ma prima o poi tutto sarà
chiaro. Beh in effetti si, i poteri di Bella sono
proprio una forza. Questi associati al suo scudo la rendono praticamente immune
a qualunque attacco, invincibile sotto tutti i punti di vista. Il nome in
elfico l’ho cercato su Internet e dopo varie ricerche l’ho trovato, anche se
non so è del tutto attendibile, per questo ho voluto specificare in italiano cosa significava.
- vanderbit: Sono contenta di essere riuscita ad
esprimere al meglio le emozioni e il dolore di Bella. Quanto alle informazioni
sulle fate ho letto su internet che potevano trasformarsi in ciò che volevano e
questo l’ho preso da lì, ma il resto legato ai poteri l’ho inventato io visto
che mi serviva una Bella così potente.
- loulou72: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto.
- Caramellina20: Sono contenta che la storia ti piace a tal
punto da inserirla nelle preferite e nelle seguite.
- amanecer: Te l’ho detto, sulle gemelle non
posso dirti nulla, anche perché si scoprirà presto qualcosa
anche se sto lasciando molti indizi in ogni capitolo.
- Aly_Cullen: Se le gemelle sono o meno le figlie di Edward non l’ho ancora svelato e non
posso anticiparti nulla. Tranquilla, prima o poi, tutti i nodi verranno al
pettine.
- Isotta: Il pov misterioso non posso dirti chi
è. Scoprirai tutto molto presto.
- kandy_angel: Sono contenta che lo scorso capitolo
sia stato di tuo gradimento.
- BaBa88: Sta tranquilla per le scorse recensioni, non fa nulla, anche se
mi fa piacere che sei tornata a recensire. Le gemelle non posso dirti chi sono
e nemmeno di chi sia il pov misterioso. Tutto verrà
alla luce, ci vuole solo un po’ di pazienza.
- eliza1755: Beh, in effetti sono molti i misteri
ancora da svelare. Non posso dire se per alcuni ci hai azzeccato o meno, ma posso dirti di continuare a seguire la storia per scoprire tutto.
- valery_rob: Sono contenta di sapere che la
storia ti piace e anche il mio modo di scrivere. Spero di non deludere le tue
aspettative.
- Amalia89: Non preoccuparti per non esserti accorta dei nuovi capitoli,
l’importante che li hai letti e che ti sono piaciuti. Non posso dirti chi sia
il personaggio del pov misterioso, ma presto si
scoprirà tutto. Quanto all’e-mail ci siamo già accordate quindi inutile
parlarne qui.
- bellina97: Non posso dirti quale sarà, ma presto si scoprirà.
- Ed4e:: Non posso dirti se ci hai azzeccato
o meno, ma ti posso suggerire di continuare a seguire la storia per scoprirlo.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. In questo capitolo ci sarà un
passo avanti, diciamo che capiremo qualcosa in più su Bella e su quelli che
sono i suoi sentimenti, sperando che presto il suo cuore di ghiaccio si
sciolga. Non aggiungo altro. Vi lascio al capitolo. Buona lettura a tutti.
Capitolo 11
Sorprese inaspettate
POV BELLA
Scivolo
giù dalla cima della mia angoscia,
dall'abisso che
ho creato scavando nel terreno della mia vita
fino
a fare buche che non si possono più coprire.
Dentro
di me c’è solo un grande vuoto e in questo mio buio annaspo
senza riuscire a
trovare la luce.
Il
faro è lontano ed irraggiungibile nel porto della mia esistenza
e in questo
mare scuro annego.
Solo
tu mi salvi,
quando ascolto la
tua voce che viene da lontano,
e come torcia
illumini la mia strada smarrita.
Un'oasi
nel deserto del mio cuore,
acqua fresca che
è solo miraggio
e che non
abbevera l'arida mia bocca.
Sento dei rumori provenire dal piano inferiore e questo basta a
svegliarmi.
Di solito non è così facile, sono sempre l’ultima a svegliarsi, ma
stanotte non ho chiuso occhio.
Ho dormito poco e male, girandomi e rigirandomi nel letto come una
forsennata.
Incubi hanno impregnato la mia mente e per un attimo,
risvegliandomi nel cuore della notte con la fronte sudata e il terrore negli
occhi, mi è sembrato di tornare indietro di un secolo e mezzo, di tornare
indietro a quando in quella stessa cittadina, ma in una casa diversa mi
svegliavo la notte in preda agli spasmi per l’incubo che ogni notte tornava a
farmi visita.
L’abbandono di Edward.
Ma oggi è diverso, oggi non sono più la bambina che ero allora.
Sono finiti i tempi in cui permettevo al suo ricordo di torturarmi, di farmi male talmente forte da non
riuscire a respirare. Sono andata avanti esattamente come voleva lui anche se non sono rimasta la ragazza che lui aveva
conosciuto.
Nonostante tutta la
sofferenza che mi ha causato, però, non posso fare a meno di ringraziarlo per
quello che mi ha dato, qualcosa di così grande che nessuno può comprendere e
oggi più che mai vivendolo attraverso gli occhi delle persone che per me sono
più importanti non posso fare a meno di sentirlo in qualche modo vicino.
A volte, la presenza di
qualcuno la senti lo stesso anche se non è con te
fisicamente e io la sua l’ho sentita ogni giorno di tutti questi anni, anche se
ho imparato a mostrarmi indifferente a tale ricordo.
E’ passato così tanto
tempo e così tante cose sono cambiate che sarebbe sbagliato correre ancora
dietro a quel periodo della mia vita, un periodo talmente lontano da rischiare,
ormai, di cadere nella dimenticanza.
Questo pensavo fino a due settimane fa, ma adesso è tutto
cambiato.
Averlo costantemente attorno non fa che farmi rivivere ricordi
passati che pur volendo non sono riuscita mai a cancellare.
Scaccio via questi pensieri, non posso pensarci, non voglio
pensarci.
Decido che è ora di
alzarmi e così dopo essermi legata i capelli in una coda alta mi dirigo sotto
dentro il mio grande pigiamone rosa e le mie pantofole dello stesso colore con
disegni più scuri, non prima, però, di essermi infilarmi una vestaglia in pile
fucsia a pois bianchi (àil link del pigiama di Bella: http://yfrog.com/eudfsdfshp ).
Scendo le scale e mi
dirigo subito in cucina (àil link con la cucina: http://yfrog.com/6xcucinasj ) intuendo
che i rumori che avevo sentito prima provenissero proprio da lì.
Nell’isola della cucina
c’erano seduti tutti e stavano facendo colazione mentre mamma preparava latte,
caffè e cappuccino.
- Buongiorno famiglia –
salutai non appena varcai la soglia della stanza.
Tutti mi sorrisero e dopo
essermi avvicinata per dare un bacio a papà e uno alla mamma mi sedetti anch’io
in mezzo a loro.
- Cos’è volevi
mimetizzarti con la cucina? – mi disse Nate non appena mi accomodai sulla
sedia.
- Mi spieghi come fai a
essere così spiritoso di prima mattina? – gli chiesi mentre affondai i denti in
un cornetto appena sfornato.
- Idiota, la cucina è
viola, lei è vestita di fucsia – lo rimproverò Blair dandogli uno scappellotto.
- Bella, fa qualcosa, mi
ha insultato – mi esortò Nate a intervenire.
- Mi spiace, ma stavolta
devo concordare con lei – gli risposi.
- Mamma? – chiese Nate per
avere l’aiuto di mamma.
- Niente da fare. Te lo
meritavi, hai fatto una battuta stupida – gli rispose la mamma.
Nate ci guardò e sbuffò.
Era sempre il solito.
- Tesoro come mai questa
mattina già sveglia? Di solito ti ci vogliono le bombe per farti alzare – mi
domandò papà con il suo solito fare gentile.
Dan è molto diverso dal
mio vero papà, anzi direi che è proprio l’opposto.
A differenza di Charlie,
Dan è molto più affettuoso ed espansivo. Se deve dirti qualcosa anche di
personale lo fa senza fare troppi giri di parole e riesce a manifestare i suoi
sentimenti in modo semplice e affettuoso.
E’ il papà che tutti
vorrebbero, quello che si vede in alcuni film sognando di poterlo avere e io ho
avuto la fortuna di averlo.
Ho avuto la fortuna di
avere due padri diversi, ma entrambi capaci di amarmi e di darmi tutto ciò di
cui io avevo bisogno.
- Non ho dormito molto
bene stanotte. Incubi – gli risposi sincera.
- Che genere di incubi? –
mi domandò Blair.
- Come se tu non lo
sapessi. Smettila di fare quella che cade dalle nuvole e cresci una buona volta
– le rispose di rimando Jenny.
Mi sembrava strano che
ancora non avessero litigato.
- Smettetela prima ancora
di cominciare – le rimproverò mamma.
- Ti sei divertita ieri a
La Push? – mi domandò papà per deviare il discorso e, quindi, evitare che
quelle due riprendessero i loro battibecchi.
- Tantissimo. I ragazzi
hanno organizzato una festa a sorpresa per Jared che faceva il compleanno e mi
hanno invitato a restare – gli risposi.
- Sei tornata tardi? – mi
chiese Jason.
- Le tre e mezzo
all’incirca – gli risposi.
- Appunto. Perché ti ho
aspettato sveglio fino alle due, ma visto che non arrivavi mi sono messo a
letto – intervenne Nate.
- Avevo avvisato che
facevo tardi – gli ricordai.
Lui si limitò a sorridermi
prima di addentare un pancake.
- Vado a vestirmi, ci vediamo
fra venti minuti che siamo già in ritardo per la scuola. Bella muoviti – mi
disse Kyra prima di uscire dalla cucina e dirigersi verso la sua stanza.
Finì di mangiare in fretta
e poi salì in camera.
Mi buttai dentro la doccia
dove vi restai solo per dieci minuti, non volevo fare tardi altrimenti chi
l’avrebbe sentita Kyra?
Quando uscì mi asciugai i
capelli lasciandoli mossi e poi andai in stanza a vestirmi.
Indossai un paio di jeans
scuri, una maglietta nera senza maniche con la scolla
a boccale e una cintura grigia. Indossai un paio di scarpe dal tacco
vertiginoso grigie e poi andai a truccarmi.
Quando fui pronta tornai
in stanza e mi misi un orologio, un paio di orecchini, alcuni bracciali
argentati, due anelli e una collana argentata molto lunga, poi presi la borsa
grigia e gli occhiali dello stesso colore e mi diressi sotto (àil link con i vestiti di
Bella:http://www.polyvore.com/cgi/set?id=17071361
).
Ad attendermi c’erano già
i ragazzi, tutti rigorosamente pronti prima di me.
- Non ti smentisci mai –
mi disse Nate ridendo a causa del mio ritardo.
Scoppiammo tutti a ridere
prima di uscire fuori e salire in macchine in direzione “Forks Hight School”.
Jason era al volante e io,
seduta dietro dal lato del finestrino, osservavo la cittadina muoversi.
Gli alberi perdevano la
loro forma a causa della velocità, le nuvole nel cielo sembravano muoversi
inesorabili e i miei pensieri vagarono a tanti anni prima, quando dentro una Volvo grigio metallizzata mi godevo la guida pazza del
mio ragazzo mentre gli stringevo la mano.
Amavo guardarlo guidare
perché sembrava felice davvero di poter sfrecciare sulla strada come se
volasse.
All’inizio ricordo che avevo
il terrore della sua guida, andava troppo veloce, poi, però, tutto passò, ci
feci l’abitudine.
Quando ero con lui mi
sentivo al sicuro, protetta da tutto e tutti.
Ricordavo ancora la prima
volta che ero salita con lui in macchina.
INIZIO FLASHBACK
- Santo cielo rallenta – gli urlai controllando il
contachilometri.
- Cosa c’è? – mi chiese stupito, però senza
decelerare.
- Stai andando a centosessanta – gli risposi non
smettendo di gridare.
Lanciai un’occhiata di panico dal finestrino, ma
c’era troppo buio per decifrare il panorama.
La strada era illuminata soltanto dalla lunga
striscia di luci bluastre dei fari delle vetture.
La foresta che la costeggiava era un muro nero,
solido come una barriera d’acciaio.
Se fossimo usciti di strada a quella velocità non
osavo pensare a cosa sarebbe potuto succedere.
- Rilassati, Bella – mi disse lui alzando gli occhi
al cielo senza decelerare.
- Stai cercando di ucciderci? – gli domandai.
- Non usciremo di strada – mi fece notare.
- Perché tutta questa fretta? – gli chiesi cercando
di modulare meglio la mia voce.
- Guido sempre così – mi rispose voltandosi verso
di me e sorridendomi ammiccante.
- Guarda avanti – urlai.
- Non ho mai fatto incidenti, Bella. Non ho mai
preso nemmeno una multa. Segnalatore radar incorporato – mi disse
picchiettandosi la fronte con la mano.
- Divertente – risposi irritata – Charlie è un
poliziotto, ricordi? Da piccola mi è stato insegnato di rispettare il codice
della strada. Inoltre, se ci trasformi in una ciambella di Volvo arrotolata a un
albero, l’unico in grado di uscirne senza un graffio sei tu – continuai io.
- Probabile – concordò con una risata secca e breve
– tu, invece, no – sospirò e con mio gran sollievo la lancetta iniziò a
spostarsi attorno ai cento – contenta? – mi chiese infine.
- Quasi – gli risposi.
- Odio andare piano – bofonchiò lui.
- Così è piano? – gli domandai stranita mentre
dalla sua espressione dedussi che avevamo una diversa percezione della
velocità.
FINE FLASHBACK
Scacciai via quei
pensieri, ma sentì Kyra stringermi la mano con vigore.
Possibile che si fosse
accorta del mio cambio repentino di umore?
Vidi la sua mano
avvicinarsi al mio viso e asciugarmi una lacrima che si era fermata nell’incavo
delle labbra.
Solo in quel momento mi resi
conto di aver iniziato silenziosamente a piangere.
Calde lacrime solcavano i
miei occhi raggiungendo veloci le mie guance.
Ringraziai me stessa per
aver messo gli occhiali da sole, almeno nessuno se ne sarebbe accorto ad
eccezione di Kyra che era vicino a me e guardandomi se ne era resa conto.
- Tesoro che succede? - mi chiese mia sorella telepaticamente.
La ringraziai per non aver
parlato a voce alta, non avevo voglia che tutti sapessero che c’era qualcosa
che non andava.
- Niente. E’ tutto apposto – gli risposi cercando di essere convincente.
- Raccontalo a qualcun altro. Stai piangendo ed
entrambe sappiamo che era parecchio che non succedeva – mi disse lei.
In
effetti aveva ragione.
Era parecchio tempo che
non piangevo, o meglio che non mi facevo vedere piangere da loro.
Sapevo che soffrivano con
me e non volevo che succedesse.
- E’ stato solo un attimo. Davvero adesso va tutto
bene – le confermai.
- Bella lo so che quello che sta succedendo è
difficile da affrontare. So che non ti aspettavi di rivederlo, ne tanto meno che ti dicesse ciò che prova, ma fare finta
che tutto ciò non sia successo non ti aiuterà. Credevi che fosse un capitolo
passato della tua vita, invece, oggi ti rendi conto che non lo
è. Non c’è nulla di male in questo. Sappiamo tutti cosa
lui ha significato per te e cosa significa tutt’ora – mi disse con la classica dolcezza che la
contraddistingueva.
Stavo per risponderle, ma
Nate non me ne diede il tempo.
- Arrivati – disse mentre
Jason posteggiò la macchina.
Sorrisi a Kyra facendole
capire che non era quello il momento di parlare e dopo essermi asciugata le
lacrime senza farmi vedere da nessuno scesi dalla macchina.
Conversare telepaticamente
non era il massimo, per questo, se dovevo affrontare l’argomento con Kyra
preferivo farlo chiuse in camera e parlando come persona
normali.
Tutti insieme ci
incamminammo verso l’ingresso della scuola, ma nemmeno il tempo di entrare che
ebbi la sensazione che qualcuno mi stesse fissando.
Mi voltai e notai i Cullen
al completo che mi guardavano con insistenza.
Cercai di non fargli
capire che li avevo visti e continuai a camminare, ma Blair fece fallire
miseramente il mio piano.
- Ciao ragazzi – gli urlò
a distanza mentre quelli spostarono il loro sguardo da me a lei.
Non le risposero, ma tutti
le fecero un sorriso talmente sincero da lasciarmi basita.
Vidi Blair allontanarsi da
noi e avvicinarsi a loro saltando sulle spalle di Emmett e grattandogli la
testa.
- Hey orso come va oggi? –
gli chiese Blair mentre lui la guardò con uno sguardo di chi la sa lunga
facendo ridere tutti i suoi fratelli.
- Male. Per colpa tua
ieri, la mia Rosalie mi ha lasciato in bianco – gli rispose lui mentre gli
altri scoppiarono a ridere perfino Rose.
Non l’avevo mai vista
ridere in quel modo e ne fui gelosa.
Con me non aveva mai avuto
un atteggiamento del genere.
Non gli avevo mai visto
fare un sorriso, men che meno ridere sguaiatamente.
Nonostante questo sarei
voluta andare da Emmett e tirargli uno scappellotto in testa.
Non mi sembrava il caso di
parlare di queste cose davanti a Blair.
Era pur sempre una
bambina.
Una bambina?
Ma Bella che diavolo dici?
Blair non è una bambina da ormai un sacco di tempo.
Eccola la mia coscienza,
eccola pronta a intervenire.
Ok, sarà pure che Blair adesso
era grande, ma per me sarebbe rimasta sempre una bambina.
Anche io e il resto della
mia famiglia ci avvicinammo ai Cullen e quando gli fummo vicini ci fermammo.
- Bella, ottimo gusto oggi
– mi disse Alice appena fui vicino a loro.
Non ci voleva un genio per
capire che si riferisse al mio abbigliamento.
Sentirla parlare in quel
modo faceva intendere che tra noi fosse tornato tutto normale, ma non era
cambiato proprio nulla.
- Ti ringrazio, posso dire
lo stesso di te – mi limitai a risponderle sarcastica.
Dalla sua espressione capì
che aveva intenso il mio sarcasmo, ma nonostante questo non smise di guardarmi
con quel sorriso stampato sul viso, quel sorriso dannatamente sincero.
- Blair andiamo? –
continuai rivolgendomi stavolta alla peste.
- Entro con loro, ho la
prima ora in comune con Rose. Ci vediamo a mensa – mi rispose lei scendendo in
quel momento dalle spalle di Emmett.
- Tutto questo è ridicolo.
Sai una cosa, rimani con loro pure a mensa. Facciamo a meno di te – le disse
Jenny con espressione triste.
Sapevo che la situazione
le pesava parecchio, ma non potevo aiutarla in nessun modo.
Non potevo costringere
Blair a non frequentare i Cullen.
- Mamma mia, sei proprio
pesante – le rispose quest’ultima.
Questi battibecchi stavano
diventando fastidiosi, molto più di quanto credevo.
Decisi di non farci caso e
insieme agli altri entrai dentro la scuola considerato che era appena suonata
la campana.
Una volta dentro ci
separammo e io mi diressi in aula.
Avevo un’ora di
trigonometria.
Quando entrai in classe mi
diressi verso il mio banco, ma qualcosa colpì la mia attenzione, qualcosa che
non credevo mai e poi mai di trovare.
Appoggiata al mio banco
faceva bella mostra una rosa arancione bellissima e profumatissima.
Accanto ad essa c’era un
biglietto con su scritto il mio nome.
Mi sedetti e notai che
tutti erano intenti a guardarmi, forse curiosi di scoprire chi avesse fatto un
gesto tanto carino.
Aprì il biglietto e subito
notai una calligrafia elegante, una calligrafia che conoscevo bene.
Non sapevo cosa pensare
così mi feci coraggio e lessi:
Le rose
sono una sorta di vocabolario vegetale. A seconda del colore, infatti, possono
portare un'infinità di messaggi diversi.
Ed è
quello che oggi voglio fare con te.
Chissà, magari
il loro linguaggio ti farà capire meglio ciò che sento.
La rosa
dai petali arancioni rappresenta il fascino e il desiderio.
Il
fascino è ciò che ti contraddistingue da tutte le altre. Sei stata l'unica che
nella tua semplicità, nel tuo fascino sottile sei riuscita a conquistare il mio
cuore.
Il
desiderio è ciò che rappresenti per me. Non c'è cosa al mondo che vorrei più di
te, più delle tue braccia strette al mio petto, più del tuo profumo a cullare
le mie notti.
Non si era firmato, ma non
ci voleva un genio per capire il mittente di quel messaggio.
Una cosa era certa, mi
aveva stupita.
Non mi sarei mai
immaginata che avrebbe fatto una cosa del genere.
Ero contenta?
Potevo davvero esserlo?
Non mi fu difficile capire
che la mia indifferenza stava mano a mano scemando, molto più difficile mi fu,
invece, seguire la lezione.
Sentivo gli occhi di tutti
puntati addosso e la mia testa pensava a tutt’altro che alla trigonometria.
Quando l’ora passò
raccolsi le mie cose e conservai il biglietto in borsa.
Presi la rosa e la posai
nell’armadietto, pronta ad affrontare una nuova lezione.
Controllai l’orario e mi
resi conto che avevo letteratura inglese.
Mi diressi in aula e anche
lì ad attendermi c’era una sorpresa.
Nel mio banco faceva
capolinea un’altra rosa, questa volta bianca.
Stesso biglietto, stessa
destinataria.
Mi sedetti e aprì il
biglietto leggendone il contenuto:
La rosa
dai petali bianchi rappresenta la purezza, la segretezza e la fedeltà.
La
purezza è la dote che ti rappresenta in pieno. Niente al mondo può competere
con la tua straordinaria purezza, niente può comparare con la tua autenticità
vera.
La
segretezza è ciò che ti avvolge. Tutto di te mi è segreto. I tuoi pensieri, le
tue parole e adesso anche il tuo cuore, quello stesso cuore che un tempo batteva
all'impazzata per me, quello stesso cuore che adesso non mi fa capire quanto
ancora di mio ci sia in te.
La
fedeltà è ciò che ho per te. Prima di te non mi sono mai interessato a nessuna,
non credevo nell'amore, o forse non credevo che un essere abbietto come me
meritasse di amare. Poi sei arrivata tu e hai cambiato tutte le mie certezze.
Da quando sei entrata nella mia vita nessuna è mai riuscita a prendere il tuo
posto. Non ho mai guardato e mai guarderò qualcuna al di fuori di te.
Quando terminai di leggere
non potei fare a meno di sorridere.
Spiegarmi il perché non fu
facile, perché farlo mi implicava ammettere che il fatto che per lui esistessi
solo io era la gioia più grande che potessi provare.
Mi chiesi se nelle
restanti lezioni ci fosse qualcos’altro ad attendermi e la parte irrazionale di
me lo sperava.
La lezione passò in
fretta, ma anche stavolta non prestai la minima attenzione.
Quando la campana suonò
feci la stessa cosa che avevo fatto l’ora prima e poi mi diressi nella prossima
aula.
Avevo un’ora di chimica.
Sul banco trovai un’altra
rosa, stavolta gialla.
Quel gioco stava iniziando
a piacermi, anche se forse non lo avrei mai ammesso a voce alta.
Mi sedetti e senza dare importanza
a tutte le ragazze e non che mi guardavano lessi il biglietto a me indirizzato:
La rosa
dai petali gialli rappresenta la gelosia e la vergogna.
La
gelosia è ciò che provo nei tuoi confronti. Un sentimento che credevo non avrei
mai potuto provare, ma che adesso è forte dentro di me. Sono geloso se qualcuno
si avvicina per chiederti qualcosa, sono geloso se qualcuno ti tocca, sono
perfino geloso della tua famiglia che può stare con te, può parlarti,
sorriderti, stringerti senza che tu gli dica niente. Tutte cose che io non
posso fare. Sono marcio di gelosia.
La
vergogna è ciò che provo verso me stesso. Mi vergogno pensando a ciò che ti ho
fatto passare, mi vergogno a pensare di averti lasciata sola quando ciò che
volevo di più era starti accanto, mi vergogno di guardare la persona che sei
diventata e non poter essere fiero di esserti stato accanto, di aver
contribuito alla tua crescita e al tuo diventare così matura.
Quando terminai di leggere
il bigliettino corrente nessun sorriso nacque sulle mie labbra.
Potevo scorgere attraverso
quelle parole la sua sofferenza.
Che stupida che ero.
Accecata dal mio dolore,
non avevo preso in considerazione nemmeno per un momento che anche lui avesse
potuto soffrire, che anche lui per anni era stato logorato dal dolore.
Che diritto avevo di
accusarlo in quel modo?
In fondo tutto quello che
aveva fatto l’aveva fatto per me, per proteggermi, per farmi vivere con
normalità la quotidianità.
Nonostante ammettevo
questo, non potevo eliminare dentro di me tutto il dolore che mi aveva causato,
ma soprattutto non potevo dimenticare che lui aveva deciso da solo, che aveva
deciso per tutti e due senza chiedermi nulla, che mi avesse mentito facendomi
credere per anni e anni di essere inadeguata.
Con questi pensieri
affrontai la lezione di chimica e delle formule spiegate dal professore capì
ben poco.
In quel momento nella mia
testa c’erano altre tipologie di formule.
Quando la lezione finì,
posai la rosa nell’armadietto e mi diressi nell’altra aula dove ero convinta mi
avrebbe atteso un altro bigliettino.
Non mi sbagliai.
Sul mio banco faceva bella
mostra una rosa questa volta rosa e un bigliettino accanto.
Lo lessi senza perdere
tempo, ormai, la curiosità si era impossessata di me:
La rosa
dai petali rosa rappresenta la freschezza, l’ammirazione e la gratitudine.
La
freschezza è ciò che vedo quando ti guardo. Sei come una ventata di aria fresca
in un mondo che si ostina a voler apparire per quello che non è.
L'ammirazione
è ciò che sento nei tuoi riguardi. Ti ammiro per ciò che sei, per ciò che fai e
per il modo in cui lo fai. Ammiro la tua voglia di vedere del buono in tutti,
ammiro la tua voglia di affrontare la vita fregandotene di tutto e tutti,
ammiro la passione che metti in ogni cosa che fai, ammiro la tua testardaggine
e la tua voglia di averla sempre vinta.
La
gratitudine è ciò sento nei tuoi confronti. Ti sono enormemente grato per ciò
che hai fatto per me, per essermi stata accanto quando ogni cosa ti diceva di
non farlo, per avermi amato anche contro la mia natura dannata. Ti sono grato
per avermi fatto scoprire dei sentimenti che non credevo di poter provare, ma
soprattutto ti sono grato perchè mi hai fatto capire che essere mostri non
dipende dalle creature che siamo, ma da ciò che facciamo, non dipende da ciò
che appariamo, ma da ciò che siamo dentro.
Mostro, continuava a
definirsi un mostro.
Peccato che io non lo
avessi mai considerato tale.
Per me, lui, era ciò che
di più bello la vita avesse potuto donarmi, era il mio cuore, la mia anima, il
mio amore.
Rappresentava il mio tutto
e per questo tutto avrei rinunciato a qualunque cosa.
Avrei rinunciato alla mia
umanità e a tutto ciò che essa comportava, ai miei affetti e anche alla mia
anima se davvero gli esseri come era lui non l’avessero.
Sapere di aver contribuito
a fargli capire che dentro di sé non era il mostro che appariva mi rendeva
orgogliosa di me stessa, perché mi faceva capire che qualcosa di buono nella
mia vita dovevo averla fatta.
- Chi è lui? – mi domandò
una voce al mio fianco.
Mi voltai e mi accorsi che
seduta di fianco a me c’era una ragazza dai lunghi capelli biondi e gli occhi
verdi.
Era molto bella, ma a
pelle mi sembrava una persona molto superficiale.
Mi chiedevo come avesse
potuto farmi una domanda del genere.
Praticamente non sapeva
neppure come mi chiamassi, ma si permetteva a chiedermi queste cose.
La sua domanda aveva solo
una funzione.
A domanda serviva risposta
e la mia di risposta gli serviva per avere qualcosa di cui spettegolare a mensa
con altre persone superficiali tanto quanto lei.
La guardai con sguardo
totalmente indifferente e notai il suo cambio d’espressione.
- Nessuno – mi limitai a
risponderle tornando a guardare davanti a me e mettendomi in ascolto del
professore che stava spiegando.
- Non credo che nessuno
possa fare un gesto del genere. Qualcuno deve essere stato per forza – continuò
lei insistente.
La cosa mi diede un
fastidio enorme.
Come si permetteva
un’estranea a volersi fare i fatti miei quando io non avevo intenzione di farle
sapere niente?
- Hai ragione, non mi sono
spiegata bene. Non sono affari tuoi, e adesso se non ti dispiace gradirei
ascoltare la lezione – le risposi glaciale voltami di nuovo verso la cattedra.
Non mi piaceva rivolgermi
così a qualcuno, ma quella ragazza era di una invadenza
senza eguali.
La sentì sbuffare per poi
smettere di guardarmi e concentrarsi nella lezione, cosa che io, invece, non
feci.
Quando la campanella suonò
mi diressi nell’aula di economia anche se avrei
preferito di gran lunga saltare quell’ora.
Come nelle classi
precedenti una rosa faceva bella mostra sul mio bianco, una rosa rossa.
Il biglietto era come al
solito indirizzato a me. Lo aprì e ne lessi il contenuto:
La rosa
dai petali rossi rappresenta il rispetto e l'amore.
Il
rispetto è ciò che, forse, con la mia partenza non ti ho dato, ma non è così
perchè non c'è persona al mondo che io rispetti più di te. Ti rispetto in tutto
ciò che fai e in quello che non fai e lo sai, dentro di te so che lo sai.
L'amore è
ciò che sei per me. Sei tutto ciò che di bello la vita potevi darmi, anzi sei
molto di più di questo. Perchè un essere dannato come me non meritava un angelo
come te, ma sei stata mia e Dio solo sa quanto ti ho amato e quanto ti amo. In
tutti questi anni mi sono maledetto giorno e notte per la decisione che avevo
preso, ma l'ho fatto per te, per proteggerti, per darti la vita che io non ho
avuto e che spesso avrei tanto voluto. Ho sbagliato. Mi sono reso conto che a
volte la cosa giusta non è sempre la migliore, ma ti amo e questo lo so da
sempre.
Come immaginavo eravamo
arrivati alla rosa rossa, quella che per antonomasia rappresenta l’amore.
Era stato breve, ma conciso e la parte irrazionale di me non potevo
negare che stesse facendo le capriole.
La parte razionale,
invece, si ostinava a restare glaciale a ciò che avevo letto.
Parole, erano solo parole.
I fatti erano stati
diversi e io avevo bisogno di fatti non di parole.
L’ora stranamente passò in
fretta e mi apprestai ad affrontare l’ultima lezione prima della pausa pranzo.
Avevo storia e mi diressi
nell’aula con più calma rispetto alle precedenti ore, perché ero convinta che
le sorprese fossero finite, invece, mi sbagliavo e me ne resi conto quando
entrai in aula.
Seduto a qualche banco dal
mio faceva capolinea quello che in passato era stato per me un fratello.
Emmett mi guardava
sorridendomi felice e sincero e la mia parte irrazionale avrebbe voluto
rispondere a quel sorriso, ma in quel momento la parte razionale aveva avuto il
soppravvento.
Andai a sedermi nel mio
banco e solo allora mi resi conto che c’era un’altra rosa appoggiata ad esso,
una bellissima e splendida rosa blu.
Adoravo le rose blu.
Non sapevo spigarmi
nemmeno io il perché, ma le adoravo.
Avevano un significato
profondo per me, un significato che sentivo mio, ma che non avrei mai ammesso
nemmeno a me stessa.
Aprì il bigliettino e mi
apprestai a leggerne il contenuto curiosa di sapere che significato Edward gli
avesse dato, ma sentì gli occhi di Emmett puntati addosso.
La cosa mi imbarazzava non
poco, ma feci finta di nulla e lessi:
E,
infine, c'è la rosa dai petali blu.
Questa
rosa non esiste in natura, il blu è un colore fittizio, un colore artificiale
per creare una rosa di un colore diverso.
Quindi ti
chiederai, perchè ho scelto una rosa blu?
Semplice.
La rosa
blu è contro natura e per me rappresenta noi due.
Dicendo
questo non penso che la nostra storia sia stata una finzione, perchè entrambi
sappiamo che non è così, ma la nostra storia è stata qualcosa che è andato
contro natura.
Un
vampiro e un'umana, ma ci pensi?
Siamo
andati contro ogni legge, abbiamo superato ogni ideale, ma siamo stati felici.
In tanti
dicono che alla rosa blu ognuno attribuisce il suo significato e io gli ho dato
il mio.
La rosa
blu rappresenta, per me, l'amore eterno.
E cos'è
il nostro se non un amore eterno?
Sono
totalmente, incondizionatamente innamorato di te e so che anche tu lo sei.
Una
piccola parte dentro di te prova i miei stessi sentimenti, lo so, perchè il
nostro amore è stato troppo grande per essere cancellato.
Il blu
rappresenta il colore del cielo, quello del mare, un colore che visto così
rappresenta l'infinito ed è questo quello che provo
per te.
Amore
infinito.
Ti amo
come non avrei mai creduto di poter fare, ti amo talmente tanto da impazzire al
solo pensiero di avere un’eternità davanti a me senza di te, senza il tuo dolce
sorriso, senza il tuo sguardo innamorato, senza il tuo cuore.
Ho
sbagliato lo so, e non mi pentirò mai abbastanza per ciò che ho fatto, ma l’ho
fatto per te, per proteggerti perché l’amore che provo per te non ha regole ne
confini.
Ti amo
Bella, non puoi nemmeno immaginare quanto.
Lo so, è
una giustificazione banale per quanto ho fatto e per quanto faccio, ma è
sincera.
Tu
sei…non esattamente l’amore della mia vita perché mi aspetto di amarti molto
più a lungo. Tu sei l’amore della mia esistenza.
Ti
amo…Edward
Quando terminai di leggere
il biglietto dovetti dare le spalle ad Emmett per non mostrare le lacrime che
stavano sgorgando dai miei occhi.
Poteva davvero essere possibile
che avesse trovato nella rosa blu lo stesso significato che per anni gli avevo
trovato io?
Amore eterno.
Ecco cosa rappresentava
per me.
Mi asciugai di fretta le
lacrime continuando a dare le spalle ad Emmett.
Non volevo mi vedesse
così.
Per lui, per loro io ero
indifferente al loro ritorno, non potevo permettermi di fargli capire che non
era così, non potevo permettergli di capire che bastava una piccola parola
pronunciata da Edward per farmi sciogliere come neve al sole, non doveva capire
che suo fratello aveva su di me lo stesso effetto che aveva in passato.
Edward aveva detto di
amarmi, ma io…io lo amavo?
Potevo davvero amarlo
ancora?
Era una domanda che non mi
ero mai posta in quegli anni, forse, perché pensare ad un possibile ritorno dei
Cullen mi era sempre sembrata un’utopia, invece, eccoli lì a pochi passi da me
che mi imploravano di perdonarli.
Potevo davvero perdonarli?
Potevo tornarmi a fidarmi
di loro? Di lui?
Quando riuscì a riprendere
un minimo di lucidità tornai a guardare Emmett, ma me ne
pentì alla grande perché ciò che lessi nel suo sguardo non mi piacque
per nulla.
Aveva lo sguardo di uno
che la sapeva lunga, lo sguardo di uno che aveva appena fatto una scoperta
sensazionale.
Che si fosse reso conto
dell’effetto che quel gesto di Edward aveva avuto su di me?
Che si fosse accorto che
quell’indifferenza che tanto declamavo non era altro che una maschera per non
farmi più del male.
Cercai di non pensare a
lui e di attenzionare le parole del professore, ma ben presto mi accorsi che la
lezione era finita considerato che la campana era appena suonata.
Raccolsi le mie cose e mi
diressi verso l’uscita della classe, ma qualcuno mi bloccò per il polso.
Non ci volle un genio per
capire che era stato Emmett.
Avrei riconosciuto quella
presa vigorosa fra mille e il fatto che la sua mano a contatto con il mio polso
sembrasse gelida non fece che confermare la mia tesi.
- Che vuoi Emmett? – gli
chiesi senza nemmeno voltarmi a guardarlo.
- Ti ho vista sai – mi
rispose portandosi davanti a me visto che io non mi ero girata.
- E sentiamo, cosa avresti
visto? – gli domandai cercando si riacquistare quell’indifferenza che doveva
contraddistinguermi.
- La tua reazione.
Continua a dire quello che vuoi, continua a comportarti come vuoi, ma sappiamo
entrambi qual è la verità – mi disse sicuro di sé.
- E quale sarebbe? – gli
chiesi.
- Tu ami Edward
esattamente come un tempo. Puoi continuare a ripeterti all’infinito il
contrario, ma sai che non è così. Puoi mentire a me, alla tua famiglia, a
Alice, perfino a lui, ma non puoi farlo con te stessa. Non puoi cancellare la
vostra storia, il vostro amore solo per uno sbaglio. Sbagliare è concesso. Lo
faccio io, lo fai tu, lo fa lui, lo fanno tutti. Il perdono è da pochi perché
non tutti sono capaci di darlo. Non riesco a credere che tu non ne sia in grado
– mi disse guardandomi fisso negli occhi.
Sincerità e tristezza vi
leggevo e sentivo come tanti pugnali colpirmi il cuore.
- Forse non riesci a
crederlo perché hai una concezione diversa di me. Non sono più la Bella che hai
conosciuto, non sono più la fragile umana che ti divertivi a prendere in giro –
gli risposi sincera.
- Non mi importa cosa tu
sia diventata, non mi importa se tu sia una Fata Immortale, non mi importa se
tu puoi assumere tutte le fattezze che vuoi, non mi importa nulla di tutto
questo. Tu per me resterai sempre la mia sorellina e continuerò a volerti
sempre lo stesso bene e so che anche tu me ne vuoi – mi spiegò lui mentre
ancora mi teneva per il polso.
- Lasciami andare Emmett –
gli dissi mentre lui allentò la presa dal mio braccio.
- Pensaci a quello che ti
ho detto, abbiamo ancora una partita alla play-station da finire – mi fece
notare sorridendo.
Non potei fare a meno di
sorridere.
Emmett non sarebbe mai cambiato,
sarebbe rimasto sempre il solito burlone.
Ancora si ricordava di
quella partita.
Ricordavo quel giorno come
se fosse ieri.
INIZIO FLASHBASK
- Bella sei proprio una frana – mi disse Emmett
mentre entrambi stavano giocando davanti alla televisione alla play-station.
Una partita di basket e io non avevo ancora nemmeno
capito quali erano i pulsanti giusti, ma pur di fare contento il mio fratello orso avrei fatto di tutto.
- Non sarebbe male se anche solo per una volta
facessi finta di farmi vincere – gli risposi sarcastica.
- Io ci provo, ma con te è impossibile. Ti lascio
campo libero e tu che fai? Invece di tirare a canestro passi la palla agli
avversari – mi fece notare lui ridendo come un pazzo.
- Ma come agli avversari? La mia squadra è quella
in rosso – gli risposi io.
- No Bella, la tua squadra è quella in blu – mi
spiegò lui mentre si era contratto in due per le forti risate.
Potevo essere talmente imbranata?
- Potevi dirlo prima. Adesso vedrai come ti batto –
gli dissi consapevole, però, che avrei inesorabilmente perso un’altra volta.
- La speranza è l’ultima a morire – mi rispose lui
ancora ridendo mentre segnava un altro punto.
- Bellaposa quel joystick e vieni subito con
me – mi urlò Alice entrando in salotto.
- Hey io ancora ci sento bene – le risposi
riferendomi al fatto che non c’era bisogno che urlasse in quel modo.
- Direi di no visto che sei ancora seduta su quel
divano. Ti ho detto mezz’ora fa di andarti a preparare perché dovevamo andare a
fare shopping – mi fece notare lei.
- Ti prego Alice, io passo stavolta e poi non mi
sembra educato lasciare una partita in sospeso – le risposi cercando di
inventare una scusa plausibile.
- Non se ne parla proprio. Finirai la partita
un’altra volta, adesso devi venire con me. Dobbiamo andare a comprare il
vestito per la festa del tuo diciottesimo compleanno – mi disse lei con un tono
che non prevedeva repliche.
- Ma… – stavo iniziando a dire.
- Isabella Marie Swan alzati da quel divano subito
– mi disse con sguardo malefico.
Se c’era una cosa che avevo imparato era di non
fare arrabbiare Alice Cullen. Motivo per cui appoggiai il
joystick sul tavolino del salotto e mi alzai pronta per affrontare un
pomeriggio di shopping sfrenato.
- Aspetta almeno che finiamo la partita – disse
Emmett alla sorella.
- Non se ne parla proprio – gli rispose lei.
- Emmett sta tranquillo, la partita è solo sospesa.
La continueremo domani anche perché questa è la volta buona che ti batto – gli
dissi sorridendogli mentre lui ricambiava il mio sorriso e a voce bassa
imprecava contro il folletto.
- E’ inutile che parli piano, ti sento lo stesso e
se non la smetti dico a Rose di lasciarti in bianco per una settimana – gli
disse Alice mentre Emmett la guardò preoccupato.
- Ti ho già detto che sei la sorella migliore del
mondo? – disse lui al folletto con aria innocente.
Io e Alice scoppiammo a ridere e poco dopo anche
lui si unì a noi.
Dopodichè noi uscimmo mentre lui rimase in salotto
a giocare alla play-station contento per la promessa che
gli avevo fatto, una promessa che, però, non avrei mai mantenuto.
FINE FLASHBACK
Lo vidi allontanarsi verso
la mensa con il sorriso sulle labbra, forse aveva notato che gli avevo sorriso,
anche se dentro di me sperai che non fosse così.
Non avevo voglia di andare
a mensa, non avevo voglia di vedere Edward.
La paura che potesse
leggere nei miei occhi il fatto che fossi contenta per il gesto che aveva fatto
mi metteva paura così mi diressi verso il mio armadietto, presi tutte le rose
che Edward mi aveva regalato e poi mi diressi in cortile, pronta per tornare a
casa.
Non appena mi avvicinai
alla macchina sentì una presenza dietro di me e sperai con tutta me stessa che
il profumo che sentivo non era quello giusto.
- Dov’è che vai? – mi
chiese una voce dietro di me.
Non mi ci volle un genio
per capire a chi appartenesse e mi resi conto che il mio olfatto funzionava
ancora bene.
Quel profumo che sentivo
era di Edward, così come quella voce era la sua.
- A casa – gli risposi
senza neanche girarmi.
- Piaciuta la sorpresa? –
mi chiese posizionandosi di fronte a me e costringendomi così a guardarlo.
- Perché l’hai fatto? –
gli domandai evitando accuratamente di rispondere alla sua domanda.
- Perché era l’unico mezzo
disponibile per farti sapere cosa penso, cosa provo
visto che parlare con te è impossibile – mi disse guardandomi negli occhi.
- Non ti sei chiesto che
se non volevo parlare con te probabilmente era perché non volevo sapere cosa tu
avessi da dirmi? – gli domandai.
- Certo che me lo sono
chiesto, ma ciò non cambia le cose. Io avevo bisogno di farti sapere queste
cose e ho trovato il modo di farlo – mi disse.
- Non hai pensato che
potesse infastidirmi il tuo gesto? – gli chiesi.
- Si,
ma se davvero fosse stato così non saresti qui con queste rose in mano, ma
soprattutto se fosse stato così una volta capito che il mittente dei biglietti
ero io avresti evitato di leggere gli altri, invece, non lo hai fatto – mi
spiegò.
- E cosa te lo fa credere?
– gli chiesi.
- Il fatto che so leggere
nel pensiero e ho letto i pensieri di tutti quelli che stamattina erano in
classe con te. Hai letto quei biglietti e hai sorriso per alcuni, non puoi
negarlo – mi rispose.
- Ti sbagli – mi limitai a
rispondergli mentendo spudoratamente.
- Sarai pure cambiata, ma le bugie continui a non saperle dire. Ti viene così
difficile dire che hai apprezzato il gesto? Ti viene così difficile dire che
non ti sono del tutto indifferente? – mi domandò avvicinandosi pericolosamente
a me, talmente pericolosamente che avevo paura di quelle che potevano essere le
sue intenzioni.
- Grazie – mi limitai a
rispondergli spiazzandolo.
Non si aspettava una
risposta del genere, non in quel momento ne in
seguito.
Ne approfittai per
allontanarmi da lui e avvicinarmi alla mia macchina aprendola con il telecomando.
- Di cosa? – mi domandò
fermandomi per il polso.
- Di questo gesto e di ciò
che hai scritto – gli risposi voltandomi a guardarlo.
- Cosa significa questo?
Mi stai dicendo che ho delle speranze? – mi domandò con sguardo implorante.
- Ti prego, fatti bastare
quello che ti ho detto – gli dissi guardandolo intensamente negli occhi.
Sembrò recepire il
messaggio perché mi lasciò andare il polso e mi fece il sorriso sghembo che
tanto amavo.
Gli fui grata che non
avesse fatto altre domande.
Aprì lo sportello e dopo
aver posato le rose sul sedile posteriore entrai abbassando il finestrino.
Misi in moto e uscì dal
parcheggio mentre Edward era ancora lì fermo che mi guardava con ancora
stampato in faccia il suo sorriso sghembo.
Uscì dal cortile della
scuola e mi diressi verso casa.
Non riuscivo a capire
nemmeno io perché mi fossi comportata in quel modo, non riuscivo a capire
perché gli avessi detto in quel modo.
Con un semplice “grazie”
seguito da qualche altra parola avevo buttato all’aria tutta l’indifferenza nei
suoi confronti che avevo faticosamente costruito in tutti quegli anni.
Era stato un bene questo?
Non ne ero convinta, ma
una cosa era certa.
Oggi aveva vinto la parte
irrazionale di me.
Potevo permettere che
fosse sempre lei a vincere?
Non riuscivo più a capirci
molto di quella situazione.
Mentre guidavo verso casa
ripensai allo sguardo implorante di Edward e al suo sorriso sghembo e sentì
come uno squarcio al cuore.
Ebbi una paura
fottuttissima di ciò, perché quello squarcio al cuore poteva essere dovuto solo
ad una cosa.
La vecchia Bella, la Bella
innamorata di Edward, quella stessa Bella che con forza e coraggio ero riuscita
a imprigionare nel fondo del mio cuore stava lottando con tutte le sue forze
per risalire e per farlo doveva squarciare il mio cuore, doveva riaprirlo e
permettergli di battere ancora.
Non sapevo quanto ci
avrebbe messo, non sapevo neppure se glielo avrei permesso, ma forse la sua
fuoriuscita non dipendeva da me, forse quella Bella unita all’amore che provava
era molto più forte di quella ragazza che ero
diventata.
La cosa che mi spiazzava
di più era che Edward era riuscito a dare la forza a quella Bella di ritornare
in superficie solo con poche semplici parole scritte su alcuni pezzettini di
carta.
A questo punto quanto
davvero potevo essere forte io?
Mi resi conto che ero una
Fata Immortale, la Fata Immortale più potente in assoluto, ma i miei poteri
adesso non mi servivano a niente.
Adesso non potevo prendere
in considerazione i miei poteri, adesso c’ero solo io, una Fata Immortale
piegata in due dal sentimento più naturale e più forte del mondo: l’amore.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- caramellina20: Beh diciamo che Bella è sicuramente più matura e in tutti questi
anni gli sono successe tante cose che l’hanno fatta cambiare, ma in fondo non
si cambia mai del tutto.
- vanderbit: Capisco che non concepisci il
comportamento di Blair che, se pur inconsapevolmente fa soffrire Bella, ma
vedrai che tutto sarà chiarito più in là. Con il tempo capirai il motivo di
questi suoi comportamenti. I Cullen sono convinti che Bella non voglia avere
più nulla a che fare con loro, questa potrebbe essere una possibile spiegazione
al suo comportamento. Non posso dirti se Renesmee nascerà o
meno. Diciamo che per adesso bisogna pensare al fatto se questi due
torneranno insieme oppure no.
- DiamondDior: Beh diciamo che lo scorso capitolo
come hai detto tu non ha portato sviluppi, ma era per far capire meglio il
punto di vista di Bella e soprattutto per far capire il legame che la lega
ancora ai licantropi.
- Sbrilluccica: Non preoccuparti per lo scorso
capitolo, comunque sono felice che sei tornata. Non
posso dirti nulla sulle gemelle, nessuna conferma e nessuna smentita. Ti
rivelerei troppo.
- BaBa88: Beh in effetti la scena di Blair con
Edward è piuttosto intima e Bella l’ha capito. Magari è gelosa e non lo mostra,
oppure non lo è. Non posso dirtelo. Farei capire
troppo, altrimenti.
- pami2812: Mi fa piacere sapere che la storia ti piace, sono molto
contenta.
- elvira910: Sono contenta che la storia ti sia piaciuta e ti abbia
coinvolto, e sono ancora più felice che i miei nuovi personaggi siano di tuo
gradimento. Si, Blair è molto simile a Alice, proprio
tanto tanto. Quanto al fatto che le ragazze dei
Quileute sono immortali c’è una spiegazione dietro, ma non posso dartela ora.
Si capirà tutto, comunque.
- Sognatrice85: Beh, in effetti Bella ha sofferto
davvero tanto senza Edward. Non posso dirti se la sua sia una maschera o meno,
ma come Edward ha detto a lei “il loro amore è troppo forte per essere
svanito”.
bellina97:
Mi fa piacere proprio tanto sapere che Jenny ti piace. Per adesso è un
personaggio molto silenzioso e molto restio con i Cullen e ad essere sincera
ero convinta che non sarebbe piaciuta a nessuna,
almeno non inizialmente, ma mi fa piacere scoprire il contrario. Quanto a Blair
non posso dire nulla per giustificare il suo comportamento, ma c’è una
spiegazione. A tutto c’è una spiegazione, basta solo essere pazienti.
- ClaudiaSv16:Si, come hai detto tu dietro il
comportamento di Blair c’è una spiegazione, si capirà tutto in seguito. Quanto
alla tua domanda riguardo alle ragazze Quileute non posso risponderti come hai
già pensato tu. Dovrebbero essere passate a miglior vita, ma il
dovrebbero dice già tutto. Loro ci sono e saranno importanti per la
storia. Dietro la loro “non morte” c’è una spiegazione che per adesso non posso
dare, fa parte del mistero.
- Saretta_Trilly_: Beh diciamo che i Pov Edward sono un
po’ tristi nel senso che lui soffre parecchio, soprattutto a causa della
freddezza di Bella. Sappi che dietro il comportamento di Blair c’è una
spiegazione, così come c’è dietro il comportamento di Jenny.
- Tatydanza: Non posso dirti se le gemelle sono
le figlie di Bella, così come non posso dirti se la mia storia ha seguito
fedelmente quella del libro. Le tue ipotesi devo dire che sono molto
interessanti, mi sono piaciute parecchio. Potrebbero essere delle belle idee da
usare, complimenti.
- eliza1755: Beh diciamo che entrambe le gemelle hanno un carattere tutto da
scoprire, e c’è ne sarà da scoprire. Non posso dirti perché Blair vuole a tutti
i costi che Edward e Bella tornino insieme, ma tutto si scoprirà, sta
tranquilla.
- Amalia89:Si, lo so che Emily e tutte le ragazze
Quileute erano ragazze umane e che a quest’ora sarebbero dovute passare a
miglior vita, ma c’è una spiegazione anche a questo. Non è stata una
dimenticanza metterle, ma c’è una spiegazione. Lo scoprirai presto.
- Isotta: Due piccioncini? Beh in effetti la
scena poteva lasciare fraintendimenti, ma ti assicuro che Edward ama solo ed
esclusivamente Bella e non vuole nessuna al suo fianco che non sia lei, quindi,
sta tranquilla.
- Austen95: Sono felice che ti piace, spero di non
deluderti.
- reny82: Mi fa piacere che la mia storia ti sia piaciuta, spero che
continuerai a seguirla e a trovarla interessante.
- amanecer: Beh ho notato che, forse, hai un po’
poca pazienza, ma davvero non ti posso dire nulla sulle gemelle. Ti rovinerei
il resto della storia. Tutto si deve scoprire passo passo.
- Ed4e: Chissà, potrebbe essere che hai ragione. Tutto può essere. Beh
in effetti Bella non è stata indifferente alla scena che ha visto tra Blair e
Edward, ma lei ne sa più di noi, lei sa cosa gli passa davvero per la testa e
cosa dice il suo cuore.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. Volevo avvisarvi che per un’intera
settimana non potrò postare. Domani parto e tornerò lunedì prossimo. Non appena
tornerò a casa provvederò di postare il prima possibile, anche perché il
prossimo capitolo è già scritto. Adesso vi lascio al capitolo. Buona lettura a
tutti.
Capitolo 12
Aprire gli occhi
POV EDWARD
Ci
sono dei giorni in cui pensi
di essere
arrivato al limite della sopportazione,
ancora
quell'insignificante goccia
e scateni un
maremoto...
ed il maremoto
arriva,
eccome
se arriva...
ma è proprio in quel momento,
su
quelle macerie,
che
ridai valore alla tua vita
e
il giusto peso al resto.
Non ricordo molto della mia vita da umano, ma ricordo
perfettamente la mia vita da vampiro e so che da quando sono diventato un
mostro ho smesso di dare valore a tutto ciò che appariva nella mia vita.
Poi è arrivata Bella e se da un lato mi sono maledetto per ciò che
ero e per il fatto che ero una fonte costante di pericolo per lei, dall’altro
ho ringraziato non so bene neanche io chi per essere diventato l’essere che
sono.
Se non fossi stato trasformato in vampiro non avrei mai potuto
conoscere Bella, l’amore della mia esistenza.
Quando lei è sparita dalla mia vita sono tornato indietro e ho
smesso di nuovo di vivere e di dare importanza alle cose.
Oggi, invece, è tutto diverso.
Oggi che lei è di nuovo nella mia vita, anche se non come io
vorrei, posso gioire perché riesco a dare valore a tutto ciò che mi circonda,
ma soprattutto posso dare valore a qualcosa che per anni, per secoli ho odiato,
la mia eternità.
Oggi devo esserle grato perché solo grazie ad essa potrò
riconquistare Bella, perché ci riuscirò, ne sono sicuro.
Dopo la piccola chiacchierata nel cortile della scuola mi sento di
sperare ancora, mi sento che con il tempo riuscirò a riacquistare la sua
fiducia e soprattutto il suo amore.
E’ passata quasi una settimana da quel giorno e tutto sembra
cambiare.
La guardo e non vedo più in lei quella freddezza di prima, anzi
spesso mi è capitato di vederla fissarci durante la mensa e sorriderci.
Quando si avvicina a noi anche solo per parlare di Blair sembra
non fare più la fatica di prima e qualche volta nel suo sguardo mi è sembrato
di vedere la vecchia Bella, quella che era innamorata pazza di me.
- Edward posso parlarti un attimo? – mi chiese con fare cortese
una voce alle mie spalle mentre stavo posando un libro nel mio armadietto.
Mi voltai e di fronte a me c’era l’ultima persona che mi aspettavo
di vedere.
- Si certo – le risposi gentile tanto quanto era stata lei.
- Preferirei andare a parlare in cortile, qui c’è troppa gente –
mi disse lei mentre io annuì con la testa.
In rigoroso silenzio ci dirigemmo verso il cortile della scuola e
quando fummo fuori Jenny si avviò in uno spiazzo dove non c’era nessuno e io mi
apprestai a seguirla.
Non riuscivo a capire cosa potesse volere da me, ma soprattutto
non riuscivo a capire come mai di punto in bianco si fosse mostrata così
gentile.
Quando giungemmo a destinazione si girò verso di me e puntò i suoi
grandi occhioni nei miei.
- Perché? – mi domandò semplicemente.
- Perché cosa? – le chiesi stupito della sua domanda.
- Perché ti diverti a prenderti gioco della mia famiglia? – mi
chiese con sguardo triste.
Nonostante quello che aveva detto non riuscivo a vedere rabbia o
odio nei suoi occhi, sembrava solo rassegnata e questo mi faceva ancora più
male.
- Io non mi prendo gioco di loro – le risposi sicuro di me.
- Invece si, lo fai e nemmeno te ne rendi conto. Prima con Bella.
L’hai fatta innamorare perdutamente di te aiutato anche dal tuo fascino
vampiresco e poi quando non ti serviva più l’hai gettata via. Poi Blair. L’hai
ammaliata con la tua persona a tal punto che preferisce di gran lunga passare
del tempo con te, con la tua famiglia piuttosto che con me, con sua sorella. E
adesso di nuovo Bella. Sai benissimo l’effetto che hai su di lei e lo stai
utilizzando per usarla ancora. Perché fai tutto questo? – mi spiegò lei già
rassegnata al fatto che anche con le sue parole nulla sarebbe cambiato.
- Jenny io non so perché tu c’è l’abbia tanto con me. Capisco che
vuoi bene a Bella e non mi vuoi tra i piedi perché pensi che io possa farla
soffrire ancora, ma non capisco perché questa ostinazione nei miei confronti.
Ho fatto un sacco di errori nella mia vita e non dipende da me il fatto di
ammaliare le persone con un solo sguardo, questo fa parte della mia natura e
non ho chiesto io di diventare quello che sono, ma provo anche io dei
sentimenti anche se ti sembra assurdo. Sono questi sentimenti che mi hanno
spinto ad entrare nella vita di Bella anche se sapevo che era sbagliato e sono
sempre questi sentimenti che mi hanno spinto a lasciarla per permetterle di
vivere una vita normale, sono questi i sentimenti che mi spingono oggi a
lottare per riaverla a qualunque costo. Quanto a Blair io non ho fatto nulla
per ammaliarla. E’ stata lei che è venuta da me e dalla mia famiglia dicendo di
volerci conoscere e non ho visto nessun motivo per negarle questa possibilità.
In tutto questo tempo mi sono affezionato davvero a tua sorella e le voglio un
bene immenso, ma soprattutto un bene sincero. Non capisco, però, perché ti
ostini a vedere in me un mostro doppiogiochista quale io non sono – le risposi
liberandomi finalmente da tutto quello che pensavo.
Non riuscivo a capire perché quella ragazza c’è l’avesse tanto con
me.
Cosa avevo potuto fare di male a lei personalmente per averla
indotta a covare un astio tanto profondo dei mie confronti?
Vidi i suoi occhi farsi improvvisamente lucidi e avevo l’istinto
di abbracciarla, di farle capire che ero sincero, anche se non riuscivo a
capire come.
Come si può acquistare la fiducia di qualcuno che non ne vuole
proprio sapere di te?
- Mi hai già portato via Blair, non portarmi via anche Bella, ti
prego – mi disse guardandomi implorante mentre una lacrima le rigava il volto.
Non mi diede il tempo di risponderle perché già si era
praticamente volatilizzata.
Non sapevo cosa pensare, ma soprattutto non riuscivo a spiegarmi
il comportamento di quella ragazza.
Avrei dato qualunque cosa per poter leggere nella sua mente.
Io non gli avevo portato via Blair, non intenzionalmente almeno.
Certo era che quella ragazza passava, ormai, più tempo con noi che
non con la sua famiglia, anche se a me non dispiaceva per nulla averla tra i
piedi.
La sentivo, ormai, come una di famiglia.
Avrei voluto tanto poter fare ciò che Jenny mi aveva chiesto, ma
non potevo, non avrei mai potuto rinunciare a Bella, non adesso che i suoi
atteggiamenti mi facevano sperare che le cose stessero migliorando.
Jenny era l’unica nella nuova famiglia di Bella che non tollerava
me, né la mia famiglia, mentre tutti gli altri, ormai, avevano imparato a
convivere con noi e dovevo ammettere che in qualche modo erano simpatici, anche
se spesso sembravano non volersi lasciare andare troppo, forse perché
aspettavano prima che Bella facesse ancora qualche passo in avanti.
Mi diressi verso l’ingresso della scuola e andai dritto nell’aula
di biologia, dove mi attendeva l’ultima ora di lezione di quella giornata
scolastica, un’ora di lezione in compagnia dell’amore della mia vita.
