Forbidden Passions-Hogwarts New generation di crazy640 (/viewuser.php?uid=39055)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-Presente ***
Capitolo 2: *** Settembre-Un'anno prima ***
Capitolo 3: *** La prima impressione ***
Capitolo 4: *** My immortal ***
Capitolo 5: *** Hello ***
Capitolo 6: *** Dancing through life ***
Capitolo 7: *** Daydream believer ***
Capitolo 8: *** The sun will come out ***
Capitolo 9: *** Ten minutes in paradise ***
Capitolo 10: *** Just keeps pretending ***
Capitolo 11: *** Hold me thrill me kiss me ***
Capitolo 12: *** Reality ***
Capitolo 13: *** Elettrical storm ***
Capitolo 14: *** Choose me,love me ***
Capitolo 15: *** Maybe one day ***
Capitolo 16: *** Just like heaven ***
Capitolo 17: *** I want you sexy thing ***
Capitolo 18: *** Secrets and lies ***
Capitolo 19: *** Feel this ***
Capitolo 20: *** Can you keep a secret? ***
Capitolo 21: *** Lonely hearts club band ***
Capitolo 22: *** Ancora una notte insieme ***
Capitolo 23: *** The boys are back in town ***
Capitolo 24: *** Juliet & Romeo ***
Capitolo 25: *** Babylon ***
Capitolo 26: *** The rules of attraction ***
Capitolo 27: *** You did again! ***
Capitolo 28: *** If I could turn back time ***
Capitolo 29: *** True faith ***
Capitolo 30: *** Proud ***
Capitolo 31: *** It ain't over till is over ***
Capitolo 32: *** Coffee & cigarettes ***
Capitolo 33: *** Keep on loving you ***
Capitolo 34: *** You should've told me ***
Capitolo 35: *** Take a chance on love ***
Capitolo 36: *** Tempo di vacanze ***
Capitolo 37: *** Back to the future ***
Capitolo 38: *** As long as you love me ***
Capitolo 39: *** Old kids new problems ***
Capitolo 40: *** Who knew ***
Capitolo 41: *** God only know ***
Capitolo 42: *** Love stories ***
Capitolo 43: *** Happy is what happen when your dreams come true ***
Capitolo 44: *** AVVISO ***
Capitolo 1 *** Prologo-Presente ***
presente
Salve a
tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!
Questo è
il seguito di "Io e te...per sempre?".
So di
avervi detto che avrei aspettato un pò a postarlo,ma siccome ho problemi con la
linea,ho pensato di approffittare piuttosto che farvi un
torto.
Piccola
premessa:chi ha seguito le mie storie,fosse quella di Draco/Hermione o
George/Luna sa che sono un'amante delle coppie un pò stravaganti,ma sempre nei
limiti del lecito.
Ed ora
buona lettura ci vediamo in fondo!
Il numero 4 di Privet Drive era
stranamente silenzioso. Non c'erano passi veloci che correvano su e giu' per
le scale,o musica che usciva dalle varie stanze della casa. Non c'era neanche
il suono delle risate che aveva caratterizzato quella casa negli ultimi 17
anni. La casa era immersa nel silenzio come lo era stata per i precedenti due
mesi,finchè,come a spezzare un'incantesimo,la porta bianca dell'ingresso si
aprì. -Finalmente a casa...Credevo che quel viaggio sarebbe stato
infinito-disse una donna dai capelli rossi aprendo la porta di casa e facendo un
passo nell'ingresso. -Avremmo impiegato molto meno se non vi foste fermati a
guardare tutte le vetrine dei negozi dell'aereoporto...-commentò un ragazzo che
entrò in casa,carico di valigie,subito dopo di lei. -Sentì chi parla!Sei
stato tu che non hai fatto altro che parlare fitto fitto al cellulare!-rimbrottò
una ragazzina dai lisci capelli rossi che le arrivavano alla schiena. -E tu
di che ti impicci?-le chiese ancora il ragazzo. -Allora ci muoviamo?-domandò
un'altro ragazzo dai capelli rossi. -Ragazzi che ne dite di entrare?Poi
potrete discutere quanto volete-disse un'uomo in fondo alla lunga fila di
ragazzi. -James,Lily!Spostatevi,state intralciando il traffico-disse la
donna,adesso vicino alle scale. I due ragazzi si fecero una smorfia e,una
valigia per uno,si avviarono verso il soggiorno per far passare i loro fratelli
ed il padre,che ancora aspettava in strada. Quando finalmente i suoi figli
furono entrati tutti in casa,Harry Potter posò l'ultima valigia accanto
all'attaccapanni come faceva sempre e chiuse la porta. Poi guardò sua moglie
e sorrise stanco per il lungo viaggio e per il jet-lag. -E anche questa volta
siamo tornati sani e salvi...-commentò. Sua moglie,Ginny Weasley Potter,rise
e gli andò vicino facendosi abbracciare. -Sei stanco?-gli domandò la
donna. Harry scosse la testa e si tirò piu' su gli occhiali sul naso. -Un
pò stordito per il jet-lag,però niente che una buona dormita non possa rimettere
a posto-le disse. -Ancora una volta mi hai letto nel pensiero...-gli disse
sua moglie prima di posargli un bacio veloce sulle labbra. Poi si staccò da
lui e si diresse verso il salotto dove i loro figli stavano riprendendo
"confidenza" con l'ambiente. Fu raggiunta quasi subito da Harry e per alcuni
istanti rimasero in silenzio a guardare i loro figli, ancora una volta
increduli,dopo 17 anni,che tutto quello che desideravano da ragazzi si era
avverato. Anche se avevano dovuto faticare parecchio... A guardarli adesso
sembravano una coppia perfetta,una di quelle che venivano prese ad esempio dai
loro amici e conoscenti,ma avevano avuto anche loro dei problemi,e se tutti i
loro sogni si erano realizzati era grazie alla fortuna,al destino e alla loro
costanza. Quando Voldemort era stato sconfitto,Harry pieno di sensi di colpa
per la morte di Fred e di tanti altri amici,aveva preferito sparire senza
lasciare traccia e si era rifugiato in quella casa che per anni aveva
rappresentato per lui "tutto il disinteresse ed il disamore possibile" che un
bambino potesse ricevere. Con lui aveva portato Teddy Lupin,per evitare che
finisse in qualche orfanotrofio senza sapere mai quanto importanti erano stati i
suoi genitori per la vittoria del Bene,e anche per attenuare i sensi di colpa
che sentiva verso di lui. Si era nascosto lì per tre anni,vivendo da babbano
e comportandosi come uno di loro,finchè un giorno il destino non lo aveva fatto
letteralmente scontrare con Hermione,riportando tutto il mondo magico nella sua
vita. Ma non era stato semplice. Ron non aveva accettato facilmente che
lui se ne fosse andato nel momento in cui aveva avuto piu' bisogno di lui e non
era disposto a perdonarlo. Come al contrario aveva fatto Ginny. Ginny lo
aveva perdonato subito,non appena le aveva spiegato il motivo che lo aveva
spinto ad allontanarsi da lei. Erano tornati insieme,ma anche quella volta la
loro non era stata una relazione semplice:per colpa di Harry,Ron e Ginny avevano
litigato arrivando a non rivolgersi piu' la parola per mesi. Inoltre,a
rendere le cose piu' complicate,c'era Sarah. Sarah era una sua collega alla
Virgin Radio e non aveva mai fatto mistero della sua attrazione per Harry:aveva
cercato in tutti i modi di portarselo a letto,ma aveva sempre trovato una
strenua resistenza da parte dell'uomo. Quando aveva conosciuto Ginny era
diventata piu' cattiva,arrivando a inventare bugie soltanto per destabilizzare
la coppia appena ritrovata e per minare la fiducia di Ginny. Aveva rovinato
il loro primo Natale insieme grazie ad una bugia. Ma era niente in confronto
a quello che era arrivata ad archittettare in seguito:aveva sparso alla radio il
pettegolezzo di essere stata a letto con Harry ed era andata a riferirlo a
Ginny. In quel periodo Harry e Ginny si sentivano al di sopra di tutto:Ginny
era incinta di James e Ronald e niente avrebbe potuto rovinare la perfezione di
quel momento. Proprio per evitarle emozioni forti,aveva deciso di non dirle
niente di quel pettegolezzo,che continuava a rodergli dentro neanche un
tarlo. La donna,del resto,si era resa conto che c'era qualcosa che lo
preoccupava e la cosa che l'aveva ferita maggiormente era stato il rifiuto di
Harry di parlarne con lei. Se lo avesse fatto le cose sarebbero andate
diversamente ed entrambi avrebbero sofferto meno... Per cercare di rimettere
le cose a posto,Harry aveva parlato con Sarah e lei gli aveva chiesto un
bacio:soltanto un bacio per mettere tutto a tacere e smetterla di infastidire
lui e Ginny. Ed Harry aveva accettato. Ma non aveva mai immaginato che
Ginny avrebbe assistito al bacio. Le era corso dietro e aveva cercato di
spiegarle,ma Ginny era talmente arrabbiata da non voler sentire ragioni;era
corsa avanti ed aveva attraversato la strada senza accorgersi della macchina che
stava passando in quel momento. Qualche volta nei suoi incubi,Harry risentiva
ancora lo schianto:sentiva il rumore che aveva fatto il corpo di Ginny quando
era caduto sul cofano della macchina e poi si era accasciato a terra. Ogni
volta,anche a distanza di tanti anni,si risvegliava con la fronte madida di
sudore e allungava il braccio per sentire se lei gli era ancora accanto. Non
si vergognava nel dire che quando le sue dita si posavano sul braccio di
Ginny,quasi sempre posato sul ventre dell'uomo,un piccolo sospiro di sollievo
gli usciva dalle labbra. Quell'incidente era stato grave:aveva portato Ginny
sotto i ferri e aveva messo i gemelli in pericolo di vita. E aveva posto fine
alla loro relazione. Ginny gli aveva chiesto una prova d'amore,voleva una
prova che lei fosse veramente la "sua vita", come Harry le diceva
sempre. Dopo essere uscita dall'ospedale aveva chiesto a George e Luna se
potevano ospitarla e l'aveva lasciato di nuovo solo con Teddy. Una prova
d'amore... Aiutato da Hermione e Ron,che fin dal giorno dell'incidente non lo
aveva lasciato solo un'attimo, aveva trovato quella che loro consideravano "la"
prova d'amore. Le aveva donato tutti i suoi ricordi:dal primo
all'ultimo. Ne aveva salvato soltanto uno,quello del loro primo incontro
sulla banchina alla stazione di King's Cross,per permettere alla sua memoria di
riformarsi. Doveva ringraziare Hermione se era rientrato in possesso di tutti
i suoi ricordi:gli era stata accanto giorno e notte per due settimane,mentre lui
era sprofondato in un sonno catatonico e aveva impedito che qualsiasi cosa lo
svegliasse,o disturbasse. Un minimo errore e la sua memoria sarebbe stata
danneggiata per sempre. Erano passati due mesi prima che lui e Ginny si
incontrassero di nuovo:l'incantesimo lo aveva molto indebolito,al punto che
qualche volta non poteva alzarsi dal letto senza avere le vertigini. Si erano
incontrati il giorno prima del matrimonio di George e Luna:Ginny aveva un
pancione enorme,per i suoi cinque mesi. Ed era bellissima. L'imbarazzo che
c'era stato fra di loro,all'inizio,era sembrato innaturale e buffo a chi li
osservava,ma alla fine l'amore aveva trovato la strada e alla fine del
matrimonio erano tornati a Privet Drive insieme. Si erano sposati dopo la
nascita dei gemelli,quando James e Ronald avevano sei mesi. Avevano deciso di
tornare a vivere a Privet Drive,nonostante tutto quello che era successo perchè
era in quella casa che era ricominciato tutto,dove avevano iniziato a vivere
come una famiglia quando erano ancora soltanto loro due e il piccolo Teddy
contro il resto del mondo. Erano ancora i padroni di Grimmuald Place,ma
capitava raramente che vi tornassero:vi avevano invitato tutta la famiglia
Weasley per il Natale di due anni prima,ma si erano accorti che non c'era la
solita aria distesa e rilassata che c'era di solito durante le loro "riunioni di
famiglia". Quella casa si portava dietro troppi ricordi spiacevoli che era
difficile mettere in un cassetto e dimenticare,quindi avevano preso ad andarci
sempre di meno. Vi avevano trascorso la sera del loro quindicesimo
anniversario di matrimonio,soltanto Harry e Ginny,in ricordo di quel San
Valentino che era terminato con la notizia della gravidanza dei
gemelli. Avevano lasciato i ragazzi a Hermione e Ron e per un'intero giorno
si erano lasciati trasportare dal passato,ricordando quello che avevano passato
agli inizi della loro relazione e quasi congratulandosi a vicenda per essere
riusciti ad arrivare così lontano. Con gli anni Harry aveva raggiunto una
posizione importante all'interno della radio,diventando il braccio destro di
Graham. L'uomo aveva comprato gran parte delle azioni della radio quando la
società aveva cominciato a dare segni di crisi,una decina di anni prima,e aveva
chiesto ad Harry di entrare in società:potevano dividersi le quote della società
e continuare a gestire la radio come avevano sempre fatto,evitando così il
fallimento e la chiusura. Dopo qualche tentennamento,Harry aveva accettato e
da allora era uno dei dirigenti della Virgin Radio,anche se qualche volta si
divertiva ancora a sedersi dietro il mixer del regista. Anche il negozio di
Ginny continuava ad avere successo. Con gli anni avevano aperto anche due
altri negozi nella Londra babbana che avevano ricevuto grandi complimenti dalla
stampa ed un gran riscontro di clienti. Qualche volta avevano avuto delle
ordinazioni anche da registi e scenografi che mettevano in scena spettacoli nel
West End. A trentotto e trentasette anni erano perfettamente soddisfatti
della loro vita. C'erano alle volte quelle feroci litigate che li facevano
somigliare a Ron ed Hermione,ma che si esaurivano presto e che gran parte delle
volte si risolvevano in camera da letto,come era successo dopo la loro prima
grande litigata. Alla soglia dei quarant'anni Harry era uno dei pochi uomini
che poteva vantarsi di trovare ancora attraente sua moglie. Ginny,con gli
anni e con le gravidanze,si era ammorbidita e dove prima c'erano angoli e ossa,
adesso c'era una leggera rotondità che gli piaceva accarezzare e
stringere:gliela faceva sentire piu' "appetitosa". Aveva tagliato i capelli
rossi in un caschetto scalato che le arrivava alle spalle e che incorniciava il
viso,nascondendo quelle piccole rughe che cominciavano a formarsi intorno agli
occhi,e che la facevano preoccupare anche troppo per i gusti di Harry che le
trovava stranamente sexy. Anche su di lui lo scorrere del tempo aveva
lasciato dei segni. C'era soltanto un leggero ricordo dei suoi addominali
asciutti e tesi:anche se stava lottando strenuamente contro la pancetta,si era
arreso all'idea di non essere piu' il ragazzo di vent'anni. Anche i suoi
capelli neri avevano cominciato ad ingrigirsi,specialmente sulle tempie,ma ogni
volta che si fermava allo specchio del bagno per controllare che quei capelli
bianchi non fossero aumentati,Ginny rideva e scuoteva la testa. -A me piaci
molto di piu' adesso...-gli diceva. -Anche con tutti i capelli
bianchi?-ribatteva lui sorpreso. -Scherzi?Sono proprio i capelli bianchi che
ti rendono affascinante!-lo rassicurava lei. Ancora adesso dopo tanti
anni,erano capaci di capire se c'era qualcosa che preoccupava l'altro con un
solo sguardo, e si adoperavano per risolvere insieme ogni problema. -Che ne
dite di portare di sopra le vostre cose?-chiese Ginny ai ragazzi. -Non
possiamo farlo piu' tardi?-domandò Lily. -Io sono distrutto...-ribattè
Ron. -Sai che novità!-lo beccò James. Harry sorrise e scosse la testa:la
casa sembrava svuotarsi durante i mesi che i ragazzi passavano ad Hogwarts,anche
se restava la piu' piccola. Ma sia lui che Ginny,anche se non l'avrebbero
ammesso mai,avevano un'attaccamento particolare per i gemelli,forse dovuto
all'incidente durante la gravidanza. Era una specie di miracolo che fossero
lì e fossero tutti e due perfettamente sani. James e Ronald,i gemelli, erano
nati alla fine di ottobre,leggermente in anticipo sul tempo esattamente 16 anni
prima. Erano gemelli,ma ad un primo sguardo erano pochi quelli che se ne
accorgevano. James Sirius Potter era la copia perfetta di suo padre alla sua
età,sia nell'aspetto che nel carattere;l'unica cosa dissonante era la mancanza
degli occhiali da vista da parte di James e per quegli occhi neri che sembravano
essere un condensato di quelli dei suoi genitori. Anche James,che i fratelli
chiamavano Jim,era il Cercatore per la squadra dei Grifondoro ad Hogwarts e a
differenza di suo padre sarebbe stato,per il secondo anno consecutivo,il
Caposcuola della sua Casa. Era un ragazzo estroverso e sempre pronto allo
scherzo,ma alle volte si chiudeva in sè stesso, come se avesse bisogno di un pò
di privacy in tutto il caos provocato dai fratelli. Quando aveva un
problema,o aveva bisogno di parlare con qualcuno,il primo a cui si rivolgeva era
Ronald,altrimenti ne parlava con suo padre:cercava sempre di tenere sua madre al
di fuori dei suoi problemi per evitare che si preoccupasse troppo,anche se aveva
la quasi certezza che suo padre le riferisse sempre una parte di quello di cui
parlavano. -Ho bisogno di dormire almeno per dieci ore di fila...Non dobbiamo
andare da nessuna parte,vero?-domandò Ronald alzandosi dal divano e guardandosi
i suoi genitori. Ginny scosse la testa. -Cerca solo di svegliarti per
l'ora di cena perchè abbiamo ospiti-gli disse la madre. Tutti i ragazzi
Potter si voltarono verso i genitori,sorpresi dalla notizia. -Chi sa del
nostro arrivo?-domandò Albus curioso. -Lo zio Ron e la zia Hermione-disse
Hermione. Tutti si voltarono a guardare la piu' piccola dei fratelli che
vedendosi tanti occhi puntati addosso,si limitò ad alzare le
spalle. -Cosa?Ero con loro quando è arrivata la lettera-spiegò
tranquilla. Ginny e Harry sorrisero. -Possibile che lei sappia sempre le
cose prima di noi?-domandò Albus,alzandosi anche lui dal divano. -Cos'è sei
geloso?-lo prese in giro Hermione. -Ok mentre voi litigate,io vado a
letto-disse Ronald,dando le spalle ai fratelli. Per scegliere il nome dei
gemelli,Harry e Ginny non avevano avuto bisogno di pensare troppo:una volta
saputo che aspettavano due maschi,avevano deciso che uno dei due si sarebbe
chiamato come il padre di Harry,James,e per il secondo gemello avevano scelto il
nome di colui che li aveva fatti incontrare. Ron,il fratello di Ginny e
migliore amico di Harry. Quindi Ronald Micheal Potter,detto Ronnie,per non
confondersi con lo zio Ron. Durante la gravidanza,Fred e Harry avevano spesso
discusso su quale ramo della famiglia avrebbe avuto la meglio sui
gemelli,arrivando quasi a fare una scommessa,e alla nascita si erano accorti di
aver vinto tutti e due. Se James rassomigliava in tutto e per tutto a
Harry,Ronald era quello che aveva ripreso di piu' da sua madre:aveva i suoi
stessi occhi marroni,il viso candido pieno di lentiggini,i capelli rossi tipici
della famiglia Weasley,anche se ribelli come quelli di Harry,ma che il ragazzo
aveva imparato a tenere a bada con il gel. Si era lasciato crescere un
accenno di barba rossiccia nelle ultime settimane,e piu' volte sua madre era
rimasta qualche istante interdetta prima di dire il suo nome:aveva
un'impressionante rassomiglianza con Fred che la lasciava ogni volta senza
fiato. Se James era il Cercatore della squadra,Ronald lo scorso anno era
stato il portiere,ma non sembrava voler tentare di nuovo
quell'esperienza. Quello sarebbe stato l'ultimo anno ad Hogwarts ed era
interessato a fare piu' esperienze possibili. -Jim vieni anche tu?-domandò
Ronald voltandosi verso il fratello. -Vengono anche Hugo e Rose?-chiese James
ai genitori che stavano per seguire l'esempio di Ronald e stavano allontanandosi
verso la scala. Ginny sbadigliò e annuì. -Sì ci saranno anche loro...E
anche Teddy e Vicky-aggiunse. Ronald,stanco di aspettare,era uscito dal
salotto e si era accostato al padre iniziando una discussione con lui mentre
salivano le scale. -Ragazzi,restate di sotto?-domandò Ginny agli altri figli
rimasti in salotto. Subito Albus e Lily apparvero sulla soglia del salotto e
mentre Lily seguì gli altri verso le scale, Albus restò sulla porta. -Papà
posso andare nel tuo studio per sentire un pò di dischi?-domandò affacciandosi
nella tromba della scala. -Basta che dopo rimetti tutto in ordine!-rispose
Harry dal piano superiore. Albus Severus era nato un'anno dopo i gemelli ed
era il piu' schivo dei fratelli. Era quello piu' legato alla madre e,al
contrario dei fratelli,andava sempre da Ginny se aveva qualche problema. Ma
suo padre non si sentiva per nulla minacciato da quel rapporto privilegiato:gli
bastava guardarlo negli occhi per capire se Albus aveva un problema. Era
l'unico dei figli maschi ad aver ereditato gli occhi di Lily e Harry
approfittava di quel canale privilegiato per comunicare con suo figlio. I
gemelli lo avevano un pò isolato per il loro legame,anche se si volevano bene e
non riuscivano a stare un giorno senza l'altro,o per lo meno senza
sentirsi. Ma mentre i gemelli avevano fin dalla nascita diviso una camera,i
loro giochi e alle volte anche i loro vestiti,Albus non aveva nessuno con cui
dividere quel legame speciale. I suoi genitori avevano fatto di tutto per
evitare che si formasse una frattura o delle incomprensioni fra i tre figli
e,grazie a qualche acrobazia,c'erano riusciti:non c'era l'ombra di quell'odio
fra fratelli di cui Harry e Ginny avevano sempre sentito parlare,ma che non
avevano mai vissuto di persona. Come i gemelli era nella Casa dei Grifondoro
e frequentava il sesto anno:aveva ereditato il talento di sua madre per gli
incantesimi di Difesa e di Trasfigurazione,anche se il suo sogno fin dall'età di
dieci anni era quello di diventare un medico,anche se non aveva ancora deciso se
iscriversi ad un'università magica o babbana. Qualche volta aveva fatto da
"assistente" a Rupert,il compagno di Seamus,quando questi era di passaggio a
Londra da Chicago ed era rimasto affascinato da quello che i medici babbani
riuscivano a fare senza l'uso della magia. -Perchè lavorare così tanto se
puoi usare la magia?-lo prendevano in giro i fratelli. -Perchè in questo modo
devi dimostrare quanto sei capace!-ribatteva lui deciso. Harry non aveva
nessun dubbio che medicina fosse la sua strada e non gli importava se fosse
stata medicina babbana o magica:Albus se la sarebbe cavata perfettamente in
entrambi i casi. A distanza di due anni era nata Lily Luna,la prima figlia
femmina. La persona di cui Harry era piu' geloso dopo Ginny. Fin dalla
prima volta che l'aveva presa in braccio e il suo sguardo aveva incontrato quel
viso tutto grinzoso e ancora sporco,aveva capito che non sarebbe stato facile
lasciarla andare. Era innamorato di sua figlia,una piccola copia di
Ginny:aveva sempre insistito per farle il bagnetto o per metterla a dormire
quando era appena nata,e con pazienza le aveva insegnato a camminare. All'età
di cinque anni era salita per la prima volta su una scopa mettendo in mostra un
talento inaspettato,specialmente per una bambina della sua età. Quando era
partita per il primo anno ad Hogwarts,aveva avuto non poche difficoltà a
riabituarsi alla casa vuota e al silenzio. Aveva sempre il dubbio che le
potesse succedere qualcosa di grave o che potesse farsi male,ma lo aiutava
sapere che c'erano ben tre fratelli pronti ad aiutarla e a proteggerla. Lily
era al quarto anno e finora sembrava essere la migliore del suo corso in
Pozioni,nonostante il Professor Malfoy facesse di tutto per screditarla o
metterla in difficoltà. Harry si chiedeva ancora da chi aveva preso quel
talento,vista la sua famosa incapacità in quella materia. -Sei sicuro che sia
tua figlia?-gli aveva chiesto una volta Draco Malfoy per prenderlo in
giro. -Guardala...E' identica a me!-aveva ribattuto Harry. -Credi che
basti?-aveva domandato ancora Draco,continuando a punzecchiarlo. -Falla
finita Malfoy!- Con la nascita di Lily,Harry e Ginny avevano chiuso un
cerchio:avevano tre figli maschi ed una figlia femmina. E inoltre c'era
Teddy,che era un'altro figlio per loro. Teddy era sempre vissuto con
loro,inizialmente solo con Harry durante i tre anni che questo aveva passato
isolato dal resto del mondo magico,e in seguito anche con Ginny. Sin
dall'inizio,aveva considerato i gemelli i suoi fratelli,e lo stesso era stato
per Albus e Lily:erano cresciuti insieme incuranti dei quattro anni di
differenza. Quando Teddy era partito per Hogwarts,non passava giorno senza
che Tonks,la civetta di Teddy, arrivasse con un messaggio per tutta la
famiglia. Il ragazzo si trovava a suo agio nella scuola di magia e in breve
tempo aveva fatto amicizie importanti che,Harry ne era certo,sarebbero durate
per il resto della vita. E inoltre aveva trovato l'amore...O meglio,lo aveva
risvegliato. Conosceva Vicky Weasley fin da quando aveva quattro anni,ma solo
quando si erano trovati isolati dal resto della famiglia fra le mura della
scuola avevano avuto modo di conoscersi meglio e di apprezzare le qualità
dell'altro. Avevano stretto la loro amicizia fin dal primo anno di scuola,ma
avevano capito di essere innamorati soltanto alla fine del secondo
anno. Prima di fare qualsiasi mossa,Teddy era andato a parlare con Harry per
sapere se c'erano delle possibili implicazioni che potevano impedire la loro
storia,ma l'uomo l'aveva rassicurato:anche se avevano sempre vissuto come
cugini,fra lui e Vicky non c'era alcun legame di sangue. Dopo quella
chiacchierata,aveva fatto il primo passo. Aveva scritto una lettera a
Vicky,dichiarandole il suo amore e spiegandole i motivi che l'avevano tenuto
lontano da lei fino a quel momento e chiedendole se c'era qualche speranza che
quel sentimento fosse ricambiato. Per giorni la famiglia Potter l'aveva visto
struggersi per il mancato arrivo di una risposta:doveva considerarlo un brutto
segno,oppure la sua lettera per qualche motivo non era stata
recapitata? Ginny aveva parlato con Fleur e aveva saputo dalla donna che la
lettera era arrivata il giorno dopo,consegnata direttamente da Tonks a Vicky e
che la ragazza non aveva ancora risposto. Continuava a guardare la civetta
come in cerca di un segno o di un'illuminazione. Quando stava per perdere
definitivamente le speraze, finalmente Teddy vide tornare Tonks con la sua
risposta. Vicky non aveva mai avuto dubbi sui suoi sentimenti,era innamorata
di lui da quasi un'anno, ma voleva essere sicura che fosse vero amore e non una
passione passeggera che avrebbe potuto rendere la situazione imbarazzante per
via delle loro famiglie. Al ritorno ad Hogwarts,Teddy aveva iniziato a
corteggiarla:l'accompagnava alle lezioni,arrivando quasi sempre in ritardo alle
sue,e ogni mattina le faceva trovare un mazzo di violette sulla porta del
dormitorio femminile,nonostante il gelo e la neve. Le sue gentilezze con il
tempo riuscirono a convincere Vicky dei suoi sentimenti e poco prima della
chiusura del terzo anno,i due ragazzi si erano fidanzati. Da
allora,nonostante qualche volta avessero i loro problemi,non si erano piu'
lasciati andando a vivere insieme due anni dopo la fine della scuola. Fu
proprio l'anno in cui Teddy finì di frequentare Hogwarts che Ginny scoprì di
essere incinta di nuovo. Erano passati cinque anni dall'ultima gravidanza e
sia lei che Harry non avevano piu' pensato ad avere altri figli,ma fin dal primo
momento non ebbero dubbi. Avevano tirato giu' dalla soffitta passeggini
seggiolone e culla ed era nata Hermione Molly Potter:quel nome era il loro modo
per ringraziare Hermione per averli fatti incontrare di nuovo e per aver aiutato
Harry dopo l'incantesimo dei ricordi. Era la piccola di casa,quella che tutti
coccolavano e vezzeggiavano,forse perchè consapevoli che sarebbe stata l'ultima
sorella. Hermione era una giusta miscela dei pregi e difetti dei suoi
genitori:era testarda ed caparbia come Harry,ma allo stesso tempo era dolce e
paziente come Ginny. Inoltre negli ultimi anni aveva dimostrato uno spiccato
senso degli affari:adorava dare una mano nel negozio della madre e qualche volta
arrivava a dare dei consigli a Ginny su come attirare piu' clienti o su come
allestire la vetrina. Fin dall'età di sei anni aveva strappato la promessa
alla madre di poter dirigere uno dei negozi "Now and Forever" una volta
cresciuta,e a meno che con il tempo non avesse cambiato idea,sua madre era piu'
che disposta a mantenere la sua promessa. Ora,all'età di nove anni,era
l'unica dei fratelli che restava a Privet Drive mentre i fratelli andavano ad
Hogwarts,frequentando una scuola babbana. -Posso venire con te Al?-domandò
Hermione ad Albus che si stava avviando verso lo studio di Harry. James le
passò accanto e le scompigliò i capelli prima di correre verso il corridoio per
evitare la sua reazione. -Ok,ma la musica la scelgo io!-disse il ragazzo
senza voltarsi. La bambina affrettò il passo per raggiungere il fratello
mentre dal piano superiore si sentivano le porte che si aprivano e
chiudevano.
Harry si buttò sul letto quasi a peso morto,la testa
sul cuscino e il braccio destro disteso verso l'altro lato del letto. Chiuse
gli occhi e sorrise sentendo il letto adattarsi al peso di Ginny che si sdraiava
a sua volta,arrivandosi poi piu' vicino al suo petto. La testa della donna si
fermò sul suo torace e il braccio sinistro gli si allungò sull'addome prima che
lui riaprisse gli occhi. -Sono a pezzi!-le disse. Ginny alzò gli occhi
verso di lui e fece un piccolo affermativo con la testa. -Sono davvero
stanco-le ripetè come per ribadire il concetto. -Tesoro non lo sto mettendo
in dubbio...-gli disse Ginny. Harry chiuse gli occhi e quasi nello stesso
istante,sentì la mano sinistra di sua moglie accarezzargli il petto con gesti
circolari. -A che ora vengono Ron ed Hermione?-domandò Harry,senza aprire gli
occhi. La mano di Ginny si era mossa e aveva preso a salire verso il collo
lasciato scoperto dalla camicia,riprendendo anche lì le sue
carezze. -Dovrebbero essere qui per le sette e mezzo-rispose Ginny. Anche
la mano di Harry aveva iniziato a muoversi su e giu' per la schiena di
Ginny,come mossa da volontà propria,seguendo la linea della spina
dorsale. -Come vanno le cose fra quei due?-le chiese cauto,quasi spaventato
dalla risposta. Ginny sospirò e per qualche istante smise di
accarezzarlo,mentre pensava alla situazione fra suo fratello ed
Hermione. -Come al solito...-commentò semplicemente. Sarebbe stata una
serata pesante... Voltò leggermente il viso verso la testa di Ginny e le posò
un bacio fra i capelli,in silenzio,mentre lei ricominciava ad accarezzare il suo
torace. -Bene allora abbiamo un pò di tempo-commentò Harry. Riaprì gli
occhi e si mosse facendo sdraiare Ginny con la schiena sul materasso,
imprigionandola poi con il suo corpo. La donna sorrise e incontrò i suoi
occhi,lanciandogli uno sguardo divertito. -Ci sei riuscita ancora una
volta...-le disse fingendosi arrabbiato. -Io non ho fatto nulla...E poi sono
stanca anche io,cosa credi?-ribattè Ginny continuando a sorridere
divertita. -Certo,certo...Scommetti che ho il modo per farti passare la
stanchezza?-le chiese Harry iniziando ad accarezzarle una coscia con la
mano. Ginny lo guardò con aria scettica,ma non riuscì a trattenerla a lungo e
scoppiò a ridere. Harry si riempì le orecchie della sua risata e abbassò lo
sguardo sulle sue labbra. -Questa risata,amore mio,ti costerà davvero
cara...-
A Ronald piaceva essere circondato dalla famiglia:erano
chiassosi e confusionari come lui,quindi ci si trovava perfettamente a suo
agio. Anche quella sera,non appena lo zio Ron e la zia Hermione arrivarono si
ricreò quell'atmosfera piacevole e alla mano che faceva star bene tutti. Gli
avevano dato i piccoli regali che avevano comprato a Seattle e in cambio avevano
ricevuto i "pensieri" che zio Ron e zia Hermione,insieme ad Hugo e Rose,avevano
portato da Atene. Come al solito,i suoi genitori avevano iniziato a parlare
di cose noiose e vecchie con gli zii,chiusi in soggiorno e Al era corso in
camera con Hugo per fargli vedere qualcosa. Lily e Mimi erano impegnate con i
regali che avevano ricevuto e gli non avevano prestato molta attenzione quando
aveva provato a punzecchiarle. Ma dov'erano finiti Jim e Rose? Era sicuro
che fossero rimasti per un pò con gli altri,ma adesso si erano
dileguati. Eppure era strano:se quei due dovevano andare da qualche parte,di
solito ci andava anche lui. Erano un trio inseparabile,come lo erano stati i
loro genitori ai tempi di Hogwarts,tanto che i professori li chiamavano la
"Nuova Triade". Salì le scale e puntò dritto verso la camera che divideva con
James:forse il fratello aveva bisogno di qualche aiuto per i compiti e aveva
sequestrato la cugina. Era meglio che andare a darle una mano... Aprì la
porta e quello che vide lo fece bloccare sulla soglia. Non era possibile!Era
al di fuori di ogni legge! Non riusciva a muovere lo sguardo eppure non
voleva piu' guardare! -Che accidenti sta succedendo qui?-
Era stato difficile far finta di niente. La lontananza
era stata lunga:due mesi senza vedersi,senza quasi nessun contatto a parte le
chiamate sul cellulare,a notte fonda quando tutti gli altri erano profondamente
addormentati. Quando era finita la solita giostra dei saluti e dei souvenir
era salito in camera sua,sicuro che l'avrebbe seguito. Infatti non aveva
neanche dovuto aspettare tanto. -Lo sai che non è carino andarsene in questo
modo?-sentì alle sue spalle. Si voltò verso la voce e sorrise. Rose
Weasley aveva appena richiuso la porta e fatto un passo verso di lui. Sul
viso il solito broncio che le veniva quando le cose non andavano come voleva
lei. -Volevo mettere a posto il vostro regalo per evitare di rovinarlo-le
disse facendo un passo nella sua direzione. Rose lo aveva guardato,portandosi
dietro l'orecchio un ricciolo ribelle. -E dovrei crederti?-gli
domandò. James alzò le spalle. -Com'era la Grecia?-le chiese
ancora. -Calda...E interessante. Tu,invece,ti sei divertito a Seattle da
Seamus?-gli chiese di rimando. James restò in silenzio,incurante della sua
domanda. Quella commedia era durata anche troppo! Fece i pochi passi che
lo dividevano da Rose e quasi simultaneamente,le strinse la vita con un braccio
e posò le labbra su quelle di lei. Erano proprio come le ricordava:morbide e
calde,invitanti... Subito si dischiusero sotto le sue permettendo alla sua
lingua di entrare e di scontrarsi con quella di Rose. Sentì le braccia della
ragazza che si stringevano attorno al suo collo,mentre le lingue continuavano a
sfiorarsi,a toccarsi con dolcezza e ferocia per saziarsi dopo l'astinenza di due
mesi. Rose staccò le labbra dalle sue e gettò la testa all'indietro,scoprendo
la linea del collo,invitandolo a seguire quel sentiero bianco. -Non hai idea
di quanto mi sei mancato...-gli disse con il fiato leggemente corto,mentre le
labbra di James scendevano sul suo collo e sulla sua gola. Erano mesi che
andavano avanti così,nascondendosi agli occhi di tutti e vivendo quella passione
sperando che nessuno se ne accorgesse. Non potevano...Non dovevano... Ma
era piu' forte di loro. Era amore e passione:era lava fumante che scorreva
dentro le loro vene ogni volta che si incontravano e che non li faceva ragionare
razionalmente. -Lo so benissimo!Un'altro giorno senza di te e sarei
impazzito-le disse James rialzando la testa e tornando a guardarla. Le loro
labbra si incontrarono di nuovo e senza guardare,si mossero verso il letto del
ragazzo, staccandosi quel poco che occorreva per non scivolare o farsi
male. Rose si sdraiò sul letto con la schiena sul piumone,attirando James su
di sè,le labbra di nuovo unite in una lotta. Tante volte avevano provato a
resistere,a riportare il loro rapporto ai binari su cui era stato per anni,senza
però riuscirci mai. Avevano paura di essere scoperti,ma allo stesso tempo
speravano che qualcuno venisse a conoscenza del loro amore per poter finalmente
smettere di fingere e cominciare ad amarsi alla luce del sole. Una mano di
James scivolò sulla gamba nuda di Rose,facendola piegare e rimanendo
intrappolato con le dita sotto la pelle morbida del ginocchio. Si separarono
qualche istante,giusto il tempo perchè Rose si liberasse dell'imgombro della
camicia a maniche corte,seguita subito dopo da James che gettò la sua t-shirt il
piu' lontano possibile. Si guardarono e quando i loro occhi si incontrarono
per qualche istante,il tempo sembrò fermarsi:era già capitato altre volte quando
erano soli e altre volte in futuro sarebbe capitato. -Non vedo l'ora di
ritornare ad Hogwarts...-le disse James sulle labbra. Rose sorrise e alzò
leggermente la testa dal cuscino per sfiorare leggermente le labbra del ragazzo
con un bacio veloce e delicato. -Solo tu ed io...Oh James,non puoi capire
quanto sono stata male senza di te-gli disse la ragazza. Strinse le braccia
attorno al collo di James e lasciò che lui la avvicinasse di piu' a
sè,nascondendo il viso nell'incavo fra la spalla e il collo. -Ti amo
James-disse Rose senza vergogna. -Anche io Rose...Anche io- I loro occhi
si incontrarono di nuovo e dopo qualche istante di immobile silenzio,Rose
avvicinò di nuovo le labbra a quelle di James ricominciando a baciarlo. James
si abbandonò a quel bacio con l'incoscienza e l'azzardo che caratterizzava
quell'amore: sapeva che era proibito,che non dovevano,ma era successo. Si
erano innamorati e ora non potevano piu' far niente contro quel sentimento...Non
volevano piu' combatterlo. Avevano tentato e avevano perso. Lasciò che il
bacio diventasse piu' profondo e fece aderire il corpo di Rose al suo,diminuendo
ancora di piu' la già minima distanza fra di loro. Non sentirono la porta che
si apriva,non si accorsero neanche di quella presenza che li guardava scioccato
dalla soglia della camera,incapace di distogliere gli occhi. Sentirono solo
le sue parole sconvolte. -Che accidenti sta succedendo?-
Come vi
avevo anticipato in apertura...
Ho fatto
un pò di ricerche in giro prima di scriverlo e sono sicura al 100% che nn ci sia
nessuna legge o che nn si commette nessun crimine innamorandosi di un
cugino.
Questa
fiction tratterà la nuova generazione e anche i "senior":Harry/Ginny,
Ron/Hermione e George/Luna,ma vi anticipo fin da ora che saranno soprattutto le
ultime due ad essere maggiormente al centro dell'attenzione visto che la prima
coppia ha avuto un'intera fiction tutta per lei.
Anche per
quanto riguarda queste due coppie,preparatevi a sorprendevi!
Ho detto
anche troppo,fatemi sapere che ne pensate!
Ringrazio
tutti coloro che recensiranno e leggeranno questo capitolo,e chiedo scusa per
eventuali errori di battitura.
Per il
momento vi lascio,e vi do appuntamento al prox capitolo...
"Settembre-Un'anno prima"
Baci,Eva
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Capitolo 2 *** Settembre-Un'anno prima ***
settembre
L'Espresso non aspettava certo i
ritardatari come loro! Harry si affacciò alle scale e cercò di cogliere
qualche scampolo dei discorsi che si stavano svolgendo al piano di
sopra. -Avete visto il mio mantello?-chiese Lily probabilmente dalla sua
stanza. -Hermione perchè il mio Ipod era nella tua stanza?-domandò Albus piu'
vicino alle scale. -Ragazzi,se non scendete entro trenta secondi io me ne
vado senza di voi! E questa volta non è uno scherzo!-urlò per sormontare il
cicaleccio che veniva dal piano superiore ed essere ben udibile. -Scendiamo
subito papà!-gli rispose Hermione con la sua voce piccola. Un sorriso
comparve sul volto di Harry:gli aveva risposto proprio l'unica che non doveva
prendere l'Espresso per Hogwarts! Sollecitato dalla minaccia o perchè
realmente pronto,vide Ronald scendere le scale con il passo strascicato con cui
aveva preso l'abitudine di muoversi ultimamente. Anche lui si comportava in
quel modo strano quando aveva quindici anni? -Io sono pronto-disse
fermandoglisi accanto. Harry fece un piccolo cenno con la testa lanciando una
veloce occhiata ai jeans troppo larghi e alla pelpa bianca con disegni neri e
tornò a guardare le scale,sentendo dei passi veloci venire verso di
loro. -Anche io!-fece Hermione,con il suo immancabile zainetto a forma di
coniglietto sulle spalle. Glielo avevano regalato le sue amiche di scuola per
il suo compleanno e non c'era verso di toglierglielo di dosso. -Bene,almeno
le mie minacce servono a qualcosa...-commentò Harry guardando i due
figli. -Avevi qualche dubbio?-domandò Ginny scendendo l'ultimo
gradino. Harry le fece una smorfia che lei ricambiò con un sorriso
divertito,prima di girarsi verso le scale. -James!Albus!Lily!Se non scendete
immediatamente sarete costretti ad arrivare alla stazione in metropolitana!-fece
la rossa,lo sguardo rivolto verso le scale. L'istante dopo,Lily apparve sul
primo gradino prima di scendere di corsa:era quella che odiava di piu' i
trasporti babbani e che non capiva perchè durante l'estate non potesse usare la
sua scopa superveloce. -Arrivo subito papà!-disse cercando lo sguardo di
Harry,che come al solito si sentì sciogliere al pensiero che quelli erano gli
ultimi momenti che avrebbe passato con Lily. -Ragazzi perchè non cominciate
ad uscire in strada? I bagagli sono già in macchina...Entrate e
sedetevi,mentre noi aspettiamo i vostri fratelli CHE STANNO PER ESSERE LASCIATI
A CASA!-urlò Harry a beneficio di Albus e James che ancora non si decidevano a
scendere. Gli altri Potter aprirono la porta e si diressero alla
macchina,lasciando i genitori da soli nell'ingresso. -Stai bene?-domandò
Harry alla moglie. Lei lo guardò e alzò le spalle. -Ormai sono
abituata...Poi so che scriveranno e che torneranno a casa per le vacanze di
Natale...E poi Hermione resta con noi- -Non è così tragica...-commentò Harry
cercando di convincere entrambi. Ginny annuì. -Gli altri ci aspettano alla
stazione?-le chiese cercando un'argomento meno spinoso. -Soltanto Hermione e
Ron con i ragazzi-gli disse. Harry aggrottò le sopracciglia,ma prima che
potesse fare domande,Albus scese velocemente le scale e si scusò con entrambi i
genitori. -Va in macchina con i tuoi fratelli-gli disse Ginny con un leggero
sorriso. -Che è successo a George e Luna?-domandò Harry quando furono di
nuovo soli. -Sembra che i ragazzi non frequenteranno Hogwarts quest'anno-gli
confessò la rossa. Un'espressione sorpresa si materializzò sul volto di
Harry:Hogwarts senza i figli di George e Luna? Era come parlare
dell'Inghilterra senza birra! -Che è successo?-domandò ancora. Ginny si
strinse nelle spalle e lo guardò. -Non lo so.A sentire loro George vuole
provare ad aprire un negozio anche in America e ha chiesto a Luna di
accompagnarlo. Dovevano partire quando i ragazzi fossero stati ad Hogwarts,ma
quando hanno saputo del progetto dei genitori,i ragazzi hanno deciso di seguirli
e di saltare un'anno di scuola-riassunse Ginny. Harry guardò attentamente sua
moglie e vide una strana espressione sul suo volto. -Cosa c'è che non va?-le
domandò. Ginny incontrò il suo sguardo e fece per dare voce ai suoi dubbi,ma
proprio quando fu sul punto di parlare,James scese di corsa le scale ed entrambi
si ricordarono del terribile ritardo,schizzando fuori casa insieme a James e
richiudendo la porta alle loro spalle.
Il giorno era arrivato. Avevano vissuto
quell'estate come se non dovesse finire mai,come se tutto il loro mondo fosse
chiuso nelle quattro mura della loro casa e invece adesso tutto stava per
svanire... Forse per sempre. No! Non doveva pensare in negativo! Se
lo era imposta,glielo avevano detto anche i medici:tutti sanno che l'aspetto
psicologico ha un peso fondamentale su questo genere di cure,quindi aveva
cercato di pensare il piu' possibile a cose positive,a cose da fare quando tutta
questa storia fosse finita. Avevano passato l'estate dividendosi fra Cheswich
e New York accettando l'invito di Angelina Oliver e Justin,fra i pochi a
sapere,che li avevano aiutati a trovare una sistemazione. Tutto era
pronto... Tutto era deciso... Eppure ora seduta al tavolo della cucina,lo
sguardo fisso sulla finestra che le rimandava i primi raggi del giorno,una tazza
di tè fra le mani,e le veniva da chiedersi se non fosse stato tutto un rimandare
l'inevitabile. Erano mesi che sapevano,che cercavano di abituarsi a quella
"novità",se era possibile una cosa del genere. E pensare che tutto era
cominciato con una doccia... Una stupida doccia! Si era accorta che c'era
qualcosa di strano,qualcosa di diverso nel suo seno destro,ma non ne era stata
sicura subito. Aveva dato la colpa all'acqua che continuava a scivolarle
addosso e al bagnoschiuma,così aveva aspettato di uscire dalla doccia per
controllarsi allo specchio. Si era asciugata e si era messa di fronte allo
specchio iniziando a palparsi il seno trovandolo stranamente duro e dolente
quando sfiorava la parte sotto l'aureola. Magari era soltanto una sua
impressione sbagliata,si era detta fissando il suo sguardo preoccupato allo
specchio. Aveva bisogno di un secondo parere. E chi meglio di
George? Così era tornata in camera e l'aveva trovato che s'infilava la
camicia prima di scendere e fare colazione insieme. Appena l'aveva vista le
aveva sorriso,come faceva ogni mattina da quasi sedici anni. -Stavo per
entrare e assicurarmi che non avessi bisogno d'aiuto per la schiena...-le aveva
detto con il suo tipico sorriso malizioso. Lei gli aveva sorriso e si era
allontanata i capelli dalla fronte prima di guardarlo con un'espressione
seria. -Va tutto bene?-le aveva chiesto lui tornando serio. -Non lo so
ancora...-gli aveva detto lei una nota di preoccupazione nella voce. Aveva
aperto l'accappatoio e aveva visto lo sguardo sorpreso del marito fissarsi per
un'istante sul suo corpo nudo prima di incontrare di nuovo i suoi occhi. -Di
solito la doccia non si fa dopo?-le aveva chiesto mentre un lampo di malizia
attraversava il suo sguardo. Luna aveva sorriso leggermente divertita,per
tornare seria l'istante dopo. -C'è qualcosa che non va nel mio seno
destro-gli aveva detto,sentendo piu' chiaramente nelle orecchie quella vena di
preoccupazione. Il viso di George era diventato piu' serio e l'aveva fissata
in attesa. -Che vuoi dire?-aveva chiesto. Lei gli aveva preso una mano e
l'aveva portata a coprire il suo seno completamente,lo sguardo sempre in quello
del marito. -Accarezzalo e dimmi cosa senti...In fondo sei tu l'esperto-aveva
aggiunto cercando di allentare la tensione. Gli occhi di George le avevano
rimandato un'espressione confusa e preoccupata,mentre iniziava a fare quello che
lei gli aveva chiesto,sfiorandole il seno con delicatezza. -Io non sento
niente di...-aveva iniziato a dire. Ma poi si era bloccato. Se ne era
accorto anche lui,allora:c'era effettivamente qualcosa di diverso in quel
seno. Non era solo una sua impressione. -Non è morbido come al
solito...Sembra come se ci fosse una pietra dentro-le aveva detto guardandola
preoccupato. Luna aveva annuito:era stata la stessa sensazione che aveva
avuto lei. Poi George le aveva sfiorato la pelle sotto l'aureola
e,stranamente,aveva sentito una leggera fitta di dolore che l'aveva portata a
mordersi il labbro inferiore con i denti. Aveva visto chiaramente la
preoccupazione negli occhi di George aumentare per quella reazione. -Ti ho
fatto male?-le aveva chiesto,sentendosi quasi in colpa. Luna aveva annuito
lentamente. Dopo quel piccolo "scambio di opinioni",George aveva deciso di
affidare il negozio a Joe,il suo fido aiutante, per quel giorno e di
accompagnarla in ospedale per dei controlli. Avevano passato la mattinata al
San Mungo e quando avevano avuto la risposta delle analisi era soltanto una
conferma delle loro paure. Cancro al seno. Per fortuna era stato scoperto
ad uno stadio non troppo avanzato e facilmente guaribile. Il medimago le
aveva prospettato tutte le possibilità:c'era un'intervento semplice che
prometteva la completa guarigione del paziente in meno di un mese,ma che aveva
delle piccole controindicazioni. -Quali controindicazioni?-aveva chiesto
Luna. Palpitazioni cardiache,problemi circolatori e la totale
sterilità. Se avessero accettato il trattamento,avrebbero dovuto rinunciare
all'idea con cui si stavano baloccando negli ultimi tempi,da quando tutti i loro
figli erano ad Hogwarts. -Ho bisogno di pensarci-aveva detto al
medimago. -Questo genere di tumore va fermato in tempo,quindi prima decide
piu' possibilità di guarigione ci sono-le aveva detto l'uomo. Erano tornati a
casa e avevano iniziato a discutere le varie possibilità. Lei sapeva che quel
trattamento non era adatto a lei:lei non era disposta a rinunciare alla
possibilità di avere un altro figlio. Ma George non sembrava disposto a
capirlo,o ad accettarlo. -Perchè almeno non ci pensi su prima di rifiutare
completamente il trattamento?-le aveva chiesto cercando di farla
ragionare. -Hai sentito anche tu quello che ho sentito io oppure no? Ha
detto che sarei completamente sterile!-gli aveva ricordato. George le si era
seduto di fronte e si era passato le mani fra i capelli piu' volte. -Ma noi
abbiamo già dei figli...Perchè...-aveva iniziato a dire. -Perchè è così
importante per me?-lo aveva interrotto Luna. George aveva annuito
fissandola. Lei aveva sorriso e gli aveva accarezzato i capelli
dolcemente. -Chi è quel tizio per dirmi se posso o no avere un'altro
figlio? Questa famiglia è la cosa che conta di piu' nella mia vita e l'idea
di un'altro figlio era diventata quasi concreta per me... Non voglio...-aveva
detto senza finire la frase. Non voglio morire con dei rimpianti! George
le aveva preso una mano fra le sue e l'aveva guardata triste. -E a me non
pensi?-le aveva chiesto. Luna l'aveva guardato senza capire. -Io che
dovrei fare mentre tu decidi di lasciarti morire?Tenerti la mano e comportarmi
da buffone?-le aveva domandato cercando di non far trasparire la
rabbia. Quelle parole l'avevano portata sull'orlo delle lacrime,ma non era
ancora arrivato il momento di dar sfogo al dolore per quello che era
successo. -Io non ho nessun'intenzione di lasciarmi morire. I ragazzi
hanno ancora bisogno di me e non so come te la caveresti con loro se non ci
fossi io a controllarti,quindi non ho intenzione di andare da nessuna parte-gli
aveva risposto mostrando di nuovo il suo lato battagliero. Il marito aveva
sorriso poi l'aveva guardata con aria attenta. -E allora come...-aveva
chiesto. -Stavo pensando alla medicina babbana. Potremmo chiedere aiuto a
Rupert:è uno dei piu' famosi chirurghi di Seattle e di sicuro sa a chi
rivolgersi per problemi di questo tipo-aveva spiegato fissando il
marito. George l'aveva guardata qualche istante interdetto,poi Luna gli aveva
preso le mani fra le sue e aveva fissato i suoi occhi. -Ho bisogno di sapere
che tu sarai con me...Sono certa che tutto andrà bene,ma ho bisogno che tu sia
al mio fianco-gli aveva detto seria e sincera. George l'aveva attirata a sè e
le aveva fatto posare la testa contro il suo petto,stringendole le braccia
contro la vita. -Non avevi neanche bisogno di chiedermelo...Io non esisto
senza di te. E poi da quando sono venuto a salvarti da quell'inondazione,è
mio compito salvarti dai guai,non ti ricordi?-le aveva detto serio. Luna
aveva sorriso ricordando le parole che lui le aveva detto sull'altare il giorno
del loro matrimonio. Il suo gigante buono... Dopo quella sera si erano
messi in contatto con Seamus e Rupert,gli avevano spiegato il problema ed erano
anche andati a Seattle per fare altri controlli e vedere come stava andando la
situazione. Rupert gli aveva presentato il dottor Knight,l'oncologo
dell'ospedale che,secondo Seamus,era il migliore di tutta l'America e anche lui
dopo aver consultato gli esami di Luna le aveva chiesto di ricoverarsi il prima
possibile e di iniziare la terapia. -Quanto tempo posso aspettare prima che
la situazione diventi irreparabile?-aveva chiesto la donna seria. I loro
figli sarebbero tornati nel giro di una settimana,ma non voleva rovinare le loro
vacanze per quel "piccolo" problema di salute. Avevano deciso che li
avrebbero tenuti all'oscuro,per quanto ingiusto potesse sembrare,e che gliene
avrebbero parlato soltanto quando quella storia si sarebbe risolta. Anche il
resto della famiglia non avrebbe saputo nulla di quello che stava succedendo:se
avessero saputo avrebbero cominciato a fare di tutto per aiutarla,per farle
sentire il loro appoggio,specialmente Ginny e Hermione,facendola sentire così
una malata. Luna era certa di avere tempo per spiegare a Hermione e Ginny il
motivo di quella decisione una volta finito quell'incubo. -Prima interveniamo
meglio è,signora Weasley-aveva risposto il dottor Knight. -Questo lo so anche
io,dottore,ma quanto tempo posso aspettare prima di non essere piu'
operabile?-gli aveva chiesto con voce quasi brutale. George aveva stretto la
mano della moglie piu' forte a quelle parole:la sola idea che lei potesse
peggiorare,o addirittura morire,era inconcepibile per lui. Lei era tutto il
suo mondo! Ancor piu' dei suoi figli e della sua famiglia:Luna era la sola
cosa per cui era ancora vivo. Se non fosse stato per lei,sarebbe sicuramente
morto in quella spirale di autodistruzione in cui si era lasciato cadere dopo la
morte di Fred. Il dottor Knight li aveva guardati qualche istante,poi aveva
sospirato e si era stretto gli angoli degli occhi fra pollice e medio. -Credo
che non abbiamo piu' di mese-aveva detto serio. Luna aveva annuito,incassando
quella che sembrava una sentenza di morte. -Se io le prometto che il primo
settembre tornerò qui e mi farò ricoverare,lei mi può dare qualcosa che eviti il
progredire della malattia?-gli aveva chiesto cauta. L'uomo aveva scosso la
testa. -Purtroppo non c'è niente che blocchi questo tipo di malattia-le aveva
detto. Distante,lontano,Luna aveva sentito la mano di George sulla sua che l'
accarezzava con dolcezza,per farle sentire la sua presenza accanto a
lei. -Però se lei mi promette che sarà qui il primo settembre,le assicuro che
l'opererò il giorno stesso-le aveva detto l'uomo. Non poteva avere piu' di
così. Annuì e promise di esserci. Erano tornati a casa e in un'attimo di
rabbia incontrollata Luna aveva rotto tutto quello che le capitava
sottomano. Era arrabbiata con sè stessa,con il suo corpo per aver preso
quella dannata malattia,con la paura che la notte non la faceva dormire e che
sembrava essere diventata una compagna dei suoi giorni. Continuava a pensare
a cosa sarebbe successo se lei non fosse sopravvissuta a quel dannato cancro:che
ne sarebbe stato dei suoi figli? Lei sapeva com'era vivere senza una madre,e
non voleva che i suoi figli vivessero la stessa esperienza. Fred era così
testardo,così simile a suo padre...Non avrebbe mai ammesso che qualcosa lo
faceva soffrire,si sarebbe tenuto tutto dentro chiuso neanche una bottiglia di
champagne il cui tappo sta per scoppiare da un momento
all'altro. Edward,invece,avrebbe cercato di capire,di sapere il piu'
possibile e una volta saputa la verità avrebbe annuito in silenzio per poi
chiudersi in una stanza e iniziare a rompere tutto quello che gli capitava
sottomano, sentendosi incapace come lei poco prima. Ed infine Alice,l'unica
che avrebbe dato sfogo alle lacrime... Quella che dopo aver pianto si sarebbe
rimboccata le maniche e avrebbe cercato di risollevare il morale a tutti gli
altri e a farsi in quattro per essere d'aiuto a tutti. E poi c'era
George... Lui era quello che non voleva lasciare solo piu' di tutti...Non
dopo quello che aveva passato alla morte di Fred,non dopo aver visto come lo
riduceva il dolore. -Fammi una promessa-gli aveva detto qualche giorno dopo
quello scatto di rabbia. -Tutto quello che vuoi-era stata la sua risposta
pronta. -Promettimi che se dovesse succedermi qualcosa tu...-aveva
iniziato. -Non ti succederà niente,quindi non preoccuparti-l'aveva interrotta
George,capendo come sarebbe finito quel discorso. -Promettimi che cercherai
un'altra donna-aveva concluso lei,come se non avesse sentito la sua
interruzione. I loro occhi si erano incontrati e per un'istante la risposta
era rimasta sospesa,quasi fluttuante sulle loro teste. -Non posso farlo-aveva
risposto lui alla fine. -Hai detto tutto quello che vuoi!-gli aveva ricordato
lei. -Beh tranne questo!-aveva replicato George dandole le spalle ed uscendo
dal salotto. -Perchè?Che ci sarebbe di male? Io sono morta e tu cerchi la
compagnia di un'altra per dimenticare;succede ovunque,perchè per noi dovrebbe
essere diverso?-aveva detto seguendolo,cercando di sembrare indifferente anche
se il sangue le ribolliva per la semplice ipotesi. -Ma ti ascolti quando
parli?-le aveva detto lui voltandosi a guardarla. Luna era rimasta in
silenzio a fissare quegli occhi fiammeggianti che sembravano volerla incenerire
per le sue parole. -Secondo te io potrei cancellare tutto quello che c'è
stato fra noi,tutto quello che abbiamo passato andando a cercare
un'altra? Dovrei sostituirti con un'altra donna?-le aveva chiesto alzando la
voce. Quelle parole le avevano stretto il cuore in una morsa,ma decisa ad
interpretare il suo ruolo fino in fondo,aveva alzato le spalle. -Quell'affare
deve aver attaccato anche il cervello se credi possibile una cosa
simile! Sembra quasi che ci provi gusto nel farmi arrabbiare-le aveva
detto. -Mi spieghi che male ci sarebbe?Non sarebbe un vero tradimento perchè
io sarei morta e tu...- -LA VUOI SMETTERE?-aveva esclamato George
visibilmente scioccato. Lei aveva capito che era meglio non insistere e aveva
lasciato cadere la questione. Non ne avevano piu' parlato,anche se quella
discussione interrotta era rimasta come un muro fra di loro finchè i loro figli
non erano tornati a casa. Si erano dati appuntamento al binario con gli altri
membri della famiglia,ma quasi subito sia Ginny che Hermione capirono che c'era
qualcosa che non andava fra George e Luna. -Avete litigato?-le aveva
domandato Ginny approfittando di un momento in cui le tre donne si ritrovarono
da sole. -Niente di grave-aveva mentito Luna. -Sei sicura?Erano anni che
non vedevo mio fratello così arrabbiato-aveva continuato Ginny. -E anche
allora poi si è scoperto che era colpa tua...Non c'entrerà per caso
Neville?-aveva chiestò Hermione curiosa. Luna aveva sorriso divertita e aveva
scosso la testa decisa:era anni che non sapeva piu' nulla di lui. -No,niente
del genere...Abbiamo solo avuto una piccola discussione e non abbiamo avuto
ancora il tempo di chiarirci-aveva detto alle donne. Prima che altre domande
potessero indagare sul motivo di maretta fra i due,il treno era apparso in
lontananza e aveva interrotto ogni conversazione. Ognuno aveva riabbracciato
i propri figli e,dopo essersi salutati,si erano separati cercando di seguire i
discorsi dei ragazzi. Alice e Fred furono i primi ad accorgersi dello strano
comportamento dei genitori. -Va tutto bene?-chiesero loro in
macchina. Luna si voltò sul sedile e guardò i suoi figli:non si era mai
accorta di quanto fossero belli. Fred,il primogenito,aveva sedici anni ed era
identico a suo padre:era alto e dinoccolato,con gli occhi argentei di sua madre
e il viso coperto di lentiggini. Era l'animatore delle feste del suo anno ad
Hogwarts e tutti lo trovano attrente e divertente per i suoi modi spiritosi e
allo stesso tempo alla mano. Edward, aveva quattordici anni ed era un giusto
mix fra i suoi genitori:aveva ripreso i biondi capelli da Luna,corti sulle
spalle,il viso lentigginoso dei Weasley i loro occhi verdi e il loro fisico
possente. Era alto quasi quanto il fratello e Luna era certa che prima della
fine della scuola lo avrebbe superato abbondantemente d'altezza. Anche lui
era molto corteggiato,almeno secondo quanto raccontava Alice,ma Luna non aveva
nessuna difficoltà a crederlo vedendo i suoi occhi:erano quella la sua bellezza
piu' grande. Alice era la piu' piccola,di tredici anni. Eppure certe volte
era la piu' matura,per qualche strana ragione... Sembrava una piccola copia
di Luna,con corti capelli a caschetto biondi e occhi argentei su un fisico
slanciato ed asciutto che la faceva assomigliare ad una ballerina di danza
classica. Nonostante la sua giovane età,Luna aveva l'impressione che ci fosse
un ragazzo che la corteggiasse,visti i gufi che atterravano alla loro finestra
carichi di lettere personali per lei. -E' vero siete strani...-aveva
commentato Edward. -Non c'è niente che non va-aveva tagliato corto George con
una voce che non ammetteva repliche. -Forse abbiamo aspettato tanto questo
momento...Come sono andate le cose dall'ultima volta che ci siamo visti?-aveva
detto Luna cercando di rimediare alle parole di George. Erano arrivati a casa
continuando a parlare di Hogwarts e avevano cenato,ma nonostante le
chiacchiere,nell'aria ancora aleggiava quella strana pesantezza che i ragazzi
non riuscivano a spiegarsi. Quando avevano capito che non sarebbero riusciti
ad ottenere nessuna spiegazione dai genitori,lentamente,uno dopo l'altro si
erano ritirati nelle loro stanze lasciandoli da soli in cucina a lavare i
piatti. -Credi che continuerà ancora a lungo?-chiese Luna alzando lo sguardo
su George. -Dimmelo tu-aveva ribattuto lui acido. La donna aveva gettato
la spugna nel lavandino pieno d'acqua e l'aveva fulminato con lo
sguardo. -Sono stanca,vado a dormire...-disse avviandosi verso il corridoio
che collegava la cucina ed il salotto. Neanche due secondi dopo,George le
stava correndo dietro. -E' questo il tuo modo di comportarti adesso?-le aveva
chiesto leggermente arrabbiato. Lei si era voltata leggermente,già pronta per
la lite che era certa sarebbe iniziata di lì a poco. -Ma di che accidenti
stai parlando?-aveva ribattuto offesa. -Perchè affrontare un problema,quando
si può benissimo scappare?-aveva commentato lui fissandola. Lei aveva
sbuffato leggermente stizzita,poi si era voltata di nuovo ed era andata diretta
in salotto. -Io non sto scappando!- La voce di Luna era poco piu' di un
sussurro. -Ah no?A me sembra che tutti i discorsi che hai fatto nell'ultima
settimana sono stati solo un modo per scappare,per non affrontare quello che sta
succedendo!-le aveva detto serio. -Se hai qualcosa da dire,fa pure non ti
trattenere!-aveva detto Luna arrabbiata per quelle parole dure e dirette. Si
erano fissati qualche istante poi George era entrato nel salotto, si era
poggiato con la schiena contro una parete e aveva annuito. -Sai benissimo
quello che devo dire-aveva detto misterioso. -Non posso credere che tu sia
ancora arrabbiato per quello che ho detto l'altro giorno-aveva esclamato
lei. -Davvero?Per te è normale che una moglie dica al proprio marito di
andare con un'altra donna?- le aveva chiesto alzando leggermente la
voce. -Sai benissimo perchè l'ho fatto-gli aveva ricordato
arrabbiata. George l'aveva guardata per qualche istante,poi aveva espirato
forte. -Come se potessi dimenticarlo...-aveva commentato stanco. Luna
aveva cercato il suo sguardo e lo aveva trovato fisso sul suo volto,serio e
preoccupato. -E' il mio pensiero fisso,mi accompagna anche nelle poche ore di
sonno...-le aveva confessato. Luna aveva continuato a fissarlo in
silenzio:non doveva andare così! Era lei quella che doveva perdere il
sonno,era lei quella che poteva permettersi di restare sveglia a preoccuparsi
della sua salute! -Non dovrebbe essere così- -Come dovrebbe essere
allora?-aveva chiesto lui cercando di incontrare i suoi occhi argentei. Luna
aveva sospirato e si era stretta le braccia attorno al corpo,come a proteggersi
dalle sue parole. -Sono io quella che deve restare sveglia a pensare a quello
che è successo,a come tutto sta andando a rotoli...- -E io cosa dovrei
fare?Rinchiudermi in negozio e far finta che tutto vada bene? E poi non mi
piace quando dici che tutto sta andando a rotoli!-aveva aggiunto serio. I
loro occhi si erano incontrati e lei aveva atteso che George
continuasse. -Abbiamo un problema:lo risolveremo insieme come abbiamo fatto
le altre volte-aveva concluso calmo. Come lo amava in questo
momento! -Vorrei avere la tua sicurezza...La tua calma...-aveva detto lei
mesta. -Calma?Io sono tutto meno che calmo! Ho provato a immaginare un
giorno senza di te:ho pensato...o meglio ho provato a ricordare com' era non
trovarti al mio fianco quando mi svegliavo,fare colazione con te,trovarti qui
quando torno a casa...com'è un giorno senza fare l'amore con te-le aveva detto
serio. -Beh,per quello non sei dovuto andare troppo indietro con la mente
purtroppo-aveva commentato lei scherzosamente. George aveva sorriso
divertito,poi aveva alzato di nuovo gli occhi sui suoi. -Come è non
addormentarmi senza la tua testa sul mio petto...E ho capito che non posso
farlo. Non ci riesco piu',come se avessi completamente cancellato quel
periodo della mia vita-le aveva confessato. Le lacrime erano apparse agli
angoli degli occhi di Luna,ma lei era rimasta ferma immobile in attesa che lui
continuasse. -Per questo non puoi chiedermi di andare con un'altra...Se non
posso stare con te,non voglio nessun'altra-aveva concluso George. Una lacrima
aveva superato il fitto reticolo delle ciglia ed era scivolata lungo la guancia
sinistra. -Non posso chiederti questo...-aveva detto lei,asciugandosi in
fretta la guancia,come se si vergognasse di mostrarsi debole. L'istante dopo
le braccia di George erano attorno alla vita della donna e l'attiravano contro
di sè, facendole posare la testa contro il suo torace. -Non posso lasciarti
da solo,non sapendo il tuo modo di affrontare il dolore!-aveva commentato lei,la
testa sul suo petto stringendogli le braccia attorno alla vita. -Non
succederà-aveva ribattuto George sicuro. -Come fai a saperlo?COME FAI AD
ESSERE COSì SICURO CHE NON MORIRò? CHE QUEL DANNATO CANCRO NON SIA PIU' FORTE
DEI MEDICI? HO PAURA PER I RAGAZZI,PER TE,HO PAURA DI PERDERE I CAPELLI E DI
DIVENTARE ORRIBILE...- -SMETTILA!-le aveva urlato contro George cercando di
fermare quello sfogo. Luna si era liberata del suo abbraccio e si era
allontanata di qualche passo dal marito,stringendosi di nuovo le braccia attorno
alla vita. -Ti rendi conto che fra meno di un mese sarò in quella sala
operatoria e c'è una possibilità concreta che mi tolgano un seno?-gli aveva
detto angosciata per l'eventualità. Alzò lo sguardo e vide che George
annuiva. -Capisci ora perchè voglio che tu vada con un'altra donna? Come
puoi voler stare con me pensando ad una cosa del genere?Sarei un fenomeno da
baraccone!-aveva commentato. Per un'istante lo aveva visto nascondersi il
viso fra le mani e aveva sentito il suo respiro,poi le sue mani erano passate
fra i capelli,tirandoli indietro sulla nuca e lo sguardo era tornato ad
incontrare il suo. -La vuoi smettere?Cosa devo fare per convincerti? E'
vero è una possibilità,ma Rupert ti ha detto che se succederà lui stesso ti
opererà e ti metterà uno di quei seni finti che i babbani tanto amano...- -E
se...-aveva iniziato di nuovo lei. -Se i tuoi capelli dovessero cadere,li
raderò anche io,così non ti sentirai sola. Farò tutto quello che è necessario
per non farti prendere dallo sconforto neanche per un'istante, a costo di
riempire di "TiriVispi" tutto l'ospedale. Ti ho fatto una promessa e non
intendo rimangiarmela adesso-le aveva ricordato. Luna lo aveva guardato
qualche secondo,poi aveva annuito lentamente,prima di andare a rifugiarsi fra le
sue braccia. -Dimmelo di nuovo-gli aveva chiesto. George l'aveva baciata
dolcemente sulle labbra,poi aveva fissato lo sguardo nel suo e aveva
sorriso. -Sono disposto a fare tutto...anzi quasi tutto quello che
vorrai. Non ti lascerò un'istante,ti darò talmente il tormento che credo
dovrai cacciarmi dalla stanza come hai fatto quando è nato Fred-le aveva
ricordato con un sorriso. Anche lei aveva sorriso e aveva posato la testa
sulla sua spalla. -A quanto pare non riesco proprio a libermi di te...-aveva
detto lei con il suo solito tono scherzoso. George aveva riso e le aveva dato
un bacio fra i capelli. -Dovrai fare di meglio di questo perchè io ti lasci
andare...-aveva ribattuto. Erano rimasti stretti in quell'abbraccio finchè
non avevano sentito qualcuno che tossiva leggermente vicino alla porta del
salotto per attirare la loro attenzione. Si erano voltati e avevano visto
tutti e tre i loro figli che li fissavano con un'espressione sconvolta sul
volto. -Da quanto siete qui?-chiese loro George preoccupato. Alice aveva
gli occhi pieni di lacrime che aspettavano soltanto un pretesto per uscire e
anche i due ragazzi sembravano aver visto uno dei famosi Nargilli di Luna per
l'espressione sconvolta sulla loro faccia. -Abbastanza da capire cosa sta
succedendo-aveva detto Fred elegendosi a portavoce. Così avevano dovuto
abbandonare il loro proposito di tenere i ragazzi all'oscuro di tutto e gli
avevano raccontato quello che stava succedendo. E le loro reazioni erano
state esattamente quelle che Luna si era aspettata:Fred aveva annuito confuso e
addolorato,cercando di mostrarsi forte invece di esprimere i suoi veri
sentimenti,Edward li aveva tempestati di domande,ed Alice era scoppiata a
piangere stretta a sua madre. -Noi veniamo con voi-aveva detto Edward
anticipando Fred. -Non se ne parla-era stata la risposta decisa del
padre. -A settembre salirete sull'Espresso come se niente fosse,altrimenti la
famiglia comincerà a farsi domande...E poi non puoi perdere l'ultimo anno di
scuola Fred!-aveva detto Luna per avvalorare le parole di George. -Credete
veramente che potremmo concentrarci sulla scuola sapendo quello che succede qui
a casa?-aveva detto Alice dando manforte ai fratelli. -Ragazzi non è una
buona idea...- -Neanche la vostra lo è! Perchè volete escluderci?Questa
cosa riguarda anche noi!E possiamo sempre recuperare l'anno perso una volta che
questa storia si sarà risolta-aveva ribattuto Fred. George e Luna si erano
lanciati uno sguardo incerti:era una decisione difficile da prendere. L'idea
che George si caricasse di tutto il peso che quella storia comportava le aveva
sempre dato fastidio,facendola sentire in colpa,e l'idea di non mentire ai suoi
figli era sicuramente una nota positiva,ma certamente non era una di quelle
salutari esperienze che si consigliano nei manuali della "famiglia
felice". -Ci penseremo-aveva detto,alla fine, senza promettere nulla. E
alla fine avevano vinto i ragazzi. Ed ora il tempo era "scaduto",nel giro di
qualche ora lei sarebbe stata su un tavolo operatorio sperando in un
miracolo. Il sole ormai era sorto ed i suoi raggi colpivano in pieno la
cucina. Luna fissò la tazza abbandonata sul tavolo e alzò lo sguardo soltanto
quando sentì avvicinarsi dei passi. L'istante dopo,George entrò in cucina e
le rivolse un sorriso. -Buongiorno amore...-la salutò. Le si avvicinò e le
diede un bacio veloce sulle labbra. -Sei riuscita a dormire almeno un pò
questa notte?-le chiese conoscendo già la risposta. L'aveva sentita girarsi
nel letto per ore,finchè non si era addormentato e il fatto che lei fosse in
cucina a quell'ora significava che non aveva dormito
affatto. -Qualcosa...-disse lei misteriosa. George si versò una tazza di
caffè da cui bevve un sorso generoso. -Le valigie sono già vicino alla
porta...Abbiamo un paio d'ore prima di andare-le disse guardandola. Luna
annuì distratta persa dietro il pensiero di quello che sarebbe successo quel
giorno. -Smettila-disse George. Lei alzò lo sguardo e incontrò i suoi
occhi. -Non pensarci...Ci sono già troppe persone in questa casa che stanno
dando importanza a questo piccolo problema;se ci pensi anche tu finirà per
sentirsi importante-le disse convinto. Luna sorrise e annuì. -Ho una cosa
per te-gli disse poi prima di alzarsi. George la guardò sorpreso e posò la
tazza accanto al lavello. -Non dirmi che ho dimenticato qualche ricorrenza-le
disse leggermente preoccupato. Luna rise e scosse la testa,poi con un
movimento della bacchetta una musica lenta si diffuse nella stanza.
"You need a friend,I'll
be around Don't let this end,before I see you again what can I say to
convince you to change you mind on me?"
Riconoscendo la canzone,George sorrise. -La nostra
canzone-disse cercando il suo sguardo. Lei annuì:la canzone che lui le aveva
dedicato il giorno del loro matrimonio,quella che non riusciva ad ascoltare
senza commuoversi. Le andò vicino e la prese fra le braccia,iniziando a
muoversi sulla stessa mattonella a tempo di musica. -Ho bisogno di un'ultimo
ballo prima di andare...-gli disse fissando i suoi occhi. Sorrise quando si
accorse di averlo colpito,di essere riuscita a commuoverlo e gli posò la testa
sul petto,stringendosi ancora di piu' a lui. -Se sapevo che bastava una
canzone per per farti sciogliere,l'avrei usata molto prima...-disse lui cercando
di apparire sbruffone come al solito. -Non ho dubbi su questo...-ribattè lei
stando al gioco. Per qualche istante restarono in silenzio,ascoltando le
parole della canzone.
"I'm gonna love you
more than anyone I'm gonna hold you closer than before and when I kiss
your soul, your body be free, I'll be free for you
anytime..."
-Sai che ti amo,vero?-gli chiese lei d'un
tratto. George,in silenzio,le diede un bacio sulla nuca,stringendola ancora
di piu' contro di sè. -Promettimi che farai un'altro miracolo... So che
hai esaurito quasi tutto il tuo potenziale su di me,ma ti prego,non lasciarmi da
solo-le disse con voce leggermente rotta. Luna sentì una lacrima scendere
lungo la guancia destra e alzò la testa per baciarlo. Quando si
staccarono,lui fissò i suoi occhi per qualche istante. -Farò del mio
meglio-gli disse. Era veramente tutto quello che poteva promettere.
L'Espresso stava muovendosi lentamente sulle
rotaie. Affacciandosi dalle finestre potevano ancora vedere i loro genitori
che li salutavano instancabili. -Sono incredibili!Se potessero ci
seguirebbero anche ad Hogwarts!-commentò James,il piu' insofferente a quelle
manifestazioni. Ronald e Rose risero alle sue parole,mentre Hugo e Albus
scossero la testa. Lily si era dileguata insieme alle sue amiche nell'istante
esatto in cui avevano messo i bagagli sul treno. Chissà dove si era cacciata
adesso... Se il padre avesse saputo il suo comportamento,forse avrebbe smesso
di considerarla una bambola di porcellana! -Avete saputo dello zio
George?-domandò Albus guardando gli altri. Rose lo guardò curiosa e Ronald
scosse la testa. -Sono tutti partiti per Seattle perchè lo zio vorrebbe
aprire un negozio in America-spiegò loro. -E tu come hai fatto a
saperlo?-chiese James sospettoso. -Ho sentito una conversazione fra mamma e
papà-disse per avvalorare le sue parole. Rose annuì. -Questo spiega perchè
gli altri non sono venuti quest'anno...Anche se io non li capisco! Perdere
un'anno di scuola,specialmente Fred...-commentò con il suo tono
saccente. -Rose stiamo parlando dell'America!Ti rendi conto?Perchè nostro
padre non fa mai una pazzia del genere?-le disse suo fratello. Rose scosse la
testa,come vergognandosi delle parole del fratello. Prima di potergli
rispondere a tono,la porta del loro scompartimento si aprì ed entrò
Lily. -Non crederete mai a quello che è successo!-disse prima di sedersi
sullo stesso sedile di Albus. Tutti i presenti nello scompartimento la
guardarono curiosi,in attesa che lei continuasse. -Ho appena incontrato Luke
Zabini nel corridoio e invece di mettersi a fare l'idiota come al solito,mi ha
rivolto la parola-disse loro. -Tutto qui?Dalla tua faccia sembrava chissà
cosa era successo!-commentò James. Lily gli fece una smorfia e scosse la
testa. -Non è questo il punto!Non sapete cosa mi ha detto...- -E allora
che aspetti a dircelo?-disse Rose leggermente esasperata. -Mi ha chiesto
notizie di Alice-rivelò. Tutti i presenti rimasero sorpresi da quelle
parole:perchè mai uno dei piu' famosi e ricercati Serpeverde chiedeva
informazioni su Alice?
Finalmente era arrivata la sera. Ogni anno,quel
giorno era il piu' lungo e stressante di tutti gli altri. Organizzare la
partenza di quattro adolescenti con tutti i loro bagagli ed essere certi che non
dimenticassero niente non era un'impresa da poco. Ritrovandosi da soli nel
salotto silenzioso,Harry e Ginny si rilassavano sul divano mentre Hermione si
stava preparando per andare a dormire. -Credo che domani mi prenderò un
giorno di riposo dalla radio...Lascerò che Graham prenda tutte le
decisioni-disse Harry abbandonando la testa sul cuscino del
divano. -Mmh,vorrei tanto seguire il tuo esempio,ma con Luna lontano non
posso lasciare che si occupino le ragazze di entrambe i negozi-disse Ginny
intrecciando una gamba con quelle di Harry. -Neanche se provassi a
convincerti?-le domandò lui guardandola. La rossa sorrise. -Questa volta
non ci casco!Però posso liberarmi dagli impegni per un'oretta verso l'ora di
pranzo...-disse misteriosa. Harry sorrise e le accarezzò la
schiena. -Quindi se io passassi di lì troverei la serranda
abbassata,giusto?-domandò come per avere un'ulteriore conferma. Ginny rise
leggermente ed annuì. Harry annuì a sua volta e si chinò per
baciarla. Stava per approfondire quello che secondo la sua opinione era un
bacio troppo delicato,quando il suono del campanello si diffuse per la
casa. Si staccò malvolentieri dal volto di Ginny e guardò le finestre come
sperando di cogliere qualche indizio di chi era in strada. -Vado io...-disse
poi alzandosi in piedi. Si avviò verso l'ingresso velocemente,cogliendo con
la coda dell'occhio l'arrivo sul primo gradino di Hermione,curiosa quanto lui di
conoscere il visitatore notturno. Si sorprese quando vide Ron,fermo sul
marciapiede con un'aria leggermente imbarazzata. -Ron!Non riesci a stare
lontano da me neanche un paio d'ore?-gli domandò scherzoso. Ma capì subito
che c'era qualcosa che non andava. L'amico era completamente rosso in volto e
si tormentava le mani visibilmente in imbarazzo. -Va tutto bene?-domandò
Harry uscendo sulla soglia. Solo allora si accorse della valigia che era poco
distante dall'uomo. Tornò a guardarlo con un'espressione preoccupata e
ricevette uno sguardo desolato in cambio. -Che è successo?-gli domandò
serio. Ron espirò forte e scosse la testa. -E' finita...-disse
misterioso. Harry lo guardò senza capire e scese i gradini per poi fermarsi
al suo fianco. -Che vuoi dire?-gli chiese ancora. -Hermione mi ha buttato
fuori di casa-
Salve a
tutti!Un bel salto nel passato per capire come tutto è
cominciato...
In qst
nuova fiction i capitoli saranno alternati:uno per i senior ed uno per le "nuove
leve".
Molti di
voi si staranno chiedendo:perchè Luna non ha accettato le cure dei
medimaghi?Sarebbe stato piu' semplice...ma non avrebbe complicato abbastanza le
cose.
Mi
spiego:con tutta la famiglia lontana,c'è maggior spazio per sbizzarrirsi e per
far succedere tante cose,anche se purtroppo il motivo scatenante è stato
un'evento così triste.
Secondo
punto su cui voglio soffermarmi:il rapporto fra James e
Rose.
Sono
andata a consultare la bibbia della lingua italiana:lo Zanichelli e alla parola
"incesto",c'è scritto: "rapporto d'amore o sessuale fra due
consanguinei,siano questi fratelli,nipoti e zii o padri e
figli".
Il
rapporto fra cugini non è contemplato,tanto è vero che la legge permette loro di
sposarsi(anche se ci sono delle limitazioni genetiche per quanto riguarda i loro
figli).
Cmq,ora
che abbiamo chiarito anche questo punto,se avete domande sono a vostra
disposizione.
Ringrazio tutti coloro che recensiranno e leggeranno questo capitolo e mi
scuso per eventuali errori di ortografia e/o battitura.
Per il
momento è tutto,vi do appuntamento al prossimo capitolo...
"La
prima impressione"
Baci,Eva
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Capitolo 3 *** La prima impressione ***
la 1 impressione
Salve a
tutti!!!E buon finesettimana!
Piccolo
regalino per tutti i miei lettori che hanno faticato durante la settimana sui
banchi di scuola e aspettavano questi giorni x un pò di riposo.Spero vi
piaccia.
Alla
fine del capitolo troverete un piccolo schema,come molti di voi mi hanno
chiesto,per aiutarvi con le varie parentele...
Buona
lettura e a dopo!!!
Come l'anno
precedente,gli studenti avevano preso posto nel dormitorio e avevano disfatto i
bagagli dopo la cena di benvenuto,dove la Preside McGranitt aveva imperversato
per quasi mezz'ora con il suo discorso riservato quasi esclusivamente agli
alunni del primo anno,e ritardando in quel modo l'arrivo del cibo. Quando
finalmente tutto fu finito,James e Ronald si trovarono nel dormitorio del loro
anno e si stavano salutando prima che James andasse ad occupare la Camera dei
Prefetti. Quell'anno sarebbe toccato a lui e a Rose essere i Prefetti della
Casa dei Grifondoro:un' onore che era stato ampiamente festeggiato dalla loro
famiglia e specialmente da suo padre che alla loro età non aveva avuto lo stesso
"privilegio". Sarebbe stata la prima volta che lui e Ronald avrebbero dormito
in camere separate:fin dalla nascita avevano diviso la grande camera accanto
alla stanza di Teddy,che con gli anni era cambiata per venire incontro alle loro
esigenze e anche ad Hogwarts avevano diviso il dormitorio,quindi sembrava strano
ad entrambi quella nuova situazione. -Sei sicuro che te la caverai bene senza
di me?-domandò James al fratello prendendolo in giro. In fondo era lui il
maggiore dei due,doveva preoccuparsi dell'incolumità del suo
fratellino... Ronald si buttò a peso morto sul suo letto e rise. -Cercherò
di non piangere troppo forte stanotte-commentò con lo stesso tono. Si guardò
nel dormitorio ancora vuoto,e cercò di immaginarlo di lì a mezz'ora quando
sarebbero arrivati gli altri occupanti: nel letto accanto al suo ci sarebbe
stato Daniel Thomas,il figlio del famoso ex giocatore di Quidditch Dean
Thomas,ora grande commentatore sportivo. Di fronte a lui c'era Stewart
Anderson,uno dei suoi compagni nella squadra di Quidditch di Grifondoro. A
destra c'era Simon Campbell,il ragazzo da tenere vicino in caso di compiti in
classe. Certo c'era Rose,ma lei non gli avrebbe mai passato il risultato di
un'esercizio durante un esame:la sua etica glielo avrebbe
impedito. Infine,nel letto piu' lontano c'era Ethan Cooper,uno dei suoi amici
piu' vecchi. -Sei riuscito a parlare con Sandy?-chiese a James tornando a
guardarlo. Sandy era la ragazza di suo fratello. James l'aveva corteggiata
per mesi prima che lei cedesse,neanche gli stesse facendo un grande
favore. James annuì,leggermente sconsolato. -Ci ho parlato...Ma non ho
risolto granchè-rispose misterioso. Ronald si fece scappare un sospiro e si
rizzò a sedere sul letto. -Possibile che ogni volta devo tirarti fuori le
cose con le tenaglie?-gli disse guardandolo. James sorrise. Ronnie aveva
ragione:era sempre da lui che andava ogni volta che aveva bisogno di un
consiglio o di parlare con qualcuno,ma quando poi lo aveva davanti era suo
fratello a dover fare tutto il lavoro. Era come se le sue corde vocali si
bloccassero impedendogli di parlare e di spiegare cosa l'aveva spinto fin
lì. -Mi ha scaricato-disse alla fine. Vide gli occhi di Ronald spalancarsi
per la sorpresa e si lasciò andare ad una piccola risata. -Non posso
crederci!Ti ha lasciato?Dove,quando?-chiese. -Hai visto quando mi sono
allontanato dal vagone per incontrare gli altri Prefetti?-gli ricordò con voce
calma. Ronald annuì. -Ci siamo incontrati lungo il corridoio e le ho
chiesto se potevamo vederci piu' tardi,non appena la McGranitt ci avesse
lasciato liberi,ma lei mi ha detto che le dispiaceva e che non poteva piu' stare
con me-raccontò con tono incolore. -Ma per quale motivo?-domandò l'altro
fissando il fratello. James alzò le spalle,indifferente. -Sembra che
quest'estate ha conosciuto un tizio a Parigi...l' "uomo della sua vita"-raccontò
sarcastico. -Ma ha solo quindici anni!E poi come può preferire un francese a
te?-ribattè il fratello. -Che vuoi che ti dica?Forse è stato meglio
così...Magari neanche io ero innamorato di lei e restavamo insieme soltanto per
divertirci-disse James incerto. Ronald scosse la testa deciso. -Credo
proprio di no!Mi ricordo benissimo le notti che ho passato sveglio a sentirti
vaneggiare su di lei-gli ricordò. Il fratello sorrise e annuì
lentamente. -Comunque sia,ormai è finita. Comincia la caccia per cercare
la prossima-disse divertito. Ronald rise e annuì. -Hai assolutamente
ragione!Chi rifiuterebbe il Prefetto della Casa,nonchè Capitano della squadra
dei Grifondoro e figlio del famoso Harry Potter?-commentò ironico
Ronald. James rise con lui. Già,chi avrebbe rifiutato un partito del
genere?
Il mattino dopo le lezioni scacciarono gli ultimi
ricordi delle vacanze appena finite. Lily amava Hogwarts. Era la sua
seconda casa,il posto dove si sentiva piu' a suo agio,dove poteva essere sè
stessa senza paura di offendere o far del male a qualcuno. Certo amava anche
la sua casa babbana di Privet Drive,ma le attenzioni che suo padre le riservava
ultimamente,la soffocavano:lui non aveva mai fatto mistero di avere un'amore
speciale per lei,forse soltanto perchè era la prima figlia femmina dopo tre
maschi,ma adesso che c'era anche Hermione perchè continuava a darle tutte quelle
attenzioni e quelle piccole dimostrazioni d'affetto neanche avesse ancora cinque
anni? Per fortuna c'era sua madre che gli diceva quando smettere,quando
trattenere quell'ondata d'amore. Altrimenti i loro rapporti sarebbero
diventati davvero difficili. Rispetto ai suoi fratelli che amavano
rinchiudersi nella Sala Comune ogni volta che avevano un minuto libero,a lei
piaceva sedersi sulle rive del Lago Nero per poter sentire l'odore del
lago:voleva approfittare di quei pochi giorni di sole prima che arrivasse
l'inverno con le sue nuvole e il vento. -Lily- Si voltò non appena si
sentì chiamare. Rose,sua cugina,era a pochi passi da lei e la stava guardando
con un sorriso accennato. -Ciao Rose,ti va di farmi compagnia?-gli domandò
rispondendo al suo sorriso. La ragazza fece risplendere il sorriso finora
titubante e si avvicinò a lei prima di sedersi sull'erba leggermente
umida. -Ti ho portato qualcosa da mangiare...Mi sono preoccupata quando non
ti ho visto nella Sala Grande-le disse tirando fuori un sandwich dal
mantello. Lily sorrise e accettò il panino:aveva saltato il pranzo,per
compensare l'abbondante colazione che aveva fatto al mattino e ora rigirava il
panino fra le mani indecisa se mangiarlo,per fare un favore alla cugina,o
meno. -C'è tempo per rinchiudersi fra quattro mura...Fra qualche settimana
non riusciremo a mettere il naso fuori senza sciarpa cappello e
guanti. Volevo godermi quest'illusione d'estate-le disse chiudendo gli occhi
e porgendo il viso ai raggi del sole che avevano appena bucato la nuvola che li
nascondeva. Rose sorrise. -Sai che i tuoi fratelli vanno nel panico se non
sanno dove sei-commentò. -Anche se sanno dove sono-ribattè lei. L'altra
annuì in silenzio. -Per questo ti hanno mandato a controllare?-le domandò
senza aprire gli occhi. Sentì la cugina muoversi a disagio sul prato e il suo
sorriso si accentuò:colpito e affondato. Eppure era strano visto che stava
parlando con Rose Weasley. Tutti quelli che avevano conosciuto i loro
genitori affermavano che Rose era la copia esatta di sua madre:stessa
precisione,stesso attaccamento alla disciplina,stessa inflessibilità. Un vero
generale di ferro. Dello zio Ron aveva ripreso davvero poco...Per fortuna
qualche anno dopo era nato Hugo,che era un Weasley fatto e finito. -Possibile
che non riesca a liberarmi di loro?-le chiese aprendo gli occhi e voltando la
testa verso di lei. -Hanno solo promesso a tuo padre di vigilare su di te-le
ricordò lei. -Ho quattordici anni,so benissimo badare a me stessa-ribattè lei
leggermente risentita. -Questo lo so,e prometto che cercherò di convincere
Ronnie e Jim ad allentare un pò la corda...Ma sai anche tu che non sarà una cosa
semplice-le disse Rose con il suo solito tono pacato e maturo. Lily annuì,e
per un'istante il suo sguardo si concentrò su un gruppo di ragazzi che poco
lontano si stavano avviando verso il castello,di ritorno alle lezioni e uno di
loro in particolare attirò la sua attenzione. Lui. Daniel
Thomas. Camminava con quell'aria fiera e sicura che attirava sempre
l'attenzione degli altri su di sè e che le fermava il respiro a metà. Il viso
era leggermente abbassato per controllare che la divisa fosse in
ordine,mettendone in ombra gran parte. I capelli neri e lisci gli sfioravano
il viso arrivando alle orecchie e accarezzandogli le guance ogni volta che il
vento leggero lo colpiva. -Cosa stai guardando?-domandò Rose sorpresa dal suo
lungo silenzio. Lily scosse la testa senza rispondere,senza staccare lo
sguardo dal gruppo che si stava allontanando velocemente,finchè i suoi occhi non
incontrarono altri occhi. Senza che se ne accorgesse,Daniel aveva alzato lo
sguardo e l'aveva scoperta a fissarlo,bloccandosi per un'istante mentre i loro
occhi sembravano incatenati. Ancora una volta,anche se aveva giurato a sè
stessa che non avrebbe piu' permesso a quegli occhi di farle male. Fu lei ad
allontanarsi per prima,tornando a guardare Rose e rivolgendole un'accenno di
sorriso. -E' ora di tornare in classe,vero?-le domandò anche se già sentiva i
rintocchi lontani delle campane che annunciavano il ritorno alle
lezioni. Rose si alzò e la prese sottobraccio. -Non sia mai che io ti
perda di vista anche solo per un'istante!-commentò scherzosa. Lily sorrise e
si incamminò con l'amica verso il castello,cercando di dimenticare quegli
occhi.
