Forbidden Passions-Hogwarts New generation

di crazy640
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-Presente ***
Capitolo 2: *** Settembre-Un'anno prima ***
Capitolo 3: *** La prima impressione ***
Capitolo 4: *** My immortal ***
Capitolo 5: *** Hello ***
Capitolo 6: *** Dancing through life ***
Capitolo 7: *** Daydream believer ***
Capitolo 8: *** The sun will come out ***
Capitolo 9: *** Ten minutes in paradise ***
Capitolo 10: *** Just keeps pretending ***
Capitolo 11: *** Hold me thrill me kiss me ***
Capitolo 12: *** Reality ***
Capitolo 13: *** Elettrical storm ***
Capitolo 14: *** Choose me,love me ***
Capitolo 15: *** Maybe one day ***
Capitolo 16: *** Just like heaven ***
Capitolo 17: *** I want you sexy thing ***
Capitolo 18: *** Secrets and lies ***
Capitolo 19: *** Feel this ***
Capitolo 20: *** Can you keep a secret? ***
Capitolo 21: *** Lonely hearts club band ***
Capitolo 22: *** Ancora una notte insieme ***
Capitolo 23: *** The boys are back in town ***
Capitolo 24: *** Juliet & Romeo ***
Capitolo 25: *** Babylon ***
Capitolo 26: *** The rules of attraction ***
Capitolo 27: *** You did again! ***
Capitolo 28: *** If I could turn back time ***
Capitolo 29: *** True faith ***
Capitolo 30: *** Proud ***
Capitolo 31: *** It ain't over till is over ***
Capitolo 32: *** Coffee & cigarettes ***
Capitolo 33: *** Keep on loving you ***
Capitolo 34: *** You should've told me ***
Capitolo 35: *** Take a chance on love ***
Capitolo 36: *** Tempo di vacanze ***
Capitolo 37: *** Back to the future ***
Capitolo 38: *** As long as you love me ***
Capitolo 39: *** Old kids new problems ***
Capitolo 40: *** Who knew ***
Capitolo 41: *** God only know ***
Capitolo 42: *** Love stories ***
Capitolo 43: *** Happy is what happen when your dreams come true ***
Capitolo 44: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** Prologo-Presente ***


presente

 

Salve a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!

Questo è il seguito di "Io e te...per sempre?".

So di avervi detto che avrei aspettato un pò a postarlo,ma siccome ho problemi con la linea,ho pensato di approffittare piuttosto che farvi un torto.

Piccola premessa:chi ha seguito le mie storie,fosse quella di Draco/Hermione o George/Luna sa che sono un'amante delle coppie un pò stravaganti,ma sempre nei limiti del lecito.

Ed ora buona lettura ci vediamo in fondo!

 

Il numero 4 di Privet Drive era stranamente silenzioso.
Non c'erano passi veloci che correvano su e giu' per le scale,o musica che usciva dalle varie stanze della casa.
Non c'era neanche il suono delle risate che aveva caratterizzato quella casa negli ultimi 17 anni.
La casa era immersa nel silenzio come lo era stata per i precedenti due mesi,finchè,come a spezzare un'incantesimo,la porta bianca dell'ingresso si aprì.
-Finalmente a casa...Credevo che quel viaggio sarebbe stato infinito-disse una donna dai capelli rossi aprendo la porta di casa e facendo un passo nell'ingresso.
-Avremmo impiegato molto meno se non vi foste fermati a guardare tutte le vetrine dei negozi dell'aereoporto...-commentò un ragazzo che entrò in casa,carico di valigie,subito dopo di lei.
-Sentì chi parla!Sei stato tu che non hai fatto altro che parlare fitto fitto al cellulare!-rimbrottò una ragazzina dai lisci capelli rossi che le arrivavano alla schiena.
-E tu di che ti impicci?-le chiese ancora il ragazzo.
-Allora ci muoviamo?-domandò un'altro ragazzo dai capelli rossi.
-Ragazzi che ne dite di entrare?Poi potrete discutere quanto volete-disse un'uomo in fondo alla lunga fila di ragazzi.
-James,Lily!Spostatevi,state intralciando il traffico-disse la donna,adesso vicino alle scale.
I due ragazzi si fecero una smorfia e,una valigia per uno,si avviarono verso il soggiorno per far passare i loro fratelli ed il padre,che ancora aspettava in strada.
Quando finalmente i suoi figli furono entrati tutti in casa,Harry Potter posò l'ultima valigia accanto all'attaccapanni come faceva sempre e chiuse la porta.
Poi guardò sua moglie e sorrise stanco per il lungo viaggio e per il jet-lag.
-E anche questa volta siamo tornati sani e salvi...-commentò.
Sua moglie,Ginny Weasley Potter,rise e gli andò vicino facendosi abbracciare.
-Sei stanco?-gli domandò la donna.
Harry scosse la testa e si tirò piu' su gli occhiali sul naso.
-Un pò stordito per il jet-lag,però niente che una buona dormita non possa rimettere a posto-le disse.
-Ancora una volta mi hai letto nel pensiero...-gli disse sua moglie prima di posargli un bacio veloce sulle labbra.
Poi si staccò da lui e si diresse verso il salotto dove i loro figli stavano riprendendo "confidenza" con l'ambiente.
Fu raggiunta quasi subito da Harry e per alcuni istanti rimasero in silenzio a guardare i loro figli, ancora una volta increduli,dopo 17 anni,che tutto quello che desideravano da ragazzi si era avverato.
Anche se avevano dovuto faticare parecchio...
A guardarli adesso sembravano una coppia perfetta,una di quelle che venivano prese ad esempio dai loro amici e conoscenti,ma avevano avuto anche loro dei problemi,e se tutti i loro sogni si erano realizzati era grazie alla fortuna,al destino e alla loro costanza.
Quando Voldemort era stato sconfitto,Harry pieno di sensi di colpa per la morte di Fred e di tanti altri amici,aveva preferito sparire senza lasciare traccia e si era rifugiato in quella casa che per anni aveva rappresentato per lui "tutto il disinteresse ed il disamore possibile" che un bambino potesse ricevere.
Con lui aveva portato Teddy Lupin,per evitare che finisse in qualche orfanotrofio senza sapere mai quanto importanti erano stati i suoi genitori per la vittoria del Bene,e anche per attenuare i sensi di colpa che sentiva verso di lui.
Si era nascosto lì per tre anni,vivendo da babbano e comportandosi come uno di loro,finchè un giorno il destino non lo aveva fatto letteralmente scontrare con Hermione,riportando tutto il mondo magico nella sua vita.
Ma non era stato semplice.
Ron non aveva accettato facilmente che lui se ne fosse andato nel momento in cui aveva avuto piu' bisogno di lui e non era disposto a perdonarlo.
Come al contrario aveva fatto Ginny.
Ginny lo aveva perdonato subito,non appena le aveva spiegato il motivo che lo aveva spinto ad allontanarsi da lei.
Erano tornati insieme,ma anche quella volta la loro non era stata una relazione semplice:per colpa di Harry,Ron e Ginny avevano litigato arrivando a non rivolgersi piu' la parola per mesi.
Inoltre,a rendere le cose piu' complicate,c'era Sarah.
Sarah era una sua collega alla Virgin Radio e non aveva mai fatto mistero della sua attrazione per Harry:aveva cercato in tutti i modi di portarselo a letto,ma aveva sempre trovato una strenua resistenza da parte dell'uomo.
Quando aveva conosciuto Ginny era diventata piu' cattiva,arrivando a inventare bugie soltanto per destabilizzare la coppia appena ritrovata e per minare la fiducia di Ginny.
Aveva rovinato il loro primo Natale insieme grazie ad una bugia.
Ma era niente in confronto a quello che era arrivata ad archittettare in seguito:aveva sparso alla radio il pettegolezzo di essere stata a letto con Harry ed era andata a riferirlo a Ginny.
In quel periodo Harry e Ginny si sentivano al di sopra di tutto:Ginny era incinta di James e Ronald e niente avrebbe potuto rovinare la perfezione di quel momento.
Proprio per evitarle emozioni forti,aveva deciso di non dirle niente di quel pettegolezzo,che continuava a rodergli dentro neanche un tarlo.
La donna,del resto,si era resa conto che c'era qualcosa che lo preoccupava e la cosa che l'aveva ferita maggiormente era stato il rifiuto di Harry di parlarne con lei.
Se lo avesse fatto le cose sarebbero andate diversamente ed entrambi avrebbero sofferto meno...
Per cercare di rimettere le cose a posto,Harry aveva parlato con Sarah e lei gli aveva chiesto un bacio:soltanto un bacio per mettere tutto a tacere e smetterla di infastidire lui e Ginny.
Ed Harry aveva accettato.
Ma non aveva mai immaginato che Ginny avrebbe assistito al bacio.
Le era corso dietro e aveva cercato di spiegarle,ma Ginny era talmente arrabbiata da non voler sentire ragioni;era corsa avanti ed aveva attraversato la strada senza accorgersi della macchina che stava passando in quel momento.
Qualche volta nei suoi incubi,Harry risentiva ancora lo schianto:sentiva il rumore che aveva fatto il corpo di Ginny quando era caduto sul cofano della macchina e poi si era accasciato a terra.
Ogni volta,anche a distanza di tanti anni,si risvegliava con la fronte madida di sudore e allungava il braccio per sentire se lei gli era ancora accanto.
Non si vergognava nel dire che quando le sue dita si posavano sul braccio di Ginny,quasi sempre posato sul ventre dell'uomo,un piccolo sospiro di sollievo gli usciva dalle labbra.
Quell'incidente era stato grave:aveva portato Ginny sotto i ferri e aveva messo i gemelli in pericolo di vita.
E aveva posto fine alla loro relazione.
Ginny gli aveva chiesto una prova d'amore,voleva una prova che lei fosse veramente la "sua vita", come Harry le diceva sempre.
Dopo essere uscita dall'ospedale aveva chiesto a George e Luna se potevano ospitarla e l'aveva lasciato di nuovo solo con Teddy.
Una prova d'amore...
Aiutato da Hermione e Ron,che fin dal giorno dell'incidente non lo aveva lasciato solo un'attimo, aveva trovato quella che loro consideravano "la" prova d'amore.
Le aveva donato tutti i suoi ricordi:dal primo all'ultimo.
Ne aveva salvato soltanto uno,quello del loro primo incontro sulla banchina alla stazione di King's Cross,per permettere alla sua memoria di riformarsi.
Doveva ringraziare Hermione se era rientrato in possesso di tutti i suoi ricordi:gli era stata accanto giorno e notte per due settimane,mentre lui era sprofondato in un sonno catatonico e aveva impedito che qualsiasi cosa lo svegliasse,o disturbasse.
Un minimo errore e la sua memoria sarebbe stata danneggiata per sempre.
Erano passati due mesi prima che lui e Ginny si incontrassero di nuovo:l'incantesimo lo aveva molto indebolito,al punto che qualche volta non poteva alzarsi dal letto senza avere le vertigini.
Si erano incontrati il giorno prima del matrimonio di George e Luna:Ginny aveva un pancione enorme,per i suoi cinque mesi.
Ed era bellissima.
L'imbarazzo che c'era stato fra di loro,all'inizio,era sembrato innaturale e buffo a chi li osservava,ma alla fine l'amore aveva trovato la strada e alla fine del matrimonio erano tornati a Privet Drive insieme.
Si erano sposati dopo la nascita dei gemelli,quando James e Ronald avevano sei mesi.
Avevano deciso di tornare a vivere a Privet Drive,nonostante tutto quello che era successo perchè era in quella casa che era ricominciato tutto,dove avevano iniziato a vivere come una famiglia quando erano ancora soltanto loro due e il piccolo Teddy contro il resto del mondo.
Erano ancora i padroni di Grimmuald Place,ma capitava raramente che vi tornassero:vi avevano invitato tutta la famiglia Weasley per il Natale di due anni prima,ma si erano accorti che non c'era la solita aria distesa e rilassata che c'era di solito durante le loro "riunioni di famiglia".
Quella casa si portava dietro troppi ricordi spiacevoli che era difficile mettere in un cassetto e dimenticare,quindi avevano preso ad andarci sempre di meno.
Vi avevano trascorso la sera del loro quindicesimo anniversario di matrimonio,soltanto Harry e Ginny,in ricordo di quel San Valentino che era terminato con la notizia della gravidanza dei gemelli.
Avevano lasciato i ragazzi a Hermione e Ron e per un'intero giorno si erano lasciati trasportare dal passato,ricordando quello che avevano passato agli inizi della loro relazione e quasi congratulandosi a vicenda per essere riusciti ad arrivare così lontano.
Con gli anni Harry aveva raggiunto una posizione importante all'interno della radio,diventando il braccio destro di Graham.
L'uomo aveva comprato gran parte delle azioni della radio quando la società aveva cominciato a dare segni di crisi,una decina di anni prima,e aveva chiesto ad Harry di entrare in società:potevano dividersi le quote della società e continuare a gestire la radio come avevano sempre fatto,evitando così il fallimento e la chiusura.
Dopo qualche tentennamento,Harry aveva accettato e da allora era uno dei dirigenti della Virgin Radio,anche se qualche volta si divertiva ancora a sedersi dietro il mixer del regista.
Anche il negozio di Ginny continuava ad avere successo.
Con gli anni avevano aperto anche due altri negozi nella Londra babbana che avevano ricevuto grandi complimenti dalla stampa ed un gran riscontro di clienti.
Qualche volta avevano avuto delle ordinazioni anche da registi e scenografi che mettevano in scena spettacoli nel West End.
A trentotto e trentasette anni erano perfettamente soddisfatti della loro vita.
C'erano alle volte quelle feroci litigate che li facevano somigliare a Ron ed Hermione,ma che si esaurivano presto e che gran parte delle volte si risolvevano in camera da letto,come era successo dopo la loro prima grande litigata.
Alla soglia dei quarant'anni Harry era uno dei pochi uomini che poteva vantarsi di trovare ancora attraente sua moglie.
Ginny,con gli anni e con le gravidanze,si era ammorbidita e dove prima c'erano angoli e ossa, adesso c'era una leggera rotondità che gli piaceva accarezzare e stringere:gliela faceva sentire piu' "appetitosa".
Aveva tagliato i capelli rossi in un caschetto scalato che le arrivava alle spalle e che incorniciava il viso,nascondendo quelle piccole rughe che cominciavano a formarsi intorno agli occhi,e che la facevano preoccupare anche troppo per i gusti di Harry che le trovava stranamente sexy.
Anche su di lui lo scorrere del tempo aveva lasciato dei segni.
C'era soltanto un leggero ricordo dei suoi addominali asciutti e tesi:anche se stava lottando strenuamente contro la pancetta,si era arreso all'idea di non essere piu' il ragazzo di vent'anni.
Anche i suoi capelli neri avevano cominciato ad ingrigirsi,specialmente sulle tempie,ma ogni volta che si fermava allo specchio del bagno per controllare che quei capelli bianchi non fossero aumentati,Ginny rideva e scuoteva la testa.
-A me piaci molto di piu' adesso...-gli diceva.
-Anche con tutti i capelli bianchi?-ribatteva lui sorpreso.
-Scherzi?Sono proprio i capelli bianchi che ti rendono affascinante!-lo rassicurava lei.
Ancora adesso dopo tanti anni,erano capaci di capire se c'era qualcosa che preoccupava l'altro con un solo sguardo, e si adoperavano per risolvere insieme ogni problema.
-Che ne dite di portare di sopra le vostre cose?-chiese Ginny ai ragazzi.
-Non possiamo farlo piu' tardi?-domandò Lily.
-Io sono distrutto...-ribattè Ron.
-Sai che novità!-lo beccò James.
Harry sorrise e scosse la testa:la casa sembrava svuotarsi durante i mesi che i ragazzi passavano ad Hogwarts,anche se restava la piu' piccola.
Ma sia lui che Ginny,anche se non l'avrebbero ammesso mai,avevano un'attaccamento particolare per i gemelli,forse dovuto all'incidente durante la gravidanza.
Era una specie di miracolo che fossero lì e fossero tutti e due perfettamente sani.
James e Ronald,i gemelli, erano nati alla fine di ottobre,leggermente in anticipo sul tempo esattamente 16 anni prima.
Erano gemelli,ma ad un primo sguardo erano pochi quelli che se ne accorgevano.
James Sirius Potter era la copia perfetta di suo padre alla sua età,sia nell'aspetto che nel carattere;l'unica cosa dissonante era la mancanza degli occhiali da vista da parte di James e per quegli occhi neri che sembravano essere un condensato di quelli dei suoi genitori.
Anche James,che i fratelli chiamavano Jim,era il Cercatore per la squadra dei Grifondoro ad Hogwarts e a differenza di suo padre sarebbe stato,per il secondo anno consecutivo,il Caposcuola della sua Casa.
Era un ragazzo estroverso e sempre pronto allo scherzo,ma alle volte si chiudeva in sè stesso, come se avesse bisogno di un pò di privacy in tutto il caos provocato dai fratelli.
Quando aveva un problema,o aveva bisogno di parlare con qualcuno,il primo a cui si rivolgeva era Ronald,altrimenti ne parlava con suo padre:cercava sempre di tenere sua madre al di fuori dei suoi problemi per evitare che si preoccupasse troppo,anche se aveva la quasi certezza che suo padre le riferisse sempre una parte di quello di cui parlavano.
-Ho bisogno di dormire almeno per dieci ore di fila...Non dobbiamo andare da nessuna parte,vero?-domandò Ronald alzandosi dal divano e guardandosi i suoi genitori.
Ginny scosse la testa.
-Cerca solo di svegliarti per l'ora di cena perchè abbiamo ospiti-gli disse la madre.
Tutti i ragazzi Potter si voltarono verso i genitori,sorpresi dalla notizia.
-Chi sa del nostro arrivo?-domandò Albus curioso.
-Lo zio Ron e la zia Hermione-disse Hermione.
Tutti si voltarono a guardare la piu' piccola dei fratelli che vedendosi tanti occhi puntati addosso,si limitò ad alzare le spalle.
-Cosa?Ero con loro quando è arrivata la lettera-spiegò tranquilla.
Ginny e Harry sorrisero.
-Possibile che lei sappia sempre le cose prima di noi?-domandò Albus,alzandosi anche lui dal divano.
-Cos'è sei geloso?-lo prese in giro Hermione.
-Ok mentre voi litigate,io vado a letto-disse Ronald,dando le spalle ai fratelli.
Per scegliere il nome dei gemelli,Harry e Ginny non avevano avuto bisogno di pensare troppo:una volta saputo che aspettavano due maschi,avevano deciso che uno dei due si sarebbe chiamato come il padre di Harry,James,e per il secondo gemello avevano scelto il nome di colui che li aveva fatti incontrare.
Ron,il fratello di Ginny e migliore amico di Harry.
Quindi Ronald Micheal Potter,detto Ronnie,per non confondersi con lo zio Ron.
Durante la gravidanza,Fred e Harry avevano spesso discusso su quale ramo della famiglia avrebbe avuto la meglio sui gemelli,arrivando quasi a fare una scommessa,e alla nascita si erano accorti di aver vinto tutti e due.
Se James rassomigliava in tutto e per tutto a Harry,Ronald era quello che aveva ripreso di piu' da sua madre:aveva i suoi stessi occhi marroni,il viso candido pieno di lentiggini,i capelli rossi tipici della famiglia Weasley,anche se ribelli come quelli di Harry,ma che il ragazzo aveva imparato a tenere a bada con il gel.
Si era lasciato crescere un accenno di barba rossiccia nelle ultime settimane,e piu' volte sua madre era rimasta qualche istante interdetta prima di dire il suo nome:aveva un'impressionante rassomiglianza con Fred che la lasciava ogni volta senza fiato.
Se James era il Cercatore della squadra,Ronald lo scorso anno era stato il portiere,ma non sembrava voler tentare di nuovo quell'esperienza.
Quello sarebbe stato l'ultimo anno ad Hogwarts ed era interessato a fare piu' esperienze possibili.
-Jim vieni anche tu?-domandò Ronald voltandosi verso il fratello.
-Vengono anche Hugo e Rose?-chiese James ai genitori che stavano per seguire l'esempio di Ronald e stavano allontanandosi verso la scala.
Ginny sbadigliò e annuì.
-Sì ci saranno anche loro...E anche Teddy e Vicky-aggiunse.
Ronald,stanco di aspettare,era uscito dal salotto e si era accostato al padre iniziando una discussione con lui mentre salivano le scale.
-Ragazzi,restate di sotto?-domandò Ginny agli altri figli rimasti in salotto.
Subito Albus e Lily apparvero sulla soglia del salotto e mentre Lily seguì gli altri verso le scale, Albus restò sulla porta.
-Papà posso andare nel tuo studio per sentire un pò di dischi?-domandò affacciandosi nella tromba della scala.
-Basta che dopo rimetti tutto in ordine!-rispose Harry dal piano superiore.
Albus Severus era nato un'anno dopo i gemelli ed era il piu' schivo dei fratelli.
Era quello piu' legato alla madre e,al contrario dei fratelli,andava sempre da Ginny se aveva qualche problema.
Ma suo padre non si sentiva per nulla minacciato da quel rapporto privilegiato:gli bastava guardarlo negli occhi per capire se Albus aveva un problema.
Era l'unico dei figli maschi ad aver ereditato gli occhi di Lily e Harry approfittava di quel canale privilegiato per comunicare con suo figlio.
I gemelli lo avevano un pò isolato per il loro legame,anche se si volevano bene e non riuscivano a stare un giorno senza l'altro,o per lo meno senza sentirsi.
Ma mentre i gemelli avevano fin dalla nascita diviso una camera,i loro giochi e alle volte anche i loro vestiti,Albus non aveva nessuno con cui dividere quel legame speciale.
I suoi genitori avevano fatto di tutto per evitare che si formasse una frattura o delle incomprensioni fra i tre figli e,grazie a qualche acrobazia,c'erano riusciti:non c'era l'ombra di quell'odio fra fratelli di cui Harry e Ginny avevano sempre sentito parlare,ma che non avevano mai vissuto di persona.
Come i gemelli era nella Casa dei Grifondoro e frequentava il sesto anno:aveva ereditato il talento di sua madre per gli incantesimi di Difesa e di Trasfigurazione,anche se il suo sogno fin dall'età di dieci anni era quello di diventare un medico,anche se non aveva ancora deciso se iscriversi ad un'università magica o babbana.
Qualche volta aveva fatto da "assistente" a Rupert,il compagno di Seamus,quando questi era di passaggio a Londra da Chicago ed era rimasto affascinato da quello che i medici babbani riuscivano a fare senza l'uso della magia.
-Perchè lavorare così tanto se puoi usare la magia?-lo prendevano in giro i fratelli.
-Perchè in questo modo devi dimostrare quanto sei capace!-ribatteva lui deciso.
Harry non aveva nessun dubbio che medicina fosse la sua strada e non gli importava se fosse stata medicina babbana o magica:Albus se la sarebbe cavata perfettamente in entrambi i casi.
A distanza di due anni era nata Lily Luna,la prima figlia femmina.
La persona di cui Harry era piu' geloso dopo Ginny.
Fin dalla prima volta che l'aveva presa in braccio e il suo sguardo aveva incontrato quel viso tutto grinzoso e ancora sporco,aveva capito che non sarebbe stato facile lasciarla andare.
Era innamorato di sua figlia,una piccola copia di Ginny:aveva sempre insistito per farle il bagnetto o per metterla a dormire quando era appena nata,e con pazienza le aveva insegnato a camminare.
All'età di cinque anni era salita per la prima volta su una scopa mettendo in mostra un talento inaspettato,specialmente per una bambina della sua età.
Quando era partita per il primo anno ad Hogwarts,aveva avuto non poche difficoltà a riabituarsi alla casa vuota e al silenzio.
Aveva sempre il dubbio che le potesse succedere qualcosa di grave o che potesse farsi male,ma lo aiutava sapere che c'erano ben tre fratelli pronti ad aiutarla e a proteggerla.
Lily era al quarto anno e finora sembrava essere la migliore del suo corso in Pozioni,nonostante il Professor Malfoy facesse di tutto per screditarla o metterla in difficoltà.
Harry si chiedeva ancora da chi aveva preso quel talento,vista la sua famosa incapacità in quella materia.
-Sei sicuro che sia tua figlia?-gli aveva chiesto una volta Draco Malfoy per prenderlo in giro.
-Guardala...E' identica a me!-aveva ribattuto Harry.
-Credi che basti?-aveva domandato ancora Draco,continuando a punzecchiarlo.
-Falla finita Malfoy!-
Con la nascita di Lily,Harry e Ginny avevano chiuso un cerchio:avevano tre figli maschi ed una figlia femmina.
E inoltre c'era Teddy,che era un'altro figlio per loro.
Teddy era sempre vissuto con loro,inizialmente solo con Harry durante i tre anni che questo aveva passato isolato dal resto del mondo magico,e in seguito anche con Ginny.
Sin dall'inizio,aveva considerato i gemelli i suoi fratelli,e lo stesso era stato per Albus e Lily:erano cresciuti insieme incuranti dei quattro anni di differenza.
Quando Teddy era partito per Hogwarts,non passava giorno senza che Tonks,la civetta di Teddy, arrivasse con un messaggio per tutta la famiglia.
Il ragazzo si trovava a suo agio nella scuola di magia e in breve tempo aveva fatto amicizie importanti che,Harry ne era certo,sarebbero durate per il resto della vita.
E inoltre aveva trovato l'amore...O meglio,lo aveva risvegliato.
Conosceva Vicky Weasley fin da quando aveva quattro anni,ma solo quando si erano trovati isolati dal resto della famiglia fra le mura della scuola avevano avuto modo di conoscersi meglio e di apprezzare le qualità dell'altro.
Avevano stretto la loro amicizia fin dal primo anno di scuola,ma avevano capito di essere innamorati soltanto alla fine del secondo anno.
Prima di fare qualsiasi mossa,Teddy era andato a parlare con Harry per sapere se c'erano delle possibili implicazioni che potevano impedire la loro storia,ma l'uomo l'aveva rassicurato:anche se avevano sempre vissuto come cugini,fra lui e Vicky non c'era alcun legame di sangue.
Dopo quella chiacchierata,aveva fatto il primo passo.
Aveva scritto una lettera a Vicky,dichiarandole il suo amore e spiegandole i motivi che l'avevano tenuto lontano da lei fino a quel momento e chiedendole se c'era qualche speranza che quel sentimento fosse ricambiato.
Per giorni la famiglia Potter l'aveva visto struggersi per il mancato arrivo di una risposta:doveva considerarlo un brutto segno,oppure la sua lettera per qualche motivo non era stata recapitata?
Ginny aveva parlato con Fleur e aveva saputo dalla donna che la lettera era arrivata il giorno dopo,consegnata direttamente da Tonks a Vicky e che la ragazza non aveva ancora risposto.
Continuava a guardare la civetta come in cerca di un segno o di un'illuminazione.
Quando stava per perdere definitivamente le speraze, finalmente Teddy vide tornare Tonks con la sua risposta.
Vicky non aveva mai avuto dubbi sui suoi sentimenti,era innamorata di lui da quasi un'anno, ma voleva essere sicura che fosse vero amore e non una passione passeggera che avrebbe potuto rendere la situazione imbarazzante per via delle loro famiglie.
Al ritorno ad Hogwarts,Teddy aveva iniziato a corteggiarla:l'accompagnava alle lezioni,arrivando quasi sempre in ritardo alle sue,e ogni mattina le faceva trovare un mazzo di violette sulla porta del dormitorio femminile,nonostante il gelo e la neve.
Le sue gentilezze con il tempo riuscirono a convincere Vicky dei suoi sentimenti e poco prima della chiusura del terzo anno,i due ragazzi si erano fidanzati.
Da allora,nonostante qualche volta avessero i loro problemi,non si erano piu' lasciati andando a vivere insieme due anni dopo la fine della scuola.
Fu proprio l'anno in cui Teddy finì di frequentare Hogwarts che Ginny scoprì di essere incinta di nuovo.
Erano passati cinque anni dall'ultima gravidanza e sia lei che Harry non avevano piu' pensato ad avere altri figli,ma fin dal primo momento non ebbero dubbi.
Avevano tirato giu' dalla soffitta passeggini seggiolone e culla ed era nata Hermione Molly Potter:quel nome era il loro modo per ringraziare Hermione per averli fatti incontrare di nuovo e per aver aiutato Harry dopo l'incantesimo dei ricordi.
Era la piccola di casa,quella che tutti coccolavano e vezzeggiavano,forse perchè consapevoli che sarebbe stata l'ultima sorella.
Hermione era una giusta miscela dei pregi e difetti dei suoi genitori:era testarda ed caparbia come Harry,ma allo stesso tempo era dolce e paziente come Ginny.
Inoltre negli ultimi anni aveva dimostrato uno spiccato senso degli affari:adorava dare una mano nel negozio della madre e qualche volta arrivava a dare dei consigli a Ginny su come attirare piu' clienti o su come allestire la vetrina.
Fin dall'età di sei anni aveva strappato la promessa alla madre di poter dirigere uno dei negozi "Now and Forever" una volta cresciuta,e a meno che con il tempo non avesse cambiato idea,sua madre era piu' che disposta a mantenere la sua promessa.
Ora,all'età di nove anni,era l'unica dei fratelli che restava a Privet Drive mentre i fratelli andavano ad Hogwarts,frequentando una scuola babbana.
-Posso venire con te Al?-domandò Hermione ad Albus che si stava avviando verso lo studio di Harry.
James le passò accanto e le scompigliò i capelli prima di correre verso il corridoio per evitare la sua reazione.
-Ok,ma la musica la scelgo io!-disse il ragazzo senza voltarsi.
La bambina affrettò il passo per raggiungere il fratello mentre dal piano superiore si sentivano le porte che si aprivano e chiudevano.

 


Harry si buttò sul letto quasi a peso morto,la testa sul cuscino e il braccio destro disteso verso l'altro lato del letto.
Chiuse gli occhi e sorrise sentendo il letto adattarsi al peso di Ginny che si sdraiava a sua volta,arrivandosi poi piu' vicino al suo petto.
La testa della donna si fermò sul suo torace e il braccio sinistro gli si allungò sull'addome prima che lui riaprisse gli occhi.
-Sono a pezzi!-le disse.
Ginny alzò gli occhi verso di lui e fece un piccolo affermativo con la testa.
-Sono davvero stanco-le ripetè come per ribadire il concetto.
-Tesoro non lo sto mettendo in dubbio...-gli disse Ginny.
Harry chiuse gli occhi e quasi nello stesso istante,sentì la mano sinistra di sua moglie accarezzargli il petto con gesti circolari.
-A che ora vengono Ron ed Hermione?-domandò Harry,senza aprire gli occhi.
La mano di Ginny si era mossa e aveva preso a salire verso il collo lasciato scoperto dalla camicia,riprendendo anche lì le sue carezze.
-Dovrebbero essere qui per le sette e mezzo-rispose Ginny.
Anche la mano di Harry aveva iniziato a muoversi su e giu' per la schiena di Ginny,come mossa da volontà propria,seguendo la linea della spina dorsale.
-Come vanno le cose fra quei due?-le chiese cauto,quasi spaventato dalla risposta.
Ginny sospirò e per qualche istante smise di accarezzarlo,mentre pensava alla situazione fra suo fratello ed Hermione.
-Come al solito...-commentò semplicemente.
Sarebbe stata una serata pesante...
Voltò leggermente il viso verso la testa di Ginny e le posò un bacio fra i capelli,in silenzio,mentre lei ricominciava ad accarezzare il suo torace.
-Bene allora abbiamo un pò di tempo-commentò Harry.
Riaprì gli occhi e si mosse facendo sdraiare Ginny con la schiena sul materasso, imprigionandola poi con il suo corpo.
La donna sorrise e incontrò i suoi occhi,lanciandogli uno sguardo divertito.
-Ci sei riuscita ancora una volta...-le disse fingendosi arrabbiato.
-Io non ho fatto nulla...E poi sono stanca anche io,cosa credi?-ribattè Ginny continuando a sorridere divertita.
-Certo,certo...Scommetti che ho il modo per farti passare la stanchezza?-le chiese Harry iniziando ad accarezzarle una coscia con la mano.
Ginny lo guardò con aria scettica,ma non riuscì a trattenerla a lungo e scoppiò a ridere.
Harry si riempì le orecchie della sua risata e abbassò lo sguardo sulle sue labbra.
-Questa risata,amore mio,ti costerà davvero cara...-

 

A Ronald piaceva essere circondato dalla famiglia:erano chiassosi e confusionari come lui,quindi ci si trovava perfettamente a suo agio.
Anche quella sera,non appena lo zio Ron e la zia Hermione arrivarono si ricreò quell'atmosfera piacevole e alla mano che faceva star bene tutti.
Gli avevano dato i piccoli regali che avevano comprato a Seattle e in cambio avevano ricevuto i "pensieri" che zio Ron e zia Hermione,insieme ad Hugo e Rose,avevano portato da Atene.
Come al solito,i suoi genitori avevano iniziato a parlare di cose noiose e vecchie con gli zii,chiusi in soggiorno e Al era corso in camera con Hugo per fargli vedere qualcosa.
Lily e Mimi erano impegnate con i regali che avevano ricevuto e gli non avevano prestato molta attenzione quando aveva provato a punzecchiarle.
Ma dov'erano finiti Jim e Rose?
Era sicuro che fossero rimasti per un pò con gli altri,ma adesso si erano dileguati.
Eppure era strano:se quei due dovevano andare da qualche parte,di solito ci andava anche lui.
Erano un trio inseparabile,come lo erano stati i loro genitori ai tempi di Hogwarts,tanto che i professori li chiamavano la "Nuova Triade".
Salì le scale e puntò dritto verso la camera che divideva con James:forse il fratello aveva bisogno di qualche aiuto per i compiti e aveva sequestrato la cugina.
Era meglio che andare a darle una mano...
Aprì la porta e quello che vide lo fece bloccare sulla soglia.
Non era possibile!Era al di fuori di ogni legge!
Non riusciva a muovere lo sguardo eppure non voleva piu' guardare!
-Che accidenti sta succedendo qui?-

 

 

Era stato difficile far finta di niente.
La lontananza era stata lunga:due mesi senza vedersi,senza quasi nessun contatto a parte le chiamate sul cellulare,a notte fonda quando tutti gli altri erano profondamente addormentati.
Quando era finita la solita giostra dei saluti e dei souvenir era salito in camera sua,sicuro che l'avrebbe seguito.
Infatti non aveva neanche dovuto aspettare tanto.
-Lo sai che non è carino andarsene in questo modo?-sentì alle sue spalle.
Si voltò verso la voce e sorrise.
Rose Weasley aveva appena richiuso la porta e fatto un passo verso di lui.
Sul viso il solito broncio che le veniva quando le cose non andavano come voleva lei.
-Volevo mettere a posto il vostro regalo per evitare di rovinarlo-le disse facendo un passo nella sua direzione.
Rose lo aveva guardato,portandosi dietro l'orecchio un ricciolo ribelle.
-E dovrei crederti?-gli domandò.
James alzò le spalle.
-Com'era la Grecia?-le chiese ancora.
-Calda...E interessante.
Tu,invece,ti sei divertito a Seattle da Seamus?-gli chiese di rimando.
James restò in silenzio,incurante della sua domanda.
Quella commedia era durata anche troppo!
Fece i pochi passi che lo dividevano da Rose e quasi simultaneamente,le strinse la vita con un braccio e posò le labbra su quelle di lei.
Erano proprio come le ricordava:morbide e calde,invitanti...
Subito si dischiusero sotto le sue permettendo alla sua lingua di entrare e di scontrarsi con quella di Rose.
Sentì le braccia della ragazza che si stringevano attorno al suo collo,mentre le lingue continuavano a sfiorarsi,a toccarsi con dolcezza e ferocia per saziarsi dopo l'astinenza di due mesi.
Rose staccò le labbra dalle sue e gettò la testa all'indietro,scoprendo la linea del collo,invitandolo a seguire quel sentiero bianco.
-Non hai idea di quanto mi sei mancato...-gli disse con il fiato leggemente corto,mentre le labbra di James scendevano sul suo collo e sulla sua gola.
Erano mesi che andavano avanti così,nascondendosi agli occhi di tutti e vivendo quella passione sperando che nessuno se ne accorgesse.
Non potevano...Non dovevano...
Ma era piu' forte di loro.
Era amore e passione:era lava fumante che scorreva dentro le loro vene ogni volta che si incontravano e che non li faceva ragionare razionalmente.
-Lo so benissimo!Un'altro giorno senza di te e sarei impazzito-le disse James rialzando la testa e tornando a guardarla.
Le loro labbra si incontrarono di nuovo e senza guardare,si mossero verso il letto del ragazzo, staccandosi quel poco che occorreva per non scivolare o farsi male.
Rose si sdraiò sul letto con la schiena sul piumone,attirando James su di sè,le labbra di nuovo unite in una lotta.
Tante volte avevano provato a resistere,a riportare il loro rapporto ai binari su cui era stato per anni,senza però riuscirci mai.
Avevano paura di essere scoperti,ma allo stesso tempo speravano che qualcuno venisse a conoscenza del loro amore per poter finalmente smettere di fingere e cominciare ad amarsi alla luce del sole.
Una mano di James scivolò sulla gamba nuda di Rose,facendola piegare e rimanendo intrappolato con le dita sotto la pelle morbida del ginocchio.
Si separarono qualche istante,giusto il tempo perchè Rose si liberasse dell'imgombro della camicia a maniche corte,seguita subito dopo da James che gettò la sua t-shirt il piu' lontano possibile.
Si guardarono e quando i loro occhi si incontrarono per qualche istante,il tempo sembrò fermarsi:era già capitato altre volte quando erano soli e altre volte in futuro sarebbe capitato.
-Non vedo l'ora di ritornare ad Hogwarts...-le disse James sulle labbra.
Rose sorrise e alzò leggermente la testa dal cuscino per sfiorare leggermente le labbra del ragazzo con un bacio veloce e delicato.
-Solo tu ed io...Oh James,non puoi capire quanto sono stata male senza di te-gli disse la ragazza.
Strinse le braccia attorno al collo di James e lasciò che lui la avvicinasse di piu' a sè,nascondendo il viso nell'incavo fra la spalla e il collo.
-Ti amo James-disse Rose senza vergogna.
-Anche io Rose...Anche io-
I loro occhi si incontrarono di nuovo e dopo qualche istante di immobile silenzio,Rose avvicinò di nuovo le labbra a quelle di James ricominciando a baciarlo.
James si abbandonò a quel bacio con l'incoscienza e l'azzardo che caratterizzava quell'amore: sapeva che era proibito,che non dovevano,ma era successo.
Si erano innamorati e ora non potevano piu' far niente contro quel sentimento...Non volevano piu' combatterlo.
Avevano tentato e avevano perso.
Lasciò che il bacio diventasse piu' profondo e fece aderire il corpo di Rose al suo,diminuendo ancora di piu' la già minima distanza fra di loro.
Non sentirono la porta che si apriva,non si accorsero neanche di quella presenza che li guardava scioccato dalla soglia della camera,incapace di distogliere gli occhi.
Sentirono solo le sue parole sconvolte.
-Che accidenti sta succedendo?-

 

Come vi avevo anticipato in apertura...

Ho fatto un pò di ricerche in giro prima di scriverlo e sono sicura al 100% che nn ci sia nessuna legge o che nn si commette nessun crimine innamorandosi di un cugino.

Questa fiction tratterà la nuova generazione e anche i "senior":Harry/Ginny, Ron/Hermione e George/Luna,ma vi anticipo fin da ora che saranno soprattutto le ultime due ad essere maggiormente al centro dell'attenzione visto che la prima coppia ha avuto un'intera fiction tutta per lei.

Anche per quanto riguarda queste due coppie,preparatevi a sorprendevi!

Ho detto anche troppo,fatemi sapere che ne pensate!

Ringrazio tutti coloro che recensiranno e leggeranno questo capitolo,e chiedo scusa per eventuali errori di battitura.

Per il momento vi lascio,e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Settembre-Un'anno prima"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Settembre-Un'anno prima ***


settembre

 

 

 

L'Espresso non aspettava certo i ritardatari come loro!
Harry si affacciò alle scale e cercò di cogliere qualche scampolo dei discorsi che si stavano svolgendo al piano di sopra.
-Avete visto il mio mantello?-chiese Lily probabilmente dalla sua stanza.
-Hermione perchè il mio Ipod era nella tua stanza?-domandò Albus piu' vicino alle scale.
-Ragazzi,se non scendete entro trenta secondi io me ne vado senza di voi!
E questa volta non è uno scherzo!-urlò per sormontare il cicaleccio che veniva dal piano superiore ed essere ben udibile.
-Scendiamo subito papà!-gli rispose Hermione con la sua voce piccola.
Un sorriso comparve sul volto di Harry:gli aveva risposto proprio l'unica che non doveva prendere l'Espresso per Hogwarts!
Sollecitato dalla minaccia o perchè realmente pronto,vide Ronald scendere le scale con il passo strascicato con cui aveva preso l'abitudine di muoversi ultimamente.
Anche lui si comportava in quel modo strano quando aveva quindici anni?
-Io sono pronto-disse fermandoglisi accanto.
Harry fece un piccolo cenno con la testa lanciando una veloce occhiata ai jeans troppo larghi e alla pelpa bianca con disegni neri e tornò a guardare le scale,sentendo dei passi veloci venire verso di loro.
-Anche io!-fece Hermione,con il suo immancabile zainetto a forma di coniglietto sulle spalle.
Glielo avevano regalato le sue amiche di scuola per il suo compleanno e non c'era verso di toglierglielo di dosso.
-Bene,almeno le mie minacce servono a qualcosa...-commentò Harry guardando i due figli.
-Avevi qualche dubbio?-domandò Ginny scendendo l'ultimo gradino.
Harry le fece una smorfia che lei ricambiò con un sorriso divertito,prima di girarsi verso le scale.
-James!Albus!Lily!Se non scendete immediatamente sarete costretti ad arrivare alla stazione in metropolitana!-fece la rossa,lo sguardo rivolto verso le scale.
L'istante dopo,Lily apparve sul primo gradino prima di scendere di corsa:era quella che odiava di piu' i trasporti babbani e che non capiva perchè durante l'estate non potesse usare la sua scopa superveloce.
-Arrivo subito papà!-disse cercando lo sguardo di Harry,che come al solito si sentì sciogliere al pensiero che quelli erano gli ultimi momenti che avrebbe passato con Lily.
-Ragazzi perchè non cominciate ad uscire in strada?
I bagagli sono già in macchina...Entrate e sedetevi,mentre noi aspettiamo i vostri fratelli CHE STANNO PER ESSERE LASCIATI A CASA!-urlò Harry a beneficio di Albus e James che ancora non si decidevano a scendere.
Gli altri Potter aprirono la porta e si diressero alla macchina,lasciando i genitori da soli nell'ingresso.
-Stai bene?-domandò Harry alla moglie.
Lei lo guardò e alzò le spalle.
-Ormai sono abituata...Poi so che scriveranno e che torneranno a casa per le vacanze di Natale...E poi Hermione resta con noi-
-Non è così tragica...-commentò Harry cercando di convincere entrambi.
Ginny annuì.
-Gli altri ci aspettano alla stazione?-le chiese cercando un'argomento meno spinoso.
-Soltanto Hermione e Ron con i ragazzi-gli disse.
Harry aggrottò le sopracciglia,ma prima che potesse fare domande,Albus scese velocemente le scale e si scusò con entrambi i genitori.
-Va in macchina con i tuoi fratelli-gli disse Ginny con un leggero sorriso.
-Che è successo a George e Luna?-domandò Harry quando furono di nuovo soli.
-Sembra che i ragazzi non frequenteranno Hogwarts quest'anno-gli confessò la rossa.
Un'espressione sorpresa si materializzò sul volto di Harry:Hogwarts senza i figli di George e Luna?
Era come parlare dell'Inghilterra senza birra!
-Che è successo?-domandò ancora.
Ginny si strinse nelle spalle e lo guardò.
-Non lo so.A sentire loro George vuole provare ad aprire un negozio anche in America e ha chiesto a Luna di accompagnarlo.
Dovevano partire quando i ragazzi fossero stati ad Hogwarts,ma quando hanno saputo del progetto dei genitori,i ragazzi hanno deciso di seguirli e di saltare un'anno di scuola-riassunse Ginny.
Harry guardò attentamente sua moglie e vide una strana espressione sul suo volto.
-Cosa c'è che non va?-le domandò.
Ginny incontrò il suo sguardo e fece per dare voce ai suoi dubbi,ma proprio quando fu sul punto di parlare,James scese di corsa le scale ed entrambi si ricordarono del terribile ritardo,schizzando fuori casa insieme a James e richiudendo la porta alle loro spalle.


Il giorno era arrivato.
Avevano vissuto quell'estate come se non dovesse finire mai,come se tutto il loro mondo fosse chiuso nelle quattro mura della loro casa e invece adesso tutto stava per svanire...
Forse per sempre.
No!
Non doveva pensare in negativo!
Se lo era imposta,glielo avevano detto anche i medici:tutti sanno che l'aspetto psicologico ha un peso fondamentale su questo genere di cure,quindi aveva cercato di pensare il piu' possibile a cose positive,a cose da fare quando tutta questa storia fosse finita.
Avevano passato l'estate dividendosi fra Cheswich e New York accettando l'invito di Angelina Oliver e Justin,fra i pochi a sapere,che li avevano aiutati a trovare una sistemazione.
Tutto era pronto...
Tutto era deciso...
Eppure ora seduta al tavolo della cucina,lo sguardo fisso sulla finestra che le rimandava i primi raggi del giorno,una tazza di tè fra le mani,e le veniva da chiedersi se non fosse stato tutto un rimandare l'inevitabile.
Erano mesi che sapevano,che cercavano di abituarsi a quella "novità",se era possibile una cosa del genere.
E pensare che tutto era cominciato con una doccia...
Una stupida doccia!
Si era accorta che c'era qualcosa di strano,qualcosa di diverso nel suo seno destro,ma non ne era stata sicura subito.
Aveva dato la colpa all'acqua che continuava a scivolarle addosso e al bagnoschiuma,così aveva aspettato di uscire dalla doccia per controllarsi allo specchio.
Si era asciugata e si era messa di fronte allo specchio iniziando a palparsi il seno trovandolo stranamente duro e dolente quando sfiorava la parte sotto l'aureola.
Magari era soltanto una sua impressione sbagliata,si era detta fissando il suo sguardo preoccupato allo specchio.
Aveva bisogno di un secondo parere.
E chi meglio di George?
Così era tornata in camera e l'aveva trovato che s'infilava la camicia prima di scendere e fare colazione insieme.
Appena l'aveva vista le aveva sorriso,come faceva ogni mattina da quasi sedici anni.
-Stavo per entrare e assicurarmi che non avessi bisogno d'aiuto per la schiena...-le aveva detto con il suo tipico sorriso malizioso.
Lei gli aveva sorriso e si era allontanata i capelli dalla fronte prima di guardarlo con un'espressione seria.
-Va tutto bene?-le aveva chiesto lui tornando serio.
-Non lo so ancora...-gli aveva detto lei una nota di preoccupazione nella voce.
Aveva aperto l'accappatoio e aveva visto lo sguardo sorpreso del marito fissarsi per un'istante sul suo corpo nudo prima di incontrare di nuovo i suoi occhi.
-Di solito la doccia non si fa dopo?-le aveva chiesto mentre un lampo di malizia attraversava il suo sguardo.
Luna aveva sorriso leggermente divertita,per tornare seria l'istante dopo.
-C'è qualcosa che non va nel mio seno destro-gli aveva detto,sentendo piu' chiaramente nelle orecchie quella vena di preoccupazione.
Il viso di George era diventato piu' serio e l'aveva fissata in attesa.
-Che vuoi dire?-aveva chiesto.
Lei gli aveva preso una mano e l'aveva portata a coprire il suo seno completamente,lo sguardo sempre in quello del marito.
-Accarezzalo e dimmi cosa senti...In fondo sei tu l'esperto-aveva aggiunto cercando di allentare la tensione.
Gli occhi di George le avevano rimandato un'espressione confusa e preoccupata,mentre iniziava a fare quello che lei gli aveva chiesto,sfiorandole il seno con delicatezza.
-Io non sento niente di...-aveva iniziato a dire.
Ma poi si era bloccato.
Se ne era accorto anche lui,allora:c'era effettivamente qualcosa di diverso in quel seno.
Non era solo una sua impressione.
-Non è morbido come al solito...Sembra come se ci fosse una pietra dentro-le aveva detto guardandola preoccupato.
Luna aveva annuito:era stata la stessa sensazione che aveva avuto lei.
Poi George le aveva sfiorato la pelle sotto l'aureola e,stranamente,aveva sentito una leggera fitta di dolore che l'aveva portata a mordersi il labbro inferiore con i denti.
Aveva visto chiaramente la preoccupazione negli occhi di George aumentare per quella reazione.
-Ti ho fatto male?-le aveva chiesto,sentendosi quasi in colpa.
Luna aveva annuito lentamente.
Dopo quel piccolo "scambio di opinioni",George aveva deciso di affidare il negozio a Joe,il suo fido aiutante, per quel giorno e di accompagnarla in ospedale per dei controlli.
Avevano passato la mattinata al San Mungo e quando avevano avuto la risposta delle analisi era soltanto una conferma delle loro paure.
Cancro al seno.
Per fortuna era stato scoperto ad uno stadio non troppo avanzato e facilmente guaribile.
Il medimago le aveva prospettato tutte le possibilità:c'era un'intervento semplice che prometteva la completa guarigione del paziente in meno di un mese,ma che aveva delle piccole controindicazioni.
-Quali controindicazioni?-aveva chiesto Luna.
Palpitazioni cardiache,problemi circolatori e la totale sterilità.
Se avessero accettato il trattamento,avrebbero dovuto rinunciare all'idea con cui si stavano baloccando negli ultimi tempi,da quando tutti i loro figli erano ad Hogwarts.
-Ho bisogno di pensarci-aveva detto al medimago.
-Questo genere di tumore va fermato in tempo,quindi prima decide piu' possibilità di guarigione ci sono-le aveva detto l'uomo.
Erano tornati a casa e avevano iniziato a discutere le varie possibilità.
Lei sapeva che quel trattamento non era adatto a lei:lei non era disposta a rinunciare alla possibilità di avere un altro figlio.
Ma George non sembrava disposto a capirlo,o ad accettarlo.
-Perchè almeno non ci pensi su prima di rifiutare completamente il trattamento?-le aveva chiesto cercando di farla ragionare.
-Hai sentito anche tu quello che ho sentito io oppure no?
Ha detto che sarei completamente sterile!-gli aveva ricordato.
George le si era seduto di fronte e si era passato le mani fra i capelli piu' volte.
-Ma noi abbiamo già dei figli...Perchè...-aveva iniziato a dire.
-Perchè è così importante per me?-lo aveva interrotto Luna.
George aveva annuito fissandola.
Lei aveva sorriso e gli aveva accarezzato i capelli dolcemente.
-Chi è quel tizio per dirmi se posso o no avere un'altro figlio?
Questa famiglia è la cosa che conta di piu' nella mia vita e l'idea di un'altro figlio era diventata quasi concreta per me...
Non voglio...-aveva detto senza finire la frase.
Non voglio morire con dei rimpianti!
George le aveva preso una mano fra le sue e l'aveva guardata triste.
-E a me non pensi?-le aveva chiesto.
Luna l'aveva guardato senza capire.
-Io che dovrei fare mentre tu decidi di lasciarti morire?Tenerti la mano e comportarmi da buffone?-le aveva domandato cercando di non far trasparire la rabbia.
Quelle parole l'avevano portata sull'orlo delle lacrime,ma non era ancora arrivato il momento di dar sfogo al dolore per quello che era successo.
-Io non ho nessun'intenzione di lasciarmi morire.
I ragazzi hanno ancora bisogno di me e non so come te la caveresti con loro se non ci fossi io a controllarti,quindi non ho intenzione di andare da nessuna parte-gli aveva risposto mostrando di nuovo il suo lato battagliero.
Il marito aveva sorriso poi l'aveva guardata con aria attenta.
-E allora come...-aveva chiesto.
-Stavo pensando alla medicina babbana.
Potremmo chiedere aiuto a Rupert:è uno dei piu' famosi chirurghi di Seattle e di sicuro sa a chi rivolgersi per problemi di questo tipo-aveva spiegato fissando il marito.
George l'aveva guardata qualche istante interdetto,poi Luna gli aveva preso le mani fra le sue e aveva fissato i suoi occhi.
-Ho bisogno di sapere che tu sarai con me...Sono certa che tutto andrà bene,ma ho bisogno che tu sia al mio fianco-gli aveva detto seria e sincera.
George l'aveva attirata a sè e le aveva fatto posare la testa contro il suo petto,stringendole le braccia contro la vita.
-Non avevi neanche bisogno di chiedermelo...Io non esisto senza di te.
E poi da quando sono venuto a salvarti da quell'inondazione,è mio compito salvarti dai guai,non ti ricordi?-le aveva detto serio.
Luna aveva sorriso ricordando le parole che lui le aveva detto sull'altare il giorno del loro matrimonio.
Il suo gigante buono...
Dopo quella sera si erano messi in contatto con Seamus e Rupert,gli avevano spiegato il problema ed erano anche andati a Seattle per fare altri controlli e vedere come stava andando la situazione.
Rupert gli aveva presentato il dottor Knight,l'oncologo dell'ospedale che,secondo Seamus,era il migliore di tutta l'America e anche lui dopo aver consultato gli esami di Luna le aveva chiesto di ricoverarsi il prima possibile e di iniziare la terapia.
-Quanto tempo posso aspettare prima che la situazione diventi irreparabile?-aveva chiesto la donna seria.
I loro figli sarebbero tornati nel giro di una settimana,ma non voleva rovinare le loro vacanze per quel "piccolo" problema di salute.
Avevano deciso che li avrebbero tenuti all'oscuro,per quanto ingiusto potesse sembrare,e che gliene avrebbero parlato soltanto quando quella storia si sarebbe risolta.
Anche il resto della famiglia non avrebbe saputo nulla di quello che stava succedendo:se avessero saputo avrebbero cominciato a fare di tutto per aiutarla,per farle sentire il loro appoggio,specialmente Ginny e Hermione,facendola sentire così una malata.
Luna era certa di avere tempo per spiegare a Hermione e Ginny il motivo di quella decisione una volta finito quell'incubo.
-Prima interveniamo meglio è,signora Weasley-aveva risposto il dottor Knight.
-Questo lo so anche io,dottore,ma quanto tempo posso aspettare prima di non essere piu' operabile?-gli aveva chiesto con voce quasi brutale.
George aveva stretto la mano della moglie piu' forte a quelle parole:la sola idea che lei potesse peggiorare,o addirittura morire,era inconcepibile per lui.
Lei era tutto il suo mondo!
Ancor piu' dei suoi figli e della sua famiglia:Luna era la sola cosa per cui era ancora vivo.
Se non fosse stato per lei,sarebbe sicuramente morto in quella spirale di autodistruzione in cui si era lasciato cadere dopo la morte di Fred.
Il dottor Knight li aveva guardati qualche istante,poi aveva sospirato e si era stretto gli angoli degli occhi fra pollice e medio.
-Credo che non abbiamo piu' di mese-aveva detto serio.
Luna aveva annuito,incassando quella che sembrava una sentenza di morte.
-Se io le prometto che il primo settembre tornerò qui e mi farò ricoverare,lei mi può dare qualcosa che eviti il progredire della malattia?-gli aveva chiesto cauta.
L'uomo aveva scosso la testa.
-Purtroppo non c'è niente che blocchi questo tipo di malattia-le aveva detto.
Distante,lontano,Luna aveva sentito la mano di George sulla sua che l' accarezzava con dolcezza,per farle sentire la sua presenza accanto a lei.
-Però se lei mi promette che sarà qui il primo settembre,le assicuro che l'opererò il giorno stesso-le aveva detto l'uomo.
Non poteva avere piu' di così.
Annuì e promise di esserci.
Erano tornati a casa e in un'attimo di rabbia incontrollata Luna aveva rotto tutto quello che le capitava sottomano.
Era arrabbiata con sè stessa,con il suo corpo per aver preso quella dannata malattia,con la paura che la notte non la faceva dormire e che sembrava essere diventata una compagna dei suoi giorni.
Continuava a pensare a cosa sarebbe successo se lei non fosse sopravvissuta a quel dannato cancro:che ne sarebbe stato dei suoi figli?
Lei sapeva com'era vivere senza una madre,e non voleva che i suoi figli vivessero la stessa esperienza.
Fred era così testardo,così simile a suo padre...Non avrebbe mai ammesso che qualcosa lo faceva soffrire,si sarebbe tenuto tutto dentro chiuso neanche una bottiglia di champagne il cui tappo sta per scoppiare da un momento all'altro.
Edward,invece,avrebbe cercato di capire,di sapere il piu' possibile e una volta saputa la verità avrebbe annuito in silenzio per poi chiudersi in una stanza e iniziare a rompere tutto quello che gli capitava sottomano, sentendosi incapace come lei poco prima.
Ed infine Alice,l'unica che avrebbe dato sfogo alle lacrime...
Quella che dopo aver pianto si sarebbe rimboccata le maniche e avrebbe cercato di risollevare il morale a tutti gli altri e a farsi in quattro per essere d'aiuto a tutti.
E poi c'era George...
Lui era quello che non voleva lasciare solo piu' di tutti...Non dopo quello che aveva passato alla morte di Fred,non dopo aver visto come lo riduceva il dolore.
-Fammi una promessa-gli aveva detto qualche giorno dopo quello scatto di rabbia.
-Tutto quello che vuoi-era stata la sua risposta pronta.
-Promettimi che se dovesse succedermi qualcosa tu...-aveva iniziato.
-Non ti succederà niente,quindi non preoccuparti-l'aveva interrotta George,capendo come sarebbe finito quel discorso.
-Promettimi che cercherai un'altra donna-aveva concluso lei,come se non avesse sentito la sua interruzione.
I loro occhi si erano incontrati e per un'istante la risposta era rimasta sospesa,quasi fluttuante sulle loro teste.
-Non posso farlo-aveva risposto lui alla fine.
-Hai detto tutto quello che vuoi!-gli aveva ricordato lei.
-Beh tranne questo!-aveva replicato George dandole le spalle ed uscendo dal salotto.
-Perchè?Che ci sarebbe di male?
Io sono morta e tu cerchi la compagnia di un'altra per dimenticare;succede ovunque,perchè per noi dovrebbe essere diverso?-aveva detto seguendolo,cercando di sembrare indifferente anche se il sangue le ribolliva per la semplice ipotesi.
-Ma ti ascolti quando parli?-le aveva detto lui voltandosi a guardarla.
Luna era rimasta in silenzio a fissare quegli occhi fiammeggianti che sembravano volerla incenerire per le sue parole.
-Secondo te io potrei cancellare tutto quello che c'è stato fra noi,tutto quello che abbiamo passato andando a cercare un'altra?
Dovrei sostituirti con un'altra donna?-le aveva chiesto alzando la voce.
Quelle parole le avevano stretto il cuore in una morsa,ma decisa ad interpretare il suo ruolo fino in fondo,aveva alzato le spalle.
-Quell'affare deve aver attaccato anche il cervello se credi possibile una cosa simile!
Sembra quasi che ci provi gusto nel farmi arrabbiare-le aveva detto.
-Mi spieghi che male ci sarebbe?Non sarebbe un vero tradimento perchè io sarei morta e tu...-
-LA VUOI SMETTERE?-aveva esclamato George visibilmente scioccato.
Lei aveva capito che era meglio non insistere e aveva lasciato cadere la questione.
Non ne avevano piu' parlato,anche se quella discussione interrotta era rimasta come un muro fra di loro finchè i loro figli non erano tornati a casa.
Si erano dati appuntamento al binario con gli altri membri della famiglia,ma quasi subito sia Ginny che Hermione capirono che c'era qualcosa che non andava fra George e Luna.
-Avete litigato?-le aveva domandato Ginny approfittando di un momento in cui le tre donne si ritrovarono da sole.
-Niente di grave-aveva mentito Luna.
-Sei sicura?Erano anni che non vedevo mio fratello così arrabbiato-aveva continuato Ginny.
-E anche allora poi si è scoperto che era colpa tua...Non c'entrerà per caso Neville?-aveva chiestò Hermione curiosa.
Luna aveva sorriso divertita e aveva scosso la testa decisa:era anni che non sapeva piu' nulla di lui.
-No,niente del genere...Abbiamo solo avuto una piccola discussione e non abbiamo avuto ancora il tempo di chiarirci-aveva detto alle donne.
Prima che altre domande potessero indagare sul motivo di maretta fra i due,il treno era apparso in lontananza e aveva interrotto ogni conversazione.
Ognuno aveva riabbracciato i propri figli e,dopo essersi salutati,si erano separati cercando di seguire i discorsi dei ragazzi.
Alice e Fred furono i primi ad accorgersi dello strano comportamento dei genitori.
-Va tutto bene?-chiesero loro in macchina.
Luna si voltò sul sedile e guardò i suoi figli:non si era mai accorta di quanto fossero belli.
Fred,il primogenito,aveva sedici anni ed era identico a suo padre:era alto e dinoccolato,con gli occhi argentei di sua madre e il viso coperto di lentiggini.
Era l'animatore delle feste del suo anno ad Hogwarts e tutti lo trovano attrente e divertente per i suoi modi spiritosi e allo stesso tempo alla mano.
Edward, aveva quattordici anni ed era un giusto mix fra i suoi genitori:aveva ripreso i biondi capelli da Luna,corti sulle spalle,il viso lentigginoso dei Weasley i loro occhi verdi e il loro fisico possente.
Era alto quasi quanto il fratello e Luna era certa che prima della fine della scuola lo avrebbe superato abbondantemente d'altezza.
Anche lui era molto corteggiato,almeno secondo quanto raccontava Alice,ma Luna non aveva nessuna difficoltà a crederlo vedendo i suoi occhi:erano quella la sua bellezza piu' grande.
Alice era la piu' piccola,di tredici anni.
Eppure certe volte era la piu' matura,per qualche strana ragione...
Sembrava una piccola copia di Luna,con corti capelli a caschetto biondi e occhi argentei su un fisico slanciato ed asciutto che la faceva assomigliare ad una ballerina di danza classica.
Nonostante la sua giovane età,Luna aveva l'impressione che ci fosse un ragazzo che la corteggiasse,visti i gufi che atterravano alla loro finestra carichi di lettere personali per lei.
-E' vero siete strani...-aveva commentato Edward.
-Non c'è niente che non va-aveva tagliato corto George con una voce che non ammetteva repliche.
-Forse abbiamo aspettato tanto questo momento...Come sono andate le cose dall'ultima volta che ci siamo visti?-aveva detto Luna cercando di rimediare alle parole di George.
Erano arrivati a casa continuando a parlare di Hogwarts e avevano cenato,ma nonostante le chiacchiere,nell'aria ancora aleggiava quella strana pesantezza che i ragazzi non riuscivano a spiegarsi.
Quando avevano capito che non sarebbero riusciti ad ottenere nessuna spiegazione dai genitori,lentamente,uno dopo l'altro si erano ritirati nelle loro stanze lasciandoli da soli in cucina a lavare i piatti.
-Credi che continuerà ancora a lungo?-chiese Luna alzando lo sguardo su George.
-Dimmelo tu-aveva ribattuto lui acido.
La donna aveva gettato la spugna nel lavandino pieno d'acqua e l'aveva fulminato con lo sguardo.
-Sono stanca,vado a dormire...-disse avviandosi verso il corridoio che collegava la cucina ed il salotto.
Neanche due secondi dopo,George le stava correndo dietro.
-E' questo il tuo modo di comportarti adesso?-le aveva chiesto leggermente arrabbiato.
Lei si era voltata leggermente,già pronta per la lite che era certa sarebbe iniziata di lì a poco.
-Ma di che accidenti stai parlando?-aveva ribattuto offesa.
-Perchè affrontare un problema,quando si può benissimo scappare?-aveva commentato lui fissandola.
Lei aveva sbuffato leggermente stizzita,poi si era voltata di nuovo ed era andata diretta in salotto.
-Io non sto scappando!-
La voce di Luna era poco piu' di un sussurro.
-Ah no?A me sembra che tutti i discorsi che hai fatto nell'ultima settimana sono stati solo un modo per scappare,per non affrontare quello che sta succedendo!-le aveva detto serio.
-Se hai qualcosa da dire,fa pure non ti trattenere!-aveva detto Luna arrabbiata per quelle parole dure e dirette.
Si erano fissati qualche istante poi George era entrato nel salotto, si era poggiato con la schiena contro una parete e aveva annuito.
-Sai benissimo quello che devo dire-aveva detto misterioso.
-Non posso credere che tu sia ancora arrabbiato per quello che ho detto l'altro giorno-aveva esclamato lei.
-Davvero?Per te è normale che una moglie dica al proprio marito di andare con un'altra donna?- le aveva chiesto alzando leggermente la voce.
-Sai benissimo perchè l'ho fatto-gli aveva ricordato arrabbiata.
George l'aveva guardata per qualche istante,poi aveva espirato forte.
-Come se potessi dimenticarlo...-aveva commentato stanco.
Luna aveva cercato il suo sguardo e lo aveva trovato fisso sul suo volto,serio e preoccupato.
-E' il mio pensiero fisso,mi accompagna anche nelle poche ore di sonno...-le aveva confessato.
Luna aveva continuato a fissarlo in silenzio:non doveva andare così!
Era lei quella che doveva perdere il sonno,era lei quella che poteva permettersi di restare sveglia a preoccuparsi della sua salute!
-Non dovrebbe essere così-
-Come dovrebbe essere allora?-aveva chiesto lui cercando di incontrare i suoi occhi argentei.
Luna aveva sospirato e si era stretta le braccia attorno al corpo,come a proteggersi dalle sue parole.
-Sono io quella che deve restare sveglia a pensare a quello che è successo,a come tutto sta andando a rotoli...-
-E io cosa dovrei fare?Rinchiudermi in negozio e far finta che tutto vada bene?
E poi non mi piace quando dici che tutto sta andando a rotoli!-aveva aggiunto serio.
I loro occhi si erano incontrati e lei aveva atteso che George continuasse.
-Abbiamo un problema:lo risolveremo insieme come abbiamo fatto le altre volte-aveva concluso calmo.
Come lo amava in questo momento!
-Vorrei avere la tua sicurezza...La tua calma...-aveva detto lei mesta.
-Calma?Io sono tutto meno che calmo!
Ho provato a immaginare un giorno senza di te:ho pensato...o meglio ho provato a ricordare com' era non trovarti al mio fianco quando mi svegliavo,fare colazione con te,trovarti qui quando torno a casa...com'è un giorno senza fare l'amore con te-le aveva detto serio.
-Beh,per quello non sei dovuto andare troppo indietro con la mente purtroppo-aveva commentato lei scherzosamente.
George aveva sorriso divertito,poi aveva alzato di nuovo gli occhi sui suoi.
-Come è non addormentarmi senza la tua testa sul mio petto...E ho capito che non posso farlo.
Non ci riesco piu',come se avessi completamente cancellato quel periodo della mia vita-le aveva confessato.
Le lacrime erano apparse agli angoli degli occhi di Luna,ma lei era rimasta ferma immobile in attesa che lui continuasse.
-Per questo non puoi chiedermi di andare con un'altra...Se non posso stare con te,non voglio nessun'altra-aveva concluso George.
Una lacrima aveva superato il fitto reticolo delle ciglia ed era scivolata lungo la guancia sinistra.
-Non posso chiederti questo...-aveva detto lei,asciugandosi in fretta la guancia,come se si vergognasse di mostrarsi debole.
L'istante dopo le braccia di George erano attorno alla vita della donna e l'attiravano contro di sè, facendole posare la testa contro il suo torace.
-Non posso lasciarti da solo,non sapendo il tuo modo di affrontare il dolore!-aveva commentato lei,la testa sul suo petto stringendogli le braccia attorno alla vita.
-Non succederà-aveva ribattuto George sicuro.
-Come fai a saperlo?COME FAI AD ESSERE COSì SICURO CHE NON MORIRò?
CHE QUEL DANNATO CANCRO NON SIA PIU' FORTE DEI MEDICI?
HO PAURA PER I RAGAZZI,PER TE,HO PAURA DI PERDERE I CAPELLI E DI DIVENTARE ORRIBILE...-
-SMETTILA!-le aveva urlato contro George cercando di fermare quello sfogo.
Luna si era liberata del suo abbraccio e si era allontanata di qualche passo dal marito,stringendosi di nuovo le braccia attorno alla vita.
-Ti rendi conto che fra meno di un mese sarò in quella sala operatoria e c'è una possibilità concreta che mi tolgano un seno?-gli aveva detto angosciata per l'eventualità.
Alzò lo sguardo e vide che George annuiva.
-Capisci ora perchè voglio che tu vada con un'altra donna?
Come puoi voler stare con me pensando ad una cosa del genere?Sarei un fenomeno da baraccone!-aveva commentato.
Per un'istante lo aveva visto nascondersi il viso fra le mani e aveva sentito il suo respiro,poi le sue mani erano passate fra i capelli,tirandoli indietro sulla nuca e lo sguardo era tornato ad incontrare il suo.
-La vuoi smettere?Cosa devo fare per convincerti?
E' vero è una possibilità,ma Rupert ti ha detto che se succederà lui stesso ti opererà e ti metterà uno di quei seni finti che i babbani tanto amano...-
-E se...-aveva iniziato di nuovo lei.
-Se i tuoi capelli dovessero cadere,li raderò anche io,così non ti sentirai sola.
Farò tutto quello che è necessario per non farti prendere dallo sconforto neanche per un'istante, a costo di riempire di "TiriVispi" tutto l'ospedale.
Ti ho fatto una promessa e non intendo rimangiarmela adesso-le aveva ricordato.
Luna lo aveva guardato qualche secondo,poi aveva annuito lentamente,prima di andare a rifugiarsi fra le sue braccia.
-Dimmelo di nuovo-gli aveva chiesto.
George l'aveva baciata dolcemente sulle labbra,poi aveva fissato lo sguardo nel suo e aveva sorriso.
-Sono disposto a fare tutto...anzi quasi tutto quello che vorrai.
Non ti lascerò un'istante,ti darò talmente il tormento che credo dovrai cacciarmi dalla stanza come hai fatto quando è nato Fred-le aveva ricordato con un sorriso.
Anche lei aveva sorriso e aveva posato la testa sulla sua spalla.
-A quanto pare non riesco proprio a libermi di te...-aveva detto lei con il suo solito tono scherzoso.
George aveva riso e le aveva dato un bacio fra i capelli.
-Dovrai fare di meglio di questo perchè io ti lasci andare...-aveva ribattuto.
Erano rimasti stretti in quell'abbraccio finchè non avevano sentito qualcuno che tossiva leggermente vicino alla porta del salotto per attirare la loro attenzione.
Si erano voltati e avevano visto tutti e tre i loro figli che li fissavano con un'espressione sconvolta sul volto.
-Da quanto siete qui?-chiese loro George preoccupato.
Alice aveva gli occhi pieni di lacrime che aspettavano soltanto un pretesto per uscire e anche i due ragazzi sembravano aver visto uno dei famosi Nargilli di Luna per l'espressione sconvolta sulla loro faccia.
-Abbastanza da capire cosa sta succedendo-aveva detto Fred elegendosi a portavoce.
Così avevano dovuto abbandonare il loro proposito di tenere i ragazzi all'oscuro di tutto e gli avevano raccontato quello che stava succedendo.
E le loro reazioni erano state esattamente quelle che Luna si era aspettata:Fred aveva annuito confuso e addolorato,cercando di mostrarsi forte invece di esprimere i suoi veri sentimenti,Edward li aveva tempestati di domande,ed Alice era scoppiata a piangere stretta a sua madre.
-Noi veniamo con voi-aveva detto Edward anticipando Fred.
-Non se ne parla-era stata la risposta decisa del padre.
-A settembre salirete sull'Espresso come se niente fosse,altrimenti la famiglia comincerà a farsi domande...E poi non puoi perdere l'ultimo anno di scuola Fred!-aveva detto Luna per avvalorare le parole di George.
-Credete veramente che potremmo concentrarci sulla scuola sapendo quello che succede qui a casa?-aveva detto Alice dando manforte ai fratelli.
-Ragazzi non è una buona idea...-
-Neanche la vostra lo è!
Perchè volete escluderci?Questa cosa riguarda anche noi!E possiamo sempre recuperare l'anno perso una volta che questa storia si sarà risolta-aveva ribattuto Fred.
George e Luna si erano lanciati uno sguardo incerti:era una decisione difficile da prendere.
L'idea che George si caricasse di tutto il peso che quella storia comportava le aveva sempre dato fastidio,facendola sentire in colpa,e l'idea di non mentire ai suoi figli era sicuramente una nota positiva,ma certamente non era una di quelle salutari esperienze che si consigliano nei manuali della "famiglia felice".
-Ci penseremo-aveva detto,alla fine, senza promettere nulla.
E alla fine avevano vinto i ragazzi.
Ed ora il tempo era "scaduto",nel giro di qualche ora lei sarebbe stata su un tavolo operatorio sperando in un miracolo.
Il sole ormai era sorto ed i suoi raggi colpivano in pieno la cucina.
Luna fissò la tazza abbandonata sul tavolo e alzò lo sguardo soltanto quando sentì avvicinarsi dei passi.
L'istante dopo,George entrò in cucina e le rivolse un sorriso.
-Buongiorno amore...-la salutò.
Le si avvicinò e le diede un bacio veloce sulle labbra.
-Sei riuscita a dormire almeno un pò questa notte?-le chiese conoscendo già la risposta.
L'aveva sentita girarsi nel letto per ore,finchè non si era addormentato e il fatto che lei fosse in cucina a quell'ora significava che non aveva dormito affatto.
-Qualcosa...-disse lei misteriosa.
George si versò una tazza di caffè da cui bevve un sorso generoso.
-Le valigie sono già vicino alla porta...Abbiamo un paio d'ore prima di andare-le disse guardandola.
Luna annuì distratta persa dietro il pensiero di quello che sarebbe successo quel giorno.
-Smettila-disse George.
Lei alzò lo sguardo e incontrò i suoi occhi.
-Non pensarci...Ci sono già troppe persone in questa casa che stanno dando importanza a questo piccolo problema;se ci pensi anche tu finirà per sentirsi importante-le disse convinto.
Luna sorrise e annuì.
-Ho una cosa per te-gli disse poi prima di alzarsi.
George la guardò sorpreso e posò la tazza accanto al lavello.
-Non dirmi che ho dimenticato qualche ricorrenza-le disse leggermente preoccupato.
Luna rise e scosse la testa,poi con un movimento della bacchetta una musica lenta si diffuse nella stanza.

"You need a friend,I'll be around
Don't let this end,before I see you again
what can I say to convince you
to change you mind on me?"

Riconoscendo la canzone,George sorrise.
-La nostra canzone-disse cercando il suo sguardo.
Lei annuì:la canzone che lui le aveva dedicato il giorno del loro matrimonio,quella che non riusciva ad ascoltare senza commuoversi.
Le andò vicino e la prese fra le braccia,iniziando a muoversi sulla stessa mattonella a tempo di musica.
-Ho bisogno di un'ultimo ballo prima di andare...-gli disse fissando i suoi occhi.
Sorrise quando si accorse di averlo colpito,di essere riuscita a commuoverlo e gli posò la testa sul petto,stringendosi ancora di piu' a lui.
-Se sapevo che bastava una canzone per per farti sciogliere,l'avrei usata molto prima...-disse lui cercando di apparire sbruffone come al solito.
-Non ho dubbi su questo...-ribattè lei stando al gioco.
Per qualche istante restarono in silenzio,ascoltando le parole della canzone.

"I'm gonna love you more than anyone
I'm gonna hold you closer than before
and when I kiss your soul,
your body be free,
I'll be free for you anytime..."

-Sai che ti amo,vero?-gli chiese lei d'un tratto.
George,in silenzio,le diede un bacio sulla nuca,stringendola ancora di piu' contro di sè.
-Promettimi che farai un'altro miracolo...
So che hai esaurito quasi tutto il tuo potenziale su di me,ma ti prego,non lasciarmi da solo-le disse con voce leggermente rotta.
Luna sentì una lacrima scendere lungo la guancia destra e alzò la testa per baciarlo.
Quando si staccarono,lui fissò i suoi occhi per qualche istante.
-Farò del mio meglio-gli disse.
Era veramente tutto quello che poteva promettere.

 

L'Espresso stava muovendosi lentamente sulle rotaie.
Affacciandosi dalle finestre potevano ancora vedere i loro genitori che li salutavano instancabili.
-Sono incredibili!Se potessero ci seguirebbero anche ad Hogwarts!-commentò James,il piu' insofferente a quelle manifestazioni.
Ronald e Rose risero alle sue parole,mentre Hugo e Albus scossero la testa.
Lily si era dileguata insieme alle sue amiche nell'istante esatto in cui avevano messo i bagagli sul treno.
Chissà dove si era cacciata adesso...
Se il padre avesse saputo il suo comportamento,forse avrebbe smesso di considerarla una bambola di porcellana!
-Avete saputo dello zio George?-domandò Albus guardando gli altri.
Rose lo guardò curiosa e Ronald scosse la testa.
-Sono tutti partiti per Seattle perchè lo zio vorrebbe aprire un negozio in America-spiegò loro.
-E tu come hai fatto a saperlo?-chiese James sospettoso.
-Ho sentito una conversazione fra mamma e papà-disse per avvalorare le sue parole.
Rose annuì.
-Questo spiega perchè gli altri non sono venuti quest'anno...Anche se io non li capisco!
Perdere un'anno di scuola,specialmente Fred...-commentò con il suo tono saccente.
-Rose stiamo parlando dell'America!Ti rendi conto?Perchè nostro padre non fa mai una pazzia del genere?-le disse suo fratello.
Rose scosse la testa,come vergognandosi delle parole del fratello.
Prima di potergli rispondere a tono,la porta del loro scompartimento si aprì ed entrò Lily.
-Non crederete mai a quello che è successo!-disse prima di sedersi sullo stesso sedile di Albus.
Tutti i presenti nello scompartimento la guardarono curiosi,in attesa che lei continuasse.
-Ho appena incontrato Luke Zabini nel corridoio e invece di mettersi a fare l'idiota come al solito,mi ha rivolto la parola-disse loro.
-Tutto qui?Dalla tua faccia sembrava chissà cosa era successo!-commentò James.
Lily gli fece una smorfia e scosse la testa.
-Non è questo il punto!Non sapete cosa mi ha detto...-
-E allora che aspetti a dircelo?-disse Rose leggermente esasperata.
-Mi ha chiesto notizie di Alice-rivelò.
Tutti i presenti rimasero sorpresi da quelle parole:perchè mai uno dei piu' famosi e ricercati Serpeverde chiedeva informazioni su Alice?


Finalmente era arrivata la sera.
Ogni anno,quel giorno era il piu' lungo e stressante di tutti gli altri.
Organizzare la partenza di quattro adolescenti con tutti i loro bagagli ed essere certi che non dimenticassero niente non era un'impresa da poco.
Ritrovandosi da soli nel salotto silenzioso,Harry e Ginny si rilassavano sul divano mentre Hermione si stava preparando per andare a dormire.
-Credo che domani mi prenderò un giorno di riposo dalla radio...Lascerò che Graham prenda tutte le decisioni-disse Harry abbandonando la testa sul cuscino del divano.
-Mmh,vorrei tanto seguire il tuo esempio,ma con Luna lontano non posso lasciare che si occupino le ragazze di entrambe i negozi-disse Ginny intrecciando una gamba con quelle di Harry.
-Neanche se provassi a convincerti?-le domandò lui guardandola.
La rossa sorrise.
-Questa volta non ci casco!Però posso liberarmi dagli impegni per un'oretta verso l'ora di pranzo...-disse misteriosa.
Harry sorrise e le accarezzò la schiena.
-Quindi se io passassi di lì troverei la serranda abbassata,giusto?-domandò come per avere un'ulteriore conferma.
Ginny rise leggermente ed annuì.
Harry annuì a sua volta e si chinò per baciarla.
Stava per approfondire quello che secondo la sua opinione era un bacio troppo delicato,quando il suono del campanello si diffuse per la casa.
Si staccò malvolentieri dal volto di Ginny e guardò le finestre come sperando di cogliere qualche indizio di chi era in strada.
-Vado io...-disse poi alzandosi in piedi.
Si avviò verso l'ingresso velocemente,cogliendo con la coda dell'occhio l'arrivo sul primo gradino di Hermione,curiosa quanto lui di conoscere il visitatore notturno.
Si sorprese quando vide Ron,fermo sul marciapiede con un'aria leggermente imbarazzata.
-Ron!Non riesci a stare lontano da me neanche un paio d'ore?-gli domandò scherzoso.
Ma capì subito che c'era qualcosa che non andava.
L'amico era completamente rosso in volto e si tormentava le mani visibilmente in imbarazzo.
-Va tutto bene?-domandò Harry uscendo sulla soglia.
Solo allora si accorse della valigia che era poco distante dall'uomo.
Tornò a guardarlo con un'espressione preoccupata e ricevette uno sguardo desolato in cambio.
-Che è successo?-gli domandò serio.
Ron espirò forte e scosse la testa.
-E' finita...-disse misterioso.
Harry lo guardò senza capire e scese i gradini per poi fermarsi al suo fianco.
-Che vuoi dire?-gli chiese ancora.
-Hermione mi ha buttato fuori di casa-

 

Salve a tutti!Un bel salto nel passato per capire come tutto è cominciato...

In qst nuova fiction i capitoli saranno alternati:uno per i senior ed uno per le "nuove leve".

Molti di voi si staranno chiedendo:perchè Luna non ha accettato le cure dei medimaghi?Sarebbe stato piu' semplice...ma non avrebbe complicato abbastanza le cose.

Mi spiego:con tutta la famiglia lontana,c'è maggior spazio per sbizzarrirsi e per far succedere tante cose,anche se purtroppo il motivo scatenante è stato un'evento così triste.

Secondo punto su cui voglio soffermarmi:il rapporto fra James e Rose.

Sono andata a consultare la bibbia della lingua italiana:lo Zanichelli e alla parola "incesto",c'è scritto: "rapporto d'amore o sessuale fra due  consanguinei,siano questi fratelli,nipoti e zii o padri e figli".

Il rapporto fra cugini non è contemplato,tanto è vero che la legge permette loro di sposarsi(anche se ci sono delle limitazioni genetiche per quanto riguarda i loro figli).

Cmq,ora che abbiamo chiarito anche questo punto,se avete domande sono a vostra disposizione.

Ringrazio tutti coloro che recensiranno e leggeranno questo capitolo e mi scuso per eventuali errori di ortografia e/o battitura.

Per il momento è tutto,vi do appuntamento al prossimo capitolo...

"La prima impressione"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** La prima impressione ***


la 1 impressione

 

Salve a tutti!!!E buon finesettimana!

Piccolo regalino per tutti i miei lettori che hanno faticato durante la settimana sui banchi di scuola e aspettavano questi giorni x un pò di riposo.Spero vi piaccia.

Alla fine del capitolo troverete un piccolo schema,come molti di voi mi hanno chiesto,per aiutarvi con le varie parentele...

Buona lettura e a dopo!!!

 

Come l'anno precedente,gli studenti avevano preso posto nel dormitorio e avevano disfatto i bagagli dopo la cena di benvenuto,dove la Preside McGranitt aveva imperversato per quasi mezz'ora con il suo discorso riservato quasi esclusivamente agli alunni del primo anno,e ritardando in quel modo l'arrivo del cibo.
Quando finalmente tutto fu finito,James e Ronald si trovarono nel dormitorio del loro anno e si stavano salutando prima che James andasse ad occupare la Camera dei Prefetti.
Quell'anno sarebbe toccato a lui e a Rose essere i Prefetti della Casa dei Grifondoro:un' onore che era stato ampiamente festeggiato dalla loro famiglia e specialmente da suo padre che alla loro età non aveva avuto lo stesso "privilegio".
Sarebbe stata la prima volta che lui e Ronald avrebbero dormito in camere separate:fin dalla nascita avevano diviso la grande camera accanto alla stanza di Teddy,che con gli anni era cambiata per venire incontro alle loro esigenze e anche ad Hogwarts avevano diviso il dormitorio,quindi sembrava strano ad entrambi quella nuova situazione.
-Sei sicuro che te la caverai bene senza di me?-domandò James al fratello prendendolo in giro.
In fondo era lui il maggiore dei due,doveva preoccuparsi dell'incolumità del suo fratellino...
Ronald si buttò a peso morto sul suo letto e rise.
-Cercherò di non piangere troppo forte stanotte-commentò con lo stesso tono.
Si guardò nel dormitorio ancora vuoto,e cercò di immaginarlo di lì a mezz'ora quando sarebbero arrivati gli altri occupanti: nel letto accanto al suo ci sarebbe stato Daniel Thomas,il figlio del famoso ex giocatore di Quidditch Dean Thomas,ora grande commentatore sportivo.
Di fronte a lui c'era Stewart Anderson,uno dei suoi compagni nella squadra di Quidditch di Grifondoro.
A destra c'era Simon Campbell,il ragazzo da tenere vicino in caso di compiti in classe.
Certo c'era Rose,ma lei non gli avrebbe mai passato il risultato di un'esercizio durante un esame:la sua etica glielo avrebbe impedito.
Infine,nel letto piu' lontano c'era Ethan Cooper,uno dei suoi amici piu' vecchi.
-Sei riuscito a parlare con Sandy?-chiese a James tornando a guardarlo.
Sandy era la ragazza di suo fratello.
James l'aveva corteggiata per mesi prima che lei cedesse,neanche gli stesse facendo un grande favore.
James annuì,leggermente sconsolato.
-Ci ho parlato...Ma non ho risolto granchè-rispose misterioso.
Ronald si fece scappare un sospiro e si rizzò a sedere sul letto.
-Possibile che ogni volta devo tirarti fuori le cose con le tenaglie?-gli disse guardandolo.
James sorrise.
Ronnie aveva ragione:era sempre da lui che andava ogni volta che aveva bisogno di un consiglio o di parlare con qualcuno,ma quando poi lo aveva davanti era suo fratello a dover fare tutto il lavoro.
Era come se le sue corde vocali si bloccassero impedendogli di parlare e di spiegare cosa l'aveva spinto fin lì.
-Mi ha scaricato-disse alla fine.
Vide gli occhi di Ronald spalancarsi per la sorpresa e si lasciò andare ad una piccola risata.
-Non posso crederci!Ti ha lasciato?Dove,quando?-chiese.
-Hai visto quando mi sono allontanato dal vagone per incontrare gli altri Prefetti?-gli ricordò con voce calma.
Ronald annuì.
-Ci siamo incontrati lungo il corridoio e le ho chiesto se potevamo vederci piu' tardi,non appena la McGranitt ci avesse lasciato liberi,ma lei mi ha detto che le dispiaceva e che non poteva piu' stare con me-raccontò con tono incolore.
-Ma per quale motivo?-domandò l'altro fissando il fratello.
James alzò le spalle,indifferente.
-Sembra che quest'estate ha conosciuto un tizio a Parigi...l' "uomo della sua vita"-raccontò sarcastico.
-Ma ha solo quindici anni!E poi come può preferire un francese a te?-ribattè il fratello.
-Che vuoi che ti dica?Forse è stato meglio così...Magari neanche io ero innamorato di lei e restavamo insieme soltanto per divertirci-disse James incerto.
Ronald scosse la testa deciso.
-Credo proprio di no!Mi ricordo benissimo le notti che ho passato sveglio a sentirti vaneggiare su di lei-gli ricordò.
Il fratello sorrise e annuì lentamente.
-Comunque sia,ormai è finita.
Comincia la caccia per cercare la prossima-disse divertito.
Ronald rise e annuì.
-Hai assolutamente ragione!Chi rifiuterebbe il Prefetto della Casa,nonchè Capitano della squadra dei Grifondoro e figlio del famoso Harry Potter?-commentò ironico Ronald.
James rise con lui.
Già,chi avrebbe rifiutato un partito del genere?


Il mattino dopo le lezioni scacciarono gli ultimi ricordi delle vacanze appena finite.
Lily amava Hogwarts.
Era la sua seconda casa,il posto dove si sentiva piu' a suo agio,dove poteva essere sè stessa senza paura di offendere o far del male a qualcuno.
Certo amava anche la sua casa babbana di Privet Drive,ma le attenzioni che suo padre le riservava ultimamente,la soffocavano:lui non aveva mai fatto mistero di avere un'amore speciale per lei,forse soltanto perchè era la prima figlia femmina dopo tre maschi,ma adesso che c'era anche Hermione perchè continuava a darle tutte quelle attenzioni e quelle piccole dimostrazioni d'affetto neanche avesse ancora cinque anni?
Per fortuna c'era sua madre che gli diceva quando smettere,quando trattenere quell'ondata d'amore.
Altrimenti i loro rapporti sarebbero diventati davvero difficili.
Rispetto ai suoi fratelli che amavano rinchiudersi nella Sala Comune ogni volta che avevano un minuto libero,a lei piaceva sedersi sulle rive del Lago Nero per poter sentire l'odore del lago:voleva approfittare di quei pochi giorni di sole prima che arrivasse l'inverno con le sue nuvole e il vento.
-Lily-
Si voltò non appena si sentì chiamare.
Rose,sua cugina,era a pochi passi da lei e la stava guardando con un sorriso accennato.
-Ciao Rose,ti va di farmi compagnia?-gli domandò rispondendo al suo sorriso.
La ragazza fece risplendere il sorriso finora titubante e si avvicinò a lei prima di sedersi sull'erba leggermente umida.
-Ti ho portato qualcosa da mangiare...Mi sono preoccupata quando non ti ho visto nella Sala Grande-le disse tirando fuori un sandwich dal mantello.
Lily sorrise e accettò il panino:aveva saltato il pranzo,per compensare l'abbondante colazione che aveva fatto al mattino e ora rigirava il panino fra le mani indecisa se mangiarlo,per fare un favore alla cugina,o meno.
-C'è tempo per rinchiudersi fra quattro mura...Fra qualche settimana non riusciremo a mettere il naso fuori senza sciarpa cappello e guanti.
Volevo godermi quest'illusione d'estate-le disse chiudendo gli occhi e porgendo il viso ai raggi del sole che avevano appena bucato la nuvola che li nascondeva.
Rose sorrise.
-Sai che i tuoi fratelli vanno nel panico se non sanno dove sei-commentò.
-Anche se sanno dove sono-ribattè lei.
L'altra annuì in silenzio.
-Per questo ti hanno mandato a controllare?-le domandò senza aprire gli occhi.
Sentì la cugina muoversi a disagio sul prato e il suo sorriso si accentuò:colpito e affondato.
Eppure era strano visto che stava parlando con Rose Weasley.
Tutti quelli che avevano conosciuto i loro genitori affermavano che Rose era la copia esatta di sua madre:stessa precisione,stesso attaccamento alla disciplina,stessa inflessibilità.
Un vero generale di ferro.
Dello zio Ron aveva ripreso davvero poco...Per fortuna qualche anno dopo era nato Hugo,che era un Weasley fatto e finito.
-Possibile che non riesca a liberarmi di loro?-le chiese aprendo gli occhi e voltando la testa verso di lei.
-Hanno solo promesso a tuo padre di vigilare su di te-le ricordò lei.
-Ho quattordici anni,so benissimo badare a me stessa-ribattè lei leggermente risentita.
-Questo lo so,e prometto che cercherò di convincere Ronnie e Jim ad allentare un pò la corda...Ma sai anche tu che non sarà una cosa semplice-le disse Rose con il suo solito tono pacato e maturo.
Lily annuì,e per un'istante il suo sguardo si concentrò su un gruppo di ragazzi che poco lontano si stavano avviando verso il castello,di ritorno alle lezioni e uno di loro in particolare attirò la sua attenzione.
Lui.
Daniel Thomas.
Camminava con quell'aria fiera e sicura che attirava sempre l'attenzione degli altri su di sè e che le fermava il respiro a metà.
Il viso era leggermente abbassato per controllare che la divisa fosse in ordine,mettendone in ombra gran parte.
I capelli neri e lisci gli sfioravano il viso arrivando alle orecchie e accarezzandogli le guance ogni volta che il vento leggero lo colpiva.
-Cosa stai guardando?-domandò Rose sorpresa dal suo lungo silenzio.
Lily scosse la testa senza rispondere,senza staccare lo sguardo dal gruppo che si stava allontanando velocemente,finchè i suoi occhi non incontrarono altri occhi.
Senza che se ne accorgesse,Daniel aveva alzato lo sguardo e l'aveva scoperta a fissarlo,bloccandosi per un'istante mentre i loro occhi sembravano incatenati.
Ancora una volta,anche se aveva giurato a sè stessa che non avrebbe piu' permesso a quegli occhi di farle male.
Fu lei ad allontanarsi per prima,tornando a guardare Rose e rivolgendole un'accenno di sorriso.
-E' ora di tornare in classe,vero?-le domandò anche se già sentiva i rintocchi lontani delle campane che annunciavano il ritorno alle lezioni.
Rose si alzò e la prese sottobraccio.
-Non sia mai che io ti perda di vista anche solo per un'istante!-commentò scherzosa.
Lily sorrise e si incamminò con l'amica verso il castello,cercando di dimenticare quegli occhi.


-Ronald!Ronald!-
Si voltò soltanto quando si sentì chiamare per la seconda volta.
Era appena uscito da una lezione di Pozioni che lo aveva sfinito mentalmente e fisicamente e il suo cervello era ancora un pò annebbiato.
Ad essere veramente sinceri il suo cervello era già proiettato alla sera,quando avrebbe iniziato gli allenamenti di Quidditch con James,Stewart e Ethan.
Nel giro di qualche giorno,James avrebbe iniziato le selezioni per la squadra dei Grifondoro e tutti volevano fare bella figura con lui per avere qualche possibilità in piu' di entrare in squadra.
Ronald era sicuro che James non lo avrebbe escluso,a meno di non voler morire prima del tempo,ma gli sarebbe dispiaciuto che Ethan e Stewart restassero fuori.
Quando vide chi lo aveva chiamato con tanta insistenza,le sue orecchie diventarono bollenti.
Rebecca Paciock.
Lei e sua sorella Rachel vivevano ad Hogwarts tutto l'anno con il padre,il professore di Erbologia Neville Paciock.
Ronald sapeva che suo padre ed il professore un tempo erano stati amici,ma il loro rapporto si era rovinato per colpa della zia Luna.
Era una di quelle storie che non si raccontavano spesso in famiglia,di quelle che metti insieme rubando i frammenti dai vari discorsi e da quanto avevano capito lui James e Rose sembrava che la zia Luna prima di sposarsi con lo zio George,era stata sul punto di sposare il professor Paciock;ma lo zio l'aveva praticamente rapita dall'altare.
Da allora non si erano piu' visti,se non in qualche occasione davvero speciale,e questo si era riversato anche sull'amicizia fra il professore e suo padre.
Magari se così non fosse stato anche i suoi rapporti con Rebecca sarebbero stati diversi...
La vide avanzare verso di lui e si ritrovò a trattenere il respiro.
Era possibile essere così belli già alla loro età?
Rebecca ai suoi occhi sembrava un'angelo sceso dal cielo:i capelli lisci e castani le arrivavano fino a metà schiena,come una cascata di ciocciolata,il suo viso era sempre illuminato da una luce negli occhi verdi e ogni volta che sorrideva,delle piccole fossette apparivano su entrambe le guance.
La divisa dei Grifondoro non le rendeva nessuna giustizia:doveva esserci un cavillo nelle regole di Hogwarts che permetteva alle ragazze di tale bellezza di andare in giro senza divisa.
Era arrivata a pochi passi da lui e quando fu certo che si sarebbe fermata,la vide avvicinarsi fino a mettergli una mano sul braccio destro e sporgersi verso di lui per dargli un bacio sulla guancia sinistra.
Adesso era certo di essere completamente rosso in volto,con un'espressione idiota sul viso...
Chi doveva ringraziare per un miracolo simile?
La guardò cercando di ritrovare un pò della compostezza persa e le fece un piccolo sorriso.
-Ciao Rebecca-la salutò prima di schiarirsi la gola.
In lontananza vide James e Rose uscire dall'aula e cercarlo fra la folla e sperò che non arrivassero a rovinare quel momento magico.
-Come sono andate le vacanze?-gli domandò lei,sempre con un sorriso sulle labbra.
Ronald alzò le spalle,mentre Rose e suo fratello si avvicinavano ogni istante di piu'.
-Al solito,troppo poco tempo e tante cose da voler vedere e fare...Tu invece?-le domandò restando sul vago convinto che lei non fosse veramente interessata.
-Anche noi le stesse cose di ogni estate...-gli disse Rebecca.
Alle spalle della ragazza,Ronald vide Rose trattenere suo fratello per un braccio prima che James si fermasse e restasse qualche istante interdetto per la presenza di Rebecca.
Ma furono solo pochi istanti:l'attimo dopo aveva già iniziato a prenderlo in giro in silenzio,mentre Rose cercava in ogni modo di farlo smettere.
-Volevo chiederti...-disse la ragazza facendogli riportare lo sguardo sul suo volto.
Sentì di nuovo le orecchie diventare bollenti neanche stessero affrontando un discorso erotico e si affrettò ad annuire.
-Ho sentito che voi ragazzi andrete ad allenarvi al campo questa sera-disse Rebecca.
Ronald la guardò qualche istante incerto,poi annuì di nuovo.
-Sì abbiamo pensato di fare un pò di pratica in vista delle selezioni della squadra-le spiegò calmo.
-Ecco...Io mi chiedevo se potevo assistere-gli chiese Rebecca leggermente imbarazzata.
Ronald corrugò la fronte e restò qualche istante in silenzio poi sorrise.
-Certo che puoi!Ci saranno anche Lily e Rose a fare il tifo come al solito-le disse con voce sicura.
Il sorriso tornò a brillare sicuro sul volto di Rebecca e,di riflesso,anche sul volto di Ronald.
Sorriso che diventò ancora piu' splendente quando Rebecca gli posò un'altro bacio sulla guancia sinistra.
-Grazie!A che ora?-gli chiese poi.
Ronald si passò una mano fra i capelli,cercando di ricordarsi a che ora avessero appuntamento al campo e dopo qualche istante di incertezza annuì.
-Alle sette e mezzo,subito dopo cena-si ricordò finalmente.
Rebecca gli sorrise l'ultima volta,poi lo salutò e si allontanò lasciando dietro di sè la scia del suo profumo.
La guardò allontanarsi finchè non fu confusa fra il resto della folla e fu proprio mentre era distratto che James gli saltò addosso come faceva sempre quando voleva complimentarsi con lui.
-Qualcuno ha fatto colpo!-gli urlò nell'orecchio destro,le braccia strette attorno al collo,mentre cercava di montargli sulla schiena.
Ronald cercò di liberarsi del suo peso e lo fece quasi cadere per terra,accompagnato dalle risate di Rose e scosse la testa.
-Come al solito,vedi cose che non ci sono!-gli disse avviandosi verso l'aula di Trasfigurazione.
-Andiamo non dirmi che non te ne sei accorto!Rose è vero che Rebecca pendeva dalle sue labbra?-disse James chiamando in causa anche la cugina.
-Assolutamente!Ronnie,questa volta sono d'accordo con Jim,Rebecca ha un debole per te.
Viene agli allenamenti questa sera?-gli chiese poi.
Ronald si limitò ad annuire.
Non doveva lasciare che quella speranza prendesse corpo nel suo cervello,altrimenti sarebbe stato difficile poi fare i conti con la realtà.
-Allora posso indagare con calma-disse lei sicura.
Ronald si voltò verso Rose e scosse la testa deciso.
-Assolutamente no!Tu non farai niente del genere.
Non è detto che venga agli allenamenti per vedere me:chi ti ha detto che non abbia un debole per Jim,o per Ethan?-ribattè Ronald cercando di essere convincente.
-E veniva proprio da te per farsi invitare?-domandò James confuso.
-Perchè ci conosciamo da anni e possiamo dire di essere amici-disse Ronald.
-Ronnie,io te e James siamo amici-gli fece notare Rose.
-Ma noi cosa c'entriamo?Siamo cugini!-ribattè lui con un leggero sorriso divertito.
Rose annuì e sorrise con lui.
Entrarono nell'aula e mentre Rose si sedette accanto a Sally Price,James e Ronald si sedettero al banco davanti al suo per poter continuare il discorso in attesa dell'inizio della lezione.
-Quindi sei assolutamente convinto che Rebecca non è interessata a te-commentò Rose seria.
Ronald annuì convinto e James scosse la testa.
Rose rise e alzò le spalle.
-Questa sera vedremo chi di noi ha ragione-commentò.
James ancora una volta fece per ribattere,ma l'arrivo del professore di Trasfigurazione impose a tutti e tre il silenzio.

 

-E questa è la famiglia a cui vorresti legarti?-gli aveva chiesto mentre osservava i due Potter e la Weasley allontanarsi verso l'aula di Trasfigurazione.
Lucas Zabini,per gli amici Luke, si lasciò scappare un sorriso sarcastico mentre scuoteva lentamente la testa:il suo migliore amico non lo capiva.
In fin dei conti non era il solo che non capiva.
Quando aveva raccontato a suo padre di quella storia aveva fatto fuoco e fiamme,ma poi erano riusciti ad avere una discussione quasi civile,anche se non avevano risolto molto.
Era impensabile che un Serpeverde del suo lignaggio e con i suoi antenati,fosse innamorato di una ragazza come lei, una con una famiglia così ingombrante,dal passato così fastidioso.
A sua madre per poco non era venuto un'infarto.
Ma non era colpa sua!
Era stata una cosa talmente improvvisa anche per lui:tutto si era aspettato tranne innamorarsi di una ragazzina di tredici anni,sempre con la testa fra le nuvole e quell'aria candida che lo portava a chiedersi ogni giorno che cosa ci trovasse di così speciale in lui.
Una Grifondoro!
Se gliel'avessero detto,avrebbe riso fino a farsi venire il mal di pancia.
Avrebbe riso ancora di piu' se gli avessero detto che si sarebbe innamorato di una Weasley.
Era l'ultima cosa che credeva gli potesse succedere nella vita,la piu' assurda di tutte!
Aveva passato anni a prendere in giro il gruppo formato dai Weasley e dai Potter insieme a Scorpius,aveva riso di loro ogni volta che li aveva visti seduti tutti insieme a mensa o sul prato prima di una lezione senza il minimo sospetto di quello che stava per accadere.
Poi un giorno il destino gli aveva messo i bastoni fra le ruote!
Ricordava ancora quel giorno freddo,con la prima neve che arrivava ai polpacci e faceva immobilizzare i muscoli del viso.
Lei sembrava uno di quei folletti di cui si parla nelle leggende irlandesi:i corti capelli biondi erano coperti da un berretto di lana,le dita erano quasi blu perchè si era tolta i guanti per fare delle "perfette" palle di neve e,incurante dell'alone di mistero che si era costruito in tutti gli anni della scuola e della sua appartenenza alla Casa di Serpeverde,lo aveva avvicinato e scelto come compagno di lotta.
-Ho bisogno del tuo aiuto!-gli aveva detto.
E prima che lui potesse dire qualcosa l'aveva trascinato con sè lungo il corridoio fino al cortile ricoperto di neve candida.
Ancora adesso Luke non sapeva spiegare come si era ritrovato invischiato in quella guerra fra lei e i compagni del suo anno,soltanto perchè quel folletto gli aveva chiesto di darle una mano:aveva sentito dire che lui era davvero bravo nelle battaglie a palle di neve e ora aveva un disperato bisogno di un compagno capace.
Magari in un'altro momento si sarebbe tirato indietro,ma stava andando ad un'altro noioso appuntamento con Helen Goyle e avrebbe accettato qualsiasi diversivo.
Alla fine si era anche divertito.
Si erano salutati alla fine della battaglia e lei lo aveva ringraziato prima di andarsene di corsa.
L'ultima immagine che aveva di quel giorno era la corsa di lei che si buttava sulla schiena di uno dei suoi cugini,probabilmente Ronald Potter,convincendolo poi a portarla in spalla fino alla loro Sala Comune.
Cosa l'aveva spinto a chiedere notizie su di lei?
Era una Grifondoro,questo sarebbe dovuto bastare a tenerlo lontano da lei.
Invece aveva raccolto informazioni:si chiamava Alice,aveva tredici anni ed era l'ultima figlia di George e Luna Weasley,i padroni dei negozi  piu' famosi di tutta Hogsmeade e Hogwarts.
Aveva due fratelli maggiori anche loro fra le file dei Grifondoro,e una schiera di cugini che la rendevano quasi intoccabile.
Ma ovviamente niente poteva fermarlo quando aveva in mente un'obbiettivo.
Non sapeva neanche lui perchè,ma aveva preso l'abitudine di farsi trovare nella biblioteca quando sapeva ci sarebbe stata lei,soltanto per vederla,senza neanche considerare l'idea di parlarle.
Soltanto tre settimane dopo si erano rivolti di nuovo la parola,e soltanto perchè erano rimasti chiusi nella biblioteca oltre l'ora di chiusura.
-Come se non passassi già troppo tempo qui dentro...-aveva commentato Alice.
Luke era riuscito ad aprire una finestra ed era sgattaiolato fuori dalla biblioteca con lei,ritrovandosi a correre senza nessun vero motivo fuori dalle mura del castello nel cortile e a  parlare seduti poco distanti dall'enorme casa del guardiacaccia,senza neanche rendersi conto del tempo che passava.
-Fred darà fuori di matto se non torno prima del coprifuoco-aveva detto prima di alzarsi e salutarlo.
Lui aveva annuito e si erano diretti di nuovo verso il Castello,camminando fianco a fianco fino alla scalinata principale,per poi salutarsi e andare ognuno al proprio dormitorio.
Da quella prima volta erano passati tre mesi.
Mesi in cui avevano imparato a conoscersi meglio,ad aiutarsi quando l'altro aveva un problema, a restare semplicemente in silenzio ad ascoltare quello che l'altro aveva da dire.
Nonostante la sua giovane età Alice era piu' matura delle sue compagne,e gli aveva insegnato come mettere da parte i suoi pregiudizi sui Weasley,mentre lei aveva dovuto fare i conti con la sua appartenenza alla casa dei Serpeverde.
-Non siamo così perfetti come credi...-gli aveva detto una volta lei.
Luke l'aveva fissata curioso,ma Alice aveva lasciato cadere l'argomento senza mai raccogliere le sue frecciate ogni volta che lui provava ad affrontarlo di nuovo.
Ovviamente non era tutto così facile:c'erano volte in cui litigavano e si giurava che non avrebbe piu' incontrato quella "ragazzina saccente e buonista",ma come sempre le sue promesse cadevano nel vuoto...Gli bastava sentire la sua risata,oppure entrare nella Sala Grande per iniziare subito a cercarla con lo sguardo e sorriderle come un'idiota quando lei gli faceva l'occhiolino di nascosto dalla massa di fratelli e cugini.
E senza neanche rendersene conto se ne era innamorato.
Eppure era convinto di saper gestire quell' "amicizia"!
Invece una mattina si era ritrovato con in testa solo lei e la paura di averla persa soltanto perchè non l'aveva vista per un giorno intero in giro per il castello:aveva passato le lezioni a chiedersi se non le fosse successo qualcosa,se non fosse stata costretta a tornare a casa per qualche problema familiare, arrivando a pensare che i suoi genitori l'avessero ritirata dalla scuola essendo venuti a conoscenza della loro amicizia.
Scoprire che aveva passato il tempo chiusa nel dormitorio perchè ammalata lo aveva fatto sentire sollevato,e gli aveva fatto sbattere il muso contro la realtà.
Era irrimediabilmente innamorato di Alice Weasley.
Il suo carattere deciso e diretto l'avevano portato a parlare con lei,a spiegarle che qualcosa era cambiato per lui e che se per Alice non fosse stato lo stesso avrebbe capito,non lo avrebbe accettato ma lo avrebbe capito e avrebbero messo fine a quell'amicizia.
Non aveva idea dell'espressione che era apparsa sulla sua faccia quando l'aveva sentita dirgli che anche per lei era lo stesso.
Il loro primo bacio era il ricordo che gli ritornava alla mente piu' spesso nelle ultime settimane: ricordava ancora la timidezza negli occhi di Alice,il tocco delicato delle sue labbra,il modo in cui si era messa in punta di piedi per mettergli le braccia intorno al collo.
L'ultimo ostacolo era la sua giovane età:avevano due anni di differenza e certe volte a lui sembrava di aver fatto qualcosa di male.
Alice non faceva altro che dirgli che l'età non era un problema per lei perchè aveva l'esempio dei suoi genitori,insieme da quasi vent'anni nonostante i loro due anni di differenza.
Forse era una storia sbagliata in partenza,però da quando c'era Alice,lui si sentiva piu' forte,quasi invincibile.
Nessuno sapeva della loro storia d'amore,se si escludevano Scorpius e la migliore amica di Alice che le aveva fornito parecchi alibi con i suoi fratelli.
Avevano parlato spesso di come rendere pubblica la loro storia,ma avevano anche deciso che per il momento era meglio lasciare le cose come stavano:erano ancora troppo giovani per fare le cose in grande,per "impegnarsi" e forse aspettare avrebbe rafforzato i loro sentimenti e le loro decisioni.
Quando erano iniziate le vacanze non passava giorno senza che un gufo non apparisse alla sua finestra con una lettera di Alice,facendolo ridere e facendogli sentire la mancanza della ragazza in modo quasi esagerato.
Era stata quella sensazione che lo aveva spinto a parlarne con i suoi genitori:forse era stata una mossa azzardata vista la loro età,ma era convinto che era meglio mettere le cose in chiaro,per evitare problemi in futuro.
Li aveva fatti sedere in salotto e aveva detto loro che da qualche mese stava con una ragazza...e poi aveva lanciato la bomba.
Ma non era stato niente in confronto alla bomba che aveva colpito lui pochi giorni dopo.
Mancavano meno di due settimane al ritorno a scuola e stava letteralmente contando i giorni che mancavano al loro incontro,quando il solito gufo era apparso alla sua finestra e gli aveva consegnato una lettera;era stato come essere risucchiato in un buco nero.
Alice e i suoi fratelli non sarebbero tornati a Hogwarts quell'anno per stare vicino alla madre: aveva un cancro e sarebbe andata in America per farsi curare.
Non era mai stato così combattuto in vita sua;da una parte c'era Alice che aveva bisogno di lui e dall'altra c'erano i suoi genitori che non gli avrebbero mai permesso di fare un volo del genere per stare con lei,tantomeno saltare l'anno soltanto perchè la madre della sua ragazza,una Grifondoro, stava male.
Le aveva scritto chiedendole se c'era qualcosa che lui potesse fare e la sera stessa gli era arrivata la risposta,una pergamena con due sole parole: "Non abbandonarmi".
Come se avesse mai potuto.
La sera prima di tornare ad Hogwarts il solito gufo era apparso alla sua finestra,questa volta stringendo fra gli artigli un pacco giallo.
All'interno c'era un cellulare babbano,completo di istruzioni per potersi sentire tutte le sere in barba ai problemi e alla lontananza.
Era da quasi due settimane che vivevano quella specie di relazione a distanza,e lui doveva accontentarsi di questa cercando di mettere a tacere i suoi desideri e i suoi sensi di colpa.
Anche quella sera,non appena il dormitorio sarebbe stato silenzioso sarebbe sceso nella Sala Comune e avrebbe composto l'unico numero in memoria solo per sentire la sua voce e per farle sentire che nonostante le miglia di distanza era lì accanto a lei.
-Io non voglio legarmi a nessuna famiglia-rispose camminando per il corridoio.
-Vedo che stai riacquistando il tuo buonsenso-commentò Scorpius,voltandosi a guardarlo.
Luke sorrise.
-Voglio dire che a me interessa solo lei,non tutta la sua famiglia-spiegò.
Il sorriso sul volto di Scorpius scomparve,lasciando il posto alla solita smorfia che aveva sempre quando affrontavano quell'argomento.
-Ma ora che lei non c'è non senti il bisogno di svagarti?-gli chiese indiretto.
-Di andare a letto con un'altra?-disse Luke senza giri di parole.
-Precisamente-fece Scorpius.
Luke scosse la testa.
Non era vergine quando aveva conosciuto Alice,ma sapeva quando era il momento di rallentare, quando una ragazza non era pronta per il sesso...ed Alice ancora non lo era.
Anche se gli costava fatica ammetterlo ed era sempre piu' faticoso per entrambi fermarsi.
-Nessun bisogno-rispose sincero.
Scorpius lo guardò quasi scioccato.
-Chi sei tu?Che ne è stato del bastardo Serpeverde amico mio?-gli chiese senza esagerazione.
Luke si lasciò scappare una risata e gli diede una leggera spinta.
-Avanti non sono mica diventato un santo!Ho solo smesso di portarmi a letto qualsiasi cosa respirasse-gli disse ancora ridendo.
-E' questo che mi preoccupa.Capirei se andassi a letto solo con la tua ragazza,ma neanche quello...Ti limiti a tenerla per mano!-lo prese in giro lui.
-Non mi limito solo a quello-lo rassicurò misterioso Luke,mentre un sorriso malizioso si allargava sul viso.
Scorpius lo guardò curioso,ma dall'espressione sul volto dell'amico capì che non gli avrebbe scucito nulla di piu' in proposito.
-Comunque grazie per esserti preoccupato per me...Mi ha commosso il tuo interessamento- lo prese in giro Luke.
Il biondo lo fulminò con lo sguardo,prima di entrare in classe,accompagnato dalle risate di Luke che lo seguì in aula.

 

-Vuoi ancora un pò di caffè?-
Fred alzò lo sguardo sulla ragazza che,caraffa stretta nella mano destra,gli aveva rivolto la domanda e si limitò a scuotere la testa.
Era talmente stanco che si sarebbe addormentato non appena avrebbe toccato il cuscino.
-Stai bene?-gli chiese ancora la ragazza.
Domanda da un milione di sterline!
C'erano dei momenti in cui si ricordava cosa significava stare bene,poi tornava il buio che aveva inghiottito la loro vita nelle ultime due settimane.
-Non mi ricordo piu' neanche cosa significhi stare bene-le confessò mentre le palpebre pesanti si chiudevano per un'istante.
Sentì su di sè lo sguardo della ragazza e sperò che non fosse carico di pena e pietà:non lo avrebbe sopportato una volta di piu'.
Erano settimane che tutti si rivolgevano a lui e ai suoi fratelli con quegli occhi e ogni volta lui aveva voglia di urlare,di fare a pezzi qualcosa soltanto perchè quella gente la smettesse di guardarli in quel modo.
Fortunatamente gli occhi di Allison erano calmi,sereni come li aveva sempre visti fin dalla prima volta.
-Vedrai presto tutto questo sarà un brutto ricordo-lo rassicurò lei,poggiando la caffettiera sul mobile di marmo bianco.
Fred annuì,anche se era poco convinto.
-Dove sono gli altri?-gli chiese dandogli le spalle per togliere le fette di toast dal tostapane.
-Edward sta dormendo sul divano,era talmente stanco che non è riuscito ad arrivare in camera sua;Alice si sta facendo una doccia e credo che mio padre non sia ancora tornato dall'ospedale-disse prima di sgranchirsi i muscoli della schiena e delle braccia.
Allison tornò a voltarsi e lui la vide mettergli davanti due fette di pane tostato imburrato.
-Mangia!Ha passato anche oggi la notte in ospedale?-gli chiese poi conoscendo già la risposta.
Suo padre passava tutte le notti in ospedale.
Tornava a casa giusto il tempo per farsi una doccia,mangiare qualcosa di accettabile e poi ritornava da sua madre,pronto per iniziare una nuova giornata di chemioterapia accanto a lei.
L'intervento era andato bene,almeno questo era quello che i dottori avevano detto loro.
Avevano tolto tutte le cellule cancerogene che avevano trovato e per il momento non avevano eseguito la mastectomia,con grande sollievo di sua madre.
Ma dopo l'intervento era iniziato il primo ciclo di chemioterapia:due settimane di tortura autorizzata.
Era davvero difficile starle seduto accanto e comportarsi come al solito mentre attraverso l'ago nel braccio le venivano iniettati tutti quei veleni.
-Come al solito-commentò afferrando una fetta di pane.
Non aveva fame,ma sapeva che lei si sarebbe arrabbiata se non l'avesse visto mangiare,così diede un morso solo per farla felice.
Sentì dei passi venire verso la cucina e si voltò,sentendo i muscoli del collo lamentarsi per lo sforzo richiesto.
Seamus apparve in cucina e vedendolo gli rivolse un sorriso.
-Buongiorno Seamus-lo salutò Fred educatamente.
L'uomo si avvicinò e gli fece una carezza sulle spalle,come faceva sempre,prima di rivolgere un sorriso a Allison.
-Buongiorno ragazzi-lì salutò affettuoso.
-Ciao papà!Il caffè è già pronto,devi solo imburrare le tue fette di pane-gli disse la ragazza avvicinandosi per dargli un bacio sulla guancia.
Allison Finnigan-Finch era la figlia biologica di Seamus,ma fin dalla nascita era cresciuta con suo padre e il suo compagno Rupert Finch.
Non avevano mai pensato di adottare un bambino,ma durante il primo anno della loro relazione si erano trovati nel pieno di un "baby boom" fra i loro amici:ovunque andassero vedevano soltanto coppie in attesa di un figlio o che avevano appena partorito.
Quella era stata la molla scatenante che aveva portato entrambi a chiedersi se anche loro fossero stati all'altezza di un figlio.
All'inizio non era stato facile trovare la persona adatta,vista la loro situazione,ma alla fine una delle infermiere dell'ospedale di Rupert si era dimostrata disponibile a diventare la loro "madre in affitto" e dopo un paio di tentativi andati a male,era rimasta incinta.
Allison aveva ereditato i poteri di suo padre,e frequentava un scuola di magia americana che, al contrario di Hogwarts,le permetteva di tornare a casa tutti i giorni tenendo le lezioni soltanto la mattina,come una vera scuola babbana.
Era una ragazza allegra,estroversa e la sua "delicata situazione familiare",come veniva descritta dai suoi insegnanti babbani,non le aveva causato nessun problema perchè aveva avuto accanto a lei due persone stabili che l'avevano sempre amata,anche durante i loro periodi di crisi.
-Grazie tesoro!Tuo padre ha chiamato?-le chiese afferrando una tazza e versandoci abbondante caffè nero.
-Ha detto che torna verso le otto-riferì lei prima di bere un sorso dalla sua tazza.
Fred diede un'altro morso alla sua fetta di pane prima di spingere via il piatto.
-Non provarci nemmeno!Devi mangiare qualcosa altrimenti cadrai svenuto per terra...Papà diglielo anche tu-fece Allison voltandosi verso Seamus.
-Ha ragione Fred,hai veramente una brutta cera-disse Seamus guardandolo.
-Sono solo stanco,ho bisogno di almeno quattro ore di sonno-ribattè il rosso.
-A proposito,stavo quasi per dimenticarlo!
Ieri sera,mentre eravate in ospedale ha chiamato Justin-disse Seamus guardando Fred.
Lo sguardo di Fred si fece piu' attento.
-Cosa voleva?-chiese subito.
-Ha detto che sarebbe arrivato con il volo di mezzogiorno e voleva sapere se qualcuno di voi era disposto ad andare all'aeroporto-
-Ma ti ha detto perchè?-domandò sorpreso.
Justin stava arrivando a Seattle.
Avevano visto il fratello neanche un mese prima,e Justin aveva fatto di tutto per far dimenticare a lui e ai suoi fratelli quello che sarebbe successo di lì a poco,riuscendo il piu' delle volte a farli divertire e a far passare delle intere giornate prima che la preoccupazione tornasse ad attanagliarli.
E ora stava venendo da loro.
-Credo sia ovvio il perchè-commentò Seamus con un leggero sorriso.
Fred annuì stancamente.
-Andrò io a prenderlo,basta che qualcuno mi svegli in tempo-disse scendendo dalla sedia.
-Tranquillo,ci penserò io-disse subito Allison pronta.
Fred sbadigliò e si avviò verso la porta della cucina,sperando di arrivare alla sua camera da letto senza crollare per il sonno arretrato.

 

L'aereoporto era pieno di gente che correva in tutte le direzioni.
Chi doveva partire era facilmente riconoscibile:cercavano di tenere tutti i documenti stretti in una mano per essere pronti quando sarebbe arrivato il loro turno al check-in.
C'era poi chi era appena atterrato e si trascinava le valigie fuori dall'aereoporto,iniziando subito la ricerca del taxi per evitare di inzupparsi troppo.
Come al solito anche quel giorno la pioggia non aveva risparmiato Seattle;che differenza c'era fra vivere a Seattle e vivere a Londra?
In entrambe le città pioveva,il cielo era coperto dalle nuvole e il sole era un lusso,nonostante fossero a settembre...E pensare che esistevano città dove c'erano trenta gradi e gente che andava in giro senza maglietta e prendeva il sole sdraiato al parco!
Alice guardò la pioggia colpire violenta il finestrino posteriore dell'auto di Rupert e sospirò.
-Tutto bene lì dietro?-le domandò Edward guardandola dallo specchietto retrovisore.
-Sono stufa di tutta questa pioggia!-rispose lei incontrando il suo sguardo.
Quando Fred aveva detto loro dell'arrivo di Justin,avevano deciso di andarlo ad accogliere tutti insieme per poi andare all'ospedale:la mamma sarebbe stata contenta di rivedere Justin.
Lo aveva sempre considerato un quarto figlio e l'affetto era reciproco:Justin adorava quell'aria svagata e sempre allegra che era il punto di forza del carattere di sua madre,inoltre avevano la comune passione per gli animali,anche quelli piu' strani e pelosi,che li estraniava un pò dagli altri.
Edward sorrise.
-Credi che se fossimo stati ad Hogwarts sarebbe stato diverso?-le chiese.
-Sicuramente!-commentò lei.
Almeno a quest'ora sarebbe stata fra le braccia di Luke e non in quella specie di incubo privato!
Sfiorò con due dita il cellulare che era nascosto nella tasca destra del cappotto e poi fissò l'orologio sul cruscotto:da un momento all'altro lui avrebbe chiamato e lei non vedeva l'ora di sentire la sua voce.
Per il momento doveva accontentarsi solo di quella...
Erano arrivati al terminal dell'aereoporto e Fred stava concludendo la manovra di parcheggio.
-Qualcuno di voi ha portato un'ombrello?-domandò poi spegnendo il motore e guardando Edward che sedeva accanto a lui.
Dall'espressione che vide apparire sul viso di Ed,Alice capì che avrebbero dovuto correre il piu' velocemente possibile all'interno.
-Possibile che non ti si può mai affidare un compito?-lo rimproverò Fred.
-Mi ero appena svegliato,credi che ti stessi veramente ascoltando?-gli domandò lui.
-Quando bisogna parlarti per trovarti veramente sveglio?-chiese Fred guardando il fratello.
Edward gli rilanciò l'occhiataccia prima di voltargli le spalle e fissare il lampo che aveva squarciato il cielo.
-Davvero perfetto!-commentò acido Fred.
Alice sospirò e alzò la lampo della sua giacca a vento:certe volte si comportavano come due bambini!
-La volete smettere?Ormai non serve a niente continuare a discutere,e se non ci muoviamo rischiamo di arrivare in ritardo-disse aprendo la portiera dalla sua parte e,contemporaneamente, alzando il cappuccio sulla testa.
Fred e Edward restarono in silenzio e la guardarono uscire nella pioggia,correre verso il terminal e fermarsi in un posto riparato dalla pioggia,in attesa che anche loro si decidessero ad uscire dall'auto.
-Vorrei tanto ucciderti in questo momento-commentò Fred imitando la sorella e aprendo la portiera dell'auto.
-Sai che novità!-ribattè Edward per nulla spaventato.
Entrambi corsero verso Alice e quando la raggiunsero i loro vestiti erano in gran parte bagnati, nonostante la giacca a vento.
Entrarono nell'aereoporto e si diressero verso un tabellone che elencava i terminal d'uscita dei vari voli nazionali.
Il volo di Justin era già atterrato.
I tre fratelli si guardarono attorno alla ricerca del ragazzo,ma non lo videro da nessuna parte:se fosse già arrivato,lo avrebbero sicuramente trovato ad aspettarli seduto al caffè o su uno dei sedili blu,ma non c'era traccia di Justin.
-Forse sta ancora ritirando i bagagli-disse Edward guardando il grande terminal da cui stava uscendo un nutrito gruppo di turisti.
Alice li guardò e si chiese cosa ci fosse di interessante da vedere in una città come Seattle:erano due settimane che viveva lì e non c'era stato niente che avesse attirato la sua attenzione, eccetto lo Space Neaddle,ma era impossibile che tutte quelle persone fossero lì solo per quello!
Cercò fra la folla un viso familiare,ma in quel momento il cellulare vibrò nella tasca della giacca.
Guardò Edward e Fred che erano concentrati sulle porte automatiche che erano tornate a chiudersi e si allontanò da loro di qualche metro,per non renderli partecipi della telefonata.
Se solo avessero saputo,si sarebbe scatenata all'istante un putiferio!
Voltò loro le spalle e guardò la pioggia cadere contro i vetri,prima di attivare la chiamata.
-Pronto?-
-Ciao-
Sentire la sua voce le faceva scendere sempre un brivido lungo la schiena.
Era una voce adulta,non come la sua che aveva ancora qualche leggero ricordo dell'infanzia:la voce di Luke era perfettamente adulta,roca e profonda al punto giusto,che la faceva sorridere e rabbrividire allo stesso tempo.
-Ciao...Come stai?-gli domandò mentre un sorriso nasceva spontaneo sulle sue labbra.
-Bene,ma non credi che dovrei essere io a chiedertelo?-le fece notare lui.
Alice abbassò la testa e poggiò la fronte contro il vetro freddo.
-Anche io sto bene...Ma non sopporto piu' la pioggia!-gli disse seria.
Lo sentì ridere nel telefono e il suo cuore fece una capriola nel petto.
-E perchè mai?-
-Sono due settimane che siamo qui e ho visto il sole tre giorni...Ti rendi conto?Da non credere,credo che anche la mia pelle abbia assunto il colore della pioggia-disse fermamente convinta.
-Il colore della pioggia?Non sapevo ne avesse uno-disse Luke sorpreso.
-Assolutamente:è una rara tonalità di grigio che hanno le gocce e i nuvoloni prima del temporale-gli spiegò.
Lo sentì di nuovo sorridere nella cornetta.
-Come è andata la tua giornata?-gli chiese curiosa.
Si voltò per un'istante e vide che Fred e Edward erano poggiati contro una balaustra di ferro, proprio davanti all'uscita dei passeggeri,in attesa dell'arrivo di Justin.
Un'altoparlante annunciò l'arrivo del volo da San Francisco a pochi centimetri da lei e Alice fu certa che anche Luke aveva sentito l'annuncio.
-Dove sei?-le chiese infatti il ragazzo.
-Sono all'aereoporto-gli disse senza entrare nel dettaglio.
-Torni da me?-le domandò lui cercando di scherzare.
Ma sia Alice che Luke si accorsero del tono speranzoso con cui era stata fatta la domanda.
-Non ancora purtroppo...Sono venuta con Fred e Ed a prendere una persona-gli spiegò.
Nessuno oltre la famiglia sapeva dell'esistenza di Justin:era sempre stato il piccolo grande segreto della famiglia Weasley e ora lei non sapeva se poteva sbilanciarsi e raccontare tutto a Luke.
-Raccontami com'è andata la tua giornata-gli disse di nuovo prima che lui potesse farle qualche domanda.
-Al solito:lezioni,allenamenti e studio.
Ora che non ci sei non ho molte alternative allo studio-le disse.
Alice sorrise e decise di stuzzicarlo un pò.
-Avanti,chissà quante ragazze reclameranno la tua presenza...Scommetto che Scorpius ti ha già organizzato un paio di appuntamenti-tentò.
-Il fatto che li abbia organizzati non vuol dire che io poi ci vada realmente-le disse Luke con voce seria.
Alice restò in silenzio qualche istante,cercando di capire il significato vero di quelle parole,poi lui parlò di nuovo.
-Tanto per quelle ragazze non fa molta differenza se ci sono io o c'è Scorpius-aggiunse.
-E per te fa differenza?-gli chiese cauta.
Lo sentì di nuovo sorridere nella cornetta e lo giudicò un segnale positivo:almeno non si era arrabbiato.
-Non ho tempo per sciocchezze simili.
Io e mio padre abbiamo fatto un'accordo:io ho promesso di comportarmi in maniera impeccabile fino alle vacanze d'autunno,e lui ha accettato di farmi andare in vacanza da solo-le disse serio.
Alice chiuse gli occhi:ecco fatto!
Sarebbe andato in vacanza con Scorpius per due settimane e l'amico gli avrebbe fatto il lavaggio del cervello per convincerlo a lasciarla.
-Hai già un'idea di dove andrai?-si sforzò di chiedergli.
Ancora una volta sentì il suo sorriso nel microfono.
-Si ho un'idea molto precisa su dove andrò,anche se mi hanno detto che...-cominciò a dirle.
Alice non sentì il resto della frase perchè qualcosa l'afferrò ai fianchi e la fece sobbalzare, con un piccolo grido sorpreso.
-Alice!-sentì chiamare dal telefono.
Si voltò e si trovò di fronte Fred e Edward con un sorriso divertito sulla faccia e ovviamente Justin che le teneva ancora le mani attorno alla vita.
-Justin...-disse abbracciando il fratello.
Gli posò la testa sulla spalla destra,senza prestare ascolto alla voce di Luke che a poca distanza dalla sua guancia continuava a chiamarla.
-Come stai piccolina?-le domandò il fratello scompigliandole i capelli corti.
La ragazza si staccò dal suo abbraccio e si ricordò di Luke dall'altra parte del telefono che continuava a chiamarla.
-Hai preso la valigia?-gli domandò lanciando poi un'occhiata alla borsa che aveva stretta nella mano destra.
Justin le sorrise e annuì.
-Siamo pronti per andare-le disse Fred.
-Perchè non andate avanti?Io devo comprare dei giornali per la mamma...L'edicola dell'ospedale non è molto fornita-mentì.
I tre ragazzi la guardarono qualche istante incerti,poi annuirono.
-Va bene,ma sbrigati-le disse Fred,prima di avviarsi insieme agli altri.
Alice aspettò che fossero a qualche metro di distanza e tornò ad avvicinare l'orecchio al telefono.
-Luke?-lo chiamò.
-Che accidenti è successo?-le domandò leggermente arrabbiato.
-E' arrivata la persona che aspettavamo,ho pochi minuti prima di raggiungere Fred e Edward-gli spiegò vaga.
-Chi è Justin?-le chiese.
Alice chiuse gli occhi e a denti stretti si lasciò scappare una parolaccia:aveva sperato che non fosse arrivato il nome del fratello alle orecchie di Luke.
-Justin?Ah,è la persona che siamo venuti a prendere...-disse sperando che lui si accontentasse.
-Ah...E chi sarebbe?-le domandò ancora.
Alice sospirò:se non fosse uscita in strada subito,Fred o Edward sarebbero tornati dentro per vedere che fine aveva fatto.
-E' soltanto un'amico di Fred...Tutto qui...Ascolta,devo andare adesso o i miei fratelli verranno a cercarmi...Ci sentiamo domani?-gli domandò sempre piu' in ansia.
Luke restò qualche istante in silenzio e lei si domandò cosa passava nella testa del ragazzo in quel momento.
-Va bene,a domani...-borbottò lui.
-Ti chiamo appena torno dall'ospedale-gli disse cercando di recuperare il tono spensierato che aveva avuto fino a poco prima.
-Ok...buona giornata-le disse ancora con il dubbio nella voce.
-Buona notte amore...Ti amo-gli disse come faceva sempre alla fine di ogni telefonata.
-Anche io-rispose Luke prima di chiudere la telefonata.
Era una sua impressione o c'era un leggero tentennamento nella voce di Luke?

 

Rieccomi qui!

Allora cominciamo subito con lo schema(gli anni si riferiscono al primo capitolo!):

Harry/Ginny:James,Ronald(16 anni),Albus(15 anni,concepito durante la luna di miele),Lilian(14 anni), Hermione(9 anni).

Ron/Hermione:Rose(16 anni),Hugo(15 anni).

George/Luna:Fred(17 anni),Edward(16 anni),Alice(14 anni),plus Justin figlio di George e Angelina Johnson(19 anni).

Seamus/Rupert:Allison(16 anni).

Ecco queste sono le coppie principali,i figli, e i vari legami.

Ovviamente poi ci sono gli altri junior,ma poi finirei per ingarbugliarvi ancora di piu' le idee...

Ricordatevi però che dal secondo capitolo in poi siamo tornati indietro,quindi dovete togliere un'anno a tutti i personaggi.

Se ci sono altre domande,non esitate a chiedere.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di ortografia o di battitura.

E ora i ringraziamenti:Pikkola(Spero sia una sorpresa gradita!Vedrai cosa succederà in seguito... Forse non mi vorrai piu' così bene fra un pò),Musa16(Prima di tutto:GRAZIE per il disegno!!!!!Anke se a te nn mi piace molto,io l'adoro!X George e Luna,ti dico solo che se prima l'amavi,in qst fiction finirai x desiderare che sia reale...),Misfatta88(Grazie x i complimenti x l'altra fiction!Per le tue domande,t dico solo che sì Ron ne ha combinata una delle sue e bella grande...E ke in fondo nn sono sadica,nn troppo almeno!),JC(Sai cosa mi sono accorta?Che ci parliamo da mesi,ma io nn so il tuo nome!Tu almeno 6 avvantaggiato,sai + cose di me...Cmq abbi pazienza e la tua curiosità sarà soddisfatta,in fondo mi conosci),Sarina87(Harry e Ginny hanno passato guai x una vita intera,era ora di dargli un pò di pace,anke se avranno il loro bel da fare con i figli...),Lights(Per il momento Malfoy nn è contemplato nella storia,magari in futuro...),Hermione '06(Vedrai finirai per adorarli,credimi!Sia James e Rose,che Alice e Luke!),Wings HP(Devo ammettere ke x il nome mi sn ispirata a One Tree Hill,nn so se conosci... Tranquilla,adoro tr George e Luna x far loro del male),Lilyluna_4 e(Grazie x i complimenti!!),Germana( Fammi sapere che ne pensi...).

Bene,prima di salutarvi voglio farvi un piccolo regalo,qualcosa ke nn ho mai fatto cn nessun'altra mia fiction.

Voglio lasciarvi un piccolo spoiler,qualcosa che vi lasci la curiosità...

Vi dico subito che tutto il capitolo sarà incentrato su Ron e in parte sulla crisi con Hermione.

"Lei non lo conosceva.
Ovviamente sapeva chi era e cosa aveva fatto perchè il Bene vincesse sul Male,ma non era stata presente in ogni istante degli ultimi venticinque anni della sua vita."

Bene,x il momento è tutto,vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"My immortal"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** My immortal ***


my immortal

 

Lei non lo conosceva.
Ovviamente sapeva chi era e cosa aveva fatto perchè il Bene vincesse sul Male,ma non era stata presente in ogni istante degli ultimi venticinque anni della sua vita.
Ogni volta che lui iniziava a parlarle di un ricordo,qualcosa che gli tornava in mente senza un motivo apparente,lei lo guardava con occhi curiosi ed interessati,attenta a non perdersi neanche una parola del suo discorso,senza mai interromperlo con frasi del tipo "so benissimo come è andata,c'ero anche io non ti ricordi?"o peggio ancora a correggerlo.
Si chiamava Cassandra,per gli amici Cassie.
Aveva trentadue anni ed era una delle assistenti del suo ufficio.
Era entrata nel loro team da due anni e,per quasi quattro mesi,non si erano scambiati piu' di quaranta parole al giorno,tutto quello che serviva per il loro lavoro.
Ron,essendo stato un timido da ragazzo,sapeva quanto doveva essere difficile per la ragazza trovarsi in un posto talmente grande e intimidatorio,a stretto contatto con persone che avevano contribuito affinchè la pace "trionfasse",come aveva letto una volta in uno di quei libri sulla loro storia che Hermione si divertiva tanto a leggere.
Poi lentamente,il velo di timidezza era caduto,grazie anche all'aiuto delle sue colleghe che l'avevano iniziata ai segreti del Ministero e di quell'ufficio in particolare:era piu' facile sentirsi a proprio agio in un'ambiente quando sai che le persone che vi lavorano sono esseri umani come te e non dei "superoi".
Avevano iniziato ad avere un rapporto amichevole,come due normali colleghi,e si erano trovati in sintonia su molte cose:dalle cose piu' semplici,come la comune passione per i panini con il burro d'arachidi e la marmellata di more,all'odio per ogni scartoffia che si accumulava sulle loro scrivanie e che veniva sbrigata sempre all'ultimo momento.
E poi l'amore viscerale per i Cannoni di Chudley.
Dopo venticinque anni di convivenza con Hermione aveva finito per credere che tutte le donne odiassero lo sport ed in particolare il Quidditch e la scoperta che anche una donna potesse amare il volo ed i Cannoni era stata una rivelazione illuminante.
Avevano iniziato a pranzare insieme parlando dei loro giocatori preferiti,delle annate passate e di quello che avrebbero fatto se fossero stati al posto dell'allenatore.
-Quella Cassie è incredibile!Certe volte sa piu' cose di me!-aveva detto ad Hermione senza nascondere il tono ammirato.
-Finalmente hai trovato qualcuno piu' matto di te...-l'aveva preso benevolmente in giro sua moglie.
Aveva proposto a Ron di invitarla a cena da loro una sera dopo il lavoro,tanto per essere sicura che la situazione fra loro fosse sempre la stessa,che fossero ancora due colleghi con una passione in comune e lui aveva accettato con il suo solito fervore che lo faceva assomigliare ad un ragazzo.
Ma quella cena non si era mai fatta.
Ron aveva riferito a Cassie le parole di Hermione e anche lei si era dimostrata contenta dell'invito,ma prima di poter organizzare tutto,le cose erano cambiate.
Negli ultimi anni,vista la prolungata pace,la divisione del Ministero legata alla Babbanologia aveva preso a "studiare i babbani nel loro ambiente".
Due rappresentanti della divisione si mescolavano fra i babbani in convention mediche,manifestazioni politiche,matrimoni o anche feste di ex-alunni cercando di scoprire quanto piu' possibile su di loro e sulle loro abitudini:musica,vestiti,film e libri.
Tutto quello che poteva essere interessante.
Andavano sempre in coppie,così potevano sostenersi e aiutarsi quando l'altro era in difficoltà e
quella volta era toccato a Cassie e a Ron:avrebbero partecipato ad una convention medica di neurochirurgi.
Si erano informati a sufficenza per essere credibili e,visto che la convention sarebbe durata due giorni, avevano prenotato due camere nello stesso albergo.
Erano partiti separatamente e si erano incontrati al Savoy Hotel;dopo aver preso le chiavi delle loro stanze si erano dati appuntamento nel giro di mezz'ora per pranzare insieme prima di iniziare a lavorare.
Ron aveva ripensato a lungo a quel giorno,ma tutte le volte non aveva sentito la minima ansia, nessun agitazione per quella situazione.
Era lavoro.
-Da quanto tempo sei sposato?-gli aveva chiesto lei mentre aspettavano le loro ordinazioni.
-Vent'anni.Andiamo per i ventuno-le aveva detto.
Cassie lo aveva guardato stupita e anche lui si era sentito a disagio:certe volte gli faceva uno strano effetto quando lo diceva ad alta voce.
Com'era possibile che fosse passato tutto quel tempo?Sembrava ieri che litigava con Hermione senza riuscire a farle capire i suoi sentimenti.
-Complimenti...Tu e tua moglie siete veramente una perla rara!-si era congratulata.
Ron alzò le spalle.
-Tutta fortuna,credo.Tante volte abbiamo litigato e pensato che fosse impossibile restare ancora insieme,ma in qualche modo ce l'abbiamo fatta-le aveva detto sincero.
Cassie aveva sorriso.
-Tu sei sposata?-le aveva chiesto curioso.
Era una persona riservata,non aveva lasciato trapelare niente di sè all'interno dell'ufficio.
Un sorriso amaro era apparso sul suo volto.
-Lo ero,ma non ho avuto la vostra fortuna...-aveva commentato.
Il cameriere era tornato con i loro piatti e Ron aveva aspettato che si allontanasse per parlare di nuovo.
-Posso chiederti che è successo?-le aveva domandato con cautela.
Lei aveva sospirato,muovendo la sua insalata con la forchetta.
-Avevo sposato un gay e non lo sapevo-disse concisa.
Ron l'aveva guardata per qualche istante senza parlare,poi capì che sarebbe scoppiato a ridere:era indelicato e inopportuno,ma era inevitabile.
Sentiva già i muscoli della bocca piegarsi verso l'alto,ma fece un respiro profondo e cercò di calmarsi.
-Avanti ridi,tanto lo so che vuoi farlo...-aveva commentato lei.
Ron si era coperto gli occhi con una mano e aveva scosso la testa.
-Assolutamente no!E' solo che non capisco come...-aveva cercato di riparare.
-Era il mio ragazzo fin dalla scuola...Come potevo immaginare che avesse qualche difetto al piano inferiore?-gli aveva chiesto.
Quella domanda fu troppo:non riuscendo a controllarsi,Ron scoppiò a ridere,il viso nascosto fra le mani.
-Perdonami...-le aveva detto.
Ma quando aveva alzato lo sguardo sul suo volto aveva visto che anche lei stava sorridendo.
-Meglio prenderla con filosofia...-aveva detto prima di addentare una foglia d'insalata.
La conversazione era stata fluida per il resto del pranzo,non c'era stato un momento in cui si fosse sentito in imbarazzo o timoroso di farle una domanda,e Cassie sembrava apprezzare la sua compagnia.
-E' davvero uno spreco dopo una mattinata così divertente,andarsi a rinchiudere ad un noioso convegno medico...-aveva commentato l'uomo alla fine del pranzo.
L'aveva vista sorridere e aveva inarcato le sopracciglia,improvvisamente curioso.
-Il convegno dura due giorni,giusto?-aveva detto lei.
Ron aveva annuito.
-In una delle sale di questo hotel c'è un ricevimento di matrimonio...-gli aveva detto lasciando la frase in sospeso.
Non aveva dovuto aggiungere altro.
Si erano imbucati a quel matrimonio e avevano passato il resto del giorno a ballare,fare brindisi alla salute di due sconosciuti di nome Harriet e Barry,e a fare i complimenti alla madre dello sposo,una donna molto grassa con un completo color salmone che visti i loro complimenti li aveva invitati a tornare anche al matrimonio della figlia che si sarebbe tenuto nel giro di un'anno.
-Verremo senz'altro...-l'aveva assicurata Ron cercando di non ridere.
Erano le tre di notte quando finalmente tornarono verso le loro camere da letto.
-E' stata un'idea fantastica quella di saltare la convention...I miei complimenti,signora Weasley-le aveva detto.
Per tutta la durata del matrimonio avevano finto di essere una coppia per evitare che Cassie venisse invitata dai troppo insistenti amici dello sposo che sembravano non vedere l'ora di ballare con lei e con l'occasione palparla un pò.
-Faccio sempre il mio meglio,Mr Weasley...-aveva risposto lei con un sorriso.
Si era appoggiata alla porta della sua camera con la schiena e lo aveva guardato pronta a salutarlo.
-Allora buonanotte-le aveva detto Ron fissando il suo sguardo.
Non erano ubriachi,nonostante il tanto champagne bevuto.
Ron era certo di essere lucido quando si era chinato su di lei per salutarla con un bacio sulla guancia,come se lo facesse tutte le volte,finendo per baciarla sulle labbra.
Cassie non aveva esistato un'istante a rispondere al suo bacio:non appena le labbra di Ron avevano sfiorato le sue,aveva dischiuso leggermente la bocca per far incontrare le loro lingue.
Le mani di Ron si erano posate sul suo viso,e aveva aumentato l'intensità del bacio,mentre lei si alzava leggermente in punta di piedi per diminuire la differenza d'altezza.
-Ti va di entrare?-gli aveva chiesto guardandolo negli occhi.
Ron si era sfiorato il labbro inferiore con la lingua e aveva sospirato.
-Lo vorrei tanto...-aveva risposto.
Cassie aveva sorriso.
-Ma non lo farai-aveva finito per lui.
Il rosso aveva scosso la testa.
Lei aveva annuito e si era voltata per aprire la porta della sua stanza,poi prima di entrare gli aveva rivolto un ultimo sorriso.
-Ci vediamo domattina-
Quando si erano incontrati la mattina dopo,con la delicatezza che le era propria,Cassie aveva fatto finta che non fosse successo niente,evitando così a Ron di trovare le parole giuste per spiegarle che aveva commesso uno sbaglio,che era sposato e quindi un'uomo felice.
Avevano seguito il convegno e alla fine di questo avevano lasciato l'albergo senza neanche pranzare.
Ron era tornato a casa ritrovando la solita accoglienza calorosa che lo aspettava ogni volta che tornava da uno di questi viaggi di lavoro...Tutto era dimenticato,un piccolo errore da nascondere in un'angolo della mente.
Ma ovviamente non era stato così.
Aiutati forse da quel momento di follia,lui e Cassie erano diventati piu' intimi:non passava giorno senza che pranzassero insieme,parlando di sport e qualsiasi altra cosa venisse loro in mente.
Si erano raccontati gran parte della loro vita,dalle loro famiglie e i loro passatempi preferiti,ai loro matrimoni fino a Rose e Hugo,il vero orgoglio di Ron.
Tutti in ufficio si erano accorti del loro affiatamento e questo li portava a lavorare spesso insieme: nessuno vuole lavorare con un collega antipatico!
Piu' volte Ron aveva sentito l'atmosfera farsi elettrica quando si trovavano insieme in ufficio:un paio di volte si erano trovati abbastanza vicini da potersi sfiorare,un tocco fugace e quasi impercettibile e ogni volta,Ron aveva seguito il profumo della donna,respirandolo a pieni polmoni,cercando ovviamente di non farsi accorgere da lei.
Altre volte, si era ritrovato a sfiorare il suo braccio senza accorgersene e aveva sentito i brividi lungo la schiena.
Erano sensazioni strane per lui...Aveva amato soltanto una donna nella vita,se si escludeva la piccola parentesi con Lavanda,e ora non sapeva spiegarsi perchè quelle piccole cose lo facevano sentire così in crisi.
Era stato piu' di un mese dopo quel famoso convegno medico che erano finiti a letto insieme.
Ed aveva avuto un solo fattore scatenante:la gelosia.
Un pomeriggio era uscito dall'ufficio nel corridoio per sganchirsi le gambe e aveva fatto appena due passi quando aveva scorto uno strano movimento accanto alla finestra incantata che mostrava una spiaggia tropicale assolata:Cassie era poggiata con la schiena alla finestra e stava parlando con Miguel,un mago spagnolo che si occupava degli scambi interculturali fra i vari paesi.
Sembravano molto in sintonia,quasi intimi,piu' di quanto lo fossero mai stati loro.
Continuò a fissarli cercando di non dare nell'occhio,finchè ad un certo punto lei non scoppiò a ridere per qualcosa che Miguel aveva detto e gli poggiò una mano sul braccio destro,sporgendosi verso di lui.
Era una chiara offerta sessuale!
Gli si stava offrendo!
E ovviamente Miguel aveva colto l'offerta,perchè allungò un braccio e lo posò sul fianco sinistro di Cassie.
Incapace di guardare oltre quello "spettacolo",Ron si era voltato ed era tornato nel suo ufficio, piu' nervoso e intrattabile di quando ne era uscito.
Si era chiuso nella sua stanza e aveva cercato di capire perchè stava reagendo in quel modo: le sue orecchie erano in fiamme,le mani avevano iniziato a tremare neanche dovesse fare a pugni da un momento all'altro e una morsa gli bloccava il respiro all'altezza del petto.
Che diavolo gli stava succedendo?Erano anni che non reagiva così!
Quando lei era tornata in ufficio,aveva ostinatamente fatto finta di non vederla,di essere impegnato con alcune pratiche e ogni volta che Cassie aveva tentato di parlargli,tempestivo aveva alzato il telefono per una telefonata "importante" che non poteva essere rimandata.
Le ore erano passate,i colleghi avevano cominciato a tornare a casa e,come al solito,erano rimasti soltanto loro due con le solite pratiche arretrate.
Non si erano rivolti la parola per tutto il pomeriggio e Ron sarebbe stato lieto di continuare in quel modo per il resto della sera,ma Cassie non era dello stesso parere.
Per attirare la sua attenzione,sbattè entrambe le mani sulla scrivania,facendogli alzare la testa e incontrare il suo sguardo.
-Che ti succede?-gli aveva chiesto lei guardandolo.
Ron aveva alzato le spalle,senza rispondere.
-Per caso sei vittima di qualche incantesimo silenziante?E' tutto il giorno che stai zitto e fermo, mentre di solito non ti si riesce a zittire!-aveva continuato Cassie alzandosi dalla sedia,ma restando dietro la scrivania.
-Allora dovresti essere contenta...-aveva commentato lui scontroso.
Il tono della voce di Ron le aveva fatto corrugare la fronte.
-Sei aspro come un limone...Mi vuoi dire che ti è successo?-gli aveva chiesto ancora uscendo dalla scrivania e facendo un passo verso di lei.
Ron aveva sospirato e si era deciso a far cadere la penna che fino a quel momento aveva ostinatamente tenuto fra le dita,quasi una protezione.
-Perchè deve essermi successo qualcosa?Magari sei tu che non sopporti piu' la mia compagnia-aveva tentato lui.
Cassie aveva sorriso,incrociando le braccia al petto.
-Già ammetto che la tua compagnia certe volte può essere pesante,ma è di sicuro la migliore di tutto l'ufficio...-l'aveva lusingato lei facendo un'altro passo verso la scrivania dell'uomo.
-Sicuramente non dell'ufficio rapporti interculturali....-aveva detto leggermente acido.
Il viso della donna si era aggrottato leggermente a quelle parole,poi quando ebbe afferrato il senso di quelle parole,si lasciò andare ad un sorriso divertito.
-Sei proprio un'idiota Weasley...-
-Ah davvero?-le chiese alzandosi in piedi,quasi per fronteggiarla.
-Sì lo sei...Come sei potuto arrivare ad una conclusione del genere da un' osservazione di neanche dieci minuti?-gli domandò lei le mani sui fianchi,ma un sorriso sul viso.
Ron era rimasto un'istante interdetto a quelle parole,leggermente imbarazzato.
-Vuoi dire che mi hai visto?-le aveva chiesto incerto.
-Certo...era impossibile non vederti!Sembravi pronto a tirar fuori la bacchetta da un momento all'altro per farti giustizia da solo...Si può sapere che ti è passato per la testa?-gli aveva domandato calma.
Ron l'aveva fissata qualche istante,poi aveva sospirato,incapace di dare una forma ai suoi pensieri ingarbugliati.
-Non lo so...Ho visto come ridevi con quell'idiota e mi è preso un'attacco di...-
-Di gelosia?-lo aveva aiutato Cassie con voce calma e dolce.
Ecco,quella era la parola giusta...Ma allo stesso tempo sbagliata.
Suo malgrado Ron aveva annuito.
Era piu' vicina adesso,mentre si fissavano in silenzio,e lasciavano aleggiare per la stanza le ultime parole dette.
Come era potuta accadere una cosa del genere?
Lui era sempre stato innamorato di sua moglie,non aveva mai avuto occhi per altre donne,non sapeva neanche che esistessero altre donne all'infuori di Hermione...perchè ora si ritrovava a essere geloso di Cassie?
Aveva allontanato lo sguardo da Cassie,quasi vergognandosi:in fondo era lui quello che aveva problemi,quello che non poteva...Cassie si sarebbe abbandonata al momento senza rimorso e problemi.
Lei era una donna libera.
-Mi piace che tu sia geloso di me...-l'aveva sentita dire.
Aveva rialzato lo sguardo e incontrato i suoi occhi:erano tranquilli,al contrario dei suoi che ancora non sapevano come cancellare il tormento di quella situazione.
Le si era avvicinato di un passo lasciando soltanto pochi centimentri di distanza fra di loro.
-Io non riesco a smettere di pensare a quel giorno...A chiedermi come sarebbe stato-le aveva confessato.
Un sorriso aveva illuminato il viso della donna,facendo nascere un piccolo sorriso anche sul viso di Ron.
Lei si era passata una mano fra i capelli ed era stato quel piccolo gesto a fargli capire che non poteva piu' tirarsi indietro.
Che era ora di affrontare le fiamme...di bruciarsi.
Aveva annullato la distanza fra di loro e aveva stretto le braccia attorno alla vita di Cassie,cercando le sue labbra.
La risposta della donna era stata istantanea,come se non avesse aspettato altro fin da quel giorno lontano.
E dopo quel primo bacio era stato impossibile fermarsi,tirarsi indietro alle sensazioni che sembravano travolgerli.
Adattarsi ad un corpo nuovo,diverso era stato interessante:scoprire le differenze,i "difetti",le particolarità era stato eccitante...
Un nuovo sapore,un nuovo odore,una nuova sensibilità...un nuovo piacere.
Quando tutto era finito,si erano trovati sul pavimento coperto soltanto dai loro vestiti,stretti l'uno all'altra.
Ron era sdraiato con la schiena sulle piastrelle fredde con il corpo di Cassie sopra di sè,cercando di proteggerla dal freddo con le sue braccia ed il suo respiro,accarezzandole la schiena e i capelli.
-Stai bene?-gli aveva chiesto lei all'improvviso rompendo il silenzio.
Lui aveva sorriso.
-Non dovrei essere io a chiedertelo?-aveva scherzato cercando il suo sguardo.
Cassie si era unita al suo sorriso.
-Per te deve essere piu' difficile...Io non ho i tuoi legami-gli aveva detto scostandogli una ciocca di capelli fulvi dal viso.
I suoi legami...Hermione,Rose e Hugo....Tutto il suo cuore.
-In qualche modo ce la farò-aveva detto misterioso.
Tutto era iniziato da lì:una lontana notte di un'anno e mezzo prima.
Nessuno dei due aveva idea di quello che sarebbe successo,tutto quello che avrebbero veramente significato quelle parole.
Per mesi si erano accontentati di notti rubate al silenzio dell'ufficio,o alle missioni che svolgevano insieme nel mondo babbano,senza mai far trapelare nulla o destare il minimo sospetto:erano amici fin dal principio,quindi che male c'era se chiedevano di lavorare insieme?
Ron continuava a essere il padre ed il marito amorevole ed affettuoso che era sempre stato... finchè qualcosa non si era incrinato nel suo rapporto con Hermione.
Un giorno era arrivata una lettera di Rose,che informava i genitori dei suoi eccellenti voti e che comunicava loro di voler continuare il corso di Divinazione dove,secondo la professoressa Cooman,aveva ottime potenzialità.
A quella notizia Hermione aveva cercato in tutti i modi di far ravvedere la figlia,di convincerla che quella non era la materia adatta ad una ragazza assennata e capace come lei,e che forse avrebbe dovuto abbandonarla per seguire un corso piu' competente.
Dal canto suo Ron era deciso ad appoggiare l'idea della figlia:non era piu' giusto che fosse Rose a scegliere quello che piu' la coinvolgeva e la interessava?
-E' nostro dovere indirizzarla verso ciò che è meglio per lei!-aveva ribattuto Hermione convinta.
-Esatto quello che è meglio per lei,non quello che tu vorresti che facesse!-
-Che vorresti dire?-aveva domandato sua moglie guardandolo accigliata.
Ron era rimasto in silenzio qualche istante,incerto se parlare o meno,poi aveva deciso che tanto valeva dar voce a quel pensiero.
-Lei non è te-le aveva detto con voce calma,ma già preparato all'inevitabile battaglia.
Hermione lo aveva guardato con occhi furiosi,il viso paonazzo,visibilmente incredula che le avesse detto una cosa del genere.
-So benissimo chi è!Non ho bisogno che tu me lo ricordi-aveva detto stizzita.
Quelle parole avevano indispettito anche Ron,dandogli nuova forza per litigare.
-Davvero?Allora rispondi a questa domanda:quanti corsi le hai già fatto cambiare perchè secondo te non erano consoni per lei?
Prima era Cura delle Creature Magiche sostituita con Rune Antiche,ora è Divinazione.
Cosa le farai fare?Qualche corso speciale che hai fatto anche tu ai tuoi tempi? Magari poi una volta finita Hogwarts il corso per Auror,che ne dici?
Sarebbe il tuo cagnolino personale!-
-Come ti permetti anche solo di pensare ad una cosa del genere?-gli aveva urlato contro lei.
-Ti sei mai fermata a pensare se Rose fosse contenta di questi cambiamenti?
Le hai fatto scegliere Rune Antiche perchè tu ne sei affascinata e lei ti ha seguito per non farti dispiacere,ora le vuoi togliere anche Divinazione quando sembra evidente che per lei è molto importante...Credi veramente di fare la cosa giusta per Rose?-le aveva chiesto con voce ferma.
-Assolutamente!Non voglio che mia figlia diventi lo zimbello della scuola per colpa di quella materia assurda-aveva detto con quel cipiglio deciso che assumeva sempre alla fine di ogni discussione.
SUA figlia...Lo stava trattando come un'estraneo che passava per caso e si permetteva di esprimere il suo giudizio.
Si era passato una mano fra i capelli e aveva alzato le spalle:non c'era piu' niente da dire.
-Ho bisogno d'aria-aveva detto semplicemente.
Aveva preso la giacca ed era andato da Cassie.
Quella era stata la prima notte che aveva dormito da lei,senza tornare a casa:si era sfogato, le aveva raccontato della litigata con Hermione e le aveva espresso il suo punto di vista e Cassie lo aveva ascoltato in silenzio,provando a calmarlo e a farlo ridere.
Era stato allora che aveva capito di amarla:quante donne sarebbero riuscite ad ascoltare il suo sfogo senza lamentarsi neanche una volta?
In fondo lui era andato lì per parlar male di sua moglie...
Quella sera,mentre erano sdraiati a letto poco prima di addormentarsi lui aveva capito che ormai era troppo tardi per tornare indietro:era innamorato di Cassie.
E quando quella consapevolezza gli aveva riempito la mente si era lasciato scappare un sospiro.
-Cosa c'è?-aveva chiesto lei,alzando il viso dal suo torace per cercare i suoi occhi,sicuramente preoccupata che stesse ancora pensando alla discussione avuta con Hermione.
-Stavo pensando a una cosa...-le aveva detto continuando a fissare il soffitto color crema.
L'aveva sentita rigirarsi nel suo abbraccio,inquieta,cercando ancora il suo sguardo.
-Pensavi ad Hermione e a quello che vi siete detti?-aveva tentato con voce calma.
Ron aveva scosso la testa,per poi voltarsi verso di lei e guardarla con espressione seria.
-Ti amo-aveva detto semplicemente.
Cassie l'aveva guardato per qualche istante incredula,in silenzio,per poi sorridere luminosa.
-Dimmelo ancora-gli aveva chiesto.
Ron si era alzato sui gomiti e si era sporto verso il viso della donna,fermando le labbra a un soffio da quelle di Cassie.
-Ti amo-vi soffiò sopra.
Cassie gli aveva preso il viso fra le mani e lo aveva baciato piu' volte dolcemente.
-Anche io!Non immagini quanto...-
Quando la mattina era tornato a casa per cambiarsi prima di andare a lavoro,Hermione lo aveva accolto gettandogli le braccia al collo,preoccupata per dove avesse passato la notte,chiedendogli scusa per quello che le era scappato di bocca e promettendogli che qualsiasi decisione Rose avesse preso lei l'avrebbe rispettata.
Almeno quel litigio era servito a qualcosa...
Però aveva incrinato il loro rapporto:non erano piu' capaci di parlare,di confrontarsi.
-E' possibile che l'amore finisca per troppa assiduità?-aveva chiesto un giorno che era a pranzo con Harry.
Suo cognato lo aveva guardato senza capire.
-Che vuoi dire?-aveva infatti chiesto.
Come fare a spiegarglielo?
-E' possibile che due persone,dopo aver affrontato tanti problemi insieme,dopo anni di vita in comune,un giorno si svegli e si ritrovi senza piu' niente da dire?
Senza neanche riuscire piu' a discutere civilmente?-aveva cercato di spiegargli.
Harry aveva annuito attento.
-Purtroppo è possibile...Per fortuna questo non è il nostro caso-aveva aggiunto poi con un leggero sorriso.
Ron aveva sorriso a sua volta,per salvare le apparenze...Non era ancora il momento per raccontare a Harry quello che stava succedendo nella sua vita.
Non avrebbe capito il suo amore per Cassie e il suo desiderio di salvare la famiglia,non lui che aveva fatto di tutto per creare la sua famiglia con Ginny.
La sua vita con Cassie continuava come al solito,parallela alla sua vita coniugale con Hermione.
Era passato un anno da quando si erano incontrati e innamorati e lei non aveva mai fatto nessuna richiesta,cercato di fargli pressione perchè lasciasse Hermione per lei.
Si accontentava di quello che poteva offrirgli e lui l'amava ancora di piu' per questo...
Finchè un giorno era arrivata una novità che aveva sconvolto quella nuova routine.
-Sei incinta-
Cassie aveva annuito,guardandolo preoccupata.
Lo sguardo fisso su di lei,il cervello in confusione che cercava di pensare a mille cose contemporaneamente,riusciva a malapena ad ricordarsi dove si trovava.
-Quando è successo?-le aveva chiesto incontrando i suoi occhi.
-Il giorno dello zucchero filato-gli disse Cassie con un luccichio negli occhi.
Istintivamente Ron sorrise.
Ricordava benissimo quel giorno...
La sorella di Cassie,Diane,voleva dare una festa di compleanno per suo figlio Alexis e aveva chiesto a Cassie di preparare la sua specialità:lo zucchero filato.
Hermione era impegnata fuori Londra per lavoro e Ron aveva deciso di dormire da Cassie,così si era trovato coinvolto nella preparazione...
Non aveva mai amato molto lo zucchero filato per il fastidioso vischiore che lasciava sulle mani, ma dopo averlo assaggiato sul corpo di Cassie non poteva piu' farne a meno,era diventato il suo dolce preferito.
Quando Diane era venuta a prendere i dolci per la festa aveva trovato la cucina in ordine e due persone adulte che non riuscivano a smettere di sorridere mettendole quasi allegria...non sarebbe mai riuscita a immaginare cosa aveva contribuito a scatenare.
In un riflesso condizionato,Ron si leccò le labbra con la punta della lingua,come sperando di ritrovare quel nuovo sapore creato quel giorno che univa il dolce dello zucchero e del corpo di Cassie.
Quel giorno avevano perso completamente la testa e ora la prova era quel bambino...
-Scusa non volevo crearti altri problemi...Tu non devi preoccuparti di nulla,penso a tutto io-gli aveva detto lei,stringendogli le mani.
Ron aveva aggrottato le sopracciglia a quelle parole.
-Che vuoi dire?-
Lei lo aveva guardato qualche istante senza parlare,poi aveva sorriso scuotendo la testa.
-No,no...Non ho nessuna intenzione di abortire-aveva detto.
L'istante dopo,però,il suo sorriso era sparito,lasciando il posto ad un'espressione seria e preoccupata.
-A meno che tu non voglia che...-iniziò.
Ron se la tirò sulle gambe e la strinse a sè,incapace anche solo di sentire quelle parole:non poteva prendere neanche in considerazione l'idea di farla abortire.
-Assolutamente no!Non voglio che tu lo faccia-le aveva detto posando la fronte contro la sua e fissandola negli occhi.
Per qualche istante si erano stretti,lasciandosi pervadere da quella decisione:avrebbero avuto un figlio.
Nonostante il loro rapporto sbagliato e "fuori dagli schemi",ci sarebbe stato qualcosa che li avrebbe legati per sempre.
-Sta tranquillo amore,ho già pensato a tutto-aveva detto poi Cassie dopo un pò.
Lo aveva preso per mano e gli aveva mostrato la stanza che,secondo lei,sarebbe stata perfetta come camera per il bambino,parlandogli anche dei vari cambiamenti che voleva fare per renderla piu' grande e comoda.
-Cosa dirai alla tua famiglia?Che gli dirai del padre?-le aveva chiesto Ron stringendola di nuovo fra le braccia.
Cos'era quell'improvviso bisogno di averla accanto,di sentire la sua presenza?Perchè sentiva ancora piu' forte il desiderio di proteggerla da tutto quello che avrebbe dovuto affrontare?
-Che la nostra storia era già finita quando ho scoperto di essere incinta...-
-Ma vorranno sapere che fine ho fatto,perchè non ti sto accanto...-aveva ribattuto lui.
-Amore sta tranquillo,troveremo un modo per sistemare le cose.
La cosa piu' importante è che tu voglia questo bambino quanto me,il resto non conta-gli aveva detto seria,gli occhi nei suoi.
Ron l'aveva stretta ancora di piu' a sè e le aveva dato un bacio leggero sulle labbra.
-Avevi paura?-le chiese conoscendo la risposta.
Lei aveva annuito.
-Ron,io sono al settimo cielo per questo bambino,ma se tu non te la sentissi...se pensassi che fosse troppo complicato nella tua situazione,io lo capirei-gli aveva detto.
Ed era sincera,lo capiva dalla sua voce:sarebbe stata capace di farsi da parte piuttosto che creargli problemi con Hermione ed i suoi figli.
-Credi che riuscirei a vivere tranquillo non sapendo niente di lui?-le aveva chiesto accarezzandole il viso.
Cassie aveva scosso il capo con decisione.
-Come potrei escluderti dalla sua vita se lavoriamo a stretto contatto gran parte della giornata?
Tu saresti informato su tutto quello che lo riguarda,non potrei mai tenerti fuori dalla vita di tuo figlio-
-Ma non sarebbe la stessa cosa non credi?-le fece notare Ron.
Lei aveva sospirato.
-Allora cosa vuoi fare?-gli aveva chiesto temendo la risposta.
C'era una sola cosa da fare,lo sapevano entrambi.
Una cosa che avevano rimandato per troppo tempo e che adesso non poteva piu' aspettare.
Prendere la decisione di dire tutto ad Hermione e parlarle realmente furono la cosa piu' difficile della sua vita.
Come sarebbe stato per lei?
Se fosse stato al suo posto sarebbe stata la fine del suo mondo...
Che diamine era successo per cambiare così i suoi sentimenti?Un'attimo prima era felice ed innamorato di sua moglie,certo che niente al mondo potesse cambiare quella sensazione.
L'attimo dopo erano incapaci di parlarsi senza litigare,neanche fossero tornati ad Hogwarts, limitando le loro conversazioni alle questioni importanti,evitandosi...e poi c'era Cassie.
La donna che aveva rivoluzionato la sua vita e che lo faceva sentire importante e amato,e che ora aspettava un figlio da lui.
Certo quella era la cosa piu' inattesa di tutte:un figlio ora che Rose e Hugo erano ad Hogwarts ed erano grandi.
Però era una sfida interessante e lui non vedeva l'ora di viverla.
Avrebbe dovuto spiegare tutto alla sua famiglia,e sua madre non avrebbe capito inizialmente, ma non poteva continuare a tenere il silenzio...

Il giorno che aveva detto tutto ad Hermione aveva chiuso un cerchio,un periodo della sua vita.
Un grande ed importante capitolo della sua vita,ma ormai non poteva piu' tornare indietro o far finta di niente:non sarebbe stato giusto nei confronti di quelli che erano coinvolti in quella storia.
Lui,Cassie,Hermione,i ragazzi e quel bambino che ancora doveva nascere.
Quel giorno era tornato a casa prima dal lavoro,avevano cenato e parlato delle cose ordinarie come facevano di solito e quando si erano spostati in salotto aveva capito che era il momento giusto per affrontare l'argomento.
-Devo parlarti-le aveva detto.
Hermione,i capelli raccolti in una coda alta aveva alzato lo sguardo su di lui e lo aveva fissato qualche istante prima di annuire.
-So cosa vuoi dirmi...-gli aveva detto calma.
Ron aveva scosso leggermente la testa.
-Non credo Herm-
-In fondo anche io non sapevo come parlartene,ma questa situazione che si è creata fra di noi è...inusuale.
Sembra di essere tornati adolescenti,quando ancora non riuscivamo a evitare di darci sui nervi- gli aveva detto fissandolo.
Ron aveva sospirato:avrebbe pagato qualunque cosa perchè ci fosse un modo indolore per dirle del bambino e di Cassie.
-Magari possiamo provare con una serie di sedute di terapie di coppia,che ne dici?-gli aveva proposto,cercando come al suo solito la soluzione piu' veloce e razionale al problema.
Lui aveva fatto per parlare,ma la moglie lo aveva interrotto di nuovo.
-O magari una bella vacanza lontano da tutti e tutto,soltanto con i ragazzi.
In fondo quant'è che non facciamo una vacanza come si deve?I ragazzi erano ancora piccoli...-
-Hermione!-l'aveva interrotta lui.
La moglie l'aveva guardato attenta,in attesa delle sue parole e Ron aveva capito che ora stava a lui parlare...
Distruggere tutto quello che avevano creato insieme.
Respirò a fondo e fissò lo sguardo in quello ambrato di Hermione:doveva affrontare la realtà.
Dirle tutto subito,senza giri di parole inutili,come se stesse stappando via un cerotto...
-Aspetto un figlio da un altra donna-aveva detto con voce ferma.
Soltanto quando l'ebbe detto a lei quel bambino fu reale,esistette davvero.
Finora era stato soltanto una nuvola confusa nei suoi pensieri,qualcosa di inaspettato che era arrivato a sconvolgere le loro realtà...Ora invece riusciva anche ad immaginarlo,a soffermarsi su come sarebbe stato il suo viso,i suoi occhi...
Mentre la sua mente si perdeva dietro quel pensiero,il viso di Hermione a quella notizia si era pietrificato,in un'espressione sgomenta ed incredula.
-Cosa?-
La sua voce era stentata,come se si fosse fatta largo fra mille chiusure per uscire.
Ron aveva annuito,non sapendo bene cosa fare.
Restarono in silenzio qualche istante,prendendo coscienza di quello che significava realmente quella frase.
-E' una cosa improvvisa?-gli aveva chiesto sua moglie all'improvviso.
Ron aveva corrugato la fronte.
-Che vuoi dire?-
-Ti sei fatto una sveltina e questo è il risultato?-aveva chiesto lei leggermente piu' cattiva, sconcertata e allo stesso tempo incredula di dover spiegare una cosa del genere al proprio marito.
La fronte di Ron si spianò e lui scosse la testa.
-No,non è questo il caso...E' piu' complicato-disse incapace di andare avanti.
-Cerca di spiegarlo prima che mi arrabbi sul serio...-
Poi improvvisamente,proprio quando lui era stato per spiegarle tutta la storia,Hermione si era bloccata,come folgorata da una scarica elettrica.
-La tua collega...Cassie,si chiamava così,vero?-gli aveva chiesto cercando il suo sguardo.
Le labbra premute una contro l'altra,Ron aveva annuito.
-Mi sono innamorato di lei....-
Era giusto mettere le cose in chiaro,anche nei confronti di Cassie.
Hermione aveva annuito a quelle parole che le erano sembrate sassi.
-Da quanto tempo va avanti questa storia?-
-Piu' di un'anno-aveva ammesso lui calmo.
Sul volto della moglie aveva visto quella rara espressione che appariva quando Hermione si rendeva conto di aver commesso un grave errore o di non aver tenuto conto di qualcosa di importante.
Come ho fatto a non accorgermi di niente,si stava chiedendo in quel momento.
-Herm ascolta...-
-No Ron...-lo aveva zittito lei alzandosi dal divano.
-E' successo!Non l'ho programmato e non l'ho cercato...Era un'amicizia ed è diventata qualcos'altro,come è successo a noi-aveva cercato di spiegarle.
-NOI NON ABBIAMO DISTRUTTO NESSUNA FAMIGLIA!-aveva replicato lei arrabbiata.
-Ma la nostra famiglia non deve per forza distruggersi-aveva cercato di farla ragionare Ron.
Lei aveva corrugato la fronte.
-Cosa vorresti fare?Stare con lei e con me nello stesso tempo?E magari farci vivere sotto lo stesso tetto come una grande famiglia felice?Sei un povero idiota!-aveva replicato cattiva.
Ron si era alzato a sua volta,restando a distanza dalla moglie.
-So che è da stupidi pensare una cosa del genere...Ma non è detto che se il nostro matrimonio è finito anche la nostra famiglia è andata persa,noi abbiamo dei figli insieme-
-Grazie per avermelo ricordato!Senza di te non so come farei-aveva detto con le mani che le tremavano.
Ron aveva sospirato.
-Herm ascolta,so che al momento sono la persona che odi di piu' al mondo,ma cerca di fare il meglio per i ragazzi,come abbiamo sempre fatto...E non credo che tenerli lontano dal padre sia la cosa piu' giusta per loro-cercò di farla ragionare Ron.
Hermione restò in silenzio,riflettendo su qualcosa che a Ron non era dato sapere.
-Non so risponderti adesso Ron,non riesco neanche a credere che sia successo davvero.
Ero pronta a venirti incontro e a cercare una soluzione per salvare questo matrimonio,ma sembra evidente che tu non voglia salvarlo,che sei felice di vederlo spaccarsi e di andare con un'altra donna.
Un bambino...Come hai potuto...-aggiunse poi,con gli occhi che le si riempivano di lacrime.
Ron aveva fatto per andarle incontro,ma lei aveva alzato una mano per bloccarlo ed era uscita di corsa dal salotto.


-E allora?Che altro è successo?-
Gli aveva raccontato la sua vita degli ultimi due anni ed Harry era ancora incredulo che tutto quello fosse successo davanti ai suoi occhi senza che lui se ne accorgesse.
Un'altra donna?Ron?
Ma lui aveva occhi soltanto per Hermione fin da quando lo conosceva!
Suo cognato,seduto sul divano davanti a sè sospirò.
-Il mattino dopo,quando ci siamo rincontrati in cucina prima di andare a lavoro,lei mi ha proposto il suo accordo.
Nessuno deve sapere di questo bambino nè di Cassie,tantomeno i ragazzi;loro devono credere che siamo ancora una famiglia felice-gli spiegò.
Harry lo guardò senza capire.
-Come farete a convincerli?-gli chiese incerto.
-Rose e Hugo sono ad Hogwarts nove mesi all'anno e tornano soltanto per le vacanze estive e di Natale,non sarà difficile fingere di stare insieme per quelle poche settimane.
Per il resto del tempo,io vivrò con Cassie e lei vivrà a casa nostra-
-Ron...Sei sicuro che sia quello che vuoi?-gli domandò Harry ancora incredulo.
Il rosso annuì,un leggero sorriso sulle labbra.
-Mi dispiace aver avuto questo segreto con te Harry,ma sapevo che ti avessi raccontato tutto tu avresti cercato di farmi tornare da Hermione,di troncare la storia con Cassie...e io non posso.
Ormai l'amo-gli disse sorridendo.
-Ma come è successo?-gli chiese ancora il moro.
-Cosa?-domandò l'altro.
-Dov'è finito l'amore che avevi per Hermione?Quello che non ti faceva respirare e dormire,quello per cui hai lottato tutti quegli anni e che ti faceva camminare un paio di metri sopra gli altri?-gli spiegò Harry.
Ron alzò le spalle,pensieroso.
-Forse è stato consumato proprio da tutta quella lotta per tenerlo in vita.
Se le cose fra noi fossero state piu' facili,se non avessimo trascorso gran parte della nostra vita insieme a fare le stesse cose,allora adesso avremmo ancora tante cose da dirci...Siamo parte della stessa medaglia:ciò che sa uno sa anche l'altra,è come un discorso fra sordi...
Vedi,quando io ed Hermione ricordavamo i vecchi tempi era sempre una gara a chi ricordava meglio o piu' aneddoti e tu lo sai quanto è competitiva Hermione...-aggiunse con un sorriso.
Poi un sorriso nuovo e piu' brillante gli apparve sul viso.
-Invece con Cassie non abbiamo niente che ci lega,dobbiamo ancora scrivere tutto il nostro futuro ed il nostro passato...e poi c'è questo bambino.
Da quando so della sua esistenza non faccio altro che immaginarmi la sua faccia,le possibili somiglianze:avrà i miei capelli o quelli biondi di Cassie,gli occhi verdi come i miei o quelli neri come i suoi?-gli disse senza guardarlo,perso dietro ai suoi pensieri.
Quando si riscosse,alzò lo sguardo verso l'amico e Harry non potè fare altro se non alzare le spalle.
-Non so che dirti ora...Sono senza parole-gli confessò.
Ron annuì e si alzò.
-Lo immaginavo,però volevo che tu e Ginny sapeste come stavano le cose adesso per poter aiutare Hermione con la famiglia e per starle vicino se avesse bisogno di una spalla-gli disse.
Harry si lasciò scappare un piccolo sorriso.
-Sai che lei non si mostra mai debole...-gli ricordò.
Ron annuì.
-Lo so,ma so anche che Ginny quando vuole sa far parlare anche i sassi...-
Harry rise leggermente:niente era piu' vero di quella frase.
Ron diede un'occhiata all'orologio che aveva al polso e si alzò dal divano.
-Ora devo andare...Cassie mi sta aspettando e si sarà chiesta che fine ho fatto-disse.
Solo da quelle parole Harry capì perchè l'amico si fosse presentato davanti alla sua porta con una valigia:aveva pensato di doverlo ospitare per la notte,invece la sua era una piccola sosta prima della destinazione.
Uscirono dal salotto e lo accompagnò all'ingresso,ma prima di aprirgli la porta di casa,lo fermò un'ultima volta.
-Ron sei sicuro di quello che stai per fare?-gli domandò preoccupato per i suoi amici.
Ron sorrise amabilmente.
-Non sono mai stato piu' sicuro di qualcosa in vita mia-
Ed Harry capì dal suo sguardo che era la verità.

 

Salve a tutti!!!

Prima che tutti voi mi inseguiate con forconi e torce,lasciatemi spiegare perchè ho scelto questo cambiamento così drastico.

Quanti di voi hanno letto "Breaking Dawn",l'ultimo capitolo della saga di Twilight?

Ecco,in tutti e tre i libri precedenti,Jacob è convinto di essere innamorato di Bella,arrivando a scappare da lei quando Bella sta x sposare Edward.

Poi però,arriva Reneesme e tutto l'amore che provava sembra svanire come per miracolo...Lo so che cosa state per obbiettare,e so che agli umani nn succede,ma perchè nn può accadere qualcosa di simile all'imprinting?

Le storie d'amore hanno un'inizio e una fine,anche quelle importanti e speciali come quella di Ron ed Hermione,ed è questo ha guidato tutta la storia.

Ora siete liberi di usare le vostre bambole vodoo!

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di ortografia o di battitura.

Come vi ho annunciato prima,il prossimo capitolo sarà sui "junior",e ci sarà un piccolo passo avanti nella storia di James e Rose.

E ora i ringraziamenti:Dado(Elly mi ha raccontato del tuo amico,mi dispiace tanto...Non volevo rattristarti!SORRY!!!Tranquilla,tutto avrà un senso andando avanti con la storia...),JC(Piacere Giancarlo! Cosa dovrei dire io con Eva,allora?Rose e Jim nn sono ancora insieme,sono solo cugini al momento, però le cose già dal prox capitolo cambieranno un pò...Sono stata abbastanza sadica in qst capitolo?), WingsHP(Sai che li adoro,come potrei far loro del male?Ci saranno dei momenti bui,ma niente può dividerli dopo tt quello che hanno passato...Hai colto perfettamente nel segno per quanto riguarda Alice e Luke!Ancora complimenti!),Lights(Grazie x i complimenti!Sì è vero ogni tanto può creare qualche problema,xò spero che lo schema ti sia d'aiuto...In caso contrario sono al tuo servizio!),Pikkola(Siamo solo all'inizio...Tante cose devono accadere!),Musa16(Ora è piu' chiaro?Sei anche tu fra il gruppo delle bambole vodoo?),Germana(Bestiale in senso positivo o negativo?Dal secondo capitolo in poi siamo tornati un anno indietro,finchè nn torneremo al momento in cui è cominciato la fiction),Tonks17(Benvenuta!Grazie x i complimenti!Tranquilla,Rose e James sono la coppia principale attorno alla quale girano tutte le altre quindi parlerò spesso di loro),Lilyluna_4e(Luke è dolce...ma attenti a nn farlo arrabbiare!Nn dimenticarti che è un Serpeverde...Fra Lily e Daniel qualcosa è successo,ma nn posso dirti di piu'),Streghetta'86(Ci sarà un terzo incomodo fra Fred ed Allison,tanto per movimentare le cose...),Maryrobin(Grazie x i complimenti!!Tranquilla,mi conosci,lo sai che nn sono sadica per divertimento).

Bene,x il momento vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Dancing through life"

 

Vi lascio con un piccolo spoiler...

"Che vuoi dire?-le chiese cauto.
La mano sempre sul braccio sinistro,Rose arrossì ancora di piu'.
-Ecco...Se mi avessero chiesto di dire chi era il ragazzo piu' carino di Hogwarts avrei comunque detto il tuo nome-gli disse.

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Hello ***


Hello

 

"Has no one told you she's not breathing?

Hello,I'm your mind giving you someone to talk to

Hello..."

 

 

-NO,NO E POI NO!-

-Andiamo non fare il bambino-disse lei fra un colpo di tosse e l'altro.

Alzò lo sguardo sulla moglie,preoccupato per quella tosse secca e fastidiosa che affliggeva la donna da qualche giorno.

-Dovrei lasciarti qui per due giorni?E' escluso!

Non è la prima festa d'anniversario che mi perdo,quindi credo che la mia famiglia sopravviverà anche se non vado-ripetè per l'ennesima volta.

Non avevano fatto altro che affrontare quell'argomento da quando avevano ricevuto la telefonata di Ginny il giorno prima.

Luna se l'aspettava da un momento all'altro,specialmente da quando all'inizio della settimana aveva controllato il calendario e aveva visto quanto tempo era passato dalla loro partenza da Londra e aveva notato l'avvicinarsi dell'anniversario di matrimonio dei signori Weasley.

Era un'evento importante,e non potevano certo mancare...A meno di insospettire tutta la famiglia.

-George,io sto bene,lo sai...-tentò di nuovo.

-E questa tosse?Non credi anche tu che dovrei restare qui nel caso avessi bisogno di me?-le domandò ancora una volta.

Luna sospirò e si passò una mano sui capelli rasati,in un gesto automatico quasi si aspettasse di trovarli ancora folti come un tempo.

Anche l'uomo restò in silenzio,lo sguardo che non accennava ad allontanarsi da lei.

Non poteva neanche immaginare di partire e restare lontano da Luna per due giorni interi:era come chiedergli di non respirare per quarantotto ore di fila.

-Vieni qui-la sentì dire con voce piu' bassa.

Si avvicinò alla poltrona dove la donna era seduta e non contento di quella poca vicinanza,passò un braccio attorno alle sue ginocchia e la sollevò il tempo necessario per sedersi al suo posto e tirarsi Luna sulle gambe.

Sua moglie gli passò un braccio attorno alle spalle e gli accarezzò la base del collo,dove avevano iniziato a ricrescere i capelli.

-Cosa devo fare per convincerti?-gli domandò poi guardando il volto del marito.

-Non ci riuscirai...Per quanto tu possa provarci-le disse voltandosi a cercare i suoi occhi.

Luna sorrise leggermente,poi allontanò lo sguardo da quello del marito.

-Sai anche tu che non possiamo non andarci...-gli disse poi.

-Ma sarà la solita festa di tutti gli anni:il solito pranzo,le solite canzoni,la solita compagnia...-ribattè George.

Luna sospirò,chiudendo per qualche istante gli occhi.

-Perchè non vuoi capire?-

-E tu?Stai facendo di tutto per mandarmi via neanche ti fossi d'impiccio,o ti fossi stancata di me...-le disse il marito fissando il suo viso.

Lei sorrise e riaprì gli occhi incontrando subito il suo sguardo.

-Accidenti mi hai scoperto...-scherzò accennando un nuovo sorriso.

Anche lui sorrise e avvicinò il viso al suo,accarezzandole una guancia con la punta del lungo naso.

Chiuse gli occhi e respirò il suo profumo,stringendola a sè,le dita che toccavano la punta delle vertebre sulla schiena:da quando era così magra?

Da quando era diventata così fragile da dargli l'impressione di potersi spezzare con un soffio di vento troppo forte?

Lei era sempre stata una combattente,una donna che non si faceva spaventare dalle avversità e ora piu' che mai lo stava dimostrando,aiutandolo a superare i suoi momenti di smarrimento o di paura,risollevando il morale dei loro figli e affrontando la chemioterapia e le sue conseguenze senza lamentarsi per non agitarli.

C'era un modo per farle capire quanto era orgoglioso di lei?Quanto l'amava?

Fece scivolare la testa sulla spalla destra della donna,nell'incavo fra la spalla ed il collo,quasi volesse nascondersi da quella realtà che stavano vivendo,e si sentì protetto come un bambino quando le dita di Luna iniziarono ad accarezzargli l'inizio del collo.

Non voleva neanche pensare a cosa sarebbe stata la sua vita se l'avesse persa...

-Non mi succederà niente...-gli disse lei sussurrando al suo orecchio.

George sospirò,incapace di parlare:ancora una volta aveva capito i suoi pensieri senza bisogno di parole.

Avvicinò le labbra alla pelle del collo e vi posò un piccolo bacio,mentre sentiva le braccia di Luna stringersi piu' forte attorno alle sue spalle.

-E' una promessa...Sarò qui quando tornerai,pronta ad ascoltare tutti i pettegolezzi della famiglia-gli disse ancora lei.

Si lasciò andare ad un'altro sospiro e aprì gli occhi,alzando leggermente la testa per incontrare il suo sguardo e guardando quelle iridi d'argento capì che non aveva scampo.

 

 

 

-Credi che una cosa del genere possa succedere anche a noi?-

Ginny guardò suo marito e sorrise.

Si era chiesta spesso negli ultimi giorni quando le avrebbe fatto quella domanda.

Lo aveva visto assorto,immerso in pensieri che per il momento non la riguardavano,ma che sapeva avrebbe conosciuto prima o poi,quando lui avrebbe ritenuto giusto parlargliene.

Quando le aveva raccontato di Ron e della sua crisi con Hermione,la voglia di prendere a pugni suo fratello era stata forte,talmente forte da farle fremere le mani.

Come gli era passata un'idea simile per la testa?

Come aveva potuto far soffrire Hermione con tanta leggerezza,arrivando a distruggere la loro famiglia,come se non avesse alcuna importanza per lui?

Che diavolo gli era successo?

Subito dopo aver mentalmente litigato con suo fratello,aveva pensato di andare da Hermione per consolarla,per darle il suo appoggio,ma se la conosceva bene sapeva che alla minima mossa falsa l'amica si sarebbe chiusa a riccio impedendole di parlare ancora di quell'argomento.

E così aveva cominciato a pensare e aveva messo insieme un paio di idee che forse erano perfette per far rinsavire suo fratello e rimettere le cose a posto.

Si voltò verso suo marito,intento a scegliere i vestiti da mettere in valigia e scosse la testa.

-No-disse semplicemente.

Tornò a voltarsi verso la valigia posata sul letto,piegando qualche maglietta di Hermione,in attesa della domanda successiva,che naturalmente non tardò ad arrivare.

-Come mai sei così sicura?-le chiese Harry chiudendo le ante dell'armadio e avvicinandosi al letto con i vestiti fra le mani.

Lei si voltò a guardare il suo volto e decise di prenderlo in giro.

-Perchè tu non lo sei?-gli domandò con un perfetto sguardo stupito.

Harry la guardò qualche istante e si affrettò a scuotere la testa.

-Certo!E' ovvio che sono sicuro,che domande mi fai!-ribattè con voce decisa.

Ginny sorrise:era questa la reazione che voleva ottenere e come sempre suo marito l'aveva accontentata.

-Però...-disse subito dopo l'uomo.

-Se è successo a loro perchè non a noi?-fece Ginny al suo posto.

Harry annuì,fissando la moglie.

Ginny sorrise e si avvicinò a lui di qualche passo,scuotendo leggermente la testa.

-Certe volte sei ancora quel ragazzo ingenuo che ho conosciuto anni fa...

Il motivo per cui sono sicura è perchè noi esistiamo anche oltre la nostra famiglia-gli disse.

Harry corrugò leggermente le sopracciglia,poi annuì lentamente quando iniziò a capire il vero senso di quelle parole.

Ginny gli si avvicinò ancora e lui tese un braccio verso la donna prendendo la sua mano e attirandola verso di sè.

-Abbiamo cinque figli,e sono importanti,ma anche io e te siamo importanti l'uno per l'altra.

Abbiamo sempre attenzioni l'uno per l'altra...

La colazione in camera la domenica mattina,il sorriso che fai quando vedi la camicia che scelgo per te ogni mattina,i fiori che mi regali ogni mese nel giorno del nostro anniversario e quelli per ricordare la nostra prima volta...

Il fatto che dopo sedici anni di matrimonio ci desideriamo ancora tanto...-aggiunse sorridendo leggermente.

Harry arrossì leggermente imbarazzato,anche se si ritrovò in ogni parola detta dalla donna.

-E anche perchè dopo tanti anni,diventi rosso ogni volta che faccio qualche accenno alla nostra vita sessuale neanche fossi una vergine-lo prese in giro divertita.

Harry rise,stringendo le braccia attorno alla vita della moglie e avvicinando le labbra alle sue.

-Un vergine,eh?Adesso te la faccio pagare cara...-scherzò prima di baciare Ginny.

Lei allacciò le braccia al collo dell'uomo e gli si schiacciò contro,rispondendo al bacio.

No,a loro non sarebbe mai potuto accadere...

 

 

-Lo so,lo so...Scusami-

Incurante dell'erba bagnata che gli inumudì subito il retro dei pantaloni,George si sedette sul prato e fissò la foto ricevendo in cambio uno sguardo ed un sorriso smagliante,come ogni volta che andava a trovarlo.

-E' tanto che non vengo a trovarti,ma so che non sei arrabbiato...

Capisci perchè l'ho fatto,vero?-chiese alzando lo sguardo sulla foto.

Fred lo fissò,e all'uomo sembrò che la fronte del fratello nella foto fosse leggermente corrucciata come se si stesse sforzando di leggere qualcosa di molto piccolo o di ragionare su qualcosa di importante.

-Se non fosse stato per l'insistenza di Luna,non sarei tornato neanche oggi...ma lei voleva far credere a tutti che le cose andassero come al solito-disse con voce bassa,le ginocchia piegate e i gomiti posati sulle cosce.

Restò in silenzio fissando l'erba verde,troppo verde,sotto di lui e inevitabilmente il suo pensiero corse a Seattle,alla loro "casa".

Alla fine aveva dovuto cedere,accettando di farsi accompagnare da Justin che mancava da Londra da quell'estate e sentiva la mancanza dei suoi zii e dei nonni.

Quando era partito il giorno prima,aveva stretto Luna a lungo, talmente a lungo da avere qualche dubbio sulla sua capacità di lasciarla andare di nuovo.

-Non fare scherzi-le aveva sussurrato,in modo che fosse l'unica a sentire le sue parole,prima di sciogliere l'abbraccio.

Lei gli aveva sorriso e l'aveva baciato dolcemente.

-Sarò qui quando tornerai...-l'aveva rassicurato di nuovo.

Non era la prima volta che faceva qualcosa che non voleva soltanto perchè era lei a chiederglielo:se un giorno gli avesse chiesto di gettarsi in un cerchio di fiamme avrebbe fatto anche quello?

Erano lontani da neanche dieci ore e già era nel panico:si sentiva mancare l'aria,aveva bisogno di sentire la sua voce,di sentirle dire che stava bene e che l'aspettava.

-Sono state settimane pesanti...

Non so neanche io dove ho trovato il coraggio per fare il buffone e restarle accanto mentre la vedevo stare così male-disse,lo sguardo basso sull'erba ancora verde.

Tutte le volte che l'aveva vista tremare di freddo e l'attimo dopo spogliarsi quasi nuda per il caldo,tutte le volte che aveva dovuto imboccarla quasi con la forza per farla mangiare e vedere i suoi sforzi vanificarsi dall'ennesimo attacco di nausea.

Non sopportava i rumori,anche il minimo sibilo alle volte le dava fastidio,costringendolo ad imperturbare la stanza perchè lei riuscisse ad addormentarsi...

Le ore di sonno erano le piu' tranquille,dove riusciva a dimenticarsi quello che le stava succedendo e a tornare quella di qualche mese prima.

Mai una volta aveva visto la paura nei suoi occhi:c'era sempre stato un velo di ironia,di dolcezza, di "finzione" per tranquillizzare lui ed i loro figli...per convincere sè stessa che tutto sarebbe andato bene.

-E' così magra...Se la vedresti ora non la riconosceresti,anche se forse ti sembro diverso anche io-aggiunse passandosi una mano sui capelli rasati.

Quando aveva cominciato a perdere i capelli,non gli aveva detto niente,come se lo stesse sottoponendo ad un test per vedere se si ricordava della sua promessa e lui aveva mantenuto la parola data,ricevendo in cambio,come al solito,una battuta scherzosa che nascondeva i suoi veri sentimenti a tutti gli altri tranne che a lui.

Per lui Luna non aveva segreti...

Era un libro che ancora non aveva finito di leggere...che ne sarebbe stato di lui se lei fosse scivolata via dalle sue dita senza il minimo preavviso?

-Non posso perderla...Lei è...-disse tenendo sempre lo sguardo basso.

Una macchia lucida apparve sui suoi pantaloni,seguita da altre in rapida successione.

Lacrime che non riusciva a controllare,che doveva sempre nascondere,che era costretto a ricacciare indietro per mascherarle sotto un sorriso finto.

Lacrime che presto divennero singhiozzi,talmente forti da mozzargli il fiato e fargli dolere il petto,rannicchiato sull'erba cercando di tenere uniti i pezzi di sè stesso che sembravano smembrarsi lontano dall'unica cosa che li teneva insieme.

 

 

Seamus aprì gli occhi e si mosse lentamente nel letto.

Un piede sfiorò il piede sinistro che era intrecciato al suo e,ancora nel sonno,Seamus si lasciò andare ad un sorriso pigro.

Non erano frequenti i week-end che passavano insieme,come una "vera famiglia",lontano da emergenze in ospedale e da scoop importanti da riportare in prima pagina.

Quello era uno di quelli.

Due giorni soltanto per loro tre.

Si voltò sul fianco opposto e allungò un braccio verso Rupert che,il mento contro il petto,dormiva ancora profondamente:chissà a che ora aveva finito il turno la sera prima...

Senza far rumore,scivolò fuori dal letto e dalla stanza,scendendo poi le scale per andare in cucina:non c'era niente di meglio per cominciare il sabato mattina che una colazione abbondante.

Mise il caffè in ebollizione e controllò che nel frigo ci fosse il succo d'arancia per Allison:aveva deciso di rimettersi a dieta,quindi la sua colazione sarebbe stata soltanto un bicchiere di succo d'arancia e una tazza di cereali.

Come se la sua splendida figlia avesse bisogno di una dieta...

Prese una confezione di uova dal frigo e l'avvicinò ai fornelli:aveva voglia di un'omelette,poi avrebbe preparato le frittelle per Rupert.

Da quando erano a Seattle era diventato molto americano nei gusti,ma per fortuna alcune cose non cambiano mai,neanche con il passare del tempo.

Come il loro amore...

Era incredibile quello che erano riusciti a costruire:erano sposati da dieci anni,avevano una figlia fantastica e anche troppo perfetta,che alle volte lo portava a chiedersi se fosse veramente sua figlia o una bambina che gli avevano affidato per sbaglio,e una vita piena e soddisfacente.

Per fortuna la sua idea si era rivelata vincente,nonostante avesse puntato su un cavallo che sembrava sul punto di esalare l'ultimo respiro.

Quando quasi diciasette anni prima,al matrimonio di Harry e Ginny,aveva esposto la sua idea a Rupert aveva avuto paura per qualche istante che lui gli dicesse di no,che lo respingesse,ancora ferito per i problemi che Dean aveva causato loro.

Invece quando gli aveva comunicato che aveva intenzione di chiedere il trasferimento alla sede di Seattle de "La Gazzetta" e andare con lui,Rupert si era dimostrato subito molto felice,come se non aspettasse altro.

Dopo il matrimonio,si erano trasferiti,ricominciando una nuova vita e lasciando i problemi a Londra.

Il primo anno era stato difficile:Rupert aveva turni massacranti al Saint Margaret,cercando di mettersi in luce con i suoi superiori e far veder loro quanto valeva,mentre Seamus doveva dimostrare che la buona fama che lo precedeva da Londra non era immeritata,ma con il passare dei mesi le cose erano andate lentamente migliorando.

E poi era arrivata Allison.

La loro relazione andava avanti da piu' di un'anno ed ora le cose per loro stavano andando molto bene,quindi avevano deciso di intraprendere quel passo.

Erano stati mesi di ricerca,passando in rassegna le varie candidate come "madri surrogato" alla ricerca della persona perfetta fino all'arrivo di Reese.

Reese lavorava nello stesso ospedale di Rupert,era madre di due bambini e quando aveva saputo del loro desiderio di diventare genitori aveva deciso di dar loro una mano:conosceva Rupert,era sua amica e sapeva che poteva fidarsi di lui.

Quando nove mesi era nata Allison Alexandra,Seamus aveva capito che non avrebbe mai potuto amare nessun'altro come amava quella bambina.

Era come se tutto l'amore dentro di lui fosse stato convogliato su quel piccolo fagotto nascosto dalla coperta rosa dell'ospedale da cui spuntavano solo i capelli biondi e gli occhi neri.

E sapeva che anche per Rupert era stato lo stesso.

Per occuparsi di Allison aveva preso un mese di aspettativa dal lavoro,per dedicarsi completamente a lei:aveva vissuto secondo i suoi ritmi,dormendo con lei,mangiando con lei e arrivando a fare il ruttino insieme a lei per non metterla a disagio.

Con il passare degli anni avevano attraversato tutte le gioie e i dolori dei genitori:dai primi passi al primo rigurgito su una camicia pulita e appena indossata,dalla prima parola alle notti insonni, la prima bicicletta e il primo vestito da principessa al primo dentino.

Vederla ora,a quindici anni,portava Seamus a chiedersi come avesse fatto il tempo a passare così in fretta.

Era come se avesse chiuso gli occhi per qualche istante con Allison addormentata fra le sue braccia e quando li aveva riaperti l'attimo dopo si ritrovasse accanto la spendida ragazza che era ora.

Stava diventando vecchio...

-Adesso capisco cos'era questo profumo-

Seamus sorrise e voltò leggermente la testa da un lato,allontanando lo sguardo dalle uova e posandolo su Rupert,a pochi passi di distanza da lui,in boxer e maglietta con i capelli ancora arruffati dal sonno ma un'aria vispa negli occhi.

Quei diciasette anni avevano aiutato Rupert ad integrarsi nel mondo magico,aiutato prima da Seamus e dal loro gruppo di amici e in seguito anche dalla scoperta del potenziale magico in Allison:ormai non si spaventava piu' se lo vedeva apparire all'improvviso nel suo ufficio,o se nella cucina gli oggetti si muovevano da soli grazie a quale incantesimo.

Lo accettava come se fosse una cosa normale di tutti i giorni.

-E io che pensavo che ti fossi alzato perchè ti eri accorto che non ero piu' a letto-si lamentò per scherzo.

Rupert sorrise e scosse la testa.

-Possibile che dopo diciassette anni ancora non hai capito che ho il sonno di ferro?

Non mi sveglierebbero neanche le cannonate!-disse stando allo scherzo.

Il biondo tornò a fissare la padella e voltò l'omelette,prestandole attenzione per qualche istante; quei pochi secondi consentirono a Rupert di avvicinarsi e posare entrambe le mani sui suoi fianchi,prima di posargli un bacio sul collo.

-Non distrarmi mentre sono in cucina-lo ammonì Seamus,segretamente compiaciuto da quella piccola attenzione.

-Perchè?Non stai mica facendo una ricetta complicata,sono solo un paio di uova-lo prese in giro Rupert.

Seamus lo guardò con un'espressione scandalizzata sul volto che fece ridere il compagno.

-Ti sei appena giocato le tue frittelle-

-Qualcuno ha parlato di frittelle?-chiese un'altra voce entrando in cucina.

Allison aveva appena sceso l'ultimo gradino e,in vestaglia rosa di spugna,sorrise ai due genitori divertita da quelle solite schermaglie.

I due uomini si voltarono verso la ragazza e,allo stesso tempo,si allontanarono un pò l'uno dall'altro.

La ragazza non aveva mai manifestato nessun disagio o "fastidio" le rare volte che li aveva sorpresi in effusioni,ma i due uomini facevano sempre del loro meglio per non rendere quella situazione piu' complicata di quanto fosse già.

Sapevano di essere l'unica famiglia gay di tutto il quartiere e anche nella scuola di Allison la loro famiglia rappresentava un'eccezione,ma Allison aveva vissuto quel fatto prima come un vanto,durante gli anni delle elementari e poi come un'orgoglio,qualcosa di cui andare fiera.

In fondo la loro famiglia era molto piu' stabile di tante altre considerate "normali"...

-Buongiorno tesoro.Sì,avevo in mente di preparare delle frittelle prima che tuo padre offendesse la mia cucina-le spiegò Seamus con un leggero sorriso.

-Ma io che c'entro?Anche io ne volevo un pò-replicò la ragazza con un sorriso divertito in volto.

-E' tuo padre che fa il tragico!Ma tu non eri a dieta?-domandò Rupert avvicinandosi alla figlia e posandole un bacio fra i capelli.

-A dieta?Ma credi che ne abbia bisogno?-lo riprese Seamus sollevando la padella dal fornello e spengendo il gas.

-Assolutamente no,ma un paio di giorni fa avevo sentito questa voce...Io sono sempre l'ultimo a sapere le cose!-si lamentò Rupert avviandosi verso l'ingresso per andare a raccogliere il giornale.

In quel momento squillò il telefono e Seamus lanciò un'occhiata alla ricerca del cordless.

-Perchè allora non rispondi al telefono?Magari questa volta sarai il primo ad avere le notizie!-disse a voce alta ad indirizzo di Rupert.

Allison rise e scosse la testa:un'altra tipica mattina con i suoi genitori.

Quando erano insieme erano sempre pronti a battibeccare in quel modo,se non erano impegnati in smancerie stomachevoli che avrebbero fatto venire la nausea anche ai suoi compagni di scuola.

Si avvicinò al frigo e prese il cartone del succo d'arancia,lo versò in un bicchiere e poi guardò suo padre.

-Allora queste frittelle?-gli chiese con un sorriso smagliante che sapeva funzionava sempre.

Seamus storse leggermente le labbra verso sinistra e alla fine scosse la testa.

-Compatisco il poveretto che proverà a negarti qualcosa-le disse facendola ridere.

Poi si voltò e prese una padella pulita per le frittelle.

-Papà sono riuscita a convincerlo!-la sentì dire all'indirizzo di Rupert che era tornato in cucina.

Ci fu un'istante di silenzio che portò Seamus a voltarsi e ad incontrare lo sguardo del compagno:i suoi occhi erano seri e preoccupati,i muscoli tesi neanche dovesse scattare da un momento all'altro.

Era successo qualcosa...Qualcosa che avrebbe rovinato il loro finesettimana.

-Che succede?-gli chiese fissandolo.

Rupert si passò una mano fra i capelli e poi sembrò tornare quello di sempre:pratico e deciso.

-Era Alice al telefono-disse sia ad Allison che a Seamus.

Un terribile presentimento si impossessò di Seamus:non poteva,non doveva esserle successo niente!

Non ora che George era via...

-Luna ha la febbre alta e non la smette di tossire...Ha passato la notte senza dormire e i ragazzi sono preoccupati per lei.

Devo andare da lei-continuò con la stessa espressione seria.

Seamus annuì.

-Vengo con te-disse senza un'istante di esitazione.

-Anche io...Non posso lasciare Alice da sola-si unì Allison con la stessa voce preoccupata.

Rupert annuì e l'attimo dopo tutti si avviarono al piano di sopra per cambiarsi e correre dai Weasley.

 

 

 

-Ciao-

Senza parlare gli rivolse un cenno con la testa.

Avevano deciso di darsi appuntamento in uno Starbuck lontano da casa per andare insieme a casa dei genitori di Ron.

Non voleva vederlo per casa...Non ancora.

Quello che un tempo era il luogo che celebrava il loro amore,ora era il posto dove lei si leccava le ferite neanche un'animale ferito.

Era passato quasi un mese da quando Ron era andato via,da quando lei lo aveva cacciato,e ancora non riusciva a capacitarsi che quello fosse realmente successo a loro.

Loro erano Ron ed Hermione!

Erano destinati a stare insieme...

Come era accaduto?Come aveva fatto a non accorgersi che suo marito stava perdendo interesse per lei e si stava innamorando di un'altra?

Un figlio...

Era la cosa piu' terribile che potesse farle:sarebbe stata capace di perdonare un tradimento se lui le avesse promesso che non si sarebbe piu' ripetuto e che amava solo lei,ma quel bambino cambiava tutto.

Inoltre lui ora amava un'altra...

-Sei dimagrita...-lo sentì dire.

Bevve un sorso dalla sua tazza di caffè e posò lo sguardo sul suo volto:i suoi occhi la scrutavano, attento a non perdersi nessun cambiamento,nessuna piccola differenza.

-Non vedo come questo ti interessi-gli disse tornando a voltare lo sguardo verso la vetrina e i passanti.

Il sospiro di Ron arrivò chiaro e forte alle sue orecchie.

-Sai che mi importa...-le disse serio.

Non riuscì a trattenere un piccolo sbuffo ironico:davvero divertente,specie se a dirlo era l'uomo che aveva promesso di amarla per il resto della vita e che poi l'aveva tradita.

-Hermione...Ti prego guardami.

Possibile che non riusciamo neanche piu' a parlare come due persone normali?-si lamentò.

Come poteva sperare in una cosa simile?

-Possibile che tu sia così cieco?

Non solo hai distrutto il nostro amore,ma anche la nostra amicizia!

Vuoi davvero che venga a confidarmi con te per come mio marito mi ha trattato?

Credi veramente che potremmo ancora sederci ad un tavolino e parlare dei nostri problemi come quando avevamo sedici anni?

Mi dispiace ma non funziona così!-lo rimbrottò lei amareggiata.

-E come funziona allora?-le chiese stranamente calmo.

Si lasciò scappare un sospiro e si ravviò delle ciocche dietro l'orecchio.

-Dovremmo restare uno accanto all'altro senza parlarci?

Incontrarci per la strada e far finta di non conoscerci?E' questo che vuoi?-le domandò cercando il suo sguardo.

Evitò di rispondergli,incapace di trovare parole sensate che dessero sfogo alla sua rabbia e al suo dolore.

Vorrei solo che tutto tornasse come prima...Vorrei che tu mi amassi ancora,pensò.

-Forse è meglio se ci muoviamo-disse invece,alzandosi in piedi.

Si diresse verso la porta dello Starbuck certa che lui l'avrebbe seguita.

Era finita...Doveva iniziare a farsene una ragione.

 

 

Guardò per l'ennesima volta fuori dalla finestra,in attesa.

Anche quella volta erano in ritardo e lei non era certa di poter resistere ancora a lungo.

Erano arrivati tutti:Percy e la moglie,Bill e Fleur,Teddy e Vicky,addirittura Charlie e Sidney... mancavano soltanto loro e George!

Guardò ancora oltre i vetri della finestra,sobbalzando quando sentì due braccia stringersi attorno alla sua vita.

-Che cosa stai tramando?-le chiese Harry.

Sentì il mento del marito posarsi sulla spalla destra e sorrise:non era riuscita ad ingannarlo.

Aveva capito che c'era qualcosa che le occupava la mente,anche se non gliene aveva parlato.

Forse se gli avesse accennato il suo piano lui sarebbe stato d'accordo,ma in caso contrario?

Non poteva correre il rischio che lui le facesse promettere di rinunciare all'idea.

-Nulla,sono solo curiosa di rivedere George dopo tutto questo tempo...-gli disse.

In parte era vero.

Non vedeva suo fratello da un mese e quando pochi giorni prima aveva telefonato per ricordare a lui e a Luna di quel finesettimana,la voce dell'amica era sembrata distante,quasi diversa.

Quando poi aveva parlato con George qualche ora dopo,lui le aveva detto che sarebbero venuti lui e Justin.

-Sente la vostra mancanza...-aveva commentato,evitando qualsiasi domanda sul perchè Luna non partisse con lui.

-Sicuramente arriverà in ritardo,inventando la scusa di un ritardo al volo...Lo sai come è fatto- scherzò Harry fissando anche i suoi occhi sulla finestra.

Ginny sorrise.

-Sei preoccupata per Ron?-si decise a chiederle dopo qualche istante.

La donna posò la testa sulla sua spalla e sospirò.

-Sono arrabbiata...e confusa.

Non capisco come abbia potuto fare una cosa del genere,ma se conosco bene Hermione so che riusciranno a portare avanti questa recita per tutto il week-end.

Sono riusciti a fingere per anni di non essere innamorati l'uno dell'altra...-commentò a sostegno della sua tesi.

-Non è mica la stessa cosa-le fece notare lui.

-Sempre di finzione si tratta.

L'unica cosa che spero è che mio fratello non faccia niente di stupido-disse sincera.

Sentì le labbra di Harry posarsi sui suoi capelli e darle un bacio veloce.

-Andrà tutto bene-la rassicurò,quasi prendendo un'impegno personale.

In quel momento,nello specchio della finestra apparvero una dopo l'altra due macchine che si immisero nel cortile della Tana e spensero il motore.

-Sono arrivati...Ma che accidenti...-

Harry fissò per qualche istante di piu' la figura alta e dinoccolata che era scesa dalla macchina blu notte e si stupì quanto la moglie.

Entrambi si avviarono verso la porta e l'aprirono uscendo nel cortile.

 

 

 

Doveva confondere le acque,cercare di non far concentrare tutta l'attenzione su suo padre.

-Zio Ron!Zia Hermione!-disse aggirando la macchina e andando incontro ai due.

Con la coda dell'occhio vide anche lo zio Harry e la zia Ginny fermi sul primo gradino immobili,lo sguardo sul padre,ancora increduli.

Doveva essere scioccante per loro vederlo così.

Per lui invece era diverso...Lui sapeva cosa era successo,cosa l'aveva ridotto così,e quindi non era sorpreso dall'improvviso taglio di capelli o dall'impressionante perdita di peso che cercava di nascondere con vestiti piu' larghi che invitabilmente finivano per pendergli addosso.

Era come se avesse deciso di dimagrire insieme a Luna per non farla sentire a disagio della sua magrezza.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei...E nonostante non l'avrebbe mai ammesso con lui,Justin lo ammirava e lo invidiava.

Erano ormai poche le persone che potessero dirsi devote ad un'altra e suo padre era una di queste:in quel mese l'aveva visto dedicarsi a Luna fino allo stremo,arrivando ad addormentarsi accanto a lei,completamente vestito,con un braccio teso verso il suo letto per farle notare la sua presenza,assecondandola in tutto,anche le cose piu' assurde.

Si avvicinò alla zia Hermione e l'abbracciò,posandole un bacio per ogni guancia.

-Justin!Non sapevo ci fossi anche tu...-commentò la donna staccando per un'istante lo sguardo dal padre e posandolo sul suo viso.

-Ho pensato di venire per evitare che vi dimenticaste com'ero fatto-scherzò sorridendole.

-E come potremmo?Ogni volta tua nonna ti da le porzioni migliori!-disse lo zio Ron unendosi al discorso e posandogli una mano sulla spalla.

Justin sorrise e alzò le spalle.

-Che posso farci se mi adora?-

Lo zio Harry e la zia Ginny scesero i pochi gradini che separavano la casa dal cortile e si erano avvicinati a suo padre,fissandolo ancora con occhi sorpresi.

-L'aria degli Stati Uniti ti fa questo effetto?-domandò lo zio Ron a suo padre.

Justin lo vide sorridere,cercando di apparire divertito,e scuotere la testa.

-E' la tua lontananza...Che ne diresti di trasferirti a Seattle con me?-lo sentì scherzare guardando il fratello.

-Mi dispiace ma non posso permetterlo...-s'intromise la zia Hermione stringendo un braccio del marito con una mano.

-Come vedi sono molto richiesto-commentò Ron diretto verso il fratello.

Justin vide lo sguardo di suo padre fissarsi un'istante sulla mano che la zia aveva stretto sul braccio del marito e si chiese che cosa passava per la mente dell'uomo.

Magari si sentiva fuori luogo,solo senza Luna,a quella festa dove tutti erano accompagnati...Oppure avrebbe semplicemente voluto essere da un'altra parte.

Come risvegliandosi da un sogno,suo padre allontanò lo sguardo e fissò la sorella sorridendole e aprendo le braccia per abbracciarla.

-Come sta la mia sorellina?-le chiese avvicinandosi a lei.

La zia Ginny lo fissò per qualche istante,come se non lo riconoscesse e poi si avvicinò abbracciandolo a sua volta e posandogli un bacio su ogni guancia.

-In fermento per il ritorno dei ragazzi...-gli disse tornando a scrutare il suo volto.

-Ormai Hogwarts è diversa da quando la frequentavamo noi...Adesso hanno piu' vacanze-si lamentò lo zio Ron.

-Ma noi avevamo molta piu' libertà...-commentò suo padre.

Si staccò dalla sorella e per pochi istanti abbracciò lo zio Harry,che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad osservare la scena,come se temesse da un momento all'altro un'esplosione.

Che sapesse?No...impossibile!

-Che diamine ti è successo?-

Alzò lo sguardo verso la porta di casa,da cui era arrivata la voce e non riuscì a trattenere un sorriso spontaneo quando vide lo zio Billy che,schietto come al solito,aveva dato voce al pensiero di tutti i presenti.

Suo padre sorrise per un'istante e si passò la mano sulla testa rasata,un gesto che avrebbe dovuto nascondere il suo nervosismo.

Sulla veranda apparvero anche i nonni,che impallidirono vedendo lo stato in cui era ridotto suo padre.

Forse era la prima volta che lo vedevano così provato...

-Beh,ecco...ho perso una scommessa e dovevo pagare pegno-disse semplicemente suo padre,indugiando con le dita alla base del collo.

-E non potevi scegliere modo migliore?

Fattelo dire,fratello,ma stai da schifo-continuò imperterrito lo zio Billy.

-Bill!-lo riprese la nonna.

Suo padre rise,una risata senza allegria,e annuì.

-Hai ragione,ma sai anche tu come sono fatto...Non conosco mezze misure!-

C'era un'altra domanda che aleggiava negli occhi di tutti,anche se nessuno sembrava aver il coraggio di farla:perchè quella magrezza?

Doveva intervenire prima che qualcuno di decidesse a porla.

-Allora è pronto?Scommetto,nonna,che anche quest'anno hai preparato un pranzo favoloso-disse alzando lo sguardo verso la donna e sorridendole.

La nonna incontrò i suoi occhi e sembrò illuminarsi grazie a quel piccolo complimento.

-Se avessi saputo del tuo arrivo avrei fatto la torta di mele che ti piace tanto-gli disse rammaricata.

-Tranquilla,sai che vado pazzo anche per la torta di zucca e quella alle fragole-la rassicurò.

-Non so voi,ma io sto gelando qui fuori...-disse lo zio Ron avviandosi verso la porta di casa seguito dalla moglie.

Lo zio Harry e la zia Ginny fissarono per qualche altro istante suo padre prima di avviarsi dietro di loro.

Anche il resto della famiglia stava tornando dentro,soltanto suo padre era rimasto fermo al suo posto;lanciandogli un'occhiata,Justin vide che aveva tirato fuori il cellulare dalla tasca.

-Voi non entrate?-si sentì chiedere dalla zia Ginny.

Suo padre alzò lo sguardo ed annuì.

-Arrivo subito,voglio prima chiamare Luna per dirle che siamo arrivati sani e salvi-le disse.

La donna sorrise.

-Dalle un bacio e dille che la saluto-gli disse prima di rientrare.

Suo padre sospirò e lo fissò per qualche istante.

-Vuoi che me ne vada?-chiese Justin,cercando di non sembrare troppo invadente.

Lui scosse la testa.

-No...non ce la farei da solo-gli rispose sincero.

Justin annuì e lo guardò premere il tasto per le chiamate veloci e portare il telefono all'orecchio.

Per un paio di minuti restarono in silenzio,in attesa che qualcuno rispondesse,ma invano.

-Perchè non rispondono?-disse suo padre con voce preoccupata.

-Magari non lo sentono-gli disse Justin fissando il suo sguardo.

George scosse la testa,deciso.

-Come fanno a non sentirlo?Ci sono quattro telefoni in giro per casa...E' impossibile che non...-cominciò George.

-Papà,sta tranquillo...Forse lo hanno staccato per far riposare meglio Luna-disse seguendo un pensiero improvviso.

Dallo sguardo che gli lanciò suo padre,capì che ci stava pensando.

Alla fine,George annuì.

-E' possibile-concesse.

-Proveremo piu' tardi...Adesso andiamo dentro che li abbiamo scandalizzati abbastanza in soli dieci minuti che siamo qui-scherzò cercando di rasserenarlo.

Suo padre sorrise e infilò il cellulare in tasca,per poi dargli un piccolo buffetto sulla spalla destra.

 

 

 

-Vuoi lasciarmi il braccio?Mi fai male!-

Chiusa la porta alle loro spalle,Ginny lasciò la presa sul braccio della donna.

Aveva aspettato,anche troppo per i suoi gusti.

Erano trascorse ore dall'arrivo di Ron ed Hermione,si la famiglia si era dedicata al pranzo e avevano scherzato come sempre,ma non era riuscita ad allontanare del tutto quel pensiero fastidioso che sembrava essersi insinuato nella sua mente come un tarlo.

Al momento del dolce non aveva saputo resistere oltre:aveva afferrato l'amica e l'aveva trascinata nella prima stanza libera che aveva trovato.

-Scusami...Ma dovevo parlarti da sola-le disse fissando Hermione.

La vide subito mettersi sulla difensiva,come se ritenesse inopportune le sue parole.

-Non dobbiamo parlare di niente...-disse infatti.

Ginny si lasciò andare ad un sorriso dolce,che di solito riservava ai suoi figli,e le posò una mano sul braccio destro.

-Io non sono mio fratello-le disse con lo stesso tono di voce calmo e vellutato.

L'amica la fissò qualche istante e scosse di nuovo la testa.

-E' una questione che riguarda soltanto me e Ron...Che avresti fatto se ci fossi io al tuo posto?-le chiese sfidandola con lo sguardo.

Il sorriso divenne piu' aperto,quasi divertito.

-Ti urlerei dietro perchè non mi lasceresti un'attimo di tregua...Sei una donna che non si arrende!Mi staresti dietro ogni istante per aiutarmi a rimettere a posto le cose-disse certa di come sarebbero andate le cose in una situazione del genere.

Anche Hermione si lasciò andare ad un piccolo sorriso.

-Perchè non vuoi farti aiutare da me?-le chiese la rossa tornando all'attacco.

Hermione le puntò addosso due occhi tristi e feriti e alzò le spalle.

-Perchè non c'è piu' niente che tu o io possiamo fare-le disse convinta.

-Vuoi lasciargliela vinta?-chiese sorpresa Ginny.

Hermione scosse la testa.

-Lei ha già vinto!Aspetta un figlio...Come posso competere io?-le domandò con voce triste.

Abbassò di nuovo lo sguardo e sospirò.

-Ha detto che la ama-confessò nonostante fosse un'attacco mortale al suo orgoglio.

Ginny non riuscì a trattenere una piccola risata che fece rialzare gli occhi di Hermione sul suo volto.

-Ti diverte?-le domandò stizzita.

L'altra scosse la testa.

-Non è quello...E' che sto pensando a quanto può essere idiota mio fratello certe volte-le spiegò.

Hermione si accigliò,lo sguardo sul viso della cognata.

-Se c'è una donna di cui mio fratello è innamorato quella sei tu...Se ne è solo dimenticato.

Sta a te farglielo ricordare-disse con voce seria.

C'era un significato nascosto in quelle parole,che ancora non riusciva a cogliere.

Qualche istante dopo,quando finalmente capì quello che veramente le stava proponendo la cognata,scosse piu' volte la testa.

-No,assolutamente no!

Come ti viene in mente un'idea del genere?-le domandò sorpresa.

Ginny incrociò le braccia sul petto e sorrise,come divertita da quel piccolo sfogo.

-Tu lo ami?-le chiese cogliendola di sorpresa.

Sul viso di Hermione apparve un'espressione che fondeva sorpresa e rabbia.

-Ma di che stai parlando?-

Ginny imperterrita teneva lo sguardo fisso sul suo viso.

-Lo ami?-gli chiese ancora incurante dell'ultima frase della donna.

Hermione sospirò,sconfitta,e per qualche istante fissò gli occhi dell'amica cercando inutilmente una via di fuga.

-Si-rispose suo malgrado.

Ginny sorrise.

Proprio come aveva immaginato.

-Allora riprenditelo-

Come se fosse una cosa facile!

-E io ti aiuterò...-le disse Ginny con un tono perfetto da cospiratrice.

Le lanciò uno sguardo sorpreso:da quando sua cognata aveva quelle doti?

-Come?-le domandò curiosa Hermione.

Prima che la rossa potesse dire qualcosa,un forte rumore arrivò a loro dall'esterno facendole sobbalzare e incuriosire.

Che stava succedendo?

 

 

 

-ME LO AVEVA PROMESSO!

ME LO AVEVA PROMESSO!!-

Era l'unica cosa che ripeteva,afferrando tutto quello che gli capitava sotto mano e lanciandolo contro i muri della stanza.

Si era rifugiato nella sua camera,quella che un tempo aveva condiviso con Fred e per qualche istante si era lasciato trasportare dai ricordi:tante cose erano successe in quella stanza.

Aveva guardato sotto il suo letto,infilando le dita fra la rete ed il materasso ed aveva trovato i Pentahouse che vi avevano nascosto durante le estati che erano a casa,mentre nel letto di Fred erano nascoste le sigarette che erano soliti fumare all'epoca.

Se la madre li avesse scoperti sarebbero stati morti,ma forse era proprio questo che dava piu' gusto a quelle poche boccate di fumo divise in due.

Era in quella stanza che lui e Luna avevano concepito Fred,la notte prima del matrimonio di Percy...un modo per prendersi gioco del fratello e del suo celibato forzato.

Sulla mensola,dove ancora erano sistemati i suoi libri dell'ultimo anno di Hogwarts,c'erano alcune foto:una era dei suoi ragazzi,tutti insieme che cercavano di avere la meglio sull'altro per essere meglio ripresi nell'obbiettivo;un'altra raffigurava lui e Fred,in un Natale di tanti anni prima,con i maglioni che la madre faceva loro ogni anno ed i cappelli di Babbo Natale sulla testa.

Ed infine una foto in cui era con Luna,la prima che avessero mai fatto insieme:era stata scattata la prima volta che erano andati insieme alla Tana.

Ricordava ancora lo stupore dei suoi genitori e di tutti gli altri quando li avevano visti insieme... Eppure a loro era sembrato così naturale,così ovvio...

Si era seduto sul letto e,dopo aver preso il cellulare,aveva composto di nuovo il numero di casa.

Ancora una volta nessuna risposta.

Dove diavolo erano finiti tutti quanti?

Istantaneo un cattivo presentimento si era impossessato di lui.

Aveva interrotto la comunicazione e aveva composto il numero del cellulare di Seamus:avrebbe chiesto all'amico di andare a controllare che tutto fosse sotto controllo.

Ma non appena l'uomo aveva alzato la cornetta aveva capito che il suo presagio era esatto.

Aveva dovuto faticare non poco per farsi dire cosa era successo:quella mattina,mentre lui e Justin erano ancora sull'aereo,Seamus Rupert ed Allison erano corsi a casa dopo una chiamata di Alice.

Rupert aveva visitato Luna e l'aveva trovata con la febbre alta e il fiato corto,affaticato anche da forti colpi di tosse.

L'aveva portata in ospedale e le aveva riscontrato un'inizio di bronchite per cui aveva deciso di ricoverarla.

-Perchè non mi avete detto niente?-chiese George.

-Luna ci ha fatto promettere di non farlo...Non voleva rovinarti il fine settimana.

Ma fossi in te,io prenoterei il primo aereo-si lasciò scappare Seamus.

Il suo cuore aveva perso per i battiti,restando muto nel suo petto.

Non poteva fargli quello...

Gliel'aveva promesso:aveva GIURATO che sarebbe stata lì al suo ritorno!

Con ancora il cellulare in un mano e Seamus che lo chiamava dall'altra parte,George afferrò la prima cosa che gli capitò fra le mani e la tirò contro la porta.

-GEORGE!-si sentiva chiamare da Seamus.

-ME L'AVEVA PROMESSO!-gridò incapace di controllarsi.

Con un gesto fece crollare l'intero porta cd,facendo un baccano incredibile,prendendo poi a calci tutti gli oggetti caduti.

Non si manca ad una promessa,non ad una come quella!

Luna doveva saperlo...

-George!-

Posò entrambe le mani sulla fila di libri del suo scaffale e li buttò all'aria,facendoli cadere un pò a terra ed un pò sul letto.

Si sentì chiamare,ma il suono era lontano,coperto dal suono della sua distruzione e dal suo respiro affannoso e sconnesso.

Si fermò soltanto quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla destra e voltarlo di forza.

Justin era davanti a lui,visibilmente preoccupato.

-Calmati...Ci sono io-gli disse fissando i suoi occhi.

George sentì il suo petto alzarsi ed abbassarsi rumorosamente e,nonostante non allontanò lo sguardo dagli occhi del figlio,sentì la presenza della sua famiglia nella stanza,spaventata e curiosa allo stesso tempo:non lo avevano mai visto comportarsi in quel modo.

-Non può succedere ancora...-mormorò.

Sentì la mano posata sulla sua spalla stringersi ancora di piu' e lo sguardo di Justin farsi piu' sicuro.

-Dammi il telefono-gli disse.

George tese la mano e il ragazzo prese il cellulare portandolo immediatamente all'orecchio.

-Pronto?...Rupert sono Justin-

George lo fissò con occhi avidi,cercando di cogliere anche la piu' piccola informazione dal suo volto.

Suo figlio cercò di parlare il meno possibile per non lasciarsi scappare nessuna informazione, nessuna parola che potesse essere fraintesa o malcapita dal resto della famiglia.

Lo vide annuire ed affondare lo sguardo nel suo.

-Va bene,saremo lì il prima possibile.

Sì te lo passo-

Gli porse di nuovo il cellulare.

-Vuole parlare con te-gli disse con voce sicura.

George scosse la testa:non era ancora pronto per sentirlo,per ricevere brutte notizie.

-Papà prendi il telefono,vogliono parlare con te!-lo rimproverò il ragazzo con voce seria.

Neanche si fossero invertiti i ruoli,George ubbedì,restando in silenzio e in attesa.

-George sono Rupert...Sta tranquillo,va tutto bene-lo rassicurò immediatamente.

-Non è vero-

Se Luna fosse stata bene,non sarebbe stata in un'ospedale.

Con la coda dell'occhio vide Justin allontanarsi da lui e avvicinarsi al resto della famiglia,bramosa di notizie,di spiegazioni per capire quello scatto d'ira inaspettato.

Li vide uscire dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle lasciandolo di nuovo solo.

-Ascolta...Luna è molto provata dalla chemio quindi capiterà spesso che succedano cose di questo tipo,succede a tutti i pazienti.

Però è forte e prende la cosa con spirito:quando le ho detto che dovevo portarla in ospedale mi ha chiesto la camera con la vista migliore e un televisore con i canali satellitari.

"Essere amici del capo servirà a qualcosa!",mi ha detto-gli raccontò.

George sorrise,la fronte poggiata conto lo scaffale e gli occhi chiusi cercando di controllare le emozioni.

-Perchè non mi avete chiamato subito?-chiese in un soffio.

-E' stata lei a proibircelo;non voleva che la fatica che aveva fatto per farti partire andasse sprecata.

Ma i ragazzi hanno bisogno di te...Sono forti,ma hanno bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi-gli disse ancora Rupert.

George annuì.

Aveva fatto quello che Luna gli aveva chiesto,era partito...Ma ora era venuto il momento di tornare a casa.

-Sarò lì prima di domani-gli promise.

Rupert lo salutò e fece per chiudere la comunicazione,ma George lo richiamò.

-Non farla morire...-gli chiese cercando di mantenere la voce ferma.

Per qualche istante ci fu silenzio dall'altra parte.

-Hai la mia parola-gli promise poi l'uomo.

George chiuse gli occhi e sospirò.

Lei è tutto quello che ho...

 

Salve a tutti!!!

Piccolo regalo per il fine settimana...

Dunque:il rapporto fra Ron ed Hermione ad un'occhio inesperto può sembrare irrecuperabile, almeno a giudicare dalle sensazioni che Hermione prova al momento,ma tutti sappiamo che hanno avuto una bella bastosta e quindi ci vorrà un pò per riprendersi...

Per questo hanno bisogno della "Fata Turchina" Ginny!Ancora nn ho deciso cosa farà,ma sarà fondamentale per la loro riunione.

Nel prossimo capitolo,invece,parleremo dei "juniors" e molte cose cominceranno a capirsi, a diventare chiare.

Sono contenta che molti di voi siano intrigati dalla coppia Lily/Daniel:all'inizio nn ero tanto convinta di questa coppia,ma piano piano sta prendendo forma e sta diventando interessante...

Ringrazio tutti coloro che recensiranno e leggeranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia e di battitura.

Il titolo e la frase all'inizio del capitolo sono una canzone degli Evanescence.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Nn credevo di fare una cosa così grave!C'è mancato poco che si realizzassero le torce ed i forconi...Cmq ora la situazione è rientrata e tt tornerà alla normalità.Nn credo si tratti di inferiorità:è soltanto convinto che sia James il piu' bello fra i due gemelli,mentre lui è il piu' divertente),WingsHP(Credo tu abbi ragione,ma dovendo recuperare gli anni che erano passati dall'ultimo capitolo di "Io e te per sempre?",ho pensato di condensare tt la storia in un capitolo solo,trovando anche che Cassie fosse un personaggio anche interessante "carino",ma a qnt pare mi sbagliavo...Lily sarà terribile:anche suo padre dovrà rendersi conto che nn è piu' una bambina),Dado(Prima di tutto:ho saputo che hai avuto un'incidente:come stai?Ti sei fatta male?Rimettiti presto!!!Poi...Wow davvero?Anke io adoro Ron e fidati,l'amerai sempre di +...Anche se devo ammettere che anke la storia fra Rose e Jim sta diventando molto romantica(nella mia testa)),Elly(Sì,siamo ancora un'anno indietro;capirai qnd siamo tornati al "presente" xkè riprenderemo da dove si è interrotto il prologo.L'imbarazzo fra i due è normale,visto il loro rapporto di cugini:è strano provare qualcosa di diverso per qualcuno che ha sempre fatto parte della tua vita),Cashi(Magari!!! Però credo che la Row mi chiederebbe i danni se facessi una cosa del genere!),Tonks17(Già nel prox capitolo succederà qualcosa che anticiperà il loro rapporto futuro,prima di quella che io chiamo l'esplosione...Tante domande,alcune troveranno risposte nel prox capitolo sui junior e altre no.La permanenza di George e Luna a Seattle è ancora lunga,ma questo nn limita la storia d'amore fra Alice e Luke),JC(Io ti adoro!X 2 motivi:il primo,meno importante,è ke 6 stato uno dei pochissimi ad appoggiare la nuova coppia Ron/Cassie,purtroppo morta prematuramente.Il secondo è che ti sei offerto come volontario al mio posto x tt le lettere minatorie e le bambole voodoo!),Streghetta'86(Fammi sapere che ne pensi!Se devo essere sincera,e cn te posso esserlo,ancora devo decidere cosa è successo qlla famosa sera fra Lily e Daniel:ho un paio di idee e sto cercando la migliore),Lilyluna_4e(Tranquilla,no problem!).

Ed ora un piccolo spoiler...

-Sei sempre così acida?-le chiese sorridendo.

Non si era mai accorta delle fossette ai lati delle guance che gli venivano ogni volta che sorrideva.

-Soltanto con te riesco a dare il meglio di me-

 

Bene,per ora è tutto,io vi do appuntamento al prox capitolo...

"Daydream believer"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Dancing through life ***


Dancing through life

 

 

Si erano allenati finchè le dita non erano diventate insensibili per il freddo,quasi dei pezzi di ghiaccio attorno al manico di scopa.

Avevano volteggiato,fatto risuonare l'aria con l'eco delle loro mazze da Quidditch o per le loro esclamazioni d'esultanza.

Erano in cinque:James,Stewart,Ethan,lui e Daniel che si era aggiunto al gruppo all'ultimo minuto,anche lui desideroso di un posto in squadra.

Era stato incredibilmente nervoso finchè non era salito sul manico di scopa:non riusciva a togliersi dalla testa le parole di Rebecca e di Rose.

Non era possibile che una ragazza affascinante e divertente come Rebecca fosse attratta da un tipo come lui.

Lui era il buffone del gruppo!

Quello che tutte le ragazze avevano considerato il gradino necessario per arrivare a James:era suo fratello quello piu' popolare,quello che riceveva i cioccolatini ogni San Valentino!

Ed era anche normale che fosse così...

Jim era il piu' grande fra i due,anche se di poche ore,aveva gli occhi verdi del padre mentre lui si doveva accontentare di semplici occhi castani che non facevano colpo su nessuna,e cosa piu' importante,Jim non aveva il corpo coperto di lentiggini come lui!

Quale ragazza sarebbe stata interessata ad un tipo chiazzato in quel modo?

Quando tutti gli altri erano stati pronti,era salito sulla scopa e aveva iniziato a volare per riscaldarsi ed evitare uno strappo muscolare.

Come gli succedeva ogni volta si dimenticò di tutto quello che lo circondava concentrato esclusivamente sulla partita e sui suoi compagni:tutto il chiasso si stemperò e si dimenticò di avere un pubblico.

C'era soltanto lui e la palla.

Soltanto quando tornò a terra la vide e ricordò l'invito che aveva fatto a Rebecca.

Era lì,accanto a Rose e Lily a braccetto con sua sorella come se fossero amiche da una vita e Ronald passò in rassegna tutte le cose piu' terribili o imbarazzanti che avesse fatto nella sua vita e che sua sorella poteva aver raccontato alla ragazza.

Se aveva fatto il minimo accenno alla storia del barattolo di marmellata era morta!

La vide alzarsi dalla gradinata,salutare sua sorella e Rose e andargli incontro,un leggero sorriso sulle labbra,le braccia strette attorno alla vita a ripararsi dal freddo vento che le scompigliava i capelli.

Era vestita troppo leggera per il vento che aveva preso a soffiare quella sera:un paio di pantaloni di tela grigia,che mettevano in risalto il fisico slanciato e magro;una maglietta rossa, coordinata con la sciarpa che aveva al collo e che dava un colore piu' caldo ai capelli castani della ragazza lasciati liberi sulle spalle.

Ronnie si fermò a poca distanza da lei e ricambiò il suo sorriso.

Prima che potesse salutarla,Rebecca si sporse verso di lui e gli posò un bacio sulla guancia sinistra come aveva fatto quella mattina.

-Sei stato fantastico!-gli disse poi con un sorriso.

Immediatamente Ronald sentì le orecchie bruciare:non era abituato ai complimenti.

Gli unici che glieli facevano erano i suoi genitori,ma quanto poteva considerli sinceri?

-Grazie...Spero la pensi così anche James altrimenti è stata tutta fatica sprecata-scherzò accennando un sorriso.

Rebecca annuì convinta.

-Sicuramente!Sarai il primo giocatore ad essere scelto-gli disse continuando a sorridere.

Ronald abbassò la testa e si passò una mano fra i capelli,in imbarazzo.

Quando rialzò lo sguardo vide che lei si strofinava le mani sulle braccia cercando di riscaldarsi.

-Hai freddo?-le chiese subito.

Rebecca scosse la testa.

-Stai tremando...Aspetta!-disse allontanandosi da lei.

Si avvicinò alle gradinate dove aveva lasciato le sue cose e le prese una felpa grigia dell'università di Harvard che gli aveva regalato Seamus lo scorso natale.

-Ecco metti questa...E' un pò grande per te,ma in questo caso forse è meglio-le disse porgendole la felpa.

Rebecca gli sorrise,gli occhi piu' luminosi tendendo la mano verso l'indumento.

Ronald la guardò infilare la felpa e pensò che stava benissimo con i suoi vestiti addosso... Magari poteva regalargliela.

-Vuoi che ti riaccompagni alla Torre?-le domandò poi quando lei tornò ad incontrare i suoi occhi.

Per qualche secondo lei restò in silenzio,poi si ravviò con una mano i capelli e scosse la testa.

-Che ne diresti se restiamo un'altro pò qui a parlare?-gli domandò poi rincontrando i suoi occhi.

Ronald pensò che era un'idea fantastica,migliore di quanto potesse aspettarsi,ma si limitò a sorridere e ad avvicinarsi ad una gradinata seguito subito da Rebecca.

 

 

 

-Ehi scricciolo!-

Lily tentennò qualche istante prima di decidere se voltarsi o meno.

C'era una sola persona che la chiamava così,inoltre aveva riconosciuto la voce e sapeva che non c'era da fidarsi.

Poteva far finta di non averlo sentito e continuare dritta verso il ritratto della Signora Grassa,ma si sarebbero rincontrati comunque in Sala Comune.

Però era una cosa saggia parlare con lui in quel corridoio vuoto?

Doveva tentare la sorte oppure fare tesoro dell'esperienza?

Prese un respiro profondo e si voltò.

Daniel era a pochi passi di distanza da lei,un sorriso malizioso che gli incurvava l'angolo destro delle labbra,dandogli un'aria piu' adulta,la scopa poggiata su una spalla e la borsa con tutto l'occorrente per il Quidditch stretta nella mano destra.

-Credevo non mi avessi sentito-

-E' un pò difficile visto che siamo soltanto noi in tutto il corridoio-gli fece notare Lily.

Le labbra si tesero un pò di piu' verso l'alto e mosse un passo in avanti verso di lei.

Era stata una pazzia sperare di non incontrarlo piu'!

Erano compagni di Casa,viveva nello stesso dormitorio dei suoi fratelli,come pretendeva di evitarlo?

Ma avrebbe mentito a sè stessa se non avesse ammesso di aver sperato tutta l'estate di non incontrarlo quell'anno:magari un contrattempo,una proposta da una scuola straniera,una borsa di studio per il Qudditch...Qualsiasi cosa,dannazione!

Invece se lo era trovata davanti sulla banchina dell'Espresso,che sembrava volerla scrutare dentro con quel suo sguardo attento e indagatore.

Vederlo al campo quella sera,poi,era stato un colpo al cuore!

-Che ci fa Thomas qui?-aveva chiesto a James cercando di non farsi sentire da lui.

Suo fratello l'aveva guardata leggermente sorpreso per quella domanda,poi aveva sorriso,quel genere di sorriso che usava quando voleva lasciar cadere i discorsi.

-Credevo fosse una partita fra amici-aveva insistito Lily.

-Infatti!Daniel è nostro amico Lily-le aveva finalmente risposto Jim.

Poi si era allontanato,la scopa in mano che lei avrebbe volentieri rotto sulla sua testa,lasciandola con la testa piena di confusione.

Aveva alzato lo sguardo verso il campo,e aveva incontrato quello di Daniel:aveva seguito tutto lo scambio di battute e ora la fissava con uno sguardo leggermente divertito sulle labbra.

Si erano fissati per pochi secondi,poi qualcuno lo aveva chiamato e Daniel era corso via verso il gruppo.

Aveva paura di lui?

No.

Aveva paura di sè stessa?Delle sue reazioni in sua compagnia?

Assolutamente.

Lo vide fare un'altro passo verso di lei e istintivamente fece un passo indietro.

Daniel si bloccò,sorpreso dalla sua mossa,per poi tornare a sorridere.

-Hai paura di me?-le chiese con voce calma.

-No-disse sincera.

-Allora perchè scappi?-domandò ancora il ragazzo.

-Non sto scappando.

Voglio solo tornare alla Torre prima di Jim e Ronald...-

-Ti sono mancato quest'estate?-le chiese inaspettatamente Daniel,senza ascoltare quelle che a suo parere erano solo scuse.

Lily lo fissò qualche istante,combattendo contro sè stessa per evitare che la verità le uscisse dalle labbra fregandola completamente.

-Come si sente la mancanza di una malattia-disse poi.

Ecco lì.

Il sorriso che ricordava,di quell'ultima sera...

-Bugiarda-le disse con voce sicura.

Anche Lily abbozzò un sorriso,cercando di mostrarsi piu' sicura di quanto si sentisse in realtà.

-Dammi un motivo per cui avrei dovuto pensare a te-gli disse fissandolo.

Ancora un altro sorriso.

Perchè non la lasciava semplicemente andar via?

Che altro voleva da lei?Ormai era evidente che aveva pensato a lui e a quello che era successo quella sera!

D'altronde come avrebbe potuto non pensarci?

Improvvisamente lui era a pochi metri di distanza da lei,poteva toccarla se allungava un braccio...Quando si era avvicinato così tanto?

-Ti conosco Lily...meglio di quanto credi-le disse lui misterioso.

Lily corrugò leggermente le sopracciglia,sorpresa da quelle parole.

Scosse la testa,facendo muovere i capelli ai lati del viso,riuscendo anche a sorridere beffarda.

-Non credo...Tu sei l'ultima persona che può dire di conoscermi-gli disse.

Poi si voltò e si avviò a passo spedito verso il ritratto della Signora Grassa.

Se aveva deciso di metterla in difficoltà con quegli stupidi giochetti aveva proprio sbagliato persona!

Lei era una Potter e non si faceva mettere i piedi in testa tanto facilmente.

 

 

-Cosa ne pensi?-

James si tolse la maglia sporca,restando a torso nudo,e la gettò nella borsa di Quidditch.

Rose,seduta a poca distanza da lui,alzò le spalle.

-Ho mai sbagliato una volta?-gli chiese semplicemente.

Il ragazzo sorrise e le gettò adosso i pantaloni dell'uniforme,scoppiando a ridere alla reazione schifata della cugina.

Erano cresciuti insieme,fin da quando erano nella culla:al matrimonio dei suoi genitori avevano anche diviso il passeggino con Ronald durante la cerimonia cullati dolcemente da nonna Weasley.

Avevano fatto il bagno nudi nella stessa vasca fino a cinque anni le volte che dormivano insieme e anche adesso James non aveva il minimo imbarazzo a cambiarsi davanti a lei.

Ovviamente restando in boxer.

C'erano certi limiti che anche lui sapeva di non dover superare.

Qualche volta era stato nella stanza di Rose mentre lei si cambiava,ma mai mentre lei era completamente nuda:sarebbe stato veramente troppo imbarazzante,specialmente per lei.

Il massimo che poteva sopportare era di vederla in reggiseno e slip,così come per lei era "normale" vederlo in boxer e a torso nudo.

-Ti odio quando fai queste cose!-gli disse gettandogli indietro i pantaloni con due dita.

James rise,infilando i pantaloni nella borsa insieme alla maglietta e prendendone una pulita dalla panchina su cui aveva posato gli indumenti puliti.

-Cosa ti ha detto?-le chiese curioso.

Anche se era concentrato sul gioco e sull'esame dei suoi amici,aveva gettato qualche occhiata sulle gradinate e aveva visto che Rose e Lily avevano coinvolto Rebecca in una amichevole discussione,giusto quello che serviva loro per capire i sentimenti della ragazza per Ronald.

James era convinto che Rebecca fosse pazza del fratello,nonostante le parole di Ronald,e aveva solo bisogno di una piccola conferma per mettersi in moto.

-Le ho chiesto com'è la vita ad Hogwarts quando tutti ce ne andiamo...-cominciò Rose.

-Ti interessa veramente?-domandò James dai meandri della maglietta.

-Lo sai che è così-fece lei.

Il ragazzo fece un sospiro,tirando fuori la testa ed infilando le maniche.

-Però mi ha detto che lei e la sorella passano l'estate dalla madre nel Sussex e quindi non mi è stata molto utile...-riprese la ragazza.

-Rose!-la interruppe James.

La cugina lo guardò,leggermente sorpresa di quell'interruzione.

-Che ti ha detto di Ronnie?-le chiese impaziente.

La ragazza si lasciò andare ad un piccolo sorriso e si ravviò un ricciolo dietro l'orecchio sinistro.

-Ha detto che è un ragazzo molto dolce e che sono amici da sempre...Lo ha chiamato il suo angelo custode-disse poi.

James fece una smorfia.

-Questo non è di nessun aiuto-commentò il ragazzo infilandosi i pantaloni.

Rose sorrise ancora.

-Però Lily,da vera impicciona Potter qual'è,ha saputo strapparle un'informazione molto preziosa...-gli disse.

James la guardò in attesa,i pantaloni ancora sbottonati,la fronte corrucciata:possibile che una volta tanto sua sorella fosse stata utile per qualcosa?

-Ha parlato di una "gara" che hanno indetto le ragazze del Quarto anno...-

-Una gara?-chiese lui sorpreso.

Rose annuì.

-Il ragazzo piu' carino di Hogwarts-gli spiegò.

-Ecco perchè non ne avevo sentito parlare-commentò James finendo di vestirsi e sedendosi poi su una panca per infilarsi le scarpe.

-Ci sono vari candidati,di tutte le Case e di tutte le età,e ci siete anche tu,Al,Hugo e Ronald-gli raccontò.

Jim sorrise.

-Però,andiamo forte...-scherzò,sentendosi però compiaciuto.

Rose sorrise un'istante con lui,poi tornò seria.

-Comunque ha tirato in ballo me e Rebecca e ci ha chiesto per chi avremmo votato e Rebecca ha subito detto Ronald,senza pensarci neanche un'istante-concluse con un sorriso soddisfatto.

James si unì a quel sorriso:quello sì che era un punto d'inizio.

-Inoltre per tutto il tempo in cui siete stati in aria,non riusciva a togliere gli occhi di dosso a Ronnie per più di due minuti-si ricordò la ragazza.

Di bene in meglio!

-Perfetto...Tu per chi avresti votato?-le domandò poi,guardandola curioso.

Rose lo fissò qualche secondo,poi non potè evitare un sorriso imbarazzato.

-Beh...io ho detto te...Siamo parenti e se avessi detto un'altro nome avrebbero pensato che mi interessava-gli spiegò subito dopo.

James la guardò e vedendo le guance rosse di imbarazzo,decise di prenderla un pò in giro.

-Quindi non è vero che mi trovi un bel ragazzo...Beh grazie,tu si che sai come smontare un ragazzo-le disse fingendosi offeso.

Rose si alzò in piedi e gli si avvicinò velocemente,e dal suo sguardo James capì che stava cercando i modi possibili per riparare alle parole che aveva detto.

Era davvero difficile non scoppiarle a ridere in faccia.

-No,non volevo dire questo...

Jim sei uno dei ragazzi piu' belli e desiderati della scuola,hai idea di quante vogliono essere la tua fidanzata?-gli domandò Rose mettendogli una mano sul braccio,e fissando i suoi occhi verdi.

Lui premette le labbra una sull'altra per evitare che si aprissero in un sorriso e fece per allontanarsi.

-Aspetta,vieni qui...Accidenti che guaio!

Io l'ho detto per quel motivo,ma anche perchè in parte è vero-gli disse seria la cugina.

Lo sguardo di James si fece subito attento,la voglia di ridere era sparita e gli occhi si fissarono in quelli della ragazza.

-Che vuoi dire?-le chiese cauto.

La mano sempre sul braccio sinistro,Rose arrossì ancora di piu'.

-Ecco...Se mi avessero chiesto di dire chi era il ragazzo piu' carino di Hogwarts avrei comunque detto il tuo nome-gli disse.

James la fissò per qualche secondo e fece per parlare quando qualcun'altro lo fece al posto suo.

-E non saresti la sola-

In sincrono,James e Rose si voltarono verso l'entrata dello spogliatoio maschile imbarazzati per essere stati sorpresi in quello strano discorso,e videro uno sconfortato e deluso Ronald entrare trascinandosi dietro la sua scopa e la borsa da Quidditch.

-Che ci fai qui?Non dovevi riaccompagnare Rebecca alla Torre?-gli domandò James seguendolo con lo sguardo.

Ronald sbuffò scoraggiato.

Rose e James si fissarono e poi tornarono a guardare Ronald che aveva aperto la sacca e stava posando i vestiti puliti sulla panchina,come prima aveva fatto il fratello.

Poi Rose,staccandosi dal ragazzo si avvicinò al cugino che ostinatamente continuava a restare in silenzio e a voltar loro le spalle.

-Ronnie,che è successo?-gli domandò con cautela e dolcezza.

Lui scosse la testa:non era importante.

-Ronald!-lo chiamò ancora Rose.

-Non è successo niente,va bene?Niente che non sapessi già-disse finalmente il rosso,togliendosi la maglietta e gettandola a terra.

James incurvò le sopracciglia,lo sguardo fisso sulle spalle del fratello e gli si avvicinò fermandosi sul lato lasciato libero da Rose.

Vedendosi accerchiato Ronald non potè fare altro che parlare.

-Io lo sapevo che non dovevo lasciarmi convincere dai vostri discorsi...

Sapevo che non dovevo illudermi,invece no!

Voi mi avete riempito la testa con le vostre chiacchiere e io ci ho creduto...Che cretino-aggiunse amareggiato.

Rose gli posò una mano sulla spalla destra,senza capire.

-Ronnie che è successo?Che vi siete detti con Rebecca?-gli domandò ancora.

Il ragazzo sospirò e abbassò per qualche istante lo sguardo,poi fissò il fratello,che restituì lo sguardo inconsapevole.

-E' interessata a te-confessò infine guardando James negli occhi.

 

 

-Allora come è andata?-

-E' stato fantastico!!Il migliore di tutto il gruppo...E' nato per fare il giocatore di Quidditch- esclamò Rebecca gettandosi sul letto della sorella quasi a peso morto.

Era corsa nel dormitorio di Rachel appena aveva lasciato Ronald,correndo per i corridoi semivuoti e silenziosi per arrivare prima che la sorella si addormentasse.

Fortunatamente la sorella la stava aspettando sveglia,forse curiosa per quello che aveva da raccontarle.

Rebecca e Rachel Paciock non avevano neanche due anni di differenza,avevano vissuto quasi in simbiosi per gran parte della loro vita,erano unite come mai due sorelle erano state e non c'era segreto dell'una che non conoscesse anche l'altra.

Eppure erano così diverse l'una dall'altra...

Rebecca,sedici anni,era la maggiore:suo padre diceva sempre che era un raggio di sole,quella che portava l'allegria in una stanza con la sua sola presenza.

Capelli lisci castani che le arrivavano fino alla metà schiena,due occhi grigi che cambiavano colore a seconda del tempo,un fisico slanciato ed atletico.

Da sua madre aveva ereditato il buon umore e la capacità di non prendersi troppo sul serio, nonostante la sua bellezza evidente;da suo padre,invece,aveva ricevuto la passione per le piante e per il silenzio:tutto quello che era caotico e rumoroso le dava fastidio il piu' delle volte.

La cosa che preferiva piu' di tutte era restare ore seduta sul divano della Sala Comune con un libro sulle ginocchia,il caminetto acceso a poca distanza,incurante di quello che le succedeva attorno.

Rachel,al contrario,amava le feste.

Amava essere circondata dalle persone,amiche o sconosciute non importava,e veniva presa da attacchi di malinconia quando si trovava sola.

Quattordici anni,capelli neri che scalati arrivavano fino al collo,occhi neri come quelli di suo padre,profondi e curiosi,una passione inaspettata per il Quidditch ed il volo che sicuramente non aveva ripreso dai suoi genitori,ma piu' probabilmente dallo zio Draco che da bambina la portava a volare insieme a Scorpius e Rebecca.

Era stato lui a regalarle la prima scopa e a spingerla a fare le selezioni per la squadra dei Grifondoro,ma non era riuscito a farle vincere la paura di sentirsi inadeguata.

Era brava,ma sarebbe stata abbastanza brava per la squadra?

-Allora vuoi raccontarmi che cosa è successo?-chiese a Rebecca,uscendo dalle coperte e piegando le gambe sotto il sedere per essere piu' comoda.

La sorella sorrise e puntò i due pollici verso la felpa che indossava:era nuova,non gliel'aveva mai vista...

-Che cos'è?-le domandò ancora.

-E' sua!Me l'ha data perchè non avessi freddo-le disse con un sorriso a trentadue denti.

Rachel scosse la testa sconsolata:cosa ci trovava in quel ragazzo era veramente un mistero.

-Non ti capirò mai-le disse infatti.

Rebecca scosse a sua volta la testa e si sdraiò sul letto della sorella,fissando per qualche istante il soffitto,ripensando a quello che si erano detti poco prima.

-Perchè lui e non suo fratello?Capirei se ti fossi innamorata di James Potter,lui sì che è carino...Ma Ronald è un tipo così ordinario!-commentò guardando la sorella.

Non era la prima volta che le diceva quello che pensava su Ronald:fin da quando Rebecca le aveva raccontato del suo interesse per il gemello Potter,aveva sempre trovato qualcosa che lo facesse sembrare inferiore a James.

Ma lo era veramente?

-E' stato così tenero quando mi ha dato questa felpa...Si sente ancora il suo odore-disse la ragazza infilando il naso nella felpa e annusando l'odore per l'ennesima volta.

-Si può sapere cosa vi siete detti oppure è un segreto di Stato?-le domandò ancora la sorella, leggermente esasperata da quel comportamento infantile.

Quando toccavano quell'argomento sembrava che i ruoli si capovolgessero:improvvisamente lei era l'adulta e Rebecca era quella che aveva bisogno di consigli e di una guida.

-Abbiamo parlato di tante cose:di quello che abbiamo fatto durante l'estate,di te,di suo fratello, delle varie lezioni che seguiamo insieme...-le disse senza scendere nei particolari.

-Ti ha riaccompagnato alla Torre?-le chiese Rachel guardando sua sorella che aveva ripreso a fissare il soffitto.

Rebecca scosse la testa e si voltò verso di lei,incontrando il suo sguardo.

-Abbiamo parlato un pò e poi ci siamo separati...Lui doveva ancora cambiarsi...-

Il viso della ragazza si corrugò leggermente,persa dietro qualche pensiero passeggero.

-Che ti prende?-le domandò Rachel.

L'altra si puntellò su un gomito e si alzò su un fianco restando ancora qualche istante in silenzio,riflettendo,prima di guardare di nuvo la sorella.

-Quando ci siamo salutati c'era qualcosa che non andava...-disse.

-Mancavano i violini e le rose che cadevano dal cielo?-la prese in giro Rachel.

Rebecca scosse la testa velocemente.

-No...Quando ci siamo seduti sulla gradinata per parlare,era contento di essere lì,lo vedevo.

Però poi,piu' stavamo lì,piu' era teso,agitato...Sembrava voler scappare da un momento all'altro- cercò di spiegarle.

-Hai detto qualcosa che non dovevi?-le chiese la sorella.

Rebecca alzò le spalle,sinceramente confusa.

-Non credo...Siamo stati così poco tempo insieme che mi chiedo cosa potrei aver detto di così terribile-

Rachel la fissò qualche istante,riflettendo sulle sue parole,poi alzò le spalle.

-Aspetta.

Vedi come si comporta con te e poi cerca di parlargli di nuovo;se hai fatto qualcosa di sbagliato sicuramente lo capirai dal suo comportamento e così potrai chiarire le cose-le spiegò pratica.

Rebecca la guardò in silenzio poi annuì.

In fondo non era un'idea così malvagia...

 

 

-Un'altra volta?

Non sei ancora stufa di vedere questo film?-

Sua madre sorrise e scosse la testa lentamente.

Era tornata a casa.

Le avevano fatto una festa con tanto di palloncini e uno striscione di "Bentornata a casa"... Era riuscita talmente bene da commuoverla.

Da piu' di una settimana era stata dimessa dall'ospedale dopo aver terminato il ciclo di chemioterapia e ora potevano solo aspettare.

Aspettare di sapere come il corpo aveva reagito alla cura.

Aspettare per i risultati.

Aspettare per una speranza...

Alcuni effetti della chemioterapia si erano presentati subito,purtroppo:a causa della cura, sua madre aveva perso molto peso e i vestiti che fino ad un paio di mesi prima le stavano perfettamente,ora le cadevano addosso,neanche fossero indossati da una bambola di stracci.

I bellissimi capelli biondi che Alice amava pettinare quando era bambina avevano iniziato a cadere fin dalla prima seduta e per evitare di ritrovarsi completamente calva,sua madre aveva deciso di raderli.

-Fa ancora caldo qui a Seattle...Tutti quei capelli davano solo fastidio-aveva detto a lei e a Edward quando aveva visto le loro facce sconvolte.

Loro ovviamente erano stati d'accordo con lei...Tutto pur di farla felice.

Anche suo padre sembrava dello stesso parere.

Se prima aveva avuto qualche dubbio,ora sapeva che il vero amore esisteva,ed era quello dei suoi genitori.

Come poteva dubitarne dopo tutto quello che suo padre aveva fatto per la madre?

Le era stato vicino notte e giorno,arrivando a dormire su una scomodissima poltrona letto accanto a lei,aprendo gli occhi ogni ora per controllare che lei stesse bene e non avesse bisogno di niente.

Era lui che la convinceva a mangiare,anche quando i figli avevano gettato la spugna,il piu' delle volte mettendosi semplicemente seduto davanti a lei con il suo pranzo riempiendola di chiacchiere e contemporaneamente imboccandola neanche fosse una bambina.

Quando aveva iniziato a perdere i capelli,aveva rispettato la sua promessa e si era rasato a sua volta, incurante della memomazione e gli sguardi che da allora lo accompagnavano.

Sua madre,quando lo aveva visto per la prima volta senza capelli,aveva sorriso leggermente, per poi arricciare il naso e scuotere la testa lentamente.

-Non mi piaci...Credo che chiederò il divorzio-gli aveva detto poi.

Quella era la forza della madre,Alice ne era sicura.

Riuscire a sdrammatizzare anche nei momenti piu' drammatici o impensabili,quando era richiesta la massima serietà.

-Dammi retta,non si stancherà mai di quel film-rispose per lei suo padre.

Alice guardò prima sua madre poi suo padre,vide lo sguardo che si lanciarono ed il piccolo sorriso che naque sulle labbra di entrambi.

Un'altro segreto...

Sarebbe mai riuscita a sapere tutta la storia del loro amore?

-Resti con noi?-gli domandò lei,ancora sorridendogli.

Suo padre sospirò,come faceva sempre quando era messo alle strette,e annuì.

-Perfetto allora porta il pop corn-gli disse ancora sua madre,tornando poi a voltarsi verso di lei.

Alice si voltò verso il lettore dvd e infilò il disco,poi con il telecomando in mano tornò verso la sua poltrona e si sedette.

-Che combinate?-

Si voltò verso la porta,dove era apparso Justin che alternava lo sguardo da lei a sua madre.

-Stiamo per vedere "Dirty Dancing",l'hai mai visto?-gli domandò sua madre.

Il ragazzo scosse la testa.

-Non ti sei perso niente figliolo,dammi retta-replicò suo padre rientrando nel salotto con una scodella enorme di pop-corn.

-Ormai non ci credo piu' a questo tuo odio...E' solo una finta!-ribattè la madre,seguendo l'uomo con lo sguardo.

-Amore sono vent'anni che mi tormenti con questo film...Credi veramente che non ho finito per odiarlo?-le domandò andando verso il divano per sistemarsi accanto a lei.

Sua madre lo fissò qualche istante,poi sorrise e scosse la testa.

-No...Non potresti mai odiarlo-gli disse misteriosa.

Stanca di tutti quei sottintesi e di quei misteri,Alice si voltò verso la porta,dove anche Justin aveva seguito tutta la scena e gli sorrise.

-Che ne dici di restare?-gli domandò.

-Non sembra l'idea piu' furba del mondo a sentire papà-le rispose lui.

-Quando mai ha avuto ragione?-scherzò Alice.

-Ehi!-la rimproverò subito suo padre.

Alice non gli diede retta e fissò lo sguardo sul fratello.

-Abbiamo il pop corn...-lo tentò sapendo quanto ne fosse ghiotto.

Justin rise e poi fissò il suo sguardo per qualche istante prima di annuire.

-Va bene mi hai convinto piccolina...Fammi posto-le disse entrando nel salotto e dirigendosi verso la sua poltrona.

Alice si alzò e lo fece sedere al suo posto,sedendosi per terra davanti a lui,la schiena poggiata contro le sue gambe.

La distanza rafforza i rapporti.

Così aveva sentito dire e,per quanto riguardava il loro rapporto con Justin,era vero.

Non avevano molte possibilità di vedersi,fra la scuola ed il corso preparatorio alla scuola di archittettura che Justin aveva intrapreso quel settembre,quindi cercavano sempre di avere il meglio da ogni momento passato insieme.

Quando Justin era a Londra,fra lei Edward e Fred era una lotta per trascorrere piu' tempo con il ragazzo,e lui cercava sempre di avere le stesse attenzioni per tutti.

Fra lei e Justin c'erano cinque anni di differenza.

Cinque anni che permettevano a Justin di comportarsi come un fratello maggiore,ma allo stesso tempo,da amico:perchè rovinare il poco tempo trascorso insieme con litigi e incomprensioni?

Alice accettava il fatto che lui la trattasse con dolcezza neanche avesse ancora otto anni e sapeva che a Justin facevano piacere quelle piccole attenzioni che la sorella aveva solo per lui:

avevano gli stessi gusti in fatto di musica e molte volte quando scopriva un disco o un gruppo interessante,Alice lo spediva subito a Justin per sapere il suo parere o per farglielo ascoltare; la prima volta che era andata a Mielandia aveva comprato qualche mela candita in piu' perchè sapeva che a lui piacevano e gliele aveva spedite con un gufo.

Per tutta la durata del film restarono nella stessa posizione,lanciandosi ogni tanto qualche pop-corn che inevitabilmente finiva nei vestiti e procurandosi i rimproveri dei suoi genitori.

-Allora che te ne è sembrato?-domandò lei salendo al piano di sopra e dirigendosi verso la sua camera.

Justin alzò le spalle.

-Un modo come un'altro per passare un paio d'ore.Come mai a tua madre piace tanto?-le chiese poggiandosi alla balaustra con entrambe le mani.

Alice alzò le spalle.

-E' un'altro dei loro misteri...-commentò.

Lui sorrise.

-Sai che fine hanno fatto Fred e Edward?-gli domandò.

Non li vedeva da quando era iniziato il film:dove si erano dileguati?

-Sono usciti a fare un giro...Avevo intenzione di raggiungerli,ma poi mi hai costretto a restare-la prese in giro lui.

Alice fece per ribattere,quando sentì sua madre che la chiamava dal piano inferiore.

-Scendo subito!-

Si voltò a guardare Justin e lui le fece un cenno con il capo.

-Va pure,resto io a controllare la situazione qui-disse con un tono serio che la fece sorridere.

 

 

Ancora una volta il suo sguardo si perse,distratto dietro quella figura piccola e indistinta.