Ero in ritardo a causa della “discussione” avuto con Jenny, ma non
me ne curai più di tanto.
Non mi era mai capitato di essere in ritardo e sicuramente il
professore avrebbe capito, in fondo stavo entrando in classe solo sette minuti
e cinquanta secondi dopo il suono della campana.
Bussai alla porta e dopo “l’avanti” del professore entrai.
- Mi scusi per il ritardo signor Davis, ho avuto un piccolo
inconveniente nei corridoi – mentì cercando di essere convincente.
- Non si preoccupi signor Cullen. Vada a sedersi e ascolti la
lezioni – mi rispose con fare cortese il professore mentre mi sedetti accanto a
Bella.
La osservai ed era di una bellezza senza eguali.
Indossava un paio di pantaloni bianchi, una maglietta senza
maniche marrone, un paio di scarpe color corda dal tacco molto alto e un
capello di lana morbido marrone che gli ricadeva indietro in testa. Portava un
paio di orecchini a cerchio marroni, una collana a forma di cuore di oro rosso
e un grosso bracciale rigido dello stesso colore. Affianco a lei c’era una
bellissima borsa di pelle marrone e sul banco facevano bella mostra un paio di
occhiali da sole della Ray Ben marroncini (à il link dei
vestiti di Bella: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=18014184
).
Dovevo ammettere che quegli anni avevano giovato molto al suo modo
di vestire anche se a me piaceva da morire anche come si vestiva prima, perché
in fondo non si ama una persona dal modo in cui si veste, ma da ciò che è e da ciò
che ti dà.
Non appena gli fui accanto le sorrisi, ma notai nel suo sguardo un
misto di curiosità e preoccupazione.
Cercai di non farci caso e la salutai, ma lei si limitò a farmi un
gesto con la testa a mo di saluto.
C’era qualcosa che la turbava.
Dopo una mezz’ora abbondante di silenzio decisi che era il caso di
capire cosa avesse.
- Che c’è che non va? – le chiesi con fare dolce.
- Niente, va tutto bene – mi rispose cercando di essere
convincente.
Non ci riuscì per nulla.
- Ripeto, cosa c’è che non va? – le chiesi con ancora più dolcezza
facendole capire che le bugie con me non attaccavano.
- Blair mi ha detto di averti visto parlare con Jenny in cortile.
Posso sapere cosa ti ha detto? – mi chiese voltandosi a guardarmi.
- Certo, ma solo se dopo tu risponderai a una mia domanda. Ci
stai? - le domandai.
Fece finta di mettere su il broncio come spesso amava fare in
passato, ma io le sorrisi sghembo e lei si tolse quell’espressione dalla
faccia.
Sembrava di essere tornati indietro nel tempo.
- Hai vinto – si limitò a rispondermi.
- Mi ha chiesto il perché mi prendo gioco delle persone che più
ama. Un tempo l’ho fatto con te, adesso con Blair e ora di nuovo con te. Mi ha
chiesto di lasciar perdere tutto, dice che le ho già portato via Blair e mi ha
pregato di non fare lo stesso con te – le rivelai sincero.
- Davvero ti ha detto questo? – mi chiese con sguardo
improvvisamente serio.
- Si e io le ho chiesto il perché vedeva in me una persona tanto
subdola, ma non ho ricevuto risposta – continuai io.
- Capisco. Mi dispiace se ti ha importunato. So che quando vuole
sa essere molto pungente e riesce a ferire molto più con le parole che con i
fatti. Le parlerò e la inviterò ad evitare di ripetere la cosa – mi disse lei
in un tono misto tra il teso e il preoccupato.
- Non mi ha importunato per nulla, anzi mi è sembrata triste,
turbata, ma non capisco davvero cosa io abbia potuto fare a lei di così
terribile per avercela così tanto con lei. So di aver sbagliato con te e so che
ti vuole davvero troppo bene e ha paura che io possa farti soffrire ancora, ma
mi sembra come se lei c’è l’abbia con me non solo per via di te. Non so come
spiegartelo, è una sensazione strana. E’ proprio questo che volevo chiederti.
Sai dirmi perché c’è l’ha così tanto con me? – le domandai.
- Non lo fa per male, te lo assicuro, e prima o poi mi auguro che
le passerà questa ostinazione nei tuoi confronti, ma non chiedermi di più. Ci
sono tante cose che sono successe in questi anni, tante cose di cui tu non sei
a conoscenza e forse è meglio che continui ad ignorare – mi disse lei restando
sul vago.
- Meglio per chi? – le chiesi.
- Per tutti, Edward. A volte è meglio non saperle certe cose – mi
disse lei guardandomi negli occhi.
- Io, invece, voglio sapere tutto, voglio sapere tutto quello che,
in un secolo e mezzo, mi sono perso della tua vita. Voglio te Bella e lo sai,
ma voglio anche che la tua famiglia sia disposta a perdonarmi, perché so che
per te è importante. Mi ha fatto male oggi sentirmi dire da Jenny di lasciarti
perdere, perché non capisco perché lo fa – le rivelai.
- Forse è meglio se ascolti il suo consiglio è meglio che tu mi
stia lontano. Infondo il nostro tempo è passato. Non mi fido più di te e forse
è questa la cosa peggiore di tutte. La fiducia sta alla base di tutto – mi
disse lei alzandosi dalla sedia senza nemmeno darmi il tempo di rispondere
visto che era appena suonata la campana di fine lezione.
Non avrei permesso che finisse così, non adesso che avevamo fatto
dei passi avanti.
Volevo Bella e non ero mai stato più determinato di così in vita
mia.
Mi alzai e uscì in classe di fretta, ma vidi che Bella non c’era.
Decisi che non mi sarei arreso, non in quel momento.
Doveva essere nei paraggi, aveva avuto troppo poco tempo per
allontanarsi.
E proprio in quel momento vidi la sua chioma castana che si
dirigeva agli armadietti.
La raggiunsi in pochissimi istanti e quando fui dinnanzi a lei
chiusi l’anta e la spinsi dolcemente facendo combaciare perfettamente la sua
schiena con l’armadietto.
Misi le mie mani una da un lato e una dall’altro sull’armadietto
in modo da bloccarla. Non si sarebbe potuta liberare neanche se avesse voluto.
Mi avvicinai sempre di più a lei, talmente tanto da sentire il suo
respiro colpirmi la faccia, talmente vicino da sentire il suo cuore battere
all’impazzata come se le stesse uscendo dal petto.
Non gli ero indifferente e adesso ne potevo avere la certezza più
assoluta.
Il desiderio di colmare quei piccoli centimetri di distanza che ci
separavano con un bacio mi allettava non poco, ma ero consapevole di non poterlo
fare, non sarebbe stato giusto.
Dovevo rispettare i suoi tempi.
Il suo sguardo era implorante, voleva che mi allontanassi da lei
perché anche lei come me, in quel momento, non sapeva se si sarebbe riuscita a
controllare.
Lo sapevo, ne ero certo.
Forse stavo giocando sporco, sapevo l’effetto che le facevo e
sapevo che avvicinarmi così tanto a lei era sbagliato perché se ancora le
facevo l’effetto di una volta, e ne ero sicuro, le avrei annebbiato tutti i
neuroni, l’avrei ammaliata.
Nonostante ne ero consapevole, non potevo farci nulla.
- Edward lasciami, sei scorretto così – mi implorò lei.
- Non ho mai detto di non volerlo essere e poi in amore e in
guerra tutto è lecito – le soffiai a qualche centimetro dal suo viso.
La vidi sofferente ed ero convinto che dentro di se stesso
lottando con la sua parte razionale e con quella irrazionale.
Era proprio su quest’ultima che dovevo puntare, ma soprattutto
dovevo cercare di fare in modo che la parte irrazionale diventasse razionale.
Dovevo parlarle e quello era il momento migliore per farlo. Non
poteva scappare e a me serviva che non lo facesse perché volevo che sentisse
cosa avevo da dirle con le sue orecchie e non leggendo dei bigliettini.
- Dicendoti
addio ero consapevole del fatto che stavo perdendo una parte di me, forse la
più bella, ma tu avevi bisogno di qualcosa di diverso, qualcosa che purtroppo
io non potevo darti. Sei entrata nella mia vita come un raggio di sole in un
grigia giornata d’inverno, hai spazzato via con il tuo respiro le nubi della
mia tristezza, sei stata un angelo travestito da donna, un angelo che ho fatto
volare lontano da me, consapevole, però, che per sempre saresti rimasta nel
profondo della mia essenza. Ti ho detto “addio”, una piccola parola che oggi sembra
essere riuscita a porre fine ad un sentimento così grande come lo era il
nostro, ma non voglio credere che sia bastata questa parola perché davvero
tutto abbia avuto fine, non voglio crederci perché farlo significherebbe morire
di nuovo. Sappi che, per quanto mi riguarda, non è stato sufficiente
pronunciarla per cancellare il mio amore per te – le dissi guardandola
intensamente negli occhi.
Mi ero fermato per prendere fiato.
Sapevo di non averne bisogno, non mi serviva certo respirare, ma
ero abituato a farlo e non volevo perdere l’abitudine, ma soprattutto volevo
vedere la reazione di Bella.
La fissai in silenzio e mi resi conto come il suo sguardo fosse
tornato quello di un tempo, sembrava come se dinnanzi a me fosse tornata la
ragazza che mi aveva amato con ogni fibra del suo essere, quella ragazza che mi
sorrideva imbarazzata ad ogni complimento e che arrossiva come un pomodoro ad
ogni mio sorriso.
Solo allora realizzai quanto davvero lei mi fosse mancata, ma
soprattutto quanto io avessi bisogno di quel raggio di sole nelle mie cupe
giornate.
Involontariamente spostai la mia mano e le carezzai una guancia
provando a quel contatto una sensazione, ormai, dimenticata, ma che rivivevo
con gioia.
Ero convinto che mi avrebbe spostato, invece, non si muoveva,
sembrava una statua e lasciava che la mia mano giocasse con la sua guancia.
Era immobile e non faceva altro che fissare intensamente i miei
occhi, quasi volesse scorgere in essi un segnale chiaro e conciso.
Dovevo approfittare di questo momento, dovevo dirle tutto quello
che mi passava per la testa, ma soprattutto dovevo far parlare il mio cuore
morto, l’unico in grado di arrivare davvero a lei.
- Gli anni senza di te sono stati un incubo. Sono stato avvolto
perennemente da un immenso buco nero, un buco da cui non so uscire, non senza
di te. Ho sperato che il mio sacrificio sarebbe servito a darti un futuro
migliore, un futuro felice così come io lo avevo immaginato per te e perché tu
lo avessi, io, non potevo più restare al tuo fianco. Oggi, con il senno di poi,
mi sono accorto che nulla è stato come avevo previsto ed egoisticamente sono
felice, perché so che sei ancora qui, che cammini sulla stessa terra che
calpesto io e mi basta vivere sapendo che un giorno calpesteremo questa terra
insieme. Non mi arrenderò Bella, non fino a quando sarò in vita perché l’amore
che mi lega a te è troppo forte e indistruttibile – le soffiai a qualche
centimetro dalle sue labbra mentre ancora le accarezzavo una guancia.
Non mi sarei mai avvicinato, non avrei mai toccato quelle labbra,
non prima di aver ricevuto il suo perdono, non avrei approfittato di quella
situazione in maniera così perentoria anche se il desiderio era forte.
Dovevo controllarmi, dovevo farlo per me stesso, ma soprattutto
per lei, lei che non diceva niente e che continuava a guardarmi fisso come se
si fosse impalata, sembrava come se fosse entrata in un mondo tutto suo e
cominciavo a dubitare del fatto che mi avesse ascoltato davvero.
Restammo fermi in quella posizione per qualche minuto e sembrava
come se ci fossimo solo noi due, tutto il resto non contava.
- Vorrei
fidarmi, ma non posso, non ci riesco – fu un pensiero che mi arrivò
forte e chiaro in testa, poi nuovamente il vuoto.
Quel pensiero doveva provenire per forza da lei, ma non riuscivo a
capire se fosse un pensiero che le fosse sfuggito perché, in un momento di
grande confusione quale poteva essere quello, avesse involontariamente
abbassato il suo scudo, oppure se davvero era questo che voleva dirmi, ma non
riusciva a dirmelo a voce.
Quella ragazza sarebbe rimasta sempre un mistero per me, non c’era
altro da dire.
Scostai la mia mano dalla sua guancia e avvicinai il mio viso alla
sua fronte,dove le lasciai un delicato bacio cercando per quanto possibile di
trasmetterle il mio sconfinato amore.
- Avrai tempo per farlo nuovamente – le dissi quando le mia labbra
si staccarono dalla sua fronte.
Poteva tornare a fidarsi di me, ma ci voleva tempo perché questo
succedesse, non potevo correre, non mi era permesso.
- Edward si può sapere che fine hai fatto? E’ mezz’ora che ti
aspettiamo fuori – disse una voce dietro di me che improvvisamente mi riportò
alla realtà.
Anche Bella sembrò tornare con i piedi per terra, difatti la vidi
distogliere lo sguardo da me e la sentì farsi improvvisamente rigida.
La liberai dalla “stretta” in cui l’avevo rinchiusa e mi voltai a
guardare chi avesse parlato con me, anche se sapevo già che quella voce
apparteneva a Alice.
Voltandomi a guardarla la vidi sorpresa.
Grazie al potere di Bella lei non poteva vedere nulla e di certo non
si aspettava una scena del genere, ma soprattutto non avrebbe mai voluto
interromperci.
O mio Dio,
Edward, scusami. Non potevo immaginare niente del genere. Non era mia
intenzione interrompervi. Mamma mia sono un’emerita idiota - pensava
consapevole che io l’avessi sentita grazie al mio dono.
Gli feci un cenno con la testa come per invitarla a smetterla di
imprecare contro se stessa perché non era successo nulla, non era sua
intenzione arrivare proprio in quel momento e, quindi, non aveva nessuna colpa.
Nonostante questo, però, lei continuava a darsi della stupida e
dell’idiota per ciò che aveva fatto.
Alice non sarebbe cambiata mai.
Mi voltai a guardare Bella che nel frattempo si era scostata abbastanza
da me e vidi nel suo sguardo la glaciale ragazza che avevo imparato a conoscere
da quando l’avevo rivista.
Adesso in lei non c’era nulla della Bella che pochi attimi primi
si parava di fronte a me.
Era tornata la ragazza glaciale e indifferente di sempre e la cosa
mi fece male, peggio di un pugno in pieno stomaco.
- Cosa stavate combinando voi due? – chiese sorridendo Blair che
era accanto a Alice.
Non mi ero neppure accorto che fossi lì, talmente ero stranito da
quella situazione.
Aveva visto tutto la “piccoletta” e il sorriso beffardo che aveva
messo su la diceva tutta su quelli che erano i suoi pensieri, che se pur
inaccessibili per me, erano molto prevedibili.
- Niente che possa rientrare tra i tue imminenti pensieri – le
disse Bella cercando di non essere troppo aggressiva.
- Questo lo dici tu – la rimbeccò la ragazza con lo sguardo di una
che la sapeva lunga per nulla intimorita da quello che aveva sentito.
- Blair togliti quel fastidioso sorriso dalla faccia e andiamo a
casa. I ragazzi a quest’ora ci aspettano da un pezzo – le disse Bella adesso
più tranquilla.
- Vado dai Cullen oggi, te lo avevo detto stamattina, non ricordi?
– le rispose Blair.
- Ah vero. Me ne ero scordata. Bene, divertiti e non fare tardi –
le raccomandò la donna che amavo sopra ogni cosa prima di dirigersi verso
l’uscita.
- Blair vai a casa con Bella, verrai da noi un’altra volta – le
dissi io sorridendole per non essere scortese.
Bella si bloccò e si voltò a guardarmi sorpresa da ciò che avevo
detto.
Alice mi guardava confusa e i suoi pensieri erano tutto dire, ma
non aprì la bocca, forse, per non peggiorare la situazione che aveva già
creato.
Blair, più o meno, aveva la stessa espressione del folletto pazzo.
- Perché scusa? – mi chiese con tono curioso mentre cercava di trovare
nel mio sguardo una motivazione a quel mio comportamento.
- Perché è giusto così. Verrai da noi domani, oggi vai a casa
visto che ultimamente ci stai davvero poco – le dissi sorridendole sghembo per
farle capire che non c’è l’avevo con lei, ma che ero sincero con quello che
avevo detto.
Mi avvicinai a lei e le baciai una guancia, poi mi diressi verso
Alice che dopo un cenno di saluto a Blair e un sorriso a Bella si diresse verso
l’uscita della scuola.
Prima di seguirla mi voltai a guardare Bella che, ormai, era stata
raggiunta da Blair e notai che mi guardò e mi sorrise, come un sorriso di
ringraziamento.
Ricambia il suo sorriso con una scrollata di spalle, come a dire
che mi sentivo di fare così e poi mi diressi verso l’uscita raggiungendo i
ragazzi nel parcheggio.
Alice era già lì con loro e mi guardava con uno sguardo strano,
mentre dai pensieri dei miei fratelli potei capire ch il folletto gli aveva già
raccontato tutto.
- Fratellino scusa, davvero io non volevo arrivare proprio in quel
momento – si scusò per l’ennesima volta la mia sorellina preferita.
- Non fa nulla, davvero – le risposi scompigliandole i capelli
proprio a dimostrazione che era tutto apposto, che non c’è l’avevo
assolutamente con lei.
- Dov’è Blair? – chiese Rose dopo un po’.
- Non viene con noi. Anzi, a proposito, posso sapere perché le hai
detto di andare a casa? – mi domandò Alice.
- Perché è giusto che passi del tempo anche con la sua famiglia e
non solo con noi. C’è chi ha bisogno di lei – le risposi sorridendole mentre mi
diressi verso la macchina, seguito a ruota da tutti.
I ragazzi abbassarono la testa in senso di assenso, probabilmente
anche loro la pensavano così.
- Aspetta Edward, tanto adesso devi raccontarci ogni più piccolo
particolare di quello che è successo con Bella poco fa – mi disse Emmett mentre
mi seguiva verso la macchina.
Tutti scoppiammo a ridere per il tono che aveva usato.
Sembrava un bambino che chiedeva alla mamma di dargli una
caramella.
Non sarebbe cambiato mai.
Salimmo in macchina e sotto gentile richiesta di tutti iniziai a
raccontare cosa fosse successo, anche se preferì evitare di raccontare tutto.
In fondo, anche se più determinato, ero rimasto sempre il ragazzo
“timido” e riservato di sempre.
Mentre guidavo verso casa ripensai a ciò che mi aveva detto Jenny
e per la prima volta da quando la conoscevo dovevo esserle grato perché mi
aveva aperto gli occhi.
Tenere sempre Blair con noi era una cosa bella per me e la mia
famiglia, ci divertivamo con lei e le volevamo davvero tanto bene, ma così
facendo la stavamo allontanando dalla sua famiglia e questo non era giusto.
Doveva imparare a equilibrare le due cose, i rapporti con noi e
quelli con la sua famiglia, senza trascurare nessuno, cose che, invece, Blair
stava facendo.
Ero sempre più convinto di aver fatto la cosa giusta.
Blair dovevo passare del tempo con la sua famiglia com’è giusto
che sia perché né io né il resto della mia famiglia volevamo sostituirci a
qualcuno, né tanto meno volevamo portare via niente a nessuno.
Volevo solo l’amicizia di Blair per la quale provavo un affetto
particolare anche se non riuscivo a capire il perché, non riuscivo a capire
cosa davvero mi legasse a quella ragazza e volevo solo l’amore della mia Bella,
ma volevo questo senza toglierlo a nessuno, tantomeno a Jenny.
Ripensai poi a ciò che era successo con Bella e ora più che mai
ero convinto che presto o tardi sarebbe tornata al mio fianco.
Proprio adesso cominciavo a credere che la mia vita avesse di
nuovo un senso, un senso che, per la seconda volta, era stata Bella a darmi.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- denny: Sono contenta che lo scorso capitolo
ti abbia emozionato. Il mio intento era proprio questo.
- vanderbit: Beh diciamo che hai azzeccato in
pieno ciò che passa per la mente di Bella. E’ confusa, terribilmente confusa e
a ciò che hai detto tu bisogna aggiungere delle cose
che ancora voi non sapete, cose che la frenano ancora di più. Quanto a Blair
diciamo che Edward sembra essersi reso conto dell’atteggiamento, forse,
sbagliato della ragazza e ha cercato di rimediare per quanto sia in suo potere.
L’aggiornamenti di “Ricordare il passato” dovrebbe
arrivare fra pochissimo, quello di “L’amore è magia” non lo so ancora. Devo
prima finire di scrivere il capitolo.
- Fortheternity: Beh in effetti
Edward è piuttosto romantico, devo ammetterlo. Sono felicissima che il
personaggio di Jenny, per quanto possa sembrare oscuro o freddo, ti piace. E’
uno dei miei preferiti.
- SaraCullen: Mi fa piacere che il capitolo ti sia
piaciuto. La storia “Quando l’amore ti cambia la vita” l’ho sospesa per qualche
tempo, come ho detto nell’ultimo capitolo che ho postato, ma tranquilla che la
riprenderò. Mi serve solo un po’ di tempo. Ci tengo parecchio a quella storia e
non voglio rovinarla, quindi, con un po’ di pazienza tornerò a riscriverla.
Spero che aspetterai.
- iosi: Beh diciamo che non ci sei andata
tanto lontano con la supposizione dello scorso capitolo. Diciamo che non è
ceduta del tutto, ma credo che Edward si sia reso conto di molte più cose.
- crista: Sono felice che lo scorso capitolo
sia stato di tuo gradimento. Mi auguro che lo sarà anche questo.
- DiamondDior: Mi fa piacere che il capitolo ti sia
piaciuto, soprattutto il comportamento di Edward. Mamma mia, quant’è fantastico
questo ragazzo. Speriamo che anche i prossimi possano piacerti.
- bella josephine: Se hai pianto significa che il
capitolo ti è entrato dentro e se questo è successo significa che io ho
centrato il bersaglio, perché era questo che volevo. Dare emozioni come quelle
che ho provato scrivendolo.
- amanecer: Non posso dirti nulla sul
comportamento di Blair e su ciò che pensa Bella a riguardo, anche perché non è
mai stata molto chiara a tale proposito. Quanto a Edward, mi fa piacere che hai
apprezzato il suo gesto e anche il fatto che ti siano piaciute le parole di
Emmett. Sarà pure il burlone e il bambinone della situazione, ma anche lui
quando vuole sa essere serio.
- caramellina20: Sono contenta che ti sia piaciuto il gesto delle rose e dei
biglietti. Diciamo che Edward ha cercato di mostrargli tutto quello che prova.
Quanto al comportamento di Blair, no, mi dispiace, non posso darti nessuna
anticipazione. Ti rovinerei la storia altrimenti.
- elvira910: Beh diciamo che se me la facessero a me cadrei immediatamente
ai piedi del ragazzo in questione, poi se fosse Edward a farmela, beh diciamo
che in quel caso gli salterei letteralmente addosso. Ma va beh, questo sono
sogni. Sono contenta che il comportamento e le parole di Emmett ti abbiano
colpito. Io lo adoro proprio l’orso di casa, è un personaggio che mi ha sempre
affascinato e poi ammettiamolo pure…anche lui è un gran bel pezzo di ragazzo.
Ok, mi sto lasciando un po’ andare, meglio smettere. Spero che i prossimi capitoli
siano di tuo gradimento.
- kandyangel: Può capitare di perdere un capitolo.
L’importante è che l’hai letto alla fine e che ti sia piaciuto.
- Austen95: Contenta che il capitolo ti sia piaciuto.
- Sabe: Che bello una nuova fan. Sono
felicissima che la storia ti piaccia e che lo scorso capitolo ti abbia colpito.
Diciamo che il mistero si risolverà presto, passo passo
ogni nodo verrà al pettine, sta tranquilla.
- Isotta: Bella domanda. Anche io mi chiedo il perché ragazzi come Edward
non esistano più, ma credo proprio che è una risposta a cui non avremmo mai una
risposta.
- eliza1755: Beh ti posso assicurare che non credo che Bella cederà subito,
diciamo che tutto avverrà piano piano e poi non è
detto che Bella lo rivoglia al suo fianco, magari si accontenterà anche solo di
chiarire e di averlo con sé solo come amico. Vedremo. Sul comportamento di
Blair ci sarebbe molto da dire, ma se lo faccio svelerei troppo, quindi ho la
bocca cucita. Come vedi, però, qualcuno ha pensato bene di far notare a Edward
determinate cose e lui stesso si è reso conto di questa cosa, magari da adesso
le cose cambieranno un pochetto. Quanto a Jenny ci hai azzeccato in pieno, la
sua è solo una maschera e sono contenta che ti piaccia. E’ uno dei miei
personaggi preferiti.
- bellina97: Posso assicurati che Blair non fa nulla apposta, tutto ciò che
dice o fa gli viene naturale, anche se spesso esagera. Quanto a Jenny ci hai
azzeccato, ha un carattere difficile e spesso ribelle, ma è molto dolce e
sensibile, anche se non sembra. Sono contenta che come personaggio ti piace. Quanto a Edward e Blair, sta tranquilla, non
succederà nulla. Per Edward esiste solo ed esclusivamente Bella. Su questo puoi
stare tranquillissima.
- valeryrob: Sono contenta che il capitolo ti sia
piaciuto al punto da farti venire la lacrime agli
occhi. Significa che il mio desiderio di trasmettere emozioni a chi leggeva è
andato a buon fine.
- Saretta_Trilly_: Diciamo che Emmett ha stupito un po’ tutti, ma in fondo dietro
quella corazza da bambinone c’è anche in lui un cervello adulto, capace di
entrare in funzione quando serve. Sulla somiglianza che hai trovato tra Jenny e
Rose diciamo che entrambe sarebbe disposte a proteggere la famiglia in tutti i
modi, quindi si, almeno su questo si assomigliano.
- BaBa88:Si, Edward è proprio dolce. Quanto
alla testolina bacata di Bella, vedremo cosa combinerà.
- ClaudiaSv16: Beh credo che non esiste persona che
non vorrebbe ricevere quelle parole. Si, la vecchia
Bella può tornare così come il passato è già tornato. In fondo il mondo non è
altro che un meccanismo ciclico, in cui tutto prima o poi ritorna. Vediamo che
succederà.
- Ed4e: Credo anche io che la rosa sia il fiore per eccellenza e
diciamo che Edward con questo gesto c’ha proprio azzeccato. Chissà, vedremo.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua
famiglia? E i Cullen e soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno
che Bella è ancora la diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un
vampiro, ma non è comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi
personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta,
ma lo ama davvero? Si certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed
Edward? Cosa farà a questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per
perdere la persona più importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo
il suo migliore amico? E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si
certo, ma non del tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse
solo da uno sbaglio si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da
ricordare. Riuscirà a ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto
riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le classiche
ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e che non si
fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero innamorata? La sua vita è
perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward, il suo amico di sempre, gli
incasinerà la vita e presto si renderà conto che quell’amico con il quale non
fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le cose non saranno semplici e
in una notte tutto si complicherà.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. So di essere in ritardo. Vi avevo
promesso che non appena sarei tornata dal mio viaggio avrei postato, ma
purtroppo lunedì non appena mi siedo al pc pronta per
postare mi arriva una chiamata che mi ha dato la notizia più brutta che potevo
sentire. La persona a cui tenevo di più in assoluto ha avuto un incidente
proprio lunedì nel primo pomeriggio, un incidente che gli è stato fatale, un
incidente che l’ha fatto volare via portando con séuna parte di me. L’ispirazione si è
andata a fare fottere e devo dire che non è ancora tornata, ma mi sembrava
giusto sforzarmi per cercare di continuare la storia per tutti coloro che la
leggono. Non vi assicuro niente e scusatemi se il capitolo non sarà di vostro
gradimento. Spero che vi piacerà, ci ho messo tutta me stessa, ma non sono
sicura del risultato. Vi lascio al capitolo. Buona lettura a tutti.
Capitolo 13
Una partita particolare
POV BELLA
Non
si è mai immuni ad un ricordo,
mai al sicuro,
mai abbastanza lontani.
I ricordi a volte dormono a lungo,
ingannano la nostra memoria
e ci sorprendono con
le loro incursioni inaspettate.
Mi
sentivo al riparo da quei tumulti ciclopici e dirompenti,
ma ad un
tratto mi ritrovo travolta da un ricordo!
Forse
nel suo ventre, forse nella tela folle della mia mente
che aggrovigliata si
contorce in atroci spasmi emotivi!
E
i pensieri velocissimi proiettano sensazioni
ancora troppo vive
per poterle sconfiggere,
pulsanti
in tutto il loro crudele esistere ancora.
Lacrime, lacrime gridano in questa ribelle sconfitta
e il respiro
abbandona le mie ali lacere.
Ero chiusa nella mia stanza già da qualche ora e non avevo nessuna
intenzione di uscire da lì dentro, non volevo vedere nessuno, preferivo la
solitudine con tutto ciò che essa comportava.
Erano passate circa tre settimane da quando avevo avuto l’ultimo
incontro ravvicinato con Edward, quell’incontro che mi aveva scosso talmente
nel profondo che ancora non mi ero ripresa del tutto.
A scuola ci eravamo incrociati parecchio e non aveva mancato
occasioni per avvicinarsi e parlarmi anche di stupidaggini, e pur con quelle
stupidaggini era riuscito a scombussolarmi dentro.
Era tutto talmente complicato che non ci capivo più nulla.
Tutta la mia vita era diventata una continua lotta tra la parte
irrazionale e quella razionale e se in una battaglia vinceva la prima, nella
successiva vinceva la seconda.
Avevo dannatamente paura di chi avesse, alla fine, vinto la
guerra.
Una cosa era certa, l’altro giorno quando mi ero ritrovata
sbattuta nell’armadietto della scuola con Edward a pochi centimetri dal mio
viso mi ero resa conto che tutta l’indifferenza che avevo costruito in tutto
quegli anni davanti ai suoi occhi scompariva come neve al sole e io non potevo
farci nulla.
Le sue parole mi rimbombavano ancora nella testa e devo ammettere
che molto spesso in queste tre settimane avevo avuto la tentazione di prendere
il telefono e chiamarlo o peggio ancora di mettermi in macchina e correre a
casa sua per buttarmi addosso a lui, baciarlo e dirgli di dimenticare questi
anni di solitudine e pensare solo al futuro.
Ovviamente non l’avevo fatto, ma la paura che succedesse, che non
riuscissi a controllare i miei istinti o, forse, i miei sentimenti era ancora
troppo forte.
Con Blair, invece, le cose erano migliorate.
Edward e i Cullen gli avevano fatto capire che non doveva
trascurare la sua famiglia per loro, ma che doveva bilanciare le due cose e lei
sembrava seguire ciò che gli era stato consigliato alla lettera, tanto che,
finalmente, il suo rapporto con Jenny era migliorato parecchio,a tal punto che potevo dire fosse tornato quello di un
tempo, anche se c’era qualcosa che le divideva: i Cullen, ma soprattutto
Edward.
Blair ne era completamente affascinata, sembrava dipendere da lui
e Dio solo sa il bene che provava per lui, ciò che la legava a quel ragazza dal sorriso sghembo.
Aveva istaurato con lui un rapporto particolare, un rapporto di
complicità unica e per chi li guardava dall’esterno non sembravano due persone
che si conoscevano solo da due mesi.
Aveva legato con tutta la famiglia, non c’erano dubbi, ma con
Edward, beh con Edward era tutta un’altra cosa, un altro mondo.
Jenny, invece, sembrava non volesse avere niente a che fare con i
Cullen, in modo particolare con Edward.
Non si fidava e non riusciva a vedere del buono in lui, lo vedeva
come una minaccia, ma soprattutto lo riteneva responsabile di tante cose,
forse, anche di cose di cui lui non aveva colpe, in fondo, c’erano molte cose
che lui non sapeva e non avrebbe mai potuto sospettare.
Nonostante questo, dovevo ammettere, che il fatto che lui avesse
parlato con Blair invitandola a trascorrere più tempo con lei e con tutta la
famiglia in generale gli aveva permesso di rivalutarlo un po’, ma la situazione
non era cambiata per nulla.
Edward era per lei zona off-limits, lui
era un tabù di cui lei non voleva nemmeno sentir parlare e se a casa capitava
di parlarne con gli altri lei educatamente si allontanava e si chiudeva in
stanza.
Avevo rivisto Esme e Carlisle e devo ammettere che ne ero stata
contenta, era come rivedere dei genitori che avevo perso.
Con loro non ero riuscita a mantenere la freddezza che avevo
indossato con gli altri, anzi devo dire che mi ero buttata addosso a loro
abbracciandoli con grandissimo affetto.
Ci sentivamo con loro, ne sentivo il bisogno, perché nonostante
tutto avevo bisogno del passato e loro erano un legame con esso.
Si erano scusati per ciò che era successo, ma ripetutamente gli
avevo detto che loro non c’entravano niente e per mia fortuna non avevamo mai
affrontato l’argomento Edward.
Non ero certa di poter fingere con loro.
Adesso ero chiusa in stanza, con lo stereo acceso e avevo preso ad
ascoltare la musica mentre fissavo il soffitto.
Avevo constatato in passato quanto queste due azioni fossero
rilassanti e salutari per me, ma stavolta non sembravano essere d’aiuto nemmeno
queste perché la mente vagava lontano, vagava in quella stessa cittadina, ma di
tanti anni prima.
- Chi è quello con i capelli rossicci? – le chiesi.
- Si chiama Edward. E’ uno schianto, ma ti
consiglio di non sprecare il tuo tempo con lui. Non fila nessuno. A quanto pare
qui non ci sono ragazze abbastanza carine per lui – disse con aria di
disprezzo, mentre io senza farmi notare continuavo a guardarlo.
- Ciao, mi chiamo Edward Cullen – disse una voce
melodiosa – la settimana scorsa non ho avuto occasione di presentarmi. Tu ti
chiami Bella vero? – continuò.
- Si. Non sei più venuto?
– gli chiesi.
- Sono stato fuori per un paio di giorni, motivi
personali. Allora, ti piace la pioggia? – mi chiese.
- La pioggia non mi piace per niente. Ogni cosa fredda e bagnata proprio non mi piace – gli
risposi.
- Se detesti tanto il freddo e la pioggia perché ti
sei trasferita nel posto più piovoso degli Stati Uniti? – mi chiese.
- E’ complicato – gli risposi.
- Farò uno sforzo, spiegamelo – mi disse lui.
- Mia madre si è risposata. Phil, suo marito,
viaggia parecchio. All’inizio lei stava con me, ma sapevo che ci stava male,
così ho pensato di venire qui, da mio padre – gli
confessai.
- Ma ora sei tu a stare male, non mi sembra giusto
– mi fece notare.
- Non te l’hanno ancora detto? La vita non è mai
giusta – gli dissi.
- Sono pronto a scommettere che soffri molto più di
quello che dai a vedere – mi disse lui, mentre io sbuffai, perciò continuò – ti
do fastidio?
- Non esattamente. Sono io che mi do fastidio. Il
mio volto è così facile da leggere. Mia madre dice sempre che sono un libro aperto
– gli rivelai.
- Ti sbagli, per me sei difficile da leggere – mi
disse sincero.
- Devi essere davvero un buon lettore, allora –
replicai.
- Di solito si – mi disse sorridendomi.
- Bella, arriverei ad odiare me stesso se dovessi
farti del male. Sei la cosa più importante per me, la cosa più importante di
tutta la mia vita – mi disse Edward guardandomi.
- Sai già cosa provo ovviamente. Il fatto che io
sia qui, significa solo una cosa, che preferirei morire, piuttosto che
rinunciare a te – gli dissi.
- E così il leone si innamorò dell’agnello –
mormorò.
- Che agnello stupido – sospirai.
- Che leone pazzo e masochista – continuò lui.
Prepotenti i ricordi
stavano riaffiorando, quegli stessi ricordi che avevo chiuso dentro di me molto
tempo fa con la promessa di non farli uscire mai più.
Erano chiusi a chiave, una
chiave che possedeva solo Edward e lui era tornato rivelandomi il suo amore e
regalandomi quella stessa chiave che non avrei mai più voluto possedere.
Le lacrime iniziarono a scendere
copiose e non avevo nemmeno la forza di asciugarle, avevo bisogno di sfogarmi,
di liberarmi di tutto ciò che mi attanagliava il petto.
- Parli nel sonno. Hai
pronunciato il mio nome - ammise.
- Tante volte? – sospirai rassegnata.
- Quante sarebbero precisamente “tante”? – mi domandò.
- Oh, no! – dissi e chinai la testa.
- Non prendertela con te stessa – mi sussurrò in un orecchio - Se fossi capace
di sognare, sognerei te. E non me ne vergogno – mi rivelò.
- Hai detto che mi amavi – mi disse.
- Lo sapevi già – dissi, chinando la testa.
- Però è stato bello sentirlo dire – mi rispose.
Affondai la faccia nella sua spalla
- Ti amo – sussurrai.
- Tu sei la mia vita adesso – mi disse.
- Ti vedrò spesso? Starai qui spesso, davvero? –
gli domandai.
- Per tutto il tempo che vuoi – mi rispose.
- Attento, perchè ti vorrò sempre. Per sempre – gli dissi.
Aveva promesso di stare
con me tutto il tempo che volevo, ma non aveva mantenuto quella promessa, se ne
era andato mentre io ero rimasta lì a supplicarlo di non farlo, perché io
l’avrei voluto sempre con me.
Avrei rinunciato alla mia
umanità per lui, alla mia vita, solo per stare con lui per sempre.
E adesso? Cosa era
cambiato adesso?
Tutto o niente, ma io non
ero più quella ragazza.
O forse, semplicemente,
avevo finto in tutti questi anni di essere diversa, di essere un’altra, quando
in realtà ero sempre la stessa, la stessa Bella che lui aveva conosciuto, che
lui aveva amato.
In tutti quegli anni avevo
cercato di mantenere lontani i ricordi, convincendo me stessa che Edward era
solo un ricordo del mio passato, un ricordo a cui non avrei più permesso di
farmi del male, ma oggi mi rendevo conto che lui era
molto di più, che lui era stato tutto il mio mondo e, forse, lo era ancora.
Per anni non avevo mai voluto
rivivere quei ricordi, ma oggi era diverso.
Oggi la nostalgia di quei
giorni lontani si stava facendo sentire di nuovo, a tal punto che avrei dato la
vita per rivivere anche solo uno di quei momenti carichi di magia.
Scacciai via quei
pensieri, in fondo erano solo ricordi e io ero abituata a scacciarli via, ero
abituata a non stare più male a causa di essi, ma oggi, oggi tutto sembrava
diverso, oggi era come se il dolore non volesse andarsene, come se esso volesse
comunicarmi qualcosa, qualcosa che, forse, non ero pronta ad ammettere, ma
soprattutto ad accettare.
Con furia spensi lo stereo
e mi asciugai gli occhi sperando che il rossore per via del pianto passasse.
Poi mi legai i capelli in
una coda alta e mi infilai un paio di nike shox bianche e grigie.
Ero già vestita visto che
poche ore prima avevo fatto la doccia.
Indossavo un paio di
comodi pantaloni di tuta bianchi con delle righe grigie ai lati e una canotta
grigia che lasciava intravedere il mio tatuaggio, o meglio il mio marchio di
fabbrica, così come lo definiva Nate (àil link dei vestiti di
Bella: http://yfrog.com/49vestitibella3j
).
Ero vestita per casa,
visto che non avevo nessuna intenzione di uscire.
Volevo solo stare comoda e
a mio agio e niente è meglio di una bella tuta e di comode scarpe da
ginnastica.
Mi diressi sotto e
raggiunto il salotto mi si parò davanti una scena che mi lasciò basita.
Non mi aspettavo nulla di
tutto questo, non adesso, ne probabilmente mai.
Seduti comodamente sul
divano di casa c’erano Emmett, Jasper e Edward che giocavano alla play-station
con Jason e Nate.
Aprì e chiusi gli occhi un
paio di volte per capire se stavo immaginando tutto o se era la verità, ma quei
cinque erano sempre lì su quel salotto.
Che diavolo ci facevano a
casa mia?
Ma soprattutto che diavolo
stavano facendo con Jason e Nate?
I miei fratelli stavano
facendo amicizia con il nemico.
Tutta colpa di Blair, ne
ero sicura.
Dovevo fare finta di
nulla, dovevo mostrarmi dura, fredda e indifferenza sperando che il rossore dei
miei occhi non facesse trasparire nulla del pianto di come prima.
Sarebbe stata un’impresa
riuscirci, soprattutto dopo tutti i pensieri che avevo avuto oggi, dopo tutti i
ricordi che erano tornati a galla, ma dovevo farcela.
Non c’era altro da fare.
Dovevo affrontare quella situazione, del resto non potevo restare
sulla soglia del salotto in eterno anche perché con tutta probabilità i Cullen
si erano già accorti di me visto che con il loro udito finissimo potevano
percepire a breve distanza il mio respiro e il battito del mio cuore.
Feci un respiro profondo e poi, come se nulla fosse, entrai in salotto e mi diressi verso
il tavolinetto che c’era tra i due divani, proprio quello di fronte la
televisione e mi presi un cioccolatino ingurgitandolo con finta indifferenza.
Vidi loro fermarsi visto
che il mio corpo copriva la televisione e fissarmi stupiti forse del mio
comportamento.
- No ah, fai con comodo – mi disse Nate riferendosi al fatto che ero ancora
davanti alla televisione mentre mi gustavo un buonissimo cioccolatino fondente.
- Prego? – gli chiesi
facendo finta di non aver capito.
- Se magari ti sposti
finiamo di giocare – continuò lui come se nulla fosse.
Davvero credeva che quella
scena avesse qualcosa di normale?
Roba da non credere.
Emmett rideva sotto i
baffi e solo allora mi resi conto quanto davvero lui e Nate si somigliassero.
Erano due adulti rimasti
bambini e tali sarebbero rimasti.
- Se magari mi spieghi
capisco perché mi ritrovo mezza famiglia Cullen nel salotto di casa mia – gli
dissi senza degnare di uno sguardo Edward con i suoi fratelli.
- I ragazzi sono venuti ad
accompagnare Blair, ma lei ha insistito perché Rose e Alice le sistemassero la
cabina armadio, così Nate ha proposto ai ragazzi una partita alla play-station
– mi spiegò Jason rendendosi conto solo adesso che con ogni probabilità avevano
fatto una cazzata.
- E’ uscita. Diceva che
aveva bisogno di un po’ di sano shopping e visto che a te non ti andava di uscire ha chiamato Leah ed è andata con lei –
mi spiegò Jason.
Tre settimane fa avevo
presentato la mia famiglia al completo al gruppo di La
Push e devo dire che tutti avevano legato parecchio e l’uscita a due di Kyra e
Leah ne era la testimonianza.
Vidi Edward irrigidirsi
sentendo Jason pronunciare il nome di Leah.
I licantropi proprio non
gli andavano giù.
- Mai parlare di lupi
davanti ai vampiri, dovresti saperlo – lo rimproverai sarcastica vista la reazione
di Edward – comunque io salgo in camera da Jenny. Prenotare le pizze per
stasera. Mamma e papà non rientrano a cena e io non ho intenzione di cucinare –
gli spiegai mentre dopo un sorriso ai tre Cullen mi stavo dirigendo al piano
superiore.
- Jenny è uscita. E’
andata in libreria a prendere dei libri – mi spiegò Nate.
Insomma, possibile che in
quella casa non ci fosse nessuno?
E adesso cosa avrei fatto?
Se mi chiudevo di nuovo in
camera di sicuro mi sarei messa di nuovo a pensare e sarebbe finita male, anche
perché non potevo permettermi nemmeno di piangere, altrimenti i Cullen mi
avrebbero sentita.
Ma certo, avevo trovato.
Un’idea di come passare il
tempo mi era venuta, ma era rischiosa.
Non sapevo quanto potesse
convenire restare in quella stanza a pochi metri di distanza da Edward e
comunque da altri due Cullen.
Nonostante questo, decisi
di mettere da parte la razionalità e di fidarmi per il momento
dell’irrazionalità.
Mi avvicinai di nuovo al
divano e mi sedetti in mezzo tra Emmett e Edward.
Vidi tutti guardarmi
sconvolti, soprattutto Edward che, forse, non si aspettava nulla del genere.
- Permetti? – chiesi a
Edward indicandogli il joystick.
- Si certo, ma che
dovresti fare? – mi domandò porgendomelo.
Mentre lo prendevo gli
sfiorai accidentalmente una mano e una scarica elettrica mi attraversò il
corpo.
Quel ragazzo aveva un
effetto devastante su di me.
Meglio non pensarci, però.
- Mantengo una promessa
fatta – dissi guardandolo mentre sentì la genuina risata di Emmett, l’unico che
aveva capito a cosa mi riferissi.
In poco tempo anche Edward
sorrise, forse, aveva letto la mente di suo fratello.
- Potremmo capirci
qualcosa anche noi? – chiese Nate notando che gli altri due avevano capito.
- Stacca gli joystick e
metti il gioco di basket. Ho una partita in sospeso con Emmett e ho tutta
l’intenzione di batterlo – dissi guardando l’orso.
- Si certo come no.
Aspetta e spera scricciolo – mi rispose lui mentre io non potei fare a meno di
sorridere.
Era una vita che non mi
sentivo chiamare scricciolo da Emmett e devo dire che la cosa mi era mancata
parecchio.
Tutti restarono stupiti
dalla mia reazione, ma alla fine era prevedibile.
L’unica cosa che dovevo
fare era giocare, stare con loro lì, ma restare indifferente a qualunque cosa,
anche se mi veniva troppo difficile.
Mentre il gioco iniziò con
la coda degli occhi mi misi a osservare Edward e solo in quel momento mi resi
conto di una cosa fondamentale, una cosa che in tutto questo tempo non avevo
voluto ammettere per paura che non potessi più controllarla.
In questo ultimo periodo
vedevo Edward guardarmi intensamente, forse, senza capire il vuoto dei
miei occhi, lo vedevo cercare in me delle parole, dei movimenti che gli
facessero capire cosa io stessi pensando, consapevole che ciò che volesse di
più era entrare nella mia mente.
Non poteva farlo per fortuna e ne ero contenta.
Si Edward, sono contenta che non puoi entrare
nella mia testa e vuoi sapere perché?
Perché non voglio che tu veda le mie paure, le mie mille
insicurezze.
Non voglio che tu entri nel mio delirio.
Sono strana lo so, non ti faccio capire nulla.
Un giorno sembra che facciamo passi avanti e l’altro dopo
sembriamo tornare indietro e mi comporto come se tu fossi un perfetto
sconosciuto.
Ti chiedi perché?
Non lo so perché.
Non riesco più spiegare quello che mi succede dentro.
Non posso più credere che sia io la causa di tutto, non voglio più
credere che sia tu la soluzione di tutto.
- Bella sei nella squadra verde, ne sei consapevole vero? – mi
chiese all’improvviso Nate facendomi tornare nel mondo normale.
Sentì subito le risate sonore di tutti i presenti, comprese quelle
di Jasper che aveva preso a ridere sguaiatamente.
Non l’avevo mai visto così, non in mia presenza almeno ed ero
contenta che si fosse sbloccato.
Era sempre stato una persona che mi aveva affascinato e il
desiderio di conoscerla a fondo, di creare con lui un rapporto bellissimo come
quello che avevo con Emmett era forte, ma mi sembrava irraggiungibile.
In passato, spesso, mi ero chiesta se a parte Alice si fosse
aperto con qualcuno, ma non ero mai venuta a capo a questa mia curiosità.
- No, io sono la squadra nera – lo corressi convinta che avessi
ragione.
- Non in questa partita – mi rispose a sorpresa proprio Jasper tra
una risata e l’altra.
Presi il mio joystick e lo misi nelle mani di Emmett mentre il suo
lo presi io.
- Adesso lo sono – gli risposi facendogli la linguaccia.
Mi guardò bloccandosi per un attimo, forse, non aspettandosi un
gesto tanto familiare, ma poi riprese a ridere.
Bella, ma
non dovevi essere indifferente?
Ammettilo
che non ci riesci, ammettilo che ami troppo questa famiglia per esserlo
davvero.
Eccola la mia coscienza.
Si faceva sentire sempre quando non doveva.
Cercai di scacciarla via e ripresi a giocare, mentre sentivo gli
occhi di Edward puntati addosso a me.
E i ricordi passati tornarono prepotenti a farsi sentire, perché i
ricordi tornano sempre, per invaderti l'anima, per ferirti, per stregarti il
cuore, per ucciderti, provocando dolore.
Avrei voluto scacciarli, ma guardando di sfuggita Edward non ci
riuscì, perché i ricordi non si possono rimuovere, perché fanno parte di me,
della mia vita e servono a ricordarmi attimi intensi passati con lui, lui che
ormai non fa più parte di me.
I miei ricordi con lui non se ne andranno mai, faranno parte di
me, di lui, di noi all’infinito.
- Bella sei ancora convinta di vincere? – mi chiese Emmett ridendo
per la pessima figura che stavo facendo.
- Ridi, ridi, tanto alla fine vinco io, stanne sicuro – gli
risposi mentre tutti se la ridevano pensando che mi sbagliassi.
- Non sei cambiata di una virgola, sei sempre la solita frana –
continuò lui.
- Emmett smettila o ti do fuoco – lo rimproverai, però, sorridendo
mentre tutti si unirono a me.
Cacciai via qualunque pensiero e mi concentrai sulla partita
rendendomi conto che stavo perdendo clamorosamente.
Emmett me lo avrebbe rinfacciato a vita e la nostra vita era
davvero lunga, eterna aggiungerei.
Cercai di concentrarmi un po’ di più, ma proprio non riuscivo a
fare due passi senza farmi soffiare la palla da sotto il naso.
- Bella è inutile che cerchi di applicarti, ormai, ho la vittoria
in pugno – si giustificò lui facendo ridere tutti.
- Io dico, invece, che vince lei – sentì dire ad una voce dietro
le mie spalle.
Non serviva che mi girassi, quella voce melodiosa e cristallina
apparteneva a Alice.
Vidi Emmett mettere pausa al gioco e voltarsi a guardare la
sorella, lo stesso feci io seguita da tutti gli altri.
Lei, Rosalie e Blair erano comparse in salone proprio dietro di
noi.
- Hai visto qualcosa? – le domandò lui curioso.
- Certo che no – gli rispose lei.
- Non ho abbassato lo scudo, quindi, non può aver visto nulla –
cercai di dire io per convincerlo.
In effetti era vero.
- E io dovrei credervi? Il tempo è passato, ma non mi sono certo
scordato tutto quello che mi avete combinato tutte e due. Siete troppo
imbroglione – disse lui mettendo il broncio.
In effetti, in passato, io e Alice gliene avevamo fatte passare di
tutti i colori, prendendolo in giro un sacco e attribuendo a lui la causa di
tanti disastri che spesso ero io a combinare.
Sembrava di essere tornati indietro nel tempo e per un momento
quella situazione mi piacque più del lecito.
- Posso assicurarti che non ti stanno mentendo – gli spiegò Nate
dopo aver guardato me e Alice negli occhi.
- E questo cosa te lo fa credere? – gli
domandò Emmett curioso come un bambino.
- Emmett fidati – si limitò a rispondergli Edward.
- E perché? – continuò lui a chiedere.
- Perché ho letto nei suoi pensieri e dice la verità – gli spiegò
quello che un tempo era stato l’amore della mia vita.
- E lui come fa a saperla la verità? – chiese ancora Emmett.
Proprio non riusciva a fidarsi.
Guardai Alice ed entrambe non potemmo fare a meno di ridere.
Gli avevamo fatto perdere fiducia in tutto quando in mezzo
c’eravamo noi.
- Nate ha il potere di scoprire chi dice la verità e chi mente –
gli rispose Edward che di sicuro doveva averlo scoperto leggendo nella mente di
quello che, ormai, era mio fratello a tutti gli effetti.
- Cosa? – chiese Rose stupita.
- Beh diciamo che tutti noi abbiamo dei poteri. Il mio è quello di
avere la capacità di capire quando una
persona mente e quando non lo fa. Mi basta guardare negli occhi qualcuno per
mettere in funzione il mio potere e, quindi, capire se la persona in questione
mente o dice la verità. Talora mentisse, io sono in grado di scoprire qual è,
invece, la verità – gli spiegò dettagliatamente Nate tralasciando di spiegare
quelli che erano i poteri del resto della famiglia.
- Grazie al tuo potere,
quindi, è praticamente impossibile mentire con te – fece notare Jasper.
- Proprio così, quindi,
fidati, Alice non ha visto nulla – continuò Nate.
- Bene, voglio fidarmi. Continuiamo
questa partita, il cui risultato, ormai, sembra scontato – disse Emmett sicuro
di sé.
Non potevo dargliela
vinta, dovevo trovare una soluzione al problema.
- Non esserne tanto sicuro
– gli feci notare io anche se non ero convinta delle
mie parole nemmeno io.
- Sei troppo sicuro di te.
Io sto dalla parte di Bella e Alice e sappi che se hanno ragione loro e Bella
dovesse vincere tu resterai in bianco per un’intera
settimana senza sconti alla pena – disse Rose prima che riprendessimo a
giocare.
Ciò che disse mi stupì.
Non avrei mai creduto che
si sarebbe schierata dalla mia parte, giusto lei che mi aveva sempre detestato.
Adesso avevo un motivo in
più per vincere.
Non sapevo perché, ma
volevo che la sua fiducia in me fosse ben riposta.
- Sta tranquilla amore,
puoi iniziare a preparare il due pezzi di pizzo che stasera ci divertiamo – gli
rispose lui prima di schiacciare il tasto che faceva continuare la partita
mentre noi scoppiammo tutti a ridere.
Come previsto dall’orso
stavo perdendo clamorosamente e la cosa non mi andava proprio giù.
All’improvviso mi venne
un’idea.
Sapevo che era giocare
sporco, ma volevo vincere quella partita, dovevo vincere.
- Jason blocca il tempo – dissi a mio fratello telepaticamente.
- Che intenzioni hai? – mi domandò lui curioso.
- Voglio vincere questa partita – gli risposi decisa chiudendo la conversazione
telepatica.
Era l’unica soluzione per
vincere e per farlo mi serviva Edward, l’unico in grado di poter battere Emmett
a quel gioco considerato che l’orso era davvero bravo.
Coprì Edward con il mio
scudo e pochi secondi dopo tutto ciò che c’era attorno
a me ad esclusione di me, Edward e Jason era completamente immobile.
- Che diavolo succede? –
chiese lui non appena si accorse della situazione.
- Mi serve il tuo aiuto –
mi limitai a rispondergli.
- E sarebbe? – mi chiese
dolcemente.
- Devi vincere per me –
gli spiegai.
- Mi spieghi prima cosa
diavolo sta succedendo? Perché niente si muove? – mi chiese sconvolto.
- E’ opera mia. Ho delle
capacità mentali fuori dal comune. Sono in gradodi spostare gli oggetti con la sola
forza della mente. Posso farli volare e perfino distruggerli telepaticamente.
Inoltre sempre grazie alla forza della mia mente sono in grado di rallentare il
tempo oppure di bloccarlo a mio comando congelando una situazione come in un
fermo immagine per poi far riprendere tutto quando mi fa più comodo. E adesso
ho appena usato questa ultima parte del mio potere – gli spiegò Jason.
- E quando tutto tornerà
come prima i ragazzi non si accorgeranno di quello che è successo? – chiese
Edward.
- No, non si renderanno
conto di nulla. Per loro sarà come se nulla fosse successo – continuò Jason con
la spiegazione.
- Prima che tu lo chieda,
sono stata io a dirgli di farlo. Voglio vincere questa partita. So che questo
si chiama giocare sporco, ma Emmett è troppo sicuro di
sé, è convinto di vincere e voglio vedere cosa farà quando scoprirà di restare
una settimana in bianco – gli spiegai breve, ma concisa.
Lo guardai negli occhi
sperando di scorgere in lui la voglia di aiutarmi, una voglia che trovai subito
accompagnata da un sorriso sghembo da fare invidia.
- Sarà un duro colpo per
la sua autostima, povero fratellino – disse Edward ridendo sotto i baffi mentre
io gli porgevo il joystick.
Riprese la partita e la
continuò, ma ad un certo punto si bloccò.
- Che succede? – gli
chiesi.
- Pur ammettendo che non
si accorgeranno del tempo trascorso, direi che si renderanno conto che qualcosa
che non va c’è. I punti tuoi aumentano e se ne accorgeranno subito – mi fece
notare.
Non avevo fatto caso a
quel problema.
- Ci servirebbe Kyra – ci
fece scappare Jason.
- Perché? – chiese curioso
Edward.
- Perché il suo potere
sarebbe molto utile – continuò lui.
- E quale sarebbe? –
chiese il vampiro gentilmente.
- Non ha importanza. Diremmo
a Emmett che si sbaglia, che i miei punti erano questi e non sono stati
cambiati. In fondo Alice e Rose sono dalla mia parte – gli spiegai.
- Anche io se per questo –
continuò Jason.
- Allora siamo cinque –
disse Edward dopo avermi portato a pari punti con Emmett – appena il tempo
riprenderà non dovrai far altro che premere il pulsante rosso, però ti devi
muovere, altrimenti rischi che Emmett ti tolga la palla – continuò poi
facendomi vedere il pulsante che avrei dovuto premere.
- Grazie mille – mi limitai
a dire posizionandomi nuovamente dove ero prima che Jason attivasse il suo
potere.
- Posso sapere come è
possibile che io non mi sia bloccato come i ragazzi? – mi domandò prima che
dessi l’ok a Jason per sbloccare la situazione.
- Ti ho protetto con il
mio scudo – gli risposi sorridendo prima di fare un cenno con il capo a Jason.
Subito il suo potere svanì
e i ragazzi iniziarono a muoversi come se nulla fosse successo.
Subito premetti il tasto
rosso e la palla andò a canestro.
Una scritta grande occupò tutta
la schermata decretando la mia vittoria.
- Non può essere. Deve
essere successo qualcosa – commento Emmett non appena si rese conto di aver
perso.
- Si certo, hai perso.
Questo è successo – commentò Alice trillando come una bambina.
- Eri sotto di più di
cinquanta punti – mi spiegò l’orso.
- Si certo come no. Sono
entrata nella televisione e ho cambiato i punti – commentai sarcastica io.
- Fratello ammetti la
sconfitta e rassegnati alla tua settimana in bianco – disse Jasper
sorprendendomi.
Non mi sarei aspettato che
non avesse detto nulla.
Ero convinta che si fosse
accorto del fatto dei punti.
Era una persona troppo
precisa per non accorgersene e il suo sorriso rivolto a me mi
fece capire che avevo ragione.
Se ne era accorto, ma
stava facendo finta di nulla.
- Jason c’è… – stava
provando a dire Blair.
- Chiudi quella bocca subito – dissi telepaticamente a lei per zittirla.
Conosceva i nostri poteri
e sapeva che c’era lo zampino di Jason, ma doveva stare zitta.
Sembrò capire e fece finta
di nulla.
- Emmett ha ragione. Eri
sotto di cinquanta punti – esordì improvvisamente Nate accordandosi con l’orso.
- Si certo come no –
dicemmo tutti all’unisono scoppiando a ridere.
Entrambi rimasero con i
loro dubbi, ma nonostante questo fecero finta di nulla e iniziarono a pensare
che forse si erano sbagliati.
Più passava il tempo e più
mi accorgevo di come quei due si assomigliassero in fatto di infantilità.
- Complimenti Bella, mi
hai battuto – affermò poi Emmett porgendomi la mano.
Quasi mi dispiaceva ciò
che avevo fatto, ma in fondo non era nulla di che.
Prima o poi glielo avrei
detto, ma sicuramente non prima dello scadere di quella settimana.
- Brava Bella – mi disse
Rose dedicandomi un sorriso a trentadue denti che ricambiai – sai amore questo cosa significa? Che per un intera
settimana passeremo le serata a guardare film – continuò la bionda riferendosi
al marito.
- Amore, ma tu lo sai
quanto ti amo vero? Non puoi farmi questo – gli rispose lui buttandosi su di
lei e guardandola con gli occhi da cucciolo indifeso.