-Ronald!Ronald!- Si voltò soltanto quando si
sentì chiamare per la seconda volta. Era appena uscito da una lezione di
Pozioni che lo aveva sfinito mentalmente e fisicamente e il suo cervello era
ancora un pò annebbiato. Ad essere veramente sinceri il suo cervello era già
proiettato alla sera,quando avrebbe iniziato gli allenamenti di Quidditch con
James,Stewart e Ethan. Nel giro di qualche giorno,James avrebbe iniziato le
selezioni per la squadra dei Grifondoro e tutti volevano fare bella figura con
lui per avere qualche possibilità in piu' di entrare in squadra. Ronald era
sicuro che James non lo avrebbe escluso,a meno di non voler morire prima del
tempo,ma gli sarebbe dispiaciuto che Ethan e Stewart restassero fuori. Quando
vide chi lo aveva chiamato con tanta insistenza,le sue orecchie diventarono
bollenti. Rebecca Paciock. Lei e sua sorella Rachel vivevano ad Hogwarts
tutto l'anno con il padre,il professore di Erbologia Neville Paciock. Ronald
sapeva che suo padre ed il professore un tempo erano stati amici,ma il loro
rapporto si era rovinato per colpa della zia Luna. Era una di quelle storie
che non si raccontavano spesso in famiglia,di quelle che metti insieme rubando i
frammenti dai vari discorsi e da quanto avevano capito lui James e Rose sembrava
che la zia Luna prima di sposarsi con lo zio George,era stata sul punto di
sposare il professor Paciock;ma lo zio l'aveva praticamente rapita
dall'altare. Da allora non si erano piu' visti,se non in qualche occasione
davvero speciale,e questo si era riversato anche sull'amicizia fra il professore
e suo padre. Magari se così non fosse stato anche i suoi rapporti con Rebecca
sarebbero stati diversi... La vide avanzare verso di lui e si ritrovò a
trattenere il respiro. Era possibile essere così belli già alla loro
età? Rebecca ai suoi occhi sembrava un'angelo sceso dal cielo:i capelli lisci
e castani le arrivavano fino a metà schiena,come una cascata di ciocciolata,il
suo viso era sempre illuminato da una luce negli occhi verdi e ogni volta che
sorrideva,delle piccole fossette apparivano su entrambe le guance. La divisa
dei Grifondoro non le rendeva nessuna giustizia:doveva esserci un cavillo nelle
regole di Hogwarts che permetteva alle ragazze di tale bellezza di andare in
giro senza divisa. Era arrivata a pochi passi da lui e quando fu certo che si
sarebbe fermata,la vide avvicinarsi fino a mettergli una mano sul braccio destro
e sporgersi verso di lui per dargli un bacio sulla guancia sinistra. Adesso
era certo di essere completamente rosso in volto,con un'espressione idiota sul
viso... Chi doveva ringraziare per un miracolo simile? La guardò cercando
di ritrovare un pò della compostezza persa e le fece un piccolo
sorriso. -Ciao Rebecca-la salutò prima di schiarirsi la gola. In
lontananza vide James e Rose uscire dall'aula e cercarlo fra la folla e sperò
che non arrivassero a rovinare quel momento magico. -Come sono andate le
vacanze?-gli domandò lei,sempre con un sorriso sulle labbra. Ronald alzò le
spalle,mentre Rose e suo fratello si avvicinavano ogni istante di piu'. -Al
solito,troppo poco tempo e tante cose da voler vedere e fare...Tu invece?-le
domandò restando sul vago convinto che lei non fosse veramente
interessata. -Anche noi le stesse cose di ogni estate...-gli disse
Rebecca. Alle spalle della ragazza,Ronald vide Rose trattenere suo fratello
per un braccio prima che James si fermasse e restasse qualche istante interdetto
per la presenza di Rebecca. Ma furono solo pochi istanti:l'attimo dopo aveva
già iniziato a prenderlo in giro in silenzio,mentre Rose cercava in ogni modo di
farlo smettere. -Volevo chiederti...-disse la ragazza facendogli riportare lo
sguardo sul suo volto. Sentì di nuovo le orecchie diventare bollenti neanche
stessero affrontando un discorso erotico e si affrettò ad annuire. -Ho
sentito che voi ragazzi andrete ad allenarvi al campo questa sera-disse
Rebecca. Ronald la guardò qualche istante incerto,poi annuì di nuovo. -Sì
abbiamo pensato di fare un pò di pratica in vista delle selezioni della
squadra-le spiegò calmo. -Ecco...Io mi chiedevo se potevo assistere-gli
chiese Rebecca leggermente imbarazzata. Ronald corrugò la fronte e restò
qualche istante in silenzio poi sorrise. -Certo che puoi!Ci saranno anche
Lily e Rose a fare il tifo come al solito-le disse con voce sicura. Il
sorriso tornò a brillare sicuro sul volto di Rebecca e,di riflesso,anche sul
volto di Ronald. Sorriso che diventò ancora piu' splendente quando Rebecca
gli posò un'altro bacio sulla guancia sinistra. -Grazie!A che ora?-gli chiese
poi. Ronald si passò una mano fra i capelli,cercando di ricordarsi a che ora
avessero appuntamento al campo e dopo qualche istante di incertezza
annuì. -Alle sette e mezzo,subito dopo cena-si ricordò finalmente. Rebecca
gli sorrise l'ultima volta,poi lo salutò e si allontanò lasciando dietro di sè
la scia del suo profumo. La guardò allontanarsi finchè non fu confusa fra il
resto della folla e fu proprio mentre era distratto che James gli saltò addosso
come faceva sempre quando voleva complimentarsi con lui. -Qualcuno ha fatto
colpo!-gli urlò nell'orecchio destro,le braccia strette attorno al collo,mentre
cercava di montargli sulla schiena. Ronald cercò di liberarsi del suo peso e
lo fece quasi cadere per terra,accompagnato dalle risate di Rose e scosse la
testa. -Come al solito,vedi cose che non ci sono!-gli disse avviandosi verso
l'aula di Trasfigurazione. -Andiamo non dirmi che non te ne sei accorto!Rose
è vero che Rebecca pendeva dalle sue labbra?-disse James chiamando in causa
anche la cugina. -Assolutamente!Ronnie,questa volta sono d'accordo con
Jim,Rebecca ha un debole per te. Viene agli allenamenti questa sera?-gli
chiese poi. Ronald si limitò ad annuire. Non doveva lasciare che quella
speranza prendesse corpo nel suo cervello,altrimenti sarebbe stato difficile poi
fare i conti con la realtà. -Allora posso indagare con calma-disse lei
sicura. Ronald si voltò verso Rose e scosse la testa
deciso. -Assolutamente no!Tu non farai niente del genere. Non è detto che
venga agli allenamenti per vedere me:chi ti ha detto che non abbia un debole per
Jim,o per Ethan?-ribattè Ronald cercando di essere convincente. -E veniva
proprio da te per farsi invitare?-domandò James confuso. -Perchè ci
conosciamo da anni e possiamo dire di essere amici-disse Ronald. -Ronnie,io
te e James siamo amici-gli fece notare Rose. -Ma noi cosa c'entriamo?Siamo
cugini!-ribattè lui con un leggero sorriso divertito. Rose annuì e sorrise
con lui. Entrarono nell'aula e mentre Rose si sedette accanto a Sally
Price,James e Ronald si sedettero al banco davanti al suo per poter continuare
il discorso in attesa dell'inizio della lezione. -Quindi sei assolutamente
convinto che Rebecca non è interessata a te-commentò Rose seria. Ronald annuì
convinto e James scosse la testa. Rose rise e alzò le spalle. -Questa sera
vedremo chi di noi ha ragione-commentò. James ancora una volta fece per
ribattere,ma l'arrivo del professore di Trasfigurazione impose a tutti e tre il
silenzio.
-E questa è la famiglia a cui vorresti legarti?-gli
aveva chiesto mentre osservava i due Potter e la Weasley allontanarsi verso
l'aula di Trasfigurazione. Lucas Zabini,per gli amici Luke, si lasciò
scappare un sorriso sarcastico mentre scuoteva lentamente la testa:il suo
migliore amico non lo capiva. In fin dei conti non era il solo che non
capiva. Quando aveva raccontato a suo padre di quella storia aveva fatto
fuoco e fiamme,ma poi erano riusciti ad avere una discussione quasi civile,anche
se non avevano risolto molto. Era impensabile che un Serpeverde del suo
lignaggio e con i suoi antenati,fosse innamorato di una ragazza come lei, una
con una famiglia così ingombrante,dal passato così fastidioso. A sua madre
per poco non era venuto un'infarto. Ma non era colpa sua! Era stata una
cosa talmente improvvisa anche per lui:tutto si era aspettato tranne innamorarsi
di una ragazzina di tredici anni,sempre con la testa fra le nuvole e quell'aria
candida che lo portava a chiedersi ogni giorno che cosa ci trovasse di così
speciale in lui. Una Grifondoro! Se gliel'avessero detto,avrebbe riso fino
a farsi venire il mal di pancia. Avrebbe riso ancora di piu' se gli avessero
detto che si sarebbe innamorato di una Weasley. Era l'ultima cosa che credeva
gli potesse succedere nella vita,la piu' assurda di tutte! Aveva passato anni
a prendere in giro il gruppo formato dai Weasley e dai Potter insieme a
Scorpius,aveva riso di loro ogni volta che li aveva visti seduti tutti insieme a
mensa o sul prato prima di una lezione senza il minimo sospetto di quello che
stava per accadere. Poi un giorno il destino gli aveva messo i bastoni fra le
ruote! Ricordava ancora quel giorno freddo,con la prima neve che arrivava ai
polpacci e faceva immobilizzare i muscoli del viso. Lei sembrava uno di quei
folletti di cui si parla nelle leggende irlandesi:i corti capelli biondi erano
coperti da un berretto di lana,le dita erano quasi blu perchè si era tolta i
guanti per fare delle "perfette" palle di neve e,incurante dell'alone di mistero
che si era costruito in tutti gli anni della scuola e della sua appartenenza
alla Casa di Serpeverde,lo aveva avvicinato e scelto come compagno di
lotta. -Ho bisogno del tuo aiuto!-gli aveva detto. E prima che lui potesse
dire qualcosa l'aveva trascinato con sè lungo il corridoio fino al cortile
ricoperto di neve candida. Ancora adesso Luke non sapeva spiegare come si era
ritrovato invischiato in quella guerra fra lei e i compagni del suo
anno,soltanto perchè quel folletto gli aveva chiesto di darle una mano:aveva
sentito dire che lui era davvero bravo nelle battaglie a palle di neve e ora
aveva un disperato bisogno di un compagno capace. Magari in un'altro momento
si sarebbe tirato indietro,ma stava andando ad un'altro noioso appuntamento con
Helen Goyle e avrebbe accettato qualsiasi diversivo. Alla fine si era anche
divertito. Si erano salutati alla fine della battaglia e lei lo aveva
ringraziato prima di andarsene di corsa. L'ultima immagine che aveva di quel
giorno era la corsa di lei che si buttava sulla schiena di uno dei suoi
cugini,probabilmente Ronald Potter,convincendolo poi a portarla in spalla fino
alla loro Sala Comune. Cosa l'aveva spinto a chiedere notizie su di
lei? Era una Grifondoro,questo sarebbe dovuto bastare a tenerlo lontano da
lei. Invece aveva raccolto informazioni:si chiamava Alice,aveva tredici anni
ed era l'ultima figlia di George e Luna Weasley,i padroni dei negozi piu'
famosi di tutta Hogsmeade e Hogwarts. Aveva due fratelli maggiori anche loro
fra le file dei Grifondoro,e una schiera di cugini che la rendevano quasi
intoccabile. Ma ovviamente niente poteva fermarlo quando aveva in mente
un'obbiettivo. Non sapeva neanche lui perchè,ma aveva preso l'abitudine di
farsi trovare nella biblioteca quando sapeva ci sarebbe stata lei,soltanto per
vederla,senza neanche considerare l'idea di parlarle. Soltanto tre settimane
dopo si erano rivolti di nuovo la parola,e soltanto perchè erano rimasti chiusi
nella biblioteca oltre l'ora di chiusura. -Come se non passassi già troppo
tempo qui dentro...-aveva commentato Alice. Luke era riuscito ad aprire una
finestra ed era sgattaiolato fuori dalla biblioteca con lei,ritrovandosi a
correre senza nessun vero motivo fuori dalle mura del castello nel cortile e
a parlare seduti poco distanti dall'enorme casa del guardiacaccia,senza
neanche rendersi conto del tempo che passava. -Fred darà fuori di matto se
non torno prima del coprifuoco-aveva detto prima di alzarsi e salutarlo. Lui
aveva annuito e si erano diretti di nuovo verso il Castello,camminando fianco a
fianco fino alla scalinata principale,per poi salutarsi e andare ognuno al
proprio dormitorio. Da quella prima volta erano passati tre mesi. Mesi in
cui avevano imparato a conoscersi meglio,ad aiutarsi quando l'altro aveva un
problema, a restare semplicemente in silenzio ad ascoltare quello che l'altro
aveva da dire. Nonostante la sua giovane età Alice era piu' matura delle sue
compagne,e gli aveva insegnato come mettere da parte i suoi pregiudizi sui
Weasley,mentre lei aveva dovuto fare i conti con la sua appartenenza alla casa
dei Serpeverde. -Non siamo così perfetti come credi...-gli aveva detto una
volta lei. Luke l'aveva fissata curioso,ma Alice aveva lasciato cadere
l'argomento senza mai raccogliere le sue frecciate ogni volta che lui provava ad
affrontarlo di nuovo. Ovviamente non era tutto così facile:c'erano volte in
cui litigavano e si giurava che non avrebbe piu' incontrato quella "ragazzina
saccente e buonista",ma come sempre le sue promesse cadevano nel vuoto...Gli
bastava sentire la sua risata,oppure entrare nella Sala Grande per iniziare
subito a cercarla con lo sguardo e sorriderle come un'idiota quando lei gli
faceva l'occhiolino di nascosto dalla massa di fratelli e cugini. E senza
neanche rendersene conto se ne era innamorato. Eppure era convinto di saper
gestire quell' "amicizia"! Invece una mattina si era ritrovato con in testa
solo lei e la paura di averla persa soltanto perchè non l'aveva vista per un
giorno intero in giro per il castello:aveva passato le lezioni a chiedersi se
non le fosse successo qualcosa,se non fosse stata costretta a tornare a casa per
qualche problema familiare, arrivando a pensare che i suoi genitori l'avessero
ritirata dalla scuola essendo venuti a conoscenza della loro
amicizia. Scoprire che aveva passato il tempo chiusa nel dormitorio perchè
ammalata lo aveva fatto sentire sollevato,e gli aveva fatto sbattere il muso
contro la realtà. Era irrimediabilmente innamorato di Alice Weasley. Il
suo carattere deciso e diretto l'avevano portato a parlare con lei,a spiegarle
che qualcosa era cambiato per lui e che se per Alice non fosse stato lo stesso
avrebbe capito,non lo avrebbe accettato ma lo avrebbe capito e avrebbero messo
fine a quell'amicizia. Non aveva idea dell'espressione che era apparsa sulla
sua faccia quando l'aveva sentita dirgli che anche per lei era lo stesso. Il
loro primo bacio era il ricordo che gli ritornava alla mente piu' spesso nelle
ultime settimane: ricordava ancora la timidezza negli occhi di Alice,il tocco
delicato delle sue labbra,il modo in cui si era messa in punta di piedi per
mettergli le braccia intorno al collo. L'ultimo ostacolo era la sua giovane
età:avevano due anni di differenza e certe volte a lui sembrava di aver fatto
qualcosa di male. Alice non faceva altro che dirgli che l'età non era un
problema per lei perchè aveva l'esempio dei suoi genitori,insieme da quasi
vent'anni nonostante i loro due anni di differenza. Forse era una storia
sbagliata in partenza,però da quando c'era Alice,lui si sentiva piu' forte,quasi
invincibile. Nessuno sapeva della loro storia d'amore,se si escludevano
Scorpius e la migliore amica di Alice che le aveva fornito parecchi alibi con i
suoi fratelli. Avevano parlato spesso di come rendere pubblica la loro
storia,ma avevano anche deciso che per il momento era meglio lasciare le cose
come stavano:erano ancora troppo giovani per fare le cose in grande,per
"impegnarsi" e forse aspettare avrebbe rafforzato i loro sentimenti e le loro
decisioni. Quando erano iniziate le vacanze non passava giorno senza che un
gufo non apparisse alla sua finestra con una lettera di Alice,facendolo ridere e
facendogli sentire la mancanza della ragazza in modo quasi esagerato. Era
stata quella sensazione che lo aveva spinto a parlarne con i suoi genitori:forse
era stata una mossa azzardata vista la loro età,ma era convinto che era meglio
mettere le cose in chiaro,per evitare problemi in futuro. Li aveva fatti
sedere in salotto e aveva detto loro che da qualche mese stava con una
ragazza...e poi aveva lanciato la bomba. Ma non era stato niente in confronto
alla bomba che aveva colpito lui pochi giorni dopo. Mancavano meno di due
settimane al ritorno a scuola e stava letteralmente contando i giorni che
mancavano al loro incontro,quando il solito gufo era apparso alla sua finestra e
gli aveva consegnato una lettera;era stato come essere risucchiato in un buco
nero. Alice e i suoi fratelli non sarebbero tornati a Hogwarts quell'anno per
stare vicino alla madre: aveva un cancro e sarebbe andata in America per farsi
curare. Non era mai stato così combattuto in vita sua;da una parte c'era
Alice che aveva bisogno di lui e dall'altra c'erano i suoi genitori che non gli
avrebbero mai permesso di fare un volo del genere per stare con lei,tantomeno
saltare l'anno soltanto perchè la madre della sua ragazza,una Grifondoro, stava
male. Le aveva scritto chiedendole se c'era qualcosa che lui potesse fare e
la sera stessa gli era arrivata la risposta,una pergamena con due sole parole:
"Non abbandonarmi". Come se avesse mai potuto. La sera prima di tornare ad
Hogwarts il solito gufo era apparso alla sua finestra,questa volta stringendo
fra gli artigli un pacco giallo. All'interno c'era un cellulare
babbano,completo di istruzioni per potersi sentire tutte le sere in barba ai
problemi e alla lontananza. Era da quasi due settimane che vivevano quella
specie di relazione a distanza,e lui doveva accontentarsi di questa cercando di
mettere a tacere i suoi desideri e i suoi sensi di colpa. Anche quella
sera,non appena il dormitorio sarebbe stato silenzioso sarebbe sceso nella Sala
Comune e avrebbe composto l'unico numero in memoria solo per sentire la sua voce
e per farle sentire che nonostante le miglia di distanza era lì accanto a
lei. -Io non voglio legarmi a nessuna famiglia-rispose camminando per il
corridoio. -Vedo che stai riacquistando il tuo buonsenso-commentò
Scorpius,voltandosi a guardarlo. Luke sorrise. -Voglio dire che a me
interessa solo lei,non tutta la sua famiglia-spiegò. Il sorriso sul volto di
Scorpius scomparve,lasciando il posto alla solita smorfia che aveva sempre
quando affrontavano quell'argomento. -Ma ora che lei non c'è non senti il
bisogno di svagarti?-gli chiese indiretto. -Di andare a letto con
un'altra?-disse Luke senza giri di parole. -Precisamente-fece
Scorpius. Luke scosse la testa. Non era vergine quando aveva conosciuto
Alice,ma sapeva quando era il momento di rallentare, quando una ragazza non era
pronta per il sesso...ed Alice ancora non lo era. Anche se gli costava fatica
ammetterlo ed era sempre piu' faticoso per entrambi fermarsi. -Nessun
bisogno-rispose sincero. Scorpius lo guardò quasi scioccato. -Chi sei
tu?Che ne è stato del bastardo Serpeverde amico mio?-gli chiese senza
esagerazione. Luke si lasciò scappare una risata e gli diede una leggera
spinta. -Avanti non sono mica diventato un santo!Ho solo smesso di portarmi a
letto qualsiasi cosa respirasse-gli disse ancora ridendo. -E' questo che mi
preoccupa.Capirei se andassi a letto solo con la tua ragazza,ma neanche
quello...Ti limiti a tenerla per mano!-lo prese in giro lui. -Non mi limito
solo a quello-lo rassicurò misterioso Luke,mentre un sorriso malizioso si
allargava sul viso. Scorpius lo guardò curioso,ma dall'espressione sul volto
dell'amico capì che non gli avrebbe scucito nulla di piu' in
proposito. -Comunque grazie per esserti preoccupato per me...Mi ha commosso
il tuo interessamento- lo prese in giro Luke. Il biondo lo fulminò con lo
sguardo,prima di entrare in classe,accompagnato dalle risate di Luke che lo
seguì in aula.
-Vuoi ancora un pò di caffè?- Fred alzò lo sguardo
sulla ragazza che,caraffa stretta nella mano destra,gli aveva rivolto la domanda
e si limitò a scuotere la testa. Era talmente stanco che si sarebbe
addormentato non appena avrebbe toccato il cuscino. -Stai bene?-gli chiese
ancora la ragazza. Domanda da un milione di sterline! C'erano dei momenti
in cui si ricordava cosa significava stare bene,poi tornava il buio che aveva
inghiottito la loro vita nelle ultime due settimane. -Non mi ricordo piu'
neanche cosa significhi stare bene-le confessò mentre le palpebre pesanti si
chiudevano per un'istante. Sentì su di sè lo sguardo della ragazza e sperò
che non fosse carico di pena e pietà:non lo avrebbe sopportato una volta di
piu'. Erano settimane che tutti si rivolgevano a lui e ai suoi fratelli con
quegli occhi e ogni volta lui aveva voglia di urlare,di fare a pezzi qualcosa
soltanto perchè quella gente la smettesse di guardarli in quel
modo. Fortunatamente gli occhi di Allison erano calmi,sereni come li aveva
sempre visti fin dalla prima volta. -Vedrai presto tutto questo sarà un
brutto ricordo-lo rassicurò lei,poggiando la caffettiera sul mobile di marmo
bianco. Fred annuì,anche se era poco convinto. -Dove sono gli altri?-gli
chiese dandogli le spalle per togliere le fette di toast dal
tostapane. -Edward sta dormendo sul divano,era talmente stanco che non è
riuscito ad arrivare in camera sua;Alice si sta facendo una doccia e credo che
mio padre non sia ancora tornato dall'ospedale-disse prima di sgranchirsi i
muscoli della schiena e delle braccia. Allison tornò a voltarsi e lui la vide
mettergli davanti due fette di pane tostato imburrato. -Mangia!Ha passato
anche oggi la notte in ospedale?-gli chiese poi conoscendo già la
risposta. Suo padre passava tutte le notti in ospedale. Tornava a casa
giusto il tempo per farsi una doccia,mangiare qualcosa di accettabile e poi
ritornava da sua madre,pronto per iniziare una nuova giornata di chemioterapia
accanto a lei. L'intervento era andato bene,almeno questo era quello che i
dottori avevano detto loro. Avevano tolto tutte le cellule cancerogene che
avevano trovato e per il momento non avevano eseguito la mastectomia,con grande
sollievo di sua madre. Ma dopo l'intervento era iniziato il primo ciclo di
chemioterapia:due settimane di tortura autorizzata. Era davvero difficile
starle seduto accanto e comportarsi come al solito mentre attraverso l'ago nel
braccio le venivano iniettati tutti quei veleni. -Come al solito-commentò
afferrando una fetta di pane. Non aveva fame,ma sapeva che lei si sarebbe
arrabbiata se non l'avesse visto mangiare,così diede un morso solo per farla
felice. Sentì dei passi venire verso la cucina e si voltò,sentendo i muscoli
del collo lamentarsi per lo sforzo richiesto. Seamus apparve in cucina e
vedendolo gli rivolse un sorriso. -Buongiorno Seamus-lo salutò Fred
educatamente. L'uomo si avvicinò e gli fece una carezza sulle spalle,come
faceva sempre,prima di rivolgere un sorriso a Allison. -Buongiorno ragazzi-lì
salutò affettuoso. -Ciao papà!Il caffè è già pronto,devi solo imburrare le
tue fette di pane-gli disse la ragazza avvicinandosi per dargli un bacio sulla
guancia. Allison Finnigan-Finch era la figlia biologica di Seamus,ma fin
dalla nascita era cresciuta con suo padre e il suo compagno Rupert Finch. Non
avevano mai pensato di adottare un bambino,ma durante il primo anno della loro
relazione si erano trovati nel pieno di un "baby boom" fra i loro amici:ovunque
andassero vedevano soltanto coppie in attesa di un figlio o che avevano appena
partorito. Quella era stata la molla scatenante che aveva portato entrambi a
chiedersi se anche loro fossero stati all'altezza di un figlio. All'inizio
non era stato facile trovare la persona adatta,vista la loro situazione,ma alla
fine una delle infermiere dell'ospedale di Rupert si era dimostrata disponibile
a diventare la loro "madre in affitto" e dopo un paio di tentativi andati a
male,era rimasta incinta. Allison aveva ereditato i poteri di suo padre,e
frequentava un scuola di magia americana che, al contrario di Hogwarts,le
permetteva di tornare a casa tutti i giorni tenendo le lezioni soltanto la
mattina,come una vera scuola babbana. Era una ragazza allegra,estroversa e la
sua "delicata situazione familiare",come veniva descritta dai suoi insegnanti
babbani,non le aveva causato nessun problema perchè aveva avuto accanto a lei
due persone stabili che l'avevano sempre amata,anche durante i loro periodi di
crisi. -Grazie tesoro!Tuo padre ha chiamato?-le chiese afferrando una tazza e
versandoci abbondante caffè nero. -Ha detto che torna verso le otto-riferì
lei prima di bere un sorso dalla sua tazza. Fred diede un'altro morso alla
sua fetta di pane prima di spingere via il piatto. -Non provarci nemmeno!Devi
mangiare qualcosa altrimenti cadrai svenuto per terra...Papà diglielo anche
tu-fece Allison voltandosi verso Seamus. -Ha ragione Fred,hai veramente una
brutta cera-disse Seamus guardandolo. -Sono solo stanco,ho bisogno di almeno
quattro ore di sonno-ribattè il rosso. -A proposito,stavo quasi per
dimenticarlo! Ieri sera,mentre eravate in ospedale ha chiamato Justin-disse
Seamus guardando Fred. Lo sguardo di Fred si fece piu' attento. -Cosa
voleva?-chiese subito. -Ha detto che sarebbe arrivato con il volo di
mezzogiorno e voleva sapere se qualcuno di voi era disposto ad andare
all'aeroporto- -Ma ti ha detto perchè?-domandò sorpreso. Justin stava
arrivando a Seattle. Avevano visto il fratello neanche un mese prima,e Justin
aveva fatto di tutto per far dimenticare a lui e ai suoi fratelli quello che
sarebbe successo di lì a poco,riuscendo il piu' delle volte a farli divertire e
a far passare delle intere giornate prima che la preoccupazione tornasse ad
attanagliarli. E ora stava venendo da loro. -Credo sia ovvio il
perchè-commentò Seamus con un leggero sorriso. Fred annuì
stancamente. -Andrò io a prenderlo,basta che qualcuno mi svegli in
tempo-disse scendendo dalla sedia. -Tranquillo,ci penserò io-disse subito
Allison pronta. Fred sbadigliò e si avviò verso la porta della
cucina,sperando di arrivare alla sua camera da letto senza crollare per il sonno
arretrato.
L'aereoporto era pieno di gente che correva in tutte le
direzioni. Chi doveva partire era facilmente riconoscibile:cercavano di
tenere tutti i documenti stretti in una mano per essere pronti quando sarebbe
arrivato il loro turno al check-in. C'era poi chi era appena atterrato e si
trascinava le valigie fuori dall'aereoporto,iniziando subito la ricerca del taxi
per evitare di inzupparsi troppo. Come al solito anche quel giorno la pioggia
non aveva risparmiato Seattle;che differenza c'era fra vivere a Seattle e vivere
a Londra? In entrambe le città pioveva,il cielo era coperto dalle nuvole e il
sole era un lusso,nonostante fossero a settembre...E pensare che esistevano
città dove c'erano trenta gradi e gente che andava in giro senza maglietta e
prendeva il sole sdraiato al parco! Alice guardò la pioggia colpire violenta
il finestrino posteriore dell'auto di Rupert e sospirò. -Tutto bene lì
dietro?-le domandò Edward guardandola dallo specchietto retrovisore. -Sono
stufa di tutta questa pioggia!-rispose lei incontrando il suo sguardo. Quando
Fred aveva detto loro dell'arrivo di Justin,avevano deciso di andarlo ad
accogliere tutti insieme per poi andare all'ospedale:la mamma sarebbe stata
contenta di rivedere Justin. Lo aveva sempre considerato un quarto figlio e
l'affetto era reciproco:Justin adorava quell'aria svagata e sempre allegra che
era il punto di forza del carattere di sua madre,inoltre avevano la comune
passione per gli animali,anche quelli piu' strani e pelosi,che li estraniava un
pò dagli altri. Edward sorrise. -Credi che se fossimo stati ad Hogwarts
sarebbe stato diverso?-le chiese. -Sicuramente!-commentò lei. Almeno a
quest'ora sarebbe stata fra le braccia di Luke e non in quella specie di incubo
privato! Sfiorò con due dita il cellulare che era nascosto nella tasca destra
del cappotto e poi fissò l'orologio sul cruscotto:da un momento all'altro lui
avrebbe chiamato e lei non vedeva l'ora di sentire la sua voce. Per il
momento doveva accontentarsi solo di quella... Erano arrivati al terminal
dell'aereoporto e Fred stava concludendo la manovra di parcheggio. -Qualcuno
di voi ha portato un'ombrello?-domandò poi spegnendo il motore e guardando
Edward che sedeva accanto a lui. Dall'espressione che vide apparire sul viso
di Ed,Alice capì che avrebbero dovuto correre il piu' velocemente possibile
all'interno. -Possibile che non ti si può mai affidare un compito?-lo
rimproverò Fred. -Mi ero appena svegliato,credi che ti stessi veramente
ascoltando?-gli domandò lui. -Quando bisogna parlarti per trovarti veramente
sveglio?-chiese Fred guardando il fratello. Edward gli rilanciò
l'occhiataccia prima di voltargli le spalle e fissare il lampo che aveva
squarciato il cielo. -Davvero perfetto!-commentò acido Fred. Alice sospirò
e alzò la lampo della sua giacca a vento:certe volte si comportavano come due
bambini! -La volete smettere?Ormai non serve a niente continuare a
discutere,e se non ci muoviamo rischiamo di arrivare in ritardo-disse aprendo la
portiera dalla sua parte e,contemporaneamente, alzando il cappuccio sulla
testa. Fred e Edward restarono in silenzio e la guardarono uscire nella
pioggia,correre verso il terminal e fermarsi in un posto riparato dalla
pioggia,in attesa che anche loro si decidessero ad uscire dall'auto. -Vorrei
tanto ucciderti in questo momento-commentò Fred imitando la sorella e aprendo la
portiera dell'auto. -Sai che novità!-ribattè Edward per nulla
spaventato. Entrambi corsero verso Alice e quando la raggiunsero i loro
vestiti erano in gran parte bagnati, nonostante la giacca a vento. Entrarono
nell'aereoporto e si diressero verso un tabellone che elencava i terminal
d'uscita dei vari voli nazionali. Il volo di Justin era già atterrato. I
tre fratelli si guardarono attorno alla ricerca del ragazzo,ma non lo videro da
nessuna parte:se fosse già arrivato,lo avrebbero sicuramente trovato ad
aspettarli seduto al caffè o su uno dei sedili blu,ma non c'era traccia di
Justin. -Forse sta ancora ritirando i bagagli-disse Edward guardando il
grande terminal da cui stava uscendo un nutrito gruppo di turisti. Alice li
guardò e si chiese cosa ci fosse di interessante da vedere in una città come
Seattle:erano due settimane che viveva lì e non c'era stato niente che avesse
attirato la sua attenzione, eccetto lo Space Neaddle,ma era impossibile che
tutte quelle persone fossero lì solo per quello! Cercò fra la folla un viso
familiare,ma in quel momento il cellulare vibrò nella tasca della
giacca. Guardò Edward e Fred che erano concentrati sulle porte automatiche
che erano tornate a chiudersi e si allontanò da loro di qualche metro,per non
renderli partecipi della telefonata. Se solo avessero saputo,si sarebbe
scatenata all'istante un putiferio! Voltò loro le spalle e guardò la pioggia
cadere contro i vetri,prima di attivare la
chiamata. -Pronto?- -Ciao- Sentire la sua voce le faceva scendere
sempre un brivido lungo la schiena. Era una voce adulta,non come la sua che
aveva ancora qualche leggero ricordo dell'infanzia:la voce di Luke era
perfettamente adulta,roca e profonda al punto giusto,che la faceva sorridere e
rabbrividire allo stesso tempo. -Ciao...Come stai?-gli domandò mentre un
sorriso nasceva spontaneo sulle sue labbra. -Bene,ma non credi che dovrei
essere io a chiedertelo?-le fece notare lui. Alice abbassò la testa e poggiò
la fronte contro il vetro freddo. -Anche io sto bene...Ma non sopporto piu'
la pioggia!-gli disse seria. Lo sentì ridere nel telefono e il suo cuore fece
una capriola nel petto. -E perchè mai?- -Sono due settimane che siamo qui
e ho visto il sole tre giorni...Ti rendi conto?Da non credere,credo che anche la
mia pelle abbia assunto il colore della pioggia-disse fermamente
convinta. -Il colore della pioggia?Non sapevo ne avesse uno-disse Luke
sorpreso. -Assolutamente:è una rara tonalità di grigio che hanno le gocce e i
nuvoloni prima del temporale-gli spiegò. Lo sentì di nuovo sorridere nella
cornetta. -Come è andata la tua giornata?-gli chiese curiosa. Si voltò per
un'istante e vide che Fred e Edward erano poggiati contro una balaustra di
ferro, proprio davanti all'uscita dei passeggeri,in attesa dell'arrivo di
Justin. Un'altoparlante annunciò l'arrivo del volo da San Francisco a pochi
centimetri da lei e Alice fu certa che anche Luke aveva sentito
l'annuncio. -Dove sei?-le chiese infatti il ragazzo. -Sono
all'aereoporto-gli disse senza entrare nel dettaglio. -Torni da me?-le
domandò lui cercando di scherzare. Ma sia Alice che Luke si accorsero del
tono speranzoso con cui era stata fatta la domanda. -Non ancora
purtroppo...Sono venuta con Fred e Ed a prendere una persona-gli
spiegò. Nessuno oltre la famiglia sapeva dell'esistenza di Justin:era sempre
stato il piccolo grande segreto della famiglia Weasley e ora lei non sapeva se
poteva sbilanciarsi e raccontare tutto a Luke. -Raccontami com'è andata la
tua giornata-gli disse di nuovo prima che lui potesse farle qualche
domanda. -Al solito:lezioni,allenamenti e studio. Ora che non ci sei non
ho molte alternative allo studio-le disse. Alice sorrise e decise di
stuzzicarlo un pò. -Avanti,chissà quante ragazze reclameranno la tua
presenza...Scommetto che Scorpius ti ha già organizzato un paio di
appuntamenti-tentò. -Il fatto che li abbia organizzati non vuol dire che io
poi ci vada realmente-le disse Luke con voce seria. Alice restò in silenzio
qualche istante,cercando di capire il significato vero di quelle parole,poi lui
parlò di nuovo. -Tanto per quelle ragazze non fa molta differenza se ci sono
io o c'è Scorpius-aggiunse. -E per te fa differenza?-gli chiese cauta. Lo
sentì di nuovo sorridere nella cornetta e lo giudicò un segnale positivo:almeno
non si era arrabbiato. -Non ho tempo per sciocchezze simili. Io e mio
padre abbiamo fatto un'accordo:io ho promesso di comportarmi in maniera
impeccabile fino alle vacanze d'autunno,e lui ha accettato di farmi andare in
vacanza da solo-le disse serio. Alice chiuse gli occhi:ecco fatto! Sarebbe
andato in vacanza con Scorpius per due settimane e l'amico gli avrebbe fatto il
lavaggio del cervello per convincerlo a lasciarla. -Hai già un'idea di dove
andrai?-si sforzò di chiedergli. Ancora una volta sentì il suo sorriso nel
microfono. -Si ho un'idea molto precisa su dove andrò,anche se mi hanno detto
che...-cominciò a dirle. Alice non sentì il resto della frase perchè qualcosa
l'afferrò ai fianchi e la fece sobbalzare, con un piccolo grido
sorpreso. -Alice!-sentì chiamare dal telefono. Si voltò e si trovò di
fronte Fred e Edward con un sorriso divertito sulla faccia e ovviamente Justin
che le teneva ancora le mani attorno alla vita. -Justin...-disse abbracciando
il fratello. Gli posò la testa sulla spalla destra,senza prestare ascolto
alla voce di Luke che a poca distanza dalla sua guancia continuava a
chiamarla. -Come stai piccolina?-le domandò il fratello scompigliandole i
capelli corti. La ragazza si staccò dal suo abbraccio e si ricordò di Luke
dall'altra parte del telefono che continuava a chiamarla. -Hai preso la
valigia?-gli domandò lanciando poi un'occhiata alla borsa che aveva stretta
nella mano destra. Justin le sorrise e annuì. -Siamo pronti per andare-le
disse Fred. -Perchè non andate avanti?Io devo comprare dei giornali per la
mamma...L'edicola dell'ospedale non è molto fornita-mentì. I tre ragazzi la
guardarono qualche istante incerti,poi annuirono. -Va bene,ma sbrigati-le
disse Fred,prima di avviarsi insieme agli altri. Alice aspettò che fossero a
qualche metro di distanza e tornò ad avvicinare l'orecchio al
telefono. -Luke?-lo chiamò. -Che accidenti è successo?-le domandò
leggermente arrabbiato. -E' arrivata la persona che aspettavamo,ho pochi
minuti prima di raggiungere Fred e Edward-gli spiegò vaga. -Chi è Justin?-le
chiese. Alice chiuse gli occhi e a denti stretti si lasciò scappare una
parolaccia:aveva sperato che non fosse arrivato il nome del fratello alle
orecchie di Luke. -Justin?Ah,è la persona che siamo venuti a
prendere...-disse sperando che lui si accontentasse. -Ah...E chi sarebbe?-le
domandò ancora. Alice sospirò:se non fosse uscita in strada subito,Fred o
Edward sarebbero tornati dentro per vedere che fine aveva fatto. -E' soltanto
un'amico di Fred...Tutto qui...Ascolta,devo andare adesso o i miei fratelli
verranno a cercarmi...Ci sentiamo domani?-gli domandò sempre piu' in
ansia. Luke restò qualche istante in silenzio e lei si domandò cosa passava
nella testa del ragazzo in quel momento. -Va bene,a domani...-borbottò
lui. -Ti chiamo appena torno dall'ospedale-gli disse cercando di recuperare
il tono spensierato che aveva avuto fino a poco prima. -Ok...buona
giornata-le disse ancora con il dubbio nella voce. -Buona notte amore...Ti
amo-gli disse come faceva sempre alla fine di ogni telefonata. -Anche
io-rispose Luke prima di chiudere la telefonata. Era una sua impressione o
c'era un leggero tentennamento nella voce di Luke?
Rieccomi
qui!
Allora
cominciamo subito con lo schema(gli anni si riferiscono al primo
capitolo!):
Harry/Ginny:James,Ronald(16 anni),Albus(15 anni,concepito durante la luna
di miele),Lilian(14 anni),
Hermione(9
anni).
Ron/Hermione:Rose(16 anni),Hugo(15
anni).
George/Luna:Fred(17 anni),Edward(16 anni),Alice(14
anni),plus Justin figlio
di George e Angelina Johnson(19
anni).
Seamus/Rupert:Allison(16
anni).
Ecco
queste sono le coppie principali,i figli, e i vari
legami.
Ovviamente poi ci sono gli altri junior,ma poi finirei per ingarbugliarvi
ancora di piu' le idee...
Ricordatevi però che dal secondo capitolo in poi siamo tornati
indietro,quindi dovete togliere un'anno a tutti i
personaggi.
Se ci
sono altre domande,non esitate a chiedere.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e
chiedo scusa per eventuali errori di ortografia o di
battitura.
E ora i
ringraziamenti:Pikkola(Spero sia
una sorpresa gradita!Vedrai cosa succederà in seguito... Forse non mi vorrai
piu' così bene fra un pò),Musa16(Prima di tutto:GRAZIE per il disegno!!!!!Anke se a te nn mi piace
molto,io l'adoro!X George e Luna,ti dico solo che se prima l'amavi,in qst
fiction finirai x desiderare che sia reale...),Misfatta88(Grazie x i complimenti x
l'altra fiction!Per le tue domande,t dico solo che sì Ron ne ha combinata una
delle sue e bella grande...E ke in fondo nn sono sadica,nn troppo
almeno!),JC(Sai cosa mi
sono accorta?Che ci parliamo da mesi,ma io nn so il tuo nome!Tu almeno 6
avvantaggiato,sai + cose di me...Cmq abbi pazienza e la tua curiosità sarà
soddisfatta,in fondo mi conosci),Sarina87(Harry e Ginny hanno passato guai x una vita intera,era ora di
dargli un pò di pace,anke se avranno il loro bel da fare con i
figli...),Lights(Per il
momento Malfoy nn è contemplato nella storia,magari in futuro...),Hermione '06(Vedrai finirai per
adorarli,credimi!Sia James e Rose,che Alice e Luke!),Wings HP(Devo ammettere ke x il nome mi
sn ispirata a One Tree Hill,nn so se conosci... Tranquilla,adoro tr George e
Luna x far loro del male),Lilyluna_4 e(Grazie x i complimenti!!),Germana( Fammi sapere che ne
pensi...).
Bene,prima di salutarvi voglio farvi un piccolo regalo,qualcosa ke nn ho
mai fatto cn nessun'altra mia fiction.
Voglio
lasciarvi un piccolo spoiler,qualcosa che vi lasci la
curiosità...
Vi dico
subito che tutto il capitolo sarà incentrato su Ron e in parte sulla crisi con
Hermione.
"Lei
non lo conosceva. Ovviamente sapeva chi era e cosa aveva fatto perchè il Bene
vincesse sul Male,ma non era stata presente in ogni istante degli ultimi
venticinque anni della sua vita."
Bene,x
il momento è tutto,vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"My
immortal"
Baci,Eva
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Capitolo 4 *** My immortal ***
my immortal
Lei non lo
conosceva. Ovviamente sapeva chi era e cosa aveva fatto perchè il Bene
vincesse sul Male,ma non era stata presente in ogni istante degli ultimi
venticinque anni della sua vita. Ogni volta che lui iniziava a parlarle di un
ricordo,qualcosa che gli tornava in mente senza un motivo apparente,lei lo
guardava con occhi curiosi ed interessati,attenta a non perdersi neanche una
parola del suo discorso,senza mai interromperlo con frasi del tipo "so benissimo
come è andata,c'ero anche io non ti ricordi?"o peggio ancora a
correggerlo. Si chiamava Cassandra,per gli amici Cassie. Aveva trentadue
anni ed era una delle assistenti del suo ufficio. Era entrata nel loro team
da due anni e,per quasi quattro mesi,non si erano scambiati piu' di quaranta
parole al giorno,tutto quello che serviva per il loro lavoro. Ron,essendo
stato un timido da ragazzo,sapeva quanto doveva essere difficile per la ragazza
trovarsi in un posto talmente grande e intimidatorio,a stretto contatto con
persone che avevano contribuito affinchè la pace "trionfasse",come aveva letto
una volta in uno di quei libri sulla loro storia che Hermione si divertiva tanto
a leggere. Poi lentamente,il velo di timidezza era caduto,grazie anche
all'aiuto delle sue colleghe che l'avevano iniziata ai segreti del Ministero e
di quell'ufficio in particolare:era piu' facile sentirsi a proprio agio in
un'ambiente quando sai che le persone che vi lavorano sono esseri umani come te
e non dei "superoi". Avevano iniziato ad avere un rapporto amichevole,come
due normali colleghi,e si erano trovati in sintonia su molte cose:dalle cose
piu' semplici,come la comune passione per i panini con il burro d'arachidi e la
marmellata di more,all'odio per ogni scartoffia che si accumulava sulle loro
scrivanie e che veniva sbrigata sempre all'ultimo momento. E poi l'amore
viscerale per i Cannoni di Chudley. Dopo venticinque anni di convivenza con
Hermione aveva finito per credere che tutte le donne odiassero lo sport ed in
particolare il Quidditch e la scoperta che anche una donna potesse amare il volo
ed i Cannoni era stata una rivelazione illuminante. Avevano iniziato a
pranzare insieme parlando dei loro giocatori preferiti,delle annate passate e di
quello che avrebbero fatto se fossero stati al posto dell'allenatore. -Quella
Cassie è incredibile!Certe volte sa piu' cose di me!-aveva detto ad Hermione
senza nascondere il tono ammirato. -Finalmente hai trovato qualcuno piu'
matto di te...-l'aveva preso benevolmente in giro sua moglie. Aveva proposto
a Ron di invitarla a cena da loro una sera dopo il lavoro,tanto per essere
sicura che la situazione fra loro fosse sempre la stessa,che fossero ancora due
colleghi con una passione in comune e lui aveva accettato con il suo solito
fervore che lo faceva assomigliare ad un ragazzo. Ma quella cena non si era
mai fatta. Ron aveva riferito a Cassie le parole di Hermione e anche lei si
era dimostrata contenta dell'invito,ma prima di poter organizzare tutto,le cose
erano cambiate. Negli ultimi anni,vista la prolungata pace,la divisione del
Ministero legata alla Babbanologia aveva preso a "studiare i babbani nel loro
ambiente". Due rappresentanti della divisione si mescolavano fra i babbani in
convention mediche,manifestazioni politiche,matrimoni o anche feste di ex-alunni
cercando di scoprire quanto piu' possibile su di loro e sulle loro
abitudini:musica,vestiti,film e libri. Tutto quello che poteva essere
interessante. Andavano sempre in coppie,così potevano sostenersi e aiutarsi
quando l'altro era in difficoltà e quella volta era toccato a Cassie e a
Ron:avrebbero partecipato ad una convention medica di neurochirurgi. Si erano
informati a sufficenza per essere credibili e,visto che la convention sarebbe
durata due giorni, avevano prenotato due camere nello stesso albergo. Erano
partiti separatamente e si erano incontrati al Savoy Hotel;dopo aver preso le
chiavi delle loro stanze si erano dati appuntamento nel giro di mezz'ora per
pranzare insieme prima di iniziare a lavorare. Ron aveva ripensato a lungo a
quel giorno,ma tutte le volte non aveva sentito la minima ansia, nessun
agitazione per quella situazione. Era lavoro. -Da quanto tempo sei
sposato?-gli aveva chiesto lei mentre aspettavano le loro
ordinazioni. -Vent'anni.Andiamo per i ventuno-le aveva detto. Cassie lo
aveva guardato stupita e anche lui si era sentito a disagio:certe volte gli
faceva uno strano effetto quando lo diceva ad alta voce. Com'era possibile
che fosse passato tutto quel tempo?Sembrava ieri che litigava con Hermione senza
riuscire a farle capire i suoi sentimenti. -Complimenti...Tu e tua moglie
siete veramente una perla rara!-si era congratulata. Ron alzò le
spalle. -Tutta fortuna,credo.Tante volte abbiamo litigato e pensato che fosse
impossibile restare ancora insieme,ma in qualche modo ce l'abbiamo fatta-le
aveva detto sincero. Cassie aveva sorriso. -Tu sei sposata?-le aveva
chiesto curioso. Era una persona riservata,non aveva lasciato trapelare
niente di sè all'interno dell'ufficio. Un sorriso amaro era apparso sul suo
volto. -Lo ero,ma non ho avuto la vostra fortuna...-aveva commentato. Il
cameriere era tornato con i loro piatti e Ron aveva aspettato che si
allontanasse per parlare di nuovo. -Posso chiederti che è successo?-le aveva
domandato con cautela. Lei aveva sospirato,muovendo la sua insalata con la
forchetta. -Avevo sposato un gay e non lo sapevo-disse concisa. Ron
l'aveva guardata per qualche istante senza parlare,poi capì che sarebbe
scoppiato a ridere:era indelicato e inopportuno,ma era inevitabile. Sentiva
già i muscoli della bocca piegarsi verso l'alto,ma fece un respiro profondo e
cercò di calmarsi. -Avanti ridi,tanto lo so che vuoi farlo...-aveva
commentato lei. Ron si era coperto gli occhi con una mano e aveva scosso la
testa. -Assolutamente no!E' solo che non capisco come...-aveva cercato di
riparare. -Era il mio ragazzo fin dalla scuola...Come potevo immaginare che
avesse qualche difetto al piano inferiore?-gli aveva chiesto. Quella domanda
fu troppo:non riuscendo a controllarsi,Ron scoppiò a ridere,il viso nascosto fra
le mani. -Perdonami...-le aveva detto. Ma quando aveva alzato lo sguardo
sul suo volto aveva visto che anche lei stava sorridendo. -Meglio prenderla
con filosofia...-aveva detto prima di addentare una foglia d'insalata. La
conversazione era stata fluida per il resto del pranzo,non c'era stato un
momento in cui si fosse sentito in imbarazzo o timoroso di farle una domanda,e
Cassie sembrava apprezzare la sua compagnia. -E' davvero uno spreco dopo una
mattinata così divertente,andarsi a rinchiudere ad un noioso convegno
medico...-aveva commentato l'uomo alla fine del pranzo. L'aveva vista
sorridere e aveva inarcato le sopracciglia,improvvisamente curioso. -Il
convegno dura due giorni,giusto?-aveva detto lei. Ron aveva annuito. -In
una delle sale di questo hotel c'è un ricevimento di matrimonio...-gli aveva
detto lasciando la frase in sospeso. Non aveva dovuto aggiungere altro. Si
erano imbucati a quel matrimonio e avevano passato il resto del giorno a
ballare,fare brindisi alla salute di due sconosciuti di nome Harriet e Barry,e a
fare i complimenti alla madre dello sposo,una donna molto grassa con un completo
color salmone che visti i loro complimenti li aveva invitati a tornare anche al
matrimonio della figlia che si sarebbe tenuto nel giro di un'anno. -Verremo
senz'altro...-l'aveva assicurata Ron cercando di non ridere. Erano le tre di
notte quando finalmente tornarono verso le loro camere da letto. -E' stata
un'idea fantastica quella di saltare la convention...I miei complimenti,signora
Weasley-le aveva detto. Per tutta la durata del matrimonio avevano finto di
essere una coppia per evitare che Cassie venisse invitata dai troppo insistenti
amici dello sposo che sembravano non vedere l'ora di ballare con lei e con
l'occasione palparla un pò. -Faccio sempre il mio meglio,Mr Weasley...-aveva
risposto lei con un sorriso. Si era appoggiata alla porta della sua camera
con la schiena e lo aveva guardato pronta a salutarlo. -Allora buonanotte-le
aveva detto Ron fissando il suo sguardo. Non erano ubriachi,nonostante il
tanto champagne bevuto. Ron era certo di essere lucido quando si era chinato
su di lei per salutarla con un bacio sulla guancia,come se lo facesse tutte le
volte,finendo per baciarla sulle labbra. Cassie non aveva esistato un'istante
a rispondere al suo bacio:non appena le labbra di Ron avevano sfiorato le
sue,aveva dischiuso leggermente la bocca per far incontrare le loro
lingue. Le mani di Ron si erano posate sul suo viso,e aveva aumentato
l'intensità del bacio,mentre lei si alzava leggermente in punta di piedi per
diminuire la differenza d'altezza. -Ti va di entrare?-gli aveva chiesto
guardandolo negli occhi. Ron si era sfiorato il labbro inferiore con la
lingua e aveva sospirato. -Lo vorrei tanto...-aveva risposto. Cassie aveva
sorriso. -Ma non lo farai-aveva finito per lui. Il rosso aveva scosso la
testa. Lei aveva annuito e si era voltata per aprire la porta della sua
stanza,poi prima di entrare gli aveva rivolto un ultimo sorriso. -Ci vediamo
domattina- Quando si erano incontrati la mattina dopo,con la delicatezza che
le era propria,Cassie aveva fatto finta che non fosse successo niente,evitando
così a Ron di trovare le parole giuste per spiegarle che aveva commesso uno
sbaglio,che era sposato e quindi un'uomo felice. Avevano seguito il convegno
e alla fine di questo avevano lasciato l'albergo senza neanche pranzare. Ron
era tornato a casa ritrovando la solita accoglienza calorosa che lo aspettava
ogni volta che tornava da uno di questi viaggi di lavoro...Tutto era
dimenticato,un piccolo errore da nascondere in un'angolo della mente. Ma
ovviamente non era stato così. Aiutati forse da quel momento di follia,lui e
Cassie erano diventati piu' intimi:non passava giorno senza che pranzassero
insieme,parlando di sport e qualsiasi altra cosa venisse loro in mente. Si
erano raccontati gran parte della loro vita,dalle loro famiglie e i loro
passatempi preferiti,ai loro matrimoni fino a Rose e Hugo,il vero orgoglio di
Ron. Tutti in ufficio si erano accorti del loro affiatamento e questo li
portava a lavorare spesso insieme: nessuno vuole lavorare con un collega
antipatico! Piu' volte Ron aveva sentito l'atmosfera farsi elettrica quando
si trovavano insieme in ufficio:un paio di volte si erano trovati abbastanza
vicini da potersi sfiorare,un tocco fugace e quasi impercettibile e ogni
volta,Ron aveva seguito il profumo della donna,respirandolo a pieni
polmoni,cercando ovviamente di non farsi accorgere da lei. Altre volte, si
era ritrovato a sfiorare il suo braccio senza accorgersene e aveva sentito i
brividi lungo la schiena. Erano sensazioni strane per lui...Aveva amato
soltanto una donna nella vita,se si escludeva la piccola parentesi con Lavanda,e
ora non sapeva spiegarsi perchè quelle piccole cose lo facevano sentire così in
crisi. Era stato piu' di un mese dopo quel famoso convegno medico che erano
finiti a letto insieme. Ed aveva avuto un solo fattore scatenante:la
gelosia. Un pomeriggio era uscito dall'ufficio nel corridoio per sganchirsi
le gambe e aveva fatto appena due passi quando aveva scorto uno strano movimento
accanto alla finestra incantata che mostrava una spiaggia tropicale
assolata:Cassie era poggiata con la schiena alla finestra e stava parlando con
Miguel,un mago spagnolo che si occupava degli scambi interculturali fra i vari
paesi. Sembravano molto in sintonia,quasi intimi,piu' di quanto lo fossero
mai stati loro. Continuò a fissarli cercando di non dare nell'occhio,finchè
ad un certo punto lei non scoppiò a ridere per qualcosa che Miguel aveva detto e
gli poggiò una mano sul braccio destro,sporgendosi verso di lui. Era una
chiara offerta sessuale! Gli si stava offrendo! E ovviamente Miguel aveva
colto l'offerta,perchè allungò un braccio e lo posò sul fianco sinistro di
Cassie. Incapace di guardare oltre quello "spettacolo",Ron si era voltato ed
era tornato nel suo ufficio, piu' nervoso e intrattabile di quando ne era
uscito. Si era chiuso nella sua stanza e aveva cercato di capire perchè stava
reagendo in quel modo: le sue orecchie erano in fiamme,le mani avevano iniziato
a tremare neanche dovesse fare a pugni da un momento all'altro e una morsa gli
bloccava il respiro all'altezza del petto. Che diavolo gli stava
succedendo?Erano anni che non reagiva così! Quando lei era tornata in
ufficio,aveva ostinatamente fatto finta di non vederla,di essere impegnato con
alcune pratiche e ogni volta che Cassie aveva tentato di parlargli,tempestivo
aveva alzato il telefono per una telefonata "importante" che non poteva essere
rimandata. Le ore erano passate,i colleghi avevano cominciato a tornare a
casa e,come al solito,erano rimasti soltanto loro due con le solite pratiche
arretrate. Non si erano rivolti la parola per tutto il pomeriggio e Ron
sarebbe stato lieto di continuare in quel modo per il resto della sera,ma Cassie
non era dello stesso parere. Per attirare la sua attenzione,sbattè entrambe
le mani sulla scrivania,facendogli alzare la testa e incontrare il suo
sguardo. -Che ti succede?-gli aveva chiesto lei guardandolo. Ron aveva
alzato le spalle,senza rispondere. -Per caso sei vittima di qualche
incantesimo silenziante?E' tutto il giorno che stai zitto e fermo, mentre di
solito non ti si riesce a zittire!-aveva continuato Cassie alzandosi dalla
sedia,ma restando dietro la scrivania. -Allora dovresti essere
contenta...-aveva commentato lui scontroso. Il tono della voce di Ron le
aveva fatto corrugare la fronte. -Sei aspro come un limone...Mi vuoi dire che
ti è successo?-gli aveva chiesto ancora uscendo dalla scrivania e facendo un
passo verso di lei. Ron aveva sospirato e si era deciso a far cadere la penna
che fino a quel momento aveva ostinatamente tenuto fra le dita,quasi una
protezione. -Perchè deve essermi successo qualcosa?Magari sei tu che non
sopporti piu' la mia compagnia-aveva tentato lui. Cassie aveva
sorriso,incrociando le braccia al petto. -Già ammetto che la tua compagnia
certe volte può essere pesante,ma è di sicuro la migliore di tutto
l'ufficio...-l'aveva lusingato lei facendo un'altro passo verso la scrivania
dell'uomo. -Sicuramente non dell'ufficio rapporti interculturali....-aveva
detto leggermente acido. Il viso della donna si era aggrottato leggermente a
quelle parole,poi quando ebbe afferrato il senso di quelle parole,si lasciò
andare ad un sorriso divertito. -Sei proprio un'idiota Weasley...- -Ah
davvero?-le chiese alzandosi in piedi,quasi per fronteggiarla. -Sì lo
sei...Come sei potuto arrivare ad una conclusione del genere da un' osservazione
di neanche dieci minuti?-gli domandò lei le mani sui fianchi,ma un sorriso sul
viso. Ron era rimasto un'istante interdetto a quelle parole,leggermente
imbarazzato. -Vuoi dire che mi hai visto?-le aveva chiesto
incerto. -Certo...era impossibile non vederti!Sembravi pronto a tirar fuori
la bacchetta da un momento all'altro per farti giustizia da solo...Si può sapere
che ti è passato per la testa?-gli aveva domandato calma. Ron l'aveva fissata
qualche istante,poi aveva sospirato,incapace di dare una forma ai suoi pensieri
ingarbugliati. -Non lo so...Ho visto come ridevi con quell'idiota e mi è
preso un'attacco di...- -Di gelosia?-lo aveva aiutato Cassie con voce calma e
dolce. Ecco,quella era la parola giusta...Ma allo stesso tempo
sbagliata. Suo malgrado Ron aveva annuito. Era piu' vicina adesso,mentre
si fissavano in silenzio,e lasciavano aleggiare per la stanza le ultime parole
dette. Come era potuta accadere una cosa del genere? Lui era sempre stato
innamorato di sua moglie,non aveva mai avuto occhi per altre donne,non sapeva
neanche che esistessero altre donne all'infuori di Hermione...perchè ora si
ritrovava a essere geloso di Cassie? Aveva allontanato lo sguardo da
Cassie,quasi vergognandosi:in fondo era lui quello che aveva problemi,quello che
non poteva...Cassie si sarebbe abbandonata al momento senza rimorso e
problemi. Lei era una donna libera. -Mi piace che tu sia geloso di
me...-l'aveva sentita dire. Aveva rialzato lo sguardo e incontrato i suoi
occhi:erano tranquilli,al contrario dei suoi che ancora non sapevano come
cancellare il tormento di quella situazione. Le si era avvicinato di un passo
lasciando soltanto pochi centimentri di distanza fra di loro. -Io non riesco
a smettere di pensare a quel giorno...A chiedermi come sarebbe stato-le aveva
confessato. Un sorriso aveva illuminato il viso della donna,facendo nascere
un piccolo sorriso anche sul viso di Ron. Lei si era passata una mano fra i
capelli ed era stato quel piccolo gesto a fargli capire che non poteva piu'
tirarsi indietro. Che era ora di affrontare le fiamme...di
bruciarsi. Aveva annullato la distanza fra di loro e aveva stretto le braccia
attorno alla vita di Cassie,cercando le sue labbra. La risposta della donna
era stata istantanea,come se non avesse aspettato altro fin da quel giorno
lontano. E dopo quel primo bacio era stato impossibile fermarsi,tirarsi
indietro alle sensazioni che sembravano travolgerli. Adattarsi ad un corpo
nuovo,diverso era stato interessante:scoprire le differenze,i "difetti",le
particolarità era stato eccitante... Un nuovo sapore,un nuovo odore,una nuova
sensibilità...un nuovo piacere. Quando tutto era finito,si erano trovati sul
pavimento coperto soltanto dai loro vestiti,stretti l'uno all'altra. Ron era
sdraiato con la schiena sulle piastrelle fredde con il corpo di Cassie sopra di
sè,cercando di proteggerla dal freddo con le sue braccia ed il suo
respiro,accarezzandole la schiena e i capelli. -Stai bene?-gli aveva chiesto
lei all'improvviso rompendo il silenzio. Lui aveva sorriso. -Non dovrei
essere io a chiedertelo?-aveva scherzato cercando il suo sguardo. Cassie si
era unita al suo sorriso. -Per te deve essere piu' difficile...Io non ho i
tuoi legami-gli aveva detto scostandogli una ciocca di capelli fulvi dal
viso. I suoi legami...Hermione,Rose e Hugo....Tutto il suo cuore. -In
qualche modo ce la farò-aveva detto misterioso. Tutto era iniziato da lì:una
lontana notte di un'anno e mezzo prima. Nessuno dei due aveva idea di quello
che sarebbe successo,tutto quello che avrebbero veramente significato quelle
parole. Per mesi si erano accontentati di notti rubate al silenzio
dell'ufficio,o alle missioni che svolgevano insieme nel mondo babbano,senza mai
far trapelare nulla o destare il minimo sospetto:erano amici fin dal
principio,quindi che male c'era se chiedevano di lavorare insieme? Ron
continuava a essere il padre ed il marito amorevole ed affettuoso che era sempre
stato... finchè qualcosa non si era incrinato nel suo rapporto con
Hermione. Un giorno era arrivata una lettera di Rose,che informava i genitori
dei suoi eccellenti voti e che comunicava loro di voler continuare il corso di
Divinazione dove,secondo la professoressa Cooman,aveva ottime potenzialità. A
quella notizia Hermione aveva cercato in tutti i modi di far ravvedere la
figlia,di convincerla che quella non era la materia adatta ad una ragazza
assennata e capace come lei,e che forse avrebbe dovuto abbandonarla per seguire
un corso piu' competente. Dal canto suo Ron era deciso ad appoggiare l'idea
della figlia:non era piu' giusto che fosse Rose a scegliere quello che piu' la
coinvolgeva e la interessava? -E' nostro dovere indirizzarla verso ciò che è
meglio per lei!-aveva ribattuto Hermione convinta. -Esatto quello che è
meglio per lei,non quello che tu vorresti che facesse!- -Che vorresti
dire?-aveva domandato sua moglie guardandolo accigliata. Ron era rimasto in
silenzio qualche istante,incerto se parlare o meno,poi aveva deciso che tanto
valeva dar voce a quel pensiero. -Lei non è te-le aveva detto con voce
calma,ma già preparato all'inevitabile battaglia. Hermione lo aveva guardato
con occhi furiosi,il viso paonazzo,visibilmente incredula che le avesse detto
una cosa del genere. -So benissimo chi è!Non ho bisogno che tu me lo
ricordi-aveva detto stizzita. Quelle parole avevano indispettito anche
Ron,dandogli nuova forza per litigare. -Davvero?Allora rispondi a questa
domanda:quanti corsi le hai già fatto cambiare perchè secondo te non erano
consoni per lei? Prima era Cura delle Creature Magiche sostituita con Rune
Antiche,ora è Divinazione. Cosa le farai fare?Qualche corso speciale che hai
fatto anche tu ai tuoi tempi? Magari poi una volta finita Hogwarts il corso per
Auror,che ne dici? Sarebbe il tuo cagnolino personale!- -Come ti permetti
anche solo di pensare ad una cosa del genere?-gli aveva urlato contro
lei. -Ti sei mai fermata a pensare se Rose fosse contenta di questi
cambiamenti? Le hai fatto scegliere Rune Antiche perchè tu ne sei affascinata
e lei ti ha seguito per non farti dispiacere,ora le vuoi togliere anche
Divinazione quando sembra evidente che per lei è molto importante...Credi
veramente di fare la cosa giusta per Rose?-le aveva chiesto con voce
ferma. -Assolutamente!Non voglio che mia figlia diventi lo zimbello della
scuola per colpa di quella materia assurda-aveva detto con quel cipiglio deciso
che assumeva sempre alla fine di ogni discussione. SUA figlia...Lo stava
trattando come un'estraneo che passava per caso e si permetteva di esprimere il
suo giudizio. Si era passato una mano fra i capelli e aveva alzato le
spalle:non c'era piu' niente da dire. -Ho bisogno d'aria-aveva detto
semplicemente. Aveva preso la giacca ed era andato da Cassie. Quella era
stata la prima notte che aveva dormito da lei,senza tornare a casa:si era
sfogato, le aveva raccontato della litigata con Hermione e le aveva espresso il
suo punto di vista e Cassie lo aveva ascoltato in silenzio,provando a calmarlo e
a farlo ridere. Era stato allora che aveva capito di amarla:quante donne
sarebbero riuscite ad ascoltare il suo sfogo senza lamentarsi neanche una
volta? In fondo lui era andato lì per parlar male di sua moglie... Quella
sera,mentre erano sdraiati a letto poco prima di addormentarsi lui aveva capito
che ormai era troppo tardi per tornare indietro:era innamorato di Cassie. E
quando quella consapevolezza gli aveva riempito la mente si era lasciato
scappare un sospiro. -Cosa c'è?-aveva chiesto lei,alzando il viso dal suo
torace per cercare i suoi occhi,sicuramente preoccupata che stesse ancora
pensando alla discussione avuta con Hermione. -Stavo pensando a una
cosa...-le aveva detto continuando a fissare il soffitto color crema. L'aveva
sentita rigirarsi nel suo abbraccio,inquieta,cercando ancora il suo
sguardo. -Pensavi ad Hermione e a quello che vi siete detti?-aveva tentato
con voce calma. Ron aveva scosso la testa,per poi voltarsi verso di lei e
guardarla con espressione seria. -Ti amo-aveva detto semplicemente. Cassie
l'aveva guardato per qualche istante incredula,in silenzio,per poi sorridere
luminosa. -Dimmelo ancora-gli aveva chiesto. Ron si era alzato sui gomiti
e si era sporto verso il viso della donna,fermando le labbra a un soffio da
quelle di Cassie. -Ti amo-vi soffiò sopra. Cassie gli aveva preso il viso
fra le mani e lo aveva baciato piu' volte dolcemente. -Anche io!Non immagini
quanto...- Quando la mattina era tornato a casa per cambiarsi prima di andare
a lavoro,Hermione lo aveva accolto gettandogli le braccia al collo,preoccupata
per dove avesse passato la notte,chiedendogli scusa per quello che le era
scappato di bocca e promettendogli che qualsiasi decisione Rose avesse preso lei
l'avrebbe rispettata. Almeno quel litigio era servito a qualcosa... Però
aveva incrinato il loro rapporto:non erano piu' capaci di parlare,di
confrontarsi. -E' possibile che l'amore finisca per troppa assiduità?-aveva
chiesto un giorno che era a pranzo con Harry. Suo cognato lo aveva guardato
senza capire. -Che vuoi dire?-aveva infatti chiesto. Come fare a
spiegarglielo? -E' possibile che due persone,dopo aver affrontato tanti
problemi insieme,dopo anni di vita in comune,un giorno si svegli e si ritrovi
senza piu' niente da dire? Senza neanche riuscire piu' a discutere
civilmente?-aveva cercato di spiegargli. Harry aveva annuito
attento. -Purtroppo è possibile...Per fortuna questo non è il nostro
caso-aveva aggiunto poi con un leggero sorriso. Ron aveva sorriso a sua
volta,per salvare le apparenze...Non era ancora il momento per raccontare a
Harry quello che stava succedendo nella sua vita. Non avrebbe capito il suo
amore per Cassie e il suo desiderio di salvare la famiglia,non lui che aveva
fatto di tutto per creare la sua famiglia con Ginny. La sua vita con Cassie
continuava come al solito,parallela alla sua vita coniugale con Hermione. Era
passato un anno da quando si erano incontrati e innamorati e lei non aveva mai
fatto nessuna richiesta,cercato di fargli pressione perchè lasciasse Hermione
per lei. Si accontentava di quello che poteva offrirgli e lui l'amava ancora
di piu' per questo... Finchè un giorno era arrivata una novità che aveva
sconvolto quella nuova routine. -Sei incinta- Cassie aveva
annuito,guardandolo preoccupata. Lo sguardo fisso su di lei,il cervello in
confusione che cercava di pensare a mille cose contemporaneamente,riusciva a
malapena ad ricordarsi dove si trovava. -Quando è successo?-le aveva chiesto
incontrando i suoi occhi. -Il giorno dello zucchero filato-gli disse Cassie
con un luccichio negli occhi. Istintivamente Ron sorrise. Ricordava
benissimo quel giorno... La sorella di Cassie,Diane,voleva dare una festa di
compleanno per suo figlio Alexis e aveva chiesto a Cassie di preparare la sua
specialità:lo zucchero filato. Hermione era impegnata fuori Londra per lavoro
e Ron aveva deciso di dormire da Cassie,così si era trovato coinvolto nella
preparazione... Non aveva mai amato molto lo zucchero filato per il
fastidioso vischiore che lasciava sulle mani, ma dopo averlo assaggiato sul
corpo di Cassie non poteva piu' farne a meno,era diventato il suo dolce
preferito. Quando Diane era venuta a prendere i dolci per la festa aveva
trovato la cucina in ordine e due persone adulte che non riuscivano a smettere
di sorridere mettendole quasi allegria...non sarebbe mai riuscita a immaginare
cosa aveva contribuito a scatenare. In un riflesso condizionato,Ron si leccò
le labbra con la punta della lingua,come sperando di ritrovare quel nuovo sapore
creato quel giorno che univa il dolce dello zucchero e del corpo di
Cassie. Quel giorno avevano perso completamente la testa e ora la prova era
quel bambino... -Scusa non volevo crearti altri problemi...Tu non devi
preoccuparti di nulla,penso a tutto io-gli aveva detto lei,stringendogli le
mani. Ron aveva aggrottato le sopracciglia a quelle parole. -Che vuoi
dire?- Lei lo aveva guardato qualche istante senza parlare,poi aveva sorriso
scuotendo la testa. -No,no...Non ho nessuna intenzione di abortire-aveva
detto. L'istante dopo,però,il suo sorriso era sparito,lasciando il posto ad
un'espressione seria e preoccupata. -A meno che tu non voglia
che...-iniziò. Ron se la tirò sulle gambe e la strinse a sè,incapace anche
solo di sentire quelle parole:non poteva prendere neanche in considerazione
l'idea di farla abortire. -Assolutamente no!Non voglio che tu lo faccia-le
aveva detto posando la fronte contro la sua e fissandola negli occhi. Per
qualche istante si erano stretti,lasciandosi pervadere da quella
decisione:avrebbero avuto un figlio. Nonostante il loro rapporto sbagliato e
"fuori dagli schemi",ci sarebbe stato qualcosa che li avrebbe legati per
sempre. -Sta tranquillo amore,ho già pensato a tutto-aveva detto poi Cassie
dopo un pò. Lo aveva preso per mano e gli aveva mostrato la stanza
che,secondo lei,sarebbe stata perfetta come camera per il bambino,parlandogli
anche dei vari cambiamenti che voleva fare per renderla piu' grande e
comoda. -Cosa dirai alla tua famiglia?Che gli dirai del padre?-le aveva
chiesto Ron stringendola di nuovo fra le braccia. Cos'era quell'improvviso
bisogno di averla accanto,di sentire la sua presenza?Perchè sentiva ancora piu'
forte il desiderio di proteggerla da tutto quello che avrebbe dovuto
affrontare? -Che la nostra storia era già finita quando ho scoperto di essere
incinta...- -Ma vorranno sapere che fine ho fatto,perchè non ti sto
accanto...-aveva ribattuto lui. -Amore sta tranquillo,troveremo un modo per
sistemare le cose. La cosa piu' importante è che tu voglia questo bambino
quanto me,il resto non conta-gli aveva detto seria,gli occhi nei suoi. Ron
l'aveva stretta ancora di piu' a sè e le aveva dato un bacio leggero sulle
labbra. -Avevi paura?-le chiese conoscendo la risposta. Lei aveva
annuito. -Ron,io sono al settimo cielo per questo bambino,ma se tu non te la
sentissi...se pensassi che fosse troppo complicato nella tua situazione,io lo
capirei-gli aveva detto. Ed era sincera,lo capiva dalla sua voce:sarebbe
stata capace di farsi da parte piuttosto che creargli problemi con Hermione ed i
suoi figli. -Credi che riuscirei a vivere tranquillo non sapendo niente di
lui?-le aveva chiesto accarezzandole il viso. Cassie aveva scosso il capo con
decisione. -Come potrei escluderti dalla sua vita se lavoriamo a stretto
contatto gran parte della giornata? Tu saresti informato su tutto quello che
lo riguarda,non potrei mai tenerti fuori dalla vita di tuo figlio- -Ma non
sarebbe la stessa cosa non credi?-le fece notare Ron. Lei aveva
sospirato. -Allora cosa vuoi fare?-gli aveva chiesto temendo la
risposta. C'era una sola cosa da fare,lo sapevano entrambi. Una cosa che
avevano rimandato per troppo tempo e che adesso non poteva piu'
aspettare. Prendere la decisione di dire tutto ad Hermione e parlarle
realmente furono la cosa piu' difficile della sua vita. Come sarebbe stato
per lei? Se fosse stato al suo posto sarebbe stata la fine del suo
mondo... Che diamine era successo per cambiare così i suoi
sentimenti?Un'attimo prima era felice ed innamorato di sua moglie,certo che
niente al mondo potesse cambiare quella sensazione. L'attimo dopo erano
incapaci di parlarsi senza litigare,neanche fossero tornati ad Hogwarts,
limitando le loro conversazioni alle questioni importanti,evitandosi...e poi
c'era Cassie. La donna che aveva rivoluzionato la sua vita e che lo faceva
sentire importante e amato,e che ora aspettava un figlio da lui. Certo quella
era la cosa piu' inattesa di tutte:un figlio ora che Rose e Hugo erano ad
Hogwarts ed erano grandi. Però era una sfida interessante e lui non vedeva
l'ora di viverla. Avrebbe dovuto spiegare tutto alla sua famiglia,e sua madre
non avrebbe capito inizialmente, ma non poteva continuare a tenere il
silenzio...
Il giorno che aveva
detto tutto ad Hermione aveva chiuso un cerchio,un periodo della sua vita. Un
grande ed importante capitolo della sua vita,ma ormai non poteva piu' tornare
indietro o far finta di niente:non sarebbe stato giusto nei confronti di quelli
che erano coinvolti in quella storia. Lui,Cassie,Hermione,i ragazzi e quel
bambino che ancora doveva nascere. Quel giorno era tornato a casa prima dal
lavoro,avevano cenato e parlato delle cose ordinarie come facevano di solito e
quando si erano spostati in salotto aveva capito che era il momento giusto per
affrontare l'argomento. -Devo parlarti-le aveva detto. Hermione,i capelli
raccolti in una coda alta aveva alzato lo sguardo su di lui e lo aveva fissato
qualche istante prima di annuire. -So cosa vuoi dirmi...-gli aveva detto
calma. Ron aveva scosso leggermente la testa. -Non credo Herm- -In
fondo anche io non sapevo come parlartene,ma questa situazione che si è creata
fra di noi è...inusuale. Sembra di essere tornati adolescenti,quando ancora
non riuscivamo a evitare di darci sui nervi- gli aveva detto fissandolo. Ron
aveva sospirato:avrebbe pagato qualunque cosa perchè ci fosse un modo indolore
per dirle del bambino e di Cassie. -Magari possiamo provare con una serie di
sedute di terapie di coppia,che ne dici?-gli aveva proposto,cercando come al suo
solito la soluzione piu' veloce e razionale al problema. Lui aveva fatto per
parlare,ma la moglie lo aveva interrotto di nuovo. -O magari una bella
vacanza lontano da tutti e tutto,soltanto con i ragazzi. In fondo quant'è che
non facciamo una vacanza come si deve?I ragazzi erano ancora
piccoli...- -Hermione!-l'aveva interrotta lui. La moglie l'aveva guardato
attenta,in attesa delle sue parole e Ron aveva capito che ora stava a lui
parlare... Distruggere tutto quello che avevano creato insieme. Respirò a
fondo e fissò lo sguardo in quello ambrato di Hermione:doveva affrontare la
realtà. Dirle tutto subito,senza giri di parole inutili,come se stesse
stappando via un cerotto... -Aspetto un figlio da un altra donna-aveva detto
con voce ferma. Soltanto quando l'ebbe detto a lei quel bambino fu
reale,esistette davvero. Finora era stato soltanto una nuvola confusa nei
suoi pensieri,qualcosa di inaspettato che era arrivato a sconvolgere le loro
realtà...Ora invece riusciva anche ad immaginarlo,a soffermarsi su come sarebbe
stato il suo viso,i suoi occhi... Mentre la sua mente si perdeva dietro quel
pensiero,il viso di Hermione a quella notizia si era pietrificato,in
un'espressione sgomenta ed incredula. -Cosa?- La sua voce era
stentata,come se si fosse fatta largo fra mille chiusure per uscire. Ron
aveva annuito,non sapendo bene cosa fare. Restarono in silenzio qualche
istante,prendendo coscienza di quello che significava realmente quella
frase. -E' una cosa improvvisa?-gli aveva chiesto sua moglie
all'improvviso. Ron aveva corrugato la fronte. -Che vuoi dire?- -Ti sei
fatto una sveltina e questo è il risultato?-aveva chiesto lei leggermente piu'
cattiva, sconcertata e allo stesso tempo incredula di dover spiegare una cosa
del genere al proprio marito. La fronte di Ron si spianò e lui scosse la
testa. -No,non è questo il caso...E' piu' complicato-disse incapace di andare
avanti. -Cerca di spiegarlo prima che mi arrabbi sul serio...- Poi
improvvisamente,proprio quando lui era stato per spiegarle tutta la
storia,Hermione si era bloccata,come folgorata da una scarica elettrica. -La
tua collega...Cassie,si chiamava così,vero?-gli aveva chiesto cercando il suo
sguardo. Le labbra premute una contro l'altra,Ron aveva annuito. -Mi sono
innamorato di lei....- Era giusto mettere le cose in chiaro,anche nei
confronti di Cassie. Hermione aveva annuito a quelle parole che le erano
sembrate sassi. -Da quanto tempo va avanti questa storia?- -Piu' di
un'anno-aveva ammesso lui calmo. Sul volto della moglie aveva visto quella
rara espressione che appariva quando Hermione si rendeva conto di aver commesso
un grave errore o di non aver tenuto conto di qualcosa di importante. Come ho
fatto a non accorgermi di niente,si stava chiedendo in quel momento. -Herm
ascolta...- -No Ron...-lo aveva zittito lei alzandosi dal divano. -E'
successo!Non l'ho programmato e non l'ho cercato...Era un'amicizia ed è
diventata qualcos'altro,come è successo a noi-aveva cercato di
spiegarle. -NOI NON ABBIAMO DISTRUTTO NESSUNA FAMIGLIA!-aveva replicato lei
arrabbiata. -Ma la nostra famiglia non deve per forza distruggersi-aveva
cercato di farla ragionare Ron. Lei aveva corrugato la fronte. -Cosa
vorresti fare?Stare con lei e con me nello stesso tempo?E magari farci vivere
sotto lo stesso tetto come una grande famiglia felice?Sei un povero
idiota!-aveva replicato cattiva. Ron si era alzato a sua volta,restando a
distanza dalla moglie. -So che è da stupidi pensare una cosa del genere...Ma
non è detto che se il nostro matrimonio è finito anche la nostra famiglia è
andata persa,noi abbiamo dei figli insieme- -Grazie per avermelo
ricordato!Senza di te non so come farei-aveva detto con le mani che le
tremavano. Ron aveva sospirato. -Herm ascolta,so che al momento sono la
persona che odi di piu' al mondo,ma cerca di fare il meglio per i ragazzi,come
abbiamo sempre fatto...E non credo che tenerli lontano dal padre sia la cosa
piu' giusta per loro-cercò di farla ragionare Ron. Hermione restò in
silenzio,riflettendo su qualcosa che a Ron non era dato sapere. -Non so
risponderti adesso Ron,non riesco neanche a credere che sia successo
davvero. Ero pronta a venirti incontro e a cercare una soluzione per salvare
questo matrimonio,ma sembra evidente che tu non voglia salvarlo,che sei felice
di vederlo spaccarsi e di andare con un'altra donna. Un bambino...Come hai
potuto...-aggiunse poi,con gli occhi che le si riempivano di lacrime. Ron
aveva fatto per andarle incontro,ma lei aveva alzato una mano per bloccarlo ed
era uscita di corsa dal salotto.
-E allora?Che altro è successo?- Gli
aveva raccontato la sua vita degli ultimi due anni ed Harry era ancora incredulo
che tutto quello fosse successo davanti ai suoi occhi senza che lui se ne
accorgesse. Un'altra donna?Ron? Ma lui aveva occhi soltanto per Hermione
fin da quando lo conosceva! Suo cognato,seduto sul divano davanti a sè
sospirò. -Il mattino dopo,quando ci siamo rincontrati in cucina prima di
andare a lavoro,lei mi ha proposto il suo accordo. Nessuno deve sapere di
questo bambino nè di Cassie,tantomeno i ragazzi;loro devono credere che siamo
ancora una famiglia felice-gli spiegò. Harry lo guardò senza capire. -Come
farete a convincerli?-gli chiese incerto. -Rose e Hugo sono ad Hogwarts nove
mesi all'anno e tornano soltanto per le vacanze estive e di Natale,non sarà
difficile fingere di stare insieme per quelle poche settimane. Per il resto
del tempo,io vivrò con Cassie e lei vivrà a casa nostra- -Ron...Sei sicuro
che sia quello che vuoi?-gli domandò Harry ancora incredulo. Il rosso
annuì,un leggero sorriso sulle labbra. -Mi dispiace aver avuto questo segreto
con te Harry,ma sapevo che ti avessi raccontato tutto tu avresti cercato di
farmi tornare da Hermione,di troncare la storia con Cassie...e io non
posso. Ormai l'amo-gli disse sorridendo. -Ma come è successo?-gli chiese
ancora il moro. -Cosa?-domandò l'altro. -Dov'è finito l'amore che avevi
per Hermione?Quello che non ti faceva respirare e dormire,quello per cui hai
lottato tutti quegli anni e che ti faceva camminare un paio di metri sopra gli
altri?-gli spiegò Harry. Ron alzò le spalle,pensieroso. -Forse è stato
consumato proprio da tutta quella lotta per tenerlo in vita. Se le cose fra
noi fossero state piu' facili,se non avessimo trascorso gran parte della nostra
vita insieme a fare le stesse cose,allora adesso avremmo ancora tante cose da
dirci...Siamo parte della stessa medaglia:ciò che sa uno sa anche l'altra,è come
un discorso fra sordi... Vedi,quando io ed Hermione ricordavamo i vecchi
tempi era sempre una gara a chi ricordava meglio o piu' aneddoti e tu lo sai
quanto è competitiva Hermione...-aggiunse con un sorriso. Poi un sorriso
nuovo e piu' brillante gli apparve sul viso. -Invece con Cassie non abbiamo
niente che ci lega,dobbiamo ancora scrivere tutto il nostro futuro ed il nostro
passato...e poi c'è questo bambino. Da quando so della sua esistenza non
faccio altro che immaginarmi la sua faccia,le possibili somiglianze:avrà i miei
capelli o quelli biondi di Cassie,gli occhi verdi come i miei o quelli neri come
i suoi?-gli disse senza guardarlo,perso dietro ai suoi pensieri. Quando si
riscosse,alzò lo sguardo verso l'amico e Harry non potè fare altro se non alzare
le spalle. -Non so che dirti ora...Sono senza parole-gli confessò. Ron
annuì e si alzò. -Lo immaginavo,però volevo che tu e Ginny sapeste come
stavano le cose adesso per poter aiutare Hermione con la famiglia e per starle
vicino se avesse bisogno di una spalla-gli disse. Harry si lasciò scappare un
piccolo sorriso. -Sai che lei non si mostra mai debole...-gli ricordò. Ron
annuì. -Lo so,ma so anche che Ginny quando vuole sa far parlare anche i
sassi...- Harry rise leggermente:niente era piu' vero di quella frase. Ron
diede un'occhiata all'orologio che aveva al polso e si alzò dal divano. -Ora
devo andare...Cassie mi sta aspettando e si sarà chiesta che fine ho
fatto-disse. Solo da quelle parole Harry capì perchè l'amico si fosse
presentato davanti alla sua porta con una valigia:aveva pensato di doverlo
ospitare per la notte,invece la sua era una piccola sosta prima della
destinazione. Uscirono dal salotto e lo accompagnò all'ingresso,ma prima di
aprirgli la porta di casa,lo fermò un'ultima volta. -Ron sei sicuro di quello
che stai per fare?-gli domandò preoccupato per i suoi amici. Ron sorrise
amabilmente. -Non sono mai stato piu' sicuro di qualcosa in vita mia- Ed
Harry capì dal suo sguardo che era la verità.
Salve a
tutti!!!
Prima che tutti
voi mi inseguiate con forconi e torce,lasciatemi spiegare perchè ho scelto
questo cambiamento così drastico.
Quanti di voi
hanno letto "Breaking Dawn",l'ultimo capitolo della saga di
Twilight?
Ecco,in tutti e
tre i libri precedenti,Jacob è convinto di essere innamorato di Bella,arrivando
a scappare da lei quando Bella sta x sposare Edward.
Poi però,arriva
Reneesme e tutto l'amore che provava sembra svanire come per miracolo...Lo so
che cosa state per obbiettare,e so che agli umani nn succede,ma perchè nn può
accadere qualcosa di simile all'imprinting?
Le storie
d'amore hanno un'inizio e una fine,anche quelle importanti e speciali come
quella di Ron ed Hermione,ed è questo ha
guidato tutta la storia.
Ora siete
liberi di usare le vostre bambole vodoo!
Ringrazio tutti
coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa per
eventuali errori di ortografia o di battitura.
Come vi ho
annunciato prima,il prossimo capitolo sarà sui "junior",e ci sarà un piccolo
passo avanti nella storia di James e Rose.
E ora i
ringraziamenti:Dado(Elly mi ha
raccontato del tuo amico,mi dispiace tanto...Non volevo
rattristarti!SORRY!!!Tranquilla,tutto avrà un senso andando avanti con la
storia...),JC(Piacere
Giancarlo! Cosa dovrei dire io con Eva,allora?Rose e Jim nn sono ancora
insieme,sono solo cugini al momento, però le cose già dal prox capitolo
cambieranno un pò...Sono stata abbastanza sadica in qst capitolo?), WingsHP(Sai che li adoro,come potrei
far loro del male?Ci saranno dei momenti bui,ma niente può dividerli dopo tt
quello che hanno passato...Hai colto perfettamente nel segno per quanto riguarda
Alice e Luke!Ancora complimenti!),Lights(Grazie x i complimenti!Sì è vero ogni tanto può creare qualche
problema,xò spero che lo schema ti sia d'aiuto...In caso contrario sono al tuo
servizio!),Pikkola(Siamo
solo all'inizio...Tante cose devono accadere!),Musa16(Ora è piu' chiaro?Sei anche tu
fra il gruppo delle bambole vodoo?),Germana(Bestiale in senso positivo o
negativo?Dal secondo capitolo in poi siamo tornati un anno indietro,finchè nn
torneremo al momento in cui è cominciato la fiction),Tonks17(Benvenuta!Grazie x i
complimenti!Tranquilla,Rose e James sono la coppia principale attorno alla quale
girano tutte le altre quindi parlerò spesso di loro),Lilyluna_4e(Luke è dolce...ma attenti a
nn farlo arrabbiare!Nn dimenticarti che è un Serpeverde...Fra Lily e Daniel
qualcosa è successo,ma nn posso dirti di piu'),Streghetta'86(Ci sarà un terzo incomodo
fra Fred ed Allison,tanto per movimentare le cose...),Maryrobin(Grazie x i
complimenti!!Tranquilla,mi conosci,lo sai che nn sono sadica per
divertimento).
Bene,x il
momento vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...
"Dancing
through life"
Vi lascio con
un piccolo spoiler...
"Che vuoi dire?-le chiese cauto. La mano sempre sul braccio
sinistro,Rose arrossì ancora di piu'. -Ecco...Se mi avessero chiesto di dire
chi era il ragazzo piu' carino di Hogwarts avrei comunque detto il tuo nome-gli
disse.
Baci,Eva
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Capitolo 5 *** Hello ***
Hello
"Has no one told you she's not
breathing?
Hello,I'm your mind giving you someone to talk
to
Hello..."
-NO,NO E POI
NO!-
-Andiamo non fare il
bambino-disse lei fra un colpo di tosse e l'altro.
Alzò lo sguardo sulla
moglie,preoccupato per quella tosse secca e fastidiosa che affliggeva la donna
da qualche giorno.
-Dovrei lasciarti qui per
due giorni?E' escluso!
Non è la prima festa
d'anniversario che mi perdo,quindi credo che la mia famiglia sopravviverà anche
se non vado-ripetè per l'ennesima volta.
Non avevano fatto altro che
affrontare quell'argomento da quando avevano ricevuto la telefonata di Ginny il
giorno prima.