Erano stati seduti uno di fronte all'altro per tutto il pomeriggio nella biblioteca,i piedi che quasi si toccavano se si rilassavano un pò di piu' sotto il tavolo,lo sguardo incollato sui libri davanti a loro,incuranti di quello che li circondava ma consci della presenza dell'altro.

Quando era cominciata quella pazzia?

Erano settimane che si ripeteva la stessa scena:lui entrava,si sedeva al solito tavolo,disponeva i libri sul piano di lavoro nell'ordine di importanza delle materie e iniziava a scorrere con lo sguardo le pagine del primo libro.

Lo sentiva arrivare,i passi risuonavano chiari per tutta la biblioteca silenziosa,finchè alzando leggermente lo sguardo non lo trovava seduto di fronte a sè.

Quanto ancora avrebbero continuato così?

E perchè continuava a pensare che quello fosse solo un modo per attirare la sua attenzione?

 

 

-Pronto?-

Di chi era quella voce?

-Pronto chi parla?-sentì chiedere ancora.

Doveva attaccare oppure doveva parlare?

Perchè rispondeva al cellulare di Alice?

Ad un cellulare come quello,che doveva essere privato,sconosciuto a tutti...

-Sto cercando Alice-riuscì a dire.

Dov'era lei?

Perchè aveva lasciato il telefono ad un'altro?

-Ah,certo...Un'istante solo che la chiamo-rispose la voce.

Era una sua impressione oppure quella voce l'aveva già sentita?

Sentì dei graffi e dei rumori,poi la voce chiamò il nome di Alice a voce alta.

Per qualche istante ci fu il silenzio.

-Hai chiamato?-disse la voce di Alice.

La voce della ragazza era tranquilla,quindi non era successo niente di preoccupante...

Ma allora perchè non aveva con sè il cellulare?

-Potresti salire un'attimo?Ho dimenticato di dirti una cosa...-lo sentì dire.

Sentì i passi avvicinarsi sempre di piu' e di nuovo la voce di Alice,questa volta piu' vicina.

-Mi hanno appena fatto una ramanzina per tutti i pop corn che abbiamo lanciato in giro per la stanza!Preparati perchè toccherà anche a te-la sentì.

Una battaglia di pop corn?

-Sei stata tu a cominciare!Sai quanti ne escono se mi tolgo la felpa?-rispose l'altro.

Luke sentì il sangue ribollirgli nelle vene a quelle parole:quel tizio doveva solo provarci! L'avrebbe ucciso direttamente dalla cornetta.

Ma quell'idiota si era dimenticato che era dall'altra parte del telefono?

-Bugiardo!Ti ho visto mentre li ripescavi e li mangiavi...Ma perchè mi hai chiamato?-domandò finalmente Alice.

Alluluia!Qualcuno si era ricordato di lui!

-Il tuo cellulare stava squillando...-sentì dire alla voce maschile.

Ci fu qualche istante di silenzio dopo quella frase,tanto da fargli credere che fosse caduta la linea.

-Ah...e tu cosa hai fatto?-le sentì finalmente dire con voce tentennante.

-Ho risposto è ovvio...-

Luke immaginò la voce senza volto mentre tendeva il cellulare verso Alice e lo sguardo della ragazza all'apparecchio.

-Grazie Jus...-le sentì dire poi.

Jus?Era forse...No impossibile che dopo tutte quelle settimane fosse ancora da loro.

Eppure la voce era identica.

-Figurati piccolina...Ci vediamo piu' tardi-

PICCOLINA?Come si permetteva tutta quella confidenza?

Quel tizio voleva veramente morire allora!

Sentì dei passi allontanarsi e poi tornò il silenzio,smorzato da fruscii e graffi,poi in lontananza sentì una porta chiudersi:doveva essere entrata in camera sua.

Poi finalmente sentì la sua voce.

-Luke?Ci sei?-

Era timorosa,come spaventata da quello che avrebbe potuto dirle.

Faceva bene ad essere spaventata:questa volta voleva una risposta.

-Sono qui-le disse con voce seria.

-Scusami,ma ho avuto un problema con mia madre e non...-disse subito lei.

-Si ho sentito del problema-la interruppe subito.

Ci fu di nuovo silenzio dall'altra parte della cornetta;forse il suo tono brusco l'aveva intimorita.

Restarono in silenzio qualche istante,poi proprio quando stava per iniziare con le sue domande, Alice parlò.

-Tu mi ami Luke?-

Non si era aspettato quella domanda.

E neanche il tono di voce,così timido,titubante,come se avesse paura anche di parlargli.

-Lo sai che è così-le rispose strofinandosi la fronte con una mano.

Per fortuna era da solo nella Sala Comune altrimenti i suoi compagni l'avrebbero preso in giro a vita.

-Allora fidati di me...Lo so cosa stai pensando adesso...-

-Davvero?-la interruppe lui rialzando gli occhi sul divano come sperando di incontrare i suoi occhi.

-Sì,certo che lo so...Ti stai chiedendo chi è che ti ha risposto al telefono,perchè non lo avevo addosso quando sapevo che avresti chiamato,perchè...-elencò lei.

-Perchè eri così intima con l'amico di tuo fratello,perchè è lui che mi ha risposto,vero?

Quel tizio che siete andati a prendere all'aereoporto!-chiese cercando di controllare la voce.

Doveva sapere,aveva bisogno di certezze:Alice voleva che si fidasse di lei,ma non poteva fidarsi così a scatola chiusa.

-Sì è lui.

Ci conosciamo da sempre,è amico di mio fratello da prima che nascessi è normale che si sia stabilita una certa intimità...Ma non potrà mai succedere quello che pensi tu-lo rassicurò con voce decisa.

-Come fai a esserne così sicura?Siamo in due continenti diversi,non ci vediamo da un mese,riusciamo a parlarci soltanto al telefono.

Lui,invece,è lì vive con te e siete insieme tutti i giorni;magari un giorno esce con tuo fratello e ti chiede di unirti a loro,andate d'accordo e ti chiederà di uscire di nuovo da soli...

E finirà che mi mollerai per metterti con lui-concluse.

Stranamente la sentì ridere dall'altra parte della cornetta.

-Che ci trovi di tanto divertente?-le domandò.

-Mi fa ridere quello che hai detto,perchè sono le stesse cose che provo io nei tuoi confronti.

Credi che io non sia gelosa?Che sia tranquilla sapendoti ventiquattr'ore al giorno con Scorpius che cerca in tutti i modi a convincerti a tradirmi?A concederti qualche scappatella tanto io non lo saprei mai?-gli chiese piu' tranquilla.

Luke restò in silenzio:ogni parola che lei aveva detto era vera.

Praticamente ogni giorno,il suo migliore amico cercava di fargli cambiare idea e a farlo "rinsavire",come diceva lui,cercando di farlo uscire con alcune ragazze della loro Casa.

-Non potrebbe mai succedere-le disse Luke con voce sicura.

Cosa stava provando Alice in quel momento?Per lui era così facile leggerle dentro,capire le sue emozioni soltanto guardandola in viso,e ora si sentiva come sperduto in mezzo alla nebbia.

-Anche per me è lo stesso-gli rispose Alice sincera.

-Mhh...-mormorò lui.

-Non potrei mai tradirti con nessuno...Sai perchè?-la sentì chiedere.

-Perchè è orribilmente brutto e ha l'alito che puzza?-le domandò con un'accenno di speranza nella voce.

Alice si lasciò andare ad una risata allegra che lo rallegrò e lo indispettì allo stesso tempo:si stava prendendo gioco di lui,per caso?

-No,non è per quello...

Semplicemente perchè lui non è te-

Luke sorrise,e chiuse gli occhi,immaginando per qualche istante di averla fra le braccia,di stringerla forte e di affondare il viso fra i suoi capelli.

-Sei davvero una piccola strega malefica-le disse con voce dolce.

-Lo so...E' per questo che mi ami-scherzò lei.

Già,era per quello...e per mille altri motivi.

-Adesso sarà meglio che vada a letto...Sono veramente  a pezzi-le disse restando con gli occhi chiusi.

-Prima che tu vada,volevo sapere...tu riesci ad imperturbare il tuo letto?-gli domandò curiosa.

Luke riaprì gli occhi,sopreso da quella domanda:era uno dei primi incantesimi che i Serpeverde imparavano per proteggere la loro privacy dai compagni di dormitorio.

Che domanda assurda!

-Certo che sì-si limitò a rispondere.

-Come pensavo...Allora domani,quando mi chiami potresti farlo dal tuo dormitorio?-gli chiese ancora Alice.

Dove voleva arrivare?

-Cos'hai in mente?-le domandò improvvisamente curioso.

La sentì ridere e divenne ancora piu' curioso.

-E' una sorpresa...Magari se ci pensi,qualche idea viene anche a te....-gli disse misteriosa.

-Alice cosa..-tentò ancora Luke.

-Ci sentiamo domani...Ti amo!-

E prima ancora che avesse il tempo di ribattere qualsiasi cosa,aveva riattaccato,lasciandolo a fissare una cornetta muta,preda della curiosità.

 

Salve a tutti!!!

So che dobbiamo ricucire molti strappi,quindi è meglio cominciare subito:spero di aver lennito un pò le ferite con questo capitolo sui "juniors",ma saprò farmi perdonare anche in seguito.

Vi confesso che la mia idea era di lasciare le cose come stavano:rompere il matrimonio di Ron ed Hermione e fare in modo che i due vivessero una vita felice con qualcun'altro...ma ho dovuto cambiare idea dopo aver letto le vostre recensioni.

Perciò se qualcuno di voi aveva pensato di abbandonare la fiction dopo quel capitolo,spero cambi idea,perchè ho già un paio di idee che movimenteranno la situazione fra Ron ed Hermione...e ricuciranno gli strappi fra autore e lettori.

Nel frattempo vi comunico che il prossimo capitolo è dedicato ai "senior",con un piccolo accenno a quello di cui vi ho parlato prima.

Ringrazio tutti quelli che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia o battitura.

E ora i ringraziamenti:Streghetta'86(A difesa di Ron,posso dire che il bambino nn era previsto,è stata una sorpresa anche per lui...Dunque l'imprinting è come l'amore a prima vista,ma + forte:è come se nn fossi + comandato dalle leggi di gravità,ma il tuo mondo e tu ruotaste intorno alla tua anima gemella.Non puoi star lontano da lei/lui e nn permetti a nessuno di farle/gli del male..Spero di esserti stata utile,cmq ti consiglio Twilight e la saga xkè è veramente fantastica!),Tonks17(Grazie x i complimenti x "Io e te x sempre?"...Nn preoccuparti aggiusterò tutto!),Isina4everyoung(Ben arrivata!In fin dei conti Ron è ancora il ragazzo ingenuo che era una volta,e alle volte ancora gli capita di sbagliare),JC(Grazie x i complimenti!Dispiaciuto o contento x qst cambio di rotta?),Lyn'81(L'amore x Hermione c'è stato,è stato una parte importante della vita di Ron ed è ancora lì,in una parte del suo cuore e della sua mente...Solo che lui in qst momento nn riesce a vederli piu' e forse anke Hermione li ha persi un pò di vista),Lights(Grazie!Sei una delle poche che mi appoggia sempre ed incondizionatamente!),WingsHP(Neanche io sopporto il tradimento,ma è qlcs ke va sempre considerata in ogni rapporto di coppia...Come dici tu t rendi conto che le cs stanno andando male,ma alle volte è piu' facile lasciar andare piuttosto che lottare...),Mione'91(Siamo almeno realisti:è vero che le storie d'amore hanno un'inizo ed una fine,anche quelle che durano 50 anni...Cmq nn l'ho spezzato:l'ho soltanto incrinato un pò),Maryrobin(Grazie x i complimenti! Tranquilla,lascia fare a me...),Elly(E' un peccato che tu nn l'abbia letta,xkè credo che sia la mia migliore fiction...Scommetti che riesco a recuperare punti?),Dado(Se hai parlato cn Elly,sai che ho già qlke idea in mente,quindi nn preoccuparti!),Gioia in blu(Grazie x la fiducia che mi dai nonostante i dubbi!),Ninfa'82(NN smettere ancora di leggere,altrimenti ti perdi il meglio!),Sarina'87(Ti ringrazio x aver appoggiato le mie scelte,6 stata una delle pokissime,x qst ti adoro!X la cronaca nn farei mai una cosa del genere ad Harry e Ginny,dopo la fatica che hanno fatto x stare insieme...),Finleyna 4 ever(Ben arrivata!W Alice e W Ronald!).

Prima di lasciarvi,vi lascio con un piccolo spoiler...

"Lo ami?-

-Si-rispose suo malgrado.

-Allora riprenditelo!-"

Bene,x il momento è tutto,vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Hello"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Daydream believer ***


Daydream beliver

 

 

C'era qualcosa che non andava.

Qualcosa di diverso,qualcosa che non era come al solito.

Ma cosa?

Erano settimane che si stava scervellando per cercare di capire,ma non riusciva a trovare una spiegazione.

C'erano parecchie cose nella sua vita che sembravano andare all'aria in quel periodo,senza che lei potesse far niente per fermarle.

Cosa stava succedendo fra lei e James?

Era una sua impressione oppure anche lui sentiva quello strano feeling che si era creato fra di loro?Uno strano legame che escludeva persino Ronald...

In quel periodo le cose fra loro tre erano complicate:Ronnie era ancora arrabbiato perchè Rebecca sembrava interessata a James,e Jim stava facendo di tutto per far capire a Ronald che c'era stato un'errore,che Rebecca era pazza di lui e che doveva provare a parlarle di nuovo.

E poi c'erano loro due.

Non si era mai sentita a disagio con James...Perchè avrebbe dovuto?Era suo cugino!

Ma in quegli ultimi giorni,da quando gli aveva detto che avrebbe scelto lui in un'ipotetica gara sul piu' bello di Hogwarts,qualcosa era cambiato.

C'era qualcosa di elettrico fra di loro ogni volta che si guardavano,qualcosa che cercavano di nascondere all'altro e che li portava a comportarsi neanche fossero ancora dei ragazzini al terzo anno e non i Prefetti della Casa del Grifondoro.

Non si era mai comportata in modo così infantile in tutta la sua vita...però era l'unico modo per evitare di porsi domande che potevano essere pericolose.

Come se tutta quella confusione non bastasse,ci si mettevano anche i suoi genitori.

Anche loro avevano i loro problemi,questa volta piu' gravi del solito,anche se si sarebbero fatti uccidere piuttosto che rivelarle di cosa si trattava.

Lo aveva capito fin dal giorno della partenza per Hogwarts:suo padre era stato piu' affettuoso del solito,come se avesse avuto paura di non vederli mai piu',mentre sua madre era tesa,nervosa e continuava a lanciare occhiate a suo padre.

Avevano litigato per colpa loro?Per colpa del lavoro di suo padre?

Ogni volta che scriveva a casa o telefonava,riusciva a parlare soltanto con sua madre.

Suo padre la chiamava in telefonate separate in cui le chiedeva della scuola e della vita nel Castello,per poi parlare con Hugo.

Mai una volta,da settembre,si erano rubati il telefono di mano a vicenda come facevano sempre.

Doveva sapere.

E conoscendoli non avrebbe estorto neanche una parola dai suoi genitori.

Ma c'era un'altra persona a cui poteva chiedere...Una persona che non le aveva mai mentito.

 

 

Le lezioni del professor Malfoy erano quelle che le piacevano di più.

Adorava vedere l'evolversi di una pozione davanti ai suoi occhi,rendersi conto che al contrario di gran parte dei suoi compagni lei riusciva a superare i vari passaggi senza problemi,senza sbavature e senza richiami.

Nonostante il professore cercasse piu' volte di deconcentrarla o di metterla in difficoltà,Lily era sempre pronta,attenta e in grado di far vincere punti alla sua Casa,punti che inevitabilmente venivano persi dall'incompetenza dei suoi compagni.

Sapeva che anche il professor Malfoy ammirava il suo talento,ma che non lo avrebbe ammesso mai.

Ogni volta che usciva dall'aula nel sotterraneo sentiva ancora in corpo l'adrenalina e l'eccitazione per qualcosa che era riuscita a fare da sola senza l'aiuto di nessuno.

Era l'ultima lezione del giorno e lei,come al solito,aveva finito prima degli altri,ottenendo il permesso di uscire:era libera fino alla cena nella Sala Grande.

Magari poteva impiegare quel tempo per cercare i libri che le servivano per una ricerca che avrebbe dovuto consegnare entro martedì al professore di Cura delle Creature Magiche.

Stava camminando per i corridoi diretta in biblioteca quando aveva sentito qualcosa afferrarle il polso.

Si era voltata e aveva visto Daniel,il classico sorriso che ormai conosceva anche troppo bene,gli occhi fissi sul suo volto.

Prima che potesse tentare di liberare il polso o riuscisse a dire qualcosa,Daniel aveva iniziato a camminare verso il lato opposto del corridoio,quasi trascinandola con sè.

-Ehi!-

-Shh!-la rimproverò lui.

Le lezioni erano ancora in pieno svolgimento,le sarebbe bastato un'urlo per far uscire tutti dalle aule e far scappare Daniel...Magari in quel modo James e Ronald avrebbero capito che tipo era veramente il loro "amico"!

Ma rimase in silenzio e si lasciò guidare verso una serie di porte,finchè Daniel non ne aprì una e la fece entrare.

Era la vecchia aula di Difesa contro le Arti Oscure,quella che un tempo avevano usato i suoi genitori e che era stata giudicata pericolante quasi un'anno prima e che presto sarebbe stata rimessa a nuovo.

-Stai cercando di uccidermi?-gli chiese restando vicino alla porta.

Daniel alzò un sopracciglio,sempre fissandola.

-Le pareti di questa aula si rompono con niente,è per questo che mi hai portata qui?-domandò ancora.

Un sorriso leggero apparve sul viso del ragazzo.

-Ti avrei gettata direttamente nel Lago Nero se volevo liberarmi di te,non trovi?-le chiese poi.

Lily scosse la testa.

-Troppa fatica per un signorino come te!-lo provocò lei.

Si guardarono e di nuovo il sorriso tornò sul viso di Daniel.

Non aveva mai notato le fossette che si aprivano agli angoli della bocca quando sorrideva.

-Tu sei sempre così acida oppure è un trattamento che riservi soltanto a me?-le chiese.

Questa volta fu Lily a sorridere;non era la prima volta che le facevano notare quella particolarità del suo carattere,ma mai con quel tono:sembrava quasi che a Daniel piacesse quel lato del suo carattere che indisponeva tutti gli altri.

-Diciamo che riservo il meglio per te-disse cercando di restare il piu' seria possibile.

La risata del ragazzo risuonò allegra per l'aula,mostrando i denti bianchi e perfetti.

-Lo immaginavo-commentò.

Lily lo vide avvicinarsi di piu',sentì piu' forte l'odore del suo profumo e,inconsciamente,lo respirò a pieni polmoni,quasi inebriandosi di quella fragranza.

Ricordava quell'aroma...

Era diverso dalla colonia che usavano i suoi fratelli.

Era piu' forte,piu' maschile e selvaggia,quasi volesse dare a tutti l'impressione che Daniel fosse già un'uomo e non piu' un ragazzo.

Ricordò quella sera di mesi prima,quando tornata nel suo dormitorio aveva trovato quell'odore su di sè,sulla maglietta a maniche corte che aveva indosso.

Per giorni l'aveva nascosta sotto il resto dei vestiti,respirando quella fragranza ogni qualvolta che la sua memoria la dimenticava,facendo tornare a galla tutti i ricordi.

Poi con lo svanire del profumo dal tessuto,aveva lasciato andare anche il ricordo di quella sera: doveva dimenticare,prima di finire bruciata.

Con quella nuova consapevolezza,tornò a fissare gli occhi di Daniel che non l'avevano abbandonata neanche un'istante e restò in attesa:sapeva che prima o poi avrebbe saputo perchè erano lì.

Infatti non dovette aspettare molto prima che lui alzasse una mano e con la punta delle dita le sfiorasse una guancia.

Restò ferma,controllando il respiro e continuando a tenere lo sguardo in quello di Daniel,come se la cosa non l'avesse minimamente toccata.

-Non mi hai risposto l'altra volta-le disse lui facendo scivolare la mano sul suo collo.

Lily dischiuse le labbra e alzò leggermente gli angoli della bocca verso l'alto.

-Mi sembrava di averlo fatto-disse mantenendo ferma la voce.

I polpastrelli le accarezzarono la linea del collo e la gola,mentre la distanza fra loro diminuiva sempre di piu'.

-Allora cambiamo domanda...Hai pensato a me?-le chiese con voce leggermente piu' bassa.

-E tu?Quanti notti insonni hai passato pensando a me?-domandò fissando gli occhi in quelli di Daniel.

Lo sentì ridere leggermente e quel suono,così flebile,la indispettì:era così strano che qualcuno perdesse il sonno pensando a lei?

O forse per lui era "normale",abitudinario quello che era successo fra loro da non dedicargli neanche un pensiero piu' del necessario.

-Già,che stupida-disse subito dopo.

Le sopracciglia di Daniel si aggrottarono a quelle parole.

-Che domanda idiota ho fatto!-

Mise una mano sul petto del ragazzo e spinse leggermente riuscendo a liberarsi dalla sua presenza e ad allontanarsi di qualche passo.

Gli voltò le spalle e per qualche secondo restarono in silenzio.

Che accidenti ci faceva in quell'aula?

Lei doveva essere in biblioteca!Avrebbe dovuto studiare se non voleva prendere un brutto voto e sentire le ramanzine dei suoi fratelli.

Si girò e vide che per tutto il tempo Daniel aveva tenuto gli occhi su di lei,in attesa.

-Devo andare...-disse con voce pratica.

In pochi passi fu vicino alla porta e l'aprì,ma prima che potesse uscire,una mano di Daniel la richiuse rumorosamente,facendo cadere un pò di calcinaccio grigio intorno a loro.

-Perchè fai così?-le chiese guardando i suoi occhi.

-Mi preoccupo della mia carriera scolastica?E' un comportamento normale e da persona adulta,anzi credo che dovresti iniziare a farlo anche tu-gli consigliò aggirando la sua domanda.

-I miei voti sono a posto,non ho bisogno del tuo aiuto,grazie!

Perchè stai scappando?-

Ancora quella domanda...Se glielo avesse chiesto un'altra volta,si sarebbe messa ad urlare.

-Sei tu che mi hai portata qui dentro,ora se permetti voglio tornare ai miei impegni-gli fece notare fissando dura il suo sguardo.

-Perchè fai così?Possibile che cambi atteggiamento da un momento all'altro?-

-Sì,sono fatta così...Fossi in te mi starei lontano-gli suggerì.

Gli occhi di Daniel si assottigliarono,ancora sul suo volto e la linea della sua bocca si indurì.

-Smettila di far finta che non sia successo-le disse.

-E' successo qualcosa fra noi?-lo provocò Lily per nulla spaventata.

Un sorriso aleggiò sulle labbra tese del ragazzo.

-Non mi freghi Lily Potter-l'avvertì lui.

Aveva voglia di prenderlo a schiaffi,di togliergli quell'aria saputa dalla faccia,come se fosse capace di leggerle dentro e capire ogni sua piu' piccola emozione.

-E tu smettila di giocare con me-

Il suono dell'ultima campana arrivò fino a loro,spezzando l'aria tesa che si era creata fra loro, impedendo a Daniel di ribattere,di provare a dire qualsiasi cosa.

-Posso andare adesso?-gli chiese ancora lei.

Daniel afferrò la maniglia e le aprì la porta senza parlare.

Un'ultimo sguardo fu tutto quello che gli concesse prima di uscire nel corridoio.

 

 

Non riusciva a dimenticarla.

Nonostante i continui tentativi,i mantra che somigliavano tanto a lavaggi del cervello non riusciva a dimenticare Rebecca.

Perchè l'unica ragazza da cui fosse mai stato veramente attratto doveva essere interessata a James?

Gli era sembrato di camminare sulle nuvole quando si erano seduti a parlare sulle gradinate,subito dopo gli allenamenti di Quidditch;lei aveva anche sorriso quando le aveva dato la sua felpa...Se non era interessata a lui perchè si era illuminata in quel modo?

Era certo di averla scorta un paio di volte con il naso nel collo della felpa,annusandone il profumo.

Rebecca non aveva fatto il minimo gesto d'impazienza,non l'aveva vista guardare l'uscita verso lo spogliatoio neanche una volta,aveva tenuto sempre lo sguardo sul suo volto...

Man mano che la conversazione era andata avanti,però,aveva capito che non era andata a quell'allenamento per lui.

Proprio come aveva pensato all'inizio,abbandonando poi quei pensieri lasciandosi confondere dall'ottimismo di Rose e James.

Ma così non aveva fatto altro che mentire a sè stesso.

Quando finalmente era riuscito a liberarsi,a rifugiarsi nello spogliatoio,vi aveva trovato Rose e Jim che commentavano la serata,sicuri che Rebecca fosse pazza di lui.

Poveri idioti...Possibile che fossero così ciechi?

Eppure lo sguardo di sorpresa che aveva visto nei loro occhi quando aveva rivelato loro che Rebecca era interessata a James era reale,non stavano fingendo.

Credevano veramente,allora,che quella bellissima ragazza potesse provare qualcosa per lui?

Certe volte l'affetto ti fa perdere il senso delle proporzioni.

Perchè Rebecca era stata tanto crudele con lui?Perchè lo aveva preso in giro in quel modo?

Non sarebbe stato piu' semplice e veloce dirgli che era interessata a James?

Perso in quei pensieri camminava per il corridoio senza meta,e all'improvviso si sentì tirare il mantello.

Si voltò e vide James.

Da quando era successo tutto quel casino si stava comportando male con suo fratello,lo sapeva, ma non poteva farci niente.

Era piu' forte di lui.

-Vuoi passare il resto della vita ad evitarmi?-gli chiese Jim fissandolo.

Ronald accennò un sorriso e si passò la mano libera dai libri fra i capelli.

-Scusami.Lo so che ti sto trattando...-disse non trovando le parole adatte.

-Come un'appestato?-chiese scherzando l'altro.

Ronald sorrise di piu' e annuì abbassando leggermente la testa.

-Ronnie,perchè non combatti?

Se anche fosse come dici tu perchè non cerchi di farla innamorare di te?-gli chiese James.

Ronald sbuffò leggermente e alzò le spalle.

-E' facile per te parlare...Hai tutte le ragazze della scuola ai tuoi piedi!-

-Ma sono single,quindi come vedi essere tanto popolare non cambia niente,quindi se ti piace fatti avanti.

Corteggiala,fatti notare da lei,falle capire che sei meglio di me-gli fece notare.

Era possibile?

Rialzò la testa e puntando lo sguardo oltre le spalle di James,vide una figura avanzare fra la folla e fermarsi quando intercettò il suo sguardo.

Rebecca.

La vide sistemarsi i capelli dietro le orecchie e controllare che la sua divisa fosse in ordine.

No,decisamente non era possibile.

-Rebecca sta venendo qui-disse fissando il fratello.

James lo fissò incerto.

-Sarà meglio che scompaia prima che arrivi...-disse ancora Ronald.

-Resta qui e parlale-disse a voce piu' bassa James.

Lui scosse la testa e si voltò allontanandosi in fretta fra la folla.

Poteva anche rassegnarsi all'idea che lei non sarebbe mai stata sua,ma non era così masochista dal vederla mentre faceva gli occhi dolci a James.

 

 

 

Tutti ad Hogwarts,studenti e professori,era capace di riconoscere i quattro fratelli Potter da una caratteristica principale,una che spiccava piu' di tutte le altre nel carattere.

James era il piu' caparbio,il piu' carismatico ma gran parte delle ragazze erano convinte che la sua qualità predominante fosse la bellezza.

Ronald era il piu' simpatico,sempre pronto a risollevare il morale della sua Casa dopo una sconfitta ed il primo ad essere invitato ad una festa perchè altrimenti nessuno si sarebbe divertito.

Lily era la più testarda,la più orgogliosa,capace di passare notti intere sui libri per studiare senza dover chiedere l'aiuto dei suoi fratelli,per dimostrare a sè stessa e agli altri che poteva farcela,che non "dormiva sugli allori" soltanto perchè il suo cognome era Potter.

Ed infine c'era Albus,il piu' intelligente.

Non aveva mai dimostrato difficoltà durante tutti gli anni di studio,riuscendo ad ottenere sempre il massimo dei voti con il minimo sforzo.

Era come se l'intelligenza dei suoi genitori si fosse fusa dando origine a quel talento che tutti giudicavano incredibile.

Ma nonostante le parole dei suoi professori,Al credeva che la sua fosse solo fortuna:tante volte quando vedeva Ronnie e Jim affannarsi su un compito si sforzava di trattenere una risata per non sembrare irriverente e per non beccarsi qualche incantesimo fastidioso.

L'ultima volta che l'avevano visto ridere di loro,gli avevano fatto crescere due sopracciglia cespugliose che gli impedivano la vista.

Chi l'avrebbe detto che quei due fossero permalosi quanto due ragazze?

Dal terzo anno si era offerto volontario per fare da tutor a qualche studente che aveva problemi e aiutando studenti del suo stesso anno.

Quindi non fu una sorpresa per lui quando la Preside McGranitt gli disse che avrebbe avuto un nuovo studente.

La vera sorpresa fu l'identità dello studente.

Scorpius Hyperion Malfoy,il figlio del suo professore di Pozioni.

Ma come era possibile una cosa del genere?

-Ma Preside,io lo conosco,so che i suoi voti sono quanto di meglio si possa chiedere.

Perchè ha bisogno di aiuto?-aveva chiesto alla donna senza nascondere la sua sorpresa.

La Preside aveva leggermente abbassato gli occhiali sul naso e l'aveva fissato,poi gli aveva risposto.

-Signor Potter,lei conosce il Professor Malfoy?-gli aveva domandato lei.

Al aveva annuito.

-Ecco,è una persona molto esigente.

Non si accontenta di "ottimi" voti,vuole il massimo.

Per questo suo figlio ha bisogno di lei-gli aveva spiegato.

Così si era visto costretto ad accettare.

La prima lezione si era tenuta in biblioteca,dove avrebbero potuto consultare dei testi di Erbologia per il tema che Scorpius doveva consegnare.

In fondo non era la prima volta che si incontravano lì...

Il Serpeverde era rimasto in silenzio tutto il tempo,non si era mai lamentato,non aveva mai fatto domande e aveva svolto tutte le ricerche che lui gli aveva chiesto.

Alla fine entrambi si erano diretti nei rispettivi dormitori dandosi appuntamento di lì a tre giorni.

Per tre lezioni si era ripetuto lo stesso schema,senza nessuna variazione:al massimo si scambiavano trenta parole in un'intero pomeriggio di studio.

Finchè Scorpius non aveva rotto quello schema.

-Tu sei l'ultimo,vero?-gli chiese.

Al alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e lo fissò per qualche istante,sorpreso che gli avesse parlato:era la prima volta in tutto il pomeriggio.

Gli occhi del ragazzo sembravano scrutarlo,in attesa di una risposta.

Si sistemò meglio sulla sedia e si schiarì la gola.

-Che vuoi dire?-chiese cauto.

-Sei l'ultimo Potter-spiegò il Serpeverde.

Albus scosse la testa.

-Sono l'ultimo maschio,poi ci sono Lily ed Hermione-gli disse.

Scorpius annuì leggermente.

-Siete una carovana...Non vi date fastidio a vicenda?-gli domandò ancora.

Non riuscì a trattenere un sorriso che gli incurvò gli angoli della bocca,ma poi si ricordò con chi aveva a che fare e lo fece sparire.

-Certe volte sì.

Ci sono momenti in cui vorrei strozzare Lily o litigo con Emy perchè prende le mie cose senza chiedermelo,ma il piu' delle volte la situazione è tranquilla-disse sincero.

Si fissarono per qualche istante in silenzio,poi Al decise di tentare:nel peggiore dei casi,l'altro si sarebbe rifiutato di rispondere.

-Per te invece deve essere facile...-disse.

Scorpius lo fissò,le sopracciglia leggermente corrucciate.

-Voglio dire...Essere da solo e non dover mai litigare con nessuno per il bagno-scherzò ancora il Grifondoro.

-E' un vantaggio che si perde vivendo gran parte dell'anno con cinque ragazzi-gli fece notare.

Al annuì:aveva appena fatto una figuraccia!

-Posso chiederti una cosa?So che non siamo in confidenza ma c'è una cosa che non riesco proprio a capire-gli disse non riuscendo a frenare la lingua in tempo.

Scorpius lo fissò e qualche secondo dopo gli fece un cenno affermativo con la testa.

-Perchè lo fai?Voglio dire...hai i voti migliori di tutta la tua Casa e credimi,conosco i voti di quasi tutti.

Perchè queste ripetizioni?-gli chiese ancora.

Lo vide alzare un sopracciglio,divertito dalla sua domanda.

-E' strano che proprio tu mi faccia questa domanda...-rispose.

Albus lo guardò,senza capire il significato di quella frase.

-In fondo anche tu hai un nome famoso da portare avanti-gli spiegò.

Dunque era per quello...Era per mantenere alto il buon nome della famiglia che seguiva quelle ripetizioni.

Si sistemò meglio sulla sedia e alzò le spalle,giocherellando con la penna abbandonata sulla tavola.

-I nostri genitori non hanno mai dato peso a queste cose,sono piu' la zia Hermione e lo zio Ron che ci tengono...L'importante per mio padre è che nessuno di noi venga espulso,per il resto abbiamo la massima libertà-gli confessò.

Scorpius annuì lentamente.

-Per questo possiamo fare ogni bassezza possibile,basta che non ci facciamo scoprire...-scherzò accennando un sorriso,che sparì subito non incontrando la "solidarietà" del biondo.

Improvvisamente l'atmosfera fra loro cambiò,diventando piu' tesa quasi elettrica.

Scorpius prese a fissarlo,gli occhi fissi nei suoi,le labbra chiuse ed i tratti del volto rilassati.

Non aveva mai visto uno sguardo simile:sembrava quasi volergli leggere dentro,scendere fin nel profondo e scoprire tutti i suoi segreti piu' nascosti.

-Cosa c'è?-chiese Al a disagio per quello sguardo.

-Non capisco-disse il biondo con voce bassa.

Era chiaro che non stava parlando di un compito.

-Forse posso darti una mano?-gli domandò lo stesso,cercando di superare quel momento imbarazzante.

Dopo un'ultimo istante,Scorpius sembrò riscuotersi e allontanò lo sguardo dal suo viso.

Scosse la testa e tornò a concentrarsi sui libri che aveva davanti.

Albus lo fissò qualche altro istante,per essere sicuro che la situazione fosse rientrata e poi abbassò a sua volta i suoi occhi sui libri.

Fu solo quando allontanò lo sguardo dal suo volto che il suo cuore riprese a battere normalmente...

 

 

 

Se Ronnie non voleva intervenire,allora l'avrebbe fatto lui!

D'altronde sembrava che la cosa riguardasse entrambi e se nessuno dei due si decideva ad affrontare la situazione,questa si sarebbe trascinata a lungo creando altri problemi e altro attrito fra lui e Ronald.

Quella mattina,dopo la fuga di Ronnie che avrebbe fatto invidia ad un coniglio,James si era accorto dello sguardo confuso e demoralizzato che era apparso sul volto di Rebecca...a quanto pare stava evitando anche lei.

Ok,ci avrebbe pensato lui a sistemare le cose.

Aveva aspettato l'ora di cena,certo di trovarla.

Si era seduto al posto che occupava di solito,accanto a Rose e di fronte a Ronald e da quella postazione aveva avuto modo di vedere Rebecca:per gran parte della cena,aveva lanciato delle occhiate a Ronnie, cercando di intercettare il suo sguardo,ma invano.

Suo fratello doveva sentirsi bruciare la pelle per l'intensità di quegli sguardi,ma non si era mai voltato dalla parte della ragazza.

Avrebbe voluto parlare con Rose dei suoi dubbi e delle sue idee,ma anche lei quella sera era strana,totalmente immersa nei suoi pensieri.

-Va tutto bene?-le domandò attirando la sua attenzione.

Aveva mangiato poco e non aveva partecipato come al solito ai loro discorsi,ma non se ne era accorto fino a quel momento perso com'era dietro ai suoi piani.

La cugina gli sorrise e si affrettò ad annuire.

-Credo di sì...Sto solo aspettando una lettera e tu sai come divento nervosa quando non ho notizie-gli disse con tono rassicurante.

-C'è qualcosa che non va a casa?-le domandò Ronald fra una forchettata e l'altra.

-Non che io sappia-rispose lei,guardandolo per qualche istante.

-Se ci fosse qualcosa me ne parleresti?-le domandò James fissando il suo viso,stranamente preoccupato.

Rose sorrise di nuovo e annuì.

-Saresti il primo a saperlo-

Poi la vide tornare ad immergersi nei suoi pensieri.

Neanche a metà della cena,Ronald si alzò dicendo che doveva finire un compito per Pozioni ed uscì dalla Sala Grande.

Certe volte era proprio un codardo!

Si voltò verso Rebecca e la vide seguire Ronald con lo sguardo;e intercettando  la sua occhiata gli rivolse un sorriso di circostanza.

Come poteva quell'idiota di suo fratello credere che fosse interessata a lui?

Scosse la testa e si alzò:era meglio chiarire quella storia subito.

-Ci vediamo piu' tardi-disse rivolto a Rose.

La ragazza gli rivolse un cenno distratto,così si alzò e fece una decina di passi,fermandosi di fronte a Rebecca:lei alzò lo sguardo,leggermente sorpresa di trovarlo fermo davanti a sè e James non potè trattenere un sorriso benevolo.

In fondo stava facendo di tutto per dimostrare che non era il cattivo della situazione....

-Ciao...Avrei bisogno di parlarti per qualche minuto-le disse cercando di non essere troppo formale.

Incuranti di apparire ficcanaso,gli amici di Rebecca lo fissavano curiosi e attenti,per poter poi riferire tutto quello che avevano sentito e visto.

Dopo qualche attimo di incertezza,James la vide annuire ed alzarsi,ancora leggermente confusa.

Gli si mise al fianco e lo seguì mentre in silenzio uscivano dalla Sala Grande,cercando un posto per parlare tranquillamente senza la paura che orecchie indiscrete ascoltassero.

Presero a camminare in uno dei corridoi vuoti,mantenendo una certa distanza di sicurezza e restando in silenzio,aspettando che fosse l'altro a parlare per primo.

Il ragazzo pensò che forse per Rebecca doveva essere imbarazzante,o almeno strano trovarsi lì con lui,specialmente se i timori di Ronald erano fondati.

Alla fine James capì che toccava a lui affrontare la questione:d'altronde era stato lui a fare l'invito.

-Spero di non averti disturbata...-disse per rompere il ghiaccio.

Rebecca scosse la testa.

-Nessun problema,davvero-lo rassicurò.

James la vide voltarsi leggermente verso di lui e guardarlo per qualche attimo,indecisa se parlare o meno.

-Però se devo essere sincera,non mi aspettavo questa tua mossa...-gli confessò con un leggero imbarazzo nella voce.

Il moro sorrise e annuì.

-Sì,è un pò inaspettato,lo so...ma vorrei parlare con te per cercare di chiarire alcune cose-le disse guardando il suo viso.

Rebecca aggrottò leggermente le sopracciglia e lo guardò perplessa.

-Non capisco...Abbiamo delle questioni in sospeso?-gli domandò.

Poi James la vide diventare rossa tutto d'un tratto.

-Non dirmelo!Ti ho fatto qualche torto e non me ne sono accorta!-esclamò.

James sorrise e si affrettò a scuotere la testa per frenare il fiume di scuse che era uscito dalla bocca della ragazza.

-Rebecca,non c'è niente che non vada,davvero...Non mi hai fatto nessun torto,o almeno io non me ne sono accorto-disse sincero guardandola in viso.

L'espressione della ragazza era sempre piu' confusa.

-Allora se non è per questo...che ci facciamo qui?-gli chiese sinceramente sorpresa.

Era venuto il momento di mettere le carte in tavola.

Si erano fermati nel mezzo del corridoio,uno di fronte a l'altra e si fissavano in viso.

-Ok ascolta,dalla sera degli allenamenti Ronald ha cominciato a trattarmi come un'appestato per colpa di qualcosa che vi siete detti-le spiegò.

-Non vedo come potrei entrarci io in questa storia-rispose Rebecca colpita da quelle parole.

James si passò una mano,leggermente in imbarazzo:non era mai stato bravo ad affrontare quel tipo di argomenti.

Forse era per quella ragione che le sue fidanzate non duravano mai tanto a lungo.

-Ecco lui crede...lui crede che tu...insomma che io ti piaccia-riuscì a dire.

Rebecca spalancò gli occhi a quella frase,neanche James le avesse appena annunciato di essere suo figlio.

-Come?-domandò poi.

James annuì.

-Senti Ronnie mi uccide se sa che ti ho detto una cosa del genere,ma tu gli piaci davvero tanto e sapere che invece eri interessata a me lo ha messo a terra.

Non fa che evitarmi,perchè pensa che sia colpa mia,e da quanto ho capito sta evitando anche te...-tentò.

Rebecca annuì silenziosa.

-Per come la vedo io questa storia è andata avanti anche troppo e siccome non vorrei peggiorare la situazione con mio fratello,ho pensato di parlartene per essere sicuro che non fosse come diceva lui-terminò cercando gli occhi della ragazza per avere una maggiore conferma.

Come risvegliandosi da un sogno,Rebecca annuì con vigore e lo fissò.

-Hai fatto bene a parlarmene...Erano settimane che cercavo di capire che diavolo gli era successo-disse fra sè e sè.

-Quindi tu non...-

Rebecca scosse la testa e gli sorrise leggermente.

-No,assolutamente.

Non fraintendermi:tu sei un ragazzo carino,ma io sono interessata ad un'altro-gli disse sincera.

James sorrise e annuì.

-Vorrei sapere come fa quell'idiota di Ronnie a non accorgersene...-commentò leggermente divertito.

Il sorriso che apparve sul viso della ragazza era il piu' luminoso che avesse visto in tutta la serata.

Ed era nato soltanto dal sentir nominare suo fratello...Possibile che non si rendesse conto di come quella ragazza stravedeva per lui?

Ripresero a camminare,tornando verso la scalinata principale e la vide scuotere la testa.

-A quanto pare non se ne è accorto...Anche se non capisco come ha potuto pensare che io fossi attratta da te.

A te ha detto qualcosa?-disse voltandosi leggermente a guardarlo.

James alzò le spalle,unendo le mani dietro la schiena.

-Dice che lo ha capito dai discorsi che avete fatto quella sera dopo gli allentamenti-le disse.

Rebecca annuì ancora una volta.

-Chissà quanto avrei dovuto aspettare ancora se non fossi venuto tu a parlarmene-si chiese ravviandosi i capelli con le dita.

-Tutto l'anno.Lui non ti avrebbe mai detto niente,aspettando che tu mi chiedessi di uscire-disse abbastanza sicuro delle sue supposizioni.

Fecero qualche passo in silenzio arrivando vicino alla scalinata,alcuni studenti stavano già salendo le scale diretti ai dormitori e molti di loro gli lanciarono un'occhiata distratta che si fece subito piu' attenta;James riconobbe alcuni compagni di Casa e dallo sguardo nei loro occhi capì che la prima cosa che avrebbero fatto arrivati alla Torre sarebbe stato mettere al corrente della novità tutti quelli che non la sapevano ancora.

Ronald avrebbe sicuramente voluto una spiegazione...

Si lasciò andare ad un sospiro pensando a quello che lo aspettava e guardò di nuovo Rebecca che gli rivolse un sorriso timido.

-Non so davvero come ringraziarti per quello che hai fatto-gli disse sincera.

James alzò le spalle.

-L'ho fatto anche un pò per me...Hai già qualche idea?-le domandò curioso.

Rebecca annuì.

-Speriamo solo che mio fratello le capisca...-

 

 

 

-Posso?-

Fred alzò lo sguardo e la vide accanto a sè.

Sembrava un piccolo angelo con quei capelli biondi che le ricadevano sulle spalle e gli occhi neri così profondi da dargli l'impressione di potercisi perdere dentro.

Come al solito gli sorrideva e,come sempre in quelle occasioni,Fred si sentì riscaldare all'istante.

Le fece posto sulla barella su cui era seduto e tornò a poggiare la schiena contro il muro verde mela.

Allison si sedette e poggiò il cappotto dove avrebbe dovuto esserci il cuscino,poi aprì la borsa e ne tirò fuori un sacchetto marrone.

Fred se lo vide cadere sulle ginocchia l'istante dopo;voltandosi a guardarla lei stava ancora chiudendo la borsa.

-Che cos'è?-le domandò mentre le dita pigre aprivano lentamente il sacchetto.

-Ho pensato che forse ti era venuta fame,così ti ho portato qualcosa da mangiare...E' il tuo preferito-gli disse voltandosi a guardarlo.

Fred alzò un sopracciglio e sentì le labbra piegarsi in un sorriso.

-Il mio preferito?Mi conosci così bene da sapere già i miei gusti?-le domandò cercando di mostrarsi scettico.

Allison alzò le spalle e sospirò.

-Che vuoi farci...Quando vivi a stretto contatto con una persona per quasi un mese finisce che impari su di lui piu' cose di quanto vorresti.

Anche se questa persona ha i gusti di un gorilla...-gli disse con tono quasi rassegnato.

Fred alzò entrambe le sopracciglia e atteggiò il viso in un'espressione scandalizzata che fece ridere Allison.

-Io avrei gusti di un gorilla?E da quando?-le chiese.

-Da quando il tuo unico pasto sono maccheroni con il formaggio e hot dog...-rispose lei tenendogli testa.

-Senti chi parla Miss Vivo-Solo-di-Cereali-e-Barrette-Proteiche!-la prese in giro il ragazzo.

Questa volta fu lei a scandalizzarsi,facendo ridere Fred quasi fino alle lacrime.

-Sai che ti dico?Visto che non sembri apprezzarmi mi riprendo il mio sandwich!-gli disse stringendo le dita attorno alla carta marrone del sacchetto.

Fred scosse la testa e le strinse delicatamente il polso con una mano.

-Scusami,scusami...Non volevo dire quello che ho detto,ti chiedo scusa in ginocchio,ma non riprenderti il sandwich-disse incontrando i suoi occhi.

Allison sorrise leggermente e,dopo qualche istante,allontanò la mano dal sacchetto sentendo svanire la pressione delle dita di Fred.

Il ragazzo tirò fuori il sandwich dalla busta e lo strinse fra le due mani:burro d'arachidi e miele.

Era davvero il suo preferito.

Annusò per pochi secondi il profumo per poi dare il primo morso.

Allison accanto a lui teneva lo sguardo fisso davanti a sè e,occasionalmente,salutava qualche infermiera o medico che passava di lì.

-Conosci proprio tutti?-le domandò Fred fra un boccone e l'altro.

Lei annuì.

-E' il vantaggio di avere un padre vice-primario dell'ospedale.

Quasi tutti in questo ospedale mi hanno vista nascere e crescere...-gli spiegò con un sorriso affettuoso.

Fred la guardò e si chiese se c'era qualcuno di piu' dolce di lei:sembrava incapace di cattivi sentimenti o cattivi pensieri,o almeno da quando la conosceva gli aveva dato quell'impressione.

Allison si riscosse e gli sorrise,chiudendo leggermente gli occhi e lui si ritrovò a ricambiare quel sorriso.

-Oggi è un giorno buono?-gli domandò delicatamente come era nella sua natura.

Fred sorrise ancora una volta:aveva un modo tutto suo di chiedergli come stesse sua madre.

Non gli faceva mai domande dirette,per evitare di sembrare troppo rude o "crudele", preferiva fargli quella domanda,neanche gli stesse parlando del tempo.

-Da quando mio padre è tornato sono tutti giorni buoni-le disse finendo il panino.

Allison annuì:se ne era accorta anche lei.

-Papà dice che se continua così può tornare a casa presto-disse guardandolo.

Fred sospirò.

-Speriamo-disse semplicemente.

Allison aveva cercato i suoi occhi e quando i loro sguardi si erano fusi,gli aveva sorriso amabilmente,posando una mano sul suo polso destro.

-Andrà bene-disse con voce calma e sicura.

Senza pensarci,Fred aveva fatto scivolare il polso destro sotto la mano di Allison,fino a che non aveva incontrato le sue dita e le aveva intrecciate con le proprie.

Voleva tanto crederle...

Aveva bisogno di crederle.

 

 

 

Ormai contava i giorni.

Ogni sera mentre erano al telefono,giocava con il biglietto aereo,cercando in quel modo di resistere alla tentazione di dirle che sarebbe andato da lei il giorno stesso in cui iniziavano le vacanze autunnali.

Ma voleva fosse una sorpresa.

Voleva vedere la sua espressione sorpresa quando lo avesse visto lì,a pochi metri di distanza da lei.

Ora piu' che mai,Alice aveva bisogno di lui.

Quella sera aveva fatto come lei gli aveva chiesto:aveva imperturbato il proprio letto,chiudendo le tende del baldacchino e creando una barriera fra lui ed il resto del dormitorio,aspettando la sua telefonata.

Per tutto il giorno si era chiesto cosa Alice avesse in mente:la loro relazione non era "candida",ma non la poteva neanche paragonare a quelle che aveva avuto in passato.

Non si era mai fatto scrupoli con le altre ragazze,neanche con le vergini,ma quando lui ed Alice avevano iniziato a frequentarsi era stato chiaro che per lei era ancora presto per affrontare l'argomento sesso,e stranamente Luke non aveva sentito nessun fastidio,nessuna ansia nel dover rispettare quel bisogno.

I primi mesi non c'era stato il minimo accenno fra di loro,neanche una carezza piu' audace del solito, accontentandosi di baci "casti" e del solo contatto con la sua pelle coperta dai vestiti.

Fino a quella notte nella Torre di Astronomia.

Si erano incontrati per guardare le stelle,per stare qualche ora insieme senza doversi preoccupare di come potevano essere interpretate le loro occhiate fugaci.

Avevano sistemato i cuscini sul pavimento di fronte alle finestre,per godere di una visuale migliore e Luke l'aveva fatta sedere facendole poggiare la schiena al suo torace.

Per una mezz'ora le aveva mostrato le costellazioni e le stelle che piu' preferiva,stretto a lei, respirando il suo profumo misto all'odore della sua pelle,sperando che il momento di separarsi arrivasse il piu' tardi possibile.

-Qual'è la nostra stella?-gli aveva chiesto ad un tratto Alice voltando leggermente la testa verso di lui per incontrare il suo sguardo.

Lui aveva sorriso ed era tornato a guardare la finestra,scrutando la volta celeste.

-Li vedi quell'insieme di puntini?-le aveva detto tendendo il braccio davanti a sè ed indicandole qualcosa con un dito.

Alice aveva socchiuso gli occhi cercando quello che lui le aveva indicato.

-Quella è Cassiopea-le aveva sussurrato ad un'orecchio.

Lei si era voltata ancora una volta verso di lui ed aveva sorriso.

-Mi piace il nome-aveva detto.

-Era una regina e non mi ricordo per quale motivo fece arrabbiare gli dei,che per punirla la trasformarono in una stella,seduta su un trono a testa in giù per l'eternità-le aveva raccontato.

-Che crudeltà-aveva commentato la ragazza.

Lui aveva sorriso leggermente.

-Ma del resto che potevo aspettarmi da un Serpeverde come te?-aveva detto fissandolo con gli occhi luccicanti.

Luke aveva sorriso e aveva avvicinato le labbra al suo viso,posandole un bacio sulla fronte,scendendo sulla punta del naso e infine sulle labbra,incontrando subito la risposta di Alice.

Le braccia della ragazza erano salite a stringergli il collo,facendo perdere le dita fra i suoi ricci mentre sotto le sue,le labbra di Alice si erano dischiuse.

L'aveva stretta piu' vicino,sentendola mentre si muoveva fra le sue braccia per voltarsi;la punta della lingua gli aveva sfiorato il labbro inferiore,preceduto subito dopo da un piccolo morso timido.

Non era mai successo prima.

Aveva risposto al bacio nonostante il "bravo ragazzo" che era in lui gli diceva di fermarsi,di staccarsi prima che le cose diventassero ingestibili.

Si era allontanato soltanto quando si era trovato con il fiato corto,facendo scivolare le labbra sul collo di Alice,alternando baci a morsi che per qualche strana ragione le facevano il solletico e la facevano ridere.

Ancora fra le sue braccia,Alice lo aveva fatto sdraiare sui cuscini ed aveva ripreso a baciarlo.

-Alice...Alice aspetta-aveva cercato di fermarla a quel punto.

-Non respingermi...-aveva detto lei in un sussurro,tornando a rannicchiarsi fra le sue braccia,baciandogli il collo.

A distanza di mesi,Luke ricordava ancora i loro sospiri nel silenzio della stanza,le mani di Alice che veloci e timide gli accarezzavano la schiena cercando di convincerlo a togliersi la maglietta che usava come pigiama,le sue labbra rosse per i troppi baci...

Era stato sul punto di comportarsi da vero Serpeverde e di prendersi quello che voleva,dimenticandosi di lei.

Ma era riuscito a fermarsi...Anche se le volte successive era stato sempre piu'difficile.

Non l'aveva mai vista nuda,il massimo che si erano concessi era stato restare entrambi senza maglietta;non si era mai fatto toccare da lei,anche se c'erano stati momenti in cui non desiderava altro che il suo tocco per alleviare quel piacere che sconfinava spesso nel dolore.

Doveva aspettare...

Quindi quella sera non aveva la minima idea di cosa aspettarsi:Alice era l'unica che riuscisse a sorprenderlo,e ci voleva molto per sorprendere un Serpeverde.

Aveva aspettato,e aspettato,e aspettato...finchè non si era addormentato con il cellulare poco distante dall'orecchio sinistro e la sensazione di essere stato preso in giro.

Era stato nervoso per tutto il giorno,cercando un motivo per cui lei non lo avesse chiamato, giungendo all'ovvia conseguenza:era occupata con quel Justin!

Talmente occupata da dimenticarsi di lui.

Il nervosismo aveva lasciato il posto alla rabbia,rabbia che era immediatamente sparita quando aveva scoperto il motivo del suo silenzio.

Quando l'aveva sentita in lacrime,avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di farla felice,era stato sul punto di dirle del suo prossimo viaggio...soltanto perchè non fosse piu' triste.

Ma quella era qualcosa che lui non poteva guarire,almeno non completamente e non con quell'immensa distanza che si frapponeva fra loro.

Per questo non vedeva l'ora che passassero quegli ultimi giorni,di fare quel viaggio.

Avrebbe fatto di tutto pur di dimostrarle il suo amore...

 

 

-Che succede?-

Gli occhi offuscati,Rose si voltò e lo vide in piedi accanto a sè,un'ombra che oscurava la luce del sole.

Tirò su con il naso e si asciugò gli occhi,mentre lui si sedeva alla sua sinistra.

-Ehi...stai bene?-le domandò ancora preoccupato.

Rose sogghignò a quella domanda.

Stava bene?Fino a dieci minuti prima stava benissimo,era un giorno come gli altri.

Poi era arrivata la lettera,quella che aspettava tanto ed era stato come se tutto il suo mondo crollasse intorno a lei.

Come aveva potuto fare una cosa del genere?si chiese per l'ennesima volta.

Era suo padre!

L'uomo che amava e stimava piu' di tutti gli altri...ed invece era uguale ad ogni altro uomo sulla terra!

Le lacrime ripresero a scendere a quel pensiero,accompagnate da un singhiozzo acuto che sembrò mozzarle il fiato.

-Rose!Rose,ti prego,guardami...-lo sentì.

Una mano si posò sulla sua spalla e si strinse,cercando di farla voltare verso di lui.

Incurante dell'aspetto che aveva in quel momento,si voltò a guardarlo e vide lo sguardo preoccupato sul volto di James:era davvero in ansia per lei.

Chissà cosa gli stava passando per la mente in quel momento...

-Oh Jim...-disse poggiando la testa sulla sua spalla e ricominciando a piangere.

James l'avvicinò a sè posandole un braccio sulle spalle,mentre l'altro le accarezzava un braccio.

-Rosie se scopro che stai così male per un brutto voto giuro che mi arrabbio sul serio!-tentò di scherzare il ragazzo con voce piu' dolce,sperando di essere piu' convincente.

Rose tirò su con il naso ancora una volta e alzò leggermente il viso verso il suo,nonostante fosse ancora mezzo nascosta nell'incavo della spalla del ragazzo.

-Ho ricevuto una lettera da tua madre-iniziò con la voce piena di lacrime.

James corrugò le sopracciglia,sorpreso.

-Mia madre?-le domandò infatti.

-Le ho scritto perchè avevo il dubbio che ci fossero problemi...fra i miei genitori.

Tua madre mi dice sempre la verità-gli disse lentamente.

James annuì,un semplice cenno per farla andare avanti.

Il labbro inferiore di Rose tremò ed una lacrima solitaria scese lungo la guancia sinistra.

Per farle coraggio,James strinse piu' forte la presa sulle sue spalle e le accarezzò un braccio.

-Mio...Mio padre aspetta un figlio da un'altra donna-disse la ragazza rifuggendo il suo sguardo.

James spalancò gli occhi e scosse la testa.

-E' impossibile...Mia madre deve essersi sbagliata,non può essere una cosa del genere!-disse subito sconvolto.

Rose scosse la testa,ancora sulla spalla di James,bagnandola ancora di piu' con le sue lacrime.

-No,mi ha detto la verità.

Mia madre lo ha mandato via di casa e ora lui vive con questa donna...

Come può aver fatto una cosa del genere a me,a mia madre,a Hugo!-disse alzando leggermente la voce.

-Si sistemerà tutto-la tranquillizzò il ragazzo con voce sicura,nonostante fosse ancora scioccato dalla notizia.

-Come fai ad esserne così certo?Il loro matrimonio è finito,mia madre non gli parla neanche più!

Non si può tornare insieme con queste premesse-disse Rose convinta.

James le fece alzare lo sguardo e le sorrise rassicurante.

-Dimentichi chi sono i nostri genitori...Per loro la parola impossibile non esiste,specialmente se mia madre ci mette lo zampino-disse con un sorriso leggermente divertito.

Rose restò in silenzio e fissò i suoi occhi,cercando un'ennesima conferma alle sue parole.

-Andrà tutto bene...Ci sono io con te-le disse ancora James con voce calma e seria.

Fu in quel momento confuso,fissando gli occhi sicuri e sinceri di James, che Rose capì che qualcosa era irrimediabilmente cambiato fra loro.

-Abbracciami-gli disse con un filo di voce.

James sorrise e la strinse a sè,facendole poggiare la testa sul maglione e posando entrambe le mani sulla sua schiena,coprendo entrambi con il mantello,salendo poi ad accarezzarle i riccioli castani.

Le dita di Rose si serrarono sul davanti del maglione mentre chiudeva gli occhi,lasciandosi proteggere neanche fosse di nuovo una bambina spaventata.

Non era sola...James era con lei.

 

Salve a tutti!!!

Molte cose stanno cambiando,in preparazione a quella che io chiamo " l'esplosione",quando molti dei rapporti si consolideranno o cambieranno definitivamente.

Per tutti quelli che erano curiosi riguardo Cassiopea,lei era la moglie di Cerfeo,regina d'Etiopia. Era bellissima,ma un giorno ebbe la malaugurata idea di definirsi + bella delle Nereidi,le figli di Nereo.Una delle Nereidi era la moglie di Nettuno e chiese al marito di punirla x la sua insolenza,così Nettuno mandò un mostro sulle coste marittime dell'Etiopia x saccheggiarle. Per chiedere perdono,Cassiopea e Cerfeo incatenarono la figlia Andromeda ad uno scoglio,ma qst fu salvata da Perseo,vanificando i loro sforzi.

Per questo Cassiopea fu costretta a girare in eterno attorno al polo celeste,ritrovandosi x questo a testa in giù.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di battitura ed ortografia.

Il titolo del capitolo è tratto da una canzone omonima dei The Monkees.

Ed ora i ringraziamenti:Sarina87(Non preoccuparti,ho già un'idea anche x quello!Già ti fa sognare veramente...Vedrai nei prossimi capitoli!),WingsHP(Nn lo sai che gli uomini interessanti sn sempre impegnati?Ancora nn avevo parlato di loro ed era giusto dargli la giusta visibilità,ma torneranno anche nei prossimi capitoli ...),Tonks'17(Grazie x i complimenti!Era da un pò che nn vedevano un'incontro fra fratelli,quindi era venuto il momento di rimediare),JC(Hai ragione:me ne ero accorta anche io e credevo di aver messo in ordine ql pezzo ma evidentemente qlcs deve essermi sfuggito.P.S.Sai che tengo molto in considerazione le vostre recensioni:è successo già in "Io e te x sempre?",quando avete iniziato a dirmi che stava diventando noiosa ed allora Ginny ha avuto l'incidente),Gioia_in_blu(Grazie x la fiducia e l'appoggio!Parlando di Albus:te lo aspettavi questo "colpo di scena",anche se sl accennato?),Streghetta'86(Sono assolutamente d'accordo con te!Nn posso fare spoiler,ma x qnt riguarda Luna resta in ascolto e fidati...),Finleyna4ever(Grazie x i complimenti!Tranquilla nn sono così sadica!),Isina4everyoung(Per come la vedo io,forse tr romanticamente,Luna è il suo Sole.Può il Sole oscurarsi?Diciamo che Ronald ha fatto un collage di tutte le parole che Rebecca gli ha detto e le ha unite insieme,tirando fuori qllo ke aveva + paura di sentire),CharmedAlis(Benvenuta!Tranquilla,fra me e Ginny abbiamo abbastanza idee x rimettere a posto la situazione...),Dado(Grazie x i complimenti!Rimettiti presto!Un bacio a Rosie e ad Ellie).

Bene,come al solito,il piccolo spoiler...

Era stato facile.

Aveva soltanto dovuto mettere insieme i pezzi per capire...

 

Io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"The sun will come out"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** The sun will come out ***


the sun will came out

 

 

Era stato facile capire.
Aveva solo dovuto mettere insieme i pezzi:l'inaspettata magrezza di suo fratello,i suoi capelli corti come non li vedeva da più di vent'anni,il suo scatto di nervi e la reticenza di Justin nello spiegare al resto della famiglia cosa stava succedendo.
Erano schizzati via neanche fossero inseguiti da qualcuno,lasciandoli con una rassicurazione e la promessa di chiamarli non appena scesi dall'aereo.
Promessa che ovviamente non avevano mantenuto.
Per tutto il tempo,Ron aveva continuato a pensare a suo fratello,all'unica altra volta che lo aveva visto così disperato.
Nessun'altro aveva colto le analogie perchè quella volta lui era stato il solo spettatore a quella scena,soltanto lui poteva aver capito che dietro quella paura si nascondeva qualcosa di importante.
Perchè era questo che si nascondeva dietro il suo scatto d'ira:disperazione;paura per qualcosa che fino a quel momento aveva avuto sotto controllo e che improvvisamente non riusciva più a gestire.
L'unica volta che lo aveva visto in quello stato era stato la vigilia delle nozze fra Luna e Neville, quando si era reso conto che tutto era finito,che lei non sarebbe più tornata indietro.
Ora era sicuro che,ancora una volta,il motivo scatenante era sempre lei.
Non aveva preso in considerazione neanche per un'istante la possibilità che fra loro ci fossero dei problemi:loro erano fatti per stare insieme,erano uno la parte mancante dell'altra.
Quindi doveva essere successo qualcosa.
Aveva provato a chiamare il cellulare di George,ma ogni volta rispondeva la voce registrata della segreteria pregandolo di lasciare un messaggio.
Sarebbe stato inutile...
C'era una sola persona a cui poteva rivolgersi:Seamus.
Lo aveva messo sotto interrogatorio e alla fine era riuscito a sapere la verità:aveva scoperto del cancro e di tutte le cure che Luna aveva sostenuto fin dagli inizi di settembre e gli aveva spiegato cosa aveva scatenato la rabbia di George pochi giorni prima.
-Ovviamente io non ti ho detto una parola-aveva concluso Seamus prima di attaccare.
Perchè George aveva deciso di escluderli da una cosa così importante?
Non avevano anche loro il diritto di sapere,di supportarli?
Doveva vederci chiaro in quella faccenda.
Lo stesso giorno che aveva scoperto la verità aveva prenotato un volo per New York e,da lì sarebbe partito per Seattle:doveva parlare con George,fargli vedere che ancora una volta era lì se aveva bisogno di lui e inoltre voleva sapere come stavano i ragazzi,neanche per loro doveva essere un'esperienza facile.
Cassie lo aveva aiutato a preparare la valigia ed era sembrata riluttante all'idea di quella separazione.
-Sta tranquilla torno presto-l'aveva rassicurata dandole un'ultimo bacio.
Lei aveva annuito e aveva sciolto il loro abbraccio.
-Non preoccuparti per noi...Staremo bene-gli aveva detto facendogli un sorriso.
Ron aveva annuito ed l'aveva salutata un'ultima volta prima di smaterializzarsi all'aereoporto.
Le ore del volo erano passate velocemente,guardando un film offerto dalla compagnia aerea e poi dormendo finchè non era arrivato a New York.
Dai vetri del secondo aereo si era accorto che era l'alba,sarebbe arrivato a Seattle nella tarda mattinata.
La cosa che lo preoccupava di più era la reazione di suo fratello:imprevedibile com'era poteva essere felice del suo arrivo o arrabbiarsi perchè il suo segreto era stato scoperto.
Era meglio tenere la bacchetta a portata di mano?
Ma che andava a pensare!Era suo fratello e per di più sarebbero stati in un'ospedale babbano, quindi era meglio evitare qualsiasi problema.
Un taxi lo aveva portato dall'aereoporto al Saint Margaret Hospital ed ora era lì,al banco informazioni,ad aspettare la risposta dell'infermiera.
-Weasley ha detto?-chiese ancora la donna guardandolo di sfuggita.
Ron annuì.
-Non mi risulta-gli disse alzando lo sguardo su di lui e facendogli velocemente un'esame per assicurarsi che non fosse pericoloso.
-Allora cerchi sotto il nome Lovegood-tentò Ron non lasciandosi intimidire da quello sguardo.
La donna lo guardò perplessa.
-Guardi che non siamo in un'albergo-gli fece notare facendo guizzare lo sguardo sul piccolo trolley che Ron aveva con sè.
-Lo so benissimo,ma le è tanto difficile con...-
-Zio Ron!-
Ron si voltò sentendosi chiamare e sorrise vedendo Edward ed Alice che lo fissavano neanche avessero visto un fantasma.
-Finalmente qualche faccia conosciuta-disse Ron allontanandosi dal banco informazioni e avvicinandosi ai ragazzi.
Alice gli andò incontro e,nonostante la sorpresa ancora dipinta sul volto,lo abbracciò.
-Ehi che accoglienza!Non credevo che voi ragazzi sentiste tanto la mia mancanza-scherzò l'uomo stringendo la nipote.
Edward sorrise,gli si avvicinò e,schivo come al solito,si limitò a posargli una mano sul braccio destro.
Ron gli sorrise ed accarezzò i capelli biondi di Alice,che ancora non accennava a sciogliere l'abbraccio.
-Va tutto bene lumachina?-le domandò abbassando gli occhi sul suo viso.
Alice sorrise e annuì lentamente.
-Adesso va meglio-
-Lo sapevo!-
La voce era arrivata a pochi passi di distanza e voltando leggermente la testa,Ron vide arrivare Fred e Justin: dovevano essere rimasti indietro alla ricerca di parcheggio.
Fred era sorpreso quanto i fratelli,ma visibilmente sollevato che l'uomo fosse lì,Justin invece lo guardava come se non avesse aspettato altro che il suo arrivo.
-Sei stato abbastanza convincente Jus,ma ai tuoi tempi raccontavo balle migliori...-lo prese in giro.
Il ragazzo sorrise e alzò le spalle.
-Ho dovuto inventare sul momento,che ti aspettavi?-
Ron scosse la testa e si sporse in avanti per dare un pugno sulla spalla sinistra di Fred.
-Papà sa del tuo arrivo?-domandò il ragazzo guardando lo zio.
Ron scosse la testa.
-Allora sarà meglio andare su...-disse Edward cominciando a camminare.
Ron lo seguì,un braccio sulle spalle di Alice e l'altra mano stretta attorno alla maniglia del trolley.
Si fermarono davanti all'ascensore in attesa insieme ad altri medici e familiari,cercando di non intralciare con la loro presenza.
-Come credi che la prenderà?-domandò Fred guardando lo zio.
-Per me si arrabbierà-disse Alice.
-Sono d'accordo-si unì Edward.
-Come minimo-concordò Justin.
-Andiamo ragazzi datemi un pò di fiducia-si lamentò Ron.
Le porte metalliche dell'ascensore si aprirono e il gruppo entrò nella cabina,Fred si voltò e schiacciò il tasto 6 sulla pulsantiera,imitato da altre persone;subito dopo le porte si richiusero e la cabina iniziò a salire.
-Proprio perchè ti diamo fiducia pensiamo che si arrabbierà solamente-disse Justin.
Edward rise leggermente e Ron scosse leggermente la testa:stavano disegnando un quadro  veramente nero...
Finalmente le porte dell'ascensore si aprirono sul sesto piano e Ron seguì i ragazzi attraverso il reticolo di corridoi che ormai sapevano riconoscere bene;qualche infermiera rivolse loro un cenno di saluto,lanciandogli subito dopo un'occhiata perplessa.
-In questo ospedale fissano sempre le persone in questo modo?-domandò ai ragazzi sentendosi un pò a disagio.
Alice scosse la testa e Fred rise.
-Sono abituati a vedere soltanto noi,al massimo ci vedono in compagnia di Seamus,Allison o Rupert...Magari hanno pensato che ci vuoi rapire-scherzò Justin.
Ron sorrise.
-Già,è talmente facile rapire un ragazzo di diciannove anni!-commentò facendo ridere i ragazzi.
Erano all'inizio di un lungo corridoio,dove sulla destra si intravedevano quattro porte:quattro camere singole per quattro pazienti.
Di fronte ad ogni porta,sulla parete di sinistra,c'era una finestra grande che cercava di catturare il poco sole che si intravedeva dalle nuvole nere.
Accanto alla finestra centrale,appoggiato alla parete con le braccia conserte strette sul petto, c'era George,lo sguardo fisso sul vetro,anche se Ron era certo che non stesse vedendo nulla del paesaggio.
Sentendo arrivare i figli aveva voltato leggermente la testa verso di loro e tutti lo avevano visto irrigidirsi quando si era accorto di Ron.
Si era staccato dalla parete a cui era appoggiato e aveva lasciato cadere le braccia lungo i fianchi,iniziando a camminare verso di loro.
-Buona fortuna-gli aveva bisbigliato Fred dietro di lui.
Ron aveva sorriso,continuando a tenere lo sguardo fisso sul fratello,poi aveva lasciato la valigia e aveva fatto un paio di passi avanti allontanandosi dai ragazzi.
George si fermò a pochi centimetri da lui,un'espressione seria sul volto.
Ron restò in silenzio,immobile,in attesa di una sua mossa.
-Hai un'aspetto orrendo-gli disse George.
Ron ghignò divertito.
-Senti chi parla!Quand'è stata l'ultima volta che ti sei visto allo specchio?-gli aveva chiesto sfacciato.
A Ron sembrò di avere di fronte l'immagine del fratello come appariva decenni prima:i vestiti strazzonati e disperatamente bisognosi di una stirata,la barba rossiccia di alcuni giorni che aveva iniziato a coprirgli le guance ed il mento e le occhiaie,nere e profonde come non ricordava di avergli mai visto.
Che incantesimo aveva usato per farle sparire quel giorno che era tornato a Londra?
George si era lasciato andare ad un piccolo sorriso.
-Possibile che dopo tutti questi anni hai ancora l'istinto da crocerossina?-domandò ancora.
-Possibile che dopo tutti questi anni hai ancora l'istinto del coglione?-gli fece il verso l'altro.
Si fissarono in silenzio dopo quella battuta e per un'istante Ron ebbe paura di aver esagerato: magari era troppo presto,doveva giocare ancora un pò,però sapeva che se avesse aspettato troppo George si sarebbe chiuso,precludendogli qualsiasi possibilità di aiuto concreto.
Doveva capire che era lì per lui.
Per lui e per Luna.
Solo quando lo vide fare un passo in avanti capì che aveva fatto la cosa giusta:si ritrovò le braccia di George attorno alle spalle e immediatamente fece lo stesso.
Erano anni che non si abbracciavano,se quello poteva essere definito un'abbraccio.
-Sono felice che tu sia qui...-disse George poggiando per un'istante il mento sulla sua spalla destra.
Ron gli diede una pacca sulla schiena e sorrise.
-Dove devo venire a salvarti la prossima volta?In Alaska?-gli domandò scherzoso e serio allo stesso tempo.
George rise e annuì.
-Lo so,lo so...L'avevo capito che non ti eri bevuto la balla di Justin-
-Sinceramente neanche tu ci avresti creduto se fossi stato in condizioni normali-gli disse sorridendo.
-Guardate che ora mi offendo!-commentò Justin.
-Figliolo non arrabbiarti:tu hai tante qualità e fra queste c'è anche quella di non saper mentire-gli disse subito George.
George diede un'altra pacca sulle spalle di Ron e lo guardò.
-Quanto ti fermi?-gli chiese.
-Devo tornare prima che i ragazzi rientrino da Hogwarts-gli disse.
-Luna sarà felicissima di vederti...Vieni,non vedo l'ora di vedere che faccia farà-disse voltandosi e portando il fratello con sè lungo il corridoio.


Aveva fatto il volo di ritorno con il cuore in gola.
In aereo non è consentito tenere accesi i cellulari,come fa una brutta notizia a raggiungerti mentre sei sospeso in volo?
Se le fosse capitato qualcosa mentre lui era fra le nuvole,con quale coraggio avrebbe guardato i suoi figli,si sarebbe visto riflesso nello specchio?
Piuttosto preferiva morire!
Durante le ore che avevano passato a New York in attesa della coincidenza aveva chiamato Rupert per sapere come andavano le cose e lui l'aveva rassicurato dicendogli che tutto era ancora sotto controllo e che Luna stava dormendo.
Mancava poco...
Aveva cercato di dormire,ma era stato inutile:centinaia di immagini indesiderate e sgradevoli tempestavano la sua mente appena chiudeva gli occhi,quindi dopo l'ennesimo vano tentativo aveva preso a fissare il paesaggio fuori dal piccolo oblò.
Aveva visto il sole sorgere fra le nuvole e si era impresso nella memoria ogni dettaglio per essere più specifico quando l'avrebbe raccontato a Luna,certo che quando sarebbero atterrati non ci sarebbe stata alcuna traccia di quel sole.
Un'altra attesa,le dita che tamburellavano sul ginocchio destro,mentre il taxi li portava all'ospedale ed infine la corsa su per le scale per tutti e sei i piani,incurante dell'ascensore,del taxi e di tutto il resto.
Era arrivato nel corridoio dov'era la sua stanza e aveva trovato Edward addormentato su una sedia,la testa retta malamente dalla mano sinistra,ed Alice poco distante da lui seduta a gambe incrociate per terra che muoveva il collo da destra verso sinistra per sgranchire i muscoli.
Si era voltata nella sua direzione e quando l'aveva visto aveva spalancato gli occhi.
-Papà!-
Si era alzata ed era corsa a rifuggiarsi fra le sue braccia,il viso nascosto contro il suo petto, improvvisamente in lacrime:la sua maschera di combattente era crollata.
-Ho avuto tanta paura...Abbiamo fatto tutto quello che potevamo,ma lei stava male e così abbiamo chiamato Rupert...-singhiozzò.
George la strinse a sè e le accarezzò i capelli,cercando di calmarla:non doveva essere stato facile neanche per loro.
I suoi occhi incontrarono lo sguardo di Edward,ora completamente sveglio e anche lui in piedi, a un passo da lui,neanche avesse visto un fantasma.
-Va tutto bene lumachina...Siete stati bravissimi...Adesso ci penso io-aveva detto guardando suo figlio.
Edward aveva fatto l'ultimo passo che mancava e si era unito al loro abbraccio,posando la testa sul braccio che stringeva Alice.
George aveva poggiato una guancia contro i capelli biondi di Edward e aveva tentato un sorriso.
-Dov'è Fred?-aveva chiesto.
-Giù alla mensa a prendere qualcosa da mangiare...-aveva detto Edward alzando lo sguardo verso di lui.
George aveva rialzato la testa e aveva annuito.
-Perchè non andate a recuperarlo e  non andate a casa?Sarete distrutti dopo una notte in ospedale...Sono sicuro che Seamus è in giro per l'ospedale ad infastidire Rupert,perchè non vi fate dare un passaggio da lui?-aveva scherzato,cercando di rassicurare i figli.
Alice aveva alzato la testa e l'aveva fissato con gli occhi rossi.
-Non possiamo lasciarti solo...-aveva detto.
-Lo sai che a me le magie riescono meglio quando sono solo...E poi voi avete bisogno di una doccia,cominciate a puzzare-
Sia Alice che Edward avevano accennato un sorriso.
George li aveva imitati e aveva posato un bacio sulla testa di entrambi.
-Forza,fate come vi ho detto...-aveva detto poi sciogliendo l'abbraccio.
Dopo qualche istante di esitazione,i ragazzi avevano annuito e si erano allontanati per il corridoio.
Alla fine di questo avevano visto arrivare Justin e George li aveva osservati mentre fermi iniziavano a raccontargli tutto quello che era successo.
I ragazzi sarebbero tornati dopo aver parlato con Seamus o con Rupert,ne era certo,ma ora doveva entrare nella stanza.
Si era avvicinato e aveva posato la mano sulla maniglia,ma prima di abbassarla aveva preso un respiro profondo cercando di calmare i battiti impazziti del cuore.
Solo quando si era sentito sicuro di sè e delle sue reazioni aveva abbassato la maniglia e aperto la porta.
Luna era apparsa nel riquadro della porta,seduta sul letto,con la schiena poggiata contro i cuscini,le coperte che le arrivavano al ventre.
Sentendo aprirsi la porta aveva voltato la testa e non appena lo aveva visto,un sorriso aveva incurvato le sue labbra.
Il tubicino di una bombola d'ossigeno entrava nelle sue narici e si ripiegava dietro le orecchie per poi sparire dietro la schiena nascosto dalla maglia del pigiama e dai cuscini.
Ancora sulla porta,George aveva atteggiato i muscoli facciali ad un sorriso e aveva scosso la testa.
-Spiegami una cosa...-aveva esordito.
Luna aveva alzato un sopracciglio,restando in silenzio.
-Non potevi trovare un modo meno teatrale se avevi tanta voglia di vedermi?-le aveva chiesto con voce seria e convinta.
Aveva visto il labbro inferiore della donna tremare cercando di trattenere una risata e poi il viso si era atteggiato a quell'aria di sufficenza che usava sempre quando scherzavano.
-Avrei potuto...ma non potevo fare questo torto alla famiglia...
Gli abbiamo dato un gossip interessante?-aveva chiesto poi.
-Sono certo che ne stanno ancora parlando...-aveva commentato lui.
Luna aveva annuito,come se fosse veramente soddisfatta;George aveva sorriso ed era entrato nella stanza,richiudendosi la porta alle spalle.
Aveva aggirato il letto e si era seduto sul bordo del letto,prendendole una mano,notando velocemente che sul dorso dell'altra era stato inserito l'ago per la flebo.
-E' stato un viaggio piacevole?-gli aveva chiesto lei alzando gli occhi sul suo viso.
Lui aveva alzato le spalle.
-Ho dormito sia all'andata che al ritorno...-aveva mentito.
Ma lei sapeva riconoscere le sue bugie,sapeva interpretarle per trovare la verità e quando la vide annuire capì che anche quella volta aveva trovato il vero significato delle sue parole.
Aveva avvicinato la mano alle labbra e l'aveva baciata dolcemente,chiudendo gli occhi,cercando di controllare le emozioni che lo stavano travolgendo e che rischiavano di farlo crollare.
Luna aveva alzato l'altra mano e gli aveva accarezzato la testa rasata,staccando leggermente la schiena dai cuscini.
-Te l'avevo promesso che sarei stata qui ad aspettarti-aveva detto a bassa voce.
George aveva preso la mano che ancora stringeva fra le sue e l'aveva avvicinata al suo viso,alla sua guancia destra,voltando poi la testa per raggiungerne con le labbra il palmo.
Aveva riaperto gli occhi e li aveva fissati in quelli argentei della moglie,decidendo di essere sincero per pochi secondi.
Soltanto un'istante,poi avrebbe ripreso il suo ruolo alla perfezione.
-Non farmi più uno scherzo del genere...Non lo sopporterei-aveva sussurrato.


In vent'anni di convivenza,di cui dieci di matrimonio,Seamus e Rupert avevano basato il loro rapporto sulla sincerità e sull'ironia.
Erano entrambi attraenti e le posizioni che ricoprivano attiravano pretendenti come il miele attirava le mosche,ma mai una volta erano andati oltre il limite consentito:le attenzioni di possibili pretendenti venivano respinte quasi sul nascere per evitare di incorrere un'altra volta in un'incubo "Dean".
Quello era un capitolo che non affrontavano mai,di cui non parlavano mai,come se lo avessero cancellato dalla loro mente,ma entrambi avevano ben chiaro il ricordo di quanto erano stati vicini a perdersi per colpa di un'errore e non volevano rischiare tutto quello che avevano costruito soltanto per una "scarica di adrenalina" in più.
Inoltre ora non dovevano pensare soltanto a loro stessi,alla loro coppia,ma avevano ben presente anche la responsabilità che avevano nei confronti di Allison e mai avrebbero fatto qualcosa che avesse potuto infrangere il fragile equilibrio che avevano costruito in tanti anni.
Ma tutta la fiducia e la sicurezza non impediva gli attacchi di gelosia.
Il più soggetto era Seamus,specialmente quando vedeva l'ammirazione con cui i nuovi medici  guardavano Rupert:era quasi una violenza che faceva a sè stesso restare fermo in disparte ad osservarlo da lontano,aspettandolo per ritornare a casa insieme,e vedere come brillavano gli occhi di quei novellini mentre guardavano il suo uomo e pendevano dalle sue labbra.
Certe volte voleva andare in mezzo a loro e ristabilire i limiti:mettersi fra loro e Rupert e dire a tutti che quel fantastico uomo era soltanto suo.
Poi,non appena Rupert gli veniva incontro allentandosi la cravatta,con quel piccolo sorriso che gli riservava sempre in quelle occasioni,quel sentimento passava e lui si sentiva un'idiota per averci anche solo pensato.
Tutti sapevano della loro relazione in ospedale,quindi quello non poteva essere un buon terreno di conquista...Era solo un'idiota geloso!
Quella sera,aveva deciso di fargli una sorpresa:era tanto che non andava a prenderlo per tornare a casa insieme,quindi era uscito prima dalla redazione ed era andato lì.
Aveva salutato Emily all'accettazione e aveva scambiato quattro chiacchiere con il dottor Easy in ascensore chiedendogli della moglie e dei figli,poi lo aveva salutato dirigendosi lungo il corridoio dove si trovava l'ufficio di Rupert.
Marla,la sua segretaria,gli aveva sorriso allegra non appena lo aveva visto.
-Che sorpresa!Non sapevo dovessi passare da queste parti-gli disse dandogli un bacio su entrambe le guance.
-Da quando un marito deve farsi annunciare?-le domandò poggiando entrambi i gomiti su uno scaffale della scrivania della donna.
-Deve farlo se non vuole aspettare in corridoio...E' dentro con il dottor Walt-gli disse la donna.
Seamus annuì lentamente.
Il dottor Walt...Non gli era mai stato simpatico,anche se aveva sempre sostenuto il contrario:era un'avversario temibile e quindi insopportabile.
Era il nuovo acquisto dell'equipe di Rupert,un'uomo sulla trentina con capelli biondi e ondulati, un'abbronzatura perenne nonostante l'orrendo tempo che c'era a Seattle e occhi verdi.
Veniva direttamente dalla California e tutto nel suo fisico diceva "Sono un'americano,amante del fitness":come accidenti faceva a mantenere quella massa di muscoli tonici con i turni massacranti che dovevano sostenere in ospedale?
Come se non bastasse,ogni volta che lo aveva incontrato,era stato educato e gentile,come ci si sarebbe aspettato.
Era veramente da uccidere.
Sorrise a Marla e alzò le spalle.
-Vorrà dire che aspetterò-disse avvicinandosi ad una delle poltrone poggiate contro il muro azzurrino.
-Vuoi che gli dica che sei qui?-propose gentile la donna.
Seamus si sedette e scosse la testa.
Era meglio non disturbarlo...Chissà cosa avrebbe potuto interrompere...
Una volta aveva letto da qualche parte che soltanto le persone insicure sono gelose:una gran cazzata!
Lui non era affatto insicuro,non aveva il minimo dubbio sulla sua storia o su Rupert...se proprio aveva dei dubbi li aveva su sè stesso.
Aveva sempre la costante paura che un giorno Rupert si accorgesse di aver fatto un'errore o che in fin dei conti lui non valeva poi così tanto,decidendo di trovarsene un'altro.
La situazione stava peggiorando sempre di più con il passare del tempo:stava invecchiando,forse si era lasciato un pò andare con quella storia del matrimonio e non magari non era più fisicamente appetibile come era stato a vent'anni...Non sarebbe riuscito a vincere contro il dottor Walt o contro gli altri mediconzoli che gli giravano intorno in ospedale.
Frustrato sospirò.
Era veramente da ricovero!
-Va tutto bene?-domandò Marla allontanando lo sguardo dallo schermo del computer.
Lui annuì e le rivolse un piccolo sorriso,nello stesso istante in cui sentirono aprirsi la porta dell'ufficio.
Il primo ad uscire nel corridoio fu il dottor Walt,che tornò a voltarsi verso lo specchio della porta,dove era rimasto Rupert,una mano sullo stipite.
-Continua a controllare i parametri vitali e chiamami se ci sono complicazioni-disse Rupert con il solito tono professionale che usava con gli studenti ed i colleghi.
L'altro annuì.
-Crede sia il caso di operare di nuovo?-domandò il giovane medico.
Seamus vide Rupert alzare le spalle.
-Sinceramente spero di no...-rispose.
Finalmente si accorse del suo sguardo e voltò la testa verso la fila di poltrone,sorridendo non appena lo vide.
-Seas...Che ci fai qui?-gli chiese uscendo in corridoio e venendo verso di lui.
Lui si alzò in piedi e scrollò le spalle,noncurante.
-Credo di essere sceso alla fermata sbagliata-scherzò.
Rupert sorrise e gli diede una piccola spinta,prima di voltarsi di nuovo verso il collega.
-Per il momento è tutto,puoi andare-lo congedò.
Con un gesto della testa di assenso verso Rupert ed un'altro di saluto verso di lui,il dottor Walt si avviò verso il corridoio.
-Vieni dentro-disse Rupert avviandosi verso la porta del suo ufficio.
Seamus lo seguì e,una volta dentro, si chiuse la porta alle spalle come faceva sempre.
-Ho pensato di venire a prenderti,così magari possiamo fermarci a mangiare fuori...-gli propose sedendosi di fronte a lui.
Capì subito che non era possibile:ormai era diventato un'esperto a riconoscere le espressioni del suo volto.
-Mi piacerebbe tanto Seas,ma...-iniziò passandosi una mano fra i capelli per allontanarli dal viso.
-Ma devo assolutamente sconfiggere il virus dell' HIV entro domattina e non posso muovermi dall'ospedale-concluse il biondo,cercando di nascondere il risentimento.
Rupert sorrise leggermente.
-Magari!Invece si tratta di un trapianto:devo restare qui per essere pronto in caso di complicazioni-disse.
Seamus annuì in silenzio.
Però il tempo per parlare con il dottor Walt lo ha trovato,disse una vocina malevola nella sua mente.
-Sai che facciamo?Sabato sono libero per tutto il giorno:prendiamo la macchina e ce ne andiamo da qualche parte solo tu ed io...Allison sicuramente sa badare a sè stessa per qualche ora-propose Rupert per cercare di rimediare.
Seamus annuì lentamente,come faceva sempre quando voleva farlo contento.
-Sto dicendo sul serio!-ribattè l'altro subito.
-Non lo metto in dubbio,ma sicuramente venerdi notte succederà qualcosa che manderà a monte i nostri piani,quindi scusami se non mi lascio trascinare dall'entusiasmo-commentò Seamus,cercando di non essere troppo aggressivo.
-Lo sai com'è il mio lavoro Seas...-
-Certo,certo il lavoro...E non dimentichiamoci dei colleghi-commentò acido.
Perchè se ne era uscito in quel modo?Ora avrebbe capito subito perchè si comportava così!
Infatti sul viso di Rupert apparve un'espressione guardinga,attenta,gli occhi sul suo volto attenti a non perdersi neanche un movimento.
-Che c'entrano adesso i miei colleghi?-gli domandò infatti.
Seamus scosse la testa e si alzò di scatto dalla sedia.
-Niente lascia perdere,ho detto una cazzata-
Anche Rupert si alzò e aggirò la scrivania,andandogli incontro.
-Credi che mi sono fatto l'amante in ospedale?-chiese brutale come soltanto lui riusciva ad essere.
Il biondo alzò lo sguardo e sembrò sfidarlo.
-E' così?Magari uno più giovane,più carino o più in forma di me...
D'altronde qui avresti solo che da puntare un dito che cadrebbero tutti ai tuoi piedi-disse senza paura.
-Non è un pò presto per avere una crisi di mezz'età?-gli domandò continuando a tenere lo sguardo sul suo viso.
Seamus scosse la testa.
-Non si tratta di questo!Possibile che non ti rendi conto di come ti guardano i tuoi studenti?
Sono tutti lì a mettersi in mostra per farsi notare da te,per avere la tua attenzione e certe volte è davvero frustrante stargli a guardare mentre ti fanno una corte così sfacciata.
Puoi farmi un favore?Smettila di sorridere a tutti,di essere così disponibile,così almeno lo capiscono che non hanno speranze-disse dando voce a quella frustrazione che aveva sempre tenuto segreta.
Rupert lo ascoltò in silenzio,le labbra serrate una sopra l'altra,una mano poggiata contro il fianco finchè,quando lui smise di parlare,non si lasciò scappare un sorriso.
-Sai quanto tempo passi in quest'ospedale?-gli domandò con voce calma.
Seamus analizzò il tono della sua voce:non era arrabbiato,buon segno.
Scosse la testa.
-Sicuramente più tempo di quanto ne passi in redazione.
Tutti quelli che lavorano in questo ospedale,anche l'ultimo inserviente,sanno chi sei e come se non bastassi tu c'è Allison,nostra figlia,talmente orgogliosa dei suoi genitori da raccontare la nostra storia a chiunque abbia la voglia o la sfortuna di prestarle orecchio per cinque secondi.
Credi veramente che cercherei un'amante qui?-gli domandò facendo un passo verso di lui.
Seamus riflettè alle sue parole qualche istante.
-E allora dove lo cercheresti?-gli chiese.
Rupert scoppiò a ridere.
-E' una domanda ipotetica!-si affrettò a dire Seamus.
Il moro fece un'altro paio di passi in avanti verso di lui.
-Chi starebbe con un vecchio come me?-gli domandò.
Seamus aggrottò le sopracciglia.
-Vecchio?Ma quand'è stata l'ultima volta che ti sei visto allo specchio?-gli domandò sorpreso.
-Questa mattina e credimi non ho visto il ragazzo di vent'anni che conoscevi...-gli disse serio.
Allora non era soltanto lui ad avere di quei pensieri.
Non aveva mai pensato che anche Rupert potesse sentirsi inadeguato o meno attraente:ai suoi occhi era ancora l'uomo più sexy ed eccitante che avesse mai visto.
Che anche lui vedesse le stesse cose quando lo guardava?
Incontrò il suo sguardo e alzò le spalle.
-Io ci starei con una cariatide come te...-commentò sfiorandosi con il dorso della mano destra la punta del naso.
Lo vide sorridere,quel sorriso che metteva in mostra i perfetti denti superiori,e si rilassò sciogliendo i muscoli delle spalle.
-E' per il tuo pessimo gusto che ti ho sposato-scherzò l'altro.
Il biondo abbassò la testa e chiuse gli occhi,sentendo una mano di Rupert fra i capelli:la distanza fra loro era veramente minima ora e rialzando lo sguardo incontrò subito i suoi occhi.
-Sai che sei adorabile quando sei geloso?-gli disse il moro avvicinando il viso al suo.
-Sono disposto a farti una scenata ogni giorno se mi fa guadagnare punti...-scherzò subito l'altro.
Rupert lo guardò qualche istante in silenzio poi scosse la testa.
-Non credo potresti raggiungere un punteggio più alto-disse poi.
Seamus annullò la distanza fra di loro e posò le labbra su quelle del compagno,affondando le dita fra i capelli morbidi.
Sentendo la passione con cui Rupert rispondeva al suo bacio e si stringeva a lui,si diede dell'idiota per le sue paure,le sue insicurezze e la sua gelosie:come al solito aveva perso di vista il punto centrale di tutta la storia.
La loro famiglia.
Avevano lottato tanto per costruirla,per creare qualcosa che fosse soltanto loro ed era stupido pensare che Rupert avrebbe potuto mandare tutto all'aria soltanto per qualche muscolo tonico o per qualche Big Jim biondo.
Era altro quello che li univa...
-Mi è venuta in mente un'altra cosa che non facciamo da tempo-disse Seamus quando si separarono.
L'altro sollevò un sopracciglio e lo guardò curioso.
Il biondo lanciò uno sguardo al divano nero che occupava la metà di una parete.
-E' comodo quel divano?-gli domandò.
L'espressione sul viso di Rupert era impagabile:Seamus aveva capito perfettamente cosa aveva in mente il compagno,ed era un pò dispiaciuto dal dover rovinare i suoi piani,ma la sua idea era un'altra.
-Credo di sì...Seas non starai pensando di...?-cominciò infatti il moro.
Seamus scosse la testa.
-Stavo pensando che magari potremmo far dormire Allison da un'amica e io potrei restare qui ad aspettarti come facevo una volta-gli rivelò con un leggero sorriso sul viso.
Sorriso che contagiò anche Rupert quando il ricordo attraversò la sua mente:l'immagine di Seamus addormentato su quella scomoda sedia che,stoico,lo aspettava e che fingeva di essere sveglio quando lui rientrava in ufficio per essere di una minima compagnia.
Gli diede un'altro bacio e sorrise felice.
-Dovremmo cercare una coperta...Si gela qui dentro la sera-


-STAI SCHERZANDO SPERO!-
Come poteva anche solo immaginare una cosa del genere?
Forse aveva dimenticato con chi stava parlando,oppure aveva riportato l'idea da uno di quegli stupidi giornali per adolescenti che leggevano Rose e Lily.
Una donna di quasi quarant'anni non poteva aver pensato un piano del genere.
Ginny posò la sua tazza sul basso tavolino e la guardò come se non avesse mai parlato.
Dopo il fine settimana che avevano passato alla Tana,lei e Ron si erano separati senza tante cerimonie e lui ora sembrava sparito nel nulla:aveva provato a chiamarlo un paio di volte al cellulare,ma trovava il nastro della segreteria telefonica;lo aveva cercato al lavoro,sentendosi rispondere che aveva chiesto una settimana di ferie per problemi di famiglia.
Quale famiglia?Quella che aveva costruito con quell'altra donna?
L'ultima spiaggia era stato lasciare un'email alla sua casella di posta elettronica sperando che una volta letto il messaggio lui la cercasse.
Aveva bisogno di parlare con lui prima del ritorno dei ragazzi,ed ormai mancavano soltanto due giorni.
Come se non bastasse doveva combattere anche con quella nuova versione di Ginny che non aveva mai conosciuto prima in tanti anni di amicizia.
-Possiamo parlare francamente visto che siamo soltanto tu ed io?-disse la rossa con voce calma e tranquilla,le mani giunte in grembo.
Hermione annuì,ancora scioccata da quello che aveva appena detto l'altra.
-Allora...Mio fratello non è intelligente,lo sappiamo entrambe:i suoi bisogni sono elementari e per renderlo felice basta soddisfare quei bisogni-disse la rossa convita.
-Non è affatto vero!-ribattè la riccia difendendo quello che fino ad un mese prima era il marito.
Neanche lei era generosa nei suoi riguardi,ma non le piaceva che qualcun'altro lo offendesse.
-Ok va bene saltiamo i preamboli...Quand'è stata l'unica volta che ti ha fatto capire di essere interessato a te?-le domandò guardandola in volto.
Hermione restò in silenzio e riflettè qualche istante,trovando subito la risposta alla domanda.
-Al quarto anno,quando mi ha visto interessata a Victor-ammise.
Ginny annuì.
-Esatto!
Quando ha visto che qualcun'altro ha invaso il suo territorio ha cominciato a comportarsi da idiota.
Beh è ora di ripetere l'esperienza-le spiegò concreta.
-E tu credi che questo basterà per farlo tornare da me?
C'è ancora qualcosa che stai dimenticando:lei è incinta!-disse la riccia,sentendo una stilettata nel petto.
Ginny annuì.
-Lo so,ma quello è un problema che affronteremo poi...
Ora dobbiamo pensare a una strategia per farlo ingelosire.
Hai qualcuno che può reggerti il gioco?-le domandò curiosa.
Hermione sollevò un sopracciglio:erano già passate alla fase in cui studiavano le tattiche di attacco?
-Qualcuno che possa fingere di essere interessato a te,senza poi innamorarsi per davvero...-spiegò ancora Ginny,interpretando il suo silenzio per confusione.
L'altra annuì.
-Credo di sì...Hai presente Nick del mio ufficio?-le domandò passandosi la punta della lingua sul labbro inferiore.
Vide l'espressione concentrata sul viso della cognata,mentre cercava di dare un volto al nome,poi la vide annuire.
-Quel ragazzo alto e biondo?
Con gli occhi verdi?-domandò incerta.
Hermione annuì.
-Perfetto...Ron morirà d'invidia-esclamò allegra Ginny.
-Gin hai pensato,anche solo per un'attimo,che questo piano potrebbe non funzionare?-disse Hermione con voce più bassa.
L'altra la guardò qualche istante,poi si alzò e andò a sederlesi vicino,una mano su quelle della cognata.
-Se in lui è rimasto anche un pò dell'immenso amore che provava per te,allora questo piano funzionerà.
Sta tranquilla...-la rassicurò con un sorriso sicuro sul viso.
La riccia la guardò e alla fine annuì.
In fondo tentare non le sarebbe costato nulla...Tranne,forse, il suo cuore.

 

-Sono davvero felice che tu sia qui-
La prima reazione di Luna di fronte all'apparizione di Ron a Seattle era stata un cauto entusiasmo,trasformatosi velocemente in sincera felicità quando aveva assicurato sia lei che George di non aver rivelato a nessuno quello che aveva scoperto.
La reazione di Ron di fronte a Luna era stata di preoccupata tristezza e di incredulità:quella nel letto non era Luna,non poteva essere lei...
Aveva capito subito il ruolo che avrebbe dovuto interpretare,cercando di svolgere il suo compito al meglio per evitarle preoccupazioni o dispiaceri:George gli aveva spiegato che lei per non far pesare eccessivamente il peso della sua malattia sulla famiglia aveva ammantato tutto con un velo di ironia.
Aveva chiesto notizie di tutti i membri della famiglia e si era fatta raccontare le ultime novità successe a Londra in quel mese e mezzo che erano lontano da casa,commentando con il suo incomparabile stile le notizie.
L'aveva fatta ridere quando aveva battibeccato con George sull'ultima volta che si erano visti e, per la sua presenza,lei aveva mangiato tutto il suo pranzo.
-Anche io sono felice di essere qui.
Sei ancora convinta nel voler restare con quest'idiota oppure hai scoperto chi è il vero uomo in casa Weasley?-scherzò allungando una mano sul copriletto.
-E saresti tu?-chiese George prontamente.
-Mi sembrava ovvio-
Luna sorrise e scosse la testa.
-Grazie per l'offerta Ron,ma per il momento non sono ancora pronta per cambiare...Ma non preoccuparti,appena lascerò George tu sarai il primo che chiamerò-lo rassicurò la donna.
Ron annuì, sorridendole.
-Posso farti una domanda fratello?-si intromise George.
L'uomo posò lo sguardo su George e annuì,nonostante un'improvviso brutto presentimento:c'era qualcosa di strano nello sguardo del fratello.
-Che succede fra te ed Hermione?-gli chiese infatti l'uomo.
Ron alzò le spalle,cercando di apparire il più noncurante possibile:come aveva fatto ad accorgersene?
-Tutto come al solito-mentì.
-Ci sono problemi?-domandò Luna guardando ora lui ora il marito.
George annuì,neanche fosse a conoscenza di tutta la situazione fra di loro.
-Quel giorno alla Tana mi sono accorto subito che c'era qualcosa di strano fra di loro...-spiegò guardando la moglie.
-Che stai dicendo...Non riuscivi a concentrarti neanche per dieci minuti di fila e ti saresti accorto dei miei problemi?-chiese sorpreso Ron.
Era una balla colossale,tutto per farlo cadere in trappola e confessare.
-Ron hai idea del comportamento che avete tu ed Hermione quando siete insieme?Siete insopportabili.
Un'attimo siete zuccherosi e stucchevoli e l'attimo dopo state litigando a morte neanche aveste ancora sedici anni-disse Luna seguendo il ragionamento del marito.
Il rosso li fissò qualche istante a bocca spalancata e poi scosse la testa:non era affatto vero!
Loro non si comportavano in quel modo,o almeno non lo facevano più da qualche anno...da quando erano iniziati i loro problemi.
Sospirò e restò qualche istante in silenzio.
-Non deve saperlo nessuno-disse poi senza guardare nessuno dei due.
-Cos'è successo?-domandò George cauto.
Ron alzò per un'istante lo sguardo sul fratello e lo riabbassò,non riuscendo a sostenere la sua occhiata mentre raccontava loro di Cassie,della loro storia e del bambino.
Loro lo lasciarono parlare e quando finalmente lui si zittì ci fu qualche istante di assoluto silenzio.
-Non ci credo-disse poi Luna rompendo il ghiaccio.
Ron alzò lo sguardo su di lei e vide l'espressione convinta del suo volto.
-Come scusa?-le chiese sorpreso.
-Cioè...Credo a tutto quello che mi hai detto a quest'altra donna e al bambino,ma non credo al fatto che tu non ami più Hermione.
Sei innamorato di lei da quando ti conosco,sei reso ridicolo per anni pur di farti notare da lei ed avere la sua attenzione e ora mi dici che non ti interessa più niente di lei?
Balle!-concluse la bionda sicura.
Ron la fissò incredulo,incapace di parlare.
-Neanche io ci credo-si unì George.
Ron fece guizzare lo sguardo sul volto del fratello e lo fissò:gli stavano dando del bugiardo?
-Luna ha ragione ed inoltre io so quante notti hai passato sognando Hermione e tenendo svegli noi altri.
Hai sempre detto che lei è la donna della tua vita,che è successo che ti ha fatto cambiare idea?-gli domandò serio poggiando un gomito sul copriletto e sporgendosi verso di lui.
-Guarda noi due:ne abbiamo passate così tante,c'è stato un periodo della mia vita in cui sono arrivata anche ad odiarlo...Ma quando capisci che una persona è quella giusta per te non c'è niente che ti possa far cambiare idea-s'intromise Luna.
-Voi fate sembrare tutto così facile-commentò Ron poggiando la schiena contro la sedia.
George scosse la testa.
-Non è facile...Non è facile per niente.
Ma che gusto ci sarebbe altrimenti?-chiese George sorridendogli divertito.
Una mano di Luna si allungò e cercò quella di Ron,che si riavvicinò al letto per stringerla.
-Posso farti un'ultima domanda?-gli domandò cauta.
Ron annuì sorridendole:sembrava una bambina,era impossibile negarle qualcosa.
-Ora c'è questa donna ed il bambino e va bene,cioè non va proprio bene,però cerchiamo di adattarci alla novità...ma tu sei sicuro che dentro di te,in qualche parte nascosta non ci sia rimasto un pò del grande amore per Hermione?-gli domandò.
-Certo che c'è!E' la madre dei miei figli....-disse subito il rosso.
Luna scosse la testa.
-Non è di questo che sto parlando...Facciamo così:chiudi gli occhi-
Ron corrugò le sopracciglia e la fissò perplesso;lanciò uno sguardo a George e l'uomo alzò le spalle:non aveva idea di quello che aveva in mente la moglie.
-Chiudi gli occhi-ripetè la donna.
Ron obbedì e restò in attesa.
-Ripensa al primo momento,il primissimo istante in cui hai incontrato Hermione.
Il primo momento in cui hai capito di amarla...
Ricordati tutte le sensazioni provate in quel momento,cosa hai pensato di lei e chiediti se dentro di te è rimasto ancora qualcosa di quei sentimenti-disse con voce dolce.
Ad occhi chiusi,Ron sorrise.
Era facile:una ragazzina indisponente con una massa di riccioli cespugliosi che apriva la porta dello scompartimento sull'Espresso per Hogwarts e chiedeva a lui e a Harry se avevano visto Oscar,il rospo di Neville.
Ricordava ancora di essere andato su tutte le furie per il tono di sufficenza che aveva usato con loro e allo stesso tempo di aver sentito uno strano prurito all'altezza del collo,come se qualcosa lo avesse punto.
Era stato allora che si era innamorato di lei:di quell'indisponente ragazzina che già cercava di mostrare le sue capacità superiori.
Nello stesso istante in cui riaprì gli occhi sentì lo stesso prurito e capì che niente era cambiato: forse era nascosto sotto altri sentimenti,ma l'amore che provava per lei era ancora vivo.
Non se ne era mai andato...E quella consapevolezza gli fece capire che ora le cose sarebbero state ancora più complicate.

 

 

Salve a tutti!!!

Costretta in casa dal diluvio universale che sta imperversando su Roma,ho pensato di farvi un piccolo regalo e postare il nuovo capitolo.

Sono sicura al 95% di riuscire a postare il capitolo sui junior prima di Natale,anche se ancora nn ho definito bene alcune cose,ma x quanto riguarda i senior questo è l'ultimo capitolo del 2008.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e rencensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia o battitura.

Il titolo è tratto da "Tomorrow",canzone del musical Annie.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Anche se lo hanno fatto x il loro bene,credo sia stato scorretto da parte di Ron ed Hermione nn parlare ai figli della loro crisi,quindi ho deciso che qualcuno doveva farlo per loro...Gli adulti certe volte nn capiscono l'aiuto che i ragazzi possono dare in situazioni del genere),WingsHP(Succede lo stesso anche a me:qnd finisco un capitolo sui senior ho + idee su di loro e viceversa;xò nel capitolo dopo il prossimo i ragazzi saranno a casa,quindi la curiosità sarà soddisfatta in entrambi i campi),CharmedAlis(Già meno male che c'è James...Io non lo direi tr forte.X quanto riguarda Allison e Fred,qualcosa si sta cominciando a intravedere,ma ancora nn  se ne sono accorti neanke loro e una nube si sta profilando all'orizzonte),Pikkola(Una cosa che mi differenzia dalla Row è che io nn potrei mai uccidere i miei personaggi,quindi sta tranquilla...Vedrai,Scorpius ti intrigherà ancora di + dopo il prossimo capitolo),JC(Thanks!So che posso contare su di te...In che senso ambiguo?Nn preoccuparti x Cassie,sicuramente nn resterà in un'angolo in lacrime!),Lights(Grazie x i complimenti!!!Decisamente succederà qualcosa fra Jim e Rose,e nn soltanto fra loro...Daniel: personaggio misterioso e pieno di sfaccettature;spero di farvelo apprezzare al meglio),Elly( Quando Ginny si mette in mente qualcosa è difficile fermarla:è peggio di un tornado!),Tonks'17(Grazie x i complimenti!Nessuno conosce il futuro,quindi è possibile anke un'amicizia fra Scorpius e gli altri;daltronde se sono riusciti ad andare d'accordo Draco ed Harry possono farlo anche loro,no?X qnt riguarda Lily e Daniel posso dirti che qlcs è successo e che qls si scoprirà nel prox capitolo),Dado(Credimi è anche troppo impulsivo...Un bacio a te a Rosie e Elly!),Isina4veryoung(Alice è uno dei miei migliori personaggi!Xkè ti spaventano Scorpius ed Albus?),Streghetta'86(Si scoprirà presto chi è tranquilla...Posso dirti che un'aiuto verrà dato a Rebecca da Scorpius,anche se inconsapevolmente),Gioia_in_blu(Meglio che nn saperlo per niente,nn credi?Albus è stato il mio asso nella manica,nessuno se lo aspettava...), Lilyluna4e(E' sicuramente la coppia + intrigante...Porta pazienza solo x un'altro pò).

Come al solito vi lascio un piccolo spoiler,sperando di far cosa gradita...

Stessi attori,stesso copione.

Un diverso palcoscenico e forse un diverso finale...

 

Bene x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Ten minutes in paradise"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** Ten minutes in paradise ***


ten minutes in paradise

 

 

Era la festa più esclusiva dell'anno.

Tutti volevano parteciparvi,anche quelli che non lo ammettevano.

Era una delle poche feste che i Serpeverde aprivano al resto delle Case,e tutti erano curiosi di addentrarsi in quel mondo "oscuro" e segreto che si nascondeva dietro una porta dei sotterranei e che era sempre stato proibito per tutti,tranne che per le Serpi.

Ma era un festa speciale,a cui si accedeva tramite inviti.

Inviti che venivano concessi soltanto dai membri di Serpeverde a quelli che ritenevano più "simpatici" o più degni e che non potevano essere contraffatti.

Erano giorni che si era scatenata la caccia a quei biglietti,fin dal primo istante in cui la notizia di quella festa aveva inizato a circolare fra le mura di Hogwarts.

Chiunque,non importa che fossero Corvonero,Tassorosso o Grifondoro avevano messo da parte la loro reticenza e disgusto verso le Serpi e avevano avvicinato i verde-argento per capire come ottenere quegli importanti lasciapassare e,quando qualche fortunato riusciva ad ottenerli, li mostrava agli amici nella Sala Grande,in modo che tutti potessero vederli e invidiarlo.

Ovviamente c'erano dei limiti di età:erano ammessi soltanto gli studenti dal quarto anno in su,per evitare spiacevoli inconvenienti con i primini.

Anche il gruppo formato dai Potter e dai Weasley era curioso,ma non avrebbe mai messo da parte l'orgoglio,arrivando ad avvicinare un Serpeverde.

-Quanto tempo manca?-chiese Ronnie a Rose e James prendendo posto nella Sala Grande per la cena.

Erano insieme a Lily,anche lei interessata;l'unico ancora assente era Al,impegnato con le sue ripetizioni.

Il rapporto fra i due gemelli era freddo ma cordiale.

Ronald ancora non aveva perdonato il fratello per la passeggiata solitaria che aveva avuto con Rebecca,lontano da occhi indiscreti che potessero testimoniare cosa era successo fra loro.

Quando quella sera Jim era tornato alla Torre aveva cercato di litigare,di scatenare magari una rissa,soltanto per sfogare un pò della rabbia che sentiva in corpo,ma il fratello non lo aveva seguito,preferendo dargli la buonanotte e avviarsi verso la sua camera di Prefetto.

-Avevi detto che non ti interessava!Forse era solo un modo per ferirmi alle spalle...-gli aveva urlato dietro prima che James fosse troppo lontano per sentire.

L'altro non aveva risposto,ma da allora le loro conversazioni erano ridotte al minimo.

A quella domanda Rose sbuffò.

-Che ti importa?Tanto è chiaro che non ci andremo-gli disse rassegnata.

-Ma perchè sarebbe tanto importante questa festa?-domandò Lily prima di addentare una fetta di pizza.

Ronald spalancò gli occhi e guardò la sorella sorpreso.

-Parli sul serio?Quand'è stata l'ultima volta che i Serpeverde hanno fatto entrare gli altri nel loro regno?-le domandò poi di rimando.

Lily alzò le spalle.

-Non di recente te lo dico io...E' strano che tu non muoia dalla curiosità per questa festa come tutti i ragazzi normali-la beccò il rosso.

Lily sorrise divertita.

-Perchè tu saresti un ragazzo normale?-lo prese in giro.

Ronnie le fece un versaccio,in risposta alla sua battuta,che fece ridere gli altri.

-Comunque credo che sarebbe ora di organizzare qualcosa,tanto per non passare tutta la sera a pensare a cosa succede in cantina-commentò James.

-Sono d'accordo con te...Che ne dite di una seconda festa?-propose subito Rose.

-Certo la festa di scorta per tutti quelli che non sono riusciti ad entrare...Non credo sia una buona idea-commentò Ronald ingoiando il boccone.

-E perchè no?-chiese James alzando lo sguardo sul fratello.

Ronald lo fissò qualche istante e poi sorrise canzonatorio.

-Semplicemente perchè per quanto possiamo sforzarci,non potremmo offrire quello che sicuramente offrirà Serpeverde e a me non va di sentire i paragoni il giorno dopo-spiegò Ronald allontanando lo sguardo dal fratello e abbassandolo sul suo piatto.

Prima che qualcun'altro potesse parlare,alla destra di James qualcuno lasciò cadere i libri per poi sedersi sulla panca quasi a peso morto.

Tutti si voltarono e non si sorpresero di vedere Albus:era la sua solita entrata...

Però c'era qualcosa di diverso nell'espressione del suo viso:era confuso,assorto dietro ai suoi pensieri e sembrava non accorgersi di quello che accadeva intorno a lui.

-Ehi Al tutto bene?-chiese subito Lily guardandolo attenta.

Fra Lily e Albus c'era un rapporto forte quasi quanto quello fra i gemelli:erano il confidente uno dell'altra,la prima persona a sapere quello che stava succedendo nella vita del fratello e la prima a correre in aiuto,nel caso ce ne fosse stato bisogno.

Lily sapeva tutto di Albus e lo stesso valeva per il ragazzo.

Il moro alzò lo sguardo sulla sorella ed accennò un sorriso.

-Credo di sì...-disse a mezza voce.

-Che ti succede?-domandò James con lo sguardo sul suo viso.

Albus restò qualche istante in silenzio,seguendo il filo dei suoi pensieri e ad un tratto lo videro sospirare ed infilare una mano nella borsa che aveva poggiato accanto a sè sul tavolo.

L'attimo dopo nel centro del tavolo,fra le pietanze,fecero la comparsa cinque biglietti argento-verde.

Il gruppo fissò quei biglietti per qualche secondo prima di capire cosa fossero realmente.

-Che mi venga un colpo!-esclamò Ronald.

-Cinque biglietti?-domandò Rose,con un improvviso rossore sulle guance.

Tutti presero in mano un biglietto e lo fissarono,come riempiendosi gli occhi di quella vista e poi tutti,nessuno escluso,tornarono a guardare Albus che,in quel breve istante di euforia collettiva,aveva riempito il suo piatto e ora,imbarazzato e confuso,aveva preso a giocare con un pezzo di stufato con la forchetta.

-Come li hai avuti?-chiese James con la voce che i fratelli chiamavano "da fratello maggiore".

Al alzò lo sguardo sugli altri e alzò le spalle,come se non fosse poi così importante.

-Me li ha dati Scorpius-disse noncurante.

Forse avrebbe dovuto usare il cognome,pensò un'istante troppo tardi.

Rialzando gli occhi vide la sorpresa e lo stupore sul viso di tutti gli altri,nessuno escluso.

-Scorpius?Scorpius Malfoy?-domandò Ronald,incapace di nascondere l'espressione sorpresa sul suo volto.

Albus annuì e per prendere tempo,afferrò il bicchiere e bevve un lungo sorso.

-Come lo conosci?-chiese Rose guardandolo.

-Gli dò ripetizioni...Ha degli ottimi voti,ma suo padre vuole che abbia il massimo in tutte le materie,quindi la Preside mi ha chiesto di aiutarlo-spiegò velocemente.

James e Ronald aggrottarono le sopracciglia,perplessi.

-E perchè ti ha dato i biglietti?Li hai chiesti tu?-domandò Lily più veloce dei fratelli.

Al si affrettò a scuotere la testa:a lui le feste non interessavano,era l'ultimo posto in cui ci si aspettava di trovarlo.

-No,affatto.E'...E' stato lui a darmeli-disse con voce più bassa,neanche stesse confessando un crimine.

L'espressione sul volto degli altri divenne più dubbiosa e sentendosi alle strette Albus sbuffò.

-Ma che importa come li ho avuti?Sono giorni che vi lamentate perchè non riuscite a trovare questi biglietti e ora che li avete state a preoccuparvi di come li ho avuti?-disse partendo all'attacco.

Rose e Lily scossero la testa,per farlo calmare.

-Ha ragione Al...Dobbiamo solo trovare qualcuno per ricliclare il tuo biglietto-disse Ronnie tendendo la mano per prendere l'unico biglietto ancora sul tavolo.

Albus scosse la testa e più veloce del fratello raccolse il biglietto così importante.

-Questo è mio...Anche io andrò a quella festa-disse tenendo lo sguardo sul piccolo cartoncino verde-argento per non incontrare le occhiate sorprese degli altri.

Occhiate che si posarono allibite su di lui per qualche istante,prima di spostarsi verso il lontano tavolo dei Serpeverde,dove ben visibile,un ragazzo biondo aveva osservato tutta la scena.

Ma il biondo non si accorse di quegli sguardi,troppo concentrato a fissare un ragazzo moro dall'espressione imbarazzata che cercava di nascondersi dietro uno dei biglietti d'invito.

 

 

 

-Perchè ancora non mi hai chiesto un biglietto?-

Albus alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo ed incontrò le iridi color ghiaccio.

Ogni volta un brivido correva nelle sue vene facendogli venire la pelle d'oca;si vergognava terribilmente di quella reazione perchè era convinto che fosse talmente evidente,così chiara agli occhi dell'altro da farlo arrossire,peggiorando così la situazione.

Aveva poggiato il libro sul tavolo e aveva alzato le spalle.

-Non mi piacciono molto le feste...-gli aveva spiegato.

-Eppure i tuoi fratelli stanno facendo di tutto per averne uno-commentò Scorpius, continuando a fissarlo.

-Farebbero di tutto per partecipare ad una festa,sembra il solo motivo per cui sono venuti ad Hogwarts-scherzò.

Era più facile usare quel tono di confidenza con Scorpius ora che era passato un pò di tempo; ora che il biondo sembrava rispondere con lo stesso tono e senza quell'insicurezza e quella legnosità che aveva all'inizio.

Si poteva quasi dire che erano amici...Amici particolari,che parlavano poco e che quando lo facevano era per confrontare le loro vite,così diverse e così simili.

Amici che sembrano capaci di capirsi anche senza parlare,anche se quella era un'assurdità che la mente di Albus,così razionale e scientifica,rifuggiva.

-Devo dire che mi hai sorpreso-confessò il Serpeverde.

Albus aggrottò le sopracciglia,perplesso.

-Per qualche ragione,credevo che avresti usato la tua posizione d'insegnante,per avere i biglietti-spiegò poi.

Albus sorrise,sfiorandosi una tempia con una mano.

-Credevi che avrei rifiutato di farti ancora lezione se non avessi avuto gli inviti?-scherzò Al.

Scorpius si lasciò andare ad un piccolo sorriso,il massimo che gli aveva mai visto e chinò leggermente la testa,ammettendo la sua "colpa".

-Mi hai beccato.In fondo sono sempre una Serpe,no?-

L'espressione sul viso di Albus era tornata seria:già,Scoprius era un Serpeverde.

Il nuovo Re delle Serpi,eletto di diritto grazie all'importanza del suo nome...eppure certe volte se lo dimenticava.

James lo avrebbe sgridato se avesse saputo di quel pensiero.

"Mai sottovalutare il tuo nemico",gli avrebbe detto.

Ma Scorpius era davvero un nemico?

-Allora me li chiederai?-domandò il biondo,cercando di cancellare quell'espressione dal volto del ragazzo.

Albus si riscosse e si affrettò a scuotere la testa.

-Non sanno che ti conosco,quindi per loro non sarà una gran perdita.

Inoltre credo si siano già rassegnati all'idea di non poter avvicinare nessun Serpeverde a cui chiedere i biglietti-commentò.

Poi tornò a rialzare il libro e a posare lo sguardo sulle parole stampate,scappando come faceva sempre quando la situazione si faceva troppo insolita o spinosa.

Per il resto del pomeriggio non avevano più affrontato quell'argomento,restando per la maggior parte del tempo in silenzio e scambiandosi solo qualche battuta veloce.

Si erano separati mezz'ora prima di cena,quando Scorpius era andato via per lasciare i libri nel suo dormitorio prima di andare in Sala Grande,mentre lui era rimasto lì impegnato con un Tassorosso che aveva bisogno di un consiglio su un compito.

Quando finalmente si era liberato,aveva percorso velocemente il tragitto che lo separava dalla Sala Grande:era più affamato del solito.

-Potter-

Si voltò verso la colonna da cui era giunta la voce e si sorprese trovando Scorpius,la schiena contro la pietra fredda e le mani affondate nelle tasche.

-Non dovresti essere già dentro?-gli domandò sorpreso avvicinandoglisi.

Il biondo alzò le spalle,staccando le spalle dalla colonna soltanto quando Albus fu di fronte a lui.

-Ti stavo aspettando-gli disse fissandolo.

Albus alzò un sorpracciglio e ricambiò il suo sguardo,non sapendo cosa dire.

Improvvisamente non riusciva a trovare una battuta sarcastica con cui rispondergli...

-Di cosa volevi parlarmi?-gli chiese con voce sorprendentemente calma.

Scorpius sorrise,impiegando soltanto la parte destra del volto e tolse le mani dalle tasche mostrandogli i biglietti.

Albus li fissò per qualche istante,incerto,poi tornò ad alzare gli occhi sul volto del biondo.

Era una cosa totalmente inaspettata:lo avrebbe immaginato possibile se ad offrirgli quei biglietti fosse stato Blaise Zabini,o addirittura anche Ashley Parkinson,ma che fosse proprio lui a fargli quel "regalo" era fuori da ogni logica.

-Sono...-

Erano cinque.

Scorpius annuì.

-Mi raccomando,cercate di essere puntali.

E' la cosa che conta di più ad una di queste feste...-disse il biondo tendendo la mano verso Al,in attesa che lui allungasse l'altra per prendere gli inviti.

Il ragazzo mosse una mano,senza neanche accorgersene e afferrò i biglietti,poi fissò il viso dell' "amico,senza degnare quei foglietti di uno sguardo.

-Ci vediamo alla festa-disse Scorpius facendo un passo verso la Sala Grande.

-Ehi aspetta!Io non ho mica detto che vengo-disse Al riscuotendosi dal torpore che sembrava averlo assalito e voltandosi verso l'altro.

Il Serpeverde si fermò al centro del corridoio e si voltò verso di lui,di nuovo con le mani in tasca ed un sorriso divertito sul volto.

-Tu sei il lasciapassare per tutti gli altri...Se non vieni tu non possono entrare neanche loro-gli disse incatenando i suoi occhi.

Albus cercò di liberare il proprio sguardo,ma era come lottare contro le forze dell'elettromagnetismo o di gravità:quegli occhi erano più forti di una catena e non erano intenzionati a lasciarlo andare,almeno per il momento.

-Ma a me non piacciono le feste-si lamentò il moro.

Fu quasi certo di averlo sentito ridere.

-Questa ti piacerà,vedrai...-gli promise l'altro.

Poi senza dire altro,si voltò ed entrò velocemente nella Sala Grande.

Nessuno si era accorto del loro incontro,della loro chiacchierata...

Era stato l'unico testimone di quel sorriso.

Che accidenti gli stava succedendo?

Perchè Scorpius stava giocando in quel modo con lui?

Doveva andare a quella festa per scoprirlo...Ma cosa doveva aspettarsi?

Con la testa persa dietro quei pensieri,infilò i biglietti nella borsa ed entrò nella Sala Grande.

 

 

-Abbiamo un biglietto in più,ti interessa?-

Avevano scoperto che il possessore di un biglietto poteva presentarsi con un'accompagnatore.

Così Rose e James avevano deciso di utilizzare un solo invito e cedere l'altro a Rebecca.

A nessuno dei due piaceva la piega che stava prendendo il rapporto fra i due gemelli ed entrambi avevano la brutta sensazione che se non avessero fatto qualcosa il prima possibile,la situazione sarebbe anche peggiorata.

Perciò avevano deciso di dare il biglietto avanzato a Rebecca.

-Stai scherzando?-domandò la ragazza fissando l'invito che Rose le stava tendendo.

L'avevano incontrata nel giardino interno con sua sorella e avevano approfittato dell'assenza di Ronald per farle la proposta.

-Affatto.

Ci hanno dato cinque biglietti e siccome noi abbiamo deciso di andarci insieme sembrava stupido sprecare un biglietto-spiegò James alla ragazza.

-Cinque biglietti?E con chi siete dovuti andare a letto per averne così tanti?-domandò Rachel sorpresa.

-RACHEL!-la rimproverò la sorella.

James rise,divertito dalla schiettezza della ragazza e scosse la testa.

-Avevamo un buon aggancio e non lo sapevamo nemmeno...-disse alle due sorelle.

-Lo prendi?-domandò Rose guardando Rebecca.

La ragazza alzò lo sguardo e fissò i due,incerta.

Il suo primo istinto era stato di accettare,di cogliere al volo quell'occasione,ma ora non ne era più tanto sicura:cosa avrebbe detto Ronald trovandola alla festa?

Avrebbe pensato che era lì per James?Ancora non le rivolgeva ancora la parola nonostante lei avesse provato ad affiancarsi a lui mentre camminavano per i corridoi;aveva provato a spiegargli cosa voleva dire veramente quella dannata sera,ma lui si comportava al massimo dell'educazione,senza quel calore che l'aveva così affascinata.

-Ci stai ancora pensando?Che aspetti a prendere quel biglietto?-

La voce di Rachel si intromise nei suoi pensieri,facendole capire cosa doveva fare:allungò la mano e prese l'invito dalla mano di James.

-Perfetto,allora ci vediamo domani sera!-la salutò allegra Rose.

I due cugini non si erano neanche allontanati che Rachel fu addosso alla sorella.

-Se non mi porti con te,giuro che lo dico a papà!-

 

 

-Dimmi che è uno scherzo!-

Luke alzò lo sguardo dalla valigia e per qualche istante fissò lo sguardo del suo migliore amico, che lo fissava sbalordito,per poi tornare a voltarsi verso la valigia e ricominciare a riempirla.

-Stai veramente partendo?-chiese Scorpius cercando di ottenere una qualche risposta.

-La McGranitt mi ha dato un permesso speciale per partire prima degli altri,a patto che vada via questo pomeriggio-gli disse infilando nella borsa una pila di maglioni.

Aveva già messo in valigia sei maglioni,doveva portarne altri?

A sentire come Alice si lamentava del tempo,forse era meglio esagerare:sicuramente una volta atterrato non avrebbe trovato ad aspettarlo il sole splendente.

-Tu devi essere impazzito!-commentò il biondo crollando sul letto di fronte a quello di Luke cercando di incontrare il suo sguardo sfuggente.

-Non vedo perchè...-commentò l'altro dirigendosi verso l'armadio.

Fra due ore l'Espresso lo avrebbe riportato a Londra,da cui avrebbe preso l'aereo per New York...Ancora sedici ore e avrebbe rivisto Alice.

Gli veniva la pelle d'oca al solo pensiero...

Tornato accanto al letto con altri jeans e altre maglie pesanti,le posò sul letto e controllò per la millesima volta che il biglietto fosse nella tasca esterna destra dove lo aveva messo quella mattina,insieme al passaporto:era stata la prima cosa che aveva messo in valigia.

-Te lo dico io perchè!Tutta Hogwarts sta impazzendo per la festa che NOI stiamo dando,alla ricerca di questi inviti e tu cosa fai?

Te ne vai come se non te ne importasse niente!-gli disse ancora sorpreso.

Luke alzò lo sguardo sul biondo e alzò le spalle.

-Puoi anche togliere il come...Le conosco le feste di Serpeverde,quindi che problema c'è se manco ad una?-domandò tranquillo.

Scorpius lo guardò sempre più allibito.

-Ma che accidenti ti è preso?-gli domandò ancora una volta.

Poi improvvisamente sul suo volto apparve un espressione saputa,da uomo di mondo,e un ghigno malizioso prese il posto dello sbigottimento.

-Ho capito...

Speri che presentandoti da lei dopo un viaggio intercontinentale,ti dia il permesso di infilarti nelle sue mutande-disse più rilassato.

Ora che aveva dato un senso a quella pazzia tutto era più chiaro:lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere,però rientrava nella mentalità di Luke.

Il ragazzo alzò lo sguardo e lo fulminò con un'occhiata,lasciando perdere per un'istante tutti i vestiti.

-Non che ti riguardi,ma ti stai sbagliando!

Perchè invece non parliamo di te?-domandò poi passando all'attacco.

Ancora una volta l'espressione sul volto di Scorpius cambiò,diventando sospettosa e guardinga.

-Che vuoi dire?-

-Perchè non parliamo di come hai organizzato tutta questa festa soltanto per quel Grifondoro!- disse senza allontanare lo sguardo dal viso dell'amico.

Gli occhi del biondo si assottigliarono,facendosi più minacciosi e le labbra si contrassero atteggiando il volto ad un'espressione dura.

-Non sono affari tuoi!-commentò a mezza voce.

-Mi hai criticato per mesi per la mia storia con Alice e adesso stai morendo dietro a quel...-continuò Luke.

-CHIARIAMO BENE UNA COSA!-esclamò Scorpius scattando in piedi.

Luke sostenne il suo sguardo e restò in silenzio,in attesa:non aveva mai avuto paura di Scorpius e non avrebbe cominciato certo adesso.

-Io non devo rendere conto a nessuno di quello che faccio...Non a mio padre,non a mia madre,nè tanto meno a te.

Quindi chiudi quella bocca e tieni il naso fuori da questioni che non ti riguardano-disse serio e quasi minaccioso.

Luke restò in silenzio,lo sguardo su di lui.

-Sarà meglio che ti lasci finire la tua valigia...-gli disse aggirando il letto di Luke e avviandosi verso la porta del dormitorio.

Ancora di spalle Luke ascoltò i passi rumorosi sul marmo del pavimento.

-Divertiti-gli disse,prima che Scorpius fosse fuori dalla stanza,non riuscendo a trattenersi.

-Lo farò!-

 

 

-Ehi Ronald!-

Il ragazzo si voltò e vide Daniel corrergli incontro.

Aveva passato le ultime ore sul campo di Quidditch per allenarsi e per restare il più lontano dalla Torre:in quelle ultime settimane meno tempo ci passava,meglio era.

Si sentiva tradito da tutti:da James che,nonostante avesse giurato e spergiurato di non essere attratto da Rebecca aveva avuto un'incontro segreto con lei di cui non aveva voluto parlargli,da Rose che sembrava decisa a stare dalla parte di suo fratello in quella "faida",e dai suoi fratelli che sembravano non accorgersi di quello che succedeva troppo impegnati con i loro problemi.

Si fermò e aspettò che Daniel gli fosse accanto.

-Ti sto cercando da ore,dove diavolo eri finito?-domandò il ragazzo fermandosi al suo fianco.

Ronnie aggrottò la fronte.

-E' successo qualcosa?-gli chiese sorpreso da tanta impazienza.

Daniel scosse la testa.

-Ho saputo che avete i biglietti per la festa-gli disse.

Un sorriso spontaneo nacque sul viso di Ronald:non era il primo Grifondoro a fargli una domanda del genere,ma lui si era tenuto stretto il suo invito neanche fosse una boa di salvataggio.

Aveva bisogno di staccare per un paio d'ore,dimenticare tutto,arrivare a scordarsi dell'esistenza di Rebecca.

Riprese a camminare verso il corridoio e scosse la testa.

-Mi dispiace amico,ma quel biglietto non lo cedo a nessuno.

Non mi perderei quella festa per nulla al mondo-disse senza guardare l'altro.

Daniel scosse la testa,adattando il passo a quello del rosso.

-Non ti sto chiedendo questo-gli disse.

Ronald si fermò:questa era una novità.

-Voglio che mi porti con te-gli spiegò Daniel prima che l'altro parlasse.

Ronnie seppe che la sua bocca si era spalancata per la sorpresa,anche se non lo aveva fatto volontariamente,dalla risata divertita di Daniel.

-Tranquillo amico,non farti venire strane idee...

Ora ti spiego-gli disse riprendendo a camminare.

Ronnie lo seguì,leggermente più cauto.

-Ho scoperto che la ragazza che mi interessa questa sera sarà alla festa,così volevo sapere se tu mi porteresti con te in modo da porterla avvicinare-gli spiegò velocemente Daniel.

-Tu hai una ragazza?-gli chiese l'altro sorpreso.

-Potrei averla presto...Se tu mi dai una mano e se lei si decide ad ammettere di avere un debole per me-commentò con un leggero sorriso.

Ronald lo guardò qualche istante e poi alzò le spalle:in fondo non era una gran seccatura.

-Per me non ci sono problemi,puoi venire con me-gli concesse.

Daniel gli diede una pacca sulle spalle per ringraziamento e sorrise sinceramente sollevato.

-Però mi raccomando cerca di essere puntuale e di essere elegante...Sembra che sia l'unica cosa che importi a queste Serpi!-lo avvisò ricordando l'avvertimento di Albus.

 

 

-Siamo ancora in tempo per tornare indietro...-disse Rose titubante.

Stavano scendendo gli ultimi gradini che portavano all'ingresso della Casa dei Serpeverde.

Le pareti umide e ricoperte di muschio fecero da eco alle sue parole facendole rimbombare per tutta la tromba delle scale,rendendole altisonanti e più sicure di quanto fossero state nella realtà.

Il freddo che spirava da quelle scale le faceva rimpiangere di aver scelto un'abbigliamento così anticonvenzionale,così diverso dal solito.

Ma era stata una decisione istintiva:non appena aveva visto il vestito rosa di paillettes nell'armadio aveva capito che quella era forse l'unica occasione per indossarlo.

Le lasciava scoperte gran parte delle gambe lunghe e nude,oltre alle spalle e al decollettè che metteva in mostra il seno florido,ma le stava benissimo,aderendo perfettamente alla sua figura e facendo risaltare tutte le sue forme slanciate.

Aveva stirato i capelli,che ora ricadevano lisci lungo le spalle e,dalle spalline sottili del vestito,era possibile intravedere le spalline del reggiseno rosa,coordinato con il vestito.

Le scarpe,invece,erano nere e con un leggero tacco;coordinate con la piccola borsa che teneva stretta nella mano destra.

Per concludere l'opera si era truccata leggermente,privilegiando gli occhi verdi e le labbra carnose.

James,Albus e Ronald erano rimasti senza parole quando l'avevano vista scendere dal dormitorio.

-Dopotutto quello che ho fatto per avere questi biglietti?Non credo proprio!-commentò Ronald, voltando la testa verso di lei.

Anche lui era molto elegante,nonostante avesse scelto di indossare i soliti jeans.

A migliorare il tutto c'erano una camicia bianca,di cui aveva lasciato sbottonati i primi tre bottoni e una cravatta blu scuro lasciata allentata di proposito,che gli dava un'aria trascurata e sexy.

Infine i capelli che erano stati sconvolti ad arte con il gel,riuscendo a ricreare un'effetto naturale.

-Davvero?E cosa avresti fatto?-lo punzecchiò James di proposito.

Il gemello restò in silenzio come se l'altro non avesse parlato affatto.

-Ah,già dimenticavo...La lotta del silenzio.

Lo sai che ti stai comportando come se avessi cinque anni?-lo beccò ancora Jim.

-Devi rovinarmi anche questa serata?-chiese Ronald voltandosi soltanto di poco per incrociare lo sguardo del fratello.

-Volete smetterla?-chiese Albus esasperato da tutte quelle liti.

Era lui il più agitato di tutti.

Quella era forse la prima festa a cui partecipava volontariamente,se così la si poteva vedere:era stata coercizione anche in quel caso?

Sapere che i suoi fratelli volevano andare a quella festa e che senza di lui non avrebbero potuto farlo lo aveva spinto a parteciparvi?

Soltanto in minima parte...Erano state le parole di Scorpius a convincerlo.

Parole che ancora gli rimbombavano nella mente e che lo mettevano in agitazione:cosa volevano dire in realtà?Cosa doveva aspettarsi da quella festa?

Cosa voleva il ragazzo da lui?

Era chiaro che non volesse soltanto delle ripetizioni...E lui glielo avrebbe concesso?

Quest'ultima domanda era la più oscura di tutte,quella a cui non sapeva davvero rispondere.

Accanto a lui c'era Daniel,che scendeva le scale in silenzio,come se non si accorgesse di tutto il chiasso che stavano facendo Ronald e James con il loro litigio,concentrato su qualcos'altro.

L'unica assente era Lily,che li avrebbe raggiunti alla festa e che nessuno sapeva che fine avesse fatto.

Quindi fu una sorpresa per tutti trovarla già davanti alla porta d'ingresso dei Serpeverde, impegnata in una discussione con Scorpius Malfoy.

Accanto a lei,in disparte c'erano Rebecca e Rachel Paciock che assistevano al battibecco leggermente preoccupate.

Ai due lati dell'entrata erano posizionati due gorilla,Simon Orwell e Howard Bell,che avevano il compito di allontanare gli indesiderati e di assicurarsi che i biglietti fossero originali.

Dei perfetti buttafuori che rendevano superflua la presenza di Scorpius lì,quindi perchè il ragazzo stava litigando con Lily?

-Te l'ho già detto dolcezza...Non farmelo ripetere di nuovo-disse Scorpius.

-Mi sembra di averti già detto di non chiamarmi dolcezza-rispose Lily con rabbia repressa.

-Un'altra parola e giuro che ti lascio fuori-l'ammonì il biondo.

-Lily che succede?Che hai combinato?-domandò Albus,interrompendo il litigio prima che prendesse una brutta piega.

La ragazza si voltò al suono della sua voce e fece per spiegargli quello che era successo,riversandogli addosso un fiume di parole come era suo solito,ma si bloccò non appena vide Daniel accanto a Ronald.

Lo fissò qualche istante,come per essere certa che si trattasse realmente di lui e non di una proiezione della sua mente e poi posò lo sguardo su Albus.

-Allora?-le chiese ancora Albus.

-Il tuo amico non ci vuole far entrare nonostante abbiamo i biglietti-spiegò poi brevemente al fratello,con voce più calma anche se nella sua voce si riusciva a scorgere ancora la rabbia per l'ingiustizia subita.

Albus aggrottò le sopracciglia e allontanò lo sguardo da Lily per posarlo su Scorpius,che ricambiò l'occhiata con il suo personale ghigno.

-Te l'avevo detto che tu eri il lasciapassare...-disse semplicemente al moro.

Poi senza aggiungere altro,fece un segno ai due scimmioni che sussurrarono la parola d'ordine e fecero aprire la porta,lasciandoli così entrare.

Il resto del gruppo,capeggiato da Lily,entrò nella Casa delle Serpi,mentre Al restò qualche istante a fissare Scorpius,fermo all'entrata in attesa che lui si decidesse a muoversi per fare lo stesso.

Alla fine,scuotendo la testa,Al seguì i fratelli.

Sarebbe stata una serata davvero lunga...Ed interessante.

 

 

Aveva bisogno di dimenticarsi la presenza di Daniel a quella festa.

E fortunatamente,l'ultima cosa che mancava a quel party era l'alcool.

Si avvicinò al banco delle bibite e si riempì un bicchiere con la prima bottiglia che le capitò fra le mani,incurante della presenza dei fratelli.

Che accidenti era passato per la mente di quell'idiota di Ronnie?Perchè aveva portato con sè Daniel?Senza neanche parlargliene!

-Mi offri da bere?-disse una voce alla sua destra.

Era peggio di una mosca fastidiosa!

Si voltò e senza parlare gli tese la bottiglia con cui aveva riempito il proprio bicchiere.

-Sai che non dovresti bere?-disse ancora lui.

-Ora che sei entrato,perchè non comincia a guardarti intorno?Prendi lei,per esempio-disse indicando la prima ragazza su cui posò lo sguardo-lei sembra interessata.

Perchè non ci provi?-gli chiese poggiando le labbra sul bordo del bicchiere.

Il liquore forte le scese nella gola e l'infiammò per qualche istante,prima di arrivare nello stomaco,ma lei riuscì a non darlo a vedere:tutto voleva tranne dargli l'idea di essere una primina.

Daniel la fissò,la bottiglia ancora stretta in una mano,e qualche istante dopo le sorrise,come soltanto lui sapeva fare.

Come faceva soltanto con lei.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa per quel sorriso...E lui lo sapeva bene.

Chinandosi leggermente,Daniel avvicinò il viso al suo e portò le labbra abbastanza vicino al suo orecchio sinistro perchè lei riuscisse a sentirlo oltre il rumore della musica e la confusione.

-Non mi freghi scricciolo...Io lo so cosa vuoi-le disse semplicemente.

Lily fece un passo indietro,allontanandosi da lui e sperò con tutta sè stessa di avere un'espressione calma e sicura sul viso.

-Quanto odio questa parte di te...-disse poi sorprendendo anche se stessa.

E senza lasciargli il tempo di aggiungere altro,si voltò e si disperse fra la folla che stava ballando.

 

 

-Perchè Rebecca è qui?-

Rose lo guardò sollevando lo sguardo dal bicchiere e sorrise.

Aveva sperato di riuscire a rimorchiare qualcuno,chiunque,pur di riuscire a dimenticare il suo viso per qualche ora,ed invece se l'era ritrovata davanti!

Ed era fantastica...come sempre:i capelli raccolti in una coda alta che mettevano in mostra il collo e l'inizio delle spalle;il maglione rosso in tinta con la gonna...

Avrebbe rivisto la sua immagine per giorni nei suoi sogni!

-L'abbiamo invitata noi;le ho ceduto il mio biglietto-gli spiegò la cugina.

Ronald la guardò allibito.

-Perchè diavolo di motivo l'avresti fatto?-le chiese incredulo.

Rose poggiò il suo bicchiere sul cornicione interno di una finestra lì vicino e incrociò le braccia al petto, un'espressione seria sul volto.

-Perchè questa storia è andata anche troppo avanti.

Devi smetterla di evitare lei e James!Quando lo capirai che c'è stato un equivoco?-gli domandò con voce da maestrina.

Ronnie sbuffò esasperato.

-E tu quando la smetterai di intrometterti in fatti che non ti riguardano?

Perchè non ti trovi qualcuno con cui scopare e mi lasci in pace?-le domandò crudele.

Senza aggiungere altro,si allontanò e fece per avvicinarsi al tavolo delle bevande,ma venne intercettato sulla pista da ballo.

-Ti va di ballare?-

Fece per scansare la sua "pretendente",ma poi mise a fuoco chi gli aveva fatto quella richiesta e che ancora era ferma davanti a lui:Rachel Paciock,la sorella di Rebecca.

Perchè no?Magari poteva essere un buon ripiego per qualche minuto.

Le strinse la vita con un braccio e le prese la mano sinistra con l'altra,avvicinandola a sè;l'istante dopo sentì il mento della ragazza poggiarsi sulla spalla destra e iniziarono a muoversi sulla pista.

-Io ti avverto però...Le ragazze si innamorano facilmente di me-scherzò accennando un sorriso.

-Ah lo so...-disse lei spiazzandolo.

Ronald la allontanò da sè leggermente per incontrare il suo sguardo e lei gli restituì un sguardo sicuro.

-Davvero?-chiese lui incerto.

Rachel annuì.

-Posso parlarti in confidenza?-gli chiese poi.

Questa volta fu Ronald ad annuire.

-Potresti smetterla di comportarti da idiota e parlare con mia sorella?-disse lei spiazzandolo.

-Come scusa?-

Rachel annuì.

-Sono settimane che la sopporto!Non fa altro che lamentarsi di te e del fatto che la ignori,quindi per favore,se non vuoi farlo per te,almeno fallo per me che devo sorbirmi i suoi piagnistei-gli disse lei parlando veloce.

Ronald la guardò confuso:sicuramente aveva sbagliato fratello.

-Credo che tu abbia sbagliato persona...Tua sorella ha una cotta per...-iniziò più sicuro.

-Per te.Guarda mi fa strano ammetterlo ad alta voce,ma è così.

Avrei preferito tuo fratello,ma a quanto sembra lei ha questa insana passione per te...-continuò la ragazza.

-Aspetta un'attimo!Tua sorella è interessata a me?-chiese guardandola ancora più sorpreso.

Se quello che diceva Rachel era vero,allora lui vinceva il primo premio degli idioti!

-Te l'ho già detto:personalmente preferivo James,ma lei vuole te-disse Rachel.

Ok era ufficialmente un coglione!

 

-Ti stai divertendo?-

Albus si voltò verso Scorpius e annuì.

Era la verità:non credeva che si sarebbe trovato a suo agio ad una festa dei verde-argento e neanche che si sarebbe divertito tanto in compagnia di Scorpius.

Il biondo accennò un sorriso.

-Ora ti divertirai anche di più-

La festa era cominciata da più di un'ora quando qualcuno spense la musica e Scorpius Malfoy prese posto al centro della pista da ballo,attirando l'attenzione di tutti su di sè.

-Adesso per tutti coloro che hanno spirito d'intraprendenza e abbastanza coraggio,faremo un gioco.

Si chiama "Dieci minuti in paradiso"-annunciò.

Fece un passo verso sinistra ed indicò una porta di mogano scuro.

-Quella porta è stata creata apposta per questa festa:è un ripostiglio.

Due persone,scelte a caso da una bacchetta incantata,entreranno in quello sgabuzzino e vi resteranno per dieci minuti.

Non importa che siano due uomini,due donne o un maschio ed una femmina,è obbligatorio un bacio...Poi quello che succede oltre quel bacio,sta a voi-disse aggiungendo un sorriso malizioso a quelle parole.

Un brusio seguì la sua spiegazione e Scorpius lasciò che tutti gli ospiti commentassero la novità per un determinato periodo di tempo,poi parlò di nuovo.

-Chi vuole partecipare?-domandò poi.

Si fecero avanti un gruppo di Tassorosso e qualche Corvonero,molti Serpeverde che già conoscevano quel gioco e che non vedevano l'ora di parteciparvi ed infine,alla spicciolata, arrivarono anche i Grifondoro.

Albus si sorprese quando vide James,Rose e Ronald farsi avanti:non aveva avuto dubbi che i gemelli avrebbero approfittato della situazione,ma Rose era una vera sorpresa.

Forse voleva trarre il meglio da quell'esperienza...

Lily invece sembrava sparita...chissà dove si era nascosta.

Rebecca e Rachel si unirono agli altri e presero posto nel cerchio che si era già creato.

Scorpius si sedette ed estrasse la bacchetta che mise al centro.

Ad Al bastò un ultima occhiata prima di decidere di alzarsi ed andare a sedersi fra Rebecca e Scorpius:perchè doveva negarsi quell'occasione?

I primi ad entrare furono due ragazzi di Corvonero,un ragazzo ed una ragazza,che entrarono titubanti e che uscirono con i capelli sconvolti e le labbra rosse,accolti dalle risate e gli applausi degli altri.

Poi fu la volta di due ragazzi,un Serpeverde ed un Tassorosso,entrambi lividi per quello che era capitato loro e che uscirono dallo sgabuzzino con un'espressione affranta.

-Ho bisogno di bere per togliermi questo saporaccio dalla bocca-commentò il Serpeverde andando direttamente verso il tavolo dei liquori fra le risate della compagnia.

Scorpius mosse nuovamente la bacchetta e questa volta toccò a Mandy Greengrass e a Howard Bell;la scelta fu accolta dalle urla selvaggie dei maschi di Serpeverde.

-La Greengrass è una tappa obbligata per i maschi di Serpeverde...Se la sono fatta tutti-spiegò Scorpius ad Albus.

Il moro lo fissò e fu sul punto di chiedergli se fosse la cosa valesse anche per lui,ma si morse la lingua:non erano ancora a quel livello di intimità.

Quando le due Serpi uscirono dal ripostiglio,Howard stava finendo di riallacciarsi i bottoni dei pantaloni e le dita di Mandy scivolarono sugli angoli della bocca,facendo intendere cosa fosse successo lì dentro e provocando altre urla selvagge.

La bacchetta venne messa in movimento e questa volta toccò a due Grifondoro:Rebecca Paciock e Ronald Potter.

I due prescelti si lanciarono uno sguardo e poi abbassarono lo sguardo,imbarazzati.

-Non potete tirarvi indietro...Forza avete dieci minuti-disse Scorpius con tono marziale.

 

 

 

Una volta chiusa la porta alle loro spalle,Rebecca e Ronald si misero ai lati opposti della stanza,spalle al muro.

Per un pò restarono in silenzio,poi lui alzò lo sguardo e fissò la ragazza.

-Non ti ho ancora detto quanto sei carina questa sera...-iniziò cercando di rompere il ghiaccio,alzando leggermente lo sguardo su di lei.

Erano le prime parole che le rivolgeva da mesi.

Incontrò lo sguardo di Rebecca e prima che potesse aggiungere altro,lei coprì la breve distanza fra di loro e lo colpì,dandogli un pugno sul braccio destro.

-Sei un'idiota!-gli disse.

Lo colpì di nuovo,ancora e ancora,arrabbiata.

-Un'emerito...completo...coglione!-disse accompagnando ogni parola ad un pugno.

Ronald alzò le mani e riuscì ad afferrare i polsi della ragazza,fermando i colpi.

-Lo so!Mi sono comportato come un'imbecille e non ho scuse!-le disse sincero.

-Come hai potuto pensare che fossi interessata a tuo fratello?-gli chiese.

-Continuavi a chiedermi di lui,di quello che facevamo quando eravamo a casa...e allora ho pensato che fosse solo un modo per farti presentare a James-le spiegò.

-Allora il fatto che tu abbia chiesto di mia sorella ti rende automaticamente un suo pretendente?-gli domandò lei,cercando di fargli capire la sua stupidità.

Ronald annuì e,finalmente,le lasciò i polsi.

-Ho capito,va bene?Però mettiti nei miei panni!

Per anni,tutte le ragazze interessate a James venivano a chiedere notizie a me,cercando di avvicinarlo...-

-Quindi non sei più capace di riconoscere una ragazza interessata a te?-gli domandò lei con un leggero sorriso.

Ronnie sorrise leggermente.

-Lo sei veramente?-le chiese fissando il suo volto.

Ancora non ci credeva:aveva paura di svegliarsi da un momento all'altro e scoprire che era stato solo un sogno.

"Un minuto"

Una voce era risuonata nel piccolo stanzino,facendoli sobbalzare.

Ronald guardò la ragazza e le sorrise leggermente.

-Che devo fare per farmi perdonare?Sono disposto anche a strisciare ai tuoi piedi-le disse scherzando seriamente.

Rebecca rise e abbassò per qualche istante la testa.

Poi gli si avvicinò e posò le labbra sulle sue,un braccio attorno al collo e gli occhi chiusi:fu un bacio delicato e veloce che Ronald non riuscì neanche ad apprezzare a pieno.

Quando fece per stringerla fra le sue braccia,lei era già lontana.

-Questo te lo dovevo...Per il gioco-gli disse guardandolo negli occhi.

Ronald annuì.

Se avesse smesso di fare l'idiota,forse ce ne sarebbero stati altri.

 

 

Era assurdo trovarsi lì dentro!

-Sta calmo,fra dieci minuti la porta si riaprirà e tu potrai andartene-

Guardò il ragazzo che aveva parlato e si ritrovò a chiedersi se non fosse tutta una sua macchinazione:del resto era lui che dirigeva la bacchetta,poteva scegliere chiunque in quel cerchio...ed aveva scelto lui.

-Sei imbarazzato perchè sei chiuso in uno stanzino con un ragazzo?-gli domandò ancora.

-Mi sembra strano che tu non lo sia-commentò guardandolo.

Il biondo sorrise,scuotendo leggermente la testa.

-Non è la prima volta che mi capita...-confessò.

Cercò di calmarsi,di liberare la mente,ma i suoi pensieri tornavano a quel bacio che sapeva dover arrivare da un momento all'altro,neanche fosse un colpo di pistola.

Forse era meglio togliersi il pensiero subito...

Si voltò verso il biondo e lo guardò con espressione sicura e quasi seria,ricevendo uno sguardo curioso in cambio:l'altro non aveva la minima idea di cosa gli stava passando per la testa.

-Baciami-gli disse.

Le sopracciglia bionde si corrugarono a quelle parole.

Lui alzò le spalle.

-Così ci togliamo il pensiero-gli spiegò.

Si fissarono per qualche istante e poi lo vide annuire.

Gli bastavano pochi passi per avvicinarsi a lui,ma voleva che fosse l'altro a prendere l'iniziativa: non ci sarebbe mai riuscito da solo.

E questo il biondo l'aveva capito perchè si staccò dalla parete a cui era poggiato e coprì quella breve distanza fermandosi davanti a lui.

-Hai mai baciato nessuno?-gli chiese poi fissando per un brevissimo istante le sue labbra.

Il moro fu costretto a scuotere la testa:quello sarebbe stato il suo primo bacio.

Pregò di non vedere un sorriso di scherno sul viso dell'altro e fu accontentato;al suo posto ci fu un vero sorriso,neanche avesse appena fatto all'altro un regalo inaspettato.

Vide il viso dell'altro avvicinarsi e istintivamente si ritrasse.

-Chiudi gli occhi Al...E respira-gli disse il biondo.

Non si era accorto di aver trattenuto il fiato fino a quando lui non aveva parlato.

Fece come gli aveva consigliato il biondo e chiuse gli occhi.

Il battito del suo cuore gli rimbombava nelle orecchie,in attesa di sentire qualcosa,qualsiasi cosa.

Odiava essere così inesperto!

Poi sentì qualcosa fra i suoi capelli:lo stava accarezzando,facendo scorrere le dita fra le ciocche con lentezza.

Trattenne di nuovo il respiro e le palpebre chiuse ebbero un fremito quando sentì le dita lunghe ed affusolate scendere lungo il collo.

Cosa doveva fare?Cosa si aspettava Scorpius da lui?

Non riusciva a muovere un muscolo,era immobile e tremante fra le sue mani...

-Respira...-sussurrò il ragazzo.

Le dita ora erano sul suo viso:sulle sopracciglia,lungo lo zigomo,sul naso fino alla bocca.

Seguono il contorno di entrambe le labbra e sotto quella pressione leggera,Albus dischiuse leggermente la bocca.

Era più vicino adesso,lo sentiva,ma non avrebbe saputo dire quanto ancora avrebbe dovuto aspettare perchè lui mettesse fine a quel "gioco" e lo baciasse.

Improvvisamente una scarica elettrica partì dall'incavo fra la spalla destra ed il collo,dove il biondo aveva appena posato un bacio.

Un sospiro uscì dalle labbra dischiuse di Albus e sentì chiaramente le sue gambe tremare quando le labbra di Scorpius si posarono leggermente più in alto sulla mascella.

Il naso dritto del biondo strofinò contro la sua guancia destra e il respiro caldo gli accarezzò la pelle,facendogli venire la pelle d'oca.

Quando finalmente le labbra di Scorpius si chiusero attorno al suo labbro inferiore,Albus era pronto,aspettava quel momento.

Lo desiderava.

Sentì le labbra dell'altro accarezzare le sue più volte,dolcemente,invogliandolo a fare lo stesso, finchè lui non lo imitò.

Non si accorse di aver alzato il braccio,finchè non sentì fra le sue dita i capelli setosi del Serpeverde e si trovò il viso di Scorpius più vicino al suo.

La paura che aveva sentito all'inizio era scomparsa del tutto,sostituita dalla curiosità e dal più inaspettato desiderio.

E sicuramente non gli sarebbero bastati dieci minuti per capire quello che gli stava succedendoed i sentimenti contrastanti che aveva scatentato in lui.

 

 

Era la più irrazionale,assurda,incredibile...meravigliosa follia che avesse mai fatto nella sua vita.

Infastidita dalla parete di legno alle sue spalle,si strinse contro di lui,avvolgendogli le braccia al collo e affondando le unghie nel tessuto della camicia.

La giacca nera giaceva dimenticata per terra,insieme alla cravatta.

Sentì le sue labbra premere contro la pelle delicata del collo,baciarla velocemente e poi morderla facendola gemere.

-Ancora...-gli disse in un sussurro.

Strinse fra le dita la camicia riempiendola di grinze,lottando contro la voglia di toglierla e di far scivolare le mani sul torace nudo.

Le labbra la cercarono desiderose e lei voltò la testa per farle incontrare con le sue,facendo scivolare immediatamente la lingua nella sua bocca e accarezzando quella di lui.

Si sentì sbattere contro la parete di legno con violenza e l'attimo dopo il corpo di lui la coprì,bloccandola e schiacciando il suo seno contro il proprio torace.

Quando era diventato così possente,così muscoloso?

Lo aveva avuto sotto gli occhi per tutta la vita e non se ne era mai accorta?

Riaprì gli occhi e incontrò lo sguardo di lui:quelle iridi nere che la fissavano desiderose e allo stesso tempo preoccupate.

-Dobbiamo fermarci...-le disse con voce spezzata.

Lei scosse la testa.

-Rosie...-

Rose premette due dita contro le labbra del ragazzo e scosse di nuovo la testa,testarda.

-Non voglio...Jim ho dieci minuti,anzi anche di meno,per abbandonarmi a questa follia e non voglio pensare a niente.

Quando usciremo da qui,se vuoi,faremo finta che non sia successo,ma adesso...-gli disse con un leggero fiatone.

James non la fece neanche finire,coprendole di nuovo le labbra con le sue,leccandole con la punta della lingua.

Il tessuto leggero dei pantaloni eleganti le strusciava contro le gambe,facendole sentire l'eccitazione del ragazzo;per agevolare i loro movimenti e per sentire meglio quella sensazione unica e,forse,irripetibile,Rose sollevò una gamba e l'allacciò attorno ad un fianco di James,sollevando ancora di più il corto vestito e sentendo premere la sua erezione a poca distanza dalla sua intimità.

James sospirò eccitato e le posò una mano sulla gamba nuda facendola salire fino alla coscia,accarezzandole la natica ormai scoperta.

Rose si staccò dalle sue labbra e respirò profondamente,facendosi scappare dei sospiri di piacere.

Poggiò la fronte contro la sua spalla sinistra e lui ne approfittò per far scivolare le labbra lungo il collo.

Una spallina del suo vestito scivolò dalla spalla lungo il braccio e dopo qualche secondo di incertezza,James decise di lasciarla dov'era,alzando una mano e accarezzandole il seno,ora coperto solo dal reggiseno, per la prima volta:lo coprì completamente e,anche attraverso il tessuto leggero del reggiseno rosa,sentì il capezzolo diventare turgido.

"Un minuto"

La voce li riportò bruscamente alla realtà.

Rose rialzò la testa dalla sua spalla e lo guardò in silenzio per qualche istante,poi gli sorrise dolcemente.

James ricambiò il sorriso e la allontanò dal muro,togliendo la mano dal suo seno e rialzandole la spallina caduta,sempre tenendola fra le braccia.

Erano passati troppo in fretta quei dieci minuti di follia...

Entrambi sconvolti per quello che era successo fra di loro,ma allo stesso tempo tristi per la breve durata di quel momento,Rose e James si scambiarono un ultimo lieve bacio.

Poi lui la abbracciò come aveva sempre fatto in tanti anni,cercando di recuperare quell'intimità che avevano smarrito per pochi minuti.

-Non rimpiango niente...-mormorò Rose contro la sua spalla.

James sorrise e le accarezzò i capelli,così insolitamente lisci contro le sue dita.

-Nemmeno io-

Ma capirono entrambi di aver superato il punto di non ritorno...E di non esserne affatto spaventati.

 

 

Stesso copione,stessi attori.

Diverso scenario...E forse un diverso finale.

Si era rifugiata in quel dormitorio quasi subito,cercando di scappare da Daniel,godendosi quella pace così innaturale nella Casa delle Serpi e rallegrandosi perchè mancavano soltanto poche ore prima della partenza per casa.

Poi sarebbe stata lontana da Daniel per due settimane intere.

-Credevo che voi Potter vi muoveste sempre in gruppo-

Voltata di spalle,aveva sorriso:era la stessa frase che le aveva detto quella sera di giugno.

Possibile che fosse così incoerente?Si era nascosta per tutta la sera cercando di evitarlo,eppure non poteva negare a sè stessa di essere felice che lui fosse lì insieme a lei piuttosto che insieme a qualche altra alla festa.

-Soltanto in casi eccezionali siamo soli...-ripetè riportando in vita quella vecchia conversazione.

Sentì i passi alle sue spalle:si stava avvicinando.

Le sarebbe bastato voltarsi e andar via,perchè allora non si muoveva?Perchè restava immobile in attesa di lui?

Pochi istanti dopo una mano apparve sul muro vicino la finestra e sentì alle sue spalle la presenza di Daniel:se si fosse sporta all'indietro avrebbe sentito il suo torace contro la schiena.

Respirò e le sue narici furono piene del suo profumo;una vera e propria imboscata!

Quanto le era mancata quell'intimità clandestina...

-Allora sono fortunato a beccarti da sola,senza guardie del corpo-le sussurrò in un'orecchio.

Lily sospirò e con un gesto veloce si voltò,trovandosi la sua espressione sicura di fronte.

Era intrappolata fra il suo braccio e la parete,doveva trovare un modo per uscirne...

-Io non ho bisogno di nessuna guardia del corpo-gli disse seria.

Daniel sorrise.

-Di questo non sarei tanto sicuro-

Lily scosse la testa e chinandosi leggermente sulle ginocchia,passò sotto il braccio teso di Daniel uscendo da quello spazio ristretto.

-Ok,adesso smettiamola,d'accordo?-gli disse seccata.

Non aveva nessuna voglia di rivangare il passato.

Fece per voltarsi ed uscire dal dormitorio,quando si sentì afferrare il braccio sinistro.

-Vuoi veramente andartene?-le chiese lui.

-Sarebbe la mia intenzione,se mi lasci il braccio-ammise Lily.

Non poteva restare lì,non poteva ripetere l'esperienza di quella sera.

Soltanto lei sapeva quanto tempo aveva passato cercando di dimenticare,evitando di ricordi che le avrebbero fatto più male...non poteva ricominciare tutto da capo un'altra volta.

Daniel la fissò qualche istante,poi sospirò arrabbiato lasciandole il braccio.

-Sai che ti dico,vattene!

Non capisco perchè perdo tanto tempo con te-esclamò arrabbiato.

Lei corrugò la fronte,indispettita da quelle parole.

-Tu perdi tempo con me?-

-Sai cosa sei?Sai una grande,immensa,ROMPICOGLIONI!-

Lily lo fissò con un'espressione sorpresa sul viso:era la prima volta che lo vedeva perdere la sua espressione sarcastica.

-Che accidenti devo fare per farti capire che mi interessi?

Sai quante persone hanno pensato che fossi gay perchè sono venuto alla festa con tuo fratello?

Ho ricevuto delle proposte da qualche Corvonero e anche da un paio di Tassorosso...

Soltanto per vedere te!-le disse gettandole addosso un fiume di parole.

Lily premette la labbra una sull'altra per non ridere.

-Invece tu cosa fai?

Scappi,ti nascondi!Mi tratti come se avessi la lebbra o peggio!-

-Vorresti che ti rendessi le cose facili,vero?Magari che cadessi ai tuoi piedi come tutte le altre stupide oche che ti corrono dietro-ribattè lei acida.

-Sicuramente nessuna si è comportata come te!-le rinfacciò lui.

-Ah davvero?-

-Almeno loro lo ammettono di essere attratte da me!

Invece,a te sembra che la sola idea ti disgusti...Invece io lo so che non è così-commentò lui confuso.

Lily restò in silenzio,come poteva negare la verità?

Non aveva mai avuto paura di lui:l'unica cosa che l'aveva sempre spaventata erano i suoi sentimenti...

Daniel le si avvicinò e le prese il viso fra le mani,nonostante i tentativi di Lily di allontanarsi.

-Dimmi che non ti piaccio-le disse fissandola negli occhi.

Lily restò in silenzio.

-Dimmi che quella notte non ha avuto senso per te e me ne vado,sparisco e non mi vedrai più.

Tu sei l'unica ragazza che nonostante sia attratta da me continui a negarlo.

Perchè?-le chiese con voce più calma.

Lily sospirò e allontanò lo sguardo dal suo per qualche istante,posandolo sul tessuto bianco della camicia di Daniel.

Quando lo fissò di nuovo,era più calma,pronta a dire la verità a lui e a sè stessa.

-Perchè so che tu mi farai del male-gli disse sincera.

Daniel deglutì visibilmente a quelle parole,poi lasciò il viso della ragazza,facendo scivolare le mani sui suoi fianchi e attirandola a sè.

Le sfiorò la fronte con le labbra e lo sentì respirare forte il profumo dei suoi capelli,il suo piccolo corpo contro il suo grande e muscoloso.

-Se vuoi fermarmi Lily,fallo adesso...

Perchè non succederà come quella notte-le disse serio.

Avrebbe dovuto sciogliere quell'abbraccio e scappare il più lontano possibile da lui.

Le aveva promesso che non l'avrebbe più cercata se l'avesse fatto...

Ma si ritrovò a sospirare e a posare la testa sul suo torace,sentendo stringere la presa attorno ai suoi fianchi.

L'attimo dopo le labbra di Daniel erano sulle sue.

Proprio come quella sera di mesi prima...

 

Salve a tutti!!!

Chiedo scusa x aver scritto così tanto,ma è stato inevitabile:per raccontare al meglio cosa era successo ai ragazzi e le loro emozioni...Spero di non aver annoiato nessuno.

Come ho detto questo capitolo,almeno x quanto riguarda James e Rose,rappresenta l'esplosione;ma cosa succede dopo un'esplosione?

Si cerca di riparare ai danni.

Ed è proprio quello che faranno i nostri nei prossimi capitoli:in fondo il loro rapporto è complicato e la scoperta dell'attrazione che sentono uno per l'altra nn fa che peggiorare le cose,quindi meglio fingere...oppure no?

Inoltre vi comunico che x quanto riguarda qst fiction,mi prendo una piccola pausa e vi do appuntamento al 2009.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di battitura o di ortografia.

E ora i ringraziamenti:Streghetta86(L'idea è di Ginny ma tutto il lavoro dovrà farlo Hermione... Mica scema la rossa!),Elly(Diciamo che il nostro rosso sta attraversando una piccola crisi di mezz'età...una crisi che ha portato a tutto qst casino),Germana(Anke a me piaceva molto Cassie,sarebbe diventata un personaggio molto interessante,ma a furor di popolo è stata stroncata sul nascere...Ero assolutamente d'accordo cn te!),Dado(Ellie in diretta!!!Ok la pianto...Grazie x gli ENORMI complimenti!Sì Ron ha capito di amare ancora Herm,ma lei nn gli renderà le cose facili...come è giusto che sia.Un bacio a te,a Ellie e a Rosie),Tonks'17(SPero che il tuo amore x i junior sia continuato in qst capitolo...Dopo gli ultimi sviluppi,posso dirti che la vita di Scorpius sarà sempre + legata a qlla dei Potter),WingsHP(Neanke Ron si sarebbe accorto di niente se nn ci fosse stato un precedente poco prima del matrimonio fra Neville e Luna,e allora fu il solo testimone.Seas e Rupert sn una sagoma,vedrai nel prox capitolo!), Finleyna4ever(Grazie x i complimenti!Io la vedo come una piccola vendetta nei confronti del fratello scemo...),JC(Assolutamente no!Se lo sapesse nn le rivolgerebbe + la parola,cn ql caratterino che si ritrova...Neanche io l'ho perdonata ancora,quindi tranquillo nn sarà una cosa facile!Buon Natale e Buon 2009!Divertiti!),Ludo(Tranquilla fallo solo quando e se vuoi!E' strano che ti sia persa Daniel...eppure è uno dei personaggi che compare in ogni capitolo,vista la sua storia con Lily),CharmedAlis(Credimi nn sarà una riconciliazione facile...Anche Herm si prenderà le sue rivincite),Isina4everyoung(Come ti senti ora,riguardo ad Al e Scorpius?Ancora strana?),Lilyluna_4e(Credo di aver peggiorato la tua curiosità con qllo che ho scritto su Daniel e Lily...),Clody'93(Grazie x i complimenti...Diciamo che Ron è qllo che + di tutti sta impazzendo lentamente,ma prima o poi tornerà quello di sempre).

Bene,come al solito vi lascio un piccolo spoiler...(ricordatevi che dal prossimo capitolo x 2-3 capitoli,junior e senior saranno insieme)

 

-Che cos'è?

-L'ho trovato nell'armadio della mamma...Credo sia il filmino del loro matrimonio-

-Come fai ad esserne sicura?-

-C'è scritto "Con tutto il mio amore"?Tu che ne dici cervellone?-

 

Ok,x il momento è tutto,io vi saluto e vi auguro Buon Natale e Buon 2009,e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Just keeps pretending"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Just keeps pretending ***


JUST KEEPS PRETENDING

 

"Cause you know I'd walk a thousand miles

If I could just see you

Tonight"

 

Era esausto.
A stento riusciva a tenere le palpebre alzate ed era quasi certo di essersi addormentato per qualche minuto mentre il taxi lo trasportava dall'aereoporto all'ospedale.
Il volo da Londra a New York era stato tranquillo,reso piacevole da un film comico che la compagnia aerea aveva trasmesso,ma che lui non era riuscito a seguire per colpa della sua ansia.
Cosa le avrebbe detto una volta arrivato lì?
Aveva alcune idee per una frase ad effetto,una di quelle che entrambi avrebbero ricordato anche quando sarebbero stati vecchi e sdentati,ma non riusciva a decidersi su quale fosse meglio.
Arrivato a New York aveva trovato una nevicata che aveva ritardato di qualche ora il volo e che gli aveva permesso di mangiare e di riflettere su quello che realmente significava quel gesto: mai,nei suoi quindici anni,si era comportato in modo così impulsivo,così avventato.
Lui era sempre stato razionale,capace di controllare le sue emozioni ed i suoi sentimenti,di qualsiasi tipo questi fossero e non riusciva a capire perchè questa volta fosse diverso.
Perchè con Alice aveva abbandonato tutti i freni?
Fin dal primo momento aveva capito che quella non sarebbe stata una storia come le altre,e ogni giorno trascorso con lei gli aveva confermato quella tesi.
Lei era la parte irrazionale di sè stesso,quella che aveva annullato per tanto tempo e che finalmente aveva la possibilità di sfogarsi.
Era l'amore della sua vita.
Se i suoi genitori o anche Scorpius avessero saputo di quei pensieri,sarebbero rabbrividiti per lo sconcerto e per il disgusto,nel caso del suo migliore amico,ma era la verità:nonostante fosse ancora giovane,nonostante le difficoltà che sicuramente avrebbero dovuto affrontare,non aveva alcun dubbio su Alice o sul loro futuro insieme.
Finalmente il volo per Seattle era partito e,in quelle ore,aveva cercato di riposare,per avere un'aspetto almeno decente una volta che si fossero trovati faccia a faccia,ma un'uomo sulla quarantina seduto sul sedile accanto a lui si addormentò poco dopo il decollo iniziando a russare nel suo orecchio.
Atterrare a Seattle fu un sollievo.
Fu uno dei primi a scendere dall'aereo e a ritirare i bagagli,poi uscì fuori dall'aereoporto e chiamò un taxi,dandogli la destinazione.
L'uomo partì e lui poggiò la testa contro il sedile,chiudendo gli occhi.
-Lei non è americano-constatò il taxista.
Luke mugugnò in modo affermativo.
-Di dov'è?-chiese ancora l'uomo.
-Londra-
Sperò che l'interrogatorio fosse finito e di riuscire a dormire per quel breve tragitto,ma il taxista sembrava essere di parere diverso.
-Va a trovare qualcuno di particolare?-gli domandò lanciandogli un'occhiata dallo specchietto retrovisore e vedendolo mezzo addormentato.
Il solo pensiero di Alice,lo portò a sorridere stanco.
-La mia ragazza...-disse con voce stanca.
Poi tutto scivolò nell'incoscenza e perse la cognizione del tempo finchè non sentì qualcuno scuotergli il ginocchio sinistro.
Aprì gli occhi e vide il taxista,con una mano tesa verso di lui e un'espressione preoccupata in viso:forse era da un pò che lo chiamava senza risultato e stava iniziando a preoccuparsi.
Luke si rialzò sul sedile e si passò una mano sul viso stanco,sospirando fra le dita.
-Mi scusi,devo essermi addormentato-gli disse puntando gli occhi sul viso dell'uomo.
L'uomo alzò le spalle e accennò un sorriso.
Pagò la corsa e prese i bagagli,per poi fissare per qualche istante la porta d'entrata dell'ospedale.
Dopo tanta attesa,tanti chilometri,poche centinaia di metri lo dividevano da Alice...Il solo pensiero gli faceva scorrere il sangue più velocemente nelle vene e,stranamente,sentì le dita formicolare come se fossero intorpidite.
Aveva iniziato a cadere una pioggerella fitta ma impalpabile,che gli inumidì i capelli e gli bagnò le spalle del cappotto.
Entrò nell'ospedale e si guardò intorno alla ricerca degli ascensori:sapeva perfettamente dove andare.
In mesi di telefonate,era riuscito a strappare l'informazione alla ragazza senza che lei si insospettisse per le sue domande.
Arrivato davanti alle porte metalliche,aspettò pazientemente l'arrivo della cabina,mantenendo una perfetta faccia imperturbabile,mentre di sè combatteva contro il desiderio di fare a piedi le scale e correre da lei per farle quella sorpresa.
Entrò nell'ascensore e soltanto quando le porte si chiusero,un pensiero lo colse.
E se Alice non fosse stata in ospedale in quel momento?
Se tutto si fosse rivelato vano?
Certo,avrebbe potuto andare a casa sua,ma avrebbe rischiato di incontrare uno dei suoi fratelli o suo padre e non era il momento adatto per le spiegazioni.
Scosse leggermente la testa,scacciando quel pensiero malevolo e cercò di rassicurarsi:tutto sarebbe andato bene.
La cabina si fermò al suo piano e lui uscì,guardandosi attorno alla ricerca di qualcuno a cui chiedere.
-Mi scusi,sto cercando la camera della signora Lovegood-disse fermando la prima infermiera che passò nelle sue vicinanza.
La donna,bionda con un paio di occhiali rossi che coprivano gli occhi neri e profondi,lo guardò per qualche istante,visibilmente sorpresa da quella richiesta.
Vide mille domande premerle sulle labbra,ma l'infermiera riuscì a ricacciarle indietro e riassunse l'espressione professionale.
-Segua questo corridoio e poi giri a destra-gli disse brevemente.
Luke la ringraziò con un sorriso e si allontanò prima che lei potesse cambiare idea.
Attento alle indicazioni della donna,sbucò in un corridoio simile agli altri,e si domandò se non aveva sbagliato strada.
Poi la vide.
Era seduta su una lettiga addossata al muro verde mela,a gambe incrociate,i gomiti contro le ginocchia e le mani che massaggiavano il collo indolenzito.
Fece qualche passo avanti verso di lei,incapace di staccare lo sguardo da quella figurina,neanche avesse paura di vederla svanire sotto i suoi occhi.
Il rumore dei suoi passi rieccheggiò per il corridoio silenzioso e Luke la vide alzare la testa, per guardare chi si stesse avvicinando.
I loro occhi si incontrarono e la vide immobilizzarsi,come poco prima era successo a lui spalancare gli occhi incredula e abbandonare le braccia sulle ginocchia;si fermò nel corridoio,permettendole di guardarlo e le sorrise,improvvisamente timido.
Con un balzo,Alice scese dalla lettiga e cominciò a venirgli incontro,camminando lentamente, forse troppo per i suoi gusti,finchè lui non la vide sorridere.
Tolse la tracolla dalla spalla destra e la poggiò a terra,dimenticandosene l'attimo dopo muovendosi verso di lei e fermandosi soltanto quando si trovò a pochi centimetri da Alice.
-Devi essere una reazione al troppo caffè...-disse lei.
Luke sorrise leggermente e fece per allungare una mano verso il suo viso,ma la mano destra di Alice intercettò la sua e la bloccò.
-Non qui-disse lanciando uno sguardo al corridoio vuoto dietro le spalle del ragazzo.
Aspettò che lui riprendesse la tracolla e,continuando a tenerlo per mano,lo guidò verso una delle camere del corridoio,completamente attrezzata e,al momento,in attesa di un paziente.
Si chiuse la porta alle spalle e vi poggiò la schiena contro.
-Hai un'aspetto tremendo-commentò senza staccare lo sguardo dal suo viso.
Luke sorrise.
-Il che è strano...Ogni volta che sognavo questo momento ti immaginavo sempre perfetto ed impeccabile-aggiunse.
Lui poggiò i suoi bagagli poco lontano,cercando di non togliere lo sguardo dal suo volto,per paura di perdersi una sua qualsiasi espressione,ma Alice restò immobile le mani dietro la schiena nascoste contro la porta.
Poi improvvisamente sembrò rianimarsi, e coprì velocemente la distanza fra loro fermandosi a pochi centimetri di distanza e dandogli un pizzico su una mano.
Luke ritrasse all'istante la mano e la sfregò contro l'altra,lanciando un'occhiata al segno rosso che si andava formando.
-Ahi!-si lamentò rialzando gli occhi su di lei.
Alice sorrise.
-Ti diverti tanto a picchiarmi?-le chiese lui piccato nascondendo la mano dietro la schiena.
Lei scosse la testa continuando a guardarlo.
-No,è solo che ogni volta che sognavo una situazione del genere,dopo che ti avevo dato un pizzico,tu svanivi-gli spiegò.
Luke la fissò e non riuscì a trattenere un sorriso a quelle parole,per la sincerità e l'innocenza che vi era racchiusa in loro.
-Quindi o sei un sogno più resistente degli altri oppure sei realmente qui,il che mi porterebbe a chiedermi se non hai qualcosa da...-concluse lei.
Aveva aspettato troppo:mesi e non era sicuro di poter resistere ancora ora che lei era così vicina a lui.
D'impeto poggiò le sue labbra su quelle di Alice,smorzando il flusso di parole,e le accarezzò con le proprie,cercando di far prevalere la dolcezza sul desiderio che aveva di lei.
Posò una mano sul suo viso,fra la mandibola ed il collo e le si fece più vicino sfiorandole il labbro inferiore con il proprio e sentendo la risposta di lei.
Le braccia di Alice erano corse a stringersi attorno al suo collo,affondando le dita nei capelli neri e ricci,mentre socchiudeva le labbra per far incontrare le loro lingue.
Luke la strinse a sè,sollevandola leggermente e respirando il suo odore,chiedendosi come aveva potuto farne a meno per tutti quei mesi.
Quando lentamente staccò le labbra dalle sue,cercò i suoi occhi e li vide brillanti,pieni di una felicità che era difficile spiegare a parole.
-Adesso ci credi?-le domandò deglutendo e facendo muovere il pomo d'adamo nella gola.
Alice rise leggermente,poggiando la fronte contro la sua.
Lo baciò ancora una volta,accarezzandogli il viso per poi tornare a guardarlo.
-Quanto ti fermerai?-gli chiese.
-Dieci giorni.Devo prendere l'Espresso insieme agli altri-le disse.
Alice annuì lentamente.
-Non riesco a credere che tu sia qui...-gli disse chiudendo gli occhi e strofinando la fronte contro la guancia destra di Luke.
Lui sorrise divertito.
-Già!Solo che...-
-Cosa?-chiese lei preoccupata.
-Non ho un posto dove dormire.
Credi che posso nascondermi in una camera di quest'ospedale?-le chiese con quell'umorismo tipicamente Serpeverde che gli era proprio.
Alice sorrise,visibilmente più rilassata e rise per poi baciarlo di nuovo.
Forse una soluzione a quel problema poteva trovarla lei...


-Che cos'è?-
Hermione era entrata nel salotto dove si trovavano i suoi fratelli e si era diretta decisa al televisore,accendendolo.
Le teste degli altri quattro si erano alzate al suono delle voci che uscivano dall'apparecchio e tutti l' avevano fissata mentre accendeva anche il lettore dvd e tirava un disco fuori dalla custodia.
-Ho trovato il filmino del matrimonio di mamma e papà-rispose la bambina.
-Dove l'hai trovato?-chiese Lily fissando i capelli della sorella,che ancora non si era voltata verso di loro.
-Era nell'armadio di mamma-spiegò ancora la piccola.
-E da quando hai il permesso di frugare nel suo armadio?-chiese ancora la ragazza sorpresa.
Non le era mai stato permesso avvicinarsi ai vestiti di sua madre,nè ai trucchi che secondo i suoi genitori avrebbero rovinato il suo viso fresco e pulito.
Perchè invece Hermione aveva questa possibilità?
-Emy...-chiamò James con la sua classica voce da fratello maggiore.
Finalmente Hermione si voltò e guardò il fratello più grande,ammettendo la sua "colpa".
-Ok,non lo ho.
Ho sentito mamma che diceva di aver ritrovato alcune vecchie foto in una scatola di biscotti nel suo armadio,foto di quando loro erano fidanzati ed ero curiosa...-spiegò ai fratelli.
-Sai che si arrabbieranno molto quando lo sapranno?-disse James alla bambina.
-Ma non devono saperlo per forza,no?-s'intromise Ronald.
James guardò il gemello e lo vide alzare le spalle.
-Ci vorranno ore prima che tornino dal lavoro e prima di allora noi avremmo finito di vedere il filmino...Quanto può essere lungo un matrimonio?-chiese Ronnie al fratello.
Aveva chiesto scusa a James quasi in ginocchio per il modo ignobile in cui si era comportato,arrivando a chiedergli di prenderlo a pugni,ma Jim si era limitato a ridere e a scuotere la testa, cancellando l'accaduto come se fosse un'altro dei loro tanti stupidi litigi.
-In fondo non ha tutti i torti-lo appoggiò Albus,anche lui curioso.
-Allora possiamo vederlo?-chiese Hermione sorridendo a trentadue denti ai fratelli che l'avevano sostenuta.
-Andiamo Jim,non dirmi che non sei curioso anche tu di rivederti con il pannolino...-lo prese in giro Lily.
James le fece una smorfia che fece ridere gli altri e alla fine annuì,dando via libera a Hermione che tornò a voltarsi verso il lettore dvd.
-Come fai a sapere che si tratta del filmino del loro matrimonio?-chiese Albus sistemandosi sul divano in modo da avere una migliore visuale del televisore.
-Sul disco c'è scritto "Tutto il mio amore",ti basta sapientone?-disse la bambina chiudendo il cassetto del lettore e correndo a sedersi sul divano fra Albus e Lily.
Accanto a loro James e Ronald erano seduti su due poltrone ai lati del divano,i piedi allungati sul tappeto.
Il disco partì all'istante,senza nessun menù o titolo,accompagnato da una musica che i loro genitori ascoltavano almeno una volta al giorno.
-Questa canzone ci tormenterà per il resto della nostra vita...-commentò James sospirando.
Ronald rise seguito da Albus,ma entrambi vennero zittiti prontamente da Hermione quando sul video apparvero le prime immagini.
C'erano un uomo ed una donna,qualcuno che ai ragazzi sembrò familiare;l'uomo aveva in braccio un bambino e doveva avergli detto qualcosa che lo aveva divertito perchè il piccolo stava sorridendo,mentre la donna era seduta poco distante da loro intenta a guardarli.
-Li conosciamo questi?-chiese Ronald,senza staccare lo sguardo dal video.
-C'è qualcosa che mi sfugge...-disse Lily a mezza bocca,attirando lo stesso l'attenzione degli altri quattro.
Tornarono a fissare le immagini qualche altro istante mentre sul video apparve un'uomo alto dai capelli castani ed un'aspetto malato nonostante il corpo agile e slanciato.
-Quell'uomo assomiglia a Teddy-commentò Albus.
Fu grazie a quell'affermazione che Lily capì chi fossero.
-Non è il video del loro matrimonio!Quello è il padre di Teddy...E quelli devono essere i nostri nonni Potter-esclamò incredula,incapace di staccare lo sguardo da quella donna che le assomigliava così tanto.
James strabuzzò gli occhi e prima che potesse dire qualcosa,l'immagine cambiò mostrando loro un'uomo grasso urlare ad un bambino piccolo ed emaciato...con una cicatrice sulla fronte.
-Quello è papà!-fece Albus puntando il dito verso quel bambino.
-Ma che accidenti è questo video?-commentò James confuso.
Fu così che i ragazzi Potter iniziarono il viaggio fra i ricordi del loro padre,fin dal primo e più lontano ricordo,forse il più prezioso,quello riguardante i suoi genitori,increduli su quello che stava scorrendo sul video.
-Al posto suo me ne sarei andato di casa molto prima...-disse Ronald osservando suo padre ancora bambino,costretto a vivere nel sottoscala e a combattere contro un ciccione ignorante e la sua famiglia di babbani che rifiutavano la magia..
-Per andare dove?A vivere sotto un ponte?-chiese Lily pratica come sempre.
Ronnie sospirò,stanco dell'aria saputa della sorella.
-Neanche quando era piccola riusciva a rilassarsi un pò...-commentò divertito Al,facendo ridere gli altri,quando sul video apparvero lo zio Ron e la zia Hermione.
-Hai notato quanto assomigli allo zio Ronnie?Io comincerei a preoccuparmi se fossi in te...-scherzò James lanciando uno sguardo verso il gemello.
-Dovevo ridere?-
Le immagini scorrevano davanti a loro che,quasi ipnotizzati,non riuscivano a smettere di guardare quello che sembrava un film sulla vita del padre.
Finchè qualcuno non diede voce ad un pensiero che aleggiava nella mente di tutti.
-Perchè la mamma non è ancora apparsa?-domandò Hermione guardando ora Lily ora Albus.
I ragazzi sapevano quando era avvenuto l'incontro fra i loro genitori e si erano stupiti di non trovare traccia di lei in quasi due ore di film.
-Forse non era ancora tanto importante...-disse Ronald pensieroso.
-Che vuoi dire?-chiese Lily guardandolo qualche istante.
-Soltanto che forse papà era troppo piccolo per interessarsi alle ragazze,anche se si trattava della donna che avrebbe sposato-
-Perchè allora c'è l'incontro con gli zii e non il loro?-ribattè la sorella.
-Volete star zitti?-li riprese Al concentrato sullo schermo.
La risposta alle loro domande venne poco più avanti quando finalmente una figurina piccola e slanciata si presentò loro e li fece ridere per il suo comportamento imbarazzato:non avevano mai pensato che la madre fosse addirittura incapace di parlare in presenza del padre.
Guardando sua madre,Lily si chiese come era riuscita ad abbandonare tutte le paure e ad essere finalmente sè stessa in modo di far innamorare il padre.
Erano rimasti con il fiato sospeso vedendo quello che era successo nella camera dei Segreti e durante il terzo anno,quando il famigerato "assassino" Sirius Black aveva tentato di uccidere il loro padre,per poi rivelarsi il suo padrino.
-Certo che è strana la vita...-commentò Al.
-Più di quanto immaginiamo-disse Lily lanciandogli un'occhiata carica di significato.
C'erano tante cose di cui i due fratelli dovevano parlare,ma quello non era il momento adatto.
Incuranti del tempo che passava,i cinque fratelli passarono in rassegna il passato del padre,cercando di proteggere Hermione dalle scene più crude o scabrose.
Albus le aveva messo un braccio sulle spalle e l'aveva avvicinata al suo petto,in modo da poter metterle una mano sugli occhi ogni volta che le scene erano inadatte a lei.
Non erano preparati a rivivere il ritorno di Voldemort,ma non si aspettavano neanche che il primo bacio del padre fosse stato per un'altra ragazza.
-Questo non me lo aspettavo...-disse Lily.
-Perchè?-chiese Ronnie guardandola.
-Sembrano la reclame dell'amore perfetto!Avresti mai creduto che nostro padre avesse amato un'altra donna?-gli domandò lei di rimando.
Il rosso alzò le spalle,tornando a guardare il video.
-Non tutti si innamorano a undici anni come lo zio Ron e la zia Hermione-intervenne Hermione.
Ma quella sorpresa fu niente in confronto a quella che provarono vedendo la fuga del padre con il piccolo Teddy e i ricordi dei seguenti tre anni.
-Che fine ha fatto la mamma?-domandò Hermione sorpresa e confusa.
Al scosse la testa.
-Non ne ho la più pallida idea...-
Per molto tempo,non ci fu nessuno che occupava la loro vita di tutti i giorni,gli attimi di vita con Teddy erano intervallati a momenti di vita con i colleghi del padre alla radio.
-Quella donna lo sta puntando-commentò Lily indicando la donna dai capelli neri che in quel momento stava coccolando Teddy.
-Un'altro parto della tua fantasia malata...-scherzò James,ma anche lui si era accorto delle attenzioni che la donna aveva verso il loro padre.
La prima a riapparire nella vita del padre era stata la zia Hermione,seguita da una furiosa litigata e da una riconciliazione strappalacrime che aveva commosso la più piccola dei fratelli.
Poi,finalmente,dopo tanto tempo era tornata la loro madre:era diversa,più adulta,ma ancora molto diversa da quella che conoscevano loro.
-Continuo a non capire...-disse Ronald,quando vide la madre,uscire dal negozio e attraversare la strada senza guardare rischiando quasi di essere investita da un'auto,come se avesse visto un fantasma,prima che tutto svanisse nel viso di Teddy.
-Non è una cosa tanto insolita per te-rispose Jim senza staccare gli occhi dal video.
-Anche adesso credi che io sia una visionaria?-chiese Lily,dopo il dialogo fra i genitori alla festa.
Era evidente l'ansia della loro madre verso la donna dai capelli neri,che avevano scoperto chiamarsi Sarah,e che più tardi era sfociata in una furiosa litigata davanti a tutti i colleghi del padre alla radio.
-Chi l'avrebbe mai detto...-commentò la ragazza,sorpresa.
-Cosa?-chiese Hermione curiosa.
-Non l'ho mai vista così gelosa...Deve averne passate tante con papà-
-A sentire te sembra che nostro padre abbia avuto mille donne che gli giravano intorno,mentre l'unica donna che abbiamo mai visto finora è stata la mamma,se escludi la zia Hermione-ribattè Al contrariato.
-E quella Sarah-gli fece notare Lily.
-E la ragazza con i capelli neri che ha baciato quando era ragazzo-aggiunse Ronald.
Al sbuffò e tornò a guardare il video,dove finalmente tutto il resto della famiglia Weasley era ritornata.
-Sembra che lo zio Ron non l'abbia presa tanto bene-fece James.
-Lo hai capito dal pugno che gli ha dato poco prima?-chiese Ronnie puntiglioso.
Le immagini successive disgustarono leggermente i fratelli:Al,ligio al suo compito,coprì subito gli occhi di Hermione,ma lei cercò in tutti i modi di lottare contro la mano del fratello per poter vedere.
-Queste sono cose che ti segnano a vita-commentò Ronald,guardando i genitori semisvestiti nello schermo,attraverso la dita semiaperte della mano con cui si copriva gli occhi.
-Credi d'essere stato trovato sotto un cavolo...Oh aspetta,nel tuo caso è proprio quello che è successo!-ribattè Lily,completamente a suo agio.
In fondo che cosa c'era di male nel vedere due persone innamorate?
Finalmente riconosceva i suoi genitori,erano come li aveva sempre visti:perdutamente presi l'uno dall'altra e incapaci di accorgersi di ogni altro essere che li circondava,eccetto ovviamente lei ed i fratelli.
Avrebbe venduto l'anima per avere quello che avevano loro...
Un rumore lontano giunse alle orecchie di Albus,ma non abbastanza forte da fargli voltare la testa o da distrarre la sua attenzione dal video,dove suo padre stava correndo in giro per tutta Londra in cerca di alcuni biglietti sparsi dalla madre in posti significativi.
-Quella deve essere Grimmuald Place-disse James,poggiando i gomiti sulle ginocchia e sporgendosi verso il video.
Il padre non amava parlare di quel posto,le uniche informazioni che avevano le dovevano alla madre,che attribuiva a quel posto un'aurea romantica,e grazie all'unica visita che avessero mai fatto in quel posto.
-Credo che stia parlando di voi-disse Al voltandosi ora verso Jim ora verso Ronnie.
I gemelli si fissarono e poi tornarono a guardare lo sguardo sul video,dove la madre aveva dato l'annuncio al padre del loro arrivo.
-Forse se siamo fortunati,riusciamo a vedere anche la nostra nascita...-disse Hermione.
-Impossibile.Hai mai visto questo video prima?-chiese Jim alla sorella.
La piccola scosse la testa.
-Deve essere qualcosa di importante...Deve avere un significato particolare-continuò confuso.
Non dovettero aspettare molto per scoprirlo.
Tutti e cinque i Potter si sentirono pieni di rabbia verso quella Sarah che stava facendo di tutto per far allontanare i genitori,arrivando a diffondere pettegolezzi inutili e malevoli sul conto del padre per riuscire nel suo intento.
-Che gran figlia di...-fece Ronnie trattenendosi solo per la presenza di Hermione.
L'immagine che più li sorprese fu l'espressione ferita della madre al rifiuto del padre di rivelarle i pensieri che lo preoccupavano:non l'avevano mai vista.
-Perchè ho un brutto presentimento?-chiese Al agli altri.
Le ultime immagini scivolarono veloci sullo schermo:il dialogo fra il padre e quella donna,il bacio e l'arrivo della madre,il tentativo disperato del padre di farle capire e infine lo scontro contro la macchina.
Dopo quell'ultima immagine,il televisore tornò nero lasciando i ragazzi attoniti:che era successo dopo?
Perchè non avevano mai saputo niente di quella storia?
-Non avrà intenzione di lasciarci così!-commentò Lily sconvolta più degli altri.
-Che ti aspetti?-le chiese Albus guardandola incerto.
-Lily ha ragione,Al...Tu non sei curioso di sapere come è andata a finire?-s'intromise James sporgendosi verso il fratello.
-Se noi siamo qui è evidente il modo in cui è andata a finire-replicò Ronald.
-Affatto!Come ha potuto fare una cosa del genere?Cedere in quel modo ad un ricatto stupido ed insensato!-rispose Lily alzandosi in piedi e allontanandosi dal divano.
-Magari non aveva scelta...-disse con voce piccola Hermione.
-Si ha sempre un'altra scelta Emy-rispose decisa la ragazza.
-Proprio tu dici queste cose?-domandò Albus senza guardare la sorella.
-Chiudi la bocca Al!-
-Andiamo Lily,papà non ha fatto niente di così terribile...Che avresti fatto se ci fosse andato a letto con quell'altra?-domandò Ronald cercando di far ragionare la sorella.
-Papà non l'avrebbe mai fatto!-ribattè decisa la ragazza.
-Questo è vero-
Cinque teste si voltarono all'unisono verso la porta,da dove era arrivata la voce:poggiato con la spalla destra contro lo spigolo della porta Harry ricambiò lo sguardo dei figli,che lo guardavano sorpresi e anche preoccupati di essere nei guai.
-E' ancora peggio di quanto ricordi-disse l'uomo,con una strana espressione in volto.
Harry si passò una mano fra i capelli tirati indietro e respirò profondamente,trasfigurando il volto in un'espressione sofferente,come se anche respirare fosse troppo doloroso per lui.
Avevano tante domande da fargli,ma sapevano di essere dalla parte del torto,come si sarebbe comportato il padre?
-Che cosa significa quello che abbiamo visto papà?-chiese Lily più temeraria degli altri.
-Credo di dovervi aiutare a capire-disse l'uomo mettendosi diritto e infilando entrambe le mani nelle tasche.
Forse sarebbero stati puniti,ma per il momento potevano avere le loro risposte.


Nessuno si sarebbe accorto della differenza.
Soltanto sforzandosi avrebbero notato le piccole freddezze e ritrosie che c'erano ora nel loro rapporto.
Era veramente fiera di sè stessa:fin da quando lui era tornato a casa,si era comportata come al solito,come faceva prima che quella bomba scoppiasse,per cercare di ritrovare l'equilibrio giusto da usare davanti ai ragazzi.
C'erano solo alcune differenze:quella meno evidente di tutte,era la mancanza di effusioni,di carinerie che lei e Ron avevano sempre avuto l'uno per l'altra almeno quando il loro matrimonio era stato in buona salute.
Inoltre c'erano lunghi silenzi,che cercavano di riempire con altre attività:guardando la televisione o leggendo un libro,come quando erano sedicenni e cercavano di non pensare all'attrazione che avevano per il proprio migliore amico.
Infine,di quasi comune accordo,avevano deciso di non dividere lo stesso letto:ogni sera separavano il grande letto matrimoniale per evitare che Ron dormisse scomodamente sul pavimento e la mattina lo rimettevano insieme con un semplice incantesimo.
I ragazzi erano abbastanza grandi per non disturbarli la notte,quindi non si sarebbero mai accorti di quel grande cambiamento,ma per loro la prima notte era stata quasi destabilizzante; Hermione non sapeva esattamente se era stata la mancanza dell'altra parte del letto ad averla scioccata oppure era stata la presenza di Ron così vicino nella stanza eppure,allo stesso tempo,così lontano.
Era facile essere arrabbiati e rassegnati quando si sapeva che l'altro dormiva con un'altra persona accanto...ma quando questo era a pochi metri da te?
Non che Ron avesse dimenticato la presenza di Cassie:la chiamava ogni sera prima di entrare in camera dal bagno,cercando di non farsi sentire da lei,ma dimenticava sempre che le pareti del bagno e quella della camera erano comunicanti e,sbadato come al solito,parlava con la sua "compagna" senza prima fare un incantesimo isolante rendendola partecipe delle loro discussioni.
Alle volte si trovava a chiedersi se doveva arrabbiarsi o doveva essere divertita dalla sua sbadataggine...
A rendere ancora più interessante la situazione ora c'era Nick.
Nicholas Henderson,una delle menti più elette e divertenti della sezione di Rune Antiche del Ministero.
Quando Ginny le aveva chiesto se aveva qualcuno in mente per far ingelosire Ron era stata la prima persona a cui aveva pensato:Nick era una delle poche persone con cui si trovasse in sintonia al lavoro,con cui poteva parlare e scherzare anche mentre era immersa nel lavoro.
Era forse uno dei suoi più cari amici e fortunatamente anche lui la pensava in quel modo,visto che quando gli aveva parlato del piano assurdo di sua cognata per riconquistare Ron,e della parte che avrebbe dovuto giocare anche lui,Nick non era scappato a gambe levate dandole della pazza.
-Credo che mi divertirò molto...-aveva detto invece.
E quella sera sarebbe stato il loro "primo appuntamento".
Si guardò per l'ennesima volta nello specchio,chiedendosi si quel vestito nero con il coprispalle grigio non fosse eccessivamente elegante,se lei non fosse troppo elegante per un "finto" appuntamento.
Il riflesso di Ron apparve nello specchio a figura intera mentre lei era impegnata a fare un'ennesimo giro per controllare come cadesse il vestito sui fianchi e vide l'espressione sorpresa e compiaciuta del suo viso.
-Non credi sia un pò troppo per una cena in famiglia?-si sentì chiedere scherzosamente.
Lei accennò un sorriso e prese la matita per le labbra dalla toletta poco distante.
-Ho un'appuntamento stasera...Non te lo avevo detto?-chiese con una perfetta voce ingenua.
Impegnata a passare la matita sul labbro inferiore vide cambiare repentinamente l'espressione di Ron,diventando sospettosa.
-No,non sapevo che uscissi con Ginny-disse lui facendo saettare gli occhi dal suo viso al vestito.
Capì dallo sguardo che le aveva lanciato che quella era il suo modo per capire dove stesse andando e con chi.
Ma Hermione non aveva intenzione di dargli quell'informazione.
-Infatti...-disse per poi premere le labbra una sopra l'altra per uniformare il rossetto color mattone.
Si passò una mano fra i capelli lisci e vide le labbra di Ron aprirsi per parlare di nuovo,ma prima che potesse dire qualcosa,dal piano inferiore sentirono il suono del campanello,seguito poco dopo da un dialogo fievole.
-Mamma è arrivato Nick!-urlò poi Hugo.
Hermione si diede un'ultima occhiata nello specchio,poi prese la borsetta e fece per sorpassare Ron,ma sentì la mano del marito fermarsi sul braccio destro.
-Chi è Nick?-le chiese lui cercando di parlare con un tono normale.
I suoi occhi sprizzavano scintille,ed Hermione dovette trattenersi dal sorridere divertita:adesso era il suo turno di divertirsi!
-Lasciami il braccio Ron...Sai che non mi piace arrivare in ritardo-disse semplicemente.
L'uomo la guardò qualche istante ancora,poi obbedì allontanandosi da lei di un paio di passi.
-Non aspettarmi alzato...-


-I tuoi genitori mi uccideranno per questo!-
Forse non era l'idea più saggia del mondo,ma in dei conti non era meglio ospitare quel ragazzo lì piuttosto che lasciargli trovare un posto in qualche albergo dove Alice avrebbe passato gran parte delle sue giornate?
In quel modo avrebbe potuto controllargli e assicurarsi che non succedesse niente di terribile fra loro.
Inoltre Allison sembrava conoscerlo,anche se lui non aveva idea di chi fosse sua figlia...Sicuramente Alice doveva aver rimbambito di chiacchiere l'amica.
-Ti prometto che loro non lo sapranno mai...Anche perchè ucciderebbero anche me-aggiunse subito Alice.
Sorrideva sempre così?
In tanti mesi non se ne era mai accorto...Possibile che la sola presenza di quel ragazzo avesse fatto nascere il sorriso splendente che ora era sul viso di Alice?
Forse anche lui i primi anni che era con Rupert sorrideva tutto il tempo come un povero idiota.
Aprì una delle stanze degli ospiti e la mostrò ad Alice e al ragazzo,che fino a quel momento non aveva fatto altro che stringere la mano della sua figlioccia e starle accanto in silenzio...Aveva un'aspetto davvero terribile.
Forse avrebbe riacquistato la parola dopo una doccia ed una lunga dormita...e magari avrebbe riacquistato anche un pò del suo vecchio fascino.
-Ecco qui:letto,armadio,scrivania e televisione.
Le lenzuola sono fresche,e gli asciugamano sono nell'armadio.
Se hai qualche richiesta non devi far altro che chiederlo a me,o a Allison o a Rupert,mio marito-disse guardando il ragazzo.
Questi annuì con cipiglio quasi militaresco e Seamus con la coda dell'occhio vide Alice sorridere felice al fianco del ragazzo.
-Ovviamente ci sono altre regole,ma te le dirò quando sarai capace di comprenderle,adesso mi sembri davvero bisognoso di una dormita-commentò poi.
-Non so davvero come ringraziarla...-disse Luke tendendo la mano verso l'uomo.
Davvero un ragazzo a modo,pensò Seamus stringendogli la mano.
-Ti lasciamo sistemare le tue cose...Se hai bisogno,chiama-gli ripetè prima di fare un passo indietro con Allison.
Notò che Alice restava nella stanza con lui e si schiarì la gola per farle capire che doveva seguire il loro esempio,ma prima che potesse dire o fare qualcosa,sua figlia lo prese per una manica e lo trascinò via.
-Ally!-la rimproverò lui.
-No papà!Hai idea da quanto tempo non si vedevano?-gli chiese la figlia sottovoce.
Seamus restò in silenzio e la seguì in cucina dove Allison si sedette su uno sgabello di fronte all'isola di marmo.
L'uomo seguì il suo esempio e le si mise di fronte,i gomiti poggiati sul marmo freddo.
Prima che potesse farle qualche domanda per appagare la sua curiosità,sentirono chiudersi la porta di casa e pochi minuti dopo Rupert entrò in cucina,i manici della borsa ventiquattro stretti nella mano sinistra.
-Perchè c'è quella valigia all'ingresso?Chi parte?-chiese curioso guardando ora uno ora l'altra.
-Non parte nessuno abbiamo visite.Abbiamo dato asilo al fidanzato di Alice-spiegò brevemente Seamus.
-Cosa?E dov'è adesso?-domandò il moro posando la borsa ai suoi piedi e fermandosi accanto alla figlia.
-Di sopra,in camera degli ospiti...Con Alice-aggiunse riluttante.
Seamus vide il marito strabuzzare gli occhi e si preparò alla solita ramanzina sulla sua sconsideratezza,ma l'apparizione di Alice sulla soglia della cucina bloccò sul nascere le parole.
La ragazza corse ad abbracciare Seamus,stringendogli le braccia attorno alla vita e poggiando la testa sul suo petto per qualche istante.
-Grazie!Grazie!Non sai che grande favore ci hai fatto!-gli disse alzando lo sguardo sul suo volto.
-D'accordo tesoro...Però,come ho detto a lui,ci sono delle regole da rispettare:non posso prendermi la responsabilità di una tua gravidanza-le disse sincero.
-Seas!-lo rimproverò Rupert.
Ma Alice rise per le parole dell'uomo e scosse la testa.
-Sta tranquillo,non succederà niente del genere...Abbiamo solo bisogno di passare un pò di tempo insieme prima che lui parta di nuovo-disse Alice ancora ridendo.
-E' molto meglio di come lo immaginavo-ammise Allison guardando l'amica.
-Tu sapevi di questa storia?-chiese Rupert alla figlia.
-Io sono la sua migliore amica!-
Questo allora spiega tutto,pensò Seamus guardando le due ragazze che sorridevano.
-Posso almeno sapere il cognome di questo ragazzo?Tanto per essere sicuro che non ho dato asilo ad un criminale...-chiese poi cauto.
E per essere più preparato quando George e Luna mi chiederanno il nome del padre del loro nipotino.
Alice tornò seria e annuì,iniziando a torturarsi le mani.
-Ecco,lui si chiama Lucas...Luke Zabini-ammise senza guardare l'uomo davanti a sè.
Sicuramente era un caso di omonimia,si sforzò di convincersi.
Guardò sua figlia e vide che stava volutamente evitando il suo sguardo,fissando una piastrella del muro diventata improvvisamente molto interessante.
-Per caso non sarà...-chiese non riuscendo a finire la frase.
Alice annuì.
-Sì è lui;è il figlio di Blaise Zabini-ammise senza problemi.
Ok,era ufficiale:George l'avrebbe ucciso a mani nude.

 

Il suo comportamento era sciocco ed insensato.
Era più di tre ore che si trovava appostato dietro le finestre del salotto,scrutando il marciapiede di fronte alla sua casa,da quando i ragazzi erano andati a letto dandogli la possibilità di smettere di fingere.
In attesa.
Cercando di ingannare sè stesso.
No,non stava aspettando con ansia il ritorno di Hermione.
No,non era curioso di vedere chi fosse questo dannato accompagnatore.
No NON ERA GELOSO!
Era colpa sua se il loro matrimonio era in quelle condizioni,quindi non aveva nessun diritto di essere geloso.
Perchè allora sentiva quella morsa allo stomaco al solo pensiero?
Aveva visto tutta la preparazione,il vestito il trucco e per una volta in tanti anni,quelle attenzioni non erano per lui.
Ed Hermione era...dannazione lei era fantastica!
Gli era bastato uno sguardo per capirlo.
Anche a quel Nick sarebbe bastato,forse anche meno se era intelligente come lei.
Si strofinò il viso con una mano cercando di scacciare i cattivi pensieri che avevano affollato la sua mente.
Gli aveva detto di non aspettarla sveglio:era sempre un terribile segno,dei peggiori!
E se lei non fosse tornata a casa prima della mattina dopo?
NO!Non l'avrebbe mai fatto...Non con i ragazzi a casa.
Aveva provato a rialzarsi dal baratro in cui era caduto chiedendo l'aiuto di Harry,ma anche lui sembrava molto impegnato con i suoi problemi,quindi per una volta doveva sbrigarsela da solo.
Guardò l'orologio:erano le due e mezzo di notte...E lui sembrava aver dimenticato cosa fosse il sonno.
Poi improvvisamente sentì qualcosa.
Una risata.
La sua risata.
Si avvicinò alla finestra e scostò la tenda attento a non farsi vedere.
L'istante dopo apparvero davanti a lui,nel piccolo fazzoletto d'asfalto davanti casa:un'uomo alto con corti capelli biondi era accanto ad Hermione,troppo vicino per i suoi gusti.
Lei indossava una giacca nera di un completo e lui invece andava in giro soltanto con una camicia bianca...aveva voluto fare il cavaliere e darle la sua giacca per coprirsi dal freddo!
Si fermarono davanti alla finestra ed Hermione sorrise divertita,poggiando una mano sulla spalla destra dell'uomo.
-Salutalo e rientra in casa...-mugugnò a denti stretti.
Vide l'uomo mettere una mano sul fianco destro di sua moglie e sentì il fuoco scorrergli nelle vene,neanche fosse lava liquida.
Poi lui le aveva allontanato i capelli da una spalla,facendo scivolare la mano sulla guancia ed accarezzandola.
-Ti stai prendendo troppe libertà...-
Perchè Hermione restava ferma fra le braccia di quel tizio?Perchè non gli diceva nulla?
Neanche lo avesse sentito,Hermione sorrise e fece un passo indietro,sciogliendo la loro stretta, poi si chinò in avanti dandogli un bacio sulla guancia.
-Devi accontentarti di questo...idiota!-disse con un'inaspettato sollievo.
La vide posare le mani sui lati della giacca per toglierla,ma lui scosse la testa:voleva che la tenesse.
-Bastardo!-
Così avrebbe avuto un secondo appuntamento,anche solo per riprendersi la giacca.
Lasciò cadere la tendina e si smaterializzò in camera da letto;l'ultima cosa di cui aveva bisogno era che lei lo trovasse accanto alla finestra intento a spiarla.
Avrebbe potuto pensare che fosse geloso...

 

Salve a tutti!!!

Buona Befana:avete ricevuto tanto carbone?

Per consolare i tanti di voi che domani torneranno sui banchi di scuola,ho pensato di postare il nuovo capitolo,spero vi piaccia!

Ho un paio di avvertimenti x voi:prima di tutto,volevo fare un chiarimento;non siamo ancora alle vacanze di Natale.

La scuola inglese,al contrario della nostra,è suddivisa in trimestri ed inizia prima,quindi ogni tre mesi ci sono 2 settimane di vacanze...quindi ora i nostri ragazzi sono tornati a casa x le vacanze autunnali.

Succederanno molte cose importanti durante le vacanze di Natale...non potevo rovinare l'effetto!

Secondo punto:il video dei ricordi.

Ho volutamente evitato di raccontare quello che le scene raccontavano,x non annoiare quelli che avevano seguito i due capitoli interessati nella fiction "Io e te...per sempre?",e anche x dare maggiore spazio ai ragazzi,che si scontrano con una cosa assolutamente inaspettata.

Se qualcuno ha qualche dubbio o un vuoto di memoria può rileggere i capitoli 32 e 33 della suddetta fiction.

Ora passiamo al terzo punto:Hermione.

Non lasciatevi ingannare dal suo comportamento:ogni piccola cosa,anche quella che x voi sembrerà banale sarà calcolata fino alla nausea quasi(poi conoscendo il tipo non muoverà un passo se prima non ne è veramente sicura).

Se avete domande sono a vostra completa disposizione.

La frase all'inizio del capitolo è presa da "A thousand Miles" di Vanessa Calton.

E ora i ringraziamenti:Germana(Nn se ne andrà...Tu lo sai,io cambio idea sui personaggio praticamente ogni dieci minuti,quindi sono ancora indecisa su cs le succederà,xò so che nn scomparirà.Volevo kiederti:stai continuando a leggere la fic su Draco/Herm?Se hai problemi posso spedirtela via email),LilyLuna_4e(Tranquilla,no problema!Fidati,finirai x innamorarti di Scorpius come è successo cn Daniel),Sklupin(Grazie x i complimenti!Ho detto + volte ke Luna e George sn i miei preferiti,nn xkè voglia meno bene agli altri personaggi,ma xkè sn una mia creazione esclusiva...)Ire89(Alcune cs si scopriranno presto...Il problema di Ron è il suo cuore:diviso fra due donne che ama equamente;che fare in una situazione cs delicata?),Cashi(Benvenuta!E grazie x i complimenti!Inoltre complimenti a te:sei stata una delle poche a capire cosa fosse veramente quel video!),Isina4everyoung(Grazie x la fiducia,spero di nn fartene pentire...X qnt riguarda Daniel e Lily posso dirti che ci sarà una breve tregua, ma poi torneranno ad esserci guai),WingsHP(Un piccolo accenno te l'ho dato e qualcosa in più si saprà nel prossimo capitolo,che credo sarà incentrato di più sui junior...E' buffa vero,la situazione fra Al e Scorpius?Chi l'avrebbe detto che fosse un Malfoy a dover fare la corte,invece di venir corteggiato!), Divinityboyz(Benvenuto!E grazie x i complimenti!Davvero c'è un lato buono in "pazza"?X ora Jim e Rose sn ancora nella fase "negazione",xò qnd finalmente accetteranno qll ke è successo c saranno alcuni momenti davvero comici),Finleyna4ever(Grazie x i complimenti!),Streghetta'86(Tranquilla,te lo dirò;anche xkè nn voglio avere nessuno sulla coscienza!Posso dirti che sarà una bellissima Scorpius/Al, io già li adoro),JC(In modo DEL TUTTO casuale...sempre malizioso tu!Ti svelerò anche quello,te lo prometto!Preparati xkè ci sarà ancora un pò di azione fra Jim e Rose...),Tonks'17(Complimenti!Sei stata una delle due che hanno indovinato cosa fosse veramente!Se Ronnie avesse continuato a lungo a comportarsi così la McGranitt lo avrebbe rispedito al primo anno x mancanza d'intelligenza necessaria!P.S.adoro i tuoi commenti kilometrici!),Dado(Prima di tutto:notizie dei gemellini?Sn nati?Io mi preoccuperei di + della reazione di Draco...Harry lo credo + comprensivo).

Vi lascio il solito spoiler...

-Ci sei andata a letto?-

-Credi che se lo avessi fatto lo direi a te?-

 

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Hold me,thrill me,kiss me"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Hold me thrill me kiss me ***


hold me thrill me kiss me

 

"I don't need to believe all the dream you conceive

you just need to achieve something that rings real"

 

-Calmati...-
Ginny si voltò verso suo marito e vi trovò ancora una volta quell'espressione tranquilla che vi aveva visto finora,anche mentre le raccontava quello che era successo.
-Mi chiedo come tu riesca ad essere così tranquillo...Non sei arrabbiato neanche un pò?-gli domandò sinceramente sorpresa.
Quando era tornata a casa dal lavoro,aveva trovato tutti i ragazzi in salotto,in silenzio, dandole un primo sentore di quello che doveva aspettarsi;quando l'avevano vista apparire nel riquadro della porta i loro visi avevano assunto un'espressione preoccupata facendole capire che era successo qualcosa.
-Dov'è vostro padre?-aveva chiesto muovendo lo sguardo in giro per la stanza.
-Di là in cucina...Ha detto che vuole parlarti-aveva risposto Lily,uno strano sguardo negli occhi.
Lei si era diretta in cucina dove aveva trovato Harry impegnato ai fornelli,facendole scattare un'altro campanello d'allarme:ogni volta che era nervoso,iniziava a cucinare la prima cosa che gli veniva in mente.
-Che è successo?-aveva chiesto senza preamboli.
Lui aveva sorriso e continuando a cucinare le aveva raccontato di come i ragazzi avevano trovato il video dei ricordi e di come lui fosse arrivato mentre loro erano ancora immersi nelle immagini.
Non immaginava che quel particolare l'avrebbe fatta arrabbiare tanto:aveva sempre ritenuto i suoi figli delle persone intelligenti,e mature,nonostante fossero ancora giovani.
Certo qualche volta,specie quando erano piccoli,avevano combinato i loro bei pasticci,ma erano cose ben diverse da questa:ora erano consapevoli di star facendo qualcosa di sbagliato.
Si erano impossessati di qualcosa di incredibilmente privato,qualcosa che soltanto lei aveva il permesso di conoscere,di cui non parlava mai neanche con Harry!
Non aveva mai affrontato quel discorso neanche con Hermione in tanti anni,come se quel dvd si fosse perso o fosse sparito magicamente.
Era la sua prova d'amore,quindi soltanto lei aveva il diritto di sapere cosa vi fosse dentro!
Harry alzò le spalle e le si avvicinò,fermandosi a due passi da lei.
-Forse per me è diverso...-ammise.
Lei lo guardò perplessa.
-In che senso?-
Harry abbassò lo sguardo sui fianchi della donna seguendo i movimenti delle sue mani che si fermarono su entrambi i lati e alzò le spalle ancora una volta.
-Per me è un periodo talmente brutto quello che credo di averlo rimosso...Cerco di pensarci il meno possibile-disse senza alzare lo sguardo.
Ginny restò in silenzio qualche istante,poi sospirò.
-Dì piuttosto che non ti piace ripensare alle volte che ti sei comportato come un'idiota...-scherzò,spezzando l'aurea seria che aveva preso il discorso.
Non ne parlavano mai.
Era successo,lo sapevano entrambi,ma anche se qualche volta pensavano a quel momento,non avevano mai scambiato pareri o ricordi con l'altro come invece facevano su ogni altro momento della loro vita.
Fingevano che quei due mesi di "isolamento" fossero stati un'altra prova d'amore,un test per essere sicuri che sarebbero stati fedeli prima di sposarsi,non una snervante attesa che aveva costretto entrambi a letto per settimane e che aveva rappresentato per loro il momento di riappacificazione dopo la più grande crisi mai vissuta.
Se non avessero avuto le lettere,avrebbero anche potuto fingere che quel momento non fosse mai esistito.
Lui alzò la testa,incontrando gli occhi divertiti della donna e,quasi a volerla punire,le diede un piccolo schiaffo sul fianco destro.
-Davvero spiritosa!Sai credo sia per il tuo umorismo che ti ho sposato-
-No,mi hai sposato perchè ti avevo compromesso!-ribattè lei.
Harry annuì con fare pensieroso e poi sorrise.
-Sei ancora arrabbiata?-le chiese cambiando discorso.
Ginny ci pensò qualche istante e poi scosse la testa:ormai non poteva più cambiare le cose,quindi era inutile arrabbiarsi.
-Meglio,perchè ci stanno aspettando per avere qualche spiegazione-le disse l'uomo prendendola per mano.
-Riguardo a cosa?-chiese Ginny senza capire.
-Ma su quello che hanno visto,ovvio-

 

C'era un pensiero che non l'abbandonava mai.
Un ricordo.
Qualcosa che con il passare dei giorni diventava sempre più sfocato,assumendo i contorni di un sogno.
Eppure era così reale...
Per l'ennesima volta sdraiata sul suo letto,con la penombra della sera che incombeva,chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quei momenti.
Aveva bisogno di sfuggire alla realtà che si era ritrovata al suo ritorno a casa,così diversa da quella a cui era abituata e,incurante delle richieste di suo padre di trascorrere un pò di tempo insieme e quelle di sua madre di non passare tutto il tempo sui libri,passava quasi tutte le sue giornata in camera,con l'unica compagnia dei libri e della musica...e di quel sogno.
Le bastava chiudere gli occhi per sentire di nuovo quell'odore penetrante di legno,mischiato a profumo maschile e all'odore proprio della pelle di lui.
Riusciva,con un piccolo sforzo a ricordare le sensazioni che aveva provato quando l'aveva accarezzata,il fastidio che aveva sentito quando il tessuto dei pantaloni aveva strusciato contro le sue gambe nude.
Ricordava le sue mani:dolci,delicate,indecise quanto le sue.
Quando era bambina le loro mani erano identiche:una era il guanto perfetto dell'altra, dal palmo alla punta delle dita;ora sembrava che la sua mano fosse diventata il fodero per quella di lei tanto era grande.
Altre volte si erano sfiorati,si erano abbracciati e accarezzati:tante volte mentre erano in Sala Comune lei,sul divano,poggiava la testa contro la sua spalla e lui le circondava la schiena con un lungo braccio.
Naturalmente,senza nessun pensiero recondito...Era giusto che lo facessero!
Ma adesso ogni volta,mentre pensava alle sue mani su di lei,un altro ricordo si faceva largo quasi prepotente:le sue labbra.
Le labbra di James...
Quella era stata un'esprienza nuova,qualcosa che mai aveva provato e che se non fosse stato per la festa non sarebbe mai successo.
Quel desiderio era già in lei?Era nascosto da qualche parte in attesa del momento giusto per uscire e manifestarsi?
Oppure era solo l'effetto dell'alcool e dell'atmosfera promiscua di quel dannato gioco?
Perchè non riusciva a capire?A dimenticare?
"Un'attimo di follia..."
Questo era quello che si erano detti;poi avrebbero dimenticato tutto e si sarebbero comportati di nuovo come al solito.
E l'avevano fatto:il giorno dopo non c'era stata nessuna traccia di quello che era successo, avevano scherzato per i postumi che l'alcool aveva lasciato su di loro e su Ronald e avevano punzecchiato Albus e Lily impegnati in un misterioso litigio.
Però qualcosa era diverso:ogni volta che si erano sfiorati,sul treno che li riportava a casa,entrambi avevano sobbalzato neanche fossero stati folgorati da una scarica elettrica.
L'ulteriore prova che qualcosa era diverso era quel sogno che l'assillava e che le faceva rivivere quello che era successo.
Sospirò frustrata dai suoi stessi pensieri e,seguendo un'impulso improvviso,prese il cellulare dal comodino accanto al letto e compose un numero che era in memoria.
Una voce rispose al terzo squillo.
-Pronto?-
Perchè accidenti il suo cuore aveva preso a correre così veloce?
-Sono io-disse come faceva sempre.
Ci fu un breve silenzio dall'altra parte della cornetta,un silenzio che la fece preoccupare:e se aveva fatto la mossa sbagliata?
Magari lui voleva approfittare di quel tempo per riflettere,stare da solo...
-Qualche problema?-le chiese a bassa voce.
-Devo uscire da questa casa...Posso dormire da voi questa notte?-
SEI COMPLETAMENTE PAZZA?,le chiese una vocina urlante nella sua testa.
-Non dovrebbero esserci problemi;sempre se i miei non ci avranno uccisi prima che possa dirglielo-rispose il ragazzo,apparentemente non impressionato dalla richiesta.
-Che è successo?-domandò curiosa.
Cosa potevano aver fatto di tanto terribile?
-Te lo racconto quando arrivi...Adesso devo andare.
Ci vediamo fra poco!-
Senza darle il tempo di aggiungere altro,chiuse la telefonata.
Rose guardò il cellulare muto e ripensò a quella brevissima telefonata...forse era soltanto tutto frutto della sua fantasia.
Forse era veramente solo un sogno...


James chiuse il cellulare in fretta e,come gli altri,ascoltò i passi e le voci dei propri genitori avvicinarsi al salotto.
Si lanciò uno sguardo con Ronald e lo vide alzare le spalle e capì cosa il gemello stava pensando:ne avevano fatte di peggiori,che poteva succedergli per aver visto un film?
Già ne aveva fatte di peggiori...Che gli avrebbero detto i suoi genitori se avessero saputo di quello che era successo nel ripostiglio dei Serpeverde con Rose?
Avrebbe fatto meglio ad arruolarsi nella Legione Straniera prima che loro lo scoprissero.
Ad apparire per primo sulla porta fu suo padre,che guardò con un'occhiata veloce tutti loro andandosi poi a sedere sulla sua solita poltrona.
Poi entrò sua madre,e da un solo sguardo James capì che era lei quella più arrabbiata dei due; la fissò senza quasi respirare mentre seguiva il padre e andava a sedersi sul bracciolo della sedia di suo padre.
Come dovevano comportarsi?Avrebbero fatto delle domande e loro avrebbero risposto?
Oppure i loro genitori avrebbero iniziato a spiegar loro quello che avevano visto lì dentro?Ma poi perchè si sentivano tanto in diritto di sapere,di capire?
-Ragazzi,sono molto arrabbiata con voi...Voi avete fatto una cosa veramente scorretta, specialmente nei miei riguardi.
Chi di voi ha trovato il video?-chiese la madre senza rivolgersi a qualcuno in particolare.
Hermione alzò una piccola mano,ammettendole le sue colpe.
-Sai benissimo che non hai il permesso di aprire il mio armadio-la rimproverò la madre.
-Avevo sentito la vostra conversazione ed ero curiosa di vedere le foto di quando eravate fidanzati...-ammise la bambina.
James vide suo padre sorridere e si chiese cosa ci trovasse di così divertente.
-Non avevamo idea di cosa fosse...Credevamo fosse il filmino del vostro matrimonio-spiegò Albus andando in aiuto alla sorella.
-Però è apparso chiaro fin dalle prime immagini che non era così-continuò Ronald.
-E allora perchè non lo avete rimesso dov'era?Perchè avete continuato a guardarlo?-chiese il padre con voce calma.
-Anche tu al posto nostro avresti fatto la stessa cosa:eravamo curiosi!
Non abbiamo ancora capito che cosa fosse quel video,ma quella era la tua storia papà...
C'erano i nonni,il primo incontro con Hagrid ed la magia,c'erano lo zio Ron e la zia Hermione, c'era la mamma...come potevamo smettere di guardare?-chiese Lily quasi affrontando il padre.
-Ci ha mostrato le cose in modo diverso da come voi ce le avete sempre raccontate...E' stata una sorpresa-ammise James.
Il ragazzo vide lo sguardo veloce che si lanciarono i genitori e poi sentì suo padre sospirare.
-Era più facile raccontarvi la versione che conoscete piuttosto che confondervi con quella che avete visto oggi-disse.
-Perchè?Credevate che non avremmo capito?-chiese Al confuso e anche leggermente offeso.
La madre scosse la testa.
-Non è per questo...-
-Che è successo dopo quell'incidente?-chiese Lily diretta.
Il gelo scese nella stanza:come al solito,sua sorella aveva la delicatezza di un'elefante.
Possibile che si comportasse sempre allo stesso modo quando voleva qualcosa?
-Sempre la solita tu!-disse Ronnie guardando la sorella.
Lily si voltò verso di lui e lo fulminò con lo sguardo.
-E' l'ultima immagine che abbiamo visto,se posso dirlo quella che mi ha preoccupato di più,e visto che saremmo sicuramente puniti che importa se ora sono indisponente o indelicata?-disse seria.
In fondo non aveva tutti i torti,pensò James.
Inoltre anche lui aveva una domanda che gli ronzava in mente: da quando il video era finito aveva una sola immagine fissa nella mente.
-Perchè non le hai detto nulla?Magari lei sarebbe stata capace di aiutarti...-chiese cauto.
Sentì suo padre sospirare rumorosamente,poi lo vide scuotere la testa con decisione.
-No,mi dispiace ragazzi ma questa è una cosa che non vi lascerò fare.
Sono pronto a raccontarvi tutto quello che volete sapere,ma non vi lascerò giudicare o sviscerare la mia storia con vostra madre soltanto in base di quello che avete visto lì sopra, perchè anche se io ve lo spiegassi,voi non capireste comunque-disse con voce decisa,che non lasciava spazio a battibecchi o repliche.
Lily fece per rispondere,per nulla spaventata dall'espressione seria comparsa sul viso del padre,ma James vide la madre alzare una mano e fermarla prima che potesse dire qualsiasi cosa.
-Quello che vostro padre vuole dire è che non capireste perchè non potremmo spiegarvi quello che abbiamo provato in quei momenti...Era una situazione troppo complicata per spiegarla a parole;bisognava viverla per capirla-disse loro.
Per qualche istante restarono tutti in silenzio,poi suo padre iniziò a parlare.
Riprese il racconto da dove lo aveva lasciato il video,raccontando la corsa folle in ospedale con la paura di arrivare troppo tardi,la telefonata ai Weasley per avvertirli dell'incidente,l'operazione e le ore d'attesa passate seduto su una sedia in un corridoio dell'ospedale.
Rivisse attraverso le parole,il dolore e l'impotenza quando sua madre lo aveva lasciato e spiegò cosa fossero quelle immagini in quel dvd,lasciando tutti scioccati.
-Nessun ricordo?-chiese Hermione incapace di chiudere la bocca.
L'uomo scosse la testa.
-Uno soltanto.Il più importante...-disse alzando lo sguardo verso sua madre,che sorrise leggermente imbarazzata e coprì con le sue una mano dell'uomo.
Spiegò come era stato possibile e quello che l'incantesimo aveva comportato,senza tralasciare la cura indefessa che lo zio Ron,la zia Hermione e lo zio Seamus avevano avuto di lui,arrivando quasi ad annullare le loro vite pur di aiutarlo a guarire.
-Quanto tempo siete stati separati?-chiese Albus concentrato.
-Due mesi...Credo sia stata l'ultima volta in vita mia che ho contato i giorni-ammise sua madre sorridendo mentre un leggero rossore le saliva alle guance.
-Come facevi a sapere che non era cambiato niente?Senza sentirvi,senza vedervi come facevi a sapere che papà ti amava ancora?-chiese Lily con uno sguardo distante negli occhi.
Sua madre alzò le spalle,quasi spensierata.
-A tuo padre piacciono le sorprese...-disse misteriosa.
James si accorse del sorriso divertito sul viso del padre e si chiese cos'altro gli stessero nascondendo.
-Vi siete rivisti prima della nostra nascita?-chiese Ronald.
-Assolutamente!Ci volevano ancora quattro mesi prima del vostro arrivo e per allora vostra madre era tornata a casa e le avevo già chiesto di sposarmi-fece suo padre divertito,come se quello che aveva appena detto Ronald fosse inconcepibile.
I cinque ragazzi restarono in silenzio dopo quell'ultima frase e tutti,esclusa Hermione,pensarono ai mille problemi che affliggevano in quel momento la loro vita privata,e tutti si chiesero se anche loro un giorno sarebbero stati sereni come i loro genitori.
Magari è un traguardo troppo ottimistico nel tuo caso,si disse James cercando di scacciare il pensiero di Rose dalla sua testa.


-TU HAI FATTO COSA?-
Lo guardava neanche gli avesse appena detto di aver imparato a camminare a testa in giù.
Eppure non gli sembrava tanto sconvolgente quello che aveva fatto...Se avesse creduto il contrario avrebbe evitato di dirglielo.
-Ho fatto un'incantesimo in camera del ragazzo per essere sicuro che non ci prendessero in giro-ripetè quasi annoiato.
-Sai che questa è violazione della privacy?Potrebbe denunciarci se lo scoprisse?-disse interrompendosi bruscamente.
Seamus vide cambiare l'espressione sul volto del marito e capì ancor prima che questi parlasse cosa gli era passato per la mente.
-Non dirmelo...Lo hai fatto anche in camera di Allison-disse sperando fortemente di essere smentito.
Sapendo di essere colpevole,Seamus si morse un'angolo del labbro inferiore e alzò leggermente le spalle.
-Oh accidenti!Sai che succede se Allison lo scopre?-chiese l'uomo con il solito cipiglio militaresco che usava sempre quando lo sgridava.
-Come minimo non mi rivolge più la parola-disse il biondo cercando di minimizzare il suo errore.
Rupert sospirò e lo fissò,scuotendo la testa qualche istante dopo.
-Ok,lo so...E' stata una pessima mossa,però credimi è stata una scelta fatta d'istinto:lo hai visto? Sembra pronto a farti crollare ai suoi piedi con un solo sorriso,e come se non bastasse è anche un Serpeverde e io volevo essere sicuro che non succedesse niente di male ad Alice,almeno finchè lui è in casa nostra-disse cercando di giustificare il suo comportamento.
-Dimentichi che Alice ha solo tredici anni-cercò di ribattere Rupert,voltandogli le spalle e coprendo la breve distanza per andare a sedersi sul letto.
-E che scusa sarebbe?Io a tredici anni non ero per niente un'angioletto credimi...Tu cosa facevi a tredici anni?-
-Beh si vede che noi babbani siamo più stupidi di voi perchè io a tredici anni uscivo soltanto con i miei amici parlando di auto e di calcio e non mi accorgevo per niente delle ragazze-fece Rupert cercando di mostrargli la parte "sana" della gioventù.
-Infatti anche crescendo hai continuato a non interessarti alle ragazze...-lo prese in giro il biondo,leggermente divertito.
Rupert gli lanciò un'occhiataccia,facendolo ridere ancora di più.
-Falla finita!Comunque che cosa avresti scoperto dalle tue "indagini"?-gli domandò cercando di non mostrare troppo interesse.
Seamus alzò le spalle,andando a sedersi accanto a lui.
-Riceve molte telefonate...Credo di aver capito che sono i suoi genitori.
Da quanto sono riuscito a far dire ad Allison,Alice ha deciso di mostrargli la città prima che lui parta,un modo per stare insieme senza dover per forza essere confinati qui-
-Quindi non servono a molto queste "spie"...-lo prese in giro il marito,leggermente sollevato.
Notando però l'espressione perplessa sul volto di Seamus sentì però svanire quella sensazione.
-Cosa?-
-C'è un tizio che fa il filo ad Allison-disse Seamus voltandosi leggermente per guardarlo meglio.
Rupert corrugò la fronte,basito per quella novità.
-Ma..è ancora una bambina!-disse incredulo.
-Lo so!Fosse per me la chiuderei in camera sua fino ai trent'anni-fece il biondo con la stessa incredulità nella voce.
-E chi sarebbe questo coraggioso?-
Soltanto di un temerario poteva trattarsi visto che doveva affrontare l'ansia e la gelosia non di uno ma di ben due padri.
-Un suo compagno di scuola,si chiama Paul...Ne parlava una settimana fa con Alice-disse incapace di controllare il suo disappunto.
-Vorrei proprio conoscerlo-
Seamus sospirò e tornò a mordersi il labbro inferiore,facendo presagire il peggio al compagno.
-Che altro c'è adesso?-chiese quasi spaventato.
-Sembra che lei sia interessata ad un'altro...Cioè,questo Paul le piace ma non quanto l'altro-spiegò sentendosi improvvisamente stupido.
La psicologia femminile e adolescente era troppo complicata per lui:ogni volta che doveva averci a che fare aveva prima bisogno di un'abbondante tazza di caffè e di Rupert accanto che sembrava più capace di lui ad affrontare certe cose.
-Si sa qualcosa di quest'altro ragazzo?-domandò Rupert quasi preoccupato.
Il biondo scosse la testa.
-Non ha detto niente neanche ad Alice...Però sembra che aspetterà un segno da quest'altro tizio prima di accettare la corte di Paul-
Rupert scosse la testa,sconsolato.
-C'è un incantesimo per farla tornare bambina?Sai a quell'età in cui si interessano solo alle bambole e l'unica occasione in cui toccano un maschio è per prenderlo a morsi e a calci?-chiese quasi speranzoso.
Seamus sorrise e scosse la testa.
Purtroppo non c'era...


Aveva accettato di seguirlo nel suo dormitorio.
Non avevano fatto altro che baciarsi nei dieci minuti concessi loro in quel piccolo ripostiglio,senza pensare a niente,aggrappato alle sue spalle quasi avesse paura di cadere a terra senza il suo appoggio e quando era stato il momento di uscire,aveva fatto per tornare a sedersi nel cerchio.
Ma lui glielo aveva impedito.
Aveva afferrato la sua mano e lo aveva guardato qualche istante.
-Vieni in camera con me-
Il battito del suo cuore era diventato irregolare a quelle parole,incapace di pensare e in preda ad un tremore che forse lo rendeva ridicolo agli occhi dell'altro.
Senza parlare lo aveva seguito su per le scale che conducevano al dormitorio ed era stato allora che la paura aveva preso il sopravvento,bloccandolo fra un gradino e l'altro.
Impovvisamente aveva smesso di camminare,bloccando anche il biondo che aveva sceso i due gradini che li separavano e si era fermato di fronte a lui.
-Va tutto bene?-gli aveva chiesto portando una mano sotto il suo mento e facendoglielo alzare.
I loro occhi si erano incontrati e lui era certo che l'altro aveva scorto la paura nel suo sguardo: non si era mai trovato in una situazione del genere,mai in tutta la sua vita.
Per la prima volta stava affrontando qualcosa forse più grande di lui,qualcosa che lo terrorizzava e allo stesso tempo lo attraeva.
Senza parlare vide il viso dell'altro sempre più vicino al suo,sentì le loro labbra sfiorarsi e istintivamente si ritrovò a rispondere a quel bacio,come se fosse un gesto abituale, qualcosa che aveva sempre fatto,sentendo le dita dell'altro fra i suoi capelli.
Quando si staccarono,il tremore era sparito e il suo passo era stato fermo quando avevano ripreso a salire le scale.
Si erano fermati davanti alla porta e questa volta,spinto anche dalla convinzione che quella sarebbe stata l'unica notte in cui si sarebbe abbandonato a quella follia,prese l'iniziativa e portò un braccio attorno alle spalle dell'altro riprendendo a baciarlo.
La schiena del biondo era contro la porta e distrattamente lo sentì armeggiare con la maniglia per aprire la porta,poi si sentì afferrare per la camicia e trascinare all'interno.
Aveva allontanato le labbra da quelle di lui e aveva aperto gli occhi,guardandosi velocemente intorno per avere un'immagine della stanza.
Era stato allora che si era accorto della coppia sul letto:la ragazza era sdraiata sul letto, con soltanto l'intimo indosso,una lunga gamba nuda avvolta attorno al fianco del ragazzo che era sistemato fra le sue gambe a torso nudo.
Una mano del ragazzo era attorno alla vita di lei,mentre l'altra le accarezzava il seno coperto dal reggiseno,mentre erano impegnati in un bacio quasi violento.
Gli era bastato un secondo sguardo per riconoscere la ragazza e spalancare gli occhi allibito e arrabbiato.
-LILY!-
Due teste si voltarono e gli occhi spalancati per la sorpresa di sua sorella si posarono sul suo viso.
Aveva riconosciuto anche il ragazzo ed era pronto a saltargli addosso.
Lo sguardo di Lily era saltato da lui a Scorpius,che era rimasto accanto a lui un ghigno divertito sulle labbra,per poi tornare di nuovo a lui.
-Oh cazzo...-aveva mormorato sua sorella,passandosi una mano sul viso.
Nessuno dei due si era mosso,restando in quella posizione così fastidiosa,continuando a guardarsi l'un l'altro.
Cosa aspettavano?Che gli lasciassero il campo libero,forse?
Quella scena era quasi insostenibile:Al aveva quasi l'impressione che i suoi occhi stessero andando a fuoco.
-Ti dispiacerebbe toglierti da dosso a mia sorella?-aveva chiesto cercando di controllare la rabbia che sentiva in corpo.
Come svegliandosi da uno stato di trance,Daniel si era sollevato liberandola dalla sua presenza e Al lo aveva visto guardarsi intorno alla ricerca dei vestiti.
Veloce,Lily era balzata in piedi e aveva afferrato la gonna indossandola nello stesso momento in cui infilava le scarpe.
-Smettila di guardarmi in quel modo Mister Innocenza!-gli aveva detto quando i loro sguardi si erano incontrati di nuovo.
In fondo non aveva tutti i torti...Cosa sarebbe successo se la stanza non fosse stata già occupata?
Fin dove si sarebbe spinto nella sua unica notte di follia?
Si era voltato e aveva incontrato lo sguardo di Scorpius,che gli aveva rivolto l'accenno di un sorriso,facendolo sospirare:possibile che a lui fosse negata anche una serata di follia?
-Mi dispiace...-aveva detto silenziosamente.
L'altro aveva scosso la testa:non importava.
Già...D'altronde se il Principe delle Serpi aveva voglia di una serata strana poteva facilmente trovare un sostituto.
Perchè quell'idea gli sembrava fastidiosa?
Quando lui e Lily si erano avviati verso la Torre,nei corridoi vuoti e silenziosi aveva cercato di parlarle di farsi spiegare.
-Che c'è fra te e Dean Thomas?-aveva chiesto quasi correndo per stare dietro al suo passo.
Lei aveva continuato a camminare,facendo risuonare l'eco dei suoi tacchi sul pavimento di pietra,in perfetto silenzio come se lui non avesse mai aperto bocca.
-Lily...-
Lei si era voltata e lo aveva fronteggiato,quasi sfidandolo con lo sguardo.
-Che c'è fra te e Scorpius Malfoy?-gli aveva domandato.
-Niente che ti riguardi-aveva risposto subito sulla difensiva.
-Lo stesso per te...Allora facciamo così:tu tieni la bocca chiusa su me e Daniel e io non dirò nulla su te e Scorpius-aveva detto pragmatica.
Poi si era voltata di nuovo e aveva ripreso a camminare verso l'entrata della Casata.
Erano passati giorni da quel piccolo bisticcio,e lui aveva lasciato correre convinto che quel silenzio,come gli altri,avrebbe portato alle loro solite confidenze.
Ma visto che finora non aveva avuto risultati,era venuto il momento di fare quattro chiacchiere con la sua cara sorellina...


Era arrabbiato.
Più di quanto credeva possibile.
Aveva fatto ore di volo per vedere lei,per esserle accanto,per dimostrarle che l'amava e lei cosa faceva?
Si faceva beccare abbracciata con quel dannato Justin!
E poi diceva che non doveva preoccuparsi...Col cavolo!
La prima cosa che avrebbe fatto non appena arrivato a casa,sarebbe stato chiamare l'agenzia per vedere se poteva anticipare il suo rientro;in fondo a che serviva lì se c'era Justin?
Lei non aveva bisogno di lui!
Chiuse la porta sbattendola violentemente e percorse il piccolo ingresso,trovandosi poi nel salotto.
Si accorse solo con la coda dell'occhio di una figura,quindi voltò la testa e si fermò a guardare quella versione più adulta e magra di Alice.
Era seduta sul divano più grande,quello nel centro del salotto,i piedi per terra e le mani poggiate sulle ginocchia,in una posizione eretta quasi regale.
Indossava un paio di pantaloni nocciola ed un maglione celeste,che era in tinta con la bandana che aveva in testa.
Era impossibile non riconoscerla.
-Salve...-disse Luke a mezza voce.
-Tu devi essere quello che ha fatto tutto quel chiasso entrando-fece la donna accavallando le gambe e fissandolo neanche lo stesse studiando.
Luke affondò le mani nelle tasche del giacchetto e fece un piccolo inchino con la testa,quasi a volersi scusare.
-Mi dispiace di averla disturbata...-disse senza guardarla in volto.
Era impressionante la somiglianza fra la donna che aveva di fronte ed Alice!Gli faceva quasi venire la pelle d'oca.
-Sei un parente di Rupert?-chiese lei abbassando la testa per cercare il suo sguardo.
Luke la rialzò leggermente e la scosse in segno di diniego:smettila di comportarti come un'idiota, si rimproverò mentalmente.
-Sono soltanto un'amico in visita...Seamus e Rupert mi stanno gentilmente ospitando per evitare che spenda tutti i miei risparmi per l'albergo-rispose.
Ecco adesso hai parlato troppo.
La donna sorrise gentilmente.
-Scusami ma credo di non ricordare il tuo nome...Forse la mancanza di memoria è uno degli effetti collaterali del cancro- domandò in modo quasi brutale,ma sempre con un sorriso leggero sulle labbra.
Luke sentì un brivido scendere lungo la schiena e deglutì,sorpreso di fronte a tanta franchezza.
-Sono Lucas...Luke-disse avvicinandosi al divano dove era seduta la donna e tendendole la mano.
Lei sorrise ancora e strinse la mano che lui le tendeva.
-Luna Lovegood Weasley-
-Tesoro ho bisogno del tuo aiuto,Seamus continua a...-
Una voce arrivò dal corridoio che conduceva alla cucina e si smorzò non appena arrivò sulla soglia del salotto.
Luke si voltò e vide Seamus insieme ad un'uomo alto e dinoccolato,anche lui magro,con cortissimi capelli rossi.
Due caratteristiche gli fecero capire chi aveva davanti:la prima fu il viso di Seamus, improvvisamente pallido per quell'imprevisto incontro,che sembrava lanciargli messaggi muti con gli occhi.
L'altro era il buco al posto dell'orecchio,di cui aveva sentito parlare,ma di cui non aveva mai parlato con Alice per non mostrarsi indelicato.
-Salve...-disse l'uomo visibilmente sorpreso.
Non poteva esserci momento peggiore per incontrare i suoi "suoceri".
-Salve,io non sapevo che il signor Finnegan aveva ospiti,altrimenti avrei evitato di disturbare...- disse terribilmente in imbarazzo.
-Nessun'imbarazzo...Tesoro,questo è Lucas o se vuoi Luke,un...-
-Un nipote di Rupert-si intromise fulmineo Seamus.
Era una sua impressione oppure non appena aveva sentito il suo nome lo sguardo dell'uomo si era fatto più attento?
Lo aveva fissato per qualche istante,poi il suo sguardo lo aveva abbandonato ed era tornato a posarsi sulla moglie.
-Devi venire a vedere lo studio di Seamus...Ci crederesti che non ha neanche un'impianto di double surround?-disse avvicinandosi alla donna e porgendole il braccio neanche fosse una signora anziana.
-Impossibile!-disse la moglie aggrappandosi a lui e cercando di non far notare ai due "estranei" il grande appoggio che il braccio dell'uomo le stava dando.
-A cosa mi serve se posso fare un'incantesimo amplificatore nella stanza?-ribattè il biondo stanco di farsi prendere in giro.
Luke vide la coppia avviarsi dietro Seamus,l'uomo adattando i propri passi a quelli più piccoli della moglie,e si sorprese quando la vide voltarsi e rivolgergli un piccolo sorriso.
-E' stato un piacere conoscerti-
Luke ricambiò il sorriso e fece un piccolo cenno con la testa,quasi a ringraziarla.
-Lo stesso per me,signora-
Il suono del campanello arrivò leggero fino a loro e,prima che qualcun'altro si muovesse verso la porta,Luke si avviò verso il corridoio sentendo dietro di sè le chiacchiere degli adulti.
Non fu sorpreso,quando aprì la porta,di trovare Alice di fronte a sè.
Lo fissò qualche istante poi sfilò una mano dalla tasca e sventolò un fazzolettino bianco davanti al suo viso,mostrandogli che non era venuta con intenzioni malevole.
Lui accennò un sorriso e la risata della ragazza gli fece quasi dimenticare il suo malumore.
-Molto divertente...-
-Possiamo parlare o corro un rischio?-gli chiese infilando di nuovo il fazzoletto in tasca.
Luke si voltò leggermente,indeciso se farla entrare o meno,ma alla fine fece un passo verso di lei e richiuse la porta alle spalle,lasciando entrambi fuori.
-Ci sono i tuoi genitori-disse in risposta allo sguardo curioso che ricevette da lei.
L'espressione sul viso di Alice cambiò repentina,tramutandosi in apprensione.
-Oh...Quindi tu e loro,cioè è possibile che...-chiese in confusione.
Luke annuì,incrociando le braccia sul petto.
-Sì mi hanno visto-confermò.
Lei gettò la testa all'indietro,in un gesto di sconforto.
-Anzi io e tua madre abbiamo anche parlato per qualche minuto prima che arrivasse tuo padre-specificò tenendo lo sguardo su di lei.
Cosa voleva dire per Alice il suo incontro con i suoi genitori?
Magari,avrebbe voluto farglieli conoscere in un momento migliore e non con sua madre così provata dalla malattia.
Ma se non ci fosse stato un'altro momento?gli chiese una voce maligna nella sua testa.
-Ah...-si lamentò ancora lei.
-Comunque quando l'ho vista lì mi è preso un colpo:siete identiche!-
-Lei è più bella-disse subito la ragazza.
Posò lo sguardo sul suo viso e la vide tesa,preoccupata per qualcosa che ancora non capiva.
Era in questi momenti che veniva fuori tutta la sua giovane età...Ed ovviamente il suo bisogno di proteggerla,anche fosse da qualcosa che non poteva controllare,da qualcosa che non sarebbe mai riuscito a mettere a posto.
-Vieni qui-le disse avvicinandosi a lei e avvolgendo le braccia forti attorno alle sue spalle.
Alice si rifugiò nel suo abbraccio posando la testa contro la scapola destra e stringendo le braccia attorno alla sua vita.
-Andrà bene...So che sarai stufa di sentirtelo dire,ma andrà bene-le disse abbassando leggermente la testa e sfiorandole una guancia con il mento.
In risposta,la stretta di Alice divenne più forte e la sentì sospirare.
-Sei ancora il mio ragazzo?-gli chiese dopo qualche istante di silenzio.
Luke non riuscì a trattenere un sorriso.
-Dipende...-disse sincero.
Doveva sapere cosa aspettarsi,contro cosa doveva combattere, per lo meno per combattere ad armi pari!
-Perchè sei scappato via così prima?-gli chiese senza alzare la testa dalla sua spalla.
Allora lo aveva visto!Credeva di essere riuscito ad evitarsi quella scena ridicola ed inutile,ed invece lei lo aveva scorto mentre si allontanava da casa sua dopo averla beccata fra le braccia di quel tizio.
-Ho pensato di essere di troppo-disse a mezza voce.
La sentì sorridere e abbassando lo sguardo scorse il luccicchio dei suoi denti perfetti.
-Sei uno stupido...-
Poi,come a consolarlo di quella constatazione,gli posò un bacio su un lembo di pelle del collo lasciato scoperto dalla maglietta.
Le sue parole lo stizzirono:era da stupidi arrabbiarsi quando la propria fidanzata era fra le braccia di un'altro?
Sciolse l'abbraccio e si allontanò di un paio di passi.
-Luke...-
-Perchè ti stava abbracciando?-le domandò diretto.
-Lo fa sempre...-fece lei.
COSA?
Sentiva di nuovo la rabbia che aveva provato quel pomeriggio e cercando di scaricarla,si allontanò da lei e scese uno dei larghi gradini di pietra.
-Aspetta,dove vai...-
Sentì la mano di Alice sopra il suo braccio e si sentì tirare all'indietro,mentre lei cercava di fermarlo o di farlo voltare.
-Potresti guardarmi?-lo rimproverò.
-Secondo te è normale che la mia ragazza si lascia abbracciare da un'altro?
Che per lei non ci sia niente di sbagliato in questo?-le chiese voltandosi indietro verso di lei.
-Non ho detto questo!Ti ho già detto che non succederà mai niente fra me e Justin,perchè continui ad aver paura?-gli domandò cercando di diminuire le distanze fra di loro.
-Come faccio a non averne?Tu sei qui con lui mentre io sono a migliaia di chilometri di distanza!!Basterebbe una parola,un piccolo gesto per cambiare le cose e credimi so benissimo che se un ragazzo vuole una ragazza non...-
-Ma non è questo il caso!Quanto ti ci vuole per capire che io ti amo?
Che non mi importa niente degli altri e che da quando ti conosco ci sei stato solo tu per me, ancor prima di metterci insieme-disse sincera,afferrandolo per la manica della maglia, spaventata che potesse allontanarsi di nuovo.
Luke la guardò in silenzio,incapace quasi di respirare,stretto fra emozioni discordanti.
-Non mi importa se Justin mi abbraccia perchè so che non sei tu.
Per questo non potrà mai esserci niente.
E lo stesso vale per gli altri ragazzi!
Può sembrarti banale o terribilmente infantile,ma tu sei l'unica persona che credo di poter amare per il resto della mia vita.
Non sono molti i ragazzi che si sarebbero presentati qui come hai fatto tu e adesso la mia paura più grande è che il tempo scorra troppo veloce senza lasciarmi il tempo di vivere questi momenti come vorrei o di sprecarli a litigare per della inutile gelosia...-gli disse incredibilmente seria.
Gli ci era voluto un pò per capire che il suono di tamburi che sentiva in sottofondo altro non era che il suo cuore impazzito;era incredibile come la sua paura ora sembrasse assurda di fronte alle parole di Alice.
"L'uomo che posso amare per il resto della mia vita"...Era proprio quello che sperava.
Era tornato il silenzio,e capì che ora toccava a lui parlare:si sfiorò la punta del naso con due dita,tirò su con il naso e fissò gli occhi della ragazza.
-Allora siamo in due ad essere infantili e banali perchè anche io ho la stessa sensazione-le aveva detto a mezza voce.
Sul viso di Alice era apparso un sorriso smagliante e l'attimo dopo l'aveva sentita di nuovo fra le sue braccia,il corpo piccolo contro il suo.
Alice alzò la testa e avvicinò le labbra alle sue,ritraendole l'attimo prima di farle incontrare costringendolo a riaprire gli occhi.
-Promettimi che questa è l'ultima volta che perdiamo tempo con queste stupidaggini...Almeno finchè sei qui non voglio litigare-gli disse.
Luke aveva sospirato e aveva annuito,avvicinando di nuovo le labbra alle sue e baciandola.

 

-Vuoi lasciarmi in pace?-
Era peggio di una zecca fastidiosa!
Chi gli aveva detto di venire in camera sua e iniziare a farle domande su quella sera?
Come se non ci pensasse abbastanza di suo a quello che lui ed il suo amico avevano interrotto.
Dannazione per una volta che era convinta,era certa di qualcosa,gli altri rovinavano tutto.
-Lily...-
-Non usare quel tono condiscendente con me!A James viene bene per qualche strana ragione,ma non ti ci vedo proprio nel ruolo di fratello maggiore-gli disse seguendolo con lo sguardo mentre si muoveva per la sua stanza.
-Non è forse quello che sono?-le chiese Al confuso.
-Sai benissimo cosa voglio dire!-
Il fratello sospirò e si lasciò cadere sul letto di fronte a lei.
-Allora vedimi come il tuo confidente,sono anche quello,no?Parlami di quello che è successo non perchè sono tuo fratello ma perchè sono il tuo "confessore"-disse tentando quella nuova strada.
Lily lo guardò di sottocchi e si lasciò scappare un sospiro.
Sarebbe stato così terribile parlare con lui di quello che era successo?
-Ci sei andata a letto?-domandò Al,fissando la trama del piumone sul suo letto.
Forse era troppo imbarazzato per parlare di certe cose con lei.
-Credi che se lo avessi fatto te lo direi?-domandò lei di rimando,incapace di trattenersi.
Questa volta fu lui a sospirare,facendole alzare lo sguardo sul viso del fratello.
Per qualche istante erano rimasti in silenzio,ognuno perso dietro ai propri ricordi e soltanto lontanamente consci che prima o poi avrebbero dovuto affrontare quell'argomento.
Fu Albus il primo a parlare e quello che disse sorprese entrambi.
-Se non ci fosse stati voi nel dormitorio sarei andato a letto con Scorpius-confessò.
Lily rialzò lo sguardo sul fratello,incredula per le parole che gli aveva appena sentito pronunciare e quando i loro sguardi si incontrarono,lui sostenne il suo sguardo solo pochi istanti.
-Smettila di guardarmi così!-le disse prima di alzarsi dal letto e avvicinarsi velocemente alla finestra.
-Scusami,ma sono sorpresa...-ammise sincera.
Al annuì.
-Anche io-
-Come è successo?State insieme?Perchè non mi sono accorta di niente?-chiese Lily velocemente.
Un piccolo sorriso divertito apparve sul viso del fratello.
-A quale domanda devo rispondere per prima?-
L'altra scosse la testa.
-Non stiamo insieme,non so neanche se qualcosa cambierà al ritorno ad Hogwarts.
E' successo tutto quella sera...Era come se potessi sentirmi folle,come se tutto quello che volessi fosse lì a portata di mano.
Quando Scorpius mi ha baciato è stata la cosa più normale ricambiarlo-raccontò scavando dentro di sè per capire nel groviglio di sensazioni che provava.
La sorella lo fissò qualche istante,finchè lui non rialzò lo sguardo e le fece un sorriso veloce.
-Ti è piaciuto?Come bacia il Principe delle Serpi?-gli chiese curiosa.
Al rise leggermente.
-E' un pò difficile fare confronti visto che era il primo ragazzo che ho mai baciato ma...wow!- disse sentendosi stupido subito dopo.
Possibile che una persona intelligente come lui non riuscisse a trovare una parola migliore di "wow"?
Lily rise divertita e solo quando nella stanza si fu affievolito il suono delle risate capì che ora toccava a lei parlare.
Si abbracciò le ginocchia con le braccia e poggiò il mento su queste,quasi assumendo una posizione di difesa,per poi iniziare a parlare.
Raccontò tutto,fin da quella sera lontana di giugno,quando tutto era cominciato;raccontò cosa li aveva spinti allora a comportarsi in quel modo e cosa li aveva fermati e spiegò ad Albus i suoi dubbi e le sue paure riguardo a Daniel e a quella storia.
Gli disse della rabbia provata quando lo aveva visto arrivare alla festa e della lite che avevano avuto prima di finire uno fra le braccia dell'altro.
-Tu credi che io sia una rompipalle?-chiese poi curiosa.
-Devo rispondere sinceramente?-fece l'altro leggermente divertito.
L'istante dopo lei stava scuotendo la testa:non ne aveva bisogno.
Albus sospirò e si strofinò gli occhi con una mano,cercando di cancellare la domanda che gli girava nella mente,ma fu tutto vano.
-Ci sei andata a letto?-le domandò a mezza voce,quasi temendo la risposta.
Lily lo guardò,indecisa se mentire o meno,poi si ricordò chi c'era di fronte a lei:era Al,il suo confidente,l'unica persona di cui poteva essere sicura sempre,in ogni momento;se avesse saputo la verità non si sarebbe arrabbiato come James,nè le avrebbe fatto una filippica sul senso del dovere come invece avrebbe fatto Rose,ma forse si sarebbe sentito più sollevato.
Così scelse la verità.
-No-ammise allontanando lo sguardo dal suo viso.
Come aveva previsto,nella stanza risuonò un sospiro di sollievo che la fece sorridere.
Ma avrei tanto voluto,pensò Lily fra sè e sè.
Questo però era meglio non dirlo ad Al...


Forse il sonno per lui era interdetto.
Magari quello che aveva fatto era talmente grave da meritare come punizione l'insonnia eterna.
Oppure era lui che se la infliggeva,perchè ogni volta che chiudeva gli occhi gli tornava alla mente il suo viso,la sua memoria ritrovava il suo odore,il sapore delle sue labbra.
Qualcosa che non doveva assolutamente conoscere,qualcosa che per lui era proibito.
Stanco di rigirarsi fra le lenzuola,si alzò e incurante del rumore che i suoi passi facevano sul parquet e che venivano coperti dal russare di Ronald,uscì dalla stanza e scese le scale.
Forse c'era qualcosa di interessante in tv.
Già a metà della scalinata si accorse della luce soffusa che veniva dal salotto.
Una parte del suo cervello capì chi vi avrebbe trovato ancora prima di aver sceso l'ultimo gradino e gli consigliò di deviare verso la cucina,ma un'altra parte di sè,più forte e quasi indipendente dalla sua volontà lo spinse ad avvicinarsi alla porta del salotto e ad affacciarsi.
Lei era lì,sul divano:la schiena poggiata contro un bracciolo,un ginocchio che si intravedeva nonostante i cuscini alti del divano e che l'aiutava a sorreggere il libro che aveva fra le mani.
Come accorgendosi della presenza di un'altra persona oltre a lei nella stanza,la vide alzare lo sguardo dal libro e incontrare i suoi occhi,diventando subito rossa per la vergogna di essere stata sorpresa.
-Che ci fai qui?-le chiese a bassa voce,per non farsi sentire da coloro che dormivano al piano di sopra.
-Non riuscivo a dormire...Troppi pensieri-rispose lei.
Non riuscì a spiegarsi perchè quella risposta lo colpì così tanto.
Ancora una volta sentiva quell'attrazione che gli aveva fatto perdere la testa in quello sgabuzzino.
-Ti va se ti faccio compagnia?-le chiese.
Vide Rose sorridere e annuire felice e gli sembrò quasi che l'influsso di quel sorriso si facesse sentire anche su di lui.
Accennando a sua volta un sorriso James si voltò e,senza riuscire a spiegarsi il perchè del suo gesto,si chiuse la porta del salotto alle spalle.
Chiudendo il resto del mondo fuori da quella stanza.

 

 

Salve a tutti!

Cercando di sopravvivere al diluvio che si è abbattuto sulla capitale,eccomi qui a postare un'altro capitolo.

So già ke molti di voi saranno arrabbiati x il mistero che avvolge la notte di Daniel e Lily e anche io ero convinta di svelare il mistero in questo capitolo in una di quelle confidenze che di solito si hanno con il proprio migliore amico,ma poi mi è venuta un'idea migliore.

So di chiedervi ancora un pò di pazienza,xò nel frattempo vi ho dato un grande indizio...

Cambiando coppia:Jim e Rose.

Volevo raccontare cosa era successo nel salotto in qst capitolo,ma mi sn accorta che stava diventando tr lungo e allora ne parlerò nel prox...forse.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia e battitura.

La frase all'inizio del capitolo è presa da "A pain that I'm used to" dei Depeche Mode e il titolo è preso,in parte, da una canzone degli U2.

E ora i ringraziamenti:Sarina87(Quello è tuttora un work in progress,nel senso kè su 100 idee ne scarto 30 x poi averne altrettante.Anche a me Al e Scorpius stanno cominciando a intrigare molto...),Lights(Teniamo i punti come alle partite di calcio!Vedremo x ki finirà),Divinityboyz(Con voi c'è sempre da imparare,grazie x avermelo detto!Nn preoccuparti x le domande,anzi nn farti problemi se te ne vengono altre.Ho in mente qualcosa x quando Luke tornerà a Londra..),Streghetta'86(Hai visto che ti ho postato 1 nuovo capitolo su Luna e George?Solo x te!Più che altro George avrà un'altra sorpresa...X quanto riguarda Al nn credo racconterà agli altri cosa è successo tanto presto,già è tanto ke ne ha parlato con Lily),Gioia_in_blu(Grazie x i complimenti!Diciamo ke x il momento sn ancora indecisa,hai presente le tessere del puzzle?Devo vedere quale va meglio),Elly(Io lo dico sempre che in tutti c'è una piccola vena di sadismo...),Isina4everyoung(Sì penso che aveva questa idea...),JC(Spinta dalla tua richiesta,ho fatto un pò di ricerche su internet e ho scoperto che gli "adolescenti",kiamiamoli così,possono volare da soli,solo se prima si avverte le hostess e gli stewart;per quando riguarda il far ingelosire i ragazzi,ti giuro che l'inserito nel capitolo pensando che si trattasse di una figura mitologica tipo l'unicorno,hai presente?Nn avevo idea che esistessero veramente ragazze che lo fanno.Xò ora sn io ke ti faccio 1 domanda:6 stato di recente fuori da una scuola media?Io ci vado x portare mia sorella e ci sn 2 ragazzi ke sembrano sul punto di farlo davanti a tutti!),Germana(Sn tr contenta ke puoi continuare a leggerla!!!Grazie x i complimenti!Sì resta ma nn so ancora sotto quale forma),Lilyluna_4e(Grazie x i complimenti!Secondo me Harry nn era tenuto a spiegare nulla,lo ha fatto soltanto xkè lui è perfetto come al solito...),Ire'89(Nn succederà,xò diciamo che anche Herm si prenderà le sue rivincite.Mannaggia avevi quasi indovinato su chi era lo spoiler!!!),Dado &Co.(Piccola aggiunta visto che ormai nn 6 + sola a scrivere e mi sembrava un torto verso Ellie e Rosie.Come stanno i gemelli?Ah dimenticavo comesta la tua gamba Roby?6 guarita?Credetemi Hermione nn sarà x niente tenera con il nostro Ron...Tanti baci!!!),Finleyna 4 ever(Grazie x i complimenti!),Kitty F(Tranquilla nn sei l'unica che me lo ha detto;devo solo trovare il modo x far combaciare le cose e x riformare la coppia),Tonks'17(Io adoro la neve!!!Nn sai quanto ti ho invidiato qnd ho letto...Il cognome nn lo ha chiesto ancora,xò nn si può fregare un Weasley,quindi è indubbio che abbia capito ki aveva davanti,ma credo che gli serviranno i sali quando saprà che suo genero è una Serpe.Era + giusto ke la + arrabbiata fosse Ginny visto ke avevano rovistato nel suo armadio e avevano visto qlcs di privato,di totalmente suo...Mi dispiace ke stavolta ti sia scappato lo spoiler, vediamo se indovini quello del prox capitolo),WingsHP(Se fosse rimasto sempre lo stesso scemo c'era da preoccuparsi...).