Scoppiammo tutti a ridere,
poi dopo qualche minuto li lasciai tutti in salotto e mi diressi verso il
giardino di casa.
Avevo bisogno di stare
sola e soprattutto di riflettere sul comportamento che avevo avuto, visto che
avevo mandato a monte l’indifferenza che mi ero premurata di mostrare negli
ultimi due mesi.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- Ed4e: Beh in effetti Jenny si sente un po’
sola, ma più che altro si sente tradita. Chissà come procederanno le cose.
- vanderbit: Per scoprire cosa lega Edward alle
gemelle bisogna aspettare ancora un po’, nel frattempo vediamo che succede.
- caramellina20: Vedrai che prima o poi capirai il comportamento di Jenny. Prima
o poi tutto sarà chiaro.
- Saretta_Trilly_: Il comportamento di Jenny nei confronti di Edward sarà chiaro
prima o poi, stanne certa. Nella scorsa recensione hai detto che Bella si stava
sciogliendo, credo che in questo capitolo non puoi non
pensare la stessa cosa.
- Isotta: Beh in effetti Bella sembra sciogliersi
come neve al sole, ma sarà così fino alla fine? Ed Edward? Basta, ho già detto
troppo.
- ClaudiaSv16: Mi fa piacere sapere che comprendi il comportamento di Jenny,
per alcuni può sembrare egoista e senza significato, ma c’è una spiegazione dietro,
ma per scoprirla, come hai detto tu, bisognerà aspettare.
- bellina97: Non posso dirti se tutto si aggiusterà o meno,
ma di sicuro qualcosa si smuoverà già dal prossimo capitolo.
- DiamondDior: Beh diciamo che Blair è tornata sui
suoi passi grazie a Edward e i Cullen e adesso sta cercando di bilanciare
questi due affetti per lei importanti. Quanto al fatto che Bella debba spiegare
a Edward cosa è successo in questo secolo e mezzo posso dirti che ancora non
avverrà, ma ti assicuro che non ci vorrà nemmeno tantissimo tempo. Diamo tempo
al tempo e tutte le domande avranno una risposta.
- Austen95: Sono felice di sapere che la storia continua a piacerti. Spero
di non deluderti con i prossimi capitoli.
- googletta: Il rapporto tra Bella e Alice per adesso non è molto chiaro.
Bella non ha fatto pace con lei, ma in cuor suo sa di voler fin troppo bene a
Alice. Quanto a Emmett diciamo che già da questo capitolo c’è un
riavvicinamento tra i due, in fondo con Emmett è difficile mantenere il
broncio, pur volendo non ci si riesce. Jasper in questo capitolo è tornato e
come vedi sembra essere dalla parte di Bella, diciamo che se pur in silenzio si
è esposto un bel po’, ma arriveremo a parlare anche di lui, sta tranquilla. Non
tralascerò nessun personaggio, soprattutto Jasper che se pur non lo da a vedere è corrotto dai sensi di colpa. Sappi che io amo
in modo incondizionato tutta la famiglia Cullen, tutta ad eccezione di nessuno,
quindi, tutti avranno il loro ruolo, puoi starne sicura.
- valeryrob: Beh in effetti
Bella nello scorso capitolo sembrava sul punto di cedere e in questo nuovo
capitolo non è stata la fredda e cinica Bella che abbiamo visto in questa
storia. Che stia tornando la vecchia Bella? Staremo a vedere.
- eliza1755: Ti giuro sono davvero felice che il personaggio di Jenny ti
piaccia, non credevo che potesse piacere a qualcuno. E’ una persona molto
profonda, ma che indossa una maschera perennemente, lo fa per proteggersi e per
non apparire fragile, ma ti assicuro che lo è. Quanto
a Blair credevo che sarebbe stata simpatica un po’ a tutti, ma mi sa che ho
fatto male i conti in quanto alle gemelle. Diciamo che lei ha i suoi motivi per
voler stare sempre con i Cullen, uno fra tutti vorrebbe che Bella e Edward
tornassero insieme, ma diciamo che in questo periodo è stata troppo occupata
con questi suoi desideri che non ha tenuto conto di quelli che potevano essere
i sentimenti della sua famiglia, in modo particolare di Jenny. Adesso si è resa
conto dello sbaglio, anche grazie ai Cullen e soprattutto a Edward e vedrai che
cercherà di recuperare.
- Sabe: Sono molto contenta che il
personaggio di Jenny ti piace, spero che continuerà a
piacerti anche in futuro, soprattutto dopo il prossimo capitolo. Non posso
dirti perché c’è l’ha tanto con Edward, ma ti assicuro che si scoprirà tutto,
basta solo avere un po’ di pazienza.
- kandyangel: Sono contenta che lo scorso capitolo
ti sia piaciuto. Spero che anche questo sia stato di tuo gradimento.
- LaFedy: Sono davvero felice che la storia ti
piaccia. Bella come hai detto tu stessa alterna momenti in cui sembra
combattiva e dura a momenti in cui sembra tornare quella di un tempo e spesso
non è semplice far capire agli altri cosa gli passa
per la testa. Sono contenta di sapere che ci riesco, è molto importante saperlo
per me. Spero solo di non deludere le tue aspettative che ha quanto mi è
sembrato di capire sono molto. Incrocio le dita.
- amanecer: Diciamo che Blair non è tanto ragazzina come si crede. Dimostra i suoi 17 anni, ma
in realtà ne ha molti di più. E’ una persona matura, ma devo ammettere che per
quanto riguarda i Cullen ha i suoi buoni motivi per comportarsi così, chissà al
posto suo anche noi ci saremmo comportati esattamente come lei. Comunque adesso
ha capito i suoi errori anche grazie a Edward e ai Cullen e cercherà di
migliorare. Mi fa piacere sapere che i pov Edward ti
piacciono di più, anche perché a me non viene molto facile scriverli,
considerato che devo cercare di entrare nel suo dolore e cercare di spiegarlo
al meglio. Quanto al legame tra le gemelle e Edward davvero non posso
anticipare nulla. Potrei anticiparti di tutto, ma su di loro non posso aprire
bocca. Si capirà tutto ad un certo punto.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono ancora
tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò che
l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare quella
che aveva considerato fin dall’inizio al sua famiglia?
E i Cullen e soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno che Bella è
ancora la diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un vampiro, ma non
è comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta,
ma lo ama davvero? Si certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed
Edward? Cosa farà a questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per
perdere la persona più importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo
il suo migliore amico? E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si
certo, ma non del tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse
solo da uno sbaglio si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da
ricordare. Riuscirà a ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto
riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero innamorata? La sua vita è
perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward, il suo amico di sempre, gli
incasinerà la vita e presto si renderà conto che quell’amico con il quale non
fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le cose non saranno semplici e
in una notte tutto si complicherà.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. Volevo ringraziare tutti
quelli che hanno recensito lo scorso capitolo, perché con le loro parole mi
hanno risollevato un po’ e comunque mi hanno aiutato. Spero di non avervi fatto
aspettare troppo e vi prego non uccidetemi alla fine del capitolo. Altrimenti
non potrete mai sapere come finirà. Vi lascio al capitolo. Buona lettura a
tutti.
Capitolo 14
Perderlo di nuovo
POV BELLA
Ma so che il fuoco
non basta per
dimenticare,
puoi bruciare
foto, lettere, tutto,
ma il fuoco
lascia sempre le ceneri.
Uscire fuori mi aveva
fatto bene.
Vedere i Cullen tutti
insieme nel salotto di casa che ridevano felici e io con loro mi aveva
trasmesso emozioni che credevo morte.
Quando l’aria aperta di
fuori colpì le mie narici mi resi conto che la mia voglia di fare
l’indifferente si era andata a fare benedire.
Tutto ero stata tranne che
indifferente, anzi avevo parlato, riso e scherzato con loro.
Avevo pure chiesto a
Edward di farmi da complice.
Avevo fatto tornare a
galla la vecchia Bella e ora sarebbe stato difficile o, forse, impossibile
ritornare la fredda e glaciale ragazza che ero stata fino a qualche tempo
prima.
Avevo sbagliato tutto, lo
sapevo, ma stranamente non ne ero poi così dispiaciuta, anzi una parte di me
era felice, felice come non lo era stata per tanto, troppo tempo.
E proprio quella parte non
mi permetteva di pentirmi per ciò che avevo fatto.
- Come mai sei uscita
fuori? – mi chiese una voce alle mie spalle.
Non ci voleva un genio per
capire a chi appartenesse quella voce.
Edward, l’unico che con il
solo timbro della voce riusciva a farmi uscire il cuore fuori dal petto.
- Potrei farti la stessa
domanda – gli risposi senza voltarmi.
- Avevo bisogna di
prendere un po’ d’aria – mi rispose lui mentre si avvicinò a me.
- Risposta simpatica per
uno che non ha bisogno né di aria né di respirare – gli feci notare sarcastica.
- Ottima osservazione –
disse lui soffocando malamente una risata.
Non risposi e restammo in
silenzio per un po’ fino a quando non sentì il suo respiro ghiacciato sul mio
collo.
Era dietro le mie spalle a
qualche centimetro da me, bastava che mi voltassi a guardarlo per ritrovarmi le mia labbra appiccicate alle sue.
Sentì il suo braccio
circondarmi la vita e attirarmi di più a sé.
Eravamo talmente uniti che
sembravamo l’uno la seconda pelle dell’altra e viceversa.
La voglia di farlo
allontanare era poco, tanta invece era quella di stringermi ancora di più a sé
e bearmi del suo meraviglioso profumo.
Lo volevo, lo desideravo
con ogni fibra del mio essere e solo in quel momento, in quella posizione
realizzai cosa davvero mi stava succedendo.
Avevo indossato per anni
la maschera della freddezza per proteggermi dal dolore, quel dolore che avevo
provato con l’abbandono di Edward, ma pian piano quella maschera stava
scomparendo lasciando spazio a ciò che avevo nascosto per anni: l’amore verso
quel vampiro dai capelli ramati, un amore che adesso sapevo non se ne sarebbe
mai più andato.
- Edward… – stavo provando
a dire.
- Non farmi allontanare,
perché tanto non lo farò. Tu non riesci a capire davvero cosa io provo per te
Bella. Vivere senza di te è morire – mi disse interrompendomi e stringendomi di
più a sé.
A quel contatto un brivido
mi percorse tutto il corpo e riuscivo a percepire un’elettricità che solo noi
due eravamo in grado di emanare.
- La fiducia… – provai
nuovamente a dire prima che venissi interrotta di nuovo.
- Lo so che devo
riacquistare la tua fiducia e lo farò, ma me ne devi dare la possibilità. Mi
sono scusato in tutti modi, non so più che fare. Vuoi che mi
scuso anche perché non riesco a fare a meno di cercarti? Vuoi che mi scuso perché sto cercando in ogni modo di entrare di
nuovo nel tuo presente? Dimmi tu cosa devo fare. Dovrei scusarmi perché ti
voglio sentire vicina a me? O peggio ancora dovrei scusarmi perché provo
qualcosa per te? Perché ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo? Dimmi tu
qualcosa, fammi capire – concluse con dolcezza alitando quelle parole a qualche
centimetro dal mio orecchio.
- Non intendevo questo –
mi limitai a rispondergli.
- E allora cosa? Sai una
cosa Bella, voglio che tu adesso mi dica che non mi ami più, che in tutti
questi anni sei riuscita a dimenticarmi davvero, dimmelo e io scomparirò di
nuovo dalla tua vita, ma stavolta per sempre. Devi solo dirmi questo, ma lo
devi fare guardandomi negli occhi – mi disse staccandosi dalla presa e
facendomi voltare verso di lui costringendomi a guardarlo negli occhi – avanti
fallo, liberati di me per sempre – concluse poi vedendo che io non mi decidevo
a parlare.
Cosa avrei dovuto fare?
Avrei potuto mentirgli guardandolo negli occhi?
No, non avrei potuto, non
con lui.
Gli avrei detto la verità,
a costo di soffrire poi.
- Non te lo posso dire,
non posso dirtelo perché mentirei. Se tu mi chiedessi di contare le volte
in cui sono stata con te di sera a guardare le stelle non ti saprei rispondere,
ma se mi chiedessi quanto tempo ho passato a guardare le stelle pensando a te,
ti risponderei subito, è successo tutte le notti.Se mi chiedessi di ricordare quante volte ci siamo guardati e ho
capito che avrei voluto passare tutto il tempo che ancora mi rimaneva con te,
non saprei risponderti, ma se mi chiedessi quanto tempo avrei voluto che quel
momento fosse durato, ti risponderei subito, in eterno.Se mi chiedessi quanti abbracci ci
siamo dati, non saprei darti una risposta, ma se mi chiedessi quanti te ne
avrei voluti dare, ti risponderei subito, un'infinità. Se mi chiedessi quante
volte ti ho sognato, ammirato, desiderato e amato, ancora una volta non ti
saprei dare una risposta, ma se mi chiedessi anche solo quanto ho avuto bisogno
di te ti risponderei subito, più di quanto la notte abbia bisogno del giorno
per esistere. Adesso capisci perché non posso dirti quello che vuoi sentirti
dire? – gli dissi guardandolo intensamente negli occhi.
Mi ero esposta troppo, lo sapevo, ma era l’ora di essere sincera
così come lui lo era stato.
Aveva due mesi che gli facevo stirare il collo ed era giunto il
momento della verità.
Lo vidi sorridermi sghembo, come se gli avessi appena detto che
stavamo per rimetterci insieme.
Non era questo, però, il succo delle mie parole.
- Cosa significa questo? – mi chiese lui sorridendomi.
- Significa che nonostante questo io non riesco a… – stavo
iniziando a dire.
- Non ci credo, tutto questo è un incubo da cui mi devo svegliare.
Tu non puoi aver detto queste cose, non può essere vero – disse singhiozzando
una voce alle mie spalle.
Non serviva certo che mi voltassi per scoprire a chi appartenesse
quella voce, l’avrei riconosciuta anche fra mille.
Jenny.
Era stata lei a parlare.
Mi voltai e quasi me ne pentì, perché la vidi piangere
inesorabilmente.
Singhiozzava e spostava il suo sguardo da me a Edward in
continuazione.
Mi avvicinai a lei, ma mi fece cenno con la mano di restare dove
ero.
- Jenny, ascolta, non mi hai fatto finire di parlare – provai a
giustificarmi.
- Ho sentito abbastanza. Avevi detto che era finito tutto, non
puoi rimetterti con lui, non dopo tutto quello che ti ha fatto – mi urlò lei
contro senza curarsi che Edward la stava ascoltando.
Mi trovavo tra due fuochi.
Da una parte c’era Edward e dall’altra c’era Jenny.
Era vero avevo detto delle cose importanti a Edward, ma con quelle
parole non volevo certo dire di voler tornare insieme, non adesso almeno, non
ero pronta e poi dovevo capire davvero se lo amavo ancora o se i miei dubbi
erano solo frutto di rimorsi verso il passato, di un voler restare aggrappata
al passato.
Poi c’era Jenny, alla quale dovevo molto, forse molto più di
quanto dovevo a Edward e non era giusto farla soffrire, non ancora, eppure
questo suo totale odio verso Edward mi faceva male, non doveva essere così.
E’ vero avevo sofferto molto a causa sua, ma non tutte quelle
colpe erano dovute a lui, almeno non tutte quelle che lei gli attribuiva.
Non mi aspettavo certo che gli corresse incontro felice di
conoscerlo, ma almeno che si mostrasse aperta ad un dialogo, a conoscerlo,
magari a capire che persona era, questo si, questo me lo aspettavo, invece,
nulla.
- Sono qui per questo, per rimediare a quello che ho fatto in
passato – le rispose Edward al mio posto.
- Sei davvero sicuro di poter rimediare? – gli chiese lei con
vigore ricacciando dietro le lacrime.
Se c’era una cosa che Jenny odiava, era farsi vedere debole di
fronte agli altri, soprattutto di fronte a quelle persone di cui non si fidava
per nulla.
- Non sono sicuro di potercela fare. Ho fatto un errore troppo
grande, ma sono pronto a prendermene le responsabilità, l’ho fatto per un
secolo e mezzo. Ho sofferto anch’io cosa credi e so che anche se Bella mi
perdonasse dovrò continuare a fare i conti con i miei sensi di colpa in eterno,
ma anche se non posso rimediare agli errori passati, voglio almeno cercare di
migliorare le cose adesso, possibile che tu non lo capisca? – le chiese lui
sinceramente colpito dall’atteggiamento di Jenny.
- Parole, le tue sono solo parole. Belle parole, questo te lo devo
riconoscere, ma restano solo parole. Ciò che servono sono i fatti e io non ne
ho visti fatti. Dovevi pensarci prima, quando ancora eri in tempo. Sappi solo
che potrai avere il perdono di tutti, anche quello di Bella a quanto vedo,
perché per quanto male faccia so che te lo darà prima o poi, puoi avere il
perdono di Blair che sembra dipendere interamente da te, puoi avere il perdono
di tutta la mia famiglia che sembra disposta a dartelo, ma sappi che non avrai
mai il mio, mai e poi mai. Lo so cosa stai pensando adesso. “E chi se ne frega
di te, stupida ragazzina”, è questo che stai pensando, ma sappi che, nonostante
adesso stai pensando questo, se davvero ciò che Bella e Blair dicono di te è
vero, quando un giorno saprai tutto, beh quel giorno te ne fregherà del mio
perdono. Mi auguro solo che quel giorno non arrivi mai, non tanto per te, ma
per me. Ci sono cose che non sai e che è meglio tu non sappi, cose che
preferirei morire piuttosto che rivelarti. E adesso scusate per il disturbo, vi
lascio alle vostre belle parole e mi scuso per avervi interrotto – disse lei
con sguardo carico di odio verso Edward prima di girare i tacchi e andarsene ad
una velocità superiore al normale.
Ma era scema? Cosa diavolo gli passa per la testa?
Velocità umana, deve usare velocità umana, quante volte gliel’avrò
detto.
Ripensai alle parole di Jenny e mi resi conto quanto facessero
male, non avrei mai volute sentirgliele pronunciare.
Mi voltai verso Edward e vidi in lui uno sguardo dolorante, come
se gli avessero strappato ciò che di più prezioso avesse.
- Edward scusala era solo arrabbiata. Probabilmente non pensava
nemmeno quello che ha detto – gli dissi mentre lui alzò lo sguardo di nuovo
verso di me.
- Cos’è che non so? – mi chiese ignorando bellamente ciò che gli
avevo detto.
Per fortuna, almeno, non si era accorto del fatto che Jenny si
fosse allontanata con un po’ troppo velocità.
- Nulla – mi limitai a rispondergli mentendo.
- Quindi non c’è nulla che devi dirmi? – continuò a domandarmi.
- No, non c’è nulla da dire – gli risposi mentendo ancora.
Non potevo rivelargli nulla, non doveva sapere nulla.
- Bene, allora io vado. Grazie per il bel pomeriggio e scusati da
parte mia con Jenny, non era mia intenzione farle del male – mi disse
voltandomi le spalle pronto per andarsene.
Non potevo lasciarlo andare, una parte di me voleva che restasse
con me, che mi abbracciasse forte e che mi dicesse che tutto si sarebbe
chiarito al più presto, eppure sapevo che non lo avrebbe mai fatto.
Probabilmente era ferito dalle parole di Jenny e deluso dal fatto
che io non avessi aperto bocca per andare a suo favore e, forse, a tutto questo
si aggiungeva il fatto che gli avevo detto delle cose bellissime, ma che alla
fine non avevo detto nulla di nuovo, non gli avevo dato comunque nessuna
speranza in più riguardo noi due.
Di sicuro era stanco di correre dietro ad un fantasma quale io ero
stata e, forse, io avevo sbagliato a tirare troppo la corda.
- Aspetta Edward – lo chiamai sperando che non se ne andasse.
Lo vidi fermarsi senza però voltarsi verso di me, mi dava ancora
le spalle e io non riuscivo a dire nulla che potesse convincerlo a restare.
- Perché stai andando via? – mi lascia scappare.
Vidi lui voltarsi e guardarmi negli occhi.
- Perché ho capito che qui non sono il benvenuto. Ho seguito il
tuo discorso alla lettera e ti giuro che ci ho sperato che il succo del
discorso fosse che mi amavi ancora, che volevi tornare con me, ma a quanto pare
sbagliavo. Ha ragione Jenny, è passato troppo tempo e ci sono errori a cui pur
volendo non si può riparare, quindi, butto la spugna. Avrei lottato in ogni
modo per riaverti, ma non ci sto più se questo mio lottare deve portare alla
sofferenza di persone che ti stanno vicino e che ti vogliono bene in modo così
viscerale. Ti amo Bella e lo sai, sai quanto ti amo e sai che lo farò per
sempre, perché quando in un vampiro si innesca un meccanismo talmente potente
come l’amore poi è per sempre, quindi so che ti amerò per tutta l’eternità, ma
le cose si devono volere in due e tu non lo vuoi più. In fondo so che mi ami
anche tu, proprio nello stesso modo in cui lo faccio io, ma ciò che ti ho fatto
passare è troppo forte per poterci mettere una pietra sopra, quindi perdonami
se puoi e sappi che non ti disturberò più. Nonostante questo, però, io ci sarò
sempre, sarò sempre qui, ad un passo da te, ma non così, non in modo
unilaterale. Io ci credo in te, in noi, tu, invece, no, tu non credi in me e
per questo non puoi credere in noi, non posso crederci da solo, non ne ho
nemmeno le forze – mi disse guardandomi con sguardo triste e, forse, anche
deluso.
Non sapevo cosa dire, come trattenerlo, ma sapevo che lo volevo
lì, con me.
- Forse mi serve solo un po’ di tempo – provai a giustificarmi io.
- No Bella, non ti serve tempo, ti serve prendere coscienza delle
cose e capire davvero ciò che vuoi. Il tempo che credi di volere lo vuoi usare
solo per temporeggiare, per dire “va beh ci penserò domani”, e domani dirai la
stessa cosa e così via all’infinito. Ti serve solo che tu rifletta con te
stessa e capisca cosa davvero vuoi, senza rimandare a un giorno che non verrà
mai. Se ti fosse servito solo il tempo sarebbe stato grandioso, in fondo con
un’eternità davanti cosa poteva essere un po’ di tempo? Ma non è questo ciò che
realmente vuoi, quindi me ne vado – mi disse togliendo lo sguardo dai miei
occhi e voltandosi per andarsene.
Dovevo fermarlo, farlo restare, dirgli qualcosa, far uscire la
vecchia Bella, l’unica che fosse in gradi di comunicare con lui, ma non un
misero suono uscì dalla mia bocca.
- Ah Bella, ti amo – mi disse poi voltandosi di nuovo verso di me
prima di sparire da casa mia.
Ero rimasta sola, terribilmente sola e le lacrime e i singhiozzi
avevano preso ad uscire fuori implacabili.
Se ne era andato, di nuovo.
Di nuovo mi aveva lasciata sola, di nuovo mi aveva lasciata in
balia dei miei sentimenti, proprio ora che stavano tornando a galla e io mi
sentivo come una conchiglia vuota, una conchiglia a cui avevano tolto tutto.
Dovevo parlare con Jenny, farle capire determinate cose, ma ora
non ne avevo proprio la forza.
In fondo se lei non avesse reagito in quel modo, probabilmente
Edward non se ne sarebbe andato.
Avrebbe capito cosa volevo dirgli con le mie parole e mi avrebbe
compreso, aspettato, magari abbracciata e confortata, dicendomi parole dolci,
invece nulla.
Cos’è Bella?
Non riesci a prendertela con te stessa per quello che è successo?
Hai per
forza bisogno di affibbiare colpe a persone che non c’entrano nulla?
Jenny ha
fatto una scenata, ma non puoi prendertela con lei.
Prenditela
con te stessa, perché sei tu che hai voluto questo.
Non bisogna
mai giocare con il fuoco e tu l’hai fatto.
Adesso
prenditi le tue responsabilità.
L’hai perso,
se ne è andato e stavolta l’hai fatto andare via tu, con i tuoi atteggiamenti e
le tue parole.
Dannata coscienza, non ne voleva proprio sapere di stare zitta.
Eppure aveva ragione, la colpa era solo mia, Jenny non c’entrava
per nulla.
Sarei dovuta andare a parlare con lei, ma non adesso.
Avrei prima dovuto elaborare e accettare ciò che era successo.
Rientrai in casa come una furia e trovai il resto dei Cullen in
salotto che giocavano alla play-station, sembravano dei vecchi amici riuniti
insieme per trascorrere un pomeriggio diverso.
- Bella che succede? – mi chiese Alice vedendomi rientrare in casa
con gli occhi gonfi dal pianto e le lacrime che ancora involontariamente
uscivano fuori.
Scrollai la testa per fargli capire che non era successo nulla, ma
non riuscivo a muovermi di lì, era come se avessi bisogno di quelli sguardi
così dannatamente familiari per riprendere un minimo di lucidità.
Vidi Alice avvicinarsi a me e chiudermi in un abbraccio fraterno e
in quel momento se pur non riuscivo a ricambiare l’abbraccio non avevo la forza
di allontanarmi da quelle braccia che per anni aveva desiderato che mi
stringessero forte.
- Dov’è Edward? – chiese poi Nate rompendo quella bolla che si era
venuta a creare.
I singhiozzi aumentarono e io mi liberai presto dalla presa di
Alice e mi misi a correre verso la mia stanza non prima però di aver sentito
Alice e Rosalie gridare un “sei un idiota” a Nate.
Mi chiusi in camera mia sperando che nessuno venisse a
disturbarmi.
Misi l’i-pod alle orecchie e mi lasciai cullare dalle dolci note
di Claire De Lune, l’unica melodia che al momento poteva aiutarmi.
Persa nei pensieri e nei ricordi lasciai che i sensi mi
abbandonassero, sperando che al mi risveglio avrei trovato Edward accanto a me.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- Saretta_Trilly_: Beh in effetti l’inizio era molto riflessivo, Bella doveva
pensare, deve capire quello che vuole. Sono contenta che la seconda parte ti
abbia fatto divertire. Si, in effetti Nate e Emmett insieme sono un’accoppiata
fantastica, due bambinoni in un corpo da adulti. Quanto a Jason ti posso dire
che sì, assomiglia molto a Jasper soprattutto per la pacatezza e la
tranquillità, ma diciamo che sotto certi aspetti sono diversi.
- bella cullen89: Ti ringrazio per le tue parole, se hai perso qualcuno puoi
capire come mi sento, ma lo so, lui vivrà sempre dentro si me e per adesso
questa è l’unica cosa che conta.
- bellina97: Si, in effetti il dolore è forte, ti toglie tutto e, a volte,
proprio come hai detto tu sapere che il suo ricordo vivrà sempre dentro di noi
non basta. Le persone che amiamo le vogliamo sempre con noi, ma ormai lui è
andato via, ma so che è accanto a me ogni giorno della mia vita e mi guarderà
da lassù indicandomi sempre la strada giusta. In quanto alla storia come avevi
capito dallo scorso capitolo Bella si è resa conto che i Cullen non gli sono
indifferenti e da quello che vediamo in questo capitolo nemmeno Edward. Chissà
adesso cosa succederà.
- Isotta: Beh non posso dirti se si metteranno insieme oppure no, se vuoi
saperlo ti consiglio solo di continuare a leggere.
- gamolina: Ti ringrazio per le tue parole e so
che hai ragione, perché da quando se ne è andato io lo sento accanto a me
sempre.
- kandy_angel: Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. Spero di
non averti deluso con questo.
- Austen95: Lo so che il capitolo scorso era in ritardo, ma non sono
riuscita a postare prima per vari problemi. Comunque cercherà, per quanto possibile,
di essere di nuovo puntuale.
- valeryrob: Sono contenta che il capitolo scorso
sia stato di tuo gradimento, mi auguro che lo sarà anche questo. E ti ringrazio
per ciò che hai scritto.
- checca_cullen: Spero di non averti fatto aspettare
troppo con questo capitolo e mi auguro che sarà di tuo gradimento come lo è
stato il precedente.
- vanderbit:Si, in
effetti nel capitolo passato sembra che Bella sia ritornata per un po’ quella
di un tempo. Spero che Jenny continui a piacerti anche dopo questo capitolo.
Volevi che Bella affrontasse Edward? Beh eccoti accontentata anche se
probabilmente non è andata come speravi.
- baby2080: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Mi auguro di non
deluderti con i prossimi.
- ste87: Beh credo anch’io che lui non vorrebbe vedermi triste, lui che
era la gioia di vivere fatta persona, quindi cercherò di andare avanti con la
mia vita con il sorriso sulle labbra, anche se ancora è difficile perché è
troppo presto, la ferita ancora sanguina. Comunque sono contenta che il
capitolo scorso ti sia piaciuto, spero anche questo.
- BaBa88: Ti ringrazio davvero di cuore per le cose che mi hai detto e ti
assicuro che posso capire perfettamente come ci si sente a perdere qualcuno
sulla strada. Non era la mia prima volta, anche se stavolta è più dura, perché
avevo un legame completamente diverso con lui, comunque la realtà è dura lo so,
ma sono sicura che lui da lassù mi aiuterà ad affrontarla. Comunque mi fa
piacere che i poteri di alcuni dei nuovi personaggi ti siano piaciuti, diciamo
che posso tornare molto utili. Sono felice che mi consideri la tua scrittrice
preferita, è molto importante per me sentirmelo dire.
- amanecer: Lo so il ricordo non svanirà mai e
io non voglio che svanisca. Voglio portarlo sempre con me. Comunque sono felice
che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, mi auguro che lo stesso valga anche per
questo.
- Ed4e:Si, lo so, in questi momenti le parole
non servono, comunque ti ringrazio. Quanto a Bella si,
hai ragione, si è proprio lasciata andare, anche se in questo capitolo non è
andato proprio tutto bene come nell’altro.
- eliza1755: Ti ringrazio davvero tanto per le tue parole e so che hai
ragione. Il tempo pian piano allevierà il dolore, ma i ricordi resteranno e io
voglio che restino perché so che lui lo porterò sempre e comunque nel cuore.
Adesso fa male, ma un giorno ripensando alle cose fatte insieme magari
sorriderò. Comunque sono contenta che il capitolo sia stato di tuo gradimento,
spero di non averti deluso con questo nuovo.
- DiamondDior: Beh diciamo che Bella si è sciolta
parecchio nello scorso capitolo, ma adesso sembra aver fatto di nuovo mille
passi indietro. Capirà l’errore o continuerà imperterrita per la sua strada? Se
vuoi saperlo non ti resta che continuare a leggere la mia storia.
- ClaudiaSv16:Si, spero anch’io con l’andar del
tempo di stare meglio. Comunque si, Bella si è
lasciata andare con i Cullen anche se non è ancora chiaro cosa voglia fare.
Sono contenta che i poteri dei nuovi personaggi ti siano piaciuti, diciamo che
possono sempre tornare utili. C’è li avessi io questi poteri.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua
famiglia? E i Cullen e soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno
che Bella è ancora la diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un
vampiro, ma non è comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi
personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta,
ma lo ama davvero? Si certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed
Edward? Cosa farà a questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per
perdere la persona più importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo
il suo migliore amico? E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si
certo, ma non del tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse
solo da uno sbaglio si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da
ricordare. Riuscirà a ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto
riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero innamorata? La sua vita è
perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward, il suo amico di sempre, gli
incasinerà la vita e presto si renderà conto che quell’amico con il quale non
fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le cose non saranno semplici e
in una notte tutto si complicherà.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di StephenieMeyer.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. Mi scuso per il ritardo, ma
sono alla soglia degli esami di maturità e devo fare ancora un sacco di cose.
Vi lascio al capitolo. Buona lettura a tutti.
Capitolo 15
Riflessioni
POV BELLA
Non possiamo sapere
cosa ci potrà accadere
nello strano intreccio
della vita.
Noi, però, possiamo
decidere
cosa deve accadere
dentro di noi,
come possiamo
affrontare le cose
e quale decisione
prendere
ed è questo, in fine
dei conti,
ciò che veramente
conta.
Al mio risveglio non c’era
nessun Edward ad attendermi.
Sapevo che non ci sarebbe
stato, ma a volte ci sono quelle piccole fiammelle di speranza dentro ognuno di
noi che sembrano talmente vive da farti credere che anche l’impossibile possa
in qualche modo diventare possibile.
Oggi mi rendo conto che
non è così, che spesso la speranza ci fa vivere in una bolla di vetro dove non
facciamo altro che aspettare che qualcosa cambi e continuiamo a sperare anche
se spesso ci rendiamo conto che aspettare è solo una perdita di tempo.
Io nella mia vita non ho
fatto altro che aspettare, aspettare un cambiamento, un ritorno, un
dimenticare, ma non ho fatto nulla per farlo arrivare questo cambiamento, non
ho fatto nulla per riavere un ritorno e non ho fatto nulla per cercare di
dimenticare un passato lontano che se pur doloroso mi portava un sorriso nei
momenti più tristi.
Oggi mi ritrovo chiusa
nella mia stanza a riflettere su quello che è successo e mi sembra come di
ritrovarmi in un déjà vu, un déjà vu vecchio centocinquant’anni
Eccomi di nuovo sola,
senza di lui, ma questa volta con la consapevolezza che sono stata io a
mandarlo via, io con i miei stupidi atteggiamenti e con un orgoglio che ho
maturato inconsapevolmente in tutti questi anni.
Avrei potuto fermarlo e
dirgli che lo amavo, perché era questo che provavo per lui, ma non l’avevo
fatto, l’avevo lasciato andare facendogli credere chissà cosa.
Non ero certa di potermi
fidare di lui, ma ero certa dell’amore che provava per me e questo doveva
bastare a farmi provare e poi se sarebbe andata male l’avrei accettato
comunque, del resto ero, ormai, abituata a vivere senza di lui.
Così no, però, così non
potevo stare, non sapendo che ero stata io a cacciarlo via, ad allontanarlo da
me.
C’era un solo posto dove
potevo andare per scacciare via quei pensieri, l’unico posto in cui potevo
allontanare i problemi e godermi ciò che di bello la vita mi aveva dato.
Un solo, unico posto: La
Push.
Finì di truccarmi e poi mi
guardai allo specchio.
Indossavo un paio di jeans
strappati, una canotta viola bordata d’argento attorno al collo, una cintura
sotto il seno viola con un fiocco che ricadeva giù e un paio di scarpe dello
stesso colore della maglia dal tacco vertiginoso.
Ci abbinai un bracciale,
un orologio, e una collana dello stesso colore e poi mi misi un anello d’oro bianco
con quattro diamantini viola (à il link dei
vestiti di Bella: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=18957900
).
Mi misi gli occhiali da
sole e presa una borsa di pelle viola mi diressi sotto.
Passai dal salone e trovai
mamma e papà seduti sul divano abbracciati che guardavano la tv e nel frattempo
ci facevano le coccole.
In quel momento non potei
fare a meno di invidiarli.
- Hey
io esco – dissi loro comparendo in salotto.
- Dove vai? – mi chiese
mamma con fare amorevole.
- A La Push – mi limitai a
risponderle.
- Perché non mangi prima
qualcosa? È da ieri sera che non tocchi cibo – mi disse mio padre.
In effetti ieri pomeriggio
dopo che Edward se ne era andato mi ero chiusa in stanza e non vi ero più
uscita se non adesso.
Non avevo cenato la sera
prima, non ero andata a scuola questa mattina e non avevo fatto né colazione né
cena.
Tutti in famiglia avevano
provato a venire in camera e farmi uscire, ma c’era poco da fare.
Volevo stare sola e avevo lo
stomaco chiuso.
- Grazie, papà, ma non ho
fame. Cenerò stasera. Le gemelle dove sono? – chiesi io cercando di cambiare
discorso.
- Hai la testa più dura di
un mulo. Comunque sono andate anche loro a La Push con Kyra
e Jason, dovresti trovarli lì – mi rispose papà.
- A Jenny è passata
l’incazzatura? – chiesi curiosa, ma allo stesso preoccupata.
- Credo di si, ma conviene
che gli parli. Non ha fatto altro che preoccuparsi per te e del fatto che non
volessi uscire dalla tua stanza, si ritiene responsabile del tuo stare male –
mi spiegò mamma.
- Comunque dovresti
spiegarci cosa c’entra lei, considerato che non ha voluto dirci nulla, ma
soprattutto vorremmo sapere cosa è successo a te. I ragazzi non hanno saputo
dirci niente di nuovo – aggiunse papà.
- Poi vi spiego tutto,
adesso devo proprio andare – gli dissi sicura di me e del fatto che quella
stessa sera gli avrei raccontato tutto.
Del resto loro sapevano
sempre tutto di me, così come io di loro.
Eravamo una famiglia molto
unita.
- Ok tesoro, divertiti e scaccia
via qualunque brutto pensiero ti faccia stare male – mi disse mamma
sorridendomi affettuosa.
Ricambia il sorriso e poi
mi diressi verso l’uscita della stanza.
- E Nate dov’è? – chiesi
prima di uscire ricordandomi che non l’avevano nominato insieme agli altri che
erano andati a La Push.
- E’ andato dai Cullen –
si limitò a rispondere mamma.
- Dai Cullen? – chiesi
stupita pensando di aver sentito male.
- Si, dice che voleva far
vedere la macchina a Rosalie perché gli dava problemi al motore. Come se una
donna ne potesse capire poi molto – mi spiegò papà dubbioso delle sue stesse
parole.
- Dici così perché non
conosci Rosalie Cullen. Credo che non esista miglior meccanico di lei sulla
faccia della terra. Non farti ingannare dal suo aspetto – gli risposi io
sorridendo e uscendo da quella stanza lasciandolo con mille dubbi.
Ricordavo perfettamente
quanto Rosalie amasse i motori.
Quando doveva occuparsi di
questi, la bella ragazza che sembrava una modella lasciava spazio a un
meccanico con la “M” maiuscola.
Non sembrava nemmeno lei.
Era strano che Nate fosse
andato da loro, ma con tutta probabilità dopo la giornata di ieri non c’era
nulla che potesse stupirmi.
Ieri avevo letto negli
occhi di Jason e Nate qualcosa che mi aveva spiazzato.
A loro i Cullen piacevano
e io non avevo nessun diritto di tenerli lontano da loro, in fondo, adesso
iniziavo a pensare che nemmeno io volevo stargli lontana.
Del resto quelle erano le
mie due famiglie e se andavano d’amore e d’accordo non poteva che farmi
piacere.
Con questi pensieri giunsi
nella riserva e dopo aver posteggiato la moto posai il casco e scesi.
Sugli scalini di casa di
Sam c’erano Seth, Embry, Blair e Jenny che chiacchieravano tranquillamente e
ridevano.
Era bello vedere quelle
due ridere, sapere che erano felici, non c’era cosa che poteva rendermi più
felice.
Avevano fatta molta
amicizia con tutti alla riserva e come loro anche il resto della mia famiglia e
la cosa mi rendeva più che felice.
- Bella finalmente sei
uscita dalla tana del lupo? – mi chiese una voce dietro di me, una voce che
riconobbi essere quella di Paul.
Mi voltai verso di lui e
lo guardai con un faccia stranita.
- Cosa? – gli domandai non
capendo a cosa si riferisse.
- I ragazzi hanno detto
che è da ieri pomeriggio che non uscivi dalla tua stanza e visto che sei qui ho
immaginato che fossi uscita dalla tana del lupo – mi spiegò sorridendomi.
- Veramente io direi che
più che uscire sono appena arrivata nella tana del lupo, anzi dei lupi – gli
dissi sarcastica ridendo, mentre lui e Jason che era conlui si unirono a me.
- Sei sempre la solita –
mi ammonì lui.
- Dov’è Kyra? – chiesi poi a Jason.
- E’ dentro con Emily e
Rachel, stanno preparando la cena per stasera – mi spiegò Jason.
- Ceniamo qui? – gli
chiesi.
- Direi che queste domande
sono anche inutili – mi rispose Jacob al posto di Jason posizionandosi al mio
fianco e facendomi capire che era scontato che avremmo cenato lì.
- E tu da dove salti
fuori? – gli domandai considerato che sembrava spuntato dal nulla.
- Segreti da lupo – mi rispose
lui sorridendo e contagiando pure me.
Nel frattempo Jason e Paul
si erano dileguati e io e Jake eravamo rimasti da soli.
Mi fece strada verso casa
sua ed entrambi ci dirigemmo verso il salotto sedendoci insieme sul divano.
- Certo che questa casa è
proprio cambiata – esordì io non appena ci fummo seduti.
Era davvero molto più
bella rispetto a quella che aveva quando io ero ancora una fragile umana.
- Mi sembra normale visto
che quella l’abbiamo distrutta per costruire questa – mi spiegò lui come se io
non lo sapessi.
- Questo lo so, ma voglio
dire che hai completamente cambiato genere nell’arredarla. Si vede che c’è lo
zampino di tua sorella Rachel – gli dissi ridendo.
- Cosa ti fa credere che
non sia farina del mio sacco? – mi domandò lui facendo finta di mettere il
broncio.
- Ti conosco e questo mi
basta per sapere che questa casa è troppo perfetta per essere stata arredata da
te – gli dissi facendogli la linguaccia.
Lui fece finta di
arrabbiarsi, ma gli passò ben presto e così ci mettemmo entrambi a guardare la
tv.
Dopo circa mezz’oretta lui
spense la tv e si posizionò di fronte guardandomi intensamente.
- Perché hai spento? Era
bello quel film – mi lamentai io.
- Non lo stavi seguendo
per nulla, se hai capito una parola di tutto il film sarebbe già un passo da
gigante – mi fece notare lui.
In effetti non avevo
seguito il film per nulla.
La mia mente era troppo
presa dal pensare a Edward e al modo in cui se ne era andato.
- Non è vero – provai a
giustificarmi io.
- Bella mi spieghi che
succede? – mi domandò.
- Non riesco a seguirti –
gli dissi facendo finta di non capire.
- Sai benissimo di cosa
sto parlando. Jason mi ha raccontato di ieri, della partita alla playstation,
del fatto che dopo aver parlato con Edward sei rientrata a casa piangendo e del
fatto che ti sei chiusa in camera fino a qualche ora fa. Mi spieghi che
succede? – mi chiese gentilmente e costringendomi a guardarlo negli occhi.
- Se ne è andato – gli
dissi semplicemente.
- Di nuovo? Cioè no,
aspetta, non sto capendo che vuoi dire. Se ne è andato in che senso? – mi
chiese parlando come una macchinetta a causa della confusione che le mie parole
gli avevano messo addosso.
- Ha detto che mi ama, ma
che non può continuare a corrermi dietro. Dice che lo avrebbe fatto, ma che non
può farlo se questo significa far soffrire delle persone che mi vogliono bene.
Parliamo di Jenny in questo caso – gli spiegai.
- Che c’entra Jenny? – mi
domandò curioso.
- Ho detto a Edward tutto
quello che ho provato per lui in tutti questi anni. La mia sembrava quasi una
dichiarazione e Jenny ha sentito tutto e ha fatto una scenata davanti a lui. Ha
detto che ci sono cose che lui non sa e che si augura che non saprà mai, gli ha
sputato in faccia tutto il suo odio e poi è scappata via. Edward mi ha chiesto
di dirgli di cosa lei stava parlando, ma io ovviamente non gli ho detto nulla e
lui mi ha detto che non ha senso continuare così, che il fatto di dargli tempo
è solo una scusa, una scusa per rimandare una scelta che non ho il coraggio di
prendere. Dice che io non credo in lui e, quindi, non posso credere in noi e
che, quindi, la sua presenza a fianco a me non ha significato. Ha girato i
tacchi e se ne andato, di nuovo – gli raccontai in sintesi ciò che era
successo.
- E tu? Che intenzioni hai
tu? – mi chiese lui senza commentare cosa era successo.
Sapevo che il discorso
“Edward” gli faceva male, perché in fondo io lo sapevo che lui mi amava ancora,
nonostante tutto il tempo passato, ma parlare con lui mi veniva così facile,
così spontaneo che spesso non mi accorgevo di ferirlo.
- Nessuna. Se ne è andato
di nuovo e questo dimostra il fatto che non mi posso fidare di lui – gli
risposi anche se non ero nemmeno io convinta delle mie parole.
- Da come la vedo io non
poteva fare altro se non lasciarti. Cioè Bella ti è corso dietro negli ultimi
due mesi come un cagnolino al guinzaglio nonostante la tu freddezza. Mi duole
dirlo, ma forse ha ragione lui, non è il tempo ciò di cui hai bisogno. Devi
solo fermarti un attimo e riflettere su quelli che sono i tuoi reali
sentimenti. Se dentro di te c’è ancora anche un solo, piccolo bagliore di luce,
di amore nei suoi confronti, provaci, dagli una possibilità. Se, invece, credi
davvero che tutto ciò che vi ha legato in passato, dopo tutti questi anni, sia
sparito come neve al sole beh allora lascialo perdere – mi disse guardandomi
negli occhi.
Mi meravigliai delle sue
parole, non credevo avrebbe mai potuto dirle.
Lui che mi spingeva nelle
braccia di Edward, proprio lui che mi amava e non aveva mai smesso di farlo.
- Perché mi dici questo? –
gli chiesi stupida dalle sue parole.
- Per il tuo bene, perché
quando ami davvero qualcuno vuoi solo che sia felice e se la tua felicità si
chiama Edward io non posso che chinare il capo e accettare la cosa – mi spiegò
con occhi tristi.
- Io non lo so – provai a
dire.
- Ma cosa non sai Bella?
Ma veramente credi che io mi beva la storia di te che sei confusa? Tu in questo
secolo e mezzo non hai fatto altro che aspettare che lui tornasse, che venisse
da te e ti confessasse il suo amore e adesso che l’ha fatto vieni qui e mi dici
che sei confusa? Se tu davvero fossi confusa come dici non saresti caduta in
catalessi solo perché lui ti ha detto di essersi stufato di correrti dietro.
L’avresti affrontato e gli avresti spiegato le tue ragioni, ma non l’hai fatto
e sai perché? Perché lo ami, solo che sei troppo testarda per ammetterlo a te
stessa e allora preferisci infelicitarti tu piuttosto
che rischiare. Ammesso che tu non riesci a capire se sei ancora innamorata o
meno di lui, non puoi negare che in questo momento non c’è persona al mondo che
vorresti al tuo fianco più di lui – mi disse lui alzandosi dal divano e
dirigendosi in cucina.
Tornò poco dopo con una
bottiglietta d’acqua in mano intento a bersela.
- Potremo cambiare
discorso? – chiesi io vedendomi in forte imbarazzo.
- Possiamo fare quello che
vuoi, ma ciò non cambia le cose. Mi sento perfino uno stupido. Sto spingendo la
donna che amo più di ogni altra cosa al mondo tra le braccia della persona che
più odio al mondo. Certo che la vita è proprio strana – disse lui facendo una
risata sforzata.
Sapevo quanto quelle
parole gli costassero e mi sentì una stupida ad aver affrontato il discorso
proprio con lui.
Cercai di non dare peso a
tutto ciò che aveva detto e gli feci cambiare discorso, anche se, ormai, si era
persa quell’armonia e quella tranquillità che c’era prima che affrontassimo
l’argomento.
Poco dopo vennero i
ragazzi a chiamare Jacob, così io mi diressi verso casa di Sam e Emily.
Avrei dato una mano alle
ragazze con la cucina.
Mentre mi dirigevo verso
la casa mi venne in mente una cosa che in passato mi aveva detto mamma.
INIZIO FLASHBACK
Avevo da poco compiuto diciassette anni e mi godevo
una tranquilla giornata del sole di Phoenix sdraiata su una sdraio nella
terrazza di casa mia.
La giornata era molto bella e seppur eravamo alla
fine di Settembre il sole era molto caldo, bruciava quasi rendendo la giornata
meravigliosa, una giornata talmente serena da ricordarmi mia madre, che in quel
periodo stranamente era sempre felice.
- Tesoro ti devo parlare – mi disse proprio mia
madre comparendo in terrazza e sedendosi vicino a me.
- Non potresti farlo più tardi? Sai sto cercando di
prendere un po’ di sole visto la pelle da albina che mi ritrovo – le risposi
con assoluta tranquillità.
- No Bella, dobbiamo parlare adesso – mi disse
ridendo come se avesse detto chissà quale battuta.
In momenti come quelli non mi meravigliavo
dell’appellativo che avevo attribuito a quella donna.
“Svampita”.
Lo era proprio.
- Ok mi arrendo, su parla – le risposi sorridendo e
mettendomi seduta a fianco a lei.
- Ti ricordi di Phil, quel giocatore di baseball
che ti ho fatto conoscere qualche tempo fa? – mi domandò sempre con quel suo
sorriso stampato in faccia.
- Perché sto iniziando a preoccuparmi? – le chiesi
notando nella sua espressione e anche nella sua frase qualcosa che mi turbava.
- Vedo che ti ricordi. Comunque, abbiamo deciso di
sposarci – mi comunicò tutta d’un fiato mentre la mia espressione la diceva
lunga sulla mia reazione.
La mascella come minimo mi era arrivata
praticamente ai piedi se così potevo dire.
- Stai scherzando vero? – le chiesi poco convinta
da ciò che mi aveva detto, anche se conoscendola poteva pure essere vero.
- Ti sembro una che scherza? Abbiamo intenzioni
serie. Fra tre mesi mi rimetto la fede – mi informò tutta contenta.
- Tu sei pazza. Lo conosci da quando? Si e no da
due mesi e già intendi sposarlo? Ti devo ricordare come il finito il tuo
precedente matrimonio? – le dissi cercando di farla ragionare.
- Non essere melodrammatica Bella. Sto facendo la
cosa giusta. Lo so che con Charlie non è andata bene, ma questo non significa
che anche con Phil debba essere la stessa cosa – mi disse lei.
- Ma lo conosci appena. Come fai a dire che sarà
diverso? – le chiesi curiosa di capire quella sua mente contorta.
- Perché io ci credo, credo in lui, ma soprattutto
credo in noi – mi rispose facendosi improvvisamente seria.
- E questo basta a farti fare un passo tanto
grande? – continuai io cercando di farla cambiare idea.
- Si, mi basta. Io ci credo in questa storia e so
che andrà bene – mi disse lei decisa.
- Io tutto questo lo vedo più come un tuo sogno che
come un dato di fatto – le spiegai.
- Probabilmente hai ragione, ma in fondo cosa c’è
di più bello che credere in un sogno? – mi domandò con espressione seria.
- Che quando apri gli occhi e ti accorgi che niente
è reale tutto ti crolla addosso come un castello di sabbia al vento – le
risposi.
- Tesoro certo che sei proprio razionale, troppo
razionale. Sembri tuo padre quando parli così, avrei tanto voluto che prendessi
il mio carattere. Dovresti iniziare a credere di più nei sogni, in fondo il
mondo è proprio nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di
correre il rischio di vivere i propri sogni – mi disse mentre io mi resi conto
che stava iniziando a farmi un discorso da mamma.
Non ero abituata a questi momenti perché di solito
ero il mamma e lei la figlia, ma c’erano volte in cui Renèe con i suoi discorsi
riusciva a stupirmi e a farmi rivalutare il modo di vedere le cose.
- Ma un sogno resta comunque una fantasia – le
risposi io convinta della mia teoria.
- Certe volte un sogno non è solo fantasia, ma è
realtà che sa di magia – mi rispose lei sempre più convinta.
- Fa come credi. A volte sentendoti parlare sembri
essere tu la ragazzina e io l’adulta – le feci notare anche se mi pentì di
quello che avevo appena detto.
- Hai ragione, forse sono una ragazzina in un corpo
da adulta, ma ti assicuro che sono felice che sia così. Se c’è una cosa che so
con certezza è che un uomo diventa vecchio quando i suoi rimpianti prendono il
posto dei suoi sogni. Io non permetterò che questo accada e nemmeno tu dovresti
permetterlo – mi disse accarezzandomi una guancia.
- Quindi tu mi stai dicendo che dovrei dare valore
ai sogni e fare di tutto per realizzarli? – le chiesi stupendomi del fatto che
quel discorso mi avesse colpito.
- Si bambina mia, ti sto dicendo questo. I sogni
nella vita sono tutti e quando una persona si ritrova a non avere più sogni non
ha più alcuna ragione di vivere. Se hai un sogno a cui tieni davvero fai di
tutto per realizzarlo, non abbandonarlo mai, anche se troverai delle difficoltà
nella tua strada. Smettere di sognare equivale a iniziare a morire e tu non
devi permettere che questo accada. Sai, una volta su un libro ho letto una
frase, diceva: “Preferisco essere un sognatore fra i più umili con visioni da
realizzare, piuttosto che il principe di un popolo senza sogni né desideri”.
Questa frase mi ha colpito e non sono più riuscita a dimenticarla, così ho iniziato
a vivere credendo sempre di più nei sogni. Tu fai altrettanto. Non pentirti mai
di nulla se quando l’hai fatto hai provato gioia. Per tutti questi motivi io
fra tre mesi mi sposerò e andrà come andrà. Non mi importa il risultato finale,
mi importa solo di aver fatto qualcosa che oggi mi rende felice, senza pensare
a domani – mi disse lei facendo una breve pausa.
- Ma mamma… – stavo provando a dire io.
- Non ho ancora finito. Quando ho incontrato
Charlie ho creduto che fosse l’uomo della mia vita e ho deciso di sposarlo
nonostante sapevo che avevamo due stili di vita completamente opposti, ma ci ho
creduto, ho creduto al nostro sogno d’amore e l’ho sposato credendo a quel
presente e non al futuro. Oggi eccomi qui, una donna divorziata e non più giovane,
ma ho qualcosa di talmente prezioso da non poter essere equiparato con nulla,
ho te, la mia bellissima e straordinaria figlia e non c’è niente di meglio che
potrei chiedere alla vita. E sai una cosa tesoro? Se io non avessi ascoltato il
mio cuore e non avessi seguito i miei sogni lasciandomi spaventare dal futuro,
oggi non sarei qui a parlare con te, oggi tu non saresti qui a goderti una
calda giornata di sole, invece ci sei e questo grazie al mio costante credere
nei sogni. È andata male con Charlie, ma in quel momento era ciò che volevo e
l’ho fatto non curandomi del futuro. E oggi sono qui a ringraziare il cielo di
aver creduto in quell’amore, perché quell’amore, quel sogno che poi si è
rivelato una catastrofe mi ha regalato te, quindi Bella segui i sogni e smetti
di essere così razionale. Soprattutto in amore credici davvero nei sogni,
perché l’amore è ciò di più irrazionale esista – concluse buttandosi fra le mie
braccia, mentre io ricambia l’abbraccio.
Quel suo discorso mi aveva colpito parecchio, soprattutto
perché avevo visto la serietà di mamma, qualcosa di rado, considerato che lei
non prendeva nulla sul serio.
La strinsi più forte a me e dopo avergli promesso
di credere di più nei sogni e dopo avergli dato la mia benedizione per il
matrimonio ci sdraiammo entrambe sulla sdraio e ci godemmo i raggi del sole di
una bellissima e indimenticabile giornata di fine Settembre.
FINE FLASHBAK
Il ricordo di quella
vecchia discussione tornò a bussare alla mia memoria e alla mia coscienza come
uno schiaffo in pieno viso.
Avevo promesso, gli avevo
promesso di vivere la mia vita giorno per giorno senza pensare al domani, ma
non avevo mantenuto la mia promessa.
Gli avevo detto che avrei
creduto ai sogni, ma dopo il mio comportamento con Edward non avevo tenuto fede
alla mia promessa.
Avrei dovuto dare
un’opportunità a lui, quantomeno fargli capire che sarei riuscita a perdonarlo
del tutto, ma soprattutto a fidarmi ancora di lui, mi ci voleva solo un po’ di
tempo, invece, avevo mantenuto le distanze cercando di non dargli mai nemmeno
una speranza.
Cosa credevo?
Che mi avrebbe aspettata
per l’eternità?
Sciocca, ero solo una
sciocca.
Avrei dovuto dirgli tutto
quello che mi passava per la testa, avrei dovuto parlargli delle mie
insicurezze, delle mie paure.
Lui avrebbe capito e mi
avrebbe aspettato, ma soprattutto mi sarebbe stato accanto aiutandomi a
superare tutto questo.
Ma ormai era tardi.
O forse no?
Ero ancora in tempo per
rimediare?
Si, lo ero.
Potevo fare qualcosa,
potevo correre da lui e rivelargli tutto.
E se non avrebbe capito?
Se mi avrebbe allontanato
lo stesso?
Bella segui i sogni e smetti di essere così
razionale.
Le parole di Renèe mi
rimbombavano ancora in testa, ma c’era un motivo se lo facevano.
Mi stavano indicando la
strada da percorrere e quella giusta si trovava a qualche chilometro da La
Push.
Feci dietrofront e mi
diressi verso la moto.
C’era un posto in cui
dovevo assolutamente andare, un posto dove dovevo chiarire molte cose.
- Bella, ma dove vai? – mi
disse una voce che proveniva da dietro.
Mi voltai e vidi che era
stata Emily che era davanti il porticato di casa sua, mentre seduti nei gradini
di casa c’erano ancora le gemelle con Embry e Seth.
Vidi Jenny guardarmi con
fare dispiaciuto, forse, ancora stava male per ciò che era successo il giorno
prima.
Quella sera stessa sarei
andata a parlare con me.
Non doveva sentirsi in
colpa, aveva solo detto quello che pensava, anche se era stata un po’ troppo
brusca.
- Devo sistemare una cosa.
Torno fra un po’ – le dissi alzando leggermente il tono di voce per farmi
sentire vista la distanza, che se pur piccola c’era.
- Non puoi farlo dopo? –
mi chiese Blair intromettendosi nella conversazione.
- No, ho già aspettato
abbastanza – le dissi mentre vidi sul suo volto comparire un sorriso, mentre in
quello di Jenny mi sembrò di vedere un misto tra senso di colpa e delusione.
Cercai di non farci caso,
altrimenti sarei andata dritta da lei e avrei abbandonato i miei propositi, ma
non potevo farlo, in fondo, che lei volesse ammetterlo o meno, ma ne andava
anche della sua felicità.
Un giorno, anche se non
subito, mi avrebbe capita.
Salì in sella alla mia
moto e dopo aver messo il casco mi diressi verso la mia destinazione, con
l’unica speranza di riuscire a risistemare le cose, o quanto meno di renderle
più semplici.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- kandy_angel: Beh, in effetti, anche questa volta
Edward l’ha lasciata, ma stavolta è stata colpa di Bella. È stata lei con i
suoi atteggiamenti a indurlo a questo.
- bellina97: In che senso dici che Jenny ti ha fatto insospettire?
- denny: Sono contenta che il capitolo ti sia
piaciuto. Lo so Edward ha gettato la spugna, ma questa volta non ha tutti i
torti.
- vanderbit: Sono contenta di sapere che
nonostante il comportamento che Jenny ha tenuto lo scorso capitolo tu sia
ancora dalla sua parte. Non posso rispondere a nessuna delle tue domande, ma ti
assicuro che prima o poi si scoprirà tutto. E’ vero, Edward doveva lottare
ancora, ma tu avresti lottato se di fronte a te c’è un muro ghiacciato che non
ha intenzione di sciogliersi? Bella non ha mai fatto capire niente a Edward e
alle cose dette da Jenny se ne è stata zitta senza dire una parola. Credo che
un po’ tutti al posto di lui avremmo reagito così.
- jero: Beh non posso dirti se ci hai
azzeccato o meno, ma sappi che piano piano tutti i
nodi verranno al pettine.
- Saretta_Trilly_: Beh diciamo che presto si capirà cosa c’entrano Jenny e Blair
con questa storia, quanto all’ultima parte lo so che era un po’ triste, ma
doveva essere così.
- amanecer: Sono contenta che il capitolo scorso
ti sia piaciuto. Non ti posso dire riguardo a Jenny, potrebbe essere un indizio
quello sulla velocità oppure una frase messa lì per farvi ipotizzare mille
cose. Comunque vedremo adesso cosa succederà tra Bella e Edward.