Luna se l'aspettava da un
momento all'altro,specialmente da quando all'inizio della settimana aveva
controllato il calendario e aveva visto quanto tempo era passato dalla loro
partenza da Londra e aveva notato l'avvicinarsi dell'anniversario di matrimonio
dei signori Weasley.
Era un'evento importante,e
non potevano certo mancare...A meno di insospettire tutta la
famiglia.
-George,io sto bene,lo
sai...-tentò di nuovo.
-E questa tosse?Non credi
anche tu che dovrei restare qui nel caso avessi bisogno di me?-le domandò ancora
una volta.
Luna sospirò e si passò una
mano sui capelli rasati,in un gesto automatico quasi si aspettasse di trovarli
ancora folti come un tempo.
Anche l'uomo restò in
silenzio,lo sguardo che non accennava ad allontanarsi da
lei.
Non poteva neanche
immaginare di partire e restare lontano da Luna per due giorni interi:era come
chiedergli di non respirare per quarantotto ore di fila.
-Vieni qui-la sentì dire con
voce piu' bassa.
Si avvicinò alla poltrona
dove la donna era seduta e non contento di quella poca vicinanza,passò un
braccio attorno alle sue ginocchia e la sollevò il tempo necessario per sedersi
al suo posto e tirarsi Luna sulle gambe.
Sua moglie gli passò un
braccio attorno alle spalle e gli accarezzò la base del collo,dove avevano
iniziato a ricrescere i capelli.
-Cosa devo fare per
convincerti?-gli domandò poi guardando il volto del
marito.
-Non ci riuscirai...Per
quanto tu possa provarci-le disse voltandosi a cercare i suoi
occhi.
Luna sorrise leggermente,poi
allontanò lo sguardo da quello del marito.
-Sai anche tu che non
possiamo non andarci...-gli disse poi.
-Ma sarà la solita festa di
tutti gli anni:il solito pranzo,le solite canzoni,la solita compagnia...-ribattè
George.
Luna sospirò,chiudendo per
qualche istante gli occhi.
-Perchè non vuoi
capire?-
-E tu?Stai facendo di tutto
per mandarmi via neanche ti fossi d'impiccio,o ti fossi stancata di me...-le
disse il marito fissando il suo viso.
Lei sorrise e riaprì gli
occhi incontrando subito il suo sguardo.
-Accidenti mi hai
scoperto...-scherzò accennando un nuovo sorriso.
Anche lui sorrise e avvicinò
il viso al suo,accarezzandole una guancia con la punta del lungo
naso.
Chiuse gli occhi e respirò
il suo profumo,stringendola a sè,le dita che toccavano la punta delle vertebre
sulla schiena:da quando era così magra?
Da quando era diventata così
fragile da dargli l'impressione di potersi spezzare con un soffio di vento
troppo forte?
Lei era sempre stata una
combattente,una donna che non si faceva spaventare dalle avversità e ora piu'
che mai lo stava dimostrando,aiutandolo a superare i suoi momenti di smarrimento
o di paura,risollevando il morale dei loro figli e affrontando la chemioterapia
e le sue conseguenze senza lamentarsi per non agitarli.
C'era un modo per farle
capire quanto era orgoglioso di lei?Quanto l'amava?
Fece scivolare la testa
sulla spalla destra della donna,nell'incavo fra la spalla ed il collo,quasi
volesse nascondersi da quella realtà che stavano vivendo,e si sentì protetto
come un bambino quando le dita di Luna iniziarono ad accarezzargli l'inizio del
collo.
Non voleva neanche pensare a
cosa sarebbe stata la sua vita se l'avesse persa...
-Non mi succederà
niente...-gli disse lei sussurrando al suo orecchio.
George sospirò,incapace di
parlare:ancora una volta aveva capito i suoi pensieri senza bisogno di
parole.
Avvicinò le labbra alla
pelle del collo e vi posò un piccolo bacio,mentre sentiva le braccia di Luna
stringersi piu' forte attorno alle sue spalle.
-E' una promessa...Sarò qui
quando tornerai,pronta ad ascoltare tutti i pettegolezzi della famiglia-gli
disse ancora lei.
Si lasciò andare ad un'altro
sospiro e aprì gli occhi,alzando leggermente la testa per incontrare il suo
sguardo e guardando quelle iridi d'argento capì che non aveva
scampo.
-Credi che una cosa del
genere possa succedere anche a noi?-
Ginny guardò suo marito e
sorrise.
Si era chiesta spesso negli
ultimi giorni quando le avrebbe fatto quella domanda.
Lo aveva visto
assorto,immerso in pensieri che per il momento non la riguardavano,ma che sapeva
avrebbe conosciuto prima o poi,quando lui avrebbe ritenuto giusto
parlargliene.
Quando le aveva raccontato
di Ron e della sua crisi con Hermione,la voglia di prendere a pugni suo fratello
era stata forte,talmente forte da farle fremere le mani.
Come gli era passata un'idea
simile per la testa?
Come aveva potuto far
soffrire Hermione con tanta leggerezza,arrivando a distruggere la loro
famiglia,come se non avesse alcuna importanza per lui?
Che diavolo gli era
successo?
Subito dopo aver mentalmente
litigato con suo fratello,aveva pensato di andare da Hermione per consolarla,per
darle il suo appoggio,ma se la conosceva bene sapeva che alla minima mossa falsa
l'amica si sarebbe chiusa a riccio impedendole di parlare ancora di
quell'argomento.
E così aveva cominciato a
pensare e aveva messo insieme un paio di idee che forse erano perfette per far
rinsavire suo fratello e rimettere le cose a posto.
Si voltò verso suo
marito,intento a scegliere i vestiti da mettere in valigia e scosse la
testa.
-No-disse
semplicemente.
Tornò a voltarsi verso la
valigia posata sul letto,piegando qualche maglietta di Hermione,in attesa della
domanda successiva,che naturalmente non tardò ad arrivare.
-Come mai sei così
sicura?-le chiese Harry chiudendo le ante dell'armadio e avvicinandosi al letto
con i vestiti fra le mani.
Lei si voltò a guardare il
suo volto e decise di prenderlo in giro.
-Perchè tu non lo sei?-gli
domandò con un perfetto sguardo stupito.
Harry la guardò qualche
istante e si affrettò a scuotere la testa.
-Certo!E' ovvio che sono
sicuro,che domande mi fai!-ribattè con voce decisa.
Ginny sorrise:era questa la
reazione che voleva ottenere e come sempre suo marito l'aveva
accontentata.
-Però...-disse subito dopo
l'uomo.
-Se è successo a loro perchè
non a noi?-fece Ginny al suo posto.
Harry annuì,fissando la
moglie.
Ginny sorrise e si avvicinò
a lui di qualche passo,scuotendo leggermente la testa.
-Certe volte sei ancora quel
ragazzo ingenuo che ho conosciuto anni fa...
Il motivo per cui sono
sicura è perchè noi esistiamo anche oltre la nostra famiglia-gli
disse.
Harry corrugò leggermente le
sopracciglia,poi annuì lentamente quando iniziò a capire il vero senso di quelle
parole.
Ginny gli si avvicinò ancora
e lui tese un braccio verso la donna prendendo la sua mano e attirandola verso
di sè.
-Abbiamo cinque figli,e sono
importanti,ma anche io e te siamo importanti l'uno per
l'altra.
Abbiamo sempre attenzioni
l'uno per l'altra...
La colazione in camera la
domenica mattina,il sorriso che fai quando vedi la camicia che scelgo per te
ogni mattina,i fiori che mi regali ogni mese nel giorno del nostro anniversario
e quelli per ricordare la nostra prima volta...
Il fatto che dopo sedici
anni di matrimonio ci desideriamo ancora tanto...-aggiunse sorridendo
leggermente.
Harry arrossì leggermente
imbarazzato,anche se si ritrovò in ogni parola detta dalla
donna.
-E anche perchè dopo tanti
anni,diventi rosso ogni volta che faccio qualche accenno alla nostra vita
sessuale neanche fossi una vergine-lo prese in giro
divertita.
Harry rise,stringendo le
braccia attorno alla vita della moglie e avvicinando le labbra alle
sue.
-Un vergine,eh?Adesso te la
faccio pagare cara...-scherzò prima di baciare Ginny.
Lei allacciò le braccia al
collo dell'uomo e gli si schiacciò contro,rispondendo al
bacio.
No,a loro non sarebbe mai
potuto accadere...
-Lo so,lo
so...Scusami-
Incurante dell'erba bagnata
che gli inumudì subito il retro dei pantaloni,George si sedette sul prato e
fissò la foto ricevendo in cambio uno sguardo ed un sorriso smagliante,come ogni
volta che andava a trovarlo.
-E' tanto che non vengo a
trovarti,ma so che non sei arrabbiato...
Capisci perchè l'ho
fatto,vero?-chiese alzando lo sguardo sulla foto.
Fred lo fissò,e all'uomo
sembrò che la fronte del fratello nella foto fosse leggermente corrucciata come
se si stesse sforzando di leggere qualcosa di molto piccolo o di ragionare su
qualcosa di importante.
-Se non fosse stato per
l'insistenza di Luna,non sarei tornato neanche oggi...ma lei voleva far credere
a tutti che le cose andassero come al solito-disse con voce bassa,le ginocchia
piegate e i gomiti posati sulle cosce.
Restò in silenzio fissando
l'erba verde,troppo verde,sotto di lui e inevitabilmente il suo pensiero corse a
Seattle,alla loro "casa".
Alla fine aveva dovuto
cedere,accettando di farsi accompagnare da Justin che mancava da Londra da
quell'estate e sentiva la mancanza dei suoi zii e dei
nonni.
Quando era partito il giorno
prima,aveva stretto Luna a lungo, talmente a lungo da avere qualche dubbio sulla
sua capacità di lasciarla andare di nuovo.
-Non fare scherzi-le aveva
sussurrato,in modo che fosse l'unica a sentire le sue parole,prima di sciogliere
l'abbraccio.
Lei gli aveva sorriso e
l'aveva baciato dolcemente.
-Sarò qui quando
tornerai...-l'aveva rassicurato di nuovo.
Non era la prima volta che
faceva qualcosa che non voleva soltanto perchè era lei a chiederglielo:se un
giorno gli avesse chiesto di gettarsi in un cerchio di fiamme avrebbe fatto
anche quello?
Erano lontani da neanche
dieci ore e già era nel panico:si sentiva mancare l'aria,aveva bisogno di
sentire la sua voce,di sentirle dire che stava bene e che
l'aspettava.
-Sono state settimane
pesanti...
Non so neanche io dove ho
trovato il coraggio per fare il buffone e restarle accanto mentre la vedevo
stare così male-disse,lo sguardo basso sull'erba ancora
verde.
Tutte le volte che l'aveva
vista tremare di freddo e l'attimo dopo spogliarsi quasi nuda per il caldo,tutte
le volte che aveva dovuto imboccarla quasi con la forza per farla mangiare e
vedere i suoi sforzi vanificarsi dall'ennesimo attacco di
nausea.
Non sopportava i
rumori,anche il minimo sibilo alle volte le dava fastidio,costringendolo ad
imperturbare la stanza perchè lei riuscisse ad
addormentarsi...
Le ore di sonno erano le
piu' tranquille,dove riusciva a dimenticarsi quello che le stava succedendo e a
tornare quella di qualche mese prima.
Mai una volta aveva visto la
paura nei suoi occhi:c'era sempre stato un velo di ironia,di dolcezza, di
"finzione" per tranquillizzare lui ed i loro figli...per convincere sè stessa
che tutto sarebbe andato bene.
-E' così magra...Se la
vedresti ora non la riconosceresti,anche se forse ti sembro diverso anche
io-aggiunse passandosi una mano sui capelli rasati.
Quando aveva cominciato a
perdere i capelli,non gli aveva detto niente,come se lo stesse sottoponendo ad
un test per vedere se si ricordava della sua promessa e lui aveva mantenuto la
parola data,ricevendo in cambio,come al solito,una battuta scherzosa che
nascondeva i suoi veri sentimenti a tutti gli altri tranne che a
lui.
Per lui Luna non aveva
segreti...
Era un libro che ancora non
aveva finito di leggere...che ne sarebbe stato di lui se lei fosse scivolata via
dalle sue dita senza il minimo preavviso?
-Non posso perderla...Lei
è...-disse tenendo sempre lo sguardo basso.
Una macchia lucida apparve
sui suoi pantaloni,seguita da altre in rapida successione.
Lacrime che non riusciva a
controllare,che doveva sempre nascondere,che era costretto a ricacciare indietro
per mascherarle sotto un sorriso finto.
Lacrime che presto divennero
singhiozzi,talmente forti da mozzargli il fiato e fargli dolere il
petto,rannicchiato sull'erba cercando di tenere uniti i pezzi di sè stesso che
sembravano smembrarsi lontano dall'unica cosa che li teneva
insieme.
Seamus aprì gli occhi e si
mosse lentamente nel letto.
Un piede sfiorò il piede
sinistro che era intrecciato al suo e,ancora nel sonno,Seamus si lasciò andare
ad un sorriso pigro.
Non erano frequenti i
week-end che passavano insieme,come una "vera famiglia",lontano da emergenze in
ospedale e da scoop importanti da riportare in prima
pagina.
Quello era uno di
quelli.
Due giorni soltanto per loro
tre.
Si voltò sul fianco opposto
e allungò un braccio verso Rupert che,il mento contro il petto,dormiva ancora
profondamente:chissà a che ora aveva finito il turno la sera
prima...
Senza far rumore,scivolò
fuori dal letto e dalla stanza,scendendo poi le scale per andare in cucina:non
c'era niente di meglio per cominciare il sabato mattina che una colazione
abbondante.
Mise il caffè in ebollizione
e controllò che nel frigo ci fosse il succo d'arancia per Allison:aveva deciso
di rimettersi a dieta,quindi la sua colazione sarebbe stata soltanto un
bicchiere di succo d'arancia e una tazza di cereali.
Come se la sua splendida
figlia avesse bisogno di una dieta...
Prese una confezione di uova
dal frigo e l'avvicinò ai fornelli:aveva voglia di un'omelette,poi avrebbe
preparato le frittelle per Rupert.
Da quando erano a Seattle
era diventato molto americano nei gusti,ma per fortuna alcune cose non cambiano
mai,neanche con il passare del tempo.
Come il loro
amore...
Era incredibile quello che
erano riusciti a costruire:erano sposati da dieci anni,avevano una figlia
fantastica e anche troppo perfetta,che alle volte lo portava a chiedersi se
fosse veramente sua figlia o una bambina che gli avevano affidato per sbaglio,e
una vita piena e soddisfacente.
Per fortuna la sua idea si
era rivelata vincente,nonostante avesse puntato su un cavallo che sembrava sul
punto di esalare l'ultimo respiro.
Quando quasi diciasette anni
prima,al matrimonio di Harry e Ginny,aveva esposto la sua idea a Rupert aveva
avuto paura per qualche istante che lui gli dicesse di no,che lo
respingesse,ancora ferito per i problemi che Dean aveva causato
loro.
Invece quando gli aveva
comunicato che aveva intenzione di chiedere il trasferimento alla sede di
Seattle de "La Gazzetta" e andare con lui,Rupert si era dimostrato subito molto
felice,come se non aspettasse altro.
Dopo il matrimonio,si erano
trasferiti,ricominciando una nuova vita e lasciando i problemi a
Londra.
Il primo anno era stato
difficile:Rupert aveva turni massacranti al Saint Margaret,cercando di mettersi
in luce con i suoi superiori e far veder loro quanto valeva,mentre Seamus doveva
dimostrare che la buona fama che lo precedeva da Londra non era immeritata,ma
con il passare dei mesi le cose erano andate lentamente
migliorando.
E poi era arrivata
Allison.
La loro relazione andava
avanti da piu' di un'anno ed ora le cose per loro stavano andando molto
bene,quindi avevano deciso di intraprendere quel passo.
Erano stati mesi di
ricerca,passando in rassegna le varie candidate come "madri surrogato" alla
ricerca della persona perfetta fino all'arrivo di Reese.
Reese lavorava nello stesso
ospedale di Rupert,era madre di due bambini e quando aveva saputo del loro
desiderio di diventare genitori aveva deciso di dar loro una mano:conosceva
Rupert,era sua amica e sapeva che poteva fidarsi di lui.
Quando nove mesi era nata
Allison Alexandra,Seamus aveva capito che non avrebbe mai potuto amare
nessun'altro come amava quella bambina.
Era come se tutto l'amore
dentro di lui fosse stato convogliato su quel piccolo fagotto nascosto dalla
coperta rosa dell'ospedale da cui spuntavano solo i capelli biondi e gli occhi
neri.
E sapeva che anche per
Rupert era stato lo stesso.
Per occuparsi di Allison
aveva preso un mese di aspettativa dal lavoro,per dedicarsi completamente a
lei:aveva vissuto secondo i suoi ritmi,dormendo con lei,mangiando con lei e
arrivando a fare il ruttino insieme a lei per non metterla a
disagio.
Con il passare degli anni
avevano attraversato tutte le gioie e i dolori dei genitori:dai primi passi al
primo rigurgito su una camicia pulita e appena indossata,dalla prima parola alle
notti insonni, la prima bicicletta e il primo vestito da principessa al primo
dentino.
Vederla ora,a quindici
anni,portava Seamus a chiedersi come avesse fatto il tempo a passare così in
fretta.
Era come se avesse chiuso
gli occhi per qualche istante con Allison addormentata fra le sue braccia e
quando li aveva riaperti l'attimo dopo si ritrovasse accanto la spendida ragazza
che era ora.
Stava diventando
vecchio...
-Adesso capisco cos'era
questo profumo-
Seamus sorrise e voltò
leggermente la testa da un lato,allontanando lo sguardo dalle uova e posandolo
su Rupert,a pochi passi di distanza da lui,in boxer e maglietta con i capelli
ancora arruffati dal sonno ma un'aria vispa negli occhi.
Quei diciasette anni avevano
aiutato Rupert ad integrarsi nel mondo magico,aiutato prima da Seamus e dal loro
gruppo di amici e in seguito anche dalla scoperta del potenziale magico in
Allison:ormai non si spaventava piu' se lo vedeva apparire all'improvviso nel
suo ufficio,o se nella cucina gli oggetti si muovevano da soli grazie a quale
incantesimo.
Lo accettava come se fosse
una cosa normale di tutti i giorni.
-E io che pensavo che ti
fossi alzato perchè ti eri accorto che non ero piu' a letto-si lamentò per
scherzo.
Rupert sorrise e scosse la
testa.
-Possibile che dopo
diciassette anni ancora non hai capito che ho il sonno di
ferro?
Non mi sveglierebbero
neanche le cannonate!-disse stando allo scherzo.
Il biondo tornò a fissare la
padella e voltò l'omelette,prestandole attenzione per qualche istante; quei
pochi secondi consentirono a Rupert di avvicinarsi e posare entrambe le mani sui
suoi fianchi,prima di posargli un bacio sul collo.
-Non distrarmi mentre sono
in cucina-lo ammonì Seamus,segretamente compiaciuto da quella piccola
attenzione.
-Perchè?Non stai mica
facendo una ricetta complicata,sono solo un paio di uova-lo prese in giro
Rupert.
Seamus lo guardò con
un'espressione scandalizzata sul volto che fece ridere il
compagno.
-Ti sei appena giocato le
tue frittelle-
-Qualcuno ha parlato di
frittelle?-chiese un'altra voce entrando in cucina.
Allison aveva appena sceso
l'ultimo gradino e,in vestaglia rosa di spugna,sorrise ai due genitori divertita
da quelle solite schermaglie.
I due uomini si voltarono
verso la ragazza e,allo stesso tempo,si allontanarono un pò l'uno
dall'altro.
La ragazza non aveva mai
manifestato nessun disagio o "fastidio" le rare volte che li aveva sorpresi in
effusioni,ma i due uomini facevano sempre del loro meglio per non rendere quella
situazione piu' complicata di quanto fosse già.
Sapevano di essere l'unica
famiglia gay di tutto il quartiere e anche nella scuola di Allison la loro
famiglia rappresentava un'eccezione,ma Allison aveva vissuto quel fatto prima
come un vanto,durante gli anni delle elementari e poi come un'orgoglio,qualcosa
di cui andare fiera.
In fondo la loro famiglia
era molto piu' stabile di tante altre considerate
"normali"...
-Buongiorno tesoro.Sì,avevo
in mente di preparare delle frittelle prima che tuo padre offendesse la mia
cucina-le spiegò Seamus con un leggero sorriso.
-Ma io che c'entro?Anche io
ne volevo un pò-replicò la ragazza con un sorriso divertito in
volto.
-E' tuo padre che fa il
tragico!Ma tu non eri a dieta?-domandò Rupert avvicinandosi alla figlia e
posandole un bacio fra i capelli.
-A dieta?Ma credi che ne
abbia bisogno?-lo riprese Seamus sollevando la padella dal fornello e spengendo
il gas.
-Assolutamente no,ma un paio
di giorni fa avevo sentito questa voce...Io sono sempre l'ultimo a sapere le
cose!-si lamentò Rupert avviandosi verso l'ingresso per andare a raccogliere il
giornale.
In quel momento squillò il
telefono e Seamus lanciò un'occhiata alla ricerca del
cordless.
-Perchè allora non rispondi
al telefono?Magari questa volta sarai il primo ad avere le notizie!-disse a voce
alta ad indirizzo di Rupert.
Allison rise e scosse la
testa:un'altra tipica mattina con i suoi genitori.
Quando erano insieme erano
sempre pronti a battibeccare in quel modo,se non erano impegnati in smancerie
stomachevoli che avrebbero fatto venire la nausea anche ai suoi compagni di
scuola.
Si avvicinò al frigo e prese
il cartone del succo d'arancia,lo versò in un bicchiere e poi guardò suo
padre.
-Allora queste
frittelle?-gli chiese con un sorriso smagliante che sapeva funzionava
sempre.
Seamus storse leggermente le
labbra verso sinistra e alla fine scosse la testa.
-Compatisco il poveretto che
proverà a negarti qualcosa-le disse facendola ridere.
Poi si voltò e prese una
padella pulita per le frittelle.
-Papà sono riuscita a
convincerlo!-la sentì dire all'indirizzo di Rupert che era tornato in
cucina.
Ci fu un'istante di silenzio
che portò Seamus a voltarsi e ad incontrare lo sguardo del compagno:i suoi occhi
erano seri e preoccupati,i muscoli tesi neanche dovesse scattare da un momento
all'altro.
Era successo
qualcosa...Qualcosa che avrebbe rovinato il loro
finesettimana.
-Che succede?-gli chiese
fissandolo.
Rupert si passò una mano fra
i capelli e poi sembrò tornare quello di sempre:pratico e
deciso.
-Era Alice al telefono-disse
sia ad Allison che a Seamus.
Un terribile presentimento
si impossessò di Seamus:non poteva,non doveva esserle successo
niente!
Non ora che George era
via...
-Luna ha la febbre alta e
non la smette di tossire...Ha passato la notte senza dormire e i ragazzi sono
preoccupati per lei.
Devo andare da lei-continuò
con la stessa espressione seria.
Seamus
annuì.
-Vengo con te-disse senza
un'istante di esitazione.
-Anche io...Non posso
lasciare Alice da sola-si unì Allison con la stessa voce
preoccupata.
Rupert annuì e l'attimo dopo
tutti si avviarono al piano di sopra per cambiarsi e correre dai
Weasley.
-Ciao-
Senza parlare gli rivolse un
cenno con la testa.
Avevano deciso di darsi
appuntamento in uno Starbuck lontano da casa per andare insieme a casa dei
genitori di Ron.
Non voleva vederlo per
casa...Non ancora.
Quello che un tempo era il
luogo che celebrava il loro amore,ora era il posto dove lei si leccava le ferite
neanche un'animale ferito.
Era passato quasi un mese da
quando Ron era andato via,da quando lei lo aveva cacciato,e ancora non riusciva
a capacitarsi che quello fosse realmente successo a loro.
Loro erano Ron ed
Hermione!
Erano destinati a stare
insieme...
Come era accaduto?Come aveva
fatto a non accorgersi che suo marito stava perdendo interesse per lei e si
stava innamorando di un'altra?
Un
figlio...
Era la cosa piu' terribile
che potesse farle:sarebbe stata capace di perdonare un tradimento se lui le
avesse promesso che non si sarebbe piu' ripetuto e che amava solo lei,ma quel
bambino cambiava tutto.
Inoltre lui ora amava
un'altra...
-Sei dimagrita...-lo sentì
dire.
Bevve un sorso dalla sua
tazza di caffè e posò lo sguardo sul suo volto:i suoi occhi la scrutavano,
attento a non perdersi nessun cambiamento,nessuna piccola
differenza.
-Non vedo come questo ti
interessi-gli disse tornando a voltare lo sguardo verso la vetrina e i
passanti.
Il sospiro di Ron arrivò
chiaro e forte alle sue orecchie.
-Sai che mi importa...-le
disse serio.
Non riuscì a trattenere un
piccolo sbuffo ironico:davvero divertente,specie se a dirlo era l'uomo che aveva
promesso di amarla per il resto della vita e che poi l'aveva
tradita.
-Hermione...Ti prego
guardami.
Possibile che non riusciamo
neanche piu' a parlare come due persone normali?-si
lamentò.
Come poteva sperare in una
cosa simile?
-Possibile che tu sia così
cieco?
Non solo hai distrutto il
nostro amore,ma anche la nostra amicizia!
Vuoi davvero che venga a
confidarmi con te per come mio marito mi ha trattato?
Credi veramente che potremmo
ancora sederci ad un tavolino e parlare dei nostri problemi come quando avevamo
sedici anni?
Mi dispiace ma non funziona
così!-lo rimbrottò lei amareggiata.
-E come funziona allora?-le
chiese stranamente calmo.
Si lasciò scappare un
sospiro e si ravviò delle ciocche dietro l'orecchio.
-Dovremmo restare uno
accanto all'altro senza parlarci?
Incontrarci per la strada e
far finta di non conoscerci?E' questo che vuoi?-le domandò cercando il suo
sguardo.
Evitò di
rispondergli,incapace di trovare parole sensate che dessero sfogo alla sua
rabbia e al suo dolore.
Vorrei solo che tutto
tornasse come prima...Vorrei che tu mi amassi
ancora,pensò.
-Forse è meglio se ci
muoviamo-disse invece,alzandosi in piedi.
Si diresse verso la porta
dello Starbuck certa che lui l'avrebbe seguita.
Era finita...Doveva iniziare
a farsene una ragione.
Guardò per l'ennesima volta
fuori dalla finestra,in attesa.
Anche quella volta erano in
ritardo e lei non era certa di poter resistere ancora a
lungo.
Erano arrivati tutti:Percy e
la moglie,Bill e Fleur,Teddy e Vicky,addirittura Charlie e Sidney... mancavano
soltanto loro e George!
Guardò ancora oltre i vetri
della finestra,sobbalzando quando sentì due braccia stringersi attorno alla sua
vita.
-Che cosa stai tramando?-le
chiese Harry.
Sentì il mento del marito
posarsi sulla spalla destra e sorrise:non era riuscita ad
ingannarlo.
Aveva capito che c'era
qualcosa che le occupava la mente,anche se non gliene aveva
parlato.
Forse se gli avesse
accennato il suo piano lui sarebbe stato d'accordo,ma in caso
contrario?
Non poteva correre il
rischio che lui le facesse promettere di rinunciare
all'idea.
-Nulla,sono solo curiosa di
rivedere George dopo tutto questo tempo...-gli disse.
In parte era
vero.
Non vedeva suo fratello da
un mese e quando pochi giorni prima aveva telefonato per ricordare a lui e a
Luna di quel finesettimana,la voce dell'amica era sembrata distante,quasi
diversa.
Quando poi aveva parlato con
George qualche ora dopo,lui le aveva detto che sarebbero venuti lui e
Justin.
-Sente la vostra
mancanza...-aveva commentato,evitando qualsiasi domanda sul perchè Luna non
partisse con lui.
-Sicuramente arriverà in
ritardo,inventando la scusa di un ritardo al volo...Lo sai come è fatto- scherzò
Harry fissando anche i suoi occhi sulla finestra.
Ginny
sorrise.
-Sei preoccupata per Ron?-si
decise a chiederle dopo qualche istante.
La donna posò la testa sulla
sua spalla e sospirò.
-Sono arrabbiata...e
confusa.
Non capisco come abbia
potuto fare una cosa del genere,ma se conosco bene Hermione so che riusciranno a
portare avanti questa recita per tutto il week-end.
Sono riusciti a fingere per
anni di non essere innamorati l'uno dell'altra...-commentò a sostegno della sua
tesi.
-Non è mica la stessa
cosa-le fece notare lui.
-Sempre di finzione si
tratta.
L'unica cosa che spero è che
mio fratello non faccia niente di stupido-disse sincera.
Sentì le labbra di Harry
posarsi sui suoi capelli e darle un bacio veloce.
-Andrà tutto bene-la
rassicurò,quasi prendendo un'impegno personale.
In quel momento,nello
specchio della finestra apparvero una dopo l'altra due macchine che si immisero
nel cortile della Tana e spensero il motore.
-Sono arrivati...Ma che
accidenti...-
Harry fissò per qualche
istante di piu' la figura alta e dinoccolata che era scesa dalla macchina blu
notte e si stupì quanto la moglie.
Entrambi si avviarono verso
la porta e l'aprirono uscendo nel cortile.
Doveva confondere le
acque,cercare di non far concentrare tutta l'attenzione su suo
padre.
-Zio Ron!Zia Hermione!-disse
aggirando la macchina e andando incontro ai due.
Con la coda dell'occhio vide
anche lo zio Harry e la zia Ginny fermi sul primo gradino immobili,lo sguardo
sul padre,ancora increduli.
Doveva essere scioccante per
loro vederlo così.
Per lui invece era
diverso...Lui sapeva cosa era successo,cosa l'aveva ridotto così,e quindi non
era sorpreso dall'improvviso taglio di capelli o dall'impressionante perdita di
peso che cercava di nascondere con vestiti piu' larghi che invitabilmente
finivano per pendergli addosso.
Era come se avesse deciso di
dimagrire insieme a Luna per non farla sentire a disagio della sua
magrezza.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa
per lei...E nonostante non l'avrebbe mai ammesso con lui,Justin lo ammirava e lo
invidiava.
Erano ormai poche le persone
che potessero dirsi devote ad un'altra e suo padre era una di queste:in quel
mese l'aveva visto dedicarsi a Luna fino allo stremo,arrivando ad addormentarsi
accanto a lei,completamente vestito,con un braccio teso verso il suo letto per
farle notare la sua presenza,assecondandola in tutto,anche le cose piu'
assurde.
Si avvicinò alla zia
Hermione e l'abbracciò,posandole un bacio per ogni
guancia.
-Justin!Non sapevo ci fossi
anche tu...-commentò la donna staccando per un'istante lo sguardo dal padre e
posandolo sul suo viso.
-Ho pensato di venire per
evitare che vi dimenticaste com'ero fatto-scherzò
sorridendole.
-E come potremmo?Ogni volta
tua nonna ti da le porzioni migliori!-disse lo zio Ron unendosi al discorso e
posandogli una mano sulla spalla.
Justin sorrise e alzò le
spalle.
-Che posso farci se mi
adora?-
Lo zio Harry e la zia Ginny
scesero i pochi gradini che separavano la casa dal cortile e si erano avvicinati
a suo padre,fissandolo ancora con occhi sorpresi.
-L'aria degli Stati Uniti ti
fa questo effetto?-domandò lo zio Ron a suo padre.
Justin lo vide
sorridere,cercando di apparire divertito,e scuotere la
testa.
-E' la tua lontananza...Che
ne diresti di trasferirti a Seattle con me?-lo sentì scherzare guardando il
fratello.
-Mi dispiace ma non posso
permetterlo...-s'intromise la zia Hermione stringendo un braccio del marito con
una mano.
-Come vedi sono molto
richiesto-commentò Ron diretto verso il fratello.
Justin vide lo sguardo di
suo padre fissarsi un'istante sulla mano che la zia aveva stretto sul braccio
del marito e si chiese che cosa passava per la mente
dell'uomo.
Magari si sentiva fuori
luogo,solo senza Luna,a quella festa dove tutti erano accompagnati...Oppure
avrebbe semplicemente voluto essere da un'altra parte.
Come risvegliandosi da un
sogno,suo padre allontanò lo sguardo e fissò la sorella sorridendole e aprendo
le braccia per abbracciarla.
-Come sta la mia
sorellina?-le chiese avvicinandosi a lei.
La zia Ginny lo fissò per
qualche istante,come se non lo riconoscesse e poi si avvicinò abbracciandolo a
sua volta e posandogli un bacio su ogni guancia.
-In fermento per il ritorno
dei ragazzi...-gli disse tornando a scrutare il suo volto.
-Ormai Hogwarts è diversa da
quando la frequentavamo noi...Adesso hanno piu' vacanze-si lamentò lo zio
Ron.
-Ma noi avevamo molta piu'
libertà...-commentò suo padre.
Si staccò dalla sorella e
per pochi istanti abbracciò lo zio Harry,che fino a quel momento era rimasto in
silenzio ad osservare la scena,come se temesse da un momento all'altro
un'esplosione.
Che
sapesse?No...impossibile!
-Che diamine ti è
successo?-
Alzò lo sguardo verso la
porta di casa,da cui era arrivata la voce e non riuscì a trattenere un sorriso
spontaneo quando vide lo zio Billy che,schietto come al solito,aveva dato voce
al pensiero di tutti i presenti.
Suo padre sorrise per
un'istante e si passò la mano sulla testa rasata,un gesto che avrebbe dovuto
nascondere il suo nervosismo.
Sulla veranda apparvero
anche i nonni,che impallidirono vedendo lo stato in cui era ridotto suo
padre.
Forse era la prima volta che
lo vedevano così provato...
-Beh,ecco...ho perso una
scommessa e dovevo pagare pegno-disse semplicemente suo padre,indugiando con le
dita alla base del collo.
-E non potevi scegliere modo
migliore?
Fattelo dire,fratello,ma
stai da schifo-continuò imperterrito lo zio Billy.
-Bill!-lo riprese la
nonna.
Suo padre rise,una risata
senza allegria,e annuì.
-Hai ragione,ma sai anche tu
come sono fatto...Non conosco mezze misure!-
C'era un'altra domanda che
aleggiava negli occhi di tutti,anche se nessuno sembrava aver il coraggio di
farla:perchè quella magrezza?
Doveva intervenire prima che
qualcuno di decidesse a porla.
-Allora è
pronto?Scommetto,nonna,che anche quest'anno hai preparato un pranzo
favoloso-disse alzando lo sguardo verso la donna e
sorridendole.
La nonna incontrò i suoi
occhi e sembrò illuminarsi grazie a quel piccolo
complimento.
-Se avessi saputo del tuo
arrivo avrei fatto la torta di mele che ti piace tanto-gli disse
rammaricata.
-Tranquilla,sai che vado
pazzo anche per la torta di zucca e quella alle fragole-la
rassicurò.
-Non so voi,ma io sto
gelando qui fuori...-disse lo zio Ron avviandosi verso la porta di casa seguito
dalla moglie.
Lo zio Harry e la zia Ginny
fissarono per qualche altro istante suo padre prima di avviarsi dietro di
loro.
Anche il resto della
famiglia stava tornando dentro,soltanto suo padre era rimasto fermo al suo
posto;lanciandogli un'occhiata,Justin vide che aveva tirato fuori il cellulare
dalla tasca.
-Voi non entrate?-si sentì
chiedere dalla zia Ginny.
Suo padre alzò lo sguardo ed
annuì.
-Arrivo subito,voglio prima
chiamare Luna per dirle che siamo arrivati sani e salvi-le
disse.
La donna
sorrise.
-Dalle un bacio e dille che
la saluto-gli disse prima di rientrare.
Suo padre sospirò e lo fissò
per qualche istante.
-Vuoi che me ne vada?-chiese
Justin,cercando di non sembrare troppo invadente.
Lui scosse la
testa.
-No...non ce la farei da
solo-gli rispose sincero.
Justin annuì e lo guardò
premere il tasto per le chiamate veloci e portare il telefono
all'orecchio.
Per un paio di minuti
restarono in silenzio,in attesa che qualcuno rispondesse,ma
invano.
-Perchè non
rispondono?-disse suo padre con voce preoccupata.
-Magari non lo sentono-gli
disse Justin fissando il suo sguardo.
George scosse la
testa,deciso.
-Come fanno a non
sentirlo?Ci sono quattro telefoni in giro per casa...E' impossibile che
non...-cominciò George.
-Papà,sta tranquillo...Forse
lo hanno staccato per far riposare meglio Luna-disse seguendo un pensiero
improvviso.
Dallo sguardo che gli lanciò
suo padre,capì che ci stava pensando.
Alla fine,George
annuì.
-E'
possibile-concesse.
-Proveremo piu'
tardi...Adesso andiamo dentro che li abbiamo scandalizzati abbastanza in soli
dieci minuti che siamo qui-scherzò cercando di
rasserenarlo.
Suo padre sorrise e infilò
il cellulare in tasca,per poi dargli un piccolo buffetto sulla spalla
destra.
-Vuoi lasciarmi il
braccio?Mi fai male!-
Chiusa la porta alle loro
spalle,Ginny lasciò la presa sul braccio della donna.
Aveva aspettato,anche troppo
per i suoi gusti.
Erano trascorse ore
dall'arrivo di Ron ed Hermione,si la famiglia si era dedicata al pranzo e
avevano scherzato come sempre,ma non era riuscita ad allontanare del tutto quel
pensiero fastidioso che sembrava essersi insinuato nella sua mente come un
tarlo.
Al momento del dolce non
aveva saputo resistere oltre:aveva afferrato l'amica e l'aveva trascinata nella
prima stanza libera che aveva trovato.
-Scusami...Ma dovevo
parlarti da sola-le disse fissando Hermione.
La vide subito mettersi
sulla difensiva,come se ritenesse inopportune le sue
parole.
-Non dobbiamo parlare di
niente...-disse infatti.
Ginny si lasciò andare ad un
sorriso dolce,che di solito riservava ai suoi figli,e le posò una mano sul
braccio destro.
-Io non sono mio fratello-le
disse con lo stesso tono di voce calmo e vellutato.
L'amica la fissò qualche
istante e scosse di nuovo la testa.
-E' una questione che
riguarda soltanto me e Ron...Che avresti fatto se ci fossi io al tuo posto?-le
chiese sfidandola con lo sguardo.
Il sorriso divenne piu'
aperto,quasi divertito.
-Ti urlerei dietro perchè
non mi lasceresti un'attimo di tregua...Sei una donna che non si arrende!Mi
staresti dietro ogni istante per aiutarmi a rimettere a posto le cose-disse
certa di come sarebbero andate le cose in una situazione del
genere.
Anche Hermione si lasciò
andare ad un piccolo sorriso.
-Perchè non vuoi farti
aiutare da me?-le chiese la rossa tornando all'attacco.
Hermione le puntò addosso
due occhi tristi e feriti e alzò le spalle.
-Perchè non c'è piu' niente
che tu o io possiamo fare-le disse convinta.
-Vuoi lasciargliela
vinta?-chiese sorpresa Ginny.
Hermione scosse la
testa.
-Lei ha già vinto!Aspetta un
figlio...Come posso competere io?-le domandò con voce
triste.
Abbassò di nuovo lo sguardo
e sospirò.
-Ha detto che la
ama-confessò nonostante fosse un'attacco mortale al suo
orgoglio.
Ginny non riuscì a
trattenere una piccola risata che fece rialzare gli occhi di Hermione sul suo
volto.
-Ti diverte?-le domandò
stizzita.
L'altra scosse la
testa.
-Non è quello...E' che sto
pensando a quanto può essere idiota mio fratello certe volte-le
spiegò.
Hermione si accigliò,lo
sguardo sul viso della cognata.
-Se c'è una donna di cui mio
fratello è innamorato quella sei tu...Se ne è solo
dimenticato.
Sta a te farglielo
ricordare-disse con voce seria.
C'era un significato
nascosto in quelle parole,che ancora non riusciva a
cogliere.
Qualche istante dopo,quando
finalmente capì quello che veramente le stava proponendo la cognata,scosse piu'
volte la testa.
-No,assolutamente
no!
Come ti viene in mente
un'idea del genere?-le domandò sorpresa.
Ginny incrociò le braccia
sul petto e sorrise,come divertita da quel piccolo sfogo.
-Tu lo ami?-le chiese
cogliendola di sorpresa.
Sul viso di Hermione apparve
un'espressione che fondeva sorpresa e rabbia.
-Ma di che stai
parlando?-
Ginny imperterrita teneva lo
sguardo fisso sul suo viso.
-Lo ami?-gli chiese ancora
incurante dell'ultima frase della donna.
Hermione sospirò,sconfitta,e
per qualche istante fissò gli occhi dell'amica cercando inutilmente una via di
fuga.
-Si-rispose suo
malgrado.
Ginny
sorrise.
Proprio come aveva
immaginato.
-Allora
riprenditelo-
Come se fosse una cosa
facile!
-E io ti aiuterò...-le disse
Ginny con un tono perfetto da cospiratrice.
Le lanciò uno sguardo
sorpreso:da quando sua cognata aveva quelle doti?
-Come?-le domandò curiosa
Hermione.
Prima che la rossa potesse
dire qualcosa,un forte rumore arrivò a loro dall'esterno facendole sobbalzare e
incuriosire.
Che stava
succedendo?
-ME LO AVEVA
PROMESSO!
ME LO AVEVA
PROMESSO!!-
Era l'unica cosa che
ripeteva,afferrando tutto quello che gli capitava sotto mano e lanciandolo
contro i muri della stanza.
Si era rifugiato nella sua
camera,quella che un tempo aveva condiviso con Fred e per qualche istante si era
lasciato trasportare dai ricordi:tante cose erano successe in quella
stanza.
Aveva guardato sotto il suo
letto,infilando le dita fra la rete ed il materasso ed aveva trovato i
Pentahouse che vi avevano nascosto durante le estati che erano a casa,mentre nel
letto di Fred erano nascoste le sigarette che erano soliti fumare
all'epoca.
Se la madre li avesse
scoperti sarebbero stati morti,ma forse era proprio questo che dava piu' gusto a
quelle poche boccate di fumo divise in due.
Era in quella stanza che lui
e Luna avevano concepito Fred,la notte prima del matrimonio di Percy...un modo
per prendersi gioco del fratello e del suo celibato
forzato.
Sulla mensola,dove ancora
erano sistemati i suoi libri dell'ultimo anno di Hogwarts,c'erano alcune
foto:una era dei suoi ragazzi,tutti insieme che cercavano di avere la meglio
sull'altro per essere meglio ripresi nell'obbiettivo;un'altra raffigurava lui e
Fred,in un Natale di tanti anni prima,con i maglioni che la madre faceva loro
ogni anno ed i cappelli di Babbo Natale sulla testa.
Ed infine una foto in cui
era con Luna,la prima che avessero mai fatto insieme:era stata scattata la prima
volta che erano andati insieme alla Tana.
Ricordava ancora lo stupore
dei suoi genitori e di tutti gli altri quando li avevano visti insieme... Eppure
a loro era sembrato così naturale,così ovvio...
Si era seduto sul letto
e,dopo aver preso il cellulare,aveva composto di nuovo il numero di
casa.
Ancora una volta nessuna
risposta.
Dove diavolo erano finiti
tutti quanti?
Istantaneo un cattivo
presentimento si era impossessato di lui.
Aveva interrotto la
comunicazione e aveva composto il numero del cellulare di Seamus:avrebbe chiesto
all'amico di andare a controllare che tutto fosse sotto
controllo.
Ma non appena l'uomo aveva
alzato la cornetta aveva capito che il suo presagio era
esatto.
Aveva dovuto faticare non
poco per farsi dire cosa era successo:quella mattina,mentre lui e Justin erano
ancora sull'aereo,Seamus Rupert ed Allison erano corsi a casa dopo una chiamata
di Alice.
Rupert aveva visitato Luna e
l'aveva trovata con la febbre alta e il fiato corto,affaticato anche da forti
colpi di tosse.
L'aveva portata in ospedale
e le aveva riscontrato un'inizio di bronchite per cui aveva deciso di
ricoverarla.
-Perchè non mi avete detto
niente?-chiese George.
-Luna ci ha fatto promettere
di non farlo...Non voleva rovinarti il fine settimana.
Ma fossi in te,io prenoterei
il primo aereo-si lasciò scappare Seamus.
Il suo cuore aveva perso per
i battiti,restando muto nel suo petto.
Non poteva fargli
quello...
Gliel'aveva promesso:aveva
GIURATO che sarebbe stata lì al suo ritorno!
Con ancora il cellulare in
un mano e Seamus che lo chiamava dall'altra parte,George afferrò la prima cosa
che gli capitò fra le mani e la tirò contro la porta.
-GEORGE!-si sentiva chiamare
da Seamus.
-ME L'AVEVA PROMESSO!-gridò
incapace di controllarsi.
Con un gesto fece crollare
l'intero porta cd,facendo un baccano incredibile,prendendo poi a calci tutti gli
oggetti caduti.
Non si manca ad una
promessa,non ad una come quella!
Luna doveva
saperlo...
-George!-
Posò entrambe le mani sulla
fila di libri del suo scaffale e li buttò all'aria,facendoli cadere un pò a
terra ed un pò sul letto.
Si sentì chiamare,ma il
suono era lontano,coperto dal suono della sua distruzione e dal suo respiro
affannoso e sconnesso.
Si fermò soltanto quando
sentì una mano posarsi sulla sua spalla destra e voltarlo di
forza.
Justin era davanti a
lui,visibilmente preoccupato.
-Calmati...Ci sono io-gli
disse fissando i suoi occhi.
George sentì il suo petto
alzarsi ed abbassarsi rumorosamente e,nonostante non allontanò lo sguardo dagli
occhi del figlio,sentì la presenza della sua famiglia nella stanza,spaventata e
curiosa allo stesso tempo:non lo avevano mai visto comportarsi in quel
modo.
-Non può succedere
ancora...-mormorò.
Sentì la mano posata sulla
sua spalla stringersi ancora di piu' e lo sguardo di Justin farsi piu'
sicuro.
-Dammi il telefono-gli
disse.
George tese la mano e il
ragazzo prese il cellulare portandolo immediatamente
all'orecchio.
-Pronto?...Rupert sono
Justin-
George lo fissò con occhi
avidi,cercando di cogliere anche la piu' piccola informazione dal suo
volto.
Suo figlio cercò di parlare
il meno possibile per non lasciarsi scappare nessuna informazione, nessuna
parola che potesse essere fraintesa o malcapita dal resto della
famiglia.
Lo vide annuire ed affondare
lo sguardo nel suo.
-Va bene,saremo lì il prima
possibile.
Sì te lo
passo-
Gli porse di nuovo il
cellulare.
-Vuole parlare con te-gli
disse con voce sicura.
George scosse la testa:non
era ancora pronto per sentirlo,per ricevere brutte
notizie.
-Papà prendi il
telefono,vogliono parlare con te!-lo rimproverò il ragazzo con voce
seria.
Neanche si fossero invertiti
i ruoli,George ubbedì,restando in silenzio e in attesa.
-George sono Rupert...Sta
tranquillo,va tutto bene-lo rassicurò immediatamente.
-Non è
vero-
Se Luna fosse stata bene,non
sarebbe stata in un'ospedale.
Con la coda dell'occhio vide
Justin allontanarsi da lui e avvicinarsi al resto della famiglia,bramosa di
notizie,di spiegazioni per capire quello scatto d'ira
inaspettato.
Li vide uscire dalla stanza
e chiudersi la porta alle spalle lasciandolo di nuovo
solo.
-Ascolta...Luna è molto
provata dalla chemio quindi capiterà spesso che succedano cose di questo
tipo,succede a tutti i pazienti.
Però è forte e prende la
cosa con spirito:quando le ho detto che dovevo portarla in ospedale mi ha
chiesto la camera con la vista migliore e un televisore con i canali
satellitari.
"Essere amici del capo
servirà a qualcosa!",mi ha detto-gli raccontò.
George sorrise,la fronte
poggiata conto lo scaffale e gli occhi chiusi cercando di controllare le
emozioni.
-Perchè non mi avete
chiamato subito?-chiese in un soffio.
-E' stata lei a
proibircelo;non voleva che la fatica che aveva fatto per farti partire andasse
sprecata.
Ma i ragazzi hanno bisogno
di te...Sono forti,ma hanno bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi-gli disse
ancora Rupert.
George
annuì.
Aveva fatto quello che Luna
gli aveva chiesto,era partito...Ma ora era venuto il momento di tornare a
casa.
-Sarò lì prima di domani-gli
promise.
Rupert lo salutò e fece per
chiudere la comunicazione,ma George lo richiamò.
-Non farla morire...-gli
chiese cercando di mantenere la voce ferma.
Per qualche istante ci fu
silenzio dall'altra parte.
-Hai la mia parola-gli
promise poi l'uomo.
George chiuse gli occhi e
sospirò.
Lei è tutto quello che
ho...
Salve a
tutti!!!
Piccolo
regalo per il fine settimana...
Dunque:il rapporto fra Ron ed Hermione ad un'occhio inesperto può
sembrare irrecuperabile, almeno a giudicare dalle sensazioni che Hermione prova
al momento,ma tutti sappiamo che hanno avuto una bella bastosta e quindi ci
vorrà un pò per riprendersi...
Per
questo hanno bisogno della "Fata Turchina" Ginny!Ancora nn ho deciso cosa
farà,ma sarà fondamentale per la loro riunione.
Nel
prossimo capitolo,invece,parleremo dei "juniors" e molte cose cominceranno
a capirsi, a diventare chiare.
Sono
contenta che molti di voi siano intrigati dalla coppia Lily/Daniel:all'inizio nn
ero tanto convinta di questa coppia,ma piano piano sta prendendo forma e sta
diventando interessante...
Ringrazio tutti coloro che recensiranno e leggeranno questo capitolo e mi
scuso x eventuali errori di ortografia e di battitura.
Il
titolo e la frase all'inizio del capitolo sono una canzone degli Evanescence.
E
ora i ringraziamenti:Sarina87(Nn credevo di fare una cosa così grave!C'è mancato poco che si
realizzassero le torce ed i forconi...Cmq ora la situazione è rientrata e tt
tornerà alla normalità.Nn credo si tratti di inferiorità:è soltanto convinto che
sia James il piu' bello fra i due gemelli,mentre lui è il piu'
divertente),WingsHP(Credo
tu abbi ragione,ma dovendo recuperare gli anni che erano passati dall'ultimo
capitolo di "Io e te per sempre?",ho pensato di condensare tt la storia in un
capitolo solo,trovando anche che Cassie fosse un personaggio anche interessante
"carino",ma a qnt pare mi sbagliavo...Lily sarà terribile:anche suo padre
dovrà rendersi conto che nn è piu' una bambina),Dado(Prima di tutto:ho saputo che hai
avuto un'incidente:come stai?Ti sei fatta male?Rimettiti presto!!!Poi...Wow
davvero?Anke io adoro Ron e fidati,l'amerai sempre di +...Anche se devo
ammettere che anke la storia fra Rose e Jim sta diventando molto romantica(nella
mia testa)),Elly(Sì,siamo
ancora un'anno indietro;capirai qnd siamo tornati al "presente" xkè riprenderemo
da dove si è interrotto il prologo.L'imbarazzo fra i due è normale,visto il loro
rapporto di cugini:è strano provare qualcosa di diverso per qualcuno che ha
sempre fatto parte della tua vita),Cashi(Magari!!! Però credo che la Row mi chiederebbe i danni se facessi
una cosa del genere!),Tonks17(Già nel prox capitolo succederà qualcosa che anticiperà il loro
rapporto futuro,prima di quella che io chiamo l'esplosione...Tante
domande,alcune troveranno risposte nel prox capitolo sui junior e
altre no.La permanenza di George e Luna a Seattle è ancora lunga,ma questo nn
limita la storia d'amore fra Alice e Luke),JC(Io ti adoro!X 2 motivi:il primo,meno
importante,è ke 6 stato uno dei pochissimi ad appoggiare la nuova coppia
Ron/Cassie,purtroppo morta prematuramente.Il secondo è che ti sei offerto come
volontario al mio posto x tt le lettere minatorie e le bambole
voodoo!),Streghetta'86(Fammi sapere che ne pensi!Se devo essere sincera,e cn te posso
esserlo,ancora devo decidere cosa è successo qlla famosa sera fra Lily e
Daniel:ho un paio di idee e sto cercando la migliore),Lilyluna_4e(Tranquilla,no
problem!).
Ed ora
un piccolo spoiler...
-Sei sempre così
acida?-le chiese sorridendo.
Non si era mai accorta delle
fossette ai lati delle guance che gli venivano ogni volta che
sorrideva.
-Soltanto con te riesco a dare
il meglio di me-
Bene,per
ora è tutto,io vi do appuntamento al prox capitolo...
"Daydream believer"
Baci,Eva
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Capitolo 6 *** Dancing through life ***
Dancing through life
Si erano allenati finchè le dita non
erano diventate insensibili per il freddo,quasi dei pezzi di ghiaccio attorno al
manico di scopa.
Avevano volteggiato,fatto risuonare
l'aria con l'eco delle loro mazze da Quidditch o per le loro esclamazioni
d'esultanza.
Erano in
cinque:James,Stewart,Ethan,lui e Daniel che si era aggiunto al gruppo all'ultimo
minuto,anche lui desideroso di un posto in squadra.
Era stato incredibilmente nervoso
finchè non era salito sul manico di scopa:non riusciva a togliersi dalla testa
le parole di Rebecca e di Rose.
Non era possibile che una ragazza
affascinante e divertente come Rebecca fosse attratta da un tipo come
lui.
Lui era il buffone del
gruppo!
Quello che tutte le ragazze avevano
considerato il gradino necessario per arrivare a James:era suo fratello quello
piu' popolare,quello che riceveva i cioccolatini ogni San
Valentino!
Ed era anche normale che fosse
così...
Jim era il piu' grande fra i
due,anche se di poche ore,aveva gli occhi verdi del padre mentre lui si doveva
accontentare di semplici occhi castani che non facevano colpo su nessuna,e cosa
piu' importante,Jim non aveva il corpo coperto di lentiggini come
lui!
Quale ragazza sarebbe stata
interessata ad un tipo chiazzato in quel modo?
Quando tutti gli altri erano stati
pronti,era salito sulla scopa e aveva iniziato a volare per riscaldarsi ed
evitare uno strappo muscolare.
Come gli succedeva ogni volta si
dimenticò di tutto quello che lo circondava concentrato esclusivamente sulla
partita e sui suoi compagni:tutto il chiasso si stemperò e si dimenticò di avere
un pubblico.
C'era soltanto lui e la
palla.
Soltanto quando tornò a terra la
vide e ricordò l'invito che aveva fatto a Rebecca.
Era lì,accanto a Rose e Lily a
braccetto con sua sorella come se fossero amiche da una vita e Ronald passò in
rassegna tutte le cose piu' terribili o imbarazzanti che avesse fatto nella sua
vita e che sua sorella poteva aver raccontato alla
ragazza.
Se aveva fatto il minimo accenno
alla storia del barattolo di marmellata era morta!
La vide alzarsi dalla
gradinata,salutare sua sorella e Rose e andargli incontro,un leggero sorriso
sulle labbra,le braccia strette attorno alla vita a ripararsi dal freddo vento
che le scompigliava i capelli.
Era vestita troppo leggera per il
vento che aveva preso a soffiare quella sera:un paio di pantaloni di tela
grigia,che mettevano in risalto il fisico slanciato e magro;una maglietta rossa,
coordinata con la sciarpa che aveva al collo e che dava un colore piu' caldo ai
capelli castani della ragazza lasciati liberi sulle
spalle.
Ronnie si fermò a poca distanza da
lei e ricambiò il suo sorriso.
Prima che potesse salutarla,Rebecca
si sporse verso di lui e gli posò un bacio sulla guancia sinistra come aveva
fatto quella mattina.
-Sei stato fantastico!-gli disse poi
con un sorriso.
Immediatamente Ronald sentì le
orecchie bruciare:non era abituato ai complimenti.
Gli unici che glieli facevano erano
i suoi genitori,ma quanto poteva considerli sinceri?
-Grazie...Spero la pensi così anche
James altrimenti è stata tutta fatica sprecata-scherzò accennando un
sorriso.
Rebecca annuì
convinta.
-Sicuramente!Sarai il primo
giocatore ad essere scelto-gli disse continuando a
sorridere.
Ronald abbassò la testa e si passò
una mano fra i capelli,in imbarazzo.
Quando rialzò lo sguardo vide che
lei si strofinava le mani sulle braccia cercando di
riscaldarsi.
-Hai freddo?-le chiese
subito.
Rebecca scosse la
testa.
-Stai tremando...Aspetta!-disse
allontanandosi da lei.
Si avvicinò alle gradinate dove
aveva lasciato le sue cose e le prese una felpa grigia dell'università di
Harvard che gli aveva regalato Seamus lo scorso
natale.
-Ecco metti questa...E' un pò grande
per te,ma in questo caso forse è meglio-le disse porgendole la
felpa.
Rebecca gli sorrise,gli occhi piu'
luminosi tendendo la mano verso l'indumento.
Ronald la guardò infilare la felpa e
pensò che stava benissimo con i suoi vestiti addosso... Magari poteva
regalargliela.
-Vuoi che ti riaccompagni alla
Torre?-le domandò poi quando lei tornò ad incontrare i suoi
occhi.
Per qualche secondo lei restò in
silenzio,poi si ravviò con una mano i capelli e scosse la
testa.
-Che ne diresti se restiamo un'altro
pò qui a parlare?-gli domandò poi rincontrando i suoi
occhi.
Ronald pensò che era un'idea
fantastica,migliore di quanto potesse aspettarsi,ma si limitò a sorridere e ad
avvicinarsi ad una gradinata seguito subito da
Rebecca.
-Ehi
scricciolo!-
Lily tentennò qualche istante prima
di decidere se voltarsi o meno.
C'era una sola persona che la
chiamava così,inoltre aveva riconosciuto la voce e sapeva che non c'era da
fidarsi.
Poteva far finta di non averlo
sentito e continuare dritta verso il ritratto della Signora Grassa,ma si
sarebbero rincontrati comunque in Sala Comune.
Però era una cosa saggia parlare con
lui in quel corridoio vuoto?
Doveva tentare la sorte oppure fare
tesoro dell'esperienza?
Prese un respiro profondo e si
voltò.
Daniel era a pochi passi di distanza
da lei,un sorriso malizioso che gli incurvava l'angolo destro delle
labbra,dandogli un'aria piu' adulta,la scopa poggiata su una spalla e la borsa
con tutto l'occorrente per il Quidditch stretta nella mano
destra.
-Credevo non mi avessi
sentito-
-E' un pò difficile visto che siamo
soltanto noi in tutto il corridoio-gli fece notare
Lily.
Le labbra si tesero un pò di piu'
verso l'alto e mosse un passo in avanti verso di lei.
Era stata una pazzia sperare di non
incontrarlo piu'!
Erano compagni di Casa,viveva nello
stesso dormitorio dei suoi fratelli,come pretendeva di
evitarlo?
Ma avrebbe mentito a sè stessa se
non avesse ammesso di aver sperato tutta l'estate di non incontrarlo
quell'anno:magari un contrattempo,una proposta da una scuola straniera,una borsa
di studio per il Qudditch...Qualsiasi cosa,dannazione!
Invece se lo era trovata davanti
sulla banchina dell'Espresso,che sembrava volerla scrutare dentro con quel suo
sguardo attento e indagatore.
Vederlo al campo quella sera,poi,era
stato un colpo al cuore!
-Che ci fa Thomas qui?-aveva chiesto
a James cercando di non farsi sentire da lui.
Suo fratello l'aveva guardata
leggermente sorpreso per quella domanda,poi aveva sorriso,quel genere di sorriso
che usava quando voleva lasciar cadere i discorsi.
-Credevo fosse una partita fra
amici-aveva insistito Lily.
-Infatti!Daniel è nostro amico
Lily-le aveva finalmente risposto Jim.
Poi si era allontanato,la scopa in
mano che lei avrebbe volentieri rotto sulla sua testa,lasciandola con la testa
piena di confusione.
Aveva alzato lo sguardo verso il
campo,e aveva incontrato quello di Daniel:aveva seguito tutto lo scambio di
battute e ora la fissava con uno sguardo leggermente divertito sulle
labbra.
Si erano fissati per pochi
secondi,poi qualcuno lo aveva chiamato e Daniel era corso via verso il
gruppo.
Aveva paura di
lui?
No.
Aveva paura di sè stessa?Delle sue
reazioni in sua compagnia?
Assolutamente.
Lo vide fare un'altro passo verso di
lei e istintivamente fece un passo indietro.
Daniel si bloccò,sorpreso dalla sua
mossa,per poi tornare a sorridere.
-Hai paura di me?-le chiese con voce
calma.
-No-disse
sincera.
-Allora perchè scappi?-domandò
ancora il ragazzo.
-Non sto
scappando.
Voglio solo tornare alla Torre prima
di Jim e Ronald...-
-Ti sono mancato quest'estate?-le
chiese inaspettatamente Daniel,senza ascoltare quelle che a suo parere erano
solo scuse.
Lily lo fissò qualche
istante,combattendo contro sè stessa per evitare che la verità le uscisse dalle
labbra fregandola completamente.
-Come si sente la mancanza di una
malattia-disse poi.
Ecco lì.
Il sorriso che ricordava,di
quell'ultima sera...
-Bugiarda-le disse con voce
sicura.
Anche Lily abbozzò un
sorriso,cercando di mostrarsi piu' sicura di quanto si sentisse in
realtà.
-Dammi un motivo per cui avrei
dovuto pensare a te-gli disse fissandolo.
Ancora un altro
sorriso.
Perchè non la lasciava semplicemente
andar via?
Che altro voleva da lei?Ormai era
evidente che aveva pensato a lui e a quello che era successo quella
sera!
D'altronde come avrebbe potuto non
pensarci?
Improvvisamente lui era a pochi
metri di distanza da lei,poteva toccarla se allungava un braccio...Quando si era
avvicinato così tanto?
-Ti conosco Lily...meglio di quanto
credi-le disse lui misterioso.
Lily corrugò leggermente le
sopracciglia,sorpresa da quelle parole.
Scosse la testa,facendo muovere i
capelli ai lati del viso,riuscendo anche a sorridere
beffarda.
-Non credo...Tu sei l'ultima persona
che può dire di conoscermi-gli disse.
Poi si voltò e si avviò a passo
spedito verso il ritratto della Signora Grassa.
Se aveva deciso di metterla in
difficoltà con quegli stupidi giochetti aveva proprio sbagliato
persona!
Lei era una Potter e non si faceva
mettere i piedi in testa tanto facilmente.
-Cosa ne
pensi?-
James si tolse la maglia
sporca,restando a torso nudo,e la gettò nella borsa di
Quidditch.
Rose,seduta a poca distanza da
lui,alzò le spalle.
-Ho mai sbagliato una volta?-gli
chiese semplicemente.
Il ragazzo sorrise e le gettò adosso
i pantaloni dell'uniforme,scoppiando a ridere alla reazione schifata della
cugina.
Erano cresciuti insieme,fin da
quando erano nella culla:al matrimonio dei suoi genitori avevano anche diviso il
passeggino con Ronald durante la cerimonia cullati dolcemente da nonna
Weasley.
Avevano fatto il bagno nudi nella
stessa vasca fino a cinque anni le volte che dormivano insieme e anche adesso
James non aveva il minimo imbarazzo a cambiarsi davanti a
lei.
Ovviamente restando in
boxer.
C'erano certi limiti che anche lui
sapeva di non dover superare.
Qualche volta era stato nella stanza
di Rose mentre lei si cambiava,ma mai mentre lei era completamente nuda:sarebbe
stato veramente troppo imbarazzante,specialmente per
lei.
Il massimo che poteva sopportare era
di vederla in reggiseno e slip,così come per lei era "normale" vederlo in boxer
e a torso nudo.
-Ti odio quando fai queste cose!-gli
disse gettandogli indietro i pantaloni con due dita.
James rise,infilando i pantaloni
nella borsa insieme alla maglietta e prendendone una pulita dalla panchina su
cui aveva posato gli indumenti puliti.
-Cosa ti ha detto?-le chiese
curioso.
Anche se era concentrato sul gioco e
sull'esame dei suoi amici,aveva gettato qualche occhiata sulle gradinate e aveva
visto che Rose e Lily avevano coinvolto Rebecca in una amichevole
discussione,giusto quello che serviva loro per capire i sentimenti della ragazza
per Ronald.
James era convinto che Rebecca fosse
pazza del fratello,nonostante le parole di Ronald,e aveva solo bisogno di una
piccola conferma per mettersi in moto.
-Le ho chiesto com'è la vita ad
Hogwarts quando tutti ce ne andiamo...-cominciò Rose.
-Ti interessa veramente?-domandò
James dai meandri della maglietta.
-Lo sai che è così-fece
lei.
Il ragazzo fece un sospiro,tirando
fuori la testa ed infilando le maniche.
-Però mi ha detto che lei e la
sorella passano l'estate dalla madre nel Sussex e quindi non mi è stata molto
utile...-riprese la ragazza.
-Rose!-la interruppe
James.
La cugina lo guardò,leggermente
sorpresa di quell'interruzione.
-Che ti ha detto di Ronnie?-le
chiese impaziente.
La ragazza si lasciò andare ad un
piccolo sorriso e si ravviò un ricciolo dietro l'orecchio
sinistro.
-Ha detto che è un ragazzo molto
dolce e che sono amici da sempre...Lo ha chiamato il suo angelo custode-disse
poi.
James fece una
smorfia.
-Questo non è di nessun
aiuto-commentò il ragazzo infilandosi i pantaloni.
Rose sorrise
ancora.
-Però Lily,da vera impicciona Potter
qual'è,ha saputo strapparle un'informazione molto preziosa...-gli
disse.
James la guardò in attesa,i
pantaloni ancora sbottonati,la fronte corrucciata:possibile che una volta tanto
sua sorella fosse stata utile per qualcosa?
-Ha parlato di una "gara" che hanno
indetto le ragazze del Quarto anno...-
-Una gara?-chiese lui
sorpreso.
Rose
annuì.
-Il ragazzo piu' carino di
Hogwarts-gli spiegò.
-Ecco perchè non ne avevo sentito
parlare-commentò James finendo di vestirsi e sedendosi poi su una panca per
infilarsi le scarpe.
-Ci sono vari candidati,di tutte le
Case e di tutte le età,e ci siete anche tu,Al,Hugo e Ronald-gli
raccontò.
Jim
sorrise.
-Però,andiamo
forte...-scherzò,sentendosi però compiaciuto.
Rose sorrise un'istante con lui,poi
tornò seria.
-Comunque ha tirato in ballo me e
Rebecca e ci ha chiesto per chi avremmo votato e Rebecca ha subito detto
Ronald,senza pensarci neanche un'istante-concluse con un sorriso
soddisfatto.
James si unì a quel sorriso:quello
sì che era un punto d'inizio.
-Inoltre per tutto il tempo in cui
siete stati in aria,non riusciva a togliere gli occhi di dosso a Ronnie per più
di due minuti-si ricordò la ragazza.
Di bene in
meglio!
-Perfetto...Tu per chi avresti
votato?-le domandò poi,guardandola curioso.
Rose lo fissò qualche secondo,poi
non potè evitare un sorriso imbarazzato.
-Beh...io ho detto te...Siamo
parenti e se avessi detto un'altro nome avrebbero pensato che mi interessava-gli
spiegò subito dopo.
James la guardò e vedendo le guance
rosse di imbarazzo,decise di prenderla un pò in giro.
-Quindi non è vero che mi trovi un
bel ragazzo...Beh grazie,tu si che sai come smontare un ragazzo-le disse
fingendosi offeso.
Rose si alzò in piedi e gli si
avvicinò velocemente,e dal suo sguardo James capì che stava cercando i modi
possibili per riparare alle parole che aveva detto.
Era davvero difficile non scoppiarle
a ridere in faccia.
-No,non volevo dire
questo...
Jim sei uno dei ragazzi piu' belli e
desiderati della scuola,hai idea di quante vogliono essere la tua fidanzata?-gli
domandò Rose mettendogli una mano sul braccio,e fissando i suoi occhi
verdi.
Lui premette le labbra una
sull'altra per evitare che si aprissero in un sorriso e fece per
allontanarsi.
-Aspetta,vieni qui...Accidenti che
guaio!
Io l'ho detto per quel motivo,ma
anche perchè in parte è vero-gli disse seria la
cugina.
Lo sguardo di James si fece subito
attento,la voglia di ridere era sparita e gli occhi si fissarono in quelli della
ragazza.
-Che vuoi dire?-le chiese
cauto.
La mano sempre sul braccio
sinistro,Rose arrossì ancora di piu'.
-Ecco...Se mi avessero chiesto di
dire chi era il ragazzo piu' carino di Hogwarts avrei comunque detto il tuo
nome-gli disse.
James la fissò per qualche secondo e
fece per parlare quando qualcun'altro lo fece al posto
suo.
-E non saresti la
sola-
In sincrono,James e Rose si
voltarono verso l'entrata dello spogliatoio maschile imbarazzati per essere
stati sorpresi in quello strano discorso,e videro uno sconfortato e deluso
Ronald entrare trascinandosi dietro la sua scopa e la borsa da
Quidditch.
-Che ci fai qui?Non dovevi
riaccompagnare Rebecca alla Torre?-gli domandò James seguendolo con lo
sguardo.
Ronald sbuffò
scoraggiato.
Rose e James si fissarono e poi
tornarono a guardare Ronald che aveva aperto la sacca e stava posando i vestiti
puliti sulla panchina,come prima aveva fatto il
fratello.
Poi Rose,staccandosi dal ragazzo si
avvicinò al cugino che ostinatamente continuava a restare in silenzio e a voltar
loro le spalle.
-Ronnie,che è successo?-gli domandò
con cautela e dolcezza.
Lui scosse la testa:non era
importante.
-Ronald!-lo chiamò ancora
Rose.
-Non è successo niente,va
bene?Niente che non sapessi già-disse finalmente il rosso,togliendosi la
maglietta e gettandola a terra.
James incurvò le sopracciglia,lo
sguardo fisso sulle spalle del fratello e gli si avvicinò fermandosi sul lato
lasciato libero da Rose.
Vedendosi accerchiato Ronald non
potè fare altro che parlare.
-Io lo sapevo che non dovevo
lasciarmi convincere dai vostri discorsi...
Sapevo che non dovevo
illudermi,invece no!
Voi mi avete riempito la testa con
le vostre chiacchiere e io ci ho creduto...Che cretino-aggiunse
amareggiato.
Rose gli posò una mano sulla spalla
destra,senza capire.
-Ronnie che è successo?Che vi siete
detti con Rebecca?-gli domandò ancora.
Il ragazzo sospirò e abbassò per
qualche istante lo sguardo,poi fissò il fratello,che restituì lo sguardo
inconsapevole.
-E' interessata a te-confessò infine
guardando James negli occhi.
-Allora come è
andata?-
-E' stato fantastico!!Il migliore di
tutto il gruppo...E' nato per fare il giocatore di Quidditch- esclamò Rebecca
gettandosi sul letto della sorella quasi a peso morto.
Era corsa nel dormitorio di Rachel
appena aveva lasciato Ronald,correndo per i corridoi semivuoti e silenziosi per
arrivare prima che la sorella si addormentasse.
Fortunatamente la sorella la stava
aspettando sveglia,forse curiosa per quello che aveva da
raccontarle.
Rebecca e Rachel Paciock non avevano
neanche due anni di differenza,avevano vissuto quasi in simbiosi per gran parte
della loro vita,erano unite come mai due sorelle erano state e non c'era segreto
dell'una che non conoscesse anche l'altra.
Eppure erano così diverse l'una
dall'altra...
Rebecca,sedici anni,era la
maggiore:suo padre diceva sempre che era un raggio di sole,quella che portava
l'allegria in una stanza con la sua sola presenza.
Capelli lisci castani che le
arrivavano fino alla metà schiena,due occhi grigi che cambiavano colore a
seconda del tempo,un fisico slanciato ed atletico.
Da sua madre aveva ereditato il buon
umore e la capacità di non prendersi troppo sul serio, nonostante la sua
bellezza evidente;da suo padre,invece,aveva ricevuto la passione per le piante e
per il silenzio:tutto quello che era caotico e rumoroso le dava fastidio il piu'
delle volte.
La cosa che preferiva piu' di tutte
era restare ore seduta sul divano della Sala Comune con un libro sulle
ginocchia,il caminetto acceso a poca distanza,incurante di quello che le
succedeva attorno.
Rachel,al contrario,amava le
feste.
Amava essere circondata dalle
persone,amiche o sconosciute non importava,e veniva presa da attacchi di
malinconia quando si trovava sola.
Quattordici anni,capelli neri che
scalati arrivavano fino al collo,occhi neri come quelli di suo padre,profondi e
curiosi,una passione inaspettata per il Quidditch ed il volo che sicuramente non
aveva ripreso dai suoi genitori,ma piu' probabilmente dallo zio Draco che da
bambina la portava a volare insieme a Scorpius e
Rebecca.
Era stato lui a regalarle la prima
scopa e a spingerla a fare le selezioni per la squadra dei Grifondoro,ma non era
riuscito a farle vincere la paura di sentirsi
inadeguata.
Era brava,ma sarebbe stata
abbastanza brava per la squadra?
-Allora vuoi raccontarmi che cosa è
successo?-chiese a Rebecca,uscendo dalle coperte e piegando le gambe sotto il
sedere per essere piu' comoda.
La sorella sorrise e puntò i due
pollici verso la felpa che indossava:era nuova,non gliel'aveva mai
vista...
-Che cos'è?-le domandò
ancora.
-E' sua!Me l'ha data perchè non
avessi freddo-le disse con un sorriso a trentadue
denti.
Rachel scosse la testa
sconsolata:cosa ci trovava in quel ragazzo era veramente un
mistero.
-Non ti capirò mai-le disse
infatti.
Rebecca scosse a sua volta la testa
e si sdraiò sul letto della sorella,fissando per qualche istante il
soffitto,ripensando a quello che si erano detti poco
prima.
-Perchè lui e non suo
fratello?Capirei se ti fossi innamorata di James Potter,lui sì che è carino...Ma
Ronald è un tipo così ordinario!-commentò guardando la
sorella.
Non era la prima volta che le diceva
quello che pensava su Ronald:fin da quando Rebecca le aveva raccontato del suo
interesse per il gemello Potter,aveva sempre trovato qualcosa che lo facesse
sembrare inferiore a James.
Ma lo era
veramente?
-E' stato così tenero quando mi ha
dato questa felpa...Si sente ancora il suo odore-disse la ragazza infilando il
naso nella felpa e annusando l'odore per l'ennesima
volta.
-Si può sapere cosa vi siete detti
oppure è un segreto di Stato?-le domandò ancora la sorella, leggermente
esasperata da quel comportamento infantile.
Quando toccavano quell'argomento
sembrava che i ruoli si capovolgessero:improvvisamente lei era l'adulta e
Rebecca era quella che aveva bisogno di consigli e di una
guida.
-Abbiamo parlato di tante cose:di
quello che abbiamo fatto durante l'estate,di te,di suo fratello, delle varie
lezioni che seguiamo insieme...-le disse senza scendere nei
particolari.
-Ti ha riaccompagnato alla Torre?-le
chiese Rachel guardando sua sorella che aveva ripreso a fissare il
soffitto.
Rebecca scosse la testa e si voltò
verso di lei,incontrando il suo sguardo.
-Abbiamo parlato un pò e poi ci
siamo separati...Lui doveva ancora cambiarsi...-
Il viso della ragazza si corrugò
leggermente,persa dietro qualche pensiero passeggero.
-Che ti prende?-le domandò
Rachel.
L'altra si puntellò su un gomito e
si alzò su un fianco restando ancora qualche istante in
silenzio,riflettendo,prima di guardare di nuvo la
sorella.
-Quando ci siamo salutati c'era
qualcosa che non andava...-disse.
-Mancavano i violini e le rose che
cadevano dal cielo?-la prese in giro Rachel.
Rebecca scosse la testa
velocemente.
-No...Quando ci siamo seduti sulla
gradinata per parlare,era contento di essere lì,lo
vedevo.
Però poi,piu' stavamo lì,piu' era
teso,agitato...Sembrava voler scappare da un momento all'altro- cercò di
spiegarle.
-Hai detto qualcosa che non
dovevi?-le chiese la sorella.
Rebecca alzò le spalle,sinceramente
confusa.
-Non credo...Siamo stati così poco
tempo insieme che mi chiedo cosa potrei aver detto di così
terribile-
Rachel la fissò qualche
istante,riflettendo sulle sue parole,poi alzò le
spalle.
-Aspetta.
Vedi come si comporta con te e poi
cerca di parlargli di nuovo;se hai fatto qualcosa di sbagliato sicuramente lo
capirai dal suo comportamento e così potrai chiarire le cose-le spiegò
pratica.
Rebecca la guardò in silenzio poi
annuì.
In fondo non era un'idea così
malvagia...
-Un'altra
volta?
Non sei ancora stufa di vedere
questo film?-
Sua madre sorrise e scosse la testa
lentamente.
Era tornata a
casa.
Le avevano fatto una festa con tanto
di palloncini e uno striscione di "Bentornata a casa"... Era riuscita talmente
bene da commuoverla.
Da piu' di una settimana era stata
dimessa dall'ospedale dopo aver terminato il ciclo di chemioterapia e ora
potevano solo aspettare.
Aspettare di sapere come il corpo
aveva reagito alla cura.
Aspettare per i
risultati.
Aspettare per una
speranza...
Alcuni effetti della chemioterapia
si erano presentati subito,purtroppo:a causa della cura, sua madre aveva perso
molto peso e i vestiti che fino ad un paio di mesi prima le stavano
perfettamente,ora le cadevano addosso,neanche fossero indossati da una bambola
di stracci.
I bellissimi capelli biondi che
Alice amava pettinare quando era bambina avevano iniziato a cadere fin dalla
prima seduta e per evitare di ritrovarsi completamente calva,sua madre aveva
deciso di raderli.
-Fa ancora caldo qui a
Seattle...Tutti quei capelli davano solo fastidio-aveva detto a lei e a Edward
quando aveva visto le loro facce sconvolte.
Loro ovviamente erano stati
d'accordo con lei...Tutto pur di farla felice.
Anche suo padre sembrava dello
stesso parere.
Se prima aveva avuto qualche
dubbio,ora sapeva che il vero amore esisteva,ed era quello dei suoi
genitori.
Come poteva dubitarne dopo tutto
quello che suo padre aveva fatto per la madre?
Le era stato vicino notte e
giorno,arrivando a dormire su una scomodissima poltrona letto accanto a
lei,aprendo gli occhi ogni ora per controllare che lei stesse bene e non avesse
bisogno di niente.
Era lui che la convinceva a
mangiare,anche quando i figli avevano gettato la spugna,il piu' delle volte
mettendosi semplicemente seduto davanti a lei con il suo pranzo riempiendola di
chiacchiere e contemporaneamente imboccandola neanche fosse una
bambina.
Quando aveva iniziato a perdere i
capelli,aveva rispettato la sua promessa e si era rasato a sua volta, incurante
della memomazione e gli sguardi che da allora lo
accompagnavano.
Sua madre,quando lo aveva visto per
la prima volta senza capelli,aveva sorriso leggermente, per poi arricciare il
naso e scuotere la testa lentamente.
-Non mi piaci...Credo che chiederò
il divorzio-gli aveva detto poi.
Quella era la forza della
madre,Alice ne era sicura.
Riuscire a sdrammatizzare anche nei
momenti piu' drammatici o impensabili,quando era richiesta la massima
serietà.
-Dammi retta,non si stancherà mai di
quel film-rispose per lei suo padre.
Alice guardò prima sua madre poi suo
padre,vide lo sguardo che si lanciarono ed il piccolo sorriso che naque sulle
labbra di entrambi.
Un'altro
segreto...
Sarebbe mai riuscita a sapere tutta
la storia del loro amore?
-Resti con noi?-gli domandò
lei,ancora sorridendogli.
Suo padre sospirò,come faceva sempre
quando era messo alle strette,e annuì.
-Perfetto allora porta il pop
corn-gli disse ancora sua madre,tornando poi a voltarsi verso di
lei.
Alice si voltò verso il lettore dvd
e infilò il disco,poi con il telecomando in mano tornò verso la sua poltrona e
si sedette.
-Che
combinate?-
Si voltò verso la porta,dove era
apparso Justin che alternava lo sguardo da lei a sua
madre.
-Stiamo per vedere "Dirty
Dancing",l'hai mai visto?-gli domandò sua madre.
Il ragazzo scosse la
testa.
-Non ti sei perso niente
figliolo,dammi retta-replicò suo padre rientrando nel salotto con una scodella
enorme di pop-corn.
-Ormai non ci credo piu' a questo
tuo odio...E' solo una finta!-ribattè la madre,seguendo l'uomo con lo
sguardo.
-Amore sono vent'anni che mi
tormenti con questo film...Credi veramente che non ho finito per odiarlo?-le
domandò andando verso il divano per sistemarsi accanto a
lei.
Sua madre lo fissò qualche
istante,poi sorrise e scosse la testa.
-No...Non potresti mai odiarlo-gli
disse misteriosa.
Stanca di tutti quei sottintesi e di
quei misteri,Alice si voltò verso la porta,dove anche Justin aveva seguito tutta
la scena e gli sorrise.
-Che ne dici di restare?-gli
domandò.
-Non sembra l'idea piu' furba del
mondo a sentire papà-le rispose lui.
-Quando mai ha avuto
ragione?-scherzò Alice.
-Ehi!-la rimproverò subito suo
padre.
Alice non gli diede retta e fissò lo
sguardo sul fratello.
-Abbiamo il pop corn...-lo tentò
sapendo quanto ne fosse ghiotto.
Justin rise e poi fissò il suo
sguardo per qualche istante prima di annuire.
-Va bene mi hai convinto
piccolina...Fammi posto-le disse entrando nel salotto e dirigendosi verso la sua
poltrona.
Alice si alzò e lo fece sedere al
suo posto,sedendosi per terra davanti a lui,la schiena poggiata contro le sue
gambe.
La distanza rafforza i
rapporti.
Così aveva sentito dire e,per quanto
riguardava il loro rapporto con Justin,era vero.
Non avevano molte possibilità di
vedersi,fra la scuola ed il corso preparatorio alla scuola di archittettura che
Justin aveva intrapreso quel settembre,quindi cercavano sempre di avere il
meglio da ogni momento passato insieme.
Quando Justin era a Londra,fra lei
Edward e Fred era una lotta per trascorrere piu' tempo con il ragazzo,e lui
cercava sempre di avere le stesse attenzioni per
tutti.
Fra lei e Justin c'erano cinque anni
di differenza.
Cinque anni che permettevano a
Justin di comportarsi come un fratello maggiore,ma allo stesso tempo,da
amico:perchè rovinare il poco tempo trascorso insieme con litigi e
incomprensioni?
Alice accettava il fatto che lui la
trattasse con dolcezza neanche avesse ancora otto anni e sapeva che a Justin
facevano piacere quelle piccole attenzioni che la sorella aveva solo per
lui:
avevano gli stessi gusti in fatto di
musica e molte volte quando scopriva un disco o un gruppo interessante,Alice lo
spediva subito a Justin per sapere il suo parere o per farglielo ascoltare; la
prima volta che era andata a Mielandia aveva comprato qualche mela candita in
piu' perchè sapeva che a lui piacevano e gliele aveva spedite con un
gufo.
Per tutta la durata del film
restarono nella stessa posizione,lanciandosi ogni tanto qualche pop-corn che
inevitabilmente finiva nei vestiti e procurandosi i rimproveri dei suoi
genitori.
-Allora che te ne è
sembrato?-domandò lei salendo al piano di sopra e dirigendosi verso la sua
camera.
Justin alzò le
spalle.
-Un modo come un'altro per passare
un paio d'ore.Come mai a tua madre piace tanto?-le chiese poggiandosi alla
balaustra con entrambe le mani.
Alice alzò le
spalle.
-E' un'altro dei loro
misteri...-commentò.
Lui
sorrise.
-Sai che fine hanno fatto Fred e
Edward?-gli domandò.
Non li vedeva da quando era iniziato
il film:dove si erano dileguati?
-Sono usciti a fare un giro...Avevo
intenzione di raggiungerli,ma poi mi hai costretto a restare-la prese in giro
lui.
Alice fece per ribattere,quando
sentì sua madre che la chiamava dal piano inferiore.
-Scendo
subito!-
Si voltò a guardare Justin e lui le
fece un cenno con il capo.
-Va pure,resto io a controllare la
situazione qui-disse con un tono serio che la fece
sorridere.
Ancora una volta il suo sguardo si
perse,distratto dietro quella figura piccola e
indistinta.
Erano stati seduti uno di fronte
all'altro per tutto il pomeriggio nella biblioteca,i piedi che quasi si
toccavano se si rilassavano un pò di piu' sotto il tavolo,lo sguardo incollato
sui libri davanti a loro,incuranti di quello che li circondava ma consci della
presenza dell'altro.
Quando era cominciata quella
pazzia?
Erano settimane che si ripeteva la
stessa scena:lui entrava,si sedeva al solito tavolo,disponeva i libri sul piano
di lavoro nell'ordine di importanza delle materie e iniziava a scorrere con lo
sguardo le pagine del primo libro.
Lo sentiva arrivare,i passi
risuonavano chiari per tutta la biblioteca silenziosa,finchè alzando leggermente
lo sguardo non lo trovava seduto di fronte a sè.
Quanto ancora avrebbero continuato
così?
E perchè continuava a pensare che
quello fosse solo un modo per attirare la sua
attenzione?
-Pronto?-
Di chi era quella
voce?
-Pronto chi parla?-sentì chiedere
ancora.
Doveva attaccare oppure doveva
parlare?
Perchè rispondeva al cellulare di
Alice?
Ad un cellulare come quello,che
doveva essere privato,sconosciuto a tutti...
-Sto cercando Alice-riuscì a
dire.
Dov'era
lei?
Perchè aveva lasciato il telefono ad
un'altro?
-Ah,certo...Un'istante solo che la
chiamo-rispose la voce.
Era una sua impressione oppure
quella voce l'aveva già sentita?
Sentì dei graffi e dei rumori,poi la
voce chiamò il nome di Alice a voce alta.
Per qualche istante ci fu il
silenzio.
-Hai chiamato?-disse la voce di
Alice.
La voce della ragazza era
tranquilla,quindi non era successo niente di
preoccupante...
Ma allora perchè non aveva con sè il
cellulare?
-Potresti salire un'attimo?Ho
dimenticato di dirti una cosa...-lo sentì dire.
Sentì i passi avvicinarsi sempre di
piu' e di nuovo la voce di Alice,questa volta piu'
vicina.
-Mi hanno appena fatto una ramanzina
per tutti i pop corn che abbiamo lanciato in giro per la stanza!Preparati perchè
toccherà anche a te-la sentì.
Una battaglia di pop
corn?
-Sei stata tu a cominciare!Sai
quanti ne escono se mi tolgo la felpa?-rispose
l'altro.
Luke sentì il sangue ribollirgli
nelle vene a quelle parole:quel tizio doveva solo provarci! L'avrebbe ucciso
direttamente dalla cornetta.
Ma quell'idiota si era dimenticato
che era dall'altra parte del telefono?
-Bugiardo!Ti ho visto mentre li
ripescavi e li mangiavi...Ma perchè mi hai chiamato?-domandò finalmente
Alice.
Alluluia!Qualcuno si era ricordato
di lui!
-Il tuo cellulare stava
squillando...-sentì dire alla voce maschile.
Ci fu qualche istante di silenzio
dopo quella frase,tanto da fargli credere che fosse caduta la
linea.
-Ah...e tu cosa hai fatto?-le sentì
finalmente dire con voce tentennante.
-Ho risposto è
ovvio...-
Luke immaginò la voce senza volto
mentre tendeva il cellulare verso Alice e lo sguardo della ragazza
all'apparecchio.
-Grazie Jus...-le sentì dire
poi.
Jus?Era forse...No impossibile che
dopo tutte quelle settimane fosse ancora da loro.
Eppure la voce era
identica.
-Figurati piccolina...Ci vediamo
piu' tardi-
PICCOLINA?Come si permetteva tutta
quella confidenza?
Quel tizio voleva veramente morire
allora!
Sentì dei passi allontanarsi e poi
tornò il silenzio,smorzato da fruscii e graffi,poi in lontananza sentì una porta
chiudersi:doveva essere entrata in camera sua.
Poi finalmente sentì la sua
voce.
-Luke?Ci
sei?-
Era timorosa,come spaventata da
quello che avrebbe potuto dirle.
Faceva bene ad essere
spaventata:questa volta voleva una risposta.
-Sono qui-le disse con voce
seria.
-Scusami,ma ho avuto un problema con
mia madre e non...-disse subito lei.
-Si ho sentito del problema-la
interruppe subito.
Ci fu di nuovo silenzio dall'altra
parte della cornetta;forse il suo tono brusco l'aveva
intimorita.
Restarono in silenzio qualche
istante,poi proprio quando stava per iniziare con le sue domande, Alice
parlò.
-Tu mi ami
Luke?-
Non si era aspettato quella
domanda.
E neanche il tono di voce,così
timido,titubante,come se avesse paura anche di
parlargli.
-Lo sai che è così-le rispose
strofinandosi la fronte con una mano.
Per fortuna era da solo nella Sala
Comune altrimenti i suoi compagni l'avrebbero preso in giro a
vita.
-Allora fidati di me...Lo so cosa
stai pensando adesso...-
-Davvero?-la interruppe lui
rialzando gli occhi sul divano come sperando di incontrare i suoi
occhi.
-Sì,certo che lo so...Ti stai
chiedendo chi è che ti ha risposto al telefono,perchè non lo avevo addosso
quando sapevo che avresti chiamato,perchè...-elencò
lei.
-Perchè eri così intima con l'amico
di tuo fratello,perchè è lui che mi ha risposto,vero?
Quel tizio che siete andati a
prendere all'aereoporto!-chiese cercando di controllare la
voce.
Doveva sapere,aveva bisogno di
certezze:Alice voleva che si fidasse di lei,ma non poteva fidarsi così a scatola
chiusa.
-Sì è lui.
Ci conosciamo da sempre,è amico di
mio fratello da prima che nascessi è normale che si sia stabilita una certa
intimità...Ma non potrà mai succedere quello che pensi tu-lo rassicurò con voce
decisa.
-Come fai a esserne così
sicura?Siamo in due continenti diversi,non ci vediamo da un mese,riusciamo a
parlarci soltanto al telefono.
Lui,invece,è lì vive con te e siete
insieme tutti i giorni;magari un giorno esce con tuo fratello e ti chiede di
unirti a loro,andate d'accordo e ti chiederà di uscire di nuovo da
soli...
E finirà che mi mollerai per
metterti con lui-concluse.
Stranamente la sentì ridere
dall'altra parte della cornetta.
-Che ci trovi di tanto
divertente?-le domandò.
-Mi fa ridere quello che hai
detto,perchè sono le stesse cose che provo io nei tuoi
confronti.
Credi che io non sia gelosa?Che sia
tranquilla sapendoti ventiquattr'ore al giorno con Scorpius che cerca in tutti i
modi a convincerti a tradirmi?A concederti qualche scappatella tanto io non lo
saprei mai?-gli chiese piu' tranquilla.
Luke restò in silenzio:ogni parola
che lei aveva detto era vera.
Praticamente ogni giorno,il suo
migliore amico cercava di fargli cambiare idea e a farlo "rinsavire",come diceva
lui,cercando di farlo uscire con alcune ragazze della loro
Casa.
-Non potrebbe mai succedere-le disse
Luke con voce sicura.
Cosa stava provando Alice in quel
momento?Per lui era così facile leggerle dentro,capire le sue emozioni soltanto
guardandola in viso,e ora si sentiva come sperduto in mezzo alla
nebbia.
-Anche per me è lo stesso-gli
rispose Alice sincera.
-Mhh...-mormorò
lui.
-Non potrei mai tradirti con
nessuno...Sai perchè?-la sentì chiedere.