Ecco a voi lo spoilers...

-Tu mi desideri?-

-Come scusa?-

-Hai capito benissimo,non fare lo stupido...-

 

Il prossimo sarà l'ultimo in cui sono insieme "juniors" e "seniors",poi si torna ad Hogwarts.

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e di do appuntamento al prox capitolo...

"Reality"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Reality ***


reality

 

 

-Quindi tu lo sapevi-
Annuì lentamente e restò in silenzio,in attesa di quello che sarebbe venuto dopo.
-Perchè non me ne hai mai parlato?-chiese lui sorpreso.
Non ci voleva un genio per capire che qualcuno era interessato a sua figlia,tutta l'estate sulla loro casa c'era stato un traffico di gufi che portavano e consegnavano lettere e pacchetti e ad avvalorare la sua teoria c'era l'atteggiamento di Alice quando queste arrivavano:il modo in cui le strappava dalle sue mani o da quelle del padre per evitare che leggessero il mittente,come si andava a nascondere in camera stringendo quelle pagine fra le dita neanche fossero un tesoro prezioso.
Quando aveva visto quel ragazzo nel salotto di Seamus una luce si era accesa nella sua mente,facendole capire chi aveva di fronte,senza ombra di dubbio.
Anche lui aveva capito chi gli era di fronte,lo dimostrava l'improvviso pallore del suo viso e il comportamento idiota ed agitato che aveva assunto Seamus quando l'aveva vista in sua compagnia.
Perchè non aveva detto niente?
Forse perchè un motivo c'era se sua figlia non ne aveva ancora parlato con loro...
Aveva creduto fosse un'amore adolescenziale,nato sui banchi di Hogwarts come quello fra lei e Neville,ma quando aveva sentito la lite che avevano avuto quello stesso giorno e che era arrivata fino a loro superando i vetri della cucina,si era ricreduta:c'era di più,nonostante la loro giovane età era un legame più forte.
-Non ho detto nulla perchè so quanto sei geloso di tua figlia-disse guardando il viso del marito.
Anche George aveva capito subito chi era con lei in salotto,non perchè avesse captato tutti quei piccoli segnali che forse solo una donna può cogliere,ma perchè si era accorto che della leggerezza e della felicità che trasmetteva Alice in quei giorni,così dissonanti dal suo umore abituale.
Quando,quel giorno, si erano rifugiati nella cucina di Seamus aveva osservato dalla finestra il battibecco fra i due ragazzi,incurante di farsi scorgere e,mentre su di lei le parole di Luke avevano avuto un'effetto consolatorio,positivo,su George avevano avuto stranamente l'effetto opposto spingendolo a chiedere informazioni al povero Seamus,mettendolo sotto torchio per farsi dire tutto quello che sapeva sul ragazzo.
-E' una balla-ribattè lui.
Luna scosse la testa.
-Non dirmi che sei tranquilla se questo tizio è qui-le chiese senza darsi per vinto.
Un sorriso si disegnò sulle labbra di Luna e accese il suo viso.
-Cosa credi possa succedere di così terribile?-domandò leggermente divertita.
George strabuzzò gli occhi,quasi non la riconoscesse facendola sorridere ancora di più.
-Secondo me questa è tutta una posa...Sei veramente tanto tranquilla?-ripetè.
Luna sospirò.
-Ok,ammetto che forse era meglio se nostra figlia restava immune da queste cose almeno per qualche altro anno,ma non perchè tu non sei pronto a dividerla con qualcun'altro...-
George fece per ribattere,ma lei lo bloccò alzando una mano.
-Piuttosto perchè io e te sappiamo quanto può essere doloroso certe volte l'amore e volevo che lei non lo sapesse almeno per un'altro paio d'anni-concluse.
George la fissò qualche istante e poi sospirò,passandosi una mano sui capelli radi.
-Che sappiamo di lui?-domandò interessato.
Luna alzò le spalle.
-Non molto,anzi soltanto quello che ci ha detto Seamus-rispose.
-Credi di riuscire a saperne di più?-
-Posso provarci,ma dipende tutto da tua figlia...E non posso chiederle nulla prima della partenza di questo ragazzo-lo avvertì.
-Dovremmo lasciarla stare con lui?Senza sapere cosa vuole da lei,cosa fanno insieme,cosa...-sbottò George preoccupato.
-Già perchè non la chiudiamo in casa?Sarà un vero spasso vedere un'adolescente musona che gira per casa senza rivolgerci la parola-
-Allora facciamola restare a dormire lì visto che ci siamo!Diamole una confezione di preservativi e via.
"Mi raccomando tesoro,divertiti!"-scimmiottò l'uomo.
Non riuscendo a trattenersi nonostante sapesse che questo l'avrebbe fatto arrabbiare,Luna rise.
C'erano cose che George ancora non capiva,nonostante il "grande" cambiamento che aveva fatto da quando erano insieme:era ancora incapace di ammettere che qualcun'altro potesse avere una soluzione migliore della sua,figuriamo ad ammettere di aver torto.
Era qualcosa più forte di lui!
-Scommetto che se fosse stato Fred lo avresti fatto...-scherzò cercando di farlo ridere.
Si guardarono qualche istante e lei rise di nuovo,incapace di controllarsi,riuscendo a far sorridere anche il marito.
George abbassò lo sguardo,passandosi di nuovo una mano sulla testa e qualche secondo dopo,lei lo sentì sospirare.
-Sei sicura che stiamo facendo la cosa giusta?-le domandò ancora incerto.
-Fammi parlare con lei,poi decideremo cosa fare-
Dipendeva tutto da quello che avrebbe detto Alice.


-Lily!C'è una telefonata per te!-
Alzando lo sguardo dai libri che occupavano la lunga scrivania nella sua stanza,Lily cercò in giro per la camera il telefono rosa e lo trovò sul letto,dove lo aveva lasciato l'ultima volta dopo una conversazione con una sua compagna di scuola.
Si alzò e quasi strascicando i piedi,si avvicinò al letto,prendendo la cornetta fra le mani e lasciandosi scappare un sospiro mentre si lasciava cadere a peso morto sul letto.
Senza sapere perchè,quel giorno era triste,rabbuiata,come poche volte le era capitato:certo aveva anche lei giorni in cui era intrattabile ed era meglio starle alla larga,ma sapeva sempre qual'era il motivo scatenante di tanta indisposizione verso il prossimo.
Invece quel giorno la sua maliconia era senza soluzione:aveva provato a distrarsi con la televisione, la musica e a tuffarsi nei compiti che le erano stati assegnati per le vacanze,visto il poco tempo a disposione rimastole,ma niente.
Non era riuscita a trovare giovamento...
-Pronto?-chiese fissando un poster sulla parete di fronte a lei.
-Ciao scricciolo-
Quelle parole la sorpresero:tutto si era aspettata,tranne sentire la sua voce.
Ovviamente aveva pensato a lui in quei giorni di vacanza,forse anche troppo,specialmente dopo il colluquio con Albus,ma mai aveva pensato di risentire la sua voce prima di essere tornata ad Hogwarts.
Non lo credeva capace di tanta audacia...
Eppure era felice che lo avesse fatto.
-Ciao-
-Ho pensato di chiamarti,sai,visto come ci siamo lasciati quella sera...-le disse.
Lily sorrise.
-Volevi controllare che fossi tutta intera o che sotto tortura non avessi fatto il tuo nome?-chiese lasciando che sul viso aleggiasse ancora quel piccolo sorriso,che fino a pochi minuti prima sarebbe stato impossibile.
Doveva contenersi!Si stava comportando come quelle stupide ragazze del suo corso che si scioglievano in sorrisi e sdilinquimenti quando un ragazzo rivolgeva loro la parola o sorrideva.
Lei non era mai stata così,era una tosta!
E ci teneva a restarlo!
-Anche quello lo ammetto...Ma avevo bisogno di sentire la tua voce-disse Daniel mai così sincero.
Aveva sempre pensato che il telefono fosse un buon modo per trasmettere quello che si prova veramente,quello che avendo la persona di fronte non saremmo stati in grado di dire per il troppo imbarazzo o per paura di una reazione "inappropriata".
Lei sapeva che se fossero stati faccia a faccia Daniel non le avrebbe mai detto una cosa del genere:non era nella sua natura,nel suo carattere.
Inoltre lui non affrontava mai quell'argomento.
-Come stai?-gli domandò seria.
Sentì una risatina sarcastica dall'altra parte del microfono e le sembrò per un'attimo di riconoscere la persona con cui si era scontrata ad Hogwarts mille volte.
-Hai presente i sacchetti trasparenti in cui vengono congelate le cose...quelli sottovuoto?-le domandò.
Lily aggrottò le sopracciglia,felice che lui non potesse vederla.
-Certo-disse semplicemente.
Un sospiro.
-Ecco io mi sento così...In perenne mancanza d'aria da quando ho lasciato Hogwarts-confessò.
Era strano per lei sentirsi così dispiaciuta per lui?
Era una delle poche,anzi forse l'unica che sapeva e questo aveva creato un legame fra loro, fin dal primo momento,che la portava ancora a chiedersi dove li avrebbe portati.
-Posso fare qualcosa per te?Che ne dici se ci vediamo?-propose subito dopo.
Lo faceva per lui,per aiutarlo in quella difficile situazione.
"Piantala di raccontarti balle!"la rimproverò a ragione una vocina nella sua testa.
Ok lo faceva anche per sè stessa!
Ancora un sospiro:perchè invece di sospirare non le diceva quello che le passava per la testa?
-Vorrei tanto...Se potessi sarei già lì-le disse.
-Cosa te lo impedisce?-chiese Lily prima di riuscire a fermarsi.
-Mio padre crede che questi giorni debbano essere spesi insieme:ogni giorno è ottimo per delle attività padre-figlio!-disse con una finta voce allegra che le fece venire la pelle d'oca.
Lily abbassò lo sguardo sfiorando con le dita la trama del copriletto:perchè doveva sentirsi così?
Lei odiava sentirsi così!
Doveva mettere un freno a tutta quella storia...
-Avevo solo bisogno di sentire la tua voce...Mi aiuta a stare meglio-disse Daniel interrompendo il treno dei suoi pensieri.
Dannazione!Come faceva a mantenere le distanze se lui le diceva cose del genere?
-Davvero?-chiese leggermente titubante.
Le arrivò la risata leggera di Daniel dall'altra parte del telefono e Lily si rimproverò mentalmente:perchè gli aveva mostrato quella parte "debole"?
-Davvero.
Non vedo l'ora che sia lunedì per vederti-le confessò.
Che fare?
Mettere da parte il suo orgoglio e digli la verità,oppure continuare a comportarsi come al solito, come sempre aveva fatto quando era con lui,senza condersi troppo emotivamente,anche se poi non resisteva ai suoi abbracci e ai suoi baci.
Poteva continuare con quella posa anche dopo quello che era successo l'ultima sera che si erano visti?
E se si fosse buttata?Cosa sarebbe successo?
Si sarebbe fatta male sul serio oppure ci sarebbe stato Daniel a prenderla al volo?
Questa volta fu lei a sospirare e imbarazzata,iniziò a giocherellare con una ciocca di capelli.
-Anche io...-disse infine.
Cos'era la vita senza un pò di rischio?

 

Era in fila alla cassa di Sainsbury quando li vide entrare.
Un movimento familiare,il suono della sua risata,seguita da una maschile lo portarono a voltarsi e a cercare con lo sguardo.
Uscì dalla fila e senza neanche accorgersene si mise a camminare fra i vari scaffali,alla loro ricerca:niente fra i surgelati,niente fra i cibi precotti,neanche allo scaffale del cibo take-away;poi riconobbe la cascata di riccioli color cioccolato e corse a nascondersi per non farsi notare.
Possibile che un'uomo di quarant'anni dovesse comportarsi in quel modo così imbecille?
Neanche quando erano ragazzi le aveva fatto la posta a quella maniera!
Era quasi umiliante...
Ma non poteva neanche concepire l'idea di voltare le spalle e andarsene lasciandoli da soli,senza sapere cosa avrebbero fatto o cosa si sarebbero detti.
Li osservò attentamente e sentì una mano gelida stringersi attorno al suo stomaco:fra quei due c'era confidenza,era chiaro,era lampante,era...devastante!
Poggiò una mano sullo scaffale pieno di snack al cioccolato e osservò Hermione mentre guardava con occhi golosi l'espositore della panetteria,dove venivano posati in quel momento dei panini pieni di gocce di cioccolato e delle ciambelle con la glassa rosa.
-Cosa prendi?-la sentì chiedere al suo accompagnatore.
Lui alzò le spalle.
-Sono indeciso...Gocce di cioccolato o sandwich con uova e crescione?-le domandò a sua volta.
"Spero ti vada tutta sui fianchi"pensò rabbioso incapace di staccare lo sguardo dalla moglie.
Oddio stava regredendo!
Una persona normale si sarebbe fatta avanti e si sarebbe presentato all'uomo che tanto insistentemente continuava ad accarezzare un fianco di SUA moglie e che aveva il mento poggiato contro una sua spalla.
Ma esisteva veramente un'uomo tanto magnanimo e allo stesso tempo masochista da comportarsi in modo civile con quello che si presumeva essere l'amante della propria moglie?
-Prendi tutti e due,io non torno indietro una seconda volta...-gli disse lei accennando un sorriso.
-Sei una piccola schiavista,lo sai?
Chissà come ho fatto a trascinarti fuori da quell'ufficio-fece l'uomo sorridendo divertito.
Anche Hermione sorrise e tornò a voltarsi verso la commessa,dandole la sua richiesta.
Gli era passata la fame.
Poggiò quello che aveva preso sullo scaffale a cui si era poggiato fino a quel momento e,con le spalle leggermente più curve,si allontanò verso l'uscita del supermercato.
Aveva visto abbastanza...
Mentre camminava per tornare verso il Ministero la sua testa era piena di domande,di interrogativi che non riuscivano a trovare sfogo:chi accidenti era quel tipo,dove lo aveva conosciuto,perchè diavolo era così intimo con sua moglie?
Possibile che fosse tutto finito?
Era strano che fosse lui a farsi una domanda del genere visto come era iniziata tutta quella storia,e il bambino che lui aspettava da Cassie,ma accidenti Hermione era ancora sua moglie!
Non era disposto a dividerla con nessuno,almeno finchè non avesse deciso che fine far fare al loro matrimonio.
Non capiva il suo comportamento:era stata lei a voler tenere la cosa sotto silenzio,senza farlo sapere neanche ai loro figli per evitare che la famiglia venisse colpita da uno scandalo...e adesso usciva a cena con questo tizio e si faceva vedere con lui nel supermercato vicino al Ministero,dove tutti i loro colleghi andavano a comprare il pranzo ogni benedetto giorno.
Era forse un modo per umiliarlo?
Per ferirlo quanto era stata ferita lei?
Questo significava allora che loro avevano...
NO!Non voleva neanche pensarci a quell'ipotesi.
Gli mancava il respiro al solo pensiero...
Se quel tizio aveva messo le sue manacce addosso alla sua Hermione,allora avrebbe dovuto vedersela con lui.
E non sarebbe stato un'incontro divertente.

 

La confusione che provava non lo aveva mai sfiorato prima di quel giorno:perchè qualcosa che sembrava così giusto,che desideravano entrambi era proibito?
"Il mio più grande amore nasce dal mio più grande odio",diceva la Giulietta di Shakespeare e lui non aveva mai capito come ci si potesse creare tanti problemi:se si amava qualcuno bastava confessarlo e sperare che i sentimenti fossero ricambiati.
Ovviamente questo era prima di Rose.
Il loro rapporto era cambiato,era inutile continuare a nasconderlo o a girarci intorno,e lo spaventava sapere che non sarebbe mai più tornato quello di prima...ma se fosse stato migliore?
Se tutta l'amicizia,le risate,le confidenze che si erano scambiati negli anni non fossero stati altro che il preludio a quel grande cambiamento?
Se fossero destinati a stare insieme nonostante i problemi che comportava una loro possibile relazione?
Ma una loro relazione avrebbe mandato in pezzi la loro famiglia...
Già l'immaginava:ci sarebbero state liti,discussioni,tavole rotonde per capire come era potuto succedere una cosa del genere e tanti tentativi di farli ravvedere.
In mezzo a tutto quel chiasso loro due:che avrebbero fatto se avessero chiesto loro di troncare quella relazione?
La risposta la sapeva già:da bravi ragazzi qual'erano avrebbero obbedito e quella storia sarebbe finita lì,portando con sè delle conseguenze che avrebbero reso i rapporti fra lui e Rose più difficili e complicati di quanto già non fossero senza che non fosse ancora successo niente.
Si lasciò scappare un gemito frustrato e quel suono attirò l'attenzione di Ronald,sdraiato sul suo letto.
-Che ti succede?-gli domandò voltandosi di fianco verso di lui.
James scosse la testa,tornando a guardare il soffitto.
-Ti conosco come le mie tasche:so benissimo quando stai tramando qualcosa-gli aveva detto continuando a guardarlo.
Un'angolo della bocca si era alzato verso l'alto,leggermente divertito.
-Non ti fidi più di me,vero?Lo capisco visto il casino che ho messo in piedi per la storia di Rebecca...-disse Ronald con voce colpevole.
Jim scosse la testa e si girò per cercare lo sguardo del fratello.
-Non è per quello Ronnie...Te l'ho già detto che tutto sarebbe tornato come al solito fra di noi!-gli ricordò.
Ronald lo fissò in silenzio,leggermente titubante a quelle parole.
-E' solo che è così difficile...così complicato-si lasciò andare James sconsolato.
Ripensò a come tutto era cominciato,a come quei semplici e "normali" abbracci si erano trasformati in qualcos'altro senza che neanche lui se ne rendesse conto:eppure aveva sempre creduto di essere un tipo sveglio!
Gli tornò alla mente quando due sere prima era sdraiato sul divano con lei e aveva fissato il suo viso quasi nascosto nell'incavo fra il suo collo e la sua spalla;la sensazione di poter cadere da un momento all'altro su quel divano stretto,avendo alle spalle la percezione di vuoto:non aveva mai pensato che il divano fosse stretto,ma mai prima di quella notte non lo aveva provato in due.
Il gemello restò in silenzio,riflettendo sulle sue ultime parole e dopo pochi attimi sul suo viso apparve un sorriso.
Il sorriso di chi aveva finalmente risolto un grande mistero.
-C'entra una ragazza!-disse con voce sicura.
James lo fissò sorpreso:adesso glielo si leggeva in faccia?
-Che stai dicendo!No...-tentò di mentire.
-Come se non ti conoscessi!Il solito rubacuori...Chi è lei?La conosco?-chiese sporgendosi quasi fuori dal letto per andargli incontro.
James non riuscì a trattenere un sorriso divertito vedendo la reazione entusiasta del gemello:avrebbe fatto lo stesso se avesse saputo chi era la "lei" in questione?
Come si sarebbe comportato se avesse saputo quello che era successo con Rose?
-No,non la conosci-mentì.
Era meglio proteggerla.
Anche se aveva bisogno di sfogarsi,di parlarne con qualcuno,quello non voleva dire che anche lei doveva essere coinvolta in quei discorsi da camerata.
Era già abbastanza fragile...
Ricordò il modo in cui si rannicchiava su sè stessa mentre gli raccontava quello che l'aveva spinta a chiedere ospitalità per la notte:il modo in cui i suoi genitori avevano continuato a far finta di niente come se le cose fossero normali come al solito e non stessero invece attraversando la più grave crisi da quando erano una famiglia.
Gli aveva raccontato dei tentativi di suo padre di trascorrere più tempo con lei ed Hugo,andando a pranzo fuori oppure al cinema,inviti che lei aveva sempre rifiutato e che avevano portato ad una lite con Hugo che la reputava acida e troppo concentrata su sè stessa.
Quando le aveva chiesto perchè non raccontasse la verità ad Hugo,si era sentito rispondere che il cugino non avrebbe capito:che avrebbe cominciato ad assillare i genitori perchè sistemassero le cose fra loro,perchè tutto tornasse come un tempo,finendo così per rovinare le cose
-Allora è meglio continuare a nascondersi?A negare l'evidenza?-le aveva chiesto lui.
Quella frase risuonava ancora nella sua mente,accompagnato dal sorriso accennato di Rose che aveva imbarazzato entrambi.
-Non riesco a dormire...Non riesco a smettere di pensarci-gli aveva confessato.
-Rimpianti?-le aveva chiesto senza neanche sapere perchè.
Lei lo aveva fissato qualche istante,incerta,poi aveva scosso la testa decisa.
-No,affatto!
Forse il contrario...-

-Come l'hai conosciuta?-
La voce di Ronnie si infilò fra i suoi ricordi e lo riscosse,facendogli portare di nuovo l'attenzione sul gemello.
-Frequenta una lezione con noi-disse restando sul vago.
-Possibile che non mi sia accorto di niente?-si rimproverò il fratello.
James rise.
-Quando voglio so essere molto discreto-commentò.
-Le piaci?-
Quella sì che era una domanda da un milione di dollari!
Un'altro ricordo gli tornò alla mente,provando la stessa reazione scatenata due sere prima.
-Tu credi sarebbe tanto terribile se...-aveva chiesto Rose incapace di finire la frase.
Cercando di scacciare quel ricordo e le sensazioni che portava con sè,si mosse nel letto e sospirò.
-Credo di sì-
Con la coda dell'occhio vide un sorriso sulla faccia del fratello:era felice per lui,era evidente.
"Se tu sapessi Ronnie..."
-Allora non capisco quale sia il problema-gli disse sinceramente confuso.
James si lasciò andare ad un sospiro e,incapace di lottare ancora,lasciò che la sua mente si cullasse nel ricordo.
Senza parlare Rose si era sporta in avanti e prima che James potesse dire o fare qualcosa per fermarla,le braccia della ragazza erano attorno al suo collo e il viso era a pochissima distanza dal suo.
Si erano fissati per qualche secondo,circondati dal silenzio della stanza,e quando le loro labbra si erano sfiorate delicate,a nessuno dei due era sembrato uno sbaglio.
Le braccia di James si erano strette attorno ai fianchi di Rose,muovendosi sul divano per avvicinarsi a lei,baciandola più appassionato.Rose aveva posato la fronte contro i suoi capelli e aveva sospirato,accarezzandogli le spalle coperte da una t-shirt grigia,incapace di staccarsi da lui.
Con le labbra aveva seguito il suo profilo,dal collo alla fronte,facendogli rialzare la testa e chiudere gli occhi sotto il suo tocco leggero.
-Rose...-
Lei lo aveva zittito con un bacio,più profondo del precedente,modellando il suo corpo contro quello di lui e facendogli scivolare le braccia attorno ai fianchi.
Era stato allora che si era arreso.
Aveva iniziato a rispondere con passione al bacio e si era sporto in avanti contro di lei,facendola sbilanciare e portandola a sdraiarsi sul divano,la testa poco distante dal bracciolo del divano.
Le sue mani si erano mosse sul corpo di Rose come se avessero sempre saputo dove andare, come toccarla,sentendosi incapace di pensare chiaramente o anche solo di finire il respiro,fosse anche per un gesto semplice come affondare le dita nei suoi capelli.
Aveva sentito le dita di Rose scivolare sotto la sua t-shirt ed accarezzargli il torace nudo,toccando per la prima volta un corpo maschile,quasi curiosa.
La sua bocca si era allontanata da quella di Rose ed era scesa lungo il profilo della mascella,del mento sfiorando con le labbra la pelle del collo e della gola.
Incapace di fermarsi,le aveva posato una mano sul seno e,ad occhi chiusi,aveva ascoltato in silenzio il respiro di lei farsi più difficile sotto le sue carezze.
-E' fidanzata-rispose allontanandosi a viva forza da quei ricordi.
Possibile che quei ricordi fossero dolorosi neanche una tortura?
-Un ragazzo vale l'altro-fece Ronald.
Jim sorrise a quelle parole.
-Non quando hai un'anello al dito e due genitori festanti per il tuo prossimo matrimonio-disse.
Era meglio dipingere il quadro più nero possibile,altrimenti quell'inguaribile ottimista di suo fratello avrebbe trovato una via d'uscita.
-Ahia!Che pensi di fare?-disse infatti l'altro.
Restarono qualche istante in silenzio,ognuno perso dietro ai suoi pensieri.
Che fare?
Era sempre più difficile.
Non sapeva neanche lui come aveva fatto quella sera a fermarsi,a smettere di accarezzarla e baciarla,senza ascoltare il suo desiderio e la voglia di continuare a farlo per tutta la notte.
Lentamente però,aveva fatto scemare le carezze,trasformando la passione in dolcezza e accarezzandola di nuovo come un tempo,come quando erano ancora cugini e tutto era ancora normale,prestabilito.
Rose aveva capito e aveva accettato quel cambio di rotta senza dire nulla,restando stretta a lui e poggiando la testa contro la sua spalla.
-Non ne ho la più pallida idea...-ammise sincero.
Ronald lo fissò qualche istante,poi mugugnò qualcosa.
-Forse posso aiutarti io-gli disse.
James tornò a guardarlo e mentre ascoltava l'idea di Ronald ricordò le ultime parole che si erano scambiati.
-Credi sia tanto sbagliato?-gli aveva chiesto Rose in un sussurro.
-Forse lo è...-aveva detto con il suo stesso tono di voce.


-Tu mi desideri?-
-Come scusa?-
Sorrise.
Sapeva che avrebbe reagito così.
-Hai capito benissimo-
Era una domanda scorretta.
Inoltre non aveva bisogno di chiederglielo,avrebbe dovuto saperlo anche da sola...
Dischiuse le labbra e fece per parlare,ma lei lo interruppe di nuovo alzando una mano.
-Non provare a cambiare discorso!-gli intimò lei.
George sospirò e la guardò di sottocchi.
-Secondo te?-le domandò.
Luna sorrise leggermente.
-Se lo sapessi non te lo avrei chiesto,non credi?-
Se c'era una cosa che ancora odiava dopo tutti questi anni era sentirsi in trappola;qualche volta era piacevole dirle quello che provava per lei,quanto ancora fosse desiderabile e attraente ai suoi occhi,ma con il passare del tempo era diventato quasi superfluo:Luna sapeva che l'unica donna in grado di attirare la sua attenzione in una stanza piena di gente era ancora e soltanto lei,senza bisogno di parole.
Con i vestiti o senza.
E sperava che lo stesso valesse per lei.
Si lasciò andare ad un'altro sospiro e rialzò lo sguardo sul viso della moglie:era una gioia per gli occhi vederla accanto a lui ogni mattina,specialmente in quelle ultime settimane dopo il grande spavento che aveva avuto e che lo aveva accompagnato per tutto il viaggio di ritorno da Londra; era felice di sentire il piccolo movimento delle sue dita intorno alle sue,quasi inconsciamente, il respiro leggero che gli accarezzava il retro del collo.
In silenzio le si avvicinò e andò a sedersi alle sue spalle,sfiorandole la schiena con il torace.
Con la coda dell'occhio,vide un piccolo sorriso sul volto della moglie che lo divertì e,allo stesso tempo,lo rilassò.
-Stai cercando di sedurmi?-chiese lei scherzosa,muovendo leggermente il collo per incontrare il suo sguardo.
George sorrise e premette le labbra una contro l'altra.
-Ci riuscirei?-le chiese con lo stesso tono.
Luna sorrise di nuovo e poggiò la testa contro la sua spalla.
-Dipende da come rispondi alla mia domanda...-
George rise leggermente e,poggiando entrambe le mani sulle spalle,iniziò a massaggiarle dolcemente.
Sentì i muscoli della schiena e delle spalle iniziare a rilassarsi sotto il suo tocco,mentre Luna chiudeva gli occhi,sospirando leggermente.
-Non hai intenzione di mollare,vero?-chiese lui fingendosi sconsolato.
Nonostante avesse ancora gli occhi chiusi,le labbra di Luna si piegarono verso l'alto divertite.
-No...E sai anche perchè-
Già lo sapeva.
Avvicinò il viso alla spalla destra e posò un piccolo bacio alla pelle bianca e tesa che univa il collo e la spalla.
-Cosa ho notato in te la prima volta che ci siamo visti?
Soltanto io e te,senza estranei di mezzo-le domandò a mezza voce.
Luna restò in silenzio qualche istante,ricordando l'inondazione al quale era scampata soltanto grazie all'aiuto di George,e sorrise quando un particolare ricordo arrivò alla sua mente.
-Il mio seno-
George rise.
-Lo sapevo che eri una buon'osservatrice...
Dai sì seria per un momento-disse poi.
Luna riaprì gli occhi e mosse il collo sulla sua spalla per cercare il suo viso.
-I miei occhi...o almeno questo è quello che mi hai detto-rispose.
George annuì.
-Questo però non risponde alla mia domanda...
Mi desideri ancora dopo tutti questi anni e soprattutto dopo quello che sei stato costretto a...-chiese lei testarda.
-Sai bene che nessuno può costringermi a far niente,non se lo voglio-le ricordò.
Luna restò in silenzio,preoccupata.
-Ti sono stato accanto perchè era giusto così e perchè altrimenti non avrei avuto altro modo per passare le mie giornate.
So di aver fatto poco,di non essere stato di grande aiuto,ma...-
Luna si staccò dalla sua schiena e si voltò per trovarsi faccia a faccia con lui.
-Stai scherzando?Tu sei la mia ancora,l'unica cosa reale in tutto questo incubo.
Per questo ho bisogno di rassicurazioni,di sapere che questi mesi d'astinenza non ti hanno fatto passare la voglia di stare con me...-gli chiese.
George sorrise e le posò un bacio sulla fronte,posandole una mano sulla guancia.
-Credi che basti smettere di fare l'amore per non desiderare più qualcuno?
Forse così si ottiene il risultato contrario...-le disse staccando leggermente le labbra dalla sua fronte.
Luna alzò leggermente lo sguardo e catturò gli occhi del marito,che le sorrise.
-Per il momento devi pensare soltanto a guarire,a star bene...Poi ti prometto che recuperemo tutto il tempo perso-le disse scoccandole uno dei suoi sorrisi più malandrini.
Luna avvicinò il volto a quello di George e gli accarezzò le labbra con le sue,indugiando su queste per un lungo istante.
Quando si separarono,sfiorò una guancia contro quella del marito e poggiò la testa contro la sua spalla sinistra.
-Ti amo,lo sai?-
George sorrise,nascondendo a sua volta il viso nella sua spalla.
Sì sapeva anche questo...

 

Non voleva pensare.
Non doveva pensare.
Doveva fare tutto quello che aveva programmato,perchè quella fosse la notte più bella e memorabile della loro vita,quella che avrebbero ricordato anche quando fossero stati vecchi e rugosi circondati da figli e nipoti.
Era la loro ultima notte.
L'indomani Luke sarebbe partito e lei non voleva pensare,altrimenti avrebbe cominciato a piangere prima del momento,rovinando tutto.
Voleva che quella fosse una serata speciale,e aveva fatto in modo che tutto fosse come aveva programmato.
Con la complicità di Allison aveva fatto in modo di avere la casa libera:quella sera Rupert avrebbe avuto il turno notturno in ospedale,Seamus aveva deciso di fargli compagnia,dopo una sfiancante insistenza da parte della figlia e la stessa Allison avrebbe dormito da un'amica.
Aveva detto ai suoi genitori di essere stata invitata anche lei a quel pigiama-party e loro le avevano dato il permesso,ma ancora non era sicura se loro avessero capito che era solo una bugia.
Sentendo il peso della partenza imminente,Luke era stato il più dolce e tenero possibile,portandola a mangiare una pizza e lasciandole scegliere il film.
Per tutta la durata del film era rimasta con la testa poggiata sulla spalla del ragazzo,stretta a lui anche se il film era una commedia,e lui l'aveva lasciata fare,stringendole un braccio attorno alle spalle e giocherellando con una ciocca di capelli.
-Non voglio ancora tornare a casa...-gli aveva detto all'uscita del cinema.
Luke aveva annuito e parlando di stupidaggini si erano avviati verso casa di Seamus e Rupert, cercando in tutti i modi di non pensare:avevano parlato delle vacanze di Natale,di come la famiglia di Luke andasse sempre a sciare e di come inevitabilmente suo padre finisse per stirarsi un muscolo per colpa degli sci;avevano riso dell'imitazione che il ragazzo aveva fatto di Scorpius e del suo primo incontro con Seamus e Rupert.
Erano saliti in camera di Luke come se fosse la cosa più normale del mondo e Alice aveva evitato di far cadere lo sguardo sulle valigie accuratamente preparate in un'angolo.
Mancava veramente poco,questa volta...
-Stai bene?-le aveva chiesto lui abbracciandola da dietro.
Alice aveva sorriso e poi si era staccata da lui.
-Ho un regalo per te-
Senza aggiungere altro,si era avvicinata alla scrivania bianca e aveva aperto uno dei cassetti.
-Come hai fatto a nasconderlo lì?-chiese Luke sorpreso.
Alice sorrise e tirò fuori un pacchetto.
-Ho chiesto una mano ad Allison-ammise richiudendo il cassetto.
Si avvicinò al ragazzo e gli tese il pacchetto.
-Avrei dovuto immaginarmela una cosa del genere...-disse Luke.
Era evidente che fosse imbarazzato per non aver avuto la stessa idea.
Alice alzò le spalle.
-Non l'ho fatto per avere un regalo,ma perchè mi ha fatto pensare a te.
Ora che ne dici di stare zitto e di aprirlo?-gli disse accennando un sorriso.
Luke sorrise e iniziò a rompere la carta da regalo;pochi istanti dopo il suo sguardo fissava la copertina di un disco.
Un disco con una sola canzone.
-E' un disco in vinile...-gli spiegò lei.
Luke la guardò qualche secondo per poi tornare a guardare il nome scritto sulla copertina.
"Nothing gonna stop us" dei Jefferson Airplane.
-Non la conosco-ammise voltando il disco e leggendo le indicazioni sul retro.
Oltre al testo della canzone e ai crediti discografici non c'era scritto molto.
-Allora dobbiamo rimediare-disse lei.
Si voltò e prima che lui potesse dire qualcosa,gli aveva tolto il disco di mano,aveva aperto uno sportello scoprendo un impianto ad alta fedeltà e stava mettendo il disco sul piatto.
-Come avete fatto a...-chiese sempre più sorpreso.
Alice si voltò leggermente e sorrise.
-Magia-
Luke sorrise e prima che potesse dire qualcos'altro,la musica si era diffusa per la stanza ed Alice era tornata fra le sue braccia,poggiandogli la testa su una spalla.
Entrambi restarono in silenzio ascoltando la canzone,quasi trattenendo il respiro e quando arrivarono al ritornello,Luke capì perchè lei gli aveva dedicato quella canzone.

"Let them say we are crazy
 what do they know
put your arms surround me
baby don't never let go.
Let the world around us
just fall apart
baby we can make it
if we are heart to heart
"

Sorrise leggermente e le fece alzare il viso con due dita.
I loro occhi si incontrarono ed Alice cercò di combattere i pensieri tristi che le affollavano la mente.
-Adesso che mi hai convertito alle canzoni romantiche sarò lo zimbello dei Serpeverde-le disse per nulla irritato.
Alice sorrise.
-Se qualcuno dei tuoi amichetti dovesse dirti qualcosa,dì loro che questo è puro rock anni 70 e se non lo capiscono è perchè non sanno niente di musica-
Il silenzio scese di nuovo nella stanza,mentre entrambi cercavano qualcosa da dire,qualcosa che non sembrasse un'addio,una frase di circostanza.
Era venuto il momento,quella era l'occasione giusta...Quando avrebbero avuto un'altra casa vuota per un'intera notte?
Respirò profondamente e cercando di vincere il battito irregolare del suo cuore,affondò lo sguardo in quello di Luke e fece per parlare.
-Luke io...-iniziò.
L'attimo dopo le labbra di Luke erano sulle sue,mozzando il suo discorso a metà.
Allacciò le braccia attorno al suo collo e gli si premette contro,schiudendo leggermente le labbra sotto quelle di lui per approfondire il bacio.
Si sentì stringere in vita e gli accarezzò il retro del collo con la punta delle dita prima di affondarle nei suoi ricci neri e avvicinare ancora di più i loro visi.
Era una sua impressione oppure Luke stava tremando?
Staccò le labbra dalle sue e,leggere,le posò sulla base del collo a poca distanza dall'inizio della sua clavicola destra.
Luke abbassò leggermente la testa e le strofinò la punta del naso contro una guancia, respirando il suo odore,mentre lei restava immobile qualche secondo indecisa su cosa fare:c'era qualcosa che era "normale" fare in quei momenti?
Qualcosa che i ragazzi si aspettano?
Dannazione odiava essere così inesperta!
-Alice,tesoro...-
Aveva esitato un'attimo di troppo...
Rialzò lo sguardo e,con sicurezza,lo puntò in quello di Luke per fargli vedere che non aveva paura,che non era spaventata da quello che stava succedendo,anzi non stava cercando un modo per farle andare avanti.
Si alzò sulle punte e lo baciò di nuovo,cercando di distogliere l'attenzione del ragazzo dalle sue mani che dalle spalle erano scivolate lungo il torace e che si erano fermate ai lati della maglietta.
Forse anche Luke aveva i suoi stessi dubbi,le sue stesse paure:magari anche lui la desiderava,ma non sapeva come farglielo capire o se lei lo voleva.
Forse aveva bisogno di un segnale,una piccola spinta...
Afferrando con decisione i due lati della maglietta li tirò verso l'alto,costringendolo a staccarsi da lei e ad alzare le braccia per agevolare i suoi movimenti;una volta tolta,Alice fece cadere a terra la maglietta e restò qualche istante a fissare il fisico asciutto del suo ragazzo.
Anche se indossava ancora una cannottiera grigia senza maniche,il torace ampio e muscoloso faceva bella mostra di sè mettendola quasi in soggezione.
Perchè improvvisamente sentiva così caldo?
Riportò lo sguardo sul viso di Luke e gli sorrise,ricevendo un sorriso cauto in cambio:doveva ancora essere preoccupato per lei.
Era venuto il momento di fargli capire che non aveva paura.
Non di lui.
Allontanò le mani dalle braccia nude del ragazzo e le portò sulla sua camicia color vinaccia, afferrando il bottone centrale ed aprendolo in pochi istanti,in barba al tremore delle proprie mani.
Aveva già slacciato metà camicia,mettendo in mostra il reggiseno nero,quando una mano di Luke fermò le sue.
-Forse è meglio se questa sera lasciamo le cose come stanno Alice-le disse con voce bassa.
Alice lasciò aggrottò le sopracciglia,senza capire,allontanando le mani dalla camicia.
Luke sospirò e si passò una mano fra i ricci.
-Non sarebbe una buona idea...-le spiegò.
-Perchè?-chiese stupita lei.
-Bella domanda!-commentò lui allontanandosi leggermente.
Ok,ora cominciava a capirci sempre di meno.
Lo sentì sospirare un'altra volta,mentre le voltava le spalle e andava a sedersi sul letto.
La puntina del disco continuava a girare a vuoto,aspettando di essere rimessa al suo posto o di essere messa in un nuovo solco per suonare una nuova canzone,ma il rumore circolare che produceva arrivava alle orecchie di Alice quasi venisse da fuori,da un'altra camera e da un'altra casa.
La sua testa era in piena confusione,no forse non era confusione...era umiliazione.
Non l'aveva voluta.
Si era offerta a lui e non l'aveva voluta.
Forse non era abbastanza...certo che non era abbastanza!
Non sapeva niente di quello che una ragazza avrebbe dovuto sapere sul sesso,ma aveva deciso di donarsi a lui perchè lo amava,perchè si fidava di lui e sapeva che l'avrebbe aiutata in quella situazione.
Che illusa!
-Smetti di pensare quello che stai pensando-
La voce di Luke squarciò quei pensieri e le fece riportare l'attenzione su di lui.
-Non sai a cosa sto pensando-gli disse a mezza voce.
-Oh sì...Ce lo hai scritto in faccia-
Come se potesse servire a cancellare la sua espressione,si coprì la bocca con una mano.
-Prima di cominciare a tirarmi addosso qualsiasi cosa ti capiti sotto mano e di urlarmi contro, che ne dici di ascoltarmi cinque minuti?-le chiese.
Non era una richiesta così assurda.
Cercando di coprirsi il reggiseno ancora visibile dalla camicia aperta,mise le braccia conserte contro il petto,annuendo poi velocemente.
Luke annuì di rimando e per qualche secondo il silenzio scese nella stanza,mentre rimetteva ordine nelle sue idee.
Meglio le cose importanti prima.
-Io voglio fare l'amore con te.
Su questo non devi avere il mimimo dubbio-le disse con voce seria,senza incontrare il suo sguardo.
Belle parole,davvero,però quando si era presentata l'occasione aveva agito in modo differente...
-Non sembrava-disse Alice con un tono che la fece assomigliare ad una bambina capricciosa.
-Se lo avessimo fatto questa sera sarebbe stato perchè è il nostro ultimo giorno insieme.
Anche se non ne abbiamo parlato tutta la sera e tu hai evitato accuratamente di guardare le valigie già pronte,non vuol dire che non succederà.
E lo sappiamo entrambi...-le disse,con il suo solito senso pratico.
Alice abbassò leggermente la testa,fissandosi le unghie.
-Non l'avrei fatto per quello-disse testarda.
Luke si alzò in piedi fermandosi di fronte a lei ed il movimento catturò la sua attenzione.
-Credi che per me sia stato facile dirti di smettere?
Sono mesi che non ci vediamo,e anche adesso ogni volta che siamo stati insieme c'era sempre qualcuno in casa per controllarci neanche fossi Cappuccetto Rosso finita nelle grinfie del Lupo Cattivo-le disse.
A quelle parole,Alice sorrise cercando subito di nascondere quel sorriso.
Ma dall'espressione sul viso di Luke capì che se ne era accorto:era più rilassato,meno preoccupato di quello che avrebbe detto.
-Quindi anche tu avresti voluto fare...-gli chiese incapace di finire la domanda,sentendo le guance andare in fuoco.
Possibile che arrossiva al solo pensiero?E che avrebbe fatto quando sarebbe successo davvero?
Sarebbe bruciata come un solo tizzone?
Il sorriso sul viso di Luke si accentuò e lo vide venirle incontro,e fermarsi a pochissima distanza da lei.
-Certo...Ma,anche se mi pesa dirlo,non sai quanto,credo che non sia ancora il momento.
Che ne dici di aspettare fino al tuo ritorno a Londra?-le chiese avvicinando il viso al suo e parlandole all'orecchio neanche le stesse confessando un grande segreto.
Alice sbuffò,leggermente scocciata per quella nuova svolta che aveva preso la serata.
Non era per niente come l'aveva immaginata.
-Sei proprio sicuro che non possiamo fare altrimenti?-gli chiese cercando i suoi occhi.
Luke sorrise e le baciò una guancia dolcemente.
-Non farmi passare per il cattivo adesso...-disse avvicinando il viso al suo e baciandola lievemente.
Alice si lasciò baciare,mentre nella sua mente una nuova idea prendeva corpo.
-Posso dormire qui stanotte?-gli chiese quando si separarono.
Luke rise e scosse la testa.
-Sei incredibile!Se lo raccontassi in giro nessuno ci crederebbe-disse ridendo.
-Avanti,non dirmi che hai paura di me...Cosa mai posso farti di così terribile?-gli chiese prendendolo leggermente in giro.
Luke smise di ridere e fissò il suo volto attentamente,riflettendo sulla sua proposta.
-Soltanto dormire,chiaro?-le disse in tono quasi paterno allontanandosi poi da lei e facendo il giro del letto.
Almeno una battaglia l'aveva vinta...Magari prima dell'alba sarebbe riuscita a vincerne qualcun'altra...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Elettrical storm ***


eletrical storm

 

"What you gonna do when things go wrong?
What you gonna do when it all cracks up?
What you gonna do when the love burns down?
What you gonna do when the flames go up?
Who is gonna come and turn the tide?
Whats it gonna take to make a dream survive?
Whos got the touch to calm the storm inside?
Whos gonna save you?"

 

Il ritorno era stato caotico come al solito.
Genitori che non riuscivano a staccarsi dai figli,neanche se sapevano benissimo che li avrebbero rivisti di lì a sei settimane per le vacanze di Natale,bauli sparsi un pò ovunque e gruppetti di studenti che cercavano fra la folla l'ultimo amico mancante.
Era sempre così,forse era per questo che non aveva grandi speranze di incontrarla sulla banchina.
Aveva fatto il viaggio di ritorno insieme ai suoi fratelli e a Rose,Lily era scomparsa nello stesso istante in cui il treno aveva iniziato a staccarsi dalla banchina e i loro genitori erano spariti dal finestrino.
Forse era una sua impressione,ma l'aria in quello scompartimento gli era sembrata elettrica,capace di rendere difficile la conversazione anche fra loro che non avevano mai avuto quel genere di problema:James e Rose dovevano aver litigato prima di salire sul treno,quasi sicuramente per una questione di compiti che lei,come al solito,non voleva far copiare, e dal modo in cui evitavano anche di guardarsi dovevano aver discusso da poco; Albus continuava a tenere lo sguardo fisso sul libro che aveva posato sulle gambe,anche se era evidente fin da subito che non lo stava leggendo,lasciandosi andare quasi ad intervalli regolari a dei piccoli sospiri.
Sarebbe toccato a lui rianimare quello scompartimento di zombie,ma anche lui aveva i suoi pensieri.
Erano passate due settimane da quel piccolo ed unico bacio,che fosse andato tutto perduto?
Forse Rebecca aveva capito che,in fin dei conti,non valeva la fatica e aveva portato l'attenzione su qualcun'altro.
Magari fra loro era finita ancor prima di cominciare e lui era lì a scervellarsi su come comportarsi o cosa dirle non appena l'avesse vista!
Quel solo pensiero lo aveva immusonito per tutto il viaggio e lo aveva portato a fissare il paesaggio che gli passava davanti agli occhi fuori dal finestrino,restando in silenzio per quasi tutto il viaggio,parlando solo quando qualcuno si rivolgeva a lui direttamente.
Quando erano arrivati ad Hogwarts Gazza li aveva indirizzati,come al solito,verso Sala Grande per la cena ed era stato allora che aveva iniziato a cercare intorno a sè per trovarla fra la folla.
-Andiamo a mangiare?-chiese Rose.
I suoi occhi catturarono il movimento poco lontano da sè,non facendogli ascoltare le parole di Rose.
-Tu và avanti,ti raggiungo fra un attimo-le disse allontandosi mentre ancora stava parlando.
Fu accanto a Rachel in pochi passi e,repentino,Ronald le posò una mano sul braccio e la bloccò.
La ragazza lo guardò sorpresa per qualche istante,poi lui capì dal suo sguardo che l'aveva riconosciuto.
-Tu sei il ragazzo che piace a mia sorella-disse continuando a fissarlo.
Aveva parlato al presente!
Allora aveva ancora qualche speranza!!!
-Sì,infatti sto cercando lei...Non sapresti dirmi dov'è?-le domandò cercando di non mostrare la sua euforia.
Rachel si guardò in giro e lui la guardò fissare un punto lontano alla loro destra.
-Eccola là!Come al solito è insieme a quelle stupide delle sue amiche-gli disse tornando a guardarlo.
Ronald sorrise e la ringraziò,lasciandole il braccio e muovendosi nella direzione di Rebecca.
Erano vicini alla Sala Grande e Rebecca era un paio di passi avanti a lui:doveva sbrigarsi se voleva parlarle prima di entrare.
Superò un gruppo di Corvonero e le fu alle spalle.
La ragazza era fra altre due Grifondoro:una dai capelli biondi molto ricci e l'altra dai capelli castani sistemati sulla testa in due codini;dietro di loro,Ronald sentì le chiacchiere delle due ragazze che quasi si sovrapponevano,ma non riuscì a cogliere il senso del loro discorso.
Facendo attenzione a non infastidire le altre ragazze,alzò le mani e le infilò fra le due compagne arrivando a coprire gli occhi di Rebecca.
-Indovina chi sono...-le disse avvicinandosi a lei per non dover alzare troppo la voce.
Il gruppo si bloccò e le due ragazze si voltarono fissandolo qualche istante,un'espressione stupita sui loro volti,mentre Rebecca restò immobile sotto le sue mani,un leggero sorriso apparso agli angoli della sua bocca.
La vide alzare una mano e sfiorare la sua posata sull'occhio sinistro,quasi volesse identificarlo dalle mani.
-E' difficile...Se sbaglio,finisce che combino qualche guaio.
Un'indizio?-rispose lei.
Ronald sorrise divertito quanto Rebecca.
-E se ti dicessi che sono un cretino?-scherzò ricordando quello che gli aveva detto mentre lo prendeva a schiaffi l'ultima sera che si erano visti.
Rebecca rise e sfiorandogli la mano un'ultima volta si voltò,sorridendogli nello stesso istante in cui i loro occhi si incontrarono.
-Credi di essere speciale?Non sei l'unico cretino del mondo...-gli disse cercando di essere seria.
Ronnie sorrise e annuì,completamente dimentico delle due ragazze che erano accanto a loro, quasi una scorta privata di Rebecca.
-Come sono andate le vacanze?-gli chiese.
-Bene,piene di sorprese...-confessò.
Rebecca aggrottò un sopracciglio,curiosa.
-Se ti siedi accanto a me durante la cena,te lo racconto...Credimi è un racconto tutt'altro che noioso-le disse cogliendo l'occasione al volo.
Lo sguardo veloce che Rebecca lanciò alle due amiche gli fece capire che non avrebbe dovuto aspettare ancora per restare solo con lei.
-Scusami Ronald,ma non ci vediamo da settimane e dobbiamo aggiornarci su tutto quello che è successo-gli disse lei titubante.
Era chiaro che non le importava niente delle sue amiche,che avrebbe preferito cenare con lui, ma aveva rifiutato per non far indispettire le due guardie del corpo!
Da perfetto gentiluomo,Ronald annuì sicuro.
-Sarà per un'altra volta...Anzi domani dopo cena abbiamo organizzato qualche allenamento per riprendere il ritmo.
Che ne dici di farmi compagnia sul campo?-le propose ancora.
Che gli veniva in mente?
Avrebbe fatto una fatica del diavolo a convincere tutti gli altri!
Questa volta Rebecca sorrise illuminandosi.
-Mi farebbe molto piacere.
A che ora?-gli chiese poi.
-Facciamo verso le otto?-
Lei annuì.
-Porta la felpa,non mi va che prendi freddo-le disse premuroso Ronald.
Lei rispose con un'altro sorriso e un piccolo cenno del capo.
Con la coda dell'occhio vide arrivare Daniel e James anche loro diretti alla Sala Grande.
-Sarà meglio che vada.
Ci vediamo più tardi!-le disse allontanandosi di corsa.
Raggiunse l'amico e sentendosi allegro come poche volte nella sua vita,saltò sulle spalle di James,allacciandogli le braccia al collo.
-Sentivate la mia mancanza?-chiese a Daniel che si era voltato verso di lui.
-Scendi subito dalla mia schiena!-gli intimò il fratello.
Sciolta la stretta e rimessosi in piedi,sorrise ad entrambi.
-Domani abbiamo un'allenamento-disse loro.
James aggrottò le sopracciglia e lo guardò,sorpreso.
-Credevo di essere io il capitano della squadra...-commentò.
Ronald alzò le spalle,come se non fosse importante.
-Infatti lo sei,però voglio organizzare un'incontro come quello che abbiamo fatto prima di partire:niente di serio,giusto per divertirci-spiegò al gemello.
-Lo sai che esistono altri modi per divertirsi?-chiese Daniel al rosso.
L'attenzione di Ronald venne ancora una volta distratta mentre i suoi occhi si posavano di nuovo su Rebecca che,prima di entrare nella Sala Grande,si era voltata indietro e gli aveva lanciato un' ultimo sorriso.
James rise al cenno che l'altro fece alla ragazza e,quando Rebecca fu entrata,diede una vigorosa pacca sulle spalle del fratello.
-Adesso capisco...Dan domani abbiamo un'allenamento,credi di poter essere dei nostri?-domandò guardando l'amico.
Daniel alzò le spalle.
-A che ora?-chiese di rimando.
James si voltò a guardare il fratello che,ancora mezzo imbambolato guardava le porte attraverso le quali era passata Rebecca,e dovette dargli un leggero scossone per farlo riprendere.
-Eh?Ah...Alle otto-rispose Ronald.
Daniel annuì.
-Va bene,però ora possiamo andare a mangiare?-


Haley Albright era innamorata di James Potter dal terzo anno.
Fin da quando,il giorno di San Valentino di due anni prima,lui le aveva regalato un cuore di cioccolata al latte.
Certo quel cioccolato non era stato comprato originariamente per lei,ma il destino aveva voluto che la ragazza di turno avesse scelto proprio quel giorno per lasciarlo,riempiendolo d'amarezza e ancora in possesso di quel cuore di cioccolata.
Lei era capitata al momento giusto al posto giusto.
Si erano scontrati in un corridoio e lei,per colpa del suo equilibrio precario,era finita a terra con tutti i libri.
James l'aveva aiutata a rialzarsi, si era più volte scusato e le aveva regalato il cuore.
Più volte si era detta che non era per lei,che se ci fosse stata un'altra al suo posto James avrebbe fatto lo stesso,ma questo non l'aveva aiutata a trovarlo meno interessante o meno sexy.
Da quel giorno aveva raccolto più informazioni possibili su di lui,il che non era stato difficile, aveva seguito tutte le partite di Quidditch dei Grifondoro anche se non capiva nulla di sport solo per poterlo vedere con la sua uniforme e aveva cercato di inserirsi nelle stesse lezioni che lui seguiva di anno in anno.
Quel marcamento stretto significava anche vederlo con altre ragazze,completamente ignaro delle sue attenzioni,ma lei aveva resistito,in un'atteggiamento quasi masochistico,sicura che prima o poi la ruota sarebbe girata.
In fondo non aveva niente da invidiare alle altre ragazze che con cui James era stato:aveva un bel fisico,slanciato dalle lezioni di danza classica che i suoi genitori babbani le avevano fatto prendere fino agli undici anni,capelli ricci biondo cenere che il più delle volte controllava in una crocchia,ed occhi marroni profondi.
I vestiti nascondevano le sue forme,ma non le avevano impedito di avere qualche storia,tutte ovviamente prima dell'inizio del suo amore per James.
Da allora non c'era stato nessun'altro.
Ma si era data un tempo limite:se entro la fine di quell'anno non fosse successo nulla e lui avesse continuato a non accorgersi di lei,allora avrebbe chiuso definitivamente quel capitolo e sarebbe andata avanti con la sua vita.
Non poteva aspettare per sempre un treno che non arrivava mai.
Diretta verso la torre dei Grifondoro stanca per la lunga giornata,camminava senza neanche guardare dove stava andando,lo sguardo ai vecchi quadri appesi alle pareti che aveva visto tante e tante volte in precedenza.
La sua preoccupazione principale era il baule ancora intatto che la aspettava nel suo dormitorio: non aveva nessuna voglia di mettersi a disfare le valigie!
Magari ci avrebbe pensato domani...ma se le fosse servito qualcosa che era sul fondo del baule?
Persa fra i suoi pensieri,lo sguardo basso,mise un piede un fallo e inciampò sbilanciandosi in avanti.
Avrebbe fatto una fine terribile:come minimo questa volta ci sarebbe stato bisogno di una visita in infermeria.
La sua caduta,però, venne interrotta da un corpo,che si mise fra lei ed il pavimento, impedendole di rovinarsi la faccia:due mani si strinsero sui suoi avambracci,e le fecero recuperare l'equilibrio.
Per qualche secondo rimase immobile,ancora incredula di non essersi fatta male,lo sguardo sul maglione grigio del suo "salvatore",poi alzò lentamente la testa per fissarne il volto.
-Tutto bene?-domandò questo.
Era un'altro sintomo della sua ossessione oppure quella voce le era incredibilmente familiare?
Alzò finalmente lo sguardo sul volto del ragazzo e rimase per qualche istante a bocca aperta quando si accorse di essere quasi fra le braccia di James Potter.
Allora un Dio esiste!
-Ti sei fatta male?-le domandò ancora lui guardandola con aria preoccupata.
-Sto bene,sto bene...-rispose cercando di non apparire sgarbata.
Le mani di James la lasciarono e per qualche istante rimasero entrambi in silenzio:lei conosceva quasi tutto di lui,ma per l'altro erano due estranei...cosa avrebbero mai avuto da dirsi?
-Grazie.Mi hai evitato un'altra caduta-lo ringraziò ricordandosi le buone maniere.
Il ragazzo sorrise leggermente.
-Ti succede spesso?-le domandò.
-Cosa?-chiese lei,quasi incapace di staccare lo sguardo dal suo viso.
-Di scivolare e cadere-
Haley sorrise e annuì,suo malgrado.
-Più di quanto vorrei...Ho un'equilibrio molto precario.
Anzi ti consiglio di tenermi altrimenti finisce che cado di nuovo-scherzò Haley.
James sorrise di nuovo,chiaramente divertito,poi il suo sguardo si fece attento mentre scrutava il suo viso.
-Ci conosciamo?-le domandò poi.
Lei ci pensò qualche secondo prima di rispondere:se gli avesse detto che sapeva tutto di lui e che era innamorata di lui da tre anni,James sarebbe scappato a gambe levate.
Meglio giocare d'astuzia.
-Io ti conosco-gli disse incrociando le braccia sul petto.
James alzò un sopracciglio,sorpreso,facendola sorridere.
-Chi non conosce James Potter capitano della squadra e caposcuola dei Grifondoro?
Il vostro è il gruppo più grande alla nostra tavolata-gli disse ancora sorridendo leggermente.
James abbassò la testa ed annuì,visibilmente divertito.
-Credo tu abbia ragione-
Si fissarono qualche istante di sottocchi e lei si chiese se doveva salutarlo ed andarsene o se poteva sperare in qualcos'altro.
-Quindi anche tu sei una Grifondoro...-affermò.
-Perchè ne sei così sicuro?-gli chiese colpita.
James alzò le spalle.
-Non sei una Serpeverde perchè loro non ci possono vedere,e poi perchè la loro Casata è nei sotterranei.
Non sei una Tassorosso perchè loro sono talmente sulle nuvole da non accorgersi di quello che c'è intorno a loro.
Ma neanche una Corvonero perchè,a prima vista,non sembri molto stravante...-
-Ti sbagli!So essere molto strana se voglio-ribattè Haley.
James rise di gusto,continuando a tenere lo sguardo su di lei.
-Comunque hai ragione.
Sono Haley Albright-si presentò.
Era strano essere in quella posizione di superiorità rispetto a lui...Era forse la prima volta nella sua vita che aveva quella sensazione.
James fece un piccolo inchino con la testa e poi tornò a fissare il suo volto.
-Anche se non sembra necessario che mi presenti,io sono James Potter.
Ora credi di riuscire ad arrivare alla Torre senza altri incidenti,oppure hai bisogno di essere scortata?-le domandò affondando le mani nelle tasche.
Haley alzò l'angolo destro della bocca e sembrò pensarci qualche istante,anche se una voce nella sua mente le diceva di accettare,di cogliere quell'occasione preziosa.
-La strada è irta di pericoli...-
Il ragazzo sorrise e annuì,portandosi al suo fianco e iniziando a camminare.
E alla fine di quel breve tragitto,senza quasi sapersi spiegare come era successo quel miracolo,Haley era riuscita ad ottenere un'appuntamento.

 

Quella notte,restarono semplicemente abbracciati.
Anche se erano da soli nella Stanza delle Necessità e nessuno sapeva dove trovarli.
Non lanciarono neanche uno sguardo al letto a baldacchino,nascosto in un'angolo,preferendo il divano nero che era davanti al camino acceso.
Era strano vedere le pareti di mattoni a vista del castello piene di poster e segnali stradali babbani,una libreria appoggiata ad un muro poco distante dal letto.
Durante la cena si erano comportati come sempre,concentrati sui propri amici e si erano ritrovati vicini soltanto il tempo di darsi quell'appuntamento.
Un'appuntamento a cui nessuno dei due sarebbe mancato.
Sapeva che aveva bisogno di lei.
C'era qualcosa nell'unico sguardo che si erano lanciati che glielo aveva fatto capire e lei sarebbe stata lì per lui.
Era tornata alla Torre soltanto il tempo necessario per togliersi i vestiti che aveva indosso durante il viaggio e per togliere parte della sua roba dal baule,poi era schizzata via dal dormitorio prima che qualcuno la vedesse.
Ma non era stata abbastanza veloce:Rose,stranamente sola,era seduta sul divano della Sala Comune con uno dei suoi soliti tomi sulle ginocchia e vedendola scendere si era illuminata.
-Lily!Ti andrebbe di farmi un pò di compagnia?-le chiese chiudendo il libro e segnando le pagine con un dito.
La rossa la guardò qualche istante,mentre la sua mente cercava frenetica le parole più adatte per non ferire la sensibilità della cugina.
-Mi dispiace Rosie,ma devo vedere il Professor Malfoy per mettermi d'accordo sul programma avanzato di Pozioni-mentì.
Sul viso dell'altra apparve una chiara espressione amareggiata,che le avrebbe fatto cambiare idea se non si fosse trattato di un'impegno importante.
-Magari sarà per la prossima volta...-aggiunse conciliante.
Rose annuì.
Senza sapere cos'altro dire,Lily la salutò e si avviò verso l'uscita.
Camminò per i corridoi guardandosi le spalle,neanche stesse commettendo un grave reato,tesa e preoccupata.
Si calmò soltanto quando lo vide.
L'aspettava davanti al muro che nascondeva la porta della Stanza Delle Necessità e le sorrise nello stesso istante in cui i loro occhi si incontrarono.
Arrivò di fronte a lui e lo fissò qualche istante in silenzio.
-Ciao-lo salutò poi ritrovando la parola.
Il sorriso sul volto di Daniel si accentuò.
-Ciao scricciolo-
Ormai era così abituata a quel particolare nomignolo,soltanto suo,da sembrarle strano quando usava il suo vero nome.
-Entriamo?-le chiese.
Lily annuì.
La porta si materializzò e quando fu completamente formata Daniel afferrò la maniglia e l' aprì, facendosi poi da parte per farla entrare.
Quando la porta si richiuse dietro di loro,ci fu qualche istante di imbarazzo:non era la prima volta che erano soli in una stanza,però per la prima volta entrambi erano consapevoli che qualcosa era cambiato.
Non era più un gioco.
Lily mosse un paio di passi nella stanza dandogli le spalle,lo sguardo attento a non perdersi neanche il più piccolo particolare,come se fosse una questione della massima importanza.
-Mi piace questa stanza-disse qualche attimo dopo.
Sentì i passi dietro di sè e non si sorprese quando le braccia di Daniel la strinsero attirandola contro il suo torace.
-E' la mia camera...Il mio rifugio-le confessò.
Lily poggiò la testa contro la scapola sinistra e avvolse le braccia su quelle di Daniel, strette attorno alla sua vita.
-Credevo fossi più disordinato-ammise sincera.
Lo sentì sorridere e ne fu leggermente sollevata.
-Ho cercato di mostrartela al meglio...-scherzò.
-Così,nel caso dovessi visitarla per davvero,non scapperei di corsa-ribattè ancora Lily.
Questa volta la risata del ragazzo le arrivò chiara,permettendole di unirsi a lui.
Si sciolse dall'abbraccio e si voltò per essere faccia a faccia con lui:sul viso era evidente la stanchezza che doveva essere presente anche sul suo,mentre una piccola ruga che non aveva mai visto prima di quel momento era apparsa sopra il naso.
Alzò una mano e con la punta dell'indice la sfiorò,portandola a distendersi.
-C'è qualcosa che non suoni banale...qualcosa che ti faccia capire quello che vorrei chiederti?- gli domandò confusamente abbassando la mano.
Daniel restò immobile,lo sguardo fisso nel suo e sembrò che quel silenzio non dovesse avere fine.
Cosa poteva dirgli per farlo sentire bene,per convincerlo ad aprirsi con lei?
Prima che riuscisse ad avere un'idea decente,però,sentì il braccio attorno alla sua vita aumentare la stretta e l'istante dopo la testa di Daniel era posata sulla sua spalla destra.
-Dan...-disse sorpresa da quel gesto.
Le braccia sollevate poco sopra le spalle del ragazzo,leggermente rigida,aspettava un segno, qualcosa che l'aiutasse a capire cosa aspettarsi.
-Dammi solo un momento...Ho solo bisogno di restare così per...-disse senza finire la frase.
Non aveva bisogno d'altro.
Sapeva che Daniel aveva bisogno di lei,era per questo che quella sera era andata nella Stanza delle Necessità,e ora non aveva nessuna voglia di tirarsi indietro.
Allacciò le braccia alle sue spalle e posò una guancia sulla sua spalla,chiudendo per qualche istante gli occhi.
Il silenzio nella stanza era irreale,quasi fosse di vetro:fragile e duro allo stesso tempo.
Sentiva il torace di Daniel muoversi contro il suo petto ad ogni respiro,lento e regolare,quasi le lancette di un'orologio e,dopo gli iniziali timori,alzò una mano e gli accarezzò i capelli dolcemente,come sua madre faceva con lei quando era triste o malata.
-Va meglio?-domandò dopo molto tempo.
Il ragazzo alzò leggermente la testa e accennò un sorriso incontrando il suo sguardo.
-Te l'ho detto che sto meglio quando ti vedo-le ricordò.
Lily sentì le guance bruciare e sperò ardentemente di non essere arrossita:non avrebbe resistito all'umiliazione.
Daniel sospirò e si staccò leggermente da lei.
-Se non dormissi nella stessa stanza di tuo fratello cercherei in tutti i modi di dormire con te stanotte-le disse.
Lily alzò un sopracciglio,incerta e lui capì che le sue parole potevano essere fraintese.
-Soltanto dormire,sta tranquilla.
Per qualche misteriosa ragione hai un'effetto positivo su di me-la rassicurò.
La ragazza sorrise poi fece un cenno con la testa,annuendo lentamente.
Se il problema era suo fratello allora lei aveva la soluzione...
Si staccò da lui e,tenendolo per mano,si mosse nella stanza,raggiungendo il divano.
Lo sguardo fisso su di lei,Daniel si sedette sul divano,seguito poco dopo da Lily,che non contenta si sdraiò portandolo giù con sè.
-Qui nessuno ti dirà nulla-gli disse,incontrando per l'ennesima volta il suo sguardo curioso.
Ci volle qualche secondo prima che Daniel capisse il vero significato di quella frase,poi un sorriso calmo apparve sul suo viso,mentre il suo braccio sinistro si allungava sulle sue spalle e l'attirava di nuovo contro di sè.
Allacciando un braccio alla sua vita e intrecciando una gamba a quelle di lui,Lily respirò profondamente,perfettamente a suo agio,nelle orecchie il battito calmo del cuore del ragazzo.

 

-Allora?Hai ottenuto qualche risultato?-
Non lo stava guardando,ma alle sue orecchie arrivò la risatina divertita e leggermente seccata dell'amico al suo fianco.
-E tu?-si sentì chiedere,con aria leggermente scocciata.
Perchè doveva sempre rigirare la frittata?
Doveva averlo preso dalla Weasley quel brutto vizio!
-L'ho chiesto prima io...-gli disse semplicemente.
Continuava a fissare il buco davanti a sè,due tavolate più avanti,concentrato neanche un falco che aspetta la sua cena.
-Ti ho già detto che non sono partito per quello che pensi tu...-gli ripetè Luke con lo stesso tono di prima.
Scorpius si lasciò scappare un ghigno divertito a quelle parole.
-Neanche in un'altro continente sei riuscito a combinare nulla-lo prese in giro prima di portare la tazza alle labbra.
Luke gli diede un lieve spintone,per mostrargli il suo disappunto.
-Non ci sei riuscito neanche tu,vero?-chiese poi con voce sicura.
Suo malgrado,Scorpius aggrottò le sopracciglia,senza però staccare lo sguardo dalla tavolata dei Grifondoro.
-Cosa te lo fa pensare?-domandò cercando di non mostrarsi troppo curioso.
Lo sentì masticare al suo fianco e dovette aspettare qualche istante prima di ottenere una risposta.
-Altrimenti non staresti fissando in modo così ossessivo i Grifondoro...Saresti già alla ricerca della prossima vittima-gli spiegò l'amico.
Accidenti!Aveva perfettamente ragione.
Quelle due settimane aveva pensato così tante volte a quello che era successo,al modo avventato in cui si era comportato da chiedersi cosa ci fosse di così speciale in Albus da farlo ridurre così,da arrabbiarsi con il Grifondoro per quello che inconsapevolmente gli stava facendo.
-Tutte schiocchezze!-commentò secco.
Prima che Luke potesse controbattere però,i Potter fecero ingresso nella Sala Grande,entrando alla spicciolata uno dietro l'altro:prima vennero i due gemelli,uno ancora quasi completamente addormentato e l'altro pieno d'adrenalina che sembrava incapace di sfogare;poi fu la volta della sorella,l'alunna preferita di suo padre,che lanciò un'occhiata di fuoco al gemello con i capelli neri e andò a sedersi accanto ad un ragazzo dai capelli neri ricci.
Infine entrò lui:le braccia piene di libri e borse come al suo solito,i capelli arruffati e senza controllo che gli cadevano sulla fronte e gli nascondevano gli occhi,si lasciò cadere accanto alla Weasley,che gli rivolse un sorriso che lui ricambiò per poi afferrare una briosche.
Aguzzò la vista,stringendo leggermente gli occhi,e prese a fissarlo,quasi fosse un riflesso condizionato,qualcosa che il suo cervello faceva senza neanche accorgersene.
Doveva incontrare il suo sguardo:dopo due settimane aveva bisogno di sapere cosa pensava di quello che era successo quella sera.
Perchè si comportava come una femminuccia innamorata?
Finalmente Albus alzò lo sguardo dal tavolo e incontrò i suoi occhi.
La reazione fu immediata:le guance si imporporarono all'istante,la mano che reggeva la tazza tremò impercettibilmente,anche se cercò di nasconderlo e pochi istanti dopo aveva riabbassato gli occhi,nascondendosi quasi alla sua vista.
-Vuoi sapere come la penso?-gli domandò Luke,testimone di quel gioco di sguardi.
-No-
-Io te lo dico lo stesso...Questa volta sei fregato amico mio-commentò poi.
Scorpius allontanò finalmente lo sguardo da Albus e lo portò sull'amico vicino a sè,quasi incenerendolo con lo sguardo.
-Perchè non la smetti di occuparti di me e non pensi alla tua Alice?-gli chiese alzandosi e dirigendosi verso l'uscita.
I gesti da prima donna erano il suo forte,suo padre glielo diceva sempre.
Ma gli diceva anche che non si ottiene sempre tutto quello che si vuole,neanche comportandosi da prima donna.
Finora le sue conquiste erano state facili,quasi elementari:fin da quando aveva capito che gli uomini lo attraevano più delle donne,quasi tre anni prima,aveva puntato su persone deboli, che fossero facili da plasmare e da "sottomettere".
Non voleva una storia seria,era interessato al lato "proibito" di quel tipo d'amore.
La sua vita era segnata,neanche scorresse su due binari:sarebbe diventato un giocatore di Quidditch o un membro del Ministero,avrebbe sposato una ragazza Purosangue e avrebbe procurato un'erede alla famiglia per continuare il buon nome dei Malfoy.
Ma che male c'era se nel frattempo si intratteneva con qualche diversivo?
Su una cosa però,suo padre si sbagliava:lui otteneva sempre quello che voleva.
E ora voleva Albus Potter.


Non credeva potesse esserci tanta fila.
Specialmente in un pomeriggio feriale.
Guardò il display su cui venivano mostrati i posti ancora disponibili per ogni sala per poi abbassare lo sguardo sulle persone che erano in fila davanti a sè:sarebbe riuscito a prendere un biglietto prima che fosse troppo tardi?
In fondo gliene bastava soltanto uno,non credeva di chiedere tanto...
Aveva provato in tutti i modi a convincere Justin o Ed ad accompagnarlo,ma entrambi sembravano impegnati in faccende più importanti,talmente occupati da lasciarlo da solo.
Se ne sarebbe ricordato la prossima volta:magari sarebbe stato il suo turno di fare il prezioso.
Guardò ancora una volta il display,con un gesto automatico e leggermente ansioso,riportando lo sguardo sulle sei persone davanti a lui.
Talmente concentrato sulla fila,non si accorse della nuova presenza accanto a sè e,quando sentì il braccio infilarsi sotto il suo,sobbalzò quasi spaventato.
Si voltò di scatto,rilassandosi quasi subito quando vide Allison accanto a sè.
-Ti ho fatto paura?-gli chiese curiosa.
Fred sogghignò,quasi divertito dalle sue parole.
-Paura?Non sono mica un tuo compagno dell'asilo...-la prese in giro.
Lei corrugò la fronte e sembrò sul punto di fargli una linguaccia,ma riuscì a trattenersi, preferendo un sospiro offeso.
-Fred!Anche tu qui?-
Dietro Allison erano comparsi Seamus e Rupert,un'espressione sorpresa sul viso:era così strano che volesse passare un pomeriggio al cinema?
A sentir loro sembrava che lo avessero beccato all'uscita di uno strip club!
-Già,ho pensato di fare un giro...Voi invece?
Sarà la seconda volta che vi vedo tutti insieme-confessò sincero.
Seamus sorrise divertito e annuì,dando di gomito al marito,quasi volesse avvalorare una tesi.
-Non ci capita spesso,soprattutto per colpa mia-ammise Rupert.
-Fa uno strano effetto vederlo senza camice,vero?-domandò Allison al ragazzo.
Fred sorrise e si arrischiò ad annuire.
-Credo abbia anche dimenticato come si allaccino le scarpe da ginnastica tanto è abituato a quelle strane scarpe che indossa in ospedale-continuò la ragazza.
Seamus rise sinceramente divertito,permettendo così a Fred di ridere senza mostrarsi indisponente.
-Davvero divertente signorina...Ne riparliamo il mese prossimo quando dovrai avere il tuo mensile-la minacciò velatamente Rupert,probabilmente abituato a quelle battute.
La fila si mosse e il gruppo fece un leggero movimento in avanti.
-Ti va di unirti a noi?-gli chiese Seamus tornando a portare lo sguardo sul viso di Fred.
Doveva accettare?
Aveva sperato di restare da solo,di godersi una giornata senza pensieri e la presenza di Seamus e Rupert,anche se voleva bene ad entrambi e si trovava bene in loro compagnia,significava abbandonare quel proposito.
-Perchè invece non ci dividiamo?-fece Allison.
Fred corrugò leggermente la fronte e guardò la ragazza,che era rimasta al suo fianco per tutto il tempo.
-Io posso andare con Fred e voi potete godervi questa giornata insieme...-disse guardando i genitori-sempre se a te non dispiace-aggiunse subito fissando gli occhi di Fred.
Il ragazzo restò qualche istante in silenzio,indeciso:lo disturbava la compagnia di Allison?
Ormai era talmente abituato ad averla intorno che non avrebbero avuto il minimo problema,non ci sarebbe stato il minimo imbarazzo fra loro.
Forse si sarebbero anche divertiti...
-No,figurati...-la rassicurò.
Allison sorrise,una strana espressione nei suoi occhi,poi tornò a guardare i suoi genitori in attesa della loro risposta.
-E che ne è di tutti i bei discorsi sulla giornata in famiglia?-chiese Rupert.
-Possiamo farlo un'altra volta,magari è un'incentivo per tenerti più di un giorno fuori dall'ospedale-ribattè la ragazza.
I due uomini si guardarono,facendo un'altro passo che li avvicinò alla biglietteria,e alla fine Seamus alzò le spalle.
-Va bene,ma alle sei devi essere a casa-le ricordò.
-Le sette?-mercanteggiò lei.
Che bisogno c'era di tanto tempo?
Seamus portò lo sguardo su Fred e per,qualche istante,il ragazzo sentì chiaramente la sua occhiata su di sè,poi questa si allontanò e l'uomo tornò a guardare la figlia.
-Vada per le sette-concesse.
Allison sorrise e si sporse verso il padre per dargli un bacio sulla guancia,per poi tornare accanto a Fred.
-Che film andiamo a vedere?-gli chiese con voce curiosa.
La sua idea era di vedere un film d'azione,magari un film pieno di sparatorie che non lo impegnasse tanto e che lo rilassasse,ma capì subito che quello non era il tipo di film da far vedere ad una ragazza.
-Tu cosa vuoi vedere?-le domandò con un'espressione incoraggiante sul viso.
Mentre era intenta a guardare i titoli sul display,Rupert e Seamus salutarono i due ragazzi,preferendo impiegare quel tempo in modo diverso,ricordando ad Allison l'orario per cui doveva rientrare,per poi avviarsi verso la macchina parcheggiata poco lontano.
-Che ne dici del film comico?O preferisci il cartone animato?-gli domandò riportando lo sguardo su di lui.
-Basta che non andiamo a vedere un film d'amore...-le disse sincero.
Allison rise e scosse la testa.
-Tutti uguali voi maschi!-commentò.
Erano ormai il loro turno:si avvicinarono al vetro e il commesso mosse lo sguardo da uno all'altra.
-Avete scelto ragazzi?-
Fred guardò Allison e si chiese su cosa sarebbe caduta la scelta.
-Vada per il film comico-disse lei al commesso.
Alla fine il film non era stato tanto terribile:dopo aver comprato pop-corn,bibite e una confezione di nachos per Allison si erano sistemati ai loro posti in una delle ultime file e avevano passato le due ore successive seguendo le disavventure di un'uomo che in luna di miele trova la donna perfetta per lui.
-Ti è piaciuto?-gli chiese Allison uscendo dal cinema alla fine del film.
Fred alzò le spalle e si strinse ancora di più nella giacca,cercando di ripararsi contro il vento freddo.
-Spero sinceramente di non trovarmi in quella situazione...Se era tanto innamorato di quella tipa perchè poi si è sposato una seconda volta?-commentò.
Allison gli rivolse uno sguardo e aspettò qualche secondo prima di rispondere.
-Forse credeva di non avere più speranze.
Lei era sposata,gli aveva detto di essere felice...non credi che questo convincerebbe chiunque?- gli fece notare lei.
Fred storse la bocca da un lato.
-Se fosse sempre così,io non sarei nato-disse tenendo lo sguardo sulla strada.
Allison si portò avanti a lui,iniziando a camminare all'indietro,catturando il suo sguardo.
-Che vuoi dire?-gli domandò curiosa.
Il ragazzo fece un leggero sorriso e affondò le mani nelle tasche:ogni volta che ripensava a quella storia gli veniva da ridere.
Suo padre era stato un vero pazzo a presentarsi alla festa prematrimoniale di sua madre e convincerla a scappare con lui,completamente indifferente a quello che quel gesto avrebbe portato.
-Ai tuoi genitori è successa una cosa come quella del film?-domandò Allison sempre più sorpresa.
-No,però mia madre stava per sposare un'altro-le raccontò.
La ragazza strabuzzò gli occhi,facendo sorridere di divertimento Fred:come mai non sapeva quella storia?
-E perchè tua madre stava sposando un'altro?-
-Non ce lo hanno mai raccontato chiaramente,però da quello che sono riuscito a capire avevano avuto una terribile litigata e si erano lasciati.
Così mia madre era tornata con il suo ex,decidendo di sposarlo...-raccontò brevemente.
-Poi che è successo?-domandò ancora Allison.
Fred la guardò negli occhi e sorrise.
-Ti stai appassionando per caso?-le chiese prendendola in giro.
-Finisci di raccontare,poi puoi prendermi in giro quanto ti pare!-
Fred rise e scosse la testa.
-Non c'è molto altro da raccontare:mio padre è arrivato alla festa,l'ha convinta a non sposare quell'altro e a tornare con lui.
Tutto qui-concluse.
Allison sospirò e tornò a mettersi al suo fianco,lasciandosi scappare un sospiro.
-Cosa?-chiese il ragazzo.
-Sono ufficialmente innamorata di tuo padre.
Chi l'avrebbe detto che fosse un'eroe romantico?-domandò lei rialzando gli occhi sul suo volto.
Fred scoppiò a ridere divertito:non aveva mai visto suo padre in quella veste.
-Sta attenta però,mia madre è molto gelosa...-scherzò.
Avviati verso la strada che conduceva a casa di Allison,percorsero un breve tratto in silenzio, camminando uno accanto all'altra.
-Posso farti una domanda?-chiese ad un tratto Fred.
Un leggero sorriso apparve sul viso di lei,portandolo a chiedersi cosa lo avesse provocato.
-So già cosa vuoi chiedermi-gli disse.
-Impossibile-ribattè lui.
-Vuoi chiedermi dei miei genitori,vero?-fece Allison con voce tranquilla.
Fred la guardò,cercando nel suo volto qualcosa che gli facesse capire se la domanda le avrebbe dato fastidio,ma non trovò nulla:doveva essere abituata a quel genere di domande.
Ma per qualche strana ragione decise di non comportarsi come tutti gli altri ed affliggerla con la sua curiosità e scosse la testa.
-Veramente no-disse cambiando al volo idea.
L'espressione sicura sul viso della ragazza sparì.
-Davvero?-
Fred sorrise ed annuì.
-Volevo chiederti come mai ti fai accompagnare dai tuoi genitori al cinema...Non ce l'hai un fidanzato?-le domandò.
Come gli veniva in mente una domanda del genere?!
Possibile che fra tante cose da chiederle gli era venuto in mente soltanto quello?
Allison lo guardò e gli diede una piccola spinta,allontanandolo di qualche passo.
-E tu allora?Sembravi la reclame della depressione...-scherzò lei.
-Per me è normale essere solo:non mi conosce nessuno.
Tu però vivi qui...-le fece notare il rosso.
Allison guardò avanti a sè e alzò le spalle.
-Io ti conosco,perchè non hai chiesto a me?-gli fece notare la ragazza.
-Non sapevo cime avresti preso l'invito;in fondo sei più amica di mia sorella che mia-ribattè Fred.
Allison rise scuotendo la testa e ritornò in silenzio.
-Per caso ho toccato qualche tasto dolente?-si informò lui leggermente preoccupato.
Magari si era lasciata con il suo ragazzo da poco ed era ancora triste,magari stava cercando di non pensare a lui e la sua domanda non era certo il modo migliore per dimenticare.
Allison lo guardò e,con un piccolo sorriso scosse la testa quasi volesse rassicurarlo,per poi tornare a guardare la strada davanti a sè.
-Perchè accontentarsi se non puoi avere quello che vuoi?-domandò senza guardarlo.
Fred la fissò,colpito dalla sua frase,e preferì far tornare il silenzio piuttosto che dire qualcosa di sbagliato o di sciocco.
Erano ormai arrivati di fronte a casa di Allison.
-Credi di poter fare questi pochi metri da sola?-le chiese fermandosi.
Lei sorrise e annuì.
-Grazie...Sono stata molto bene oggi pomeriggio-gli disse fissando il suo viso.
C'era qualcosa nei suoi occhi che li rendeva più luminosi,oppure era una sua impressione?
Fece un piccolo cenno con il capo e accennò un sorriso.
-Anche io...-rispose sincero.
Restarono a fissarsi per qualche momento,entrambi in silenzio.
C'era ancora qualcosa da dire o fare prima di salutarsi?
Perchè improvvisamente si era creata quella strana atmosfera fra di loro?
-Sarà meglio che tu vada,altrimenti i tuoi si preoccupano...-le disse quasi con voce fraterna.
Allison annuì e si voltò,facendo qualche passo verso la casa.
Fred restò fermo a guardarla,con l'intento di aspettare finchè non fosse entrata in casa,ma si sorprese non poco quando la vide voltarsi e tornare indietro sui suoi passi.
Si fermò di nuovo di fronte a lui e riallacciò lo sguardo al suo.
-Se adesso faccio una cosa,prometti che non me la farai pagare?-gli chiese con voce calma.
Fred annuì,troppo confuso per parlare.
L'attimo dopo le braccia di Allison erano attorno al suo collo e lei,messasi in punta di piedi, aveva raggiunto il suo viso,posando le proprie labbra sulle sue.
Sorpreso da quel gesto,restò immobile mentre leggera la bocca di Allison si muoveva sulla sua, sfiorandogli le labbra.
I suoi occhi aperti erano fissi sulle palpebre chiuse della ragazza,ancora indeciso su cosa fare: doveva allontanarla oppure doveva rispondere al bacio?
Fosse stato per lui avrebbe ceduto a quel piccolo momento di confusione,ma doveva ricordarsi che in quella situazione era lui quello più grande,quello che doveva essere considerato adulto.
Nella confusione più totale,i suoi occhi si riflessero in quelli di Allison quando lei riaprì gli occhi e tornò con i piedi per terra staccandosi da lui.
Senza dire nulla,attraversò di corsa la strada e si fermò davanti alla porta di casa.
L'istante dopo era sparita.
Se aveva pensato di passare una giornata serena,senza pensieri,aveva fallito miseramente... anzi doveva aver sbagliato qualcosa perchè ora aveva ancora più pensieri di quando si era svegliato quella mattina.

 

-Ti sei divertita?-
Era stupido negare che vederla con quella maglia,la felpa che lui le aveva regalato la prima volta che aveva assistito agli allenamenti,non gli avesse fatto piacere.
Avevano avuto poco tempo per parlare prima dell'inizio degli allenamenti:James era ancora arrabbiato con Lily e,soprattutto,con Daniel dopo averli visti baciarsi nella Sala Comune quando quella mattina erano scesi dal dormitorio.
Della lite che era scoppiata ne stavano facendo le spese anche lui ed Al:il fratello era colpevole,a detta di James,di non aver parlato quando aveva saputo di quella storia,mentre lui era la sua valvola di sfogo,il punching ball su cui Jim si scaricava e con cui parlava all'infinito di quella storia.
Anche prima della partita era successa la stessa cosa:lo aveva praticamente sequestrato per lamentarsi della faccia tosta di Daniel che si era presentato a quell'allenamento nonostante la lite di quella mattina e di come avrebbe volentieri strozzato Lily che faceva bella mostra di sè su una delle prime gradinate,venuta apposta per farlo arrabbiare.
-Assolutamente.
Posso dirti che sei stato bravo,oppure sono di parte?-gli domandò lei guardandolo.
Ronald aggrottò la fronte.
-Soltanto bravo?-si lamentò per finta immusonendosi.
L'espressione preoccupata di Rebecca lo fece sorridere,portando la ragazza a dargli un piccolo pugno sulla spalla sinistra.
Erano nella Sala Comune dei Grifondoro,vuota e avvolta nel silenzio,dopo il trambusto che aveva accompagnato il ritorno dei giocatori e si stavano attardando quasi avessero paura di non rivedersi più il giorno dopo.
-Non lo sai che si può sempre migliorare?-gli fece notare la ragazza fissando il suo volto.
Ronald annuì,passandosi una mano fra i capelli.
-Credo di averla già sentita questa cosa...-scherzò.
Rebecca sorrise e scosse la testa.
Gli diede un piccolo pugno sulla spalla che fece lamentare leggermente Ronald,restando però con la mano su di lui.
Alzò lo sguardo per incontrare gli occhi di Ronald e affondò lo sguardo nel suo,intorno a loro un silenzio quasi irreale.
Due gesti.
Tanti gliene sarebbero serviti per baciarla:avrebbe dovuto alzare un braccio,portandolo attorno alla sua vita e avrebbe dovuto avvicinare il viso a quello di Rebecca.
-Forse è meglio se andiamo a dormire...Altrimenti domani saremmo fuori uso-le disse continuando a fissarla negli occhi.
L'espressione leggermente delusa sul viso di Rebecca lo confortò:se reagiva in quel modo allora aveva sperato in un'altra fine per il loro "appuntamento".
-Già,hai ragione-disse staccando lo sguardo dal suo.
Si allontanò di qualche passo e si avvicinò alla scalinata del dormitorio femminile.
Salì un paio di gradini per poi voltarsi di nuovo verso Ronald,sul viso un'aspettativa evidente.
-Sono stata molto bene stasera-gli disse.
Ronnie fece i pochi passi che lo dividevano da lei e si fermò alla fine della scalinata.
-Anche io...Solo c'è una cosa che vorrei chiederti-le disse posando la mano sinistra sul corrimano.
Lei lo fissò in attesa,curiosa.
-Secondo le regole del corteggiamento,dopo quanti appuntamenti è accettabile che un ragazzo provi a dare un bacio alla sua "compagna"?-le domandò cercando di sembrare serio.
Rebecca lo fissò qualche istante incredula,per poi ridere di sollievo e divertimento,la testa leggermente bassa quasi a volersi nascondere dal suo sguardo.
-Sei un cretino,lo sai?-gli disse tornando a guardarlo.
Ronnie la guardò incrociando le braccia sul petto.
-Questo vuol dire che neanche tu sai la risposta?-le chiese con la stessa espressione di poco prima.
Rebecca riflettè qualche istante,mordendosi l'angolo del labbro inferiore.
-Il secondo appuntamento?-disse stando al gioco.
Ronald sbuffò.
-Oh,allora dobbiamo vederci di nuovo...Ok farò questo sforzo!-disse scuotendo leggermente la testa.
Rebecca gli diede un'altro pugno facendolo ridere e scoppiando a ridere insieme a lui quando i loro sguardi si incontrarono.
Quando entrambi tornarono seri,si fissarono qualche istante,poi Ronald salì un gradino per riacquistare i centimentri in più persi per colpa della scala.
-Ti va di uscire di nuovo con me?Magari nel week-end?
Prometto che questa volta saremmo da soli-le chiese con voce calma e profonda.
Lei accennò un sorriso.
-Con molto piacere-
Ronald sorrise,poi avvicinò il viso a quello di Rebecca e con le labbra le sfiorò la guancia destra, chiudendo gli occhi e indugiando qualche istante contro di lei.
Quando rialzò gli occhi si accorse dell'attesa negli occhi di Rebecca.
Avrebbe potuto baciarla e lei non gli avrebbe detto nulla,anzi sembrava non aspettasse altro.
Però aveva già sbagliato tante cose con lei...
Era meglio andare con calma.
-Buonanotte Cenerentola-le disse il viso ancora vicino al suo.
Rebecca fece un piccolo cenno con la testa,dischiudendo le labbra e facendosi scappare un sospiro soffiato.
-Buonanotte-
Si scostò da lui e riprese a salire i gradini della scalinata.
Guardandola andare via,Ronald si convinse di aver fatto la cosa giusta:Rebecca era troppo importante per affrettare le cose e rischiare di rovinare tutto.

 

 

Salve a tutti!!!

Come prima cosa devo scusarmi x nn aver aggiunto lo spazio autrice nello scorso capitolo,ma ho postato il capitolo di straforo e mio fratello quasi mi uccideva se prendevo un momento di +.

Ora passiamo a questo capitolo:come vi ho detto un pò di tempo fa,dopo un'esplosione si cerca sempre di limitare di danni...Ed è proprio quello che farà James nei proximi capitoli.

Sono ritornati anche Allison e Fred,leggermente accantonati in passato per colpa della "sovrabbonzanza" di personaggi,ma che d'ora in poi avranno il loro angolino.

Daniel e Lily finalmente sono arrivati ad un compromesso,dovuto anche da quel particolare legame che ora fa sentire la ragazza + in sintonia con Dan(so che siete ancora un pò confusi ma prestissimo svelerò tutto,promesso!).

La frase all'inizio del capitolo è tratta da "Alive & Kicking"dei Simple Mind.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo.

E ora i ringraziamenti:WingsHP(Sono è che complementari;George e Luna sn uno la metà dell'altro...Per quanto riguarda la gelosia nei confronti di Alice,credimi è normalissima:anzi sarebbe stato strano il contrario),Tonks17(Se fossi stata in Alice,nonostante le spiegazioni,mi sarei arrabbiata nn poco:in fondo io mi sono offerta e tu mi hai rifiutata.Deve essere vero amore...Sinceramente nn so dirti se Hermione sia andata di proposito in ql supermercato, so ke il suo intento era mettere in imbarazzo Ron,forse neanche sa della sua reazione;non potevo lasciarti con la curiosità x qll che era successo fra Rose e Jim,sadica sì,ma fino ad un certo punto. Per quanto riguarda Dan e Lily,posso assicurarti che lei s è lasciata andare,mettendo da parte tutte le sue paure e i suoi timori,ma qst nn vuol dire che i problemi sn finiti),IRE'89(Ti posso assicurare che Luke è un Serpeverde,lo scoprirai con il tempo...),Nefene(Benvenuta!E grazie x i complimenti!Nn posso anticiparti nulla xkè se no farei un torto agli altri lettori,xò posso dirti che nn farei mai male ai mei personaggi di proposito;sono felice di avere un'altra fan della povera Cassie,scomparsa ancor prima di guadagnarsi i favori dei lettori,e hai ragione anch equando dici che Herm e Luna sn completamente diverse:infatti una ha capito e perdonato l'altra ha buttato fuori di casa l'uomo che ama per poi pentirsene...Ma è vero anch eke nn tutti reagiscono allo stesso modo),Isina4everyoung(Grazie x i complimenti!Se ti è piaciuto George con le sue gelosie e le sue insicurezze allora fidati te ne innamorerai perdutamente!),JC(Cambiare...fino ad un certo punto.Ron mi sembra sempre + in crisi,diviso fra quello che ha perso e quello che vorrebbe,incapace di prendere una decisione come qnd era ragazzo),Elly(Per avere qualcosa di concreto,dobbiamo aspettare ancora un pò,Jim sta ancora cercando di fare la "cosa giusta"),Lights(Grazie x i complimenti!Vuol dire che mi impegnerò per farti piacere di + anche le altre coppie).

Bene,prima di postare lo spoiler devo fare un piccolo avvertimento:nel prox capitolo ci sarà una scena "d'amore" fra Albus e Scorpius.

Non sarà niente di sconvolgente o troppo esplicito e se mi conoscete sapete che nn sono mai volgare quando scrivo di certi argomenti,ma ho pensato di mettere qst avviso nel caso voleste evitare di leggere il prox capitolo.

Ora vi lascio lo spoiler...

"Perchè aveva preso quella decisione senza consultarla?

Credeva davvero che sarebbe rimasta lì seduta senza dire o fare nulla,senza ribellarsi?"

 

Bene,per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Choose me,love me"

 

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Choose me,love me ***


choose me

 

"Del tuo profumo oramai

profumo anche io..."

 

Tutto accadde per la sua maleducazione.
Fin da quando era bambina,sua madre le ripeteva di non ascoltare i discorsi dei grandi;poi il rimprovero era cambiato,diventando un'ammonizione che le impediva di non dare i suoi giudizi su quello che ascoltava o,se proprio non poteva farne a meno,di esprimerli nel modo meno sarcastico e cinico possibile.
E in qualche modo,quella sera riuscì a farlo.
Forse l'unica volta in tutta la sua vita.
Non le piacevano le feste,fin da quando era bambina cercava di evitarle il più possibile e anche quella sera non faceva eccezione.
La festa per la fine dell'anno.
Tutta Hogwarts gioiva per il ritorno a casa e per quei due mesi di vacanze...perchè lei non riusciva ad essere felice come gli altri?
L'idea di tornare a casa,circondata ogni minuto dai suoi fratelli e dai suoi genitori,le metteva l'ansia...Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter restare al Castello anche durante l'estate.
Più volte si era chiesto il significato,ciò che la spingeva a reagire in quel modo, e l'unica spiegazione che era riuscita a trovare era che non voleva perdere la sua indipendenza.
Nonostante quello che potevano promettere ai loro genitori,i suoi fratelli avevano smesso da tempo di starle con il fiato sul collo,rendendosi conto che anche lei aveva le sue amicizie le sue attività ed era bisognosa dei suoi spazi.
Inoltre erano incredibilmente sollevati di non doversela portare dietro ogni singolo momento della giornata.
Anche quella sera non avrebbero saputo della sua presenza alla festa se non avesse scambiato una veloce battuta con Albus prima di sgattaiolare via.
Ovunque c'era felicità,sollievo e voglia di divertirsi...le faceva quasi venir l'orticaria!
Cercando un pò di sollievo era uscita dal Castello incamminandosi verso il Lago;magari se era fortunata riusciva anche a vedere una delle famose sirene che avevano quasi affogato suo padre.
Il Lago era già visibile in lontananza quando aveva iniziato a sentire la sua voce.
-Puoi lasciarmi spiegare?-
Cercando di non far rumore si avvicinò di qualche passo e scorgendo la persona che aveva parlato,si nascose veloce dietro un'albero.
-Come puoi dire di no senza...-disse ancora lui.
Era di spalle,ma lei credeva di aver riconosciuto la sua voce.
-Non mi sembra di chiedere troppo!Magari ne puoi parlare con...-
Ormai aveva capito di chi si trattava senza ombra di dubbio,nonostante il buio le impedisse di vedere il suo profilo.
-Per favore padre,è una cosa che vorrei fare tantissimo...-disse cercando di convincere la persona dall'altra parte del telefono.
Doveva andarsene?Doveva farsi vedere?
In fondo la telefonata non sembrava privata,forse non si sarebbe arrabbiato sapendo della sua presenza.
-Va bene.
Ho capito...-gli sentì dire.
Il tono di voce in quell'ultima frase fu completamente diverso:se prima era stato battagliero e pronto a lottare fino a perdere la voce per quello che voleva,ora sembrava aver perso ogni impeto e aver chinato la testa contro una forza superiore.
Fissò l'ombra nel buio mentre allontanava il telefono dall'orecchio e lo infilava in tasca,le spalle abbassate sotto un peso troppo grande per lui.
Forse era il caso di lasciarlo solo...
Si voltò e fece un passo per allontanarsi,mettendo però un piede in fallo e smuovendo alcuni ciottoli che erano lì vicino.
-Chi c'è?-chiese subito lui.
Un fascio di luce fu puntato contro il tronco dell'albero che la copriva dalla sua vista.
Che doveva fare?Era in situazioni come quella che desiderava tanto sapersi smaterializzare!
-Vieni fuori-le intimò lui.
Sarebbe stato capace di sfogare la sua rabbia su di lei?
Che assurdità andava a pensare!
Tornò a voltarsi verso di lui e fece un passo per uscire dal nascondiglio dell'albero,venendo così colpita in pieno volto dal fascio di luce che usciva dalla bacchetta.
-Potresti allontanare la luce,per favore?Non vedo niente-gli disse portando una mano sul viso a ripararsi gli occhi.
Lui fece come gli aveva chiesto e spostò la luce verso destra,permettendole di allontanare la mano dal viso.
-Lily?-fece lui sorpreso.
Lei sorrise leggermente imbarazzata.
-Sorpresa!-scherzò poi per evitare di diventare rossa.
-Cos'è ti sei messa anche a spiare adesso?-le domandò lui offeso.
-Certo che no!
Avevo bisogno di stare un pò da sola e sono venuta qui...Non sapevo di trovarti qui Daniel-gli disse a sua discolpa.
Un sorriso accennato si disegnò sul viso di lui,lo sguardo ancora sul viso di Lily.
-Credevo che voi Potter vi muoveste sempre in gruppo-scherzò a sua volta.
Lily sorrise e abbassò leggermente la testa.
-Siamo soli soltanto in casi eccezionali-lo assecondò la rossa.
Il sorriso si accentuò e questo la spinse ad avvicinarsi a lui di un paio di passi.
-Da quanto sei lì?-le chiese.
Lily storse la bocca verso sinistra pensierosa e dopo qualche istante tornò a guardarlo.
-Un paio di minuti...Ma ti giuro che non ho la più pallida idea di quello di cui stavi parlando-lo rassicurò.
Daniel scosse la testa,poi si voltò togliendole la luce e fece un paio di passi verso il Lago.
-Non importa-
Incuriosita e colpita dal suo atteggiamento,Lily lo seguì,arrivando al suo fianco quasi subito.
Conosceva Daniel da quando era arrivata a Hogwarts,era amico dei suoi fratelli da sempre eppure era la prima volta che lo vedeva senza quell'aria sbruffona che lo accompagnava sempre e che glielo faceva risultare antipatico.
-Tutto bene?-gli chiese cauta.
-A meraviglia...Non si vede?-
Spinta dall'istinto come al suo solito,Lily scosse la testa.
-Tutt'altro!Sembra che tu sia andato sotto ad un treno-gli fece notare.
Daniel si sedette sull'erba poco distante dall'acqua e alzò lo sguardo verso il viso di lei,ferma in piedi accanto a lui.
-Perchè non sei con gli altri a festeggiare?-chiese quasi scocciato.
Lily rise sarcastica,lasciandosi cadere accanto a lui e togliendosi i sandali.
-Che ho detto di tanto divertente?-domandò Daniel guardandola.
-Tu perchè non sei alla festa?-gli chiese di rimando lei,ricambiando lo sguardo.
Daniel restò qualche istante in silenzio,poi allontanò lo sguardo e si passò una mano fra i capelli ricci.
-Non sono molto in vena di festeggiamenti-disse poi.
Lily alzò l'angolo sinistro della bocca e si voltò a guardare il Lago.
-Nemmeno io-
Si rilassò,poggiando entrambi i palmi delle mani sull'erba dietro la schiena e posando tutto il peso del corpo su di esse,l'erba bagnata che le solleticava le gambe scoperte ed il vento che le accarezzava il viso ed i capelli raccolti in un coda alta.
-Non sei contenta di tornare a casa?-domandò Daniel dopo un lungo silenzio.
-Sono contenta di rivedere i miei genitori ed Emy,ma resterei volentieri qui-precisò sincera.
Daniel la guardò sorpreso.
-Credevo che la vostra fosse una famiglia perfetta-disse senza nascondere la sua incredulità.
Lily voltò la testa verso di lui e alzò le spalle.
-Io credo che non esistano famiglie perfette.
La mia è caotica,indaffarata e...totalmente ignorante sul concetto di privacy.
Specialmente mio padre!Deve sapere sempre ogni stupida cosa che mi riguarda...E' assurdo!-
Lui accennò un sorriso e imitò la sua postura,piegando un ginocchio e poggiandovi sopra un gomito.
-Non è una prerogativa di tutti i genitori?-le domandò.
-Sicuramente lo è dei miei...-fece lei voltandosi a guardarlo.
Lo sguardo di Daniel era fisso sul Lago,il caos che arrivava fino a loro dal Castello,rovinando quella che altrimenti sarebbe stata un'atmosfera pacifica e quasi romantica.
-Magari per te è diverso...In fondo sei un maschio-commentò lei fissando il suo volto.
Daniel chiuse gli occhi e sembrò non aver sentito le sue ultime parole,così Lily tornò a guardare le acque tranquille del Lago cercando di coglierne il più piccolo cambiamento.
-Hai ragione quando dici che non esistono famiglie perfette...-gli sentì dire dopo un lungo silenzio.
Lily respirò rumorosamente e abbassò leggermente lo sguardo,cercando di frenare le tante domande che le erano salite alle labbra.
-Hai mai provato il desiderio di scomparire?-le chiese lui con voce seria.
-Ad ogni lezione di Divinazione,darei qualsiasi cosa per essere da un'altra parte...-fece Lily cercando di alleggerire l'atmosfera.
Daniel accenò un sorriso che sparì quasi subito.
-Ma non credo sia quello a cui ti stavi riferendo-aggiunse lei portando lo sguardo sul suo viso.
Lui abbassò lo sguardo e,con un gesto svogliato,strappò alcuni fili d'erba dal prato sotto di sè,per poi fissarli qualche istante neanche stesse cercando qualche mistero nascosto in loro.
Poi il suo sguardo si posò di nuovo sul suo viso,attento e concentrato.
-Com'è vivere con un padre come il tuo?-le chiese sorprendendola.
Lily alzò un sopracciglio:cosa c'entrava quella domanda con tutto quello che avevano detto finora?
-In che senso?-chiese incerta.
Daniel cambiò posizione,incrociando le gambe e portando le braccia su di queste,muovendo lo sguardo da lei al Lago invisibile e immoto davanti a loro.
-Com'è vivere con il famoso Harry Potter?-disse spiegandole la sua domanda.
Lily sorrise e alzò le spalle.
-Per me lui è soltanto mio padre...Vedendolo adesso faresti fatica a credere che sia proprio lui il Salvatore del Mondo Magico,specialmente per la sua ritrosia a partecipare alla vita sociale di questo mondo,alle sue amicizie babbane,all'amore che ha per il suo lavoro...
Sembrerebbe una persona comune,anche un pò noiosa-gli disse sincera.
Daniel la ascoltò interessato,incontrando il suo sguardo.
-Del resto deve essere così anche con tuo padre...-commentò lei ricambiando il suo sguardo.
A quella frase Daniel si lasciò scappare un suono sarcastico.
-Sì,come no...-
Rizzando la schiena e continuando a fissare il suo viso,Lily si chiese cosa si nascondesse dietro tanta acrimonia.
I maschi di tutta Hogwarts avrebbero dato un braccio per avere Dean Thomas come padre,e suo figlio sembrava quasi disprezzarlo.
-Ho toccato un tasto dolente?-gli chiese con voce gentile.
Daniel non rispose,lasciandosi andare ad un respiro rumoroso.
-Forse...-rispose semplicemente.
Lily lo fissò qualche istante,rispettando il suo silenzio.
-Allora rispondi alla tua domanda:com'è vivere con tuo padre?-chiese sperando di non essere troppo indiscreta.
Lui tornò ad incontrare il suo sguardo,restando in silenzio,e accompagnato da quel silenzio un pensiero colpì la mente di Lily.
Per la prima volta in vita sua si accorse che,certe volte,si può dire di più con un silenzio che con un lungo discorso.

 

Se c'era una cosa che non sopportava era avere gli occhi puntati addosso.
Non era abituato a ricevere attenzioni e quando succedeva si sentiva a disagio,come se avesse fatto qualcosa di male che ora doveva scontare!
Erano James e Ronald i più ricercati,i più ammirati fra loro,perchè mai qualcuno doveva interessarsi al fratello di mezzo?
Tanti si sarebbero infuriati per quella mancanza di interesse e di popolarità,ma per lui era quasi il Paradiso;tutto quello che desiderava era essere anonimo e non creare troppa attenzione su di sè.
Ma da quando era tornato ad Hogwarts c'era qualcuno che non lo abbandonava neanche per un'istante,che seguiva i suoi movimenti e che lo faceva quasi sentire una preda impaurita che scappa dal cacciatore.
Perchè non la smetteva di interessarsi a lui e non cominciava a cercare la sua prossima "vittima" o preda o qualsiasi cosa fosse per lui?
Avevano avuto la loro occasione,non aveva funzionato...pazienza!
Meglio dimenticare quell'episodio e andare avanti con le proprie vite come se niente fosse successo e lui ci sarebbe anche riuscito se non fosse stato per quel paio d'occhi sempre puntati su di lui!
Come se non bastasse,quella sera avrebbero ripreso le lezioni.
Soltanto loro due,da soli in biblioteca...Il posto ideale per colpirlo:i libri non erano certamente i testimoni ideali contro un'aggressione.
Aveva provato a lamentarsi con la Preside McGranitt per quell'incarico,affermando che Scorpius era molto migliorato grazie alle loro lezioni,che ne poteva trovare conferma nei risultati dei test,e che quindi non c'era bisogno di continuare quelle lezioni,ma la Preside lo aveva bloccato affermando che erano state richieste espressamente da Scorpius e non più dal Professor Malfoy.
Dannato bastardo!
Beh,se credeva di metterlo in crisi per quel piccolo scherzetto che gli aveva tirato,aveva proprio sbagliato persona.
Non sarebbe caduto di nuovo nella sua trappola...


-E' chiaro,è lampante!-disse Ronald buttandosi a peso morto sul letto.
-Che cosa?-chiese James sedendosi ai piedi dello stesso letto.
I libri abbandonati per terra,i gemelli si stavano concedendo un momento di relax prima delle lezioni pomeridiane.
-Il Professor Malfoy non ci sopporta...Forse è qualcosa che ha a che fare con papà-gli spiegò.
Jim sorrise e cercò di restare serio,nonostante volesse scoppiare a ridere.
-Capisco...E come spieghi il fatto che Lily ha il massimo dei voti nella sua materia?-gli fece notare.
Ronnie sbuffò.
-Quello deve dipendere dal fatto che è una ragazza;lo sanno tutti che Malfoy muore dietro le rosse-
James rise e gli mollò una pacca violenta sul polpaccio sinistro,facendolo rizzare a sedere per il contraccolpo.
-Che ho detto?-chiese l'altro iniziando a massaggiarsi la gamba.
Erano ancora in preda alle risate quando la porta del dormitorio si aprì e apparve Daniel,che si bloccò non appena vide i due ragazzi.
Questi smisero quasi all'istante di ridere e lo fissarono con espressione seria.
-Oh...Ero tornato solo per prendere una cosa per Pozioni,ma posso tornare più tardi...-disse impacciato.
L'espressione più severa era sul volto di James,che annuì senza parlare e subito dopo distolse lo sguardo.
Terribilmente a disagio per la situazione che si era venuta a creare,Daniel si voltò e fece per andarsene ma Ronald,che aveva ancora lo sguardo su di lui,lo vide bloccarsi e girarsi ancora verso di loro.
-Credevo fossi mio amico-disse rivolgendosi a James.
-Che strano,avevo la stessa idea...-disse il moro sarcastico.
-Allora avreste dovuto darmi il tempo di spiegare-continuò l'altro.
-Beh,sembra chiaro quello che è successo-commentò Ronald,il più calmo di tutti.
Quando quella mattina Rose era scesa in Sala Comune e aveva detto loro di non riuscire a trovare Lily,una sensazione di panico li aveva colti.
Per più di mezz'ora avevano girato il Castello per cercarla,finchè tornando alla Torre ormai rassegnati all'idea di dover avvertire la Mcgranitt l'avevano vista di fronte al ritratto della Signora Grassa stretta a Daniel,serena e senza l'ombra di un pensiero.
Ma soprattutto felice.
Come Ronald l'aveva vista poche altre volte.
C'era stata una grande litigata,a beneficio di tutti gli altri Grifondoro,dove James aveva rimproverato Lily per la sua mancanza di responsabilità e per il suo comportamento e si era scontrato con Daniel per aver agito alle sue spalle.
Poi si era scagliato contro Albus per aver taciuto,specialmente mentre tutti e tre erano alla ricerca della sorella in giro per il Castello.
-Invece no!Voi credete di sapere tutto,invece è esattamente il contrario-ribattè Daniel convinto.
-Davvero?Allora non è vero che ti vedevi con nostra sorella di nascosto?Che l'hai costretta a restare fuori tutta la notte il primo giorno che siamo tornati?-sbottò Jim tornando a guardarlo.
Daniel fece un paio di passi in avanti,staccandosi dalla porta.
-Conosci almeno un pò tua sorella?Nessuno può costringerla a fare niente!
Però non è questo che ti interessa veramente-gli disse serio.
Sia Ronald che James aggrottarono le sopracciglia guardando il ragazzo.
-Perchè non me lo chiedi?-lo sfidò Daniel.
Ronnie guardò Jim e per un'attimo ebbe paura che saltasse addosso all'amico,ma prima che James potesse aprire bocca,Daniel parlò di nuovo.
-Vuoi sapere se ci sono stato a letto,ma hai paura di quale possa essere la mia risposta.
Sta tranquillo tanto non te lo direi lo stesso.
Sei suo fratello,non sei suo padre.
Smettila di sentirti responsabile per lei,perchè credimi non ne hai nessun motivo!-
-Chi accidenti sei per parlarmi così di mia sorella?-fece James,stanco di tutta quella superiorità.
-Hai una vaga idea di quello che ho dovuto passare con tua sorella?
Ho dovuto sudare parecchio perchè Lily si fidasse di me,perchè smettesse di vedermi come uno che corre dietro a tutte,più di una volta avrei avuto voluto urlare per quell'aria indisponente e presuntuosa che le viene quando crede di aver ragione-gli disse serio.
Ronald lo fissò attento,in silenzio,e fermò James che era pronto a intervenire,scuotendo leggermente la testa quando lo sguardo del fratello incontro il suo.
-Non hai idea di quante volte mi ha chiuso la porta in faccia per una parola detta male,tutte le volte che mi ha mollato lì come un'idiota senza che capissi bene neanche perchè.
Eppure ogni volta sono tornato da lei-
-Perchè?-chiese Ronald attento.
Daniel alzò le spalle.
-Ho bisogno di lei-disse come se fosse la cosa più ovvia di tutte.
Sicuramente non era quello che si erano immaginati,probabilmente era qualcosa di più e Daniel sembrava non aver problemi ad ammetterlo.
Ci fu un nuovo scambio di sguardi fra i due gemelli:la rabbia che vivacizzava gli occhi di James si era attenuata,mentre negli occhi del rosso era formato quello sguardo che di solito era prerogativa assoluta di Rose e che significava soltanto "te lo avevo detto".
Non che fosse felice che un ragazzo si interessasse a sua sorella,ma almeno la situazione era meno terribile di come l'aveva fatta apparire James in un primo momento.
James sospirò e si passò una mano fra i capelli posando poi lo sguardo su Daniel,che lo fissò di rimando.
-Devo fidarmi?-gli chiese neanche si trattasse di una questione di vita o di morte.
-Ti ho mai mentito prima d'ora?-
-Un conto è se prendi in giro me,un'altra cosa è se prendi in giro mia sorella...-gli fece notare il moro.
-Dannazione!Sì puoi fidarti-rispose Daniel.
-Non farai sesso con lei?-
Ronald rise leggermente e abbassò lo sguardo.
-Mi sa che stai tirando troppo la corda...-commentò poi guardando James.
-Tu da che parte stai?-fece l'altro.
-Non si tratta di questo...Tu che faresti se ti rivolgessero la stessa domanda?
Ti ha detto che è interessato a Lily e che non le farà del male di proposito,vuoi anche una rassicurazione scritta?-cercò di farlo ragionare Ronald.
Daniel sorrise,leggermente divertito dal battibecco fra i due,lo sguardo fisso su entrambi in attesa della decisione di Jim.
Questi dopo un'ultimo sospiro tornò a guardarlo.
-Va bene...Cercherò di abituarmi-concesse.
Daniel sorrise e annuì.
Se era stato tanto difficile convincere loro,che sarebbe successo con il padre?
Per il momento nessuno dei tre voleva pensarci...

 

Era stata un'idea assurda!
Attento a dove posava le dita sul gambo,continuò a camminare mentre la sua mente gli dava ottime ragioni a discredito della sua idea.
Che bisogno aveva di una scusa per presentarsi a casa sua?
In fondo non gli erano mai servite...
Però prima era diverso,prima lei non lo aveva mai baciato.
Da quando quella sera aveva riaccompagnato a casa Allison e lei lo aveva baciato prima di rientrare in casa,non aveva fatto altro che chiedersi cosa l'aveva spinta a quel gesto:una piccola sfida con sè stessa?
Una sorta di ringraziamento per il piacevole pomeriggio che avevano passato insieme?Però aveva scartato subito quell'idea perchè assurda:non vedeva in Allison la persona che andava in giro a baciare i ragazzi solo per divertimento.
Quindi c'era una sola spiegazione possibile:lei provava qualcosa per lui.
Ora la domanda importante era:cosa sentiva lui?
Certo la situazione in cui l'aveva conosciuta era assurda,la meno propizia per certi incontri,e in quel momento la sua mente era totalmente concentrata altrove per poter pensare all'amore,però nonostante quello la compagnia di Allison l'aveva aiutato a sentirsi meno triste e demoralizzato.
Tante volte quei piccoli battibecchi e quelle stupide frecciatine che si lanciavano gli faceva distogliere il pensiero da sua madre e dalla sua malattia per un pò,permettendogli di rilassarsi, ma mai fino a quel momento si era interrogato su cosa si nascondesse dietro quell'attenzione.
Allison aveva quindici anni,due meno di lui...
Quello poteva essere un problema,unito anche all'oceano che si stendeva fra Seattle e Londra;inoltre era la figlia di Rupert e Seamus,due dei migliori amici dei suoi genitori.
C'erano tante ragioni per cui avrebbe dovuto fare marcia indietro e dimenticare quello che era successo,ma nonostante tutto era lì a meno di duecento metri dalla casa di lei,una rosa rossa in mano comprata senza sapere bene perchè,senza neanche un discorso pronto in mente da dirle.
Girò l'angolo e si ritrovò di fronte la casa di Seamus e fece un'altro paio di passi per attraversare la strada,quando si fermò lo sguardo fisso su due ragazzi che camminavano sull'altro marciapiedi.
Osservò come lui,un ragazzo d'altezza media dai capelli neri,stringeva la mano della ragazza che camminava un paio di passi avanti voltata indietro per guardarlo.
Incurante degli zaini che entrambi avevano sulle spalle,lui la tirò a sè con un gesto deciso e l'abbracciò,facendola ridere prima di rivolgere uno sguardo verso le finestre della casa.
Aveva visto abbastanza.
Tutti i suoi problemi erano risolti.
Voltò le spalle e si incamminò per la strada da cui era venuto pochi istanti prima;girato l'angolo si accorse di avere ancora la rosa in mano.
La alzò e la guardò qualche istante,chiedendosi che cosa aveva sperato di ottenere quando poco prima stava andando da lei,sentendosi un'imbecille.
Portò di nuovo lo sguardo sulla strada e lasciò cadere la rosa a terra,simbolo di qualcosa che non sarebbe mai accaduto.

 

-Che è successo fra i tuoi fratelli?-
Alzò lo sguardo dal libro e si trovò i suoi occhi puntati addosso.
Forse era colpa del locale malriscaldato che ospitava da sempre la biblioteca,ma un brivido gli scese lungo la schiena quando incontrò quello sguardo ceruleo,costringendolo a rizzare la schiena sulla sedia prima di parlare.
-Perchè?-gli chiese senza rispondere.
-Mio padre mi ha raccontato che tua sorella,per la prima volta in quattro anni,ha toppato una pozione e che quando le ha chiesto il motivo di quell'errore,ha dato la colpa dai gemelli-gli spiegò.
Albus si lasciò scappare un suono divertito:tipico di Lily.
-E' per quello che è successo alla festa?-domandò Scorpius continuando a guardarlo attento.
Il piccolo riferimento a quello che era successo quella sera lo fece irrigidire e gli fece ricordare con chi stava parlando ed il proposito che si era posto per portare avanti quelle lezioni:niente più coinvolgimenti personali.
Erano stati quelli a sconvolgere la situazione la volta precendente e non avrebbe permesso che succedesse di nuovo.
-Credo abbiamo bisogno di un altro libro per la tua ricerca-disse chiudendosi a riccio e cambiando completamente discorso.
Si alzò e,sentendo lo sguardo di Scorpius su di sè,si diresse verso una delle tante file di scaffali sperando quasi di far perdere le sue tracce.
Si fermò nella sezione di Trasfigurazione e si appoggiò con una mano ad uno scaffale enorme, iniziando a respirare profondamente e lentamente:tutto sarebbe andato bene,aveva tutto sotto controllo e niente poteva succedergli se lui non voleva.
Rincuorato da quel mantra,rialzò lo sguardo e riprese a camminare per gli scaffali,diretto verso la sezione di Difesa.
Iniziò a cercare il libro di cui aveva bisogno e,una volta trovato,si voltò per ritornare da Scorpius, ma si bloccò vedendolo fermo a pochi passi da sè.
-Che c'è?-
Scorpius fece un paio di passi verso di lui,le mani in tasca,lo sguardo fisso sul suo volto.
Veniva colto dall'ansia quando le persone facevano così,limitandosi a fissarlo senza parlare,quasi aspettandosi che lui sapesse già la risposta.
Alzò il braccio la cui mano stringeva il libro e glielo mostrò,mentre l'altro faceva un'altro passo verso di lui.
-Ho trovato il libro...Possiamo tornare di là-gli disse,senza riuscire a togliersi la sensazione di aver detto qualcosa di idiota.
Scorpius annuì e si fermò di fronte a lui.
Esasperato da quel silenzio,Albus sospirò.
-Hai perso l'uso della parola,per caso?-
L'altro scosse la testa.
-No,stavo solo riflettendo-disse finalmente.
Senza accorgersene,Albus fece un passo indietro nello stesso istante in cui Scorpius si mosse verso di lui e si ritrovò con le spalle contro lo scaffale.
Dannazione!Doveva trovare un modo di uscire da quel corridoio e tornare al tavolo.
-Su cosa?-chiese cercando di distrarlo.
Scorpius alzò le spalle.
-E' da prima che ti osservo e mi chiedo che accidenti ti prende-gli disse.
Al spalancò leggermente gli occhi.
-Ma di che parli?-gli chiese.
-Ogni volta che ti rivolgo la parola salti dalla sedia,ti spaventi,neanche ti fossi dimenticato della mia presenza.
Eviti di guardarmi negli occhi...-
-Non è vero!Che assurdità,perchè dovrei farlo?-lo interruppe l'altro ben sapendo di mentire.
-Perchè hai cambiato argomento quando ti ho chiesto di quell'ultima sera?-lo pungolò il biondo.
Lo stava mettendo alle strette.
D'altronde,non era il Principe delle Serpi per nulla...
-Se avessi una sorella non piacerebbe neanche a te ricordare quello che ho visto io-disse.
In parte era vero:anche dopo la spiegazione di Lily e la sua rassicurazione,sentiva un moto di rabbia e gelosia ogni volta che incrociava Daniel nei corridoi o nella Sala Comune.
Il Serpeverde si lasciò andare ad un leggero sogghigno.
-Anche io ce l'ho con tua sorella...-
Al aggrottò un sopracciglio e lo fissò,mentre si avvicinava ancora:stava abbassando le barriere, grosso errore!
Ormai erano uno di fronte all'altro e sarebbe bastato allungare un braccio per toccarsi.
-Spero che quello non fosse il tuo letto-scherzò cercando di non pensare a quale altro motivo poteva nascondersi dietro alle sue parole.
Il biondo scosse la testa,ancora sogghignante.
-No,era quello di Luke...Il che rende la cosa ancora più divertente!
Sono altri i motivi per cui sono arrabbiato con loro-
Poi fece qualcosa che per Albus era impensabile:alzò un braccio e sfiorò con le dita i suoi capelli neri sconvolti e disordinati.
-Ero a tanto così da avere ciò che desideravo...-disse fissando i suoi occhi-e per colpa loro è sfumato tutto-
Aveva smesso di respirare,i polmoni bloccati nella cassa toracica,impietrito sotto lo sguardo di quegli occhi di ghiaccio.
Perchè quella cosa stava succedendo proprio a lui?
Il viso di Scorpius si fece più vicino,un gomito poggiato poco distante dalla sua testa sullo scaffale dei libri e per un breve istante,un soffio freddo colpì le labbra di Albus.
-Respira Al-gli disse l'altro con voce calma e rilassata.
Quasi gli costasse un terribile sforzo,Al rimise in funzione il torace,muovendolo ritmicamente come aveva fatto per tutti gli anni della sua vita,mentre Scorpius soffiava di nuovo sulle sue labbra quasi a volerlo aiutare.
Un rumore poco distante da loro squarciò il silenzio della biblioteca,ma nessuno dei due sembrò interessarsi alla cosa.
-Mi è scivolato il libro-spiegò Albus con voce stranamente ferma.
Scorpius gli rivolse un altro dei suoi ghigni e alzò le spalle.
-Non credo ne avremo bisogno ora...-
Quasi quella frase avesse fatto scattare in lui una molla,Al staccò la schiena dallo scaffale sporgendosi verso Scorpius e lo baciò,preso di nuovo da quella sensazione di frenesia e pazzia che lo aveva colto la volta precendente.
La risposta del biondo fu immediata,decisa e quasi violenta che cercava di dettare le regole anche in quella situazione;continuando a baciarlo si sporse in avanti verso Albus portandolo di nuovo con le spalle contro lo scaffale,poggiando poi entrambe le mani su una fila di libri bloccandolo fra le sue braccia.
Le loro labbra si staccarono e Scorpius le fece scivolare sul collo poco sopra il colletto della camicia, sentendo le braccia di Albus stringersi attorno ai suoi fianchi,completamente abbandonato contro di lui.
Tante idee passarono per la mente del biondo,tanti desideri da appagare che premevano per essere soddisfatti per primi,ma quell'arrendevolezza gli impose calma:per Al tutto era nuovo e confuso,forse anche un pò spaventoso...
-Dimmi a cosa stai pensando-gli disse quasi un'ordine,distaccandosi quel tanto che bastava per abbassare lo sguardo e incontrare il suo.
-Che non mi è mai capitato prima...Che mi succede solo con te...E che quando avrai avuto quello che desideri non ti ricorderai neanche più come mi chiamo-disse Albus,rifugendo il suo sguardo sentendosi terribilmente in imbarazzo per aver dato voce ai suoi pensieri.
Scorpius sorrise leggermente,colpito dalla sua assoluta sincerità.
Che poteva dire a sua discolpa?
-E' vero non ho un curriculum eccellente...-ammise.
Albus si mosse leggermente nel suo abbraccio,ma non fece nulla per scioglierlo.
-Però nonostante questo tu sei qui-gli fece notare poi.
-Mi hai praticamente teso un'agguato!-
Scorpius rise e avvicinò il viso alla spalla di Al,il profumo dell'altro a solleticargli le narici.
-E' chiaro che mi interessi,ma visto il mio curriculum non proprio eccellente sarai tu a decidere se e quando succederà qualcosa fra noi-gli disse seguendo un'idea improvvisa.
Albus si staccò da lui per incontrare finalmente il suo sguardo e lo fissò perplesso;era chiaro cosa c'era scritto nei suoi occhi:devo fidarmi oppure è un'altra trappola?
-Nel frattempo,passeremo del tempo insieme altrimenti non riusciresti a deciderti-aggiunse.
-E tu non avresti un tornaconto...-commentò lui senza rabbia.
Scorpius sorrise leggermente e annuì.
Poi avvicinò di nuovo il viso al suo e lo baciò di nuovo,ricambiato dal moro senza nessun'esitazione.
-Ci stai?-gli chiese staccandosi dalle sue labbra e guardandolo da quella minima distanza.
Albus sospirò e si chiese se qualcuno mai fosse riuscito a negare qualcosa al Principe delle Serpi.
Per lui sarebbe stato quasi impossibile farlo...


Le aveva dato appuntamento alla Torre di Astronomia.
Ma le aveva detto di non entrare e di aspettarlo sulla porta.
Per tutto il pomeriggio aveva riempito Rachel di chiacchiere piena di congetture su cosa aveva Ronald per quella sera.
Il loro primo vero appuntamento da soli.
Era emozionata a tal punto da passare in rassegna il suo guardaroba più volta alla ricerca di qualcosa di "perfetto" per la serata,e di non riuscire a truccarsi per le mani tremanti.
Quando era arrivata all'appuntamento indossava un vestito con le maniche lunghe nero che le arrivava alle ginocchia sopra un paio di ballerine bianche coordinate con la borsetta che l' aveva costretta a portare Rachel perchè faceva "chic".
Arrivata davanti alla porta della Torre si accorse di un biglietto che fluttuava di fronte alla massiccia porta.
Lo afferrò e,dopo aver letto il suo nome sul frontespizio,lo aprì.
"
Togliti le scarpe ed entra"
Con piccolo sorriso divertito sulle labbra,Rebecca fece come era scritto nel biglietto e,le scarpe in una mano,spinse il battente con l'altra.
Quello che vide le fece spalancare la bocca per la sorpresa e ridere neanche fosse una bambina:il pavimento della stanza era completamente ricoperto di sabbia ocra,come su una spiaggia,su cui era stato creato magicamente un falò con tanto di tronchi e spiedini per i zuccotti di zucchero.
Poco distante dal falò era stata montata una tenda bianca che aveva visto nei libri di storia babbana,tipiche delle zone desertiche e dei beduini,dentro la quale c'erano una decina di cuscini a prima vista molto comodi.
Fece un passo in avanti e si guardò attorno per cercare Ronald,incredula di quello che aveva creato.
Uscendo da un'angolo della stanza le venne incontro completamente vestito di bianco,a piedi scalzi e un sorriso accennato sul viso.
-Ti piace?-le chiese titubante.
-E me lo chiedi?Come sei riuscito a creare tutto questo?-gli chiese ancora incredula.
-Ho avuto un permesso speciale dalla Preside a patto che entro domani tutto ritorni com'era e di non rompere niente...Inoltre ho avuto un piccolo aiuto da Rose-ammise.
Rebecca guardò di nuovo tutto quello che aveva preparato per il loro appuntamento e poi tornò con lo sguardo sul viso di Ronald,che nel frattempo le era venuto incontro e si era fermato di fronte a lei.
-Hai fatto tutto questo per il nostro appuntamento?-
-L'ho fatto per te...Volevo farmi perdonare per come mi ero comportato nei mesi scorsi.
Ti piace la cucina marocchina?-domandò poi seguendo un pensiero volante.
-Non l'ho mai provata-
-Forse ho esagerato un pò,ma ho chiesto agli elfi domestici se potevano prepararci qualche piatto marocchino...Però se vuoi posso sgraffignare qualche piatto dalla Sala Grande e...-disse Ronald cercando di rimediare.
Rebecca scosse la testa decisa e gli posò una mano sul petto,avvicinandosi a lui.
-E' tutto perfetto.Non so come ci sei riuscito,ma hai fatto una cosa fantastica...-gli disse fissandolo negli occhi.
Ronald restò in silenzio,ricambiando il suo sguardo,poi alzò una mano e accarezzò quella di lei ancora sul suo petto.
-Volevo sorprenderti-disse semplicemente.
Lei abbassò lo sguardo arrossendo leggermente,e quando in punta di piedi alzò la testa,avvicinò il viso a quello di Ronald e sfiorò le labbra del ragazzo con le sue,quasi fosse una carezza.
-L'hai già fatto...Tanto tempo fa-confessò timida.
Incredulo,Ronald sbattè le palpebre più volte prima di riavvicinare il viso e baciarla di nuovo,il viso di lei fra le mani.
Andò incontro alle labbra di Rebecca dolcemente e solo quando sentì dischiuderle sotto le sue,le aprì a sua volta per far incontrare le loro lingue e farle danzare insieme.
Le braccia di Rebecca si strinsero attorno ai suoi fianchi,ritornando a poggiare il peso sui talloni e portandoli giù con sè,una mano fra i capelli sciolti e l'altra sulla spalla.
Quando si staccarono,lei gli sorrise e gli baciò l' angolo destro della bocca.
-Guai a te se provi a lasciarmi...-gli disse atteggiando il viso ad una finta espressione minacciosa.
Ronald rise sollevato e tornò a baciarla.
Lasciarla era il suo ultimo pensiero.

 

-Come credete che stia andando?-
Quella situazione era insostenibile,sarebbe riuscita a resistere ancora pochi minuti.
Era seduta al suo solito posto in Sala Grande con quelli che da sempre erano i suoi amici,i membri del suo gruppo a cui era abituata da sempre,e a cui ora si era aggiunta questa...questa estranea.
Haley.
Questa ragazza che sembrava incapace di vivere senza il braccio di James attorno al suo.
Come aveva potuto farle una cosa del genere?
-Ha avuto una grande idea...E anche tu sei stata bravissima Rosie con il falò-le disse James parlandole e incontrando il suo sguardo per pochi istanti prima di tornare a posarsi sugli altri.
Ormai si limitava a quello,non riuscivano più a stare da soli,a parlare come facevano un tempo.
Le mancava il suo migliore amico,quello a cui confidava tutto...Quello a cui avrebbe confidato che si stava innamorando di suo cugino.
Ma lui sembrava evitarla neanche avesse la peste,sempre impegnato con quella pupattola idiota che sembrava un pianeta accecato dal Sole!
-Scusate...-disse alzandosi di scatto dalla tavola e avviandosi velocemente verso l'uscita della Sala Grande.
Camminando senza neanche guardare dove andare nei corridoi silenziosi,lottò contro le lacrime di rabbia.
Ma non era solo quello,anche se si ostinava a negarlo anche a sè stessa.
Era a pezzi,forse per la prima volta in vita sua sapeva cosa significava soffrire per amore e la cosa non le piaceva affatto.
Come poteva baciarla,stringerla come era successo quelle poche volte e poi evitarla ed ignorarla?
Perchè aveva deciso senza consultarla?
Come aveva potuto "chiuderla fuori dalla sua vita" senza neanche spiegarle?
Chi accidenti era quella bambola che si portava dietro e che sembrava assorbirlo così intensamente da non aver tempo per nient'altro?
Sentì dei passi in lontananza,ma non ci fece caso:forse qualcun'altro aveva finito la cena e stava tornando al proprio dormitorio.
Quando sentì una morsa afferrargli il braccio sinistro si spaventò e cercò di sfuggire alla stretta.
-Rose!-
Riconobbe all'istante la voce e cercò di liberare il braccio con maggiore forza,spinta dalla rabbia.
-Lasciami!-disse.
Lui invece non sembrava d'accordo con quell'idea e la spinse fino ad un'angolo buio del corridoio.
-Hai sbagliato persona,la tua Barbie è ancora in Sala Grande!-gli fece notare acida.
-La pianti di comportarti come una bambina?-la rimproverò James.
-Non posso neanche arrabbiarmi?-gli domandò fissando il suo viso.
-Teoricamente non potresti-ribattè lui.
Rose si lasciò scappare un suono sarcastico,poi gli diede una spinta che lo allontanò un pò da lei.
-Sei un codardo!Un'inutile coniglio!
Quando hai capito che le cose stavano diventando serie,hai girato i tacchi e sei scappato-lo rimpoverò.
-Porca puttana ma non capisci che l'ho fatto per noi?
Per te?-le disse alzando leggermente la voce.
-Io non ti ho chiesto niente,quindi non far ricadere la colpa su di me-
James sospirò frustrato.
Approfittando di quel momento di smarrimento,Rose gli si avvicinò e portò il viso vicino al suo,guardandolo dal basso mentre il profumo di James l'avvolgeva.
-Dimmi che non mi vuoi e ti prometto che non dirò più una parola contro di lei.
Ma devi dirmi la verità-
Forse la cosa più difficile della sua vita...

 

Salve a tutti!!!

Capitolo pieno di misteri,quindi lasciate che vi spieghi.

Avevo pensato di raccontarvi tutto quello che era successo nella lontana sera di giugno fra Lily e Daniel,ma mi sn accorta che cs il capitolo sarebbe stato troppo lungo,così vi ho raccontato soltanto l'inizio per soddisfare un pò la vostra curiosità.

Il resto verrà + in là...

Ora passiamo a James e Rose:il prox capitolo ripartiremo da loro,e capiremo cosa è scattato in James portandolo più vicino ad Haley,quindi per il momento non giudicatelo troppo male.

Come avete notato i senior nn si fanno vedere da 2 capitoli e mancheranno all'appello anke nel prox,ma è ovvio che ci sia + da raccontare sui figli ke nn sui genitori;cmq nn preoccupatevi, torneranno anche loro!

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e mi scuso per eventuali errori di battitura o di ortografia.

La frase iniziale è presa da "Con un gesto" di Ivan Segreto.

E ora i ringraziamenti:Finleyna 4 ever(Teddy tornerà prima di quanto pensi...e confonderà le idee al povero James),MissJude(Cupido ha fatto il suo dovere diligentemente,ma nn sapeva di dover fare i conti con la gelosia;senza dubbio sn d'accordo su Scorpius:quando si mette in testa qualcosa è difficile che cambi idea,anche se forse qst volta è un pò diverso...),Nefene( D'ora in poi mi impegnerò a trovare un pò di tempo anche per Fred ed Allie,anche se dovessi far fuori qualche altro personaggio),Sklupin(Con una bustina d'analgesico sempre vicino contro il mal di testa...No,skerzo!Mi viene naturale,anche se certe volte devo aspettare 1 pò x avere delle idee),IRE'89(NN c'era nulla su James e Rose in preparazione di qst capitolo, altrimenti t saresti trovata Jim cn Haley senza sapere chi fosse lei;spero che cn qst capitolo Allie nn sia scesa di posizione nella tua classifica,ma in fondo sapevamo ke c'era qualcun altro ke le faceva la corte...Ho dissipato un pò dei tuoi dubbi su Daniel e Lily?),WingsHP(E che usa il nome di famiglia x chiedere favori a mezzo Castello pur di sorprenderti?Credo che Ronnie sia proprio da sposare...),JC(E io adoro i tuoi commenti!Non nel senso in cui stai pensando tu, credimi le intenzioni di James sono buone,anche se adesso nn sembra...Riguardo al dialogo: hai presente quei discorsi inutili che si fanno per attaccare bottone con una ragazza?Il tipo di drink,di cellulare e cose simili?Ecco quello era uno di quelli!Era evidente dalla divisa che Haley fosse una Grifone,ma pur di abbordarla,Jim ha provato quella tattica),Streghetta'86(Nè l'una nè l'altra!E' vero,sappiamo che staranno insieme,ma nn sappiamo come c sono arrivati a quel "traguardo"...Come vedi la mia idea ha cambiato tragitto durante la scrittura quindi nn è stato niente di sconvolgente,almeno x il momento.),Tonks'17(Come vanno i denti?Tutti avete travisato il comportamento di James:credi veramente che il figlio di Harry Potter possa comportarsi da infame?Nn credo sia nel suo DNA!Hai ragione,invece per quanto riguarda Fred Allie ed il loro problema di lontanza,cmq quella è una cosa che verrà affrontata più volte... Credo che Scorpius sia preso da Al + di quanto si renda conto e voglia ammettere e forse anke + del moretto,ma in fondo siamo solo all'inizio e tante cose possono ancora cambiare!).

Solito spoiler(che so farà arrabbiare tanti...)

"Suo padre diceva sempre che quello non era tradimento.

Se non c'era "vero contatto fisico" allora non era tradimento...

E per una volta aveva voluto credere a quella bugia"

 

Bene,per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Maybe one day"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 15
*** Maybe one day ***


maybe one day

 

"You just keep on running

from the love you had

and you heart keeps on aching

makes you feel so sad..."

 

 

Gli faceva uno strano effetto camminare di nuovo fra quei corridoi.
Erano anni che non si vedeva circondato da divise,libri e spettri che sbucavano dalle pareti improvvisamente facendoti saltare per lo spavento e la sorpresa.
Niente era cambiato dalla sua partenza,il tempo fra le mura di quel Castello sembrava scorrere sempre uguale,scandito da un'orologio speciale.
Quella lentezza,quella regolarità che per gli studenti poteva sembrare asfissiante e soporifero, era quasi un calmante per chi veniva dalla caotica vita dell'esterno.
Si guardò attorno nel corridoio su cui si affacciava l'ufficio del Preside e osservò le "orde" di studenti che si dirigevano verso la Sala Comune per il pasto.
Avrebbe dovuto partire immediatamente,ma aveva ottenuto il permesso di fermarsi fino alle inizio delle lezioni del pomeriggio per fare una sorpresa ai fratelli.
Al posto suo,Vicky sarebbe ripartita subito per Londra,ma erano mesi che non vedeva i suoi fratelli e iniziava a sentirne la mancanza,anche se non glielo avrebbe mai confessato.
Iniziò a camminare lungo il corridoio e,sfruttando le riminiscenze di quando si trovava lì,scese una rampa di scale e si affacciò in un altro corridoio guardando a destra e a sinistra.
Alla sua destra vide la solita frotta di visi anonimi e indaffarati che lo aggiravano per raggiungere le scale.
Guardò a sinistra e si accorse di un ragazzo fermo in mezzo al corridoio abbracciato ad una ragazza,incurante della folla che sembrava travolgerlo,impegnato in una fitta conversazione con la moretta.
Gli ci volle un'istante per riconoscerlo e un sorriso spontaneo apparve sul suo viso:finalmente aveva smesso di essere imbranato!
Affondò una mano in tasca e fece un paio di passi verso di loro,continuando a fissarli.
Era arrivato ad una decina di metri da loro quando la ragazza,forse accortasi dello sguardo persistente su di loro,si voltò e fissò il suo volto,per poi voltarsi e bisbigliare qualcosa al orecchio del ragazzo.
Cercò di trattenere un sorriso divertito quando vide l'espressione preoccupata sul suo viso alle parole della ragazza,che lo fecero voltare e cercare in giro finchè non posò lo sguardo su di lui.
Quasi per prenderlo in giro,alzò la mano sinistra e lo salutò con un piccolo movimento delle dita.
-TEDDY!!!!-
Una risata gli nacque spontanea quando lo vide fare in tre passi i pochi metri che mancavano e gettargli un braccio sulle spalle,sotto lo sguardo sorpreso della ragazza.
-Come al solito sei in giro a bighellonare per i corridoi...-lo rimproverò scherzosamente.
Ronald rise e gli diede un leggero pugno sulla spalla sinistra.
-Che ci fai qui?Perchè non ci hai detto che saresti arrivato?Gli altri lo sanno che sei qui?Come sta Vicky?-chiese Ronald in un solo fiato.
-A quale domanda devo rispondere per prima?-domandò Teddy sogghignando.
Ronald scosse la testa.
-Allora vediamo...Sono venuto per parlare con la McGranitt di una questione per la sicurezza degli studenti.
Una cosa di lavoro quindi non credevo di dover spedire un gufo per avvertirvi...E poi avrei rovinato l'effetto sorpresa!-aggiunse ridandogli il pugno di poco prima.
Ronald sorrise e fece per parlare di nuovo,quando Rebecca lo interruppe.
-Ronnie io vado avanti...-disse riportando l'attenzione del ragazzo su di sè.
Teddy e Ronald si voltarono e,mentre Ronnie si avvicinava a lei e scuoteva la testa,Teddy le sorrise e le tese la mano.
-Scusa,non mi sono ancora presentato...
Arthur Lupin-disse fissando il volto di Rebecca.
-Mio fratello-precisò Ronald.
Teddy sorrise e cercò di non mostrare il piacere che gli provocava ogni volta quella piccola precisazione; tutti sapevano che non erano realmente fratelli,ma erano cresciuti come tali e si erano sempre sentiti tali.
Sul viso della ragazza apparve un leggero sorriso.
-Piacere...Rebecca Paciock-disse stringendogli la mano.
Teddy sorrise sorpreso a quel nome e guardò Ronald.
-Paciock.Non sarà per caso...-
-Sì è la figlia del professor Paciock-tagliò corto Ronnie.
Teddy rise e posò una mano sulla spalla del fratello.
-Tua madre morirà dal ridere quando lo saprà-commentò fra le risate.
Ronald sbuffò e si scrollò di dosso la mano di Teddy.
-Beh tu non dirglielo,no?-
Rebecca li guardava con sguardo interrogativo e Ronnie scosse la testa:le avrebbe spiegato a tempo debito.
-Sai dove sono gli altri?Ho qualcosa di importante da dirvi e non vorrei doverlo ripetere per quattro volte-gli domandò Teddy quando ebbe smesso di ridere.
Ronald lo fissò curioso una domanda ben visibile sul volto,ma Teddy scosse la testa,avviandosi per il corridoio subito seguito dai due ragazzi.

 

Non gli avrebbe reso le cose facili.
Questo lo aveva capito dal primo istante in cui Haley e Rose si erano incontrate:lo sguardo prima sorpreso poi incredulo ed infine ferito che era apparso negli occhi della cugina era stato abbastanza eloquente.
Era tanto intelligente eppure non riusciva a capire una cosa così semplice!
Se lui si stava avvicinando ad Haley era per far tornare le cose com'erano un tempo,per reprimere quei desideri che ormai erano diventati una costante fissa ogni volta che era accanto a Rose:quel bisogno di stringerla,di accarezzarla,di sentirla soltanto sua...
Tutte cose che a loro erano negate!Proibite!
Fortunatamente il destino aveva deciso di dargli una mano e gli aveva fatto incontrare Haley, così chiaramente innamorata di lui da risultare evidente al primo sguardo,quasi lo avesse scritto in faccia.
Per questo l'aveva invitata a quell'allenamento di Quidditch che avevano organizzato quasi di corsa per Ronald e Rebecca,trascorrendo tutto il tempo libero dagli allenamenti con lei e ritornando insieme alla Torre.
Era convinto che se avesse trascorso abbastanza tempo in sua compagnia sarebbe riuscito a provare per Haley gli stessi sentimenti e le stesse sensazioni che provava per Rose.
Certo era un'idea folle,ma quando Ronald gli aveva suggerito di farsi vedere con un'altra ragazza per far ingelosire la sua "presunta" ragazza aveva capito che poteva essere la strada giusta:se Rosie l'avesse visto con qualcun'altra avrebbe ricominciato a vederlo soltanto come un cugino e tutto sarebbe tornato alla normalità.
Ma ovviamente non aveva fatto i conti con Rose:lei era tutto tranne che decisa a farsi da parte.
Per questo le era corso dietro quando era scappata via dalla Sala Grande.
Doveva farle capire una volta per tutte che dovevano cancellare quello che era successo.
L'aveva raggiunta in uno dei corridoi e l'aveva fermata,provocando in lei una prima reazione di paura,seguita poi dalla rabbia quando aveva capito di chi si trattasse.
Si era lasciato spintonare e insultare prima di reagire e cercare di farle capire il suo punto di vista,ma lei ovviamente era talmente sicura di quello che sentiva e pensava da non lasciargli via d'uscita.
Esasperato si era passato una mano fra i capelli e aveva sospirato,cercando un'altro modo per porre le sue motivazioni ma,approfittando di quel momento di debolezza,Rose gli si era avvicinata portando il viso a pochissima distanza dal suo.
-Dimmi che non mi vuoi e ti prometto che non dirò più una parola contro di lei.
Ma devi dirmi la verità-gli aveva detto.
Ok era facile,si trattava solo di guardarla negli occhi e...e mentire.
Peccato che non era mai stata una delle sue qualità migliori!
Fissò i suoi occhi in quella distanza ravvicinata e sospirò di nuovo,quasi incapace di formulare un pensiero sensato.
-Rose...-aveva detto cercando di guadagnare tempo.
Lei non lo fece finire;l'attimo prima si stavano guardando negli occhi in attesa di quello che lui avrebbe detto e l'istante dopo la bocca di Rose era sulla sua,impegnata a posare piccoli baci per invogliarlo a rispondere.
James restò immobile,facendo appello a tutta la sua forza di volontà per resistere e rimanere impassibile di fronte a quell'assalto:le braccia di lei gli accarezzarono il torace mentre scivolarono verso i fianchi per stringersi attorno ad essi,premendosi di più contro di lui.
Le labbra si dischiusero contro le sue e la punta della lingua gli accarezzò il labbro inferiore seguito subito dopo da un piccolo morso.
Gli occhi di Rose si erano aperti per incontrare i suoi spalancati mentre le labbra di lei continuavano a tentarlo e in quell'istante si era sentito perso.
Iniziò a rispondere al bacio con un entusiasmo che non credeva di possedere,aprendo le labbra e affondando la lingua nella bocca di Rose,mentre con un gesto veloce la portava spalle al muro posandole entrambe le mani sui fianchi.
Le braccia di Rose avevano sciolto il loro abbraccio e gli avevano accarezzato la schiena coperta dal maglione grigio per poi passare al torace,insinuandosi al di sotto di questo a contatto con il tessuto leggero della camicia.
Alla ricerca d'aria,James aveva staccato le labbra dalle sue e si era spinto di più contro di lei,quasi schiacciandola con il proprio corpo;lo sguardo fisso al muro davanti a sè era rimasto immobile quando le labbra di Rose erano scese lungo il collo,mordendogli l'inizio della spalla riscaldandolo con il suo respiro.
Aveva incontrato di nuovo i suoi occhi e l'aveva baciata ancora,la mente completamente persa dietro le sensazioni:doveva fermarsi,doveva interrompere tutto perchè solo lui avrebbe potuto farlo...ma non riusciva a trovare la forza.
Aveva poggiato una mano contro il muro freddo e aveva strusciato contro il corpo di Rose, provocando in entrambi brividi e gemiti d'eccitazione,che aumentarono quando lei alzò una gamba e gliela strinse attorno al fianco sinistro,facendo così aumentare quella che finora era stata una timida erezione.
-Rose...-aveva mormorato senza sapere come continuare.
Lei lo aveva baciato,una bacio veloce e ad occhi aperti,solo per zittirlo.
-Perchè per una volta non mi vedi come una ragazza?
Una ragazza innamorata di te?-aveva detto timidamente.
James aveva spalancato gli occhi a quelle parole,e lei per cercare di calmarlo aveva ripreso a baciarlo,sciogliendo la tensione fra loro.
Avrebbe dovuto fermarsi allora,dopo quelle parole!
Invece aveva continuato...Incurante del fatto che si trovavano in un'angolo buio di un corridoio dove tutti potevano vederli,del legame di parentela fra loro che fino a quel momento era stato il più grande impedimento e a tutti gli altri motivi che aveva trovato per non farlo.
Aveva mandato all'aria tutto e per una volta aveva visto Rose per quello che era:una semplice ragazza.
Ad occhi chiusi si era lasciato guidare dal momento,baciandola e accarezzandola come fossero due amanti e permettendole di fare lo stesso.
Le carezze con cui aveva scoperto il suo corpo femminile nonostante l'impedimento dei vestiti,i gemiti che si strappavano a vicenda,la perfetta sincronia con cui i loro corpi rispondevano a quello dell'altro non era qualcosa di comune,riuscì a rendersene conto anche con la mente annebbiata.
Forse non avrebbe mai più provato quelle sensazioni con nessun'altra donna...
Ma ora non aveva più il coraggio di incontrare il suo sguardo.
Non riusciva a togliersi quei pensieri dalla testa,continuava a vedere le immagini di cosa aveva fatto...a che accidenti stava pensando?
A niente!O meglio,pensava soltanto a sè stesso,altrimenti non sarebbe accaduto niente!
Però l'aveva promesso:quella era stata l'ultima volta!
Quando tutto era finito se ne era andato via pieno di vergogna,senza riuscire a dire una parola o a guardare il viso di Rose...Cosa aveva pensato di lui in quel momento?
Dannazione!
Era incapace di rilassarsi anche adesso che era seduto sull'erba durante la pausa pranzo!
Sarebbe mai riuscito a superare quella storia?
-Da quando sei diventato così solitario?-domandò una voce familiare.
Una voce che non avrebbe dovuto essere lì.
Si voltò e sorrise all'istante vedendo Teddy e Ronald a pochi passi di distanza da sè.
-Che mi venga un colpo!-esclamò alzandosi in piedi e avvicinandosi ai due.
Teddy sorrise e,quando il ragazzo fu davanti a lui,ricambiò l'abbraccio virile che Jim gli diede.
-Che...-iniziò James.
-Sono qui per lavoro-lo bloccò subito Teddy.
-Però ha anche un'annuncio da farci,quindi sbrighiamoci a trovare gli altri!-confessò il rosso.
Jim si mise a fianco dei due e si sporse verso Teddy cercando di carpirgli qualcosa.
-Che tipo di annuncio?-domandò incuriosito.
Ronald sbuffò.
-E' inutile che continui a chiedere,tanto non riesci a tirargli fuori niente!-
Teddy rise e diede una spinta al fratello.
-Hai un'idea di dove possono essere gli altri due?-domandò poi a James.
-Mi sembra di aver visto Lily e Daniel vicino al Lago-
-E chi sarebbe questo Daniel?-s'informò subito Teddy.
-Te lo diciamo se tu ci dici il tuo segreto-tentò Ronald.
L'altro scosse la testa,divertito,e i due ragazzi capirono che sarebbe stata una battaglia persa in ogni caso.

 

-Hai freddo?-
Era la decima volta che le faceva quella domanda e ormai aveva smesso di rispondergli,ma si mosse nel suo abbraccio quasi le braccia del ragazzo fossero i lembi di una coperta.
Il vento si era alzato e aveva iniziato a soffiare freddo,ma a lei non importava,le piaceva il freddo ed inoltre le sembrava di non sentirlo stretta com'era fra le sue braccia.
Avevano preso l'abitudine di pranzare insieme,nel posto dove tutto era iniziato,quando il tempo glielo permetteva e Lily non avrebbe rinunciato a quella piccola romanticheria per niente al mondo.
Tutti ormai sapevano della loro storia,i suoi fratelli sembravano essersene fatti una ragione, quindi potevano stare insieme "alla luce del sole" e per Lily sapere che poteva stargli vicino senza dover cercare scuse assurde era un gran sollievo.
Anche quel giorno c'era qualcosa che preoccupava Daniel:lo aveva capito anche se lui non le aveva ancora detto nulla.
Era rimasto gra parte del tempo silenzioso,stringendola a sè e limitandosi a chiederle se aveva freddo.
La schiena poggiata contro il suo torace voltò la testa leggermente e la posò sul braccio sinistro per guardare il suo viso,cercando il suo sguardo.
Quando finalmente Daniel la guardò,gli rivolse un piccolo sorriso.
-Che succede?-gli domandò cauta.
Il sorriso brillò ancora un'istante,poi lui iniziò a giocare con le dita della sua mano destra.
-Non ti si può nascondere nulla,eh?-scherzò.
Lily sorrise leggermente e intrecciò le dita alle sue,tracciando poi il profilo del pollice con la punta del proprio.
-Beh,di solito il mio ragazzo non è così scontroso e musone...-
Un nuovo sorriso apparve sul viso di Daniel,facendo incontrare di nuovo i loro occhi.
-Quindi adesso sono il tuo ragazzo...-Finora non mi hai mai chiamato così-la prese amorevolmente in giro.
Lily sbuffò.
-Da quando hai bisogno di rassicurazioni?Fino a un mese fa non riuscivo a stare nella stessa stanza con te neanche due minuti!-
-E adesso sono il tuo ragazzo-ripetè lui.
Stizzita,Lily si allontanò da lui e tolse la mano da quella di Daniel,sistemandosi meglio il mantello sulle spalle.
-Sai credo proprio di aver cambiato idea.
Siamo amici-fece cercando di sembrare convinta.
Daniel annuì divertito e avvicinò il viso a quello di Lily.
-Conoscenti-continuò lei fissando lo sguardo del ragazzo sempre più vicino.
Lui rise.
-Adesso mi dirai che siamo due estranei!-la prese ancora in giro lui.
-Ecco!Perfetto,era proprio questa la parola che cercavo!-continuò Lily.
Sempre più divertito,Daniel attirò a sè Lily e posò le labbra sulle sue trovando subito la risposta della ragazza.
Continuando a baciarla,si sporse verso di lei portandola così a sdraiarsi sull'erba leggermente bagnata.
Quando si staccarono,le accarezzò i capelli e sospirò,lo sguardo fisso nei suoi occhi.
-Il professor Herbert vuole mandare il mio nome per il corso estivo all'accademia di Auror-le confessò.
Sorpresa dalla notizia,e sapendo quanto significasse per lui,Lily gli sorrise felice.
-Dan questa è una notizia fantastica!-
Lui annuì,una strana espressione sul volto.
-Perchè quella faccia?-gli domandò facendo forza sui gomiti e sollevandosi leggermente.
Daniel si passò una mano sul mento e sospirò un'altra volta prima di rispondere.
-E' lo stesso periodo in cui si tengono le selezioni per le squadre di Quidditch...Mio padre non mi permetterà mai di parteciparvi-le spiegò.
Facendo forza su un braccio solo,Lily alzò una mano e gli accarezzò una guancia.
Odiava sentirsi così impotente in quella situazione!Avrebbe fatto qualsiasi cosa per poter aiutare concretamente Daniel,ma sapeva di poter fare ben poco.
-Troveremo un modo...Perchè non provi a parlare con tua madre,magari lei può...-disse cercando di risollevarlo.
Ma si bloccò quando si accorse che la sua idea non avrebbe funzionato.
-Ancora una volta sarò costretto a fare quelle cazzo di selezioni!Possibile che non si sia ancora arreso?-commentò senza rivolgersi realmente a lei.
Lily restò qualche istante in silenzio,poi un'idea le passò per la mente.
-Tu diventi maggiorenne prima dell'estate-gli fece notare.
Daniel rialzò la testa ed annuì.
-Quindi puoi prendere questa decisione da solo,senza dover chiedere il permesso ai tuoi genitori-continuò lei.
Dallo sguardo che lui le lanciò,Lily capì che era sulla sua stessa onda di pensiero.
-Tuo padre non potrà impedirtelo,e se anche ci proverà allora lo affronterai e gli farai capire che cosa vuoi veramente-
Daniel le prese la mano che fino a poco prima era stata sulla sua guancia e vi posò un bacio sul palmo.
-Tu resterai con me?-le domandò senza guardarla.
Un'improvviso rossore le colorò le guance a quella domanda inaspettata:dove altro poteva essere?
Si tirò a sedere e gli accarezzò l'altra guancia sorridendogli.
-Credi che lascerei da solo il mio ragazzo in una situazione così difficile?-
Daniel sorrise e si avvicinò posandole un bacio dolce sulle labbra,stringendola a sè.
Staccando le labbra dalle sue,Lily gli allacciò le braccia al collo e posò la testa sulla sua spalla sinistra.
-Ok,basta credo di non riuscire a sopportare oltre!-commentò una voce lì vicino.
Lily aggrottò la fronte:quella non era la voce di...
Si voltò,ancora fra le braccia di Daniel e spalancò la bocca quando vide il trio poco distante da sè.
-TEDDY!!!!-esclamò felice sciogliendo dall'abbraccio e mettendosi in piedi.
Corse fra le braccia dell'uomo e gli gettò le braccia al collo,sentendosi sollevare di qualche centimetro da terra.
-Che ci fai qui?-gli domandò quando fu di nuovo con i piedi per terra e con lo sguardo sul suo viso.
-E' venuto per lavoro-dissero in coro i gemelli.
Teddy sorrise.
-Già ma devo dirvi una cosa importante...Per caso sai dov'è Al?-
Un'espressione pensierosa si disegnò sul volto di Lily mentre rifletteva dove potesse trovarsi il fratello,finchè non si ricordò di una conversazione che aveva avuto con lui la sera prima.
-Sì,mi sembra di sì-disse staccandosi dall'abbraccio di Teddy.
Teddy annuì e allontanando lo sguardo da lei lo posò su Daniel facendola voltare:il ragazzo era in piedi e,per la prima volta da quando lo conosceva,sembrava intimorito e in soggezione.
-Teddy lui è Daniel Thomas-disse lei facendo le presentazioni tornando accanto a Daniel.
L'uomo fece un cenno con la testa per poi fare i pochi passi di distanza e stringere la mano al ragazzo.
-Dan lui è Arthur Lupin,mio fratello-continuò Lily.
Daniel annuì.
-Ho sentito parlare di lei,mi fa piacere conoscerla-disse rispettoso.
Teddy sorrise.
-Non sono ancora abbastanza vecchio per sentirmi dare del lei-scherzò.
-Allora vogliamo muoverci?-incalzò Ronald.
Teddy si voltò e tornò accanto ai gemelli,dando un leggero pugno al rosso,mentre Lily si voltava e guardava Dan per qualche istante.
-Io vado,ci vediamo più tardi...-gli disse quasi tentennante.
Daniel sorrise e annuì.
-A dopo fidanzata-scherzò.
Lily sorrise e,incurante dei fratelli,si avvicinò e gli diede un bacio veloce.
-A dopo fidanzato-

 

-OK BASTA!-
Due iridi cerulee si fissarono su di lui e per un'istante gli fecero rimpiangere di averlo interrotto.
Ma fu solo un'istante:non poteva continuare così.
Gli diede una spinta e riuscì a farlo allontare da sè,e in due passi fu al centro dell'aula,lontano dalla parete contro cui lui l'aveva intrappolato.
Si portò entrambi le mani al viso e per un'istante chiuse gli occhi,cercando di calmare il respiro, ma avvertì subito la sua presenza dietro la schiena.
Restando ad occhi chiusi,sentì le sue braccia avvolgersi attorno alle anche mentre il lungo naso aquilino gli accarezzava la curva del collo.
-Prima erano teneri questi momenti di indecisione,ora cominciano a diventare fastidiosi-gli disse all'orecchio destro.
Stizzito Albus si allontanò di nuovo dal suo abbraccio e voltandosi lo fronteggiò,incurante della camicia completamente aperta che metteva in mostra il torace nudo.
-Credi che sia una tattica?-gli domandò infastidito.
Il biondo alzò le spalle.
-Potrebbe essere-
-Forse per te è facile scoparti il primo che capita senza pensarci due volte,ma non siamo tutti come te-ribattè il moro.
-Ora stai diventando anche ripetitivo-fece il Serpeverde con la solita aria di sufficenza.
Sempre più infastidito,Albus gli voltò le spalle e si avvicinò al banco dove aveva lasciato i libri e dove dopo era volato il suo maglione quando l'altro glielo aveva sfilato.
Era una follia,che cazzo gli era venuto in mente?
Ogni volta si diceva che sarebbe andato dalla McGranitt per rinunciare a quell'incarico,ma poi rimandava sempre,perchè ogni benedetta volta lui faceva qualcosa che lo sorprendeva,che lo faceva ricredere sul suo conto.
-Basta,basta basta!
Questa è l'ultima volta che mi freghi...-ripetè iniziando ad abbottonare la camicia.
I passi dietro di sè lo avvertirono che Scorpius si stava avvicinando,ma aspettò ugualmente che fosse lui a voltarlo mettendogli una mano sul braccio e facendoli tornare di nuovo faccia a faccia.
-Se c'è una cosa che non sopporto è quando fai la vittima!Se sei qui è perchè lo vuoi anche tu, non ti ci ho mai costretto a venire...-disse il biondo fissando i suoi occhi.
-Sei stato tu a scegliere quest'aula per le lezioni invece della biblioteca...Lì non potevi sempre fare quello che volevi!-lo beccò l'altro.
-Ti stai comportando come una verginella a cui hanno rubato l'onore,invece io non ti ho ancora toccato con un dito-gli fece notare il Serpeverde.
-Vaffanculo Scorpius!-
Si allontanò ancora una volta,portandosi di nuovo al centro della stanza e restò fermo lì per qualche istante,sentendo lo sguardo dell'altro su di sè.
Perchè sembrava incapace di andar via?Di chiudere semplicemente la porta dietro di sè e mettere la parola fine a quel capitolo della sua vita?
-Hai detto...Hai detto che volevi passare un pò di tempo con me per conoscermi-gli ricordò.
Si voltò e cercò lo sguardo di Scorpius che lo fissò attento.
-Intendevi fisicamente,giusto?Era tutto un trucco per ottenere quello che volevi-
Il biondo lo guardò e restò in silenzio a lungo,poi Al lo vide muoversi verso di lui.
-Anche-ammise sincero,continuando ad avanzare verso di lui.
Albus sospirò deluso da quella risposta:quindi si riduceva tutto al sesso?
-Però finora ho saputo molte cose su di te-disse Scorpius.
Il moro lo guardò con aria scettica.
-Ah sì?-
Scorpius annuì e,ormai davanti a lui,gli prese la mano sinistra e trattò il segno di una cicatrice sul palmo.
-So che non sei un tipo che ama la medicina magica,altrimenti questa ferita non ci sarebbe... Come te la sei procurata?-gli chiese sfiorandola per la seconda volta.
-Avevo otto anni e io e i miei fratelli giocavamo a pallone in casa-iniziò a raccontare.
Tenendo la sua mano,Scorpius si avvicinò e portò il viso vicinissimo al suo,ricominciando poi ad accarezzargli il collo con il naso e le labbra,facendolo rabbrividire.
-Ad...ad un certo punto abbiamo rotto un vaso e Jim mi ha sfidato a vedere chi dei due avrebbe resistito tenendo nel pugno un...un pezzo di vetro-disse tentennante.
Scorpius gli morse l'inizio della spalla che si intravedeva dalla camicia aperta e mugugnò divertito.
-Scommetto che ha vinto lui-
-Invece no...io ho dieci punti e lui ne ha otto-disse leggermente trionfante il moro.
Scorpius rise sulla sua spalla e rialzò la testa per incontrare il suo sguardo.
Odiava quegli occhi!
Odiava il modo in cui si sentiva soggiogato da quello sguardo,da quella profondità...
-Non fare quello sguardo con me!-gli disse deciso.
Scorpius ghignò malandrino.
-Che sguardo?-chiese fintamente ingenuo.
Albus fece per staccarsi da lui,ma il biondo non glielo permise,avvicinando invece ancora di più il viso al suo.
-Come se volessi mangiarmi vivo!-disse l'altro,accorgendosi di aver firmato la sua condanna a morte.
Un lampo di lussuria brillò,infatti, negli occhi di Scorpius facendolo pentire di quello che aveva detto.
-Mi sembra un'ottima idea...-
Albus fece per parlare,cercando qualcosa che potesse interessare l'altro abbastanza da distoglierlo dal suo proposito,ma Scorpius aveva già cominciato ad accarezzargli la pelle del torace con le labbra.
-No...aspetta...Non è il posto adatto per...-mormorò in maniera poco convincente.
Lo sentì ridere poco lontano dai suoi addominali e abbassando lo sguardo incontrò di nuovo i suoi occhi,rabbrividendo all'istante.
-Non dirmi che devo aspettare la prima notte di nozze per averti-lo prese in giro,facendogli il solletico attorno all'ombelico.
-Sai che può essere un'idea?-ribattè Albus ritrovando la sicurezza persa fino ad un attimo prima.
Il biondo si rialzò portandosi alla sua altezza e dopo qualche secondo perso a fissare gli occhi verdi di Albus,parlò.
-Potrei anche farlo,ma poi saresti tu ad implorarmi...-
Il ragazzo rise leggermente e fece per parlare quando un colpo deciso fu battuto sulla porta imperturbata risuonando nella stanza.
Entrambi i ragazzi si voltarono verso la porta e la fissarono per qualche secondo prima di staccarsi e cominciare in fretta e furia a darsi un contegno:Albus si allacciò velocemente i bottoni della camicia e sistemò il maglione sullo schienale della sedia,mentre Scorpius se lo metteva sulle spalle e si metteva a sedere aprendo il libro di Trasfigurazione a caso.
-Perchè accidenti ha dovuto imperturbare la porta?-sentirono dal corridoio.
Scorpius guardò il moro.
-Sono i tuoi fratelli-commentò leggermente scocciato.
Albus annuì:se ne era accorto anche lui.
-Non sai com'è fatto Al?Forse aveva bisogno di un posto tranquillo per studiare!-
-Ah,c'è anche la sorellina...-
-La smetti?-ribattè Al lanciando uno sguardo a Scorpius infilando la camicia nei pantaloni e prendendo la bacchetta per togliere l'incantesimo.
-Io fossi in te metterei anche il maglione...A quanto sembra le mie attenzioni non ti hanno lasciato indifferente-gli fece notare l'altro indicando il cavallo dei suoi pantaloni.
Al abbassò lo sguardo accorgendosi del piccolo rigonfiamento:accidenti aveva sperato che non fosse così evidente!
-Al,siamo noi!Apri questa porta,abbiamo una sorpresa per te!-sentì la voce di Lily.
Prese il maglione dalla sedia e lo infilò in fretta,sedendosi a sedere e con un colpo di bacchetta tolse l'incantesimo alla porta.
Aprirono la porta e la prima che apparve sulla soglia fu Lily che rivolse ad entrambi un'occhiata interrogativa e anche leggermente preoccupata:forse aveva capito cosa stava succedendo in quella stanza.
Dietro di lei c'erano Jim e Ronald e un'altra persona che non riusciva a inquadrare.
-Ma sei sempre sui libri?-domandò Ronald leggermente scioccato.
Albus sentì un leggero sogghigno venire da Scorpius e cercò di concentrarsi sui fratelli.
-Stavo facendo lezione,possibile che dovete sempre rompere?-ribattè seccato.
Non era affatto la situazione ideale:tutti i suoi fratelli che fissavano Scorpius sorpresi di trovarlo lì con lui nonostante i libri in bella mostra sul tavolo e lui che aveva il terrore che questi decidesse di far dell'ironia proprio nel momento meno opportuno.
-Ah,ci sei anche tu Malfoy-commentò James lanciando uno sguardo a Scorpius.
Al vide il biondo alzare leggermente il libro di Trasfigurazione a beneficio dei suoi fratelli.
-Avevo bisogno che tuo fratello mi mostrasse una cosa...-rispose sibillino.
-Allora questa sorpresa?-scattò Al prima che la situazione peggiorasse.
Lily sorrise e si fece leggermente da parte,entrando nell'aula.
-Non crederai mai chi è venuto a trovarci!-
Al restò con lo sguardo fisso sulla porta,temendo che fosse qualcuno dei loro genitori,ma l'attimo dopo apparve un'uomo alto e non eccessivamente atletico,dai corti capelli biondo rossicci.
Sorrise e si alzò in piedi andando verso di lui.
-Hai sempre avuto un certo gusto per le entrate in grande stile-commentò divertito.
Teddy rise e fece per abbracciare il ragazzo,ma Al spaventato che il fratello si accorgesse della sua eccitazione,si limitò a dargli una pacca sul braccio destro.
-Sempre sui libri,eh?Alla fine dovranno darti una cattedra per insegnare-scherzò l'uomo,arruffandogli i capelli neri in risposta.
Al si scansò e rise.
-Piantala!Che ci fai qui?-domandò cercando di mettere ordine fra i capelli sconvolti.
-E' venuto per lavoro-dissero in coro i tre fratelli.
Al li guardò tutti e tre e si domandò che cosa ci fosse sotto:perchè erano tutti insieme?
-Che ne diresti di passare l'ultima mezz'ora del pranzo insieme?-propose Teddy.
Il moro corrugò la fronte.
-Mi sa tanto di imboscata-commentò.
Lily e Teddy risero mentre i gemelli scossero la testa.
-Senti Al,siamo in giro da quasi un'ora e questo gran bastardo non vuole dirci il grande segreto che lo ha portato qui,quindi per favore potresti farci l'imenso favore di venire con noi?Sempre se non è troppo disturbo,ovviamente!- disse Ronald quasi esasperato.
-Ok,va bene non c'è bisogno di esagerare!-ribattè l'altro.
Si voltò avvicinandosi al banco dov'era stato seduto per meno di dieci minuti e incontrò lo sguardo di Scorpius.
-Per te va bene se rimandiamo ad un'altra volta?-gli domandò.
Il biondo alzò le spalle,divertito da quel piccolo siparietto;Al si chiese quanto tutto doveva essergli apparso buffo e distante dalla sua quotidianità.
-Magari potremmo fare stasera-propose giocherellando con la punta della piuma.
Sperando ardentemente di non arrossire,Albus scosse la testa.
-Non è possibile,ho un'altra lezione.
Facciamo così,ci mettiamo d'accordo questa sera prima di cena-disse chiudendo i libri aperti qualche istante prima e impilandoli uno sopra l'altro.
Scorpius lasciò andare la piuma e alzò di nuovo le spalle.
-Basta che non mi fai aspettare troppo Potter...-
Quello non era affatto riferito alle lezioni!
Che bastardo!Stuzzicarlo così davanti ai suoi fratelli!
Si limitò ad annuire e gli voltò le spalle,tornando a guardare i fratelli.
Per un'istante incontrò lo sguardo scioccato di Lily che correva veloce da lui a Scorpius,ma la costrinse ad uscire dalla stanza mettendole una mano sulla spalla e guidandola nel corridoio.
-Chi di voi sa far materializzare dei sandwich?-chiese Teddy voltandosi verso di loro e camminando all'indietro per qualche passo.
-Albus!-dissero in coro gli altri tre.
Il moro guardò i fratelli e mugugnò.
-Possibile che devo fare sempre tutto io?-si lamentò provocando le risate degli altri.

 

Non riusciva a trovare pace.
Aveva provato di tutto,aveva fatto di tutto,ma non sembrava capace di porre fine a quello stato di eccitazione perenne.
Da quando era tornato da Seattle non c'era niente che lo aiutasse a calmarsi,era sempre eccitato anche nei momenti più inopportuni:durante le lezioni,sotto la doccia dopo un' allenamento...
Aveva addirittura ricominciato a venire dopo un sogno erotico come non faceva da quando aveva tredici anni!
Eppure tutto era come al solito,non era successo niente di diverso durante quelle settimane a Seattle:si era comportato da bravo ragazzo,aveva accettato il fatto che non sarebbe successo niente fra lui ed Alice ed era stato proprio lui a tirarsi indietro quando l'ultima sera lei gli si era offerta.
Poi però le aveva permesso di dormire con lui e,quando poi si erano messi sotto le coperte,aveva lasciato che lo accarezzasse facendole prendere confidenza con il suo corpo che per Alice quasi completamente sconosciuto permettendole di toccarlo,arrivando ad insegnandole come fare e dove gli piaceva di più essere accarezzato.
Alla fine,naturalmente, era arrivato l'orgasmo e quando aveva cercato lo sguardo di Alice,pronto a chiederle scusa per non essere riuscito a fermarsi in tempo,aveva visto la felicità brillare negli occhi della sua ragazza:forse perchè era stata lei a dargli quel piacere nonostante la sua inesperienza,oppure perchè aveva fatto crollare le sue barriere,ma quello sguardo gli aveva fatto capire che se le avesse chiesto scusa l'avrebbe ferita.
Da allora non riusciva a trovare più pace da quel "delirio erotico".
Faceva continui sogni su di lei,immaginando cosa sarebbe successo una volta che Alice fosse ritornata a Londra,facendo volare la mente in fantasie talmente assurde di cui si vergognava lui stesso.
Perchè all'improvviso sembrava un'impresa titanica aspettare fino al suo ritorno?
Non era stato un problema nei mesi precendenti,perchè ora sì?
L'unico modo che aveva per non pensare al sesso era volare:la mattina si svegliava molto presto per iniziare la giornata con una lunga volata,poi tornava al dormitorio e si faceva una doccia fredda,ormai poco efficace.
Seguivano le lezioni del mattino,poi la pausa pranzo in cui saltava il pranzo per fare un altro volo,e un altra doccia per non presentarsi alle lezioni del pomeriggio sudato e puzzolente.
Anche quel giorno,dopo una volata di una mezz'oretta,si mosse nello spogliatoio deserto spogliandosi della divisa mentre si dirigeva alle docce.
Si infilò sotto la doccia e cercò di allontanare i pensieri:si concentrò sulla noiosa lezione di Erbologia che avrebbe avuto nel pomeriggio,seguita da quella di Cura delle Creature Magiche.
Si chiese se aveva ancora un pò di tempo prima dell'inizio delle lezioni per tornare in dormitorio e sentire la canzone di Seattle,l'avrebbe aiutato a sopportare meglio la noia delle prossime lezioni.
La ascoltava ogni giorno,più volte al giorno incurante dei lamenti e dei commenti dei suoi compagni di stanza,Scorpius fra tutti.
Sorrise ripensando all'espressione pratica e professionale che era venuta ad Alice quando gli aveva mostrato il disco,pronta a ribattere ad ogni sua obiezione.
Il sorriso però scomparve quando ricordò il modo arrendevole e dolce in cui aveva risposto al bacio che era seguito...gli sembrava quasi di sentire ancora il corpo di Alice contro il suo.
Sospirò nervoso sentendo la reazione del suo corpo a quei pensieri...cazzo era proprio da curare!
Abbassò la testa sotto il getto d'acqua,i capelli a nascondergli il viso e fece scivolare la mano sulla sua eccitazione,iniziando ad accarezzarsi.
Mosse la mano avanti ed indietro,arrivando fino alla punta lasciandosi scappare un gemito che risuonò nell'ambiente vuoto e freddo.
Alla sua mente tornò il ricordo di quella sera,quando era stata la mano di Alice ad accarezzarlo e a stizzicarlo,aumentando così la sua eccitazione ed i gemiti.
Poggiò una mano sulle mattonelle fredde e bilanciò il peso del corpo,sempre sotto il getto d'acqua.
-Davvero uno spettacolo fantastico,non c'è che dire!-
La voce alle sue spalle lo fece voltare e afferrare all'istante un'asciugamano che aveva preparato per quando avrebbe finito la doccia,legandoselo stretto attorno ai fianchi con il solo risultato di evidenziare ancora di più la sua erezione.
-Che accidenti ci fai qui?-domandò chiudendo velocemente l'acqua e uscendo dalle docce.
Mandy Greengrass era a pochi metri da lui,le braccia conserte sul seno prosperoso ed un sorriso divertito sul viso.
-Sono venuta a prendere una cosa che ho dimenticato qui l'ultima volta che sono venuta-spiegò.
Entrando nello spogliatoio,Luke le voltò le spalle e si avvicinò alla panca dove aveva posato la borsa con le sue cose.
-E che diamine ci facevi in uno spogliatoio maschile?Ah già scusa che domanda idiota!-commentò subito dopo.
Mandy lo aveva seguito e alzò le spalle,noncurante della frecciatina che lui le aveva appena lanciato.
-Io potrei aiutarti,sai?-gli disse con voce calma.
Luke voltò leggermente la testa e la fissò in silenzio.
-Per quel "problemino" che hai lì...-fece ancora la ragazza.
-No grazie!E ora che ne dici di andartene?Dovrei vestirmi...-ribattè lui tornando a guardare dentro la sua borsa.
Meglio una pianta carnivora di quella ragazza!
Sentì il rumore dei tacchi sul pavimento e pensò di essere riuscito nel suo intento,ma l'istante dopo qualcosa sfiorò la sua schiena nuda.
-Non eri tanto schizzinoso una volta...-ricordò lei.
Gli stava baciando la schiena!
-Si dà il caso che ora ho una ragazza-fece Luke deciso.
La sentì ridere leggermente.
-Che ci trovi di tanto divertente?-le chiese voltando leggermente la testa.
-Beh non mi sembra che faccia un gran lavoro visto quello che vedo-disse Mandy posando una mano sul fianco destro del ragazzo.
Luke fece per allontanarsi ancora da lei,ma Mandy fu più veloce facendo scendere la mano sull' asciugamano e sfiorando la sua eccitazione.
-Eh no,decisamente non fa un buon lavoro...Forse ha bisogno di ripetizioni?-scherzò dandogli poi un morso leggero sulla spalla destra.
Luke affondò i denti nel labbro inferiore e deglutì prima di parlare:era innegabile che quel tocco fosse un sollievo!
-Sicuramente non da te-ribattè cercando di riprendere la distanza.
Mandy sorrise e,incurante delle sue parole,aggirò l'asciugamano e s'insinuò sotto di questo a contatto con il membro eretto accarezzandolo con più attenzione e perizia di quanta ne stesse mettendo lui stesso sotto la doccia.
-Smettila!-la rimproverò blandamente Luke,non riuscendo subito dopo a trattenere un gemito.
-Avanti...Non è mica un tradimento...-gli sussurrò Mandy continuando a toccarlo.
Già.
Era quello che gli diceva sempre suo padre.
Non è un tradimento.
Se non c'è un vero contatto fisico non è tradimento.
E per una volta decise di credere ad una bugia.

 

-Non avete perso tempo a quanto ho visto-
I quattro ragazzi alzarono lo sguardo su Teddy,restando in silenzio in attesa di qualcosa che li aiutasse a capire quella frase.
Erano seduti tutti e quattrosu un muretto di pietra che circondava un quadrato di verde all'interno del Castello, in un corridoio deserto.
Albus aveva materializzato i panini e delle bibite si era occupata Lily,spruzzando l'intero contenuto di una lattina di Cola addosso a Ronald per zittire i suoi lamenti:era terribilmente insopportabile quando era affamato,neanche avesse ancora tre anni!
-Che vuoi dire?-domandò alla fine Lily prima di dare un morso al suo panino.
-Beh,sono passati quanti mesi all'inizio della scuola...tre-quattro?-domandò guardando i ragazzi.
-Quasi quattro-disse James.
-Quattro...E già siete stati tutti trafitti dal dardo di "giovane amore"-spiegò.
Lily rovesciò gli occhi e rise divertita,dandogli una leggera spinta che non lo smosse affatto, Albus continuò a far finta di niente e a mangiare il panino,James alzò lo sguardo su Teddy per qualche istante per poi seguire l'esempio di Al e restare muto.
Solo Ronald rise,leggermente compiaciuto.
-Sei un'osservatore acuto-commentò.
-Ti ha beccato in mezzo al corridoio che ti sbaciucchiavi con Rebecca,non ci voleva tanto a capire!-gli fece notare James.
Teddy sorrise e inghiottì il boccone prima di parlare di nuovo.
-Comunque è davvero carina,sei sicuro che sia veramente interessata a te?-scherzò l'uomo.
I due gemelli risero e portando lo sguardo su Lily la vide scuotere la testa.
-Non toccare quest'argomento-gli consigliò.
Teddy tornò a guardare i gemelli.
-Per farla breve:Rebecca era interessata a Ronnie fin dall'inizio dell'anno,ma lui,stupido come al solito,ha creduto che fosse interessata a James-intervenne Lily decisa a tagliar corto.
-Mi ha rivolto a stento la parola per settimane-fece Jim.
-Sempre il solito...-commentò l'uomo prima di voltarsi verso Lily-E tu,invece?
Devo comprarmi un abito da cerimonia?-domandò scherzoso.
-Non essere assurdo!-ribatterono all'unisono i gemelli.
Non lo ha chiesto a voi!Comunque,questa volta,hanno ragione loro:per il momento è ancora troppo presto-rispose Lily scherzando sullo stesso tono di Teddy.
-Ma non è il figlio di...-domandò incerto l'uomo.
-Sì è lui-risposero in coro i gemelli e Lily.
Teddy bevve un lungo sorso dalla sua lattina e poi annuì.
-Quindi per il momento,se le cose restano così,sono imparentato con i Paciock ed i Thomas... mica male!Tu che mi dici James?-domandò guardando il moro.
Jim scosse la testa e addentò il panino:meglio tenere un basso profilo per evitare domande.
-Ah con lui puoi pescare dal mazzo-commentò Lily.
-Perchè non chiudi la bocca?-ribattè subito lui.
-Che vuol dire?-
Ronald scosse la testa e fece sparire l'ultimo boccone del suo panino.
-Ti spiego io...Il nostro caro James è interessato ad una ragazza fidanzata,a quanto sembra già promessa sposa,e per farla ingelosire ha deciso di fare la corte ad un'altra,così da farsi notare da quella fidanzata.
Troppo complicato?-domandò guardando Teddy.
Lui scosse la testa e,con un sorriso leggermente divertito,guardò James.
-E come sta andando?-
Jim alzò le spalle.
-Sono solo agli inizi...E poi non ho molta libertà di movimento con tutte queste spie attorno!- disse guardando ora Ronald ora Lily.
Teddy rise e scosse la testa.
-Se posso darti un consiglio che ho imparato con l'esperienza è che non devi arrenderti.
Anche quando la situazione sembra impossibile,continua a provare.
Guarda me e Vicky-gli citò ad esempio.
I ragazzi sbuffarono annoiati,stanchi di sentire sempre quella vecchia storia,ma Teddy continuò imperterrito.
-Sembrava impossibile una causa persa in partenza,ma io non mi sono arreso e ora sono quasi cinque anni che viviamo insieme e...-
-E siete felici come il primo giorno-concluse Albus per lui.
Teddy sorrise e scosse la testa.
-Anche quello,ma io stavo per dire che stiamo per avere un bambino-
I quattro ragazzi lo fissarono per qualche istante,increduli e sorpresi della notizia,poi Lily lanciò un urlo e abbraccò il fratello gettandogli le braccia al collo.
-Oh cielo Teddy è fantastico!-
-Era questo l'annuncio!Brutto bastardo...-commentò Ronald,facendo ridere l'uomo.
-Complimenti fratellone!Sono felice per te!-fece James dandogli una pacca sulla spalla destra.
-Diventeremo zii,non posso crederci-disse Albus incredulo.
I ragazzi abbracciarono a turno Teddy e s'informarono su quello che sarebbe stato il loro primo "nipotino":sarebbe nato alla fine di maggio e sia lui che Vicky erano stati colti di sorpresa da quella novità,ma ora dopo aver avuto la conferma dal medico ne erano entrambi felici.
La campanella risuonò nei corridoi per avvertire gli studenti dell'inizio delle lezioni;di malavoglia i Potter si alzarono in piedi preparandosi per salutare Teddy un'ultima volta.
-Mi raccomando comportatevi bene!Specialmente tu,vedi di non infrangere troppi cuori-disse salutando James.
-Ho paura che l'unico ad essere infranto sarà il mio-scherzò seriamente il moro.
Lily abbracciò un'ultima volta il fratello e gli diede un bacio sulla guancia.
-Saluta Vicky per me e dille di riguardarsi!-
-Lo farò,e tu cerca di non seguire il nostro esempio troppo presto-l'ammonì.
Lily si staccò dal suo abbracciò e scosse la testa.
-Non è nei miei pensieri più imminenti,tranquillo-lo rassicurò.
Ronald gli scompigliò i capelli,attirandosi le sue lamentele e poi lo abbracciò.
-Non dire niente alla mamma di Rebecca,almeno per il momento-lo pregò incontrando il suo sguardo.
-Rebecca chi?-scherzò Teddy.
Albus lo salutò per ultimo,lo sguardo basso come se si vergognasse di qualcosa.
Teddy,dopo qualche fatica,incontrò i suoi occhi e gli sorrise benevolo.
-Tu sta più attento di tutti...Non lasciarti prendere in giro da un paio di occhi azzurri-gli disse serio e dolce allo stesso tempo.
Gli occhi di Al si spalancarono e lui si bloccò qualche istante prima di annuire e abbracciarlo.

-Adesso sarà meglio che correte a lezione!-
I quattro ragazzi inziarono a correre per il corridoio,in ritardo,e a turno ognuno si voltò per salutare quel visitatore inaspettato che aveva portato loro confusione e chiarezza allo stesso tempo.

 

Salve a tutti!!!

La famiglia si ingrandisce e tanti cambiamenti capitano nella vita dei nostri giovani protagonisti...

Non vi aspettavate quel cedimento da parte di Luke,vero?Personalmente credo che anche quella sia una forma di tradimento verso il proprio patner,ma ci sn persone che non lo ritengono tale e x una volta ho sposato il loro punto di vista...

Piccola precisazione:come avete visto nella mia storia,Ted Lupin si chiama Arthur.

Questo xkè qnd ho cominciato a scrivere qst storia ancora nn avevo finito il 7 libro e quando ho scoperto il suo vero nome era tr tardi x cambiarlo.

Come vi avevo promesso,il prossimo capitolo si torna dai senior,poveri distrattati senior,x vedere che è successo loro in questi tre capitoli.

Il titolo del capitolo,come la frase d'apertura, è tratto da una canzone omonima dei The Creatures.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia e battitura.

E ora i ringraziamenti:Dado&Co.(CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!Che felicità risentirti dopo tanto tempo!!! Avevo immaginato una cosa del genere,anche se pensavo foste impegnate con i gemelli,a proposito,TANTI AUGURONI!!Un bacione anche a Elly,Rosie ed Emma),Gioia_in_blu(Confuso è dir poco..Diciamo che Al soffre un pò del complesso di Calimero:xkè mai qualcuno dovrebbe essere attratto da lui?Per quanto riguarda Ron ed Herm pazienta solo un altro pò), Miss jude(Non sarebbe un Potter se non si facesse tanti problemi,vogliamo parlare di qnd Harry era interessato a Ginny?Quante pippe mentali?),Elly(Invece ha detto la verità,o meglio l'ha mostrata,e ora nn riesce a perdonarsi quella che lui considera una debolezza),IRE'89(Diciamo che il discorso dei padri è l'inizio di tutto,quello che ha dato origine a ciò ke sono ora;per quanto riguarda Al e Scorpius,invece,io sono convinta che ognuno di noi ha dentro di sè la capacità di lasciarsi andare senza però perdere ciò che ci rende speciali,tutto sta nel dosare bene la cosa...Ti giuro che nn è una cosa premeditata interrompere qnd ci sono Jim e Rose,capita!),Rossy13(Benarrivata!Sono d'accordo con te:certe volte James è tr legato,dimenticandosi quasi di essere ancora un ragazzo...Fortse dipenderà dal fatto ke è il primogenito,mah!),WingsHP(Sai che sono curiosa di sentire la tua mezza idea?Nel prox capitolo ci sarà qualcosa che ti aiuterà a far chiarezza sulla situazione fra Fred e Allison...), TrilliCall(Il solito combinaguai!Sono contenta che le nuove generazioni ti abbiano colpito positivamente!),Aura D(Sai ke ho cercato delle Al/Scorpius a cui ispirarmi,ma nn ne ho trovata nessuna?Se c'è una cosa su cui Al è deciso è di non farsi mettere i piedi in testa da Scorpius, come si è visto anche in questo capitolo,quindi Scorpius dovrà faticare tanto prima x avere la sua fiducia e poi x conquistarlo),Tonks'17(Ho scritto come è iniziato tutto,ma nn come è finito...quello me lo riservo x + in là nel racconto,magari x quando Harry incontrerà Dan;il pezzo cn i gemelli me lo ha suggerito mio fratello,che + piccolo di me mi chiede sempre dove vado e con chi quando esco la sera neanche fosse un generale dell'esercito!PEr quanto riguarda Fred,io invece credo che la reazione di Seamus e Rupert potrebbe essere diversa xkè lo conoscono da sempre e sanno che tipo di persona è...Ronald e Rebecca:a che serve avere un cognome importante se non può portarti dei favori?Mica può servire solo x essere preso in giro o essere sminuito in confronto all'illustre genitore,cavolo!Infine Jim e Rose:per una volta la situazione è ribaltata.Nel senso,ho sempre letto di storie in cui Herm era indecisa e non sapeva cs vuole;ora sua figlia sa esattamente cosa vuole e una volta tanto non le importa se è proibito o se ci saranno delle conseguenze per le sue scelte!Deve solo aspettare che Jim si decida...aiutandolo ovviamente a decidere).

Bene per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Just like heaven"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Just like heaven ***


just like hevean

 

"I've always been in love with you [always with you]
I guess you've always known it's true [you know it's true]
You took my love for granted, why oh why
The show is over, say good-bye"

Era da un pò che la osservava...abbastanza da capire che la sua mente era ovunque tranne che sui libri di magia.
I libri sul tavolo della cucina,dove diceva di riuscire a studiar meglio,il gomito destro posato sul tavolo,le dita fra i capelli per evitare che cadessero sugli occhi distraendola e interrompendo la concentrazione,sembrava terribilmente interessata a quello che stava leggendo.
Ma era solo una posa.
-Hai bisogno d'aiuto?-le domandò cercando di mantenere un tono di voce casuale.
Allison alzò lo sguardo dal libro e lo guardò qualche secondo,per poi scuotere la testa.
-No,credo di riuscire a cavarmela da sola...-gli disse sorridendo per avvalorare le sue parole.
Seamus annuì e,dopo averle fatto l'occhiolino,le voltò le spalle diretto verso il salotto,la tazza di tè fra le mani,quando la sentì parlare di nuovo.
-Tu hai mai...-lo bloccò la figlia.
Si fermò e restò immobile,sempre dandole le spalle.
Un sospiro arrivò alle sue orecchie,poi Allison parlò di nuovo.
-Ti è mai capitato di essere innamorato di due persone allo stesso tempo?-domandò Allison leggermente imbarazzata.
Non affrontavano mai quel tipo di discorso,quindi doveva essere veramente in crisi per chiedere a lui un parere.
Si voltò e fissò lo sguardo sul viso della figlia,che timorosa aveva abbassato lo sguardo per non incontrare il suo.
-Penso sia capitato a tutti almeno una volta...-disse cercando di apparire filosofico.
Chi l'avrebbe mai detto che avrebbe mai affrontato certi discorsi con "sua" figlia?
Fece i pochi passi che lo separavano da una delle sedie e,posando la tazza sul tavolo di marmo fra i vari libri di Allison,si sedette di fronte a lei.
-Quindi non è un caso tanto isolato-fece lei sempre senza guardarlo.
Seamus sorrise.
-Mi dispiace tesoro,ma questa volta non hai l'esclusiva!-la prese affettuosamente in giro l'uomo.
La ragazza alzò lo sguardo e lo fissò sul suo volto,in tempo per vederlo sorridere della sua battuta.
-Capita a tutti di accorgersi di amare un ragazzo mentre se ne frequenta già un altro-le disse.
-Da come parli devi aver fatto strage di cuori ai tuoi tempi...-commentò lei suonando quasi disperata.
Seamus sorrise e annuì lentamente.
-Beh,diciamo che ho avuto anch'io le mie conquiste,ma non è qualcosa che credo tu voglia sentire...E comunque non stavamo parlando di te?-disse sviando il discorso da sè.
Allison sospirò e,infilando tutte e dieci le dita fra i capelli,li allontanò dalla fronte.
-Non posso parlare con Alice di questo-disse quasi parlando fra sè e sè.
-Per via del suo fantastico romanzo d'amore?-domandò il padre,prima di bere un sorso dalla sua tazza.
Allison annuì,senza alcuna vergogna.
-Anche-
-Alle volte le persone felici non possono esserti di grande aiuto...-gli fece notare.
Seamus tossì leggermente,quasi strozzandosi con il tè,per poi ridere divertito.
-Lo stesso discorso non dovrebbe valere anche per me?Sono felice anche io,se non lo hai notato!-ribattè.
La ragazza prese la tazza dal tavolo e la mosse fra i palmi delle mani quasi volesse scaldarseli, sorridendo divertita.
-Che c'entra! Tu sei mio padre!-disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Ah,dimenticavo!Sono un'entità a parte-scherzò Seamus.
Allison rise e allo stesso tempo Seamus scosse la testa.
-Comunque...Vuoi dirmi di che si tratta?-le domandò cercando di sembrare serio.
Nella stanza tornò il silenzio per qualche istante,mentre sua figlia sembrava riflettere su quali parole usare,o probabilmente su cosa dire e cosa omettere.
-C'è un ragazzo di cui sono innamorata-disse senza preamboli.
Seamus restò in silenzio,cercando di mantenere quell'espressione amabile e confidenziale che era sul suo volto,mentre dentro di sè sentiva crescere la gelosia e una curiosità quasi irrazionale: era troppo presto per affrontare quel tipo di discorsi!
-Amore...Sei sicura che non sia una cotta adolescenziale,qualcosa di passeggero di cui nel giro di un paio di mesi non ti ricorderai più?-le domandò.
Allison scosse la testa con decisione.
-I sintomi ci sono tutti...Quel dolore alla bocca dello stomaco,quell'assurdo bisogno di sapere dov'è e cosa sta facendo ogni momento della giornata,addirittura mi sudano le mani ogni volta che lo vedo!-elencò.
Dannazione!
Seamus fece una smorfia e si limitò ad annuire.
-Credo che tu abbia ragione-confermò.
Purtroppo...
-Lo conosco?-le domandò cauto.
Allison scosse la testa,ma lui capì che avrebbe fatto lo stesso anche in caso contrario.
Anche lui si sarebbe comportato così!
-Ok,c'è un ragazzo...Non è una cosa che speravo di sentirmi dire per almeno altri vent'anni, ma non è neanche la fine del mondo-le disse cercando di ridimensionare le cose.
La ragazza scosse la testa.
-E' tutto così confuso!
C'è lui e poi c'è Paul che mi corteggia e mi riempie di attenzioni e sembra disposto a tutto pur di stare con me...E io non so cosa fare!-disse confusa.
Seamus scosse la testa e posò una mano su quella di sua figlia,cercando di calmare quel fiume in piena.
-Calma tesoro,calma.
Allora affrontiamo la situazione:in fondo non è così difficile come può sembrare-le disse con voce calma.
-Davvero?-domandò sua figlia fissandolo con uno sguardo speranzoso.
Seamus annuì.
-Tutto sta a capire un paio di cose-
Sua figlia annuì,neanche una scolara diligente che ha appena capito il passaggio mancante per la soluzione dell'equazione.
-Prima di tutto,devi capire se le attenzioni che ti rivolge questo Paul ti fanno piacere-le disse.
Nessuno sapeva meglio di lui quanto potessero essere fastidiosi quei piccoli gesti di apprezzamento e di interesse,quanto potessero complicarti la vita e l'ultima cosa che voleva era che succedesse anche ad Allison.
Sua figlia storse le labbra chiuse verso destra e riflettè in quel modo per qualche istante.
-Sono piacevoli...Mi fanno sentire importante,ammirata-ammise sincera.
-Magari è il modo di questo Paul per farti innamorare di lui...-le fece notare l'uomo.
A quella uscita,sua figlia sorrise e scosse la testa in modo molto deciso.
-No,assolutamente!
Lui lo sa che c'è una persona che mi interessa,non lo farebbe mai!-
Seamus adorò quella risposta:così candida e tenera,così fiduciosa della buona fede degli altri.
Era ancora una bambina perchè doveva iniziare a interessarsi dei ragazzi,dannazione?!
-Tesoro ora ti dirò un'importante verità su come gestire il tuo rapporto con gli uomini che non dovrai dimenticare per il resto della tua vita-le disse serio.
Allison lo guardò con aria seria,quasi quanto la sua,e attenta.
-Noi uomini siamo testardi-rivelò Seamus prima di alzarsi e andare di nuovo verso la teiera e versarsi un'altra tazza di tè.
-Tutto qui?Vivendo con voi avevo imparato questa lezione già da un pezzo!-ribattè lei girandosi sulla sedia per voltarsi per guardarlo.
Seamus scosse la testa prima di portare la tazza alle labbra.
-Che vorresti dire?-domandò Allison confusa.
-Voglio dire che io e tuo padre,ovviamente,non abbiamo nessun motivo addizionale per farci notare da te,per farci voler bene da te...per farci amare da te.
Tu ci ami già-le spiegò.
-E' ovvio!-convenne lei.
Seamus annuì.
-Lo stesso non vale per il resto della razza maschile.
Non importa se hai chiarito le cose con questo Paul,lui cercherà comunque di conquistarti-continuò il biondo tornando a sedere.
Allison aggrottò per un'istante le sopracciglia,pensierosa,poi il padre la vide aprire leggermente le labbra.
-Cioè tu vuoi dire che...-
-Mettiamo per esempio che io sia Paul,ok?
Ti incontro per i corridoi della scuola e capisco subito quanto sei fantastica,meravigliosa ed eccezionale e mi innamoro di te all'istante-disse accavallando le gambe e posando la tazza sul tavolo.
Allison rise imbarazzata e fece per ribattere,ma lui scosse la testa.
-In fondo cosa ci si poteva aspettare da un'uomo meravigliosamente bello come il sottoscritto?
Comunque...Mi faccio avanti e ti chiedo di diventare la mia ragazza,e tu mi dici che sei innamorata di un altro,e così che è andata,giusto?-le chiese a conferma.
Lei annuì.
-Bene,per te la storia è finita lì,perchè mi hai detto che non sei interessata a me e che vuoi essere mia amica,ma sai cosa ho pensato l'istante dopo che tu mi hai detto questo?
Cosa posso fare perchè lei si accorga di me e mi ami?
Ecco allora spiegate le attenzioni-
Sua figlia lo guardò a bocca aperta,incredula di quello che aveva appena detto e,quando finalmente si riscosse,chiuse la bocca e scosse la testa.
-No,non può essere...Non è possibile che tutti i ragazzi pensino...-balbettò.
-Credimi non ce ne è uno che faccia eccezione,anzi il fatto che tu sia interessata ad un altro rende la "caccia" ancora più interessante-
-E allora non c'è partita!-ribattè lei.
Seamus sorrise e scosse la testa.
-No,devi solo mostrarti decisa:fagli capire che le sue attenzioni ti danno fastidio potrebbe essere un modo.
Sempre che sia ciò che vuoi veramente-
Sicuramente era quello che lui desiderava ardentemente,ma non poteva prendere le decisioni per sua figlia...


Quello era il periodo dell'anno che preferiva.
Non era sempre stato così:da bambino odiava il Natale e le feste,poi con gli anni durante l'adolescenza il sentimento era quasi sparito,soprattutto grazie ai Natali passati con la famiglia Weasley ed in seguito anche con Sirius,per poi ripresentarsi forte e insistente in quegli anni di solitudine ed esilio.
Ora se pensava al Natale subito pensava alla casa invasa da membri della famiglia Weasley,a ragazzi che sciamavano da una stanza all'altra per poi dileguarsi subito dopo il pranzo,alle sensazioni che provava ogni volta che guardava i suoi figli aprire i regali di Natale.
Però c'era un altro motivo per cui amava quel periodo.
Una motivazione personale,soltanto sua...
-A cosa stai pensando?-
Alzò lo sguardo dal piatto della colazione,dove la sua forchetta stava infastidendo i resti di due uova all'occhio di bue e di un paio di fette di bacon,e scosse la testa.
-Niente di importante...I soliti pensieri di lavoro-le disse portando una forchettata di cibo alla bocca.
Ginny mugnugnò.
-Anche di prima mattina?Sei davvero poco interessante tesoro,lasciamelo dire...-scherzò lei bevendo un sorso di caffè dalla sua tazza prima di posarla nel lavello.
Harry sorrise e la osservò silenzioso mentre si muoveva per la cucina diretta sulla porta.
-Emy tesoro,va a lavarti i denti!Dobbiamo andare!-disse Ginny a voce più alta verso il corridoio.
Pochi istanti dopo sentirono i passi di Emy su per le scale.
-Vuoi che l'accompagni io?-le domandò alzandosi a sua volta e svuotando il piatto nel secchio della spazzatura.
Ginny scosse la testa e fece per parlare,quando il suono del campanello la fermò.
-Chi può essere a quest'ora?-gli chiese guardandolo sorpresa.
Lui alzò le spalle.
-Sarà di nuovo Ron...-ipotizzò dandole le spalle mentre metteva i piatti nella lavastoviglie.
-Probabile-
La voce della donna arrivò leggermente lontana,mentre Ginny andava alla porta.
Dalle voce lontane che Harry sentì dalla cucina,capì all'istante che non doveva trattarsi di Ron: Ginny non aveva mai usato quel tono formale con il fratello,figuriamoci in quel periodo che non mancava mai occasione di rinfacciargli l'errore che aveva commesso lasciando Hermione per Cassie.
Sentì chiudersi la porta nello stesso istante in cui lui chiuse lo sportello della lavastoviglie facendola partire.
Pochi istanti dopo Ginny era tornata in cucina e,dopo aver posato qualcosa sul tavolo,gli era corsa incontro,gettandogli le braccia al collo e posando le labbra sulle sue.
Dopo il primo istante di sorpresa lui aveva risposto al bacio,posando una mano sulla guancia destra di Ginny.
Quando si separarono vide gli occhi di sua moglie brillare.
-Grazie...-gli disse dandogli un altro piccolo bacio.
Harry sorrise e alzò le spalle.
-Quando vuoi.Anzi se vuoi possiamo continuare...-disse avvicinando il proprio viso a quello di Ginny.
Lei rise e si staccò da lui,scuotendo leggermente la testa.
-No scemo!Parlo delle rose-gli disse.
Harry aggrottò la fronte e fissò lo sguardo sulla tavola dove,facendo bella mostra di sè,c'era un fascio di cinque rose rosse,tenute insieme da un nastro rosso.
Ad uno delle estremità del nastro era spillato una bustina bianca.
-Credo ci sia un'errore-disse senza staccare lo sguardo dai fiori.
Sentì lo sguardo di Ginny su di sè,ma continuò a non voltarsi.
-Che vuoi dire?-gli domandò lei.
Restando in silenzio,Harry si portò il pollice e l'indice della mano sinistra alle labbra e se ne pulì gli angoli,per poi voltare lo sguardo su Ginny.
-Non è opera mia...-le disse con voce seria.
Ginny lo fissò per qualche istante,confusa,poi lui vide chiaramente l'espressione del suo volto cambiare.
-Cioè tu...-
Harry scosse la testa.
Lei sospirò incredula e si passò una mano sulla fronte,alzando leggermente i capelli.
-Allora chi..-chiese senza riuscire a finire la frase.
Harry alzò le spalle.
-Questo dovresti dirmelo tu-rispose lui con gravità.
Ginny lo fissò e fece per parlare,ma lui la precedette.
-C'è un biglietto.
Perchè non provi a leggerlo?Oppure hai bisogno che ti lasci un pò di privacy?-le domandò.
-Non essere ridicolo!-commentò lei avvicinandosi al tavolo e staccando il biglietto dalla composizione.
Harry la osservò mentre toglieva il cartoncino bianco dalla bustina e lo leggeva in silenzio,per poi guardarlo di sottocchi.
-E' talmente terribile che non puoi neanche leggerlo davanti a me?-le domandò stizzito.
Ginny scosse la testa.
-Che dici...Tieni leggi tu stesso-gli disse tendendogli la bustina.
Harry fece il passo che mancava per arrivare a lei e le prese il biglietto dalle mani,guardandola un'istante:aprì la bustina tirandone fuori il bigliettino e lesse la sola riga scritta sopra.

"Con tutto l'amore che posso"

Lasciando il biglietto metà fuori e metà dentro,rialzò gli occhi e fissò Ginny.
-Caspita!-disse soltanto.
-Tesoro,ascolta...Non significa niente-gli disse andandogli vicino e mettendogli una mano sul braccio destro.
Harry si allontanò,quasi rifugendo dal suo tocco e la fissò come se avesse detto una cosa assurda.
-Come puoi dire una cosa del genere?
Hai appena ricevuto delle rose ed un biglietto d'amore da un'ammiratore segreto e vieni a dirmi che non significa niente?
Chi diavolo è?-le domandò.
-Non lo so!Non ne ho la più pallida idea...
Magari un cliente gentile-tentò cercando di rabbonirlo.
-E ti scrive "Con tutto l'amore che posso?"-le fece notare lui.
Ginny sospirò e lo guardò di nuovo.
-Ti giuro Harry,non ho la minima idea di chi possa averle mandate...
Devi credermi-gli disse fissando i suoi occhi.
Harry la fissò per qualche istante,poi sospirò passandosi una mano fra i capelli tenuti a bada dal gel.
-Devo andare al lavoro-
Allontanandosi nel corridoio sentì lo sguardo di Ginny fisso su di sè e per un'istante fu tentato di tornare indietro,ma sentì i passi di Hermione venire giù dalle scale portandolo ad alzare lo sguardo.
-Appena in tempo tesoro,papà stava per andare al lavoro-le disse sorridendole.
La bambina posò lo zaino per la scuola ai piedi della scala,accanto ad un'altra borsa gialla e gli sorrise.
-Mi raccomando,comportati bene da Stacy-si raccomandò piegandosi sulle ginocchia per incontrare lo sguardo della figlia.
-Mangia le verdure,non fare i capricci,lavati i denti e soprattutto niente magie-elencò la bambina.
Harry rise e annuì.
-Precisamente.
Ora vieni qui e abbracciami!Un abbraccio lungo fino a domani sera-le disse prendendola fra le braccia.
Hermione rise e strinse le braccia attorno al collo del padre,ricambiando l'intensità della sua stretta.
Quando lui la rimise a terra,le diede un'ultimo bacio per poi avvicinarsi alla porta e prendere il cappotto e la sciarpa.
Il suo sguardo incontrò quello di Ginny,rimasta in disparte per quel piccolo interludio,e non lo allontanò da quello di lei finchè non ebbe finito di sistemarsi.
-Ne riparliamo stasera-le disse deciso.
La vide annuire,poi afferrò la valigetta ventiquattro ore e aprì la porta l'attimo dopo.

 

-Dobbiamo parlare-
Nelle ultime settmane molti dei suoi colleghi avevano preso l'abitudine di trascorrere la pausa pranzo in un nuovo bar poco distante dal Ministero,allontanandosi dall'ufficio anche per un'ora intera.
Lei,che da sempre preferiva impiegare quel tempo nel lavoro per poter tornare a casa prima, eccetto le rare volte che non trascorreva quei momenti di quiete con Ron,era grata di quel silenzio e di quella calma che sembravano avvolgere il Ministero subito dopo mezzogiorno.
Quindi quando la porta si aprì fu sorpresa,alzando lo sguardo dalla scrivania,di trovarsi di fronte Ron.
Lasciò cadere la penna sul piano della scrivania e,poggiando la schiena contro la sedia imbottita,gli fece cenno di sedersi.
-E' successo qualcosa ai ragazzi che io non so?-gli domandò guardandolo.
Ron aggrottò leggermente la fronte per poi scuotere la testa.
-No,no...I ragazzi stanno bene.
Sono venuto per parlare di noi-le disse accavallando le gambe.
Hermione inarcò un sopracciglio e lo fissò.
-Non capisco-gli disse con una compostezza di cui non si credeva capace qualche mese prima.
Finora l'idea di Ginny per farli tornare insieme non sembrava aver dato nessun risultato:era uscita con Nick e aveva fatto in modo che Ron lo sapesse,aveva flitrato con lui davanti alla porta di casa,sperando che i vicini non si accorgessero delle tante cose strane che stavano succedendo in casa Weasley;inoltre si era accorta di quella volta al Sainbury di come Ron la stesse spiando da dietro gli scaffali,neanche un maniaco.
Però niente era cambiato:lei era sempre a casa da sola,e Ron ogni sera tornava a casa da Cassie.
Che quello fosse un piccolo passo iniziale?
Lo sguardo fisso su di lui lo vide passarsi una mano fra i capelli,evidentemente a disagio,ed evitare il suo sguardo.
-Non voglio che continui a vedere quel tipo-disse tutto d'un fiato come se gli costasse troppa fatica.
Hermione assunse un'espressione sorpresa:forse qualcosa aveva iniziato a muoversi...
-Scusami?-gli domandò con voce incredula.
-Mi hai capito bene!Quel tipo con cui esci,quel Nick...-
-Come fai a sapere che si chiama Nick?-lo bloccò quasi brutale.
-Ho fatto alcune domande su di lui-rispose sincero il rosso.
-Hai fatto cosa?Sei davvero incredibile!-esclamò Hermione scandalizzata.
Ron alzò le spalle.
-Lavoriamo nello stesso posto!Vuoi farmi credere che tu non hai preso delle informazioni su Cassie?-le domandò rigirando la questione.
Lei lo fissò in silenzio,maldicendolo in silenzio per quell'abitudine che aveva sempre avuto e che lei odiava fin da quando erano ragazzi.
-Era una questione differente-ribattè.
Ron annuì.
-Beh visto che sembrate molto affiatati,ho pensato di fare delle ricerche e ho deciso che non mi va che tu lo frequenti!-la informò secco.
-Peccato che io sia tua moglie e non tua figlia...Oh,che sbadata non sono neanche più quello- commentò sarcastica.
-No,se ricordo male sei ancora mia moglie-le fece notare lui.
Hermione assunse la sua migliore espressione battagliera e sbuffò,muovendosi sulla sedia.
-Comunque non sei nella posizione di dire o fare niente!
Se voglio frequentare Nick lo farò!Non ho certo bisogno del tuo permesso-commentò acida.
Ron scosse la testa,un sorriso ironico sul viso.
-Non eri tu quella che voleva tener nascosta la mia relazione con Cassie per non creare confusione,per non diventare un pettegolezzo sulla bocca di tutti?-le ricordò.
-E' diverso!Tu aspetti un figlio da lei!
Forse se avessi capito prima cosa stavi facendo alla nostra famiglia allora non staremmo qui a fare questa conversazione-rinfacciò lei con voce rilassata e calma.
Ron,con lo sguardo basso si lasciò scappare una risatina ironica.
-Sai una cosa?
Sono stanco-le disse senza guardarla.
Hermione lo fissò,in silenzio, incontrando subito il suo sguardo quando il viso di Ron tornò ad alzarsi.
-Sono stufo di sentirmi dire che è tutta colpa mia,che è soltanto un mio errore...che avrei potuto pensarci meglio!
Anche tu hai la tua parte di colpa...-le disse alzandosi in piedi.
-Di che parli?Non è assolutamente vero!-ribattè subito Hermione per nulla intimorita.
-Continua a negarlo!Continua a dire che è soltanto colpa di Cassie e del bambino.
Ma ti sei mai chiesta perchè sono arrivato a quel punto?-le domandò serio.
-Non credo ci voglia un genio per capirlo!-commentò lei.
Ron si lasciò andare ad un suono ironico,prima di allontanare lo sguardo dal suo viso.
-Sei così intelligente Herm,ma quando vuoi sai essere veramente idiota!-
Lei restò in silenzio,non sapendo come rispondere a quell'ultima frase:che risposta si aspettava Ron da lei?
-Certo non è stato il sesso a spingermi verso di Cassie,anche se anche quello cominciava a scarseggiare nel nostro matrimonio...
Riuscivamo a malapena a parlarci senza gridare,figuriamoci fare l'amore!-
-Ron...-
-Hermione non ti ha mai dato fastidio sapere ogni singola cosa su di me,anche quella più inutile?
Non c'è mai stato un'attimo durante gli anni che abbiamo passato insieme in cui hai pensato "Cazzo vorrei qualcuno a cui raccontare questa cosa!", senza che l'altro l'avesse vissuto con te, fosse stato con te presente ogni singolo istante di quel momento...-fece poi lui con voce seria,senza guardarla.
Hermione restò in silenzio,lo sguardo fisso sulla scrivania,riflettendo sulle parole che lui aveva appena detto.
-E' questo che ha dato inizio a tutto:lo sguardo curioso e attento negli occhi di Cassie ogni volta che parlavo del passato.
C'era una luce nei suoi occhi che in te non ho mai visto-le confessò.
-Beh,chiedo scusa!Cercherò di rimediare la prossima volta-ribattè sarcastica la donna.
Ron si lasciò scappare un suono sarcastico e scosse la testa.
-Non è per fare delle stupide gare che te l'ho detto!
E' naturale che tu non avessi quello sguardo...tu eri sempre accanto a me!Sapevi ogni cosa di quello che stavo vivendo,come potevi provare interesse?-le spiegò,sperando di non essere frainteso di nuovo.
Hermione alzò lo sguardo sul volto di Ron e i loro sguardi si fissarono per qualche istante,prima che i suoi occhi ambrati tornassero a posarsi sul tavolo della scrivania.
Perchè qualcosa che per lei era naturale,piacevole e quasi indispensabile,per Ron diventava un problema?
-Perchè non me lo hai mai detto?-gli domandò senza nessun'inflessione nella voce.
Ron alzò le spalle.
-A che sarebbe servito?Negli ultimi anni ho provato talmente tante volte a parlarti,come facevamo quando eravamo appena sposati,ma eri sempre troppo occupata con il lavoro i ragazzi...-
-Ero impegnata a mandare avanti la nostra famiglia!Ho passato gli ultimi anni a combattere contro Rose e la sua assurda passione per la tintura per capelli rosa e cercando di convincere Hugo ad essere meno introverso a cercare di farsi più amici...
E' solo grazie a me se tua figlia non fa voltare la gente per la strada o se Hugo sembra essersi inserito nel club dei Duellanti-gli rinfacciò.
Ron la fissò in silenzio qualche istante,poi sospirò quasi sconsolato.
-Lo stai facendo di nuovo-
Hermione lo fissò senza capire,mentre lui si sfiorava la punta del naso con due dita per poi voltarle le spalle.
-Di che stai parlando?Cosa sto facendo che...-
-Mi stai escludendo di nuovo!
Ancora una volta!-esplose alzando la voce,voltando il viso verso di lei.
Lei restò interdetta per qualche istante le labbra leggermente dischiuse,poi scosse la testa.
-Assolutamente no!-
Ron scosse la testa,ora visibilmente arrabbiato e ferito.
-Spiegami una cosa:quand'è che hai deciso di tirarmi fuori da questo matrimonio?
Di mettermi da parte?
Sono più di due anni che tu prendi qualsiasi decisione,che riguardi i nostri figli o noi due,senza neanche consultarmi,senza prima aver parlato con me!
Mi hai messo in un'angolo e mi tratti come se fossi uno dei nostri figli...Non mi lasci neanche diritto di replica-
Lei scosse la testa,cercando di difendersi da quelle accuse.
-Come puoi dire un tale cumulo di bugie e guardarmi ancora negli occhi?-gli domandò.
-Perchè la verità.
Quand'è stata l'ultima volta che sentendo qualcosa di interessante o divertente hai pensato "Devo raccontarlo a Ron"?L'ultima volta che hai provato qualcosa diverso dal fastidio e dall'indisposizione verso di me..
Ogni volta che incontravo il tuo sguardo sembrava quasi che provassi disgusto per me,che ti chiedessi che ci facevo al tuo fianco!
Quindi che tu voglia ammetterlo o no,è anche colpa tua quello che sta succedendo adesso!-
Tornò a voltarsi e si avviò verso la porta dell'ufficio.
-Certo,vattene!E' quello che sai fare meglio,no?
E' l'unica cosa che ti è sempre riuscita al meglio!-lo offese Hermione cercando di riprendersi da quel fiume di parole che lui le aveva appena gettato addosso.
Ron non si voltò,forse preferendo evitare un'altra lite,e uscì dall'ufficio lasciandola così da sola a riflettere sui pensieri che le sue parole avevano inevitabilmente provocato.

 

-Sei occupato?-
George alzò lo sguardo dal libro che aveva fra le mani e lo fissò sullo specchio della porta,dove poggiato ad uno stipite c'era il suo primogenito.
Terribilmente preoccupato per qualcosa...Lo si capiva al primo sguardo.
Mise un dito fra le pagine e scosse la testa facendogli cenno con la mano di farsi avanti.
-Hai bisogno di qualcosa?-gli domandò seguendo i suoi movimenti nella stanza fino ad una poltrona a poca distanza da lui.
Fred storse la bocca,ancora evidentemente indeciso se parlare o meno,poi annuì.
-Ho bisogno del consiglio di un'esperto-
George accavallò le gambe e sorrise,leggermente divertito da quella definizione.
-Non farti sentire da tuo zio Percy,altrimenti non la smetterà più di lamentarsi!
Comunque,tanto per sapere,in cosa sarei un'esperto?-s'informò allungando un braccio sulla spalliera del divano.
Fred restò in silenzio e allontanò lo sguardo dal viso del padre,assumendo un'atteggiamento timido poco conforme al suo carattere.
-Aspetta aspetta...Forse ho capito di che si tratta!
Stiamo parlando di ragazze,vero?-tentò George sorpreso.
Suo malgrado il ragazzo annuì.
Ma che c'era nell'aria di quella città che aveva così tanto effetto sui suoi figli?
Andando avanti di quel passo,da un momento all'altro Edward sarebbe comparso davanti a lui e gli avrebbe annunciato il suo matrimonio!
Annuì lentamente e tornò a fissare il figlio.
-Ok,va bene...Raccontami un pò-gli disse con quella che secondo lui era una voce "professionale".
Fred iniziò a far scrocchiare le dita della mano sinistra e rialzò lo sguardo sul suo volto,prendendo poi un respiro profondo prima di parlare.
-C'è una ragazza che forse mi piace-disse Fred senza sbilanciarsi troppo.
George si limitò ad annuire,come aveva visto fare tante volte nei film e aspettò che lui continuasse.
-E' molto carina...-aggiunse.
-Che altro?-domandò il padre.
-Simpatica,ogni volta che sto con lei dimentico quello che sta succedendo qui...Riesce sempre a farmi ridere-confessò con un sorriso accennato.
Perchè quel discorso gli era tanto familiare?
-Questo è importante,deve esserci qualcosa oltre la bellezza,altrimenti sai che noia!-
Fred scosse la testa.
-Tu le piaci?-domandò curioso George.
Fred era un bel ragazzo,un perfetto insieme delle sue qualità e di quelle di Luna: i suoi capelli e gli occhi di Luna che sembravano ipnotizzarti ogni volta che incontravano il tuo sguardo;il suo carattere estroverso e la sorprendente leggerezza della madre che lo rendeva capace di nascondere gli argomenti più seri dietro ad una battuta scherzosa.
Era gioviale e simpatico,forse meno idiota di come era stato suo padre alla sua età,ma George era convinto che quello fosse solo merito di Luna.
-Non ne sono tanto sicuro-rispose alzando le spalle.
George corrugò la fronte e cambiò posizione,posando entrambi i piedi per terra e appoggiando i gomiti sulle ginocchia sporgendosi verso di lui.
-Cioè?Non ti sei ancora fatto avanti?-tentò.
Fred scosse la testa.
-Il fatto è che io non pensavo a lei in quel senso...era un'amica.
Poi un paio di settimane fa ci siamo incontrati al cinema e abbiamo visto un film insieme,poi quando l'ho riaccompagnata a a casa lei mpfh-disse abbassando la voce sulle ultime parole fino a farle diventare un mugugno incomprensibile.
Il padre gli si fece più sotto e mise una mano vicino all'orecchio per sentire meglio.
-Non ho capito bene-
Fred incontrò qualche secondo lo sguardo del padre prima di portarlo di nuovo sulle proprie mani.
-Lei mi ha mbrg...-disse tagliando sempre le ultime parole,come se fosse una specie di autocensura.
George sospirò e rialzò la schiena:credeva di aver capito cosa era successo,ma voleva che fosse Fred a dirglielo.
-Figliolo se vuoi il mio aiuto devi...-
-Mi ha baciato,va bene?-disse Fred interrompendolo.
L'uomo sorrise,in un misto di divertimento ed orgoglio,e annuì.
-Sono contento per te.
E' stato un bel bacio?-gli domandò tornando a posare la schiena contro i cuscini.
-Ma che razza di domande mi fai?-ribattè il ragazzo.
George rise leggermente e annuì.
-Va bene,se non ti va non dirmelo.
E' per questo che sei in crisi?Lei ti ha baciato e tu non te lo aspettavi?-gli chiese.
Fred scosse la testa.
-No...Quel bacio...Quel bacio mi è piaciuto.
Però lei è scappata via senza spiegarmi,senza parlarmi...-
George restò in silenzio e guardando suo figlio si accorse di sentirsi sollevato di aver superato quella fase della vita.
Tutte quelle ore passate a chiedersi cosa pensassero le ragazze,come interpretare ogni loro gesto,a domandarsi perchè avessero reagito in maniera così inaspettata ad una sua frase...
Non provava il minimo rimpianto per quel periodo della sua vita.
-Hai provato a parlare con lei?-gli chiese serio.
Fred annuì.
-Ero andato a casa sua,pensa che le avevo comprato anche una rosa...
Però quando sono arrivato di fronte casa sua,l'ho vista tornare da scuola con un altro ragazzo- gli raccontò.
-Oh...-si limitò a commentare il padre.
Fred annuì e alzò per una frazione di secondo lo sguardo su di lui.
-Hai provato a parlare con lei?Magari hai frainteso-tentò.
-Non è possibile fraintendere quando sei a pochi metri di distanza-ribattè il ragazzo.
-Credimi figliolo alle volte ci si confonde anche stando uno di fronte all'altro-
Però c'era una cosa che non capiva.
-Che posso fare per te?-gli ripetè,questa volta sinceramente curioso.
Perchè gli aveva raccontato quella storia?
Voleva che andasse lancia in resta a sfidare a duello il rivale?
No,quello semmai lo avrebbe dovuto fare Fred.
-Beh,avevo bisogno della tua esperienza in fatto di relazioni complicate-gli spiegò il figlio tranquillamente.
George spalancò leggermente gli occhi e finalmente capì perchè aveva avuto quella sensazione di famigliarità durante il racconto di Fred.
-Tu intendi per via del mio rapporto con tua madre?-gli domandò per sicurezza.
Fred annuì.
-Tu hai strappato la mamma dall'altare quando stava per sposare un altro uomo,quindi sai cosa bisogna fare in questi casi-gli disse.
-Ma io veramente...-
-Lui si è limitato a fare un discorso convincente...-disse una voce dalla porta.
I due uomini si voltarono verso l'ingresso della stanza e George sorrise vedendo Luna,nella stessa posizione in cui poco prima aveva visto suo figlio.
-Sono io quella che lo ha scelto,correndo anche un rischio non indifferente,aggiungerei.
Saresti dovuto venire da me a chiedere consiglio-scherzò la donna avvicinandosi al divano.
Le sue condizioni nell'ultimo mese erano fortunatamente migliorate:sembrava una persona a sè stante dal piccolo fagotto che non sopportava la luce e non riusciva a camminare per più di un quarto d'ora senza avere giramenti di testa o la nausea.
Il sonno era tornato quasi quello di un tempo ed i capelli avevano iniziato a ricrescere,mentre la pelle stava iniziando a perdere quel colore grigiastro che aveva assunto durante la chemioterapia.
-Già,su questo ha ragione lei-convenne George.
La sentì sedersi sul divano accanto a sè e l'attimo dopo le posò un braccio sulle spalle, come se volesse essere sicuro che lei restasse lì con lui.
-Che è successo?-domandò guardando ora uno ora l'altro.
-Fred è interessato ad una ragazza che prima lo bacia e poi sembra interessarsi ad un altro-gli spiegò velocemente.
-Papà!-lo rimproverò il ragazzo.
-Fred lo avrebbe saputo comunque...Credo che abbia delle spie per casa,perchè riesce a capire tutto prima degli altri-
Luna sorrise.
-Sono una strega,no?-gli ricordò lei dandogli un leggero pugno sul ginocchio più vicino a sè.
George sorrise e tornò a guardare il figlio che li osservava quasi cercasse di capire il mistero nascosto dietro la loro unione.
-Tua madre ha ragione,è stata lei a scegliere me dopo un sorprendente e fantastico discorso che avrebbe convinto chiunque a gettare tutto al vento per scappare con me,però una cosa a mio favore devo dirla.
Io non mi sono mai arreso-disse guardando Fred.
George si voltò per un'istante verso Luna,ma lei alzò le spalle,non avendo nulla da recriminare a quello che lui aveva appena detto.
-Anche quando la situazione sembrava disperata,e credimi ci sono stati vari momenti in cui ho pensato che non sarei più riuscito a rimettere a posto le cose,chiunque avrebbe pensato che non valeva più la pena stare male e affannarsi tanto per qualcosa.
Ma ho continuato per la mia strada.
E credo che sia quello che devi fare tu se veramente tieni a questa ragazza.
Devi dimostrarle che tu sei migliore di quest'altro ragazzo-gli disse serio,ricordando ciò che Ron gli aveva detto una volta per aiutarlo a superare i suoi momenti di dolore.
Fred lo fissò qualche istante,in silenzio,poi George e Luna lo videro annuire.
-Grazie-disse semplicemente.
George gli sorrise e fece un piccolo cenno con la testa.
-Quando vuoi-scherzò.
Il ragazzo si alzò e uscì dalla stanza,lasciandoli soli.
George tirò un sospiro e si passò una mano sui capelli ancora troppo corti,felice che il suo inferno privato fosse stato d'aiuto per Fred.
-Hai ragione-disse Luna portandolo a voltare la testa verso di lei.
Fissò il suo volto e aspettò che lei parlasse di nuovo,accarezzandole le dita della mano sinistra con la sua.
-Non ti sei mai arreso,neanche dopo che ti ho rispedito il ciondolo-
George accennò un sorriso e alzò le spalle.
-Quello è stato il momento in cui ho creduto davvero che fosse finita,che avessi deciso di arrenderti all'evidenza delle cose-gli confidò lei sincera.
Lui abbassò leggermente la testa,mentre quasi istantaneo il ricordo di quel lontano compleanno ritornava alla memoria.
-No,cioè,il fatto che mi avessi rispedito il ciondolo mi aveva messo il morale a terra,ma poi Ron mi ha fatto fatto capire che non dovevo arrendermi e...-disse lasciando la frase a metà.
Luna sorrise e posò la testa sulla sua spalla,allungando un braccio attorno ai fianchi del marito.
-Però devo confessarti che alla fine non ce l'ho fatta: mi sono arreso-le confessò per la prima volta dopo anni.
Luna sorpresa alzò la testa sul suo petto fino ad incontrare il suo sguardo.
-Il giorno della vostra festa pre-matrimoniale,quando mancava veramente poco al tuo matrimonio,ho realizzato che era finita,che non c'era più niente che potessi fare per convincerti a lasciarlo.
Così ho deciso di festeggiare a modo mio e sono entrato in un pub che non erano neanche le undici di mattina...C'erano ancora gran parte delle sedie sui tavolini-ricordò.
Sentiva su di sè lo sguardo di sua moglie e cercò di sorridere per esorcizzare quei fantasmi.
-Alle tre Ron si è seduto sullo sgabello accanto al mio,pronto come al solito a riportarmi a casa, ma nella mia mente bacata ero deciso a brindare tutto il giorno,a festeggiare la mia "ritrovata libertà"...-
-Poi che è successo?-chiese lei a bassa voce.
George le accarezzò le spalle e sorrise amaramente,portando finalmente lo sguardo su di lei.
-Si è accorto della catenina che stringevo in un pugno e si è ricordato di averla vista già da qualche altra parte,poi io ho cominciato a raccontare di noi...e il resto lo sai-disse tagliando corto.
Nella stanza cadde il silenzio mentre i loro sguardi restavano uniti,raccontando più delle parole.
Finchè Luna non si sporse verso il marito e avvicinò le labbra alle sue,posandogli una mano sulla guancia destra.
-Grazie per creduto in noi un'ultima volta-gli disse in quella distanza ravvicinata.
E lo baciò.
Una mano sulla schiena,George l'avvicinò al suo corpo e rispose al bacio con dolcezza, allontanando così tutti i brutti ricordi.

 


La valigia era accanto a lei,pronta,in attesa del suo padrone.
Era strano come tutto fosse cambiato in pochi mesi,ma forse quella situazione era temporanea e presto lui avrebbe riportato le sue cose al loro posto,arrivando a sentirsi padrone effettivo di quell'appartamento insieme a lei.
Ma bisognava considerare anche l'altra opzione:non sempre un bambino creava una famiglia...
Sentì il rumore della porta d'ingresso e alzò lo sguardo sulla porta del salotto.
-Cassie!-
-In salotto!-rispose.
Lo immaginò togliersi il cappotto e la giacca,lasciare la ventiquattro ore all'ingresso e i suoi passi nel corridoio le annunciarono il suo arrivo.
-Tesoro non puoi capire che giorna...-
La sua voce si smorzò quando Ron apparve sulla porta;Cassie notò i suoi occhi fissi sulla valigia accanto a lei che si alzarono fino al suo volto.
-Che succede?-domandò.
Cassie si alzò dalla poltrona,lottando con il pancione di cinque mesi e ricambiò lo sguardo.
-Ti ho preparato la valigia-gli spiegò.
Ron aggrottò la fronte,sorpreso e confuso.
-Cosa?Perchè...-ribattè.
-Forse abbiamo affrettato troppo le cose-lo interruppe.
Ron fece un passo verso di lei e la fissò senza capire.
-Perchè dici così?
Non mi ami più?-le domandò lui con voce quasi infantile.
Cassie scosse la testa,in silenzio.
-Allora c'è un altro?-domandò ancora andando per tentativi.
-Non essere sciocco Ron!Chi vuoi che si interessi di una donna incinta?-gli fece notare lei voltandosi verso la finestra per chiudere le tende.
-Allora perchè,improvvisamente...-
-Perchè tu sei ancora innamorato di tua moglie!-esclamò lei tornando a voltarsi e a guardare il suo volto.
Ron si ammutolì,limitandosi a ricambiare il suo sguardo.
-E' questo che pensi?-le chiese.
Cassie odiava quel suo atteggiamento:quel non esporsi mai in prima persona,lasciando che gli altri arrivassero alle conclusioni giuste!
-Forse...Non so come la penso veramente.
So solo che da quando sei tornato,dopo che i tuoi figli sono tornati ad Hogwarts,sembri un'altra persona,come se ti fossi accorto del grande sbaglio che hai commesso....-gli disse parlandogli di quello che per settimane l'aveva rosa.
Ron scosse la testa.
-No,ti giuro che non è così!-le disse facendo un passo verso di lei.
-Allora ha a che fare con Nick del dipartimento di Rune Antiche e del fatto che esce con tua moglie?
E' per quello che sei così diverso?-gli fece notare lei seria.
Era impossibile non accorgersi come quel cambiamento inaspettato nella vita di Hermione desse fastidio a Ron.
-E' la madre dei miei figli...E' normale che mi preoccupi per lei e per chi frequenta la mia casa-fece lui.
Cassie si lasciò scappare un sorriso tenero di fronte a quel tentativo,poi abbassò lo sguardo sulla valigia al suo fianco.
-Credo di aver messo in valigia tutto quello di cui hai bisogno,le cose che usi sempre...-disse in tono quasi professionale.
-Cassie aspetta...-
-Se poi hai bisogno di qualcos' altro puoi venire qui quando vuoi a prenderlo-continuò lei.
-Quindi per un'assurda illazione tu mi stai lasciando?-le domandò Ron incredulo.
Cassie sospirò e scosse la testa,calma.
-No,non è per quello.
Lo faccio perchè credo che tu abbia bisogno di un pò di tempo per riflettere su ciò che vuoi veramente:se capirai di essere innamorato di me e di voler stare con me,ti accoglierò a braccia aperte...-gli spiegò.
-E se capissi di essere ancora innamorato di Hermione?-le chiese Ron guardandola in volto.
Quella domanda,in qualche modo,le fece presagire cosa sarebbe successo e la ferì:perchè non le aveva detto che non aveva bisogno di tempo,che era sicuro di amare lei?
Cercò di nasconderlo dietro un'alzata di spalle e un sospiro.
-Allora dovrai cercare di rimettere insieme la tua famiglia-
Ron la guardò e,in quel momento,Cassie avrebbe venduto la sua anima per sapere che cosa stava pensando!
-E il nostro bambino?-
-Non si può costruire una famiglia infelice attorno ad un bambino-gli disse convinta.
Ron annuì.
-Forse hai ragione tu...Magari questo periodo di separazione ci farà bene-le disse avvicinandosi a lei.
Cassie annuì e si lasciò prendere fra le braccia in quello che sembrava tanto un'ultimo abbraccio.

 

"Ne riparliamo questa sera"
Questo era quello che le aveva detto prima di uscire di casa quella mattina,arrabbiato per quel mazzo di rose rosse.
Che sarebbe successo ora che l'avrebbe vista rientrare con un'altro bouquet?
Questa volta erano diciotto rose gialle,proprio del colore della gelosia,accompagnate dallo stesso biglietto anonimo.
Chi mai poteva avergliele mandate?
Era una donna sposata!Lo sapevano tutti!
Era talmente tanto tempo che non si trovava a far fronte a certe cose che ormai aveva dimenticato come far scemare l'interesse di un altro uomo.
Tirò fuori dalla borsa la chiave di casa e la infilò nella toppa,sollevata che quella sera Hermione avrebbe dormito dalla sua amica Stacy:almeno avrebbe evitato di essere testimone di quella che si prospettava una lite con i fiocchi,come poche ne avevano avute nella loro vita insieme.
Fece un respiro profondo e aprì la porta,bilanciando i vari pesi fra le due braccia.
La casa era avvolta nel buio,ma il soprabito e la valigetta di Harry erano vicino l'attaccapanni ed  uno spiraglio di luce arrivava dal salotto:forse Harry stava guardando la televisione in sua attesa.
Si tolse il cappotto e posò i fiori sui primi gradini della scala:meglio parlarne prima con lui e poi mostrarglieli,altrimenti la reazione sarebbe stata peggiore.
Slacciando i primi bottoni della giacca del completo,si avviò verso il salotto e aprì la porta, accorgendosi subito di qualcosa di diverso:profumo di vaniglia.
C'era un ricordo che le tornava sempre in mente ogni volta che sentiva quel profumo...un ricordo che ogni volta la faceva arrossire.
Aprì la porta e all'istante spalancò la bocca quando il suo sguardo si posò su due cestini di vimini con tanto di manico per il trasporto,pieni di rose rosse.
Si guardò attorno e individuò due candele ai lati dello scaffale sopra il camino acceso,che riempivano la stanza con il loro odore.
Cercò nella stanza l'artefice di quella sorpresa,ma non lo trovò da nessuna parte.
Poi sentì due mani posarsi delicate sui suoi fianchi e il suo viso avvicinarsi all'orecchio sinistro.
-Piaciute le rose gialle?-le domandò a bassa voce come se avesse paura di farsi sentire da qualcuno.
Ginny spalancò gli occhi e si voltò sotto le sue mani,incontrando i suoi occhi leggermente divertiti.
-Sei stato tu!-esclamò.
Harry rise e alzò le spalle,ammettendo le sue colpe.
-Brutto...E io che ho passato tutto il giorno a chiedermi chi accidenti potesse essere!-lo rimproverò dandogli dei piccoli schiaffi sul torace.
-E hai fatto anche la parte dell'offeso!-ricordò lei fissando i suoi occhi.
-Non sarebbe stata una sorpresa se non mi fossi arrabbiato!-le spiegò.
Ginny sbuffò e gli voltò di nuovo le spalle,offesa.
Harry sorrise e abbassò il viso portando di nuovo le labbra vicino all'orecchio di lei.
-Non vuoi sapere perchè l'ho fatto?-le domandò stringendo le braccia attorno ai fianchi di Ginny e attirandola a sè.
Lei bofonchiò,decisa a non perdere il punto.
-Lo prendo per un sì.
Allora...Vediamo se ti ricordi cos'è successo qui diciotto anni fa-le disse facendola voltare con il viso verso la porta.
Ginny aggrottò la fronte,in silenzio,iniziando a scavare nella memoria.
-Un piccolo aiuto?-
Lei annuì.
-Vediamo...Io stavo lì-disse facendola voltare verso il tavolo dove riunivano tutta la famiglia Weasley quando veniva in visita-c'era tanta gente,la musica,e io avevo un bicchiere in mano...-
Lei sorrise quando capì a cosa si riferiva.
-Hai fatto una faccia quando mi hai visto entrare:sembrava avessi visto un fantasma!-ricordò sorridendo.
Lui rise e le diede un bacio sulla testa.
-Quasi!Dopo tre anni di lontananza,quando ti ho visto sulla porta ho pensato che fossi un sogno, una specie di proiezione dell'inconscio-le confidò.
Una mano di Ginny iniziò ad accarezzare il braccio destro del marito,poggiando la testa all'indietro conto la sua spalla.
-Hai architettato tutto per ricordare il nostro secondo primo incontro?-gli domandò guardando i due cestini di rose.
Lui la fece voltare fra le sue braccia e i loro sguardi si incontrarono.
-Quando quella sera sei apparsa da quella porta,diciotto anni fa,hai completamente cambiato la mia vita.
Lo sai che ormai ero rassegnato ad una vita solitaria con Teddy,poi invece sei arrivata tu e mi... mi hai fatto capire cosa avrei rischiato se ti avessi perso di nuovo-le disse.
Ginny sorrise imbarazzata.
-Forse non è ancora abbastanza,ma volevo ringraziarti per questi anni...Per i ragazzi,per come mi sopporti e mi ami nonostante tutto...Per essere ricomparsa all'improvviso su quella porta-disse sorridendo timido.
Leggermente commossa,Ginny si alzò in punta di piedi e avvicinò il viso a quello di Harry,cingendogli il collo con entrambe le braccia,e posando le labbra sulle sue,lasciando vagare la sua mente alla casa solo per loro due,per la prima volta da mesi,e alla notte,che come un manto,nascondeva e proteggeva gli amanti.

 

SAlve a tutti!!!

Capitolo,come annunciato,dedicato ai seniors...tante novità soprattutto per quanto riguarda la situazione fra Cassie-Ron-Hermione.Ad essere sincera ancora nn ho capito bene come finirà qst triangolo,credo che avrò un'idea + precisa leggendo i vostri commenti e andando avanti con la storia;di sicuro so cosa succederà nel prox capitolo dedicato ai senior e vi garantisco che resterete a bocca aperta!

Nel dialogo fra George e Luna si fa riferimento alla loro storia,di cui si parla + dettagliatamente nella fiction dedicata a loro,ma se avete qualche domanda,sarò lieta di rispondere!

Si avvicinano le vacanze di Natale quindi i nostri junior stanno per tornare a casa,ma c'è ancora un altro capitolo,pieno di novità,prima che questo succeda(specialmente per gli amanti di Jim/Rose e di Rebecca/Ronald).

Il titolo che da il titolo al capitolo e tratta da una canzone omonima dei The Cure(molto importante x Harry e Ginny) e la frase all'inizio è presa da "Take a bow" di Madonna.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e battitura.

E ora i ringraziamenti:Elly(Concordo!Perchè ha dovuto ucciderlo?Non commettere l'errore di pensare ad Albus come un povero ragazzo smarrito fra le spire sexy di Scorpius,anche lui saprà dargli del filo da torcere e lo dimostrerà presto...Sarebbe stato scontato mostrare una Rose indecisa e piena di dubbi,quasi un ritratto della madre da giovane,xkè invece non farne una donna decisa disposta a tutto pur di avere l'uomo che ama?),Trilli_Call(Riferisco ad Al e Scorpius il tuo suggerimento...Magari ti prendono in parola!),WingsHP(La famiglia continua ad allargarsi!!!Finalmente arriveremo ad una soluzione nel triangolo fra Rose/James/Haley,più si va avanti + si rischia di far del male a qualcuno!Alice nn saprà del tradimento di Luke x un bel pò,ma comincerà a capire qualcosa presto...Gli uomini nn sono capaci di nascondere a lungo i loro sensi di colpa),Rossy13(Grazie x i complimenti!Non si può sempre dare la colpa alla lontanza perchè x me è una scusa bella e buona!Se si ama veramente una persona nn ci si comporta come Luke,lontananza o meno),IRE'89(Per il momento Teddy con il suo discorso ha solo confuso le idee a James,come se ce ne fosse bisogno!Hai assolutamente ragione:Herm al suo posto si è tormentata per anni x il suo amore x Ron prima di decidersi all'ultimo momento, Rose invece sa che può essere felice solo con James e nn è disposta a rinunciare a lui...Scusa nn ho messo lo spoiler lo scorso capitolo,ma ero ancora indecisa se mettere un altro capitolo sui junior o uno sui senior.L'avevo detto io che il Cappello non aveva sbagliato a mettere Lucas fra i Serpeverde!)Missjude(Che mi dici del pezzo sul tuo amore George?Ti è piaciuto?Grazie x i complimenti!Vedrai Scorpius ti stupirà,anzi credo sia quello che vi soprenderà di + in qst fiction insieme a Luke...)Gioia_in_blu(Avevamo perso Teddy dopo il primo capitolo ed era ora di ritrovarlo,anke se solo x un breve istanteHai ragione,Scorpius fa parte del destino di Al, anche se nessuno dei due lo ha capito fino in fondo),Germana(Risposta doppia x doppia recensione;cominciamo da Draco/Hermione:sn tr contenta che riesci ancora a leggerla! Per il momento siamo nel pieno del ciclone,visto che Herm ce l'ha con il mondo intero,ma poi qualcosa cambierà;anche io adoro Ginny e Blaise e vedrai che andando avanti li adorerai sempre di +!;ora passiamo a qst fiction:era anche ora che succedessa qlcs fra Jim e Rose! Voglio proprio vedere i "nonni" Potter all'azione con il piccolo Lupin...),Tonks'17(Ron/Rebecca: secondo me è venuto il momento di farli diventare sexy,non trovi?James/Rose: Dopo un pò l'indecisione nn è + possibile,a meno a mio pare e bisogna prendere una decisione, positiva o negativa che sia!Per te stesso e anche per le persone che sono coinvolte con te...E poi non credo che l'abbia tanto costretto,sai?Forse aspettava solo una piccola spinta in + x buttarsi,chi lo sà!Daniel/Lily:Sono d'accordo con te!Se ci pensi è proprio per via della loro storia passata che forse non avrebbero dovuto restare insieme tanto tempo...Scorpius/ Albus:Lily è avvantaggiata rispetto ai fratelli xkè Al continua a confidarsi con lei e a raccontarle cosa succede,sempre dentro certi alcuni limiti...Più che un pervertito io direi che è in qll fase di una relazione in cui non riesci a togliere le mani di dosso all'altro...Beato Al! Alice/Luke:su una cosa hai ragione,ma nn posso dirti ancora quale...)

Bene,come al solito vi lascio un piccolo spoiler(vediamo se indovinate...)

Era lì a pochi metri dal letto,in silenzio,lo sguardo che ricambiava il suo.

-Che ci fai qui?-

Il silenzio durò ancora qualche istante nella stanza,interrotto soltanto dal rumore delle lancette nella sveglia.

-Fa l'amore con me-

 

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"I want you,I want you so bad"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** I want you sexy thing ***


i want you

 

"Guarda questi occhi miei, ti bruciano
senti queste mani mie, ti incendiano.
Giuro che ti mangerei
a morsi ti divorerei,
con molto gusto, amore
giuro che ti abbraccerò
di baci ti soffocherò
per farti mio..."

 

Stava camminando per il corridoio del terzo piano quando lo vide venirle incontro.
Istantaneo un sorriso apparve sul suo viso,anche se non fu certa che lui riuscisse a vederlo visto che gran parte del suo volto era nascosto dalla sciarpa grigia.
Ogni volta che lo vedeva camminare con i suoi amici,o lo osservava volteggiare sulla sua scopa si chiedeva come fosse possibile che una persona tanto attraente fosse il suo ragazzo.
L'attimo dopo che si era saputo della loro relazione le sue amiche avevano iniziato una specie di assedio permanente alla ricerca di dettagli,di gossip,di particolari su di lui,neanche fossero una schiera di groupie con il loro cantante preferito!
Era riuscita a liberarsi dalla loro presenza fastidiosa soltanto dopo aver dato loro qualche piccolo accenno insignificante su di lui.
Ma gran parte di loro sembravano non perderli di vista neanche un'istante quando erano insieme, morbosamente interessate al loro rapporto...Le faceva uno strano effetto sentire su di sè l'invidia di quasi tutte le ragazze del suo stesso anno a Grifondoro,Tassorosso e Corvonero.
Sospettava che ci fosse qualche sostenitrice di Daniel anche a Serpeverde,ma non avrebbe rischiato a mettere la mano sul fuoco.
I loro occhi si incontrarono e si accorse subito della scintilla di sollievo che apparve nello sguardo del suo ragazzo.
Doveva esserci qualche brutta notizia...
Si fermò nel mezzo del corridoio e aspettò che lui la raggiungesse.
-Ciao straniero!-lo salutò accogliendolo con un sorriso.
Daniel sogghignò e avvicinò il viso al suo per darle un bacio veloce.
-Dove stai andando?-le domandò mettendole una mano sul braccio sinistro e guidandola verso la parte più esterna del corridoio per non essere disturbati dagli altri studenti.
-Pensavo di andare in biblioteca:devo fare una ricerca per il professor Malfoy-rispose lei alzando leggermente la testa per incontrare i suoi occhi.
-Ti va un pò di compagnia?-si offrì appoggiando una spalla contro il muro di pietra.
Lily sorrise e,suo malgrado,scosse la testa.
-Grazie,ma no!Sembra che da quando ci sei tu nei paraggi non riesco più a studiare come si deve-lo rimproverò bonaria.
Daniel rise leggermente.
-Prometto che questa volta farò il bravo...Sarò il tuo schiavetto:tu mi dirai cosa ti serve e io andrò in giro per gli scaffali alla ricerca-tentò di convincerla.
Lily restò in silenzio e lo fissò per qualche istante in viso.
-Da che stai scappando?-gli domandò con voce seria.
Lui sospirò e abbassò la testa,incrociando le braccia sul petto.
-E' successo qualcosa?-chiese ancora lei.
Ci furono ancora alcuni istanti di silenzio,in cui lei decise di lasciargli la decisione se parlargliene o meno,finchè Daniel non rialzò lo sguardo sul suo viso.
-Mio padre è qui-
Gli occhi di Lily si spalancarono all'istante per la sorpresa e le sembrò anche di boccheggiare come un pesce quando dischiuse le labbra senza emettere alcun suono.
-Per qual...Perchè?-riuscì a domandare.
Un altro sospiro,questa volta più forte,uscì dalle labbra di Daniel prima che lui si pizzicasse gli angoli degli occhi con due dita,poggiando poi il gomito destro sul muro di pietra.
-Ha saputo dell'Accademia degli Auror-rispose semplicemente lui.
Lily annuì,fissando l'angolo destro alla fine della sciarpa di Daniel che cadeva sul suo mantello nero.
-Vuol convincerti a rinunciare,non è così?-
Anche senza guardarlo sapeva che stava annuendo.
Possibile che quell'uomo non riuscisse ad essere felice per i traguardi che suo figlio raggiungeva,anche se questi non erano quelli che lui si aspettava?
Lily rialzò lo sguardo sul viso del ragazzo e gli accarezzò un braccio.
-Beh,in fondo sapevamo che sarebbe arrivato questo momento...-gli ricordò.
-Già,ma speravo non così presto-ammise lui.
-Di cosa hai paura?-gli domandò cercando di fargli capire che era capace di ribattere a  qualsiasi obiezione suo padre muovesse.
Daniel alzò le spalle.
-Di non avere quello che voglio?-tentò.
Lily sorrise.
-E quando questo ti ha mai fermato?Voglio dire...Guarda quello che è successo fra di noi:io non potevo vederti neanche in cartolina e ora siamo insieme,tanta era la tua insistenza-
-Che vuoi dire?Che ti ho forzato,per caso?-chiese lui incontrando i suoi occhi.
Lily scosse la testa.
Come gli veniva in mente un'idea simile?
-No,assolutamente!
Volevo solo dire che non sei il tipo che si abbatte alla prima difficoltà-gli spiegò meglio lei.
-Con mio padre è diverso...Lui riesce a farmi dire di sì a tutto,quasi facendomi sentire in colpa per aver pensato a qualcosa di diverso dal Quidditch-
Lily sospirò,quasi spazientita,poi si mise in punta di piedi e prese il viso del ragazzo fra le mani,facendo incontrare i loro sguardi.
-Adesso ascoltami attentamente Daniel Thomas.
E' tuo padre:non hai nessun motivo per essere così insicuro,così pieno di dubbi.
Ti amerebbe anche se fossi il peggior criminale della Terra!
Quindi potresti,per favore,tornare il ragazzo brillante deciso e terribilmente sexy di cui mi sono innamorata?-gli disse parlando con voce chiara.
Daniel la guardò qualche istante,poi un'angolo della sua bocca si incurvò verso l'alto.
-Come hai detto?-
Solo in quel momento,Lily si rese conto di quello che le era appena scappato di bocca e lasciò andare il viso di Daniel cercando di assumere un'espressione innocente.
-Niente...Anzi che tuo padre ti vorrà...-ripetè dosando bene le parole.
-Dopo quello-fece lui scuotendo la testa.
-Che non hai motivo di...-fece ancora lei.
-Dopo ancora-continuò il ragazzo.
Lily sospirò allontanando lo sguardo.
Era in trappola:ormai le parole erano fuori e non c'era altro modo per ritirare quello che aveva detto.
Si grattò la testa e storse la bocca verso sinistra,ancora titubante per qualche istante,poi si decise a rialzare gli occhi sul viso di Daniel.
-Ho detto che sono innamorata di te-ammise.
Il silenzio che seguì fu quasi assordante mentre i loro sguardi sembravano incatenati l'uno all'altro.
Poi Daniel sorrise di nuovo e tornò ad avvicinare il viso al suo,baciandola.
Interdetta,Lily fissò le palpebre chiuse di Daniel per qualche istante prima di rispondere al suo bacio,portando una mano fra i suoi ricci neri e attorcigliandone una ciocca fra le dita.
Le labbra di Daniel si staccarono dalle sue e Lily lo sentì schiarirsi la gola ed ebbe anche l'impressione che la sua lingua scivolasse sul labbro inferiore,ma non ne fu completamente sicura.
-Bene...Almeno non sono il solo ad essere innamorato.
Passo in biblioteca quando mio padre se ne è andato-la salutò.
Dopodichè le voltò le spalle ed iniziò ad incamminarsi verso la parte opposta del corridoio, sicuramente consapevole dello sguardo di Lily su di sè.


C'era molta tensione fra loro.
Era evidente,anzi era quasi palpabile.
Tutto il nervosismo che aveva accumulato per colpa di quella storia lo stava facendo comportare come un primino e non come uno studente al sesto anno.
Mai in tutta la sua carriera scolastica era caduto così in basso...o almeno mai nessuno era riuscito ad incolparlo e a punirlo per qualcosa.
Solo che questa volta era evidente che fosse colpa sua:c'era una classe di studenti ed un professore per testimoniarlo.
Un professore che sembrava sempre pronto e felice di appioppargli punizioni...Sicuramente doveva ringraziare suo padre per quel trattamento!
Sicuramente,però,non era colpa di suo padre il macello che aveva fatto nell'aula di Pozioni durante la lezione di quel pomeriggio:forse non era fra gli studenti migliori,forse non eccelleva in quella materia come sua sorella,ma anche lui riusciva a difendersi dagli attacchi a sorpresa del professor Malfoy.
Solo che questa volta non riusciva proprio a concentrarsi,a ricordarsi le procedure per eseguire l'incantesimo.
La distrazione ovviamente gli era costata cara:ad un certo punto della lezione il suo calderone era quasi imploso spargendo per i muri della stanza tutto il suo contenuto grigiastro.
Parte di quella roba era caduta anche addosso ai suoi compagni,che ora avrebbero preferito essere mangiati vivi da un grifone piuttosto che avere a che fare con lui,e al professore,che aveva tolto trenta punti alla sua Casa e lo aveva costretto a ripulire tutto il laboratorio dopo la lezione.
Impegnato nelle pulizie della stanza,James continuava a darsi del cretino e dell'imbecille per l'ennesimo guaio che aveva creato.
Doveva risolvere quella situazione il prima possibile!
Erano giorni che era distratto e confuso:aveva quasi rischiato di essere colpito da un bolide durante un'allenamento!
-Se ti vedesse tua madre...-
James si voltò verso la porta,da dove era arrivata la voce,e si bloccò.
Lei.
Sempre ed ovunque.
Nonostante avesse cercato di evitarla dopo quello che era successo quella sera in corridoio,non riusciva a starle lontano più di tanto,era più forte di lui.
Lei lo sapeva e sfruttava quella debolezza...
La osservò mentre richiudeva la porta dell'aula dietro di sè per poi fare un paio di passi in avanti, le mani infilate nelle tasche dei jeans:doveva aver finito le lezioni per quel giorno.
-Chi l'avrebbe detto che fossi un tipo da secchio e ramazza-lo prese in giro.
James le voltò le spalle e mise di nuovo lo straccio nel secchio pieno d'acqua.
-Piton non vuole che pulisca usando la magia-le spiegò restando di spalle.
Rose sorrise.
-Beh,questo non vale per me...Gratta e Netta-pronunciò chiaramente.
L'istante dopo la scopa si stava muovendo da sola per la stanza sfuggendo alle mani di James, attaccando le macchie di sbobba grigiastra sul pavimento.
Il ragazzo si voltò,giusto in tempo per vederla infilare la bacchetta in tasca.
-Se perdiamo altri punti,la colpa è tua-le disse andando a sedersi su un banco.
Rose alzò le spalle e fece un altro paio di passi verso di lui.
-Come mai sei qui?-le domandò cercando di sembrare indifferente.
-Se Maometto non va alla montagna...-disse lasciando sottinteso il resto della frase.
James la fissò,sperando riuscire a mantere l'espressione confusa sul viso.
Lei sorrise e scosse leggermente la testa.
-Certo che quando ti ci metti hai proprio una gran faccia tosta!-commentò.
Suo malgrado,James si lasciò scappare un piccolo sorriso.
Facendo gli ultimi due passi,Rose si fermò davanti a lui,lo sguardo sul suo viso.
-Ok,lo ammetto:ti stavo evitando,almeno un pochino-ammise.
Rose restò in silenzio,continuando a fissarlo.
-Non sapevo cosa pensavi di me visto il modo in cui me ne ero andato quella sera...
Magari mi hai preso per uno di quei bastardi che se ne vanno non appena hanno avuto quello che volevano-
Questa volta lei sorrise divertita.
-Tu non sei così-lo tranquillizzò.
James alzò lo sguardo e incontrò quello di Rose,sentendo subito la reazione familiare che provava quando era con lei:quella sensazione di complicità che rasentava pericolosamente l'intimità...E come poteva essere altrimenti,visto che avevano passato insieme praticamente tutta la loro vita?
-Non ci sto capendo più niente,Rosie-le disse sincero.
Lei sorrise teneramente e alzò una mano per accarezzargli i capelli sconvolti.
-Perchè non possiamo tornare a quando le cose erano chiare fra di noi,a quando non c'era nessun' imbarazzo se ti abbracciavo?-le domandò serio.
-Tu lo vorresti?-chiese Rose,senza allontanare lo sguardo dal suo.
James sospirò e si ritrovò senza una risposta chiara.
-Non lo so-confessò.
-Continui a vedere soltanto il lato negativo di questa cosa...Perchè non provi a pensare a come sarebbe fra di noi se lasciassimo andare avanti questo...questo sentimento?-gli disse confusa.
-E tu come fai a dimenticarti di tutto il resto?La nostra famiglia,i nostri genitori...-
Rose sbuffò sarcastica.
-Beh,visto il modo in cui si stanno comportando i miei credo sia una cosa ereditaria-commentò Rose con lo stesso tono sarcastico.
James restò in silenzio,non sapendo come ribattere a quella frase.
Lei tornò a posare lo sguardo sul suo volto fissandolo qualche istante,poi si lasciò scappare un sospiro prima di scendere dal banco su cui era stata seduta fino a quel momento.
La distanza fra loro era minima,tanto che le bastò sporgersi leggermente con il busto verso James per posare un bacio sulla sua guancia sinistra.
Lui fece saettare gli occhi sul suo volto,così vicino da sembrare quasi deformato,mentre il profumo di Rose lo avvolgeva.
Immobili uno di fronte all'altra,in attesa di un segno,di qualcosa che facesse capire loro cosa era più giusto fare.
I loro visi erano così vicini che le loro gronti si sfioravano,i capelli ricci di Rose si fondevano con i suoi neri,creando un nuovo colore.
James mosse la testa,trovandosi lo sguardo di Rose su di sè e lasciò che i suoi occhi affondassero in quelli di lei.
Una mano si mosse,quasi avesse volontà propria e le toccò i capelli ondulati,mentre la sua mente era ancora confusa su cosa fare.
-Io...-balbettò.
-Cosa?-domandò lei in un sussurro.
Che bisogno avevano di far sapere i loro segreti a quelle pareti,a quegli oggetti?
-Io ho paura di perderti-riuscì a dire James,sentendo le orecchie martellare al ritmo del suo cuore.
Rose sorrise e si sporse di nuovo verso di lui,avvicinando le labbra alle sue per un bacio piccolo.
Un bacio che,James se ne accorse nel momento in cui Rose si allontanò,lui avrebbe voluto approfondire.
-Se dimenticare,far tornare le cose come stavano prima è quello che vuoi veramente,allora lo faremo.
Dimenticheremo quello che c'è stato fra di noi....
Per me è più importante la tua amicizia che il tuo amore-gli disse parlando a bassa voce vicino al suo orecchio sinistro.
James premette le labbra una contro l'altra,cercando di convincere se stesso che il solo motivo per cui aveva la pelle d'oca erano il solletico provocato dal sussurro nelle orecchie e non per la vicinanza estrema di Rose.
Gli occhi di Rose si mossero incontrando i suoi e lui si trovò incapace di parlare.
Vide le sue labbra rosee tendersi in un sorriso tenero e l'istante dopo le sentì posarsi sulla sua guancia sinistra per un'ultimo bacio delicato,come quelli che si erano sempre dati prima che tutto cambiasse fra di loro.
Lentamente si ritirò mettendosi dritta e James vide di nuovo quel sorriso,non riuscendo a capire il significato dietro di esso.
-Ti lascio alla tua punizione.
Ci vediamo dopo a cena-gli disse incamminandosi verso la porta.
James si limitò ad annuire e la osservò uscire dalla porta della stanza e richiudersela alle spalle.
Lasciandolo nella confusione mentale più totale...


-Ho fatto una cazzata-
-Sai che novità-
Nuvole nere temporalesche si stavano addensando sulla volta celeste promettendo una bufera con tanto di fulmini e saette.
Seduto su un piccolo muretto davanti alla finestra nel dormitorio,Scorpius guardava il cielo rammaricandosi di non poter assistere al prossimo temporale.
Di solito quando si avvicinava una tempesta,se ne andava sulla Torre di Astronomia e restava a guardare lo scatenarsi della forza della Natura.
Lo aiutava a ricordarsi che c'era sempre qualcosa su cui non avevano il controllo,che non poteva essere sottomesso alla magia.
Si voltò pigro verso i sei letti che occupavano la camerata e posò lo sguardo sul letto accanto al suo,dove si era appena tuffato Luke.
-Questa è ancora peggio delle altre-commentò il ragazzo.
Scorpius sospirò e lanciò un veloce sguardo all'orologio che aveva al polso:aveva un'appuntamento fra mezz'ora e lui odiava arrivare in ritardo.
-Ce la fai a raccontarmi tutto in venti minuti?-domandò con voce quasi professionale.
Luke lo guardò e,dopo qualche istante di esitazione,annuì.
Deve avere proprio un rospo enorme se non replica neanche,pensò Scorpius voltando le spalle alla finestra e fissando l'amico.
-Che è successo?-
Luke si agitò sul letto,lottando con il mantello e il cuscino,incerto su dove iniziare la sua storia, poi sospirò.
-Ho fatto una cazzata-ripetè sconsolato.
-Sì questo l'abbiamo capito,ora possiamo andare avanti e capire di che si tratta?-disse il biondo quasi seccato.
-Ho tradito Alice-buttò fuori tutto d'un fiato l'altro.
Scorpius restò in silenzio,sorpreso da quella notizia e lo fissò con sguardo incredulo,prima che un sogghigno beffardo si affacciasse sul suo volto.
-E che ne è stato delle dichiarazione d'amore e fedeltà eterne?-domandò non restistendo a punzacchiarlo.
-Vaffanculo Scorpius!Se volevo essere preso in giro andavo da Nott!-lo beccò l'altro.
-Ammetterai che è strano...Anzi no,neanche tanto,io ho sempre sospettato che alla fine avresti ceduto.
Specialmente adesso con questa storia della lontanza...-aggiunse Scorpius terribilmente sincero.
-Che vuoi dire?Che era una relazione destinata a finire?-domandò Luke rizzandosi a sedere.
L'altro scosse la testa.
-Non mi permetterei mai di entrare in questi intricati rapporti sentimentali,lungi da me...
Ma ho sempre pensato che non avresti mai resistito a quest'astinenza forzata:andiamo,sei un uomo!-gli fece notare.
-E con questo?Devo essere un puttaniere per forza?Hai davvero un bel coraggio...-domandò Luke non capendo il significato del discorso dell'amico.
-Luke non prendertela con me adesso!Sei tu quello che è venuto a cercarmi,quello che ha chiesto il mio consiglio,quindi non puoi andare su tutte le furie se quello che senti non ti piace-ribattè Scorpius deciso,quasi tagliente.
Luke si lasciò cadere di nuovo sul letto,gemendo quando la testa toccò il cuscino,poi per qualche minuto restò in silenzio a fissare il soffitto.
-Posso almeno sapere con chi hai tradito Alice?-azzardò dopo un pò Scorpius.
Un suono beffardo uscì dalle labbra del moro.
-Non te lo immagini?-
Scorpius aggrottò le sopracciglia e restò pensoso per qualche secondo,mentre una sempre più viva consapevolezza si affacciava alla sua mente.
-Non ci credo...Non voglio crederci!Dimmi che non lo hai fatto-disse guardando quasi schifato l'amico.
Il silenzio che ricevette in risposta fu quasi un colpo di pistola.
-Blah...Che schifo!-gli scappò.
-Anche tu sei stato con lei-gli ricordò.
-Ed è uno dei miei incubi notturni!Fra tante ragazze che sarebbero state disposte a saltare nel tuo letto ad un tuo gesto,tu sei andato con la Greengrass...-commentò visibilmente schifato.
Come puoi accettare gli scarti di qualcuno?
Specialmente se quei resti erano stati assaggiati da quasi tutti i tuoi compagni di Casa,anche quelli più imbranati?
Era qualcosa di altamente disonorevole!
-Non ci sono andato a letto!
La sai anche tu quella cosa che dice sempre mio padre:se non ci fai sesso non è tradimento-ribattè stizzito Luke.
Involontario,un sospiro uscì dalla bocca perfetta di Scorpius.
-Non sai quanto sei fortunato...Scusa ma allora di che tradimento stiamo parlando?-chiese subito,guardandolo leggermente confuso.
Luke premette le labbra una sull'altra e lo fissò.
-Mano o bocca?-chiese Scorpius pratico.
-Entrambi-
Che idiota!
-Mi vengono i brividi solo a pensarci...-commentò.
La stanza fu illuminata da un fulmine solitario che si riflettè sul volto di Scorpius.
-Che devo fare secondo te?-domandò il moro.
Scorpius distrattamente sbriciò l'ora sull'orologio da polso e si accorse che era ora di andare:si alzò in piedi e si sistemò i pantaloni,spiegando invisibile grinze nella gamba destra.
-Smetterla di comportarti come un puttaniere,se tieni veramente a quella Grifondoro.
Altrimenti lasciala e portati a letto tutte le ragazze che ti pare.
Devo scappare-disse poi avviandosi verso la scala che collegava il dormitorio alla Sala Comune.
-Questo è il miglior consiglio che mi sai dare?-lo sentì urlargli dietro.
Era l'unico possibile.
E poi ora aveva altro a cui pensare....