- ste87: Beh diciamo che non sei l’unica a non capire la reazione di
Bella che sembra sempre un passo indietro alle cose. Devo sempre essere gli
altri a fargli capire le cose, chissà che farà adesso. Comunque si, non posso
dire di essermi ripresa perché quella persona per me era di vitale importanza,
ma so che c’è, che è con me sempre, sarà strano da dirsi, ma io lo sento sempre
vicino a me, costantemente e questo mi aiuta ad affrontare le cose e ad andare
avanti. Comunque si, mi sono resa conto di poter contare su di voi e sul vostro
appoggio e non finirò mai di ringraziarvi per questo.
- BaBa88: Non ti posso assicurare che tu abbia ragione sulla spiegazione
relativa alla storia di Jenny, possono esserci mille spiegazioni. Se aspettavi
delle rivelazioni in questo capitolo ci resterai delusa perché non c’è ne sono,
ma ti assicuro che pian piano si scoprirà tutto, devi solo avere pazienza.
Comunque si, lo so, devo fare tutto un passo alla volta e magari le cose
andranno meglio, non posso sperare che tutti passi dall’oggi al domani.
- ClaudiaSv16: Mi fa piacere che stai dalla parte di Edward. Avevo paura che
molti non avrebbero compreso le sue ragioni e lo avessero accusato di essere
scappato ancora, sono contenta di sapere che ciò non vale per te. E si,
stavolta, la colpa sta proprio nelle mani di Bella. Quanto a Jenny, lo so,
nello scorso capitolo è stata un po’ brusca con Edward, ma lei ha messo in atto
solo un meccanismo di difesa. Lo so, bisognava che lei spigasse a Edward tutto
e motivasse la sua reazione, ma non può farlo, come lei stessa a detto,
preferirebbe morire piuttosto che dirgli la verità. Ti assicuro che Jenny
potrebbe influenzare Bella o chi per lei, ma ti assicuro anche che Bella è
matura abbastanza per prendere una decisione da sola. Diciamo che Jenny sta
diventando per Bella solo un pretesto per non fare ciò che realmente lei
vorrebbe.
- eliza1755: Sono contenta che hai apprezzato il fatto che i due non
avessero fatto pace, come hai già detto tu stessa, una riconciliazione a questo
punto sarebbe stata frettolosa, ma soprattutto poco credibile, considerando
l’atteggiamento che Bella ha mostrato fino ad ora. La cosa che, però, tra tutte
mi fa più piacere e che nonostante nello scorso capitolo Jenny possa essere
sembrata la guastafeste a te continua a piacere. È un personaggio molto
profondo anche se non sembra.
- Ed4e: Beh se ti ho fatto piangere significa che ho raggiunto gli
esiti sperati. Quello voleva essere un capitolo triste, malinconico, in cui ci
si rende conto che a volte in un rapporto l’amore da solo non basta. Volevo che
fosse questo che trasparisse, quindi, non poteva uscire fuori nulla di gioioso.
Non posso dire nulla sulle gemelle, ma posso concordare con te il fatto che in
questo momento stanno soffrendo proprio tutti, anche se in modi diversi.
- LaFedy: Non preoccuparti per la recensione
dello scorso capitolo. Capisco gli impegni e tutto, quindi tranquilla. Diciamo
che sotto l’atteggiamento di Jenny c’è una spiegazione che presto o tardi si
scoprirà. Quanto a Bella, adesso tocca a lei chiarirsi le idee e capire cosa
davvero vuole. Mi auguro che anche questo capitolo possa essere di tuo gradimento.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua famiglia? E i Cullen e
soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno
che Bella è ancora la diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un
vampiro, ma non è comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi
personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si
dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si
certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a
questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più
importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico?
E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del
tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio
si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da ricordare. Riuscirà a
ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero
innamorata? La sua vita è perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward,
il suo amico di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che
quell’amico con il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le
cose non saranno semplici e in una notte tutto si complicherà.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di StephenieMeyer.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro capitolo. Mi scuso per l’enorme ritardo, ma
lo studio mi impegna parecchio in questo periodo. Domani iniziano gli scritti,
mamma mia che paura. Speriamo bene. Non so ancora quando ci saranno gli orali,
ma dubito che riuscirò a postare prima della fine anche degli orali. Ho ancora
troppe cose da ripassare. Prometto che non appena concluderò anche gli orali,
non credo che passerà molto tempo, posterò di nuovo regolarmente. Abbiate solo
un po’ di pazienza. Non mi dilungo più di tanto. Vi lascio al capitolo. Buona
lettura a tutti.
Capitolo 16
Egoista
POV BELLA
Si poteva, diceva, si poteva svuotare
la memoria
come si svuota un sacco di pietroline
dentro un fiume.
Finiscono in fondo al suo letto,
e muovendosi arrivano forse al mare.
Non si fanno scomparire i ricordi,
perché appartengono alla terra.
Ma si possono lasciare altrove, come
i libri,
che smettono di appartenerti
quando hai finito di scriverli.
Non ero certo ci sarei riuscita
anche io.
Da circa dieci minuti ero
in sella alla mia moto per raggiungere la mia meta che mai come allora mi era
sembrata tanto lontana.
Non ero nemmeno certa di
quello che stavo facendo, ma una forza dentro di me, una forza del tutto
incontrollata mi diceva di andare, mi diceva di correre lì ed di affrontare
tutti gli scheletri che avevo nell’armadio e che per un sacco di tempo mi ero
premurata di nascondere.
Arrivai di fronte a quella
grande casa e solo allora il cuore iniziò a battermi talmente forte che mi
sembrò potesse uscirmi fuori dal petto.
Non avevo il coraggio di
avvicinarmi alla porta, quella stessa porta la cui soglia non varcavo da un
secolo e mezzo, ma ero consapevole che tutti lì dentro grazie al loro udito
sovrumano si fossero accorti della mia presenza.
Un rumore di ferro caduto
a terra mi fece voltare e mi ritrovai Rosalie con le mani sporche di grasso di
motore d’auto mentre la chiave inglese che prima teneva tra le mani adesso si
trovava a terra, a pochi centimetri dai suoi piedi.
Il suo sguardo la diceva
lunga sulla sua sorpresa di vedermi lì in casa sua, ma cercai di non farci
caso.
- Se stai cercando tuo
fratello è già tornato a casa – mi disse lei, forse, pensando che fossi lì a
causa di Nate.
- A dire il vero sto
cercando Edward – le risposi dopo qualche attimo di silenzio.
- Mi dispiace, ma non è in
casa – mi informò con un’espressione seriamente dispiaciuta.
Nella ragazza che avevo di
fronte non sembrava esserci l’ombra della persona orgogliosa, aggressiva e
superficiale che avevo conosciuto un tempo.
Solo dopo mi resi conto di
quello che avevo detto e cioè che lui non c’era e io avevo una fottuta paura di
andare via da lì perché ero consapevole che, forse, non avrei più trovato il
coraggio di correre da lui.
Di sicuro era meglio
aspettarlo lì, in quella casa, nella sua casa anche se la cosa mi spaventava e
mi intimoriva allo stesso tempo.
- Ti dispiacere se lo
aspetto qui? – le domandai con un timore che apparteneva alla vecchia Bella.
- Forse è meglio se ti
accomodi all’ingresso. C’è qualcosa che non sai – mi rispose sorridendomi
tristemente mentre si dirigeva verso casa.
La seguì a ruota mentre
una strana paura si stava impossessando di me.
Prima di entrare dentro
alzai gli occhi verso una finestra della casa e vidi Jasper che osservava la
scena mentre delicatamente teneva spostata la tenda.
Guardandolo attentamente
mi resi conto della sua espressione e il mio cuore sembrò perdere un battito.
Aveva il volto colpito
dalla sofferenza, ma soprattutto dai sensi di colpa come se si sentisse
responsabile di qualcosa.
Mi imbambolai ad
osservarlo colpita da tanto dolore e tornai nel mondo normale solo quando mi
ritrovai schiacciata in un abbraccio che capì subito essere di Alice.
Non ricambia l’abbraccio,
ma non la scansai perché se pur inconsapevolmente avevo bisogno di essere
stretta da quelle braccia.
Volevo un bene dell’anima
a quella ragazza e nonostante mi ostinavo a volermi comportare come se la
odiassi, non ci riuscivo e mentre le sue braccia stringevano il mio corpo mi
sentì stranamente a casa.
- Lo sapevo che prima o
poi saresti venuta – mi disse lei tutta felice.
Io non le risposi, ma le
sorrisi mentre mi resi conto che Rosalie grazie alla sua velocità vampiresca si
era già ripulita per bene.
- Bella sta cercando
Edward – comunicò la bionda al folletto.
- Forse è meglio se ci
sediamo – rispose Alice staccandosi da me e dirigendosi verso il salotto
accompagnata da Rosalie non prima, però, di avermi fatto cenno di seguirla.
Il salotto era davvero
bello e decisamente diverso da come lo ricordavo.
C’era un grande divano
rosso a elle con un tavolinetto basso dello stesso colore, sotto il quale c’era
un grande tappeto (à il link del salotto: http://yfrog.com/musalottocullenj
).
Poco più in là c’era una
sorta di salottino con divani e poltrone verde scuro e anche lì un tavolinetto
con dietro una grande libreria. Non ci volle molto per capire che era l’angolo
lettura (à il link del salottino con libreria: http://yfrog.com/misalottocullenconlibrerij
).
L’ambiente era molto
bello, in stile moderno e si vedeva lontano un miglio che c’era lo zampino di
Esme.
Quella donna era davvero
brava, non la batteva nessuno in fatto di arredare case.
Ci sedemmo e mi guardai
attorno chiedendomi chi ci fosse in casa in quel momento.
- Papà è in ospedale,
mamma è andata con Emmett a caccia dieci minuti fa, mentre Jasper è su in
camera – mi disse Alice rispondendo alla mia domanda silenziosa come se fosse in
grado di leggermi la mente.
Sapevo che non aveva
questo potere, per questo non potei fare a meno di ammettere che volente o
nolente quella ragazza mi conosceva meglio di chiunque altro.
Mi sentivo strana o,
forse, semplicemente in imbarazzo e il silenzio che era caduto in stanza non
migliorava certo la situazione.
C’era qualcosa che mi
turbava, come se avessi un cattivo presentimento, ma non sapevo quanto di reale
ci fosse nelle mie sensazioni.
- Riesci a vedere quando
rientrerà Edward? – chiesi a Alice rompendo finalmente il silenzio che si era
andato a creare.
La vidi raggelarsi
all’istante e non mi era per nulla chiaro il motivo.
Anche Rosalie sembrava in
difficoltà e la cosa mi preoccupava parecchio.
- No Bella, mi dispiace,
ma non so quando tornerà – mi rispose tristemente.
- Come mai? – le domandai
sapendo che il forte legame che univa lei a Edward gli permetteva di avere
sempre delle visioni molte nitide su di lui.
- È inutile girarci troppo
attorno, diciamole come stanno le cose subito – intervenne Rosalie con una
frase che mi fece davvero paura.
Cos’è che non sapevo?
Cosa dovevano dirmi di
così terribile da non riuscire nemmeno a fingere che tutto andasse bene?
- Cos’è che dovete dirmi?
– chiesi ad entrambi forse un po’ troppo spazientita.
Non ci stavo capendo nulla
e questa era una cosa che mi dava parecchio fastidio perché mi sentivo
insicura, debole, pronta a cadere con un minimo soffio di vento.
- Edward è partito – mi
disse Alice dopo qualche istante di silenzio mentre alzò i suoi meravigliosi occhi
dorati per fissare i miei, ormai, diventati azzurro ghiaccio.
Ciò che disse mi spiazzò
del tutto, non me lo aspettavo per nulla, ma cercai di non darlo a vedere anche
se mi veniva difficile.
Mi sembrava di essere
tornata indietro nel tempo di un secolo e mezzo.
- Per quanto tempo? – le
chiesi sperando di aver interpretato male il senso di quella sua frase.
- Non lo sappiamo. Ieri
sera ha aspettato che tornassimo da casa tua e poi dopo un brevissimo saluto si
è volatilizzato – mi rispose Rosalie facendomi raggelare.
Non poteva essere vero,
non di nuovo.
- Alice dì qualcosa, per
favore? – le dissi fregandomene altamente di passare per la preoccupata della
situazione.
- Non so davvero cosa
dire, Bella. Se ne è andato e non ha lasciato detto nulla, né la sua meta né la
durata di questo viaggio. È da ieri che cerco di vedere il suo futuro, ma è in
continuo cambiamento. Lui è troppo confuso, non sa bene cosa fare, dove andare,
per questo è tutto così offuscato. Non riesco ad identificarlo in uno spazio o
in un tempo ben preciso. Cambia idea ogni cinque minuti e quando questo succede
la mia visione cambia e diventa più sfocata della precedente. Edward conosce
troppo bene sia me che il mio potere e sa benissimo come raggirarlo – mi spiegò
con la tristezza in volto.
Sapevo perfettamente il
legame che univa Alice a Edward e pur non avendo il potere di Jasper potevo
percepire nell’aria il dolore che lei stava provando in quel momento.
- Perché? – mi limitai a
chiedere mentre il mio cuore sembrò nuovamente frantumarsi in mille pezzi.
- Questo speravamo che
potessi dircelo tu. Cos’è successo ieri prima che tu rientrassi dentro casa in
lacrime? – mi chiese Rosalie con talmente tanta gentilezza e apprensione che
avrei potuto giurare che soffriva anche lei non solo per lo stare male del
fratello, ma anche per il mio.
Prima o poi avrei dovuto
parlare con lei, farmi spiegare se i sentimenti che la tenevano legata a me
fossero cambiati come mi sembrava di scorgere o se, invece, era tutto frutto
della mia immaginazione.
- Abbiamo litigato. Mi ha
detto che io non credo in lui e, di conseguenza, di riflesso non credo in noi e
lui non può farlo per entrambi, quindi, ha gettato la spugna – le risposi
cercando di essere breve, ma concisa.
- Ed è vero? – mi domandò
il folletto con tono innocente.
- Cosa vuoi che ti dica
Alice? So solo io cosa ho dovuto passare in tutti questi anni, so solo io
quanto ho sofferto, quanto mi sia sentita sbagliata e inadeguata per lui e
anche per voi. Ho dovuto ricreare la mia vita cercando di andare avanti come se
voi non fosse mai esistiti, ma mi è venuto difficile perché ogni giorno avevo
voi davanti agli occhi. Nonostante questo ci ho provato, poi all’improvviso una
mattina mi alzo per andare a scuola e a mensa mi ritrovo voi, le persone che ho
amato di più in assoluto, ma allo stesso tempo quelle persone che mi hanno
fatto soffrire immensamente. Eravate lì ad un passo da me, così come avevo
sognato da anni, ma sapevo di non poter correre il rischio di fidarmi di voi,
non di nuovo e non in quel momento. Avevo paura di soffrire di nuovo e sapevo
che stavolta non c’è l’avrei fatta a superare la cosa. Edward mi ha chiesti di
credere in lui, ma per quanto mi viene difficile ammetterlo, io non riesco a
fidarmi completamente di lui e il fatto che se ne sia andato testimonia il
fatto che avevo ragione. Non posso contare su di lui, è questa la realtà – le
risposi alzando leggermente il tono di voce soprattutto nella parte centrale
del mio discorso.
- E’ vero, hai sofferto
tantissimo e noi non possiamo dirti nulla. Hai dovuto affrontare da sola una
perdita terribile perché nel giro di pochi minuti non hai solo perso il ragazzo
che amavi, ma anche la famiglia che avevi creduto di aver trovato. La tua rabbia
e la tua mancanza di fiducia ci può stare tutta, ma dopo che Edward ti ha
rivelato i veri motivi per cui siamo andati via, non ti è mai passato per la
testa di metterti nei nostri panni, nei panni di lui. Ti sei mai chiesta quanto
lui abbia sofferto? Te lo dico io Bella, tu non l’hai mai fatto, perché farlo
avrebbe comportato renderti conto che lui ha sofferto allo stesso modo in cui
hai sofferto tu – mi disse Alice guardandomi intensamente negli occhi, talmente
tanto intensamente da farmi quasi paura.
Non avevo mai visto Alice
comportarsi così, usare quel tono, ma, forse, aveva capito che se davvero
volere arrivare a me, alla persona cinica che ero diventata in tutti quegli
anni doveva essere dura e glaciale nell’espormi i suoi pensieri, perché solo così
mi sarei potuto fermare a riflettere.
Dovevo dire che il suo
piano stava funzionando alla grande.
- Non volevo certo dire il
contrario – le risposi io anche se la mia frase sembrava una di quelle campate
in aria senza significato.
- Ti sei mai chiesta la
vita che abbiamo condotto noi in tutti questi anni? La tua non è stata certo
tutta rosa e fiori, ma credi davvero che la nostra lo sia stata? Se oggi siamo
ancora tutti uniti e possiamo ancora definirci una famiglia è perché il legame
che ci tiene uniti è troppo forte, altrimenti ti assicuro che la famiglia
felice che hai imparato a conoscere si sarebbe scissa tantissimi anni fa. Hai
idea di quello che abbiamo dovuto affrontare noi da quel maledetto giorno di
Settembre in cui Edward ha pensato bene di andarsene per farti vivere una vita
normale? È andato tutto storto, stavamo crollando tutti, uno alla volta, ma ci
siamo fatti forza e siamo andati avanti. Esme ha vissuto la tua perdita come se
fosse una déjà-vu, ha rivissuto nella tua scomparsa la perdita di quello stesso
figlio che aveva perso da umana, perché questo era ciò che, ormai, eri
diventata per lei, una figlia. Anche Carlisle ti ha considerato una figlia e
l’ha fatto da ancora prima che ti conoscesse, da quando si è reso conto che eri
entrata nel cuore di Edward e l’avevi fatto battere nuovamente. Proprio lui che
anche in questa nuova vita ci ha visto qualcosa di buono, si è ritrovato a
maledire questa condizione perché ha causato la sofferenza sua e di tutta la
sua famiglia. Emmett ha perso la sua sorellina da prendere in giro, quella da
proteggere o coccolare, quella che si divertiva a farle diventare le guance
rosse a furia di tirare fuori stupide battutine, ha perso la sua allegria, la
sua voglia di ridere alla vita e si è incupito a tal punto da non sembrare più
lui – continuò facendo una pausa come se avesse bisogno di prendere fiato.
- Io non… – stavo provando
a dire io.
- Non ho ancora finito.
Poi c’era Rosalie che troppo tardi si è resa conto di ciò che univa te e Edward
e che non ha fatto altro che prendersela con se stessa per non essere riuscita
a togliersi quella maschera di arroganza e superficialità che ha indossato con
te. Troppo tardi si è resa conto che avrebbe voluto un legame con te, un legame
pulito, puro e sincero e non artificioso come quello che si era ostinata ad
aver creato, troppo tardi si è resa conto che anche lei ti voleva bene e che
mancavi a lei esattamente come a tutti gli altri. Jasper ha vissuto e continua
a vivere divorato dai sensi di colpa, non è riuscito mai a perdonarsi quello
che è successo il giorno del tuo diciottesimo compleanno, non è mai riuscito a
perdonarsi di non essersi riuscito a controllare, di aver dato libero sfogo al
mostro che c’era e che c’è in tutti gli esseri come noi. Non fa altro che
sentirsi in colpa per tutto ciò che è successo dopo, per tutte le sofferenze
nostre e per tutte quelle di Edward, ma soprattutto si sente in colpa nei tuoi
confronti perché ha messo fine a quello che era il tuo sogno d’amore con
Edward. Per anni non è nemmeno riuscito a guardare in faccia né Edward né me,
me che ero la sua donna, sua moglie, la persona che amava, perché si riteneva
responsabile della mia sofferenza. Hai idea di cosa ho passato io? Mi sono
sentita strappare via mia sorella e ho vissuto con un vuoto che non sono mai
riuscita a colmare, un vuoto perché avevo lasciato a te una parte di me, una
delle parti più belle che possedevo. Mi sono sentita in colpa per averti
abbandonato senza neanche salutarti, senza un addio o un abbraccio, ma, forse,
è stato meglio così, perché stringerti a me non mi avrebbe permesso di
lasciarti e razionalmente sapevo che la nostra partenza era l’unica cosa che
avrebbe potuto evitare che tu divenissi un essere dannato come noi. E poi c’è
Edward, vogliamo parlare di quello che ha passato lui? – mi chiese porgendomi
una domanda del tutto retorica, ma assumendo un tono di voce che non gli
riconoscevo.
Se non ero consapevole di
quanto quel folletto fosse buono, mi sarei perfino spaventata.
- Alice smettila, la stai
spaventando e poi no, non dirle di Edward – disse Rosalie intervenendo
stranamente in mio favore, ma dopo quello che Alice aveva detto della bionda,
quella frase non mi sembrava neppure tanto strana.
- E perché? È giusto che
sappia cosa ha passato anche lui – le rispose il folletto cambiando però il suo
tono di voce e la sua espressione che si fece improvvisamente più serena.
- Non adesso – le rispose
Rose.
- No, falla parlare.
Voglio saperlo – mi limitai a dire alla bionda in modo che Alice riprendesse a
parlare.
- Edward ha vissuto da
schifo in tutto questo secolo e mezzo, è quello che ha sofferto più di tutti.
Dopo che c’è ne siamo andati da Forks è sparito, non l’abbiamo visto per mesi e
io non riuscivo ad individuarlo perché aveva le idee troppo confuse. Non
rispondeva al cellulare e non ha dato notizie di lui se non in rare eccezioni
solo per non far preoccupare Esme. Dopo mesi e mesi di assenza finalmente
arrivò una visione nitida, lui in Italia – iniziò a raccontare guardandomi
negli occhi.
- È andato dai Volturi? –
le chiesi spaventata.
Ricordavo perfettamente
cosa mi avesse detto Edward il giorno del mio diciottesimo compleanno.
Chiunque avrebbe
desiderato la morte sarebbe andato dai Volturi, la corte reale dei vampiri,
coloro che avevamo il massimo potere.
Rabbrividì al solo
pensiero che colui che avevo amato sopra ogni cosa fosse potuto andare da
quegli esseri tanto spietati.
- Come conosci i Volturi?
– mi domandò Rose intervenendo nella conversazione.
- Me ne ha parlato Edward
un giorno – le risposi sincera.
- Bene, allora non serve
che ti spieghi il motivo per cui è andato lì. La sua vita senza di te aveva
perso tutto il suo significato e si sentiva un mostro senza speranze. Se ancora
lui è qui con noi lo dobbiamo solo alla vecchia amicizia che lega Carlisle ai
Volturi, o forse, al fatto che il potere di Edward era troppo succulento per
Aro. Dopo che lui ha formulato la sua richiesta gli hanno dato un giorno di
tempo per pensarci, per essere sicuro che quella fosse la cosa più giusta per
lui, un giorno, un solo semplice giorno che ci ha permesso di salvarlo. Siamo
corsi lì e l’abbiamo spergiurato di non essere sciocco e di vivere, di farlo
per noi e per te, perché tu non avresti mai voluto che lui rinunciasse alla sua
vita. Non so nemmeno io come, ma ci riuscimmo e lo riportammo a casa. Non hai
idea di quanto lui ci fosse mancato e riaverlo con noi era la cosa più bella
che potesse succedere, ma non era l’Edward che avevamo conosciuto. Era diverso,
freddo. Con il tempo ha cercato di tornare quello che era, ma non c’è mai
riuscito del tutto, ma da quando sei riapparsa nella nostra vita sembrava come
se tutte le tessere del puzzle si stessero ricomponendo e, invece, sembra che
tutto sia tornato come un tempo – mi spiegò con un’espressione talmente triste
che se avesse potuto avrebbe pianto.
- Alice, io… – provai a
dire anche se non sapevo da dove cominciare.
- Io, noi non possiamo
sapere tutto quello ch tu hai passato, non possiamo capire cosa tu abbia
realmente passato, ma Bella, nemmeno tu lo sai cosa abbiamo dovuto affrontare
noi, cosa ha significato per tutti noi la tua perdita. Forse, se capiresti
questo, riusciresti a guardarmi e a farmi un sorriso sincero, uno di quei
sorrisi che amavo vedere sul tuo volto dedicati a me. Ok Bella, ho capito
tutto, ho capito cosa ne hai fatto nella nostra amicizia. L’hai presa e l’hai
rilegata in un cassetto che hai chiuso con un lucchetto, un lucchetto di cui
hai perso le chiavi. Bene, mi sta bene, probabilmente, anzi sicuramente me lo
sono meritata, quindi adesso non ti chiedo di cercare queste chiavi e aprire il
lucchetto, ti chiedo solo di riflettere sulla favola che hai vissuto con Edward
e capire se vale davvero la pena buttare all’aria tutto, buttare all’aria un
amore come il vostro. Se ne vale la pena allora va bene così, ma se non è
quello che vuoi apri gli occhi e fai qualcosa. Amo troppo mio fratello e
vederlo stare così mi strazia il cuore e preferisco soffrire io, perdendo un
amica, una sorella, piuttosto che lui perdendo la sua stessa vita, perché
questo è quello che tu sei per lui – concluse regalandomi un sorriso sincero,
uno dei suoi fantastici sorrisi.
Tutto il suo discorso mi
aveva toccato dentro, ma soprattutto aveva aperto un buco tanto grande dentro
il mio petto che sentivo perfettamente la vecchia Bella dirigersi rapidamente
verso l’uscita.
Non sapevo se era un bene
o un male, ma sapevo che ero stata egoista.
Avevo pensato solo a me e
al mio dolore, senza tenere conto di quello che avevano potuto provare loro,
del dolore che anche loro si erano portati dietro per tutti questi anni.
Meritavo davvero una
famiglia che mi volesse così tanto bene?
Iniziavo a provare dei
seri dubbi.
La cosa che faceva più
male era sapere che Edward aveva rischiato di morire, di andarsene via per
sempre da questa vita e che il motivo per cui voleva farlo era perché la sua
esistenza senza la mia non aveva significato.
Adesso che sapevo la
verità su di loro, forse, potevo dire che, in fondo a me era andata meglio.
Io non avevo dovuto vivere
con i sensi di colpa che, invece, tutti lì dentro provavano chi per un motivo
chi per un altro.
- Hai ragione, non ho mai
pensato alla vostra di sofferenza, forse, perché sono stata troppo presa dalla
mia, ma infondo siete stati voi che avete iniziato questo stupido gioco, siete
voi, sei tu che hai permesso che tutto questo accadesse. Mi fidavo di te, Dio
solo sa quanto mi fidavo – le dissi guardandola anche io negli occhi mentre
sentivo questi pizzicarmi.
Le lacrime iniziavano a
spingere per uscire, ma non potevo permetterlo, perché le lacrime erano un
elemento tipico della vecchia Bella, non della nuova.
- Pensi davvero che sia
stato facile accettare la decisione di Edward? Pensi davvero che io abbia fatto
i salti di gioia quando lui ci ha detto ciò che aveva intenzione di fare?
Rispondimi Bella, su, guardami negli occhi e rispondimi – mi domandò lei
avvicinandosi a me e puntando il dorato dei suoi occhi nei miei.
Solo allora mi resi conto
che Rosalie era sparita dalla stanza, forse, si era resa conto che il discorso
si stava spostando sul rapporto che legava me ed Alice e con tutta probabilità
aveva preferito andarsene e lasciarci lì da sole a chiarire la situazione.
- Non ho mai detto questo.
Pensare che tu non abbia sofferto mi avrebbe indotto a pensare che tu avessi
sempre recitato con me, quindi, queste sciocchezze non mi sono mai passate in
testa – le risposi sincera.
- E sarebbe troppo per te
chiudere questa brutta storia nel dimenticatoio e pensare solo al presente,
vero? – mi chiese guardandomi intensamente negli occhi.
Cosa avrei dovuto
risponderle?
La parte irrazionale
voleva correrle incontro e dirle che tutto era passato, che volevo pensare solo
al presente e al futuro fregandomene di tutto e tutti, ma la parte razionale
diceva l’esatto opposto.
Io non potevo fidarmi,
avrebbe potuto tradirmi una seconda volta.
In quella lotta costante
tra razionalità e irrazionalità vinse la razionalità e dopo aver smesso di
guardarla, abbassai gli occhi al pavimento.
- Non lo so, non capisco
più nulla. Ho accettato le tue scuse, ma non sono riuscita ancora a ricucire
del tutto la ferita che hai procurato alla nostra amicizia. Adesso è meglio che
io vada, forse non sarei mai dovuta venire – le dissi girando i tacchi e
dirigendomi verso l’ingresso della porta.
Arrivata all’ingresso
della casa uscì fuori e mi diressi verso la moto, ma soloquando guardai verso la direzione del mio
gioiellino mi resi conto che Alice era appoggiata ad essa e mi guardava con
sguardo deluso.
Come aveva fatto ad
arrivare lì?
Mi diedi della stupida
solo per aver potuto pormi una domanda del genere.
Grazie alla sua velocità
vampiresca probabilmente era arrivata alla moto nello stesso momento in cui io
gli avevo voltato le spalle per uscire fuori.
Vedere il suo sguardo
deluso puntato su di me mi fece un male cane e sentì come se il mio cuore si
sgretolasse nuovamente in mille e più pezzi.
- Centocinquant’anni fa
proprio su questo spiazzo accusai Edward di essere un codardo perché per le sue
paure stava mandano all’aria ciò che di più bello la vita gli avesse offerto.
Oggi, su questo stesso spiazzo, proprio come allora posso dire la stessa cosa
che dissi allora, ma stavolta a te, non a lui. Sei una codarda, una vera e
propria codarda. Stai mandando all’aria tutto non solo per le tue paure, ma anche
per il tuo orgoglio. Stai preferendo condannarti all’infelicità piuttosto che
rischiare e a questo punto non so più cosa dirti per farti cambiare idea.
Credevo che fossi venuta qui per confessare a Edward il tuo amore, perché dai
tuoi occhi vedo che lo ami ancora, molto più di prima, invece, mi rendo conto
solo ora che tu sei venuta qui per elemosinare in lui ancora del tempo, per
lasciarlo sul filo del rasoio ancora per un po’, fino a quando tu non ti
sentirai pronta, ma non lo sarai mai pronta e sai perché? Perché non vuoi
esserlo, tu vuoi solo fuggire dai problemi, non vuoi affrontarli, proprio come
allora ha fatto lui. A quanto pare non siete poi così diversi come credi – mi
disse lei guardandomi negli occhi prima di allontanarsi da lì.
Non riuscivo ad aprire
bocca, non riuscivo a dire nulla, sembrava come se tutto mi stesse crollando
addosso, come se quelle parole dure di Alice fossero state in grado di
perforare quell’armatura che mi ero creata attorno e qualcosa mi diceva che era
proprio questo l’intento di quella ragazza che un tempo consideravo la mia
migliore amica.
- Ah quasi dimenticavo.
Avvisami quando tornerà la vecchia Bella – aggiunse poi scomparendo dalla mia
vista a velocità sovrumana.
Io rimasi lì, impalata
come un’ebete senza sapere cosa fare e come comportarmi.
Quanta verità c’era nelle
parole di Alice?
Tanta, forse, troppa e io
non sapevo neppure cosa fare, come comportarmi vista la confusione che avevo in
testa.
Mi misi il casco e mi
allontanai da lì mentre dallo specchietto retrovisore vidi Emmett e Esme che
erano appena tornati a casa dopo la caccia e che si fermarono ad osservare me
sgommare a tutta velocità fuori dalla loro proprietà.
Non avevo nessuna voglia
di andare a La Push, avrei dovuto dare troppe spiegazioni, ma soprattutto non
avrei sopportato l’atmosfera festiva che c’era in quella riserva, non ero
proprio in vena.
Mi diressi a tutta
velocità verso casa e non appena arrivai posteggiai la moto nel cortile di
casa.
Ci avrebbe pensato poi
Nate a metterla in garage.
Stavo per entrare in casa,
quando mi sentì stranamente osservata.
Mi voltai da tutte le
parti, ma non riuscì a vedere nulla, eppure sentivo che qualcuno mi stava
fissando, ne ero quasi certa.
Scacciai via quei
pensieri, probabilmente erano solo frutto della mia immaginazione e mi diressi
verso l’ingresso della casa, ma prima di entrare sentì un fruscio provenire dal
boschetto vicino casa.
Mi voltai di scatto in
tempo per vedere una sagoma allontanarsi a tutta velocità, talmente tanto
velocemente che la perdetti di vista quasi subito.
Correre in quel modo non
era normale, di sicuro c’era qualcuno in quel boschetto, qualcuno che di sicuro
non era umano.
Un vampiro, doveva essere
per forza un vampiro, altrimenti non si spiegava quella velocità.
Mi chiesi chi potesse
essere, ma non riuscivo a venirne a capo.
L’unica cosa che sembrava
ovvia era che chiunque fosse era stato lì per me e si fosse allontanato nel
momento in cui mi aveva visto entrare in casa.
Non sapevo cosa pensare e
non sapevo se preoccuparmi o meno.
Nonostante questo, però,
scacciai quei pensieri e corsi in camera chiudendomi lì dentro.
Non mi interessava chi
fosse stato a seguirmi, non avevo paura di nessuno.
Sapevo che mamma e papà mi
avevano sentito arrivare, ma non volevo vedere ne tantomeno parlare con
nessuno, quindi accesi lo stereo e inserì il cd di Debussy facendo partire
Claire De Lune, l’unica cosa che in quel momento poteva aiutarmi riportandomi
indietro di molti anni, in un periodo in cui ero talmente felice da sembrare
una principessa delle fiabe.
Avevo una famiglia che mi
amava e un ragazzo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per me, ma soprattutto ero
libera di amare senza paure e riserve, fidandomi ciecamente di tutti quelli che
mi circondavano.
Perché adesso non riuscivo
a fare altrettanto?
Mi domandai dove fosse
andato Edward, ma non riuscivo a venirne a capo.
Probabilmente in quel
momento era tanto, troppo lontano e io sembravo aver perso di nuovo una parte
di me.
Egoisticamente lo volevo
con me, anche se non ero certa di poterlo perdonare, ma volevo che mi fosse
accanto proprio come aveva fatto in quell’ultimo periodo.
Pensare che forse non
l’avrei rivisto mai più mi metteva addosso una tristezza allucinante e il
dolore per la sua partenza sembrava talmente forte da sentirmi male perfino
fisicamente.
Lanciai un urlo disumano e
nello stesso istante la mia mano sembrò diventare un pezzo di lava
incandescente e cercai di lottare con tutta me stessa per non far partire da
essa fiamme che avrebbero potuto distruggere ogni cosa.
Con i vestiti ancora
addosso mi diressi verso il bagno e entrai nella doccia cercando di calmarmi il
più possibile, ma soprattutto certa che l’acqua avrebbe calmato il mio potere a
volte terribilmente fastidioso.
Ero solo un’egoista, avevo
solo pensato a me e al mio dolore non curandomi per nulla di quello degli
altri.
Ero solo un’egoista del
cazzo.
Cercai di calmarmi e solo
quando ci riuscì mi resi conto che calde lacrime stavano solcando il mio viso,
calde lacrime che solo la mano del mio amato poteva placare.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- kandy_angel: Sono contenta che lo scorso capitolo
ti sia piaciuto. Spero che lo stesso valga per questo.
- crista: Sono contenta che dai ragione a
Edward. Credo che per come si erano messe le cose non aveva altra scelta. Non
poteva obbligare Bella a stare con lui o a fidarsi.
- aurora julia: Lo so che le domande sono tante, ma
il bello della storia forse è anche questo. Sta tranquilla che prima o poi
nasceranno anche delle risposte e non solo delle domande, bisogna solo avere un
po’ di pazienza.
- bellina97: Sono contenta che il flashback ti sia piaciuto. Diciamo che io
in primis avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse quelle cose e quindi le
parole di Renèe non era rivolte solo alla figlia, ma anche a me. Credo sia
importante credere nei sogni anche quando sembra che siano irrealizzabili.
- vanderbit: Si è vero Edward ha sbagliato, ma
credo che abbia pagato anche lui. Diciamo che Jacob non è proprio il mio idolo
per questo qui ho voluto farlo un po’ più comprensivo e diciamo un po’ più
aperto. Vuole la felicità di Bella, punto. Lui e tutto il resto passano in
secondo piano.
- valecullen thedevil93: Che bello, una nuova fan. Sono
proprio contenta che la storia ti piace. Noto con piacere che hai analizzato la
storia punto per punto notando molti particolari. È vero io non ho parlato di
velocità elevate nelle fate immortali, ma non è detto che non abbiano questo
potere. Potrei averlo omesso, oppure è un potere che non hanno. È vero che non
ho raccontato la storia di Jenny e Blair e forse tu potresti avere ragione, ma
può essere solo un modo per sdeviarvi. Diciamo che le soluzioni potrebbero
essere tante, ma per scoprire quella giusta dovrai solo aspettare.
- loulou72: Sono contenta che ti sia piaciuto il comportamento di Jacob,
così come il flashback.
- Ed4e: Beh diciamo che ho voluto un po’ mostrare il lato materno di
Renèe che si vede poco.
- eliza1755: Beh diciamo che su Jacob la pensiamo allo stesso modo, per
questo ho voluto mostrare una parte nuova, diversa del suo carattere. Ho voluto
che lui mettesse la felicità di Bella sopra ogni cosa. Mi spiace dirlo, ma a
quanto pare come hai ipotizzato tu stessa ci sono dei problemi sul “fronte
Edward” per usare le tue testuali parole. Vediamo adesso che succede.
- denny: Concordo con te, Jacob ha fatto la
cosa giusta, ha messo la felicità di Bella sopra ogni cosa.
- LaFedy: Sono contenta che il capitolo ti sia
piaciuto soprattutto alcune frasi. Diciamo che quelle che hai individuato tu
piacciono tanto anche a me soprattutto la prima. Era una frase che avrei tanto
voluto che dicesse Jacob nei libri e visto che non l’ha fatto l’ho fatto io
nella mia storia.
- Saretta_Trilly_: Non ho detto che nel prossimo capitolo si capiva cosa erano
Blair e Jenny ho detto nei prossimi capitoli, ma non ho specificato quando. Se
hai capito così mi scuso, mi sarò espressa male. Comunque ti assicuro che prima
o poi si scoprirà tutto.
- ste87: Beh diciamo che se avresti detto quelle cose a Bella non
avresti sbagliato. Credo le sarebbero state molto utili le tue parole.
- amanecer: Beh diciamo che non ti sei sbagliata per nulla riguardo al
capitolo corrente. È stata una falsa illusione, ma che vuoi farci. Bella ci
arriva sempre dopo alle cose.
- Austen95: Perdonami il ritardo, ma la preparazione agli esami mi impegna
parecchio. Quando finirò prometto di tornare ad essere regolare negli
aggiornamenti.
- sendy81: Prima o poi capirai il motivo dell’odio di Jenny nei confronti
di Edward, ma non posso dirtelo adesso. Si capirà tutto andando avanti.
- ClaudiaSv16: Beh diciamo che avere rimpianti è la cosa più brutta che possa
accadere. Ecco perché Renèe ha detto quelle cose alla figlia. A quanto vedo
seppur indirettamente avevi già capito cosa sarebbe successo. Mi riferisco alla
partenza di Edward.
- TanyaCullen: Tesoro sono proprio contenta che il
discorso di Renèe ti sia piaciuto e diciamo che quella frase che ti ha colpito
piace molto anche a me. In fondo credo che sia vero, l’ho sperimentato sulla
mia pelle, anche se spesso tutto quello che succede nella vita di ogni giorno
ci porta a credere che i sogni facciano parte solo di libri, film e fiabe.
Grazie per tutto quello che fai per me, soprattutto in questo periodo che non è
certo brillante. So che ci sei, so che posso contare su di te ed è importante
questo per me e condivido tutto quello che hai detto riguardo la saga e
soprattutto riguardo a ciò che hai detto sulla Meyer.
Hai proprio ragione. Quella donna è un mito non soltanto per la fantastica
storia che ha inventato, ma anche per quello che questa ha provocato su tutti i
fan. Conoscerti è stata una delle cose più belle che potevano accadere, perché
sento di poter contare su di te anche se ti trovi a chilometri di distanza e a
volte credo che puoi capirmi meglio di qualcuno che conosco da tanto, forse per
le esperienze che hai avuto o forse semplicemente per la maturità che possiedi.
Quanto ai licantropi e a Jacob devo dire che non sono molto loro fan, ma in
questa storia volevo che piacessero anche a me così li ho modellati come
piacevano a me, soprattutto Jacob e credo si veda. Spero di non deluderti con i
prossimi capitoli, me lo auguro davvero di cuore.
- savy85: Non posso dirti cosa lega Edward
alle gemelle, né se c’è un qualche legame tra loro, ma posso assicurarti che
prima o poi si scoprirà tutto. Basta essere solo un po’ pazienti. Tranquilla
che arriverà il punto in cui tutti i nodi vengono al petto.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono ancora
tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò che
l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare quella
che aveva considerato fin dall’inizio al sua famiglia? E i Cullen e soprattutto
Edward come reagiranno quando scopriranno che Bella è
ancora la diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un vampiro, ma non
è comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si
dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si
certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a
questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più
importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico?
E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del
tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio
si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da ricordare. Riuscirà a
ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero
innamorata? La sua vita è perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward,
il suo amico di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che
quell’amico con il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le
cose non saranno semplici e in una notte tutto si complicherà.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di StephenieMeyer.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro capitolo. Stamattina ho avuto gli orali e
finalmente questi esami di maturità sono finiti. Risultato scritto 45 su 45. una
vera soddisfazione. Speriamo che anche l’orale sia andato bene e che il voto
finale sia buono. Comunque sono talmente contenta di essermi tolta questo
pensiero che ho deciso di postare subito, quindi eccovi un nuovo capitolo. Vi
lascio al capitolo. Buona lettura a tutti.
Capitolo 17
Cosa succede?
POV BELLA
E sì...si potrà sopravvivere,
ma solo respirando immobili
l'illusione di un futuro migliore.
Scegliendo di scegliere,
e non lasciarsi scegliere.
Riconoscendo di essere niente altro
che viscidi escrementi,
delle scelte del nostro continuo
passato.
Era passato un mese da
quando Edward se ne era andato, dall’ultima volta che ero riuscita a
specchiarmi in quei suoi occhi talmente magnetici e profondi capaci di
sconvolgerti l’anima.
Avevo vissuto malissimo la
sua partenza e sembravo essere tornato la Bella di tantissimi anni fa, quella
stessa Bella che aveva sofferto le pene dell’inferno quando la persona che amava
l’aveva abbandonata.
Durante quelle due
settimane non facevo altro che ripensare alle parole di Alice e mi sentivo
sempre di più un’egoista, ma soprattutto sentivo quelle parole sconvolgermi
dentro per la verità che racchiudevano.
Silenziosamente Alice mi
aveva studiato e aveva capito come era fatta anche questa nuova Bella, mi aveva
studiata talmente bene che sapeva perfettamente cosa dire per farmi riflettere,
per far crollare quella corazza che mi ero costruita.
Avevo visto i Cullen
spesso durante quei giorno visto e considerato che adesso sembravano aver
creato un buon rapporto con tutta la mia famiglia ad eccezione di Jenny che
continuava ancora a tenerli lontani, nonostante mi ero resa conto che non gli
stavano più così antipatici come prima.
Volente e nolente era
stata costretta a stare con loro e, quindi, a conoscerli e non sembrava più
così ostinata come prima.
Avevo chiarito con lei
sulla questione Edward e gli avevo spiegato bene cosa volevo dire a lui quel
giorno e lei mi aveva spiegato le sue ragioni, il suo perché volesse tenerlo
lontano.
Non si fidava di lui e il
fatto che se ne fosse andato non gli era dispiaciuto per nulla, perché solo la
sua partenza avrebbe potuto far tornare le cose come un tempo.
Non aveva idea di quanto
invece si sbagliava.
Nulla poteva tornare come
prima, perché io adesso conoscevo il vero perché un secolo e mezzo fa mi aveva
abbandonato e sapevo che entrambi adesso eravamo lontani, ma i nostri cuori
erano vicini.
Oltre a questo, però, in
queste due settimane era successo qualcosa di strano.
Sempre più spesso mi
sentivo osservata, avevo come la sensazione che qualcuno mi seguisse dovunque
io andassi, qualcuno che, però, sapeva bene come muoversi per non farsi vedere
né tanto meno scoprire, eppure io sentivo che c’era una presenza che mi seguiva
come un’ombra anche se non capivo chi potesse essere.
Ero certa si trattasse di
un vampiro perché più di una occasione mi era sembrato di scorgere una figura
correre a velocità disumana nel boschetto vicino casa.
Non ne avevo parlato con
nessuno perché la cosa non mi preoccupava per nulla. Chiunque fosse stato non
avrebbe potuto competere con me e con il mio potere.
C’erano movimenti strani
tra quegli alberi ed ero quasi certa che la vegetazione vicino casa nascondesse
un segreto con cui presto avrei dovuto fare i conti.
Negli ultimi due giorni i
Cullen non si erano visti né a scuola né tanto meno a casa mia, nemmeno Blair o
il resto della mia famiglia gli aveva visti e la cosa mi preoccupava un po’.
A questo si univa anche un
comportamento un po’ strano giù a La Push come se lì i miei amici mi
nascondessero qualcosa.
Solo ora iniziavo a
pensare che forse tutto questo era collegato.
Stani movimenti vicino
casa, qualcuno che mi seguiva, i Cullen che sembravano scomparsi e i licantropi
che erano molto stani, quasi preoccupati.
Qualcosa non tornava e
solo ora me ne rendevo conto.
Era stato troppo presa a
pensare a Edward e alla nostra storia che non avevo tenuto in considerazione
tutto ciò che succedeva intorno a me.
Scacciai via quei pensieri
rendendomi conto che con ogni probabilità stavo diventando solo davvero
paranoica.
Mi venivano in mente
pensieri assurdi.
Mentre ascoltavo la
lezione di biologia, l’ultima della giornata, non potevo fare a meno di pensare
al giorno in cui in quella stessa stanza avevo conosciuto Edward, a quando lui
aveva lottato con ogni fibra del suo essere per scacciare via il mostro che era
e per non uccidermi, pensavo al giorno in cui si era presentato, al giorno in
cui mi aveva raccontato ciò che era e a tutte le volte che mi aveva salvato.
Se non fosse stato per lui
probabilmente il mio corpo avrebbe smesso di vivere tantissimi anni prima,
schiacciato sull’asfalto da un furgoncino che andava fuori strada.
Dovevo tutto a Edward, la
mia vita così come il mio cuore perché nolente o dolente ero consapevole che il
mio cuore apparteneva a lui e così sarebbe rimasto sempre e per sempre.
Vivere, vivere per sempre.
Quel “per sempre” mai mi era sembrato spaventoso come oggi, avevo paura, si la
fredda e cinica Bella che ero diventata aveva una fottutta paura di quella che
sarebbe stata la sua vita negli anni avvenire.
Cosa avrei fatto senza di
lui per tutta l’eternità? Come avrei fatto a sopravvivere senza la metà della
mia anima, senza il mio cuore che apparteneva a lui?
Cosa era successo in tutti
questi anni senza di lui?
Le stagioni si
susseguivano le une alle altre, le foglie cadevano, i fiori seccavano, i
bambini crescevano, tutto intorno a me si modificava, tutto andava avanti come
è giusto che sia.
E io? Io restavo congelata
in un corpo che mi era stato donato senza che io l’avessi chiesto.
Tutto andava avanti,
invecchiava e si modificava, ma io no. Io non ero altro che uno sbaglio, una
cosa innaturale, qualcosa che non doveva esistere, almeno non in quel mondo che
si ostinava a voler apparire normale.
Alice aveva ragione. Ero
una codarda, stavo scappando dall’amore solo per paura di soffrire ancora.
La campanella suonò e io
mi diressi in fretta e furia nel cortile dove trovai già Nate appoggiato alla
moto che mi aspettava.
- Dove sono gli altri? –
gli chiesi non appena lo raggiunsi.
- Sono appena andati via –
mi rispose lui.
- Bene, allora andiamo
anche noi – gli dissi prendendo il casco.
- Hai così tanta fretta di
andarti a chiudere in camera come se fossi una prigioniera? – mi domandò lui
togliendomi dalle mani quel casco.
Sapevo che Nate era la
persona più scherzosa del mondo, ma quando aveva intenzione di fare un discorso
serio non c’era nulla che potesse impedirglielo.
Quello era il momento
della serietà ed ero consapevole che qualsiasi cosa avrei detto non gli avrebbe
fatto cambiare idea circa i suoi propositi, ma volevo comunque provarci.
- Molto spiritoso,
comunque non ho voglia di parlarne. Rimandiamo la conversazione ad un altro
momento – gli dissi sorridendogli cercando di essere il più convincente
possibile.
- Non attacca Bella. E
comunque non voglio farti nessuna paternale, voglio solo sapere una cosa e poi
prometto che non ti dirò più nulla – mi spiegò serio, ma sincero.
In fondo mi chiedeva solo
una risposta. Non c’erano motivi sufficienti per non dargliela.
- Dimmi – gli dissi
solamente.
- Cos’hai da perdere? – mi
domandò.
- Che vuoi dire? – gli
chiesi non capendo bene cosa volesse dirmi.
- Non fare finta di non
capire. Hai passato anni e anni di sofferenza assoluta, sei cambiata diventando
o meglio mostrandoti una fredda e cinica ragazza, ma sappiamo che non lo sei.
Hai dovuto affrontare un sacco di cambiamenti e nonostante ci fossimo noi l’hai
dovuto fare da sola, hai lottato duramente per andare avanti e per non farti
distruggere la vita dal passato e grazie alla tua forza ci sei riuscita.
Sembrava avessi riacquistato la serenità che avevi perso, ma poi tutto è
cambiato. L’hai rivisto e hai scoperto la verità e questo è bastato a farti
cambiare il modo di vedere le cose. Ti sei sentita una schifo perché hai capito
di aver sofferto duramente per tanto tempo senza una vera ragione, ma
soprattutto ti sei resa conto che è bastato che lui ti confessasse i suoi
sentimenti perché i tuoi tornassero a galla più forti di prima. Ha fatto di
tutto per riconquistarti, per farti capire che potevi fidarti di lui, ma ti
veniva troppo difficile perché sei diventata troppo orgogliosa, ma sappi che
l’orgoglio non sempre porta alla felicità, a te personalmente ti ha allontanato
esponenzialmente da essa, a tal punto che l’ha fatto andare via. Non riesco a
dare a lui nessun torto perché su una cosa ha ragione. Una storia bisogna
volerla in due, entrambe le parti ci devono credere e tu non l’hai fatto,
quindi, l’unica soluzione che aveva era allontanarsi da te e smettere di
soffrire. Adesso vi ritrovate in luoghi chissà quanto distanti ed entrambi
state soffrendo. Pensi che ne vale la pena? Io credo di no. Adesso voglio solo
sapere una cosa? Cosa hai da perdere? Se tu dai a lui una possibilità, una sola
misera possibilità potresti accorgerti che è davvero sincero, che puoi fidarti
davvero. Se così non fosse, se le sue risulterebbe solo parole che cosa avresti
da perdere? Sai già com’è la tua vita senza di lui, senza di loro, quindi, non
dovresti far altro che tornare alla vita che hai condotto prima del loro
arrivo, sei già abituata a quella sofferenza, a quel dolore lancinante che
provi ad ogni ora della tua vita stando lontano da lui, ma almeno potrai dire
di aver tentato, di averci provato. Se non fai nulla resterai sempre con il
dubbio e, un giorno, forse quando sarà troppo tardi te ne pentirai. Non hai
nulla da perdere, hai solo da guadagnarci se le cose dovessero andare bene – mi
disse lui tutto d’un fiato concludendo il suo discorso con un sorriso.
Aveva ragione, aveva
dannatamente ragione.
Non avevo nulla da
perdere, dovevo tentare, perché l’amore che provavo per Edward era troppo forte
e bastava per provare a fidarmi di lui di nuovo.
Si, dovevo trovarlo,
dovevo rivelargli i miei sentimenti e dare a lui, a noi una seconda
possibilità.
Potevamo essere felici,
saremmo stati felici.
- Grazie – mi limitai a
dire a Nate sorridendogli e abbracciandolo.
Ci conoscevamo troppo bene
e quella mia singola, minuscola parola bastava a lui per capire cosa avevo
deciso.
Mi sorrise anche lui e mi
stritolò in un abbraccio.
Dentro di me sapevo già
che sarebbe andata a finire così, ma mi serviva solo uno stimolo, una spinta
che mi infondesse coraggio e Nate era caduto a fagiolo come sempre.
Ero fortunata ad avere un
fratello come lui.
Quando sciogliemmo
l’abbraccio ci infilammo il casco e salimmo in moto, ma sentì un rumore strano
provenire da dietro, una sorta di ringhio, un ringhio tipico dei vampiri.
Mi voltai di scatto e vidi
una sagoma allontanarsi ad una velocità sproporzionata.
- Nate hai sentito? –
chiesi al mio fratellino preferito.
Non avevamo un udito fine
come quello dei vampiri, ma grazie alla nostra natura potevamo vantare un udito
molto più sofisticato di quello umano, quindi, ci era più facile sentire rumori
che l’orecchio umano non avrebbe mai potuto percepire.
- Si, sembrava un ringhio
– mi rispose Nate con la voce ovattata per via del casco che gli copriva
l’intera faccia.
- Ho visto qualcuno
allontanarsi ad una velocità sovrumana, ma non sono riuscita a vedere di chi o
di cosa si trattasse – gli spiegai.
- Vampiro, deve essere per
forza un vampiro. Un umano non può correre così velocemente e un lupo non
ringhia in quel modo – mi fece notare lui.
- Concordo con te. Se è
davvero un vampiro i licantropi avranno sentito l’odore, bisognerà parlare con
loro. Nel frattempo torniamo a casa. Per adesso devo andare alla ricerca di un
altro Dracula – dissi riferendomi con quel nomignolo a Edward sorridendo, poi,
per la mia battuta probabilmente poco riuscita.
Sentì Nate ridere e poi
dare gas correndo per le strade di Forks in direzione casa Callaway.
Mi strinsi più forte a
Nate e appoggia la mia testa alle sue spalle rilassandomi per quanto possibile.
Ci riuscì e quando
arrivammo a casa mi sembrò che fossero passati solo una manciata di secondi.
La cosa non mi stupiva più
di tanto considerato che da quando i Cullen avevano fatto amicizia con la mia
famiglia venivano spesso, ma avevo una sensazione strana, una sensazione che
non riuscivo a capire se fosse positiva o negativa.
Nonostante questo, una
cosa positiva in tutto questo c’era.
Avrei chiesto a Alice di
concentrarsi e dirmi dove si trovava suo fratello.
Sarei andata a prenderlo
anche in capo al mondo perché dovevo parlargli e rivelargli i miei reali
sentimenti mettendo da parte l’orgoglio e la paura.
Dovevo farlo poiché adesso
mi rendevo conto che non c’era cosa al mondo che volevo più di quella di stare
con lui, l’unico amore della mia esistenza.
Vidi Nate sorridermi come
per infondermi coraggio, probabilmente aveva capito cosa stavo pensando. Poi
entrò dentro.
Dopo un respiro profondo
anche io entrai dirigendomi direttamente in salotto dove stranamente trovai
solo Alice, Rosalie e Kyra.
Dove erano tutti gli
altri?
E Nate che era entrato
cinque secondi prima di me dove si era cacciato?
Non mi curai più di tanto
di questo particolare che mi sembrava irrilevante e dopo averle salutate mi
sedetti sul divano insieme a loro.
- Alice ho bisogno del tuo
aiuto – dissi in modo diretto al folletto.
- Cioè? – mi chiese lei
curiosa visto che a causa del mio potere non poteva avere visione su di me e
quindi non poteva mai sapere in anticipo cosa sarebbe successo.
- Devi concentrarti, devi
capire dove si trova Edward. Devo correre da lui, devo parlargli, ma
soprattutto devo dirgli quello che mi passa per la testa e quello che provo. So
che è difficile, ma ti prego ci devi riuscire. Ho bisogno di lui – le dissi
tutta d’un fiato aprendomi del tutto e sorridendogli anche se ero consapevole
che nel mio sguardo c’era anche tristezza, speranza e non so neanche io bene
cos’altro.
La osservai attentamente e
potei notare nel suo sguardo gioia forse perché aveva capito quali erano le mie
intenzioni, ma i suoi occhi erano velati da una strana preoccupazione, come se
fosse successo qualcosa.
- Bella siamo qui perché
c’è una cosa che devi sapere – mi spiegò il folletto con fare preoccupato.
- Ti prego dimmi che non è
successo niente a Edward – le dissi mentre la preoccupazione iniziò a farsi
spazio dentro di me.
Non appena terminai di
parlare sentì un’ondata di pace e tranquillità percorrere tutto il mio corpo e
solo allora mi resi conto che inconsapevolmente avevo abbassato lo scudo quel
tanto che bastava a Jasper per attivare su di me il suo potere.
Mi voltai e vidi
all’ingresso del salone proprio lui, insieme a Nate, Jason, papà e Carlisle.
Poco più lontano c’erano le gemelle, mamma ed Esme.
Cos’era quella? una
riunione di famiglia?
Perché erano tutti lì?
Perché avevano quelle facce? Cosa era successo?
Mi accorsi solo dopo che
all’appello mancava Emmett.
Continuai a tenere lo
scudo basso in modo che Jasper potesse calmarmi poiché se lo avessi sollevato
ero sicura che mi sarei sentita male per la forte agitazione che provavo.
Perché tutti avevano uno
sguardo inquieto?
Cosa stava succedendo?
Dov’era finito il mio
fratello orso?
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- LadySile: Alice non voleva accusare Bella di
essere un’egoista, è stata lei stessa ad affibbiarsi questo aggettivo. Comunque
più in là Alice spiegherà le sue ragioni circa il suo comportamento, ma diciamo
che si è comportata così solo per smuovere qualcosa in Bella e da questo
capitolo credo ci sia riuscita.
- kandyangel: Chissà magari torneranno insieme,
oppure no. Tutto può essere. Devi solo essere paziente e poi potrai scoprirlo.
- aurora julia: Se stavi per metterti a piangere
significa che il capitolo ti ha emozionato e il mio intento era proprio quello.
Alice sarà stata pure un po’ aggressiva, ma l’ha fatto solo per far smuovere
qualcosa in Bella.
- bellina97: Beh diciamo che la tua recensione era molto chiara. Ho capito
in modo perfetto il tuo consiglio. Chissà se anche in questo capitolo la
reazione sarà uguale.
- ste87: Beh non posso dirti dov’è finito Edward, a quanto pare è
partito. Adesso c’è da chiedersi: dov’è finito Emmett?
- honeymoon: Il titolo che ho messo nello scorso
capitolo non veniva ripreso da una costatazione di Alice, ma da una costatazione
di Bella perché è lei stessa a definirsi un’egoista, lei che dice di non aver
davvero pensato alla famiglia Cullen. È lei che si sente così. Quello di Alice
voleva essere un modo per spronarla, per farla riflettere, per far uscire la
vera Bella, ecco perché è stata aggressiva. Soltanto l’aggressività avrebbe
potuto squarciare la maschera che Bella si era creata e farla ragionare
razionalmente sulle cose.
- amanecer: Beh credo che chi mi conosceva si
aspettava che non poteva essere tutto così semplice. Adesso vediamo che
succede.
- Austen95: Credo che per adesso Bella più che trovare Edward debba trovare
Emmett. Chissà che fine ha fatto.
- Saruxxa: Beh diciamo che nessuno, né i
Cullen, né Edward, né Bella si trovano in una posizione facile chi per un
motivo chi per un altro. Il perdono sarebbe ciò che servirebbe, ma non sempre è
facile perdonare. Alice ha detto quelle cose solo per smuovere Bella, per farla
riflettere, quindi il suo comportamento è da giustificare così. Su una cosa non
sono d’accordo, cioè sul fatto che loro stanno affrettando tutto. Io non credo
che sia così, anzi loro sono stati molto pazienti e non l’hanno spinta a
prendere decisioni affrettate, almeno non nel momento in cui hanno capito
quanto Bella fosse cambiata. Credo piuttosto che abbia ragione Edward quando
dice che Bella non voleva del tempo, il tempo era solo una scusa per non
prendere mai una vera decisione. Bella deve affrontare le sue paure solo dopo
potrà perdonare i Cullen e quanto sembra credo che sia arrivata anche lei a
questa conclusione.