-Perchè è orribilmente brutto e ha
l'alito che puzza?-le domandò con un'accenno di speranza nella
voce.
Alice si lasciò andare ad una risata
allegra che lo rallegrò e lo indispettì allo stesso tempo:si stava prendendo
gioco di lui,per caso?
-No,non è per
quello...
Semplicemente perchè lui non è
te-
Luke sorrise,e chiuse gli
occhi,immaginando per qualche istante di averla fra le braccia,di stringerla
forte e di affondare il viso fra i suoi capelli.
-Sei davvero una piccola strega
malefica-le disse con voce dolce.
-Lo so...E' per questo che mi
ami-scherzò lei.
Già,era per quello...e per mille
altri motivi.
-Adesso sarà meglio che vada a
letto...Sono veramente a pezzi-le
disse restando con gli occhi chiusi.
-Prima che tu vada,volevo
sapere...tu riesci ad imperturbare il tuo letto?-gli domandò
curiosa.
Luke riaprì gli occhi,sopreso da
quella domanda:era uno dei primi incantesimi che i Serpeverde imparavano per
proteggere la loro privacy dai compagni di dormitorio.
Che domanda
assurda!
-Certo che sì-si limitò a
rispondere.
-Come pensavo...Allora domani,quando
mi chiami potresti farlo dal tuo dormitorio?-gli chiese ancora
Alice.
Dove voleva
arrivare?
-Cos'hai in mente?-le domandò
improvvisamente curioso.
La sentì ridere e divenne ancora
piu' curioso.
-E' una sorpresa...Magari se ci
pensi,qualche idea viene anche a te....-gli disse
misteriosa.
-Alice cosa..-tentò ancora
Luke.
-Ci sentiamo domani...Ti
amo!-
E prima ancora che avesse il tempo
di ribattere qualsiasi cosa,aveva riattaccato,lasciandolo a fissare una cornetta
muta,preda della curiosità.
Salve a
tutti!!!
So che
dobbiamo ricucire molti strappi,quindi è meglio cominciare subito:spero di aver
lennito un pò le ferite con questo capitolo sui "juniors",ma saprò farmi
perdonare anche in seguito.
Vi
confesso che la mia idea era di lasciare le cose come stavano:rompere il
matrimonio di Ron ed Hermione e fare in modo che i due vivessero una vita felice
con qualcun'altro...ma ho dovuto cambiare idea dopo aver letto le vostre
recensioni.
Perciò
se qualcuno di voi aveva pensato di abbandonare la fiction dopo quel
capitolo,spero cambi idea,perchè ho già un paio di idee che movimenteranno la
situazione fra Ron ed Hermione...e ricuciranno gli strappi fra autore e
lettori.
Nel
frattempo vi comunico che il prossimo capitolo è dedicato ai "senior",con un
piccolo accenno a quello di cui vi ho parlato prima.
Ringrazio tutti quelli che leggeranno e recensiranno questo capitolo e
chiedo scusa x eventuali errori di ortografia o battitura.
E ora i
ringraziamenti:Streghetta'86(A
difesa di Ron,posso dire che il bambino nn era previsto,è stata una sorpresa
anche per lui...Dunque l'imprinting è come l'amore a prima vista,ma + forte:è
come se nn fossi + comandato dalle leggi di gravità,ma il tuo mondo e tu
ruotaste intorno alla tua anima gemella.Non puoi star lontano da lei/lui e nn
permetti a nessuno di farle/gli del male..Spero di esserti stata utile,cmq ti
consiglio Twilight e la saga xkè è veramente fantastica!),Tonks17(Grazie x i complimenti x "Io e
te x sempre?"...Nn preoccuparti aggiusterò tutto!),Isina4everyoung(Ben arrivata!In fin dei
conti Ron è ancora il ragazzo ingenuo che era una volta,e alle volte ancora gli
capita di sbagliare),JC(Grazie x i complimenti!Dispiaciuto o contento x qst cambio di
rotta?),Lyn'81(L'amore x
Hermione c'è stato,è stato una parte importante della vita di Ron ed è ancora
lì,in una parte del suo cuore e della sua mente...Solo che lui in qst momento nn
riesce a vederli piu' e forse anke Hermione li ha persi un pò di
vista),Lights(Grazie!Sei
una delle poche che mi appoggia sempre ed incondizionatamente!),WingsHP(Neanche io sopporto il
tradimento,ma è qlcs ke va sempre considerata in ogni rapporto di coppia...Come
dici tu t rendi conto che le cs stanno andando male,ma alle volte è piu' facile
lasciar andare piuttosto che lottare...),Mione'91(Siamo almeno realisti:è vero
che le storie d'amore hanno un'inizo ed una fine,anche quelle che durano 50
anni...Cmq nn l'ho spezzato:l'ho soltanto incrinato un pò),Maryrobin(Grazie x i complimenti!
Tranquilla,lascia fare a me...),Elly(E' un peccato che tu nn l'abbia letta,xkè credo che sia la mia
migliore fiction...Scommetti che riesco a recuperare punti?),Dado(Se hai parlato cn Elly,sai che ho
già qlke idea in mente,quindi nn preoccuparti!),Gioia
in blu(Grazie x la fiducia che mi dai nonostante i
dubbi!),Ninfa'82(NN
smettere ancora di leggere,altrimenti ti perdi il meglio!),Sarina'87(Ti ringrazio x aver
appoggiato le mie scelte,6 stata una delle pokissime,x qst ti adoro!X la cronaca
nn farei mai una cosa del genere ad Harry e Ginny,dopo la fatica che hanno fatto
x stare insieme...),Finleyna 4 ever(Ben arrivata!W Alice e W Ronald!).
Prima di
lasciarvi,vi lascio con un piccolo spoiler...
"Lo ami?-
-Si-rispose suo
malgrado.
-Allora
riprenditelo!-"
Bene,x
il momento è tutto,vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Hello"
Baci,Eva
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Capitolo 7 *** Daydream believer ***
Daydream beliver
C'era qualcosa che non
andava.
Qualcosa di diverso,qualcosa che non
era come al solito.
Ma cosa?
Erano settimane che si stava
scervellando per cercare di capire,ma non riusciva a trovare una
spiegazione.
C'erano parecchie cose nella sua
vita che sembravano andare all'aria in quel periodo,senza che lei potesse far
niente per fermarle.
Cosa stava succedendo fra lei e
James?
Era una sua impressione oppure anche
lui sentiva quello strano feeling che si era creato fra di loro?Uno strano
legame che escludeva persino Ronald...
In quel periodo le cose fra loro tre
erano complicate:Ronnie era ancora arrabbiato perchè Rebecca sembrava
interessata a James,e Jim stava facendo di tutto per far capire a Ronald che
c'era stato un'errore,che Rebecca era pazza di lui e che doveva provare a
parlarle di nuovo.
E poi c'erano loro
due.
Non si era mai sentita a disagio con
James...Perchè avrebbe dovuto?Era suo cugino!
Ma in quegli ultimi giorni,da quando
gli aveva detto che avrebbe scelto lui in un'ipotetica gara sul piu' bello di
Hogwarts,qualcosa era cambiato.
C'era qualcosa di elettrico fra di
loro ogni volta che si guardavano,qualcosa che cercavano di nascondere all'altro
e che li portava a comportarsi neanche fossero ancora dei ragazzini al terzo
anno e non i Prefetti della Casa del Grifondoro.
Non si era mai comportata in modo
così infantile in tutta la sua vita...però era l'unico modo per evitare di porsi
domande che potevano essere pericolose.
Come se tutta quella confusione non
bastasse,ci si mettevano anche i suoi genitori.
Anche loro avevano i loro
problemi,questa volta piu' gravi del solito,anche se si sarebbero fatti uccidere
piuttosto che rivelarle di cosa si trattava.
Lo aveva capito fin dal giorno della
partenza per Hogwarts:suo padre era stato piu' affettuoso del solito,come se
avesse avuto paura di non vederli mai piu',mentre sua madre era tesa,nervosa e
continuava a lanciare occhiate a suo padre.
Avevano litigato per colpa loro?Per
colpa del lavoro di suo padre?
Ogni volta che scriveva a casa o
telefonava,riusciva a parlare soltanto con sua madre.
Suo padre la chiamava in telefonate
separate in cui le chiedeva della scuola e della vita nel Castello,per poi
parlare con Hugo.
Mai una volta,da settembre,si erano
rubati il telefono di mano a vicenda come facevano sempre.
Doveva sapere.
E conoscendoli non avrebbe estorto
neanche una parola dai suoi genitori.
Ma c'era un'altra persona a cui
poteva chiedere...Una persona che non le aveva mai
mentito.
Le lezioni del professor Malfoy
erano quelle che le piacevano di più.
Adorava vedere l'evolversi di una
pozione davanti ai suoi occhi,rendersi conto che al contrario di gran parte dei
suoi compagni lei riusciva a superare i vari passaggi senza problemi,senza
sbavature e senza richiami.
Nonostante il professore cercasse
piu' volte di deconcentrarla o di metterla in difficoltà,Lily era sempre
pronta,attenta e in grado di far vincere punti alla sua Casa,punti che
inevitabilmente venivano persi dall'incompetenza dei suoi
compagni.
Sapeva che anche il professor Malfoy
ammirava il suo talento,ma che non lo avrebbe ammesso mai.
Ogni volta che usciva dall'aula nel
sotterraneo sentiva ancora in corpo l'adrenalina e l'eccitazione per qualcosa
che era riuscita a fare da sola senza l'aiuto di nessuno.
Era l'ultima lezione del giorno e
lei,come al solito,aveva finito prima degli altri,ottenendo il permesso di
uscire:era libera fino alla cena nella Sala Grande.
Magari poteva impiegare quel tempo
per cercare i libri che le servivano per una ricerca che avrebbe dovuto
consegnare entro martedì al professore di Cura delle Creature
Magiche.
Stava camminando per i corridoi
diretta in biblioteca quando aveva sentito qualcosa afferrarle il
polso.
Si era voltata e aveva visto
Daniel,il classico sorriso che ormai conosceva anche troppo bene,gli occhi fissi
sul suo volto.
Prima che potesse tentare di
liberare il polso o riuscisse a dire qualcosa,Daniel aveva iniziato a camminare
verso il lato opposto del corridoio,quasi trascinandola con
sè.
-Ehi!-
-Shh!-la rimproverò
lui.
Le lezioni erano ancora in pieno
svolgimento,le sarebbe bastato un'urlo per far uscire tutti dalle aule e far
scappare Daniel...Magari in quel modo James e Ronald avrebbero capito che tipo
era veramente il loro "amico"!
Ma rimase in silenzio e si lasciò
guidare verso una serie di porte,finchè Daniel non ne aprì una e la fece
entrare.
Era la vecchia aula di Difesa contro
le Arti Oscure,quella che un tempo avevano usato i suoi genitori e che era stata
giudicata pericolante quasi un'anno prima e che presto sarebbe stata rimessa a
nuovo.
-Stai cercando di uccidermi?-gli
chiese restando vicino alla porta.
Daniel alzò un sopracciglio,sempre
fissandola.
-Le pareti di questa aula si rompono
con niente,è per questo che mi hai portata qui?-domandò
ancora.
Un sorriso leggero apparve sul viso
del ragazzo.
-Ti avrei gettata direttamente nel
Lago Nero se volevo liberarmi di te,non trovi?-le chiese
poi.
Lily scosse la
testa.
-Troppa fatica per un signorino come
te!-lo provocò lei.
Si guardarono e di nuovo il sorriso
tornò sul viso di Daniel.
Non aveva mai notato le fossette che
si aprivano agli angoli della bocca quando sorrideva.
-Tu sei sempre così acida oppure è
un trattamento che riservi soltanto a me?-le chiese.
Questa volta fu Lily a sorridere;non
era la prima volta che le facevano notare quella particolarità del suo
carattere,ma mai con quel tono:sembrava quasi che a Daniel piacesse quel lato
del suo carattere che indisponeva tutti gli altri.
-Diciamo che riservo il meglio per
te-disse cercando di restare il piu' seria possibile.
La risata del ragazzo risuonò
allegra per l'aula,mostrando i denti bianchi e perfetti.
-Lo
immaginavo-commentò.
Lily lo vide avvicinarsi di
piu',sentì piu' forte l'odore del suo profumo e,inconsciamente,lo respirò a
pieni polmoni,quasi inebriandosi di quella fragranza.
Ricordava
quell'aroma...
Era diverso dalla colonia che
usavano i suoi fratelli.
Era piu' forte,piu' maschile e
selvaggia,quasi volesse dare a tutti l'impressione che Daniel fosse già un'uomo
e non piu' un ragazzo.
Ricordò quella sera di mesi
prima,quando tornata nel suo dormitorio aveva trovato quell'odore su di sè,sulla
maglietta a maniche corte che aveva indosso.
Per giorni l'aveva nascosta sotto il
resto dei vestiti,respirando quella fragranza ogni qualvolta che la sua memoria
la dimenticava,facendo tornare a galla tutti i ricordi.
Poi con lo svanire del profumo dal
tessuto,aveva lasciato andare anche il ricordo di quella sera: doveva
dimenticare,prima di finire bruciata.
Con quella nuova
consapevolezza,tornò a fissare gli occhi di Daniel che non l'avevano abbandonata
neanche un'istante e restò in attesa:sapeva che prima o poi avrebbe saputo
perchè erano lì.
Infatti non dovette aspettare molto
prima che lui alzasse una mano e con la punta delle dita le sfiorasse una
guancia.
Restò ferma,controllando il respiro
e continuando a tenere lo sguardo in quello di Daniel,come se la cosa non
l'avesse minimamente toccata.
-Non mi hai risposto l'altra
volta-le disse lui facendo scivolare la mano sul suo
collo.
Lily dischiuse le labbra e alzò
leggermente gli angoli della bocca verso l'alto.
-Mi sembrava di averlo fatto-disse
mantenendo ferma la voce.
I polpastrelli le accarezzarono la
linea del collo e la gola,mentre la distanza fra loro diminuiva sempre di
piu'.
-Allora cambiamo domanda...Hai
pensato a me?-le chiese con voce leggermente piu' bassa.
-E tu?Quanti notti insonni hai
passato pensando a me?-domandò fissando gli occhi in quelli di
Daniel.
Lo sentì ridere leggermente e quel
suono,così flebile,la indispettì:era così strano che qualcuno perdesse il sonno
pensando a lei?
O forse per lui era
"normale",abitudinario quello che era successo fra loro da non dedicargli
neanche un pensiero piu' del necessario.
-Già,che stupida-disse subito
dopo.
Le sopracciglia di Daniel si
aggrottarono a quelle parole.
-Che domanda idiota ho
fatto!-
Mise una mano sul petto del ragazzo
e spinse leggermente riuscendo a liberarsi dalla sua presenza e ad allontanarsi
di qualche passo.
Gli voltò le spalle e per qualche
secondo restarono in silenzio.
Che accidenti ci faceva in
quell'aula?
Lei doveva essere in
biblioteca!Avrebbe dovuto studiare se non voleva prendere un brutto voto e
sentire le ramanzine dei suoi fratelli.
Si girò e vide che per tutto il
tempo Daniel aveva tenuto gli occhi su di lei,in attesa.
-Devo andare...-disse con voce
pratica.
In pochi passi fu vicino alla porta
e l'aprì,ma prima che potesse uscire,una mano di Daniel la richiuse
rumorosamente,facendo cadere un pò di calcinaccio grigio intorno a
loro.
-Perchè fai così?-le chiese
guardando i suoi occhi.
-Mi preoccupo della mia carriera
scolastica?E' un comportamento normale e da persona adulta,anzi credo che
dovresti iniziare a farlo anche tu-gli consigliò aggirando la sua
domanda.
-I miei voti sono a posto,non ho
bisogno del tuo aiuto,grazie!
Perchè stai
scappando?-
Ancora quella domanda...Se glielo
avesse chiesto un'altra volta,si sarebbe messa ad urlare.
-Sei tu che mi hai portata qui
dentro,ora se permetti voglio tornare ai miei impegni-gli fece notare fissando
dura il suo sguardo.
-Perchè fai così?Possibile che cambi
atteggiamento da un momento all'altro?-
-Sì,sono fatta così...Fossi in te mi
starei lontano-gli suggerì.
Gli occhi di Daniel si
assottigliarono,ancora sul suo volto e la linea della sua bocca si
indurì.
-Smettila di far finta che non sia
successo-le disse.
-E' successo qualcosa fra noi?-lo
provocò Lily per nulla spaventata.
Un sorriso aleggiò sulle labbra tese
del ragazzo.
-Non mi freghi Lily Potter-l'avvertì
lui.
Aveva voglia di prenderlo a
schiaffi,di togliergli quell'aria saputa dalla faccia,come se fosse capace di
leggerle dentro e capire ogni sua piu' piccola emozione.
-E tu smettila di giocare con
me-
Il suono dell'ultima campana arrivò
fino a loro,spezzando l'aria tesa che si era creata fra loro, impedendo a Daniel
di ribattere,di provare a dire qualsiasi cosa.
-Posso andare adesso?-gli chiese
ancora lei.
Daniel afferrò la maniglia e le aprì
la porta senza parlare.
Un'ultimo sguardo fu tutto quello
che gli concesse prima di uscire nel corridoio.
Non riusciva a
dimenticarla.
Nonostante i continui tentativi,i
mantra che somigliavano tanto a lavaggi del cervello non riusciva a dimenticare
Rebecca.
Perchè l'unica ragazza da cui fosse
mai stato veramente attratto doveva essere interessata a
James?
Gli era sembrato di camminare sulle
nuvole quando si erano seduti a parlare sulle gradinate,subito dopo gli
allenamenti di Quidditch;lei aveva anche sorriso quando le aveva dato la sua
felpa...Se non era interessata a lui perchè si era illuminata in quel
modo?
Era certo di averla scorta un paio
di volte con il naso nel collo della felpa,annusandone il
profumo.
Rebecca non aveva fatto il minimo
gesto d'impazienza,non l'aveva vista guardare l'uscita verso lo spogliatoio
neanche una volta,aveva tenuto sempre lo sguardo sul suo
volto...
Man mano che la conversazione era
andata avanti,però,aveva capito che non era andata a quell'allenamento per
lui.
Proprio come aveva pensato
all'inizio,abbandonando poi quei pensieri lasciandosi confondere dall'ottimismo
di Rose e James.
Ma così non aveva fatto altro che
mentire a sè stesso.
Quando finalmente era riuscito a
liberarsi,a rifugiarsi nello spogliatoio,vi aveva trovato Rose e Jim che
commentavano la serata,sicuri che Rebecca fosse pazza di
lui.
Poveri idioti...Possibile che
fossero così ciechi?
Eppure lo sguardo di sorpresa che
aveva visto nei loro occhi quando aveva rivelato loro che Rebecca era
interessata a James era reale,non stavano fingendo.
Credevano veramente,allora,che
quella bellissima ragazza potesse provare qualcosa per
lui?
Certe volte l'affetto ti fa perdere
il senso delle proporzioni.
Perchè Rebecca era stata tanto
crudele con lui?Perchè lo aveva preso in giro in quel
modo?
Non sarebbe stato piu' semplice e
veloce dirgli che era interessata a James?
Perso in quei pensieri camminava per
il corridoio senza meta,e all'improvviso si sentì tirare il
mantello.
Si voltò e vide
James.
Da quando era successo tutto quel
casino si stava comportando male con suo fratello,lo sapeva, ma non poteva farci
niente.
Era piu' forte di
lui.
-Vuoi passare il resto della vita ad
evitarmi?-gli chiese Jim fissandolo.
Ronald accennò un sorriso e si passò
la mano libera dai libri fra i capelli.
-Scusami.Lo so che ti sto
trattando...-disse non trovando le parole adatte.
-Come un'appestato?-chiese
scherzando l'altro.
Ronald sorrise di piu' e annuì
abbassando leggermente la testa.
-Ronnie,perchè non
combatti?
Se anche fosse come dici tu perchè
non cerchi di farla innamorare di te?-gli chiese James.
Ronald sbuffò leggermente e alzò le
spalle.
-E' facile per te parlare...Hai
tutte le ragazze della scuola ai tuoi piedi!-
-Ma sono single,quindi come vedi
essere tanto popolare non cambia niente,quindi se ti piace fatti
avanti.
Corteggiala,fatti notare da
lei,falle capire che sei meglio di me-gli fece notare.
Era possibile?
Rialzò la testa e puntando lo
sguardo oltre le spalle di James,vide una figura avanzare fra la folla e
fermarsi quando intercettò il suo sguardo.
Rebecca.
La vide sistemarsi i capelli dietro
le orecchie e controllare che la sua divisa fosse in
ordine.
No,decisamente non era
possibile.
-Rebecca sta venendo qui-disse
fissando il fratello.
James lo fissò
incerto.
-Sarà meglio che scompaia prima che
arrivi...-disse ancora Ronald.
-Resta qui e parlale-disse a voce
piu' bassa James.
Lui scosse la testa e si voltò
allontanandosi in fretta fra la folla.
Poteva anche rassegnarsi all'idea
che lei non sarebbe mai stata sua,ma non era così masochista dal vederla mentre
faceva gli occhi dolci a James.
Tutti ad Hogwarts,studenti e
professori,era capace di riconoscere i quattro fratelli Potter da una
caratteristica principale,una che spiccava piu' di tutte le altre nel
carattere.
James era il piu' caparbio,il piu'
carismatico ma gran parte delle ragazze erano convinte che la sua qualità
predominante fosse la bellezza.
Ronald era il piu' simpatico,sempre
pronto a risollevare il morale della sua Casa dopo una sconfitta ed il primo ad
essere invitato ad una festa perchè altrimenti nessuno si sarebbe
divertito.
Lily era la più testarda,la più
orgogliosa,capace di passare notti intere sui libri per studiare senza dover
chiedere l'aiuto dei suoi fratelli,per dimostrare a sè stessa e agli altri che
poteva farcela,che non "dormiva sugli allori" soltanto perchè il suo cognome era
Potter.
Ed infine c'era Albus,il piu'
intelligente.
Non aveva mai dimostrato difficoltà
durante tutti gli anni di studio,riuscendo ad ottenere sempre il massimo dei
voti con il minimo sforzo.
Era come se l'intelligenza dei suoi
genitori si fosse fusa dando origine a quel talento che tutti giudicavano
incredibile.
Ma nonostante le parole dei suoi
professori,Al credeva che la sua fosse solo fortuna:tante volte quando vedeva
Ronnie e Jim affannarsi su un compito si sforzava di trattenere una risata per
non sembrare irriverente e per non beccarsi qualche incantesimo
fastidioso.
L'ultima volta che l'avevano visto
ridere di loro,gli avevano fatto crescere due sopracciglia cespugliose che gli
impedivano la vista.
Chi l'avrebbe detto che quei due
fossero permalosi quanto due ragazze?
Dal terzo anno si era offerto
volontario per fare da tutor a qualche studente che aveva problemi e aiutando
studenti del suo stesso anno.
Quindi non fu una sorpresa per lui
quando la Preside McGranitt gli disse che avrebbe avuto un nuovo
studente.
La vera sorpresa fu l'identità dello
studente.
Scorpius Hyperion Malfoy,il figlio
del suo professore di Pozioni.
Ma come era possibile una cosa del
genere?
-Ma Preside,io lo conosco,so che i
suoi voti sono quanto di meglio si possa chiedere.
Perchè ha bisogno di aiuto?-aveva
chiesto alla donna senza nascondere la sua sorpresa.
La Preside aveva leggermente
abbassato gli occhiali sul naso e l'aveva fissato,poi gli aveva
risposto.
-Signor Potter,lei conosce il
Professor Malfoy?-gli aveva domandato lei.
Al aveva
annuito.
-Ecco,è una persona molto
esigente.
Non si accontenta di "ottimi"
voti,vuole il massimo.
Per questo suo figlio ha bisogno di
lei-gli aveva spiegato.
Così si era visto costretto ad
accettare.
La prima lezione si era tenuta in
biblioteca,dove avrebbero potuto consultare dei testi di Erbologia per il tema
che Scorpius doveva consegnare.
In fondo non era la prima volta che
si incontravano lì...
Il Serpeverde era rimasto in
silenzio tutto il tempo,non si era mai lamentato,non aveva mai fatto domande e
aveva svolto tutte le ricerche che lui gli aveva chiesto.
Alla fine entrambi si erano diretti
nei rispettivi dormitori dandosi appuntamento di lì a tre
giorni.
Per tre lezioni si era ripetuto lo
stesso schema,senza nessuna variazione:al massimo si scambiavano trenta parole
in un'intero pomeriggio di studio.
Finchè Scorpius non aveva rotto
quello schema.
-Tu sei l'ultimo,vero?-gli
chiese.
Al alzò lo sguardo dal libro che
stava leggendo e lo fissò per qualche istante,sorpreso che gli avesse
parlato:era la prima volta in tutto il pomeriggio.
Gli occhi del ragazzo sembravano
scrutarlo,in attesa di una risposta.
Si sistemò meglio sulla sedia e si
schiarì la gola.
-Che vuoi dire?-chiese
cauto.
-Sei l'ultimo Potter-spiegò il
Serpeverde.
Albus scosse la
testa.
-Sono l'ultimo maschio,poi ci sono
Lily ed Hermione-gli disse.
Scorpius annuì
leggermente.
-Siete una carovana...Non vi date
fastidio a vicenda?-gli domandò ancora.
Non riuscì a trattenere un sorriso
che gli incurvò gli angoli della bocca,ma poi si ricordò con chi aveva a che
fare e lo fece sparire.
-Certe volte
sì.
Ci sono momenti in cui vorrei
strozzare Lily o litigo con Emy perchè prende le mie cose senza chiedermelo,ma
il piu' delle volte la situazione è tranquilla-disse
sincero.
Si fissarono per qualche istante in
silenzio,poi Al decise di tentare:nel peggiore dei casi,l'altro si sarebbe
rifiutato di rispondere.
-Per te invece deve essere
facile...-disse.
Scorpius lo fissò,le sopracciglia
leggermente corrucciate.
-Voglio dire...Essere da solo e non
dover mai litigare con nessuno per il bagno-scherzò ancora il
Grifondoro.
-E' un vantaggio che si perde
vivendo gran parte dell'anno con cinque ragazzi-gli fece
notare.
Al annuì:aveva appena fatto una
figuraccia!
-Posso chiederti una cosa?So che non
siamo in confidenza ma c'è una cosa che non riesco proprio a capire-gli disse
non riuscendo a frenare la lingua in tempo.
Scorpius lo fissò e qualche secondo
dopo gli fece un cenno affermativo con la testa.
-Perchè lo fai?Voglio dire...hai i
voti migliori di tutta la tua Casa e credimi,conosco i voti di quasi
tutti.
Perchè queste ripetizioni?-gli
chiese ancora.
Lo vide alzare un
sopracciglio,divertito dalla sua domanda.
-E' strano che proprio tu mi faccia
questa domanda...-rispose.
Albus lo guardò,senza capire il
significato di quella frase.
-In fondo anche tu hai un nome
famoso da portare avanti-gli spiegò.
Dunque era per quello...Era per
mantenere alto il buon nome della famiglia che seguiva quelle
ripetizioni.
Si sistemò meglio sulla sedia e alzò
le spalle,giocherellando con la penna abbandonata sulla
tavola.
-I nostri genitori non hanno mai
dato peso a queste cose,sono piu' la zia Hermione e lo zio Ron che ci
tengono...L'importante per mio padre è che nessuno di noi venga espulso,per il
resto abbiamo la massima libertà-gli confessò.
Scorpius annuì
lentamente.
-Per questo possiamo fare ogni
bassezza possibile,basta che non ci facciamo scoprire...-scherzò accennando un
sorriso,che sparì subito non incontrando la "solidarietà" del
biondo.
Improvvisamente l'atmosfera fra loro
cambiò,diventando piu' tesa quasi elettrica.
Scorpius prese a fissarlo,gli occhi
fissi nei suoi,le labbra chiuse ed i tratti del volto
rilassati.
Non aveva mai visto uno sguardo
simile:sembrava quasi volergli leggere dentro,scendere fin nel profondo e
scoprire tutti i suoi segreti piu' nascosti.
-Cosa c'è?-chiese Al a disagio per
quello sguardo.
-Non capisco-disse il biondo con
voce bassa.
Era chiaro che non stava parlando di
un compito.
-Forse posso darti una mano?-gli
domandò lo stesso,cercando di superare quel momento
imbarazzante.
Dopo un'ultimo istante,Scorpius
sembrò riscuotersi e allontanò lo sguardo dal suo viso.
Scosse la testa e tornò a
concentrarsi sui libri che aveva davanti.
Albus lo fissò qualche altro
istante,per essere sicuro che la situazione fosse rientrata e poi abbassò a sua
volta i suoi occhi sui libri.
Fu solo quando allontanò lo sguardo
dal suo volto che il suo cuore riprese a battere
normalmente...
Se Ronnie non voleva
intervenire,allora l'avrebbe fatto lui!
D'altronde sembrava che la cosa
riguardasse entrambi e se nessuno dei due si decideva ad affrontare la
situazione,questa si sarebbe trascinata a lungo creando altri problemi e altro
attrito fra lui e Ronald.
Quella mattina,dopo la fuga di
Ronnie che avrebbe fatto invidia ad un coniglio,James si era accorto dello
sguardo confuso e demoralizzato che era apparso sul volto di Rebecca...a quanto
pare stava evitando anche lei.
Ok,ci avrebbe pensato lui a
sistemare le cose.
Aveva aspettato l'ora di cena,certo
di trovarla.
Si era seduto al posto che occupava
di solito,accanto a Rose e di fronte a Ronald e da quella postazione aveva avuto
modo di vedere Rebecca:per gran parte della cena,aveva lanciato delle occhiate a
Ronnie, cercando di intercettare il suo sguardo,ma invano.
Suo fratello doveva sentirsi
bruciare la pelle per l'intensità di quegli sguardi,ma non si era mai voltato
dalla parte della ragazza.
Avrebbe voluto parlare con Rose dei
suoi dubbi e delle sue idee,ma anche lei quella sera era strana,totalmente
immersa nei suoi pensieri.
-Va tutto bene?-le domandò attirando
la sua attenzione.
Aveva mangiato poco e non aveva
partecipato come al solito ai loro discorsi,ma non se ne era accorto fino a quel
momento perso com'era dietro ai suoi piani.
La cugina gli sorrise e si affrettò
ad annuire.
-Credo di sì...Sto solo aspettando
una lettera e tu sai come divento nervosa quando non ho notizie-gli disse con
tono rassicurante.
-C'è qualcosa che non va a casa?-le
domandò Ronald fra una forchettata e l'altra.
-Non che io sappia-rispose
lei,guardandolo per qualche istante.
-Se ci fosse qualcosa me ne
parleresti?-le domandò James fissando il suo viso,stranamente
preoccupato.
Rose sorrise di nuovo e
annuì.
-Saresti il primo a
saperlo-
Poi la vide tornare ad immergersi
nei suoi pensieri.
Neanche a metà della cena,Ronald si
alzò dicendo che doveva finire un compito per Pozioni ed uscì dalla Sala
Grande.
Certe volte era proprio un
codardo!
Si voltò verso Rebecca e la vide
seguire Ronald con lo sguardo;e intercettando la sua occhiata gli rivolse un sorriso
di circostanza.
Come poteva quell'idiota di suo
fratello credere che fosse interessata a lui?
Scosse la testa e si alzò:era meglio
chiarire quella storia subito.
-Ci vediamo piu' tardi-disse rivolto
a Rose.
La ragazza gli rivolse un cenno
distratto,così si alzò e fece una decina di passi,fermandosi di fronte a
Rebecca:lei alzò lo sguardo,leggermente sorpresa di trovarlo fermo davanti a sè
e James non potè trattenere un sorriso benevolo.
In fondo stava facendo di tutto per
dimostrare che non era il cattivo della situazione....
-Ciao...Avrei bisogno di parlarti
per qualche minuto-le disse cercando di non essere troppo
formale.
Incuranti di apparire ficcanaso,gli
amici di Rebecca lo fissavano curiosi e attenti,per poter poi riferire tutto
quello che avevano sentito e visto.
Dopo qualche attimo di
incertezza,James la vide annuire ed alzarsi,ancora leggermente
confusa.
Gli si mise al fianco e lo seguì
mentre in silenzio uscivano dalla Sala Grande,cercando un posto per parlare
tranquillamente senza la paura che orecchie indiscrete
ascoltassero.
Presero a camminare in uno dei
corridoi vuoti,mantenendo una certa distanza di sicurezza e restando in
silenzio,aspettando che fosse l'altro a parlare per primo.
Il ragazzo pensò che forse per
Rebecca doveva essere imbarazzante,o almeno strano trovarsi lì con
lui,specialmente se i timori di Ronald erano fondati.
Alla fine James capì che toccava a
lui affrontare la questione:d'altronde era stato lui a fare
l'invito.
-Spero di non averti
disturbata...-disse per rompere il ghiaccio.
Rebecca scosse la
testa.
-Nessun problema,davvero-lo
rassicurò.
James la vide voltarsi leggermente
verso di lui e guardarlo per qualche attimo,indecisa se parlare o
meno.
-Però se devo essere sincera,non mi
aspettavo questa tua mossa...-gli confessò con un leggero imbarazzo nella
voce.
Il moro sorrise e
annuì.
-Sì,è un pò inaspettato,lo so...ma
vorrei parlare con te per cercare di chiarire alcune cose-le disse guardando il
suo viso.
Rebecca aggrottò leggermente le
sopracciglia e lo guardò perplessa.
-Non capisco...Abbiamo delle
questioni in sospeso?-gli domandò.
Poi James la vide diventare rossa
tutto d'un tratto.
-Non dirmelo!Ti ho fatto qualche
torto e non me ne sono accorta!-esclamò.
James sorrise e si affrettò a
scuotere la testa per frenare il fiume di scuse che era uscito dalla bocca della
ragazza.
-Rebecca,non c'è niente che non
vada,davvero...Non mi hai fatto nessun torto,o almeno io non me ne sono
accorto-disse sincero guardandola in viso.
L'espressione della ragazza era
sempre piu' confusa.
-Allora se non è per questo...che ci
facciamo qui?-gli chiese sinceramente sorpresa.
Era venuto il momento di mettere le
carte in tavola.
Si erano fermati nel mezzo del
corridoio,uno di fronte a l'altra e si fissavano in viso.
-Ok ascolta,dalla sera degli
allenamenti Ronald ha cominciato a trattarmi come un'appestato per colpa di
qualcosa che vi siete detti-le spiegò.
-Non vedo come potrei entrarci io in
questa storia-rispose Rebecca colpita da quelle parole.
James si passò una mano,leggermente
in imbarazzo:non era mai stato bravo ad affrontare quel tipo di
argomenti.
Forse era per quella ragione che le
sue fidanzate non duravano mai tanto a lungo.
-Ecco lui crede...lui crede che
tu...insomma che io ti piaccia-riuscì a dire.
Rebecca spalancò gli occhi a quella
frase,neanche James le avesse appena annunciato di essere suo
figlio.
-Come?-domandò
poi.
James annuì.
-Senti Ronnie mi uccide se sa che ti
ho detto una cosa del genere,ma tu gli piaci davvero tanto e sapere che invece
eri interessata a me lo ha messo a terra.
Non fa che evitarmi,perchè pensa che
sia colpa mia,e da quanto ho capito sta evitando anche
te...-tentò.
Rebecca annuì
silenziosa.
-Per come la vedo io questa storia è
andata avanti anche troppo e siccome non vorrei peggiorare la situazione con mio
fratello,ho pensato di parlartene per essere sicuro che non fosse come diceva
lui-terminò cercando gli occhi della ragazza per avere una maggiore
conferma.
Come risvegliandosi da un
sogno,Rebecca annuì con vigore e lo fissò.
-Hai fatto bene a parlarmene...Erano
settimane che cercavo di capire che diavolo gli era successo-disse fra sè e
sè.
-Quindi tu
non...-
Rebecca scosse la testa e gli
sorrise leggermente.
-No,assolutamente.
Non fraintendermi:tu sei un ragazzo
carino,ma io sono interessata ad un'altro-gli disse
sincera.
James sorrise e
annuì.
-Vorrei sapere come fa quell'idiota
di Ronnie a non accorgersene...-commentò leggermente
divertito.
Il sorriso che apparve sul viso
della ragazza era il piu' luminoso che avesse visto in tutta la
serata.
Ed era nato soltanto dal sentir
nominare suo fratello...Possibile che non si rendesse conto di come quella
ragazza stravedeva per lui?
Ripresero a camminare,tornando verso
la scalinata principale e la vide scuotere la testa.
-A quanto pare non se ne è
accorto...Anche se non capisco come ha potuto pensare che io fossi attratta da
te.
A te ha detto qualcosa?-disse
voltandosi leggermente a guardarlo.
James alzò le spalle,unendo le mani
dietro la schiena.
-Dice che lo ha capito dai discorsi
che avete fatto quella sera dopo gli allentamenti-le
disse.
Rebecca annuì ancora una
volta.
-Chissà quanto avrei dovuto
aspettare ancora se non fossi venuto tu a parlarmene-si chiese ravviandosi i
capelli con le dita.
-Tutto l'anno.Lui non ti avrebbe mai
detto niente,aspettando che tu mi chiedessi di uscire-disse abbastanza sicuro
delle sue supposizioni.
Fecero qualche passo in silenzio
arrivando vicino alla scalinata,alcuni studenti stavano già salendo le scale
diretti ai dormitori e molti di loro gli lanciarono un'occhiata distratta che si
fece subito piu' attenta;James riconobbe alcuni compagni di Casa e dallo sguardo
nei loro occhi capì che la prima cosa che avrebbero fatto arrivati alla Torre
sarebbe stato mettere al corrente della novità tutti quelli che non la sapevano
ancora.
Ronald avrebbe sicuramente voluto
una spiegazione...
Si lasciò andare ad un sospiro
pensando a quello che lo aspettava e guardò di nuovo Rebecca che gli rivolse un
sorriso timido.
-Non so davvero come ringraziarti
per quello che hai fatto-gli disse sincera.
James alzò le
spalle.
-L'ho fatto anche un pò per me...Hai
già qualche idea?-le domandò curioso.
Rebecca annuì.
-Speriamo solo che mio fratello le
capisca...-
-Posso?-
Fred alzò lo sguardo e la vide
accanto a sè.
Sembrava un piccolo angelo con quei
capelli biondi che le ricadevano sulle spalle e gli occhi neri così profondi da
dargli l'impressione di potercisi perdere dentro.
Come al solito gli sorrideva e,come
sempre in quelle occasioni,Fred si sentì riscaldare
all'istante.
Le fece posto sulla barella su cui
era seduto e tornò a poggiare la schiena contro il muro verde
mela.
Allison si sedette e poggiò il
cappotto dove avrebbe dovuto esserci il cuscino,poi aprì la borsa e ne tirò
fuori un sacchetto marrone.
Fred se lo vide cadere sulle
ginocchia l'istante dopo;voltandosi a guardarla lei stava ancora chiudendo la
borsa.
-Che cos'è?-le domandò mentre le
dita pigre aprivano lentamente il sacchetto.
-Ho pensato che forse ti era venuta
fame,così ti ho portato qualcosa da mangiare...E' il tuo preferito-gli disse
voltandosi a guardarlo.
Fred alzò un sopracciglio e sentì le
labbra piegarsi in un sorriso.
-Il mio preferito?Mi conosci così
bene da sapere già i miei gusti?-le domandò cercando di mostrarsi
scettico.
Allison alzò le spalle e
sospirò.
-Che vuoi farci...Quando vivi a
stretto contatto con una persona per quasi un mese finisce che impari su di lui
piu' cose di quanto vorresti.
Anche se questa persona ha i gusti
di un gorilla...-gli disse con tono quasi rassegnato.
Fred alzò entrambe le sopracciglia e
atteggiò il viso in un'espressione scandalizzata che fece ridere
Allison.
-Io avrei gusti di un gorilla?E da
quando?-le chiese.
-Da quando il tuo unico pasto sono
maccheroni con il formaggio e hot dog...-rispose lei tenendogli
testa.
-Senti chi parla Miss
Vivo-Solo-di-Cereali-e-Barrette-Proteiche!-la prese in giro il
ragazzo.
Questa volta fu lei a
scandalizzarsi,facendo ridere Fred quasi fino alle
lacrime.
-Sai che ti dico?Visto che non
sembri apprezzarmi mi riprendo il mio sandwich!-gli disse stringendo le dita
attorno alla carta marrone del sacchetto.
Fred scosse la testa e le strinse
delicatamente il polso con una mano.
-Scusami,scusami...Non volevo dire
quello che ho detto,ti chiedo scusa in ginocchio,ma non riprenderti il
sandwich-disse incontrando i suoi occhi.
Allison sorrise leggermente e,dopo
qualche istante,allontanò la mano dal sacchetto sentendo svanire la pressione
delle dita di Fred.
Il ragazzo tirò fuori il sandwich
dalla busta e lo strinse fra le due mani:burro d'arachidi e
miele.
Era davvero il suo
preferito.
Annusò per pochi secondi il profumo
per poi dare il primo morso.
Allison accanto a lui teneva lo
sguardo fisso davanti a sè e,occasionalmente,salutava qualche infermiera o
medico che passava di lì.
-Conosci proprio tutti?-le domandò
Fred fra un boccone e l'altro.
Lei annuì.
-E' il vantaggio di avere un padre
vice-primario dell'ospedale.
Quasi tutti in questo ospedale mi
hanno vista nascere e crescere...-gli spiegò con un sorriso
affettuoso.
Fred la guardò e si chiese se c'era
qualcuno di piu' dolce di lei:sembrava incapace di cattivi sentimenti o cattivi
pensieri,o almeno da quando la conosceva gli aveva dato
quell'impressione.
Allison si riscosse e gli
sorrise,chiudendo leggermente gli occhi e lui si ritrovò a ricambiare quel
sorriso.
-Oggi è un giorno buono?-gli domandò
delicatamente come era nella sua natura.
Fred sorrise ancora una volta:aveva
un modo tutto suo di chiedergli come stesse sua madre.
Non gli faceva mai domande
dirette,per evitare di sembrare troppo rude o "crudele", preferiva fargli quella
domanda,neanche gli stesse parlando del tempo.
-Da quando mio padre è tornato sono
tutti giorni buoni-le disse finendo il panino.
Allison annuì:se ne era accorta
anche lei.
-Papà dice che se continua così può
tornare a casa presto-disse guardandolo.
Fred sospirò.
-Speriamo-disse
semplicemente.
Allison aveva cercato i suoi occhi e
quando i loro sguardi si erano fusi,gli aveva sorriso amabilmente,posando una
mano sul suo polso destro.
-Andrà bene-disse con voce calma e
sicura.
Senza pensarci,Fred aveva fatto
scivolare il polso destro sotto la mano di Allison,fino a che non aveva
incontrato le sue dita e le aveva intrecciate con le
proprie.
Voleva tanto
crederle...
Aveva bisogno di
crederle.
Ormai contava i
giorni.
Ogni sera mentre erano al
telefono,giocava con il biglietto aereo,cercando in quel modo di resistere alla
tentazione di dirle che sarebbe andato da lei il giorno stesso in cui iniziavano
le vacanze autunnali.
Ma voleva fosse una
sorpresa.
Voleva vedere la sua espressione
sorpresa quando lo avesse visto lì,a pochi metri di distanza da
lei.
Ora piu' che mai,Alice aveva bisogno
di lui.
Quella sera aveva fatto come lei gli
aveva chiesto:aveva imperturbato il proprio letto,chiudendo le tende del
baldacchino e creando una barriera fra lui ed il resto del dormitorio,aspettando
la sua telefonata.
Per tutto il giorno si era chiesto
cosa Alice avesse in mente:la loro relazione non era "candida",ma non la poteva
neanche paragonare a quelle che aveva avuto in passato.
Non si era mai fatto scrupoli con le
altre ragazze,neanche con le vergini,ma quando lui ed Alice avevano iniziato a
frequentarsi era stato chiaro che per lei era ancora presto per affrontare
l'argomento sesso,e stranamente Luke non aveva sentito nessun fastidio,nessuna
ansia nel dover rispettare quel bisogno.
I primi mesi non c'era stato il
minimo accenno fra di loro,neanche una carezza piu' audace del solito,
accontentandosi di baci "casti" e del solo contatto con la sua pelle
coperta dai vestiti.
Fino a quella notte nella Torre di
Astronomia.
Si erano incontrati per guardare le
stelle,per stare qualche ora insieme senza doversi preoccupare di come potevano
essere interpretate le loro occhiate fugaci.
Avevano sistemato i cuscini sul
pavimento di fronte alle finestre,per godere di una visuale migliore e Luke
l'aveva fatta sedere facendole poggiare la schiena al suo
torace.
Per una mezz'ora le aveva mostrato
le costellazioni e le stelle che piu' preferiva,stretto a lei, respirando il suo
profumo misto all'odore della sua pelle,sperando che il momento di separarsi
arrivasse il piu' tardi possibile.
-Qual'è la nostra stella?-gli aveva
chiesto ad un tratto Alice voltando leggermente la testa verso di lui per
incontrare il suo sguardo.
Lui aveva sorriso ed era tornato a
guardare la finestra,scrutando la volta celeste.
-Li vedi quell'insieme di
puntini?-le aveva detto tendendo il braccio davanti a sè ed indicandole qualcosa
con un dito.
Alice aveva socchiuso gli occhi
cercando quello che lui le aveva indicato.
-Quella è Cassiopea-le aveva
sussurrato ad un'orecchio.
Lei si era voltata ancora una volta
verso di lui ed aveva sorriso.
-Mi piace il nome-aveva
detto.
-Era una regina e non mi ricordo per
quale motivo fece arrabbiare gli dei,che per punirla la trasformarono in una
stella,seduta su un trono a testa in giù per l'eternità-le aveva
raccontato.
-Che crudeltà-aveva commentato la
ragazza.
Lui aveva sorriso
leggermente.
-Ma del resto che potevo aspettarmi
da un Serpeverde come te?-aveva detto fissandolo con gli occhi
luccicanti.
Luke aveva sorriso e aveva
avvicinato le labbra al suo viso,posandole un bacio sulla fronte,scendendo sulla
punta del naso e infine sulle labbra,incontrando subito la risposta di
Alice.
Le braccia della ragazza erano
salite a stringergli il collo,facendo perdere le dita fra i suoi ricci mentre
sotto le sue,le labbra di Alice si erano dischiuse.
L'aveva stretta piu'
vicino,sentendola mentre si muoveva fra le sue braccia per voltarsi;la punta
della lingua gli aveva sfiorato il labbro inferiore,preceduto subito dopo da un
piccolo morso timido.
Non era mai successo
prima.
Aveva risposto al bacio nonostante
il "bravo ragazzo" che era in lui gli diceva di fermarsi,di staccarsi prima che
le cose diventassero ingestibili.
Si era allontanato soltanto quando
si era trovato con il fiato corto,facendo scivolare le labbra sul collo di
Alice,alternando baci a morsi che per qualche strana ragione le facevano il
solletico e la facevano ridere.
Ancora fra le sue braccia,Alice lo
aveva fatto sdraiare sui cuscini ed aveva ripreso a
baciarlo.
-Alice...Alice aspetta-aveva cercato
di fermarla a quel punto.
-Non respingermi...-aveva detto lei
in un sussurro,tornando a rannicchiarsi fra le sue braccia,baciandogli il
collo.
A distanza di mesi,Luke ricordava
ancora i loro sospiri nel silenzio della stanza,le mani di Alice che veloci e
timide gli accarezzavano la schiena cercando di convincerlo a togliersi la
maglietta che usava come pigiama,le sue labbra rosse per i troppi
baci...
Era stato sul punto di comportarsi
da vero Serpeverde e di prendersi quello che voleva,dimenticandosi di
lei.
Ma era riuscito a fermarsi...Anche
se le volte successive era stato sempre piu'difficile.
Non l'aveva mai vista nuda,il
massimo che si erano concessi era stato restare entrambi senza maglietta;non si
era mai fatto toccare da lei,anche se c'erano stati momenti in cui non
desiderava altro che il suo tocco per alleviare quel piacere che sconfinava
spesso nel dolore.
Doveva
aspettare...
Quindi quella sera non aveva la
minima idea di cosa aspettarsi:Alice era l'unica che riuscisse a sorprenderlo,e
ci voleva molto per sorprendere un Serpeverde.
Aveva aspettato,e aspettato,e
aspettato...finchè non si era addormentato con il cellulare poco distante
dall'orecchio sinistro e la sensazione di essere stato preso in
giro.
Era stato nervoso per tutto il
giorno,cercando un motivo per cui lei non lo avesse chiamato, giungendo
all'ovvia conseguenza:era occupata con quel Justin!
Talmente occupata da dimenticarsi di
lui.
Il nervosismo aveva lasciato il
posto alla rabbia,rabbia che era immediatamente sparita quando aveva scoperto il
motivo del suo silenzio.
Quando l'aveva sentita in
lacrime,avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di farla felice,era stato sul punto di
dirle del suo prossimo viaggio...soltanto perchè non fosse piu'
triste.
Ma quella era qualcosa che lui non
poteva guarire,almeno non completamente e non con quell'immensa distanza che si
frapponeva fra loro.
Per questo non vedeva l'ora che
passassero quegli ultimi giorni,di fare quel viaggio.
Avrebbe fatto di tutto pur di
dimostrarle il suo amore...
-Che succede?-
Gli occhi offuscati,Rose si voltò e
lo vide in piedi accanto a sè,un'ombra che oscurava la luce del
sole.
Tirò su con il naso e si asciugò gli
occhi,mentre lui si sedeva alla sua sinistra.
-Ehi...stai bene?-le domandò ancora
preoccupato.
Rose sogghignò a quella
domanda.
Stava bene?Fino a dieci minuti prima
stava benissimo,era un giorno come gli altri.
Poi era arrivata la lettera,quella
che aspettava tanto ed era stato come se tutto il suo mondo crollasse intorno a
lei.
Come aveva potuto fare una cosa del
genere?si chiese per l'ennesima volta.
Era suo padre!
L'uomo che amava e stimava piu' di
tutti gli altri...ed invece era uguale ad ogni altro uomo sulla
terra!
Le lacrime ripresero a scendere a
quel pensiero,accompagnate da un singhiozzo acuto che sembrò mozzarle il
fiato.
-Rose!Rose,ti prego,guardami...-lo
sentì.
Una mano si posò sulla sua spalla e
si strinse,cercando di farla voltare verso di lui.
Incurante dell'aspetto che aveva in
quel momento,si voltò a guardarlo e vide lo sguardo preoccupato sul volto di
James:era davvero in ansia per lei.
Chissà cosa gli stava passando per
la mente in quel momento...
-Oh Jim...-disse poggiando la testa
sulla sua spalla e ricominciando a piangere.
James l'avvicinò a sè posandole un
braccio sulle spalle,mentre l'altro le accarezzava un
braccio.
-Rosie se scopro che stai così male
per un brutto voto giuro che mi arrabbio sul serio!-tentò di
scherzare il ragazzo con voce piu' dolce,sperando di essere piu'
convincente.
Rose tirò su con il naso ancora una
volta e alzò leggermente il viso verso il suo,nonostante fosse ancora mezzo
nascosta nell'incavo della spalla del ragazzo.
-Ho ricevuto una lettera da tua
madre-iniziò con la voce piena di lacrime.
James corrugò le
sopracciglia,sorpreso.
-Mia madre?-le domandò
infatti.
-Le ho scritto perchè avevo il
dubbio che ci fossero problemi...fra i miei genitori.
Tua madre mi dice sempre la
verità-gli disse lentamente.
James annuì,un semplice cenno per
farla andare avanti.
Il labbro inferiore di Rose tremò ed
una lacrima solitaria scese lungo la guancia sinistra.
Per farle coraggio,James strinse
piu' forte la presa sulle sue spalle e le accarezzò un
braccio.
-Mio...Mio padre aspetta un figlio
da un'altra donna-disse la ragazza rifuggendo il suo
sguardo.
James spalancò gli occhi e scosse la
testa.
-E' impossibile...Mia madre deve
essersi sbagliata,non può essere una cosa del genere!-disse subito
sconvolto.
Rose scosse la testa,ancora sulla
spalla di James,bagnandola ancora di piu' con le sue
lacrime.
-No,mi ha detto la
verità.
Mia madre lo ha mandato via di casa
e ora lui vive con questa donna...
Come può aver fatto una cosa del
genere a me,a mia madre,a Hugo!-disse alzando leggermente la
voce.
-Si sistemerà tutto-la tranquillizzò
il ragazzo con voce sicura,nonostante fosse ancora scioccato dalla
notizia.
-Come fai ad esserne così certo?Il
loro matrimonio è finito,mia madre non gli parla neanche
più!
Non si può tornare insieme con
queste premesse-disse Rose convinta.
James le fece alzare lo sguardo e le
sorrise rassicurante.
-Dimentichi chi sono i nostri
genitori...Per loro la parola impossibile non esiste,specialmente se mia madre
ci mette lo zampino-disse con un sorriso leggermente
divertito.
Rose restò in silenzio e fissò i
suoi occhi,cercando un'ennesima conferma alle sue parole.
-Andrà tutto bene...Ci sono io con
te-le disse ancora James con voce calma e seria.
Fu in quel momento confuso,fissando
gli occhi sicuri e sinceri di James, che Rose capì che qualcosa era
irrimediabilmente cambiato fra loro.
-Abbracciami-gli disse con un filo
di voce.
James sorrise e la strinse a
sè,facendole poggiare la testa sul maglione e posando entrambe le mani sulla sua
schiena,coprendo entrambi con il mantello,salendo poi ad accarezzarle i
riccioli castani.
Le dita di Rose si serrarono sul
davanti del maglione mentre chiudeva gli occhi,lasciandosi proteggere neanche
fosse di nuovo una bambina spaventata.
Non
era sola...James era con lei.
Salve a tutti!!!
Molte cose stanno cambiando,in preparazione a
quella che io chiamo " l'esplosione",quando molti dei rapporti si consolideranno
o cambieranno definitivamente.
Per tutti quelli che erano curiosi riguardo
Cassiopea,lei era la moglie di Cerfeo,regina d'Etiopia. Era bellissima,ma un
giorno ebbe la malaugurata idea di definirsi + bella delle Nereidi,le figli di
Nereo.Una delle Nereidi era la moglie di Nettuno e chiese al marito di punirla x
la sua insolenza,così Nettuno mandò un mostro sulle coste marittime dell'Etiopia
x saccheggiarle. Per chiedere perdono,Cassiopea e Cerfeo incatenarono la figlia
Andromeda ad uno scoglio,ma qst fu salvata da Perseo,vanificando i loro
sforzi.
Per questo Cassiopea fu costretta a girare in
eterno attorno al polo celeste,ritrovandosi x questo a testa in
giù.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e
recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di battitura ed
ortografia.
Il titolo del capitolo è tratto da una canzone
omonima dei The Monkees.
Ed ora i ringraziamenti:Sarina87(Non preoccuparti,ho già
un'idea anche x quello!Già ti fa sognare veramente...Vedrai nei prossimi
capitoli!),WingsHP(Nn lo
sai che gli uomini interessanti sn sempre impegnati?Ancora nn avevo parlato di
loro ed era giusto dargli la giusta visibilità,ma torneranno anche nei prossimi
capitoli ...),Tonks'17(Grazie x i complimenti!Era da un pò che nn vedevano un'incontro
fra fratelli,quindi era venuto il momento di rimediare),JC(Hai ragione:me ne ero accorta anche
io e credevo di aver messo in ordine ql pezzo ma evidentemente qlcs deve essermi
sfuggito.P.S.Sai che tengo molto in considerazione le vostre recensioni:è
successo già in "Io e te x sempre?",quando avete iniziato a dirmi che stava
diventando noiosa ed allora Ginny ha avuto l'incidente),Gioia_in_blu(Grazie x la fiducia e
l'appoggio!Parlando di Albus:te lo aspettavi questo "colpo di scena",anche se sl
accennato?),Streghetta'86(Sono assolutamente d'accordo con te!Nn posso fare spoiler,ma x
qnt riguarda Luna resta in ascolto e fidati...),Finleyna4ever(Grazie x i
complimenti!Tranquilla nn sono così sadica!),Isina4everyoung(Per come la vedo
io,forse tr romanticamente,Luna è il suo Sole.Può il Sole oscurarsi?Diciamo che
Ronald ha fatto un collage di tutte le parole che Rebecca gli ha detto e le ha
unite insieme,tirando fuori qllo ke aveva + paura di sentire),CharmedAlis(Benvenuta!Tranquilla,fra me
e Ginny abbiamo abbastanza idee x rimettere a posto la
situazione...),Dado(Grazie
x i complimenti!Rimettiti presto!Un bacio a Rosie e ad
Ellie).
Bene,come al solito,il piccolo
spoiler...
Era stato
facile.
Aveva soltanto dovuto mettere insieme i pezzi per
capire...
Io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"The sun will come
out"
Baci,Eva.
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Capitolo 8 *** The sun will come out ***
the sun will came out
Era stato facile
capire. Aveva solo dovuto mettere insieme i pezzi:l'inaspettata magrezza di
suo fratello,i suoi capelli corti come non li vedeva da più di vent'anni,il suo
scatto di nervi e la reticenza di Justin nello spiegare al resto della famiglia
cosa stava succedendo. Erano schizzati via neanche fossero inseguiti da
qualcuno,lasciandoli con una rassicurazione e la promessa di chiamarli non
appena scesi dall'aereo. Promessa che ovviamente non avevano
mantenuto. Per tutto il tempo,Ron aveva continuato a pensare a suo
fratello,all'unica altra volta che lo aveva visto così
disperato. Nessun'altro aveva colto le analogie perchè quella volta lui era
stato il solo spettatore a quella scena,soltanto lui poteva aver capito che
dietro quella paura si nascondeva qualcosa di importante. Perchè era questo
che si nascondeva dietro il suo scatto d'ira:disperazione;paura per qualcosa che
fino a quel momento aveva avuto sotto controllo e che improvvisamente non
riusciva più a gestire. L'unica volta che lo aveva visto in quello stato era
stato la vigilia delle nozze fra Luna e Neville, quando si era reso conto che
tutto era finito,che lei non sarebbe più tornata indietro. Ora era sicuro
che,ancora una volta,il motivo scatenante era sempre lei. Non aveva preso in
considerazione neanche per un'istante la possibilità che fra loro ci fossero dei
problemi:loro erano fatti per stare insieme,erano uno la parte mancante
dell'altra. Quindi doveva essere successo qualcosa. Aveva provato a
chiamare il cellulare di George,ma ogni volta rispondeva la voce registrata
della segreteria pregandolo di lasciare un messaggio. Sarebbe stato
inutile... C'era una sola persona a cui poteva rivolgersi:Seamus. Lo aveva
messo sotto interrogatorio e alla fine era riuscito a sapere la verità:aveva
scoperto del cancro e di tutte le cure che Luna aveva sostenuto fin dagli inizi
di settembre e gli aveva spiegato cosa aveva scatenato la rabbia di George pochi
giorni prima. -Ovviamente io non ti ho detto una parola-aveva concluso Seamus
prima di attaccare. Perchè George aveva deciso di escluderli da una cosa così
importante? Non avevano anche loro il diritto di sapere,di
supportarli? Doveva vederci chiaro in quella faccenda. Lo stesso giorno
che aveva scoperto la verità aveva prenotato un volo per New York e,da lì
sarebbe partito per Seattle:doveva parlare con George,fargli vedere che ancora
una volta era lì se aveva bisogno di lui e inoltre voleva sapere come stavano i
ragazzi,neanche per loro doveva essere un'esperienza facile. Cassie lo aveva
aiutato a preparare la valigia ed era sembrata riluttante all'idea di quella
separazione. -Sta tranquilla torno presto-l'aveva rassicurata dandole
un'ultimo bacio. Lei aveva annuito e aveva sciolto il loro abbraccio. -Non
preoccuparti per noi...Staremo bene-gli aveva detto facendogli un
sorriso. Ron aveva annuito ed l'aveva salutata un'ultima volta prima di
smaterializzarsi all'aereoporto. Le ore del volo erano passate
velocemente,guardando un film offerto dalla compagnia aerea e poi dormendo
finchè non era arrivato a New York. Dai vetri del secondo aereo si era
accorto che era l'alba,sarebbe arrivato a Seattle nella tarda mattinata. La
cosa che lo preoccupava di più era la reazione di suo fratello:imprevedibile
com'era poteva essere felice del suo arrivo o arrabbiarsi perchè il suo segreto
era stato scoperto. Era meglio tenere la bacchetta a portata di mano? Ma
che andava a pensare!Era suo fratello e per di più sarebbero stati in
un'ospedale babbano, quindi era meglio evitare qualsiasi problema. Un taxi lo
aveva portato dall'aereoporto al Saint Margaret Hospital ed ora era lì,al banco
informazioni,ad aspettare la risposta dell'infermiera. -Weasley ha
detto?-chiese ancora la donna guardandolo di sfuggita. Ron annuì. -Non mi
risulta-gli disse alzando lo sguardo su di lui e facendogli velocemente un'esame
per assicurarsi che non fosse pericoloso. -Allora cerchi sotto il nome
Lovegood-tentò Ron non lasciandosi intimidire da quello sguardo. La donna lo
guardò perplessa. -Guardi che non siamo in un'albergo-gli fece notare facendo
guizzare lo sguardo sul piccolo trolley che Ron aveva con sè. -Lo so
benissimo,ma le è tanto difficile con...- -Zio Ron!- Ron si voltò
sentendosi chiamare e sorrise vedendo Edward ed Alice che lo fissavano neanche
avessero visto un fantasma. -Finalmente qualche faccia conosciuta-disse Ron
allontanandosi dal banco informazioni e avvicinandosi ai ragazzi. Alice gli
andò incontro e,nonostante la sorpresa ancora dipinta sul volto,lo
abbracciò. -Ehi che accoglienza!Non credevo che voi ragazzi sentiste tanto la
mia mancanza-scherzò l'uomo stringendo la nipote. Edward sorrise,gli si
avvicinò e,schivo come al solito,si limitò a posargli una mano sul braccio
destro. Ron gli sorrise ed accarezzò i capelli biondi di Alice,che ancora non
accennava a sciogliere l'abbraccio. -Va tutto bene lumachina?-le domandò
abbassando gli occhi sul suo viso. Alice sorrise e annuì
lentamente. -Adesso va meglio- -Lo sapevo!- La voce era arrivata a
pochi passi di distanza e voltando leggermente la testa,Ron vide arrivare Fred e
Justin: dovevano essere rimasti indietro alla ricerca di parcheggio. Fred era
sorpreso quanto i fratelli,ma visibilmente sollevato che l'uomo fosse lì,Justin
invece lo guardava come se non avesse aspettato altro che il suo arrivo. -Sei
stato abbastanza convincente Jus,ma ai tuoi tempi raccontavo balle
migliori...-lo prese in giro. Il ragazzo sorrise e alzò le spalle. -Ho
dovuto inventare sul momento,che ti aspettavi?- Ron scosse la testa e si
sporse in avanti per dare un pugno sulla spalla sinistra di Fred. -Papà sa
del tuo arrivo?-domandò il ragazzo guardando lo zio. Ron scosse la
testa. -Allora sarà meglio andare su...-disse Edward cominciando a
camminare. Ron lo seguì,un braccio sulle spalle di Alice e l'altra mano
stretta attorno alla maniglia del trolley. Si fermarono davanti all'ascensore
in attesa insieme ad altri medici e familiari,cercando di non intralciare con la
loro presenza. -Come credi che la prenderà?-domandò Fred guardando lo
zio. -Per me si arrabbierà-disse Alice. -Sono d'accordo-si unì
Edward. -Come minimo-concordò Justin. -Andiamo ragazzi datemi un pò di
fiducia-si lamentò Ron. Le porte metalliche dell'ascensore si aprirono e il
gruppo entrò nella cabina,Fred si voltò e schiacciò il tasto 6 sulla
pulsantiera,imitato da altre persone;subito dopo le porte si richiusero e la
cabina iniziò a salire. -Proprio perchè ti diamo fiducia pensiamo che si
arrabbierà solamente-disse Justin. Edward rise leggermente e Ron scosse
leggermente la testa:stavano disegnando un quadro veramente
nero... Finalmente le porte dell'ascensore si aprirono sul sesto piano e Ron
seguì i ragazzi attraverso il reticolo di corridoi che ormai sapevano
riconoscere bene;qualche infermiera rivolse loro un cenno di saluto,lanciandogli
subito dopo un'occhiata perplessa. -In questo ospedale fissano sempre le
persone in questo modo?-domandò ai ragazzi sentendosi un pò a disagio. Alice
scosse la testa e Fred rise. -Sono abituati a vedere soltanto noi,al massimo
ci vedono in compagnia di Seamus,Allison o Rupert...Magari hanno pensato che ci
vuoi rapire-scherzò Justin. Ron sorrise. -Già,è talmente facile rapire un
ragazzo di diciannove anni!-commentò facendo ridere i ragazzi. Erano
all'inizio di un lungo corridoio,dove sulla destra si intravedevano quattro
porte:quattro camere singole per quattro pazienti. Di fronte ad ogni
porta,sulla parete di sinistra,c'era una finestra grande che cercava di
catturare il poco sole che si intravedeva dalle nuvole nere. Accanto alla
finestra centrale,appoggiato alla parete con le braccia conserte strette sul
petto, c'era George,lo sguardo fisso sul vetro,anche se Ron era certo che non
stesse vedendo nulla del paesaggio. Sentendo arrivare i figli aveva voltato
leggermente la testa verso di loro e tutti lo avevano visto irrigidirsi quando
si era accorto di Ron. Si era staccato dalla parete a cui era appoggiato e
aveva lasciato cadere le braccia lungo i fianchi,iniziando a camminare verso di
loro. -Buona fortuna-gli aveva bisbigliato Fred dietro di lui. Ron aveva
sorriso,continuando a tenere lo sguardo fisso sul fratello,poi aveva lasciato la
valigia e aveva fatto un paio di passi avanti allontanandosi dai
ragazzi. George si fermò a pochi centimetri da lui,un'espressione seria sul
volto. Ron restò in silenzio,immobile,in attesa di una sua mossa. -Hai
un'aspetto orrendo-gli disse George. Ron ghignò divertito. -Senti chi
parla!Quand'è stata l'ultima volta che ti sei visto allo specchio?-gli aveva
chiesto sfacciato. A Ron sembrò di avere di fronte l'immagine del fratello
come appariva decenni prima:i vestiti strazzonati e disperatamente bisognosi di
una stirata,la barba rossiccia di alcuni giorni che aveva iniziato a coprirgli
le guance ed il mento e le occhiaie,nere e profonde come non ricordava di
avergli mai visto. Che incantesimo aveva usato per farle sparire quel giorno
che era tornato a Londra? George si era lasciato andare ad un piccolo
sorriso. -Possibile che dopo tutti questi anni hai ancora l'istinto da
crocerossina?-domandò ancora. -Possibile che dopo tutti questi anni hai
ancora l'istinto del coglione?-gli fece il verso l'altro. Si fissarono in
silenzio dopo quella battuta e per un'istante Ron ebbe paura di aver esagerato:
magari era troppo presto,doveva giocare ancora un pò,però sapeva che se avesse
aspettato troppo George si sarebbe chiuso,precludendogli qualsiasi possibilità
di aiuto concreto. Doveva capire che era lì per lui. Per lui e per
Luna. Solo quando lo vide fare un passo in avanti capì che aveva fatto la
cosa giusta:si ritrovò le braccia di George attorno alle spalle e immediatamente
fece lo stesso. Erano anni che non si abbracciavano,se quello poteva essere
definito un'abbraccio. -Sono felice che tu sia qui...-disse George poggiando
per un'istante il mento sulla sua spalla destra. Ron gli diede una pacca
sulla schiena e sorrise. -Dove devo venire a salvarti la prossima volta?In
Alaska?-gli domandò scherzoso e serio allo stesso tempo. George rise e
annuì. -Lo so,lo so...L'avevo capito che non ti eri bevuto la balla di
Justin- -Sinceramente neanche tu ci avresti creduto se fossi stato in
condizioni normali-gli disse sorridendo. -Guardate che ora mi
offendo!-commentò Justin. -Figliolo non arrabbiarti:tu hai tante qualità e
fra queste c'è anche quella di non saper mentire-gli disse subito
George. George diede un'altra pacca sulle spalle di Ron e lo
guardò. -Quanto ti fermi?-gli chiese. -Devo tornare prima che i ragazzi
rientrino da Hogwarts-gli disse. -Luna sarà felicissima di
vederti...Vieni,non vedo l'ora di vedere che faccia farà-disse voltandosi e
portando il fratello con sè lungo il corridoio.
Aveva fatto il volo di ritorno con il cuore in
gola. In aereo non è consentito tenere accesi i cellulari,come fa una brutta
notizia a raggiungerti mentre sei sospeso in volo? Se le fosse capitato
qualcosa mentre lui era fra le nuvole,con quale coraggio avrebbe guardato i suoi
figli,si sarebbe visto riflesso nello specchio? Piuttosto preferiva
morire! Durante le ore che avevano passato a New York in attesa della
coincidenza aveva chiamato Rupert per sapere come andavano le cose e lui l'aveva
rassicurato dicendogli che tutto era ancora sotto controllo e che Luna stava
dormendo. Mancava poco... Aveva cercato di dormire,ma era stato
inutile:centinaia di immagini indesiderate e sgradevoli tempestavano la sua
mente appena chiudeva gli occhi,quindi dopo l'ennesimo vano tentativo aveva
preso a fissare il paesaggio fuori dal piccolo oblò. Aveva visto il sole
sorgere fra le nuvole e si era impresso nella memoria ogni dettaglio per essere
più specifico quando l'avrebbe raccontato a Luna,certo che quando sarebbero
atterrati non ci sarebbe stata alcuna traccia di quel sole. Un'altra
attesa,le dita che tamburellavano sul ginocchio destro,mentre il taxi li portava
all'ospedale ed infine la corsa su per le scale per tutti e sei i
piani,incurante dell'ascensore,del taxi e di tutto il resto. Era arrivato nel
corridoio dov'era la sua stanza e aveva trovato Edward addormentato su una
sedia,la testa retta malamente dalla mano sinistra,ed Alice poco distante da lui
seduta a gambe incrociate per terra che muoveva il collo da destra verso
sinistra per sgranchire i muscoli. Si era voltata nella sua direzione e
quando l'aveva visto aveva spalancato gli occhi. -Papà!- Si era alzata ed
era corsa a rifuggiarsi fra le sue braccia,il viso nascosto contro il suo petto,
improvvisamente in lacrime:la sua maschera di combattente era crollata. -Ho
avuto tanta paura...Abbiamo fatto tutto quello che potevamo,ma lei stava male e
così abbiamo chiamato Rupert...-singhiozzò. George la strinse a sè e le
accarezzò i capelli,cercando di calmarla:non doveva essere stato facile neanche
per loro. I suoi occhi incontrarono lo sguardo di Edward,ora completamente
sveglio e anche lui in piedi, a un passo da lui,neanche avesse visto un
fantasma. -Va tutto bene lumachina...Siete stati bravissimi...Adesso ci penso
io-aveva detto guardando suo figlio. Edward aveva fatto l'ultimo passo che
mancava e si era unito al loro abbraccio,posando la testa sul braccio che
stringeva Alice. George aveva poggiato una guancia contro i capelli biondi di
Edward e aveva tentato un sorriso. -Dov'è Fred?-aveva chiesto. -Giù alla
mensa a prendere qualcosa da mangiare...-aveva detto Edward alzando lo sguardo
verso di lui. George aveva rialzato la testa e aveva annuito. -Perchè non
andate a recuperarlo e non andate a casa?Sarete distrutti dopo una notte
in ospedale...Sono sicuro che Seamus è in giro per l'ospedale ad infastidire
Rupert,perchè non vi fate dare un passaggio da lui?-aveva scherzato,cercando di
rassicurare i figli. Alice aveva alzato la testa e l'aveva fissato con gli
occhi rossi. -Non possiamo lasciarti solo...-aveva detto. -Lo sai che a me
le magie riescono meglio quando sono solo...E poi voi avete bisogno di una
doccia,cominciate a puzzare- Sia Alice che Edward avevano accennato un
sorriso. George li aveva imitati e aveva posato un bacio sulla testa di
entrambi. -Forza,fate come vi ho detto...-aveva detto poi sciogliendo
l'abbraccio. Dopo qualche istante di esitazione,i ragazzi avevano annuito e
si erano allontanati per il corridoio. Alla fine di questo avevano visto
arrivare Justin e George li aveva osservati mentre fermi iniziavano a
raccontargli tutto quello che era successo. I ragazzi sarebbero tornati dopo
aver parlato con Seamus o con Rupert,ne era certo,ma ora doveva entrare nella
stanza. Si era avvicinato e aveva posato la mano sulla maniglia,ma prima di
abbassarla aveva preso un respiro profondo cercando di calmare i battiti
impazziti del cuore. Solo quando si era sentito sicuro di sè e delle sue
reazioni aveva abbassato la maniglia e aperto la porta. Luna era apparsa nel
riquadro della porta,seduta sul letto,con la schiena poggiata contro i
cuscini,le coperte che le arrivavano al ventre. Sentendo aprirsi la porta
aveva voltato la testa e non appena lo aveva visto,un sorriso aveva incurvato le
sue labbra. Il tubicino di una bombola d'ossigeno entrava nelle sue narici e
si ripiegava dietro le orecchie per poi sparire dietro la schiena nascosto dalla
maglia del pigiama e dai cuscini. Ancora sulla porta,George aveva atteggiato
i muscoli facciali ad un sorriso e aveva scosso la testa. -Spiegami una
cosa...-aveva esordito. Luna aveva alzato un sopracciglio,restando in
silenzio. -Non potevi trovare un modo meno teatrale se avevi tanta voglia di
vedermi?-le aveva chiesto con voce seria e convinta. Aveva visto il labbro
inferiore della donna tremare cercando di trattenere una risata e poi il viso si
era atteggiato a quell'aria di sufficenza che usava sempre quando
scherzavano. -Avrei potuto...ma non potevo fare questo torto alla
famiglia... Gli abbiamo dato un gossip interessante?-aveva chiesto
poi. -Sono certo che ne stanno ancora parlando...-aveva commentato
lui. Luna aveva annuito,come se fosse veramente soddisfatta;George aveva
sorriso ed era entrato nella stanza,richiudendosi la porta alle spalle. Aveva
aggirato il letto e si era seduto sul bordo del letto,prendendole una
mano,notando velocemente che sul dorso dell'altra era stato inserito l'ago per
la flebo. -E' stato un viaggio piacevole?-gli aveva chiesto lei alzando gli
occhi sul suo viso. Lui aveva alzato le spalle. -Ho dormito sia all'andata
che al ritorno...-aveva mentito. Ma lei sapeva riconoscere le sue
bugie,sapeva interpretarle per trovare la verità e quando la vide annuire capì
che anche quella volta aveva trovato il vero significato delle sue
parole. Aveva avvicinato la mano alle labbra e l'aveva baciata
dolcemente,chiudendo gli occhi,cercando di controllare le emozioni che lo
stavano travolgendo e che rischiavano di farlo crollare. Luna aveva alzato
l'altra mano e gli aveva accarezzato la testa rasata,staccando leggermente la
schiena dai cuscini. -Te l'avevo promesso che sarei stata qui ad
aspettarti-aveva detto a bassa voce. George aveva preso la mano che ancora
stringeva fra le sue e l'aveva avvicinata al suo viso,alla sua guancia
destra,voltando poi la testa per raggiungerne con le labbra il palmo. Aveva
riaperto gli occhi e li aveva fissati in quelli argentei della moglie,decidendo
di essere sincero per pochi secondi. Soltanto un'istante,poi avrebbe ripreso
il suo ruolo alla perfezione. -Non farmi più uno scherzo del genere...Non lo
sopporterei-aveva sussurrato.
In vent'anni di convivenza,di cui dieci di
matrimonio,Seamus e Rupert avevano basato il loro rapporto sulla sincerità e
sull'ironia. Erano entrambi attraenti e le posizioni che ricoprivano
attiravano pretendenti come il miele attirava le mosche,ma mai una volta erano
andati oltre il limite consentito:le attenzioni di possibili pretendenti
venivano respinte quasi sul nascere per evitare di incorrere un'altra volta in
un'incubo "Dean". Quello era un capitolo che non affrontavano mai,di cui non
parlavano mai,come se lo avessero cancellato dalla loro mente,ma entrambi
avevano ben chiaro il ricordo di quanto erano stati vicini a perdersi per colpa
di un'errore e non volevano rischiare tutto quello che avevano costruito
soltanto per una "scarica di adrenalina" in più. Inoltre ora non dovevano
pensare soltanto a loro stessi,alla loro coppia,ma avevano ben presente anche la
responsabilità che avevano nei confronti di Allison e mai avrebbero fatto
qualcosa che avesse potuto infrangere il fragile equilibrio che avevano
costruito in tanti anni. Ma tutta la fiducia e la sicurezza non impediva gli
attacchi di gelosia. Il più soggetto era Seamus,specialmente quando vedeva
l'ammirazione con cui i nuovi medici guardavano Rupert:era quasi una
violenza che faceva a sè stesso restare fermo in disparte ad osservarlo da
lontano,aspettandolo per ritornare a casa insieme,e vedere come brillavano gli
occhi di quei novellini mentre guardavano il suo uomo e pendevano dalle sue
labbra. Certe volte voleva andare in mezzo a loro e ristabilire i
limiti:mettersi fra loro e Rupert e dire a tutti che quel fantastico uomo era
soltanto suo. Poi,non appena Rupert gli veniva incontro allentandosi la
cravatta,con quel piccolo sorriso che gli riservava sempre in quelle
occasioni,quel sentimento passava e lui si sentiva un'idiota per averci anche
solo pensato. Tutti sapevano della loro relazione in ospedale,quindi quello
non poteva essere un buon terreno di conquista...Era solo un'idiota
geloso! Quella sera,aveva deciso di fargli una sorpresa:era tanto che non
andava a prenderlo per tornare a casa insieme,quindi era uscito prima dalla
redazione ed era andato lì. Aveva salutato Emily all'accettazione e aveva
scambiato quattro chiacchiere con il dottor Easy in ascensore chiedendogli della
moglie e dei figli,poi lo aveva salutato dirigendosi lungo il corridoio dove si
trovava l'ufficio di Rupert. Marla,la sua segretaria,gli aveva sorriso
allegra non appena lo aveva visto. -Che sorpresa!Non sapevo dovessi passare
da queste parti-gli disse dandogli un bacio su entrambe le guance. -Da quando
un marito deve farsi annunciare?-le domandò poggiando entrambi i gomiti su uno
scaffale della scrivania della donna. -Deve farlo se non vuole aspettare in
corridoio...E' dentro con il dottor Walt-gli disse la donna. Seamus annuì
lentamente. Il dottor Walt...Non gli era mai stato simpatico,anche se aveva
sempre sostenuto il contrario:era un'avversario temibile e quindi
insopportabile. Era il nuovo acquisto dell'equipe di Rupert,un'uomo sulla
trentina con capelli biondi e ondulati, un'abbronzatura perenne nonostante
l'orrendo tempo che c'era a Seattle e occhi verdi. Veniva direttamente dalla
California e tutto nel suo fisico diceva "Sono un'americano,amante del
fitness":come accidenti faceva a mantenere quella massa di muscoli tonici con i
turni massacranti che dovevano sostenere in ospedale? Come se non
bastasse,ogni volta che lo aveva incontrato,era stato educato e gentile,come ci
si sarebbe aspettato. Era veramente da uccidere. Sorrise a Marla e alzò le
spalle. -Vorrà dire che aspetterò-disse avvicinandosi ad una delle poltrone
poggiate contro il muro azzurrino. -Vuoi che gli dica che sei qui?-propose
gentile la donna. Seamus si sedette e scosse la testa. Era meglio non
disturbarlo...Chissà cosa avrebbe potuto interrompere... Una volta aveva
letto da qualche parte che soltanto le persone insicure sono gelose:una gran
cazzata! Lui non era affatto insicuro,non aveva il minimo dubbio sulla sua
storia o su Rupert...se proprio aveva dei dubbi li aveva su sè stesso. Aveva
sempre la costante paura che un giorno Rupert si accorgesse di aver fatto
un'errore o che in fin dei conti lui non valeva poi così tanto,decidendo di
trovarsene un'altro. La situazione stava peggiorando sempre di più con il
passare del tempo:stava invecchiando,forse si era lasciato un pò andare con
quella storia del matrimonio e non magari non era più fisicamente appetibile
come era stato a vent'anni...Non sarebbe riuscito a vincere contro il dottor
Walt o contro gli altri mediconzoli che gli giravano intorno in
ospedale. Frustrato sospirò. Era veramente da ricovero! -Va tutto
bene?-domandò Marla allontanando lo sguardo dallo schermo del computer. Lui
annuì e le rivolse un piccolo sorriso,nello stesso istante in cui sentirono
aprirsi la porta dell'ufficio. Il primo ad uscire nel corridoio fu il dottor
Walt,che tornò a voltarsi verso lo specchio della porta,dove era rimasto
Rupert,una mano sullo stipite. -Continua a controllare i parametri vitali e
chiamami se ci sono complicazioni-disse Rupert con il solito tono professionale
che usava con gli studenti ed i colleghi. L'altro annuì. -Crede sia il
caso di operare di nuovo?-domandò il giovane medico. Seamus vide Rupert
alzare le spalle. -Sinceramente spero di no...-rispose. Finalmente si
accorse del suo sguardo e voltò la testa verso la fila di poltrone,sorridendo
non appena lo vide. -Seas...Che ci fai qui?-gli chiese uscendo in corridoio e
venendo verso di lui. Lui si alzò in piedi e scrollò le
spalle,noncurante. -Credo di essere sceso alla fermata
sbagliata-scherzò. Rupert sorrise e gli diede una piccola spinta,prima di
voltarsi di nuovo verso il collega. -Per il momento è tutto,puoi andare-lo
congedò. Con un gesto della testa di assenso verso Rupert ed un'altro di
saluto verso di lui,il dottor Walt si avviò verso il corridoio. -Vieni
dentro-disse Rupert avviandosi verso la porta del suo ufficio. Seamus lo
seguì e,una volta dentro, si chiuse la porta alle spalle come faceva
sempre. -Ho pensato di venire a prenderti,così magari possiamo fermarci a
mangiare fuori...-gli propose sedendosi di fronte a lui. Capì subito che non
era possibile:ormai era diventato un'esperto a riconoscere le espressioni del
suo volto. -Mi piacerebbe tanto Seas,ma...-iniziò passandosi una mano fra i
capelli per allontanarli dal viso. -Ma devo assolutamente sconfiggere il
virus dell' HIV entro domattina e non posso muovermi dall'ospedale-concluse il
biondo,cercando di nascondere il risentimento. Rupert sorrise
leggermente. -Magari!Invece si tratta di un trapianto:devo restare qui per
essere pronto in caso di complicazioni-disse. Seamus annuì in
silenzio. Però il tempo per parlare con il dottor Walt lo ha trovato,disse
una vocina malevola nella sua mente. -Sai che facciamo?Sabato sono libero per
tutto il giorno:prendiamo la macchina e ce ne andiamo da qualche parte solo tu
ed io...Allison sicuramente sa badare a sè stessa per qualche ora-propose Rupert
per cercare di rimediare. Seamus annuì lentamente,come faceva sempre quando
voleva farlo contento. -Sto dicendo sul serio!-ribattè l'altro
subito. -Non lo metto in dubbio,ma sicuramente venerdi notte succederà
qualcosa che manderà a monte i nostri piani,quindi scusami se non mi lascio
trascinare dall'entusiasmo-commentò Seamus,cercando di non essere troppo
aggressivo. -Lo sai com'è il mio lavoro Seas...- -Certo,certo il
lavoro...E non dimentichiamoci dei colleghi-commentò acido. Perchè se ne era
uscito in quel modo?Ora avrebbe capito subito perchè si comportava
così! Infatti sul viso di Rupert apparve un'espressione guardinga,attenta,gli
occhi sul suo volto attenti a non perdersi neanche un movimento. -Che
c'entrano adesso i miei colleghi?-gli domandò infatti. Seamus scosse la testa
e si alzò di scatto dalla sedia. -Niente lascia perdere,ho detto una
cazzata- Anche Rupert si alzò e aggirò la scrivania,andandogli
incontro. -Credi che mi sono fatto l'amante in ospedale?-chiese brutale come
soltanto lui riusciva ad essere. Il biondo alzò lo sguardo e sembrò
sfidarlo. -E' così?Magari uno più giovane,più carino o più in forma di
me... D'altronde qui avresti solo che da puntare un dito che cadrebbero tutti
ai tuoi piedi-disse senza paura. -Non è un pò presto per avere una crisi di
mezz'età?-gli domandò continuando a tenere lo sguardo sul suo viso. Seamus
scosse la testa. -Non si tratta di questo!Possibile che non ti rendi conto di
come ti guardano i tuoi studenti? Sono tutti lì a mettersi in mostra per
farsi notare da te,per avere la tua attenzione e certe volte è davvero
frustrante stargli a guardare mentre ti fanno una corte così sfacciata. Puoi
farmi un favore?Smettila di sorridere a tutti,di essere così disponibile,così
almeno lo capiscono che non hanno speranze-disse dando voce a quella
frustrazione che aveva sempre tenuto segreta. Rupert lo ascoltò in
silenzio,le labbra serrate una sopra l'altra,una mano poggiata contro il fianco
finchè,quando lui smise di parlare,non si lasciò scappare un sorriso. -Sai
quanto tempo passi in quest'ospedale?-gli domandò con voce calma. Seamus
analizzò il tono della sua voce:non era arrabbiato,buon segno. Scosse la
testa. -Sicuramente più tempo di quanto ne passi in redazione. Tutti
quelli che lavorano in questo ospedale,anche l'ultimo inserviente,sanno chi sei
e come se non bastassi tu c'è Allison,nostra figlia,talmente orgogliosa dei suoi
genitori da raccontare la nostra storia a chiunque abbia la voglia o la sfortuna
di prestarle orecchio per cinque secondi. Credi veramente che cercherei
un'amante qui?-gli domandò facendo un passo verso di lui. Seamus riflettè
alle sue parole qualche istante. -E allora dove lo cercheresti?-gli
chiese. Rupert scoppiò a ridere. -E' una domanda ipotetica!-si affrettò a
dire Seamus. Il moro fece un'altro paio di passi in avanti verso di
lui. -Chi starebbe con un vecchio come me?-gli domandò. Seamus aggrottò le
sopracciglia. -Vecchio?Ma quand'è stata l'ultima volta che ti sei visto allo
specchio?-gli domandò sorpreso. -Questa mattina e credimi non ho visto il
ragazzo di vent'anni che conoscevi...-gli disse serio. Allora non era
soltanto lui ad avere di quei pensieri. Non aveva mai pensato che anche
Rupert potesse sentirsi inadeguato o meno attraente:ai suoi occhi era ancora
l'uomo più sexy ed eccitante che avesse mai visto. Che anche lui vedesse le
stesse cose quando lo guardava? Incontrò il suo sguardo e alzò le
spalle. -Io ci starei con una cariatide come te...-commentò sfiorandosi con
il dorso della mano destra la punta del naso. Lo vide sorridere,quel sorriso
che metteva in mostra i perfetti denti superiori,e si rilassò sciogliendo i
muscoli delle spalle. -E' per il tuo pessimo gusto che ti ho sposato-scherzò
l'altro. Il biondo abbassò la testa e chiuse gli occhi,sentendo una mano di
Rupert fra i capelli:la distanza fra loro era veramente minima ora e rialzando
lo sguardo incontrò subito i suoi occhi. -Sai che sei adorabile quando sei
geloso?-gli disse il moro avvicinando il viso al suo. -Sono disposto a farti
una scenata ogni giorno se mi fa guadagnare punti...-scherzò subito
l'altro. Rupert lo guardò qualche istante in silenzio poi scosse la
testa. -Non credo potresti raggiungere un punteggio più alto-disse
poi. Seamus annullò la distanza fra di loro e posò le labbra su quelle del
compagno,affondando le dita fra i capelli morbidi. Sentendo la passione con
cui Rupert rispondeva al suo bacio e si stringeva a lui,si diede dell'idiota per
le sue paure,le sue insicurezze e la sua gelosie:come al solito aveva perso di
vista il punto centrale di tutta la storia. La loro famiglia. Avevano
lottato tanto per costruirla,per creare qualcosa che fosse soltanto loro ed era
stupido pensare che Rupert avrebbe potuto mandare tutto all'aria soltanto per
qualche muscolo tonico o per qualche Big Jim biondo. Era altro quello che li
univa... -Mi è venuta in mente un'altra cosa che non facciamo da tempo-disse
Seamus quando si separarono. L'altro sollevò un sopracciglio e lo guardò
curioso. Il biondo lanciò uno sguardo al divano nero che occupava la metà di
una parete. -E' comodo quel divano?-gli domandò. L'espressione sul viso di
Rupert era impagabile:Seamus aveva capito perfettamente cosa aveva in mente il
compagno,ed era un pò dispiaciuto dal dover rovinare i suoi piani,ma la sua idea
era un'altra. -Credo di sì...Seas non starai pensando di...?-cominciò infatti
il moro. Seamus scosse la testa. -Stavo pensando che magari potremmo far
dormire Allison da un'amica e io potrei restare qui ad aspettarti come facevo
una volta-gli rivelò con un leggero sorriso sul viso. Sorriso che contagiò
anche Rupert quando il ricordo attraversò la sua mente:l'immagine di Seamus
addormentato su quella scomoda sedia che,stoico,lo aspettava e che fingeva di
essere sveglio quando lui rientrava in ufficio per essere di una minima
compagnia. Gli diede un'altro bacio e sorrise felice. -Dovremmo cercare
una coperta...Si gela qui dentro la sera-
-STAI SCHERZANDO SPERO!- Come poteva anche solo
immaginare una cosa del genere? Forse aveva dimenticato con chi stava
parlando,oppure aveva riportato l'idea da uno di quegli stupidi giornali per
adolescenti che leggevano Rose e Lily. Una donna di quasi quarant'anni non
poteva aver pensato un piano del genere. Ginny posò la sua tazza sul basso
tavolino e la guardò come se non avesse mai parlato. Dopo il fine settimana
che avevano passato alla Tana,lei e Ron si erano separati senza tante cerimonie
e lui ora sembrava sparito nel nulla:aveva provato a chiamarlo un paio di volte
al cellulare,ma trovava il nastro della segreteria telefonica;lo aveva cercato
al lavoro,sentendosi rispondere che aveva chiesto una settimana di ferie per
problemi di famiglia. Quale famiglia?Quella che aveva costruito con
quell'altra donna? L'ultima spiaggia era stato lasciare un'email alla sua
casella di posta elettronica sperando che una volta letto il messaggio lui la
cercasse. Aveva bisogno di parlare con lui prima del ritorno dei ragazzi,ed
ormai mancavano soltanto due giorni. Come se non bastasse doveva combattere
anche con quella nuova versione di Ginny che non aveva mai conosciuto prima in
tanti anni di amicizia. -Possiamo parlare francamente visto che siamo
soltanto tu ed io?-disse la rossa con voce calma e tranquilla,le mani giunte in
grembo. Hermione annuì,ancora scioccata da quello che aveva appena detto
l'altra. -Allora...Mio fratello non è intelligente,lo sappiamo entrambe:i
suoi bisogni sono elementari e per renderlo felice basta soddisfare quei
bisogni-disse la rossa convita. -Non è affatto vero!-ribattè la riccia
difendendo quello che fino ad un mese prima era il marito. Neanche lei era
generosa nei suoi riguardi,ma non le piaceva che qualcun'altro lo
offendesse. -Ok va bene saltiamo i preamboli...Quand'è stata l'unica volta
che ti ha fatto capire di essere interessato a te?-le domandò guardandola in
volto. Hermione restò in silenzio e riflettè qualche istante,trovando subito
la risposta alla domanda. -Al quarto anno,quando mi ha visto interessata a
Victor-ammise. Ginny annuì. -Esatto! Quando ha visto che qualcun'altro
ha invaso il suo territorio ha cominciato a comportarsi da idiota. Beh è ora
di ripetere l'esperienza-le spiegò concreta. -E tu credi che questo basterà
per farlo tornare da me? C'è ancora qualcosa che stai dimenticando:lei è
incinta!-disse la riccia,sentendo una stilettata nel petto. Ginny
annuì. -Lo so,ma quello è un problema che affronteremo poi... Ora dobbiamo
pensare a una strategia per farlo ingelosire. Hai qualcuno che può reggerti
il gioco?-le domandò curiosa. Hermione sollevò un sopracciglio:erano già
passate alla fase in cui studiavano le tattiche di attacco? -Qualcuno che
possa fingere di essere interessato a te,senza poi innamorarsi per
davvero...-spiegò ancora Ginny,interpretando il suo silenzio per
confusione. L'altra annuì. -Credo di sì...Hai presente Nick del mio
ufficio?-le domandò passandosi la punta della lingua sul labbro
inferiore. Vide l'espressione concentrata sul viso della cognata,mentre
cercava di dare un volto al nome,poi la vide annuire. -Quel ragazzo alto e
biondo? Con gli occhi verdi?-domandò incerta. Hermione
annuì. -Perfetto...Ron morirà d'invidia-esclamò allegra Ginny. -Gin hai
pensato,anche solo per un'attimo,che questo piano potrebbe non funzionare?-disse
Hermione con voce più bassa. L'altra la guardò qualche istante,poi si alzò e
andò a sederlesi vicino,una mano su quelle della cognata. -Se in lui è
rimasto anche un pò dell'immenso amore che provava per te,allora questo piano
funzionerà. Sta tranquilla...-la rassicurò con un sorriso sicuro sul
viso. La riccia la guardò e alla fine annuì. In fondo tentare non le
sarebbe costato nulla...Tranne,forse, il suo cuore.