 

La pioggia battente frustava i vetri illuminando la stanza buia.
Questa,un'aula in disuso,veniva usata dal professor Olin per fare le prove del coro,ma molto spesso gli studenti ci si rifugiavano quando la biblioteca era affolata o quando avevano bisogno di nascondersi da qualcuno che li stava infastidendo.
Avvolta com'era dall'oscurità sembrava essere minacciosa,anche per colpa dei lenzuoli che coprivano le statue e gli oggetti presenti in essa.
Alcuni di questi lenzuoli ora giacevano per terra,dimenticati.
Come dimenticati erano anche i libri aperti su un banco,quello più vicino alla luce,per riuscire a sfruttare la luce del Sole morente fino all'ultimo ed evitare di consumare le varie candele che avevano.
Ma quando il cielo si era coperto di nuvole,l'ultima cosa a cui stavano pensando era lo studio.
Lievi,coperti dal rumore del temporale,gemiti di piacere si diffondevano per tutta la stanza, sfruttando l'intimità che può dare la penombra ed una porta imperturbata.
Seduto con la schiena premuta contro lo schienale della sedia,lui cercava le sue labbra quasi fosse l'unico modo per trovare pace,per respirare.
Dal canto suo,lei era seduta su di lui,una gamba per lato,incurante della gonna corta a piegoline leggermente sollevata sulle cosce e della camicia bianca completamente sbottonata che lasciava in mostra il reggiseno viola scuro.
Una mano del ragazzo passò fra i capelli lisci,scendendo poi sul retro del collo fino a sfiorare il colletto candido,mentre le sue labbra scendevano dal mento sulla gola.
Era sorpresa da come le cose fossero cambiate tanto velocemente,quasi incredula che stesse accadendo davvero.
Lo aveva desiderato tanto...
Aprì gli occhi e posò il mento sui capelli di lui,accarezzandoli.
Sentendo qualcosa di diverso in lei,lui rialzò la testa e incontrò i suoi occhi,fissandola cercando di capire che cosa si agitava in lei.
-Tutto bene?-le domandò allontanandosi da lei e tornando a posare la schiena contro la sedia.
Lei sorrise e annuì decisa.
Abbassò la testa e gli diede un bacio sulle labbra.
-Come potrebbe essere altrimenti?
Sai quante vorrebbero essere al mio posto adesso?-gli disse allacciando entrambe le braccia attorno alle sue spalle.
Lui sorrise leggermente,ovviamente divertito.
-Credo poche-disse infatti.
Lei rise leggermente.
-Devi smetterla di sottovalutare il tuo fascino...Sapessi con quante rivali devo vedermela-fece lei guardando i suoi occhi,che sembravano brillare nella penombra.
Lui alzò le spalle.
-Peccato per loro,allora,perchè io voglio solo te-le disse tornando ad avvicinare la testa alla sua.
Un sorriso compiaciuto incorniciava le sue labbra quando incontrò quelle di lui,lasciando che le sfiorasse con le proprie,le mordicchiasse finchè non riuscì ad insinuarsi nella sua bocca.
Si sollevò leggermente andandogli addosso,schiacciando il seno contro il suo torace,strusciando le cosce su quelle di lui.
La reazione dei loro corpi fu inequivocabile:i suoi capezzoli si tesero contro il tessuto del reggiseno,aiutati anche dal movimento sensuale contro il torace di lui,mentre chiara poco distante dalle sue gambe sentì l'erezione,tendersi contro i pantaloni ed i boxer.
La pelle d'oca le attraversò le braccia,facendola tremare neanche fosse in giardino sotto quella tempesta.
Allontanò di nuovo le labbra dalle sue,ma prima che potesse pensare a cosa fare,sentì una mano afferrare i suoi capelli e tirarla indietro,attento a non farle male.
Aprì gli occhi e cercò quelli di lui,ma vide soltanto i suoi capelli rosso fuoco,li sentì sfiorarle il mento mentre le labbra e la lingua di lui si posavano sul collo,sulla gola,provocandole altri brividi.
-Oh Ronnie...-mormorò,stringendo ancora di più la presa attorno alle sue spalle.
Sentì i baci piccoli di Ronald sfiorarle la pelle del torace fino al solco fra i seni,dove si fermò incerto.
Rebecca restò in attesa,lanciando sguardi furtivi alla testa rossa,cercando di carpire qualcosa del suo volto.
Un'istante e Ronald aveva rialzato il viso,posandolo di nuovo su di lei.
-Sono troppo precipitoso?-le domandò spiazzandola.
Rebecca sentì la mano allontanarsi dai suoi capelli,lo vide ritornare ad una posizione seduta,permettendole di sistemarsi meglio su di lui e restò qualche istante in silenzio,non sapendo come rispondere.
-Che intendi?-domandò.
Ronald si passò una mano fra i capelli sconvolti,cercando di dar loro un senso.
-Ti sto facendo qualche pressione,o magari ti sto mettendo fretta-
Lei sorrise.
-Praticamente sono stata io a saltarti addosso-gli fece notare lei poggiando di nuovo un braccio sulle sue spalle.
-Beh,quello è stato una piacevole sorpresa.
Però Becca se tu volessi aspettare...
In fondo si tratta della tua prima volta-aggiunse cauto.
Rebecca sorrise teneramente e si avvicinò per dargli un bacio,che lui non approfondì.
-Tu che ne sai?Magari ho tutto quello che voglio-tentò spostando le labbra sul mento e mordicchiandolo.
-Beh,non credo sia in cima alla classifica dei sogni romantici delle ragazza fare l'amore per la prima volta in un'aula polverosa su una sedia-ribattè lui cercando di controllarsi.
Doveva ammettere che più volte era riuscita a metterlo in difficoltà:se non fosse stato così perso per lei avrebbe già dimenticato tutti i buoni propositi di cui parlava.
Ok,forse Ronald aveva ragione.
Si sporse di nuovo verso di lui,provocando in entrambi brividi di piacere che le impedirono di parlare per alcuni secondi,e avvicinò le labbra all'orecchio destro.
-E se io avessi il ragazzo dei miei sogni?-domandò.
Non poteva vederlo,ma era quasi certa che fosse diventato rosso e quella consapevolezza lo rendeva ancora più sexy ai suoi occhi.
Una mano grande di Ronald si posò sulla sua schiena,impedendole così di tornare nella stessa posizione di prima.
Voltò la testa ed incontrò i suoi occhi brillanti nel buio.
-Allora lascerai che ci pensi lui a rendere tutto perfetto...Sai che sono un maestro in queste cose-le disse con un sorriso accattivante.
Con nella testa il ricordo di quello che aveva preparato per il loro primo appuntamento, Rebecca si lasciò convincere e annuì.
Lo baciò più volte senza però ottenere il coinvolgimento sperato,quindi si staccò dalle sue labbra e scivolò sulle sue gambe fino a posare la testa sulla sua spalla destra.
Avrebbe fatto come voleva,in fondo le piaceva che avesse tutte quelle attenzioni per lei,che la ritenesse la sola persona con cui parlare,confidarsi e rendere partecipe delle sue emozioni come faceva forse solo con James.
Era questa parte del suo carattere che la stava facendo innamorare quasi inevitabilmente di lui.
Però c'era una domanda che le girava da un pò di tempo nella testa,da quando si erano accorti che i soli baci e le carezze non bastavano più a soddisfare quella frenesia che sembrava coglierli quando erano insieme.
-Tu lo hai già fatto,vero?-
Nella stanza scese il silenzio più totale,interrotto soltanto dalla pioggia che colpiva i vetri delle finestre.
-Sì-
Non le dava fastidio:entrambi avevano avuto una vita prima di incontrarsi e capire di essere fatti l'uno per l'altra,quindi sarebbe stato stupido arrabbiarsi per il passato.
-E' successo quest'estate...-aggiunse Ronald pensando che lei fosse curiosa.
-Com'è stato?-si ritrovò a chiedergli senza neanche accorgersene,sentendo la mano di Ronald che le accarezzava la schiena sotto la camicia quasi a scusarsi con lei.
Ronald ci pensò su qualche istante prima di rispondere.
-Veloce-
Rebecca rise,vinta dalla sincerità con cui lui aveva risposto e sospirò sollevata quando lo sentì ridere leggermente a sua volta.
-Povero amore...-lo consolò dandoli un piccolo bacio nella fossetta fra la spalla e la fine del collo.
Tornò a scendere il silenzio mentre ascoltando la pioggia,Ronald muoveva la mano sulla schiena di Rebecca,facendola scivolare in avanti verso il seno sinistro,tracciando il profilo del reggiseno e toccandone il tessuto.
Lei restò immobile,godendosi quelle carezze,anche quando sentì l'altra mano avvicinarsi alla gonna a piegoline e infilarsi al di sotto,accarezzandole la coscia e la natica destra.
Un gemito soffiato le scappò dalle labbra quando sentì le dita scivolare a contatto con la pelle del seno.
-Sei ancora sicuro di non voler approfittare di me?-scherzò lei sospirando di nuovo.
Ronald le posò un bacio sulla spalla.
-Sai che sono un gentiluomo-le disse voltando la testa per incontrare i suoi occhi.
Magari però poteva ancora fargli cambiare idea...

 

Bastò un'ultima carezza ed entrambi si abbandonarono al piacere.
Allontanò la mano dal corpo del compagno e si lasciò cadere sul letto,il petto che si alzava ed abbassava in modo quasi convulso.
Chiuse gli occhi cercando di controllare la respirazione e dimenticarsi la presenza dell'altro,  come sempre succedeva dopo ogni incontro amoroso.
C'era stato un momento,un'istante preciso,in cui l'agnello si era trasformato in leone,ma anche se avesse passato giorni pensando fino a farsi scoppiare la testa non avrebbe capito quando era avvenuto quel cambiamento.
Improvvisamente aveva perso ogni paura ed ogni vergogna,diventando consapevole del suo piacere,di cosa preferiva e cosa invece non amava.
Ed era diventato esigente,come mai in vita sua...si era sempre accontentato di quello che riusciva ad ottenere,fosse poco o tanto non importava,certo che fosse quello che gli spettava; ora invece non era più disposto ad accontentarsi delle briciole o delle mezze misure.
Voleva tutto...e fortunatamente aveva trovato un compagno che sembrava ben disposto a soddisfare quel desiderio.
-Devo ancora capire che strana magia mi hai fatto-commentò riaprendo gli occhi e muovendo leggermente la testa sulle lenzuola sfatte per portare lo sguardo su di lui.
Un ghigno apparve sul viso di Scorpius:poteva sembrare meschino,menefreghista,ma ormai aveva imparato a conoscerlo e sapeva che era soltanto una maschera,un modo per proteggersi da tutto e per evitare che gli altri si avvicinassero troppo a lui.
Scorpius impersonava la bellezza irraggiungibile,da guardare e non toccare,se non si voleva correre il rischio di rimanere bruciati.
-Forse ti ho contagiato con la mia sfrenata lussuria-commentò sistemando i cuscini contro la testiera del letto e poggiandovi poi la schiena contro.
Albus sorrise ironico.
"Forse",pensò dentro di sè.
Se ripensava alla paura che aveva la prima volta che Scoprius lo aveva baciato,quasi non si riconosceva:così fragile e tremante...
Ora,invece,era diventato un'amante esperto quasi quanto l'altro capace di portarlo allo stremo prima di concedergli quello che veramente voleva.
Anche se ancora non gli aveva concesso tutto...
-Sì ti piacerebbe-commentò sollevandosi leggermente facendo forza sui gomiti.
-Già...-fece il biondo,sporgendosi verso il comodino per prendere le sigarette e l'accendino.
-Dì un pò:hai intenzione di lasciarmi andare oppure vuoi tenermi qua dentro fino a domattina?-gli domandò osservandolo mentre si accendeva la sigaretta.
-Perchè tutta questa fretta di tornare alla Torre?Se ti conosco almeno un pò,immagino che avrai già fatto i bagagli per evitare di dimenticare qualcosa nella fretta dell'ultimo momento.
Se resti qui nessuno si accorgerà della tua assenza-disse il biondo buttando fuori il fumo.
Albus arricciò le labbra.
-E cosa avrei in cambio?-chiese malizioso,rizzandosi a sedere.
Scorpius alzò le spalle.
-Il letto è più comodo di quello del dormitorio,c'è il camino acceso,ci sono le gelatine...Senza ovviamente dimenticare la mia presenza-illustrò neanche fosse un'agente immobiliare.
Al annuì,come se se ne fosse reso conto adesso.
-Già,perchè non ciò pensato prima-commentò sporgendosi verso di lui per togliergli la sigaretta dalle labbra e portarla alle sue.
Se suo padre avesse saputo una cosa del genere lo avrebbe ucciso...
Tirò una lunga boccata sentendo lo sguardo di Scorpius su di sè,che ignorò finchè non ebbe buttato fuori in fumo e preso un'altro tiro.
Gli passò di nuovo la sigaretta e incontrò i suoi occhi:ghiaccio bollente che lo guardavano neanche avessero voglia di mangiarlo vivo.
-Cosa?-domandò.
-Sei terribilmente sexy quando fumi...-disse Scorpius.
Al sorrise e alzò le spalle.
-Che vuoi farci,ho sempre fatto strage di cuori-fece ironico.
Prima che se ne accorgesse si trovò spalle al materasso,con Scorpius su di sè.
-Che cazzo...-
-Attento Potter che non ci metto niente ad andare con un altro-gli disse,il viso sul suo.
Di questo non aveva nessun dubbio...Anzi lui si chiedeva come mai stava con lui visto che ancora non se lo era portato a letto.
-Lo stesso vale per me,oppure credi che morirei senza di te?-ribattè deciso a non cedere.
Scorpius sembrò sul punto di urlargli addosso un'altra volta,ma si allontanò di scatto,ritirandosi sul letto nella stessa posizione di poco prima.
Il silenzio scese nella stanza ad amplificare le parole non dette e che restavano in gola quasi a strozzare i due ragazzi,finchè Al non si rese conto che sarebbe toccato a lui chiedere scusa se voleva mettere a posto quella situazione:l'orgoglio di Scorpius non glielo avrebbe mai permesso.
-Piuttosto che perdere tempo in queste stronzate,perchè non pensiamo alle cose importanti?-disse con voce quasi professionale.
Scoprius lo fissò in silenzio,ancora visibilmente risentito.
-Il tuo rendimento scolastico-continuò Albus.
L'altro aggrottò le sopracciglia.
-Ma di che stai parlando?-
-Del fatto che,visti i miei frequenti interventi e aiuti,siamo riusciti a mantenere ad un livello eccellente la tua media,e ora non vorrei che tutto si perdesse per colpa delle vacanze di Natale-
Mentre parlava,Al aveva gattonato fino ad arrivare davanti a Scorpius.
-Per questo,credo sia mio dovere di tutore quello di consigliare delle lezioni private anche durante queste vacanze...-continuò sedendosi sulle sue gambe.
Vide l'accenno di un sorriso nascere sulle labbra di Scoprius e venire immediatamente respinto dal ragazzo,mentre alzava le spalle con fare noncurante,come se la cosa non lo riguardasse.
-Fai queste proposte a tutti i tuoi studenti Potter?-domandò con la sua solita aria distaccata.
-Solo a quelli che hanno un'incredibile potenziale...-commentò iniziando ad accarezzarli il torace ampio e muscoloso.
Questa volta,il sorriso rimase sulle labbra perfette del biondo,poi Albus lo vide sospirare.
-Se si tratta della carriera scolastica non posso proprio tirarmi indietro...-commentò quasi si trattasse di un'obbligo.
-Adoro questo tuo senso del dovere-fece Al avvicinando il viso a quello di Scorpius.
L'attimo in cui le loro labbra si incontrarono tutte le discussioni e i battibecchi precedenti furono dimenticati.
Come se non fossero mai avvenuti,come sempre succedeva quando erano insieme....

 

Oltre al temporale si erano scatenati anche i fulmini ed i tuoni,che sembravano dare al cielo vita propria.
Si rigirava nel letto senza trovare pace,smuovendo le coperte e riempiendo di pugni il cuscino, quasi fosse la propria faccia.
Era confuso.
Aveva ottenuto quello che voleva per poi scoprire che non era quello che desiderava realmente: a cena Rose si era comportata con lui come aveva sempre fatto da quando erano nati,come se quei baci,quelle carezze non fossero mai avvenute,cercando di coinvolgerlo nella conversazione del gruppo mentre invece l'unica cosa che voleva era restare da solo e pensare.
Perchè ora voleva quello che aveva sempre considerato una cosa sbagliata?Qualcosa che avrebbe sconvolto la loro famiglia?
Sospirò per la millesima volta e si voltò a pancia in su,lo sguardo fisso sul soffitto.
Anche se ora aveva capito,come poteva tornare indietro?
Rose l'avrebbe preso per pazzo!
Mentre la sua testa impazziva dietro mille pensieri,un rumore sommesso attirò la sua attenzione, portandolo a guardare la porta di legno della stanza.
Qualcuno aveva bussato alla sua porta.
Guardò la sveglia:era quasi mezzanotte e mezza.
Chi poteva essere a quell'ora tarda?Probabilmente era Ronald che voleva riempirgli la testa di chiacchiere su Rebecca.
-Entra-disse con voce sicura.
Si stupì non poco quando sulla porta apparve,al posto del suo gemello,Rose,in pigiama e con un cuscino fra le mani.
-Che ci fai qui?-le domandò.
Nel silenzio della stanza,mentre erano impegnati a fissarsi si udiva soltanto il rumore delle lancette della sveglia sul comodino.
-Il temporale...-
James annuì.
Non era una cosa nuova,fin da bambina Rose si spaventava al minimo accenno di fulmini e tuoni.
-Posso dormire con te?-gli domandò.
Tante volte nel corso degli anni avevano dormito insieme,abbracciati per vincere quella paura e perchè ora doveva essere diverso?
Perchè loro erano diversi,il loro rapporto.
James annuì e si spostò da un lato per farle posto nel letto a due piazze,osservandola mentre si chiudeva la porta alle spalle e,scalza,si avvicinava al letto,infilandosi poi sotto le coperte.
-Buonanotte-disse lui,voltandosi di lato e dandole le spalle.
-'Notte Jim-
Le schiene rivolte una verso l'altra,entrambi ascoltarono il respiro dell'altro a lungo,consapevoli che non stesse dormendo.
-Ho fatto un'errore-disse James sicuro che lei lo stesse ascoltando.
Il silenzio che ricevette in risposta,lo convinse ad andare avanti.
-Credevo che tornare indietro fosse quello che volevo,che sarei stato meglio se fossimo tornati ad essere semplici cugini-
-E invece?-domandò lei a mezza voce.
James sospirò:era forse la più difficile ammissione della sua vita e allo stesso tempo la più importante.
-Invece avevi ragione tu...
Io...Io credo di essermi innamorato di te-ammise con lei e sè stesso.
Il silenzio accolse quelle parole e le rese reali.
James restò immobile,aspettando una reazione,una risposta da Rose e questa non tardò ad arrivare:sentì due braccia circondargli i fianchi e l'attimo dopo il seno di Rose,libero dal reggiseno,era premuto contro la sua schiena.
Jim si mosse nella sua stretta e si ritrovò faccia a faccia con lei,indovinandone i tratti al buio:le accarezzò una guancia e fece scivolare la punta del dito lungo il profilo del naso,poi finalmente avvicinò le labbra alle sue e la baciò.
Il loro primo bacio veramente consapevole.
Le sfiorò le labbra più volte,dolce,accarezzandole i boccoli arruffati con una mano,mentre la lingua di Rose gli accarezzava il labbro inferiore.
Si baciarono a lungo,stretti in quell'abbraccio che si erano negati per tanto tempo,finchè Rose non le labbra da lui e restò qualche istante in silenzio,portando James a chiedersi che espressione avesse,quali e quanti pensieri le stessero girando per la testa.
Fu lei a soddisfare quella curiosità.
E a spiazzarlo.
-Fa l'amore con me-

 

Salve a tutti!!!

Tempo quasi invernale,proprio oggi che inizia la primavera;quasi simile al tempo descritto in questo capitolo.

Finalmente ce l'abbiamo fatta,o meglio,James ce l'ha fatta:è riuscito a darsi una svegliata e ha capito cosa rischiava di perdere andando avanti con quell'assurda richiesta di far tornare tutto come prima...Ora bisogna vedere cosa risponde all'ultima domanda della nostra Rose...

Anche se devo dirvi la verità,a me sono piaciuti molto di + Ronald e Rebecca(a pari merito con Albus e Scorpius).

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso per eventuali errori di battitura o di ortografia.

La frase all'inizio è presa da "Biancaneve" di Alexia,mentre il titolo è un misto fra "I want you" dei Beatles e "You sexy thing" degli Hot Chocolat.

E ora i ringraziamenti:Rossy13(Finora non l'ho mai incontrato,forse x questo ne ho creato uno apposta...L' amore di Ron ed Hermione,che si era mostrato così forte durante il periodo di crisi di tutta la famiglia Weasley ora si è rivelato il + fragile,mettendo in evidenza tutte le loro pecche e mancanze;sta a loro adesso decidere se lottare x salvarlo o se abbandonare e rifarsi una vita senza l'altro),Sklupin(Grazie x i complimenti!Chi l'avrebbe detto che l'incorreggibile Harry Potter potesse avere idee così inconsuete?), Gioia_in_blu(Cassie ha tutto il diritto a chiedere risposte,forse però si aspettava un pò meno di indecisione e certamente l'ultima cosa che voleva era il sollievo nella voce di Ron per non aver dovuto prendere quella decisione così difficile),Elly(Fosse così facile...Come hai visto Rose si è dimostrata + matura di sua madre, rinunciando alla persona che amava per non perderla del tutto...Adoro il tuo disegno!!!GRAZIE!!!!!)Germana(E per questo non sai quanto ti voglio bene!Credo tu sia rimasta l'unica a supportarli...Preparati:arriva Natale e ne succederanno di tutti i colori!),WingsHP(Si lo so,alle volte scivolo nel coma diabetico,chiedo scusa!A difesa di Cassie posso dire che era innamorata,e che Ron non è mica un bambino,è capace di fare da solo le sue scelte,sapeva benissimo che qualcuno avrebbe sofferto per le sue azioni...),Streghetta'86(Indovinato!Forse era un pò troppo facile...Hai ragione su Herm e Ron,anche se ancora nn so bene cosa succederà),IRE'89(Grazie x gli entusiastici complimenti!Diaciamo che Seas è riuscito a nascondere la gelosia in modo perfetto,da attore premio Oscar!Beh,diciamo che a Paul è soltanto interessata,magari lusingata dalle sue attenzioni,che mancano totalmente da parte di Fred.La lontananza fra Fred e Allison è un problema che,dentro di me,ho già affrontato e a cui ho già trovato una soluzione; tranquilla:ci avevo pensato a far succedere qualcosa fra Herm e Nick,ma poi avrei incasinato ancora di + le cose),Missjude(Grazie x i complimenti,tr buona!Seas ha fatto buon viso a cattivo gioco,e anche Ally in un certo senso è stata costretta dalle circostanza:parlarne con Alice era impossibile visto che è la sorella di Fred;Ron è un'universo complesso:Herm è il suo unico primo amore e pensare di separarsene per sempre, in maniera definitiva per lui significherebbe mettere la parola fine al capitolo + importante della sua vita,ma dall'altra parte c'è Cassie,che ama e che aspetta un figlio da lui e che rappresenta tutto ciò che Herm non è...chiunque sarebbe confuso in una situazione così!),Tonks'17(Complimenti!Hermione si riferiva proprio alla sua fuga nella foresta di Dean,un modo per rinfacciargli la sua assenza nel momento del bisogno,che poi tanto assenza nn è stata...Conoscendo Ron si sarebbe tenuto il segreto fino a scoppiare,ma alla fine nn ce l'ha fatta + a essere additato come il cattivo della situazione:era giusto che si dividessero le colpe!Passando a Fred ed Allison:certe volte sei ad un passo da avere quello che vuoi,lo sfiori quasi con le dita,ma poi x una cavolata va tutto in fumo,e questo è uno di quei casi,xkè se nn ci fosse stato George,credo che Fred avrebbe rinunciato,senza sapere cosa si perdeva...),Trilli Call(Grazie x i complimenti!Credo anche io che siano fatti l'una per l'altro,devo solo decidere quanto tempo ci impiegheranno a capirlo!).

Questa volta al posto dello spoiler vi faccio un altro regalo,anzi due.

Il primo nn è realmente un mio regalo,ma di Elly ed è un disegno su James e Rose,x tutte le loro sostenitrici.

http://img15.imageshack.us/img15/3929/rxjba.jpg

Questo invece è da parte mia:su richiesta di Trilli Call ho cercato in internet alcune foto per farvi avere un'immagine visiva dei junior:premetto che me ne mancano ancora un paio ,ma mi sto attrezzando.

Cominciamo con James: http://www.buddytv.com/articles/supernatural/images/jared-padalecki-supernatural.jpg

Ronald(ovviamente dovete immaginarlo con i capelli rossi): http://l.yimg.com/img.tv.yahoo.com/tv/us/img/site/53/17/0000045317_20080104122420.jpg 

Rose: http://www.cwtv.com/shows/one-tree-hill/cast/images/c/0003/cw-onetreehill-prt-SBush-season5_009526-444069-281x374.jpg

Rebecca: http://www.daemonstv.com/wp-content/uploads/2007/12/ot5_haley_3_089ra-7aac6252-t3.thumbnail.jpg

Albus: http://farm4.static.flickr.com/3247/2867542623_67d752e4ab.jpg?v=0

Scorpius: http://i31.tinypic.com/6hm07m.jpg

Lily: http://www.flash2blog.com/images/lexie.jpg

Alice:(immaginatela con i capelli biondi) http://www.stardustmovies.com/gallery_attore/(020309193637)Katie_holmes_5.jpg

Per il momento questo è quello che ho trovato,devo ammettere che Daniel e Luke sono i + difficili da trovare.

Fatemi sapere che ne pensate!

Bene come al solito vi do appuntamento al prox capitolo...

"Secrets and Lies"

Baci Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Secrets and lies ***


secrets

 

Questo capitolo è dedicato a Mirko...che ha deciso di lasciarci prima del tempo

"If you can't forgive the past I'll understand that
Can't understand why I did this to you
And all of the days and the nights ok I'll regret it
I never showed you my love"

 

-Li vedi?-
Harry sorrise,divertito da quel piccolo rituale che si ripeteva ogni volta che si trovavano su quella banchina.
L'Espresso si era appena fermato alla banchina,spegnendo del tutto i motori ed attirando su di sè l'attenzione di tutti i genitori assiepati lì attorno,le porte ancora chiuse,i ragazzi probabilmente ancora tutti nei loro scompartimenti.
-Saranno ancora seduti nello scompartimento come faccio a vederli?-le chiese di rimando lui, aguzzando lo stesso lo sguardo.
Dal fondo,verso gli ultimi vagoni,le prime porte iniziarono ad aprirsi,mettendo in agitazione tutti gli adulti.
-Uffa,ma quanto ci mettono?-chiese Hermione sbuffando.
Harry sorrise lanciando un'occhiata a sua figlia in piedi alla sua destra che lanciava occhiate curiose e allo stesso tempo invidiose ai ragazzi che scendevano dal treno, e le accarezzò la testa tornando poi a guardare la lunga banchina,ora sempre più affollata man mano che le porte iniziavano ad aprirsi.
-Sicuramente loro saranno gli ultimi!-commentò Ron.
-Come al solito-gli fece eco Ginny.
-Essere Prefetti comporta qualche responsabilità in più,o te lo sei dimenticato?-chiese Hermione guardando il marito.
Ron si limitò a scuotere la testa,deciso ad evitare qualsiasi possibile battibecco:non voleva rovinarsi quel giorno.
Da quando Cassie lo aveva buttato fuori di casa invitandolo a non ripresentarsi finchè non avesse capito chiaramente cosa fare del suo futuro,si era trasferito a Grimuald Place,conscio che,dopo l'ultima lite con Hermione,non era il caso di ritornare dalla moglie.
Vi era tornato soltanto la sera prima,per sistemare le sue cose e far si che i loro figli non si accorgessero della recita che da mesi stavano mettendo in atto lui ed Hermione.
Ma come potevano non accorgersi della freddezza con cui si parlavano,dell'astio quasi palese che accompagnava ogni gesto di Hermione?
In silenzio sperò che ancora una volta quella messinscena funzionasse,continuando a fissare lo sguardo sull'Espresso.
Alcune famiglie passarono accanto a loro,dirette verso l'uscita,portando alle loro orecchie il chiacchiericcio del ragazzo appena tornato a casa,guadagnandosi un'occhiata leggermente scocciata da parte della più piccola dei fratelli Potter.
I quattro adulti,invece,continuarono a muovere lo sguardo sulle varie porte che si aprivano finchè una sagoma familiare non fece capolino da uno degli scompartimenti.
-Eccoli!-esclamò Ginny.
Neanche fossero un blocco unito,si mossero tutti in avanti e osservarono il ragazzo saltare i due gradini per arrivare a terra e guardarsi intorno alla ricerca della sua famiglia.
-Al!-lo chiamò Hermione.
Il ragazzo si voltò e sorrise alla vista della sorellina più piccola,che si staccò dagli adulti e gli corse incontro.
Felice di quell'accoglienza,Albus la abbracciò e cercò di sollevarla da terra.
-Accidenti come sei diventata pesante!-le disse dandole un bacio su entrambe le guance.
Offesa,Emy gli diede un piccolo spintone che non lo smosse minimamente e che provocò la risata divertita del fratello.
Albus l'abbracciò di nuovo e,sentendo i passi avvicinarsi,alzò gli occhi sui suoi genitori:come ogni volta,si lasciò abbracciare da sua madre,che continuava a tirar su con il naso e cercava di ricacciare indietro le lacrime che le erano salite agli occhi.
-Dai mamma!Mi hai visto un paio di mesi fa...-si lamentò sapendo che quello era il suo ruolo.
-Non posso farci niente!-ribattè la donna staccandosi da lui.
Anche suo padre l'abbracciò,ma più brevemente e in modo più mascolino,staccandosi quasi subito.
-Andiamo ogni volta la stessa storia!Che farai quando arriveranno gli altri?-chiese ironico Ron, cercando di dare alla situazione la giusta proporzione.
Albus vide suo padre dargli una spinta,prima di occuparsi del suo baule.
-Voglio vedere la tua di faccia quando arriveranno Rose e Hugo-lo beccò sua madre.
Albus ed Emy risero e,proprio in quell'istante,il ragazzo sentì dietro di sè una presenza che aveva imparato a riconoscere all'istante.
Si erano lasciati neanche due minuti prima,decisi a sfruttare gli ultimi minuti fino alla fine,remori delle settimane di "privazione" che li attendeva.
-I tuoi fratelli dove sono?-gli chiese suo padre,allontanando la sua mente da quei ricordi privati.
-Non lo so...Ero con degli amici-disse distratto.
-Quello non è il figlio di Malfoy?-domandò Hermione attirando l'attenzione di tutti gli adulti.
Seguendo l'esempio dei suoi genitori e dei suoi zii,posò i suoi occhi su Scoprius,altero ed elegante nella sua giacca di pelle marrone che precedeva di alcuni passi un fattorino con il suo baule e la gabbia con la sua acquila reale.
Forse sentendosi osservato,mosse la testa verso il gruppo formato dai Potter e dai due Weasley ed un'accenno di sorriso apparve sulla sua bocca.
Al lo vide fissare lo sguardo su di lui per alcuni istante,quel sorriso leggermente malizioso sulle labbra,per poi fargli un cenno con il capo a mò di saluto.
Maledetto!
Sapeva che ora lo avrebbero subissato di domande,lo aveva anche avvertito di tirare dritto per la sua strada facendo finta di non conoscerlo,ma ovviamente il Principe delle Serpi aveva voluto fare di testa sua.
Ricambiò il saluto con lo stesso cenno della testa e lo osservò mentre si allontanava verso l'uscita.
-Ha salutato te Al?-chiese Ron senza nascondere la sorpresa nella sua voce.
Il ragazzo si voltò e annuì.
-Sì,ormai si può quasi dire che siamo vecchi amici-scherzò.
Vide suo padre sorridere:sapeva di fargli una cosa gradita.
Sarebbe stato compiaciuto allo stesso modo se avesse saputo la verità?Forse un pò meno...
-Arrivano Rose e James!-avvertì Emy,che per tutto il tempo aveva continuato a guardare il treno in attesa dei fratelli,indifferente al dio biondo che le passava accanto.
Gli adulti si voltarono all'istante cercando fra la folla i due ragazzi e li videro venir verso di loro, insieme ad Hugo,impegnato in una conversazione con un'amico.
I due ragazzi erano arrivati a sperare che il momento di scendere dal treno non arrivasse mai,erano stati anche tentati di restare ad Hogwarts.
Poi ovviamente la ragione aveva preso il sopravvento e avevano capito che se non volevano attirare l'attenzione su di loro,dovevano comportarsi come se niente fosse cambiato:del resto non era quello che Rose gli aveva detto la sera prima?
Erano rimasti ore a parlare,il rumore del temporale come compagnia,cercando di risolvere nel migliore dei modi quella strana situazione che si era creata:avevano capito che non potevano più fare a meno dell'altro,che era inutile combattere quel sentimento,e quindi avrebbero ceduto.
Ma non erano ammesse stupidaggini.
Nessuno avrebbe saputo di loro,non avrebbero parlato con nessuno di quello che stava succedendo,neanche in caso di eventuali litigi;dovevano evitare di coinvolgere altre persone,anche in modo indiretto.
Almeno finchè non fossero stati pronti per rivelarlo a tutti.
Una conseguenza di quell'amore era stata la rottura da parte di James alla storia con Haley.
Non era giusto che qualcun'altro soffrisse per colpa dei loro sbagli e della loro stupidità,ma era stato difficile non lasciarsi convincere dai suoi occhi pieni di lacrime e dalle sua richiesta di riprovarci...Lui non era pratico in quel ruolo:finora era sempre stato lui quello che veniva scaricato!
Ovviamente non era stato facile convincere Haley che,con il tempo,avrebbe capito che era la cosa giusta,ma alla fine,James era riuscito a chiudere quella storia senza sentirsi troppo colpevole.
Inoltre quella notte avevano definitivamente smesso di vedersi come due cugini,il loro rapporto aveva fatto l'ultimo passo in avanti,forse non quello che si aspettava Rose,ma entrambi sapevano che d'ora in avanti sarebbe stato sempre più difficile tornare indietro.
-Pronta?-le chiese James,occhieggiando da lontano i suoi genitori e quelli di Rose.
Lei voltò la testa verso di lui e gli fece l'occhiolino.
-Inizia lo show!-scherzò.
James rise e le diede una piccola spinta,tutto quello che poteva permettersi in quel momento.
-Jim...Nessun rimpianto?-gli domandò Rose tornando seria ed incontrando i suoi occhi.
I loro genitori si stavano avvicinando,aveva poco tempo per rispondere,ma a lui non serviva pensarci oltre.
-Neanche mezzo-la tranquillizzò.
Gli aveva chiesto di fare l'amore,di essere il primo,ma lui l'aveva convinta ad aspettare,a non bruciare le tappe.
Sicuramente non avrebbero passato tutto il tempo tenendosi per mano!
E gliene aveva dato una dimostrazione quella notte stessa,facendole rivivere le stesse sensazioni che aveva provato quando l'aveva accarezzata per la prima volta,permettendo a sè stesso di vederla come una donna.
Seminudi nel suo letto,le aveva insegnato come toccarlo per fargli provare maggior piacere, assecondando la sua curiosità riuscendo anche a ridere insieme della sua "ignoranza", dimenticandosene completamente quando si era lasciato andare al piacere con lei.
-Ci chiedevamo dove foste finiti!-disse Ron andando ad abbracciare sua figlia.
La ragazza sorrise e ricambiò la stretta dell'uomo,staccandosi dall'abbraccio quando questa divenne troppo insistente:ancora non lo aveva perdonato per quello che stava succedendo alla sua famiglia.
-Dovevamo controllare che tutto fosse in ordine-spiegò James da sopra la spalla di sua madre.
-Fatti guardare...Ma ad Hogwarts hanno smesso di darvi da mangiare?
Sei così magro!-commentò allontanandosi di un paio di passi per osservarlo meglio.
-Sto benissimo mamma,sarà colpa degli allenamenti-ribattè lui con un sorriso.
Harry sorrise divertito e si avvicinò al suo primogenito.
-Ha ragione Gin...Chissà quante ragazze!-si lasciò scappare suo padre,sapendo la gelosia della moglie verso i figli.
-La pianti?Sono ancora dei ragazzini!-ribattè subito lei,quasi punta sul vivo.
Harry,Ron ed Hermione risero divertiti.
-Non vorrei essere pignola,ma alla loro età tu eri già fidanzata con Harry-le ricordò Hermione.
Ginny scosse la testa,per mettere a tacere quel discorso e guardò ora James ora Albus.
-Che fine hanno fatto i vostri fratelli?-
-Già!Di solito scendete tutti insieme...-fece notare loro il padre.
-Ehi ragazzi!-
Sia James che Albus si voltarono verso la voce e videro Daniel al loro fianco,i bagagli su un carello,diretto verso l'uscita.
-Ehi Dan!Hai visto Lily?O Ronnie?-chiese James ricordandosi di aggiungere l'altro nome all'ultimo secondo.
-Stanno per scendere...Ronald non riesce a staccarsi da Rebecca-gli disse.
Al,James e Rose risero divertiti attirandosi le occhiate curiose degli altri.
-Beh,io devo andare.
Ci vediamo...Arrivederci-aggiunse timidamente Daniel lanciando un'occhiata ad Harry e a Ginny.
I tre ragazzi salutarono l'amico e lo osservarono andar via da solo.
-Non ha nessuno che viene a prenderlo?-domandò Rose a James,sconcertata.
-Sicuramente non si saranno neanche ricordati che oggi tornava a casa-commentò Al,al corrente della situazione famigliare di Daniel grazie alle confidenze di Lily.
-Andiamo,che razza di genitori sconsiderati ha il vostro amico?
Oh,ecco Lily!-fece Ginny intravedendo la figlia in un gruppetto di ragazzine appena scese sulla banchina.
Recuperata la sua valigia,Lily salutò le sue amiche e si staccò da loro di alcuni passi,sorridendo ai cenni di saluto dei suoi genitori e al sorriso brillante che suo padre le stava rivolgendo.
Ricambiò i loro saluti lasciando poi vagare lo sguardo verso la fine della banchina,dove un ragazzo solitario stava tirando il suo carello carico di bauli e gabbie,apparentemente incurante dell'allegria e dell'atmosfera festosa che si respirava intorno a lui.
Si era scervellata per giorni cercando un modo per rendere quelle vacanze meno tristi e solitarie,ma non era riuscita a trovare niente di meglio che invitarlo da lei tutte le volte che avesse sentito la sua mancanza.
Daniel,a quella proposta aveva riso cercando di rendere il quadro meno tragico di quanto sembrava in realtà,assicurandole che sarebbe stato bene lo stesso e che forse sarebbe stato troppo occupato per sentire la sua mancanza.
A quell'affermazione Lily aveva sorriso.
-Già,chissà che magari non riesci a trovare una mia sostituta in mezzo alle celebrità che frequenta tuo padre-lo aveva punzecchiato.
Lui si era stretto nelle spalle,perseverando nel suo ruolo.
-Che posso farci se sono bello ed irresistibile?-le aveva chiesto canzonatorio.
Decisa a non farsi ingannare da quella maschera di duro intoccabile,Lily gli si era avvicinata accarezzandogli il petto coperto da un maglione nero.
-Molto divertente...Però,nel caso assurdo dovessi stancarti di tutta quella mondanità e ti andasse di passare un pò di tempo insieme...Sai dove trovarmi-gli aveva detto affondando gli occhi in quelli di Daniel.
In risposta alle sue parole lui l'aveva abbracciata,affondando il viso fra i suoi capelli,quasi incapace di staccarsi da lei.
Vederlo andare via in quel modo era terribile per lei,ma almeno aveva la sicurezza che non sarebbe stato solo a lungo.
-Ecco il mio tesoro!-la salutò suo padre abbracciandola prima degli altri.
Lily sorrise e strinse velocemente le braccia attorno alle spalle di suo padre,prima di staccarsi e abbracciare la madre.
-Come stai Lily...Devi essere stanca per il viaggio-le disse sua madre.
-Perchè a noi non lo hai chiesto?-le domandò James punzecchiandola.
Ginny fece un gesto con la mano per zittire suo figlio facendolo ridere insieme ad Emy,Al e Rose.
-Manca soltanto Ronald...Ma dove si è andato a cacciare quel dannato ragazzo?-si lamentò Ron desideroso di tornare a casa.
-Ha deciso di fare un'entrata spettacolare delle sue?-chiese Harry guardando i suoi figli.
I ragazzi,quasi all'unisono,scossero la testa:al momento quello era l'ultimo dei pensieri di Ronald.
-Ah proposito:me ne stavo quasi dimenticando...Chi è Rebecca?-domandò sua madre non riuscendo a trattenere oltre la curiosità.
Al diede di gomito al fratello e gli fece un cenno con il capo indicando alla sua destra;James si voltò e sorrise.
-E' lei-disse senza distogliere lo sguardo e portando tutti a seguire il suo esempio.
A una decina di metri di distanza,Ronald era appena sceso dal treno insieme a Rebecca e Rachel, aiutandole a scaricare i bauli.
Fermi uno di fronte all'altra i due fidanzati non riuscivano a decidersi a salutarsi,nonostante le insistenti sollecitazioni da parte di Rachel,che a distanza osservava il loro "addio".
Incapaci di separarsi,la sera precedente avevano dormito insieme alla Torre d'Astronomia sui tanti cuscini,dividendosi una coperta calda ed enorme,raccontandosi momenti della loro infanzia e progettando una piccola vacanza insieme.
Non erano disposti a separarsi per tutte quelle settimane!
Ma ora,fermi uno di fronte all'altra,dopo aver passato tutto il viaggio insieme,si ritrovavano senza parole.
Incapaci di dire quello che sentivano per l'altro.
-Se continuiamo a fissarci farai tardi-disse Ronald,lo sguardo fisso nei suoi occhi.
Rebecca annuì,consapevole che lui stesse dicendo la verità,ma allo stesso tempo bloccata lì.
-Ti chiamo domani-le promise Ronald facendo un passo per avvicinarsi a lei.
Incuranti della folla intorno a loro che andava sempre più diradandosi,Ronald e Rebecca continuarono a fissarsi.
-Perchè non prima?-domandò Rebecca con voce leggermente roca.
-Beh,avrai bisogno di tempo per sistemarti,per sentire un pò la mia mancanza...-disse il ragazzo cercando di scherzare.
Lei rise leggermente e abbassò la testa,sentendosi invadere dalla tristezza.
-Quella la sento già-disse senza guardarlo.
-Becca sono solo poche settimane,ce la caveremo benissimo-la rassicurò Ronald.
Rebecca annuì,sicura,tornando a guardarlo in volto.
-Lo so...Ne sono certa.
Ma sarà strano svegliarsi la mattina e non trovarti che mi aspetti per far colazione insieme-gli disse alzando una mano e ravviandogli i capelli dietro l'orecchio destro.
Lui sorrise e portando entrambi le mani sul colletto della sua giacca,lo sollevò per ripararle il collo.
Era un gesto che faceva tutti i giorni prima di uscire dalla Torre,per evitare che le correnti fredde che imperversavano nel Castello,la facessero raffreddare.
Poi staccando le mani dalla giacca,le portò alla sciarpa rossa che aveva stretta attorno al collo, togliendola e facendola scivolare attorno al collo di Rebecca.
-Così non sentirai freddo...Mi hanno detto che l'Essex è veramente freddo in questo periodo dell'anno-le disse accennando un sorriso mentre faceva il nodo alla sciarpa.
Sorpresa,Rebecca seguì tutti i suoi gesti con gli occhi pieni di lacrime.
-Per favore vogliamo darci una mossa?-s'intromise Rachel dal suo angolo,stufa di aspettare.
Purtroppo Rachel aveva ragione:era venuto il momento di salutarsi.
Con le dita coperte dai guanti,Ronald accarezzò la guancia destra di Rebecca per poi avvicinare il viso al suo e posare le labbra su quelle della ragazza.
Le braccia di Rebecca scattarono subito attorno al suo collo,ricambiando il bacio,aggrappandosi a lui,modellando il suo corpo a quello di Ronald nella sua stretta.
Lui si allontanò dalla sua bocca solo il giusto necessario per incontrare il suo sguardo e le sorrise,dandole poi un'altro bacio piccolo.
-Ti farò perdere veramente il treno...-
-Poco male!-ribattè lei decisa.
Ronald rise e ricambiò il bacio che lei gli stampò sulle labbra.
-Sai che grande figura ci faccio con tua madre:rovinato ancor prima di conoscerla!-scherzò.
-A questo ci penso io,non preoccuparti!-s'intromise di nuovo Rachel.
-Vuoi farti gli affari tuoi?-la beccò la sorella voltandosi solo un'istante per lanciarle un'occhiataccia.
-Se perdiamo il treno sono anche affari miei...-
Arricciando le labbra chiuse,Ronald annuì.
Cercò gli occhi di Rebecca e sorrise quando vide la nota divertita nel suo sguardo:ok,dovevano separarsi,ma c'era ancora una cosa che lui doveva chiederle.
Senza testimoni.
-Vieni con me...-le disse allontanandosi un paio di passi da Rachel che li osservava scocciata.
Si fermò ad una decina di passi di distanza e strinse di nuovo la ragazza fra le braccia,la mano destra di Rebecca posata sul suo avambraccio destro mentre l'altra era posata contro il suo fianco sinistro.
-Ti...Ti ricordi quello che ti ho detto ieri?Durante il temporale?-le chiese incerto a voce bassa.
Rebecca sorrise.
-Credo che non dimenticherò niente di quello che è successo ieri...-gli disse seria.
Anche sulle sue labbra apparve un sorriso,compiaciuto per parole di lei.
-Ho bisogno di chiederti una cosa...Tu ti fidi di me?-domandò titubante.
Il sorriso divenne ancora più sicuro e,in aggiunta,Rebecca tornò ad avvicinarsi al suo viso e lo baciò dolcemente.
-Totalmente-rispose.
Felice,Ronnie le diede un'ultimo bacio entusiasta e sciolse il loro abbraccio.
-Ti chiamo appena arrivo!-gli disse lei avvicinandosi alla sorella.
Con la coda dell'occhio,Ronald vide James venire verso di lui,un sorriso divertito sulle labbra,prima di tornare a guardare la sua ragazza.
-Fate attenzione...E dì a tua madre che non sono così terribile come mi dipinge tua sorella!Ciao Rachel!-disse lanciando uno sguardo alla ragazza e facendole un cenno di saluto con la mano destra.
-A presto "tesoro"-lo prese in giro Rachel prima di iniziare a spingere il carrello verso l'uscita della stazione.
James era ormai accanto a lui,ne avvertiva la presenza,ma lo guardò soltanto dopo aver lanciato un'ultima occhiata a Rebecca.
-Quanto siete teneri insieme...-scherzò il fratello.
Ronald lo guardò di sottecchi e gli diede una leggera spinta per allontanarlo da sè.
-Chiudi la bocca!Devo prepararmi per la valanga di domande che mi aspetta....-disse stringendo le dita della mano sinistra attorno alla maniglia del suo baule,seguito dalle risate di James.

 

Il periodo di Natale era quello che preferiva:le canzoni natalizie,il tacchino,lo zabaione di cui riusciva sempre a rubare un sorso,anche se i suoi genitori non volevano,le decorazioni in giro per la casa.
Le piaceva l'atmosfera carica d'allegria e di felicità.
Sì,quella era la parola giusta:felicità.
Per una settimana sola,il mondo intero dimenticava tutto quello che di male succedeva il resto dell'anno e condensava tutto il bene e l'amore in quei sette giorni.
Tutti sentendo come la pensava sul Natale sorridevano bonariamente neanche si trovassero ancora di fronte ad una bambina,certi che con il tempo avrebbe cambiato idea.
Ma Allison era sicura,più degli anni precedenti,che quell'anno il Natale sarebbe stato pieno di felicità.
Non era quello che si meritavano tutti quanti dopo gli ultimi mesi?
Sarebbe stata la ricompensa ideale per la zia Luna,per la sofferenza che aveva sopportato per le cure, per lo zio George che le era rimasto accanto ogni giorno senza che il suo amore vacillasse un solo istante,e per Alice,Edward e Fred.
Nessuno meritava la felicità come quella famiglia.
-Spiegami ancora perchè stiamo addobbando la casa neanche fosse un centro commerciale-
La voce di Fred la fece tornare alla realtà,nel suo salotto,arredato a metà con le decorazioni natalizie.
Visti gli impegni lavorativi dei suoi genitori ed il loro postporre l'addobbo dell'albero e delle decorazioni fino ad una settimana dal natale,aveva deciso di prendere in mano la situazione e di fare tutto da sola.
O meglio,con l'aiuto di Fred.
Sicuramente non avrebbe potuto fare tutto da sola...E passare un pò di tempo con lui non le dispiaceva.
-Perchè è quasi Natale...E perchè se non lo faccio io,sicuramente non lo farà nessuno-disse con voce sicura.
Fred posò a terra il grande scatolone che aveva fra le braccia e si pulì le mani dalla polvere.
-Va bene,ma ricordati che mi devi un favore!-le disse.
Allison sorrise e annuì lentamente:certe volte era un bene essere in debito con qualcuno.
Si piegò sulle ginocchia davanti allo scatolone e lo aprì,iniziando a tirare fuori le decorazioni molte delle quali vecchie di anni e piene di significato.
Fred si era abbassato accanto a lei e le stava dando una mano non lesinando un commento per ogni decorazione che tirava fuori dalla scatola.
-Sei sicura che questa non vuoi nasconderla da qualche parte?-domandò mostrandole due pupazzetti di stoffa il cui viso si era ingrigito con il passare del tempo.
Con un'espressione quasi scandalizzata,Allison tese la mano e gli strappò i due pupazzi da mano, lanciandogli poi un'occhiata omicida.
-Vuoi scherzare?E' il pezzo preferito di mio padre!-ribattè posando lo sguardo sui due pupazzetti.
Fred si accorse di come l'espressione si era addolcita nello stesso istante in cui aveva posato gli occhi sulle bambole,il piccolo sorriso carico di mille memorie.
-L'ho fatto io...-gli spiegò tornando a guardarlo-La maestra dell'asilo voleva che rendessimo personali gli addobbi natalizi,così ci ha fatto fare due bambole dei nostri genitori.
Quando l'ho mostrato a mio padre ricordo che si è commosso e mi ha promesso che li avrebbe messi al posto della stella in cima all'albero-ricordò sorridendo.
Fred si unì al sorriso,riconoscendo Seamus nelle sue parole.
-Lo ha fatto davvero?-le chiese curioso,sistemandosi meglio sul pavimento.
Allison sorrise e annuì.
-Lo ha fatto per i successivi dieci anni,finchè papà non ha comprato l'angelo d'argento durante un congresso a Washington.
Ora li abbiamo spostati ai piani bassi-scherzò.
Fred la guardò e restò affascinato dal modo sereno in cui parlava della sua situazione familiare.
-Non hai mai sentito la mancanza di una mamma?Non fraintendermi...E' solo che io non riesco ad immaginare la mia vita senza mia madre-le domandò curioso,incrociando le gambe sotto il sedere.
Ci aveva provato più volte,vista la situazione degli ultimi mesi,ad immaginare come sarebbe stata la sua famiglia composta soltanto da suo padre e dai suoi fratelli,ma era stato inutile:sua madre era indispensabile;era lei che gli ricordava di togliere i calzini bianchi dalla cesta dei panni colorati se non voleva vederli diventare rosa,che controllava le tasche del cappotto di suo padre per assicurarsi che avesse tutto quello che gli serviva per una giornata fuori casa;era sua madre che si sedeva per ore accanto ad Alice per aiutarla con una tesina,il portatile vicino per "barare"...
Che senso avrebbe avuto compiere le stesse azioni se non fosse stata lei a farle?
Per questo era curioso di sapere com'era la vita di Allison senza una figura così fondamentale nella sua vita.
Allison non sembrò risentita per quella domanda,forse abituata a sentirsela rivolgere,anzi Fred la vide scuotere la testa.
-Tu sentiresti la mancanza di qualcosa che non hai mai avuto?-gli chiese in risposta fissando i suoi occhi.
Fred,senza sapere perchè,ripensò al bacio che si erano scambiati e al senso di vuoto che provava da quel momento,ogni volta che era con lei.
-Forse è proprio di quello che senti maggiormente la mancanza...-commentò enigmatico.
Lei lo guardò qualche istante,senza parlare,poi Fred la sentì sospirare forte e la vide scuotere la testa.
-No...Non è il mio caso.
E poi io ho tante madri:ho Mrs Gorny che si è presa cura di me quando ero bambina,che veniva a prendermi a scuola quando i miei genitori erano entrambi occupati,c'è Mrs Hope che mi accompagnava alle lezioni di nuoto e di danza,e poi c'era Mrs Anderson che mi faceva da mangiare tutti i sabato sera,concedendo ai miei genitori una serata intima.
Si può dire che sono stata più fortunata degli altri...-concluse lei.
Forse aveva ragione lei e le sue erano solo paure giustificate ma inutili,oppure Allison era veramente forte.
In entrambi i casi,lo intrigava sempre di più.
-Ora possiamo cominciare con queste decorazioni?-gli domandò alzandosi in piedi e guardandolo curiosa.
Fred seguì il suo esempio e sospirando rassegnato la seguì.
Per la successiva ora e mezza si mossero in giro per la casa arredando i vari ambienti con fiocchi rossi e bianchi,fili di perline e angioletti,facendo assomigliare la casa alla fabbrica di Babbo Natale.
Ultimo tocco,il vischio sopra la porta.
-Vuoi che me ne occupi io?-le domandò Fred.
Allison scosse la testa e prese la piantina fra le dita,attenta a non pungersi,salendo poi su una sedia.
Spaventato dalla possibilità che potesse cadere,Fred afferrò la sedia con entrambe le mani e la mantenne ferma,lo sguardo basso dopo il primo sguardo al fondoschiena sodo della ragazza.
-Ecco fatto!Ora è perfetto-commentò Allison ritornando con i piedi per terra.
Lui alzò la testa e,con indifferenza,scrollò le spalle.
-Ti sei reso conto di dove sei?-gli domandò lei con un leggero sorriso sulle labbra.
Fred aggrottò le sopracciglia e non rispose.
-Sei sotto il vischio-gli spiegò continuando a sorridere.
Le labbra del ragazzo si socchiusero per la sorpresa e lui annuì lentamente.
-Capisco...-disse soltanto.
Allison storse le labbra verso destra,guardandolo curiosa,portandolo a chiedersi cosa le passasse per la testa.
La vide sorridere di nuovo e fare un passo verso di lui e l'attimo dopo era di nuovo sulle punte dei piedi per arrivare all'altezza del suo viso.
Uno sguardo incredulo sul viso,Fred guardò il suo viso avvicinarsi sempre di più e,ancora una volta,restò fermo quando le labbra di Allison si posarono sulle sue,morbide e calde come le ricordava.
Durò troppo poco,una frazione di secondo,prima che lei tornasse ad abbassarsi sui talloni e gli sorridesse di nuovo prima di voltargli le spalle.
Era questa la sua tattica?Colpirlo di sorpresa e confonderlo senza dargli il tempo di capire che cosa era successo in realtà?
Beh forse era venuto il momento di vedere che effetto aveva su di lei!
Facendo un solo passo,Fred strinse la mano sinistra attorno al polso sinistro di Allison,portandola a voltarsi e ad incontrare di nuovo il suo sguardo,un'espressione sorpresa sul suo volto.
Senza liberare il polso dalla sua stretta,Fred le si avvicinò e le si fermò davanti,sovrastandola con un mezzo metro in più d'altezza,gli occhi a cercare i suoi.
Cosa doveva fare?C'era qualcosa che lei si aspettava da lui?
Doveva smetterla di pensare,altrimenti avrebbe rovinato tutto!
Gli occhi di Allison non si erano staccati dal suo volto per un'istante,un'espressione tranquilla nello sguardo che gli fece capire come muoversi.
Abbassò la testa e posò le labbra su quelle di Allison,il suo labbro superiore che accarezzava ripetutamente quello inferiore di lei,cauto,senza la minima pressione.
Allison impiegò pochi secondi per convincersi che non era soltanto un sogno,che tutto era reale,prima di iniziare a rispondere al bacio e allacciare le braccia attorno al collo di Fred.
Le labbra si dischiusero,le lingue si incontrarono aumentando l'intensità di quel bacio:Fred strinse le braccia attorno ai fianchi di Allison,attirandola a sè,sentendo le dita della ragazza che gli accarezzavano i capelli.
Senza pensare a quello che sarebbe successo dopo,a come avrebbero spiegato quel bacio,Fred strinse maggiormente la presa attorno ai fianchi della ragazza e la sollevò da terra, portandola alla sua altezza.
I loro sguardi saettarono uno vero l'uno verso l'altro e il silenzio che li circondava fu il solo testimone di quel momento privato.
Lentamente Allison riavvicinò il viso a quello di Fred,decisa a viversi quel momento fino alla fine: forse si sarebbero pentiti di quello che stava accadendo,e lei voleva avere quanti più bei ricordi possibili quando quel momento sarebbe arrivato.
Le loro labbra si rincontrarono con maggiore intensità e passione,concedendosi languidi morsi e veloci stoccate di lingua per convincere l'altro a concedere di più.
Quando le loro bocche si separarono di nuovo un solo pensiero era ben chiaro nella mente di Allison: "
non voglio che finisca".
Aveva aspettato tanto perchè lui si accorgesse della sua esistenza,perchè smettesse di vederla come una bambina,e ora non poteva accontentarsi di quei baci.
Gli sorrise,sfiorandogli una guancia con le labbra,sentendo i muscoli facciali tendersi in un sorriso sotto la sua bocca,poi si staccò leggermente dal corpo di Fred,facendosi mettere a terra e prendendolo per mano.
-Vieni con me...-
Senza parlare,Fred la seguì nel salotto,mentre Allison cercava di non ascoltare il battito feroce del suo cuore, sperando in cuor suo di essere all'altezza di quello che sperava sarebbe successo.

 

-Che accidenti stai facendo?-
Ferma sulla porta non credeva quasi ai suoi occhi.
Era veramente suo fratello quel ragazzo seduto sul davanzale interno della finestra con una sigaretta accesa fra le labbra?
-Vuoi chiudere quella porta?-la rimproverò Al facendole segno di entrare.
Lily si affrettò ad entrare nella stanza e a richiudersi la porta dietro le spalle,posando di nuovo lo sguardo sul fratello,una nota di rimprovero chiaramente visibile nei suoi occhi.
-Cosa credi che sto facendo?Sto fumando...Mi sembra tanto evidente!-ribattè lui ricambiando lo sguardo della sorella.
-E da quando?-chiese ancora lei.
-Beh non sarà più di due tre minuti,non è che durino tanto-scherzò Albus,nonostante avesse capito chiaramente a cosa si riferisse.
-Al...-fece lei in tono di rimprovero.
Il ragazzo sbuffò.
-Da qualche settimana,ok?
Puoi smetterla di guardarmi con quell'aria da maestrina?Non ti si addice-
Lily si sedette sul letto del fratello e lo fissò qualche istante,osservando le volute di fumo grigio che uscivano dalla bocca di Albus.
Come gli era venuta in mente una cosa del genere?Era una specie di dichiarazione di guerra per tutti coloro che tentavano di avvicinarsi a Scorpius?Oppure era un rigurgito di ribellione adolescenziale?
-Se papà lo scopre ti uccide...-commentò laconica.
Lui annuì tirando l'ultimo tiro prima di spegnere la cicca in un posacenere di vetro che Lily non aveva mai visto;lo osservò attenta mentre prendeva una scatola da sotto il letto e ve lo nascondeva dentro insieme ad alcune riviste pornografiche.
Si rimise in piedi e si lasciò cadere sul letto a peso morto facendo ballare il materasso sotto di loro,piegando una gamba e fermandola con una mano quasi avesse paura che cadesse dal letto senza il suo sostegno.
Se c'era una cosa di cui Lily era sicura,era che il ragazzo che le era accanto non era lo stesso con cui aveva condiviso quattordici anni della sua vita.
Negli ultimi mesi,da quando aveva cominciato a frequentare Scoprius Malfoy,sembrava aver dimenticato i modi dimessi e timidi che lo avevano accompagnato per quasi tutta la sua vita.
Possibile che fosse bastato lo sguardo di un ragazzo per trasformarlo in un'altra persona?
A far uscire quella parte così nascosta in lui?
-E' stato lui a farti cominciare?-gli domandò cercando di capirci qualcosa di più.
Albus sorrise e scosse la testa.
Se c'era una cosa che suo padre aveva insegnato a tutti loro era la tolleranza:non importava lo stemma che era stampato sul mantello che l'altro indossava,importava soltanto quello che l'altra persona riusciva a trasmetterti.
Albus doveva aver trovato qualcosa di "bello" in Scorpius per interessarsi a lui fino a pensare di andarci a letto,e questo poteva anche capirlo...Ma non accettava che quel ragazzino viziato corrompesse suo fratello!
Il sorriso divertito che era apparso sul viso di Al la incuriosì.
-Non stiamo parlando di una qualche sostanza proibita Lily...Sono soltanto sigarette!
Comunque per rispondere alla tua domanda,no non è stato lui a "iniziarmi":sono stato io a chiedergli di farmi provare.
La prima volta,ho tossito come un bambino per riuscire a buttar fuori il fumo,facendolo ridere poi ci ho preso gusto e...-disse lasciando la frase a metà.
Lei lo guardò perplessa.
Cosa c'era di così intrigante in Scorpius Malfoy?
-Che cosa ti attira di lui?-gli chiese incapace di frenare la sua lingua.
Suo fratello sorrise leggermente e abbassò per un'istante lo sguardo,fissando il copriletto.
-Voglio dire...Lui è completamente diverso da te:è arrogante,presuntuoso,viziato.
E' una Serpe,anzi,è il Principe delle Serpi!Come puoi non aver paura che non ti si rivolti contro solo perchè è di cattivo umore?-gli domandò preoccupata.
-Credi che non mi ponga io stesso queste domande?
Quando siamo insieme lui è diverso,è una persona totalmente diversa,a tal punto che certe volte sembro io il più intraprendente dei due,quello che si fa meno problemi...-le disse Albus,incapace di mettere ordine nel caos che imperava fra i suoi pensieri.
Lily lo guardò qualche istante,silenziosa,sentendosi quasi colpevole per aver parlato troppo ed essersi intromessa nella vita privata del fratello.
Al si alzò di nuovo e si avvicinò ancora una volta alla finestra,fissando il giardino interno che si intravedeva fuori dai vetri,le braccia conserte sul petto.
-E' qualcosa più forte di me.
Ogni volta io mi dico che non cederò,che non metterò in gioco tanto di me stesso,ma ogni volta ci ricasco!
So che può finire da un momento all'altro e che probabilmente,anzi sicuramente,sarò io quello che soffrirà di più quando succederà,ma per ora non posso neanche pensare alla possibilità di rinunciarci-disse sincero.
-Avete già...-domandò Lily poco certa di volerlo sapere veramente.
Albus scosse la testa.
Lei lo osservò per qualche istante,cercando di capire il legame che lo legava a Scorpius,se c'era qualcos'altro oltre il semplice sesso, mentre lui continuava a fissare la finestra quasi volesse dimenticarsi di aver avuto quella conversazione.
-Credi che perderebbe tanto tempo con me se non ci tenesse?-le domandò Albus senza guardarla,dando voce a quel pensiero che non smetteva di girargli in mente.
Lily lo sperava veramente,suo fratello lo meritava.
-Forse sì,ma l'unico modo per saperlo è chiederlo direttamente a lui-gli fece notare.
Lui sospirò con fare metitabondo e incontrò i suoi occhi.
-Ho paura di quello che lui potrebbe rispondere-ammise.
Ora era ritornato ad essere suo fratello,con le sue insicurezze ed i suoi dubbi.
Alzandosi in piedi e andando verso di lui,Lily alzò le spalle.
-Magari questa volta sarà lui a concederti più di quanto vorrebbe...-disse posando una mano sul braccio destro di Albus.
Lo avrebbe fatto se veramente teneva a suo fratello.
Se aveva capito che persona fantastica era Albus...

 

-Non avrei mai voluto dirti una cosa del genere.
So che ti sto dando un dolore e che forse perderai un pò della fiducia che hai in me,ma ti prego, ti prego di perdonarmi-
La voce le arrivava attraverso l'apparecchio,come già era successo altre volte,compagna di tante notte solitarie,voce amata e desiderata.
Voce odiata.
-Alice...Per favore,Alice parlami-
Che dire ad una persona che ha appena fatto a pezzi tutto quello che di più bello e importante avevi nella tua vita?
C'è un modo per spiegargli come si sentiva in quel momento,tutta l'umiliazione la pena che provava verso se stessa?
Gli si era offerta.
Gli aveva chiesto di fare l'amore con lei,ma lui l'aveva convinta ad aspettare,a non rovinare un momento così importante per colpa dell'impazienza.
Mentre ora non c'era più niente da rovinare...
-Non ho niente da dirti in questo momento-riuscì a dire con voce strozzata.
-Ti prego non dire così...Lo so,ho fatto un'errore,ho fatto la cazzata più grossa della mia vita,ma ti giuro che non ho mai smesso di amarti,neanche un'istante-disse Luke accorato.
Una risatina beffarda scappò dalle labbra contratte della ragazza.
-Scommetto che ero nei tuoi pensieri anche quando lei ti toccava-commentò risentita mentre nuove lacrime le bagnavano le guance al solo pensiero di Luke con un'altra.
-Beh,sì!Se proprio lo vuoi sapere è cominciato tutto perchè lei mi ha scoperto a masturbarmi pensando a te-ribattè lui.
-Che pensiero carino,però da me non ti sei neanche lasciato toccare da me quando te l'ho chiesto!-gli rinfacciò.
Luke respirò forte nel microfono del telefono e per alcuni istanti ci fu silenzio da tutte e due le parti:nel silenzio,Alice si asciugò le guance bagnate per far posto ad altre lacrime,mentre nella sua testa una voce insistente continuava a darle la colpa di quanto era successo.
Era stata colpa della sua testardaggine se quella storia era andata avanti nonostante tutte le premesse negative,la differenza di età e le palesi difficoltà di comunicazione.
-Io ti amo...-disse semplicemente Luke,come ultima difesa.
Anche lei.In modo totale,incondizionato e quasi disperato...Ma forse quell'amore era soltanto un'illusione,un sogno con cui si erano baloccati per troppo tempo.
Era venuto il momento di svegliarsi.
-Qualche volta l'amore non è abbastanza-rispose.
E senza aggiungere altro,chiuse la comunicazione.
Si sdraiò sul letto,rannicchiandosi su un fianco,le gambe piegate all'altezza dello stomaco.
Pianse,a lungo,senza preoccuparsi della possibilità che i suoi singhiozzi si sentissero oltre la porta della sua stanza.
Il cellulare squillò più volte sul comodino accanto a lei,ma il suono non la toccò minimamente: era finita.
E lei era stata una stupida a credere anche solo per un'istante che quella storia potesse funzionare.
Il sole,nello spettro della finestra,iniziò la sua lenta discesa e lasciò il posto alla penombra mitigata soltanto dalle stelle fosforescenti attaccate ai muri della stanza.
Ad un certo punto di quell'agonia,qualcuno bussò alla porta.
Senza muoversi dalla sua posizione,Alice sentì la maniglia abbassarsi e la porta girare sui cardini male oliati.
-Ehi lumachina...-
Un riquadro di luce artificiale tagliò l'oscurità della stanza e disegnò un'ombra sul muro.
La voce di sua madre le arrivò a poca distanza dal suo letto,prima che la luce scomparisse di nuovo e la porta tornasse a chiudersi.
Sentì i passi leggeri di sua madre avvicinarsi seguiti dal peso leggero del suo corpo sul letto accanto a lei.
Una mano le accarezzò i capelli,sicura nonostante l'oscurità.
-Non credi di aver pianto abbastanza?Domattina avrai due occhi talmente gonfi da non riuscire neanche ad aprirli-cercò di scherzare la donna.
Alice sorrise e,dopo aver tirato su con il naso,si voltò verso di lei.
Nella penombra incontrò lo sguardo di sua madre e la sentì accarezzarle le guance bagnate dalle troppe lacrime,ma invece di calmarla quel gesto le provocò una nuova ondata di tristezza.
-Oh mamma....-disse poggiando la testa contro il suo seno,ricominciando a piangere forte.
Le braccia della donna l'attirarono a sè,accarezzandole la schiena e dandole piccoli baci fra i capelli.
-Va tutto bene bambina...La mamma qui con te-le sussurrò in un orecchio.
-Perchè?...Io lo amo tanto...Perchè?-disse Alice fra i singhiozzi,nascondendo il viso nel suo petto.
Sua madre restò in silenzio a lungo,ascoltanto i suoi singulti e cercando di rendere quel momento meno amaro e doloroso,senza smettere un'istante di accarezzarla e di farle sentire la sua presenza accanto a lei.
-Certe volte un'amore,se è veramente un grande amore,ha bisogno di essere messo alla prova per poter dimostrare a tutti quanto è forte.
Sta solo a te decidere se vale la pena di combattere per difenderlo,perchè nessuno meglio di te conosce la tua storia d'amore-le disse poi parlando con voce calma.
-E come faccio a capirlo?-le chiese Alice tirando su con il naso.
Sua madre le diede un bacio fra i capelli.
-Questo purtroppo non posso dirtelo...E' qualcosa che devi capire da sola-
Strofinando la guancia destra contro il petto di sua madre neanche fosse ancora una bambina, Alice sospirò:valeva la pena combattere per Luke e la loro storia d'amore?

 

 

Salve a tutti!!!

I juniors sono tornati all'ovile,ma come ormai ci stiamo sempre + accorgendo nn sono + gli stessi junior che abbiamo conosciuto all'inizio di questa storia.

Preparatevi perchè se in in qst capitolo ci sono state delle piccole novità,altre novità ci aspettano nel prox chap!

La frase all'inizio è presa da "Pray" dei Take That.

 

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e mi scuso x eventuali errori di battitura e di ortografia.

E ora i ringraziamenti:Lights(Diciamo che è la + cucciola...Anche a piacciono molto,xkè è da loro kè è partita la storia,ma ora i miei preferiti sono Ronald e Rebecca),Streghetta'89(Grazie x i complimenti!Il continuo della storia fra Dan e Lily arriverà prestissimo,promesso!Chi l'avrebbe detto ke era così facile domare un Malfoy,eh?Magari xò è solo merito di Albus,forse soltanto lui ha questo potere...),Germana(Presto il problema di Daniel nn sarà soltanto suo padre,si ritroverà con un nemico inaspettato...Devo dirti ke riguardo a Rose e Jim avevo un'idea,ma poi leggendo i vostri commenti ho capito che era ancora tr presto,cs ho rimandato),Elly(Dai tanto lo sapevate che finivano insieme,quindi un bel pò di tensione si era allentata!Sei arrabbiata perchè James ha detto di no?Beh xò nn è rimasto con le mani in mano...Ti giuro ho adorato il tuo disegno tanto da metterlo come sfondo del portatile,nn so se te l'avevo già detto...),Missjude(Inseguire i propri sogni quando nessuno ti supporta è difficile,Daniel è sempre stato solo fino a quando nn ha incontrato Lily,deve ancora abituarsi all'idea che può esserci altro nella sua vita oltre al cammino tracciato da suo padre x lui;Era anche ora che Jim si desse una mossa!Stavamo mettendo la barba ad aspettare a lui...Fidati di me:se la fiction continua come l'ho immaginata finora,Scorpius sarà quello che vi sorprenderà di +!),IRE'89(Grazie x gli entusiastici complimenti...ma me li merito davvero?Credimi nn è falsa modestia,ma il 99% delle volte io credo di aver scritto un mucchio di cretinate!Cmq... Nella migliore tradizione,il tradimento è stato confessato e ora bisogna vedere quali saranno le conseguenze del suo "attimo di sbandamento";Quale essere sano di mente nn proporrebbe la stessa cosa a quell'adone che sprizza sesso da ogni poro?Io sarei la prima!Sai penso che soltanto quando stiamo per perdere qualcosa,ci accorgiamo del vuoto che si aprirebbe al suo posto e ti domandi:sopravviverò con questo vuoto?Tutto sta nella risposta),WingsHP(No,nn ti sei persa niente,solo un errore di distrazione!DOH!Tranquilla ci sarà abbastanza gelosia sia da parte di Scorpius che da parte di Al...),Pikkola(Grazie x i complimenti!Spero nn ti abbia portato via tr tempo;Hai ragione Jim e Rose nn avranno vita facile,specie x la storia della segretezza...),Trilli Call(Mi sn resa conto che Ronald stava assomigliando tr a suo zio,così ho deciso di distinguerli almeno in qst e x la risposta,mica tutti sn capaci di performance fantastiche come il loro papà la prima volta!Qlcuno,purtroppo,impiega meno tempo...Hai visto tu che sentiva la mancanza di Fred ed Allie?Sn tornati in tutto il loro splendore,decisi a mettere a frutto i suggerimenti dei loro genitori),Tonks'17(Ho cambiato il link della foto di James,ora riesci a vederla?Mi dispiace che Scorpius nn abbia incontrato il tuo favore,è uno dei miei preferiti,insieme a Ronald e Rebecca...e ad Albus,ovviamente!Lily è al 4 anno e x qnt riguarda la dichiarazione di Dan,lo sai come sn fatti qst uomini sempre vergognosi quando si tratta di sentimenti!Mi prendo seriamente l'impegno di farti innamorare di Scorpius ed Albus prima della fine di qst fiction,credimi ci riuscirò,o almeno lo spero!Io credo che nessuno ti conosca meglio del tuo migliore amico,in questo caso Scorpius:è da lui ke vai qnd vuoi sentirti dire cosa fare.E' proprio qll che ha fatto Luke:aveva bisogno di qualcuno che lo indirizzasse,lo aiutasse a capire,anche senza usare i metodi convenzionali o le "buone maniere"...Tutti hanno quale paura infantile che nn riescono a superare del tutto:io ho quella dei clown,Rose quella dei temporali...Solo che a lei ha portato fortuna!!).

Bene,come al solito vi lascio con lo spoilers...

"-Posso invitare qualcuno questo pomeriggio?Sai niente di trascendentale,un film,compiti,cose così...-

-Qualcuno di importante?-

-Un'amico-"

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Get out!"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** Feel this ***


feel this

 

"Feel this
Can you feel this
My heart beating
Out of my chest"

 

Conosceva i suoi figli come il palmo della sua mano:li aveva portati dentro di sè per nove mesi,li aveva allattati,era stata testimone dei loro più intimi cambiamenti fin da quando erano bambini, quindi era ovvio che fosse la prima a capire quando qualcosa di nuovo era nell'aria.
E in quel momento c'erano molti cambiamenti che sembravano sul punto di "esplodere" da un momento all'altro.
Aveva la sensazione che tutti i suoi figli,esclusa ovviamente Emy,fossero sul punto di chiederle qualcosa,di cercare il modo più giusto per ottenere un permesso speciale,senza naturalmente dare troppe spiegazioni.
Sapevano che per lei ed Harry erano giorni importanti,felici,e sapevano che se usavano le parole ed il tono giusto potevano ottenere quello che desideravano.
Il primo ad avvicinarla fu Ronald,stranamente più temerario degli altri fratelli.
Ai suoi occhi di mamma sembrava così diverso dal ragazzo che aveva visto solo poche settimane prima:era diventato più sicuro di sè,più felice,come se avesse finalmente trovato la parte che gli mancava per essere completo.
Era tutto merito di quella ragazza?
La sua prima reazione era stata di gelosia,agli occhi di una madre un figlio non è mai abbastanza grande da poter essere "diviso" con un'altra donna,ma ricordava la difficoltà con cui si erano separati sulla banchina, i gesti di affetto che Ronald aveva avuto verso la ragazza.
Le si avvicinò pochi giorni prima di Natale,mentre l'euforia natalizia pervadeva la casa e la loro famiglia,in un momento in cui era da sola in cucina a leggere il giornale.
Con la coda dell'occhio,mantenendo sempre la testa sul giornale,lo sentì dirigersi con aria nonocurante verso il frigorifero,aprirlo e tirare fuori la bottiglia del latte per versarsene un bicchiere.
Sentì l'anta del frigorifero richiudersi,ma Ronald non accennò ad uscire dalla stanza,anzi lei percepì il suo sguardo su di sè per un lungo istante prima di decidersi ad alzare gli occhi dal giornale e voltarsi verso di lui.
-Tutto bene tesoro?-gli domandò con un leggero sorriso.
Suo figlio sorrise,le dita della mano sinistra strette attorno al bicchiere bianco.
-Sì...sì,nessun problema-la rassicurò lui.
Ginny sorrise di nuovo e fece per voltare la testa e tornare al suo giornale,certa che quella mossa avrebbe avuto l'effetto desiderato.
-Ecco,veramente c'è una cosa che vorrei chiedervi-disse facendola incuriosire.
Aveva usato il prurale,quindi significava chiedere il permesso anche a suo padre...doveva essere qualcosa di importante.
Voltò il busto verso di lui e lo fissò in attesa che lui gli spiegasse.
Ronald fece un respiro profondo,per affondare poi i denti nella parete morbida della bocca e riflettere qualche altro istante su come porre la domanda.
-Ti ricordi di Rebecca?-iniziò prendendo il discorso alla larga.
Lei annuì brevemente.
Anche volendo era impossibile dimenticarla,vista la frequenza con cui si sentivano al telefono e la tristezza che sembrava abbattersi su Ronald ogni volta che chiudeva una chiamata.
-Vagamente,perchè?-chiese cercando di mostrarsi distaccata.
-I suoi genitori hanno pensato,visto che non si vedono mai,di trascorrere l'ultimo dell'anno da soli,senza di lei e della sorella.
Rebecca allora voleva organizzare qualcosa con Rachel,ma è saltato fuori che sua sorella aveva già preso accordi con le sue amiche.
Così ho pensato...se per voi non è troppo disturbo...di invitarla a stare qualche giorno da noi-disse proponendole la sua idea come se fosse casuale.
Che intraprendenza!Non lo avrebbe mai creduto capace...
Ginny lo guardò qualche istante e si schiarì la gola,riflettendo sulla sua richiesta:ospitare un'adolescente,nonchè fidanzata del tuo sedicenne figlio in piena tempesta ormonale poteva essere un'arma a doppio taglio,specialmente per la grande responsabilità che si assumevano lei ed Harry.
Però le metteva tristezza,la sola idea di quella ragazza da sola mentre tutto il resto della sua famiglia è in giro a festeggiare.
-Sai che devo parlarne anche con tuo padre,vero?-gli domandò cercando gli occhi di Ronnie, così simili ai suoi.
Il ragazzo annuì.
-E che dovremmo comunque chiedere il permesso anche ai genitori di Rebecca...-continuò con lo stesso tono di voce.
-Assolutamente-convenne lui.
Ginny lo fissò qualche altro istante e poi sospirò:forse stava commettendo una grande assurdità,ma non riusciva ad essere intransigente con i suoi figli,almeno non troppo a lungo.
-Se tuo padre e i suoi genitori danno il consenso,non credo ci sia nulla di male-concesse alla fine.
Ronald sorrise neanche gli avesse dato per sicura la presenza di Rebecca in quella casa nelle prossime settimane e le andò incontro per abbracciarla.
-Grazie!Grazie!Grazie!-le disse dandole un bacio sulla guancia destra.
Ginny sorrise e lo scansò giocosamente.
-Aspetta a gongolare...Piuttosto dimmi il nome e l'indirizzo dei genitori di Rebecca così posso parlar loro di questa cosa-
Dall'espressione che era apparsa istantanea sul viso di suo figlio,Ginny capì che c'era qualcosa che ancora non le aveva detto.
Lo vide passarsi una mano nei capelli,come faceva ogni volta che era in imbarazzo,e si preparò alla nuova sorpresa.
-Cè qualcosa che non so Ronnie?-gli chiese cercando di non mostrarsi troppo stupita.
Lui scosse la testa.
-Ecco,non è niente di importante in realtà,è solo che non so come la prenderai...In fin dei conti è anche una storia buffa!
Hai presente Rebecca?-
-E' la terza volta che me lo chiedi-gli fece notare la madre senza allontanare lo sguardo dal suo viso.
-Giusta osservazione!Il suo nome,il suo nome completo è Rebecca Paciock-disse il ragazzo tutto d'un fiato,quasi avesse paura che ogni interruzione potesse fargli mancare il fiato.
Ginny lo guardò qualche istante incredula:Rebecca era la figlia di Neville?
Assurdo!
La vita,certe volte,ha dei modi impensati per ripresentarsi...
Mordendosi un'angolo del labbro inferiore,sorrise leggermente,ripensando a tutto quello che era successo in passato fra Luna e Neville,di come era arrivato ad odiarlo e di come alla fine era diventata indifferente nei suoi confronti,dimenticando quasi i tanti anni di amicizia che li aveva legati.
Ed ora suo figlio era innamorato della figlia di Neville.
Chissà che avrebbe detto Luna quando glielo avrebbe raccontato...
-Questo sì che è davvero assurdo...-commentò seguendo il filo dei suoi pensieri.
Sentiva su di sè lo sguardo attento e preoccupato di Ronald che attendeva una risposta.
Era chiaramente sulle spine:ma cosa credeva che gli avrebbe impedito di vedere Rebecca solo perchè il padre si era comportato male con sua zia Luna?
Loro non dovevano entrare in quei vecchi rancori del passato...
-Parlerò con tuo padre questa sera,dopodichè spedirò un gufo a Neville e Hannah per chiedere il loro permesso-disse semplicemente.
Questa volta suo figlio non riuscì a contenere la sua gioia e l'abbracciò,iniziando a riempirla di baci sulle guance.
-Sei grande!Sei la migliore!Te l'ho mai detto che ti voglio bene?-le diceva fra un bacio e l'altro.
Fra le risate,mentre cercava di staccarselo di dosso,Ginny si accorse della presenza di Albus a pochi metri da loro,un sorriso divertito sulla faccia.
-Sei proprio un lecchino...-commentò divertito.
Ronald si staccò da lei e gli lanciò uno sguardo,prima che la felicità riprendesse possesso di lui.
-Forse Rebecca viene a stare qui per il Capodanno-lo informò.
Il moro annuì lentamente,le braccia conserte sul petto.
-Interessante.
Speriamo che non decida di portarsi dietro anche quella rompiscatole della sorella-commentò.
Ronald rise,pienamente d'accordo con Albus e scosse la testa.
-Comunque,ora che hai ottenuto quello che vuoi, ne diresti di andartene?-gli domandò lasciando ricadere le braccia lunghe contro i fianchi.
Il rosso diede un'ultimo bacio alla madre e poi uscì a passi lunghi dalla cucina.
Ginny guardò suo figlio e per qualche istante cercò di indovinare il favore che le avrebbe chiesto:magari anche lui aveva una ragazza che voleva frequentare durante le vacanze?
Non sarebbe stato poi così assurdo,pochi ragazzi all'età di Albus erano così enigmatici e,allo stesso tempo,così spontanei da farti sorridere nello stesso istante in cui li incontravi.
Ginny aveva la sensazione che Al irradiasse sicurezza da ogni poro,come se non ci fosse niente al mondo che potesse spaventarlo...Alle volte le era quasi impossibile riconoscere in quel ragazzo dinoccolato e dai capelli neri il bambino che aveva paura del buio.
-Scommetto che hai un favore da chiedermi-gli disse sorridendo leggermente.
Al sorrise a sua volta e abbassò lo sguardo per qualche secondo prima di tornare a fissare il suo volto.
-Solo se sei di buon'umore-scherzò facendola ridere leggermente.
-Forza,cosa posso fare per te?-gli domandò accavallando le gambe una sull'altra.
Albus restò in silenzio,cercando le parole giuste per porle quella domanda,giocherellando con le dita della mano sinistra.
-Dovrei invitare un mio studente per alcune lezioni di recupero-disse poi secco.
Lei ed Harry erano rimasti stupefatti quando avevano saputo che Albus aveva iniziato a dare ripetizioni agli studenti in difficoltà:era qualcosa che si aspettavano da Rose,con la sua super intelligenza,non da uno dei loro figli "lavativi".
Invece,Albus sembrava portato all'insegnamento e,secondo il parere della Preside McGranitt, tutti gli studenti assegnatigli finora avevano ottenuto grandi risultati.
-Tesoro è proprio necessario dare lezioni anche durante le vacanze?
Non lo dico solo per te,ma anche per quel povero ragazzo che deve buttarsi sui libri invece di godersi questi giorni di riposo-gli disse,preoccupata che Al non sfruttasse a pieno il suo tempo libero.
Lui sorrise e scosse la testa.
-Tranquilla mamma,lo sai che mi piace dare lezioni.
E poi è stato proprio il mio studente a chiedermi se potevamo vederci durante le vacanze per poter mantenere alta la sua media.
Ti prometto che non sarà più di un paio di lezioni in tutta la vacanza,naturalmente dopo il Natale-contrattò,sperando in quel modo di averla vinta.
Ginny si allontanò i capelli dalla faccia e riflettè indecisa.
-Chi è lo studente?-domandò cercando di prendere una decisione.
-Oh,è Scorpius Malfoy-le disse lui noncurante.
Il viso di Ginny si riempì di divertita incredulità:quella giornata sembrava essersi capovolto il mondo!
Il figlio di Malfoy che chiedeva ad Albus di continuare a studiare anche durante le vacanze,che aveva bisogno dell'aiuto del suo bambino per avere buoni voti a scuola?
Quando lo avrebbe raccontato ad Harry,avrebbe gongolato sicuramente...Per non parlare di Ron!
-Per questo ti ha salutato quando siete scesi dal treno...-disse ricordandosi in quel momento di quel piccolo particolare.
Albus si limitò ad annuire.
-Posso dirgli di venire?-chiese ancora lui senza staccare lo sguardo dal suo viso.
Beh,in fondo si trattava di un'opera buona...
-Va bene,ma non devono essere più di due lezioni!
Devi anche trovare il tempo per divertirti-gli accordò benevola.
Un sorriso ambiguo apparve sul viso di suo figlio,portandola ad interrogarsi su cosa vi si nascondesse dietro,senza però avere il tempo di indagare,perchè l'attimo dopo aver ricevuto il permesso,Al la ringraziò ed uscì dalla cucina.
Ora era di nuovo sola con il suo giornale ed il suo caffè come una ventina di minuti prima,ma con una miriade di pensieri in più che le giravano per la testa.
Aveva permesso a Ronald di invitare la sua ragazza:se ne sarebbe pentita?
Doveva porre delle regole ferree su cosa potevano e non potevano fare,inoltre doveva parlare con Lily per essere sicura che non le dispiacesse dividere la sua stanza con Rebecca.
Quasi l'avesse chiamata a gran voce,sua figlia entrò nella cucina.
-Ho sentito che sei di ottimo umore e ho pensato di approfittarne-disse sincera come al suo solito.
Ginny sorrise e piegò le braccia all'altezza del petto,fissandola.
-Hai anche tu qualcosa da chiedermi?-le domandò sorpresa.
Di solito,quando aveva bisogno di qualcosa,Lily usava il forte ascendente che aveva sul padre, riuscendo sempre a fargli dire di sì.
Molte volte lei ed Harry litigavano per questo suo lassismo nei confronti di Lily,per questa sua incapacità di accorgersi che sua figlia non era più la bambina che aveva cullato e a cui aveva imparato ad andare in bicicletta,ma una giovane donna che cominciava anche a ribellarsi a quell'amore incondizionato e senza limiti.
Ma naturalmente parlare con Harry o parlare con un muro sarebbe stata la stessa cosa...
-In effetti sì!Posso invitare un'amico?-le domandò affrontando il suo sguardo.
Ginny poggiò entrambi i palmi delle mani sulle ginocchia,sporgendosi leggermente verso di Lily.
-Un'amico?-
Sua figlia annuì.
-Già per un film,i compiti,le solite cose...-disse evasiva la ragazza.
-Lo conosco?-domandò lei adempiendo perfettamente al suo ruolo di "controllore".
Lily mosse la testa tentennante,poi si morse un'angolo del labbro inferiore.
-No,ma potrebbe essere una buona occasione per conoscerlo-le fece notare.
Anche lei,all'età di sua figlia era così sveglia?
Forse no,visto che Harry aveva impiegato tutto quel tempo per capire di essere interessato a lei.
Ma fare paragoni era quasi impossibile:lei aveva Harry tutte le estati,ventiquattro ore al giorno, nella stessa casa a stretto contatto,con i suoi genitori che,anche se non avevano mai detto una parola,avevano sempre saputo del suo interesse per Harry.
Ai suoi figli non avrebbero mai concesso quella "libertà".
-Chi è questo amico?-domandò cercando di sapere di più.
-Si chiama Daniel.
Allora posso dirgli di venire?-chiese subito per evitare altre domande.
-Non dovrebbero esserci problemi-
Lily sorrise e fece un piccolo cenno affermativo con la testa.
-Posso chiederti un'ultimo favore?-le chiese la ragazza.
Ginny restò in silenzio,in attesa della sua richiesta.
-Potresti evitare di dire a papà che si tratta di un ragazzo?
Lo sai come reagisce...-
Sì lo sapeva,e per il momento preferiva non impelagarsi in una discussione già fatta mille volte.
-Credo di poterlo fare-
In fondo non era una cosa così grave.

 

-Entra-
Sapeva chi avrebbe aperto la porta,in fondo era l'unico che poteva entrare quando lei era nella vasca.
All'inizio della loro storia,si divertivano a fare il bagno insieme,ai lati opposti della vasca,parlando finchè l'acqua non diventava fredda o non finivano per fare l'amore.
Fissando la sua figura alta che si stagliava sulla soglia,una mano ancora sulla maniglia,sorrise ricordando quei momenti.
Quanto era stato difficile arrivare fin lì,raggiungere quella perfezione.
-Sai diventi più bello man mano che passa il tempo?-
Lui sorrise e abbassò gli occhi,come faceva sempre quando gli faceva un complimento:possibile che dopo quasi vent'anni di vita insieme si imbarazzasse ancora?
Non avrebbe mai immaginato che quel bellissimo uomo,così spigliato e sbruffone,avesse in sè un'animo timido.
Lo osservò chiudere la porta del bagno e sedersi sul water,a pochi metri da lei.
-Non fare caso a me...Continua pure-le disse poggiando la testa contro le mattonelle blu del bagno.
Lei chiuse gli occhi,muovendo la testa sul marmo della vasca increspando leggermente la superficie dell'acqua.
In quegli ultimi mesi,quando lei era troppo debole anche per stringere la spugna,si sedeva su quello stesso marmo e,con i piedi infilati nella vasca,le passava la spugna sul tutto il corpo, facendola rilassare contro di sè...Sarebbe stato un perfetto preliminare erotico se avessero avuto la fantasia e la voglia di spingersi oltre.
Ovviamente la sua malattia aveva sempre bloccato quegli impulsi,così naturali per loro,arrivando quasi ad azzerarli.
Ma ora tutto stava tornando alla normalità:lei stava meglio,lo dimostravano i test e le analisi fatte e soprattutto si sentiva meglio,i capelli stavano ricrescendo e le macchie scure che avevano rovinato la sua pelle tutti quei mesi stavano sparendo.
-Perchè non vieni dentro con me?-gli domandò riaprendo gli occhi e portandoli su di lui.
George sorrise,divertito da quella provocazione.
-Sì certo come no...Magari anche vestito-aggiunse.
Luna sorrise:l'idea non era affatto male!
In fondo era da tanto che non spogliava suo marito godendosi la vista dei muscoli che venivano fuori piano piano...aveva bisogno di un'aggiornamento.
-Non è mica una cattiva idea,sai?-convenne lei.
George rise,ancora convinto che lei volesse scherzare.
Per convincerlo della veridicità delle sue parole,Luna poggiò entrambe le braccia sul bordo della vasca,schiacciando il seno contro la vasca fredda uscendo con metà schiena dall'acqua e poggiando il mento sul dorso della mano sinistra, mettendo in mostra le spalle nude e bagnate.
-Forse però è meglio che ti levi le scarpe,quelle sarebbe un peccato rovinarle-commentò indicando con un dito sporco di schiuma le scarpe marroni di vernice.
Un sorriso malandrino apparve sul viso di George,un gesto che aveva sempre anticipato le loro più cattive azioni e lei sorrise a sua volta,mentre lo osservava togliersi prima la scarpa destra e poi la sinistra.
Lo seguì con lo sguardo quando si alzò in piedi e,tolti anche i calzini e la cinta,si infilava nella vasca dalla parte opposta alla sua,bagnandosi all'istante i pantaloni e la camicia bianca, sollevando una piccola onda e facendola urlare di divertimento.
-Contenta?-le domandò poggiando entrambe le braccia sui bordi della vasca.
Luna rise di nuovo,piegando una gamba e mostrando un ginocchio bagnato,sistemando meglio l'altra gamba per non scontrarsi con le lunghe gambe del marito.
-Devo ammettere che si sta bene qui...-fece George passandosi una mano bagnata fra i capelli, facendoli restare dritti sulla fronte.
Continuando a sorridere,Luna staccò la schiena dalla parete della vasca e si sporse verso di lui, affondandogli le dita nei capelli cercando di ridar loro un senso.
-Te l'avevo detto-disse semplicemente,spostandogli i corti capelli verso destra.
George accennò un sorriso e muovendo un braccio sott'acqua,cercò di farla avvicinare di più a sè,facendola mettere in ginocchio fra le sue gambe,l'acqua che si muoveva intorno a loro in piccole onde.
Felice per quella vicinanza,Luna fece ricadere le mani che finora erano state fra i suoi capelli sulle sue spalle larghe e respirò profondamente,affondando lo sguardo nelle iridi azzurre dell'uomo.
-Sei comoda?-le domandò muovendosi nella vasca per essere più vicino a lei.
Lei storse la bocca verso destra e dopo qualche istante di esitazione scosse la testa.
-Non ancora-disse facendo scivolare una mano sul torace coperto dalla camicia zuppa d'acqua.
Ripetè il gesto anche con l'altra mano raggiungendo i bottoni bianchi centrali,iniziando a slacciarli,senza alcuna fretta,uno dopo l'altro.
Come tante altre volte aveva fatto in passato.
Perfettamente rilassato,George si lasciò spogliare senza staccare fino all'ultimo il braccio dalla vita di Luna, quasi un bisogno estremo di sentire la sua presenza.
-Cominciamo già a ragionare...-commentò lei facendo cadere a terra la camicia zuppa d'acqua, sorridendo al suono attutito che sembrò rimbombare nel silenzio.
Poi,sotto lo sguardo divertito e attento di sua moglie,affondò le mani nell'acqua slacciando il bottone dei pantaloni e fece scendere la cerniera lampo,muovendo poi il sedere per farli calare oltre le gambe,ottenendo un'aiuto da Luna che afferrò i pantaloni per le gambe e li tirò a sè togliendoli del tutto e gettandoli a terra accanto alla camicia.
Tornando a poggiare la schiena contro il marmo freddo,George la tirò giù con sè sotto il pelo dell'acqua,sentendola poggiare la testa poco distante dalla spalla,il seno che premeva contro il suo torace e un braccio che gli circondava i fianchi.
Quell'intimità riportava alla memoria tanti ricordi,tanti momenti di passione e di confidenza.
-L'ultima volta che abbiamo fatto il bagno insieme tu eri incinta di Alice-ricordò George accarezzandole la schiena nuda sotto l'acqua.
Lei sorrise in silenzio:per qualche strana ragione,durante quella gravidanza aveva avuto più paura per il feto.
Era certa che ci sarebbero state complicazioni,che la bambina sarebbe nata con una malformazione,e per premunirsi aveva iniziato a leggere libri che preparavano i futuri genitori su questi casi particolari.
-Mi ricordo avevi paura nascessi con qualche dito in meno...-continuò George con un sorriso divertito.
Luna,stizzita,gli diede un piccolo pugno sul fianco sinistro facendolo ridere.
-Uff,quanto ancora me lo rinfaccerai?Ero sicura di aver sentito qualcosa di diverso rispetto alle altre volte-ribattè lei mettendo il broncio.
George la strinse a sè con entrambe le braccia,iniziando ad accarezzarle la pancia.
-Beh,essendo una bambina qualcosa di diverso c'era...-scherzò avvicinando la bocca al suo collo.
-Ah ah,molto divertente!Perchè allora non parliamo degli spaventi che ti prendevi ogni volta che la vedevi tirare calci?-
-Andiamo,non puoi biasimarmi per quello!-disse George.
Sorridendo,Luna si voltò leggermente verso di lui e gli allacciò un braccio attorno alle spalle, giocando con le dita bagnate con i suoi capelli.
Lui la guardò in silenzio,fissando il suo volto come soltanto lui sapeva fare per poi darle un bacio sulla fronte.
-Sei preoccupata?-le domandò poi staccando le labbra quel poco che bastava per parlare.
Luna sospirò e scosse la testa.
-No,sono pronta,è il momento giusto...E poi guardami:ti sembro una donna che ha avuto un cancro?-gli domandò scherzosa come al solito.
George sorrise e fece un cenno di diniego,accarezzandole i capelli.
-Assolutamente,sei lo schianto di sempre...Però lo sai che possiamo ancora rimandare,vero?
Basta che inventiamo una scusa e ci tiriamo fuori-le ricordò.
Non voleva forzarla a fare nulla,tutto doveva essere fatto quando e se lei se la sentiva.
Avevano aspettato tanto,che problema c'era ad aspettare ancora?
Con un sorriso tenero,lei gli diede un bacio dolce sulle labbra.
-Il mio cavaliere...Ti preoccupi troppo per me-lo ammonì.
-Non è vero-cercò di ribattere George.
Due dita si posarono sulle sue labbra,portando l'aroma del bagnoschiuma ai frutti di bosco alle sue narici.
-Sì che lo fai...E io adoro farmi coccolare da te in questo modo,però questa volta non c'è bisogno.
Davvero.
Siamo forti abbastanza per sorbirci tutte le ramanzine che la tua famiglia ci farà quando verrà a sapere del cancro-gli disse sicura.
George annuì.
-Lo so,anzi ne ho la certezza,ma...-cominciò.
Luna sorrise e scosse la testa.
-Per favore potresti smetterla di parlare di quest'argomento?
Sto cercando di godermi un bagno con il mio maritino se non ti dispiace!-lo zittì guardandolo con due occhi brillanti d'ironia.
George sorrise diveritito.
Chi era lui per negarle quel piacere?

 

-Per la terza volta,la risposta è no!-
Perentorio come al solito,lo sguardo serio e deciso fisso sul suo volto,suo padre stava facendo di tutto per sfiancare la sua volontà,la sua incessante richiesta.
Ma se credeva che lui si sarebbe arreso tanto facilmente,allora lo aveva veramente sottovalutato:quando si metteva in mente qualcosa,non c'era niente che potesse fargli cambiare idea.
Aveva fatto una stronzata,ora lo aveva capito,e c'era un unico modo per sistemare le cose,riportare tutto entro i ranghi.
Non era disposto a perdere Alice per una piccola sbandata...
-Non mi arrendo!
Ho bisogno del tuo permesso per andare a Seattle e non me ne andrò da qui finchè non lo avrò ottenuto-gli disse tenendogli testa.
Seduta sul divano,quasi indifferente al loro battibecco,sua madre sfogliava una rivista,lo sguardo fisso sulle pagine,quasi cercase di non farsi notare dai due uomini.
Luke sapeva che era tutta una recita:lei avrebbe recepito ogni minimo cenno,ogni più insignificante sfumatura della loro voce e l'avrebbe elaborata per poi discuterne con suo padre e decidere "cosa era meglio per lui".
Ma in quel momento nessuno sapeva cosa era meglio per lui di sè stesso.
Doveva partire per Seattle e parlare faccia a faccia con Alice,se necessario farsi urlare contro e anche picchiare da lei,ma doveva ottenere il suo perdono.
Senza di quello,non sarebbe tornato ad Hogwarts.
Lo sguardo altero di suo padre lo fissò qualche secondo prima di alzare le spalle.
-Stai sprecando il tuo tempo Lucas,sai benissimo che non ti permetterò mai di fare una cosa tanto sciocca...
Andare a scongiurare quella bambina!-commentò incredulo.
-Non è una bambina,è la mia ragazza!-ribattè deciso Luke,sicuro di potergli tenere testa.
-Tu sei un Serpeverde,sei un membro della famiglia Zabini e noi non imploriamo,mai!
Non ci abbassiamo a tanto per una donna,e non ti permetto di rovinare il nostro nome con queste tue assurde scene patetiche,quindi togliti dalla testa l'idea di questo viaggio!-disse in modo quasi sprezzante.
Luke strinse i pugni lungo le braccia e cercò di restare calmo,sapendo a quali punizioni sarebbe andato incontro se si fosse ribellato,mentre dentro di sè il fuoco della rabbia divampava sempre più alto e ruggente.
Vide suo padre aggiustarsi le maniche della camicia,come faceva sempre quando riteneva chiusa una discussione,e lo sentì tirare un sospiro.
-In fin dei conti quest'assurdità era durata anche troppo,era venuto il momento di darci un taglio.
Magari è stato proprio il Serpeverde che c'è in te a farti agire in quel modo...-gli fece notare.
Che assurdità!
-Non credo sia così-si limitò a rispondere.
Suo padre alzò le spalle,incurante.
-Quello che credi tu non ha importanza,contano soltanto i fatti:quando hai avuto bisogno di un contatto fisico maggiore,di qualcuno che soddisfasse le tue voglie,non sei andato da quella bambina.
Ti sei rivolto ad una tua pari.
Lasciami dire che io e tua madre siamo molto felici della scelta che hai fatto:Mandy Greengrass è una ragazza molto beneducata,di ottima famiglia e anche molto affascinante-si complimentò.
Luke socchiuse gli occhi,cercando di capire il significato del discorso di suo padre:stava davvero dicendo quello che credeva di aver capito?
-Credo di non capire padre-
-Quello che tuo padre vuole dire-disse sua madre parlando per la prima volta,portandolo a voltare la testa verso di lei-è che saremmo molto felici se questa amicizia continuasse.
Avresti la nostra più completa benedizione-concluse fissandolo con i suoi occhi neri profondi.
Ma erano diventati pazzi?
Lui e Mandy Greengrass?Neanche se fosse stata in pericolo la sua anima dannata!
-Mi dispiace deludervi,ma questo non succederà.
Un Zabini non si accontenta degli scarti-
Senza aggiungere altro si voltò ed uscì dal salotto,certo di non poter contenere oltre la sua rabbia.


L'arrivo di Rebecca era previsto per il 27 dicembre.
Harry,Ginny,Emy e Ronald sarebbero andati a prenderla alla stazione.
Convincere Neville ed Hannah a far venire la loro figlia da loro per il Capodanno non era stato molto difficile:per non affrontare discussioni che inevitabilmente ci sarebbero state e che avrebbero richiesto tempo,Ginny aveva posto l'invito come una richiesta da parte di Lily, desiderosa di riunire due amiche durante quelle vacanze.
Fortunatamente Rebecca aveva retto il gioco con i suoi genitori e loro avevano accordato il permesso.
La casa quella mattina era carica di elettricità,tutto sembrava irreale:Ronald era stato il primo dei ragazzi a svegliarsi,a farsi la doccia e ad essere pronto per la colazione,sedendosi al tavolo perfettamente vestito mentre i suoi fratelli lo osservavano in pigiama e con sguardi leggermente comatosi ancora intontiti dal sonno.
Inoltre,nonostante si fosse svegliato ore prima del solito,stava sorridendo.
-Che diamine hai da sorridere a quel modo?-chiese Albus versando un pò di caffè nella tazza di latte.
Ronald alzò le spalle.
-Perchè non dovreiE' una bella giornata,il sole splende,e forse per capodanno ci sarà la neve...Che si può chiedere di più?-domandò il rosso al fratello.
Accanto a lui,James sbuffò,passandosi una mano fra i capelli scompigliati.
-Oggi arriva Rebecca-disse semplicemente prima di affondare nella tazza di caffè.
Albus e Lily annuirono senza fare commenti e tornarono alla loro colazione,completamente disinteressati.
Il campanello della porta suonò e Ronnie,essendo l'unico presentabile al momento,andò ad aprire.
Sentì un leggero scalpettio sopra la sua testa e voltandosi vide Emy che si affacciava dalla scala curiosa.
-Chi è?-gli domandò.
-Come faccio a saperlo?Non ho ancora aperto!-le fece notare lui.
Aprì la porta con un gesto veloce e si trovò davanti un fattorino con un grande mazzo di gigli bianchi stretto nella mano sinistra.
Non era che poco più grande di lui,lo capiva dai piercing che gli coprivano l'intero orecchio sinistro e dalla leggera peluria scura ancora adolescenziale sul labbro superiore.
-Ho una consegna per Ginny Potter-gli disse tendendogli i fiori.
-E' mia madre-rispose Ronald.
Il ragazzo alzò le spalle disinteressato e prese una penna dalla tasca destra tendendola poi verso di lui insieme ad una lista di nomi alla fine del quale c'era quello di sua madre.
-Firmi qui-gli disse indicandogli un punto imprecisato del foglio.
Ronald prese il foglio e firmò velocemente tornando a porgerlo al ragazzo che,dopo averlo salutato,si voltò già diretto verso la prossima consegna.
Ronnie chiuse la porta e guardò il grande mazzo di gigli bianchi:chissà chi li aveva mandati...
Sentì dei passi veloci sulle scale e vide suo padre scendere dabasso,fermandosi a pochi metri da lui.
-Buongiorno Ronnie,vedo che sei pronto per il grande giorno...-commentò ironico indicando i fiori bianchi.
Il ragazzo scosse la testa.
-No non sono per Rebecca,anche se non sarebbero una cattiva idea...Sono per la mamma.
Hai idea di chi possa averli mandati?-gli chiese cauto.
Suo padre sorrise lievemente e annuì.
-Ho un'idea precisa di chi sia stato-disse semplicemente prendendo il bouquet dalle sue mani.
Ronald lo guardò con uno sguardo curioso,fissando poi la scala da cui stava scendendo sua madre.
-Buongiorno amore,buongiorno tesoro-disse salutando entrambi mentre era ancora sulle scale.
Ronnie la vide chiaramente mentre si fermava a metà della scala e fissava il mazzo di gigli bianchi che suo padre stringeva in una mano.
Forse iniziava a capire...
-E' un'altro dei tuoi scherzi Potter?-gli chiese cercando di apparire minacciosa.
Suo padre rise e scosse la testa.
-Nessuno scherzo questa volta...Sono per te-le disse fissando i suoi occhi.
Ronald vide sua madre restare immobile per qualche altro istante prima di scendere di corsa gli ultimi gradini e andare a gettare le braccia al collo di suo padre,ricoprendogli il viso di baci.
-Ti sei ricordato!Sei veramente il marito migliore del mondo!-commentò accompagnando ogni parola con un bacio.
Suo padre rise e allacciò un braccio attorno alla vita di lei,stringendola a sè.
-Credevi veramente che avrei potuto dimenticarlo?
Tesoro una cosa del genere non si dimentica tanto facilmente...-le disse senza staccare lo sguardo da quello della moglie.
Ronald vide sua madre sorridere,piacevolmente colpita da quelle parole,per poi guardare i fiori.
-Gigli bianchi...Davvero perfetto-
L'attimo dopo avevano ripreso a baciarsi completamente dimentichi della sua presenza nell'ingresso.
Ronald sbuffò e tornò nella cucina.
-Che succede di là?-domandò Lily voltandosi a guardarlo.
Lui si strinse nelle spalle e si lasciò cadere sulla sua sedia.
-Le solite smancerie fra mamma e papà-commentò semplicemente.
I fratelli fecero una leggera smorfia e per alcuni istanti restarono in silenzio,tutti con il pensiero ai loro "amanti".
Forse spinta da quel pensiero,Lily sospirò e guardò il tre fratelli seduti insieme a lei.
-Oggi ho invitato Daniel-disse loro.
I tre alzarono la testa e la guardarono,leggermente preoccupati.
-Papà lo sa?-chiese James.
Lily mosse la testa a destra e poi a sinistra.
-In parte...Sa che viene un compagno di Hogwarts per i compiti,ma non sa che tipo di amico si tratta-
-Credi sia il caso di dirglielo?-domandò Ronald.
Quando il padre avrebbe saputo della storia fra Daniel e Lily,tutti sarebbero stati in punizione: dal primo all'ultimo.
-Sono due mesi che stiamo insieme,quanto ancora devo nasconderlo?-domandò la ragazza decisa.
Albus sospirò e alzò le spalle:sapeva che sarebbe successo prima o poi.
E forse era un bene che succedesse quel giorno...Almeno avrebbe allontanato un pò di attenzioni dal suo ospite.
Le diede una leggera pacca sulla spalla e si alzò,stringendo la tazza in una mano.
-Se hai bisogno di me,io sarò in camera con il mio studente.
Un urlo e sono da te-disse sorridendole ironico.
Lily sorrise e annuì.
Sperava solo di non averne bisogno...

 

La porta suonò e slittando negli ultimi metri sul pavimento liscio andando quasi a sbattere contro la porta,Albus afferrò la maniglia con la mano destra,aprendola contemporaneamente.
Lui era lì,altero ed elegante come al solito nonostante indossasse un paio di jeans blu marine ed una felpa grigia,perfettamente a suo agio anche nel mondo babbano, così estraneo ai suoi luoghi abituali.
-Ciao-lo salutò.
Senza staccargli gli occhi di dosso,cercando di riempire quel vuoto che aveva caratterizzato quei pochi giorni di lontananza,Albus si fece da parte per farlo entrare in casa,richiudendo subito dopo la porta.
Abbassando leggermente lo sguardo dal suo viso,vide i libri sotto il braccio destro,ottima copertura per quell'incontro semi-clandestino.
Scorpius si voltò di nuovo verso di lui cercando i suoi occhi e facendolo perdere nel suo sguardo plumbeo.
-Bella casa...-gli disse il biondo.
Albus sorrise e fece un cenno con la testa,ringraziandolo.
Con un gesto della mano lo invitò a seguirlo,iniziando a camminare nel corridoio diretto alla cucina.
Forse la cucina non era il posto più adatto,ma non era neanche il caso di portarlo direttamente di sopra nella sua camera...
-Vuoi bere qualcosa?-gli domandò allontanando quei pensieri e ricordandosi i doveri di cortesia.
Si voltò in tempo per vedere il cenno di diniego da parte di Scorpius, le mani che affondavano nelle tasche dei jeans.
-Questa casa è deserta...Che fine hai fatto fare alla tua famiglia?-gli domandò il biondo poggiando i libri sul marmo dell'isola.
Albus sorrise.
-Lily aveva appuntamento con Daniel,Jim con Rose,e i miei genitori sono andati con Ronald alla stazione per accogliere Rebecca.
Credevi che li avessi rinchiusi in cantina per non fargli scoprire della tua visita?-scherzò senza smettere di fissare il biondo.
Scorpius alzò le spalle iniziando a muoversi verso di lui.
-Tutto è possibile...Sono le persone più insospettabili quelle che ti sorprendono-gli fece notare serio.
Nel silenzio che seguì,i due ragazzi non smisero di fissarsi,quasi bisognosi di quel contatto visivo.
Scorpius aveva drasticamente ridotto la distanza che c'era fra loro,fermandosi di fronte ad Albus,pochi centimetri a dividerli.
Il moro sorrise e rilassato appoggiò la schiena all'indietro contro il bordo dell'isola:quello era il suo territorio,era casa sua,quella volta era lui ad avere un vantaggio nei confronti di Scorpius.
Poteva anche permettersi di giocare un pò con lui...
-Allora?Sai già da che materia vuoi cominciare?-gli chiese staccando lo sguardo da quello del biondo e fissando i libri posati poco distante.
Scorpius sorrise e sporgendosi in avanti verso di lui,posò entrambe le mani sull'isola,bloccandolo fra le sue braccia.
-Credo di avere un'idea...-
Il viso così vicino da far incontrare i loro respiri,quegli occhi argentei che sembravano voler rapire la sua anima...Dio quanto gli era mancato tutto quello!
Restò fermo,immobile,nonostante il desiderio fosse quasi doloroso e aspettò che fosse Scorius a fare la prima mossa e pochi attimi dopo vide il viso abbassarsi e sentì il lungo naso del ragazzo scivolare lungo il suo collo,annusando il suo odore,portando il proprio corpo ancora più vicino al suo.
Al deglutì facendo muovere il pomo d'Adamo su e giù nella gola,mentre le mani affusolate,da pianista di Scorpius si allontanavano dal marmo dietro di lui per posarsi sul suo corpo,accarezzandolo nonostante l'impedimento dei vestiti.
Istantanea,a quelle carezze,arrivò la reazione del suo corpo,e il desiderio di avere di più.
Gli fece rialzare la testa e fece incontrare le loro labbra,che frenetiche iniziarono a venirsi incontro a cercarsi,bisognose di annullare la distanza e la solitudine di quei pochi giorni.
Una mano era dietro la sua testa,fra i suoi capelli,per impedirgli di allontanarsi,di rompere quel momento,mentre le sue braccia erano serrate attorno ai fianchi di Scorpius.
Quando finalmente si staccarono,gli occhi verdi di Albus si specchiarono in quelli argentei di Scorpius e senza parole,il moro prese una mano del compagno diretto alla sua camera.


-Smettila...Dai lo sai che i miei possono rientrare da un momento all'altro-
Non era la prima volta che lo ammoniva,senza grandi risultati!
Erano tornati a casa da poco più di un'ora e,dopo essersi accertata della presenza di Albus nella sua stanza,grazie ai libri lasciati sul tavolo della cucina,si erano spostati in soggiorno con una scodella di pop-corn per guardare un film.
Ma fin dai primi minuti avevano iniziato a baciarsi,ad accarezzarsi,concedendosi soltanto alcuni momenti di tregua,consapevoli dell'imminente arrivo dei suoi genitori.
-Ok,ok prometto che farò il buono...-le promise Daniel per l'ennesima volta sistemando un braccio attorno alle sue spalle e prendendo un'abbondante manciata di pop-corn dalla scodella.
Poi tornò a guardare il film concentrato.
-Allora,di cosa parla questo film?-le chiese con convinzione.
Lily scoppiò a ridere quasi incapace di fermarsi:avevano iniziato a vederlo da quasi un'ora e non sapeva neanche di cosa parlava?
Scherzosamente gli diede un buffetto sulla testa,provocando la reazione di lui che le lanciò addosso i pop-corn che aveva in mano.
-Sei proprio assurdo!Dopo un'ora non sai di cosa parla il nostro film?Cos'hai visto finora?-gli domandò togliendosi i pop-corn dai capelli.
Daniel sorrise e alzò le spalle.
-Qualcosa di meglio...-rispose avvicinando il viso al suo e baciandola.
Colpita da quelle parole dolci,Lily tolse l'espressione severa dal viso e rispose al bacio,cingendogli il collo con un braccio.
-Per favore,possiamo far finire questo spettacolo osceno?-
Lily e Daniel si staccarono e la ragazza vide Daniel e Scorpius entrare nel salotto e sedersi sul divano accanto al loro.
-Tu ne sai qualcosa di spettacoli osceni,vero fratellone?-lo punzecchiò lei poggiando la testa contro la clavicola di Daniel.
Al si limitò a sorridere divertito e ad alzare le spalle,senza rispondere.
Lily guardò Scorpius e vide che lui la stava osservando:doveva fingere di non sapere,o doveva addirittura presentarsi?
-Posso avere un pò di quel pop-corn?-domandò il biondo togliendola dall'indecisione.
Prevenendola Daniel gli passò la ciotola,tornando poi a sedersi comodo accanto a lei.
-Che ne dite di cambiare canale?Tanto mi pare chiaro che non ne avete visto neanche un pezzo-fece Albus rubandole il telecomando della televisione.
-Ehi!Chi te lo ha detto?Qualcosa abbiamo visto...Dan diglielo!-si lamentò Lily.
Ma non appena si voltò,la ragazza capì che non poteva contare sul sostegno del suo ragazzo,così decise di partire all'attacco.
-Ma che ci fate voi qui?Non dovreste essere in camera tua a studiare?-domandò ad Al.
-Oh,abbiamo studiato...Abbiamo fatto un lungo ripasso-rispose Scorpius al suo posto.
-Solo che poi dopo ci è venuta fame,così siamo venuti giù in cerca di qualcosa da mangiare- continuò Albus.
Lily scosse la testa.
-Ok,non voglio indagare...Comunque,se non te lo ricordi più,la cucina è di là-lo beccò.
Sentì Scorpius sogghignare e alzò lo sguardo su di lui in tempo per intercettare lo sguardo che si lanciò con Al.
-Credo che tua sorella voglia restare da sola con il suo fidanzato-commentò.
Prima che lei o Albus potessero dire qualcosa in risposta,la porta di casa si aprì e Emy sfrecciò lungo il corridoio dell'ingresso,affacciandosi nel salotto.
Vedendo i due ospiti Emy restò per qualche istante stupita,quasi non avesse mai visto degli estranei in vita sua,poi sulla soglia apparve sua madre che sorrise ai due ospiti.
-Salve!Quanta gente...-commentò affabile come sempre.
Sia Scorpius che Daniel si alzarono in piedi e,uno dietro l'altro si mossero verso di lei per presentarsi.
Lily si accorse dello sguardo prolungato che sua madre lanciò a Daniel e trattenne il respiro.
-Ci siamo già visti da qualche parte?-gli domandò infatti.
-E' il ragazzo che ci ha salutato quel giorno sulla banchina,ti ricordi?-s'intromise Albus venendo in soccorso della sorella.
Ginny annuì lentamente.
-Già,che sbadata!Eppure hai un viso famigliare...-commentò ancora.
Il rumore dei passi sul parquet fecero capire Lily che di lì a poco suo padre sarebbe apparso sulla soglia del salotto.
Anche lui assunse un'espressione sorpresa vedendo Daniel e Scorpius,ma inizialmente fu più interessato al figlio di Malfoy.
-E' un piacere conoscerti-gli disse dopo avergli stretto la mano.
-Mio padre mi ha parlato molto di lei-fece educato il biondo.
Lily vide suo padre sorridere.
-Immagino quello che ti avrà raccontato...-commentò divertito.
Poi,come era già successo con sua madre,lo sguardo di suo padre si posò su Daniel.
Questa volta doveva intervenire di persona,pensò alzandosi dal divano ed avvicinandosi a Daniel.
Con la coda dell'occhio vide Ronald e Rebecca fermarsi pochi metri dietro i loro genitori e vide Ronald tendersi per la tensione,pronto ad intervenire se fosse stato necessario.
-Ci siamo già conosciuti?-domandò suo padre senza staccare il viso dal volto di Daniel.
-Piacere,Daniel Thomas-disse il ragazzo tendendogli la mano e cercando di mantenere la voce salda nonostante fosse nervoso.
Lei si accorse che gli occhi di suo padre si erano leggermente incupiti sentendo quel nome e se ne chiese il perchè.
-Non dirmi che sei il figlio di Dean...Oh cielo,non ci credo!-esclamò sua madre incredula.
Timidamente Daniel annuì,portando per un'istante lo sguardo sulla donna.
-Incredibile!
Io e tuo padre abbiamo avuto anche una storia da ragazzi...Davvero incredibile-commentò ancora la donna.
Per tutto il tempo,Lily non aveva staccato lo sguardo da suo padre,che a sua volta non aveva smesso di fissare Daniel con uno sguardo carico di ansia.
Forse non era il momento di fare il suo grande annuncio,ma rimandare ancora sarebbe stato sciocco.
-Ecco lui...-iniziò cercando le parole che,per la prima volta nella sua vita,sembravano mancarle.
-Lui deve andarsene-disse perentorio suo padre.
Tutti si voltarono verso Harry e lo fissarono increduli.
Nessuno avrebbe osato contraddirlo,vista l'espressione e il tono di voce che aveva usato,ma Lily era sempre stata la più temeraria dei fratelli Potter.
-Andarsene?No!
Lui è nostro amico ed è il mio ragazzo,non...-ribattè fissando suo padre.
-Ho detto che deve andarsene!Non lo voglio in casa mia!-
Sentì una mano prenderle il braccio sinistro e si voltò incontrando gli occhi di Daniel.
-Non preoccuparti Lily...Va tutto bene-
Piena di rabbia lei scosse la testa,quasi fosse l'unica sana di mente in una gabbia di matti:come poteva andar bene il comportamento di suo padre?
Perchè si stava comportando così con una persona che conosceva in quell'istante per la prima volta?
Daniel uscì dalla stanza senza dire un'altra parola,fra le persona incredule e quasi pietrificate,con Lily dietro di lui alla ricerca di qualcosa da dire per farlo stare meglio.
-Aspetta,magari possiamo sistemare ancora le cose...-disse aggrappandosi a quella speranza.
Lui si voltò e le sorrise,triste,prima di avvicinarsi e posarle un bacio sulla fronte.
-Ti chiamo più tardi!-le sussurrò per non farsi sentire da nessun'altro.
L'attimo dopo era fuori dalla porta.
Piena di rabbia,Lily fece i pochi metri che la separavano dal salotto quasi senza respirare:come si permetteva di trattare così le persone?
Perchè quel comportamento era stato riservato soltanto a Daniel e non anche a Scorpius, figlio del suo peggior nemico?
Quando rientrò in salotto non vi trovò nessuno,soltanto suo padre che l'aspettava in piedi contro il caminetto:tutti gli altri se l'erano data a gambe per non assistere a quello che si annunciava uno scontro epocale.
-Perchè lo hai cacciato via in quel modo?-gli domandò saltando i preamboli inutile.
-Non è una buona compagnia nè per te nè per i tuoi fratelli-rispose il padre.
Lily si lasciò scappare un suono ironico dalle labbra tirate,attirandosi lo sguardo arrabbiato del padre.
-Balle!-disse poi.
-Hai detto qualcosa,signorina?-domandò Harry cercando di restare calmo e non farsi trascinare dalla rabbia.
-Ho detto balle!Sono tutte scuse!
Solo quando hai saputo che era il mio fidanzato gli hai detto di andar via-lo attaccò.
-Lo avrei fatto comunque,anche se fosse stato soltanto un'amico dei tuoi fratelli-insistè lui.
Lily restò in silenzio,lo sguardo fisso sul viso di suo padre mentre una lieve consapevolezza si faceva largo in lei.
Possibile che lui sapesse?
-Non ti credo-disse semplicemente.
Suo padre sospirò e si sfregò il viso con una mano,mantenendo quel silenzio teso per qualche istante.
-Comunque spero che la prossima volta sarai più gentile-fece Lily facendo per uscire dalla stanza.
-Non ci sarà una prossima volta Lily...Non voglio che tu lo veda più-rispose lui con voce sicura.
Si voltò di scatto a guardare il viso dell'uomo che amava più di chiunque altro al mondo e che in questo momento era la persona che le stava negando la felicità.
-Scordatelo!Tu non hai voce in queste faccende-disse semplicemente.
-Sono tuo padre,so quello che è giusto per te e...-
-E cosa?Daniel non lo è?
Tu non lo conosci neanche!-ribattè Lily alzando la voce.
-Non ho bisogno di conoscerlo per sapere che puoi avere di meglio!-fece Harry testardo.
Lily fissò il suo sguardo a lungo prima di scuotere la testa con fermezza.
-Ti ho sempre dato retta,ho sempre fatto quello che volevi,ma questa volta non lo farò...Non c'è nessun valido motivo per cui debba lasciare Daniel e quindi non lo farò-decretò.
Harry sospirò e si passò una mano fra i capelli,facendo poi un passo verso di lei.
-Lily ci sono delle cose che tu non sai...Cose che potrebbero ferirti e io non posso permettere che...-
Ora era tutto chiaro.
Suo padre sapeva...Ecco perchè stava facendo di tutto per tenerla lontana da Daniel.
-Ti riferisci al padre di Daniel,vero?-gli domandò con voce lenta.
Gli occhi di suo padre si spalancarono,increduli.
-Co-cosa intendi per...-tentennò.
Felice di quell'inaspettato vantaggio,Lily si concesse un sorriso;forse non era tutto perduto.
-Daniel mi ha raccontato tutto-gli disse.
Era venuto il momento di dire la verità.

 

Salve a tutti!!!

Chiedo scusa x la lunghezza del capitolo,ma avevo una visone ben chiara nella mente di come sarebbe dovuto finire e nn potevo interromperlo a metà...Spero di nn aver perso molti di voi nel mezzo del percorso!

Piccola precisazione per coloro che nn hanno letto la storia precedente da cui questa è nata(" Io e te...per sempre?"):il 27 dicembre di 17 anni prima,il giorno dopo la nascita di Fred jr e una grande litigata fra Ginny e Ron,Harry e Ginny avevano avuto la loro prima volta ed ho pensato di ricordarlo con il mazzo di gigli bianchi.

Finalmente,nel prox capitolo,sveleremo il grande mistero che si cela dietro la storia d'amore fra Daniel e Lily e vi confido che nuove idee si sono aggiunte mentre scrivevo il confronto fra Harry e Lily,ora devo solo vedere se posso aggiungerle a quelle che avevo in precedenza.

Vi informo inoltre che avremo due capitoli sul Capodanno:uno per i ragazzi e l'altro per gli adulti e x entrambi aspettatevi sorprese.

Ho detto troppo!

La frase all'inizio ed il titolo del capitolo sono presi da una canzone omonima di Bethany Joy Lenz.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia e battitura.

E ora i ringraziamenti:Missjude(Ci vorrà ancora un pò prima che Ron ed Herm risolvano il casino che hanno creato!Avranno anche tempo x ingarbugliare di + le cose e x sperimentare come mai hanno fatto da ragazzi e non dimenticarti di Cassie e del suo bambino...Che ne pensi dei tuoi adorati George e Luna?),Sklupin(Hai perfettamente ragione!Me ne ero accorta anche io,ma certe volte sembra che inserisco il pilota automatico e non riesco a liberarmi da una parola...Finisco per ripeterla all'infinito!),Lucia_hp(Grazie x i complimenti!E' vero,Edward è un pò lasciato da parte in questo momento,ma nn potevo fare altrimenti viste le tante storie insieme..avrei finito x ingarbugliare troppo la storia confondendovi),JC(CIAO!!!!!Non sai quanto sono contenta di risentirti!!!Come stai?Come va con lo studio?Sono onorata che riesci ad avere ugualmente il tempo x leggere quello che scrivo,lo sai quanto tengo al tuo giudizio...Cmq:nn hai idea di qnt è stato difficile trovare le foto giuste x i personaggi,e ancora ho difficoltà con gli altri protagonisti mancanti!Quelli che ho scelto hanno qualche anno in +,ma recitano la parte di adolescenti,quindi ci poteva stare...Mandare altre calamità ad Harry e Ginny sarebbe come sparare sulla croce rossa,ma ho in mente una piccola cosa proprio x colpa del litigio con Lily,tanto x movimentare le cose e nn farli annoiare!E' vero,qualcosa succederà a Becca e Ronnie,qualcosa che li porterà a maturare e a fare delle scelte importanti...Fidati,Scorpius nn è quello che sembra e lo dimostrerà!Spero di risentirti presto!), Trilli Call(Quale madre nn è ansiosa di rivedere i propri figli dopo settimane di lontananza?L'affetto che lega due fratelli,x me,riesce a superare anche delle diversità così grandi.Inoltre Al avrà bisogno di un appoggio x quando deciderà di rivelare la sua omosessualità agli altri;Fred ed Allison...Beh era ora che si accorgessero di star solo perdendo tempo,no?),Elly( I tuoi disegni sono FANTASTICI!INCREDIBILI!MERAVIGLIOSI!Davvero guarda sono saltata dalla sedia quando li ho visti!Adoro il disegno di James e Rose e quello di Ronald e Rebecca,in quello di tutto il gruppo mi è dispiaciuto che Al ed Scorpius fossero in un angolo lontani,xò era bellissimo,davvero!...Sai credo che Alice la pensi esattamente cm te in qst momento;sta a Luke dimostrarle che ci tiene a lei,che farebbe di tutto per farsi perdonare,consapevole che forse neanche quello basterebbe!Invece parlando di Jim e Rose hai colto perfettamente il punto che mi ha spinto a frenarli e ad evitare che finissero a letto insieme...Ma xkè nn renderli un pò cattivi nel frattempo?),IRE'89(Grazie x i complimenti!Sadico nn è la parola che userei per Scorpius,forse provocatore:sapeva che era meglio evitare gesti ed ammiccamenti,eppure nn ha resistito pur di veder diventare rosso il suo amante...Alle volte basta poco x dimostrare la propria attenzione ad un'altra persona.Al momento Harry sembra tendente all'omicidio,visto il modo temerario che ha Lily di tenergli testa!Leggendo qll che hai scritto su Fred ed Allie mi sn accorta che era proprio qll che volevo provocare in voi,quindi sn strafelice di averti fatto qll effetto!Si sa che gli uomini sn un pò + tontoloni di noi donne,quindi pure se nn vedeva l'ora di baciarla di nuovo ha avuto bisogno di 2 minuti di recupero x rendersi conto di qll che stava succedendo...),Streghetta'86(Luna ha parlato cn la voce dell'esperienza:se lei nn avesse perdonato George a suo tempo,ora tutto sarebbe diverso.Xò soltanto Alice può saperlo se vale la pena,se è disposta a cancellare dalla mente il ricordo di Luke con un'altra donna e riprenderselo...Nel prox capitolo sapremo anche kè è successo a Fred ed Allison e ti assicuro fin d'ora che nn c'è stato solo un semplice bacio),Tonks'17(Sai credo che,x qnt riguarda Al e Scorpius,siamo ancora in quella fase "nn ho bisogno di te per essere felice",in cui si è convinti che anche senza l'altro troveremmo quello che ci rende felici,senza capire che è proprio l'altro a farci stare bene.Devi ammettere che James e Rose nn potevano svegliarsi una mattina e decidere di stare insieme,avevamoi bisogno del loro travaglio interiore che piace tanto a mamma Rowling...Ora ci siamo riusciti e la strada è leggermente in discesa!Ci sono tanti motivi x cui Lily pagherebbe con l'anima pur di non far tornare Daniel a casa dai suoi genitori,se avesse potuto lo avrebbe nascosto nel baule e portato nella soffitta di casa Potter... Io credo che Rachel fosse un pò gelosa:nn di Ronald,che come sappiano nn incontra il suo favore,ma del loro amore.Certe volte è davvero fastidioso vedere due fidanzati che nn si decidono a separarsi e ad andare ogniuno per la propria strada!).

Prima dello spoiler,vi lascio tre disegni fatti dalla grande Elly.

http://img14.imageshack.us/img14/153/ronaldrebecca.jpg

http://img12.imageshack.us/img12/1340/rosejamesletto.jpg

http://img12.imageshack.us/img12/135/nx6401.jpg       Partendo da sinistra:Lily,chinata sul vaso,James sporco di puzzolinfa, Rose,Hugo,Ronald,Rebecca.Sullo sfondo ci sono Albus e Scorpius.

 

Ora vi lascio con lo spoiler:

"-Non possiamo rimettere tutto in discussione.

-Non lo faremo.Te lo giuro-

Lo fissò qualche istante,cercando di cogliere anche la minima insicurezza sul suo volto,per poi sospirare.

-Lo spero...Perchè non sono forte per combattere ancora lo stesso nemico-"

 

Bene,x il momento è tutto,io vi auguro BUONA PASQUA e vi do appuntamento al prox chap...

"Do you want to know my secret?"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** Can you keep a secret? ***


can you keep a secret

 

"Listen,
Do you want to know a secret?,
Do you promise not to tell?
Closer,
Let me whisper in your ear,
Say the words you long to hear,
I'm in love with you"

 

Ci sono fantasmi che non ci abbandonano.
Ricordi che restano sepolti nel più profondo della nostra anima e che,insidiosi,tornano a colpirci quando meno ce lo aspettiamo,quando tutto intorno a noi va magnificamente.
Sono quei fantasmi che vogliamo dimenticare,quelli sbagli che vorremmo cancellare dalla nostra mente,che ci portano a chiederci come abbiamo potuto essere così ingenui e stupidi da lasciare che accadessero.
Chiedendoci se saremmo capaci di resistere se tentati una volta di più.
Era strano come una semplice email potesse portare tanti interrogativi con sè.
Quando aveva aperto la casella di posta elettronica,quella mattina in redazione,poco prima di mettersi al lavoro,era stato piacevolmente colpito dal trovare un messaggio di Harry.
Di solito si sentivano per telefono o si vedevano quelle poche volte che loro tornavano a Londra, sempre pronti per una rimpatriata con tutto il gruppo in memoria dei vecchi tempi.
C'era un solo argomento di cui non parlavano mai,tacitamente d'accordo.
Ed era proprio quell'argomento l'oggetto della sua email,o quasi.
Inizialmente aveva sorriso leggendo la preoccupazione di Harry all'interesse di Lily per un ragazzo,ma quel divertimento era scomparso all'istante quando aveva letto il nome del ragazzo.
Daniel Thomas.
Il figlio di Dean.
Quel figlio per cui aveva deciso di farsi da parte,per cui aveva troncato definitivamente la sua relazione con Dean sperando in un futuro sereno per il piccolo e la neonata famiglia.
Certo,poi le cose erano andate in modo diverse,ma lui aveva fatto tutto il possibile per preservare la felicità di quel bambino...
Aveva letto con apprensione il resto dell'email,venendo a conoscenza del furioso litigio che c'era stato fra padre e figlia e della conseguente proibizione da parte di Harry di rivedere Daniel.

"Non posso permettere che Lily soffra...So che ora è arrabbiata e che mi odia,ma sono sicuro che questa è la soluzione migliore per lei,anche se le sembra difficile crederlo al momento"

Come dare torto ad un padre che voleva solo il meglio per sua figlia?Anche lui avrebbe fatto lo stesso con Allison.
Aveva stampato l'email e l'aveva mostrata a Rupert:anche loro non parlavano mai di quell'argomento,di quell'elemento di crisi che era stato così vicino al mandarli in pezzi.
Lo aveva osservato in silenzio mentre leggeva il foglio,un'espressione indecifrabile sul volto, finchè non aveva rialzato gli occhi incontrando i suoi.
Per un lungo istante si erano fissati senza parlare,poi lui aveva sospirato:aveva bisogno di sapere cosa pensava.
-Dimmi qualcosa-
Rupert aveva posato il foglio sulla scrivania e aveva alzato le spalle.
-Non so cosa pensare...Solo tu puoi dare ad Harry l'aiuto di cui ha bisogno,ma la sola idea di riaffrontare tutto mi fa drizzare i capelli-aveva commentato.
Seamus aveva annuito,comprendendo a pieno il suo stato d'animo.
Si erano ricostruiti una vita,lontano da Dean e dalla sua pericolosa influenza,e non voleva veder crollare tutto come un castello di carte.
-Potremmo partire per passare il Capodanno insieme a loro,così avrei modo di parlare con lui di questa storia...-aveva proposto distratto.
Rupert aveva alzato ancora una volta le spalle.
Aveva bisogno di sapere cosa pensava realmente,non quello che lui credeva di dovergli dire per farlo contento.
-Rupert-lo aveva chiamato.
L'altro era tornato ad affondare lo sguardo nel suo e restò in silenzio.
-Sai che non farei niente che mettesse in pericolo la nostra famiglia,vero?-gli aveva chiesto fissando serio i suoi occhi.
Anche se poteva essere doloroso non poteva permettere al passato di rovinare tutto quello che di bello era riuscito a costruire.
Suo marito sospirò e si toccò la punta del naso con due dita della mano sinistra prima di annuire.
-Lo so...E' solo che non me la sento di affrontare tutto di nuovo-gli aveva confessato sincero.
Seamus aveva scosso la testa prontamente e si era avvicinato a lui.
-Non succederà.Te lo prometto,anzi te lo posso giurare fin da ora-gli aveva detto ben sapendo a cosa andava incontro se non manteneva la sua promessa.
Rupert lo aveva fissato attentamente,cercando nei suoi occhi anche la minima esitazione,il minimo dubbio.
-Lo spero-gli aveva detto alla fine-Perchè non sono abbastanza forte per combattere di nuovo lo stesso nemico-aveva aggiunto.
Seamus aveva sorriso e si era avvicinato al suo viso.
-Non ne hai bisogno...Sei già uscito vincitore da quel combattimento-
Rupert aveva sorriso e,dopo un bacio lieve,si era stretto alle spalle di Seamus,cercando di convincersi della verità nelle parole del marito.
Ma non è facile sconfiggere la sensazione di inadeguatezza che un fantasma si portava sempre dietro con sè...


-Cosa sai di mio padre?-
La domanda era arrivata inaspettata,dopo un lungo momento di silenzio cominciato da Daniel e che lei aveva deciso di rispettare,volgendo lo sguardo al Lago Nero e concedendogli un pò di privacy.
Tornò a voltare lo sguardo sul suo volto e restò qualche altro istante in silenzio riflettendo sulla domanda che lui le aveva fatto:cosa sapeva di Dean Thomas?
Poco a dire la verità.
-So che è un giocatore di Quidditch,o almeno lo è stato...Secondo Jim e Ronald è anche stato uno dei fidanzati di nostra madre prima che lei e papà si mettessero insieme ad Hogwarts,ma non so se dar credito a questo pettegolezzo-gli confessò sincera.
Daniel sorrise leggermente,piegando le ginocchia e posandovi sopra i gomiti.
-Che altro...Ah,so che tua madre è stata un'attrice famosa e che si sono conosciuti grazie ad un servizio fotografico o roba simile.
Per il resto non so altro,scusa ma sono poco ferrata su questi argomenti-disse scusandosi della sua ignoranza.
Lui scosse la testa per tranquillizzarla.
-Tranquilla non importa.
Alle volte è comodo parlare con qualcuno che non sa niente di te...Tu dovresti saperne qualcosa-aggiunse.
Già.
Essere la figlia del Salvatore del Mondo Magico,con il tempo,era diventata una scocciatura più che un merito.
Tutti,nel primo istante che la incontravano,si chiedevano se sarebbe stata all'altezza delle aspettative,della sua grande fama,o se non fosse la pecora nera della famiglia.
-Sai non mi ero mai accorto di quanto fossimo simili io e te-commentò Daniel facendole posare di nuovo lo sguardo sul suo volto.
Lily lo fissò curiosa,chiedendogli spiegazioni con gli occhi.
-Beh tutti e due siamo figli d'arte.
Entrambi sappiamo che la nostra fama ci precede e che dobbiamo dare il massimo per convincere gli altri che non siamo delle mezze calzette o delle frodi totali...
Ed entrambi,per quanto ci sforziamo,non riusciamo mai a farci comprendere fino in fondo per quello che siamo veramente-elencò lui contando sulla punta delle dita.
Lily lo ascoltò incredula di aver trovato un' "anima affine":dove si era nascosta per tanto tempo?
-Beh,credo che questo valga più per me che per te...Andiamo tu sei un grande giocatore di Quidditch,un'ottimo studente...-ribattè cercando di trovare dei lati negativi a quella nuova connessione.
-E odio il Quidditch con tutto me stesso-aggiunse lui.
Lo sguardo incredulo che lei gli lanciò lo fece sorridere:era stata una specie di allucinazione acustica?
Era impossibile che lui avesse detto quello che credeva di aver sentito,era come se lo zio Ron improvvisamente annunciasse di essere diventato vegetariano!
-Non ci credo-disse infatti sincera.
Daniel annuì,tornando a distendere una gamba sull'erba.
-Ho smesso di amare il Quidditch quando avevo otto anni,quando non potevo andare alle feste dei miei amici o accettare i loro inviti per colpa degli allenamenti.
Se prima sopportavo la fatica degli allenamenti per il divertimento che ne ricavavo,ormai era sparito anche quello...-le raccontò.
Lily corrugò la fronte.
-Ma allora perchè fai parte della squadra di Grifondoro?Perchè hai continuato a giocare per tutti questi anni?-gli chiese.
Le bastò un'istante per capire la risposta,senza che lui dicesse nulla.
-Tuo padre-
Daniel annuì.
-Come fa a non accorgersi che tu non ami più il Quidditch?Dovrebbe capirlo meglio di chiunque altro...-commentò confusa.
Il ragazzo sospirò e non rispose,alzando lo sguardo al cielo stellato sopra di sè,portando Lily a chiedersi se non fosse stata troppo invadente o aggressiva con le sue domande.
-Scusa,non volevo metterti così sotto torchio-si scusò,ravviandosi i capelli dietro l'orecchio.
Lui continuò a restare in silenzio,in contemplazione della volta celeste sopra di sè,mentre il rumore in lontananza si faceva più accentuato:degli studenti dovevano essersi spostati nel giardino continuando a fare baldoria.
Per un'istante Lily si chiese se qualcuno si fosse accorto della sua scomparsa,ma fu soltanto per pochi secondi prima di tornare con il pensiero a Daniel e a quello che le aveva appena detto:si poteva essere così ciechi ai bisogni di un figlio per soddisfare il proprio ego?
Quella era l'unica spiegazione possibile...
Il padre di Daniel aveva volontariamente chiuso gli occhi evitando di vedere quanto suo figlio odiasse lo sport che,invece,lui amava sperando di farlo diventare abbastanza bravo da eguagliarlo e far parlare di sè come era successo a lui in passato.
-Ti è mai capitato di pensare che se tu non fossi nata,tutto sarebbe stato diverso?-le domandò improvvisamente Daniel facendole portare di nuovo l'attenzione su di lui.
Lo guardò qualche istante,per poi sorridere.
-Beh,anche senza di me,ci sarebbero stati Jim Ronald e Albus...Non credo sarebbe cambiato molto.
Tu perchè te lo sei chiesto?-gli domandò avvicinandosi un pò a lui sul prato.
Daniel ghignò seguendo un pensiero errante nella sua mente e si strofinò la bocca con una mano,prima di alzare la testa e incontrare i suoi occhi.
-C'è mancato tanto così...Davvero poco perchè io non nascessi affatto...E ormai penso sempre più spesso che forse sarebbe stata la cosa più giusta per tutti-
Lily scosse la testa in tono deciso.
-Non voglio sentirla questa cosa!E' un'idiozia...-
-E' la verità!-ribattè lui.
Lei lo guardò con un cipiglio battagliero sul volto.
-Un figlio non è mai un'errore Dan-disse usando per la prima volta quel vezzeggiativo.
Daniel sorrise leggermente e scosse di nuovo la testa.
-Si vede che sei cresciuta in una casa di bambole-le disse quasi accusandola.
L'aria offesa da quelle parole,Lily si alzò e fece per andarsene:che ci restava a fare a parlare con lui se avevano due idee completamente diverse?
Sentì Daniel seguire il suo esempio e venirle dietro,afferrandole un polso per farla fermare.
-Ok,scusa,ho sbagliato...Ma credimi se tu sapessi com'è la mia vita mi daresti pienamente ragione-
Ancora titubante,il polso stretto fra le dita di Daniel,Lily si voltò e lo fissò nella penombra della notte.
-Mettimi alla prova-lo sfidò.
Si fissarono per qualche istante,testando l'altro,cercando la fregatura nascosta finchè Daniel non fece un piccolo cenno con il capo.
-Va bene...Ma tu non dovrai mai interrompermi finchè non avrò finito di raccontarti com'è la mia "famiglia"-disse facendole quella controproposta sicuro che lei avrebbe accettato.
Le lasciò libero il polso e tornò a sedersi sull'erba,alzando lo sguardo su Lily che era rimasta in piedi,quasi in attesa di qualcos'altro.
Nello stesso istante,la mente analitica di Lily analizzava tutto quello che si erano detti fino a quel momento,accorgendosi di un particolare le era stranamente sfuggito.
-Perchè non hai mai parlato di tua madre?-gli domandò infatti.
Daniel arricciò le labbra e lei si ricordò di quello che le aveva detto solo pochi minuti prima, mordendosi un labbro per la sua dannata curiosità.
-Scusa-disse tornando a sedersi accanto a lui sull'erba bagnata.
Daniel fece un piccolo sorriso che scomparve quasi subito,mentre iniziava a giocare nervosamente con le dita delle mani.
-Non parlo spesso di lei,evito se posso.
In un certo senso,mi vergogno di lei...-ammise.
Cosa poteva aver fatto di così terribile quella donna per essere ritenuta una vergogna anche dal proprio figlio?
-Mia madre...Mia madre è un'alcolizzata.
Da molti anni:probabilmente da quando ha capito che la mia presenza non le avrebbe fatto avere l'amore di mio padre-disse nel tono più secco e indifferente che Lily avesse mai sentito.
Daniel si tirò indietro i capelli con entrambe le mani e sospirò.
-C'è una cosa che però devo dirti prima di continuare,perchè tu capisca a pieno la mia situazione.
Mio padre...mio padre è omosessuale-disse senza cercare di incontrare il suo sguardo.
Cominciava a sembrare tutto molto confuso:come era possibile che Dean Thomas fosse gay se era stato un fidanzato di sua madre?
Gliel'avevano detto Ronnie e Jim,e loro erano peggio di due zitelle quando si trattava di riportare i pettegolezzi!
Però una cosa non pregiudicava l'altra,doveva ammetterlo:magari sua madre era stata l'unica ragazza che Thomas avesse mai frequentato.
-Tutto bene?-le domandò Daniel,dopo averle lasciato qualche minuto di silenzio per digerire la notizia.
Lily annuì lentamente.
-Credo di sì...Quindi a lui non interessano le donne-
Daniel annuì per conferma.
-Affatto?-chiese ancora lei.
Ancora una volta lui annuì.
-Ma allora tu...-
Un ghigno divertito apparve sul viso del ragazzo.
-Io sono il frutto della sua prima ed unica volta con una donna...Quando si dice la fortuna-aggiunse sarcastico.
Lily emise un suono ironico dalle labbra per dargli il suo sostegno.
-A quel tempo mio padre era uno dei più famosi giocatori di Quidditch,uno dei pochi giocatori di colore della Lega e per far sì che il suo successo continuasse a lungo,teneva ben segreta le sue inclinazioni...e il suo compagno.
Non so molto bene cosa successe,forse un altro uomo,però fra lui e mio padre ci fu una litigata molto grande e mio padre decise di fargliela pagare in qualche modo uscendo con mia madre.
Io sono il risultato-concluse alzando le spalle.
Quel racconto aveva qualcosa di familiare:del resto lo zio Seamus e lo zio Rupert avevano avuto una storia tormentata anche loro prima di sposarsi,o almeno così aveva sentito dalle mezze voci che era riuscita a rubare dai discorsi dei grandi,ma ora erano felici.
Perchè per il padre di Dean non era lo stesso?
-Cosa è successo poi?-gli chiese con voce cauta.
Daniel si grattò il retro del collo e abbassò lo sguardo sul prato.
-Il compagno di mio padre,saputo della gravidanza di mia madre,troncò ogni rapporto,ma per mesi anche dopo il matrimonio mio padre non si è dato pace...Sembra che abbia fatto di tutto per riaverlo indietro-commentò con voce spenta.
-Come sai tutte queste cose?Voglio dire,questo non è il genere di segreto che chiudi in un cassetto e butti via la chiave?-gli domandò interrompendolo di nuovo.
Lui sorrise,divertito dalla sua metafora ed annuì.
-Dovrebbe essere così,e per lungo tempo lo è stato...Almeno finchè mia madre non mi ha raccontato tutto durante una sbronza-tagliò corto senza mostrare il minimo sentimento.
Ma che razza di genitori aveva?
-Dopo la mia nascita mia madre ha fatto di tutto per dare una parvenza di normalità alla nostra famiglia,ma l'uomo che aveva sposato non sembrava d'accordo:fin dal primo giorno dopo le nozze dormivano in stanze separate, non avevano contatti se non per parlare di me,addirittura non stavano mai con me insieme, quasi lui avesse paura di qualche contagio da parte di mia madre.
E mentre lei si prendeva cura di me,mio padre si portava i suoi amanti clandestini a casa,facendoli fermare per la colazione.
-Ovviamente tutta quella situazione non aiutò mia madre:nel giro di un paio d'anni aveva perso tutto...La sua carriera era andata in fumo,la sua famiglia non accettava mio padre e quindi l'aveva un pò isolata,le sue amiche non gradivano la presenza di un moccioso noioso e quindi la snobbavano.
L'unica soluzione che le restava era quella di attaccarsi alla bottiglia,o almeno quello è stato il suo punto di vista-
Osservando Daniel durante il suo racconto,Lily si disse che quel ragazzo era un vero miracolo.
Ma non per tutto quello che aveva portato alla sua nascita,ma per la fantastica persona che era diventato:spigliata,allegra,estroversa e divertente.
Sarebbe potuto venir fuori un mostro ed invece,lui aveva saputo trarre il meglio dai suoi problemi e farli fruttare.
Non se ne era mai accorta prima...
-Chi si è occupato di te dopo che tua madre ha cominciato a stare male?-
Lui si passò una mano fra i capelli e cercò il sguardo.
-Mi piace il modo delicato che hai di porre le domande...-
Lily abbassò lo sguardo,leggermente imbarazzata,e si ravviò i capelli dietro l'orecchio destro.
-Comunque è stato mio padre;credo di aver avuto tre anni quando ha preso tutte le mie cose dalle stanze occupate da mia madre per trasferirle nelle sue.
Da allora si è sempre occupato di tutto quello che mi rigurdava:la mia alimentazione,la scuola, addirittura i miei amici.
Ogni volta che andava in ritiro con la sua squadra mi portava con sè,anche se la situazione poteva sembrare grottesca:un bambino di neanche sei anni nello spogliatoio insieme a dieci ragazzi seminudi gongolanti ed esultanti per aver vinto una partita.
Però i compagni di squadra di mio padre mi volevano bene,mi consideravano la loro mascotte e soprattutto hanno cercato in tutti i modi di farmi dimenticare perchè mi trovavo lì e non a casa con mia madre-
Lily era incredula dal tono tranquillo e pacato in cui lui le stava raccontando la sua storia,ma d'altronde,quello che per lei era così assurdo per Daniel erano soltanto ricordi,momenti piacevoli del passato.
Doveva cominciare a vederla dal suo punto di vista...
-Ho fatto questa vita finchè non ho compiuto undici anni,finchè non è arrivato il momento di entrare ad Hogwarts...Avrò fatto il giro dell'Inghilterra almeno sei volte-commentò accennando un sorriso sarcastico.
-Come facevi con lo studio?-chiese lei.
-Un'istitutore privato...Uno degli amanti di mio padre,credo uno dei più duraturi.
Poi fortunatamente è arrivata la lettera d'ammissione ad Hogwarts e tutto ha assunto una parvenza di normalità-concluse.
Lei rialzò lo sguardo su di lui,i denti affondati nella parete morbida della guancia destra.
-E tua madre?-domandò con un filo di voce.
Un breve silenzio accompagnò quelle parole,facendole credere che lui non volesse rispondere alla sua domanda,poi lo sentì sospirare e incontrare i suoi occhi.
-Non abbiamo un grande rapporto...E' un'evento se quando sono a casa esce dalla sua stanza-
Spinta dalla tristezza che aveva sentito in quell'ultima frase,Lily allungò la mano sinistra e la posò su quella destra di Daniel abbandonata sul prato,seguendo un moto istintivo.
Daniel restò in silenzio,senza scostare la mano dalla sua,lo sguardo di nuovo fisso al cielo pieno di stelle.
Rimasero a lungo in silenzio,lo sguardo perso al cielo immoto e immutato da secoli,testimone di grandi gioie e dolori,confortandosi con quel semplice tocco,finchè una voce non giunse fino a loro.
-Lily!Lily dove sei?-
Rose.
Doveva essere rimasta lontana per molto tempo.
Entrambi voltarono la testa verso il Castello per poi tornare a guardarsi:che fare?
Restare lì e far finta di non aver sentito il richiamo oppure alzarsi e salutarsi?
Conosceva sua cugina:non si sarebbe fermata finchè non l'avesse trovata,arrivando a perlustrare ogni centimentro del Castello.
-Sarà meglio che vada-disse mestamente.
Daniel annuì e,sciogliendo le loro mani,si alzò in piedi,aiutandola poi a fare lo stesso,tornando a stringerle una mano.
Si fissarono per qualche secondo prima che alle loro spalle arrivasse per la seconda volta il richiamo di Rose.
-Grazie per aver ascoltato il mio sproloquio-disse Daniel cercando di scherzare.
Lei sorrise e scosse la testa.
-Mi dispiace solo di non aver potuto fare niente oltre che ascoltare...Avrei voluto esserti utile-gli disse sincera.
-Lo hai fatto.Davvero-la contraddì lui.
C'era ancora un'ultima cosa che però sfuggiva alla ragazza.
-Perchè mi hai raccontato la tua storia?
Ci conosciamo solo di vista eppure tu mi hai raccontato quasi tutti i tuoi segreti inconfessabili... Perchè?-gli domandò,seguendo il suo istinto e la sua curiosità.
Daniel sorrise e,con la mano libera si toccò il retro del collo.
-Hai ragione,ci conosciamo poco...Ma ho sentito che di te potevo fidarmi-
Incredula,Lily dischiuse le labbra,fissandolo con un'espressione da "pesce lesso",facendolo sorridere e intenerire per la tenerezza che il suo viso esprimeva in quel momento.
Senza sapersi spiegare le motivazione del suo gesto,fece un passo avanti e,gli occhi fissi sul volto di Lily,chinò il viso per avvicinarlo al suo.
Immobile,senza sapere cosa fare,Lily sentì le labbra di Daniel,calde e morbide,posarsi sulle sue  e sfiorarla delicatamente più volte.
Cercò di essere meno rigida e andò incontro alle sue labbra,sperando di non aver commesso nessuno sbaglio fino a quel momento,e alzò un braccio posandolo sulle sue spalle.
Sentì la lingua di Daniel sfiorarle il labbro inferiore ed un suo braccio che la stringeva in vita, portandola più vicina a lui.
La voce di Rose giunse per la terza volta a loro,questa volta più vicina,convincendoli a staccarsi.
Lily riaprì gli occhi e incontrò quelli di Daniel,che la fissavano attenti ed indagatori,pronti a captare ogni minimo cenno negativo.
Lei si passò le dita fra i capelli e sospirò,staccandosi da lui.
-Devo andare,o finirà che ce la ritroveremo qui...-gli disse con voce nervosa,iniziando a voltarsi.
-Ehi scricciolo!-la chiamò lui.
Lei girò leggermente,guardandolo con aria sorpresa per il nomignolo.
-Se non ci dovessimo vedere domani,buone vacanze!-lo salutò.
Lily annuì,silente,poi tornò a voltarsi e si incamminò verso il Castello,la punta della lingua sul labbro inferiore per catturare gli ultimi ricordi di quel bacio.
Del suo primo bacio.


Omettendo soltanto la parte finale ed il loro primo bacio,gli aveva raccontato tutto quello che sapeva.
Non c'era nessun motivo per tenerla lontana da Daniel.
-Questo è tutto quello che so-concluse lanciando uno sguardo a suo padre.
Fissando il suo volto serio per alcuni istanti,Lily si ritrovò a sorridere ironica:quello che gli aveva raccontato era chiaramente molto di più di quello che suo padre sapeva.
Si alzò dalla poltrona su cui era stata seduta fino a quel momento e si portò i capelli dietro le spalle,pronta a chiudere una volta per tutte quella discussuione.
-Non capisco quali motivi ti hanno spinto a comportarti così con Daniel,ma ora capirai che non c'era nessun motivo per farlo,anzi credo che tu gli debba anche delle scuse...-
-La mia opinione su quel ragazzo non cambierà certo perchè tu sei infatuata di lui.
Anzi,alla luce di quello che tu mi hai raccontato,sono sempre più convinto che non dovresti rivederlo più-la interruppe Harry con voce seria.
Lily aggrottò la fronte e,dopo qualche attimo di incertezza,scosse il capo.
-No,assolutamente no!
Non c'è nessun valido motivo per cui...-ribattè ancora.
-Sono tuo padre-le disse come se quello servisse a spiegare tutto.
-Allora puoi avere l'ultima parola su tutto quello che mi riguarda?-gli domandò battagliera la ragazza.
-Questa volta sì!Farai quello che ti dico senza discutere.
Non voglio che tu veda più Daniel Thomas,fine della discussione-fece Harry alzando leggermente la voce.
Lily sfidò il suo sguardo per qualche istante,lanciando saette dagli occhi,la mascella contratta, finchè un sorriso cattivo apparve sul suo volto.
-Non credevo fosse possibile...-disse criptica.
Poi senza aggiungere altro,slegò lo sguardo dal suo e a passi veloci si diresse verso l'ingresso.
-Lily!Lily torna qui,non abbiamo ancora finito!-la chiamò Harry andandole dietro.
Quasi non lo sentisse,Lily salì le scale con passi pesanti,fino a raggiungere la porta della sua camera e richiuderla alle sue spalle con un tonfo che fece tremare la parete.
Harry osservò l'inizio delle scale per qualche istante,prima di sospirare e abbassare lo sguardo, incontrando quello di sua moglie che aveva fatto capolino dalla cucina e osservato l'ultima parte della discussione.
-Che avete tanto da urlare?-
Voltandosi alle sue spalle,Harry vide James appena rientrato,il cappotto indosso e con in mano ancora le chiavi di casa nella mano sinistra.
-E' questa l'ora di tornare a casa?-domandò ancora pieno di rabbia per la discussione precedente.


Era stato Ronald a dirgli di tornare.
Il solito rompiscatole!
D'altronde come poteva sapere cosa stava interrompendo?
Si dice che l'amore rende pazzi,ma nel loro caso rende anche completamente incoscenti,perchè altrimenti come potevano spiegare il fatto di essere seminudi nella camera da letto di Rose?
L'idea di partenza,ovviamente, non era quella.
Era passato a prenderla per andare al cinema insieme,ma come al solito,l'aveva trovata immersa nei libri di scuola.
-Che accidenti stai facendo?Le vacanze sono appena cominciate!-le disse seguendola nella sua stanza e sedendosi sul suo letto,mentre lei tornava alla scrivania.
-Lo so,ma sai come sono fatta...-
Si voltò leggermente sulla sedia dandogli le spalle per richiudere i libri e impilarli l'uno sull'altro e poi tornare a guardarlo.
-Sei pronta?Il film comincia fra mezz'ora-le ricordò James.
Rose annuì e si rialzò in piedi,avvicinandosi all'armadio per sistemarsi i boccoli gonfi con un cerchietto rosso.
-Come vanno le cose da te?-gli domandò mentre si guardava allo specchio.
Jim alzò le spalle.
-Come sempre...Sono tutti eccitati per l'arrivo di Rebecca,mia madre e Ronnie più di tutti-commentò poggiando entrambe le mani dietro di sè sul piumone e poggiandovi il peso del corpo.
Rose sorrise.
-Non ti facevo così disfattista-ribattè divertita dando le spalle allo specchio e guardandolo.
James scosse la testa.
-No,non è quello:sono anche contento per loro!
E' solo che adesso ci aspettano dieci giorni di sbacchiucciamenti e pomiciate in giro per la casa- ribattè spiegando il suo punto di vista.
Divertita,Rose rise,avvicinandosi a lui e andando a sedersi sulle sue gambe,accolta dall'abbraccio del ragazzo.
-Sai come si chiama questa?Gelosia-gli disse poi avvicinando il viso al suo.
Jim aggrottò la fronte.
-Ma fammi il favore!Geloso di Ronnie?E' una cosa che non sta in cielo nè in terra!-replicò rigettando l'idea quasi offeso.
Lei alzò le spalle.
-Come vuoi...-
James alzò lo sguardo battagliero nel suo,incuriosendola,portandola a mordersi l'interno del labbro inferiore come faceva sempre quando qualcosa la incuriosiva.
-Visto che tu sai tutto,perchè dovrei essere geloso di Ronald?-
Rose sospirò ed alzò le spalle,cercando di mostrarsi indifferente;poi abbassò leggermente la testa fino a sfiorare la mascella del ragazzo con la punta del naso.
-Mah,forse perchè lui si diverte più di noi...-disse con voce più bassa.
La mano destra di James,che fino a quel momento era rimasta ferma sulla sua schiena,ora aveva preso ad accarezzarle dolcemente i fianchi,e sul suo viso era apparso un sorriso malizioso.
-E questo chi te lo ha detto?-le domandò alzando lievemente la testa per incontrare i suoi occhi.
Senza altre parole inutili,James avvicinò il viso a quello di Rose e posò le labbra sulle sue,incontrando subito la reazione della ragazza.
Il braccio sinistro di Rose,che fino a quel momento era posato sulle spalle di Jim,scivolò attorno al suo collo,avvicinandolo di più a sè permettendo così una maggiore vicinanza.
Assaporando il sapore delle sue labbra,Jim dischiuse la bocca ed sfiorò il labbro inferiore di Rose con la punta della lingua.
Lei fece scivolare la mano lungo il collo fino all'inizio della mascella,il mignolo che gli accarezzava il mento,mentre la sua lingua si insinuava con sicurezza nella bocca di James,andando incontro alla sua gemella,iniziando una piccola lotta fatta di sfioramenti e veloci tocchi.
Si mosse sulle sue gambe,voltandosi leggermente e portando il suo petto ad aderire quasi del tutto contro il torace di Jim,le dita della mano sinistra che affondavano nei capelli neri e folti del ragazzo.
James staccò le labbra dalle sue dopo un'ultimo tocco e la guardò con uno sguardo guardingo: aveva per caso paura che lo respingesse scioccata per i loro baci?
Gli sorrise leggermente,avvicinandosi se possibile ancora di più a lui,mordendosi poi un'angolo del labbro inferiore.
-Forse hai ragione tu...-commentò.
Jim sorrise e tornò ad impossessarsi delle sue labbra,baciando il sorriso che ancora era sulla bocca di lei.
Era stato allora che l'atmosfera si era fatta più "calda",senza che neanche se ne rendessero conto:avevano continuato a baciarsi a lungo,con sempre maggiore intensità e passione, sdraiandosi sul letto per avere una posizione più comoda.
Preoccupato che quei semplici baci stessero andando troppo oltre,James aveva cercato gli occhi di Rose e li aveva trovati sereni e rassicuranti,quasi anche lei avesse avuto lo stesso pensiero.
Si sdraiò accanto a lei sul piccolo letto,un braccio sotto la testa,l'altra mano che accarezzava i capelli ed il viso di Rose con la punta delle dita,dando a quei gesti una dolcezza ed una tenerezza infinita.
Spinta da quel gesto,lei aveva avvicinato il viso al suo e aveva ripreso a baciarlo con lo stesso e forse maggior ardore di prima.
Non passò molto tempo prima che la felpa di James finisse a terra,seguita quasi subito dal maglione di Rose.
Era una strana sensazione quella della pelle nuda sotto le dita...
Mai prima d'ora si erano concessi tanta libertà e sfiorando la pelle tesa e calda del torace di James, Rose si chiese come avevano fatto a resistere tanto a lungo.
Adesso capiva perfettamente l'impazienza e la frenesia che sembrava aver colto Ronald e Rebecca!
Gli occhi persi in quelli verdi del ragazzo,sorrise piacevolmente colpita quando lo vide tremare leggermente sotto le sue carezze.
Sollevando leggermente la schiena dal materasso e facendo forza sui gomiti,gli accarezzò la guancia destra con le labbra scendendo poi sulla mascella,il collo e il petto lasciando una scia di baci.
Quando tornò a rialzare la testa e posò le labbra su quelle di James,la risposta del ragazzo su vorace,quasi totalizzante.
Le mani posate su entrambe le guance del ragazzo,Rose gemette lievemente sotto le labbra di Jim,desiderosa di scoprire di più,di sapere fin dove poteva spingersi con i suoi baci e le sue carezze.
Ma non riuscì a mettere in pratica le idee che avevano già iniziato ad affollarle la mente perchè il cellulare di James iniziò a vibrare nella tasca dei jeans.
Disturbati dall'interruzione,i due smisero di baciarsi, e si fissarono per qualche istante.
-O rispondi o togli il cellulare dalla tasca-gli disse lei sorridendo leggermente divertita.
James sbuffò,staccandosi dal suo abbraccio e mettendosi in ginocchio sulle coperte,tirando allo stesso tempo il cellulare fuori dai pantaloni.
-E' Ronald-bofonchiò dopo aver visto il nome sul display.
Lei alzò le spalle.
-Magari è importante-
-Tecnicamente saremmo al cinema...Non dovrei rispondere!-ribattè lui.
Rose sorrise:nonostante fosse altrettanto impaziente di tornare alla loro precedente attività non potevano ignorare quella chiamata.
E se fosse stata importante?
-Dai rispondi, che male può farti?-lo incoraggiò.
Lui sbuffò ancora una volta e attivò la comunicazione.
-Si Ronnie che c'è?-domandò portando il cellulare all'orecchio.
Dalle frasi concitate che venivano dall'altra parte del telefono capì che era stato un'errore.
Dopo quello che era successo,suo padre li avrebbe messi tutti a regime stretto:tutti colpevoli perchè sapevano e non avevano impedito che succedesse.
-Stanno ancora litigando?-domandò passandosi una mano fra i capelli scompigliati.
Quando suo padre e Lily litigavano sembravano dimenticarsi del mondo intero:esistevano soltanto loro e le loro posizioni contrastanti.
-Veramente?-domandò sorpreso dall'ultima frase del fratello.
Quello era veramente il colmo!
Guardò Rose,che per tutto il tempo non aveva mai staccato lo sguardo da lui,e annuì.
-Ho capito,va bene...Arrivo-capitolò chiudendo la telefonata.
Lanciò il cellulare sul letto e sospirò.
-L'avevo detto io che avremmo fatto meglio ad ignorarlo!-
Si lasciò cadere all'indietro sul letto e la guardò di nuovo.
-Problemi?-chiese lei cauta,pensando ad una discussione fra lo zio Harry e la zia Ginny.
-Papà ha scoperto la storia fra Lily e Daniel ed è andato su tutte le furie...A sentire
Ronald lo ha sbattuto fuori di casa ed ora sta litigando con Lily-le disse brevemente.
-Deve essere andata su tutte le furie;voglio dire se l'aspettava un pò di resistenza da parte di vostro padre,ma non fino a questo punto-commentò Rose.
James annuì.
-E la cosa divertente è che insieme a Daniel c'era anche Scorpius Malfoy,che stava facendo lezione con Al,e papà lo ha trattato con gentilezza!-
Rose si morse la parete interna della guancia destra e restò a fissarlo in silenzio mentre James si alzava e si rivestiva,preparandosi per andare.
-Prevedi guai?-domandò lei.
Ora che quella relazione segreta era cominciata sul serio, le dava sui nervi dover subire quella battuta d'arresto per colpa di qualcun'altro!
-Spero di no!-rispose sincero.
Prese il cappotto e tornò ad avvicinarsi al letto,dove lei si era alzata sulle ginocchia per salutarlo.
Gli allacciò un braccio attorno alla vita e gli diede un piccolo bacio sulle labbra.
-Ti chiamo dopo-le disse lui andando di nuovo incontro alla sua bocca.
Si concessero un lungo bacio e al momento di separarsi,lei gli sorrise e gli scompigliò i capelli come faceva fin da quando erano bambini.

 

-N-no,che fai...-mormorò con un filo di voce.
-Shh...Non vorrai farti sentire da Emy-lo ammonì l'altro.
Quando la lite fra suo padre e Lily era divampata,Albus e Scorpius avevano preferito portare al piano di sopra Emy,evitando così di essere coinvolti,anche soltanto in maniera indiretta,in quella discussione.
-Secondo la tua esperienza,quando cominciano a tirarsi i piatti?-gli aveva chiesto il biondo sedendosi sul letto nella stanza di Albus.
-Davvero divertente!Non capita mai nella tua famiglia di litigare?-gli aveva domandato Albus cercando di difendere la sua "normale" famiglia.
Scorpius aveva scosso la testa.
-No,preferiamo ignorarci-aveva commentato sarcastico l'altro.
Quanta verità si nascondeva in quella sola frase?In fondo i Malfoy non sono noti per la loro espansività e comprensione...
Stufa di quelle frecciatine,Emy aveva sbuffato,quasi volesse palesare la sua presenza ai due ragazzi.
-E ora che facciamo?Io volevo vedere Spongebob!-si era lamentata.
-Sponge...che?-aveva chiesto Scorpius.
Al aveva scosso la testa:troppe nozioni babbane potevano fargli male!Meglio rimandare la lezione sui cartoni animati ad un'altro momento.
-Lascia perdere...Piuttosto Emy,che ne dici di fare qualcosa con me e Scorpius?-le propose il fratello.
Aveva capito dallo sguardo curioso della bambina che l'idea la incuriosiva.
-Possiamo sentire dei dischi nello studio di papà-aveva proposto la bambina.
Sarebbe stata un'ottima idea in un'altro momento,ma ora con suo padre infuriato era meglio tenersi alla larga dal piano terra.
-Che diresti invece di nascondino?
Io e Scorpius ci nascondiamo e tu devi trovarci-aveva detto cercando di apparire entusiasta.
Emy aveva assunto la solita espressione che inalberava ogni volta che era indecisa fra due idee altrettanto interessanti:era chiaro che l'idea dei dischi la interessava ancora,e che non sarebbe stato lo stesso ascoltare della musica nella sua camera,quindi se voleva scendere dabbasso doveva far valere le sue idee.
Ma del resto anche l'idea del nascondino non era poi così malvagia...
-Ok...Comincio io-
-Perfetto,allora tu vai nella tua stanza ed inizi a contare...Diciamo che arrivi fino a cinquanta,e poi inizi a cercarci-aveva detto subito il fratello.
-E non barare!-aveva ribattutto il biondo.
Emy aveva annuito per poi correre fuori dalla stanza.
I due ragazzi si erano guardati alcuni istanti prima di scambiarsi un sorriso reciproco.
-Io sotto il letto e tu nell'armadio?-propose Al.
Scorpius aveva arricciato per un'istante le labbra,pensieroso.
-Ho un'idea migliore...Che ne dici se ci nascondiamo tutti e due nell'armadio?-gli aveva proposto.
Il moro aveva sorriso,leggermente divertito.
Come al solito,il compagno non la smetteva di provocare!
-Guarda che non sto scherzando,anzi credo che saremmo anche abbastanza comodi...-aveva continuato l'altro.
E passando dalle parole ai fatti,si era voltato ed aveva aperto un'anta dell'armadio,guardandovi dentro per qualche istante.
-Perfetto!Dai,sbrighiamoci o tua sorella ci scopre subito!-gli aveva detto prendendogli la mano destra e tirandolo dentro insieme a lui.
Scorpius si era nascosto nel fondo dell'armadio,attirando contro di sè Albus che non appena richiuse le ante,si era guardato intorno nel locale angusto e ombrato.
-Devi mettere un pò in ordine qui dentro...-aveva commentato Scorpius alle sue spalle.
-Perchè?-gli aveva chiesto voltando leggermente la testa l'altro.
-Ci sono ancora le riviste porno etero dietro quella racchetta da tennis-aveva risposto ridendo fra i denti.
Il moro arrossì,andando letteralmente a fuoco per l'imbarazzo,grato all'oscurità lieve che non permetteva all'altro di vedere il suo viso.
Sentì però le braccia forti di Scorpius avvolgersi attorno ai suoi fianchi e premerlo contro di sè, facendogli poggiare la schiena contro il torace del biondo.
-Meno male che le cose sono cambiate...-soffiò Scorpius al suo orecchio destro.
L'attimo dopo,i denti di Scorpius graffiarono il lobo destro di Albus,facendo scivolare poi le labbra dietro l'orecchio e fermandosi all'inizio della mascella.
Al sospirò e abbandonò la testa all'indietro,poggiandola contro la spalla destra del compagno:già,meno male che i suoi gusti erano cambiati...
Una mano del biondo,che fino a quel momento erano state ferme attorno alla vita,salì accarezzando il petto coperto dal maglione.
-N-no,che fai...-
Non poteva lasciarlo continuare:sapeva che effetto avevano le carezze di Scorpius su di lui,non poteva farsi scoprire!
-Shh,ci farai scoprire da Emy!-
L'attimo dopo la mano sinistra scese in basso,coprendo completamente il cavallo dei pantaloni,e iniziò ad accarezzare la timida erezione che Albus stava cercando di tutti i modi di smontare.
-OH Cielo!Ti prego Sys,non...-mormorò ancora Al,la schiena inarcata contro il bassoventre del compagno.
Come se quelle preghiere avessero avuto successo,Scorpius tolse le sue mani dal corpo di Al e, nonostante lo spazio ristetto,lo fece voltare in modo da far incontrare i loro sguardi.
-Ti voglio...Voglio fare l'amore con te-gli disse con voce seria.
Al lo guardò con aria confusa:anche lui lo desiderava,ma quello non era il posto nè il momento adatto.
-Anche io lo voglio,ma adesso non...-
Il ragazzo si produsse nel suo inconfondibile ghigno targato Malfoy e scosse leggermente la testa.
-Certo che no!
Non voglio rischiare di essere bandito da qui come Thomas...La sera di Capodanno.
A casa mia-
Al sorrise neanche gli avessero raccontato la più divertente barzelletta del mondo.
-Sì con i tuoi genitori nell'altra stanza che ci applaudono!
Ma fammi il piacere!-ribattè subito.
L'altro scosse ancora una volta la testa.
-I miei genitori non ci saranno...Mio padre passerà l'ultimo dell'anno con la sua nuova amante e mia madre sarà a Cabo con le sue amiche-lo tranquillizzò.
Alzò una mano e gli sfiorò la guancia sinistra con la punta delle dita.
-Avremmo la casa tutta per noi...Dimmi che verrai-aggiunse poi con voce più bassa e più titubante.
Al sorrise per quell'attimo di incertezza che lo aveva colto e gli diede un bacio veloce.
-Come posso resistere ad un invito tanto sentito?-
Non avrebbe perso quell'occasione per niente al mondo...


-E questo è tutto-
Le aveva raccontato tutto.
L'espressione negli occhi di Ginny era incredula,forse per il racconto che lui aveva appena concluso,per il segreto che aveva avuto con lei per tanti anni,o per tanti altri motivi che lui non sapeva.
-Incredibile-mormorò a mezza voce la donna.
Quando Lily era corsa in camera sua rifiutando di continuare la discussione,Harry aveva notato la presenza della moglie nel corridoio e aveva capito,fin dal loro primo sguardo,che avrebbe dovuto darle molte spiegazioni sul suo rifiuto così netto verso Daniel.
Così si erano chiusi nel salotto e le aveva raccontato tutta la storia di Seamus e Dean,di come lui e Ron ne erano venuti a conoscenza e di come ne erano rimasti in qualche modo coinvolti alla loro rottura.
-Come ho fatto a non accorgermi di niente?-domandò ancora lei,più a sè stessa che a lui.
-Avevamo tante altre cose a cui pensare all'epoca:avevamo appena saputo dei gemelli,poi c'era Teddy,il lavoro...-fece Harry.
-C'era il problema con Sarah...-aggiunse lei senza guardarlo.
Già,c'era anche quello,ammise Harry annuendo.
-E' per questo che Seas è rimasto tutto quel tempo nostro ospite?-domandò ancora lei.
Harry annuì.
-Dean aveva iniziato ad aspettarlo sotto casa,sperando di riuscire a fargli cambiare idea,così per evitare di farlo dormire in ufficio gli proposi di venire da noi finchè non si fossero calmate le acque...Poi c'è stato l'incidente e l'incantesimo,quindi restò anche per aiutarmi nella convalescenza,ma allora aveva già incontrato Rupert-
Ginny restò in silenzio,persa dietro i suoi pensieri,sempre osservata da Harry:cosa stava pensando?
Cosa provava in quel momento?
Era arrabbiata con lui perchè non le aveva detto nulla?
-Ce l'hai con me per averti nascosto tutto questo?-si decise a domandarle.
Ginny accennò un sorriso e scosse la testa.
-No:non era un tuo segreto,non eri tenuto a parlarmene.
Però non capisco come mai ti sei accanito in quel modo contro Daniel-gli disse sincera.
Harry abbassò lo sguardo,una mano fra i capelli ribelli:sapeva che prima o poi gli avrebbe fatto quella domanda.
-Io ho visto come ha sofferto Seas per colpa di Dean,quanto è stato difficile per lui dimenticarlo...Non voglio che succeda lo stesso a Lily-le disse senza guardarla.
-Quindi lo stai facendo per lei...Non per te-aggiunse la donna.
Harry alzò la testa e incontrò gli occhi,sorpreso per la domanda che lei gli aveva appena fatto:come poteva pensare una cosa del genere?
L'unica cosa che aveva sempre avuto a cuore era stato il bene di sua figlia!
-Certo che lo faccio per lei!
Ora è ferita ed è normale che non capisca quello che sto facendo per lei,ma prima o poi capirà che è stata la cosa migliore-ribadì sicuro.
Ginny premette le labbra una sull'altra e lo fissò a lungo,prima di alzarsi e sospirare.
-Se continuerai ad impuntarti,a portare avanti questo tuo risentimento verso Daniel,lei finirà per odiarti.
Sei pronto a correre questo rischio?-gli domandò cercando di farlo ragionare.
Harry scosse la testa.
-No,vedrai dovrai ricrederti...-le disse sicuro delle sue idee.
Ginny gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia sinistra.
-Lo spero per te amore-

 

Salve a tutti!!!

So di avervi fatto aspettare un pò,ma ci sono state le vacanze di Pasqua e poi stavo scrivendo la fine di una fiction,quindi mi sn concentrata quasi esclusivamente su quella,ma ora sono tornata ed ho molto + tempo x qst fiction!Non so quanto ne sarete contenti...

Finalmente abbiamo scoperto il grande segreto che si nascondeva dietro la prima serata di Daniel e Lily e so che può sembrare poco in confronto a quello che è successo fra Rose e James durante la festa dai Serpeverde,ma ho pensato di cominciare in modo soft:un semplice bacio,ed uno scambio di anime.

Daniel le ha raccontato tutti i suoi segreti + inconfessabili soltanto perchè la riteneva uno spirito affine e capace di capire quello che gli era successo...Certo poteva succedere molto altro dopo il suo racconto,ma ho pensato che,dopo aver condiviso cs tanta "intimità",altra intimità avrebbe rovinato quel momento.

Spero di nn aver deluso nessuno con la mia decisione!

Parlando sempre di Daniel e Lily,ma in maniera indiretta:qst capitolo è molto importante,quasi un punto di snodo x qlli che verranno,e da cui partiranno le storie di Scorpius ed Albus,Harry e Ginny e in parte anche Ronald e Rebecca.

Inoltre,voglio rassicurare tutti quelli che mi hanno chiesto notizie della coppia Allison-Fred:state tranquilli,torneranno nel prox capitolo!

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di battitura o ortografia.

La frase all'inizio è presa da "Do you want to know a secret" dei Beatles.

E ora i ringraziamenti:WingsHP(Ci vuole ancora un pò prima che scopra della loro storia,e molte altre cose devono ancora succedere...Invece per le scenate di gelosia fra Al e Scorpius bisognerà attendere fino al ritorno dalle vacanze di Natale;Se c'è una cosa che ho imparato bazzicando il mondo dei Serpeverde è che nn si arrendono tanto facilmente,quindi Luke ne combinerà di tutti i colori per farsi perdonare da Alice...),Lights(Eccoti accontentata!Sentivi la loro mancanza?),Missjude(Che posso dire?Bethany ha una bella voce e qst canzone mi piace molto...Come vedi la tua sensazione era giusta:Al ci sa fare,e sembra rendere difficile al ns Scorpius non mettergli sempre le mani addosso!Su casa Potter si stanno per scatenare venti di bufera,che interesseranno quasi tt la famiglia,eccezione fatta x Emy e pochi altri,ma chiarisco subito che Dan tiene moltissimo a Lily.La ama,è il suo sostegno,la sua forza in tt qst situazione credo sarebbe perso senza di lei...Posso confermare,senza ombra di dubbio,che farei carte false x avere un marito come George!Ci metterei la firma subito!Per concludere il Capodanno, anzi i capodanni:fai bene Roby ad aspettarti sorprese...ce ne saranno parecchie!),Gioia_in_blu(Una piccola spiegazione sul risentimento di Harry verso Dan viene data nel capitolo,ma è legata principalmente alla storia a cui questa è legata),Elly(Sarebbe stato meschino,visto la sua esperienza passata con Harry:in fondo lei lo aveva a portata di mano ogni estate!Posso già confermare che sfrutteranno ogni momento libero...Parlando di AL e Scorpius,invece,nn ci crederai,ma il ns moretto è qll ke al momento è meno coinvolto:x qualche ragione,Cupido ha scoccato la sua freccia sul ns Scorpius,facendogli perdere completamente la testa.Rinunciare a Daniel?Speranza vana ed assurda!),Nefene(Come hai visto è una cosa del genere...Le vecchie esperienze sono difficili da dimenticare,anche se le viviamo per interposta persona),IRE'89(Come va ora il tuo pc?Tutto risolto?Del resto c'è una sola richiesta "a lunga durata" ed è quella di Ronald:gli altri ragazzi restavano solo per poche ore...Ma lo stesso è successo il guaio!Segreto svelato,e fra i due l'adulta sembrava Lily,ma è difficile credere che la "cattiveria" ke c'è nel padre nn si sia riversata anche nel figlio;Harry sta solo cercando di proteggere Lily,solo che lo fa nel modo sbagliato...Credo che in qualche modo Scorpius abbia capito che la ragazza sa qualcosa,o almeno lo ha intuito visto il legame che c'è fra i due fratelli,piuttosto mi è piaciuto il comportamento di Dan che ha trattato Scoprius come un compagno di Casa qualsiasi senza tante paranoie;Ah volevo chiederti:ma per caso sei il Grande Fratello?Ho guardato in giro ma nn ho visto telecamere e microspie,ma allora come hai fatto ad indovinare?Cmq nn succederà molto presto,nn sarebbero ancora pronti...Per quanto riguarda Luke ed Alice,la loro credo sarà la storia + tormentata di tt la fic,neanche Rose e Jim soffriranno tanto),Tonks'17(Mi piace quando diventi ripetitiva,cmq...So che Rebecca sembra essersi eclissata,ma c'era un semidramma in corso al piano di sotto e ho dato + importanza a quello,tornerà nel prox capitolo;dai nn può certo immaginare che il suo Al,prossimo medico,possa essere interessato a Scorpius Malfoy,lei lo immagina ancora cn la testa nei libri!Nn ha idea che i libri li ha abbandonati da un pò...Parlando di George e Luna,x il momento il ritorno a Londra nn è ancora previsto,del resto la libertà dagli altri parenti è così bella,perchè nn approfittarne ancora un pò?AL momento la mamma di Luke è un ibrido,ancora nn so come si chiama e tt il resto,xò ti farò sapere al + presto;x qnt riguarda BLaise,si può dire che Draco sia + permissivo di lui,ma fino ad un certo punto,BLaise è interessato alla rispettabilità del nome e nn crede che sposare la figlia di 2 commercianti,x quanto conosciuti,possa portare giovamento alla sua famiglia...Sai che x quanto riguarda i fiori,credo tu sia stata l'unica a capire di cosa si trattava?Devo farti i miei complimenti!).

Bene,è il momento dello spoiler

"Erano ore che non faceva che pensare al suo sgaurdo,al sorriso che gli aveva lanciato poco prima di separarsi...cosa stava pensando ora?

Lo aveva già completamente dimenticato?"

Bene,ora vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Lonely Hearts Club Band"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** Lonely hearts club band ***


lonely

 

"And after all that you've been through
I will make it up to you
I promise you, baby
And after all thats been said and done
You're just the part of me I can't let go"

 

Sdraiato sul suo letto Ronald attendeva il segnale che,come sempre,avvertiva l'intera famiglia Potter della fine della discussione.
Riflettendo su quello che era appena successo contrastanti pensieri gli attraversavano la mente: era preoccupato per Lily e Daniel,per quello che sarebbe successo all'amico ora che il padre sapeva della loro relazione,ed inoltre pensava a come poteva sentirsi sua sorella,costretta a subire un'umiliazione simile davanti al suo ragazzo e sentirsi urlare contro che questi era l'ultimo uomo sulla Terra che il loro padre voleva vederle accanto...
Ok,forse il padre non aveva usato quelle esatte parole,ma il senso era quello.
Dal canto suo era anche preoccupato da come quella situazione poteva essere interpretata da occhi esterni:dovevano sembrare una famiglia di pazzi schizzati!
Almeno questo avrebbe pensato lui se ci si fosse trovato in mezzo.
Le pareti della sua stanza tremarono e gli fecero rientrare il collo nelle spalle neanche fosse una tartaruga:la discussione era finita.
Ora dovevano solo aspettare l'inevitabile ramanzina.
-Cos'era quel rumore?-
Ronald abbassò lo sguardo fino ad incontrare quello di Rebecca,sdraiata sul letto insieme a lui, la testa posata sulla sua spalla destra,un braccio abbandonato sul suo addome.
-Mia sorella e mio padre hanno finito di discutere...O meglio,Lily se ne è andata sbattendo la porta e sicuramente mio padre ha continuato a fissare le scale in attesa di un secondo round-le spiegò con aria saputa.
Rebecca annuì,tornando poi a giocare con le dita della sua mano sinistra.
-Becca mi dispiace da morire-si scusò subito Ronnie,iniziando ad accarezzarle i capelli lisci.
Lei aggrottò le sopracciglia e lo fissò senza capire.
-Per tutto questo caos!Ti ho invitata a passare qualche giorno con me e nell'istante esatto in cui siamo entrati in casa è scoppiato l'inferno-le spiegò.
Rebecca sorrise e scosse la testa.
-Ronnie davvero non è il caso,credi che a casa mia non ci siano mai discussioni?
Anzi ce ne sono state molte proprio per via del tuo invito!-disse a conferma delle sue parole.
-Veramente?-chiese stupito il ragazzo.
Tutto era successo così tranquillamente e senza nessun'intoppo che aveva creduto che i genitori di Rebecca non avessero avuto problemi nel permetterle di passare qualche giorno con lui.
-Un ragazzo mi invita a casa sua per dieci giorni e credi che questo non porti a delle domande e a delle discussioni?
Mi hanno praticamente messa sotto interrogatorio!Mi hanno chiesto da quanto tempo ci conoscevamo e che tipo di rapporto c'era fra noi due...-iniziò lei elencando la lunga lista di esami che aveva dovuto subire prima di poter accettare il suo invito.
-E tu come hai risposto?-domandò l'altro curioso.
Rebecca sorrise,lievemente divertita.
-Ho detto la verità:che sei il mio ragazzo...Puoi immaginare che cosa si è scatenato dopo questa confessione-gli rispose lei.
Ronald annuì,anche in realtà aveva solo una vaga idea di quello che potevano aver pensato i genitori di Rebecca e come doveva essere sembrato strano per lei rispondere alle loro domande: per fortuna i suoi genitori non avevano fatto lo stesso con lui.
Ma forse per una ragazza è diverso...
-Mia madre,una volta rimaste sole,si anche arrischiata a chiedermi se avevamo già fatto sesso!- aggiunse poi con un misto di divertimento e vergogna nella voce.
Ronald si coprì gli occhi con una mano e gemette,in preda alla più profonda vergogna, subito accompagnato dalle risate di Rebecca.
-Se non l'avessi fermata si sarebbe lanciata in un discorso sul sesso sicuro e di quanto è importante essere sicuri di aver trovato la persona giusta prima di compiere un passo del genere!-gli raccontò ancora lei.
Lui continuò a gemere sconfortato per la sempre più terribile impressione che i signori Paciock si stavano facendo di lui: ormai non c'era più niente poteva rimediare a quella ennesima brutta figura!
Rebecca si alzò su un gomito e gli tolse la mano davanti agli occhi cercando il suo sguardo,un lieve sorriso sulle labbra.
-Sai come le ho risposto?-gli chiese con voce leggera.
Lui scosse la testa,lo sguardo fisso sui suoi occhi.
-Le ho detto che per il momento non doveva preoccuparsi e che comunque ero certa di aver già trovato la persona giusta con cui farlo la prima volta-gli disse,alcune dita della mano destra che disegnavano forme astratte sul suo petto.
Ronald la fissò sorpreso per qualche istante,colpito da quelle parole.
-Stavi parlando di me,vero?-domandò poi.
-Certo che sì,stupido!-ribattè lei ridendo.
Lui alzò le spalle e sorrise leggermente quando la vide posare le braccia sul suo petto,la testa posata sugli avambracci ed il corpo parzialmente sdraiato su di lui.
-Scusa,ma in certi casi è meglio essere sicuri al 100%!-disse buttandola sullo scherzo.
Rebecca sorrise per qualche istante prima di avvicinare il viso al suo e dargli un piccolo bacio sulle labbra.
Le loro bocche si vennero incontro,si cercarono delicate e sollevando leggermente la schiena dal letto,Ronald si portò più vicino a lei,una mano fra i suoi capelli morbidi e lisci.
-Per favore non cominciamo con queste smancerie!Non avrete intenzione di andare avanti così per tutta la vacanza spero!-
James era entrato nella stanza e si era richiuso la porta alle spalle,iniziando a togliersi la giacca e la sciarpa.
Ronald,malvolentieri,si staccò da Rebecca e guardò il fratello che intanto si era avvicinato al proprio letto.
-Arrivi sempre al momento giusto...-borbottò.
James sogghignò e guardò la ragazza con un sorriso cordiale:da quando lui le aveva rivelato i sentimenti del fratello,aiutandola a capire perchè lui fosse così astioso verso di lei,si era stabilito un bel rapporto di amicizia fra di loro.
-Come ti è parso il primo approccio con la nostra famiglia?Ti saremmo sembrati una gabbia di matti-le domandò curioso.
Rebecca scosse la testa.
-No sta tranquillo...Lo stavo dicendo anche a tuo fratello prima che non siete la sola famiglia che litiga.
Dovreste sentire mia madre e mia sorella-disse a riprova delle sue parole.
Ronald annuì e fissò il fratello.
-Dov'eri?Ci hai messo un pò a rispondere!-
Un'espressione strana apparve sul volto di James,come se si aspettasse quella domanda ma lo stesso si sentisse imbarazzato per qualcosa che Ronald non riusciva a capire.
Del resto come poteva essere il contrario in quella situazione?
-Ero al cinema con Rose e lì i cellulari dovrebbero essere spenti!Ho fatto anche una brutta figura per colpa tua-lo beccò.
Il fratello alzò le spalle.
-Quella la facevi anche senza il mio aiuto-lo punzecchiò.
Sentirono bussare lievemente alla porta e l'attimo dopo Albus fece capolino nella stanza.
-Posso?-chiese restando con una mano sulla maniglia.
James annuì epoco dopo il fratello andò a sedersi accanto a lui sul letto.
-Com'è la situazione?-gli domandò guardandolo.
Al alzò le spalle.
-Mamma e papà sono di sotto a parlare e Lily è chiusa in camera sua...Ho provato a bussarle per vedere se voleva parlare,ma mi è parso di capire che era al telefono-disse ad entrambi i gemelli.
-Credete che vi puniranno?-domandò Rebecca lievemente preoccupata.
Ronald storse la bocca chiusa verso destra,riflettendo.
-E' possibile,dipende quanto nostro padre ci ritiene "colpevoli" insieme a Lily...Personalmente non ho niente da rimproverarmi:quando ho saputo della loro storia ero contrario,lo hai visto anche tu,ma vedendoli insieme,vedendo come Daniel si comporta con lei,mi sono dovuto ricredere.
Che c'è di male se stanno insieme?-domandò agli altri tre.
James scosse la testa lentamente.
-Non lo so,ma sono d'accordo con te-ammise il maggiore.
Albus annuì.
-Se devo dirvi come la penso,credo che Daniel sia la cosa migliore che sia capitata a Lily:da quando lo conosce è più calma,più riflessiva,non si fa prendere dall'istinto come succedeva in passato.
E se nostro padre è deciso ad andare avanti con questa storia e dividerli,farò quello che mi è possibile per evitare che succeda-disse con voce sicura e decisa.
I due gemelli e Rebecca lo fissarono e senza parlare,il moro seppe che anche loro erano d'accordo con lui.

 

Un uccellino gli aveva dato la notizia:lei era tornata a Londra.
Si trattava di un viaggio breve e che la vedeva impegnata quasi esclusivamente con i parenti e la famiglia,ma non poteva fare a meno di sperare.
Se lei era tornata,forse poteva parlarle o vederla...
Erano giorni che non sentiva la sua voce,che non sapeva cosa pensava di lui dopo che le aveva confessato il tradimento con la Greengrass.
Cosa pensava di lui?Cosa aveva deciso per la loro storia?
Non aveva neanche voluto prendere in considerazione l'idea che fra loro potesse finire,incredibilmente ottimista rispetto a come stavano le cose fra di loro.
Alice lo amava,di questo ne era sicuro,ed era certo anche del fatto che sarebbero riusciti a superare quel momento di crisi.
Avrebbe fatto di tutto perchè lei capisse che l'amava ancora.
Forse era per questo che si trovava di fronte alla porta della Tana?
Il suo informatore gli aveva detto dove andare e anche per quando era atteso l'arrivo di Alice e della sua famiglia,così aveva lasciato passare un paio di giorni per poi risolversi a fare quel piccolo viaggio.
Era strano trovarsi lì,con i piedi completamente affondati nella neve,a guardare quella casa che sembrava restare in piedi per miracolo con i pupazzi di neve nel cortile davanti casa...
Come sembrava tutto diverso da casa sua...
Aveva fissato per qualche istante la porta e le finestre che affacciavano sul piccolo cortile per poi risolversi a bussare.
Due colpi decisi sul legno duro della porta.
In attesa,aveva iniziato a sfregare le mani una contro l'altra per riscaldarle,mentre uno sbuffo di fumo bianco gli usciva dalle labbra.
La porta si era aperta e davanti a lui era apparsa l'ultima persona che voleva incontrare in quella situazione:il padre di Alice.
Vide chiaramente il sorriso,che lo aveva accompagnato da dentro la casa,svanire nell'istante che riconobbe la persona che aveva di fronte sostituita da un'espressione seria.
Del resto come biasimarlo?
Lui era il bastardo per cui sua figlia stava male...era già tanto se non gli aveva già chiuso la porta in faccia.
-Posso esserti utile?-domandò con voce controllata.
Luke fece un cenno di saluto con il capo e ricambiò il suo sguardo.
-Salve signore...Sto cercando Alice-disse,sperando di avere una voce ferma.
L'uomo lo fissò in silenzio qualche secondo prima di rianimarsi e affondare le mani nelle tasche dei pantaloni.
-Mia figlia non c'è-rispose poi con lo stesso tono di poco prima.
Lui annuì,quasi si aspettasse quella risposta:nessuno sapeva del suo arrivo.
Si accorse anche che l'uomo non aveva fatto il minimo cenno per invitarlo ad entrare in casa o per metterlo a suo agio,quindi si strinse ancora di più la sciarpa attorno al collo e affondò anche lui le mani nelle tasche del cappotto.
-Ok,allora la aspetterò qui,se non è troppo disturbo-disse con il solito tono cordiale.
Doveva far capire all'uomo che,nonostante quello che era successo e che lo aveva portato sulla porta di quella casa,lui era soltanto un bravo ragazzo che aveva fatto un'errore.
Un'errore di cui si era pentito l'istante dopo.
Vide il padre di Alice voltarsi verso l'interno della casa per qualche istante,prima di tornare a voltarsi verso di lui e socchiudere la porta alle proprie spalle.
-Posso parlarti con franchezza Luke?-gli domandò chiamandolo per nome per la prima volta.
Il ragazzo annuì.
-Credo sia meglio che Alice non ti trovi qui al suo ritorno...Non penso sia la cosa più giusta per lei.
Si sta riprendendo solo adesso dopo una settimana in cui non ha fatto altro che piangere,e vederti le renderebbe più difficile dimenticarti...-gli disse con voce chiara e sicura.
-Dimenticarmi?-chiese Luke sorpreso.
Il padre di Alice si limitò ad annuire,seguito subito dal gesto di diniego di Luke,che credeva inconcepibile anche la sola idea che Alice volesse dimenticarlo e bandirlo dalla sua vita per sempre.
-No,Alice non può farlo,deve lasciarmi spiegare...Per favore permetta che parli con lei-gli disse incontrando i suoi occhi verdi.
-Mi dispiace,ma mettiti nei miei panni:se tu fossi qui al posto mio,ti daresti una seconda opportunità dopo aver visto quanto tua figlia è stata male per colpa mia?-gli domandò.
Forse avrebbe agito come lui,aveva ragione...
-Devo fare quello che è meglio per Alice e non credo le farebbe bene vederti- gli disse con voce sicura.
Luke si passò una mano guantata fra i capelli,un'espressione incredula sul volto.
-Scusami ragazzo,ma lei è la mia unica figlia...E' mio dovere proteggerla da ciò che può ferirla- gli disse spiegandogli il suo punto di vista.
-Anche da me?-
L'uomo sospirò facendo uscire una cortina di fumo bianco dal naso e lo guardò con un'espressione sicura che Luke aveva iniziato ad odiare.
-In questo momento specialmente da te-
Si fissarono per qualche istante nel più completo silenzio,finchè George non si voltò e rientrò in casa,chiudendo la porta dietro di sè.
Luke fissò il legno scuro della porta confuso,finchè non prese la sua decisione:doveva parlare con Alice.
Al diavolo quello che ne pensava il padre!

 

Era giorni che non faceva che pensare a quello che era successo.
Rivedeva nella sua mente lo sguardo che gli aveva lanciato prima di separarsi e il piccolo sorriso di complicità che incorniciava le sue labbra.
Era dovuto scappar via neanche un ladro in maniche di camicia per evitare che Seamus si accorgesse della sua presenza,o peggio,di quello che stavano facendo!
Si era chiesto spesso,ripensando a quei momenti,come avevano fatto a passare dalla timidezza del primo bacio sotto il vischio alla sicurezza dei baci seguenti e delle mani sotto i vestiti.
A distanza di giorni riusciva ancora a ricordare il sapore delle sue labbra e il tocco delle sue dita sugli addominali tesi.
Possibile che non avesse avuto neanche un'istante di timore o paura mentre era fra le sue braccia?Gli si era abbandonata contro in un modo che andava oltre la sicurezza e la fiducia,quasi non avesse aspettato altro che quell'istante per tutta la vita.
Se chiudeva gli occhi riusciva a vedersi di nuovo su quel divano,lei sotto di sè,un braccio legato attorno alla vita mentre l'altro era allacciato alle sue spalle larghe.
Riusciva a sentire le gambe lunghe di lei che sfioravano le sue,incuranti dei jeans che ben presto erano diventati troppo stretti.
Chi l'avrebbe detto che una ragazza di neanche quindici anni lo avrebbe mandato in confusione a quel modo?
Il modo in cui lo baciava era perfetto:delicato,dolce e allo stesso tempo stuzzicante...
Gli accarezzava le labbra con le sue con un bacio a stampo prima di sfiorargli il labbro inferiore con la punta della lingua perchè le concedesse di più, approfondisse quel bacio e a corresse incontro alla sua lingua per una danza giocosa e maliziosa allo stesso tempo.
Aveva fatto scivolare le dita lungo la schiena di Allison per poi infilarle al di sotto della maglia a contatto con la pelle calda e liscia dell'addome,ancora incapace di staccarsi dalle sue labbra.
E lo stesso sembrava valere anche per lei!
Si erano separati solo il tempo per poter sfilare più facilmente la maglia di Allison e il suo maglione prima di tornare ad abbracciarsi:lui le aveva accarezzato il collo con le labbra e la lingua,posando entrambe le mani sui fianchi di lei e portandola sulle sue gambe sistemando entrambi in una posizione seduta.
Non si era aspettato affatto che Allison iniziasse a muovere il bacino avanti ed indietro sul suo con lenti tocchi:dove aveva imparato quella mossa?
Inevitabilmente quei movimenti avevano risvegliato la sua eccitazione,portandola a scontrarsi contro il tessuto dei jeans e dei boxer,rendendola partecipe suo malgrado.
I loro occhi si erano incontrati e sul viso di Allison era apparso un sorriso enigmatico,che lo aveva lasciato pieno di domande:cosa stava pensando?Era scioccata dalla piega inaspettata che aveva preso quel momento?
Non aveva avuto il tempo di chiederglielo.
Il rumore della porta di casa che si chiudeva rumorosamente era,fortunatamente,arrivato fino a loro,permettendo ad entrambi di alzarsi in piedi e cercare di ricomporsi.
Prima che Seamus fosse entrato nel salotto,lui aveva raccattato il suo maglione e la sua giacca e,dopo averle rubato un'ultimo bacio,si era smaterializzato.
Era meglio evitare problemi per il momento...
Ma ora non faceva altro che pensare a quello che era successo!Era un brutto segno?
Forse...vista la giovane età di Allison e l'amicizia che correva fra le loro famiglie e anche fra loro due:se si fossero accorti che era stato un'errore abbandonarsi a quei baci e a quelle carezze, come avrebbero dovuto comportarsi?
Cercò di allontanare ancora quei pensieri dalla mente e bussò alla porta della Tana,pestando i piedi sul gradino per scrollarsi la neve fresca dalle scarpe.
Si accorse della persona che,a qualche metro di distanza,era poggiato al muretto che recintava la proprietà:era una sua impressione oppure lo stava fissando attentamente?
Ricambiò lo sguardo finchè questo non voltò la testa da un'altra parte,senza però aiutarlo a svelare il mistero che avvolgeva la sua persona.
Chi era quel ragazzo?Se era lì intorno voleva dire che cercava qualcuno della famiglia Weasley,ma se così era allora perchè non bussava alla porta?
Riportò lo sguardo sul legno della porta e quando questa si aprì un sorriso sorpreso apparve sul suo volto,facendosi dimenticare tutte le sue congetture sul ragazzo misterioso.
Lo stesso sorriso che comparve sul viso di Allison.
-Ciao-la salutò,cercando di non caricare di sottintesi strani la sua voce.
Lei premette le labbra una contro l'altra e sorrise con maggiore convinzione.
-Ciao-
Fred la fissò per qualche istante e capì quello che sarebbe successo da quel semplice sorriso...

 

-E'ancora lì fuori...Ora esco e vado a dirgliene quattro-
-No non lo farai!-
George si allontanò dalla finestra da dove aveva spiato il ragazzo che da mezz'ora aspettava al freddo l'arrivo di Alice,e si voltò verso la moglie,pochi passi dietro di lui.
-Ammetterai anche tu che ha una gran faccia tosta a venire fin qui!-fece lui guardando il suo volto.
Luna storse le labbra verso destra e fece un cenno incerto con il capo.
-Che vorrebbe dire quella smorfia?-chiese lui.
-Che forse hai ragione tu e forse ha ragione lui!Noi non sappiamo come è andata-gli ricordò.
George si lasciò andare ad un respiro più forte degli altri e annuì,dandole ragione.
Ma che importava sapere?
L'unica cosa che aveva contraddistinto la loro ultima settimana a Seattle era stata la tristezza e le lacrime di Alice,che la faceva sembrare un'altra persona completamente diversa dalla ragazza solare e spigliata che era di solito.
A chi interessava sapere cosa era successo quando aveva provocato quelle reazioni?
Sicuramente non a lui!
-Ok,è vero...Ma secondo te importa?
A me è bastato vedere com'è stata in questi ultimi giorni nostra figlia per decidere che non è il ragazzo adatto a lei-le disse con voce decisa.
Sua moglie sorrise ed incrociò le braccia sul petto.
-E per quale motivo?-gli chiese curiosa.
-Che razza di amore è il suo se la fa stare tanto male?
Sicuramente troverà qualcun'altro che apprezzerà le sue qualità senza ferirla come ha fatto lui...-rispose lui sicuro.
Il sorriso sulle labbra di Luna divenne ancora più brillante e portò George a chiedersi il motivo di tanta ilarità.
-Si può sapere che ci trovi di tanto divertente?-le chiese infatti.
Lei scosse la testa,prima di avvicinarglisi di qualche passo.
-Stavo riflettendo che se avessi seguito i tuoi consigli a quest'ora io e te saremmo un lontano ricordo-gli confessò.
George scosse la testa,voltandole le spalle e andandosi a sedere su una poltrona.
-Andiamo non puoi fare paragoni con noi!
Noi non ci siamo mai trovati in una situazione simile...-disse deciso.
-Ah no?-chiese lei cercando di farlo ragionare,fermandosi accanto alla poltrona del marito.
George alzò leggermente la testa fino ad incontrare i suoi occhi,quasi ferito da quelle parole.
-Io non ti ho mai tradito!-replicò.
Luna sorrise e fece per accarezzargli i capelli,ma lui si scansò al suo tocco,ancora risentito per le sue ultime affermazioni.
Come al solito,quando parlavano di quell'argomento,diventava terribilmente suscettibile.
-E' vero,non sei mai andato con un'altra donna...Ma ci sono tanti tipi di tradimenti e noi non sappiamo cosa è successo fra nostra figlia e Luke.
Magari lui ha tradito la sua fiducia oppure per farsi grande con gli amici ha sminuito la loro storia,chi può saperlo?-gli disse con voce dolce.
George restò in silenzio qualche istante prima di cercare i suoi occhi:sua moglie avrebbe sempre avuto una visione romantica dell'amore,nonostante tutto quello che era successo fra di loro e tutte le prove contrarie che si potevano produrre contro questa idea.
Sarebbe sempre riuscita a fargli cambiare idea.
Sentì la sua mano affondare fra i suoi capelli e questa volta la lasciò fare,godendosi quel tocco lieve e delicato che entrambi amavano.
-Se continuiamo ad intrometterci finiremo per combinare solo guai-aggiunse poi.
Lui sospirò e alla fine annuì.
-Va bene.
Per questa volta faremo come vuoi tu-le disse ricontrando il suo sguardo.
Vide i suoi occhi diventare più brillanti a quelle parole e non potè trattenere un sorriso,prima degli inevitabili chiarimenti.
-Ma al prossimo errore non sarò così conciliante!-spiegò con voce decisa che non accettava discussioni.
Luna sorrise e annuì.
Per il momento poteva bastarle...


Due colpi vennero battuti sulla porta della sua stanza,chiari e distinti.
-Va via!-
Non voleva parlare con nessuno,aveva bisogno di stare da sola per crogiolarsi nella sua rabbia e nel suo dolore.
Come poteva farle una cosa simile?
Diceva sempre che era la sua preferita,la luce dei suoi occhi,perchè ora si comportava in quel modo così crudele e meschino?
Negarle la cosa più importante della sua vita senza neanche darle spiegazioni,senza permetterle di provare ancora a fargli cambiare idea...
Il suo giudizio era insindacabile neanche fossero sotto dittatura!
C'era stato un momento durante la loro lite di qualche giorno prima in cui,per la prima volta in vita sua, aveva sentito di odiarlo.
Era normale che quel sentimento fosse ancora dentro di lei?Che nonostante avesse cercato di nascondere il suo rancore,nonostante i frequenti tentativi di sua madre per aiutarla a capire il punto di vista del padre,quel risentimento e quel disprezzo fossero ancora lì?
Anche i suoi fratelli avevano dovuto sopportare una ramanzina perchè "colpevoli" di aver sempre saputo di quella relazione e di non aver fatto niente per impedirla o stroncarla e Lily era stata piacevolmente colpita dalla difesa che i tre ragazzi avevano fatto di Daniel e del rapporto che aveva con lei.
Sapeva che avevano accettato la loro storia,ma non credeva fossero arrivati al punto di approvarla così incondizionatamente...Quella scoperta l'aveva avvicinata anche a Ronald e James e non aveva che riconfermato il grande rapporto che c'era fra lei ed Albus.
Sentì altri due colpi che la indispettirono terribilmente:possibile che non capisse che voleva essere lasciata in pace,che non voleva vederlo?
-Ho detto VA VIA!-ripetè alzando leggermente la voce.
-Lily!Lily sono lo zio Seamus...Posso entrare?-
Lo zio Seamus?E che ci faceva lì?
Si rizzò a sedere sul letto e fissò la porta qualche istante,sorpresa da quell'inaspettato arrivo.
-Andiamo Lily non sarai arrabbiata anche con me?-scherzò l'uomo con voce fintamente allegra.
Lei si alzò in piedi e si avvicinò alla porta,la mano tesa verso la maniglia ancora indecisa se aprire o meno.
-Perchè sei qui?-gli domandò confusa.
Ci fu qualche istante di silenzio dall'altra parte,abbastanza lungo da farle credere che l'altro se ne fosse andato,poi l'uomo parlò ancora.
-Perchè sono l'unico che può aiutarti a capire-le disse finalmente.
Spinta da quell'ultima frase,Lily afferrò la maniglia e l'abbassò,aprendo la porta sul viso bonario e sorridente dello zio Seamus.
L'uomo entrò in camera e si richiuse la porta alle spalle,prendendola fra le braccia l'attimo dopo.
Quel gesto era diverso dagli altri abbracci che si scambiavano di solito lei e lo zio Seamus:avvertiva la sua solidarietà,il suo sostegno,quasi sapesse quello che stava passando.
O forse lo sapeva,altrimenti come poteva spiegarsi la sua presenza lì?
-E' andato subito a fare la spia ai suoi amici,vero?-chiese staccandosi dall'abbraccio e voltandogli le spalle.
Ci fu un momento di silenzio,poi sentì il sospiro rassegnato di Seamus.
-Lo ha fatto per te-le disse poi.
-Sono stufa di sentirmi dire questa scusa!Vuole che mi allontani dalla cosa più importante per me in questo momento e si aspetta che io creda che lo fa per il mio bene?
Balle!Lo fa soltanto per il suo egoismo!-ribattè seccata la ragazza.
Suo zio scosse la testa,avvicinandosi a lei di un paio di passi.
-Non è così!Tuo padre ha solo paura che tu possa soffrire per colpa di questo ragazzo...-cercò di spiegarle.
-Daniel non mi farebbe mai niente di male!Lui mi ama-
Seamus si lasciò andare ad un sorriso gentile che Lily non riuscì a spiegarsi:cosa ci trovava di buffo in quello che aveva appena detto?
-Cosa sai della storia di Daniel Thomas?-le domandò poi l'uomo.
Lei lo fissò qualche istante senza capire.
-Perchè me lo chiedi?Se sei qui vuol dire che papà ti ha raccontato tutto...-gli fece notare.
Lui sorrise di nuovo,annuendo compiaciuto.
-Sei sempre stata una ragazza sveglia-commentò poi.
C'era un pensiero che continuava a girarle in testa fin da quando lo zio Seamus era entrato nella stanza:perchè lui?
Era certa che se suo padre avesse avuto bisogno di qualcuno che perorava la sua causa,avrebbe chiesto aiuto allo zio Ron.
Quindi perchè lo zio Seamus era di fronte a lei?
-Perchè a mandato te?-gli chiese infatti.
Lui la guardò negli occhi per qualche istante prima di dischiudere le labbra e parlare.
-Io so più di quanto vorrei di questa storia-disse semplicemente.
Non c'era bisogno di un genio per capire il significato nascosto in quelle parole:era lui.
-Eri tu...Eri tu il fidanzato del padre di Dan-
L'uomo annuì e iniziò a raccontarle la sua versione della storia:come l'aveva vissuta dal suo punto di vista,come aveva sofferto per essere sempre nascosto a tutti e per il tradimento di Dean con una donna che aveva portato ad una gravidanza.
Le raccontò di come si era tirato fuori da quella storia e del modo in cui aveva dovuto nascondersi in quella stessa casa per evitare di incontrarlo di nuovo e cedere ancora alle sue avances,ed infine le raccontò anche di come il suo rapporto con lo zio Rupert era stato messo in discussione per colpa di un solo bacio e dei consigli che aveva dato alla madre di Daniel per salvare il rapporto con il marito.
-Ho fatto tutto ciò che era in mio potere perchè quel bambino potesse avere un'infanzia felice...- concluse.
Seduta sul letto,frastornata da quel fiume di parole,Lily si prese il viso fra le mani cercando di riflettere: cosa c'entrava tutto quello con lei e Daniel?
Perchè quella storia fra il padre di Daniel e lo zio Seamus doveva condizionare il suo futuro e quello di Dan?
-Noi non c'entriamo con la vostra storia-gli disse senza guardarlo.
Lui annuì,anche se lei non poteva vederlo,ed andò a sedersi accanto a Lily sul letto.
-Hai ragione!E forse Daniel non è un bastardo come suo padre,ma ora dovresti capire perchè ti è stato proibito di vederlo-le disse con tono conciliante.
Lily scosse la testa decisa.
-Affatto!Cosa dovrebbe significare questa storia?Che se suo padre ti ha fatto soffrire allora anche io farò la stessa fine?-gli domandò incurante di sembrare scortese.
Seamus scosse a sua volta la testa.
-No...Dovrebbe aiutarti a capire il punto di vista di tuo padre:lui ha vissuto tutta la mia storia,ha visto quanto ho sofferto per colpa di Dean e l'ultima cosa che vuole è che succeda anche a te-le spiegò.
-Beh può stare tranquillo perchè non succederà!-rispose sicura Lily alzandosi di nuovo in piedi e voltandogli le spalle.
Restarono in silenzio entrambi per qualche minuto,cercando il modo giusto per far capire all'altro le proprie ragioni,finchè Seamus non parlò per primo.
-Lo ami?-
Lily voltò leggermente la testa finchè non incontrò il suo sguardo.
-Certo che lo amo-ribattè.
-E sei sicura del suo amore?-chiese ancora lui.
-Assolutamente-
Seamus annuì.
-Allora non dovresti aver paura di passare un mese separata da lui-le disse.
La vide aggrottare la fronte e socchiudere gli occhi,cercando di capire il senso di quella frase: cos'era adesso quella novità?
-Se vi amate veramente così tanto non sarà difficile passare un mese separati;così dimostrerai a tuo padre che i vostri sentimenti sono forti e che Daniel tiene veramente a te,e gli darai il tempo per ricredersi sul tuo ragazzo-le spiegò.
Non era un'idea così malvagia:un mese di lontananza e poi nessuno avrebbe più messo in dubbio la loro storia.
-Va bene.Accetto-


-Hai preso tutto?-
Le valigie sul letto,alcuni vestiti attorno a loro che aspettavano di sapere se sarebbero finiti nella valigia o sarebbero tornati insindacabilmente nell'armadio,Hermione e Ron stavano preparandosi per la vacanza che li aspettava.
Se così potevano chiamarla...
Senza parlare,Ron annuì prima di voltarle le spalle e andare nel piccolo bagno attiguo alla camera da letto per sistemare tutto l'occorrente per la toletta in una busta di plastica trasparente,come faceva tutte le volte.
Dopo la loro ultima lite,quel giorno di qualche settimana prima,le loro conversazioni erano ridotte al minimo indispensabile:entrambi erano ancora convinti di essere dalla parte della ragione ed essendo su due schieramenti così contrastanti non avrebbero mai trovato un punto in comune.
Lei era ancora arrabbiata per le accuse che Ron le aveva lanciato,e allo stesso tempo lui era indispettito dal fatto che Hermione,dopo settimane passate a pensare a quello che le aveva detto,le ritenesse solo schiocchezze.
Stupidaggini senza senso.
Come potevano trovare un punto d'accordo in questa situazione?
Praticamente lo stava trattando come se fosse uno dei loro figli!
Ritornò in camera da letto ed infilò la busta nella valigia,chiudendone poi la cerniera lampo.
-Ti sei ricordato di prendere anche le pantofole?-gli chiese lei più che per abitudine che per vera cortesia.
Lui annuì ancora una volta,controllando però sotto il letto per esserne veramente sicuro.
Un sospiro giunse alle sue orecchie e lo portò ad alzare la testa,leggemente curioso.
-Non credi che dovremmo ricominciare a parlare?Altrimenti i tuoi si insospettiranno-gli fece notare guardando il suo viso.
Ron alzò le spalle.
-Non sarebbe la prima volta che litighiamo,lo facevamo anche da ragazzi-le fece notare girando intorno al letto e prendendo il caricabatterie del cellulare dal comò.
-Allora facciamolo per i ragazzi,a loro non piace vederci così di cattivo umore-provò lei.
Lui alzò finalmente lo sguardo su di lei e la fissò per qualche istante in silenzio.
-Quando hai intenzione di discutere con me sulla nostra ultima conversazione?-le domandò con voce quasi professionale.
Hermione ricambiò il suo sguardo e questa volta fu lei a restare in silenzio:lui non aveva il diritto di essere arrabbiato.
Quello era un ruolo che spettava a lei!
Era lei quella tradita,quali che fossero le sue colpe nascoste in quella storia!
-Non vedo perchè dovremmo riparlarne-rispose poi.
Ron annuì pensieroso.
-Come immaginavo...-commentò abbassando di nuovo la testa sulla valigia-la negazione è la tua migliore capacità-aggiunse poi a mezza bocca.
Hermione aggrottò la fronte,leggermente risentita per quelle parole.
-Scusa?-
-Hai sentito benissimo-ribattè lui tornando a fissare il suo volto.
La mascella di lei si indurì e il suo sguardo si fece più cattivo:quanto ancora sarebbe rimasta lì a fargli da bersaglio?
-Non voglio fare questo discorso-ribadì voltandogli le spalle.
Un suono beffardo arrivò alle sue orecchie e la costrinse a chiudere i pugni contro i fianchi per combattere l'impulso di voltarsi di nuovo e fronteggiarlo.
-Certo continuiamo così,tanto siamo così felici insieme...-
-Da quanto ho sentito non mi sembra che la tua storia con Cassie sia più felice!-gli fece notare continuando a dargli le spalle.
Ci fu un'istante di silenzio che la portò a chiedersi quale espressione si fosse dipinta sul volto dell'uomo e cosa stesse pensando in quel momento.
Aveva saputo della loro separazione tramite l'ufficio:i soliti pettegolezzi le avevano riportato che il padre del bambino che Cassie aspettava aveva deciso di prendersi un pò di tempo per riflettere su cosa era più giusto fare,prima della nascita del piccolo.
Come al solito la paura e l'insicurezza di Ron avevano avuto il sopravvento.
-E' stata lei a cacciarmi di casa...Per colpa tua-
La rabbia esplose a quelle parole,portandola a voltarsi e a fissarlo con due occhi fiammeggianti di rabbia.
-Colpa mia?Da quando quello che fa quella donna mi riguarda,eh?
Dovrei essere io quella infuriata con lei visto che ha rovinato la mia vita e la mia famiglia!-replicò furiosa.
-Credi che per lei sia facile invece questa situazione?
Il fatto che debba sempre dividermi fra questa casa e la sua,che non possa dire pubblicamente che il figlio che aspetta è mio,che devo fingere di essere ancora tuo marito per la tua stupida paura dei pettegolezzi e di quello che penserà la gente!-ribattè lui.
-Non riuscirai a farmi sentire in colpa Ron!
Sto cercando di salvare la nostra famiglia,con o senza il tuo aiuto-
Un sorriso ironico apparve sul viso dell'uomo.
-La nostra famiglia?
Da quanto tempo è che non prendo una decisione sul futuro dei ragazzi,che chiedi il mio parere su qualcosa che li riguardi...-
-Sono stufa di sentire questa storia!-ribattè lei uscendo dalla stanza a passi veloci ed entrando nel bagno.
-Invece ora mi ascolti!-esclamò lui incurante dell'alto tono di voce.
Hermione,i pugni chiusi posati sul marmo del lavabo,fissò lo sguardo nello specchio,incontrando quello dell'uomo.
-L'unico motivo per cui non vuoi che questa famiglia si sfasci è perchè sarebbe il tuo primo vero fallimento.
Non hai paura di quello che possano pensare i ragazzi se sapessero di Cassie e del bambino,ma di quello che penserà la gente e questo mi fa infuriare ancora di più!
Andiamo...Non hai voglia anche tu di rifarti una vita,di smettere di litigare e di tutte queste incomprensioni?-
Lei restò in silenzio qualche istante,continuando a fissare il suo sguardo,mentre mille domande e mille pensieri le si affollavano nella mente.
-Che stai cercando di dirmi Ron?-riuscì a domandargli cauta.
Lui sospirò e,dopo essersi appoggiato allo stipite destro della porta,ricambiò il suo sguardo per qualche istante prima di risponderle.
-Questa è l'ultima volta che mi presto a questa recita.
Alla fine di questa vacanza,prima che tornino ad Hogwarts, diremo ai ragazzi come stanno le cose...
E una volta tornati a Londra,avvierò le pratiche per il divorzio-le disse con voce seria,senza il minimo tentennamento nella voce.
Hermione spalancò gli occhi,incredula,il cuore che le tamburellava nelle orecchie e le rendeva impossibile sentire qualsiasi altro rumore,una sola consapevolezza nella mente:era finita.
-E' questo che vuoi?-riuscì a chiedergli.
Ron sospirò e alla fine annuì.
Lei annuì a sua volta e abbassò lo sguardo.
-Allora faremo come vuoi tu-
Anche se per lei equivaleva ad una sentenza di morte.

 

Si era accorta di quella figura in attesa fin da qualche metro di distanza.
Edward aveva avuto una stupenda idea chiedendole di accompagnarla a pattinare sul ghiaccio: nonostante le cadute innumerevoli,si erano divertiti da matti.
Soprattutto era riuscita a dimenticare per qualche ora il morso insopportabile che le rendeva quasi difficile respirare.
Non aveva mai sofferto per amore,quindi non aveva idea che facesse così male e che durasse così a lungo;aveva la strana idea che quando smetti di amare una persona,il dolore viene portato via insieme alla amore.
Ma che succedeva quando l'amore non accennava ad andarsene?
Sapeva che era sciocco e masochista,ma non riusciva a smettere di pensare a lui,ai loro momenti insieme:ricordava le risate,i tanti discorsi,le liti...
Come poteva un tradimento cancellare tutto quello che avevano passato insieme?
Si sentiva ferita;umiliata perchè il suo ragazzo non aveva saputo aspettarla e aveva preferito un'altra,nonostante lei gli si fosse offerta.
Vide chiaramente la figura scostarsi dal muretto e voltarsi per seguire la loro avanzata:ormai erano arrivati a pochi metri di distanza e non c'erano più dubbi su chi potesse essere.
-E quello chi è?-domandò Ed al suo fianco.
Alice scosse la testa.
-Un mio amico-disse semplicemente.
Suo fratello la guardò e cercò di indovinare il suo stato d'animo tramite l'espressione del viso,ma fortunatamente Alice stava diventando imbattibile nel nascondere i suoi veri sentimenti.
Erano ormai arrivati a pochi passi da lui ed Alice non aveva ancora deciso cosa fare:doveva entrare in casa senza neanche parlargli oppure doveva almeno offrirgli quell'opportunità?
Se non si fosse fermata,Edward si sarebbe insospettito,accidenti perchè aveva ammesso che Luke era un suo amico?
Si fermò davanti a Luke,costringendo Ed a fare lo stesso, e lo fissò per qualche istante.
Non era cambiato affatto in quelle poche settimane che erano stati separati:aveva avuto la assurda idea che fosse diventato quasi un'altra persona dopo il tradimento,quasi avesse ricevuto un marchio di ignomia che mostrasse a tutti quello che aveva fatto.
-Ciao-la salutò lui con la sua voce calda e ferma.
Lei si limitò a fare un cenno con la testa per non sbilanciarsi troppo.
-Alice,io entro,tu che fai?-le domandò Ed facendole riportare lo sguardo su di sè.
Guardò suo fratello ed annuì.
-Rientro fra un'attimo-lo rassicurò.
Il ragazzo annuì e,dopo un'ultimo sguardo a Luke,entrò nel piccolo giardino che circondava la casa,lasciandoli soli.
Alice però aspettò che il fratello fosse entrato in casa prima di parlare:non aveva bisogno di orecchie indiscrete che riportavano tutti i loro discorsi all'interno...Ma aveva la quasi certezza che ci fosse qualcuno nascosto dietro le finestre pronto a seguire quello scambio di battute.
-Che ci fai qui?-gli domandò con voce atona,quasi non le importasse.
-Dovevo vederti...Volevo provare a spiegarti...-cominciò lui.
Alice scosse la testa.
-Se volevo spiegazioni avrei risposto alle tue chiamate,non credi?-
Era meglio continuare ad usare quel tono cattivo,in modo da ricordare ad entrambi che non era possibile ricucire quello strappo.
-Alice guardami,per favore-le disse lui avvicinandosi di un paio di passi.
Dopo qualche istante di riluttanza,Alice incontrò il suo sguardo:ritrovò gli stessi occhi verdi profondi che l'avevano colpita la prima volta,che l'avevano fatta innamorare e che sorridevano ridenti ogni volta che era con lei.
Ora la fissavano seri e dolenti,quasi privi della loro luce...Possibile che fosse per la loro rottura?
-So di averti ferito,so di essermi comportato come l'uomo più meschino che potessi sperare di incontrare,ma ti giuro che non c'è stato un'istante in cui non mi sono pentito di quello che ho fatto.
Per una scarica d'adrenalina ho perso la cosa più importante che avevo e non riesco a perdonarmelo-le disse serio.
-Come aspetti che ci riesca io?-gli chiese Alice in un sussurro.
Luke si avvicinò di un altro passo trovandosi a pochi centimetri da lei:gli sarebbe bastato alzare un braccio per abbracciarla e lo sapevano entrambi.
-Perchè tu sei migliore di me.Lo sappiamo tutti e due...
Tu sei la parte più controllata e riflessiva di me,sei tutto ciò che di bello mi è capitato finora e non posso rischiare di perderti per uno stupido errore.
Per favore,dammi un'altra possibilità-le disse senza lasciare un'istante i suoi occhi.
Alice sospirò ed abbassò lo sguardo,confusa e piena di pensieri per la mente:doveva dare ascolto alle sue parole o alle sue sensazioni?
Chi le garantiva che non sarebbe successo di nuovo?
Soprattutto era capace di dimenticare quello che c'era stato fra Luke e l'altra ragazza?
Sospirò di nuovo e incontrò di nuovo gli occhi di Luke.
-C'è una domanda che continua a girarmi nella mente...A dire il vero è più di una.
Continuo a chiedermi come è stato,se lei è stata più brava di me,cosa ha detto per convincerti... Anche se non credo abbia dovuto parlare tanto-aggiunse poi senza acrimonia.
-Alice...-
-Perchè se mi amavi così tanto e se,come dicevi tu,ero così importante per te hai concesso ad un'altra qualcosa che era soltanto mio.
Finchè non smetterò di farmi queste domande non riuscirò a dare un senso a noi e alla nostra storia-disse seria.
Poi voltò le spalle e fece per andarsene,entrando nel piccolo giardino oltre il muretto,ma non aveva fatto che pochi passi quando le mani di Luke l' afferrarono e la fecero voltare.
-Luke che diamine...-
Incontrò di nuovo il suo sguardo e cercò di liberarsi,ma la stretta sulle sue braccia era troppo forte.
-Vuoi sapere com'è stato?
E' stato bello!E' stato quasi liberatorio,dopo giorni di insoddisfazione e di sogni erotici che finivano in niente!
Ed hai ragione anche quando dici che non ha dovuto sforzarsi tanto per convincermi,ho provato a dirle di smettere ma dopo la prima carezza sono andato in confusione,concentrato solo su quello che provavo!-le disse fissando i suoi occhi.
Non voleva più saperlo,aveva cambiato idea!
Fece ancora il gesto di liberarsi,ma di nuovo i suoi tentativi andarono a vuoto.
-Ma smettila di pensare che lei sia stata più brava di te o che mi importi meno di te soltanto perchè ho fatto un'errore!-
Alice smise di muoversi fra le sue braccia e lo fissò in silenzio,gli occhi affondati in quelli smeraldini di lui.
Doveva credergli oppure era solo un'altra bugia per mettere a posto le cose fra loro?
-Tu sei importante per me,sei la prima persona che ho amato veramente nella mia vita e ti sbagli di grosso se credi che basti una sega per cancellare tutto quello che provo per te!
Avrei potuto andarci a letto insieme!-le disse.
Lei deglutì di fronte alla crudezza delle sue parole e anche Luke si accorse di aver usato un tono troppo forte,così sospirò e restò in silenzio per qualche istante prima di spiegarle cosa intendeva.
-Avrei potuto andare a letto con lei e non dirtelo.
Invece nonostante i ripetuti attacchi e stimoli da parte sua sono riuscito a controllare la cosa, evitando che succedesse di nuovo...Sono persino venuto a dirtelo!
Ti rendi conto che la persona che ero prima di conoscerti non lo avrebbe fatto?-le chiese poi.
-Ti aspetti una medaglia per questo?-gli domandò lei piccata.
Luke scosse la testa.
-Certo che no!Insomma che devo fare per farti capire che ti amo e che non farò mai più una cosa del genere?-
Alice restò in silenzio,incapace di trovare una risposta a tono per quella domanda.
Forse lui aveva ragione,o forse dovevano cercare di venirsi incontro per risolvere quella situazione,ma al momento era ancora troppo presto.
Aveva bisogno di un altro pò di tempo per leccarsi le ferite.
-Devo rientrare,i miei saranno preoccupati...-disse allontanando lo sguardo da quello di Luke.
Sentì che la fissava per qualche altro istante prima di lasciarle andare le braccia e fare un passo indietro.
Rincontrando i suoi occhi si accorse che erano di nuovo vuoti e spenti,ma al momento non era pronta per gettargli le braccia al collo e dimenticare tutto.
-Ci vediamo...-gli disse non sapendo cos'altro dire.
Luke annuì,le labbra strette e tirate,le braccia abbandonate contro i fianchi.
Alice si voltò e,senza voltarsi,fece i pochi passi che la dividevano dalla porta di casa.

 

Salve a tutti!!!

Come state?Un pò stressati x colpa della scuola?

Cominciamo subito cn Hermione e Ron,prima che ci sia 1 nuova sollevazione popolare:questa, nonostante quello che sembra nn è la fine della loro storia.

Importante sarà il capitolo sul Capodanno,sia per quanto riguarda la loro relazione che quella fra Ron e Cassie...Quindi state tranquilli!

Inoltre volevo dirvi che sto scrivendo una piccola one-short basata sul capitolo di Capodanno dei junior:si intitola "Minutes for Midnight" e racconta la prima volta fra Albus e Scoprius.

E' un momento importante per i due,ma sapendo che può essere "fastidioso" per alcune persone ho deciso di scriverlo a parte.

La frase all'inizio del capitolo è presa da "Hard to say I'm sorry" dei Chicago.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e battitura.

Ed ora i ringraziamenti:Missjude(Chi,da persona sana di mente,andrebbe incontro a braccia aperte a ciò che ha rischiato di minare la sua felicità?Io comprendo perfettamente i sentimenti di Rupert e se fossi stata al suo posto sarei rimasta a Seattle costringendo Seas a fare lo stesso,a costo di sembrare egoista!Parlando di Daniel,invece,posso assicurarti che è una persona completamente diversa da suo padre ed è strano che Harry non riesca a vederlo e a capire che così facendo rovinerà il proprio rapporto con Lily...Ma sappiamo quant'è testardo Harry quando ci si mette!Succederà qualcosa fra Rose e James?chissà,dovremmo interrogare le stelle...),Elly(Grazie x i complimenti!Come si dice,il lupo perde il pelo...Alle volte le cattive abitudini sono dure a morire,anche quando hanno conseguenze negative inaspettate;invece voglio spezzare una lancia in favore di Ginny:lei ha piena fiducia in Harry,ma questo nn vuol dire che nn abbia i suoi dubbi e le sue riserve su qll che sta facendo.Presto vedrai come tirerà fuori gli artigli!Puoi star sicura,invece,che il Capodanno di Albus e Scorpius sarà molto piccante,forse + di quello delle altre coppie,ma come ho detto primasolo chi vorrà lo leggerà), WingsHP(Che senso avrebbero delle scenate di gelosia senza un fattore scatentate?E per averlo dobbiamo tornare ad Hogwarts,ma mi raccomando nn dare la cosa x scontata!Harry ha bisogno di uno shock forte x capire quando sbaglia,e così sarà anche questa volta),IRE'89( Grazie x i complimenti!Prima parliamo della fiction fra George e Luna:hai ragione,è da un pò che devo aggiornarla,ma nn hai idea di come si stia rivelando difficile qst capitolo;avrò riscritto l'inizio almeno 3 volte!Cmq spero di aggiornare anche quella a breve!Ora veniamo a noi:hai ragione:la legge "tale padre tale figlio" con Daniel nn funziona,ma chi glielo va a spiegare ad Harry?...Ho pensato di fermare Rose e Jim xkè già molte volte si erano fatti prendere dall'istinto e dai "bollenti spiriti",finendo poi x pentirsene,quindi è meglio che la loro prima volta sia veramente consapevole,xkè quando succederà nn potranno veramente tornare indietro.Passiamo ad Al e Scorpius:ho scritto quel pezzo nell'armadio proprio perchè era maledettamente eccitante!Ci credi che riuscivo ad immaginarmeli quasi stessero di fronte a me?So che può essere imbarazzante leggere certe situazioni,ma voglio che oltre l'eccitazione ed il desiderio ke c'è fra loro si senta soprattutto il sentimento che sentono l'uno per l'altro,che è la cosa + importante!Ah parlando della regola "tale padre,tale figlio",ricordati che nn possiamo attribuirla neanche a Draco e Scorpius:nn è detto che se il padre si è comportato in quel modo deve rifarlo anche il figlio...),Tonks'17(Happy birthday to me!Si dice così anche quando si tratta del 20 capitolo?Cmq grazie!!!Nn te l'aspettavi una Lily così matura e comprensiva,vero?Ha dato prova di aver ereditato tutta le capacità della madre,quando si tratta di affrontare i problemi,e come è successo fra sua madre e suo padre,è diventata il sostegno per il suo compagno...Senza ombra di dubbio,invece,Seamus è stato + felice con Rupert:che vita sarebbe stata la sua se fosse rimasto con Dean?Sempre nascosto nell'ombra in attesa di qualcuno che lo ama soltanto quando erano lontani!Per Carità!Piccola ed ingenua Rose?E da quando?A me sembra che quello +ingenuo fra i due sembra James;lei sa benissimo cosa vuole e ora che sono insieme è determinata a far durare la loro storia il + a lungo possibile!Ah,come vedi Ronnie ha seguito il tuo consiglio...ma questa volta è stato James a rovinare tutto!Ma come bisogna fare cn questi due?NN sai qnt sn contenta xkè sto riuscendo nel mio intento!!!E' vero i Malfoy sanno essere tranquilli come i serpenti a sonagli,ma il fatto che finora nn siano ancora stati insieme ha permesso ad entrambi di conoscersi meglio e,anche se il ns biondino lo negherà fino a perdere la voce,di iniziare a provare qualcosa di è oltre all'attrazione fisica...Ora dobbiamo solo aspettare che sboccino le famose rose!P.S.Non scusarti mai x aver scritto tr,amo le tue recensioni sconclusionate e chilometriche!).

Bene ora passiamo allo spoilers:

"La lista era stata compilata,tutto era pronto,dovevano solo trovare l'occasione per spedire l'ultimo invito.

Di nascosto dai loro genitori,contro tutte le nuove regole che erano state imposte loro...solo per veder di nuovo un sorriso"

 

Bene,per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Ancora una notte insieme"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Ancora una notte insieme ***


ancora una notte insieme

 

Salve a tutti!Solitamente inizio il capitolo con una frase d'introduzione,ma questa volta devo fare una premessa: nel capitolo precedente vi avevo detto che avrei scritto una one-shot su Albus e Scorpius e sulla loro prima volta.

Leggendo le vostre recensioni,però,una in particolare mi ha colpito,facendomi capire che forse la mia scelta non era corretta:perchè comportarsi come se ci fosse qualcosa da nascondere?Perchè "censurare" un momento d'amore soltanto perchè a viverlo sono due uomini?

Non si tratta sempre di amore?

Ho riflettuto a lungo sulla decisione giusta da prendere e, alla fine,non essendo mai stata bigotta,ho deciso di evitare il "politically correct" ed ho aggiunto il pezzo incriminato in fondo così sarà una volta scelta leggerlo o meno.

Ovviamente ho messo anche un grande avviso per evitare che foste impreparati,la storia ha senso anche senza leggere l'ultima parte ed inoltre sapete che non sono mai volgare quando devo scrivere delle scene di sesso.

Sta a voi scegliere...Buona lettura in ogni caso!

 

"Let's spend the night together
Now I need you more than ever
Let's spend the night together now"

 

 

La lista era completa,gli inviti erano stati tutti spediti...Tranne uno.
Quello più importante,che avrebbe dovuto partire all'insaputa dei loro genitori e che avrebbe fatto nascere un sorriso dove era sparito da giorni.
Da quando c'era stata la lite fra il loro padre e Lily,sembrava di camminare in una camera il cui pavimento era ricoperto da uova:dovevano stare attenti a come si muovevo se non volevano rompere quell' equilibrio precario.
Avevano parlato con Daniel e quindi sapevano dell'accordo che lui e Lily avevano stretto con il loro padre:un mese di lontananza per poter finalmente stare insieme senza problemi.
Tutti,segretamente,ammiravano la sorella:chi,vista la situazione sentimentale attuale dei fratelli Potter avrebbe accettato quella proposta?
Soltanto la più matta di loro.
Per questo avevano deciso di darle una mano,almeno come potevano,prima che la "quarantena" scattasse.
Avevano chiesto alla madre il permesso di festeggiare Capodanno da soli e,fortunatamente, lei aveva acconsentito,concedendogli anche la casa di Grimmuald Place,per evitare che andassero in qualche locale o si trovassero in strada fra la folla al momento dei fuochi d'artificio.
Non avevano molte persone da invitare,ma avevano pensato di invitare Allison,ed ovviamente Fred,Edward ed Alice,se i genitori le avrebbero permesso di partecipare vista la giovane.
Avevano segretamente spedito l'invito per Daniel grazie ad un aquila reale che da un paio di giorni,dopo aver consegnato una lettera, sembrava aver fatto il nido nella camera di Albus.
L'unica a non sapere nulla della presenza di Daniel alla festa era ovviamente Lily,che aveva accettato di parteciparvi dopo i mille incoraggiamenti di Al:le aveva quasi imposto di andarci per potergli raccontare cosa si sarebbe perso,visto che aveva altri programmi per la serata e non sarebbe stato presente.
Almeno questo era quello che aveva detto ai suoi genitori e ai loro fratelli...Soltanto Lily aveva capito con chi avrebbe passato la serata il fratello.
Poco prima di uscire insieme agli altri,preoccupata per non averlo visto molto quel pomeriggio,bussò alla porta della sua stanza per salutarlo e accertarsi che stesse bene.
Le venne ad aprire con la camicia verde semi abbottonata ed i capelli scompigliati e sparati in aria, sorridendole quasi all'istante.
-Accidenti!Sei davvero uno schianto!-si congratulò Al facendola entrare.
Lily sorrise lanciando uno sguardo alla gonna nera che le arrivava al ginocchio e alla camicetta bianca a maniche lunghe e scosse la testa,chiudendosi la porta alle sue spalle.
-Fosse stato per me mi sarei presentata con un paio di jeans ed una felpa,ma sono finita nelle mani di Rose e Rebecca!-disse come se bastasse a spiegare tutto.
Al annuì divertito,avvicinandosi allo specchio a figura intera poco distante dal comò,sentendo su di sè lo sguardo della sorella.
-Anche tu non sei niente male...Sicuro che non vuoi essere il mio accompagnatore per questa sera?-tentò ancora,speranzosa.
Aveva provato in tutti i modi a fargli cambiare idea e a farsi accompagnare alla festa:tutto voleva tranne che fare la candela ad un gruppo di coppiette!
Ma ogni volta suo fratello aveva rifiutato l'invito,ed anche questa volta stava scuotendo la testa.
-Mi dispiace Lily ma,come tu ben sai,ho un altro impegno...-le disse infilando la camicia nei pantaloni.
-Già...Posso immaginare-commentò lei lasciandosi cadere sul letto.
Al sorrise e si voltò a guardarla prima di tornare a fissarsi nello specchio.
-Vuoi biasimarmi?Tu non faresti lo stesso se fossi al mio posto?-le domandò stringendo la cinta in vita.
Lily lo fissò qualche istante,pensierosa e anche leggermente sorpresa dal coraggio che il fratello stava mostrando:possibile che non avesse neanche un pò di timore per quello che lo aspettava?
-Tu non hai...-iniziò a chiedergli.
-Se pronunci la parola paura,giuro che ti sbatto fuori-la bloccò Al con voce calma ma seria.
Lei annuì,zittendosi.
Lo sentì sospirare e l'attimo dopo era voltato verso di lei.
-Ho avuto paura fino a poche ore fa...Sono arrivato a chiedermi se forse non era meglio rimandare tutto;poi però mi sono ribellato a quel senso d'angoscia che mi avrebbe rovinato uno dei momenti più importanti della mia vita-rispose sincero.
Avrebbe ucciso per avere la sicurezza di suo fratello!
-Quindi tu sei sicuro che fra voi...questa notte...-chiese timida.
Al sorrise e alzò le spalle.
-Lo spero-
-E non hai paura che dopo aver avuto quello che vuole,si dimentichi di te?-gli domandò ancora lei preoccupata.
Albus sorrise,colpito dall'interesse e dalla preoccupazione della sorella.
-Sedotto e abbandonato come nella migliore tradizione!-scherzò.
Indispettita,Lily afferrò un cuscino e glielo tirò,mancandolo e colpendo lo specchio,facendo ridere il ragazzo.
-Vuoi rispondermi idiota?-
L'altro smise gradualmente di ridere e annuì.
-Sì certo che ho paura...Ma la paura non fa sempre parte del gioco?Non è quello che rende tutto più eccitante?-le chiese a sua volta.
Lily restò in silenzio qualche istante,riflettendo sulle sue parole.
-Sarà meglio che vai,o mi farai far tardi-le disse poi smorzando l'atmosfera di intimità che si era creata fra loro.
Lily sbuffò e si alzò dal letto,lo sguardo ancora fisso sul fratello;l'istante dopo gli si era avvicinata e gli aveva stretto le braccia al collo,il viso sulla sua spalla destra.
Sorpreso da quel gesto,Al era rimasto immobile nel suo abbraccio,cercando di capire cosa l'aveva fatta reagire così.
-Non permettergli di farti del male...-gli disse poi la ragazza.
Albus sorrise,felice che lei non riuscisse a scorgere quel sorriso e le accarezzò velocemente i capelli.
-Siamo in vena di romanticherie questa sera...-la prese in giro amorevolmente.
Lily si staccò da lui e gli fece una smorfia,ma lui capì  che era lo stesso riuscita a percepire l'affetto che pervadeva ogni parola.
-Sei veramente un'idiota!Ritiro tutto quello che ho detto!-ribattè avvicinandosi alla porta e afferrandone la maniglia.
-Divertiti!-le augurò sedendosi sul letto e afferrando le scarpe.
-Perchè non ti impicchi?-
L'attimo dopo era già nel corridoio,subito intercettata da Ronald e Rebecca,pronti per andare a Grimmuald Place.
La notte si prospettava terribilmente lunga...


James e Rose si diressero verso il salotto,dove avevano sistemato il bouffet.
Il ragazzo versò da bere per sè stesso e per Rose e,quando si voltò,la trovò accanto alla finestra che fissava il marciapiede deserto di fronte.
Lily,ancora sorpresa di trovare Daniel alla festa,sembrava aver dimenticato la presenza di tutti gli altri,mentre Ronald aveva portato Rebecca a fare un giro turistico della casa.
Approfittando di quel breve momento di tranquillità,le allacciò un braccio attorno alla vita, avvicinandola a sè e le diede un bacio sul collo.
-Lo sai che è pericoloso...-gli ricordò lei in un bisbiglio.
-Dopo aver passato una vita insieme a me,ancora non hai capito che sono un'amante del rischio?-chiese scherzoso lui.
Ma l'attimo dopo,si staccò da lei e le si sistemò al fianco,porgendole poi la sua bibita;lo sguardo fisso sulla finestra,entrambi restarono in silenzio,come se la sola presenza dell'altro bastasse a farli stare bene.
James era sempre rimasto colpito dal modo in cui i suoi genitori si capivano senza bisogno di parole,con un semplice gesto o addirittura con uno sguardo,aveva invidiato il loro rapporto e la sua unicità,credendo che non avrebbe mai trovato una ragazza con cui instaurare quella "connessione" così perfetta che sembrava esserci fra loro.
Era forse Rose la risposta?
Si conoscevano da tutta una vita,erano cresciuti insieme come era successo ai suoi genitori, amavano le stesse cose e ridevano per le stesse cose stupide...
-Te l'ho già detto che sei bellissima stasera?-le domandò,cercando di allontanare la mente da quei pensieri,portando poi il bicchiere alle labbra, lo sguardo sempre fisso sulla finestra.
Rose,seguendo il suo esempio,sorrise,quasi avesse visto qualcosa di divertente nelle case di fronte e alzò le spalle.
-Non ricordo.Però si può dire lo stesso di te...Cos'è,tu e Ronnie avete scommesso su chi sarebbe stato il più elegante?-chiese lei accennando un nuovo sorriso.
James si leccò le labbra per eliminare ogni traccia della sua bevanda e scosse la testa.
-Non c'è bisogno...Io vinco sempre-aggiunse poi.
Rose scoppiò a ridere e si voltò verso di lui,scuotendo la testa.
-Sei veramente incredibile!-lo rimproverò.
James alzò le spalle,facendo un passo verso di lei.
-Sì lo so!In fondo è per questo che mi ami,no?-le domandò abbassando leggermente la voce.
Lei si zittì e si voltò,tendendo una mano e centrandogli il nodo della cravatta,lo sguardo nel suo.
-Ecco dov'eravate!-
Entrambi voltarono la testa verso la porta del salotto e accennarono un sorriso all'indirizzo di Ronald e Rebecca.
Subito pronta e perfettamente conscia del suo ruolo,Rose sorrise alla coppia,lasciando andare la sua cravatta e voltandosi verso i due nuovi arrivati.
-Avevamo sete...Inoltre non potevamo sapere quanto tempo ci avreste impiegato a fare il giro della casa-aggiunse Rose,leggermente maliziosa.
James vide il fratello arrossire leggermente,mentre Rebecca affondava i denti nel labbro inferiore.
Forse non erano andati poi tanto lontani dalla verità...Deciso a vedere la reazione del fratello e a farsi quattro risate,Jim diede man forte alla riccia.
-Rose ha ragione!Non è rossetto quello che hai sul viso?-lo prese in giro prima di bere l'ultimo sorso dalla sua bevanda.
Immediatamente,le mani di Ronald scattarono alle proprie labbra,seguito da Rebecca che si voltò verso di lui per dargli una mano.
Ma l'attimo dopo,entrambi si erano accorti delle risatine di James e Rose e li stavano fissando increduli.
-Non è divertente!-esclamò Ronnie indispettito.
-Oh,sì che lo è!-ribattè il fratello.
L'attimo dopo Lily e Daniel,tenendosi rigorosamente per mano,entrarono nella stanza e si unirono al gruppo.
-Che vi prende?-domandò la ragazza ai due fratelli.
Il rosso scosse la testa.
-Niente...Come al solito Jim sta facendo l'idiota-commentò Ronnie lanciando un'occhiata ai due nuovi arrivati.
Lily annuì,prima di alzare le spalle.
-Ok,come vi pare!Comunque,visto che manca ancora qualche ora a mezzanotte,che ne dite di impiegare il tempo in qualcosa di divertente?-domandò poi agli altri.
I quattro la guardarono curiosi,chiedendosi cosa avesse in mente visto che quella era la sua ultima notte di "libertà".
-Che intenzioni hai?-domandò infatti James fissandola con il suo inconfondibile sguardo da fratello maggiore.
-Ballare,no?-


Mentre gli altri si scatenavano sulle note finali di "Greatest DJ",Daniel si allontanò dalla pista da ballo per togliersi la giacca e posarla su uno dei divani.
Accanto a lui,la mano sempre stretta nella sua,c'era Lily.
Non si erano separati neanche un'istante da quando era arrivato alla festa,entrambi consci che quello era il festino prima della grande carestia:al loro ritorno ad Hogwarts avrebbero dovuto quasi far finta di non conoscersi per evitare che l'accordo con il padre di lei andasse perduto.
Un mese lontani.
In fin dei conti non era così terribile,avrebbe potuto chiedere loro cose peggiori!
Inoltre loro sapevano di poter superare quella prova,e di essere abbastanza forti da uscirne indenni e senza neanche un graffio,anzi sicuri che quell'esperienza li avrebbe rafforzati.
Dopo aver lanciato la giacca sulla spalliera del divano si voltò verso Lily e,tirando le loro mani unite,l'attirò a sè,stringendole poi un braccio attorno alla vita,muovendosi in un passo di danza.
Lei gli sorrise,facendo illuminare il proprio viso e gli posò un braccio sul torace,un dito che giocherellava con la punta del colletto.
-Allora,possiamo competere con le feste VIP?-gli chiese avvicinandosi al suo orecchio destro per sovrastare la musica alta.
Daniel sorrise e tornò a cercare i suoi occhi.
-Ho visto di peggio...Ma ho visto anche di meglio-scherzò.
Lei gli fece una linguaccia che lo fece ridere e lo intenerì allo stesso tempo,portandolo ad avvicinarsi al viso della ragazza e a darle un bacio lieve sulle labbra.
-Torno subito-le disse prima di staccarsi da lei ed uscire dal salotto.
Lei lo fissò finchè non lo vide sparire nello specchio della porta per poi avvicinarsi al tavolo del bouffet per prendere qualcosa da bere.
L'istante dopo Rebecca era accanto a lei;Lily le rivolse un sorriso che la ragazza ricambiò prima di allontanarsi i capelli dal viso accaldato.
-A quanto pare ti stai divertendo-commentò.
Rebecca annuì e bevve tutto d'un fiato il contenuto del proprio bicchiere.
-Chi l'avrebbe mai detto che quel baccalà di mio fratello fosse capace di fare quest'effetto alle ragazze?-
-Spero non a tutte le ragazze!Non sono pronta per affrontare una concorrenza serrata...-ribattè Rebecca versandosi da bere ancora una volta.
Lily si voltò verso la pista,dove Ronald si stava scatenando al ritmo di "
Chelsea Digger",facendo dei segni verso Rebecca quando si accorse del suo sguardo.
-Io non lo conosco-commentò la sorella tornando a voltarsi.
La mora rise e la imitò,lanciando uno sguardo alla ragazza e fissandola alcuni istanti prima di parlare di nuovo.
-Lo sai che non devi dimostrare niente a nessuno vero?-le domandò poi con voce seria.
Lily aggrottò la fronte e la fissò confusa.
-Di che parli?-
-Daniel.Lo sai che non c'è bisogno che tu faccia niente per dimostrargli il tuo amore...Lui sa già che lo ami,ed anche lui ti ama,altrimenti non sarebbe venuto qui questa sera a subire lo sguardo attento e vigile dei tuoi fratelli per tutta la sera-le spiegò Rebecca.
Possibile che il suo proposito fosse così chiaro,così evidente?
A Rebecca era bastato un solo sguardo per capire che aveva deciso di andare a letto con Daniel quella sera?
Come avevano fatto i suoi fratelli a non accorgersene?E Daniel,l'aveva capito anche lui?
-Tranquilla,lo so soltanto io...-la rassicurò lei.
Lily abbassò lo sguardo e sospirò lieve,fissando il bicchiere di carta che stringeva fra le mani.
-Ho bisogno di qualcosa di reale...Qualcosa che possa ricordare nelle sere a venire prima di addormentarmi-le confidò senza guardarla.
Una mano della ragazza si posò sulla sua spalla sinistra facendole alzare lo sguardo sul volto della mora,incontrando il suo sorriso lieve.
-Quello che stai vivendo adesso è reale:il modo in cui tiene stretta la tua mano,come ha sorriso quando è arrivato alla festa e ti ha visto...Perchè vuoi rischiare di rovinarti la serata?-le domandò.
Lily sospirò e alzò le spalle.
Perchè voleva qualcosa che forse non poteva avere?...Ma non è forse quello che vogliono tutti?

 


Rigorosamente,in una festa,dopo la musica disco fatta apposta per sudare e scatenarsi,arrivano i lenti.
Non c'è modo di scappare...
Finora Ronald li aveva sempre odiati,con tutta l'anima,perchè era sempre allora che, inevitabilmente,finiva a fare da tappezzeria seduto ad un angolo a guardare le altre coppiette che ballavano.
Questa volta era diverso:ora era anche lui al centro della pista.
Le braccia strette attorno alla vita di Rebecca,il mento premuto contro la sua spalla,leggermente nascosto dai capelli della ragazza,le braccia di lei allacciate attorno al collo.
-Ti sei accorta che ci guardano tutti?-le sussurrò all'orecchio.
Lei voltò leggermente la testa fino ad incontrare il suo sguardo e lo fissò con aria curiosa.
-Beh,sto ballando con la ragazza più bella di tutta la festa...E' normale che siano invidiosi!-spiegò lui con voce convinta.
Rebecca rise e gli diede un bacio piccolo,prima di tornare a posare la testa sulla sua spalla, ricominciando a ballare al ritmo di "
Total Eclipse of the Heart",gli occhi chiusi per godere a pieno di quel momento.
Più volte,quando guardava gli altri che ballavano,Ronald si era chiesto come era ballare con la persona amata,stringerla a sè riuscendo quasi a dimenticare tutto il resto.
Tante volte,aveva osservato le coppie lasciare la pista per appartarsi in qualche posto isolato e ogni volta si era chiesto quale fosse la parolina magica concordata per non far cadere quel momento così importante nello squallido.
Quella serata poteva essere importante,per lui e per Rebecca...Poteva essere la loro prima volta insieme.
Ma era la cosa giusta da fare?
La sua più grande paura era che Rebecca non fosse realmente pronta,ma mettesse da parte i suoi timori per non dispiacerlo.
-Cosa stai rimurginando?-domandò lei riaprendo gli occhi e cercando il suo sguardo.
Ronald sorrise leggermente ed alzò le spalle.
-Niente di importante...-minimizzò.
Lei arricciò le labbra,e sollevò la testa dalla sua spalla,continuando a incatenare il suo sguardo.
-Scommetti che invece so a cosa stavi pensando?Magari al sesso...-tentò poi.
Lui restò in silenzio qualche istante prima di sospirare e annuire.
-Ok,va bene,è vero...Ma non nel modo in cui pensi tu!-spiegò lui.
Rebecca sorrise.
-Quanti modi ci sono di pensare al sesso?-chiese curiosa.
-Innumerevoli!-replicò Ronnie,cercando di tenere il punto.
Lei rise poi,intenerita,gli accarezzò una guancia e restò in silenzio a fissarlo portandolo a fare un sospiro rassegnato e a parlare di nuovo.
-Stavo pensando a questa sera,al fatto che potrebbe essere la nostra prima volta perfetta...-le confessò.
-E?-
-E mi sono ritrovato a chiedermi se ancora una volta non ti sto mettendo troppa fretta,se magari c'è qualcosa che ti spaventa e che non vuoi dirmi per qualche assurdo motivo...-le disse sincero.
Rebecca scosse la testa.
-Tu sei il mio ragazzo,non il mio migliore amico-gli fece notare.
Ronald annuì,concorde.
-E' vero,forse è l'ultimo argomento che affronteresti con me,ma proprio perchè sono il tuo ragazzo posso capirti meglio di chiunque altro...
Magari hai bisogno di più tempo o hai qualche domanda,ma ti imbarazza parlarmene,quindi sarò io a fare la "prima mossa":c'è qualcosa che vorresti chiedermi o che posso fare per te?-le domandò con voce calma e tranquilla.
Rebecca restò in silenzio qualche istante,pensierosa,poi lui la vide mordersi l'interno del labbro inferiore,come faceva sempre quando voleva chiedergli qualcosa e capì che aveva visto giusto.
-In effetti c'è qualcosa...-
Avvicinò le labbra al suo orecchio sinistro,per evitare che orecchie indiscrete sentissero,e parlò.

 

Non aveva mai visto una così bassa soglia di sopportazione dell'alcool:come era possibile sbronzarsi dopo solo una birra?
Cercando di sorreggere Rose per la vita ed evitare che sbandasse più del necessario,James uscì dal salotto ormai vuoto e per un'istante la sua mente si chiese dove fossero finiti gli altri.
Ma l'idea non era passare insieme il capodanno?
Perchè a neanche mezz'ora dalla mezzanotte erano tutti spariti?E per andare dove?
Sicuramente Ronald e Rebecca si erano appartati in una delle camere al piano di sopra,ma sperava con tutto il cuore che non avessero avuto la stessa idea anche Lily e Daniel...Altrimenti prima avrebbe ucciso l'amico e poi avrebbe pensato alla sorella!
Ci sono certe cose che un fratello non deve nè sapere nè vedere!
-Che ne dici di un'altra danza?-domandò Rose,portandolo a voltare la testa verso di lei.
Sorrise,divertito dalla sua aria scanzonata che la sbronza le aveva dato e scosse la testa.
-No,basta ballare,è meglio che ti porti a letto-le disse avviandosi verso la scala che portava ai piani superiori.
La risata di Rose proruppe forte e spontanea per le sue parole,portandola ad aggrapparsi a lui per non sbilanciarsi in avanti:forse non aveva usato le parole più appropriate...
-Per dormire!-specificò subito Jim,conscio che ormai era troppo tardi per riparare.
Rose smise di ridere e,improvvisamente seria,lo guardò scuotendo la testa.
-Solo per dormire?Che spreco!-commentò.
Il ragazzo si morse il labbro inferiore cercando di frenare la battuta che gli era nata spontanea sulle labbra:era meglio non aggiungere altra carne al fuoco...
-Sei ubriaca,ed io sono un gentiluomo-le disse mentre erano a metà della scalinata.
-E allora?-chiese lei fissandolo con occhi annebbiati.
-Allora non posso approfittare di te quando sei in queste condizioni-le spiegò ancora una volta lui,sistemandosi meglio il braccio di Rose sulle spalle.
Lei sbuffò ironica,sollevando un ricciolo che le era caduto sugli occhi e,trovando la cosa estremamente divertente,ripetè l'operazione più volte.
-E decisamente ora di andare a letto-ripetè James,la voce leggermente più bassa per non scatenare di nuovo l'ilarità della ragazza.
Superato anche l'ultimo gradino,James aprì la prima porta che gli si parò davanti e la trovò vuota.
Sospirò di sollievo,ringraziando tutti gli Dei Riuniti per avergli evitato la vista di uno dei suoi fratelli impegnati in pratiche amorose ed entrò nella stanza con Rose,lasciando la porta aperta dietro di sè.
-Sai che stavo pensando?-gli domandò Rose improvvisamente,facendogli portare di nuovo l'attenzione su di lei.
James scosse la testa,aiutandola a sedersi sul letto.
-Credo che dovremmo sposarci-disse lei con voce convinta.
Lui sorrise e la guardò qualche istante cercando di capire quanto di "sobrio" ci fosse in quelle parole,ma si accorse subito delle palpebre che faticavano a restare alzate e all'aria poco presente che la cugina aveva.
-Già...-commentò-Io,invece,credo che dovresti sdraiarti-le disse poi.
Rose scosse la testa.
-Non sto scherzando!Insomma,io ti amo...tu mi ami,perchè non dovremmo farlo?
Tu mi ami vero?-domandò ancora lei lasciandosi portare giù sul materasso.
-Ah fammi pensare...Forse perchè siamo entrambi studenti?O perchè nessuno sa che siamo innamorati?-tentò lui,anche se sapeva che lei non avrebbe capito una sola parola.
Infatti Rose sbuffò,quasi avesse detto una grande assurdità.
-Sciocchezze!...Ah è voglio anche dei figli!-disse seguendo un filo di pensiero diverso.
Seduto accanto a lei,James sorrise leggermente,coprendolo subito con una mano per evitare che la ragazza potesse offendersi e annuì.
-Voglio tre figli...-decretò Rose muovendosi sul materasso e sistemandosi su un fianco, chiudendo gli occhi.
-Addirittura!Hai già pensato anche ai loro nomi?-domandò Jim iniziando ad accarezzarle i capelli.
Lei annuì,con una prontezza di riflessi minori di poco prima.
-Hope...Emily...Nathan...-mugugnò lei fra il sonno e la veglia.
James lasciò che quei nomi si insinuassero nella sua mente,apprezzandone il suono finchè qualche istante dopo, non smise di accarezzarla e si alzò in piedi per chiudere la porta.
Quando tornò a voltarsi verso di lei,Rose era già profondamente addormentata.
Fissandola immersa nei suoi sogni,James ripensò ai suoi vaneggiamenti e si rese conto che quello che lei aveva descritto non era poi così impossibile.
Magari un giorno sarebbero anche potuti diventare realtà...