- francesca 96: Sono contenta che tu abbia trovato
il coraggio di recensire e sono contenta che tu l’abbia fatto. È importante
sapere cosa pensa della storia chi la legge. Non posso dire se ci hai azzeccato
in quanto all’ombra. Ti dico solo che potrebbe essere tutto o niente. Basta aspettare
per scoprirlo.
- vanderbit: Anche io come te sono molto
orgogliosa e, forse, un po’ di me c’era in Bella, nella nuova Bella. Comunque non
posso dirti se il vampiro che Bella ha visto fosse Edward o meno. Quanto,
invece, alle decisioni di Bella credo che da questo capitolo si capisce cosa
lei abbia deciso.
- LaFedy: Beh si, in effetti gli esami mi
hanno messo addosso troppa ansia, ma per fortuna oggi ho finito e mi sento
dieci chili di meno. Ti ringrazio della tua comprensione circa l’aggiornamento
e prometto adesso che ho finito di postare con più rapidità, spero solo di
riuscirci.
- ClaudiaSv16: Behdevo dire che la
crisi di nervi per l’esame l’ho rischiata anch’io. Mette su troppa ansia. Sono contenta
che le parole di Alice ti siano piaciute, perché anche se ha esagerato nell’essere
aggressiva, voleva solo smuovere Bella e a quanto si vede in questo capitolo
sembra esserci riuscita.
- eliza1755: Concordo con te su tutto e come te penso che stanno sbagliando
entrambi, chi per un verso chi per l’altro. Non posso rispondere alle tue
domande mi dispiace, altrimenti svelerei troppo. Ti dico solo che presto tante
cose si scopriranno.
- Ed4e: E’ vero Edward è andato via di nuovo, ma forse dopo ciò che ha
detto o che non ha detto Bella non c’era altro da fare se non lasciarla libera.
In fondo è stata lei che ha detto a lui di non voler avere niente a che fare
con lui e così se ne è andato per non vederla e per soffrire di meno.
- DiamondDior: Ti ringrazio per tutti i
complimenti. Mi hai lusingata parecchio. Comunque mi dispiace, ma non posso
dirti se era Edward quello nel boschetto. Dovrai scoprirlo continuando a
leggere e spero che lo farai.
- fabiolina: Hai proprio ragione. Quei due la sincronizzazione non sanno
proprio cosa sia. Sono d’accordo con te sul fatto che il dolore di Bella non è
paragonabile a quello dei Cullen, ma credo che il loro dolore non debba essere
considerato cosa da poco. Bella nello scorso capitolo si è resa conto di una
cosa importante. Loro hanno sofferto tanto perché chi per un verso chi per un
altro tutti si sono sentiti in colpa per qualcosa, colpevoli e ti assicuro che
i sensi di colpa sono una cosa brutta, ma soprattutto sono nemici duri con cui
convivere.
LEGGETE:Volevo avvisarvi che
ho pubblicato un’altra storia. È una storia a quattro mani scritta da me
(Adry91) e Flavia (flavy624) ed è sempre su Twilight. Vi lascio qui sotto l’introduzione
e il link.
Bella è una ragazza alla moda che vive a Orange Country, con una
storia difficile alle spalle, chiusa, ma allo stesso tempo ribelle verso gli
altri incontra lui, Edward, un playboy da strapazzo, ribelle, odioso,
presuntuoso, aggressivo, ricco e che non fa altro che dedicarsi con i suoi
amici ricconi a feste mondane e al lusso più sfrenato. Riuscirà lei a lasciarsi
andare all'amore? E lui? Riuscirà a mettere la testa a posto? E se tutto
iniziasse ad andare x il verso giusto? Lei non sa, però, che un segreto alena
dietro di lei, un segreto che lui non intende svelarle, non subito almeno, ma
poi non sarà tardi? Una storia ricca di divertimento, scontri, ribellioni, ma
amore, tanto amore. Sono tutti umani...
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua famiglia? E i Cullen e
soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno che Bella è ancora la
diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un vampiro, ma non è
comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si
dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si
certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a
questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più
importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico?
E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del
tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio
si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da ricordare. Riuscirà a
ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero
innamorata? La sua vita è perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward,
il suo amico di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che
quell’amico con il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le
cose non saranno semplici e in una notte tutto si complicherà.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di StephenieMeyer.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. Nell’ultimo capitolo credo
di aver messo un po’ di ansia a tutti, ma come avete capito questa storia è
ricca di mistero, quindi diciamo che siete preparati a tutto. Non mi dilungo
più di tanto e vi lascio al capitolo, speranzosa che sia di vostro gradimento. Buona
lettura a tutti.
Capitolo 18
Qualcosa non va
POV BELLA
Il tempo, il tempo non esiste,
è solo un limite che l'uomo ha voluto
darsi,
viviamo nell'illusione di uno spazio
temporale,
in bilico tra presente e passato,
mentre il passato farà sempre parte
del presente.
Il tempo non è altro che una
condizione mentale,
a volte sembra passi in fretta
altre sembra non passi mai,
ma scorre sempre nello stesso modo.
Continuavo a guardare
tutti in quella stanza e le loro espressioni sembravano non cambiare.
Stavano in silenzio mentre
io, nonostante il potere di Jasper attivo su di me, rischiavo di morire per la
paura.
Voleva sapere cosa
succedeva, avevo il diritto di sapere.
- Mi spiegate che succede?
Dov’è Emmett? – chiesi spazientita notando che del mio fratello orso non c’era
nemmeno l’ombra.
Ero preoccupata, forse
pure troppo, eppure sentivo che non gli era successo nulla.
- Eccomi – sentì dire da
una voce dietro le mie spalle.
Non serviva che mi girassi
per capire che era Emmett ad aver parlato e prima ancora di guardarlo feci un
respiro profondo cercando di tranquillizzarmi.
Non potei fare a meno di
voltarmi e sorridergli, ero troppo contenta di vederlo, considerato che mi ero
fatta chissà quali film mentali.
Non appena il mio sguardo
si girò verso Emmett il sorriso mi morì in gola perché proprio dietro di lui,
bello come un dio greco c’era Edward.
Cosa ci faceva lì?
Perché era tornato?
Non riuscivo a capirci più
nulla, ma vista la sua presenza alzai di nuovo lo scudo, considerato che
altrimenti lui avrebbe potuto leggermi la mente e non volevo che succedesse.
Dovevo essere io a parlare
con lui, ad aprirmi e non la mia mente a causa del suo potere.
Alzare lo scudo mi venne
difficile considerato che quando esso tornò a coprirmi interamente la
sensazione di pace e tranquillità che Jasper mi aveva mandato fino a quel
momento era sparita e sentivo come se mi mancasse qualcosa.
Non potei fare a meno di
fissare Edward, di perdermi in quegli occhi che tanto amavo, in
quell’espressione così profonda e dolce che mi aveva rapito il cuore dal primo
momento in cui l’avevo visto.
Avrei dovuto parlargli,
non c’erano minuti da perdere.
Gli feci un gesto con la
testa per dirgli di uscire fuori e poi mi alzai di lì, ma vidi lui fermo, non
si muoveva e non sembrava avere intenzione di uscire da quella casa.
- Non adesso Bella – si
limitò a dirmi con fare gentile.
A quel punto mi sedetti di
nuovo e insieme a me si accomodarono sul divano tutti gli altri, ad eccezione
di Edward che aveva appoggiato una spalla alla porta e teneva le mani in tasca.
Cercai di scrutare il suo
sguardo per capirci qualcosa, ma l’unica cosa che vedevo era agitazione, preoccupazione,
la stessa che avevo visto negli altri e che ancora vedevo.
- Posso capire cosa sta
succedendo? – chiesi stizzita alzando la voce.
Lì dentro tutti sapevano
qualcosa, qualcosa di cui io ero all’oscuro.
Perfino Nate che era
appena entrato in casa con me sapeva qualcosa. Solo io sembravo cadere dalle
nuvole.
- Sono due giorni che non
ci facciamo vedere, non ti sei chiesta perché? – mi domandò Emmett spezzando il
silenzio che si era creato.
- Più che chiedermi il
perché mi è sembrato strano considerato che non sono state giornate soleggiate
e quindi non avevate nessuna buona ragione per restare a casa – gli risposi
sincera.
- Stanno succedendo cose
strane ultimamente e volevamo indagare – mi spiegò Carlisle.
- Cosa strane del tipo? –
chiesi curiosa.
- C’è un vampiro in zona,
o forse più di uno, non lo sappiamo così come non sappiamo che cosa voglia – mi
spiegò in breve Jasper.
- E la cosa vi preoccupa
per quale motivo? – chiesi io tranquillizzandomi all’istante.
Se era questo ciò che li
preoccupava non c’era nulla di che avere paura.
- C’è qualcosa che mi
impedisce di vedere. Le mie visioni sono offuscate, spesso assenti. L’unica
cosa che sono riuscita a vedere è una battaglia, ma era tutto troppo confuso,
non ho capito né il luogo né il giorno – mi spiegò Alice davvero preoccupata.
- Com’è possibile che tu
non veda niente? – gli chiesi considerando che il folletto non riusciva a
vedere solo i licantropi oppure me visto che possedevo lo scudo.
- Non lo so. È questo che
ci preoccupa. Non riusciamo a capire chi sia e cosa voglia da noi. Se ci sarà
una battaglia significa che questo qualcuno non ha buone intenzioni – continuò
Alice.
- Quindi non sapete
neppure il motivo per cui dovrebbe svolgersi questa battaglia? – chiesi per
essere certa di aver capito bene.
Che questo ipotetico
vampiro fosse lo stesso in quei giorni non aveva fatto altro che seguirmi?
- No, non abbiamo idea di
cosa scaturirà questa battaglia, né tanto meno sappiamo con chi di noi c’è
l’abbia – mi spiegò Jasper al posto del folletto.
Guardai la mia famiglia e
mi resi conto che loro sapevano già, di sicuro di Cullen avevano parlato con
loro prima che io arrivassi.
- Adesso l’unica cosa che
dobbiamo cercare di scoprire è chi è questo vampiro e cosa voglia da noi –
disse Esme intervenendo nel discorso.
- O da me – mi lascia
scappare rendendomi conto solo dopo di ciò che avevo detto.
- Che vuoi dire? –
intervenne per la prima volta nella discussione Edward con fare preoccupato.
Forse era arrivato il
momento di dire la verità considerato che a quanto pareva c’era qualcosa che
non andava.
- C’è qualcuno che mi spia
da qualche tempo. Mi sento perennemente osservata e più di una volta mi è
sembrato di scorgere qualcuno nella foresta fuori casa. Perfino prima di
tornare a casa posso essere certa che fosse a scuola – spiegai a lui, ma
riferendomi a tutti.
- Sei sicura? – mi chiese
Carlisle.
- A scuola anche a me è
sembrato di sentire un ringhio da vampiro e Bella mi ha subito detto di aver
visto qualcuno allontanarsi nel boschetto a velocità sovrumana – intervenne
Nate appoggiandomi.
A quel punto Emmett
scoppiò a ridere fragorosamente.
- C’è qualcosa di
divertente in tutto questo? – chiese Edward al fratello infastidito.
Di sicuro era preoccupato
per me e gli dava fastidio che l’orso di casa prendesse la cosa così tanto alla
leggera.
- Dai Edward ammettiamolo.
Con Bella non ci si annoia mai. In un secolo e mezzo non è successo nulla.
Adesso ritroviamo lei e come per magia tornano i problemi. Battaglie da combattere
e vampiri misteriosi – disse lui continuando a ridere e scompigliandomi i
capelli visto che si era seduto vicino a me.
Non potei fare a meno di
ridere anche io e gli altri ad eccezione di Edward mi seguirono.
- E dai Edward, Emmett ha
ragione. Se la guardiamo da questa prospettiva la cosa risulta un po’ comica –
gli dissi guardandolo intensamente negli occhi e facendogli spuntare un piccolo
sorrisetto.
Era preoccupato, glielo si
leggeva negli occhi e la cosa comunque mi faceva piacere perché significava che
nonostante il mio stupido comportamento ci teneva ancora a me.
- Cosa facciamo adesso? –
chiese mia madre dopo che tutti ci ricomponemmo.
- Non possiamo far altro
che aspettare che arrivi una visione nitida e nel frattempo dobbiamo cercare di
scoprire chi è questo vampiro che spia Bella – le rispose Alice.
- Qualcuno resterà nei
paraggi di casa, starà di ronda – disse Edward riferendosi a se stesso e alla
sua famiglia.
- Perché? Non corriamo
pericoli, non serve tutta questa protezione – gli risposi io sicura delle mie
parole.
- Serve eccome. Tu non
resterai solo un attimo di più e me ne frego del tuo astio nei nostri
confronti. Fin quando le cose non si placheranno dovrai sopportarci – mi disse
lui duro.
Non l’avrei smosso nemmeno
di un centimetro.
- Edward so badare
benissimo a me stessa, così come al resto della mia famiglia – gli spiegai.
- Questo non possiamo
saperlo. Del resto non ci hai mai detto nulla della tua natura – mi fece notare
lui.
- Fidati di me – lo pregai
quasi.
Ero consapevole che lui
non poteva sapere di cosa ero capace, ma doveva fidarsi.
Un giorno gli avrei
parlato dei miei poteri, ma non ora, ora avevo altro di cui parlare con lui.
- Mi dispiace, ma non
posso correre rischi, no se si tratta di te. Fine del discorso – mi rispose lui
con un tono che non permetteva repliche.
- Posso capire almeno
perché sei tornato? – gli domandai considerato che non riuscivo a capire il
motivo per cui fosse tornato di punto in bianco.
- Avevo un brutta
sensazione, come se stesse succedendo qualcosa. Ho chiamato a casa e Alice mi
ha detto della sua visione, così sono tornato. Sta tranquilla, non ti darò
fastidio – mi disse lui con tono serio.
Davvero credeva che mi
desse fastidio?
Non avevo più voglia di
continuare quella stupida recita.
Doveva sapere, dovevo
parlare con lui.
Avevo un disperato bisogno
di stringerlo a me, di sentirlo mio e di sentirmi sua come solo lui sapeva
farmi sentire.
- Forse è meglio se c’è ne
andiamo – disse Kyra riferendosi a lei così come a tutti gli altri mentre si
alzò seguita a ruota dagli altri.
Sapevo che volevano
lasciare me ed Edward da soli per parlare, ma non era arrivato ancora il
momento.
Prima di parlare con lui
dovevo fare qualcosa, qualcosa che con molto probabilità avrei dovuto fare
molto tempo prima.
- No, potete restare. Sono
io che vado fuori – dissi alzandomi dal divano e dirigendomi verso l’uscita.
Mi resi conto che tutti
restarono stupiti dal mio comportamento, ma prima o poi avrebbero capito anche
loro cosa mi passava per la testa.
- Jasper puoi venire con
me, per favore? – chiesi poi al vampiro biondo prima di uscire definitivamente
dal salone e dalla casa.
Mi allontanai ancor prima
di sentire la sua risposta.
Ero quasi certa che mi
avrebbe seguito.
Uscì fuori casa
dirigendomi nel retro e mi appoggiai al muretto aspettando che lui mi raggiungesse
e devo dire che non ci impiegò molto.
Uscì fuori e anche lui
venne a sedersi nel muretto al mio fianco.
- Non finisci mai di
stupire – esordì lui non appena si sedette.
- Perché? – domandai
curiosa di sapere a cosa si riferisse.
- Eravamo tutti convinti
che volessi parlare con Edward – mi rivelò sincero.
Mi faceva un po’ strano
trovarmi lì fuori con Jasper soprattutto dopo i nostri trascorsi, ma dovevo
parlargli e mi sentivo tranquilla lì da sola con lui e potevo vantarmi di
questo poiché sapevo che era merito suo e non dei suoi poteri, poiché con lo
scudo addosso la sua empatia era del tutto inutile.
- Lo farò anche se mi fa
paura, ma prima avevo bisogno di parlare con te – gli rivelai sincera
accorgendomi di quanto facile mi venisse.
- Sono qui – mi fece
notare come a dire che adesso potevo parlare perché mi era accanto e mi avrebbe
ascoltato.
Restammo in silenzio per
un po’.
Io non sapevo bene come
iniziare, ma dovevo dirgli quello che pensavo, quindi forse il modo giusto per
farlo era essere breve e diretta.
- Non è colpa tua – mi
limitai a dire consapevole che lui avrebbe capito.
- Perché non riesco a
pensarla anche io così? – mi domandò lui avendo colto nel segno ciò a cui mi
riferivo.
- Perché non sei quel
mostro che ti ostini a credere di essere. Non ho mai pensato che la colpa di
quello che sia successo sia tua, così come sono sicura che non l’abbia mai
pensato Edward. Ciò che è successo era una cosa naturale, sarebbe successa
prima o poi, tu o qualcun altro della famiglia avreste perso il controllo e
sarebbe finita allo stesso modo. Io ero solo una fragile umana, voi delle
creature in un corpo che non accettavate. Sai la cosa più strana qual è? Quella
che mi fa più male? Che sono stata troppo occupata con il mio dolore per
riuscire a mettermi nei vostri panni. Solo quando Alice mi ha rivelato tutto
quello che è successo nella vostra famiglia dicendomi di come ti sei sentito,
solo allora mi sono messa nei tuoi panni e mi sono resa conto del fatto che tu
potevi esserti sentito in colpa. Vedi Jazz, non è colpa tua. Sarebbe
successo comunque. Ciò che accadde quel giorno velocizzò i tempi, ma non
sarebbe cambiato nulla – gli spiegai tornando ad essere la vecchia Bella,
quella che riusciva a esprimere ciò che pensava, ciò che provava mettendo il cuore
nelle mani.
- Probabilmente hai
ragione, ma non sapremo mai cosa sarebbe successo se io quella sera fossi
riuscito a tenere nascosto il mostro che sono. Probabilmente oggi faresti parte
della famiglia al fianco di Edward, dentro un corpo come il nostro. Ho impedito
a mio fratello di essere felice e anche a te, una persona a cui nonostante tutto volevo bene, tanto, forse troppo e me ne sono reso conto tardi – mi
rivelò lui sincero.
- Non possiamo sapere come
sarebbe andata, ma cosa cambia? Che senso ha parlare di se? Non si va avanti
con i se. È andata così, significa che era questo il mio destino, il nostro
destino. Non voglio che ti senti in colpa, non c’è ne motivo. Non c’entri
nulla – gli dissi.
- Riuscirai mai a
perdonarci? A perdonare il nostro comportamento e il fatto che ti abbiamo
abbandonata? – mi domandò.
- Io vi ho già perdonato,
l’ho già fatto da tanto tempo, anche se mi veniva difficile ammetterlo perfino
a me stessa, ma adesso sono stanca di fingere, di fingere di essere una cinica
e fredda ragazza. Voglio tornare ad essere Bella, la Bella che avete conosciuto
– gli rivelai sincera.
- Quindi, secondo te
possiamo tornare ad essere una famiglia? Tu, Edward e tutti noi? – mi domandò
guardandomi intensamente negli occhi.
Quella domanda valeva
centomila dollari, ed era una domanda difficile, ma ora sapevo cosa volevo e
non avrei permesso a nessuno di non farmi raggiungere i miei obiettivi,
tantomeno al mio stupido e insignificante orgoglio.
- Io, Edward, voi, ma
anche la mia famiglia. Sai com’è? Prendi Bella, prendi tutti i Callaway. Ormai,
non sono più sola – gli risposi sorridendo.
- Credo che non sia poi un
sacrificio così terribile. Sai, mi piace proprio la tua famiglia. Ha molto in
comune con la mia – mi disse lui ricambiando il sorriso.
Era la prima persona a cui
rivelavo le mie intenzioni, anche se probabilmente tutti, ormai, avevano capito
ciò che volevo fare.
- Sai una cosa? Mi piace
parlare con te. Mi sento me stessa – gli feci notare sincera.
- Anche a me. Beh io sono
qui e ci sarò sempre. Quando ti andrà di parlare basta farmi un fischio. Del
resto sei o non sei la mia sorellina? – mi domandò continuando a sorridermi.
Mi piaceva come suonava,
ma soprattutto mi piaceva sapere che anche lui mi considerava come una sorella.
- Concordo. Anche se non
sono poi così piccola – gli dissi ridendo riferendomi al fatto che ero grande
più di un secolo e mezzo.
- Questo è sicuro, ma in
confronto a me, lo sei – mi spiegò.
- Giusto fratellone – gli
risposi per farlo ridere e ci riuscì.
Quando entrambi smettemmo
di ridere ci alzammo per entrare dentro, ma prima di varcare la porta di casa
ci abbracciammo, di un abbraccio sincero e sentito.
Sentì un affetto profondo
in lui e cercai di fargli sentire anche il mio.
Poco dopo entrammo dentro
e notai che Carlisle, Esme, mamma e papà non c’erano più.
Jenny stranamente giocava
alla playstation con Emmett, mentre Nate e Jason li guardavano.
Alice, Rosalie
e Kyra guardavano delle riviste di moda e Edward e Blair giocavano a dama.
Quando rientrammo tutti si
voltarono a guardarci, ma vedendoci sorridenti tornarono ognuno a fare ciò che
stavano facendo.
- Blair chi vince? –
domandò Jasper avvicinandosi alla gemella e al fratello.
- Ovviamente Edward, anche
se non vale. Lui mi legge la mente – rispose lei sbuffando.
- Non lo faccio mica
apposta – si giustificò Edward mentre tutti scoppiammo a ridere.
- Bella ti dispiacerebbe
coprirmi con lo scudo? Mi piacerebbe fare una partita senza imbrogli – mi
chiese Blair.
- Lo farei volentieri, ma
ho bisogno di parlare con Edward. Ti dispiacerebbe venire con me? – domandai
poi al dio greco davanti a me.
- Finiamo la partita più tardi. Nel frattempo gioca con Jasper e fatti insegnare bene qualche trucco.
Su questo è esperto – disse Edward alla ragazza.
- Molto divertente – gli
rispose Jasper facendo una finta risata.
Edward si diresse verso
l’uscita e io lo seguì non prima però di lanciare uno sguardo a Jenny che
stranamente mi sorrise e mi guardò con sguardo rassegnato.
Dopo aver parlato con
Edward avrei dovuto chiarire anche con lei, per non parlare poi di Alice, anche
se sapevo che almeno con quest’ultima le parole sarebbero servite a poco.
A lei bastava guardarmi
per capire cosa pensavo.
Uscì fuori e trovai Edward
che si guardava intorno.
- Che succede? – chiesi.
- Niente. Mi assicuravo
solo che non ci fosse nessuno nei paraggi – mi spiegò.
- Dobbiamo parlare – gli
dissi cambiando discorso.
- Bene – si limitò a
rispondere, forse non sapendo bene cosa dire.
- Non qui. Prendiamo la
moto – gli dissi dirigendomi verso di essa.
- Guido io – mi rispose
togliendomi le chiavi dalle mani sorridendomi sghembo.
Quando le sue dita
toccarono la mia mano sentì una scarica elettrica percorrermi tutto il corpo,
ma cercai di non farci caso.
- Non sai nemmeno dove
volevo portarti – gli dissi ricambiando il sorriso.
- Allora dimmelo – mi
rispose porgendomi un casco mentre l’altro lo mise lui.
Sapevo che non ne aveva
bisogno, così come me del resto, ma amavamo mantenere le apparenze.
Abbassai lo scudo e gli
mostrai il luogo che avevo in mente, poi alzai di nuovo lo scudo.
Non volevo che scoprisse
di più.
Mi sorrise sghembo
facendomi capire che mi aveva letto la mente e poi mi fece segno di salire
dietro di lui e così feci.
Accese la moto e diede
gas, mentre io mi strinsi forte a lui.
Non lo feci per paura della
velocità, quella di certo non mi spaventava, ma volevo stringerlo, ne avevo
bisogno e quella era una scusa ottima per farlo senza destare sospetti.
Una sola fu la cosa che
pensai durante il viaggio verso la destinazione che avevo proposto.
Non mi interessava nulla
di cosa sarebbe successo nel futuro, mi interessava solo il presente e ora ero
certa di cosa volevo in questo mio presente.
Volevo Edward, l’avevo
sempre voluto e l’avrei voluto sempre.
Il pensiero di un
possibile vampiro che cercava me o chissà cosa, il pensiero di una possibile
battaglia era passato in secondo piano.
C’era qualcosa che non
andava, ma per adesso non mi interessava, per adesso ciò che contava eravamo io
e Edward.
Mi strinsi ancora di più a
lui e mentre il vento mi faceva fluttuare i capelli mi sentì stranamente bene.
Solo lui era in gradi
farmi sentire così.
Edward era tutto ciò che
volevo e tutto ciò che non avrei mai pensato di volere.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- DiamondDior: Beh diciamo che i guai perseguitano
i Cullen da quando Bella è entrata a far parte della famiglia e come puoi
capire dal capitolo le cose non sono cambiate nemmeno a distanza di
centocinquanta anni.
- Sognatrice85: Diciamo che con Emmett volevo lasciarvi con il fiato sospeso,
anche se come vedi non è successo proprio nulla. Era solo fuori con Edward. Dal
capitolo si capisce che il vampiro che ha seguito Bella non è nessuno dei
Cullen, anche se non si capisce chi è. Chissà…
- ste87: Credo che il finale dello scorso capitolo abbia messo un po’ di
paura a tutti, ma come vedi Emmett è sano e salvo così come Edward. Ho voluto
solo giocare un po’ con la vostra curiosità.
- Fortheternity: Non posso dirti se l’ombra che segue
Bella che a quanto pare è un vampiro possa centrare con il capitolo 9 del Pov
Misterioso. Si scoprirà tutto con l’andar del tempo. Buona parte delle tue
domande della scorsa recensione hanno risposta nel capitolo corrente, ma non
tutte. Per le altre dovrai aspettare i prossimi capitoli.
- amanecer: L’argomento gemelle verrà affrontato
di nuovo sta tranquilla, diciamo solo che adesso c’è qualcosa di molto più
pericoloso da affrontare. Comunque sta tranquilla che il segreto che alena su
di loro verrà presto scoperto.
- Austen95: Ecco l’orso tornare. Ti ho messo paura con la sua ipotetica
scomparsa? Beh faceva tutto parte del piano. Rendere il tutto più misterioso.
- Saruxxa: Si, hai proprio ragione. Il vampiro
misterioso come hai potuto capire leggendo il capitolo non è Edward, ma non si
sa ancora chi sia. L’orso eccolo tornato, volevo solo creare maggiore suspense
e credo di esserci riuscita. Quanto a Edward eccolo tornato.
- kandyangel: Emmett? Beh eccolo tornato. Volevo solo
mettervi curiosità. A quanto pare di sono riuscita.
- francesca 96: Buona parte delle tue domande hanno
avuto risposta nel capitolo, anche se per altre dovrai aspettare un po’. Un passo
alla volta e tutto sarà chiaro.
- vanderbit: Ti ringrazio per i complimenti per
gli esami. Speriamo solo che anche gli orali siano andati bene. Hai capito
perfettamente i pensieri di Bella che finalmente sembra essersi risvegliata dal
coma in cui era caduta. Quanto a Emmett e Edward eccoli di nuovi tra noi.
- eliza1755: Grazie per i complimenti per gli esami. Per l’orale spero che
tu abbia ragione. Comunque ti chiedevi quando sarebbe riapparso Edward, beh
eccolo di nuovo tra noi. Quanto a Emmett vedo che ti ho messo in testa troppe
domande, quando in realtà c’era poco da domandarsi. L’ho fatto apposta, ho
deciso di chiudere il capitolo in quel modo proprio per creare più suspense e
per farvi fare mille ipotesi. Sono riuscita nel mio intento e sono proprio
contenta.
- ClaudiaSv16: Ti ringrazio per i complimenti in merito agli esami. Speriamo bene
per la votazione finale. In effetti si, Nate è molto legato a Bella e vuole
solo che lei sia felice e credo che nello scorso capitolo questo emerga tanto. Come
hai potuto costatare da questo capitolo la presenza che sente Bella è un
vampiro, ma non è Edward. La tua idea non era per niente male, ma diciamo che
la mia mente ha partorito qualcosa di più complicato. Presto si saprà tutto.
- gamolina: Grazie per avermi fatto i
complimenti per gli esami. A Edward come vedi non è successo niente e non è
diventato cattivello. È sempre lo stesso perfetto vampiro che abbiamo imparato
a conoscere. Spero che la storia nuova ti sia piaciuta.
- bellina97: Non preoccuparti per il ritardo, comunque come vedi Emmett sta
benissimo. Ho deciso di fare quel finale solo per creare più mistero e credo di
esserci riuscita benissimo, ma alla fine sta bene come vedi.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua famiglia? E i Cullen e
soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno che Bella è ancora la
diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un vampiro, ma non è
comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si
dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si
certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a
questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più
importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico?
E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del
tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio
si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da ricordare. Riuscirà a
ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero
innamorata? La sua vita è perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward,
il suo amico di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che
quell’amico con il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le
cose non saranno semplici e in una notte tutto si complicherà.
INTRODUZIONE:Bella è una ragazza alla moda che vive a Orange Country, con una
storia difficile alle spalle, chiusa, ma allo stesso tempo ribelle verso gli
altri incontra lui, Edward, un playboy da strapazzo, ribelle, odioso,
presuntuoso, aggressivo, ricco e che non fa altro che dedicarsi con i suoi
amici ricconi a feste mondane e al lusso più sfrenato. Riuscirà lei a lasciarsi
andare all'amore? E lui? Riuscirà a mettere la testa a posto? E se tutto
iniziasse ad andare x il verso giusto? Lei non sa, però, che un segreto alena
dietro di lei, un segreto che lui non intende svelarle, non subito almeno, ma
poi non sarà tardi? Una storia ricca di divertimento, scontri, ribellioni, ma
amore, tanto amore. Sono tutti umani.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di StephenieMeyer.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro capitolo. Credo di essere stata piuttosto veloce
a postare rispetto agli ultimi tempi. Che dire di più? Niente, vi lascio solo
al capitolo, quel capitolo che credo in molti speravano di leggere da tempo.
Buona lettura a tutti.
Capitolo 19
Riconciliazione
POV EDWARD
Alcune volte il dolore
diventa una grande parte della tua
vita
tanto che ti aspetti che ci sarà
sempre,
perché non riesci a ricordare
un momento nella tua vita in cui non
ci sia stato.
Ma poi un giorno senti qualcos’altro.
Qualcosa che sembra sbagliato
solo perché è così strano
e in quel momento
ti rendi conto di essere felice.
E io adesso lo ero,
ero felice come non avrei mai potuto
credere di essere.
In sella alla moto mi
dirigevo nella direzione che Bella mi aveva indicato facendomi entrare per la prima
volta nella sua testa.
Non correvo, non avevo
voglia di correre ad una velocità elevata, no, non c’è l’avevo perché sapevo
che prima arrivavamo a destinazione prima lei si sarebbe staccata da me, lei
che in quel momento mi stringeva talmente forte che se fossi stato umano mi
sarebbe mancato il respiro, lei…semplicemente lei, la ragazza che amavo e che
non avrei smesso mai di amare.
Nonostante la mia poca
velocità arrivammo presto alla meta, o almeno al punto in cui ancora era
possibile camminare con un veicolo, se pur a due ruote.
Il resto avremmo dovuto
farlo a piedi, come sempre del resto.
A quel punto non potei
fare a meno di fermarmi e spegnere la moto.
Bella sembrava non esserti
accorta che ci eravamo fermati perché mi stringeva ancora forte, come se io
avessi potuto scappare da qualche parte.
Era vero, per la seconda
volta da quando la conoscevo ero andato via, ero scappato da lei e dal nostro
amore, ma stavolta l’avevo fatto per non dover soffrire come un cane vedendola
e non potendo stare con lei.
Egoista? Probabilmente si,
ma in fondo è nella mia natura esserlo.
- Bella siamo arrivati –
le dissi poco dopo vedendo che lei non sembrava essere intenzionata a smuoversi
di un millimetro.
Non che la cosa mi
dispiacesse, ma fremevo di sapere cosa volesse dirmi, fremevo dalla voglia di
scoprire se due settimane di lontananza da me gli avevano fatto schiarire i
dubbi.
Notai che non rispose e
dallo specchietto retrovisore della moto potevo accorgermi che aveva gli occhi
chiusi e sembrava assorta in chissà quali pensieri.
- Hey bella addormentata
ci sei? – le chiesi scuotendola un po’ e sorridendole sghembo per restare
coerente con la mia battuta.
Ma da dove mi era venuta
in mente?
Vidi lei aprire gli occhi
e tornare apparentemente nel mondo normale.
- Scusami, ero assorta nei
pensieri – mi rispose sorridendomi.
Non si era neppure accorta
di ciò che avevo detto.
Era ritornata nel nostro
mondo solo perché l’avevo scossa.
- E ovviamente sono
off-limits, giusto? – le chiesi riferendomi ovviamente ai suoi pensieri.
- Ripensavo ai ricordi
legati a questo posto, tutto qui – mi rispose lei continuando a sorridermi
prima di scendere dalla moto e sfilarsi il casco.
Io feci lo stesso e poi mi
avvicinai a lei.
- C’è ne sono parecchi.
Credo che una mente umana non riuscirebbe a custodirli tutti – gli dissi io
quando fui ad un palmo da lei facendole capire che quel posto richiamava anche
in me molti ricordi.
- Beh com’è che dici tu?
La mente umana è poco più che un colino, quindi mano a mano tende a dimenticare
– mi rispose lei di rigetto guardandosi attorno.
- Non volevo dire questo –
le feci notare.
- Forse non adesso, ma non
puoi dire di non averlo mai detto. Peccato che ti sei sbagliato – continuò lei
senza farsi troppi problemi.
- Bella io… – stavo
provando a dire.
- Mi sa che ho sbagliato
abbigliamento per venire qui. Con questi tacchi rischio di affondare nella
terra un passo si e l’altro pure – mi interruppe lei guardandosi i piedi.
Solo allora mi resi conto
di come era vestita.
Indossava un paio di jeans
panna, una fascia blu notte e un paio di decolté dal tacco molto alto blu.
Nelle mani teneva una grande borsa di pelle dello stesso colore e sulla testa
spiccavano un paio di occhiali da sole panna.
Ad abbellire il tutto
aveva messo un paio di orecchini argentati con delle pietre blu notte, un
bracciale panna, un anello d’argento indiano con una grossa pietra blu, un
orologio d’acciaio con il quadrante blu e una collana d’oro con il ciondolo a
forma di cuore (à il link dei vestiti di Bella: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=19883474
).
Era divina, come sempre
del resto e poi il blu le donava un sacco.
- Beh in effetti non
sembra l’abbigliamento adotto – dissi facendo una considerazione a voce alta.
- Diciamo che stamattina
quando ho aperto l’armadio non avrei mai pensato che sarei dovuta venire qui,
così come non ho mai pensato cosa sarebbe successo nelle ore a seguire. Mi
riferisco alla notizia ricevuta sul misterioso vampiro e al tuo improvviso e inaspettato
ritorno – mi spiegò riferendosi al fatto che quei vestiti erano stati indossati
da lei la mattina quando era del tutto all’oscuro di ciò che sarebbe stato il
suo prossimo futuro.
- Salta su dai – le dissi
indicandomi le spalle.
Non se lo fece ripetere
due volte e salì in groppa alle mie spalle e io a velocità sovrumana mi diressi
alla mia meta.
Se non l’avessi fatta
salire probabilmente ci avremmo messo una vita ad arrivare considerato che
l’accoppiata terra molle e tacchi alti non era certo delle migliori.
Anche stavolta come era
successo poco prima durante il viaggio in moto Bella mi stringeva in modo
spasmodico come se fosse angosciata da qualcosa e io non potevo fare a meno che
bearmi di quel contatto.
Questa volta, però, si
accorse subito di quando arrivammo a destinazione e velocemente scese dalle mie
spalle per dirigersi al centro di quel bellissimo spiazzo verde, quel
bellissimo spiazzo che da praticamente più di un secolo e mezzo era la nostra
radura.
Eccola lì, bella in tutto
il suo splendore a ricordarmi i mille momenti trascorsi con l’unica ragazza che
avevo mai amato (à il link della radura: http://yfrog.com/mrraduraj ).
Adesso che la guardavo potevo
dire che quel luogo aveva ripreso di nuovo la sua magia, una magia che con
tutta probabilità era lei a dargli.
Si, doveva essere così.
Ero stato in quello stesso
luogo due settimane prima, poco prima di partire e lasciarla di nuovo, ero
stato lì da solo e quello spiazzo verde sembrava aver perso ogni sembianza di
magico, di romantico.
Sembrava solo un’immensa
distesa di verde, nulla più.
Guardai Bella e notai che
il suo sguardo era sognate, felice e guardava quella radura come fosse la cosa
più bella del mondo.
- Finalmente – disse poi
all’improvviso.
- Cosa? – le chiesi non
capendo cosa volesse dire con quella parola.
- Adesso riconosco questo
posto – continuò lei.
- È sempre uguale, con
qualche albero in più forse, ma sempre la stessa – le risposi.
- No, queste radura è
sempre stata speciale per me, ma tutte le volte che ci sono stata dopo il tuo
abbandono mi sono resa conto che questo luogo non aveva nulla di speciale senza
di te. Adesso rivedo tra questa vegetazione la magia che non vedevo più da tanto,
troppo tempo – mi spiegò lei guardandomi negli occhi e sorridendomi.
Possibile che anche per
lei fosse così? Possibile che fossimo così inesorabilmente uniti?
- Ti suonerà strano, ma
questo è il primo pensiero che ho formulato appena siamo arrivati – le feci
notare io.
In compenso lei mi
sorrise, di un sorriso sincero, vero, un sorriso che mi mostrava la vera Bella,
quella di cui mi ero innamorato.
- È un luogo senza tempo
questo – esordì poi lei dopo qualche istante di silenzio.
- Che intendi dire? – le
domandai mentre cercavo di capire cosa gli passasse per la testa, mentre
cercavo di leggere i suoi pensieri limitandomi a guardarla negli occhi.
- Beh è qui che, più di un
secolo e mezzo fa, ho scoperto tutto sulla tua natura, è qui che per la prima
volta ci siamo dichiarati amore, è qui che abbiamo vissuto momenti magici, è
qui che dopo qualche tempo mi hai lasciata, è qui che ho pianto lacrime amare
rendendomi conto che eri sparito, è qui che dopo mesi ho rischiato la vita per
mano di Laurent, è qui che sono diventata ciò che sono, è qui che, nel corso di
tutti questi anni, venivo tutte le volte che andando a trovare i ragazzi a La
Push tornavo a Forks, è qui che mi rendevo conto che eri esistito davvero ed è
qui che siamo adesso dopo un secolo e mezzo probabilmente con le stesse cose
nel cuore della prima volta. E sai una cosa? Sono sicura che comunque andranno
le cose tra di noi sarà qui che torneremo per rivivere i momenti che ci hanno
segnato, i momenti che resteranno indelebili dentro di noi – concluse lei
guardandomi negli occhi e facendomi perdere in quelle pozze color del ghiaccio.
Mi sembrava strano
guardarla e non vedere più quegli occhi cioccolatosi che avevo imparato ad
amare, ma oggi per la prima volta da quando l’avevo rivista potevo affermare
che la profondità di quegli occhi color del cioccolato era rimasta in questi
color del ghiaccio, anzi forse era perfino aumentata.
- Questo posto racchiude
la nostra storia, hai ragione. È un luogo senza tempo. Però c’è una cosa che
voglio capire. Perché hai voluto che venissimo qua? – le domandai seriamente
curioso.
Cosa voleva dirmi?
- Perché è qui che è
iniziata la nostra favola ed è qui che voglio che finisca se deve finire o che ricominci
se deve ricominciare – mi rispose prendendomi una mano e iniziando a
giocherellare con essa.
Mille scariche elettriche
colpirono il mio corpo facendomi provare sensazioni che solo lei era capace di
scaturire in me.
Mi resi conto attraverso
le sue parole che aveva preso una decisione, che eravamo alla resa dei conti e
stavolta davvero.
- Credevo che avessi già
preso la tua decisione – le dissi riferendomi all’ultima discussione che
avevamo avuto.
- No Edward, sei tu quello
che ha preso una decisione. Io ho solo fatto l’errore di accondiscenderla – mi
rispose continuando a giocherellare con la mia mano.
- Che altro potevo fare?
In una storia bisogna crederci in due e tu non credendo in me non potevi
credere in noi. Tutto qui. Mi sono comportato solo come i fatti mi
costringevano a fare – le spiegai.
- Si, forse hai ragione,
ma qualcosa è cambiato da allora – mi fece notare lei.
- Cosa? – le domandai
curioso.
- Io – si limitò a
rispondermi abbassando gli occhi forse a causa dell’imbarazzo.
Cosa voleva dire con
questo?
Mi avvicinai a lei
lasciando un spazio di pochissimi centimetri e poi presi la mano libera, visto
che l’altra serviva a Bella per giocare o forse come anti-stress, e con
l’indice le salì il mento costringendola a guardarmi negli occhi.
Dovevo sapere.
C’era ancora una speranza
per noi due?
- Che significa questo? –
le domandai dolcemente.
- Non so da dove iniziare
– mi rispose lei fissando le sue pozze ghiaccio nelle mie dorate.
- Prova dall’inizio – le
risposi con fare sempre più dolce.
Lei sembrò prender un
respiro profondo come per farsi coraggio e poi prese a parlare.
- Quando ho deciso di
trasferirmi a Forks l’ho fatto per liberare mia madre dalla mia responsabilità.
Voleva viaggiare, seguire Phil durante i suoi viaggi e io ero una sorta di peso
per lei, volevo che si sentisse libera e così l’ho convinta a mandarmi da papà
consapevole che buttavo all’aria la mia vita. Io che ero sempre stata abituata
al caldo e alla vita in una grande città come Phoenix andavo a vivere a Forks,
una cittadina coperta da una coltre di nubi praticamente 365 giorni all’anno.
Nonostante questo sono partita per iniziare una nuova vita. Ho conosciuto
persone speciali che mi sono state accanto come Angela o Ben, Jessica seppur a
modo suo, Mike, Eric, la tua famiglia e poi ho conosciuto te e subito mi sono
accorta che qualcosa dentro di me era cambiato. Non sapevo cosa mi succedeva,
ma conoscevo i brividi che provavo quando ti vedevo, il nodo alla gola quando
ti parlavo, la timidezza di una bambina quando ti stavo accanto, le farfalle
nello stomaco che mi riempivano sempre la pancia tutte le volte che anche per
sbaglio tu mi sfioravi. Mi sono innamorata, senza volerlo, senza preavviso,
senza riuscire a controllare più il mio cuore. Ho scoperto cosa tu fossi e
nemmeno lì il mio amore è riuscito a vacillare. Dicono che il vero amore non ha
bisogno di parole, ma vive di sguardi ed era proprio il tuo modo di guardarmi
che mi faceva capire che non mi avresti mai fatto del male. Poi quella sera,
durante la festa del il mio diciottesimo compleanno successe quello che ai miei
occhi era solo un piccolo incidente, ma che per te rappresentava
l’irreparabile. Quella sera ti ho baciato e nel tuo bacio ho sentito il sapore
dell’addio, ma non potevo credere che fosse davvero così. Poi in questo stesso
luogo te ne sei andato dicendomi di non volermi più, che il tuo mondo non era
fatto per me e sei sparito proprio come se non fossi mai esistito – iniziò a
parlare lei cercando di rivelarmi tutto ciò che le passava per la testa.
La vidi fare un respiro
profondo mentre una lacrima le rigò il volto, la prima che vedevo da quando ci
eravamo incontrati di nuovo.
- Non serve che me ne
parli se ti fa così male – le dissi mentre con il dito le asciugai la lacrima
per poi lasciarle una carezza sul suo volto.
Vidi lei appoggiare la sua
mano sopra la mia che era accora attaccata al suo viso, poi chiuse gli occhi e
sembrò bearsi davvero di quel contatto.
Restammo in quella
posizione per un po’, fino a quando lei aprì gli occhi e tornò a guardarmi.
- Vuoto, solitudine, buio
profondo, voglia di te erano le uniche cose che sentivo nella mia vita, le
uniche che sentivo mi appartenessero. Per tanto tempo ti ho aspettato seduta
sulla poltrona davanti alla finestra, ho aspettato te l’unico capace di illuminare
le mie giornate, l’unico capace di riempirmi con uno sguardo, con una parola.
Poi ad un tratto, non so nemmeno io bene quando la realtà mi è sbattuta in
faccia come una schiaffo. Te ne eri andato per sempre, per non tornare mai più.
Fu allora che realizzai tutto. Ero stata lì ad un passo dalla felicità, così
tanto vicina che mi sembrava perfino di riuscire a toccarla, quando
all’improvviso essa era volata via, insieme a te. Così mi sono alzata e mi sono
guardata allo specchio vedendo nell’immagine riflessa un’estranea. Ho cercato
di tenermi stretto quel poco che mi era rimasto per vivere, per mantenere la
promessa che ti avevo fatto. Non facevo altro che sentirmi inadeguata,
sbagliata, non facevo altro che ripensare ogni giorno all’amore che ti avevo
donato con tutta me stessa, ma non abbastanza forte per farmi amare a mia
volta. Tu e il tuo amore eravate spariti come un castello di sabbia al vento
dopo aver calpestato la mia felicità – continuò interrompendosi un’altra volta.
Gli era difficile parlare,
aprirsi così tanto e io non volevo vederla soffrire, non a causa mia.
Cercai di farle un sorriso
anche se ero certo che mi fosse risultato tirato e poi le accarezzai una
seconda volta la guancia, infondendole quel coraggio che le serviva.
Sembrai riuscire nel mio
intento, perché Bella mi guardò e mi osservo sorridendomi prima di iniziare di
nuovo a parlare.
- Mi sono sentita
strappare all'improvviso quell'amore e mi sono resa conto che non potevo fare
altro che accettare la cosa e imparare a convivere con quello che sarebbe stato
il mio unico amico capace di comprendermi, il dolore, quel dolore che sembrava
non lasciarmi mai, e poi le lacrime, le uniche che inesorabilmente e
silenziosamente mi hanno accompagnato in tutti questi anni.
E così ho cercato di vivere
o, per lo meno, di dare questa impressione agli altri, ma ero consapevole che
era tutta una finta, perché la ferita che avevo era talmente profonda che tutto
aveva perso il suo significato, perfino io stessa mi sentivo inutile,
un’inutile cosa chiusa in un corpo che non mi apparteneva, un corpo deluso,
sanguinante. Ho cercato di andare avanti, di reagire, di dimenticare per stare
bene, ma non è servito a nulla, così ho iniziato a cambiare, passo dopo passo e
alla fine sono cambiata davvero o almeno così credevo fino a quando tu non sei
riapparso di nuovo nella mia vita e mi hai rivelato le vere ragioni della tua
partenza. Lì ho capito davvero cosa mi era successo. Io non ero cambiata, avevo
solo sostituito la vecchia Bella con una maschera nuova, una maschera che non
mi si addiceva, una maschera di una felicità provvisoria e illusoria
intervallata da attimi infiniti di malinconia, una maschera che sembrava essere
l’unico spiraglio di luce esistente. Mi accorgevo che più ti stavo vicino più
questa maschera tendeva a scomparire, ma non potevo permettere che succedesse
perché avresti potuto tradirmi una seconda volta e non volevo, non volevo
gettare quella maschera, quella maschera che mi piaceva come l'indifferenza che
aveva preso il sopravvento su di me. Così ho lasciato che tutto mi scorresse
via, fino al momento in cui tu mi hai detto tutto quello che pensavi e sei
sparito dalla mia vita di nuovo – concluse lei che attraverso un discorso mi
aveva riassunto sommariamente un secolo e mezzo di assenza.
I suoi occhi si erano
bagnati di lacrime e io mi ero premurato ad asciugarle.
Poi le diedi un bacio
sulla fronte lasciando per qualche secondo le mie labbra fredde a contatto con
la sue pelle morbida e delicata.
- Cos’è cambiato da quel
giorno? – le domandai poi per capire quali fossero le sue intenzioni.
Sembrò rifletterci un
attimo, forse per trovare le parole giuste, poi tornò a fissare i miei occhi.
- È cambiato tutto o
niente dipende dai punti di vista. Mi sono solo ricordata di una frase che un
giorno mi disse Renèe: chi rinuncia ai
sogni è destinato a morire. Da due settimane non faccio altro che pensarci
e sono arrivata ad una conclusione – mi spiegò lei con gli occhi lucidi
stavolta per la gioia più che per la tristezza.
- Quale? – le domandai
impaziente di sapere.
- Che non rinuncerò mai a
sognare, qualunque cosa succederà – mi rispose lei prima di sorridermi.
Ricambiai il sorriso e non
feci nemmeno in tempo a realizzare il senso delle sue parole che mi ritrovai le
sue labbra appoggiate alle mie.
Restai un po’ interdetto,
stupito da quanto stava succedendo, o forse ero solo sorpreso, sorpreso che il
mio sogno fosse diventato realtà.
Schiusi le labbra e
permisi alla sua lingua di entrare dentro la mia bocca, cosa che feci anche io.
Le nostre lingue iniziarono
a giocare tra di loro e mi sembrò come se quello fosse il nostro primo bacio
poiché io mi lasciai andare inesorabilmente consapevole che adesso non potevo
farle del male, che lei adesso non correva nessun rischio.
Fu un bacio carico di
passione, ma anche di tanto amore, quello che provavamo l’uno per l’altra e che
per tanto, troppo tempo avevamo dovuto tenere nascosto.
Prima che ci staccammo un
pensiero mi colpì in pieno.
Tu scuoti il mio mondo…restai basito per un attimo, pensando a chi
potesse appartenere quel pensiero visto che c’eravamo solo io e lei.
Fu solo quando ci
staccammo che mi resi conto che era stata lei, lei aveva abbassato il suo
scudo, lei mi aveva permesso di entrare nella sua testa.
Le sorrisi sghembo felice
come non mai.
- A cosa devo l’onore? –
le chiesi poi.
- Ti riferisci al bacio o
al fatto che ho abbassato lo scudo? – mi domandò sorridendo anche lei.
- Ad entrambi – le
risposi.
- Beh diciamo che non sei
l’unico con il quale mi devo fare perdonare – mi disse lei continuando a sorridere.
La tristezza di prima
sembrava essere sparita dopo il bacio e questo mi rendeva felice.
- Non ti seguo – le feci
notare stranito da ciò che aveva detto.
- Sono convinta che Alice
non sia molto contenta di non poter usare il suo potere su di me, così le ho
fatto un regalo. Sono sicura che avrà messo in atto mille supposizioni su cosa
stia succedendo tra noi, volevo solo che avesse l’anteprima prima degli altri –
mi spiegò trasformando il suo sorriso in una risata contagiosa.
- Ti ho mai detto che ci
tengo alla mia privacy? – la beffeggiai io stando al gioco mentre ancora le mie
braccia le circondavano la vita.
- Credo di si e non sei
l’unico, ma glielo devo. Devo ringraziare lei per avermi aperto gli occhi e poi
resta sempre la mia migliore amica, la mia sorellina – mi rispose lei.
- Avresti dovuto abbassare
adesso lo scudo. Sono convinto che apprezzerebbe più del lecito quello che hai
detto – le feci notare sincero.
- Penserò bene di dirlo a
lei direttamenteguardandola negli occhi
– mi spiegò Bella sollevandosi in punta di piedi per sfiorare le mie labbra in
un bacio veloce.
- A proposito di questo –
dissi riferendomi chiaramente al bacio – non mi hai ancora spiegato cosa
significa – conclusi sperando che ciò che avevo capito era la realtà dei fatti.
- Credevo l’avessi capito,
ma proverò ad essere ancora più chiara tanto per evitare inutili
fraintendimenti. Da quando te ne sei andato anche se non volevo ammetterlo,
dentro di me ho sempre sperato che tornassi e ho vissuto aspettandoti. Certo
non sapevo se e quanto ne sarebbe valsa la pena, ma ho sempre sperato che
arrivasse il momento in cui saresti stato di nuovo mio. Oggi ho osservato il
tuo sorriso, osservato, non guardato che è diverso e nel tempo di un bacio mi
sono accorta che questo momento vale più di mille anni di attesa – mi rivelò
lei accorciando nuovamente le distanze per concedermi un altro intenso bacio.
Mi sembrava di stare in
Paradiso e sapevo che qualunque cosa sarebbe successa, niente avrebbe potuto cambiare
ciò che stava succedendo.
Bella era di nuovo mia e
questa volta non avrei permesso a niente e nessuno di portarmela via.
- Voglio che tu appartenga
a me e a nessun altro – le dissi quando ci staccammo dal bacio.
Lei mi sorrise, mi
accarezzo una guancia e poi lasciò un delicato, ma al contempo bollente bacio
sul mio collo.
- Io appartengo a te e a
nessun altro praticamente da sempre. Prima ancora che io nascessi ero destinata
a te. Non può esistere nessuno al di fuori di te – mi spiegò lei mentre io le
feci il sorriso sghembo che tanto amava e poi la baciai teneramente.
- E comunque la stessa
cosa vale per te – mi disse lei quando si staccò puntandomi l’indice contro.
Le sorrisi vista la sua
espressione, ma poi le lanciai uno sguardo penetrante.
- Io non vedrò mai
nessun’altra Bella. Io vedo soltanto te, anche quando chiudo gli occhi e provo
a pensare a qualcos’altro – le rivelai finalmente sicuro che anche lei
ricambiava a pieno i miei sentimenti.
Non avevo dubbi su questo,
ma pensavo che lei non sarebbe mai riuscita a superare tutto il dolore che le
avevo arrecato.
Lei mi sorrise di un
sorriso sincero, vero e mi guardò con occhi innamorati.
Niente più di quello
poteva rendermi felice.
- Ti ho amata sempre e
sempre ti amerò. Ho pensato a te, visto il tuo volto nei ricordi, durante ogni
minuto di lontananza. Dirti che non ti volevo più è stata una terribile
bestemmia. Credi che un giorno riuscirai a perdonarmi? – le chiesi leggermente
spaventato da ciò che mi avrebbe potuto rispondere.
- Se sono qui, se ti ho
detto queste cose significa che è tutto apposto. Ti ho perdonato già da molto
tempo, o forse, non c’è l’ho mai avuta abbastanza con te per doverti perdonare
qualcosa. Voglio iniziare tutto daccapo e voglio farlo con te. Dimentichiamo
cosa è successo, non voglio più parlarne e non voglio nemmeno che lo faccia tu.
Ciò che è successo un tempo fa parte del passato. Questo è il presente e noi
dobbiamo guardare solo ad esso e al futuro. Quindi, smettila di sentirti in
colpa per quello che è successo e godiamoci il nostro amore. Pensa solo che
anni e anni di lontananza ci hanno fatto capire che noi due siamo destinati
l’uno all’altra e che oggi dopo un secolo e mezzo ci amiamo ancora più di prima
– mi rispose lei sorridendomi e baciandomi.
Fu un bacio lungo,
passionale, bramoso, ma al contempo carico d’amore, quell’amore che solo noi
due eravamo in grado di emanare.
Restammo appiccicati non
so per quanto tempo come due calamite che non vogliono, non possono staccarsi.
Poi ci sdraiammo a terra,
sulla morbida erba verde, e prendemmo a parlare, a giocare, a ridere, a
scherzare come due adolescenti alla prima cotta (à il link di Bella e Edward:http://yfrog.com/6x105rj ).
Ma del resto, almeno
apparentemente, noi eravamo due adolescenti.
Dopo ore decidemmo che era
arrivato il momento di tornare a casa.
C’era qualcosa a cui
adesso dovevamo pensare, il vampiro che a quanto pareva aveva in un certo qual
modo a che fare con Bella.
Adesso che era di nuovo
mia nessuno avrebbe potuto cambiare le cose.
La feci salire di nuovo
sulle mie spalle e ci dirigemmo di corsa alla moto.
Quando arrivammo lì la
feci scendere.
- Ti amo Bella – le dissi
attirandola a me.
- Anche io ti amo Edward –
mi rispose lei guardandomi negli occhi prima che le distanze venissero meno a
causa di un bacio.
- Potresti dirlo ancora? –
le chiesi quando ci staccammo.
- Ti amo Edward, ti amo,
ti amo, ti amo – mi ripeté senza mai smettere di guardarmi.
- È bellissimo sentirtelo
dire ancora – le dissi stringendola di più a me e baciandola con amore.
Poco dopo prendemmo i
caschi e salimmo in moto dirigendoci spediti verso casa Callaway.
Quando arrivammo posteggia
la moto in giardino, scendemmo e posammo i caschi.
All’improvviso mi venne in
mente una cosa.
- Sai cosa pensavo? – le
chiesi prima di entrare dentro.
- Non ho ancora il tuo
potere – mi rispose lei sarcastica sorridendomi.
- Credo proprio che lì
dentro c’è l’ira di qualcuno da fronteggiare e purtroppo non si tratta di
Charlie – le rivelai aprendole i miei pensieri.
Vidi lei rifletterci un
attimo, poi accennò un mezzo sorriso.
- Mi sai che sei nei guai.
L’ira di Jenny sarà superiore a quella di papà – mi disse lei.
- Lo sai che così facendo
non mi inciti minimamente ad entrare? – le domandai sorridendole.
Lei mi guardò, mi diede un
baciò a fior di labbra e poi intrecciò la mia mano nella sua.
- Insieme supereremo anche
questa – mi disse sorridendomi come a farmi capire che non c’era nulla di cui
avere paura.
Ero consapevole di questo,
di certo non potevo aver paura di Jenny, ma per me era importante il suo
giudizio.
Non so perchè, ma sentivo
uno strano legame con quella ragazza.
- Voglio solo che mi
accetti – dissi a Bella stringendo di più la sua mano e sorridendole.
Lei ricambiò e poi
entrambi ci dirigemmo sempre mano nella mano verso l’ingresso della casa.
Quando entrammo notammo
che tutti erano in salotto.
Mamma, papà, Nikki, Dan,
Jason e Jasper guardavano la televisione mentre Emmett e Nate giocavano a dama
con le due gemelle, Rosalie, Alice e Kyra che facevano il tifo chi per uno chi
per l’altro.
Sembravano una famiglia,
anzi sembravamo una famiglia e guardando la mia mano intrecciata a quella di
Bella potevo affermare che adesso lo eravamo davvero.
Eravamo una grande e bella
famiglia.
Quando ci sentirono
arrivare tutti si voltarono verso di noi e non appena notarono le nostre mani
intrecciate tutti sorrisero felici anche se alcuni avevano un’espressione
dubbiosa in volto.
- Io e Edward abbiamo
deciso di riprovarci – disse Bella interrompendo il silenzio che si era creato
e rivelando ciò che era successo in modo che non ci fossero fraintendimenti.
- Finalmente, era proprio
ora – si lasciò scappare Emmett mentre Rosalie gli lanciò una gomitata.
Io e Bella in compenso
scoppiammo a ridere.
Emmett non sarebbe
cambiato mai.
I miei genitori e quelli
di Bella si alzarono dal divano e vennero ad abbracciarci per congratularsi con
noi.
- Mi fido di te, figliolo.
Non fare più soffrire la mia bambina – mi disse poi Dan con tono fiero, ma
affettuoso allo stesso tempo.
- Non succederà, non più –
gli risposi io sorridendogli.
Poco dopo i quattro si
allontanarono.
Dai loro pensieri potevo
percepire che i due uomini si diressero nello studio di Dan per parlottare tra
loro, mentre le due donne andarono in cucina dove mamma cercò di spiegare a
Nikki qualche ricetta da preparare ai figli considerato che lei amava cucinare,
ma vista la nostra alimentazione non poteva farlo.
Guardai i ragazzi e mi
resi conto che l’unica intollerante a ciò che era successo era Jenny mentre gli
altri sembravano sprizzare allegria da tutti pori.