-Sono davvero felice che tu sia qui- La prima
reazione di Luna di fronte all'apparizione di Ron a Seattle era stata un cauto
entusiasmo,trasformatosi velocemente in sincera felicità quando aveva assicurato
sia lei che George di non aver rivelato a nessuno quello che aveva
scoperto. La reazione di Ron di fronte a Luna era stata di preoccupata
tristezza e di incredulità:quella nel letto non era Luna,non poteva essere
lei... Aveva capito subito il ruolo che avrebbe dovuto interpretare,cercando
di svolgere il suo compito al meglio per evitarle preoccupazioni o
dispiaceri:George gli aveva spiegato che lei per non far pesare eccessivamente
il peso della sua malattia sulla famiglia aveva ammantato tutto con un velo di
ironia. Aveva chiesto notizie di tutti i membri della famiglia e si era fatta
raccontare le ultime novità successe a Londra in quel mese e mezzo che erano
lontano da casa,commentando con il suo incomparabile stile le
notizie. L'aveva fatta ridere quando aveva battibeccato con George
sull'ultima volta che si erano visti e, per la sua presenza,lei aveva mangiato
tutto il suo pranzo. -Anche io sono felice di essere qui. Sei ancora
convinta nel voler restare con quest'idiota oppure hai scoperto chi è il vero
uomo in casa Weasley?-scherzò allungando una mano sul copriletto. -E saresti
tu?-chiese George prontamente. -Mi sembrava ovvio- Luna sorrise e scosse
la testa. -Grazie per l'offerta Ron,ma per il momento non sono ancora pronta
per cambiare...Ma non preoccuparti,appena lascerò George tu sarai il primo che
chiamerò-lo rassicurò la donna. Ron annuì, sorridendole. -Posso farti una
domanda fratello?-si intromise George. L'uomo posò lo sguardo su George e
annuì,nonostante un'improvviso brutto presentimento:c'era qualcosa di strano
nello sguardo del fratello. -Che succede fra te ed Hermione?-gli chiese
infatti l'uomo. Ron alzò le spalle,cercando di apparire il più noncurante
possibile:come aveva fatto ad accorgersene? -Tutto come al
solito-mentì. -Ci sono problemi?-domandò Luna guardando ora lui ora il
marito. George annuì,neanche fosse a conoscenza di tutta la situazione fra di
loro. -Quel giorno alla Tana mi sono accorto subito che c'era qualcosa di
strano fra di loro...-spiegò guardando la moglie. -Che stai dicendo...Non
riuscivi a concentrarti neanche per dieci minuti di fila e ti saresti accorto
dei miei problemi?-chiese sorpreso Ron. Era una balla colossale,tutto per
farlo cadere in trappola e confessare. -Ron hai idea del comportamento che
avete tu ed Hermione quando siete insieme?Siete insopportabili. Un'attimo
siete zuccherosi e stucchevoli e l'attimo dopo state litigando a morte neanche
aveste ancora sedici anni-disse Luna seguendo il ragionamento del marito. Il
rosso li fissò qualche istante a bocca spalancata e poi scosse la testa:non era
affatto vero! Loro non si comportavano in quel modo,o almeno non lo facevano
più da qualche anno...da quando erano iniziati i loro problemi. Sospirò e
restò qualche istante in silenzio. -Non deve saperlo nessuno-disse poi senza
guardare nessuno dei due. -Cos'è successo?-domandò George cauto. Ron alzò
per un'istante lo sguardo sul fratello e lo riabbassò,non riuscendo a sostenere
la sua occhiata mentre raccontava loro di Cassie,della loro storia e del
bambino. Loro lo lasciarono parlare e quando finalmente lui si zittì ci fu
qualche istante di assoluto silenzio. -Non ci credo-disse poi Luna rompendo
il ghiaccio. Ron alzò lo sguardo su di lei e vide l'espressione convinta del
suo volto. -Come scusa?-le chiese sorpreso. -Cioè...Credo a tutto quello
che mi hai detto a quest'altra donna e al bambino,ma non credo al fatto che tu
non ami più Hermione. Sei innamorato di lei da quando ti conosco,sei reso
ridicolo per anni pur di farti notare da lei ed avere la sua attenzione e ora mi
dici che non ti interessa più niente di lei? Balle!-concluse la bionda
sicura. Ron la fissò incredulo,incapace di parlare. -Neanche io ci
credo-si unì George. Ron fece guizzare lo sguardo sul volto del fratello e lo
fissò:gli stavano dando del bugiardo? -Luna ha ragione ed inoltre io so
quante notti hai passato sognando Hermione e tenendo svegli noi altri. Hai
sempre detto che lei è la donna della tua vita,che è successo che ti ha fatto
cambiare idea?-gli domandò serio poggiando un gomito sul copriletto e
sporgendosi verso di lui. -Guarda noi due:ne abbiamo passate così tante,c'è
stato un periodo della mia vita in cui sono arrivata anche ad odiarlo...Ma
quando capisci che una persona è quella giusta per te non c'è niente che ti
possa far cambiare idea-s'intromise Luna. -Voi fate sembrare tutto così
facile-commentò Ron poggiando la schiena contro la sedia. George scosse la
testa. -Non è facile...Non è facile per niente. Ma che gusto ci sarebbe
altrimenti?-chiese George sorridendogli divertito. Una mano di Luna si
allungò e cercò quella di Ron,che si riavvicinò al letto per
stringerla. -Posso farti un'ultima domanda?-gli domandò cauta. Ron annuì
sorridendole:sembrava una bambina,era impossibile negarle qualcosa. -Ora c'è
questa donna ed il bambino e va bene,cioè non va proprio bene,però cerchiamo di
adattarci alla novità...ma tu sei sicuro che dentro di te,in qualche parte
nascosta non ci sia rimasto un pò del grande amore per Hermione?-gli
domandò. -Certo che c'è!E' la madre dei miei figli....-disse subito il
rosso. Luna scosse la testa. -Non è di questo che sto parlando...Facciamo
così:chiudi gli occhi- Ron corrugò le sopracciglia e la fissò
perplesso;lanciò uno sguardo a George e l'uomo alzò le spalle:non aveva idea di
quello che aveva in mente la moglie. -Chiudi gli occhi-ripetè la
donna. Ron obbedì e restò in attesa. -Ripensa al primo momento,il
primissimo istante in cui hai incontrato Hermione. Il primo momento in cui
hai capito di amarla... Ricordati tutte le sensazioni provate in quel
momento,cosa hai pensato di lei e chiediti se dentro di te è rimasto ancora
qualcosa di quei sentimenti-disse con voce dolce. Ad occhi chiusi,Ron
sorrise. Era facile:una ragazzina indisponente con una massa di riccioli
cespugliosi che apriva la porta dello scompartimento sull'Espresso per Hogwarts
e chiedeva a lui e a Harry se avevano visto Oscar,il rospo di
Neville. Ricordava ancora di essere andato su tutte le furie per il tono di
sufficenza che aveva usato con loro e allo stesso tempo di aver sentito uno
strano prurito all'altezza del collo,come se qualcosa lo avesse punto. Era
stato allora che si era innamorato di lei:di quell'indisponente ragazzina che
già cercava di mostrare le sue capacità superiori. Nello stesso istante in
cui riaprì gli occhi sentì lo stesso prurito e capì che niente era cambiato:
forse era nascosto sotto altri sentimenti,ma l'amore che provava per lei era
ancora vivo. Non se ne era mai andato...E quella consapevolezza gli fece
capire che ora le cose sarebbero state ancora più complicate.
Salve a
tutti!!!
Costretta in casa dal diluvio universale che sta imperversando su Roma,ho
pensato di farvi un piccolo regalo e postare il nuovo
capitolo.
Sono
sicura al 95% di riuscire a postare il capitolo sui junior prima di Natale,anche
se ancora nn ho definito bene alcune cose,ma x quanto riguarda i senior questo è
l'ultimo capitolo del 2008.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e rencensiranno questo capitolo e
mi scuso x eventuali errori di ortografia o battitura.
Il
titolo è tratto da "Tomorrow",canzone del musical Annie.
E ora i
ringraziamenti:Sarina87(Anche se
lo hanno fatto x il loro bene,credo sia stato scorretto da parte di Ron ed
Hermione nn parlare ai figli della loro crisi,quindi ho deciso che qualcuno
doveva farlo per loro...Gli adulti certe volte nn capiscono l'aiuto che i
ragazzi possono dare in situazioni del genere),WingsHP(Succede lo stesso anche a
me:qnd finisco un capitolo sui senior ho + idee su di loro e viceversa;xò nel
capitolo dopo il prossimo i ragazzi saranno a casa,quindi la curiosità sarà
soddisfatta in entrambi i campi),CharmedAlis(Già meno male che c'è
James...Io non lo direi tr forte.X quanto riguarda Allison e Fred,qualcosa si
sta cominciando a intravedere,ma ancora nn se ne sono accorti neanke loro
e una nube si sta profilando all'orizzonte),Pikkola(Una cosa che mi differenzia
dalla Row è che io nn potrei mai uccidere i miei personaggi,quindi sta
tranquilla...Vedrai,Scorpius ti intrigherà ancora di + dopo il prossimo
capitolo),JC(Thanks!So che posso
contare su di te...In che senso ambiguo?Nn preoccuparti
x Cassie,sicuramente nn resterà in un'angolo in lacrime!),Lights(Grazie x i
complimenti!!!Decisamente succederà qualcosa fra Jim e Rose,e nn soltanto
fra loro...Daniel: personaggio misterioso e pieno di sfaccettature;spero di
farvelo apprezzare al meglio),Elly( Quando Ginny si mette in mente qualcosa è difficile
fermarla:è peggio di un tornado!),Tonks'17(Grazie x i
complimenti!Nessuno conosce il futuro,quindi è possibile anke un'amicizia
fra Scorpius e gli altri;daltronde se sono riusciti ad andare d'accordo
Draco ed Harry possono farlo anche loro,no?X qnt riguarda Lily e Daniel
posso dirti che qlcs è successo e che qls si scoprirà nel prox
capitolo),Dado(Credimi è
anche troppo impulsivo...Un bacio a te a Rosie e Elly!),Isina4veryoung(Alice è uno dei miei
migliori personaggi!Xkè ti spaventano Scorpius ed Albus?),Streghetta'86(Si scoprirà presto chi è
tranquilla...Posso dirti che un'aiuto verrà dato a Rebecca da Scorpius,anche se
inconsapevolmente),Gioia_in_blu(Meglio che nn saperlo per niente,nn credi?Albus è stato il mio
asso nella manica,nessuno se lo aspettava...), Lilyluna4e(E' sicuramente la coppia +
intrigante...Porta pazienza solo x un'altro pò).
Come al
solito vi lascio un piccolo spoiler,sperando di far cosa
gradita...
Stessi
attori,stesso copione.
Un diverso palcoscenico e
forse un diverso finale...
Bene x
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Ten
minutes in paradise"
Baci,Eva.
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Capitolo 9 *** Ten minutes in paradise ***
ten minutes in paradise
Era la festa più esclusiva
dell'anno.
Tutti volevano parteciparvi,anche
quelli che non lo ammettevano.
Era una delle poche feste che i
Serpeverde aprivano al resto delle Case,e tutti erano curiosi di addentrarsi in
quel mondo "oscuro" e segreto che si nascondeva dietro una porta dei sotterranei
e che era sempre stato proibito per tutti,tranne che per le
Serpi.
Ma era un festa speciale,a cui si
accedeva tramite inviti.
Inviti che venivano concessi
soltanto dai membri di Serpeverde a quelli che ritenevano più "simpatici" o più
degni e che non potevano essere contraffatti.
Erano giorni che si era scatenata la
caccia a quei biglietti,fin dal primo istante in cui la notizia di quella festa
aveva inizato a circolare fra le mura di Hogwarts.
Chiunque,non importa che fossero
Corvonero,Tassorosso o Grifondoro avevano messo da parte la loro reticenza e
disgusto verso le Serpi e avevano avvicinato i verde-argento per capire come
ottenere quegli importanti lasciapassare e,quando qualche fortunato riusciva ad
ottenerli, li mostrava agli amici nella Sala Grande,in modo che tutti potessero
vederli e invidiarlo.
Ovviamente c'erano dei limiti di
età:erano ammessi soltanto gli studenti dal quarto anno in su,per evitare
spiacevoli inconvenienti con i primini.
Anche il gruppo formato dai Potter e
dai Weasley era curioso,ma non avrebbe mai messo da parte l'orgoglio,arrivando
ad avvicinare un Serpeverde.
-Quanto tempo manca?-chiese Ronnie a
Rose e James prendendo posto nella Sala Grande per la
cena.
Erano insieme a Lily,anche lei
interessata;l'unico ancora assente era Al,impegnato con le sue
ripetizioni.
Il rapporto fra i due gemelli era
freddo ma cordiale.
Ronald ancora non aveva perdonato il
fratello per la passeggiata solitaria che aveva avuto con Rebecca,lontano da
occhi indiscreti che potessero testimoniare cosa era successo fra
loro.
Quando quella sera Jim era tornato
alla Torre aveva cercato di litigare,di scatenare magari una rissa,soltanto per
sfogare un pò della rabbia che sentiva in corpo,ma il fratello non lo aveva
seguito,preferendo dargli la buonanotte e avviarsi verso la sua camera di
Prefetto.
-Avevi detto che non ti
interessava!Forse era solo un modo per ferirmi alle spalle...-gli aveva urlato
dietro prima che James fosse troppo lontano per sentire.
L'altro non aveva risposto,ma da
allora le loro conversazioni erano ridotte al minimo.
A quella domanda Rose
sbuffò.
-Che ti importa?Tanto è chiaro che
non ci andremo-gli disse rassegnata.
-Ma perchè sarebbe tanto importante
questa festa?-domandò Lily prima di addentare una fetta di
pizza.
Ronald spalancò gli occhi e guardò
la sorella sorpreso.
-Parli sul serio?Quand'è stata
l'ultima volta che i Serpeverde hanno fatto entrare gli altri nel loro regno?-le
domandò poi di rimando.
Lily alzò le
spalle.
-Non di recente te lo dico io...E'
strano che tu non muoia dalla curiosità per questa festa come tutti i ragazzi
normali-la beccò il rosso.
Lily sorrise
divertita.
-Perchè tu saresti un ragazzo
normale?-lo prese in giro.
Ronnie le fece un versaccio,in
risposta alla sua battuta,che fece ridere gli altri.
-Comunque credo che sarebbe ora di
organizzare qualcosa,tanto per non passare tutta la sera a pensare a cosa
succede in cantina-commentò James.
-Sono d'accordo con te...Che ne dite
di una seconda festa?-propose subito Rose.
-Certo la festa di scorta per tutti
quelli che non sono riusciti ad entrare...Non credo sia una buona idea-commentò
Ronald ingoiando il boccone.
-E perchè no?-chiese James alzando
lo sguardo sul fratello.
Ronald lo fissò qualche istante e
poi sorrise canzonatorio.
-Semplicemente perchè per quanto
possiamo sforzarci,non potremmo offrire quello che sicuramente offrirà
Serpeverde e a me non va di sentire i paragoni il giorno dopo-spiegò Ronald
allontanando lo sguardo dal fratello e abbassandolo sul suo
piatto.
Prima che qualcun'altro potesse
parlare,alla destra di James qualcuno lasciò cadere i libri per poi sedersi
sulla panca quasi a peso morto.
Tutti si voltarono e non si
sorpresero di vedere Albus:era la sua solita entrata...
Però c'era qualcosa di diverso
nell'espressione del suo viso:era confuso,assorto dietro ai suoi pensieri e
sembrava non accorgersi di quello che accadeva intorno a
lui.
-Ehi Al tutto bene?-chiese subito
Lily guardandolo attenta.
Fra Lily e Albus c'era un rapporto
forte quasi quanto quello fra i gemelli:erano il confidente uno dell'altra,la
prima persona a sapere quello che stava succedendo nella vita del fratello e la
prima a correre in aiuto,nel caso ce ne fosse stato
bisogno.
Lily sapeva tutto di Albus e lo
stesso valeva per il ragazzo.
Il moro alzò lo sguardo sulla
sorella ed accennò un sorriso.
-Credo di sì...-disse a mezza
voce.
-Che ti succede?-domandò James con
lo sguardo sul suo viso.
Albus restò qualche istante in
silenzio,seguendo il filo dei suoi pensieri e ad un tratto lo videro sospirare
ed infilare una mano nella borsa che aveva poggiato accanto a sè sul
tavolo.
L'attimo dopo nel centro del
tavolo,fra le pietanze,fecero la comparsa cinque biglietti
argento-verde.
Il gruppo fissò quei biglietti per
qualche secondo prima di capire cosa fossero realmente.
-Che mi venga un colpo!-esclamò
Ronald.
-Cinque biglietti?-domandò Rose,con
un improvviso rossore sulle guance.
Tutti presero in mano un biglietto e
lo fissarono,come riempiendosi gli occhi di quella vista e poi tutti,nessuno
escluso,tornarono a guardare Albus che,in quel breve istante di euforia
collettiva,aveva riempito il suo piatto e ora,imbarazzato e confuso,aveva preso
a giocare con un pezzo di stufato con la forchetta.
-Come li hai avuti?-chiese James con
la voce che i fratelli chiamavano "da fratello maggiore".
Al alzò lo sguardo sugli altri e
alzò le spalle,come se non fosse poi così importante.
-Me li ha dati Scorpius-disse
noncurante.
Forse avrebbe dovuto usare il
cognome,pensò un'istante troppo tardi.
Rialzando gli occhi vide la sorpresa
e lo stupore sul viso di tutti gli altri,nessuno escluso.
-Scorpius?Scorpius Malfoy?-domandò
Ronald,incapace di nascondere l'espressione sorpresa sul suo
volto.
Albus annuì e per prendere
tempo,afferrò il bicchiere e bevve un lungo sorso.
-Come lo conosci?-chiese Rose
guardandolo.
-Gli dò ripetizioni...Ha degli
ottimi voti,ma suo padre vuole che abbia il massimo in tutte le materie,quindi
la Preside mi ha chiesto di aiutarlo-spiegò velocemente.
James e Ronald aggrottarono le
sopracciglia,perplessi.
-E perchè ti ha dato i biglietti?Li
hai chiesti tu?-domandò Lily più veloce dei fratelli.
Al si affrettò a scuotere la testa:a
lui le feste non interessavano,era l'ultimo posto in cui ci si aspettava di
trovarlo.
-No,affatto.E'...E' stato lui a
darmeli-disse con voce più bassa,neanche stesse confessando un
crimine.
L'espressione sul volto degli altri
divenne più dubbiosa e sentendosi alle strette Albus
sbuffò.
-Ma che importa come li ho
avuti?Sono giorni che vi lamentate perchè non riuscite a trovare questi
biglietti e ora che li avete state a preoccuparvi di come li ho avuti?-disse
partendo all'attacco.
Rose e Lily scossero la testa,per
farlo calmare.
-Ha ragione Al...Dobbiamo solo
trovare qualcuno per ricliclare il tuo biglietto-disse Ronnie tendendo la mano
per prendere l'unico biglietto ancora sul tavolo.
Albus scosse la testa e più veloce
del fratello raccolse il biglietto così importante.
-Questo è mio...Anche io andrò a
quella festa-disse tenendo lo sguardo sul piccolo cartoncino verde-argento per
non incontrare le occhiate sorprese degli altri.
Occhiate che si posarono allibite su
di lui per qualche istante,prima di spostarsi verso il lontano tavolo dei
Serpeverde,dove ben visibile,un ragazzo biondo aveva osservato tutta la
scena.
Ma il biondo non si accorse di
quegli sguardi,troppo concentrato a fissare un ragazzo moro dall'espressione
imbarazzata che cercava di nascondersi dietro uno dei biglietti
d'invito.
-Perchè ancora non mi hai chiesto un
biglietto?-
Albus alzò lo sguardo dal libro che
stava leggendo ed incontrò le iridi color ghiaccio.
Ogni volta un brivido correva nelle
sue vene facendogli venire la pelle d'oca;si vergognava terribilmente di quella
reazione perchè era convinto che fosse talmente evidente,così chiara agli occhi
dell'altro da farlo arrossire,peggiorando così la
situazione.
Aveva poggiato il libro sul tavolo e
aveva alzato le spalle.
-Non mi piacciono molto le
feste...-gli aveva spiegato.
-Eppure i tuoi fratelli stanno
facendo di tutto per averne uno-commentò Scorpius, continuando a
fissarlo.
-Farebbero di tutto per partecipare
ad una festa,sembra il solo motivo per cui sono venuti ad
Hogwarts-scherzò.
Era più facile usare quel tono di
confidenza con Scorpius ora che era passato un pò di tempo; ora che il biondo
sembrava rispondere con lo stesso tono e senza quell'insicurezza e quella
legnosità che aveva all'inizio.
Si poteva quasi dire che erano
amici...Amici particolari,che parlavano poco e che quando lo facevano era per
confrontare le loro vite,così diverse e così simili.
Amici che sembrano capaci di capirsi
anche senza parlare,anche se quella era un'assurdità che la mente di Albus,così
razionale e scientifica,rifuggiva.
-Devo dire che mi hai
sorpreso-confessò il Serpeverde.
Albus aggrottò le
sopracciglia,perplesso.
-Per qualche ragione,credevo che
avresti usato la tua posizione d'insegnante,per avere i biglietti-spiegò
poi.
Albus sorrise,sfiorandosi una tempia
con una mano.
-Credevi che avrei rifiutato di
farti ancora lezione se non avessi avuto gli inviti?-scherzò
Al.
Scorpius si lasciò andare ad un
piccolo sorriso,il massimo che gli aveva mai visto e chinò leggermente la
testa,ammettendo la sua "colpa".
-Mi hai beccato.In fondo sono sempre
una Serpe,no?-
L'espressione sul viso di Albus era
tornata seria:già,Scoprius era un Serpeverde.
Il nuovo Re delle Serpi,eletto di
diritto grazie all'importanza del suo nome...eppure certe volte se lo
dimenticava.
James lo avrebbe sgridato se avesse
saputo di quel pensiero.
"Mai sottovalutare il tuo
nemico",gli avrebbe detto.
Ma Scorpius era davvero un
nemico?
-Allora me li chiederai?-domandò il
biondo,cercando di cancellare quell'espressione dal volto del
ragazzo.
Albus si riscosse e si affrettò a
scuotere la testa.
-Non sanno che ti conosco,quindi per
loro non sarà una gran perdita.
Inoltre credo si siano già
rassegnati all'idea di non poter avvicinare nessun Serpeverde a cui chiedere i
biglietti-commentò.
Poi tornò a rialzare il libro e a
posare lo sguardo sulle parole stampate,scappando come faceva sempre quando la
situazione si faceva troppo insolita o spinosa.
Per il resto del pomeriggio non
avevano più affrontato quell'argomento,restando per la maggior parte del tempo
in silenzio e scambiandosi solo qualche battuta veloce.
Si erano separati mezz'ora prima di
cena,quando Scorpius era andato via per lasciare i libri nel suo dormitorio
prima di andare in Sala Grande,mentre lui era rimasto lì impegnato con un
Tassorosso che aveva bisogno di un consiglio su un
compito.
Quando finalmente si era
liberato,aveva percorso velocemente il tragitto che lo separava dalla Sala
Grande:era più affamato del solito.
-Potter-
Si voltò verso la colonna da cui era
giunta la voce e si sorprese trovando Scorpius,la schiena contro la pietra
fredda e le mani affondate nelle tasche.
-Non dovresti essere già dentro?-gli
domandò sorpreso avvicinandoglisi.
Il biondo alzò le spalle,staccando
le spalle dalla colonna soltanto quando Albus fu di fronte a
lui.
-Ti stavo aspettando-gli disse
fissandolo.
Albus alzò un sorpracciglio e
ricambiò il suo sguardo,non sapendo cosa dire.
Improvvisamente non riusciva a
trovare una battuta sarcastica con cui rispondergli...
-Di cosa volevi parlarmi?-gli chiese
con voce sorprendentemente calma.
Scorpius sorrise,impiegando soltanto
la parte destra del volto e tolse le mani dalle tasche mostrandogli i
biglietti.
Albus li fissò per qualche
istante,incerto,poi tornò ad alzare gli occhi sul volto del
biondo.
Era una cosa totalmente
inaspettata:lo avrebbe immaginato possibile se ad offrirgli quei biglietti fosse
stato Blaise Zabini,o addirittura anche Ashley Parkinson,ma che fosse proprio
lui a fargli quel "regalo" era fuori da ogni logica.
-Sono...-
Erano cinque.
Scorpius
annuì.
-Mi raccomando,cercate di essere
puntali.
E' la cosa che conta di più ad una
di queste feste...-disse il biondo tendendo la mano verso Al,in attesa che lui
allungasse l'altra per prendere gli inviti.
Il ragazzo mosse una mano,senza
neanche accorgersene e afferrò i biglietti,poi fissò il viso dell' "amico,senza
degnare quei foglietti di uno sguardo.
-Ci vediamo alla festa-disse
Scorpius facendo un passo verso la Sala Grande.
-Ehi aspetta!Io non ho mica detto
che vengo-disse Al riscuotendosi dal torpore che sembrava averlo assalito e
voltandosi verso l'altro.
Il Serpeverde si fermò al centro del
corridoio e si voltò verso di lui,di nuovo con le mani in tasca ed un sorriso
divertito sul volto.
-Tu sei il lasciapassare per tutti
gli altri...Se non vieni tu non possono entrare neanche loro-gli disse
incatenando i suoi occhi.
Albus cercò di liberare il proprio
sguardo,ma era come lottare contro le forze dell'elettromagnetismo o di
gravità:quegli occhi erano più forti di una catena e non erano intenzionati a
lasciarlo andare,almeno per il momento.
-Ma a me non piacciono le feste-si
lamentò il moro.
Fu quasi certo di averlo sentito
ridere.
-Questa ti piacerà,vedrai...-gli
promise l'altro.
Poi senza dire altro,si voltò ed
entrò velocemente nella Sala Grande.
Nessuno si era accorto del loro
incontro,della loro chiacchierata...
Era stato l'unico testimone di quel
sorriso.
Che accidenti gli stava
succedendo?
Perchè Scorpius stava giocando in
quel modo con lui?
Doveva andare a quella festa per
scoprirlo...Ma cosa doveva aspettarsi?
Con la testa persa dietro quei
pensieri,infilò i biglietti nella borsa ed entrò nella Sala
Grande.
-Abbiamo un biglietto in più,ti
interessa?-
Avevano scoperto che il possessore
di un biglietto poteva presentarsi con un'accompagnatore.
Così Rose e James avevano deciso di
utilizzare un solo invito e cedere l'altro a Rebecca.
A nessuno dei due piaceva la piega
che stava prendendo il rapporto fra i due gemelli ed entrambi avevano la brutta
sensazione che se non avessero fatto qualcosa il prima possibile,la situazione
sarebbe anche peggiorata.
Perciò avevano deciso di dare il
biglietto avanzato a Rebecca.
-Stai scherzando?-domandò la ragazza
fissando l'invito che Rose le stava tendendo.
L'avevano incontrata nel giardino
interno con sua sorella e avevano approfittato dell'assenza di Ronald per farle
la proposta.
-Affatto.
Ci hanno dato cinque biglietti e
siccome noi abbiamo deciso di andarci insieme sembrava stupido sprecare un
biglietto-spiegò James alla ragazza.
-Cinque biglietti?E con chi siete
dovuti andare a letto per averne così tanti?-domandò Rachel
sorpresa.
-RACHEL!-la rimproverò la
sorella.
James rise,divertito dalla
schiettezza della ragazza e scosse la testa.
-Avevamo un buon aggancio e non lo
sapevamo nemmeno...-disse alle due sorelle.
-Lo prendi?-domandò Rose guardando
Rebecca.
La ragazza alzò lo sguardo e fissò i
due,incerta.
Il suo primo istinto era stato di
accettare,di cogliere al volo quell'occasione,ma ora non ne era più tanto
sicura:cosa avrebbe detto Ronald trovandola alla festa?
Avrebbe pensato che era lì per
James?Ancora non le rivolgeva ancora la parola nonostante lei avesse provato ad
affiancarsi a lui mentre camminavano per i corridoi;aveva provato a spiegargli
cosa voleva dire veramente quella dannata sera,ma lui si comportava al massimo
dell'educazione,senza quel calore che l'aveva così
affascinata.
-Ci stai ancora pensando?Che aspetti
a prendere quel biglietto?-
La voce di Rachel si intromise nei
suoi pensieri,facendole capire cosa doveva fare:allungò la mano e prese l'invito
dalla mano di James.
-Perfetto,allora ci vediamo domani
sera!-la salutò allegra Rose.
I due cugini non si erano neanche
allontanati che Rachel fu addosso alla sorella.
-Se non mi porti con te,giuro che lo
dico a papà!-
-Dimmi che è uno
scherzo!-
Luke alzò lo sguardo dalla valigia e
per qualche istante fissò lo sguardo del suo migliore amico, che lo fissava
sbalordito,per poi tornare a voltarsi verso la valigia e ricominciare a
riempirla.
-Stai veramente partendo?-chiese
Scorpius cercando di ottenere una qualche risposta.
-La McGranitt mi ha dato un permesso
speciale per partire prima degli altri,a patto che vada via questo
pomeriggio-gli disse infilando nella borsa una pila di
maglioni.
Aveva già messo in valigia sei
maglioni,doveva portarne altri?
A sentire come Alice si lamentava
del tempo,forse era meglio esagerare:sicuramente una volta atterrato non avrebbe
trovato ad aspettarlo il sole splendente.
-Tu devi essere impazzito!-commentò
il biondo crollando sul letto di fronte a quello di Luke cercando di incontrare
il suo sguardo sfuggente.
-Non vedo perchè...-commentò l'altro
dirigendosi verso l'armadio.
Fra due ore l'Espresso lo avrebbe
riportato a Londra,da cui avrebbe preso l'aereo per New York...Ancora sedici ore
e avrebbe rivisto Alice.
Gli veniva la pelle d'oca al solo
pensiero...
Tornato accanto al letto con altri
jeans e altre maglie pesanti,le posò sul letto e controllò per la millesima
volta che il biglietto fosse nella tasca esterna destra dove lo aveva messo
quella mattina,insieme al passaporto:era stata la prima cosa che aveva messo in
valigia.
-Te lo dico io perchè!Tutta Hogwarts
sta impazzendo per la festa che NOI stiamo dando,alla ricerca di questi inviti e
tu cosa fai?
Te ne vai come se non te ne
importasse niente!-gli disse ancora sorpreso.
Luke alzò lo sguardo sul biondo e
alzò le spalle.
-Puoi anche togliere il come...Le
conosco le feste di Serpeverde,quindi che problema c'è se manco ad una?-domandò
tranquillo.
Scorpius lo guardò sempre più
allibito.
-Ma che accidenti ti è preso?-gli
domandò ancora una volta.
Poi improvvisamente sul suo volto
apparve un espressione saputa,da uomo di mondo,e un ghigno malizioso prese il
posto dello sbigottimento.
-Ho capito...
Speri che presentandoti da lei dopo
un viaggio intercontinentale,ti dia il permesso di infilarti nelle sue
mutande-disse più rilassato.
Ora che aveva dato un senso a quella
pazzia tutto era più chiaro:lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere,però
rientrava nella mentalità di Luke.
Il ragazzo alzò lo sguardo e lo
fulminò con un'occhiata,lasciando perdere per un'istante tutti i
vestiti.
-Non che ti riguardi,ma ti stai
sbagliando!
Perchè invece non parliamo di
te?-domandò poi passando all'attacco.
Ancora una volta l'espressione sul
volto di Scorpius cambiò,diventando sospettosa e
guardinga.
-Che vuoi
dire?-
-Perchè non parliamo di come hai
organizzato tutta questa festa soltanto per quel Grifondoro!- disse senza
allontanare lo sguardo dal viso dell'amico.
Gli occhi del biondo si
assottigliarono,facendosi più minacciosi e le labbra si contrassero atteggiando
il volto ad un'espressione dura.
-Non sono affari tuoi!-commentò a
mezza voce.
-Mi hai criticato per mesi per la
mia storia con Alice e adesso stai morendo dietro a quel...-continuò
Luke.
-CHIARIAMO BENE UNA COSA!-esclamò
Scorpius scattando in piedi.
Luke sostenne il suo sguardo e restò
in silenzio,in attesa:non aveva mai avuto paura di Scorpius e non avrebbe
cominciato certo adesso.
-Io non devo rendere conto a nessuno
di quello che faccio...Non a mio padre,non a mia madre,nè tanto meno a
te.
Quindi chiudi quella bocca e tieni
il naso fuori da questioni che non ti riguardano-disse serio e quasi
minaccioso.
Luke restò in silenzio,lo sguardo su
di lui.
-Sarà meglio che ti lasci finire la
tua valigia...-gli disse aggirando il letto di Luke e avviandosi verso la porta
del dormitorio.
Ancora di spalle Luke ascoltò i
passi rumorosi sul marmo del pavimento.
-Divertiti-gli disse,prima che
Scorpius fosse fuori dalla stanza,non riuscendo a
trattenersi.
-Lo farò!-
-Ehi Ronald!-
Il ragazzo si voltò e vide Daniel
corrergli incontro.
Aveva passato le ultime ore sul
campo di Quidditch per allenarsi e per restare il più lontano dalla Torre:in
quelle ultime settimane meno tempo ci passava,meglio era.
Si sentiva tradito da tutti:da James
che,nonostante avesse giurato e spergiurato di non essere attratto da Rebecca
aveva avuto un'incontro segreto con lei di cui non aveva voluto parlargli,da
Rose che sembrava decisa a stare dalla parte di suo fratello in quella "faida",e
dai suoi fratelli che sembravano non accorgersi di quello che succedeva troppo
impegnati con i loro problemi.
Si fermò e aspettò che Daniel gli
fosse accanto.
-Ti sto cercando da ore,dove diavolo
eri finito?-domandò il ragazzo fermandosi al suo fianco.
Ronnie aggrottò la
fronte.
-E' successo qualcosa?-gli chiese
sorpreso da tanta impazienza.
Daniel scosse la
testa.
-Ho saputo che avete i biglietti per
la festa-gli disse.
Un sorriso spontaneo nacque sul viso
di Ronald:non era il primo Grifondoro a fargli una domanda del genere,ma lui si
era tenuto stretto il suo invito neanche fosse una boa di
salvataggio.
Aveva bisogno di staccare per un
paio d'ore,dimenticare tutto,arrivare a scordarsi dell'esistenza di
Rebecca.
Riprese a camminare verso il
corridoio e scosse la testa.
-Mi dispiace amico,ma quel biglietto
non lo cedo a nessuno.
Non mi perderei quella festa per
nulla al mondo-disse senza guardare l'altro.
Daniel scosse la testa,adattando il
passo a quello del rosso.
-Non ti sto chiedendo questo-gli
disse.
Ronald si fermò:questa era una
novità.
-Voglio che mi porti con te-gli
spiegò Daniel prima che l'altro parlasse.
Ronnie seppe che la sua bocca si era
spalancata per la sorpresa,anche se non lo aveva fatto volontariamente,dalla
risata divertita di Daniel.
-Tranquillo amico,non farti venire
strane idee...
Ora ti spiego-gli disse riprendendo
a camminare.
Ronnie lo seguì,leggermente più
cauto.
-Ho scoperto che la ragazza che mi
interessa questa sera sarà alla festa,così volevo sapere se tu mi porteresti con
te in modo da porterla avvicinare-gli spiegò velocemente
Daniel.
-Tu hai una ragazza?-gli chiese
l'altro sorpreso.
-Potrei averla presto...Se tu mi dai
una mano e se lei si decide ad ammettere di avere un debole per me-commentò con
un leggero sorriso.
Ronald lo guardò qualche istante e
poi alzò le spalle:in fondo non era una gran seccatura.
-Per me non ci sono problemi,puoi
venire con me-gli concesse.
Daniel gli diede una pacca sulle
spalle per ringraziamento e sorrise sinceramente
sollevato.
-Però mi raccomando cerca di essere
puntuale e di essere elegante...Sembra che sia l'unica cosa che importi a queste
Serpi!-lo avvisò ricordando l'avvertimento di Albus.
-Siamo ancora in tempo per tornare
indietro...-disse Rose titubante.
Stavano scendendo gli ultimi gradini
che portavano all'ingresso della Casa dei Serpeverde.
Le pareti umide e ricoperte di
muschio fecero da eco alle sue parole facendole rimbombare per tutta la tromba
delle scale,rendendole altisonanti e più sicure di quanto fossero state nella
realtà.
Il freddo che spirava da quelle
scale le faceva rimpiangere di aver scelto un'abbigliamento così
anticonvenzionale,così diverso dal solito.
Ma era stata una decisione
istintiva:non appena aveva visto il vestito rosa di paillettes nell'armadio
aveva capito che quella era forse l'unica occasione per
indossarlo.
Le lasciava scoperte gran parte
delle gambe lunghe e nude,oltre alle spalle e al decollettè che metteva in
mostra il seno florido,ma le stava benissimo,aderendo perfettamente alla sua
figura e facendo risaltare tutte le sue forme slanciate.
Aveva stirato i capelli,che ora
ricadevano lisci lungo le spalle e,dalle spalline sottili del vestito,era
possibile intravedere le spalline del reggiseno rosa,coordinato con il
vestito.
Le scarpe,invece,erano nere e con un
leggero tacco;coordinate con la piccola borsa che teneva stretta nella mano
destra.
Per concludere l'opera si era
truccata leggermente,privilegiando gli occhi verdi e le labbra
carnose.
James,Albus e Ronald erano rimasti
senza parole quando l'avevano vista scendere dal
dormitorio.
-Dopotutto quello che ho fatto per
avere questi biglietti?Non credo proprio!-commentò Ronald, voltando la testa
verso di lei.
Anche lui era molto
elegante,nonostante avesse scelto di indossare i soliti
jeans.
A migliorare il tutto c'erano una
camicia bianca,di cui aveva lasciato sbottonati i primi tre bottoni e una
cravatta blu scuro lasciata allentata di proposito,che gli dava un'aria
trascurata e sexy.
Infine i capelli che erano stati
sconvolti ad arte con il gel,riuscendo a ricreare un'effetto
naturale.
-Davvero?E cosa avresti fatto?-lo
punzecchiò James di proposito.
Il gemello restò in silenzio come se
l'altro non avesse parlato affatto.
-Ah,già dimenticavo...La lotta del
silenzio.
Lo sai che ti stai comportando come
se avessi cinque anni?-lo beccò ancora Jim.
-Devi rovinarmi anche questa
serata?-chiese Ronald voltandosi soltanto di poco per incrociare lo sguardo del
fratello.
-Volete smetterla?-chiese Albus
esasperato da tutte quelle liti.
Era lui il più agitato di
tutti.
Quella era forse la prima festa a
cui partecipava volontariamente,se così la si poteva vedere:era stata
coercizione anche in quel caso?
Sapere che i suoi fratelli volevano
andare a quella festa e che senza di lui non avrebbero potuto farlo lo aveva
spinto a parteciparvi?
Soltanto in minima parte...Erano
state le parole di Scorpius a convincerlo.
Parole che ancora gli rimbombavano
nella mente e che lo mettevano in agitazione:cosa volevano dire in realtà?Cosa
doveva aspettarsi da quella festa?
Cosa voleva il ragazzo da
lui?
Era chiaro che non volesse soltanto
delle ripetizioni...E lui glielo avrebbe concesso?
Quest'ultima domanda era la più
oscura di tutte,quella a cui non sapeva davvero
rispondere.
Accanto a lui c'era Daniel,che
scendeva le scale in silenzio,come se non si accorgesse di tutto il chiasso che
stavano facendo Ronald e James con il loro litigio,concentrato su
qualcos'altro.
L'unica assente era Lily,che li
avrebbe raggiunti alla festa e che nessuno sapeva che fine avesse
fatto.
Quindi fu una sorpresa per tutti
trovarla già davanti alla porta d'ingresso dei Serpeverde, impegnata in una
discussione con Scorpius Malfoy.
Accanto a lei,in disparte c'erano
Rebecca e Rachel Paciock che assistevano al battibecco leggermente
preoccupate.
Ai due lati dell'entrata erano
posizionati due gorilla,Simon Orwell e Howard Bell,che avevano il compito di
allontanare gli indesiderati e di assicurarsi che i biglietti fossero
originali.
Dei perfetti buttafuori che
rendevano superflua la presenza di Scorpius lì,quindi perchè il ragazzo stava
litigando con Lily?
-Te l'ho già detto dolcezza...Non
farmelo ripetere di nuovo-disse Scorpius.
-Mi sembra di averti già detto di
non chiamarmi dolcezza-rispose Lily con rabbia repressa.
-Un'altra parola e giuro che ti
lascio fuori-l'ammonì il biondo.
-Lily che succede?Che hai
combinato?-domandò Albus,interrompendo il litigio prima che prendesse una brutta
piega.
La ragazza si voltò al suono della
sua voce e fece per spiegargli quello che era successo,riversandogli addosso un
fiume di parole come era suo solito,ma si bloccò non appena vide Daniel accanto
a Ronald.
Lo fissò qualche istante,come per
essere certa che si trattasse realmente di lui e non di una proiezione della sua
mente e poi posò lo sguardo su Albus.
-Allora?-le chiese ancora
Albus.
-Il tuo amico non ci vuole far
entrare nonostante abbiamo i biglietti-spiegò poi brevemente al fratello,con
voce più calma anche se nella sua voce si riusciva a scorgere ancora la rabbia
per l'ingiustizia subita.
Albus aggrottò le sopracciglia e
allontanò lo sguardo da Lily per posarlo su Scorpius,che ricambiò l'occhiata con
il suo personale ghigno.
-Te l'avevo detto che tu eri il
lasciapassare...-disse semplicemente al moro.
Poi senza aggiungere altro,fece un
segno ai due scimmioni che sussurrarono la parola d'ordine e fecero aprire la
porta,lasciandoli così entrare.
Il resto del gruppo,capeggiato da
Lily,entrò nella Casa delle Serpi,mentre Al restò qualche istante a fissare
Scorpius,fermo all'entrata in attesa che lui si decidesse a muoversi per fare lo
stesso.
Alla fine,scuotendo la testa,Al
seguì i fratelli.
Sarebbe stata una serata davvero
lunga...Ed interessante.
Aveva bisogno di dimenticarsi la
presenza di Daniel a quella festa.
E fortunatamente,l'ultima cosa che
mancava a quel party era l'alcool.
Si avvicinò al banco delle bibite e
si riempì un bicchiere con la prima bottiglia che le capitò fra le
mani,incurante della presenza dei fratelli.
Che accidenti era passato per la
mente di quell'idiota di Ronnie?Perchè aveva portato con sè Daniel?Senza neanche
parlargliene!
-Mi offri da bere?-disse una voce
alla sua destra.
Era peggio di una mosca
fastidiosa!
Si voltò e senza parlare gli tese la
bottiglia con cui aveva riempito il proprio bicchiere.
-Sai che non dovresti bere?-disse
ancora lui.
-Ora che sei entrato,perchè non
comincia a guardarti intorno?Prendi lei,per esempio-disse indicando la prima
ragazza su cui posò lo sguardo-lei sembra interessata.
Perchè non ci provi?-gli chiese
poggiando le labbra sul bordo del bicchiere.
Il liquore forte le scese nella gola
e l'infiammò per qualche istante,prima di arrivare nello stomaco,ma lei riuscì a
non darlo a vedere:tutto voleva tranne dargli l'idea di essere una
primina.
Daniel la fissò,la bottiglia ancora
stretta in una mano,e qualche istante dopo le sorrise,come soltanto lui sapeva
fare.
Come faceva soltanto con
lei.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per
quel sorriso...E lui lo sapeva bene.
Chinandosi leggermente,Daniel
avvicinò il viso al suo e portò le labbra abbastanza vicino al suo orecchio
sinistro perchè lei riuscisse a sentirlo oltre il rumore della musica e la
confusione.
-Non mi freghi scricciolo...Io lo so
cosa vuoi-le disse semplicemente.
Lily fece un passo
indietro,allontanandosi da lui e sperò con tutta sè stessa di avere
un'espressione calma e sicura sul viso.
-Quanto odio questa parte di
te...-disse poi sorprendendo anche se stessa.
E senza lasciargli il tempo di
aggiungere altro,si voltò e si disperse fra la folla che stava
ballando.
-Perchè Rebecca è
qui?-
Rose lo guardò sollevando lo sguardo
dal bicchiere e sorrise.
Aveva sperato di riuscire a
rimorchiare qualcuno,chiunque,pur di riuscire a dimenticare il suo viso per
qualche ora,ed invece se l'era ritrovata davanti!
Ed era fantastica...come sempre:i
capelli raccolti in una coda alta che mettevano in mostra il collo e l'inizio
delle spalle;il maglione rosso in tinta con la gonna...
Avrebbe rivisto la sua immagine per
giorni nei suoi sogni!
-L'abbiamo invitata noi;le ho ceduto
il mio biglietto-gli spiegò la cugina.
Ronald la guardò
allibito.
-Perchè diavolo di motivo l'avresti
fatto?-le chiese incredulo.
Rose poggiò il suo bicchiere sul
cornicione interno di una finestra lì vicino e incrociò le braccia al petto,
un'espressione seria sul volto.
-Perchè questa storia è andata anche
troppo avanti.
Devi smetterla di evitare lei e
James!Quando lo capirai che c'è stato un equivoco?-gli domandò con voce da
maestrina.
Ronnie sbuffò
esasperato.
-E tu quando la smetterai di
intrometterti in fatti che non ti riguardano?
Perchè non ti trovi qualcuno con cui
scopare e mi lasci in pace?-le domandò crudele.
Senza aggiungere altro,si allontanò
e fece per avvicinarsi al tavolo delle bevande,ma venne intercettato sulla pista
da ballo.
-Ti va di
ballare?-
Fece per scansare la sua
"pretendente",ma poi mise a fuoco chi gli aveva fatto quella richiesta e che
ancora era ferma davanti a lui:Rachel Paciock,la sorella di
Rebecca.
Perchè no?Magari poteva essere un
buon ripiego per qualche minuto.
Le strinse la vita con un braccio e
le prese la mano sinistra con l'altra,avvicinandola a sè;l'istante dopo sentì il
mento della ragazza poggiarsi sulla spalla destra e iniziarono a muoversi sulla
pista.
-Io ti avverto però...Le ragazze si
innamorano facilmente di me-scherzò accennando un sorriso.
-Ah lo so...-disse lei
spiazzandolo.
Ronald la allontanò da sè
leggermente per incontrare il suo sguardo e lei gli restituì un sguardo
sicuro.
-Davvero?-chiese lui
incerto.
Rachel annuì.
-Posso parlarti in confidenza?-gli
chiese poi.
Questa volta fu Ronald ad
annuire.
-Potresti smetterla di comportarti
da idiota e parlare con mia sorella?-disse lei
spiazzandolo.
-Come scusa?-
Rachel annuì.
-Sono settimane che la sopporto!Non
fa altro che lamentarsi di te e del fatto che la ignori,quindi per favore,se non
vuoi farlo per te,almeno fallo per me che devo sorbirmi i suoi piagnistei-gli
disse lei parlando veloce.
Ronald la guardò confuso:sicuramente
aveva sbagliato fratello.
-Credo che tu abbia sbagliato
persona...Tua sorella ha una cotta per...-iniziò più
sicuro.
-Per te.Guarda mi fa strano
ammetterlo ad alta voce,ma è così.
Avrei preferito tuo fratello,ma a
quanto sembra lei ha questa insana passione per te...-continuò la
ragazza.
-Aspetta un'attimo!Tua sorella è
interessata a me?-chiese guardandola ancora più sorpreso.
Se quello che diceva Rachel era
vero,allora lui vinceva il primo premio degli idioti!
-Te l'ho già detto:personalmente
preferivo James,ma lei vuole te-disse Rachel.
Ok era ufficialmente un
coglione!
-Ti stai
divertendo?-
Albus si voltò verso Scorpius e
annuì.
Era la verità:non credeva che si
sarebbe trovato a suo agio ad una festa dei verde-argento e neanche che si
sarebbe divertito tanto in compagnia di Scorpius.
Il biondo accennò un
sorriso.
-Ora ti divertirai anche di
più-
La festa era cominciata da più di
un'ora quando qualcuno spense la musica e Scorpius Malfoy prese posto al centro
della pista da ballo,attirando l'attenzione di tutti su di
sè.
-Adesso per tutti coloro che hanno
spirito d'intraprendenza e abbastanza coraggio,faremo un
gioco.
Si chiama "Dieci minuti in
paradiso"-annunciò.
Fece un passo verso sinistra ed
indicò una porta di mogano scuro.
-Quella porta è stata creata apposta
per questa festa:è un ripostiglio.
Due persone,scelte a caso da una
bacchetta incantata,entreranno in quello sgabuzzino e vi resteranno per dieci
minuti.
Non importa che siano due uomini,due
donne o un maschio ed una femmina,è obbligatorio un bacio...Poi quello che
succede oltre quel bacio,sta a voi-disse aggiungendo un sorriso malizioso a
quelle parole.
Un brusio seguì la sua spiegazione e
Scorpius lasciò che tutti gli ospiti commentassero la novità per un determinato
periodo di tempo,poi parlò di nuovo.
-Chi vuole partecipare?-domandò
poi.
Si fecero avanti un gruppo di
Tassorosso e qualche Corvonero,molti Serpeverde che già conoscevano quel gioco e
che non vedevano l'ora di parteciparvi ed infine,alla spicciolata, arrivarono
anche i Grifondoro.
Albus si sorprese quando vide
James,Rose e Ronald farsi avanti:non aveva avuto dubbi che i gemelli avrebbero
approfittato della situazione,ma Rose era una vera
sorpresa.
Forse voleva trarre il meglio da
quell'esperienza...
Lily invece sembrava
sparita...chissà dove si era nascosta.
Rebecca e Rachel si unirono agli
altri e presero posto nel cerchio che si era già creato.
Scorpius si sedette ed estrasse la
bacchetta che mise al centro.
Ad Al bastò un ultima occhiata prima
di decidere di alzarsi ed andare a sedersi fra Rebecca e Scorpius:perchè doveva
negarsi quell'occasione?
I primi ad entrare furono due
ragazzi di Corvonero,un ragazzo ed una ragazza,che entrarono titubanti e che
uscirono con i capelli sconvolti e le labbra rosse,accolti dalle risate e gli
applausi degli altri.
Poi fu la volta di due ragazzi,un
Serpeverde ed un Tassorosso,entrambi lividi per quello che era capitato loro e
che uscirono dallo sgabuzzino con un'espressione affranta.
-Ho bisogno di bere per togliermi
questo saporaccio dalla bocca-commentò il Serpeverde andando direttamente verso
il tavolo dei liquori fra le risate della compagnia.
Scorpius mosse nuovamente la
bacchetta e questa volta toccò a Mandy Greengrass e a Howard Bell;la scelta fu
accolta dalle urla selvaggie dei maschi di Serpeverde.
-La Greengrass è una tappa obbligata
per i maschi di Serpeverde...Se la sono fatta tutti-spiegò Scorpius ad
Albus.
Il moro lo fissò e fu sul punto di
chiedergli se fosse la cosa valesse anche per lui,ma si morse la lingua:non
erano ancora a quel livello di intimità.
Quando le due Serpi uscirono dal
ripostiglio,Howard stava finendo di riallacciarsi i bottoni dei pantaloni e le
dita di Mandy scivolarono sugli angoli della bocca,facendo intendere cosa fosse
successo lì dentro e provocando altre urla selvagge.
La bacchetta venne messa in
movimento e questa volta toccò a due Grifondoro:Rebecca Paciock e Ronald
Potter.
I due prescelti si lanciarono uno
sguardo e poi abbassarono lo sguardo,imbarazzati.
-Non potete tirarvi indietro...Forza
avete dieci minuti-disse Scorpius con tono marziale.
Una volta chiusa la porta alle loro
spalle,Rebecca e Ronald si misero ai lati opposti della stanza,spalle al
muro.
Per un pò restarono in silenzio,poi
lui alzò lo sguardo e fissò la ragazza.
-Non ti ho ancora detto quanto sei
carina questa sera...-iniziò cercando di rompere il ghiaccio,alzando leggermente
lo sguardo su di lei.
Erano le prime parole che le
rivolgeva da mesi.
Incontrò lo sguardo di Rebecca e
prima che potesse aggiungere altro,lei coprì la breve distanza fra di loro e lo
colpì,dandogli un pugno sul braccio destro.
-Sei un'idiota!-gli
disse.
Lo colpì di nuovo,ancora e
ancora,arrabbiata.
-Un'emerito...completo...coglione!-disse
accompagnando ogni parola ad un pugno.
Ronald alzò le mani e riuscì ad
afferrare i polsi della ragazza,fermando i colpi.
-Lo so!Mi sono comportato come
un'imbecille e non ho scuse!-le disse sincero.
-Come hai potuto pensare che fossi
interessata a tuo fratello?-gli chiese.
-Continuavi a chiedermi di lui,di
quello che facevamo quando eravamo a casa...e allora ho pensato che fosse solo
un modo per farti presentare a James-le spiegò.
-Allora il fatto che tu abbia
chiesto di mia sorella ti rende automaticamente un suo pretendente?-gli domandò
lei,cercando di fargli capire la sua stupidità.
Ronald annuì e,finalmente,le lasciò
i polsi.
-Ho capito,va bene?Però mettiti nei
miei panni!
Per anni,tutte le ragazze
interessate a James venivano a chiedere notizie a me,cercando di
avvicinarlo...-
-Quindi non sei più capace di
riconoscere una ragazza interessata a te?-gli domandò lei con un leggero
sorriso.
Ronnie sorrise
leggermente.
-Lo sei veramente?-le chiese
fissando il suo volto.
Ancora non ci credeva:aveva paura di
svegliarsi da un momento all'altro e scoprire che era stato solo un
sogno.
"Un minuto"
Una voce era risuonata nel piccolo
stanzino,facendoli sobbalzare.
Ronald guardò la ragazza e le
sorrise leggermente.
-Che devo fare per farmi
perdonare?Sono disposto anche a strisciare ai tuoi piedi-le disse scherzando
seriamente.
Rebecca rise e abbassò per qualche
istante la testa.
Poi gli si avvicinò e posò le labbra
sulle sue,un braccio attorno al collo e gli occhi chiusi:fu un bacio delicato e
veloce che Ronald non riuscì neanche ad apprezzare a
pieno.
Quando fece per stringerla fra le
sue braccia,lei era già lontana.
-Questo te lo dovevo...Per il
gioco-gli disse guardandolo negli occhi.
Ronald annuì.
Se avesse smesso di fare
l'idiota,forse ce ne sarebbero stati altri.
Era assurdo trovarsi lì
dentro!
-Sta calmo,fra dieci minuti la porta
si riaprirà e tu potrai andartene-
Guardò il ragazzo che aveva parlato
e si ritrovò a chiedersi se non fosse tutta una sua macchinazione:del resto era
lui che dirigeva la bacchetta,poteva scegliere chiunque in quel cerchio...ed
aveva scelto lui.
-Sei imbarazzato perchè sei chiuso
in uno stanzino con un ragazzo?-gli domandò ancora.
-Mi sembra strano che tu non lo
sia-commentò guardandolo.
Il biondo sorrise,scuotendo
leggermente la testa.
-Non è la prima volta che mi
capita...-confessò.
Cercò di calmarsi,di liberare la
mente,ma i suoi pensieri tornavano a quel bacio che sapeva dover arrivare da un
momento all'altro,neanche fosse un colpo di pistola.
Forse era meglio togliersi il
pensiero subito...
Si voltò verso il biondo e lo guardò
con espressione sicura e quasi seria,ricevendo uno sguardo curioso in
cambio:l'altro non aveva la minima idea di cosa gli stava passando per la
testa.
-Baciami-gli
disse.
Le sopracciglia bionde si
corrugarono a quelle parole.
Lui alzò le
spalle.
-Così ci togliamo il pensiero-gli
spiegò.
Si fissarono per qualche istante e
poi lo vide annuire.
Gli bastavano pochi passi per
avvicinarsi a lui,ma voleva che fosse l'altro a prendere l'iniziativa: non ci
sarebbe mai riuscito da solo.
E questo il biondo l'aveva capito
perchè si staccò dalla parete a cui era poggiato e coprì quella breve distanza
fermandosi davanti a lui.
-Hai mai baciato nessuno?-gli chiese
poi fissando per un brevissimo istante le sue labbra.
Il moro fu costretto a scuotere la
testa:quello sarebbe stato il suo primo bacio.
Pregò di non vedere un sorriso di
scherno sul viso dell'altro e fu accontentato;al suo posto ci fu un vero
sorriso,neanche avesse appena fatto all'altro un regalo
inaspettato.
Vide il viso dell'altro avvicinarsi
e istintivamente si ritrasse.
-Chiudi gli occhi Al...E respira-gli
disse il biondo.
Non si era accorto di aver
trattenuto il fiato fino a quando lui non aveva parlato.
Fece come gli aveva consigliato il
biondo e chiuse gli occhi.
Il battito del suo cuore gli
rimbombava nelle orecchie,in attesa di sentire qualcosa,qualsiasi
cosa.
Odiava essere così
inesperto!
Poi sentì qualcosa fra i suoi
capelli:lo stava accarezzando,facendo scorrere le dita fra le ciocche con
lentezza.
Trattenne di nuovo il respiro e le
palpebre chiuse ebbero un fremito quando sentì le dita lunghe ed affusolate
scendere lungo il collo.
Cosa doveva fare?Cosa si aspettava
Scorpius da lui?
Non riusciva a muovere un
muscolo,era immobile e tremante fra le sue mani...
-Respira...-sussurrò il
ragazzo.
Le dita ora erano sul suo viso:sulle
sopracciglia,lungo lo zigomo,sul naso fino alla bocca.
Seguono il contorno di entrambe le
labbra e sotto quella pressione leggera,Albus dischiuse leggermente la
bocca.
Era più vicino adesso,lo sentiva,ma
non avrebbe saputo dire quanto ancora avrebbe dovuto aspettare perchè lui
mettesse fine a quel "gioco" e lo baciasse.
Improvvisamente una scarica
elettrica partì dall'incavo fra la spalla destra ed il collo,dove il biondo
aveva appena posato un bacio.
Un sospiro uscì dalle labbra
dischiuse di Albus e sentì chiaramente le sue gambe tremare quando le labbra di
Scorpius si posarono leggermente più in alto sulla
mascella.
Il naso dritto del biondo strofinò
contro la sua guancia destra e il respiro caldo gli accarezzò la
pelle,facendogli venire la pelle d'oca.
Quando finalmente le labbra di
Scorpius si chiusero attorno al suo labbro inferiore,Albus era pronto,aspettava
quel momento.
Lo desiderava.
Sentì le labbra dell'altro
accarezzare le sue più volte,dolcemente,invogliandolo a fare lo stesso, finchè
lui non lo imitò.
Non si accorse di aver alzato il
braccio,finchè non sentì fra le sue dita i capelli setosi del Serpeverde e si
trovò il viso di Scorpius più vicino al suo.
La paura che aveva sentito
all'inizio era scomparsa del tutto,sostituita dalla curiosità e dal più
inaspettato desiderio.
E sicuramente non gli sarebbero
bastati dieci minuti per capire quello che gli stava succedendoed i sentimenti
contrastanti che aveva scatentato in lui.
Era la più
irrazionale,assurda,incredibile...meravigliosa follia che avesse mai fatto nella
sua vita.
Infastidita dalla parete di legno
alle sue spalle,si strinse contro di lui,avvolgendogli le braccia al collo e
affondando le unghie nel tessuto della camicia.
La giacca nera giaceva dimenticata
per terra,insieme alla cravatta.
Sentì le sue labbra premere contro
la pelle delicata del collo,baciarla velocemente e poi morderla facendola
gemere.
-Ancora...-gli disse in un
sussurro.
Strinse fra le dita la camicia
riempiendola di grinze,lottando contro la voglia di toglierla e di far scivolare
le mani sul torace nudo.
Le labbra la cercarono desiderose e
lei voltò la testa per farle incontrare con le sue,facendo scivolare
immediatamente la lingua nella sua bocca e accarezzando quella di
lui.
Si sentì sbattere contro la parete
di legno con violenza e l'attimo dopo il corpo di lui la coprì,bloccandola
e schiacciando il suo seno contro il proprio torace.
Quando era diventato così
possente,così muscoloso?
Lo aveva avuto sotto gli occhi per
tutta la vita e non se ne era mai accorta?
Riaprì gli occhi e incontrò lo
sguardo di lui:quelle iridi nere che la fissavano desiderose e allo stesso tempo
preoccupate.
-Dobbiamo fermarci...-le disse con
voce spezzata.
Lei scosse la
testa.
-Rosie...-
Rose premette due dita contro le
labbra del ragazzo e scosse di nuovo la testa,testarda.
-Non voglio...Jim ho dieci
minuti,anzi anche di meno,per abbandonarmi a questa follia e non voglio pensare
a niente.
Quando usciremo da qui,se
vuoi,faremo finta che non sia successo,ma adesso...-gli disse con un leggero
fiatone.
James non la fece neanche
finire,coprendole di nuovo le labbra con le sue,leccandole con la punta della
lingua.
Il tessuto leggero dei pantaloni
eleganti le strusciava contro le gambe,facendole sentire l'eccitazione del
ragazzo;per agevolare i loro movimenti e per sentire meglio quella sensazione
unica e,forse,irripetibile,Rose sollevò una gamba e l'allacciò attorno ad un
fianco di James,sollevando ancora di più il corto vestito e sentendo premere la
sua erezione a poca distanza dalla sua intimità.
James sospirò eccitato e le posò una
mano sulla gamba nuda facendola salire fino alla coscia,accarezzandole la
natica ormai scoperta.
Rose si staccò dalle sue labbra e
respirò profondamente,facendosi scappare dei sospiri di
piacere.
Poggiò la fronte contro la sua
spalla sinistra e lui ne approfittò per far scivolare le labbra lungo il
collo.
Una spallina del suo vestito scivolò
dalla spalla lungo il braccio e dopo qualche secondo di incertezza,James decise
di lasciarla dov'era,alzando una mano e accarezzandole il seno,ora coperto
solo dal reggiseno, per la prima volta:lo coprì completamente e,anche
attraverso il tessuto leggero del reggiseno rosa,sentì il capezzolo diventare
turgido.
"Un minuto"
La voce li riportò bruscamente alla
realtà.
Rose rialzò la testa dalla sua
spalla e lo guardò in silenzio per qualche istante,poi gli sorrise
dolcemente.
James ricambiò il sorriso e la
allontanò dal muro,togliendo la mano dal suo seno e rialzandole la spallina
caduta,sempre tenendola fra le braccia.
Erano passati troppo in fretta quei
dieci minuti di follia...
Entrambi sconvolti per quello che
era successo fra di loro,ma allo stesso tempo tristi per la breve durata di quel
momento,Rose e James si scambiarono un ultimo lieve bacio.
Poi lui la abbracciò come aveva
sempre fatto in tanti anni,cercando di recuperare quell'intimità che avevano
smarrito per pochi minuti.
-Non rimpiango niente...-mormorò
Rose contro la sua spalla.
James sorrise e le accarezzò i
capelli,così insolitamente lisci contro le sue dita.
-Nemmeno io-
Ma capirono entrambi di aver
superato il punto di non ritorno...E di non esserne affatto
spaventati.
Stesso copione,stessi
attori.
Diverso scenario...E forse un
diverso finale.
Si era rifugiata in quel dormitorio
quasi subito,cercando di scappare da Daniel,godendosi quella pace così
innaturale nella Casa delle Serpi e rallegrandosi perchè mancavano soltanto
poche ore prima della partenza per casa.
Poi sarebbe stata lontana da Daniel
per due settimane intere.
-Credevo che voi Potter vi muoveste
sempre in gruppo-
Voltata di spalle,aveva sorriso:era
la stessa frase che le aveva detto quella sera di giugno.
Possibile che fosse così
incoerente?Si era nascosta per tutta la sera cercando di evitarlo,eppure non
poteva negare a sè stessa di essere felice che lui fosse lì insieme a lei
piuttosto che insieme a qualche altra alla festa.
-Soltanto in casi eccezionali siamo
soli...-ripetè riportando in vita quella vecchia
conversazione.
Sentì i passi alle sue spalle:si
stava avvicinando.
Le sarebbe bastato voltarsi e andar
via,perchè allora non si muoveva?Perchè restava immobile in attesa di
lui?
Pochi istanti dopo una mano apparve
sul muro vicino la finestra e sentì alle sue spalle la presenza di Daniel:se si
fosse sporta all'indietro avrebbe sentito il suo torace contro la
schiena.
Respirò e le sue narici furono piene
del suo profumo;una vera e propria imboscata!
Quanto le era mancata quell'intimità
clandestina...
-Allora sono fortunato a beccarti da
sola,senza guardie del corpo-le sussurrò in un'orecchio.
Lily sospirò e con un gesto veloce
si voltò,trovandosi la sua espressione sicura di fronte.
Era intrappolata fra il suo braccio
e la parete,doveva trovare un modo per uscirne...
-Io non ho bisogno di nessuna
guardia del corpo-gli disse seria.
Daniel
sorrise.
-Di questo non sarei tanto
sicuro-
Lily scosse la testa e chinandosi
leggermente sulle ginocchia,passò sotto il braccio teso di Daniel uscendo da
quello spazio ristretto.
-Ok,adesso
smettiamola,d'accordo?-gli disse seccata.
Non aveva nessuna voglia di
rivangare il passato.
Fece per voltarsi ed uscire dal
dormitorio,quando si sentì afferrare il braccio sinistro.
-Vuoi veramente andartene?-le chiese
lui.
-Sarebbe la mia intenzione,se mi
lasci il braccio-ammise Lily.
Non poteva restare lì,non poteva
ripetere l'esperienza di quella sera.
Soltanto lei sapeva quanto tempo
aveva passato cercando di dimenticare,evitando di ricordi che le avrebbero fatto
più male...non poteva ricominciare tutto da capo un'altra volta.
Daniel la fissò qualche istante,poi
sospirò arrabbiato lasciandole il braccio.
-Sai che ti
dico,vattene!
Non capisco perchè perdo tanto tempo
con te-esclamò arrabbiato.
Lei corrugò la fronte,indispettita
da quelle parole.
-Tu perdi tempo con
me?-
-Sai cosa sei?Sai una
grande,immensa,ROMPICOGLIONI!-
Lily lo fissò con un'espressione
sorpresa sul viso:era la prima volta che lo vedeva perdere la sua espressione
sarcastica.
-Che accidenti devo fare per farti
capire che mi interessi?
Sai quante persone hanno pensato che
fossi gay perchè sono venuto alla festa con tuo fratello?
Ho ricevuto delle proposte da
qualche Corvonero e anche da un paio di Tassorosso...
Soltanto per vedere te!-le disse
gettandole addosso un fiume di parole.
Lily premette la labbra una
sull'altra per non ridere.
-Invece tu cosa
fai?
Scappi,ti nascondi!Mi tratti come se
avessi la lebbra o peggio!-
-Vorresti che ti rendessi le cose
facili,vero?Magari che cadessi ai tuoi piedi come tutte le altre stupide oche
che ti corrono dietro-ribattè lei acida.
-Sicuramente nessuna si è comportata
come te!-le rinfacciò lui.
-Ah davvero?-
-Almeno loro lo ammettono di essere
attratte da me!
Invece,a te sembra che la sola idea
ti disgusti...Invece io lo so che non è così-commentò lui confuso.
Lily restò in silenzio,come poteva
negare la verità?
Non aveva mai avuto paura di
lui:l'unica cosa che l'aveva sempre spaventata erano i suoi
sentimenti...
Daniel le si avvicinò e le prese il
viso fra le mani,nonostante i tentativi di Lily di
allontanarsi.
-Dimmi che non ti piaccio-le disse
fissandola negli occhi.
Lily restò in
silenzio.
-Dimmi che quella notte non ha avuto
senso per te e me ne vado,sparisco e non mi vedrai più.
Tu sei l'unica ragazza che
nonostante sia attratta da me continui a negarlo.
Perchè?-le chiese con voce più
calma.
Lily sospirò e allontanò lo sguardo
dal suo per qualche istante,posandolo sul tessuto bianco della camicia di
Daniel.
Quando lo fissò di nuovo,era più
calma,pronta a dire la verità a lui e a sè stessa.
-Perchè so che tu mi farai del
male-gli disse sincera.
Daniel deglutì visibilmente a quelle
parole,poi lasciò il viso della ragazza,facendo scivolare le mani sui suoi
fianchi e attirandola a sè.
Le sfiorò la fronte con le labbra e
lo sentì respirare forte il profumo dei suoi capelli,il suo piccolo corpo contro
il suo grande e muscoloso.
-Se vuoi fermarmi Lily,fallo
adesso...
Perchè non succederà come quella
notte-le disse serio.
Avrebbe dovuto sciogliere
quell'abbraccio e scappare il più lontano possibile da
lui.
Le aveva promesso che non l'avrebbe
più cercata se l'avesse fatto...
Ma si ritrovò a sospirare e a posare
la testa sul suo torace,sentendo stringere la presa attorno ai suoi
fianchi.
L'attimo
dopo le labbra di Daniel erano sulle sue.
Proprio
come quella sera di mesi prima...
Salve a
tutti!!!
Chiedo
scusa x aver scritto così tanto,ma è stato inevitabile:per raccontare al meglio
cosa era successo ai ragazzi e le loro emozioni...Spero di non aver annoiato
nessuno.
Come ho
detto questo capitolo,almeno x quanto riguarda James e Rose,rappresenta
l'esplosione;ma cosa succede dopo un'esplosione?
Si cerca
di riparare ai danni.
Ed è
proprio quello che faranno i nostri nei prossimi capitoli:in fondo il loro
rapporto è complicato e la scoperta dell'attrazione che sentono uno per l'altra
nn fa che peggiorare le cose,quindi meglio fingere...oppure
no?
Inoltre
vi comunico che x quanto riguarda qst fiction,mi prendo una piccola pausa e vi
do appuntamento al 2009.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi
scuso x eventuali errori di battitura o di ortografia.
E ora i
ringraziamenti:Streghetta86(L'idea è di Ginny ma tutto il lavoro dovrà farlo Hermione... Mica
scema la rossa!),Elly(Diciamo che il nostro rosso sta attraversando una piccola crisi
di mezz'età...una crisi che ha portato a tutto qst casino),Germana(Anke a me piaceva molto
Cassie,sarebbe diventata un personaggio molto interessante,ma a furor di popolo
è stata stroncata sul nascere...Ero assolutamente d'accordo cn te!),Dado(Ellie in diretta!!!Ok la
pianto...Grazie x gli ENORMI complimenti!Sì Ron ha capito di amare ancora
Herm,ma lei nn gli renderà le cose facili...come è giusto che sia.Un bacio a
te,a Ellie e a Rosie),Tonks'17(SPero che il tuo amore x i junior sia continuato in qst
capitolo...Dopo gli ultimi sviluppi,posso dirti che la vita di Scorpius sarà
sempre + legata a qlla dei Potter),WingsHP(Neanke Ron si sarebbe accorto
di niente se nn ci fosse stato un precedente poco prima del matrimonio fra
Neville e Luna,e allora fu il solo testimone.Seas e Rupert sn una sagoma,vedrai
nel prox capitolo!), Finleyna4ever(Grazie x i complimenti!Io la vedo come una piccola vendetta nei
confronti del fratello scemo...),JC(Assolutamente no!Se lo sapesse nn le rivolgerebbe + la parola,cn
ql caratterino che si ritrova...Neanche io l'ho perdonata ancora,quindi
tranquillo nn sarà una cosa facile!Buon Natale e Buon
2009!Divertiti!),Ludo(Tranquilla fallo solo quando e se vuoi!E' strano che ti sia persa
Daniel...eppure è uno dei personaggi che compare in ogni capitolo,vista la sua
storia con Lily),CharmedAlis(Credimi nn sarà una riconciliazione facile...Anche Herm si
prenderà le sue rivincite),Isina4everyoung(Come ti senti
ora,riguardo ad Al e Scorpius?Ancora strana?),Lilyluna_4e(Credo di aver peggiorato la
tua curiosità con qllo che ho scritto su Daniel e Lily...),Clody'93(Grazie x i complimenti...Diciamo
che Ron è qllo che + di tutti sta impazzendo lentamente,ma prima o poi tornerà
quello di sempre).
Bene,come al solito vi lascio un piccolo spoiler...(ricordatevi che dal
prossimo capitolo x 2-3 capitoli,junior e senior saranno
insieme)
-Che
cos'è?
-L'ho trovato nell'armadio
della mamma...Credo sia il filmino del loro matrimonio-
-Come fai ad esserne
sicura?-
-C'è scritto "Con tutto il
mio amore"?Tu che ne dici cervellone?-
Ok,x il
momento è tutto,io vi saluto e vi auguro Buon Natale e Buon 2009,e vi do
appuntamento al prox capitolo...
"Just
keeps pretending"
Baci,Eva.
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Capitolo 10 *** Just keeps pretending ***
JUST KEEPS PRETENDING
"Cause you know I'd walk a
thousand miles
If I could just see
you
Tonight"
Era esausto. A stento riusciva
a tenere le palpebre alzate ed era quasi certo di essersi addormentato per
qualche minuto mentre il taxi lo trasportava dall'aereoporto all'ospedale. Il
volo da Londra a New York era stato tranquillo,reso piacevole da un film comico
che la compagnia aerea aveva trasmesso,ma che lui non era riuscito a seguire per
colpa della sua ansia. Cosa le avrebbe detto una volta arrivato lì? Aveva
alcune idee per una frase ad effetto,una di quelle che entrambi avrebbero
ricordato anche quando sarebbero stati vecchi e sdentati,ma non riusciva a
decidersi su quale fosse meglio. Arrivato a New York aveva trovato una
nevicata che aveva ritardato di qualche ora il volo e che gli aveva permesso di
mangiare e di riflettere su quello che realmente significava quel gesto: mai,nei
suoi quindici anni,si era comportato in modo così impulsivo,così
avventato. Lui era sempre stato razionale,capace di controllare le sue
emozioni ed i suoi sentimenti,di qualsiasi tipo questi fossero e non riusciva a
capire perchè questa volta fosse diverso. Perchè con Alice aveva abbandonato
tutti i freni? Fin dal primo momento aveva capito che quella non sarebbe
stata una storia come le altre,e ogni giorno trascorso con lei gli aveva
confermato quella tesi. Lei era la parte irrazionale di sè stesso,quella che
aveva annullato per tanto tempo e che finalmente aveva la possibilità di
sfogarsi. Era l'amore della sua vita. Se i suoi genitori o anche Scorpius
avessero saputo di quei pensieri,sarebbero rabbrividiti per lo sconcerto e per
il disgusto,nel caso del suo migliore amico,ma era la verità:nonostante fosse
ancora giovane,nonostante le difficoltà che sicuramente avrebbero dovuto
affrontare,non aveva alcun dubbio su Alice o sul loro futuro
insieme. Finalmente il volo per Seattle era partito e,in quelle ore,aveva
cercato di riposare,per avere un'aspetto almeno decente una volta che si fossero
trovati faccia a faccia,ma un'uomo sulla quarantina seduto sul sedile accanto a
lui si addormentò poco dopo il decollo iniziando a russare nel suo
orecchio. Atterrare a Seattle fu un sollievo. Fu uno dei primi a scendere
dall'aereo e a ritirare i bagagli,poi uscì fuori dall'aereoporto e chiamò un
taxi,dandogli la destinazione. L'uomo partì e lui poggiò la testa contro il
sedile,chiudendo gli occhi. -Lei non è americano-constatò il taxista. Luke
mugugnò in modo affermativo. -Di dov'è?-chiese ancora
l'uomo. -Londra- Sperò che l'interrogatorio fosse finito e di riuscire a
dormire per quel breve tragitto,ma il taxista sembrava essere di parere
diverso. -Va a trovare qualcuno di particolare?-gli domandò lanciandogli
un'occhiata dallo specchietto retrovisore e vedendolo mezzo addormentato. Il
solo pensiero di Alice,lo portò a sorridere stanco. -La mia ragazza...-disse
con voce stanca. Poi tutto scivolò nell'incoscenza e perse la cognizione del
tempo finchè non sentì qualcuno scuotergli il ginocchio sinistro. Aprì gli
occhi e vide il taxista,con una mano tesa verso di lui e un'espressione
preoccupata in viso:forse era da un pò che lo chiamava senza risultato e stava
iniziando a preoccuparsi. Luke si rialzò sul sedile e si passò una mano sul
viso stanco,sospirando fra le dita. -Mi scusi,devo essermi addormentato-gli
disse puntando gli occhi sul viso dell'uomo. L'uomo alzò le spalle e accennò
un sorriso. Pagò la corsa e prese i bagagli,per poi fissare per qualche
istante la porta d'entrata dell'ospedale. Dopo tanta attesa,tanti
chilometri,poche centinaia di metri lo dividevano da Alice...Il solo pensiero
gli faceva scorrere il sangue più velocemente nelle vene e,stranamente,sentì le
dita formicolare come se fossero intorpidite. Aveva iniziato a cadere una
pioggerella fitta ma impalpabile,che gli inumidì i capelli e gli bagnò le spalle
del cappotto. Entrò nell'ospedale e si guardò intorno alla ricerca degli
ascensori:sapeva perfettamente dove andare. In mesi di telefonate,era
riuscito a strappare l'informazione alla ragazza senza che lei si insospettisse
per le sue domande. Arrivato davanti alle porte metalliche,aspettò
pazientemente l'arrivo della cabina,mantenendo una perfetta faccia
imperturbabile,mentre di sè combatteva contro il desiderio di fare a piedi le
scale e correre da lei per farle quella sorpresa. Entrò nell'ascensore e
soltanto quando le porte si chiusero,un pensiero lo colse. E se Alice non
fosse stata in ospedale in quel momento? Se tutto si fosse rivelato
vano? Certo,avrebbe potuto andare a casa sua,ma avrebbe rischiato di
incontrare uno dei suoi fratelli o suo padre e non era il momento adatto per le
spiegazioni. Scosse leggermente la testa,scacciando quel pensiero malevolo e
cercò di rassicurarsi:tutto sarebbe andato bene. La cabina si fermò al suo
piano e lui uscì,guardandosi attorno alla ricerca di qualcuno a cui
chiedere. -Mi scusi,sto cercando la camera della signora Lovegood-disse
fermando la prima infermiera che passò nelle sue vicinanza. La donna,bionda
con un paio di occhiali rossi che coprivano gli occhi neri e profondi,lo guardò
per qualche istante,visibilmente sorpresa da quella richiesta. Vide mille
domande premerle sulle labbra,ma l'infermiera riuscì a ricacciarle indietro e
riassunse l'espressione professionale. -Segua questo corridoio e poi giri a
destra-gli disse brevemente. Luke la ringraziò con un sorriso e si allontanò
prima che lei potesse cambiare idea. Attento alle indicazioni della
donna,sbucò in un corridoio simile agli altri,e si domandò se non aveva
sbagliato strada. Poi la vide. Era seduta su una lettiga addossata al muro
verde mela,a gambe incrociate,i gomiti contro le ginocchia e le mani che
massaggiavano il collo indolenzito. Fece qualche passo avanti verso di
lei,incapace di staccare lo sguardo da quella figurina,neanche avesse paura di
vederla svanire sotto i suoi occhi. Il rumore dei suoi passi rieccheggiò per
il corridoio silenzioso e Luke la vide alzare la testa, per guardare chi si
stesse avvicinando. I loro occhi si incontrarono e la vide
immobilizzarsi,come poco prima era successo a lui spalancare gli occhi incredula
e abbandonare le braccia sulle ginocchia;si fermò nel corridoio,permettendole di
guardarlo e le sorrise,improvvisamente timido. Con un balzo,Alice scese dalla
lettiga e cominciò a venirgli incontro,camminando lentamente, forse troppo per i
suoi gusti,finchè lui non la vide sorridere. Tolse la tracolla dalla spalla
destra e la poggiò a terra,dimenticandosene l'attimo dopo muovendosi verso di
lei e fermandosi soltanto quando si trovò a pochi centimetri da Alice. -Devi
essere una reazione al troppo caffè...-disse lei. Luke sorrise leggermente e
fece per allungare una mano verso il suo viso,ma la mano destra di Alice
intercettò la sua e la bloccò. -Non qui-disse lanciando uno sguardo al
corridoio vuoto dietro le spalle del ragazzo. Aspettò che lui riprendesse la
tracolla e,continuando a tenerlo per mano,lo guidò verso una delle camere del
corridoio,completamente attrezzata e,al momento,in attesa di un paziente. Si
chiuse la porta alle spalle e vi poggiò la schiena contro. -Hai un'aspetto
tremendo-commentò senza staccare lo sguardo dal suo viso. Luke
sorrise. -Il che è strano...Ogni volta che sognavo questo momento ti
immaginavo sempre perfetto ed impeccabile-aggiunse. Lui poggiò i suoi bagagli
poco lontano,cercando di non togliere lo sguardo dal suo volto,per paura di
perdersi una sua qualsiasi espressione,ma Alice restò immobile le mani dietro la
schiena nascoste contro la porta. Poi improvvisamente sembrò rianimarsi, e
coprì velocemente la distanza fra loro fermandosi a pochi centimetri di distanza
e dandogli un pizzico su una mano. Luke ritrasse all'istante la mano e la
sfregò contro l'altra,lanciando un'occhiata al segno rosso che si andava
formando. -Ahi!-si lamentò rialzando gli occhi su di lei. Alice
sorrise. -Ti diverti tanto a picchiarmi?-le chiese lui piccato nascondendo la
mano dietro la schiena. Lei scosse la testa continuando a guardarlo. -No,è
solo che ogni volta che sognavo una situazione del genere,dopo che ti avevo dato
un pizzico,tu svanivi-gli spiegò. Luke la fissò e non riuscì a trattenere un
sorriso a quelle parole,per la sincerità e l'innocenza che vi era racchiusa in
loro. -Quindi o sei un sogno più resistente degli altri oppure sei realmente
qui,il che mi porterebbe a chiedermi se non hai qualcosa da...-concluse
lei. Aveva aspettato troppo:mesi e non era sicuro di poter resistere ancora
ora che lei era così vicina a lui. D'impeto poggiò le sue labbra su quelle di
Alice,smorzando il flusso di parole,e le accarezzò con le proprie,cercando di
far prevalere la dolcezza sul desiderio che aveva di lei. Posò una mano sul
suo viso,fra la mandibola ed il collo e le si fece più vicino sfiorandole il
labbro inferiore con il proprio e sentendo la risposta di lei. Le braccia di
Alice erano corse a stringersi attorno al suo collo,affondando le dita nei
capelli neri e ricci,mentre socchiudeva le labbra per far incontrare le loro
lingue. Luke la strinse a sè,sollevandola leggermente e respirando il suo
odore,chiedendosi come aveva potuto farne a meno per tutti quei mesi. Quando
lentamente staccò le labbra dalle sue,cercò i suoi occhi e li vide
brillanti,pieni di una felicità che era difficile spiegare a parole. -Adesso
ci credi?-le domandò deglutendo e facendo muovere il pomo d'adamo nella
gola. Alice rise leggermente,poggiando la fronte contro la sua. Lo baciò
ancora una volta,accarezzandogli il viso per poi tornare a guardarlo. -Quanto
ti fermerai?-gli chiese. -Dieci giorni.Devo prendere l'Espresso insieme agli
altri-le disse. Alice annuì lentamente. -Non riesco a credere che tu sia
qui...-gli disse chiudendo gli occhi e strofinando la fronte contro la guancia
destra di Luke. Lui sorrise divertito. -Già!Solo che...- -Cosa?-chiese
lei preoccupata. -Non ho un posto dove dormire. Credi che posso
nascondermi in una camera di quest'ospedale?-le chiese con quell'umorismo
tipicamente Serpeverde che gli era proprio. Alice sorrise,visibilmente più
rilassata e rise per poi baciarlo di nuovo. Forse una soluzione a quel
problema poteva trovarla lei...