Sdraiati una di fianco all'altro,sotto le coperte,lo sguardo di entrambi fisso sul soffitto,Ronald e Rebecca cercavano di superare l'imbarazzo.
Era stata un'idea folle,lo sapeva,ma del resto quando lui le aveva chiesto se c'era qualcosa che poteva fare per lei,quella era stata la prima idea che le era venuta in mente.
Ronnie aveva ragione:lei era ancora un pò legata e timorosa perchè qualcosa potesse succedere fra loro.
Amava Ronald come mai nessuno prima d'ora,ma l'idea di stare nuda in un letto con un ragazzo la imbarazzava terribilmente,la faceva diventare rossa anche il solo pensiero!
Ogni volta che pensava al proprio corpo nudo le venivano in mente mille difetti che avrebbe preferito celare alla vista di tutti,figuriamoci a quella del proprio ragazzo...
Così gli aveva chiesto di aiutarla a superare quell'imbarazzo ed ora erano lì,completamente nudi sotto le coperte,cercando di superare quell'impasse che era sicuramente naturale in una situazione del genere.
Ronald aveva provato ad infilarsi sotto le coperte con ancora i boxer indosso,ma lei lo aveva scoperto e lo aveva ammonito.
-Se io sono nuda io devi esserlo anche tu!-gli aveva ricordato.
-Becca,per me è diverso...Te ne accorgeresti se qualcosa in me dovesse cambiare-le aveva detto aggrappandosi a quell'ultima difesa.
Per qualche istante lei non aveva capito a cosa si riferisse,poi si ricordò la reazione che aveva provocato in lui quel giorno nell'aula dismessa quando avrebbero dovuto studiare ed invece si erano lasciati andare in baci ed effusioni;si ricordò della reazione del corpo di Ronald e arrossì lievemente,prima di scuotere la testa.
-Non se ne parla!-aveva ribadito senza alcuna possibilità d'appello.
Alla fine Ronald aveva dovuto arrendersi ed infilarsi sotto le coperte completamente nudo.
Ed ora erano lì:sapeva che se avesse staccato lo sguardo da soffitto e lo avesse posato su di lui,o se avesse fatto anche un leggero movimento nel letto,avrebbe sentito la pelle nuda del ragazzo e aveva paura delle possibili reazioni che avrebbe avuto.
L'idea di diventare rossa davanti a lui le sembrava peggiore della morte!Ed era stata proprio lei ad avanzare quella richiesta!
Aveva bisogno di uno psichiatra...
-Va tutto bene?-le domandò lui,un'accenno di preoccupazione nella voce.
Dopo aver preso un breve respiro,Rebecca si decise a voltare la testa verso di lui:Ronnie aveva entrambe le braccia sotto la testa,il viso rivolto verso di lei,e il resto del corpo nascosto dalla coperta.
Annuì leggermente,voltandosi su un fianco.
-Credo di sì-ammise sincera.
Lui imitò la sua posizione,mettendo un braccio sotto la guancia sinistra e la guardò.
-Non siamo mica obbligati a farlo-le ricordò lui.
Rebecca scosse la testa decisa.
-Lo so,sono io che voglio farlo...Almeno è un piccolo passo avanti-aggiunse poi.
Ronald sorrise intenerito e annuì,allungando la mano destra sopra il piumone per cercare quella di lei,che la raggiunse facendosi strada fra le coperte.
Rinfrancata da quel contatto,Rebecca si mosse nel letto andando più vicina a lui,la testa sul suo stesso cuscino,un piede che sfiorava quello di lui.
-Stai invadendo il mio spazio-scherzò il ragazzo.
Lei sorrise ed in risposta,quasi lo volesse provocare, gli si fece più sotto,arrivando a sfiorare con il mento la sua spalla sinistra.
Chiuse gli occhi e restò lì,in silenzio per qualche istante,respirando l'odore della pelle di Ronald mischiato al suo profumo:certe volte odiava essere la più inesperta dei due,odiava essere quella più bisognosa di tempo e attenzioni.
-Mi dispiace darti tanti problemi...-disse continuando a tenere gli occhi chiusi.
Ronald aggrottò le sopracciglia e fissò il suo volto,sorpreso da quelle parole.
-Problemi?Forse mi sono perso qualche puntata,ma sono o no a letto nudo con una delle ragazze più belle di tutta Hogwarts?-
Lei riaprì gli occhi e fece una smorfia divertita.
-No,meglio saperlo prima perchè se è uno dei miei sogni erotici,voglio che duri il più a lungo possibile-continuò il rosso.
Rebecca rise,infinitamente riconoscente per il modo rilassante e scherzoso con cui lui stava cercando di metterla a suo agio in quella strana situazione.
-Fai dei sogni erotici su di me?-domandò,cercando di stare al gioco.
Lui alzò le spalle.
-Potrei...E tu?-le chiese poi di rimando.
Lei imitò il suo gesto,avvicinando la mano sinistra al suo collo.
-Potrei-disse solamente.
Ronald accennò un sorriso malizioso e avvicinò il viso a quello di lei,gli occhi che affondavano nei suoi.
-Hai appena firmato la tua condanna amore...Non ti darò tregua finchè non mi avrai raccontato questi sogni!-
Rebecca rise e,avvicinò le labbra alle sue, affondando una mano fra i suoi capelli rossi.
Lui rispose al bacio con iniziale dolcezza,prima di mordicchiarle le labbra e dischiuderle sotto le sue,imitato subito da lei.
Si mossero leggermente nel letto per essere ancora più vicini e per la prima volta si sfiorarono,pelle nuda contro pelle nuda,ma concentrati entrambi nel bacio,quasi non se ne accorsero.
Ronald si spose leggermente verso di lei,puntando una mano sul materasso per non pesarle addosso,mentre le braccia di Rebecca si stringevano attorno alle sue spalle.
Quando si separarano,ormai la distanza era annullata e la paura sembrava essere dimenticata, almeno per il momento.
Guidata dall'istinto,Rebecca fece scivolare una mano lungo le spalle larghe e forti di Ronald e,con la punta delle dita,seguì il profilo delle sue scapole e dei pettorali,quasi affascinata dalla perfezione della sua pelle candida e dalla compattezza dei suoi muscoli.
Continuò la sua esplorazione fino a sfiorare un capezzolo piccolo e rigido,sentendo sotto le dita la pelle d'oca che quelle carezze provocavano in Ronald.
-Stai tremando...-gli disse tornando a fissare i suoi occhi.
Lui scosse la testa,un espressione seria in volto.
-No,o almeno non credo...-
-Vuoi che smetta?-gli chiese leggermente intimorita.
Lui accennò un lieve sorriso e restò in silenzio,gli occhi che riflettevano un'espressione seria e controllata.
-Sinceramente no,è l'ultima cosa che vorrei;però se tu non ti senti a tuo agio...-aggiunse subito.
Rebecca scosse la testa e gli sorrise rassicurante.
-E' l'ultima cosa che vorrei!Ti...ti andrebbe di toccarmi?-gli chiese poi titubante.
Per un'istante Ronald la guardò incerto di aver capito bene il significato reale delle sue parole,poi sentì il suo viso andare a fuoco,e alla fine si decise ad annuire:meglio dare almeno un cenno prima che Rebecca ritirasse la sua offerta!
Un piccolo sorriso di incoraggiamento apparve sulle labbra della ragazza,mandandolo ancora più in confusione e facendogli abbassare lo sguardo sul suo corpo coperto dal piumone.
Accortasi della sua incertezza o per evitare che iniziassero con il piede sbagliato,Rebecca gli prese una mano e la fece scivolare sotto le coperte,a contatto con la pelle tesa del proprio addome:ora toccava a lui decidere come muoversi...
Deglutendo nervoso,Ronald rimase fermo alcuni secondi prima di iniziare a muovere la mano:si mosse lieve sulla pancia dell'addome,provocando una leggera risatina da parte di lei che gli fece aggrottare la fronte,sorpreso.
-Scusa,soffro il solletico...-
Lui si unì al suo sorriso,prima di iniziare di nuovo a muovere la mano sotto le coperte,sfiorando il fianco destro,seguendone la lieve curva fino al fondoschiena per poi tornare verso l'alto e da lì muoversi sulla curva del seno.
Per tutto il tempo,i suoi occhi avevano osservato il volto di Rebecca,pronto a smettere alla prima reazione negativa della ragazza,ma quello che aveva ricevuto finora erano stati dei piccoli sospiri, mentre la sua mano sinistra gli accarezzava i capelli ed i suoi occhi non avevano cessato un'attimo di ricambiare il suo sguardo.
La sua mano si era mossa sul seno,accarezzandolo leggermente all'inizio quasi avesse paura di farle male,poi lo aveva coperto interamente con il palmo,sentendo premere fra le dita il capezzolo lievemente turgido;aveva preso a stuzzicarlo con due dita facendolo inturgidire con le sue attenzioni.
Rebecca sollevò la testa dal cuscino,un braccio stretto intorno al suo collo per attirarlo a sè, e cercò le sue labbra per un bacio che apparve subito diverso dagli altri,più passionale e sensuale.
Ronald ricambiò con la stessa intensità e la stessa passione,una mano contro il materasso per non pesare su di lei e l'altra ancora sul seno.
Ovviamente quella situazione stava producendo degli effetti anche su di lui che,data la loro nudità,era impossibile nascondere:come avrebbe reagito Rebecca sentendo contro di sè la sua erezione?
Certo non era la prima volta che capitava,ma nelle occasioni precedenti,i vestiti avevano nascosto la reale "entità" del suo desiderio.
Ma come nasconderlo ora che erano uno contro l'altra completamente nudi?
Rebecca lo portò giù con sè sul letto e Ronald sentì chiaramente quando la punta del suo pene sfiorò la pelle morbida del ventre di lei.
Inevitabilmente arrossì e abbassò leggermente lo sguardo,fissando le ossa delle scapole  leggermente in mostra di Rebecca,prima di fare un gesto per staccarsi da lei.
Ma la ragazza glielo impedì.
-Resta-disse semplicemente.
-Becca...-tentò lui.
Lei gli diede un piccolo bacio e gli accarezzò una guancia.
-Non si era parlato di vincere tutte le paure?-
Ronald respirò profondamente e tornò a guardarla negli occhi,preoccupato che quello che stava per dirle potesse rovinare tutto.
-Becca,credo che se andiamo avanti sarà più difficile,per me,fermarmi...-le disse cercando le parole adatte.
Rebecca poggiò una mano sulla sua guancia sinistra e ricominciò a baciarlo,in quel modo sensuale e appassionato che sembrava aver scoperto da poco,sollevandosi leggermente dal materasso per allacciare le braccia attorno al suo collo,premendo così il suo seno contro il torace di lui.
Ronald sospirò,riportandola sul letto e sdraiandosi su di lei,dimenticandosi tutti i buoni propositi, e la sua mente andò totalmente in confusione quando Rebecca allacciò una gamba attorno ai suoi fianchi, aumentando la vicinanza fra le loro intimità.
Staccò le labbra da quelle di lei e respirò rumorosamente,sotto gli occhi divertiti e compiaciuti di lei.
-Ti diverti a vedermi così in difficoltà,vero?-le chiese intrecciando le dita della mano destra con quella di lei e bloccandola sul materasso.
-Mi piace essere quella che ti mette in difficoltà...-precisò lei.
I loro occhi si incontrarono e l'attimo dopo il silenzio scese nella stanza,unico testimone di quello che stava accadendo in quella stanza.
-Dimmi cosa devo fare Becca...Cosa vuoi che faccia...-disse poi lui a voce talmente bassa che se non ci fosse stato il silenzio più assoluto,lei non avrebbe potuto sentirlo.
Con la mano ancora libera,Rebecca tornò ad accarezzargli i capelli,riflettendo pensierosa per alcuni istanti.
Non era ancora pronta per fare l'amore con Ronald,nonostante lo volesse con tutta sè stessa.
Lo sapeva anche lei di non aver superato tutti gli "ostacoli".
Però forse...
-Magari possiamo trovare un compromesso-gli disse ricambiando il suo sguardo.
Ronald la fissò qualche istante per essere veramente sicuro di aver capito il senso nascosto in quelle parole e poi sorrise malizioso.
-Io adoro i compromessi...-

 

La mezzanotte era ormai passata,ed il nuovo anno era già iniziato da alcune ore.
Due figure,completamente vestite,giacevano una accanto all'altra su un letto non abbastanza grande per ospitarle entrambe.
-Stai dormendo?-chiese una con un sussurro di voce.
Rannicchiandosi contro il petto di Daniel,le ginocchia ripiegate ed un braccio abbandonato sul torace del ragazzo,Lily scosse la testa,nonostante avesse gli occhi chiusi.
-No,sto proteggendo gli occhi dalla luce...-mormorò lei.
Daniel accennò un sorriso e si mosse nel letto voltandosi su un fianco verso di lei,un braccio sotto la testa e l'altro attorno alla vita di lei.
Lily,del canto suo,si adattò a quella nuova posizione senza aprire gli occhi,lasciandogli lo spazio necessario per muoversi e tornando ad avvicinarsi quando capì che aveva finito di sistemarsi.
-Che male c'è a riposare un pò se sei stanca?-le domandò fissando le sue palpebre abbassate.
Lei sospirò e mosse in maniera quasi impercettibile la testa sul cuscino.
-No...non voglio dormire-gli disse in maniera spezzata.
-E per quale motivo?-
Muovendo la testa,nascose il viso nel suo collo e lui la sentì sospirare lievemente,prima che il suo respiro caldo gli facesse venire la pelle d'oca.
-Tu non ci sarai più...-mormorò poi.
Daniel aggrottò le sopracciglia a quelle parole,cercando di trovarvi un significato finchè,dopo qualche istante tutto sembrò chiaro:Lily non voleva addormentarsi perchè non voleva che il loro ultimo giorno insieme avesse fine.
Era per questo che stava combattendo contro il sonno,nonostante stava evidentemente avendo la peggio,quasi come se restando sveglia potesse incidere sul passare delle ore e sulla loro separazione inevitabile.
Intenerito,sorrise e avvicinò il viso al suo fino a posare le labbra sulla sua fronte per posarvi un bacio leggero,poi la strinse ancor di più contro di sè ed iniziò ad accarezzarle i capelli, lentamente e con dolcezza.
-Ci sarò...Ora dormi-le sussurrò in un orecchio.
Lily sospirò di nuovo e,dopo alcuni mugugni e alcuni movimenti del capo,smise di muoversi, scivolando velocemente nel sonno.
A lungo Daniel continuò ad accarezzarle i capelli e a fissarla,ascoltando il suo respiro lento e cadenzato,quasi a voler controllare che tutto fosse normale,come se la paura che prima aveva colto Lily ora si fosse impossessata di lui,ma alla fine anche lui cedette alla stanchezza e si addormentò.

 

 

ATTENZIONE:SCENA SLASH!

 

 

 

-Stai bene?Vuoi andare da qualche parte?-
Seduto sul divano bianco al centro del grande salotto,i piedi scalzi poggiati sui cuscini morbidi, perfettamente a suo agio e rilassato,come non aveva creduto possibile solo poche ore prima, Albus scosse la testa,mollemente rilassata contro la spalla destra del biondo,in segno di diniego.
-No,sto bene qui-rispose.
Ancor prima di bussare al campanello di quella casa, mentre ancora era nella sua camera e stava finendo di preparsi era stato colto da mille dubbi,da paure e tentennamenti,ma questi si erano dissolti con il passare delle ore,quando aveva capito che Scorpius non gli sarebbe saltato addosso all'improvviso bloccandolo nel primo angolo buio della casa.
Era un Malfoy,e teneva forse più di tutti a fare una buona impressione al "primo appuntamento"...
Chi l'avrebbe mai detto!
Quando era arrivato,gli aveva fatto fare un piccolo giro turistico della casa,prima di condurlo nella sala da pranzo principale dove avevano cenato,soltanto loro due,agli estremi opposti di una lunga tavola,come aveva visto fare tante volte nei vecchi film in bianco e nero e come credeva non si usasse più,spaventato dalla possibilità di una cena avvolta dal silenzio più completo,ma ancora una volta,Scorpius lo aveva sorpreso intavoltando ogni volta una discussione diversa, chiedendogli di Lily e Daniel e di come era andata a finire la discussione quando lui era andato via quel giorno,come stavano passando quella sera i suoi fratelli ed i suoi genitori,se sapevano che era con lui.
-I tuoi genitori sanno che sei con me?-aveva chiesto il moro di rimando.
Scorpius aveva inarcato le labbra nel suo solito ghigno targato Malfoy e aveva alzato il bicchiere di cristallo verso di lui.
-Touchè!-
Dopo la cena si erano spostati nel salotto,dove il padrone di casa lo aveva convinto a seguire il suo esempio e togliersi le scarpe,lasciate abbandonate sopra il parquet color nocciola,e a sedersi accanto a lui sul divano bianco.
Inizialmente erano seduti uno accanto all'altro,ma la spensieratezza e la spontaneità che sembrava essersi impossessata di loro aveva favorito un'intimità maggiore:Scorpius più volte gli si era sporto verso di lui soltanto per sfiorargli le labbra con un bacio,o per scompigliargli i capelli e alla fine era sembrato normale ad entrambi quando Albus si era sdraiato sul divano fino a posare la testa sulla sua scapola,talmente naturale che Scorpius aveva stretto un braccio attorno alla sua vita.
-Quindi questa sarebbe casa tua...-chiese Al guardandosi intorno.
-Una delle tante-rispose il biondo.
L'altro sorrise per quel tono di sufficienza:certe volte dimenticava con chi aveva a che fare;i Malfoy erano una delle famiglie più famose e potenti del Mondo Magico.
Che sarebbe successo se si fosse venuto a sapere di quello che c'era fra loro?...Già ma cosa c'era veramente fra di loro?
-Te l'avevo detto che questa casa è mia?-gli disse all'improvviso.
Al alzò la testa fino ad incontrare il suo sguardo e lo fissò incerto.
-Della tua famiglia vorrai dire-disse.
Scorpius scosse la testa.
-Sbagliato Al.Questo è stato il primo regalo che mio padre mi ha fatto:poche ore dopo la mia nascita ha comprato questa casa soltanto per me.
C'è il mio nome sul contratto d'acquisto-gli raccontò.
Albus strabuzzò leggermente gli occhi sorpresi.
-Alla faccia del regalo!-commentò incredulo.
Il biondo si lasciò andare ad un sorriso divertito ed incontrò il suo sguardo,alzando le spalle.
-Legalmente non potrò viverci finchè non avrò diciotto anni,ma che importa?
E' sempre casa mia,no?-
Al annuì,pensieroso:qualsiasi ragazza sarebbe stata felice di vivere in un posto come quello,in compagnia di un uomo come Scorpius.
E anche molti ragazzi...
-Tu invece?-gli domandò l'altro facendolo tornare alla conversazione.
Al scosse la testa.
-Noi non abbiamo appartamenti e castelli sparsi per l'Inghilterra come la tua famiglia.
C'è solo la casa a Privet Drive,che hai già visto,e la casa a Grimmuald Place,dove non andiamo quasi mai e dove ora gli altri stanno festeggiando il Capodanno-gli raccontò.
Scorpius annuì lentamente.
-Mio padre una volta mi ha detto qualcosa di quel posto...-disse.
Il moro sorrise leggermente.
-E' più di quanto abbia mai fatto mio padre-commentò.
Scorpius aggrottò leggermente la fronte.
-Che vuoi dire?-
Al alzò le spalle,con fare noncurante.
-A lui non piace ricordare i momenti passati in quel posto,quindi non ne parla quasi mai...Tutto quello che sappiamo ce lo ha raccontato nostra madre,lo abbiamo visto dalle foto e nell'unica visita che abbiamo mai fatto lì-gli raccontò.
O da quello che abbiamo visto nei suoi ricordi,pensò.
Per qualche istante rimasero in silenzio,finchè non sentì lo sguardo argenteo fissarsi sul suo volto, costringendolo a ricambiare lo sguardo.
-Mi ci porterai un giorno?-chiese poi Scorpius cogliendo l'altro di sorpresa.
Albus restò in silenzio qualche istante,quasi assimilando la domanda,poi accennò un sorriso.
-Dipende...-gli disse.
-Da cosa?-
-Da quanto tempo resterai nei dintorni-fece il moro serio.
Un' espressione seria apparve negli occhi di Scorpius,seguito da un'altro attimo di silenzio,finchè le sue labbra non sfiorarono quelle di Al,circondando il suo labbro superiore con delicatezza.
Quando entrambi riaprirono gli occhi,in quella distanza ravvicinata,Scorpius dischiuse le labbra per parlare,soffiando un pò d'aria calda sulla bocca di Albus.
-Per molto tempo...-rispose poi in un sussurro.
Il cuore di Albus prese a correre nel petto,sbattendo contro la sua gabbia toracica e martellando nelle sue orecchie isolando qualsiasi altro rumore,mentre nella sua mente quelle ultime parole si propagavano e diventavano reali.
Avevano quasi lo stesso significato di una dichiarazione d'amore per uno come Scorpius...
Avvicinò di nuovo le labbra alle sue e trovò subito la risposta di Scorpius,mentre una mano affusolata andava a perdersi nella coltre nera dei suoi capelli per avvicinarlo a sè ed approfondire il bacio.
Continuando a baciarlo,Albus strinse le braccia attorno al collo del biondo,compiendo una mezza giravolta fino a trovarsi con la schiena sul divano sdraiato accanto al compagno.
Una mano scivolò sul tessuto teso della sua camicia verde,scendendo oltre i pettorali e gli addominali fino a raggiungere la cintura ed iniziare poi a sfilare la camicia dai pantaloni bianchi, proprio mentre le loro labbra si staccavano per necessità d'aria e la bocca di Scorpius si posava sul suo collo.
Ad occhi chiusi,Al circondò le spalle grandi del biondo facendole scendere poi lungo la schiena e allacciandole ai fianchi per schiacciarlo contro di sè.
Sentiva le sue mani che veloci liberavano i bottoni dalle asole finchè la camicia verde non fu aperta del tutto e le labbra di Scorpius non poterono farsi spazio lungo il suo torace,titillando per qualche istante i capezzoli marroni che risposero all'istante alle sue attenzioni per poi scendere ancora fino a raggiungere l'ombelico dove affondò la punta della lingua in modo esplicito e voluttuoso e mordicchiò un lembo di pelle.
Sotto le sue attenzioni,Albus sospirò e tremò,soltanto parzialmente conscio di ricevere più piacere di quanto ne stava dando all'altro,ma quando la sua mano destra si avvicinò l'erezione di Scorpius con l'intento di liberarla dal fastidio dei pantaloni,il biondo rialzò la testa, inchiodandolo con il suo sguardo argenteo liquido e gli rivolse il suo incomparabile ghigno.
L'attimo dopo si era sollevato in piedi,privandolo della sua presenza,e gli tendeva una mano per aiutarlo a fare lo stesso.
-Vieni con me-gli disse con la stessa voce soffiata che gli aveva sentito poco prima.
Dopo aver messo da parte anche l'ultima incertezza,Al afferrò la sua mano e si alzò dal divano seguendolo poi fuori dal salotto sulle scale che portavano al piano superiore.
Superato anche l'ultimo gradino,il moro lo attirò di nuovo a sè e riprese a baciarlo,nonostante fossero ancora nel corridoio,e incontrando la risposta di Scorpius,si mosse finchè non lo portò con la schiena contro un muro,bloccandolo con il proprio corpo:gli morse e succhiò il labbro inferiore mentre le sue mani lo liberavano dalla camicia bianca e la facevano scendere lungo le spalle;la caduta dell'indumento venne seguita dallo sguardo di Al ed,in seguito,dalle sue labbra che si posarono sul collo e sulla spalla destra,dove poco prima c'era il tessuto candido della camicia.
Anche la bocca di Scorpius fu sul suo collo,i capelli biondi che gli facevano il solletico,neanche stesse cercando di nascondere il proprio sguardo,ma Albus gli concesse quel nascondiglio per pochi istanti prima di abbassare il volto e seguire la stessa scia che pochi minuti prima Scorpius aveva seguito sul suo corpo:lasciò una traccia umida di baci sul torace e sui pettorali,sugli addominali e sull'ombelico,fino alla cintura di pelle nera.
Lì alzò lo sguardo a cercare gli occhi del biondo:voleva che lo guardasse,che non sfuggisse neanche un'istante al suo sguardo mentre gli apriva la cintura e la sfilava dai passanti, abbandonandola poi poco distante da loro.
Lo sentì trattenere il respiro mentre con mano ferma faceva scendere la cerniera lampo, distendendo così il tessuto dei pantaloni bianchi e scoprendo i primi ciuffi scuri del pube.
Sorpreso dalla mancanza dell'intimo,rialzò lo sguardo e vide il piccolo sorriso sul volto di Scorpius:era forse un regalo per lui?
-Sorpresa!-disse infatti l'altro.
Al sorrise e scosse leggermente la testa,prima di riportare lo sguardo davanti a sè, e abbassare i pantaloni bianchi fino alle caviglie.
Scorpius alzò le gambe una alla volta per liberarsi dall'impedimento che oramai erano diventati i suoi pantaloni e poi li scaraventò lontano con un calcio,prima di tornare a riabbassare lo sguardo su Albus.
Ma questi non lo stava guardando:aveva lo sguardo fisso sull'erezione che,fiera,sembrava sfidarlo.
Senza accorgersene,si passò la lingua sulle labbra prima di avvicinarsi:poggiò entrambe le mani sui fianchi nudi e ne accarezzò la punta con le labbra,con un tocco ancora troppo delicato,ma che provocò lo stesso un singulto nel biondo.
Certe volte era veramente sensibile...
In pochi attimi trovò il ritmo giusto,accogliendo gradualmente l'intera durezza nella sua bocca,mentre una mano di Scorpius affondava fra i suoi capelli neri scompigliandoli e tirandoli come faceva sempre in quei momenti,incapace di controllare i suoi gemiti.
Quei gemiti erano rivelatori per lui:grazie a quelli,Al sapeva quando continuare e quando dargli un pò di tregua per fargli riprendere fiato,sapeva quando essere insistente e quando invece doveva essere delicato.
Forse era l'unico a capirlo così bene...
La mano fra i suoi capelli aumentò la stretta,portandolo a rialzare lo sguardo e a staccare le labbra da lui:il viso,solitamente angelico ed etereo,di Scorpius ora era rosso e congestionato ed il respiro era corto,quasi fosse appena tornato da una lunga corsa.
Si alzò di nuovo in piedi e gli sorrise malizioso,poggiando un gomito sul muro accanto alla testa dell'altro e ascoltando i suoi respiri corti per qualche secondo.
-Togliti quel sorrisetto del cazzo dalla bocca!-lo beccò lui.
Al si morse un'angolo del labbro inferiore e alzò le spalle.
-Non sapevo fosse proibito...-lo stuzzicò.
Con un sospiro,il biondo si staccò dalla parete e,presolo per mano lo guidò nella prima camera da letto che incontrarono sulla loro strada.
Entrando nella stanza,Albus si avvicinò al letto dalle lenzuola blu notte,quasi stesse ammirando il tipo di trama con cui erano state intessute,ma Scorpius,chiaramente impaziente,gli diede una lieve spinta facendolo atterrare sul materasso morbido.
Con un sorriso divertito sulle labbra,Al si puntellò su entrambi i gomiti e lo fissò qualche istante.
-Vedo che passiamo alle maniere forti-
-Come se non ti piacesse-ribattè l'altro salendo a cavalcioni su di lui e iniziando a slacciare la cintura.
La lasciò cadere ai piedi del letto,sbottonando poi i jeans,lo sguardo sempre fisso in quello smeraldino di Albus:non lo lasciò neanche quando iniziò a far scendere i pantaloni ed i boxer.
Per dargli un piccolo aiuto,Al alzò il fondoschiena,e lo seguì con lo sguardo mentre gli sfilava i vestiti lanciandoli dall'altra parte della stanza.
In piedi davanti a lui,Scorpius osservò il corpo nudo e leggermente muscoloso,così chiaramente in contrasto con il suo,modellato da anni di allenamenti e partite di Quidditch,la pelle chiara che risaltava ancora di più quando i suoi occhi fissavano quei capelli neri e fulvi.
Come aveva fatto a perdere la testa per quel ragazzo così lontano dai suoi "schemi" e dai suoi gusti?
Cosa c'era di così stupefacente in Albus che sembrava mandarlo fuori di testa?
-Non sei niente male Potter-commentò ironico,cercando di allontanare quei pensieri.
L'altro rise,sollevandosi a sedere sul letto.
-E' forse la prima volta che mi vedi nudo Malfoy?Non ti eri mai accorto prima di che bellissimo dio greco fossi?-scherzò l'altro,chiaramente consapevole dei suoi limiti.
Scorpius annuì...Già,un dio greco personale!Solo per me.
Si riavvicinò al letto e posò tutte e due le ginocchia sul materasso,portandosi su di lui e costringendolo ad alzare la testa per incontrare il suo sguardo.
-Credo tu stia parlando di me-
Con una spinta,fra le risate,Albus lo fece cadere con la schiena sul letto e gli salì sopra,cercando prima i suoi occhi e poi le sue labbra.
Era sempre una piacevole sensazione sentire il contatto con la pelle nuda dell'altro:forse perchè ricordava ad entrambi che era qualcosa di proibito,o forse proprio perchè erano insieme.
Magari con un altro ragazzo non sarebbe stato così piacevole...
Un braccio di Scorpius si allacciò attorno al suo collo portandolo in basso verso di sè,mentre l'altra mano vagava sulle sue cosce solide e leggermente ricoperte di peluria prima di iniziare a giocherellare quasi distrattamente con l'erezione di Al.
Solo per quei leggeri tocchi,il moro staccò le labbra da quelle dell'altro e si lasciò andare a dei piccoli gemiti,gli occhi socchiusi.
Unico spettatore di quelle piccole mosse e smorfie che Albus faceva ogni volta che gli tributava quell'attenzione,Scorpius continuò ad accarezzarlo alternando lentezza e velocità,giudice e padrone del piacere del compagno,che inevitabilmente si trasmetteva anche a lui.
-Apri gli occhi Al-gli disse con voce roca.
Con il respiro mozzato a metà,Albus riaprì gli occhi e li fissò in quelli dell'altro,facendo piombare la stanza nel silenzio per qualche istante:entrambi sapevano cosa stava per accadere,non c'era bisogno di parole.
-Voltati-fece il biondo allontanando le mani da lui.
Senza parlare o fare domande,Al eseguì,voltandosi a pancia in giù,facendo forza sui gomiti.
Lo sentì vicino,il torace che premeva contro la sua schiena,l'erezione contro le sue natiche che lo invogliava ad alzare le natiche per strofinarsi contro di lui,e per la prima volta sentì di nuovo paura per quello che stava per succedere.
Forse avvertendo quel timore,Scorpius iniziò a baciare la sua schiena,a seguire il percorso della sua spina dorsale con la punta della lingua,mentre una mano s'avvicinava alla sua entrata e iniziava a stimolarla.
Sotto quelle nuove attenzioni,mai provate finora,Albus inarcò la schiena verso il compagno, facendo incontrare il proprio fondoschiena e l'erezione di Scorpius più volte,provocando dei gemiti di piacere in entrambi.
Poteva accontentarsi di quello?No,voleva ancora di più.
-Sys...-lo chiamò in un sospiro fra un gemito e l'altro.
Quello era il segnale che l'altro aspettava:allontanò le dita dalla sua entrata e tornò a posarsi contro la sua schiena,le mani premute sui suoi fianchi.
-Non voglio mentirti Al,ti farà male all'inizio.
L'importante però è che tu resti fermo e ti rilassi,per quanto difficile possa sembrarti...Al resto ci penso io-gli disse avvicinando le labbra al suo orecchio sinistro e posando un piccolo bacio sulla punta.
Al fece un piccolo cenno di assenso e restò in attesa:la prima cosa che sentì fu la punta del pene di Scorpius che si posizionava davanti alla sua entrata,sentì le mani del ragazzo aumentare la stretta attorno ai fianchi e,preparandosi a quello che stava per accadere,Albus prese un profondo respiro.
Ma non servì a nulla quando arrivò la prima spinta:nonostante i buoni propositi,si lasciò scappare un lungo gemito di dolore,stringendo fra le dita le lenzuola blu.
-Rilassati,altrimenti sarà ancora peggio-gli ricordò Scorpius.
Era facile parlare!
Forse la mente del biondo aveva avuto lo stesso pensiero,perchè l'attimo dopo una mano di Scorpius si era posata sull'erezione di Al e aveva iniziato ad accarezzarla,per aiutarlo a calmarsi.
E naturalmente funzionò:il dolore non scomparve,ma scemò leggermente,permettendogli di affrontare le altre due spinte.
Quando Scorpius fu dentro di lui,restarono immobili per alcuni istanti,cercando di abituarsi al nuovo corpo,ma la mente di Al era in completo sconvolgimento...N
iente di quello che aveva provato finora si avvicinava a quello che stava vivendo ora.
Sentire la presenza di Scorpius dentro di sè lo aveva sopraffatto per l'intensità delle emozioni che stava provando,inoltre sapeva che per l'altro era lo stesso senza bisogno di parole...
Lentamente,il biondo iniziò a muoversi,accompagnato dai movimenti di Al che cercò fin da subito di seguire il suo ritmo senza il minimo errore:si muovevano insieme provando lo stesso piacere.
Più volte,Scorpius toccò un punto magico dentro di lui portandolo quasi ad urlare per il piacere accompagnato dai gemiti del biondo che non accennava a diminuire la presa attorno ai suoi fianchi,neanche avesse paura di vederlo scappare da sotto le sue mani.
Al aveva bisogno di più,aveva bisogno di sentire di più e ancora una volta,Scorpius capì i suoi bisogni e tornò a circondare la sua erezione tesa ricominciando ad accarezzarlo con gesti decisi e veloci.
Non avrebbero resistito ancora a lungo e,finalmente,il piacere arrivò a liberarli da quello stato di attesa:Albus gridò di sollievo al suo sopraggiungere e si premette ancora di più contro il compagno,giusto in tempo per essere partecipe del suo godimento.
Sfinito,il moro crollò sul letto sentendo ricadere su di sè il peso dell'altro:la testa posata poco distante dalla sua spalla sinistra,i capelli che gli facevano il solletico sul collo,le braccia a coprire le sue.
Era stato il miglior capodanno della sua vita,su quello non c'erano dubbi...
Per alcuni minuti interminabili,restarono in silenzio,finchè Scorpius non si decise a rotolare dalla sua parte del letto e a liberarlo dal suo peso.
Solo allora i loro sguardi si incontrarono ed un lieve sorriso nacque sulle labbra di Albus.
Senza dire nulla,Scorpius restituì il suo sorriso e alzò una mano per allontanargli alcune ciocche che erano cadute sugli occhi,privandolo della vista di quello sguardo limpido.
Albus guardò il ragazzo che gli aveva regalato la sua prima volta e sentì verso di lui un'ondata infinita d'affetto e amore:come poteva manifestare quei sentimenti senza apparire sentimentale?
Oh,fanculo!Che importava?
Vinte anche le ultime titubanze,si mosse nel letto fino a raggiungere l'altro e rannicchiarsi contro il petto.
L'istante dopo,le braccia di Scorpius si chiusero attorno alle sue spalle.

 

 

 

Salve a tutti!!!

Finalmente arriva il week-end...Questa è stata una settimana veramente stressante,ma x fortuna è finita.

Dunque...Cosa caratterizza una festa degna di questo nome?La musica,la compagnia,una sbronza ed il sesso,fatto o meno.

Naturalmente non potevano mancare nella festa di Capodanno dei nostri ragazzi:c'è l'amore che "finisce",simboleggiato dal mese di separazione fra Lilye Dan,il grande romanzo d'amore che fa un pò invidia e da un pò fastidio agli altri della comitiva,ovvero Ronald e Becca,e poi ci sono i due amici che stando sempre a contatto finiscono per innamorarsi,cioè Rose e James.

Tutto in puro stile "teen-drama queen"!

Chissà invece come se la caveranno i nostri "maturi" seniors...Si accettano scommesse!

La frase all'inizio del capitolo è presa da "Let's spent the night together" dei Rolling Stones,inoltre le canzoni citate nel capitolo sono: "Chelsea Digger" dei The Fratellis, "Total Eclipse Of The Heart" di Bonnie Tyler e "Gretest DJ" di The Ting Ting.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso per eventuali errori di battitura o di ortografia.

E ora i ringraziamenti:Missjude(Innanzitutto,TANTI AUGURI!!!!!Anche se molto in anticipo!Beh era ora che James gli restituisse il "favore",no?Mica Ronnie poteva passarla liscia in quel modo!Te l'avevo detto che sarebbero stati i Serpeverde quelli che avrebbero sorpreso di più!Luke specialmente solleverà un vespaio di polemiche andando avanti,ma x il momento diciamo che sta cercando di trovare la sua "redenzione",visto quello che ha fatto...Il problema di Ron ed Herm è che fin da ragazzi sn stati molto orgogliosi,si sn fidanzati giovani e hanno sempre vissuto uno in funzione dell'altro,finchè Ron nn si è accorto che c'era un intero mondo al di fuori di quell'universo che avevano creato insieme e ha deciso di "esplorarlo";nn parlo solo di Cassie,ma anche di tante altre cose,attenzione!Il problema è che Herm nn lo ha seguito ed è rimasta ancorata a quell'immagine "perfetta" ke aveva di loro...Vedrai i tuoi junior preferiti faranno un altro piccolo passo avanti,e i tuoi WeLove ti faranno sciogliere...Non dico altro!), Pikkola(Sono sempre felice quando riesco a far cambiare idea su Scorpius ed Al...Io personalmente li adoro,ma si sa,io sono di parte!La lite fra Lily ed Harry andrà avanti ancora un pò ed avrà delle ripercussioni anche sul rapporto fra lui e Ginny;al contrario per Luke ed Alice ci sono speranze migliori...),WingsHP(Luke avrà l'aiuto di un'inaspettato Cupido,ma dovrà sudare parecchio per sistemare tutto,almeno così ha dimostrato a tutti di essere veramente innamorato;Allison,invece,sa benissimo cosa vuole,un pò come Rose,ma la frena un pò la differenza d'età e la gelosia dei suoi padri se si scoprisse della storia con Fred...Del resto chi vorrebbe affrontare la gelosia di BEN due padri prima del necessario?),IRE'89(Grazie x i complimenti!Forse hai ragione,qnd parlo di Ronnie e Becca mi lascio andare la mano, rischiando il coma diabetico,spero di trovare la via di mezzo giusta!Però vorrei spezzare una lancia a favore del povero Ronnie:lui nn ha la più pallida idea di cosa sta continuamente interrompendo...Come potrebbe?Quindi,dal suo punto di vista,che male c'è ad interrompere un'uscita fra 2 cugini?...E' vero,Fred è un pò malandrino,ma diciamo anche che Allie gli sta dando volentieri una mano(ma come biasimarla,povera cara?)Per vedere la reazione di Seamus e Rupert ci vorrà ancora un pò,ho in mente qlcs di divertente e imbarazzante allo stesso tempo...George Weasley 4 President!Non credevo raccogliesse così tanti consensi al contrario di Harry,nonostante le 2 situazioni siano simili!Forse a differenza del cognato,George ha imparato a dare ascolto alla moglie prima di prendere una decisione,a fidarsi del suo giudizio e anke a cedere se proprio è necessario...Grazie x la fiducia riguardo Ron ed Hermione!),Ron'84(Devo veramente ringraziarti;la tua recensione mi ha portato a riflettere e a fare un piccolo esame di coscienza facendomi capire che forse stavo sbagliando nel modo in cui intendevo gestire la storia fra Al e Scorpius:mentre leggevo qllo che avevi scritto,mi sono ritrovata d'accordo con il 99% delle tue affermazioni e ho deciso di seguire quell'istinto che inizialmente avevo represso.Grazie ancora!),Elly(Ron è cresciuto,credimi...Ha smesso di essere ragazzino qnd ha dovuto occuparsi di tt la famiglia Weasley praticamente da solo,ma si arriva ad un punto nella vita,in cui si è stufi di capire le motivazioni degli altri,anche se sn qlli che ami di +,senza che qlcn abbia mai fatto lo stesso x te.Entrambi hanno torto in quella situazione e solo qnd se ne renderanno conto potranno veramente far pace...Alice perdonerà Luke?Beh,diciamo che lui sta facendo del suo meglio perchè qst accada,e nel prox capitolo verrà inaspettatamente aiutato da una persona insospettabile...),Tonks'17(Grazie x i complimenti...anche qlli inventati!I fratelli Potter sn una "forza invincibile",io li vedo così: pronti a schierarsi uno a fianco dell'altro alla prima necessità e saranno varie le occasioni in cui questo verrà mostrato...Penso che se George sapesse tutta la storia fra Luke e Alice,del ragazzo resterebbero solo le briciole,quindi meglio evitare!Il grande gesto romantico ci sarà,anche se nn ho ancora ben deciso quale,aspetto un segno dall'alto che mi aiuti a capire quale dei due è meglio;Fred ha 17 anni ed Allison sta x compierne 15,quindi nn c'è una grande differenza d'età e x rispondere alla tua domanda,no nessuno conosceva Luke xkè quando è andato in visita a Seattle nn aveva incontrato nessuno dei 3 fratelli di Alice.Si era tenuto ben nascosto!Tranquilla,il "grande annuncio" di George e Luna nn è ancora stato fatto,quindi sei ancora in tempo x conoscere la reazione di tutti i componenti della famiglia,anzi ti anticipo che provocherà un bel pò di scompiglio,+ del dovuto!).

Ok,passiamo allo spoiler...vediamo se indovinate di chi sto parlando:

"Uno schiaffo lo colpì sulla guancia destra,poco sotto l'orecchio,lasciandolo interdetto,lo sguardo nei suoi occhi.

Mentre ancora cercava di capire quello che era appena successo,due braccia si strinsero attorno al suo collo e la bocca di lei cercò la sua."

 

Bene,è ora di chiudere qst capitolo interminabile,vi do appuntamento al prox capitolo...

"The boys are back in town"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 23
*** The boys are back in town ***


boys

 

"I'm sure I'm not being rude, but it's just your attitude,
It's tearing me apart, It's ruining everything."

 

-Credi che abbiamo fatto la scelta giusta?-le domandò per l'ennesima volta.
Sua moglie sorrise,divertita dai dubbi e dalle incertezze dell'uomo,e annuì.
-Per la decima volta,sì sono sicura...Andiamo adesso non iniziare a fare il padre apprensivo e retrogrado!-lo accusò scherzosa.
Harry aggrottò la fronte e la fissò,staccando per un'istante lo sguardo dalla strada davanti a lui.
Permettere ai loro figli adolescenti di trascorrere il Capodanno da soli,e concedergli anche la casa di Grimmuald Place era stata un'idea esclusiva di Ginny.
Quando i ragazzi erano andati a parlarle,chiedendole di essere "esentati" da quell'ennesimo Capodanno in famiglia,la donna non aveva avuto cuore di negargli quella possibilità e alla fine aveva acconsentito,ponendo però delle condizioni:non avrebbero dovuto esserci alcool,la festa sarebbe stata riservata soltanto ad un ristretto numero di ragazzi,per evitare che si venisse a sapere di quella casa e,infine,aveva imposto ai propri figli di presentarsi la mattina dopo alla Tana per fare gli auguri al resto della famiglia e ai nonni.
Fin da subito,Harry aveva espresso le sue rimostranze:era una buona idea mandare un gruppo di adolescenti in una casa semivuota,dove l'unica cosa rimasta dai vecchi tempi erano i letti?
-Sembra quasi un invito a darsi alla pazza gioia!-le aveva fatto notare.
Per un'istante Ginny si era chiesto che idea avesse il marito dei propri figli,poi gli aveva spiegato che lei,contrariamente a lui,aveva fiducia nei ragazzi:era sicura che quella serata sarebbe andato tutto per il meglio,senza estremismi,senza alcool o sesso a rovinare il divertimento.
-Del resto stiamo parlando di un gruppo di cugini!-gli aveva fatto notare.
-E Ronald e Rebecca?-aveva ribattuto Harry prontamente.
Ginny aveva scosso la testa.
-Nostro figlio non farà una cosa del genere...Non si azzarderà neanche a pensarlo-
Sul viso di Harry era apparso un piccolo sorriso ironico.
-Li vedi ancora come dei bambini-le aveva detto con voce sicura.
Lei aveva scosso la testa.
-No,tranquillo...Lo so che stanno diventando grandi e che hanno certe "curiosità" sul sesso,anche se sinceramente non ci voglio pensare.
Ma se Ronnie si azzarda a fare una cosa del genere,quando quella ragazza è sotto la nostra responsabilità,credimi tesoro sono pronta a fargli veramente male...-gli aveva spiegato seria.
Alla fine,dopo lunghe discussioni,Harry era riuscito a mettere da parte i suoi dubbi,o almeno così era sembrato in un primo momento.
Ora,mentre erano in viaggio verso la Tana,ricominciava di nuovo a pensare che non avessero fatto la scelta migliore.
-Non si tratta di essere retrogradi,è solo che ho paura di aver concesso troppa libertà.
Alla loro età noi...-iniziò poi.
-Amore alla loro età tu stavi combattendo qualcosa che era più grande di te ed io ero in un angolo a fare la maglia e ad aspettarti,quindi non credo si possano fare questi paragoni,non credi?-gli domandò poi guardando il suo volto.
Harry storse la bocca verso destra e sospirò rumorosamente dal naso,continuando a fissare la strada.
-Ascolta,perchè non proviamo a fidarci dei nostri figli?
Se dovesse succedere qualcosa,allora li rimprovereremo e li puniremo,ma ora non ha senso preoccuparsi,quindi per favore,per favore vorresti iniziare a rilassarti?-gli domandò posando una mano su quella di lui ferma sul cambio e sorridendogli.
Harry la guardò velocemente prima di annuire.
-Ok,hai ragione tu-convenne lui.
Ginny si sporse leggermente,quel tanto che le permetteva la cintura di sicurezza,fino a posare un bacio sulla guancia dell'uomo e poi tornò a guardare la strada davanti a sè,mentre nella macchina calava il silenzio.
-Papà?-chiamò Emy,che fino a quel momento aveva ascoltato la discussione dal sedile posteriore.
-Dimmi tesoro-
-L'anno prossimo posso invitare dai nonni il mio fidanzato?-chiese la bambina cercando lo sguardo del padre nello specchietto retrovisore.
Ginny sorrise,felice che la figlia non potesse vederla e lanciò un'occhiata a Harry,la cui espressione tranquilla era stata spazzata via dall'incredulità.
-Da quando hai un fidanzatino?-domandò poi voltandosi indietro verso la figlia.
Emy alzò le spalle.
-Da un pò...Si chiama Micheal-rispose la bambina con calma.
Ginny annuì cercando di restare seria.
-E' nella mia scuola e fa parte della squadra di calcio;all'inizio non mi era tanto simpatico,ma poi da quando gli ho dato un calcio ci siamo fidanzati-
-Gli hai dato un calcio?Emy Potter dove hai imparato queste maniere da selvaggia?-domandò la madre incredula.
-Ma mamma...-
-Niente scuse signorinella-
Ginny tornò a voltarsi sul sedile e lanciò un'altra occhiata al marito,leggermente più calmo, forse proprio per via di quell'attacco fisico fra Emy e quel bambino.
Se ancora si prendevano a calci,c'era ancora molta strada da fare...
-Allora posso invitarlo?-chiese ancora la bambina imperterrita.
La donna fece per rispondere,ma Harry la anticipò.
-Perchè non ne parliamo l'anno prossimo?Sempre che per allora sia ancora tutto intero...-

 

-NON POSSO CREDERE CHE VOI ABBIATE FATTO UNA COSA DEL GENERE!-
Se l'aspettavano una reazione del genere,forse anche più violenta,tipica di un'adolescente in preda alle pene d'amore e agli sonvolgimenti sentimentali tipici di quell'età,ma avevano deciso di tirare avanti per la loro strada sicuri che quello che stavano facendo era ad esclusivo beneficio di Alice.
O almeno queste erano le sicurezze di Luna.
A giudicare l'espressione sul volto di George era lampante che non fosse più tanto convinto di quello che avevano deciso insieme pochi giorni prima.
-Lo abbiamo fatto per il tuo bene-le disse infatti l'uomo con voce leggermente più titubante.
Non gli aveva detto di mostrarsi sicuro e convinto della scelta che avevano fatto?
Mostrarsi incerto avrebbe soltanto provocato altre grida,rimandando così il momento delle spiegazioni che,era sicura,avrebbe risolto quel piccolo conflitto.
-IL MIO BENE?LO AVETE INVITATO QUI,A CASA NOSTRA,PER IL CAPODANNO!COME POTREI SENTIRMI MEGLIO AVENDOLO SEMPRE INTORNO?-domandò la figlia incredula.
-Tesoro perchè non ti calmi e ci lasci spiegare con calma?-chiese di rimando Luna con voce calma e tranquilla.
Il tono basso usato da sua madre indusse Alice a calmarsi,almeno per il momento,e a fissarla in attesa delle tanto attese spiegazioni.
Luna lanciò uno sguardo a George,che la fissò di rimando,e poi prese un respiro profondo.
-So che adesso non mi crederai,che sei arrabbiata a morte con me e con tuo padre,ma credimi quando dico che lo abbiamo fatto per te.
Quel ragazzo ti ha aspettato per ore al freddo,incurante della possibilità che tuo padre andasse lì fuori e lo costringesse ad andarsene a calci...Vorrà pur dire qualcosa,no?-domandò Luna alla figlia.
-E credimi sono stato tentato-intervenne George osservando il viso di sua figlia.
Luna sorrise e scosse la testa a quelle parole.
Alice restò in silenzio qualche istante prima di sospirare rumorosamente e allontanarsi i capelli dalla fronte con una mano.
-Mi hai detto che soltanto io potevo decidere se valeva la pena battermi per la mia storia d'amore...-le ricordò fissando il volto di sua madre.
Luna annuì con sicurezza.
-Lo penso tutt'ora.
Però prima di gettare tutto al vento devi ascoltare le sue ragioni e cercare di vedere il suo punto di vista...-
-Come puoi difenderlo in questo modo?Sono io tua figlia,sono io che sono stata delusa e ferita!-ribattè Alice prontamente.
George si avvicinò alla ragazza e le prese una mano,attirando la sua attenzione.
-Hai perfettamente ragione,tu sei nostra figlia.
Sei la mia piccola lumachina e sai che non farei mai niente che possa ferirti o che possa farti star male,vero?-
Alice abbassò lo sguardo sulle proprie ginocchia e annuì.
-Personalmente se potessi impedirei a qualsiasi ragazzo di avvicinarsi a te per almeno i prossimi vent'anni ma,anche se non mi piace ammetterlo,ora c'è questo ragazzo.
E,nonostante gli errori che può aver commesso con te,sta cercando di riparare,di farsi perdonare.
Sai perchè?-chiese alla figlia cercando di incontrare il suo sguardo.
Era assurdo che proprio lui dovesse convincere sua figlia a dare un'altra possibilità a quel ragazzo,ma se non avesse almeno provato a mostrarsi collaborativo,Luna non glielo avrebbe perdonato e non avrebbe smesso di accusarlo di essere troppo apprensivo e paterno nei confronti della figlia.
-Forse perchè è masochista?-chiese Alice senza alzare lo sguardo.
George sorrise e scosse la testa,anche se lei non poteva vederlo.
-No tesoro,o forse anche per quello...
Ma credo che principalmente sia dovuto al fatto che ha capito che non può stare senza di te,si è reso conto quanto speciale sei e quanto è fortunato ad averti-le disse serio l'uomo.
Nella stanza scese il silenzio mentre Alice rifletteva sulle parole del padre ed i due adulti si lanciavano uno sguardo per chiedersi silenti se non ci fosse qualcos'altro da aggiungere.
Finalmente la ragazza rialzò lo sguardo e lo fissò sul volto del padre,pensierosa e curiosa allo stesso tempo.
-Perchè ti stai dando tanto da fare per Luke?Lo hai visto soltanto una volta,lo conosci a malapena...-
George si morse l'interno del labbro inferiore e restò qualche istante in silenzio,riflettendo su quale risposta dare alla figlia:dirle che era stato quasi costretto dalla madre oppure dirle che lo faceva perchè era stanco di vedere quell'espressione triste che sembrava essersi stampata sul suo volto?
No,forse c'era una risposta peggiore...
-Perchè anche io come Luke,all'epoca, ho fatto un'errore e vorrei che all'epoca qualcuno avesse preso le mie parti come io sto facendo per lui-disse sincero.
Sentì su di sè lo sguardo di sua moglie,ma continuò a fissare gli occhi di Alice,così intensi e curiosi.
-Parli di Justin?-domandò non riuscendo a frenare in tempo la lingua.
George accennò un sorriso e alzò le spalle.
-Di Justin e di tante altre cose...-si limitò a dire.
Sua figlia annuì,quasi avesse trovato un senso alla relazione fra i suoi genitori soltanto con quelle poche parole e sospirò nuovamente.
-Posso dirgli di andar via in qualsiasi momento,vero?-chiese volgendo lo sguardo verso la madre.
-Nell'attimo esatto in cui la situazione diventa pesante-convenne la madre.
Con un'ultimo sospiro,Alice si coprì il viso con entrambe le mani e annuì.
-Va bene-


La fine dell'anno è sinonimo di feste,specialmente negli Stati Uniti.
Si inizia con Halloween,i suoi costumi ed i suoi dolcetti,poi c'è il giorno del Ringraziamento, sinomimo di opulenza e mal di pancia(o almeno così era per la loro famiglia),ed infine, come fanalino di coda arrivavano le due feste più importanti:il Natale e il Capodanno.
Fin dal primo anno in cui si erano trasferiti a Seattle,Rupert e Seamus avevano cercato di vivere al meglio il "sogno americano",lasciandosi coinvolgere anche dalle feste tipicamente americane.
Ma entrambi erano consapevoli,anche se non ne parlavano mai l'uno con l'altro,che le feste che apprezzavano di più,almeno prima dell'arrivo di Allison,erano Halloween ed il Capodanno,cioè quelle feste che non richiedevano troppo coinvolgimento emotivo.
Le altre due feste portavano con sè ricordi di famiglie felici sedute attorno al tavolo a bere zabaione,o di bambini ansiosi di aprire i regali...tutto ciò che entrambi cercavano di lasciarsi alle spalle perchè troppo doloroso.
Soltanto la nascita di Allison aveva restituito un pò della leggittima gioia a quelle feste.
C'erano però dei limiti:i due uomini erano abituati alla solitudine,al fatto di festeggiare il Natale in famiglia,senza "estranei" di sorta,persone irrazionalmente allegre che cercavano ad ogni costo di farti sorridere o di "renderti felice".
Ogni anno,a turno,i colleghi di Rupert e di Seamus invitavano il trio ad unirsi alle loro famiglie per evitare di restare soli il giorno di Natale,ma ogni volta quegli inviti venivano rigettati:ognuno ha i propri rituali per quella notte e anche loro li avevano.
Ad esempio avevano la strana abitudine di festeggiare il Natale in pigiama,con una vestaglia rossa che richiamasse il rosso del naso della renna Rudolph che avrebbe guidato Babbo Natale sopra la loro casa;inoltre nascondevano i regali in giro per la casa per evitare che Seamus,con la sua curiosità quasi adolescenziale aprisse i pacchetti prima della mezzanotte per poi scartarli tutti insieme seduti sul divano nel salotto.
Infine,quando Allison andava a letto,Seamus e Rupert facevano zapping sui tanti canali del satellite finchè non trovavano "La vita è meravigliosa" con James Stewart,e concludevano la serata con le inevitabili lacrime del biondo.
Ma quell'anno non avevano potuto rifiutare quell'invito.
Nonostante l'idea non lo attirasse per niente,Seamus aveva capito che Harry aveva bisogno del suo aiuto per evitare che quella lite con Lily degenerasse e,oltre a questo,si era aggiunta la richiesta di supporto da parte di George e Luna,che avevano deciso di parlare del cancro alla famiglia Weasley e avevano bisogno di un sostegno.
Del resto sarebbe stato difficile da spiegare perchè avevano tenuto tutti all'oscuro,ma perchè chiedere il loro intervento quando c'era già Ron ad aiutarli?
Ma vittime di un cuore troppo tenero,alla fine Seamus e Rupert avevano accettato ed ora erano in una delle camere della Tana,cercando di non pensare a come sarebbe stata diversa la loro serata se fossero stati a casa.
-Credi che dovrei mettermi la cravatta?-domandò Rupert avvicinandosi allo specchio a figura intera con la giacca nera ed una cravatta viola scuro.
Seamus,sdraiato sul letto,lo fissò qualche istante prima di alzare le spalle.
-Staresti benissimo anche con indosso la vestaglia...-lo punzecchiò.
Rupert sorrise e lo fissò per un'istante dallo specchio.
-Non tentarmi...Ma non credo che sarebbe appropriato.
Vada per la cravatta viola-disse voltandosi e gettando la giacca sul letto.
-Io invece penso che non dovresti indossarla affatto:non sei ad un convegno medico,siamo fra amici!-gli fece notare.
L'altro sbuffò leggermente e si lasciò cadere dalla sua parte del letto,puntando entrambi i gomiti.
-Ripetimi ancora una volta perchè siamo qui-gli disse poi alzando lo sguardo sul suo volto.
Seas sorrise leggermente:era lampante che Rupert non era al settimo cielo per essere di nuovo in Inghilterra,ma il fatto che lo avesse accompagnato nonostante tutte le perplessità e le dimostranze,glielo faceva amare ancora di più.
-Perchè stiamo cercando di aiutare degli amici?-tentò il biondo staccando la schiena dalla spalliera del letto.
Rupert annuì lentamente.
-Quindi vediamo se ho capito bene:noi siamo qui per aiutare Harry con sua figlia e per evitare che George e Luna vengano attaccati dalla loro famiglia quando verranno a conoscenza del cancro.Giusto?-
Seamus annuì.
-Beh,la prima parte del lavoro l'hai portata a termine,questa sera ci occupiamo della seconda... Credi che ce la faremo a prendere l'aereo di domani sera?-domandò poi il compagno.
L'altro sorrise e scosse leggermente la testa.
-Sei essere davvero indispondente quando vuoi!Perchè tutta questa fretta di tornare a casa?Non avrai accettato un turno la sera del primo,per caso?-provò Seamus.
Conoscendo suo marito sapeva che poteva anche essere vero!Lui e la sua assurda "passione" per il suo lavoro...
Rupert scosse la testa e sospirò.
-E' solo che non capisco che ci stiamo a fare qui...Questa non è la nostra famiglia,non è casa nostra e ormai non è neanche più la nostra città.
Voglio dire:sai che stavo per perdermi questa mattina?Ed ero solo uscito a comprare il giornale!
Ormai conosco le strade di Seattle meglio di quelle di Londra-gli fece notare serio.
Su questo doveva dargli ragione:anche lui si era sentito spaesato quando guardandosi intorno non aveva trovato quei negozi che erano stati il suo punto di riferimento quando era ragazzo.
Era come se un mondo fosse scomparso sotto i suoi occhi e lui non se ne fosse accorto!
-Ok,hai ragione anche tu...Almeno in parte.
Ma loro sono i nostri amici e ci sarebbero rimasti male se non ci fossimo uniti a loro,in un momento tanto particolare e...-
-Alla fine se ne sarebbero fatti una ragione!Avrebbero pensato che volevamo stare da soli dopo i mesi pesanti passati e non ce ne avrebbero fatto una colpa.
Perchè dobbiamo sempre capire gli altri Seas,giustificarli quando loro non hanno tutta questa accortezza per noi?-gli domandò fissando serio il suo sguardo.
Molte volte lo aveva rimproverato di essere troppo disponibile e troppo buono,e lui sapeva che quei rimproveri erano meritati,ma gli era impossibile cambiare:che senso avrebbe avuto alla sua età?
Sapeva anche perchè suo marito era così restio a trovarsi in una grande famiglia come i Weasley:nonostante non volesse mai parlarne,Seamus sapeva che anche lui veniva da una famiglia numerosa,con vari fratelli e sorelle.
Da quando i suoi genitori avevano tagliato ogni rapporto con lui in seguito alla sua "condotta scandalosa" aveva fatto di tutto per evitare di trovarsi di nuovo a far parte di un gruppo così numeroso per evitare che la memoria portasse a galla ricordi tristi.
Seamus non gli aveva mai chiesto notizie su di loro,e tutto quello che sapeva lo aveva messo insieme da piccoli racconti che era riuscito a collegare e con il tempo aveva imparato anche a riconoscere dalle sue espressioni distanti cosa stesse pensando.
E come fare per farlo tornare di buon'uomore.
-Rupert ti prometto che saremo su un aereo il prima possibile:questa sera tutti sapranno del cancro, la questione sarà risolta e tu non dovrai preoccuparti ulteriormente-lo rassicurò avvicinandoglisi sul letto.
L'altro lo fissò qualche istante prima di sospirare rumorosamente e abbassare la testa.
-Senti il mio piano:sbrighiamo tutte le faccende che restano ancora qui,e ce ne torniamo a casa con il primo volo.
Una volta lì ci spalmiamo sul divano e ci facciamo portare qualcosa dal nostro ristorante coreano di fiducia e magari,se siamo veramente fortunati,riusciamo anche a beccare una replica de "La vita è meravigliosa".
Che ne dici?E' abbastanza allettante da aiutarti a superare la serata?-gli domandò avvicinando le labbra al suo orecchio più vicino.
Un lieve sorriso divertito apparve sulle labbra di Rupert,che fissò per qualche altro istante ancora la trama del copriletto prima di alzare la testa ed incontrare gli occhi del marito.
-Veramente manca una cosa per rendere il piano veramente perfetto...-disse con una luce maliziosa negli occhi.
Seamus sorrise e avvicinò le labbra alle sue per un veloce bacio.
-Davvero?-chiese staccandosene il tempo necessario per parlare.
Rupert riprese a baciarlo,una mano fra i suoi corti capelli biondi.
Alla cena mancava ancora un'ora,forse potevano impiegare il tempo in qualcosa di meglio che discutere sulla famiglia Weasley...

 

-Non sai come sono felice di rivederti!Fatti abbracciare-
Le braccia strette attorno al suo collo,gli occhi umidi di lacrime,Hermione strinse in un'abbraccio la cognata che non vedeva da mesi e che in quel lungo periodo di lontananza sembrava diventata un'altra persona:era dimagrita,i capelli erano più corti di come li portava di solito e ad un primo sguardo dava la sensazione di essere fragile,al punto da portersi rompere con un solo tocco.
Luna si lasciò abbracciare e ricambiò la stretta per qualche minuto prima di staccarsi dall'amica e sorriderle.
-Avanti!Non sono stata via così tanto...-commentò tentando di dare alla propria voce un tono duro.
Ma Hermione si accorse dello sguardo commosso che la donna aveva:possibile che avesse sentito la loro mancanza al punto da essere in lacrime in quel momento?
Lei,ora,avrebbe pagato oro per essere da tutt'altra parte e non dover affrontare la famiglia Weasley,ma aveva deciso di non pensare a quello che sarebbe successo di lì a poche ore:voleva vivere quella serata senza alcun pensiero,decisa per una volta a fregarsene di tutto e tutti.
Ron voleva il divorzio?Voleva dire a tutti come stavano le cose?Bene,che lo facesse allora!
A lei era stanca di cercare di ripare ai suoi errori!
George si avvicinò alla moglie mettendole una mano sulla spalla sinistra e sorrise ad Hermione.
-Ehi Herm,ti va di farmi compagnia per un bicchiere di vino?-le domandò cortese.
Quella sì che era una buona idea!
-Assolutamente!Non è mai troppo presto per ubriacarsi a questo tipo di feste-scherzò la riccia.
George rise divertito e cercò lo sguardo della moglie.
-Vuoi qualcosa?-le domandò.
Luna sorrise e scosse la testa.
-Per il momento sto bene così-gli disse per poi tornare a guardare Hermione-ma mi raccomando non ubriacarti troppo presto.
Abbiamo tante cose di cui parlare!-
Hermione annuì e le fece un lieve sorriso prima di intercettare Ginny che passava a pochi metri da loro.
-Ehi!E' da quando siamo arrivati che non fai altro che andare avanti ed indietro,qualche problema?-
Ginny scosse la testa,per poi accennare un lieve sorriso.
-No,sono le solite crisi della mamma:il tacchino e le torte ed i contorni...Sembra che niente sia andato come voleva quest'anno-si lamentò la rossa.
-Forse è troppo contenta di avere i suoi ragazzi a casa per cucinare bene-scherzò Luna.
-Tanto non si accorgerebbero nemmeno della differenza!Il cibo di Molly per loro è fantastico in ogni caso-commentò Hermione.
Ginny annuì e fece per parlare,ma fu interrotta da George che si unì a loro per portare il bicchiere di vino ad Hermione ed unirsi a loro.
-Su chi si spettegola?Scommetto che stavate parlando del nuovo vestito delle feste di Percy: avete visto quanto assomiglia ad una zucca?-fece notare l'uomo.
Le tre donne trattennero una risata e,quasi all'unisono lanciarono un'occhiata al fratello:questi indossava un completo giacca e cravatta arancione,in perfetto coordinato con il colore dei suoi capelli che lo faceva assomigliare ad una carota o ad una zucca.
-Ma perchè Lucy lo lascia andare in giro così?-domandò in un sussurro Luna al marito.
-Lei crede sia la cosa più chic che Percy potesse indossare-ribattè l'uomo.
Ancora una volta le risatine vennero trattenute a stento per paura che venissero colte anche dalla parte offesa e solo dopo qualche istante riuscirono a trovare un contegno.
-Dov'è Harry?-domandò George guardando la sorella.
Ginny sospirò e si guardò in giro per la stanza alla vana ricerca del marito.
-L'ultima volta che l'ho visto stava facendo di tutto per non chiamare James sul cellulare,ma ora non so se sia con Ron o meno-disse sinceramente ignara.
-Sai è stato un bene che i ragazzi organizzassero questa festa...Sarebbe stato un vero mortorio qui per loro-commentò George con voce sicura.
Sua sorella sorrise,quasi lui avesse appena detto una barzelletta.
-Non farti sentire da Harry,mi raccomando!Si sta ancora chiedendo che tipo di droghe avevamo preso quando gli abbiamo dato il permesso-
-Quelle abituali,no?-scherzò ancora il rosso.
In quell'attimo il suono del campanello risuonò nel salotto,sovrastando per un'istante la musica,e lo sguardo di George e Luna cercò Alice,che sembrava pietrificata seduta sul divano accanto alla nonna.
-Aspettiamo ancora qualcuno?-domandò Hermione sorpresa.
Pochi istanti e Luke entrò nel salotto accompagnato da nonno Arthur,restando sulla porta incerto dopo aver incontrato lo sguardo di Alice,finchè un'ennesima sollecitazione del padrone di casa non lo aveva convinto a seguirlo.
-Chi è quel ragazzo?-domandò Ginny che aveva visto il ragazzo insieme al padre.
-E' un'amico di Alice...-fece George.
-E' il suo ragazzo-specificò Luna-Hanno qualche problema e stiamo cercando di aiutarli a sistemare le cose,per il bene di Alice-
Hermione aggrottò la fronte a quelle parole.
-Cioè lo avete invitato voi?-chiese incredula.
Entrambi annuirono.
-Non siete un pò troppo invadenti?-chiese Ginny.
-Ok so che può sembrare così,ma le cose sono più complicate...Del resto neanche noi sappiamo come stanno veramente le cose fra di loro-ribattè George a quelle che sembravano accuse.
-Alice è stata male per tutte le settimane che restavano prima del nostro ritorno a Londra,non ha fatto che piangere e,quando siamo arrivati qui,quel ragazzo si è presentato davanti alla porta nella speranza di parlare con lei-raccontò Luna.
-Ha aspettato fuori per ore e quando Alice è tornata ha cercato in tutti i modi di farle cambiare idea,ma essendo testarda come sua madre,Alice non ha voluto sentire ragioni...-continuò George.
-Ah ah,molto divertente...Comunque il motivo per cui lo abbiamo invitato è perchè si chiariscano una volta per tutte.
Così almeno,se decidono che è veramente finita,possono andare avanti con le loro vite-
Le due donne restarono qualche istante in silenzio,fissandoli riflettendo sulle loro ultime frasi.
-Voi due fareste la gioia di ogni adolescente-commentò infine Hermione.


Era strano trovarsi lì,un'intruso in una festa famigliare.
Quando il giorno prima aveva ricevuto l'invito aveva creduto si fosse trattato di un'errore;era impossibile che Alice lo invitasse a prendere parte ad una festa di famiglia,specialmente ora che le cose fra loro erano così incerte e prolematiche:lui stesso non avrebbe messo insieme i suoi genitori ed Alice.
Ma nel suo caso le cose erano diverse...
Mentendo abilmente era riuscito ad ottenere il permesso per andare a quella festa e,in perfetto orario,si era presentato alla stessa porta davanti a cui aveva aspettato ore neanche una settimana prima:ora riusciva addirittura ad entrarci!
Le cose stavano migliorando,lentamente ma si notavano dei piccoli cambiamenti.
Almeno questo era pensato quando una versione più anziana del padre di Alice non gli aveva aperto la porta e lo aveva invitato ad entrare;ma le sue certezze erano crollate quando aveva posato per la prima volta lo sguardo sulla ragione che lo aveva spinto ad essere lì e l'aveva vista voltare il viso neanche fosse disgustata dalla sua sola vista.
Aveva fatto buon viso a cattivo gioco,lasciandosi presentare a tutti da quel simpatico "vecchietto" che sembrava averlo preso subito in simpatia per il solo fatto di essere amico di sua nipote per poi essere affidato alla moglie che gli aveva letteralmente riempito il piatto di cibo.
-Sei un pò macilento-gli aveva detto a mò di spiegazione.
Luke aveva ringraziato e aveva iniziato a spiluccare un cosciotto di tacchino lo sguardo che vagava per la sala soffermandosi ora su uno ora sull'altro componente della famiglia,finchè Alice non si era avvicinata abbastanza a lui per essere a portata di voce.
-Tua nonna mi ha messo all'ingrasso-disse per rompere il ghiaccio.
Lei alzò le spalle e si riempì un bicchiere,ignorandolo.
-Però è una cuoca davvero eccezionale...-
-Dovresti farli a lei questi complimenti-gli fece notare lei senza guardarlo.
-Ho paura ad avvicinarmi di nuovo a lei con il piatto ancora pieno,non vorrei offenderla-spiegò Luke.
La vide restare in silenzio,le dita di una mano strette attorno al bicchiere e gli occhi fissi sulla punta delle sue scarpe.
-Perchè hai accettato quest'invito Luke?-domandò lei cambiando completamente discorso.
Il ragazzo posò il proprio piatto da una parte e la fissò qualche istante prima di parlare di nuovo.
-Ho pensato che fosse una buona occasione-rispose poi sincero.
Alice si voltò,e ricambiò il suo sguardo.
-Una buona occasione per cosa?-chiese ancora.
Luke si alzò e fece un paio di passi verso di lei,per evitare che uno dei suoi zii,ora più vicini a loro,sentisse le loro parole.
-Per avere qualcosa da ricordare nel caso tu non volessi più rivedermi...So di non essere la persona che preferisci al mondo,in questo momento,ma per me era importante avere qualche altro ricordo oltre alla nostra ultima conversazione-
Continuando a restare in silenzio,Alice aveva riabbassato lo sguardo e aveva respirato rumorosamente e Luke approfittò di quel momento per avvicinarsi a lei di un altro paio di passi.
-Quindi se io ti chiedessi di sparire dopo questa sera,di non farti più vedere,tu lo faresti?-gli domandò poi lei alzando lo sguardo sul suo volto.
Nonostante fosse l'ultima cosa che volesse realmente,Luke annuì.
-Hai la mia parola-le assicurò.
Alice si morse il labbro superiore e annuì.
-Ti prendo in parola allora-
L'attimo dopo gli voltò le spalle e si allontanò.

 

-Forse non ho capito bene...Tu cosa?-
L'espressioni incredule sulle loro facce erano impagabili.
Avevano provato ad immaginarsi come avrebbero reagito quando avrebbero sganciato su di loro la "bomba" del cancro e,ancora una volta,la loro famiglia aveva rispettato tutti i pronostici:il più calmo del gruppo era ovviamente Ron,pago della sua consapevolezza;mamma Weasley stava tomentando un fazzoletto sull'orlo delle lacrime e anche Ginny sembrava sul punto di scoppiare a piangere.
Hermione sembrava la più incredula,come se cercasse una spiegazione logica a quello che loro avevano appena detto,ma cosa c'era di sensato in tutta quella storia?
Luna accennò un sorriso e strinse la mano di George abbandonata contro il suo braccio.
-Ho avuto il cancro,o forse dovrei dire ce l'ho ancora,visto che non si può mai dire con questo tipo di malattia-ripetè la donna con una voce calma che non sembrava nemmeno la sua.
-E' uno scherzo?-domandò Harry.
George scosse la testa.
-Vorrei tanto che lo fosse,ma purtroppo non è così.
Però smettetela di fare quelle facce!Il peggio sembra passato e...-disse l'uomo cercando di smuovere gli altri.
-Ma quando è successo?Come è successo?Perchè...-chiese Ginny ancora incredula,ma cercando di capire meglio la situazione.
-E' iniziato tutto a giugno dello scorso anno:ero nella doccia è ho sentito qualcosa di strano vicino al seno destro.
Ne ho parlato con George,e siamo andati a fare dei controlli...Era un tumore e andava operato il prima possibile per poter iniziare la chemioterapia-
A Luna e George sembrò quasi di vedere il collegamento che facevano i loro parenti fra i capelli corti della donna e l'ultima parola che lei aveva appena detto.
-Ma perchè rischiare con la chemio e non lasciare che i medimaghi risolvessero il problema?-domandò ancora Hermione,la più pragmatica di tutto il gruppo.
-Perchè c'erano delle alte possibilità di diventare sterili ed io non era disposta a mettere sul piatto della bilancia la possibilità di avere figli-spiegò ancora Luna.
-Neanche se dall'altra parte c'era la possibilità certa di salvarti la vita?-domandò Ginny d'accordo con Hermione.
La bionda scosse la testa.
George sorrise leggermente divertito:era uno spasso vedere come i discorsi pratici dei loro familiari si scontrassero con la sicurezza di Luna.
Almeno lo faceva sentire meno solo.
-Per questo siete partiti per Seattle?-chiese Charlie,lo sguardo sul viso della cognata.
George annuì.
-Dopo aver preso la decisione di usare la medicina babbana,abbiamo fatto alcune ricerche e ci siamo rivolti a Seamus e Rupert che ci hanno messo in contatto con le persone giuste e nel giro di pochi mesi eravamo pronti per partire-disse brevemente.
-Ma perchè portarvi dietro anche i ragazzi?Se ce lo aveste chiesto li avremmo ospitati finchè non fossero tornati ad Hogwarts,o saremmo venuti con voi...Perchè tenerci all'oscuro di tutto quanto?-domandò Ginny,ancora allibita per il comportamento di George e Luna.
La bionda si lasciò andare ad un piccolo sorriso.
-Veramente la nostra idea era di tenere il segreto anche con i ragazzi,almeno finchè non tornavano a Hogwarts e poi partire per Seattle,ma quel piano non ha funzionato neanche ventiquattro ore e quando l'hanno scoperto non abbiamo potuto impedirgli di venire con voi...Anzi,visto come sono andate le cose,certe volte,forse è stato meglio che loro fossero lì.
Ma non sono pentita di avervi tenuto all'oscuro:vi saresti agitati,preoccupati e non avreste potuto far nulla oltre al vedermi perdere peso e capelli,sai che divertimento!-
Per qualche istante tutti restarono in silenzio cercando qualcosa da dire,poi improvvisamente un lampo attraversò la mente di Hermione.
Si voltò verso Ron e lo fissò:era troppo calmo,troppo rilassato per la notizia che avevano appena ricevuto e soprattutto non aveva fatto nessuna domanda.
Se lo conosceva ancora un pò,era certa che ad una notizia del genere avrebbe sommerso di domande George e Luna...a meno che non fosse già al corrente di tutto.
Perchè quel momento le ricordava il giorno del matrimonio mancato fra Luna e Neville?
L'uomo si accorse del suo sguardo e la fissò di rimando.
-Cosa?-chiese dopo qualche secondo.
-Tu lo sapevi-disse sicura.
Ron rizzò la schiena,come se gli avesse appena lanciato un'accusa terribilmente infamante e cercò di sorridere divertito.
-Ma come ti viene in mente una cosa del genere?-
-Ci hanno appena detto che Luna ha il cancro e tu non stai facendo una piega,non fai domande, non stai strepitando contro George per non avercelo detto prima...Tu lo sapevi già-ripetè ancora.
Ron premette le labbra una contro l'altra,sentendo su di sè lo sguardo del resto della famiglia e alla fine sospirò.
-E' vero...Lo sapevo-ammise.
-COSA?-ruggì Ginny.
-Ronald Weasley sei veramente incorreggibile!Tenerti per te una notizia simile-lo rimproverò la madre.
-E' stata colpa nostra...Glielo abbiamo chiesto noi di mantenere il segreto-gli corse in aiuto Luna.
-Non provare a giustificarlo!Doveva dircelo non appena sceso dall'aereo-ribattè Bill.
Ron scosse la testa.
-No non avrei dovuto,invece!Che senso avrebbe avuto dirvi cosa stava succedendo?
Comunque non avremmo potuto fare niente:non siamo medici o scienziati e Luna aveva bisogno di pace e riposo e della sua famiglia.
Non della nostra presenza asfissiante che le chiedevamo in continuazione se si sentiva bene o se aveva bisogno di qualcosa-li bacchettò il rosso.
Ancora una volta il silenzio scese nella stanza mentre Ron,lo sguardo sulla punta delle sue scarpe,sentiva due occhi che lo fissavano ardentemente.
Alzò la testa e incontrò lo sguardo di Hermione.
-Che c'è ancora?-le domandò leggermente stanco di quel processo improvvisato.
-Mi nascondi qualcos'altro?-gli chiese con voce ferita.
Ron aggrottò le sopracciglia e la fissò senza capire.
-Come scusa?-
-Prima mi accusi di avere dei segreti con te,di lasciarti all'oscuro di tutto e poi proprio tu mi nascondi queste cose?-
L'uomo fece una smorfia scocciata e scosse la testa.
-Smettila-le disse con voce secca.
-Perchè?Non era quello che volevi?-gli domandò senza staccare lo sguardo dal suo viso.
Senza rispondere,Ron si alzò e uscì a passi veloci dalla stanza,diretto verso le scale;ci fu solo un brevissimo intervallo prima che Hermione si alzasse a sua volta e lo seguisse lasciando nel salotto il resto della famiglia interdetto per quel piccolo scambio di parole.
-Va tutto bene fra loro,vero?-domandò mamma Weasley,lo sguardo ancora fisso sullo specchio della porta.
Nessuno dei suoi figli ebbe il coraggio di rispondere.


Mentre gli adulti si erano rinchiusi in un'altra stanza per parlare del grande problema di sua madre,i pochi ragazzi che restavano ascoltavano musica e accennavano qualche passo di danza.
Seduta su un divano vicino alla finestra,Alice osservava la neve cadere soffice per evitare di pensare a quello che invece ci si aspettava da lei.
Luke si era presentato a quella festa solo per lei,incurante di essere un'estraneo nella famiglia Weasley e,da quello che era riuscita a cogliere,era riuscito a far colpo anche su alcuni membri della famiglia,ma lei era spaventata dall'idea di parlargli,di avere un confronto con lui.
L'ultima volta che lo aveva fatto ne era uscita confusa e incapace di decidere cosa fare,quindi ora poteva solo peggiorare.
"Celebration" sfumò lentamente nelle casse dello stereo e per alcuni secondi nella stanza ci fu silenzio,poi una nuova canzone partì,facendola voltare all'istante verso lo stereo con gli occhi leggermente spalancati.
Non aveva ascoltato più quella canzone da quando aveva scoperto del suo tradimento,ma sarebbe stata capace di riconoscerla fin dal primo secondo.
Luke era fermo poco distante dall'impianto,lo sguardo fisso su di lei,le mani in tasca e dopo essersi fissati qualche istante,si mosse verso di lei.
-Balli con me?-le domandò quando furono uno di fronte all'altra.
Lei restò in silenzio,indecisa su cosa fare.
-Andiamo,solo noi possiamo ballare questa canzone...-le disse cercando di convincerla.
Alice fece un piccolo cenno con la testa e,alla fine,si alzò dal divano e si fermò a pochi centimetri da lui,permettendogli di allacciargli un braccio attorno alla vita e posandogli un braccio sulle spalle.
Iniziarono a muoversi senza staccare lo sguardo uno dall'altra e,nelle orecchie le parole di quella canzone così importante per loro e,quando arrivarono al ritornello,Alice incapace di sopportare ancora il suo sguardo,posò la testa sulla sua clavicola destra.
-"Lasciali dire che siamo pazzi
Cosa ne sanno
Metti le tue braccia attorno a me e non lasciarmi andare mai.
Lascia che il mondo intorno a noi
cada a pezzi
baby ce la possiamo fare se siamo insieme"-le canticchiò Luke abbassando le labbra accanto al suo orecchio sinistro.
Alice chiuse gli occhi e si morse il labbro inferiore,cercando di non cedere ai suoi istinti deboli.
-E se a cadere a pezzi siamo noi?-gli domandò poi.
-Non succederà mai...Possiamo smarrirci,ma non potremmo mai cadere a pezzi,non potrei mai permetterlo-le disse lui.
Alice rialzò la testa dalla sua spalle e lo fissò per qualche istante.
-Magari abbiamo sbagliato tutto Luke,forse era solo una cotta passeggera che noi abbiamo confuso con il grande amore e che...-
Interrompendo le sue parole,Luke posò le labbra su quelle di lei,gli occhi chiusi e le braccia strette attorno alla sua vita.
Per qualche secondo lei restò immobile,interdetta da quella mossa,poi capì che doveva reagire,ma la sua reazione fu totalmente inaspettata:mettendo da parte l'orgoglio aveva iniziato a rispondere al bacio,andando incontro alle sue labbra,le braccia serrate attorno al suo collo e le dita affondate nei suoi capelli neri.
-Io ti amo.
Non è una passione passeggera o una cotta adolescenziale...Sono sicuro di quello che provo e so che ora non crederai molto alle mie parole visto come mi sono comportato,ma se mi darai un'altra chance ti prometto che farò di tutto per renderti felice-le disse con voce adulta quando le loro labbra si staccarono,guardandola negli occhi.
Alice restò in silenzio qualche istante,le dita ancora fra i suoi capelli e si lasciò andare ad un sospiro.
-Starai alla larga da quella vacca di Mandy Greengrass?-domandò poi.
Luke accennò un sorriso divertito e annuì.
-Questo posso promettertelo fin da adesso-
Allora forse poteva considerare la possibilità di riprovarci...

 

-Sei impazzita per caso?
Come ti viene in mente di fare una scenata del genere davanti a tutti?-
Non aveva bisogno di voltarsi per sapere che lei era alle sue spalle.
Un cambiamento nell'atmosfera della stanza gli fece capire che aveva insonorizzato la camera per evitare che il resto della famiglia ascoltasse la loro discussione.
-Ti ho semplicemente fatto una domanda,sei tu che hai iniziato a dare in escandescenze-commentò la moglie.
Ron si voltò e la fulminò con lo sguardo.
-Credi che sarei venuto a confidarmi subito con te visto il nostro idilliaco rapporto?-le domandò.
-No,non mi aspettavo questo,ma visto quello che sto scoprendo su di te nell'ultimo anno mi chiedo cos'altro mi hai nascosto.
Magari hai un'altra identità,un'altra famiglia...-fece Hermione seria.
-Si magari anche un lavoro da supereroe-disse sarcastico Ron.
Hermione lo fissò duramente per qualche secondo,allontanandosi poi dei riccioli dalla fronte.
-Credi che sia divertente tutto questo?Pensi che mi diverta non sapere più niente di te,di quello che fai o pensi...-gli domandò con voce più calma.
-Non è colpa mia-commentò lui.
Hermione si lasciò andare ad una risata amara.
-Già,certo,dimenticavo!Sono io la cattiva,sono sempre io!
Io sono la tiranna che ha sempre preso le decisioni nel nostro matrimonio,la satira che ti ha costretto a restare sposato con me per le apparenze e le opinioni della gente!
Beh se questa è l'opinione che hai di me allora mi chiedo perchè diavolo non te ne sei andato prima-gli chiese poi con voce leggermente più alta.
Ron fece un paio di passi verso di lei,proprio mentre Hermione gli voltava le spalle e,arrabbiato,si passò una mano fra i capelli.
-Vuoi sapere perchè non me ne sono andato prima?
Per i nostri figli!Da anni ormai ho capito che di me non ti interessa più nulla ormai se non per il mio cognome e per il prestigio del ricordo delle nostre imprese,ma non avrei mai abbandonato i miei figli!
So come ti comporti quando odi qualcuno,la campagna diffamatoria che attui contro di lui e non volevo essere screditato agli occhi dei miei ragazzi.
Credevi fossi rimasto per il tuo amore?Ormai ho perso le speranze già da tempo...-
Lo schiaffo lo colpì sulla guancia destra tanto forte da fargli fischiare l'orecchio per qualche istante.
Si coprì la guancia colpita con una mano e fissò Hermione con aria sconcertata:era la prima volta che succedeva una cosa del genere.
Gli occhi fiammeggianti,Hermione ricambiava il suo sguardo,la mano ancora alzata a mezz'aria.
-Non azzardarti mai più a fare congetture sui miei sentimenti!Tu non hai la minima idea di quello che provo...-
Si fissarono ancora per qualche istante nel più assoluto silenzio,poi quasi muovendosi a velocità quatruplicata,si ritrovarono uno fra le braccia dell'altra.
Le labbra si cercarono in modo passionale,quasi violento,mentre le mani vagavano per il corpo come a voler controllare che in quel periodo di lontananza niente fosse cambiato.
Muovendosi quasi all'unisono si avvicinarono al letto mentre le mani di entrambi si fermavano al centro delle camicie per aprirle con un gesto deciso,troppo impazienti per slacciare i bottoni, preferendo così farli cadere sul pavimento come piccoli sassolini.
Si separarono un'istante per far togliere le camicie,ormai in pezzi, e quando i loro occhi febbrili si incontrarono,si rivolsero una muta promessa:nessuno avrebbe saputo niente di quella sera.
Qualunque cosa fosse successa.
Ron fece sedere Hermione sul bordo del letto,chinandosi poi sulle ginocchia per toglierle le scarpe e le calze,accarezzandole le gambe ormai nude con le labbra,insinuandosi quasi al di sotto della gonna,ma preferì fermarsi e slacciare la gonna,l'unico vero ostacolo.
La lanciò lontano e poi tornò a sdraiarsi sul letto,un ginocchio poggiato sul materasso ed un piede a terra,per baciarla di nuovo.
Mentre le loro lingue erano impegnate a stuzzicarsi l'un l'altra,riportando alla memoria antichi ricordi,le mani di Hermione slacciarono la cintura e aprirono il bottone dei pantaloni,infilandovi poi entrambe le mani e accarezzando le natiche sode ancora coperte dai boxer.
Ancora una volta Ron si staccò da lei e si fermò in ginocchio sul letto,abbassando la cerniera del pantaloni e liberandosi dell'indumento,restando così solo in intimo.
Le si sdraiò sopra,accarezzandole con le labbra il collo candido fino al solco fra i seni, accompagnato dai lievi gemiti della donna,mentre le sue mani aprivano i gancetti del reggiseno; quando sentì sotto le sue dita la pelle morbida dei seni di sua moglie,si ricordò di tutte le volte che l'aveva vista arrossire per le sue carezze ed i suoi baci,e vi chinò la testa,titillando il capezzolo destro con le labbra,i denti e la lingua.
Le unghie di Hermione scivolarono dalle sue spalle alla sua schiena,lasciandogli dei solci rossi sicuramente evidenti e,sorridendo,fece scivolare la mano libera sulla pelle dell'addome accarezzandola lievemente finchè non raggiunge il pizzo dei suoi slip.
Giocherellò per qualche istante con il piccolo fiocchetto rosso per poi insinuarsi al di sotto del tessuto,sfiorando i riccioli bruni bagnati e scendendo ancora fino a sfiorare la sua intimità con la punta delle dita.
Hermione trattenne il respiro affondando i denti nel labbro inferiore,una gamba piegata contro il suo fianco destro che le premeva l'erezione di Ron contro la pancia,mentre le dita del marito continuavano ad accarezzarla sempre più in profondità,sfiorando il clitoride e la carne morbida con la giusta pressione.
Si incarcò contro la sua mano richiedendo maggiore attenzione e lui capì senza bisogno di parole quello di cui aveva bisogno,insinuando un terzo dito dentro di lei,accarezzandola sempre più velocemente ed in poco tempo la portò sul baratro del piacere.
Ron rialzò la testa dal seno di Hermione giusto in tempo per godersi l'esplosione dell'orgasmo sul volto della moglie,sentendola lanciare piccole grida e chiudere i suoi muscoli interni attorno alle sue dita.
Osservandola ancora con il fiatone,si concesse un sorriso malizioso,mentre faceva scivolare via le dita da lei e si scioglieva dal suo abbraccio per tornare a mettersi in ginocchio sul letto,questa volta per togliersi i boxer.
Hermione,nonostante il suo corpo avesse ancora bisogno di tempo per riprendersi,si rizzò a sedere e portò le mani ai lati del boxer e li abbassò con un gesto deciso,trovando solo una lieve resistenza da parte del pene eretto.
Quando anche Ron fu completamente nudo,lei si concesse qualche istante per contemplarlo: erano mesi che le cose fra loro erano così difficili anche solo per parlare civilmente,figuriamoci fare sesso.
Ma quella era una notte speciale...
Ron tornò a sedersi sul letto e l'attirò a sè,facendola sedere sulle sue ginocchia,le braccia che le cingevano la vita e la sua erezione che le sfiorava la coscia sinistra.
Hermione allacciò le braccia attorno alle sue spalle e fissò lo sguardo nei suoi occhi verdi, accennando un piccolo sorriso che venne prontamente restituito,prima che le labbra di Ron le venissero incontro cercando le sue.
Sentì una mano accarezzarle i riccioli sconvolti,con lentezza,mentre l'altra scendeva sulla schiena seguendo il profilo del fondoschiena per poi spostarsi su una coscia e accarezzare l' interno.
Ron,incapace di aspettare ancora,strinse la sua erezione e la guidò verso l'intimità di Hermione.
Entrambi si lasciarono scappare un sospiro quando la congiunzione fra i loro corpi fu completa: avevano avuto una relazione tormentata,con mille alti e bassi,ma i loro corpi avevano avuto fin da subito un'intesa perfetta.
Hermione si sollevò leggermente,dando inizio alle spinte,sentendo subito la risposta da parte di Ron.
I loro corpi si mossero all'unisono,in quella perfetta sintonia che sembrava per loro solo un lontano ricordo,e ben presto entrambi avevano il fiato corto ed i muscoli tremanti.
Hermione gettò la testa all'indietro,sfiorando con i capelli le braccia di Ron ancora strette attorno al suo corpo,mentre il viso dell'uomo era posato sul seno di lei,quasi volesse nascondersi agli occhi della moglie.
Ancora una volta la prima ad irrigidirsi fu Hermione che si tese fra braccia di Ron e spalancò gli occhi e le labbra per dare voce al suo orgasmo.
Sotto la spinta del piacere di Hermione,anche Ron si lasciò andare,respirando sempre più forte sul seno di lei per poi gridare senza paura di essere sentito dall'altra parte della porta.
Ancora ansanti e tremanti per le ondate restanti del piacere,passò qualche istante prima che i due tornassero a rincontrare i loro sguardi.
Ron uscì dal corpo di Hermione e l'aiutò a sdraiarsi sul letto,per poi stendersi al suo fianco,un braccio sotto la testa e lo sguardo perso nel vuoto.
Che sarebbe successo ora?
Le cose fra loro erano troppo complicate perchè un semplice "sbandamento" potesse rimettere tutto a posto,lo sapevano entrambi.
Ma che fare?
Beh,era inutile pensarci ora.
Domani,a mente fresca,avrebbero trovato sicuramente una soluzione per tutto.

 

Salve a tutti!!!E buona domenica!

Ci siete ancora tutti oppure qualcuno si è perso nel lungo racconto?

Parliamo subito della parte finale e del momento di follia che ha colto Ron ed Hermione:tante volte ho letto di coppie che dalla rabbia passano alla passione e volevo cimentarmi in una cosa simile,e quale coppia migliore di loro?

Tutti i problemi hanno fatto perdere di vista il fatto che sono innamorati l'uno dell'altra e che un tempo avrebbero fatto qualsiasi cosa x l'altro...E x un'istante era giusto che se lo ricordassero.

Ovviamente,dopo qst piccolo passo avanti,ci sarà uno stop,mica vi aspettavate che fosse così facile,no?

Mi scuso x non aver messo in qst capitolo Allison e Fred come promesso,ma cn la storia di Luke e Alice e qlla di Ron e Herm alla fine sarebbe diventato tr lungo,prometto che recupero il prox!

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia o battitura.

La frase all'inizio del capitolo è tratta da "Linger" dei The Cranberries.

E ora i ringraziamenti:Missjude(BEh una piccola quiete prima della tempesta ci voleva anche x loro,nn riesco a concepire l'idea di un mese di completo "isolamento" dalla persona che amo,io diventerei matta!Jim e Rose:Come si dice,fra il dire e il fare...Non so quanto sarebbero d'accordo all'idea i due "consuoceri" Harry e Ron!Sn felice di aver suscitato tante emozioni con Ronnie e Becca,e sono al settimo cielo per l'idea che la prima volta di AL e Scorpius nn sia risultata così assurda!Hai pienamente ragione su Scorpius,il nostro Serpeverde è cotto a puntino,ma attenzione xkè sta x arrivare Emmett...),Ron'84(Grazie x i complimenti!Tranquilla nn mi hai forzato a cambiare idea,anzi mi hai aiutato a capire che stavo facendo un'errore,e se nn fosse stato x te,nessuno me lo avrebbe fatto notare!),Sklupin(Sono assolutamente d'accordo con te!),WingsHP(Non dimentichiamoci che Rose è la figlia di Herm,in qualcosa doveva pur assomigliarle...Grazie x i complimenti su Al e Scorpius:in certi momenti è difficile già fra un ragazzo ed una ragazza chiedere maggiori attenzioni dopo la prima volta,figuriamoci fra di loro),IRE'89(La povera Gin crede d nn aver fatto nulla di male vista la parentela fra i ragazzi e sa di incutere abbastanza timore in Ronald xkè il ragazzo nn faccia qlcs cn Rebecca mentre sn ancora a casa Potter;il motivo x cui Alice,Fred e Allison nn sn andati in parte è stato spiegato e nel prox parlerò di Allie e Fred;invece credo che sull'affermazione di Lily ed "il fare da palo" sia stata una mia distrazione,SORRY!Se hai altre domandesn pronta a risponderti... Ora andiamo avanti:hai ragione,Ronnie e Becca rasentano spesso il coma diabetico,ma sn in quella fase dell'amore in cui tutto è nuovo e nn si può vivere senza l'altro;anche la ritrosia e allo stesso tempo la voglia di osare,nn ricordano il primo grande amore?...Il tempo ha la cattiva abitudine di scorrere tr velocemente e cs è successo x lily e Dan:il sole è sorto e si sn dovuti superare;personalmente mi ricordano un pò quella scena di "Romeo e Juliet" prima ke lui scappi da Verona...Scusa divago!...Devo dissentire:gli ormoni si sono liberati,ma nn cm i ragazzi speravano,e lo stesso vale x Jim e Rose.Ma sn d'accordo cn te:il sl fatto che stesse veramente considerando l'idea di un futuro cn figli e matrimonio cn Rose,dimostra che loro andranno lontano....Hai colto perfettamente nel segno su Scorpius!),Sunshine'86(Ciao e bevenuta!Grazie x i complimenti x questa e le altre fiction!Mi piace l'idea di averti fatto amare personaggi che nella storia reale sarebbero stati inconcepibili insieme,come Scorpius ed Al o George e Luna.Perchè Harry rinsavisca ci vorrà un pò e dovrà succedere qualcosa di scioccante e tranquilla,ho modificato l'incantesimo contraccettivo in modo che sia anche "antivirale"...Del resto i Serpeverde sono sempre stati dei ragazzacci,no?),Lotti(Ciao e benvenuta!No,nn ci sarà nessun flashback sulla prima volta di Ronald,forse se ne riparlerà ancora,ma visto che è stata un'avventura estiva nn ha motivo di essere raccontata.Togliergli la verginità doveva renderlo diverso dallo zio Ron a cui rischiava di assomigliare troppo e il suo comportamento con Rebecca è giustificato dal fatto che è veramente innamorato di lei;se non teneva a lei,avrebbe cercato alla prima occasione di portarla a letto,mentre invece sta aspettando il momento giusto...Ma si sa non esistono il momento o il posto giusto...),Elly(Brava l'idea era proprio quella!Hai presente il giorno del nostro compleanno o quando abbiamo appena passato la giornata + bella della nostra vita e nn vogliamo che finisca?Certe volte ci basta poco per essere felici...Io confesso di nn ubriacarmi spesso,anzi quasi mai,ma la mia migliore amica sopporta poco l'alcool ed è un vero spasso!E' stata lei lo spunto x Rose...Sei contenta di veder smentita la tua teoria?Sai mi piacerebbe vedere un tuo disegno su questa scena...Alice si legge all'inglese),Tonks'17(Tutti hanno bisogno di un confidente fidato e Lily,nonostante le paure e i timori iniziali,si sta rivelando all'altezza del compito:chiunque sapendo cosa sarebbe successo quella stessa sera sarebbe andata fuori di matto,lei invece gli ha solo detto di stare attento!Grande ragazza!Per quanto invece riguarda Lily e Dan,nn resterete a "digiuno" x un intero mese,promesso!Ho riflettutto sulla tua domanda e in parte hai ragione:la loro separazione è molto simile ha quella di Harry e Ginny,ma mentre nella precedente si aveva la certezza che tutto sarebbe andato a gonfie vele,qui nn possiamo esserne sicuri,nn fino all'ultimo...e nn x volontà dei ragazzi...Sai nn ce lo vedevo il figlio del Salvatore del Mondo Magico che si approfittava di una Rose semi incoscente,e poi avranno tempo per recuperare!Scorpius e Al...posso anticiparti che la fase "calma" della loro relazione è finita,x un pò anche loro avranno dei problemi,ma nn saranno tutti imputabili a Scorpius, anche Al avrà le sue colpe...Sarà un mese veramente movimentato!).

Bene,questa volta vi lascio senza spoiler,chiedo perdono ma nn ne ho pronto nessuno.

Per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Juliet & Romeo"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 24
*** Juliet & Romeo ***


juliet & romeo

 

 

-Mi spieghi che ci facciamo qui su?-
Quando erano bambini,per cercare di svegliare la parte del "Weasley Selvaggio" che era in loro,lo zio Charlie aveva insegnato loro ad arrampicarsi sugli alberi.
Su fino ai rami più alti e difficili da raggiungere.
Aveva provato con tutti,da James a Fred Jr.,a Hugo a Lucy,ma gli unici che veramente avevano imparato come fare e,nel loro spirito infantile,si erano appassionati a quel nuovo gioco erano stati Lily e Albus.
Dopo aver imparato dove mettere i piedi e in che posto era meglio "arpionare" le mani per non farsi male,avevano passato il resto dell'estate di quell'anno in cima agli alberi del giardino della Tana,per la disperazione di nonna Molly e il sincero divertimento dello zio Charlie.
Ovviamente,come tutti i giochi dell'infanzia anche le arrampicate sugli alberi erano state messe da parte crescendo.
Per questo adesso Albus non si spiegava perchè era su un ramo di un'albero ai limiti della Foresta Proibita con sua sorella seduta accanto!
Non si erano lasciati quelle cose alle spalle tanto tempo prima?Non erano "troppo" vecchi per fare certe cose?
Che accidenti passava per la testa di Lily e soprattutto come diamine aveva fatto a convincerlo a seguirla in quella assurda pazzia?
La ragazza sedeva accanto a lui,nella parte del ramo più vicina al tronco,lo sguardo fisso davanti a sè,anche se in realtà Al sospettava fosse totalmente immersa nei suoi pensieri da aver dimenticato anche dove si trovavano.
-Lily?Perchè mi hai portato qui sopra?-le domandò ancora.
Erano tornati a scuola da neanche due settimane e,fin da quando i loro bauli erano stati lasciati nel dormitorio,lei e Daniel avevano fatto finta di non conoscersi,di essere estranei l'uno all'altra, quasi fossero tornati indietro di mesi.
Quel loro atteggiamento,così discordante da poche settimane prima,aveva naturalmente fatto nascere dei pettegolezzi,bisbigliati sottovoce ma con voce abbastanza alta da poter essere uditi dai diretti interessati che si sbizzarrivano nelle più fantasiose versioni:chi parlava di tradimenti,chi di incomprensioni,chi addirittura di gelosia di Daniel verso Albus per il rapporto speciale che aveva con la sorella.
Quest'ultima era la preferita di Albus:veramente lo ritenevano così importante da poter rovinare il rapporto di sua sorella con Daniel?
Lily sospirò e posò una mano sul tronco,poco distante da quella di Al,per poi voltarsi verso di lui.
-Lo vedi quella torre laggiù?-gli domandò.
Puntò un dito in avanti,verso l'orizzonte per aiutare il fratello ad orientarsi e lo fissò mentre strizzava gli occhi e cercava di individuare qualcosa fra gli alberi attorno a loro.
-La torre più lontana...-disse ancora Lily,quasi volesse farlo avvicinare alla meta un passo alla volta.
Al cercò ancora per qualche minuto l'oggetto della contemplazione di sua sorella,ma tutto quello che vide fu il castello,certo c'erano delle torri,ma ai suoi occhi sembravano tutte uguali.
-Mi arrendo!-disse voltandosi verso la sorella.
Lei sorrise chiaramente divertita e si passò la punta della lingua sul labbro inferiore.
-Che c'è di tanto speciale nella torre più lontana?-chiese ancora Al.
-E' la torre dei Grifondoro-disse la ragazza alzando lo sguardo sul fratello.
Lui aggrottò la fronte,incapace ovviamente di capire il significato di quelle parole.
-E siamo seduti qui sopra per la torre di Grifondo?Hai forse dimenticato che ne facciamo parte e portremmo stare nella Sala Comune davanti al fuoco al caldo,invece che qui sopra a congelarci le chiappe?-
Lily scosse la testa,quasi lo considerasse una causa persa.
-Cosa?-chiese ancora Al alzando leggermente le spalle.
La vide mentre si voltava di nuovo con lo sguardo verso la torre,incurante degli alberi che potevano intralciarle la vista e restò per un lungo istante in silenzio.
-"
Che luce viene da quella finestra?E' l'Oriente e Giulietta è il Sole"...-declamò poi lo sguardo sul tronco sotto di loro e al grande strapiombo che c'era sotto i loro piedi.
Al restò qualche istante interdetto a quelle parole poi,ricordando la scena che Lily aveva appena declamato,iniziò a capire il senso di quel gesto.
-Sai come finisce fra quei due,vero?Non è una storia a lieto fine-le ricordò senza nessun' inflessione scherzosa nella voce.
Lily accennò un sorriso e continuò a nascondere lo sguardo.
-Scometto che lo stai rileggendo,per tirarti su il morale in questa situazione...Già,certo che c'è di meglio di una tragedia per divertirsi?-domandò ancora lui cercando di riempire il silenzio che si allungava dall'altra parte.
Lei si ravviò una ciocca di capelli e sospirò,leggermente scocciata dal suo sarcarsmo.
-E poi correggimi se sbaglio,ma non è Romeo che declama sotto il balcone di Giulietta?-
-Possibile che devi distruggere così una cosa carina che ho fatto per Daniel?-sbottò Lily decidendosi ad alzare lo sguardo sul volto del fratello.
Al sorrise,addolcendo la propria espressione e avvicinò il viso a quello di Lily,quasi volesse essere sicuro che lei lo sentisse.
-Sedersi su un albero senza che lui ne sappia niente è una cosa carina per lui?Potevi scrivergli uno striscione e lasciarglielo sul campo da Quidditch così eri sicura che lo avrebbe letto...
Ti avrei dato una mano io stesso per preparare tutto!-le disse cercando di apparire abbastanza convincente.
Lily scosse la testa.
-Sai bene che non potrei neanche incontrarlo per caso nei corridoi...Invece papà non mi ha vietato di arrampicarmi sugli alberi ed in questo modo mi sento più vicina a lui-gli spiegò.
-Ma perchè?Lui neanche lo sa!-ribattè ancora Al.
-Prima di separarci,la sera di Capodanno,mi ha dato la sua copia di "Romeo e Giulietta",così io ho ricominciato a leggerlo e quando sono arrivata alla scena del balcone mi è venuto immediato il collegamento.
Non posso essere troppo vicina alla torre,ed è vero lui non lo sa,ma è il mio modo di dimostrargli che ci tengo a lui,che non passa momento senza che pensi a noi...Che sto contando questi dannati giorni sperando che passino più in fretta...
Dan ha fatto di tutto per farmi capire che ero importante per lui,mentre io lo scacciavo e gli dicevo di girare al largo da me,dovrò pur ripagare in qualche modo,no?-aggiunse con voce leggermente più bassa.
Albus la fissò qualche istante,chiedendosi come si sarebbe comportato se fosse stato al posto della sorella e non seppe darsi una risposta:conoscendosi,non sarebbe stato capace di tirarsi su,avrebbe camminato per i corridoi neanche fosse uno zombie per tutto il mese di "separazione".
Quindi chi era lui per giudicare se quel piccolo espediente aiutava Lily a stare meglio?
-Sono ancora convinto che sia un'idea assurda,ma credo di aver capito perchè lo fai...
Non ti facevo così romantica sorellina-commentò con un piccolo sorriso dolce e canzonatorio.
Lily si unì a quel sorriso e cercò di minimizzare alzando le spalle.
-Ora,per favore,possiamo scendere da qui?
Anche perchè avrei un'appuntamento con Scorpius e non vorrei fare tardi-le disse sincero.
Lily lo guardò con occhi torvi qualche istante,le labbra serrate.
-Sbattimi in faccia la tua felicità,è proprio quello che mi ci vuole in questo momento!-si prese in giro.
Dopodichè,con estrema attenzione,iniziarono la discesa fino ad arrivare di nuovo a terra.
-Ah,finalmente!-sospirò sollevato Albus,iniziando a pulirsi la veste con le mani.
-Quanto sei esagerato!Non siamo rimasti lassù neanche un quarto d'ora-gli fece notare lei iniziando a camminare per tornare al castello.
-Volevi farmi restare di più?Allora mi vuoi male-
Lily rise,quasi subito accompagnata dalle risate di Al mentre tornavano di nuovo verso il castello.

 

Ormai era inutile nascondersi dietro un dito.
Sarebbe stato infantile e lui non lo era mai stato nel corso della sua breve vita,e non era il caso di cominciare in quel momento.
Era evidente che stava succedendo qualcosa fra lui ed Allison,ai suoi occhi appariva lampante, e si chiedeva come facevano gli altri a non accorgersi delle occhiate che si lanciavano e dei loro lunghi momenti di assenza.
Ma del resto voleva davvero che tutti capissero,vedessero quello che c'era fra di loro?
Forse era meglio tenere tutti all'oscuro di quello che stava succedendo finchè lui ed Allison non avessero parlato e dato un "nome" alla loro relazione.
Sì,quella era decisamente la scelta migliore:del resto quello che non sai non può farti male,no?
Ma se volevano davvero tenere segreta quella storia dovevano imparare a comportarsi meglio:non potevano continuare a trattenere il fiato ogni volta che suo padre o Seamus bussavano ad una porta chiedendo di uno dei due.
Per l'ennesima volta gli tornò alla mente il ricordo dell'ultima volta che si erano visti,la sera di Capodanno...C'era mancato davvero poco!
La ristretta cerchia di persone al di sotto dei vent'anni non aveva influito sui loro tentativi di restare da soli o sulla ricerca della reciproca vicinanza:quasi seguissero una coreografia coordinata si trovavano vicino quando andavano a prendere qualcosa da mangiare,si cercavano con lo sguardo fra le altre persone,cercando di essere il più discreti possibile ed erano a pochi metri l'uno dall'altra quando la musica dance lasciava il passo ai lenti.
-Credi che riceverò il bacio di buon'augurio allo scoccare della mezzanotte?-gli aveva chiesto Allison durante uno dei balli.
Fred si era lasciato scappare un piccolo sorriso ironico e aveva alzato le spalle.
-Sono certo che lo zio Percy sarebbe felicissimo di accontentarti-
Offesa dalla sua proposta,Allison gli aveva dato un buffetto sulla spalla sinistra,facendolo ridere sommessamente.
-Ok,vediamo di trovarne qualcuno più decente...-aveva scherzato ancora Fred.
Quando la canzone si era esaurita,si erano subito separati per evitare di attirare occhiate indiscrete:Fred era uscito dal salotto,non prima però di aver lanciato uno sguardo verso Allison e vederla intenta in chiacchiere con Alice.
Mentre lo scoccare della mezzanotte si avvicinava era fuori,i piedi nella neve ed il fiato usciva dalla sua bocca in piccole nuvolette mentre osservava la collina oltre la quale un tempo c'era la casa di sua madre.
-Cerchi una risposta nelle stelle?-
Aveva voltato la testa sentendo quella voce e aveva sorriso ancora una volta,prima di tornare a voltarsi.
Pochi istanti dopo lei gli era accanto,le mani affondate nelle tasche della giacca ed i capelli che si muovevano al ritmo del vento.
-Hai deciso di congelarti prima della fine dell'anno?-aveva chiesto dopo qualche istante di silenzio.
Non seppe rispondere subito a quella domanda:perchè era lì fuori mentre dentro c'erano cibo, riscaldamenti e musica?
-Non lo so...-aveva ammesso-Tu che ci fai qui fuori?-le aveva chiesto a sua volta.
Allison con due passi si era portata di fronte a lui e aveva cercato il suo sguardo,prima di alzare le spalle in un gesto che voleva essere noncurante.
-Ti stavo cercando:volevo sapere se alla fine hai trovato qualcuno disposto a darmi un bacio a mezzanotte-
Fred aveva accennato un sorriso,prima di farlo sparire dalle proprie labbra.
-Che ne pensi di Orson?Sarebbe la tua ultima buon'azione dell'anno-
Proporre il cugino di neanche sei anni era veramente cattiveria pura!
Ancora una volta sul viso della ragazza si era disegnata un'espressione incredula.
-Lascia perdere!Ci penso da me...-aveva ribattuto Allison,voltandogli le spalle pronta per tornare in casa.
Ma era riuscita a fare solo un paio di passi quando la voce del ragazzo l'aveva richiamata.
Si era voltata con un'espressione battagliera sul viso,pronta a controbattere qualsiasi altra proposta assurda lui le avesse fatto.
-Sto per farti una domanda assurda e se vuoi puoi anche non rispondermi,ma io vorrei che tu lo facessi perchè ho veramente bisogno di sapere...-aveva abbassato per un secondo la testa e aveva sbuffato prima di rialzarla e fissarla di nuovo-Chi è quel ragazzo che ti ha riaccompagnato a casa un paio di giorni dopo che ci siamo baciati per la prima volta?-
Le sue parole erano assurde:suonavano incredibili persino alle sue orecchie!
Ma voleva sapere se c'era un rivale da combattere,quali armi avrebbe dovuto tirare fuori per mostrare il meglio di sè.
Allison l'aveva fissato incredula qualche secondo,sorpresa per quelle parole.
-Ah...Intendi Paul?E' un mio compagno di scuola,scusa ma tu come facevi a sapere che lui...-aveva chiesto cercando di non far trasparire troppo la sua sorpresa.
-Ero dall'altra parte della strada-le aveva confessato.
-E che ci facevi lì?-aveva chiesto allibita.
Fred si era passato una mano fra i capelli e aveva accennato un sorriso.
Per qualche istante era stato tentato dall'idea di restare in silenzio e tacere la sua piccola figura patetica di quel giorno,ma poi aveva capito che se voleva una risposta alla sua domanda doveva dare ad Allison una spiegazione che l'aiutasse a capire.
-Questa sì che è una storia divertente...Ecco io stavo venendo da te,perchè volevo parlarti e cercare di chiarire quello che era successo,con la storia del bacio e tutto il resto,ed ero dall'altra parte della strada proprio quando tu sei arrivata con lui e...-si era interrotto per schiarirsi la gola,leggermente in imbarazzo-e quando ho visto che ti teneva per mano e l'intimità che avevate,ho preferito girarmi e tornare indietro-aveva concluso eludendo il suo sguardo.
Fra di loro era sceso il silenzio,interrotto soltanto dai lievi rumori che arrivavano dalle finestre chiuse.
Aveva preferito non dire che aveva con sè anche una rosa...era meglio evitare di sembrare troppo patetici.
Sentendo dei rumori,aveva alzato lo sguardo e l'aveva vista avvicinarsi fino a fermarsi di fronte a sè.
-Ma quanto sei scemo!-aveva esclamato con un sorriso divertito sul viso.
Lui aveva aggrottato la fronte,lanciando un veloce sguardo alle braccia di Allison che si strinsero attorno al suo collo.
-Quel ragazzo si chiama Paul,è un mio compagno di scuola e per un pò di tempo mi ha corteggiato,sperando di convincermi a diventare la sua ragazza.
Ma quando ha capito che i suoi tentativi sarebbero stati vani,allora ha lasciato perdere-gli raccontò,il viso quasi attaccato al suo.
Fred aveva fissato gli occhi della ragazza e,improvvisamente nervoso,aveva cercato di deglutire,ma invano.
-Davvero?-era riuscito a chiedere poi.
Allison aveva sorriso,piacevolmente soddisfatta della sua gelosia.
-Perchè devo accontentarmi quando posso avere quello che voglio?-gli aveva chiesto,le labbra vicine alle sue.
Quella volta,anche lui era riuscito a sorridere e aveva annuito leggermente.
Ok,aveva recepito il messaggio!
Proprio in quel momento il cielo nero si era illuminato di tanti colori diversi,esplodendo in numerosi botti fragorosi:il nuovo anno era cominciato.
-Auguri Allison-le aveva detto,lo sguardo nei suoi occhi mentre le allacciava un braccio attorno alla vita.
Allison aveva sorriso raggiante e gli aveva accarezzato per qualche istante le punte dei capelli che gli ricadevano sul collo.
-Auguri Fred-
Mentre il cielo sembrava esplodere sopra di loro,Fred si era guardato velocemente in giro per assicurarsi che non ci fosse nessuno e poi aveva posato le labbra su quelle di Allison,baciandola dolcemente e anche con un pò di timidezza.
Quasi fosse il loro primo bacio...
Ma tutte le cose belle sono destinate a durare troppo poco e così pochi istanti dopo Seamus si era affacciato ad una delle finestre,fortunatamente non una di quelle che davano sul giardino principale,iniziando a chiamare il nome della figlia.
Non potevano correre un rischio così grosso ogni volta che volevano passare un pò di tempo insieme.
Doveva parlare con Allison:se non volevano essere scoperti dovevano stilare delle regole.

 

Fin dalla loro prima volta un problema si era presentato alla loro attenzione:non potevano sprecare il poco tempo che avevano a disposizione comportandosi come due perfetti sconosciuti sedendo uno accanto all'altro in biblioteca ben sapendo di voler fare di più;e naturalmente non potevano imperturbare un'aula ogni volta che volevano un momento di intimità con il rischio molto probabile che quelle barriere protettive venissero scoperte da un momento all'altro.
Avevano bisogno di un posto esclusivo,soltanto per loro.
Per la prima settimana,al loro ritorno ad Hogwarts si erano accontentati della Stanza delle Necessità come tutti gli amanti clandestini,ma quella non poteva essere la soluzione definitiva:era troppo comune,troppo scontata per loro.
Poi improvvisamente un'illuminazione aveva colpito Albus.
Si era ricordato di qualcosa che aveva visto nei ricordi di suo padre,e aveva deciso di fare un tentativo.
Senza dire nulla a Scorpius aveva fatto un piccolo sopralluogo,sgattaiolando nell'apertura sotto il Platano Picchiatore e attraversando il cunicolo fino ad arrivare alla Stamberga Strillante.
Era ancora più decadente e fatiscente di come l'aveva vista nel video.
Aveva trovato quello che cercava al piano superiore:una camera da letto con tanto di baldacchino.
Certo,le molle del materasso erano tanto arrugginite da gridare al primo tocco,e le lenzuola sollevavano una montagna di polvere solo a respirarci vicino,ma per il resto era perfetta.
Chi si sarebbe avventurato lì,con la terribile fama che ha la Stamberga?
Aveva eseguito un Gratta e Netta per cercare di dare un'aspetto più decente alla stanza e poi era tornato al Castello trascinandosi dietro il biondo.
Scorpius aveva continuato a borbottare per tutto il tragitto:la volta del cunicolo era troppo bassa, i pantaloni si sarebbero macchiati di terra,ed inoltre odiava non sapere che cosa stava succedendo!
Ma quando si era trovato nella Stamberga tutte le lamentele erano cessate,soppiantate da una curiosità evidente.
Albus lo aveva preso per mano e lo aveva guidato al piano di sopra per mostrargli la camera da letto,a cui aveva aggiunto delle candele profumate per stemperare la puzza di chiuso che durava da decenni ed aveva osservato in silenzio il suo volto.
Il biondo si era guardato attorno con un'aria incredula sul volto,quasi non credesse ai suoi occhi,poi si era voltato verso di lui.
-Sei stato tu?-aveva chiesto senza nascondere il suo stupore.
Al aveva alzato le spalle,incapace di nascondere il suo sorriso soddisfatto:fino all'ultimo aveva avuto paura di aver fatto una sciocchezza.
-Ho soltanto dato una pulita,erano anni che qualcuno non lo faceva...-minimizzò.
Scorpius si era guardato di nuovo intorno per poi guardare ancora i suoi occhi verdi.
-Perchè?-aveva chiesto.
Al gli si era avvicinato di un paio di passi e,una volta di fronte a lui,aveva preso a giocare con la punta della sua cravatta.
-Volevo fare qualcosa di carino per te...per noi.
Così almeno la smetterai di sbattermi al muro ogni  volta che ci troviamo in un'angolo buio-aveva scherzato poi con un sorriso ironico.
Il biondo si era unito al suo sorriso e quel piccolo gesto era bastato ad Al per capire che aveva apprezzato il gesto,senza bisogno di altre parole inutili.
Da quel momento la Stamberga era stata eletta loro personale rifugio privato...Neanche fosse un romantico chalet in mezzo alla neve!
Quel pomeriggio dopo aver lasciato Lily,Albus aveva giusto appuntamento con Scorpius per andarci insieme,e lo stava aspettando seduto su una piccola nicchia che ospitava una delle mille statue del castello,quando un'ombra si era frapposta fra lui e la luce.
Sicuro di trovare il proprio compagno di fronte a sè,alzò la testa con un sorriso ad illuminargli il viso,ma restò sorpreso quando al posto di Scorpius si trovò di fronte un ragazzo che conosceva soltanto superficialmente e che ora gli stava sorridendo affabilmente.
-Emmett-lo salutò.
Sedicenne Corvonero,Emmett Smith era uno dei pochi fortunati ad essere sempre nella lista dei ragazzi più sexy nonostante non fosse a Serpeverde o a Grifondoro:capelli biondi color miele, occhi color nocciola,un naso dritto e dalla punta leggermente all'insù,due labbra piene e carnose ed torace ampio e dai muscoli ben in mostra,grazie anche agli allenamenti di Quidditch.
Per un veloce istante Al si dispiacque di non potergli vedere il sedere,ma poi si rimproverò con sè stesso per quel pensiero e si alzò per non trovarsi in una posizione di minoranza,trovandosi così all'altezza degli occhi dell'altro.
Per alcuni mesi,Emmett era stato uno dei suoi studenti concentrato soprattutto nel recuperare un' insufficenza in Erbologia e per tutta la durata delle lezioni,fra i due ragazzi si era creato un rapporto di amicizia che si era interrotto,però,con la fine delle lezioni.
-Albus Potter...E' da un pò che ti cerco,sai?-disse Emmett,le labbra leggermente curvate verso l'alto.
Al inarcò le sopracciglia sorpreso.
-Veramente?E per quale motivo?-chiese cercando di non mostrare troppo interesse.
Aveva un bel colorito,ed anche delle belle mani:grandi e all'apparenza forti.
Così diverse da quelle di Scorpius,si ritrovò a pensare il Grifondoro senza neanche accorgersene.
Emmett alzò le spalle e fece un passo in avanti verso di lui,diminuendo la distanza fra di loro.
-Deve esserci per forza un motivo?
Una persona non può più fare un saluto ad un'amico senza che ci siano dei sottintesi?-domandò Emmett.
-Dipende...L'ultima volta che ci siamo parlati è stato sei mesi fa-gli fece notare Al con voce tranquilla.
L'altro sorrise e annuì lentamente.
-Hai ragione,ammetto di non essere stato un buon'amico.
Ma...-disse lasciando la frase a metà.
Al lo fissò attento qualche istante nella speranza che continuasse.
-Cosa?-si decise a chiedergli qualche secondo dopo.
-Non avevo visto quello che vedo ora...-disse Emmett misterioso lanciando un'occhiata veloce al corpo di Al.
Albus impiegò pochi secondi a capire il vero significato di quella frase:Emmett lo trovava attraente!
Ma che succedeva ad Hogwarts?Improvvisamente tutti i ragazzi erano diventati gay?
Ed Emmett come aveva fatto a scoprirlo?Aveva per caso un bersaglio rosso addosso e non se ne era accorto?
-Oh...-si limitò a dire,imbarazzato e leggermente scioccato.
Il Corvonero avvicinò la testa alla sua e cercò il suo sguardo accennando un sorriso.
-La prossima settimana ci sarà la gita ad Hogsmeade,ti andrebbe di uscire insieme?-gli propose senza altro indugio.
Questa era una cosa che apprezzava del mondo gay:l'essere diretti e sinceri senza perdere tempo in inutili giri di parole.
Al abbassò lo sguardo e accennò un sorriso,lusingato nonostante tutto dell'invito appena ricevuto,e poi tornò a guardare Emmett.
-Ti ringrazio,ma credo di avere già un altro impegno e...e poi mi vedo già con un'altra persona-gli disse.
Emmett annuì,un'espressione di disappunto sul viso e poi alzò una mano e gli sfiorò la guancia destra con due dita.
-Pazienza!Valeva la pena tentare...
Ma nel caso cambiassi idea,io sono sempre disponibile-aggiunse poi prima di allontanarsi.
Gli sorrise un'ultima volta per poi voltarsi e avviarsi su per le scale.
Albus scosse la testa,ancora incredulo per quello che era successo,e poi portò lo sguardo fisso davanti a sè,immobilizzandosi all'istante:Scorpius lo fissava con il suo sguardo penetrante e fermo.
Era indubbio che avesse visto tutto.
Cercando di apparire senza colpe,visto che non aveva fatto nulla di male,gli lanciò un sorriso e sospirò quando lo vide venire verso di lui.
-Ciao-lo salutò continuando a sorridere,neanche avesse avuto una paralisi.
Il biondo fece un cenno con il capo:era ancora indeciso se parlare o meno,non sapeva se la fiducia che aveva in lui era stata tradita.
-Andiamo?-propose Al con aria leggermente speranzosa.
Nel più completo silenzio si incamminarono nel giardino e verso il Platano Picchiatore,e sempre restando muti si ritrovarono nella Stamberga.
Albus sapeva che doveva essere Scorpius il primo a parlare,sapeva che doveva essere lui a tendergli una mano per fargli capire che era pronto per ascoltare le sue ragioni.
Ma Scorpius continuò la guerra del silenzio...Anche mentre facevano l'amore.
Quella volta i suoi baci erano più violenti,le sue carezze più fugaci,era avaro di tutte quelle piccole attenzioni che avevano reso romantica la loro intimità.
Era quello il suo modo di punirlo...Fargliela pagare per qualcosa che aveva soltanto visto e di cui non sapeva nulla.
Ed Albus accettò quella punizione nonostante non avesse fatto niente di male certo che prima o poi avrebbe avuto modo di spiegarsi.
Si decise a parlare solo quando si ritrovarono nudi fra le lenzuola,distanti l'uno dall'altro.
-Chi era quel tipo?-
Albus,osservando la schiena che lui continuava a mostrargli sospirò e si sistemò a pancia in sù.
-Si chiama Emmett Smith...Una volta gli davo delle ripetizioni di Erbologia,ma poi ci siamo persi di vista.
Mi ha chiesto di andare insieme ad Hogsmeade la prossima settimana-rispose sincero.
Passarono alcuni istanti,mentre sentiva le mille supposizioni che si scontravano nella mente di Scorpius.
-E tu che hai risposto?-si decise poi a domandargli.
-Che non potevo perchè ero già impegnato.
Lui ha capito e se ne è andato per la sua strada.Fine della storia-concluse sereno Al.
Uno sbuffo divertito arrivò dalla parte del biondo.
-Idiota!-commentò poi.
Albus aggrottò la fronte,sorpreso da quella esclamazione e si rizzò a sedere al centro del letto.
-Che ci trovi di idiota?-
Scorpius si decise a voltarsi e,facendo forza su un gomito,lo guardò con aria esperta.
-E' idiota quello che hai fatto!Io non avrei mai rinunciato ad appuntamento con un possibile amante.
E poi non mi sembra che avessimo qualche impegno per quel giorno-aggiunse.
Cercando di non far trasparire la sorpresa dal proprio volto,Albus strinse le labbra una sull'altra e continuò a fissarlo.
-L'ho dato per scontato-
-Hai fatto male!Se me lo avessi chiesto io ti avrei detto che avevo già preso accordi con i miei compagni di Serpeverde...quindi tu puoi fare quello che ti pare-continuò Scorpius,quasi rimproverandolo per quel pensiero carino.
Albus annuì,incapace di trovare una battuta abbastanza sagace con cui rispondere.
-Voglio dire,hai appena perso la verginità,quale momento migliore di questo per farti più ragazzi possibili?-gli fece notare mettendosi a sedere a sua volta fra le coperte.
-Quindi tu avresti accettato?-domandò Al deglutendo visibilmente.
-Senza pensarci su due volte-confermò il biondo.
Continuando a tenere le labbra strette,segno della sua rabbia e del suo orgoglio ferito,Albus annuì un'altra volta e si alzò in piedi raccogliendo i suoi boxer.
-Beh,magari se mi sbrigo faccio ancora in tempo a dirgli che ho cambiato idea-disse iniziando ad infilarsi i pantaloni.
-Questo è lo spirito giusto!-commentò Scorpius.
Ma che accidenti gli prendeva?
Gli aveva appena detto che un altro ragazzo voleva invitarlo ad uscire,perchè non si incazzava,perchè non strepitava o urlava come avrebbe fatto qualsiasi ragazzo normale...possibile che non gliene importasse veramente nulla?
Dopo aver,nello stesso momento,infilato le scarpe ed abbottonato i bottoni centrali della camicia,girò attorno al letto alla ricerca della cravatta e del maglione,senza lanciare uno sguardo al ragazzo nudo ancora fra le coperte.
Era un modo per provocarlo,per vedere fino a che punto era disposto a rischiare?
Forse il Serpeverde aveva dimenticato con chi aveva a che fare!
-Ci vediamo!-lo salutò dandogli le spalle prima di uscire dalla porta della stanza.
Se Scorpius aveva voglia di giocare,aveva trovato pane per i suoi denti...

 


-Smettila...-
Incurante della sua blanda lamentela,lui continuò a mordicchiarle l'orecchio destro.
-Non vedi che sto studiando?Ho bisogno della massima concentrazione-borbottò ancora lei.
Ma lui sapeva che se veramente avesse voluto scacciarlo,lo avrebbe fatto fin da quando aveva iniziato a baciarle il retro del collo.
-Jim,per favore...Sai che certe volte sai essere veramente fastidioso?-domandò Rose voltando il viso per incontrare lo sguardo del ragazzo.
James sorrise e alzò le mani in aria quasi in segno di resa,ma del resto non erano le sue mani che finora le avevano dato il tormento.
Avevano deciso di ritrovarsi nella sua stanza per studiare insieme e per le prime due ore c'erano anche riusciti,ma nell'ultima mezz'ora l'attenzione del ragazzo aveva iniziato a diminuire e a staccarsi dai libri per posarsi sempre di più su di lei:così erano iniziate le piccole carezze,i baci e i morsi sulle orecchie.
E Rose doveva ammettere,almeno con sè stessa,che quelle attenzioni le facevano piacere arrivando anche a conciliarle lo studio.
-Non credi che ci meritiamo una pausa?-domandò il ragazzo muovendosi sul letto per andare a sedersi dietro di lei.
-Ma se è da più di mezz'ora che non giri pagina!-lo rimbrottò lei.
-Forse è un concetto troppo difficile per me da capire,non ci hai pensato?-domandò Jim deciso ad avere la meglio.
Rose sospirò e scosse la testa.
Era inutile portare avanti quella conversazione...
Sentì le mani di James posarsi sulle sue spalle e spingerla delicatamente all'indietro contro il proprio torace;spinta da quella vicinanza,Rose poggiò la testa su una spalla e chiuse per un'istante gli occhi.
Pochi secondi passarono prima che le labbra di Jim si posarono di nuovo sulla sua spalla,per salire verso il suo collo.
-Possibile che con te non si può stare un'attimo tranquilli?-si lamentò lei.
-Beh da qualche parte bisognerà anche iniziare per avere tre figli,no?-domandò scherzosamente lui.
Un'improvviso rossore si diffondeva sulle guance di Rose ed istintivo arrivò il tentativo di staccarsi dal suo corpo e dal suo abbraccio:la mattina di Capodanno si era risvegliava con un leggero mal di testa e con James addormentato completamente vestito accanto a lei.
Quando questi si era risvegliato le aveva raccontato dei suoi vaneggiamenti da ubriaca e di come avesse parlato del loro futuro facendola andare nel panico e scivolare nell'imbarazzo più totale:non riusciva a credere che avesse spiattellato in quel modo quei pensieri così segreti e personali.
Proprio a James poi!L'unico che non doveva saperne niente!
Gli aveva fatto promettere di non parlarne più,ma ogni tanto lui si divertiva a prenderla in giro amabilmente con quel ricordo facendole desiderare di sprofondare al primo accenno.
Anche quella volta,notando i suoi tentativi di allontanarsi e nascondersi,James le strinse un braccio e,nonostante i suoi tentativi di divincolarsi,la portò con la schiena sul divano,cadendo poi su di lei.
-Lasciami!-gli intimò lei con voce decisa.
-Non ci penso proprio!-fece James con voce altrettanto decisa.
-Ahh,non ti sopporto quando fai così!-esclamò Rose.
James sorrise.
-Beh la cosa è reciproca...Che c'è di tanto scandaloso se io so dei tuoi progetti su noi due?-si decise a domandarle.
Rose fissò per qualche istante i suoi occhi poi sospirò.
-Perchè me ne vergogno;abbiamo sempre detto che dobbiamo essere realisti e non pensare al domani,perchè forse non ne avremo uno insieme,eppure mi sono lasciata andare a quei "pensieri felici"!
Non pensi sia un discorso controcorrente per una persona pragmatica come me?-gli domandò.
Contrariamente a quello che si aspettava,James scosse la testa.
-No,anzi se devo essere sincero ci sarei rimasto molto male se tu non avessi fatto dei progetti a lungo termine su di noi.
Se tu non lo avessi fatto,allora voleva dire che la consideravi una storia a tempo,qualcosa con cui riempire i momenti vuoti fra una lezione e l'altra.
Del resto anche io ho immaginato come potremmo essere da qui a cinque o dieci anni e l'idea di essere ancora insieme non mi spaventa,anzi...Mi fa sentire sereno-le disse sincero.
Rose lo fissò qualche istante incredula,poi alzò il viso e andò incontro a quello di James,posando le labbra su quelle di lui per un bacio piccolo e dolce,le mani che affondavano nei suoi capelli neri.
-Veramente?-chiese staccandosi dalle sue labbra quel poco che serviva per parlare.
Jim annuì.
Ritornò a baciarla e si chinò su di lei portandola di nuovo sul materasso,sistemandosi in modo da non pesarle troppo addosso.
Le accarezzò i morbidi riccioli gonfi e fece scivolare la lingua sul labbro inferiore,sentendo una gamba di Rose che si allacciava attorno al suo fianco sinistro,portandolo più vicino,diminuendo la distanza fra loro.
I due colpi battuti sulla porta con decisione e forza li fecero sobbalzare entrambi.
-Rose!Rose ci sei?-
I due,riconoscendo la voce si fissarono per qualche secondo:Rebecca!
-Un'istante solo!-disse Rose cercando di guadagnare qualche attimo in più.
James si sollevò sulle ginocchia e si guardò intorno alla ricerca di un nascondiglio,imitato dalla ragazza.
-Nell'armadio!-bisbigliò la riccia,alzandosi in piedi.
Jim la seguì e aperta un'anta si accucciò nel basso armadio e richiuse le due ante,lasciando un piccolo spiraglio per l'aria.
Da quello spiraglio vide Rose avvicinarsi alla porta della stanza.
-Rebecca,che sorpresa!-esclamò incapace di trattenersi.
Si fece da parte e fece entrare l'amica.
-Scusami,lo so che non ti aspettavi di vedermi,ma avevo bisogno di parlare con qualcuno...-disse l'altra.
A Rose bastò una seconda occhiata per capire che era successo qualcosa;atteggiò il viso ad un'espressione seria e chiuse la porta della stanza.
-Va tutto bene?-domandò poi a Rebecca.
-Ancora non lo so...-rispose sincera la ragazza.
La riccia fece un gesto verso il letto invitandola a sedersi e l'altra accettò l'invito sedendosi con le spalle all'armadio,impedendo così a Jim di vedere le espressioni del suo volto.
-Che succede?Problemi con Ronald?-chiese Rose con voce partecipe.
Rebecca scosse il capo.
-Oddio,forse non sarei dovuta venire a parlarne con te,in fondo tu sei sua cugina,ma davvero non so con chi parlarne...-
Rose allungò una mano e ne strinse una di Rebecca,un sorriso rassicurante sul volto.
-Sta tranquilla,quello che mi dirai Ronnie non lo saprà mai.
Che è successo?-domandò ancora.
Rebecca restò qualche istante in silenzio,per poi prendere un respiro profondo e incontrare lo sguardo di Rose.
-Ecco...io e Ronald abbiamo fatto l'amore-confessò.
Il viso di Rose si aprì in un sorriso di sincera felicità:sapeva quanto i due ragazzi si amassero ed era contenta che finalmente avessero superato anche l'ultimo ostacolo.
-E' una notizia fantastica!-esclamò.
Rebecca scosse la testa.
-No,invece!-
La riccia fece sparire il sorriso e la fissò sorpresa,senza capire.
-Che vuoi dire?Forse...forse non ti è piaciuto,o è stato doloroso...-tentò Rose cercando di capire.
Ancora una volta Rebecca scosse la testa.
-No,è stato tutto perfetto...E' solo che sono stata io a costringerlo!
Sono stata io a fare la prima mossa ed ora Ronald penserà che sono una viziosa che pensa solo al sesso!-
Rose cercò di nascondere un sorriso divertito a quelle parole e strinse ancora di più la mano che stringeva fra le sue.
-Se vuoi il mio parere,Ronald ti amerà ancora di più per questo-le disse sicura.
L'altra alzò lo sguardo e la fissò sorpresa ed incredula.
-Davvero?-
Rose si limitò ad annuire.
Del resto quale uomo non ama essere sedotto?

 

-Sono un coglione,sono un coglione,sono un coglione...-
-Su questo non ci sono dubbi-
Continuando a ripetere la sua nenia,Scorpius lanciò un cuscino contro Luke,colpendolo al petto.
-Chiudi quella cazzo di bocca!-ribattè il biondo aprendo gli occhi e fissando il moro poco distante dal suo letto.
Era tornato al suo dormitorio con i piedi pesanti e il morale a pezzi...E pensare che solo un paio d'ore prima vi era uscito con lo spirito leggero e allegro!
Chi l'avrebbe detto che le cose potevano cambiare così in fretta?
Luke si sedette sul proprio letto accanto al suo e,dopo aver messo il cuscino che Scorpius gli aveva tirato addosso sopra gli altri,si sdraiò.
-Scommetti che indovino che ti è successo?-fece ancora l'amico.
-Impiccati!-borbottò dandogli le spalle.
Tutto era andato storto fin da quando era arrivato al luogo dell'appuntamento e lo aveva visto: Albus lo aspettava sempre al solito posto,accanto a quella nicchia quasi volesse scomparire nel muro e non farsi notare dagli altri,ma contrariamente alle altre volte,era in piedi impegnato in una conversazione con un altro ragazzo.
Un ragazzo che conosceva bene.
Emmett Smith,una delle tante scopate senza seguito che avevano accompagnato quegli anni solitari ad Hogwarts.
Bel ragazzo,intelligente,nonostante fosse a Corvonero e,soprattutto,un'ottimo amante.
Vederlo accanto ad Albus gli aveva fatto ribollire il sangue nelle vene:era evidente il motivo per cui gli stava parlando,lo capiva dal linguaggio del corpo e dal modo in cui stava guardando il Grifondoro che non pensava a nient'altro che a portarselo a letto.
Quando lo aveva visto alzare una mano e sfiorargli una guancia,la rabbia era aumentata in maniera esponenziale...solo per una semplice carezza.
-Magari stai pensando ad un moretto di nostra conoscenza?-s'intromise di nuovo Luke nei suoi pensieri.
-E anche se fosse?-ribattè Scorpius voltandosi e rizzandosi a sedere sul letto,con uno sguardo fiammeggiante.
Luke sorrise,quasi divertito da quella reazione.
-Che ha fatto stavolta?Hai provato ad infilargli una mano nelle mutande ma è scappato via urlando?-scherzò chiaramente divertito dall'idea.
-Per tua informazione sono riuscito a togliergli le mutande già da un pezzo!Lui non è così delicato come la tua Alice-lo beccò il biondo.
Luke strinse le labbra e lo fissò in silenzio qualche istante,indispettito dall'osservazione.
-Allora se sei riuscito a portartelo a letto,qual'è il problema?-chiese poi.
Scorpius respirò frustrato e si passò una mano fra i capelli serafici.
-Che anche altri vogliono portarselo a letto...-disse sincero,senza guardarlo.
E la sola idea lo mandava in bestia.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per impedirlo,per far sapere a tutti i gay di Hogwarts che Albus Potter era soltanto suo,che era una sua proprietà!
Ma ovviamente non poteva...
-Tutto qui?Basta che tu gli dica di non farlo e il problema è risolto,no?
E poi non credo che lui voglia andare in giro a scopare se sta con te-commentò l'altro.
-Non se sa che ha il mio permesso-
Dal silenzio che seguì capì che anche Luke aveva qualche difficoltà ad afferare quel discorso,a capire il loro rapporto.
Ma come poteva imporre ad Albus una relazione monogama alla loro età?
Forse lui stava confondendo per amore la gratitudine per avergli tolto la verginità o qualche altra stronzata del genere che sono molto in voga a Grifondoro....
-Gli hai detto che può farsi tutti i ragazzi che vuole?-domandò Luke incredulo.
Scorpius storse la bocca chiusa verso destra e alzò le spalle.
-Aveva ricevuto un'invito per la prossima uscita ad Hogsmeade ed ha rifiutato per colpa mia, così gli ho detto che non avrebbe dovuto farlo e che questo per lui era il momento migliore per fare esperienze-gli raccontò.
Ancora aveva davanti agli occhi l'espressione ferita e addolorata di Albus quando glielo aveva detto.
Ma non poteva certo obbligarlo alla fedeltà!
Sapeva che effetto Al faceva sui ragazzi e non poteva sperare che un ragazzo,appena iniziato ai piaceri del sesso,decidesse di restare con il primo compagno di letto.
Era un'idea assurda...
-Sei veramente un coglione!-esclamò Luke incredulo.
Scorpius annuì.
-Lo so-
-E se "andando in giro a fare esperienza",trova qualcuno che lo interessa più di te?
Sei pronto a correre questo rischio?
Quel ragazzo non sa neanche che tieni a lui!-continuò.
-Hai finito di farmi la predica?Non ti ci vedo come pastore di anime-lo rimbrottò il biondo.
Luke alzò le spalle e tornò a sedersi sul letto.
-Fa come ti pare...Del resto sei tu quello che ci perde in tutta questa storia-commentò prima di alzarsi e avviarsi verso la porta.
Scorpius scosse la testa:era sicuro di aver fatto la cosa giusta.
Certo,la più rischiosa ma decisamente la cosa più giusta...

 

Salve a tutti!!!E bentornati ad Hogwarts...

Inizia il mese di separazione,ce la faranno Daniel e Lily a mantenere le distanze e a fregarsene delle malelingue?Forse è questo il vero motivo per cui Lily passa ore appollaiata su un'albero...Mah!

Mentre l'amore trova la sua massima espressione in Ronald e Rebecca(di cui parleremo nel prox capitolo),stenta a farsi capire fra Albus e Scorpius:conoscendovi starete tutti puntando il dito contro il Serpeverde,ma il suo gesto è stato guidato dalla pura e semplice gelosia e dalla paura di non essere abbastanza.

Ovviamente questo è solo il primo round,speriamo solo che non combini altri guai...

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di battitura o ortografia.

La frase in corsivo nel dialogo fra Lily e Albus è tratta da "Romeo e Giulietta",atto II,scena I.

E ora i ringraziamenti:Lights(Non sapevo di essere così pericolosa per la salute...Spero vada tutto bene in questo capitolo!),Missjude(Sinceramente io nn avrei avuto lo stesso coraggio dimostrato da Luke,presentarmi in un posto che nn conosco in mezzo a gente che nn ho mai visto prima...ma scherziamo?Cmq continuo a ribadire il mio concetto sui Serpeverde:niente è come sembra...Passiamo ai We Love:contrariamente a Ron/Herm e Harry/Gin,Luna e George nn si sn mai veramente interessati dell'opinione della famiglia,specialmente x quanto riguardava la loro vita privata:nn hanno mai permesso intrusioni e nn hanno mai raccontato molto della loro storia,x evitare che tt si sentissero in diritto di dare consigli e giudicare... Amano la famiglia ma se ne tengono bene alla larga!In bocca al lupo x le ultime interrogazioni!!),Ron84(Grazie x i complimenti!Come hai detto tu,la cosa + difficile è trovare un nuovo equlibrio,specie dopo essersi fatti del male e dopo aver sviluppato del rancore verso l'altro,e nn sempre è possibile...Dipende da quanto è profondo il nostro bisogno dell'altro.E fin dall'inizio,Ron ed Hermione hanno avuto bisogno l'uno dell'altra...anche se ora nn amano ricordarlo),Lotti_(A chi nn si nega una seconda possibilità?Specie dopo che ha passato un'intera serata in mezzo ad estranei solo x starti vicino...),IRE'89(In fondo anche il Salvatore del Mondo Magico è umano quando si tratta dei suoi figli:anche lui fa degli errori e ha il panico se nn sa sempre dove sono e cosa fanno...Come i padri babbani!Peril momento Luke ed Alice hanno fatto pace,ma nn credo che i Zabini stenderanno la stola rossa x invitare i consuoceri, soprattutto ora che sperano che il figlio intrattenga altri rapporti con Mandy Greengrass... Speriamo che Alice non lo sappia tr presto!Cmq x rispondere alle tue domande:no,George nn sa che lui è uno Zabini,nè che è un Serpeverde,ma nn credo che gliene importerebbe molto: terrebbe in maggior conto il modo in cui si comporta cn Alice...Ma hai ragione,nn saranno affatto rose e fiori!Tre hurrà x Ron ed Herm!!Anche loro hanno avuto la loro "bomba" personale e ora devono aspettarsi gli effetti collaterali,sperando che nn siano devastanti...), Sunshine'86(Anche loro,in passato,si sono comportati da immaturi,e quegli sbagli li aiutano a capire come comportarsi e come agire verso i propri figli...Io sono convinta che un tradimento è soltanto l'attimo ultimo di un problema di coppia:se due persone nn riescono + a comunicare cm un tempo,cercano in tt i modi di attirare l'attenzione dell'altro e il tradimento è il modo è estremo e doloroso x farlo;nn che voglia giustificare Ron cn questo,ma penso che sia stupido continuare a pensare ad Herm come alla povera vittima,xkè se fosse stata attenta cm un tempo verso il marito,sn certa che se ne sarebbe accorta subito..Slytherin Rules!Finora sono quelli  che incontrano + successo e sn incredibilmente felice di qst!).

 

Veniamo allo spoilers...

"Era un comportamento inusuale per lui,così fuori dalla norma...Lui sempre così calmo e sicuro di sè,con il pieno controllo della situazione.

-Mi spieghi che ci facciamo qui?-si sentì chiedere.

L'amico lo avrebbe capito presto e sicuramente sarebbe andato su tutte le furie..."

 

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"The rules"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 25
*** Babylon ***


babylon

 

 

 

-Ho bisogno del tuo aiuto-
Poteva,dopo giorni di silenzio,chiedergli una mano sperando che lui accettasse?
Forse le sue aspettative erano troppo alte o era un'inguaribile ottimista,ma Scorpius era l'unica persona che poteva aiutarlo.
Se avesse provato a interpellare i suoi fratelli,chiedendogli di intervenire in quella situazione,si sarebbero quasi certamente rifiutati,spiegandogli che non volevano affrontare la rabbia del padre ancora una volta,proprio adesso che tutto sembrava star tornando alla normalità.
Così dopo aver abbandonato l'idea di coinvolgere James e Ronald,si era reso conto che l'unico che lo avrebbe seguito in quel piano,per quanto assurdo e "terribilmente romantico" potesse considerarlo era solo lui.
Lo aveva osservato durante gli allenamenti di Quidditch della sua Casa,seduto sulle gradinate, nascondendosi dietro un libro di Incantesimi per mascherare i furtivi sguardi che lanciava al gruppo di scope in volo e quando questi,finalmente,erano tornati a terra si era incamminato dietro di loro,sperando in un colloquio con il biondo.
Scorpius era rimasto indietro rispetto ai suoi amici rallentando apposta il passo,e quando Albus lo aveva raggiunto aveva voltato lo sguardo verso il suo viso.
-Hai perso qualcosa Potter?-aveva detto a voce abbastanza alta da poter essere udita anche dai suoi compagni.
-Ho bisogno del tuo aiuto-gli aveva confessato lui.
Nonostante si fosse arrovellato a lungo sul problema e lo avesse esaminato da varie angolazioni, non sapeva quali erano i loro attuali rapporti:sapeva che,per quanto lo riguardava,era ancora arrabbiato per il loro ultimo incontro e la loro ultima discussione.
Dopo essere tornato ad Hogwarts aveva cercato Emmett e aveva accettato il suo invito.
-Che fine ha fatto il tuo ragazzo?-gli aveva chiesto lui sorpreso.
Albus aveva alzato le spalle.
-Non è più un problema-aveva risposto senza nessuna inflessione.
Così sarebbe andato a Hogsmeade con Emmett;del resto nei giorni che avevano seguito la loro discussione,Scorpius non aveva fatto il minimo tentativo per convincerlo ad annullare quell'impegno nè gli aveva chiesto di uscire insieme,continuando ad organizzare l'uscita con i suoi amici...
Non si era mostrato geloso.
Alla fine Al era arrivato alla conclusione che non gli importava vederlo andare con altri ragazzi: magari aveva puntato troppo su una persona che non aveva le sue stesse idee.
E se Scorpius stesse già pensando alla prossima conquista mentre lui faceva progetti su loro due?
-Che ti serve?-gli chiese avvicinandosi ad una colonna e poggiandovi la schiena contro.
I loro occhi si incontrarono e per qualche istante si limitarono a fissarsi,in silenzio,quasi avessero bisogno entrambi di mettere in ordine le idee e scegliere il giusto argomento di conversazione.
-Veramente non è per me...E' per Lily-si decise a parlare Al.
Scorpius abbassò un sopracciglio.
-Billie Nelson ha chiesto a Daniel di andare insieme ad Hosgmeade e lui ha accettato-gli spiegò brevemente.
Il biondo abbassò leggermente la testa,concentrando la sua attenzione sui guanti ed iniziando a sfilarli.
-Ma lui non è innamorato di tua sorella?-gli domandò poi rialzando la testa,facendo ondeggiare i capelli biondi davanti agli occhi.
Al alzò le spalle.
-Lo era...Chi può dire che cosa succede in tre settimane di isolamento?Per questo devono incontrarsi-disse con voce decisa Al.
-Ma non è contro le regole di tuo padre?-gli fece notare l'altro.
Albus annuì brevemente,consapevole della violazione che stava per commettere.
-Sì,ma se non sono loro che si cercano,se si incontrano per caso non dovrebbero esserci problemi...O almeno credo-aggiunse incerto.
-E io che c'entro?-gli domandò l'altro curioso.
Albus gli spiegò velocemente il suo piano per poi restare a fissarlo in attesa.
Deciso a tenerlo sulla corda per qualche altro secondo,Scorpius alzò le spalle e si staccò dalla colonna,facendo un passo verso di lui.
-Che ci guadagno?-gli chiese poi.
Il moro lo fissò qualche istante sorpreso,mentre l'altro tirava fuori dalla tasca dei pantaloni della divisa un pacchetto di sigarette.
-Sono tuoi amici...-tentò poi.
-Veramente lei è tua sorella,e se non ricordo non sono molto nelle sue simpatie-disse sincero.
-Però con Daniel sei abbastanza in confidenza e mi sembrava che andaste d'accordo-provò ancora Albus.
Possibile che dovesse avere un tornaconto personale per ogni cosa?
Non poteva aiutarlo semplicemente perchè glielo aveva chiesto?
La sigaretta alle labbra,di nuovo con la schiena contro la colonna,Scorpius alzò le spalle,quasi indifferente.
Infastidito da quel comportamento,Albus sospirò e annuì rassegnato:quello era un altro segno che dimostrava la sua tesi.
A Scorpius non importava più niente di lui e stava cercando di tirarsi fuori da quella storia.
-Lascia perdere...Fa conto che non ti abbia mai chiesto niente-gli disse innervosito.
Gli voltò le spalle e si incamminò verso il corridoio che collegava il campo e gli spogliatoi,era quasi arrivato alla fine quando sentì una stretta decisa bloccargli il braccio destro e portarlo a voltarsi.
Scorpius era fermo davanti a lui,dimentico dell'espressione strafottente di poco prima,la mano ancora stretta attorno al suo braccio.
-Che c'è ancora?-gli domandò Al liberando il braccio.
-Mi hai convinto-disse l'altro.
Albus lo fissò incerto di aver capito il significato della frase.
-Come?-
-Ci sto...Facciamo questa cosa-
Odiava quel suo modo di comportarsi...
-Quando hai pensato di farli incontrare?-gli chiese poi Scorpius.
-Domani-
Questa volta fu il Serpeverde ad aggrottare la fronte.
-Ma domani c'è la gita ad Hogsmeade-gli ricordò.
Albus annuì.
-Infatti-
L'attimo dopo,quando capì il suo piano,un sorriso di complicità si disegnò sul viso di Scorpius.

 

Abbandonato sul letto,la schiena contro il materasso e le braccia sotto la testa,Ronald fissava con sguardo perso il soffitto,senza vederlo veramente.
Era tornato nel suo dormitorio da un paio d'ore,ma ancora non si era ripreso da quello che era successo.
Se fosse stato colpito da un fulmine a ciel sereno sarebbe stato meno sorpreso!
Lui e Rebecca avevano fatto l'amore...Senza nessun preavviso,niente che gli facesse presagire cosa stava per accadere!
Era...successo.
Si sentiva leggero neanche fosse un palloncino trattenuto a terra da un sottile nastrino e tutti i pensieri sembravano aver abbandonato la sua mente,dove le uniche immagini chiare e distinte che aveva erano quelle di quel pomeriggio.
Ancora non riusciva a credere a come tutto fosse avvenuto con la massima naturalezza e semplicità:l'attimo prima erano seduti uno accanto all'altro sul letto con i libri sulle ginocchia e l'istante dopo erano mezzi nudi,le tendine del baldacchino tirate e le coperte che si attorcigliavano attorno alle gambe.
Prese un profondo respiro e gli sembrò di sentire di nuovo nella stanza l'odore della pelle di Rebecca e il tocco leggero delle sue dita che gli sfioravano le spalle nude dopo avergli sfilato la camicia.
Due colpi leggeri sulla porta lo staccarono dai suoi ricordi e gli fecero alzare leggermente la testa dal cuscino,lo sguardo sull'entrata del dormitorio.
-Avanti-
La porta si aprì e Rebecca fece capolino all'interno della stanza,facendolo sorridere quasi all'istante.
-Ehi...Ecco la mia ragazza!-l'apostrofò.
Arrossendo leggermente,Rebecca fece un paio di passi nella stanza per poi chiudersi la porta alle spalle.
-Ti disturbo?-gli domandò incerta.
Ronnie si rizzò a sedere sul letto e,sorridendo,scuotè la testa in segno di diniego:vedeva chiaramente che Rebecca era a disagio e l'ultima cosa che voleva era che quella situazione degenerasse.
In fondo che avevano fatto di così terribile?
Battè sul letto per convincerla a sedersi accanto a lui e quando Rebecca lo fece,avvicinò il viso alla sua spalla destra,fissandola in quella distanza ravvicinata.
I vestiti non le rendevano giustizia.
Se non fosse stato terribilmente geloso,avrebbe aperto una finestra e avrebbe urlato a tutta Hogwarts quanto era bella la sua ragazza quando era nuda.
Portò lo sguardo sul lembo di pelle poco distante dalla clavicola che scendeva nella camicia bianca e ricordò il piccolo neo che aveva visto mentre le slacciava i bottoni bianchi.
Abbassò lo sguardo sulle sue ginocchia e la vide muovere nervosamente le mani.
-Vieni qui...-le disse sorridendole affabile.
Le circondò le spalle con un braccio e l'attirò contro di sè,sentendo l'attimo dopo la sua guancia poggiarvisi contro e il suo respiro che gli accarezzava il collo nudo.
Le baciò dolcemente il retro dell'orecchio e le sfiorò la schiena cercando di calmarla.
Erano gesti talmente diversi da quelli di poche ore prima,talmente opposti da fargli credere per un'istante che non fosse mai accaduto niente fra di loro e che fosse solo una sua proiezione mentale,un sogno fin troppo reale.
Ma nel profondo di sè stesso sapeva che non era così,ne aveva la certezza!
Allora perchè Rebecca era così a disagio?
-Ti sei pentita di quello che è successo?-si decise a domandargli,anche se era l'ultima cosa che voleva sapere.
La ragazza alzò la testa dalla sua spalla e fissò il suo volto,senza staccare il loro abbraccio,per poi avvicinarsi e dargli un lieve bacio sulle labbra.
-Assolutamente...-lo rassicurò poi.
Certo che altri incoraggiamenti l'avrebbero portata a chiudersi a riccio e a non dire nient'altro, Ronald preferì restare in silenzio e aspettare che lei continuasse.
-E' solo che...mi vergogno-ammise senza guardarlo,gli occhi sulla piccola fossetta al di sotto del pomo d'Adamo.
Ronnie aggrottò le sopracciglia,sorpreso da quelle parole;cercò di parlare,ma lei lo bloccò alzando gli occhi sul suo volto e cercando il suo sguardo.
-Che pensi di me?-gli domandò diretta.
-Che razza di domanda è?Sei la mia ragazza,ti amo e...-disse lui spiazzato.
Rebecca scosse la testa.
-No,che pensi di me ora che siamo stati insieme-specificò.
Ancora confuso,Ronald restò a lungo in silenzio,cercando di riflettere su cosa Rebecca volesse sentirsi dire,ma non arrivò a nessuna conclusione.
Ricordò il modo in cui si era fidata di lui nonostante la paura,le sue braccia strette attorno alle spalle e il suo sguardo spaventato e innamorato allo stesso tempo che ricambiava il suo.
-Ti ammiro-le disse sincero.
Rebecca lo fissò stupita.
-Non è cosa da tutti mettere da parte le proprie paure e buttarsi...-le disse serio.
Con nella mente il ricordo di come aveva iniziato a punzecchiarla rubandole il libro da sotto il naso e la conseguente lotta al "solletico mortale",Ronald si chiese cosa l'aveva convinta a fare l'ultimo passo e a concederglisi.
-Posso farti una domanda?-le domandò infatti.
Lei,nonostante l'aria titubante,annuì.
-Che cosa,oltre al mio fisico perfetto,ti ha fatto cambiare idea?-le chiese cauto.
Accennando un sorriso,Rebecca abbassò lo sguardo per qualche secondo,fissando il copriletto sotto di loro.
-La certezza che non avresti mai chiesto più di quello che potevo offrirti...Nonostante i nostri inizi zoppicanti e le tue paure,da quando stiamo insieme,non hai fatto altro che dimostrarmi il tuo amore.
Sei stato paziente,comprensivo e più di una volta mi sono chiesta come sarebbe andata se non avessi avuto così paura...Così per una volta,ho deciso di agire e smetterla con tutte queste domande-spiegò Rebecca.
Un sorriso accennato sul viso,Ronald la fissò ammirato per poi darle un bacio sulla fronte,in modo quasi paterno.
-Quindi non è stato il mio fisico pazzesco?-domandò ancora con una smorfia dispiaciuta cercando di smorzare il momento serio.
Lei rise e scosse la testa.
-Però ha aiutato considerevolmente...-gli confessò.
Accompagnando la sua risata,Ronald avvicinò le labbra alle sue e la baciò,indugiando sulla sua bocca con pigro piacere e lentezza,quasi avesse tutto il tempo del mondo.
-Tu invece?-gli domandò una volta staccatasi dalle sue labbra-Che cosa ti ha convinto a non respingermi ancora?-chiese ancora curiosa.
Lui sorrise leggermente,per poi riavvicinare il viso al suo,le labbra che le sfioravano la pelle delicata del collo.
-Come avrei potuto?Eri così sexy!-ricordò.
Imbarazzata,Rebecca nascose il viso nella sua spalla e si strinse maggiormente contro di lui.
-Sai cos'altro?Sapere che eri soltanto mia...Credo che nessun'altro apparte me sappia quanto sei bella senza vestiti!-aggiunse ancora lui.
Ancora rossa in volto,Rebecca accennò un sorriso nascosto alla vista di Ronald.
-Tu e mia sorella-
Rialzò la testa dalla sua spalla e fissò i suoi occhi per qualche istante,un espressione seria sul volto,prima di dargli un bacio umido e veloce.
-Ti va di sposarmi?-gli domandò improvvisamente,cogliendolo alla sprovvista.
Ronald la fissò senza capire,gli occhi spalancati per quella proposta,e neanche la risata allegra che l' accompagnò lo aiutò a capire.
-Non adesso!Diciamo fra...cinque anni!Quando avremmo finito gli studi e avremmo trovato un lavoro.
Non posso certo farmi scappare un così buon partito,quindi ti andrebbe di sposarmi?-gli chiese ancora.
Rincuorato,Ronald sorrise ironico.
-Non dovrebbero essere gli uomini a fare certe proposte?-le domandò poi.
Lei alzò le spalle,sorridendo.
-Beh,noi non siamo una coppia convenzionale...E poi hai cinque anni di tempo per farmi la tua proposta-gli fece notare prima di baciarlo ancora una volta.
Lui ricambiò il bacio e in pochi istanti si erano dimenticati della domanda di Rebecca e della risposta mancata...ma del resto,aveva cinque anni di tempo per rispondere.


-Smettila di fare quel muso!-la rimproverò ancora una volta.
Sbuffando Lily fece un cenno annoiato con la mano per zittirlo e continuò a camminare.
Per Albus era facile parlare;lui aveva l'imbarazzo della scelta!
Non poteva capire come si sentiva...
-Perchè non vai a prepararti per il tuo appuntamento e non mi lasci in pace?-lo beccò,incurante del tono acido della sua voce.
Albus le gettò un'occhiata e alzò le spalle.
-Ho ancora tempo...E poi te l'ho detto,devo recuperare assolutamente questi libri.
Non capisco come ho fatto a dimenticarli nell'aula del professor Olin-si lamentò lui precendendola nel corridoio.
Lily sbuffò:lei un'idea ce l'aveva,ed anche ben chiara.
-Forse eri troppo distratto dai tuoi numerosi pretendenti-
Al scosse la testa.
-Ne dubito;quando faccio lezione sono molto concentrato su quello che faccio-le spiegò.
-Sai non capisco proprio:perchè hai dovuto accettare l'invito di questo Emmett quando stai con Scorpius?Non è agire alle sue spalle,tradire la sua fiducia?-gli domandò guardandolo incattivita.
Il fratello la fissò qualche istante,per poi tornare a guardare dritto davanti a sè,un sorriso divertito sulle labbra.
-Stiamo ancora parlando di me e Scorpius oppure di te e Daniel?-le chiese a sua volta.
Lily sbuffò e fece finta di non aver sentito la domanda.
Era arrabbiata,ferita e anche confusa:perchè Daniel aveva accettato quel dannato invito?
Con Billie Nelson per di più!La peggiore pettegola di tutta Grifondoro...Avrebbe saputo cosa era successo fra di loro quella sera stessa con dovizia di particolari,inventati e veri,e quelle occhiate compassionevoli che tanto odiava.
Avrebbe preferito mille volte pulire i calderoni sporchi dopo le lezioni di Pozioni piuttosto che sentire cosa era successo fra di loro.
Non riusciva a capacitarsi di quello che era successo:possibile che l'amore di Daniel non avesse resistito per più di tre settimane?
Era veramente così debole e fragile?
Allora era meglio tenersene alla larga!
Però c'erano tante cose che non capiva:perchè se non era sicuro dei suoi sentimenti,di quello che provava,aveva insistito così tanto per stare con lei,arrivando a tampinarla senza darle tregua?
-E se fosse tutta colpa di nostro padre?-domandò ad alta voce.
Albus tornò a guardarla e restò in silenzio,aspettando che lei parlasse di nuovo.
La sorella incontrò il suo sguardo,mostrandosi dubbiosa per la prima volta,e sospirò frustrata.
-Se avesse deciso che non vale la pena mettersi contro nostro padre per me?
Del resto siamo due ragazzi,non ha senso promettersi l'eternità-commentò in tono disfattista.
Suo fratello,cercando di risollevarla,le posò un braccio sulle spalle e l'attirò a sè,dandole un bacio sulla tempia destra.
-Se ha veramente pensato che non ne vali la pena,allora è un'emerito imbecille-disse semplicemente.
Lily accennò un sorriso e,senza staccarsi dalla sua stretta,portò lo sguardo dritto davanti a sè individuando una figura familiare a una ventina di metri di distanza.
Erano ormai vicini all'aula del professor Olin e,man mano che si avvicinavano entrambi i fratelli riconobbero la figura altera.
-C'è qualcuno che ti cerca...-commentò Lily sottovoce.
Lo sguardo fisso su Scorpius,Albus osservò gli abiti semplici ma eleganti,ovviamente costosi,che indossava sicuramente in occasione della gita ad Hogsmeade.
Beh,se voleva fare colpo doveva sfoderare l'artiglieria pesante...
Del resto poteva dire la stessa cosa di sè stesso:era la prima volta che aveva un appuntamento con qualcuno che non fosse Scorpius e,per cercare di fare buona impressione,aveva indossato una camicia bianca sopra una giacca nera di pelle,coordinata con i jeans ed un paio di sneakers.
Chissà quali erano i gusti di Emmett...
-Cercavo proprio te-gli disse Scorpius non appena furono a portata di orecchio.
Albus annuì e togliendo il braccio dalle spalle della sorella,le rivolse uno sguardo veloce,cercando di mostrarsi indeciso.
-Lily...-iniziò.
-Ho capito,ti aspetto dentro...E magari comincio anche a cercare in giro,così non arrivi tardi al tuo appuntamento-disse annuendo.
Lanciò un'occhiata veloce a Scorpius,per vedere che effetto avevano avuto su di lui quelle parole,ma non ottenendo nessuna reazione aprì la porta ed entrò nell'aula.
Non aveva fatto che un paio di passi nella stanza che un movimento a qualche metro di distanza alla sua destra la fece voltare e gelare allo stesso tempo.
Immobile,quasi quanto lei,Daniel la osservava,un sorriso accennato sulle labbra,le braccia serrate all'altezza del petto.
Perchè era lì?Doveva considerare la loro storia finita?
Era venuto per lasciarla prima di andare all'appuntamento con Billie?
-Ciao scricciolo-la salutò muovendosi verso di lei.
Fu il tono della voce,più delle parole,ad aiutarla a capire...
Niente era cambiato.


Una cosa positiva nell'avere due genitori in carriera era la possibilità di avere la casa vuota per gran parte della giornata e della settimana.
Se,da bambina,questo le era sembrato un fattore negativo legato anche al fatto di non vedere spesso i suoi genitori e di dover passare ore a casa dei vicini,con il passare degli anni aveva rivalutato quella "libertà":fin da quando aveva tredici anni,i suoi genitori avevano iniziato a considerarla abbastanza grande per poter passare il pomeriggio da sola senza bisogno di supervisioni,a patto da rispondere ad ogni telefonata che loro facevano dall'ospedale e dall'ufficio, e di accettare l'allarme "anti-intruso" attorno alla casa.
Ora,a due anni di distanza,con una maggiore indipendenza e maturità,dopo un serrato lavoro di convincimento,Allison era riuscita a strappare ai genitori il permesso di invitare le proprie amiche per poter studiare insieme il pomeriggio oppure,specialmente in quest'ultimo periodo,Alice per non rendere troppo dure o noiose le giornate della ragazza durante quel soggiorno.
Ma quel pomeriggio,al posto della sua migliore amica,aveva invitato Fred,per uno dei primi appuntamenti da quella sera di Capodanno alla Tana.
Era strano per lei pensare a Fred come il suo ragazzo,dopo che per mesi aveva fantasticato su come sarebbe andata una possibile storia fra loro due:tante volte si era chiesta come lo avrebbe avvicinato,le sue reazioni,il corteggiamento...Ed invece tutto era successo in modo così veloce e confuso che qualche volta aveva ancora dei dubbi.
Per questo lo aveva invitato da lei quel pomeriggio;avevano bisogno di parlare,di chiarirsi e se poi fosse successo qualcos'altro lei non avrebbe fatto nulla per impedirlo.
Fred si presentò in orario,un sorriso allegro e imbarazzato sul viso,che lei fece sparire con un bacio per poi guidarlo verso la cucina dove l'isola al centro della cucina era quasi completamente occupata da strumenti da cucina.
-Wow!Hai deciso di prendermi per la gola?-le domandò lui sedendosi su uno degli sgabelli di legno scuro di fronte a lei.
Allison sorrise e scosse la testa,voltandogli le spalle per qualche istante per prendere un grembiule a quadretti rossi e bianchi.
-No...Oggi è l'anniversario di matrimonio dei miei genitori e volevo far loro una sorpresa-gli spiegò mentre si sistemava il gremiule sui fianchi.
Fred annuì,pensieroso,per poi alzare le spalle.
-Peccato...Io non avrei avuto nulla in contrario ad essere preso per la gola-commentò facendole l'occhiolino.
Lei lo fissò chiaramente divertita per poi scuotere la testa,quasi lo ritenesse una causa persa.
-Invece di restare lì senza far niente,che ne dici di aiutarmi?-gli domandò tendendogli un cucchiaio di legno.
-La cucina non è il mio forte-ribattè lui.
Allison alzò le spalle non curante.
-Non era neanche il mio fino ad un'anno fa,ma ora sono bravissima a fare dolci...Ora smettila di lamentarti e vieni qui-disse con voce che non accettava repliche.
Ancora titubante,Fred la fissò in attesa ed Allison gli mise davanti una scodella bianca con delle venature rosse e gli porse la scatola delle uova.
-Che devo farci?-
-Metti quattro uova lì dentro e inizia a sbatterle...Mi raccomando,non fare pasticci!-lo ammonì mettendogli vicino il frullino.
Leggermente indispettito per quell'ammonizione,Fred iniziò a rompere le uova deciso a mostrarle che non era così impedito come pensava lei e finchè si trattò di rompere le uova e metterle nella scodella fu facile,ma non aveva la minima idea di come si usasse quel dannato frullino.
-E' tutta questione di polso-gli disse Allison intenta a pesare le giuste dosi di farina,cacao e burro- Immagina di avere in mano la bacchetta-lo aiutò ancora.
Fred bofonchiò e provò di nuovo,pago di quell'ulteriore suggerimento,riuscendo così nella sua "missione".
Peccato,che Allison non potesse vederlo,dato che era voltata di spalla ai fornelli impegnata a far sciogliere il burro.
Approfittando della sua distrazione,Fred rubò un quadretto di cioccolata che,data la presenza del lungo coltello lì vicino,sarebbe finito a pezzetti.
-Ehi!Quella tavoletta serve per la torta!-lo rimproverò lei,sorprendendolo a masticare.
-Non l'ho rubato tutto...Che sarà mai un pezzetto in meno?-si giustificò lui,prendendo un altro quadratino con un movimento veloce della mano destra.
-FRED!-
Cercando di non riderle spudoratamente in faccia,Fred accennò una piccola risata e poi con i denti tagliò a metà il quadrato di cioccolata,porgendolo poi a lei.
-Questa parte è per te-disse cercando di apparire pentito,sporgendosi sul tavolo verso di lei.
Tenendo ancora il broncio,Allison lo fissò tendersi verso di lei,la metà del quadrato stretta fra due dita.
-Aprì la bocca-disse lui.
Nonostante fosse ancora riluttante,Allison socchiuse le labbra e approfittando di quella piccola breccia,Fred insinuò all'interno il resto del quadrato di cioccolata,per poi darle un bacio lieve,in segno di pace.
-Brava la mia ragazza...-scherzò Fred sorridendole in modo malizioso.
Scuotendo leggermente la testa in modo ironico,Allison chiuse le labbra e mangiò la sua metà, mettendo fine alla questione per poi tornare alla preparazione del dolce,iniziando a ridurre il cioccolato in piccole scaglie.
Facendo vagare lo sguardo sui vari ingredienti disposti sull'isola,Fred vide il pentolino in cui era stato sciolto il burro,il contenitore graduato con il latte e le varie tazze con zucchero cacao e farina.
-Puoi aiutarmi?-gli domandò Allison portando la sua attenzione di nuovo su di lei.
Fred la fissò e annuì.
-La manica destra sta per finire nella ciotola,potresti alzarla oltre il gomito?-
Si alzò e aggirò l'isola portandosi dietro di lei,il torace poco distante dalla sua schiena,mentre lei era ancora impegnata a ridurre in piccole scaglie il cioccolato:le sistemò la manica destra e poi approfittò di quella distanza così ravvicinata per sfiorarle il collo con il lungo naso.
-La smetti di disturbarmi?-si lamentò Allison.
Ma il lieve passo indietro che aveva fatto portando la sua schiena ad aderire contro il suo petto,gli dimostrava che,in fin dei conti,le sue attenzioni non erano così fastidiose.
-Ti sistemo anche l'altra manica?-le domandò premuroso,sfiorandole di nuovo il collo.
-Visto che ci sei...-
Poggiando per un'istante entrambe le mani sui fianchi,portò il peso sulla gamba sinistra e rigirò anche la manica sinistra,dandole poi un bacio dietro l'orecchio.
Allison sorrise leggermente,posando il coltello sul tagliere e lanciando un'occhiata veloce alle sue spalle.
-Che ne dici se prima preparo questa torta e poi pensiamo un pò a noi?-gli propose.
Fred alzò le spalle,allontanandosi da lei,ma prima di tornare al suo posto,affondò un dito nel burro fuso,spalmandone poi una dose sulla guancia sinistra di Allison.
L'espressione incredula che si dipinse sul volto della ragazza era impareggiabile:gli occhi spalancati che lo fissavano,la bocca dischiusa,il veloce movimento della mano per sincerarsi di essere veramente sporca...Tutto congiurò per farlo scoppiare a ridere sotto i suoi occhi!
-Sei veramente...-
-Adorabile?-domandò Fred finendo la frase al posto suo.
Allison tornò seria per qualche istante prima che sul suo volto si disegnasse un sorriso malandrino che fece capire a Fred che non l'avrebbe passata liscia tanto facilmente.
-No,non è la prima parola che mi viene in mente...-commentò poi.
Cercando di rimediare,o di rendere meno dura la sua punizione,Fred le si avvicinò e,preso un lembo del grembiule di Allison le pulì la guancia sporca.
-Ecco qua...Va meglio ora?-le domandò poi sorridendole.
Non aveva neanche finito di parlare,che qualcosa di soffice cadde sulla sua testa,senza il minimo preavviso,imbrattandogli i capelli,il viso e le spalle.
Farina!Gli aveva rovesciato sulla testa l'intera tazza della farina!
-Sì,ora va meglio-rispose Allison con un sorriso a trentadue denti.
Per evitare che la farina gli finisse negli occhi,Fred vi passò sopra una mano prima di posare lo sguardo di nuovo su di lei.
-Sei morta!-l'avvertì.
Allison,cercando di scappare,fece una veloce giravolta ma non abbastanza da portarsi fuori dal suo raggio d'azione,venendo così colpita alla schiena da due uova che le macchiarono il retro del vestito ed i capelli.
Iniziarono a girare attorno all'isola,finendo per non sapere più chi stava rincorrendo l'altro,finchè Allison non si fermò portando Fred a fermarsi di fronte a lei:poggiando entrambe le mani ai lati dei suoi fianchi,la bloccò fra le proprie braccia e la fissò per qualche istante dall'alto.
-Pace?-le domandò poi.
Come poteva essere altrimenti?Era chiaramente più forte di lei!
Senza rispondergli,Allison si alzò in punta di piedi e gli allacciò un braccio attorno al collo, avvicinando i loro visi e sfiorandogli il labbro inferiore.
Un sorriso apparve sul viso della ragazza quando sentì le braccia di Fred staccarsi dall'isola e serrarsi attorno ai suoi fianchi,attirandola a sè,per poi iniziare a ricambiare il bacio.
Completamente concentrato sul bacio e sulle dita agili di lei che giocherellavano con i suoi capelli, dimenticò la loro piccola lotta,finchè ancora una volta,lei non gliela riportò alla mente:gli aveva accarezzato di nuovo i capelli,ma questa volta,quando la sua mano si era allontanata,qualcosa di viscido e gocciolante gli era rimasto fra i capelli.
Si staccò dalle sue labbra e vide il sorriso divertito di lei:gli ci volle un secondo per capire che, approfittando della sua distrazione,Allison gli aveva schiacciato un uovo in testa!
La vide alzarsi di nuovo sulle punte e avvicinare la bocca al suo orecchio.
-Pace?-gli domandò provocandolo impunemente.
Fissando i suoi occhi,con lo stesso movimento veloce di qualche minuto prima,afferrò il recipiente graduato con il latte e lo rovesciò sulla testa di Allison,bagnandola completamente.
Sbigottita,la ragazza serrò le labbra l'una sull'altra,cercando qualcosa per controbbattere adeguatamente,ma ancora una volta,Fred fu più veloce di lei,afferrando lo zucchero e versandoglielo sulla testa neanche fosse un dolcetto da guarnire.
-Questo è veramente troppo!Guarda qui come mi hai ridotto!-sbottò Allison,arrabbiata,indicando i propri vestiti zuppi ed i suoi capelli fradici e pieni di zucchero.
-Sei stata tu a non volere la pace...-le fece notare Fred.
Sfuggendo al suo abbraccio,Allison si guardò intorno nella cucina alla ricerca della prossima arma.
C'era una sola munizione ancora disponibile,il cacao in polvere,per cui lo afferrò prima che Fred potesse precederla e fece un passo verso di lui con aria cattiva.
-Non avrai mai il coraggio...-la sfidò.
-Scommetti?-
-Andiamo faccio già schifo così!Questa poltiglia non si toglierà più dai capelli...-si lamentò andandole incontro.
Allison alzò le spalle cercando di mostrarsi disinteressata.
-Beh pazienza!-
Con due passi veloci le fu davanti e le afferrò il braccio destro,quello che non teneva la scodella,facendo però cadere a terra un pò di cacao.
Allison si ritrovò di nuovo fra le sue braccia,la schiena contro il muro,la ciotola a poca distanza dalla spalla sinistra di Fred, pronta per essere svuotata su di lui,il mento alzato verso l'alto in segno di sfida.
Prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa,due dita di Fred le guidarono il viso verso quello di lui facendo incontrare di nuovo le loro labbra.
Un braccio di Fred si strinse attorno alla sua vita mentre la mano sinistra si posò sul collo,poco distante dallo zigomo;sotto le attenzioni delle sue labbra,Allison dischiuse la bocca lasciando che le loro lingue si incontrassero ed iniziassero a danzare.
Concentrata sul bacio e consapevole che la cucina non poteva apparire peggio di com'era già,lasciò cadere a terra la ciotola con il cacao che si frantumò e sporcò le loro scarpe.
-Sei dolce...-le disse lui quando si separarono.
-Io lo sono sempre!-ribattè Allison fissando i suoi occhi.
Fred rise e scosse la testa,ravviandosi dietro l'orecchio destro una ciocca di capelli lerci.
-Credo sia per via dello zucchero:così sei ancora più buona...
Dovremmo rifarlo!-aggiunse,chinandosi poi per darle un bacio sul collo.
Allison sorrise e,nonostante fossero sporchi,gli accarezzò i capelli.
-Sì,ma la prossima volta usiamo la tua cucina-
Rialzando la testa,fra le risate,Fred tornò a baciarla e si appoggiò completamente su di lei,il gomito destro contro la parete e la mano sinistra che le accarezzava il fianco,mentre le braccia di lei lo stringevano in vita e lo attiravano contro di sè.
-CHE DIAVOLO è SUCCESSO QUI DENTRO?-
La voce li fece sobbalzare,cogliendoli completamente impreparati,portandoli a separarsi e a fissare imbarazzati Seamus e Rupert che,sulla porta della cucina,muovevano lo sguardo dalla cucina praticamente devastata a loro.
Fred vide i due uomini guardare la figlia increduli per un lungo istante,prima di portare lo sguardo su di lui.
Avrebbero dovuto dare parecchie spiegazioni...

 

La musica era talmente forte da impedirgli di sentire i suoi stessi pensieri.
Eppure per la prima volta nella sua vita non lo considerava un problema:l'idea di non dover pensare,di potersi lasciare andare al momento era un vero sollievo!
Si muoveva sulla pista da ballo nera su cui si riflettevano le luci stroboscopiche nel piccolo quadrato che si era ritagliato nella calca umana.
Chi lo avrebbe mai immaginato che a Hogsmeade esisteva un locale del genere?
Secondo Emmett era il miglior locale gay di tutta Hogsmeade,oltre ad essere l'unico,e forse proprio per questo era terribilmente affollato.

"First I was afraid
I was petrifice
I think I can never live
without you by my side
"

Paura...Questa era decisamente una di quelle cose che lo terrorizzavano e invece ora se la stava spassando e anche parecchio.
E pensare che non era mai stato amante del ballo!
Quando Emmett gli aveva detto che aveva intenzione di portarlo in un locale,aveva indugiato a lungo,incerto se fosse la cosa giusta per un primo appuntamento.
-Sei mai stato in un locale gay?-gli aveva chiesto Emmett mentre erano seduti al tavolo di un bar.
Lui aveva scosso la testa.
-Non credevo neanche esistessero-aveva ammesso candidamente.
Emmett aveva riso,sinceramente divertito,poi aveva annuito brevemente.
-Certo che esistono!Anche qui nella vecchia e bigotta Hogsmeade...
Però c'è una cosa che non capisco:se non ci sei mai stato,come fai a sapere che non ti piace?-gli aveva chiesto,osservando attento il suo volto.
Al aveva alzato le spalle,incapace di rispondere alla domanda.
-Facciamo così:possiamo andarci per una mezz'ora,se poi la cosa non ti piace,allora andiamo da qualche altra parte...Che ne dici?-gli aveva proposto alla fine l'altro.
Deciso a non mostrarsi scostante,o maleducato,aveva accettato di seguirlo al locale e,alla fine,la mezz'ora si era trasformata in due ore.
La cosa più incredibile era che mentre all'inizio era rimasto seduto in disparte,guardando i ragazzi e gli adulti che ballavano,dopo qualche minuto sotto le sollecitudini di Emmett aveva accettato di seguirlo sulla pista e di ballare con lui in maniera legnosa e quasi scordinata...Ed invece ora stava ballando a torso nudo facendosi guidare dalla musica.
Non ricordava neanche dove aveva lasciato la camicia e la giacca...
Due braccia gli cinsero i fianchi nudi,stringendolo,poi un torace massiccio nudo e muscoloso premette contro la sua schiena,e due labbra gli sfiorarono la spalla sinistra.
Voltò leggermente la testa e sorrise quando incontrò lo sguardo di Emmett.
-Io ti conosco...Sbaglio o sei quel ragazzo che odiava i locali?-scherzò,parlando a voce alta per sovrastare la musica.
Albus rise e si voltò nel suo abbraccio per essere faccia a faccia con il ragazzo.
-Come ho fatto finora a non conoscere questo posto?-
-Ti piace?-chiese Emmett avvicinandosi di nuovo e poggiando una mano sul suo braccio destro.
-Lo adoro!Ora sarai costretto a portarmici sempre!-lo avvisò.
I loro occhi si incontrarono e si accorse dello sguardo malizioso in quello di Emmett.
-Per me sarà un piacere!-
Si accorse subito di essere entrato in un territorio pericoloso...
Non sapeva come comportarsi:da una parte c'era Scorpius e la loro "storia",dall'altra parte c'era Emmett che gli faceva spudoratamente la corte.
Che doveva fare?Quella fra lui e Scorpius era una vera relazione?
No...se lo fosse stata lui non sarebbe certo stato lì fra le braccia di un altro,tantomeno avrebbe avuto il suo permesso per fare quello che più gli piaceva con Emmett o con qualsiasi altro ragazzo carino che poteva interessargli.
Che prevedeva il codice del corteggiamento gay?
No!Non voleva pensare...Almeno non in quel momento!
La musica gli venne incontro portandolo a saltellare con la nuova canzone,facendogli dimenticare i suoi dilemmi.
Tornò a voltare le spalle ad Emmett e riprese a ballare,la testa che seguiva i bassi,gli occhi chiusi, in completa balia della musica.
Sentì di nuovo le braccia di Emmett attorno alla vita e,deciso a vivere l'attimo,inarcò la schiena annullando la distanza fra i loro corpi strusciando così il proprio sedere sull' intimità dell'altro ad ogni movimento del bacino,la testa posata sulla sua spalla destra.
Le labbra del ragazzo gli sfiorarono il collo e la spalla sinistra,mentre la sua mano sinistra gli accarezzava il torace nudo,senza però accennare più di quelle semplici carezze e di quei casti baci.
Nonostante avesse gli occhi chiusi,Albus riusciva a percepire gli sguardi attenti che gli uomini attorno a loro gli lanciavano:lo avevano riconosciuto,avevano capito che erano due minorenni entrati con dei documenti falsi,oppure erano interessati a loro perchè erano ragazzi giovani ed attraenti?
Riaprì gli occhi accecandosi per qualche istante con le luci stroboscopiche,la testa ancora sulla spalla di Emmett,e quando lo vide voltare la testa verso di lui per incontrare il suo sguardo istintivamente gli sorrise e si avvicinò per dargli un piccolo bacio sulla guancia destra.
Osservò il piccolo sorriso che gli illuminò il viso e sentì accentuarsi la presa attorno ai fianchi,prima che i loro visi si avvicinassero ancora di più nella distanza ravvicinata e le labbra di Emmett sfiorassero le sue con delicatezza.
Albus restò immobile fra le sue braccia,sentendosi insicuro e combattuto:che accidenti doveva fare?
Poi capì.
Lentamente le sue labbra iniziarono ad andare incontro a quelle di Emmett,assecondando i suoi movimenti e seguendo il suo ritmo,compiendo una mezza giravolta fra le sue braccia per poter essere di nuovo faccia a faccia.
Continuò a baciarlo,cercando di zittire quella piccola voce nella sua testa che gli diceva che stava tradendo Scorpius che non era diverso dagli altri,perchè lui sapeva la verità,per quanto dolorosa o poco piacevole fosse.
Si separarono e per qualche istante si fissarono senza dire nulla,poi Emmett sciolse il loro abbraccio e lo prese per mano.
-Vieni con me-gli disse.
Limitandosi a fare un cenno con la testa,Albus lo seguì lontano dalla pista,le paure di poco prima dimenticate:non doveva sentirsi colpevole...
Se a Scorpius fosse importato qualcosa di lui non gli aveva dato il suo permesso per tradirlo.


-LO HAI FATTO APPOSTA?-
Perfettamente tranquillo,seduto su uno dei banchi dell'aula del professor Olin,Daniel annuì per conferma.
Non appena si erano trovati entrambi nella stessa stanza,Albus li aveva chiusi dentro con un incantesimo sigillante,promettendo loro di liberarli al ritorno dal suo appuntamento.
Lily,furiosa con il fratello per avergli giocato quel tiro,inizialmente era rimasta in silenzio in un' angolo della stanza fissando il paesaggio fuori dall'aula e Daniel l'aveva lasciata fare,ben consapevole che ora aveva bisogno di qualche minuto per riflettere.
Ma dopo un lungo silenzio,la sua natura aveva preso il sopravvento:non poteva restare chiusa in una stanza con lui per ore ed uscirne senza avergli neanche chiesto perchè aveva invitato quella vacca di Billie Nelson.
Se lo sarebbe rimproverato per tutta la vita.
Aveva voltato le spalle alla finestra e lo aveva fissato,incontrando il suo sguardo.
-Come te la passi?-gli aveva chiesto,cercando di prendere il discorso alla lontana.
Lui aveva sorriso e aveva alzato le spalle.
-Me la cavo...Ho i soliti problemi con mio padre,ma per il resto va tutto bene-le rispose.
Lily annuì,iniziando a fissarsi la punta delle scarpe.
-Tu come stai?-le aveva domandato Daniel,lo sguardo fisso su di lei.
Ancora una volta,lei aveva alzato le spalle,e aveva evitato il suo sguardo.
-Me la cavo...-aveva detto rifacendogli il verso.
-Come te la stai cavando in queste settimane?-le aveva domandato poi.
Un sorriso ironico era apparso sulle labbra di Lily:come poteva chiedergli una cosa del genere con quello che stava per fare?
Aveva rialzato lo sguardo e aveva sospirato,fissandolo con aria di sfida,quasi a volergli dimostrare che il suo appuntamento con la Nelson non l'avrebbe buttata a terra.
-Ho vissuto momenti migliori-aveva detto sincera.
Daniel aveva sorriso,le braccia incrociate in petto e lo sguardo che non l'abbandonava neanche un'istante.
-Allora ho fatto bene a venire da te-
Gli occhi leggermente socchiusi,Lily aveva cercato di spiegarsi il significato di quella frase,ma non ci riuscì:era forse un gioco di parole?
-Che vuoi dire?-gli aveva chiesto dandosi per vinta.
Daniel si era morso l'angolo destro del labbro inferiore e poi aveva sorriso con aria malandrina.
-So già che mi farai una ramanzina sul modo giusto in cui si trattano le donne,ma non potevo fare altrimenti se volevo vederti.
L'unico motivo per cui ho accettato l'invito di Billie Nelson sei tu...Non ce la facevo più a starti lontano-le aveva confessato.
Sempre più confusa,Lily aveva sentito le guance andare a fuoco,ma non se ne era curata particolarmente,continuando a tenere lo sguardo fisso su di lui,in attesa di nuove spiegazioni.
-Ero stufo di tutte quelle cattiverie che giravano su di noi e su Albus,così quando Billie Nelson mi ha invitato ho accettato per dare a tutti qualcos'altro di cui parlare,sicuro che non appena saputa la notizia Albus avrebbe fatto l'impossibile per farci incontrare e chiarire...E fortunatamente non mi sono sbagliato-aveva concluso leggermente soddisfatto.
Incredula,Lily lo aveva fissato qualche altro istante immobile prima di dire o fare qualsiasi cosa.
-LO HAI FATTO APPOSTA?-
Lui alzò le spalle.
-L'ho fatto per noi-disse semplicemente.
Incapace di mettere in parole quello che provava in quel momento,Lily percorse di corsa il breve tragitto che li separava e gli gettò le braccia al collo,posando quasi nello stesso istante le labbra sulle sue.
Grazie a quel semplice gesto,in quella ritrovata vicinanza,Lily sentì svanire tutti i dubbi e le paure che l'avevano accompagnata per giorni.
-Tu sei un pazzo lo sai?-gli domandò con un sorriso felice,restando nel suo abbraccio.
Daniel annuì incerto.
-Me lo dicono tutti-scherzò.
-Sai anche che questa sera ci saranno decine di finti pettegolezzi sul fantastico pomeriggio che hai passato insieme a Billie Nelson?-gli fece notare accarezzandogli i capelli e riportando alla memoria sensazioni sopite da troppo tempo.
Lui alzò le spalle,sfiorandole il fianco destro con due dita.
-Che importa se io e te sappiamo la verità?-
Lily sorrise e riprese a baciarlo:avevano solo qualche ora,o anche meno, prima che Albus tornasse dal suo appuntamento e voleva sfruttare quel tempo al meglio.
Ma c'era ancora una cosa su cui aveva dei dubbi.
Si staccò di nuovo dalle sue labbra e lo fissò per qualche secondo.
-Quindi tu mi ami ancora?Voglio dire...nessun'altra ha preso il mio posto?-gli chiese.
Daniel rise e la strinse più vicina a sè,dandole un bacio sulla fronte.
-Tu sei tutta matta...E anche io devo essere andato fuori di testa,altrimenti come lo spieghi il fatto che nonostante avessi la possibilità di liberarmi di te,sono ancora pazzo di te?-
Lily sorrise e si alzò sulle punte per dargli un altro bacio.
Già,dovevano essere due pazzi...


Non si era mai comportato così...Gli era quasi difficile riconoscersi.
-Mi spieghi che ci facciamo qui?Sono ore che aspettiamo!-gli domandò l'altro muovendo lo sguardo da lui al locale ad una decina di metri di distanza.
Scorpius sapeva che non appena avesse detto a Luke la verità,l'amico sarebbe andato su tutte le furie,rifiutandosi categoricamente di entrare.
Che diavolo gli stava succedendo?
Lui non era così...irrazionale,fuori controllo,istintivo!Che fine aveva fatto l'educazione repressiva che aveva ricevuto dai suoi genitori?
-E' un locale gay-gli disse tirando un ultimo tiro dalla sigaretta che aveva fra le labbra e gettandola poi a terra.
Il "Babylon",il miglior locale gay di tutta Hogsmeade,l'unico posto dove un ragazzo confuso può trovare la sua vera "vocazione", o un gay dichiarato può trovare qualcuno che gli dia sollievo alla fine di una lunga giornata di lavoro.
Quante volte era entrato in quel posto usando un documento falso?Non che avessero mai controllato veramente la sua età o la foto sul documento...
Sapeva per esperienza che quello era il Paradiso per i gay:tutto sembra a portata di mano, disponibile,senza nessun limite...
Ed ora l'idea che Albus si stesse godendo quel paradiso senza di lui lo avviliva e mandava su tutte le furie allo stesso tempo.
Vide l'espressione sul volto di Luke cristallizzarsi per qualche istante prima che iniziasse a scuotere il capo con decisione.
-No!Assolutamente no!
Mi sta bene che seguiamo Potter e il suo ragazzo...-
-Lui non è il suo ragazzo!-ribattè subito Scorpius lanciandoli un'occhiataccia.
Sorpreso da quell'inconsueto scatto d'ora,Luke si zittì per qualche istante,fissando il volto dell'amico cercando quella spiegazione che Scorpius si rifiutava di dargli.
-Ok,va bene!-acconsentì alla fine-Però questa storia deve finire:non possiamo seguirlo ovunque per tutta Hogsmeade finchè non torna al castello.
Li abbiamo spiati mentre erano nel bar,li abbiamo pedinati finchè non sono arrivati qui,che altro vuoi fare?Entrare lì dentro e fare una scenata di gelosia?-gli domandò cercando di farlo ragionare.
Gelosia?
Era di questo che si trattava?
No,Luke si sbagliava,era lontano mille miglia dalla verità:lui non era geloso,era solo...
Cosa?Preoccupato per Albus?
Quando mai gli era fregato qualcosa di cosa succedeva ai suoi amanti dopo che se li era portati a letto?
Tutti gli altri avevano smesso di interessarlo nello stesso istante in cui erano usciti dal suo letto, perchè non poteva essere lo stesso con Potter?
Che cazzo aveva lui di diverso?
Il suo vero problema era che non riusciva a smettere di pensare:aveva seguito Al per tutto il giorno, osservandolo mentre era insieme ad Emmett e fin dal primo istante,gli era apparso chiaro l'intento di Emmett.
Lui lo voleva...E non si premurava di nasconderlo.
Aveva tante attenzioni per lui,tanti piccoli modi di accorgersi della presenza di Albus che a lui non erano mai venuti in mente:più volte,mentre erano seduti al tavolo del bar,lo aveva visto avvicinare la mano a quella di Al e sfiorargli un dito,quasi fosse un gesto incondizionato che non poteva controllare e mentre erano per strada sulla via del Babylon gli aveva messo un braccio sulle spalle,avvicinandosi a lui,quasi a voler dimostrare a tutti che Al era suo.
Tanti piccoli gesti che lui non aveva mai fatto...
E che forse ora era troppo tardi per iniziare a fare.
-Ehi Scorpius!-lo chiamò Luke.
Il biondo alzò la testa e fissò l'amico che,con un cenno del capo,gli indicò l'uscita del locale:a neanche venti metri da loro,Albus ed Emmett erano appena usciti in strada.
Cercando di non farsi vedere,Scorpius si nascose dietro l'angolo del muro opposto e osservò i due ragazzi fermarsi davanti all'uscita del locale.
Notò la camicia spiegazzata e malabbottonata di Albus e il modo ancora più intimo in cui Emmett interagiva con lui;vide il sorriso divertito e leggermente malizioso sulle labbra del moro e non ebbe bisogno di sapere altro.
Conosceva fin troppo bene quel sorriso...
-Possiamo anche andare-disse mestamente.
-Cosa?Dopo ore di attesa non vai neanche a parlargli?-gli domandò in un sospiro Luke.
Scorpius voltò le spalle all'amico e si incamminò lontano dal locale.
Non sarebbe servito a nulla...Aveva capito dal primo istante in cui li aveva visti che Al aveva seguito il suo consiglio.
E non poteva incolpare nessun'altro oltre che sè stesso.

 

Salve a tutti!!!...E buon fine settimana!

Come state ora che manca poco alla fine della scuola?Spero che qst piccolo interludio vi sia d'aiuto nelle vostre fatiche scolastiche.

Dunque...Comincio subito scusandomi x l'assenza di Jim e Rose,ma ho voluto dare un piccolo spazio a Allison e Fred,che sn sempre così bistrattati,e prometto che i vostri "lovers" preferiti torneranno nel prox capitolo.

Un'altra cosa importante riguarda Albus e Scorpius:non lasciatevi guidare dalle apparenze.

Anche se tutto lascia credere il contrario,continuate ad avere fiducia in Albus...

Inoltre volevo avvertirvi che ancora nel prox capitolo,parleremo dei junior,mentre poi ci saranno vari capitoli incentrati solo sui senior.

Le canzoni citate nel capitolo sono "I will survive" di Gloria Gaynor e "Let's hear it for the boy" tratta dalla colonna sonora di "Queer as folk".

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia e battitura.

E ora i ringraziamenti:Lights(Spero tu nn sia rimasta delusa dall'assenza di James e Rose...Per ora nn ho ancora deciso chiaramente cosa succederà,ma so cn certezza cm finirà),Pikkola(Hai ragione,il ragionamento di Scorpius era contorto ma dettato dal bisogno di certezze + che dalla gelosia:piuttosto che legare a sè Al con la gratitudine x essere stato il primo,ha preferito mostrarsi indifferente e bastardo e permettergli di fare le sue scelte...Anche io come te nn saprei cosa fare e come comportarmi,speriamo che Al faccia la cosa giusta),Elly(Che bello sei tornata!Tranquilla ti capisco...Credo sia stata proprio la certezza che superato quel mese il suo amore x Daniel nn avrebbe avuto + ostacoli a motivare Lily e a farla andare avanti,altrimenti sarebbe stata davvero dura!Scorpius si è accorto dell'interesse che Al ha verso di lui,ma nn sa se attribuirla alla scoperta del sesso o a veri sentimenti,x qst gli ha dato il "permesso" di fare altre esperienze...Nn posso anticiparti nulla su James e Rose,ma posso solo dirti che manca davvero poco...),WingsHP(Sono d'accordo con te,specialmente se invece di migliorare s fosse aggravata,come avresti potuto perdonarti di non esserle stata accanto negli ultimi mesi?Il fatto che Scorpius sia il principe delle Serpi nn lo rende diverso dagli altri o immune alla gelosia!),IRE'89(Hai risolto i tuoi problemi di linea?Le ragazze di Hogwarts nn aspettavano altro che la rottura di Dan e Lily e vedendoli cs distanti hanno pensato che il loro desiderio si fosse esaudito...Ma avevano fatto male i loro conti!Hai ragione tu,la situazione fra Allison e Fred era tr surreale,cs abbiamo mandato i loro piani all'aria,nel modo + impensato possibile...Chissà come reagiranno ora George e Luna!Parlando di Jim e Rose:è vero,abbiamo superato la fase"voglio ma nn posso" e stiamo per passare definitivamente anche quella "voglio ma vengo sempre interrotto";del resto,se ci sono riusciti Ronnie e Rebecca,perchè nn dovrebbero riuscirci loro?Credi veramente che il Principe delle Serpi sia capace di ammettere i propri sentimenti?E' come chiedere alla Terra di girare nel senso opposto!Perchè Scorpius possa capire qualcosa di qll che prova avrà bisogno di una smossa,qualcosa di inaspettato che lo metterà di fronte al fatto compiuto...),Sunshine'86(Ho risolto il tuo enigma?Hai ragione,alla fine Emmett nn ha fatto niente x dividerli tranne trovarsi al posto giusto nel momento giusto.Cmq complimenti,hai colto perfettamente il principio ispiratore dell'idea di Scorpius!Per soddisfare la tua curiosità,anche se uno Scorpius come Jonathan Ryhs Meyes farebbe la felicità di tt le ragazze ed i ragazzi di Hogwarts,ti posto i modelli ispiratori di Albus e Scorpius e anche di Emmett. Scorpius:  http://i31.tinypic.com/6hm07m.jpg

Albus: http://ottawastreetstyle.files.wordpress.com/2008/09/ty.jpg

Emmett: http://www.berkshiretheatre.org/albums/album01/Randy_Harrison.sized.jpg

Tonks'17(Sai che gran parte dei geni era matto?Va a finire che mi taglio un orecchio come Van Gogh...Cmq,guardando the "bright side",penso sia meglio definirmi come una spugna:assorbo tutto quello che può interessarmi e lo riverso sulla storia,trovandogli il posto giusto.E' difficile capire quando si sta sbagliando,specialmente quando per la prima volta incontri qualcuno di cui ti importa anke dopo essertelo portato a letto:come comportarsi senza dimostrare tr il proprio interesse?E' un filo sottile che separa l'indifferenza dalla paura dell'amore...Parlando di Rose e James,la confessione x il momento è ancora lunga da venire,e quando arriverà Ginny ed Harry saranno 2 genitori diversi da quelli che sn adesso,anke a causa degli eventi e forse la terribile reazione che Rose e Jim si aspettano nn arriverà,o almeno sarà + mite).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"The rules of attraction"

Baci Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 26
*** The rules of attraction ***


the rules

 

"Lovely girl you're the beauty in my world
without you there aren't reasons left to find"

 

-Luke!Luke!Aspettami!-
Una voce lo stava chiamando insistentemente lungo il corridoio affollato,e nonostante la sentisse chiaramente,a pochi metri da sè,continuava a ignorarla.
Era stato quando aveva dato ascolto a quella voce che i suoi guai erano iniziati,quindi era meglio ignorarla e proseguire per la propria strada;se avesse avuto un pò di buon senso avrebbe capito che non voleva vederla e avrebbe smesso di cercarlo,concentrando le sue attenzioni su qualche altro malcapitato.
Ma Mandy Greengrass non era mai stata una persona di buonsenso...
Infatti pochi secondi dopo che i richiami erano cessati,sentì una mano stringersi attorno al suo braccio sinistro e serrare la presa.
La stretta lo portò a girarsi leggermente e si trovò faccia a faccia con Mandy.
-Non hai sentito che ti stavo chiamando?-gli domandò lei,senza salutarlo.
Luke annuì,senza parlare facendo nascere sul volto di Mandy un'espressione sorpresa.
-E allora perchè non mi hai aspettato?-
-Perchè non mi interessava cosa avevi da dirmi-rispose lui terribilmente sincero.
Mandy lo fissò qualche secondo con la fronte aggrottata,quasi avesse il sospetto che si stesse prendendo gioco di lei per puro divertimento,poi scosse la testa.
-Non importa,devo parlarti-gli disse accantonando il discorso precedente.
La sua mano fino a quel momento non aveva accennato a sciogliere la presa,quindi Luke fece un gesto veloce con il braccio che lo sciolse da Mandy.
Poi tornò a voltarsi verso il corridoio e riprese a camminare,quasi la conversazione fosse finita e loro si fossero già salutati e separati,mentre invece Mandy non aveva intenzione di lasciarlo andare.
-Scusa ma non mi interessa,e poi vado di corsa:ho lezione!-disse continuando a camminare per la sua strada.
Per nulla decisa a desistere,Mandy continuò a camminargli a fianco,tenendo il passo,incurante dei ragazzi che passavano accanto a loro e che gli lanciavano qualche occhiata veloce.
-Ci sei mancato al party di Capodanno dei tuoi genitori...-iniziò.
-Non credo...I miei,con la compagnia giusta,dopo il terzo Martini,non ricordano neanche più il mio nome.
Hanno parlato dei bei tempi andati anche questa volta?-domandò curioso.
Mandy accennò un sorriso e annuì.
-Come ogni volta.
Tu dov'eri?-
-Con la mia ragazza e la sua famiglia-rispose senza nessuna remora.
Doveva mettere le cose in chiaro fin dal primo istante,anche se non sapeva ancora dove andava a parare quello strano discorso che Mandy aveva iniziato.
Lui aveva Alice;e non poteva rischiare di rovinare tutto un'altra volta dopo tutta la fatica che aveva fatto per rimettere a posto le cose.
-Oh...-commentò Mandy.
Non si aspettava quella risposta,era ovvio:forse lo credeva in giro con Scorpius a fare baldoria o in qualche locale con amici che non conosceva,ma mai le era passato per la testa che potesse essere con Alice.
Glielo leggeva in faccia.
-Davvero carino...-disse ancora leggermente acida.
Luke si morse la lingua per evitare di risponderle a tono e fece finta di non aver sentito quel commento,attraversando l'ultimo corridoio che l'avrebbe portato alla lezione di Difesa.
-Io invece ho passato la serata fra i vecchi amici dei nostri genitori,una noia mortale!
Però ad un certo punto la serata si è fatta interessante-aggiunse lanciandogli uno sguardo.
-La solita seduta spiritica?-chiese chiaramente divertito.
Mandy scosse la testa.
-No,si è parlato di te-
Luke alzò le spalle e le lanciò un veloce sguardo.
-Beh,è normale visto che ero il figlio dei padroni di casa...-commentò.
Ancora una volta lei scosse la testa.
-Oh no,non per quello!I tuoi ed i miei genitori hanno iniziato a parlare di come sarà il nostro futuro una volta usciti da Hogwarts e si sono trovati d'accordo su una cosa-gli spiegò a grandi linee.
Cercò di non dare ascolto ad una lontana sensazione,ma del resto conosceva troppo bene i suoi genitori per sperare in qualcosa di diverso.
-Davvero?E cosa sarebbe?-domandò cercando di non mostrarsi troppo interessato.
Un sorriso,chiaramente canzonatorio,apparve sulle labbra di Mandy.
-Hanno parlato a lungo,discutendo le varie opportunità che ci si presenteranno davanti una volta usciti da qui e,non mettendo in dubbio che avremmo entrambi una carriera sicura e di successo, hanno convenuto che avremmo affrontato meglio ciò che ci aspetta se affrontiamo tutto insieme... come una coppia-concluse lanciandogli uno sguardo per osservare la sua reazione.
Nonostante i suoi desideri,i suoi muscoli facciali si piegarono in un sorriso divertito:come al solito i suoi genitori non si smentivano mai.
Cercavano di intrappolarlo,di metterlo di fronte al fatto compiuto:tutti erano d'accordo,i genitori di Mandy,lei stessa sembrava gradire la cosa...
Si erano accordati senza tenere in conto la sua opinione,dandola per scontata.
-Davvero ironico!-commentò.
Mandy lo guardò senza capire a cosa si riferisse e prima che potesse chiederglielo,Luke parlò di nuovo.
-Tu che ne pensi di questa cosa?Sei d'accordo?-le domandò.
-E me lo chiedi?Quale persona sana di mente rinuncerebbe?-chiese lei di rimando.
Luke restò per qualche istante fermo,al centro del corridoio,lo sguardo su di lei,chiedendosi quale fosse il vero motivo del suo entusiasmo:non poteva essere vero amore,anzi era convinto che Mandy non fosse capace di amare nessuno oltre sè stessa,allora perchè accettava una proposta simile?
-Perchè?-le chiese infatti.
Mandy alzò gli occhi al cielo in un'espressione scioccata e scosse la testa.
-E me lo chiedi anche?Hai idea del prestigio che possiamo ricavare da un nostro fidanzamento?-gli spiegò quasi fosse una bambino di tre anni.
Luke annuì lentamente:ecco cos' era ad interessarla veramente...
-Già...Ma forse hai dimenticato una parte importante della questione...La mia ragazza-le ricordò.
Mandy sbuffò,quasi seccata di dover sentir ancora parlare di Alice e si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Le fidanzate vanno e vengono!Del resto che vuoi che sia rinunciare ad un piccolo flirt per il vero amore?-
Una rabbia quasi liquida gli attraversò le vene,confondendosi con il sangue:si era appena definita il suo grande amore?
Ma con che coraggio lo aveva fatto?
E come aveva osato sminuire il rapporto che c'era  fra lui ed Alice,il sentimento che li legava,quando non ne sapeva nulla?
Il viso atteggiato ad un'espressione severa,si avvicinò leggermente al volto di Mandy,gli occhi in quelli di lei.
-E' lei il mio vero amore,quindi scordati questa assurda pagliacciata-affermò con voce ferma e sicura.
Per nulla turbata,Mandy ricambiò il suo sguardo,quasi non avesse ascoltato l'ultima frase e dopo qualche secondo avvicinò a sua volta il viso a quello di Luke,diminuendo maggiormente la distanza fra i loro due volti al punto che sarebbe bastato un solo piccolo movimento delle due teste per far incontrare le labbra.
-Beh,visto che parliamo chiaro...Mettiti il cuore in pace,perchè io non ci rinuncio.
Tu sarai mio!-gli disse con voce altrettanto sicura.
Sicuro di essere sul punto di commettere una sciocchezza,Luke allontanò di scatto il volto e si rialzò in posizione eretta.
Dopo un'ultimo sguardo freddo,si voltò e iniziò a camminare a passo veloce lungo il corridoio.
Era in ritardo per la lezione.

 

La stanza puzzava di uovo e dall'aspetto dei mobili e della carta da parati sembrava essere stata vittima delle cure di un cuoco pazzo che non aveva la minima idea di come si usassero gli stumenti.
L'intero banco dell'isola era sporco di farina,quasi ci fosse stata un'improvvisa nevicata all'interno della stanza,preceduta poi da una pioggia di latte che aveva bagnato tutto il pavimento conclusa con della grandine all'uovo accompagnata da un lieve vento di cioccolato.
Seduti sul divano nel soggiorno,appositamente incantato,sedevano Fred ed Allison:uno accanto all'altra con qualche centimetro di distanza fra i due corpi,lo sguardo basso sulle proprie mani o in giro per la stanza cercando di evitare di incontrare quello dell'altro o quello di Seamus e Rupert che non li avevano mai lasciati soli neanche per un'istante.
Dopo averli sorpresi a baciarsi nella cucina,i due uomini erano rimasti a fissarli per qualche secondo allibiti,quasi fosse la prima volta che vedevano due persone darsi un bacio;poi quando si erano risvegliati da quel torpore,avevano chiamato i genitori di Fred chiedendogli di andare da loro il prima possibile e li avevano portati nel salotto,incapaci di sopportare un minuto di più la vista della cucina ridotta ad un campo di battaglia.
Più volte allison aveva provato a parlare con uno o l'altro dei suoi padri,ma ogni volta i due scuotevano la testa con decisione.
-Non adesso Allie-la riprendevano.
Ok,forse non avrebbero dovuto ridurre la cucina in quello stato,ma in fondo cos'altro avevano fatto di male?
Li avevano sorpresi che si baciavano,tutto qui!Non stavano facendo niente di più spinto o di esagerato,quindi perchè erano così scioccati?
Uno schiocco preannunciò l'arrivo dei suoi genitori:a pochi metri di distanza dalla porta del soggiorno,uno accanto all'altra,George e Luna si guardarono attorno passando lo sguardo da Rupert e Seamus,curiosi per quella chiamata improvvisa.
-Che cos'è questa puzza?-domandò Luna arricciando la punta del naso.
Si guardò intorno alla ricerca della causa e quando vide Fred e Allison sporchi e moralmente abbattuti,seduti sul divano,aggrottò la fronte.
-Fred!Che ti è successo?-gli domandò facendo un paio di passi verso di lui.
-Già figliolo perchè sei così sporco?-chiese George a sua volta.
Fred alzò lo sguardo verso i due genitori e si sistemò una ciocca di capelli,ormai duri e secchi, dietro l'orecchio.
-Ecco abbiamo fatto una lotta con il cibo-disse muovendo nervosamente lo sguardo.
Luna mosse gli occhi da Fred ad Allison e,colta da un'illuminazione improvvisa,annuì:del resto era stata adolescente anche lei...
-Ma perchè non ti sei fatto una doccia,o almeno un incantesimo pulente?
Sai di solito queste cose dovrebbero restare segrete...-commentò candidamente.
Allison non riuscì a trattenere un sorriso,che però nascose subito per paura di irritare i suoi genitori.
-Sono stato io ad impedirglielo-si intromise Seamus.
George e Luna guardarono l'uomo sorpresi.
-E per quale motivo?-chiese George curioso.
Bastava guardare Seamus per capire che c'era ancora qualcosa che non era stato detto,il vero motivo per cui erano stati invitati ad andare lì con tanta furia e,pensieroso,riportò lo sguardo a Fred ed Allison,ai loro vestiti e ai loro capelli sporchi e all'inevitabile fine che accompagna sempre questo genere di giochi.
L'istante dopo il suo sorriso si spezzò in una risata piccola e breve.
-Oh...Ora credo di aver capito-commentò incapace di trattenere la risata.
-Ti diverti?Che avresti detto se ti fossi trovato al posto mio e ci fossero stati Alice ed il suo ragazzo?Avresti riso?-gli domandò Seamus cercando di fargli capire il suo stato d'animo.
George tornò serio e,ovviamente,scosse la testa.
-Hai ragione...-
-Ma non stavamo facendo niente di male!-obiettò Fred.
-Niente di male?Hai sbattuto mia figlia contro un muro e dici che non hai fatto niente di male?- fece Rupert fissandolo con sguardo serio.
-Non mi ha sbattuta contro un muro!-rispose Allison in difesa di Fred-Mi ha bloccato perchè io stavo per tirargli addosso il cacao in polvere,che poi è finito a terra.
E' un caso che siamo finiti contro il muro,potevano andare anche contro l'isola di marmo-ribattè decisa.
-Ah beh,questa si che è una soddisfazione!-commentò fintamente sollevato Rupert.
-Ma esattamente di cosa stiamo parlando?-chiese Luna cercando di ridimensionare le cose.
Li avevano trovati mezzi nudi in mezzo ad una cucina devastata oppure si parlava di qualche bacio rubato?
Fred sospirò leggermente scocciato e lanciò una veloce occhiata ad Allison,incontrando il suo sguardo:se volevano sperare di rivedersi ancora dovevano essere sinceri.
-Ci stavamo baciando...-disse sincero.
-Solo baciando-confermò Allison.
"Anche se io ho avuto qualche altra idea",pensò Fred...Ma quello forse era meglio non dirlo se voleva uscire vivo da quell'appartamento.
I quattro adulti restarono in silenzio qualche secondo,incamerando l'informazione,poi si guardarono l'un l'altro quasi per incoraggiarsi a vicenda per fare la successiva domanda.
-Da...da quanto va avanti la vostra storia?-domandò Luna.
Fred restò pensieroso a lungo,e lo stesso fece Allison:da quanto tempo stavano insieme?
Dovevano dire il tempo reale,oppure da quando avevano iniziato a pensare all'altro come a qualcosa più di un amico?
-Da un pò...Era già da qualche mese che pensavo a lei in un modo diverso...-iniziò Fred.
Allison annuì.
-Anche io,così una volta ci siamo incontrati al cinema e tornando a casa,ho preso l'occasione al volo e l'ho baciato...-continuò lei.
-Quindi era lei la misteriosa ragazza!-esclamò George sorpreso.
Imbarazzato Fred annuì:suo padre sapeva sempre quando era il momento buono per metterlo a disagio!
Ora avrebbe dovuto spiegare ad Allison che cosa intendeva...
-Aspetta...quindi è lui il ragazzo che...-fece Seamus incredulo,mentre nella sua testa riaffiorava un discorso vecchio di mesi.
-GIà INFATTI!-esclamò Allison bloccando suo padre prima che dicesse qualcosa di troppo compromettente.
Fred la guardò e sorrise:allora forse anche lei avrebbe avuto qualcosa da spiegargli più tardi...
Sorridendo allontanò lo sguardo da Allison e si accorse della nuova espressione che ora pervadeva gli occhi di Seamus:chissà cosa gli aveva detto Allison su di lui.
-Comunque,da quanto tempo vi vedete di nascosto?-domandò Rupert senza usare mezzi termini.
-Dal giorno di Capodanno.
Abbiamo capito che volevamo stare insieme e così abbiamo deciso di provarci...-confessò Fred.
-Ma non eravamo ancora pronti per dirvelo,avevamo intenzione di far passare un pò di tempo e poi ve ne avremmo parlato-li assicurò Allison.
Per qualche istante tutti gli adulti restarono in silenzio,riflettendo sulle parole dei ragazzi:George e Luna capirono subito che non avrebbero mai potuto,con la loro storia passata,assumere un comportamento da moralisti e condannarli.
In fondo,poi,non avevano fatto nulla di male...
Seamus,continuava a dirsi che i due ragazzi gli avevano mancato di rispetto facendosi trovare in atteggiamenti intimi in cucina e si stava chiedendo se punire o meno la figlia.
Rupert,invece,era più comprensivo:chi da ragazzo non ha commesso qualche sciocchezza con il proprio fidanzato?
Una volta lui era stato sorpreso da suo padre insieme ad una ragazza,l'unica che avesse mai frequentato,mentre erano insieme sotto la doccia.
Era stato il momento più imbarazzante della sua vita!
-Beh,visto che le cose stanno così...Non credo che sia il caso di farne una tragedia-iniziò infatti a dire.
-Ma tu signorina meriti una punizione:mi è preso un'infarto quando ti ho visto...Per non parlare delle condizioni della cucina!-continuò Seamus mostrandosi leggermente più duro del marito.
Allison annuì,sapeva che sarebbe successo,anzi non aveva sperato neanche per un secondo di cavarsela in altro modo.
George e Luna,invece,furono più concilianti.
-Io non sono bravo con le prediche,non le ho mai fatte e credo che in questo caso sarebbero anche ipocrite.
L'unica cosa che posso dirti è di fare più attenzione la prossima volta che ti imbarchi in una storia simile-disse George.
Fred premette le labbra una sopra l'altra e trattenne il sorriso che gli era nato spontaneo.
-Sì,ok,ora però possiamo fare un incantesimo pulente,per favore?
Non la sopporto più questa puzza!-esclamò Luna.
L'istante dopo l'odore d'uovo e la poltiglia che aveva inzaccherato i vestiti ed i capelli di Allison e Fred erano soltanto un ricordo.


-Stai contando le ore,vero?-
Un sorriso felice apparve sulle labbra di Lily,senza nessuna vergogna.
Mancavano poche ore alla fine dell'isolamento imposto da suo padre e,al contrario di quanto aveva detto Albus,non stava contando le ore...
Stava contando i minuti!
Il fugace incontro che eravano riusciti a strappare mentre tutti erano ad Hogsmeade aveva cancellato tutti i dubbi che quelle settimane separati avevano contribuito a creare:avevano parlato a lungo,raccontandosi quello che era accaduto nelle loro vite durante quel periodo di lontananza, concedendosi anche un piacevole interludio.
Aveva quasi dimenticato il sapore dei suoi baci,il calore delle sue carezze e il modo delicato e allo stesso forte che Daniel aveva di toccarla...
-Sì,diciamo di sì...-disse sperando di avere un'espressione vaga.
Albus rise leggermente e le posò un braccio sulle spalle,sporgendosi verso di lei.
-Già,come no!Vorresti dirmi che non ti ricordi che oggi finisce il vostro mese di separazione?-le domandò ancora.
-No certo che me lo ricordo!E' solo che cerco di pensarci il meno possibile,altrimenti finirò per dare i numeri...-mentì abilmente Lily.
Si sedettero uno di fronte all'altro sotto un'albero nel giardino interno e,colto da un leggero languorino,Albus trasfigurò alcuni bastoncini caduti dall'albero in una mela.
-Tu piuttosto...Non mi hai ancora parlato di come è andato il tuo appuntamento-disse la sorella approfittando del momento di silenzio causato dal primo morso alla mela.
Al alzò le spalle,come aveva fatto tutte le altre volte che gli aveva fatto quella domanda, facendo così aumentare la sua curiosità:perchè non voleva parlare di Emmett?
Era forse successo qualcosa di brutto durante quell'appuntamento?
-Andiamo,non può essere andata così male!-disse infatti,cercando di farlo aprire.
Il ragazzo scosse la testa.
-Io non ho mai detto una cosa simile-precisò infatti.
-Allora perchè non vuoi parlare di lui?-domandò ancora Lily.
Al ingoiò un altro boccone di mela e si asciugò un rivolo di succo che stava scivolando dall'angolo destro della bocca,riflettendo in silenzio.
-Cos'è non è bravo a letto?-
Il modo diretto in cui gli era stata rivolta la domanda lo portò a strabuzzare gli occhi e a guardare allibito la sorella.
-Ma come ti viene?-le chiese.
-Scusami!E' solo che non vuoi parlare di lui e ho pensato che questo fosse il motivo...-spiegò imbarazzata.
Albus accennò un sorriso e allontanò lo sguardo dal suo volto,riflettendo.
-Non ci sono andato a letto...
Anche se lui me lo ha chiesto-le confessò in un secondo istante.
Questa volta fu lei a guardarlo allibita.
-E' riuscito a convincermi ad andare in una discoteca gay ad Hogsmeade e per la prima mezz'ora sono rimasto in un angolo a guardare gli altri ragazzi che ballavano.
Poi lui è venuto a cercarmi,e mi ha portato sulla pista...Quando ho guardato di nuovo l'orologio erano passate due ore ed ero ancora sulla pista da ballo.
A torso nudo-le confessò.
Questa volta,lo sguardo che Lily gli lanciò fu di ammirazione e lo fece sorridere.
-Io sarei rimasta in un'angolo tutta la sera-gli confessò candidamente.
Albus rise e tornò ad addentare la mela che per il resto del tempo aveva rigirato nella mano.
-Poi che è successo?-
Lui respirò profondamente e le rivolse un breve sorriso.
-Mi ha baciato...Ed è stato anche un bel bacio.
Mi sono ritrovato a rispondere senza neanche pensarci e quando lui mi ha guidato lontano dalla pista e dalla folla non ho fatto obiezioni-le raccontò.
Lily restò in silenzio,consapevole che un commento sbagliato avrebbe portato Albus a chiudersi nuovamente a riccio e l'avrebbe lasciata con la curiosità.
Inoltre capiva dall'espressione negli occhi di suo fratello che,anche se lui non lo avrebbe mai ammesso,aveva bisogno di sfogarsi e parlare con qualcuno di quello che era successo.
-Ci siamo appartati in un'altra zona del locale,dove c'erano altre coppie già impegnate a darsi da fare...Abbiamo ripreso a baciarci,ogni carezza era nel posto giusto ed era evidente che Emmett ci sapesse fare,quindi ero tranquillo quando mi ha sbottonato i pantaloni e ha cominciato a...-disse lasciando la frase a metà non sapendo bene come spiegargli quello che era successo.
Del resto era sempre sua sorella!
Lily,nonostante la leggera colorazione rossa che aveva assunto il suo volto,annuì.
-Però non ha funzionato-disse lei con voce sicura.
Albus scosse la testa.
-L'ho fatto rialzare e gli ho detto che volevo andarmene e che capivo se lui voleva restare,ma mi ha detto che non avrebbe mai lasciato un appuntamento a metà.
Non per un ragazzo carino come me-concluse guardandola.
Lily sorrise e restò in silenzio fissando il suo volto.
Al si passò una mano fra i folti capelli neri e accennò un sorriso.
-Sono una checca riuscita male!-scherzò poi.
-Non dirlo neanche per scherzo!Lo sai anche tu il motivo per cui ti sei tirato indietro...-aggiunse.
Un sorriso ironico apparve sulle labbra di Albus,che annuì lentamente.
-Già come no!-ribattè poi.
-Puoi anche fare finta che sia tutta una mia invenzione,o se vuoi puoi anche dirmi che per te ormai non conta più niente,ma sai anche tu che finchè non risolvi la questione con Scorpius non potrai mai andare avanti.
Nè con Emmett,nè con nessun'altro-replicò decisa Lily.
-Non la stai facendo un pò tragica?-commentò il fratello.
Lily scosse la testa,risentita dall'atteggiamento del fratello:non si era mai nascosto dietro un dito, perchè cominciare ora?
-Vuoi farmi credere che non è per colpa di Scorpius che lo hai bloccato?-chiese lei sicura.
Senza rispondere,Albus si limitò a fissarla diviso fra la voglia di controbattere che la sua era solo una fantasia romantica e la consapevolezza che,in fondo,sua sorella aveva ragione.


Dei piccoli tocchi leggeri si facevano largo fra le cortine del sonno.
Lievi e ravvicinati.
Sul viso,sul collo sulla gola...
Mugugnando per il sonno interrotto,James cercò di aprire le palpebre,stranamente pesanti e solo allora si accorse in un peso inaspettato su di sè.
-Sveglia bell'addormentato...-disse una voce leggermente sollevata sul suo viso.
Con uno sforzo maggiore riuscì ad aprire le palpebre e,dopo qualche secondo riuscì a mettere a fuoco tutto intorno a sè:una figura,chiaramente seduta su a cavalcioni su di lui,le braccia posate sul copriletto ai lati dei suoi fianchi,lo osservava,divertita dalle strane facce che faceva nel pieno del suo risveglio.
-Che ci trovi di tanto buffo?-le domandò in un sospiro,portando una mano agli occhi e sfregandoli.
La risata allegra di Rose arrivò alle sue orecchie quasi fosse un festante scampanio e quando riaprì gli occhi la sua immagine gli apparve più chiara.
-Che ci fai qui?-le domandò passandosi una mano fra i capelli per allontanarli dal viso e sistemando poi un braccio sotto la testa per alzarsi leggermente.
-Ho visto gli altri ragazzi della squadra in Sala Comune,ma nessuno sapeva dirmi dov'eri,così ho pensato di venire a dare un'occhiata qui...Non avevo idea che stessi dormendo-gli disse.
-Devo essere crollato...L'allenamento mi ha fatto a pezzi,forse non sono la persona adatta per fare il Capitano-si lamentò prima di sbadigliare.
Rose sorrise.
-Il solito lamentoso-commentò scherzosa.
Lui le fece una smorfia che la fece ridere e che lo portò a ridere a sua volta,per poi iniziare a giocare con i suoi capelli spettinati,creando strane e nuove pettinature.
Una mano lenta di James aveva iniziato ad accarezzare la schiena di Rose,insinuandosi sotto la camicia bianca dell'uniforme,sfiorandole la pelle nuda con pigrizia,pronto a ritirare la mano non appena Rose avesse avuto qualcosa da obiettare.
-Oggi è l'ultimo giorno d'isolamento per Lily e Daniel...Sono contenta per loro,almeno adesso tuo padre non avrà nulla da obiettare-disse lei con voce calma.
-Già,speriamo solo che papà non cambi idea-
Rose lo fissò sorpresa,smettendo di accarezzarlo per qualche secondo.
-E perchè dovrebbe farlo?-gli chiese.
James alzò le spalle.
-Non lo so,era solo un'idea assurda-rispose.
Rose sbuffò e scosse la testa,prima di tornare seria seguendo un pensiero improvviso;poggiando entrambe le mani sul copriletto,si sporse in avanti fino a trovarsi con il viso sopra a quello di James e lo fissò in silenzio per qualche secondo.
-Tu avresti accettato una condizione simile?-gli domandò poi.
Il movimento inaspettato aveva provocato una piacevole reazione nel corpo del ragazzo che,ora trovando così ridotta la loro distanza,si ritrovò a sorridere malizioso.
Guidato dall'istinto,portò anche l'altra mano sulla schiena e le fece scivolare entrambe verso il basso,sentendo sotto le dita il tessuto leggero della stoffa e il calore della pelle di Rose.
Si fermò soltando quando arrivò a sfiorare i glutei sodi,coperti solo dalla gonna a pieghe;allora alzò leggermente la schiena e avvicinò il viso a quello di Rose,che non aveva mai lasciato il suo sguardo.
-Magari avrei detto di sì,ma poi avresti dovuto guardarti dagli angoli bui...-le disse guardando i suoi occhi.
Rose accennò un sorriso e,fatto quel piccolo movimento in più,portò le sue labbra su quelle di James.
Entrambi capirono fin da subito che c'era qualcosa di diverso in quel bacio:non era la prima volta che si scambiavano baci appassionati o intensi,ma questa volta sembrava quasi volessero rubarsi a vicenda l'essenza stessa dell'amore.
Le braccia di Rose si allacciarono al collo di James,attirandolo contro di sè,il torace che le schiacciava il seno.
Consapevole della posizione scomoda in cui si trovavano,con un colpo di reni James riuscì a portare Rose spalle al materasso,e si staccò da lei per essere sicuro che fosse comoda e che niente la infastidisse.
Tornò a baciarla,coprendola parzialmente con il proprio corpo e,mentre le mani di Rose gli accarezzavano le spalle ed i capelli,James fece vagare una mano lungo la gamba destra lunga e nuda:risalì lungo la gamba fino al ginocchio,accarezzandone il retro e fermandosi,indeciso se insinuarsi sotto la gonna o meno.
A farlo decidere fu il piccolo sospiro compiaciuto che uscì dalle labbra di Rose:lui l'amava,era il suo migliore amico, era il primo a conoscere i bisogni ed i desideri di Rose.
Perchè tutta quella paura?
Mentre le sue labbra scivolavano dalle labbra al collo di Rose,la sua mano s'insinuò delicata sotto la gonna sfiorandole la pelle delicata e calda della coscia.
Sentì le unghie premergli contro la camicia,le dita afferravano e stringevano il tessuto quasi avessero bisogno di un appiglio.
Alzò il viso e cercò lo sguardo di Rose che,senza parlare,gli sorrise ed annuì.
Non aveva bisogno di sapere altro.
Si alzò a sedere sul letto e la tirò su con sè;uno di fianco all'altra,James le prese le mani e le portò alla propria camicia.
-Spogliami-le disse con voce calma e rassicurante.
Avrebbe potuto farlo da solo,ma non voleva escluderla o renderla una semplice spettatrice di quello che sarebbe successo.
Rose lo guardò incerta e questa volta toccò a lui annuire,quasi a rassicurarla che non gli avrebbe fatto del male.
Leggermente impacciate,le dita di Rose fecero uscire i bottoni bianchi dalle asole della camicia e quando fu arrivata in fondo alzò di nuovo lo sguardo sul volto di James,che le sorrise.
Fece scivolare la camicia giù dalle spalle sul letto restando a torso nudo,permettendole di guardarlo.
-Sei diverso da quando facevamo il bagno nella stessa piscinetta...-scherzò Rose,dopo aver dato un'occhiata al torace definito e muscoloso.
Lui rise leggermente,per poi portare le mani alla camicia di Rose e iniziare a slacciarla,con gli stessi semplici gesti che lei aveva fatto poco prima.
Quando anche quella camicia fu aperta,James lasciò cadere le mani sul letto,lasciandole così decidere quando far cadere la camicia e lei,dopo aver preso un respiro profondo,la tolse restando con il reggiseno blu.
Cercando di non pensare a cosa poteva pensare James in quel momento,Rose si concentrò sul suo sguardo,così fisso,così impenetrabile e difficile da leggere.
Quando poi i loro sguardi si rincontrarono,non trovò nulla che la rammaricò o spanventò e conoscendolo,sapeva che James non avrebbe fatto nessun commento.
Infatti,in silenzio,James si mosse sul letto per essere più vicina a lei e le avvolse i fianchi con un braccio.
Gli sfiorò la spalla destra con le labbra,per poi toccarla con la punta del naso mentre le labbra seguivano un percorso predefinito nella sua mente:le accarezzò la clavicola,la piccola fossetta che si forma fra la spalla ed il collo,si concesse una piccola deviazione sulla gola che le fece reclinare la testa,per poi continuare sul collo dove le lasciò dei piccoli segni rossi per terminare all'orecchio ed il lobo che stuzzicò con la lingua e con i denti.
Voltando leggermente la testa,Rose fece incontrare le loro labbra che si vennero incontro bisognose,aprendosi all'altra come se non avessero aspettato altro da tutta la vita,mentre una mano di James si perdeva fra i suoi folti capelli ricci.
Una gamba di Rose si avvolse attorno ai fianchi di James,sollevando la gonna a pieghe e facendo incontrare i loro bacini per la prima volta in un lieve struscio che portò entrambi ad aprire gli occhi e a interrompere il bacio.
Preoccupato della possibile reazione di Rose,James le sorrise e le ravviò un ricciolo dietro l'orecchio destro;del canto suo lei accennò un sorriso e fece scivolare entrambe le mani alla base della schiena di James,poco distante dal suo sedere.
-Così è questo che si prova...-cercò di scherzare.
Lui si chinò e le diede un bacio lieve,prima di rincontrare il suo sguardo.
-Dopo sarà ancora meglio-le promise.
Rose sorrise di nuovo e riavvicinò le labbra alle sue,facendo forza allo stesso tempo su di lui cercando di portarlo sul letto e,dopo qualche tentativo vano,riuscì a metterlo spalle al materasso, alzandosi a sedere accanto a lui.
Lo guardò qualche istante,timorosa ed incerta su cosa fare ora che aveva il controllo della situazione,e alla fine sembrò trovare l'idea giusta:ricordando quello che lui aveva fatto poco prima, avvicinò le labbra al suo collo,sfiorandolo lieve più volte,l'odore del dopobarba che le pizzicava le narici,per poi seguire il percorso inverso,scendendo sulla clavicola e il torace grande,facendosi strada con le mani quasi avesse paura di perdere la via.
Accarezzò il capezzolo destro e lo sentì rizzarsi sotto le sue dita quasi immediatamente,una sensazione che non aveva mai provato prima:un senso di trionfo che si avvicinava alle volte in cui riusciva a portare a termine una pozione veramente difficile da sola.
Ma questa volta riusciva a sentire le reazioni che provocava con i gesti:sentiva James trattenere il respiro,avvertiva la pelle d'oca sotto le sue dita e,senza riuscire a darsene una spiegazione, sembrava che tutto avesse un'effetto anche su di lei.
Fu per via di quella consapevolezza che fece scendere le mani sulla cintura marrone che sosteneva i pantaloni e provò ad aprirla.
-Rose...Aspetta-la bloccò James mettendosi a sedere.
I loro occhi si incontrarono e lei riuscì a leggervi dentro tutti i timori che animavano James portandola a sorridere.
Doveva convincerlo che non aveva paura,non di lui,e che era sicura di voler fare l'amore con lui; gli diede un lieve bacio per distrarlo,portando poi le mani dietro la schiena fino ad afferrare il gancio del reggiseno e a slacciarlo.
James seguì la discesa del piccolo indumento finchè Rose non se lo sfilò definitivamente e lo buttò sul letto,restando seminuda davanti a lui.
Imbarazzata e timorosa per quello che lui poteva pensare del suo seno,piccolo e distante dalle forme rigogliose che affollavano i sogni dei ragazzi,Rose decise di prendere il controllo della situazione,di affrontare la sua paura.
Posando entrambe la mani sulle sue spalle,gesto che portò James ad alzare lo sguardo sul suo volto,si sollevò sulle ginocchia per sistemarsi a cavalcioni su di lui,come aveva fatto quando lo aveva trovato addormentato sul letto.
Però questa volta era diverso:le mani di James si fermarono sui suoi fianchi,i suoi seni sfiorarono la pelle nuda e tonica del torace e riuscì chiaramente a sentire la sua eccitazione attraverso i pantaloni.
Sorrise leggermente,quasi a volergli dimostrare che non aveva più paura,e scese con le mani fino a fermarle sulla cintura,iniziando ad aprirla.
Ancora una volta,James provò a muovere qualche obiezione,ma questa volta lei fu più veloce, posando le labbra sulle sue e bloccando sul nascere qualsiasi cosa lui volesse dire.
Quasi lo avesse sempre fatto,slacciò il bottone dei pantaloni e abbassò la cerniera distendendo il tessuto teso dei pantaloni dell'uniforme,mentre esplorava con la lingua la bocca del ragazzo.
Le mani di James presero ad accarezzarle i glutei,inizialmente sopra il tessuto della gonna,poi scivolando al di sotto e sfiorando più volte il pizzo degli slip,molto tentato ad insinuarsi oltre.
Seguendo le sue mosse,Rose gli accarezzò l'ultimo tratto del torace fino ad arrivare all'elastico dei boxer,infilandovi una mano dentro senza la minima esitazione:era ciò che si nascondeva lì dentro che le faceva più paura,quindi perchè non prendevi maggiore confidenza?
Erano poche le volte in cui James aveva lasciato che l'accarezzasse così intimamente,entrando in pieno contatto con la sua eccitazione ed ora Rose voleva dimostrargli che era pronta a mettere in pratica le "lezioni" ricevute.
Non appena le sue mani sfiorarono la sua erezione,accarezzandone la punta,James staccò le labbra dalle sue e la guardò con occhi socchiusi.
Gli diede un piccolo bacio e continuò ad accarezzarlo,aumentando leggermente la stretta per facilitare i movimenti del polso.
-Come me la sto cavando?-gli domandò con un piccolo sorriso sul volto.
Non avrebbe neanche avuto bisogno di chiderglielo:gli bastava guardare gli occhi chiusi,la testa leggermente reclinata e i piccoli gemiti ravvicinati che uscivano dalle labbra di James per capire che per lui era veramente piacevole.
-Perfetta...Più veloce...-mormorò.
Seguendo le sue istruzioni Rose mosse la mano con più velocità,con gesti che quasi rasentavano la rudezza ma che lui sembrava apprezzare molto,finchè una mano di James non si posò sulla sua e la bloccò.
Confusa lei rialzò lo sguardo sul suo volto e dovette aspettare qualche istante prima che James fosse in grado di risponderle.
-Eri a tanto così dal...-le disse non trovando le parole giuste.
Rose lo guardò qualche istante senza capire,finchè una consapevolezza si fece spazio in lei e le fece atteggiare il viso in un'espressione sorpresa.
-Oh...-fu tutto quello che riuscì a dire.
James sorrise e la baciò,accarezzandole i capelli.
-Resta qui-
-Non ho intenzione di andare da nessuna parte-ribattè lei.
Leggermente impacciato dal suo peso su di sè,James si voltò e tendendo il braccio destro riuscì a prendere la bacchetta dal comodino.
Solo in quel momento,Rose si ricordò dell'incantesimo contraccettivo e l'espressione confusa sul suo volto si trasformò in una più seria e concentrata.
-Dammi le tue mani-le disse James.
Tenendo la bacchetta nella mano destra,intrecciata con le sue,James eseguì la formula ottenendo le scintille blu ed arancioni che confermavano la buona riuscita dell'incantesimo,dopodichè fece cadere la bacchetta per terra,poco distante dai suoi piedi.
Rose sorrise impacciata,lo sguardo in quello di James.
-E ora diamoci dentro!-tentò di scherzare.
James sorrise lievemente e avvicinò il viso alla sua spalla,posando le labbra nella piccola fossetta fra il collo e la spalla,aiutando Rose ad allacciare le braccia attorno alle sue spalle,per poi scendere ancora con le labbra sul suo petto,sfiorandole il solco fra i seni,accarezzandole con la punta delle dita la curva del seno sinistro e alzandolo leggermente per portare alla bocca il capezzolo,iniziando poi a stuzzicarlo con la lingua ed i denti.
Rose chinò la testa all'indietro,i capelli che le solleticavano la schiena,gli occhi chiusi mentre il cuore sembrava impazzito solo per quelle piccole attenzioni.
Sentì le labbra allontanarsi e,con un movimento deciso James la portò di nuovo sul letto,tornando poi a sedersi sul letto voltandole le spalle.
Puntandosi sui gomiti,Rose lo osservò mentre finiva di togliersi i pantaloni restando soltanto con i boxer e decise di seguire il suo esempio,slacciando la gonna e facendola scendere lungo i fianchi.
Si accorse dello sguardo di James,attento alle sue mosse e quando incontrò i suoi occhi si accorse che erano più lucidi,più accesi,senza però sapersene spiegare il motivo.
Con movenze lente,James si avvicinò a lei sul letto,quasi volesse darle ancora la possibilità di cambiare idea,nonostante lo stato avanzato delle cose,e le si fermò accanto;toccò di nuovo a Rose fare la prima mossa.
Gli accarezzò il petto e avvicinò il viso al suo per una serie di piccoli baci inizialmente innocenti,ma che divennero subito appassionati;James si sistemò parzialmente su di lei facendo forza sui gomiti per non pesarle troppo con il proprio peso,mentre una mano aveva ripreso a vagare sul suo corpo, ora coperto soltanto dagli slip.
Le sfiorò di nuovo una gamba e quando Rose la dischiuse leggermente,lui si insinuò,accarezzando il tessuto bagnato della sua intimità con un dito strappandole un gemito acuto.
-Ti ho fatto male?-le domandò solo per sincerarsi del contrario.
Rose,infatti,scosse la testa.
-No,ma non avevo mai provato...-confessò timida.
James sorrise gentile e le diede un altro bacio,per rassicurarla.
Poi,continuando a fissare il suo viso,sfiorò di nuovo il tessuto,più volte,godendosi tutti i cambiamenti e le espressioni sul suo volto ad ogni tocco.
Allontanò la mano e,avvicinando il viso a quello di lei,coprì il corpo di Rose con il proprio,facendo combaciare le loro intimità.
Sentendo per la prima volta l'erezione di James così vicina alla sua entrata,nonostante avessero ancora indosso la biancheria,Rose spalancò gli occhi e lo fissò,rivolgendogli una muta domanda.
James non ebbe bisogno di rispondere:intrecciò le dita della mano destra con quelle di Rose e mosse il bacino con decisione,provocando in entrambi delle scariche elettriche che li lasciarono senza fiato per qualche istante.
La stretta di Rose intorno alla sua mano aumentò e con le successive spinte,piccoli gemiti uscirono uno dopo l'altro dalle sue labbra dischiuse.
La tensione nei muscoli di James le fece capire che non avrebbe potuto resistere ancora a lungo, sospetto che venne confermato dallo sguardo che lui le lanciò.
Era venuto il momento.
Annuì,cercando di calmare la cavalcata impazzita del suo cuore e abbassò la mano sinistra all'elastico dei boxer tirandolo giù con un gesto unico.
La resistenza che incontrò per via dell'erezione la imbarazzò,facendola arrossire suo malgrado e, cercando di aiutarla a superare quel momento,James la distrasse con un bacio mentre scalciava la biancheria lontano sul letto.
Quando le loro labbra si staccarono,furono gli slip di Rose ad essere gettate via,ormai inutili.
-Cercherò di non farti troppo male...-le disse deglutendo nervoso.
Rose annuì,scostandogli una ciocca di capelli dalla fronte.
-So che lo farai...Mi fido di te-
Sistemandosi meglio su di lei,James insinuò un ginocchio fra le sue gambe e avvicinò le loro intimità,sfiorandole con la punta del pene la pelle tesa della pancia.
Lo sguardo fisso sul suo viso,le braccia attorno alle sue spalle,Rose osservava l'espressione concentrata di James,così adulta come non gliel'aveva mai vista.
La prima cosa che avvertì fu la punta del pene insinuarsi facilmente in lei poi,contemporanea alla prima spinta di James,arrivò la prima fitta di dolore che la portò ad inarcare la schiena e ad aggrapparsi alle spalle di James.
-Piano...-mormorò,vergognandosi subito dopo di quella sua debolezza.
James le accarezzò la schiena e prese a baciarle il collo e le spalle,cercando di farla rilassare di nuovo,e quando gli sembrò arrivato il momento adatto,spinse ancora,più a fondo nella speranza di non doverle fare troppo male troppo a lungo.
Di nuovo il viso di Rose si piegò in una smorfia,mordendosi il labbro inferiore,ma questa volta oltre al dolore avvertiva anche un'altra sensazione:riusciva a sentirlo.
La presenza di James,così vicino come mai nessuno era arrivato ad essere,tutte le attenzioni che aveva avuto finora per lei,le fece capire che tutto sarebbe andato nel verso giusto,facendole venire quasi le lacrime agli occhi.
Alzò la testa e posò le labbra su quelle di lui,per nascondergli gli occhi lucidi che lo avrebbero spaventato.
Ricambiando il bacio,James iniziò a muoversi,spingendo il bacino lentamente,cercando il ritmo giusto per entrambi,seguito dopo qualche secondo da Rose,che iniziò ad andargli incontro, mozzando il respiro ad entrambi per qualche istante,mentre delle sensazioni inaspettate si scatenavano nel corpo di entrambi.
Dopo l'iniziale bruciore,Rose sentiva una languidezza che non aveva mai provato e che aumentò quando allacciò una gamba attorno ai fianchi di James,aumentando la connessione fra le loro intimità,mentre una mano di lui aveva preso ad accarezzarle un seno.
-Ancora...-chiese Rose senza quasi rendersene conto,sollevando la schiena per stringersi contro di lui.
Nonostante la preoccupazione per lei che non voleva abbandonarlo,James aumentò le spinte rendendole più ravvicinate e violente,nelle orecchie i gemiti sempre più forti di Rose che lo spinsero a continuare con quel ritmo.
-Oh Jim...-lo chiamò Rose prima di cercare il suo sguardo.
Qualcosa sembrava essersi impossessato di lei,qualcosa di vivo e bollente e pastoso come una colata di caramello.
Il suo corpo non rispondeva più agli stimoli,completamente perso dietro a quella danza innata e per la prima volta nella sua vita,Rose si sentì libera.
Tutto finì con un'esplosione davanti ai suoi occhi e nelle sue orecchie:il suo corpo si tese contro quello di James al punto che ebbe paura di spezzarsi in due,mentre in quello stesso istante James si irrigidiva e si svuotava in lei con un profondo grido soddisfatto,e dopo un piccolo grido,sentì tutta la tensione uscire da lei lasciandola come un burattino a cui hanno tagliato i fili.
James,del canto suo,cadde senza forze nel suo lato del letto,il respiro corto ed i brividi su tutto il corpo.
Per un lungo istante rimasero entrambi in silenzio,quasi avessero paura di svegliarsi da un sogno dicendo una parola sbagliata,poi Rose si voltò su un fianco verso di lui e gli si rannicchiò contro, posando la testa sul suo cuscino.
Passandole un braccio attorno alle spalle e attirandola a sè,James si chiese cosa stesse pensando: sentiva ancora dolore?Era pentita di averlo fatto?Era imbarazzata?
-Rosie...-la chiamò abbassando la testa per incontrare il suo sguardo.
Due dita di Rose si posarono sulle sue labbra,bloccandole.
Lui la guardò sorpreso da quel gesto,chiedendosi cosa vi si nascondesse dietro.
-Che ne dici di rimandare a domani ogni discorso?-
Dopo qualche istante di riflessione,James annuì.
Si quello era disposto a farlo...

 

 

 

-Credo che tu abbia sbagliato strada-
Era la seconda volta che lo trovava ad aspettarlo:per caso era diventata un'abitudine?
Perfettamente a suo agio,quasi si trovasse nel corridoio della sua Torre e non nei sotterranei davanti all'ingresso della Casa dei Serpeverde,con la schiena poggiata contro un muro freddo,Albus alzò lo sguardo verso Scorpius e lo guardò qualche istante,quasi avesse qualche difficoltà a capire la sua battuta.
-Ti sbagli:cercavo proprio te-rispose poi.
Il biondo gli si fermò di fronte e fece scorrere lo sguardo su di lui dalla punta dei capelli a quella delle scarpe,neanche dovesse accertarsi che niente fosse cambiato nel Grifondoro nei pochi giorni in cui avevano passato separati.
Si era tenuto volutamente a distanza,evitando qualsiasi contatto neanche fosse una ragazzina di dodici anni alle prese con il primo amore.
Ma che altro avrebbe potuto fare?
Fin da quando erano tornati al Castello dalla gita ad Hogsmeade aveva avuto sempre davanti agli occhi quel breve momento fra Albus ed Emmett all'uscita del Babylon.
Anche adesso che gli era davanti riusciva a ricordare il modo in cui Emmett gli aveva sistemato il colletto della camicia,sgalcita e con i bottoni sistemati nelle asole sbagliate...Ogni volta che ci ripensava si sentiva prendere da quella strana sensazione che lo aveva assalito la prima volta.
Quella sensazione che Luke aveva irroneamente identificato come gelosia.
Ma lui sapeva bene che non era gelosia,era...qualcosa di peggio.
-Quale onore!-commentò cercando di dare alla sua voce un tono ironico.
Albus restò in silenzio,semplicemente con lo sguardo sul suo viso,quasi avesse previsto una reazione simile e non volesse far nulla per rovinargli la "recita".
-Però se hai bisogno di qualcuno che ti regga il gioco con tua sorella,credo tu abbia sbagliato persona-lo avvertì.
Scorpius scosse la testa e staccò la schiena dal muro,trovandosi così più vicino al Serpeverde.
-Volevo solamente assicurarmi che stessi bene...Sono un paio di giorni che non ti vedo,se non durante i pasti-gli disse cercando il suo sguardo.
Scorpius si affrettò ad annuire.
-A meraviglia!Anzi non capisco perchè ti sei sentito in dovere di fare una cosa simile-
Quanto ancora sarebbe riuscito a mantere quella faccia?
Cinque minuti?Dieci?
Allora era meglio sbrigarsi a mandarlo via!
Perchè diavolo era venuto a cercarlo?Non aveva da fare con il suo nuovo fidanzatino?
Che scocciasse lui invece di venirgli a rompere l'anima!
Albus annuì lentamente e sul suo viso si disegnò un espressione dispiaciuta che durò pochi secondi.
-Già infatti...E' stata proprio un'idea stupida.
Forse è meglio che vada-disse voltandosi leggermente,ma ancora restio ad andarsene.
-Stammi bene!-lo salutò Scorpius,sinceramente sollevato che quel momento fosse finito.
Poteva restarlo a guardare mentre si allontanava oppure così si avrebbe smascherato definitivamente?
Quella era l'unica occasione per rimettere le cose a posto fra di loro?
Albus iniziò a camminare lungo il corridoio e,nonostante i suoi propositi,Scorpius restò a guardarlo, quasi incapace di lasciarlo andare veramente.
Fu soltanto grazie a questo che riuscì a sentire il piccolo mugugno che uscì dalle labbra di Al.
Per qualche secondo restò immobile,poco sicuro di aver sentito bene,poi iniziò ad andare dietro al Grifondoro e,una volta raggiuntolo,gli strinse un braccio e lo spinse contro un muro.
-Che cazzo..-si lamentò Albus sorpreso.
-Ripeti quello che hai appena detto!-
Le mani su entrambe le braccia di Albus,il corpo sul suo,Scorpius lo aveva bloccato contro il muro per evitare che gli scappasse.
-Non ho detto niente...-rispose Al.
Stringendo fra le mani il davanti del maglione,Scorpius avvicinò il viso a quello di Al e lo fissò, cercando di convincerlo grazie al suo sguardo glaciale.
-Bugiardo-
Per qualche secondo,entrambi rimasero in silenzio,poi Albus sospirò e allontanò lo sguardo da quello del Serpeverde.
-Ho detto che avrei dovuto lasciargli fare quel pompino...-
-Che significa?-chiese il biondo.
-Vuoi lasciarmi andare?-disse invece l'altro ritornando a guardarlo con uno sguardo battagliero.
-Non ne ho la minima intenzione!Che volevi dire?-ripetè Scorpius.
Aveva bisogno di sapere,ne aveva quasi il diritto!
Ma,stanco di sottostare agli sbalzi d'umore di Scorpius,Albus piantò sul suo viso quello stesso sguardo di poco prima e indurì la mascella in un'espressione dura.
-A te che importa?Da quando devo darti spiegazioni?-gli chiese secco.
-Da sempre-ribattè l'altro con lo stesso tono di voce.
Una risatina ironica riuscì a farsi spazio fra le labbra strette di Albus che cercò ancora una volta di staccarsi dal muro e dalla stretta del Serpeverde,ma invano.
-Quindi il fatto di essere stato a letto con me ti autorizza a sapere tutto della mia vita privata? Eppure due minuti fa non sembrava interessarti tanto,anzi sembravi così ansioso di passare al nuovo amante-gli fece notare.
-Stiamo parlando di me o di te?-chiese il biondo,stringendo il maglione fra le dita.
Stanco di quella posizione di inferiorità,Albus portò le mani all'altezza del torace del biondo e lo spintonò,riuscendo così ad allontanarlo e a staccarsi dal muro.
Per qualche secondo,quasi avessero bisogno di una pausa d'assestamento rimasero fermi,a pochi passi di distanza l'uno dall'altro,in silenzio.
Poi,finalmente,Albus diede voce a quei pensieri che lo tormentavano da settimane.
-Sei stato tu a dirmi di andare con chi volevo,di ampliare i miei orizzonti...Sei stato tu a spingermi ad uscire con Emmett-disse con voce calma.
Si voltò e fissò lo sguardo sul volto del biondo che continuava,ostinatamente,a tenere lo sguardo fisso sul pavimento.
-Perchè cazzo non mi hai detto che ti dava fastidio?Perchè hai continuato a far finta di niente quando invece sapevi benissimo che sarei uscito con un'altra persona diversa da te,qualcuno di cui non mi importava assolutamente niente,soltanto per farti un dispetto,per spingerti ad ammettere che...-
-Ad ammettere cosa?Che ero geloso?-lo interruppe Scorpius alzando lo sguardo sul suo volto.
Al restò in silenzio,non sapendo quale fosse la risposta adatta a quella domanda,e quando sentì la risata ironica di Scorpius capì di aver fatto la scelta giusta.
-Io non sono geloso...Specialmente di te poi.
So che ti piacerebbe sentirtelo dire e credimi,non sei il primo nè sarai l'ultimo,ma fra noi non c'è stato niente che possa giustificare la gelosia.
Ci siamo incontrati,ci siamo piaciuti e per un pò siamo andati a letto insieme-disse con voce ferma e decisa.
Ti prego,fa che resista fino alla fine...
Non poteva permettersi di crollare proprio durante quel discorso,altrimenti tutta la sua copertura sarebbe andata a monte ed Albus avrebbe veramente pensato che fosse geloso o peggio che provasse dei sentimenti per lui.
Per allontanare la concentrazione dal viso di Albus,iniziò a tastarsi le tasche dei pantaloni alla ricerca delle sigarette e dell'accendino ed una volta trovatele,se ne accese una.
-Di solito,sono sempre io quello che si stufa prima...Ma a quanto pare tu mi hai battuto sul tempo- concluse buttando fuori il fumo.
Con la stessa espressione seria e tirata,Albus annuì e l'attimo dopo fece un respiro profondo.
-Beh,ora che abbiamo chiarito tutto, ci penserò sopra due volte prima di fermare Emmett nel caso volesse farmi un pompino-
Senza dargli un secondo sguardo si voltò e iniziò a percorrere il corridoio verso le scale.
Constantemente seguito dallo sguardo di Scorpius.


-Me lo avevi promesso-
Non poteva farle una cosa simile!
Avevano un patto e lui non poteva romperlo...Le aveva sempre insegnato,fin da bambina,che la cosa più importante in qualsiasi rapporto è mantenere la parola data.
Perchè ora si stava rimangiando la sua?
Sapeva quanto era importante per lei,non poteva chiederle di aspettare ancora.
-Ti prego,ho fatto tutto quello che mi hai chiesto,ho rispettato tutti gli accordi...Permettimi di stare con Daniel-gli disse in tono quasi supplichevole.
Era sull'orlo delle lacrime,e lei odiava piangere.
Se non fosse tornato sui suoi passi,non glielo avrebbe mai perdonato.
-Mi dispiace tesoro,ma un giorno capirai che sto facendo tutto questo per il tuo bene-le disse suo padre con voce intransigente.
La questione era chiusa.
Senza nessuna possibilità di ulteriore appello.
E mentre ancora risuonava nelle orecchie quella "sentenza",Lily sentì chiaramente come la rabbia e l'odio prendessero il posto della sofferenza e dell'ansia che avevano accompagnato quella telefonata.
-Può darsi...Ma in questo momento non c'è nessuno che io odi più di te,papà-

 

 

 

SAlve a tutti!!!!

Chiedo umilmente perdono per la lunghissima attesa,ma il caldo africano che si era abbattuto su Roma mi aveva tolto tutte le energie,rendendomi impossibile anche scrivere;inoltre in un'altra fiction stavo affrontando la morte di un personaggio quindi mi sono concentrata maggiormente su quella storia.

Però come avete visto ho fatto di tutto per farmi perdonare...Spero di esserci riuscita!

Come promesso,dal prox capitolo torneranno i senior,ma sarà un misto junior/senior, anke perchè credo che rischierei seramente la vita se dovessi lasciarvi a lungo senza dirvi come sn andate le cose fra James e Rose la mattina dp.

Inoltre prima di andare avanti volevo fare una piccola precisazione:alcuni di voi si sono accorti di certe piccole rassomiglianze nella scena fra Allison e Fred ed un'altra fiction intitolata "Ho voglia di te".

Confesso di aver preso come punto di riferimento quella fiction e di averla adattata ai miei bisogni,e voglio rassicurare tutti quelli che hanno pensato ad un tentativo di plagio o simile, perchè il mio obiettivo era rendere omaggio ad una delle fiction + belle su EFP.

Comunque vi consiglio,a chiunque non lo avesse ancora fatto,di leggerla!

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia o di battitura.

La frase all'inizio del capitolo è tratta da "Ava Adore" degli Smashing Pumpkins.

E ora i ringraziamenti:Ginevrapotter'90(Benvenuta e grazie x i complimenti!Tranquilla gli aggiornamenti,salvo imprevisti,sono + ravvicinati,anzi questa credo sia la prima volta ke impiego tanto tempo ad aggiornare qst fic),Lights(Mi hai perdonata x nn aver parlato di Rose e James nello scorso capitolo?),Ron'84(Già,tanta attenzione x i particolari e poi si fanno scoprire alla prima occasione...E' difficile x Scorpius,dopo una vita passata a pensare soltanto a sè stesso,iniziare a pensare anke a qlcn altro,è qualcosa quasi di destabilizzante!Inoltre lui è uno di quelli che nn si convincono finchè nn ci sbattono la faccia,e presto riceverà una brutta botta...),WingsHP(Avevi ragione su Albus,hai fatto bene a fidarti dell'istinto...Una prima reazione l'abbiamo avuta,ma quando abbiamo iniziato a fare "discorsi seri",gli è presa di nuovo la paura ed ha indossato di nuovo la maschera da menefreghista.Daniel...Diciamo che ha puntato tutto su una carta che sperava vincente e x fortuna ha avuto la meglio), Sunshine'86(Ti capisco perfettamente,chi nn lo farebbe del resto?Fai bene a essere sempre con 100 occhi aperti:nn si sa mai cosa può succedere...Fossi stata al posto di Al mi sarei crogiolata in una pozza di autocommiserazione per giorni,ma fortunatamente lui ha capito che doveva reagire ed è passato all'attacco,anche se qst significava comportarsi diversamente dal solito,arrivando a sorprendere sè stesso x primo),Sweey(Benvenuta e grazie x i complimenti!),IRE'89(Grazie x i complimenti!Scorpius e Albus stanno diventando molto velocemente i miei preferiti e qnd mi viene facile parlare o creare situazioni su d loro;il fatto "eccezionale" di cui parlo sempre arriverà nel prox capitolo e si abbatterà anke sui senior, che francamente finora erano stati anke tr tranquilli!Riesci a trattenere la curiosità fino al prox capitolo?A mio padre sarebbe venuto un'infarto!E credo lo stesso valga x Seamus,era lì lì x sentirsi male o saltare addosso a Fred,credo l'abbia fermato il fatto che fosse il figlio dei suoi + cari amici,altrimenti...Hai ragione,Ronnie e Rebecca nn aspetteranno 5 anni,visto qll che succederà,ma mi è piaciuto scrivere qlla scena:immaginare il proprio futuro,completamente inconsapevoli di quello che succederà e di cm la vita si metterà d mezzo x farci cambiare i ns piani).

Bene,x il momento è tutto,ma prima di lasciarvi un'anticipazione:

Nel prox capitolo succederanno molte cose,molti momenti che dovranno essere inseriti x forza in quel capitolo quindi forse risulterà + lungo del solito...Chiedo scusa anticipatamente se risulterà tr lungo!

Un IN BOCCA AL LUPO a tutti coloro che devono affrontare la maturità:forza ragazzi pensate al lato positivo della cosa,siete quasi alla fine!

Ok,credo di avervi detto tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"You did again!"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 27
*** You did again! ***


you did again

 

"I'm not in love, so don't forget it
It's just a silly phase I'm going through
And just because I call you up
Don't get me wrong, don't think you've got it made
I'm not in love"

Il silenzo nella stanza era quasi innaturale,talmente profondo da far credere che non ci fosse anima viva ad aggirarsi per la casa.
Ma era proprio grazie a quel silenzio assoluto che si riusciva a cogliere i piccoli movimenti,i fruscii che provenivano dal salotto.
Harry,con un'immobilità che gli era poco consona,accanto al divano,muoveva lo sguardo dalla finestra che rimandava l'immagine di un cielo nero e nuvoloso ed il divano su cui quella sera,e chissà per quante altre sere,avrebbe passato la notte.
Tutto avrebbe immaginato quella mattina al suo risveglio,tranne che di essere sfrattato dal suo letto e dalla sua camera.
Ma nessuno meglio di lui sapeva che se lo meritava...
Il rumore di passi giù per le scale lo portò ad alzare lo sguardo verso l'ingresso del salotto,dove pochi istanti dopo apparve Ginny,già in pigiama e con indosso la vestaglia a quadri rossi e verdi, un cuscino e delle coperte stretti fra le mani.
Sembrava così discordante rispetto a lui,con ancora indosso i vestiti che aveva portato per tutto il giorno.
-Ti ho portato delle lenzuola pulite...-gli disse posando il tutto sul bracciolo del divano più vicino a lei.
Harry annuì e fissò per un secondo la coperta di flanella rossa,senza vederla veramente, prima di rialzare gli occhi su di lei.
-Grazie-
Ginny alzò le spalle.
-Ancora non capisco perchè non hai voluto sistemarti nella vecchia stanza di Teddy,ma avevi comunque bisogno di coperte durante la notte-commentò pratica.
Nessun tentativo di fargli cambiare idea e,mentalmente,Harry si diede dell'idiota per aver anche solo pensato ad una simile possibilità.
Soprattutto se ripensava al silenzio che aveva avvolto la casa da quando erano tornati da Hogwarts...
-Buonanotte allora-disse ancora Ginny voltandogli le spalle.
Per qualche secondo il silenzio ritornò fra di loro,mentre l'uomo cercava con tutte le proprie forze di combattere quel bisogno di approvazione,la necessità di sentirsi dire che tutto era ancora perdonabile e che niente era irreparabile.
-Ginny,per favore non andartene così...Perchè non proviamo a parlare?-le disse non riuscendo a frenarsi.
La donna si fermò,ma continuò a voltargli le spalle,una mano che ravviava una ciocca di lisci capelli rossi sfuggita dal piccolo codino.
-No,non parleremo adesso.
Forse lo faremo domattina o fra qualche giorno,ma sicuramente non stasera...E credimi è meglio che sia così.
Perchè ho paura di quello che potrei dire se parlassimo adesso-gli disse con voce seria e dura, come poche volte le aveva sentito usare.
Harry restò in silenzio,conscio che niente l'avrebbe aiutata a cambiare idea,almeno per quella sera, e continuò a fissarla quasi potesse essere d'aiuto.
-Buona notte-lo salutò Ginny prima di uscire velocemente dal salotto.
Restò in ascolto dei suoi passi leggeri sulla scalinata che univa i due piani della loro casa e, quando sentì chiudersi la porta della loro camera da letto,tornò a posare lo sguardo sul divano all'apparenza comodo e confortevole.
Prese un lenzuolo ed iniziò a prepararsi il letto per la notte.


CONTEMPORANEAMENTE AD HOGWARTS


-Lo ammetto sono geloso.Sei contento ora?-
Avvolto nel silenzio e nella semioscurità del padiglione dell'infermeria,Scorpius osservava il viso rilassato e profondamente addormentato di Albus,concentrandosi sulla striscia di garza che faceva capolino fra i suoi capelli neri,ricordo di quello che era successo quel giorno.
Non era con lui quando era avvenuto l'incidente...
Lo aveva saputo più tardi da Luke,che era corso ad avvertirlo convinto che dovesse sapere una notizia simile.
E nonostante dentro si sentisse bruciare e spaccare in due per quello che l'amico gli aveva appena detto,si era costretto ad atteggiare i muscoli facciali in una maschera d'indifferenza,come se la questione non lo riguardasse.
Mentre invece voleva soltanto mollare Luke nel bel mezzo del corridoio e correre da lui per sapere come stava.
Aveva aspettato,e aspettato e aspettato...Finchè tutti i Potter e quella nullità di Emmett non si erano allontanati dall' infermeria e la notte era scesa sul castello.
Solo allora aveva potuto intrufolarsi all'interno e assicurarsi che tutto fosse a posto,che non gli era successo niente di male.
Controllare con i suoi occhi che non c'era niente di evidente,nessun segno oltre a quella benda attorno alla testa lo aveva rassicurato:sicuramente grazie alla medicina magica sarebbe stato di nuovo in piedi nel giro di un paio di giorni.
Aveva sistemato una sedia accanto al letto di Albus e lo aveva fissato a lungo,conscio che niente poteva svegliarlo,per poi iniziare ad accarezzargli i capelli che gli ricadevano sul viso con lentezza e delicatezza,quasi avesse paura di ferirlo in qualche modo.
-Avevi ragione tu Al..Su tante cose...-bisbigliò per non far eccheggiare la propria voce in quella stanza vuota e dal soffitto alto.
Inconsapevole di quello che accadeva attorno a lui,Albus continuava a dormire beato,sorvegliato dallo sguardo attento di Scorpius che posò un gomito sul letto e sospirò.
-Con te ho sempre mentito...Ho mentito quando ti ho detto che mi servivano ripetizioni supplementari,anche se credo tu avessi capito già allora il mio bluff, e l'ho fatto quando ti ho detto che non mi importava con chi andavi a letto.
Anche quando ieri ti ho detto che ero sollevato per non doverti avere più fra i piedi stavo mentendo-aggiunse a voce leggermente più bassa.
Sospirò di nuovo e si lasciò andare contro la spalliera della sedia,passandosi distratto una mano fra i capelli.
-Ma le peggiori bugie le ho dette a me stesso:sono mesi che continuo a ripetermi che tu non mi interessi,che sei come gli altri,che mi sarebbe bastato portarti a letto per farti uscire dalla mia testa... Ma non funziona,almeno non più...Non con te-
Allontanò per un secondo lo sguardo dal viso del moro e si guardò intorno,preoccupato dalla possibilità che qualcuno potesse sentirlo.
-Tu sei diverso dagli altri.
L'ho capito fin dal primo momento che ti ho messo le mani addosso,che ti ho baciato...Da quando poi siamo stati insieme è lampante:la sola idea che qualcuno ti tocchi,ti avvicini,mi fa ribollire di rabbia come non mi era mai successo prima!
Avrei fatto a pezzi quel coglione di Emmett soltanto perchè si era azzardato a parlarti... Figuriamoci permettergli di uscire con te!
Vedere come si comportava con te,con quanta intimità ti parlava e ti toccava mi ha fatto tremare di rabbia-gli confessò.
Fissò lo sguardo sul volto di Albus e,per la prima volta,si permise di pensare chiaramente a quella parola che tante volte aveva censurato,bloccato con la mente ancora prima di averla formulata per intero.
Amore.
Era possibile che si fosse innamorato di Albus senza neanche accorgersene?
-Sei una delle persone più importanti della mia vita...-gli confessò alzandosi in piedi.
Gli accarezzò ancora una volta i capelli e dopo un'ultima furtiva occhiata in giro per la stanza,si chinò su di lui e gli posò un bacio lieve sulle labbra chiuse.
Si risistemò in posizione eretta e si voltò avviandosi verso l'uscita,cercando di fare il minimo rumore possibile.
Era una delle persone più importanti della sua vita,forse la più importante,ma Albus non lo avrebbe mai saputo.