Speravo solo che lei, un
giorno, mi avesse accettato davvero.
Sapevo che ancora c’erano
tante cose da chiarire con Bella sul suo passato almeno basandomi su quello che
qualche settimana fa aveva detto Jenny, ma lo avremmo fatto a tempo debito.
Adesso ciò che contava era
avere Bella al mio fianco.
Tutto il resto passava in
secondo mio.
Guardai Alice vedendo
finalmente nella sua espressione la mia vecchia sorellina e ne fui felice.
Forse Bella era riuscita
del suo intento.
Attraverso
quell’abbassamento di scudo aveva fatto capire a Alice che era intenzionata
anche con lei a mettere un pietra sopra al passato.
Ero certo che fra meno di
dieci minuti se non di meno, Bella si sarebbe allontanata da me per correre
dalla sua migliore amica.
Beh in fondo che problemi
c’erano se lo avesse fatto davvero?
Avevo tutta l’eternità per
stare con lei.
Con questi pensieri e
ancora mano nella mano con lei ci dirigemmo verso Emmett e Nate per vedere come
stava andando la partita e per vedere chi dei due l’avrebbe spuntata.
Ero felice, felice dopo
tanto, troppo tempo.
Finalmente avevo di nuovo
Bella e tutti i tasselli del puzzle si stavano ricomponendo.
Non c’era nulla che poteva
rendermi più felice, non c’era nulla che avrebbe potuto rovinare quello che era
nato, nulla.
Non l’avrei mai permesso.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- Sognatrice85: Lo so di lasciare in sospeso proprio sul più bello alcuni
capitoli, ma lo faccio apposta per farvi incuriosire di più. Per scoprire chi è
il vampiro misterioso dovrai aspettare ancora un po’.
- Austen95: Beh diciamo che non questo capitolo ho conservato una fan. Mi
avevi minacciato di non leggere più se quei due non avrebbero fatto pace, ma
come vedi sono tornati insieme, quindi mi aspetto che continuerai a leggere la
mia storia.
- vanderbit: Non posso dirti se la battaglia sia
legata o meno al pov Misterioso, se avrai pazienza presto
scoprirai tutto. In quanto a Jasper lo so che è un personaggio un po’ marginale
nella saga, ma io sono un tifosa incallita di tutti i Cullen quindi per me sono
tutti importanti e tutti avranno un ruolo importante nella storia. Io li adoro
tutti i Cullen, non ci posso fare niente.
- bellina97: Beh diciamo che l’ultima frase racchiudeva ciò che Bella ha
capito dal momento in cui Edward se ne è andato per la seconda volta.
- Saruxxa: Se non mi sbaglio mi avevi avvisato
del cambio di nick, ma ti ringrazio per averlo fatto
di nuovo così mi ricordo e so che come hai detto tu non mi hai abbandonata. Hai
detto che la storia della battaglia ti ricorda molto Victoria e non posso dirti
se si tratta di lei oppure no, ma ti dico che in uno dei capitoli passati Victoria
viene menzionata. Forse nessuno ha preso in considerazione quel piccolo
dettaglio che avevo scritto, ma era importante perché avrebbe chiarito molti
dubbi adesso. Ti ho già detto troppo. Spero tu abbia capito a cosa mi
riferisco. Il chiarimento con Jasper era da tanto che agognavo di scriverlo. Io
adoro tutti i Cullen, li adoro troppo e quindi ho voluto dare una parte più o
meno importante a tutti.
- amanecer: Non posso dirti chi sarà quel
vampiro, vedrai che fra non molto lo scoprirai leggendo.
- sharon95: Non posso dirti chi sia il vampiro misterioso. Svelerei troppo.
Presto tutto sarà chiaro.
- DiamondDior: Beh in effetti se tutto fosse
semplice non ci sarebbe gusto. Comunque tranquilla in merito alle gemelle. Fra
non molto si saprà qualcosa in più anche su di loro.
- ste87: So di avervi lasciato sul più bello, ma l’ho fatto apposta.
Come vedi, però, non hai dovuto aspettare molto per leggere il seguito.
- francesca 96: Sulle gemelle si scoprirà presto
qualcosa sta tranquilla. Quanto al vampiro misterioso non posso dirti nulla.
Potrebbe essere chiunque. Scoprirai tutto molto presto.
- edwardina4e: Beh lo farà, presto racconterà a Edward anche dei suoi poteri.
- aurora julia: Beh in effetti di guai c’è ne erano
già abbastanza, questo aumenta il tutto. Come vedi il vampiro non li ha
disturbati, almeno qualcosa di positivo c’è.
- eliza1755: Beh diciamo che con la storia di Emmett ho voluto giocare un
po’ e a quanto pare ci sono pure riuscita. Sono molto soddisfatta. Mi fa
davvero piacere che il personaggio di Jenny ti piace. Quando ho pensato al suo
personaggio pensavo che molti non l’avrebbero apprezzato, invece noto che non è
così e mi fa piacere perché per me è un personaggio molto importante
soprattutto per la storia, anche se non posso aggiungere di più altrimenti
svelerei troppo. Comunque si, andando avanti lo vedremo più spesso, bisogna
solo avere un po’ di pazienza.
- ClaudiaSv16: Beh a quanto pare le tue speranze sono state ascoltate, come
vedi tra i due sembra essere tornato il sereno. Spero di averlo inserito il
romanticismo che ti aspettavi, anche se diciamo che scrivere questo capitolo non
è stato molto semplice.
- isabellacullen: Beh in effetti se Edward è tornato
così presto un po’ il merito è del vampiro misterioso, quindi almeno su questo
dovremmo essergli riconoscenti. Come vedi ci hai azzeccato, il luogo prescelto
è proprio la radura. Del resto non poteva essere altrimenti, quello è il loro
luogo.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua famiglia? E i Cullen e
soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno che Bella è ancora la
diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un vampiro, ma non è
comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si
dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si
certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a
questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più
importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico?
E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del
tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio si
può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà vampira,
con un figlia da crescere e un passato da ricordare. Riuscirà a ricordarsi del
suo unico e vero amore? Ma soprattutto riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno conto
di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero
innamorata? La sua vita è perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward,
il suo amico di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che
quell’amico con il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le
cose non saranno semplici e in una notte tutto si complicherà.
INTRODUZIONE:Bella è una ragazza alla moda che vive a Orange Country, con una
storia difficile alle spalle, chiusa, ma allo stesso tempo ribelle verso gli
altri incontra lui, Edward, un playboy da strapazzo, ribelle, odioso,
presuntuoso, aggressivo, ricco e che non fa altro che dedicarsi con i suoi
amici ricconi a feste mondane e al lusso più sfrenato. Riuscirà lei a lasciarsi
andare all'amore? E lui? Riuscirà a mettere la testa a posto? E se tutto
iniziasse ad andare x il verso giusto? Lei non sa, però, che un segreto alena
dietro di lei, un segreto che lui non intende svelarle, non subito almeno, ma
poi non sarà tardi? Una storia ricca di divertimento, scontri, ribellioni, ma
amore, tanto amore. Sono tutti umani.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di StephenieMeyer.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro capitolo. Finalmente tra i due piccioncini
sembra essere tornata la pace. Durerà? Credo che tutti lo speriamo. Intanto
godetevi questo capitolo. Buona lettura a tutti. Un bacio.
Capitolo 20
Ritrovare un’amica
POV ALICE
Un amico non ti giudica, ti
consiglia;
non ti snobba, ti accompagna;
non pretende, ma comprende;
non sintetizza, analizza;
ti aiuta non per se stesso, ma per il
solo amore di farlo;
ti ama, e desidera solo il bene di entrambi;
un amico ascolta il tuo animo
interiore,
non si limita a stordirti e lasciarsi
stordire di parole;
ti dona la sua compagnia ed affetto,
indiscriminatamente;
un amico legge nei tuoi sguardi
e scrive nel tuo cuore;
un amico…tu…
Dire di essere felice era
minimizzare al massimo come mi sentivo.
Forse l’unico in grado di
capirmi era Jasper poiché grazie al suo potere da empatico poteva mettersi nei
miei panni, poteva sentire sua la mia felicità.
Bella ed Edward erano
finalmente tornati insieme ed ero sicura che anche io con ciò che avevo detto a
Bella qualche tempo prima avevo contribuito nel farle prendere questa
decisione, ma la cosa più bella in assoluto era che avevo visto.
Si, in anteprima avevo
avuto il privilegio di vederli insieme felici prima che lo rivelassero agli
altri.
Di sicuro Bella doveva
aver tolto lo scudo da se stessa altrimenti non avrei potuto vedere un bel
niente.
Adesso l’unica cosa che mi
chiedevo era se lo avesse fatto apposta perché voleva che io vedessi o se era
capitato.
Avrei tanto voluto fosse
la mia prima ipotesi.
Erano arrivati a casa mano
nella mano felici come solo due persone innamorate potevano essere.
Più li guardavo e più mi
rendevo conto quanto grande fosse il loro amore, era da non credere.
Un secolo e mezzo lontani
e quei due si amavano ancora di più del primo giorno.
- Ammazza che felicità che
c’è. Se vi sentiste così sempre starai da Dio tutti i santi giorni – disse
Jasper all’improvviso ridendo come un bambino.
Grazie al suo potere
riusciva a sentire suoi gli stati d’animo di chi gli stava attorno ed essendo
tutti così felici lui stava assorbendo come una spugna la nostra felicità e di
conseguenza a lui si mostrava moltiplicata tante volte quanti eravamo le
singole persone che abitavano quella casa in questo momento.
Tutti scoppiammo a ridere
della sua esclamazione e lui prese a ridere più forte probabilmente per
reazione al nostro aumento di serenità.
Restammo lì per un po’ a
vedere Emmett e Nate giocare, consapevoli che fra non molto saremmo dovuti
tornare a casa.
La famiglia di Bella a
differenza della nostra aveva bisogno di dormire.
- È inutile che ti arrabbi
tanto Emmett tanto a vincere sarà Nate, ma tranquillo avrai lo stesso la tua
ricompensa non appena tornerai a casa – dissi maliziosa guardando prima lui poi
Rose.
La mia visione era stata
nitida.
- E bravo al mio fratello
orso, si prospetta per te una serata con i fiocchi – lo rimbeccò Bella
maliziosa per prenderlo in giro.
Emmett non era certo uno
che si imbarazzava se gli si dicevano queste cose e nemmeno in quel caso si
smentì.
- Piuttosto che
complimentarmi con me vedi di darci dentro con il verginello di casa Cullen,
sai com’è avete tanto tempo da recuperare e noi Cullen abbiamo una reputazione
da mantenere – le rispose lui ridendo come un bambino.
Bella impallidì a
quell’esclamazione, ma quando si riprese dalla sorpresa si irrigidì seguita a
ruota da Edward.
Non capì il motivo di tale
comportamento, ma non ci feci caso più di tanto.
- Emmett dì di nuovo una
cosa del genere e te la faccio pagare, non serve dirti come – rispose Edward
all’orso quando sembrò riprendersi.
Emmett in compenso si
tolse di dosso il suo sorriso beffardo e tornò serio, come se Edward gli avesse
detto chissà cosa.
Di sicuro quell’orso
doveva aver combinato qualcosa e voleva pagare il silenzio di Edward smettendo
di fare battutine.
- Cos’è che ha fatto? –
chiese Rosalie a Edward.
- Niente amore, vero
fratellino? – intervenne l’orso prima che Edward avesse il tempo di rispondere
– lo sai che ti amo tanto – continuò poi rivolgendosi alla bionda prima di
baciarla appassionatamente.
Scoppiammo tutti a ridere.
Emmett non sarebbe mai cambiato
ed ero contenta così, perché avrei pagato qualunque cosa per non rivederlo più
addolorato come era successo in passato quando avevamo abbandonato Bella.
Solo a pronunciare la
parola “abbandono” mi si stringeva il cuore.
Ancora non riuscivo a
capacitarmi di come avessimo potuto farlo davvero.
Avremmo potuto trovare una
soluzione, doveva esserci, una soluzione c’è sempre, ma noi non abbiamo lottato
abbastanza per trovarla.
Mi guardai attorno e mi
resi conto che tutti stavano ridendo per il comportamento di Emmett, perfino
Jenny, lei che sembrava non provare una grande simpatia per noi, ma soprattutto
per Edward.
Mi fermai a guardare la
mia famiglia, una famiglia che adesso sembrava essersi allargata, la osservai
come in un fermo immagine e mi sembrò tutto perfetto, forse pure troppo.
Una sola ombra scura c’era
in tutto ciò.
La mia visione e quella
battaglia che speravo con tutto il cuore non si sarebbe mai verificata.
In fondo le mie visione
potevano sempre cambiare perché il futuro cambia e anche le decisioni degli
altri.
Mai come in quel momento
avrei voluto che davvero quel qualcuno che aveva non so quale problema con noi,
con Bella o chissà con chi cambiasse idea e ci lasciasse in pace.
Lo volevo con ogni fibra
del mio essere.
- Alice stai bene? – mi domandò
una voce gentile e calda al mio fianco.
Bella, la voce della mia
migliore amica non avrei mai potuto confonderla con niente e con nessuno.
- Si, perché? – le
domandai guardandola e sorridendole.
Percepì che tutti gli
altri intorno a me erano tornati a concentrarsi sulla partita tra Emmett e
Nate, mentre Bella si era avvicinata a me.
- Sembravi sofferente – mi
spiegò con tutta sincerità.
- Pensavo solo alla mia
visione – le confidai.
Non mi piaceva mentire,
non a lei almeno.
- Vedrai che andrà tutto bene.
Ne abbiamo passate tante, supereremo anche questa, insieme, come una vera
famiglia – mi disse lei sorridendomi e buttandosi tra le mie braccia.
Le sue parole mi colpirono
come un fiume in piena per la veridicità con le quali erano intrise, ma
soprattutto perché era stata proprio a lei a dirle, lei che fino a qualche
giorno fa non ne voleva proprio sapere di perdonarmi.
La strinsi forte a me,
quasi a stritolarla, ma poi un dubbio mi assalì.
- Sei sicura che non ti
faccio male? – le domandai consapevole che un essere normale a quella mia
stretta si sarebbe rotto tutte le ossa.
- Puoi stringermi quanto
vuoi. Ho la pellaccia dura – mi rispose lei mentre la sentì sorridere euforica.
Restammo abbracciate in
quel modo per un tempo indefinito (à il link dell’abbraccio:
http://yfrog.com/juabbracciop ),
poi ci staccammo e lei mi fece cenno di uscire di casa.
La seguì e quando
arrivammo fuori lei si diresse verso il dondolo del giardino.
Era in ferro battuto verde
con la seduta foderata a righe panna e verdi e un grande ombrellone panna con
le rifiniture verdi (à il link del dondolo: http://yfrog.com/6zdondoloj ).
Notai che Bella non appena
si sedette alzò lo sguardo verso il cielo e io dopo essermi accomodata accanto
a lei feci lo stesso.
Era già sera e una luna
piena dalla bellezza sconvolgente faceva bella mostra di sé nel cielo nero illuminato
da una miriade di stelle.
- Hai mai sentito la
leggenda sulla luna piena? – mi domandò lei solo qualche attimo di silenzio
mentre entrambe eravamo troppo impegnate a guardare il cielo bello più che mai.
- Ho sentito dire che ha a
che fare con i lupi, quindi non ho mai voluto saperla per intero. Sai io e i
lupi non andiamo molto d’accordo – le dissi sincera sorridendole.
Stranamente anche lei
rise, anche se me ne stupì.
A quanto avevo capito dai
racconti di Blair, Bella era molto legate ai suoi amici di La Push ed ero
convinta che la mia battuta fosse fuori luogo.
- Beh in effetti non avevo
tenuto in considerazione questo dettaglio – mi disse lei continuando a guardare
il cielo.
- Dettaglio? Beh Bella
siamo nemici giurati, la nostra stessa natura ci impone di esserlo e tu questo
lo chiami dettaglio? – le domandai sorpresa da ciò che aveva detto.
- Non è mica una
giustificazione valida questa. Anche io e Edward quando ci siamo conosciuti non
potevamo avere niente a che fare, eppure ci siamo innamorati e siamo andati
contro natura. Beh? Eccoci qui dopo un secolo e mezzo di lontananza innamorati
più del primo giorno – mi spiegò lei con assoluta certezza.
- Beh in effetti se la
vedi da questa prospettiva… – le dissi io lasciando la frase in sospeso.
Lei mi sorrise e continuò
a guardare la luna con sempre più intensità, come se ci fosse un legame che
unisse lei a quella grande sfera luminosa.
Restammo in silenzio per
un po’ consapevoli entrambe che prima o poi avremmo dovuto chiarire, anche se
forse dopo l’abbraccio che ci eravamo scambiati poco prima le parole servivano
a ben poco.
- Allora sto ancora
aspettando che mi racconti questa leggenda – le dissi poi mentre mi sembrava
come se la luna brillasse ancora di più.
- Davvero? – mi chiese.
- Chi meglio di una
ragazza che è amica dei lupi può farlo? – le risposi sarcastica sorridendole.
- In una calda notte di tanto
tempo fa un lupo, seduto sulla cima di un monte, ululava a più non posso. Il
cielo splendeva e brillava una falce di luna che ogni tanto si nascondeva dietro
soffici trine di nuvole. Gli ululati del lupo erano lunghi, ripetuti, disperati.
In breve arrivarono fino all’argentea regina della notte che, alquanto
infastidita da tutto quel baccano, gli chiese il perché urlasse tanto. Il lupo
gli rispose che aveva perso uno dei suoi figli, il più piccolo e gli chiese
aiuto. La luna, allora, cominciò lentamente a gonfiarsi. E si gonfio, si
gonfiò, si gonfiò, fino a diventare una grossa, luminosissima palla, poi disse
al lupo di andare a cercare il suo cucciolo. Il piccolo fu trovato, tremante di
freddo e di paura, sull’orlo di un precipizio. Con un gran balzo il padre
afferrò il figlio, lo strinse forte a sé e, felice ed emozionato, ringraziò mille
e mille volte la luna. Poi sparì tra il folto della vegetazione. Per premiare
la bontà della luna, le fate dei boschi le fecero un bellissimo regalo: ogni
trenta giorni può ridiventare tonda, grossa, luminosa, e tutto il mondo intero,
alzando nella notte gli occhi al cielo, può ammirarla in tutto il suo splendore
– mi raccontò lei per poi smettere di guardare la luna e guardare me negli
occhi.
- Per questo i lupi
durante le notti di luna piena ululano alla luna? – le domandai rapita da
quella storia.
- Si. La leggenda dice che
i lupi sanno di quanto è successo e ancora oggi attraverso ululati festosi
ringraziano la luna per l’aiuto dato a uno di loro – mi rispose lei
sorridendomi.
La guardai negli occhi,
poi il mio sguardo venne catturato di nuovo dalla luna, ma solo per un breve
attimo.
- Mi piace – dissi alla
mia migliore amica dopo un attimo di silenzio.
Ed ero sincera.
Seppur in quella leggenda
c’erano lupi, mi piaceva, mi piaceva davvero.
- Ne ero sicura – mi
rispose lei sorridendomi.
Ricambiai il suo sorriso e
poi calò un silenzio interrotto solo dal frusciare delle foglie.
Restammo così per un po’,
minuti, forse ore.
Sembrava come se nemmeno
io, una secolare vampira fossi in grado di percepire correttamente lo
scorrere del tempo.
- Mi dispiace – disse lei
all’improvviso interrompendo il silenzio che si era creato.
- Di cosa? – le chiesi seriamente curiosa.
- Del mio comportamento da
quando ci siamo riviste – mi rispose guardandomi negli occhi.
Era arrivato il momento
dei chiarimenti.
- Bella tu non devi
scusarti di nulla. Siamo noi che non ci scuseremo mai abbastanza per ciò che ti
abbiamo fatto. Tutti al tuo posto si sarebbero comportanti come hai fatto tu.
Ti abbiamo promesso che ci saremmo stati sempre e non abbiamo mantenuto la
nostra promessa. Siamo scappati, quindi, non venirmi a dire che ti dispiace
come ti sei comportata, perché non deve dispiacerti. Avevi tutti i tuoi buoni
motivi – le dissi io guardandola fissa negli occhi così come lei stessa
guardava me (à il link di Alice e Bella che parlano: http://yfrog.com/1qaliceebellaj ).
- Si, ma sono stata
egoista. Non mi sono messa nei vostri panni perché se lo avessi fatto mi sarei
resa conto che anche voi avevate sofferto – mi rispose lei mentre io le presi
le mani portandole nelle mie.
Un gesto che per troppo
tempo non mi ero più potuta permettere di fare.
- Bella non dire
sciocchezze. Quello che ti ho detto l’altro giorno l’ho detto solo perché
volevo smuovere in te qualcosa. C’era una cosa che avevo capito della Bella che
si parava di fronte a me: se volevo arrivare a te dovevo essere aggressiva,
forte, dovevo parlare a raffica senza permetterti di replicare. Ho esagerato lo
so e con ogni probabilità non avevo nemmeno il diritto di dire quelle cose, ma
non l’ho fatto per rinfacciartele, ma solo per arrivare al tuo cuore, lì solo
dove potevo trovare la mia migliore amica, la mia sorellina. Dovevo essere dura
e ci sono riuscita, ma non sai quanto mi è costato farlo, soprattutto dopo che
avevi saputo che Edward se ne era andato. Quando oggi sei venuta a casa e non
appena mi hai visto mi hai pregato di trovare Edward, di concentrarmi affinché
lo localizzassi perché tu avevi bisogno di lui mi sono resa conto che avevo
fatto bene, che il mio piano era riuscito perché avevo permesso alla vecchi
Bella di tornare fuori. Tu sei questa e non quella che hai finto di essere per
tanto, troppo tempo. E comunque sappi che di tutto il discorso che ti ho fatto
quel giorno non volevo che tu andassi a pensare di essere egoista perché non lo
sei, non lo sei mai stata – le dissi stringendo più forte le sue mani per farle
capire che era la verità quella che stavo dicendo.
Lei mi osservò senza
rispondere per un bel po’, poi mi sorrise.
- Sai una cosa? Siamo
delle sciocche. Perché siamo qui a pensare a cosa ci siamo dette o a cosa
abbiamo fatto? Fa tutto parte del nostro passato. Adesso dobbiamo pensare solo
al presente e al futuro e voi ci sarete nel mio, così come io sarò nel vostro,
sempre – mi rispose sorridendomi.
Aveva ragione, non serviva
parlare.
Eravamo insieme e questa
era l’unica cosa che contava davvero.
- Sei consapevole che
sempre equivale a molto, molto tempo? Stiamo parlando dell’eternità – le feci
notare sorridendo volendo giocare un po’.
- Mai come adesso la mia
eternità non mi ha fa paura. Del resto adesso quello che sono ha un senso.
L’eternità la volevo solo se potevo condividerla con Edward, con voi e adesso
posso farlo – mi rispose lei ridendo, di una risata talmente cristallina e
sincera che era contagiosa.
Anche io mi lascia andare
alle risate e la abbracciai con impeto consapevole che la mia migliore amica,
che mia sorella sarebbe rimasta al mio fianco per tutta l’eternità.
Restammo lì fuori a
parlottare, ridere e scherzare per un po’ fino a quando non notai che Bella
iniziava a sbadigliare, di sicuro doveva essere stanca.
Era stata una giornata
pesante per tutti, soprattutto per lei.
- Bella è meglio se
rientriamo e tu ti metti a letto. Stai crollando – le dissi dopo una lunga
risata.
- No, sto bene. Possiamo
stare un altro po’ – disse lei assumendo un’espressione strana in volto.
C’era qualcosa che mi
nascondeva, la conoscevo troppo bene.
- Isabella Marie Swan
Callaway che c’è che non va? – le chiesi chiamandola con tutti i nomi che
aveva.
Sapeva che quando facevo
così significava che non avrei smesso di indagare fino a quando non sarebbe
uscita fuori la verità, ma cosa ancora più importante sapeva che questo tono
significava che era meglio per lei parlare, del resto restavo sempre Alice
Cullen.
- Ok, mi arrendo – mi
disse mettendo le mani avanti – ho paura – concluse alla fine togliendosi dalle
labbra il sorriso che teneva su da un bel po’ di tempo.
- Qualcosa mi dice che la
tua paura non sia dovuto al vampiro che ti segue, né tanto meno alla battaglia
che ho visto nella mia visione, non è vero? – le chiesi consapevole che era
così.
- Si, hai ragione. Ho solo
paura di andare a letto e svegliarmi domattina accorgendomi che la giornata di
oggi è stata solo un sogno – mi rivelò sincera.
Dentro di me sapevo che
era quella la sua paura.
Le diedi un pizzicotto
nella gamba quanto più forte potevo e lei saltò in aria.
- Ahia. Sarò pure
immortale, ma fa male – mi rispose toccandosi la parte dolorante.
- Ti ho solo dimostrato
che non è un sogno. È adesso andiamo, tu ti metterai a letto e domani mattina
ci ritroverai tutti. Non è un sogno è la realtà – le dissi sorridendole dopo
essermi alzata e avergli porto la mano per aiutarla ad alzarsi.
- Promesso? – mi chiese
titubante prima di prendere la mia mano.
- Certo, parola di Alice
Cullen. Quello che abbiamo vissuto oggi è la realtà, non un sogno – le dissi
mentre lei prese la mia mano e si alzò.
Ci abbracciammo e poi entrammo
dentro.
- Ti voglio bene, Bella –
le dissi prima di entrare dentro.
- Te ne voglio anche io,
tanto – mi rispose lei sorridendomi.
Entrammo dentro e notammo
che tutti giocherellavano, ad eccezione delle gemelle che erano entrambe
sdraiate sul divano che dormivano.
- Finalmente, credevamo
che il misterioso vampiro vi avesse fatto fuori – ridacchiò Emmett mentre
Rosalie gli diede una gomitata e tutti lo guardammo con uno sguardo carico di
fuoco.
Vidi Bella dirigersi
diretta verso Edward e dopo un bacio a stampo il mio fratellino la cinse per i
fianchi mentre lei continuava a sbadigliava cercando di non farsi vedere.
- Ragazzi è meglio andare.
Le gemelle già dormono e Bella è molto stanca. Loro a differenza nostra dormono
– dissi al resto dei Cullen.
- Mamma e papà sono già
andati via. Dovevano andare a caccia – mi rispose Rose.
- Bene, andiamo anche noi
allora – disse Jasper raggiungendomi.
- Edward tu resti giusto?
– chiese Bella a quello che, ormai, a tutti gli effetti poteva considerare il
suo ragazzo.
- Si certo, qualcuno deve
restare per forza – le rispose lui riferendosi al fatto che qualcuno doveva
fare da ronda.
- Non intendo in quel
senso – le disse lei.
Edward non rispose subito,
ma la guardò e le sorrise.
- Come ai vecchi tempi –
le disse poi baciandola come se la sua fosse una risposta.
Di sicuro lei gli aveva
detto qualcosa abbassando lo scudo e permettendo a lui di leggerle la mente e
conoscendo i loro vecchi tempi non mi ci voleva molto per capire cosa gli
avesse chiesto Bella.
- Bene, allora resto io
qui. Domattina qualcuno, però, mi viene a dare il cambio così io vado a
cambiarmi per andare a scuola – disse poi Edward.
- Non serve che venga
qualcuno, possiamo benissimo cavarcela da soli – le rispose Bella sbuffando.
- Testarda come sempre –
fece notare Emmett mentre tutti scoppiammo a ridere vista la sua espressione.
- Bene, è meglio andare –
convenne Jasper quando tutti smettemmo di ridere.
Nate, Jason e Kyra si avvicinarono
e ci salutarono poi salirono in camera per andare a letto.
Nel frattempo Bella si
stava avvicinando alle gemelle per svegliarle.
- Non svegliarle. Le
saliamo noi in camera – disse Edward a Bella mentre fece un cenno del capo a
Emmett il quale si avvicinò al divano dove le due gemelle dormivano.
- Conviene che io prendo
Jenny. Come minimo se si sveglia e si ritrova tra le tue braccia non so che
fine fai – disse Emmett prendendo Jenny tra le sue braccia.
- Pensi che a te vada
meglio? – gli domandò Edward consapevole che Jenny sembrava allergica non solo
a lui, ma a tutti i Cullen.
Emmett si limitò a fargli
una risatina sarcastica, poi Bella gli disse dove si trovava la stanza e lui salì in camera.
Lo stesso fece poi Edward
prendendo in braccio Blair portandola nella sua rispettiva stanza, proprio
accanto a quella della gemella.
Dopo qualche secondo tutti
e due i miei fratelli furono di ritorno e noi dopo aver salutato Bella e Edward
ci dileguammo salendo nella jeep di Emmett e dirigendoci verso casa.
- Questa giornata non la
dimenticherò mai – dissi mentre ci dirigevamo verso villa Cullen.
- Nessuno di noi lo farà –
rispose Rosalie sorridendo accompagnata da tutti noi.
Anche lei avrebbe parlato
con Bella e gli avrebbe spiegato le sue ragione.
Ero felice, felice come
non lo ero da tempo.
Adesso l’unica cosa da risolvere era quella relativa alla mia visione, ma ora, dopo aver fatto pace
con Bella tutto mi sembrava più facile.
C’è l’avremmo fatta perché
il nostro destino era quello di stare insieme, finalmente felici.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- amanecer: In effetti hai azzeccato in pieno la
mia risposta. Adesso sono tornati insieme, dal capitolo corrente Bella ha fatto
pace anche con Alice, quindi tutto si è più o meno sistemato, anche se ancora
come hai detto tu si deve scoprire cosa bolle in pentola.
- vanderbit: Beh in effetti adesso sono molte le
cose che devono essere ancora scoperte, ma piano piano
ogni piccolo tassello tornerà al suo posto. Bisogna solo aver un po’ di
pazienza.
- francesca 96: Beh si, in effetti, lo scorso
capitolo serviva per far capire meglio il motivo per cui Bella non sia riuscita
subito a perdonare Edward. Mi serviva molto per far vedere cosa lei avesse
passato e ho preferito farlo dal punto di vista di Edward per vedere anche lui
come reagiva alla cosa. Il segreto delle gemelle come hai visto non si è capito
in questo capitolo, ma presto scoprirete qualcosa in più, stanne certa.
- isabellacullen: Si è vero, nei pov
di Edward spesso lui fa riferimento a questo strano legame che sente con le due
gemelle. Non posso rispondere alla tua domanda, non ti posso dire cosa li lega
o se c’è davvero qualcosa che li lega, ma se avrai un pizzico di pazienza
presto tutto sarà più chiaro. Dirtelo adesso ti rovinerebbe il resto della
storia.
- ste87: Ho capito perfettamente cosa vuoi dire e sta tranquilla che
presto “approfondiranno” per bene.
- DiamondDior: Beh in effetti adesso l’unione è
indispensabile. Il nemico dovrà trovarli uniti più che mai. Quanto alle gemelle
e all’identità del nemico spiegherò tutto più avanti tutto per bene.
- Ed4e: Non preoccuparti per il ritardo, non fa nulla. Spero solo che
ti sia divertita in vacanza. Non posso dirti chi è che cerca Bella, ma lo
scoprirai presto. Si certo, prima o poi Bella sarà costretta a raccontargli
tutto.
- Austen95: Beh diciamo che piano piano tutto si
risolverà. Come vedi già in questo capitolo Bella ed Alice hanno fatto pace e
il resto con il tempo tutto si capirà. Si, Eclipse mi
è piaciuto parecchio. Davvero bello e poi Edward, mamma mia quanto è bello. Buon
viaggio per la tua vacanza e divertiti, mi raccomando.
- Saruxxa: Beh la parte in cui Edward è partito
è stata raccontata solo per sommi capi, solo il dolore e la sofferenza di
Bella, il resto ho evitato di inserirlo apposta. Non è ancora arrivato il
momento di scoprire tutte le carte.
- Sognatrice85: Si, hai perfettamente ragione. Edward ha fatto degli errori e
ne ha pagato le conseguenze. Ricordiamo inoltre che lui ha fatto una scelta
dettata solo dal fatto di voler lasciare Bella libera di vivere una vita
normale, diciamo che in qualche modo l’ha fatto per il suo bene. Ha fatto la
scelta migliore, non riuscendo a capire, però, che spesso la scelta migliore
non è sempre la più giusta.
- eliza1755: Giusto, giusto, meglio tardi che mai. Per adesso godiamoci i
due insieme, al resto ci penseremo dopo, inclusa Jenny e annessi e connessi.
- valli: L’identità del vampiro misterioso verrà presto svelata. Devi solo
avere un po’ di pazienza e poi tutto sarà chiaro.
- ClaudiaSv16: Si, hai proprio ragione. Moltissimi ostacoli devono ancora
essere affrontati da Edward e Bella prima che questi possano finalmente essere
felici. Ci riusciranno? Riusciranno davvero a raggiungerla questa meritata
felicità? Chissà.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua famiglia? E i Cullen e
soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno che Bella è ancora la
diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un vampiro, ma non è
comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si
dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si
certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a
questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più
importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico?
E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del
tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio
si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da ricordare. Riuscirà a
ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero
innamorata? La sua vita è perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward,
il suo amico di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che
quell’amico con il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le
cose non saranno semplici e in una notte tutto si complicherà.
INTRODUZIONE:Bella è una ragazza alla moda che vive a Orange Country, con una
storia difficile alle spalle, chiusa, ma allo stesso tempo ribelle verso gli
altri incontra lui, Edward, un playboy da strapazzo, ribelle, odioso,
presuntuoso, aggressivo, ricco e che non fa altro che dedicarsi con i suoi
amici ricconi a feste mondane e al lusso più sfrenato. Riuscirà lei a lasciarsi
andare all'amore? E lui? Riuscirà a mettere la testa a posto? E se tutto
iniziasse ad andare x il verso giusto? Lei non sa, però, che un segreto alena
dietro di lei, un segreto che lui non intende svelarle, non subito almeno, ma
poi non sarà tardi? Una storia ricca di divertimento, scontri, ribellioni, ma
amore, tanto amore. Sono tutti umani.
INTRODUZIONE:Un semplice invito di matrimonio può cambiare quella che sembra
essere diventata una vita stabile? Questo si chiede Bella quando si ritrova tra
le mani l’invito del matrimonio di Alice e Jasper. Partire e raggiungere quella
che un tempo era la sua migliore amica affrontando i fantasmi del suo passato?
Oppure restare a casa e non correre rischi? Bella vive a New York, fa la
giornalista, si è lasciata i Cullen alle spalle e si porta dietro da cinque
anni due grandi responsabilità che portano il nome di Ej e Lizzie. Chi sono? E
che c’entra Edward in tutto questo? Se vi va di scoprirlo correte a leggere la
mia storia. Sono tutti umani.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di StephenieMeyer.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. Questo capitolo diciamo che
è di transizione, ma è anche molto essenziale per gli sviluppi futuri. Capirete
perché leggendo. Spero sia di vostro gradimento. Buona lettura a tutti. Un
bacio.
Capitolo 21
Vero amore
POV BELLA
Gelosia che assale, strugge,
annebbia la mente,
divora l’anima e attanaglia il cuore.
Gelosia che ti toglie il respiro,
gelosia che lentamente ti
uccide.
Gelosia…la
semplice paura
di
perdere la persona
che
si ama davvero.
Erano passate due settimane
da quando io e Edward ci eravamo messi di nuovo insieme, due settimane da
quando avevo fatto pace con Alice e con tutti i Cullen, due settimane da quando
ero felice, felice davvero.
Avevo chiarito con tutti i
Cullen, perfino con Rosalie, la quale mi aveva chiarito la sua posizione di
tantissimi anni prima.
Lei allora mi invidiava,
mi invidiava perché io ero umana e lei no, perché io avevo una scelta e lei non
l’aveva avuta, perché io avrei potuto avere dei figli e lei no, perché se si
fosse trovata nella mia situazione avrebbe voluto che qualcuno dicesse di no.
Quando se ne erano andati
si era resa conto di aver sbagliato perché si era accorta di quanto davvero
Edward mi amasse, di quanto forte fosse il nostro amore e di quanto tutta la
sua famiglia mi volesse bene.
Mi rivelò di essersi
accorta di cosa davvero mi spingesse a voler diventare come loro, l’amore per
Edward, lo stesso amore che lei provava per Emmett e mi disse che, forse, al
mio posto se da umana avrebbe conosciuto Emmett forse anche lei avrebbe
rinunciato alla sua vita pur di poter stare con l’uomo che amava.
Alla fine ci chiarimmo e
gli spiegai i motivi che mi avevano portato ad agire in un certo modo, mentre
lei mi raccontò la sua terribile storia da umana.
Mi disse del matrimonio
mancato e dello stupro subito a causa del suo futuro marito e dagli amici di
lui.
Si aprì e io feci
altrettanto con lei fino al punto che adesso posso considerarla un’amica, una
vera amica e posso sentirmi del tutto parte della famiglia Cullen.
Mi ritrovo così dopo un
secolo e mezzo di nuovo in mezzo a quella famiglia che ho tanto amato, ma
stavolta ho un sorella in più, Rose, e sono felice così.
Adesso mi sento completa
anche se ci sono ancora molte cose da chiarire e soprattutto c’è ancora la
questione legata al vampiro misterioso che da un lato sembra seguirmi, ma che
dall’altro non appena i Cullen vanno alla sua ricerca allora ecco che sparisce
come neve al sole.
Jenny pian piano sta
imparando ad accettare i Cullen, anche se ancora è molto riluttante con loro
soprattutto con Edward che non fa altro che cercare di avvicinarsi a lei e di
capirla, ma lei sembra rendergli le cose tanto, troppo complicate.
Con gli altri, invece,
bene o male adesso ha un rapporto quanto meno normale, considerato che ha
trovato dei punti in comune con tutti.
Quanto al fatto che io ed
Edward siamo tornati insieme posso dire che tutti l’hanno accettato di buon
grado, anzi sono tutti felici, soprattutto Blair.
Mi vedevano felici e
questo era quello che interessava loro.
Con Jenny avevamo parlato
e lei non aveva appoggiato la mia scelta, dicendo che lui mi avrebbero deluso
ancora e che non dovevo fidarmi, ma mi aveva anche detto che se ero felice a
lei stava bene così e avrebbe accettato tutto, anche se questo significava
dover stare vicino a Edward.
L’unica cosa che mi
chiedeva era di non forzare i tempi sul rapporto tra lei e loro, soprattutto su
quello tra lei ed Edward.
Se un giorno si sarebbe
fidata di lui sarebbe lei stessa tornata sui suoi passi e si sarebbe avvicinata
a lui, così almeno aveva detto.
Speravo solo che quel
momento arrivasse presto.
Nel frattempo io e la mia
famiglia avevamo rivelato ai Cullen i nostri rispettivi poteri e io gli avevo
elencato i miei facendogli capire che se era un vampiro quello che ci dava la
caccia c’è lo saremmo tolti dai piedi in poco tempo.
Questo almeno aveva
tranquillizzato Edward e il resto della famiglia.
- Jake questo non
significa niente. Tra noi non cambierà nulla, tu non mi perderei – gli dissi
sincera sorridendogli mentre lui scodinzolava le gambe sedute comodamente sul
bancone della cucina.
Tutti i Quiliute erano
venuti a casa a trovarmi, ma mentre gli altri erano chi in giardino chi in
salotto, io e Jake eravamo in cucina poiché il mio migliore amico mi aveva
corrotto perché gli preparassi i dolcetti al cioccolato che tanto amava.
L’argomento centrale della
conversazione era la mia storia con Edward.
In quelle due settimane
non avevamo fatto altro che parlare di questo e loro due non avevano fatto
altro che battibeccarsi tutte le volte che si vedevano.
- Beh in effetti io l’ho
sempre saputo, tu volevi lui, hai sempre voluto lui. E comunque tanto per la
cronaca io non posso perderti perchè non
si può perdere qualcuno che non si è mai avuto – mi rispose lui abbassando lo
sguardo e assumendo un’espressione rassegnata.
- Non fare il
melodrammatico adesso. Sarà tutto come sempre. Io sarò sempre la ragazza
vampiro e tu il ragazzo licantropo, sempre io e tu, Bella e Jacob – gli dissi
sorridendogli.
- Bella, Jacob e il
succhiasangue – mi corresse lui.
- Se impari a conoscerlo
non è così male come credi. Sono convinta che potreste diventare grandi amici –
gli feci notare io.
- Io e lui? Bella hai idea
che stai parlando di un vampiro e un licantropo? Nemici naturali – mi spiegò.
- Non significa niente.
Anche io da umana sono andata contro natura. Mi sono innamorata di un vampiro e
il mio migliore amico è un licantropo. Credi che ci sia qualcosa di naturale in
questo? – gli domandai sorridendogli.
- Forse hai ragione, non
mi sono spiegato bene. Io e lui non potremmo mai essere amici perché lui ha
tutto quello che voglio io e non parlo solo di te, lo sai – mi spiegò lui.
Sapevo perfettamente a
cosa si riferiva ed ero consapevole che Edward aveva davvero tutto ciò che lui
aveva sempre desiderato da me.
- Non riusciresti a
fartelo amico nemmeno se fossi io a chiedertelo? – gli domandai sinceramente
curiosa.
- Non me lo chiederai
perché sai di chiedermi troppo – mi rispose lui reclamando un po’ di impasto al
cioccolato
Glielo porsi e poi lo
guardai intensamente.
- Non te lo chiederò fino
a quando la situazione è sostenibile, quando non lo sarà più te lo chiederò eccome
perché non voglio dovermi trovare di fronte ad una scelta – gli dissi seria
come mai prima di allora.
- Forse ad un certo punto
una scelta sarebbe la cosa più… – provò a dire lui.
- No Jake, non sceglierò.
Tu non mi metterei mai di fronte ad una scelta, perché sceglierei lui, avrei
scelto lui sempre – gli dissi interrompendolo capendo chiaramente cosa voleva
dirmi.
Non volevo arrivare al
punto di dovergli dire così, ma era meglio mettere le cose in chiaro adesso,
piuttosto che ritrovarsi poi in situazione spiacevoli.
- Bella io… – aprì di
nuovo la bocca per parlare.
- Niente Bella, Jake.
Nella mia vita ci sarete entrambi perché è giusto così. Vi sopporterete a
vicenda se necessario fino a quando non imparerete ad essere amici davvero – gli
dissi seria con un’espressione che non lasciava spazio a repliche.
Vidi lui fare
un’espressione rassegnata, ma allo stesso tempo l’espressione di uno che preferiva
restare in silenzio per il momento, ma che comunque non considerava chiusa
quella conversazione.
Per stemperare quella
tensione che si era venuta a creare decisi di giocare un po’, così dopo aver
infilato i dolci nel forno presi un po’ di farina e gliela buttai addosso.
- No, no Bella, non ci
siamo per niente – mi disse lui alzandosi da dove era seduto e dirigendosi vero
il bancone in cui c’erano sistemati tutti gli ingredienti.
Prese un po’ di cioccolato
in polvere e me lo tirò in faccia.
- Questo non lo dovevi
fare – gli risposi io prendendo poi altra farina e scaraventandogliela addosso.
Iniziò così una vera lotta
di cibo in cui sembrava non esserci vincitore considerato come eravamo ridotti
entrambi.
Ad un certo punto presi
tutto il sacchetto del cioccolato in polvere e glielo buttai addosso mentre lui
cercava di ripulirsi almeno la faccia.
L’avevo preso alle spalle
e questo non gli piacque per nulla poiché quando si accorse di ciò che avevo
fatto mi prese da dietro tenendomi fermi i polsi e non permettendomi di
muovervi.
Mi abbassai cerca di
scrollarmelo di dietro, ma lui sembrava non avere intenzione di mollare la
presa.
Ero in trappola e tra una
risata e un grido lo implorai di lasciarmi andare.
- Hai sentito cosa ti ha
detto? Lasciala se non vuoi ritrovarti le ossa snodate – disse una voce
proveniente dall’ingresso della cucina, una voce che avrei riconosciuto fra
mille.
Alzai gli occhi ancora
imprigionata dalla stretta di Jacob e vidi Edward che era appena entrato in
cucina.
Non aveva un’espressione
molto felice, sembrava più che altro geloso, geloso marcio.
- Stiamo solo giocando succhiasangue
– gli rispose Jake con tono strafottente.
La sua non sembrava certo
una giustificazione, anche se avrebbe dovuto esserlo.
Approfittai del momento di
smarrimento del mio migliore amico per dargli una leggere gomitata, per quanto
mi era possibile dalla posizione in cui ero, per liberarmi.
Ci riuscì senza troppi
problemi, del resto Jake per adesso era troppo occupato a guardare Edward in
cagnesco.
- Ciao amore – dissi
avvicinandomi a Edward e lasciandogli un leggere bacio a fior di labbra a cui
seguì un’espressione di disgusto da parte sua.
Non ci volle molto per
capire che quell’espressione era riferita al fatto che lo avessi baciato con
tutta quella roba da mangiare che avevo addosso.
Per lui il cibo umano era
come mangiare spazzatura per un umano.
- Immagino che non
gradisci molto il cioccolato – gli feci notare sorridendogli mentre con un
fazzoletto mi ripulivo la faccia.
- C’è chi non gradisce lui
– commento Jake sbuffando.
- Sei libero di tornartene
a casa cane, anzi sei pregato di farlo – gli rispose Edward.
- E chi mi dici di andare,
tu? Cos’è ti sei ricordato solo adesso di Bella? Ti ricordo che ho molto più
diritto di te di stare qui – continuò Jake dopo essersi ripulito ed essersi
avvicinato ad un palmo da Edward.
Quello era stato un colpo
basso.
Jake stava giocando sui
sensi di colpa del mio vampiro.
1 a 0 per Jacob, ma quella
situazione non mi piaceva per nulla.
- Adesso basta. Finiamola
qui, smettetela di litigare. Sembrate due bambini – li rimproverai io.
I due continuavano a
guardarsi in cagnesco e sembravano non prestarmi la ben che minima
considerazione.
- Voglio solo sapere una
cosa da te. Come ti senti adesso? – gli domandò Jake guardandolo intensamente
negli occhi.
- Come uno che sta con
Bella – gli rispose Edward con assoluta velocità.
Altro colpo basso, ma
stavolta da parte di Edward.
1 a 1.
- Mamma mia che bambini
che siete. In queste due settimane non avete fatto altro che litigare e a
questo punto comincio a credere che io non c’entro più nulla. Siete voi due che
per forza dovete trovare un pretesto per sputarvi merda addosso. Benissimo
continuate, non voglio disturbarvi. Quando tu Jake vuoi tornare a fare il mio
migliore amico fai uno squillo e tu Edward quando hai intenzione di fare il
fidanzato avvisami. Io mi sono stufata – dissi ad entrambi uscendo dalla cucina
dopo aver sbattuto la porta.
Non li sopportavo più.
Passai dal salone e vidi i
ragazzi Quiliute che giocavano alla play-station.
- Dov’è Jake? – mi chiese Sam
vedendomi da sola.
- In cucina – gli risposi
arrabbiata.
Non c’è l’avevo con loro,
ma l’atteggiamento di quei due mi faceva venire il nervoso.
- In cucina? In cucina
stava venendo il succhiasangue – mi rispose Jared.
- Punto uno il
succhiasangue ha un nome. Si chiama Edward e gradirei che lo chiamassi così.
Punto due sono tutti e due di là in cucina – gli risposi alzando un po’ la
voce.
- Jake e Edward? – mi
domandò scioccato Seth, l’unico tra i licantropi che aveva preso a buon cuore
Edward a tal punto da considerarlo un vero amico.
- Si, insieme, di là, da
soli – scandì bene tutte le parole per rendere il concetto chiaro.
- Ma come ti è saltato in
mente di lasciarli da soli? Si scanneranno a vicenda – mi fece notare Paul
stranamente divertito dalla cosa.
- Peggio per loro. Mi sono
stufata dei loro battibecchi continui. Non sono più dei bambini e ora che
crescano. Comunque dove sono le ragazze? – gli domandai cambiando discorso.
- In cortile – mi rispose
Embry mentre ancora Paul scuoteva la testa e rideva sotto i baffi.
- Io vado a farmi una
doccia. Ci vediamo fra un po’ – gli dissi prima di sparire dalla stanza.
Salì in camera e mi chiusi
in bagno facendomi una doccia.
Quando uscì dall’acqua mi
avvolsi nell’accappatoio e poi mi asciugai i capelli legandoli in una coda di
cavallo.
Poi indossai i vestiti che
avevo preparato prima in bagno.
Un paio di pantaloni di
tuta grigi, una canotta grigia con la scritta Nike rosa e un paio di scarpe
sempre della Nike rosa e grigi (à il link dei
vestiti di Bella: http://yfrog.com/mkvestitibella4p
).
Non avevo intenzione di
uscire e quello mi sembrava l’abbigliamento più consono e comodo per restare a
casa.
Quando terminai di
vestirmi mi diressi in camera, dove trovai Edward sdraiato sul letto.
- Che sei venuto a fare? - gli domandai non appena lo vidi.
- Sono venuto a fare il
fidanzato – mi disse mettendo le mani avanti non appena comparvi in stanza.
- Cos’è hai finito le
offese per oggi? Dovremmo passare a Seattle e comprare qualche libro, magari
all’interno trovi qualche insulto carino – gli risposi io senza nemmeno
guardarlo mentre sistemavo nel cassetto la biancheria stirata che avevo
appoggiato provvisoriamente sulla sedia.
Sentì lui soffocare una
risata prima di avvicinarmi e cingermi in fianchi con le sue braccia per poi
attirarmi a sé.
Avrei voluto continuare a
fare l’offesa, ma sentire il suo profumo a quella distanza, sentire la sue
pelle a contatto con la mia non mi permetteva di essere tanto razionale.
- Mi dispiace – soffiò
sensuale a un palmo dal mio orecchio prima di lasciarmi una scia di baci
infuocati.
E no, così non valeva.
Non potevo difendermi.
Mi fece voltare su me
stessa permettendo ai nostri occhi di incontrarsi e prima che io potessi dire
qualcosa bloccò le mie labbra con un bacio.
Feci finta di volermi
sottrarre, ma non ci riuscì più di tanto e alla fine mi lasciai andare
ricambiandolo.
- Perdonato? – mi chiese
poi quando ci staccammo.
- Non lo so, devo pensarci
– gli risposi io mettendo su una finta faccia pensierosa.
- Non dovevo reagire in
quel modo, non dovevo, anzi non devo comportarmi così con il can…con Jacob. È
solo che tu non hai idea di quali sono i suoi pensieri e vedervi così vicini
come prima, non mi va giù, per nulla – mi spiegò tornando serio mentre ancora
mi teneva stretta a lui.
- Perché ci arrivi dopo
alle cose? – gli chiesi riferendomi al fatto che si fosse accorto che non
doveva reagire in quel modo.
- Amore sarò pure un
vampiro, ma resto un uomo. Da quando in qua gli uomini ci azzeccano alla prima?
– mi chiese lui sorridendomi sghembo.
Sorrisi anche io prima di
dargli un leggero e veloce bacio a fior di labbra.
- Dovresti essere meno
geloso – gli dissi poi.
- Io non sono per niente
geloso – mi rispose lui assumendo un espressione da finto imbronciato.
- Ah no? – gli chiesi
furba.
- Assolutamente no – mi
ribadì lui.
- Allora non sarà un
problema per te se vado da Jake magari mi fermo da lui stanotte, così tanto per
farmi tenere compagnia – gli proposi maliziosa.
- Nessun problema – mi
rispose lui assumendo un’espressione che sfiorava la furia.
- Bene, allora io vado. Ci
vediamo domani o dopodomani chissà – gli dissi sorridendogli e allontanandomi
da lui.
Non riuscì a fare più di
due passi prima di ritrovarmelo di fronte.
Mi spinse al muro e mi
bloccò il passaggio con le sue mani, poi si avvicinò e iniziò a lasciare baci
infuocati sul mio collo.
- Tu non vai da nessuna
parte. Sei mia, solo mia. Voglio che tu appartenga a me e a nessun altro – mi
disse lui tra un bacio e l’altro.
Io in compenso mi misi a
ridere, di una risata che riecheggiò per tutta la stanza tanto che lui si fermò
e mi osservò attentamente negli occhi.
- Cos’è che ti diverte
tanto? – mi domandò non riuscendo a capire il motivo della mia ilarità.
- Tu non sei geloso, per
nulla, vero? – gli domandai retorica mentre ancora ridevo.
- Divertente, molto
divertente – mi rispose lui quasi infastidito – la smetti di ridere? – mi
chiese poi notando che io non la smettevo.
- Quando ammetterai di
esserlo, forse smetterò – gli dissi cercando di contenere un’altra risata.
- Ok, sono geloso,
gelosissimo. Non riesco a stare lontano da te per un attimo senza pensare che
lui o chiunque altro potrebbe essere nei paraggi e portarti via da me. Non
posso permetterlo, lo capisci? – mi disse poi abbattuto guardandomi negli occhi
e facendomi smettere di ridere.
- Volevo solo che tu lo
ammettessi – mi giustificai poi smettendo di ridere.
- Adesso che l’ho ammesso
cambia qualcosa? – mi domandò lui curioso.
- Tutto o nulla. Non c’è
niente di male ad essere gelosi. La gelosia non è mancanza di fiducia, ma solo
la paura di perdere chi ami – gli rivelai baciandolo a fior di labbra.
- Lo so, ma a volte quando
penso a te e a lui, quando vi guardo, quando ti sento parlare di lui mi
sento…strano, sembro quasi fuori luogo. Lui era qui quando io non ci sono
stato, ti ha aiutato, ti è stato vicino e ti ha amato senza forzarti. Poi
arrivo io e con la mia stupida gelosia rovino tutto. Lo so che a volte rischio
di apparire possessivo, so che a volte la mia gelosia ti mette in difficoltà
con lui e non ho giustificazioni per questo, anzi si, ne ho una…è che ti amo
troppo. Lo so è una giustificazione banale per quanto faccio, ma sincera – mi
disse lui mentre non si era mosso dalla sua posizione in cui mi teneva
“prigioniera”.
- Banale? Io non direi
proprio. È la giustificazione migliore che potevi trovare – gli rivelai
sorridendogli e perdendomi nel suo sguardo.
- Ti amo Bella, ti amo
come non credevo di poter amare. A volte queste due parole mi sembravano
nullità in confronto al sentimento che provo per te. Ti amo nei tuoi respiri,
nelle profondità e nelle vette che la tua anima raggiunge quando sà di non
essere vista. Ti amo liberamente come gli uomini lottano per i diritti, ti amo
in modo puro, ti amo con i respiri, i sorrisi, le lacrime di tutta la mia vita,
anche se lacrime il mio corpo non può versarne. E so che ti amerò sempre così,
per sempre, per l’eternità – mi disse con lo sguardo di chi ama
incondizionatamente qualcuno e quel qualcuno nel suo caso ero proprio io.
Gli saltai addosso gettandogli
le braccia al collo, posizionando le mie gambe sui suoi fianchi e poi inizia a
baciarlo mentre lui mi stringeva forte a sé (à il link del bacio: http://yfrog.com/mhbacioj
).
Mentre ero stretta tra le
sua braccia e lo baciavo con amore capì finalmente quanto davvero amare
qualcuno ed esserne ricambiati fosse una cosa meravigliosa.
Lui era la mia anima
gemella, l’unico capace di capirmi in modo incondizionato, di amarmi come
nessun altro, l’unico che sarebbe stato lì accanto a me qualunque cosa fosse
successa.
E lì, in quel momento realizzai
cosa davvero possedevo.
Possedevo tutto ciò che
avevo sempre voluto, tutto ciò di cui avevo bisogno era lì, tra le mie braccia.
Avevo bisogno di sentirlo
mio in tutti i sensi e stavolta poteva succedere senza paure, senza timori.
Io non correvo nessun
rischio.
- Edward ti voglio, adesso
– gli dissi quando mi staccai dalle sue labbra.
Vidi lui osservarmi
ammaliato per qualche istante e dopo un “ti amo” sussurrato al mio orecchio mi
distese sul letto per farmi sua in tutti in modi in cui può essere possibile.
E in quel letto, quello
stesso letto che mi aveva visto soffrire per lui, lui entrò in me marchiando a
fuoco e per sempre che ero e sarei stata sua per l’eternità.
Non sapevo come chiamarlo…Destino…Fortuna…o
Caso…fatto sta che l’avevo incontrato e ritrovato quando, ormai, mi sembrava
impossibile e adesso non avevo nessuna intenzione di mandarlo via dalla mia
vita.
Lì, sul quel letto, mentre
lui entrò in me mi resi conto che tutto era perfetto, che io e lui, che noi
eravamo perfetti.
Avevamo raggiunto la
nostra perfezione e mentre i nostri gemiti di piacere raggiungevano l’apice e
si diffondevano per tutta la stanza mi accorsi di una cosa importantissima.
Scegliendo Edward avevo
scelto il miglior modo di vivere.
Avrei tanto voluto
sovrascrivere la mia anima nella sua per vivere ogni istante della mia vita
dentro di lui, ma questo mi era sempre sembrato un’utopia invece sbagliavo
perché in quel momento, mentre ero dentro di lui, mentre entrambi formavano una
cosa sola mi resi conto che avrei potuto vivere dentro di lui, lo stavo facendo
e l’avrei fatto per l’eternità.
Lui era la mia ragione di
vita e io ero la sua.
Tutto il resto non contava.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- amanecer: Come hai vecchi tempi nel senso che
Edward passava le nottate in camera di Bella abbracciato a lei e la guardava
dormire.
- francesca 96: No, la leggenda della luna piena è
una leggenda che esiste davvero. Se la cerchi su internet la trovi, anche se
comunque è tale e quale a come l’ho scritta io. Diciamo che è una leggende che
mi piace molto e ho voluta inserirla anche perché credo si incastrava bene con
il capitolo.
- ste87: Beh diciamo che anche io adoro Alice. Ho deciso di fare il
capitolo raccontato da lei perché è un personaggio molto importante per la
storia e poi volevo approfondire l’amicizia profonda che lega Alice a Bella.
- bellina97: Concordo con te. La frase tipica “nulla può andare storto”
implica che fra non molto succeda qualcosa. Succede nei libri così come nei
film, ma purtroppo succede anche nella vita reale. Ne so qualcosa, quindi, sta
tranquilla che non sei l’unica ad essere sfigata. Ti parla una che di sfiga ne
ha talmente tanta che potrei pure venderla e diventare ricca.
- isabellacullen: Per adesso non posso dirti nulla
riguardo alla reazione di Edward e Bella alla battuta di Emmett. Il loro
potrebbe essere solo imbarazzo o forse nascondono qualcosa come dici tu, non
saprei. Arriverà il momento in cui si scoprirà anche questo enigma.
- Saruxxa: Non posso anticiparti nulla sulla
reazione di Bella ed Edward alla battuta di Emmett. Per adesso dai libero sfogo
alla fantasia, fra non molto si scoprirà la verità. Ho cambiato pov proprio per far vedere la storia anche da occhi che non
sono solo quelli dei protagonisti e poi volevo inserire un capitolo in cui l’amicizia
tra le due venisse messa in risalto perché è importante per la storia.
- vanderbit: Non ti saprei dire se ci troviamo a
metà della storia o meno. Bene o male ho in mente tutta la storia, ma non so se
toglierò o aggiungerò pezzi. Diciamo che questa storia si sta scrivendo da
sola. Certo è che ancora ci sono un bel po’ di cose da scoprire, quindi se ti
fa piacere dovrai sopportarmi ancora per un po’. Di certo, però, non sarà una
storia infinita. Avrà la sua conclusione. Mi chiede della battaglia e io ti
rispondo che sono muta come un pesce, non posso dirti nulla. Ti rovinerei la
sorpresa.
- DiamondDior: Il motivo per cui ho deciso di
inserire lo scorso capitolo è proprio per il motivo che hai detto tu. Volevo
approfondire il legame che c’è tra Bella ed Alice e poi volevo far vedere la
storia anche da occhi diversi da quelli dei protagonisti. Sono contenta che hai
apprezzato la mia idea.