-Che cos'è?- Hermione era entrata nel salotto dove
si trovavano i suoi fratelli e si era diretta decisa al
televisore,accendendolo. Le teste degli altri quattro si erano alzate al
suono delle voci che uscivano dall'apparecchio e tutti l' avevano fissata mentre
accendeva anche il lettore dvd e tirava un disco fuori dalla custodia. -Ho
trovato il filmino del matrimonio di mamma e papà-rispose la bambina. -Dove
l'hai trovato?-chiese Lily fissando i capelli della sorella,che ancora non si
era voltata verso di loro. -Era nell'armadio di mamma-spiegò ancora la
piccola. -E da quando hai il permesso di frugare nel suo armadio?-chiese
ancora la ragazza sorpresa. Non le era mai stato permesso avvicinarsi ai
vestiti di sua madre,nè ai trucchi che secondo i suoi genitori avrebbero
rovinato il suo viso fresco e pulito. Perchè invece Hermione aveva questa
possibilità? -Emy...-chiamò James con la sua classica voce da fratello
maggiore. Finalmente Hermione si voltò e guardò il fratello più
grande,ammettendo la sua "colpa". -Ok,non lo ho. Ho sentito mamma che
diceva di aver ritrovato alcune vecchie foto in una scatola di biscotti nel suo
armadio,foto di quando loro erano fidanzati ed ero curiosa...-spiegò ai
fratelli. -Sai che si arrabbieranno molto quando lo sapranno?-disse James
alla bambina. -Ma non devono saperlo per forza,no?-s'intromise
Ronald. James guardò il gemello e lo vide alzare le spalle. -Ci vorranno
ore prima che tornino dal lavoro e prima di allora noi avremmo finito di vedere
il filmino...Quanto può essere lungo un matrimonio?-chiese Ronnie al
fratello. Aveva chiesto scusa a James quasi in ginocchio per il modo ignobile
in cui si era comportato,arrivando a chiedergli di prenderlo a pugni,ma Jim si
era limitato a ridere e a scuotere la testa, cancellando l'accaduto come se
fosse un'altro dei loro tanti stupidi litigi. -In fondo non ha tutti i
torti-lo appoggiò Albus,anche lui curioso. -Allora possiamo vederlo?-chiese
Hermione sorridendo a trentadue denti ai fratelli che l'avevano
sostenuta. -Andiamo Jim,non dirmi che non sei curioso anche tu di rivederti
con il pannolino...-lo prese in giro Lily. James le fece una smorfia che fece
ridere gli altri e alla fine annuì,dando via libera a Hermione che tornò a
voltarsi verso il lettore dvd. -Come fai a sapere che si tratta del filmino
del loro matrimonio?-chiese Albus sistemandosi sul divano in modo da avere una
migliore visuale del televisore. -Sul disco c'è scritto "Tutto il mio
amore",ti basta sapientone?-disse la bambina chiudendo il cassetto del lettore e
correndo a sedersi sul divano fra Albus e Lily. Accanto a loro James e Ronald
erano seduti su due poltrone ai lati del divano,i piedi allungati sul
tappeto. Il disco partì all'istante,senza nessun menù o titolo,accompagnato
da una musica che i loro genitori ascoltavano almeno una volta al
giorno. -Questa canzone ci tormenterà per il resto della nostra
vita...-commentò James sospirando. Ronald rise seguito da Albus,ma entrambi
vennero zittiti prontamente da Hermione quando sul video apparvero le prime
immagini. C'erano un uomo ed una donna,qualcuno che ai ragazzi sembrò
familiare;l'uomo aveva in braccio un bambino e doveva avergli detto qualcosa che
lo aveva divertito perchè il piccolo stava sorridendo,mentre la donna era seduta
poco distante da loro intenta a guardarli. -Li conosciamo questi?-chiese
Ronald,senza staccare lo sguardo dal video. -C'è qualcosa che mi
sfugge...-disse Lily a mezza bocca,attirando lo stesso l'attenzione degli altri
quattro. Tornarono a fissare le immagini qualche altro istante mentre sul
video apparve un'uomo alto dai capelli castani ed un'aspetto malato nonostante
il corpo agile e slanciato. -Quell'uomo assomiglia a Teddy-commentò
Albus. Fu grazie a quell'affermazione che Lily capì chi fossero. -Non è il
video del loro matrimonio!Quello è il padre di Teddy...E quelli devono essere i
nostri nonni Potter-esclamò incredula,incapace di staccare lo sguardo da quella
donna che le assomigliava così tanto. James strabuzzò gli occhi e prima che
potesse dire qualcosa,l'immagine cambiò mostrando loro un'uomo grasso urlare ad
un bambino piccolo ed emaciato...con una cicatrice sulla fronte. -Quello è
papà!-fece Albus puntando il dito verso quel bambino. -Ma che accidenti è
questo video?-commentò James confuso. Fu così che i ragazzi Potter iniziarono
il viaggio fra i ricordi del loro padre,fin dal primo e più lontano
ricordo,forse il più prezioso,quello riguardante i suoi genitori,increduli su
quello che stava scorrendo sul video. -Al posto suo me ne sarei andato di
casa molto prima...-disse Ronald osservando suo padre ancora bambino,costretto a
vivere nel sottoscala e a combattere contro un ciccione ignorante e la sua
famiglia di babbani che rifiutavano la magia.. -Per andare dove?A vivere
sotto un ponte?-chiese Lily pratica come sempre. Ronnie sospirò,stanco
dell'aria saputa della sorella. -Neanche quando era piccola riusciva a
rilassarsi un pò...-commentò divertito Al,facendo ridere gli altri,quando sul
video apparvero lo zio Ron e la zia Hermione. -Hai notato quanto assomigli
allo zio Ronnie?Io comincerei a preoccuparmi se fossi in te...-scherzò James
lanciando uno sguardo verso il gemello. -Dovevo ridere?- Le immagini
scorrevano davanti a loro che,quasi ipnotizzati,non riuscivano a smettere di
guardare quello che sembrava un film sulla vita del padre. Finchè qualcuno
non diede voce ad un pensiero che aleggiava nella mente di tutti. -Perchè la
mamma non è ancora apparsa?-domandò Hermione guardando ora Lily ora Albus. I
ragazzi sapevano quando era avvenuto l'incontro fra i loro genitori e si erano
stupiti di non trovare traccia di lei in quasi due ore di film. -Forse non
era ancora tanto importante...-disse Ronald pensieroso. -Che vuoi
dire?-chiese Lily guardandolo qualche istante. -Soltanto che forse papà era
troppo piccolo per interessarsi alle ragazze,anche se si trattava della donna
che avrebbe sposato- -Perchè allora c'è l'incontro con gli zii e non il
loro?-ribattè la sorella. -Volete star zitti?-li riprese Al concentrato sullo
schermo. La risposta alle loro domande venne poco più avanti quando
finalmente una figurina piccola e slanciata si presentò loro e li fece ridere
per il suo comportamento imbarazzato:non avevano mai pensato che la madre fosse
addirittura incapace di parlare in presenza del padre. Guardando sua
madre,Lily si chiese come era riuscita ad abbandonare tutte le paure e ad essere
finalmente sè stessa in modo di far innamorare il padre. Erano rimasti con il
fiato sospeso vedendo quello che era successo nella camera dei Segreti e durante
il terzo anno,quando il famigerato "assassino" Sirius Black aveva tentato di
uccidere il loro padre,per poi rivelarsi il suo padrino. -Certo che è strana
la vita...-commentò Al. -Più di quanto immaginiamo-disse Lily lanciandogli
un'occhiata carica di significato. C'erano tante cose di cui i due fratelli
dovevano parlare,ma quello non era il momento adatto. Incuranti del tempo che
passava,i cinque fratelli passarono in rassegna il passato del padre,cercando di
proteggere Hermione dalle scene più crude o scabrose. Albus le aveva messo un
braccio sulle spalle e l'aveva avvicinata al suo petto,in modo da poter metterle
una mano sugli occhi ogni volta che le scene erano inadatte a lei. Non erano
preparati a rivivere il ritorno di Voldemort,ma non si aspettavano neanche che
il primo bacio del padre fosse stato per un'altra ragazza. -Questo non me lo
aspettavo...-disse Lily. -Perchè?-chiese Ronnie guardandola. -Sembrano la
reclame dell'amore perfetto!Avresti mai creduto che nostro padre avesse amato
un'altra donna?-gli domandò lei di rimando. Il rosso alzò le spalle,tornando
a guardare il video. -Non tutti si innamorano a undici anni come lo zio Ron e
la zia Hermione-intervenne Hermione. Ma quella sorpresa fu niente in
confronto a quella che provarono vedendo la fuga del padre con il piccolo Teddy
e i ricordi dei seguenti tre anni. -Che fine ha fatto la mamma?-domandò
Hermione sorpresa e confusa. Al scosse la testa. -Non ne ho la più pallida
idea...- Per molto tempo,non ci fu nessuno che occupava la loro vita di tutti
i giorni,gli attimi di vita con Teddy erano intervallati a momenti di vita con i
colleghi del padre alla radio. -Quella donna lo sta puntando-commentò Lily
indicando la donna dai capelli neri che in quel momento stava coccolando
Teddy. -Un'altro parto della tua fantasia malata...-scherzò James,ma anche
lui si era accorto delle attenzioni che la donna aveva verso il loro
padre. La prima a riapparire nella vita del padre era stata la zia
Hermione,seguita da una furiosa litigata e da una riconciliazione strappalacrime
che aveva commosso la più piccola dei fratelli. Poi,finalmente,dopo tanto
tempo era tornata la loro madre:era diversa,più adulta,ma ancora molto diversa
da quella che conoscevano loro. -Continuo a non capire...-disse Ronald,quando
vide la madre,uscire dal negozio e attraversare la strada senza guardare
rischiando quasi di essere investita da un'auto,come se avesse visto un
fantasma,prima che tutto svanisse nel viso di Teddy. -Non è una cosa tanto
insolita per te-rispose Jim senza staccare gli occhi dal video. -Anche adesso
credi che io sia una visionaria?-chiese Lily,dopo il dialogo fra i genitori alla
festa. Era evidente l'ansia della loro madre verso la donna dai capelli
neri,che avevano scoperto chiamarsi Sarah,e che più tardi era sfociata in una
furiosa litigata davanti a tutti i colleghi del padre alla radio. -Chi
l'avrebbe mai detto...-commentò la ragazza,sorpresa. -Cosa?-chiese Hermione
curiosa. -Non l'ho mai vista così gelosa...Deve averne passate tante con
papà- -A sentire te sembra che nostro padre abbia avuto mille donne che gli
giravano intorno,mentre l'unica donna che abbiamo mai visto finora è stata la
mamma,se escludi la zia Hermione-ribattè Al contrariato. -E quella Sarah-gli
fece notare Lily. -E la ragazza con i capelli neri che ha baciato quando era
ragazzo-aggiunse Ronald. Al sbuffò e tornò a guardare il video,dove
finalmente tutto il resto della famiglia Weasley era ritornata. -Sembra che
lo zio Ron non l'abbia presa tanto bene-fece James. -Lo hai capito dal pugno
che gli ha dato poco prima?-chiese Ronnie puntiglioso. Le immagini successive
disgustarono leggermente i fratelli:Al,ligio al suo compito,coprì subito gli
occhi di Hermione,ma lei cercò in tutti i modi di lottare contro la mano del
fratello per poter vedere. -Queste sono cose che ti segnano a vita-commentò
Ronald,guardando i genitori semisvestiti nello schermo,attraverso la dita
semiaperte della mano con cui si copriva gli occhi. -Credi d'essere stato
trovato sotto un cavolo...Oh aspetta,nel tuo caso è proprio quello che è
successo!-ribattè Lily,completamente a suo agio. In fondo che cosa c'era di
male nel vedere due persone innamorate? Finalmente riconosceva i suoi
genitori,erano come li aveva sempre visti:perdutamente presi l'uno dall'altra e
incapaci di accorgersi di ogni altro essere che li circondava,eccetto ovviamente
lei ed i fratelli. Avrebbe venduto l'anima per avere quello che avevano
loro... Un rumore lontano giunse alle orecchie di Albus,ma non abbastanza
forte da fargli voltare la testa o da distrarre la sua attenzione dal video,dove
suo padre stava correndo in giro per tutta Londra in cerca di alcuni biglietti
sparsi dalla madre in posti significativi. -Quella deve essere Grimmuald
Place-disse James,poggiando i gomiti sulle ginocchia e sporgendosi verso il
video. Il padre non amava parlare di quel posto,le uniche informazioni che
avevano le dovevano alla madre,che attribuiva a quel posto un'aurea romantica,e
grazie all'unica visita che avessero mai fatto in quel posto. -Credo che stia
parlando di voi-disse Al voltandosi ora verso Jim ora verso Ronnie. I gemelli
si fissarono e poi tornarono a guardare lo sguardo sul video,dove la madre aveva
dato l'annuncio al padre del loro arrivo. -Forse se siamo fortunati,riusciamo
a vedere anche la nostra nascita...-disse Hermione. -Impossibile.Hai mai
visto questo video prima?-chiese Jim alla sorella. La piccola scosse la
testa. -Deve essere qualcosa di importante...Deve avere un significato
particolare-continuò confuso. Non dovettero aspettare molto per
scoprirlo. Tutti e cinque i Potter si sentirono pieni di rabbia verso quella
Sarah che stava facendo di tutto per far allontanare i genitori,arrivando a
diffondere pettegolezzi inutili e malevoli sul conto del padre per riuscire nel
suo intento. -Che gran figlia di...-fece Ronnie trattenendosi solo per la
presenza di Hermione. L'immagine che più li sorprese fu l'espressione ferita
della madre al rifiuto del padre di rivelarle i pensieri che lo
preoccupavano:non l'avevano mai vista. -Perchè ho un brutto
presentimento?-chiese Al agli altri. Le ultime immagini scivolarono veloci
sullo schermo:il dialogo fra il padre e quella donna,il bacio e l'arrivo della
madre,il tentativo disperato del padre di farle capire e infine lo scontro
contro la macchina. Dopo quell'ultima immagine,il televisore tornò nero
lasciando i ragazzi attoniti:che era successo dopo? Perchè non avevano mai
saputo niente di quella storia? -Non avrà intenzione di lasciarci
così!-commentò Lily sconvolta più degli altri. -Che ti aspetti?-le chiese
Albus guardandola incerto. -Lily ha ragione,Al...Tu non sei curioso di sapere
come è andata a finire?-s'intromise James sporgendosi verso il fratello. -Se
noi siamo qui è evidente il modo in cui è andata a finire-replicò
Ronald. -Affatto!Come ha potuto fare una cosa del genere?Cedere in quel modo
ad un ricatto stupido ed insensato!-rispose Lily alzandosi in piedi e
allontanandosi dal divano. -Magari non aveva scelta...-disse con voce piccola
Hermione. -Si ha sempre un'altra scelta Emy-rispose decisa la
ragazza. -Proprio tu dici queste cose?-domandò Albus senza guardare la
sorella. -Chiudi la bocca Al!- -Andiamo Lily,papà non ha fatto niente di
così terribile...Che avresti fatto se ci fosse andato a letto con
quell'altra?-domandò Ronald cercando di far ragionare la sorella. -Papà non
l'avrebbe mai fatto!-ribattè decisa la ragazza. -Questo è vero- Cinque
teste si voltarono all'unisono verso la porta,da dove era arrivata la
voce:poggiato con la spalla destra contro lo spigolo della porta Harry ricambiò
lo sguardo dei figli,che lo guardavano sorpresi e anche preoccupati di essere
nei guai. -E' ancora peggio di quanto ricordi-disse l'uomo,con una strana
espressione in volto. Harry si passò una mano fra i capelli tirati indietro e
respirò profondamente,trasfigurando il volto in un'espressione sofferente,come
se anche respirare fosse troppo doloroso per lui. Avevano tante domande da
fargli,ma sapevano di essere dalla parte del torto,come si sarebbe comportato il
padre? -Che cosa significa quello che abbiamo visto papà?-chiese Lily più
temeraria degli altri. -Credo di dovervi aiutare a capire-disse l'uomo
mettendosi diritto e infilando entrambe le mani nelle tasche. Forse sarebbero
stati puniti,ma per il momento potevano avere le loro risposte.
Nessuno si sarebbe accorto della
differenza. Soltanto sforzandosi avrebbero notato le piccole freddezze e
ritrosie che c'erano ora nel loro rapporto. Era veramente fiera di sè
stessa:fin da quando lui era tornato a casa,si era comportata come al
solito,come faceva prima che quella bomba scoppiasse,per cercare di ritrovare
l'equilibrio giusto da usare davanti ai ragazzi. C'erano solo alcune
differenze:quella meno evidente di tutte,era la mancanza di effusioni,di
carinerie che lei e Ron avevano sempre avuto l'uno per l'altra almeno quando il
loro matrimonio era stato in buona salute. Inoltre c'erano lunghi silenzi,che
cercavano di riempire con altre attività:guardando la televisione o leggendo un
libro,come quando erano sedicenni e cercavano di non pensare all'attrazione che
avevano per il proprio migliore amico. Infine,di quasi comune
accordo,avevano deciso di non dividere lo stesso letto:ogni sera separavano il
grande letto matrimoniale per evitare che Ron dormisse scomodamente sul
pavimento e la mattina lo rimettevano insieme con un semplice incantesimo. I
ragazzi erano abbastanza grandi per non disturbarli la notte,quindi non si
sarebbero mai accorti di quel grande cambiamento,ma per loro la prima notte era
stata quasi destabilizzante; Hermione non sapeva esattamente se era stata la
mancanza dell'altra parte del letto ad averla scioccata oppure era stata la
presenza di Ron così vicino nella stanza eppure,allo stesso tempo,così
lontano. Era facile essere arrabbiati e rassegnati quando si sapeva che
l'altro dormiva con un'altra persona accanto...ma quando questo era a pochi
metri da te? Non che Ron avesse dimenticato la presenza di Cassie:la chiamava
ogni sera prima di entrare in camera dal bagno,cercando di non farsi sentire da
lei,ma dimenticava sempre che le pareti del bagno e quella della camera erano
comunicanti e,sbadato come al solito,parlava con la sua "compagna" senza prima
fare un incantesimo isolante rendendola partecipe delle loro
discussioni. Alle volte si trovava a chiedersi se doveva arrabbiarsi o doveva
essere divertita dalla sua sbadataggine... A rendere ancora più interessante
la situazione ora c'era Nick. Nicholas Henderson,una delle menti più elette e
divertenti della sezione di Rune Antiche del Ministero. Quando Ginny le aveva
chiesto se aveva qualcuno in mente per far ingelosire Ron era stata la prima
persona a cui aveva pensato:Nick era una delle poche persone con cui si trovasse
in sintonia al lavoro,con cui poteva parlare e scherzare anche mentre era
immersa nel lavoro. Era forse uno dei suoi più cari amici e fortunatamente
anche lui la pensava in quel modo,visto che quando gli aveva parlato del piano
assurdo di sua cognata per riconquistare Ron,e della parte che avrebbe dovuto
giocare anche lui,Nick non era scappato a gambe levate dandole della
pazza. -Credo che mi divertirò molto...-aveva detto invece. E quella sera
sarebbe stato il loro "primo appuntamento". Si guardò per l'ennesima volta
nello specchio,chiedendosi si quel vestito nero con il coprispalle grigio non
fosse eccessivamente elegante,se lei non fosse troppo elegante per un "finto"
appuntamento. Il riflesso di Ron apparve nello specchio a figura intera
mentre lei era impegnata a fare un'ennesimo giro per controllare come cadesse il
vestito sui fianchi e vide l'espressione sorpresa e compiaciuta del suo
viso. -Non credi sia un pò troppo per una cena in famiglia?-si sentì chiedere
scherzosamente. Lei accennò un sorriso e prese la matita per le labbra dalla
toletta poco distante. -Ho un'appuntamento stasera...Non te lo avevo
detto?-chiese con una perfetta voce ingenua. Impegnata a passare la matita
sul labbro inferiore vide cambiare repentinamente l'espressione di
Ron,diventando sospettosa. -No,non sapevo che uscissi con Ginny-disse lui
facendo saettare gli occhi dal suo viso al vestito. Capì dallo sguardo che le
aveva lanciato che quella era il suo modo per capire dove stesse andando e con
chi. Ma Hermione non aveva intenzione di dargli
quell'informazione. -Infatti...-disse per poi premere le labbra una sopra
l'altra per uniformare il rossetto color mattone. Si passò una mano fra i
capelli lisci e vide le labbra di Ron aprirsi per parlare di nuovo,ma prima che
potesse dire qualcosa,dal piano inferiore sentirono il suono del
campanello,seguito poco dopo da un dialogo fievole. -Mamma è arrivato
Nick!-urlò poi Hugo. Hermione si diede un'ultima occhiata nello specchio,poi
prese la borsetta e fece per sorpassare Ron,ma sentì la mano del marito fermarsi
sul braccio destro. -Chi è Nick?-le chiese lui cercando di parlare con un
tono normale. I suoi occhi sprizzavano scintille,ed Hermione dovette
trattenersi dal sorridere divertita:adesso era il suo turno di
divertirsi! -Lasciami il braccio Ron...Sai che non mi piace arrivare in
ritardo-disse semplicemente. L'uomo la guardò qualche istante ancora,poi
obbedì allontanandosi da lei di un paio di passi. -Non aspettarmi
alzato...-
-I tuoi genitori mi uccideranno per questo!- Forse
non era l'idea più saggia del mondo,ma in dei conti non era meglio ospitare quel
ragazzo lì piuttosto che lasciargli trovare un posto in qualche albergo dove
Alice avrebbe passato gran parte delle sue giornate? In quel modo avrebbe
potuto controllargli e assicurarsi che non succedesse niente di terribile fra
loro. Inoltre Allison sembrava conoscerlo,anche se lui non aveva idea di chi
fosse sua figlia...Sicuramente Alice doveva aver rimbambito di chiacchiere
l'amica. -Ti prometto che loro non lo sapranno mai...Anche perchè
ucciderebbero anche me-aggiunse subito Alice. Sorrideva sempre così? In
tanti mesi non se ne era mai accorto...Possibile che la sola presenza di quel
ragazzo avesse fatto nascere il sorriso splendente che ora era sul viso di
Alice? Forse anche lui i primi anni che era con Rupert sorrideva tutto il
tempo come un povero idiota. Aprì una delle stanze degli ospiti e la mostrò
ad Alice e al ragazzo,che fino a quel momento non aveva fatto altro che
stringere la mano della sua figlioccia e starle accanto in silenzio...Aveva
un'aspetto davvero terribile. Forse avrebbe riacquistato la parola dopo una
doccia ed una lunga dormita...e magari avrebbe riacquistato anche un pò del suo
vecchio fascino. -Ecco qui:letto,armadio,scrivania e televisione. Le
lenzuola sono fresche,e gli asciugamano sono nell'armadio. Se hai qualche
richiesta non devi far altro che chiederlo a me,o a Allison o a Rupert,mio
marito-disse guardando il ragazzo. Questi annuì con cipiglio quasi
militaresco e Seamus con la coda dell'occhio vide Alice sorridere felice al
fianco del ragazzo. -Ovviamente ci sono altre regole,ma te le dirò quando
sarai capace di comprenderle,adesso mi sembri davvero bisognoso di una
dormita-commentò poi. -Non so davvero come ringraziarla...-disse Luke
tendendo la mano verso l'uomo. Davvero un ragazzo a modo,pensò Seamus
stringendogli la mano. -Ti lasciamo sistemare le tue cose...Se hai
bisogno,chiama-gli ripetè prima di fare un passo indietro con Allison. Notò
che Alice restava nella stanza con lui e si schiarì la gola per farle capire che
doveva seguire il loro esempio,ma prima che potesse dire o fare qualcosa,sua
figlia lo prese per una manica e lo trascinò via. -Ally!-la rimproverò
lui. -No papà!Hai idea da quanto tempo non si vedevano?-gli chiese la figlia
sottovoce. Seamus restò in silenzio e la seguì in cucina dove Allison si
sedette su uno sgabello di fronte all'isola di marmo. L'uomo seguì il suo
esempio e le si mise di fronte,i gomiti poggiati sul marmo freddo. Prima che
potesse farle qualche domanda per appagare la sua curiosità,sentirono chiudersi
la porta di casa e pochi minuti dopo Rupert entrò in cucina,i manici della borsa
ventiquattro stretti nella mano sinistra. -Perchè c'è quella valigia
all'ingresso?Chi parte?-chiese curioso guardando ora uno ora l'altra. -Non
parte nessuno abbiamo visite.Abbiamo dato asilo al fidanzato di Alice-spiegò
brevemente Seamus. -Cosa?E dov'è adesso?-domandò il moro posando la borsa ai
suoi piedi e fermandosi accanto alla figlia. -Di sopra,in camera degli
ospiti...Con Alice-aggiunse riluttante. Seamus vide il marito strabuzzare gli
occhi e si preparò alla solita ramanzina sulla sua sconsideratezza,ma
l'apparizione di Alice sulla soglia della cucina bloccò sul nascere le
parole. La ragazza corse ad abbracciare Seamus,stringendogli le braccia
attorno alla vita e poggiando la testa sul suo petto per qualche
istante. -Grazie!Grazie!Non sai che grande favore ci hai fatto!-gli disse
alzando lo sguardo sul suo volto. -D'accordo tesoro...Però,come ho detto a
lui,ci sono delle regole da rispettare:non posso prendermi la responsabilità di
una tua gravidanza-le disse sincero. -Seas!-lo rimproverò Rupert. Ma Alice
rise per le parole dell'uomo e scosse la testa. -Sta tranquillo,non succederà
niente del genere...Abbiamo solo bisogno di passare un pò di tempo insieme prima
che lui parta di nuovo-disse Alice ancora ridendo. -E' molto meglio di come
lo immaginavo-ammise Allison guardando l'amica. -Tu sapevi di questa
storia?-chiese Rupert alla figlia. -Io sono la sua migliore amica!- Questo
allora spiega tutto,pensò Seamus guardando le due ragazze che
sorridevano. -Posso almeno sapere il cognome di questo ragazzo?Tanto per
essere sicuro che non ho dato asilo ad un criminale...-chiese poi cauto. E
per essere più preparato quando George e Luna mi chiederanno il nome del padre
del loro nipotino. Alice tornò seria e annuì,iniziando a torturarsi le
mani. -Ecco,lui si chiama Lucas...Luke Zabini-ammise senza guardare l'uomo
davanti a sè. Sicuramente era un caso di omonimia,si sforzò di
convincersi. Guardò sua figlia e vide che stava volutamente evitando il suo
sguardo,fissando una piastrella del muro diventata improvvisamente molto
interessante. -Per caso non sarà...-chiese non riuscendo a finire la
frase. Alice annuì. -Sì è lui;è il figlio di Blaise Zabini-ammise senza
problemi. Ok,era ufficiale:George l'avrebbe ucciso a mani nude.
Il suo comportamento era sciocco ed insensato. Era più
di tre ore che si trovava appostato dietro le finestre del salotto,scrutando il
marciapiede di fronte alla sua casa,da quando i ragazzi erano andati a letto
dandogli la possibilità di smettere di fingere. In attesa. Cercando di
ingannare sè stesso. No,non stava aspettando con ansia il ritorno di
Hermione. No,non era curioso di vedere chi fosse questo dannato
accompagnatore. No NON ERA GELOSO! Era colpa sua se il loro matrimonio era
in quelle condizioni,quindi non aveva nessun diritto di essere geloso. Perchè
allora sentiva quella morsa allo stomaco al solo pensiero? Aveva visto tutta
la preparazione,il vestito il trucco e per una volta in tanti anni,quelle
attenzioni non erano per lui. Ed Hermione era...dannazione lei era
fantastica! Gli era bastato uno sguardo per capirlo. Anche a quel Nick
sarebbe bastato,forse anche meno se era intelligente come lei. Si strofinò il
viso con una mano cercando di scacciare i cattivi pensieri che avevano affollato
la sua mente. Gli aveva detto di non aspettarla sveglio:era sempre un
terribile segno,dei peggiori! E se lei non fosse tornata a casa prima della
mattina dopo? NO!Non l'avrebbe mai fatto...Non con i ragazzi a casa. Aveva
provato a rialzarsi dal baratro in cui era caduto chiedendo l'aiuto di Harry,ma
anche lui sembrava molto impegnato con i suoi problemi,quindi per una volta
doveva sbrigarsela da solo. Guardò l'orologio:erano le due e mezzo di
notte...E lui sembrava aver dimenticato cosa fosse il sonno. Poi
improvvisamente sentì qualcosa. Una risata. La sua risata. Si avvicinò
alla finestra e scostò la tenda attento a non farsi vedere. L'istante dopo
apparvero davanti a lui,nel piccolo fazzoletto d'asfalto davanti casa:un'uomo
alto con corti capelli biondi era accanto ad Hermione,troppo vicino per i suoi
gusti. Lei indossava una giacca nera di un completo e lui invece andava in
giro soltanto con una camicia bianca...aveva voluto fare il cavaliere e darle la
sua giacca per coprirsi dal freddo! Si fermarono davanti alla finestra ed
Hermione sorrise divertita,poggiando una mano sulla spalla destra
dell'uomo. -Salutalo e rientra in casa...-mugugnò a denti stretti. Vide
l'uomo mettere una mano sul fianco destro di sua moglie e sentì il fuoco
scorrergli nelle vene,neanche fosse lava liquida. Poi lui le aveva
allontanato i capelli da una spalla,facendo scivolare la mano sulla guancia ed
accarezzandola. -Ti stai prendendo troppe libertà...- Perchè Hermione
restava ferma fra le braccia di quel tizio?Perchè non gli diceva
nulla? Neanche lo avesse sentito,Hermione sorrise e fece un passo
indietro,sciogliendo la loro stretta, poi si chinò in avanti dandogli un bacio
sulla guancia. -Devi accontentarti di questo...idiota!-disse con
un'inaspettato sollievo. La vide posare le mani sui lati della giacca per
toglierla,ma lui scosse la testa:voleva che la tenesse. -Bastardo!- Così
avrebbe avuto un secondo appuntamento,anche solo per riprendersi la
giacca. Lasciò cadere la tendina e si smaterializzò in camera da
letto;l'ultima cosa di cui aveva bisogno era che lei lo trovasse accanto alla
finestra intento a spiarla. Avrebbe potuto pensare che fosse
geloso...
Salve a
tutti!!!
Buona
Befana:avete ricevuto tanto carbone?
Per
consolare i tanti di voi che domani torneranno sui banchi di scuola,ho pensato
di postare il nuovo capitolo,spero vi piaccia!
Ho un
paio di avvertimenti x voi:prima di tutto,volevo fare un chiarimento;non siamo
ancora alle vacanze di Natale.
La scuola
inglese,al contrario della nostra,è suddivisa in trimestri ed inizia
prima,quindi ogni tre mesi ci sono 2 settimane di vacanze...quindi ora i nostri
ragazzi sono tornati a casa x le vacanze autunnali.
Succederanno molte cose importanti durante le vacanze di Natale...non
potevo rovinare l'effetto!
Secondo
punto:il video dei ricordi.
Ho
volutamente evitato di raccontare quello che le scene raccontavano,x non
annoiare quelli che avevano seguito i due capitoli interessati nella fiction "Io
e te...per sempre?",e anche x dare maggiore spazio ai ragazzi,che si scontrano
con una cosa assolutamente inaspettata.
Se
qualcuno ha qualche dubbio o un vuoto di memoria può rileggere i capitoli 32 e
33 della suddetta fiction.
Ora
passiamo al terzo punto:Hermione.
Non
lasciatevi ingannare dal suo comportamento:ogni piccola cosa,anche quella che x
voi sembrerà banale sarà calcolata fino alla nausea quasi(poi conoscendo il tipo
non muoverà un passo se prima non ne è veramente sicura).
Se avete
domande sono a vostra completa disposizione.
La frase
all'inizio del capitolo è presa da "A thousand
Miles" di Vanessa Calton.
E ora i
ringraziamenti:Germana(Nn se ne
andrà...Tu lo sai,io cambio idea sui personaggio praticamente ogni dieci
minuti,quindi sono ancora indecisa su cs le succederà,xò so che nn
scomparirà.Volevo kiederti:stai continuando a leggere la fic su Draco/Herm?Se
hai problemi posso spedirtela via email),LilyLuna_4e(Tranquilla,no
problema!Fidati,finirai x innamorarti di Scorpius come è successo cn
Daniel),Sklupin(Grazie x i
complimenti!Ho detto + volte ke Luna e George sn i miei preferiti,nn xkè voglia
meno bene agli altri personaggi,ma xkè sn una mia creazione
esclusiva...)Ire89(Alcune
cs si scopriranno presto...Il problema di Ron è il suo cuore:diviso fra due
donne che ama equamente;che fare in una situazione cs delicata?),Cashi(Benvenuta!E grazie x i
complimenti!Inoltre complimenti a te:sei stata una delle poche a capire cosa
fosse veramente quel video!),Isina4everyoung(Grazie x la
fiducia,spero di nn fartene pentire...X qnt riguarda Daniel e Lily posso dirti
che ci sarà una breve tregua, ma poi torneranno ad esserci guai),WingsHP(Un piccolo accenno te l'ho dato
e qualcosa in più si saprà nel prossimo capitolo,che credo sarà incentrato di
più sui junior...E' buffa vero,la situazione fra Al e Scorpius?Chi l'avrebbe
detto che fosse un Malfoy a dover fare la corte,invece di venir corteggiato!),
Divinityboyz(Benvenuto!E
grazie x i complimenti!Davvero c'è un lato buono in "pazza"?X ora Jim e Rose sn
ancora nella fase "negazione",xò qnd finalmente accetteranno qll ke è successo c
saranno alcuni momenti davvero comici),Finleyna4ever(Grazie x i
complimenti!),Streghetta'86(Tranquilla,te lo dirò;anche xkè nn voglio avere nessuno sulla
coscienza!Posso dirti che sarà una bellissima Scorpius/Al, io già li
adoro),JC(In modo DEL
TUTTO casuale...sempre malizioso tu!Ti svelerò anche quello,te lo
prometto!Preparati xkè ci sarà ancora un pò di azione fra Jim e
Rose...),Tonks'17(Complimenti!Sei stata una delle due che hanno indovinato cosa
fosse veramente!Se Ronnie avesse continuato a lungo a comportarsi così la
McGranitt lo avrebbe rispedito al primo anno x mancanza d'intelligenza
necessaria!P.S.adoro i tuoi commenti kilometrici!),Dado(Prima di tutto:notizie dei
gemellini?Sn nati?Io mi preoccuperei di + della reazione di Draco...Harry lo
credo + comprensivo).
Vi lascio
il solito spoiler...
-Ci sei andata a
letto?-
-Credi che se lo avessi fatto lo direi a
te?-
Bene,x il
momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Hold
me,thrill me,kiss me"
Baci,Eva.
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Capitolo 11 *** Hold me thrill me kiss me ***
hold me thrill me kiss me
"I don't need
to believe all the dream you conceive
you just need
to achieve something that rings real"
-Calmati...- Ginny
si voltò verso suo marito e vi trovò ancora una volta quell'espressione
tranquilla che vi aveva visto finora,anche mentre le raccontava quello che era
successo. -Mi chiedo come tu riesca ad essere così tranquillo...Non sei
arrabbiato neanche un pò?-gli domandò sinceramente sorpresa. Quando era
tornata a casa dal lavoro,aveva trovato tutti i ragazzi in salotto,in silenzio,
dandole un primo sentore di quello che doveva aspettarsi;quando l'avevano vista
apparire nel riquadro della porta i loro visi avevano assunto un'espressione
preoccupata facendole capire che era successo qualcosa. -Dov'è vostro
padre?-aveva chiesto muovendo lo sguardo in giro per la stanza. -Di là in
cucina...Ha detto che vuole parlarti-aveva risposto Lily,uno strano sguardo
negli occhi. Lei si era diretta in cucina dove aveva trovato Harry impegnato
ai fornelli,facendole scattare un'altro campanello d'allarme:ogni volta che era
nervoso,iniziava a cucinare la prima cosa che gli veniva in mente. -Che è
successo?-aveva chiesto senza preamboli. Lui aveva sorriso e continuando a
cucinare le aveva raccontato di come i ragazzi avevano trovato il video dei
ricordi e di come lui fosse arrivato mentre loro erano ancora immersi nelle
immagini. Non immaginava che quel particolare l'avrebbe fatta arrabbiare
tanto:aveva sempre ritenuto i suoi figli delle persone intelligenti,e
mature,nonostante fossero ancora giovani. Certo qualche volta,specie quando
erano piccoli,avevano combinato i loro bei pasticci,ma erano cose ben diverse da
questa:ora erano consapevoli di star facendo qualcosa di sbagliato. Si erano
impossessati di qualcosa di incredibilmente privato,qualcosa che soltanto lei
aveva il permesso di conoscere,di cui non parlava mai neanche con Harry! Non
aveva mai affrontato quel discorso neanche con Hermione in tanti anni,come se
quel dvd si fosse perso o fosse sparito magicamente. Era la sua prova
d'amore,quindi soltanto lei aveva il diritto di sapere cosa vi fosse
dentro! Harry alzò le spalle e le si avvicinò,fermandosi a due passi da
lei. -Forse per me è diverso...-ammise. Lei lo guardò perplessa. -In
che senso?- Harry abbassò lo sguardo sui fianchi della donna seguendo i
movimenti delle sue mani che si fermarono su entrambi i lati e alzò le spalle
ancora una volta. -Per me è un periodo talmente brutto quello che credo di
averlo rimosso...Cerco di pensarci il meno possibile-disse senza alzare lo
sguardo. Ginny restò in silenzio qualche istante,poi sospirò. -Dì
piuttosto che non ti piace ripensare alle volte che ti sei comportato come
un'idiota...-scherzò,spezzando l'aurea seria che aveva preso il discorso. Non
ne parlavano mai. Era successo,lo sapevano entrambi,ma anche se qualche volta
pensavano a quel momento,non avevano mai scambiato pareri o ricordi con l'altro
come invece facevano su ogni altro momento della loro vita. Fingevano che
quei due mesi di "isolamento" fossero stati un'altra prova d'amore,un test per
essere sicuri che sarebbero stati fedeli prima di sposarsi,non una snervante
attesa che aveva costretto entrambi a letto per settimane e che aveva
rappresentato per loro il momento di riappacificazione dopo la più grande crisi
mai vissuta. Se non avessero avuto le lettere,avrebbero anche potuto fingere
che quel momento non fosse mai esistito. Lui alzò la testa,incontrando gli
occhi divertiti della donna e,quasi a volerla punire,le diede un piccolo
schiaffo sul fianco destro. -Davvero spiritosa!Sai credo sia per il tuo
umorismo che ti ho sposato- -No,mi hai sposato perchè ti avevo
compromesso!-ribattè lei. Harry annuì con fare pensieroso e poi
sorrise. -Sei ancora arrabbiata?-le chiese cambiando discorso. Ginny ci
pensò qualche istante e poi scosse la testa:ormai non poteva più cambiare le
cose,quindi era inutile arrabbiarsi. -Meglio,perchè ci stanno aspettando per
avere qualche spiegazione-le disse l'uomo prendendola per mano. -Riguardo a
cosa?-chiese Ginny senza capire. -Ma su quello che hanno
visto,ovvio-
C'era un pensiero che
non l'abbandonava mai. Un ricordo. Qualcosa che con il passare dei giorni
diventava sempre più sfocato,assumendo i contorni di un sogno. Eppure era
così reale... Per l'ennesima volta sdraiata sul suo letto,con la penombra
della sera che incombeva,chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quei
momenti. Aveva bisogno di sfuggire alla realtà che si era ritrovata al suo
ritorno a casa,così diversa da quella a cui era abituata e,incurante delle
richieste di suo padre di trascorrere un pò di tempo insieme e quelle di sua
madre di non passare tutto il tempo sui libri,passava quasi tutte le sue
giornata in camera,con l'unica compagnia dei libri e della musica...e di quel
sogno. Le bastava chiudere gli occhi per sentire di nuovo quell'odore
penetrante di legno,mischiato a profumo maschile e all'odore proprio della pelle
di lui. Riusciva,con un piccolo sforzo a ricordare le sensazioni che aveva
provato quando l'aveva accarezzata,il fastidio che aveva sentito quando il
tessuto dei pantaloni aveva strusciato contro le sue gambe nude. Ricordava le
sue mani:dolci,delicate,indecise quanto le sue. Quando era bambina le loro
mani erano identiche:una era il guanto perfetto dell'altra, dal palmo alla punta
delle dita;ora sembrava che la sua mano fosse diventata il fodero per quella di
lei tanto era grande. Altre volte si erano sfiorati,si erano abbracciati e
accarezzati:tante volte mentre erano in Sala Comune lei,sul divano,poggiava la
testa contro la sua spalla e lui le circondava la schiena con un lungo
braccio. Naturalmente,senza nessun pensiero recondito...Era giusto che lo
facessero! Ma adesso ogni volta,mentre pensava alle sue mani su di lei,un
altro ricordo si faceva largo quasi prepotente:le sue labbra. Le labbra di
James... Quella era stata un'esprienza nuova,qualcosa che mai aveva provato e
che se non fosse stato per la festa non sarebbe mai successo. Quel desiderio
era già in lei?Era nascosto da qualche parte in attesa del momento giusto per
uscire e manifestarsi? Oppure era solo l'effetto dell'alcool e dell'atmosfera
promiscua di quel dannato gioco? Perchè non riusciva a capire?A
dimenticare? "Un'attimo di follia..." Questo era quello che si erano
detti;poi avrebbero dimenticato tutto e si sarebbero comportati di nuovo come al
solito. E l'avevano fatto:il giorno dopo non c'era stata nessuna traccia di
quello che era successo, avevano scherzato per i postumi che l'alcool aveva
lasciato su di loro e su Ronald e avevano punzecchiato Albus e Lily impegnati in
un misterioso litigio. Però qualcosa era diverso:ogni volta che si erano
sfiorati,sul treno che li riportava a casa,entrambi avevano sobbalzato neanche
fossero stati folgorati da una scarica elettrica. L'ulteriore prova che
qualcosa era diverso era quel sogno che l'assillava e che le faceva rivivere
quello che era successo. Sospirò frustrata dai suoi stessi pensieri
e,seguendo un'impulso improvviso,prese il cellulare dal comodino accanto al
letto e compose un numero che era in memoria. Una voce rispose al terzo
squillo. -Pronto?- Perchè accidenti il suo cuore aveva preso a correre
così veloce? -Sono io-disse come faceva sempre. Ci fu un breve silenzio
dall'altra parte della cornetta,un silenzio che la fece preoccupare:e se aveva
fatto la mossa sbagliata? Magari lui voleva approfittare di quel tempo per
riflettere,stare da solo... -Qualche problema?-le chiese a bassa
voce. -Devo uscire da questa casa...Posso dormire da voi questa
notte?- SEI COMPLETAMENTE PAZZA?,le chiese una vocina urlante nella sua
testa. -Non dovrebbero esserci problemi;sempre se i miei non ci avranno
uccisi prima che possa dirglielo-rispose il ragazzo,apparentemente non
impressionato dalla richiesta. -Che è successo?-domandò curiosa. Cosa
potevano aver fatto di tanto terribile? -Te lo racconto quando
arrivi...Adesso devo andare. Ci vediamo fra poco!- Senza darle il tempo di
aggiungere altro,chiuse la telefonata. Rose guardò il cellulare muto e
ripensò a quella brevissima telefonata...forse era soltanto tutto frutto della
sua fantasia. Forse era veramente solo un
sogno...
James chiuse il cellulare in fretta e,come gli
altri,ascoltò i passi e le voci dei propri genitori avvicinarsi al
salotto. Si lanciò uno sguardo con Ronald e lo vide alzare le spalle e capì
cosa il gemello stava pensando:ne avevano fatte di peggiori,che poteva
succedergli per aver visto un film? Già ne aveva fatte di peggiori...Che gli
avrebbero detto i suoi genitori se avessero saputo di quello che era successo
nel ripostiglio dei Serpeverde con Rose? Avrebbe fatto meglio ad arruolarsi
nella Legione Straniera prima che loro lo scoprissero. Ad apparire per primo
sulla porta fu suo padre,che guardò con un'occhiata veloce tutti loro andandosi
poi a sedere sulla sua solita poltrona. Poi entrò sua madre,e da un solo
sguardo James capì che era lei quella più arrabbiata dei due; la fissò senza
quasi respirare mentre seguiva il padre e andava a sedersi sul bracciolo della
sedia di suo padre. Come dovevano comportarsi?Avrebbero fatto delle domande e
loro avrebbero risposto? Oppure i loro genitori avrebbero iniziato a spiegar
loro quello che avevano visto lì dentro?Ma poi perchè si sentivano tanto in
diritto di sapere,di capire? -Ragazzi,sono molto arrabbiata con voi...Voi
avete fatto una cosa veramente scorretta, specialmente nei miei riguardi. Chi
di voi ha trovato il video?-chiese la madre senza rivolgersi a qualcuno in
particolare. Hermione alzò una piccola mano,ammettendole le sue
colpe. -Sai benissimo che non hai il permesso di aprire il mio armadio-la
rimproverò la madre. -Avevo sentito la vostra conversazione ed ero curiosa di
vedere le foto di quando eravate fidanzati...-ammise la bambina. James vide
suo padre sorridere e si chiese cosa ci trovasse di così divertente. -Non
avevamo idea di cosa fosse...Credevamo fosse il filmino del vostro
matrimonio-spiegò Albus andando in aiuto alla sorella. -Però è apparso chiaro
fin dalle prime immagini che non era così-continuò Ronald. -E allora perchè
non lo avete rimesso dov'era?Perchè avete continuato a guardarlo?-chiese il
padre con voce calma. -Anche tu al posto nostro avresti fatto la stessa
cosa:eravamo curiosi! Non abbiamo ancora capito che cosa fosse quel video,ma
quella era la tua storia papà... C'erano i nonni,il primo incontro con Hagrid
ed la magia,c'erano lo zio Ron e la zia Hermione, c'era la mamma...come potevamo
smettere di guardare?-chiese Lily quasi affrontando il padre. -Ci ha mostrato
le cose in modo diverso da come voi ce le avete sempre raccontate...E' stata una
sorpresa-ammise James. Il ragazzo vide lo sguardo veloce che si lanciarono i
genitori e poi sentì suo padre sospirare. -Era più facile raccontarvi la
versione che conoscete piuttosto che confondervi con quella che avete visto
oggi-disse. -Perchè?Credevate che non avremmo capito?-chiese Al confuso e
anche leggermente offeso. La madre scosse la testa. -Non è per
questo...- -Che è successo dopo quell'incidente?-chiese Lily diretta. Il
gelo scese nella stanza:come al solito,sua sorella aveva la delicatezza di
un'elefante. Possibile che si comportasse sempre allo stesso modo quando
voleva qualcosa? -Sempre la solita tu!-disse Ronnie guardando la
sorella. Lily si voltò verso di lui e lo fulminò con lo sguardo. -E'
l'ultima immagine che abbiamo visto,se posso dirlo quella che mi ha preoccupato
di più,e visto che saremmo sicuramente puniti che importa se ora sono
indisponente o indelicata?-disse seria. In fondo non aveva tutti i
torti,pensò James. Inoltre anche lui aveva una domanda che gli ronzava in
mente: da quando il video era finito aveva una sola immagine fissa nella
mente. -Perchè non le hai detto nulla?Magari lei sarebbe stata capace di
aiutarti...-chiese cauto. Sentì suo padre sospirare rumorosamente,poi lo vide
scuotere la testa con decisione. -No,mi dispiace ragazzi ma questa è una cosa
che non vi lascerò fare. Sono pronto a raccontarvi tutto quello che volete
sapere,ma non vi lascerò giudicare o sviscerare la mia storia con vostra madre
soltanto in base di quello che avete visto lì sopra, perchè anche se io ve lo
spiegassi,voi non capireste comunque-disse con voce decisa,che non lasciava
spazio a battibecchi o repliche. Lily fece per rispondere,per nulla
spaventata dall'espressione seria comparsa sul viso del padre,ma James vide la
madre alzare una mano e fermarla prima che potesse dire qualsiasi
cosa. -Quello che vostro padre vuole dire è che non capireste perchè non
potremmo spiegarvi quello che abbiamo provato in quei momenti...Era una
situazione troppo complicata per spiegarla a parole;bisognava viverla per
capirla-disse loro. Per qualche istante restarono tutti in silenzio,poi suo
padre iniziò a parlare. Riprese il racconto da dove lo aveva lasciato il
video,raccontando la corsa folle in ospedale con la paura di arrivare troppo
tardi,la telefonata ai Weasley per avvertirli dell'incidente,l'operazione e le
ore d'attesa passate seduto su una sedia in un corridoio
dell'ospedale. Rivisse attraverso le parole,il dolore e l'impotenza quando
sua madre lo aveva lasciato e spiegò cosa fossero quelle immagini in quel
dvd,lasciando tutti scioccati. -Nessun ricordo?-chiese Hermione incapace di
chiudere la bocca. L'uomo scosse la testa. -Uno soltanto.Il più
importante...-disse alzando lo sguardo verso sua madre,che sorrise leggermente
imbarazzata e coprì con le sue una mano dell'uomo. Spiegò come era stato
possibile e quello che l'incantesimo aveva comportato,senza tralasciare la cura
indefessa che lo zio Ron,la zia Hermione e lo zio Seamus avevano avuto di
lui,arrivando quasi ad annullare le loro vite pur di aiutarlo a
guarire. -Quanto tempo siete stati separati?-chiese Albus
concentrato. -Due mesi...Credo sia stata l'ultima volta in vita mia che ho
contato i giorni-ammise sua madre sorridendo mentre un leggero rossore le saliva
alle guance. -Come facevi a sapere che non era cambiato niente?Senza
sentirvi,senza vedervi come facevi a sapere che papà ti amava ancora?-chiese
Lily con uno sguardo distante negli occhi. Sua madre alzò le spalle,quasi
spensierata. -A tuo padre piacciono le sorprese...-disse misteriosa. James
si accorse del sorriso divertito sul viso del padre e si chiese cos'altro gli
stessero nascondendo. -Vi siete rivisti prima della nostra nascita?-chiese
Ronald. -Assolutamente!Ci volevano ancora quattro mesi prima del vostro
arrivo e per allora vostra madre era tornata a casa e le avevo già chiesto di
sposarmi-fece suo padre divertito,come se quello che aveva appena detto Ronald
fosse inconcepibile. I cinque ragazzi restarono in silenzio dopo quell'ultima
frase e tutti,esclusa Hermione,pensarono ai mille problemi che affliggevano in
quel momento la loro vita privata,e tutti si chiesero se anche loro un giorno
sarebbero stati sereni come i loro genitori. Magari è un traguardo troppo
ottimistico nel tuo caso,si disse James cercando di scacciare il pensiero di
Rose dalla sua testa.
-TU HAI FATTO COSA?- Lo guardava neanche gli
avesse appena detto di aver imparato a camminare a testa in giù. Eppure non
gli sembrava tanto sconvolgente quello che aveva fatto...Se avesse creduto il
contrario avrebbe evitato di dirglielo. -Ho fatto un'incantesimo in camera
del ragazzo per essere sicuro che non ci prendessero in giro-ripetè quasi
annoiato. -Sai che questa è violazione della privacy?Potrebbe denunciarci se
lo scoprisse?-disse interrompendosi bruscamente. Seamus vide cambiare
l'espressione sul volto del marito e capì ancor prima che questi parlasse cosa
gli era passato per la mente. -Non dirmelo...Lo hai fatto anche in camera di
Allison-disse sperando fortemente di essere smentito. Sapendo di essere
colpevole,Seamus si morse un'angolo del labbro inferiore e alzò leggermente le
spalle. -Oh accidenti!Sai che succede se Allison lo scopre?-chiese l'uomo con
il solito cipiglio militaresco che usava sempre quando lo sgridava. -Come
minimo non mi rivolge più la parola-disse il biondo cercando di minimizzare il
suo errore. Rupert sospirò e lo fissò,scuotendo la testa qualche istante
dopo. -Ok,lo so...E' stata una pessima mossa,però credimi è stata una scelta
fatta d'istinto:lo hai visto? Sembra pronto a farti crollare ai suoi piedi con
un solo sorriso,e come se non bastasse è anche un Serpeverde e io volevo essere
sicuro che non succedesse niente di male ad Alice,almeno finchè lui è in casa
nostra-disse cercando di giustificare il suo comportamento. -Dimentichi che
Alice ha solo tredici anni-cercò di ribattere Rupert,voltandogli le spalle e
coprendo la breve distanza per andare a sedersi sul letto. -E che scusa
sarebbe?Io a tredici anni non ero per niente un'angioletto credimi...Tu cosa
facevi a tredici anni?- -Beh si vede che noi babbani siamo più stupidi di voi
perchè io a tredici anni uscivo soltanto con i miei amici parlando di auto e di
calcio e non mi accorgevo per niente delle ragazze-fece Rupert cercando di
mostrargli la parte "sana" della gioventù. -Infatti anche crescendo hai
continuato a non interessarti alle ragazze...-lo prese in giro il
biondo,leggermente divertito. Rupert gli lanciò un'occhiataccia,facendolo
ridere ancora di più. -Falla finita!Comunque che cosa avresti scoperto dalle
tue "indagini"?-gli domandò cercando di non mostrare troppo interesse. Seamus
alzò le spalle,andando a sedersi accanto a lui. -Riceve molte
telefonate...Credo di aver capito che sono i suoi genitori. Da quanto sono
riuscito a far dire ad Allison,Alice ha deciso di mostrargli la città prima che
lui parta,un modo per stare insieme senza dover per forza essere confinati
qui- -Quindi non servono a molto queste "spie"...-lo prese in giro il
marito,leggermente sollevato. Notando però l'espressione perplessa sul volto
di Seamus sentì però svanire quella sensazione. -Cosa?- -C'è un tizio che
fa il filo ad Allison-disse Seamus voltandosi leggermente per guardarlo
meglio. Rupert corrugò la fronte,basito per quella novità. -Ma..è ancora
una bambina!-disse incredulo. -Lo so!Fosse per me la chiuderei in camera sua
fino ai trent'anni-fece il biondo con la stessa incredulità nella voce. -E
chi sarebbe questo coraggioso?- Soltanto di un temerario poteva trattarsi
visto che doveva affrontare l'ansia e la gelosia non di uno ma di ben due
padri. -Un suo compagno di scuola,si chiama Paul...Ne parlava una settimana
fa con Alice-disse incapace di controllare il suo disappunto. -Vorrei proprio
conoscerlo- Seamus sospirò e tornò a mordersi il labbro inferiore,facendo
presagire il peggio al compagno. -Che altro c'è adesso?-chiese quasi
spaventato. -Sembra che lei sia interessata ad un'altro...Cioè,questo Paul le
piace ma non quanto l'altro-spiegò sentendosi improvvisamente stupido. La
psicologia femminile e adolescente era troppo complicata per lui:ogni volta che
doveva averci a che fare aveva prima bisogno di un'abbondante tazza di caffè e
di Rupert accanto che sembrava più capace di lui ad affrontare certe
cose. -Si sa qualcosa di quest'altro ragazzo?-domandò Rupert quasi
preoccupato. Il biondo scosse la testa. -Non ha detto niente neanche ad
Alice...Però sembra che aspetterà un segno da quest'altro tizio prima di
accettare la corte di Paul- Rupert scosse la testa,sconsolato. -C'è un
incantesimo per farla tornare bambina?Sai a quell'età in cui si interessano solo
alle bambole e l'unica occasione in cui toccano un maschio è per prenderlo a
morsi e a calci?-chiese quasi speranzoso. Seamus sorrise e scosse la
testa. Purtroppo non c'era...
Aveva accettato di seguirlo nel suo
dormitorio. Non avevano fatto altro che baciarsi nei dieci minuti concessi
loro in quel piccolo ripostiglio,senza pensare a niente,aggrappato alle sue
spalle quasi avesse paura di cadere a terra senza il suo appoggio e quando era
stato il momento di uscire,aveva fatto per tornare a sedersi nel cerchio. Ma
lui glielo aveva impedito. Aveva afferrato la sua mano e lo aveva guardato
qualche istante. -Vieni in camera con me- Il battito del suo cuore era
diventato irregolare a quelle parole,incapace di pensare e in preda ad un
tremore che forse lo rendeva ridicolo agli occhi dell'altro. Senza parlare lo
aveva seguito su per le scale che conducevano al dormitorio ed era stato allora
che la paura aveva preso il sopravvento,bloccandolo fra un gradino e
l'altro. Impovvisamente aveva smesso di camminare,bloccando anche il biondo
che aveva sceso i due gradini che li separavano e si era fermato di fronte a
lui. -Va tutto bene?-gli aveva chiesto portando una mano sotto il suo mento e
facendoglielo alzare. I loro occhi si erano incontrati e lui era certo che
l'altro aveva scorto la paura nel suo sguardo: non si era mai trovato in una
situazione del genere,mai in tutta la sua vita. Per la prima volta stava
affrontando qualcosa forse più grande di lui,qualcosa che lo terrorizzava e allo
stesso tempo lo attraeva. Senza parlare vide il viso dell'altro sempre più
vicino al suo,sentì le loro labbra sfiorarsi e istintivamente si ritrovò a
rispondere a quel bacio,come se fosse un gesto abituale, qualcosa che aveva
sempre fatto,sentendo le dita dell'altro fra i suoi capelli. Quando si
staccarono,il tremore era sparito e il suo passo era stato fermo quando avevano
ripreso a salire le scale. Si erano fermati davanti alla porta e questa
volta,spinto anche dalla convinzione che quella sarebbe stata l'unica notte in
cui si sarebbe abbandonato a quella follia,prese l'iniziativa e portò un braccio
attorno alle spalle dell'altro riprendendo a baciarlo. La schiena del biondo
era contro la porta e distrattamente lo sentì armeggiare con la maniglia per
aprire la porta,poi si sentì afferrare per la camicia e trascinare
all'interno. Aveva allontanato le labbra da quelle di lui e aveva aperto gli
occhi,guardandosi velocemente intorno per avere un'immagine della stanza. Era
stato allora che si era accorto della coppia sul letto:la ragazza era sdraiata
sul letto, con soltanto l'intimo indosso,una lunga gamba nuda avvolta attorno al
fianco del ragazzo che era sistemato fra le sue gambe a torso nudo. Una mano
del ragazzo era attorno alla vita di lei,mentre l'altra le accarezzava il seno
coperto dal reggiseno,mentre erano impegnati in un bacio quasi violento. Gli
era bastato un secondo sguardo per riconoscere la ragazza e spalancare gli occhi
allibito e arrabbiato. -LILY!- Due teste si voltarono e gli occhi
spalancati per la sorpresa di sua sorella si posarono sul suo viso. Aveva
riconosciuto anche il ragazzo ed era pronto a saltargli addosso. Lo sguardo
di Lily era saltato da lui a Scorpius,che era rimasto accanto a lui un ghigno
divertito sulle labbra,per poi tornare di nuovo a lui. -Oh cazzo...-aveva
mormorato sua sorella,passandosi una mano sul viso. Nessuno dei due si era
mosso,restando in quella posizione così fastidiosa,continuando a guardarsi l'un
l'altro. Cosa aspettavano?Che gli lasciassero il campo
libero,forse? Quella scena era quasi insostenibile:Al aveva quasi
l'impressione che i suoi occhi stessero andando a fuoco. -Ti dispiacerebbe
toglierti da dosso a mia sorella?-aveva chiesto cercando di controllare la
rabbia che sentiva in corpo. Come svegliandosi da uno stato di trance,Daniel
si era sollevato liberandola dalla sua presenza e Al lo aveva visto guardarsi
intorno alla ricerca dei vestiti. Veloce,Lily era balzata in piedi e aveva
afferrato la gonna indossandola nello stesso momento in cui infilava le
scarpe. -Smettila di guardarmi in quel modo Mister Innocenza!-gli aveva detto
quando i loro sguardi si erano incontrati di nuovo. In fondo non aveva tutti
i torti...Cosa sarebbe successo se la stanza non fosse stata già
occupata? Fin dove si sarebbe spinto nella sua unica notte di follia? Si
era voltato e aveva incontrato lo sguardo di Scorpius,che gli aveva rivolto
l'accenno di un sorriso,facendolo sospirare:possibile che a lui fosse negata
anche una serata di follia? -Mi dispiace...-aveva detto
silenziosamente. L'altro aveva scosso la testa:non
importava. Già...D'altronde se il Principe delle Serpi aveva voglia di una
serata strana poteva facilmente trovare un sostituto. Perchè quell'idea gli
sembrava fastidiosa? Quando lui e Lily si erano avviati verso la Torre,nei
corridoi vuoti e silenziosi aveva cercato di parlarle di farsi spiegare. -Che
c'è fra te e Dean Thomas?-aveva chiesto quasi correndo per stare dietro al suo
passo. Lei aveva continuato a camminare,facendo risuonare l'eco dei suoi
tacchi sul pavimento di pietra,in perfetto silenzio come se lui non avesse mai
aperto bocca. -Lily...- Lei si era voltata e lo aveva fronteggiato,quasi
sfidandolo con lo sguardo. -Che c'è fra te e Scorpius Malfoy?-gli aveva
domandato. -Niente che ti riguardi-aveva risposto subito sulla
difensiva. -Lo stesso per te...Allora facciamo così:tu tieni la bocca chiusa
su me e Daniel e io non dirò nulla su te e Scorpius-aveva detto
pragmatica. Poi si era voltata di nuovo e aveva ripreso a camminare verso
l'entrata della Casata. Erano passati giorni da quel piccolo bisticcio,e lui
aveva lasciato correre convinto che quel silenzio,come gli altri,avrebbe portato
alle loro solite confidenze. Ma visto che finora non aveva avuto
risultati,era venuto il momento di fare quattro chiacchiere con la sua cara
sorellina...
Era arrabbiato. Più di quanto credeva
possibile. Aveva fatto ore di volo per vedere lei,per esserle accanto,per
dimostrarle che l'amava e lei cosa faceva? Si faceva beccare abbracciata con
quel dannato Justin! E poi diceva che non doveva preoccuparsi...Col
cavolo! La prima cosa che avrebbe fatto non appena arrivato a casa,sarebbe
stato chiamare l'agenzia per vedere se poteva anticipare il suo rientro;in fondo
a che serviva lì se c'era Justin? Lei non aveva bisogno di lui! Chiuse la
porta sbattendola violentemente e percorse il piccolo ingresso,trovandosi poi
nel salotto. Si accorse solo con la coda dell'occhio di una figura,quindi
voltò la testa e si fermò a guardare quella versione più adulta e magra di
Alice. Era seduta sul divano più grande,quello nel centro del salotto,i piedi
per terra e le mani poggiate sulle ginocchia,in una posizione eretta quasi
regale. Indossava un paio di pantaloni nocciola ed un maglione celeste,che
era in tinta con la bandana che aveva in testa. Era impossibile non
riconoscerla. -Salve...-disse Luke a mezza voce. -Tu devi essere quello
che ha fatto tutto quel chiasso entrando-fece la donna accavallando le gambe e
fissandolo neanche lo stesse studiando. Luke affondò le mani nelle tasche del
giacchetto e fece un piccolo inchino con la testa,quasi a volersi
scusare. -Mi dispiace di averla disturbata...-disse senza guardarla in
volto. Era impressionante la somiglianza fra la donna che aveva di fronte ed
Alice!Gli faceva quasi venire la pelle d'oca. -Sei un parente di
Rupert?-chiese lei abbassando la testa per cercare il suo sguardo. Luke la
rialzò leggermente e la scosse in segno di diniego:smettila di comportarti come
un'idiota, si rimproverò mentalmente. -Sono soltanto un'amico in
visita...Seamus e Rupert mi stanno gentilmente ospitando per evitare che spenda
tutti i miei risparmi per l'albergo-rispose. Ecco adesso hai parlato
troppo. La donna sorrise gentilmente. -Scusami ma credo di non ricordare
il tuo nome...Forse la mancanza di memoria è uno degli effetti collaterali del
cancro- domandò in modo quasi brutale,ma sempre con un sorriso leggero sulle
labbra. Luke sentì un brivido scendere lungo la schiena e deglutì,sorpreso di
fronte a tanta franchezza. -Sono Lucas...Luke-disse avvicinandosi al divano
dove era seduta la donna e tendendole la mano. Lei sorrise ancora e strinse
la mano che lui le tendeva. -Luna Lovegood Weasley- -Tesoro ho bisogno del
tuo aiuto,Seamus continua a...- Una voce arrivò dal corridoio che conduceva
alla cucina e si smorzò non appena arrivò sulla soglia del salotto. Luke si
voltò e vide Seamus insieme ad un'uomo alto e dinoccolato,anche lui magro,con
cortissimi capelli rossi. Due caratteristiche gli fecero capire chi aveva
davanti:la prima fu il viso di Seamus, improvvisamente pallido per
quell'imprevisto incontro,che sembrava lanciargli messaggi muti con gli
occhi. L'altro era il buco al posto dell'orecchio,di cui aveva sentito
parlare,ma di cui non aveva mai parlato con Alice per non mostrarsi
indelicato. -Salve...-disse l'uomo visibilmente sorpreso. Non poteva
esserci momento peggiore per incontrare i suoi "suoceri". -Salve,io non
sapevo che il signor Finnegan aveva ospiti,altrimenti avrei evitato di
disturbare...- disse terribilmente in
imbarazzo. -Nessun'imbarazzo...Tesoro,questo è Lucas o se vuoi
Luke,un...- -Un nipote di Rupert-si intromise fulmineo Seamus. Era una sua
impressione oppure non appena aveva sentito il suo nome lo sguardo dell'uomo si
era fatto più attento? Lo aveva fissato per qualche istante,poi il suo
sguardo lo aveva abbandonato ed era tornato a posarsi sulla moglie. -Devi
venire a vedere lo studio di Seamus...Ci crederesti che non ha neanche
un'impianto di double surround?-disse avvicinandosi alla donna e porgendole il
braccio neanche fosse una signora anziana. -Impossibile!-disse la moglie
aggrappandosi a lui e cercando di non far notare ai due "estranei" il grande
appoggio che il braccio dell'uomo le stava dando. -A cosa mi serve se posso
fare un'incantesimo amplificatore nella stanza?-ribattè il biondo stanco di
farsi prendere in giro. Luke vide la coppia avviarsi dietro Seamus,l'uomo
adattando i propri passi a quelli più piccoli della moglie,e si sorprese quando
la vide voltarsi e rivolgergli un piccolo sorriso. -E' stato un piacere
conoscerti- Luke ricambiò il sorriso e fece un piccolo cenno con la
testa,quasi a ringraziarla. -Lo stesso per me,signora- Il suono del
campanello arrivò leggero fino a loro e,prima che qualcun'altro si muovesse
verso la porta,Luke si avviò verso il corridoio sentendo dietro di sè le
chiacchiere degli adulti. Non fu sorpreso,quando aprì la porta,di trovare
Alice di fronte a sè. Lo fissò qualche istante poi sfilò una mano dalla tasca
e sventolò un fazzolettino bianco davanti al suo viso,mostrandogli che non era
venuta con intenzioni malevole. Lui accennò un sorriso e la risata della
ragazza gli fece quasi dimenticare il suo malumore. -Molto
divertente...- -Possiamo parlare o corro un rischio?-gli chiese infilando di
nuovo il fazzoletto in tasca. Luke si voltò leggermente,indeciso se farla
entrare o meno,ma alla fine fece un passo verso di lei e richiuse la porta alle
spalle,lasciando entrambi fuori. -Ci sono i tuoi genitori-disse in risposta
allo sguardo curioso che ricevette da lei. L'espressione sul viso di Alice
cambiò repentina,tramutandosi in apprensione. -Oh...Quindi tu e loro,cioè è
possibile che...-chiese in confusione. Luke annuì,incrociando le braccia sul
petto. -Sì mi hanno visto-confermò. Lei gettò la testa all'indietro,in un
gesto di sconforto. -Anzi io e tua madre abbiamo anche parlato per qualche
minuto prima che arrivasse tuo padre-specificò tenendo lo sguardo su di
lei. Cosa voleva dire per Alice il suo incontro con i suoi
genitori? Magari,avrebbe voluto farglieli conoscere in un momento migliore e
non con sua madre così provata dalla malattia. Ma se non ci fosse stato
un'altro momento?gli chiese una voce maligna nella sua testa. -Ah...-si
lamentò ancora lei. -Comunque quando l'ho vista lì mi è preso un colpo:siete
identiche!- -Lei è più bella-disse subito la ragazza. Posò lo sguardo sul
suo viso e la vide tesa,preoccupata per qualcosa che ancora non capiva. Era
in questi momenti che veniva fuori tutta la sua giovane età...Ed ovviamente il
suo bisogno di proteggerla,anche fosse da qualcosa che non poteva controllare,da
qualcosa che non sarebbe mai riuscito a mettere a posto. -Vieni qui-le disse
avvicinandosi a lei e avvolgendo le braccia forti attorno alle sue
spalle. Alice si rifugiò nel suo abbraccio posando la testa contro la scapola
destra e stringendo le braccia attorno alla sua vita. -Andrà bene...So che
sarai stufa di sentirtelo dire,ma andrà bene-le disse abbassando leggermente la
testa e sfiorandole una guancia con il mento. In risposta,la stretta di Alice
divenne più forte e la sentì sospirare. -Sei ancora il mio ragazzo?-gli
chiese dopo qualche istante di silenzio. Luke non riuscì a trattenere un
sorriso. -Dipende...-disse sincero. Doveva sapere cosa aspettarsi,contro
cosa doveva combattere, per lo meno per combattere ad armi pari! -Perchè sei
scappato via così prima?-gli chiese senza alzare la testa dalla sua
spalla. Allora lo aveva visto!Credeva di essere riuscito ad evitarsi quella
scena ridicola ed inutile,ed invece lei lo aveva scorto mentre si allontanava da
casa sua dopo averla beccata fra le braccia di quel tizio. -Ho pensato di
essere di troppo-disse a mezza voce. La sentì sorridere e abbassando lo
sguardo scorse il luccicchio dei suoi denti perfetti. -Sei uno
stupido...- Poi,come a consolarlo di quella constatazione,gli posò un bacio
su un lembo di pelle del collo lasciato scoperto dalla maglietta. Le sue
parole lo stizzirono:era da stupidi arrabbiarsi quando la propria fidanzata era
fra le braccia di un'altro? Sciolse l'abbraccio e si allontanò di un paio di
passi. -Luke...- -Perchè ti stava abbracciando?-le domandò diretto. -Lo
fa sempre...-fece lei. COSA? Sentiva di nuovo la rabbia che aveva provato
quel pomeriggio e cercando di scaricarla,si allontanò da lei e scese uno dei
larghi gradini di pietra. -Aspetta,dove vai...- Sentì la mano di Alice
sopra il suo braccio e si sentì tirare all'indietro,mentre lei cercava di
fermarlo o di farlo voltare. -Potresti guardarmi?-lo rimproverò. -Secondo
te è normale che la mia ragazza si lascia abbracciare da un'altro? Che per
lei non ci sia niente di sbagliato in questo?-le chiese voltandosi indietro
verso di lei. -Non ho detto questo!Ti ho già detto che non succederà mai
niente fra me e Justin,perchè continui ad aver paura?-gli domandò cercando di
diminuire le distanze fra di loro. -Come faccio a non averne?Tu sei qui con
lui mentre io sono a migliaia di chilometri di distanza!!Basterebbe una
parola,un piccolo gesto per cambiare le cose e credimi so benissimo che se un
ragazzo vuole una ragazza non...- -Ma non è questo il caso!Quanto ti ci vuole
per capire che io ti amo? Che non mi importa niente degli altri e che da
quando ti conosco ci sei stato solo tu per me, ancor prima di metterci
insieme-disse sincera,afferrandolo per la manica della maglia, spaventata che
potesse allontanarsi di nuovo. Luke la guardò in silenzio,incapace quasi di
respirare,stretto fra emozioni discordanti. -Non mi importa se Justin mi
abbraccia perchè so che non sei tu. Per questo non potrà mai esserci
niente. E lo stesso vale per gli altri ragazzi! Può sembrarti banale o
terribilmente infantile,ma tu sei l'unica persona che credo di poter amare per
il resto della mia vita. Non sono molti i ragazzi che si sarebbero presentati
qui come hai fatto tu e adesso la mia paura più grande è che il tempo scorra
troppo veloce senza lasciarmi il tempo di vivere questi momenti come vorrei o di
sprecarli a litigare per della inutile gelosia...-gli disse incredibilmente
seria. Gli ci era voluto un pò per capire che il suono di tamburi che sentiva
in sottofondo altro non era che il suo cuore impazzito;era incredibile come la
sua paura ora sembrasse assurda di fronte alle parole di Alice. "L'uomo che
posso amare per il resto della mia vita"...Era proprio quello che
sperava. Era tornato il silenzio,e capì che ora toccava a lui parlare:si
sfiorò la punta del naso con due dita,tirò su con il naso e fissò gli occhi
della ragazza. -Allora siamo in due ad essere infantili e banali perchè anche
io ho la stessa sensazione-le aveva detto a mezza voce. Sul viso di Alice era
apparso un sorriso smagliante e l'attimo dopo l'aveva sentita di nuovo fra le
sue braccia,il corpo piccolo contro il suo. Alice alzò la testa e avvicinò le
labbra alle sue,ritraendole l'attimo prima di farle incontrare costringendolo a
riaprire gli occhi. -Promettimi che questa è l'ultima volta che perdiamo
tempo con queste stupidaggini...Almeno finchè sei qui non voglio litigare-gli
disse. Luke aveva sospirato e aveva annuito,avvicinando di nuovo le labbra
alle sue e baciandola.
-Vuoi lasciarmi in pace?- Era peggio di una zecca
fastidiosa! Chi gli aveva detto di venire in camera sua e iniziare a farle
domande su quella sera? Come se non ci pensasse abbastanza di suo a quello
che lui ed il suo amico avevano interrotto. Dannazione per una volta che era
convinta,era certa di qualcosa,gli altri rovinavano tutto. -Lily...- -Non
usare quel tono condiscendente con me!A James viene bene per qualche strana
ragione,ma non ti ci vedo proprio nel ruolo di fratello maggiore-gli disse
seguendolo con lo sguardo mentre si muoveva per la sua stanza. -Non è forse
quello che sono?-le chiese Al confuso. -Sai benissimo cosa voglio
dire!- Il fratello sospirò e si lasciò cadere sul letto di fronte a
lei. -Allora vedimi come il tuo confidente,sono anche quello,no?Parlami di
quello che è successo non perchè sono tuo fratello ma perchè sono il tuo
"confessore"-disse tentando quella nuova strada. Lily lo guardò di sottocchi
e si lasciò scappare un sospiro. Sarebbe stato così terribile parlare con lui
di quello che era successo? -Ci sei andata a letto?-domandò Al,fissando la
trama del piumone sul suo letto. Forse era troppo imbarazzato per parlare di
certe cose con lei. -Credi che se lo avessi fatto te lo direi?-domandò lei di
rimando,incapace di trattenersi. Questa volta fu lui a sospirare,facendole
alzare lo sguardo sul viso del fratello. Per qualche istante erano rimasti in
silenzio,ognuno perso dietro ai propri ricordi e soltanto lontanamente consci
che prima o poi avrebbero dovuto affrontare quell'argomento. Fu Albus il
primo a parlare e quello che disse sorprese entrambi. -Se non ci fosse stati
voi nel dormitorio sarei andato a letto con Scorpius-confessò. Lily rialzò lo
sguardo sul fratello,incredula per le parole che gli aveva appena sentito
pronunciare e quando i loro sguardi si incontrarono,lui sostenne il suo sguardo
solo pochi istanti. -Smettila di guardarmi così!-le disse prima di alzarsi
dal letto e avvicinarsi velocemente alla finestra. -Scusami,ma sono
sorpresa...-ammise sincera. Al annuì. -Anche io- -Come è successo?State
insieme?Perchè non mi sono accorta di niente?-chiese Lily velocemente. Un
piccolo sorriso divertito apparve sul viso del fratello. -A quale domanda
devo rispondere per prima?- L'altra scosse la testa. -Non stiamo
insieme,non so neanche se qualcosa cambierà al ritorno ad Hogwarts. E'
successo tutto quella sera...Era come se potessi sentirmi folle,come se tutto
quello che volessi fosse lì a portata di mano. Quando Scorpius mi ha baciato
è stata la cosa più normale ricambiarlo-raccontò scavando dentro di sè per
capire nel groviglio di sensazioni che provava. La sorella lo fissò qualche
istante,finchè lui non rialzò lo sguardo e le fece un sorriso veloce. -Ti è
piaciuto?Come bacia il Principe delle Serpi?-gli chiese curiosa. Al rise
leggermente. -E' un pò difficile fare confronti visto che era il primo
ragazzo che ho mai baciato ma...wow!- disse sentendosi stupido subito
dopo. Possibile che una persona intelligente come lui non riuscisse a trovare
una parola migliore di "wow"? Lily rise divertita e solo quando nella stanza
si fu affievolito il suono delle risate capì che ora toccava a lei
parlare. Si abbracciò le ginocchia con le braccia e poggiò il mento su
queste,quasi assumendo una posizione di difesa,per poi iniziare a
parlare. Raccontò tutto,fin da quella sera lontana di giugno,quando tutto era
cominciato;raccontò cosa li aveva spinti allora a comportarsi in quel modo e
cosa li aveva fermati e spiegò ad Albus i suoi dubbi e le sue paure riguardo a
Daniel e a quella storia. Gli disse della rabbia provata quando lo aveva
visto arrivare alla festa e della lite che avevano avuto prima di finire uno fra
le braccia dell'altro. -Tu credi che io sia una rompipalle?-chiese poi
curiosa. -Devo rispondere sinceramente?-fece l'altro leggermente
divertito. L'istante dopo lei stava scuotendo la testa:non ne aveva
bisogno. Albus sospirò e si strofinò gli occhi con una mano,cercando di
cancellare la domanda che gli girava nella mente,ma fu tutto vano. -Ci sei
andata a letto?-le domandò a mezza voce,quasi temendo la risposta. Lily lo
guardò,indecisa se mentire o meno,poi si ricordò chi c'era di fronte a lei:era
Al,il suo confidente,l'unica persona di cui poteva essere sicura sempre,in ogni
momento;se avesse saputo la verità non si sarebbe arrabbiato come James,nè le
avrebbe fatto una filippica sul senso del dovere come invece avrebbe fatto
Rose,ma forse si sarebbe sentito più sollevato. Così scelse la
verità. -No-ammise allontanando lo sguardo dal suo viso. Come aveva
previsto,nella stanza risuonò un sospiro di sollievo che la fece
sorridere. Ma avrei tanto voluto,pensò Lily fra sè e sè. Questo però era
meglio non dirlo ad Al...
Forse il sonno per lui era interdetto. Magari
quello che aveva fatto era talmente grave da meritare come punizione l'insonnia
eterna. Oppure era lui che se la infliggeva,perchè ogni volta che chiudeva
gli occhi gli tornava alla mente il suo viso,la sua memoria ritrovava il suo
odore,il sapore delle sue labbra. Qualcosa che non doveva assolutamente
conoscere,qualcosa che per lui era proibito. Stanco di rigirarsi fra le
lenzuola,si alzò e incurante del rumore che i suoi passi facevano sul parquet e
che venivano coperti dal russare di Ronald,uscì dalla stanza e scese le
scale. Forse c'era qualcosa di interessante in tv. Già a metà della
scalinata si accorse della luce soffusa che veniva dal salotto. Una parte del
suo cervello capì chi vi avrebbe trovato ancora prima di aver sceso l'ultimo
gradino e gli consigliò di deviare verso la cucina,ma un'altra parte di sè,più
forte e quasi indipendente dalla sua volontà lo spinse ad avvicinarsi alla porta
del salotto e ad affacciarsi. Lei era lì,sul divano:la schiena poggiata
contro un bracciolo,un ginocchio che si intravedeva nonostante i cuscini alti
del divano e che l'aiutava a sorreggere il libro che aveva fra le mani. Come
accorgendosi della presenza di un'altra persona oltre a lei nella stanza,la vide
alzare lo sguardo dal libro e incontrare i suoi occhi,diventando subito rossa
per la vergogna di essere stata sorpresa. -Che ci fai qui?-le chiese a bassa
voce,per non farsi sentire da coloro che dormivano al piano di sopra. -Non
riuscivo a dormire...Troppi pensieri-rispose lei. Non riuscì a spiegarsi
perchè quella risposta lo colpì così tanto. Ancora una volta sentiva
quell'attrazione che gli aveva fatto perdere la testa in quello
sgabuzzino. -Ti va se ti faccio compagnia?-le chiese. Vide Rose sorridere
e annuire felice e gli sembrò quasi che l'influsso di quel sorriso si facesse
sentire anche su di lui. Accennando a sua volta un sorriso James si voltò
e,senza riuscire a spiegarsi il perchè del suo gesto,si chiuse la porta del
salotto alle spalle. Chiudendo il resto del mondo fuori da quella
stanza.
Salve a
tutti!
Cercando
di sopravvivere al diluvio che si è abbattuto sulla capitale,eccomi qui a
postare un'altro capitolo.
So già
ke molti di voi saranno arrabbiati x il mistero che avvolge la notte di Daniel e
Lily e anche io ero convinta di svelare il mistero in questo capitolo in una di
quelle confidenze che di solito si hanno con il proprio migliore amico,ma poi mi
è venuta un'idea migliore.
So di
chiedervi ancora un pò di pazienza,xò nel frattempo vi ho dato un grande
indizio...
Cambiando coppia:Jim e Rose.
Volevo
raccontare cosa era successo nel salotto in qst capitolo,ma mi sn accorta che
stava diventando tr lungo e allora ne parlerò nel
prox...forse.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi
scuso x eventuali errori di ortografia e battitura.
La frase
all'inizio del capitolo è presa da "A pain that I'm used
to" dei Depeche Mode e il titolo è preso,in parte, da
una canzone degli U2.
E ora i
ringraziamenti:Sarina87(Quello è
tuttora un work in progress,nel senso kè su 100 idee ne scarto 30 x poi averne
altrettante.Anche a me Al e Scorpius stanno cominciando a intrigare
molto...),Lights(Teniamo i
punti come alle partite di calcio!Vedremo x ki finirà),Divinityboyz(Con voi c'è sempre da
imparare,grazie x avermelo detto!Nn preoccuparti x le domande,anzi nn farti
problemi se te ne vengono altre.Ho in mente qualcosa x quando Luke tornerà a
Londra..),Streghetta'86(Hai visto che ti ho postato 1 nuovo capitolo su Luna e
George?Solo x te!Più che altro George avrà un'altra sorpresa...X quanto riguarda
Al nn credo racconterà agli altri cosa è successo tanto presto,già è tanto ke ne
ha parlato con Lily),Gioia_in_blu(Grazie x i complimenti!Diciamo ke x il momento sn ancora
indecisa,hai presente le tessere del puzzle?Devo vedere quale va
meglio),Elly(Io lo dico
sempre che in tutti c'è una piccola vena di sadismo...),Isina4everyoung(Sì penso che aveva
questa idea...),JC(Spinta
dalla tua richiesta,ho fatto un pò di ricerche su internet e ho scoperto che gli
"adolescenti",kiamiamoli così,possono volare da soli,solo se prima si avverte le
hostess e gli stewart;per quando riguarda il far ingelosire i ragazzi,ti
giuro che l'inserito nel capitolo pensando che si trattasse di una figura
mitologica tipo l'unicorno,hai presente?Nn avevo idea che esistessero veramente
ragazze che lo fanno.Xò ora sn io ke ti faccio 1 domanda:6 stato di recente
fuori da una scuola media?Io ci vado x portare mia sorella e ci sn 2
ragazzi ke sembrano sul punto di farlo davanti a tutti!),Germana(Sn tr contenta ke puoi
continuare a leggerla!!!Grazie x i complimenti!Sì resta ma nn so ancora sotto
quale forma),Lilyluna_4e(Grazie x i complimenti!Secondo me Harry nn era tenuto a spiegare
nulla,lo ha fatto soltanto xkè lui è perfetto come al solito...),Ire'89(Nn succederà,xò diciamo che
anche Herm si prenderà le sue rivincite.Mannaggia avevi quasi indovinato su chi
era lo spoiler!!!),Dado &Co.(Piccola aggiunta visto che ormai nn 6 + sola a scrivere e mi
sembrava un torto verso Ellie e Rosie.Come stanno i gemelli?Ah dimenticavo
comesta la tua gamba Roby?6 guarita?Credetemi Hermione nn sarà x niente tenera
con il nostro Ron...Tanti baci!!!),Finleyna 4
ever(Grazie x i complimenti!),Kitty F(Tranquilla nn sei l'unica che
me lo ha detto;devo solo trovare il modo x far combaciare le cose e x riformare
la coppia),Tonks'17(Io
adoro la neve!!!Nn sai quanto ti ho invidiato qnd ho letto...Il cognome
nn lo ha chiesto ancora,xò nn si può fregare un Weasley,quindi è indubbio
che abbia capito ki aveva davanti,ma credo che gli serviranno i sali quando
saprà che suo genero è una Serpe.Era + giusto ke la + arrabbiata fosse
Ginny visto ke avevano rovistato nel suo armadio e avevano visto qlcs di
privato,di totalmente suo...Mi dispiace ke stavolta ti sia scappato lo
spoiler, vediamo se indovini quello del prox capitolo),WingsHP(Se fosse rimasto sempre
lo stesso scemo c'era da preoccuparsi...).
Ecco a
voi lo spoilers...
-Tu mi
desideri?-
-Come
scusa?-
-Hai capito benissimo,non
fare lo stupido...-
Il
prossimo sarà l'ultimo in cui sono insieme "juniors" e "seniors",poi si torna ad
Hogwarts.
Bene,x
il momento è tutto,io vi saluto e di do appuntamento al prox
capitolo...
"Reality"
Baci,Eva
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Capitolo 12 *** Reality ***
reality
-Quindi tu lo sapevi- Annuì
lentamente e restò in silenzio,in attesa di quello che sarebbe venuto
dopo. -Perchè non me ne hai mai parlato?-chiese lui sorpreso. Non ci
voleva un genio per capire che qualcuno era interessato a sua figlia,tutta
l'estate sulla loro casa c'era stato un traffico di gufi che portavano e
consegnavano lettere e pacchetti e ad avvalorare la sua teoria c'era
l'atteggiamento di Alice quando queste arrivavano:il modo in cui le strappava
dalle sue mani o da quelle del padre per evitare che leggessero il mittente,come
si andava a nascondere in camera stringendo quelle pagine fra le dita neanche
fossero un tesoro prezioso. Quando aveva visto quel ragazzo nel salotto di
Seamus una luce si era accesa nella sua mente,facendole capire chi aveva di
fronte,senza ombra di dubbio. Anche lui aveva capito chi gli era di fronte,lo
dimostrava l'improvviso pallore del suo viso e il comportamento idiota ed
agitato che aveva assunto Seamus quando l'aveva vista in sua
compagnia. Perchè non aveva detto niente? Forse perchè un motivo c'era se
sua figlia non ne aveva ancora parlato con loro... Aveva creduto fosse
un'amore adolescenziale,nato sui banchi di Hogwarts come quello fra lei e
Neville,ma quando aveva sentito la lite che avevano avuto quello stesso giorno e
che era arrivata fino a loro superando i vetri della cucina,si era
ricreduta:c'era di più,nonostante la loro giovane età era un legame più
forte. -Non ho detto nulla perchè so quanto sei geloso di tua figlia-disse
guardando il viso del marito. Anche George aveva capito subito chi era con
lei in salotto,non perchè avesse captato tutti quei piccoli segnali che forse
solo una donna può cogliere,ma perchè si era accorto che della leggerezza e
della felicità che trasmetteva Alice in quei giorni,così dissonanti dal suo
umore abituale. Quando,quel giorno, si erano rifugiati nella cucina di Seamus
aveva osservato dalla finestra il battibecco fra i due ragazzi,incurante di
farsi scorgere e,mentre su di lei le parole di Luke avevano avuto un'effetto
consolatorio,positivo,su George avevano avuto stranamente l'effetto opposto
spingendolo a chiedere informazioni al povero Seamus,mettendolo sotto torchio
per farsi dire tutto quello che sapeva sul ragazzo. -E' una balla-ribattè
lui. Luna scosse la testa. -Non dirmi che sei tranquilla se questo tizio è
qui-le chiese senza darsi per vinto. Un sorriso si disegnò sulle labbra di
Luna e accese il suo viso. -Cosa credi possa succedere di così
terribile?-domandò leggermente divertita. George strabuzzò gli occhi,quasi
non la riconoscesse facendola sorridere ancora di più. -Secondo me questa è
tutta una posa...Sei veramente tanto tranquilla?-ripetè. Luna
sospirò. -Ok,ammetto che forse era meglio se nostra figlia restava immune da
queste cose almeno per qualche altro anno,ma non perchè tu non sei pronto a
dividerla con qualcun'altro...- George fece per ribattere,ma lei lo bloccò
alzando una mano. -Piuttosto perchè io e te sappiamo quanto può essere
doloroso certe volte l'amore e volevo che lei non lo sapesse almeno per un'altro
paio d'anni-concluse. George la fissò qualche istante e poi
sospirò,passandosi una mano sui capelli radi. -Che sappiamo di lui?-domandò
interessato. Luna alzò le spalle. -Non molto,anzi soltanto quello che ci
ha detto Seamus-rispose. -Credi di riuscire a saperne di più?- -Posso
provarci,ma dipende tutto da tua figlia...E non posso chiederle nulla prima
della partenza di questo ragazzo-lo avvertì. -Dovremmo lasciarla stare con
lui?Senza sapere cosa vuole da lei,cosa fanno insieme,cosa...-sbottò George
preoccupato. -Già perchè non la chiudiamo in casa?Sarà un vero spasso vedere
un'adolescente musona che gira per casa senza rivolgerci la parola- -Allora
facciamola restare a dormire lì visto che ci siamo!Diamole una confezione di
preservativi e via. "Mi raccomando tesoro,divertiti!"-scimmiottò
l'uomo. Non riuscendo a trattenersi nonostante sapesse che questo l'avrebbe
fatto arrabbiare,Luna rise. C'erano cose che George ancora non
capiva,nonostante il "grande" cambiamento che aveva fatto da quando erano
insieme:era ancora incapace di ammettere che qualcun'altro potesse avere una
soluzione migliore della sua,figuriamo ad ammettere di aver torto. Era
qualcosa più forte di lui! -Scommetto che se fosse stato Fred lo avresti
fatto...-scherzò cercando di farlo ridere. Si guardarono qualche istante e
lei rise di nuovo,incapace di controllarsi,riuscendo a far sorridere anche il
marito. George abbassò lo sguardo,passandosi di nuovo una mano sulla testa e
qualche secondo dopo,lei lo sentì sospirare. -Sei sicura che stiamo facendo
la cosa giusta?-le domandò ancora incerto. -Fammi parlare con lei,poi
decideremo cosa fare- Dipendeva tutto da quello che avrebbe detto
Alice.
-Lily!C'è una telefonata per te!- Alzando lo
sguardo dai libri che occupavano la lunga scrivania nella sua stanza,Lily cercò
in giro per la camera il telefono rosa e lo trovò sul letto,dove lo aveva
lasciato l'ultima volta dopo una conversazione con una sua compagna di
scuola. Si alzò e quasi strascicando i piedi,si avvicinò al letto,prendendo
la cornetta fra le mani e lasciandosi scappare un sospiro mentre si lasciava
cadere a peso morto sul letto. Senza sapere perchè,quel giorno era
triste,rabbuiata,come poche volte le era capitato:certo aveva anche lei giorni
in cui era intrattabile ed era meglio starle alla larga,ma sapeva sempre
qual'era il motivo scatenante di tanta indisposizione verso il
prossimo. Invece quel giorno la sua maliconia era senza soluzione:aveva
provato a distrarsi con la televisione, la musica e a tuffarsi nei compiti che
le erano stati assegnati per le vacanze,visto il poco tempo a disposione
rimastole,ma niente. Non era riuscita a trovare
giovamento... -Pronto?-chiese fissando un poster sulla parete di fronte a
lei. -Ciao scricciolo- Quelle parole la sorpresero:tutto si era
aspettata,tranne sentire la sua voce. Ovviamente aveva pensato a lui in quei
giorni di vacanza,forse anche troppo,specialmente dopo il colluquio con Albus,ma
mai aveva pensato di risentire la sua voce prima di essere tornata ad
Hogwarts. Non lo credeva capace di tanta audacia... Eppure era felice che
lo avesse fatto. -Ciao- -Ho pensato di chiamarti,sai,visto come ci siamo
lasciati quella sera...-le disse. Lily sorrise. -Volevi controllare che
fossi tutta intera o che sotto tortura non avessi fatto il tuo nome?-chiese
lasciando che sul viso aleggiasse ancora quel piccolo sorriso,che fino a pochi
minuti prima sarebbe stato impossibile. Doveva contenersi!Si stava
comportando come quelle stupide ragazze del suo corso che si scioglievano in
sorrisi e sdilinquimenti quando un ragazzo rivolgeva loro la parola o
sorrideva. Lei non era mai stata così,era una tosta! E ci teneva a
restarlo! -Anche quello lo ammetto...Ma avevo bisogno di sentire la tua
voce-disse Daniel mai così sincero. Aveva sempre pensato che il telefono
fosse un buon modo per trasmettere quello che si prova veramente,quello che
avendo la persona di fronte non saremmo stati in grado di dire per il troppo
imbarazzo o per paura di una reazione "inappropriata". Lei sapeva che se
fossero stati faccia a faccia Daniel non le avrebbe mai detto una cosa del
genere:non era nella sua natura,nel suo carattere. Inoltre lui non affrontava
mai quell'argomento. -Come stai?-gli domandò seria. Sentì una risatina
sarcastica dall'altra parte del microfono e le sembrò per un'attimo di
riconoscere la persona con cui si era scontrata ad Hogwarts mille volte. -Hai
presente i sacchetti trasparenti in cui vengono congelate le cose...quelli
sottovuoto?-le domandò. Lily aggrottò le sopracciglia,felice che lui non
potesse vederla. -Certo-disse semplicemente. Un sospiro. -Ecco io mi
sento così...In perenne mancanza d'aria da quando ho lasciato
Hogwarts-confessò. Era strano per lei sentirsi così dispiaciuta per
lui? Era una delle poche,anzi forse l'unica che sapeva e questo aveva creato
un legame fra loro, fin dal primo momento,che la portava ancora a chiedersi dove
li avrebbe portati. -Posso fare qualcosa per te?Che ne dici se ci
vediamo?-propose subito dopo. Lo faceva per lui,per aiutarlo in quella
difficile situazione. "Piantala di raccontarti balle!"la rimproverò a ragione
una vocina nella sua testa. Ok lo faceva anche per sè stessa! Ancora un
sospiro:perchè invece di sospirare non le diceva quello che le passava per la
testa? -Vorrei tanto...Se potessi sarei già lì-le disse. -Cosa te lo
impedisce?-chiese Lily prima di riuscire a fermarsi. -Mio padre crede che
questi giorni debbano essere spesi insieme:ogni giorno è ottimo per delle
attività padre-figlio!-disse con una finta voce allegra che le fece venire la
pelle d'oca. Lily abbassò lo sguardo sfiorando con le dita la trama del
copriletto:perchè doveva sentirsi così? Lei odiava sentirsi così! Doveva
mettere un freno a tutta quella storia... -Avevo solo bisogno di sentire la
tua voce...Mi aiuta a stare meglio-disse Daniel interrompendo il treno dei suoi
pensieri. Dannazione!Come faceva a mantenere le distanze se lui le diceva
cose del genere? -Davvero?-chiese leggermente titubante. Le arrivò la
risata leggera di Daniel dall'altra parte del telefono e Lily si rimproverò
mentalmente:perchè gli aveva mostrato quella parte "debole"? -Davvero. Non
vedo l'ora che sia lunedì per vederti-le confessò. Che fare? Mettere da
parte il suo orgoglio e digli la verità,oppure continuare a comportarsi come al
solito, come sempre aveva fatto quando era con lui,senza condersi troppo
emotivamente,anche se poi non resisteva ai suoi abbracci e ai suoi
baci. Poteva continuare con quella posa anche dopo quello che era successo
l'ultima sera che si erano visti? E se si fosse buttata?Cosa sarebbe
successo? Si sarebbe fatta male sul serio oppure ci sarebbe stato Daniel a
prenderla al volo? Questa volta fu lei a sospirare e imbarazzata,iniziò a
giocherellare con una ciocca di capelli. -Anche io...-disse
infine. Cos'era la vita senza un pò di rischio?
Era in fila alla cassa di Sainsbury quando li vide
entrare. Un movimento familiare,il suono della sua risata,seguita da una
maschile lo portarono a voltarsi e a cercare con lo sguardo. Uscì dalla fila
e senza neanche accorgersene si mise a camminare fra i vari scaffali,alla loro
ricerca:niente fra i surgelati,niente fra i cibi precotti,neanche allo scaffale
del cibo take-away;poi riconobbe la cascata di riccioli color cioccolato e corse
a nascondersi per non farsi notare. Possibile che un'uomo di quarant'anni
dovesse comportarsi in quel modo così imbecille? Neanche quando erano ragazzi
le aveva fatto la posta a quella maniera! Era quasi umiliante... Ma non
poteva neanche concepire l'idea di voltare le spalle e andarsene lasciandoli da
soli,senza sapere cosa avrebbero fatto o cosa si sarebbero detti. Li osservò
attentamente e sentì una mano gelida stringersi attorno al suo stomaco:fra quei
due c'era confidenza,era chiaro,era lampante,era...devastante! Poggiò una
mano sullo scaffale pieno di snack al cioccolato e osservò Hermione mentre
guardava con occhi golosi l'espositore della panetteria,dove venivano posati in
quel momento dei panini pieni di gocce di cioccolato e delle ciambelle con la
glassa rosa. -Cosa prendi?-la sentì chiedere al suo accompagnatore. Lui
alzò le spalle. -Sono indeciso...Gocce di cioccolato o sandwich con uova e
crescione?-le domandò a sua volta. "Spero ti vada tutta sui fianchi"pensò
rabbioso incapace di staccare lo sguardo dalla moglie. Oddio stava
regredendo! Una persona normale si sarebbe fatta avanti e si sarebbe
presentato all'uomo che tanto insistentemente continuava ad accarezzare un
fianco di SUA moglie e che aveva il mento poggiato contro una sua spalla. Ma
esisteva veramente un'uomo tanto magnanimo e allo stesso tempo masochista da
comportarsi in modo civile con quello che si presumeva essere l'amante della
propria moglie? -Prendi tutti e due,io non torno indietro una seconda
volta...-gli disse lei accennando un sorriso. -Sei una piccola schiavista,lo
sai? Chissà come ho fatto a trascinarti fuori da quell'ufficio-fece l'uomo
sorridendo divertito. Anche Hermione sorrise e tornò a voltarsi verso la
commessa,dandole la sua richiesta. Gli era passata la fame. Poggiò quello
che aveva preso sullo scaffale a cui si era poggiato fino a quel momento e,con
le spalle leggermente più curve,si allontanò verso l'uscita del
supermercato. Aveva visto abbastanza... Mentre camminava per tornare verso
il Ministero la sua testa era piena di domande,di interrogativi che non
riuscivano a trovare sfogo:chi accidenti era quel tipo,dove lo aveva
conosciuto,perchè diavolo era così intimo con sua moglie? Possibile che fosse
tutto finito? Era strano che fosse lui a farsi una domanda del genere visto
come era iniziata tutta quella storia,e il bambino che lui aspettava da
Cassie,ma accidenti Hermione era ancora sua moglie! Non era disposto a
dividerla con nessuno,almeno finchè non avesse deciso che fine far fare al loro
matrimonio. Non capiva il suo comportamento:era stata lei a voler tenere la
cosa sotto silenzio,senza farlo sapere neanche ai loro figli per evitare che la
famiglia venisse colpita da uno scandalo...e adesso usciva a cena con questo
tizio e si faceva vedere con lui nel supermercato vicino al Ministero,dove tutti
i loro colleghi andavano a comprare il pranzo ogni benedetto giorno. Era
forse un modo per umiliarlo? Per ferirlo quanto era stata ferita
lei? Questo significava allora che loro avevano... NO!Non voleva neanche
pensarci a quell'ipotesi. Gli mancava il respiro al solo pensiero... Se
quel tizio aveva messo le sue manacce addosso alla sua Hermione,allora avrebbe
dovuto vedersela con lui. E non sarebbe stato un'incontro divertente.