DODICI ORE PRIMA

4 PRIVET DRIVE

-Oggi termina la punizione di Lily-
Nascosto dalla pagina sportiva del "Daily Telegraph",Harry rispose con un mugugno,prima di portare alla bocca un'altra cucchiaiata di cereali.
Ginny non si curò della risposta del marito,attribuendola all'insoddisfazione di Harry per non essere riuscito a dimostrare il suo punto di vista contro la figlia,e bevve un sorso di succo d'arancia dal proprio bicchiere.
-Certo che dev'essere stato difficile per nostra figlia...Io al suo posto avrei dato i numeri-commentò ancora.
-Tu sei stata al suo posto e non mi sembra che tu sia diventata pazza-le ricordò Harry,sempre nascosto dal giornale.
Lei sospirò,sorpresa dall'ignoranza tipica degli uomini:possibile che fossero insensibili come capre?
-Amore mio,il nostro caso era diverso...La nostra non era una separazione volontaria,e se ben ricordo,quando tu sei partito con Ron ed Hermione,noi non stavamo neanche insieme-ribattè lei.
-Altrimenti non mi avresti lasciato partire?-domandò lui,un'accenno di divertimento nella sua voce.
Anche Ginny sorrise e,nonostante lui non potesse vederla per via del giornale,scosse la testa.
-Non ho detto questo...Chi avrebbe potuto impedirtelo?
Però sarebbe stata ancora più difficile da affrontare.
Magari avrei provato a partire con te!-
Fra di loro scese di nuovo il silenzio,scandito regolarmente dal rumore del cucchiaio di Harry che si scontrava con la ceramica della tazza ogni qualvolta lui lo affondava nel latte,allontanando i pensieri di Ginny dalla nuova direzione intrapresa.
I genitori di Daniel sapevano della storia fra il figlio e Lily?
Ne erano contenti oppure avevano anche loro qualche remora come Harry?
Chissà cosa pensava Dean di tutto il trambusto provocato da Harry...
-Credi che dovremmo invitare Dean e sua moglie a pranzo?-domandò poi al marito.
Quella domanda ebbe l'effetto di far abbassare il giornale ad Harry,che le puntò addosso uno sguardo incredulo.
-E per quale motivo dovremmo farlo?-le chiese senza togliersi quell'espressione scioccata dalla faccia.
Ginny finì di bere il proprio succo e alzò le spalle.
-Beh vista la situazione dei nostri ragazzi...-commentò poi.
Harry scosse la testa con ferma decisione.
-Non c'è nessuna situazione fra Lily e quel ragazzo,nè mai ci sarà-ribattè con fermezza alzandosi in piedi,nella mano sinistra la propria scodella,e dirigendosi verso il lavello.
Fu il tono che lui aveva usato a farle capire che le stava nascondendo qualcosa...Ed era anche molto importante.
-C'è qualcosa che non so,Harry?-gli domandò cercando di mantenere calma la voce.
Harry posò la ciotola sul piano della cucina e appoggiò entrambe le mani sul rivestimento freddo del lavello,aspettando alcuni secondi prima di risponderle.
-Ieri sera ho parlato con Lily...Le ho detto che non ho intenzione di cambiare idea su quel ragazzo-
Ginny si alzò in piedi,senza però allontanarsi dal tavolo e fissò la schiena di Harry con uno sguardo rovente.
-Che ti è saltato in mente?Le avevi dato la tua parola!-gli ricordò.
Lui annuì,decidendosi a voltarsi e a guardarla,le mani alzate in aria neanche fosse in corso una rapina nella loro cucina.
-Lo so,lo so...Ma non mi fido di quel ragazzo.
Che sappiamo di lui in fondo?Niente apparte il fatto che viene da una famiglia problematica e che suo padre ci ha già causato troppi problemi in passato.
Non credi che sarebbe meglio tenerlo a distanza il più possibile?-le domandò,cercando di farla ragionare.
-E tu non pensi che le persone possano cambiare con gli anni?
Il semplice fatto che Dean anni fa ha ferito Seamus non implica che suo figlio faccia lo stesso con Lily...Anzi mi sembra che,alla situazione attuale,sei tu quello che le sta facendo del male,non lui- ribattè ancora Ginny,con un cipiglio battagliero sul volto.
Harry scosse la testa,certo delle sue azioni.
-Non è così...-
Ginny sospirò,pizzicandosi gli angoli degli occhi con due dita,bisognosa di qualche istante per riflettere:quello che maggiormente la preoccupava era la reazione di Lily.
Come aveva preso quello che sicuramente aveva considerato un "tradimento"?
-Lei come l'ha presa?-gli domandò infatti.
Capì dal cambio d'espressione sul volto del marito che non l'aspettavano buone notizie.
-Oh,sai come è fatta Lily...Impulsiva e appassionata in ogni cosa che fa!
Adesso le sembra la fine del mondo,ma vedrai che...-
-Che cosa ti ha detto?-ripetè Ginny più incisiva.
I loro occhi si incontrarono e dopo qualche secondo di incertezza,Harry sospirò.
-Ha detto che mi odia-
Ginny alzò leggermente le sopracciglia,senza mostrare particolare sorpresa a quelle parole.
-Non puoi dire che non ti avevo avvertito...-


HOGWARTS


Il sole trapelava dalle tende tirate del letto a baldacchino.
Cercando di combattere il freddo che sembrava trasudare dai freddi muri di pietra,Ronald tirò le coperte su oltre il il mento,con la speranza anche di nascondersi da quel piccolo accenno di luce.
Un lieve movimento accanto a lui lo portò ad allungare il braccio destro e ad attirare il corpo piccolo e seminudo rannicchiato contro il suo fianco,sentendo pochi secondi dopo,il respiro caldo di Rebecca accarezzargli la pelle della spalla ed una gamba intrecciarsi alle sue.
-'Giorno...-lo salutò lei con voce ancora insonnolita.
Lui mugugnò una risposta,gli occhi ancora chiusi e mosse la testa sul cuscino fino a sentire la morbidezza dei capelli della ragazza contro la sua guancia.
-Che ora è?-gli domandò ancora.
-Non lo so!Che importa,è sabato...-le ricordò,formulando la prima frase compiuta della giornata.
Rebecca sospirò e,dai suoi movimenti,lui riuscì a capire che aveva alzato una mano e si stava strofinando un'occhio,cercando a sua volta di svegliarsi.
-Dovrò pure tornare al dormitorio prima che mi scoprano,no?-gli fece notare,per poi iniziare ad accarezzargli i capelli scompigliati con la punta delle dita.
Di nuovo lui mugugnò:l'idea non gli piaceva per niente.
Da quando avevano fatto l'amore la prima volta,era diventato quasi "abituale" addormentarsi nello stesso letto la sera:alle volte riuscivano a svegliarsi per tornare ognuno nel proprio letto,altre volte invece,violando le regole del "codice vigente da secoli ad Hogwarts"(come in più di un'occasione li aveva bacchettati Rose),dormivano insieme per poi tornare ognuno nel proprio dormitorio la mattina successiva.
Il venerdì era il loro giorno preferito:non avendo lezioni la mattina dopo,potevano restare a letto a lungo senza che nessuno avesse nulla da ridire.
Bastava soltanto chiudere le tende del baldacchino,silenziarne l'interno, e far finta che non ci fosse nessun'altro nella stanza oltre a loro...
-E tu non vorrai perderti la colazione...-aggiunse Rebecca conoscendo le debolezze di Ronald.
-Posso sempre mangiare di più a pranzo-rispose lui,decidendosi ad aprire gli occhi ed incontrando il suo sguardo.
La prima cosa che vide fu il suo sorriso,chiaramente divertito a quelle parole:forse non credeva che ne sarebbe stato capace?
-Noto una piccola presa in giro...-commentò scherzoso.
Lei scosse la testa,tornando seria.
-Affatto,mi stavo solo chiedendo se Hogwarts ha scorte sufficenti per saziare il tuo appetito nel caso tu dovessi veramente saltare la colazione-
Con un'espressione fintamente risentita,Ronald si allontanò da lei e le girò le spalle,provocando le sue risate.
-Oh andiamo...Sei veramente un bambinone!-disse posando entrambe le mani sulle spalle larghe del ragazzo e tornando ad avvicinarsi a lui fra le lenzuola.
Continuando ostinatamente a voltarle le spalle,le braccia conserte,Ronald non riuscì a cogliere nessun segnale,trovandosi impreparato quando le labbra di Rebecca gli sfiorarono delicata la schiena,più volte,scendendo verso il basso.
-Non funzionano con me questi giochetti...-disse tentando di mostrarsi incorruttibile.
Alle sue orecchie arrivò il sorriso di Rebecca prima che un bacio lieve venisse posato sulla punta dell'orecchio sinistro.
-Mmh...Forse hai ragione,vediamo se questa volta ci riesco-mormorò poi.
L'attimo dopo,una mano era scesa dalle sue spalle accarezzandogli la schiena ed il fianco sinistro per poi muoversi sul davanti dei boxer azzurri;giocherellare per qualche secondo con l'elastico per poi insinuarsi sicura dentro.
Non appena la sua mano iniziò a muoversi sicura su di lui,Ronald si lasciò scappare un sospiro fra i denti serrati,accolto dal sorriso felice di Rebecca.
-Sapevo che questo avrebbe funzionato...-
Era difficile ora,ogni volta che si accarezzavano o baciavano,credere che ci fosse stato un periodo della loro relazione in cui ogni effusione doveva essere calibrata e pensata per evitare che sembrasse troppo eccessiva o spinta,per non far sentire Rebecca a disagio o troppo inesperta;in poco tempo aveva perso quella paura che le impediva di donarglisi completamente ed era diventata,agli occhi di Ronald,ancora più sexy e desiderabile.
Dopo alcuni minuti in cui si era perso nelle carezze di Rebecca,Ronald afferrò il suo polso e,stringendola stretta nella sua mano,si voltò portandosi su di lei con il proprio corpo,il viso ad una minima distanza da quello della ragazza.
-Chi ti ha insegnato ad essere così cattiva?-le domandò con un sorriso malizioso sulle labbra.
Sorriso,che istantaneo apparve anche sul volto di Rebecca.
-Fammi pensare...Com'è che si chiamava?-disse lei atteggiando il viso ad un'espressione pensosa.
-Ah...-
Fra le risate della ragazza,Ronald avvicinò il viso al suo,posando le labbra su quelle di lei,che ricambiò subito il bacio con lo stesso trasporto e la stessa passione,allacciandogli le braccia attorno al collo e attirandolo a sè,rendendo così quasi nulla la distanza fra di loro.
-RONNIE!RONNIE SEI ANCORA QUI?-
Prima ancora di aspettare una risposta,il proprietario della voce,tirò la tenda del baldacchino esponendo i due amanti alla luce del giorno.
-Oh cazzo!-commentò Daniel subito dopo.
Staccandosi leggermente da Rebecca,Ronald tirò di nuovo la tenda in modo che formasse un divisorio fra loro e Daniel,sperando sinceramente che l'amico non avesse visto nulla.
-Daniel,ma che accidenti ti è saltato in mente?-gli domandò attraverso la tenda,i gomiti puntellati sul letto.
-Scusami,ma sono preoccupato per Lily:non riesco a trovarla-disse con voce seria.
-Non è possibile che stia ancora dormendo?-gli domandò Ronald cercando di non farsi prendere dal panico come Daniel.
Nel frattempo però si era messo a sedere e,dopo aver coperto di nuovo Rebecca con le lenzuola,scostò la tenda del baldacchino e si ritrovò faccia a faccia con Daniel,prima di voltarsi per afferrare un paio di jeans gettati sul baule ai piedi del letto.
-Impossibile-stava ribattendo,nel frattempo,Daniel.
-Dai non così impossibile:magari ieri sera ha fatto più tardi del solito e ora...-disse infilando una dopo l'altra le gambe nei jeans.
Dan scosse deciso la testa.
-Ti dico di no!Oggi finiva l'isolamento:conoscendo tua sorella,credi che sarebbe rimasta a poltrire a letto?-gli domandò.
No,certo che no.
Dallo stato d'agitazione in cui era il giorno prima era strano che non si fosse fatta trovare sulla porta del dormitorio maschile a mezzanotte!
-Forse hai ragione...Ne hai parlato con James?-gli domandò voltandosi a guardarlo.
Dan scosse la testa.
Ronald prese una felpa e l'infilò,scompigliandosi i capelli e si guardò attorno alla ricerca delle scarpe.
-Credo sia meglio avvertirlo-disse poi.
L'attimo dopo,la tenda del baldacchino fu tirata del tutto ed entrambi i ragazzi alzarono lo sguardo verso il letto,sorpresi di trovare Rebecca completamente vestita che si alzava in piedi.
-Come hai fatto a...-domandò sorpreso Ronald guardando la sua ragazza.
Lei sorrise.
-Sono una strega,no?-
Ronald sorrise ed annuì.
-Una delle migliori a quanto pare-
-Ti dispiace se vengo con voi?-gli domandò,sorridendo per il complimento che Ronald le aveva appena rivolto.
Il ragazzo alzò le spalle e scosse la testa.
-Affatto...Ok,vediamo di risolvere questa situazione-disse poi seccato per l'interruzione che aveva rovinato i suoi programmi per quella giornata.


-Ora possiamo parlare?-
Erano svegli da una mezz'ora,ma quando l'aveva sentita muoversi fra le coperte,alzarsi e girare per la stanza per recuperare i suoi slip,James aveva preferito continuare a tener gli occhi chiusi e fingere di essere profondamente addormentato,concedendole quel momento di intimità nel caso lei avesse deciso di sgattaiolare via dalla stanza troppo imbarazzata per affrontare quell'argomento con lui.
Però pochi istanti dopo l'aveva sentita di nuovo infilarsi sotto le coperte,poco distante da lui.
Aveva aperto gli occhi e aveva fatto tutte le smorfie e le mosse che compiva ogni mattina appena sveglio e le aveva rivolto un sorriso accennato.
Sorriso che era stato prontamente ricambiato...Forse non era tutto così nero come temeva!
Si era sollevato leggermente,sistemando i cuscini contro la testiera del letto,poggiandovi poi la schiena addosso.
Rose,una delle sue t-shirt indosso,eccessivamente grandi per lei,si girò su un fianco e,poggiando una mano contro la tempia destra,puntellò il gomito contro il cuscino,incontrando poi il suo sguardo.
-Sei riuscito a dormire nonostante avessi questo pensiero fisso in mente?-gli domandò scherzosa lei.
James sbuffò e alzò gli occhi al cielo in un espressione comica che la fece ridere.
-Non ci ho mica pensato tutta la notte!
E poi scusa,avrò anche il diritto di sapere se sono finito nelle mani di una mangiatrice di uomini...-disse con lo stesso tono scherzoso di Rose.
Questa volta le risate di Rose furono più alte,al punto da far apparire delle piccole lacrime agli angoli degli occhi della ragazza.
-Hai paura di essere stato sedotto e abbandonato?-gli domandò quando l'attacco di risa fu terminato.
James alzò le spalle.
-Non si può mai sapere...-ribattè.
Si guardarono per qualche istante in silenzio,consapevoli che,nonostante lo scherzo fosse servito a rompere il ghiaccio e a facilitare un discorso su una questione così delicata,ora avrebbero dovuto parlare seriamente.
Qualsiasi cosa avessero detto.
-Questa mattina mi sono svegliata tutta intorpidita,avevo dolori da tutte le parti.
E' normale?-gli domandò lei,cercando il suo sguardo.
-Sì,per voi ragazze è normale...Almeno per la prima volta-confermò James,mordendosi l'angolo destro del labbro inferiore.
O almeno così aveva sentito dire...
Rose annuì,per poi tornare a sdraiarsi sulla schiena,lo sguardo sul soffitto della stanza.
-Voi ragazzi avete tutte le fortune!-disse semplicemente.
Lui accennò un sorriso e portò un braccio dietro la testa,sentendo il contatto con il freddo del legno per qualche secondo.
Il silenzio scese di nuovo fra di loro,portandoli a chiedersi come avrebbero affrontato quel discorso senza poi doversi pentire delle risposte che avevano dato e ottenuto...E se il sesso avesse rovinato il loro rapporto?
Era possibile tornare indietro,ora che tutto era così cambiato?
-Indietro non si torna-disse James a voce alta,inseguendo il filo di un ragionamento mentale.
Rose voltò la testa verso di lui e accennò un sorriso.
-Indietro non si torna-confermò.
Lei tornò a guardare il soffitto,mentre nella sua mente James prese a rivivere tutto quello che era successo la sera precedente.
-Posso farti una domanda?-le domandò poi tornando a voltarsi verso di lei.
Lei annuì e restò in attesa,per nulla spaventata o preoccupata da quale sarebbe stata la sua domanda.
-Quando hai deciso che sarebbe stata la nostra prima volta?-le domandò sinceramente curioso.
Un sorriso divertito apparve sul viso disteso e sereno della ragazza,portandola a mordersi il labbro inferiore.
-Quando sono entrata e ti ho visto addormentato...-ammise.
James spalancò leggermente la bocca,sorpreso per quell'ammissione,portandola a coprirsi il viso fino alla punta del naso con il lenzuolo.
-Questo si chiama agguato!Non avevo via di scampo...-disse scherzando.
Rose rise e tornò a sdraiarsi su un fianco.
-Ah già...Infatti la cosa più difficile è stata bloccarti sul letto mentre tu continuavi a divincolarti-scherzò lei.
James non aveva fatto il minimo tentativo per farle cambiare idea o per fermarsi,lo sapevano entrambi,quindi che male c'era a scherzarci sopra?
Un'altra domanda continuava a girargli nella mente,portandolo a chiedersi se era giusto farle una domanda così personale per soddisfare la propria curiosità.
Ma lei lo conosceva troppo bene per non sapere a cosa stava pensando.
-Sì-disse semplicemente.
James aggrottò la fronte e la guardò curioso,ricevendo in risposta un leggero sorriso.
-E' la risposta alla tua domanda...Anche se forse anche io dovrei chiedertelo,non credi?-
Lui rise e scivolò leggermente sulla spalliera,portandosi più vicino al suo viso.
-Non credo si possa fingere una reazione come quella di ieri sera...-domandò a sua volta.
Rose alzò le spalle,un'espressione finta tonta sul volto.
-Ah non lo so,sei tu l'esperto-
Mantenendo sulle labbra quel sorriso divertito,James avvicinò il viso a quello di Rose e la baciò lievemente,avvicinando poi una mano alla sua guancia sinistra.
Dei colpi decisi interruppero quel momento romantico.
-Non capisco perchè debba chiudersi a chiave?E se succede qualcosa?-arrivò dal corridoio la voce di Daniel.
-Forse non vuole essere interrotto sul più bello...-rispose la voce di Ronald.
-Ho già detto che mi dispiace,ok?Quante volte ancora devo ripetertelo?-ribattè leggermente seccato Daniel.
James sbuffò,seccato da quell'intrusione,e alzò lo sguardo sul viso di Rose.
-Corro a vestirmi in bagno-bisbigliò,scostando le coperte e mettendo parzialmente in mostra il corpo nudo di James.
Raccolse i vestiti da terra e quando guardò James lui si stava infilando i boxer,lentamente,quasi la grande urgenza che preoccupava Ronald e Daniel non lo toccasse particolarmente.
James aprì la porta soltanto quando sentì che quella del bagno si era richiusa alle sue spalle, mettendo Rose al sicuro da domande indiscrete.
-Si può sapere che vi succede?-domandò aprendo la porta e lanciando un'occhiata sia a Daniel che a Ronald.
Si accorse della presenza di Rebecca insieme ai due e capì che avrebbe fatto meglio ad indossare anche la vestaglia se non voleva creare dell'imbarazzo fra di loro,o scatenare una scenata di gelosia da parte di Ronnie.
-Come ti viene di chiuderti a chiave?-lo rimproverò Daniel.
-E' sabato,che può succedere di tanto terribile di sabato?-gli fece notare il moro afferrando la vestaglia e infilandovi un braccio dentro.
-Lily non si trova-annunciò Ronald lasciandosi cadere sul letto disfatto.
James guardò il fratello cercando di dare un senso alla frase.
-Che significa che non si trova?-gli domandò confuso.
-Non sappiamo dov'è:non è nella torre e neanche nel dormitorio femminile,perchè Becca è andata a controllare ed il suo letto è intatto-spiegò ancora il gemello.
In quel momento Rose uscì dal bagno e lanciò un sorriso ed un cenno di saluto agli altri ragazzi presenti nella stanza.
-Non sapevo fossi qui...-commentò Ronald.
-Mica metto i manifesti ogni volta che vengo a nascondermi qui perchè ho paura di un temporale- ribattè Rose con tono gentile ma deciso.
-Quando hai visto Lily l'ultima volta?-domandò James alla ragazza.
Rose alzò le spalle.
-Ieri sera?-fece l'altra incerta.
Daniel sbuffò,stanco di tutta quelle incertezza e quella mancanza d'azione.
-Scusa non può essere che sia con Albus?-domandò Jim guardando l'amico.
Una strana espressione apparve sul viso di Daniel,prima che questo si decidesse a scuotere la testa.
-No,sicuramente non sono insieme...-rispose sicuro.
-Come fai a saperlo?Quei due sembrano inseparabili!-ribattè Ronald.
Daniel scosse di nuovo la testa.
-Ieri Al aveva un'appuntamento,e visto che non è ancora rientrato alla torre,credo sia rimasto a dormire al "buco"-disse con la stessa sicurezza Daniel.
Gli altri ragazzi guardarono Daniel con curiosità e lui capì di aver commesso un'errore parlando di quel posto e di non avere altra scelta.

 

Era ancora addormentato accanto a lui,pacifico e senza alcun pensiero al mondo.
Tutto il suo contrario...
Ora era ufficialmente omosessuale.
Era facile raccontarsi la bugia che era perfettamente normale essere attratto da un altro ragazzo, comportarsi come lui aveva fatto con Scorpius,vista l'avvenenza e la popolarità del biondo,ma ora, dopo aver passato la notte con Emmett,non poteva più accampare quella scusa.
E doveva ringraziare una sola persona...ancora una volta.
La stessa che lo aveva baciato la prima volta,che aveva provato dell'interesse per lui,dimostrandolo apertamente,la prima con cui era andato a letto...quella che lo aveva spinto nel letto di un altro ragazzo,non prima però di averlo fatto sentire stupido e inutilmente sentimentale.
Sempre la stessa...
Quando il pomeriggio precedente si era allontanato dai sotterranei di Serpeverde,l'ultima cosa che aveva in mente era la vendetta:forse avrebbe pianto sfogandosi con Lily,chiedendole qualche consiglio e poi avrebbe passato qualche giorno a commiserarsi per aver creduto anche ad una sola parola dettagli da Scorpius.
Ma il destino sembrava aver in mente qualcosa di diverso per lui...
Mentre si affrettava a salire le scale,nella speranza che non cambiassero direzione sotto i suoi piedi,aveva sentito qualcuno posargli una mano sulla spalla sinistra.
Si era voltato e aveva trovato Emmett,a pochi centimetri da lui,un sorriso rassicurante sul viso.
-Ciao-lo aveva salutato.
-Ciao,dove vai così di corsa?-gli aveva domandato curioso.
Albus aveva alzato le spalle.
-In nessun posto preciso...-aveva mentito.
L'altro aveva annuito,mentre i denti mordicchiavano la parete morbida del labbro inferiore.
-Quand'è così,ti andrebbe di farmi compagnia?-
Senza aspettare una risposta,lo aveva preso per mano e lo aveva guidato al Club degli Scacchi Magici,dove ragazzi di tutte le case passavano ore a sfidarsi in lunghe partite a scacchi,come se non ci fosse cosa migliore al mondo.
E,nonostante le sue riserve iniziali,Albus aveva scoperto che poteva divertirsi anche fra quei "secchioni",osservando le varie partite e aiutando Emmett ad arbitrarne alcune.
Quando era arrivato il momento di separarsi per andare a dormire,si era accorto che la presenza di Emmett al suo fianco lo aiutava a non pensare a Scorpius e a tutte le cattiverie che gli aveva detto poche ore prima,così lo aveva invitato nel piccolo angolo di paradiso che aveva creato per sè e Scorpius.
Il motivo per cui l'aveva fatto era risultato chiaro ad entrambi fin dal primo istante,quindi non fu una sorpresa per nessuno se si ritrovarono uno nelle braccia dell'altro neanche cinque minuti dopo essere arrivati.
E' facile dimenticare quando i tuoi pensieri vengono sbattuti via dalla tua mente con tutta la forza possibile...
Ma ora?Alla luce del Sole,che sarebbe successo?
Era chiaro che la sua "relazione" con Scorpius non aveva alcun futuro,ed era stato un'idiota per aver anche solo pensato ad una possibilità simile,ma cosa doveva fare con Emmett?
Lui non lo amava.
Doveva illuderlo come Scorpius aveva fatto con lui,finchè non si fosse stancato e non fosse stato il momento di passare al prossimo amante?
-Buongiorno-gli disse una voce chiara accanto a lui.
Albus sobbalzò,riemergendo dai suoi pensieri e portò lo sguardo sul volto sveglio di Emmett: perso dietro ai suoi problemi non si era neanche accorto che l'altro si era svegliato!
-Ciao...Dormito bene?-gli domandò sorridendogli.
Emmett annuì.
-Dormo sempre magnificamente dopo una notte di sesso-commentò accennando un sorriso malizioso.
Al sentì vacillare il sorriso che ancora incorniciava il suo viso,mentre cercava furiosamente qualcosa da dire.
-Ma la prossima volta avvertimi così mi porto il mio cuscino...Questo è veramente una pietra!- aggiunse sollevandosi a sedere.
-Emmett,forse...-iniziò sperando che le parole giuste gli cadessero dal cielo.
L'altro puntò i suoi occhi nocciola su di lui e restò in attesa qualche secondo prima di sorridere.
-Forse è meglio che consideriamo questa un'esperienza da una notte e via,giusto?-gli disse vendogli incontro.
Cancellando il sorriso e atteggiando il volto ad un'espressione seria,Albus annuì.
Anche Emmett seguì il suo esempio,piegando le ginocchia sotto il sedere e fissandolo per qualche istante.
-Perchè vuoi aspettare che Scorpius Malfoy capisca che grande errore ha commesso lasciandoti andare?-gli domandò diretto,con un leggero tono interrogativo nella voce.
L'espressione sorpresa che apparve sul volto di Albus gli impedì di mettere insieme un pensiero decente.
-Come...-
Il sorriso sul volto di Emmett cambiò,diventando più consapevole,permettendogli di capire senza bisogno di parole.
-Anche tu ci sei passato-disse infatti il Grifondoro.
L'altro annuì,sfoderando un sorriso smagliante in risposta.
-Un'anno fa io ero esattamente come te:confuso,insicuro,e terribilmente spaventato.
Questo dio biondo mi aveva concesso di stargli vicino,anche se solo per poco,ed ora aveva deciso che il mio tempo con lui era scaduto...Senza possibilità di appello-ricordò con voce calma e sicura.
-E cosa hai fatto?-domandò il moro curioso.
Emmett alzò le spalle.
-Ho pianto,talmente tanto da vergognarmi se solo ci ripenso adesso,e alla fine ho deciso che non gli avrei permesso di trattarmi in questo modo un minuto di più.
Se aveva deciso di tagliarmi fuori dalla sua vita in maniera così decisa,senza alcun ripensamento,perchè io mi ostinavo a tenerlo nella mia quando era ovvio che non ne avrei ricavato nulla di buono?-
Ogni singola parola era sensata...Ed era ciò che Albus si era chiesto da quando Scorpius aveva iniziato a comportarsi in modo strano con lui.
-Così ho cominciato a guardarmi intorno e mi sono accorto che ci sono un sacco di pesci nel mare e molti di questi sembravano interessati a me...E in breve tempo,Scorpius Malfoy è diventato solo un pallido ricordo-concluse,avvicinandosi leggermente al moro.
Al incontrò il suo sguardo e lo fissò pensieroso.
-Tu mi piaci Al e lo sai...Lo hai capito fin dalla prima volta che siamo usciti insieme-
Al annuì sospirando,passandosi poi una mano fra i capelli.
-Forse non è il momento adatto...-tentò.
Non potè continuare perchè l'istante dopo le labbra di Emmett erano sulle sue,morbide e calde, che sfioravano il suo labbro inferiore con piccoli tocchi che velocemente lo convinsero a ricambiare il bacio.
Portò una mano dietro la testa e affondò le dita fra i capelli di Emmett cercando di farsi guidare dall'istinto.
-Non esiste il momento adatto.
Perchè non provi ad affidarti di me?Magari riesco a farti dimenticare Malfoy...Inoltre sospetto di non esserti completamente indifferente-aggiunse poi staccandosi dalle sue labbra giusto la distanza necessaria per parlare.
Confuso,Albus premette le labbra una sull'altra,indeciso su quale fosse la cosa più giusta da fare: era meglio rifiutare quell' "invito",continuando a sperare che Scorpius cambiasse idea, oppure doveva voltare pagina una volta per tutte?
Del resto anche Emmett aveva ragione:lui non gli era per niente indifferente.
Alla sua mente tornarono chiare,neanche fossero state pronunciate pochi istanti prima,le parole che Scorpius gli aveva detto quando lo aveva accusato di essere geloso...ferendo neanche le sentisse per la prima volta.
"Io non sono geloso...Specialmente di te".
Era stato un'amante come gli altri.
Rialzò lo sguardo sul volto di Emmett e annuì lievemente.
-Va bene-
Emmett sorrise,chiaramente sorpreso e gli accarezzò i capelli.
-Va bene?-
Al annuì avvicinando il viso al suo per posarvi un bacio lieve.
Avrebbe dovuto impegnarsi corpo,mente ed anima per dimenticare Scorpius,ma era sicuro che con l'aiuto di Emmett ci sarebbe riuscito.
Emmett ricambiò il suo bacio,facendolo diventare più passionale e facendo avvicinare i loro corpi, mentre un braccio di Albus si stringeva contro la vita del ragazzo.
-Non capisco perchè tutte queste storie!E' nostro fratello,no?Mica...-
Una voce,inaspettata e fastidiosa,portò Albus ad allontanare il viso da quello di Emmett e a voltarlo verso la porta della stanza,dove schierati sull'uscio c'erano i gemelli,Rose,Rebecca che lo guardavano con aria allibita e Daniel che,con maggior pudore,girava lo sguardo ovunque tranne che verso il letto.
-Cazzo...-si lasciò andare,togliendo il braccio dalla vita di Emmett e portando la schiena contro la spalliera del letto.
Osservò le facce degli "intrusi" e,mentre Ronald e James avevano gli occhi spalancati fissi sul letto,quasi avessero subito uno Stupeficium,Rose e Rebecca avevano abbassato lo sguardo sulla punta delle proprie scarpe,il viso di un rosso quasi innaturale.
-Che sta succedendo qui?-si riscosse James,ricordandosi del suo ruolo di primogenito.
Nonostante l'assurdità della situazione,Al non riuscì a trattenere un sorriso ironico.
-A te che sembra?-gli domandò poi.
Sporgendosi oltre la sponda del letto,raccolse i boxer da terra e,portandoli sotto le coperte iniziò ad infilarli.
Solo voltando lo sguardo si ricordò della presenza di Emmett,che finora era rimasto in silenzio per non disturbare.
Forse era il caso di fare le presentazioni...
-Ah,ragazzi questo è Emmett;Emmett loro sono James e Ronald,i miei fratelli,lei è Rose,mia cugina e lei è Rebecca,la ragazza di Ronald.
E la loro guida è Daniel,il ragazzo di mia sorella-disse indicandoli uno ad uno.
Solo Rebecca e Rose fecero un cenno di saluto verso Emmett che ricambiò a sua volta.
-Salve,io sono un...-si presentò.
-Lui è il mio ragazzo-tagliò corto Albus.
Era meglio mettere delle etichette ben precise se non si voleva incorrere in equivoci.
Emmett lo guardò con aria sorpresa e,per confermare quelle parole,Albus annuì con un leggero sorriso sulle labbra.
-Al mi dispiace se sono piombato qui,ma Lily è sparita e non so che fine possa aver fatto-s'intromise Daniel prima che uno dei due gemelli esplodesse.
-Ma non avreste dovuto vedervi questa mattina?-domandò Al scivolando fuori dalle coperte a torso nudo.
Il moro si chinò leggermente e raccolse i pantaloni di Emmett,lanciandoli al ragazzo,che gli rivolse un sorriso riconoscente,prima di voltare la schiena ai presenti e iniziare a vestirsi.
-Infatti!Però non riesco a trovarla e non ho la più pallida idea di dove possa essere...-continuò Daniel,totalmente indifferente a quello che accadeva attorno a lui.
-Vogliamo far finta che non sia successo niente?Che non abbiamo visto niente?-domandò Ronald non riuscendo più a controllarsi.
Perfettamente a suo agio,Albus prese la camicia dell'uniforme e la infilò,iniziando l'attimo dopo ad abbottonarla.
-Parliamone-disse calmo.
-Ronnie forse non è il caso...-cercò di calmarlo Rose.
-Che vuoi sapere Ronald?-domandò Al continuando a fissare il fratello.
Non aveva nulla da nascondere,era ciò che era e prima o poi i suoi fratelli ne sarebbero venuti a conoscenza...Sinceramente aveva sperato che non succedesse così presto,e soprattutto non in maniera così "cruenta",ma ormai era successo,che poteva farci?
Si guardarono per qualche secondo,impegnati in quello stupido gioco di sguardi per determinare chi dei due era il più forte dei due.
-E' uno scherzo?-chiese,rendendosi conto l'attimo dopo di aver usato le parole sbagliate.
Albus continuò a sorridere,nonostante quelle parole lo avessero colpito e scosse la testa.
-No,non è uno scherzo...E' quello che sono-disse semplicemente.
-Ne sei sicuro?Voglio dire,come fai a saperlo con sicurezza...-chiese James parlando per evitare che Ronnie facesse altri danni.
Senza accorgersi di averne fatti a sua volta.
-Tu come fai a sapere che sei attratto dalle donne?-rispose di rimando Albus.
James alzò le spalle.
-Lo so e basta-
Il fratello annuì.
-Non avrei saputo spiegarlo in modo migliore-commentò.
Ronald si voltò verso Daniel e lo fissò per qualche istante,neanche avesse appena avuto un'illuminazione.
-Tu lo sapevi!Ecco perchè eri così restio ad accompagnarci qui...Perchè sapevi che avremmo trovato questo...questo schifo!-
La classica cigliegina sulla torta...
Dopo un veloce sguardo ad Albus,Daniel annuì brevemente.
-Sì...Lo so da un pò-ammise.
-E perchè...-domandò James sorpreso.
-Perchè glielo chiesto io!Ho chiesto a lui e a Lily di tenere la bocca chiusa su questa storia e finora hanno mantenuto il segreto.
Che c'è soltanto voi potete avere dei segreti?-domandò arrabbiato Al,guardando ora uno ora l'altro dei gemelli.
Fare il nome della sorella,per una strana connessione di idee,gli fece tornare alla mente un ricordo non troppo lontano.
-Romeo e Giulietta...-mormorò a mezza bocca.
Si accorse che lo sguardo di tutti gli altri era su di sè,curioso,ma sarebbe stato troppo difficile spiegare tutta la storia.
Raccolse i pantaloni dal pavimento e si guardò intorno alla ricerca delle scarpe.
-Che ti prende?-gli domandò Daniel.
Al alzò lo sguardo,impegnato nello stesso tempo a tirar su la lampo dei pantaloni,e incontrò il suo sguardo.
-Forse so dov'è Lily-


4 PRIVET DRIVE

Harry si stava rilassando leggendo le ultime pagine di un thriller,di cui credeva di aver già scoperto l'assassino,quando arrivò la telefonata.
Hermione aveva passato la notte da una sua compagna di classe che aveva deciso di festeggiare il compleanno invitando le sue amiche ad un pigiama party,quindi quando alzò la cornetta era assolutamente sicuro di sentire,dall'altro capo del telefono,la voce di Stella,la madre della bambina che voleva rassicurarli e dar loro l'orario per andare a prendere Hermione.
Ecco perchè la sua sorpresa fu massima nel sentire la voce della Preside McGranitt.
Dopo averlo salutato con il massimo della gentilezza ed aver espletato i convenevoli,la Preside lo informò che Albus aveva avuto un'incidente e che nonostante non fosse niente di grave,forse,era meglio se lui e Ginny facevano una visita veloce al castello.
L'uomo le aveva assicurato che sarebbero stati lì il prima possibile,giusto il tempo di sistemare alcune cose.
L'attimo dopo aveva alzato il telefono,aveva chiamato il negozio e aveva avvertito Ginny che doveva tornare a casa di corsa,perchè doveva parlarle di cose molto urgenti;dopodichè,aveva chiamato Stella e l'aveva informata dell'imprevisto,chiedendole se era un problema per lei se Emy restava per qualche ora più delle altre bambine.
Ovviamente la sua richiesta era stata accolta fra mille rassicurazioni e alla richiesta di informarla presto sulla salute di Albus,nonostante Stella lo avesse visto un paio di volte da quando le loro figlie erano amiche.
Nello stesso istante in cui aveva posato la cornetta del telefono,Ginny era comparsa nel salotto,un'aria battagliera e leggermente risentita per aver dovuto lasciare il negozio proprio di sabato,giorno in cui si facevano più affari;ma quel cipiglio scomparve velocemente man mano che Harry le raccontava quello che la McGranitt gli aveva detto poco prima al telefono.
-Cosa credi che sia successo?-gli aveva chiesto la moglie,chiaramente preoccupata.
Lui aveva scosso la testa.
-Non lo so...Ma conoscendo Albus,non può essere niente di grave-aveva cercato di rassicurarla.
Lei aveva annuito,cercando di convincersi delle sue parole e si era portata una mano alla gola,come faceva sempre quando era preoccupata.
-Sei pronta per andare?-le aveva domandato poi mettendole una mano sulla spalla sinistra.
Ginny aveva annuito e l'attimo dopo si erano entrambi smaterializzati alla volta di Hogwarts.


HOGWARTS

Era già da cinque minuti che sentiva del trambusto sotto di lei.
Inizialmente erano state soltanto delle voci,varie voci che parlottavano fra di loro,poi aveva cominciato a sentire i rumori tipici prodotti da qualcuno che si arrampica su un albero e,nonostante la stanchezza per la nottata trascorsa in bianco,aveva sorriso.
Non aveva avuto nessun dubbio:lui avrebbe saputo dove cercarla...
Quando Albus arrivò all'altezza del suo ramo,e la vide,fu evidente il suo sollievo:forse non trovandola ai rami più bassi doveva aver pensato ad un errore.
-Eccoti qui!-le disse sedendosi accanto a lei,serrando le mani sul ramo.
Lei gli rivolse un sorriso accennato e restò in silenzio.
-La prossima volta che decidi di sparire,per favore,lascia almeno un biglietto per quel povero martire del tuo fidanzato...E' da questa mattina che gira per il castello alla tua ricerca!-le disse rimproverandola scherzosamente.
Il suo ragazzo...
Quelle tre semplici parole provocarono la rottura della corazza che aveva cercato di mantere intatta per tutta la sua permanenza su quell'albero,facendole piegare il viso in una smorfia prima che le lacrime iniziassero a scivolare lungo le guance.
Accidenti!
Era riuscita a combattere per tutta la notte contro quel senso di angoscia che sembrava schiacciarla da dentro,ed ora erano bastate tre semplici parole,dette anche in tono scherzoso per farla crollare in quel modo?
Sorpreso da quella reazione,mentre i singhiozzi si univano alle lacrime,Albus fissò il volto della sorella per qualche istante prima di muovere un braccio e portarlo sulle sue spalle,cercando di avvicinarsi a lei.
-Ehi...Che ti succede?
Dovresti essere al settimo cielo oggi!-le disse accarezzandole la spalla destra.
-Papà non vuole mantenere la sua parola!-disse fra le lacrime.
Un'espressione dubbiosa apparve sul volto di Al:era chiaro che neanche lui riusciva a spiegarsi il comportamento del loro padre!
-Cosa?Perchè?-le domandò incredulo.
-Continua a dire che Dan mi farà del male,che io non lo conosco...-gli raccontò Lily tirando su con il naso.
-Invece lui crede di conoscerlo?Che assurdità!-commentò il ragazzo.
Lily si passò una mano sulla guancia sinistra,asciugandola dalle lacrime,tornando a tirare su con il naso.
Al abbassò leggermente lo sguardo e cercò i suoi occhi.
-E' per questo che hai passato la notte qui sopra?-le domandò poi.
Lei alzò le spalle.
Non aveva un vera spiegazione che potesse aiutarlo a capire cosa l'aveva spinta a salire su quell'albero; sapeva soltanto che in quel momento le era apparsa la sola cosa sensata in mezzo al caos che imperava nella sua mente.
-Devi essere esausta-disse ancora il ragazzo.
Lily alzò di nuovo le spalle,cercando di sembrare noncurante,ma non era bastato che lui glielo chiedesse perchè la tensione accumulata in quelle ore scendesse su di lei,facendole abbassare le spalle.
Al annuì,continuando ad accarezzarle la spalla e per qualche istante restarono in silenzio,finchè lui non sospirò.
-Scommetti che riesco a rendere insignificante il tuo piccolo problema di cuore?-disse in tono scherzoso.
Lei accennò un sorriso e lo guardò,gli occhi ancora un pò lucidi per il pianto di poco prima.
-Vediamo che sai fare...-
Al sorrise e prese un respiro profondo prima di parlare.
-Allora...Ieri sera sono stato scaricato da Scorpius che,quando ho solo provato ad accennare alla possibilità che ci fosse qualcosa di più serio del sesso fra noi,mi ha "gentilmente" ricordato che ero stato fortunato ad ottenere le sue attenzioni finora e che non dovevo aspettarmi altro da lui-iniziò.
Lily si rabbuiò per qualche istante.
-Che gran bastardo!-commentò poi.
Lui sorrise,felice per la solidarietà mostratagli dalla sorella,e annuì.
-Già,ma mentre tornavo alla torre ho incontrato Emmett e per fartela breve,siamo stati insieme e ora siamo una coppia-
-Wow che velocità di recupero!-scherzò lei,sorpresa da quella novità.
Al annuì.
-Già,non ho fatto in tempo a sfidanzarmi che già avevo la coda alla porta...Che altro?
Ah,i nostri cari fratelli hanno scoperto il mio "scannatoio" e mi hanno sorpreso a letto con Emmett-concluse.
-Oh no!Stai bene?-gli domandò preoccupata.
Lily si accorse del silenzio che Al lasciò cadere dopo quella domanda e capì che qualcosa doveva essere andato storto.
-Ronnie mi ha "simpaticamente" chiesto se le mie scelte di vita sono uno scherzo e ha definito uno schifo la mia vita sessuale...Come se io mi mettessi a giudicare come lui si comporta a letto con Becca!
Dovevi vedere la sua faccia-aggiunse poi con voce leggermente più bassa.
Lei poggiò una mano sul braccio di Al e gli sorrise.
-Era ancora sotto shock per la sorpresa,vedrai con il tempo gli passerà...E poi lo sai che Ronald non è il cervellone della famiglia!-cercò di tranquillizzarlo.
Al sorrise e annuì lentamente,più per farla felice che per vera convinzione.
Fra di loro cadde il silenzio che gli permise di sentire il lontano cinguettio degli uccelli e l'impazienza con cui,qualche metro sotto,gli altri stavano aspettando loro notizie.
-Credi che dovremmo scendere?-domandò Lily,mantenendo lo sguardo fisso davanti a sè.
Lui alzò le spalle.
-Non credo che passare la tua vita su quest'albero ti aiuterà a vincere la battaglia contro papà-le fece notare.
Lily sospirò e abbassò lo sguardo,mordendosi il labbro inferiore.
-Ok,ti ha negato il permesso di vederlo,e allora?
C'è sempre la mamma,potresti provare a lavorarti lei...-le consigliò.
-Magari anche lei è d'accordo con papà,magari è tutto inutile e io perdo il mio tempo...-
-Sempre meglio che non averci provato affatto,non trovi?-ribadì ancora Al.
Lei alzò lo sguardo sul volto del fratello e sospirò,mentre la sua mente considerava quell'idea: in fondo cosa aveva da perdere?
Tanto a sentire suo padre,non c'era niente che potesse dirgli che lo avrebbe convinto a cambiare idea...
Lentamente annuì,poggiando poi la testa sulla spalla del fratello e chiudendo per qualche secondo gli occhi,vinta dalla stanchezza.
-Che ne diresti di scendere da qui sopra,tornare alla torre,farti una doccia e poi infilarti sotto le coperte?-le domandò Albus accarezzandole la spalla.
Lei accennò un sorriso,rialzando leggermente la testa per incontrare il suo sguardo.
-Mi sembra un'idea fantastica...Facciamo a chi arriva per primo a terra?-gli domandò poi.
Al sorrise e con accortezza portò le mani attorno al tronco,preparandosi a scendere,scorgendo con lo sguardo Lily che imitava le sue mosse,ma pochi secondi dopo,sua sorella lo aveva già superato veloce neanche avesse fatto quello per tutta la vita.
Lui si lasciò superare,conscio che quella piccola rivincita su di lui avrebbe aiutato il morale della sorella a risollevarsi,provando lo stesso ad accellerare la sua discesa,soltanto per non dargliela vinta troppo facilmente.
Il tronco era umido,bagnato per il temporale di quella notte e per la sua naturale vischiosità,e rispetto alla salita Albus doveva controllare con maggiore attenzione dove poggiava mani e piedi.
Lily era già arrivata a terra,mentre lui era ancora a metà dell'albero,sorpreso dalla velocità di sua sorella:ma come accidenti aveva fatto ad arrivare in fondo così in fretta?
Provò ad accellerare a sua volta,e fu allora che la mano destra perse la presa inaspettatamente.
L'istante dopo anche il piede destro la seguì.
Tentò di trovare dei nuovi appigli,ma prima che neanche se ne accorgesse,aveva perso tutti i suoi agganci e stava cadendo nel vuoto.
Non aveva idea della distanza che lo separava dalla terra,ne quanto si sarebbe fatto male,non gli passò neanche tutta la sua vita davanti come aveva sentito dire tante volte.
Chiuse soltanto gli occhi e cercò di non pensare a nulla.

 

Non riusciva a staccare lo sguardo da Albus,nè ad allontanarsi dal suo letto.
La consapevolezza che sarebbe potuta finire molto peggio,rendeva la presenza di suo figlio in quel letto dell'infermeria un vero dono del cielo.
Quando lei ed Harry erano arrivati al castello,la preside McGranitt li aveva informati velocemente su quello che era accaduto ad Albus per poi guidarli verso l'infermeria.
Lui era lì,attorniato dai suoi fratelli e dai suoi amici,che erano con lui quando era avvenuto l'incidente ed erano stati i primi a soccorrerlo:era stata Rose a rallentare la caduta di Al con un'incantesimo,evitando così che le ferite fossero più gravi,ed erano stati i gemelli e Daniel a portarlo lì.
Così Madama Chips,per curare la commozione celebrale riportata in seguito alla caduta,lo aveva addormentato e non lo avrebbe svegliato fino all'indomani mattina,riducendo così al minimo le conseguenze delle caduta.
-Ragazzi avete fatto benissimo a portarlo qui...-sentì dire ad Harry.
-Speriamo solo di aver fatto abbastanza presto-commentò James.
Girandosi sulla sedia,Ginny vide Harry annuire e posare una mano sulla spalla sinistra del ragazzo.
-Certo che sì!Sta tranquillo...-provò a rassicurarlo l'uomo.
Ginny scosse la testa e mosse lo sguardo in giro per la stanza,posandolo poi su Lily,accanto a Daniel che,nonostante la presenza sua e di Harry,le teneva una mano e le accarezzava il palmo con il pollice con fare rassicurante cercando di calmarla,mentre la testa della figlia era posata sulla spalla destra del ragazzo.
-Tesoro hai la faccia stanca-le disse dolcemente.
In effetti,a guardarla meglio,si capiva subito che Lily non aveva dormito affatto.
I gemelli avevano raccontato loro come si erano svolti i fatti e,soprattutto, perchè Al era su un'albero,cosa totalmente lontana dal suo essere.
Ascoltando la spiegazione dei due ragazzi,Ginny aveva capito molte cose dei suoi due figli più piccoli.
Lily accennò un sorriso tirato e scosse la testa.
-Sto bene,non ho sonno-la rassicurò.
-Piccola perchè non vai a riposare un pò?-si intromise Harry.
Stranamente quell'intromissione le diede sui nervi:per la prima volta,nella sua vita,sentire la voce di Harry le diede fastidio,sapere che lui era presente con lei nella stessa stanza la riempiva di rabbia.
La ragazza scosse di nuovo la testa.
-Sto bene-disse telegrafica senza guardare il padre.
-Forse avresti bisogno di un pò di tempo da sola,senza qualcuno che ti infastidisca...-continuò l'uomo.
Lily scosse la testa,senza parlare.
Ginny portò lo sguardo su Harry e capì subito a chi era rivolto il suo sguardo.
-Sai Daniel,credo che ora dovresti andare...In fondo è una questione di famiglia,e tu...-iniziò.
-PER L'AMOR DEL CIELO,VUOI LASCIARLO IN PACE?-sbottò prima di riuscire a rendersene conto.
Tutti i presenti nella stanza voltarono lo sguardo su di lei,increduli.
Ma mai quanto Harry.
Non aveva mai usato quel tono con lui.
Cercando di calmarsi,Ginny voltò le spalle ad Harry e si passò la mano destra fra i capelli, ravviandoli dietro l'orecchio.
Accorgendosi così che stava tremando visibilmente.
-Gin,tesoro...-
Ah no,non glielo avrebbe lasciato fare!
Si voltò,ancora furiosa per il suo comportamento e lo fissò con due occhi inferociti.
-Ti sei fermato anche solo un'istante a pensare che forse,FORSE,Daniel non è uguale a Dean?
Che magari quello che è successo con Dean non si ripeterà di nuovo?
Ti sei accanito su di lui senza neanche prenderti la briga di conoscerlo,senza parlarci per cinque secondi...
Non hai pensato che se deve avere qualcosa di buono se tua figlia è tanto innamorata di lui da arrivare ad odiarti e a sparire per una notte intera?-
Suo malgrado,quelle parole non avevano quella cattiveria che lei sperava,ma una nota di tristezza.
-Sai perchè l'ho fatto:non posso permettere che...-iniziò lui senza allontanare lo sguardo dal suo.
Ginny scosse la testa con decisione.
-Smettila di usare Lily come scusa!Non te lo lascerò fare...
Fai sempre così...-aggiunse poi.
A quelle parole Harry aggrottò la fronte.
-Che vuoi dire?-le domandò.
Ginny allontanò lo sguardo dal suo e si passò di nuovo la mano fra i capelli per poi tornare a fissarlo.
-Usi la tua famiglia come scusa per evitare di affrontare le responsabilità delle tue azioni e alla fine siamo sempre noi a rimetterci.
Prima la storia di Sarah e ora questo...-
-NON STARAI PARLANDO SUL SERIO!-ribattè lui incredulo.
-GUARDA COSA è SUCCESSO AD ALBUS!Lo hai fatto di nuovo!
Non ti sembra di rivivere una scena già vissuta in passato?
Qualcuno "minaccia" la tua famiglia,tu ti batti per far sì che non succeda niente di male...ma alla fine non fai altro che peggiorare la situazione.
Lily è salita su quell'albero dopo aver parlato con te,e ora Al ha una commozione celebrale mentre tutto si sarebbe potuto evitare se avessi trascorso cinque minuti con Daniel!-aggiunse amareggiata.
Harry rimase in silenzio,quasi schiacciato dalle parole della moglie,incapace di ribattere.
-Non so che dire...-
Ginny alzò le spalle,allontanando lo sguardo dal suo.
-Non c'è proprio niente da dire...-
Dopodichè uscì dall'infermeria,bisognosa di una boccata d'aria fresca,seguita dagli sguardi attenti e curiosi dei suoi figli e da quello allibito di Harry.

 

Salve a tutti!!!Eccoci qui...Affrontiamo subito il problema principale: mi conoscete e sapete quanto amo Albus,quindi sapete che non potrei fargli mai del male,ma avevo bisogno di lui per creare un pò di scompiglio nella famiglia...e anke fuori.

Come vi avevo annunciato,sono successe tante cose(anzi vi ringrazio x aver avuto la pazienza x essere arrivati fino in fondo!),e ora bisogna aspettare le reazioni:Harry dovrà riflettere su qll che Gin gli ha rinfacciato,visto anche l'icidente di Al,Scorpius deve scegliere fra i veri sentimenti e quello che ritiene vero,cioè le sue bugie,e anke Ronald deve capire se è disposto ad accettare la vita "sbagliata" di Albus.

Come vi ho anticipato x i prossimi due capitoli parleremo dei seniors,anke x dare spazio a quelle coppie ke in qst capitoli sn state un pò trascurate...

Ringrazio tutti coloro che recensiranno questo capitolo e quelle che lo leggeranno,e chiedo scusa x gli errori di ortografia e di battitura.

La frase all'inizio del capitolo è tratta da "I'm not in love" dei 10CC.

Piccola precisazione:mi sono accorta di aver scritto male il titolo della fiction da cui ho tratto ispirazione x la scena su Fred ed Allison:il titolo corretto è "Ho fame...di te!"

SORRY!!

E ora i ringraziamenti:WingsHP(Spero di averti accontentata con il piccolo accenno ad Al e Scorpius e che tu nn sia tr arrabbiata x come le cose ora si stanno mettendo,ma del resto che gusto ci sarebbe stato a farli filare fin da subito d'amore e d'accordo?E per rispondere alla tua domanda su Scorpius:chi è che nn si è mai comportato da idiota quando è innamorato?), Ron'84(Grazie x i complimenti!Andare contro è sempre la cosa + difficile,specie se lo si fa x amore...Bisogna solo vedere quanto si è caparbi e qnt quel sentimento è forte,soprattutto se ci si mette anche la distanza di mezzo e se nn ci vengono risparmiate le tentazioni!Harry...Beh, era diverso quando ad osteggiare la sua storia con Gin c'era Ron xkè entrambi erano già maggiorenni e inoltre Ron nn era il padre di Gin,quindi potevano benissimo fregarsene della sua disapprovazione,ma Dan è tr rispettoso della sua figura x farlo...),Lights(E' vero,forse anche un migliaio di volte...ma io mi sciolgo ogni volta come se fosse la prima volta!Ma forse tu sei tr buona...),Sunshine'86(Per fortuna che Lily ha colto solo il lato romantico della tragedia! Beh,era quasi scontato che la faccenda venisse riportata anche a George e Luna,considerato anche il fatto che Allison ha 2 anni in meno di Fred...Non ci hanno pensato neanche 2 secondi! Cmq fortunatamente la faccenda è rientrata presto,anke grazie a George e Luna,che grazie al loro passato,hanno evitato di trasformarla in una tragedia cm invece stavano facendo Seamus e Rupert!Avevi ragione a sospettare...Del resto cos'altro frenava Albus?Scorpius aveva spento anche la sua ultima speranza...Non smetterò mai di chiedermi xkè gli uomini sn cs ottusi certe volte!),Sweey(Non perdere la speranza su Al e Scorpius,mi raccomando!L'amore troverà la strada...),IRE'89(Come sono andati gli esami?Credo che l'isolamento fosse sl una scusa x Harry:era convinto ke in ql mese di lontanza Daniel avrebbe cambiato idea e la storia sarebbe finita naturalmente, senza "gravi" conseguenze,ma ovviamente aveva fatto male i suoi calcoli e ha dovuto rimediare all'ultimo istante.Ti ho fatto una bella sorpresa con James e Rose,nel capitolo precedente,vero?Credo che nessuno se lo aspettasse,forse pensavano di dover attendere ancora qualche capitolo,ma mi sono resa conto che rimandare ancora sarebbe stato inutile:che senso ha aspettare se due persone sono sicure del loro amore?...Non puoi capire quanto sono contenta x il tuo amore x Scorpius ed Albus!!!Già,in quel corridoio...con la possibilità che i suoi compagni Serpeverde sentissero o vedessero le sue reazioni con quell' "insulso" Grifondoro:alle volte si riesce a capire di + da una persona dal comportamento che dalle parole...).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"If I could turn back time"

Baci Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 28
*** If I could turn back time ***


as time goes by

 

 

Ogni mattina,essendo il primo dei due a leggere il giornale,Rupert faceva delle piccole orecchie agli angoli delle pagine dove trovava una notizia che credeva potesse interessare al compagno.
Quella mattina non fu diversa dalle altre,ma quando Seamus si sedette al tavolo per una veloce colazione e una scorsa rapida ai giornali,in ritardo come al solito,si trovò davanti ad una notizia che l'altro aveva evitato di marcare.
E la cosa non lo sorprese per niente.
Era la notizia più importante della pagina sportiva:la squadra nazionale di Quidditch avrebbe incontrato quella inglese in un incontro che avrebbe decretato il vincitore del Campionato Mondiale.
Ad accompagnare la squadra,che avrebbe disputato una partita all'Apollo Stadium di Seattle, oltre allo staff tecnico e medico,c'era anche i due telecronisti che avevano accompagnato la lunga avventura della nazionale inglese durante il lungo cammino:Harvey Moon e Dean Thomas.
L'articolo si concludeva con le informazioni necessarie per procurarsi i biglietti della partita.
Dimentico della colazione e del suo ritardo,Seamus si ritrovò a fissare il giornale senza vederlo veramente.
Era proprio vero:se Maometto non va alla montagna...
Anche se c'erano voluti vent'anni per compiere quel viaggio.
-Vedo che lo hai letto-
La voce inattesa di Rupert lo portò ad alzare lo sguardo verso la porta e ad incontrare il suo sguardo,osservandolo mentre si avvicinava alla sedia più vicina e vi posava sopra la sua borsa.
Il biondo si limitò ad annuire,non trovando niente di meglio da dire.
-Che ne pensi?-chiese ancora l'altro,in piedi accanto alla sedia.
Cosa pensava?
In lui c'erano tanti pensieri,satelliti che si scontravano l'uno contro l'altro,e che non lo facevano ragionare tranquillamente.
-Forza Inghilterra!-disse cercando di apparire scherzoso.
Ma ovviamente Rupert non raccolse il suo invito,sperando in una risposta migliore.
L'arrivo di Dean a Seattle non cambiava nulla della sua vita:aveva fatto una scelta e non avrebbe cambiato nulla della sua vita attuale per la sua improvvisa apparizione.
Però...
C'era sempre quella parte di lui,tanto stupida e buona che non riusciva ad essere menefreghista: non quando si parlava dell'amore fra due ragazzi.
La notizia dell'incidente di Albus e di cosa lo aveva scatenato era arrivato fino a loro,così come della piccola "guerra fredda" che era ora in corso fra Ginny ed Harry e,non appena saputo cos'era successo,Seamus si era chiesto più volte cosa avrebbe potuto fare per convincere Harry a cambiare idea,a lasciare un margine di possibilità a Daniel.
Ed ora questa notizia...
Forse parlare direttamente con Dean avrebbe aiutato ad appianare le divergenze,a chiarire gli errori del passato,permettendo così a Lily e Daniel di vivere la loro storia d'amore senza strascichi e senza carichi pendenti.
-Lo sapevo...-
Ancora una volta tornò con lo sguardo sul volto di Rupert e lo vide scuotere la testa lentamente.
-Come?-
-Sapevo che sarebbe finita così-commentò stringendo le dita attorno alla maniglia della borsa, sollevandola dalla sedia.
Gli voltò le spalle e si avviò velocemente fuori dalla cucina.
-Rupert aspetta!Ma di che stai parlando?-chiese andandogli dietro.
-Sei così prevedibile lo sai?Ormai riesco a capire tutto quello che farai ancor prima che tu me lo dica!-gli disse voltandosi a fronteggiarlo,il viso a poca distanza dal suo.
Il biondo lo guardò incerto,quasi sorpreso da tanta rabbia da parte del compagno:sapeva che quello era un argomento difficile per lui ma non potevano litigare ogni volta che il nome di Dean riaffiorava fra di loro.
-Ma se non ho ancora deciso niente!-replicò leggermente sulla difensiva.
Rupert sorrise leggermente,neanche avesse appena sentito una barzelletta.
-Quindi non stavi pensando di andare da lui per parlargli di Lily e di Daniel...-tentò,sicuro di indovinato i pensieri del compagno.
Infatti,a quelle parole,Seamus restò in silenzio,incapace di ribattere.
Come aveva fatto ad indovinare con un solo sguardo?
Possibile che lo conoscesse davvero così bene?
-E' che..-tentò di dire.
L'altro scosse la testa,come faceva sempre quando non voleva ascoltare le sue spiegazioni e il biondo si zittì,conscio che parlando ora avrebbe solo peggiorato le cose.
-Sono in ritardo per il lavoro...E anche tu-aggiunse poi prima di voltarsi di nuovo e avviarsi verso il corridoio che portava alla porta d'ingresso.
Seamus restò fermo,in mezzo al corridoio,nel pieno di una confusione mentale,incapace di decidere qual'era la cosa giusta da fare.

 

-Quanto tempo ancora dovrà restare lì dentro?-
Lo sguardo fisso sul piccolo esserino rinchiuso nell'incubatrice,una mano infilata in un buco della teca,Ron le accarezzò lieve un dito minuscolo e roseo,cercando di non fissare la sua mente sulle bende che coprivano gli occhi della bambina e il tubicino che le entrava nella narice destra per aiutarla a respirare.
Eliza,sentendo la sua voce,si mosse facendolo sorridere.
Allontanò lo sguardo dalla piccola e lo posò sul medimago accanto a lui,con aria preoccupata:ogni giorno era una nuova lotta per la piccola,lo sapeva anche lui,quindi non poteva mai sapere cosa gli avrebbe detto l'uomo.
-La saturazione è buona,89%,il liquido nei polmoni si è quasi completamente riassorbito e dai test svolti finora non abbiamo riscontrato danni celbrali per il continuo utilizzo del respiratore.
Credo che se la situazione si mantiene così rosea,conto di farla uscire dalla rianimazione entro una settimana e di dimetterla fra qualche settimana-gli disse il medimago.
Ron sorrise,sinceramente sollevato.
Tornò ad abbassare lo sguardo sulla bambina e le accarezzò il dorso della mano.
-Hai sentito piccola?
Dipende tutto da te,quindi cerca di fare del tuo meglio-le disse con voce dolce.
Seguendo la sua voce,Eliza strinse le dita attorno al suo indice,facendogli salire le lacrime agli occhi.
-Già,è proprio questo lo spirito adatto!-la incoraggiò.
-Sua figlia è ricoverata da quasi due mesi,giusto?-disse il medimago per conferma.
Ron si limitò ad annuire.
Dalla sera di Capodanno.
Chiuse gli occhi cercando di scacciare quel ricordo,ma ancora una volta,le immagini di quella notte gli passarono davanti neanche i frammenti di un film.
Ricordava lo squillo del cellulare che squarciava il silenzio della notte e il contatto con il legno del comodino accanto al letto,mentre le sue dita cercavano a tentoni il telefono.
Si risentiva ancora mentre con voce assonnata apriva la comunicazione sentendosi travolgere da un fiume di parole dall'altra parte della cornetta,riuscendo solo dopo qualche istante a connettere e a dare un senso a quelle parole:Diane,la sorella di Cassie lo informava che Cassie era in ospedale.
Dopo aver strappato alla donna il nome dell'ospedale,aveva interrotto la comunicazione ed era schizzato fuori dal letto,cercando i suoi vestiti,senza preoccuparsi di far piano.
Quando era sulla porta della stanza,aveva visto la testa di Hermione alzarsi dal cuscino,leggermente frastornata da tutto quel rumore,ma non se ne era curato:ora ogni suo pensiero era per Cassie ed il bambino.
Si era smaterializzato all'ospedale e una volta trovato il corridoio giusto,si era trovato da solo con Diane,che gli aveva raccontato di come Cassie si fosse sentita male poco prima di andare a dormire:improvvisamente era svenuta e nonostante i loro sforzi per farla rinvenire era rimasta priva di conoscenza.
L'avevano portata di corsa all'ospedale e lì i medici li avevano informati che era in corso un'emorragia celebrale e che dovevano operare subito per salvare sia Cassie che il bambino.
Ormai erano due ore che erano in sala operatoria.
L'attesa era stata la cosa più straziante della sua vita:per la prima volta dopo anni si era rivolto ai Maghi Riuniti e li aveva pregati di salvare Cassie e la sua bambina,di non punirli per il comportamento sbagliato che aveva tenuto quella notte.
Quando finalmente il medico era uscito dalla sala operatoria aveva rassicurato entrambi,affermando che per il momento la situazione era sotto controllo,ma che le ventiquattro ore subito successive all'intervento erano le più critiche.
-Perchè quest'emorragia?-si risentì chiedere nella propria mente Ron.
Il medimago spiegò loro che Cassie aveva una vena leggermente più grande delle altre nel cervello, che fino a quel momento non le aveva mai dato problemi e che probabilmente non gliene avrebbe mai dato se non fosse stato per la gravidanza,che aveva prodotto ormoni che ne aveva aumentato il lavoro e quindi la grandezza.
Chiara nella sua mente,quasi fosse successa il giorno prima,ritornò la notte passata su una sedia, accanto al letto di Cassie,tenendole la mano sinistra per avvertire ogni minimo cambiamento in lei.
Si era svegliato solo una volta,quando l'aveva sentita muoversi fra le coperte:si era alzato e si era avvicinato a lei,accarezzandole la guancia destra e,quando Cassie aveva aperto gli occhi,le aveva sorriso.
-Ehi...Ma che mi combini?-le aveva domandato.
L'aveva vista accennare un sorriso,mentre lui si portava alle labbra la mano sinistra stretta fra le sue.
-Che è successo?-gli aveva chiesto con voce bassa,che non avrebbe potuto udire se non fossero stati circondati dal silenzio.
-Hai avuto un piccolo svenimento,ma ora stai bene...-le aveva spiegato.
Lei aveva mugugnato,chiudendo gli occhi e ricadendo velocemente in un sonno artificiale.
-Io resto con te...Ti faccio un altro pò di compagnia-le aveva detto,anche se forse Cassie non era riuscita a sentirlo.
Poco lontano da sè sentì l'allarme di un'incubatrice e vi posò lo sguardo,cercando di capire cosa fosse successo,riuscendo però a scorgere soltanto l'infermiera che si era avvicinata alla culla velocemente per prestare le prime cure.
Odiava quel rumore...Era un'altra cosa che non riusciva a togliersi dalla testa.
Doveva essersi appisolato perchè il velo d'incoscenza che lo avvolgeva era stato squarciato da un' allarme acustico squillante e continuo.
Subito un'infermiera era entrata nella stanza,seguita pochi secondi dopo dal medimago con cui aveva parlato quella notte e,nonostante fosse vicino al letto abbastanza da tenere la mano di Cassie fra le sue,Ron si sentì lontano mille miglia incapace di dare il suo aiuto.
Riuscì a capire soltanto alcune frasi inframezzate che gli fecero capire la gravità della situazione e si alzò in piedi,quasi a voler fronteggiare il medico.
-Che succede?-aveva chiesto.
Mentre il letto di Cassie veniva spinto fuori dalla stanza,il medimago si era voltato verso di lui e lo aveva guardato con uno strano sguardo.
-Dobbiamo far nascere il bambino...Sia sua moglie che il feto sono in stress respiratorio-gli aveva detto.
-Farlo nascere?Ma è ancora troppo piccolo!-aveva ribattuto Ron.
Non sarebbe sopravvissuto e lui non poteva prendere una decisione così importante senza averne prima parlato con Cassie.
-Se aspettiamo ancora moriranno tutti e due-gli aveva fatto notare,quasi brutale,il medimago.
Messo alle strette,Ron aveva annuito.
Ancora un'attesa,infinita,che lo aveva lasciato senza fiato ogni volta che una porta nel corridoio si apriva o si richiudeva.
Finchè,finalmente il medimago che ormai aveva imparato a riconscere,si era affacciato nel corridoio e gli era venuto incontro.
Aveva capito subito,grazie alla sua espressione,cosa era successo...
Le ginocchia avevano ceduto,portandolo di nuovo sulla panca,i pugni chiusi a coprire il viso,quasi volesse nascondersi da quella verità che non poteva accettare.
-Mi dispiace...-gli disse l'uomo,posandogli una mano sulla spalla.
Era agghiacciato,impietrito da quella verità:Cassie era morta.
A nulla erano servite le sue preghiere.
-Il bambino?-era riuscito a chiedere con voce strozzata.
-E' una bambina...Per essere nata prematura di due mesi,sta bene.
Per il momento è in terapia intensiva neonatale,se vuole l'accompagno-gli aveva detto.
Un sorriso aveva incorniciato il viso di Ron:una bambina.
Lentamente si era alzato dalla panca e aveva seguito il medimago lungo il corridoio.
Avrebbe dovuto fare tante telefonate,ma aveva bisogno di un momento di "pace",prima di affrontare il caos.
Ora,due mesi dopo,quel piccolo esserino dentro l'incubatrice che diventava ogni giorno più grande e più forte,era il suo unico scopo nella vita.
Non vedeva l'ora di portarla a casa...
Sarebbe stato il miglior padre del mondo per lei,non le avrebbe mai fatto mancare nulla e avrebbe fatto di tutto perchè non sentisse la mancanza della madre.
Sperando così di mettere a tacere prima o poi i propri sensi di colpa...


Aveva capito che c'era qualcosa di strano già da qualche giorno.
Le loro telefonate,dopo la grande lite,avevano ripreso ad essere regolari permettendo ad entrambi di ritrovare quella confidenza e quel legame che avevano temuto di aver perso,scacciando via le nubi che ancora si addensavano su di loro facendo così tornare il loro rapporto quello di una volta.
Ma nelle ultime telefonate,Alice si era accorta che c'era qualcosa di diverso nella voce di Luke,che qualcosa lo preoccupava e non gli permetteva di rilassarsi durante quei pochi preziosi minuti che trascorrevano al telefono.
Certa che gliene avrebbe parlato lui di sua spontanea volontà,aveva atteso per quasi due settimane,ascoltandolo mentre le raccontava della gita ad Hogsmeade in compagnia di Scorpius, della scuola e degli ultimi pettegolezzi che giravano fra i vari corridoi.
Senza mai dirle ciò che veramente le interessava.
Così quella sera aveva deciso di prendere lei in mano le redini della discussione e di fare in modo che ne parlassero,in un modo o nell'altro.
-Posso farti una domanda?-gli disse in un momento di silenzio.
-Certo,dimmi tutto-l'aveva incoraggiata Luke.
Sperando che lui si dimostrasse ancora magnanimo una volta saputo cosa voleva chiedergli,Alice aveva preso un respiro profondo ed era rimasta qualche istante in silenzio,cercando le parole giuste.
-In questi mesi ho imparato a conoscerti,a riconoscere dal tono della tua voce quando qualcosa ti preoccupa o ti fa arrabbiare,e in queste ultime settimane mi sono accorta più volte di questa nota discordante nella tua voce lontana dalle tue parole.
Quindi,anche a rischio di sembrare paranoica,c'è qualcosa che non mi hai detto?-gli chiese cercando di mantenere fermo il tono della voce e di non dare ascolto al suo cuore che aveva iniziato a tamburellarle nel petto.
Dall'altra parte della cornetta arrivò il silenzio,un suono che lei non riuscì ad indentificare in maniera positiva o meno:si sentiva messo alle strette da quella domanda?
La giudicava invadente?
-In effetti qualcosa è successo...-ammise,finalmente,Luke.
Felice che lui non potesse vederla,Alice socchiuse gli occhi e si passò una mano fra i capelli, rimproverandosi mentalmente con sè stessa quando la vide tremare.
-Oddio...-disse non riuscendo a trattenersi.
-Ma niente di quello che stai immaginando-aggiunse subito Luke.
Le raccontò l'incontro avuto con Mandy Greengrass e di come lei si era dimostrata sicura e decisa che prima o poi avrebbe capitolato davanti alle sue avances e dell'approvazione preventiva che i suoi genitori avevano dato ad un possibile matrimonio fra lui e la Greengrass.
Fu una strana sensazione ascoltarlo parlare:un'altra ragazza insidiava il suo "uomo" e lei non poteva far niente per impedirlo o per contrastare colpi che,venendo da una Serpeverde,sarebbero stati sicuramente sotto la cintura e scorretti.
La stessa ragazza con cui Luke l'aveva già tradita...
Sarebbe riuscita a combatterla?
-Dimmi a cosa stai pensando...-le disse Luke riportando la attenzione alla conversazione.
Senza accorgersene,si lasciò scappare un suono ironico,mentre si passava una mano fra i capelli per allontanarli dalla fronte.
-Che sicuramente i tuoi genitori non mi inviteranno per il pranzo la prossima Pasqua-disse cercando di scherzare.
Sentì la leggera risata di Luke,ma capì che lui non si sarebbe accontentato di quella battuta,ed il silenzio che seguì glielo confermò.
Sospirò profondamente,facendo fischiare il microfono della cornetta e tornò a passare una mano fra i capelli,nervosa.
-Perchè ho una brutta sensazione?-domandò dando voce ai suoi pensieri.
-Non devi averne,non ne hai motivo!
Io amo te e la paura di perderti me lo ha fatto capire più chiaramente.
Lei non è niente...Immaginala come una mosca fastidiosa che puoi schiacciare se si avvicina troppo-le disse con voce sicura.
Alice accennò un sorriso e scosse la testa,quasi lui potesse vederla.
-Le mosche non sono così pericolose...così tentatrici-aggiunse poi.
Se Luke era caduto in tentazione una volta,era possibile che succedesse di nuovo,no?
Non era così assurdo!
Dannazione odiava sentirsi così impotente...Fosse stato per lei avrebbe preso il primo aereo per Londra e sarebbe andata dritta dritta da quella Greengrass per avvertirla di tenere giù le mani da Luke.
-Hai paura che possa tradirti di nuovo?-le domandò Luke indovinando il suo pensiero ancora una volta.
-La lontananza è una brutta bestia...E noi siamo già rimasti fregati una volta-
-E' proprio per questo che sono sicuro non succederà più:credi veramente che dopo tutta la fatica per farmi perdonare,commetterei di nuovo lo stesso errore?-disse cercando di farla ragionare.
No,non lo avrebbe fatto,non era nel suo carattere.
-Quindi cosa dobbiamo fare?-domandò passando il cellulare da una mano all'altra stanca di veder tremare le proprie dita.
-Devi fidarti di me-disse semplicemente il ragazzo.
Già...A quanto pare era l'unica cosa possibile da fare.
Ma ne sarebbe stata capace?


Il trillo festante della piccola campanella sopra la porta l'avvertì dell'entrata di un'estraneo nel negozio.
Si affacciò dal retro,certa di vedere Hermione girare come al suo solito fra le ultime novità,ma dovette ricredersi,quando al posto dell'amica vide Harry,fermo al centro del negozio quasi fosse la prima volta che vi metteva piede.
-Ciao-lo salutò senza il calore abituale.
Uscì dal retro e si infilò dietro il bancone,quasi avesse bisogno di una barriera che li dividesse.
Dopo quello che era successo ad Albus e la conseguente lite,i loro rapporti erano leggermente tesi, improntati sulla cortesia reciproca ma sempre tesi...quasi fossero in attesa di un'esplosione imminente.
Da quando erano tornati da Hogwarts avevano iniziato a dormire separati e,nonostante le promesse avevano evitato fino a quel momento di parlare di quello che si erano detti,entrambi certi che avrebbe peggiorato le cose fra di loro.
-Ciao...Ti disturbo?-le domandò Harry accennando un sorriso,la mano destra affondata nella tasca dell'impermeabile nero.
Ginny scosse la testa.
-E' un'orario abbastanza tranquillo,dovresti saperlo-gli fece notare lei.
Harry annuì lentamente,lo sguardo posato sulla punta delle sue scarpe.
-Come mai sei qui?-gli domandò posando entrambi i palmi delle mani sul piano del bancone.
-Ho pensato di passare per invitarti a pranzo;così almeno oggi eviti di mangiare i soliti sandwich- le disse Harry tornando a fissare lo sguardo sul suo volto.
La donna restò in silenzio qualche istante,riflettendo sulle sue parole.
Si stava impegnando molto per riparare,era evidente e la cosa più giusta da fare sarebbe stato andargli incontro e cercare di aiutarlo ad appianare le loro divergenze...
Però in quel momento lei non aveva voglia di aiutarlo.
Erano passati giorni,aveva avuto tempo per riflettere,eppure continuava ad essere arrabbiata con lui e finchè non fosse riuscita a liberarsi da quel livore non avrebbe potuto far niente.
-Mi dispiace,ma avevo già un'appuntamento con Hermione per pranzare insieme.
Se mi avessi avvertito prima...-gli disse cercando di far sembrare meno negativa la cosa.
-Avresti detto di no-tagliò corto lui.
-Sì,forse lo avrei fatto-confermò Ginny sincera.
Harry,continuando a tenere lo sguardo su sua moglie,tirò su con il naso e si passò la mano sinistra fra i capelli.
-Non possiamo andare avanti così ancora a lungo-le fece notare,con voce calma.
Lei annuì.
-Io sto cercando in tutti i modi di riparare a quello che è successo,ma tu devi aiutarmi,devi venirmi incontro e farmi capire cosa sto sbagliando-le disse avvicinandosi di un passo al bancone.
Ginny scosse la testa e si allontanò i capelli dal viso.
-Credi sia così semplice?Continuo a rivedere Albus in quel letto,con la testa fasciata,l'idea che ci sia mancato davvero poco mi tormenta-gli confessò con voce dura,chiaramente accusatoria.
-Pensi che per me sia diverso?Che non mi senta abbastanza in colpa?-le domandò Harry con lo stesso tono.
Ginny restò in silenzio,non trovando le parole adatte a spiegargli cosa si agitava dentro di lei.
Come poteva fargli capire che al momento tutto quello che prima aveva tanto amato,la sua propensione verso la famiglia,il modo sicuro in cui si prodigava per proteggerli,la sua totale mancanza di dubbi o di tentennamenti,tutto questo ora la faceva arrabbiare istantaneamente?
-Se ti faccio una domanda mi rispondi sinceramente?-le domandò poggiando a sua volta i palmi sul bancone,poco distante dalle sue.
Ginny annuì,senza rialzare lo sguardo.
-Mi ami ancora?-
Ci fu qualche istante di silenzio,in cui lei scavò attentamente dentro di sè,cercando la risposta alla domanda di Harry e alla fine sospirò.
-Sì,credo di sì...Però al momento sono così arrabbiata che non riesco quasi più a sentire tutto l'amore che ho per te-rispose.
Nonostante il momento grave,Harry sorrise:sua moglie lo amava ancora,questo era l'importante.
Era certo che presto,impegnandosi al massimo,sarebbe riuscito a farsi perdonare.
-Gin...Gin guardami-le disse sporgendosi in avanti sul bancone verso di lei.
Ginny alzò lo sguardo e affondò gli occhi in quelli verdi del marito,il fiato sospeso in attesa di quello che le avrebbe detto.
-Ti prometto che rimedierò a quello che è successo...-le disse con voce ferma,prendendole poi la mano destra fra le sue.
Ginny restò in silenzio e,dopo qualche istante di indecisione,decise di annuire.
Del resto poteva concedergliela una seconda opportunità dopo tutti gli anni di vita passati insieme,no?
Il campanello sopra la porta trillò nuovamente portando entrambi a voltarsi.
Hermione,dopo un rapido sguardo che le permise di inquadrare la situazione,si bloccò con un piede ancora sulla strada,quasi sperando di essere invisibile e di poter scappare senza esser vista.
Ovviamente non era possibile!
-Ehi Herm!-la salutò Ginny,sciogliendo la mano da quelle di Harry e rivolgendole un sorriso.
La riccia fece un cenno di saluto e chiuse la porta alle proprie spalle.
-Spero di non aver interrotto nulla-disse subito,quasi scusandosi.
Harry sorrise e scosse la testa.
-Un marito non può passare a salutare la propria moglie che subito la situazione diventa ambigua?-scherzò l'uomo avvicinandosi all'amica per darle un bacio su entrambe le guance.
Hermione sorrise e lo allontanò gentilmente da sè.
-Hai portato il pranzo?-domandò Ginny cercando di allontanare il discorso da lei ed Harry.
Hermione annuì ed alzò una busta di cartone del "Pret A' Manger" che teneva stretta nella mano sinistra perchè l'altra la vedesse oltre il bancone.
-Allora sarà meglio che vi lasci al vostro pranzo...-disse Harry per congedarsi.
Si voltò di nuovo verso Ginny e la fissò qualche secondo prima di accennare un sorriso.
-Ci vediamo a casa-disse poi.
Lei annuì.
-A stasera-
Harry annuì a sua volta,dopodichè si voltò e dopo aver salutato Hermione si avvicinò alla porta.
Pochi secondi ed era in strada,lasciando sole nel negozio le due donne.


La sua tessara di giornalista gli aveva aperto molte porte.
Aveva permesso a Rupert e a lui di partecipare alla prima de "Il Signore degli Anelli-Il Ritorno del Re",incontrando così alcuni membri del cast arrivando a scambiare qualche chiacchiera con il regista.
Gli aveva procurato due dei migliori posti in uno degli ultimi concerti dei Backstreet Boys,come regalo di compleanno per Allison,che ancora oggi,a distanza di anni,si illuminava ricordando quel concerto.
E anche quel giorno,gli permise di entrare dove nessun fan avrebbe potuto.
Si presentò all'entrata dell'Apollo Stadium esibendo la sua tessera di giornalista alla guardia nel piccolo gabiotto e gli aveva detto di avere appuntamento con Harvey Moon.
Questi,un pingue uomo in uniforme,si era limitato a controllare i suoi dati per poi lasciarlo passare  con le dovute indicazioni.
Aveva parcheggiato nello stadio semivuoto cercando di non dare ascolto all'agitazione che sembrava essersi impossessato di lui:non avrebbe dovuto essere lì.
Perchè non dimenticava semplicemente quello che aveva letto sul giornale,la storia fra Lily e Daniel e non andava avanti con la sua vita?
Il resto della popolazione mondiale ci sarebbe riuscita!
Soltanto lui era così altruista,così comprensivo da occuparsi dei problemi che non lo riguardavano... andando così a crearsene degli altri.
Erano quasi vent'anni che non si incontravano:come avrebbe reagito alla vista di Dean?
E lui cosa avrebbe detto?
Fosse stato al suo posto,avrebbe senza dubbio voltato le spalle e fatto finta di non averlo visto, visto il modo in cui si erano lasciati anni addietro.
Ma il tempo mitiga tutto...non si dice così?
Entrò nello stadio dall'entrata sud e attraversò il corridoio che collegava le tribune al campo, prendendo la direzione degli spogliatoi,come gli aveva detto la guardia.
Nel silenzio che circondava lo stadio,il rumore dei suoi tacchi era qualcosa di inquietante,come aveva visto tante volte nei film dell'orrore.
Si guardò alle spalle e vide di essere completamente solo,anche se man mano che si avvicinava agli spogliatoi delle voci soffuse gli venivano incontro.
Non avrebbe avuto motivo di entrare,se non per curiosità,quindi restò fermo a pochi metri dall'entrata degli spogliatoi che qualcuno uscisse per chiedergli se Dean era ancora lì o se aveva fatto un viaggio a vuoto.
In quell'attimo di attesa pensò a Rupert e a come affrontarlo una volta tornato a casa.
Non sarebbe riuscito a nascondergli quello che aveva fatto neanche per due secondi,del resto lo aveva capito ancor prima che lui avesse chiara nella mente l'idea di andare a trovare Dean.
Lo conosceva troppo bene...
L'idea di farlo soffrire o di fargli rivivere quello che per lui era una specie di inferno privato lo straziava,ma non poteva fare altrimenti,almeno se voleva essere un buon amico.
La porta si aprì e un gruppo di tre giocatori uscì nel corridoio,lanciandogli un'occhiata distratta, prima di avviarsi verso l'uscita.
Seamus tornò ad abbassare lo sguardo sulle proprie scarpe,cercando di preparare un'accenno di discorso per quando sarebbe tornato a casa quella sera,quando la porta si aprì di nuovo.
Alzò la testa e per qualche istante,un raggio di sole gli bloccò la visuale,impedendogli di vedere il volto di fronte a sè.
Ma capì istintivamente di chi si trattava.
-Seamus...-
Non sapendo bene come rispondere,il biondo si limitò ad accennare un sorriso,affondando le mani in tasca.
Il tempo era stato benevolo con Dean:i capelli ricci che tanto aveva amato c'erano ancora tutti, sistemati ad arte con il gel dandogli un'effetto disordinato,la pelle del viso era tesa e perfetta come quando avevano vent'anni,fatta eccezione per qualche zampa di gallina agli angoli degli occhi e per qualche ruga attorno alle labbra.
Il fisico,aiutato anche dai tanti anni di allenamento,continuava a mantenersi solido come la roccia, modellandosi perfettamente nel capotto.
-Ciao Dean-si decise a parlare.
Si fissarono qualche istante,ancora sorpresi di trovarsi uno di fronte all'altro dopo tanti anni,poi Dean fece un passo in avanti verso di lui e gli sorrise.
-Questo non me lo aspettavo!-commentò.
Seamus sorrise e annuì,consapevole dell'incredulità dell'uomo.
-Già!Ho letto che la squadra era a Seattle e ho pensato...-
-Di farti fare gli autografi dai ragazzi?-finì lui al suo posto.
Seamus scosse la testa.
-No,ormai non sono più un grande appassionato di Quidditch-confessò.
Dean lo fissò sorpreso.
-Beh,dovremmo rimediare,non credi?
Che ne dici di farmi compagnia durante il pranzo?-gli chiese approfittando del momento propizio come era suo solito.
Seamus si chiese se era la cosa più giusta da fare:andare a pranzo con il proprio ex amante, soprattutto con una storia così difficile come la loro non sembrava la migliore idea del secolo!
-Sempre che tu non abbia altri impegni...-aggiunse subito Dean vedendolo titubante.
Ma anche parlargli in piedi appoggiato ad una parete era la cosa più sensata...
Si affrettò a scuotere la testa e gli sorrise.
-No,nessun'impegno-lo rassicurò.
Dean lo fissò qualche secondo in più come per sincerarsi che gli avesse detto la verità,per poi annuire e sorridere a sua volta.
-Bene,allora seguimi...Conosco un locale favoloso-

 

-Quanto credi che andrà avanti questa storia?-
Aveva promesso di non impicciarsi,lo avevano fatto tutti,ma ora dopo essere stata testimone di quel piccolo interludio non poteva esimersi dal porre quella domanda.
Quando aveva saputo dell'incidente di Albus aveva cercato di stare vicina a Ginny,unica capace di capire il suo stato d'animo.
Non stava vivendo anche lei una battaglia privata?
Ma Ginny,per la prima volta nella loro amicizia,aveva messo dei paletti,impedendo qualsiasi confidenza su quell'argomento,decisa a cavarsela da sola.
Ma dopo due settimane ne lei ne Harry erano riusciti a trovare delle soluzioni accettabili per far tornare le cose come un tempo.
-Hermione...-l'ammonì la rossa prima di prendere un sorso dalla propria Coca.
La riccia annuì.
-Lo so,non sono fatti miei!Però voi siete entrambi miei amici,i migliori che ho,e non mi sembra naturale restarmene in un'angolo ad osservare senza fare niente per aiutarvi-le disse.
-Non abbiamo bisogno d'aiuto,te lo assicuro.
E' qualcosa che dobbiamo risolvere da soli-ribattè decisa Ginny.
Hermione fissò l'amica mentre addentava il proprio sandwich e si morse la parete morbida del labbro inferiore.
-La rabbia è una brutta malattia...-si lasciò scappare poi.
L'altra si limitò ad annuire.
-Ci sono volte che non sopporto niente di ciò che fa,anche se si limita a stare seduto sul divano a leggere il giornale-confessò sincera Ginny.
Hermione restò in silenzio,certa che dopo aver aperto quella piccola apertura, Ginny si sarebbe lasciata scappare altro.
-Nonostante siano passati anni dall'ultima volta che siamo stati veramente in pericolo,Harry non riesce a rilassarsi completamente,a viversi serenamente questo momento di pace,neanche ci fosse ancora Voldemort alle nostre spalle pronto a farci del male.
Ha bisogno di avere tutto sotto controllo e quando qualcosa non va come lui aveva immaginato si sente insicuro...E comincio seriamente ad odiare la sua testardaggine!
Guarda la storia di Daniel e Lily:anche se quel ragazzo aveva dimostrato in tutti i modi possibili di tenere Lily,Harry non ha cambiato idea su di lui,cercando un altro modo per separarli.
E le conseguenze si sono viste...-
-Ha capito i suoi errori,vedrai che non succederà più niente del genere-cercò di risollevarle il morale Hermione.
Un sorriso sarcastico curvò le labbra di Ginny.
-Già,per aiutarlo a capire abbiamo quasi rischiato di perdere Albus....con i gemelli era già successo,a chi capiterà la prossima volta?-si ritrovò a chiedere.
-Ginny!-ribattè l'amica sorpresa.
Subito la rossa scosse la testa,una mano a coprire gli occhi,quasi a nascondersi dalla vista di Hermione.
Ci fu un lungo momento di silenzio,mentre entrambe cercavano di dimenticare quello che avevano detto e sentito,finchè Ginny rialzò lo sguardo sul viso dell'amica e lo fissò in silenzio.
-Non dire niente-le disse Hermione-So che non lo pensavi veramente-
Ginny annuì,ancora leggermente titubante.
Hermione tornò a portare la sua attenzione al proprio sandwich e per alcuni minuti ripresero a mangiare in silenzio finchè non fu proprio lei a parlare di nuovo.
-Hai avuto notizie di Ron?-le chiese cercando di apparire vaga.
L'ultima volta che lo aveva visto era stata quella notte di Capodanno.
Aveva saputo di quello che era successo a Cassie e delle complicazioni che aveva avuto alla nascita la bambina,e più volte aveva pensato di chiamarlo per mostrargli la sua vicinanza;di fronte a questioni così gravi ci dimentichiamo di tutto il male che una persona ci ha fatto, specie se a farne le spese è una bambina.
Ma ogni volta cercava il suo numero nella rubrica per poi bloccarsi quando doveva attivare la chiamata.
-Gli ho parlato ieri...-disse Ginny lanciandole un'occhiata furtiva,cercando di carpire in un solo sguardo la sua reazione.
Hermione annuì,continuando a mostrarsi soltanto vagamente interessata.
-La bambina continua ad avere problemi,ma i medici credono di poterla mandare a casa in un paio di settimane-le raccontò la rossa.
-Buon per lei!Magari l'ambiente familiare l'aiuta nella guarigione-commentò sinceramente convinta di quello che diceva.
Aveva sempre saputo della presenza di quella bambina,era stato il motivo per cui aveva odiato Ron per mesi,ma fino a quel momento era stata un'entità astratta,irreale di cui aveva soltanto sentito parlare,neanche fosse una leggenda.
Ora invece era reale..E sembrava occupare ogni pensiero di Ron.
-Hai deciso di rinunciare a lui?-le chiese Ginny sorprendendola.
-Beh non mi sembra il momento per pensare ad una cosa così futile,dopo quello che è successo-le fece notare Hermione.
Ginny scosse la testa con convinzione.
-Ti sbagli!E' proprio ora che devi spingere e fargli capire cosa ha perso quando vi siete lasciati, altrimenti lui creerà su Cassie una figura mitica con cui ti sarà impossibile competere in futuro-la fece riflettere.
Hermione si morse il labbro inferiore,consapevole della fondatezza delle parole dell'amica e dopo qualche secondo la guardò speranzosa.
-Scommetto che tu hai qualche idea!-le disse.
Ginny sorrise ironica.
-Non per vantarmi,ma sì...
Ho qualche idea-confermò.

 

Salve a tutti!

Come ve la state cavando in questa calda estate?

Io mi sto sciogliendo neanche fossi un ghiacciolo dimenticato al sole,ma si fa quello che si può x evitare la calura!

Come promesso,ecco il primo capitolo sui senior,che ritornano dopo una lunga assenza sempre con i loro problemi...e se non ne hanno fanno di tutto x andarseli a cercare(vedi il caso di Seamus!).

Nel prox capitolo ritroveremo un'altra coppia e ci sarà un piccolo intermezzo con i junior,come è successo già qui,e cercherò di fare ordine nella situazione che si è creata fra Ginny e Harry.

Alcune persone mi hanno chiesto quanto manca al "ritorno al presente",ovvero al momento in cui Ronald scopre la storia fra James e Rose;beh nn so dirvi cn esattezza qnt capitoli manchino,ma posso dirvi che una volta chiusi i capitoli dei senior saremmo ad aprile, quindi mancheranno un paio di mesi alla scoperta...Ma ovviamente nn dovremmo raccontarli tutti per filo e x segno!

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia o di battitura.

E ora i ringraziamenti:Lights(Spero di aver risolto il tuo dubbio,ma se hai altre domande chiedi pure!Nel frattempo t do un consiglio sul capitolo precedente:prova a rileggerlo mettendo alla fine la lite fra Harry e Ginny e la dichiarazione di Scorpius,vedrai che cs t risulterà + chiaro...), Sklupin(Grazie x i complimenti!Il peggio è quando facciamo ricadiamo negli stessi errori senza neanche rendercene conto,come nel caso di Harry...Beh la rivelazione di Al sarebbe arrivata prima o poi,e ora sta ai fratelli capire se possono "accettarlo" o meno,e credo che la paura dell'incidente aiuti a risolvere le cose fra di loro),IRE'89(Questa volta sono io che devo farti i complimenti!Congratulazioni x l'esame!!!Veniamo a noi...Essere rifiutati nn piace a nessuno, specie se abbiamo provato + volte ad attirare l'attenzione di chi amiamo,quindi xkè continuare a farci del male quando c'è già qualcun'altro che nn vede l'ora di renderci felici?Forse il gesto di Al è stato guidato dal dolore x la perdita di Scorpius e dal bisogno di sentirsi amato,ma chi al posto suo nn avrebbe fatto lo stesso?Harry,Harry,Harry...E' un mistero vivente quell'uomo! Forse è vero che a spingerlo è stato la paura che Lily restasse ferita,ma è vero anche che nn si rassegna a vederla come un'adulta.Credo che ai suoi occhi,+ di tutti gli altri,appaia ancora come la piccola di casa,a cui cambiava i pannolini...xò se nn vuole perderla del tutto deve fare un passo indietro e rivedere le sue posizioni,anche xkè continuando su quella linea di pensiero inasprisce ancora di + il suo rapporto con Ginny!),Sunshine'86(Non posso svelare tt le mie carte altrimenti renderei noiosa la storia,ma posso dirti che la nuova piega che ha preso la storia fra Scorpius ed Al aiuterà entrambi a fare chiarezza e a capire cosa vogliono veramente;inoltre essendo tutti e due orgogliosi e testardi nn si risparmieranno neanche la minima frecciatina...Ci sarà da ridere!E' vero,la reazione di Ronald nn è stata delle migliori,ma bisogna considerare che è stato preso alla sprovvista e che lo ha beccato nudo nel letto con un altro ragazzo,sconvolgendo completamente l'idea che aveva del fratello.Credo che tutti avrebbero reagito cs,almeno in un primo momento...Ciò che conta,almeno x me,sn le cose che si dicono a mente fredda,dopo aver ragionato sulla questione.Come hai visto una piccola scena junior è stata inserita,e lo stesso farò nel proximo capitolo).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"True faith"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 29
*** True faith ***


Tell me

 

 

Si era aspettato un locale di classe,con almeno due o tre stelle di Hollywood seduti con le proprie amanti nei separè,e camerieri in uniforme che versavano champagne anche se era soltanto l'ora del pranzo,ma come gli capitava sempre con Dean aveva dovuto ricredersi.
Si era ritrovato in un diner,in una comunissima tavola calda,come ce ne erano milioni in tutto il paese seduto ad un tavolo d'alluminio rettangolare su dei divanetti rossi che avevano sicuramente visto tempi migliori.
Ma la cosa che lo aveva colpito maggiormente di quel posto era la clientela:fin dal primo istante aveva capito di essere in un locale gay e se anche gli era rimasto qualche minimo dubbio,glielo aveva tolto la cameriera che era venuta a prendere le loro ordinazioni,molto affettuosa con Dean e con indosso una t-shirt dalla scritta esaustiva "Sono l'unica etero di questo posto".
Possibile che con il tempo Dean avesse cambiato idea?
-Ti togli quell'espressione incredula dalla faccia?-gli disse Dean chiaramente divertito.
Seamus aveva scosse la testa,quasi potesse in quel modo cancellare la propria espressione e poi  aveva posato lo sguardo sul suo volto.
-Beh qualche istante di stupore mi sarà anche concesso...Questo è proprio l'ultimo posto dove avrei pensato di trovarti-gli fece notare.
L'altro annuì,un sorriso ironico sulle labbra.
-Allora dicevi sul serio prima...-disse misterioso.
Seamus aggrottò la fronte,senza capire.
-Quando hai detto che non segui più il Quidditch-gli ricordò.
Il biondo annuì, stringendo fra le dita della mano sinistra il bicchiere di Cola.
-Sarà qualche anno ormai che ho perso interesse-confermò.
-Quindi non leggi neanche le pagine sportive-
-Qualche volta,di sfuggita...Ma neanche quando ero ragazzo mi interessava particolarmente,tu lo sai-gli ricordò.
Dean annuì bevendo un sorso dal proprio bicchiere.
-Del resto non c'è mai una notizia interessante-commentò ancora Seamus lasciandosi andare contro lo schienale del divanetto,portando il bicchiere alla bocca.
-Già,hai ragione...Che motivo c'è di leggere quelle pagine se si esclude un'intervista esclusiva a qualche giocatore che dichiara la propria omosessualità ?-gli domandò fissando il suo viso.
Era certo di aver capito male,ma nonostante quella certezza,il sorso di Coca che aveva appena bevuto lo fece quasi strozzare,portandolo a tossire e a diventare rosso.
-Tutto bene?-gli domandò Dean chiaramente divertito dalla scena.
-Sì,sto bene...Quando è successo?-
Dean alzò le spalle voltando poi la testa verso la cameriera di poco prima che si avvicinò al tavolo con le ordinazioni.
-Ti ho messo un extra di salsa tartara...So quanto ti piace-disse a Dean sfiorandogli la guancia destra con una mano.
Dean le sorrise e le lanciò un bacio.
Poi la cameriera si voltò verso Seamus e lo guardò qualche istante,curiosa.
-E questo splendore?E' il tuo nuovo fidanzato?-domandò tornando a guardare Dean.
Mentre il viso di Seamus andava a fuoco,l'altro si limitò a ridere e a scuotere la testa.
-No Jenny,lui è un mio vecchio compagno di scuola-le disse poi.
-Ah peccato!Però,se fossi in te, io ci farei un pensierino...-aggiunse poi prima di andarsene.
Un silenzio imbarazzato scese su di loro,quasi non riuscissero più ad andare avanti dopo quel piccolo scambio di battute e quando finalmente ci riuscirono,le loro ordinazioni erano già sparite per metà.
-Quindi hai fatto coming-out?-domandò di nuovo Seamus,senza alzare lo sguardo dal piatto.
-Dieci anni fa.
Ormai non ero più l'unico giocatore nero della Lega,c'erano altri giocatori anche più bravi di me, non potevo più considerarmi il simbolo della mia gente,così ho pensato che...-
-Se non potevi essere quello dei neri,allora saresti stato un simbolo per i gay-concluse Seamus perfettamente sulla sua lunghezza d'onda.
Dean annuì.
-Da quando ho rivelato la mia omosessualità ho ricevuto l'appoggio delle associazioni e ho partecipato più volte alla raccolta fondi per la lotta contro AIDS...A sentire chi mi stava intorno tutti i giorni,non è stata una grande rivelazione-aggiunse leggermente divertito.
-Tuo figlio come l'ha presa?-gli domandò cauto.
Il viso di Dean perse il sorriso che l'aveva accompagnato fino a quel momento.
-Daniel purtroppo già lo sapeva...Sua madre glielo aveva detto anni prima-gli confessò.
Seamus spaventato dalla possibilità di dire qualcosa che peggiorasse la situazione,rimase in silenzio,a fissare il volto dell'altro.
-Avrei preferito essere io a parlargliene,ma lui mi ha rassicurato che non gli importava e che non era mai stato un problema per lui...-
Ci fu un nuovo istante di silenzio,in cui Dean giocherellò con le poche patatine rimaste nel piatto e Seamus sbirciò con lo sguardo oltre la vetrina del diner sulla strada,osservando le poche persone che vi passavano davanti.
-Che ne dici di parlare un pò di te?
Stai ancora con quel babbano?-chiese Dean rialzando la testa dal piatto.
Seamus annuì.
-Ormai siamo sposati da dieci anni...E abbiamo una figlia-
Dean sorrise incredulo.
-Non ci credo!Tu,una figlia?
Ma avevi sempre detto di essere allergico alla famiglia...-lo prese in giro.
Seamus scosse la testa ridendo divertito.
-Questa poi...Non l'ho mai detto-
Dean si unì alla sua risata,ricordando le sere di un tempo lontano quando,ancora ragazzi,immaginavano il loro futuro insieme a Neville,Harry e Ron nel loro dormitorio ad Hogwarts, facendo progetti assurdi con la sincera convinzione che prima o poi si sarebbero avverati.
-Si chiama Allison,ha quasi quindici anni e,non per vantarmi,ma è veramente uno splendore-disse il biondo tirando fuori dal portafoglio una foto della figlia e porgendola a Dean.
Lui l'osservò attentamente e poi sorrise,mostrandogli il suo apprezzamento.
-E' veramente molto bella-si complimentò.
-Avevi qualche dubbio?Del resto ha me come padre...-scherzò il biondo.
-Già e speriamo non abbia ripreso il tuo egocentrismo!-
Seamus rise di nuovo e lo osservò mentre,imitando i suoi gesti,Dean tirava fuori dalla tasca della giacca il portafoglio,lo apriva e ne tirava fuori una foto.
-Questo è il mio Daniel...-gli disse porgendogliela.
Finalmente conosceva il ragazzo che aveva rubato il cuore di Lily.
Osservando la foto,Seamus provò un sentimento di empatia per la sua nipotina:guardando quegli occhi,così simili a quelli del padre,seppe come doveva sentirsi Lily ogni volta che i loro sguardi si incontravano,il brivido che doveva attraversarle la schiena.
Del resto non ci era passato anche lui?
-E' identico a te-
Con la coda dell'occhio lo vide annuire.
-Posso farti una domanda indiscreta?-gli domandò porgendogli la foto.
Come avrebbe fatto a spiegargli la relazione fra i due ragazzi?
Se qualcuno gli avesse teso una "trappola" simile per parlargli della relazione fra Allison e Fred, probabilmente sarebbe andato su tutte le furie,sentendosi in qualche modo spodestato dei suoi diritti.
-Ecco,forse ti sembrerà una domanda strana,specialmente visto che sono io a fartela,ma sapevi che tuo figlio ha una ragazza?-gli domandò leggermente in imbarazzo.
Dean lo guardò leggermente sorpreso,per poi annuire.
-Lo avevo intuito,ma ovviamente lui non mi ha detto nulla!
Tutte quelle telefonate fitte,quei musi lunghi ogni volta che tornava a casa da Hogwarts potevano significare solo una cosa.
A dire il vero speravo fosse un ragazzo,ma non si può avere tutto dalla vita,no?-
Seamus accennò un sorriso.
-Perchè mi hai fatto questa domanda?-gli chiese, sinceramente sorpreso.
Il biondo restò in silenzio qualche istante,raccogliendo le idee,bevendo un sorso dal proprio bicchiere e poi si decise a raccontare tutta la storia.
Raccontò entrambe le versioni,quella ricevuta da Harry e quella che invece gli aveva detto Lily, passando poi a parlargli del mese di separazione che i due ragazzi avevano appena affrontato e di come si era concluso.
-Questo è tutto-commentò alla fine lanciandogli un'occhiata di sottocchi.
Per tutto il tempo del suo discorso,Dean era rimasto in silenzio,concentrato sulle sue parole,senza farsi scappare neanche un sospiro e quando lo sentì tacere rialzò lo sguardo su di lui e lo fissò qualche istante come se non lo vedesse realmente.
-Non capisco perchè Dan non me ne abbia parlato...-disse poi.
-Forse non voleva peggiorare le cose-tentò il biondo con voce cauta.
-Più di quanto già non fossero?Non credi anche tu che fosse un pò difficile?-gli chiese.
Seamus si sentì fra due fuochi:come poteva dare la sua opinione senza "tradire" l'amicizia che lo legava ad Harry?
Ma Dean non gliene diede occasione.
-Perchè non è venuto a parlare direttamente con me,visto che ero io il suo problema?-
Non ha dimostrato grande maturità mettendosi a fare la guerra ad un ragazzino di sedici anni...- commentò stizzito.
-Capisco il tuo malumore,ma ti prego di non farmi prendere una posizione:sai che Harry è mio amico-gli ricordò Seamus prima di prendere un sorso dal proprio bicchiere.
L'altro annuì.
-Già,ricordo troppo bene la lealtà che avevate l'uno per l'altro-commentò.
Per qualche istante,restarono entrambi in silenzio fissandosi,quasi spaventati che una parola di troppo potesse riaprire vecchie ferite.
-Perchè sei venuto a raccontarmi tutto?-domandò ad un tratto Dean.
Il biondo alzò le spalle.
-Forse perchè sono l'unico gay che non riesce a farsi i fatti propri-scherzò.
Dean sorrise e annuì,a conferma di quelle parole.
-O forse perchè non volevo che due persone innamorate venissero divise per delle colpe passate che non li riguardano-aggiunse poi con voce più seria.
Ancora una volta restarono in silenzio e dopo pochi istanti,i loro sguardi si incontrarono permettendo all'altro di leggere le scuse silenziose che vi si nascondevano.
Mettendo fine ad un passato di rabbia e di rancore.
-Forse sarà meglio che vada...Mi sono preso una pausa troppo lunga-disse Seamus riscuotendosi per primo.
Dean annuì e si guardò intorno alla ricerca della cameriera.
-Grazie per avermi parlato di Daniel e Lily,vedrò cosa posso fare...-disse portando lo sguardo sul suo volto per un veloce istante.
Seamus prese il portafoglio dalla tasca interna della giacca pronto per pagare la sua parte del conto,ma la mano destra di Dean lo bloccò.
-Questa volta offro io...Sicuramente vent'anni fa l'ultimo ad aver pagato il conto sei stato tu,quindi è il mio turno questa volta-gli disse per fargli accettare l'idea.
Era probabile,ma non essendone sicuro,Seamus preferì scuotere la testa deciso a pagare.
-Non avevi detto di essere in ritardo?-gli ricordò l'altro.
-Lo sono!-
-Allora lascia solo la mancia a Jenny,al resto penso io-
Messo alle strette,Seamus fece come gli era stato detto per poi alzarsi in piedi,accennando un sorriso di congedo.
-Mi ha fatto piacere rivederti-disse sperando che non suonasse falso.
Dean sorrise a sua volta,forse più spontaneo del biondo.
-Anche a me...Spero di poter avere un'altra occasione-gli disse.
Capì subito che le sue parole erano state interpretate male:bastava guardare la faccia di Seamus per rendersene conto!
-Così magari questa volta sarai tu a pagarmi il pranzo-si spiegò meglio.
Seamus si rilassò e annuì.
-Certo...Allora ci vediamo-disse chiaramente impacciato.
Vide Dean salutarlo con un gesto della mano e poi si voltò ed uscì dal locale diretto alla sua auto.

 

-Spero tu stia scherzando!-
Seduto sulla sedia di fronte alla scrivania di mogano,le gambe mollemente incrociate,Ron lanciò uno sguardo a sua moglie,chiedendosi se non fosse sufficente,ma dall'espressione incredula che persistette sul volto di Hermione gli fece capire che doveva darle una qualche spiegazione.
Eppure a lui sembrava tutto così chiaro...
-Voglio raccontare ai ragazzi quello che è successo-ripetè con voce calma e sicura.
Quando poco prima lo aveva visto entrare nel suo ufficio,dopo settimane di silenzio,per un breve istante aveva creduto di poter parlare con lui della sera di Capodanno,per cercare di capire che cosa era scattato in loro per provocare una reazione simile dalla rabbia,ma aveva capito subito che Ron non era della stessa idea.
Lo aveva fatto accomodare su una delle due poltrone e aveva aspettato paziente che lui trovasse le parole giuste per spiegarle cosa gli si agitava nell'anima,una parte di sè ancora convinta che potesse riguardare il loro rapporto.
Ma quando Ron le aveva detto che aveva intenzione di andare ad Hogwarts per parlare ai loro figli di Eliza,per metterli al corrente di tutto quello che era accaduto negli ultimi mesi,si era trovata letteralmente spiazzata:come poteva venirgli in mente un'idea così stupida?
-Vorresti parlare loro di tua figlia?-gli domandò ancora neanche avesse problemi d'intelligenza.
Ron annuì.
-Non solo-aggiunse,poggiando la mano destra sul ginocchio ripiegato.
Era assurdo soltanto il pensiero di una cosa simile,figuriamoci pensare che potesse succedere veramente.
-Sei diventato pazzo?-domandò non trovando altra spiegazione.
Un sorriso ironico apparve sulle labbra di Ron,prima che questo scuotesse la testa.
-Affatto.
E' una cosa che devo fare,non credi anche tu che i nostri figli si meritino la verità?-le domandò con quell'aria calma e serafica che aveva mantenuto fin da quando era entrato nel suo ufficio.
-Rose ed Hugo si meritano la tranquillità...Come credi che reagirebbero quando tu te ne uscirai fuori con questa bomba?-gli chiese lei cercando in tutti i modi di farlo ragionare.
-Si arrabbieranno,hai ragione.
Ma non per il motivo che pensi tu,sono abbastanza grandi e maturi per capire che l'amore può finire,anche fra i propri genitori-disse prevenendo ogni possibile replica della moglie.
Quella frase,il tono sereno in cui Ron aveva screditato la loro crisi le fece scendere un brivido freddo lungo la schiena:possibile che veramente lui,l'uomo che l'aveva amata fin da quando aveva memoria,non provasse più nulla per lei?
-Il vero motivo di astio,di rabbia nei nostri confronti sarà per averli tenuti all'oscuro per tutti questi mesi,per aver continuato a fingere come se niente stesse accadendo-continuò Ron senza rendersi conto della reazione di Hermione alle sue parole.
-Stavamo cercando di proteggerli-replicò Hermione senza guardarlo.
-Parla per te,io gli avrei detto la verità fin dal primo momento-ribattè Ron.
Hermione annuì,una smorfia amara sul volto.
-Già,dimenticavo,sono sempre io la cattiva...-commentò.
Per qualche istante nessuno dei due parlò,non trovando le parole giuste per uscire da quel momento di empasse,persi entrambi nei propri pensieri,finchè Hermione non rialzò lo sguardo su Ron e lo fissò qualche secondo non vista,sfuttando quel momento di "vantaggio" per cercare qualche cambiamento nel suo viso.
Erano due mesi che non lo vedeva,ma sembrava fossero passati due anni:il volto di Ron era stanco,tirato e,per la prima volta,si accorse dei capelli grigi che iniziavano a colorargli le basette.
Possibile un cambiamento così "drastico" in meno di due mesi?
-Quando hai intenzione di parlargli?-gli domandò.
-Oggi pomeriggio-rispose lui ricambiando il suo sguardo.
Una nuova espressione di incredulità si disegnò sul volto di Hermione,sorpresa dalla tempestività dell'evento:aveva sperato di avere un pò di tempo per fargli cambiare idea,ma da quanto sembrava non sarebbe stato possibile.
-Cosa?Ron non ti sembra un pò frettolosa come decisione?-gli domandò cercando comunque di farlo ragionare.
-Frettolosa?Affatto,anzi credo abbiamo aspettato anche troppo-ribattè lui.
-Ma Ron...-
-Hermione,non è più una cosa che possiamo chiudere in un cassetto e far finta che esista: è una bambina.
Non possiamo continuare a fare la parte della famiglia felice,non questa volta...Credi non si accorgerebbero della mia assenza al ritorno da Hogwarts per le vacanze di Pasqua?
Si chiederanno dove sono,che pensavi di dirgli che ero impegnato in una missione?-le domandò.
Non le era piaciuto essere "smascherata"!Lentamente annuì,scoprendo le sue carte e lo vide annuire a sua volta.
-Lo immaginavo-
Finalmente,forse un pò in ritardo,un pò del suo orgoglio tornò a pungere,a farsi sentire e un'espressione battagliera si disegnò sul suo volto,pronta a sfidare il marito.
-Beh,comunque sia,non ti permetterò di parlargli...Almeno non oggi-gli disse con cipiglio duro.
Ron la fissò qualche istante per poi alzarsi in piedi.
-Forse ho dimenticato di mettere in chiaro fin da subito:non sto chiedendo il tuo permesso.
Sono solo venuto per informarti-
Dopodichè si voltò e si avviò alla porta;aveva già poggiato la mano sinistra sulla maniglia quando la voce di Hermione lo raggiunse.
-Per favore Ron,non farlo-la sentì dire.
Voltandole le spalle,Ron fissò lo sguardo sui listelli di legno della porta e restò immobile per qualche istante.
Ormai non poteva fare altrimenti...
Con quella convinzione in mente,abbassò la maniglia e aprì la porta,uscendo nel corridoio.


Come nella migliore tradizione western,erano uno di fronte all'altro.
Per una volta nella vita la sua popolarità gli era servita a qualcosa:altrimenti come sarebbe riuscito ad avere un colloquio con quel ragazzo?
Nell'aula messa a disposizione dalla Preside McGranitt,nonostante il freddo marzolino,l'aria sembrava incandescente mentre,cercando di non farsi notare dall'altro,entrambi cercavano di scorgere l'espressione del suo volto o anche la tensione che pervadeva il suo corpo.
Aveva ragionato a lungo su quello che era meglio fare,su come risolvere l'intricata situazione e alla fine aveva deciso che doveva comportarsi da adulto.
Doveva affrontare il "problema" di petto,come tante volte aveva fatto e come Ginny gli aveva rimproverato quel giorno,e cercare di capire perchè Lily era arrivata ad odiarlo per quel ragazzo.
O forse era per il suo comportamento?
Così,ottenendo un permesso speciale dalla Preside,aveva chiesto un incontro con Daniel,a quattr'occhi.
Quando il ragazzo era entrato nell'aula e ve lo aveva trovato dentro ad aspettarlo,non si era scomposto,neanche aspettasse quella visita da un momento all'altro,gli si era avvicinato e gli aveva teso la mano,conscio della sua minore età e delle buone maniere.
Harry gliela aveva stretta ed era rimasto sorpreso dalla stretta forte e sicura che aveva ricevuto in cambio.
Poi Daniel si era staccato ed era andato a sedersi su uno dei banchi più lontani della stanza,in attesa che fosse lui a parlare per primo,ma erano dieci minuti che non riusciva a trovare il modo adatto per iniziare la conversazione.
-Scusa se ti ho fatto chiamare durante le lezioni-gli disse rompendo il prolungato silenzio.
Daniel alzò la testa verso di lui e la scosse,quasi volesse rassicurarlo.
-Non si preoccupi...Avrei dovuto essere sul campo per gli allenamenti-gli disse.
-Sei nella squadra di Grifondoro?-
Che domanda idiota!Con un padre giocatore professionista come poteva essere altrimenti?
Infatti,Daniel annuì.
-Sono uno dei Battitori,ma non sono bravo come mio padre-precisò schernendosi.
Harry annuì e il silenzio tornò a calare fra di loro,neanche avessero esaurito tutti gli argomenti di conversazione.
Ok,ora come affrontava il vero discorso?si chiese Harry fissandosi le unghie mangiucchiate della mano sinistra.
-Io sono veramente innamorato di sua figlia-sentì dire al ragazzo.
Alzò di nuovo lo sguardo e lo fissò su di lui,preferendo restare in silenzio nel caso lui avesse qualcos'altro da dirgli.
Daniel non lo stava fissando,lo sguardo perso lontano verso la finestra della stanza che affacciava sulla Foresta Proibita.
Doveva essere veramente coraggioso per dirgli una cosa simile...O terribilmente sincero.
-La prima volta che ho veramente parlato con Lily,ero al telefono con mio padre impegnato in una discussione...
Lei ne ha ascoltato una parte e nonostante fossi rimasto un pò infastidito dal fatto che avesse origliato,ci siamo seduti e abbiamo iniziato a parlare-raccontò Daniel con voce serena,facendo incontrare i loro sguardi.
Harry continuò a fissarlo,deciso a non interromperlo.
-So che se voglio avere una minima speranza di essere accettato da lei devo essere sincero con lei,quindi le dirò che non è stato amore a prima vista,che non è stato un colpo di fulmine o roba del genere:la conoscevo da anni e per me non era niente di più che la sorella di James e Ronald-disse sincero Daniel.
Suo malgrado,Harry sorrise:quella era una sensazione che riusciva a comprendere perfettamente.
-So cosa vuoi dire...-si limitò a dire.
-Però mentre eravamo seduti l'uno accanto all'altra,e le raccontavo di cose che nessuno sapeva,che avevo sempre tenuto segrete...per la prima volta ho cominciato a vederla sotto un'altra luce:tutto mi colpiva in lei,dai commenti sagaci alle domande gentili e moderate.
Le ho raccontato la mia vita e,al contrario delle mie previsioni,lei è rimasta seduta al mio fianco, invece di alzarsi schifata e correre lontano da me come avrebbero fatto altri-disse con serenità.
Ancora una volta Harry annuì,leggermente orgoglioso per il comportamento maturo che Lily aveva tenuto in quell'occasione.
-Già,Lily me ne ha parlato...-disse.
-So che non è stata la sola a farlo-aggiunse il ragazzo.
Per qualche istante si fissarono senza parole prima che Daniel alzasse le spalle.
-Sua figlia mi ha raccontato la versione della storia come lei l'ha vissuta e dopo averci pensato a lungo ho capito che non mi importa.
Non mi interessa sapere come è andata veramente,perchè tutto ciò che è successo ormai non può più essere cambiato,quindi perchè affannarsi tanto?-domandò.
A quella domanda inaspettata Harry non seppe rispondere:perchè ostinarsi a tenere in vita un passato che non aveva portato altro che sofferenza e che alla lunga avrebbe finito per distruggerti?
-Per evitare di ripetere gli stessi errori?-disse poi sperando di avere un tono di voce fermo e sicuro.
Daniel lo guardò e poi alzò le spalle.
-Io sono dell'idea che spetti soltanto a noi evitare di compiere lo stesso errore due volte,o distaccarsi da qualcosa che è diverso da noi stessi-
Per un lungo istante fra i due scese il silenzio,quasi avessero esaurito le battute preliminari del discorso e ora avessero bisogno di qualche istante di "preparazione" per parlare dei punti importanti.
-Posso farle una domanda?-gli domandò poi inaspettatamente Daniel.
Harry annuì,tornando a posare lo sguardo sul volto del ragazzo.
-Questa riluttanza nei miei confronti,il suo rifiuto immediato verso di me,da cosa deriva?-
Quando aveva deciso di parlare con quel ragazzo non si era aspettato che la discussione avrebbe preso una tale piega:era certo che avrebbe mantenuto le redini del discorso per tutto il tempo,che avrebbe fatto le sue domande e,forse,avrebbe cambiato idea su di lui;ma mai per un'istante gli era passato per la mente che potesse essere sottoposto a quel fuoco di fila.
-Lily è...è la mia bambina.
Per quanto possa impegnarmi lei è sempre la bambina con i codini che dopo essere caduta dall'altalena correva da me per farsi consolare.
So che lei non lo sopporta...quale ragazza della sua età lo farebbe?
Ma non fraintendermi,non è per questo se il mio comportamento verso di te è stato scortese fin dal primo istante.
Ho paura-ammise.
Daniel aggrottò leggermente la fronte,sorpreso.
-Paura di me?-chiese cauto.
Harry sospirò.
-In parte.So che Lily è una ragazza giudiziosa e che ogni sua azione è spinta dal sentimento.
Ma è una ragazza istintiva,ho paura che si sia gettata in una storia d'amore troppo seria troppo presto.
Voglio dire,tu hai quasi diciasette anni e lei non ne ha ancora compiuti quindici,non ti sembra una differenza sostanziale?-gli domandò cercando di fargli capire le sue paure.
Daniel annuì lentamente,quasi stesse riflettendo sulle sue parole.
-Ed ho anche paura che quello che è successo in passato con tuo padre possa accadere fra te e mia figlia.
Lo ammetto.
Ho visto quanto può far male l'amore,ed in parte l'ho provato sulla mia pelle,e l'ultima cosa che voglio è che sia mia figlia a farne le spese-
Daniel si morse il labbro inferiore e lo mordicchiò in silenzio per qualche istante,quasi schiacciato dalle parole dell'uomo.
-Sa cosa mi piace di Lily?La sua testardaggine.
Per mesi,dopo il nostro primo "incontro",ho provato ad avvicinarmi a lei,a farle capire che per me non era più un'amica,ma ogni volta-disse mentre un lieve sorriso gli incorniciava le labbra al ricordo-ogni benedetta volta,finivo per dire qualcosa che la indispettiva o la irritava.
Chiunque avrebbe desistito dopo il primo tentativo andato a vuoto,ma io sapevo che da qualche parte,dietro le pose ed il comportamento acido,c'era quella ragazza che mi aveva ascoltato parlare della mia disastrata famiglia senza giudicarmi-
Harry restò in silenzio,ritrovando un pò di sè stesso in quelle parole:non c'era stato un tempo in cui anche lui avrebbe fatto di tutto per attirare l'attenzione di una ragazza dai capelli rossi?
-Alla fine ho deciso che la sincerità,anche in quel caso,mi avrebbe aiutato.
E così è stato.
In questi mesi Lily è stata il mio sostegno,la mia confidente,l'unica persona capace di capire quello che sto pensando da un semplice sguardo...Sarebbe riduttivo dire che è diventata una parte consistente della mia vita.
E' diventata la mia anima-concluse con voce sicura Daniel.
L'ultima frase portò Harry a fissare ancora più intensamente il volto del ragazzo,senza vederlo realmente,i pensieri persi ad un passato lontano,in cui un altro ragazzo aveva dovuto riconquistare la fiducia della donna che amava.
-La tua anima...-mormorò a mezza bocca.
Fu allora che capì.
Sì alzò dal banco su cui era stato seduto per tutto il tempo e si avvicinò a Daniel,la mano tesa per stringere la sua.
-E' stato un piacere parlare con te-gli disse accennando un cenno con la testa.
Daniel gli strinse la mano,sorpreso che quel colloquio finisse così improvvisamente.
Harry gli voltò le spalle e si avviò verso la porta.


-Ecco tutto-
Aveva parlato a lungo,allontanando lo sguardo dai loro volti quasi subito per paura di leggervi un giudizio negativo o un'espressione disgustata per il suo comportamento.
Aveva raccontato loro tutto quello che era successo,senza ovviamente perdersi dietro dettagli inutili o scabrosi,partendo dall'incontro con Cassie proseguendo con l'acutizzarsi della crisi fra lui ed Hermione,la gravidanza di Cassie e l'inevitabile allontanamento da casa per concludere con il triste epilogo che ancora si stava svolgendo.
Il silenzio,dopo tante parole,era quasi assordante.
Cosa stavano pensando?
Che idea si erano fatti di quel padre che per mesi gli aveva mentito e aveva vissuto una doppia vita alle loro spalle?
Aggrappandosi all'ultimo brandello di coraggio,Ron riportò gli occhi sui due figli,tesi e silenziosi a pochi metri di distanza da lui.
Hugo sembrava il più controllato fra i due,sul suo volto non traspariva nessun'emozione,quasi avesse immobilizzato i propri muscoli facciali con un qualche incantesimo.
Al contrario,Rose continuava a stringere a pugno le mani,le nocche sbiancate per la forza con cui le stava stringendo,le labbra serrate in una riga serrata e dura.
-So che tutto questo è difficile da digerire in una volta sola,ma...-parlò di nuovo cercando di trovare la via giusta per arrivare ai due ragazzi.
-Ma scommetto hai pensato che era giusto dircelo-disse per lui Rose con voce impersonale,quasi tutto quello non la riguardasse affatto.
Ron annuì.
-Forse è tardi per avere scrupoli,non credi papà?-gli domandò a sua volta Hugo,con lo stesso tono di voce della sorella.
L'uomo aggrottò la fronte,un'espressione sorpresa sul volto:sapeva che era una speranza idiota,ma fino a quell'istante era stato convinto che avrebbe dovuto spendere tutte le sue forze per Rose, per aiutarla a capire e ad accettare la situazione.
Non aveva neanche per un'istante preso in considerazione la possibilità che entrambi i suoi figli gli si mostrassero ostili...
-No,no affatto.
Dovevate sapere la verità e credetemi se vi dico che ho provato più volte a parlarvi...-
-E noi dov'eravamo durante questi tentativi?-gli domandò ancora suo figlio.
Hugo si alzò in piedi e si allontanò dal banco su cui era stato seduto fino a quel momento,avvicinandosi ad una delle finestre,lo sguardo oltre la vetrata.
Ron lanciò uno sguardo verso Rose,che evitò di incontrare i suoi occhi,concentrata sulle proprie unghie.
-Ragazzi,so che è stata una grande sorpresa per voi,ma sono sicuro che insieme riusciremo a superare questo momento-disse cercando di apparire convincente.
Sentì il respiro di Rose,che lo portò a fare un paio di passi per avvicinarsi a lei,cercando ancora il suo sguardo,un segno che lo facesse sperare.
-Per noi non è stata una sorpresa...Lo sapevamo-gli disse Rose rialzando lo sguardo sul volto del padre,incontrando i suoi occhi per la prima volta.
L'espressione comprensiva sul volto di Ron si cristallizzò,trasformandosi in pochi istanti in una smorfia di sbigottimento e sorpresa.
-Come?-riuscì soltanto a dire.
-Avevamo capito che c'erano dei problemi,così ci siamo insospettiti e abbiamo fatto alcune domande...E abbiamo avuto delle risposte-disse Rose.
-Dopo un pò abbiamo scoperto che anche l'altro aveva avuto la stessa sensazione e aveva taciuto per evitare un dramma o una sofferenza all'altra-concluse Hugo pratico.
Incredulo,ora Ron alternava lo sguardo da uno all'altro dei propri figli.
-Da quanto tempo lo sapete?-domandò loro.
Rose alzò le spalle.
-Credo di averlo scoperto un mese dopo essere tornata ad Hogwarts-confessò Rose.
-Un mese?-
-Io invece ci ho messo un pò di più...Però una sera eri al telefono dalla stanza da bagno,ti ho sentito dire "Ti amo" e allora mi sono insospettito.
Se la mamma era in camera da letto,stavi parlando sicuramente con un'altra donna...-disse senza aggiungere altro.
Non ce ne era bisogno.
Ron sospirò e si passò una mano fra i capelli,non sapendo cosa fare:era venuto per consolare e calmare due ragazzi arrabbiati e confusi,ma al momento era soltanto lui l'unico ad essere confuso.
Che doveva fare?
-Perchè avete continuato a mantenere il silenzio?Perchè non ci avete detto che sapevate?-domandò loro cercando di fare piena luce.
-Sembravate così preoccupati di mantenere le apparenze,perchè rovinarvi tutto?-chiese a sua volta Hugo.
Ron guardò suo figlio,portandosi al centro della stanza avendo così la possibilità di osservarli entrambi.
-Cioè l'avete fatto per noi?-
Rose scese dal banco e alzò di nuovo le spalle.
-Vedila così se vuoi.
Personalmente,dopo il primo momento di sorpresa e di rabbia,mi sono ritrovata a pensare che era normale,quasi umano che un matrimonio finisse,potevo anche accettare l'idea che tu avessi avuto una scappatella con un'altra donna...Però poi mi sono accorta che non vi avrei mai perdonato il modo in cui ci avete trattato.
Pensavate di avere a che fare con dei bambini delle elementari?-domandò a suo padre facendo avvertire per la prima volta nella sua voce una nota di rabbia.
-Cercavamo di proteggervi-disse Ron ricordando quello che Hermione aveva detto solo poche ore prima.
-Da cosa?
Dalla scoperta che i nostri genitori non sono perfetti?Sai che novità!-commentò Hugo.
-Tutte le vostre liti,tutte le volte che uno di voi arrivava a sbattere la porta e andarsene,credi veramente che non avremmo capito se avevate dei problemi?-chiese a sua volta Rose.
Ron annuì,ritrovando un pò del cipiglio che aveva quando aveva iniziato a parlare.
-Ok,ho capito,vi chiedo scusa per la poca considerazione che abbiamo avuto della vostra intelligenza.
Però la cosa che mi interessa maggiormente adesso è sapere se quello che è successo cambierà i nostri rapporti...-disse serio.
Era quella la sua preoccupazione principale:la paura di perdere i propri figli.
I due ragazzi si lanciarono uno sguardo,guardandosi oltre la figura paterna e poco dopo Hugo si avvicinò agli altri due.
-Perchè per il momento non lasciamo le cose come stanno,senza dar loro una definizione precisa?- domandò al padre.
Rose annuì.
-Sono d'accordo.
Al momento non so dirti se qualcosa è cambiato nel rapporto che avevamo un tempo,anzi probabilmente è così,ma...-disse lasciando la frase a metà.
Ron cercò lo sguardo di sua figlia,sguardo che continuava inevitabilmente a sfuggirgli.
-Ma?-
Rose sospirò per poi incontrare i suoi occhi.
-Al momento nonostante le belle parole assennate che ho detto poco prima,non riesco a perdonarti per aver sciolto la nostra famiglia-disse sincera.
L'uomo deglutì,colpito dalla sincerità di quelle parole e,dopo qualche istante,riuscì anche ad annuire,anche se quel gesto significava la fine di tutto quello che conosceva un tempo.
Si voltò verso Hugo e capì,fin dall'espressione sul suo volto,che anche lui era dello stesso parere della sorella.
-Anche tu la pensi così?-gli domandò comunque.
Il ragazzo annuì.
-Fare una scelta adesso significherebbe decidere di schierarsi dalla tua parte o da quella di mamma,e io vorrei restar il più possibile fuori da questa bagarre.
Se avete veramente deciso di divorziare,fatelo.
Ma non chiedeteci di stare con uno o con l'altra-disse con voce compassata.
Ron scosse la testa.
-Non avrei mai preteso che voi faceste una scelta simile-lo rassicurò.
Nei pochi minuti che ancora restarono insieme,i due ragazzi Weasley gli chiesero dove stesse vivendo al momento,e se i nonni sapessero della nascita di quella bambina,per poi dileguarsi con la scusa delle lezioni.
Solo quando fu di nuovo solo Ron si accorse che,per tutta l'ora passata insieme,Hugo e Rose avevano accuratamente evitato di porgergli domande su Eliza,quasi non avessero registrato la notizia della sua nascita.
O come se non fossero minimamente interessati a lei...


Capì subito,non appena ebbe messo piede in casa,che c'era qualcosa che non andava.
Ad aiutarlo a capire era stata una canzone,sempre la stessa.
Posò il cappotto e la borsa ventiquattro ore accanto all'attaccapanni e percorse il corridoio fino al salotto,da dove proveniva la musica.
Era lì seduto sul divano,come lo aveva immaginato,la copertina del disco fra le mani,gli occhi chiusi per seguire la musica.
Ascoltava quella canzone ogni volta che era di cattivo umore,o quando il passato tornava a farsi sentire prepotente.
Era il solo modo in cui si lasciava andare all' auto-commiserazione.

"I don't know where love is gone
in this troubled land desperation keeps us strong
nothing left to lose there's anything to go
but now I know what they say
there's a terrible beauty within me
and we made our love a wasted land
and trough the barricades
"

Sulle note finali della canzone,lo vide voltarsi ed incontrare il suo sguardo:aveva avvertito la sua presenza,ma aveva aspettato fino a quel momento per guardarlo,quasi volesse dargli una specie di messaggio con quelle ultime parole.
-Giornata pesante?-gli chiese,restando vicino alla porta,le braccia incrociate sul petto.
Non aveva bisogno di guidare il discorso,sapeva che sicuramente Rupert avrebbe fatto in modo di parlare di Dean,di chiedergli se quello che temeva era veramente successo.
L'uomo si alzò in piedi e si avvicinò all'impianto stereo per togliere la puntina dal disco.
-Non più del solito-si limitò a rispondere.
Lui annuì,voltandosi poi per lanciare uno sguardo alla scala che univa i due piani della casa.
-Allison?Dov'è?-domandò tornando a guardarlo.
-In camera sua...E' in punizione ricordi?-gli fece notare poi.
Seamus lo guardò qualche istante prima di staccarsi dalla parete su cui era stato appoggiato fino a quel momento e infilare le mani in tasca.
-Vado a farmi una doccia-disse semplicemente.
Gli voltò le spalle e non ebbe il tempo neanche di fare un passo prima che la sua voce lo richiamasse.
-Ho chiamato in redazione questa mattina-
Come volevasi dimostrare...
Tornò a voltarsi per essere faccia a faccia con Rupert e restò in silenzio.
-Volevo ricordarti l'appuntamento dal dentista,so che lo avresti dimenticato volentieri,così ho pensato di chiamarti per rinfrescarti la memoria.
Ma quando ho chiamato mi hanno detto che eri uscito e non saresti tornato prima dell'ora di pranzo-aggiunse poi.
Seamus restò muto qualche altro istante,cercando le parole giuste per quella che sarebbe stata comunque una notizia spiacevole.
Poi capì che continuare a mantenere il silenzio avrebbe peggiorato soltanto le cose,finendo per ingigantire ciò che era successo.
-Scommetto che hai saltato l'appuntamento-disse Rupert senza nessun'inflessione particolare nella voce.
Seamus si limitò a scuotere la testa in segno di diniego.
-Ho incontrato Dean questa mattina-iniziò.
Questa volta fu Rupert ad ascoltarlo in silenzio,lo sguardo sul suo volto,cercando di mantenere un' espressione seria e indifferente.
-Mi ha offerto il pranzo e abbiamo parlato delle nostre vite,di suo figlio e di Lily,di Allison, di come sono state le nostre vite in tutti questi anni...-
-Scommetto che avevate tanti cose da raccontarvi-si lasciò scappare Rupert.
-Ammetterai anche tu che in questi anni ne sono successe di cose-commentò Seamus cercando di non dare troppo peso al tono acido che aveva pervaso le parole di Rupert.
L'uomo alzò le spalle, voltandosi poi per rimettere a posto il disco insieme agli altri.
Dopodichè si mosse per la stanza diretto verso la porta,deciso ad uscire dal salotto,ma Seamus lo afferrò per un braccio e riuscì a bloccarlo,sorridendogli.
-Ehi!Non dirmi che sei geloso dopo tutto questo tempo...-cercò di scherzare.
Rupert però si liberò dalla sua stretta e scosse la testa.
-Non farlo,non provarci nemmeno!-gli intimò.
Uscì dalla stanza e si avviò verso la cucina,avvicinandosi poi alla credenza ed iniziando ad aprirne nervosamente le mensole.
Seamus,che lo aveva seguito,lo osservò in silenzio qualche istante,prima di posare entrambi i palmi delle mani sul marmo dell'isola portandosi proprio davanti a lui.
-Stai esagerando-gli disse.
Rupert sorrise e,mordendosi il labbro inferiore,annuì.
-Certo,quando mai...-commentò.
-Abbiamo soltanto pranzato insieme,non siamo andati in un motel a scopare!-gli disse cercando di mostrargli la sua buona fede.
A quelle parole Rupert si bloccò,fissandolo neanche volesse incenerirlo con il solo sguardo.
-Sai è curioso-gli disse con voce sottile-che fra i tanti esempi che avresti potuto fare,il primo che ti è venuto in mente è stato il motel.
Ma forse sarebbe stato troppo sconveniente per un primo incontro dopo tanti anni,magari la prossima volta...-disse poi tornando a far rumore con le ante del mobile.
-Cosa?Ma che accidenti stai farneticando?
Sei impazzito per caso?E' stato un semplice pranzo,in mezzo ad altra gente,in una comunissima tavola calda-
-Avresti voluto un ristorante di lusso?-gli chiese Rupert per indispettirlo.
-Oh porca...-imprecò Seamus fra i denti.
Aggirò il mobile al centro della cucina e cercò di avvicinarsi a Rupert,ma invano.
-Rupert...Per favore guardami-gli chiese.
L'altro dopo qualche secondo alzò lo sguardo mostrando i suoi occhi feriti e arrabbiati allo stesso tempo.
-Mi dispiace non averti detto niente di questo pranzo,ma è stato improvviso,non lo avevo programmato...E poi sapevo che ti avrebbe ferito saperlo così ho preferito...-gli disse cercando di riportare tutto sotto la giusta ottica.
-Davvero un pensiero carino da parte tua-commentò l'altro sarcastico.
-La smetti?Porca puttana non ho fatto niente di male,sono stato solo a pranzo con un vecchio amico che non vedevo da tanti anni!-ribattè Seamus stufo di quel tono saccente.
-Un vecchio amico?Tu proprio non capisci,vero?
Che faresti se fossi al mio posto?-gli domandò alzando leggermente la voce.
Seamus lo osservò,poco sicuro di aver capito bene,mentre Rupert gli dava per qualche istante le spalle per allontanarsi da lui di un paio di passi.
-Che avresti fatto se questa mattina ci fossi stato io al posto tuo,intento a leggere avidamente le pagine sportive che parlavano di lui,a cercare un modo ed una scusa per incontrarlo continuando a fingere con te stesso e con me che fosse altro a spingerti oltre alla curiosità di vederlo...-disse l'uomo con voce chiaramente ferita.
-Non è affatto così!-tentò di ribattere Seamus adeguando il tono di voce a quello del compagno.
Rupert restò qualche istante in silenzio,lo sguardo fisso sul suo volto,prima di muovere un passo verso di lui.
-Quanti momenti imbarazzanti ci sono stati durante questo pranzo?
Gli hai parlato di me oltre che di Allison?-gli domandò.
-Certo!E' stato proprio lui a chiedermi di te...-
-Ah che caro!Magari gli mando dei fiori!-ribattè tirando su con il naso e sfiorandone la punta con due dita.
-Insomma si può sapere che cosa vuoi?E' stata un banalissimo pranzo,si può sapere che cazzo vuoi?-sbottò Seamus esasperato dal tono e dai modi del marito.
Un espressione chiaramente ferita apparve negli occhi di Rupert,facendolo pentire del tono.
-Cosa voglio?
Voglio poter dormire sereno,non dover avere le palpitazioni ogni volta che leggo le pagine sportive con la speranza di trovare una foto di quello lì o un'articolo su di lui.
Vorrei che l'uomo che ho sposato non corresse subito ad incontrarlo,facendomi sentire come una fase intermedia in questa grande storia d'amore travagliata...-
-Non puoi pensarlo veramente!-ribattè Seamus.
-Che hai provato quando ti ha detto che ha dichiarato a tutti di essere gay?-gli domandò non tenendo conto del suo intervento.
Seamus socchiuse leggermente gli occhi a quella domanda:anche lui lo sapeva?
-Perchè non me lo hai detto?-gli domandò sinceramente sorpreso.
Rupert sorrise triste.
-Non avresti neanche bisogno di chiedermelo...-
Già,non impiegò molto a capire perchè aveva mantenuto quel segreto con lui e per la prima volta nel loro rapporto si sentì tradito.
-Avevi paura che tornassi con lui-mormorò a mezza bocca,sicuro che l'altro avrebbe sentito lo stesso.
Rupert,infatti,annuì.
Seamus sospirò e raddrizzò la schiena,cercando di non pensare a quanto quella scoperta facesse male.
-Allora vuol dire che tutti questi anni non sono serviti a niente-
Gli voltò le spalle uscì dalla cucina.
Pochi istanti,e Rupert sentì l'eco della porta di casa sbattuta con violenza.


Tornò a casa quando era già passata l'ora di cena.
Aprì la porta d'ingresso e si fermò sorpreso sulla soglia quando vide sua moglie seduta sui gradini della scala,un libro fra le mani.
-Che fai seduta lì?-le domandò richiudendo la porta alle proprie spalle.
Quando i bambini erano ancora piccoli,lei aveva l'abitudine di restare seduta su quegli scalini anche delle mezz'ore intere finchè non era sicura che tutti si fossero addormentati.
-Ti aspettavo-gli disse alzando lo sguardo dal libro e infilando un dito fra le pagine come segnalibro.
Harry si tolse il cappotto e,con un lieve sorriso,andò a sedersi accanto a lei sullo stretto scalino.
-Allora,come è andata?-gli domandò cercando di non sembrare troppo impaziente.
Nonostante il tono moderato,riusciva ugualmente a cogliere la curiosità che aveva pervaso quelle parole.
Quando quella mattina le aveva parlato del suo progetto,Ginny gli aveva chiesto se voleva che andasse con lui,per evitare che la situazione degenerasse come era successo ogni volta che si erano trovati nella stessa stanza,ma lui l'aveva rassicurata:era sicuro di poter gestire la situazione senza spargimento di sangue.
E,in effetti,così era stato.
-Abbastanza bene-confessò.
Ginny lo guardò in attesa,insoddisfatta da quella breve risposta.
-Abbiamo fatto una lunga chiacchierata,anzi è più giusto dire che per la maggior parte del tempo è stato lui a parlare.
Mi ha raccontato ciò che Lily già mi aveva accennato,e molte volte sono rimasto colpito dalle sue parole.
Mi hanno fatto riflettere-ammise voltandosi per incontrare il volto della moglie.
Ginny lo guardò sorpresa.
-Davvero?-gli chiese incredula.
L'uomo allungò una mano e prese quella della moglie più vicino a lui.
-Ascoltandolo parlare,mi sono reso conto di aver perso di vista il quadro generale.
Ero concentrato su Dean e quello che era successo in passato e non mi ero accorto del sentimento che legava Lily a questo ragazzo.
Ammetto che ero fermamente convinto che fosse un sentimento unilaterale,ma mi è bastato sentirlo parlare per ricredermi-le disse.
Lo sguardo sul volto della moglie,Harry alzò una mano e le sfiorò la guancia destra con la punta di due dita,delicatamente.
-Da quanto mi ha raccontato,Lily ha fatto di tutto per rendergli le cose difficili,ma lui non ha pensato neanche per un'istante di rinunciare.
Ed è stato allora che mi sono ricordato di quando c'ero io al suo posto...-aggiunse.
Ginny incarcò le sopracciglia.
-Tu?-
Harry annuì senza distogliere lo sguardo da quello di lei.
-C'è stato un tempo in cui anche io sono stato di fronte ad una ragazza dai capelli rossi con la speranza che perdonasse tutti i miei errori e mi permettesse di rientrare nella sua vita.
E anche io avevo uno strenuo oppositore al mio amore per te...-spiegò.
La donna accennò un sorriso,gli occhi leggermente velati che cercò di nascondere allo sguardo del marito.
-Davvero?-domandò cercando di avere un tono casuale.
Harry annuì.
-Solo che con il tempo cerchiamo di dimenticare tutti gli errori fatti in amore...Non è qualcosa che ricordiamo con piacere.
Però ascoltando le parole di Daniel oggi,quei ricordi sono tornati a galla facendomi capire che, nonostante la differenza di età,io e lui non siamo molto dissimili-concluse.
Ginny tornò a guardarlo,sinceramente colpita dal suo discorso.
-Quindi smetterai di fargli la guerra?-gli domandò giusto per essere sicura di aver capito il senso del discorso.
Harry alzò le spalle.
-Solo finchè non me ne darà motivo-
Lei sorrise e scosse leggermente la testa,poggiandola poi sulla sua spalla.
Nel breve silenzio che seguì,Ginny si accorse che anche lei aveva dimenticato qualcosa del loro passato,proprio come aveva detto Harry poco prima.
Aveva dimenticato il modo semplice e fermo con cui Harry riusciva sempre a risolvere ogni situazione:poteva portare entrambi sul limite del cratere,ma sarebbe stato lui a salvarli prima che la situazione degenerasse.
Lo aveva fatto allora e lo stava facendo adesso...
-E' tardi...Me ne vado a letto-gli disse rialzando il capo e rizzandosi in piedi.
Harry annuì,preparandosi ad un'altra notte sul divano del salotto.
-Buonanotte-la salutò.
Ginny,che aveva già salito alcuni gradini,si voltò leggermente verso di lui e incontrò il suo sguardo.
-Tu non vieni?-
Sul volto di Harry si dipinse un'espressione incredula,che durò giusto il tempo di fargli comprendere il significato della domanda,per poi scattare in piedi e correrle dietro sulla scala.

 

Salve a tutti!!!

Come state?Ci siete ancora tutti o qualcuno di voi è già partito per le vacanze?

Personalmente sono ancora a Roma,impegnata con il lavoro,ma presto arriverà il riposo anche per me.

Dunque,veniamo a noi...La crisi fra Harry e Ginny sembra rientrata,e il nostro sembra aver compreso che continuare a portare avanti il comportamento avuto finora con Daniel gli avrebbe causato sl guai,così ha deciso di correre ai ripari.

E come al solito ha agito nel modo giusto..Peccato che gli ci voglia sempre un pò x capire quel'è la cosa giusta da fare!

Cosa dire invece di Rupert e Seamus?Personalmente sn dalla parte di Rupert,anzi tt ciò che lui ha detto l'ho,a mia volta,detto ad un mio ex,quindi nn posso che sostenerlo in qst "guerra".

Dopo qst capitolo si torna ad Hogwarts,siete pronti per tuffarvi di nuovo nei "soliti" drammi adolescenziali?

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di battitura o di ortografia.

La frase in corsivo nel capitolo è tratta da "Through the barricades" dei Spandau Ballet.

E ora i ringraziamenti:Lucia_hp(Hai ragione,sn l'uno completamente diverso dall'altro.Però x me è qst il divertimento:qll che di cattivo nn può fare qst Ron lo faccio fare all'altro e viceversa.Tipoi valvola di sfogo!),BabyLale(Benvenuta!E grazie x i complimenti!Le mie storie, sn iniziate proprio da Harry e Ginny,farli lasciare significherebbe la mia fine come scrittrice, quindi è l'ultima cosa ha cui penso),Sunshine'86(Un rapporto sempre perfetto alla fine diventa noioso;ha bisogno di qualche scossone,di qualche bella lite che ti faccia porre delle domande, interrogarti sulla persona che ti sta accanto x essere sicuro di voler continuare.La povera Cassie,almeno nella mia mente,doveva essere un personaggio nuovo e speravo che raccogliesse le simpatie dei lettori,ma visto che nn è accaduto ho dovuto cambiare tt la storia che avevo in mente relegandola così ad un ruolo marginale...Peccato!),JC(Bentornato!Mi dispiace che tt le fatiche di un anno alla fine nn abbiano portato i risultati sperati!Hai ragione,può sembrare che ho una specie di attacco omicida verso i miei personaggi,ma sta tranquillo nn è così.E posso rassicurarti fin da ora:x il momento la totale attenzione di Ron è concentrata sulla neonata.Nn ha tempo x Hermione),Lotti_(Eccoti accontentata!Spero sia di tuo gradimento...Hai ragione,ripensare al passato felice degli inizi e guardare allo sfracello che è diventato il loro amore può essere doloroso,ma sn sempre convinta che sia stata la cosa giusta,altrimenti avrebbero passato la loro vita uno accanto all'altra tacendo le cose che nn amavano dell'altro...E questo a mio parere non è amore),Elly(Un HURRA! per l'esame!Congratulazioni!Come vedi,Harry sta già cercando di riparare ai suoi errori,xkè finalmente ha trovato un punto d'incontro cn Daniel e forse qst è un nuovo inizio x tutti.Albus ed Emmett...Già è vero suona meglio Albus e Scorpius,ma che possiamo farci se quell'orgoglioso di un Serpeverde nn si decide a rivelare i suoi sentimenti?Certe volte sn + testardi d un mulo! Speriamo che la gelosia lo svegli un pò...),IRE'89(Esatto,Rupert è davvero innamorato ed in qst capitolo lo ha dimostrato,in fondo l'amore nn è sempre accompagnato dalla paura di perdere la persona che amiamo?Passiamo a Ron ed Herm:qnd lui è in ospedale e prega sentendosi in colpa x aver passato la notte con Herm,lo fa xkè si ritiene responsabile di qll che è successo a Cassie.E' convinto che se,invece di essere stato con Hermione,fosse stato accanto a Cassie,non sarebbe successo nulla e forse lei sarebbe ancora viva.Ecco xkè lo considera un comportamento sbagliato...Ho sempre detto che la storia fra Alice e Luke sarebbe stta complicata,e vedrai poi cs intendo.Il motivo x cui restano a Seattle anke se tutta la famiglia sa del tumore è x facilitare i controlli periodici che Luna deve ancora sostenere;è migliorata,ma x il momento nn è ancora completamente guarita).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Proud"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 30
*** Proud ***


proud

 

 

-Malfoy...-
-Potter-
Gli occhi cerulei del ragazzo,fino a quel momento nervosi,si posarono sul volto delicato e aggraziato della ragazza poggiata contro una colonna di pietra,mentre la sua memoria compiva uno sforzo cercando di non tornare indietro con i ricordi a quando,poco tempo prima,aveva trovato qualcun'altro ad aspettarlo.
-Scusami ma vado di fretta-le disse passando i manici della borsa da una mano all'altra per bilanciarne il peso.
Lily annuì,senza però accennare a farsi da parte.
-Già,immagino:gli allenamenti...-commentò la ragazza.
Scorpius annuì,lo sguardo ancora su di lei,cercando di capire il motivo che poteva averla portata lì.
Ma c'era solo una ragione possibile...
-Non dovresti essere con il tuo fidanzato?-le domandò accennando un lieve sorriso.
Era impossibile camminare serenamente per i corridoi di Hogwarts senza cogliere almeno un sospiro infelice di qualche ammiratrice che aveva sperato in quella separazione per poter fare la sua mossa verso Daniel.
E,per chi non volesse dar ascolto ai pettegolezzi,ci pensavano i diretti interessati che non perdevano occasione di farsi vedere in giro mano nella mano,o stretti l'uno all'altra per recuperare il tempo perduto.
Mettendo così a tacere tutte le malelingue.
-Ha lezione-disse semplicemente la ragazza staccandosi dalla colonna,restando però distante da lui.
Scorpius annuì,come se la cosa lo interessasse veramente e la fissò per qualche istante, ricambiando il suo sguardo,prima di abbassare gli occhi sull'erba corta.
-Beh,mi sarebbe piaciuto chiacchierare di più con te,ma come hai detto anche tu prima,ho gli allenamenti.
Sono il capitano e non posso...-disse tornando a rialzare lo sguardo su di lei.
-Perchè non mi chiedi come sta?-gli domandò interrompendo quell'inutile fiume in piena.
Il biondo si bloccò e per alcuni istanti i due si fissarono negli occhi,nel più profondo silenzio.
Non aveva bisogno di ulteriori spiegazioni,sapeva benissimo a chi si riferiva Lily,e forse proprio per questo non sapeva rispondere con una delle sue battute sarcastiche.
Da quando Albus era uscito dall'infermeria,lo aveva incontrato per i corridoi soltanto poche volte, di sfuggita,e mai da soli.
Lui era sempre con quella piattola umana di Emmett che da dopo l'incidente sembrava non averlo lasciato neanche un'istante,quasi avesse paura che gli potesse succedere qualcos' altro.
Aveva cominciato ad evitarli quando aveva capito che la visione di Al con un altro ragazzo gli provocava un'istinto omicida:ogni volta voleva tirar fuori la bacchetta e ferire Emmett.
Ma poi,puntualmente,si rendeva conto che così facendo avrebbe soltanto peggiorato le cose:vedendo Emmett ferito,Albus avrebbe finito per restare con quell'impiastro e lo avrebbe odiato.
-Che ti fa pensare che mi importi?-le domandò ritrovando la sua aria sbruffona.
Lily,sorprendentemente,sorrise a quelle parole,quasi avesse aspettato una risposta simile.
Fece un paio di passi in avanti,verso di lui e alzò le spalle.
-Per te è difficile capirlo,visto che sei figlio unico,ma quando uno dei tuoi fratelli ha un'incidente, al punto da andare in infermeria,l'ultima cosa che riesci a fare è dormire.
Specialmente se ti ritieni responsabile per il suo incidente...-disse con voce calma e pacata.
Scorpius aggrottò impercettibilmente la fronte:c'era qualcosa che non gli piaceva in quel discorso.
-Così decidi di fare un salto in infermeria,per andare a controllare che tutto vada come dovrebbe, anche se sai che non dovresti e che saresti punita se ti scoprissero.
Arrivi lì,fai per avvicinarti al letto,ma ti accorgi che già qualcun'altro ha avuto la tua stessa idea...
Devo continuare?-gli domandò portando una mano al fianco destro.
Il biondo scosse la testa.
-Quindi hai sentito tutto?-le domandò.
Lily annuì.
-Non hai mai sentito parlare di una cosa chiamata privacy?-la beccò.
-Stavi parlando dei tuoi sentimenti con un comatoso,in un posto accessibile a tutti e pretendi anche la privacy?-ribattè lei decisa a non mollare.
Scorpius la guardò con due occhi saettanti e per qualche istante ancora restarono in silenzio, l'uno di fronte all'altra quasi fossero sul punto di sfidarsi.
-Lo pensavi davvero quello che hai detto?-domandò poi lei,parlando per prima.
L'altro si limitò ad annuire,disperatamente bisognoso di una sigaretta per sopportare quel momento,maledicendosi allo stesso tempo per averle lasciate sul fondo della borsa.
Lily lo fissò qualche altro istante per poi sospirare.
-Sei veramente un'idiota-commentò.
-Scusami?-
-Un'idiota!Non c'è altro modo di definirti...Sai che è solo colpa tua se Albus adesso sta con Emmett?-gli domandò chiaramente arrabbiata.
Scorpius alzò un sopracciglio e la fissò qualche secondo.
-Devo essermi perso qualcosa:sapevo che non riuscivi a tenere il naso fuori dalla vita di tuo fratello,ma da quando sei diventata una mia sostenitrice?-le domandò chiaramente sorpreso.
-Chi ha detto che lo sono?-ribattè lei.
Sul viso di Scorpius apparve un piccolo sorriso divertito che presto contagiò anche Lily.
-Ok,forse hai ragione...-
Il biondo si passò una mano fra i capelli serici e sorrise di nuovo.
-Credevo fossero la coppia perfetta-commentò senza nessun'inflessione particolare.
Sapere qualcosa di più sul rapporto che Albus aveva con Emmett avrebbe potuto aiutarlo a capire.
Era felice?
Si sentiva realizzato ora che aveva quello che lui non poteva dargli?
Oppure anche lui sentiva un vuoto dentro che non riusciva a spiegare?
La ragazza scosse la testa e si lasciò scappare un altro sospiro.
-Voi ragazzi siete veramente delle frane sull'amore...
Non si può essere una coppia felice se uno dei due non riesce a dimenticare-disse sibillina Lily.
Un'espressione sorpresa si dipinse sul volto di Scorpius:aveva davvero detto quello che credeva di aver sentito?
Veramente Albus non riusciva a dimenticarlo?
A riportarlo sulla terra su uno dei suoi compagni di squadra che corse per il corridoio fino a loro, preoccupato dalla possibilità di essere in ritardo,e che si voltò a lanciargli un'occhiata sorpresa quando lo vide fuori dallo spogliatoio perso in chiacchiere con una Grifondoro.
Avrà pensato che sto impazzendo,pensò Scorpius,sentendo la porta dello spogliatoio chiudersi alle sue spalle.
-Ora sarà meglio che ti lasci andare,ti ho trattenuto anche troppo...Posso darti un'ultimo consiglio?-gli domandò Lily.
Scorpius alzò le spalle.
-Se mai decidessi di fare qualche mossa per rimettere le cose a posto,non far passare troppo tempo...Ci vuole poco per tramutare in amore la gratitudine-
Colpito da quelle parole,troppo saggie per una ragazza di appena quattordici anni,Scorpius si limitò ad annuire,senza aggiungere nulla.
Lily annuì a sua volta,gli rivolse un'ultimo sorriso per poi voltargli le spalle e allontanarsi nella direzione opposta.


-Mi nascondi qualcosa?-
Quella domanda inaspettata gli provocò dei brividi freddi lungo la schiena.
Era convinto,anzi era quasi certo che suo fratello,perso dietro il suo romanzo d'amore con Rebecca, non si sarebbe accorto dei cambiamenti avvenuti nel suo comportamento dall'inizio della sua relazione con Rose.
Ma aveva sottovalutato la persona sbagliata.
Non c'era nessuno che lo conosceva meglio di Ronald,e solo lui avrebbe potuto accorgersi dei cambiamenti,per quanto piccoli o impercettibili.
-No,affatto.
Come ti è venuta quest'idea?-gli domandò cercando di mantenere un'aria vaga.
Ronald si lasciò andare con tutto il suo peso sul letto del fratello,facendo cigolare rumorosamente le molle del letto,lo sguardo fisso su di lui,con aria pensierosa.
Pochi secondi dopo,James lo vide scuotere la testa,per nulla pago.
-Dì quello che ti pare,ma io lo so che c'è qualcosa che non va...Ti conosco troppo bene!-gli ricordò quasi l'altro potesse dimenticarlo.
-Cosa avrei di diverso?-gli domandò per sapere a cosa doveva controbattere.
Ronald lo guardò sorpreso,quasi divertito da quella domanda:davvero non aveva idea di quello di cui stava parlando?
-Permettimi di illuminarti.
Sono un paio di mesi che ti sei totalmente chiuso in te stesso,diventando una specie di eremita- gli fece notare il fratello.
-Dai questa è veramente un'esagerazione!-ribattè James.
-Davvero?O sei in biblioteca con Rose a studiare,oppure agli allenamenti o sei nella tua stanza.
Questa è la tua vita negli ultimi mesi-gli disse elencando sulla punta delle dita le attività compiute da James in quei due mesi.
-Non mi sembra che per te sia diverso...E' già un miracolo se riesci a staccarti da Rebecca per andare a dormire-lo beccò il fratello.
-E' normale!Come fai a controllare la passione dei primi mesi?-fece il fratello con tono leggermente scherzoso.
L'istante dopo il volto di Ronald si era illuminato neanche fosse una luminaria di Natale ed una nuova espressione si era dipinta sul suo volto.
Un' espressione che fece capire a James che il fratello era terribilmente vicino alla verità.
-Tu stai con qualcuno!-disse infatti Ronald.
James si affrettò a scuotere la testa.
-Cosa?Ma hai bevuto per caso?-gli chiese a sua volta.
Ronald si alzò in piedi ed iniziò a camminare davanti al suo letto,perso dietro a quel pensiero:suo fratello aveva una ragazza.
Questo avrebbe spiegato l'isolamento e tutto il resto,ma perchè tenere la cosa nascosta?
-Perchè non me lo hai detto?-gli domandò infatti.
-Ma cosa dovevo dirti?-chiese ancora James cercando di mostrarsi candido come un'agnellino.
-Di questa ragazza,è chiaro!-ripetè Ronnie.
Il moro sbuffò scocciato,cercando di apparire convincente.
-Quante volte ancora dovrò dirti che non c'è nessuna ragazza?-
Lo sguardo di James si fissò sul suo volto e lo studiò per qualche istante,leggermente restio a fargli la domanda che improvvisamente gli era venuta in mente.
-Allora è un ragazzo?-domandò poi titubante.
Sul volto di James apparve un'aria incredula,sorpresa che fece pentire l'altro per aver anche solo pensato alla possibilità.
-Scusami!-
-Ma come ti viene in mente?-gli domandò James chiaramente divertito.
-Beh,visto quello che è successo il mese scorso con Al...-disse il rosso semplicemente.
James annuì senza bisogno di aggiungere altro.
Scoprire l'omosessualità di Albus era stato un colpo per entrambi,era inutile negarlo.
Inizialmente aveva reagito esattamente come Ronald,con il carico di rabbia e incomprensione che una rivelazione come quella si portava inevitabilmente dietro.
Poi,però,c'era stato l'incidente e mentre Al dormiva in un letto in infermeria,lui aveva passato la notte a parlare con Ronald,Rose e Rebecca,cercando di capire se sarebbero stati o meno in grado di "sopportare" quella situazione.
Le due ragazze avevano messo in chiaro fin da subito che per entrambe niente era cambiato:Albus era sempre lo stesso ragazzo gentile e spiritoso che conoscevano,che importanza avevano i suoi gusti sentimentali?
Il pù restio ad accettare quel cambiamento era stato Ronald:arrabbiato con il fratello per il suo silenzio.
Per quanto tempo aveva tenuto quel segreto con loro?
Perchè avevano dovuto saperlo per caso,in quel modo così avventato,mentre Lily che era la più piccola fra loro era stata la prima ad essere informata?
Quando il fratello era uscito dall'infermeria i quattro Potter avevano fatto una riunione,indetta ovviamente da Lily,per rimettere a posto le cose e Albus aveva raccontato ai due fratelli la parte della sua vita che loro non sapevano,aiutandoli a capirla e ad accettarla ed ora,anche se molto lentamente,sembrava che le cose stessero tornando quelle di un tempo.
-Ronald davvero non c'è nessuno.
In questo momento sono più solo di Mirtilla Malcontenta-scherzò James accennando un sorriso.
Il fratello lo fissò,ancora poco certo di potersi fidare.
-E' vero,ultimamente non sono più l'animale delle feste che ero un tempo,ma è perchè ho preso alcuni brutti voti e devo cercare di recuperare prima della fine del trimestre.
Lo sai anche tu com'è rigida la mamma su questi argomenti-gli disse aggrappandosi a quella scusa improvvisata.
-Davvero?-
James annuì.
-Se ci fosse veramente qualcosa saresti il primo a cui lo direi-disse per rassicurarlo.
Il fratello pochi istanti dopo sorrise e bastò quel sorriso a farlo sentire un verme.
Per alleviare quella sensazione,James si disse che una volta saputa la verità,Ronald avrebbe capito e sarebbe stato felice per lui e Rose.
O almeno era quello che sperava...


-Grazie per avermi invitato-
Per la prima volta in tutta la sua vita,Allison stava provando cosa significava vivere in una famiglia "normale".
Ovviamente se per normale si intendeva una famiglia dove i due genitori si parlavano a malapena e solo per le cose di primaria importanza,se la casa era avvolta nel più completo silenzio anche quando tutti i residenti vi erano dentro,e soprattutto se si contava quella tremenda sensazione di inadeguatezza.
Non si era mai sentita così fuori posto a casa sua come in quegli ultimi giorni.
Però sapeva che non c'era niente che potesse fare per aiutarli a sistemare le cose,almeno non quella volta.
Aveva ascoltato il litigio dalla sua camera da letto,grazie all'altro volume che avevano usato durante la discussione ma,ugualmente,era riuscita a stento a mettere insieme i fatti:papà Seamus era andato a pranzo con un altro uomo,qualcuno che papà Rupert considerava una minaccia.
Ma,perchè,pur sapendo che il suo compagno ci sarebbe rimasto male,suo padre lo aveva fatto ugualmente?
E perchè quella reazione?
Del resto era stato un semplice pranzo...
Magari c'erano delle implicazioni nascoste che lei non riusciva a cogliere,ma alla fine del litigio papà Seamus era uscito di casa sbattendo la porta,chiaramente arrabbiato e,da quando aveva fatto ritorno i rapporti fra i sue genitori erano distanti e cortesi,come non erano mai stati prima di allora.
-Ancora nessun cambiamento?-le domandò Fred.
Allison si limitò a scuotere la testa,quel poco che le permetteva il cuscino.
Le uniche persone con cui si era confidata erano Fred ed Alice,ovvero le persone che considerava più vicine a sè.
Era certa che papà Seamus si era sfogato con i genitori di Fred,vista la loro amicizia di vecchia data e per un breve istante si chiese qual'era stato il consiglio che i due avevano dato al padre.
La sera era già scesa da un pezzo,aveva già indosso il pigiama ed era andata in camera di Fred per dargli la buonanotte,lasciando così un pò di privacy per chiamare Luke.
Aveva bussato alla sua porta ed era entrata non appena lui gli aveva risposto ed ora erano sdraiati uno accanto all'altra sul letto,le teste vicine per ottenere una maggiore intimità.
Un braccio di Fred era abbandonato sulla sua vita e l'altro era ripiegato contro il proprio petto,le dita intrecciate a quelle di Allison,mentre l'altra mano della ragazza era poco distante dai suoi capelli rossi sparsi sul cuscino,accarezzandoli occasionalmente.
-No...E il brutto è che non sembrano neanche intenzionati a far pace.
Fosse per loro continuerebbero così fino alla notte dei tempi-si lamentò.
-Vedrai che presto si sistemerà tutto;devi solo avere pazienza-la rassicurò Fred con voce sicura e calma.
Allison accennò un sorriso,chiudendo gli occhi.
-Pazienza...Mi sa che è proprio quello il mio punto debole-commentò lei scherzosamente.
Continuando a tenere gli occhi chiusi,aveva sospirato,sentendosi per la prima volta da giorni completamente rilassata.
Era la vicinanza di Fred a farle quell'effetto?
Ultimamente non avevano potuto vedersi molto spesso per colpa di alcuni esami importanti alla scuola di Magia uniti ad alcuni controlli a cui Luna aveva dovuto sottoporsi per controllare che tutto stesse andando come doveva.
Ma neanche per un istante aveva dubitato che la sua vicinanza l'avrebbe aiutata a star meglio, a dimenticare per qualche ora l'aria pesante che l'aspettava a casa.
-Sei stanca?-le domandò lui alzando la mani dai suoi fianchi e accarezzandole i capelli.
Allison mugugnò socchiudendo gli occhi e incontrando il suo sguardo.
-Vuoi che ti prenda in braccio e ti riporti nella tua stanza?
Ultimamamente ho fatto molta pratica con Alice tutte le volte che si addormentava sul divano-le disse per rassicurarla sulla propria forza fisica.
La ragazza accennò un sorriso e sospirò.
-No,voglio stare ancora un pò con te-disse poi muovendo la testa sul cuscino e avvicinandola a quella di Fred.
Lo vide sorridere,chiaramente sorpreso per quella frase,e pochi secondi dopo le labbra morbide e calde di Fred accarezzavano le sue dolcemente.
Allison rispose al suo bacio con lentezza,cancellando tutto il resto del mondo dalla sua mente, concentrandosi soltanto su di lui e sulle sensazioni che provava ogni volta che era con lui.
Grazie al braccio attorno al collo di Fred,Allison avvicinò ancora di più la sua testa alla propria, diminuendo la distanza fra i loro corpi e facendo intrecciare le loro gambe.
-Raccontami una storia-gli disse lei quando si staccarono.
Sul volto di Fred si disegnò un sorriso divertito,prima che le sue dita affondassero di nuovo fra i capelli soffici di Allison.
-Non solo mi rubi metà del letto,ma devo anche raccontarti una favola della buonanotte?-la prese bonariamente in giro.
Anche lei,di nuovo con gli occhi chiusi,accennò un sorriso,mentre la sua fronte si muoveva sul cuscino quasi cercando quella di lui.
-Raccontami ancora la storia dei tuoi genitori-gli chiese.
-Finirò veramente per essere geloso di mio padre-commentò Fred.
Allison rise,una risata infantile e sonnolenta,che gli diede quasi l'impressione di vederla tornare bambina sotto il suo sguardo.
-Che scemo che sei...-si lasciò poi scappare in un sospiro.
Senza staccare lo sguardo dal suo viso addormentato,Fred le sfiorò una guancia con due dita, cercando di non focalizzare la sua attenzione su quel fuoco che sembrava essersi acceso improvvisamente dentro di lui,al centro del suo petto,con fiamme alte e dardeggianti a cui era impossibile nascondersi....Lo stesso fuoco che sentiva accendersi ogni volta che si trovava a fissare il volto sereno di Allison.
Facendo forza su un braccio si alzò leggermente dal letto e avvicinò il viso a quello rilassato di Allison e le posò un bacio lieve sulla guancia destra.
Non fece nessun cenno,nessun cambiamento si verificò sul volto della ragazza,ormai profondamente addormentata.
-Mi sa che questa volta sono davvero innamorato...-mormorò Fred senza staccare lo sguardo dal volto di lei.
E forse presto sarebbe riuscito a dirlo anche ad un Allison completamente sveglia.


-Devo dirglielo-
Nonostante il tono di voce sicuro e la decisione dei modi che aveva usato con Ronald,non poteva controllare i propri sensi di colpa.
Era la prima volta nella sua vita che teneva un segreto con suo fratello.
Non aveva mai provato la strana sensazione di doversi destreggiare fra le bugie ed i silenzi, di doversi ricordare ciò che aveva già detto in precedenza per evitare di far scoprire tutto...Almeno non con il suo gemello.
Lui e Ronald si erano sempre raccontati tutto,anche la cosa più insignificante,avevano condiviso tutte le esperienze,che fossero significative o meno,ed escluderlo dalla storia d'amore più importante della sua vita gli sembrava quasi un crimine.
-Non avevamo deciso di mantenere il segreto con tutti?-gli ricordò Rose senza nessun' inflessione particolare.
James annuì,consapevole delle promesse che si erano fatti,ma ora si sentiva stretto fra due fuochi:a chi doveva essere "fedele"?
A suo fratello o alla donna che amava?
-Lo so,lo so...Ma prima c'è mancato tanto così che non mi lasciassi scappare qualcosa.
Io non sono bravo a mantere i segreti,lo sai benissimo anche tu!-ribattè lui.
Rose annuì.
-Infatti!Meno male che siamo in due a doverlo mantenere-commentò accennando un sorriso.
James la fissò per qualche istante,fermandosi a riflettere sul significato delle sue parole,e solo quando l'ebbe capito a pieno,si lasciò andare ad un lieve sorriso.
Si mosse per la stanza ed andò a sedersi accanto a lei sul proprio letto.
-Anche a me non fa piacere questa situazione,ma al momento non possiamo fare altrimenti-gli disse Rose cercando di farlo ragionare.
-Perchè?In fondo sono passati quasi quattro mesi da quando ci siamo messi insieme,magari se proviamo a prendere il discorso alla lontana...-iniziò James ancora restio a rinunciare del tutto all'idea.
-Dovremmo subire lo stesso una ramanzina,o peggio-ribattè ancora lei.
James sbuffò mettendosi a sedere meglio sul letto,facendolo muovere sotto di sè.
-A sentirti parlare il momento adatto non arriverà mai-le fece notare lui.
Il silenzio che ricevette in risposta lo preoccupò decisamente,portandolo a voltare la testa verso di lei,gli occhi che non si staccavano dal suo sguardo.
Sguardo che Rose cercava in ogni modo di evitare.
-Rose...-
-Che senso ha parlargliene?-domandò la ragazza continuando a fissare davanti a sè.
-Scusami?-chiese lui sperando di aver frainteso le sue parole.
C'era qualcosa di strano in tutto quel discorso,qualcosa che aveva preso improvvisamente una piega inaspettata e che non gli piaceva affatto.
-Hai visto cosa è successo a Dan e Lily quando si è saputo della loro storia,il modo in cui tuo padre si è messo contro di lui-disse Rose.
-Mio padre ti adora!-ribattè lui.
Stavano davvero affrontando quella conversazione?
Rose annuì nervosa.
-Mi vuole bene perchè sono sua nipote,ma farebbe lo stesso se fossi la tua fidanzata?-gli domandò alzandosi in piedi e fermandoglisi di fronte.
La sensazione avvertita poco prima si ripresentò di nuovo a quelle parole:dove portava veramente il discorso di Rose?
James aggrottò la fronte,ricambiando lo sguardo che Rose gli stava lanciando.
-Cosa suggeriresti allora?Mantenere il silenzio per sempre?-si decise a domandarle dando voce al suo timore più oscuro.
L'espressione incerta che apparve sul volto della ragazza lo ferì:allora Rose aveva pensato a quella possibilità!
Nonostante tutti i discorsi ed i progetti,una parte di lei aveva continuato a sperare di poter tenere nascosta la loro storia ancora per anni,forse per sempre,incurante di quello che lui pensava e provava al riguardo!
Si alzò di scatto e si avviò verso la porta,pronto ad uscire,ma un veloce pensiero gli attraversò la mente portandolo a voltarsi di nuovo e a incontrare ancora una volta gli occhi di Rose.
-Finora abbiamo mantenuto il silenzio perchè era necessario,e sono disposto a farlo fino alla fine della scuola se è questo che serve per farti sentire sicura di noi e del nostro amore.
Ma non potrei mai vivere un'intera vita nel silenzio e nella menzogna-le disse serio.
Le spalle di Rose si abbassarono leggermente,quasi schiacciate dal peso di quell'ultima frase e James ebbe anche l'impressione di vederla trattenere il fiato in attesa che lui continuasse a parlare.
-Cosa dovremmo fare?Vivere insieme fingendo di essere due coinquilini,accettando appuntamenti combinati o vivendo come due single incalliti?
Questo sarebbe peggiore del nascondere il nostro amore per paura dell'affrontare la furia dei nostri genitori...Sarebbe addirittura negarne l'esistenza-
Si passò una mano fra i capelli e alzò le spalle.
-James si tratterebbe solo di qualche anno...-tentò di farlo ragionare lei.
Ma capì subito che quelle parole lo avevano ferito,ancor più del silenzio di poco prima.
-Sai che rispetterò qualsiasi decisione prenderai,ma non aspettarti da me una via d'uscita.
Adesso non sono io quello che vorrebbe dimenticare tutto e fingere che non sia mai successo-concluse.
-Jim aspetta...-
Tornò a voltarsi e,incurante della sua voce che lo chiamava, che quella fosse la sua stanza ed uscito di lì non avrebbe saputo dove andare,aprì la porta e si immise nel corridoio,richiudendola alle sue spalle.


Entrambi avevano avuto la stessa idea.
Quando avevano deciso di stare un pò da soli,dove nessuno avrebbe potuto trovarli,tutti e due si erano ricordati di quell'aula abbandonata e anche un pò pericolante in cui si erano incontrati una volta e dove,inevitabilmente,avevano finito per litigare.
Si erano chiusi la porta alle spalle e per alcuni istanti si erano guardati intorno,quasi volessero controllare che tutto fosse come lo avevano lasciato mesi prima.
-L'ultima volta che siamo venuti qui,per un'attimo ho creduto veramente che volessi liberarti di me-raccontò Lily,senza alcun timore di apparire ridicola.
Accompagnato dalla sua risata schietta e sincera,Daniel le si avvicinò da dietro,cingendola con le braccia e attirandola contro di sè.
-Ammetto che ci ho pensato...Specialmente quando mi hai lasciato in quel modo senza darmi nessuna spiegazione-ricordò a sua volta il ragazzo.
Lei accennò un sorriso,ricordando la sensazione di rabbia che aveva provato quando lui aveva riso alla sua domanda.
-Ero veramente arrabbiata con te-rispose lei rigirandosi fra le sue braccia.
-Davvero?E per quale motivo?-chiese lui ancora curioso dopo tutti quei mesi.
Le mani di Daniel tornarono a posarsi sulla sua schiena,quasi non volessero stare troppo lontane da lei ora che ne avevano la possibilità.
-Ti chiesi se durante l'estate ti ero mancata,se avevi pensato a me prima di dormire,e tu ti sei limitato a sogghignare.
Quasi fosse una cosa assurda...-
Un'espressione incredula si disegnò sul volto di Daniel,prima che questi ridesse fra i denti, scuotendo leggermente la testa.
-Ecco hai fatto proprio così-gli disse lei,muovendosi nel suo abbraccio allontanandosi da lui.
Facendo pressione con la mano posata sulla schiena di lei,Daniel la portò di nuovo contro di sè vincendo la sua resistenza.
-Se tu sapessi....Certo devi avere una bella fantasia per essere arrivata ad una simile conclusione-aggiunse poi cercando il suo sguardo.
-Io?Era palese!-iniziò Lily pronta a dare battaglia.
Ma si bloccò l'attimo dopo quando la prima frase detta da Daniel le arrivò alla mente,colpendola con il suo significato nascosto.
-Vuoi dire che hai pensato a me durante quei mesi?-gli domandò,un espressione cauta sul volto, neanche avesse ancora paura di vederlo scoppiare a riderle in faccia da un momento all'altro.
Daniel restò in silenzio e allontanò lo sguardo dai suoi occhi,muovendolo in giro per la stanza, facendole così capire di essere vicina alla verità.
-Lo hai fatto...-disse accennando un sorriso ironico,mentre un altro pensiero si univa al precedente.
Era possibile che Daniel avesse pensato a lei in modo diverso?Possibile che in quelle settimane avesse indugiato con il pensiero a quella notte,a quel bacio,chiedendosi cosa sarebbe successo se non fossero stati interrotti?
-Dimmi cosa pensavi-gli disse poi neanche fosse un'ordine.
-Cosa?Neanche morto!-ribattè Daniel riscuotendosi da quella sorta di torpore che sembrava essersi impossessato di lui.
Sciolse il loro abbraccio e si allontanò da lei alcuni passi,vergognoso di toccarla ora che stavano affrontando quell'argomento.
-Andiamo che ci può essere di così terribile da non poterlo raccontare alla tua ragazza?-gli chiese Lily andandogli dietro in un gesto quasi infantile,prima di bloccarsi al centro della stanza con lo sguardo fisso sul volto di Daniel e la bocca semiaperta per lo stupore.
-Credo di aver capito...-
Daniel cercò di nuovo il suo sguardo,leggermente preoccupato per quello che vi avrebbe letto dentro.
-Sei arrabbiata?-si decise a chiederle.
Ancora in silenzio,senza allontanare lo sguardo,Lily fece i pochi passi che la dividevano dal ragazzo e,issandosi sulla punta dei piedi,portò le labbra su quelle di Daniel,sfiorandole più volte dolcemente.
Daniel impiegò pochi secondi per realizzare quello che stava succedendo e quando Lily,senza staccarsi dalle sue labbra, tornò a poggiare il peso sui talloni lui la seguì,iniziando a ricambiare il bacio.
Mentre un braccio di Lily si alzò,andando a posarsi attorno al collo di Daniel,uno del ragazzo si strinse attorno alla vita di lei,portandola contro il proprio corpo.
Daniel staccò le labbra da quelle di lei e le posò sulla pelle del collo,sentendo aumentare la presa delle braccia di Lily;non aveva la più pallida idea di cosa fare per fermare quello che avevano appena iniziato...Non sapeva neanche se lo voleva veramente,dopo l'isolamento e mesi di sogni erotici che si risolvevano in niente.
Sentì le mani di Lily scendere fino ad accarezzargli le spalle e la schiena coperta dal maglione dell'uniforme,così rialzò la testa e cercò i suoi occhi che si tuffarono nei suoi all'istante.
-Quindi ti è capitato di pensare a me mentre...-gli chiese Lily ancora parlando per prima,non riuscendo però a finire la frase.
Daniel sorrise leggermente,a testa bassa, e annuì.
-Sono mesi che penso a te...-rispose,di nuovo serio.
Lily premette le labbra una sopra l'altra,prima di sospirare rumorosamente.
-Anche io-gli confessò mentre le sue guance si coloravano di un rossore che la fece apparire ancora più innocente.
E ancora più sexy.
In silenzio,le accarezzò la guancia destra con la punta delle dita per poi avvicinare di nuovo il viso al suo per ritornare a baciarla.
Il primo indumento che cadde a terra fu il maglione di Daniel da cui si allontanarono cercando,ad occhi chiusi, di arrivare al banco più vicino.
Quando l'ebbero raggiunto anche il pullover di Lily giaceva a terra dimenticato e dita agili ed esperte avevano iniziato a sbottonare la camicia bianca,interrompendosi soltanto per aiutare la ragazza a sedersi sul banco polveroso.
-Lily...-fece lui cercando le parole giuste per non rovinare tutto.
-Si-rispose decisa la ragazza guardando i suoi occhi.
Aveva capito la sua paura,in fondo era la sua stessa paura,e non aveva perso tempo a rassicurarlo.
-Mi vuoi veramente?-le domandò ancora lui.
Lily sorrise e gli allontanò un ciuffo di capelli che ricadde puntualmente davanti all'occhio sinistro.
-Se tu vuoi me...-disse leggermente timorosa.
Daniel riavvicinò il viso a quello di lei e la baciò,cercando di far andar via tutte le paure residue.
-Certo che ti voglio scricciolo-le sussurrò poi ad un orecchio.
Lily sorrise,felice di non esser vista,e l'istante dopo le sue dita piccole e lunghe si avvicinarono alla camicia candida di Daniel,slacciando il bottone centrale.
Mosse la testa in modo che i loro occhi potessero incontrarsi:ora non aveva più paura.
Fece scivolare la camicia dalle spalle di Daniel,lanciando un veloce sguardo alla canottiera grigia che lui ancora indossava e che faceva risaltare maggiormente i muscoli del torace e delle spalle.
-Tutto merito degli allenamenti?-gli domandò cercando di scherzare.
Lui sorrise e imitò il suo gesto,mettendo in mostra il reggiseno color acciaio,senza però toglierle la camicia del tutto.
Fece salire una mano fino al collo,avvicinandola così a se e cercando le sue labbra,quasi non potesse essere separato da queste per troppo tempo.
Sistemato in piedi fra le gambe dischiuse di Lily,Daniel posò una mano sulla gamba più vicina, restando fermo per qualche istante in attesa di eventuali ripensamenti.
Ma lei non si tirò indietro,neanche quando la mano iniziò a salire verso la sua coscia,leggermente scoperta dalla corta gonna a piegoline dell'uniforme;al contrario allacciò le braccia attorno alla sua vita e fece scivolare un paio di dita della mano sinistra sotto la canotta a contatto con la pelle nuda della schiena.
Le labbra di Daniel,bisognose d'aria,si staccarono da quelle di Lily e seguendo la linea del collo scesero verso la gola e il torace raggiungendo così il caldo solco fra i seni,ancora coperto dal tessuto del reggiseno.
Sotto quelle attenzioni congiunte,Lily tremò,facendosi scappare un sospiro dalle labbra socchiuse, premendosi se possibile ancora di più contro di lui.
Nonostante avesse fantasticato per mesi su quel momento,immaginato nei minimi dettagli quello che avrebbero fatto o detto,ora si rendeva conto che niente era paragonabile alla realtà perchè nessun sogno era paragonabile all'avere Daniel fra le sue braccia.
La mano posata sulla sua coscia tornò a muoversi,insinuandosi sotto il tessuto della gonna a pieghe,entrando in quel luogo caldo e segreto dove nessuno finora si era mai portato.
Voltò la testa e cercò le labbra di Daniel che le vennero incontro con passione,quasi con impazienza.
-Adesso capisco tutta l'attrazione che hai per questo posto-commentò una voce cogliendoli completamente di sorpresa.
Terribilmente imbarazzata e spaventata dalla possibilità che fosse stato uno dei suoi fratelli a scoprirli,Lily interruppe il bacio e diede una veloce occhiata alla figura che era ancora ferma sulla soglia.
Non era nessuno dei suoi fratelli.
Ad una prima occhiata non le sembrava neanche di conoscerlo.
Ma allora perchè li stava fissando in quel modo così interessato?
-Si può sapere che ci fai qui?-domandò Daniel leggermente adirato.
-Tu devi essere Lily Potter-disse l'uomo ignorando il ragazzo come se non avesse mai parlato.
Lei annuì e fu allora che una lampadina si accese nella sua mente:non poteva essere altrimenti!
Voltò la testa e cercò lo sguardo di Daniel,che fissava l'uomo con sorpresa e astio,prima di tornare a incontrare i suoi occhi.
-Lily lui è Dean Thomas...Mio padre-le disse.

 

-Potter-
Avrebbe riconosciuto quella voce anche fra la confusione,nel caos più totale.
Soltanto lui sapeva dare quell'inflessione particolare al suo cognome.
Si voltò,incurante dello sguardo della Signora Grassa che continuava a spostarsi da lui al biondo alle sue spalle e lo guardò.
Era la prima volta in un mese che si ritrovavano uno di fronte all'altro:ma del resto cosa poteva aspettarsi?
Perchè avrebbe dovuto tornare sui suoi passi,dimenticarsi quello che gli aveva detto soltanto per uno stupido incidente che aveva rischiato di ucciderlo?
Non era tipico di Scorpius Malfoy.
-Malfoy-
Il ragazzo lo fissò qualche altro secondo in silenzio,uno strano sguardo negli occhi che lo portò a chiedersi cosa ci faceva lì,così lontano dai suoi "bassifondi" e dalla sua cerchia d'amici,con il rischio che qualche altro Grifondoro lo vedesse.
-Che ci fai qui?-si decise a chiedergli.
Scorpius fece un paio di passi in avanti verso di lui e alzò le spalle.
-Non lo immagini?-gli chiese a sua volta sibillino.
In quel momento Albus si odiò.
Odiò il suo cuore perchè aveva accellerato i battiti,odio i palmi delle mani perchè avevano iniziato a sudare più del dovuto e odiò quella stupida speranza che si era riaccesa con tre semplici parole.
Ma che gli importava adesso di Scorpius?
Lui aveva Emmett che lo rendeva felice e che lo faceva sentire amato come l'altro non aveva mai fatto...
Scosse la testa senza parlare,certo che se avesse aperto bocca la sua voce sarebbe stata tremula.
-Le ripetizioni-disse Scorpius quasi fosse la cosa più ovvia del mondo.
E a pensarci bene lo era.
Cos'altro poteva volere Scorpius Malfoy da lui ora che se lo era portato a letto?
Soltanto la sua "conoscenza"...
-Oh...Beh,non credo tu ne abbia bisogno.
I tuoi voti sono perfetti così come sono-disse cercando un modo gentile per tirarsi fuori.
L'ultima cosa che voleva era vederlo ogni due giorni,passare del tempo con lui in un posto semideserto e pieno di ricordi.
-Questo lascialo decidere a me,ok?
Ho toppato alcuni esami e mio padre non la smette più di darmi il tormento-disse con quel tono strafottente che gli era solito.
Albus annuì lentamente,sentendosi sempre di più in trappola.
-Capisco...-si limitò a dire.
-Allora cominciamo da venerdì?-chiese ancora il Serpeverde.
L'altro tornò a posare lo sguardo su di lui e incontrò per la prima volta i suoi occhi argentei che tante volte lo avevano eccitato e fatto tremare.
E che ancora una volta gli fecero scendere un brivido lungo la spina dorsale.
-Perchè proprio io?
Non sono il solo a dare ripetizioni...-disse cercando di fare un ultimo tentativo per tirarsi fuori.
Scorpius accennò un sorriso,quasi trovasse divertenti quelle parole.
-Dovresti saperlo che io scelgo soltanto il meglio.
Ci vediamo venerdì dopo cena?-gli chiese poi senza dargli il tempo per ribattere.
Albus sapeva di aver mille motivi per dire di no,per rifiutarsi,il buon senso gli gridava di voltargli le spalle e di entrare nella Sala Grande senza neanche rispondergli.
Ma c'era qualcosa di più forte del buon senso,qualcosa che non riusciva a spiegarsi e che non riusciva a zittire.
Annuì lentamente,gli occhi ancora sul volto del biondo.
-Venerdì.
Ma mettiamo subito in chiaro una cosa:questa volta le cose andranno diversamente-volle precisare subito per non doversene pentire in seguito.
Ancora una volta,Scorpius accennò un sorriso,portando l'altro a chiedersi cosa trovasse di tanto esilarante nelle sue parole.
-Su questo puoi giurarci
A venerdì Potter-
Senza dargli il tempo di ribattere per quelle ultime parole,Scoprius gli voltò le spalle e si allontanò lungo il corridoio.

 

 

SAlve a tutti!!!

Come state?Siete contenti di essere tornati ad Hogwarts?

Prima di iniziare volevo avvertirvi che qst sarà l'ultimo capitolo,almeno x un pò:me ne vado in vacanza fino a ferragosto(anke noi "scribacchini" alle volte abbiamo bisogno di una pausa);vi ho avvertito cs anche voi potete godervi in pace le vostre vacanze senza dovervi preoccupare del nuovo aggiornamento.

Dunque veniamo a noi...Chi l'avrebbe detto che il ns Serpeverde avrebbe trovato un alleato?

Ma a quanto pare nessuno è molto amante del povero Emmett(tra cui la sottoscritta!)...La domanda è:riuscirà Scorpius a dimostrare ad Albus quello che prova veramente x lui,senza rovinare tt di nuovo?

E che dire di Rose?Dopo tanta sicurezza e intraprendenza anche lei ha avuto il suo momento di insicurezza...Speriamo che tutto si aggiusti per il meglio.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e mi scuso x eventuali errori di ortografia o di battitura.

E ora i ringraziamenti:Baby LaLe(Grazie x i complimenti!Tu metteresti un cerino vicino alla polvere da sparo?E' qst la sensazione che vive Rupert in qst momento:lo fa star male la sola idea che possa succedere di nuovo qlcs fra Seamus e Dean),Lotti_(Ron ed Herm in qst momento vivono una fase regressiva:sn tornati adolescenti,qnd ogni loro gesto era fatto x ferire l'altro e x farsi notare.Fortuna ke presto riceveranno un'aiuto da qlcn + saggio di loro!), IRE'89(Chi,in buona fede può dire di essere rimasto lo stesso di dieci o anche solo 5 anni fa?Lo stesso vale x Dean;i suoi sentimenti x Seas ci saranno sempre,ma far rivivere quel triangolo nn porterebbe niente di buono x nessuno dei tre,soprattutto xkè Seamus adesso sa cosa perderebbe...Che posso dire in difesa di Harry Potter?Se fosse diverso,forse nn ci piacerebbe neanke!Certe volte fa degli errrori clamorosi x rimettere a posto le cose giusto l'attimo prima che tt vada a rotoli;sai credo ke Ron un pò abbia sperato che i suoi figli gli kiedessero di conoscere Eliza...Del resto l'ingenuità è sempre stata una parte predominante del suo carattere),Tonks'17(Bentornata!!!!Come stai?NN te l'aspettavi l'arrivo di Dean,vero?Beh,dopo l'incontro cn Seamus sarebbe stato proprio una bestia a non interessarsi ai problemi del figlio, anke se forse avrebbe dovuto scegliere un momento migliore...La prima reazione è la+ difficile,qll ke forse ricorderai x tt la vita:conoscendo i gemelli,e l'importanza che James da al suo ruolo di primogenito,sapevo che doveva essere lui qll + calmo,qll pronto a controllare le frasi inconsulte e sbagliate del fratello,cm è stato effettivamente,xevitare che la situazione degenerasse;Harry e Ginny,2 il mio parere,sn un pò il simbolo dell'amore,cs come lo stanno diventando Ronald e Rebecca,ma anke l'amore + perfetto alle volte ha bisogno di uno scossone...Mi dispiace che ci sia andato di mezzo Al,ma cs almeno abbiamo svegliato ql testone di Scorpius!)

Bene,prima di lasciarvi,io vi auguro buone vacanze,specialmente a quelli che sn ancora nelle città e vi dò appuntamento al prox capitolo...

"Coffee and Cigarette"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 31
*** It ain't over till is over ***


ain't it over till is over

 

"Al vento che cambia
e cambia la vita
a quando mi prendi
e tocco il cielo con le dita
e intanto che dormi
arriva domani
e ancora ti svegli qui nelle mie mani"


-NO,NO E POI NO!-
Era da più di un ora che discutevano sullo stesso argomento,senza fare il minimo passo avanti.
Ma come avrebbero potuto se continuavano a portare avanti il proprio punto di vista,discordante da quello dell'altro,senza neanche provare a venirsi incontro?
Del canto suo Albus non riusciva a spiegarsi perchè quell'esplosione da parte di Emmett:gli aveva parlato delle nuove lezioni che avrebbe avuto con Scorpius subito,praticamente l'attimo dopo aver lasciato il Serpeverde,e aveva creduto che il ragazzo avesse accettato la cosa di buon grado...
Ma forse era stato troppo ottimista.
Del resto anche lui,se fosse stato al posto di Emmett,avrebbe avuto qualche rimostranza,ma certamente non avrebbe preteso di prendere parte a quelle lezioni neanche fosse un bambino che ha bisogno di controllo.
-Ti ho già spiegato perchè non puoi prendere parte a queste lezioni-gli ripetè ancora una volta cercando di mantere calmo il tono di voce.
Emmett affondò i denti nella parte interna del labbro inferiore e sembrò sfidarlo per qualche istante,prima di emettere un suono beffardo e quasi derisorio.
-E questo cosa vorrebbe dire?-fece Albus alzando un sopracciglio.
-Credi che io sia nato ieri?-gli domandò poi l'altro alzandosi in piedi dalla propria sedia e fissando gli occhi verdi del moro.
-Se è così te li porti proprio male...-scherzò Al cercando di sollevare l'atmosfera.
-Non provarci!-lo bacchettò l'altro.
Al sospirò e scosse la testa.
-No,non sei nato ieri!Contento?-
Emmett annuì con gesto deciso.
-Quindi credi veramente che mi beva la storia delle ripetizioni?
Quello lì sta cercando solo un modo per infilarsi di nuovo nelle tue mutande...-disse Emmett con enfasi.
-Cosa?Ma se è stato lui a lasciarmi!Perchè ora dovrebbe volere una cosa del genere?-gli fece notare Albus,cercando di nascondere dietro un sorriso divertito l'incredulità.
-Beh,ora sei diventato popolare...-ribattè l'altro.
Albus lo guardò qualche secondo senza capire,prima che una lampadina facesse luce al suo cervello:era stato il suo incidente a farlo diventare popolare?
Aver rischiato di morire lo aveva reso appetibile agli occhi di altri ragazzi senza che lui neanche se ne accorgesse?
-Quindi,per evitare qualsiasi possibile riavvicinamento da parte sua,è meglio che ci sia io a controbattere ai suoi colpi bassi-continuò Emmett atteggiando il viso ad un sorriso convinto.
Il moro lo guardò per qualche istante in silenzio,la mente ancora alle parole dette poco prima da Emmett.
-Credi che non sia capace di rifiutare un'avance indesiderata da solo?-gli domandò con voce calma,ma fredda.
Il sorriso sparì dal viso di Emmett e Albus lo vide accigliarsi.
-Cosa?No,io non ho detto questo-si affrettò a riparare.
-Davvero?A sentirti sembrava che Scorpius avesse approfittato di me senza che io potessi far niente per fermarlo,invece credimi il più delle volte era lui a dovermi staccare a viva forza-
Sapeva di aver detto qualcosa di volutamente cattivo,ma non gli importava,del resto anche Emmett poco prima aveva fatto lo stesso.
Vide chiaramente quando il viso del ragazzo si indurì in un'espressione fredda,che doveva essere speculare alla sua.
-Quando non era troppo occupato a trattarti come uno zerbino-disse poi,incrociando le braccia all'altezza del petto,quasi a volersi riparare dai prossimi colpi.
-Tu conosci bene quella sensazione,vero?-ribattè Al senza esitazione.
Emmett restò in silenzio qualche secondo,lo sguardo nei suoi occhi,prima di alzare le spalle.
-Sai che ti dico?Vaffanculo!Vuoi ricominciare a fargli ripetizioni sapendo quello che hanno provocato la prima volta?
Fallo!-disse voltandosi verso il banco dov'era aperto il suo libro di Storia della Magia e recuperandolo-Ma poi non ti aspettare che io sia lì ad ascoltare i tuoi piagnistei sul modo in cui ti ha trattato!-
Albus lo osservò voltargli le spalle ed avviarsi verso la porta dell'aula,chiedendosi se era il caso di dire o fare qualcosa per rimediare a quel litigio,e quando lo vide voltarsi pensò che anche lui aveva avuto la stessa idea.
-Ah,un'altra cosa...Io non sono mai stato lo zerbino di nessuno.
Nè di Scorpius Malfoy nè tantomeno il tuo-

 

Per anni,osservando le liti fra i suoi genitori aveva pensato che da un momento all'altro sarebbe arrivata quella conclusiva e tutto sarebbe finito.
Con il passare del tempo,invece,le liti erano continuate,dandole l'idea che fosse proprio quello di cui i suoi genitori avevano bisogno per portare avanti il loro rapporto:del resto non era iniziato proprio nello stesso modo?
Certo poi la vita le aveva dimostrato il contrario,ma erano giorni che ormai rifletteva sulla difficoltà dei rapporti:se i suoi genitori erano riusciti a mandare avanti un matrimonio per vent'anni,litigando ogni santo giorno anche per la cosa più insulsa,amandosi lo stesso moltissimo,forse lei e James avevano speranza.
Dopo la loro lite non avevano più parlato di quell'argomento,anzi era più esatto dire che lui la stava evitando il più possibile.
Egoisticamente,scorgendo il modo patetico in cui cambiava strada quando la incontrava o evitava di rivolgerle la parola quando erano insieme,si sentiva ferita:era lo stesso ragazzo di cui era innamorata?
Però poi si ricordava che non era la sola a soffrire in quella storia e che,in quel particolare caso,James stava soffrendo di più e per colpa sua.
Ma non riusciva a controllare le sue paure:erano mesi che la loro storia andava avanti,ma solo ora si rendeva conto che entrambi avevano chiuso gli occhi alle evidenti difficoltà.
Credevano veramente di poter annunciare la loro relazione alla famiglia sperando che questa non provocasse nessuno scompiglio?Conoscendo suo padre avrebbe iniziato a urlare e a puntare il dito contro James neanche avesse di fronte un pervertito.
E per lei quale sarebbe stata l' "incriminazione"?Cosa avrebbero pensato di lei lo zio Harry e la zia Ginny?
Al momento le era impossibile sperare in un futuro roseo con James,forse anche per colpa dei suoi genitori e di quello che era successo fra di loro:come poteva andar bene fra lei e James con il suo corredo genetico?
Magari era geneticamente "programmata" per il tradimento come suo padre o all'abbandono come sua madre...Che avrebbe fatto se James l'avesse lasciata o fosse andato con un'altra?
-Ti disturbo?-
Rose sobbalzò e voltò la testa verso la sua destra,da dove proveniva la voce,accennando un sorriso stentato quando vide Hugo,in piedi accanto a lei.
-Scusa non volevo spaventarti-disse subito lui.
Rose scosse la testa,sperando di rassicurarlo,e gli fece cenno di avvicinarsi e di sedersi accanto a lui.
-Tranquillo,ero solo sovrappensiero...Che ci fai qui?-gli domandò abbracciandosi le ginocchia con entrambe le braccia.
Hugo alzò le spalle,portando lo sguardo al Lago Nero a pochi metri di distanza da loro.
-Ti ho cercato un pò in giro e poi mi sono ricordato che ti piace venire qui quando sei pensierosa...O quando hai qualche problema-aggiunse tornando a posare lo sguardo sul volto della sorella.
Lei accennò un lieve sorriso e abbassò lo sguardo sul tessuto della gonna,lasciando che i riccioli la nascondessero dallo sguardo del fratello.
-Allora ho indovinato...E io che ho buttato a caso!-scherzò lui.
Rose,indispettita,gli diede una piccola spinta che non lo smosse minimamente e che lo fece ridere.
-Idiota!-mugugnò poi fra i denti.
-Me lo dici?-chiese lui senza darle ascolto.
-Dirti cosa?-
-Che problema hai-disse Hugo quasi fosse la cosa più ovvia del mondo.
Rose aggrottò la fronte in un espressione scandalizzata e scosse la testa.
-E perchè dovrei parlarne con moccioso come te?-lo prese in giro.
Hugo alzò gli occhi al cielo,stufo di sentirsi apostrofare in quel modo e lasciò che il silenzio cadesse di nuovo fra di loro per qualche istante.
Poi Rose si ricordò di quello che le aveva detto il fratello poco prima e tornò a voltarsi verso di lui.
-Hai detto che mi stavi cercando...E' successo qualcosa?-gli domandò,la mente già volta alle peggiori catastrofi.
Hugo scosse la testa e si sistemò nella sua stessa posizione prima di incontrare lo sguardo della sorella.
-Forse ho trovato un modo per far tornare insieme mamma e papà...-le disse.
Lei aggrottò la fronte,chiaramente dubbiosa.
-Lo so che adesso sembra l'impresa più difficile del mondo,ma prima stavo parlando con Samuel di questa cosa e...-
-Hai parlato con qualcuno dei problemi della nostra famiglia?-lo interruppe la sorella con tono di rimprovero.
-Vuoi farmi credere che tu non lo hai fatto?-ribattè lui sicuro.
Ovviamente non potè ribattere a quelle parole.
-Va avanti-disse semplicemente.
Hugo,un sorriso soddisfatto sulle labbra,annuì.
-Ti dicevo,ne stavo parlando con Samuel e è venuto fuori che anche i suoi genitori hanno avuto un periodo difficile...Addirittura avevano preparato le carte per il divorzio-le raccontò.
-E come hanno fatto a venirne fuori?-domandò lei curiosa.
-Un consulente matrimoniale-annunciò il ragazzo.
Rose aggrottò la fronte,poco sicura di aver capito bene.
-Cosa?Che cos'è?-
-Credo sia l'ultima spiaggia quando i matrimoni babbani sono in crisi...E' un medico da cui le coppie in crisi vanno e,parlando dei loro problemi,riescono a salvare il loro matrimonio-spiegò alla sorella,ricordando le parole di Samuel.
Rose si morse l'angolo destro del labbro inferiore pensierosa.
-Funziona?-domandò poi.
-Per i genitori di Samuel ha funzionato-
Lei annuì lentamente,riflettendo sulla possibilità:poteva veramente essere quella la chiave per salvare il matrimonio dei suoi genitori?
-In fondo peggio di così non può andare,no?-le fece notare Hugo.
Rose si trovò d'accordo con lui:finora avevano lasciato che a gestire la situazione fossero, giustamente,i loro genitori,ma il loro comportamento non aveva portato a nessun risultato.
Quindi forse era ora di prendere in mano le redini della situazione...

 

La cosa che preferiva di più degli allenamenti era la lunga doccia che lo aspettava al termine.
Gli piaceva restare a lungo sotto il getto caldo,lasciando che l'acqua e il vapore portassero via la sporcizia e la stanchezza di quel nuovo allenamento,risvegliando i muscoli indolenziti e dando nuova carica al suo cervello.
Se ne aveva la possibilità restava anche per intere mezz'ore nella doccia degli spogliatoi,finendo così per esser l'ultimo della squadra a cambiarsi e a rientrare nei sotterranei.
Tutti ormai conoscevano quella sua mania e non si preoccupavano più quando non lo vedevano rientrare subito insieme agli altri.
Anche quella sera,dopo l'allenamento durato quasi due ore,si sistemò sotto la doccia e chiuse gli occhi,dimenticando il resto del mondo.
Il mese d'aprile,nonostante avesse portato con sè i primi accenni della stagione calda,era ancora freddo e Luke dovette lavorare parecchio per sciogliere tutte le articolazioni anchilosate dal vento freddo.
Le spalle rivolte all'entrata della doccia,il rumore dell'acqua che scrosciava su di lui nelle orecchie non si accorse del lieve rumore della porta che scivolava sui cardini.
Una figura scivolò nella stanza e osservò il ragazzo,completamente concentrato su sè stesso e ignaro della presenza dell'intruso,intento a canticchiare una canzone fra i denti e ad insaponarsi il torace largo.

"And we can built this world togheter
 sing this song forever,
nothing's gonna stop us now"

La figura si mosse in punta di piedi fino alla doccia occupata da Luke e,liberatasi dell'accappatoio che le copriva il corpo nudo,mise un piede sulle mattonelle bagnate.
Fu solo allora che Luke si accorse di qualcosa di diverso e,dopo essersi zittito,voltò il busto per guardarsi attorno nello spazio ristretto e si accorse della presenza pochi passi da sè.
-PER SALAZAR BENEDETTO!!!-esclamò sobbalzandò,il cuore che per lo spavento raddoppiò i suoi battiti.
-Ciao tesoro...-lo salutò con voce calma l'intrusa.
Con espressione truce sul volto,Luke si voltò completamente verso di lei e la fissò pochi secondi prima di afferrarle il braccio e spingerla fuori dalla doccia.
-Esci immediatamente da qui!-le intimò.
-Andiamo,cos'è questa timidezza improvvisa?-domandò lei,un sorriso ironico sul volto.
Irritato,Luke chiuse il rubinetto della doccia e afferrò l'asciugamano che aveva lasciato a poca distanza,avvolgendolo subito attorno alla vita.
Tutto il contrario dell'ospite indesiderata che continuò,imperterrita,a restare nuda davanti a lui.
-Tu invece non sai proprio cosa sia,vero?-le domandò camminando a passo veloce per raggiungere lo spogliatoio.
-Credo sia eccessivamente sopravvalutata-gli disse entrando a sua volta nello spogliatoio maschile.
-Che ne dici di piantarla Mandy e di metterti qualcosa addosso?-
La ragazza lo fissò per qualche istante poi alzò le spalle.
-No,non penso che lo farò...-
L'attimo dopo gli voltò le spalle,mostrando un perfetto sedere,ed andò a sedersi ad una delle panche.
Luke la vide sedersi in posizione eretta,le gambe accavallate,con entrambe le mani posate sul ginocchio sinistro,un espressione fiera sul volto.
Cosa si aspettava che succedesse adesso?
Credeva che fosse assalito da un'irresistibile desiderio di stare con lei soltanto perchè l'aveva vista nuda?
Sicuramente non era il primo,e non sarebbe stato neanche l'ultimo...
-Fa come ti pare...-le disse con tono disinteressato,prima di voltarle le spalle e avvicinarsi alla sua borsa per prendere i vestiti puliti.
Con ancora l'asciugamano avvolto attorno ai fianchi si infilò i boxer per poi passare alla canottiera, quasi dimenticandosi della presenza della ragazza nello spogliatoio.
Ci pensò lei a ricordargliela,ovviamente.
-Siamo destinati a stare insieme,lo hanno deciso i nostri genitori-gli ricordò.
-Non è detto che accada-le fece notare lui.
Una risatina beffarda arrivò alle sue orecchie,facendolo girare sul busto per lanciarle un'occhiata veloce.
-Credi di essere tanto potente da metterti contro tuo padre?-gli domandò.
Luke scosse la testa.
-Non si tratta di questo...Io sono suo figlio e non c'è niente più importante di me per lui.
Anche se adesso non accetta la mia storia con Alice,prima o poi lo farà,perchè si accorgerà che non c'è niente a cui io tenga di più-disse Luke sincero.
Questa volta Mandy rise ad alta voce,senza neanche cercare di controllarsi,attirandosi un'occhiata perplessa di Luke.
-Sei ancora più idiota di quanto credevo-gli disse alzandosi in piedi e andando verso di lui.
-Come ti permetti?-
-Sta zitto e ascoltami!
Per quanto tuo padre possa amarti,non metterà mai in gioco la reputazione della famiglia Zabini accettando una Weasley come parte della famiglia.
Andiamo una traditrice del suo stesso sangue...-commentò con una smorfia.
-Non credi sia ora di lasciar perdere queste vecchie faide?-ribattè Luke cercando di mantenere la calma.
-Già,tu ci sei riuscito benissimo...Peccato che non siamo tutti come te.
Puoi fare quello che vuoi con quella ragazza,divertirti finchè non ti sarà venuta a noia,ma togliti dalla testa di riuscire a sposarla un giorno-gli disse fermandosi di fronte a lui e poggiando una mano sulla spalla sinistra del ragazzo.
Per qualche istante,Luke si chiese se sarebbe stato troppo sottrarsi anche a quel minimo contatto, così decise di restare immobile e ascoltare quello che Mandy aveva ancora da dirgli.
Ma la ragazza lo spiazzò muovendo velocemente il viso e posando violentemente le labbra sulle sue per un bacio inaspettato.
Quando si staccò,uno sguardo fiammeggiante era apparso negli occhi di Luke,furioso per essere stato preso alla sprovvista,e forse proprio per quel sentimento,Mandy sorrise soddisfatta.
-Perchè che ti piaccia o no tesoro,io e te finiremo per stare insieme...-
E anche se una parte di sè stesso si aggrappava alla speranza che tutto si sarebbe risolto presto, un'altra parte,quella più grande,sapeva che Mandy stava dicendo la verità.

 

Dean Thomas si era fermato ad Hogsmeade per un intero week-end.
La versione ufficiale che diede al figlio fu che doveva presenziare ad una premiazione e che aveva deciso di passare a fargli un saluto,non immaginando minimamente di trovarsi davanti uno spettacolo simile.
E Daniel,nonostante le lacune che accompagnavano quella spiegazione,aveva deciso di credergli,o almeno di far finta.
Era tornato alla quotidianità sperando che suo padre non si intromettesse più nella sua vita, concentrandosi su Lily sperando di recuperare il tempo perso per colpa delle intromissioni dei rispettivi genitori.
Non aveva lontanamente sospettato che suo padre dicesse la verità,almeno finchè lui non gli chiese di accompagnarlo sventolandogli davanti agli occhi il biglietto d'invito.
-Cosa?Io credevo...-aveva farfugliato Daniel sorpreso.
-Che fosse una balla,lo so:te lo si leggeva in faccia.
Invece si premieranno le migliori promesse del Quidditch,ci saranno talent scout e allenatori delle più importanti squadre della Premier League.
Potrebbe essere una buona occasione per iniziare a stringere qualche rapporto di lavoro-aveva detto suo padre.
Daniel aveva sospirato chiaramente scocciato,cercando al volo una scusa per tirarsi fuori.
Ma,conoscendo le sue intenzioni,il padre aveva calato il suo asso nella manica:il senso di colpa.
-Avanti!In fondo me lo devi,no?-
Così Daniel non aveva potuto fare altro che alzare le spalle e acconsentire in silenzio.
Glielo doveva,no?
Quella stessa sera,perfetto in uno smoking nero con cravatta color perla,dopo aver ricevuto i complimenti dei suoi amici e di Lily,si era smaterializzato insieme a suo padre a quella festa.
Tutti i pezzi grossi dello sport erano lì,pronti a stringere mani e a dare pacche amichevoli sulle spalle,suggellando così contratti milionari che vincolavano un giocatore ad una squadra.
-Questa sera ti concedo di bere lo champagne...Del resto hai quasi diciassette anni,è ora che anche tu impari a goderti la vita-gli disse suo padre prima di piazzargli una fluete nella mano destra e fare un sorriso a qualche estraneo fra la folla.
Spinto dalla curiosità,Daniel poggiò le labbra sul freddo vetro e bevve un sorso di champagne, trovandolo insapore,simile alla gazosa.
-Figliolo,è ora che tu cominci a venderti un pò in giro-gli disse poi suo padre.
-Cosa dovrei fare?-domandò Dan confuso.
Dean alzò le spalle.
-Fai un giro per la sala,fa finta di ascoltare qualche noioso discorso...Quello che ti pare,ma fa che la gente si accorga di te!-gli disse togliendogli il bicchiere da mano.
L'attimo dopo gli aveva dato una spinta leggera e lo aveva spinto in avanti fra la folla,sparendo subito dopo.
Daniel fece come gli era stato detto,ridendo alle barzellette,intervenendo e dando la sua opinione in un discorso fra un gruppo di giocatori che parlavano di scope volanti,e stringendo qualche mano.
Tutto perchè suo padre fosse soddisfatto di lui.
Non era la prima volta che partecipava a feste simili,ma ogni volta sentiva sempre più forte dentro di sè la convinzione che quello non fosse il suo mondo,che non avrebbe passato il resto della sua vita a contatto con quelle persone così falsamente amiche.
Sperava soltanto di trovare un modo per spiegarlo a suo padre senza che questo fosse deluso.
-Tu sei il figlio di Dean Thomas,vero?-gli domandò ad un certo punto della serata un uomo oltre la quarantina,con baffi neri arricciolati ed una tunica su cui spiccava lo stemma dei Cannoni di Chudley.
Daniel si limitò ad annuire.
L'uomo si aprì in un sorriso radioso e si affrettò a stringergli la mano con irruenza.
-Ragazzo sono veramente felice di conoscerti-gli disse.
Sorpreso Dan aggrottò la fronte,cercando allo stesso tempo di liberare la mano,ancora intrappolata nella stretta dell'uomo.
-Abbiamo tanto sentito parlare di te,e alcuni nostri osservatori sono venuti ad vederti giocare ad Hogwarts...-
-Scusi ma non credo di capire...-lo interruppe il ragazzo,sfilando finalmente la mano dalla stretta.
L'uomo lo guardò sorpreso per qualche istante,prima di far tornare il sorriso di poco prima sul volto e annuire.
-Hai ragione,scusami.
Ero talmente felice di fare la tua conoscenza da saltare le presentazioni...Io sono Ruther Gloss,il Presidente dei Cannoni di Chudley-gli disse in tono più controllato.
Daniel fece un piccolo inchino con la testa in silenzio.
-Molto onorato-disse poi ricordando le buone maniere.
-Capirai adesso il motivo del mio entusiasmo,anzi credevo di trovarne in ugual misura anche in te, ma a vederti sembri estremamente tranquillo-disse leggermente pensieroso.
Poi una luce si accese sul suo volto,portandolo a sorridere di nuovo.
-Tu ancora non lo sai,vero?Tuo padre ancora non te lo ha detto!-esclamò al massimo della gioia.
-Dirmi cosa?-
-Che sei stato accettato al campo estivo dei Cannoni.
Passerai un'intera estate con la squadra e gli allenatori ufficiali-annunciò Gloss.
Il volto di Daniel si pietrificò.
Era stato accettato al campo estivo senza neanche aver fatto domanda?Senza passare le selezioni preliminari?
Nelle orecchie il chiacchiericcio allegro di Gloss,Daniel alzò lo sguardo sulla folla e l'attimo dopo non ebbe più bisogno di spiegazioni:appoggiato alla parete opposta,circondato dai suoi amici e ex compagni di squadra,suo padre osservava il colloquio che si stava svolgendo fra lui e Gloss.
Per non perdersi la sua espressione quando avrebbe saputo la notizia.
La mascella di Daniel si indurì e un'espressione fredda apparve sul suo volto.
-Mi scusi-disse distratto a Gloss,senza curarsi dell'espressione sorpresa dell'uomo.
Spintonando la folla riuscì a farsi strada fino alla porta e ad uscire nel corridoio,senza neanche aver ben chiaro dove andare.
Si avvicinò ad una finestra aperta e fissò il giardino interno su cui si affacciava.
Aveva solo voglia di tornare ad Hogwarts,di mandare indietro il tempo per evitare quel momento, quella sensazione.
Quel sentimento di inadeguatezza che lo coglieva ogni volta era con suo padre...
-Che ci fai qui?-gli domandò la voce di suo padre a pochi passi di distanza.
Continuando a voltargli le spalle,Daniel restò in silenzio per qualche secondo,cercando di controllare la rabbia che lo assaliva anche al suono della sua voce.
-Avevo bisogno d'aria-gli disse,certo che avrebbe riconosciuto la sua bugia.
Il silenzio fece loro compagnia per qualche altro istante prima che Dean parlasse per primo.
-Hai ragione,era veramente affollato lì dentro.
Ah proposito,congratulazioni!-gli disse dirottando il discorso sull'argomento principale.
Daniel strinse i pugni fino a sbiancare le nocche,ripetendosi mentalmente che doveva calmarsi,che non era il caso di fare una scenata in un luogo pubblico.
-Non potevi sperare di meglio figliolo.
Il campo estivo dei Cannoni è il "nirvana" per ogni aspirante giocatore di Quidditch..-
-Smettila-mormorò a mezza voce Daniel,senza farsi sentire dal padre.
-Magari vivendo per un mese e mezzo con loro finisce che ti fai notare prima del tempo ed entri in squadra direttamente a settembre.
Potresti essere il più giovane giocatore della squadra dal 1964...-continuò imperterrito Dean.
-Smettila-
-L'unica cosa negativa è che a quell'età non sei capace di gestire la fama,i fan...le ragazze-aggiunse con un sorriso malizioso che Daniel non vide.
Il ragazzo chiuse gli occhi,irrimediabilmente vicino a perdere il controllo.
-Ma non preoccuparti di questo...Ci sarò io ad aiutarti a gestire tutto-
-SMETTILA!!-urlò Daniel voltandosi per fronteggiare il padre faccia a faccia.
Trovandosi di fronte il sorriso sicuro di suo padre e non l'espressione confusa che credeva avrebbe provocato la sua reazione.
-Allora ti è rimasto un pò di sangue nelle vene,mi chiedevo quanto ancora sarei dovuto andare avanti-commentò.
Incurante di quelle parole,Daniel fissò lo sguardo sul volto del padre e prese un respiro profondo.
Era venuto il momento di mettere le cose in chiaro una volta per tutte,prima che la rabbia svanisse portandosi con sè anche il coraggio.
-Io non sono te-iniziò.
Forse non era la cosa più giusta da dire per aprire un discorso,ma era la prima cosa da mettere in chiaro.
Suo padre restò in silenzio,fissandolo attento.
-A me non interessa niente degli allenamenti,delle partite di Quidditch,dei mille modi diversi per smarcare un avversario o per evitare un bolide.
Ho la nausea di tutta questa roba fin da quando avevo sei anni!-gli confessò.
Il cuore gli batteva senza sosta nei timpani,dandogli l'impressione che tutti,da suo padre all'ultimo cameriere alla festa,potessero sentirlo.
-L'ho fatto soltanto per te...Perchè te lo dovevo.
Ho continuato a farlo anche quando ho scoperto la storia della mia nascita ed il motivo per cui la mamma non riesce a guardarmi in faccia.
L'ho fatto per ringraziarti di tutti gli anni che mi sei stato vicino e ti sei preso cura di me...Ma ora non intendo più farlo-disse con voce decisa,che non ammetteva repliche.
Lo sguardo di Dean non aveva vacillato neanche un attimo sotto quelle parole,continuando a rimandargli uno sguardo fermo e sicuro.
-Io non appartengo a questo mondo,non mi ci vedo a leccare il culo a questi vecchi idioti solo per avere un contratto migliore o un nuovo ingaggio.
So che il mio posto è altrove-
-Scommetto all' Accademia per Auror-disse il padre parlando per la prima volta.
Daniel annuì senza esitazione.
-Sono il migliore del mio corso,l'unico ad essere stato invitato ai corsi estivi dell' Accademia per tre anni di fila.
Parteciparvi significherebbe mettere una grande ipoteca sul futuro una volta finiti gli studi ad Hogwarts-gli disse in tono pratico.
Dean lo fissò per qualche istante in silenzio,prima di fare un passo verso di lui.
-E la signorina Potter che ruolo ha in tutto questo?-gli domandò.
Daniel si era accorto del lieve cambiamento nella voce del padre,diventata ora leggermente più accomodante,e si concesse un sorriso.
-Lei è la parte più importante del mio futuro-disse sicuro.
-Addirittura!-fece il padre lasciandosi andare ad un sorriso divertito.
Il ragazzo scosse la testa di fronte all'ilarità paterna,a dimostrazione dei suoi veri sentimenti.
-Non sto scherzando!So che possono sembrarti le solite frasi di un ragazzino alla prima cotta,ma so che questa è una storia seria...
E' qualcosa di importante:a Lily basta uno sguardo per capire ogni mio stato d'animo,ma è anche l'unica persona al mondo capace di farmi infuriare per una sola parola-gli disse con voce matura.
-Che ne pensa di quest'idea dell'Accademia di Auror?-gli domandò il padre.
Daniel sorrise leggermente.
-E' orgogliosa di me...Ma non sa darsi pace all'idea di dover passare tutta l'estate separati-gli spiegò ricordando una conversazione avuta con la ragazza poco tempo prima.
Suo padre accennò un sorriso,prima di tornare a fissarlo in volto con espressione concentrata.
-Perchè non mi hai parlato dei problemi che ti ha causato Harry Potter?-gli domandò poi,curioso di trovare risposta a quell'interrogativo.
Dan sorrise,per nulla sorpreso che anche lui sapesse di quello che era successo con il padre di Lily.
-Le voci girano...-commentò-Ho pensato di non parlartene perchè conoscendoti,sapevo che saresti andato a chiedere spiegazioni al signor Potter,rischiando di litigare,e quindi di peggiorare le cose.
Così ho deciso di cavarmela da solo,almeno per quello che mi era possibile-gli spiegò in poche parole.
L'uomo si ritrovò nella descrizione che il ragazzo aveva dato di lui e delle sue reazioni e convenne con lui:forse era stato meglio tenerlo all'oscuro di ciò che stava succedendo.
Era già da un pò che si erano allontanati dalla festa ed entrambi erano segretamente sorpresi che nessuno fosse ancora venuto ad interrompere quel "momento padre-figlio",cercando dell'uno o dell'altro.
Uno scoppio di risate giunse fino a loro e portò Dean a voltarsi verso la sala per qualche secondo.
-Forse faresti meglio a rientrare...-disse Daniel,le mani affondate nelle tasche dei pantaloni.
In attesa del verdetto.
Il padre si prese solo pochi secondi ancora per decidere,un'ultima domanda ancora da porre al ragazzo.
-E' veramente quello che vuoi?-gli domandò cauto.
Senza la minima esitazione,il ragazzo annuì.
Dean sospirò e annuì lentamente,sovrappensiero.
-Allora faresti meglio a tornare al castello!
Si sta facendo tardi e domani hai lezione-
Daniel guardò suo padre,poco sicuro di aver capito bene,ritrovando lo stesso sorriso sicuro che poco prima lo aveva indispettito.
E che ora era il simbolo della sua vittoria.
Fece un cenno con il capo verso il padre e l'attimo dopo si era smaterializzato.
Entrò nel castello e in breve tempo,spinto dall'adrenalina,salì fino alla torre,trovandosi faccia a faccia con il ritratto della Signora Grassa.
Dato l'orario,la Sala Comune era avvolta nel silenzio,interrotto dal rumore delle fiamme scoppiettanti del fuoco magico nel camino e solo dopo aver fatto un paio di passi nella stanza si accorse della figura acciambellata sul divano parzialmente nascosta da una coperta.
-E tu che ci fai ancora in piedi?-domandò sorridendo istintivamente.
Lily,in pigiama, alzò lo sguardo dal libro poggiato sulle sue ginocchia e in meno di un secondo si ritrovò in piedi accanto al divano,gli occhi attenti su di lui a studiarlo,per carpire ogni piccolo cambiamento da quando era uscito poche ore prima.
-Ti aspettavo-disse semplicemente.
Daniel si avvicinò a lei,togliendosi la giacca del completo e abbandonandola sul divano.
-Allora com'è andata?-lo incalzò la ragazza senza staccargli gli occhi di dosso.
Senza parlare,Daniel allungò un braccio fino a stringere una mano di Lily nella sua,sentendosi sollevato per quel semplice gesto.
Era libero da tutte quelle preoccupazioni che lo avevano assillato per anni.
Poteva finalmente iniziare un nuovo capitolo della sua vita.


Aveva capito fin dalla prima occhiata che qualcosa non andava.
Era entrato in biblioteca con lo sguardo basso,senza rispondere al suo saluto e gettando i libri sul tavolo in malo modo.
Per poi lasciarsi cadere sulla sedia di fronte a lui.
-E' un piacere ritrovarti Potter...Mi mancavano queste tue maniere da elefante-scherzò Scorpius.
Si era imposto di seguire un rigido programma:sapeva che,se avesse ricominciato subito con le sue avances,andava incontro al fallimento.
E lui non poteva permetterselo.
-Che ne dici di chiudere il becco e aprire i libri?-lo apostrofò Albus a sua volta.
Nonostante il tono di voce l'avesse leggermente indispettito,Scorpius decise di non ribattere e di fare come lui aveva "ordinato",dandogliela vinta almeno per una volta.
Con la coda dell'occhio lo vide tirare fuori i libri dal suo zaino e disporli sul tavolo in ordine di grandezza,dal più grande al più piccolo.
Rialzò lo sguardo dal libro che aveva fra le mani e,cercando di apparire disinvolto,gli lanciò una lunga occhiata,godendosi quella nuova vicinanza:da quel solo sguardo si accorse dei capelli neri più lunghi,delle lievi occhiaie che erano apparse sotto gli occhi verdi e del piccolo taglio che aveva sul collo,poco sotto l'orecchio destro,forse causato da una disattenzione durante la rasatura.
-Quali sono le materie che devi recuperare?-gli domandò rialzando improvvisamente gli occhi dalla fila di libri e incontrando quelli grigi del biondo.
-Eh?...Ah...Erbologia e Storia della Magia-disse pensando alle prime due materie su cui si erano impegnati di più nei mesi precedenti.
-Ancora?Ma come è possibile Scorpius,ci abbiamo lavorato così tanto i mesi passati!-fece l'altro con un chiaro rimprovero nella voce.
-Che posso farci se non mi entrano in testa?
Erbologia non è fatta per me e personalmente non mi ci vedo immerso nella puzzolinfa per il resto della mia vita!-ribattè il biondo con il suo solito cipiglio.
Albus lo guardò qualche istante,quasi lo stesse esaminando,per poi abbassare lo sguardo sul tavolo.
Sulle labbra un lieve sorriso ironico.
-Stai per caso ridendo di me?-gli domandò Scorpius sporgendo in avanti sul tavolo per incontrare lo sguardo dell'altro.
In risposta,Albus scoppiò in una risata fragorosa che risuonò per la biblioteca vuota,portando Scorpius ad alzare un sopracciglio e a fissarlo curioso.
Il suono della sua risata era rumore che più gli era mancato in quelle settimane di lontananza...
-Scusa,ma l'immagine di te circondato dalle piante e immerso nella puzzolinfa è veramente troppo divertente.
Saresti costretto a rinunciare al tuo guardaroba firmato-
-Neanche per idea!Un Malfoy si veste sempre con eleganza...anche a costo di rovinarsi un vestito al giorno-ribattè l'altro.
Albus sorrise di nuovo e scosse la testa,lo sguardo leggermente basso.
Scorpius si chiese cosa poteva essere successo per renderlo così scontroso all'inizio,ma ora era certo che tutto fosse tornato a posto:lo capiva dall'espressione serena sul suo volto.
Il moro rialzò lo sguardo ed i loro occhi tornarono ad incontrarsi,mentre un sorriso lieve ancora aleggiava sulle sue labbra.
E fu solo allora che Scorpius capì che avrebbe fatto di tutto per evitare che Albus gli venisse portato via.
-Mi dispiace non essere venuto a trovarti dopo l'incidente-gli disse cercando di porre rimedio a quell'errore.
L'altro scosse la testa,allontanando di nuovo lo sguardo dal suo.
-Sono rimasto in infermeria per così poco tempo che nessuno lo ha fatto,esclusi i miei famigliari...
E poi non vedo perchè avresti dovuto farlo-aggiunse.
Gli stava tendendo chiaramente un'esca,come aveva già fatto tante volte in passato,per capire cosa pensava realmente.
Sarebbe stato facile dire la verità:raccontargli della figura patetica che aveva fatto parlando dei suoi sentimenti con un ragazzo incoscente sarebbe bastato a spingere in un angolo quell'idiota di Emmett e far tornare le cose come prima.
Ma non poteva farlo,non dopo tutto quello che gli aveva urlato contro il giorno prima dell'incidente:Albus non gli avrebbe creduto.
-Beh,in fondo sei stato il mio tutor per mesi,avrei dovuto trovare il tempo per fare un salto-disse scegliendo la via della falsità.
Vide chiaramente il lampo di sconforto che brillò per pochi secondi negli occhi di Albus,ma deciso a portare avanti il suo ruolo,abbassò lo sguardo e lo fissò sulle proprie mani.
-Già...Beh,che ne dici di iniziare da Erbologia?
E' lì che hai i problemi più grandi-gli disse con voce leggermente più bass,tipicamente professionale.
Il biondo si limitò ad annuire e per le successive due ore e mezza la biblioteca cadde nel silenzio, se si escludevano i saltuari scambi di parole fra i due ragazzi.
Restarono seduti uno di fronte all'altro,lanciandosi poche occhiate furtive,senza avvertire il bisogno di tornare nelle proprie Case,mentre nella mente di entrambi tornava il ricordo dei primi lontani mesi di studio,quando ancora tutto era "innocente" ed i rapporti fra di loro si limitavano realmente a quelli fra un tutor ed il suo studente.
Ricordi di una vita precedente...
-Forse sarà il caso di smettere per oggi-decretò Albus quando si accorse che la candela che aveva fatto luce al tavolo fino a quel momento era ridotta ad un mozzicone.
Di malavoglia,Scorpius annuì,chiudendo il libro e spingendolo verso gli altri.
Sentendo tutti i muscoli indolenziti,Albus si stiracchiò sulla sedia,stendendo verso l'alto entrambe le braccia,sotto lo sguardo attento del Serpeverde,che non si lasciò sfuggire neanche uno di quei muscoli nascosti.
-Sei stato bravo oggi-si complimentò Albus voltandosi poi verso di lui.
Il biondo si alzò e accennò uno dei suoi sorrisi maliziosi.
-Me lo dicono sempre...-scherzò.
L'espressione confusa che ricevette in risposta a quella battuta lo fece pentire all'istante di quello che aveva detto.
-Sì immagino...-commentò poi alzandosi a sua volta.
Perfetto adesso penserà che dopo di lui mi sono scopato tutta la squadra di Quidditch!,pensò Scorpius.
Si voltò e mise i libri uno sopra all'altro,allontanandosi dal moro per raggiungere il volume di Divinazione finito dalla parte opposta del tavolo.
-Ok,allora io vado-gli disse.
Albus annuì,le mani affondate nelle tasche dei pantaloni.
-Ci vediamo fra due giorni-gli ricordò.
Scorpius fece il giro del tavolo per andargli incontro per un saluto decente,ma si immobilizzò vedendo aprirsi la porta della biblioteca.
Al,leggermente di spalle,si voltò e posò lo sguardo sulla porta,atteggiando subito il viso ad un'espressione sorpresa.
-Emmett-
-Sapevo di trovarti qui!-disse il ragazzo andando incontro al moro,senza degnare di uno sguardo Scorpius.
Pochi passi e fu di fronte ad Albus,che non ebbe il tempo di socchiudere le labbra per parlare,che la bocca di Emmett fu sulla sua,bloccandogli ogni possibile commento.
A Scorpius bastò uno sguardo per capire che quello spettacolo era a suo esclusivo beneficio: in qualche modo Emmett aveva intuito che non era pronto a rinunciare ad Al e aveva deciso di sfoderare le unghie per difendere ciò che,per il momento,era suo.
Incapace di sostenere quello spettacolo ancora a lungo,e poco sicuro di quanto ancora avrebbe trattenuto la rabbia verso Emmett,Scorpius si staccò dal tavolo e si avviò verso la porta.
-Scusami per quello che ti ho detto...Sono stato meschino e malevolo-sentì dire ad Emmett.
-Lascia perdere...Abbiamo detto tutti e due cose che non pensavamo,ci siamo fatti prendere dal momento di rabbia-lo bloccò Albus.
Dal silenzio che seguì,Scorpius capì che avevano ripreso a baciarsi e,incapace di sopprimere quell'istinto masochista,si voltò e li guardò.
E se stesse sbagliando tutto?
E se per qualche strano motivo Albus fosse veramente felice?si chiese fissando lo sguardo sul volto del moro.
Doveva mandare al diavolo Lily,mettere una bella pietra sul passato e andare avanti con la propria vita?
Forse era solo quella la soluzione possibile...
Proprio in quel momento,Albus aprì gli occhi,nonostante fosse ancora impegnato nel bacio "mozzafiato" del Corvonero e li fissò nei suoi.
Si fissarono per qualche istante,prima che Scorpius gli voltasse le spalle e uscisse dalla biblioteca.

 

Salve a tutti!!!Bentrovati!!!

Avete passato un buon Ferragosto?Vi confesso che avevo pensato di far passare ancora un paio di giorni,ma poi ho cambiato idea,spinta dall'empatia verso coloro che le loro vacanze le hanno già finite o nn le hanno proprio fatte.

Come state?Vi sono mancata almeno un pò?Voi mi siete mancati e x mitigare il distacco mi sono buttata sul mio pc e ho portato un pò avanti la storia.

Mancano veramente pochi capitoli prima del ritorno al presente e,se già nel prox capitolo già si chiuderanno alcune faccende lasciate in sospeso,ci vorranno ancora un paio di capitoli prima che il "sereno" torni a splendere del tutto.

Vi annuncio(xkè so di fare cosa gradita)che la coppia kè vivrà gli sconvolgimenti maggiori è qll Albus/Scorpius...E ora,dopo avervi messo qst grande pulce nell'orecchio mi tappo la bocca prima che mi scappi qualcos'altro.

La frase all'inizio del capitolo è tratta da "Se c'è un posto nel tuo cuore" dei Pooh mentre il titolo è una canzone omonima di Lenny Kravitz.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e mi scuso x eventuali errori di battitura o di ortografia.

E ora i ringraziamenti:Sweey(A te e a tutti gli altri lettori...A quanto pare Emmett nn ha incontrato il favore di nessuno,neanche i miei ad essere sincera!Cmq cm hai visto i nostri stanno giocando una partita a scacchi,ancora vergognosi e feriti di quello che è successo in passato...Dobbiamo solo aspettare e vedere ki sarà il primo ad arrendersi),Mozzy(Benvenuta!E grazie x i complimenti!E' sempre piacevole sapere che qst storie,che io penso sempre incomplete o poco vicine all'idea che avevo nella mia mente,sn apprezzate e colpiscono tanto le persone!),JC(Finalmente!Beh la giusta ricompensa dp mesi di studio x te,e x la mia lunga attesa...I senior,o alcuni di loro torneranno nel prox capitolo,mentre in qst ho preferito concentrarmi sui ragazzi x nn lasciare tr con la curiosità di cosa era successo a Lily e Dan o fra Jim e Rose;hai ragione qnd parli dei maghi purosangue e proprio qst'argomento userà Jim x far capire a Rose che nn c'è niente di sbagliato nella loro storia),Sklupin(E io sono felicissima che lo sia stato!Non importa la motivazione...Beh da buona sorella,l'unica cosa che le interessa è la felicità di Al,e qnd ha capito che lui nn è felice con Emmett,ha deciso che vuole fare qlcs x "rimettere le cose a posto",come prima dell'incidente),IRE'89(Grazie x i complimenti!Attenti a quei due:Lily/Scorpius!!!Mentre leggevo mi sn immaginata perfettamente la tua faccia,al punto da ridere da sola e farmi dare dell'idiota da mio fratello...Avendo letto il primo capitolo noi sappiamo che il "grande" segreto innomabile nn verrà svelato ancora x un pò,provando una serie di reazioni a catena,ma sarebbe stato strano se Ronald nn avesse notato il cambiamento in suo fratello.In qst capitolo James ha preso "mazzate" da tt le parti:da suo fratello,o meglio se le è date da solo costringendosi al silenzio quando avrebbe voluto confidarsi con lui,e da Rose che ha dato voce alle sue insospettabili paure;è strano che proprio lei abbia paura dopo tt qll che ha fatto per farlo cedere...Ma qst x me è un'altra dimostrazione d'amore:se nn avesse paura di qll che penserà la gente vorrebbe dire che considera qll storia solo cm un flirt passeggero,e nn cm l'amore della sua vita.Per una coppia in crisi,un'altra che sembra perfetta:Allison e Fred.Io li vedo come il porto sicuro l'uno dell'altra;la persona su cui puoi sempre contare qnd hai bisogno d'amore o di una parola scherzosa xkè ti risollevi il morale...Venendo a Lily e Dan:ok,lo ammetto,forse sono stata un pò sadica,ma veramente nn ti aspettavi l'arrivo di Dean dopo l'incontro kè aveva avuto cn Seamus?Io credevo fosse anche tr scontato...Cmq:come abbiamo visto,nonostante il comportamento iniziale che ha lasciato un pò a desiderare,alla fine Dean ha ascoltato qll che Dan aveva da dirgli e ha deciso di assecondarlo...Ed infine veniamo alla mia coppia preferita,sì anche io ho la mia classifica: Al/Scorpius.Sia Lily che la caduta hanno contribuito a far capire a Scorpius che doveva darsi una mossa se voleva riavere Al;certo le ripetizioni saranno diverse,Al è stato chiaro fin dal primo istante,ma fra di loro c'è qll complicità che Al nn riuscirebbe mai a ricreare con Emmett, neanche in anni di vita in comune).

Bene,avete preparato il passaporto e le valigie?

Ve lo chiedo xkè nel prox capitolo viaggeremo molto,concentrandoci maggiormente su Seattle, quindi,visto il tempo terribile di quella città vi consiglio di portare un'ombrello.

Ok,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Coffee & cigarettes"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 32
*** Coffee & cigarettes ***


coffee & cigarettes

 

"But you know that I'll forgive you
Just this once, twice, forever
'Cause baby
You could drag to hell and back
Just as long as we're together
And you do..."

Fin da quando si era seduto sul divano,la sua attenzione era stata attirata da un piccolo cilindro di vetro oscillante,pieno di liquido celeste,dove un paio di pesciolini arancioni non facevano altro che andare da un lato all'altro.
Senza fermarsi mai.
Non sapeva spiegarsi perchè quel semplice oggetto aveva attirato la sua attenzione,ancor più del viso della donna seduta sulla poltrona di fronte a loro,forse era un modo per dimenticare momentaneamente dove si trovava,per rimandare di qualche attimo quello che avrebbero dovuto dire e fare.
Quando Hugo e Rose gli avevano parlato della loro idea,sia lui sia Hermione si erano mostrati riluttanti all'idea di parlare dei loro problemi con un perfetto estraneo,soprattutto dopo la fatica che avevano fatto tutti quei mesi per mantenere il segreto.
Ma i ragazzi si erano mostrati irremovibili.
-Il vostro metodo non ha funzionato,è ora di provare qualcosa di nuovo-avevano detto in un tono pieno di sottintesi:fare un ultimo tentativo prima di darsi per vinti,ammettere la sconfitta ed andare ognuno per la propria strada.
Forse era stato per riparare ai torti commessi nei confronti dei due ragazzi negli ultimi mesi che avevano accettato di fare quell'incontro.
Rose e Hugo avevano dato loro un nome:Stillman.
Dottoressa Martha Stillman,psicologa specializzata in questo genere di situazioni.
Ron aveva affidato Eliza alla sorella di Cassie e,cercando di mantenere un atteggiamento propositivo,si era recato all'appuntamento.
La dottessa Stillman era una donna dai capelli neri,tagliati corti a sfiorare le spalle,occhi marroni e naso regolare su un viso magro e dai tratti eleganti.
Li aveva accolti con un sorriso gentile e aveva indicato loro un divano,su cui loro si erano seduti uno di fianco all'altro,proprio di fronte alla poltrona dove la dottoressa aveva preso posto,un blocco giallo fra le mani.
Ed ora erano lì,in attesa che quei trenta minuti passassero nel modo più indolore possibile.
-Deve esserle sembrato strano...Non deve capitarle spesso che i figli prendono appuntamento per i genitori-disse Hermione cercando di rompere l'imbarazzo.
La dottoressa aveva sorriso gentilmente e aveva annuito.
-Già...Di solito è la stessa coppia a rivolgersi a me,oppure degli amici di famiglia,ma questa la prima volta che sono i figli a chiedermi di intervenire
Ron vide Hermione annuire,e per qualche istante si chiese se aveva veramente ascoltato la risposta della donna o se si limitava a dare un cenno per far bella figura.
-Di solito come funzionano queste sedute?-le domandò intervenendo nel discorso.
Pagavano cento sterline per quella seduta,che almeno servissero a qualcosa!
-Ecco,solitamente,chiedo alla coppia di raccontarmi quali secondo loro sono le cose che non vanno nel loro matrimonio,confronto le loro opinioni e poi cerco di lavorare sulle loro risposte-spiegò loro.
Quelle parole lo fecero sorridere attirando su di sè l'occhiata curiosa della dottoressa e quella indispettita di Hermione.
-Noi sappiamo già quali sono i nostri problemi-disse poi con voce sicura.
-Davvero?Vuole parlarmene?-domandò la dottoressa Stillman.
Ron annuì incrociando le gambe,cercando una posizione più comoda sul divano.
-Sì,forse è giusto che lo faccia io...Del resto è colpa mia se siamo qui,no?-domandò rivolgendo un'occhiata veloce ad Hermione.
Lei continuò a fissare un punto indefinito oltre la spalla destra della dottoressa,quasi volesse dimenticare quello che sarebbe successo di li a qualche attimo.
Ron sospirò e tornò a posare lo sguardo sulla psicologa.
-Io ho avuto una relazione con una mia collega per oltre un anno prima di parlarne con mia moglie.
Questa persona aspettava un figlio da me,così sono andato via di casa e per diversi mesi ho vissuto con lei-disse semplificando la loro vita di quegli ultimi mesi al massimo.
-Vive ancora con quest'altra donna?-domandò la dottoressa,senza la minima inflessione nella voce.
Ron scosse la testa,allontanando lo sguardo.
-Lei è morta tre mesi fa...Aneurisma celebrale-disse guardando la punta della sua scarpa destra.
-E che ne è stato della bambina?-
Ron sorrise,come gli succedeva tutte le volte che pensava ad Eliza.
-Ora sta bene-si limitò a dire.
Anche senza guardarla entrambi seppero che la psicologa stava scrivendo qualche appunto sul suo blocco,ma quando tornarono a guardarla aveva già posato la penna e stava ricambiando il loro sguardo.
-Hermione,secondo lei,sono questi i problemi nel vostro matrimonio?-domandò poi guardando la donna.
Lei restò qualche istante in silenzio,chiedendosi quanto tempo ancora avrebbero dovuto passare seduti su quel divano,prima di prendere un profondo respiro e scrollare la testa.
-Non solo...Certo un tradimento non è una cosa che si perdoni facilmente,specie se c'è anche una bambina di mezzo,ma noi avevamo problemi già prima che Ron incontrasse Cassie-disse lei,parlando a raffica e allontanandosi un ricciolo dal volto.
-Perchè non me ne parla?-chiese in tono gentile la donna.
-Ci eravamo allontanati già da tanto tempo e non facevamo altro che litigare...Voglio dire,noi abbiamo sempre litigato,anche quando eravamo ragazzi,ma mai fino al punto da non capirsi,da non avere nessun punto in comune-le disse seria,lo sguardo che vagava per la stanza.
-Come mai non avete chiesto aiuto prima?-
Ron rise di nuovo,con quella stessa risatina ironica di poco prima,attirandosi di nuovo uno sguardo rabbioso di Hermione.
-Noi non chiediamo aiuto...Noi nascondiamo tutto sotto il tappeto.
Lo facevamo da ragazzi e lo stiamo facendo anche ora-aggiunse poi.
-Che assurdità!-commentò Hermione.
-Perchè non mi spiega quello che vuole dire?-si intromise la dottoressa prima che la situazione degenerasse.
-Glielo spiego io:Ron vuole dire che preferiamo non far sapere le cose,negarle anche a noi stessi piuttosto che affrontare le conseguenze.
Abbiamo deciso di comune accordo...-
-No,veramente è stata una tua idea-la interruppe Ron.
-Di comune accordo,di non dire niente di quello che stava succedendo fra di noi:abbiamo tenuto all'oscuro dei nostri problemi tutta la nostra famiglia...
Soltanto i nostri migliori amici,sanno quello che stiamo vivendo-
-Cosa vi ha spinto a scegliere questa strada?-domandò la psicologa,prendendo di nuovo la penna fra le dita.
-Non potevamo certo venire meno alle apparenze...-commentò Ron,poggiando il piede destro a terra e sistemandosi meglio sul divano.
-Certe volte sei veramente un'idiota!-mormorò Hermione a mezza bocca.
-Avete mantenuto il segreto anche con i vostri figli?-chiese la dottoressa Stillman portando lo sguardo ora su Ron ora su Hermione.
Entrambi annuirono,muovendo lo sguardo in giro per la stanza.
-Ma a quanto pare non è servito...-fece Ron.
-Loro lo hanno scoperto lo stesso e ora non siamo le loro persone preferite-aggiunse Hermione accennando un sorriso triste.
Per lei quella era ancora una ferita aperta:quando aveva saputo da Ron che entrambi i loro figli sapevano dei loro problemi,si era messa in contatto con loro per cercare di spiegargli,di fargli capire cosa l'aveva spinta ad agire in quel modo,ma loro non avevano voluto ascoltare.
Nonostante fossero consapevoli che quello era un periodo difficile per lei,si sentivano feriti per il modo in cui avevano gestito la situazione,non ritenendoli degni o capaci di affrontare una situazione del genere.
Il rintocco di una pendola si diffuse per la stanza in modo lieve,portando Ron a guardarsi intorno fino a individuare il piccolo orologio su una mensola.
-Il tempo è scaduto?-domandò con un lieve sorriso.
La dottoressa annuì,ricambiando il sorriso.
-Vorrei rivedervi la settimana prossima allo stesso orario,se per voi non è un problema-disse muovendo lo sguardo ora su uno ora sull'altra.
-Beh ecco dovrei sistemare alcune cose con il lavoro,ma credo di potercela fare...-rispose Hermione alzandosi dal divano.
Ron seguì il suo esempio e alzò le spalle.
La dottoressa si alzò a sua volta e li guardò qualche secondo prima di parlare.
-Inoltre vorrei assegnarvi un piccolo compito,per poterne poi discutere nella prossima seduta-disse soprendendo entrambi.
Hermione alzò un sopracciglio:un compito?
Beh,lei era sempre stata brava con questo genere di cose...
-Vorrei che rifletteste sulla vostra vita di coppia,che vi concentraste per trovare il punto in cui,secondo il vostro parere,sono iniziati i vostri problemi.
Il momento in cui l'equilibrio del vostro matrimonio si è inceppato-
Ron restò in silenzio riflettendo sulle parole della dottoressa:raccontare il momento in cui tutto era andato a rotoli?
Avrebbe sicuramente causato la terza guerra magica!
Ma d'altra parte poteva rivelarsi interessante...


Sapeva che quell'annuncio sarebbe arrivato da un momento all'altro.
Lo aspettava già da un paio di settimane,fin da quando Justin era tornato a New York.
Del resto era inutile restare ancora a Seattle:sua madre negli ultimi mesi aveva fatto notevoli passi avanti nella guarigione,si sentiva bene e le analisi sembravano confermarlo,ed inoltre sembrava tornata quella di sempre.
Perchè allora,nonostante tutta quella preparazione e la consapevolezza che da un momento all'altro quell'annuncio sarebbe arrivato,si era sentito mancare il respiro quando i suoi genitori li avevano riuniti per comunicarglielo?
-Si torna a Londra-
Cinque parole che avevano avuto l'effetto di un pugno nello stomaco.
-Quando?-aveva chiesto Alice senza preoccuparsi di nascondere il sorriso smagliante che era nato sul suo viso dopo quella notizia.
Sua madre aveva sorriso a sua volta,forse affascinata da quell'entusiasmo adolescenziale,e aveva alzato le spalle.
-Per il momento torneremo per le vacanze di Pasqua...Certo dovremmo sempre ritornare qui per imballare tutte le nostre cose,ma penso che saremmo a casa entro la fine di maggio,l'inizio di giugno al massimo-le rispose suo padre.
La fine di maggio...Sembrava quasi una condanna a morte.
-Che ne facciamo di questa casa?Volete venderla?-domandò loro Edward.
I genitori si guardarono per qualche istante per poi alzare le spalle.
-A dire il vero non abbiamo ancora deciso...Nonostante i momenti difficili vissuti qui dentro,abbiamo anche dei bei ricordi,non trovate?-chiese loro la madre.
-Per me faremmo meglio a venderla-disse Alice senza il minimo rimpianto.
-Sempre la solita drastica!Io,invece,sono d'accordo con la mamma...Perchè non ce la teniamo nel caso volessimo tornarci un giorno?-s'intromise Fred,lanciando un'occhiata speranzosa ai propri genitori.
I due liquidarono la questione con la promessa che ci avrebbero riflettuto sopra e che avrebbero preso una decisione,tornando a parlare dell'argomento principale.
Rintanandosi in camera sua dopo la discussione,Fred si sdraiò sul proprio letto,lo sguardo fisso sul soffitto,cercando di capire che cosa provava in vista del prossimo ritorno a Londra.
Aveva un solo mese ancora da passare con Allison.
Trenta giorni e poi l'oceano li avrebbe divisi...Come potevano sopportare una distanza così abissale quando non riuscivano a restare separati per due giorni di seguito?
Come poteva tornarsene in Inghilterra senza neanche averle detto cosa provava per lei...almeno non da sveglia.
Quando quella storia era iniziata lui era il più debole fra i due,per via della malattia di sua madre e la paura costante che potesse succederle qualcosa,ed Allison gli era stata accanto ogni giorno, facendogli notare la sua presenza con dei piccoli gesti come preparargli il pranzo o semplicemente restando seduta accanto a lui quando si accorgeva che era un pò triste o pensieroso.
Ora,invece,era il suo turno.
Per la prima volta nella sua vita da "adulta",i suoi genitori stavano vivendo una crisi seria,ed Allison non sapeva come affrontarla.
Nonostante la sua ignoranza in materia Fred aveva cercato di aiutarla in tutti i modi,invitandola da loro praticamente tutti i giorni o,quando non era possibile,passando i pomeriggi insieme a lei aiutandola a studiare per gli esami o facendo lunghe passeggiate.
Sarebbero stati capaci di resistere alla lontananza?
Durante le vacanze di Pasqua aveva chiesto ad Allison di unirsi a loro nei festeggiamenti alla Tana,permettendole così di stare lontana da quell'atmosfera tesa che ancora si respirava fra Seamus e Rupert.
Doveva dirle della partenza prima o dopo le vacanze?
Doveva dirglielo e rovinarle quello scampolo di pace che sarebbe riuscita a trovare lontano da casa oppure tacere e rischiare che tutto venisse scoperto ed essere accusato di vigliaccheria?
Riflettè a lungo su quello che era più giusto fare in quella situazione,e alla fine decise di correre il rischio:avrebbe mantenuto il silenzio,nella speranza che,una volta dettole della partenza,lei capisse le sue motivazioni.
Capisse che lo aveva fatto per amore...

 

Quando aveva detto ai suoi genitori dell'invito ricevuto da Fred per la Pasqua,aveva colto chiaramente sul volto di papà Seamus un'espressione di dispiacere.
-Oh,avevo pensato di tornare a Los Angeles per fare una vacanza io e te da soli...Ti ricordi ci siamo andati qualche anno fa...-aveva aggiunto subito dopo.
Allison aveva annuito,evitando di aggiungere che la volta precedente c'era anche papà Rupert,in una delle poche settimane di vacanza che prendeva dall'ospedale.
-Sì mi ricordo,ma sai non vorrei deludere la zia Luna e lo zio George...-aveva detto sperando quella spiegazione bastasse a tirarla fuori da quell'impiccio.
Fortunatamente suo padre aveva annuito e aveva acconsentito a lasciarla andare,con la promessa nascosta che durante l'estate avrebbe riservato un pò di tempo per lui e quel viaggio.
Quando papà Rupert,in una delle brevi visite che faceva a casa,aveva saputo della sua partenza,le aveva augurato buon viaggio e le aveva promesso di chiamarla ogni giorno durante quella vacanza per farsi raccontare tutto.
Nelle ultime settimane papà Rupert aveva preso l'abitudine di dormire in ospedale,sullo scomodo divano che aveva in ufficio,tornando a casa soltanto per fare una doccia e per prendere dei vestiti puliti.
I rapporti fra i genitori erano praticamente inesistenti,come se avessero deciso di comune accordo di vivere come due separati in casa o peggio ancora di ignorarsi per il resto della loro vita.
Se avevano deciso di non voler fare nessun tentativo per rimettere a posto le cose,perchè allora non si separavano del tutto?
In questo modo avrebbero almeno risparmiato parecchia sofferenza all'intera famiglia.
Aveva rimurginato a lungo su quei pensieri,ne aveva parlato spesso con Fred che le aveva consigliato di non immischiarsi per evitare di aggravare ancora di più la situazione,e alla fine aveva deciso che non avrebbe aspettato di più.
Era venuto il momento di mettere i suoi genitori davanti ad una scelta:entro il suo ritorno dovevano aver deciso se quella famiglia esisteva ancora o meno.
Visto che era impossibile parlare con papà Rupert,avrebbe affrontato papà Seamus.
-Sei sicura di non voler venire con me a Los Angeles?Siamo ancora in tempo per prenotare-le chiese suo padre in pieno caos bagagli il giorno prima della partenza.
Lei sorrise e scosse la testa.
-Magari quest'estate...Perchè non provi a chiederlo a papà?-chiese cercando di assumere un tono distratto mentre infilava l'accappatoio nella valigia.
Il silenzio che ricevette in risposta le fece capire che niente era più irrealizzabile di quell'idea.
-Non credo tuo padre possa allontanarsi dall'ospedale così a lungo tesoro-le disse poi.
Allison annuì.
Certa che non avrebbe mai più trovato il coraggio,prese un respiro profondo e si voltò cercando suo padre e trovandolo poco distante dalla fila di scarpe che aspettavano di essere messe in valigia.
-State per divorziare papà?-gli chiese tutto d'un fiato.
Suo padre alzò la testa con un solo scatto,facendole temere che si fosse fatto male al collo,e fissò i suoi occhi,un'espressione chiaramente sorpresa sul volto.
-Come?-le domandò con voce rauca.
Lei alzò le spalle.
-Vi ho sentiti litigare tempo fa per un altro uomo e...-iniziò.
-Tu ci hai sentiti?-
Allison annuì.
-Da quel giorno non fate altro che evitarvi,non vi parlate se non è strettamente necessario ed ora papà passa tutto il suo tempo in ospedale,quasi fosse uno sfollato-gli disse cercando di raccogliere coraggio sufficente per fare la domanda che le girava in mente già da un paio di mesi.
Voltò le spalle al padre e posò di nuovo lo sguardo sulla propria valigia,quasi potesse trovarvi una qualche risposta o soluzione.
-Tu o papà vi siete innamorati di un altro uomo?-domandò senza guardarlo,troppo vergognosa.
Già non era facile fargli quella domanda,sostenere il suo sguardo era addirittura impensabile!
Coprendo la distanza fra di loro con quattro passi,Seamus si fermò davanti a lei e la prese per le spalle facendola voltare;l'attimo dopo era fra le sue braccia,neanche fosse lei a dover essere consolata.
-Va tutto bene Allie...Sta tranquilla-le disse,la voce che si perdeva fra i suoi capelli.
Quelle parole ebbero il potere di irritarla:come poteva dire una cosa simile?
Si mosse nel suo abbraccio allontanandosi dal suo petto e scosse la testa.
-No,non è vero!Non va affatto tutto bene:papà non sta mai a casa,tu e lui che non vi parlate...-elencò fissando il suo volto.
-E' vero,so che tutto questo può sembrarti confuso,ma è sono soltanto dei problemi momentanei-cercò di tranquillizzarla lui.
Allison sorrise ironica.
-Perchè non hai ancora risposto alla mia domanda?-gli chiese,poco certa di voler conoscere la risposta.
Cosa avrebbe fatto se uno dei due si fosse innamorato di un altro uomo?
Avrebbe dovuto accogliere questo intruso nella sua vita,imparare a trattarlo come un nuovo padre,sempre che questi lo volesse,iniziare la classica vita della figlia di genitori separati:due case, due famiglie,feste separate e poco tempo da dedicare a uno o all'altro.
Suo padre si affrettò a scuotere la testa.
-Non c'è niente di cui tu debba preoccuparti.
E' vero,io e tuo padre abbiamo dei problemi,ma non è la prima volta che litighiamo,giusto?-le chiese.
-Finora eravate sempre tornati a casa...-disse mostrando per la prima volta quanto quel litigio l'avesse ferita.
Seamus restò in silenzio qualche secondo,prima avvicinarsi di nuovo e abbassarsi fino a quando i loro volti non furono uno di fronte all'altro.
Le posò una mano sulla guancia sinistra e le rivolse un sorriso tenero.
-Ti chiedo scusa...-le disse poi.
-Per cosa?-chiese lei a mezza bocca.
-Di aver dimenticato che anche tu eri coinvolta in questa storia...Abbiamo evitato la lite pensando che fosse la cosa migliore per te senza renderci conto che anche il silenzio e l'indifferenza potevano ferirti-le disse portando l'altra mano fra i capelli lisci della figlia.
Allison sospirò,leggermente infastidita per l'immagine debole che stava dando di sè.
-Papà non sono più una bambina...Lo so che i matrimoni finiscono e che ci si rifà una vita con qualcun'altro.
Quello che non sopporto è questa situazione in bilico.
Avete deciso di lasciarvi?Fatelo!
Non sarete certo la prima coppia a separarsi!-disse nascondendo sotto il tono aspro la rabbia e la tristezza che provava al solo pensiero che quell'eventualità si realizzasse.
Voltò le spalle a suo padre,portando la propria attenzione alla valigia,continuando a sentire su di sè lo sguardo fisso e,quasi certamente,triste di suo padre.
Dannazione!
L'ultima cosa di cui aveva bisogno era che lui scoppiasse in lacrime davanti ai suoi occhi...
-Ho dimenticato di prendere la borsa del trucco dal bagno-disse senza voltarsi,avviandosi poi verso il corridoio e la scala che l'avrebbe condotta al piano superiore.
Non aveva idea di cosa sarebbe successo durante la sua assenza,ma era certa che quel piccolo confronto era servito a smuovere suo padre e a spronarlo a trovare una soluzione al loro problema.

 

"Ciao sono Alice,in questo momento non posso..."
Maledetti aggeggi!!
Chiuse la comunicazione mentre la voce registrata della sua ragazza continuava a blaterare il messaggio,lanciando il cellulare sul letto con poca grazia,prima di scivolare sul materasso finchè la testa non raggiunse il cuscino.
Dove diavolo era finita?
Perchè non rispondeva al cellulare da tre giorni?
Non c'era stato nessun segnale che gli facesse presagire qualche cambiamento l'ultima volta che si erano parlati:lei gli aveva raccontato dei progressi nella guarigione di sua madre e di come con Allison avevano razziato vari negozi durante un pomeriggio di shopping,per poi ascoltarlo mentre le parlava delle lezioni e degli esami sempre più vicini e degli allenamenti.
Si erano detti più volte che sentivano l'uno la mancanza dell'altra e che avrebbero cancellato la distanza in un attimo,se solo avessero potuto,ma nient'altro.
Era successo qualcosa di improvviso come la volta precedente?E anche in quel caso,possibile che non avesse trovato un momento per chiamarlo e spiegargli la situazione?
Ma allora quale altra motivazione c'era per quel silenzio prolungato?
C'era una parte della sua mente che,da tre giorni,continuava insistentemente a ripetere lo stesso nome:Justin.
Possibile che la sua più grande paura alla fine si fosse realizzata?
Forse quel silenzio era un segno di debolezza:magari si vergognava di ammettere che,dopo tanti bei discorsi sulla fedeltà e sulla fiducia,era stata proprio lei quella che aveva ceduto.
-Dove cazzo sei?-mormorò in un soffio,coprendosi gli occhi con un braccio.
-Proprio accanto a te-si sentì dire.
Tolse il braccio dal viso e si voltò di scatto,trovando Scorpius in piedi accanto al proprio letto.
-Davvero divertente!-commentò acidamente,tornando a posare la testa sul cuscino.
Scorpius sorrise e si lasciò cadere sul proprio letto,la schiena contro il cuscino e le gambe distese sul copriletto.
-Che succede?Problemi in Paradiso?-chiese con voce ironica.
-Piantala!-ribattè Luke.
La piccola risata che ricevette in risposta lo stizzì,facendogli portare di nuovo lo sguardo sull'amico,che sorrideva con un deliberato sorriso sarcastico.
-Che ci trovi di tanto divertente?-gli domandò fissando il suo volto.
Scorpius alzò le spalle.
-Niente...E' solo che mi sembra ancora strano,nonostante siano passati mesi,che una bambina possa ridurti così-gli spiegò.
Luke annuì.
-Già dimenticavo...Tu invece sei immune da queste cose,vero?-gli chiese senza staccare lo sguardo dal suo volto.
Il biondo annuì senza un'istante di esitazione.
Luke seguì il suo esempio,annuendo lentamente e rizzandosi a sedere sul letto.
-Ah proposito,ho saputo che hai ripreso le ripetizioni con Potter...-lasciò cadere distrattamente fissando il volto dell'amico.
Come si era aspettato,Scorpius abbandonò l'espressione sicura di pochi istanti prima per assumerne una sospettosa.
-Eh allora?-chiese con lo stesso sospetto nella voce.
Luke alzò le spalle.
-Niente,solo che è strano tu abbia bisogno di ripetizioni quando i tuoi ultimi voti sono stati i migliori di tutto il nostro anno,anche nelle materie dove facevi più schifo-continuò con lo stesso tono distratto di poco prima.
-Perchè non mi dici semplicemente dove vuoi arrivare?-sbottò il biondo.
L'altro si concesse un piccolo sorriso,sfiorandosi il labbro inferiore con l'indice sinistro.
-Ti sentivi in colpa per l'incidente?-gli chiese,sinceramente curioso.
-Come ti viene in mente?Assolutamente no!
Che motivo avrei di sentirmi in colpa per quello che è successo?Non ce l'ho mica mandato io su quell'albero!-ribattè con fermezza Scorpius.
-Allora spiegami che motivo hai di passare tutto il tuo tempo libero chino sui libri in quella biblioteca gelida solo per vederlo e stare con lui,quando ti basterebbe schioccare le dita e lui tornerebbe da te-gli disse sinceramente confuso.
Il biondo scosse la testa.
-Non lo farebbe-rispose senza incontrare lo sguardo dell'amico.
-Per via di quel Corvonero con cui sta adesso?Andiamo!
Tu sei cento volte meglio di lui-cercò di incoraggiarlo Luke.
C'era qualcosa che non riusciva ad afferrare chiaramente in quel discorso,qualcosa che ancora gli sfuggiva.
Scorpius si alzò dal proprio letto e iniziò a muoversi per la camerata,con passo nervoso.
-Non hai neanche bisogno di dirlo...-
-E allora perchè...-chiese ancora testardo Luke.
-Ma cos'è oggi tutto quest'interesse per la mia vita privata?
Non posso aver semplicemente deciso che lo rivoglio indietro?Per un pò l'ho concesso a quell'idiota Corvonero ed ora è venuto il momento che torni da me-sbottò puntando lo sguardo sul volto dell'amico.
Luke lo vide avvicinarsi ad una delle grandi vetrate della camerata e appoggiare la spalla destra contro il muro di mattoni,le braccia conserte,neanche volesse dimenticarsi della sua presenza nella stanza.
Lo fissò per qualche istante finchè,finalmente,riuscì ad afferrare quel "mistero" che gli era sfuggito per tutta la conversazione.
-Te ne sei innamorato,vero?-
Scorpius restò immobile,lo sguardo ancora fisso sul panorama oltre la vetrata,le spalle leggermente più basse neanche si fossero caricate di un peso invisibile all'improvviso.
-Non so come sia successo...-disse Scorpius quando l'altro aveva perso le speranze di ottenere una risposta.
Luke restò in silenzio,certo che qualsiasi cosa avrebbe detto in quel momento,avrebbe rialzato il muro che il suo amico frapponeva sempre fra sè e gli altri.
-Era uno come gli altri,uno dei tanti ragazzi carini che volevo scoparmi...Un volto fra la folla di cui mi sarei dimenticato l'istante dopo averlo cacciato dal mio letto.
Ed invece mi sono ritrovato a parlare a notte fonda di qualcosa di cui finora ignoravo l'esistenza con qualcuno che non ha sentito neanche una parola di quello che ho detto-disse ancora,con la stessa voce bassa di poco prima.
A sentirlo era difficile credere che stesse parlando d'amore.
Ma era già un grande passo per Scorpius ammettere quei sentimenti,lasciare che qualcuno ne fosse a conoscenza.
-Per questo lo rivoglio con me-
-Hai considerato l'ipotesi che Potter sia felice con quel Corvonero?-gli domandò Luke,nonostante fosse consapevole che la sua domanda lo avrebbe irritato.
Ma del resto non bisognava sempre considerare entrambi i lati della medaglia?
Scorpius allontanò finalmente lo sguardo dalla finestra e,dopo averlo fissato alcuni secondi in silenzio,scosse la testa.
-So che non è così-rispose sicuro.
Luke annuì.
-Spero per te che tu abbia ragione-gli disse per mostrargli la sua solidarietà in quel momento difficile.
Scorpius sostenne il suo sguardo per qualche secondo prima di portarlo sull'orologio che aveva al polso destro.
-Devo andare...Ho lezione con Albus-gli disse.
Luke lo seguì con lo sguardo mentre l'amico prendeva i libri di cui aveva bisogno e poi usciva dal dormitorio.
Il moro sospirò e allungò la mano verso il cellulare,facendo partire la chiamata l'attimo dopo.
"Ciao sono Alice..."