- eliza1755: Si, hai detto delle parole sacrosante. “L’unione fa la forza” e
ti assicuro che per adesso i Cullen, Bella e il resto della sua famiglia hanno
proprio bisogno di unione.
- ClaudiaSv16: Già dal prossimo capitolo si saprà qualcosa in più sulla
battaglia, e fra non molto anche chi è il nemico. Comunque si, hai proprio
ragione. Il fulcro di tutto è Bella, ma…c’è un ma. Ho già detto troppo.
- nuvolettadizuccheroavelo: Sono contenta che la storia ti
piace, spero solo di non deluderti con i prossimi capitoli. Me lo auguro
davvero.
- vittoriaKf: Sono proprio felice di sapere che ti
piace il mio modo di scrivere e la storia in generale. Come te anche io adoro
troppo la coppia Edward-Bella, tutti i Cullen e la
saga in generale ed è proprio questo amore che mi ha fatto venire la passione
per la scrittura. Spero che la storia continui a piacerti e che non ti deluda.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua famiglia? E i Cullen e
soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno che Bella è ancora la
diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un vampiro, ma non è
comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si
dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si
certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a
questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più
importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico?
E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del
tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio
si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da ricordare. Riuscirà a
ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero
innamorata? La sua vita è perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward,
il suo amico di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che
quell’amico con il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le
cose non saranno semplici e in una notte tutto si complicherà.
INTRODUZIONE:Bella è una ragazza alla moda che vive a Orange Country, con una
storia difficile alle spalle, chiusa, ma allo stesso tempo ribelle verso gli
altri incontra lui, Edward, un playboy da strapazzo, ribelle, odioso,
presuntuoso, aggressivo, ricco e che non fa altro che dedicarsi con i suoi
amici ricconi a feste mondane e al lusso più sfrenato. Riuscirà lei a lasciarsi
andare all'amore? E lui? Riuscirà a mettere la testa a posto? E se tutto
iniziasse ad andare x il verso giusto? Lei non sa, però, che un segreto alena
dietro di lei, un segreto che lui non intende svelarle, non subito almeno, ma
poi non sarà tardi? Una storia ricca di divertimento, scontri, ribellioni, ma
amore, tanto amore. Sono tutti umani.
INTRODUZIONE:Un semplice invito di matrimonio può cambiare quella che sembra
essere diventata una vita stabile? Questo si chiede Bella quando si ritrova tra
le mani l’invito del matrimonio di Alice e Jasper. Partire e raggiungere quella
che un tempo era la sua migliore amica affrontando i fantasmi del suo passato?
Oppure restare a casa e non correre rischi? Bella vive a New York, fa la
giornalista, si è lasciata i Cullen alle spalle e si porta dietro da cinque
anni due grandi responsabilità che portano il nome di Ej e Lizzie. Chi sono? E
che c’entra Edward in tutto questo? Se vi va di scoprirlo correte a leggere la
mia storia. Sono tutti umani.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di StephenieMeyer.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro capitolo. Vorrei dirvi tante cose, ma
finirei per svelare qualcosa, quindi preferisco allontanarmi in silenzio. L’unica
cosa che vi dico è che per quanto riguarda la scoperta in merito all’identità
del misterioso nemico vampiro siamo quasi alla resa dei conti. Manca davvero
poco, ma poco davvero per scoprirlo. Adesso vi lascio al capitolo, consapevole
che alla fine avrete più domande di quelle che già adesso vi frullano in testa,
ma ormai l’avete capito: il mistero e la suspense sono glie elementi base di questa
storia. Capirete perché leggendo. Spero vi piaccia. Buona lettura a tutti. Un
bacio.
Capitolo 22
Una scoperta
agghiacciante
POV BELLA
Si può essere amici per sempre,
anche
quando le vite ci cambiano,
ci separano
e ci oppongono.
Si può
essere amici per sempre,
anche
quando le feste finiscono
e si
rompono gli incantesimi.
Si può
essere amici per sempre
anche
quando sembra impossibile,
anche
quando l’amicizia ti chiede cose
che ti
sembrano impossibili da accettare.
Ti chiedo
di provarci amico mio
e so che
lo farai perché mi vuoi bene,
perché ci
vogliamo bene,
perché la
nostra amicizia è più forte
anche
dell’odio verso quelli
che
sembrano essere i nostri nemici naturali.
Il risveglio dopo la notte
passata con Edward mi sembrò il più dolce che avessi mai fatto e quando aprì
gli occhi e mi ritrovai appoggiata al suo petto mentre lui mi osservava
innamorato mi accorsi che toccare il cielo con un dito non era poi così
difficile.
Passammo non so quanto
tempo a letto a coccolarci, poi quando il mio stomaco iniziò a reclamare cibo
decidemmo che era meglio scendere.
Prima, però, mi infilai in
bagno e mi feci una doccia veloce, poi mi asciugai i capelli lasciandoli mossi
e mi vestì.
Indossai un paio di shorts
di jeans, una camicetta maniche corte a quadri azzurra e bianca, un gilet
sempre di jeans e un paio di decolté azzurre dal tacco vertiginoso.
Mi diedi una truccata
veloce e poi tornai in stanza dove abbinai al tutto due bracciali azzurri, un
anello con tanto di pietra dello stesso colore, un orologio azzurro e un paio
di orecchini e una collana dello stesso colore (à il link dei vestiti di Bella: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=20474104
).
Quando fui pronta lasciai
un leggero bacio a fior di labbra ad Edward e insieme a lui scendemmo in cucina
in modo che io potessi mettere qualcosa sotto i denti.
Stranamente trovai tutti i
Quiliute seduti al tavolo della mia cucina a rimpinzarsi la pancia di frittelle
preparate amorevolmente da mamma.
Il giorno prima li avevo
lasciati in casa mia e stamattina li ritrovavo lì, di sicuro mamma pur di farli
tornare aveva colpito nel loro punto debole: la gola.
- Ecco finalmente la
nostra Bellina, pensavamo dovessi prolungare oltre la tua nottata amorosa –
disse Nate mentre si ingozzava di frittelle.
Se fossi stata umana sarei
subito diventata rossa e credo che lo stesso valeva per Edward che guardava
Nate con fare omicida.
Mi chiedevo perché Nate
dovesse assomigliare così tanto ad Emmett.
Dovevo indagare se quei
due fossero fratelli di sangue, anche se la cosa era del tutto impossibile.
- Nate sei pregato di
smetterla – lo rimproverò mamma dandogli uno scappellotto nella nuca.
Mamma…santa subito.
- Ma no mamma, lascialo
parlare. Quando dice queste cose lo fa solo per invidia, sai com’è, vorrebbe
farlo anche lui, ma gli manca la materia prima – risposi poi decisa a fargli
fare una figura pessima.
Come previsto ci riuscì
perché sembrò affogarsi con una frittella e mi guardò in cagnesco mentre tutti
i Quiliute se la ridevano alla grande, soprattutto Jake poiché si vedeva
perfettamente che tra tutti era quello che aveva apprezzato davvero poco la
battuta di mio fratello.
Mi sedetti in cucina ed
Edward mi seguì a ruota, poi presi una bella frittella e ne assaporai il gusto.
Erano deliziose.
- Buonissime – dissi dopo
averle assaggiate.
- Lo so. Mi ha insegnato
Esme a prepararle – mi rispose mamma.
- Dovevo immaginarlo.
Ricordo ancora le prelibatezze che mi cucinava una volta – dissi ripensando ai
vecchi tempi.
- Beh, per essere una che
non le mangia le cose che cucina, devo dire che è un’ottima cuoca – intervenne
Paul mentre si stava abbuffando con tutto quel cibo.
- Non posso convenire con
voi, non ho mai provato la sua cucina – rispose Edward sorridendomi mentre mi
vedeva mangiare con così tanto appetito.
- Comunque si può sapere
che ci fate qui? – chiesi a loro.
- Nikki ci ha preso per la
gola ieri. Ci ha proposto una colazione con i fiocchi – mi spiegò Embry
riferendosi a mamma.
- Non potevamo proprio
rifiutare – continuò Seth con la bocca piena.
Come avevo immaginato.
Quando fui sazia mi alzai
e mi diressi verso la macchinetta del caffè preparandomene uno, poi tornai al
tavolo, ma stavolta mi sedetti in braccio ad Edward e mi gustai il mio
delizioso caffè che già dall’odore rendeva dipendente.
- Non credo che Edward
gradisca molto l’odore del caffè – disse Emily quando anche lei terminò di
mangiare.
- Figurati, ormai ci ho
fatto l’abitudine – gli rispose gentilmente il mio ragazzo.
- Peccato che io non abbia
fatto l’abitudine al tuo odore nauseante – intervenne Jake prendendo la palla
al balzo.
Io lo guardai con sguardo
di fuoco poiché sapevo che quella frase sarebbe stato il preludio ad un’altra
litigata, invece, stranamente Edward mi stupì.
Non gli rispose, anzi gli
sorrise, anche se il suo sorriso non era proprio uno dei suoi migliori, ma
avevamo fatto comunque dei passi avanti.
Apprezzai tantissimo il
suo gesto e gli sorrisi per poi baciargli una guancia.
Restammo lì fino a quando
tutti non terminarono di fare colazione parlottando tra di noi e mi sembrò che
il clima si fosse un po’ stemperato nonostante la presenza di Edward.
I licantropi stavano
iniziando ad abituarsi a lui e agli altri Cullen e lo stesso valeva per questi
ultimi nei confronti dei lupi.
- Edward, Bella mi ha
detto che sai usare benissimo il pianoforte, non è che sapresti anche
aggiustarlo? – chiese Jenny entrando in cucina e rivolgendosi titubante al mio
fidanzato.
Mi sembrava assurdo che
Jenny si fosse abbassata a tanto, ma forse l’amore per il suo pianoforte era
superiore a tutto, forse perfino al suo astio nei confronti di Edward.
Restammo tutti basiti
dalla sua richiesta, forse e soprattutto Edward che non si aspettava nulla di
tutto questo.
- Qual è il problema? –
chiese lui a quella gemella che l’aveva sempre detestato.
- Non so. Ieri questi qui
si sono messi a giocare in salotto e avranno combinato qualcosa. Credo si sia
rotta una corda o due. Ho provato a rimetterle a posto, ma adesso i testi
corrispettivi fanno uno stranissimo rumore – gli spiegò Jenny guardando i
Quiliute con sguardo di fuoco visto che la colpa di tutto quello sembrava
essere la loro.
- Forse le hai sistemate
male. Adesso vengo a dare un’occhiata – le rispose lui con fare gentile.
- Grazie mille – le
rispose lei uscendo di nuovo dalla stanza – ah Edward, questo non cambia nulla.
Ho chiesto il tuo aiuto solo per non dover chiamare un tecnico – disse poi lei
rientrando in stanza per comunicare la “lieta” novella al vampiro.
Mi sembrava troppo bello
per essere vero.
- Sta tranquilla Jenny,
non sono così stupito da credere che questo sarebbe bastato per farti cambiare
idea su di me – le rispose il mio fidanzato che dopo avermi dato un bacio a
fior di labbra uscì dalla cucina per andare a controllare il pianoforte della
gemella.
Io restai in cucina con
gli altri e quando tutti terminammo di mangiare i ragazzi si dileguarono in
salotto mentre noi ragazze restammo in cucina a pulire il casino che avevano
combinato quei bambinoni.
- Bella sei ancora arrabbiata
con me? – mi chiese Jake comparendo di nuovo in cucina.
- Sparisci – mi limitai a
rispondergli mentre toglievo le tazze sporche dal tavolo.
- E dai parliamone almeno
– mi disse bloccandomi per il polso e costringendomi a guardarlo negli occhi.
Era seriamente dispiaciuto
e non mi andava di continuare a fare l’offesa, anche perché l’unica soluzione
al problema era parlare.
- Vi dispiace se finite
voi? – chiesi alle ragazze.
- Sei ancora qui? – mi
chiese Kyra facendomi capire che era più giusto andare a parlare con Jake
piuttosto che ripulire la cucina a cui avrebbero pensato loro.
Feci cenno a Jake di
seguirmi e uscimmo in giardino dal retro sedendoci negli scalini di casa.
- Mi dispiace, ho
esagerato ieri – esordì lui non appena ci sedemmo.
- Solo ieri? – chiesi
sarcastica.
- Ok anche oggi – mi
rispose lui riferendosi alla stupida battuta che aveva tirato a Edward mentre
stavamo facendo colazione.
- Con questo mi dispiace
che cosa vuoi dirmi? – chiesi per capire le sue intenzioni.
- Quello che hai sentito –
mi rispose mantenendosi sul vago.
- Non significa niente,
allora – gli feci notare costando che il suo mi dispiace era solo un modo per
fare pace, ma che non aveva nessuna intenzione di cambiare il suo
atteggiamento.
Restammo un attimo in
silenzio.
- Cos’è hai fatto il
lavaggio del cervello alla sanguisuga? – mi domandò dopo qualche attimo di
quiete.
Si riferiva di sicuro al
fatto che Edward non aveva fatto caso alla sua battutina idiota.
- Ciao Jake – mi limitai a
dirgli prima di alzarmi da lì per rientrare in casa.
- Aspetta – mi disse
bloccandomi per il polso – scusa. Prometto di non chiamarlo più così – continuò
poi accorgendosi che me l’ero presa per il modo in cui l’aveva chiamato.
La tentazione di andarmene
lo stesso era forte, ma più forte era il bene che volevo a quel ragazzo e la
mia voglia di trovare con lui un punto d’incontro.
Decisi così di sedermi di
nuovo accanto a lui senza però guardarlo.
Aspettavo che fosse lui a
dire qualcosa.
- Non hai ancora risposto
alla mia domanda – disse dopo qualche attimo di silenzio.
- Non ho fatto il lavaggio
del cervello a nessuno. Mi dà solo fastidio questa situazione tra voi e lui se
ne è reso conto benissimo e, forse, a differenza tua ha capito che litigare non
serve a nulla. Sono convinta che per amore mio sarebbe disposto anche a provare
ad avere un legame quanto meno decente con te, ma ovviamente non posso certo
dire lo stesso di te – gli spiegai senza troppi problemi.
- Non è così facile come
credi – mi fece notare lui aprendosi con me e mettendo da parte la rabbia e il
rancore verso il mio vampiro.
- Non dico che sia facile
e non pretendo che dall’oggi al domani tutti e due uscite insieme e vi
comportiate come amici, ma credo che un passo alla volta potete farlo. Se tu lo
fai da un lato e lui dall’altro vi incontrerete a metà strada e non sarà poi
così difficile trovare un punto d’incontro – gli dissi cercando di persuaderlo.
- Non mi convince molto la
cosa – mi rispose lui serio.
- Che fine ha fatto il
ragazzo che qualche settimana fa mi spinto a seguire il mio cuore? Quello che
mi ha aperto gli occhi, che mi ha detto di leggere in me stessa e trovare ciò
che cercavo? Quello che mi ha detto che ciò che gli importava di più era la mia
felicità? Hai detto che se la mia felicità portava il nome di Edward lo avresti
accettato, basta che mi avresti visto sorridere e tornare quella di un tempo.
Ricordi? – gli domandai.
- Si lo ricordo e lo penso
anche oggi. Mi sono arreso all’idea di non poterti avere perché so che è lui
quello che vuoi. Edward è come una droga per te, Bella – mi disse in tono
gentile – ormai ho capito che senza di lui non puoi vivere. Non posso fare
niente, ma io sarei stato una scelta più sana. Non una droga, io sarei stato
l’aria, il sole – mi disse sempre con gentilezza.
Nelle sue parole non c’era
nessun accenno di critica, era solo sincero.
- Anche io ne ero
convinta, sai. Eri come il sole, il mio sole personale. Il rimedio migliore
alle mie nuvole – gli risposi accennando un sorriso.
- Con le nuvole posso
farcela, ma non posso cavarmela contro un’eclissi – mi disse sospirando.
Solo allora mi resi conto
della verità delle sue parole.
Edward era un’eclissi e
niente avrebbe potuto fare niente contro un’eclissi.
- Lui è perfetto per me, è
così che deve finire – gli dissi sincera.
- No Bella, io sono
perfetto per te. Non avremmo dovuto sforzarci, mai. Sarebbe stato immediato,
facile come respirare. Mi avresti trovato nel cammino della tua vita se il
mondo fosse come dovrebbe, se le cose fossero diverse – mi rivelò fissando il
vuoto.
- Probabilmente hai
ragione. Se il mondo fosse stato il luogo normale che finge di essere, io e tu
saremmo rimasti insieme e probabilmente saremmo stati felici, ma il mondo non è
normale, noi non siamo normali. Ed Edward è qualcosa di troppo forte, qualcosa
di talmente forte da non poter esistere in un mondo razionale, è un’eclissi
come hai detto tu – gli spiegai aprendomi completamente con lui.
- C’è poco da dire. Tu lo
ami, fine del discorso e io tutto sommato sono contento che siete tornati
insieme perché so quanto lui può renderti felice. Mi duole dirlo, ma a modo suo
anche lui ti ama, ma… – stava concludendo lui prima di bloccarsi forse per
ponderare bene le sue prossime parole.
- Ma cosa, Jake? – gli
chiesi per esortarlo a continuare.
- Ma io sono un licantropo
e lui è un vampiro, siamo nemici naturali. Non possiamo essere amici – mi
spiegò guardandomi negli occhi.
- Ascoltami bene. Non mi
interessa chi è un vampiro e chi un licantropo. Tutto questo è irrilevante. Tu
sei Jacob, lui è Edward e io sono Bella. Il resta non conta – gli dissi
guardandolo anche io negli occhi mentre gli prendevo le mani.
- Io Jacob, lui Edward, tu
Bella, ma io resto comunque un licantropo e lui un vampiro – mi rispose con un
tono di voce diverso.
Sembrava che stesse
perdendo le sue convinzione e questo andava a mio favore.
- Noi possiamo essere
quello che vogliamo. La nostra natura non possiamo cambiarla, qualcuno ha
scelto per noi, ma possiamo scegliere cosa fare della nostra vita. Io la mia la
voglio con lui e anche con te. Non voglio rinunciare al mio migliore amico –
gli spiegai stringendo di più la stretta nelle sue mani.
- Ma non vuoi nemmeno
rinunciare all’amore della tua esistenza perché questo è quello che è Edward
per te – concluse la mia frase al posto mio.
- Esatto. Vorrei solo che
provaste a convivere pacificamente. Certo è che per me se voi due diventaste
amici sarebbe il massimo, ma non aspiro a cose così elevate, però ti prego
provaci. Hai visto Edward stamattina? Sono convinta che lui vuole provarci,
fallo anche tu, ti prego – gli dissi quasi implorandolo.
Lui mi fissò per qualche
secondo, poi strinse di più le mie mani, mi sorrise e mi baciò la fronte.
- Certo che quando ti
metti qualcosa in testa non c’è nulla che possa farti cambiare idea – mi disse
sorridendomi.
- È un si? – chiesi
speranzosa.
- È un ci proverò. Lo farò
per te, perché so quanto lo ami e so quanto bene vuoi a me. Lo accetterò nella
tua vita, ma sappi che se ti farà soffrire un’altra volta ti giuro che lo
uccido con le mie mani – mi disse sorridendomi mentre io gli buttai le braccia
al collo.
- Non succederà – gli
risposi sempre tra le sua braccia.
Quando mi staccai dalle
sue braccia appoggiai la mia testa alla sua spalle e mi strinsi di più a lui (à il link di Bella e Jacob: http://yfrog.com/jm458754p ).
Restammo in quella
posizione per un po’ fino a quando decidemmo di entrare dentro.
Guardai Jacob e mi fece un
cenno si assenso con la testa facendomi capire che non aveva cambiato idea ed
ero consapevole che non l’avrebbe fatto.
Tutto si stava sistemando
e ne ero felice.
Edward e Jacob amici era
un missione che sembrava impossibile, ma in quel momento nacque in me la
speranza che non fosse poi così impossibile.
Mi ricordavo una cosa che
mi diceva sempre Renèe quando era un’adolescente troppo chiusa per la mia età
che sembrava guardare alla vita con assoluto pessimismo, un’adolescente che non
faceva che dire che tutto era impossibile.
Impossibile è solo una parola pronunciata da
piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato,
piuttosto che cambiarlo.
Impossibile non è un dato di fatto, è un’opinione.
Impossibile non è una regola, è una sfida.
Impossibile non è uguale per tutti.
Impossibile non è per sempre.
Impossibile non è nulla.
Le sue parole
riecheggiavano ancora nella mia mente e mai come in quel momento mi sembrarono
tanto azzeccate.
Se volevo che Edward e
Jacob diventassero davvero amici avrei dovuto crederci in primo luogo io stessa
e avrei dovuto lottare per far sì che succedesse.
E l’avrei fatto, a
qualunque costo.
Entrammo dentro e mi
accorsi che tutti si erano sparsi per casa.
Alcune delle ragazze erano
uscite, altre erano in giro per la casa e di Jason, Nate ed Edward non c’era
nemmeno l’ombra.
Solo i licantropi erano
tutti riuniti in salotto, tutti tranne Sam e Paul e gli altri sembravano
leggermente preoccupati.
C’era anche Leah e il
fatto che fosse lì significava che quella era una specie di riunione del
branco.
- Dov’è Edward? – chiesi
non appena entrai.
- Ha appena finito di
aggiustare il pianoforte a Jenny ed è andato a casa a cambiarsi. Ha detto che
non voleva disturbarti visto che stavi chiarendo cin Jake per via della
litigata di ieri, ma che sarebbe tornato subito – mi spiegò Seth mentre anche
Jake assunse un’espressione preoccupata.
- Che succede? – chiese il
mio migliore amico al resto del branco.
- Non lo sappiamo. Prima
Blair ed Embry sono andati a fare un giro nella foresta e hanno sentito rumori
strani, così Sam e Paul sono andati nella foresta a controllare se ci fosse
qualcosa di strano – gli spiegò Jared.
- E noi cosa ci facciamo
qui? Andiamo a dare un’occhiata – rispose prontamente Jake.
- Non possiamo. Sam ci ha
ordinato di non muoverci, quindi non possiamo farlo. Ordini dell’alfa – rispose
Seth.
- Embry che genere di
rumori hai sentito? – chiesi rivolgendomi al diretto interessato.
- Stavo facendo il
solletico a Blair e lei urlava, non sono riuscito a distinguere bene cosa
fosse, ma mi sono sembrati ringhi. Ho cercato di andare a vedere, ma avevo
paura per Blair e anche se gli avessi detto di tornare indietro senza di me non
l’avrebbe fatto. C’era puzza di vampiro, però – mi spiegò lui.
- Non potevano essere
semplicemente i Cullen? – chiesi.
- Impossibile. Se fossero
stati loro ci sarebbero fatti vedere e poi la puzza era troppo vicina al
confine. I Cullen non si sarebbero mai spinti fin lì, il patto è ancora valido
e non penso che il loro intento sia infrangerlo – continuò Embry.
- Credo proprio che si
tratti del vampiro che sembra darmi la caccia – esordì poi io rendendomi conto
che doveva essere per forza così.
- Quale vampiro? Di cosa
stai parlando Bella? – mi chiese Jake preoccupato così come tutti gli altri.
Era arrivato il momento di
raccontargli tutto ciò che mi avevano detto i Cullen e ciò che io stessa avevo
visto.
Mi sedetti e raccontai
loro tutto ciò di cui erano all’oscuro e quando terminai il mio racconto tutti
iniziarono a dire che dovevo avvisarli, perché nonostante i miei poteri la
protezione non sarebbe mai stata troppo.
Ad arrabbiarsi di più fu
Jake, ma riuscì a farlo ragionare e così aspettammo impazienti il ritorno di
Sam e Paul.
Ritorno che non tardò ad
arrivare.
Ben presto nel salone di
casa comparveroi due licantropi tornati
umani e tutta la famiglia Cullen.
Edward venne subito verso
di me e mi baciò a fior di labbra mentre gli altri si posizionarono nella
stanza.
C’era qualcosa che non
quadrava.
- Cosa avete visto? –
chiese Jake a Sam e Paul.
- Niente di importante.
C’è solo una scia lasciata da un vampiro, un vampiro che non fa parte dei
Cullen – rispose Sam.
- C’è qualcosa che devi
sapere – dissi io all’alfa dei licantropi.
- Non serve. Gli ho già
raccontato tutto – rispose Edward prima che io iniziassi a parlare.
- Anche loro sanno – dissi
riferendomi al resto del branco.
- Perfetto. Così non
perderemo tempo – rispose Sam sedendosi sul divano.
- Che succede? – chiesi
notando che tutti i Cullen compresi Edward, Sam e Paul guardavano in direzione
Alice.
- È arrivata una visione,
più chiara, ma non promette nulla di buono – mi informò il folletto.
- E cosa aspetti a
parlare? – le chiesi.
- Bisogna aspettare il
resto della tua famiglia. Li ho già chiamati, stanno arrivando – mi informò.
- Nel frattempo ti
dispiacerebbe farmi vedere ciò che hai visto? Non capisco perché stai
nascondendo i tuoi pensieri – disse poi Edward rivolgendosi alla sorella.
- Sì paziente Edward.
Appena saremmo tutti qui ti mostrerò tutto – gli rispose il folletto.
Edward sembrò voler dire
qualcosa, ma si bloccò.
Probabilmente Alice gli
aveva detto qualcosa con il pensiero.
Sentì Edward prendermi la
mano e stringermela come per tranquillizzarmi e sembrò riuscirci perché mi
persi completamente in un nuovo mondo e quando il resto della famiglia arrivò
mi sembrò che fossero passati solo una manciata di secondi.
- Eccoci. Che succede? –
chiese papà preoccupato più che mai.
- Succede che una
battaglia ci attende e la vittoria non sarà facile – spiegò Alice in breve
mentre tutti sembravano pendere dalle sue labbra.
- Noi siamo con voi –
disse papà a nome di tutta la famiglia.
- Lo stesso vale per noi –
risposero all’unisono Sam e Jacob.
- Bene, molto bene, anche
se non so se questo basterà per vincere – continuò Alice.
- Dimentichi i miei
poteri, Alice e anche quelli della mia famiglia. Alcuni sarebbero molto utili
in battaglia – le feci notare.
- Non li dimentico, ma non
possiamo contare ciecamente su questi. Quel giorno voi avrete problemi ad
usarli – mi rivelò lei facendoci raggelare tutti.
- Che significa che avremo
difficoltà ad usarli? – chiese Nate a nome di tutta la famiglia.
- Non lo so. Speravo
poteste dirmelo voi. Nella mia visione tutti voi siete impossibilitati
dall’usarli. Sembra come se non li possediate neppure. Bisogna capire cosa è
che li blocca e trovare una soluzione per sbloccarli – ci spiegò Alice.
Ad un tratto tutto mi
sembrò più chiaro, forse iniziavo a capirci qualcosa, forse iniziavo a capire
perché non avremmo potuto usare i nostri poteri.
Guardai la mia famiglia e
mi resi conto che nessuno di loro aveva ancora capito il motivo.
Forse io c’ero arrivata, ma
sperai con tutta me stessa di sbagliarmi.
- Quando sarà questa
battaglia? – chiesi sperando che Alice sapesse darmi una risposta, una risposta
che mi avrebbe schiarito ogni dubbio sulle mie supposizioni.
- Tra due settimane esatte
– mi rispose il folletto non capendo il motivo della mia improvvisa domanda.
Feci un breve calcolo e mi
resi conto che due settimane dopo cadeva il 1 Maggio che altri non era se non
il giorno della festa di Beltane.
Non poteva essere.
Feci di nuovo un calcolo
veloce sperando di essermi sbagliata, ma mi accorsi che non c’era nessun
errore.
- La festa di Beltane –
dissi ad alta voce per rendere participi il resto della mia famiglia di ciò che
stavo pensando.
Come era successo a me,
anche loro rifletterono un attimo, forse si fecero mentalmente lo stesso
calcolo che poco prima avevo fatto io per ben due volte e quando terminarono
raggelarono assumendo la mia stessa espressione.
Quella appena fatta era
per noi una scoperta agghiacciante e quando ne avremmo parlato con gli altri lo
sarebbe stata anche per loro.
La battaglia si sarebbe
svolta il giorno della festa di Beltane e questo significava solo una cosa.
Alice diceva che bisognava
capire la causa che bloccasse i nostri poteri per poi trovare una soluzione per
sbloccarli, ma ciò che non sapeva era che questo non sarebbe mai potuto
succedere.
Quel giorno niente poteva
sbloccare i nostri poteri.
Quel giorno non avremmo
potuto usarli mai e poi mai.
Quel giorno i nostri
poteri erano nulli.
Quel giorno non avremmo
potuto fare loro affidamento.
Eravamo nei guai e
dall’espressione che aveva addosso Alice erano guai molto, molto grossi.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- Saruxxa: In effetti per cambiare le cose tra
Jacob ed Edward, Bella, deve per forza mettere alle strette entrambi. È l’unica
soluzione. Adesso vediamo cosa succederà, sembrano esserci problemi ben più
gravi di questi, per adesso e poi dal capitolo corrente sembrerebbe che sia
Jake che Edward abbiano capito come devono comportarsi l’uno nei confronti
dell’altro.
- Edwardina4ever: Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. Mi auguro
che anche questo sia di tuo gradimento.
- francesca 96: Beh in effetti la gente sotto,
avendo un udito abbastanza sviluppato, ha sentito un bel po’ di cose e si
capisce perfettamente dalla battuta di Nate, ma come vedi Bella ha saputo
metterlo in riga.
- vanderbit: Beh quello l’ho definito di
passaggio perché non succedeva nulla che potesse sciogliere qualche dubbio in
merito ai vari misteri che ci sono, ma come vedi ho specificato che era
importante per il futuro. Comunque non posso dirti nulla sul fatto se Bella
possa rimanere incinta o meno, ti posso solo dire di fare attenzione ai
prossimi capitoli. Questo insieme ad un paio a seguire saranno molto intensi,
diciamo che si scopriranno tante cose. Ti ho già detto troppo.
- bellina97: Si, in effetti a volte a noi ragazze piace stuzzicare parecchio
i nostri ragazzi e come Bella pur essendo una fate resta comunque una donna.
- ste87: No, tranquilla, non ti prendo per niente per un pervertita.
Come hai detto tu questo passo ci voleva, era necessario dopo tutto quello che
hanno passato.
- LaFedy: Non preoccuparti per le recensioni,
l’importante che la storia ti piace. Per me questo conta più di qualunque altra
cosa. Certo è importante anche sapere cosa ne pensa chi legge, ma non sempre si
riesce a recensire e lo so perfettamente perché io oltre che essere autrice di
storie sono anche lettrice. Comunque, non posso dirti il motivo per cui Edward
e Bella si sono irrigiditi alla battuta dello scorso capitolo di Emmett, ma
tranquilla che con un po’ di pazienza si capirà tutto.
- eliza1755: No tranquilla, non ti sei persa proprio nulla. Questo come
l’hai definito tu è un altro mistero che deve aggiungersi a quelli che ancora
non sono stati risolti. Comunque mi fa davvero piacere che hai colto quella
frase, l’ho messa per far salire la tensione, ma era una frase buttata giù
così, non ero certa che nel complesso qualcuno l’avesse notata. Sono contenta
che tu l’abbia fatto.
- isabellacullen: Beh diciamo che dopo questo capitolo
Jake credo abbia capito come davvero deve comportarsi, motivo per cui credo che
questo sia sufficiente senza bisogna dell’imprinting. Chissà che non cambi. In
fondo se vuole avere Bella accanto deve stare attento a come si comporta con
Edward. Non posso dirti se e quando avverrà l’imprinting.
- ManuCullen: Non posso dirti se sono i Volturi
quelli che Alice ha visto nella sua visione, ma ti assicuro che già per quanto
riguarda la scoperta del misterioso vampiro siamo alla resa dei conti.
- amanecer: Non posso dirti niente per Jenny.
Quella ragazza a volte è un mistero anche per me. Il suo personaggio è uno di
quelli che scrivo senza rendermene conto, è come se fosse lo stesso personaggio
a scriversi al posto mio. Mi chiedi se Edward e Bella lo avessero già fatto
prima, ma l’unica risposta che posso darti è che, come avevi previsto, non
posso ancora dirtelo. Lo so, mi vorresti uccidere, non dico mai nulla, ma farlo
significherebbe rovinarti la sorpresa e non credo sia corretto.
- Austen95: Sono contenta che tu sia tornata e sono felice che la storia
continua a piacerti.
- Ed4e: Mi chiedi se loro l’avessero già fatto prima oppure no, ma non
posso risponderti. La fine dello scorso capitolo poteva essere interpretata
come si voleva, la verità verrà presto a galla. Lo so, sembra quasi un giallo,
questa storia di Edward e Bella e sul fatto che abbiano o no fatto prima
qualcosa, ma il mistero è uno delle carte predominanti della storia.
- ClaudiaSv16: Non posso né confermarti né smentirti se quella dello scorso
capitolo era o meno la prima volta di Edward e Bella. Tutto si capirà, vedrai.
- DiamondDior: Innanzitutto non preoccuparti per la
lunghezza delle recensioni. Credo che quando una storia piace sia normale
dilungarsi e a me fa enorme piacere perché posso capire così quello che passa
per la testa a chi legge la storia, quindi davvero, non preoccuparti. Leggere
una recensione è sempre un piacere, quindi continua a scrivere quello che ti
passa per la testa senza preoccuparti. In effetti nella storia sto volendo
mettere in mostra non solo l’amore sproporzionato di Edward, ma anche quello di
Bella e per quanto riguardo Edward e Jake credo che da amici siano molto meglio
che da nemici. Tutto dipenderà da loro, soprattutto dalla gelosia di Edward e
dalla sopportazione di Jake nel vedere la donna che ama tra le braccia di un
altro. Da questo capitolo sembrerebbe che tutti e due hanno capito come devono
comportarsi, ma ci riusciranno. Vedremo.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua famiglia? E i Cullen e
soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno che Bella è ancora la
diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un vampiro, ma non è
comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si
dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si
certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a
questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più
importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico?
E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del
tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio
si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da ricordare. Riuscirà a
ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le classiche
ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e che non si
fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero
innamorata? La sua vita è perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward,
il suo amico di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che
quell’amico con il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le
cose non saranno semplici e in una notte tutto si complicherà.
INTRODUZIONE:Bella è una ragazza alla moda che vive a Orange Country, con una
storia difficile alle spalle, chiusa, ma allo stesso tempo ribelle verso gli
altri incontra lui, Edward, un playboy da strapazzo, ribelle, odioso,
presuntuoso, aggressivo, ricco e che non fa altro che dedicarsi con i suoi
amici ricconi a feste mondane e al lusso più sfrenato. Riuscirà lei a lasciarsi
andare all'amore? E lui? Riuscirà a mettere la testa a posto? E se tutto
iniziasse ad andare x il verso giusto? Lei non sa, però, che un segreto alena
dietro di lei, un segreto che lui non intende svelarle, non subito almeno, ma
poi non sarà tardi? Una storia ricca di divertimento, scontri, ribellioni, ma
amore, tanto amore. Sono tutti umani.
INTRODUZIONE:Un semplice invito di matrimonio può cambiare quella che sembra
essere diventata una vita stabile? Questo si chiede Bella quando si ritrova tra
le mani l’invito del matrimonio di Alice e Jasper. Partire e raggiungere quella
che un tempo era la sua migliore amica affrontando i fantasmi del suo passato?
Oppure restare a casa e non correre rischi? Bella vive a New York, fa la
giornalista, si è lasciata i Cullen alle spalle e si porta dietro da cinque
anni due grandi responsabilità che portano il nome di Ej e Lizzie. Chi sono? E
che c’entra Edward in tutto questo? Se vi va di scoprirlo correte a leggere la
mia storia. Sono tutti umani.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. Questo è un capitolo molto
importante. Molte rivelazioni saranno utili in seguito. Prima di lasciarvi alla
lettura voglio dare a tutti voi un anticipazione. Il prossimo capitolo sarà
IMPORTANTISSIMO. Si scopriranno due cose molto importanti. Volete sapere cosa? Va
beh, oggi mi sento particolarmente buona e ve lo dico.
·L’identità del misterioso vampiro nemico;
·Qualcosina in più che riguarda le gemelle.
Che altro aggiungere? In attesa del prossimo capitolo godetevi
questo che è molto importante pure. Buona lettura a tutti. Un bacio.
Capitolo 23
La festa di Beltane
POV EDWARD
La paura non è altro che un
impedimento
nel fare o subire qualcosa
che in fin dei conti non rappresenterebbe
nulla di così compromettente.
Ed è sotto l'effetto di questa
che si compiono i gesti più
inammissibili.
Io ho paura e non provo vergogna per
questo
perché le persone che non hanno paura,
sono quelle che non hanno niente da
perdere.
Alice aveva avuto una
visione, ma mi celava i suoi pensieri e non riuscivo a capire quanto grave fosse
ciò che aveva visto.
Ero convinto che lo stesse
facendo per non farmi preoccupare troppo, ma ciò che non sapeva era che così
facendo la mia preoccupazione era alle stelle.
Sentì una pressione
colpire il mio corpo e mi resi conto che Jasper stava usando il suo potere su
di me cercando di tranquillizzarmi per quanto gli era possibile.
A complicare le cose c’era
l’espressione agghiacciante che aveva messo su Bella e non riuscivo proprio a
capire a cosa fosse dovuta.
- La festa di Beltane –
disse poi ad alta voce per far capire qualcosa alla sua famiglia, l’unica che
in quel momento poteva capire il significato di quelle parole.
Quando terminò di
pronunciarle tutti i Callaway raggelarono all’istante colpiti, forse, dalla
stessa rivelazione che poco prima aveva colpito Bella.
- Non è possibile – disse
poi Kyra dando voce ai pensieri di tutti.
- Invece lo è. Fra due
settimane esatte cade il 1 Maggio, giorno della festa di Beltane – le spiegò
Bella con assoluta certezza.
- Alice sei sicura che la
battagli avverrà di qui a due settimane? – chiese Dan, il padre di Bella.
- Si, sono sicurissima. La
visione questa volta è nitida, non possono esserci errori, non sul luogo e il
tempo almeno – gli spiegò mia sorella.
Sentì Bella stringersi più
forte a me, segno che qualcosa la preoccupava parecchio.
Forse, quella che era
sembrata una comune battaglia si stava trasformando in qualcosa di assai
pericoloso.
- Permettete una domanda?
– chiese Emmett facendo un mezzo sorriso.
- Spara – rispose Carlisle
convinto come tutti che l’orso stava per dire chissà quale stupidaggine.
- Sono l’unico a non avere
la ben che minima idea di cosa diavolo sia questa festa di Beltane? – chiese
assumendo l’espressione di un bambino.
Rubò un sorriso a tutti,
ma la sua domanda non era poi così sbagliata.
Non era l’unico a non
sapere di cosa diavolo si trattava.
La nostra muta risposta
bastò per far capire a tutti i presenti che almeno noi Cullen non sapevamo
assolutamente cosa volesse indicare quella festa.
- Forse prima che io vi
avvisi di ciò che ho visto dovremmo andare per ordine – propose Alice alla
famiglia di Bella.
- Si, Alice ha ragione.
Dobbiamo prima spiegare a loro di questa festa e cosa c’entra essa con i nostri
poteri – rispose Nikki, la mamma di Bella.
Tutta la sua famiglia fece
un cenno di assenso come per indicare che erano d’accordo.
- La leggenda narra che la
notte tra il 30 Aprile e il 1 Maggio cade la festa di Beltane, anche conosciuta
come la festa dei Fuochi o la festa di Valpurga. La parola Beltane deriva da un
vocabolo gaelico che significa “Fuoco Sacro”. E' una festa druidica dedicata allo
sbocciare della primavera. In tempi antichi la festa di Beltane non aveva una
data precisa: veniva festeggiata alla prima luna piena dopo il moderno primo
maggio. Alcuni sostengono che lo sbocciare del biancospino fosse il primo
segnale dell'evento che si avvicinava. Questa festa, non è altro che il simbolo
della nascita e della fertilità – iniziò a spiegare Jason per renderci
partecipi del significato che quella festa sembrava avere su di loro. - Beltane è una celebrazione gioiosa della fertilità della Terra e dei
suoi abitanti, dell'amore, dell'unione tra femminile e maschile e tutta la
comunità veniva coinvolta nei festeggiamenti. E' dedicata al dio Belenos,
divinità celtica della luce ed in suo onore venivano accesi grandi falò. In
occasione di questa celebrazione venivano eletti una regina ed un re di maggio
che personificavano la dea e il dio e che si univano quella notte
rappresentando l'unione divina. Spesso, proprio durante questa festa, la donna
veniva benedetta dalla madre rimanendo incinta e il suo bambino sarebbe stato
considerato un figlio degli dei, ma il re e la regina di maggio non erano certo
gli unici a festeggiare Beltane unendosi sessualmente, difatti molte coppie si
rifugiavano nei boschi o in angoli tranquilli per celebrare a loro volta la
festività – continuò Kyra al posto del marito.
- I regni fatati difficilmente appaiono, ma soprattutto sono pochi coloro che
hanno il privilegio di vedere gli esseri che li animano. La leggenda, però,
narra che durante una particolare notte di luna piena, quando essa illumina il
crepuscolo con una luce semitrasparente e dorata è possibile scorgere i luoghi
abitati dalle Fate, ma soprattutto è possibile scorgere questi piccoli essere
che appaiono come miriadi di luci scintillanti. Questa particolare notte in cui
gli umani hanno la possibilità di vedere gli esseri fatati altri non è che la
notte in cui si celebra la festa di Beltane – spiegò Nikki cercando di essere
il più chiara possibile.
Riuscivo
a seguire il discorso alla perfezione, ma non riuscivo a capire cosa questo
potesse centrare con i loro poteri, ma soprattutto non riuscivo a capire perché
Nikki avesse descritto le fate come miriadi di luci scintillanti.
Loro
erano fate, ma non avevano nessuna parvenza di luce, avevano un corpo fatto di
carne e ossa, anche se potevano trasformarsi in ciò che più volevano.
-
Scusate, ma voi non avete un corpo a tutti gli effetti? – chiese Jasper che
come me aveva colto quel particolare nel racconto di Nikki.
-
Si c’è lo abbiamo, ma io stavo parlando di Fate. Noi non siamo semplici Fate,
noi siamo Wingold Ilfirin, Fate Immortali – spiegò Nikki a mio fratello.
-
Abbiate pazienza, un passo alla volta vi spiegheremo
tutto – intervenne Bella stringendosi di più a me.
Mi ripromisi mentalmente di essere paziente e di ascoltare quanto
avevano da dire, del resto la loro storia mi interessava molto non solo in
relazione alla battaglia, ma anche per scoprire qualcosa in più sulla natura
della mia unica ragione di vita.
-
Sempre la leggenda afferma che a questi piccoli esseri luminosi piace molto
organizzare delle feste ricche di musica e balli. Uno dei loro divertimenti
preferiti è giocare tra loro con un palla d'oro in mezzo alle radure dei boschi
oppure in cima ad una collina. Queste feste avvengono sempre di notte, al
chiarore della luna, ma proprio durante la festa di Beltane è possibile che
questo mondo fatato possa essere visto dall’occhio umano, ma ci sono dei
pericoli, infatti il fascino della musica fatata può trascinare un umano verso
il cerchio, e ridurlo in schiavitù eterna nel loro mondo. Se un essere umano vi
entra è obbligato a unirsi alle loro infinite danze e ai loro giochi, la cui
durata rapportata al tempo umano è di sette anni o più. L’unico modo per essere
tratti in salvo è la mano di un amico che, rimasto fuori dal cerchio, riesca a
trascinare fuori lo sventurato, stando attendo a non entrare lui stesso nel
vortice – continuò la spiegazione Dan mentre tutti noi, licantropi compresi
sembravamo rapiti da quella storia.
-
Accadde però che una notte, esattamente il 1 Maggio di duemila anni fa, durante
la festa di Beltane, una donna rapita dalla musica fatata cadde nel cerchio e
nessuno riuscì a farla uscire fuori. Divenne così schiava delle fate, ma quella
stessa notte al termine dei balli, considerate che nel mondo umano erano
passati più di sette anni, la fanciulla trovò tra la fitta vegetazione un
anello d’oro con delle incisione elfiche (à il link dell’anello: http://yfrog.com/3zanellop ). L’anello
era talmente luminoso e bello che la fanciulla decise di indossarlo. Quando
esso si sistemò al suo dito l’incisione elfica sembrò prendere fuoco (à il link dell’anello
infuocato: http://yfrog.com/9hanelloinfuocatoj
) e una grandissima luce avvolse la ragazza e la vegetazione intorno a lei. Le
piccole fate di luce accorsero velocemente pregando la giovane di togliersi
l’anello, le promisero perfino di liberarla dalla schiavitù se lo avesse fatto,
ma la giovane non riuscì in nessun modo a sfilarsi quell’anello il quale
sembrava ormai appartenere al suo corpo. Il bagliore attorno alla ragazza
aumentò, l’energia che sprigionavano tutte le fate sembrò diminuire come se
elle la stessero cedendo alla ragazza e anche la luna piena alta nel cielo
cedeva la sua energia e i suoi influssi vitali alla fanciulla, la quale in
pochi minuti sembrò avvolta da una grande sfera di luce mentre urlava e si
dimenava dal dolore. Dopo un giorno il bagliore si placò e la sfera dentro cui
la ragazza era imprigionata sparì lasciando spazio solo ad una fanciulla dalla
bellezza eterea. Era la stessa ragazza fatta schiava dalle fate, ma era
diversa, più bella, più luminosa, ma soprattutto più potente, più potente
perfino delle fate. Fu lei la prima Wingold Ilfirin, la prima Fata Immortale, Vorfilia,
quella che può essere considerata la più antica delle Fate Immortali, la nostra
regina, colei che ci ha trasformati tutti – concluse il suo racconto Nate.
La
curiosità era tanta, troppa e una domanda nasceva spontanea dentro di me.
-
Quindi voi siete una specie di Fate diverse da quelle che comunemente narra la
leggenda? – chiesi sperando che qualcuno mi rispondesse.
-
Si, noi siamo una nuova specie, la specie più potente. Le fate di cui parla la
leggenda non esistono più, quei piccoli esseri luminosi sono spariti, sono
stati annientati da fate come noi poiché erano troppo deboli per essere potenti
come le fate immortali. Loro, piccoli esseri di luce erano nulla in confronto
alla nostra grandezza. Noi abbiamo dei poteri, siamo telepatici e possiamo
trasformarci in qualunque essere umano e inumano vogliamo, ma soprattutto noi a
differenza loro possiamo vivere una vita normale, come gli umani, senza doverci
nascondere e poter apparire soltanto una volta all’anno – mi spiegò Nate
orgoglioso di essere ciò che era.
-
E questa fata, Vorfilia, esiste ancora? – chiese Alice curiosa più che mai.
Guardai
i licantropi e loro a differenza nostra non sembravano stupiti e non facevano
domande.
Dai
loro pensieri potevo chiaramente percepire che questa parte della storia la
conoscevano già anche se, ogni volta che la sentivano, ne rimanevano
affascinati.
-
Si certo, ma non è così facile rintracciarla. Nessuno di noi è a conoscenza di
dove ella si nasconda. Appare solo per trasformare altri in esseri come noi
oppure qualora qualcuno la invochi, anche se non sempre in quest’ultimo caso si
fa vedere – rispose Bella senza farsi troppi problemi.
-
È da non credere. Una prigioniera che diventa regina. Certo che non finirò mai
di stupirmi – disse Emmett più a se stesso che a noi.
Vidi
Bella sorridere e scuotere la testa come per dire che non sarebbe mai cambiato
e anche io in quel momento ne fui certo.
-
Bene adesso anche loro sanno delle vostre origini, ma dovreste spiegarci,
invece, cosa c’entrano i vostri poteri con questa festa – chiese Jake che come
previsto non aveva idea del nesso logico tra le due cose.
-
Se quest’anno fosse un anno normale non c’entrerebbe nulla, ma purtroppo
quest’anno è diverso, quest’anno ci sarà la luna piena – gli rispose Bella
assumendo di nuovo un’espressione preoccupata.
-
Impossibile Bella. La luna piena è stata due settimane fa. Fra due settimane
non può esserci un’altra luna piena – le fece notare Rosalie dando voce ai
pensieri di tutti.
Ricordavo
ancora il momento del chiarimento tra lei ed Alice, quando non appena erano
uscite fuori Bella gli aveva raccontato la leggenda sulla luna piena.
-
Bella ha ragione. Ci sarà la luna piena. Io l’ho vista – disse Alice
rivolgendosi a tutti.
-
Come diavolo è possibile? – chiese Sam.
-
Perché ogni cento anni durante la notte della festa di Beltane nel cielo appare
una grande e luminosa luna piena, una luna piena in ricordo della nascita di
questa nuova specie di Fate – spiegò Bella breve, ma concisa.
-
E i vostri poteri che c’entrano con tutto questo? – domandò Esme alla mia
ragazza.
-
Durante la festa di Beltane, ogni cento anni, tutte le Fate Immortali perdono i
loro poteri poiché li cedono alla Luna che riesce ad apparire piena solo grazie
ad essi – continuò lei con la spiegazione.
-
In pratica sono i vostri poteri che permettono la comparsa della luna piena? –
domandai per rendermi conto se davvero avevo capito.
-
Si, è così. Ovviamente accade solo una volta ogni cento anni e al termine della
giornata i nostri poteri tornano a noi più forti che mai – mi rispose Bella.
-
E non potete fare nulla per evitare di cedere questi poteri alla Luna? – chiese
Jake speranzoso.
-
No. Questo meccanismo si innesca in noi la notte tra il 30 Aprile e il 1 Maggio
e la mattina dell’1, al nostro risveglio, i nostri poteri sono spariti, come se
non li avessimo mai posseduti. La notte tra il 1 Maggio e il 2 Maggio avviene
il meccanismo contrario e la mattina del 2 i nostri poteri sono di nuovi insiti
in noi incrementati a dismisura – spiegò Jason cercando si essere chiaro.
Avevo
capito perfettamente tutto il meccanismo e il significato di tutto ciò che i
Callaway avevano detto era solo uno.
Ci
pensò Embry a dirlo a voce alta.
-
Quindi questa battaglia si baserà solo sulle forze licantropi-vampiri, giusto?
– chiese mentre ricevette un cenno di assenso da tutta la famiglia Callaway.
-
Bella dovresti dire loro cos’altro succede quella notte – intervenne poi Jenny
nel discorso provocandosi un’occhiataccia dal mia ragazza.
-
Non guardarla così. Jenny ha ragione, devono sapere tutto – continuò Blair
ignorando lo sguardo che Bella adesso aveva lanciato anche a lei.
-
Cos’è che dobbiamo sapere? – chiesi alla mia ragazza preoccupato.
-
Nulla di così importante – mi rispose lei cercando di convincermi con il suo
sguardo.
Dire
che non ci era riuscita per nulla mi sembrava ovvio.
-
Le Fate Immortali durante questa notte non sono più immortali. Se succedesse
qualcosa possono ancora morire – ci rivelò Jenny mentre Bella la raggelò con lo
sguardo.
-
Cioè tornate umani quella notte? – domandò Jared mentre io mi sentì mancare.
-
Si e no – rispose Kyra senza spiegarsi troppo bene.
-
Che significa? – chiese Jasper mentre io ero impossibilitato a parlare.
-
Significa che restiamo fate in quanto a movimento, percezione dei suoni, vista
più acuta, ma il nostro corpo è fragile come quello umano. Un incidente, una
caduta pericolosa, uno sparo, un coltello, qualunque cosa possa uccidere un
umano può uccidere noi quella notte – continuò Jason cercando di spiegare le
parole della moglie.
-
In poche parole la nostre mente resta la stessa, ma il nostro corpo diventa
umano come tutti gli esseri umani normali – concluse Bella per spiegare in modo
semplice ed esaustivo ciò che succedeva quella notte.
Non
potevo crederci.
Bella
tornava ad essere una fragile umana proprio nell’unico momento in cui rischiava
davvero che le succedesse qualcosa.
Non
doveva succedere, non lo avrei permesso.
Quella
battaglia a mio avviso si faceva più pericolosa perché adesso c’era qualcosa in
più da tenere in conto.
Oltre
a combattere dovevo pure proteggere Bella e l’avrei fatto anche a costo della
mia vita.
Ci
fu un attimo di silenzio.
Tutti
avevamo bisogno di metabolizzare quanto avevamo appena saputo.
Noi
Cullen e perfino i licantropi eravamo sconvolti, mentre Bella e il resto della
sua famiglia sembravano essere rassegnati.
Strinsi
più forte Bella a me e lei mi baciò una guancia con il chiaro intento di farmi
tranquillizzare un po’ e solo in quel momento mi resi conto di avere davvero
paura.
Si,
un vampiro centenario aveva paura, paura di perdere ciò che di bello quella
vita dannata gli aveva dato.
Avevo
paura e lo avrei gridato ai quattro venti se necessario perché non c’era niente
di che vergognarsi nel provare paura.
La
paura non è altro che un sentimento naturale, un sentimento che in determinate
circostanze tutti si ritrovano a provare perché solo chi non ha niente da
perdere non prova paura.
Io
avevo tanto, troppo da perdere ed avevo paura, troppa forse.
-
Alice adesso ci dici cosa hai visto? – chiese poi la mia ragazza interrompendo
il silenzio che si era creato.
Vidi
Alice guardarmi e finalmente mi aprì i suoi pensieri permettendomi di vedere
ciò che lei stessa aveva visto.
C’erano
tante cose strane in quella visione, ma soprattutto non riuscivo a collegare i
personaggi della visione di Alice con qualcuno di già visto.
-
Ci sono due vampiri che hanno intenzione di attaccare. Lo faranno tra due
settimane esatte in una battaglia che stranamente si svolgerà di notte ecco
perché prima dicevo di aver visto la luna piena. Riesco a scorgere chiaramente
il luogo e il tempo della battaglia, perfino i volti dei due vampiri mi sono
chiari, ma c’è qualcosa che disturba il mio potere, qualcosa che non riesco a
vedere con esattezza, come se loro fossero a conoscenza del mio potere e per
questo capaci di arginarlo come meglio credono. Non sono certa di questo, ma
qualcosa lo blocca e riesco a vedere solo sprazzi di battaglia, sprazzi in cui
vedo i nostri volti sofferenti come se stessimo perdendo – spiegò Alice dando
voce alla sua visione.
-
Le tue visioni possono sempre cambiare se qualcuno cambia decisione. Se
attuiamo una strategia di combattimento potremmo cambiare il corso della
battaglia – disse Esme cercando di mantenere la calma.
-
Si, potrebbe succedere. L’alleanza con i licantropi è già un ottima strategia –
spiegò Alice puntando lo sguardo sul branco.
-
Nella tua visione non riesci a capire cosa vogliono questi vampiri da noi? –
chiese Jake.
-
No, so solo che sono una ragazza e un ragazzo – spiegò Alice.
-
Potrebbe trattarsi di Victoria. A quanto ne sappiamo noi medita ancora vendetta
contro Bella – propose Emmett.
-
Sei scemo o cosa? Pensi che se fosse stata Victoria non l’avrei riconosciuta
nella visione? – gli chiese Alice sarcastica.
-
Victoria non può più nuocere a nessuno. L’abbiamo eliminata un secolo e mezzo
fa – ci spiegò Jake soddisfatto.
La
notizia non mi risultava per nulla nuova.
Bella
me ne aveva già parlato.
Mi
aveva rivelato che dopo la morte di Laurent per mano di colei che l’aveva
creata, Victoria era tornata a Forks per cercarla inconsapevole che lei non
abitasse più lì, ma i licantropi erano riusciti ad eliminarla.
Mentre
la mia famiglia si faceva spiegare i dettagli in merito alla fine di Victoria
ripensai ai volti dei due vampiri visti nella visione di Alice e adesso che li
scrutavo attentamente la ragazza non mi sembrò un volto nuovo.
L’avevo
già vista da qualche parte, o forse l’avevo semplicemente vista nei ricordi di
qualcuno.
Non
riuscivo a capire dove, però.
Fissai
l’immagine nella testa di Alice ancora per un po’ fino a quando riuscì ad
associare quel volto ad un nome, anche se mi sembrava assurdo.
Non
poteva essere.
Era
altamente impossibile.
Quella
vampira non poteva essere lei.
Eppure
ero sicuro di non sbagliarmi.
Dovevo
scoprirlo, ma soprattutto dovevo capire cosa quella vampira c’entrasse con
Bella e ci sarei riuscito ad ogni costo perché ne valeva della mia felicità e
di quella di tutte le persone che amavo di più al mondo.
…Adry91…
Leggete: Ho pubblicato un’altra storia sempre su Twilight. Sono tutti
umani e vedrete i personaggi molto diversi da come abbiamo imparato a
conoscerli. Due gruppi l’uno contro l’altro e che gruppi. Vi lascio sotto il
link e la trama. Se vi va andate a leggere:
Isabella Swan fugge via dalla sua città all’ètà di dieci anni,
grassottella e timida viene presa in giro da tutti. Si rifugia a Jacksonville
dalla madre, ma otto anni dopo il brutto anatroccolo si è trasformato in un
bellissimo cigno. Decide di tornare a Beverly Hill, la sua città natale, dove i
suoi vecchi amici la attendono, ma Bella è cambiata non solo fisicamente e
vuole prendersi la sua rivincita su tutti coloro che un tempo la prendevano in
giro. Nella sua vecchia città, però, non tutto è come lo ha lasciato. I Royal
King, i suoi vecchi amici, sono in lotta continua contro i Blue Ice, un altro
club di ragazzi popolari e ricchi. Cosa succederà con l’arrivo di Bella? Che
succederà se un giorno i due gruppi si ritrovano costretti a collaborare?
Filerà tutto liscio? Personaggi decisamente diversi da come abbiamo imparato a
conoscerli, ma chissà…magari dall’odio nascerà qualcos’altro e quella che era
sembrata una rivincita potrebbe diventare ben altro. Sono tutti umani.
- ste87: Eccoti spiegato cosa succede il giorno di Beltane. Come vedi
Bella e il resto della famiglia non possono proprio usare i loro poteri.
- vittoriaKf: Lo so, è tutto molto complicato, ma
vedrai che prima o poi qualcosa si smuoverà. Anche se comunque prima di trovare
un po’ di pace ne passerà ancora di acqua sotto i ponti.
- Austen95: Lo so, mai notizie buone, ma è questo il bello della storia.
Mistero e complicazioni.
- eliza1755: Beh in effetti Jenny non sembra ancora essere disposta a
cedere, chissà se prima o poi c’è la farà. Per scoprire l’identità del vampiro
misterioso ti basta aspettare fino al prossimo capitolo. Quanto alla tregua tra
il vampiro e il licantropo non lo so se reggerà, so solo che se vogliono andare
tutti e due d’accordo con Bella dovranno farla reggere.
- Saruxxa: Si, forse hai ragione. Il
comportamento di Jenny è stato comunque un passo avanti, anche se siamo ancora
molto lontani dal creare un rapporto quanto meno decente. Spero che parte delle
tue domande scaturite dallo scorso capitolo avranno risposta in questo
corrente, in tutti i casi presto si scopriranno ancora più cose.
- vanderbit: Mi hai fatto due domande. Alla prima
non serve che ti risponda perché nel capitolo corrente è già spiegato tutto per
bene. Se non hai capito qualcosa basta chiedere e ti do tutte le spiegazioni
possibili ed immaginabili. Quanto alla seconda domanda, invece, non ti posso
dire nulla. Potrebbe essere solo una coincidenza oppure il nemico è a
conoscenza di questo. Non saprei dirti. Scoprirai tutto presto.
- amanecer: Non so se Jenny si sta ricredendo o
meno su Edward. In tutti i casi in bene o in male ha fatto un passo avanti.
Certo chiedere aiuto proprio ad Edward non ha fatto bene al suo orgoglio, ma
pazienza. A volte l’orgoglio è meglio metterlo da parte.