La confusione che provava non lo aveva mai sfiorato
prima di quel giorno:perchè qualcosa che sembrava così giusto,che desideravano
entrambi era proibito? "Il mio più grande
amore nasce dal mio più grande odio",diceva la Giulietta di
Shakespeare e lui non aveva mai capito come ci si potesse creare tanti
problemi:se si amava qualcuno bastava confessarlo e sperare che i sentimenti
fossero ricambiati. Ovviamente questo era prima di Rose. Il loro rapporto
era cambiato,era inutile continuare a nasconderlo o a girarci intorno,e lo
spaventava sapere che non sarebbe mai più tornato quello di prima...ma se fosse
stato migliore? Se tutta l'amicizia,le risate,le confidenze che si erano
scambiati negli anni non fossero stati altro che il preludio a quel grande
cambiamento? Se fossero destinati a stare insieme nonostante i problemi che
comportava una loro possibile relazione? Ma una loro relazione avrebbe
mandato in pezzi la loro famiglia... Già l'immaginava:ci sarebbero state
liti,discussioni,tavole rotonde per capire come era potuto succedere una cosa
del genere e tanti tentativi di farli ravvedere. In mezzo a tutto quel
chiasso loro due:che avrebbero fatto se avessero chiesto loro di troncare quella
relazione? La risposta la sapeva già:da bravi ragazzi qual'erano avrebbero
obbedito e quella storia sarebbe finita lì,portando con sè delle conseguenze che
avrebbero reso i rapporti fra lui e Rose più difficili e complicati di quanto
già non fossero senza che non fosse ancora successo niente. Si lasciò
scappare un gemito frustrato e quel suono attirò l'attenzione di Ronald,sdraiato
sul suo letto. -Che ti succede?-gli domandò voltandosi di fianco verso di
lui. James scosse la testa,tornando a guardare il soffitto. -Ti conosco
come le mie tasche:so benissimo quando stai tramando qualcosa-gli aveva detto
continuando a guardarlo. Un'angolo della bocca si era alzato verso
l'alto,leggermente divertito. -Non ti fidi più di me,vero?Lo capisco visto il
casino che ho messo in piedi per la storia di Rebecca...-disse Ronald con voce
colpevole. Jim scosse la testa e si girò per cercare lo sguardo del
fratello. -Non è per quello Ronnie...Te l'ho già detto che tutto sarebbe
tornato come al solito fra di noi!-gli ricordò. Ronald lo fissò in
silenzio,leggermente titubante a quelle parole. -E' solo che è così
difficile...così complicato-si lasciò andare James sconsolato. Ripensò a come
tutto era cominciato,a come quei semplici e "normali" abbracci si erano
trasformati in qualcos'altro senza che neanche lui se ne rendesse conto:eppure
aveva sempre creduto di essere un tipo sveglio! Gli tornò alla mente quando
due sere prima era sdraiato sul divano con lei e aveva fissato il suo viso quasi
nascosto nell'incavo fra il suo collo e la sua spalla;la sensazione di poter
cadere da un momento all'altro su quel divano stretto,avendo alle spalle la
percezione di vuoto:non aveva mai pensato che il divano fosse stretto,ma mai
prima di quella notte non lo aveva provato in due. Il gemello restò in
silenzio,riflettendo sulle sue ultime parole e dopo pochi attimi sul suo viso
apparve un sorriso. Il sorriso di chi aveva finalmente risolto un grande
mistero. -C'entra una ragazza!-disse con voce sicura. James lo fissò
sorpreso:adesso glielo si leggeva in faccia? -Che stai dicendo!No...-tentò di
mentire. -Come se non ti conoscessi!Il solito rubacuori...Chi è lei?La
conosco?-chiese sporgendosi quasi fuori dal letto per andargli
incontro. James non riuscì a trattenere un sorriso divertito vedendo la
reazione entusiasta del gemello:avrebbe fatto lo stesso se avesse saputo chi era
la "lei" in questione? Come si sarebbe comportato se avesse saputo quello che
era successo con Rose? -No,non la conosci-mentì. Era meglio
proteggerla. Anche se aveva bisogno di sfogarsi,di parlarne con
qualcuno,quello non voleva dire che anche lei doveva essere coinvolta in quei
discorsi da camerata. Era già abbastanza fragile... Ricordò il modo in cui si rannicchiava su sè stessa
mentre gli raccontava quello che l'aveva spinta a chiedere ospitalità per la
notte:il modo in cui i suoi genitori avevano continuato a far finta di niente
come se le cose fossero normali come al solito e non stessero invece
attraversando la più grave crisi da quando erano una famiglia. Gli aveva
raccontato dei tentativi di suo padre di trascorrere più tempo con lei ed
Hugo,andando a pranzo fuori oppure al cinema,inviti che lei aveva sempre
rifiutato e che avevano portato ad una lite con Hugo che la reputava acida e
troppo concentrata su sè stessa. Quando le aveva chiesto perchè non
raccontasse la verità ad Hugo,si era sentito rispondere che il cugino non
avrebbe capito:che avrebbe cominciato ad assillare i genitori perchè
sistemassero le cose fra loro,perchè tutto tornasse come un tempo,finendo così
per rovinare le cose -Allora è meglio continuare a nascondersi?A negare
l'evidenza?-le aveva chiesto lui. Quella frase risuonava ancora nella sua
mente,accompagnato dal sorriso accennato di Rose che aveva imbarazzato
entrambi. -Non riesco a dormire...Non riesco a smettere di pensarci-gli aveva
confessato. -Rimpianti?-le aveva chiesto senza neanche sapere perchè. Lei
lo aveva fissato qualche istante,incerta,poi aveva scosso la testa
decisa. -No,affatto! Forse il contrario...- -Come l'hai
conosciuta?- La voce di Ronnie si infilò fra i suoi ricordi e lo
riscosse,facendogli portare di nuovo l'attenzione sul gemello. -Frequenta una
lezione con noi-disse restando sul vago. -Possibile che non mi sia accorto di
niente?-si rimproverò il fratello. James rise. -Quando voglio so essere
molto discreto-commentò. -Le piaci?- Quella sì che era una domanda da un
milione di dollari! Un'altro ricordo gli
tornò alla mente,provando la stessa reazione scatenata due sere prima. -Tu
credi sarebbe tanto terribile se...-aveva chiesto Rose incapace di finire la
frase. Cercando di scacciare quel ricordo e le sensazioni che
portava con sè,si mosse nel letto e sospirò. -Credo di sì- Con la coda
dell'occhio vide un sorriso sulla faccia del fratello:era felice per lui,era
evidente. "Se tu sapessi Ronnie..." -Allora non capisco quale sia il
problema-gli disse sinceramente confuso. James si lasciò andare ad un sospiro
e,incapace di lottare ancora,lasciò che la sua mente si cullasse nel
ricordo. Senza parlare Rose si era sporta in
avanti e prima che James potesse dire o fare qualcosa per fermarla,le braccia
della ragazza erano attorno al suo collo e il viso era a pochissima distanza dal
suo. Si erano fissati per qualche secondo,circondati dal silenzio della
stanza,e quando le loro labbra si erano sfiorate delicate,a nessuno dei due era
sembrato uno sbaglio. Le braccia di James si erano strette attorno ai fianchi
di Rose,muovendosi sul divano per avvicinarsi a lei,baciandola più
appassionato.Rose aveva posato la fronte contro i suoi capelli e aveva
sospirato,accarezzandogli le spalle coperte da una t-shirt grigia,incapace di
staccarsi da lui. Con le labbra aveva seguito il suo profilo,dal collo alla
fronte,facendogli rialzare la testa e chiudere gli occhi sotto il suo tocco
leggero. -Rose...- Lei lo aveva zittito con un bacio,più profondo del
precedente,modellando il suo corpo contro quello di lui e facendogli scivolare
le braccia attorno ai fianchi. Era stato allora che si era arreso. Aveva
iniziato a rispondere con passione al bacio e si era sporto in avanti contro di
lei,facendola sbilanciare e portandola a sdraiarsi sul divano,la testa poco
distante dal bracciolo del divano. Le sue mani si erano mosse sul corpo di
Rose come se avessero sempre saputo dove andare, come toccarla,sentendosi
incapace di pensare chiaramente o anche solo di finire il respiro,fosse anche
per un gesto semplice come affondare le dita nei suoi capelli. Aveva sentito
le dita di Rose scivolare sotto la sua t-shirt ed accarezzargli il torace
nudo,toccando per la prima volta un corpo maschile,quasi curiosa. La sua
bocca si era allontanata da quella di Rose ed era scesa lungo il profilo della
mascella,del mento sfiorando con le labbra la pelle del collo e della
gola. Incapace di fermarsi,le aveva posato una mano sul seno e,ad occhi
chiusi,aveva ascoltato in silenzio il respiro di lei farsi più difficile sotto
le sue carezze. -E' fidanzata-rispose allontanandosi a viva forza
da quei ricordi. Possibile che quei ricordi fossero dolorosi neanche una
tortura? -Un ragazzo vale l'altro-fece Ronald. Jim sorrise a quelle
parole. -Non quando hai un'anello al dito e due genitori festanti per il tuo
prossimo matrimonio-disse. Era meglio dipingere il quadro più nero
possibile,altrimenti quell'inguaribile ottimista di suo fratello avrebbe trovato
una via d'uscita. -Ahia!Che pensi di fare?-disse infatti
l'altro. Restarono qualche istante in silenzio,ognuno perso dietro ai suoi
pensieri. Che fare? Era sempre più difficile. Non sapeva neanche lui
come aveva fatto quella sera a fermarsi,a smettere di accarezzarla e
baciarla,senza ascoltare il suo desiderio e la voglia di continuare a farlo per
tutta la notte. Lentamente però,aveva fatto scemare le carezze,trasformando
la passione in dolcezza e accarezzandola di nuovo come un tempo,come quando
erano ancora cugini e tutto era ancora normale,prestabilito. Rose aveva
capito e aveva accettato quel cambio di rotta senza dire nulla,restando stretta
a lui e poggiando la testa contro la sua spalla. -Non ne ho la più pallida
idea...-ammise sincero. Ronald lo fissò qualche istante,poi mugugnò
qualcosa. -Forse posso aiutarti io-gli disse. James tornò a guardarlo e
mentre ascoltava l'idea di Ronald ricordò le ultime parole che si erano
scambiati. -Credi sia tanto sbagliato?-gli
aveva chiesto Rose in un sussurro. -Forse lo è...-aveva detto con il suo
stesso tono di voce.
-Tu mi desideri?- -Come
scusa?- Sorrise. Sapeva che avrebbe reagito così. -Hai capito
benissimo- Era una domanda scorretta. Inoltre non aveva bisogno di
chiederglielo,avrebbe dovuto saperlo anche da sola... Dischiuse le labbra e
fece per parlare,ma lei lo interruppe di nuovo alzando una mano. -Non provare
a cambiare discorso!-gli intimò lei. George sospirò e la guardò di
sottocchi. -Secondo te?-le domandò. Luna sorrise leggermente. -Se lo
sapessi non te lo avrei chiesto,non credi?- Se c'era una cosa che ancora
odiava dopo tutti questi anni era sentirsi in trappola;qualche volta era
piacevole dirle quello che provava per lei,quanto ancora fosse desiderabile e
attraente ai suoi occhi,ma con il passare del tempo era diventato quasi
superfluo:Luna sapeva che l'unica donna in grado di attirare la sua attenzione
in una stanza piena di gente era ancora e soltanto lei,senza bisogno di
parole. Con i vestiti o senza. E sperava che lo stesso valesse per
lei. Si lasciò andare ad un'altro sospiro e rialzò lo sguardo sul viso della
moglie:era una gioia per gli occhi vederla accanto a lui ogni
mattina,specialmente in quelle ultime settimane dopo il grande spavento che
aveva avuto e che lo aveva accompagnato per tutto il viaggio di ritorno da
Londra; era felice di sentire il piccolo movimento delle sue dita intorno alle
sue,quasi inconsciamente, il respiro leggero che gli accarezzava il retro del
collo. In silenzio le si avvicinò e andò a sedersi alle sue
spalle,sfiorandole la schiena con il torace. Con la coda dell'occhio,vide un
piccolo sorriso sul volto della moglie che lo divertì e,allo stesso tempo,lo
rilassò. -Stai cercando di sedurmi?-chiese lei scherzosa,muovendo leggermente
il collo per incontrare il suo sguardo. George sorrise e premette le labbra
una contro l'altra. -Ci riuscirei?-le chiese con lo stesso tono. Luna
sorrise di nuovo e poggiò la testa contro la sua spalla. -Dipende da come
rispondi alla mia domanda...- George rise leggermente e,poggiando entrambe le
mani sulle spalle,iniziò a massaggiarle dolcemente. Sentì i muscoli della
schiena e delle spalle iniziare a rilassarsi sotto il suo tocco,mentre Luna
chiudeva gli occhi,sospirando leggermente. -Non hai intenzione di
mollare,vero?-chiese lui fingendosi sconsolato. Nonostante avesse ancora gli
occhi chiusi,le labbra di Luna si piegarono verso l'alto divertite. -No...E
sai anche perchè- Già lo sapeva. Avvicinò il viso alla spalla destra e
posò un piccolo bacio alla pelle bianca e tesa che univa il collo e la
spalla. -Cosa ho notato in te la prima volta che ci siamo visti? Soltanto
io e te,senza estranei di mezzo-le domandò a mezza voce. Luna restò in
silenzio qualche istante,ricordando l'inondazione al quale era scampata soltanto
grazie all'aiuto di George,e sorrise quando un particolare ricordo arrivò alla
sua mente. -Il mio seno- George rise. -Lo sapevo che eri una
buon'osservatrice... Dai sì seria per un momento-disse poi. Luna riaprì
gli occhi e mosse il collo sulla sua spalla per cercare il suo viso. -I miei
occhi...o almeno questo è quello che mi hai detto-rispose. George
annuì. -Questo però non risponde alla mia domanda... Mi desideri ancora
dopo tutti questi anni e soprattutto dopo quello che sei stato costretto
a...-chiese lei testarda. -Sai bene che nessuno può costringermi a far
niente,non se lo voglio-le ricordò. Luna restò in
silenzio,preoccupata. -Ti sono stato accanto perchè era giusto così e perchè
altrimenti non avrei avuto altro modo per passare le mie giornate. So di aver
fatto poco,di non essere stato di grande aiuto,ma...- Luna si staccò dalla
sua schiena e si voltò per trovarsi faccia a faccia con lui. -Stai
scherzando?Tu sei la mia ancora,l'unica cosa reale in tutto questo
incubo. Per questo ho bisogno di rassicurazioni,di sapere che questi mesi
d'astinenza non ti hanno fatto passare la voglia di stare con me...-gli
chiese. George sorrise e le posò un bacio sulla fronte,posandole una mano
sulla guancia. -Credi che basti smettere di fare l'amore per non desiderare
più qualcuno? Forse così si ottiene il risultato contrario...-le disse
staccando leggermente le labbra dalla sua fronte. Luna alzò leggermente lo
sguardo e catturò gli occhi del marito,che le sorrise. -Per il momento devi
pensare soltanto a guarire,a star bene...Poi ti prometto che recuperemo tutto il
tempo perso-le disse scoccandole uno dei suoi sorrisi più malandrini. Luna
avvicinò il volto a quello di George e gli accarezzò le labbra con le
sue,indugiando su queste per un lungo istante. Quando si separarono,sfiorò
una guancia contro quella del marito e poggiò la testa contro la sua spalla
sinistra. -Ti amo,lo sai?- George sorrise,nascondendo a sua volta il viso
nella sua spalla. Sì sapeva anche questo...
Non voleva pensare. Non doveva pensare. Doveva
fare tutto quello che aveva programmato,perchè quella fosse la notte più bella e
memorabile della loro vita,quella che avrebbero ricordato anche quando fossero
stati vecchi e rugosi circondati da figli e nipoti. Era la loro ultima
notte. L'indomani Luke sarebbe partito e lei non voleva pensare,altrimenti
avrebbe cominciato a piangere prima del momento,rovinando tutto. Voleva che
quella fosse una serata speciale,e aveva fatto in modo che tutto fosse come
aveva programmato. Con la complicità di Allison aveva fatto in modo di avere
la casa libera:quella sera Rupert avrebbe avuto il turno notturno in
ospedale,Seamus aveva deciso di fargli compagnia,dopo una sfiancante insistenza
da parte della figlia e la stessa Allison avrebbe dormito da un'amica. Aveva
detto ai suoi genitori di essere stata invitata anche lei a quel pigiama-party e
loro le avevano dato il permesso,ma ancora non era sicura se loro avessero
capito che era solo una bugia. Sentendo il peso della partenza imminente,Luke
era stato il più dolce e tenero possibile,portandola a mangiare una pizza e
lasciandole scegliere il film. Per tutta la durata del film era rimasta con
la testa poggiata sulla spalla del ragazzo,stretta a lui anche se il film era
una commedia,e lui l'aveva lasciata fare,stringendole un braccio attorno alle
spalle e giocherellando con una ciocca di capelli. -Non voglio ancora tornare
a casa...-gli aveva detto all'uscita del cinema. Luke aveva annuito e
parlando di stupidaggini si erano avviati verso casa di Seamus e Rupert,
cercando in tutti i modi di non pensare:avevano parlato delle vacanze di
Natale,di come la famiglia di Luke andasse sempre a sciare e di come
inevitabilmente suo padre finisse per stirarsi un muscolo per colpa degli
sci;avevano riso dell'imitazione che il ragazzo aveva fatto di Scorpius e del
suo primo incontro con Seamus e Rupert. Erano saliti in camera di Luke come
se fosse la cosa più normale del mondo e Alice aveva evitato di far cadere lo
sguardo sulle valigie accuratamente preparate in un'angolo. Mancava veramente
poco,questa volta... -Stai bene?-le aveva chiesto lui abbracciandola da
dietro. Alice aveva sorriso e poi si era staccata da lui. -Ho un regalo
per te- Senza aggiungere altro,si era avvicinata alla scrivania bianca e
aveva aperto uno dei cassetti. -Come hai fatto a nasconderlo lì?-chiese Luke
sorpreso. Alice sorrise e tirò fuori un pacchetto. -Ho chiesto una mano ad
Allison-ammise richiudendo il cassetto. Si avvicinò al ragazzo e gli tese il
pacchetto. -Avrei dovuto immaginarmela una cosa del genere...-disse
Luke. Era evidente che fosse imbarazzato per non aver avuto la stessa
idea. Alice alzò le spalle. -Non l'ho fatto per avere un regalo,ma perchè
mi ha fatto pensare a te. Ora che ne dici di stare zitto e di aprirlo?-gli
disse accennando un sorriso. Luke sorrise e iniziò a rompere la carta da
regalo;pochi istanti dopo il suo sguardo fissava la copertina di un disco. Un
disco con una sola canzone. -E' un disco in vinile...-gli spiegò lei. Luke
la guardò qualche secondo per poi tornare a guardare il nome scritto sulla
copertina. "Nothing gonna stop us" dei Jefferson Airplane. -Non la
conosco-ammise voltando il disco e leggendo le indicazioni sul retro. Oltre
al testo della canzone e ai crediti discografici non c'era scritto
molto. -Allora dobbiamo rimediare-disse lei. Si voltò e prima che lui
potesse dire qualcosa,gli aveva tolto il disco di mano,aveva aperto uno
sportello scoprendo un impianto ad alta fedeltà e stava mettendo il disco sul
piatto. -Come avete fatto a...-chiese sempre più sorpreso. Alice si voltò
leggermente e sorrise. -Magia- Luke sorrise e prima che potesse dire
qualcos'altro,la musica si era diffusa per la stanza ed Alice era tornata fra le
sue braccia,poggiandogli la testa su una spalla. Entrambi restarono in
silenzio ascoltando la canzone,quasi trattenendo il respiro e quando arrivarono
al ritornello,Luke capì perchè lei gli aveva dedicato quella canzone.
"Let them say we are
crazy what do they know put your arms surround me baby don't
never let go. Let the world around us just fall apart baby we can make
it if we are heart to heart"
Sorrise leggermente e le fece alzare il viso con due
dita. I loro occhi si incontrarono ed Alice cercò di combattere i pensieri
tristi che le affollavano la mente. -Adesso che mi hai convertito alle
canzoni romantiche sarò lo zimbello dei Serpeverde-le disse per nulla
irritato. Alice sorrise. -Se qualcuno dei tuoi amichetti dovesse dirti
qualcosa,dì loro che questo è puro rock anni 70 e se non lo capiscono è perchè
non sanno niente di musica- Il silenzio scese di nuovo nella stanza,mentre
entrambi cercavano qualcosa da dire,qualcosa che non sembrasse un'addio,una
frase di circostanza. Era venuto il momento,quella era l'occasione
giusta...Quando avrebbero avuto un'altra casa vuota per un'intera
notte? Respirò profondamente e cercando di vincere il battito irregolare del
suo cuore,affondò lo sguardo in quello di Luke e fece per parlare. -Luke
io...-iniziò. L'attimo dopo le labbra di Luke erano sulle sue,mozzando il suo
discorso a metà. Allacciò le braccia attorno al suo collo e gli si premette
contro,schiudendo leggermente le labbra sotto quelle di lui per approfondire il
bacio. Si sentì stringere in vita e gli accarezzò il retro del collo con la
punta delle dita prima di affondarle nei suoi ricci neri e avvicinare ancora di
più i loro visi. Era una sua impressione oppure Luke stava
tremando? Staccò le labbra dalle sue e,leggere,le posò sulla base del collo a
poca distanza dall'inizio della sua clavicola destra. Luke abbassò
leggermente la testa e le strofinò la punta del naso contro una guancia,
respirando il suo odore,mentre lei restava immobile qualche secondo indecisa su
cosa fare:c'era qualcosa che era "normale" fare in quei momenti? Qualcosa che
i ragazzi si aspettano? Dannazione odiava essere così
inesperta! -Alice,tesoro...- Aveva esitato un'attimo di
troppo... Rialzò lo sguardo e,con sicurezza,lo puntò in quello di Luke per
fargli vedere che non aveva paura,che non era spaventata da quello che stava
succedendo,anzi non stava cercando un modo per farle andare avanti. Si alzò
sulle punte e lo baciò di nuovo,cercando di distogliere l'attenzione del ragazzo
dalle sue mani che dalle spalle erano scivolate lungo il torace e che si erano
fermate ai lati della maglietta. Forse anche Luke aveva i suoi stessi
dubbi,le sue stesse paure:magari anche lui la desiderava,ma non sapeva come
farglielo capire o se lei lo voleva. Forse aveva bisogno di un segnale,una
piccola spinta... Afferrando con decisione i due lati della maglietta li tirò
verso l'alto,costringendolo a staccarsi da lei e ad alzare le braccia per
agevolare i suoi movimenti;una volta tolta,Alice fece cadere a terra la
maglietta e restò qualche istante a fissare il fisico asciutto del suo
ragazzo. Anche se indossava ancora una cannottiera grigia senza maniche,il
torace ampio e muscoloso faceva bella mostra di sè mettendola quasi in
soggezione. Perchè improvvisamente sentiva così caldo? Riportò lo sguardo
sul viso di Luke e gli sorrise,ricevendo un sorriso cauto in cambio:doveva
ancora essere preoccupato per lei. Era venuto il momento di fargli capire che
non aveva paura. Non di lui. Allontanò le mani dalle braccia nude del
ragazzo e le portò sulla sua camicia color vinaccia, afferrando il bottone
centrale ed aprendolo in pochi istanti,in barba al tremore delle proprie
mani. Aveva già slacciato metà camicia,mettendo in mostra il reggiseno
nero,quando una mano di Luke fermò le sue. -Forse è meglio se questa sera
lasciamo le cose come stanno Alice-le disse con voce bassa. Alice lasciò
aggrottò le sopracciglia,senza capire,allontanando le mani dalla
camicia. Luke sospirò e si passò una mano fra i ricci. -Non sarebbe una
buona idea...-le spiegò. -Perchè?-chiese stupita lei. -Bella
domanda!-commentò lui allontanandosi leggermente. Ok,ora cominciava a capirci
sempre di meno. Lo sentì sospirare un'altra volta,mentre le voltava le spalle
e andava a sedersi sul letto. La puntina del disco continuava a girare a
vuoto,aspettando di essere rimessa al suo posto o di essere messa in un nuovo
solco per suonare una nuova canzone,ma il rumore circolare che produceva
arrivava alle orecchie di Alice quasi venisse da fuori,da un'altra camera e da
un'altra casa. La sua testa era in piena confusione,no forse non era
confusione...era umiliazione. Non l'aveva voluta. Si era offerta a lui e
non l'aveva voluta. Forse non era abbastanza...certo che non era
abbastanza! Non sapeva niente di quello che una ragazza avrebbe dovuto sapere
sul sesso,ma aveva deciso di donarsi a lui perchè lo amava,perchè si fidava di
lui e sapeva che l'avrebbe aiutata in quella situazione. Che
illusa! -Smetti di pensare quello che stai pensando- La voce di Luke
squarciò quei pensieri e le fece riportare l'attenzione su di lui. -Non sai a
cosa sto pensando-gli disse a mezza voce. -Oh sì...Ce lo hai scritto in
faccia- Come se potesse servire a cancellare la sua espressione,si coprì la
bocca con una mano. -Prima di cominciare a tirarmi addosso qualsiasi cosa ti
capiti sotto mano e di urlarmi contro, che ne dici di ascoltarmi cinque
minuti?-le chiese. Non era una richiesta così assurda. Cercando di
coprirsi il reggiseno ancora visibile dalla camicia aperta,mise le braccia
conserte contro il petto,annuendo poi velocemente. Luke annuì di rimando e
per qualche secondo il silenzio scese nella stanza,mentre rimetteva ordine nelle
sue idee. Meglio le cose importanti prima. -Io voglio fare l'amore con
te. Su questo non devi avere il mimimo dubbio-le disse con voce seria,senza
incontrare il suo sguardo. Belle parole,davvero,però quando si era presentata
l'occasione aveva agito in modo differente... -Non sembrava-disse Alice con
un tono che la fece assomigliare ad una bambina capricciosa. -Se lo avessimo
fatto questa sera sarebbe stato perchè è il nostro ultimo giorno
insieme. Anche se non ne abbiamo parlato tutta la sera e tu hai evitato
accuratamente di guardare le valigie già pronte,non vuol dire che non
succederà. E lo sappiamo entrambi...-le disse,con il suo solito senso
pratico. Alice abbassò leggermente la testa,fissandosi le unghie. -Non
l'avrei fatto per quello-disse testarda. Luke si alzò in piedi fermandosi di
fronte a lei ed il movimento catturò la sua attenzione. -Credi che per me sia
stato facile dirti di smettere? Sono mesi che non ci vediamo,e anche adesso
ogni volta che siamo stati insieme c'era sempre qualcuno in casa per
controllarci neanche fossi Cappuccetto Rosso finita nelle grinfie del Lupo
Cattivo-le disse. A quelle parole,Alice sorrise cercando subito di nascondere
quel sorriso. Ma dall'espressione sul viso di Luke capì che se ne era
accorto:era più rilassato,meno preoccupato di quello che avrebbe
detto. -Quindi anche tu avresti voluto fare...-gli chiese incapace di finire
la domanda,sentendo le guance andare in fuoco. Possibile che arrossiva al
solo pensiero?E che avrebbe fatto quando sarebbe successo davvero? Sarebbe
bruciata come un solo tizzone? Il sorriso sul viso di Luke si accentuò e lo
vide venirle incontro,e fermarsi a pochissima distanza da
lei. -Certo...Ma,anche se mi pesa dirlo,non sai quanto,credo che non sia
ancora il momento. Che ne dici di aspettare fino al tuo ritorno a Londra?-le
chiese avvicinando il viso al suo e parlandole all'orecchio neanche le stesse
confessando un grande segreto. Alice sbuffò,leggermente scocciata per quella
nuova svolta che aveva preso la serata. Non era per niente come l'aveva
immaginata. -Sei proprio sicuro che non possiamo fare altrimenti?-gli chiese
cercando i suoi occhi. Luke sorrise e le baciò una guancia
dolcemente. -Non farmi passare per il cattivo adesso...-disse avvicinando il
viso al suo e baciandola lievemente. Alice si lasciò baciare,mentre nella sua
mente una nuova idea prendeva corpo. -Posso dormire qui stanotte?-gli chiese
quando si separarono. Luke rise e scosse la testa. -Sei incredibile!Se lo
raccontassi in giro nessuno ci crederebbe-disse ridendo. -Avanti,non dirmi
che hai paura di me...Cosa mai posso farti di così terribile?-gli chiese
prendendolo leggermente in giro. Luke smise di ridere e fissò il suo volto
attentamente,riflettendo sulla sua proposta. -Soltanto dormire,chiaro?-le
disse in tono quasi paterno allontanandosi poi da lei e facendo il giro del
letto. Almeno una battaglia l'aveva vinta...Magari prima dell'alba sarebbe
riuscita a vincerne qualcun'altra...
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Capitolo 13 *** Elettrical storm ***
eletrical storm
"What you gonna do when
things go wrong? What you gonna do when it all cracks up? What you gonna
do when the love burns down? What you gonna do when the flames go up?
Who is gonna come and turn the tide? Whats it gonna take to make a dream
survive? Whos got the touch to calm the storm inside? Whos gonna save
you?"
Il ritorno era stato
caotico come al solito. Genitori che non riuscivano a staccarsi dai
figli,neanche se sapevano benissimo che li avrebbero rivisti di lì a sei
settimane per le vacanze di Natale,bauli sparsi un pò ovunque e gruppetti di
studenti che cercavano fra la folla l'ultimo amico mancante. Era sempre
così,forse era per questo che non aveva grandi speranze di incontrarla sulla
banchina. Aveva fatto il viaggio di ritorno insieme ai suoi fratelli e a
Rose,Lily era scomparsa nello stesso istante in cui il treno aveva iniziato a
staccarsi dalla banchina e i loro genitori erano spariti dal
finestrino. Forse era una sua impressione,ma l'aria in quello scompartimento
gli era sembrata elettrica,capace di rendere difficile la conversazione anche
fra loro che non avevano mai avuto quel genere di problema:James e Rose dovevano
aver litigato prima di salire sul treno,quasi sicuramente per una questione di
compiti che lei,come al solito,non voleva far copiare, e dal modo in cui
evitavano anche di guardarsi dovevano aver discusso da poco; Albus continuava a
tenere lo sguardo fisso sul libro che aveva posato sulle gambe,anche se era
evidente fin da subito che non lo stava leggendo,lasciandosi andare quasi ad
intervalli regolari a dei piccoli sospiri. Sarebbe toccato a lui rianimare
quello scompartimento di zombie,ma anche lui aveva i suoi pensieri. Erano
passate due settimane da quel piccolo ed unico bacio,che fosse andato tutto
perduto? Forse Rebecca aveva capito che,in fin dei conti,non valeva la fatica
e aveva portato l'attenzione su qualcun'altro. Magari fra loro era finita
ancor prima di cominciare e lui era lì a scervellarsi su come comportarsi o cosa
dirle non appena l'avesse vista! Quel solo pensiero lo aveva immusonito per
tutto il viaggio e lo aveva portato a fissare il paesaggio che gli passava
davanti agli occhi fuori dal finestrino,restando in silenzio per quasi tutto il
viaggio,parlando solo quando qualcuno si rivolgeva a lui direttamente. Quando
erano arrivati ad Hogwarts Gazza li aveva indirizzati,come al solito,verso Sala
Grande per la cena ed era stato allora che aveva iniziato a cercare intorno a sè
per trovarla fra la folla. -Andiamo a mangiare?-chiese Rose. I suoi occhi
catturarono il movimento poco lontano da sè,non facendogli ascoltare le parole
di Rose. -Tu và avanti,ti raggiungo fra un attimo-le disse allontandosi
mentre ancora stava parlando. Fu accanto a Rachel in pochi passi
e,repentino,Ronald le posò una mano sul braccio e la bloccò. La ragazza lo
guardò sorpresa per qualche istante,poi lui capì dal suo sguardo che l'aveva
riconosciuto. -Tu sei il ragazzo che piace a mia sorella-disse continuando a
fissarlo. Aveva parlato al presente! Allora aveva ancora qualche
speranza!!! -Sì,infatti sto cercando lei...Non sapresti dirmi dov'è?-le
domandò cercando di non mostrare la sua euforia. Rachel si guardò in giro e
lui la guardò fissare un punto lontano alla loro destra. -Eccola là!Come al
solito è insieme a quelle stupide delle sue amiche-gli disse tornando a
guardarlo. Ronald sorrise e la ringraziò,lasciandole il braccio e muovendosi
nella direzione di Rebecca. Erano vicini alla Sala Grande e Rebecca era un
paio di passi avanti a lui:doveva sbrigarsi se voleva parlarle prima di
entrare. Superò un gruppo di Corvonero e le fu alle spalle. La ragazza era
fra altre due Grifondoro:una dai capelli biondi molto ricci e l'altra dai
capelli castani sistemati sulla testa in due codini;dietro di loro,Ronald sentì
le chiacchiere delle due ragazze che quasi si sovrapponevano,ma non riuscì a
cogliere il senso del loro discorso. Facendo attenzione a non infastidire le
altre ragazze,alzò le mani e le infilò fra le due compagne arrivando a coprire
gli occhi di Rebecca. -Indovina chi sono...-le disse avvicinandosi a lei per
non dover alzare troppo la voce. Il gruppo si bloccò e le due ragazze si
voltarono fissandolo qualche istante,un'espressione stupita sui loro
volti,mentre Rebecca restò immobile sotto le sue mani,un leggero sorriso apparso
agli angoli della sua bocca. La vide alzare una mano e sfiorare la sua posata
sull'occhio sinistro,quasi volesse identificarlo dalle mani. -E'
difficile...Se sbaglio,finisce che combino qualche guaio. Un'indizio?-rispose
lei. Ronald sorrise divertito quanto Rebecca. -E se ti dicessi che sono un
cretino?-scherzò ricordando quello che gli aveva detto mentre lo prendeva a
schiaffi l'ultima sera che si erano visti. Rebecca rise e sfiorandogli la
mano un'ultima volta si voltò,sorridendogli nello stesso istante in cui i loro
occhi si incontrarono. -Credi di essere speciale?Non sei l'unico cretino del
mondo...-gli disse cercando di essere seria. Ronnie sorrise e
annuì,completamente dimentico delle due ragazze che erano accanto a loro, quasi
una scorta privata di Rebecca. -Come sono andate le vacanze?-gli
chiese. -Bene,piene di sorprese...-confessò. Rebecca aggrottò un
sopracciglio,curiosa. -Se ti siedi accanto a me durante la cena,te lo
racconto...Credimi è un racconto tutt'altro che noioso-le disse cogliendo
l'occasione al volo. Lo sguardo veloce che Rebecca lanciò alle due amiche gli
fece capire che non avrebbe dovuto aspettare ancora per restare solo con
lei. -Scusami Ronald,ma non ci vediamo da settimane e dobbiamo aggiornarci su
tutto quello che è successo-gli disse lei titubante. Era chiaro che non le
importava niente delle sue amiche,che avrebbe preferito cenare con lui, ma aveva
rifiutato per non far indispettire le due guardie del corpo! Da perfetto
gentiluomo,Ronald annuì sicuro. -Sarà per un'altra volta...Anzi domani dopo
cena abbiamo organizzato qualche allenamento per riprendere il ritmo. Che ne
dici di farmi compagnia sul campo?-le propose ancora. Che gli veniva in
mente? Avrebbe fatto una fatica del diavolo a convincere tutti gli
altri! Questa volta Rebecca sorrise illuminandosi. -Mi farebbe molto
piacere. A che ora?-gli chiese poi. -Facciamo verso le otto?- Lei
annuì. -Porta la felpa,non mi va che prendi freddo-le disse premuroso
Ronald. Lei rispose con un'altro sorriso e un piccolo cenno del capo. Con
la coda dell'occhio vide arrivare Daniel e James anche loro diretti alla Sala
Grande. -Sarà meglio che vada. Ci vediamo più tardi!-le disse
allontanandosi di corsa. Raggiunse l'amico e sentendosi allegro come poche
volte nella sua vita,saltò sulle spalle di James,allacciandogli le braccia al
collo. -Sentivate la mia mancanza?-chiese a Daniel che si era voltato verso
di lui. -Scendi subito dalla mia schiena!-gli intimò il fratello. Sciolta
la stretta e rimessosi in piedi,sorrise ad entrambi. -Domani abbiamo
un'allenamento-disse loro. James aggrottò le sopracciglia e lo
guardò,sorpreso. -Credevo di essere io il capitano della
squadra...-commentò. Ronald alzò le spalle,come se non fosse
importante. -Infatti lo sei,però voglio organizzare un'incontro come quello
che abbiamo fatto prima di partire:niente di serio,giusto per divertirci-spiegò
al gemello. -Lo sai che esistono altri modi per divertirsi?-chiese Daniel al
rosso. L'attenzione di Ronald venne ancora una volta distratta mentre i suoi
occhi si posavano di nuovo su Rebecca che,prima di entrare nella Sala Grande,si
era voltata indietro e gli aveva lanciato un' ultimo sorriso. James rise al
cenno che l'altro fece alla ragazza e,quando Rebecca fu entrata,diede una
vigorosa pacca sulle spalle del fratello. -Adesso capisco...Dan domani
abbiamo un'allenamento,credi di poter essere dei nostri?-domandò guardando
l'amico. Daniel alzò le spalle. -A che ora?-chiese di rimando. James si
voltò a guardare il fratello che,ancora mezzo imbambolato guardava le porte
attraverso le quali era passata Rebecca,e dovette dargli un leggero scossone per
farlo riprendere. -Eh?Ah...Alle otto-rispose Ronald. Daniel annuì. -Va
bene,però ora possiamo andare a mangiare?-
Haley Albright era innamorata di James Potter dal
terzo anno. Fin da quando,il giorno di San Valentino di due anni prima,lui le
aveva regalato un cuore di cioccolata al latte. Certo quel cioccolato non era
stato comprato originariamente per lei,ma il destino aveva voluto che la ragazza
di turno avesse scelto proprio quel giorno per lasciarlo,riempiendolo d'amarezza
e ancora in possesso di quel cuore di cioccolata. Lei era capitata al momento
giusto al posto giusto. Si erano scontrati in un corridoio e lei,per colpa
del suo equilibrio precario,era finita a terra con tutti i libri. James
l'aveva aiutata a rialzarsi, si era più volte scusato e le aveva regalato il
cuore. Più volte si era detta che non era per lei,che se ci fosse stata
un'altra al suo posto James avrebbe fatto lo stesso,ma questo non l'aveva
aiutata a trovarlo meno interessante o meno sexy. Da quel giorno aveva
raccolto più informazioni possibili su di lui,il che non era stato difficile,
aveva seguito tutte le partite di Quidditch dei Grifondoro anche se non capiva
nulla di sport solo per poterlo vedere con la sua uniforme e aveva cercato di
inserirsi nelle stesse lezioni che lui seguiva di anno in anno. Quel
marcamento stretto significava anche vederlo con altre ragazze,completamente
ignaro delle sue attenzioni,ma lei aveva resistito,in un'atteggiamento quasi
masochistico,sicura che prima o poi la ruota sarebbe girata. In fondo non
aveva niente da invidiare alle altre ragazze che con cui James era stato:aveva
un bel fisico,slanciato dalle lezioni di danza classica che i suoi genitori
babbani le avevano fatto prendere fino agli undici anni,capelli ricci biondo
cenere che il più delle volte controllava in una crocchia,ed occhi marroni
profondi. I vestiti nascondevano le sue forme,ma non le avevano impedito di
avere qualche storia,tutte ovviamente prima dell'inizio del suo amore per
James. Da allora non c'era stato nessun'altro. Ma si era data un tempo
limite:se entro la fine di quell'anno non fosse successo nulla e lui avesse
continuato a non accorgersi di lei,allora avrebbe chiuso definitivamente quel
capitolo e sarebbe andata avanti con la sua vita. Non poteva aspettare per
sempre un treno che non arrivava mai. Diretta verso la torre dei Grifondoro
stanca per la lunga giornata,camminava senza neanche guardare dove stava
andando,lo sguardo ai vecchi quadri appesi alle pareti che aveva visto tante e
tante volte in precedenza. La sua preoccupazione principale era il baule
ancora intatto che la aspettava nel suo dormitorio: non aveva nessuna voglia di
mettersi a disfare le valigie! Magari ci avrebbe pensato domani...ma se le
fosse servito qualcosa che era sul fondo del baule? Persa fra i suoi
pensieri,lo sguardo basso,mise un piede un fallo e inciampò sbilanciandosi in
avanti. Avrebbe fatto una fine terribile:come minimo questa volta ci sarebbe
stato bisogno di una visita in infermeria. La sua caduta,però, venne
interrotta da un corpo,che si mise fra lei ed il pavimento, impedendole di
rovinarsi la faccia:due mani si strinsero sui suoi avambracci,e le fecero
recuperare l'equilibrio. Per qualche secondo rimase immobile,ancora incredula
di non essersi fatta male,lo sguardo sul maglione grigio del suo "salvatore",poi
alzò lentamente la testa per fissarne il volto. -Tutto bene?-domandò
questo. Era un'altro sintomo della sua ossessione oppure quella voce le era
incredibilmente familiare? Alzò finalmente lo sguardo sul volto del ragazzo e
rimase per qualche istante a bocca aperta quando si accorse di essere quasi fra
le braccia di James Potter. Allora un Dio esiste! -Ti sei fatta male?-le
domandò ancora lui guardandola con aria preoccupata. -Sto bene,sto
bene...-rispose cercando di non apparire sgarbata. Le mani di James la
lasciarono e per qualche istante rimasero entrambi in silenzio:lei conosceva
quasi tutto di lui,ma per l'altro erano due estranei...cosa avrebbero mai avuto
da dirsi? -Grazie.Mi hai evitato un'altra caduta-lo ringraziò ricordandosi le
buone maniere. Il ragazzo sorrise leggermente. -Ti succede spesso?-le
domandò. -Cosa?-chiese lei,quasi incapace di staccare lo sguardo dal suo
viso. -Di scivolare e cadere- Haley sorrise e annuì,suo malgrado. -Più
di quanto vorrei...Ho un'equilibrio molto precario. Anzi ti consiglio di
tenermi altrimenti finisce che cado di nuovo-scherzò Haley. James sorrise di
nuovo,chiaramente divertito,poi il suo sguardo si fece attento mentre scrutava
il suo viso. -Ci conosciamo?-le domandò poi. Lei ci pensò qualche secondo
prima di rispondere:se gli avesse detto che sapeva tutto di lui e che era
innamorata di lui da tre anni,James sarebbe scappato a gambe levate. Meglio
giocare d'astuzia. -Io ti conosco-gli disse incrociando le braccia sul
petto. James alzò un sopracciglio,sorpreso,facendola sorridere. -Chi non
conosce James Potter capitano della squadra e caposcuola dei Grifondoro? Il
vostro è il gruppo più grande alla nostra tavolata-gli disse ancora sorridendo
leggermente. James abbassò la testa ed annuì,visibilmente
divertito. -Credo tu abbia ragione- Si fissarono qualche istante di
sottocchi e lei si chiese se doveva salutarlo ed andarsene o se poteva sperare
in qualcos'altro. -Quindi anche tu sei una Grifondoro...-affermò. -Perchè
ne sei così sicuro?-gli chiese colpita. James alzò le spalle. -Non sei una
Serpeverde perchè loro non ci possono vedere,e poi perchè la loro Casata è nei
sotterranei. Non sei una Tassorosso perchè loro sono talmente sulle nuvole da
non accorgersi di quello che c'è intorno a loro. Ma neanche una Corvonero
perchè,a prima vista,non sembri molto stravante...- -Ti sbagli!So essere
molto strana se voglio-ribattè Haley. James rise di gusto,continuando a
tenere lo sguardo su di lei. -Comunque hai ragione. Sono Haley Albright-si
presentò. Era strano essere in quella posizione di superiorità rispetto a
lui...Era forse la prima volta nella sua vita che aveva quella
sensazione. James fece un piccolo inchino con la testa e poi tornò a fissare
il suo volto. -Anche se non sembra necessario che mi presenti,io sono James
Potter. Ora credi di riuscire ad arrivare alla Torre senza altri
incidenti,oppure hai bisogno di essere scortata?-le domandò affondando le mani
nelle tasche. Haley alzò l'angolo destro della bocca e sembrò pensarci
qualche istante,anche se una voce nella sua mente le diceva di accettare,di
cogliere quell'occasione preziosa. -La strada è irta di pericoli...- Il
ragazzo sorrise e annuì,portandosi al suo fianco e iniziando a camminare. E
alla fine di quel breve tragitto,senza quasi sapersi spiegare come era successo
quel miracolo,Haley era riuscita ad ottenere un'appuntamento.
Quella notte,restarono semplicemente
abbracciati. Anche se erano da soli nella Stanza delle Necessità e nessuno
sapeva dove trovarli. Non lanciarono neanche uno sguardo al letto a
baldacchino,nascosto in un'angolo,preferendo il divano nero che era davanti al
camino acceso. Era strano vedere le pareti di mattoni a vista del castello
piene di poster e segnali stradali babbani,una libreria appoggiata ad un muro
poco distante dal letto. Durante la cena si erano comportati come
sempre,concentrati sui propri amici e si erano ritrovati vicini soltanto il
tempo di darsi quell'appuntamento. Un'appuntamento a cui nessuno dei due
sarebbe mancato. Sapeva che aveva bisogno di lei. C'era qualcosa
nell'unico sguardo che si erano lanciati che glielo aveva fatto capire e lei
sarebbe stata lì per lui. Era tornata alla Torre soltanto il tempo necessario
per togliersi i vestiti che aveva indosso durante il viaggio e per togliere
parte della sua roba dal baule,poi era schizzata via dal dormitorio prima che
qualcuno la vedesse. Ma non era stata abbastanza veloce:Rose,stranamente
sola,era seduta sul divano della Sala Comune con uno dei suoi soliti tomi sulle
ginocchia e vedendola scendere si era illuminata. -Lily!Ti andrebbe di farmi
un pò di compagnia?-le chiese chiudendo il libro e segnando le pagine con un
dito. La rossa la guardò qualche istante,mentre la sua mente cercava
frenetica le parole più adatte per non ferire la sensibilità della
cugina. -Mi dispiace Rosie,ma devo vedere il Professor Malfoy per mettermi
d'accordo sul programma avanzato di Pozioni-mentì. Sul viso dell'altra
apparve una chiara espressione amareggiata,che le avrebbe fatto cambiare idea se
non si fosse trattato di un'impegno importante. -Magari sarà per la prossima
volta...-aggiunse conciliante. Rose annuì. Senza sapere cos'altro
dire,Lily la salutò e si avviò verso l'uscita. Camminò per i corridoi
guardandosi le spalle,neanche stesse commettendo un grave reato,tesa e
preoccupata. Si calmò soltanto quando lo vide. L'aspettava davanti al muro
che nascondeva la porta della Stanza Delle Necessità e le sorrise nello stesso
istante in cui i loro occhi si incontrarono. Arrivò di fronte a lui e lo
fissò qualche istante in silenzio. -Ciao-lo salutò poi ritrovando la
parola. Il sorriso sul volto di Daniel si accentuò. -Ciao
scricciolo- Ormai era così abituata a quel particolare nomignolo,soltanto
suo,da sembrarle strano quando usava il suo vero nome. -Entriamo?-le
chiese. Lily annuì. La porta si materializzò e quando fu completamente
formata Daniel afferrò la maniglia e l' aprì, facendosi poi da parte per farla
entrare. Quando la porta si richiuse dietro di loro,ci fu qualche istante di
imbarazzo:non era la prima volta che erano soli in una stanza,però per la prima
volta entrambi erano consapevoli che qualcosa era cambiato. Non era più un
gioco. Lily mosse un paio di passi nella stanza dandogli le spalle,lo sguardo
attento a non perdersi neanche il più piccolo particolare,come se fosse una
questione della massima importanza. -Mi piace questa stanza-disse qualche
attimo dopo. Sentì i passi dietro di sè e non si sorprese quando le braccia
di Daniel la strinsero attirandola contro il suo torace. -E' la mia
camera...Il mio rifugio-le confessò. Lily poggiò la testa contro la scapola
sinistra e avvolse le braccia su quelle di Daniel, strette attorno alla sua
vita. -Credevo fossi più disordinato-ammise sincera. Lo sentì sorridere e
ne fu leggermente sollevata. -Ho cercato di mostrartela al
meglio...-scherzò. -Così,nel caso dovessi visitarla per davvero,non scapperei
di corsa-ribattè ancora Lily. Questa volta la risata del ragazzo le arrivò
chiara,permettendole di unirsi a lui. Si sciolse dall'abbraccio e si voltò
per essere faccia a faccia con lui:sul viso era evidente la stanchezza che
doveva essere presente anche sul suo,mentre una piccola ruga che non aveva mai
visto prima di quel momento era apparsa sopra il naso. Alzò una mano e con la
punta dell'indice la sfiorò,portandola a distendersi. -C'è qualcosa che non
suoni banale...qualcosa che ti faccia capire quello che vorrei chiederti?- gli
domandò confusamente abbassando la mano. Daniel restò immobile,lo sguardo
fisso nel suo e sembrò che quel silenzio non dovesse avere fine. Cosa poteva
dirgli per farlo sentire bene,per convincerlo ad aprirsi con lei? Prima che
riuscisse ad avere un'idea decente,però,sentì il braccio attorno alla sua vita
aumentare la stretta e l'istante dopo la testa di Daniel era posata sulla sua
spalla destra. -Dan...-disse sorpresa da quel gesto. Le braccia sollevate
poco sopra le spalle del ragazzo,leggermente rigida,aspettava un segno, qualcosa
che l'aiutasse a capire cosa aspettarsi. -Dammi solo un momento...Ho solo
bisogno di restare così per...-disse senza finire la frase. Non aveva bisogno
d'altro. Sapeva che Daniel aveva bisogno di lei,era per questo che quella
sera era andata nella Stanza delle Necessità,e ora non aveva nessuna voglia di
tirarsi indietro. Allacciò le braccia alle sue spalle e posò una guancia
sulla sua spalla,chiudendo per qualche istante gli occhi. Il silenzio nella
stanza era irreale,quasi fosse di vetro:fragile e duro allo stesso
tempo. Sentiva il torace di Daniel muoversi contro il suo petto ad ogni
respiro,lento e regolare,quasi le lancette di un'orologio e,dopo gli iniziali
timori,alzò una mano e gli accarezzò i capelli dolcemente,come sua madre faceva
con lei quando era triste o malata. -Va meglio?-domandò dopo molto
tempo. Il ragazzo alzò leggermente la testa e accennò un sorriso incontrando
il suo sguardo. -Te l'ho detto che sto meglio quando ti vedo-le
ricordò. Lily sentì le guance bruciare e sperò ardentemente di non essere
arrossita:non avrebbe resistito all'umiliazione. Daniel sospirò e si staccò
leggermente da lei. -Se non dormissi nella stessa stanza di tuo fratello
cercherei in tutti i modi di dormire con te stanotte-le disse. Lily alzò un
sopracciglio,incerta e lui capì che le sue parole potevano essere
fraintese. -Soltanto dormire,sta tranquilla. Per qualche misteriosa
ragione hai un'effetto positivo su di me-la rassicurò. La ragazza sorrise poi
fece un cenno con la testa,annuendo lentamente. Se il problema era suo
fratello allora lei aveva la soluzione... Si staccò da lui e,tenendolo per
mano,si mosse nella stanza,raggiungendo il divano. Lo sguardo fisso su di
lei,Daniel si sedette sul divano,seguito poco dopo da Lily,che non contenta si
sdraiò portandolo giù con sè. -Qui nessuno ti dirà nulla-gli
disse,incontrando per l'ennesima volta il suo sguardo curioso. Ci volle
qualche secondo prima che Daniel capisse il vero significato di quella frase,poi
un sorriso calmo apparve sul suo viso,mentre il suo braccio sinistro si
allungava sulle sue spalle e l'attirava di nuovo contro di sè. Allacciando un
braccio alla sua vita e intrecciando una gamba a quelle di lui,Lily respirò
profondamente,perfettamente a suo agio,nelle orecchie il battito calmo del cuore
del ragazzo.
-Allora?Hai ottenuto qualche risultato?- Non lo stava
guardando,ma alle sue orecchie arrivò la risatina divertita e leggermente
seccata dell'amico al suo fianco. -E tu?-si sentì chiedere,con aria
leggermente scocciata. Perchè doveva sempre rigirare la frittata? Doveva
averlo preso dalla Weasley quel brutto vizio! -L'ho chiesto prima io...-gli
disse semplicemente. Continuava a fissare il buco davanti a sè,due tavolate
più avanti,concentrato neanche un falco che aspetta la sua cena. -Ti ho già
detto che non sono partito per quello che pensi tu...-gli ripetè Luke con lo
stesso tono di prima. Scorpius si lasciò scappare un ghigno divertito a
quelle parole. -Neanche in un'altro continente sei riuscito a combinare
nulla-lo prese in giro prima di portare la tazza alle labbra. Luke gli diede
un lieve spintone,per mostrargli il suo disappunto. -Non ci sei riuscito
neanche tu,vero?-chiese poi con voce sicura. Suo malgrado,Scorpius aggrottò
le sopracciglia,senza però staccare lo sguardo dalla tavolata dei
Grifondoro. -Cosa te lo fa pensare?-domandò cercando di non mostrarsi troppo
curioso. Lo sentì masticare al suo fianco e dovette aspettare qualche istante
prima di ottenere una risposta. -Altrimenti non staresti fissando in modo
così ossessivo i Grifondoro...Saresti già alla ricerca della prossima
vittima-gli spiegò l'amico. Accidenti!Aveva perfettamente ragione. Quelle
due settimane aveva pensato così tante volte a quello che era successo,al modo
avventato in cui si era comportato da chiedersi cosa ci fosse di così speciale
in Albus da farlo ridurre così,da arrabbiarsi con il Grifondoro per quello che
inconsapevolmente gli stava facendo. -Tutte schiocchezze!-commentò
secco. Prima che Luke potesse controbattere però,i Potter fecero ingresso
nella Sala Grande,entrando alla spicciolata uno dietro l'altro:prima vennero i
due gemelli,uno ancora quasi completamente addormentato e l'altro pieno
d'adrenalina che sembrava incapace di sfogare;poi fu la volta della
sorella,l'alunna preferita di suo padre,che lanciò un'occhiata di fuoco al
gemello con i capelli neri e andò a sedersi accanto ad un ragazzo dai capelli
neri ricci. Infine entrò lui:le braccia piene di libri e borse come al suo
solito,i capelli arruffati e senza controllo che gli cadevano sulla fronte e gli
nascondevano gli occhi,si lasciò cadere accanto alla Weasley,che gli rivolse un
sorriso che lui ricambiò per poi afferrare una briosche. Aguzzò la
vista,stringendo leggermente gli occhi,e prese a fissarlo,quasi fosse un
riflesso condizionato,qualcosa che il suo cervello faceva senza neanche
accorgersene. Doveva incontrare il suo sguardo:dopo due settimane aveva
bisogno di sapere cosa pensava di quello che era successo quella sera. Perchè
si comportava come una femminuccia innamorata? Finalmente Albus alzò lo
sguardo dal tavolo e incontrò i suoi occhi. La reazione fu immediata:le
guance si imporporarono all'istante,la mano che reggeva la tazza tremò
impercettibilmente,anche se cercò di nasconderlo e pochi istanti dopo aveva
riabbassato gli occhi,nascondendosi quasi alla sua vista. -Vuoi sapere come
la penso?-gli domandò Luke,testimone di quel gioco di sguardi. -No- -Io te
lo dico lo stesso...Questa volta sei fregato amico mio-commentò poi. Scorpius
allontanò finalmente lo sguardo da Albus e lo portò sull'amico vicino a sè,quasi
incenerendolo con lo sguardo. -Perchè non la smetti di occuparti di me e non
pensi alla tua Alice?-gli chiese alzandosi e dirigendosi verso l'uscita. I
gesti da prima donna erano il suo forte,suo padre glielo diceva sempre. Ma
gli diceva anche che non si ottiene sempre tutto quello che si vuole,neanche
comportandosi da prima donna. Finora le sue conquiste erano state
facili,quasi elementari:fin da quando aveva capito che gli uomini lo attraevano
più delle donne,quasi tre anni prima,aveva puntato su persone deboli, che
fossero facili da plasmare e da "sottomettere". Non voleva una storia
seria,era interessato al lato "proibito" di quel tipo d'amore. La sua vita
era segnata,neanche scorresse su due binari:sarebbe diventato un giocatore di
Quidditch o un membro del Ministero,avrebbe sposato una ragazza Purosangue e
avrebbe procurato un'erede alla famiglia per continuare il buon nome dei
Malfoy. Ma che male c'era se nel frattempo si intratteneva con qualche
diversivo? Su una cosa però,suo padre si sbagliava:lui otteneva sempre quello
che voleva. E ora voleva Albus Potter.
Non credeva potesse esserci tanta
fila. Specialmente in un pomeriggio feriale. Guardò il display su cui
venivano mostrati i posti ancora disponibili per ogni sala per poi abbassare lo
sguardo sulle persone che erano in fila davanti a sè:sarebbe riuscito a prendere
un biglietto prima che fosse troppo tardi? In fondo gliene bastava soltanto
uno,non credeva di chiedere tanto... Aveva provato in tutti i modi a
convincere Justin o Ed ad accompagnarlo,ma entrambi sembravano impegnati in
faccende più importanti,talmente occupati da lasciarlo da solo. Se ne sarebbe
ricordato la prossima volta:magari sarebbe stato il suo turno di fare il
prezioso. Guardò ancora una volta il display,con un gesto automatico e
leggermente ansioso,riportando lo sguardo sulle sei persone davanti a
lui. Talmente concentrato sulla fila,non si accorse della nuova presenza
accanto a sè e,quando sentì il braccio infilarsi sotto il suo,sobbalzò quasi
spaventato. Si voltò di scatto,rilassandosi quasi subito quando vide Allison
accanto a sè. -Ti ho fatto paura?-gli chiese curiosa. Fred sogghignò,quasi
divertito dalle sue parole. -Paura?Non sono mica un tuo compagno
dell'asilo...-la prese in giro. Lei corrugò la fronte e sembrò sul punto di
fargli una linguaccia,ma riuscì a trattenersi, preferendo un sospiro
offeso. -Fred!Anche tu qui?- Dietro Allison erano comparsi Seamus e
Rupert,un'espressione sorpresa sul viso:era così strano che volesse passare un
pomeriggio al cinema? A sentir loro sembrava che lo avessero beccato
all'uscita di uno strip club! -Già,ho pensato di fare un giro...Voi
invece? Sarà la seconda volta che vi vedo tutti insieme-confessò
sincero. Seamus sorrise divertito e annuì,dando di gomito al marito,quasi
volesse avvalorare una tesi. -Non ci capita spesso,soprattutto per colpa
mia-ammise Rupert. -Fa uno strano effetto vederlo senza camice,vero?-domandò
Allison al ragazzo. Fred sorrise e si arrischiò ad annuire. -Credo abbia
anche dimenticato come si allaccino le scarpe da ginnastica tanto è abituato a
quelle strane scarpe che indossa in ospedale-continuò la ragazza. Seamus rise
sinceramente divertito,permettendo così a Fred di ridere senza mostrarsi
indisponente. -Davvero divertente signorina...Ne riparliamo il mese prossimo
quando dovrai avere il tuo mensile-la minacciò velatamente Rupert,probabilmente
abituato a quelle battute. La fila si mosse e il gruppo fece un leggero
movimento in avanti. -Ti va di unirti a noi?-gli chiese Seamus tornando a
portare lo sguardo sul viso di Fred. Doveva accettare? Aveva sperato di
restare da solo,di godersi una giornata senza pensieri e la presenza di Seamus e
Rupert,anche se voleva bene ad entrambi e si trovava bene in loro
compagnia,significava abbandonare quel proposito. -Perchè invece non ci
dividiamo?-fece Allison. Fred corrugò leggermente la fronte e guardò la
ragazza,che era rimasta al suo fianco per tutto il tempo. -Io posso andare
con Fred e voi potete godervi questa giornata insieme...-disse guardando i
genitori-sempre se a te non dispiace-aggiunse subito fissando gli occhi di
Fred. Il ragazzo restò qualche istante in silenzio,indeciso:lo disturbava la
compagnia di Allison? Ormai era talmente abituato ad averla intorno che non
avrebbero avuto il minimo problema,non ci sarebbe stato il minimo imbarazzo fra
loro. Forse si sarebbero anche divertiti... -No,figurati...-la
rassicurò. Allison sorrise,una strana espressione nei suoi occhi,poi tornò a
guardare i suoi genitori in attesa della loro risposta. -E che ne è di tutti
i bei discorsi sulla giornata in famiglia?-chiese Rupert. -Possiamo farlo
un'altra volta,magari è un'incentivo per tenerti più di un giorno fuori
dall'ospedale-ribattè la ragazza. I due uomini si guardarono,facendo un'altro
passo che li avvicinò alla biglietteria,e alla fine Seamus alzò le
spalle. -Va bene,ma alle sei devi essere a casa-le ricordò. -Le
sette?-mercanteggiò lei. Che bisogno c'era di tanto tempo? Seamus portò lo
sguardo su Fred e per,qualche istante,il ragazzo sentì chiaramente la sua
occhiata su di sè,poi questa si allontanò e l'uomo tornò a guardare la
figlia. -Vada per le sette-concesse. Allison sorrise e si sporse verso il
padre per dargli un bacio sulla guancia,per poi tornare accanto a Fred. -Che
film andiamo a vedere?-gli chiese con voce curiosa. La sua idea era di vedere
un film d'azione,magari un film pieno di sparatorie che non lo impegnasse tanto
e che lo rilassasse,ma capì subito che quello non era il tipo di film da far
vedere ad una ragazza. -Tu cosa vuoi vedere?-le domandò con un'espressione
incoraggiante sul viso. Mentre era intenta a guardare i titoli sul
display,Rupert e Seamus salutarono i due ragazzi,preferendo impiegare quel tempo
in modo diverso,ricordando ad Allison l'orario per cui doveva rientrare,per poi
avviarsi verso la macchina parcheggiata poco lontano. -Che ne dici del film
comico?O preferisci il cartone animato?-gli domandò riportando lo sguardo su di
lui. -Basta che non andiamo a vedere un film d'amore...-le disse
sincero. Allison rise e scosse la testa. -Tutti uguali voi
maschi!-commentò. Erano ormai il loro turno:si avvicinarono al vetro e il
commesso mosse lo sguardo da uno all'altra. -Avete scelto ragazzi?- Fred
guardò Allison e si chiese su cosa sarebbe caduta la scelta. -Vada per il
film comico-disse lei al commesso. Alla fine il film non era stato tanto
terribile:dopo aver comprato pop-corn,bibite e una confezione di nachos per
Allison si erano sistemati ai loro posti in una delle ultime file e avevano
passato le due ore successive seguendo le disavventure di un'uomo che in luna di
miele trova la donna perfetta per lui. -Ti è piaciuto?-gli chiese Allison
uscendo dal cinema alla fine del film. Fred alzò le spalle e si strinse
ancora di più nella giacca,cercando di ripararsi contro il vento
freddo. -Spero sinceramente di non trovarmi in quella situazione...Se era
tanto innamorato di quella tipa perchè poi si è sposato una seconda
volta?-commentò. Allison gli rivolse uno sguardo e aspettò qualche secondo
prima di rispondere. -Forse credeva di non avere più speranze. Lei era
sposata,gli aveva detto di essere felice...non credi che questo convincerebbe
chiunque?- gli fece notare lei. Fred storse la bocca da un lato. -Se fosse
sempre così,io non sarei nato-disse tenendo lo sguardo sulla strada. Allison
si portò avanti a lui,iniziando a camminare all'indietro,catturando il suo
sguardo. -Che vuoi dire?-gli domandò curiosa. Il ragazzo fece un leggero
sorriso e affondò le mani nelle tasche:ogni volta che ripensava a quella storia
gli veniva da ridere. Suo padre era stato un vero pazzo a presentarsi alla
festa prematrimoniale di sua madre e convincerla a scappare con
lui,completamente indifferente a quello che quel gesto avrebbe portato. -Ai
tuoi genitori è successa una cosa come quella del film?-domandò Allison sempre
più sorpresa. -No,però mia madre stava per sposare un'altro-le
raccontò. La ragazza strabuzzò gli occhi,facendo sorridere di divertimento
Fred:come mai non sapeva quella storia? -E perchè tua madre stava sposando
un'altro?- -Non ce lo hanno mai raccontato chiaramente,però da quello che
sono riuscito a capire avevano avuto una terribile litigata e si erano
lasciati. Così mia madre era tornata con il suo ex,decidendo di
sposarlo...-raccontò brevemente. -Poi che è successo?-domandò ancora
Allison. Fred la guardò negli occhi e sorrise. -Ti stai appassionando per
caso?-le chiese prendendola in giro. -Finisci di raccontare,poi puoi
prendermi in giro quanto ti pare!- Fred rise e scosse la testa. -Non c'è
molto altro da raccontare:mio padre è arrivato alla festa,l'ha convinta a non
sposare quell'altro e a tornare con lui. Tutto qui-concluse. Allison
sospirò e tornò a mettersi al suo fianco,lasciandosi scappare un
sospiro. -Cosa?-chiese il ragazzo. -Sono ufficialmente innamorata di tuo
padre. Chi l'avrebbe detto che fosse un'eroe romantico?-domandò lei rialzando
gli occhi sul suo volto. Fred scoppiò a ridere divertito:non aveva mai visto
suo padre in quella veste. -Sta attenta però,mia madre è molto
gelosa...-scherzò. Avviati verso la strada che conduceva a casa di
Allison,percorsero un breve tratto in silenzio, camminando uno accanto
all'altra. -Posso farti una domanda?-chiese ad un tratto Fred. Un leggero
sorriso apparve sul viso di lei,portandolo a chiedersi cosa lo avesse
provocato. -So già cosa vuoi chiedermi-gli disse. -Impossibile-ribattè
lui. -Vuoi chiedermi dei miei genitori,vero?-fece Allison con voce
tranquilla. Fred la guardò,cercando nel suo volto qualcosa che gli facesse
capire se la domanda le avrebbe dato fastidio,ma non trovò nulla:doveva essere
abituata a quel genere di domande. Ma per qualche strana ragione decise di
non comportarsi come tutti gli altri ed affliggerla con la sua curiosità e
scosse la testa. -Veramente no-disse cambiando al volo idea. L'espressione
sicura sul viso della ragazza sparì. -Davvero?- Fred sorrise ed
annuì. -Volevo chiederti come mai ti fai accompagnare dai tuoi genitori al
cinema...Non ce l'hai un fidanzato?-le domandò. Come gli veniva in mente una
domanda del genere?! Possibile che fra tante cose da chiederle gli era venuto
in mente soltanto quello? Allison lo guardò e gli diede una piccola
spinta,allontanandolo di qualche passo. -E tu allora?Sembravi la reclame
della depressione...-scherzò lei. -Per me è normale essere solo:non mi
conosce nessuno. Tu però vivi qui...-le fece notare il rosso. Allison
guardò avanti a sè e alzò le spalle. -Io ti conosco,perchè non hai chiesto a
me?-gli fece notare la ragazza. -Non sapevo cime avresti preso l'invito;in
fondo sei più amica di mia sorella che mia-ribattè Fred. Allison rise
scuotendo la testa e ritornò in silenzio. -Per caso ho toccato qualche tasto
dolente?-si informò lui leggermente preoccupato. Magari si era lasciata con
il suo ragazzo da poco ed era ancora triste,magari stava cercando di non pensare
a lui e la sua domanda non era certo il modo migliore per
dimenticare. Allison lo guardò e,con un piccolo sorriso scosse la testa quasi
volesse rassicurarlo,per poi tornare a guardare la strada davanti a
sè. -Perchè accontentarsi se non puoi avere quello che vuoi?-domandò senza
guardarlo. Fred la fissò,colpito dalla sua frase,e preferì far tornare il
silenzio piuttosto che dire qualcosa di sbagliato o di sciocco. Erano ormai
arrivati di fronte a casa di Allison. -Credi di poter fare questi pochi metri
da sola?-le chiese fermandosi. Lei sorrise e annuì. -Grazie...Sono stata
molto bene oggi pomeriggio-gli disse fissando il suo viso. C'era qualcosa nei
suoi occhi che li rendeva più luminosi,oppure era una sua impressione? Fece
un piccolo cenno con il capo e accennò un sorriso. -Anche io...-rispose
sincero. Restarono a fissarsi per qualche momento,entrambi in
silenzio. C'era ancora qualcosa da dire o fare prima di salutarsi? Perchè
improvvisamente si era creata quella strana atmosfera fra di loro? -Sarà
meglio che tu vada,altrimenti i tuoi si preoccupano...-le disse quasi con voce
fraterna. Allison annuì e si voltò,facendo qualche passo verso la
casa. Fred restò fermo a guardarla,con l'intento di aspettare finchè non
fosse entrata in casa,ma si sorprese non poco quando la vide voltarsi e tornare
indietro sui suoi passi. Si fermò di nuovo di fronte a lui e riallacciò lo
sguardo al suo. -Se adesso faccio una cosa,prometti che non me la farai
pagare?-gli chiese con voce calma. Fred annuì,troppo confuso per
parlare. L'attimo dopo le braccia di Allison erano attorno al suo collo e
lei,messasi in punta di piedi, aveva raggiunto il suo viso,posando le proprie
labbra sulle sue. Sorpreso da quel gesto,restò immobile mentre leggera la
bocca di Allison si muoveva sulla sua, sfiorandogli le labbra. I suoi occhi
aperti erano fissi sulle palpebre chiuse della ragazza,ancora indeciso su cosa
fare: doveva allontanarla oppure doveva rispondere al bacio? Fosse stato per
lui avrebbe ceduto a quel piccolo momento di confusione,ma doveva ricordarsi che
in quella situazione era lui quello più grande,quello che doveva essere
considerato adulto. Nella confusione più totale,i suoi occhi si riflessero in
quelli di Allison quando lei riaprì gli occhi e tornò con i piedi per terra
staccandosi da lui. Senza dire nulla,attraversò di corsa la strada e si fermò
davanti alla porta di casa. L'istante dopo era sparita. Se aveva pensato
di passare una giornata serena,senza pensieri,aveva fallito miseramente... anzi
doveva aver sbagliato qualcosa perchè ora aveva ancora più pensieri di quando si
era svegliato quella mattina.
-Ti sei divertita?- Era stupido negare che vederla
con quella maglia,la felpa che lui le aveva regalato la prima volta che aveva
assistito agli allenamenti,non gli avesse fatto piacere. Avevano avuto poco
tempo per parlare prima dell'inizio degli allenamenti:James era ancora
arrabbiato con Lily e,soprattutto,con Daniel dopo averli visti baciarsi nella
Sala Comune quando quella mattina erano scesi dal dormitorio. Della lite che
era scoppiata ne stavano facendo le spese anche lui ed Al:il fratello era
colpevole,a detta di James,di non aver parlato quando aveva saputo di quella
storia,mentre lui era la sua valvola di sfogo,il punching ball su cui Jim si
scaricava e con cui parlava all'infinito di quella storia. Anche prima della
partita era successa la stessa cosa:lo aveva praticamente sequestrato per
lamentarsi della faccia tosta di Daniel che si era presentato a
quell'allenamento nonostante la lite di quella mattina e di come avrebbe
volentieri strozzato Lily che faceva bella mostra di sè su una delle prime
gradinate,venuta apposta per farlo arrabbiare. -Assolutamente. Posso dirti
che sei stato bravo,oppure sono di parte?-gli domandò lei guardandolo. Ronald
aggrottò la fronte. -Soltanto bravo?-si lamentò per finta
immusonendosi. L'espressione preoccupata di Rebecca lo fece
sorridere,portando la ragazza a dargli un piccolo pugno sulla spalla
sinistra. Erano nella Sala Comune dei Grifondoro,vuota e avvolta nel
silenzio,dopo il trambusto che aveva accompagnato il ritorno dei giocatori e si
stavano attardando quasi avessero paura di non rivedersi più il giorno
dopo. -Non lo sai che si può sempre migliorare?-gli fece notare la ragazza
fissando il suo volto. Ronald annuì,passandosi una mano fra i
capelli. -Credo di averla già sentita questa cosa...-scherzò. Rebecca
sorrise e scosse la testa. Gli diede un piccolo pugno sulla spalla che fece
lamentare leggermente Ronald,restando però con la mano su di lui. Alzò lo
sguardo per incontrare gli occhi di Ronald e affondò lo sguardo nel suo,intorno
a loro un silenzio quasi irreale. Due gesti. Tanti gliene sarebbero
serviti per baciarla:avrebbe dovuto alzare un braccio,portandolo attorno alla
sua vita e avrebbe dovuto avvicinare il viso a quello di Rebecca. -Forse è
meglio se andiamo a dormire...Altrimenti domani saremmo fuori uso-le disse
continuando a fissarla negli occhi. L'espressione leggermente delusa sul viso
di Rebecca lo confortò:se reagiva in quel modo allora aveva sperato in un'altra
fine per il loro "appuntamento". -Già,hai ragione-disse staccando lo sguardo
dal suo. Si allontanò di qualche passo e si avvicinò alla scalinata del
dormitorio femminile. Salì un paio di gradini per poi voltarsi di nuovo verso
Ronald,sul viso un'aspettativa evidente. -Sono stata molto bene stasera-gli
disse. Ronnie fece i pochi passi che lo dividevano da lei e si fermò alla
fine della scalinata. -Anche io...Solo c'è una cosa che vorrei chiederti-le
disse posando la mano sinistra sul corrimano. Lei lo fissò in
attesa,curiosa. -Secondo le regole del corteggiamento,dopo quanti
appuntamenti è accettabile che un ragazzo provi a dare un bacio alla sua
"compagna"?-le domandò cercando di sembrare serio. Rebecca lo fissò qualche
istante incredula,per poi ridere di sollievo e divertimento,la testa leggermente
bassa quasi a volersi nascondere dal suo sguardo. -Sei un cretino,lo sai?-gli
disse tornando a guardarlo. Ronnie la guardò incrociando le braccia sul
petto. -Questo vuol dire che neanche tu sai la risposta?-le chiese con la
stessa espressione di poco prima. Rebecca riflettè qualche istante,mordendosi
l'angolo del labbro inferiore. -Il secondo appuntamento?-disse stando al
gioco. Ronald sbuffò. -Oh,allora dobbiamo vederci di nuovo...Ok farò
questo sforzo!-disse scuotendo leggermente la testa. Rebecca gli diede
un'altro pugno facendolo ridere e scoppiando a ridere insieme a lui quando i
loro sguardi si incontrarono. Quando entrambi tornarono seri,si fissarono
qualche istante,poi Ronald salì un gradino per riacquistare i centimentri in più
persi per colpa della scala. -Ti va di uscire di nuovo con me?Magari nel
week-end? Prometto che questa volta saremmo da soli-le chiese con voce calma
e profonda. Lei accennò un sorriso. -Con molto piacere- Ronald
sorrise,poi avvicinò il viso a quello di Rebecca e con le labbra le sfiorò la
guancia destra, chiudendo gli occhi e indugiando qualche istante contro di
lei. Quando rialzò gli occhi si accorse dell'attesa negli occhi di
Rebecca. Avrebbe potuto baciarla e lei non gli avrebbe detto nulla,anzi
sembrava non aspettasse altro. Però aveva già sbagliato tante cose con
lei... Era meglio andare con calma. -Buonanotte Cenerentola-le disse il
viso ancora vicino al suo. Rebecca fece un piccolo cenno con la
testa,dischiudendo le labbra e facendosi scappare un sospiro
soffiato. -Buonanotte- Si scostò da lui e riprese a salire i gradini della
scalinata. Guardandola andare via,Ronald si convinse di aver fatto la cosa
giusta:Rebecca era troppo importante per affrettare le cose e rischiare di
rovinare tutto.
Salve a
tutti!!!
Come
prima cosa devo scusarmi x nn aver aggiunto lo spazio autrice nello
scorso capitolo,ma ho postato il capitolo di straforo e mio fratello quasi
mi uccideva se prendevo un momento di +.
Ora
passiamo a questo capitolo:come vi ho detto un pò di tempo fa,dopo un'esplosione
si cerca sempre di limitare di danni...Ed è proprio quello che farà James nei
proximi capitoli.
Sono
ritornati anche Allison e Fred,leggermente accantonati in passato per colpa
della "sovrabbonzanza" di personaggi,ma che d'ora in poi avranno il loro
angolino.
Daniel e
Lily finalmente sono arrivati ad un compromesso,dovuto anche da quel particolare
legame che ora fa sentire la ragazza + in sintonia con Dan(so che siete ancora
un pò confusi ma prestissimo svelerò tutto,promesso!).
La frase
all'inizio del capitolo è tratta da "Alive &
Kicking"dei Simple Mind.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo
capitolo.
E ora i
ringraziamenti:WingsHP(Sono è che
complementari;George e Luna sn uno la metà dell'altro...Per quanto
riguarda la gelosia nei confronti di Alice,credimi è normalissima:anzi sarebbe
stato strano il contrario),Tonks17(Se fossi stata in Alice,nonostante le spiegazioni,mi sarei
arrabbiata nn poco:in fondo io mi sono offerta e tu mi hai rifiutata.Deve essere
vero amore...Sinceramente nn so dirti se Hermione sia andata di proposito in ql
supermercato, so ke il suo intento era mettere in imbarazzo Ron,forse neanche sa
della sua reazione;non potevo lasciarti con la curiosità x qll che era successo
fra Rose e Jim,sadica sì,ma fino ad un certo punto. Per quanto riguarda Dan e
Lily,posso assicurarti che lei s è lasciata andare,mettendo da parte tutte le
sue paure e i suoi timori,ma qst nn vuol dire che i problemi sn
finiti),IRE'89(Ti posso
assicurare che Luke è un Serpeverde,lo scoprirai con il tempo...),Nefene(Benvenuta!E grazie x i
complimenti!Nn posso anticiparti nulla xkè se no farei un torto agli altri
lettori,xò posso dirti che nn farei mai male ai mei personaggi di proposito;sono
felice di avere un'altra fan della povera Cassie,scomparsa ancor prima di
guadagnarsi i favori dei lettori,e hai ragione anch equando dici che
Herm e Luna sn completamente diverse:infatti una ha capito e perdonato l'altra
ha buttato fuori di casa l'uomo che ama per poi pentirsene...Ma è vero anch eke
nn tutti reagiscono allo stesso modo),Isina4everyoung(Grazie x i
complimenti!Se ti è piaciuto George con le sue gelosie e le sue insicurezze
allora fidati te ne innamorerai perdutamente!),JC(Cambiare...fino ad un certo
punto.Ron mi sembra sempre + in crisi,diviso fra quello che ha perso e
quello che vorrebbe,incapace di prendere una decisione come qnd era
ragazzo),Elly(Per avere
qualcosa di concreto,dobbiamo aspettare ancora un pò,Jim sta ancora cercando di
fare la "cosa giusta"),Lights(Grazie x i complimenti!Vuol dire che mi impegnerò per farti
piacere di + anche le altre coppie).
Bene,prima di postare lo spoiler devo fare un piccolo avvertimento:nel
prox capitolo ci sarà una scena "d'amore" fra Albus e
Scorpius.
Non sarà
niente di sconvolgente o troppo esplicito e se mi conoscete sapete che nn sono
mai volgare quando scrivo di certi argomenti,ma ho pensato di mettere qst avviso
nel caso voleste evitare di leggere il prox capitolo.
Ora vi
lascio lo spoiler...
"Perchè aveva preso quella decisione senza
consultarla?
Credeva davvero che
sarebbe rimasta lì seduta senza dire o fare nulla,senza
ribellarsi?"
Bene,per il
momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Choose
me,love me"
Baci,Eva.
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Capitolo 14 *** Choose me,love me ***
choose me
"Del tuo
profumo oramai
profumo anche
io..."
Tutto accadde per la sua
maleducazione. Fin da quando era bambina,sua madre le ripeteva di non
ascoltare i discorsi dei grandi;poi il rimprovero era cambiato,diventando
un'ammonizione che le impediva di non dare i suoi giudizi su quello che
ascoltava o,se proprio non poteva farne a meno,di esprimerli nel modo meno
sarcastico e cinico possibile. E in qualche modo,quella sera riuscì a
farlo. Forse l'unica volta in tutta la sua vita. Non le piacevano le
feste,fin da quando era bambina cercava di evitarle il più possibile e anche
quella sera non faceva eccezione. La festa per la fine dell'anno. Tutta
Hogwarts gioiva per il ritorno a casa e per quei due mesi di vacanze...perchè
lei non riusciva ad essere felice come gli altri? L'idea di tornare a
casa,circondata ogni minuto dai suoi fratelli e dai suoi genitori,le metteva
l'ansia...Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter restare al Castello anche
durante l'estate. Più volte si era chiesto il significato,ciò che la spingeva
a reagire in quel modo, e l'unica spiegazione che era riuscita a trovare era che
non voleva perdere la sua indipendenza. Nonostante quello che potevano
promettere ai loro genitori,i suoi fratelli avevano smesso da tempo di starle
con il fiato sul collo,rendendosi conto che anche lei aveva le sue amicizie le
sue attività ed era bisognosa dei suoi spazi. Inoltre erano incredibilmente
sollevati di non doversela portare dietro ogni singolo momento della
giornata. Anche quella sera non avrebbero saputo della sua presenza alla
festa se non avesse scambiato una veloce battuta con Albus prima di sgattaiolare
via. Ovunque c'era felicità,sollievo e voglia di divertirsi...le faceva quasi
venir l'orticaria! Cercando un pò di sollievo era uscita dal Castello
incamminandosi verso il Lago;magari se era fortunata riusciva anche a vedere una
delle famose sirene che avevano quasi affogato suo padre. Il Lago era già
visibile in lontananza quando aveva iniziato a sentire la sua voce. -Puoi
lasciarmi spiegare?- Cercando di non far rumore si avvicinò di qualche passo
e scorgendo la persona che aveva parlato,si nascose veloce dietro
un'albero. -Come puoi dire di no senza...-disse ancora lui. Era di
spalle,ma lei credeva di aver riconosciuto la sua voce. -Non mi sembra di
chiedere troppo!Magari ne puoi parlare con...- Ormai aveva capito di chi si
trattava senza ombra di dubbio,nonostante il buio le impedisse di vedere il suo
profilo. -Per favore padre,è una cosa che vorrei fare tantissimo...-disse
cercando di convincere la persona dall'altra parte del telefono. Doveva
andarsene?Doveva farsi vedere? In fondo la telefonata non sembrava
privata,forse non si sarebbe arrabbiato sapendo della sua presenza. -Va
bene. Ho capito...-gli sentì dire. Il tono di voce in quell'ultima frase
fu completamente diverso:se prima era stato battagliero e pronto a lottare fino
a perdere la voce per quello che voleva,ora sembrava aver perso ogni impeto e
aver chinato la testa contro una forza superiore. Fissò l'ombra nel buio
mentre allontanava il telefono dall'orecchio e lo infilava in tasca,le spalle
abbassate sotto un peso troppo grande per lui. Forse era il caso di lasciarlo
solo... Si voltò e fece un passo per allontanarsi,mettendo però un piede in
fallo e smuovendo alcuni ciottoli che erano lì vicino. -Chi c'è?-chiese
subito lui. Un fascio di luce fu puntato contro il tronco dell'albero che la
copriva dalla sua vista. Che doveva fare?Era in situazioni come quella che
desiderava tanto sapersi smaterializzare! -Vieni fuori-le intimò
lui. Sarebbe stato capace di sfogare la sua rabbia su di lei? Che
assurdità andava a pensare! Tornò a voltarsi verso di lui e fece un passo per
uscire dal nascondiglio dell'albero,venendo così colpita in pieno volto dal
fascio di luce che usciva dalla bacchetta. -Potresti allontanare la luce,per
favore?Non vedo niente-gli disse portando una mano sul viso a ripararsi gli
occhi. Lui fece come gli aveva chiesto e spostò la luce verso
destra,permettendole di allontanare la mano dal viso. -Lily?-fece lui
sorpreso. Lei sorrise leggermente imbarazzata. -Sorpresa!-scherzò poi per
evitare di diventare rossa. -Cos'è ti sei messa anche a spiare adesso?-le
domandò lui offeso. -Certo che no! Avevo bisogno di stare un pò da sola e
sono venuta qui...Non sapevo di trovarti qui Daniel-gli disse a sua
discolpa. Un sorriso accennato si disegnò sul viso di lui,lo sguardo ancora
sul viso di Lily. -Credevo che voi Potter vi muoveste sempre in
gruppo-scherzò a sua volta. Lily sorrise e abbassò leggermente la
testa. -Siamo soli soltanto in casi eccezionali-lo assecondò la rossa. Il
sorriso si accentuò e questo la spinse ad avvicinarsi a lui di un paio di
passi. -Da quanto sei lì?-le chiese. Lily storse la bocca verso sinistra
pensierosa e dopo qualche istante tornò a guardarlo. -Un paio di minuti...Ma
ti giuro che non ho la più pallida idea di quello di cui stavi parlando-lo
rassicurò. Daniel scosse la testa,poi si voltò togliendole la luce e fece un
paio di passi verso il Lago. -Non importa- Incuriosita e colpita dal suo
atteggiamento,Lily lo seguì,arrivando al suo fianco quasi subito. Conosceva
Daniel da quando era arrivata a Hogwarts,era amico dei suoi fratelli da sempre
eppure era la prima volta che lo vedeva senza quell'aria sbruffona che lo
accompagnava sempre e che glielo faceva risultare antipatico. -Tutto
bene?-gli chiese cauta. -A meraviglia...Non si vede?- Spinta dall'istinto
come al suo solito,Lily scosse la testa. -Tutt'altro!Sembra che tu sia andato
sotto ad un treno-gli fece notare. Daniel si sedette sull'erba poco distante
dall'acqua e alzò lo sguardo verso il viso di lei,ferma in piedi accanto a
lui. -Perchè non sei con gli altri a festeggiare?-chiese quasi
scocciato. Lily rise sarcastica,lasciandosi cadere accanto a lui e
togliendosi i sandali. -Che ho detto di tanto divertente?-domandò Daniel
guardandola. -Tu perchè non sei alla festa?-gli chiese di rimando
lei,ricambiando lo sguardo. Daniel restò qualche istante in silenzio,poi
allontanò lo sguardo e si passò una mano fra i capelli ricci. -Non sono molto
in vena di festeggiamenti-disse poi. Lily alzò l'angolo sinistro della bocca
e si voltò a guardare il Lago. -Nemmeno io- Si rilassò,poggiando entrambi
i palmi delle mani sull'erba dietro la schiena e posando tutto il peso del corpo
su di esse,l'erba bagnata che le solleticava le gambe scoperte ed il vento che
le accarezzava il viso ed i capelli raccolti in un coda alta. -Non sei
contenta di tornare a casa?-domandò Daniel dopo un lungo silenzio. -Sono
contenta di rivedere i miei genitori ed Emy,ma resterei volentieri qui-precisò
sincera. Daniel la guardò sorpreso. -Credevo che la vostra fosse una
famiglia perfetta-disse senza nascondere la sua incredulità. Lily voltò la
testa verso di lui e alzò le spalle. -Io credo che non esistano famiglie
perfette. La mia è caotica,indaffarata e...totalmente ignorante sul concetto
di privacy. Specialmente mio padre!Deve sapere sempre ogni stupida cosa che
mi riguarda...E' assurdo!- Lui accennò un sorriso e imitò la sua
postura,piegando un ginocchio e poggiandovi sopra un gomito. -Non è una
prerogativa di tutti i genitori?-le domandò. -Sicuramente lo è dei
miei...-fece lei voltandosi a guardarlo. Lo sguardo di Daniel era fisso sul
Lago,il caos che arrivava fino a loro dal Castello,rovinando quella che
altrimenti sarebbe stata un'atmosfera pacifica e quasi romantica. -Magari per
te è diverso...In fondo sei un maschio-commentò lei fissando il suo
volto. Daniel chiuse gli occhi e sembrò non aver sentito le sue ultime
parole,così Lily tornò a guardare le acque tranquille del Lago cercando di
coglierne il più piccolo cambiamento. -Hai ragione quando dici che non
esistono famiglie perfette...-gli sentì dire dopo un lungo silenzio. Lily
respirò rumorosamente e abbassò leggermente lo sguardo,cercando di frenare le
tante domande che le erano salite alle labbra. -Hai mai provato il desiderio
di scomparire?-le chiese lui con voce seria. -Ad ogni lezione di
Divinazione,darei qualsiasi cosa per essere da un'altra parte...-fece Lily
cercando di alleggerire l'atmosfera. Daniel accenò un sorriso che sparì quasi
subito. -Ma non credo sia quello a cui ti stavi riferendo-aggiunse lei
portando lo sguardo sul suo viso. Lui abbassò lo sguardo e,con un gesto
svogliato,strappò alcuni fili d'erba dal prato sotto di sè,per poi fissarli
qualche istante neanche stesse cercando qualche mistero nascosto in loro. Poi
il suo sguardo si posò di nuovo sul suo viso,attento e concentrato. -Com'è
vivere con un padre come il tuo?-le chiese sorprendendola. Lily alzò un
sopracciglio:cosa c'entrava quella domanda con tutto quello che avevano detto
finora? -In che senso?-chiese incerta. Daniel cambiò posizione,incrociando
le gambe e portando le braccia su di queste,muovendo lo sguardo da lei al Lago
invisibile e immoto davanti a loro. -Com'è vivere con il famoso Harry
Potter?-disse spiegandole la sua domanda. Lily sorrise e alzò le
spalle. -Per me lui è soltanto mio padre...Vedendolo adesso faresti fatica a
credere che sia proprio lui il Salvatore del Mondo Magico,specialmente per la
sua ritrosia a partecipare alla vita sociale di questo mondo,alle sue amicizie
babbane,all'amore che ha per il suo lavoro... Sembrerebbe una persona
comune,anche un pò noiosa-gli disse sincera. Daniel la ascoltò
interessato,incontrando il suo sguardo. -Del resto deve essere così anche con
tuo padre...-commentò lei ricambiando il suo sguardo. A quella frase Daniel
si lasciò scappare un suono sarcastico. -Sì,come no...- Rizzando la
schiena e continuando a fissare il suo viso,Lily si chiese cosa si nascondesse
dietro tanta acrimonia. I maschi di tutta Hogwarts avrebbero dato un braccio
per avere Dean Thomas come padre,e suo figlio sembrava quasi
disprezzarlo. -Ho toccato un tasto dolente?-gli chiese con voce
gentile. Daniel non rispose,lasciandosi andare ad un respiro
rumoroso. -Forse...-rispose semplicemente. Lily lo fissò qualche
istante,rispettando il suo silenzio. -Allora rispondi alla tua domanda:com'è
vivere con tuo padre?-chiese sperando di non essere troppo indiscreta. Lui
tornò ad incontrare il suo sguardo,restando in silenzio,e accompagnato da quel
silenzio un pensiero colpì la mente di Lily. Per la prima volta in vita sua
si accorse che,certe volte,si può dire di più con un silenzio che con un lungo
discorso.