Era da quasi un mese che non attraversava quei corridoi.
Un pensiero strano se calcolava quante ore della giornata passava lì invece che in redazione.
Percorse la strada meccanicamente,lasciandosi guidare dai propri piedi,rivolgendo un cenno di saluto alle facce amiche che incontrava nei vari corridoi,smarcandosi dagli inviti per un caffè o una chiacchierata prima che se tornasse a casa.
Aveva riflettuto a lungo prima di decidersi a fare quel passo.
Il confronto con Allison lo aveva portato a farsi un esame di coscienza,a riconsiderare le ultime settimane,cercando di non farsi prendere dalla stizza che sempre lo coglieva quando ripensava alla loro ultima lite,cercando di essere il più obiettivo possibile.
Non solo per sè stesso,ma anche per Allison e per la sua famiglia.
Non era stato facile e ancora adesso non era certo di cosa sarebbe successo una volta che si fossero trovati uno di fronte all'altro,ma sapeva che si meritavano un'altra possibilità.
Vent'anni di vita insieme non potevano essere cancellati senza neanche aver provato a lottare.
-Seamus!-
Sorrise in risposta al sorriso che era apparso sul viso di Marla e la abbracciò nonostante l'impedimento creato dal bancone fra di loro.
-Che bello rivederti!Si può sapere che fine avevi fatto?-gli chiese la donna.
Seamus alzò le spalle.
-Che posso farci se sono un uomo impegnato?Sembra che il giornale non possa fare a meno di me-disse scherzoso.
Marla si lasciò andare ad una risatina divertita e gli diede un lieve buffetto sul braccio sinistro.
L'espressione giocosa sul volto dell'uomo cambiò repentinamente diventando seria tutto d'un tratto:perchè era così difficile farle una domanda che le aveva già posso milioni di volte?
-Il dottore è dentro?-si decise a chiederle.
Marla lo guardò sorpresa,facendogli presagire le peggiori sventure:magari aveva finito il turno ed aveva deciso che era stufo di passare un'altra serata da solo.
E se fosse uscito con uno di quegli irritanti tirocinanti che pendevano dalle sue labbra e non perdevano occasione per omaggiarlo?
-Il dottor Firth è in sala operatoria:sostituzione della valvola aortica.
Credo ne avrà per un pò-gli disse,chiaramente sorpresa che lui non lo sapesse.
Tirando un sospiro di sollievo,Seamus si lasciò andare ad un sorriso accennato.
-Tenere a mente tutti i suoi interventi sarebbe impossibile...
Vorrà dire che lo aspetterò nel suo ufficio-disse alzando le spalle,con aria rassegnata.
-Hai bisogno di qualcosa?Un cuscino,una coperta?-si informò la donna con gentilezza.
Seamus scosse la testa e si avviò verso l'ufficio.
Nessuno,dando un'occhiata a quel posto,avrebbe pensato che Rupert vi fosse accampato da settimane:tutto era in perfetto ordine.
Neanche il più piccolo suppellettile era sistemato nella posizione sbagliata.
Dopo essersi tolto il cappotto ed averlo posato sull'attaccapanni,Seamus si avvicinò alla scrivania di mogano scuro che occupava gran parte della stanza,sfiorandone il bordo con un dito,osservando le foto che erano posate in bella mostra,proprio accanto alla lampada da tavolo e alla pila ordinata di cartelle mediche.
Si sedette sulla comoda sedia dietro la scrivania e cercò di immaginare come era passare le proprie giornate in quei pochi metri,senza neanche la magia a rendere tutto più sopportabile.
Accarezzò con i palmi delle mani i braccioli morbidi e scivolò sulla sedia quel tanto da permettergli di poggiare la testa sulla spalliera,fissando il soffitto sopra la poltrona dove ben in evidenza spiccava un cartello bianco con una scritta rossa al centro.
"Dovresti essere a casa in questo momento!"
Un sorriso stese le sue labbra quando gli tornò alla mente il ricordo di quel lontano pomeriggio quando avevano appeso quello stesso cartello,con la speranza che fosse un'ulteriore incentivo a passare più tempo insieme.
Chiuse gli occhi,sospirando lieve.
Era davvero tutto finito?
Cosa sarebbe successo quando Rupert,finita l'operazione,sarebbe tornato nello studio?
Avrebbero discusso educatamente,come due adulti,oppure avrebbero finito con il far degenerare le cose rovinando tutto?
Si mosse sulla sedia,cercando una posizione migliore,mentre allontanava la mente da quei pensieri:era inutile fare quelle congetture;doveva aspettare il ritorno di Rupert e,insieme, prendere una decisione sul loro matrimonio.
Improvvisamente qualcosa gli si posò sulla spalla sinistra,scuotendolo leggermente.
Aprì gli occhi e rimase sorpreso quando la fievole luce della lampada da tavolo lo ferì agli occhi costringendolo a coprirli con la mano destra.
-Seamus...-si sentì chiamare.
Piegò leggermente la testa,nonostante il grido che lanciarono i nervi irrigiditi del collo,e fissò gli occhi davanti a sè dove,piegato sulle ginocchia c'era Rupert,con un'espressione sorpresa e un lieve sorriso sul volto.
-Sei già qui?-gli domandò con voce roca.
Che accidenti gli era successo per parlare così?
Il sorriso sul volto di Rupert si accese per qualche istante prima di sparire.
-Ho appena finito l'intervento-gli disse senza decidersi ad alzarsi.
Ma come era possibile?Marla gli aveva detto che ci sarebbero volute ore,mentre lui si era seduto su quella sedia soltanto da cinque minuti!
Poi,quasi un lampo,un dubbio gli attraversò la mente.
-Che ore sono?-chiese strofinandosi l'occhio sinistro.
-Le due e mezza-
-Oh accidenti!Devo essermi addormentato...-esclamò Seamus incredulo.
Rupert tornò a sorridere,per poi annuire lievemente.
-Già...Mi ricordo la tua passione per le sedie scomode-disse prendendolo in giro.
Seamus aggrottò la fronte,non capendo il significato di quelle parole,poi si ricordò di tutte le notti che,da ragazzo agli inizi della loro storia, aveva passato su una sedia mentre aspettava che Rupert gli facesse visita nei momenti di pausa.
Ricordò con quale sicurezza il giovane medico era riuscito a fare breccia nel suo cuore,al modo tenero e deciso con cui lo amava nonostante le paure per quel mondo che non gli apparteneva e che gli sembrava così lontano da sè.
Era ancora lì,proprio davanti a lui,solo un pò più vecchio e stanco...Era disposto a lasciarlo andare per uno stupido litigio?
Accennò un sorriso a sua volta e fissò lo sguardo in quello di Rupert che lo guardava in silenzio, trovando in quegli occhi la risposta che cercava.
Senza pensarci,senza pensare ai problemi che li avevano portati a quel punto e che forse sarebbero rimasti anche dopo quel momento,avvicinò il volto a quello di Rupert e posò le labbra sulle sue.
Portò la mano destra dietro il collo del marito,sentendo sotto i polpastrelli dell'indice e del medio la morbidezza dei capelli,mentre le labbra di Rupert gli venivano incontro schiudendosi pochi attimi dopo in un sorriso.
Dopo quel primo bacio il tempo prese a scorrere più velocemente,quasi volesse concedere loro la possibilità di recuperare le occasioni perdute,riprendendo il suo corso naturale solo quando entrambi si ritrovarono nudi sul divano,le braccia di Seamus mollemente abbandonate attorno alla vita del compagno.
Rupert,con gli occhi chiusi,il viso nascosto nel petto di Seamus,rannicchiato contro di lui,sembrava aver ritrovato il suo posto nel mondo e sarebbe stato disposto a restare in silenzio tutta la vita pur di non affrontare i problemi che li avevano separati.
Ma entrambi sapevano che questo non era possibile.
-Per fortuna non ci sono state emergenze...-commentò Rupert piano muovendo un dito sul petto dell'altro.
-Non dirmi che mi avresti lasciato qui tutto eccitato per andare dai tuoi pazienti!-disse Seamus fingendo un tono scandalizzato.
-Magari avrei potuto darti un anticipo,andare dai miei pazienti e poi tornare per finire il discorso-fece Rupert alzando la testa e cercando lo sguardo del compagno.
Il biondo sorrise e gli diede un bacio lieve.
-Mica male come idea...Magari dovremmo prenderla in considerazione per il futuro-
Vide il sorriso sul volto di Rupert diventare più luminoso,dandogli un'aria più giovanile,come se in quell' ora fosse ringiovanito di vent'anni.
Abbassò la testa e posò un bacio sulla spalla destra del marito,prendendo un profondo respiro l'attimo dopo.
-Mi sei mancato in queste settimane-gli disse sincero.
Lo sentì rigirarsi fra le sue braccia finchè non furono faccia a faccia e per qualche istante osservò l'espressione di attesa sul viso di Rupert,chiedendosi cosa dire per prima fra le tante cose di cui dovevano discutere.
Forse era meglio,prima di tutto,mettere in chiaro una cosa...
-Ti amo.
E' da ventun'anni che sono innamorato di te,e se in tutti questi anni la tua mania per il cibo cinese e l'opera non sono riusciti a farmi scappare via,allora vuol dire che è veramente destino che passi tutta la mia vita con te-gli disse mettendola,come al solito,sotto forma di scherzo.
Rupert sorrise e gli diede una lieve spinta sul petto,facendolo ridere per qualche istante prima che sul suo viso ritornasse l'espressione seria di poco prima.
-So di averti ferito andando a pranzo con Dean,senza neanche dirtelo poi...
Ma devi credermi quando dico che non hai nessun motivo di preoccuparti,che l'unico motivo per cui volevo incontrarlo era per aiutare un amico-disse affrontando il problema principale.
Il compagno scosse la testa.
-Io non ho mai avuto il minimo dubbio su di te:è di lui che non mi fido!
E' vero,certi tuoi comportamenti mi hanno dato fastidio,ma dopo tre settimane di riflessione sono giunto alla conclusione che avrei potuto passar sopra a quell'incontro senza nessun problema...-fece Rupert senza allontanarsi dalla sua stretta.
-Ma avevi paura che io,spinto dalla scoperta del suo outing,accettassi di vederlo di nuovo-disse Seamus al suo posto.
Il medico annuì senza esitazione,facendo sorridere Seamus.
-Professore,sei veramente un tontolone certe volte!-lo prese in giro chinando la testa per posargli un bacio sul mento.
Rupert,leggermente stizzito,gli prese il viso fra le mani e fece incontrare i loro sguardi.
-Quel giorno non sono stato in grado di fare niente...Avevo un'intervento,ma ho dovuto rimandarlo perchè la mia mente,invece di concentrarsi sui passaggi dell'operazione era tutta focalizzata su voi due ed il vostro dannato appuntamento.
Ho immaginato mille varianti di quell'incontro:cosa avreste fatto,cosa vi sareste detti,ho pensato anche a come vi sareste salutati...-
-Davvero?-disse Seamus con un sorriso divertito sulle labbra.
-Smettila di prendermi in giro!Se ci fossi stato io al tuo posto non avresti fatto lo stesso?-gli domandò per la seconda volta.
Il biondo sospirò e scosse la testa.
-No?-chiese Rupert cercando di nascondere la delusione.
-No,perchè a non avrei mai permesso un'incontro simile...Anche a costo di chiuderti a chiave in camera da letto e sfinirti con il sesso-
Il medico sorrise e si morse il labbro inferiore,prima di allacciare le braccia attorno al collo del marito.
-Allora la prossima volta seguirò il tuo esempio...-gli disse prima di avvicinare il viso a quello di Seamus.
Entrambi,però,sapevano che non ci sarebbe stata una prossima volta...almeno per i successivi vent'anni.


-Dannazione!Devo lanciarti una fattura perchè tu sparisca?-
Appesa al suo braccio neanche fosse un'accessorio,Mandy Greengrass rispose a quelle parole con un sorriso,quasi le avesse appena rivolto un complimento o una parola d'apprezzamento.
-Tesoro adoro questo tuo modo di rendermi partecipe dei suoi sentimenti...Davvero inconsueto-gli disse accennando un gesto di saluto ad una Serpeverde del suo stesso anno che attraversò il corridoio proprio in quel momento.
Con uno strattone deciso,Luke riuscì a liberare il braccio sinistro,lanciandole un'occhiataccia di avvertimento:se si fosse azzardata ad accarezzarlo o stringerlo di nuovo davanti a tutti,avrebbe finito per farle del male,incurante della punizione che ne avrebbe ricavato.
E fortunatamente Mandy sembrò capire il suo stato d'animo,accontentandosi di camminare al suo fianco lungo il corridoio.
-Certe volte sei veramente intrattabile tesoro-
Già,questa volta era d'accordo con la Greengrass.
Erano giorni che non riusciva a mettersi in contatto con Alice e più il tempo passava più le scene d'amore,che immaginava nella sua testa,fra Alice e Justin diventavano spinte e sfacciate.
A niente serviva la convinzione che Alice lo amava e che non avrebbe mai concesso a qualcuno che non fosse lui la sua prima volta,quelle immagini non lo lasciavano neanche di notte, costringendolo ad alzarsi in piena notte o alle prime luci dell'alba.
Doveva trovare una soluzione,ma quale?
Imboccò un corridoio diretto verso la Sala Grande per il pranzo e pochi passi più avanti vide Scorpius che,vedendolo arrivare,si fermò ad aspettarlo.
-Credevo fossi già a pranzo-gli disse il biondo.
-Dovevo parlare con il professore di Incantesimi-gli disse.
Un forte colpo di tosse alle sue spalle ricordò ad entrambi la presenza di Mandy e fece sospirare Scorpius.
-Ciao Greengrass-la salutò senza neanche girarsi a guardarla.
-Oh,Scorpius ciao!-fece quella sperando di apparire abbastanza naturale.
Il biondo scosse la testa e rivolse uno sguardo all'amico,che alzò le spalle.
Aveva provato di tutto per liberarsi della presenza fastidiosa della ragazza,ma niente era aveva prodotto l'effetto desirato,almeno fino a quel momento.
-Novità?-domandò Scorpius.
Luke scosse la testa:era chiaro gli stesse chiedendo notizie su Alice.
-E tu?-chiese a sua volta.
Anche il biondo scosse la testa.
Erano ormai arrivati al corridoio della Sala Grande;ragazzi e ragazze vi stavano entrando,affamati e stanchi dalle lezioni della mattina,senza curarsi troppo della folla che avevano intorno, scambiando qualche parola soltanto con i loro amici.
Forse fu per quello che l'attenzione di Luke venne attirata da quella figurina appoggiata ad una delle colonne alla fine del corridoio,l'unica senza divisa e con un'aria perfettamente rilassata.
Si fermò,incurante degli altri studenti che lo superarono,e strinse gli occhi sulla ragazza,che ora si era staccata dalla colonna e sembrava ricambiare il suo sguardo.
Era una sua impressione oppure stava sorridendo?
-Tesoro vogliamo entrare?-
Mentre la voce fastidiosa di Mandy lo raggiungeva,la ragazza si portò una mano ai capelli biondi, allontando le corte ciocche dalla fronte...Con un gesto che lui aveva visto tante volte.
Sorrise e fece un paio di passi in avanti proprio nello stesso istante in cui la ragazza iniziava ad avanzare lungo il corridoio.
Seguendo il suo esempio,Luke iniziò ad andarle incontro con passi lenti e cadenzati,con la segreta paura che un gesto affrettato potesse svegliarlo da quel sogno inaspettato.
Pochi passi li dividevano ormai e,mentre la folla incurante continuava a entrare nella Sala Grande, lui aveva l'impressione che il tempo e lo spazio si fossero fermati per permettere quell'incontro, in barba ai chilometri di distanza che li avevano divisi per mesi.
Con movimenti lenti,si ritrovarono finalmente uno di fronte all'altra,un sorriso sul volto della ragazza ed un'espressione di incredulità su quello di Luke.
Stava succedendo realmente oppure era soltanto un'altro sogno?
-Devi essere una reazione al troppo caffè...-le disse ricordando le prime parole che lei gli aveva detto in quel corridoio d'ospedale,un lontano giorno di novembre.
Alle sue orecchie arrivò la sua risatina lieve,la vide abbassare leggermente la testa quasi si vergognasse della sua ilarità e soltanto per quei piccoli gesti,il suo cuore prese a correre all'impazzata.
Rialzò la testa e portò gli occhi argentei a tuffarsi nei suoi.
-Se vuoi puoi darmi un pizzico-propose lei tendendo una mano verso di lui.
Luke sorrise e annuì lentamente.
-Già dovrei farlo,ma poi mi troverei addosso tutta...-
La frase gli morì in gola quando,facendo l'ultimo passo che li divideva,Alice gli posò una mano sul retro del collo e glielo fece chinare leggermente affinchè i loro visi si incontrassero.
Ci fu un veloce sguardo,pochi secondi,un piacevole avvertimento di quello che sarebbe avvenuto di lì a poco,poi Alice avvicinò le labbra alle sue,riscoprendone il calore e la morbidezza.
Un rumore arrivò alle orecchie di Luke,e lui ebbe bisogno di qualche istante per capire che i libri che finora aveva stretto con la mano sinistra,erano caduti a terra.
Senza staccare le labbra da quelle di Alice,strinse le braccia attorno alla sua vita,sollevandola da terra pochi centimetri,portandola così alla propria altezza.
Le labbra di Alice si staccarono dalle sue e quando riaprì gli occhi,incontrò quelli di lei che lo fissavano ridenti.
-Adesso ci credi?-gli domandò lei.
Luke sorrise e le diede un altro bacio veloce,prima di nascondere il viso nel suo collo,respirando il suo profumo e stringerla ancora di più contro di sè.
-Stavo impazzendo...-le disse con un filo di voce,certo che lei l'avrebbe sentito.
La mano sinistra di Alice iniziò ad accarezzargli i capelli,un gesto di consolazione per quei giorni di silenzio e sofferenza.
-Lo so...E' stato lo stesso per me.
Ma conoscendomi sapevo che non sarei riuscita a mantenere il segreto se ti avessi parlato tutti i giorni-gli disse dandogli un bacio su una guancia.
Luke alzò lo sguardo e incontrò di nuovo i suoi occhi,trovandoli sinceri.
-Puoi perdonarmi?-gli chiese lei.
Il ragazzo sorrise e la baciò di nuovo,circondandole il labbro inferiore e facendovi scivolare sopra la punta della lingua.
-Dipende...-disse poi.
Lei lo guardò curiosa.
-Sei tornata da me?-le chiese Luke,senza nessuna vergogna per quelle parole sdolcinate e romantiche.
Era perfettamente consapevole della presenza di Scorpius e Mandy,sapeva che erano ancora lì ad osservare la loro riappacificazione neanche fosse stato un numero del circo,ma forse,proprio per questo,aveva deciso di non trattenersi di mostrare tutto l'amore che aveva per Alice.
Forse così Mandy avrebbe capito di non avere nessuna speranza.
Alice sorrise e gli diede un altro bacio veloce,tirandosi indietro quando lui cercò di approfondire il contatto.
-Entro l'inizio di giugno la famiglia Weasley tornerà definitivamente a Londra...Dobbiamo solo fare il trasloco e torniamo a casa!-gli disse felice.
A Luke bastò uno sguardo per capire che la felicità che provava era dovuta in parte al loro ricongiungimento,ma soprattutto perchè quel capitolo della sua vita si era concluso nel migliore dei modi.
-Ho sempre saputo che sarebbe andata così...-le disse con voce seria.
Alice annuì sorridente;poi il suo sguardo si perse oltre la spalla sinistra del ragazzo e l'espressione del suo viso divenne seria.
-Amore mettimi giù-gli disse a mezza bocca.
Lui eseguì ed una volta tornata con i piedi per terra,Alice prese una mano nella sua e,dopo che lui ebbe raccolto da terra i libri,si avviarono verso i due Serpeverde.
-Ciao Scorpius...-lo salutò cauta,memore dell'iniziale riluttanza che il biondo aveva dimostrato verso di lei e del suo rapporto con Luke.
Il biondo le fece un cenno con la testa,senza esporsi eccessivamente.
Ma l'attenzione di Alice si era già spostata verso Mandy Greengrass,che non aveva smesso un'istante di studiarla.
Era dunque lei la sua "temuta" rivale?Ma era soltanto una ragazzina!
Avrebbe potuto liquidarla in poche battute.
O almeno questo era quello che la Serpeverde pensava prima di assistere a quella scena melensa...Luke non si era mai comportato in quel modo con lei.
Davvero era tutto merito di quella lattante?
-Tu devi essere Mandy...-le disse con voce serena,come se stesse parlando con la sua migliore amica.
La Serpeverde annuì,senza staccare lo sguardo dal suo volto e si sorprese quando la vide accennare un sorriso e voltarsi verso Luke che la fissò per qualche secondo preoccupato.
-Avevi ragione tu Luke...Non avevo niente di cui preoccuparmi-disse poi guardando il ragazzo.
Ma rivolgendosi chiaramente a lei.
Luke sorrise e le circondò la vita con un braccio,evidentemente sollevato.
-Alice!-
Al suono della voce sia Alice che Luke si voltarono e,dopo aver tolto il braccio dalla vita della ragazza,Luke si avviò con lei verso i due adulti che stavano attraversando il corridoio.
Si fermarono a pochi metri dai due e Luke liberò la mano dalla stretta di Alice giusto il tempo per stringere quella dell'uomo.
-Mr Weasley,Mrs Weasley!E' un piacere vedervi-li salutò cortese.
La madre di Alice gli sorrise e annuì lentamente.
-Non faccio fatica a crederti Luke...Alice non ci avrebbe dato tregua finchè non ti avesse visto-gli disse poi.
-Mamma!-
Luke sorrise e strinse più forte la mano di Alice stretta nella sua,felice che la donna si fosse lasciata scappare quel piccolo "segreto".
-Comunque anche per noi è un piacere rivederti-s'intromise il signor Weasley attirando l'attenzione di Luke su di sè-Eravamo qui per prendere alcuni accordi per il prossimo anno con la preside e abbiamo pensato di cogliere l'occasione e di invitarti al pranzo di Pasqua alla Tana...Sempre che tu non abbia impegni-aggiunse poi.
Luke si affrettò a scuotere la testa per rassicurarli.
-Nessun impegno mi farebbe mancare...Grazie per avermi invitato-disse educatamente, sinceramente onorato.
-Beh,non potevamo certo permettere che Alice mettesse il muso per tutto il pranzo-
-Papà!-
-Che ho detto di male?-domandò l'uomo lanciando un'occhiata curiosa alla figlia-Inoltre mio padre sembra aver sviluppato una istantanea simpatia per te,quindi quest'invito viene anche da parte sua-
-Allora quest'invito è ancora più gradito-disse Luke,sorridendo al ricordo del simpatico vecchio,il primo ad accoglierlo a braccia aperte nella famiglia Weasley.
-Questa volta ci sarà tutta la famiglia sei sicuro di potercela fare?-gli domandò la signora Weasley.
Quella frase gli accese una lampadina:tutta la famiglia?
Un lieve sorriso diabolico si disegnò sulle sue labbra mentre il suo pensiero prendeva piede.
-Credo di sì,ma avrei un favore da chiedervi,se non è troppo disturbo-disse mettendo le mani avanti,consapevole che avrebbero anche potuto rifiutare.
-Chiedi pure!-disse l'uomo accomodante come poche volte lo aveva visto.
Luke voltò leggermente la testa dietro di sè,cogliendo uno scorcio del suo migliore amico:quando gli avrebbe parlato di quello che aveva fatto sicuramente avrebbe attirato la sua furia e tutte le peggiori maledizioni,ma sapeva di fare la cosa giusta.
-Posso portare un amico?-

 

Salve a tutti!!!

Come state?E' stato piacevole il viaggio Londra-Seattle-Londra oppure avete incontrato delle turbolenze?

Spero che nessuno abbia sofferto il mal'aria e che tutti siate stati soddisfatti del servizio...

Ok è ora di smetterla cn qst assurdità..In qst capitolo ho pensato di concentrarmi maggiormente sui personaggi oltreoceano visto ke x il momento la loro storia è arrivata al termine,visto anke l'imminente ritorno della famiglia Weasley a Londra.

Certo,non potevamo andarcene senza aver prima riportato il sereno fra Rupert e Seamus;so che alcuni potranno obiettare che forse avrebbero avuto bisogno di un "vero" faccia a faccia,ma la mia idea di fondo è sempre stata la stessa:il vero problema,ancor più delle parole dette e di qll urlate,era che entrambi sembravano aver dimenticato qnt era forte il loro legame,e alle volte per riscoprirlo non si ha bisogno di grandi discorsi o di gesti eclatanti...

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di battitura o di ortografia.

La frase all'inizio del capitolo è tratta da "Freedom" degli Wham.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Povero Scorpius...Forse ha bisogno di + tempo x mostrare i propri sentimenti,ma credo nn resterai delusa qnd finalmente si deciderà a farlo),CharmedAlis (Bentornata!E' proprio il caso di dirlo...Rispondo subito alle tue domande,se no finisce che mi dimentico:1)Ho ritenuto fosse superfluo fra tornare anche in qst fiction Angelina visto che nn avrebbe avuto un ruolo importante,ma dalle ultime notizie ricevute so che è ancora a New York insieme a Oliver;2)Naturalmente il marito di Cassie nn è Dean:è vero lui è sposato,ma la moglie si chiama Judith Rose,ex modella-attrice...Sicuramente x Ron ed Hermione nn ci sarà un lieto fine da favola con "vissero x sempre felici e contenti",anke xkè sarebbe inverosimile, xò certamente la situazione sarà migliore di cm è al momento;Sono d'accordo con te:Albus è solo di Scorpius,sua proprietà esclusiva!Speriamo che lo capiscano in fretta anche loro...),Luthien241(Grazie x i complimenti!Soprattutto x i complimenti ad Albus e Scopius;in parte mi sento cm una mamma verso di loro,visto che sono stata una delle poche a scrivere su di loro cm coppia...Cmq tranquilla,la tua minaccia mi ha spaventato abbastanza:come posso far succedere qualcosa di negativo cn la paura che mi piombi in casa da un momento all'altro?),Miky Black(E' proprio vero!Si pensa sempre che Herm sia la + sveglia del gruppo,ma anke lei alle volte può commettere degli sbagli,nn è mica perfetta!Edward e Hugo sono stati volutamente messi da parte,visto che c'erano già molti personaggi di cui parlare e anche xkè, al contrario degli altri,qst due nn mi facevano venire in mente nessuna possibile storia kè potesse renderli interessanti),IRE'89(Anche io cm te sn rimasta in città,anzi ho lavorato fino al 31 luglio...Lasciare libero Albus?Ma avrebbe subito la fila!Senza contare un certo biondino che sembra disposto a fare carte false pur di riaverlo...Qnd si sta male x amore si fanno i pensieri + assurdi;qst è qll che sta succedendo a Rose:il litigio con James,lui che la evita,senza dimenticare che il difficile periodo che sta vivendo per colpa della crisi fra i suoi genitori la rende ancora + fragile.Finalmente la ns piccola Alice si è presa una rivincita su Mandy...beh era pure ora,no?Per rispondere alla tua domanda,ovvero xkè i genitori di Luke la preferiscono a Alice,credo sia x una mera questione di sangue:lei è una Serpeverde,di nobile famiglia, mentre Alice è sì,purosangue,ma del tipo "scaduto" se mi passi la parola...Ribellarsi?beh ho sempre detto che la loro storia sarebbe stata la + difficile,forse ribellarsi nn è abbastanza.Sei felice che siano ricominciate le ripetizioni?So ke l'ultima parte nn è piacevole cn Al che bacia Emmett e Scorpius che guarda,ma forse è la + importante di tt ql pezzo:mentre il biondo li guarda si chiede se Al nn sia felice con Emmett,è qs deciso a lasciar perdere tt...Ed è proprio allora che Al apre gli occhi e cerca il suo sguardo...Se una persona è felice ed innamorata,che bisogno ha di cercare lo sguardo di un altro ragazzo mentre sta baciando il proprio fidanzato?).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Keep on loving you"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 33
*** Keep on loving you ***


keep on loving you

 

"And I meant every word I said
When I said that I love you I meant
That I love you forever"

 

Il segnale di linea libera gli arrivò attraverso il vivavoce chiaro e senza alcun interferenza.
Con lo sguardo concentrato sulla guida e l'orecchio attento a cogliere ogni minimo cambiamento nel respiro di Eliza,che riposava tranquilla nel port-enfant sul sedile accanto al suo,Ron si disse che avrebbe lasciato squillare il telefono altre due volte prima di riagganciare.
Proprio quando aveva preso quella decisione,dei fruscii e dei fischi gli fecero capire che qualcuno aveva alzato la cornetta.
-Pronto?Pronto?-domandò la voce agitata di sua madre.
Un sorriso si disegnò sul volto dell'uomo:aveva regalato quel telefono babbano al padre il Natale di due anni prima e lui,felice per quell'oggetto così diverso da quelli che aveva visto in passato, aveva deciso di istallarlo nel salotto e di chiedere un numero babbano.
Ovviamente soltanto pochi membri della famiglia preferivano quella linea al camino per parlare con i due anziani cogniugi,quindi non si stupì per il tono di sorpresa e di paura che ora avvertiva nella voce di sua madre.
-Mamma sono io-disse con voce calma,sperando che avesse effetto anche sulla donna.
-Ron,tesoro!Come stai?-gli domandò alzando leggermente la voce,convinta che lui non potesse sentirla se non parlando ad alta voce.
Ron sorrise quasi lei potesse vederla e scosse la testa:forse era meglio parlare con qualcuno più "esperto".
-Sto bene mamma...Ascolta c'è papà per caso?-le domandò spostando la mano dalla leva del cambio e posandola per qualche istante sul port-enfant.
Non poteva parlare con sua madre,non senza un adeguata preparazione e per quello aveva bisogno dell'aiuto di suo padre.
-Certo caro,te lo chiamo subito!-
L'istante dopo nel vivavoce risuonò l'urlo che la madre lanciò per richiamare suo padre:a che serviva fare tutto quel baccano?In fondo erano soltanto loro due,non sarebbe stato difficile trovarsi.
Pochi istanti ancora e suo padre arrivò al telefono,accompagnato da graffi e fruscii.
-Ron,Ron sei tu?-gli domandò l'uomo,con voce poco convinta.
-Ciao papà-
Sicuramente era venuto al telefono convinto che sua moglie si fosse sbagliata,altrimenti come spiegare quel tono tentennante nella sua voce?
Un gorgoglio gli fece voltare per qualche secondo la testa verso sua figlia per poi tornare a guardare la strada:era quasi arrivato a destinazione,era meglio sbrigarsi a chiudere quella telefonata.
-Papà ascolta,sto venendo da voi...-iniziò con voce seria.
-E' successo qualcosa?-domandò subito l'uomo,la mente volta sempre al peggio.
Ron restò qualche istante in silenzio,per poi sospirare.
-Qualcosa è successo,ma preferisco parlarvene di persona-
Questa volta fu suo padre a restare in silenzio,riflettendo sul tono di voce e sulle parole del figlio.
-E' qualcosa di cui dobbiamo preoccuparci?-domandò il genitore,cercando di nascondere la propria preoccupazione.
Ron accennò un sorriso,felice che lui non potesse vederlo.
-Sai quanto me che la mamma si preoccuperà comunque,anche se vi dico di non farlo-disse in tono scherzoso,immettendosi in uno spiazzo verde e fermando la macchina.
Si sentì leggermente sollevato quando sentì la leggera risatina di suo padre.
-Ok,fra quanto pensi di essere qui?-gli domandò ancora il genitore.
Ron slacciò la cintura di sicurezza e si voltò a guardare Eliza,che gli restituì uno sguardo tranquillo, leggermente insonnolito.
-Siamo già qui-disse accennando un sorriso e accarezzando una piccola mano della figlia.
Si sporse verso il sedile anteriore per prendere la borsa con tutto il necessario per nutrire e cambiare Eliza,lasciando per il momento la propria valigia nel portabagli,poi chiuse la comunicazione e aprì lo sportello,girando intorno alla macchina per andare ad aprire la portiera dal lato del passeggero.
Vide aprirsi la porta di casa attraverso il vetro della macchina:sua madre,come al solito,era sulla soglia,un grembiule da cucina che le copriva i vestiti,i capelli rossi che si irradiavano nello spazio circostante neanche fossero raggi di fuoco;dietro di lei,suo padre,una mano sulla spalla sinistra della moglie.
Ron afferrò i manici del port-enfant e sorrise alla figlia.
-Forza piccola,andiamo a conoscere i nonni-le disse con voce soffusa.
La sollevò con delicatezza e chiuse lo sportello.
Era giunto il momento di uscire allo scoperto...
Alzò lo sguardo sui suoi genitori:il viso di suo padre era atteggiato in un espressione moderatamente preoccupata,remore di quello che si erano detti fino a pochi istanti prima,mentre sua madre gli stava sorridendo affabile,come faceva tutte le volte che lo vedeva.
Fece un passo,allontanandosi dalla macchina e riuscì a capire chiaramente,grazie al cambiamento nelle loro espressioni,l'istante in cui il port-enfant smise di essere coperto dalla fiancata dell'auto.
Ora entrambi avevano un'aria perplessa e confusa,mentre lo osservavano venire loro incontro.
Continuando a camminare,Ron si chiese se non aveva scelto il modo sbagliato per far conoscere ai suoi genitori la verità,ma a spingerlo a portare con sè Eliza era stata la certezza che i due si sarebbero addolciti all'istante non appena avrebbero visto la piccola.
Evitando così di cruciarlo...
Si fermò ad un passo dalla soglia e rivolse un sorriso ad entrambi.
-Ciao mamma...Papà-
-Ron caro...-disse sporgendosi verso di lui per dargli un bacio sulla tempia destra.
-So che non mi aspettavate,ma non potevo più rimandare-disse l'uomo.
Suo padre aggrottò leggermente la fronte,fissando il suo viso.
-Ho il presentimento che sia meglio entrare in casa-disse poi scostandosi dalla porta per far entrare sua moglie e Ron.
Una volta entrati in casa di diressero verso il salotto,dove Ron si sistemò sul divano posizionando il port-enfant accanto a sè.
Era strano che nessuno dei due gli avesse ancora fatto nessuna domanda su Eliza,o sul perchè andasse in giro con una bambina così piccola;forse non sapevano come impostare la domanda o avevano timore a rivolgergliela.
Con un sospiro,Ron si alzò dal divano e sporgendosi verso la culla,prese Eliza in braccio con tutta la delicatezza possibile e,conscio degli sguardi dei suoi genitori su di sè,iniziò a sfilarle il piccolo piumino celeste che la faceva assomigliare ad una stella marina e che le lasciava scoperto soltanto il viso.
Dopodichè la appoggiò contro la sua spalla destra e lasciò cadere il piumino dentro la culla: tutti gesti futili che lo aiutarono a trovare la calma necessaria prima di alzare di nuovo lo sguardo sui suoi genitori.
-Mamma,papà vi presento Eliza...Mia figlia-
Sentendo le due ultime parole il sorriso sul volto di  Molly scomparve del tutto,lasciando il posto ad un' espressione di sbigottimento.
Ron guardò suo padre e dallo sguardo serio che ricevette in cambio,capì che il vecchio doveva aver immaginato qualcosa fin da quando lo aveva visto scendere dalla macchina.
-Ha tre mesi;è nata la notte di Capodanno,ma essendo prematura ha dovuto passare due mesi in ospedale in un'incubatrice...Sono riuscito a portarla a casa soltanto da poche settimane-continuò leggermente orgoglioso.
-A casa con...con sua madre?-domandò suo padre incapace di dare un tono fermo alla sua voce.
Ron abbassò gli occhi e scosse la testa.
-Ci siamo solo io e lei-
Lanciò uno sguardo alla piccola,impegnata a succhiarsi due dita e sorrise con amore,prima di tornare a guardare suo padre e,dopo aver preso un respiro profondo,iniziare a raccontargli cosa aveva portato alla nascita di Eliza.
Raccontò tutto,senza omettere niente,per la prima volta veramente sincero con i suoi genitori, sperando che potessero capire la solitudine che aveva provato nel suo matrimonio con Hermione ed il senso di gioia e di sollievo avvertititi quando Cassie era entrata nella sua vita.
Parlò della scoperta della gravidanza e dei mesi di convivenza con Cassie e di come si era trovato a vivere a Grimmuald Place da solo per colpa della sua indecisione perpetua.
Infine ripercorse con la memoria la sera di Capodanno,la corsa in ospedale e le ore passate seduto accanto al suo letto,fino all'inevitabile conclusione.
I suoi genitori restarono in silenzio per tutto il tempo senza fare nessuna domanda,ascoltandolo e comprendendo il suo bisogno di parlare,bisognosi a loro volta di capire a pieno quella situazione.
Quando Ron ebbe finito il suo racconto rialzò lo sguardo e,incontrando quello di suo padre,accennò un piccolo sorriso.
L'uomo era chiaramente sopraffatto da tutte le parole che gli erano state gettate addosso nell'ultima mezz'ora,ma sul suo volto non c'era rabbia o indignazione.
-Eliza...Strano nome per una bambina-commentò poi.
Ron sorrise lievemente.
-Neanche a me piaceva molto,ma era il preferito di Cassie...-gli spiegò.
L'anziano genitore si alzò dalla sua poltrona e fece i pochi passi che lo dividevano dal divano,tendendo le braccia verso la bambina.
-Posso?-chiese poi al figlio.
Ron si alzò in piedi a sua volta,annuendo con sicurezza.
-Devi sostenerle la testa e metterle un braccio lungo la schiena e...-fece lui posando con delicatezza la piccola fra le braccia del padre.
-Ron ho avuto sette figli e non so quanti nipoti,credo di sapere come si tiene in braccio un bambino-lo rimbrottò il padre.
Rendendosi conto di quanto stupide fossero le sue raccomandazioni,Ron annuì e si passò una mano fra i capelli,senza staccare lo sguardo da Eliza.
Perfettamente a suo agio,la piccola fissava attenta il viso del nonno,quasi lo stesse scrutando per essere sicura di potersi fidare di lui.
-Ha i tuoi occhi...-disse il signor Weasley rialzando lo sguardo sul suo volto.
Ron annuì.
Eliza,stanca di tutte quelle attenzioni,si concesse uno sbadiglio che fece ridere il signor Weasley.
-Oh cielo,devi essere davvero stanca...Ehi Molly hai visto?Ha le tue stesse labbra-disse l'uomo rivolgendosi alla moglie.
Solo allora Ron si ricordò di sua madre e alzò la testa per cercarla in giro per il salotto.
La trovò in piedi accanto al camino,la stessa espressione sbigottita che gli aveva visto l'ultima volta che aveva alzato lo sguardo su di lei.
-Mamma,va tutto bene?-gli domandò.
Molly scosse leggermente la testa,quasi per risvegliarsi da un trance,e portò lo sguardo sul figlio:Ron capì,grazie a quel solo sguardo,che di li a pochi istanti si sarebbe scatenato l'inferno.
Nonostante questo,si avvicinò a lei,felice che Eliza fosse al "sicuro" fra le braccia del padre.
-Scusami se non ti ho detto nulla finora,ma sapevo che ti saresti infuriata e...-
-Io non sono arrabbiata-lo bloccò la donna.
Ron la fissò attentamente mentre lei continuava a fissare un punto indefinito del tappeto.
-Sono delusa.
Come hai potuto permettere che le cose andassero così avanti?-gli chiese chiaramente amareggiata alzando lo sguardo sul suo volto.
Lui la fissò con sguardo d'attesa certo che quello fosse soltanto l'inizio di una lunga serie di accuse.
-Come hai potuto imbarcarti nella storia con quella donna senza neanche pensare alle conseguenze,o a quello che avrebbero provato Hermione ed i ragazzi se lo avessero saputo?-gli domandò alzando leggermente la voce.
-Ti sbagli mamma..Loro sono stati il mio primo pensiero,fin da quando ho capito che con Cassie poteva nascere qualcosa;ho cercato di proteggerli,per evitare che fossero feriti...-tentò di giustificarsi Ron.
-Ma a quanto pare non è servito a farti capire che stavi sbagliando,non ha evitato che mettessi a rischio il tuo matrimonio-
-Il mio rapporto con Hermione era già in crisi ancor prima che incontrassi Cassie,sarebbe ingiusto che tu le addossassi tutta la colpa-ribattè pronto lui.
La madre scosse la testa.
-Oh,ma io non do a quella donna tutta la colpa...Anche tu hai fatto la tua parte,anzi sei più responsabile di lei:eri tu quello che doveva metter fine ai vostri rapporti di lavoro nell' istante in cui ti sei accorto di non vederla più solo come una collega-gli disse dura.
Molly sospirò rumorosamente e si allontanò una ciocca di capelli rossi che le era caduta sulla fronte.
-Pensi che noi non abbiamo avuto i nostri problemi,o che tuo padre,in tutti gli anni passati al Ministero non sia stato oggetto delle attenzioni di qualche collega?-gli chiese poi cogliendolo di sorpresa.
Ron si voltò sorpreso verso suo padre senza riuscire a incontrare il suo sguardo,ma l'uomo sembrava impegnato a cercare le somiglianze fra sè ed Eliza.
-Ma ogni volta ha saputo mettere al primo posto la famiglia,senza dar retta a quelle donne, tornando ogni sera a casa da voi e da me-
-I vostri erano altri tempi-tentò di ribattere Ron,sperando di creare una piccola crepa in quel muro di ostilità che si era trovato di fronte.
-Tutte chiacchiere!Io non ti ho cresciuto per essere così rinunciatario,così disfattista...
Che fine ha fatto l'uomo che prendeva a cuore ogni situazione,mettendo il bene degli altri prima del suo?Il ragazzo che ho cresciuto io non avrebbe mai fatto soffrire volutamente i propri figli e la compagna di una vita per una storia senza senso nè futuro...-
-Forse ha cominciato a pensare un pò di più a sè stesso e a quello che desiderava veramente- rispose Ron con voce calma,cercando di non far degenerare il litigio.
-Ed è veramente questo che vuoi?Oppure ti sei addossato un'altra responsabilità per non sentire il rimorso?-gli domandò ancora sua madre,decisa a non mollare l'osso.
Sia Ron che suo padre portarono lo sguardo sul volto della donna,sorpresi dalle sue parole,così distanti dal suo modo di essere e di esprimersi:aveva veramente detto ciò che pensavano?
Sua madre credeva davvero che si sarebbe disinteressato della sorte di Eliza se le cose sarebbero andate diversamente?
Che sarebbe stato capace di tornare alla vita di sempre con Hermione ed i ragazzi,arrivando a dimenticarsi di quella figlia bastarda?
Era questa l'opinione che sua madre si era fatta di lui?
-Ron credo che Eliza debba essere cambiata-si intromise il padre parlando con tono cauto,arrivandogli accanto in due passi.
Si voltò verso l'uomo e annuì,portando lo sguardo sul volto della figlia.
-Sì,hai ragione-disse riprendendo la piccola fra le braccia.
Senza guardare sua madre,si avvicinò al divano dove aveva lasciato il port-enfant e prese la borsa,mettendola sulla spalla sinistra.
-Vado a cambiarla nella mia stanza...-disse rivolgendosi esclusivamente al padre.
L'uomo annuì.
-Hai bisogno di una mano?-gli chiese gentile.
Ron scosse la testa,per poi avviarsi verso le scale che conducevano ai piani superiori.
Avrebbe fatto meglio a silenziare la stanza e lasciare un pò di privacy ai suoi genitori...Avevano alcune faccende di cui discutere.


Una strana sensazione le aveva fatto capire che c'era qualcosa di insolito.
Nonostante i suoi modi teneri e scherzosi,Fred non aveva mai sentito il bisogno di dimostrare ogni istante quali erano i suoi sentimenti per lei,evitando così da apparire appiccicoso e asfissiante.
Ma sembrava aver abbandonato il suo comportamento abituale,tenendole la mano fin dal primo istante in cui erano saliti sull'aereo che li avrebbe portati a Londra,insistendo per sedersi accanto a lei quando solitamente ingaggiava una lotta furiosa con Edward per accaparrarsi il posto accanto al finestrino,o disturbandola più volte durante il film per dirle frasi inutili e senza senso.
Inizialmente aveva accettato con un sorriso quel cambiamento credendole ulteriori gentilezze per non farle sentire la mancanza dei suoi genitori o per non farle passare tutto il viaggio con il pensiero a quello che la aspettava al suo ritorno a casa.
Poi aveva scoperto cosa si nascondeva dietro quello strano comportamento:al settimo cielo,Alice le aveva confidato che presto si sarebbero trasferiti di nuovo a Londra.
Rendendosi conto soltanto l'istante dopo che,forse,quella notizia non l'avrebbe resa altrettanto felice.
Non aveva avuto difficoltà a capire perchè Fred non gliene avesse parlato:quella separazione doveva essere difficile da accettare anche per lui,e vedendola così provata dalla crisi fra i suoi genitori aveva deciso di farle vivere quei giorni di vacanza in piena serenità.
Alice aveva stimato la loro partenza definitiva entro la fine del mese successivo...Trenta giorni in tutto.
Quattro giorni erano già passati,continuando a far finta che tutto fosse come al solito,coccolando la piccola Eliza o prendendo lezioni di cucina da nonna Weasley.
Nei momenti di solitudine o poco prima di addormentarsi continuava a ripetersi le stesse domande,senza trovare una risposta soddisfacente:cosa doveva fare?Doveva trovare il modo per rompere con lui oppure erano abbastanza forti da sconfiggere la distanza di un oceano?
Un colpo deciso l'allontanò dai suoi pensieri.
-Avanti-
Si sollevò leggermente dal letto,puntellandosi sui gomiti e accennò un sorriso quando vide Fred fermarsi sulla soglia della porta.
-Ehi bella addormentata!-la prese in giro.
Lei gli fece una smorfia e rise leggermente,osservandolo mentre entrava nella stanza con sicurezza.
La nonna Weasley aveva dato a lei e ad Alice la camera che un tempo era occupata dallo zio George e dal suo gemello,Fred.
Subito dopo sistemato i vestiti nell'armadio il giorno del loro arrivo,Allison aveva dato una sbirciata alle foto sistemate sopra gli scaffali ed era rimasta sorpresa notando la grande somiglianza fra Fred Jr. e suo zio:li si sarebbe potuti scambiare per la stessa persona se non fosse stato per gli occhi grigi del ragazzo.
-Gli ospiti stanno per arrivare-le disse Fred prima di lasciarsi cadere sul letto accanto a lei.
La ragazza fece un mugugno d'assenso,sentendolo avvicinarsi fino a posare la testa sul suo petto.
-Sei pronto a conoscere il tuo futuro cognato?-lo prese in giro circondandogli le spalle con un braccio.
Sul volto di Fred si disegnò un'espressione di disappunto:l'idea che sua sorella fosse fidanzata non gli piaceva affatto.
Secondo il suo parere era troppo piccola per impegnarsi seriamente con qualcuno,non per questioni di mera gelosia fraterna,ma semplicemente perchè era convinto che Alice fosse ancora troppo piccola per capire a pieno il significato dell'amore.
-Se proprio non posso farne a meno...-commentò laconico.
-Vedrai non è poi così male:è abbastanza simpatico,gentile e anche molto educato;inoltre tua sorella sembra davvero felice con lui-
Fred alzò le spalle per quanto gli permetteva la posizione e lasciò cadere la discussione.
Per qualche istante restarono in silenzio,il battito regolare e calmo del cuore di Allison che gli rimbombava nelle orecchie e due dita che giocherellavano con alcune ciocche dei suoi capelli.
Sarebbe stato bello bloccare il tempo,congelarlo,impedirgli di andare avanti fino all'inevitabile epilogo che li aspettava.
-Lo so-disse Allison decisa a giocare a carte scoperte.
Vide la testa di Fred alzarsi dal suo torace,i suoi occhi indugiare sul suo volto per studiare la sua espressione e,anche se gli sembrò stranamente faticoso,gli sorrise.
-E' stata Alice a dirtelo-disse con voce sicura.
-Era talmente felice che non me la sono sentita di sgridarla per il poco tatto dimostrato sul momento-
Fred annuì lentamente,continuando a fissare il suo volto.
-Sei arrabbiata?-le domandò pronto a spiegarle le motivazioni per cui aveva deciso di comportarsi in quel modo.
Allison però scosse la testa.
-Credo che al tuo posto mi sarei comportata allo stesso modo...Da quando Alice me lo ha detto non faccio altro che contare i giorni-gli confessò.
Fred si rizzò a sedere accanto a lei e sospirò.
-Già...So che vuoi dire-
Mentre lo osservava passarsi distrattamente una mano fra i capelli,come faceva ogni volta che la sua mente si perdeva dietro un pensiero,Allison si chiese se Fred non fosse già arrivato ad una soluzione per il loro "problema":magari aveva già deciso che la loro era una storia senza futuro e il suo unico problema era dirglielo
-Sei arrivato a qualche conclusione?-gli chiese cauta.
Fred scosse la testa,senza guardarla.
-Sono giorni che affronto il problema da tutte le angolazioni possibili e immaginabili,ma non so ancora che fare.
Considerato il calendario scolastico di Hogwarts potremmo vederci soltanto ogni tre mesi per due settimane,sempre che i tuoi non facciano storie e che i miei genitori siano disposti a lasciarmi venire così spesso a Seattle.
Poi abbiamo le feste comandate,e lì sono quattro settimane,però è sempre troppo poco rispetto al vederci tutti i giorni-disse portando di nuovo lo sguardo sul volto della ragazza.
-Davvero faresti questo per me?-gli chiese sinceramente sorpresa.
Fred accennò un sorriso.
-Beh mi aspetto un minimo di collaborazione,non so se lo sai,ma gli aerei viaggiano anche in senso contrario-le disse in tono scherzoso.
Allison annuì,dopo qualche istante di stordimento,provocando la risata divertita di Fred.
-Che hai da ridere?-
-Credevi di esserti liberata di me,non è così?-gli domandò lui fra le risate.
-Lo speravo!-scherzò lei.
Facendo cigolare le molle del letto,Fred si avvicinò ad Allison,facendo forza con una mano sul letto e portando un braccio attorno alla vita della ragazza,il viso poco distante dal suo.
-Beh mi dispiace deluderti tesoro,ma non riuscirai a liberarti di me,almeno finchè non lo decido io-le disse fissando i suoi occhi.
Allison sorrise,odiandosi per il lieve rossore che si andava allargando sulle sue guance.
-Uff,questo vuol dire che devo sopportare la tua brutta faccia ancora a lungo?-gli chiese fingendosi seccata.
Fred sorrise lievemente prima di annullare la distanza fra di loro e baciarla.
Magari avrebbero trovato il modo di farla funzionare...Anche con l'oceano di mezzo.

 

-Ripetimi come sei riuscito a convincermi...-
Si era lamentato per tutto il breve tragitto che li avrebbe portati alla Tana,senza preoccuparsi di moderare il tono della voce,incurante che qualcuno potesse sentirlo.
-Sai benissimo perchè sei qui,quindi chiudi il becco e smettila di lamentarti-lo sgridò Luke.
-Tu continua così...La mia vendetta sarà terribile e inaspettata!-ribattè il biondo.
L'altro si lasciò scappare una risatina.
Fin da quando aveva parlato a Scorpius dell'invito che i Weasley gli avevano rivolto per il giorno di Pasqua,l'amico non aveva fatto altro che lanciargli le peggiori maledizioni ed insulti:come si era permesso di muovere quell'invito a suo nome senza prima chiedergli se gli sarebbe piaciuto passare un'intera giornata con la famiglia Potter e Weasley?
A niente erano servite le reiterate spiegazioni di Luke,la tirata del biondo era continuata per giorni facendogli credere che non sarebbe mai riuscito a portarlo con sè alla Tana.
Era stato quindi senza grandi speranze che gli aveva dato appuntamento per la mattina di Pasqua per poter andare insieme alla Tana,evitando così momenti imbarazzanti o che Scorpius si sentisse in minoranza fra tutti quei Grifondoro.
Ma ancora una volta l'amico lo aveva sorpreso,presentandosi sulla soglia di casa sua in perfetto orario,vestito elegantemente con un paio di pantaloni bianchi sopra una camicia candida, abbigliamento che gli donava un'aria da angelo dannato.
Anche se non avevano affrontato l'argomento da quel pomeriggio di qualche settimana prima,Luke non aveva dubbi che l'unico motivo per cui Scoprius aveva vinto le sue resistenze era stato rivedere Albus;infatti l'unico momento in cui il suo rifiuto aveva vacillato era stato quando aveva saputo della presenza di Potter a quella festa,e soprattutto quando lo aveva saputo libero dalla presenza asfissiante del Corvonero.
Erano ormai vicini alla proprietà dei Weasley,poche decine di metri li dividevano dalla porta principale.
-Ti ricordi tutte le raccomandazioni che ti ho fatto?-gli domandò cercando di non apparire nervoso.
L'ultima cosa che gli ci voleva era che Scoprius iniziasse a comportarsi in modo scostante o maleducato...avrebbe fatto miseramente fallire tutti i suoi tentativi di essere accettato dalla famiglia di Alice.
-Dire per favore e grazie,sorridere sempre,essere educato con tutti e evitare le maledizioni senza perdono-elencò stancamente Scorpius.
-Perfetto...E ricordati di fare i complimenti al signor Weasley per la sua collezione di LP!
Lui ci tiene molto-si ricordò sul momento.
Insieme salirono i gradini di legno che dividevano la porta d'ingresso dal prato e Luke bussò due volte con il battente di ferro.
-Che roba è?-chiese Scorpius guardandolo curioso.
-Musica-
-E allora perchè non la chiama semplicemente musica?-domandò ancora il biondo confuso.
La porta d'ingresso si aprì,portando Luke a zittirlo velocemente,neanche stesse parlando con un bambino di sei anni.
Entrambi i ragazzi portarono lo sguardo verso la porta dove,con una mano sulla maniglia e lo sguardo sorpreso fisso sul biondo Serpeverde,c'era Albus.
A Luke bastarono pochi istanti,quei pochi attimi in cui i due si trovarono uno di fronte all'altro per afferrare la relazione che c'era fra i due ragazzi:fin dal primo istante in cui i loro sguardi si erano incontrati,nell'aria si sprigionò una carica elettrica che sembrò far dimenticare ad entrambi il resto del mondo e riuscì a far sentire Luke un'estraneo.
Come avrebbero fatto a non accorgersene anche gli altri?
Scorpius lo fissò per qualche istante,per poi prodursi in un vero sorriso,come Luke poche volte gli aveva visto fare.
-Ciao Albus-lo salutò.
Il moro,al suono della sua voce,sembrò riscuotersi e dopo aver battuto le palpebre un paio di volte diede uno sguardo veloce a Luke,accorgendosi solo in quell'istante della presenza del ragazzo,per poi tornare a Scorpius.
-Ciao Scorpius-


Il pranzo familiare,solitamente così allegro e chiassoso,era stato consumato fra discorsi stentati e lunghi silenzi,mentre fra i commensali si rincorrevano gesti esageratamente educati e sguardi di sottocchi per cercare di carpire lo stato d'animo degli altri.
Il malanimo fra lo zio Ron e la nonna Weasley sembrava aver contagiato tutti gli adulti, messi di fronte alla presenza di Eliza e ovviamente divisi fra la comprensione per quello che Hermione stava affrontando e la moderata felicità per l'arrivo di una nuova Weasley nella famiglia.
Gli unici che sembravano aver accettato di buon grado la situazione erano il nonno Weasley,lo zio George e sua moglie,come sempre pronti a dare un'opportunità a chiunque prima di condannare,e i suoi genitori.
Chi certamente non aveva fatto il minimo passo verso la bambina o verso il padre erano stati Rose ed Hugo,un espressione fiera in volto che rifiutava ogni gesto di compassione da parte dei loro parenti.
Ad un'occhio inesperto sarebbero potuti sembrare insensibili o disinteressati a quello che stava succedendo nella loro famiglia,ma James sapeva che niente era più lontano di quello dalla verità.
A lui bastava uno sguardo per capire cosa preoccupava Rose...Quando aveva bisogno di lui.
Fu per questo che,vedendola uscire dalla sala da pranzo dove gli adulti erano ancora riuniti,si alzò a sua volta e,cercando di sembrare il più naturale possibile,le andò dietro.
La seguì fino al capanno nel giardino interno dove il nonno teneva gran parte della collezione di dischi e tutto l'occorrente per ascoltarla,accennando un sorriso quando la vide lasciare la porta aperta dopo essere entrata.
Entrò nel capanno e si richiuse la porta alle spalle,restando in silenzio,in attesa di un suo gesto o di una parola che lo aiutasse a capire di cosa aveva bisogno.
La osservò mentre,con gesti esperti,frugava fra i vari scaffali cercando un disco in particolare,sfilarlo dalla fila con delicatezza e farlo uscire dalla confezione per sistemarlo sul piatto e poggiarvi sopra la puntina.
Nella stanza si sentì il fruscio provocato dall'entrata della puntina nel solco e pochi istanti dopo una voce roca si diffuse per la stanza grazie ai vari altoparlanti sistemati in punti strategici.

"Forever and ever you stay in my heart
and I will love you,
Forever and ever we never be apart,
together,that's how it must be,
to live without you will only mean heartbreak for me
"

James non ebbe difficoltà a riconoscere quella canzone,anche se da qualche anno non aveva l'occasione di sentirla;ma ricordava con chiarezza il modo stonato con cui lo zio Ron canticchiava quella canzone a Rose per aiutarla a dormire.
Lo aveva fatto tutte le sere per anni,fino a quando lei non era stata troppo grande per quel piccolo rito fra padre e figlia.
Incapace di scorgere l'espressione sul volto di Rose,le si avvicinò portandosi alle sue spalle,proprio nel momento in cui lei faceva ripartire la canzone dall'inizio,e le posò una mano sulla spalla destra.
-Rosie...-sussurrò sicuro che lei l'avrebbe sentito lo stesso,anche con la musica alta.
Veloce,la mano sinistra di Rose era corsa al viso,asciugando gli occhi lucidi,senza però decidersi a voltarsi.
-Sai che stavo pensando mentre prima lo guardavo occuparsi di quella bambina?-gli domandò con voce leggermente rotta.
James restò in silenzio,certo che lei non avesse bisogno di incoraggiamenti.
-Mi sono chiesta se era emozionato quando mi ha portato a casa dall'ospedale,se mi ha mai cambiato i pannolini o mi ha mai dato le poppate come sta facendo con lei...Quando è stato che ha smesso di amarmi...-aggiunse poi.
Con una presa decisa,ma gentile James la fece voltare incontrando i suoi occhi tristi e lucidi, portando l'altra mano sulla sua guancia sinistra,la punta del mignolo a sfiorare il collo.
-Tuo padre ti ama.
Per quanto incasinata possa essere la sua vita in questo momento lui vuole bene sia a te che a Hugo...Forse non sa come avvicinarvi,come dimostrarvelo visto quello che ha combinato-cercò di farla ragionare.
Rose lo guardò con aria poco convinta e,nonostante il suo tentativo,non ricambiò il suo sorriso,lasciandosi andare ad un sospiro pieno di lacrime.
-Ok ho capito...Aspetta qui-le disse allontanandosi da lei.
Si diresse verso gli scaffali e guardò i vari titoli,senza trovare quello di cui aveva bisogno.
Poi finalmente un sorriso si dipinse sul suo volto.
-Che cos'è?-gli chiese Rose vedendolo sistemare un disco sul piatto.
-Vedrai-
Tornò verso di lei mentre nella stanza esplodeva l'assolo di una chitarra.
Un'espressione leggermente seccata si dipinse sul volto di Rose,facendola assomigliare terribilmente alla madre.
-Una canzone pop dovrebbe aiutarmi a stare meglio?-gli domandò scettica.
-Vuoi ascoltarla almeno prima di giudicare?-ribattè lui.

"I'll be there for you
when the rain start to fall
I'll be there for you
like I'll being there before
cause you're there for me too
"

-Che perla di saggezza!-commentò Rose sarcastica.
-La smetti di criticare?Quello che conta è il messaggio!-ribattè lui.
-Cioè?Che non importa quanto io e mio padre siamo distanti in questo momento,se ho bisogno,lui correrà da me?-chiese lei senza abbandonare il tono sarcastico.
James fece una smorfia,storcendo le labbra chiuse verso destra.
-Veramente la canzone si riferiva a me-
Dopo qualche istante di silenzio sorpreso,Rose accennò un sorriso a cui si unì James,felice di averle risollevato il morale.
La vide chinare leggermente la testa,i boccoli nocciola a coprire il viso prima di tornare a rialzare lo sguardo verso di lui.
Non avevano bisogno di tante parole.
Altre coppie avrebbero perso ore in spiegazioni e discussioni su come risolvere i loro "problemi", ma loro riuscivano,almeno per il momento,ad avere una perfetta sincronia;un linguaggio muto che permetteva loro di capire quando era il momento di mettere da parte la propria rabbia per stare accanto all'altro.
Qualcosa di raro,a cui non erano disposti a rinunciare.
-Anche quando non mi sopporterai?-gli chiese mantendo quel sorriso lieve.
James si mosse per avvicinarsi di nuovo a lei,incurante della canzone che andava avanti e si portò di fronte a lei,un passo a dividerli.
-Scherzi?Sono proprio quelli i momenti che preferisco!-fece lui ironico.
Rose rise ed eliminò la distanza fra di loro poggiando la fronte sulla sua spalla sinistra,respirando il suo profumo.
L'attimo dopo una mano di James era affondata fra i suoi capelli,accarezzandoli con lentezza.
-Mi sei mancato...-
Già,anche lei gli era mancata,più di quanto aveva immaginato.
Allacciò un braccio attorno alla sua vita sottile e la portò contro il suo torace,respirando l'odore dei suoi capelli.
-Ora sono qui-


Aveva avuto un'attacco di panico quando lo aveva visto sulla porta.
Che diamine ci faceva in una festa che doveva essere riservata ai membri della famiglia Potter e Weasley?
Inizialmente aveva creduto che fosse stato un tiro mancino di Lily per metterlo davanti ai suoi "veri sentimenti",ma aveva dovuto ricredersi quando aveva visto la sincera espressione di stupore che si era disegnata sul volto della sorella quando Scorpius era entrato nel salotto.
Poi tutto era apparso chiaro:l'invito gli era stato rivolto dallo zio George e dalla zia Luna,per intercessione del suo amico Luke,attuale fidanzato di Alice.
Per un pò,subito dopo il suo arrivo,mentre il biondo Serpeverde era impegnato in una conversazione con Luke e nonno Weasley,si era baloccato con l'idea di chiudersi in camera con la scusa di un raffreddore improvviso,ma poi aveva lasciato cadere il proposito,spaventato dall'idea delle zuppe che la nonna Weasley gli avrebbe propinato e deciso a non apparire un codardo ai suoi occhi.
Dannazione,perchè non aveva portato Emmett con sè?Avrebbe potuto spacciarlo come un caro amico...Già,ma Emmett si sarebbe fatto sgamare l'attimo dopo aver messo piede in casa:tutto si poteva dire di lui tranne che non fosse evidente la sua omossessualità.
Quindi era confinato in una casa con Scorpius per almeno cinque ore...Tutto stava nel riuscire ad evitarlo per tutto il tempo.
Vista la carovana di gente che si era presentata a quel pranzo non doveva essere difficile...
Lo aveva osservato mentre chiacchierava affabilmente con suo nonno,con Alice o con Rebecca,che aveva scoperto essere sua vecchia amica fin dall'infanzia grazie al legame che c'era fra i loro padri,mentre scambiava delle veloci battute con i suoi genitori e con Lily,e ovviamente con Luke.
Tutti sembravano apprezzare la sua compagnia e la sua conversazione:possibile che non gli trovassero neanche un difetto?
La fortuna gli era venuta incontro anche al momento del pranzo,sistemandoli ai due lati opposti del tavolo,ma nonostante questo,più volte si era ritrovato ad alzare lo sguardo e lanciare occhiate rapide verso di lui.
Vederlo così,seduto fra Luke e Rebecca,gli faceva tornare in mente una tavola,ugualmente imbandita,ma soltanto per due.
E,quasi volesse aiutarlo a ricordare quella sera,Scorpius aveva indossato gli stessi abiti che aveva la sera di Capodanno...
Se glielo avesse fatto notare,sicuramente avrebbe obiettato che lo aveva fatto senza accorgersene,prendendo il primo paio di pantaloni e la prima camicia che gli capitava fra le mani,però Albus sapeva che niente nei gesti del Serpeverde era lasciato al caso.
Nel bene e nel male.
-Allora?-
La voce di Lily si intromise nei suoi pensieri,portandolo ad incontrare il suo sguardo.
Dopo il pranzo,i ragazzi,esclusi Edward e Hugo che avevano preferito andare nel giardino interno a sistemare la tenda in cui intendevano dormire quella notte,si erano scusati ed erano andati ad unirsi a Rose e James nel capanno per ascoltare un pò di musica e cercare di scrollarsi di dosso quell'aria tetra che sembrava essere caduta sulla loro famiglia.
Seduto su una sedia che sembrava sul punto di crollare e farlo cadere a terra,Albus osservava la sfida che era nata per gioco fra Luke e Scorpius,e a cui si era unito anche James:con gli occhi leggermente socchiusi,quasi fosse un giudice esperto,Al li osservò ballare il tango rispettivamente con Alice,Rebecca e Rose,senza che nessuno dei tre fosse minimamente decente.
-Allora cosa?-chiese alla sorella senza staccare lo sguardo dal gruppo,sorridendo ad un tentativo maldestro di James di far fare un casquè a Rose.
La sua attenzione era tutta concentrata sul biondo Serpeverde:grazie alle movenze della danza,i muscoli scattanti erano messi in mostra attraverso il tessuto teso della camicia,riportandogli alla memoria lontani ricordi.
-Quando la smetterai di mangiarlo con gli occhi e andrai a parlargli?-gli chiese diretta come al solito, abbassando leggermente la voce per evitare che gli altri sentissero.
Al staccò lo sguardo dal ragazzo e fissò la sorella,con quella che sperò essere un'espressione incredula.
-Mangiarlo con gli occhi?Mi dispiace deluderti Lily,ma è da un pezzo che ho smesso di mangiarlo con gli occhi-
Lily annuì,chiaramente annoiata.
-Sì sì conosco il resto della storia...Sei così felice con Emmett da non aver bisogno di niente e nessuno oltre lui-disse muovendo lo sguardo verso Daniel che era vicino all' impianto stereo e aveva un disco fra le mani.
-Esattamente-confermò il ragazzo con un cenno deciso della testa.
Ma era veramente così?si ritrovò a chiedersi inaspettatamente.
Era davvero Emmett la persona giusta per lui,quello con cui sarebbe stato felice "per sempre"?
Sicuramente era quella che al momento gli impediva di pensare a Scorpius,confondendolo con le sue mille attenzioni ed evitando che il suo pensiero si soffermasse per più di cinque secondi sul biondo Serpeverde.
Ma era stupido negare che,mentre Emmett provava dei veri sentimenti nei suoi confronti,lui ancora non era sicuro di cosa sentiva:quando era con Emmett non avvertiva il batticuore,il nodo alla gola e la paura di sentirsi idioti che lo attanagliava ogni volta che il suo sguardo,per caso, incontrava due occhi cerulei o due labbra perfette solo in parte distorte da un ghigno malizioso.
L'attimo dopo Albus sentì sospirare sua sorella e portò di nuovo lo sguardo su di lei.
-Che c'è?-
La ragazza scosse la testa.
-Niente,stavo solo pensando che è un peccato...Voglio dire,passiamo tanto tempo a lamentarci che non troviamo la persona giusta per noi,che nessuno ci apprezza per quello che siamo veramente che poi quando finalmente la persona giusta arriva,siamo così spaventati da mandare tutto all'aria-disse continuando a guardare davanti a sè.
Albus restò in silenzio,poggiando la testa contro il muro e portando di nuovo lo sguardo su Scorpius,libero dalle danze e ora accanto a Daniel.
Tre note di una tastiera si diffusero dagli altoparlanti,annunciando una nuova canzone.
-Adoro questa canzone,che ne dici di ballare?-gli domandò Lily alzandosi in piedi e restando accanto a lui.
-Io e te?-le domandò Al corrugando la fronte.
Lily annuì,un sorriso lieve sulle labbra.
-Credi di potermi concedere questo immerso favore?-gli chiese prendendolo bonariamente in giro.
Albus sorrise e lasciò che Lily lo aiutasse ad alzarsi,facendosi poi guidare verso la piccola pista che avevano ricavato spostando alcuni tavoli e lasciò che la sorella si stringesse a lui.
Non erano passati che pochi attimi dall'inizio del ballo che sentì uno sguardo posarsi su di sè,e seguire attento tutti i suoi movimenti...Non aveva bisogno di alzare gli occhi per capire di chi si trattava.

"I don't care who you are
where you're from
what you did
as long as you love me
"

-Dovrei per caso capire qualcosa?-domandò scherzoso alla sorella.
Lily rise leggermente,dandogli un buffetto sul braccio sinistro.
-Beh,non sei tu il più intelligente della famiglia?-gli domandò alzando lo sguardo per incontrare il suo.
Al sospirò,staccandosi leggermente da lei.
-Le cose non sono così semplici Lily...-disse tentando di nuovo di farle capire la realtà delle cose.
-Posso rubartela?-
La voce di Daniel si era intromessa impedendo a Lily di ribattere,con grande sollievo di Albus,che consegnò Lily fra le braccia di Daniel e si allontanò dalla pista.
La canzone era ormai alla fine,ma Albus notò che Rose aveva già in mano il prossimo disco.
Tornò verso l'angolo dove si era rintanato fino a quel momento,restando sorpreso quando vide Scorpius,la schiena poggiata contro il muro a pochi passi dalla "sua" sedia.
-Ciao-lo salutò.
Il biondo fece un cenno con la testa,restando in silenzio.
-Non sapevo sapessi ballare-gli disse poi.
-L'ho scoperto da poco anche io...-rispose Albus restando sul vago.
Mantenne lo sguardo sul centro della stanza,quasi volesse dimenticarsi della presenza di Scorpius al suo fianco.
Perchè non riusciva a trattarlo come un amico o uno studente qualsiasi?
Perchè che ogni volta che erano a pochi metri di distanza il suo cuore doveva cominciare a correre in quel modo,rendendolo così nervoso?

"I can't fight this feeling any longer..."

Lanciò uno sguardo a Scorpius e gli sembrò perfettamente a suo agio,come se la Tana fosse il suo ambiente naturale e quel pranzo fosse tutto quello che aveva sempre sognato.
Abbassò la testa e sentì il disperato bisogno di una sigaretta;forse avrebbe potuto chiederne una al biondo,ma dividerla con lui avrebbe riportato alla memoria ricordi che cercava disperatamente di tenere a bada,di controllare.
-Non mi aspettavo di trovarti qui...-gli disse sincero.
Sentì di nuovo lo sguardo di Scorpius su di sè e dopo qualche altro istante di incertezza,alzò il proprio,incontrando i suoi occhi grigi,sentendo un brivido scendere giù per la schiena.

"I said there is no reasons for my fears
cause I feel so sicure when we're together
you give my life direction
you make everything so clear..."

-Sarebbe stato scortese rifiutare l'invito di tuo nonno...-rispose l'altro,ascoltando distrattamente la musica che usciva dalle casse poco distanti da loro.
Albus annuì:quale altra motivazione poteva esserci?
-Inoltre volevo vedere questo posto-aggiunse cogliendolo di sorpresa.
Il moro lo fissò senza capire,portando Scorpius a sogghignare come soltanto lui sapeva fare.
-Hai dimenticato tutte le volte che me ne hai parlato?-gli ricordò.
Al accennò un sorriso e chinò per qualche istante lo sguardo,prima di fissarlo di nuovo in quello dell'altro.
A volte,dopo aver fatto l'amore e su sollecitazione di Scorpius,Albus iniziava a raccontare della sua infanzia,di tutte le estati che aveva passato alla Tana con i cugini ed i nonni,oppure delle feste di Natale in cui il nonno si vestiva da Babbo Natale per far conoscere ai nipoti questo "personaggio" babbano,dimenticandosi però di camuffare la voce e facendosi così scoprire subito.
-Credevo non mi ascoltassi...-gli confessò sincero.
Scorpius alzò le spalle,cercando di assumere un tono noncurante.
-Alcuni racconti erano ripetitivi,devo ammetterlo,ma mi hanno lasciato la curiosità di vedere di persona questo posto-
Cos'era quella confidenza,quel senso di familiarità che sembrava essersi instaurato fra di loro?
Era sempre stato lì,fin dalle prime volte oppure era nato piano piano grazie ai loro incontri e alle loro liti?

"You're a candle in the window
on a cold dark oldest night
and I'm getting closer than I'm ever thought I might
"

-Davvero?-domandò Albus leggermente confuso,mentre quelle domande continuavano a vorticargli nella mente e le parole di quella canzone sembravano rivolgersi direttamente a lui.
Scorpius annuì,ravviandosi alcune ciocche di capelli serafici dietro l'orecchio sinistro.
-Ora mi manca solo una cosa...-commentò sibillino.
-Cioè?-

"I can't fight this feeling anymore
I forgotten what I started fighting for
and if I have to crawle upon the floor
came crashing through your door
baby I can fight this feeling anymore
"

Ancora una volta il sorriso malizioso scintillò sulle labbra di Scorpius,portandolo a fissare gli occhi verdi di Albus per qualche istante prima di rispondere.
-Vedere Grimmuald Place,no?
Non ricordi più la tua promessa?-chiese poi,senza far sparire il sorriso.
Un'ondata di calore attraversò il corpo di Albus,invadendogli il collo,il torace e il basso ventre, portandolo a chiedersi per un veloce secondo se era possibile avere un'erezione per delle parole così insignificanti.
"Non sono insignificanti...",lo rimproverò una piccola vocina nella sua mente.
Annuì velocemente,quasi risvegliandosi all'improvviso e si passò una mano fra i capelli, cercando di darsi un contegno.
-Certo che mi ricordo...Ma credevo non valesse più-gli confessò sincero.
Scorpius abbassò un sopracciglio,assumendo un'aria sorpresa.
-E perchè mai?Te l'ho detto che ho intenzione di restare nei paraggi ancora per molto tempo...-
Incapace di formulare un qualsiasi pensiero sensato,Albus restò in silenzio,limitandosi a ricambiare lo sguardo del biondo.
Fu allora che capì che Lily aveva ragione.
Per quanto sbagliato,o doloroso o insensato potesse sembrare,Albus era riuscito a fare chiarezza dentro sè stesso:non importa quando duramente si stesse impegnando per dimenticare Scorpius, quanto a lungo avesse preso in giro sè stesso ed Emmett,ormai la verità gli appariva chiara e inconfutabile.
Sua sorella aveva dannatamente ragione quando parlava di paura:in quel momento,lui era addirittura terrorizzato.
Ma non è questo che si prova quando ci si trova faccia a faccia con il "grande amore"?


Era immerso in un piacevole dormiveglia quando aveva sentito i colpi sulla porta.
Il primo era più lieve,al punto da fargli credere di averlo immaginato;tutto il contrario del secondo che risuonò chiaramente per la stanza.
Scostando le coperte,Fred uscì dal letto,avvertendo il pavimento freddo sotto i piedi e si avvicinò alla porta,stropicciandosi l'occhio destro con il pugno chiuso.
Aprì la porta e sbattè più volte le palpebre per abituare gli occhi alla luce fioca che veniva dal corridoio,fissando la figura che aveva di fronte.
-Allison...-mormorò a mezza bocca,sorpreso.
Lei accennò un sorriso,lanciando un'occhiata ai boxer grigio perla e alla maglia blu a maniche lunghe che Fred indossava come pigiama,prima di riportare lo sguardo sul viso del ragazzo.
-Non volevo svegliarti-si scusò in un bisbiglio.
Fred scosse la testa,mentendo spudoratamente,facendola sorridere di nuovo.
-Ma che ci fai qui?Sai che succede se mia nonna ti trova qui?-le chiese poggiando una mano contro lo stipite di legno della porta.
Allison annuì.
-Lo so lo so,è solo che...-disse la ragazza improvvisamente timorosa.
Fred aggrottò la fronte,senza allontanare lo sguardo da quello di lei.
-Cosa?-
Lei sospirò rumorosamente e fece il solo passo che la divideva da Fred,alzandosi sulla punta dei piedi per arrivare alla sua altezza e sfiorargli le labbra con un bacio lieve,sfiorandogli il torace con la mano destra.
Riaprì gli occhi e incontrò lo sguardo di Fred.
-Non voglio addormentarmi da sola-
Il rosso scrutò il suo sguardo per qualche istante,cercandovi paura o incertezza,senza trovarne alcuno.
Senza parlare,incurvò le labbra in un sorriso lieve prendendole poi la mano sinistra nella sua e chiudere la porta della propria stanza dietro di sè e di Allison.

 

Salve a tutti!!!E buon inizio settimana...

Molte volte le feste,grande occasione di riunione x tutta la famiglia,sono il momento buono per litigare,rovinando così l'atmosfera...ed è proprio quello che è successo qst volta.

La presenza di Eliza ha reso tutti nervosi,a cominciare da mamma Weasley,rovinando l'atmosfera festosa che sempre caratterizzava qst momenti alla Tana.

Almeno abbiamo avuto il chiarimento fra Rose e Jim,ed un piccolo riavvicinamento fra Al e Scorpius;chiedo scusa se ho lasciato da parte gli altri,ma era giusto lasciare spazio alla riappacificazione dei 2 ragazzi(anke xkè molti sentivano la loro mancanza).

Inoltre avevo già parlato di Alice e Luke nello scorso capitolo,e parlerò degli altri nei prossimi capitoli.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di battitura ed ortografia.

Le canzoni usate in qst capitolo sono:"Keep on loving you" dei Reo Speedwagon x il titolo e la frase all'inizio,"I say a little pray for you" di Aretha Franklin,"I'll be there for you" dei Rembrandts,"As long as you love me" dei Backstreet Boys,Tango by Gotan project e "I can't stop this feeling anymore" dei REO Speedwagon(canzone bellissima che vi consiglio).

E ora i ringraziamenti:Miky black(La presenza di Scorpius ha risvegliato dolci e,allo stesso tempo,fastidiosi ricordi...Non preoccuparti per Fred e Allie,nn ho intenzione di far loro alcun male),Sunshine'86(Bentornata!E' stato un viaggio lungo e faticoso?Hai colto perfettamente lo spirito di quel momento,quello che volevo trasmettere!Quando due persone si conoscono da così tanto tempo,come Rupert e Seamus non si ha bisogno di parole che potrebbero provocare danni ulteriori;qualche volta si ha solo bisogno di fermarsi e guardarsi indietro...Emmett nn è molto diverso da noi ragazze:molte di noi,qnd ci fissiamo su un tipo,nn importa se è appena uscito da una storia o magari pensa ancora alla sua ex,xò cerchiamo in tutti i modi di farlo accorgere di noi,di cancellargli dalla mente qll altra;è un gioco,lo sappiamo,conosciamo le regole,ma nonostante qst rimaniamo da schifo lo stesso qnd finisce),Luthien241(Renderlo tr sdolcinato equivarrebbe a snaturarlo,e poi nell'idea che ho di lui nn contano le parole,ma i gesti e lui ne ha già dato prova in passato e lo farà splendidamente in futuro;ma era importante far capire che lui ama veramente Albus,che nn lo vede + come un compagno di letto o cose simili),Charmed_Alis(Figurati,anzi se dovessi avere altre domande nn farti scrupolo,chiedi pure!Come vedi qlcs è venuto fuori,provocando una reazione tipo bomba atomica,e lasciando intuire che le cose nn devono essere tanto rose e fiori fra Herm e Ron;anche io sn felice di aver riunito Rupert e Seamus,era stupido buttare tt al vento x un pranzo e finalmente se ne sono accorti anche loro...ma mi dispiace deluderti:Mandy Greengrass resterà in giro ancora x molto tempo),JC(Credo ci voglia una punzione adeguata per qst grave dimenticanza...Una bella passeggiata sui ceci può andar bene!Hai ragione,è la prima volta nelle mie fict che un'intervento esterno interviene x dare una mano ai protagonisti in difficoltà;il motivo ke mi ha indirizzato verso la consulente è la consapevolezza che qst cosa era tr grande xkè Ron ed Herm riuscissero a risolverla da soli:avevano bisogno di qualcuno imparziale,qlcn capace di destreggiarsi fra rancori e vecchi malanimi restando immune,senza aver paura di ferire ora uno ora l'altra),Lotti(Beh una piccola rivincita personale ci voleva proprio!Giusto x rimettere le cose nella giusta prospettiva e ricordarle che Alice è cmq la sua ragazza,che che ne dicano i genitori di Luke...),IRE'89(Nella mia visione la consulente è magica,di nascita babbana come Hermione capace cs di comprendere entrambi i mondi senza difficoltà;invece devo smentirti:a me piacciono Ron ed Herm come coppia,lo dimostra il fatto che nella prima storia andavano d'amore e d'accordo,senza l'ombra di un problema.Ma mi sono sempre chiesta xkè si desse x scontato che il loro matrimonio dovesse essere idilliaco solo xkè avevano impiegato 7 anni x stare insieme:era una specie di premio?Cmq...Allison è molto matura x la sua età e lo dimostra il comportamento avuto in qst capitolo:nn ha fatto scenate o dato segni di isteria,ma si è data da fare x capire cm portare avanti la storia cn Fred anke cn l'oceano di mezzo...Ho sempre odiato le segreterie telefoniche!Se nn vuoi farti trovare che senso ha dirmi di lasciare un mex se poi qs certemente nn mi richiami?Poi il senso di frustrazione che ti da ql nastro registrato nn te lo da niente!Quindi capisco perfettamente la confusione e il fastidio provato da Luke unito alla paura che potesse essere successo qlcs a Luna;Scorpius si è messo a fare battutine nel momento sbagliato...Era ovvio che l'amico lo prendesse di mira!Attraverso gli occhi di Al abbiamo visto come,alla Tana,Scorpius si intrattenesse amichevolmente con gran parte degli ospiti,e credo che sarebbe accettato di buon grado anche da Harry se questi nn fosse stato preoccupato dalla possibilità di un'imminente guerra civile fra i Weasley).

Bene x il momento è tutto,ma prima vi lascio un piccolo spoiler...giusto x aumentare la vostra curiosità!

 

"-Ma non funziona così...Ho la smetti con qst pose da stronzo narcisista e ammetti per una volta di essere innamorato di me...come io sono innamorato di te...oppure la finiamo qui.Ognuno per la sua strada.

-Allora è così che funziona con te?O si fa a modo tuo oppure vaffanculo?"

Bene,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"You should've told me"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 34
*** You should've told me ***


you should've told me

 

"-Speravi che finita la storiella con Paganini jr.potessi correre da me?

-Sì,una cosa del genere...Lo so era stupido.

-Quasi stupido quanto credere alle sue cazzate.Ma tu sei giovane,inesperto...

-E tu ti credi tanto furbo?Se tu avessi avuto un pò di cervello non avresti mai dovuto lasciarmi andare!Potevi dirmi che stavo facendo il più grosso errore della mia vita,che me ne sarei pentito,e che quello che mi davi tu valeva mille,un milione di volte di più di tutto quello che poteva offrirmi lui...Avresti dovuto dirmi che mi amavi e che avresti continuato a farlo anche se me ne fossi andato.

-E' questo che volevi sentire?

-Sì,ma come al solito non lo hai detto,quindi posso anche andare...

-E' così che sei fatto?Se non senti quello che vuoi sentire te ne vai?"

 

 

-Che fine ha fatto il cilindro che era lì sopra la volta scorsa?-
La donna gli diede le spalle,fissando il mobile dietro di sè per qualche istante prima di tornare a guardarlo in volto.
Come la volta precedente,non appena si era seduto il suo sguardo si era portato oltre la spalla sinstra della donna,cercando il cilindro oscillante pieno di liquido blu,quasi lo considerasse il proprio punto di riferimento in quella stanza,senza però trovarlo.
-Oh lei si riferisce all'acquario...Ho deciso di spostarlo sopra la mensola della libreria perchè  distoglieva l'attenzione dei pazienti-gli rispose la dottoressa Stillman con voce serena.
Ron annuì,posando una mano sul bracciolo e lanciando uno sguardo ad Hermione,seduta poco distante da lui.
-Allora,come avete passato questa settimana?-chiese loro la dottoressa per aprire la seduta.
Il rosso gettò una nuova occhiata verso la moglie,incontrando per qualche istante il suo sguardo: forse rispetto a sette giorni prima la situazione era anche peggiorata...
C'erano state reazioni diverse alla presentazione di Eliza in famiglia,alcune positive e altre negative,fra tutte quella di sua madre,che fin al giorno della sua partenza non aveva voluto condergli qualche attimo per parlare,per cercare di risolvere il malinteso che si era creato fra loro il giorno del suo arrivo alla Tana.
Era tornato a casa con la certezza che sua madre ritenesse Eliza un'incidente di percorso,e che lo considerasse alla strenua di un bambino viziato che fa i capricci per il giocattolo del momento.
Hermione,arrivata alla Tana insieme ai ragazzi pochi giorni dopo di lui,aveva affrontato la situazione con una forza interiore senza pari:nessun'altro sarebbe riuscito a resistere ai tanti sguardi di circostanza,alle offerte di sostegno e agli abbracci pieni di conforto con cui la famiglia Weasley l'aveva sommersa con il proposito di non farla sentire sola.
-Non molto bene...-rispose ora alla domanda della dottoressa.
Questa lanciò un'occhiata ai due cogniugi e le bastò osservare l'abisso che avevano frapposto fra di loro sul divano,la determinazione con cui evitavano di incrociare gli sguardi per capire che doveva essere successo qualcosa.
-Le va di parlmene?-chiese rivolgendosi direttamente ad Hermione.
La riccia,indecisa,affondò i denti nella parte morbida del labbro inferiore,lasciandosi andare poi ad un respiro profondo.
-No,non voglio...-
Sarebbe stato troppo rivivere l'umiliazione subita nei giorni passati,raccontare la tristezza e la rabbia provata mentre osservava Ron prendersi cura di sua figlia,il senso di incompletezza avvertito ogni volta che lo vedeva fare una smorfia alla piccola:quei piccoli gesti erano qualcosa riservato esclusivamente a lei,ai suoi figli,ed ora lui li stava concedendo a qualcuno che per lei era un'estranea,che non aveva nessun'importanza nella sua vita.
Ron,incapace di portare lo sguardo sul volto della moglie,lo alzò verso la dottoressa Stillman,giusto in tempo per vederla annuire.
-Va bene...
Ricordate cosa vi ho chiesto alla fine della scorsa seduta?Il compito che vi ho assegnato?-domandò loro cambiando argomento.
Entrambi annuirono.
-Chi se la sente di cominciare per primo?-chiese guardando ora uno ora l'altra.
Ron alzò le spalle:per come la vedeva lui,non importava chi avrebbe parlato per primo, comunque vecchi rancori sarebbero stati riportati a galla e si sarebbe scatenata una gara a chi era più colpevole rispetto all'altro.
-Inizio io...-disse Hermione,cogliendolo di sorpresa.
La dottoressa annuì,muovendo la penna fra le dita della mano sinistra in un gesto automatico.
Muovendosi leggermente sul divano,Ron si voltò verso sua moglie per poter osservare la sua espressione:era seria e compita come l'aveva vista tante volte da ragazzo,soprattutto prima di un esame.
Riuscì ad intravedere nei suoi occhi un lampo di paura,ma poteva affermare con sicurezza che non era spaventata da quello che avrebbero provocato le sue parole,ma piuttosto dalla possibilità che la sua risposta non fosse "abbastanza".
-Noi abbiamo sempre litigato,fin da quando ci siamo incontrati...Anzi credo che agli inizi,ancor prima di diventare amici, lui non mi sopportasse.
Poi durante gli anni della nostra amicizia,i nostri battibecchi erano un modo nostro,tutto particolare per corteggiarci,per far capire all'altro che tenevamo all'altra,senza però doversi esporre troppo.
Durante i primi anni di matrimonio questa cosa si è un pò attenuata,per poi riprendere con il tempo...Ma anche se può sembrare strano,io ho sempre considerato rassicurante il fatto che noi continuassimo a litigare nonostante tutti questi anni-
Alzò lo sguardo sulla dottoressa e la fissò per qualche secondo in silenzio.
-Non so se può capirmi,ma in un certo senso era come se litigando con lui,io avessi la certezza che eravamo ancora noi,che niente poteva cambiarci-le spiegò.
La dottoressa Stillman annuì,un minimo gesto affinchè Hermione andasse avanti nel suo racconto.
Hermione allontanò lo sguardo dalla donna e lo fissò sulle proprie unghie,accennando un sorriso triste.
-Un pomeriggio,sarà stato all'incirca tre anni fa,eravamo nel mezzo di una discussione,ora ovviamente non ricordo per quale motivo...Però ricordo chiaramente che eravamo in salotto e che Ron si è alzato dal divano e ha detto "Non ne posso più di litigare con te",per poi andarsene dalla stanza-raccontò Hermione con voce distante,persa nei suoi ricordi.
-Hai vissuto quelle parole come un rifiuto?-domandò la dottoressa con voce calma e monocorde.
La riccia scosse la testa.
-No,piuttosto come una chiusura...Vede ho sempre creduto che anche Ron la pensasse come me, che anche lui ritenesse importante quelle liti,anche quelle stupide e senza senso,ed improvvisamente dovevo ricredermi-disse incontrando lo sguardo della donna-E' stato come trovarsi di fronte una persona totalmente diversa-concluse.
-Che assurdità!-sbottò Ron indispettito-Soltanto perchè non ho voluto litigare con te una volta significa che era diventato improvvisamente qualcun'altro?-chiese fissando il volto della moglie.
Aveva ascoltato con attenzione le parole della moglie,senza ricordarsi del particolare che lei stava raccontando e,man mano che la conversazione procedeva si sentiva sempre più bistrattato ed indispettito:erano davvero bastate quelle poche parole per rivoluzionare l'intera immagine che sua moglie aveva di lui?
Hermione lo fissò con sguardo duro per qualche istante prima di alzare le spalle.
-Può sembrarti assurdo,ma questo è quello che ho provato allora e che continuo a provare... Anche adesso:sei qui,seduto accanto a me,ma è come se fossi distante anni luce.
E' come se non ti conoscessi affatto-gli confessò.
-Allora sarebbe potuto capitare in qualsiasi momento!In ogni stramaledetto istante della nostra vita matrimoniale:ti sarebbe bastato guardarmi per non riconoscermi più!-ribattè lui alterato.
-Ronald sua moglie ha fatto solo ciò che le ho chiesto,dando voce ai suoi pensieri più profondi... Perchè non prova a farlo anche lei?-si intromise la dottoressa,cercando di calmare gli animi.
Ronald sospirò e si passò una mano fra i capelli,accavallò le gambe restando in silenzio finchè non fu sicuro di essere perfettamente calmo.
-Noi abbiamo sempre preso le decisioni insieme,almeno da quando ci siamo fidanzati.
Quando eravamo ragazzi lei non dava molto peso al mio parere...-iniziò.
-Questo non è affatto vero!-lo interruppe indignata Hermione.
-Per caso ti ho interrotto quando era il tuo turno?-ribattè lui senza guardarla.
-Ron ha ragione,Hermione...Ascolti quello tutto quello che ha da dire e poi potrà fare le sue repliche-convenne la dottoressa Stillman.
Ron annuì compiaciuto,per poi prendere un altro respiro profondo.
-Come le ho detto,noi abbiamo sempre preso insieme le decisioni che riguardavano la nostra vita matrimoniale,sia riguardo alla nostra vita di coppia che per quello che concerneva i figli.
Almeno è stato così fino a qualche anno fa,da quando Hermione ha cominciato a prendere da sola qualsiasi decisione.
Quando le chiedevo se c'era qualche problema,qualcosa di cui avremmo dovuto discutere,lei mi rispondeva che aveva già risolto tutto,che ci aveva già pensato.
"Volevo evitarti inutili seccature",mi diceva sempre-aggiunse in tono sarcastico.
-Lei non la vedeva così?-chiese la psicologa.
Ron scosse la testa.
-Ho saputo soltanto dopo settimane che avevo comprato una nuova scopa volante a mio figlio,o che Rose aveva cambiato le sue lezioni su consiglio della madre...Non dovevo esserne informato?
Anche soltanto un'accenno,qualche commento di sfuggita mi sarebbe bastato,piuttosto che il silenzio che gradualmente mi stava circondando in casa mia-
-Pensa sia una reazione al discorso che ha fatto prima sua moglie?-domandò ancora la dottoressa.
Ron restò in silenzio,riflettendo:era possibile?
Beh,se quello che Hermione aveva detto era vero,allora sì,qualche possibilità c'era;ma lui aveva la sensazione che non fosse solo quello ad aver determinato il comportamento di sua moglie.
-Non solo...Forse aveva paura di non riuscire più a controllare i ragazzi,ora che sono cresciuti,a gestirli come aveva fatto quando erano ancora bambini;paura che un mio parere sbagliato potesse rovinare tutto il suo impianto pedagogico.
Quindi per evitare di dover riparare ai miei errori,ha pensato di tagliarmi fuori-concluse.
Lo sguardo della psicologa si mosse da Ron ad Hermione,osservando i muscoli tesi ed il suo volto atteggiato in una smorfia severa.
-Vuole rispondere?-le chiese poi con voce gentile.
Un suono ironico uscì dalle labbra di Hermione,portando Ron a voltarsi verso di lei.
-Lui crede che sia facile crescere due figli...Specie se hai un marito che invece di aiutarti,il più delle volte per compensare il tempo trascorso al lavoro,è troppo permissivo o troppo tenero, contraddicendo ogni tua parola anche davanti ai figli.
Alla fine pensi che preferiresti occuparti da sola di tutta la loro educazione,che non avresti mai dovuto portarlo alle riunioni con gli insegnanti quando ancora erano bambini,cercando di coinvolgerlo...Perchè ora lui è coinvolto,ma tutto quello che fa è guai-disse sincera.
Si interruppe bruscamente,quasi si fosse resa conto solo in quel momento di aver detto troppo o di aver alzato eccessivamente la voce,e si passò le dita fra i capelli,ravviando alcune ciocche dietro l'orecchio sinistro.
-E poi ero io il visionario...-commentò a mezza bocca Ron,leggermente amareggiato per quello che lei aveva appena detto.
Hermione prese un respiro profondo e lo guardò.
-Ron tu sei un padre stupendo:quando sei con i ragazzi sembra che per te non esista nient'altro al mondo,però non sei abbastanza duro con loro,come se avessi paura che qualche ramanzina possa sminuirti ai loro occhi-
-Che dovrei fare allora?Permettere che parlino per alzata di mano?-ribattè l'uomo stizzito.
-Devi smetterla di essere loro amico e cominciare a fare il padre!-lo rimbrottò la moglie con voce secca.
Dopo tante parole il silenzio scese nella stanza,scivolando sui mobili,attaccandosi ai suppellettili sparsi ovunque per la stanza fino a impregnare il pavimento.
A spezzare quel momento arrivò il suono della pendola,che ricordò a tutti la fine della seduta.
-Ancora una volta il nostro tempo è scaduto...-commentò Ron.
Nessuno dei due però accennò ad alzarsi dal divano:era come se il peso delle parole dette fino a quel momento li avesse schiacciati contro i cuscini,rendendo i loro corpi più pesanti e le loro movenze più difficili.
-Qual'è il nostro compito per la prossima seduta?-domandò Hermione,cercando rifugio in qualcosa che le sembrava più familiare e sicuro.
La dottoressa Stillman accennò un sorriso.
-Questa settimana vorrei assegnarvi un compito diviso in due:vorrei che la settimana prossima foste in grado di raccontarmi il momento più bello della vostra vita di coppia e quello più brutto-
Ron si passò la punta della lingua sul labbro inferiore,pensieroso:se per un ricordo così insignificante erano arrivati quasi ad urlarsi contro,cosa sarebbe successo con un "compito" come quello?


C'era qualcosa che non riusciva a capire.
Per lui non c'era sensazione più fastidiosa di quella:era intelligente,abbastanza sveglio,attento a tutto quello che succedeva attorno a lui...Allora perchè non riusciva a dare un senso allo atteggiamento di Scorpius?
Non riusciva a smettere di pensare a lui.
Ovunque si trovasse,qualsiasi cosa stesse facendo,la sua mente correva al pranzo di Pasqua alla Tana,a quei pochi minuti che avevano parlato da soli senza interferenza alcuna.
Più volte,ripensando alle parole che il biondo gli aveva detto,si era chiesto se per caso Scorpius non fosse affetto da personalità disturbate:quello sarebbe stato il solo modo per spiegare l'improvviso cambiamento nel suo atteggiamento.
Come poteva scaricarlo in modo indifferente,cederlo ad un altro con la più assoluta nonchalance poche settimane prima,e poi ricordargli la promessa di vedere insieme Grimmuald Place che gli aveva fatto la sera di Capodanno?
Arrivando addirittura a dirgli che non aveva intenzione di andare da nessuna parte!
Come doveva interpretare quelle parole?
Erano una dichiarazione,un modo per chiedergli scusa per come in cui si era comportato oppure più semplicemente un ennesima presa in giro?
Doveva trovare una soluzione.
Già,ma quale era la risposta migliore per mettere fine a quel caos?
Da una parte c'era Emmett,che non aveva il minimo sospetto di quello che era successo durante le vacanze e continuava ad essere il miglior fidanzato un ragazzo potesse desiderare,senza però far scattare dentro di lui quella scintilla che avrebbe risolto molti dei suoi problemi.
Albus era pienamente consapevole di avere gran parte della colpa:se fosse riuscito ad innamorarsi di Emmett,l'interesse che Scorpius mostrava verso di lui non lo avrebbe minimamente interessato e,con il tempo tutto sarebbe tornato alla normalità.
Dall'altra parte,però, c'era Scorpius,quell'enorme mistero dagli occhi grigi,capace di dire una cosa e l'esatto contrario il giorno dopo,come se il suo unico obiettivo fosse quello di mantenerlo in costante agitazione.
Il suo primo ragazzo...ed il suo primo amore.
Dannazione!Odiava trovarsi nel mezzo di un triangolo!
Basta!Quella situazione andava risolta al più presto.
Doveva dimenticare le parole di Scorpius,di cui il biondo si era ormai quasi certamente dimenticato,e concentrare tutti i suoi sforzi e la sua attenzione su Emmett.
Nessuno gli aveva mai dimostrato tanto amore come aveva fatto lui in quel periodo e sicuramente andava ringraziato e ricambiato!
Ora che aveva preso quella decisione,doveva muoversi in fretta prima di avere il tempo di farsi prendere da stupidi ripensamenti e dubbi.
Ed aveva già un'idea precisa su cosa poteva fare per allontare Scorpius da sè.


Sapeva che il suo annuncio avrebbe provocato una reazione inaspettata,ma era da più di due minuti che lo fissavano con aria incredula in volto,quasi si aspettassero di vederlo scoppiare a ridere da un momento all'altro a far scorpire il proprio bluff.
Finalmente suo padre sembrò riscuotersi dal torpore che sembrava aver colto tutti e si schiarì la gola.
-Credo di non aver capito bene...Puoi ripetere?-gli domandò senza nessun inflessione particolare nella voce.
Fred annuì,la mano stretta in quella di Allison che sedeva accanto a lui sul divano con un sorriso pacifico sul volto.
Prima di parlarne con i suoi genitori,aveva esposto la sua idea alla ragazza,chiedendole cosa ne pensava,per essere certo che non lo giudicasse troppo avventato,ma fortunatamente Allison sembrava felicissima per quella notizia.
-Ho deciso di restare a Seattle-ripetè Fred con voce ferma.
Dar di nuovo voce al suo progetto lo portò a chiedersi perchè non ci avesse pensato prima,perchè aveva dovuto far passare tanto tempo prima che un'idea così semplice gli attraversasse la mente.
In fondo cosa lo legava a Londra di importante oltre,ovviamente,alla sua famiglia?
Doveva tornare per l'ultimo anno ad Hogwarts?Non esistevano forse scuole a Seattle per aiutarlo in quel senso?
Magari avrebbe potuto frequentare la stessa scuola di Allison...
Aveva deciso di fare una grande riunione,a cui avrebbe partecipato non solo la sua famiglia ma anche quella di Allison,visto che l'annuncio che voleva fare riguardava anche loro.
-E quando lo avresti deciso?-chiese sua madre,la stessa espressione sorpresa sul volto.
Il ragazzo allontanò lo sguardo dai propri genitori e per un veloce istante fissò Allison,che accennò un sorriso.
-Dopo il pranzo di Pasqua alla Tana-disse sincero tornando a guardare i genitori.
Stordito dal sonno com'era non aveva trovato nulla di malizioso o di insolito,quando Allison aveva bussato alla sua porta chiedendogli "ospitalità" per la notte,ma quando erano andati a letto,aveva capito fin da subito che l'ultima cosa che interessava ad Allison era dormire.
Certo,si era sdraiata accanto a lui nel letto,si era anche tirata le coperte fin sopra il mento,ma quasi subito si era rannicchiata contro di lui,alzando una gamba fino a posarla contro il suo fianco destro,iniziando poco dopo a muoversi languida,forse in maniera inconscia.
Fred aveva cercato di resistere il più a lungo possibile,cercando di convincersi che quei gesti erano provocati dal sonno e quindi involontari,provando a riacciuffare il sonno che ora sembrava averlo abbandonato del tutto.
Ad un tratto Allison aveva mosso la testa fino a posarla sul suo cuscino,sfiorandogli la pelle del collo poco sotto l'orecchio con la punta del naso.
Con gli occhi chiusi,fingendo di essere ancora addormentato,Fred aveva voltato la testa verso di lei,avvertendo pochi attimi dopo dei leggeri tocchi sulle labbra:delicate carezze che inizialmente gli avevano fatto inarcare le labbra in un sorriso lieve e poi lo avevano portato a rispondere ai baci.
Presto la stanchezza che aveva guidato i loro movimenti era svanita del tutto,lasciando il posto alla passione e all'amore.
Fred non aveva avuto bisogno di farle domande,di chiederle conferme ulteriori:aveva capito che Allison era pronta,che aveva deciso di donarsi a lui nonostante la consapevolezza che avessero che altri trenta giorni da passare insieme.
Aveva controllato i propri movimenti,dosando la passione e la dolcezza,preoccupandosi sempre per lei,senza mai lasciare il suo sguardo per poter scorgere i veri pensieri della ragazza.
Quando tutto era finito,era crollato su di lei senza fiato,senza inizialmente rendersi conto che il suo peso avrebbe potuto schiacciarla,ma quando poi aveva fatto per staccarsi,Allison aveva posato entrambe le mani sulla sua schiena bloccandolo.
Soltanto molto tempo dopo gli aveva permesso di scivolare dalla sua parte del letto,dove si era addormentato.
Al suo risveglio la mattina dopo,l'aveva trovata ancora accanto a sè,profondamente addormentata.
Ed era stato allora che gli era venuta l'idea di restare a Seattle con lei:perchè andarsene se lei era l'unica cosa che al momento aveva importanza nella sua vita?
-Tu lo sapevi?-chiese Seamus alla figlia.
Si era accorto dello sguardo che i due ragazzi si erano scambiati e,da uomo di mondo qual'era,si era ovviamente chiesto se non ci fosse qualcos'altro.
La ragazza annuì.
-Sì,me ne aveva parlato...-rispose semplicemente.
-E la trovi una buona idea?-domandò Rupert anticipando il marito.
Allison sorrise.
-Certo...Non è quello che papà ha fatto quando tu dovevi trasferirti qui a Seattle?-gli fece notare la figlia.
-Ma il nostro era un caso diverso:noi eravamo due adulti,avevamo già le nostre vite,un lavoro...- rispose Seamus.
-Anche noi siamo adulti-ribattè risoluta Allison.
-Oh Allison...-
La ragazza scosse la testa di fronte a quella dimostrazione di accondiscenza paterna,decisa a non lasciar perdere almeno finchè non avesse giocato tutte le sue carte,non avesse provato fino all'ultimo a far cambiare idea ai suoi genitori.
-E' così papà...Non mi hai sempre detto che sono più matura delle mie amiche?
Tutto quello che è successo in quest'ultimo anno alla zia Luna,credi che non abbia contribuito a rendere Fred una persona più matura e responsabile?
Oppure c'è un anno esatto in cui si diventa maturi,come per la patente?-domandò Allison rivolgendosi direttamente a suo padre.
Seamus la guardò stupito da quella difesa tanto accorata,quasi ne andasse della sua stessa vita.
Accanto a Allison,Fred aumentò la presa nella mano della ragazza,portandola a voltarsi verso di lui e quando i loro sguardi si incontrarono le rivolse un sorriso,sperando che potesse leggervi tutto l'orgoglio che sentiva per lei.
Dopodichè tornò a fissare i suoi genitori,ancora scioccati dal suo annuncio e si rivolse direttamente a loro.
-Potrei finire la scuola qui:cos'è un anno,in fondo?-domandò loro Fred.
-Allora perchè non trasferirti dopo aver concluso gli studi ad Hogwarts?-domandò suo padre,fissandolo con uno sguardo attento.
Fred conosceva quell'occhiata:suo padre l'assumeva ogni volta che cercava di capire qualcosa,di far luce su un problema troppo grande.
Si era aspettato quella domanda,era naturale che qualcuno mettesse in discussione i suoi sentimenti per Allison,ma lo sorprendeva che fosse stato suo padre a chiederglielo;Fred era convinto che,proprio lui più di chiunque altro,vista la sua storia passata con la mamma sarebbe stato in grado di capire.
Nonostante fosse pronto a dare una risposta all'istante,restò in silenzio,ricambiando lo sguardo del padre per qualche istante.
-Perchè,anche se un'anno passa in fretta,so che la lontananza da Allison influirebbe sul mio umore, sullo studio,su gran parte della mia vita a Londra.
Inoltre andando via da qui perderei le nuove amicizie che mi sono fatto nel corso dell'anno...-aggiunse.
-E restando qui perderesti i tuoi amici a Londra-gli fece notare la madre.
-Ma sarei felice lo stesso-rispose sincero Fred.
Luna lo guardò ancora qualche attimo in volto,chiedendosi quando fosse avvenuta quella trasformazione:improvvisamente,senza che lei se ne accorgesse,suo figlio era diventato un'uomo.
L'attimo prima non la smetteva di parlare di Quidditch e di fare esperimenti per i nuovi prodotti "TiriVispi" nello studio insieme al padre,e l'attimo dopo era pronto a spiccare il volo e a crearsi una vita per contro proprio.
Forse la sua malattia aveva accellerato le cose,rendendolo più forte e sicuro di sè,ma era certa che quel momento sarebbe arrivato comunque di lì a qualche anno.
Bastava guardarlo negli occhi per accorgerse.
Fred allontanò lo sguardo dalla madre e lo portò sul padre,che continuava a muovere gli occhi da lui ad Allison,quasi stesse aspettando qualche altro annuncio da un momento all'altro.
-Papà tu che ne pensi?-gli chiese sinceramente curioso del suo parere.
L'uomo si volto verso Seamus e Rupert e parve chiedergli scusa con lo sguardo,per poi fissare Allison.
-Ti chiedo scusa in partenza per quello che sto per chiederti,ma per caso c'è qualcos'altro che dovete dirci?
Qualcosa per cui temete la nostra reazione?-disse parlando alla ragazza.
Fred alzò un sopracciglio,non certo di aver capito il discorso del padre;Allison al contrario scoppiò a ridere,scuotendo la testa.
-No!-
-Credevi fosse incinta,vero?-chiese Luna chiaramente divertita.
-COSA?Ma come ti viene in mente?-domandò Seamus,diventando immediatamente paonazzo in volto.
-CHIEDO SCUSA!Ma mi è sembrata l'unica soluzione possibile per spiegare quest' annuncio improvviso-si affrettò a chiarire George.
I due ragazzi si guardarono,imbarazzati e divertiti allo stesso tempo.
Possibile che l'amore non bastasse più a spiegare un "sacrificio" come quello che Fred aveva scelto di compiere?
-Allie non è incinta,anzi quello al momento è il nostro ultimo pensiero...
L'unico motivo per cui ho deciso di trasferirmi a Seattle è perchè siamo innamorati,e so che potreste giudicare queste parole romantiche o obiettare che siamo troppo giovani e che magari con il tempo ce ne pentiremo,ma noi siamo sicuri di quello che proviamo adesso e non vogliamo che finisca-disse senza guardare nessuno degli adulti.
Rialzò lo sguardo e lo portò sui genitori,detentori del suo destino:tutto dipendeva da loro ormai;lui non poteva dire o fare più niente.
-Ora sta a voi prendere una decisione-

 

 

-Come è andato l'incontro con la dottoressa?-
Avanzavano lentamente lungo i giardini di South Kensington,uno accanto all'altro,il passeggino dove Eliza riposava serena fra di loro.
Entrambe le mani di Ron erano posate sul manubrio per evitare che il veicolo si muovesse in maniera troppo rapida o avesse sobbalzi fastidiosi per la bambina.
Si erano dati appuntamento durante la pausa pranzo di Harry per passare quella mezz'ora all'aria aperta in compagnia.
Il più delle volte era Ron che si recava negli uffici della Virgin Radio,avendo meno responsabilità dell'amico,ma quella volta avevano deciso di darsi appuntamento in un luogo neutrale,quasi avessero bisogno di ritemprarsi dalle fatiche emotive delle vacanze pasquali.
Gli unici che si erano schierati,anche se non apertamente,dalla sua parte erano stati Harry e Ginny:i due,nonostante le incertezze iniziali erano stati vicino a Ron durante il due mesi d'inferno che Eliza aveva passato in ospedale,remori dell'incidente e della paura di perdere i gemelli.
Niente poteva essere paragonato alla perdita di un figlio.
Così erano rimasti accanto a Ron,nonostante non avessero mai accettato la sua relazione con Cassie, facendogli forza anche quando l'uomo si lasciava andare allo sconforto, imparando ad amare la piccola,e erano stati felici quando Ron era riuscito a portarla a casa dall'ospedale,senza per questo sentirsi meno legati o meno amici di Hermione.
-Ogni volta è sempre peggio...E' come se avessimo aperto il vaso di Pandora e ora non ci fosse più limite al peggio-commentò il rosso continuando a guardare davanti a sè.
Presero il vialetto che li avrebbe portati alla statua di Peter Pan e per qualche istante Ron lasciò vagare lo sguardo intorno a sè,soffermandosi su un gruppo di studenti sdraiato sul prato.
-Credi che io sia troppo permissivo con Rose ed Hugo?-gli domandò ricordando le parole che Hermione gli aveva detto durante la precedente seduta.
Harry lo guardò curioso.
-Perchè me lo chiedi?-si informò.
Ron scosse la testa,cercando di dargli ad intendere che non era importante.
-E' solo una cosa che ha detto Hermione l'ultima volta...Dice che mi comporto troppo da amico e le lascio fare tutto il lavoro sporco-gli disse riassumendo i punti essenziali.
A quelle parole,il cognato sorrise.
-E' più o meno quello che dice tua sorella di me-gli confessò divertito.
Ron si voltò a guardarlo sorpreso.
-Davvero?-
Ancora una volta,il moro annuì.
-Soprattutto con Lily;dice che le basta sbattere le ciglia per farmi cambiare idea...Ed in parte credo sia vero,lei è la mia bambina-convenne poi tornando a guardare davanti a sè.
-Non è più una bambina...Ormai ha anche un fidanzato-lo punzecchiò sicuro che ancora non aveva mandato giù l'idea della relazione fra Lily e Daniel.
Harry infatti,arricciò le labbra in un gesto di stizza,facendolo ridere.
-Vedrai quanto mi divertirò il giorno che Rose ti presenterà il suo ragazzo...Voglio essere in prima fila per godermi lo spettacolo!-
A quelle parole,Ron ebbe l'impressione che le risate gli morissero in gola.
-Non credo succederà molto presto...Rosie non mi farebbe mai una cosa del genere-rispose poi a mezza bocca.
Harry sorrise,per poi tornare serio qualche attimo dopo.
-Continua a non parlarti?-gli chiese conoscendo già la risposta.
Anche Ron tornò serio e,in risposta,si limitò ad annuire.
-Nè lei nè Hugo.
Non hanno apprezzato la presenza di Eliza alla Tana durante il pranzo-
Restando in silenzio,consapevoli della gravità di quelle parole,continuarono a camminare uno accanto all'altro finchè non arrivarono nei pressi della statua,circondata di turisti che scattavano foto ricordo.
Tenendosi lontano dal quel caos per evitare che gli chiedessero di scattare foto,Ron si diresse verso la panchina più lontana,quella all'angolo più distante dalla statua e dopo essersi seduto, bloccò i freni della carrozzina.
Harry si sedette accanto a lui e lo osservò mentre sollevava l'incerata di plastica fra mille smorfie buffe e slacciava Eliza per poterla prendere in braccio.
Ad un'occhiata estranea sarebbe potuto tranquillamente passare per un padre single,felice al parco con la sua bambina.
-Ron posso farti una domanda?-gli domandò Harry dopo un'attenta riflessione.
L'amico guardò il suo viso per qualche istante prima di lasciarsi andare ad un lieve sorriso.
-Vuoi chiedermi qualcosa ma hai paura che mi arrabbi-disse certo di non aver sbagliato.
Harry,infatti,annuì.
-Chiedi pure-lo tranquillizzò.
-Perchè hai portato Eliza al pranzo con la tua famiglia ben sapendo che ci sarebbero stati anche Hermione e i ragazzi?-
Ron,lo sguardo sul volto della figlia,sfiorò il piccolo pugno destro della bambina con due dita.
-E' anche la sua famiglia...So di aver complicato le cose,di aver reso difficili i rapporti con mia madre e forse di aver compromesso quello con Hermione ed i ragazzi,ma Eliza fa parte di quella famiglia quanto loro.
Era venuto il momento che conoscesse i suoi zii,i cugini,che sapesse di non essere completamente sola,che oltre a me c'è molta gente che l'ama e che le starà vicino-gli disse con voce calma, tranquilla.
Quasi avesse capito che la discussione la riguardava,Eliza portò gli occhi sul padre e ricambiò il suo sguardo per un lungo istante,facendolo sorridere.
-Chi non amerebbe una delizia come te?-domandò poi rivolto alla bambina prima avvicinarla a sè e darle un bacio fra i capelli.
Sorpreso da tanta dolcezza e tenerezza,che aveva dimenticato proprie dell'amico,Harry sorrise ricambiando lo sguardo di Ron quando questi si voltò verso di lui.
-L'ho portata con me perchè era ora di uscire allo scoperto,di farla diventare una Weasley a tutti gli effetti.
Non mi importa il giudizio della mamma o le occhiate piene di rimprovero di Percy e Lucy,Eliza è mia figlia e non ho intenzione di separarmene.
Lei non ha nessuna colpa per quello che è successo,quindi perchè continuare a nasconderla, fingere che non esista come se fosse qualcosa di cui vergognarsi?
In fondo è solo una bambina...-gli disse con quell'ingenuità che ancora talvolta ammantava i suoi discorsi.
Il moro annuì,trovandosi d'accordo con lui.
-Già,è solo una bambina-convenne.
Ron tornò a guardare sua figlia,poggiandola contro la spalla destra e sfiorandole una guancia con il naso.
Guardandolo Harry capì che era sincero:era davvero pronto a dar battaglia all'intera famiglia fino quando tutti non avessero smesso di additare Eliza neanche fosse un mostro a due teste,a costo di grossi sacrifici.
E per la prima volta,dopo tanto tempo,Harry fu orgoglioso del suo migliore amico.

 

Era arrabbiato,furioso...era incazzato.
Come poche volte gli era capitato nella vita.
Camminava per i corridoi senza neanche guardare,lasciando che i suoi piedi lo guidassero,la mente offuscata da sentimenti rancorosi e malevoli:lo aveva preso in giro,ancora una volta.
Lo aveva trattato come una stupida marionetta e lui non aveva capito niente!
Lo aveva lasciato fare come al solito,senza accorgersi che era tutta una macchinazione,un' ennesimo scherzo di quella Serpe per ridere alle sue spalle ancora una volta...
Era un'idiota!Un'emerito deficiente,un povero coglione che non si accorge di quello che sta succedendo attorno a sè.
Emmett aveva ragione,aveva sempre avuto ragione,ma lui non aveva voluto dargli retta,arrivando a litigare con lui per difendere quel bastardo matricolato,parlandogli della sua buona fede e di come avesse veramente bisogno del suo aiuto,altrimenti perchè avrebbe perso tanto tempo con lui?
Già perchè?
Questo domanda ancora non trovava risposta.
Il colloquio con la McGranitt gli aveva aperto gli occhi,ma non lo aveva aiutato a capire:perchè tutta quella scena,tutta quella perdita di tempo inutile?
C'era una sola persona che poteva dargli finalmente una risposta chiara,sempre se ne avesse avuto voglia.
Si avviò a passo spedito verso la Serra,dove era sicuro di trovarlo:data la sua naturale incapacità ad Erbologia lo aveva spinto ad esercitarsi nel tempo libero,quando la Serra sarebbe stata libera dagli altri studenti.
Aveva la certezza quasi assoluta che lui fosse lì.
Slittando leggermente sulle suole lisce delle scarpe,si affacciò sulla porta della Serra ed un sorriso cattivo,forse il primo della sua vita,apparve sul suo volto;seduto ad un tavolo,con un grembiule marrone a coprirgli la camicia ed i pantaloni dell'uniforme,Scorpius stava travasando una pianta di Ibrdys Iris.
Lo osservò a lungo,senza muoversi dalla porta:controllò i movimenti lenti delle sue mani,le occhiate attente che lanciava alle foglie alla ricerca di parassiti e l'abilità con cui maneggiava gli strumenti.
Era stato davvero cieco!
Forse era stato troppo confuso dalla sua presenza,dal riaverlo come studente da chiudere gli occhi ai suoi evidenti progressi,ma era evidente che non aveva più bisogno di nessun'aiuto,che non c'era più niente che potesse fare per lui.
Era venuto il momento di mettere fine a quegli incontri,una volta per tutte,di far uscire Scorpius Malfoy dalla sua vita.
Con un lieve sorriso soddisfatto,Scorpius alzò lo sguardo dal proprio vaso,accorgendosi per la prima volta di non essere più solo.
-Potter-disse in tono sorpreso.
-Malfoy-lo salutò Albus accompagnando le parole con un cenno della testa.
Scorpius posò la bacchetta sul tavolo e iniziò a togliersi i guanti,senza allontanare lo sguardo dal volto di Albus.
-Non sapevo di avere del pubblico-commentò poi,allontanando leggermente lo sgabello dal tavolo-Posso fare qualcosa per te?-
Al scosse la testa.
-No,non credo...Sono solo passato per dirti che ho deciso di interrompere le ripetizioni-gli disse con voce ferma.
Il biondo aggrottò leggermente la fronte,chiaramente sorpreso da quella notizia.
-Questa non me l'aspettavo...E per quale motivo?-chiese con la sua solita voce guardinga.
Al alzò le spalle.
-Credo di averti insegnato tutto quello che so,andare avanti sarebbe uno spreco di tempo per tutti e due.
Inoltre a quanto ho visto,sei molto migliorato-disse indicando il vaso sul tavolo.
Scorpius portò lo sguardo sul tavolo e fissò per qualche secondo il vaso,quasi si accorgesse solo in quel momento di averlo davanti,per poi tornare a guardare Albus.
-Questo?Ma se è soltanto il più elementare degli esperimenti!Sai anche tu che vado nel pallone quando la faccenda diventa più complicata-ribattè il ragazzo.
Al sorrise,leggermente triste,per le bugie che l'altro continuava a dirgli:possibile che lo ritenesse così stupido?Che avesse così poca considerazione di lui?
Era venuto il momento di giocare a carte scoperte...
-Allora diciamo che ho preso questa decisione dopo aver parlato con la McGranitt-gli disse sibillino.
Il volto di Scorpius si incupì,messo in allarme da quelle poche parole.
-Ah si?-chiese cercando di mostrarsi disinteressato.
Al annuì.
-Ero andato a dirle che volevo smettere le nostre ripetizioni,che non le ritenevo più utili...E indovina un pò?Lei non sapeva neanche che stavi ancora facendo lezione con me-gli disse sicuro che per l'altro non sarebbe stata una novità.
Scorpius continuò a sostenere il suo sguardo,senza parlare,consapevole che Albus non aveva ancora finito la sua sfuriata.
-Era sorpresa che un ragazzo dai voti brillanti come i tuoi avesse bisogno di lezioni supplementari, e a riprova delle sue parole,visto che io non ne ero molto convinto,mi ha mostrato i tuoi ultimi esami.
Hai avuto i voti migliori del tuo corso...-gli disse quasi in tono d'accusa.
L'altro alzò le spalle in modo disinteressato.
-Talento naturale...-commentò poi.
Quel commento aumentò la rabbia di Albus:perchè continuava a restare lì fermo senza dire nulla,senza provare a negare o almeno a difendersi?
-Ti sei divertito a prendermi in giro?-gli chiese incapace di resistere oltre.
Scorpius si alzò dallo sgabello e scosse la testa,un sorriso ironico sulle labbra.
-Chissà quanto hai riso alle mie spalle pensando al tempo che perdevo con te,mentre tu non ne avevi bisogno,eh?-
-Sei fuori strada-rispose l'altro con voce secca.
-Allora perchè lo hai fatto?Ti rendi conto che avrei potuto usare meglio il tempo che ho perso con te?-gli chiese ancora incalzandolo.
-Ah davvero?-domandò Scorpius sarcastico.
-Sì!Avrei potuto aiutare qualcuno che ne aveva veramente bisogno,avrei avuto del tempo libero...-elencò il moro,facendo dei passi verso Scorpius.
-Ti saresti fatto scopare più spesso dal Corvo spelacchiato-s'intromise l'altro.
-Sì ANCHE QUELLO!Credi che abbia paura ad ammetterlo?-gli chiese quasi a sfidarlo.
-Mi sorprende piuttosto che tu abbia il coraggio di dirlo ad alta voce...In fondo non è neanche una grande scopata-commentò Scorpius.
Albus restò interdetto per qualche secondo,incapace di ribattere a quell'affermazione:una parte della sua mente,quella più legata all'istinto sapeva che era vero,che non c'era nessun paragone possibile fra il sesso con Scorpius e quello con Emmett,ma non avrebbe certo permesso che l'altro lo sapesse.
Serrò le labbra in un'espressione dura e lo fissò per qualche istante.
-Beh,allora vuol dire che neanche io sono una grande scopata visto la velocità con cui sei passato oltre-
Lo vide fare un lungo sospiro,lo sguardo oltre la sua spalla destra,per poi allontanarsi di nuovo da lui di un paio di passi,riavvicinandosi al tavolo.
-Insomma si può sapere che vuoi?Sei venuto per dirmi delle lezioni o per fare la parte dell'amante ferita e abbandonata?-gli chiese di nuovo con quella voce inespressiva.
Al fissò lo sguardo inespressivo del ragazzo per qualche istante,prima di passarsi una mano fra i capelli.
-Non riuscirò mai a capirti...Un attimo mi scacci,mi mandi via come se fossi l'ultima persona sulla Terra degna del tuo amore,spingendomi a letto con Emmett e poi ti presenti alla festa alla Tana e te ne esci con quella storia di Grimmuald Place.
Cos'era?Un tentativo di riavvicinarti,di farmi capire che tieni ancora a me oppure era soltanto uno dei tuoi soliti scherzi esclusivi riservati soltanto a me volti ad umiliarmi,che sembrano divertirti tanto?-gli domandò senza staccare lo sguardo dal volto del ragazzo.
Scorpius,gli occhi ancora fissi sul volto del moro, si accorse di aver trattenuto il respiro fino a quel momento solo quando i polmoni iniziarono a bruciare per la mancanza di ossigeno;buttò fuori l'aria e prese un nuovo respiro profondo,mordendosi la parete morbida del labbro inferiore.
-Anche le ripetizioni rientrano in questo assurdo schema mentale,non è così?
Un modo subdolo perchè non riesca a liberarmi di te,perchè anche Emmett ti veda come una minaccia ben presente...
Ma la verità è che per te sono solo un gioco,una porta lasciata aperta nel caso tu un giorno decidessi di scoparmi di nuovo-
Ora veniva la parte più difficile,quella che quasi certamente avrebbe provocato le risate del biondo,ma dentro di sè,Albus sentiva che non poteva andar via senza prima aver detto tutto ciò che sentiva.
-Ma non funziona così!Se non sei disposto a lasciar perdere queste pose da stronzo narcisista e ammettere una volta per tutte che sei innamorato di me...come io lo sono di te...allora la finiamo qui.
Ognuno per la sua strada-concluse.
Lo aveva detto.
Il suo cuore martellava nel petto,il sangue gli faceva pulsare furiosamente le tempie ed era certo di avere un'aria sconvolta,ma non gli importava affatto.
Gli aveva detto che lo amava...Ormai non poteva più rimangiarselo.
I suoi occhi restarono ancorati a quelli di Scorpius,cercando di capire se dietro quella maschera impenetrabile c'era stato anche un minimo cambiamento,se la sua dichiarazione aveva sortito qualche effetto.
Ma Scorpius continuava a fissarlo con noncuranza,come se tutto quel discorso,quella marea di parole, non lo avesse interessato minimamente.
Deglutì a fatica,facendo scivolare la saliva attraverso il nodo che gli stringeva la gola,e annuì.
-Come immaginavo.
Stammi bene-gli disse voltandogli le spalle.
Il suo unico desiderio era di uscire da quel posto il più presto possibile,tornare in camera sua e dimenticarsi dell'esistenza di Scorpius Malfoy.
Fingere di non averlo incontrato,che le loro strade non si erano mai incrociate,dimenticare quanto importante era stato per lui...
Aveva appena salito il primo gradino quando la sua voce lo bloccò.
-Quindi è così che funziona con te?-
Si bloccò,restando qualche istante voltato di spalle,prima di girarsi e cercarlo con lo sguardo.
-Come scusa?-
-Bisogna stare alle tue regole altrimenti un bel calcio e vaffanculo?-gli chiese il biondo fissandolo con sguardo fiammeggiante.
Albus fece per parlare,ma Scorpius lo anticipò.
-Ti sei mai reso conto che,nonostante tutta la tua grande intelligenza,sei un gran coglione?-gli domandò puntandogli contro un dito.
Il moro lo guardò incredulo:ovviamente nessuno gli aveva mai detto una cosa del genere prima d'ora e sentirsi apostrofare in quel modo proprio da lui andava oltre l'offesa personale.
Tentò di ribattere,ma ancora una volta il biondo lo bloccò.
-Tu vuoi una persona che ti riempia di attenzioni,di tutte quelle stronzate come fiori e cioccolatini, che ti dica che ti ama ogni mezz'ora solo per farti dormire tranquillo,per farti sentire al sicuro...-elencò Scorpius.
-Io non sono così!-ribattè Al scendendo il gradino e avanzando verso di lui,quasi volesse affrontarlo.
-Oh sì che lo sei...Hai questa stupida idea che l'amore si debba sempre gridare,si debba rendere partecipi tutti neanche fossimo ancora la "generazione dell'amore"...Beh mettiti in testa che io non sono così!-gli disse serio.
Al lo guardò per qualche secondo,il viso atteggiato ad un'espressione perplessa:dove portava il discorso di Scorpius?
-Allora come sei?-gli chiese con voce cauta.
Il biondo restò in silenzio a lungo,camminando per la Serra,fino ad arrivare ad uno dei grandi finestroni che davano sull'esterno,e una volta lì,appoggiò la schiena contro il muro e fissò il panorama,quasi a volersi dimenticare della presenza di Albus in quella stanza.
-Io sono uno che ti dà il permesso di uscire con un altro,nonostante si senta fremere dalla rabbia e dalla gelosia al solo pensiero che quello stronzo si avvicini a te,perchè non vuole farti rinunciare a nessuna esperienza soltanto per via della nostra relazione;uno che non riesce a dormire per il pensiero di quell'appuntamento imminente,all'idea che tu sia solo con un altro ragazzo...Uno che costringe il migliore amico a passare l'unica giornata di libertà fuori da qui seguendo te e quel Corvonero,senza una cazzo di motivazione valida!-
Incapace di muoversi,Al riusciva a scorgere i cambiamenti di espressione sul volto di Scorpius,il modo in cui le sue mani giocavano nervosamente con una fettuccia del grembiule,i sentimenti in continuo mutamento nei suoi occhi grigi,mai così sinceri come quella volta.
-Però sono anche lo stronzo che è rimasto masochisticamente a fissarti all'uscita del Babylon,con i vestiti stropicciati,con quel sorriso malizioso che hai sempre dopo aver fatto sesso,o che ti è rimasto accanto gran parte della notte dopo l'incidente per essere sicuro che tutto stesse andando come doveva...-gli confessò.
-Ma avevi detto...-disse con voce spezzata Albus.
Scorpius si voltò ed incontrò il suo sguardo,accennando un sorriso.
-Ormai dovresti conoscermi...Sai che so essere un gran bugiardo quando voglio-
Già lo conosceva...Ma lo stesso forse non si poteva dire di Scorpius,altrimenti avrebbe saputo che c'era una sola cosa di cui aveva bisogno,che voleva veramente:lui.
Continuò a fissare i suoi occhi,per la prima volta privi di quell'eterna muraglia che impediva a tutti di scorgere le sue emozioni e finalmente tutto gli sembrò più chiaro.
In tre passi fu di fronte a Scorpius,che non gli aveva mai staccato lo sguardo di dosso,e posò entrambe le mani ai lati del collo.
Immobile,il biondo si limitò a ricambiare il suo sguardo,senza fare il minimo accenno ad allontanarlo da sè.
-Io sarò un coglione,ma anche tu non sei da meno!-gli disse Al,accennando un sorriso ironico.
Prima che l'altro avesse il tempo di rispondere,le labbra di Albus si posarono decise su quelle di Scorpius:fin dal primo tocco la sua mente ritrovò il sapore e la dolcezza di quella bocca,il modo forte e allo stesso tempo delicato che aveva di rispondere ai suoi baci.
Fece scivolare un braccio attorno alle sue spalle,mentre insinuava la lingua nella sua bocca trovando la gemella ad accoglierla, ed accennò un sorriso quando sentì la mano destra di Scorpius affondare fra i suoi capelli e stringerli,per poi premere contro il suo torace, sbilanciandolo leggermente all'indietro.
Quanto gli era mancato quel gioco di potere,quegli equilibri variabili!
Riaprì gli occhi e incontrò subito lo sguardo di Scorpius...Bastava guardare per pochi istanti quegli occhi per capire,senza bisogno di parole o di dichiarazioni plateali.
Come aveva fatto a non capirlo prima?
L'attimo dopo si sentì stringere fra le braccia forti del Serpeverde e ritrovò il brivido che avvertiva ogni volta che il suo naso dritto gli scivolava lungo la curva del collo.
Gli allacciò le braccia al collo e tornò a chiudere gli occhi,libero da tutte quelle ansie e quei dubbi che lo accompagnavano da mesi.
-Dovevo capirlo prima...-mormorò in un sussurro.
Scorpius rialzò la testa dalla sua spalla e gli lanciò uno sguardo interrogativo.
-Ora mi basta guardarti negli occhi per capire che sei pazzo di me-gli disse con un sorriso felice sulle labbra.
Scorpius si produsse in una smorfia esasperata che lo fece ridere e lo portò a nascondersi alla sua vista.
-Oh,sta zitto!-si lamentò.
Le risate di Al vennero smorzate dalle labbra di Scorpius,che si posarono ancora sulle sue, desiderose di ritrovare quel contatto,bisognose di una certezza ulteriore che quello non fosse un momento di debolezza passeggero,che ora non esisteva nessun'altro oltre loro.
Ben presto l'intensità di loro baci aumentò,la dolcezza lasciò il posto alla passione,facendo capire ad entrambi che non si sarebbero accontentati di quei semplici preliminari.
Al riaprì gli occhi e,scostandosi leggermente dal corpo dell'altro,lo liberò dal grembiule con gesti esperti,facendolo cadere a terra poco distante dai loro piedi,seguito subito dopo dai loro maglioni.
La mano dietro il suo collo,Scorpius lo attirò di nuovo verso di sè,posando le labbra sulla linea bianca del collo,mordendo l'inizio della spalla sinistra,seminascosta dal colletto della camicia.
Con la punta delle dita,Al scivolò lungo il torace del ragazzo riscoprendo la saldezza di quei muscoli che poche settimane prima aveva osservato muoversi saldi e scattanti durante la gara di tango,fermandosi sul fermaglio della cintura.
Possibile che avesse sentito la mancanza anche di quell'immediatezza,del modo diretto che avevano di avvicinarsi all'obiettivo?
Le labbra di Scorpius erano sul suo mento,impegnate in una lenta risalita;Al abbassò lo sguardo e incontrò gli occhi cerulei del compagno,pronti ad incontrare i suoi.
Sorrise di nuovo,muovendo poi la testa quel poco che serviva per far incontrare ancora le loro labbra,in modo impaziente,vorace,per saziare la fame di quei lunghi mesi di separazione.
-Ma che cazzo sta succedendo qui?-
Il tono gelido con cui erano state pronunciate quelle parole li portò a voltarsi verso l'entrata della Serra dove,fermo sul primo scalino,Draco Malfoy fissava con un'aria schifata e rabbiosa la scena che gli si era presentata davanti.

 

Salve a tutti!!!Come state?

Finalmente,dopo tanto penare Albus e Scorpius hanno capito che l'unica via possibile x essere felici era stare insieme.

Già,ma ora si presenta un piccolo problema:ora dovranno inevitabilmente affrontare Draco Malfoy.

Spero di non incorrere nella vostra ira x aver chiuso il capitolo in qst modo,ma sapete che di me vi potete fidare e vi assicuro fin da adesso che il prox capitolo sarà altrettanto "esplosivo".

Mi scuso x la predominanza di Al e Scorpius,ma come vi ho detto sn i personaggi su cui resta ancora parecchio da dire,ed inoltre vi comunico che mancano 2 capitoli x ritornare al futuro, ovvero al momento in cui Ronnie scopre la relazione fra Rose e James.

La frase che ho inserito all'inizio del capitolo è tratta dall'ottavo episodio della terza serie di "Queer as folk",telefilm che tratta di tematiche omosessuali stupendo ed è stata la frase guida che mi ha ispirato mentre scrivevo del confronto fra Al e Scorpius;posso postare il link x ki fosse interessato.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di battitura e di ortografia.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Spero tu abbia recuperato x nn perdere il filo della storia...DA come si stanno mettendo le cose credo che Emmett andrà a spasso molto presto!),Sklupin( Credo nn c fosse un modo soft x dare una notizia del genere,sarebbero cmq rimasti scioccati, specialmente visto il bagaglio che Eliza si porta dietro;sono d'accordo con te che Hermione dovrebbe "mollare gli ormeggi" e sciogliersi un pò se vuole cercare di recuperare cn Ron e credo che la terapista batterà molto su qst nelle prox sedute),Miky_Black(Sempre felice di compiacere i lettori!Hai visto che alla fine lo hanno capito anche loro che erano destinati a stare insieme?),Lotti_(Era anke ora che Allie cogliesse l'attimo,soprattutto dopo aver avuto la notizia che le restano 30 giorni da passare con il ragazzo che ama!Chi di noi nn avrebbe fatto lo stesso?Io stessa alzo la mano x prima;Per quanto riguarda la fiction su Prudence ho deciso di metterla x il momento in stand by xke nn ero molto convinta di come stava venendo e leggendo alcuni commenti mi sn accorta che anke altri lettori avevano la stessa sensazione,cs piuttosto che rovinarla ho preferito metterla da parte finchè nn capisco cos'ha che nn va),Luthien241(Le lacrime nn sarebbero servite a niente,e poi io ho sempre visto Molly come una persona molto forte:in fondo la vita che ha fatto nn è stata delle + facili,xò lei è sempre riuscita a trarre il meglio anke dalle situazioni che sembravano disperate),IRE'89(Come vedi Fred ha trovato la soluzione migliore x sè e x Allison,la + sensata ed è strano che nn ci abbia pensato subito...Io nn ho mai creduto che x dimostrare il proprio affetto bisognasse parlare,riempire la testa di chiacchiere,fare rumore;bastava la propria presenza accanto all'altro:ed è quello che ho cercato di fare con Rose e James:lei si sentiva persa,abbandonata da Ron che ora sembra avere occhi solo x Eliza e la presenza di Jim le fa capire che cmq vada nn sarà mai sola...Scorpius nn è tipo da fare dimostrazioni plateali davanti a tutti,il massimo del pubblico può essere un solo spettatore,preferibilmente Albus,ma ha dei modi tt particolari x dimostrare il suo amore,e anche in qst capitolo lo ha dimostrato).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Take a chance on love"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 35
*** Take a chance on love ***


take a chance on love

 

 

Il primo colpo arrivò prima che potesse anche solo pensare a difendersi.
Ma forse non sarebbe neanche stato capace di far nulla per calmare la rabbia e l'odio che animava quegli occhi argentei che tante volte lo avevano guardato con ammirazione e rispetto.
Non appena il padre di Scorpius era comparso sulla porta della Serra,i due ragazzi si erano separati,frapponendo fra di loro un passo di distanza,lo sguardo di entrambi sull'uomo,in attesa di una sua reazione.
Che ovviamente non si era fatta attendere...
Il professor Malfoy aveva sceso di corsa i pochi gradini che li separava da lui e gli si era avvicinato velocemente,dando inizialmente l'idea di voler parlare con il figlio.
-Papà...-iniziò infatti Scorpius,senza staccare lo sguardo dal volto del padre.
-Razza di pervertito schifoso!-disse invece l'uomo con voce glaciale.
E l'istante dopo un pugno aveva colpito la guancia destra di Albus,completamente inaspettato.
Il moro aveva piegato la testa verso sinistra,i capelli a coprirgli la visuale,e l'attimo dopo era arrivato un nuovo colpo,allo stomaco che gli aveva mozzato il fiato,seguito pochi istanti dopo da un secondo che gli fece piegare le ginocchia e lo fece cadere a terra.
-PAPà SMETTILA!-aveva sentito esclamare Scorpius poco lontano da sè.
L'uomo si era voltato verso il figlio,un'espressione sconvolta a trasfigurargli i tratti perfetti del volto,e lo aveva trafitto con uno sguardo di fuoco.
-Chiudi la bocca...Non voglio ascoltarti-gli intimò.
Si voltò di nuovo verso Albus,che tentava faticosamente di rimettersi in piedi e,guidato dall'istinto e dalla furia,aveva sferrato un calcio al torace del ragazzo,facendolo gemere e sobbalzare lievemente.
Tornò a colpirlo ancora e ancora,colpi senza direzione e controllo,unico antidoto per scatenare la confusione e la frustrazione.
A bloccarlo fu la sensazione di essere sotto tiro:qualcuno gli aveva puntato la punta della bacchetta contro il collo.
Fece saettare lo sguardo alla sua destra,riuscendo così a scorgere il braccio teso di Scorpius che impugnava la bacchetta.
-Lascialo stare-sentì intimare dalla voce di Scorpius,dura quasi quanto la sua.
Non aveva paura di suo figlio,quello era ovvio,ma sapeva che se avesse continuato non ci sarebbe stata via di scampo per il ragazzo Potter:se malauguratamente lo avesse ucciso,le conseguenze sarebbero state terribili anche per lui.
Lanciò uno sguardo verso Albus,che a fatica tentava di rimettersi in posizione eretta e lo scrutò,quasi volesse leggere sul suo volto quello che ancora non sapeva,prima di voltarsi e fronteggiare il figlio.
Che gli restituì lo stesso sguardo freddo e indifferente.
-Potrei ucciderti soltanto per quello che ho visto...-gli disse con voce affilata.
Al,di nuovo in piedi,restò immobile ad osservare la scena,cercando di non tradire nessun'emozione a quelle parole,nonostante fosse chiaramente spaventato.
Fece saettare lo sguardo verso Scorpius e lo vide fissare suo padre,attento ad ogni mimina mossa dell'uomo,pronto ad intervenire se le cose si fossero messe nuovamente male.
Ma cosa potevano fare loro,due studenti,contro un professore per giunta ex Mangiamorte?
Sentì qualcosa scivolare dal sopracciglio sinistro e avvicinò il palmo della mano per trovarvi poi una traccia di sangue quando tornò ad allontanarlo.
-Non...non stavamo facendo nulla di male professore-intervenì portando fuori la voce attraverso la gola contratta.
Draco Malfoy,libero dalla minaccia di Scorpius,ghignò malignamente,soddisfatto da quelle parole,tornando a voltarsi verso di lui.
-Quindi ho sognato tutto?Vuoi dirmi che è stata solo un'allucinazione e che i miei occhi non hanno visto veramente quello schifo?-chiese di nuovo.
Per qualche secondo,Albus non fu certo della risposta da dare:doveva negare sè stesso,mentire,dire che era stato un momento di sbandamento ed evitare così che l'uomo lo colpisse di nuovo,oppure doveva ammettere la verità,che lui e Scorpius erano una coppia, finalmente,e fregarsene delle conseguenze?
-No-
La risposta inaspettata di Scorpius portò Albus ad alzare lo sguardo sul volto del ragazzo e Draco Malfoy a voltarsi verso il figlio.
Fece un paio di passi avvicinandosi a lui e lo fissò con aria interrogativa.
-Che vuol dire?-
Scorpius,che fino a quel momento aveva tenuto lo sguardo abbassato sui loro maglioni gettati a terra,lo rialzò e guardò oltre le spalle di suo padre,verso Al fissandolo con sguardo sicuro e deciso, facendogli così capire quale sarebbe stata la sua risposta.
-Hai visto benissimo-disse con voce ferma,ricambiando lo sguardo del padre,quasi a volerlo sfidare.
E,dopo aver distolto lo sguardo dal volto del padre,si mosse verso Albus con passi sicuri,nè troppo lenti nè troppo veloci.
Al lo guardò cercando di capire cosa avesse in mente ma solo quando sentì la sua mano destra posarglisi sul retro del collo,capì che cosa stava per succedere:l'istante dopo le labbra di Scorpius erano sulle sue,carezzevoli e delicate come sempre,alla ricerca di una sua risposta.
Quello era l'unico modo per mettere il padre di Scorpius di fronte alla verità,lo sapevano entrambi.
Sapeva anche che poteva essere pericoloso sfidarlo in quel modo,ma cos'altro poteva fargli?
Lo aveva già picchiato ritenendolo responsabile della "depravazione" del suo adorato figlio,ormai non gli restavano che le maledizioni senza perdono.
Se quello era il prezzo da pagare per avere finalmente Scorpius per sè,allora avrebbe pagato,pensò sospirando sulle labbra del compagno ed iniziando a rispondere al bacio.
Le dita dietro il suo collo si strinsero fra i suoi capelli,in un piccolo gesto volto a fargli capire che Scorpius era fiero di lui,che stavano facendo la cosa giusta,che lo convinse ad allacciare un braccio attorno alla vita del biondo.
Quando tornarono a separarsi,per qualche secondo,Albus ebbe paura di aprire gli occhi ed affrontare di nuovo lo sguardo inferocito del professor Malfoy,ma capì subito dopo che anche questa volta ci sarebbe stato Scorpius a difenderlo.
Ma quella consapevolezza non lo aiutò affatto quando vide il volto di Draco Malfoy,una maschera di disgusto e di rabbia che gli fece realmente temere,per qualche istante,per la sua vita.
-Non permetterò che questa storia vada avanti-disse guardando entrambi.
-Mi dispiace,ma non hai nessuna voce in capitolo in questa questione-ribattè il figlio secco.
Un ghigno apparve sul volto dell'uomo,prima che questi si passasse una mano tremante fra i capelli.
-Davvero?Forse hai ragione,ma magari dovremmo chiedere a qualcun'altro come la pensa,non credi?Sono sicuro che il mio caro amico Harry non vede l'ora di sapere la notizia-
A quelle parole Albus si sentì sprofondare:era pronto per affrontare anche i suoi genitori?
No non lo era.
Ma forse quello era il giorno dei cambiamenti,dopo il quale non avrebbe avuto più nessun segreto con sè stesso o con gli altri.
Anche a costo di perdere l'affetto dei propri genitori...

 

Capì subito,fin da quando lo vide venirle incontro nel corridoio che era successo qualcosa.
E,a giudicare dal sorriso che gli incorniciava la faccia,doveva essere una buona notizia.
Quel sorriso era diventato ormai una consuetudine per lui,ora che tutto sembrava sistemato e che non c'era più niente che potesse ostacolare la loro storia ed il loro futuro.
In quelle ultime settimane lo aveva visto cambiare in meglio,aprirsi a nuovi "orizzonti" e scrollarsi di dosso tutti quei pesi che era stato costretto a portare per anni sulle spalle,inutili zavorre di cui soltanto ora era riuscito a liberarsi.
Per lei,che credeva di conoscerlo meglio di chiunque altro, osservare quel cambiamento positivo era stata una scoperta,una conferma ulteriore che,nonostante i dubbi iniziali,non aveva fatto la scelta sbagliata quando aveva deciso di fidarsi di lui,o quando se ne era innamorata.
Si fermò nel corridoio lasciando che fosse lui a venirle incontro,con i suoi tempi,lasciandogli così anche il tempo di tirare fuori dal mantello un foglio ripiegato in tre.
Una volta uno di fronte all'altra,con pochi passi di distanza a dividerli,Lily accennò un sorriso e osservò il viso del ragazzo,aperto in un sorriso coinvolgente.
-Ehi!Qualcuno è di ottimo umore..-lo apostrofò continuando a fissare i suoi occhi.
Daniel accennò una risata e si chinò leggermente per avvicinare il viso al suo,sfiorandole le labbra con un bacio lieve.
-Lo puoi dire forte-rispose poi quando ancora le labbra erano ad un soffio dalle sue.
La ragazza alzò le sopracciglia in un'espressione malandrina che lo fece ridere di nuovo,prima che allungasse un braccio verso di lei allacciandole la vita.
-Buone notizie?-chiese Lily,decisa a giocare un pò per scoprire la verità un pò alla volta.
Daniel annuì,il braccio nascosto dietro la schiena.
-C'entra per caso qualcosa la lettera che stai vanamente tentando di nascondere?-gli chiese sbirciando oltre la sua spalla destra per gettare uno sguardo alla suddetta lettera.
Dan rise di nuovo ed alzò le spalle,facendola sbuffare comicamente.
-Andiamo...Cosa devo fare per convincerti a parlare?-gli domandò poggiando entrambe le mani sulle spalle del ragazzo e portandosi sulle punte dei piedi.
Lui sorrise malizioso e tornò a baciarla,questa volta indugiando più tempo sulle sue labbra.
-Ora che mi ci fai pensare,un'idea ce l'avrei...-disse con voce più bassa.
Lily,sorridendo lievemente,posò la fronte contro la sua e gli accarezzò le punte dei capelli che gli sfioravano il collo.
Già anche lei aveva un'idea ben precisa di come fare a convincerlo...
Fin da quando erano stati interrotti dal padre di Daniel avevano provato più volte a riprendere il discorso interrotto,venendo sempre puntualmente fermati da un'imprevisto o anche dalla più insignificante sciocchezza che accadeva nel castello.
Ovviamente queste interruzioni non facevano che aumentare la loro frustrazione,visto che non riuscivano a "concludere" qualcosa di così semplice e che sembrava essere lo sport preferito fra gli studenti di Hogwarts,e che li lasciava con sempre maggiore voglia e curiosità l'uno dell'altra.
-Non cambiare discorso!Vuoi dirmi cosa è successo per farti sorridere in quel modo?-tornò a chiedergli con tono deciso.
Daniel la fissò qualche istante in quella distanza ravvicinata per poi portare avanti il braccio finora nascosto dietro la schiena e tenderle la lettera.
Lily si staccò dal suo abbraccio giusto la distanza necessaria per afferrare la lettera e dispiegarla senza fare ulteriori grinze e lesse velocemente le poche righe scritte sopra.
Anche se non ne avrebbe avuto bisogno:le sarebbe bastato dare uno sguardo allo stemma del Ministero per capire di che cosa si trattava.
-Sono ufficialmente uno dei partecipanti all'Accademia estiva di Auror-le disse Daniel,troppo contento per aspettare che lei finisse di leggere.
Lily rialzò lo sguardo sul suo volto e sorrise,lo stesso identico sorriso che finora aveva campeggiato sul volto di Daniel.
Sapeva quanto era importante per lui,quanto aveva faticato per ottenere quella possibilità e,anche se sarebbe stata dura restare separata da lui per un'intera estate,non poteva rovinargli quel momento con immaturi sentimenti di egoismo.
Gli gettò le braccia al collo e per alcuni istanti nascose il volto nella sua spalla destra,sentendosi sollevare da terra di alcuni centimetri,nell'orecchio la risata profonda del ragazzo.
Quando i suoi piedi toccarono di nuovo terra,portò entrambe le mani sulle guance di Daniel e lo fissò con sguardo serio.
-Sono fiera di te-
E lo era davvero.
Daniel accennò un sorriso e posò di nuovo le labbra sulle sue,la lettera ancora stretta nella mano sinistra di Lily.
-Allora...Che ne dici di festeggiare questa novità?-le disse,a voce più bassa, quando poi si staccarono.
Una risatina salì dalla gola di Lily che allontanò lo sguardo dal volto di Daniel,cercando una risposta abbastanza maliziosa,ma non troppo impertinente,quando il suo sguardo fu intercettato da un trio che stava attraversando i corridoi.
-Oh cazzo!-si lamentò incapace di staccare lo sguardo.
Daniel corrugò la fronte e si voltò per vedere cosa aveva attirato il suo sguardo,restando sorpreso a sua volta:Albus,un livido sul sopracciglio sinistro e uno sul mento, e Scorpius camminavano ai lati opposti del corridoio;a dividerli c'era il professor Malfoy,un espressione terrea in volto.
-Credi che...-domandò il ragazzo a Lily senza staccare lo sguardo dal trio.
Lily annuì,senza preoccuparsi che lui l'avesse vista o meno.
Non aveva il minimo dubbio su quello che era successo:ancora una volta le era bastato uno sguardo per capire.


Quando il telefono era squillato,il suo trillo era rieccheggiato in una casa vuota.
Il suono aveva attraversato il soggiorno e la cucina,dove i piatti erano lasciati a sgocciolare nel lavello;per poi salire sulle scale fino al piano superiore,nelle camere da letto in ordine,dove libri lasciati sul comodino o poster appesi alle pareti davano un tocco personale alle stanze.
Il suono cessò,facendo cadere tutto di nuovo nell'immobilità del silenzio.
Non passarono che pochi minuti prima che lo stesso trillo si propagasse in un altro telefono,verso un altro ambiente.
-Virgin Radio,come posso aiutarla?-rispose una voce professionale e senza nessun accento.
Vanessa,una delle centraliniste,in jeans e camicetta bianca con corte maniche a sbuffo,rispose alla chiamata,cercando di non pensare a quante altre telefonate avrebbe ricevuto ancora fino alla fine del turno,portando lo sguardo verso la copertina di "A hard day's night" dei Beatles davanti alla sua scrivania,che ormai conosceva a memoria.
-Salve avrei bisogno di parlare con Harry Potter-rispose una voce femminile.
-Posso sapere chi lo desidera?-chiese ancora la centralinista.
-Gli dica che Minerva Mc Granitt vuole parlargli-
La ragazza mise in attesa la chiamata e premette un tasto per attivare l'interfono.
Sapeva che in quel momento Mr. Potter era in riunione e che probabilmente non avrebbe voluto essere disturbato,ma il tono perentorio con cui la donna le aveva rivolto l'ultima frase l'induceva a fare almeno un tentativo.
Due squilli risuonarono nel suo orecchio sinistro tramite l'auricolare,prima che qualcuno accettasse la chiamata.
-Sì?-
Riconobbe la voce di David,uno dei direttori creativi della radio e per un veloce istante si chiese come mai avesse risposto lui.
-C'è una persona per Mr.Potter-gli disse secca.
-Gli hai detto che siamo in riunione?-chiese quello,quasi volesse insegnarle il suo mestiere.
-Naturalmente,ma ha detto che è molto importante-
Sentì il sospiro attraversare il microfono della cornetta fino ad arrivarle nell'orecchio, costringendola ad allontare l'auricolare per qualche istante per evitare i fischi.
L'attimo dopo David riferì velocemente il discorso,quasi certamente a Mr Potter,per poi tornare alla cornetta.
-Chi è?-chiese quasi sicuramente per conto dell'altro uomo.
-Ha detto di chiamarsi Minerva McGranitt-
Pochi istanti e la cornetta passò di mano arrivando ad Harry.
-Me la passi-disse con voce ferma.
La ragazza attivò la comunicazione e,in quei pochi secondi,Harry si chiese cosa poteva essere successo per costringere Minerva a chiamarlo al lavoro,a soli due mesi di distanza dal loro ultimo incontro.
-Harry?-
-Preside McGranitt,che piacere sentirla-la salutò affabile.
-Anche per me caro;mi dispiace solo ogni volta che ci sentiamo,doverti dare sempre cattive notizie-gli disse arrivando diretta al punto.
Un nodo istantaneo gli bloccò la gola,rendendogli difficile respirare:era successo qualcosa?
In fondo l'ultima volta che si erano sentiti Albus era caduto da un'albero e aveva rischiato la vita.
-E' successo qualcosa ai ragazzi?-domandò subito,non riuscendo a liberarsi di quella paura che sembrava essersi impossessata di lui.
Il breve silenzio che arrivò dall'altra parte confermò in parte le sue parole.
-Stanno tutti bene Harry...-gli disse per tranquillizzarlo,facendolo così sospirare di sollievo-Ma qualcosa è successa.
Si tratta di Albus-aggiunse poi.
Possibile che ultimamente quel ragazzo gli stesse creando più problemi di tutti gli altri messi insieme?
-Credo che tu e Ginny fareste meglio a venire qui ad Hogwarts,c'è una questione di cui il professor Malfoy vuole discutere al più presto-disse ancora la Preside con tono cauto.
Draco aveva qualcosa da ridire su Albus?Ma com'era possibile?
Harry si morse il labbro superiore,cercando di immaginarsi cosa potesse essere successo per doverli convocare d'urgenza,senza però riuscire a venire a capo di nulla:troppe idee gli ronzavano per la testa e tutte valevoli per l'espulsione.
-Verremo prima possibile-le disse serio.
La salutò e l'istante dopo chiuse la comunicazione.


La notizia si era sparsa in fretta per i corridoi del castello.
In meno di quindici minuti,tutta la scuola sapeva quello che era successo nella Serra,di come il Professor Malfoy avesse beccato il figlio a pomiciare con Albus Potter e di come avesse preso a calci e pugni il Grifondoro prima di portarlo dalla Preside per una "giusta punizione".
Neanche quaranta minuti dopo erano arrivati i Potter,richiamati da una telefonata della Preside; si erano chiusi nello studio della donna e non ne erano ancora usciti.
La prima a fermarsi davanti alla porta era stata Lily,bisognosa di sapere cosa stesse succedendo lì dentro,o almeno di sentirsi più vicina ad Albus,quasi di fargli sentire il suo supporto anche attraverso la porta chiusa.
Daniel avrebbe voluto unirsi a lei,e mostrare a sua volta il suo appoggio e la sua amicizia ai due ragazzi,ma Lily lo aveva sconsigliato vista la recente riconciliazione fra lui e suo padre.
Ancora non sapeva come avrebbe reagito il padre alla notizia dell'omosessualità di Al,forse se la sarebbe presa anche con loro,quindi era meglio per il momento tenere Daniel fuori da quel caos.
Poco dopo era arrivato Ronald,con ancora la divisa da Quidditch indosso.
-L'ho appena saputo...E' vero?-domandò alla sorella mangiandosi le parole a causa del fiatone.
Lily,le spalle al muro,annuì prima di tornare a guardare la porta di legno massiccio di fronte a sè.
Da quello che aveva potuto vedere in quel breve istante in cui il trio le era passato accanto nel corridoio,Al era il più malconcio;era chiaro che il professore avesse sfogato su di lui la sua rabbia.
-Cosa credi stia succedendo lì dentro?-chiese Ronald,imitando la sua postura e voltandosi a guardarla.
Lei alzò le spalle.
-Non ne ho la minima idea-confessò,lasciando trasparire l'ansia nella sua voce.
Osservando il fratello un pensiero le attraversò la mente,facendole corrugare la fronte.
-Dov'è James?Non era con te?-gli chiese curiosa.
Se Ronnie era corso lì direttamente dal campo di Quidditch perchè il gemello non aveva fatto lo stesso?
-No.Avevamo deciso di fare un piccolo allenamento per tenerci in allenamento,ma poi alla fine lui ha avuto un altro impegno;così invece di rinunciare del tutto,ho chiesto ad Ethan di farmi compagnia-le raccontò.
Prima che Lily potesse parlare di nuovo,il suono delle voci al di là della porta si alzò all'improvviso portando entrambi a voltare la testa verso la porta chiusa.
Entrambi rabbrividirono al suono delle voci,restando con lo sguardo fisso alla porta con la speranza assurda di riuscire a carpire qualcosa di quello che stava accadendo con il solo sguardo.
-Credi che sarebbe tanto grave se entriamo?-le chiese Ronald dopo un lungo silenzio.
-Sei pazzo?-sbottò lei sorpresa.
-Perchè no?Qui fuori siamo inutili,invece lì dentro possiamo evitare che facciano a pezzi Al-cercò di farla ragionare.
-Io ci sto-s'intromise una voce.
Entrambi i ragazzi si voltarono,trovandosi faccia a faccia con James.
-Alla buon'ora!-lo punzecchiò il fratello.
-Ci vuole più tempo perchè i pettegolezzi arrivino in biblioteca...Ci sono novità?-chiese ad entrambi fermandosi accanto a loro.
Lily scosse la testa.
-Soltanto qualche stepitio e qualche urlo-gli disse poi.
James restò in silenzio,chiaramente incerto se fare o meno la domanda che lo aveva accompagnato per tutto il tragitto fin lì,lo sguardo fisso davanti a sè.
-E' tutto vero-disse semplicemente Lily,certa che sarebbe bastato a dissipare i suoi dubbi.
James annuì,continuando a restare in silenzio.
Certo per loro doveva essere strano immaginare una coppia formata da Al e Scorpius;non esistevano due persone più diverse eppure,paradossalmente, più bisognose l'una dell'altra.
-Che facciamo,allora?Entriamo?-domandò poi guardando ora l'uno ora l'altra.
Ronald annuì senza esitazione,mentre Lily si morse il labbro inferiore incerta.
-Andiamo Lily che può succederci di così terribile?Al massimo ci buttano fuori!-scherzò Ronnie accennando un sorriso per mascherare la tensione.
La ragazza si unì al sorriso e alla fine annuì.
Insieme,come un gruppo compatto,si avvicinarono alla porta e dopo aver bussato alla porta,James mise la mano destra sulla maniglia.

 

-COME TI SEI PERMESSO DI METTERE LE MANI ADDOSSO A MIO FIGLIO?-
-AVRESTI FATTO LO STESSO SE FOSSI STATO AL POSTO MIO!-
-NON CREDO PROPRIO!-
Un suono sarcastico uscì dalle labbra contratte del biondo,cariche di disprezzo per il suo antico rivale,facendo saettare di rabbia gli occhi Harry.
-CERTO,COME NO!CONTINUA A RACCONTARTI QUESTA FAVOLETTA POTTER...-lo beccò ancora Draco.
Infastidito da quel tono,Harry gli andò sotto e gli afferrò il davanti del maglione con entrambe le mani,premendo poi il torace contro il suo in quello che voleva essere un'atto di forza.
-Signori per favore!Vogliamo cercare di controllarci?-
A richiamarli entrambi era stata la voce ferma della Preside,che fino a quel momento era stata in silenzio ad osservare i due uomini fronteggiarsi e litigare neanche fossero tornati bambini,mentre i loro figli sedevano ai due lati opposti della stanza,uno accanto alla madre,e l'altro su una poltrona in un'angolo accanto alla porta,lo sguardo fisso su un punto del muro lontano davanti a sè,quasi a volersi dimenticare della presenza delle altre persone nella stanza.
Solo poche volte aveva mosso lo sguardo,e ogni volta aveva cercato quello dell'altro,trovando gli occhi verdi di Albus sempre pronti a fondersi nei suoi.
Quando i cognugi Potter erano arrivati al castello,la preside li aveva velocemente messi al corrente di quello che era successo,con tutta la delicatezza possibile e usando le parole giuste, sperando che non avessero una reazione esagerata.
Entrambi erano rimasti sorpresi,quasi scioccati,da quello che lei aveva detto loro,ma erano rimasti moderatamente calmi,sicuramente più controllati rispetto alla reazione avuta dal padre di Scorpius.
L' intenzione di Harry era di affrontare la questione in modo civile,parlare con suo figlio per farsi spiegare quello che stava succedendo e,se le "accuse" si fossero rivelate vere,aiutarlo in quella situazione difficile.
Ma naturalmente Draco aveva sconvolto tutti i suoi piani...Come sempre,del resto.
-Volete darvi un contegno?-li richiamò la Preside con cipiglio quasi militare.
Harry lasciò andare il maglione di Draco e si allontanò di qualche passo,lanciando uno sguardo a Ginny,che sembrava ancora confusa riguardo a quello che stava succedendo.
Cosa le stava passando per la testa in quel momento?Quali erano i suoi pensieri?
Mosse lo sguardo in giro per la stanza e,solo allora,si accorse della presenza dei suoi figli,seduti accanto a Scorpius,pronti ad intervenire se ce ne fosse stato bisogno.
Da quanto erano lì?Cosa avevano sentito e visto?
-Tuo figlio dovrebbe essere bandito da quest'istituto!-disse Malfoy riportandolo di nuovo con la mente a quel momento.
Harry scosse la testa.
-E' un'assurdità!Non è scritto da nessuna parte che uno studente debba essere espluso per le sue inclinazioni sessuali...Specialmente uno studente dotato come Albus-ribattè battagliero.
-Il fatto che ha quasi violentato mio figlio non basta a mandarlo via?-disse Malfoy esplodendo in un ruggito rabbioso.
-Che prove hai?-chiese testardo Harry,deciso a difendere Al fino all'ultimo.
-Quello che ho visto non basta?-
-Non hai visto niente di particolarmente terrificante!-s'intromise Ginny.
I due uomini si voltarono verso la donna,ancora seduta accanto ad Albus,con una nuova espressione battagliera sul volto.
Nonostante tutto quello che stava succedendo,Harry sorrise:sua moglie aveva superato lo shock ed era pronta a combattere al fianco di Al.
-Scusami?-l'aggredì il biondo.
-Hai visto qualche bacio,tutto qui...Cosa c'è di così sconvolgente?
Oppure c'è qualcos'altro che la tua eleganza Serpeverde ti impedisce di dirci?-gli chiese fissandolo indagatrice.
-Non c'è niente di più-rispose Albus per l'uomo in un soffio di voce,portando la madre a voltarsi verso di lui.
Quelle poche parole accesero una lampadina nella mente di Harry.
-Scusate,ma perchè invece di scannarci fra di noi,non facciamo parlare i ragazzi?-propose.
-Perfetto,così Scorpius potrà dire la sua versione dei fatti-convenne Ginny,d'accordo con il marito.
I due cogniugi si voltarono,quasi nello stesso istante,verso Draco che con un'espressione impassibile sul volto restò qualche istante in silenzio prima di scuotere la testa.
-No-
Harry corrugò la fronte.
-Voglio parlare con mio figlio.
Da solo-aggiunse con il suo solito tono freddo ed affilato,avvicinandosi l'attimo dopo alla porta.
Sia Albus che Scorpius alzarono la testa verso l'uomo e,mentre il biondo si alzava dalla poltrona per andare verso il padre,ben consapevole che era inutile fare resistenza davanti a tutti,Albus seguì i suoi passi,in piedi, finchè il ragazzo non fu accanto al padre,il fiato mozzato fra le costole ed i denti a torturare la parte morbida del labbro inferiore.
Il professor Malfoy aprì la porta e si scansò per far uscire il figlio,che con pochi passi si trovò nel corridoio,seguito subito dal padre.
Pochi istanti e la porta venne richiusa alle loro spalle.
Cosa sarebbe successo ora?
Il professore sarebbe riuscito nel suo intento di far cambiare idea a Scorpius?
Doveva rinunciare a lui proprio ora che lo aveva ritrovato?
Con la testa ancora persa in quei pensieri non si accorse di quello che stava succedendo attorno a sè finchè non sentì le braccia attorno al collo ed il peso del corpo di Lily contro il suo.
Meccanicamente,poggiò il mento sulla spalla sinistra della sorella e chiuse gli occhi,cercando senza successo di allontanare quei cattivi pensieri.
-Stai bene?-gli chiese la sorella con voce chiaramente preoccupata,cercando il suo sguardo.
Lui annuì.
-Albus...Tesoro-si sentì chiamare quasi in un sussurro.
Mosse lo sguardo nella stanza verso sua madre e la fissò per qualche istante,le braccia di Lily ancora attorno al suo collo.
Non riusciva a smettere di pensare a Scorpius...Doveva fare qualcosa.
Non poteva rischiare di perderlo senza lottare.
Si staccò dalla sorella e si avviò verso la porta.
-Albus dove vai?-gli chiese suo padre con voce leggermente tesa.
-Torno subito-disse senza guardarlo,la mano già sulla maniglia della porta.
-Tesoro,non credi che dovremmo parlare di quello che è successo?-gli chiese sua madre con voce dolce,quasi mellifluo.
Il ragazzo si voltò verso di lei e accennò un sorriso,facendo partire una saetta di dolore dal piccolo livido che gli incorniciava l'angolo destro del labbro.
-Parleremo mamma,te lo prometto.
Ma adesso non posso restare qui...-
Tornò a voltarsi e aprì la porta uscendo velocemente dalla stanza.


Suo padre non si smentiva mai.
Quando voleva un colloquio con lui,che dovesse lodarlo o rimproverarlo non faceva differenza,gli dava udienza nelle sue stanze private,in modo che nessuno sapesse cosa era successo fra padre e figlio.
Lo stesso era successo anche quel giorno:forse mai come quella volta,Draco Malfoy aveva bisogno di segretezza,che il silenzio calasse su quell'argomento in modo da poter dimenticare tutto.
Far finta che non fosse mai accaduto nulla.
Usciti dall'ufficio della Preside aveva stretto una mano sul braccio destro di Scorpius ed aveva smaterializzato entrambi nei sotterranei,nel suo ufficio,dove nessuno li avrebbe disturbati.
Non appena erano arrivati nella stanza così familiare per entrambi,Scorpius aveva allontanato il braccio dal suo tocco,avvicinandosi verso la finestra magica che in quel momento raffigurava una spiaggia tropicale su cui si infrangevano le onde dell'oceano,lasciando suo padre accanto alla scrivania,lo sguardo sul piano coperto di documenti.
Il silenzio era calato fra di loro come Draco aveva sperato,ma invece di portare sollievo ad entrambi aveva reso l'aria ancora più soffocante:c'erano tante cose ancora di cui dovevano parlare,molte domande scomode da porre e l'uomo non sapeva se era pronto ad ascoltare le risposte.
Quando era accaduto?Come aveva fatto a non accorgersi che suo figlio stava prendendo una strada sbagliata?
Forse la colpa era anche sua e della sua scelta di non volerlo forzare in un fidanzamento prematuro che lo avrebbe ingabbiato prematuramente impedendogli di godersi la vita.
Aveva cercato di impedire che finisse come lui,sposato ad una donna che non amava e incapace di annullare quel matrimonio stanco e inutile.
Ma,visto come si erano messe le cose,un matrimonio simile,sarebbe stato cento volte meglio...
-Non voglio più vederti insieme a Potter-disse con voce decisa,rompendo il silenzio.
Doveva mettere subito in chiaro quali erano i suoi doveri di figlio:avrebbe chiuso quella storia abominevole con Potter e da quel preciso istante tutto sarebbe tornato alla normalità.
-Io e tua madre ti cercheremo una ragazza di buona famiglia con cui annunciare il fidanzamento e considereremo questa storia come uno sbaglio di gioventù.
Un madornale errore-continuò voltandosi a guardare la schiena del ragazzo.
Con lo sguardo ancora sulla finestra,Scorpius sembrava non aver ascoltato neanche una sola parola di quello che lui gli aveva detto finora,ma Draco non se ne preoccupò,certo che il messaggio era arrivato forte e chiaro.
-Il nome dei Malfoy è troppo importante perchè tu lo trascini nel fango a causa della tua vita sbagliata-
-Se il "buon nome" della famiglia è sopravvissuto all' incriminazione del nonno e al tuo passato da Mangiamorte,credo che riuscirà a sopportare anche questo-commentò il ragazzo parlando per la prima volta.
Draco affilò lo sguardo senza staccarlo dalla schiena del figlio che,senza timore,si girò verso di lui pronto a sfidare la reazione dell'uomo.
-Non ho nessuna intenzione di sposarmi,nè di avere figli che portino avanti il grande nome della famiglia Malfoy.
Ma soprattutto voglio continuare a vivere la mia vita così come l'ho vissuta finora,nello stesso modo sbagliato e immorale accanto a Albus Potter-gli disse con voce ferma e lo sguardo affondato nel suo,in modo che non avesse il minimo dubbio sulla sua sincerità.
Vide suo padre serrare i pugni finchè le nocche non divennero bianche fermando la circolazione e per qualche istante pensò che lo avrebbe colpito,ma l'attimo dopo decise di andare avanti con il suo discorso,incurante delle conseguenze.
-Quello che hai visto non è un'atteggiamento sbagliato o un errore di gioventù,come ti piacerebbe tanto credere,ma è quello che sono-
-Mio figlio non è un...-lo interruppe Draco,la voce roca che usciva dalla gola chiusa.
-COSA?Un frocio?Una checca?Un pervertito?
Sappiamo entrambi che lo sono,quindi perchè continuare a nascondere la realtà?
Oh,e tanto per essere chiari,non è colpa di Albus se sono gay anzi forse il contrario-precisò sicuro dei pensieri che stavano attraversando la mente del genitore.
Nel silenzio,i due si guardarono,cercando in quegli occhi così simili un punto debole,qualcosa da poter attaccare,che potesse ferire e far male quasi di proposito in quel gioco al massacro che era ormai diventato quel colloquio.
Distolto lo sguardo,Draco si avvicinò alla scrivania e poggiò entrambi i palmi delle mani sul ripiano,le spalle rivolte verso Scorpius.
-Sono ancora disposto a far finta di non aver sentito nulla,posso anche fingere di aver sognato tutto quello che è successo oggi,se tu accetti di cambiare...Di tornare sulla retta via-gli disse in un'ultimo disperato appello senza guardarlo.
-Altrimenti?-chiese il ragazzo certo che ci fosse una seconda opzione.
Draco sospirò,cercando la forza necessaria per dire quello che aveva ancora da dire.
-Altrimenti una volta uscito da quella porta non esisterai più per me.
Non sarai più mio figlio,smetterò di interessarmi della tua vita e di tutto quello che ti riguarda,non mi occuperò più della tua istruzione e della tua sussistenza.
Per me non esisterai più...E lo stesso discorso varrà per tua madre-aggiunse poi.
Scorpius chiuse per qualche istante gli occhi,quasi schiacciato da quelle parole,tanto scontate per suo padre,quasi attese:era un bluff oppure davvero suo padre gli avrebbe tagliato i viveri se non avesse fatto come voleva lui?
Dimenticarsi della sua esistenza soltanto perchè non era esattamente come lui lo immaginava o lo desiderava...Che razza di amore era il suo?
Era la seconda volta quel giorno che gli veniva rivolto un ultimatum ed era terribilmente stanco della responsabilità e del peso che gli era caduto addosso improvvisamente.
Possibile che proprio oggi dovesse decidere il suo intero futuro?
-Allora cosa hai deciso?-lo incalzò suo padre tornando a voltarsi verso di lui per incontrare il suo sguardo.
Scorpius riaprì gli occhi e li fissò sull'uomo,visibilmente teso ed in attesa di una risposta.
E lui credeva di averne trovata una giusta per entrambi.
-Addio papà-disse pronunciando per l'ultima volta quella parola.
Senza aspettare risposta,gli volse le spalle e si avviò alla porta dello studio,aprendola e uscendo nel corridoio umido e freddo.
Quando sentì il rumore della porta che si chiudeva alle sue spalle,stranamente si sentì libero: ora non c'era più nessuno a cui doveva rendere conto per le sue azioni.
Si avviò per il corridoio verso le scale,bloccandosi improvvisamente quando vide una figura staccarsi dal muro di mattoni freddi poco distante dalla scala.
L'intera figura di Albus si raddrizzò non appena sentì avvicinarsi i suoi passi,il viso illuminato debolmente dall'illuminazione e le mani affondate nelle tasche dei pantaloni.
-Non credevo di essere atteso-commentò il biondo avvicinandosi.
-Ho pensato che presentarmi qui per un disperato tentativo di farti cambiare idea nel caso tuo padre ti avesse convinto-confessò candidamente il moro,con un sorriso accennato sulle labbra.
Scorpius sorrise a sua volta,poggiando il fianco destro contro il muro,poco distante dal compagno.
-E' stata dura ma ce l'ho fatta...-disse poi alzando le spalle.
Al aggrottò la fronte,cercando di capire le sue parole,facendo sospirare il biondo.
Scorpius abbassò lo sguardo,cercando il modo ed il tono giusto per fare il suo annuncio,ben sapendo che non esistevano:avrebbe potuto usare tutta la delicatezza del mondo,ma Albus si sarebbe sempre sentito colpevole per quello che era successo.
-Da questo momento non sono più un Malfoy-disse rialzando lo sguardo su di lui e fissando i suoi occhi.
Vide gli occhi verdi di Al spalancarsi per la sorpresa,prima che questo gli cingesse il collo con un braccio facendogli posare il mento sulla spalla destra.
-Mi dispiace...Non volevo far succedere tutto questo casino...-farfugliò fra i suoi capelli.
-Non mi sembravi tanto dispiaciuto prima nella Serra...-lo punzecchiò Scorpius a bassa voce.
Il moro si staccò leggermente dal suo abbraccio e fissò il suo viso,cercando di carpire le sue vere emozioni attraverso quella maschera impenetrabile che erano i suoi occhi.
-Sto bene,davvero.
Devo ancora abituarmi all'idea di non avere una casa o una famiglia,ma per il resto sto bene...E soprattutto non rimpiango la scelta che ho fatto-lo rassicurò prima che parlasse di nuovo.
Albus lo fissò ancora qualche istante prima di avvicinarsi e baciarlo velocemente.
-Può darsi che per questa sera saremmo in due a dover cercare un'alloggio sotto i ponti.
E' ora di affrontare i miei!-gli disse prendendogli la mano ed iniziando a salire le scale verso l'ufficio della Preside.


Per lungo tempo,dopo che Albus era uscito di corsa dietro a Scorpius e suo padre,nell'ufficio della Preside McGranitt era sceso il silenzio fra i restanti membri della famiglia Potter.
Tutti erano troppo imbarazzati da quello che era appena successo e,in aggiunta,Harry e Ginny dovevano ancora riprendersi dalla notizia appena ricevuta.
Albus era gay,o almeno aveva fatto delle esperienze di quel tipo,visto quello che era successo con Scorpius Malfoy.
Come dovevano comportarsi con lui?
Sarebbe stato disposto a parlarne con loro oppure sarebbe stato imbarazzato da tutta quella storia?
Il silenzio era stato rotto,come al solito,da Ronald che aveva sospirato rumorosamente per poi lanciare uno sguardo alla sorella.
-Posso farti una domanda?-le chiese certo che parlando con Lily avrebbe trovato delle risposte ai dubbi che lo tormentavano da quando aveva sentito il pettegolezzo al campo da Quidditch.
Lily annuì.
-Che c'entra Malfoy?-le chiese.
-E' il suo ragazzo-rispose la ragazza come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Ma Al non stava con Emmett?-chiese James,curioso a sua volta.
-Chi è Emmett?-si intromise Ginny.
La ragazza lanciò uno sguardo alla madre cogliendo la sua espressione sopresa per poi accennare un sorriso e scuotere la testa a beneficio di James e della madre.
-Emmett è stato un errore...-commentò,sinceramente convinta della sua affermazione.
Era giusto parlare di quello che era successo senza prima aver chiesto il permesso ad Albus?
Magari avrebbe preferito mantenere tutto sotto silenzio o raccontare la sua versione dei fatti,ma al momento lei era la sola disponibile capace di dissipare i dubbi dei fratelli.
-Però loro stavano insieme-ribattè Ronald confuso-Li abbiamo visti-aggiunse a conferma delle sue parole.
-Scusate...-disse il padre,guardando alternativamente i suoi figli.
Lily sospirò e annuì ancora.
-Sì Ronnie stavano insieme,ma è una storia troppo lunga e complicata per spiegarla-
-Certo ora vuoi fare la superiore e liquidarci così!-fece James leggermente acido.
Con la bocca spalancata dallo stupore,Lily si voltò verso di lui e lo incenerì con lo sguardo.
-SCUSATE!-
Il richiamo del padre portò i tre ragazzi a voltarsi verso i genitori e a zittirsi.
Un miscuglio di sentimenti si agitava in Harry,ma quello che più chiaramente si leggeva sul suo volto era l'incredulità:era possibile che i suoi figli sapessero una cosa così importante e non avessero sentito il bisogno o l'urgenza di parlarne con lui o con Ginny?
-Voi sapevate tutto?-chiese loro incapace di mascherare la sua sorpresa.
I tre ragazzi si guardarono,indecisi sulla risposta da dare,finchè Ronald non annuì.
-Sì,lo sapevamo...Lo abbiamo scoperto il giorno del suo incidente-gli spiegò.
Il ricordo era ancora vivido nella sua memoria,e lo stesso valeva per le parole che erano state pronunciate.
-Io invece l'ho sapevo da ottobre,è stato Al a dirmelo-aggiunse Lily.
-Te lo ha detto lui?-chiese Harry sorpreso.
-Lui mi dice sempre tutto-tagliò corto la ragazza.
James si voltò verso la sorella con un sorriso divertito attirandosi una smorfia scocciata della ragazza.
-Che c'è?Non credi che sia possibile?-lo beccò risentita.
James scosse la testa all'istante alzando le mani in segno di resa,cercando così di evitare che la rabbia della sorella esplodesse.
-Questa cosa con Malfoy quindi è cominciata prima di quella con Emmett,giusto?-le chiese poi Ronald,cercando di far luce nella movimentata vita sentimentale del fratello.
-Ma chi è questo Emmett?-chiese di nuovo sua madre chiaramente confusa.
-Emmett è un Corvonero che Al ha frequentato negli ultimi mesi-le rispose James.
-Comincio ad avere mal di testa...-mormorò Harry portandosi la mano destra alla fronte.
Ginny coprì la sua mano sinistra con una delle sue,mentre lo sguardo di Lily intercettava quello del padre.
-Non è così terribile come sembra:Al ha avuto solo due ragazzi.
Anzi,se non fosse stato per l'idiozia di Scorpius ne avrebbe avuto soltanto uno...-commentò poi.
-Come al solito,so di poter contare sul tuo affetto!-
La voce sorprese tutti e li portò a voltarsi verso la porta dove uno accanto all'altro si fermarono Albus e Scorpius.
Ancora una volta il silenzio sembrò avvolgere e rendere pesanti ogni movimento dei due giovani mentre restavano immobili sotto lo sguardo di Harry e Ginny.
Albus si chiese cosa stessero pensando i suoi genitori in quel momento,come avrebbero accolto il cambiamento radicale che era avvenuto nella sua vita in poco meno di un paio d'ore.
Ma c'era una cosa che sapeva con assoluta certezza:non aveva paura.
Perchè avere paura quando Scorpius gli aveva dato la più grande dimostrazione d'amore possibile?
Qualsiasi fosse stato il giudizio dei suoi genitori,poteva contare sull'appoggio dei suoi fratelli e su quello di Scorpius.
Lanciando uno sguardo d'intesa al ragazzo accanto a lui,si staccò dalla porta e si avviò verso i suoi genitori,senza dare ascolto al suo cuore che correva spaventato nel petto e le mani che avevano iniziato a sudare.
Per primo guardò suo padre incontrando i suoi occhi sorpresi e confusi,facendo poi scivolare lo sguardo verso sua madre che lo fissava con uno sguardo pieno d'attesa.
Accennò un sorriso,anche se la cosa gli sembrò incredibilmente difficile,e guardò ancora una volta Scorpius.
-Mamma,papà...Vi presento il mio ragazzo:Scorpius Malfoy-

 


Salve a tutti!!!

Un solo capitolo ci separa dal "ritorno al futuro",siete pronti?

Finalmente vedremo la reazione di Ronald,ma voglio precisare una cosa:c vorrà ancora qlk capitolo prima che Harry e Ginny scoprano della storia fra Jim e Rose...So che ora mi state odiando cn tt il cuore,ma vi prometto che nn vi farò rimpiangere l'attesa.

Ah,prima che mi dimentichi:dai commenti lasciati nel capitolo precedente mi sn accorta che c sn molti fan della serie "Queer as Folk",quindi volevo informarvi che ho iniziato una fiction proprio su questa serie.

Ecco il link:   http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=402311

Sono ben accetti anche i semplici curiosi,ma ricordatevi che si tratta di una serie basata su una gruppo di amici omosessuali con relative scene d'amore,quindi se credete che vi possa dare fastidio,nn fa per voi.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e battitura.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Era come te l'immaginavi?Beh x lui deve essere stato un'affronto inimmaginabile,aggravato dal fatto che è il suo unico figlio,l'unico successore del grande nome dei Malfoy e tutte quelle altre storie lì...),Luthien241(Credo di aver immaginato cosa hai detto,e ogni volta che ci penso mi viene da ridere...E' la stessa reazione che verrebbe a me se avessi letto ql pezzo x la prima volta!),Lotti_(No,ke nn è tutto perduto,altrimenti xkè perderebbero tanto tempo?Certo,devono rendersi conto che nn sn + le stesse persone che conoscevano 1 tempo,che sn cambiati e accettare il cambiamento cm qlcs di positivo e nn qlcs di terribile e tragico cm hanno fatto finora,specialmente Herm.),Charmed_Alis(Tranquilla nessun problema!Grazie x i complimenti!Posso assicurarti già da adesso che qnd James e Rose decideranno di dire la verità,faranno in modo che Harry e Ron siano in prima fila,x evitare di creare fraintendimenti ed essere sicuri che sia chiaro a tutti cs succede;Fred aveva bisogno di tempo x rimettere in moto il cervello,xkè finora si era occupato della cosa soltanto dal punto di vista della lontananza,senza calcolare affatto che c'era un'altra possibilità...),Sunshine'86(Grazie x i complimenti!Sei sicura che il tuo pensiero sia rivolto solo a quei "poveri" ragazzi ingiustamente interrotti e nn ci sia neanche un filo di egoismo?Al era convinto che la sincerità, alla fine,lo avrebbe ripagato e fortunatamente ha avuto ragione...Inoltre volevo informarti che presto ci saranno molti momenti rilassati e "melensi",se cs possiamo chiamarli vista l'affettuosità di Scorpius,fra i due,per la vostra gioia e anche x la mia che mi diverto a scriverli;passando a Ron ed Herm,hai perfettamente ragione:è molto difficile,per me ancora di + perchè i miei sn una delle mosche bianke che sn insieme da 25 anni e quindi nn mi sn mai trovata in situazioni simili,xò cm al solito cerco di fare del mio meglio e spero che vada tutto bene...),Manda(Benvenuta!Grazie x i complimenti!Più che una tempesta direi che hanno attraversato una bufera,ma nn x via di Draco,ma x colpa soltanto loro,del loro orgoglio e della loro indecisione,ma a questo punto credo siano più forti e sicuri di quello che vogliono nonostante la loro giovane età),JC(Nooo!!!Nn è vero,chiariamo subito qst cosa!E' solo che qste interruzioni sn importanti x far andare avanti la storia e migliorare la vita del personaggio,se cs si può dire...Tranquillo,anke io sto dalla parte di Ron,ma resti fra noi),Angel_SG(Benvenuta!Tranquilla nn preoccuparti,fallo solo qnd e se vuoi!Sono felice di essere riuscita ad allontanarti dal pensiero degli esami,dello studio e dei compiti,x quei 10 minuti che servono x leggere il chap,e un pò la spinta che mi fa dare sempre il meglio in qll che scrivo,anche se credo sempre di nn aver fatto niente di chè...Anche io adoro "Queer as Folk",l'ho scoperto da poco ed è diventato in breve il mio telefilm preferito ed ho intenzione di fare un piccolo tributo a Brian Kinney nel sequel di qst storia),IRE'89(Grazie per i complimenti!Soprattutto x qll sul dialogo fra Ron e Harry:ho passato tanti anni a fare da psicologa ai miei amici,ad ascoltarli mentre parlavano dei loro problemi e forse sn riuscita a fare buon uso di qlle chiacchierate,chi lo sa! Era ora che si dessero una mossa!E' uno di quei classici casi in cui tutti hanno capito che 2 persone sn attratte l'una dall'altra tranne i suddetti e ti viene anche da ridere qnd li vedi insieme,qnd li vedi parlare cn noncuranza,quando invece è chiaro cm il sole che vorrebbero saltarsi addosso!Poi arriva il momento in cui sei messo alle strette e devi decidere se continuare a fingere o accettare la verità:ed è qll che è successo qui,x fortuna!Penso che il comportamento di Scorpius sia dovuto in parte al fatto di essere stato scoperto,all'essere messo di fronte al fatto compiuto e all'inevitabile fine di quelle lezioni ormai inutili:sa che se nn trova un altro motivo valido nn rivedrà molto presto Al,ma lo spaventa la profondità dei suoi sentimenti x Al).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Tempo di vacanze"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 36
*** Tempo di vacanze ***


tempo di vacanze

 

"This could be the first day of my life.
The first time to really feel alive
The first time to break the chain
The first time to walk away from pain..."

 

Di solito era sempre Rebecca che veniva nel suo dormitorio.
Entrambi erano d'accordo sul fatto che il letto del ragazzo fosse più comodo e per qualche ragione più largo,ed inoltre era vicino alla finestra,e per questo era il primo ad essere colpito dalla luce del sole,quando faceva giorno.
Per i suoi compagni di stanza era ormai diventato naturale risvegliarsi la mattina e trovare Rebecca che sgattaiolava fuori dalla stanza con indosso la vestaglia,i vestiti appallottolati fra le mani o,durante i fine settimana,vedere le coperte tirate del baldacchino di Ronald fino a tardi.
Si contavano sulla punta di una mano le volte che Ronald aveva dormito con lei nel dormitorio femminile:Rebecca aveva sempre evitato principalmente per motivi di gelosia.
-Se tu sapessi i commenti che sono costretta ad ascoltare...-gli aveva detto una volta,facendolo sorridere divertito ed orgoglioso allo stesso tempo.
Un altro motivo per cui la ragazza cercava di tenerlo il più possibile lontano da lì era per evitare che Ronald cogliesse i discorsi fra le ragazze del dormitorio,soprattutto quelli sui loro attuali interessi sentimentali;conoscendolo,Rebecca sapeva che nel giro di pochi minuti tutti ad Hogwarts avrebbero saputo di quelle chiacchiere stupide,fatte tanto per divertimento,compresi i diretti interessati.
Ma nonostante questo,Ronald aveva inventato un suo speciale modo di bussare alla porta del dormitorio per avvertire le ragazze che sarebbe entrato di li a poco,dando loro così la possibilità di rivestirsi,anche se in tutti i mesi che aveva frequentato Rebecca non aveva mai visto una ragazza in accappatoio o in biancheria intima,come invece aveva visto succedere tante volte nei film.
Ormai aveva perso le speranze che potesse succedere realmente...
Quel giorno aveva appuntamento con Rebecca per trascorrere il pomeriggio in riva al Lago, godendosi una delle poche giornate di vero sole che l'Inghilterra aveva.
L'anno scolastico era ormai finito e di lì a due giorni sarebbero tornati a casa.
Nonostante la situazione fosse più rilassata delle settimane precedenti,la tensione era ancora alta dopo lo "scandalo" che ancora una volta aveva visto protagonista uno dei Potter e Ronald non vedeva l'ora di lasciarsi alle spalle l'aria tesa e la sensazione che tutto potesse precipitare da un momento all'altro.
Avevano davvero bisogno di un periodo di vacanza...Tutti loro.
Da quando tutta Hogarts aveva saputo della storia fra Albus e Scorpius non c'era stato un attimo di respiro:le battute scontate all'indirizzo dei due ragazzi si erano sprecate e molte volte entrando in una stanza Ronald aveva visto cessare la conversazione all'improvviso,segno che i presenti stavano parlando di qualcosa che lui non avrebbe mai approvato.
Fortunatamente i due interessati l'avevano presa bene,per quanto si potesse accettare positivamente una situazione del genere e anche loro erano concentrati sulle prossime vacanze,certi che al loro ritorno ad Hogwarts a settembre non sarebbero più stati l'argomento di conversazione preferito delle quattro Case,soppiantati da un nuovo scoop estivo.
Ronald si fermò davanti alla porta del dormitorio e sorridendo affabile a Kathy,una compagna di stanza di Rebecca,bussò due volte sulla porta di legno per poi bussare una terza volta dopo un breve intervallo.
Aprì la porta con lo stesso sorriso affabile che aveva riservato per Kathy,ma quando vide la persona che era insieme a Rebecca,questo sparì all'istante,tramutato in un'espressione seria e preoccupata.
-Ronnie!-lo salutò Rebecca,facendogli un gesto perchè si unisse a loro.
Con passo lento e stranamente pesante,Ronald si avvicinò a lei,lanciando un'occhiata all'uomo dai capelli castani e con la tunica verde scuro che le era accanto.
-Professor Paciock-lo salutò con un cenno della testa ed il giusto timore nella voce.
Fin dall'inizio della loro relazione,Ronald aveva sempre avuto ben chiara la posizione occupata dal padre di Rebecca:la presenza fissa del padre ad Hogwarts aveva sempre rappresentato per lui un freno ed un monito a comportarsi bene e a non lasciarsi troppo andare.
Forse era solo una sua paranoia,ma era certo che l'uomo sapesse tutto di lui,e che aveva svolto le sue ricerche su di lui quando era iniziata la sua storia con Rebecca per sapere qualcosa di più sul ragazzo che stava con sua figlia.
Se quelle supposizioni si fossero rivelate vere,Ronald non ci avrebbe visto nulla di male:in qualche modo doveva pur proteggere le proprie figlie,no?
Però,a beneficio del professore doveva ammettere che mai,in tutti quei mesi,si era comportato in maniera diversa con lui,sia in senso positivo che negativo,soltanto perchè era il ragazzo di sua figlia.
-Ronald vieni,stavamo giusto parlando di te-disse l'uomo con voce chiara,ma serena.
Lui cercò di non farsi prendere dal panico per quelle parole e si limitò a ricambiare il suo sguardo, confortato dal braccio di Rebecca che era stretto attorno al suo.
-Stavo appunto chiedendo a Becca se ti piace il campeggio-gli disse l'uomo in tono affabile.
Ronald,leggermente sorpreso da quelle parole,inarcò un sorpacciglio.
-Il campeggio?Sinceramente non so risponderle professore.
Non ho ci sono mai stato..-gli confessò.
-Davvero?Ah allora bisogna rimediare!-esclamò il professore,voltando per qualche istante le spalle ai due ragazzi.
In quel piccolo lasso di tempo,Ronald si voltò verso Rebecca e le lanciò uno sguardo per chiederle maggiori spiegazioni ma lei si limitò a sorridergli serena in risposta.
-Sai io e mia moglie avevamo pensato di ricambiare la gentilezza che i tuoi genitori hanno mostrato più volte nei confronti di Rebecca,invitandola sia per il Capodanno che per la Pasqua...- disse Neville voltandosi di nuovo verso i due giovani.
-Per loro non è stato affatto un disturbo...-si affrettò a dire Ronald.
-Immaginavo l'avresti detto,e questo non fa che confermare la nostra decisione-disse il professore.
Un brivido freddo scese lungo la schiena di Ronald,portandolo a preoccuparsi per quelle parole sibilline,anche se era chiaro che aveva nessun motivo visto il sorriso affabile che ancora incorniciava il volto dell'uomo.
-Tutti gli anni,la nostra famiglia si concede due settimane di campeggio nel Lake District.
Che ne dici di unirti a noi?-
Sul viso di Ronald si disegnò un espressione sorpresa che lo fece ammutolire per qualche istante.
-Naturalmente se non vuoi non devi sentirti obbligato...-si affrettò ad aggiungere l'uomo notando il suo smarrimento.
Ronald scosse la testa,preoccupato che quel silenzio prolungato portasse il professore a ritirare il suo invito,e si schiarì la gola.
-No,affatto,sarei felicissimo di unirmi a voi-si affrettò a dire.
Neville sorrise sollevato e annuì,posandogli la mano destra sul braccio lasciato libero dalla presa di Rebecca.
-Molto bene allora.
Oggi stesso spediremo un gufo ai tuoi genitori per parlarne anche a loro ed essere sicuri che non abbiano problemi a lasciarti venire con noi-
Sarà meglio per loro,pensò Ronald continuando a sorridere affabile all'uomo.
-Ok,ora sarà meglio che vada...Devo ancora finire sistemare alcune cose prima della partenza-disse poi.
Tese una mano a Ronald e il ragazzo la strinse senza nessuna esitazione,poi si avvicinò alla figlia per darle un bacio su una guancia ed infine si voltò e si avviò alla porta,richiudendola presto dietro di sè.
La porta non si era ancora chiusa del tutto dietro la figura del professor Paciock,che Rebecca gli aveva già gettato le braccia al collo;Ronald voltò la testa verso di lei ed ebbe soltanto pochi attimi prima che un bacio sonoro venisse schioccato sulle sue labbra.
-A che devo tanta felicità?-la prese in giro lui,allacciandole un braccio in vita.
-Non hai idea quanto sia sollevata!Credevo sarebbe stato più difficile quest'incontro con mio padre...-gli confessò.
-Ti aspettavi un duello all'ultimo sangue?-ridacchiò Ronald cercando di mostrarsi spavaldo, negando il timore che aveva colto anche lui fino a pochi minuti prima.
Rebecca alzò le spalle.
-Qualcosa del genere-aveva ribattuto lei sullo stesso tono.
Il suo volto si era poi fatto serio e lo aveva guardato attenta per qualche istante prima di parlare di nuovo.
-Sei sicuro di voler venire?-gli aveva chiesto.
-Certo che voglio,che domande fai!Come potrei togliere a Rachel il piacere della mia compagnia?-
aveva aggiunto facendo ridere la ragazza.
-Già,voglio proprio esserci quando papà le darà la notizia...-commentò Rebecca.
-Ricordati di scattare una foto!-
Lei rise di nuovo,nascondendo il viso nel suo petto,mentre Ronald la stringeva di più contro di sè aumentando la stretta attorno alla vita.
-Che ne dici di raggiungere gli altri al Lago?-le chiese abbassando lo sguardo per incontrare il suo sguardo.
Lei sospirò e l'attimo dopo alzò leggermente la testa per dargli un bacio accennato,ma che divenne più profondo quando Ronald riuscì a trattenere le labbra di lei sulle sue.
Forse c'erano altre coppie che avevano la stessa sintonia,che dopo i primi mesi riuscivano a tenere viva la passione,ma Ronald era certo che nessun'altro provasse le stesse sensazioni che lui sentiva quando era con Rebecca.
Non era solo eccitazione e passione,era una sensazione di appartenenza,come se tutto fosse stato deciso e sistemato perchè loro due si incontrassero.
Ed era sicuro che anche per Rebecca era lo stesso.
-Sì forse è meglio...-disse poi Rebecca staccandosi da lui e prendendolo per mano-Inoltre l'alternativa è passare un'altra noiosa giornata con te-lo punzecchiò lei,sorridendogli.

 

Nella stanza era sceso il silenzio più assordante,simile a quello che si avverte dopo un colpo di pistola o una grande esplosione.
Il silenzio dell'immobilità dell'attesa del prossimo colpo,possibilmente quello mortale che metta fine alle proprie sofferenze.
Era quella la sensazione che pervase l'animo di Luke non appena Mandy ebbe finito di annunciargli la sua "grande notizia".
Nonostante avesse visto con i propri occhi il legame che c'era fra lui e Alice,avesse constatato la profondità dei loro sentimenti,la flebile speranza di Luke che questo bastasse per farla desistere dal suo proposito si era miseramente infranta non appena Alice era partita di nuovo per Seattle.
-Lontano dagli occhi,lontano dal cuore...Non è così che dicono i babbani?-gli aveva chiesto, tornando ad aggrapparsi al suo braccio come faceva sempre,e sorridendogli in quel suo modo fastidioso.
Quello che lo aveva aiutato a resistere alle domande fastidiose di Mandy,ai suoi atteggiamenti lascivi ed il più delle volte volgari era stato soprattutto il pensiero che di lì a qualche settimana le loro strade si sarebbero separate per due mesi,grazie alle vacanze estive:magari in quei mesi sarebbe anche riuscito a far cambiare idea ai suoi genitori,a far capire loro che Mandy non era la persona adatta a lui.
Ma,proprio in quel momento,anche quella speranza si era infranta e in quel silenzio roboante,Luke continuava a chiedersi come aveva potuto aggrapparsi a quella idea così stupida.
-Stai bene tesoro?-gli domandò Mandy spezzando il silenzio ovattato.
-Non chiamarmi tesoro!-l'ammonì lui con un filo di voce.
Per nulla impressionata dal suo tono di voce,la ragazza sbuffò e si mosse per avvicinarsi a lui,ma quando la vide sederglisi accanto Luke scattò in piedi,voltandole le spalle.
-La smetti di fare il melodrammatico?Non è niente di così terribile!-ribattè Mandy.
-Dovrò averti intorno anche per i mesi estivi e mi vieni a dire che non c'è niente di terribile?No,forse hai ragione...Questa è una catastrofe!-esplose Luke continuando a voltarle le spalle.
-Oh,io non la vedrei così!Ascolta tes...caro,perchè non cerchi di vedere il lato positivo della cosa?-
Luke si voltò e la fissò con aria sospettosa sul volto:cos'altro si era inventata quella vipera?
Ancora una volta si chiese cosa accidenti era passato per la testa dei suoi genitori quando avevano acconsentito ad ospitare Mandy per i mesi estivi nella loro tenuta di campagna:era una mossa strategica per fare in modo che stessero più tempo insieme?Perchè lui si dimenticasse di Alice?
Sicuramente doveva essere così!
-Spiegami quale sarebbe questo lato positivo-le disse con gli occhi che lanciavano fiamme.
Mandy gli rivolse un sorriso affabile ed accavallò le gambe.
-Beh vista la posizione isolata della tua villa potremmo girare tranquillamente sulle scope senza aver paura di essere visti da nessun babbano,potremmo prendere il sole a bordo piscina nudi e fare grandi party!
Ma soprattutto avremmo tanto tempo per noi due...Non è fantastico?-elencò la ragazza.
-Come un infarto!-rispose lui serio.
Ancora una volta Mandy sospirò scocciata.
-Ok,che dobbiamo fare per liberarci da questo favoloso programma?-le domandò seccato.
-Niente...Non abbiamo possibilità di scelta:così è stato deciso e così sarà-rispose Mandy in tono fatalista.
Un sorriso ironico apparve sulle labbra di Luke.
-Questo è davvero assurdo:non c'è niente di immutabile.
Basterebbe che tu dicessi loro che non vuoi passare due mesi in mia compagnia,o ancora meglio se dicessi che mi odi e che vorresti che sparissi dalla faccia dalla Terra-disse continuando sulla stessa nota ironica.
Mandy annuì,con aria pensierosa,prima di fare un mugugno leggero.
-Già sarebbe una possibilità...peccato che non voglia farlo-
-Andiamo non preferiresti passare questi mesi con tua madre?Non la vedi da mesi!-le chiese ancora lui,cercando disperatamente un appiglio a cui aggrapparsi per uscire da quell'incubo.
-Sì certo,e magari conoscere il suo sesto marito!Sai che divertimento...-commentò acida la ragazza.
Luke sospirò rumorosamente e si portò una mano alla fronte stropicciandola per qualche istante, prima di rialzare lo sguardo su Mandy che non aveva smesso un'attimo di fissarlo.
-Forse hai dimenticato un piccolo particolare,ma io...-disse Luke come ultima spiaggia.
-Tu sei fidanzato!Come potrei dimenticarlo?Ormai lo sanno anche i muri!-sbottò la ragazza infastidita.
Luke la fissò mentre si alzava in piedi e muoveva un paio di passi verso di lui,restando però a distanza,lo sguardo arrabbiato che si rifletteva nel suo.
-Ma si da il caso che sia la ragazza sbagliata,quella che nessuno accetterà mai,neanche fra dieci o vent'anni!Perciò mettiti il cuore in pace e comincia ad abituarti alla mia presenza,perchè nonostante le tue speranze e i tuoi desideri,presto sarò io la tua fidanzata-gli disse con voce ferma e seria.
Gli voltò le spalle per pochi secondi,il tempo necessario per avvicinarsi alla porta e solo quando ebbe stretto la maniglia nella mano destra tornò a voltarsi verso di lui.
-Quindi cerca di mostrarmi un pò più di rispetto,se proprio non riesci a fingere quell'amore che vai tanto sbandierando ai quattro venti!-gli disse con la stessa voce affilata.
L'attimo dopo era sparita,richiudendosi la porta alle spalle,lasciandolo di nuovo solo con quel silenzio assordante.


-Quando partirete?-
Non era la prima volta che le dava una mano a fare i bagagli:da disordinata cronica qual'era,Rose aveva sempre avuto bisogno di aiuto per preparare il baule quando la fine della scuola si stava avvicinando.
Fosse stato per lei avrebbe portato a casa anche le cose più insignificanti,come le bustine di zucchero che aveva preso nel bar la prima volta che lei e James erano usciti insieme per il loro primo appuntamento come coppia.
Per questo aveva bisogno di qualcuno che frenasse i suoi istinti e la consigliasse su cosa lasciare ad Hogwarts,cosa buttare,e cosa infilare nel baule.
Quell'anno però c'era una strana sensazione in quei gesti soliti,abituali:diversamente dagli anni passati,questi due mesi sarebbe stato più difficile superare la lontananza,convivere con il fatto che non avrebbero potuto vedersi tutti i giorni,ogni giorno come avevano fatto per i passati sei mesi.
Ad aggravare le cose ci avevano pensato di genitori di Rose che,seguendo il consiglio della loro terapista e con la palese speranza di rincollare i cocci della loro famiglia,avevano deciso di intraprendere un viaggio che ricordasse a tutti loro com'era vivere "in famiglia".
-Non lo so ancora...Ah,perchè mi sono lasciata convincere ad andare con loro?-chiese Rose per la millesima volta,mentre infilava un maglione nel baule.
James accennò un sorriso e non rispose,ben sapendo che lei non aveva bisogno di una risposta.
Quando lo zio Ron e la zia Hermione avevano proposto a Rose e a Hugo quel viaggio avevano chiarito fin dall'inizio che le cose fra loro erano ben lontane dall'essere risolte,ma avevano aggiunto che,se davvero volevano salvare quella famiglia,anche loro dovevano fare la propria parte e questo significava smettere di ignorare Eliza.
-Anche se non volete accettarlo o addirittura pensare alla sola possibilità,Eliza fa parte di questa famiglia esattamente come voi ed è per questo che non potete continuare ad ignorarla.
Non possiamo rimettere insieme i pezzi della nostra famiglia perchè non siamo più quelle persone: troppe cose sono successe,voi siete cresciuti,io e vostra madre siamo cambiati,c'è un nuovo membro a cui pensare...
E visto che non possiamo tornare indietro e mettere la testa sotto la sabbia,dobbiamo andare avanti ed imparare a convivere con le novità-aveva detto loro.
Entrambi avevano accettato quel compromesso,anche se non erano ancora del tutto d'accordo sulle parole del padre:da quando una famiglia permetteva ad un figlio illegittimo di entrare a far parte della loro vita?
Di solito non venivano banditi e dimenticati da tutti?
-Vorrei tanto avere una buona scusa per evitare di tornare a casa...-disse Rose bloccandosi improvvisamente al centro della stanza,una spazzola nella mano destra.
James alzò le spalle.
-Se è questo che vuoi,basta dire ai miei e ai tuoi genitori della nostra relazione:ci sono buone possibilità che ci caccino entrambi di casa-scherzò lui.
Rose accennò un sorriso e scosse la testa.
-No,non credo...Se i tuoi genitori non hanno cacciato Al perchè dovrebbero mandar via te?
Piuttosto ho paura che mio padre mi spedirebbe in un convento babbano-fece lei lanciando la spazzola nel baule e avvicinandosi a James.
Il ragazzo rise divertito dall'immagine di Rose con l'abito monacale e allacciò un braccio attorno alla vita della ragazza quando questa fu abbastanza vicina.
-Potresti sempre nasconderti nell'armadio nella mia stanza,credo che a Ronnie non darebbe fastidio-le disse alzando lo sguardo per incontrare i suoi occhi.
Rose sorrise di nuovo e sospirò,prima di alzare una mano e affondare le dita nei capelli corvini di James.
-Sai l'altro giorno stavo pensando a quello che mi hai detto l'altra volta su Ronnie,sul fatto che volevi dirgli di noi-gli disse seguendo quel pensiero lontano.
Jim annuì senza staccare lo sguardo dal volto concentrato della ragazza,in attesa.
-Forse hai ragione tu,dovremmo provare a parlargli della nostra storia-gli disse poi portando di nuovo lo sguardo nel suo.
Il moro la guardò per qualche istante in silenzio prima di avvicinare il viso al suo e darle un bacio lieve,a cui seguirono altri due in cui Rose sentì tutto il sollievo che quella concessione portava con sè:era un piccolo passo avanti,il primo gesto necessario per uscire dall'ombra.
Per smettere di nascondersi e dimostrare a tutti che la loro era una storia importante...
-Cosa ti ha fatto cambiare idea?-le domandò poggiando la fronte contro quella di Rose.
Lei alzò le spalle,accarezzandogli la schiena con la mano destra.
-Non lo so...E' solo che sono stufa dei segreti-disse poi rincontrando il suo sguardo in quella distanza ravvicinata.
James annuì e le baciò la punta del naso.
-Facciamo così:per il momento possiamo anche aspettare,far passare questi due mesi senza ulteriori problemi o sconvolgimenti,visto tutto quello che abbiamo passato in quest'anno.
A settembre,prima di tornare ad Hogwarts parleremo con Ronnie e gli diremo tutto di noi-disse il ragazzo con voce seria.
Rose lo guardò per qualche istante incerta.
-Sei sicuro di poter aspettare ancora?-gli domandò lei,ricordando le parole che James le aveva detto durante quel famoso litigio.
Il moro annuì.
-Mi basta sapere che tu lo avresti fatto-le disse sincero.
Del resto,se avevano aspettato tanto,che male c'era a mantenere il segreto per un altro paio di mesi?

 

-E' perfetta-sentenziò Ginny dopo un'ultima occhiata alla nuova tappezzeria della camera da letto.
Harry seguì l'esempio della moglie,osservando le pareti bianco guscio rinfrescate da poco il parquet mogano che copriva il pavimento finendo con le tende arancio.
-Mh...Io resto sempre dello stesso parere-commentò poi portando lo sguardo sul volto della moglie.
Lei alzò gli occhi al cielo in un espressione insieme sconfortata e ironica,mentre usciva dalla stanza per fermarsi nel corridoio.
-Arredare tutto con lo stile dei Serpeverde?No,grazie!
E poi scusa,non credi che dovremmo almeno tentare nel rendergli le cose più facili?Avere intorno un'arredamento che gli ricorda ciò che ha perso non mi sembra la mossa giusta-gli fece notare lei in tono pratico.
Harry sospirò e si chiuse la porta della camera alle spalle.
-Raccontami di nuovo come mi hanno convinto a farlo...-
Ginny sorrise e gli allacciò un braccio attorno alla vita,muovendo un passo verso di lui.
-Non sono stati i ragazzi a farlo,sono stata io-rispose la donna con voce serena.
Harry sorrise e annuì lentamente.
-Ah...Ecco spiegato il mistero-scherzò.
La moglie rise per poi alzarsi sulle punte per posargli un bacio veloce sulle labbra.
Quando si staccarono,Ginny sciolse il loro abbraccio e si avviò verso le scale,diretta al piano di sotto,seguita a pochi passi di distanza da Harry.
In silenzio attraversarono il corridoio che li conduceva alla cucina e,quasi seguendo uno schema preciso,Harry si avvicinò al frigorifero per tirare fuori una bottiglia di vino rosso,mentre Ginny prendeva i due bicchieri da una credenza accanto alla porta.
Si sedettero su due sgabelli dell'isola cucina e per qualche secondo il silenzio fu rotto dal rumore del vino che veniva versato nei calici.
-Credi sia la scelta giusta?-domandò Ginny,ponendogli la domanda che le girava in testa da quando avevano preso quella decisione.
Harry restò ancora qualche istante in silenzio,bagnandosi le labbra con il vino,prima di poggiarlo sul piano di marmo e sospirare.
-E' la scelta più umana.
Dopo quello che è successo non potevamo lasciare quel ragazzo alla deriva-
La scoperta dell'omossessualità di Albus li aveva lasciati spiazzati.
Quando la Preside McGranitt aveva raccontato loro cosa era successo nella Serra,per un brevissimo istante,Harry si era chiesto che cosa avesse sbagliato nel rapporto con suo figlio,ma quel pensiero era stato spazzato via dalla razionalità e dal buonsenso.
Nonostante quello che Draco Malfoy continuava a gridargli contro,non c'era nulla di sbagliato in Albus...Si era semplicemente innamorato.
Il sentimento di smarrimento che aveva provato,e che poi aveva scoperto essere comune anche in Ginny, era dovuto ai mesi di silenzio e al segreto che Albus aveva tenuto con loro:i suoi fratelli sapevano tutto della sua omosessualità,Lily addirittura era al corrente fin dal principio della storia con Scorpius Malfoy,ma Albus non aveva mai sentito il bisogno di parlarne con loro.
Quanto ancora avrebbero dovuto aspettare se i ragazzi non fossero stati scoperti da Draco?
-Sai,devo ammettere che mi hai sorpreso...-gli disse Ginny facendogli alzare lo sguardo sul suo volto.
Harry strinse gli occhi senza staccare lo sguardo da lei,in attesa che la donna spiegasse ciò che voleva dire.
-Sapevo che avresti affrontato questa situazione nel migliore dei modi,ma non mi aspettavo una proposta simile da parte tua-
Lui alzò le spalle,cercando di schernirsi.
-Era il minimo che potessi fare;l'idea di quel ragazzo completamente solo mi ha ricordato un pò i primi anni della mia infanzia,di quando vivevo qui con i miei zii...Il solo pensiero che qualcuno potesse essere solo in quel modo mi ha fatto venire i brividi-le spiegò serio.
Quando Albus e Scorpius erano tornati nell'ufficio della Preside,c'erano state le presentazioni ufficiali,se così si potevano definire,e i due ragazzi avevano raccontato loro qualcosa della loro relazione,per permettere a lui e a Ginny di capirci qualcosa di più in tutta quella faccenda.
Ma per tutto il tempo,mentre Ginny ascoltava con attenzione ciò che suo figlio raccontava,Harry aveva osservato i due ragazzi notando il modo in cui si erano seduti uno accanto all'altro,senza tenersi per mano o altri atteggiamenti svenevoli,e di come un sorriso di Scorpius bastasse a sottolineare o a dare maggiore enfasi alle parole di Albus.
Osservandoli,Harry aveva quasi dimenticato di trovarsi di fronte a due adolescenti,perchè nè Albus nè Scorpius ne avevano i modi o le fattezze:se li avesse sentiti parlare distrattamente li avrebbe potuti definire una coppia consolidata e adulta,quasi quanto lui e Ginny.
-Ancora non riesco a capacitarmi della crudeltà di Draco-commentò Ginny prima di prendere un sorso dal proprio bicchiere.
A quelle parole,Harry si lasciò scappare un sorriso.
-Hai forse dimenticato di chi stai parlando?-le domandò poi in tono divertito-Il Re delle Serpi,l' uomo dal cuore di ghiaccio?-
-Ok,ma stiamo parlando di suo figlio!E quella donna poi,quella Greengrass,permettergli di cancellare la presenza di Scorpius dalle loro vite senza neanche provare a fargli cambiare idea,ma che razza di donna è?-si infervorò lei.
-Non tutti hanno uno spiccato senso materno come il tuo,tesoro...Forse anche per lei le scelte di Scorpius sono un'errore,qualcosa che va "contro natura"-ragionò l'uomo,giocherellando con il bicchiere.
Ginny scosse decisa la testa.
-Non c'è niente che possa farti rinunciare ad un figlio-decretò con voce ferma.
Harry le sorrise affabile,sperando con quel piccolo gesto di calmarla,e lasciò cadere l'argomento.
-Io spero solo che questa convivenza non sia troppo difficile-le disse esternando i suoi pensieri.
Gin lo fissò per qualche istante,incerta,e lui sospirò seccato dal doverle dare altre spiegazioni.
-Beh,ammetterai anche tu che non sarà una convivenza facile:bisognerà mettere dei limiti,delle regole,specialmente per quanto riguarda il loro rapporto-
-Hai paura di coglierli in atteggiamenti intimi?-lo prese in giro lei,nonostante avesse la sua stessa paura.
-Più che altro ho il terrore di dover rispondere alle domande di Emy sul perchè Al e Scorpius stessero lottando senza vestiti-rispose lui con lo stesso tono.
Ginny sorrise per un brevissimo attimo prima di annuire.
-Hai ragione,forse sarà meglio mettere dei limiti...Che ne dici di "niente sesso se c'è qualcuno in casa"?-gli domandò.
-Allora vista l'affluenza di persone in questa casa quella relazione sarà in bianco-commentò Harry.
Ginny rise prima di sporgersi verso di lui e poggiare la mano su quella del marito.
-Scherzi a parte,lo sai che sono molto fiera di te?-gli chiese,di nuovo con tono serio.
Harry la fissò per qualche istante negli occhi,trovandoli sinceri e di nuovo innamorati come un tempo.
C'era voluto un pò,ma alla fine era riuscito a farsi perdonare per i suoi errori...
-Davvero?-
Ginny annuì.
-Beh,era ora di recuperare qualcuno dei punti persi-tentò di scherzare.
-Ah posso assicurarti che ci sei riuscito ampiamente;potresti addirittura vincere il premio come "miglior padre dell'anno"-
Harry affondò i denti nel labbro inferiore e si alzò in piedi,muovendosi verso di lei.
-Ti sei accorta che in questo momento siamo soli?-le domandò poi con un sorriso malizioso sulle labbra.
Con lo sguardo divertito di Ginny fisso su di sè,le si fermò di fronte,lasciando che le braccia della donna gli circondassero il collo.
-Mr Potter,le sue parole dovrebbero aiutarmi ad intuire qualcosa?-

 

-Posso mettere nel baule anche la mia attrezzatura da palestra oppure non entrerà nella stanza?-
Gli aveva fatto quella domanda altre mille volte e ormai aveva anche smesso di rispondergli, convinto che fosse solo un modo per stuzzicarlo e prenderlo un pò in giro.
Aveva iniziato con il chiedergli se doveva portare il suo phon,per non dover litigare con gli altri per quello che già avevano in casa;poi gli aveva domandato se la mensola avrebbe retto il peso di qualche libro supplementare o se doveva limitarsi a quelli scolastici,andando avanti con mille altre domande futuli.
I loro bauli erano già pronti,in attesa di essere caricati l'indomani mattina sull'Espresso che li avrebbe riportati a casa,quindi Albus sapeva che c'erano due motivi per cui Scorpius gli stava ponendo quelle domande:farlo arrabbiare o prenderlo in giro.
Ma era quasi sicuro che fosse la seconda.
-No,la lasceremo arrugginire in cortile...Ma che domande fai?E poi scusa,attrezzatura da palestra?Non sapevo ne avessi una-disse contravvenendo al suo proposito,voltandosi a guardarlo.
-Dovrò pur mantenermi in allenamento in qualche modo quest'estate-ribattè l'altro.
Albus lo fissò prima che un sorriso malizioso gli tendesse le labbra,mentre si avvicinava al biondo.
-Quindi questi attrezzi sarebbero un sostituto del sesso che faresti con me?-gli domandò facendo scivolare un dito sul torace di Scorpius,coperto soltanto da una t-shirt arancione.
Quel sorriso unico che Al amava apparve prontamente sul volto di Scorpius,prima che questi alzasse le spalle.
-E' così che ti piace vederla?-gli domandò evitando di rispondere.
Il moro sospirò e tornò a voltarsi,deciso a lasciar cadere l'argomento,diretto verso il letto che occupava gran parte della stanza.
Erano tornati alla Stamberga,in quella stanza che era soltanto loro,ed entrambi avevano avuto la sensazione di essere ritornati a casa.
Non aveva fatto che un paio di passi,quando sentì due braccia stringersi attorno alla sua vita e il torace del biondo premere contro la propria schiena.
Si fermò e sorrise,lasciando andare all'indietro la testa fino a toccare la spalla sinistra.
-Sai che stavo pensando?-gli domandò Scorpius con voce leggermente più bassa.
Lui mosse la testa sulla sua spalla per incontrare gli occhi grigi del ragazzo e sorrise nello stesso istante in cui i loro occhi si incontrarono:glielo si leggeva in faccia cosa stava pensando.
E,come se quello non bastasse,la mano destra di Scorpius aveva preso a scendere verso il basso, fermandosi prima sulla sua cintura e poi coprendo completamente il cavallo dei suoi jeans.
-Credo sia la stessa cosa a cui stavo pensando io...-rispose Al,passandosi la punta della lingua sul labbro inferiore.
Le labbra di Scorpius si posarono sul suo collo,delicate,quasi volessero distrarlo mentre la sua mano continuava a trafficare con la cintura e i bottoni dei suoi jeans.
Al si incarcò contro di lui,spingendo le natiche contro il basso ventre del biondo facendo salire una mano verso il collo finchè le sue dita non affondarono nei capelli morbidi e guidarono il viso di Scorpius verso il suo per far incontrare le loro bocche.
Si lasciarono andare alla passione,muovendosi a scatti verso il letto,che li accolse con un lamento prolungato delle molle arrugginite,quasi incapaci di separarsi l'uno dall'altro,desiderosi di maggiori attenzioni,di sempre più piacere e passione.
Sapevano quali gesti fare,quale parte del corpo stimolare per far gemere l'altro,dedicando lo stesso del tempo alla scoperta di nuove zone erogenee.
E quando finalmente l'orgasmo li liberò da quella tensione,si sentirono ancora una volta uno il completamento dell'altro.
Scorpius si lasciò cadere dalla sua parte del letto,il petto che si muoveva su e giù freneticamente per seguire il ritmo della sua respirazione affannata.
Al,gli occhi chiusi come al solito,cercava di prendere dei respiri profondi che lo aiutassero a recuperare fiato il più velocemente possibile,il corpo ancora attraversato da brividi d'eccitazione.
Si lasciò andare ad un sospiro e,continuando a tenere gli occhi chiusi,si sistemò su un fianco e si mosse nel letto finchè non arrivò a poggiare la testa sulla spalla sinistra di Scorpius che sollevò quello stesso braccio per cingergli le spalle in modo che la sua testa scivolasse sul torace.
C'erano tante cose che Al rimpiangeva,tante cose che con la giusta moderazione sarebbero potute andare diversamente,ma l'unica cosa di cui non si pentiva era di essere lì,in quella stanza con Scorpius.
Niente gli sembrava più giusto...Niente era più vero.
Se pensava a tutto quello che avevano dovuto affrontare,al male che si erano fatti a vicenda,si rendeva conto che tutto era servito per permettere ad entrambi di essere pienamente consapevoli dei loro sentimenti e della loro relazione.
Anche se,involontariamente,avevano ferito altre persone...Come Emmett.
Forse nei suoi confronti si era comportato ancora più male:aveva accettato di essere il suo ragazzo nonostante sapesse bene di essere ancora innamorato di Scorpius,lo aveva fatto sperare in un possibile futuro insieme quando sapeva benissimo che non ce ne sarebbe mai stato uno.
Al suo posto si sarebbe odiato per tutta la vita!
Gli aveva detto addio alla fine di quella assurda giornata in cui la sua vita e quella di Scorpius erano cambiate radicalmente.
Inizialmente il Serpeverde era stato restio all'idea che lui lo lasciasse per tornare da Emmett, anche solo per dirgli addio e spiegarli come stavano le cose,ma alla fine aveva acconsentito.
-Tanto so che tornerai da me-gli aveva detto dopo avergli dato un bacio letteralmente mozzafiato.
Neanche avesse avuto sentore di quello che lo aspettava,aveva trovato Emmett davanti al ritratto della Signora Grassa.
-Ciao-lo aveva salutato,improvvisamente timido.
Il Corvonero lo aveva fissato per un lungo istante in silenzio,uno strano sguardo negli occhi.
-Accidenti,ti ha davvero conciato per le feste...Che bastardo!-aveva commentato poi.
Al aveva alzato le spalle.
-Sono più brutti di quanto sono in realtà;in meno di una settimana spariranno del tutto-gli aveva detto.
La fronte di Emmett si era corrugata prima che un sorriso ironico nascesse sulle sue labbra.
-E allora?A me dispiace solo che il professor Malfoy sia arrivato prima...-aveva spiegato.
Quelle parole avevano chiarito lo stato d'animo di Emmett senza dubbi ulteriori:se non ci avesse pensato il padre di Scorpius,era pronto lui a riempirlo di botte per quello che era successo.
Aveva sospirato sconsolato.
-Emmett,mi dispiace tanto,credimi...-
-No,non è vero.
Tu non vedevi l'ora di tornare da lui,nonostante tutto quello che ti ha detto ed il modo in cui ti ha trattato.
Ti ha usato finchè gli sei stato utile eppure non hai smesso un attimo di amarlo-lo aveva bloccato il Corvonero,deciso a non nascondersi dietro quelle false verità.
Al era rimasto qualche istante in silenzio prima di annuire.
-E' vero,hai perfettamente ragione.
Nonostante tutti i suoi difetti e le sue pose da super-uomo,non sono riuscito a dimenticarmi di lui, anche se credimi ci ho provato con tutto me stesso...Ero certo che con un pò di impegno sarei riuscito a...-
-Ad innamorarti di me?-gli aveva chiesto l'altro finendo la frase al posto suo.
Albus aveva annuito ancora una volta.
-E' davvero un pensiero gentile da parte tua-aveva commentato Emmett chiaramente risentito.
Al aveva abbassato lo sguardo per allontanarsi da quello sguardo risentito che non voleva allontanarsi dal suo volto.
-Che farai quando lui ti darà il benservito un'altra volta?-
-Non lo farà-aveva ribattuto scuotendo la testa.
Una risata divertita e amara allo stesso tempo gli aveva fatto rialzare lo sguardo sul suo volto.
-E' questo che ti racconterai per tutto il tempo in cui starete insieme?
Quando lo vedrai insofferente alle relazioni a due,alla fedeltà di un rapporto esclusivo?
Ti racconterai ancora questa favola quando lo beccherai con un altro?-gli aveva chiesto cinico.
-Non succederà!-aveva ripetuto con veemenza Albus,lo sguardo ora pieno di rabbia.
Emmett aveva fissato i suoi occhi per qualche istante prima di tirare un respiro profondo.
-Succederà Al...Ma contrariamente a questa volta,non ci sarà nessuno disposto a consolarti-
Quelle parole continuavano ad assillarlo da settimane,nonostante il rapporto con Scorpius fosse perfetto,quasi idilliaco.
-A che stai pensando?-
Al aprì gli occhi e sospirò:se gli avesse parlato dei suoi dubbi,il ragazzo gli avrebbe dato dell'idiota,e forse avrebbe anche avuto ragione.
Era meglio mantere il silenzio su quella conversazione...
-Pensavo che non mi va di lasciarti da solo per due mesi-mentì alzando leggermente la testa verso di lui.
Un ghigno divertito apparve sul volto del Serpeverde.
-Hai paura che possa impazzire per l'astinenza?-gli domandò scherzoso.
Al rise e annuì distrattamente.
-Già,niente sesso nè magia rendono Scorpius matto...-disse sistemandosi su un fianco e poggiando una mano sul suo torace.
Il biondo sistemò il cuscino sotto la sua testa e si voltò a guardarlo,con lo stesso sorriso ironico che ancora gli aleggiava sulle labbra.
-Per fortuna esiste il sesso telefonico-commentò poi guadagnandosi un'occhiata scandalizzata da parte del compagno.
-Ma come ti viene in mente?-
-Povera anima innocente...Credevi davvero che ti avrei permesso di lasciarmi a secco per i prossimi due mesi?-gli chiese guardandolo con occhi divertiti.
-Posso ricordarti che per i prossimi due mesi sarai ospite dei miei nonni?-gli fece notare l'altro.
-E allora?-
-Forse non è il caso di farsi beccare a fare sesso telefonico!-ribattè ancora il moro.
Scorpius sospirò e scosse la testa.
-Sei davvero un'anima candida...Ripetimi un pò perchè sto con te?-lo punzecchiò.
Al,indispettito fece per tirargli il cuscino ma,con un movimento quasi fulmineo,Scorpius scansò il "proiettile" e si lanciò contro di lui,coprendogli il torace con il proprio e bloccandogli entrambi i polsi con le mani,il viso ad una minima distanza dal suo.
-Devi lavorare un pò sui riflessi Potter...-lo prese in giro fissando il suo sguardo.
Al lo fulminò con lo sguardo facendolo ridere.
Quando le sue risate smisero di eccheggiare nella stanza,Scorpius sporse il viso verso quello di Albus,riducendo al minimo la distanza fra le loro labbra.
-Se ti dicessi che ho bisogno di queste telefonate,tu la smetteresti di rompere?-gli domandò.
-Credo anche di sapere perchè ne hai bisogno...-commentò Al,cercando di liberarsi dalla sua stretta.
Con sua grande sorpresa,Scorpius scosse la testa.
-Sì,certo anche per il sesso...ma non è solo per quello-
Il moro aggrottò la fronte,mentre un pensiero si faceva largo nella sua mente portandolo a sorridere.
-Stai forse cercando di dirmi che in questi mesi sentirai la mia mancanza?-gli domandò in tono casuale.
L'altro alzò le spalle.
-Se vogliamo metterla così...-
Al rise incredulo,prima di avvicinare le labbra alle sue e posarvi un bacio sonoro.
-Dimmelo!-gli ordinò.
-Oh andiamo,non mi cadere nel sentimentale adesso-lo rimproverò il Serpeverde.
-Dai che ti costa?Siamo soltanto noi due,e ti giuro che nessuno saprà che ti sei lasciato andare al romanticismo-scherzò Al senza staccare lo sguardo dal suo.
Scorpius sospirò,allontanando per qualche secondo lo sguardo da quello di Al.
-Ok,hai ragione tu...Mi mancherai-ammise tornando ad affondare lo sguardo nel suo.
Ascoltando quelle parole,Albus decise che non gli importava se avrebbe dovuto aspettare anni prima di sentirsi dire "ti amo" da Scorpius,o se avrebbe dovuto passare il resto della sua vita a conquistarsi ogni piccola dimostrazione d'affetto da parte del ragazzo.
Non aveva importanza.
Perchè gli bastava guardare i suoi occhi grigi,così misteriosi ed imperscrutabili,per capire che non avrebbe mai trovato un amore grande quanto quello di Scorpius.

 

L'Espresso era arrivato a destinazione,le prime porte iniziavano già ad aprirsi ed i ragazzi,desiderosi di gettarsi a capofitto nelle vacanze estive scendevano sulla banchina saltando l'ultimo gradino della scaletta.
I fratelli Potter,con bauli al seguito,scesero sulla banchina e si guardarono intorno per cogliere il nutrito gruppo d'accoglienza che sicuramente era in attesa alla fine del binario.
Con loro,come sempre,c'erano Rose ed Hugo,questa volta più restii a staccarsi dall'Espresso e andare incontro ai loro genitori,Rose che come al solito non riusciva a concludere il saluto a Ronald,facendo arrabbiare ancora di più la sorella,desiderosa di avvicinarsi alla madre e tornare a casa, che la guardava ad un vagone di distanza.
Per evitare scene lacrimevoli,Daniel e Lily si erano salutati mentre erano ancora sull'Espresso,in modo che lui potesse andare subito incontro al padre che,per la prima volta in sei anni era venuto a prenderlo.
Ed infine c'era Scorpius,nervoso per tutte le novità che avrebbe dovuto affrontare da quel momento in poi,anche se cercava di nasconderlo.
-Siamo tutti pronti?-domandò James guardando gli altri.
Tutti fecero un cenno d'assenso e insieme,quasi fossero un entità unica,si mossero verso la fine del binario,pronti anche loro a gettarsi nelle vacanze estive.
Un'estate che non avrebbero mai dimenticato...

 

Salve a tutti!!!!

Finalmente ce l'abbiamo fatta!Nel prossimo capitolo ritorniamo al presente,dite la verità,mi avete odiato x avervi fatto aspettare tanto,eh?

Cmq sappiate che nn ve ne pentirete x essere stati così pazienti e che,anche se nn si scoprirà subito della storia fra Jim e Rose,nn vi annoierete.

In fondo dobbiamo sistemare anche le altre coppie prima della fine,no?

Vorrei ringraziare tutti coloro che si sono offerti di ospitare Scorpius,visto che ora è senza casa,ma fortunatamente ha trovato subito un'altra sistemazione.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di battitura o di ortografia.

La frase all'inizio del capitolo è tratta da "First day of my life" di Mel C.

E ora i ringraziamenti:Kikka'15(Benvenuta!E grazie x i complimenti!La storia fra Ron ed Herm è forse la + complicata di tt la fiction,speriamo che nn si ammazino a vicenda durante le vacanze!),Sweey(Draco ha avuto una reazione tipica,quella che ci si aspettava da lui,senza deludere le aspettative ed anche lo sfogo di rabbia che ha avuto contro Al faceva parte di un ragionamento logico,almeno x come la vedeva lui),Scatty(Ti capisco,credimi!Fosse x me andrebbero bene tutti e due,ma se dovessi scegliere sotto tortura preferirei un ragazzo come Al...),Luthien241(Anche io!!!Sarebbe stato terribile se sia Draco che Harry decidessero di disconoscere i propri figli solo xchè innamorati di qlcn che per loro nn era "degno";inoltre Harry aveva da farsi perdonare già molti errori,quindi era meglio fargli adottare la linea morbida qst volta...),Manda(Come vedi avevi indovinato i sentimenti di Harry e Ginny...Questa volta nn so davvero dirti dove fosse quel benedetto ragazzo,ero troppo concentrata su quello che stava succedendo nella Serra),Sunshine'86(Infatti il gesto di Draco nn resterà impunito;la preside nn può permettersi di far finta di niente:anche considerando le attenuanti del caso,Draco merita una punizione...Nn si dice sempre che le cose migliori sn quelle che ci conquistiamo cn fatica?),BlackFra'92(Benvenuta!GRazie x i complimenti!Per sapere come andrà a finire fra Herm e Ron ci vorrà un pò,ma spero nn ti annoierai nel frattempo),Angel_SG(Grazie x i complimenti!Sono felice di aver contribuito a migliorare la tua brutta giornata,e capisco perfettamente l'amore verso Al e Scorpius:è lo stesso che provo io mentre scrivo di loro.P.S.Brian e Justin forever!!!Hai letto la fiction che ho scritto su di loro nella sezione di "Queer as folk"?),IRE'89(Va meglio ora?Se ti faccio qst effetto è meglio che cambio genere,nn vorrei mica prendermi la colpa se ti succede qualcosa;La separazione fra Lily e Daniel sarà breve e poi quei due,dal mio punto di vista,sn indistruttibili ormai,nn c'è + niente che li può fermare...Certe volte la vita cambia in un attimo,ed il povero Scorpius lo ha provato sulla sua pelle,ma chissà che qst cambiamento nn sia per il meglio?Una nuova famiglia,una nuova casa,un vero amore:in fin dei conti è un'ulteriore prova d'amore x i due,ma dopo tutto quello che hanno già passato sarà una bazzecola!Lo vedi che hai imparato a conoscermi?Se tu avessi solo idea di quello che ho in mente per i capitoli restanti...).

Bene x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Back to the future"

Nel caso voleste darvi una ripassata x nn perdere il filo,vi consiglio di rileggere il primo capitolo della fiction,così da essere pronti al "grande momento".

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 37
*** Back to the future ***


back to the future

 

"There's not a love that's perfect
But I, I live in hope
Somebody good
Somebody new
Something as good
Something that's mine"

 

Era atterrata da neanche un paio d'ore quando aveva bussato alla sua porta.
I suoi genitori le avevano detto che doveva essere presente alla cena di quella sera,ma fino a quel momento era libera di fare quello che più le andava.
E lei riusciva a pensare soltanto ad una cosa dopo due mesi di lontananza.
La lontananza non era stata un gran problema,non quella volta,forse grazie all'allenamento che avevano avuto durante il mese di isolamento:non aveva provato la grande gelosia che credeva le avrebbe rovinato le vacanze,che l'avrebbe costretta a pensare sempre e soltanto a quello che Daniel stava facendo lontano da lei in quel momento.
La consapevolezza che stesse facendo qualcosa che lo rendeva davvero felice la aveva aiutata molto:per la prima volta,il suo ragazzo aveva la possibilità di dare il meglio di sè,di godersi quell'estate senza doversi reprimere per compiacere suo padre.
Durante le loro telefonate lo aveva raccontato come stesse passando quei momenti,come i professori lo considerassero uno fra i più promettenti ragazzi del corso e di come fossero certi che il suo futuro come Pozionista fosse assicurato.
In compenso lei gli raccontava delle giornate passate con Allison e Fred aiutando i due a sistemare la camera che il ragazzo avrebbe occupato dall'inizio dell'anno scolastico o dei week-end a Boston e Chicago per seguire delle partite di baseball e una rappresentazione on tour di "Spring Awakening".
Lasciare Seattle le era dispiaciuto,perchè il clima non era diverso da Londra e perchè era convinta che fosse una bella città in cui vivere,ma ritornare a casa significava ritrovare Daniel.
E lei non chiedeva di meglio.
Per quello era lì sullo scalino più alto davanti alla sua porta in attesa che qualcuno le aprisse: perchè le sembrava stupido frapporre altro tempo prima di rincontrarsi.
Finalmente la porta nera si aprì e il sorriso di Lily si cristallizzò per qualche secondo alla vista di Dean Thomas,per poi tornare ancora più radioso di prima.
-Buon pomeriggio Mr Thomas-lo salutò cordiale.
L'uomo,chiaramente sorpreso di trovarla lì,si decise a sorridere con qualche secondo di ritardo, la mano ancora sul pomello della maniglia,ad indicare che non aveva intenzione di farla entrare in casa.
-La piccola Potter...E' la prima volta che ti si vede da queste parti-le disse a mò di saluto.
Lily continuò a sorridere e alzò le spalle.
-Beh,ho pensato che fosse inutile far passare altro tempo visto che le vacanze sono ufficialmente finite.
Daniel è in casa?-gli domandò rendendo ancora più chiaro il motivo che l'aveva portata lì.
L'uomo sostenne il suo sguardo per pochi secondi ancora prima di annuire e aprire un pò di più la porta per permetterle di entrare.
-Daniel!-chiamò poi a gran voce.
Lily fece i pochi passi che le mancavano per entrare nell'ingresso e si guardò velocemente intorno, osservando le foto incorniciate alle pareti,separate l'una dall'altra da ritagli de "La Gazzetta" in cui capeggiava un sorridente e molto più giovane Dean Thomas con indosso la divisa da Quidditch.
-Fatto buone vacanze?-le domandò giusto per rompere il silenzio che stava diventando imbarazzante.
Lily riportò lo sguardo sul suo volto e annuì.
-Sì grazie...Non è la prima volta che ci vado,ma l'America riesce sempre a farmi restare senza fiato-
-E come sta il mio vecchio amico Seamus?-le domandò ancora Dean.
Quella domanda la lasciò perplessa per qualche secondo:come doveva rispondere?
Ormai conosceva la storia che legava i due uomini,sarebbe stata una cosa sbagliata da parte sua sbandierare la rinnovata armonia che c'era fra lo zio Seamus e lo zio Rupert?
Oppure doveva limitarsi ad un semplice commento che lasciava spazio all'interpretazione?
-Bene,siamo stati suoi ospiti durante quest'estate-si limitò a dire,optando per la seconda opzione.
Prima che Dean potesse parlare di nuovo dei passi rumorosi arrivarono dalle scale che collegavano i vari piani,portando i due a voltarsi verso il corridoio.
Nello stesso istante in cui Daniel apparve all'inizio del corridoio,il sorriso raggiante ritornò sul viso di Lily,riflettendosi di riflesso anche su quello del ragazzo.
-Ehi scricciolo!-
Incapace di aspettare che lui facesse i pochi metri che ancora li separavano,Lily si voltò del tutto verso di lui e gli andò incontro camminando velocemente e gettandogli le braccia al collo.
Pochi secondi e le braccia di Daniel si strinsero attorno alla sua vita,premendola contro di sè, incurante dello sguardo attento di suo padre.
Lily chiuse gli occhi per pochi secondi,il mento sulla spalla sinistra di Dan prima di rialzare la testa e affondare lo sguardo in quello di lui:le erano mancati i suoi occhi.
Forse era la cosa che le era mancata più di tutte.
Era grazie ai suoi occhi che lei riusciva a leggerlo neanche fosse un libro aperto,a capire con un solo sguardo cosa gli stesse passando per la testa o se c'era qualcosa che lo preoccupasse.
-Sarei passato più tardi da te-le disse lui senza allontanare il braccio dalla sua vita.
Lei alzò le spalle,ritrovando il sorriso.
-Allora abbiamo avuto la stessa idea-
Daniel sorrise,lo sguardo ancora affondato nel suo e per alcuni secondi si limitarono a fissarsi l'un l'altra,quasi potessero saziarsi solo di quello.
Poi Daniel spostò gli occhi su suo padre,portando Lily a fare lo stesso.
-Papà,io e Lily andiamo di sopra...Sai,così stiamo più comodi...-gli disse mentre il braccio destro scivolava finchè la sua mano non raggiunse quella di Lily.
Un espressione ironica sul volto,Dean storse leggermente la bocca verso sinistra prima di annuire.
-Certo...Immagino che avrete tante cose da raccontarvi-commentò poi in tono ironico.
Daniel e Lily si affrettarono ad annuire,facendo sogghignare l'uomo.
-Come volete.
Resti a cena con noi questa sera Lily?-le domandò poi cortesemente.
Lei scosse la testa.
-No,ho un impegno di famiglia,ma grazie-rispose lei educatamente.
Dean annuì di nuovo;l'attimo dopo Daniel si era già avviato lungo il corridoio da cui era arrivato diretto alle scale.
Pensa che andiamo di sopra a fare sesso,si disse Lily,mentre seguiva Daniel su per le scale.
Quel pensiero la imbarazzò e la fece arrossire:era chiaro come il sole cosa stava pensando il padre di Daniel...Peccato che loro non avessero mai fatto sesso.
Ci pensavano spesso,e avevano fatto anche alcuni tentativi,ma ogni volta c'erano stati contrattempi ed imprevisti che glielo avevano impedito,prima fra tutti l'arrivo del padre di Daniel ad Hogwarts proprio nel momento meno opportuno.
Il ragazzo si fermò davanti ad una porta del secondo piano e l'aprì facendosi da parte per farla entrare.
La porta non si era ancora richiusa dietro di loro che,con un movimento fulmineo,Lily si ritrovò con le spalle alla porta;il viso del ragazzo era ad una minima distanza dal suo,il corpo che copriva quasi completamente il suo.
-Ciao-la salutò a bassa voce con uno sguardo malizioso negli occhi.
Lily si lasciò andare ad una risatina divertita e gli allacciò le braccia attorno alla vita.
-Ciao...Ti sono mancata?-gli domandò premendosi contro di lui-E vedi di rispondere bene!-l'avvertì in tono scherzoso.
Daniel rise e si passò la punta della lingua sul labbro inferiore.
-Immensamente,non sono riuscito a dormire per due mesi...Va bene così?-
Questa volta toccò a lei ridere,mentre le braccia di Daniel si stringevano attorno alla vita,le dita della mano destra perfettamente dispiegate sulla sua schiena.
-E' un miracolo allora se non hai fatto saltare in aria l'Accademia con qualche pozione sbagliata-lo prese in giro.
-Ehi!Guarda che io sono il migliore...-l'ammonì facendole il solletico suoi fianchi.
Ancora una volta la risata di Lily si diffuse per la stanza,prima di scemare lentamente nell'attimo in cui i due ragazzi tornarono a incontrare i loro sguardi.
Nel silenzio Daniel avvicinò il volto a quello di Lily,sfiorandole il labbro inferiore in un primo accenno lento,quasi fosse il loro primo bacio,cercando di controllare tutto il desiderio represso in due mesi di lontananza.
Dischiuse le labbra per farle fare il prossimo passo,per permetterle di guidare la danza,almeno per il momento e Lily ne approfittò,alzandosi sulle punte per raggiungere di nuovo le sue labbra e insinuando la lingua fra di loro,facendola scivolare sul labbro inferiore e poi sui denti fino ad incontrare la sua gemella,stuzzicandola con veloci stoccate e piccoli tocchi.
Prese un respiro con il naso e l'odore del dopobarba di Daniel le arrivò alle narici,facendole scappare un sommesso gemito:quanto le era mancato tutto quello!
Quando si separarono entrambi avevano il fiato corto e per pochi istanti Lily si lasciò andare di nuovo contro la porta.
Le sue mani erano ancora attorno alla vita di Dan,e lei potè vedere le grinze lasciate sulla t-shirt dalla stretta delle sue dita.
Fissò il tessuto leggero della maglietta ancora per pochi secondi,poi le sue dita scivolarono agli angoli e li si fermarono.
Alzò lo sguardo,incontrando subito quello di Daniel,che la fissò serio.
Senza bisogno di parole inutili,e con un gesto fermo delle mani,alzò la t-shirt oltre la testa di Daniel,lasciandola ricadere a terra.
Non ne avevano bisogno ora...

 

Avevano fantasticato a lungo sulle reazioni che il loro annuncio avrebbe provocato.
Avevano cercato anche di immaginare le varie espressione che avrebbero fatto i loro genitori,o come avrebbero reagito Lily,Albus e Ronald alla notizia.
Ma niente si avvicinava a quel momento...Niente era paragonabile a quello sguardo.
Per la prima volta potevano leggere tutta la disapprovazione e il disgusto che la loro relazione provocava negli altri.
E veniva proprio dall'ultima persona che avevano immaginato potesse guardarli in quel modo.
Da quella che avrebbe dovuto essere al loro fianco per aiutarli nella tempesta.
Quando l'esclamazione aveva svelato la presenza di Ronald,James e Rose si erano staccati all'istante l'uno dall'altra,restando una sdraiata sul letto e l'altro in ginocchio poco distante.
Tutti e due con lo sguardo inorridito su Ronald,che ancora stringeva nella mano sinistra la maniglia della porta.
Il primo a riprendersi fu James che si mise in piedi e si avviò a passo veloce verso la porta con l'intento di chiuderla.
Nello stesso istante Rose si rizzò a sedere cercando la sua maglietta in giro per il pavimento e Ronald entrò nella stanza avvicinandosi al cassettone alla destra della porta,non appena il fratello fu abbastanza vicino da poterlo toccare.
Il silenzio caduto in quella stanza dopo l'esclamazione di Ronald stava diventando sempre più pesante e soffocante:se avessero lasciato passare altro tempo non avrebbero fatto che peggiorare ulteriormente la situazione.
Jim tornò ad avvicinarsi al letto,raccogliendo da terra la sua t-shirt e solo dopo averla indossata si voltò verso Ronald,che aveva preso a guardare verso la finestra,quasi volesse dimenticarsi della loro presenza nella stanza.
Fece un respiro profondo e si passò una mano fra i capelli,cercando le parole adatte ad affrontare quello che era forse il discorso più difficile della sua vita.
-Non volevamo che lo scoprissi così...Avevamo intenzione di dirtelo non appena tornati ad Hogwarts-iniziò.
Non erano sicuramente le parole più adatte per iniziare,ma forse quelle parole neanche esistevano...Come fare a spiegargli perchè avevano tenuto così a lungo quel segreto?
Lanciò uno sguardo a Rose e la vide fissare Ronald,ugualmente preoccupata.
-Io e Rose...Ecco noi ci siamo innamorati.
Non so neanche come è successo,è qualcosa che ha sorpreso anche noi:un giorno eravamo due normali cugini e l'altro eravamo qualcosa di più...-disse cercando di spiegargli quel sentimento complesso che lo legava a Rose.
-Non lo abbiamo cercato...E' capitato-aggiunse Rose parlando per la prima volta.
James si affrettò ad annuire,d'accordo con lei.
-Esatto!E' capitato-ripetè agitato dal silenzio prolungato di suo fratello.
Ronald tirò su con il naso e affondò ancora di più le mani nelle tasche,voltando finalmente lo sguardo verso di loro.
-E quand'è che sarebbe successo?-domandò loro.
Era la prima volta che Ronald usava quel tono rabbioso con loro due,e sia Rose che James rimasero inebetiti per qualche istante.
-Dalle vacanze di Natale-rispose Rose.
Ronald annuì lasciandosi andare ad un sorriso malevolo.
-Certo...-commentò.
-Ronnie...-tentò James.
-No!-lo bloccò il ragazzo.
James fece un passo verso di lui e ancora una volta Ronald si allontanò,avvicinandosi alla finestra.
Per un lungo istante il silenzio tornò nella stanza,mentre il rosso sembrava impegnato ad ispezionare il giardino interno dalla finestra e gli altri due cercavano di capire cosa sarebbe successo dopo osservando le sue spalle alzarsi ed abbassarsi.
-Adesso si spiega tutto:i ritardi,le distrazioni,i comportamenti strani...-commentò poi senza voltarsi.
-Credimi avrei voluto parlartene fin dal primo giorno...-tentò di nuovo James.
-Ma non lo hai fatto-lo interruppe il fratello tornando a voltarsi verso di loro-E non lo hai fatto neanche quando io ti ho chiesto se mi stessi nascondendo qualcosa,se avevi qualcosa da dirmi.
Ricordi?-gli domandò.
James annuì.
-Non ti sei fidato di me-gli disse poi,la voce un misto di amarezza e tristezza.
Il fratello scosse la testa con decisione:quella era la cosa più assurda che avesse mai sentito!
-Ronnie come ti viene in mente?-gli domandò Rose incredula.
-Credimi Ronald non è stato questo il motivo per cui non ti ho detto niente.
Avrei voluto dirtelo fin dal primo momento...-ripetè il moro.
-Si questo me lo hai già detto,ma non cambia il risultato finale-rispose l'altro alzando le spalle.
-Ma non capisci che avevamo paura del tuo giudizio,della possibilità che non capissi o non accettassi quello che lega me e Jim?-gli chiese Rose cercando di farlo ragionare.
Ronald si lasciò scappare un sorriso divertito.
-Per qualche ragione non avrei dovuto accettarla?Non sono mica un'amante rifiutato-commentò poi.
Aggirò il fratello a pochi passi da lui e si avviò di nuovo verso la porta,con la chiara intenzione di uscire dalla stanza e porre fine alla discussione.
-Ronnie aspetta!-lo richiamò James.
Il rosso si voltò e lanciò uno sguardo ad entrambi,prima di posare di nuovo la mano sulla maniglia della porta.
-Non dirò niente a nessuno della famiglia se è questo che vi preoccupa-
James fissò intensamenteil fratello,lambiccandosi il cervello alla ricerca di qualcosa da dire per rimettere almeno un pò apposto le cose.
-Però in su una cosa avevate ragione...Almeno per il momento la vostra storia mi sembra la cosa più assurda che abbia mai sentito-aggiunse poi senza guardare nessuno dei due.
L'attimo dopo aveva aperto la porta ed era uscito sul corridoio,lasciando i due ragazzi imbambolati e mezzi storditi da quello che era successo.

 

-Vado io!-
Fece gli ultimi metri che lo dividevano dalla porta di corsa,sorpassando Emy che pochi metri avanti a lui si era affacciata dal salotto al suono del campanello.
Non avrebbe permesso a nessuno di rubargli quel momento:era suo.
Fece scattare la serratura e aprì la porta,sorridendo non appena vide il ragazzo che si stagliava dall'altra parte della soglia.
Dal canto suo Scorpius gli concesse uno dei suoi ghigni accennati dietro cui si nascondeva.
-Potter...-lo salutò.
Albus sorrise e si fece da parte per farlo entrare in casa,cercando di controllare il desiderio di saltargli addosso sulla porta di casa.
-Scorpius...-fece l'altro senza guardarlo mentre richiudeva la porta di casa.
Al tornò a guardarlo e la prima cosa che capì fu che l'altro doveva aver passato molto tempo ad allenarsi quell'estate:la maglietta rossa sembrava sul punto di scoppiare sotto la tensione dei suoi muscoli!
Seguì la linea dei pettorali finchè questi non si tramutarono in addominali e soltanto guardarli gli provocò un'aumento della salivazione.
Fece un veloce calcolo per capire quanto tempo avrebbe dovuto aspettare prima di poter togliere quella maglietta e constatare con i suoi occhi i benefici dell'attività fisica estiva,prima di mordersi l'angolo destro del labbro inferiore con aria sconsolata.
Avrebbe dovuto aspettare troppo,decisamente troppo tempo!
Scacciò quei pensieri dalla testa e portò lo sguardo in quello di Scorpius,che sorrideva chiaramente consapevole di cosa gli era passato per la testa in quegli attimi di silenzio.
-Sarò meglio andare di là...I miei ti stanno aspettando-gli disse precedendolo verso il salotto.
Aveva fatto solo due passi che si sentì stringere il polso destro e voltare indietro,ritrovandosi così faccia a faccia con il biondo.
-Magari possono aspettare ancora un altro paio di minuti-gli disse poi Scorpius,le labbra a poca distanza dalle sue.
Al ebbe appena il tempo di accennare un sorriso che questo morì sulla bocca del biondo; completamente dimentico di essere nel centro del corridoio,perfettamente visibile da tutte le stanze del piano terra,si lasciò andare e allacciò un braccio attorno al collo di Scorpius,attirandolo verso di sè,lasciandogli il pieno possesso della sua bocca.
Mentre i denti del biondo gli mordicchiavano il labbro inferiore,sapendo di fare cosa gradita,le sue mani afferrarono saldamente entrambe le natiche di Albus,quasi volesse rivendicarne la proprietà.
Il moro capì che era il momento di allontanarsi da Scorpius quando si scoprì eccitato:quella era l'ultima cosa di cui aveva bisogno prima della presentazione ufficiale di Scorpius allo zio Ron e alla zia Hermione.
Riaprì gli occhi e si allontanò dalle sue labbra,passando la punta della lingua sul labbro inferiore,il fiato leggermente corto.
Il biondo seguì il suo esempio,premendo le labbra una contro l'altra quasi volesse assaporare per qualche altro istante il sapore di quel bacio,senza allontanare il braccio dalla sua schiena e la mano destra dal sedere di Al.
-Ok,ora possiamo andare...-disse poi con voce leggermente roca.
Al accennò un sorriso e proprio in quel momento il rumore della chiave che girava nella serratura fece voltare entrambi verso la porta.
Lily fece capolino dalla porta,la testa china sulla borsa impegnata a rimettervi dentro la chiave di casa,senza accorgersi della presenza dei due ragazzi nel corridoio.
-Guarda guarda chi si vede!-fece Scorpius staccandosi leggermente da Albus.
Lily alzò lo sguardo sui due ragazzi e sorrise;si chiuse la porta alle spalle ed andò incontro al biondo.
-Non dovrei essere io a dirlo?-gli domandò prima di posargli un bacio su ogni guancia.
Quella confidenza era qualcosa che Scorpius permetteva soltanto alla ragazza,quasi fosse un segno di ringraziamento per i consigli che lei gli aveva dato,spronandolo a non abbandonare le speranze nonostante la presenza di quell'inutile Corvonero.
-Finalmente ce l'hai fatta a tornare all'ovile-disse ancora Lily.
-Che motivo avevo di venire qui prima,senza di voi?Avevi bisogno di una spolverata nella tua stanza?-le domandò sarcastico.
Al sorrise divertito e la ragazza scosse la testa,con un espressione scocciata sul volto.
-Che assurdità!
Ti avrei almeno chiesto di ripulirmi a specchio tutta la camera...-aggiunse poi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Per caso l'hai preso per il tuo schiavo personale?-le domandò Albus intromettendosi nel discorso fra i due.
Lily rise e scosse la testa.
-Ah ecco...Perchè sia chiaro:ho il diritto di precedenza su di lui!-disse ancora avvolgendo un braccio di Scorpius attorno alla sua vita.
Il biondo ghignò e gli lanciò uno sguardo ironico,mentre Lily si lasciava andare ad una risatina divertita.
-E da quando?-domandò Scorpius,lo sguardo in quello smeraldino di Albus.
Il viso di Al si mutò in un espressione dubbiosa e questi si portò un dito al mento,riflettendo intensamente.
-Ah...Da sempre?-
-Sei un vero idiota!-commentò Scorpius,sogghignando.
Sopra di loro una porta si chiuse,seguita da passi rumorosi che si precipitarono al piano di sotto;i tre ragazzi alzarono tutti lo sguardo verso le scale finchè Ronald non apparve nel ritaglio di scale davanti a loro.
-Ehi va tutto bene?-domandò Lily,fissando il suo volto teso e gli occhi leggermente più spalancati del normale.
Ronald si limitò ad annuire,fermandosi a qualche metro da loro.
-E' bello rivederti Scorpius-disse rivolto al biondo.
Il Serpeverde fece un cenno con la testa continuando a fissarlo e,quando il suo sguardo si allontanò dal volto,si accorse che le mani del rosso stavano tremando.
-Senti io devo andarmene,glielo dici tu alla mamma?-domandò Ronald alla sorella.
-Per quale motivo dovrei prendermi una ramanzina al posto tuo?-chiese la ragazza di rimando.
Il rosso sospirò rumorosamente e Scorpius lo vide stringere le mani a pugno,quasi stesse facendo uno sforzo enorme per controllarsi.
-Non potresti farlo soltanto perchè te lo chiedo?-
-E tu non potresti aspettare un paio d'ore prima di andare da Rebecca?-lo punzecchiò Lily.
-Porca puttana Lily,la vuoi smettere di infastidirmi?
Ti è così difficile farmi questo favore?-sbottò il ragazzo,arrivato al punto di saturazione.
Lily lo fissò sorpresa per qualche secondo,con la stessa espressione che capeggiava sul viso di Albus,per poi annuire.
-Va bene,glielo dirò-
Ronald fece un cenno della testa,seguito da un altro respiro profondo,prima di voltare le spalle a tutti e tre e avviarsi verso la porta di casa.
Pochi istanti ancora ed era fuori in strada.
-Ma che accidenti gli è preso?-fece Albus guardando sia la sorella che Scorpius.
Era qualcosa che non gli era dato di sapere,ma era chiaramente qualcosa di molto grosso perchè era la prima volta che Ronald reagiva a quella maniera.


-Che vuol dire che se ne è andato?-
Aveva espressamente chiesto ai suoi figli di essere presenti durante quella cena:potevano andare in giro per tutto il pomeriggio se non risentivano troppo gli effetti del jet-lag,ma dovevano essere lì per quando la cena sarebbe stata in tavola.
Cosa c'era di tanto difficile da capire?
Anche Scorpius,che faceva parte della famiglia da neanche tre mesi,aveva capito quella regola!
-E dov'è andato?-chiese Harry guardando i tre ragazzi.
Albus alzò le spalle.
-Non ce lo ha detto...Ma credo sia andato da Rebecca-rispose invece Lily,in piedi davanti al camino accanto ad Hermione.
Ginny sospirò,prima di sfregarsi la fronte con una mano.
La relazione fra Ronald e Rebecca stava diventando troppo seria per i suoi gusti:erano soltanto due ragazzini di diciassette anni,non sentivano il bisogno di fare esperienze diverse,di frequentare altre persone?
-Va tutto bene tesoro?-domandò Harry lanciando un'occhiata alla moglie.
Ginny rialzò lo sguardo e scosse la testa.
-No,non va bene!Gli avevo chiesto di essere presente a questa cena come tutti gli altri,possibile che il bisogno di vedere Rebecca fosse così impellente da fargli dimenticare anche della visita degli zii?-spiegò la donna.
-Oh andiamo Gin non diventarmi una bacchettona adesso!
Quante volte noi quattro siamo sgattaiolati via dalle cene alla Tana?-domandò Ronald, ricordandole la loro gioventù.
-Già,è vero...Ve la ricordate quella cena con tutti quei membri della famiglia Weasley?Che occasione era?-domandò Hermione dando man forte al marito.
Quella vacanza,come aveva predetto la psicologa,era stata salutare per la loro famiglia:aveva ricordato a tutti come era vivere insieme,come riuscivano a divertirsi e passare intere giornate senza neanche l'ombra di un litigio,cosa che da anni era quasi impensabile per i due adulti.
Inoltre aveva fatto in modo che Hugo e Rose iniziassero ad abituarsi alla presenza di Eliza nella loro famiglia e,dopo i primi approcci andati a vuoto,i due ragazzi avevano iniziato a prendere confidenza con la bambina.
Forse era ancora un passo troppo piccolo per considerare risolti tutti i loro problemi,ma almeno potevano dire,senza ombra di smentita,che almeno ci stavano provando.
-L'anniversario dei miei genitori-le venne subito in aiuto lui.
Hermione annuì nello stesso istante in cui Ginny scosse la testa.
-Credevo che Rebecca ti fosse simpatica-le disse Harry osservandola serio.
-No,non si tratta di questo...E' solo che è così piccolo-rispose lei cercando di fargli capire cosa la irritava.
Lily sorrise,alzando gli occhi al cielo.
-Mamma ha quasi diciasette anni:fra meno di tre mesi sarà maggiorenne.
E poi è normale che sia così impaziente di rivedere Rebecca,è la sua ragazza,non la vede da un mese e mezzo...Tu non faresti lo stesso al posto suo?-le domandò cercando di farle capire le emozioni del ragazzo.
Ginny scosse la testa.
-Io mi sono trovata al suo posto...-iniziò prontamente la madre.
-E hai saputo aspettare il momento giusto-risposero in coro Albus e Lily,conoscendo a memoria quella storia.
Scorpius accennò un sorriso,ma evitò di mostrarlo apertamente per non sembrare scortese,al contrario di Hermione e Ron che risero divertiti.
-Scusa mamma,ma la tua situazione era diversa-commentò Al.
-Già,credo abbiano ragione loro-disse Harry convenendo con i due ragazzi.
La moglie si voltò a guardarlo incredula e lui alzò le spalle.
-Non guardarmi così,è vero!
Se io non fossi sparito nel nulla per tre anni,tu avresti colto la prima occasione disponibile per accalappiarmi-le disse in tono scherzoso.
La moglie lo fissò per qualche secondo indecisa se ridere o mantenere ancora quell'aria indignata e,fortunatamente,a salvarla dalla sua scelta arrivarono Rose e James che entrarono in salotto unendosi a loro.
-Eccovi qui!Ma dov'eravate finiti?-domandò Ron ad entrambi,ma tenendo lo sguardo sulla figlia.
-Oh James aveva dei problemi con un compito di Difesa e così gli ho dato una mano-disse distrattamente la ragazza andando a sedersi su un bracciolo della poltrona accanto alla porta, mentre James si sistemava sul divano.
-Possibile che non riusciate a pensare a nient'altro?-domandò Al,scuotendo leggermente la testa.
-Non siamo tutti geni come te-commentò Scorpius rubando la battuta a James.
-Detto da uno degli studenti migliori di Hogwarts non ha molto senso,non credi?-ribattè il moro.
Scorpius alzò le spalle,portando Lily a scuotere la testa e facendo nascere un sorriso divertito sul volto di Al.
-Come è stata la tua vacanza Scorpius?-domandò Harry interrompendo quel frivolo battibecco fra i due ragazzi e portando il biondo a incontrare il suo sguardo.
Fino all'ultimo non era certo che mandare Scorpius alla Tana per due mesi fosse un'idea sensata,ma non aveva potuto fare altrimenti:il viaggio per Seattle era già stato preparato fin nei minimi dettagli e,anche se Scorpius aveva un passaporto,avrebbe sempre dovuto chiedere il permesso ai suoi genitori per poter lasciare il paese.
Così aveva parlato con i genitori di Ginny,raccontandogli a grandi linee cosa era successo e per quale motivo ora il Serpeverde abitava con loro,chiedendogli poi di ospitarlo per i due mesi che loro sarebbero stati in America.
Fortunatamente l'inguaribile ottimismo del suocero l'aveva portato a dare una possibilità al ragazzo prima etichettarlo come "cattivo".
-Tranquilla-disse voltandosi poi verso Ginny-I suoi genitori sono delle persone molto educate e discrete e dopo l'imbarazzo iniziale abbiamo instaurato un buon rapporto-
-E che hai fatto lì tutto il tempo?-domandò James stupito che una persona avesse potuto trovare qualcosa di interessante da fare alla Tana.
Scorpius alzò le spalle.
-Ho fatto molta palestra-
Quelle parole fecero sorridere Albus che lanciò uno sguardo al compagno, scuotendo poi la testa lentamente.
-Il signor Weasley ha provato a imitarmi ma già il secondo giorno aveva cambiato idea...-ricordò ghignando divertito.
-Non ce lo vedo papà che fa pesi-commentò Ron.
Ginny annuì,d'accordo con lui.
-Inoltre ho aiutato la signora Weasley a sistemare la soffitta e la cantina...Non ho mai visto tanti oggetti babbani tutti insieme-
-Scommetto che la mamma ti ha fatto ascoltare i suoi dischi preferiti-gli chiese Ginny.
-Con tutto il rispetto,ma credo se ascolto ancora una volta quei dischi finirò per sanguinare dalle orecchie-
Ron rise,seguito a ruota da Harry:ancora ricordava i Natali in cui la signora Weasley li costringeva ad ascoltare quei dischi assurdi!
-Mi piace questo ragazzo-commentò Ron.
Albus sorrise e cercò lo sguardo di Scorpius,che lo fissò sollevato e trionfante pochi attimi dopo.
-Ok,che ne dite di andare di là?E' inutile aspettare ancora per la cena-domandò Ginny riportando l'attenzione di tutti su di sè.
I primi ad alzarsi furono Lily ed Albus,seguiti da Ron Harry e Scorpius ed Hermione che si avvicinò a Ginny fermandosi accanto a lei accanto alla porta.
-Sarà il caso di chiamare Emy e Hugo...-disse Ginny al marito.
Lui annuì e si affacciò verso le scale per dare una voce ai due ragazzi.
-Ma dov'è Ronnie?-domandò James prendendo nota del fatto che la madre non aveva fatto il suo nome.
-Oh lui non cena con noi-disse la donna,cercando di nascondere l'arrabbiatura.
-E dov'è?-chiese ancora il moro.
-Aveva da fare con Rebecca...o almeno credo-commentò poi prima di uscire insieme alla cognata dalla stanza.
James abbassò per qualche istante lo sguardo e quando tornò a rialzarlo,gli occhi di Rose erano su di lui,preoccupati quasi quanto i suoi.
-Dimmi che andrà tutto bene-gli disse in un sussurro la ragazza.
James restò in silenzio qualche istante prima di annuire.
-Andrà tutto bene-cercò di rassicurarla.
Ma questa volta non ne era affatto sicuro.