- bellina97: No, non credo tu ti sia perso nessun dettaglio. Bella come ho
rivelato in un capitolo passato è una “Fata immortale”, ma pur essendo tale
resta comunque una donna così come Edward pur essendo un vampiro è pur sempre
un uomo. Era questo che volevo intendere.
- francesca 96: Eccoti spiegato il motivo per cui
Bella e il resto della famiglia non posso utilizzare i proprio poteri il giorno
della battaglia.
- Edwardina4ever: Lo so, ho interrotto in un momento cruciale, ma mi serviva fare
così per creare suspense. In tutti i casi eccoti spiegato cosa succede il
giorno di Beltane.
- DiamondDior: Non so perché ti sono comparsi dei
simboli strani comunque si il capitolo l’ho intitolato “una scoperta
agghiacciante” in quanto Alice rivela a Bella e al resto della famiglia di
Bella che loro il giorno della battaglia non potranno usare i loro poteri.
Bella chiede ad Alice quando si svolgerà la battaglia e dalla risposta di
Alice, Bella capisce che la battaglia si svolgerà il giorno di Beltane e lei sa
che in questo giorno i suoi poteri e quelli della sua famiglia sono nulli. Di
conseguenza né lei né gli altri possono aiutare i Cullen e i licantropi durante
la battaglia. Il capitolo scorso si interrompe prima che Bella spieghi cosa
succede durante questa festa di Beltane, ma è tutto spiegato in questo
capitolo. Se non hai capito qualcosa dello scorso capitolo visto che hai detto
che ti sono comparsi dei simboli strani, non esitare a chiedere. Ti spiegherò
tutto.
- krystal86: Lo so, ho interrotto sul più bello, ma mi serviva per creare suspense.
Comunque eccoti spiegato cosa succede durante la festa di Beltane. Quanto alla
scoperta dell’identità del misterioso vampiro dovrai aspettare solo fino al
prossimo capitolo.
- ClaudiaSv16: Eccoti spiegato perché durante la festa di Beltane non posso
usare i loro poteri. Non posso dirti se i loro nemici sanno di questo oppure
no. Potrebbe essere solo una coincidenza il fatto che la battaglia si svolgerà
proprio quel giorno, oppure è stato fatto apposta come dici tu. Lo scopriremo
presto.
- Giada isownedby Edward: Il capitolo in cui si saprà ciò che nasconde Bella arriverà
tranquilla. Come hai detto tu stessa molti lo vogliono sapere e presto lo
scoprirete, ma dovete essere pazienti. Jenny ha detto ad Edward che lui non
deve sapere cosa è successo in questo 150 anni, non ciò che Bella ha fatto. È un
po’ diverso e quando si scoprirà tutto lo capirai. Non posso dirti nulla in più
altrimenti finirai per capire. Quanto alla festa di Beltane ecco spiegato cosa
succede.
- __Ivy__: Sono davvero contenta che ti piace il mio modo di scrivere e la
mia storia. Anche io ringrazio la Meyer e la ringrazio per tante cose davvero. Innanzitutto
perché grazie ai suoi libri mi ha aiutato in un momento difficile e mi ha fatto
ricredere in tante cose, nei sogni, nella magia dell’amore e in valori a cui
avevo smesso di credere. La ringrazio perché mi ha fatto scoprire il piacere
per la scrittura perché è grazie alla sua storia, ai suoi personaggi che è
arrivata l’ispirazione per scrivere qualcosa di mio e la ringrazio per aver
creato questa saga che ha unito tante fan come noi che non fanno altro che
leggere e rileggere i suoi capolavori e poi parlarne insieme. Ti ringrazio per
i complimenti che mi hai fatto e spero di non deluderti con i prossimi
capitoli.
- antonellalantigua: Eccoti il capitolo. So di aver fatto
aspettare un po’, ma non sono proprio riuscita a postare prima. Spero ti
piaccia e sia valsa la pena aspettare.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua famiglia? E i Cullen e
soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno che Bella è ancora la
diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un vampiro, ma non è
comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si
dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si
certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a
questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più
importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico?
E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del
tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio
si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da ricordare. Riuscirà a
ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e che
non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero
innamorata? La sua vita è perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward,
il suo amico di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che
quell’amico con il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le
cose non saranno semplici e in una notte tutto si complicherà.
INTRODUZIONE:Bella è una ragazza alla moda che vive a Orange Country, con una
storia difficile alle spalle, chiusa, ma allo stesso tempo ribelle verso gli
altri incontra lui, Edward, un playboy da strapazzo, ribelle, odioso,
presuntuoso, aggressivo, ricco e che non fa altro che dedicarsi con i suoi
amici ricconi a feste mondane e al lusso più sfrenato. Riuscirà lei a lasciarsi
andare all'amore? E lui? Riuscirà a mettere la testa a posto? E se tutto
iniziasse ad andare x il verso giusto? Lei non sa, però, che un segreto alena
dietro di lei, un segreto che lui non intende svelarle, non subito almeno, ma
poi non sarà tardi? Una storia ricca di divertimento, scontri, ribellioni, ma
amore, tanto amore. Sono tutti umani.
INTRODUZIONE:Un semplice invito di matrimonio può cambiare quella che sembra
essere diventata una vita stabile? Questo si chiede Bella quando si ritrova tra
le mani l’invito del matrimonio di Alice e Jasper. Partire e raggiungere quella
che un tempo era la sua migliore amica affrontando i fantasmi del suo passato?
Oppure restare a casa e non correre rischi? Bella vive a New York, fa la
giornalista, si è lasciata i Cullen alle spalle e si porta dietro da cinque
anni due grandi responsabilità che portano il nome di Ej e Lizzie. Chi sono? E
che c’entra Edward in tutto questo? Se vi va di scoprirlo correte a leggere la
mia storia. Sono tutti umani.
INTRODUZIONE:Isabella Swan fugge via dalla sua città all’ètà di dieci anni,
grassottella e timida viene presa in giro da tutti. Si rifugia a Jacksonville
dalla madre, ma otto anni dopo il brutto anatroccolo si è trasformato in un
bellissimo cigno. Decide di tornare a Beverly Hill, la sua città natale, dove i
suoi vecchi amici la attendono, ma Bella è cambiata non solo fisicamente e
vuole prendersi la sua rivincita su tutti coloro che un tempo la prendevano in
giro. Nella sua vecchia città, però, non tutto è come lo ha lasciato. I Royal
King, i suoi vecchi amici, sono in lotta continua contro i Blue Ice, un altro
club di ragazzi popolari e ricchi. Cosa succederà con l’arrivo di Bella? Che
succederà se un giorno i due gruppi si ritrovano costretti a collaborare?
Filerà tutto liscio? Personaggi decisamente diversi da come abbiamo imparato a
conoscerli, ma chissà…magari dall’odio nascerà qualcos’altro e quella che era
sembrata una rivincita potrebbe diventare ben altro. Sono tutti umani. Vi ho
incuriosito? Correte a leggere.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro capitolo, uno molto importante come vi
avevo già anticipato. Non mi resta da aggiungere nulla. Vi lascio direttamente
al capitolo. Buona lettura a tutti. Un bacio.
Capitolo 24
Una sconvolgente
rivelazione
POV EDWARD
Per accogliere una rivelazione,
grande o piccola che sia,
basta a volte essere elastici,
ma oggi mi chiedo se si può esserlo
quando una semplice rivelazione
è capace di sconvolgerti la vita.
Stavo ancora riflettendo sulla
mia teoria in merito all’identità della vampira che era apparsa nella visione
di Alice e più riflettevo più la soluzione mi sembrava sempre più chiara anche
se non riuscivo a trovare un collegamento con questa e Bella.
Nel frattempo in salone si
stava parlando di come i licantropi avessero ucciso Victoria, cosa che al
momento mi sembrava irrilevante.
- Jasper pensa al tuo
passato – dissi a mio fratello mentre tutti stavano parlottando tra di loro.
Non appena terminai di
parlare l’attenzione tornò tutta su di me e tutti mi guardavano come se avessi
detto chissà quale blasfemia.
- Edward ti senti bene? –
mi chiese Jasper non riuscendo a capire cosa volessi dirgli.
- Fai ciò che ti ho detto.
Pensa alle battaglie che hai combattuto nel Sud, adesso – gli dissi e prima
ancora che lui potesse rispondermi la sua mente come previsto si riempì di
immagini datate secoli prima.
Del resto anche non
volendo pensare a ciò che gli avevo detto gli sarebbe venuto spontaneo perché
la mente non può fare a meno di relazionare un oggetto o una parola ad
un’immagine.
Vidi nella sua immagine
tutti i suoi ricordi.
Lui umano che decideva di
arruolarsi, lui che tornando dal campo di battaglia si imbatteva nelle tre
vampire che poi lo avrebbero trasformato, lui che vampiro uccideva schiere di
vampiri senza pietà.
Ciò che, però, interessava
me l’aveva già pensato.
Il punto cruciale che mi
premeva era l’incontro con le tre vampire, ma più propriamente il volto di una
di loro.
E adesso che confrontavo
il ricordo di Jasper con la visione di Alice tutto mi era chiaro.
- Ti basta? – mi chiese
Jasper ancora ignaro di quello che era il mio intento.
- La vampira della visione
– mi limitai a dire ancora incredulo della mia stessa scoperta.
- Edward stiamo giocando
ad un rebus o alle parole incrociate? Che stai cercando di dire? – mi domandò
Alice curiosa più che mai di scoprire cosa mi passava per la testa.
- Adesso so chi è –
continuai io incredulo.
- Diamine Edward, parla –
mi incitò Rosalie aumentando il tono di voce.
Dovevo dirlo anche se io
stesso non credevo alle mie parole.
- Maria – mi limitai a
dire mentre vidi Jasper sbiancare e con lui tutti i componenti della mia
famiglia.
Bella, i Callaway e tutti
i licantropi non riuscivano a capire cosa stesse succedendo.
- Non è possibile – disse
Jasper con un filo di voce.
- Ti dico che è lei. La
vampira della visione di Alice è Maria, quella Maria – gli risposi io con tono
sicuro.
- Che cazzo c’entra Maria
con Bella? – chiese Emmett lasciandosi un po’ andare con le parole.
- Emmett – lo rimproverò
mamma dandogli uno scappellotto.
- In questo caso ci stava
tutto – si giustificò lui.
- Emmett ha ragione. Non
c’è un nesso logico tra le due – intervenne Alice.
- Questo lo so anch’io, ma
adesso quello che mi preme è un’altra cosa – dissi riferendomi al fatto che se
davvero era Maria quella vampira eravamo nei guai.
Quella donna era una
guerriera nata, conosceva l’arte della lotta meglio di chiunque altro.
- La battaglia – disse
semplicemente Jasper dando voce ai miei pensieri.
- Possiamo capire di cosa
diavolo state parlando? – ci domandò Jake alzando il tono di voce.
- Jasper forse è meglio se
spieghi come stanno le cose. A questo punto devono sapere anche loro – dissi a
mio fratello.
Lui fece un cenno di
assenso e poi iniziò a raccontare tutta la sua storia raccontando di Maria,
delle battaglie nel Sud, di Peter e Charlotte, della sua decisione di
abbandonare la sua vita per crearne una lontano dalle battaglie, del suo
incontro con Alice in un bar di Philadelphia e del loro arrivo nella nostra famiglia.
Tutti erano basiti dal
racconto raccapricciante di mio fratello, ma soprattutto quando capirono che
questa Maria conosceva il campo di battaglia come le sue scarpe iniziarono a
preoccuparsi.
Nessuno nel frattempo
riusciva a trovare un nesso logico tra questa vampira e Bella.
- Magari ha scambiato
Bella per Alice – propose Emmett mettendo su un’espressione che era tutto un
programma.
- Possibile che non riesci
ad essere serio nemmeno in circostanze come queste? – gli chiese Rose.
- Ma sono serio. Pensateci
su. Jasper e Maria hanno avuto una storia – iniziò a dire prima di fermarsi un
attimo a causa del ringhio acuto di Alice che sembrava avere un moto di gelosia
– poi Jasper l’ha abbandonata e ha trovato Alice. Magari lei ha fatto delle
ricerche e pensa che Bella sia Alice e vuole vendicarsi – spiegò brevemente
l’orso di casa.
- Il tuo ragionamento non
fa una piega. Io credo che Emmett possa avere ragione – rispose subito Nate
convinto delle parole dell’orso.
- Io invece credo che voi
due dovete avere un qualche legame di sangue, altrimenti non si spiega la
vostra incredibile idiozia – gli fece notare Rosalie mentre tutti scoppiammo a
ridere.
- Ma perché scusa? –
chiesero entrambi all’unisono.
- Idioti che non siete
altri se questo vampiro che ha seguito Bella fino ad ora è Maria non credo che
oltre che scambiare lei scambiasse pure Edward. Direi che tra Edward e Jasper
c’è una differenza sostanziale. Come fa a credere che la donna di Jasper stia
con Edward? – gli fece notare in breve Rosalie.
- Giusto – risposero
entrambi abbassando la testa dopo la pessima figura che avevano fatto.
Sorridemmo tutti, poi,
però, ci fu un attimo di silenzio.
- Che si fa, adesso? –
chiese poi Dan.
- Dobbiamo prepararci per
la battaglia. Non che la cosa mi entusiasmi particolarmente, ma siamo costretti
– gli risposi Carlisle.
- Credo non ci siamo altre
soluzioni – concordai io.
- Se siete d’accordo
Jasper ci spiegherà come combattere al meglio. Maria è una combattente nata, ha
combattuto milioni di battaglie e non è mai stata sconfitta. Dobbiamo
prepararci al meglio e nessuno meglio di Jasper sa i suoi punti deboli e sa
come fronteggiarla – propose papà.
- D’accordo. Noi siamo con
voi – accettò la proposta Sam mentre tutto il resto del branco fece un cenno di
assenso con la testa.
- Quando si inizia? –
domandò fremente Emmett che a quanto pareva non vedeva l’ora di mettersi
all’opera.
- Domani mattina, ma frena
l’entusiasmo. Stiamo parlando di una battaglia pericolosa non i soliti
giochetti che facciamo nel giardino di casa – gli rispose Jasper serio
spegnendo anche se solo per una frazione di secondo l’entusiasmo dell’orso.
- Non sappiamo neppure se
questi vampiri hanno poteri extra – disse Bella più a se stessa che agli altri.
- E non possiamo contare
sul tuo scudo – continuò Jake.
- Dovremmo farcela con le
nostre stesse forze. Io posso leggere nella mente ogni loro mossa e comportarmi
di conseguenza, Alice può aiutare con le visioni e Jasper può modificare le
loro emozioni mettendogli paura. Possiamo farcela, ma dobbiamo crederci – dissi
io convinto più che mai delle mie parole.
Vidi Bella raggelarsi
all’istante e non riuscì a capire il motivo, ma ben presto capì che tra lei e
le gemelle c’era appena stata una comunicazione telepatica perché loro la
guardavano fissi e Bella sembrava quasi implorarle con lo sguardo.
- Mi dispiace, ma è una
decisione che spetta a noi – disse Jenny all’improvviso rivolgendosi a Bella.
- È pericoloso dannazione
– la rimproverò Bella.
- È pericoloso per tutti.
Loro rischieranno la loro vita per te, a quanto pare sei tu il bersaglio e io,
noi non c’è ne staremo con le mani in mano, fine del discorso – continuò Blair
sempre rivolgendosi alla mia ragazza.
Non riuscivo a capire cosa
stesse succedendo anche perché all’improvviso la mente di tutti i Callaway e
dei licantropi divenne impenetrabile per me e la cosa non mi piaceva per nulla.
Ci stavano nascondendo
qualcosa.
- Riflettici, possiamo
essere loro molto utili – riprese di nuovo Jenny.
Ci fu un attimo di
silenzio poi entrambe le gemelle sorrisero a Bella.
- È la scelta migliore. I
nostri poteri con molta probabilità potranno aiutare e migliorare l’esito della
battaglia – concluse Blair forse dopo una risposta telepatica da parte di
Bella.
- Vi dispiacerebbe usare
una comunicazione comprensibile per tutti? – chiese Alice consapevole che in
quella stanza stava succedendo qualcosa.
Ci fu un attimo di
silenzio, poi tutti gli sguardi furono puntati su Bella.
- Allora? – chiesi io per
esortare qualcuno a parlare.
- Le gemelle vogliono
combattere – disse Bella guardando soprattutto me.
- Non se ne parla proprio.
È troppo pericoloso – risposi io subito.
Non avrei mai messo quelle
due in pericolo, per nessun motivo al mondo.
Bella le aveva sempre
considerate come le piccole di casa e non so per quale motivo, ma anche io le
consideravo così.
Nonostante fossero delle
diciassettenni mi sentivo in dovere di doverle proteggere.
- Edward non è una
richiesta la nostra. Vi stiamo solo informando, la decisione l’abbaiamo già
presa – mi rispose Jenny fredda più che mai.
- Una decisione che sarete
costrette a modificare. Nessuna di voi due scenderà in battaglia – la informai.
- Hanno già deciso. Non
gli farai cambiare idea in nessun modo – mi informò Bella sicura delle sue
parole nonostante il tono di voce faceva intendere una certa preoccupazione.
- Edward ha ragione. Non è
il caso che loro combattono e poi ricordiamoci che i loro poteri sarebbero
nulli quel giorno. Non possiamo correre rischi inutili – intervenne Jasper in
mio favore.
- I nostri poteri saranno
in funzione – ci informò Blair seria.
- Avete appena detto che
non è così – disse Alice riferendosi alla storia relativa alla festa di
Beltane.
- Abbiamo appena detto che
i poteri delle Fate Immortali non saranno in funzione. Non abbiamo minimamente
accennato a nostri – continuò Jenny sicura di sé.
- Credo di essermi perso
qualche passo – informai tutti mentre la confusione iniziava a impossessarsi di
me.
- C’è una cosa che non vi
ho detto, ma a quanto pare è arrivato il momento – disse Bella rivolgendosi a
tutta la famiglia.
Dopo aver pronunciato
quelle parole intrecciò il suo sguardo con il mio forse per cercare di leggerci
qualcosa, ma dubitavo che avrebbe trovato altro se non confusione, tanta
confusione.
- Bella che sta
succedendo? Che cosa significa che i loro poteri saranno in funzione? – le
chiesi fissandola negli occhi mentre ancora la tenevo stretta a me.
- Significa che loro non
sono delle Fate Immortale, non del tutto almeno – mi spiegò mentre io rimasi
sconvolto.
Non riuscivo a capire che
cosa volesse dire con quella frase.
Che significato dovevo
attribuire a quelle parole?
- Ti consiglio di
spiegarmi meglio, perché non riesco a seguirti bene – la informai.
- Le gemelle sono delle
Fate Immortali solo per metà per questo quel giorno i loro poteri saranno
funzionanti come sempre – continuò lei fissando i miei occhi dorati.
- Fino a qui ci sono. C’è
altro? – chiesi consapevole che Bella nascondeva qualcos’altro altrimenti non
si spiegava quell’espressione preoccupata che aveva messo addosso e il fatto
che tutti i presenti improvvisamente avessero una mente del tutto assente.
Bella si staccò da me e si
diresse verso il comò del salotto.
Prese un album di
fotografie e ne staccò una delle prime poi lo posò nuovamente e si avvicinò di
nuovo a me.
- Le gemelle non sono sempre
state così. Le ho sempre considerate le piccole di casa perché le ho viste
crescere da quando erano solo due fagotti fino a vederle così grandi – mi disse
porgendomi la foto che aveva preso poco prima.
La guardai e vidi le
gemelle dentro due sacchi a pelo nel prato che ridevano a colui o colei che gli
aveva scattato la foto (à il link della foto: http://yfrog.com/6wgemellej ).
Non potevano avere più di
otto-dieci anni e se adesso una piccola, millesimale differenza riuscivo a
notarla tra loro, in quella foto erano identiche.
Non riuscivo a scorgere
nessuna differenza.
La foto mostrava
chiaramente la verità delle parole di Bella.
Quelle due erano cresciute
e lei sembrava esserci stata quando questo era accaduto.
Nonostante quella foto,
però, non riuscivo lo stesso a comprendere ciò che Bella cercava di dirmi.
- Che significa? – chiesi
a lei mentre l’attenzione di tutti era puntata sulla mia ragazza.
- Significa che Blair e
Jenny sono le mie figlie – mi rispose lei mentre la foto che fino a pochi
secondi era nella mia mano cadde inesorabile nel pavimento.
Ero sconvolto.
Non riuscivo a credere che
Bella avesse due figlie eppure adesso che le guardavo mi rendevo conto di
quanto quelle due gli somigliassero.
Avevano gli stessi
identici occhi della Bella umana, cambiava solo il colore che, invece, era
identico a quello della Bella fata.
Non sapevo che pensare, ma
soprattutto non riuscivo a capire il motivo per cui non me ne aveva mai
parlato.
- Edward stai bene? – mi
chiese lei con fare preoccupato.
Non riuscivo nemmeno a
rispondere.
La mia mente riuscì a
produrre una sola immagine e sentì un male cane: Bella tra le braccia di un
altro che gli aveva dato quello che io non avrei mai potuto dargli.
Ero contento che lei
avesse potuto provare la gioia di essere madre, ma pensarla con un altro che
non fossi io mi faceva troppo male.
Ero stato io che l’avevo
lasciata per permettergli di vivere una vita normale, di trovare un uomo,
sposarlo, farci dei bambini e invecchiare insieme, ma non avevo mai veramente
realizzato cosa questo significasse per me.
Adesso che guardavo Bella
e le sue figlie mi rendevo conto di quanto egoisticamente non avrei mai voluto
che lei trovasse davvero un altro uomo, invece era successo.
Questo lui gli aveva dato
la gioia più grande e io non avevo nessun diritto di rovinare quel momento.
- Si, devo solo
riprendermi. Non me lo sarei mai immaginato – le risposi quando sembrai tornare
in me.
- Sei arrabbiato? – mi
domandò poi.
- No, me ne sono andato proprio
per farti vivere una vita normale, per farti avere dei figli, figli che non
potevo darti. L’unica cosa che avrei voluto era che tu me ne parlassi prima, ma
avrai avuto le tue ragioni per non farlo – gli risposi sincero.
- Lo so, ma non ne ho
avuto il coraggio. Avevo paura che ti arrabbiassi, che non avresti capito e che
te ne andassi – mi rivelò lei.
- È una cosa bella. Non
sono arrabbiato, sono solo deluso che non tu non me ne abbia parlato prima,
tutto qui. Comunque esco un attimo a prendere un po’ d’aria, ne ho davvero
bisogno – dissi io scomparendo a velocità sovrumana da quella stanza.
Mi diressi fuori e
respirai davvero un po’ di aria fresca anche se non ne avevo bisogno.
C’erano tante domande che
avrei dovuto fare a Bella in merito alle gemelle, per esempio che fine avesse
fatto il padre, ma per il momento dovevo metabolizzare bene la notizia.
Bella una madre.
Non ci avevo mai pensato
davvero.
Dovevo solo accettare
l’idea di lei con un altro, poi tutto sarebbe tornato come prima.
Sperai solo che la mia
mente, ma soprattutto il mio cuore accettasse presto questa idea.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- eliza1755: Beh eccoti accontentata con il capitolo in cui molte delle tue
domande avranno delle risposte.
- francesca 96: La “tradizione” di accoppiarsi è
tipica della festa. Se Bella ed Edward dovessero farlo potrebbe succedere tutto
o niente. Dipende molto da Bella e dalla possibilità che ha o meno di
procreare.
- ornella: Beh eccoti svelato qualcosa sulle
gemelle. Certo ancora ci sono cosa da scoprire sue di loro, ma passo passo ci arriveremo.
- Edwardina4ever: Eccoti accontentata con il nome del vampiro misterioso. Ti
aspettavi potesse essere lei?
- amanecer: Si, lo so che sei molto curiosa, ma
almeno stavolta qualcosa in più l’hai scoperto. Per il resto dovrai aspettare
ancora un po’.
- ste87: Come vedi Edward è stato più buono di me e ha deciso di
rivelare l’identità del misterioso vampiro, ma come hai detto tu stessa diciamo
che Edward starà molto in ansia per Bella, ma questa parte di lui credo abbiamo
imparato a conoscerla molto bene.
- krystal86: Eccoti accontentata con il continuo. Spero solo di non averti
fatta aspettare troppo.
- Austen95: Speriamo che vada tutto bene, per il momento non so nemmeno io
come andranno le cose.
- kandyangel: Sono contenta che lo scorso capitolo
ti sia piaciuto. Spero che ti piacerà anche il prossimo.
- Vampire Twilight: Volendo si potrebbero chiamare gli altri clan come in BreakingDawn, ma i Cullen non
vogliono che altri siano costretti a combattere e possibilmente anche a morire.
In BD li hanno chiamati principalmente come testimoni, poi loro si sono offerti
di aiutarli anche in caso di battagli, ma in questo caso chiamarli
significherebbe proporgli una battaglia e i Cullen non se la sentono. Comunque sono
contenta che la storia ti stia piacendo.
- Saruxxa: Beh in effetti il fatto che a Bella
e al resto della famiglia gli scompaiano i poteri è un gran bel problema, ma se
così non fosse sarebbe stato tutto troppo semplice. Spero che qualche risposta
alle tue domande presente nel capitolo non ti abbia deluso.
- vanderbit: Non posso dirti se il capitolo
misterioso c’entri o meno con Vorfilia, ma presto si scoprirà tutto. Bisogna solo
avere pazienza. Comunque si, i due vampiri vogliono attaccare Bella, ma
ovviamente non si dispiaceranno a distruggere tutti gli altri e poi adesso che
hai scoperto chi è la vampira misteriosa non ti sarà difficile capire che Bella
è il bersaglio numero uno, ma che dietro a lei ci stanno ben altri tre vampiri
pronti a fare la fine di Bella. Non posso aggiungere altro. Non ti posso dire
se c’entrano Victoria o Laurent. Loro sono morti, ma come hai detto tu potrebbe
centrare la vendetta. Non è detto, però.
- Ed4e: Ecco scoperta l’identità del vampiro misterioso. In effetti è
possibile che i nemici fossero a conoscenza di questo problema di Bella e della
sua famiglia e allora abbiano deciso di attaccare proprio quel giorno. In tutti
i casi sapremo più avanti se è così oppure no.
- __Ivy__: Beh come vedi qualcosa in più sulle gemelle l’abbiamo scoperto.
Molte cose ancora devono venire a galla, ma pian piano tutti i nodi verranno al
pettine.
- ClaudiaSv16: Beh diciamo che la perdita dei poteri di Bella e del resto
della famiglia comporterà un gran bel problemone. Chissà
come finirà. Quanto alla mia storia “Ricordare il passato” la aggiornerò non
appena terminerò questa storia oppure “Ora e per sempre”. Per adesso mi sto
dedicando principalmente a queste due, ma “Ricordare il passato” verrà aggiornata
e continuata, basta solo avere un po’ di pazienza.
- Thelionfellinlovewiththelamb : Non ho mai detto che le gemelle sono
figlie di Edward. È chi legge la storia che lo ha pensato. Non ho mai smentito né
confermato la notizia. Si scoprirà tutto avanti. Intanto si è scoperto qualcosa
in più proprio sulle gemelle. “Ricordare il passato” la continuerò non appena
concluderò questa storia oppure “Ora e per sempre” perché per adesso mi sto dedicando
principalmente a queste storie. Con un po’ di pazienza anche quello verrà
continuata.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua famiglia? E i Cullen e
soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno che Bella è ancora la
diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un vampiro, ma non è
comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si
dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si
certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a
questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più
importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico?
E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del
tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio
si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il desiderio
dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose cambiano e
Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà vampira,
con un figlia da crescere e un passato da ricordare. Riuscirà a ricordarsi del
suo unico e vero amore? Ma soprattutto riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero
innamorata? La sua vita è perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward,
il suo amico di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che
quell’amico con il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le
cose non saranno semplici e in una notte tutto si complicherà.
INTRODUZIONE:Bella è una ragazza alla moda che vive a Orange Country, con una
storia difficile alle spalle, chiusa, ma allo stesso tempo ribelle verso gli
altri incontra lui, Edward, un playboy da strapazzo, ribelle, odioso,
presuntuoso, aggressivo, ricco e che non fa altro che dedicarsi con i suoi
amici ricconi a feste mondane e al lusso più sfrenato. Riuscirà lei a lasciarsi
andare all'amore? E lui? Riuscirà a mettere la testa a posto? E se tutto
iniziasse ad andare x il verso giusto? Lei non sa, però, che un segreto alena
dietro di lei, un segreto che lui non intende svelarle, non subito almeno, ma
poi non sarà tardi? Una storia ricca di divertimento, scontri, ribellioni, ma
amore, tanto amore. Sono tutti umani.
INTRODUZIONE:Un semplice invito di matrimonio può cambiare quella che sembra
essere diventata una vita stabile? Questo si chiede Bella quando si ritrova tra
le mani l’invito del matrimonio di Alice e Jasper. Partire e raggiungere quella
che un tempo era la sua migliore amica affrontando i fantasmi del suo passato?
Oppure restare a casa e non correre rischi? Bella vive a New York, fa la
giornalista, si è lasciata i Cullen alle spalle e si porta dietro da cinque
anni due grandi responsabilità che portano il nome di Ej e Lizzie. Chi sono? E
che c’entra Edward in tutto questo? Se vi va di scoprirlo correte a leggere la
mia storia. Sono tutti umani.
INTRODUZIONE:Isabella Swan fugge via dalla sua città all’ètà di dieci anni,
grassottella e timida viene presa in giro da tutti. Si rifugia a Jacksonville
dalla madre, ma otto anni dopo il brutto anatroccolo si è trasformato in un
bellissimo cigno. Decide di tornare a Beverly Hill, la sua città natale, dove i
suoi vecchi amici la attendono, ma Bella è cambiata non solo fisicamente e
vuole prendersi la sua rivincita su tutti coloro che un tempo la prendevano in
giro. Nella sua vecchia città, però, non tutto è come lo ha lasciato. I Royal
King, i suoi vecchi amici, sono in lotta continua contro i Blue Ice, un altro
club di ragazzi popolari e ricchi. Cosa succederà con l’arrivo di Bella? Che
succederà se un giorno i due gruppi si ritrovano costretti a collaborare?
Filerà tutto liscio? Personaggi decisamente diversi da come abbiamo imparato a
conoscerli, ma chissà…magari dall’odio nascerà qualcos’altro e quella che era
sembrata una rivincita potrebbe diventare ben altro. Sono tutti umani. Vi ho
incuriosito? Correte a leggere.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie
Meyer
Questi personaggi non mi appartengono,
ma sono proprietà di Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun
scopo di lucro.
Eccomi qui con un altro aggiornamento. Scusate il ritardo. Questo capitolo
è piuttosto di transizione, ma è comunque molto importante. Volevo inoltre
ricordarvi che non è solo Maria la vampira nemica, ma c’è ne è un altro. Non
dimenticatelo. Ve lo faccio notare perchè in molti non hanno considerato questo "dettaglio". Maria è solo la vampira che è stata riconosciuta. Buona lettura a tutti. Un bacio.
Capitolo 25
Attimi di tranquillità
POV EDWARD
Gli
uomini sono artefici del proprio destino:
possono
commettere sempre gli stessi errori,
possono
fuggire costantemente da ciò che desiderano e che
magari
la vita gli offre in modo generoso;
oppure
possono abbandonarsi al destino
e
lottare per i propri sogni
accettando
il fatto che si presentano
sempre
nel momento giusto.
Era passata esattamente
una settimana da quando Bella mi aveva rivelato la vera identità delle gemelle
e ancora oggi a distanza di sette giorni faticavo a credere che questa fosse la
verità.
Bella era diventata madre.
Non fu facile accettare la
cosa, ma ero consapevole che se avrei voluto avere Bella ancora al mio fianco
avrei dovuto accettare il fatto che un altro uomo che non fossi stato io aveva
avuto la possibilità di toccarla in modi che credevo che solo a me fosse stato
concesso.
Fu difficile, soprattutto
i primi giorni, poi mi soffermai a guardare lo sguardo di Rosalie mentre
guardava Bella e fu allora che mi resi conto che non importava come o con chi Bella
avesse avuto le gemelle, importava solo che a lei la vita gli avesse donato il
regalo più bello che un essere umano possa ricevere: il dono di essere madre,
quello stesso dono che mia sorella agognava da sempre, un dono a cui aveva
dovuto rinunciare quando era diventata un mostro come me.
Bella aveva avuto questa
possibilità e io dovevo solo esserne felice.
Oggi riuscivo a capire
meglio l’odio di Jenny nei miei confronti, ai suoi occhi io ero l’essere più meschino
della terra poiché avevo fatto soffrire la persona che lei di più amava al
mondo: sua madre.
Avevo parlato con Bella e
le avevo chiesto i motivi per cui non me ne aveva parlato prima e lei mi
confidò che aveva paura, paura di rovinare tutto quello che avevamo creato di
nuovo.
Provai a capirla e mi resi
conto che non mi veniva poi così difficile, in fondo quella scoperta non
cambiava nulla. Io la amavo esattamente come prima, forse adesso di più, perché
ero consapevole che non avesse rinunciato ad un dono umano come quello di
mettere al mondo un figlio.
Avrei tanto voluto
chiederle del padre, dell’uomo che per un certo periodo di tempo mi aveva
sostituito, ma non ne avevo il coraggio e oltretutto non ero nemmeno certo di
averne il diritto. Cosa dovevo chiederle? Come farlo? Avevo paura, la verità
era questa.
Ero consapevole che un
giorno avremmo dovuto affrontare l’argomento, ma non mi sembrava quello il
momento più adatto. C’era qualcosa di più pericoloso da dover fronteggiare: un
nemico pronto all’attacco mentre noi eravamo all’oscuro delle motivazioni che
lo spingevano ad attaccare.
Avevamo trascorso tutta la
settimana in compagnia dei licantropi, i quali, insieme a noi, seguivano passo
per passo tutto ciò che Jasper ci spiegava in merito ai combattimenti. Nessuno
meglio di lui poteva conoscere i segreti del mestiere e nessuno meglio di lui
poteva conoscere il modo di combattere di Maria e dei vampiri dai lei
addestrati. Almeno su questo eravamo avvantaggiati.
Eravamo nella foresta e
Jasper stava spiegando a Seth come muoversi per attaccare un vampiro neonato,
il licantropo ascoltava attentamente ogni singola parola uscita dalla bocca di
Jasper e lo guardava come se mio fratello fosse all’improvviso diventato il suo
mentore.
Mi venne da sorridere e guardando
Seth mi resi conto di come lui fosse il licantropo che tra tutti preferivo di
più.
Lui era puro, semplice,
non gli interessava nulla della rivalità che naturalmente esisteva tra quelli
della mia specie e quelli della sua, per lui noi eravamo degli amici e
attraverso i suoi pensieri potevo percepire chiaramente quanto lui fosse
sincero in ogni sua più piccola azione verso di noi, sincero perfino nei suoi
sorrisi.
Poco più lontano Bella e
il resto della sua famiglia sedeva sul prato verde assistendo alla scena, non
potevano fare nulla per noi. Anche allenarsi per loro sarebbe risultato uno
spreco di tempo. Quel giorno sarebbero tornati umani ed era impensabile che un
umano potesse fronteggiare dei vampiri.
Mi soffermai a guardarli e
mi resi conto come sarebbe stata facile la vittoria se loro avessero potuto
usare i loro poteri.
Alcuni di loro, infatti,
avevano poteri che in battaglia sarebbero stati molto utili.
Jason, ad esempio, aveva
delle capacità mentali fuori dal comune. Era in grado di spostare gli oggetti
con la sola forza della mente, poteva farli volare e perfino distruggerli
telepaticamente, ma ciò che più serviva in battaglia era la sua capacità di
rallentare il tempo oppure di bloccarlo a suo comando congelando una situazione
come in un fermo immagine per poi far riprendere tutto quando gli faceva più
comodo. Sarebbe bastato anche solo il suo potere per bloccare tutto e
incendiare tutti prima ancora che loro potessero accorgersene.
Dan, il padre di Bella,
aveva la capacità di provare illusioni visive, illusioni talmente vivide da
sembrare reali. Anche chi sa di essere sotto
l’influsso del suo potere non può sfuggirgli, perché quando la visione entra in
circolo ci si dimentica di tutto e ciò che appare di fronte a sé viene
scambiato per la realtà. Inoltre era capace di percepire il dolore altrui e di
utilizzarlo a suo piacimento. Poteva farlo aumentare o diminuire,
dipendentemente dal suo volere. Questo potere di modificare le emozioni
funzionava, però, solo con il dolore e la sofferenza, sentimenti che in una
battaglia sono all’ordine del giorno.
Kyra aveva la capacità di
far ricordare alla gente i ricordi dimenticati, oppure di eliminarli o peggio
ancora di storpiarli. Poteva elaborare nella mente di una persona ricordi che
non appartenevano alla propria vita, facendogli credere il contrario, poteva
cambiare i ricordi della gente storpiandoli a proprio piacimento, ma poteva
anche eliminare questi ricordi oppure fare ricordare quelli che erano stati
dimenticati. Gli sarebbe bastato cambiare i ricordi dei nostri nemici per
fargli credere che i loro nemici non eravamo noi, ma loro stessi. Un trucco
semplice, ma efficace per farli combattere tra di loro.
Bella, beh, poi con lei la
vittoria sarebbe stata garantita senza nessun problema. Lei aveva lacapacità di estendere attorno a se stessa e agli
altri uno scudo in grado di proteggere tutti da attacchi fisici e psichici.
Inoltre possedeva i poteri dei quattro elementi naturali, che poteva facilmente
manipolare a suo piacimento. Quello che a noi serviva era il fuoco, il potere
della distruzione, l’unica cosa che poteva uccidere un vampiro. Con questi
poteri lei era praticamente indistruttibile e tutti lo sarebbero stati se
protetti dal suo scudo.
I poteri del resto della
famiglia, cioè di Nate e Nikki erano molto utili, ma in battaglia potevano
servire a poco.
Nate era in gradodi capire quando una persona mentiva e quando non lo faceva. Gli
bastava guardare negli occhi una persona per mettere in funzione il suo potere.
Talora mentisse, lui era in grado di scoprire qual era, invece, la verità.
Grazie al suo potere era praticamente impossibile mentire con lui.
Nikki aveva, invece, la
capacità di vedere e conoscere il passato della gente. Il suo potere si metteva
in moto solo attraverso un contatto fisico. Gli bastava, infatti, toccare,
anche solo per qualche secondo, una persona per riuscirne a carpirne tutto il
passato, perfino i segreti più intimi e profondi.
Purtroppo, però, dovevamo
fare a meno di tutti questi poteri e dovevamo soltanto contare sulle forze di
vampiri e licantropi.
Mi chiedevo solo se i
nostri nemici fossero a conoscenza o meno di questo problema di Bella e della
sua famiglia e qualcosa mi diceva di si, la data della battaglia non poteva
essere solo una coincidenza, doveva essere per forza qualcosa di studiato a
tavolino.
Cosa poteva volere Maria
da Bella? Non riuscivo proprio a spiegarmelo.
- Ahia – disse
all’improvviso Emmett alzandosi di botto da terra dove fino a poco prima era
seduto.
Tutti ci voltammo a
guardarlo e vidimo lui che cercava di grattarsi la schiena con fatica visto che
con le sua braccia non riusciva ad arrivarci.
- Ahia – disse ancora
mentre noi lo guardavamo ancora più stupiti.
Voltai lo sguardo e vidi
Blair ridere di gusto e anche Jenny seduta vicino a lei non scherzava, anche se
la sua non poteva essere considerata una vera risata, ma un debole sorriso. Non
me ne curai più di tanto, era comunque un passo avanti.
Mi bastò guardarle per
capire che c’erano loro dietro allo strano comportamento di mio fratello.
- Ahia, basta – disse
nuovamente Emmett – ahia, smettetela – continuò lui – no così no, mi fate il
solletico – aggiunse poi scoppiando a ridere.
- Emmett sta tranquillo,
adesso ti portiamo alla neuro. Mi sa che ti si è bruciato qualche neurone – commentò
Jake mentre io scoppiai a ridere.
Con Jake i rapporti erano
molto migliorati e questo rendeva felice Bella, molto felice il che rendeva
felice anche me e dai suoi pensieri potevo vedere che anche Jake lo era. In
fondo questa sorta di tregua non si era poi rivelata troppo difficile, anche se
ancora era presto per fare prognostici.
Emmett se la rideva ancora
di gusto e le due gemelle avevano preso adesso a ridere forte.
- Fatele smettere – ci
pregò Emmett tra un sorriso e l’altro.
Fu allora che tutti
sembrarono capire cosa stesse succedendo. Vidi Bella guardare le gemelle con
aria di rimprovero, poi Emmett smise di ridere.
- Ma mamma, ci hai tolto
il divertimento – si lamentò Blair vedendo che il suo potere non faceva più
effetto su Emmett.
Bella di sicuro aveva
usato il suo scudo per coprire Emmett e fare smettere quelle due.
Jenny e Blair avevano la
capacità di generare elettricità sfruttandola come meglio credevano. Un loro
attacco ad un umano, a seconda dell’intensità, poteva provocarne anche la morte.
Erano in grado di percepire i legami tra le persone e, quindi, di modificarli a
loro piacimento, rafforzandoli o spezzandoli. Se il loro attacco alla massima
potenza veniva fatto ad un vampiro era in grado di farlo contorcere a terra in
preda a un dolore fisico allucinante. Tra di loro erano simbiotiche, vivevano
in un rapporto di stretta dipendenza l’una dall’altra e l’una era empatica nei
confronti dell’altra. Riuscivano a percepire i malesseri o le gioie dell’altra
indipendentemente dalla vicinanza tra loro. Tra di loro potevano anche
comunicare attraverso linguaggi non verbali. Possedevano inoltre una velocità
fuori dal comune e una forza sovrumana.
Poteri utilissimi in
battaglia e almeno potevamo contare su quelli, anche se non ero molto euforica all’idea
che quelle due avrebbero dovuto combattere.
- Vi sembra il momento
adatto per scherzare? – domandò Bella ad entrambe.
- Ultimamente non è mai il
momento per scherzare. Fra una settimana rischiamo di essere tutti morti e
secondo te la cosa migliore da fare è quella di mettere su musi lunghi e
pensare al peggio? No mamma, mi spiace. Forse questi sono i miei ultimi giorni
di vita e scherzerò fino alla nausea se necessario. Sono stufa del clima degli
ultimi giorni – le rispose Jenny mentre Blair sorrise alla sorella e le diede
il cinque.
Jenny aveva ragione. Si
respirava un clima troppo teso nell’ultimo periodo, era giusto scherzare un
po’.
Vidi Bella guardarmi e io
le sorrisi. Ciò bastò a farle capire che ero d’accordo con Jenny e che non era
giusto mettere anche addosso a loro tutta la tensione che sentivamo noi.
- Ah si? Volete proprio
scherzare? Bene, vi accontento – disse Bella ad entrambe prima che le due si
ritrovarono completamente bagnate.
Aveva sfruttato il suo
potere con l’acqua e aveva fatto il bagno alle due gemelle che adesso la
guardavano con sguardi infuocati.
- Così non vale. Con te
non ci si può divertire. Abbassa lo scudo e giochiamo ad armi pari – le propose
Blair.
Non erano arrabbiate per
essere state bagnate, ma solo per il fatto che non potevano vendicarsi come
meglio volevano.
- No, mi spiace, non se ne
parla proprio. Ognuno con i suoi di poteri – si giustificò la mia donna.
- Ah si? Bene – le disse
Jenny – zio Jason vedi di usare il tuo – aggiunse poi riferendosi al potere
dello zio.
Da quando noi Cullen
avevamo saputo la verità le gemelle avevano preso di nuovo l’abitudine di
chiamare la loro famiglia come avevano sempre fatto.
Dan e Nikki nonni, Nate,
Jason e Kyra zii e Bella mamma.
- Jason non ti azzardare –
provò a dire Bella al fratello, ma non appena terminò di parlare si ritrovò
completamente immobile.
- Ma Bella non ha anche
uno scudo fisico oltre che quello psichico? Come hai fatto a immobilizzarla? –
chiese Rosalie stupita.
- Si, c’è l’ha, ma quello
fisico se lo toglie spesso di dosso. Di solito non c’è motivo per tenerlo
legato a sé e a lei interessa solo che la sua mente venga protetta – le spiegò
Nate.
- Che intenzioni avete? –
chiese alle due gemelle.
Jenny non mi rispose
mentre Blair mi guardò e mi sorrise, poi entrambi si avvicinarono a Bella e la
presero in braccio correndo verso il fiume.
- Fra esattamente
trentacinque secondi falla sboccare – disse Jenny a Jason prima che lei, la
sorella e Bella scomparvero.
Gli altri scoppiarono a
ridere e io con loro. Capimmo tutti subito cosa avevano in mentre.
Trentacinque secondi dopo
Jason sbloccò il suo potere e un minuto dopo tutte e tre tornarono di nuovo tra
noi.
Bella era completamente
bagnata e si diresse direttamente verso Jason con sguardo furente.
- Sei un fratello ingrato
– gli disse puntandogli l’indice contro.
- Questa l’ho già sentita
– gli rispose lui.
- E la sentirai spesso, ma
sta tranquillo vedrò di ripagare il tuo gesto e tu sai come – lo informò Bella
sorridendo beffarda.
- No Bella, la macchina no
– la pregò lui facendogli gli occhioni da cucciola.
- Mi spiace, ma in questo
momento è nel giardino di casa già in fiamme – le comunicò lei sorridendo
soddisfatta consapevole che i suoi poteri potevano funzionare anche ad enormi
distanze.
- E io sarei il fratello
ingrato? – domandò lui retorico.
Bella nel frattempo si
avvicinò a me, ma prima di farlo pensò bene di asciugarsi. Il suo corpo sembrò
diventare un fiamma incandescente per qualche secondo, poi tutto tornò normale
con la sola eccezione che era perfettamente asciutta.
Non era la prima volta che
la vedevo diventare una torcia umana, ma credo che non avrei mai imparato ad
abituarmi alla cosa.
Ristabilì poi la sua
temperatura corporea alla normalità e poi si avvicinò a me baciandomi a fior di
labbra mentre mi sorrideva maliziosa.
- Gliel’hai davvero
bruciata? – le chiesi a voce bassissima.
- Certo – mi rispose.
- Non è vero, ma mi piace farglielo credere fin
quando tornerà a casa – mi informò
invece scostando il suo scudo e permettendomi di leggerle la mente anche se
solo per pochi secondi.
Sorrisi e poi le diedi un
altro bacio a fior di labbra.
- Per oggi è meglio
finirla qui, ci siamo distratti tutti un po’ troppo e non è il caso di
continuare – ci interruppe Jasper serio.
- No, dobbiamo continuare.
Non possiamo permetterci distrazioni – gli fece notare Jake.
Jasper gli fece cenno di
guardarsi intorno e anche io e Bella lo facemmo rendendoci conto che ognuno
sembrava essere per i fatti propri.
Emmett e Rosalie era
seduti sul prato a farsi le coccole, Jenny giocherellava con Seth che era
tornato umano, Blair faceva lo stesso con Embry, Jason e Kyra erano abbracciati
e presi chissà da quali discorsi, Leah ancora trasformata da lupo si faceva accarezzare
e montare da Nate e i resto dei licantropi si erano trasformati di nuovo in
umani e si godevano sdraiati a terra qualche leggere raggio di sole che
stranamente sembrava essersi ricordato di una piccola cittadina quale Forks.
Gli unici attenti erano
rimasti Carlisle, Esme, Dan e Nikki.
Alice era immersa in
pensieri d’amore su Jasper e lui stesso era distratto dalle emozioni che
provava sua moglie. Perfino io mi ero lasciato distrarre da Bella, ma mentre la
stringevo tra le mie braccia mi resi conto che mai una distrazione mi era parsa
più dolce.
- Ok, lasciamo stare. Ci
rivediamo domani e per favore evitiamo interruzioni – disse Jake rendendosi
conto che non si poteva più attirare l’attenzione di nessuno.
Quella settimana era stata
pesante per entrambi. Ognuno di noi si era dedicato agli allenamenti. I
licantropi si impegnavano durante il giorno e noi Cullen anche durante la
notte. Io e la mia famiglia non andavamo a caccia non so neppure da quanto
tempo e non c’erano stati momenti in cui nessuno si poteva concedere il lusso
di momenti di pausa con la propria compagna.
Forse tutti dovevamo
essere un po’ grati alle due gemelle.
In fondo qualche ora in
più di allenamenti non poteva cambiare le cose più di tanto.
I licantropi si
allontanarono tranne Embry e Seth che vennero a casa di Bella, io segui la mia
donna a casa sua e il resto della mia famiglia decise di andare a caccia.
Arrivammo a casa in poco
tempo visto che avevo preso Bella in braccio e mi ero messo a correre a
velocità sovrumana.
Chiusi dentro la sua
stanza, sdraiati sul suo letto avevamo preso a farci le coccole.
- Amore, dimmi che andrà
tutto bene, dimmi che fra una settimana saremmo ancora qui a coccolarci come
adesso e a dedicarci alla nostra eternità insieme – mi pregò Bella di
prometterglielo.
Avrei tanto voluto dirle
che ero convinto della cosa, ma la verità era che non riuscivo a convincere
nemmeno me stesso. Come avrei potuto sperare di convincere lei?
- Te lo prometto amore –
le promisi cercando di mostrarmi un buon attore.
Del resto lo ero sempre
stato, per anni, per decenni, per quasi tre secoli.
La baciai cercando di
trasmettergli tutto l’amore possibile e sentì che lei fece lo stesso con me.
Poi ci staccammo e ci guardammo negli occhi.
- Edward perché non mi hai
chiesto del padre delle gemelle? – mi domandò lei seria mentre si stringeva a
me.
Sapevo quale fosse il
discorso che stavamo per affrontare, ma avevo dannatamente paura di ciò che
potesse dirmi.
- Perché a me non importa
chi lui fosse. Mi importa che adesso tu stia con me e mi importa che tu sia
disposta a farmi entrare nella tua famiglia e a darmi la possibilità di essere
un padre per loro – le risposi sincero, anche se tutta la verità non gliela
stavo dicendo.
- Ti ripeto la domanda.
Perché non mi hai chiesto del padre delle gemelle? – mi domandò di nuovo lei
imperterrita.
Ovviamente aveva capito
che non gli avevo detto tutto.
- Perché? Mi chiedi il
perché? Perché sono solo un egoista, un egoista che non riesce a pensare a te
con qualcuno che non sia io nonostante ti abbia lasciato proprio per
permetterti di avere un vita normale con un altro uomo – le rivelai sincero.
Vidi lei guardarmi con uno
strano sguardo, sembrava quasi soddisfatta di quello che le avevo appena detto.
- C’è qualcosa che devi
sapere, qualcosa che potrebbe cambiare tutto, ma chedevo dirti perché ti amo ed è giusto che tu
sappia – mi rivelò lei seria in volto.
- Non c’è nulla che possa
cambiare quello che c’è tra noi – le risposi sicuro delle mie parole.
- Lo spero tanto – mi
disse lei prima di affondare le sua labbra sulle mie.
Sembrava come se quello
potesse diventare il nostro ultimo bacio, ma non sarebbe stato così. Qualunque
cosa mi avesse detto non avrebbe cambiato nulla.
Io la amavo più di ogni
altra cosa al mondo e avevo commesso una volta lo sbaglio di lasciarla andare,
uno sbaglio che non avrei più ricommesso per nessun motivo al mondo.
Il destino ci aveva fatto
incontrare di nuovo e io non avrei permesso a niente e nessuno di separarci
ancora. E se era la separazione quello che il destino avrebbe voluto adesso,
avrei pensato bene di modificare pure quello.
Io e Bella per sempre, per
l’eternità, era solo questo quello che volevo.
Si staccò dalle mie labbra
e mi sorrise poi vidi il suo sguardo incupirsi e non riuscivo a spiegarmene il
motivo e visto e considerato che la sua mente era del tutto coperta dal suo
scudo non ero nemmeno in grado di poter scovare il motivo di quel suo sguardo.
Abbassò lo sguardo e fu
allora che non riuscì più a specchiarmi nei suoi occhi color del ghiaccio.
- Allora? Cos’è che devi
dirmi? – le domandai sperando che lo facesse presto.
Non volevo più vederla
stare male, lo era stata per troppo tempo, adesso era ora di essere felici.
Alzò lo sguardo e fissò i
suoi occhi nei miei cercando attraverso quelle due pozze di farmi capire tutto
l’amore che provava per me.
Non sapevo cosa dovesse
dirmi, ma sperai che lo facesse presto, perché stavo iniziando a preoccuparmi
sul serio.
…Adry91…
Risposte alle vostre recensioni:
- Austen95: Beh chi lo sa. Vedremo. Quanto a “Ricordare il passato” per il
momento non sto aggiornando è vero, ma tornerò a postare anche quella storia.
Basta essere solo un po’ pazienti.
- Vampire_Twilight: Si, è proprio vero che “a volte
ritornano”. Non ti posso dire cosa vorrà da Bella, ma si scoprirà presto.
L’identità del padre delle gemelle la scopriremo presto.
- DiamondDior: Il rapporto tra madre e figlie ho
dovuto farlo per forza così, perché altrimenti si sarebbe scoperto subito la
cosa. Non potevo metterlo in evidenza. Come vedi da questo capitolo le gemelle
tornano a chiamarla mamma.
- Ed4e: Non posso dirti nulla sul padre delle gemelle. Presto si
scoprirà anche questo.
- francesca96: Non posso dirti se sia Edward o meno il padre delle gemelle, lo
si scoprirà presto comunque. Non so ancora quanto durerà la storia. Ma credo
che la dividerò in due storie e alla fine della prima non dovrebbe mancare
molto.
- vanderbit: Lo so, Bella non le trattava da
figlie, o almeno così non sembrava, ma era stato fatto apposta perché
altrimenti si sarebbe subito svelata la cosa. Sul padre, invece, non posso dire
nulla, ma si scoprirà presto anche questa identità.
- valecullen_thedevil93: Non ti posso dire se hai ragione o meno sul fatto che
sia Edward il padre delle gemelle. Lo scopriremo prestissimo se è vero oppure
no. Cercherò di stare attenta vista le tue minacce, ma se mi uccidi poi non
puoi sapere come finisce la storia. No? Maria con Bella? Beh apparentemente non
c’entra nulla, chissà se in realtà è così. “Ricordare il passato” la aggiornerò
non appena concluderò una delle storie in corso. Quindi abbia pazienza e vedrai
anche in quella storia il suo finale.
- Thelionfellinlovewiththelamb: Non ti posso dire chi è il padre
delle gemelle, ma ti avviso che si scoprirà prestissimo.
- dany_96: Lo so che il rapporto che ho scritto in merito a Bella e le
gemelle non era certo un rapporto madre e figlie, ma mi serviva fare così.
Altrimenti si sarebbe capito subito. Dovevano apparire davvero come sorelle.
- kygo: Devo dire che sei stata molto
dettagliata nella tua recensione, ma non posso dirti se hai ragione o meno. Lo
scoprirai presto. Anche su Alice ho la bocca cucita.
- Giada isownedby Edward: Beh, diciamo che la situazione è piuttosto complicata. Bella e Maria
apparentemente non c’entrano nulla, ma sarà davvero così?
- krystal86: Non ti posso dire se il papà è Edward o meno, ma presto si
scoprirà tutto.
- Saruxxa: Tutte le tue considerazioni sono
azzeccattissime, ma non ti posso dire se in conclusione hai ragione o meno.
Abbi pazienza e presto scoprirai tutto.
- ste87: Presto scoprirai chi è il padre, molto presto.
- ClaudiaSv16: Beh sul padre non si sa molto per adesso, ma presto scopriremo
tutto. Quanto a Maria, diciamo che magari una non se lo aspettava perché
apparentemente sembra che i due personaggi non abbiamo un legame.
- eliza1755: Sull’identità del madre non posso dire nulla. Quanto a Maria
diciamo che c’è un motivo che la spinge ad attaccare, ma non posso ancora
svelare quale esso sia.
- ubRiaKina: Beh, noto che con la rivelazione
della scorsa volta ti ho parecchio sconvolto. Vedrai che presto tutto verrà
spiegato. Se vuoi consolare Edward fai pure, però, poi passalo anche a me che
lo consoliamo insieme.
- Edwardina4ever: All’apparenza sembra che Maria non
c’entri nulla, ma in realtà qualcosa c’entra. Presto scopriremo cosa.
- giuggi_88: Se ti trasferisci qui, non mi resta che darti il benvenuto qui.
Presto Bella gli spiegherà tutto, vedrai.
- antonellalantigua: Scusami il ritardo, ma ho avuto
impegni e non ho potuto postare prima. Eccoti il capitolo nuovo, spero sia
stato di tuo gradimento.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
INTRODUZIONE:Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua famiglia? E i Cullen e
soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno che Bella è ancora la
diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un vampiro, ma non è
comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi personaggi.
INTRODUZIONE:Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si
dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta, ma lo ama davvero? Si
certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed Edward? Cosa farà a
questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per perdere la persona più
importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo il suo migliore amico?
E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si certo, ma non del
tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse solo da uno sbaglio
si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
INTRODUZIONE:Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da ricordare. Riuscirà a
ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto riuscirà a rincontrarlo?
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
INTRODUZIONE:Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero
innamorata? La sua vita è perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward,
il suo amico di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che
quell’amico con il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le
cose non saranno semplici e in una notte tutto si complicherà.
INTRODUZIONE:Bella è una ragazza alla moda che vive a Orange Country, con una
storia difficile alle spalle, chiusa, ma allo stesso tempo ribelle verso gli
altri incontra lui, Edward, un playboy da strapazzo, ribelle, odioso,
presuntuoso, aggressivo, ricco e che non fa altro che dedicarsi con i suoi
amici ricconi a feste mondane e al lusso più sfrenato. Riuscirà lei a lasciarsi
andare all'amore? E lui? Riuscirà a mettere la testa a posto? E se tutto
iniziasse ad andare x il verso giusto? Lei non sa, però, che un segreto alena
dietro di lei, un segreto che lui non intende svelarle, non subito almeno, ma
poi non sarà tardi? Una storia ricca di divertimento, scontri, ribellioni, ma
amore, tanto amore. Sono tutti umani.
INTRODUZIONE:Un semplice invito di matrimonio può cambiare quella che sembra
essere diventata una vita stabile? Questo si chiede Bella quando si ritrova tra
le mani l’invito del matrimonio di Alice e Jasper. Partire e raggiungere quella
che un tempo era la sua migliore amica affrontando i fantasmi del suo passato?
Oppure restare a casa e non correre rischi? Bella vive a New York, fa la
giornalista, si è lasciata i Cullen alle spalle e si porta dietro da cinque
anni due grandi responsabilità che portano il nome di Ej e Lizzie. Chi sono? E
che c’entra Edward in tutto questo? Se vi va di scoprirlo correte a leggere la
mia storia. Sono tutti umani.
INTRODUZIONE:Isabella Swan fugge via dalla sua città all’ètà di dieci anni, grassottella
e timida viene presa in giro da tutti. Si rifugia a Jacksonville dalla madre,
ma otto anni dopo il brutto anatroccolo si è trasformato in un bellissimo
cigno. Decide di tornare a Beverly Hill, la sua città natale, dove i suoi
vecchi amici la attendono, ma Bella è cambiata non solo fisicamente e vuole
prendersi la sua rivincita su tutti coloro che un tempo la prendevano in giro.
Nella sua vecchia città, però, non tutto è come lo ha lasciato. I Royal King, i
suoi vecchi amici, sono in lotta continua contro i Blue Ice, un altro club di
ragazzi popolari e ricchi. Cosa succederà con l’arrivo di Bella? Che succederà
se un giorno i due gruppi si ritrovano costretti a collaborare? Filerà tutto
liscio? Personaggi decisamente diversi da come abbiamo imparato a conoscerli,
ma chissà…magari dall’odio nascerà qualcos’altro e quella che era sembrata una
rivincita potrebbe diventare ben altro. Sono tutti umani. Vi ho incuriosito?
Correte a leggere.