 

Lily aveva visto giusto:non appena era uscito di casa,Ronald aveva composto il numero del suo cellulare e le aveva chiesto se potevano vedersi.
-Devo parlarti-le aveva detto.
Forse la ragazza si era accorta del tono sconvolto con cui aveva parlato,o forse aveva soltanto voglia di vederlo,ma aveva accettato quell'incontro.
-Anch'io-aveva aggiunto.
Ronald era arrivato a casa Paciock pochi istanti dopo,smaterializzandosi nella stanza della ragazza in modo da non essere visto da nessuno e l'aveva trovata lì ad aspettarlo,quasi avesse saputo fin da subito quali erano le sue intenzioni.
Gli aveva sorriso teneramente senza dire niente e lui aveva sentito un immediata affinità con Rebecca:lei era la sola che potesse aiutarlo a far chiarezza nel caos che ora imperava nella sua mente.
Senza parlare le era andato di fronte e l'aveva stretta fra le braccia,posando il mento sulla sua spalla sinistra.
Per qualche secondo l'aveva sentita rigida contro di sè,sorpresa per quella mossa inaspettata prima che le braccia gli stringessero le spalle e il suo corpo gli aderisse contro perfettamente.
Chiuse gli occhi e provò ad illudersi che non fosse successo nulla,che avesse solo sognato quello che era successo poco prima,ma ogni volta la scena e il discorso che aveva avuto con i due ritornava nella sua mente.
Non riusciva ancora a credere a quello che aveva visto...
Rose e James innamorati!
Aveva avuto un mezzo infarto quando li aveva visti pomiciare mezzi nudi;come avevano fatto a non considerare la possibilità di chiudere la porta a chiave?
E se al posto suo fosse entrato qualcun'altro?
Cosa avrebbero fatto se fosse stata Emy o peggio ancora i loro genitori?
Erano stati due incoscenti!
Lo dimostrava anche il modo in cui avevano gestito quel rapporto,in silenzio,nascondendosi da tutto e tutti quasi fosse una cosa sporca.
Se erano tanto innamorati che bisogno c'era di nasconderlo?Perchè mantenere il segreto anche con lui?
-Va tutto bene?-gli domandò Rebecca interrompendo il lungo silenzio.
Ronald sospirò e si decise a rialzare la testa dalla sua spalla,incontrando i suoi occhi.
-Hai una faccia terribile-commentò lei cercando di farlo sorridere.
Lui abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore.
-Che è successo?Puoi parlarmene?-gli domandò incerta.
Fu la seconda domanda che gli fece capire che poteva farlo,che avrebbe potuto raccontarle tutto sicuro che niente sarebbe uscito da quella stanza.
Così parlò raccontandole di cosa si era trovato davanti,della sua sorpresa per quel segreto tenuto per tanti mesi e della rabbia che aveva provato verso i due.
Parlò a lungo e quando ebbe finito Rebecca lo fissò qualche secondo in silenzio.
-Sai che a sentirti paralre sembri un'amante tradito?-gli fece notare.
-Cosa?No!
Non è questo che mi da fastidio...-ribattè subito Ronald allontanando quell'idea assurda.
Rebecca annuì,accarezzandogli i capelli certa che in quel modo si sarebbe calmato.
-Lo so.
So perchè sei arrabbiato con loro-disse semplicemente.
Il rosso restò in silenzio,fissando il pavimento davanti a sè e si lasciò andare ad un respiro rumoroso.
-Come ha fatto a mantenere un segreto così grande con me?
Credevo che sarei stato la prima persona a cui si sarebbe rivolto se avesse avuto bisogno d'aiuto o di un consiglio,ma non lo ha fatto,mi ha tagliato fuori dalla sua vita.
Hai idea di quante volte ho provato a parlarci,a chiedergli che cosa gli stesse succedendo?
Non sono stupido l'avevo capito che c'era qualcosa di diverso,ma quando ne ho parlato con James lui mi ha rassicurato,ha anche riso delle mie preoccupazioni!-le raccontò risentito.
Rebecca gli posò un bacio fra i capelli,stringendolo a sè,sentendo la testa di Ronald posarsi di nuovo sulla sua spalla.
-In fondo io lo capisco...-commentò poi la ragazza.
Ronald aggrottò la fronte e alzò la testa finchè i loro occhi non si incontrarono e la vide annuire.
-James stava proteggendo la persona che amava;certo ha sbagliato a proteggerla anche da te,ma ha pensato di non poter fare altrimenti...Magari si è sentito in trappola...-aggiunse ancora Rebecca.
C'era qualcosa che non gli quadrava in quel discorso e che portò il rosso a chiedersi se stavano ancora parlando di James e Rose.
Si alzò in piedi,sovrastando Rebecca con la sua altezza e le scrutò il viso per cercare qualcosa che l'aiutasse a capire.
-Va tutto bene Becca?-le domandò poi,ora completamente concentrato su di lei.
Le dita della mano sinistra di Rebecca stavano giocando nervosamente con il bottone della sua camicia a scacchi,gli occhi fissi sul piccolo bottone bianco neanche stesse compiendo un'attività importantissima.
-Becca...-la chiamò ancora Ronald.
-Ronnie potresti abbracciarmi?-gli domandò lei rialzando lo sguardo.
Il ragazzo sorrise e la premette contro il proprio torace,le braccia attorno alle sue spalle,le labbra che le posavano dei piccoli baci fra i capelli.
Gli bastò sentire la stretta spasmodica di Rebecca attorno ai suoi fianchi per capire che era davvero successo qualcosa durante le vacanze:ora doveva solo scoprire cos'era e quanto era grave.
Di una cosa era certo:Rebecca non voleva rompere con lui.
Altrimenti,conoscendola,sapeva che lo avrebbe già fatto e che non sarebbe rimasta ad ascoltarlo parlare a vanvera sui problemi di Rose e James.
Restarono in quella posizione a lungo prima che Ronald si decidesse a parlare.
-Stai bene?E' successo qualcosa?-domandò con quello che sperò essere un tono sereno.
La sentì respirare sotto il suo abbraccio e pochi istanti dopo Rebecca alzò la testa dal suo petto e lo guardò.
Era una sua impressione oppure aveva gli occhi lucidi?
-E' vero.

Qualcosa è successo...-

 

 

Salve a tutti!!!!!

Spero nn siate tr frastornati dal jet lag x il ritorno al futuro,ma era anche ora di scoprire che cosa stava succedendo in quella stanza.

Cmq...Da questo momento siamo nel presente,ricordatevi perciò che,ovviamente,i ragazzi hanno un anno di più(questo sarà molto importante,quindi nn dimenticatelo!).

Come avete visto la prima reazione alla storia fra Rose e James nn è stata positiva,ma nn per la relazione in sè,qnt + per il segreto,ma qst provocherà un piccolo scisma fra i due fratelli...E ora sarà meglio che sto zitta xkè sto dicendo anche troppo.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e di battitura.

La frase all'inizio del capitolo è tratta da "Ambition" dei Doves.

E ora i ringraziamenti:Angel_SG(Già,un Malfoy nn può mostrarsi tenero!Ne andrebbe della sua reputazione,quindi si è ingegnato e ha trovato il modo per mostrare i suoi sentimenti ad Al...), Luthien241(Sinceramente nn so qnt capitoli mancano cn esattezza,ma so che cronologicamente,nella storia mancano quattro mesi;ma nn preoccuparti:nn li racconteremo tutti!),Kikka15(Con il ritorno ad Hogwarts di Alice ne vedremo delle belle,ma posso dirti che purtroppo nn ci libereremo di Mandy...in fondo ogni storia che si rispetti ha bisogno di un cattivo,e chi meglio di lei?Inoltre nn metterei la mano sul fuoco x Luke...),Lotti_(E' passata in un baleno!Neanche ci siamo accorti che era estate...Però qualche accenno all'estate verrà fatto nel prox capitolo x ovvi motivi),Sunshine'89(Sono i migliori!Chi di noi nn si sarebbe lasciato andare ad un piccolo commento velenoso visto qll che era successo?Inoltre cn tt il castello che parlava del casino successo nella Serra,neanche Emmett deve averci fatto bella figura;Per quanto riguarda la conclusione,beh un pò ci siamo vicini,anke se nn so quanti capitoli ancora mancano,ma nn preoccuparti,xkè la fiction finirà in modo che ci sia un seguito e posso assicurarti fin da ora che Al e Scorpius ti faranno impazzire),IRE'89(Preparati xkè Ronnie e Rebecca d'ora in poi ne avranno parecchio di movimento...Xò se devo essere sincera,a me Mandy fa anche un pò pena:ostinarsi con un ragazzo che chiaramente nn ti vuole,che ama un' altra è per me un segno di una grande solitudine,di un bisogno d'affetto enorme;Come hai visto nel capitolo il ns Scorpius è stato di parola...Non sai che darei per essere al posto di Al!).

Bene x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"As long as you love me"

Baci Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 38
*** As long as you love me ***


as long as you love me

 

"You’re feeling like you’ve got no place to run
I can be your shelter til it’s done
We can make this last forever
So please don’t stop the rain"

Rientrò a casa a cena conclusa.
Fu abbastanza fortunato da non doversi sorbire la ramanzina dei suoi genitori per essere uscito anche quando gli era stato espressamente chiesto di non farlo,ma era intelligente quanto bastava da sapere che il confronto con i suoi genitori era soltanto rimandato al mattino dopo,magari al tavolo della colazione davanti a tutti gli altri perchè il suo rimprovero potesse essere d'esempio ai fratelli.
Aveva lasciato casa Paciock completamente stordito,incapace di rendersi realmente conto di quello che succedeva attorno a sè;il solo fatto di essere tornato a casa sano e salvo era un vero traguardo,visto che non aveva prestato nessuna attenzione alla strada di ritorno.
Aprì la porta della sua stanza con il solo desiderio di sdraiarsi sul letto,chiudere gli occhi e dimenticarsi quella lunga giornata,la più assurda che aveva mai avuto in vita sua,ma gli bastò lanciare un'occhiata all'interno della camera per rendersi conto che non sarebbe stato possibile.
Seduto sul proprio letto,James si alzò in piedi non appena sentì aprire la porta della stanza.
-Finalmente sei tornato-gli disse con voce preoccupata.
Ronald non rispose,richiudendo la porta alle sue spalle,per poi togliersi le scarpe e lasciarle in mezzo alla stanza incurante del caos che seminava al suo passaggio.
Passò accanto a Jim,le cui intenzioni palesi erano di parlare ancora di quello che era successo quel pomeriggio,magari di spiegargli ancora una volta la sua versione della storia,perchè lui gli dicesse che l'accettava,che gli augurava ogni bene con Rose.
Ma ora aveva altre cose a cui pensare...Problemi che rilegavano la sua stupida disputa con il fratello in un angolo remoto della sua mente.
-Dobbiamo parlare di quello che è successo-disse infatti Jim voltandosi verso di lui,osservandolo mentre si avvicinava al proprio letto togliendosi la t-shirt dalla testa.
-Non adesso-
La voce del rosso arrivò confusa e distorta fra le pieghe del tessuto,ma Ronald era certo che il fratello aveva colto ugualmente il messaggio.
Aveva bisogno di riposo,di silenzio,di tutto quello che era necessario per aiutarlo a riflettere.
-Senti Ronnie so che sei arrabbiato con me per averti escluso dalla storia con Rose,ma ti giuro che non avevo altra scelta...-iniziò incurante delle sue parole James.
-Ho detto che non mi interessa-ribattè l'altro.
-Mi sono sentito una merda quando ho dovuto mentirti,non credevo neanche di esserne capace!-
-Eppure ci sei riuscito benissimo!-disse risentito Ronald sbottonandosi i jeans.
James sospirò rumorosamente:aveva sospettato che non sarebbe stato facile affrontare quell'argomento,ma non che avrebbe trovato una resistenza così ostile da parte del fratello.
-Senti,è vero,ho sbagliato.
Ma ora sono qui che cerco in tutti i modi di parlarti,di spiegarti perchè...-gli disse di nuovo cercando di arrivare a suo fratello.
-E io ti ho già detto che non mi interessa-lo bloccò Ronald voltandosi di nuovo verso di lui e fissandolo in volto-Vuoi stare con Rose,fallo!
Non è affar mio!Vuoi che mantenga il segreto con gli altri?Ti ho già detto che lo farò...
Che accidenti ti ci vuole ancora per capire che ora la tua relazione con Rose è l'ultimo dei miei pensieri?-gli domandò incurante del tono cattivo della sua voce.
James lo fissò per qualche secondo,arrivando a chiedersi se fosse realmente suo fratello la persona che era di fronte a lui in quel momento.
Incurante di quello che passava per la testa di James,Ronald si voltò infilandosi una t-shirt bianca come pigiama,scoperchiò le coperte del letto ed infine ci si infilò dentro,le spalle ancora rivolte al fratello,in piedi nel centro della stanza con lo sguardo fisso su di lui.
Quasi volesse nascondersi maggiormente alla sua vista,Ronald serrò gli occhi,e raggomitolò le gambe contro lo stomaco,come faceva ogni sera per addormentarsi;ma quella volta,invece di conciliargli il sonno quei semplici accorgimenti gli ricordarono cosa lo aveva stordito per tutto il tragitto fino a casa.
La sua vita stava per cambiare...Tutto quello che finora era stata la normalità stava per essere rivoluzionata.
Di lì a sette mesi sarebbe diventato padre.


Le parole continuarono a risuonargli nella testa per alcuni secondi ancora anche dopo che Rebecca ebbe finito di parlare.
Gli occhi dubbiosi erano fissi su di lei,in attesa di un suo gesto,di una sua qualsiasi mossa che gli permettesse di rilassarsi e di riprendere a respirare.
Da quanto tratteneva il fiato?
Non ne aveva la più pallida idea,forse da quando Rebecca gli aveva detto quello che era successo.
C'era qualcosa nel fondo della sua gola,qualcosa che gli impediva di far scendere il nodo di saliva che minacciava di soffocarlo e che lo portò a schiarirsi la gola,buttando fuori l'aria trattenuta fino a quel momento.
Sentì una carezza delicata fra i capelli mossi,seguita da un'altra ed un'altra ancora,ma questa volta non ebbero nessun'effetto calmante su di lui,anzi lo mandarono quasi in paranoia.
-Parlami...Dimmi qualcosa-gli disse Rebecca con voce piccola.
Cosa poteva dirle?
In quel momento non riusciva neanche a ricordare come si chiamava figuriamoci mettere insieme un pensiero coerente!
Le mani di Rebecca si posarono ai lati del collo,portandolo a incontrare di nuovo il suo sguardo e solo allora si accorse che gli occhi della ragazza erano lucidi di lacrime.
E in quel momento si sentì un'idiota...Un completo e perfetto idiota.
Il nodo in gola era tornato a serrargli la gola,ma per il momento lui non ci fece caso: avvolse le braccia attorno alla vita di Rebecca e la premette contro di sè,il viso di lei che si nascondeva fra il tessuto della sua maglietta.
-Va tutto bene...Ci sono io con te-le disse per rassicurarla,anche se aveva bisogno a sua volta di una rassicurazione.
Sentì di nuovo quella stretta spasmodica che poco prima gli aveva fatto capire che qualcosa non andava e per un lungo momento si limitò a stringerla fra le braccia,finchè non fu certo che lei fosse più tranquilla.
Pronta per affrontare l'argomento.
Si allontanò di poco da lei,giusto la distanza necessaria per incontrare il suo sguardo e prese un respiro profondo prima di dare inizio alla conversazione.
-Ok,cerchiamo di ragionare con calma...
Ne sei sicura?-le domandò.
Rebecca annuì,il labbro inferiore leggermente tremolante.
Può un piccolo gesto cambiare l'intero corso di due vite?
Si ravviò alcune ciocche di capelli dietro l'orecchio sinistro e abbassò per qualche secondo gli occhi prima di tornare a fissare i suoi.
-Ho fatto uno di quei test che si comprano al drugstore...-
-Ma forse quei cosi non sono poi così attendibili-commentò subito lui attaccandosi a quella speranza.
-Ronnie ce ne sono sei in ogni confezione e tutti e sei erano positivi-ribattè subito la ragazza,di nuovo con le lacrime agli occhi.
Lui annuì in fretta,la mano destra che le accarezzava la schiena.
-Va bene,va bene....Quindi ora dobbiamo andare da un vero dottore-fece Ronald improvvisamente a disagio.
Rebecca scosse la testa,tornando ad abbassare lo sguardo e fissandolo sulla sua maglietta.
-Ecco,veramente ci sono già stata-gli confessò.
-Cosa?Sei andata lì da sola,senza neanche avvertirmi...-fece sentendosi inspiegabilmente offeso.
-Ronnie tu eri a Seattle,come potevo chiamarti e dirti una cosa del genere?Avresti passato il resto della vacanza con l'angoscia!
E poi non sono sono andata da sola all'appuntamento;ho chiesto a Rachel di venire con me-gli disse.
Rachel?
Dannazione!Ora quella ragazzina lo avrebbe odiato per il resto della sua vita!
Si passò una mano sul viso coprendosi gli occhi per qualche istante,sentendo una mano di Rebecca correre dietro il suo collo per avvicinarlo a sè finchè le loro fronti non si toccarono.
-Vuoi sapere cosa mi ha detto il medico?-gli domandò cercando di distrarlo.
Lui mugugnò con quello che voleva essere un gesto disinteressato e che fece nascere un piccolo sorriso sul viso di Rebecca.
-Mi ha fatto un'ecografia per essere sicuro che andasse tutto bene e mi ha detto che per essere un feto di sei settimane è perfettamente sano e mi ha fatto anche sentire il suo cuore...sembrava un cavallo in corsa Ronnie-gli disse di nuovo con gli occhi lucidi ed un lieve sorriso.
Ronald la imitò,il cuore che inspiegabilmente aveva aumentato i battiti a quelle parole.
Sei settimane.
Il campeggio con Rebecca e la sua famiglia...Doveva essere successo per forza allora.
In quelle due settimane passate a stretto contatto con la famiglia Paciock i due ragazzi avevano fatto del loro meglio per evitare situazioni imbarazzanti per i genitori della ragazza e per Ronald,limitando le effusioni agli abbracci e ai baci.
C'era stata una sola occasione in cui avevano avuto la tenda tutta per loro un intero pomeriggio,ed era stato quando Rachel ed il padre erano andati a pescare e la madre di Rebecca era andata alla ricerca di insetti da inserire nella sua collezione accademica.
Poche ore di libertà in cui avevano cercato di recuperare il tempo perduto...Ma mai avrebbero pensato che sarebbe finita così!
Ronald tornò a fissare lo sguardo di Rebecca e la fissò attentamente per qualche istante:era spaventata,glielo poteva leggere in faccia,ma questo però non significava che non fosse pronta a affrontare quell'importante cambiamento.
-Quindi state bene?-le domandò non ancora pronto a farle la domanda più importante.
Rebecca annuì.
-Tutto nella norma;devo solo prendere delle vitamine per aiutare lo sviluppo del bambino-lo informò.
-Che genere di vitamine?-chiese lui socchiudendo gli occhi.
Rebecca accennò di nuovo un sorriso.
-Del genere che lo faranno nascere sano,bello e forte come il suo papà-gli disse in tono leggermente scherzoso.
Ronald annuì,mordendosi la parete interna del labbro inferiore,restando in silenzio.
Dopo pochi secondi Rebecca chiuse le dita attorno al suo mento e lo portò a guardare verso di lei finchè non incontrò di nuovo il suo sguardo.
-So che sei spaventato,lo sono anche io...Ho talmente paura che la notte resto sveglia a fissare il soffitto per ore.
Continuo a chiedermi cosa sarebbe successo se quel giorno fossimo andati al lago con mio padre e Rachel,o se avessimo tentato di nuovo con quella specie di contraccettivo babbano,o se solo ci fossimo accontentati di quel...-disse parlando a raffica,come le succedeva sempre quando era nervosa.
Ronald scosse la testa,liberando così il mento dalla stretta di Rebecca,riuscendo in quel modo anche a zittirla.
-A che serve ora ripensare a quello che avrebbe potuto o dovuto fare?Ormai è andata così-disse in tono fatalista.
Rebecca lo guardò per un velocissimo istante prima di prendere un respiro profondo.
-Se tu vuoi,siamo ancora in tempo per considerare l'altra alternativa...-
Era chiaro che per lei era difficile anche solo pronunciare quelle parole:Rebecca aveva avuto un mese e mezzo per abituarsi all'idea,aveva visto quello che sarebbe diventato il loro bambino in un ecografia,aveva addirittura sentito il suo cuore battere!
Prendere in considerazione quell'idea per lui era una delle più grandi dimostrazioni d'amore che Ronald avesse mai ricevuto nella sua vita.
E mentre le parole della sua ragazza e l'idea stessa dell'aborto attecchivano nella sua mente,Ronald si ritrovò a pensare che non era la strada giusta.
-No-disse infatti.
Lei lo fissò in silenzio,in attesa.
-Non voglio che tu sia costretta a farlo soltanto per farmi contento...Tu vuoi avere questo bambino?-le domandò.
Rebecca annuì,senza la minima esitazione,posandogli una mano sul braccio sinistro.
-Lo voglio...Fin da quando ho scoperto di essere incinta non ho pensato neanche per un'istante alla possibilità di liberarmene.
Ovviamente so che dovrò lottare parecchio per lui,e che se prendiamo questa decisione non possiamo più cambiare idea e che sicuramente dovremo lottare contro i miei genitori e anche con i tuoi,e che dovrò rinunciare a molte cose per lui,ma non mi importa...Anzi è l'ultimo dei miei pensieri al momento.
Questo bambino è la prova vivente del nostro amore,come potrei anche solo pensare di liberarmene?-gli domandò fissando i suoi occhi.
Ronald ricambiò il suo sguardo per un lungo istante prima di respirare rumorosamente dal naso e cingerle nuovamente la vita con un braccio.
-Ho una domanda-
Lo sguardo della ragazza si fece più attento mentre la mano destra si posava sul torace del ragazzo.
-Quante volte hai provato il discorso?Due-tre volte?No perchè si capiva chiaramente c'era una grande preparazione dietro-le chiese poi mentre le sue labbra si incurvavano in un sorriso divertito.
Rebecca spalancò leggermente la bocca in un'espressione incredula e gli diede una piccola spinta facendolo ridere.
-Sei un vero idiota!-disse facendo per allontanarsi da lui.
Il ragazzo però la lasciò scappare solo per pochi passi,prima di stringere la mano destra attorno al suo polso e attirarla di nuovo contro di sè,muovendo la testa in modo che i loro sguardi si incontrassero.
-E tu sei una credulona!Spero solo che nostro figlio abbia ripreso da me,altrimenti avrà davvero vita difficile a Grifondoro-
-Chi ti dice che finirà a Grifondoro?Potrebbe anche essere un Corvonero come mia madre-ribattè lei giusto per il gusto di contraddirlo.
Lui scosse la testa,iniziando ad accarezzarle la schiena con le dita della mano sinistra.
-C'è una predominanza rosso-oro nelle nostre famiglie,quindi credo potremmo iniziare fin da ora a preparargli il corredo-
Il silenzio calò per qualche secondo nella stanza mentre i due ragazzi si fissavano negli occhi quasi cercassero nell'altro la stessa paura che sentivano dentro di sè,poi Ronald avvicinò il viso a quello della ragazza e gli posò un bacio dolce sulle labbra.
Sentì le braccia di Rebecca stringersi attorno alle sue spalle,quasi avesse bisogno di quell'appiglio per non cadere e,quando si separarono,le fece posare la testa sulla sua spalla.
-Andrà tutto bene-le disse di nuovo per rassicurarla.
La sentì muovere la testa contro di sè in un cenno d'assenso.
-Me lo prometti?-gli chiese lei,in modo quasi infantile.
Lui annuì,certo che lei lo avesse visto.
Sì,sarebbe andato tutto bene...Avrebbe fatto di tutto per mantenere quella promessa.

 

La mano sulla bocca gli impedì di svegliare la sua famiglia con i suoi gemiti di piacere.
Alzò la testa quel poco che gli serviva perchè il suo orecchio destro venisse solleticato da corte ciocche bionde riuscendo così a cogliere il fiato ansante del compagno prima che questo si lasciasse cadere sulla minuscola parte di letto ancora libera.
Albus tornò a distendersi sul torace completamente senza forze,le braccia allungate mollamente lungo i fianchi ed il viso affondato nel cuscino.
In quel modo riusciva a vedere il corpo altrettanto nudo di Scorpius che cercava di recuperare le forze a sua volta,il torace che si abbassava ed alzava con scatti nervosi,un ginocchio piegato verso l'alto ed un braccio ripiegato dietro la testa per tenerla leggermente più sollevata.
Non era stata una gran sorpresa per Scorpius,quando a sera tarda aveva sentito due colpi secchi alla sua porta,nè lo era stata la presenza di Albus sul pianerottolo di fronte alla sua stanza.
Aveva aspettato quel momento per tutta la giornata,anche con la leggera paura che quell'incontro "illecito" potesse saltare,ma la presenza del moro davanti alla sua porta dimostrava che anche lui aveva atteso quell'istante con ansia.
Pochi istanti ed il biondo voltò la testa dalla sua parte incontrando i suoi occhi ed accennando un lieve sorriso.
-Allora?E' stato come te lo ricordavi?-gli domandò poi.
Albus ridacchiò stancamente,posando un braccio sul torace di Scorpius e lasciandosi andare ad un'altrettanto stanco sospiro.
-Anche meglio...E per te?-gli chiese sollevando leggermente la testa e sostenendola con una mano.
Scorpius alzò le spalle,una smorfia di sufficenza sul viso.
-Sicuramente è stato meglio del sesso telefonico-commentò.
Era stato mille volte meglio del sesso telefonico,anzi non aveva nessun termine di paragone con cui confrontarlo,ma lui non era il tipo che ammetteva a voce alta certe cose!
Per un secondo Albus prese in considerazione l'idea di alzarsi in piedi,tornarsene in camera sua e tenere il muso per qualche giorno,ma poi valutò la seconda opzione,ovvero fargli sputare la verità a forza,e la trovò molto più interessante.
-Avanti ammettilo che è stato fantastico...-disse alzandosi ancora di più dal materasso e sporgendosi verso di lui.
Lo sguardo dubbioso di Scorpius non accennava a staccarsi dal suo viso,cercando di capire in anticipo le sue mosse per poter restituire colpo su colpo.
-Fantastico?Non esageriamo adesso!Però è stato bello-disse mantenendo la sua facciata.
Albus annuì,un sorriso ironico sul volto,avvicinando ancora di più il viso a quello di Scorpius finchè non riuscì a sfiorargli il labbro superiore con la punta della lingua,senza staccare mai lo sguardo dagli occhi cerulei del compagno.
Una scarica elettrica attraversò la schiena di Scorpius nello stesso istante in cui la lingua del moro bagnò le sue labbra,trovando sfogo nel suo basso ventre e provocandogli una nuova erezione.
-Soltanto bello?-gli chiese ancora Albus,facendo scivolare la lingua sul labbro inferiore.
Anche volendo il biondo non sarebbe riuscito a spicciare parola,troppo concentrato sul volto incredibilmente eccitante ad una minima distanza da lui.
Gli era bastato un piccolo incoraggiamento,quelle poche parole per eccitatarsi di nuovo e dal sorriso malizioso che aleggiava sulle labbra di Albus sapeva che non avrebbe avuto facilmente quello che desiderava.
-Moderatamente eccitante...-riuscì a biscicare dopo qualche istante.
Si sorprese perciò quando lo vide salirgli cavalcioni,provocandogli brividi d'anticipazione in tutto il corpo.
Fece per avvicinare il viso a quello di Albus ma questi si tirò indietro scuotendo la testa,prima di chinare il capo e posargli le labbra sul collo,poco lontano dalla giugulare; Scorpius chinò la testa all'indietro,premendola contro la testiera del letto,per agevolare i suoi movimenti,con la speranza che quei preliminari finissero presto.
Sollevò le braccia che fino a quel momento erano rimaste abbandonate sul letto e fece per allacciarle attorno ai fianchi del ragazzo,ma uno schiaffo allontanò la mano destra e lo lasciò ancora una volta spiazzato.
Che accidenti aveva in mente Albus?
Stanco di quei giochetti,afferrò il ragazzo per la vita e lo spinse di peso sul letto,coprendolo poi con il proprio corpo,ma con un deciso colpo di reni Albus ribaltò le posizioni,riuscendo anche a bloccargli le mani sopra la testa.
-Moderatamente eccitante?-gli domandò poi chinandosi su di lui,permettendo così alle loro eccitazioni di sfiorarsi.
Scorpius sollevò la testa dal materasso quasi stesse fronteggiando un nemico,ma prima che trovasse la risposta adatta Albus lo sorprese ancora una volta,iniziando a scivolare lentamente sulla sua eccitazione.
Gli occhi semichiusi,il biondo si morse il labbro inferiore cercando di trattenere il singulto di sorpresa e piacere che minacciava di proruppere dalla sua gola.
Era la prima volta che Albus prendeva l'iniziativa:fino a quel momento si era sempre accontentato di lasciarsi guidare da lui seguendo le sue direttive.
Questa volta sarebbe toccato a lui.
Assecondò tutti i movimenti di Albus,andandogli incontro quando lo sentiva allontanarsi, nonostante la stretta salda che ancora gli bloccava le braccia e lasciandosi allo stesso tempo andare alla lentezza,a quei gesti lenti ed insieme passionali con cui il moro stava cercando di farlo impazzire.
Ma quando finalmente Al gli lasciò andare le mani,Scorpius si limitò a serrarle attorno alle sue spalle premendo maggiormente contro di sè e avvicinando le labbra alle sue per un bacio affannato.
E prima che se ne rendesse conto Scorpius si scoprì perduto...Fra loro il sesso non era mai stato così lento, dolce e allo stesso tempo passionale e concitato:anche a causa della loro movimentata relazione avevano dovuto fare sempre tutto di fretta,concedendosi soltanto pochi momenti di vera intimità.
Ma quello era qualcosa che Scorpius non aveva mi provato in vita sua:non era più sesso,Albus lo aveva trasformato in amore.
Quando l'orgasmo arrivò a liberarli dalla tensione e dall'attesa Albus si lasciò cadere su di lui,il viso sulla sua spalla destra poco distante dal volto del biondo.
Dopo un lungo istante in cui nella stanza erano rieccheggiati soltanto i loro respiri,ancora un volta affannosi,Albus fece per sollevarsi dal corpo del compagno,ma una mano del biondo lo bloccò riportandolo giù contro il suo torace.
Al alzò lo sguardo sul ragazzo e lo trovò impegnato a fissare il soffitto chiaramente pensieroso.
-Sys?-lo chiamò qualche minuto dopo.
Non era inusuale che Scorpius fosse così silenzioso,anzi alle volte doveva tirargli fuori le parole con le pinze,ma ora era diverso:era per caso arrabbiato per come si era comportato?Magari aveva trovato irritante quelle sue attenzioni,anche se era chiaro che le avesse apprezzate molto...
-Voglio farti vedere una cosa-gli disse l'altro.
Si rizzò a sedere costringendo il moro a fare lo stesso e l'istante dopo era in piedi a pochi metri dal letto;con pochi passi si diresse verso la scrivania dove aveva abbandonato la valigia,ancora intatta,che aveva riportato dalla Tana.
Aprì una delle tasche centrali e ne tirò fuori un quaderno dalla copertina nera,per poi voltarsi e ritornare a sedersi sul letto.
Solo quando si fu sistemato fra le lenzuola di fronte a lui gli tese il quaderno,ricevendo in cambio un'occhiata curiosa da parte di Albus.
-Che cos'è?-gli chiese questi.
Non aspettò neanche la sua risposta,ma prese il quaderno dalle mani bianche del ragazzo e aprì la copertina rigida,dando un'occhiata alla prima pagina,scritta dalla prima all'ultima riga con una calligrafia chiara e elegante.
-Quando sono arrivato oggi mi hai chiesto come ho passato il tempo dai tuoi nonni...Ecco,oltre alla palestra c'è anche questo-disse Scorpius,chiaramente a disagio.
Al alzò lo sguardo sul ragazzo e gli sorrise.
-E' un racconto...Lo hai scritto tu?-gli domandò poi continuando a sorridere.
Scorpius si limitò ad annuire.
-Non c'era molto altro da fare alla Tana-commentò schernendosi.
Al rise prima di lanciare una nuova occhiata al quaderno e iniziare a sfogliare le prime pagine,tutte ugualmente scritte dall'inizio alla fine con la stessa calligrafia.
-Ecco,mi chiedevo se tu,se non trovassi troppo assurdo...-farfugliò Scorpius.
-Cosa?-chiese il moro riportando lo sguardo su di lui giusto in tempo per vederlo alzare le spalle in un gesto noncurante.
-Se ti andrebbe di leggerlo e di dirmi che ne pensi-
Un sorriso si unì all'espressione incredula che ancora campeggiava sul volto di Albus,facendo ghignare Scorpius.
-Davvero?-
L'altro annuì.
-E cerca di non essere troppo indulgente solo perchè sei il mio ragazzo-aggiunse poi.
Quelle parole caddero fra di loro neanche un fulmine a ciel sereno:erano state pronunciate veramente?
Scorpius lo aveva davvero chiamato il "mio ragazzo"?No,probabilmente se lo era immaginato!
Fece un respiro profondo e annuì.
-Tranquillo,non permetterò che il mio amore per te offuschi la mia capacità di giudizio-lo rassicurò in tono scherzoso,cercando di allontanare quei pensieri dalla sua mente.
Perfettamente consapevole di quello che stava passando per la testa del compagno in quel momento,tutte le domande e i dubbi,Scorpius si concesse un piccolo ghigno prima di annuire e avvicinarsi a lui e dargli un veloce bacio sulle labbra.
-Ah proposito...-gli disse staccandosi da lui quel poco che bastava per incontrare il suo sguardo-E' stato fantastico...-disse prima di posare ancora le labbra su quelle di Albus per bloccare ogni sua protesta.

 


Luglio e agosto erano passati più velocemente di quanto si fosse aspettato ed ora,fra neanche ventiquattro ore si sarebbe ritrovato di nuovo ad Hogwarts.
Quando l'Espresso lo aveva lasciato sulla banchina di King's Cross per una frazione di secondo aveva pensato di scappare,di nascondersi il più lontano possibile dai suoi genitori e da quello che lo aspettava a casa,ma sapeva benissimo che suo padre sarebbe riuscito a rintracciarlo nel giro di ventiquattro ore,anche a costo di sguinzagliargli dietro un'orda di detective privati.
Così era rimasto sulla banchina,sorridendo ai suoi genitori per quello che gli permettevano i suoi muscoli facciali atrofizzati,la mano sinistra bloccata in quella di Mandy,che non lo aveva perso di vista neanche per un istante sul treno,forse consapevole della possibilità di qualche pazzia.
Erano arrivati alla residenza estiva della famiglia Zabini e la prima cosa che aveva fatto,ancor prima di disfare il baule era stato chiamare Alice:aveva bisogno di sentire la sua voce,rassicurare sè stesso e lei che tutto andava bene e che niente era cambiato.
La sua voce lo aveva tranquillizzato ed era anche riuscita a fargli dimenticare per qualche minuto dell'estate di inferno che li attendeva.
Ma fin dal primo giorno gli era parso chiaro che niente sarebbe stato come si era immaginato:aveva creduto che Mandy gli sarebbe stata sempre intorno,senza dargli un attimo di respiro,capace solo di ossessionarlo con quella storia del fidanzamento,ma quelli sembravano essere gli ultimi pensieri della ragazza e solo quando era stato troppo tardi per rimediare,Luke aveva capito qual'era il suo vero obbiettivo.
Aveva passato giorni sdraiata a bordo piscina a prendere il sole con i suoi genitori,ascoltando le loro conversazioni e dando il proprio parere quando questo era richiesto,come avrebbe fatto una qualsiasia ragazza beneducata e di buona famiglia.
Inoltre aveva accompagnato in un paio di occasioni sua madre a qualche ricevimento a casa di amici comuni,a cui veniva introdotta come la fidanzata di Luke,ricevendo così inviti per colazioni o cene a cui doveva presentarsi insieme al ragazzo.
-Si può sapere che cosa stai combinando?-le aveva chiesto un giorno Luke,approfittando di un momento di solitudine.
Lei lo aveva fissato con un espressione sorpresa sul volto,come se non capisse bene le sue parole per poi alzare le spalle.
-Sto creando la mia rete di contatti...Ne avremo bisogno quando saremo sposati-gli aveva fatto notare con tono ovvio.
-Credevo di essere stato chiaro su questo proposito!-aveva ribattuto lui cercando di controllare la sua rabbia.
Mandy si era lasciata andare ad un sorriso ironico.
-E tu credi che la tua opinione ormai conti ancora qualcosa?
I tuoi genitori ormai mi adorano,potremmo sposarci anche domani se lo volessimo-gli aveva risposto.
Lo aveva messo spalle al muro senza che neanche lui se ne accorgesse:era davvero un'idiota!
Come aveva potuto scambiare quella docilità per un inizio di disinteresse nei suoi confronti,un segno che quell'incubo sarebbe finito presto?
-Non sai quanto vorrei ucciderti in questo momento-le aveva detto,i pugni stretti al punto da far sbiancare le nocche.
Lei si era limitata ad alzare le spalle in un gesto noncurante.
-Tutti i migliori matrimoni sono iniziati così...vedrai che presto non potrai più fare a meno di me-
Era stato dopo quella discussione che aveva smesso di raccontare ad Alice quello che succedeva alla villa fra di loro,limitandosi solo a discorsi generali e incitandola a parlare delle sue vacanze e di come stesse andando il trasloco nella vecchia casa di Londra.
Era certo che lei avesse intuito qualcosa,forse dalla sua voce o dal drastico cambiamento delle loro conversazioni,ma non gli aveva mai detto nulla;aveva continuato a parlargli di come sentisse la mancanza di Fred e di Allison e di come avesse deciso di trasferirsi nella stanza del fratello,visto che a lui non serviva più.
Ma ora l'estate era finita.
Si era lasciato scivolare addosso quei due mesi vivendo la sua vita,indipendentemente dalla presenza di Mandy nella vita,limitandosi a constatare solo distrattamente il disastro che la ragazza e sua madre stavano portando avanti:ormai tutti gli amici della madre sapevano che i due ragazzi erano fidanzati ufficialmente,e di conseguenza lo avrebbero saputo anche i suoi compagni di casa ad Hogwarts.
Alle volte il pensiero di scappare lontano gli attraversava ancora la mente,ma sapeva che non avrebbe cambiato le cose:anche se fosse rimasto lontano per anni,al suo ritorno avrebbe sempre trovato Mandy ad aspettarlo,pronta a rovinargli la vita.
Ma un nuovo pensiero si era fatto strada con forza nelle ultime settimane,specie da quando aveva dovuto accompagnare Mandy ad una cena a cui erano stati invitati da alcuni amici dei suoi genitori.
Mentre era lì,con il braccio di Mandy attorno alla vita,intento a dispensare sorrisi vuoti e a fingere di divertirsi,si era chiesto se non fosse meglio arrendersi e darla vinta ai suoi genitori e alla ragazza che gli stringeva delicatamente il braccio sinistro.
Che senso aveva ancora combattere quando sembrava che la sua era una lotta già persa in partenza?
Non sarebbe stato meglio per tutti lasciar perdere e risparmiare a tutti ulteriori sofferenze?

 

La banchina era affollata come ogni anno.
Il folto gruppo formato dai Potter e dai Weasley,a cui si era aggiunto anche Scorpius Malfoy, era come al solito,alla fine della banchina:i ragazzi avevano già sistemato i loro bagagli in uno scompartimento libero ed erano scesi per salutare i propri genitori,pronti per le inevitabili scene strappalacrime che si ripetevano ogni anno.
-Possiamo salutarci qui,non c'è bisogno che ci accompagnate fino allo scompartimento-disse Ronald concentrato a fissare i volti dei propri vicini per scovare Rebecca fra la folla.
L'ultima cosa che le voleva era farle portare da sola il pesante baule nelle sue condizioni,quindi sperava di raggiungerla prima che lei salisse sul treno.
-Sì,non è una cattiva idea...Io dovrei anche andare a cercare Daniel-convenne Lily sincera.
Harry scosse la testa con un sospiro rassegnato,mentre Ginny si chiese se all'età dei suoi figli fosse così impaziente di liberarsi della presenza dei propri genitori.
-Ok,va bene,vediamo di darci una mossa con questa storia dei saluti!-disse Ron iniziando a salutare Albus e Lily,che erano più vicini.
Quando Rose e Hugo si trovarono di fronte al padre ci fu qualche secondo di indecisione prima che Rose posasse un veloce bacio sulla guancia destra dell'uomo e Hugo gli desse una pacca sulla spalla sinistra,accompagnando il gesto con un sorriso lieve.
-Ci vediamo a ottobre-gli disse poi la ragazza.
-Certo-la rassicurò l'uomo.
-Dai un bacio a Eliza da parte mia-aggiunse Hugo prima di voltarsi a salutare la madre,subito imitato da Rose.
Del canto loro anche Ginny e Harry erano impegnati con le ultime raccomandazioni,cercando di condensare in poche parole i tanti consigli che avevano da dare ai ragazzi.
-James mi raccomando,cerca di concentrarti anche sullo studio oltre che sul Quidditch, ricordati che sei all'ultimo anno;Lily comportati sempre in modo educato e non concentrarti solo in Pozioni:esistono anche altre materie!-disse Ginny ai due figli.
-Già peccato che nessuna è interessante come Pozioni!-commentò la ragazza.
-Albus tu,invece,cerca di divertirti un pò qualche volta invece di stare sempre sui libri...-disse ancora Ginny.
-Non si preoccupi Mrs.Potter ci penserò io a farlo distrarre-si intromise Scorpius.
Ginny scosse la testa velocemente,cercando di non far depositare la nube di imbarazzo che quelle parole avevano portato con sè e fissò proprio il biondo.
-Sono certa che lo farai,ma cerca anche tu di comportarti al meglio.
Questo non sarà un anno facile per te e quasi sicuramente verrai messo alla prova più volte di quante immagini, quindi cerca di controllare il tuo temperamento-
-Ricordati che noi siamo qui se hai bisogno di aiuto-aggiunse Harry.
Scorpius fece un cenno d'assenso con il capo,un espressione seria sul volto.
-Grazie.Non lo dimenticherò-
Ginny sorrise chiaramente soddisfatta e si guardò intorno fino a posare lo sguardo su Ronald.
-Ok Ronnie avrei tante cose da dirti e tante raccomandazioni da farti,ma chiaramente non abbiamo il tempo,quindi mi limiterò a dirti di divertirti-
Ronald aggrottò la fronte,imitato dai suoi fratelli.
-Tutto qui?Vuoi davvero che mi diverta?Niente storie sullo studio o sul fatto che è l'ultimo anno...-disse lui senza capire.
La madre scosse la testa.
-No..E' chiaro che ti impegnerai,che studierai come hai fatto gli anni passati e forse anche di più,ma quello che voglio è che tu cominci a comportarti come un ragazzo della tua età,che ti dedichi al Quidditch o al Club dei duellanti o a tutte quelle altre attività che non hai potuto seguire a pieno lo scorso anno perchè pazzo d'amore per Rebecca-
-Lui è ancora pazzo d'amore per Rebecca-commentò Lily.
Ronald annuì e sua madre sorrise.
-E' vero,ma sono certa che Ronald riuscirà a vivere serenamente la sua relazione con Rebecca senza per questo dover rinunciare del tutto alla sua vita-
Nonostante annuì,Ronald non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo sulla madre,non con il grande segreto che le stava nascondendo.
Certo la sua vita sarebbe cambiata quell'anno,ma non come credeva sua madre...
-Adesso andate,altrimenti perderete il treno-li spronò Harry dopo un veloce sguardo all'orologio da polso.
I ragazzi si concessero un'ultimo giro di saluti per poi avviarsi velocemente all'Espresso.
Un nuovo anno stava per cominciare...

 

 

Salve a tutti!!!Come state?

Un nuovo anno sta x iniziare ad Hogwarts,ma come vi avevo anticipato noi non ci occuperemo di tt l'anno scolatico,ma soltanto dei primi quattro mesi e neanche li esamineremo completamente,giusto il tempo necessario per dare un saluto conveniente a quelli che ormai sono diventati amici e sapere cosa sarà di loro alla fine di qst lungo viaggio.

E qualcosina l'abbiamo già intravista...

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso per eventuali errori di ortografia e battitura.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Era questa l'idea che avevi avuto?Altrimenti sn curiosa di sapere cosa avevi pensato;la reazione di Ronald è stata più che giustificata,almeno dal mio punto di vista:se la persona cn cui hai condiviso ogni + intimo segreto x tt la tua vita improvvisamente ti esclude da qlcs di importante,ti senti peggio che tradito...),Luthien241(No,tranquilla nn è mia intenzione far morire qlli che hanno sopportato le mie storie tt qst tempo,quindi cercherò di rivelare un pò x volta i vari segreti...Anche se nn credo che Harry e Ginny abbiano bisogno di sapere che la loro piccolina fa sesso,si rischierebbe davvero l'infarto!),Lotti_(Specialmente se è il tuo gemello!X il momento nn ce lo vedo Neville in una versione diabolica,ma nn è escluso che dia di matto anche lui quando si verrà a sapere la verità...I cognugi Thomas sn veramente adorabili,sn d'accordo cn te!Sn una di qll coppie che in qst ultimi capitoli sarà + tranquilla delle altre,fortunatamente x loro),Kikka'15(Si lo so,sn un pò sadica...Ma giuro che lo faccio senza nessun'intenzione cattiva!Ron ed Hermione e la loro terapia torneranno il prox capitolo nn preoccuparti!),Elly(Ciao!!!!Come va lo studio?Nn preoccuparti x le recensioni,vorrà dire che qnd avrai finalmente un attimo di respiro di ricompenserai cn tanti disegni... ovviamente scherzo!),Manda(Era pure ora,vero?Lo so che vi ho fatto aspettare parecchio,ma  ce la siamo spassata anche nel passato,no?Hai ragione:ora Ronnie ha altri pensieri x la testa x pensare alla relazione fra Rose e James,e nn volendo parlare al fratello d qll che gli succede dovrà rivolgersi altrove...),Angel_SG(Spero tu ce la faccia a leggere il capitolo prima della partenza,e che qst sia di tuo gradimento;buon viaggio!),BlackFra'92(Grazie x i complimenti!).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"This is the beginning"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 39
*** Old kids new problems ***


old kids new problems

 

"Why do the birds go on singing
Why do the stars glow above
Don't they know it's the end of the world
It ended when I lost your love"

Aveva fatto tanti progetti mentre era a Seattle.
Alcuni meno importanti,come rimodernare la sua camera e rifornire il proprio guardaroba con abiti che non le dessero un'aria da bambina,era riuscita a portarli a termine senza alcun problema.
Ma alcuni erano rimasti solo progetti...
Durante i mesi del suo soggiorno americano,Alice aveva fantasticato a lungo su come sarebbe stato il suo ritorno a scuola a settembre,sull'impressione che avrebbe fatto a tutti gli altri studenti vederla camminare mano nella mano con Luke,vederli stringersi e baciarsi come una vera coppia di innamorati.
Aveva pensato spesso a tutte quelle cose che per più di un anno si erano negati a causa del segreto e della malattia di sua madre.
Ma c'erano cose che la sua immaginazione non aveva mai partorito,qualcosa a cui non aveva mai voluto pensare nonostante fosse una minaccia ben visibile fra le nubi rosa dell'amore: Mandy Greengrass.
Sapeva che per mesi la ragazza aveva preso il suo posto accanto a Luke,o almeno quelle erano le sue intenzioni,sapeva che aveva provato ad irretirlo in tutti i modi,fossero leali o scorretti non importava,trovando sempre un secco rifiuto da parte del ragazzo,arrivando ad autoinvitarsi nella sua villa di campagna per l'estate.
Non era segreto che i genitori di Luke consideravano Mandy la loro futura nuora e che considerassero la storia fra Luke e lei come un'infatuazione passeggera,quasi fosse una bomba ad orologeria in cui i minuti scorrevano velocemente prima di arrivare allo zero.
"Mi fido di Luke"
Questo di era ripetuta Alice fino alla noia durante i due mesi estivi,in cui erano stati costretti alla separazione ancora una volta;quello era il suo mantra,anche quando vedeva una sua foto con Mandy ad un ricevimento importante su "La Gazzetta".
Aveva continuato a dirsi che non erano altro che imposizioni della famiglia,che Luke ne avrebbe fatto volentieri a meno di partecipare a quei ricevimenti pomposi e noiosi,ma ogni volta restava con lo sguardo fermo più a lungo del dovuto su quelle foto,osservando la stretta possessiva della mano di Mandy sul braccio di Luke.
Ed ogni volta,un pensiero le attraversava la mente...
Il giorno della partenza per Hogwarts,come tutti gli altri studenti si era trovata sul binario circondata da bauli,cercando di liberarsi dei propri genitori che,questa volta più del solito, sembravano restii a lasciarli andare.
Quando finalmente l'Espresso era partito,si era fermata nel suo scompartimento soltanto per posare il baule,prima di iniziare a percorrere il Treno su e giù alla ricerca dei Serpeverde e di Luke in particolare.
Era arrivata quasi alla fine del Treno quando aveva visto uscire Scorpius da uno scompartimento con le tende tirate ad oscurare i vetri.
-Scorpius-lo chiamò.
Il ragazzo si voltò e per qualche istante ebbe qualche difficoltà a ricordare il suo nome,ma poi la sua fronte tornò a distendersi e lei capì che l'aveva riconosciuta.
-Alice-disse infatti.
Lei annuì e accennò un sorriso.
-Che ci fai da queste parti?Non dovresti essere dai tuoi amici grifoni?-le domandò con un piccolo ghigno,in risposta al suo.
La ragazza alzò le spalle.
-Sto cercando Luke...Mi sembrava stupido perdere altro tempo visto che non ci vediamo dal pranzo alla Tana per Pasqua-
Il biondo annuì e le indicò con un cenno della testa la strada dietro le proprie spalle.
-Giusta osservazione...
Vieni ti mostro la strada-le disse voltandole le spalle e incamminandosi verso i vagoni occupati dai Serpeverdi.
Camminarono per qualche istante in silenzio uno avanti all'altra e,una volta arrivati davanti alla porta chiusa dello scompartimento,Alice si fermò lanciando uno sguardo avanti a sè.
I ragazzi,tutti in tuniche verde-argento erano stravaccati sui loro sedili,impegnati nelle più diverse occupazioni:c'era la versione Serpeverde di Rose che leggeva un libro di Erbologia,un paio di occhiali in bilico sulla punta del naso,qualche ragazzo che ascoltava la musica con gli auricolari,e tanti altri studenti che si accontentavano di far baccano.
Alice mosse lo sguardo nello scompartimento finchè non vide Luke.
Era seduto ad una poltrona sul lato sinistro del Treno,lo sguardo perso nel vuoto quasi stesse inseguendo i propri pensieri,già con indosso l'uniforme della scuola.
E poi vide lei.
Gli era seduta accanto,ed il suo braccio era stretto come al solito attorno a quello di Luke, con il solito gesto possessivo che aveva visto tante volte sulle foto.
Era intenta in una conversazione con qualcuno seduto di fronte a lei e la sola cosa che Alice riuscì a pensare era che sembravano una fottuta coppia sposata:la mogliettina che faceva le pubbliche relazioni e il marito che si limitava a restare fermo impalato al suo fianco neanche fosse un semplice ornamento.
Perchè era seduto lì accanto a lei e non era venuto a cercarla?
Non sentiva la sua mancanza?Aveva passato mesi a dirle che non vedeva l'ora di riabbracciarla, di esserle di nuovo accanto,perchè ora che ne aveva la possibilità era seduto accanto a quella...a quella succhiasangue?
-Io entro,vieni con me?-le domandò Scorpius,facendole così ricordare della sua presenza.
Alice staccò lo sguardo dalla "coppietta" e si guardò la punta delle scarpe per qualche istante prima di scuotere la testa.
-No,credo sia meglio che torni nel mio scompartimento...Devo ancora cambiarmi-disse usando quella scusa patetica per tirarsi fuori da quel momento imbarazzante.
Il biondo annuì,senza aggiungere altro per evitare di metterla ulteriormente in imbarazzo.
Rialzato lo sguardo sul suo viso di porcellana,Alice accennò un sorriso e lo salutò prima di voltargli le spalle e tornare sui propri passi.
Di nuovo sola,mentre attraversava l'Espresso,con il rumore che proveniva dai vari scompartimenti a farle compagnia,Alice ricordò qual'era la sua paura più grande ogni volta che posava lo sguardo sulle foto de "La Gazzetta":possibile che non fossero altro che vuote parole quelle che Luke le aveva ripetuto per settimane?
A quel pensiero sentì di nuovo scendere i brividi freddi lungo la spina dorsale....

 

Non parlare con Ronald per James era qualcosa di innaturale.
Fin da quando l'Espresso si era staccato dalla banchina,e i loro genitori erano apparsi moderatamente lontani,il gemello se ne era andato in un altro scompartimento insieme a Rebecca,chiarendo fin dal primo istante come sarebbe stato il loro rapporto quell'anno.
Forse la colpa era anche la sua,visto che aveva fatto un solo tentativo di parlare con Ronnie e spiegargli la sua relazione con Rose,ma dopo il rifiuto categorico del fratello di ascoltare,come poteva tornare da lui e affrontare di nuovo quell'argomento che li stava facendo allontanare così tanto?
Nelle prime settimane di scuola,davanti al silenzio prolungato di Ronald,James aveva avuto modo di riflettere sul comportamento del fratello:aveva capito che non era ferito per la sua relazione con Rose,ma per il silenzio e per la poca fiducia che aveva riposto nel loro rapporto.
Sapeva di avere le sue colpe.
Fin da quando erano bambini,Ronald gli aveva sempre confidato tutto,anche la cosa più insignificante che accadeva nella sua vita,mentre c'erano state volte in cui James aveva preferito il silenzio,mantenere qualche mistero fra sè e quel fratello che lo conosceva così bene,quasi avesse paura che concedere tanto di sè stesso volesse dire automaticamente perdersi.
Ma ora sentiva la mancanza di quel rapporto così esclusivo.
Non poteva parlare a nessuno di quelle sensazioni,di quegli stupidi sentimenti perchè nessuno sapeva il vero motivo della freddezza che si era creata fra i due fratelli e l'unica che ne era conoscenza,Rose,si sarebbe sentita colpevole per avergli chiesto di mantenere il silenzio anche con il proprio gemello.
Dimenticandosi volutamente che fin dall'inizio erano d'accordo a mantenere la segretezza sulla loro relazione.
-Perchè non provi a parlargli di nuovo?-gli propose Rose un sabato mattina subito dopo colazione.
Fin da quando erano tornati ad Hogwarts,Ronald aveva abbandonato il posto che occupava da sei anni di fronte a Rose e James e si era andato a sedere accanto ad Albus,che dopo la sorpresa del primo momento si era abituato subito alla novità,con Rebecca alla sua sinistra.
-Per dirgli cosa?E' evidente che non vuole parlarmi...Conoscendolo preferirebbe un'interrogazioni di Pozioni piuttosto che restare con me per più di due minuti-aggiunse chiaramente amareggiato.
Rose sospirò e scosse la testa,facendo ondeggiare i gonfi boccoli che le ricadevano sulle spalle.
-Da quando hai questo atteggiamento così disfattista?-gli domandò.
-Da quando mio fratello ha smesso di parlarmi-rispose lui senza pensarci neanche un'istante.
-Beh tu allora costringilo,no?-ribattè la ragazza.
James alzò lo sguardo sul volto di Rose e la fissò per qualche secondo con le sopracciglia leggermente corrucciate.
-Che vuoi dire?-le chiese poi,domandandosi che cosa stesse passando per la testa della sua ragazza.
Rose scosse di nuovo la testa con il solito gesto sconsolato che usava sempre quando lui le chiedeva di rispiegarle per la decima volta un passaggio troppo difficile di Difesa.
-Qual'è la cosa che conta più di ogni altra cosa per Ronald?-domandò lei fissando gli occhi neri del ragazzo.
-Il Quidditch-rispose senza esitazione James.
Rose annuì.
-Anche...Ma io stavo parlando di Rebecca.
Perchè invece di andare direttamente da tuo fratello non provi a parlare prima con lei?
Magari riesce a sciogliere le sue resistenze...-gli disse certa della sua idea.
James riflettè qualche secondo sulle parole di Rose e annuì,mentre le sue labbra si stendevano in un sorriso.
-Sai se non fossimo in pubblico ti bacerei...-le disse abbassando di un mezzo tono la voce.
Rose accennò un sorriso e abbassò leggermente la testa,osservandolo sorridere di sottocchi: la prima resistenza alla loro relazione era arrivata prima del previsto e da una persona inaspettata,ma di una cosa Rose era assolutamente certa.
Avrebbero portato Ronald alla "ragione" e gli avrebbero fatto capire che non c'è niente di sbagliato nel loro amore...E una volta raggiunto quell'obiettivo,avrebbero trovato nel gemello una grande fonte di aiuto per la lotta ai loro genitori.


-Jack-
-Elisabeth-
Ronald scosse la testa,prima di portare alle labbra una mela verde e darle un morso.
-Perchè no?E' tradizionale-ribattè Rebecca.
-Appunto!Sai quante ragazze si girano se urli il nome Elisabeth in Sala Comune?-le fece notare lui.
Erano nel giardino interno,decisi a godersi il sole che ogni tanto faceva capolino fra le nuvole grigie:Ronald era seduto sull'erba con la schiena contro il tronco di un'albero e Rebecca, dopo aver cambiato più volte posizione,si era ritrovata con la testa sulle gambe del ragazzo.
Rebecca storse le labbra chiuse verso sinistra,pensierosa,riflettendo sulle parole del ragazzo:in effetti non aveva tutti i torti,lei stessa ne conosceva tre.
-Ok che ne dici di Poppy?-propose ancora la ragazza.
-Ah no!Non metterò il nome di un fiore a mia figlia...La prenderebbero in giro a vita-si oppose subito.
-Allora quale sarebbe il nome giusto per una ragazza secondo te?-gli chiese lei leggermente seccata di vedersi rigettare ogni proposta.
-Rebecca è un bel nome...-commentò dando un altro morso alla mela e tamponandosi l'angolo sinistro della bocca.
-Non dirmi che sei uno di quei padri presuntuosi che impongono il proprio nome ai figli?-gli domandò con un sorriso divertito sulle labbra,prendendolo in giro.
Il rosso le fece una smorfia che la fece ridere e che fece nascere un sorriso anche sulle proprie labbra.
-Stavo solo dicendo che per i tuoi genitori non è stato difficile trovare un nome che si accordasse bene con il tuo cognome,tutto qui-replicò lui.
La ragazza sospirò,restando qualche istante pensierosa alla ricerca di nuovi nomi.
Entrambi sapevano che mancava ancora molto tempo e che avrebbero dovuto pensare a cose più importanti della scelta del nome,ma parlare di una cosa tanto futile come il nome per il loro bambino li rilassava e li allontanava dai problemi.
Preoccupata che i reagenti chimici avessero una qualche azione negativa su di lei o sul bambino, Rebecca aveva lasciato il corso di Pozioni,fra la sorpresa di suo padre e il rammarico della Preside,che la considerava una delle studentesse più dotate,e aveva optato per Erbologia, che era la sua seconda materia preferita e verso la quale aveva un deciso talento,ereditato chiaramente dal padre.
Nonostante avessero lezioni diverse,Ronald si faceva trovare fuori dalla sua aula ad ogni lezione per portarle i libri e per dimostrarle che era lì a sua disposizione per ogni suo bisogno.
-Finirò per abituarmi a tutte queste attenzioni...-lo aveva avvisato lei mascherando lo scherzo sotto l'ammonimento.
Il rosso si era limitato a sorridere e ad alzare le spalle.
-Bene,perchè io non ho nessuna intenzione di smettere-aveva risposto tranquillo.
Quelle attenzioni la lusingavano,ma Rebecca sapeva bene cosa si nascondeva dietro di esse: quando Ronald le aveva parlato del litigio con James e Rose,lei aveva pensato che questo si sarebbe risolto in breve termine,ma aveva dovuto ricredersi quando si era trovata in compagnia dei tre ragazzi.
Per la prima volta da quando li conosceva si era sentita di troppo,a disagio.
Aveva provato a parlare con Ronnie di quella situazione,ma il ragazzo le aveva detto che non aveva intenzione di cambiare idea e che al momento era impegnato in cose più importanti del "filarino" fra Rose e James.
-Anche i tuoi genitori se la sono cavata bene con i vostri nomi...-commentò Rebecca muovendo la testa sulle gambe di Ronald per incontrare il suo sguardo.
Il ragazzo si lasciò scappare un suono ironico dalle labbra dischiuse,prima di allontanarsi una ciocca di capelli rossi che gli era caduta davanti agli occhi.
-Hanno solo usato i nomi di famiglia,sono tutti bravi così-scherzò.
-A me piace il tuo nome-disse semplicemente lei alzando le spalle.
-Che ne dici di Emily?-le chiese lui deciso a cambiare discorso.
Rebecca sospirò e si issò a sedere,voltandosi poi verso di lui per fissare il suo volto con aria di rimprovero,neanche dovesse confrontarsi con un bambino di cinque anni.
-Quando la smetterai di comportarti così?-gli domandò infatti.
-E tu quando la smetterai di farmi sempre le stesse domande?-chiese a sua volta lui.
-Ronnie,senti,so che sei rimasto ferito dal comportamento di James,ma...-
Il rosso scosse la testa con decisione e fece per parlare,ma lei lo bloccò alzando una mano davanti ai suoi occhi in modo che lui potesse vederla e ascoltasse quello che aveva da dirgli.
-No,adesso parlo io!Qualsiasi cosa stia succedendo fra Rose e James non è affar nostro...Hanno deciso di stare insieme,bene che lo facciano pure.
Ma questo non deve complicare i rapporti fra te e tuo fratello-gli disse in tono serio.
-Quale rapporto?Lui mi ha tagliato fuori dalla sua vita per mesi!-ribattè il ragazzo deciso a non cedere senza aver almeno provato a combattere.
Rebecca sospirò rumorosamente e tirò su con il naso,riordinando le idee in quel breve lasso di tempo.
-Hai dimenticato di quando hai passato mesi,l'anno scorso,senza parlargli perchè mi credevi interessata a lui?
Se lui fosse stato testone quanto te,non avresti avuto modo di chiedergli perdono-gli fece notare lei.
-Vuol dire che lui è migliore di me,okay?-sbottò Ronald chiaramente irritato.
Quelle parole le fecero capire che era passato ancora troppo poco tempo,che c'erano ancora dei nervi scoperti su quella ferita perchè ne potessero parlare liberamente.
Magari un giorno avrebbero riso e scherzato ricordando quei momenti,ma ora era ancora troppo presto.
In silenzio Rebecca gli si avvicinò e gli poggiò il mento sulla spalla sinistra,accarezzandogli i capelli con una mano,sapendo che sarebbe bastato quel poco a calmarlo.
-Beh dovrai pur dirlo a qualcuno...Non puoi portare da solo questo peso-gli disse con voce bassa.
-Pensi che finirò con l'impazzire?-le domandò lui ironico.
Lei gli diede un piccolo pugno sul braccio sinistro.
-Vuoi fare il serio per almeno due minuti?Parlo seriamente!
Io non so come farei se non potessi parlare di quello che sta succedendo con Rachel-gli confessò.
Ronald aggrottò la fronte e la fissò sorpreso.
-Ci sarei sempre io-le ricordò.
Rebecca accennò un sorriso e,dopo qualche altro istante,annuì.
-Hai ragione,ma non sarebbe la stessa cosa...Non fraintendermi Ronnie,ma lei è una ragazza: posso parlarle anche di cose che tu non capiresti o non riterresti importanti-gli spiegò.
-Ad esempio?-
-Che diresti se ti dicessi che questa mattina ho scoperto di pesare due chili di più?-gli domandò mettendolo alla prova.
-Che è normale e che è un segno che il bambino sarà forte come tutti i Potter-le disse senza esitazione.
Rebecca annuì,un sorriso saputo sul volto.
-Proprio come immaginavo...Ascolta,ti amo anche solo per aver detto quelle cose,ma ci sono dei momenti in cui la razionalità non serve:non ho bisogno di sentirmi dire che "è normale".
Voglio qualcuno che mi dica che mi ricordi che per i prossimi sette mesi continuerò ad ingrassare,indipendentemente dal mio volere,così ci penserò su due volte prima di soddisfare ogni voglia di questo qui-disse accompagnando le ultime parole con una carezza al ventre ancora piatto.
Ronald,riflettè qualche istante sulle sue parole per poi accennare un sorriso e muovere la testa verso di lei finchè le loro nuche non si incontrarono;per qualche secondo chiuse gli occhi,riflettendo sulle parole della ragazza:qualcuno con cui parlare.
Beh in fondo anche lui aveva delle cose di cui non poteva parlare con Rebecca:nonostante continuasse a mostrarsi sempre forte e sicuro di sè,almeno con lei,c'erano dei momenti, specialmente quando era solo, in cui la paura lo assaliva e lo portava a chiedersi se non stessero facendo la cosa sbagliata.
Già,ma con chi poteva parlarne ora che aveva perso il suo confidente abituale?

 

-Ok forza,qual'è il problema?-
Due occhi verdi incontrarono due iridi di ghiaccio che lo fissavano noncuranti,e per qualche istante il verde-argento ebbe qualche dubbio che quelle parole fossero state effettivamente pronunciate.
La cena era finita da neanche mezz'ora ed erano pochi i Serpeverde che erano già ritornati alla Sala Comune,preferendo perdersi in giro per il Castello a caccia di attività proibite o di divertimenti sconvenienti.
-Di che parli?-gli domandò Luke affondando sempre di più nella poltrona di pelle nera che era sistemata accanto al camino spento.
Se c'era una cosa che l'amico non era mai riuscito a fare era mentigli:poteva essere un grande mago,e sarebbe sicuramente diventato un grande Mago oscuro,ma non sarebbe mai riuscito a mentire al suo migliore amico.
Forse quello era il suo punto debole...
-Da quanto siamo qui?-gli domandò Scorpius restando in piedi davanti a lui.
-Qui?Intendi ad Hogwarts?-chiese per essere sicuro di aver capito bene.
Il biondo annuì.
-Neanche una settimana,perchè?-
-In tutto questo tempo non hai detto neanche una parola sulla Grifondoro...Non hai fatto il gesto di andarla a cercare neanche una volta-gli fece notare lui.
Chiaramente a disagio per quelle parole,Luke si mosse sulla poltrona e allontanò lo sguardo da quello dell'amico.
-Sai che è venuta a cercarti mentre eravamo sull'Espresso?-gli domandò ancora Scorpius.
Fulmineo lo sguardo ritornò sul volto efebico di Scorpius,con un espressione incredula che gli trasfigurava i tratti del viso.
-Oh...Davvero?-chiese.
L'altro annuì.
-Ma quando ti ha visto abbracciato alla tua fidanzata,ha preferito non interrompere l'idillio- commentò sarcastico.
-Non è la mia fidanzata-ribattè subito l'altro.
-Davvero?Eppure la voce che gira è un'altra...Da quello che arrivava quest'estate alla Tana stavate già facendo il giro delle gioiellerie di Diagon Alley alla ricerca dell'anello di fidanzamento perfetto-gli disse poggiando un piede su un bracciolo della poltrona nera e sporgendosi verso l'amico.
-Falla finita-
-Mi raccomando non dimenticarti di mandarmi l'invito all'indirizzo giusto...Non vorrei perdermi il vostro matrimonio per niente al mondo-commentò imperterrito Scorpius.
-VAFFANCULO Scoprius!Perchè non vai a rompere le palle al tuo di Grifondoro?-sbottò Luke puntando sul ragazzo due occhi pieni di rabbia.
Scorpius lo fissò qualche istante prima di annuire e tornare in posizione eretta;l'attimo dopo gli voltò le spalle e si avviò verso la porta della Sala Comune.
-Credi di essere migliore di me soltanto perchè ti sei ribellato a tuo padre?-si sentì chiedere.
Tornò a voltarsi e vide che Luke era in piedi,a pochi metri dalla poltrona che aveva occupato fino a quel momento,lo sguardo ancora su di lui.
Alzò le spalle.
-Almeno adesso nessuno mette più bocca nelle mie decisioni.
Tu puoi dire lo stesso?-gli chiese conoscendo già la risposta.
Vide lo sguardo di Luke abbassarsi sul pavimento e per qualche istante restarono in silenzio, l'uno incapace di andarsene ritenendo insoluta la questione e l'altro non in grado di dar voce alle proprie frustrazioni.
-E' solo che è così difficile...-riuscì alla fine a dire il moro.
Non era solo difficile,era anche spaventoso e Scorpius lo sapeva bene visto che c'era passato a sua volta non meno di due mesi prima.
Conosceva la sensazione di immobilità e di frustrazione che si sentiva nella posizione di Luke, e sapeva che dopo,quando sarebbe venuto il momento di lottare per far valere i propri diritti sarebbe stato ancora peggio,ma ora che era veramente libero avrebbe affrontato quel percorso ancora mille volte se serviva a renderlo un "uomo" libero.
Ora poteva vivere la sua vita come aveva sempre voluto,Luke poteva dire lo stesso?
-Lo so.
Ma sempre meglio che permettere agli altri di gestire la tua vita,non credi?-
Tornò a voltargli le spalle e senza altro ripensamento si avviò verso l'uscita della Sala Comune.


Alla fine,dopo aver riflettuto a lungo sul consiglio di Rebecca gli era venuta in mente una sola persona.
E,forse proprio a causa del discorso che aveva avuto con la ragazza,sentiva un bisogno impellente di parlare,di sfogarsi con qualcuno perchè questi condividesse quello che gli stava succedendo.
Così aveva attraversato il passaggio segreto sotto il Platano Picchiatore e si era ritrovato nella Stamberga Strillante,cercando di non riportare alla mente quello che era successo l'ultima volta che era stato lì con James e Daniel.
Salì una rampa di scale facendo attenzione ai gradini scricchiolanti e mezzi rotti che minacciavano di crollare sotto la minima pressione e si fermò davanti alla porta che ben ricordava,battendo due colpi ben distinti sul legno marcio.
-Al,sei qui?Sono Ronald-disse per evitare situazioni imbarazzanti.
Il silenzio che arrivò dall'altra parte lo portò a chiedersi se non avesse sbagliato stanza,o se addirittura non avesse sbagliato posto:magari Albus era ad Hogwarts nella Sala Comune o nella Stanza delle Necessità e lui lo stava cercando lì!
Poi dei rumori dall'interno gli fecero capire che non si era sbagliato.
-Entra-
Aprì la porta e cercò di abbracciare con lo sguardo tutta la stanza,alla ricerca di qualcosa di inconsueto,trovando il letto ancora in perfette condizioni,suo fratello con indosso un paio di jeans blu scuro ed una camicia a righine verdi e rosse,in piedi a pochi centimetri dal letto che lo fissava.
-Ehi-lo salutò il rosso chiaramente a disagio.
Al gli sorrise e si sedette sul letto,invitandolo a fare lo stesso.
-Se devo essere sincero,non eri la persona che stavo aspettando-gli confessò continuando a sorridere.
Ronald annuì e tese i muscoli facciali in un sorriso forzato,posando lo sguardo sulle proprie mani giunte sulle ginocchia.
-Lo so...voglio dire lo immagino-si affrettò a rettificare.
Sempre più divertito dall'imbarazzo del fratello Al sorrise e gli diede una pacca sulla schiena.
-Sta tranquillo fratellone...Respira-disse cercando di tranquillizzarlo.
Ronnie annuì,le labbra serrate una contro l'altra.
-E' successo qualcosa?-gli domandò ancora il moro continuando a guardarlo.
Ronald restò in silenzio,non trovando le parole adatte per iniziare il discorso:aveva deciso di parlarne con Albus,ma come?
Non era certo una cosa che si è soliti dire tutti i giorni,e non sapeva quale sarebbe stata la reazione del fratello...Oddio che casino!
-Sto per scoprire il motivo della lite fra te e Jim?-tentò Al.
Ronald scosse la testa.
-No,questa è una cosa che riguarda soltanto me-gli disse prima di coprirsi il volto con entrambe le mani.
Ma che gli era saltato in mente?Come poteva presentarsi dal fratello e dirgli una cosa del genere dopo che per anni lo aveva escluso dalle sue confidenze?
-Sai forse è stata una cattiva idea...Magari è meglio se...-disse scoprendosi di nuovo il volto e facendo il gesto di alzarsi in piedi.
Albus scosse la testa e lo fece risedere posando una mano sulla sua spalla destra e spingendolo gù.
-Assolutamente!Non avrai mica intenzione di andartene dopo avermi messo l'ansia?Che ti succede?-gli domandò.
Ronald fissò il muro davanti a sè e restò in silenzio:forse non c'era un modo giusto per dare una notizia del genere,forse doveva soltanto buttarla fuori tutto d'un fiato.
Renderla reale anche per Albus.
-Rebecca è incinta-disse dopo aver preso un respiro profondo.
Voltò la testa per incontrare lo sguardo del fratello e lo vide spalancare gli occhi per la sorpresa.
-Ahi!Questa davvero non me l'aspettavo...-gli confessò il moro-Da quanto?-domandò poi.
-Otto settimane-
Al fece un veloce calcolo che lo portò a strabuzzare ancora di più gli occhi.
-Due mesi?Fossi stato al tuo posto avrei aspettato ancora un pò per dirlo a qualcuno!Sai che hai poco tempo per prendere una decisione?-gli fece notare dandogli un buffetto sul petto.
Ronald deglutì cercando il coraggio per annunciargli anche la seconda parte della "rivelazione",ma ad Albus bastò il silenzio prolungato per capire.
-Non dirmelo...-gli disse.
L'altro annuì,tornando a posare lo sguardo sul fratello.
-Volete tenerlo?-chiese per essere certo di aver capito bene.
Ronald annuì ancora una volta.
Percorso da una scarica inaspettata di adrenalina,Albus si alzò in piedi e iniziò a camminare per la stanza davanti al rosso.
-Ma non potevi stare attento?-
-E tu credi che quella fosse la prima volta che io e Rebecca andassimo a letto insieme?Sono mesi che lo facciamo e non c'erano mai stati problemi!
Ma quella volta era estate,non potevamo usare i nostri poteri e dopo aver provato un paio di volte con i contraccettivi babbani abbiamo deciso di lasciar perdere...-gli raccontò.
"Che potrà mai succedere?"si ricordò di aver pensato.
Il fratello lo guardò neanche avesse di fronte un'alieno.
-Davvero non sai come si infila un preservativo babbano?-gli chiese.
L'altro scosse la testa.
-Abbiamo sempre usato gli incantesimi contraccettivi,perchè dovrei saperlo?
Tu lo sai?-gli domandò a sua volta.
-E' una delle prime cose che devi imparare in una relazione gay!-ribattè l'altro.
-Niente condom niente sesso,quanto odio questa regola-s'intromise una voce dalla porta della stanza.
I due ragazzi si voltarono verso la porta e mentre Albus sorrise alla vista di Scorpius,Ronald si irrigidì:il biondo era un caro amico di Rebecca e soprattutto i loro padri erano amici di vecchia data,cosa avrebbe pensato di tutta quella situazione?
-Stiamo ripassando la teoria?-chiese Scorpius avvicinandosi ad Al e dandogli un bacio veloce sulle labbra.
I due fratelli scossero la testa all'unisono,restando entrambi in silenzio,portando il Serpeverde ad aggrottare la fronte.
-Allora cosa?Hai qualche problema con Rebecca,Ronnie?Se vuoi posso darti qualche dritta...- gli disse guardando il rosso.
-No grazie tutto bene-
Scorpius portò lo sguardo su Albus,fissandolo con aria interrogativa e questi sospirò.
-Rebecca è incinta-gli confidò.
-ALBUS!-lo riprese il fratello.
-Scusa,ma io non ho segreti con Scorpius...E poi quando mamma e papà lo verranno a sapere si accorgerebbe della tua assenza-gli disse serafico.
Ronald scosse la testa cercando di non lasciarsi andare alla rabbia e alzandosi voltò le spalle ai due ragazzi.
-Da quanto?-sentì chiedere al biondo.
-Due mesi...E sembra che vogliano tenere il bambino-
Ad accompagnare quelle parole arrivò un suono ironico da parte di Scorpius che lo fece irritare:era talmente assurdo che loro avessero preso quella decisione?
Che volessero davvero quel bambino?
-Sai credevo che fra tutti,tu saresti stato l'unico che avrebbe capito i motivi per cui avevamo fatto questa scelta-disse voltandosi e fissando lo sguardo sul volto del fratello.
Albus restò in silenzio,in attesa che l'altro continuasse.
Ronald tirò su con il naso cercando di calmarsi e si passò una mano fra i capelli scoprendo per un'istante la fronte.
-Quando Rebecca mi ha detto di questo bambino ho pensato "Ecco,la mia vita è finita".
Ho diciassette anni e fra sette mesi sarò padre.
Sono spaventato...Ho una paura fottuta di non essere all'altezza,di star facendo la cosa sbagliata,che forse è ancora troppo presto.
Ho addirittura paura che un giorno mio figlio mi possa rinfacciare di avergli fatto vivere una vita d'inferno!
Poi però penso a Rebecca-
Spontaneo un sorriso era nato non appena aveva pronunciato quel nome.
-Penso che non ho mai amato nessuna come lei e che se amerò questo bambino anche solo la metà,allora sarò un buon padre.
So che non sarà facile all'inizio,che dovrò vedermela con mamma e papà e che probabilmente il Professor Paciock vorrà la mia testa su un piatto d'argento,ma sono certo di poter affrontare tutto questo-
Albus fissò suo fratello per qualche altro istante prima di respirare rumorosamente.
-Quando mamma e papà lo scopriranno,fammi un favore...Tieni fuori il mio nome-gli disse.
Ronald sorrise e annuì,prima che il moro lo abbracciasse per la prima volta in anni.
-Andrà bene...E se anche dovessero volere la tua testa,prometto che mi prenderò cura del mio nipotino-

 

Lo trovò nel corridoio del ritratto della Signora Grassa.
Stanca di vederla con quell'aria depressa e triste,le sue amiche l'avevano trascinata a vedere gli allenamenti di un gruppetto di Grifondoro del quarto anno che sperava di entrare della squadra.
Alla fine era riuscita a divertirsi e a dimenticare i cattivi pensieri per un paio d'ore,al punto da sfoggiare un timido accenno di sorriso mentre ritornava verso la Torre insieme alle sue amiche.
Ma questo scomparve non appena lo vide fare un passo verso di lei.
-Alice-la chiamò,a rendere più cihare le sue intenzioni.
Lo fissò in silenzio,a lungo,per essere davvero certa che fosse davanti a sè,del resto dopo due settimane in cui non lo aveva visto se non di sfuggita per i corridoi o nella Sala Grande era normale che lo scambiasse per un'allucinazione.
-Allie,vieni con noi?-le domandò Kelly,una sua compagna di stanza.
Era davvero tentata di entrare nella Torre senza parlargli,ignorarlo come lui aveva fatto con lei, ma ovviamente non lo fece.
Forse era colpa della sua stupida parte Grifondoro...
-Andate avanti,vi raggiungo fra un attimo-disse rivolta verso il gruppetto d'amiche,che per tutto il tempo non aveva fatto altro che spostare lo sguardo da lei a Luke.
Il silenzio venne interrotto dal rumore della porta che si apriva e lasciava passare le ragazze e che successivamente si richiudeva,poi calò il gelo.
Era venuto per lasciarla?
Non aveva bisogno di tanta delicatezza,aveva capito fin dal primo giorno qual'era il destino della loro storia.
-Hai intenzione di restare lì in silenzio oppure dirai qualcosa?-gli chiese interrompendo il lungo silenzio.
Luke alzò lo sguardo e la fissò per qualche secondo,i denti che mordicchiavano la parete morbida del labbro inferiore.
-Volevo chiederti scusa per il mio comportamento degli ultimi giorni-si decise a dire.
Evitava il suo sguardo,per la prima volta da quando lo conosceva:aveva qualcosa da farsi perdonare?
Era forse stato di nuovo a letto con la Greengrass?
-Non ce ne era bisogno...-gli disse continuando a mantenere il piglio duro.
L'ultima cosa che voleva era fargli capire quanto il suo comportamento l'avesse ferita e quanto ancora la facesse stare male.
Non gli avrebbe permesso di umiliarla fino a quel punto.
Luke scosse la testa e fece un passo verso di lei,facendola istintivamente arretrare,gesto che lo lasciò sconcertato.
-Perchè scappi da me?Hai paura che ti faccia del male?-le chiese confuso.
Alice scosse la testa.
-No,ma non c'è bisogno di stare così vicini...La tua fidanzata non approverebbe-aggiunse.
-Mandy non è la mia ragazza,lo sai bene-ribattè lui deciso.
Alice annuì,un gesto inutile fatto giusto per farlo felice.
-Dimmi che mi credi-chiese infatti lui.
La ragazza alzò le spalle,prima di riportare lo sguardo su di lui.
-Perchè ti importa quello che penso io?In fondo neanche io sono la tua ragazza-gli fece notare.
Luke aggrottò la fronte e la vide annuire di nuovo.
-Del resto lo abbiamo sempre saputo che non sarebbe durata,e che la lontananza sarebbe stata un grande problema...-elencò lei.
-Ma di che cazzo stai parlando?-
-E' finita.
Se mai è davvero iniziato qualcosa fra di noi-disse con voce fredda Alice.
Una voce che Luke non gli aveva mai sentito prima di allora.
Una voce che era quasi innaturale per la ragazza e che sarebbe durata ancora per poco.
-Ora se vuoi scusarmi...Devo andare-gli disse infatti prima di dargli le spalle.
Fece in tempo a fare un passo che una mano si strinse attorno al suo polso e la fece voltare di nuovo verso il ragazzo.
Si ritrovò con il volto di Luke ad una minima distanza dal suo e,nonostante il suo cuore e la sua anima la stessero implorando di avvicinarsi a sua volta e baciarlo,restò immobile,fissandolo con occhi vuoti.
-Ascolta so di aver sbagliato,ma ti prometto che saprò farmi perdonare se mi dai un'altra possibilità...-le disse parlando in modo concitato.
-L'ho già fatto,ricordi?-gli fece notare cercando di liberare il polso dalla sua stretta.
Con un ultimo strattone riuscì ad allontanarsi da Luke e per mettere maggiore distanza fra di loro arretrò di un paio di passi.
Gli voltò di nuovo le spalle e si avviò verso il ritratto della Signora Grassa,che aveva assistito a tutta la conversazione attentamente,quando la sua voce gli arrivò flebile,neanche fosse stata trasportata dal vento.
-Io ti amo...-
Già,anche lei,ma a volte l'amore non bastava a tenere insieme due persone.

 

 

Salve a tutti!!!!I'M BACK!!!

Mi dispiace per quelli che credevano di essersi,finalmente,liberati di me ma sono ancora qui pronta a darvi il tormento con le mie storie...Ok ora la smetto con i miei scleri!

Prima di tutto,volevo ringraziare qll che hanno aspettato pazientemente e nn mi hanno tirato i pomodori quando hanno trovato l'avviso al prosto di un nuovo aggiornamento,siete i fans(posso chiamarvi così?) migliori che una mezza scrittrice come me poteva avere!

Ora veniamo alla storia:siamo alle battute finali,mancheranno 5 capitoli al massimo per dare un senso a tutte le storie e,anche se so che credete che ci vorrebbe + tempo x risolvere tutte le questioni lasciate insolute,vi prometto che non sarete insoddisfatti della fine.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di ortografia e battitura.

La frase in corsivo all'inizio del capitolo è tratta da "End of the end di Skeeter Davis.

E ora i ringraziamenti:Kikka'15(Già sarebbe il minimo se a qualcuno venisse una crisi isterica,ma cercheremo di far comportare i nostri in modo civile e maturo...Per quanto possibile),Lotti_(Il grande problema di Alice è l'insicurezza;puoi ripeterti fino alla noia che sai di essere amata,ma alla fine hai bisogno di un gesto,di qualcosa che dimostri effettivamente qst amore,a riprova di tt qll che vedi e senti;Ovviamente Ronald e Rebecca nn si presenteranno a casa Potter con il pancione,anche perchè prima di dare il grande annuncio ne combineranno un'altra ancora + grande!),Sweey(Lieta di averti fatto felice!Hai proprio ragione...E pensare che ve li avevo presentati come dei secchioni noiosi,ora si sn trasformati nell'esatto opposto!Anche io adoro Al e Scorpius,lo sai,e anke se nn darò a loro lo spazio concessogli negli scorsi capitoli,avranno anche loro una piccola chiusura che sn certa nn vi dispiacerà),Ginevrapotter'90(Grazie per i complimenti!Tranquilla rispetto il tuo parere su Rose e James,del resto nn tt le coppie possono piacere a tutti;anche se nn ho raccontato in prima persona la 1 volta di Dan e Lily prometto di farmi perdonare nei prox capitoli...),Sunshine'86( Il mio scopo era proprio metterti la pulce nell'orecchio...Cmq x il momento posso dirti ke ci sarà un salto temporale abbastanza consistente e che,al contrario di qui,nn ci saranno i seniors,a meno di situazioni in cui è richiesta la loro presenza...In realtà,come Ronald ti ha spiegato poc'anzi,la gravidanza nn è stata causata dall'incantesimo contraccettivo,ma da i contraccettivi babbani a cui non erano abituati),Luthien241(St.Harry e St Ginny!Beh in effetti almeno il processo di beatificazione dovremmo iniziarlo dopo tt qll che hanno passato in qst fiction!Una dichiarazione d'amore da parte di Scorpius?Io ci provo,ma nn assicuro nulla.Del resto il ns biondino è convinto che le parole nn servano in certe situazioni e ultimamente gli sto dando sempre + ragione),Nefene(E nn è ancora tutta!Vedrai che altro combineranno prima della fine...Credo davvero che Scorpius,con Albus,abbia scoperto una parte di sè che non credeva di avere:sapere di essere amato,incondizionatamente,lo ha portato a cambiare e a migliore sè stesso),Angel_SG(Credo che Ronnie e Rebecca siano la coppia + zuccherosa, ma nn importa xkè in mezzo al caos delle altre coppie ci sta bene un pò di zucchero),IRE'89(Chi avendo a disposizione Albus o Scorpius nn lo chiuderebbe in camera da letto e butterebbe la chiave dalla finestra?Io sarei la prima a farlo!Credo sarà davvero dura raccontare la reazione di Ginny,ankè se la immagino meno drammatica di quella di Molly alla scoperta di Eliza,ma nn riesco proprio ad immaginare cm descrivere la sua delusione verso quel figlio che ama tanto e che secondo lei si è tagliato le ali da solo...Sarà una dura lotta!PArliamo di Mandy e Luke:io nn credo che il suo problema sia la solitudine:forse è davvero un pò innamorata di Luke e cerca,in modi sbagliatissimi certo,di far ricambiare i propri sentiment;dall'altra parte c'è lui che sta perdendo sempredi + le speranze di vincere quella battaglia contro la sua famiglia e che io inizio a vedere cm un codardo xkè nn ha il coraggio di battersi per ciò che ritiene importante).

Bene per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Who knew"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 40
*** Who knew ***


who knew

 

 

"I thought that you'd be loving me
I thought you were the one who'd stay forever
But now forever's come and gone
And I'm still here alone"

 

-Diventerò zio!Ti rendi conto?-
Era talmente scioccato da quella novità che,nonostante fossero passate alcune ore dall'annuncio di Ronald,non riusciva ad allontanare il pensiero da quel piccolo Potter che sarebbe arrivato di lì a qualche mese.
Quando Ronald se ne era andato la sua mente era stata catturata completamente da Scorpius, come succedeva ogni volta che erano insieme,ma ora che erano sdraiati sul letto fra il sonno e la veglia quel ricordo era tornato a fargli visita.
-Stai facendo tante storie e diventerai soltanto zio...E se fosse stato figlio tuo che avresti fatto?-mugugnò il biondo senza alzare la testa dal cuscino.
Al alzò le spalle,muovendosi nel letto per poter incontrare lo sguardo del ragazzo.
-Beh per un figlio nostro è ancora presto...-commentò il moro.
Quelle parole portarono Scorpius a svegliarsi del tutto.
Albus lo vide fissarlo per qualche istante prima di rizzarsi a sedere nel centro del letto,il torace nudo lasciato scoperto dalle coperte.
-Che ti prende?-gli chiese Al fissandolo perplesso.
Il biondo si voltò e lo fissò per qualche istante in silenzio:ma che passava per la testa di Al?
Loro erano due gay,non potevano avere figli!
O almeno lui la vedeva così...
Non ci si vedeva proprio come marito e padre di famiglia,anche se doveva ammettere che ultimamente,stando a contatto con Harry Potter,il suo concetto di padre era cambiato.
-Spero tu stia scherzando-gli disse.
Al assottigliò lo sguardo e facendo forza su un gomito si sollevò leggermente dal letto, scuotendo la testa.
-Hai davvero pensato a te e me con dei figli?-gli chiese con un'espressione sempre più sorpresa.
-Che c'è di così assurdo?-gli domandò di rimando il moro.
Scorpius sospirò e si portò due dita agli angoli degli occhi,cercando le parole giuste per spiegargli come la pensava su quella situazione.
-Noi siamo gay-disse poi tornando a guardarlo.
Al annuì,un'espressione divertita sul volto.
-Credi che non lo sappia?-
L'altro scosse la testa,girandosi verso di lui nel letto.
-Allora spiegami cosa c'entra questa storia dei figli-gli disse.
Al alzò di nuovo le spalle.
-Beh tutte le coppie che si amano prima o poi vogliono averne...-gli fece notare.
Scorpius si fece scappare un suono ironico dalle labbra sottili.
-Da dove vieni,dal regno delle fiabe?-gli chiese incapace di trattenersi.
Capì subito di aver sbagliato tono e parole quando vide l'espressione ferita e subito dopo arrabbiata del compagno.
Scosse la testa e tese un braccio fra di loro,evitando però di sfiorare la mano del moro.
-Comunque,torno a dirti:noi siamo gay-
-E allora?Questi dovrebbe impedirci di creare una famiglia?-gli domandò Al mettendosi a sedere a sua volta.
Scorpius abbassò lo sguardo,restando in silenzio ben sapendo che quello che le parole che stava per dire avrebbero ferito Albus.
Perchè accidenti avevano iniziato quel discorso?Perchè Ronald aveva deciso di confidarsi con Al invece che con James come faceva di solito?
Se quello fosse rimasto un segreto ora non sarebbero stati lì a discutere,ma probabilmente lui si sarebbe lasciato scivolare nel sonno accanto ad Albus,sentendolo avvicinarsi nel letto durante la notte fino a trovarlo raggomitolato contro il proprio petto al risveglio la mattina dopo.
Ma ora non poteva restare in silenzio,e certamente non poteva far finta di niente.
Avrebbe potuto mentire,ma Albus lo conosceva meglio di chiunque altro e aveva imparato a smascherare le sue bugie con un solo sguardo.
Così rialzò lo sguardo sul suo volto e fissò i suoi occhi verdi prima di sospirare rumorosamente.
-E se io ti dicessi che non voglio avere figli...Per niente?-gli chiese cauto.
Quelle parole attecchirono gradualmente nella mente di Al,e quando finalmente il loro senso gli arrivò nella loro interezza,un'espressione vuota si dipinse sul suo volto.
-Oh...-disse semplicemente.
Era tutto quello che riusciva a dire:era strano per lui che amava tanto essere circondato da bambini e che era cresciuto in una famiglia numerosa vedersi precludere la stessa possibilità.
Poco importava che quell'eventualità non si sarebbe presentata per almeno cinque anni,ma fin da quando era bambino aveva avuto ben chiaro nella mente che avrebbe avuto almeno un figlio.
Incapace di fronteggiare quel silenzio e quella mancanza di reazioni,Scorpius decise di reagire come era solito fare:con i suoi modi Malfoy.
-Ora per favore possiamo smetterla di parlare di quest'argomento e rimetterci a dormire?-gli chiese con voce ferma,che non ammetteva repliche.
Per dar maggior credito alle sue parole,si sdraiò supino sul materasso e piegando un braccio sotto la testa.
Albus restò immobile nella stessa posizione che aveva avuto fino a pochi istanti prima,neanche avesse disimparato a muoversi,lo sguardo fisso sul muro di fronte a sè e la mente che si agitava frenetica.
Aveva bisogno d'aria,di stare da solo...
Senza dire nulla,diede le spalle a Scorpius e scostò le coperte alzandosi in piedi;l'attimo dopo aveva già in mano i pantaloni dell'uniforme.
-Che stai facendo?-gli domandò Scorpius,la fronte aggrottata per la sorpresa.
Non era quello che si aspettava...
-Ho bisogno di riflettere-gli disse senza guardarlo il moro.
-Non puoi farlo qui?-gli chiese l'altro tornando di nuovo a sedersi nel letto.
Albus scosse la testa e si infilò la camicia,iniziando ad abbottonarla.
Scorpius non era abituato a quella reazione:avevano sempre litigato,ma ogni volta sapeva come affrontare quelle situazioni perchè c'erano urla,ingiurie e sguardi carichi di rabbia.
Ora non c'era niente:si trovava di fronte il vuoto.
-Oh andiamo...Era solo uno stupido discorso ipotetico-gli disse cercando di attirare su di sè le reazioni che sapeva controbattere.
Albus,però,si limitò ad annuire ed infilò il maglione e le scarpe prima di lanciargli un veloce sguardo.
-Ci vediamo al Castello-gli disse prima di avviarsi alla porta della stanza.
Lasciandolo lì da solo,in compagnia della sua rabbia non sfogata.


Fu la prima a sentirla piangere.
Del resto non sarebbe potuto essere altrimenti visto che Ron era sotto la doccia.
Per qualche istante restò immobile,il libro aperto sulle ginocchia,in ascolto di quel pianto lontano che le riportava alla memoria ricordi di un passato che non sarebbe mai tornato.
Era stata sua l'idea che Ron ed Eliza si trasferissero di nuovo a casa.
Certo,il suggerimento iniziale era arrivato dalla loro consulente matrimoniale,ma era stata lei che,dopo aver pensato a lungo e aver analizzato quella situazione da tutti i punti di vista possibili,aveva deciso di muovere l'invito verso l'ex marito e la figlia.
Il viaggio in Grecia aveva aiutato entrambi a ricordare com'era vivere insieme,trascorrere delle ore insieme senza dover litigare anche per la minima cosa,le aveva riportato alla memoria altri viaggi simili che avevano fatto tutti e quattro insieme durante gli anni del loro matrimonio; ogni sera,durante quelle settimane,lei e Ron se ne stavano sulla terrazza della loro camera d'albergo e parlavano della serata appena trascorsa,confrontando le loro opinioni,bevendo ouzo e ridendo per le "avventure" vissute durante la giornata.
In quelle poche settimane si era sentita vicina a Ron come ormai non le succedeva da anni.
Aveva riscoperto com'era parlare con quello che,prima di essere suo marito,era stato il suo migliore amico,ritrovando la stessa sensazione di pace e serenità ogni volta che i loro punti di vista erano simili.
Sapeva che anche per Ron era lo stesso...Lo capiva da piccoli gesti e da impercettibili smorfie del viso che soltanto lei era capace di interpretare.
E fu proprio quella sua abilità a farle capire un'altra cosa,evidente sul suo volto,ma che Ron avrebbe minimizzato:la sofferenza per essere lontano da Eliza.
La piccola,per quel breve periodo di tempo,era stata affidata alla sorella di Cassie,che avrebbe passato i mesi estivi in Scozia;ogni sera Ron si collegava tramite camino con l'abitazione della donna e le chiedeva informazioni sulla bambina,riuscendo un paio di volte a vederla e a farle qualche smorfia buffa attraverso i carboni ardenti del fuoco acceso.
Hermione aveva osservato di nascosto quelle conversazioni,scoprendosi ogni volta sorpresa e commossa per quella parte tenera e amorevole che Ron mostrava nei confronti di Eliza.
Era stato questo che l'aveva spinta a chiedergli di tornare a casa?A dirgli di portare con sè la bambina?
Non ne aveva la più pallida idea,ma ricordava perfettamente che gli aveva fatto quella proposta certa che lui avrebbe rifiutato.
Invece non l'aveva fatto.
-Da qualche parte dovremmo pur iniziare per costruire una nuova famiglia,no?-aveva invece commentato.
Ed ora erano lì:Ron si era sistemato nella stanza degli ospiti con Eliza,si occupava di lei personalmente,cercando di non disturbarla troppo con le necessità della bambina.
Non erano passate neanche tre settimane da quando avevano trovato quell'accordo e fino a quel momento aveva funzionato alla grande.
Il pianto di Eliza sembrò aumentare di intensità e la portò ad alzarsi dalla poltrona e a lasciarvi cadere sopra il libro,prima di uscire dal salotto e avvicinarsi alla scala che collegava i due piani della casa.
Poggiò la mano sinistra indecisa se salire a controllare che tutto fosse apposto o se chiamare a gran voce Ron per avvertirlo che la bambina si era svegliata,accantonando subito la seconda idea:se non aveva sentito piangere la figlia fino a quel momento e gli stava a pochi metri di distanza,come avrebbe potuto sentire lei dal piano di sotto?
Sospirò e iniziò a salire le scale,avviandosi poi verso la stanza degli ospiti la cui porta era socchiusa e da dove il pianto di Eliza si sentiva più chiaramente.
Aprì la porta e fece un passo nella stanza,guardandosi intorno:Ron aveva cambiato la carta da parati,mettendone una con degli orsacchiotti,completamente incurante del fatto che anche lui dormisse lì.
Si avvicinò alla culla di Eliza e si affacciò sopra il lettino per farsi vedere da lei.
Hermione e la bambina si scambiarono un lungo sguardo prima che quest'ultima si producesse in una smorfia e provasse ad infilare il pugno destro in bocca.
Istintivamente la riccia sorrise e si chinò su di lei accarezzandole il palmo della mano sinistra.
-Ehi...Eri tu che facevi tanto chiasso?-le domandò a bassa voce.
In risposta ricevette un suono gutturale.
-Che c'è,non riesci a dormire?-le chiese ancora.
Si sporse ancora un pò verso la culla e riflettè,lo sguardo negli occhi di Eliza.
Quella era la bambina che suo marito amava tanto.
Avrebbe dovuto odiarla,visto che rappresentava il fallimento del suo matrimonio e di tutti i suoi sogni di ragazza,ma essendo sempre stata una ragazza fin troppo intelligente,sapeva che quella piccola non aveva nessuna colpa.
Inoltre sapeva che se voleva ricostruire il suo matrimonio doveva avvicinarsi ad Eliza,o almeno doveva iniziare a farlo.

"A gentle breeze from hushabye mountain
soflty blows from lullabye bay"

Quella canzone era la preferita di Rose ed Hugo,la ninna nanna che li aiutava ad addormentarsi senza incubi quando erano bambini.
Continuando a fissare gli occhi di Eliza,così simili a quelli di Ron,e ad accarezzarle le dita leggermente paffutelle,Hermione continuò a cantare con voce soffiata,nonostante andasse fuori tono.

"Close your eyes on hushabye mountain
wait goodbye to call off the day
watch your boat from hushabye mountain
sail far away from lullabye bay"

Alla fine della canzone gli occhi di Eliza erano socchiusi,e la piccola era chiaramente in uno stato di dormiveglia,così Hermione usò tutta la cautela possibile per staccarsi da lei ed alzarsi.
Solo quando tornò a voltarsi verso la porta si accorse della presenza di Ron a pochi metri dalla soglia,con i capelli ancora bagnati e con indosso l'accappatoio.
Il volto dell'uomo non era arrabbiato,piuttosto era sorpreso per quello che aveva appena visto,ma del resto poteva capirlo.
Muovendosi lentamente la riccia uscì dalla stanza,seguita dall'ex marito e,solo dopo che si furono richiusi la porta alle spalle parlò.
-Scusami se mi sono intromessa,ma stava piangendo...Tu eri sotto la doccia e....-gli disse non sapendo bene cosa dire.
Era arrabbiato perchè "gli aveva rubato il posto"?Se la sarebbe presa per quella intrusione?
Ron scosse la testa e accennò un piccolo sorriso.
-Hai fatto benissimo...Avrei dovuto portare l'interfono nel bagno-aggiunse poi,parlando più con sè stesso che con lei.
Hermione alzò le spalle,non sapendo bene come rispondere.
-Beh,sarà meglio che torni di sotto-disse poi.
L'altro annuì e la seguì con lo sguardo anche quando lei gli voltò le spalle e si avviò verso le scale.
-Hermione-la richiamò.
La riccia voltò la testa verso di lui e restò in attesa,gli occhi in quelli verdi dell'uomo.
-Grazie-


-Devo fare qualcosa...Non posso restare qui senza almeno provare a farle cambiare idea-
-Non ha nessun senso la sua reazione-
-Magari se riesco ad avvicinarla,a restare solo con lei...-
-Perchè non ha urlato,non mi ha tirato addosso il cuscino...Perchè cazzo è rimasto lì a guardarmi in quel modo?-
Cogliendo l'ultima frase dell'amico,Luke smise di camminare nervosamente avanti e indietro e fissò il ragazzo biondo che,seduto ad una delle poltrone della Sala Comune dei Serpeverde, fissava senza verderlo il fuoco acceso nel camino.
-Ma di che diamine stai parlando?-gli domandò.
Quasi riscuotendosi da uno stato di dormiveglia,Scorpius voltò la testa verso di lui e lo fissò chiedendogli con lo sguardo per quale motivo lo avesse interrotto.
-Stavo riflettendo ad alta voce-gli rispose come se fosse ovvio.
Luke si lasciò andare ad un suono sarcastico e scosse la testa.
-E pensare che per tutto questo tempo ho creduto che tu mi stessi ascoltando-gli disse.
-Perchè avrei dovuto farlo?Per sentire l'ennesima variazione sul tema "Ho perduto il mio amore,povero me, come farò?"-chiese ironico.
L'altro si lasciò cadere sul divano poco distante dalla poltrona occupata dal biondo e,stanco posò la testa sulla spalliera.
Due settimane erano passate da quando Alice aveva posto fine alla loro relazione.
Nei giorni subito seguenti la rottura aveva ricevuto uno scatolone contenente tutti i regali che le aveva fatto durante i due anni della loro storia e le foto che lei aveva di loro due insieme, decretando così la "morte" della loro relazione.
Sapeva di avere tutte le colpe del mondo,che avrebbe dovuto mostrarsi più sollecito nei confronti di Alice,che avrebbe dovuto mantenere tutte le promesse che le aveva fatto durante i mesi in cui lei era a Seattle.
Invece si era lasciato vincere dalla stanchezza e dalla pressione psicologica mossa dai suoi genitori e da Mandy.
Guardò l'amico e lo vide di nuovo immerso nei suoi pensieri,e si chiese che cosa gli fosse successo per renderlo così pensieroso.
-Che c'è?Il tuo Grifondoro ti ha mandato in bianco?-gli domandò in tono scherzoso.
Un sorriso ironico distese le labbra sottili di Scorpius prima che questo scuotesse leggermente il capo.
-Il mio Grifondoro si chiama Albus,credi di farcela ad imparare il suo nome?
E comunque no,io non vado mai in bianco-aggiunse quasi volesse cancellare una macchia dal suo onore.
Luke lo fissò qualche altro istante prima di mettersi più comodo sul divano,certo che quella sarebbe stata una lunga discussione.
-Non dirmi che c'è già un altro pretendente che lo insidia-ipotizzò ricordando l'ultima volta in cui aveva visto quell'espressione sul volto di Scorpius.
L'altro scosse la testa.
-No!Ci mancherebbe solo questo...-commentò prima di lasciarsi scappare un sospiro-E' solo che prima se ne è uscito con un discorso assurdo che non sta nè in cielo nè in terra-gli disse.
-Sarebbe?-
Due iridi grigie si fissarono sul volto del moro e lo bloccarono per qualche istante prima di fissare le proprie mani abbandonate in grembo.
-Per una serie di circostanze ci siamo ritrovati a parlare di bambini e lui ha detto che, certo fra un paio d'anni visto che ora siamo ancora due adolescenti idioti,vorrebbe costruire una famiglia con me-gli disse evitando di raccontargli cosa aveva scatenato quel discorso.
Luke lo fissò senza capire il motivo di tanto sconquasso interiore.
-Una famiglia con dei figli!Quasi si stesse dimenticando che noi siamo due gay...-
Quelle parole le aveva ripetute talmente tante volte in quelle poche ore che ormai anche il tono era perfetto.
-E tu forse hai dimenticato che ormai in Inghilterra i matrimoni civili fra gay sono legali-gli fece notare l'amico.
-Questo cosa c'entra?-chiese Scorpius aggrottando un sopracciglio perfetto.
Luke si grattò la testa cercando le parole giuste per spiegare quel concetto all'amico,stupito che proprio lui avesse una chiusura così netta su quell'argomento.
-Siamo nel Ventunesimo secolo Scorpius.
Ormai le famiglie composte da genitori gay sono quasi "normali",e forse confrontate alla mia e alla tua probabilmente lo sono.
Io non ci vedo niente di assurdo nell'idea del Grif...di Albus-gli confessò.
Scorpius si alzò in piedi e si avvicinò ad una delle grandi finestre della stanza,dandoli le spalle.
-E se io non fossi capace di amare?-chiese dopo un lungo silenzio senza voltarsi.
Luke fissò la schiena dell'amico sorpreso da quella domanda.
-Se i miei genitori,il modo in cui sono stato cresciuto mi impedissero di amare?
L'ultima cosa che vorrei è costringere un bambino a rivivere le cene nel più completo silenzio, o  gli infiniti tè di mia madre a cui ero costretto a partecipare quando ero bambino perchè lei potesse vantarsi delle sue capacità di genitore-raccontò con voce atona,quasi stesse parlando della vita di un'estraneo.
Per qualche istante nella stanza tornò il silenzio,mentre Scorpius ripensava agli anni della sua infanzia odiando i suoi genitori con tutto sè stesso e Luke cercava un modo per scuotere l'amico.
-Tu ami Albus?-gli chiese diretto.
Quel tono e soprattutto la domanda,portarono Scorpius a voltarsi e a fissarlo con aria basita.
-Ma che cazzo...-
-Rispondi!-disse secco il moro alzandosi a sua volta in piedi per poter fronteggiare alla pari l'amico.
Lo sguardo di Scorpius scappò cercando un modo di sottrarsi a quella domanda,ma alla fine dovette arrendersi all'evidenza.
-E anche se fosse?-chiese in un mugugno.
Un lieve sorriso apparve sulle labbra di Luke,sparendo l'attimo dopo per paura che l'amico si offendesse o peggio si arrabbiasse.
-Allora sei capace di amare.
E sicuramente se ami il Grifondoro saresti capace di amare anche un ipotetico figlio.
Il passato non è altro che un modo per imparare dagli errori degli altri in modo che,se siamo abbastanza furbi,riusciamo ad evitare di compiere gli stessi errori-gli disse con voce seria.
Il biondo rialzò lo sguardo e lo fissò silenzioso.
-Se anche non cambierai la tua idea devi comunque parlarne con il tuo Grifondoro,fargli capire le tue ragioni prima che la situazione degeneri e lui ti rispedisca le vostre cose in una scatola di cartone-
Un'aria sbruffona apparve sul viso di Scorpius insieme al suo caratteristico ghigno.
-Albus mi ama-disse con sicurezza.
Un suono divertito uscì dalle labbra dischiuse di Luke,portando l'altro ad aggrottare la fronte.
-Anche Alice mi amava e probabilmente mi ama ancora,ma questo non le ha impedito di chiudermi in una scatola-
Bastarono quelle parole a fargli sparire il sorrisetto dal volto.


Nella stanza si sentiva solo il rumore dei loro baci e dei loro respiri spezzati.
Era tardi nella Sala Comune dei Grifondoro,le candele erano già parzialmente spente ed il fuoco nel camino stava attaccando gli ultimi carboni prima di spegnersi del tutto,gli studenti erano già nei loro dormitori eccetto le due figure sedute su uno dei divani rossi.
Nella penombra era possibile distinguere la figura maschile,seduta sul divano con la schiena poggiata contro lo schienale,con indosso un paio di pantaloni di tuta neri ed una t-shirt blu.
Questi era in gran parte coperto,oscurato dalla figura femminile seduta sulle sue gambe che si frapponeva fra lui e la luce delle candele.
Una gamba per ogni lato,le braccia che dalle spalle scivolavano attorno alla vita,il viso ad una distanza minima da quello di lui,la ragazza aveva indosso soltanto un paio di corti short rossi ed una camicia bianca di cui erano stati slacciati i primi due bottoni.
-Dovremmo andare a letto...-disse lui nel breve intervallo di tempo in cui le loro labbra si separarono.
Un sorriso malizioso distese le labbra della ragazza,prima che lei lo baciasse di nuovo,con lentezza e pigrizia,una mano affondata fra i suoi capelli neri.
-Mmh,forse hai ragione...Il mio o il tuo?-gli domandò poi soltanto per spunzecchiarlo prima di riavvicinare la bocca alla sua,facendo incontrare le loro lingue.
Un suono compiaciuto uscì dalla gola del ragazzo,prima che la sua schiena si staccasse leggermente dal divano,premendo così il torace contro il seno piccolo di lei:la prima volta che l'aveva vista nuda,la ragazza aveva fatto di tutto per convincerlo a non guardarla,a concederle il tempo di infilarsi sotto le coperte,tanta era la sua paura che potesse restare deluso da quello che vedeva.
Ma come avrebbe potuto?Ai suoi occhi lei era perfetta.
Sentì le sue braccia stringersi attorno alla propria vita,prima che le mani piccole si intrufolassero al di sotto della t-shirt accarezzandogli il torace e gli addominali,dopodichè la sentì afferrare dall'interno il tessuto della maglietta,costringendolo così ad alzare le braccia per sfilarla dalla testa.
Lo sguardo allegro che colse nei suoi occhi castani lo fece sorridere.
-Ti diverte vedermi mezzo nudo?-le domandò a bassa voce.
Lei sorrise ancora in modo malizioso mentre lasciava cadere la t-shirt sul divano accanto a loro,prima di annuire.
-L'idea di averti tutto per me senza vestiti è estremamente allettante-gli confessò,abbassando poi il volto per mordergli leggermente il mento.
-Non sapevo di essere il tuo gigolò personale-scherzò accarezzandole pigramente la schiena.
Lei ridacchiò prima di guardarlo di sottocchi,una mano a sfiorargli il lato destro del collo mentre l'altra scendeva in modo terribilmente lento verso il basso.
-Infatti non lo sei...Hai presente Addison,quel Corvonero al terzo anno?Lui si che è veramente...-
Non le lasciò finire la frase,ma del resto anche lei si dimenticò di quello che stava dicendo sentendo la passione e l'irruenza con cui la baciò.
Le braccia forti si strinsero attorno alla sua vita attirandola contro di sè e,mentre la sua lingua la distraeva e la mandava in confusione,le sue mani scesero fino al fondoschiena afferrando entrambe le natiche,sollevando un pò del tessuto degli short.
Presi com'erano l'uno dall'altra non sentirono i rumori spezzare il silenzio attorno a loro,almeno finchè non fu troppo tardi.
-Ah grazie al Cielo sei qui!Ciao Dan-
Lily si staccò,facendo quasi violenza a sè stessa da Daniel e,dopo qualche istante di smarrimento, colse il movimento che aveva portato Albus a sedersi sul divano.
-Al ma che ci fai ancora in piedi a quest'ora?E' tardissimo!-gli fece notare,sperando che bastasse quel poco per convincere il fratello ad andarsene nei dormitori.
Albus scosse la testa e,dopo essersi rialzato in piedi per qualche secondo,tirò fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca destra dei pantaloni.
-Sto diventando pazzo-disse portandosi una sigaretta alle labbra e accendendola l'attimo dopo.
Lily osservò il ragazzo e si accorse che la mano con cui teneva la sigaretta tremava impercettibilmente:c'era solo una possibile spiegazione a quel comportamento assurdo.
-Che ha fatto questa volta?-gli domandò con un sospiro.
-Volete che vi lasci soli?-domandò Daniel sentendosi leggermente a disagio in quella assurda situazione.
La sigaretta stretta fra le labbra,Al scosse la testa.
-No,ho bisogno anche del tuo parere...Per capire se sono io il matto o lui!-aggiunse parlando più con sè stesso che con Daniel.
Il moro annuì,aiutando però Lily a sedersi in una posizione più adeguata sempre restando sulle sue ginocchia,e infilandosi la t-shirt blu l'attimo dopo.
-Allora me lo dici per cosa avete litigato questa volta?-domandò Lily sistemandosi alcune ciocche di capelli dietro l'orecchio sinistro.
Albus tirò una lunga boccata alla sigaretta,lo sguardo fisso al tappeto davanti a sè.
-Non vuole avere figli-
Lily aggrottò la fronte poco sicura di aver capito bene.
-Come scusa?-chiese infatti.
-Scorpius sostiene che noi non potremmo avere dei figli perchè siamo gay.
MAI!Non è assurdo come ragionamento?-domandò alla sorella.
-Ma perchè avete fatto questo discorso?Avete soltanto sedici anni-gli fece notare poi.
Albus scosse la testa:certo non poteva raccontarle che era partito tutto dalla scoperta che di lì a sette mesi sarebbe diventato zio.
-Una serie di sfortunati eventi...Ma non è quello l'importante!
Tanti anni di lotte,di conquiste possono tranquillamente andare a farsi fottere per Mr Malfoy perchè niente è cambiato per lui.
Stupido bigotto!-commentò poi lanciando la sigaretta nel camino e tirandone fuori un'altra dal pacchetto.
-Forse è solo spaventato-tentò Daniel,osservando il ragazzo da sopra la spalla sinistra di Lily.
Insieme ad alcune volute di fumo azzurrino,dalle labbra di Al uscì anche un suono ironico in risposta.
-Andiamo stiamo parlando di bambini!Abbiamo sedici anni,chi non sarebbe spaventato alla nostra età?-chiese ancora Daniel.
-Beh io non lo sono-ribattè il moro in tono deciso.
-Nemmeno io-fece Lily concordando con il fratello.
-Io so che voglio una famiglia numerosa da quando ho cinque anni-fece Albus per avvalorare le proprie parole e quelle di Lily.
Daniel fece un piccolo sorriso ironico prima di annuire.
-Non fraintendetemi,ma per voi è normale,anzi sarebbe stato strano il contrario...Voi siete cresciuti nella "Famiglia Cuore"-
La ragazza si voltò verso il proprio fidanzato e lo fissò con aria sorpresa,la bocca leggermente spalancata per lo stupore.
-Questo non è affatto vero!-replicò Albus.
-Credi che i nostri genitori non abbiano mai litigato in tanti anni di matrimonio?-gli chiese a sua volta Lily.
Dan annuì,quasi stesse concordando con loro.
-Ok,forse mi sono espresso male,ma tesoro credimi un paio di liti ogni tanto non sono niente...
Pensa alla mia famiglia,o a quella di Scorpius-le disse cercando di spiegare ad entrambi il proprio punto di vista.
I due Potter restarono in silenzio,fissando il ragazzo in attesa che questo continuasse mentre le volute di fumo continuavano ad alzarsi dalla sigaretta nella mano sinistra di Al.
-Il padre di Scoprius ha sempre tradito la moglie senza neanche preoccuparsi di nascondere le proprie scappatelle ed io,invece,ho vissuto in una famiglia dove a malapena i miei genitori si incontavano per più di due minuti,anche vivendo nella stessa casa e quando lo facevano era soltanto perchè non poteva essere altrimenti.
Voi siete stati cresciuti in una famiglia numerosa,con innumerevoli zii e parenti e amici:l'unica volta che sono venuto da tuo nonno per il pranzo di Pasqua mi sono sentito perso in mezzo a tutta quella folla-confessò ad entrambi.
Al affondò i denti nel labbro inferiore,riflettendo sulle parole dell'amico.
-Credete che sia lo stesso per Scorpius?-domandò poi senza guardare nessuno dei due.
Lily fissò il fratello per poi sospirare.
-Forse.
O forse no...Magari il suo è un'odio atavico per i bambini che non guarirà mai,ma questo non significa che tu debba mettere da parte i tuoi sogni di una futura famiglia-disse la ragazza.
-Questo discorso ha dell'assurdo,ve ne rendete conto?-domandò Daniel ad entrambi.
-Dan...-tentò la ragazza tornando a voltarsi verso di lui.
-Stiamo parlando di qualcosa che non succederà per altri sei anni almeno e che,senza offesa Al,molta gente non vedrebbe di buon occhio-fece il ragazzo guardando direttamente la propria fidanzata.
-Beh quella gente è idiota!Si tratta sempre d'amore...-ribattè piccata Lily.
-E io sono d'accordo con te tesoro,ma sai bene quanto me che così è-le disse facendole un breve sorriso prima di posare lo sguardo su Albus-Voglio farti una domanda Al-gli disse.
Il moro rialzò la testa mostrando agli altri due di essere chiaramente sovrappensiero,e riportò lo sguardo sull'amico.
-Cos'è più importante per te?Avere una grande famiglia o Scorpius?-
Il ragazzo riflettè su quella domanda:Dan aveva ragione su molte cose.
Era vero che il loro discorso aveva dell'assurdo e che non si sarebbe presentata una vera possibilità di creare una famiglia per almeno un altro paio d'anni,ed era vero anche che a molte persone sarebbero venuti i capelli bianchi al solo pensiero di lui e di Scorpius con un bambino,e fra questi erano compresi i genitori di Scoprius.
Ma fare quella scelta non era affatto facile:era come se gli avessero chiesto di rinunciare ad un polmone o al cuore!
Perchè era impensabile anche solo pensare che potesse avere tutti e due?
Che potesse costruire una famiglia con Scorpius una volta finiti gli studi di Hogwarts?
Sospirò frustrato e si passò una mano fra i capelli sconvolti come al solito.
Lily si allungò verso il fratello e gli prese una mano,rivolgendogli un sorriso incoraggiante.
-Tu che faresti al mio posto?-le chiese infatti il ragazzo.
Lei alzò le spalle.
-Bella domanda...Vedila così:senza chi non potresti vivere?-

 

Non aveva mai avuto un gran rapporto con Scorpius.
Sapeva che era il fidanzato di suo cugino Albus e che,dopo essere stato cacciato di casa,viveva dallo zio Harry e dalla zia Ginny,il che lo rendeva automaticamente parte della famiglia.
Era anche il migliore amico di Luke,ma questo invece di avvicinarli li aveva allontanati in qualche modo:Alice aveva sempre avuto la sensazione che il Serpeverde non vedesse di buon occhio la relazione fra lei e il suo migliore amico.
In qualche occasione era certa che il biondo avesse provato a convincerlo a lasciar perdere quella che credeva un' "assurdità",arrivando a combinargli qualche appuntamento con delle ragazze di Serpeverde.
Per questo ora non sapeva spiegarsi perchè quella mattina le era venuto dietro quando l'aveva vista uscire dalla Sala Grande subito dopo la colazione.
-Hai un minuto?-le aveva detto prima di stringerle il braccio sinistro e smaterializzarsi il secondo dopo.
Alice si guardò intorno e riconobbe il corridoio che portava all'aula di Astronomia.
Riusciva a scorgere,a pochi metri di distanza davanti a sè,la porta di legno dell'aula.
-Che ti viene in mente?-gli aveva chiesto senza nascondere il tono seccato,alzando lo sguardo sul volto di porcellana del ragazzo.
Lui aveva allontanato la mano dal suo braccio senza però distogliere lo sguardo.
-Luke ti aspetta lì dentro-
Alice aggrottò la fronte,indispettita dalle maniere di Luke e del suo amico:credeva per caso che fosse un pacco postale che lui poteva trasportare in giro a suo piacimento?
Si era fermato anche un'istante a pensare a come stava,a cosa stava passando lei dopo la loro rottura?
Credeva forse che per lei era stato facile mettere la parola fine alla loro storia?
Avrebbe fatto prima a farsi marchiare con un ferro arroventato,forse le avrebbe fatto meno male!
-E cosa ti fa credere che io voglia vederlo?-soffiò arrabbiata,neanche fosse una gatta.
Il biondo abbassò lo sguardo e respirò forte dal naso,le braccia incrociate sul petto.
-L'emotività è una tara di famiglia per caso?Perchè voi Potter e Weasley siete così suscettibili?-le domandò tornando a guardarla.
Lei dovette mordersi la lingua per frenare la rispostaccia che premeva per uscire.
-Senti io non voglio giustificarlo o dire niente in favore di Luke,ma sono stanco di sentire le sue lamentele e le sue lagne su come non è stato capace di fermarti prima che fosse troppo tardi.
Quindi se non vuoi farlo per te o per lui fallo per me e per la mia salute mentale!-
Lei lo fissò qualche istante chiaramente incerta sull'accettare di salvarlo o lasciarlo lì e andarsene.
-Ma tu neanche mi sopporti-disse senza paura di smentita.
Scorpius fece un piccolo cenno con la testa a conferma di quelle parole.
-E' vero,ma io e Al stiamo insieme,in fondo siamo quasi mezzi parenti...Inoltre credo che,in qualche modo assurdo,lui ti ami ancora molto-aggiunse.
Alice sospirò frustrata e alzò le spalle:tanto qualche minuto con Luke non avrebbe certo cambiato le cose e sicuramente non le avrebbe fatto cambiare idea.
In tre passi fece i pochi metri che la dividevano dalla porta e,dopo aver preso un respiro profondo,aprì la porta.
Luke era accanto ad uno dei modellini dei vari pianeti e,al rumore della serratura,si voltò verso la porta bloccandosi sul posto.
-Ciao-la salutò con un filo di voce.
Lei gli rispose con un cenno della testa richiudendosi la porta alle spalle.
-Il tuo amico mi ha praticamente sequestrato-gli disse per giustificare la sua presenza lì.
Luke annuì,voltandosi del tutto verso di lei.
-Sono contento che l'abbia fatto...Come stai?-le chiese cortese.
Alice alzò le spalle.
Quella era davvero una domanda idiota!Stava di merda,ma certamente non gliel'avrebbe detto!
-Così...-si limitò a dire.
Il ragazzo fece un paio di passi nella grande aula,senza staccare lo sguardo da lei.
Anche Alice si mosse nella stanza,avvicinandosi ad uno dei puff colorati che gli studenti utilizzavano come sedie durante le lezioni.
-Non mi chiedi come sto?-le domandò Luke.
-Ci ha già pensato Scorpius a dirmi che non te la passi bene e che non lo lasci in pace un attimo...E' arrivato a giocarsi anche la carta della mezza parentela.
Figurati com'è ridotto-aggiunse sedendosi su un puff rosso porpora.
Un sorriso accennato distese le labbra di Luke.
-Forse in quest'ultima settimana l'ho stressato un pò troppo.
Ma avevo bisogno di parlare con qualcuno...-aggiunse con voce seria.
Alice lo fissò qualche secondo prima di abbassare lo sguardo sulle proprie mani:quello era proprio quello che sperava di evitare.
Entrambi stavano male per la fine della loro storia,era ovvio,le cicatrici erano ancora troppo fresche per poter pensare razionalmente o anche solo per immaginare di andare avanti.
-Problemi con la tua ragazza?-gli chiese riuscendo a cancellare tutte le emozioni dal proprio volto.
Sentì lo sguardo di Luke bruciarle in volto,ma fortunatamente l'unica reazione che si manifestò fu il tremolio delle mani,che nascose dietro la schiena.
-Sai perchè avevo il morale a terra-le disse senza staccare lo sguardo dal suo volto.
Alice scosse la testa.
-Veramente Divinazione non è mai stata una delle mie materie preferite-
-La vuoi smettere?Hai bisogno che te lo dica chiaro e tondo che sto male per colpa tua?-sbottò Luke sorprendendola.
Con lo sguardo perso nel vuoto,Alice restò in silenzio,non trovando niente di appropriato o da dire.
-Non faccio che pensare a te...
A come sarebbero andate le cose se ti fossi venuto a cercare sull'Espresso,o se fossi stato accanto a te sulla banchina già a King's Cross insieme alla tua famiglia,invece di stare con i miei genitori e la madre di Mandy.
Continuo a darmi del coglione per aver passato una settimana senza vederti,senza fare il minimo gesto di fermarti per i corridoi o all'uscita della Sala Grande...-
-Luke...-cercò di interromperlo lei.
-Avrei dovuto dimostrarti che sei la persona più importante per me,che tutti i discorsi degli ultimi mesi non erano soltanto belle parole per lenire la lontananza,ma che significavano davvero qualcosa per me-continuò lui alzando lo sguardo sul volto della ragazza e cercando i suoi occhi.
Alice ricambiò il suo sguardo,i denti che affondavano nel labbro inferiore tanto a fondo da farle sentire l'umido del sangue.
-Avrei dovuto lottare per noi due-
-Allora fallo!-fece lei in tono secco alzandosi in piedi e allontanandosi di qualche passo da lui.
Luke osservò la sua schiena avvicinarsi alla scrivania su cui era posata un piccolo mappamondo,la vide sfiorarlo con la punta delle dita della mano sinistra prima di voltarsi di nuovo verso di lui.
-Va dai tuoi genitori e di loro che preferiresti essere morto piuttosto che stare con la Greengrass.
Di loro che rinuncerai al tuo nome e alla tua eredità se loro non ti lasceranno fare di testa tua... Va da loro e dimostrargli che non possono avere in pugno la tua vita in questo modo-gli disse con voce calma.
A quelle parole Luke deglutì nervosamente.
Doveva ribellarsi ai suoi genitori?Come Scorpius aveva già fatto?
E poi,cosa?Vivere insieme ad Alice e alla sua famiglia,attorniato da quell'enorme famiglia caotica,dove tutti sapevano tutto dell'altro,dove non c'era la minima privacy e potevi ritenerti fortunato se avevi cinque minuti di silenzio e solitudine?
-Come pensavo-disse Alice,osservando l'espressione incerta e quasi sgomenta del ragazzo.
Luke si alzò in piedi e scosse la testa,le mani avanti in un disperato tentativo di non perderla.
-No,non è così...E' solo che queste cose richiedono tempo e preparazione-le disse accampando la prima scusa che gli venne in mente.
Un sorriso amaro apparve sulle labbra di Alice.
-Infatti se non sbaglio è proprio quello che ha fatto Scorpius-
Luke le si avvicinò e,ancora una volta,Alice arretrò per non essergli troppo vicina.
-Io ti amo-le disse sincero.
-Ma dov'è tutto quest'amore?Una volta riuscivo a vederlo in ogni gesto,in ogni tua attenzione,ma ora è soltanto una parola vuota-gli disse arrabbiata.
Stanco di quell'attacco su più fronti,Luke abbassò la testa e portò entrambe le mani ai fianchi, cacciando un sospiro frustrato.
Guardandolo Alice capì che c'era un'ultima cosa che ancora gli doveva:la verità.
Doveva essere lei a dargli la notizia,perchè se i ruoli fossero stati opposti avrebbe voluto saperlo da lui piuttosto che scoprirlo improvvisamente o tramite voci di corridoio.
-E' per questo che me ne vado-gli disse.
Fulmineo,Luke rialzò la testa su di lei trafiggendola con lo sguardo.
-Cosa?-
-Lascio Hogwarts...Qualche giorno fa ho scritto ai miei genitori chiedendogli di venirmi a prendere,spiegando loro tutta la situazione e fortunatamente loro hanno acconsentito a farmi cambiare scuola-spiegò brevemente.
-Dove andrai?-chiese ancora Luke con voce strozzata.
Non voleva credere alle sue parole,non poteva essere vero!
-Mia zia Fleur è stata a Buer-Baton;le è bastato spedire un gufo perchè venissi accettata.
Mi aspettano fra due settimane-
In Francia?Quella situazione stava assumendo i contorni dell'assurdo sempre più in fretta.
-Ma...ma perchè?-le domandò.
Un altro sorriso amaro storpiò le labbra di Alice,prima che questa allontanasse lo sguardo da Luke.
-Perchè...Perchè nonostante tutto quello che ho detto qui e il male che mi hai fatto in queste settimane,non passa giorno senza che io non mi svegli pensando a te,sperando che questo sia il giorno fortunato in cui tu ti deciderai a venire da me.
Perchè ogni volta che ti vedo in Sala Grande il mio cuore inizia a battere talmente forte che ho paura che possa sentirsi anche al di sopra del rumore,ma anche perchè il modo elegante che hai di ignorarmi fa male,come mai niente prima d'ora-gli disse.
Il ragazzo osservò Alice e per la prima volta capì cosa intendevano tutti quando parlavano di "cuore spezzato":solo in quel momento seppe che non avrebbe potuto far niente per rimediare agli sbagli di quelle ultime settimane.
Forse sarebbe stato meglio un tradimento,in fondo Alice lo aveva già perdonato per una cosa simile,ma era certo che non sarebbe mai potuta passar sopra a qualcosa che l'aveva ferita così nel profondo.
-Ma soprattutto perchè non voglio più vedere come ti stringe,ti abbraccia,come ti reclama come suo quando invece eri mio...-concluse rialzando due occhi duri su di lui.
Il Serpeverde annuì.
-Non so cosa dire-le disse sincero.
Alice atteggiò il volto ad un sorriso.
-Augurami buon viaggio-
Lui accennò un sorriso a sua volta.
-Buon viaggio allora-
Alice lo ringraziò con un sorriso,poi in silenzio,gli voltò le spalle e si avviò verso la porta dell'aula.
Questa volta Luke non le corse incontro,non cercò di fermarla.
Sapeva che questa volta era davvero finita.


-Disturbo?-
Impegnato a fare da palo fuori dalla porta dell'aula di Astronomia,aveva passato gran parte del tempo a guardarsi la punta delle scarpe,sperando che l'incontro che si stava tenendo dentro la stanza non finisse in malo modo costringendolo ad intervenire,ma quella voce gli fece alzare la testa.
-Che ci fai qui?Come hai fatto a trovarmi?-domandò fissando il ragazzo moro che si avvicinava.
Nonostante si fossero incrociati quella mattina in Sala Grande per la colazione non aveva avuto il tempo o il modo di dirgli quali erano i suoi impegni per la mattina,visto anche la leggera freddezza che c'era fra di loro.
L'ultima volta che si erano visti,Albus non era di ottimo umore,se ne era anche andato via con la scusa che doveva riflettere su quello che si erano detti.
Ora era lì.
E anche se il biondo non voleva ammetterlo neanche con sè stesso,era un pò preoccupato: dove lo avevano portato i suoi pensieri?Aveva già emesso la sentenza senza neanche dargli il tempo di ribattere alle accuse?
-Me lo ha detto un'uccellino verde-argento-rispose il Grifondoro,sistemandosi accanto a lui,la schiena contro il muro.
Scorpius aggrottò la fronte e lo vide scuotere la testa.
Per qualche istante fra i due ci fu il silenzio,talmente profondo da permettere ad entrambi di cogliere qualche parola che proveniva dall'interno della stanza.
-Ieri sera abbiamo avuto la nostra prima lite-disse poi Albus rompendo il silenzio.
-Beh veramente ne abbiamo avuto anche altre in passato-gli fece notare il biondo.
Al annuì.
-E' vero...Ma questa volta è stato diverso.
Le altre discussioni riguardavano il passato:il tuo comportamento durante le ripetizioni,o il fatto che non riuscissi ad ammettere che ero ancora innamorato di te nonostante stessi con Emmett.
Questa volta invece litigavamo per il futuro-
Gli occhi color ghiaccio di Scorpius si posarono sul volto di Al e lo fissarono attentamente,in attesa che lui continuasse.
-Ok,non ci siamo trovati d'accordo e ammetto che ancora adesso non capisco perchè tu non voglia costruire una famiglia con dei figli con me,però la cosa importante è che entrambi abbiamo la stessa visione.
Tutti e due ci immaginiamo insieme di qui a dieci,quindici anni-disse per spiegare ancora meglio le sue parole.
-Sai che divertimento...-commentò il biondo cercando di nascondere dietro al sarcasmo ciò che provava veramente.
Come aveva fatto?Come era riuscito a capirlo così a fondo e così in fretta,quando neanche sua madre,che aveva passato con lui gli anni della sua infanzia,era riuscita in quell'impresa?
Al sorrise e si sporse verso di lui.
-Puoi fare dell'ironia quanto vuoi,ma io so che è così-
Un suono sarcastico uscì dalle labbra di Scorprius prima che questo si staccasse dalla parete e si avvicinasse ad una delle grandi finestre del corridoio.
Osservò il campo da Quidditch dove,in quel momento,si stava allenando la squadra dei Tassorosso e ripensò alle parole che gli aveva detto durante la notte Luke.
-Quando ero piccolo,avrò avuto tre anni,avevo un orsacchiotto...Si chiamava Bebby.
Era come tutti gli altri orsacchiotti del mondo,ma per me era speciale perchè me lo aveva regalato mio padre.
Mi ricordo che me lo portavo dovunque andassi,ci avrei anche fatto la doccia insieme se solo me lo avessero permesso.
Era la mia protezione contro gli incubi e il mio migliore amico.
Un giorno torno a casa dall'asilo,corro in camera mia alla ricerca di Bebby e non lo trovo.
Ho cercato ovunque,anche nei posti più assurdi,ma era sparito.
-Alla fine ho chiesto aiuto a mia madre e lei,in tutta calma e con il suo tono algido,mi ha spiegato che ormai ero troppo grande per un giocattolo del genere e che quindi l'aveva buttato via.
Quella sera,grazie alle urla che arrivarono fino alla mia camera seppi la verità:mia madre aveva saputo di un tradimento di mio padre e aveva deciso di punirlo tramite me.
All'epoca ancora le interessava qualcosa di lui...-aggiunse amaro.
Lo sguardo sul volto senza emozioni del compagno,Albus si ritrovò senza parole:cosa poteva dire per fargli dimenticare tutto quello che aveva passato per colpa dei suoi genitori?
Niente.
Lui non conosceva quelle sensazioni,non sapeva com'era non sentirsi amato:al contrario lui si era più volte sentito soffocare per il troppo amore!
-In compenso al posto di Bebby,quando avevo cinque anni,arrivò un pianoforte.
Questa volta fu un regalo di mia madre...Ore e ore di interminabili esercizi che mi hanno portato ad odiare quello strumento.
Ecco perchè io non voglio avere figli-gli disse tornando a voltarsi verso di lui.
Il moro lo guardò con aria più attenta.
-Non voglio costringere un bambino a vivere quello che ho passato io con i miei genitori...Non posso,e non voglio,dover un giorno sopportare l'idea che nostro figlio ci odi per quello che gli abbiamo fatto,fosse anche solo averlo costretto a vivere in una famiglia considerata "diversa"- gli spiegò.
-Io e te non siamo i tuoi genitori...Sono sicuro fin da adesso che non userei mai un nostro figlio per farti del male-gli disse Albus muovendo un passo verso di lui.
-E come fai ad esserne così sicuro?Tutte le coppie divorziate lo fanno.
I figli sono una perfetta merce di scambio per ottenere qualcosa in più...-gli fece notare.
Al annuì e fece per ribattere,ma l'altro non gliene diede il tempo.
-E poi è proprio questo concetto di famiglia che è sbagliato:noi non rientriamo nel canone solito con mamma,papà ed i bambini-
Se prima aveva provato un pò di comprensione per lui e aveva cercato di venirgli incontro,ora Albus si stava innervosendo di nuovo:Scorpius stava sputando sopra qualcosa che per lui contava davvero.
-Sai forse facciamo prima se mi dice come tu intendi la famiglia-gli disse cercando di non far trasparire la propria insofferenza.
Scorpius lo fissò qualche secondo e poi alzò le spalle.
-Per me la famiglia sei tu-disse sincero.
Era una cosa sdolcinata,terribilmente da donna,ma era la verità.
Se avesse dovuto immaginare il proprio futuro una volta uscito da Hogwarts non ne sarebbe stato capace:avrebbe visto molte nebbie e molte insicurezze,ma su una cosa poteva essere certo.
Che Albus sarebbe sempre stato al suo fianco.
Quelle parole avevano sorpreso anche il moro,lo capiva dal modo in cui lo fissava con quell' espressione da pesce lesso.
-Come?-gli chiese Al.
Scorpius annuì e gli si avvicinò,fermandosi davanti a lui.
-Forse ho qualche problema a livello affettivo visto chi erano i miei genitori,e forse la mia infanzia mi ha segnato in modo irreparabile da impedirmi di immaginarmi in un futuro come padre di famiglia...Ma una cosa la so.
Tu sei il mio futuro.Tu sei la mia famiglia.
Come hai detto tu,so che di qui a dieci,quindici anni sarai ancora con me a rompermi le palle con questa storia dell'avere un figlio,per niente stanco dei nostri litigi.
Non importa dove io sia o cosa faccia-
Da quella distanza così ravvicinata poteva vedere gli occhi lucidi di Al e questo lo fece felice: era bello sapere che almeno una persona al mondo lo amava incondizionatamente, nonostante i suoi difetti e le sue paure.
-Sei un maledetto bastardo,lo sai?-gli chiese Al con la voce leggermente spezzata.
Scorpius ghignò e si avvicinò maggiormente,portando una mano sul retro del collo del moro.
-Ho avuto un buon maestro...-
L'attimo dopo avvicinò le labbra a quelle di Al e lo baciò,trovando subito la risposta del compagno, che fece scattare le braccia attorno ai suoi fianchi.
In quel momento Scorpius fece una promessa a sè stesso:forse non era il compagno perfetto,e magari non sarebbe mai stato in grado di dirgli quanto lo amava e quanto aveva bisogno di lui,ma da quel momento in poi avrebbe fatto di tutto perchè i suoi gesti dimostrassero ad Albus quanto lo amava.
E quanto non potesse più fare a meno di lui.

 

Salve a tutti!!!Come state?

Viste le lamentele del capitolo scorso,se cs vogliamo chiamarle,ho pensato di dedicare un pò di tempo a Al e Scorpius,ma vi avverto che cn qst capitolo la loro storia personale si è chiusa, cs cm qll di Luke e Alice.

Abbiamo dato un senso ad entrambi le storie e,anche se i personaggi di Al e Scorpius torneranno nei prox capitoli,è ora di dare spazio alle altre coppie e di concentrarci su di loro.

Ah,per tutti coloro che hanno paura di veder i nostri "eroi" separati nel seguito,posso assicurarvi fin d'ora che nn sarà così,ma che cmq ne vederemo delle belle...

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di battitura o ortografia.

La frase in corsivo è tratta da "Blue eyes blue" di Eric Clapton.

E ora i ringraziamenti:Luthien241(Mai perdere le speranze,xkè è proprio allora che io torno a rompere le scatole!E' una cosa positiva o negativa il fatto che ti si stringa lo stomaco sentendo parlare del piccolo Potter?),Sweey(Naturalmente,nessuno prenderà mai il posto di Al e Scorpius:e pensare che ho iniziato qst fiction partendo dalla relazione fra Rose e Jim,loro nn erano neanche in "catalogo" nella mia mente),Angel_SG(Spero che tu ora stia meglio che lo shock x il mio ritorno nn ti abbia fatto avere una ricaduta...E che soprattutto nn mi stia leggendo da una stanza imbottita!James e Ronald?Beh che dire,hanno bisogno di un aiuto superiore x far pace...),Kikka15(In effetti fa strano anche a me,proprio oggi stavo guardando i vari capitoli e mi sn accorta che ho postato il primo capitolo un anno fa...Sarà strano lasciare qst personaggi,almeno temporaneamente.I due gemelli,x cm la vedo io,possono farsi la guerra qnt vogliono,ma alla fine scopriranno di aver bisogno dell'altro...Nn preoccuparti x la fine di Alice e Luke,c'è sempre il seguito!),Sunshine'86(Devo dirtelo,ogni volta che scrivo il tuo nick penso al personaggio di Justin in "Queer as folk" e sorrido...E' vero,Ronnie poteva leggere le istruzioni,ma nn credo fosse abbastanza lucido x capire qll che qst dicevano;sei un pò + serena sul futuro di Al e Scorpius?),_Lotti(Sn sempre + convinta che ci siano delle microspie in giro x casa,altrimenti nn si spiega qst fuga di notizie!Sì Emily è un bel nome,ma nn è abbastanza x il piccolo Potter ed inoltre è già "prenotato" da James e Rose x 1 dei loro 3 figli),Sklupin(Ok forse Mandy nn è la persona + simpatica ed amata del mondo,ma neanche Luke si sta comportando bene nei confronti di Alice:ha passato mesi a dirle che l'amava che l'aspettava a braccia aperte e qnd è venuto il momento di dimostrarlo nn ne è stato capace...), Nefene(Hai inquadrato perfettamente il mio punto di vista sulla questione Alice/Luke:il loro è un grande amore,su qst nn c'è il minimo dubbio,ma loro sn ancora tr giovani e anke tr stupidi x legarsi "x sempre",quindi piuttosto che finire per rovinarsi la vita a vicenda,è meglio separsi, con la speranza magari di rincontrarsi un giorno).

Bene per il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"You belong to me"

Baci,Eva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 41
*** God only know ***


god only konw

 

 

-Perchè mi sono lasciato convincere?-
Era da giorni che si poneva quella domanda!
Fin da quando aveva deciso di riprendere il posto di Portiere nella squadra del Grifondoro.
Quando James si era presentato nel dormitorio maschile,Ronald aveva fatto finta di essere impegnato nella lettura di un importante capitolo del libro di Difesa,ma il fratello non si era ovviamente fatto spaventare da quei mezzucci.
Si era avvicinato al suo letto ed era rimasto lì,in piedi davanti a lui,a fissarlo per qualche istante, sfidandolo ad alzare lo sguardo e a ricambiare la sua occhiata,ma Ronald avrebbe preferito un'ora supplementare di Pozioni piuttosto che essere costretto a parlare con il fratello.
-Non ti sei presentato alle qualificazioni per il ruolo da Portiere-aveva detto James.
L'altro aveva continuato a fissare la pagina davanti a sè,che ora aveva perso tutto il suo interesse,senza quasi respirare per la tensione.
-Quindi ho pensato di venire di persona a chiederti se volevi il tuo posto in squadra-aveva continuato James.
-Potevi anche risparmiarti il viaggio-si era deciso a rispondere il rosso.
Il silenzio che ricevette in risposta fu assordante;tante volte lui e James avevano litigato,si erano insultati,ma una cosa non avevano mai fatto:trattarsi con tanta freddezza e indifferenza neanche fossero degli estranei.
-Beh oramai sono qui...-
-Quindi?-gli aveva chiesto cercando di non mostrare quanto tutta quella faccenda lo infastidisse.
-Quindi potresti avere almeno la decenza di rispondere!-aveva ribattuto l'altro con asprezza.
Finalmente Ronald aveva alzato lo sguardo dal proprio libro e l'aveva puntato sul fratello, trovando due iridi nere che lo fissavano con altrettanto astio.
-Se volevo fare il Portiere mi sarei presentato alle selezioni,non credi?-gli aveva fatto notare poi.
Aveva visto chiaramente come le narici di James si erano allargate per la frustrazione e la rabbia,e per qualche secondo aveva temuto di doversi difendere dall'attacco del proprio gemello,ma questo si era limitato a stringere i pugni chiusi lungo i fianchi.
Dopodichè,senza una parola,gli aveva voltato le spalle e si era avviato verso la porta del dormitorio per voltarsi quando ormai era davanti alla soglia e tornare ad inchiodarlo con lo sguardo.
-Farò finta di non aver sentito,di non essere neanche mai stato qui...
Ti darò tre giorni di tempo per riflettere e decidere se unirti anche quest'anno alla squadra.
Il primo allenamento è fissato per venerdì...L'attrezzatura ce l'hai ancora,vero?-
Dette quelle parole era tornato a voltarsi ed era uscito dal dormitorio,lasciandolo da solo con i suoi pensieri.
Fosse stato per Ronald avrebbe chiuso in un angolo della sua mente quello spiacevole incontro e lo avrebbe dimenticato il più in fretta possibile...ma aveva commesso il grave errore di parlarne con Rebecca.
Da quando avevano saputo di aspettare un bambino,si erano promessi che non ci sarebbero stati più segreti fra di loro,che avrebbero parlato di tutto quello che succedeva loro,almeno nei limiti del possibile.
Così quando Ronald aveva parlato con Rebecca dell'incontro avuto con il fratello e della sua "offerta",la ragazza si era dimostrata subito entusiasta.
-Devi farlo!-gli aveva detto.
-Ma Becca...E il bambino?-aveva aggiunto con voce più bassa.
Lei aveva scosso la testa.
-Il bambino non arriverà prima di sei mesi...E poi sono certa che sarebbe fiero del suo papà-gli aveva detto con un sorriso convinto.
Il ragazzo l'aveva guardata per qualche secondo,chiaramente sorpreso,prima di scuotere la testa.
-Perchè no?-aveva chiesto lei scontenta.
-E se succedesse qualcosa durante gli allenamenti?O peggio durante le partite?
Se tu ti sentissi male,o se avessi bisogno di me e io fossi impegnato in una stupida partita...No, impossibile,non me lo perdonerei-aveva ribattuto scacciando l'idea all'istante.
Rebecca aveva accennato un sorriso dolce avvicinandosi a lui finchè non potè cingergli la vita con un braccio:come al solito il suo "uomo" si preoccupava per lei.
Da quando sapeva del bambino si era come annullato per pensare a ciò che era meglio per lei e per il bambino;Rebecca amava che fosse così premuroso nei suoi confronti,ma aveva paura che con il passare del tempo avrebbe finito per rimpiangere tutto ciò che si era negato per colpa loro.
Non avrebbe mai potuto perdonarselo se fosse successo...
Gli aveva accarezzato la guancia destra con la punta delle dita,sorridendo ancora di più quando lo aveva visto inclinare il viso e andare incontro al suo palmo.
-Sai quanto ti amo?-gli aveva chiesto.
Ronald aveva accennato un sorriso,gli occhi chiusi.
-Prova un pò a ripetermelo...-le aveva detto in tono scherzoso.
Lei aveva ridacchiato qualche istante prima di ritornare seria.
-E' vero,stiamo per avere un bambino ed è vero anche che la nostra vita cambierà in pochi mesi,ma noi abbiamo soltanto diciassette anni Ronnie-gli aveva detto parlando con voce pacata.
Il ragazzo aveva aperto gli occhi e li aveva fissati in quelli sereni di Rebecca.
-Ci restano solo pochi mesi per vivere la nostra adolescenza,perchè quando arriverà questo bambino non ci saranno concesse deroghe:saremo costretti a crescere e ad affrontare le responsabilità.
Ed è proprio per questo che tu domani indosserai la tua divisa da Portiere e ti presenterai al campo da James...-gli aveva detto con un tono che non ammetteva repliche.
-Becca...-aveva provato a ribattere lui.
-Se la tua paura è quella di non potermi tenere costantemente sotto controllo,tranquillo non ho nessuna intenzione di lasciarti da solo:ho in mente di assistere a tutti gli allenamenti e a tutte le partite dei Grifondoro...Le ragazze sono ammesse agli allenamenti,vero?-gli aveva chiesto poi colta da quel dubbio improvviso.
Ronald si era prodotto in un sorriso ironico,avvolgendole le braccia attorno alla vita.
-Non vedo perchè no...-aveva risposto avvicinando il viso a quello della ragazza.
-Bene...Allora sarò la tua groupie-gli aveva detto Rebecca allacciandogli le braccia al collo.
Un lampo di malizia era apparso negli occhi del ragazzo a quelle parole prima che la risata di Rebecca esplodesse nell'aria.
Ed ora eccolo lì,con indosso la sua divisa da Quidditch,mentre entrava nel campo da gioco.
Era un'azione che aveva fatto tante altre volte in passato,ma ora aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di diverso e gli bastò incontrare lo sguardo di James perchè quella sensazione si facesse sentire più forte.
Fece ancora qualche passo sull'erba e si fermò di fronte al gemello,che cercava in tutti i modi di nascondere la sua sorpresa nel trovarselo davanti.
-Credevo non ti saresti presentato-gli disse sincero.
Ronald fece per rispondere,ma un fischio alle sue spalle attirò la sua attenzione;si voltò e sorrise non appena vide Rebecca,unica spettatrice sugli spalti.
Alzò un braccio e le fece un cenno di saluto a cui lei rispose nello stesso modo,prima di voltarsi di nuovo verso James che aveva osservato attentamente i due.
-E' lei che devi ringraziare se ora sono qui-
Senza aggiungere altro,gli rivolse un'ultimo sguardo e si allontanò verso gli altri membri della squadra.

 

Era stato per caso che si era imbattuta in quelle foto.
Impegnata in un lavoro importante,che l'aveva messa molto sotto pressione nelle ultime settimane, Hermione aveva saccheggiato la propria libreria alla ricerca di un libro di Aritmanzia che,era certa,l'avrebbe aiutata a dissipare alcuni dubbi.
Aveva messo sotto sopra la libreria nel suo studio senza alcun risultato,passando così a quella del soggiorno,dove un paio di scaffali erano destinati ai suoi libri,ma neanche lì aveva trovato ciò che cercava.
Leggermente sconsolata,si era fermata nel centro del salotto riflettendo su una possibile soluzione alternativa,un pensiero improvviso le aveva attraversato la mente:forse non tutto era perduto.
Si era così diretta verso la camera di Rose e,dopo aver dato una veloce scorsa alla liberia della figlia aveva finalmente trovato quello che cercava.
Era tornata nello studio che già sfogliava le pagine del libro d'Aritmanzia alla ricerca del capitolo specifico,ma ad un tratto si era bloccata nel centro del corridoio,lo sguardo fisso sul volume.
Chiusa,e probabilmente dimenticata,fra le pagine c'era una striscia di quelle che solitamente escono dalle macchine per le fotografie istantanee,di quelle che puoi averne quattro con una sterlina.
Vi erano ritratti Rose e James.
Mantenendo il tomo con un braccio solo,Hermione aveva preso la striscia e aveva osservato con un sorriso la prima istantanea,in cui i due ragazzi sorridevano felici all'obiettivo.
James era seduto sul piccolo sgabello e teneva Rose sulle ginocchia,mettendola leggermente più in primo piano rispetto a sè stesso;anche se non poteva vederlo,Hermione capì che si stavano abbracciando.
Era confortante sapere che in un periodo così triste per sua figlia,in cui Rose aveva tagliato quasi completamente i ponti con lei e Ron escludendoli dalla sua vita,c'era almeno una persona che si preoccupava per lei,che si impegnava per renderla felice.
Spostando gli occhi sulla seconda foto,però,un sopracciglio le si incurvò per la sorpresa:Rose aveva reclinato leggermente la testa sulla spalla destra di James,ed il ragazzo si era avvicinato a lei,arrivando a posarle un bacio sull'incavo fra il collo e la spalla sinistra.
Camminando senza guardare per il corridoio,diretta però verso il salotto,Hermione si chiese da quanto tempo i due ragazzi fossero così intimi,e se quegli comportamenti fossero normali fra cugini.
Lei non aveva mai visto Ron e Ginny comportarsi in quel modo,con quell'intimità con i loro tanti cugini!
Arrivata al tavolo che solitamente usavano per le cene di famiglia Hermione vi posò il libro,ora non così importante come pochi istanti prima,e sollevò il braccio che stringeva le foto,avvicinandolo al viso mentre fissava la terza foto,in cui il viso di Rose era voltato verso quello di James,un sorriso accennato sulle labbra.
Contrariamente alla foto precedente,una mano della figlia era salita fino al collo di James e ora le sue dita erano perse fra i capelli neri del ragazzo.
Quelli non erano affatto comportamenti affettuosi fra parenti!Quelli erano gesti consueti fra amanti!
Quante volte lei aveva affondato le dita fra i capelli di Ron prima di baciarlo?
Ebbe la conferma alle sue paure guardando l'ultima foto,in cui i due ragazzi,completamente dimentichi dell'obiettivo,si baciavano in un modo che Hermione non potè definire altrimenti se non appassionato.
Continuò a fissare quelle quattro foto a lungo,incapace di staccare lo sguardo,mentre la sua mente continuava a porsi mille domande e centinaia di interrogativi:che significavano quelle foto?
C'era per caso una relazione fra sua figlia e James,oppure era stato un momento di sbandamento,o peggio uno scherzo fra i due ragazzi?
E se c'era una relazione,da quanto tempo andava avanti?Era ancora in corso oppure era un capitolo già chiuso delle loro vite?
Era una cosa seria,anche se non voleva neanche pensare a quella possibilità,o era stato un filarino stupido tipico degli adolescenti?
Quando finalmente riuscì a staccare lo sguardo dalle foto,Hermione capì che c'era un solo modo per sapere la verità,anche se una volta scopertolo Rose l'avrebbe considerata la peggiore madre del mondo.
Continuando a stringere le foto fra le dita della mano sinistra,si avviò verso la camera della figlia e una volta lì si fermò per qualche istante sulla soglia,vincendo le ultime remore della sua coscienza.
-Accio diario-
L'istante dopo un agenda elegante in similpelle blu era stretta nella sua mano destra.Non era protetta da lucchetti o incantesimi di protezione.
Hermione si sedette alla scrivania e aprì il diario.

"Ho la testa che mi scoppia:sono l'unica idiota che si ubriaca con una sola birra!
Questo devo averlo ripreso da mia madre...
Nonostante questo è stata una serata bellissima:io e Jim abbiamo ballato,scherzato e passato tutto il tempo insieme,come una vera coppia.
Ma avrei voluto che la serata si concludesse in un altro modo
"


Quella faccenda andava avanti fin dall'inizio dell'anno!
Come aveva fatto a non accorgersene?Era talmente impelagata nei suoi problemi che non si era accorta di quello che succedeva attorno a sè?

"Studiare con James è diventato controproducente!
Ogni volta che siamo insieme i libri vengono inevitabilmente messi da parte e la mia attenzione è completamente e totalmente su di lui.
Non riesco a capire come sia possibile passare dallo scherzo al prendersi in giro come è successo oggi,al desiderio e la voglia che mi prendono ogni volta che mi bacia.
Fermarci è diventato sempre più difficile,e credo che se non sarà lui a prendere l'iniziativa sarò io a fare qualcosa
"

Con il cuore in gola,Hermione sfogliò velocemente le pagine dell'agenda,alla ricerca della pagina che le interessava.


"Oggi...noi"

Quella semplice annotazione nascondeva tutto un mondo dietro.
Era lampante quello che era successo,ed Hermione si sentì travolta da mille sensazioni diverse: dalla tristezza,per non essere stata accanto a Rose in un momento così importante nella vita di una ragazza,incredulità per il rapporto che si era creato fra i due ragazzi senza che nessuno avesse il minimo sospetto,e rabbia.
Rabbia per averlo scoperto per caso,grazie a delle stupide foto dimenticate in un libro.
Quanto tempo ancora avevano intenzione di tenere quel segreto?Gliene avrebbero mai parlato, oppure avrebbero continuato a vivere la loro relazione nel completo silenzio?
Cercando una risposta a quelle domande aveva continuato a leggere,pagina dopo pagina, seguendo tutto quello che era successo nella vita della figlia nei mesi precedenti, scoprendo una nuova chiave di lettura per i suoi litigi con Ron,comprendendo il sentimento profondo che legava Rose a James e che,in qualche modo,le ricordava il suo amore adolescenziale per Ron.
Il diario si concludeva con l'ultimo giorno di Hogwarts.

"Anche quest'anno è finito...E io non ho nessuna voglia di tornare a casa.
Forse Jim ha ragione:magari se parliamo ai nostri genitori della nostra storia,ci cacciano da casa ed io non sono costretta a dover passare i prossimi due mesi in Grecia con i miei, Hugo e quella bambina.
Mentre preparavamo le valigie ho detto a Jim che è venuto il momento di parlare con Ronnie della nostra storia,se questo è ancora il suo desiderio,ma lui mi ha risposto che è disposto ad aspettare fino al ritorno a scuola.
E io sono d'accordo:cosa sono due mesi in più o in meno?
Cazzo,non ho proprio voglia di tornare a casa..
."

-Hermione!Hermione ci sei?-
La voce di Ron la riscosse da quell'universo parallelo che si era creata nella stanza di Rose.
-Sono qui-rispose con la voce arrocchita dal silenzio.
Sentì i passi di Ron su per le scale e dopo qualche istante apparve sulla soglia della stanza con Eliza in braccio.
-Che ci fai nella stanza di Rose?-le domandò sorpreso.
Per un brevissimo istante Hermione fu indecisa se parlare o meno con il marito di quello che aveva scoperto,ma capì che quella era una faccenda troppo grande e troppo importante per poterla gestire da sola.
-Forse è il caso che tu veda questo-


Era nervoso,come mai lo era stato in vita sua.
Quel giorno stava rischiando tanto,anche l'espulsione se avessero scoperto che si era allontanato da Hogwarts.
Ma non poteva fare altrimenti,non se voleva essere un buon padre.
Quel giorno Rebecca avrebbe fatto la prima vera ecografia e lui non voleva perdersi quell' esame per niente al mondo.
La ragazza aveva provato a dissuaderlo dall'accompagnarla,preoccupata che qualcuno si accorgesse della loro assenza,ma lui non si era fatto convincere in nessun modo.
-Non perderei questo momento neanche per la finale del mondo di Quidditch-le aveva detto.
Quelle parole avevano fatto sorridere Rebecca per l'aspetto ancora ingenuo che Ronald aveva in sè.
-Allora è una cosa seria-l'aveva preso in giro.
Già molto seria:la notte prima dell'ecografia non era riuscito a chiudere occhio.
Continuava a ritornargli alla mente le sensazioni che aveva provato,quello che aveva visto tramite i ricordi di suo padre quando l'uomo si era trovato al suo posto.
Sapeva che la loro situazione era completamente diversa da quella dei suoi genitori,ma la paura,il nervosismo,la tensione erano gli stessi che,ne era certo,aveva provato suo padre diciotto anni prima.
Erano sgattaiolati fuori dal castello attraverso il passaggio sotto il Platano Picchiatore,avevano attraversato tutto il cunicolo e si erano ritrovati nella Stamberga Strillante.
Una volta lì si erano smaterializzati ad Hogsmeade,in una stradina riparata,per evitare di attirare l'attenzione dei passanti su di loro apparendo dal nulla;dopodichè si erano diretti verso lo studio del ginecologo.
Ed ora erano lì:Rebecca semisdraiata sul lettino in attesa della visita e lui che continuava ad andare avanti ed indietro incapace di controllare il nervosismo.
-Sai pagherei oro per vederti il giorno del parto...Sono sicura che lascerai un buco nel pavimento del corridoio a forza di andare avanti ed indietro-gli disse Rebecca scherzosa.
Ronald si era voltato verso di lei e,interrompendo la sua marcia,le aveva fatto una smorfia.
-Ahah,sei davvero divertente lo sai?
Vorrei vedere te al mio posto-le disse.
-Vuoi davvero essere al mio posto amore?Perchè io ti lascio volentieri il posto in sala parto-gli aveva chiesto lei.
Ronald aveva scosso la testa e le si era avvicinato,poggiando entrambe le mani sul rivestimento di carta che copriva il lettino.
-Scusa...E' solo che sono così nervoso che non ho chiuso occhio questa notte-le confessò.
Lei si era messa a sedere e gli aveva scompigliato i capelli con una mano,in un gesto giocoso.
-Tu ti preoccupi troppo-
La dottoressa Harper,la ginecologa di Rebecca arrivò in quel momento,impedendo così a Ronald di ribattere a quelle parole.
La donna,alta e con un fisico slanciato,andò verso di loro e strinse la mano a Ronald con un sorriso accennato,prima di portare lo sguardo su Rebecca.
-Allora Rebecca,come ti senti?-le domandò.
-Bene..Ho ancora un pò di nausea al mattino,ma ormai non sento più il bisogno di vomitare ogni volta che sento odore di pesce.
Però in queste ultime settimane ho avuto dei crampi...-le disse la ragazza.
-Crampi?Perchè non me ne hai parlato?-s'intromise Ronald sorpreso.
-Perchè sapevo che ti saresti agitato e avresti cercato ogni possibile causa su quei libri che stai leggendo-rispose serena Rebecca.
Ronald sbuffò e si grattò la fronte cercando una risposta giusta,ma venne interrotto dalla dottoressa Harper.
-E' normale a questo stato della gravidanza avere dei crampi,ma non è niente di allarmante:è soltanto il tuo utero che inizia ad espandersi per il bambino-le disse in tono professionale.
-Ah ok...-
-Bene siete pronti per vedere il vostro bambino?-chiese loro avvicinandosi alla scrivania e prendendo la bacchetta.
Remore della visita precedente,Rebecca sollevò la maglietta fin quasi al seno e si sdraiò sul letto,poi ben sapendo che quell'esame lo stava preoccupando non poco,rivolse un sorriso rassicurante a Ronald e gli prese la mano,sentendo subito la stretta salda del ragazzo.
-Bene,cominciamo-
La dottoressa Harper avvicinò la bacchetta al ventre di Rebecca e,grazie ad un semplice gesto circolare del polso,un piccolo cono di luce apparve sopra la pancia della ragazza.
Pietrificato,e al contempo eccitato,da quello che succedeva davanti ai suoi occhi Ronald strinse maggiormente la mano in quella di Rebecca,fissando attentamente quell'ologramma davanti a sè.
Grazie ad un altro movimento della bacchetta,il vuoto si riempì:quell'immagine bluastra era sparita,mettendo in mostra un ambiente rossastro e all'apparenza rassicurante.
-Eccolo qui-disse il medico compiendo un altro gesto con la bacchetta.
Ronald strizzò gli occhi e si concentrò sull'immagine e finalmente lo vide:era piccolo,molto più piccolo di quanto si era immaginato,e ad una prima occhiata gli sembrò che la sua pelle fosse trasparente.
Le gambe erano accavallate,la destra sulla sinistra e mentre il braccio sinistro fluttuava nel vuoto,l'altro era portato vicino alla bocca,permettendogli così di succhiarsi il pollice.
Senza che se ne accorgesse,una risatina scappò dalle sue labbra,prima che staccasse lo sguardo dall'ologramma e lo posasse su Rebecca:i suoi occhi erano fissi sull'immagini, spalancati per l'incredulità e Ronald si accorse che era sulla soglia delle lacrime.
Si sporse verso di lei e le diede un bacio fra i capelli,stringendola a sè per qualche istante, sentendo la stessa risatina che poco prima era uscita dalle sue labbra.
-Oh Ronnie...-
Ronald tornò a guardare davanti a sè,cercando già delle possibili rassomiglianze fra sè e quella "ranocchietta".
-Ha il mio naso-disse continuando a guardarlo.
Rebecca rise di nuovo e Ronald ebbe l'impressione di aver colto un sorriso anche dalla dottoressa Harper.
-E' già possibile sapere il sesso?-chiese Rebecca alla donna.
-Non se continua a nascondersi così,ma se proviamo a fargli cambiare posizione...-disse con lo sguardo concentrato sull'ologramma davanti a sè.-Avete delle preferenze sul sesso?-chiese poi la donna.
Sia Ronald che Rebecca scossero la testa.
-Siceramente non ci abbiamo mai pensato,credo sia indifferente-disse poi la ragazza.
Ronald la vide fare pressione con la mano sinistra sulla parte alta del ventre di Rebecca,e curioso,tornò a guardare l'ologramma in cerca di qualche cambiamento.
In futuro avrebbe ripensato tante volte a quel momento,ma non seppe mai trovare una risposta assoluta:forse era stata davvero la pressione esercitata dalla dottoressa Harper,o magari il bambino era stanco e aveva voglia di cambiar posizione,fatto sta che sotto i loro occhi la ranocchietta si mosse.
-E' un maschio-disse il medico confermando l'ipotesi che già si era formata nella mente di Ronald.
Un maschio.
Il rosso abbassò lo sguardo su Rebecca e la trovò pronta ad incontrare il suo sguardo,raggiante.
Fu solo in quel momento che capì cosa aveva provato suo padre quando si era trovato al suo posto:quel senso di totale appartenenza ad una persona,quell'amore totalizzante per qualcuno che ancora neanche aveva mai visto,ma che sarebbe diventato una delle persone più importanti della sua vita.
Era la più bella sensazione che avesse mai provato in vita sua.

 

La reazione di Ron alla scoperta della relazione fra James e Rose era stata esattamente quella che lei si era aspettata.
Inizialmente c'era stata l'incredulità,la ricerca di qualche spiegazione logica davanti a quelle fotografie così chiare e che mostravano in modo lampante il rapporto che c'era fra i due ragazzi.
Poi quando lei gli aveva raccontato di quello che aveva letto sul diario di Rose era subentrata la rabbia:era convinto che Rose fosse stata irretita,circuita da James e dalle sue attenzioni "malsane",messa talmente sotto pressione da non poter fare altrimenti se non cedere.
-So che odierai sentirtelo dire Ron,ma da come lei ne parla nel diario,sembra davvero innamorata-gli aveva fatto notare Hermione,cercando di riportare la giusta ottica nel discorso.
Quell'affermazione era stata seguita dallo sconforto:perchè erano stati tenuti all'oscuro di quello che stava succedendo?
Erano talmente indegni della fiducia della loro figlia da essere tagliati fuori da una questione tanto importante?
-Credi che Harry e Ginny ne siano a conoscenza?-le aveva chiesto poi dando voce ad un pensiero che le vorticava in testa fin da quando aveva scoperto tutto.
Hermione aveva alzato le spalle.
-Non ne ho la più pallida idea-aveva ammesso.
Era sempre stato Ron ad avere l'idea di andare da Harry e parlare con i due amici di quello che avevano scoperto.
-Anche loro hanno il diritto di saperlo,non credi?-
Così,anche se nutrivano ancora delle riserve su quello che stavano per fare,si erano presentati a casa dei cognati e,dopo i soliti convenevoli,avevano affrontato il discorso che li aveva portati lì.
Avevano mostrato loro le foto che avevano trovato e avevano capito all'istante che neanche i due amici sapevano quello che stava succedendo fra i loro figli.
-Oh andiamo,magari è soltanto uno scherzo fra amici...-tentò Harry,poco convinto a sua volta delle sue stesse parole.
-Non ricordo che tu baciassi così tutte le nostre amiche-gli fece notare Ron.
Il moro sospirò frustrato e guardò sua moglie,intenta a sua volta ad esaminare quelle quattro foto.
-Tu che ne pensi?-le domandò.
Ginny alzò la testa verso di lui prima di dare di nuovo le foto ad Hermione.
-Beh a quanto sembra sono più che amici...Molto più che amici-commentò.
Ron e Hermione si erano guardati,quasi cercando l'un l'altra il coraggio per affrontare di nuovo quella storia.
-Ecco veramente c'è dell'altro...-disse Ron impacciato.
Stava davvero affrontando quella conversazione?Stavano davvero parlando dei loro figli e di una possibile relazione?Perchè nonostante avesse passato più di un ora con Hermione a sviscerare quel discorso ancora non riusciva a credere a quello che lei gli aveva raccontato.
Sia Harry che Ginny l'avevano fissato con un'espressione d'attesa sul volto,ma fu Hermione a parlare.
-A quanto pare Rose e James hanno una relazione-
Una risatina ironica era scappata dalle labbra socchiuse di Harry.
-Questo è davvero assurdo-commentò poi.
-Credimi la pensavo anche io così,ma sembra proprio la verità-rispose Ron.
Ginny guardò direttamente Hermione,cercando di cogliere qualcosa dal suo sguardo, qualcosa che ad uno sguardo maschile sarebbe sicuramente scappato.
-Da quanto tempo?-chiese all'amica.
Lei alzò le spalle.
-Dall'inizio dell'anno,se non da prima-
La rossa annuì,assimilando quell'informazione:ripensò a tutte le volte che Rose era rimasta a dormire da loro durante le settimane di vacanza da Hogwarts,e inevitabilmente si chiese che cosa era successo fra i due,che cosa le era sfuggito nonostante fosse proprio sotto i suoi occhi.
-Ma come avete fatto a scoprirlo?-chiese Harry cercando una parvenza di normalità in quel discorso assurdo.
Hermione spiegò loro di come aveva letto il diario di Rose dopo aver trovato le fotografie, riassumendo quello che era contenuto in quelle pagine.
Alla fine del racconto,ci fu qualche istante di silenzio,un silenzio pesante e inconsueto fra i quattro amici.
-Quindi non ci hanno detto nulla perchè avevano paura della nostra reazione...-commentò Harry parlando più con sè stesso che con gli altri.
Ron annuì.
-Beh hanno ragione!Come hanno potuto anche solo pensare di fare una cosa del genere?-
-Si sono innamorati Ron...-commentò Ginny,lo sguardo perso davanti a sè.
-Gin per favore non è il momento di far uscir fuori il tuo istinto romantico.
Stiamo parlando di Rose e James!Sono cresciuti insieme,gomito a gomito ogni istante della loro vita,l'idea che ora quel rapporto sia cambiato è inaccettabile-ribattè il fratello.
La rossa puntò lo sguardo sul volto del fratello e lo fissò con sguardo duro.
-Stai parlando da vero bigotto!-gli fece notare-A chi importa se sono cugini?
Le famiglie di Purosangue si sposano fra cugini da sempre-gli ricordò poi.
-Noi non siamo mica stupidi come loro!-
-Quindi quale sarebbe la soluzione migliore per te?Intervenire e fare in modo che si lascino?-gli domandò battagliera.
-Non sarebbe certo una cattiva idea-
-Ok perchè non cerchiamo di darci una calmata?-intervenne Harry per sedare gli animi.
Ginny sbuffò e allontanò lo sguardo dal fratello,che del canto suo si ritirò in un angolo del salotto,le braccia conserte sul petto e uno sguardo risentito in volto.
-Possiamo restare qui ore a discutere di questa faccenda,ma sarebbe inutile.
Stiamo imbastendo un processo senza neanche preoccuparci di sentire le ragioni di Rose e di James...-disse Harry,cercando di essere razionale come al solito.
Hermione annuì.
-Sono d'accordo con te.
Inoltre non stiamo parlando di due bambini che non si rendono conto delle conseguenze delle loro azioni.
Sia James che Rose stanno per diventare maggiorenni e sono certa che non si sarebbero imbarcati in questa faccenda se non avessero saputo a cosa andavano incontro,cosa avrebbe provocato la loro relazione nella famiglia-convenne la riccia.
Ginny tornò a guardare il marito e annuì.
-Quindi dobbiamo parlare con loro...-
Harry annuì.
Ron sospirò e si passò una mano fra i capelli perfettamente ordinati in un gesto sconsolato.
-So già che questo discorso non mi piacerà affatto...-

 

A guardarlo avrebbero fatto fatica a riconoscerlo.
Lui sempre così gioviale e affabile con tutti,ora mentre saliva in fretta le scale che portavano al dormitorio femminile,aveva un'espressione terribilmente seria sul volto.
L'incontro avuto con Scorpius e Albus lo aveva fatto riflettere,gli aveva aperto gli occhi su quello che sarebbe stato il suo futuro.
E l'ultima cosa che voleva era che quel futuro si realizzasse...Ma fortunatamente sapeva come fare per evitarlo.
Arrivato davanti alla porta di legno del dormitorio bussò alla porta nel suo solito modo e aspettò qualche istante prima di aprire la porta.
Aveva accompagnato Rebecca al dormitorio prima di andare da Al e Scorpius,quindi una volta dentro si guardò intorno,cercandola con lo sguardo.
-Becca?-la chiamò con una nota interrogativa nella voce.
La stanza era deserta:tutti i letti erano vuoti e le tende dei baldacchini erano tirate.
Ronald chiamò di nuovo e finalmente la porta del bagno si aprì e apparve la ragazza,il pigiama già indosso,i piedi nudi.
-Ronnie che ci fai qui?-gli chiese sorpresa.
Ed aveva ragione ad esserlo:si erano lasciati un'ora prima,si erano dati la buonanotte con l'intento di rivedersi la mattina dopo.
Ma Ronald non poteva certo aspettare,non per quello che aveva in mente.
La vide avvicinarsi e fermarsi a pochi passi da lui,un'espressione curiosa sul viso.
-So-sono venuto perchè ho dimenticato di chiederti una cosa-le disse con voce tremante.
La vide aggrottare la fronte,preoccupata da quel tono di voce,per poi annuire.
In quell'attimo di silenzio,Ronald cercò di ricordarsi se c'erano delle regole precise,già stabilite per quello che stava per fare,ma la sua mente era completamente vuota.
-Ronnie,va tutto bene?-gli domandò ancora lei.
-Becca ti ricordi la nostra prima volta?-le domandò non sapendo bene da dove iniziare.
Sorpresa da quella domanda lei accennò un sorriso e annuì.
-Certo che la ricordo-
-Quando il giorno dopo sei venuta in camera mia,dopo che avevamo parlato,mi hai chiesto una cosa...-le disse ancora.
L'espressione di Rebecca cambiò in un'istante mentre le tornavano alla mente quelle ore passate e la sua proposta scherzosa.
-Ronnie...-
-Rebecca vuoi sposarmi?-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 42
*** Love stories ***


love stories

 

 

Tutto era partito da una normale conversazione con Al e Scorpius.
Subito dopo essere tornati dalla visita medica con la dottoressa Hunter,Rebecca era andata da sua sorella per darle la grande notizia e Ronald,a sua volta elettrizzato,aveva cercato qualcuno con cui continuare a parlarne.
Naturalmente,visto che era l'unico a conoscenza del suo segreto,la scelta era ricaduta su Albus.
Inizialmente lo aveva cercato nel dormitorio dei Grifondoro,senza grandi speranze in realtà visto che,da quando il fratello aveva iniziato a frequentare il Serpeverde,era l'ultimo posto in cui si poteva sperare di incontrarlo.
Dopo aver trovato il suo letto vuoto,aveva provato in biblioteca prima di arrendersi all'evidenza: avrebbe dovuto percorrere di nuovo il tunnel sotto il Platano,diretto questa volta alla Stamberga.
I ricordi della prima visita a quel posto non si erano del tutto "cancellati",ma era stati in parte mitigati dalla successiva visita che vi aveva fatto,quando era andato a parlare con Al per confessargli della gravidanza di Rebecca.
Arrivato nella Stamberga si era incamminato verso la camera che,come ben ricordava,era quella che abitualmente usavano i due ragazzi,cercando di fare più rumore possibile per annunciare la sua presenza ai due,ma anche quella volta non aveva grandi speranze in merito: chi avrebbe fatto caso a qualche scricchiolio in più in un posto infestato dai fantasmi?
Fermo davanti alla porta,si era schiarito rumorosamente la gola e aveva dato due colpi con le nocche della mano sinistra.
-Al,sei qui?Sono Ronnie!-aveva detto a voce alta.
Cercò di captare qualsiasi suono dall'interno,ma ancora una volta i suoi tentativi furono vani.
-Entra pure!-si era sentito rispondere proprio quando stava per bussare una terza volta.
Ronald aveva abbassato lo sguardo sulla maniglia,poco più in basso sulla porta,e per qualche istante aveva accarezzato l'idea di voltare le spalle e tornare indietro,al Castello ed aspettare lì il ritorno di suo fratello.
Ma era troppo eccitato per fare una cosa simile,e lo sapeva benissimo!
Così aveva afferrato la maniglia con la mano sinistra e l'aveva girata aprendo la porta.
Fermo sulla soglia aveva lanciato uno sguardo circolare alla stanza,e per qualche secondo ebbe l'impressione di avere un dejà-vù.
Scorpius era accanto ad una delle finestre completamente vestito, una sigaretta fra le dita della mano destra,chiaramente infastidito per l'interruzione;suo fratello,al contrario,era seduto sul copriletto,con indosso ancora i jeans e una maglia a maniche lunghe:era possibile che fosse riuscito a vestirsi in quei pochi secondi?,aveva pensato velocemente Ronald prima di accennare un sorriso imbarazzato.
-Scusa,non volevo disturbarti...-aveva detto,restando ancora fermo davanti ai due.
Al aveva subito scosso la testa,alzandosi in piedi e andandogli incontro e fermandosi accanto a lui.
-Non dire sciocchezze!-
-Beh a guardarvi sembra che ho interrotto qualcosa-aveva continuato il rosso.
-Ottima deduzione!-era intervenuto Scorpius portando poi la sigaretta alle labbra.
-Sys!-lo aveva ripreso il moro.
L'altro,per nulla impressionato,aveva alzato le spalle e aveva buttato fuori il fumo.
-E' tuo fratello,sei tu quello che deve fare il carino a tutti i costi-aveva commentato sincero fino alla maleducazione.
Ronald ascoltando quel battibecco pensò che sembravano già una coppia rodata,quasi fossero i loro genitori e si meravigliò di quanto in fretta le cose fossero cambiate dalla prima volta che aveva messo piede in quella stanza:ora riusciva ad essere quasi felice per suo fratello.
Albus si era voltato verso di lui mentre ancora scuoteva la testa a commento delle parole del biondo e l'aveva guardato,in attesa di una spiegazione.
Ronald istintivamente aveva sorriso,portando una mano alla tasca destra dei jeans e tirando fuori la copia dell'ecografia che la dottoressa Hunter aveva fatto per lui e la porse al fratello.
-Ho pensato che volessi conoscere il tuo nipotino-gli aveva detto mettendogli l'ecografia sotto il naso.
L'espressione di Albus era cambiata in un secondo,passando dallo stupito alla felicità più pura: quando aveva rialzato lo sguardo su Ronald,il rosso aveva visto gli occhi smeraldini più lucidi e in risposta a quella reazione il suo sorriso si era fatto più acceso.
-Cielo Ronnie...E'...-aveva chiesto prendendo l'ecografia fra le mani.
Il rosso aveva annuito.
-Da il benvenuto al nuovo arrivato della famiglia Potter-aveva confermato.
Albus lo aveva abbracciato,cercando di sfogare con una risata la stessa eccitazione che Ronald aveva provato quando aveva visto suo figlio.
Quando si fu staccato da lui,il moro si era avvicinato al compagno che per tutto il tempo era rimasto distante,accanto alla finestra,e gli aveva mostrato l'immagine,riuscendo a farlo sorridere.
-Sai già se è maschio o femmina?-gli aveva chiesto poi Al rialzando lo sguardo su di lui.
-Come nella migliore tradizione Potter,è un maschio-aveva risposto Ronald con un sorriso fiero.
Al si era unito a quel sorriso ed era tornato a guardare il proprio compagno,che in quel momento stringeva l'ecografia nelle dita della mano sinistra.
-Non è bellissimo?-gli aveva chiesto.
Scorpius aveva fatto un piccolo cenno con la testa prima di alzare lo sguardo su Ronald.
-Complimenti...Ma adesso che cosa succede?-aveva chiesto fissando il rosso.
Questi lo aveva fissato di rimando,senza capire bene il senso della sua frase.
-Beh,si aspetta altri cinque mesi e poi sarà qui fra noi-aveva commentato.
Scorpius aveva scosso la testa,su di sè lo sguardo di entrambi i fratelli.
-Io intendevo:che hai intenzione di fare per proteggerlo?-
Ronald aggrottò la fronte a quella domanda,totalmente inaspettata e si ritrovò senza parole con cui controbattere.
-Di che stai parlando Scorpius?-aveva chiesto per lui Al.
-Dai Al non far finta di non aver capito!Questo bambino ha come genitori due minorenni-aveva risposto il biondo.
-No,affatto!Rebecca ha compiuto diciasette anni quest'estate ed io li compirò fra una settimana-lo aveva corretto Ronnie.
-E pensi che questo tuteli tuo figlio?
A parte noi e Rachel,nessun'altro sa di questo bambino e quando si saprà la verità scoppierà sicuramente la guerra-
-Credi che non lo sappia?Perchè altrimenti io e Rebecca avremmo mantenuto il silenzio tanto a lungo?-aveva ribattuto il rosso.
-Ok perchè non cerchiamo di calmarci e di abbassare i toni?-si era intromesso Al per evitare che la situazione degenerasse.
Scorpius era tornato a voltare le spalle ad entrambi e per qualche istante aveva fissato lo sguardo sul vetro della finestra,la stanza immersa nel più completo silenzio.
-Non ha chiesto lui di nascere,quindi cerca di proteggere tuo figlio,fa in modo che quando arriverà quel momento niente lo possa allontanare da te e da Rebecca-aveva detto poi senza voltarsi.
Erano state quelle le parole che avevano colpito Ronald,che lo avevano spinto a ragionare e a farsi delle domande.
Era possibile che avesse ragione Scorpius?C'era la possibilità che,una volta scoperto del bambino,i suoi genitori decidessero di darlo in adozione nonostante il suo parere contrario e quello di Rebecca?
Proteggerlo.
Già,ma come?
Mentre camminava per i corridoi deserti di Hogwarts con aria quasi smarrita,una lontana conversazione gli era tornata in mente.
Una conversazione scherzosa che era diventata il loro piccolo scherzo privato e che ora sembrava la soluzione a tutti i loro problemi.
Ecco perchè ora si trovava davanti a Rebecca,che lo fissava incredulo per la sua domanda,l' espressione del suo volto che mostrava quanto poco desse credito alle sue parole.
-Ronnie,ma che cosa...-
Ronald scosse leggermente la testa e le prese la mano destra.
-Sentì so che questo discorso può sembrarti assurdo,suona assurdo persino a me che lo sto dicendo...-le disse lui cercando di rimettere ordine nei suoi pensieri.
-E allora perchè mi hai fatto una proposta simile?-gli domandò ancora lei,confusa quanto lui.
Ronald prese un respiro profondo e fissò gli occhi nocciola della ragazza,certo che quelli li avrebbero aiutato a calmarsi.
-Perchè ti amo-le disse sincero.
Rebecca restò in silenzio ricambiando il suo sguardo,in attesa.
-Sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita,la più importante.
Ci sei ogni volta che mi sento inadeguato o fuori posto per ricordarmi che qualcosa di buono devo pure averlo se tu sei accanto a me...-confessò facendola sorridere.
Si avvicinò di un altro passo e le cinse la vita con entrambe le braccia,sorridendo a sua volta.
-Sei la sola persona che riesce a calmare la mia ansia,la mia rabbia e la mia paranoia con poche parole e credo che anche tu sappia che non è un'impresa facile.
Inoltre sei la madre di mio figlio-disse con voce seria.
Gli occhi di Rebecca erano diventati lucidi e un nuovo sorriso gli aveva incurvato le labbra, dandogli il coraggio per portare avanti quel discorso;alzò una mano verso il viso della ragazza e le ravviò alcune ciocche di capelli dietro l'orecchio sinistro.
-Voglio dire...per gli altri possiamo sembrare dei ragazzini,ma siamo molto di più:siamo una famiglia.
Quindi dobbiamo agire di conseguenza-
Rebecca aggrottò leggermente la fronte,colpita da quelle parole.
-Che vuoi dire?-gli chiese.
-Quando si verrà a sapere di questo bambino dovremmo lottare contro tutti e io non posso rischiare che mi separino da te,o da lui.
Dobbiamo mostrare loro che non abbiamo agito d'impulso o sotto l'effetto di qualche droga,ma che abbiamo fatto quello che era meglio per la nostra famiglia-
La fronte di Rebecca si distese e un piccolo sorriso riapparve sulle sue labbra.
Ronald prese fiato dopo quel discorso confuso e deglutì,cercando di far scendere il nodo che gli stringeva la gola.
-Ok ora vediamo se sono capace di fare una proposta di quelle che le ragazze sognano...-disse cercando di nascondere dietro lo scherzo il nervosismo-Rebecca Paciock,vuoi sposarmi anche se sai che passerai il resto della tua vita con la persona più gelosa,possessiva,paranoica e irascibile che tu abbia mai conosciuto?-le chiese trattenendo il respiro in attesa della risposta.
Lo sguardo lucido di Rebecca era fisso nei suoi occhi,ma per un lungo momento lei restò in silenzio, facendogli temere una risposta negativa.
Poi dischiuse le labbra e cacciò un piccolo sospiro.
-Come potrei non volerlo?-
Con uno sbuffo quasi comico,Ronald fece uscire tutto d'un colpo l'aria che aveva trattenuto fino a quel momento e la fissò ancora qualche istante,vedendola annuire,per poi attirarla a sè e stringerla.
Sentendo il modo fiducioso in cui Rebecca si rannicchiò fra le sue braccia,Ronald si rese conto che credeva in ogni singola parola del suo discorso:l'amava,era davvero la persona più importante della sua vita,anche se molti avrebbero obiettato che era troppo giovane per capire certe cose.
Ma era sincero quando aveva detto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per evitare che lei o il loro bambino gli venissero portati via.
Solo in quel momento capì cosa intendeva realmente Scorpius con le sue parole e non potè che essergli grato per avergli aperto gli occhi.

 

Rispetto ai suoi coetanei che avevano bisogno di un'abbondante caffè e di tempo prima di riuscire a riattivare il cervello e a carburare decentemente,Lily era sempre riuscita a presentarsi presente e "attiva" nella Sala Grande.
Le veniva sempre da sorridere quando vedeva le facce assonnate e gli occhi cisposi dei suoi compagni e,molto spesso,quella del suo fidanzato.
Per questo si sorprese quando quella mattina lo vide entrare in Sala Grande a passo spedito e con un sorriso a trentadue denti.
La raggiunse velocemente e,dopo averla salutata con un bacio veloce,le si sedette accanto, iniziando a riempirsi il piatto con pane tostato e fette di bacon.
-Sei di ottimo umore questa mattina-gli fece notare lei.
Daniel restò in silenzio,dandole in risposta soltanto un sorriso lucente come quello precedente, impegnato com'era a versarsi del caffè nella tazza.
-E' successo qualcosa-decreto lei senza staccare lo sguardo dal suo volto.
Il sorriso di Daniel diventò,se possibile,ancora più brillante.
-Oh andiamo!Sai che non ti darò tregua finchè non mi avrai detto di che si tratta-gli fece notare Lily.
Accennando una risatina,Daniel si voltò verso di lei e la fissò per qualche secondo ancora in silenzio,poi avvicinò il viso al suo e le schioccò un sonoro bacio sulle labbra.
Il ragazzo si allontanò di un paio di centimetri dal suo volto e le lanciò un nuovo sguardo in quella distanza ravvicinata,prima di tornare a sorridere.
-Sono felice-si decise a dire.
Questo era evidente!
Lily accennò un sorriso a sua volta e alzò le spalle.
-Merito mio per caso?-chiese scherzosamente.
-Anche-la spiazzò Daniel tornando a sedersi composto e prendendo la tazza con la mano sinistra.
Lily,sorpresa,lo seguì con lo sguardo mentre addentava una fetta di pane tostato e si sporgeva in avanti sul tavolo per prendere il burro.
-So che può sembrarti stupida come domanda,ma cosa ho fatto,oltre a rendere la tua vita completa e perfetta?-disse continuando a scherzare,certa che Daniel volesse prenderla in giro.
-Veramente non è qualcosa che hai fatto tu,ma qualcosa che ti riguarda-spiegò lui.
Confusa,la ragazza aggrottò la fronte,prima di scuotere la testa.
-Ok,ora mi sono persa...Puoi dirmi che cosa è successo e smetterla di fare tanto il misterioso?-
Divertito dall'impazienza della sua ragazza,Daniel tornò a voltarsi verso di lei e,dopo qualche ulteriore ed inutile momento di silenzio,fissò il suo volto.
-Mio padre si sposa-le disse.
Per quanto la notizia l'avesse colpita,Lily si chiese come questo potesse riguardarla: anche se indirettamente,il padre di Daniel aveva provocato già abbastanza danni.
-Davvero?-chiese giusto per dire qualcosa.
Daniel annuì.
-Lui si chiama Scott ed è il compagno di mio padre da quasi quattro anni.
E' una persona molto intelligente e simpatica,sono sicuro che andreste subito d'accordo-le disse portando di nuovo la tazza alle labbra.
Lily fece un cenno d'assenso.
-Lo credo anche io-
Il ragazzo le lanciò un nuovo sguardo e tornò a sorridere.
-Cos' hai da fare giovedì sera?-le domandò poi cambiando completamente argomento.
Lily alzò un sopracciglio,mentre la sua mente analitica cercava un senso a quel discorso confuso,prima di scuotere la testa.
-Niente.
Almeno per quanto ne so al momento-gli disse
Lui annuì soddisfatto.
-Perfetto.
Va bene se passo a prenderti per le sei?-le domandò dando subito dopo un morso al toast imburrato.
-Per andare dove?Vuoi spiegarmi per favore che sta succedendo?-chiese lei.
-Ci sarà la cena per annunciare il fidanzamento di mio padre e Scott e tu sei una degli invitati...Avevo pensato di arrivare prima degli altri così da lasciarti la possibilità di conoscerlo, di farti un idea di com'è,visto che diventerà tuo suocero-
Improvvisamente tutta la confusione nella testa di Lily sparì,lasciando il posto ad una nebbia fitta:Dan aveva davvero detto quelle parole?
Lo fissò con aria incredula per qualche istante,notando distrattamente il sorriso smagliante e felice del suo ragazzo.
-Tu...io...cioè vuoi che io...-farfugliò.
Daniel annuì e le prese le mani,sporgendosi leggermente verso di lei.
-E' stata un'idea di mio padre:visto che ormai fai parte della famiglia era giusto che tu conoscessi il futuro "sposo"-le confessò sorprendendola maggiormente.
Sorpresa e leggermente commossa dalle parole di Daniel,Lily alzò gli occhi fino ad incontrare i suoi e rise nervosa.
Quel discorso diventava sempre più incredibile un istante dopo l'altro:aveva sempre creduto di essere antipatica al padre di Daniel,o almeno indifferente.
Ma doveva ammettere che,visto quello che era successo durante la loro relazione,anche lei non aveva una simpatia folle per l'uomo,quindi quel invito le giungeva del tutto inaspettato:il fatto che fosse stato proprio Dean ad avere l'idea era la prova che ormai aveva accettato il suo ruolo accanto a Daniel,o almeno si era rassegnato.
La considerava davvero di famiglia...
-Ha detto così?-chiese con la voce corrotta dall'ultimo rimasuglio di perplessità.
Daniel annuì.
-Posso giurartelo sul mio onore se vuoi-disse scherzoso lui.
Lily rise e alzò le spalle,cercando di darsi un tono.
-Allora non posso certo privare tuo padre della mia presenza-scherzò facendo ridere il ragazzo.
Cercando di scaricare tutta l'adrenalina che le parole di Daniel gli avevano messo in circolo, Lily si sporse verso di lui e lo baciò,indugiando a lungo sulle sue labbra,una mano sulla guancia sinistra,trovando la risposta pronta del ragazzo.
-Per favore possiamo interrompere questo spettacolo?Non ho ancora fatto colazione!-li riprese una voce poco distante da loro.
I due ragazzi si separarono e,mentre Lily faceva una smorfia all'indirizzo di Ronald Albus e Rebecca,prima di tornare a concentrarsi sulla propria colazione,Daniel sorrise e afferrò di nuovo il toast.
Fu quindi solo dopo un paio di minuti che si accorse che c'era qualcosa di strano.
Alzò lo sguardo davanti a sè dove,da qualche mese avevano preso a sedersi Rebecca e Ronald e li vide tesi e impacciati;voltò allora lo sguardo verso Al,e si accorse che,nonostante i suoi occhi brillassero di felicità,il suo volto cercava di restare serio.
-E' successo qualcosa?-chiese ai tre,portando Daniel ad alzare lo sguardo su di loro.
-Ecco in effetti...-iniziò Rebecca.
Ronald scosse la testa e,dopo essersi grattato la fronte con la mano sinistra,la posò sulla mano di Rebecca più vicina.
-Dobbiamo dirvi una cosa,importante...Molto importante.
Ma prima di farlo,abbiamo bisogno che ci promettiate una cosa-disse Ronald prendendo la parola.
La colazione completamente dimenticata sul tavolo,Daniel e Lily fissarono i due fidanzati con aria preoccupata e seria,prima di fare entrambi un cenno affermativo con il capo.
-Che manterrete il segreto,almeno per le prossime settimane-disse Rebecca.
-E' qualcosa di grave?-chiese Lily preoccupata dalle espressioni serie dei due.
-E' una cosa bellissima-intervenne Albus facendo sorridere Ronald e Rebecca.
Dopodichè il rosso tornò a guardare la sorella e iniziò il suo racconto.

 

C'era qualcosa di strano nell'aria.
James poteva avvertirlo ovunque intorno a sè fin dal loro ritorno a casa due giorni prima,ma ancora non sapeva spiegarsi bene cosa.
Da una parte c'erano i suoi genitori che si comportavano in modo diverso dal solito e che,non appena sceso dall'Espresso lo avevano travolto di domande su come aveva trascorso quei mesi e se fosse successo "qualcosa di diverso".
Anche se aveva soddisfatto la loro curiosità con i racconti banali che propinava sempre loro ad ogni ritorno a casa,sapeva di non averli soddisfatti,di non aver dato loro quello che veramente gli interessava,anche se non riusciva a capire di cosa si trattasse.
Inoltre in quei due giorni li aveva sorpresi a sobbalzare ogni volta che il suo cellulare squillava.
Come se tutto questo non bastasse ci si mettevano anche i suoi fratelli,che stavano chiaramente nascondendo qualcosa,sia a lui che ai loro genitori.
Una sera di ritorno dal bagno aveva colto uno stralcio di conversazione fra Albus e Ronald; consapevole che questi si sarebbero interrotti non appena lo avessero visto si era fermato fuori dalla porta,nascosto dall'oscurità del corridoio.
-Hai già in mente qualcosa?-aveva sentito Al chiedere all'altro.
Ronald aveva alzato le spalle.
-Veramente no...-
-Oh andiamo Ronnie!!!-lo aveva ripreso il moro.
-Al sai anche tu che non sarà niente di fastoso o di maestoso,al contrario...-gli aveva ricordato il fratello.
James aveva visto Albus annuire.
-Ma questo non vuol dire che non possa essere romantico lo stesso-
Sfortunatamente suo padre era apparso all'inizio delle scale e lui era dovuto entrare in camera, interrompendo la conversazione fra i due fratelli.
Di che stavano parlando?
Forse avrebbe potuto parlarne con Albus e chiedergli qualche informazione,ma era quasi certo che non sarebbe servito a niente.
-Tu vedi cospirazioni ovunque in questo periodo-gli disse Rose quando le raccontò delle sue idee.
Stavano camminando per la strada diretti verso casa di James,entrambi con una tazza di Starbuck fra le mani,di ritorno da un pomeriggio in giro per il centro.
James staccò le labbra dal suo bicchiere e scosse la testa.
-Non è questo...Il mio sesto senso mi dice che ho ragione-ribattè.
Rose ridacchiò,attirandosi un'occhiata in tralice dal ragazzo.
-Ehi!Non prendere in giro il mio sesto senso!-le disse con un lieve broncio.
-Scusa...Ma toglimi una curiosità:è lo stesso sesto senso che ti diceva di starmi alla larga?-gli chiese lei prendendolo chiaramente in giro.
James accennò un sorriso e fece un piccolo cenno con la testa.
-Beh era lo stesso che mi diceva che tu avresti portato guai-disse aprendo il cancello ed imboccando il piccolo viale che separava la porta di casa dalla strada.
Rose si fermò,la bocca leggermente spalancata per la sorpresa e lo fissò andare avanti di qualche passo finchè lui non si voltò verso di lei e incontrò il suo sguardo.
-Cosa?-le chiese con un sorriso divertito ad arcuargli le labbra.
Le labbra strette in quella smorfia che faceva sempre quando era arrabbiata con lui,Rose scosse la testa,portando James sull'orlo delle risate.
-Hai intenzione di restare ferma lì per tutto il giorno?-le disse tirando fuori le chiavi di casa dalla tasca.
Era certo che quelle parole l'avrebbero indispettita ancora di più,ma almeno l'avrebbero smossa e l'avrebbero portata a fare i pochi metri che mancavano dalla porta di casa;una volta dentro era certo di riuscire a far tornare il sorriso su quel viso imbronciato.
Infatti,come si era aspettato,Rose gli lanciò un'occhiataccia e,a testa alta anche più del solito e del normale,superò il cancello e salì il primo gradino, fermandosi a poca distanza da lui.
James,si voltò di spalle e sorrise,prima di infilare la chiave nella serratura ed aprire la porta.
Una volta dentro, nel piccolo ingresso,posò le chiavi nel mobile poco distante dalla porta e la osservò mentre si toglieva la sciarpa continuando ostinatamente a dargli le spalle.
Questa volta doveva essere davvero arrabbiata...
-Ce l'hai con me per qualcosa che ho detto?-le domandò conoscendo già la risposta.
-Dovrei?-gli chiese Rose voltandosi a guardarlo.
James sogghignò,in un modo che aveva visto fare spesso a Scorpius negli ultimi mesi,e scosse la testa.
-Non dirmela che te la sei presa per quello che ho detto prima...-disse soltanto per struzzicarla.
-E perchè mai?Io adoro essere considerata una fonte di guai!-ribattè calcando con la voce sull'ultima parola.
Il ragazzo restò in silenzio e fece un passo verso di lei,lo sguardo fisso sul suo viso.
-Beh in fondo è la verità,no?
Se non ci fosse questa cosa fra di noi,io avrei giocato al meglio lo scorso anno durante le partite...-iniziò.
-Ah quindi ho colpa anche di questo?-gli domandò lei stizzita.
James,ora abbastanza vicino,le coprì la bocca con una mano e fuse gli occhi con quelli di lei.
-Posso finire una frase senza correre il rischio che tu mi interrompa?
Grazie.
In parte sì è colpa tua...perchè non facevo altro che pensare a noi due,a quando avrei potuto lasciare gli allenamenti per tornare da te,per stare con te-le disse.
James vide gli occhi di Rose spalancarsi leggermente per la sorpresa e sorrise.
-Non te l'aspettavi,vero?
Inoltre,e lo sai anche tu,se le cose fossero andate diversamente,Ronald mi parlerebbe ancora...-
-Se la metti così sembro davvero una fonte di guai-mormorò lei abbassando lo sguardo.
James le si fece più vicino,avvolgendo un braccio attorno alla sua vita e le sfiorò una guancia con la propria.
-Basta che tu sia la mia fonte di guai...Il resto non mi interessa-le disse con lo stesso tono di voce.
Questa volta fu Rose ad accennare un sorriso,un braccio abbandonato sulle spalle larghe di James,godendosi quel breve istante di silenzio dopo tante parole.
Il colpo di tosse che arrivò dalle loro spalle vibrò nella stanza neanche fosse un colpo di pistola e li fece sobbalzare entrambi,portandoli a staccarsi e a voltare lo sguardo verso la porta del salotto,dove con volti inespressivi c'erano i loro genitori.
James capì che era inutile mentire o tergiversare ulteriormente:era venuto il momento di essere onesti.
-Da quanto siete lì?-domandò fissando il padre.
-Dal vostro arrivo-
Senza neanche spiegarsene il motivo,il ragazzo annuì.
-Credo che sia venuto il momento di fare una lunga chiacchierata,ragazzi-disse lo zio Ronald.
Già,finalmente era ora di uscire allo scoperto.


Avevano ottenuto i certificati in una settimana.
Ronald non credeva che ci volesse così poco tempo...
Dopo quella mattina in cui seduto al tavolo dei Grifondoro aveva raccontato a sua sorella e a Daniel del bambino e della sua intenzione di sposare Rebecca,tutto era successo molto in fretta.
Inizialmente Lily si era risentita per non aver saputo prima quello che stava succedendo alla coppia,ma si era tranquillizzata pensando che c'era ancora qualcuno che non sapeva niente di tutto quello e si era dimostrata pronta ad offrire il suo aiuto.
Lo stesso era stato con Daniel,che Ronald aveva scelto come suo testimone di nozze:non poteva negare con sè stesso che la sua prima scelta era stato Scorpius,per via del discorso che lo aveva aiutato a capire qual'era la sua strada,ma aveva dovuto rinunciare in quanto il ragazzo non era ancora maggiorenne.
Se voleva che quel matrimonio fosse inattaccabile da ogni punto di vista,allora doveva controllare anche le più piccole cose;così si era rivolto a Daniel che,da parte sua,era stato onorato e molto felice di ricoprire il ruolo di testimone.
Quando erano inziate le vacanze,lui e Rebecca si erano recati nella chiesa dei Maghi Riuniti e avevano compilato tutti i documenti necessari e ora,ancor prima di rendersene pienamente conto era lì.
Fermo sull'altare ad aspettare quella che di lì a neanche un'ora sarebbe diventata sua moglie.
La chiesa era vuota,se si escludevano Al e Scorpius,Lily e Daniel,Rachel e la testimone di Rebecca.
Per evitare che quella situazione fosse ancora più triste di quanto non fosse già,Albus aveva addobbato un pò la chiesa con degli asfodeli gialli,legandoli alle prime panche con dei nastri di raso bianco.
Lo sguardo fisso in fondo alla navata,Ronald cercava di non dare ascolto al suo cuore che martellava impazzito e alla sua testa che lo tempestava con mille domande:e se Rebecca avesse avuto qualche ripensamento?
Se i sensi di colpa per questo matrimonio segreto l'avessero spinta a non presentarsi?
Fortunatamente proprio mentre stava disegnando questo scenario tetro,il suono di una chitarra country si diffuse per la chiesa.

"Romeo take me somewhere we can be alone
I'll be waiting all there's left to do is run
You'll be the prince and I'll be the princess
It's a love story baby just say yes"


Rebecca apparve sulla soglia,un piccolo mazzo di rose bianche fra le mani,e dopo qualche istante in cui scrutò lo scenario che le si presentò davanti,inizò a percorrere la navata verso Ronald.
Il ragazzo la seguì con lo sguardo finchè non gli si fermò accanto e,nonostante per tutto il tragitto le avesse sorriso,la gratificò con un sorriso smagliante e felice;ai suoi occhi era bellissima,nonostante indossasse soltanto una gonna bianca fino al ginocchio e una camicia a maniche lunghe dello stesso colore.
Era forse la cosa più vicina alla perfezione che lui avesse mai visto nella sua vita...
Ferma al suo fianco,Rebecca gli sorrise di rimando e gli fece l'occhiolino cercando di calmarlo e di calmare sè stessa.
Il celebrante,leggermente paffuto e dai movimenti resi difficili per colpa della veste,si sistemò sul pulpito e guardò i due ragazzi.
-Siete pronti per cominciare?-chiese ad entrambi.
Dopo un'ultimo sguardo,sia Rebecca che Ronald annuirono.
Non erano mai stati più sicuri di niente in vita loro...

 

Era da più di dieci minuti che se ne stavano seduti su quel divano senza dire niente,limitandosi a fissarli,neanche fossero dei fenomeni da baraccone.
Che sapessero era evidente,non c'era neanche bisogno di chiederglielo,ma allora perchè continuavano a restare in silenzio?
Perchè non li avevano sommersi di domande,o peggio perchè non avevano iniziato ad urlare e a sbraitare come tutti i genitori normali?
-Da quanto lo sapete?-chiese James deciso a rompere quel momento di empasse alzando gli occhi sui propri genitori.
Senza vederla,seppe che Rose accanto a lui aveva fatto lo stesso.
Vide suo padre sistemarsi gli occhiali più su sul naso e lanciare un'occhiata a sua madre,indeciso forse sulle parole da usare.
-Da qualche settimane-disse poi.
-Quando avevate intenzione di dircelo?-chiese ancora James.
-Non credi che questa domanda dovremmo farla noi?-gli chiese a sua volta lo zio Ron.
James si sporse leggermente in avanti sul divano,poggiando entrambi i gomiti sulle ginocchia e abbassando per qualche istante lo sguardo sul pavimento.
-Come avete fatto a scoprirlo?-domandò Rose prendendo la parola per la prima volta.
Il silenzio che arrivò in risposta,fece capire al ragazzo che neanche i quattro adulti erano tanto innocenti e quella convinzione lo portò a rialzare la testa sul gruppo:vide sua madre tormentarsi le pellicine del pollice destro come faceva sempre quando era nervosa,anche se niente era paragonabile al nervosismo sul volto della zia Hermione.
Quindi era stata lei l'artefice di tutto...
E gli bastò uno sguardo a Rose per capire che neanche a lei era sfuggito.
-Mamma...-la chiamò.
La riccia sospirò e affrontò lo sguardo della figlia.
-Qualche settimana fa ho trovato alcune foto nel libro di Aritmanzia nella tua stanza...-iniziò certa che bastassero quelle poche parole.
Infatti l'espressione di Rose divenne consapevole e le sue labbra di dischiusero leggermente.
-Oh...-disse soltanto.
-Che foto?-chiese James guardando la ragazza.
-Quelle del bowling-
James annuì:ricordava quelle foto;in fondo era stato lui a insistere per avere un ricordo di quello che era il loro vero primo appuntamento come "fidanzati".
-Tutto qui?-chiese poi tornando a guardare i quattro.
Questa volta fu sua madre a scuotere la testa.
-Ok basta!-s'intromise lo zio Ron stanco di tutti quei farfugliamenti e tentennamenti-Rose, tesoro,scusami ma abbiamo letto il tuo diario-disse tutto d'un fiato.
-RON!-lo riprese sua moglie.
-Voi avete fatto cosa?-chiese la ragazza incredula.
-Era l'unico modo per sapere la verità-disse Hermione cercando di riparare ai danni di Ron.
-Quindi avete pensato di ficcare il naso nei miei affari,piuttosto che venire a parlare con me e James?-domandò lei arrabbiata per quella mancanza di rispetto.
-Se lo avessimo fatto ci avreste detto la verità?-domandò Harry,il più calmo di tutti.
-Non lo stiamo forse facendo ora?-gli domandò a sua volta James.
Ron sospirò rumorosamente e annuì.
-Ok allora,da quanto tempo va avanti questa...cosa fra voi due?-domandò crudemente come al suo solito.
Sua figlia lo fissò con sguardo duro e restò in silenzio per qualche istante,chiedendosi per quale motivo dovessero dare spiegazioni o essere giudicati per qualcosa che era soltanto loro.
-Un anno esatto-sentì rispondere,al suo posto, da James.
-E in tutto questo tempo non avete mai pensato di parlarne con noi?Di confidarvi?-domandò Ginny ferita per essere stata messa da parte più che per la relazione fra i due ragazzi.
-Per quale motivo?-chiese Rose guardando gli adulti-Era qualcosa che riguardava soltanto noi e nessun'altro-
-Va bene,ma voi siete cresciuti insieme,come è possibile che da un momento all'altro...-domandò Hermione cercando realmente di capire.
Sia Rose che James sorrisero.
-E' la stessa cosa che ci siamo chiesti noi all'inizio:non c'è una spiegazione,è semplicemente successo.
Il fatto che siamo cugini non vuol dire niente;quando siamo insieme siamo semplicemente James e Rose-rispose il ragazzo guardando Rose accanto a sè.
Lei sorrise e annuì.
-Non avrei saputo dirlo meglio-
Per qualche istante i quattro amici fissarono i due ragazzi,cheidendosi come avessero potuto non notare nulla in tutti quei mesi,mentre in quel momento era così evidente,quasi lampante quello che c'era fra i due.
James tornò a voltarsi verso di loro,un'espressione seria sul volto.
-So che per voi è stata una sorpresa e che sicuramente avrete bisogno di tempo per accettare la cosa,ma una cosa deve essere chiara.
Noi non abbiamo nessuna intenzione di lasciarci...La nostra non è un filarino che dura giusto il tempo della scuola,ma è qualcosa di serio-disse loro.
-Io e James abbiamo dei progetti insieme,un idea di futuro in comune e siamo certi che questo si realizzerà.
Anche se non dovessimo avere la vostra benedizione-continuò Rose mettendo in parole i pensieri di entrambi.
James annuì.
-Quindi ora la decisione spetta soltanto a voi-

 

Salve a tutti!!!E buon inizio delle vacanze di Natale!

Chiedo scusa se la volta precedente nn ho potuto scrivere le note a fine capitolo,ma ero veramente di fretta e ho preferito postarlo cs com'era piuttosto che farvi aspettare ancora.

Ok,come vedete siamo davvero alla fine,manca davvero poco e poi anche qst storia sarà finita.

Poi come sapete ci sarà il seguito,ma credo che mi prenderò un pò di pausa,almeno un mesetto,così ke voi possiate sentire la mia mancanza e in modo da raccogliere abbastanza idee.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno e chiedo scusa x eventuali errori di ortografia.

La frase in corsivo nel capitolo è tratta da "Love story" di Taylor Swift.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Come al solito il più irruento è stato Ron,ma i nostri hanno saputo tenere testa al quartetto,in fondo sanno quello che vogliono e nn sono disposti a rinunciarci;come hai visto la tua idea era azzeccata,quindi preparati alla terza guerra mondiale che si scatenerà molto presto nei pressi di Privet Drive...),Manda(Era così che avevi immaginato il confronto?Oppure c'erano piatti rotti che volavano x il salotto?),Ale146(Deduco, visto che anche qui ci siamo interrotti prima di sapere la risposta dei quattro,che sarai un pò arrabbiata cn me...),Dado(BENTORNATE!!!!!!!!!!!!!!Come state?E' praticamente una vita che nn ci sentiamo,ma sn contenta che siate di nuovo qui...Anche voi mi siete mancate,ma spero di riuscire a beccarvi prima o poi!Un grandissimo bacio ad Ellie e Rose),_Lotti(BEh almeno nn abbiamo dato libero sfogo a Ron,xkè senno la situaziione sarebbe davvero degenerata...), Ly4ever(Ginny è la classica mamma che cerca di vedere del buono in tutto,ma nn so se sarà tanto comprensiva qnd scoprirà quello che sta succedendo a Ronald),Nefene(Pupo perdonarmi?Ero veramente con i minuti contati,ma cm vedi ora tutto è tornato alla normalità... In effetti Herm ha avuto un grande aiuto dal diario di Rose;fossi stata in Rose nn gliel'avrei fatta passare liscia tanto facilmente,ma capisco che in quel momento fosse un pò distratta da altre faccende...),Kikka15(Ron e Becca sn la coppia romantica x eccellenza,quella che qnd sei single cerchi di evitare cm la peste,ma in qst momento mi fa bene parlare e  scrivere di loro, anzi forse alle volte ho paura di farli tr zuccherosi),Sklupin(I tuoi complimenti mi hanno fatto arrossire,e nn scherzo!Erano davvero tr buoni qst volta!Piano piano stiamo salutando tt i protagonisti:prima Al e Scorpius,poi Alice e Luke,ora è la volta di Lily e Daniel e siamo ad un passo dalla fine per Rose e James;nelle fasi finali del viaggio ci accompagneranno solo Ronnie e Rebecca),Angel_SG(Sempre felice di essere d'aiuto,anche se in minima parte...Ti aspettavi davvero un Herm così impicciona?).

Bene,x il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"Happy ending"

BUONE FESTE!!!!

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 43
*** Happy is what happen when your dreams come true ***


happy is what happen when your dreams came true

 

 

Harry,Ginny,Ron ed Hermione impiegarono due ore ad arrivare ad una decisione comune.
Dopo aver confermato la loro relazione e aver detto ai propri genitori di non essere disposti a cedere alle loro preoccupazioni,o alle loro paure sul giudizio della gente,James e Rose erano usciti dal salotto e li avevano lasciati soli.
Quella piccola riunione fra "adulti" per i due ragazzi non aveva grande importanza:qualsiasi decisone avrebbero preso,loro sarebbero rimasti insieme,anche a costo di scappare,di andare lontano e di mettersi contro l'intera famiglia.
-Saremo una di quelle coppie romantiche e tragiche alla Romeo e Giulietta-aveva scherzato James seduto su uno dei gradini della scala che collegava i due piani della casa,mentre attendeva il "verdetto".
Nel salotto i quattro adulti erano rimasti a lungo in silenzio impegnati a rivivere nella propria mente la conversazione che avevano avuto con i propri figli.
Con reazioni diverse.
Fin dal primo momento,da quando avevano scoperto il diario e le foto,Harry e Ron si erano arroccati nella propria convinzione che il sentimento che univa i due ragazzi fosse uno sbandamento passeggero,una passione momentanea di cui fra qualche anno avrebbero riso insieme.
Il classico aneddoto delle feste di famiglia....
Ma Ginny e Hermione avevano capito subito che non era così;ai loro occhi di mamme era bastato uno sguardo ai propri figli per capire che c'era qualcosa di più profondo che legava i due ragazzi.
Guardando i due ragazzi seduti uno vicino all'altro,le due donne si erano accorte di cambiamenti che,in qualche modo, erano rimasti celati ai loro occhi finora:Ginny si era accorta della maggiore sicurezza con cui James parlava,senza la minima preoccupazione di come le sue parole potessero essere interpretate da chi lo ascoltava.
Osservandolo,la donna aveva scorto molti tratti di quel giovane Harry che l'aveva fatta innamorare.
Dal canto suo Hermione non poteva fare a meno di rimproverarsi per essere stata talmente assorta dai suoi problemi da non accorgersi di quello che stava succedendo attorno a lei:come era potuto succedere?
Il suo compito di madre non era quello di proteggere ed essere sempre presente per i suoi figli,in qualsiasi circostanza e momento?
Allora perchè aveva lasciato che le sue questioni personali prendessero il sopravvento?
Non aveva capito che c'era qualcosa che turbava sua figlia,che le impediva di essere serena come al solito ed era stata distante da lei proprio quando Rose ne aveva più bisogno.
-Secondo voi cosa dovremmo fare?-domandò Harry cautamente,spezzando il silenzio.
Tre paia di occhi si posarono su di lui silenziosi.
Come al solito era sempre lui il primo ad affrontare questioni spinose e difficili,ma questa era ancora più difficile da affrontare perchè,per la prima volta,non riguardava loro stessi,ma i loro figli.
Avevano fatto molte scelte che li riguardavano da quando questi erano nati,cercando di instradarli verso ciò che era giusto e buono,ma quella decisione era diversa.
Personalmente Harry sentiva che la loro opinione in quella faccenda non contava molto:come James gli aveva fatto già notare,non sarebbe stato il loro parere contrario a far interrompere quella relazione.
E fra sè e sè,il moro dovette ammettere che capiva le ragioni del figlio:non aveva fatto lo stesso anche lui da ragazzo quando si era trattato di "salvare" il suo amore per Ginny?
Non si era messo contro Ron,consapevole soltanto del proprio obiettivo?
Ed ora James stava facendo lo stesso.
-Non vedo cosa ci sia da dire...-disse Ron,la voce neutra che cercava di nascondere i suoi veri pensieri.
-Beh dovremmo pur parlare di quello che è successo,no?-domandò Ginny incalzando il fratello.
-Vuoi sapere davvero cosa ne penso?Credo che sia tutto un mucchio di balle!-disse il rosso fissando gli occhi nocciola della sorella.
Gli altri tre lo fissarono in silenzio e lui annuì,quasi a voler dar maggior credito alle proprie parole.
-Andiamo,credete davvero che i ragazzi sappiano cosa sia il vero amore?
Hanno solo diciassette anni...-commentò.
-La stessa età che avevamo noi quando ci siamo innamorati.Anzi se non sbaglio a te è successo anche prima-gli fece notare la sorella.
-La nostra era una situazione diversa;vivevamo a stretto contatto con la morte!-
-Quindi in tempo di pace tu non ti saresti mai innamorato di me?-gli domandò Hermione fissandolo intensamente.
Ron sbuffò e scosse la testa,passandosi una mano fra i capelli in un gesto distratto.
-Non è questo che sto dicendo...Dico solo che...-iniziò lui.
-Stai dicendo un mucchio di sciocchezze-lo zittì la moglie-Non possiamo ridicolizzare o sminuire il sentimento che James e Rose provano soltanto perchè non hanno vissuto quello che abbiamo passato noi.
Sarebbe un tentativo meschino per separarli...Se davvero vogliamo separarli allora diciamo loro la verità:che non ci piace la loro relazione-aggiunse poi la riccia guardando i due cognati.
Ginny respirò profondamente e restò in silenzio,riflettendo sulle parole dell'amica:voleva davvero separare i due ragazzi?
Certo la notizia della loro relazione l'aveva sorpresa ed indispettita,ma non l'aveva nè scioccata nè infastidita.
Alzò lo sguardo sulla cognata e la fissò per qualche secondo prima di dischiudere le labbra.
-Non si tratta sempre di amore?-domandò.
Ron si lasciò andare ad un gemito esasperato a quelle parole prima di alzarsi dal divano e fare qualche passo in giro per il salotto.
-Cazzo Gin non sei troppo vecchia per questo sentimentalismo spicciolo?-
-Ron perchè non ti calmi?-intervenne Harry in difesa della moglie.
-Tu sei d'accordo con lei?Anche tu pensi che dovremmo lasciarli continuare così?-chiese il rosso puntando gli occhi sull'amico.
Harry alzò le spalle.
-Non lo so cosa penso...-rispose sincero-Sto considerando le varie possibilità:se lasciamo andare avanti questa storia,la gente tornerà a parlare della nostra famiglia;se invece non lo facciamo potremmo inimicarci i nostri figli-
Ginny,nonostante il momento serio,accennò un sorriso.
-Quando mai abbiamo avuto paura di ciò che pensava la gente di noi...-disse direttamente al marito.
Convenendo con lei,Harry sorrise a sua volta.
Ci fu un altro momento di silenzio,in cui tutti evitarono di incrociare lo sguardo dell'altro e si persero di nuovo nei loro pensieri.
Poi Harry capì che dovevano affrontare anche un altro lato della questione.
-Dobbiamo considerare,nel caso decidessimo di separare i ragazzi,la possibilità che Rose e James inizino a provare del risentimento,se non dell'odio,verso di noi.
Potremmo perderli...E io non sono pronto a correre questo rischio-disse sincero.
Hermione annuì,trovandosi d'accordo con ogni parola dell'amico.
-Nemmeno io.
Ho già troppe cose da farmi perdonare da Rose-commentò la donna.
Harry guardò sua moglie e la vide sorridere verso di lui:non aveva bisogno di nient'altro,per capire.
-Come al solito tocca a me essere la campana discordante-commentò Ron.
Hermione si alzò e andò verso l'uomo,finchè non gli fu davanti.
-Vuoi davvero metterti contro tua figlia?-gli domandò con voce serena.
-Certo che no!E' l'ultima cosa che vorrei...Sono diviso in due: penso che potrei anche accettare la sua "storia" con James,se davvero la rende felice e se è davvero quello che vuole;poi però penso al futuro,a quello che succederà di qui a cinque,dieci anni,quando i ragazzi vorranno avere dei figli.
Come ci comporteremo?Diventeremo come quelle famiglie purosangue che si sposano fra cugini!-
-Ron ma...-cercò di ribattere Hermione.
Il rosso però scosse la testa.
-No,riflettici Herm,tu che sei la più intelligente di tutti noi.
Sai benissimo che potrebbero nascere figli malati o peggio...-continuò Ron cercando di far ragionare i tre.
Quel pensiero,naturalmente,iniziò a farsi spazio nella mente dei tre amici,portando alla luce un nuovo lato di quel "problema" che non avevano neanche lontanamente considerato.
-Quindi cosa proponi di fare?Separarli del tutto?-chiese ancora Hermione al marito.
Ron scosse la testa.
-Li hai sentiti,no?Non servirebbe comunque a nulla.
Quindi io dico:vogliono stare insieme?
Bene,che lo facciamo.
Ma noi siamo i loro genitori e,anche se a loro non farà piacere,dovremmo mettere dei limiti a questa relazione-
-Che intendi per limiti?-fece Ginny.
Tutti e quattro avevano una vaga idea di quello che avrebbe detto Ron,ma intimamente speravano di sbagliarsi.
-I ragazzi potranno stare insieme,potranno anche sposarsi se è questo che vogliono e io prometto fin da ora che non dirò neanche una parola...Ma niente figli.
So che può sembrare crudele e infimo,ma lo sto dicendo per il loro bene-aggiunse subito per mettere a tacere eventuali rimostranze.
Ancora una volta il silenzio avvolse la stanza,e gli sguardi tornarono a dividersi quasi i quattro amici avessero paura di leggere negli occhi dell'altro gli stessi pensieri che attraversavano la propria mente.
Bastò quel silenzio a far capire quale fosse la loro decisione.

 

Il gruppo formato da Ronald,Lily,Scorpius e Albus tornò a casa mentre i quattro adulti erano ancora chiusi nel salotto.
L'atmosfera era allegra e spensierata:più volte lungo la strada Lily aveva intonato la marcia nuziale facendo ridere Ronnie e Al,e attirando su di sè le smorfie di Scorpius, geneticamente allergico a queste "smancerie".
Dopo la cerimonia,il gruppo era andato a festeggiare in un fast food dove,in pieno stile "pranzo di nozze",i testimoni avevano fatto il loro discorso e c'erano stati vari brindisi alla salute degli sposi.
Ma sia Ronald che Rebecca avevano ben presente che quella era soltanto la quiete prima della tempesta.
Di comune accordo,infatti,avevano deciso che era venuto il momento di dire la verità:Ronnie aveva convinto la ragazza a lasciarlo parlare prima con i propri genitori che,ne era convinto, dopo la furia iniziale sarebbero stati pronti a stare al loro fianco,in modo da avere un alleato in più quando avrebbero dovuto affrontare i genitori di Rebecca.
Aveva accompagnato Rebecca a casa sinceramente dispiaciuto di doversi separare da lei: il matrimonio non dovrebbe unire due persone?
Invece loro dovevano passare separati anche la prima notte di nozze.
Beh presto sarebbero stati di nuovo ad Hogwarts e le cose sarebbero state diverse...
-Sai Ronnie te lo devo proprio dire:mi hai veramente sorpreso-commentò Lily mentre camminavano verso casa.
Il ragazzo aveva sogghignato divertito e aveva guardato la sorella che,incontrando il suo sguardo aveva annuito,a conferma delle sue parole.
-Davvero!Ero convinta che fra tutti noi saresti stato tu a finire solo,grasso e vecchio con la sola compagnia di un gatto-gli confessò spietatamente sincera.
Ronald la guardò con un espressione scioccata sul viso che gli fece nascere una piccola ruga sopra il sopracciglio sinistro e che fece ridere di gusto Albus e Scorpius.
-E' davvero toccante sapere che posso contare sul tuo appoggio Lily-scherzò poi.
Lei fece un cenno con il capo e,affettuosa come poche volte nella vita,gli soffiò un bacio.
-Andiamo...Lo sai anche tu di avere un carattere difficile,è già un miracolo che quella santa di Rebecca ti sopporti,ma addirittura sposarti!-
-Non dimenticarti il bambino-le fece eco Al.
Lily scioccò le dita quasi si fosse dimenticata di quel "piccolo" particolare.
-Giusto!-
-Questo vi dimostra che sono molto meglio di come voi mi avete sempre visto!Magari sono un cavaliere dalla scintillante armatura o uno di quegli eroi romantici...-ribattè Ronald guardando entrambi i fratelli.
I due,imitati da Scorpius lo fissarono per pochi secondi prima di scuotere la testa e ridacchiare divertiti.
-Tu?Ah per favore!-si limitarono a commentare,aprendo il cancello di casa e incamminandosi verso la porta di casa.
Uno dietro l'altro,una volta che Al ebbe aperto la porta,entrarono nell'ingresso,continuando a scherzare fra di loro.
-Certo che scegliere Daniel come testimone è stata una scelta un pò azzardata-stava dicendo Scorpius in quel momento.
-E perchè mai?-gli domandò Ronald lanciandogli un'occhiata perplessa.
Il biondo alzò le spalle.
-Beh metti il caso che fra lui e Lily finisce tutto...Ti ritroverai con un testimone di nozze di cui non puoi più fare il nome davanti a tua sorella e che con il tempo dimenticherai anche com'è fatto-spiegò il ragazzo.
-Allora lo stesso poteva succedere se avessi scelto te-gli fece notare il rosso.
-Mi dispiace deluderti-si affrettò a rettificare il biondo,allacciando un braccio attorno alla vita di Albus,facendo nascere all'istante un sorriso felice sulle labbra dell'altro-Ma posso assicurarti fin da adesso che ho intenzione di restare in giro ancora per molto,molto tempo-disse quasi a voler rassicurare il ragazzo.
-Lo stesso vale anche per Daniel-ribattè Lily facendo poi la linguaccia a Scorpius,facendo ridere gli altri ragazzi.
Si liberarono dei cappotti e si avviarono verso la cucina,ma erano a metà del corridoio quando Albus si accorse della presenza di Rose e James davanti alla porta chiusa del salotto.
-Voi che ci fate lì fuori?-domandò ai due ragazzi fermandosi davanti a loro.
James e Rose,al suono della voce di Al,alzarono la testa e lo guardarono per qualche secondo, come se non lo riconoscessero;nel frattempo anche il resto del gruppo era tornato indietro sui propri passi ed ora era attorno ad Albus intento a fissare i due ragazzi.
Fulmineo lo sguardo di James si posò sul volto di Ronald,che evitò di incontrare i suoi occhi, come ormai succedeva ogni volta che erano nella stessa stanza.
Quando i loro genitori sarebbero usciti da quella stanza,i suoi fratelli avrebbero saputo la verità,quindi che senso aveva continuare a mantenere il segreto.
-Stiamo aspettando-disse rivolto ai propri fratelli.
Ronald,intuendo qualcosa,aggrottò le sopracciglia e tornò a guardare i due ragazzi,ma fu il gesto di Rose che,dopo un veloce sguardo a James,annuì atteggiando il viso ad un espressione serena che gli fece capire che le sue supposizioni erano esatte.
-Aspettate cosa?-chiese Lily senza capire.
-Lo avete detto anche a loro,vero?-chiese Ronald quasi rimproverandoli.
Gli sguardi di Al,Scorpius e Lily si mossero alternativamente da Ronald a James e Rose,senza riuscire ad intaccare quel gioco di sguardi:sembrava quasi che i tre avessero dimenticato la loro presenza in quella stanza e avesero ripreso una battaglia iniziata in precedenza.
-Lo hanno scoperto da soli...Noi abbiamo solo dovuto confermarlo-sentirono dire da Rose.
-Perchè non avete mentito?Potevate dirgli che non era vero niente che...-disse Ronald chiaramente irritato.
-Perchè avremmo dovuto farlo?Prima o poi avremmo dovuto comunque dire la verità,quindi perchè continuare a portare avanti questa farsa?-gli domandò a sua volta James.
-Scusate,ma possiamo sapere di che state parlando?-s'intromise Albus,cercando di trovare un senso a quel discorso.
Possibile che i loro genitori avessero scoperto del bambino?
Oppure c'era un altro segreto di cui non erano a conoscenza?
Ronald sbuffò rumorosamente e si allontanò di un passo dal gruppo;sfortunatamente per lui conosceva già quella storia,quindi non aveva bisogno di sentirla di nuovo.
-I nostri genitori hanno scoperto che io e James abbiamo una relazione-disse Rose.
Mentre un'espressione allibita si disegnava sul volto di Al e Lily,Scorpius cercò di nascondere una risatina dietro la mano destra,consapevole che sarebbe stato di cattivo gusto scoppiare a ridere in un momento del genere.
-Voi due...siete una coppia?-domandò Lily incerta.
James annuì.
-Da un anno ormai-confermò sereno.
-E perchè non ce lo avete mai detto?-domandò a sua volta Albus,sorpreso quanto la sorella.
-Perchè non erano affari vostri.
Lily quanto tempo è passato prima che tu ci parlassi della tua storia con Dan?E tu Al?
Abbiamo dovuto cogliervi in flagrante per farvi "confessare"...noi abbiamo solo portato avanti la tradizione,se vogliamo metterla così-fece James cercando di scherzare.
Ancora sorpreso,Al si voltò verso Ronnie,incontrando subito il suo sguardo.
-Tu lo sapevi?-gli domandò.
-L'ho scoperto qualche mese fa-confermò l'altro.
-Quindi è per questo che non vi parlate più-fece Scorpius parlando per la prima volta.
Il rosso si limitò ad annuire.
L'altro fece una smorfia indefinita che portò Ronald ad aggrottare la fronte e a fissarlo in attesa di una spiegazione.
-Speravo in qualcosa di più interessante;magari in uno dei segreti inconfessabili della famiglia Potter,invece...-commentò il ragazzo.
-Non ti sembra abbastanza questo?-gli domandò Ronald.
-Che c'è di tanto strano in due ragazzi che stanno insieme?Due etero per giunta?-intervenne Albus dando ragione al compagno-Abbiamo dato più scandalo io e Scorpius quando si è venuto a sapere della nostra relazione-
Ronnie scosse la testa.
-Se non ti conoscessi penserei che sei geloso di Rose-commentò Lily guardandolo attenta.
-Che stronzate!-si limitò a commentare il rosso.
-Allora qual'è il motivo?Perchè ce l'hai tanto contro la mia relazione con Rose?-gli domandò il fratello,ponendogli per la prima volta in due mesi quella domanda che continuava a girare nella sua mente.
Doveva sapere se c'era ancora la speranza di ricucire un rapporto con suo fratello,se quell'astio che si era generato dalla scoperta della storia fra lui e Rose era passeggero,momentaneo o se sarebbe durato per sempre portandoli ad essere due estranei.
Anche se non ne aveva mai parlato con nessuno,neanche con Rose,sentiva la mancanza di Ronald,di quel loro rapporto esclusivo e confidenziale;si era scoperto geloso per la prima volta nella sua vita quando aveva visto crescere la confidenza fra il gemello ed Albus,e odiava non sapere più nulla della sua vita.
Sentiva la mancanza dello sguardo divertito e stupito con cui Ronald gli puntava addosso sempre durante le sue confessioni,il silenzio che accompagnava le sue parole,silenzio che sarebbe stato interrotto nel momento più opportuno da poche parole che lo avrebbero aiutato ad allontanare tutti i dubbi.
Aveva bisogno di sapere.
Ma lo sguardo risentito che c'era negli occhi di Ronald gli fece capire che neanche questa volta sarebbe riuscito nel suo intento.
Facendo uscire un suono sprezzante dalle labbra,Ronald allontanò lo sguardo dal suo e si staccò dal gruppo,diretto verso la cucina.
Nel silenzio,James fissò la porta della cucina finchè questa non si chiuse dietro il fratello,prima che una spinta innata lo portasse a seguire il fratello a passo di carica.
Questa volta non gli avrebbe permesso di liquidare la faccenda in quel modo!


Era voltato di spalle quando sentì la porta della cucina aprirsi una seconda volta.
Ovviamente non ebbe bisogno di girarsi per sapere chi fosse.
Perchè James non lo lasciava in pace?
Voleva vivere la sua storia con Rose alla luce del Sole?Bene che facesse pure!
Lui aveva talmente tanti problemi a cui pensare che al momento non poteva certo occuparsi anche di quelli di suo fratello.
Presto sarebbe stato il suo momento di parlare con i propri genitori e confessargli del matrimonio e del bambino e non voleva,o meglio non poteva,farsi distrarre dai problemi "adolescenziali" di James.
-Ora io e te facciamo una bella chiacchierata!-sentì dire da suo fratello.
Era la prima volta che lo sentiva usare il suo collaudato tono da "fratello maggiore" con lui... Doveva essere davvero incazzato!
Un sorriso ironico apparve sulle labbra di Ronald,ma riuscì a nasconderlo agli occhi di James grazie alla sua posizione.
Si voltò e per un lungo istante lo fissò in volto,il viso completamente inespressivo.
-Di cosa vuoi parlare?Del Quidditch?O delle ragazze?-gli domandò prendendolo chiaramente in giro.
Sentì chiaramente il respiro che il fratello prese con il naso e si disse che,se fossero stati in un fumetto,sarebbe stato capace di vedere delle nuvolette bianche uscire da entrambe le narici.
-Perchè stai facendo lo stronzo con me?-chiese James con una voce sorprendentemente calma.
-Perchè mi diverte vederti andare su tutte le furie-ribattè l'altro,incrociando le braccia sul petto-Hai detto che volevi parlare.
Fallo-
Per nulla intimidito dall'atteggiamento ostile del fratello,Jim fece un paio di passi verso di lui e gli puntò un indice contro.
-Tu sei un bastardo!Un fottuto bastardo!Devi smetterla di comportarti come se fossi una fidanzata tradita...-
-Io non mi sto affatto comportando così!-ribattè l'altro con voce ferma.
-Ah no?Allora come spieghi il tuo comportamento?
Tu dovresti essere il mio confidente,la mia coscienza,ma ora che ho più bisogno di te non ci sei...E vuoi sapere perchè?Perchè non ti piace quello che hai scoperto di me!
Non appena qualcosa ha sconvolto l'immagine che tu avevi di me hai deciso di mettermi da parte,senza neanche farmi spiegare,o darmi il tempo di rimediare-
-Ora sei tu che stai parlando come una fidanzata tradita-gli fece notare Ronald.
Jim sbuffò di nuovo e si passò una mano fra i capelli sconvolti.
-Credi che sia stato facile per me non dirtelo?
Non hai idea di quante volte sono stato sul punto di spiattellare tutto senza troppi ripensamenti.
Però poi pensavo a Rose e mi rendevo conto che dovevo proteggerla,che dovevo tener conto anche dei suoi tempi e delle sue esigenze.
Mi ha quasi lasciato quando ho solo azzardato l'idea di far sapere a te o a qualcun'altro della nostra storia-
Ronald restò in silenzio.
Quelle parole gli sembravano familiari,come se James si stesse riferendo,inconsciamente a lui.
Non era la stessa situazione che stavano vivendo lui e Rebecca?In quei mesi non aveva fatto anche lui tutto il possibile perchè nessuno sapesse o scoprisse della gravidanza della ragazza, per proteggerla?
Deglutendo il nodo che gli aveva stretto la gola,Ronnie lanciò uno sguardo al fratello.
-Questo posso capirlo-si limitò a rispondere.
Galvanizzato da quella piccola concessione,James fece un altro passo in avanti.
-La amo Ronnie...Forse è la prima volta in vita mia che amo davvero una ragazza-gli disse sincero.
-Perchè lo dici a me?Non dovresti lasciarti andare a queste confessioni con lei?-gli domandò leggermente stizzito.
Jim scosse la testa.
-Voglio che tu capisca quanto Rose sia importante per me,quanto ormai non possa più fare a meno della sua presenza accanto a me.
Lei ha dato un senso al caos che era la mia vita...E' come se per tutti questi anni avessi vissuto fra le quattro mura di una stanza,finchè qualcuno non ha aperto la porta mostrandomi un intero universo.
E non mi importa se lei è la figlia dello zio Ron e della zia Herm,perchè sono certo che fosse destino la nostra storia-cercò di spiegargli in maniera confusa.
Questa volta fu Ronald a sospirare,colpito di nuovo dalle parole del moro:possibile che i sentimenti che James provava per Rose fossero così simili a quelli che lo legavano a Rebecca?
Non aveva mai considerato quell'aspetto:la rabbia per essere stato "escluso" e per il silenzio prolungato del fratello gli avevano fatto vedere quella relazione come qualcosa di sbagliato, quasi di sporco.
-Capisci ora?-gli domandò ancora James incapace di sostenere quel silenzio ancora a lungo.
Ronald si limitò ad annuire,lo sguardo basso sul proprio avambraccio destro,ancora stretto contro il petto.
-Allora?Pensi ancora che sia una cosa così terribile?-lo incalzò ancora.
Il gemello restò ancora qualche secondo in silenzio,prima di lasciarsi andare ad un sospiro rumoroso.
-Ok forse ho sbagliato a dare un giudizio affrettato su te e Rose...-
Quelle parole sciolsero la tensione nei muscoli della schiena di James e permisero ai suoi polmoni di tornare a respirare,incuranti del bruciore causato dalla momentanea inattività.
Fiducioso che quello soltanto il primo passo verso una certa riappacificazione,James posò una mano sul braccio sinistro del fratello,facendo alzare così gli occhi marroni di Ronald,finchè questi non incontrarono i suoi.
-Beh mica ti aspetterai delle scuse ora...-commentò poi il rosso.
James scosse la testa,accennando un lievissimo sorriso.
-Per quelle per ora posso aspettare...Voglio solo che tutto torni come prima-gli disse sincero.
Come prima poche parole erano riuscite a colmare un divario fra di loro che sembrava insormontabile, ora altre parole avevano portato Ronald a chiudersi a riccio.
Era evidente,lo si intuiva dall'espressione rabbuiata sul suo volto che c'era qualcosa che non andava.
-Questo credo non sarà possibile-disse enigmatico.
James lo fissò,la fronte leggermente corrucciata,sperando in una maggiore spiegazione.
-Che vuoi dire?-
Con un nuovo sospiro,Ronnie si staccò dal mobile della cucina a cui era stato poggiato contro fino a quel momento e affondò tutte e dieci le dita nei folti capelli,come Jim gli aveva visto fare poche volte nella vita.
-C'è qualcosa che non va Ronnie?-
L'altro,sempre di spalle,scosse la testa prima di voltarsi ed incontrare di nuovo il suo sguardo, fissandolo per qualche istante.
-Devo farti vedere una cosa-gli disse poi interrompendo il silenzio.
James lo vide tirar fuori dalla tasca destra dei jeans il portafogli,aprirlo e tirarne fuori quella che,dalle dimensioni,sembrava una foto,prima di tendere il braccio verso di lui.
Il moro restò immobile,quasi fosse pietrificato,per pochi secondi,prima di riscuotersi e tendere a sua volta il braccio per afferrare la foto.
Abbassò lo sguardo sul piccolo quadrato e si sorprese quando capì di avere davanti una ecografia.
Che motivo aveva Ronald di portarsi dietro quella cosa?
-Che te ne fai di questa?Chi è il bambino dell'ecografia?-gli domandò tornando ad alzare lo sguardo sul gemello.
L'altro si passò la lingua sul labbro inferiore screpolato e poi aprì leggermente la bocca.
-Contrariamente a quanto tu hai pensato in tutti questi mesi,la tua storia con Rose è stato l'ultimo dei miei pensieri.
Improvvisamente mi sono ritrovato ad affrontare delle cose che credevo di non poter gestire, più grandi di me e assolutamente fuori dalla mia portata...Per fortuna c'era Rebecca accanto a me-aggiunse sincero.
Lo sguardo di James,sempre fisso sul volto del fratello si assottigliò mentre la sua mente lavorava alla ricerca di un nesso fra le parole di Ronald e l'ecografia che ancora stringeva nella mano destra.
Poi improvvisamente,neanche un'esplosione fosse avvenuta nella sua mente,capì.
Un'espressione sgomenta si disegnò sul suo volto,ma riuscì a farla sparire velocemente.
-Chi è il bambino in quest'ecografia?-gli domandò ancora,soltanto per avere la conferma finale.
Ronald sostenne il suo sguardo per pochi secondi.
-E' mio figlio-
James lo fissò per qualche secondo incredulo,prima di rompere il silenzio con una risatina nervosa.
-Oh andiamo...-commentò continuando a ridacchiare.
-Non sto scherzando!-ribattè Ronald in tono basso e fermo.
Fu infatti quel tono,più delle parole stesse,a interrompere le risate del fratello,che lo guardò ancora qualche istante con aria incredula prima di abbassare gli occhi sull'ecografia che ancora stringeva fra le dita.
-Questo è davvero tuo figlio?-gli domandò cercando gli occhi marroni di Ronald.
Il rosso annuì.
-Ed è di Rebecca?-gli chiese incerto.
-Certo che sì...Ma per chi mi hai preso?-domandò l'altro.
-Ok scusami!-fece James ancora stordito dall'annuncio-Ma dovevi lasciarmi almeno il dubbio.
Magari in questi mesi avevi perso completamente la testa...-commentò.
Ronald abbassò per l'ennesima volta lo sguardo e fece calare il silenzio fra di loro.
-Non so se questo rientra nelle azioni che una persona fuori di testa compie,ma...-disse bloccandosi per cercare di far scendere il groppo che gli serrava la gola-Ma poche ore fa Rebecca ed io ci siamo sposati-
Se il momento fosse stato diverso,avrebbe voltentieri preso una telecamera per riprendere l' espressione basita del fratello;riusciva a leggere le emozioni di Jim attraverso i suoi occhi: incredulità,incertezza sostituite subito dalla confusione e dalla rabbia.
-SEI STUPIDO O COSA?-esclamò incurante che qualcun'altro potesse sentire quelle parole- Per quale motivo hai fatto una cosa così assurda?-
-Perchè dovevo-
-Cos'è uno strano e contorto senso del dovere?-gli domandò suo fratello,talmente simile a suo padre in quel momento da arrivare quasi a confondere Ronald.
Il ragazzo scosse la testa e pose le mani avanti quasi dovesse difendersi fisicamente dalle parole del moro.
-Quello che voglio dire è che ho fatto ciò che dovevo per proteggere mio figlio.
Non posso permettere che mamma e papà o i genitori di Rebecca ce lo portino via,per colpa della nostra età.
Io e Rebecca ci saremmo sposati comunque fra qualche anno,quindi dov'è il problema?-
James si accigliò a quelle parole.
-Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?Non stiamo parlando della prossima partita contro i Serpeverde,ma della tua vita!-lo rimproverò.
-E credi che non lo sappia?Sono quattro mesi che non faccio altro che pensarci.
La notte resto sveglio e penso a cosa succederà quando i nostri genitori lo verranno a sapere, a cosa fare perchè non vadano su tutte le furie impedendomi di spiegar loro le nostre ragioni.
Credi che non sappia che la mia vita è fottuta?
Tutto quello che avevo sperato o immaginato per il mio futuro è andato all'aria due mesi fa quando ho saputo che Rebecca è incinta.
Ma sono rimasto al mio posto.Perchè non potrei o vorrei fare diversamente.
Incurante della paura di non essere adeguato,che tutta questa situazione sia più grande di me,o del terrore che le mie scelte rovinino la vita di mio figlio.
Sono rimasto al mio posto nonostante siano mesi che mi spacco la testa a pensare a quello che devo fare per proteggere la mia famiglia-ribattè deciso Ronald.
Sull'eco delle ultime parole,James sospirò incapace di ribattere ulteriormente.
Come erano finiti a fare quei discorsi così impegnativi?E lui che credeva di aver sconvolto abbastanza i propri genitori da dover fare ammenda per il resto della sua vita.
-Non so cosa dire...-disse sincero,lo sguardo in quello del fratello.
Ronald si morse il labbro inferiore per qualche secondo prima di sospirare a sua volta.
-Dimmi solo che manterrai il silenzio,almeno finchè non deciderò di parlarne con i nostri genitori-
Il silenzio...Beh in un certo senso glielo doveva,visto che aveva mantenuto il segreto sulla sua relazione con Rose.
Accidenti!
Perchè non poteva trattarsi di brutti voti,o di un altro stupido problema adolescenziale?
Perchè dovevano sempre complicarsi la vita?

 

Si era sempre vantata di poter riconoscere lo stato d'animo dei suoi figli da una sola occhiata;perciò,quella mattina,capì subito che qualcosa non andava.
Non appena entrata in cucina per la colazione si era stupita di trovare tutti i suoi figli,esclusa Emy che ancora era nella sua stanza,già alzati e vestiti,come poche volte era successo nella loro vita.
Tutti e quattro,oltre naturalmente a Scorpius,erano seduti al tavolo di servizio con la colazione sistamata davanti a loro,anche se le bastò uno sguardo per capire che nessuno dei ragazzi sembrava particolarmente interessato al piatto che aveva davanti.
-Buongiorno ragazzi-li salutò avvicinandosi poi al piano cottura per prendere il bricco del caffè.
Ricevette in risposta dei leggeri mugugni che,invece di tranquillizzarla,non fecero che acuire la sensazione che l'aveva colta non appena aveva visto i ragazzi.
C'era una strana atmosfera dentro la piccola cucina:una tensione inaspettata,talmente densa da sembrare quasi palpabile.
Eppure credeva di aver risolto tutti i problemi che l'avevano assillata nelle ultime settimane: dopo aver preso una comune decisione lei Harry,Ron ed Hermione avevano parlato con James  e Rose e avevano spiegato loro cosa volevano perchè quella storia fosse "accettabile" ai loro occhi.
Inizialmente Rose si era opposta alla loro decisione,ma aveva dovuto arrendersi quando aveva capito che non poteva fare altrimenti,almeno se voleva continuare la sua relazione con James.
Al contrario di quanto si era aspettata,James era rimasto tutto il tempo in silenzio,quasi inebetito,limitandosi ad annuire un paio di volte.
Ora la vita aveva ripreso a scorrere tranquilla,o almeno così aveva creduto fino a quel momento.
Possibile che ci fosse ancora qualche segreto fra lei ed i suoi figli?
Dopo aver versato il caffè in una tazza si voltò verso i ragazzi e lanciò loro uno sguardo: se non fossero stati attenti avrebbero rischiato di tuffarsi con il naso nelle loro scodelle tanto i loro volti erano incassati nel collo.
-Va tutto bene ragazzi?-domandò loro prima di posare le labbra sulla tazza.
James annuì,ma l'attenzione di Ginny venne attirata dallo sguardo veloce che Lily aveva lanciato verso destra,dove erano seduti Albus e Ronald.
Possibile che Albus ne avesse combinata un'altra?
Quell'anno le maggiori preoccupazioni erano venute proprio dal ragazzo,possibile che dopo un breve periodo di pace,ci fossero dei nuovi problemi?
-E' tutto apposto,tesoro?-domandò direttamente ad Albus.
Il ragazzo le scoccò un sorriso e annuì.
-Mai stato meglio-
Ginny annuì,non riuscendo ad allontanare da sè quella sensazione così forte,ma attribuendola alla sua apprensione,si impose di smetterla con quegli strani pensieri che avrebbero finito per rovinarle la giornata.
-Bene...Sarà meglio che vada a svegliare Emy-disse più a sè stessa che ai propri figli voltando loro le spalle e facendo un passo verso la porta.
-Mamma...-si sentì richiamare.
Si fermò e si voltò verso la destra del tavolo,fissando questa volta Ronald,che ricambiò il suo sguardo.
-Veramente c'è una cosa di cui dovrei parlarti-disse con voce tentennante.
Ginny incarcò un sopracciglio,messa in allarme da quelle parole.
-Però credo sia meglio che tu ti sieda-intervenne Lily.
Gli altri annuirono,facendo preoccupare maggiormente la donna.
-E' una cosa seria?-domandò ai ragazzi sedendosi accanto a Scorpius.
Tutti annuirono.
Ma prima che Ronald potesse parlare di nuovo,la porta della cucina si aprì di nuovo ed entrò Harry,i capelli già perfettamente domati con il gel e uno dei suoi completi eleganti.
-Buongiorno ragazzi!'Giorno tesoro...E' rimasto un pò di caffè per me?-salutò avvicinandosi al tavolo per sistemare su una spalliera la giacca del completo.
-Buongiorno amore.
Te ne ho lasciato un pò nel bricco,dovrebbe essere ancora caldo-lo salutò Ginny accennando un veloce sorriso al suo indirizzo prima di tornare a guardare il figlio.
-Allora?Qual'è questa terribile notizia?-ironizzò cercando ancora una volta di allontanare i suoi timori-Riguarda te Ronnie?-
Il ragazzo annuì ancora.
-Terribile notizia?E' successo qualcosa ad Hogwarts?-si intromise Harry avvicinandosi al tavolo,la tazza stretta nella mano sinistra.
Sentendo su di sè lo sguardo interrogativo di entrambi i propri genitori,Ronald sentì il respiro bloccarsi nella cassa toracica:non riusciva più a respirare,il suo cervello non rispondeva più agli stimoli celebrali.
Deglutì nervosamente cercando di controllarsi e allontanò lo sguardo dai suoi genitori: se avesse continuato a fissarli non ce l'avrebbe mai fatta.
Come aveva fatto pochi giorni prima con James,abbassò lo sguardo sulle proprie braccia posate sulla tavola,e cercò di prendere fiato.
-Rebecca è incinta-sputò fuori alla fine.

 

-ASSURDO!INACCETTABILE!SIETE DUE INCOSCIENTI!-
Le urla del professor Paciock risuonavano per tutta la stanza come un eco minacciosa.
L'annuncio di Ronald aveva provocato la rottura della tazza preferita di Harry che,colto alla sprovvista da quelle parole,l'aveva lasciata cadere senza neanche accorgersene.
Sua madre era rimasta in silenzio due secondi,lo sguardo fisso su di lui,prima di chiedergli di ripetere.
Nonostante fosse intimidito e fottutamente spaventato da quello che avrebbe comportato ripetere la frase di poco prima,Ronald aveva capito che non poteva fare altrimenti.
Aveva alzato lo sguardo e fissato ora suo padre ora sua madre,confermando le loro peggiori paure.
Raccontò loro del pomeriggio in cui era andato da Rebecca subito dopo il loro ritorno da Seattle e lei gli aveva detto per la prima volta di essere incinta,della loro decisione comune di tenere il bambino e della visita che avevano fatto per l'ecografia.
-Siete usciti da Hogwarts senza permesso?E se qualcuno vi avesse scoperto?-aveva domandato suo padre ancora scioccato.
-Al momento questo mi sembra un problema irrilevante-aveva commentato sua madre, in un tono secco che Ronald non le aveva mai sentito usare prima di allora.
L'intenzione del ragazzo era quella di parlare solo del bambino e della loro decisione di crescerlo insieme,evitando per il momento di parlare del matrimonio,ma andando avanti con il racconto si rese conto che quell'idea non era fattibile:sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta ad affrontare di nuovo quegli sguardi e quella pressione.
Così confessò loro del matrimonio,notando lo sguardo di rimprovero di suo padre.
Quello di sua madre,invece,era diventato improvvisamente vuoto.
-E questo è tutto-
Nella stanza era tornato il silenzio,pesante e denso come nebbia e nessuno per un paio di minuti ebbe il coraggio di dire nulla.
-A questo punto credo sia il caso di parlare con Neville e Hannah-aveva commentato poi suo padre.
Ed ora erano lì,dove qualche giorno prima erano stati seduti Rose e James.
Non appena saputo il motivo della convocazione il padre di Rebecca aveva iniziato ad inveire: contro Ronald,contro entrambi e anche contro la propria figlia.
-Quanto ancora pensavate di tenere questo segreto?-domandò guardando entrambi.
-Non per molto ancora credo...Ormai inizia a vedersi anche sotto la divisa-rispose Rebecca con un fil di voce.
Neville scosse la testa,cercando di dar sfogo alla propria rabbia ed incredulità.
-Perchè non sei venuta a parlare con me quando l'hai scoperto?Credevo che tu mi raccontassi tutto-fece Hannah alla figlia.
-Come facevo a raccontarti una cosa del genere?Anche se ti avessi fatto promettere di non dirlo,ne avresti parlato subito con papà-
-Naturalmente,ma questo non cambia il fatto che avrei potuto consigliarti,aiutarti a capire cosa era più giusto fare-disse ancora la donna.
Rebecca fissò sua madre per qualche secondo prima di parlare di nuovo.
-Io lo so quello che è giusto fare.
Crescerò il bambino insieme a Ronald-
-Ah per favore!-commentò esasperato suo padre.
-Le posso assicurare signore che non è stata la decisione di un momento,abbiamo riflettuto a lungo prima di decidere cosa fare...Abbiamo considerato tutte le varie opzioni-intervenne Ronald in difesa di quella che ormai era sua moglie,una mano saldamente stretta nella sua.
-E tenerlo è la soluzione più assennata secondo voi?Avete soltanto diciassette anni...-gli domandò Harry facendo muovere lo sguardo di Ronald da Neville al proprio padre.
In quel breve intervallo di tempo,Ronald si chiese cosa li avrebbe aiutati a capire,quali parole erano giuste perchè i quattro adulti vedessero la situazione sotto la loro ottica.
Sospirò e si passò la mano libera fra i capelli rossi,cercando di riflettere velocemente.
-Quale sarebbe stata la tua decisione al mio posto?Se la mamma fosse venuta da te e ti avesse detto di essere incinta,tu cosa avresti fatto?Le avresti detto di abortire?
O peggio te ne saresti lavato le mani facendo finta che quel bambino non fosse il tuo?
Volevi che mi comportassi così?-gli domandò fissando il suo sguardo.
-Certo che no!Io non ti ho insegnato a fuggire dalle responsabilità-ribattè subito Harry.
-Esatto.
Tu mi hai insegnato ad affrontare ogni situazione,anche la più difficile a testa alta,incurante di quello che possano pensare gli altri,scegliendo soltanto in base al mio instinto.
Questo è quello che ho fatto:quando abbiamo accennato all'idea dell'aborto mi è sembrato qualcosa di ingiusto,di sbagliato.
Abbiamo deciso di avere questo bambino consapevoli della possibilità di essere soli contro tutti, anche senza di voi,ma mai una volta,dopo aver preso quella decisione abbiamo tentennato-disse serio.
-Sappiamo che non sarà facile,che ci saranno dei momenti in cui arriveremo a non sopportare la vista dell'altro o che ci chiederemo come sarebbe stata la nostra vita se avessimo scelto diversamente,ma siamo certi che non rimpiangeremo mai la scelta fatta-continuò Rebecca.
Per la prima volta nella stanza scese il silenzio,che portò Ronald a muovere lo sguardo verso sinistra dove,seduta sul divano con la schiena rigida,sua madre aveva seguito tutta la conversazione senza dire una parola.
-Va tutto bene mamma?-le domandò pentendosi subito dopo di quella domanda.
La donna accennò un sorriso tirato e si ravviò alcune ciocche di capelli dietro l'orecchio destro.
-No, Ronnie...Non va per niente bene....Non riesco a spiegarmi come tu possa essere stato tanto irresponsabile-disse con voce seria.
-Mamma credimi...-disse il ragazzo non sapendo bene come continuare.
-Ti rendi conto che la tua vita,quella che hai vissuto finora è finita per sempre?Lo stesso vale per te Rebecca.
Come avete pensato di poter nascondere una cosa del genere per tutto questo tempo?-domandò ancora alzandosi in piedi,a troneggiare sui due ragazzi.
-Avevamo paura delle vostre reazioni...E tu ci stai mostrando che avevamo ragione-spiegò lui.
-Ginny...-cercò di intervenire Harry per evitare che la situazione diventasse spiacevole.
-No!Hai pensato a quando nascerà il bambino e voi sarete ancora a scuola?Chi si occuperà di lui?-domandò la rossa.
-Il bambino non nascerà prima della fine di aprile e per allora i corsi non saranno altro che delle ripetizioni delle lezioni precedenti in vista degli esami finali.
Faremo a turno per stare con lui e quando proprio non potremmo evitare le lezioni chiederemo  aiuto a sua sorella o ai miei fratelli-spiegò Ronald mostrando che avevano già pensato a lungo a quel particolare.
-I tuoi fratelli sanno del bambino?-chiese Harry sorpreso.
-L'ultimo a saperlo è stato James,qualche giorno fa...Gli altri invece erano presenti anche al matrimonio-aggiunse.
La faccia di Ginny si indurì maggiormente,mostrando chiaramente il sentimento che provava:si sentiva tradita,offesa dai suoi stessi figli.
Aveva sempre creduto di avere un rapporto aperto e sincero con loro ed invece in quell'ultmio anno si era dovuta ricredere più volte,prima con Albus e ora con James e Ronald.
Era davvero troppo per lei.
-Mi dispiace,ma io non ce la faccio...Non posso accettarlo-commentò.
Dopodichè voltò le spalle e a passo veloce uscì dal salotto,chiudendo di nuovo la porta dietro di sè,incurante della voce di Ronald che la richiamava.
-Lascia perdere...Dalle un pò di tempo per riflettere,ne ha bisogno-disse Harry al figlio.
Ronald annuì titubante e cercò lo sguardo di Rebecca che gli sorrise cercando di infondergli un pò di coraggio e di forza.
Notò solo distrattamente lo sguardo che suo padre lanciò ai genitori di Rebecca e si chiese cos'altro aspettarsi dopo la sfuriata di sua madre.
-Ok,cerchiamo di risolvere questo problema...-


Alla fine,grazie soprattutto all'intervento di Harry,una soluzione si trovò.
I due ragazzi avrebbero continuato la vita di sempre ad Hogwarts fino al momento del parto; dopo la nascita del bambino,Hannah si sarebbe trasferita temporaneamente negli appartamenti del marito ad Hogwarts per dare una mano alla figlia e permetterle così di studiare per gli esami.
Ma,e su questo erano stati chiari sia i ragazzi che gli adulti,sarebbero stati Ronald e Rebecca a prendere tutte le decisioni riguardo al bambino e,una volta finiti gli studi avrebbero iniziato la loro vita insieme come famiglia,senza interferenze da parte degli adulti.
-L'unica incognita resta la mamma-commentò Ronald quando ebbe finito di raccontare dell' incontro ai fratelli.
-Magari papà riuscirà a calmarla e a farla ragionare-disse James poco convinto.
-Sai credevo che sarebbe stato papà ad andare su tutte le furie,mi ha davvero spiazzato- confessò Lily.
Ronald annuì,concorde con la sorella.
Era spaventato dalla possibilità che sua madre non lo perdonasse,almeno nell'immediato,per quello che aveva fatto,ma quello che lo tranquillizzava era sapere di aver fatto la cosa giusta, per sè e per la sua famiglia.
Era certo che un giorno sua madre lo avrebbe capito.
-Quindi ora che succede?-domandò incerto Albus.
Gli altri alzarono le spalle,non sapendo come rispondere.
-Dobbiamo solo aspettare-commentò Scorpius dando voce al pensiero comune.
Lentamente,uno dopo l'altro annuirono.
Già quella era l'unica cosa da fare;aspettare e restare a guardare cosa riservava loro il futuro.

 

Salve a tutti!!!!

Chiedo scusa x il mostruoso ritardo,diciamo che ho allungato(e anche di tanto)le vacanze di Natale,ma si sa,ogni male alla fine ritorna e quindi eccomi qui con l'ultimo capitolo.

Alla fine ce l'abbiamo fatta!!!

So che la fine nn è quello che molti di voi si aspettavano,con Harry così comprensivo e Ginny che va tutte le furie x la situazione di Ronnie e Rebecca,ma mi sono detta che dovevo cambiare un pò le carte in tavola:sarebbe stato scontato se lui fosse andato su tutte le furie e lei avesse cercato di rimettere a posto le cose.

Ringrazio tutti coloro che hanno seguito la storia,incuranti della sua lunghezza e del tempo che intercorreva fra un capitolo e l'altro.

Vi chiedo inoltre di perdonarmi se in quest'ultimo capitolo ci sn errori di battitura o di ortografia.

E ora i ringraziamenti:Sweey(Innanzitutto scusa se t sto tenendo cn il fiato sospeso x la storia di "Queer as Folk",ma ho preferito concentrarmi su qst ultimo capitolo.A breve posterò anche quella fiction.Ora...Secondo me,anche se i fratelli Potter avessero provato a dissuadere i due "promessi sposi" dalle loro intenzioni,nn sarebbe servito a molto visto che erano entrambi maggiorenni e quindi capaci prendere quella decisione per conto proprio),Angel_SG(Devo ammettere che io nn amo particolarmente Taylor Swift,ma x una serie di circostanze ho scoperto qst canzone e la trovo perfetta x qst coppia,rispecchia il loro amore in tt e x tt...Già, alla fine la povera Ginny ha accusato il colpo),Manda(Infatti credo sia stato qst + di tt a ferire la povera Ginny,essere stata tenuta fuori da un eventoi cs importante nella vita del figlio,se poi vogliamo aggiungerci anche il bambino,è normale che sia andata un pò in tilt...X qnt riguarda James possiamo dire che si sn ritrovati nella stessa situazione di pochi mesi prima, soltanto che a ruoli invertiti),Sklupin(Credo che inconsciamente Ronnie abbia evitato di proposito di nn dire a Jim del matrimonio,quasi volesse fargli pagare il segreto che x mesi aveva avuto con lui sulla sua relazione con Rose...Sn d'accordo con te:Scorpius,specie se in coppia cn Albus,è fantastico!),Luthien241(Ti solleverebbe un pò il morale sapere che presto ci sarà un seguito?),Kikka15(Non sarebbe un Malfoy se nn fosse diretto e anke un pò spietato...).

Bene,ora è davvero tutto,io vi saluto e vi ringrazio ancora una volta per il supporto che mi avete dimostrato in tutti questi mesi(nn sapete qnt è stato fondamentale per me e per la riuscita di questa fiction),e vi prometto che dopo una breve pausa,ci rivedremo presto.

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 44
*** AVVISO ***


avviso

 

 

 

 

Salve a tutti!!!

Come state?Vi sono mancata?

Ho riaperto per pochi istanti questa storia soltanto per farvi un annuncio:ieri sera ho postato il primo capitolo del seguito di "Forbidden Passion-New Generations at Hogwarts".

Il nome è "What I did for love" e questo è il link:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=465973

Spero di ritrovarvi numerosi!

 

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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