Se c'era una cosa che
non sopportava era avere gli occhi puntati addosso. Non era abituato a
ricevere attenzioni e quando succedeva si sentiva a disagio,come se avesse fatto
qualcosa di male che ora doveva scontare! Erano James e Ronald i più
ricercati,i più ammirati fra loro,perchè mai qualcuno doveva interessarsi al
fratello di mezzo? Tanti si sarebbero infuriati per quella mancanza di
interesse e di popolarità,ma per lui era quasi il Paradiso;tutto quello che
desiderava era essere anonimo e non creare troppa attenzione su di sè. Ma da
quando era tornato ad Hogwarts c'era qualcuno che non lo abbandonava neanche per
un'istante,che seguiva i suoi movimenti e che lo faceva quasi sentire una preda
impaurita che scappa dal cacciatore. Perchè non la smetteva di interessarsi a
lui e non cominciava a cercare la sua prossima "vittima" o preda o qualsiasi
cosa fosse per lui? Avevano avuto la loro occasione,non aveva
funzionato...pazienza! Meglio dimenticare quell'episodio e andare avanti con
le proprie vite come se niente fosse successo e lui ci sarebbe anche riuscito se
non fosse stato per quel paio d'occhi sempre puntati su di lui! Come se non
bastasse,quella sera avrebbero ripreso le lezioni. Soltanto loro due,da soli
in biblioteca...Il posto ideale per colpirlo:i libri non erano certamente i
testimoni ideali contro un'aggressione. Aveva provato a lamentarsi con la
Preside McGranitt per quell'incarico,affermando che Scorpius era molto
migliorato grazie alle loro lezioni,che ne poteva trovare conferma nei risultati
dei test,e che quindi non c'era bisogno di continuare quelle lezioni,ma la
Preside lo aveva bloccato affermando che erano state richieste espressamente da
Scorpius e non più dal Professor Malfoy. Dannato bastardo! Beh,se credeva
di metterlo in crisi per quel piccolo scherzetto che gli aveva tirato,aveva
proprio sbagliato persona. Non sarebbe caduto di nuovo nella sua
trappola...
-E' chiaro,è lampante!-disse Ronald
buttandosi a peso morto sul letto. -Che cosa?-chiese James sedendosi ai piedi
dello stesso letto. I libri abbandonati per terra,i gemelli si stavano
concedendo un momento di relax prima delle lezioni pomeridiane. -Il Professor
Malfoy non ci sopporta...Forse è qualcosa che ha a che fare con papà-gli
spiegò. Jim sorrise e cercò di restare serio,nonostante volesse scoppiare a
ridere. -Capisco...E come spieghi il fatto che Lily ha il massimo dei voti
nella sua materia?-gli fece notare. Ronnie sbuffò. -Quello deve dipendere
dal fatto che è una ragazza;lo sanno tutti che Malfoy muore dietro le
rosse- James rise e gli mollò una pacca violenta sul polpaccio
sinistro,facendolo rizzare a sedere per il contraccolpo. -Che ho
detto?-chiese l'altro iniziando a massaggiarsi la gamba. Erano ancora in
preda alle risate quando la porta del dormitorio si aprì e apparve Daniel,che si
bloccò non appena vide i due ragazzi. Questi smisero quasi all'istante di
ridere e lo fissarono con espressione seria. -Oh...Ero tornato solo per
prendere una cosa per Pozioni,ma posso tornare più tardi...-disse
impacciato. L'espressione più severa era sul volto di James,che annuì senza
parlare e subito dopo distolse lo sguardo. Terribilmente a disagio per la
situazione che si era venuta a creare,Daniel si voltò e fece per andarsene ma
Ronald,che aveva ancora lo sguardo su di lui,lo vide bloccarsi e girarsi ancora
verso di loro. -Credevo fossi mio amico-disse rivolgendosi a James. -Che
strano,avevo la stessa idea...-disse il moro sarcastico. -Allora avreste
dovuto darmi il tempo di spiegare-continuò l'altro. -Beh,sembra chiaro quello
che è successo-commentò Ronald,il più calmo di tutti. Quando quella mattina
Rose era scesa in Sala Comune e aveva detto loro di non riuscire a trovare
Lily,una sensazione di panico li aveva colti. Per più di mezz'ora avevano
girato il Castello per cercarla,finchè tornando alla Torre ormai rassegnati
all'idea di dover avvertire la Mcgranitt l'avevano vista di fronte al ritratto
della Signora Grassa stretta a Daniel,serena e senza l'ombra di un
pensiero. Ma soprattutto felice. Come Ronald l'aveva vista poche altre
volte. C'era stata una grande litigata,a beneficio di tutti gli altri
Grifondoro,dove James aveva rimproverato Lily per la sua mancanza di
responsabilità e per il suo comportamento e si era scontrato con Daniel per aver
agito alle sue spalle. Poi si era scagliato contro Albus per aver
taciuto,specialmente mentre tutti e tre erano alla ricerca della sorella in giro
per il Castello. -Invece no!Voi credete di sapere tutto,invece è esattamente
il contrario-ribattè Daniel convinto. -Davvero?Allora non è vero che ti
vedevi con nostra sorella di nascosto?Che l'hai costretta a restare fuori tutta
la notte il primo giorno che siamo tornati?-sbottò Jim tornando a
guardarlo. Daniel fece un paio di passi in avanti,staccandosi dalla
porta. -Conosci almeno un pò tua sorella?Nessuno può costringerla a fare
niente! Però non è questo che ti interessa veramente-gli disse serio. Sia
Ronald che James aggrottarono le sopracciglia guardando il ragazzo. -Perchè
non me lo chiedi?-lo sfidò Daniel. Ronnie guardò Jim e per un'attimo ebbe
paura che saltasse addosso all'amico,ma prima che James potesse aprire
bocca,Daniel parlò di nuovo. -Vuoi sapere se ci sono stato a letto,ma hai
paura di quale possa essere la mia risposta. Sta tranquillo tanto non te lo
direi lo stesso. Sei suo fratello,non sei suo padre. Smettila di sentirti
responsabile per lei,perchè credimi non ne hai nessun motivo!- -Chi accidenti
sei per parlarmi così di mia sorella?-fece James,stanco di tutta quella
superiorità. -Hai una vaga idea di quello che ho dovuto passare con tua
sorella? Ho dovuto sudare parecchio perchè Lily si fidasse di me,perchè
smettesse di vedermi come uno che corre dietro a tutte,più di una volta avrei
avuto voluto urlare per quell'aria indisponente e presuntuosa che le viene
quando crede di aver ragione-gli disse serio. Ronald lo fissò attento,in
silenzio,e fermò James che era pronto a intervenire,scuotendo leggermente la
testa quando lo sguardo del fratello incontro il suo. -Non hai idea di quante
volte mi ha chiuso la porta in faccia per una parola detta male,tutte le volte
che mi ha mollato lì come un'idiota senza che capissi bene neanche
perchè. Eppure ogni volta sono tornato da lei- -Perchè?-chiese Ronald
attento. Daniel alzò le spalle. -Ho bisogno di lei-disse come se fosse la
cosa più ovvia di tutte. Sicuramente non era quello che si erano
immaginati,probabilmente era qualcosa di più e Daniel sembrava non aver problemi
ad ammetterlo. Ci fu un nuovo scambio di sguardi fra i due gemelli:la rabbia
che vivacizzava gli occhi di James si era attenuata,mentre negli occhi del rosso
era formato quello sguardo che di solito era prerogativa assoluta di Rose e che
significava soltanto "te lo avevo detto". Non che fosse felice che un ragazzo
si interessasse a sua sorella,ma almeno la situazione era meno terribile di come
l'aveva fatta apparire James in un primo momento. James sospirò e si passò
una mano fra i capelli posando poi lo sguardo su Daniel,che lo fissò di
rimando. -Devo fidarmi?-gli chiese neanche si trattasse di una questione di
vita o di morte. -Ti ho mai mentito prima d'ora?- -Un conto è se prendi in
giro me,un'altra cosa è se prendi in giro mia sorella...-gli fece notare il
moro. -Dannazione!Sì puoi fidarti-rispose Daniel. -Non farai sesso con
lei?- Ronald rise leggermente e abbassò lo sguardo. -Mi sa che stai
tirando troppo la corda...-commentò poi guardando James. -Tu da che parte
stai?-fece l'altro. -Non si tratta di questo...Tu che faresti se ti
rivolgessero la stessa domanda? Ti ha detto che è interessato a Lily e che
non le farà del male di proposito,vuoi anche una rassicurazione scritta?-cercò
di farlo ragionare Ronald. Daniel sorrise,leggermente divertito dal
battibecco fra i due,lo sguardo fisso su entrambi in attesa della decisione di
Jim. Questi dopo un'ultimo sospiro tornò a guardarlo. -Va bene...Cercherò
di abituarmi-concesse. Daniel sorrise e annuì. Se era stato tanto
difficile convincere loro,che sarebbe successo con il padre? Per il momento
nessuno dei tre voleva pensarci...
Era stata un'idea assurda! Attento a dove
posava le dita sul gambo,continuò a camminare mentre la sua mente gli dava
ottime ragioni a discredito della sua idea. Che bisogno aveva di una scusa
per presentarsi a casa sua? In fondo non gli erano mai servite... Però
prima era diverso,prima lei non lo aveva mai baciato. Da quando quella sera
aveva riaccompagnato a casa Allison e lei lo aveva baciato prima di rientrare in
casa,non aveva fatto altro che chiedersi cosa l'aveva spinta a quel gesto:una
piccola sfida con sè stessa? Una sorta di ringraziamento per il piacevole
pomeriggio che avevano passato insieme?Però aveva scartato subito quell'idea
perchè assurda:non vedeva in Allison la persona che andava in giro a baciare i
ragazzi solo per divertimento. Quindi c'era una sola spiegazione
possibile:lei provava qualcosa per lui. Ora la domanda importante era:cosa
sentiva lui? Certo la situazione in cui l'aveva conosciuta era assurda,la
meno propizia per certi incontri,e in quel momento la sua mente era totalmente
concentrata altrove per poter pensare all'amore,però nonostante quello la
compagnia di Allison l'aveva aiutato a sentirsi meno triste e
demoralizzato. Tante volte quei piccoli battibecchi e quelle stupide
frecciatine che si lanciavano gli faceva distogliere il pensiero da sua madre e
dalla sua malattia per un pò,permettendogli di rilassarsi, ma mai fino a quel
momento si era interrogato su cosa si nascondesse dietro
quell'attenzione. Allison aveva quindici anni,due meno di lui... Quello
poteva essere un problema,unito anche all'oceano che si stendeva fra Seattle e
Londra;inoltre era la figlia di Rupert e Seamus,due dei migliori amici dei suoi
genitori. C'erano tante ragioni per cui avrebbe dovuto fare marcia indietro e
dimenticare quello che era successo,ma nonostante tutto era lì a meno di
duecento metri dalla casa di lei,una rosa rossa in mano comprata senza sapere
bene perchè,senza neanche un discorso pronto in mente da dirle. Girò l'angolo
e si ritrovò di fronte la casa di Seamus e fece un'altro paio di passi per
attraversare la strada,quando si fermò lo sguardo fisso su due ragazzi che
camminavano sull'altro marciapiedi. Osservò come lui,un ragazzo d'altezza
media dai capelli neri,stringeva la mano della ragazza che camminava un paio di
passi avanti voltata indietro per guardarlo. Incurante degli zaini che
entrambi avevano sulle spalle,lui la tirò a sè con un gesto deciso e
l'abbracciò,facendola ridere prima di rivolgere uno sguardo verso le finestre
della casa. Aveva visto abbastanza. Tutti i suoi problemi erano
risolti. Voltò le spalle e si incamminò per la strada da cui era venuto pochi
istanti prima;girato l'angolo si accorse di avere ancora la rosa in mano. La
alzò e la guardò qualche istante,chiedendosi che cosa aveva sperato di ottenere
quando poco prima stava andando da lei,sentendosi un'imbecille. Portò di
nuovo lo sguardo sulla strada e lasciò cadere la rosa a terra,simbolo di
qualcosa che non sarebbe mai accaduto.
-Che è successo fra i tuoi fratelli?- Alzò lo
sguardo dal libro e si trovò i suoi occhi puntati addosso. Forse era colpa
del locale malriscaldato che ospitava da sempre la biblioteca,ma un brivido gli
scese lungo la schiena quando incontrò quello sguardo ceruleo,costringendolo a
rizzare la schiena sulla sedia prima di parlare. -Perchè?-gli chiese senza
rispondere. -Mio padre mi ha raccontato che tua sorella,per la prima volta in
quattro anni,ha toppato una pozione e che quando le ha chiesto il motivo di
quell'errore,ha dato la colpa dai gemelli-gli spiegò. Albus si lasciò
scappare un suono divertito:tipico di Lily. -E' per quello che è successo
alla festa?-domandò Scorpius continuando a guardarlo attento. Il piccolo
riferimento a quello che era successo quella sera lo fece irrigidire e gli fece
ricordare con chi stava parlando ed il proposito che si era posto per portare
avanti quelle lezioni:niente più coinvolgimenti personali. Erano stati quelli
a sconvolgere la situazione la volta precendente e non avrebbe permesso che
succedesse di nuovo. -Credo abbiamo bisogno di un altro libro per la tua
ricerca-disse chiudendosi a riccio e cambiando completamente discorso. Si
alzò e,sentendo lo sguardo di Scorpius su di sè,si diresse verso una delle tante
file di scaffali sperando quasi di far perdere le sue tracce. Si fermò nella
sezione di Trasfigurazione e si appoggiò con una mano ad uno scaffale enorme,
iniziando a respirare profondamente e lentamente:tutto sarebbe andato bene,aveva
tutto sotto controllo e niente poteva succedergli se lui non
voleva. Rincuorato da quel mantra,rialzò lo sguardo e riprese a camminare per
gli scaffali,diretto verso la sezione di Difesa. Iniziò a cercare il libro di
cui aveva bisogno e,una volta trovato,si voltò per ritornare da Scorpius, ma si
bloccò vedendolo fermo a pochi passi da sè. -Che c'è?- Scorpius fece un
paio di passi verso di lui,le mani in tasca,lo sguardo fisso sul suo
volto. Veniva colto dall'ansia quando le persone facevano così,limitandosi a
fissarlo senza parlare,quasi aspettandosi che lui sapesse già la
risposta. Alzò il braccio la cui mano stringeva il libro e glielo
mostrò,mentre l'altro faceva un'altro passo verso di lui. -Ho trovato il
libro...Possiamo tornare di là-gli disse,senza riuscire a togliersi la
sensazione di aver detto qualcosa di idiota. Scorpius annuì e si fermò di
fronte a lui. Esasperato da quel silenzio,Albus sospirò. -Hai perso l'uso
della parola,per caso?- L'altro scosse la testa. -No,stavo solo
riflettendo-disse finalmente. Senza accorgersene,Albus fece un passo indietro
nello stesso istante in cui Scorpius si mosse verso di lui e si ritrovò con le
spalle contro lo scaffale. Dannazione!Doveva trovare un modo di uscire da
quel corridoio e tornare al tavolo. -Su cosa?-chiese cercando di
distrarlo. Scorpius alzò le spalle. -E' da prima che ti osservo e mi
chiedo che accidenti ti prende-gli disse. Al spalancò leggermente gli
occhi. -Ma di che parli?-gli chiese. -Ogni volta che ti rivolgo la parola
salti dalla sedia,ti spaventi,neanche ti fossi dimenticato della mia
presenza. Eviti di guardarmi negli occhi...- -Non è vero!Che
assurdità,perchè dovrei farlo?-lo interruppe l'altro ben sapendo di
mentire. -Perchè hai cambiato argomento quando ti ho chiesto di quell'ultima
sera?-lo pungolò il biondo. Lo stava mettendo alle strette. D'altronde,non
era il Principe delle Serpi per nulla... -Se avessi una sorella non
piacerebbe neanche a te ricordare quello che ho visto io-disse. In parte era
vero:anche dopo la spiegazione di Lily e la sua rassicurazione,sentiva un moto
di rabbia e gelosia ogni volta che incrociava Daniel nei corridoi o nella Sala
Comune. Il Serpeverde si lasciò andare ad un leggero sogghigno. -Anche io
ce l'ho con tua sorella...- Al aggrottò un sopracciglio e lo fissò,mentre si
avvicinava ancora:stava abbassando le barriere, grosso errore! Ormai erano
uno di fronte all'altro e sarebbe bastato allungare un braccio per
toccarsi. -Spero che quello non fosse il tuo letto-scherzò cercando di non
pensare a quale altro motivo poteva nascondersi dietro alle sue parole. Il
biondo scosse la testa,ancora sogghignante. -No,era quello di Luke...Il che
rende la cosa ancora più divertente! Sono altri i motivi per cui sono
arrabbiato con loro- Poi fece qualcosa che per Albus era impensabile:alzò un
braccio e sfiorò con le dita i suoi capelli neri sconvolti e
disordinati. -Ero a tanto così da avere ciò che desideravo...-disse fissando
i suoi occhi-e per colpa loro è sfumato tutto- Aveva smesso di respirare,i
polmoni bloccati nella cassa toracica,impietrito sotto lo sguardo di quegli
occhi di ghiaccio. Perchè quella cosa stava succedendo proprio a lui? Il
viso di Scorpius si fece più vicino,un gomito poggiato poco distante dalla sua
testa sullo scaffale dei libri e per un breve istante,un soffio freddo colpì le
labbra di Albus. -Respira Al-gli disse l'altro con voce calma e
rilassata. Quasi gli costasse un terribile sforzo,Al rimise in funzione il
torace,muovendolo ritmicamente come aveva fatto per tutti gli anni della sua
vita,mentre Scorpius soffiava di nuovo sulle sue labbra quasi a volerlo
aiutare. Un rumore poco distante da loro squarciò il silenzio della
biblioteca,ma nessuno dei due sembrò interessarsi alla cosa. -Mi è scivolato
il libro-spiegò Albus con voce stranamente ferma. Scorpius gli rivolse un
altro dei suoi ghigni e alzò le spalle. -Non credo ne avremo bisogno
ora...- Quasi quella frase avesse fatto scattare in lui una molla,Al staccò
la schiena dallo scaffale sporgendosi verso Scorpius e lo baciò,preso di nuovo
da quella sensazione di frenesia e pazzia che lo aveva colto la volta
precendente. La risposta del biondo fu immediata,decisa e quasi violenta che
cercava di dettare le regole anche in quella situazione;continuando a baciarlo
si sporse in avanti verso Albus portandolo di nuovo con le spalle contro lo
scaffale,poggiando poi entrambe le mani su una fila di libri bloccandolo fra le
sue braccia. Le loro labbra si staccarono e Scorpius le fece scivolare sul
collo poco sopra il colletto della camicia, sentendo le braccia di Albus
stringersi attorno ai suoi fianchi,completamente abbandonato contro di
lui. Tante idee passarono per la mente del biondo,tanti desideri da appagare
che premevano per essere soddisfatti per primi,ma quell'arrendevolezza gli
impose calma:per Al tutto era nuovo e confuso,forse anche un pò
spaventoso... -Dimmi a cosa stai pensando-gli disse quasi
un'ordine,distaccandosi quel tanto che bastava per abbassare lo sguardo e
incontrare il suo. -Che non mi è mai capitato prima...Che mi succede solo con
te...E che quando avrai avuto quello che desideri non ti ricorderai neanche più
come mi chiamo-disse Albus,rifugendo il suo sguardo sentendosi terribilmente in
imbarazzo per aver dato voce ai suoi pensieri. Scorpius sorrise
leggermente,colpito dalla sua assoluta sincerità. Che poteva dire a sua
discolpa? -E' vero non ho un curriculum eccellente...-ammise. Albus si
mosse leggermente nel suo abbraccio,ma non fece nulla per scioglierlo. -Però
nonostante questo tu sei qui-gli fece notare poi. -Mi hai praticamente teso
un'agguato!- Scorpius rise e avvicinò il viso alla spalla di Al,il profumo
dell'altro a solleticargli le narici. -E' chiaro che mi interessi,ma visto il
mio curriculum non proprio eccellente sarai tu a decidere se e quando succederà
qualcosa fra noi-gli disse seguendo un'idea improvvisa. Albus si staccò da
lui per incontrare finalmente il suo sguardo e lo fissò perplesso;era chiaro
cosa c'era scritto nei suoi occhi:devo fidarmi oppure è un'altra
trappola? -Nel frattempo,passeremo del tempo insieme altrimenti non
riusciresti a deciderti-aggiunse. -E tu non avresti un tornaconto...-commentò
lui senza rabbia. Scorpius sorrise leggermente e annuì. Poi avvicinò di
nuovo il viso al suo e lo baciò di nuovo,ricambiato dal moro senza
nessun'esitazione. -Ci stai?-gli chiese staccandosi dalle sue labbra e
guardandolo da quella minima distanza. Albus sospirò e si chiese se qualcuno
mai fosse riuscito a negare qualcosa al Principe delle Serpi. Per lui sarebbe
stato quasi impossibile farlo...
Le aveva dato appuntamento alla Torre di
Astronomia. Ma le aveva detto di non entrare e di aspettarlo sulla
porta. Per tutto il pomeriggio aveva riempito Rachel di chiacchiere piena di
congetture su cosa aveva Ronald per quella sera. Il loro primo vero
appuntamento da soli. Era emozionata a tal punto da passare in rassegna il
suo guardaroba più volta alla ricerca di qualcosa di "perfetto" per la serata,e
di non riuscire a truccarsi per le mani tremanti. Quando era arrivata
all'appuntamento indossava un vestito con le maniche lunghe nero che le arrivava
alle ginocchia sopra un paio di ballerine bianche coordinate con la borsetta che
l' aveva costretta a portare Rachel perchè faceva "chic". Arrivata davanti
alla porta della Torre si accorse di un biglietto che fluttuava di fronte alla
massiccia porta. Lo afferrò e,dopo aver letto il suo nome sul frontespizio,lo
aprì. "Togliti le scarpe ed entra" Con piccolo
sorriso divertito sulle labbra,Rebecca fece come era scritto nel biglietto e,le
scarpe in una mano,spinse il battente con l'altra. Quello che vide le fece
spalancare la bocca per la sorpresa e ridere neanche fosse una bambina:il
pavimento della stanza era completamente ricoperto di sabbia ocra,come su una
spiaggia,su cui era stato creato magicamente un falò con tanto di tronchi e
spiedini per i zuccotti di zucchero. Poco distante dal falò era stata montata
una tenda bianca che aveva visto nei libri di storia babbana,tipiche delle zone
desertiche e dei beduini,dentro la quale c'erano una decina di cuscini a prima
vista molto comodi. Fece un passo in avanti e si guardò attorno per cercare
Ronald,incredula di quello che aveva creato. Uscendo da un'angolo della
stanza le venne incontro completamente vestito di bianco,a piedi scalzi e un
sorriso accennato sul viso. -Ti piace?-le chiese titubante. -E me lo
chiedi?Come sei riuscito a creare tutto questo?-gli chiese ancora
incredula. -Ho avuto un permesso speciale dalla Preside a patto che entro
domani tutto ritorni com'era e di non rompere niente...Inoltre ho avuto un
piccolo aiuto da Rose-ammise. Rebecca guardò di nuovo tutto quello che aveva
preparato per il loro appuntamento e poi tornò con lo sguardo sul viso di
Ronald,che nel frattempo le era venuto incontro e si era fermato di fronte a
lei. -Hai fatto tutto questo per il nostro appuntamento?- -L'ho fatto per
te...Volevo farmi perdonare per come mi ero comportato nei mesi scorsi. Ti
piace la cucina marocchina?-domandò poi seguendo un pensiero volante. -Non
l'ho mai provata- -Forse ho esagerato un pò,ma ho chiesto agli elfi domestici
se potevano prepararci qualche piatto marocchino...Però se vuoi posso
sgraffignare qualche piatto dalla Sala Grande e...-disse Ronald cercando di
rimediare. Rebecca scosse la testa decisa e gli posò una mano sul
petto,avvicinandosi a lui. -E' tutto perfetto.Non so come ci sei riuscito,ma
hai fatto una cosa fantastica...-gli disse fissandolo negli occhi. Ronald
restò in silenzio,ricambiando il suo sguardo,poi alzò una mano e accarezzò
quella di lei ancora sul suo petto. -Volevo sorprenderti-disse
semplicemente. Lei abbassò lo sguardo arrossendo leggermente,e quando in
punta di piedi alzò la testa,avvicinò il viso a quello di Ronald e sfiorò le
labbra del ragazzo con le sue,quasi fosse una carezza. -L'hai già
fatto...Tanto tempo fa-confessò timida. Incredulo,Ronald sbattè le palpebre
più volte prima di riavvicinare il viso e baciarla di nuovo,il viso di lei fra
le mani. Andò incontro alle labbra di Rebecca dolcemente e solo quando sentì
dischiuderle sotto le sue,le aprì a sua volta per far incontrare le loro lingue
e farle danzare insieme. Le braccia di Rebecca si strinsero attorno ai suoi
fianchi,ritornando a poggiare il peso sui talloni e portandoli giù con sè,una
mano fra i capelli sciolti e l'altra sulla spalla. Quando si staccarono,lei
gli sorrise e gli baciò l' angolo destro della bocca. -Guai a te se provi a
lasciarmi...-gli disse atteggiando il viso ad una finta espressione
minacciosa. Ronald rise sollevato e tornò a baciarla. Lasciarla era il suo
ultimo pensiero.
-Come credete che stia andando?- Quella
situazione era insostenibile,sarebbe riuscita a resistere ancora pochi
minuti. Era seduta al suo solito posto in Sala Grande con quelli che da
sempre erano i suoi amici,i membri del suo gruppo a cui era abituata da sempre,e
a cui ora si era aggiunta questa...questa estranea. Haley. Questa ragazza
che sembrava incapace di vivere senza il braccio di James attorno al
suo. Come aveva potuto farle una cosa del genere? -Ha avuto una grande
idea...E anche tu sei stata bravissima Rosie con il falò-le disse James
parlandole e incontrando il suo sguardo per pochi istanti prima di tornare a
posarsi sugli altri. Ormai si limitava a quello,non riuscivano più a stare da
soli,a parlare come facevano un tempo. Le mancava il suo migliore
amico,quello a cui confidava tutto...Quello a cui avrebbe confidato che si stava
innamorando di suo cugino. Ma lui sembrava evitarla neanche avesse la
peste,sempre impegnato con quella pupattola idiota che sembrava un pianeta
accecato dal Sole! -Scusate...-disse alzandosi di scatto dalla tavola e
avviandosi velocemente verso l'uscita della Sala Grande. Camminando senza
neanche guardare dove andare nei corridoi silenziosi,lottò contro le lacrime di
rabbia. Ma non era solo quello,anche se si ostinava a negarlo anche a sè
stessa. Era a pezzi,forse per la prima volta in vita sua sapeva cosa
significava soffrire per amore e la cosa non le piaceva affatto. Come poteva
baciarla,stringerla come era successo quelle poche volte e poi evitarla ed
ignorarla? Perchè aveva deciso senza consultarla? Come aveva potuto
"chiuderla fuori dalla sua vita" senza neanche spiegarle? Chi accidenti era
quella bambola che si portava dietro e che sembrava assorbirlo così intensamente
da non aver tempo per nient'altro? Sentì dei passi in lontananza,ma non ci
fece caso:forse qualcun'altro aveva finito la cena e stava tornando al proprio
dormitorio. Quando sentì una morsa afferrargli il braccio sinistro si
spaventò e cercò di sfuggire alla stretta. -Rose!- Riconobbe all'istante
la voce e cercò di liberare il braccio con maggiore forza,spinta dalla
rabbia. -Lasciami!-disse. Lui invece non sembrava d'accordo con quell'idea
e la spinse fino ad un'angolo buio del corridoio. -Hai sbagliato persona,la
tua Barbie è ancora in Sala Grande!-gli fece notare acida. -La pianti di
comportarti come una bambina?-la rimproverò James. -Non posso neanche
arrabbiarmi?-gli domandò fissando il suo viso. -Teoricamente non
potresti-ribattè lui. Rose si lasciò scappare un suono sarcastico,poi gli
diede una spinta che lo allontanò un pò da lei. -Sei un codardo!Un'inutile
coniglio! Quando hai capito che le cose stavano diventando serie,hai girato i
tacchi e sei scappato-lo rimpoverò. -Porca puttana ma non capisci che l'ho
fatto per noi? Per te?-le disse alzando leggermente la voce. -Io non ti ho
chiesto niente,quindi non far ricadere la colpa su di me- James sospirò
frustrato. Approfittando di quel momento di smarrimento,Rose gli si avvicinò
e portò il viso vicino al suo,guardandolo dal basso mentre il profumo di James
l'avvolgeva. -Dimmi che non mi vuoi e ti prometto che non dirò più una parola
contro di lei. Ma devi dirmi la verità- Forse la cosa più difficile della
sua vita...
Salve a
tutti!!!
Capitolo
pieno di misteri,quindi lasciate che vi spieghi.
Avevo
pensato di raccontarvi tutto quello che era successo nella lontana sera di
giugno fra Lily e Daniel,ma mi sn accorta che cs il capitolo sarebbe stato
troppo lungo,così vi ho raccontato soltanto l'inizio per soddisfare un pò la
vostra curiosità.
Il resto
verrà + in là...
Ora
passiamo a James e Rose:il prox capitolo ripartiremo da loro,e capiremo cosa è
scattato in James portandolo più vicino ad Haley,quindi per il momento non
giudicatelo troppo male.
Come
avete notato i senior nn si fanno vedere da 2 capitoli e mancheranno all'appello
anke nel prox,ma è ovvio che ci sia + da raccontare sui figli ke nn sui
genitori;cmq nn preoccupatevi, torneranno anche loro!
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e mi
scuso per eventuali errori di battitura o di ortografia.
La frase
iniziale è presa da "Con un gesto" di Ivan Segreto.
E ora i
ringraziamenti:Finleyna 4 ever(Teddy tornerà prima di quanto pensi...e confonderà le idee al
povero James),MissJude(Cupido ha fatto il suo dovere diligentemente,ma nn sapeva di
dover fare i conti con la gelosia;senza dubbio sn d'accordo su Scorpius:quando
si mette in testa qualcosa è difficile che cambi idea,anche se forse qst volta è
un pò diverso...),Nefene(
D'ora in poi mi impegnerò a trovare un pò di tempo anche per Fred ed
Allie,anche se dovessi far fuori qualche altro personaggio),Sklupin(Con una bustina d'analgesico
sempre vicino contro il mal di testa...No,skerzo!Mi viene naturale,anche se
certe volte devo aspettare 1 pò x avere delle idee),IRE'89(NN c'era nulla su James e Rose
in preparazione di qst capitolo, altrimenti t saresti trovata Jim cn Haley senza
sapere chi fosse lei;spero che cn qst capitolo Allie nn sia scesa di posizione
nella tua classifica,ma in fondo sapevamo ke c'era qualcun altro ke le faceva la
corte...Ho dissipato un pò dei tuoi dubbi su Daniel e Lily?),WingsHP(E che usa il nome di famiglia x
chiedere favori a mezzo Castello pur di sorprenderti?Credo che Ronnie sia
proprio da sposare...),JC(E io adoro i tuoi commenti!Non nel senso in cui stai pensando tu,
credimi le intenzioni di James sono buone,anche se adesso nn sembra...Riguardo
al dialogo: hai presente quei discorsi inutili che si fanno per attaccare
bottone con una ragazza?Il tipo di drink,di cellulare e cose simili?Ecco quello
era uno di quelli!Era evidente dalla divisa che Haley fosse una Grifone,ma pur
di abbordarla,Jim ha provato quella tattica),Streghetta'86(Nè l'una nè l'altra!E'
vero,sappiamo che staranno insieme,ma nn sappiamo come c sono arrivati a quel
"traguardo"...Come vedi la mia idea ha cambiato tragitto durante la scrittura
quindi nn è stato niente di sconvolgente,almeno x il momento.),Tonks'17(Come vanno i denti?Tutti avete
travisato il comportamento di James:credi veramente che il figlio di Harry
Potter possa comportarsi da infame?Nn credo sia nel suo DNA!Hai ragione,invece
per quanto riguarda Fred Allie ed il loro problema di lontanza,cmq quella è una
cosa che verrà affrontata più volte... Credo che Scorpius sia preso da Al + di
quanto si renda conto e voglia ammettere e forse anke + del moretto,ma in fondo
siamo solo all'inizio e tante cose possono ancora
cambiare!).
Solito
spoiler(che so farà arrabbiare tanti...)
"Suo padre diceva
sempre che quello non era tradimento.
Se non c'era "vero contatto fisico"
allora non era tradimento...
E per una volta aveva voluto
credere a quella bugia"
Bene,per
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Maybe
one day"
Baci,Eva.
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Capitolo 15 *** Maybe one day ***
maybe one day
"You just keep on running
from the love you had
and you heart keeps on
aching
makes you feel so
sad..."
Gli faceva uno strano
effetto camminare di nuovo fra quei corridoi. Erano anni che non si vedeva
circondato da divise,libri e spettri che sbucavano dalle pareti improvvisamente
facendoti saltare per lo spavento e la sorpresa. Niente era cambiato dalla
sua partenza,il tempo fra le mura di quel Castello sembrava scorrere sempre
uguale,scandito da un'orologio speciale. Quella lentezza,quella regolarità
che per gli studenti poteva sembrare asfissiante e soporifero, era quasi un
calmante per chi veniva dalla caotica vita dell'esterno. Si guardò attorno
nel corridoio su cui si affacciava l'ufficio del Preside e osservò le "orde" di
studenti che si dirigevano verso la Sala Comune per il pasto. Avrebbe dovuto
partire immediatamente,ma aveva ottenuto il permesso di fermarsi fino alle
inizio delle lezioni del pomeriggio per fare una sorpresa ai fratelli. Al
posto suo,Vicky sarebbe ripartita subito per Londra,ma erano mesi che non vedeva
i suoi fratelli e iniziava a sentirne la mancanza,anche se non glielo avrebbe
mai confessato. Iniziò a camminare lungo il corridoio e,sfruttando le
riminiscenze di quando si trovava lì,scese una rampa di scale e si affacciò in
un altro corridoio guardando a destra e a sinistra. Alla sua destra vide la
solita frotta di visi anonimi e indaffarati che lo aggiravano per raggiungere le
scale. Guardò a sinistra e si accorse di un ragazzo fermo in mezzo al
corridoio abbracciato ad una ragazza,incurante della folla che sembrava
travolgerlo,impegnato in una fitta conversazione con la moretta. Gli ci volle
un'istante per riconoscerlo e un sorriso spontaneo apparve sul suo
viso:finalmente aveva smesso di essere imbranato! Affondò una mano in tasca e
fece un paio di passi verso di loro,continuando a fissarli. Era arrivato ad
una decina di metri da loro quando la ragazza,forse accortasi dello sguardo
persistente su di loro,si voltò e fissò il suo volto,per poi voltarsi e
bisbigliare qualcosa al orecchio del ragazzo. Cercò di trattenere un sorriso
divertito quando vide l'espressione preoccupata sul suo viso alle parole della
ragazza,che lo fecero voltare e cercare in giro finchè non posò lo sguardo su di
lui. Quasi per prenderlo in giro,alzò la mano sinistra e lo salutò con un
piccolo movimento delle dita. -TEDDY!!!!- Una risata gli nacque spontanea
quando lo vide fare in tre passi i pochi metri che mancavano e gettargli un
braccio sulle spalle,sotto lo sguardo sorpreso della ragazza. -Come al solito
sei in giro a bighellonare per i corridoi...-lo rimproverò
scherzosamente. Ronald rise e gli diede un leggero pugno sulla spalla
sinistra. -Che ci fai qui?Perchè non ci hai detto che saresti arrivato?Gli
altri lo sanno che sei qui?Come sta Vicky?-chiese Ronald in un solo fiato. -A
quale domanda devo rispondere per prima?-domandò Teddy sogghignando. Ronald
scosse la testa. -Allora vediamo...Sono venuto per parlare con la McGranitt
di una questione per la sicurezza degli studenti. Una cosa di lavoro quindi
non credevo di dover spedire un gufo per avvertirvi...E poi avrei rovinato
l'effetto sorpresa!-aggiunse ridandogli il pugno di poco prima. Ronald
sorrise e fece per parlare di nuovo,quando Rebecca lo interruppe. -Ronnie io
vado avanti...-disse riportando l'attenzione del ragazzo su di sè. Teddy e
Ronald si voltarono e,mentre Ronnie si avvicinava a lei e scuoteva la
testa,Teddy le sorrise e le tese la mano. -Scusa,non mi sono ancora
presentato... Arthur Lupin-disse fissando il volto di Rebecca. -Mio
fratello-precisò Ronald. Teddy sorrise e cercò di non mostrare il piacere che
gli provocava ogni volta quella piccola precisazione; tutti sapevano che non
erano realmente fratelli,ma erano cresciuti come tali e si erano sempre sentiti
tali. Sul viso della ragazza apparve un leggero
sorriso. -Piacere...Rebecca Paciock-disse stringendogli la mano. Teddy
sorrise sorpreso a quel nome e guardò Ronald. -Paciock.Non sarà per
caso...- -Sì è la figlia del professor Paciock-tagliò corto Ronnie. Teddy
rise e posò una mano sulla spalla del fratello. -Tua madre morirà dal ridere
quando lo saprà-commentò fra le risate. Ronald sbuffò e si scrollò di dosso
la mano di Teddy. -Beh tu non dirglielo,no?- Rebecca li guardava con
sguardo interrogativo e Ronnie scosse la testa:le avrebbe spiegato a tempo
debito. -Sai dove sono gli altri?Ho qualcosa di importante da dirvi e non
vorrei doverlo ripetere per quattro volte-gli domandò Teddy quando ebbe smesso
di ridere. Ronald lo fissò curioso una domanda ben visibile sul volto,ma
Teddy scosse la testa,avviandosi per il corridoio subito seguito dai due
ragazzi.
Non gli avrebbe reso le
cose facili. Questo lo aveva capito dal primo istante in cui Haley e Rose si
erano incontrate:lo sguardo prima sorpreso poi incredulo ed infine ferito che
era apparso negli occhi della cugina era stato abbastanza eloquente. Era
tanto intelligente eppure non riusciva a capire una cosa così semplice! Se
lui si stava avvicinando ad Haley era per far tornare le cose com'erano un
tempo,per reprimere quei desideri che ormai erano diventati una costante fissa
ogni volta che era accanto a Rose:quel bisogno di stringerla,di accarezzarla,di
sentirla soltanto sua... Tutte cose che a loro erano
negate!Proibite! Fortunatamente il destino aveva deciso di dargli una mano e
gli aveva fatto incontrare Haley, così chiaramente innamorata di lui da
risultare evidente al primo sguardo,quasi lo avesse scritto in faccia. Per
questo l'aveva invitata a quell'allenamento di Quidditch che avevano organizzato
quasi di corsa per Ronald e Rebecca,trascorrendo tutto il tempo libero dagli
allenamenti con lei e ritornando insieme alla Torre. Era convinto che se
avesse trascorso abbastanza tempo in sua compagnia sarebbe riuscito a provare
per Haley gli stessi sentimenti e le stesse sensazioni che provava per
Rose. Certo era un'idea folle,ma quando Ronald gli aveva suggerito di farsi
vedere con un'altra ragazza per far ingelosire la sua "presunta" ragazza aveva
capito che poteva essere la strada giusta:se Rosie l'avesse visto con
qualcun'altra avrebbe ricominciato a vederlo soltanto come un cugino e tutto
sarebbe tornato alla normalità. Ma ovviamente non aveva fatto i conti con
Rose:lei era tutto tranne che decisa a farsi da parte. Per questo le era
corso dietro quando era scappata via dalla Sala Grande. Doveva farle capire
una volta per tutte che dovevano cancellare quello che era successo. L'aveva
raggiunta in uno dei corridoi e l'aveva fermata,provocando in lei una prima
reazione di paura,seguita poi dalla rabbia quando aveva capito di chi si
trattasse. Si era lasciato spintonare e insultare prima di reagire e cercare
di farle capire il suo punto di vista,ma lei ovviamente era talmente sicura di
quello che sentiva e pensava da non lasciargli via d'uscita. Esasperato si
era passato una mano fra i capelli e aveva sospirato,cercando un'altro modo per
porre le sue motivazioni ma,approfittando di quel momento di debolezza,Rose gli
si era avvicinata portando il viso a pochissima distanza dal suo. -Dimmi che
non mi vuoi e ti prometto che non dirò più una parola contro di lei. Ma devi
dirmi la verità-gli aveva detto. Ok era facile,si trattava solo di guardarla
negli occhi e...e mentire. Peccato che non era mai stata una delle sue
qualità migliori! Fissò i suoi occhi in quella distanza ravvicinata e sospirò
di nuovo,quasi incapace di formulare un pensiero sensato. -Rose...-aveva
detto cercando di guadagnare tempo. Lei non lo fece finire;l'attimo prima si
stavano guardando negli occhi in attesa di quello che lui avrebbe detto e
l'istante dopo la bocca di Rose era sulla sua,impegnata a posare piccoli baci
per invogliarlo a rispondere. James restò immobile,facendo appello a tutta la
sua forza di volontà per resistere e rimanere impassibile di fronte a
quell'assalto:le braccia di lei gli accarezzarono il torace mentre scivolarono
verso i fianchi per stringersi attorno ad essi,premendosi di più contro di
lui. Le labbra si dischiusero contro le sue e la punta della lingua gli
accarezzò il labbro inferiore seguito subito dopo da un piccolo morso. Gli
occhi di Rose si erano aperti per incontrare i suoi spalancati mentre le labbra
di lei continuavano a tentarlo e in quell'istante si era sentito
perso. Iniziò a rispondere al bacio con un entusiasmo che non credeva di
possedere,aprendo le labbra e affondando la lingua nella bocca di Rose,mentre
con un gesto veloce la portava spalle al muro posandole entrambe le mani sui
fianchi. Le braccia di Rose avevano sciolto il loro abbraccio e gli avevano
accarezzato la schiena coperta dal maglione grigio per poi passare al
torace,insinuandosi al di sotto di questo a contatto con il tessuto leggero
della camicia. Alla ricerca d'aria,James aveva staccato le labbra dalle sue e
si era spinto di più contro di lei,quasi schiacciandola con il proprio corpo;lo
sguardo fisso al muro davanti a sè era rimasto immobile quando le labbra di Rose
erano scese lungo il collo,mordendogli l'inizio della spalla riscaldandolo con
il suo respiro. Aveva incontrato di nuovo i suoi occhi e l'aveva baciata
ancora,la mente completamente persa dietro le sensazioni:doveva fermarsi,doveva
interrompere tutto perchè solo lui avrebbe potuto farlo...ma non riusciva a
trovare la forza. Aveva poggiato una mano contro il muro freddo e aveva
strusciato contro il corpo di Rose, provocando in entrambi brividi e gemiti
d'eccitazione,che aumentarono quando lei alzò una gamba e gliela strinse attorno
al fianco sinistro,facendo così aumentare quella che finora era stata una timida
erezione. -Rose...-aveva mormorato senza sapere come continuare. Lei lo
aveva baciato,una bacio veloce e ad occhi aperti,solo per zittirlo. -Perchè
per una volta non mi vedi come una ragazza? Una ragazza innamorata di
te?-aveva detto timidamente. James aveva spalancato gli occhi a quelle
parole,e lei per cercare di calmarlo aveva ripreso a baciarlo,sciogliendo la
tensione fra loro. Avrebbe dovuto fermarsi allora,dopo quelle
parole! Invece aveva continuato...Incurante del fatto che si trovavano in
un'angolo buio di un corridoio dove tutti potevano vederli,del legame di
parentela fra loro che fino a quel momento era stato il più grande impedimento e
a tutti gli altri motivi che aveva trovato per non farlo. Aveva mandato
all'aria tutto e per una volta aveva visto Rose per quello che era:una semplice
ragazza. Ad occhi chiusi si era lasciato guidare dal momento,baciandola e
accarezzandola come fossero due amanti e permettendole di fare lo stesso. Le
carezze con cui aveva scoperto il suo corpo femminile nonostante l'impedimento
dei vestiti,i gemiti che si strappavano a vicenda,la perfetta sincronia con cui
i loro corpi rispondevano a quello dell'altro non era qualcosa di comune,riuscì
a rendersene conto anche con la mente annebbiata. Forse non avrebbe mai più
provato quelle sensazioni con nessun'altra donna... Ma ora non aveva più il
coraggio di incontrare il suo sguardo. Non riusciva a togliersi quei pensieri
dalla testa,continuava a vedere le immagini di cosa aveva fatto...a che
accidenti stava pensando? A niente!O meglio,pensava soltanto a sè
stesso,altrimenti non sarebbe accaduto niente! Però l'aveva promesso:quella
era stata l'ultima volta! Quando tutto era finito se ne era andato via pieno
di vergogna,senza riuscire a dire una parola o a guardare il viso di Rose...Cosa
aveva pensato di lui in quel momento? Dannazione! Era incapace di
rilassarsi anche adesso che era seduto sull'erba durante la pausa
pranzo! Sarebbe mai riuscito a superare quella storia? -Da quando sei
diventato così solitario?-domandò una voce familiare. Una voce che non
avrebbe dovuto essere lì. Si voltò e sorrise all'istante vedendo Teddy e
Ronald a pochi passi di distanza da sè. -Che mi venga un colpo!-esclamò
alzandosi in piedi e avvicinandosi ai due. Teddy sorrise e,quando il ragazzo
fu davanti a lui,ricambiò l'abbraccio virile che Jim gli
diede. -Che...-iniziò James. -Sono qui per lavoro-lo bloccò subito
Teddy. -Però ha anche un'annuncio da farci,quindi sbrighiamoci a trovare gli
altri!-confessò il rosso. Jim si mise a fianco dei due e si sporse verso
Teddy cercando di carpirgli qualcosa. -Che tipo di annuncio?-domandò
incuriosito. Ronald sbuffò. -E' inutile che continui a chiedere,tanto non
riesci a tirargli fuori niente!- Teddy rise e diede una spinta al
fratello. -Hai un'idea di dove possono essere gli altri due?-domandò poi a
James. -Mi sembra di aver visto Lily e Daniel vicino al Lago- -E chi
sarebbe questo Daniel?-s'informò subito Teddy. -Te lo diciamo se tu ci dici
il tuo segreto-tentò Ronald. L'altro scosse la testa,divertito,e i due
ragazzi capirono che sarebbe stata una battaglia persa in ogni
caso.
-Hai freddo?- Era la
decima volta che le faceva quella domanda e ormai aveva smesso di
rispondergli,ma si mosse nel suo abbraccio quasi le braccia del ragazzo fossero
i lembi di una coperta. Il vento si era alzato e aveva iniziato a soffiare
freddo,ma a lei non importava,le piaceva il freddo ed inoltre le sembrava di non
sentirlo stretta com'era fra le sue braccia. Avevano preso l'abitudine di
pranzare insieme,nel posto dove tutto era iniziato,quando il tempo glielo
permetteva e Lily non avrebbe rinunciato a quella piccola romanticheria per
niente al mondo. Tutti ormai sapevano della loro storia,i suoi fratelli
sembravano essersene fatti una ragione, quindi potevano stare insieme "alla luce
del sole" e per Lily sapere che poteva stargli vicino senza dover cercare scuse
assurde era un gran sollievo. Anche quel giorno c'era qualcosa che
preoccupava Daniel:lo aveva capito anche se lui non le aveva ancora detto
nulla. Era rimasto gra parte del tempo silenzioso,stringendola a sè e
limitandosi a chiederle se aveva freddo. La schiena poggiata contro il suo
torace voltò la testa leggermente e la posò sul braccio sinistro per guardare il
suo viso,cercando il suo sguardo. Quando finalmente Daniel la guardò,gli
rivolse un piccolo sorriso. -Che succede?-gli domandò cauta. Il sorriso
brillò ancora un'istante,poi lui iniziò a giocare con le dita della sua mano
destra. -Non ti si può nascondere nulla,eh?-scherzò. Lily sorrise
leggermente e intrecciò le dita alle sue,tracciando poi il profilo del pollice
con la punta del proprio. -Beh,di solito il mio ragazzo non è così scontroso
e musone...- Un nuovo sorriso apparve sul viso di Daniel,facendo incontrare
di nuovo i loro occhi. -Quindi adesso sono il tuo ragazzo...-Finora non mi
hai mai chiamato così-la prese amorevolmente in giro. Lily sbuffò. -Da
quando hai bisogno di rassicurazioni?Fino a un mese fa non riuscivo a stare
nella stessa stanza con te neanche due minuti!- -E adesso sono il tuo
ragazzo-ripetè lui. Stizzita,Lily si allontanò da lui e tolse la mano da
quella di Daniel,sistemandosi meglio il mantello sulle spalle. -Sai credo
proprio di aver cambiato idea. Siamo amici-fece cercando di sembrare
convinta. Daniel annuì divertito e avvicinò il viso a quello di
Lily. -Conoscenti-continuò lei fissando lo sguardo del ragazzo sempre più
vicino. Lui rise. -Adesso mi dirai che siamo due estranei!-la prese ancora
in giro lui. -Ecco!Perfetto,era proprio questa la parola che
cercavo!-continuò Lily. Sempre più divertito,Daniel attirò a sè Lily e posò
le labbra sulle sue trovando subito la risposta della ragazza. Continuando a
baciarla,si sporse verso di lei portandola così a sdraiarsi sull'erba
leggermente bagnata. Quando si staccarono,le accarezzò i capelli e sospirò,lo
sguardo fisso nei suoi occhi. -Il professor Herbert vuole mandare il mio nome
per il corso estivo all'accademia di Auror-le confessò. Sorpresa dalla
notizia,e sapendo quanto significasse per lui,Lily gli sorrise felice. -Dan
questa è una notizia fantastica!- Lui annuì,una strana espressione sul
volto. -Perchè quella faccia?-gli domandò facendo forza sui gomiti e
sollevandosi leggermente. Daniel si passò una mano sul mento e sospirò
un'altra volta prima di rispondere. -E' lo stesso periodo in cui si tengono
le selezioni per le squadre di Quidditch...Mio padre non mi permetterà mai di
parteciparvi-le spiegò. Facendo forza su un braccio solo,Lily alzò una mano e
gli accarezzò una guancia. Odiava sentirsi così impotente in quella
situazione!Avrebbe fatto qualsiasi cosa per poter aiutare concretamente
Daniel,ma sapeva di poter fare ben poco. -Troveremo un modo...Perchè non
provi a parlare con tua madre,magari lei può...-disse cercando di
risollevarlo. Ma si bloccò quando si accorse che la sua idea non avrebbe
funzionato. -Ancora una volta sarò costretto a fare quelle cazzo di
selezioni!Possibile che non si sia ancora arreso?-commentò senza rivolgersi
realmente a lei. Lily restò qualche istante in silenzio,poi un'idea le passò
per la mente. -Tu diventi maggiorenne prima dell'estate-gli fece
notare. Daniel rialzò la testa ed annuì. -Quindi puoi prendere questa
decisione da solo,senza dover chiedere il permesso ai tuoi genitori-continuò
lei. Dallo sguardo che lui le lanciò,Lily capì che era sulla sua stessa onda
di pensiero. -Tuo padre non potrà impedirtelo,e se anche ci proverà allora lo
affronterai e gli farai capire che cosa vuoi veramente- Daniel le prese la
mano che fino a poco prima era stata sulla sua guancia e vi posò un bacio sul
palmo. -Tu resterai con me?-le domandò senza guardarla. Un'improvviso
rossore le colorò le guance a quella domanda inaspettata:dove altro poteva
essere? Si tirò a sedere e gli accarezzò l'altra guancia
sorridendogli. -Credi che lascerei da solo il mio ragazzo in una situazione
così difficile?- Daniel sorrise e si avvicinò posandole un bacio dolce sulle
labbra,stringendola a sè. Staccando le labbra dalle sue,Lily gli allacciò le
braccia al collo e posò la testa sulla sua spalla sinistra. -Ok,basta credo
di non riuscire a sopportare oltre!-commentò una voce lì vicino. Lily
aggrottò la fronte:quella non era la voce di... Si voltò,ancora fra le
braccia di Daniel e spalancò la bocca quando vide il trio poco distante da
sè. -TEDDY!!!!-esclamò felice sciogliendo dall'abbraccio e mettendosi in
piedi. Corse fra le braccia dell'uomo e gli gettò le braccia al
collo,sentendosi sollevare di qualche centimetro da terra. -Che ci fai
qui?-gli domandò quando fu di nuovo con i piedi per terra e con lo sguardo sul
suo viso. -E' venuto per lavoro-dissero in coro i gemelli. Teddy
sorrise. -Già ma devo dirvi una cosa importante...Per caso sai dov'è
Al?- Un'espressione pensierosa si disegnò sul volto di Lily mentre rifletteva
dove potesse trovarsi il fratello,finchè non si ricordò di una conversazione che
aveva avuto con lui la sera prima. -Sì,mi sembra di sì-disse staccandosi
dall'abbraccio di Teddy. Teddy annuì e allontanando lo sguardo da lei lo posò
su Daniel facendola voltare:il ragazzo era in piedi e,per la prima volta da
quando lo conosceva,sembrava intimorito e in soggezione. -Teddy lui è Daniel
Thomas-disse lei facendo le presentazioni tornando accanto a Daniel. L'uomo
fece un cenno con la testa per poi fare i pochi passi di distanza e stringere la
mano al ragazzo. -Dan lui è Arthur Lupin,mio fratello-continuò
Lily. Daniel annuì. -Ho sentito parlare di lei,mi fa piacere
conoscerla-disse rispettoso. Teddy sorrise. -Non sono ancora abbastanza
vecchio per sentirmi dare del lei-scherzò. -Allora vogliamo muoverci?-incalzò
Ronald. Teddy si voltò e tornò accanto ai gemelli,dando un leggero pugno al
rosso,mentre Lily si voltava e guardava Dan per qualche istante. -Io vado,ci
vediamo più tardi...-gli disse quasi tentennante. Daniel sorrise e
annuì. -A dopo fidanzata-scherzò. Lily sorrise e,incurante dei fratelli,si
avvicinò e gli diede un bacio veloce. -A dopo fidanzato-
-OK BASTA!- Due iridi
cerulee si fissarono su di lui e per un'istante gli fecero rimpiangere di averlo
interrotto. Ma fu solo un'istante:non poteva continuare così. Gli diede
una spinta e riuscì a farlo allontare da sè,e in due passi fu al centro
dell'aula,lontano dalla parete contro cui lui l'aveva intrappolato. Si portò
entrambi le mani al viso e per un'istante chiuse gli occhi,cercando di calmare
il respiro, ma avvertì subito la sua presenza dietro la schiena. Restando ad
occhi chiusi,sentì le sue braccia avvolgersi attorno alle anche mentre il lungo
naso aquilino gli accarezzava la curva del collo. -Prima erano teneri questi
momenti di indecisione,ora cominciano a diventare fastidiosi-gli disse
all'orecchio destro. Stizzito Albus si allontanò di nuovo dal suo abbraccio e
voltandosi lo fronteggiò,incurante della camicia completamente aperta che
metteva in mostra il torace nudo. -Credi che sia una tattica?-gli domandò
infastidito. Il biondo alzò le spalle. -Potrebbe essere- -Forse per te
è facile scoparti il primo che capita senza pensarci due volte,ma non siamo
tutti come te-ribattè il moro. -Ora stai diventando anche ripetitivo-fece il
Serpeverde con la solita aria di sufficenza. Sempre più infastidito,Albus gli
voltò le spalle e si avvicinò al banco dove aveva lasciato i libri e dove dopo
era volato il suo maglione quando l'altro glielo aveva sfilato. Era una
follia,che cazzo gli era venuto in mente? Ogni volta si diceva che sarebbe
andato dalla McGranitt per rinunciare a quell'incarico,ma poi rimandava
sempre,perchè ogni benedetta volta lui faceva qualcosa che lo sorprendeva,che lo
faceva ricredere sul suo conto. -Basta,basta basta! Questa è l'ultima
volta che mi freghi...-ripetè iniziando ad abbottonare la camicia. I passi
dietro di sè lo avvertirono che Scorpius si stava avvicinando,ma aspettò
ugualmente che fosse lui a voltarlo mettendogli una mano sul braccio e facendoli
tornare di nuovo faccia a faccia. -Se c'è una cosa che non sopporto è quando
fai la vittima!Se sei qui è perchè lo vuoi anche tu, non ti ci ho mai costretto
a venire...-disse il biondo fissando i suoi occhi. -Sei stato tu a scegliere
quest'aula per le lezioni invece della biblioteca...Lì non potevi sempre fare
quello che volevi!-lo beccò l'altro. -Ti stai comportando come una verginella
a cui hanno rubato l'onore,invece io non ti ho ancora toccato con un dito-gli
fece notare il Serpeverde. -Vaffanculo Scorpius!- Si allontanò ancora una
volta,portandosi di nuovo al centro della stanza e restò fermo lì per qualche
istante,sentendo lo sguardo dell'altro su di sè. Perchè sembrava incapace di
andar via?Di chiudere semplicemente la porta dietro di sè e mettere la parola
fine a quel capitolo della sua vita? -Hai detto...Hai detto che volevi
passare un pò di tempo con me per conoscermi-gli ricordò. Si voltò e cercò lo
sguardo di Scorpius che lo fissò attento. -Intendevi fisicamente,giusto?Era
tutto un trucco per ottenere quello che volevi- Il biondo lo guardò e restò
in silenzio a lungo,poi Al lo vide muoversi verso di lui. -Anche-ammise
sincero,continuando ad avanzare verso di lui. Albus sospirò deluso da quella
risposta:quindi si riduceva tutto al sesso? -Però finora ho saputo molte cose
su di te-disse Scorpius. Il moro lo guardò con aria scettica. -Ah
sì?- Scorpius annuì e,ormai davanti a lui,gli prese la mano sinistra e trattò
il segno di una cicatrice sul palmo. -So che non sei un tipo che ama la
medicina magica,altrimenti questa ferita non ci sarebbe... Come te la sei
procurata?-gli chiese sfiorandola per la seconda volta. -Avevo otto anni e io
e i miei fratelli giocavamo a pallone in casa-iniziò a raccontare. Tenendo la
sua mano,Scorpius si avvicinò e portò il viso vicinissimo al suo,ricominciando
poi ad accarezzargli il collo con il naso e le labbra,facendolo
rabbrividire. -Ad...ad un certo punto abbiamo rotto un vaso e Jim mi ha
sfidato a vedere chi dei due avrebbe resistito tenendo nel pugno un...un pezzo
di vetro-disse tentennante. Scorpius gli morse l'inizio della spalla che si
intravedeva dalla camicia aperta e mugugnò divertito. -Scommetto che ha vinto
lui- -Invece no...io ho dieci punti e lui ne ha otto-disse leggermente
trionfante il moro. Scorpius rise sulla sua spalla e rialzò la testa per
incontrare il suo sguardo. Odiava quegli occhi! Odiava il modo in cui si
sentiva soggiogato da quello sguardo,da quella profondità... -Non fare quello
sguardo con me!-gli disse deciso. Scorpius ghignò malandrino. -Che
sguardo?-chiese fintamente ingenuo. Albus fece per staccarsi da lui,ma il
biondo non glielo permise,avvicinando invece ancora di più il viso al
suo. -Come se volessi mangiarmi vivo!-disse l'altro,accorgendosi di aver
firmato la sua condanna a morte. Un lampo di lussuria brillò,infatti, negli
occhi di Scorpius facendolo pentire di quello che aveva detto. -Mi sembra
un'ottima idea...- Albus fece per parlare,cercando qualcosa che potesse
interessare l'altro abbastanza da distoglierlo dal suo proposito,ma Scorpius
aveva già cominciato ad accarezzargli la pelle del torace con le
labbra. -No...aspetta...Non è il posto adatto per...-mormorò in maniera poco
convincente. Lo sentì ridere poco lontano dai suoi addominali e abbassando lo
sguardo incontrò di nuovo i suoi occhi,rabbrividendo all'istante. -Non dirmi
che devo aspettare la prima notte di nozze per averti-lo prese in
giro,facendogli il solletico attorno all'ombelico. -Sai che può essere
un'idea?-ribattè Albus ritrovando la sicurezza persa fino ad un attimo
prima. Il biondo si rialzò portandosi alla sua altezza e dopo qualche secondo
perso a fissare gli occhi verdi di Albus,parlò. -Potrei anche farlo,ma poi
saresti tu ad implorarmi...- Il ragazzo rise leggermente e fece per parlare
quando un colpo deciso fu battuto sulla porta imperturbata risuonando nella
stanza. Entrambi i ragazzi si voltarono verso la porta e la fissarono per
qualche secondo prima di staccarsi e cominciare in fretta e furia a darsi un
contegno:Albus si allacciò velocemente i bottoni della camicia e sistemò il
maglione sullo schienale della sedia,mentre Scorpius se lo metteva sulle spalle
e si metteva a sedere aprendo il libro di Trasfigurazione a caso. -Perchè
accidenti ha dovuto imperturbare la porta?-sentirono dal corridoio. Scorpius
guardò il moro. -Sono i tuoi fratelli-commentò leggermente
scocciato. Albus annuì:se ne era accorto anche lui. -Non sai com'è fatto
Al?Forse aveva bisogno di un posto tranquillo per studiare!- -Ah,c'è anche la
sorellina...- -La smetti?-ribattè Al lanciando uno sguardo a Scorpius
infilando la camicia nei pantaloni e prendendo la bacchetta per togliere
l'incantesimo. -Io fossi in te metterei anche il maglione...A quanto sembra
le mie attenzioni non ti hanno lasciato indifferente-gli fece notare l'altro
indicando il cavallo dei suoi pantaloni. Al abbassò lo sguardo accorgendosi
del piccolo rigonfiamento:accidenti aveva sperato che non fosse così
evidente! -Al,siamo noi!Apri questa porta,abbiamo una sorpresa per te!-sentì
la voce di Lily. Prese il maglione dalla sedia e lo infilò in
fretta,sedendosi a sedere e con un colpo di bacchetta tolse l'incantesimo alla
porta. Aprirono la porta e la prima che apparve sulla soglia fu Lily che
rivolse ad entrambi un'occhiata interrogativa e anche leggermente
preoccupata:forse aveva capito cosa stava succedendo in quella stanza. Dietro
di lei c'erano Jim e Ronald e un'altra persona che non riusciva a
inquadrare. -Ma sei sempre sui libri?-domandò Ronald leggermente
scioccato. Albus sentì un leggero sogghigno venire da Scorpius e cercò di
concentrarsi sui fratelli. -Stavo facendo lezione,possibile che dovete sempre
rompere?-ribattè seccato. Non era affatto la situazione ideale:tutti i suoi
fratelli che fissavano Scorpius sorpresi di trovarlo lì con lui nonostante i
libri in bella mostra sul tavolo e lui che aveva il terrore che questi decidesse
di far dell'ironia proprio nel momento meno opportuno. -Ah,ci sei anche tu
Malfoy-commentò James lanciando uno sguardo a Scorpius. Al vide il biondo
alzare leggermente il libro di Trasfigurazione a beneficio dei suoi
fratelli. -Avevo bisogno che tuo fratello mi mostrasse una cosa...-rispose
sibillino. -Allora questa sorpresa?-scattò Al prima che la situazione
peggiorasse. Lily sorrise e si fece leggermente da parte,entrando
nell'aula. -Non crederai mai chi è venuto a trovarci!- Al restò con lo
sguardo fisso sulla porta,temendo che fosse qualcuno dei loro genitori,ma
l'attimo dopo apparve un'uomo alto e non eccessivamente atletico,dai corti
capelli biondo rossicci. Sorrise e si alzò in piedi andando verso di
lui. -Hai sempre avuto un certo gusto per le entrate in grande stile-commentò
divertito. Teddy rise e fece per abbracciare il ragazzo,ma Al spaventato che
il fratello si accorgesse della sua eccitazione,si limitò a dargli una pacca sul
braccio destro. -Sempre sui libri,eh?Alla fine dovranno darti una cattedra
per insegnare-scherzò l'uomo,arruffandogli i capelli neri in risposta. Al si
scansò e rise. -Piantala!Che ci fai qui?-domandò cercando di mettere ordine
fra i capelli sconvolti. -E' venuto per lavoro-dissero in coro i tre
fratelli. Al li guardò tutti e tre e si domandò che cosa ci fosse
sotto:perchè erano tutti insieme? -Che ne diresti di passare l'ultima
mezz'ora del pranzo insieme?-propose Teddy. Il moro corrugò la fronte. -Mi
sa tanto di imboscata-commentò. Lily e Teddy risero mentre i gemelli scossero
la testa. -Senti Al,siamo in giro da quasi un'ora e questo gran bastardo non
vuole dirci il grande segreto che lo ha portato qui,quindi per favore potresti
farci l'imenso favore di venire con noi?Sempre se non è troppo
disturbo,ovviamente!- disse Ronald quasi esasperato. -Ok,va bene non c'è
bisogno di esagerare!-ribattè l'altro. Si voltò avvicinandosi al banco
dov'era stato seduto per meno di dieci minuti e incontrò lo sguardo di
Scorpius. -Per te va bene se rimandiamo ad un'altra volta?-gli domandò. Il
biondo alzò le spalle,divertito da quel piccolo siparietto;Al si chiese quanto
tutto doveva essergli apparso buffo e distante dalla sua
quotidianità. -Magari potremmo fare stasera-propose giocherellando con la
punta della piuma. Sperando ardentemente di non arrossire,Albus scosse la
testa. -Non è possibile,ho un'altra lezione. Facciamo così,ci mettiamo
d'accordo questa sera prima di cena-disse chiudendo i libri aperti qualche
istante prima e impilandoli uno sopra l'altro. Scorpius lasciò andare la
piuma e alzò di nuovo le spalle. -Basta che non mi fai aspettare troppo
Potter...- Quello non era affatto riferito alle lezioni! Che
bastardo!Stuzzicarlo così davanti ai suoi fratelli! Si limitò ad annuire e
gli voltò le spalle,tornando a guardare i fratelli. Per un'istante incontrò
lo sguardo scioccato di Lily che correva veloce da lui a Scorpius,ma la
costrinse ad uscire dalla stanza mettendole una mano sulla spalla e guidandola
nel corridoio. -Chi di voi sa far materializzare dei sandwich?-chiese Teddy
voltandosi verso di loro e camminando all'indietro per qualche
passo. -Albus!-dissero in coro gli altri tre. Il moro guardò i fratelli e
mugugnò. -Possibile che devo fare sempre tutto io?-si lamentò provocando le
risate degli altri.
Non riusciva a trovare
pace. Aveva provato di tutto,aveva fatto di tutto,ma non sembrava capace di
porre fine a quello stato di eccitazione perenne. Da quando era tornato da
Seattle non c'era niente che lo aiutasse a calmarsi,era sempre eccitato anche
nei momenti più inopportuni:durante le lezioni,sotto la doccia dopo un'
allenamento... Aveva addirittura ricominciato a venire dopo un sogno erotico
come non faceva da quando aveva tredici anni! Eppure tutto era come al
solito,non era successo niente di diverso durante quelle settimane a Seattle:si
era comportato da bravo ragazzo,aveva accettato il fatto che non sarebbe
successo niente fra lui ed Alice ed era stato proprio lui a tirarsi indietro
quando l'ultima sera lei gli si era offerta. Poi però le aveva permesso di
dormire con lui e,quando poi si erano messi sotto le coperte,aveva lasciato che
lo accarezzasse facendole prendere confidenza con il suo corpo che per Alice
quasi completamente sconosciuto permettendole di toccarlo,arrivando ad
insegnandole come fare e dove gli piaceva di più essere accarezzato. Alla
fine,naturalmente, era arrivato l'orgasmo e quando aveva cercato lo sguardo di
Alice,pronto a chiederle scusa per non essere riuscito a fermarsi in tempo,aveva
visto la felicità brillare negli occhi della sua ragazza:forse perchè era stata
lei a dargli quel piacere nonostante la sua inesperienza,oppure perchè aveva
fatto crollare le sue barriere,ma quello sguardo gli aveva fatto capire che se
le avesse chiesto scusa l'avrebbe ferita. Da allora non riusciva a trovare
più pace da quel "delirio erotico". Faceva continui sogni su di
lei,immaginando cosa sarebbe successo una volta che Alice fosse ritornata a
Londra,facendo volare la mente in fantasie talmente assurde di cui si vergognava
lui stesso. Perchè all'improvviso sembrava un'impresa titanica aspettare fino
al suo ritorno? Non era stato un problema nei mesi precendenti,perchè ora
sì? L'unico modo che aveva per non pensare al sesso era volare:la mattina si
svegliava molto presto per iniziare la giornata con una lunga volata,poi tornava
al dormitorio e si faceva una doccia fredda,ormai poco efficace. Seguivano le
lezioni del mattino,poi la pausa pranzo in cui saltava il pranzo per fare un
altro volo,e un altra doccia per non presentarsi alle lezioni del pomeriggio
sudato e puzzolente. Anche quel giorno,dopo una volata di una mezz'oretta,si
mosse nello spogliatoio deserto spogliandosi della divisa mentre si dirigeva
alle docce. Si infilò sotto la doccia e cercò di allontanare i pensieri:si
concentrò sulla noiosa lezione di Erbologia che avrebbe avuto nel
pomeriggio,seguita da quella di Cura delle Creature Magiche. Si chiese se
aveva ancora un pò di tempo prima dell'inizio delle lezioni per tornare in
dormitorio e sentire la canzone di Seattle,l'avrebbe aiutato a sopportare meglio
la noia delle prossime lezioni. La ascoltava ogni giorno,più volte al giorno
incurante dei lamenti e dei commenti dei suoi compagni di stanza,Scorpius fra
tutti. Sorrise ripensando all'espressione pratica e professionale che era
venuta ad Alice quando gli aveva mostrato il disco,pronta a ribattere ad ogni
sua obiezione. Il sorriso però scomparve quando ricordò il modo arrendevole e
dolce in cui aveva risposto al bacio che era seguito...gli sembrava quasi di
sentire ancora il corpo di Alice contro il suo. Sospirò nervoso sentendo la
reazione del suo corpo a quei pensieri...cazzo era proprio da curare! Abbassò
la testa sotto il getto d'acqua,i capelli a nascondergli il viso e fece
scivolare la mano sulla sua eccitazione,iniziando ad accarezzarsi. Mosse la
mano avanti ed indietro,arrivando fino alla punta lasciandosi scappare un gemito
che risuonò nell'ambiente vuoto e freddo. Alla sua mente tornò il ricordo di
quella sera,quando era stata la mano di Alice ad accarezzarlo e a
stizzicarlo,aumentando così la sua eccitazione ed i gemiti. Poggiò una mano
sulle mattonelle fredde e bilanciò il peso del corpo,sempre sotto il getto
d'acqua. -Davvero uno spettacolo fantastico,non c'è che dire!- La voce
alle sue spalle lo fece voltare e afferrare all'istante un'asciugamano che aveva
preparato per quando avrebbe finito la doccia,legandoselo stretto attorno ai
fianchi con il solo risultato di evidenziare ancora di più la sua
erezione. -Che accidenti ci fai qui?-domandò chiudendo velocemente l'acqua e
uscendo dalle docce. Mandy Greengrass era a pochi metri da lui,le braccia
conserte sul seno prosperoso ed un sorriso divertito sul viso. -Sono venuta a
prendere una cosa che ho dimenticato qui l'ultima volta che sono
venuta-spiegò. Entrando nello spogliatoio,Luke le voltò le spalle e si
avvicinò alla panca dove aveva posato la borsa con le sue cose. -E che
diamine ci facevi in uno spogliatoio maschile?Ah già scusa che domanda
idiota!-commentò subito dopo. Mandy lo aveva seguito e alzò le
spalle,noncurante della frecciatina che lui le aveva appena lanciato. -Io
potrei aiutarti,sai?-gli disse con voce calma. Luke voltò leggermente la
testa e la fissò in silenzio. -Per quel "problemino" che hai lì...-fece
ancora la ragazza. -No grazie!E ora che ne dici di andartene?Dovrei
vestirmi...-ribattè lui tornando a guardare dentro la sua borsa. Meglio una
pianta carnivora di quella ragazza! Sentì il rumore dei tacchi sul pavimento
e pensò di essere riuscito nel suo intento,ma l'istante dopo qualcosa sfiorò la
sua schiena nuda. -Non eri tanto schizzinoso una volta...-ricordò lei. Gli
stava baciando la schiena! -Si dà il caso che ora ho una ragazza-fece Luke
deciso. La sentì ridere leggermente. -Che ci trovi di tanto divertente?-le
chiese voltando leggermente la testa. -Beh non mi sembra che faccia un gran
lavoro visto quello che vedo-disse Mandy posando una mano sul fianco destro del
ragazzo. Luke fece per allontanarsi ancora da lei,ma Mandy fu più veloce
facendo scendere la mano sull' asciugamano e sfiorando la sua
eccitazione. -Eh no,decisamente non fa un buon lavoro...Forse ha bisogno di
ripetizioni?-scherzò dandogli poi un morso leggero sulla spalla destra. Luke
affondò i denti nel labbro inferiore e deglutì prima di parlare:era innegabile
che quel tocco fosse un sollievo! -Sicuramente non da te-ribattè cercando di
riprendere la distanza. Mandy sorrise e,incurante delle sue parole,aggirò
l'asciugamano e s'insinuò sotto di questo a contatto con il membro eretto
accarezzandolo con più attenzione e perizia di quanta ne stesse mettendo lui
stesso sotto la doccia. -Smettila!-la rimproverò blandamente Luke,non
riuscendo subito dopo a trattenere un gemito. -Avanti...Non è mica un
tradimento...-gli sussurrò Mandy continuando a toccarlo. Già. Era quello
che gli diceva sempre suo padre. Non è un tradimento. Se non c'è un vero
contatto fisico non è tradimento. E per una volta decise di credere ad una
bugia.
-Non avete perso tempo a
quanto ho visto- I quattro ragazzi alzarono lo sguardo su Teddy,restando in
silenzio in attesa di qualcosa che li aiutasse a capire quella frase. Erano
seduti tutti e quattrosu un muretto di pietra che circondava un quadrato di
verde all'interno del Castello, in un corridoio deserto. Albus aveva
materializzato i panini e delle bibite si era occupata Lily,spruzzando l'intero
contenuto di una lattina di Cola addosso a Ronald per zittire i suoi lamenti:era
terribilmente insopportabile quando era affamato,neanche avesse ancora tre
anni! -Che vuoi dire?-domandò alla fine Lily prima di dare un morso al suo
panino. -Beh,sono passati quanti mesi all'inizio della
scuola...tre-quattro?-domandò guardando i ragazzi. -Quasi quattro-disse
James. -Quattro...E già siete stati tutti trafitti dal dardo di "giovane
amore"-spiegò. Lily rovesciò gli occhi e rise divertita,dandogli una leggera
spinta che non lo smosse affatto, Albus continuò a far finta di niente e a
mangiare il panino,James alzò lo sguardo su Teddy per qualche istante per poi
seguire l'esempio di Al e restare muto. Solo Ronald rise,leggermente
compiaciuto. -Sei un'osservatore acuto-commentò. -Ti ha beccato in mezzo
al corridoio che ti sbaciucchiavi con Rebecca,non ci voleva tanto a capire!-gli
fece notare James. Teddy sorrise e inghiottì il boccone prima di parlare di
nuovo. -Comunque è davvero carina,sei sicuro che sia veramente interessata a
te?-scherzò l'uomo. I due gemelli risero e portando lo sguardo su Lily la
vide scuotere la testa. -Non toccare quest'argomento-gli consigliò. Teddy
tornò a guardare i gemelli. -Per farla breve:Rebecca era interessata a Ronnie
fin dall'inizio dell'anno,ma lui,stupido come al solito,ha creduto che fosse
interessata a James-intervenne Lily decisa a tagliar corto. -Mi ha rivolto a
stento la parola per settimane-fece Jim. -Sempre il solito...-commentò l'uomo
prima di voltarsi verso Lily-E tu,invece? Devo comprarmi un abito da
cerimonia?-domandò scherzoso. -Non essere assurdo!-ribatterono all'unisono i
gemelli. Non lo ha chiesto a voi!Comunque,questa volta,hanno ragione loro:per
il momento è ancora troppo presto-rispose Lily scherzando sullo stesso tono di
Teddy. -Ma non è il figlio di...-domandò incerto l'uomo. -Sì è
lui-risposero in coro i gemelli e Lily. Teddy bevve un lungo sorso dalla sua
lattina e poi annuì. -Quindi per il momento,se le cose restano così,sono
imparentato con i Paciock ed i Thomas... mica male!Tu che mi dici James?-domandò
guardando il moro. Jim scosse la testa e addentò il panino:meglio tenere un
basso profilo per evitare domande. -Ah con lui puoi pescare dal
mazzo-commentò Lily. -Perchè non chiudi la bocca?-ribattè subito lui. -Che
vuol dire?- Ronald scosse la testa e fece sparire l'ultimo boccone del suo
panino. -Ti spiego io...Il nostro caro James è interessato ad una ragazza
fidanzata,a quanto sembra già promessa sposa,e per farla ingelosire ha deciso di
fare la corte ad un'altra,così da farsi notare da quella fidanzata. Troppo
complicato?-domandò guardando Teddy. Lui scosse la testa e,con un sorriso
leggermente divertito,guardò James. -E come sta andando?- Jim alzò le
spalle. -Sono solo agli inizi...E poi non ho molta libertà di movimento con
tutte queste spie attorno!- disse guardando ora Ronald ora Lily. Teddy rise e
scosse la testa. -Se posso darti un consiglio che ho imparato con
l'esperienza è che non devi arrenderti. Anche quando la situazione sembra
impossibile,continua a provare. Guarda me e Vicky-gli citò ad esempio. I
ragazzi sbuffarono annoiati,stanchi di sentire sempre quella vecchia storia,ma
Teddy continuò imperterrito. -Sembrava impossibile una causa persa in
partenza,ma io non mi sono arreso e ora sono quasi cinque anni che viviamo
insieme e...- -E siete felici come il primo giorno-concluse Albus per
lui. Teddy sorrise e scosse la testa. -Anche quello,ma io stavo per dire
che stiamo per avere un bambino- I quattro ragazzi lo fissarono per qualche
istante,increduli e sorpresi della notizia,poi Lily lanciò un urlo e abbraccò il
fratello gettandogli le braccia al collo. -Oh cielo Teddy è
fantastico!- -Era questo l'annuncio!Brutto bastardo...-commentò
Ronald,facendo ridere l'uomo. -Complimenti fratellone!Sono felice per
te!-fece James dandogli una pacca sulla spalla destra. -Diventeremo zii,non
posso crederci-disse Albus incredulo. I ragazzi abbracciarono a turno Teddy e
s'informarono su quello che sarebbe stato il loro primo "nipotino":sarebbe nato
alla fine di maggio e sia lui che Vicky erano stati colti di sorpresa da quella
novità,ma ora dopo aver avuto la conferma dal medico ne erano entrambi
felici. La campanella risuonò nei corridoi per avvertire gli studenti
dell'inizio delle lezioni;di malavoglia i Potter si alzarono in piedi
preparandosi per salutare Teddy un'ultima volta. -Mi raccomando comportatevi
bene!Specialmente tu,vedi di non infrangere troppi cuori-disse salutando
James. -Ho paura che l'unico ad essere infranto sarà il mio-scherzò seriamente
il moro. Lily abbracciò un'ultima volta il fratello e gli diede un bacio
sulla guancia. -Saluta Vicky per me e dille di riguardarsi!- -Lo farò,e tu
cerca di non seguire il nostro esempio troppo presto-l'ammonì. Lily si staccò
dal suo abbracciò e scosse la testa. -Non è nei miei pensieri più
imminenti,tranquillo-lo rassicurò. Ronald gli scompigliò i
capelli,attirandosi le sue lamentele e poi lo abbracciò. -Non dire niente
alla mamma di Rebecca,almeno per il momento-lo pregò incontrando il suo
sguardo. -Rebecca chi?-scherzò Teddy. Albus lo salutò per ultimo,lo
sguardo basso come se si vergognasse di qualcosa. Teddy,dopo qualche
fatica,incontrò i suoi occhi e gli sorrise benevolo. -Tu sta più attento di
tutti...Non lasciarti prendere in giro da un paio di occhi azzurri-gli disse
serio e dolce allo stesso tempo.
Gli occhi di Al si spalancarono e lui si
bloccò qualche istante prima di annuire e abbracciarlo.
-Adesso sarà meglio che correte a
lezione!- I quattro ragazzi inziarono a correre per il corridoio,in
ritardo,e a turno ognuno si voltò per salutare quel visitatore inaspettato che
aveva portato loro confusione e chiarezza allo stesso tempo.
Salve a
tutti!!!
La famiglia si ingrandisce e
tanti cambiamenti capitano nella vita dei nostri giovani
protagonisti...
Non vi aspettavate quel
cedimento da parte di Luke,vero?Personalmente credo che anche quella sia una
forma di tradimento verso il proprio patner,ma ci sn persone che non lo
ritengono tale e x una volta ho sposato il loro punto di
vista...
Piccola precisazione:come
avete visto nella mia storia,Ted Lupin si chiama Arthur.
Questo xkè qnd ho cominciato
a scrivere qst storia ancora nn avevo finito il 7 libro e quando ho scoperto il
suo vero nome era tr tardi x cambiarlo.
Come vi avevo promesso,il
prossimo capitolo si torna dai senior,poveri distrattati senior,x vedere che è
successo loro in questi tre capitoli.
Il titolo del capitolo,come
la frase d'apertura, è tratto da una canzone omonima dei The Creatures.
Ringrazio tutti coloro che
leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di
ortografia e battitura.
E ora i ringraziamenti:Dado&Co.(CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!Che felicità risentirti dopo tanto tempo!!!
Avevo immaginato una cosa del genere,anche se pensavo foste impegnate con i
gemelli,a proposito,TANTI AUGURONI!!Un bacione anche a Elly,Rosie ed
Emma),Gioia_in_blu(Confuso
è dir poco..Diciamo che Al soffre un pò del complesso di Calimero:xkè mai
qualcuno dovrebbe essere attratto da lui?Per quanto riguarda Ron ed Herm
pazienta solo un altro pò), Miss jude(Non sarebbe un Potter se non si facesse tanti problemi,vogliamo
parlare di qnd Harry era interessato a Ginny?Quante pippe mentali?),Elly(Invece ha detto la verità,o meglio
l'ha mostrata,e ora nn riesce a perdonarsi quella che lui considera una
debolezza),IRE'89(Diciamo
che il discorso dei padri è l'inizio di tutto,quello che ha dato origine a ciò
ke sono ora;per quanto riguarda Al e Scorpius,invece,io sono convinta che ognuno
di noi ha dentro di sè la capacità di lasciarsi andare senza però perdere ciò
che ci rende speciali,tutto sta nel dosare bene la cosa...Ti giuro che nn è una
cosa premeditata interrompere qnd ci sono Jim e Rose,capita!),Rossy13(Benarrivata!Sono d'accordo con
te:certe volte James è tr legato,dimenticandosi quasi di essere ancora un
ragazzo...Fortse dipenderà dal fatto ke è il primogenito,mah!),WingsHP(Sai che sono curiosa di sentire
la tua mezza idea?Nel prox capitolo ci sarà qualcosa che ti aiuterà a far
chiarezza sulla situazione fra Fred e Allison...), TrilliCall(Il solito combinaguai!Sono
contenta che le nuove generazioni ti abbiano colpito
positivamente!),Aura D(Sai
ke ho cercato delle Al/Scorpius a cui ispirarmi,ma nn ne ho trovata
nessuna?Se c'è una cosa su cui Al è deciso è di non farsi mettere i piedi
in testa da Scorpius, come si è visto anche in questo capitolo,quindi Scorpius
dovrà faticare tanto prima x avere la sua fiducia e poi x
conquistarlo),Tonks'17(Ho
scritto come è iniziato tutto,ma nn come è finito...quello me lo riservo x + in
là nel racconto,magari x quando Harry incontrerà Dan;il pezzo cn i gemelli me lo
ha suggerito mio fratello,che + piccolo di me mi chiede sempre dove vado e con
chi quando esco la sera neanche fosse un generale dell'esercito!PEr quanto
riguarda Fred,io invece credo che la reazione di Seamus e Rupert potrebbe essere
diversa xkè lo conoscono da sempre e sanno che tipo di persona è...Ronald e
Rebecca:a che serve avere un cognome importante se non può portarti dei
favori?Mica può servire solo x essere preso in giro o essere sminuito in
confronto all'illustre genitore,cavolo!Infine Jim e Rose:per una volta la
situazione è ribaltata.Nel senso,ho sempre letto di storie in cui Herm era
indecisa e non sapeva cs vuole;ora sua figlia sa esattamente cosa vuole e una
volta tanto non le importa se è proibito o se ci saranno delle conseguenze per
le sue scelte!Deve solo aspettare che Jim si decida...aiutandolo ovviamente a
decidere).
Bene per il momento è
tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...
"Just like
heaven"
Baci,Eva.
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Capitolo 16 *** Just like heaven ***
just like hevean
"I've always been in love with you [always with you] I guess
you've always known it's true [you know it's true] You took my love for
granted, why oh why The show is over, say
good-bye"
Era da un pò che la
osservava...abbastanza da capire che la sua mente era ovunque tranne che sui
libri di magia. I libri sul tavolo della cucina,dove diceva di riuscire a
studiar meglio,il gomito destro posato sul tavolo,le dita fra i capelli per
evitare che cadessero sugli occhi distraendola e interrompendo la
concentrazione,sembrava terribilmente interessata a quello che stava
leggendo. Ma era solo una posa. -Hai bisogno d'aiuto?-le domandò cercando
di mantenere un tono di voce casuale. Allison alzò lo sguardo dal libro e lo
guardò qualche secondo,per poi scuotere la testa. -No,credo di riuscire a
cavarmela da sola...-gli disse sorridendo per avvalorare le sue
parole. Seamus annuì e,dopo averle fatto l'occhiolino,le voltò le spalle
diretto verso il salotto,la tazza di tè fra le mani,quando la sentì parlare di
nuovo. -Tu hai mai...-lo bloccò la figlia. Si fermò e restò
immobile,sempre dandole le spalle. Un sospiro arrivò alle sue orecchie,poi
Allison parlò di nuovo. -Ti è mai capitato di essere innamorato di due
persone allo stesso tempo?-domandò Allison leggermente imbarazzata. Non
affrontavano mai quel tipo di discorso,quindi doveva essere veramente in crisi
per chiedere a lui un parere. Si voltò e fissò lo sguardo sul viso della
figlia,che timorosa aveva abbassato lo sguardo per non incontrare il
suo. -Penso sia capitato a tutti almeno una volta...-disse cercando di
apparire filosofico. Chi l'avrebbe mai detto che avrebbe mai affrontato certi
discorsi con "sua" figlia? Fece i pochi passi che lo separavano da una delle
sedie e,posando la tazza sul tavolo di marmo fra i vari libri di Allison,si
sedette di fronte a lei. -Quindi non è un caso tanto isolato-fece lei sempre
senza guardarlo. Seamus sorrise. -Mi dispiace tesoro,ma questa volta non
hai l'esclusiva!-la prese affettuosamente in giro l'uomo. La ragazza alzò lo
sguardo e lo fissò sul suo volto,in tempo per vederlo sorridere della sua
battuta. -Capita a tutti di accorgersi di amare un ragazzo mentre se ne
frequenta già un altro-le disse. -Da come parli devi aver fatto strage di
cuori ai tuoi tempi...-commentò lei suonando quasi disperata. Seamus sorrise
e annuì lentamente. -Beh,diciamo che ho avuto anch'io le mie conquiste,ma non
è qualcosa che credo tu voglia sentire...E comunque non stavamo parlando di
te?-disse sviando il discorso da sè. Allison sospirò e,infilando tutte e
dieci le dita fra i capelli,li allontanò dalla fronte. -Non posso parlare con
Alice di questo-disse quasi parlando fra sè e sè. -Per via del suo fantastico
romanzo d'amore?-domandò il padre,prima di bere un sorso dalla sua
tazza. Allison annuì,senza alcuna vergogna. -Anche- -Alle volte le
persone felici non possono esserti di grande aiuto...-gli fece notare. Seamus
tossì leggermente,quasi strozzandosi con il tè,per poi ridere divertito. -Lo
stesso discorso non dovrebbe valere anche per me?Sono felice anche io,se non lo
hai notato!-ribattè. La ragazza prese la tazza dal tavolo e la mosse fra i
palmi delle mani quasi volesse scaldarseli, sorridendo divertita. -Che
c'entra! Tu sei mio padre!-disse come se fosse la cosa più ovvia del
mondo. -Ah,dimenticavo!Sono un'entità a parte-scherzò Seamus. Allison rise
e allo stesso tempo Seamus scosse la testa. -Comunque...Vuoi dirmi di che si
tratta?-le domandò cercando di sembrare serio. Nella stanza tornò il silenzio
per qualche istante,mentre sua figlia sembrava riflettere su quali parole
usare,o probabilmente su cosa dire e cosa omettere. -C'è un ragazzo di cui
sono innamorata-disse senza preamboli. Seamus restò in silenzio,cercando di
mantenere quell'espressione amabile e confidenziale che era sul suo volto,mentre
dentro di sè sentiva crescere la gelosia e una curiosità quasi irrazionale: era
troppo presto per affrontare quel tipo di discorsi! -Amore...Sei sicura che
non sia una cotta adolescenziale,qualcosa di passeggero di cui nel giro di un
paio di mesi non ti ricorderai più?-le domandò. Allison scosse la testa con
decisione. -I sintomi ci sono tutti...Quel dolore alla bocca dello
stomaco,quell'assurdo bisogno di sapere dov'è e cosa sta facendo ogni momento
della giornata,addirittura mi sudano le mani ogni volta che lo
vedo!-elencò. Dannazione! Seamus fece una smorfia e si limitò ad
annuire. -Credo che tu abbia ragione-confermò. Purtroppo... -Lo
conosco?-le domandò cauto. Allison scosse la testa,ma lui capì che avrebbe
fatto lo stesso anche in caso contrario. Anche lui si sarebbe comportato
così! -Ok,c'è un ragazzo...Non è una cosa che speravo di sentirmi dire per
almeno altri vent'anni, ma non è neanche la fine del mondo-le disse cercando di
ridimensionare le cose. La ragazza scosse la testa. -E' tutto così
confuso! C'è lui e poi c'è Paul che mi corteggia e mi riempie di attenzioni e
sembra disposto a tutto pur di stare con me...E io non so cosa fare!-disse
confusa. Seamus scosse la testa e posò una mano su quella di sua
figlia,cercando di calmare quel fiume in piena. -Calma
tesoro,calma. Allora affrontiamo la situazione:in fondo non è così difficile
come può sembrare-le disse con voce calma. -Davvero?-domandò sua figlia
fissandolo con uno sguardo speranzoso. Seamus annuì. -Tutto sta a capire
un paio di cose- Sua figlia annuì,neanche una scolara diligente che ha appena
capito il passaggio mancante per la soluzione dell'equazione. -Prima di
tutto,devi capire se le attenzioni che ti rivolge questo Paul ti fanno
piacere-le disse. Nessuno sapeva meglio di lui quanto potessero essere
fastidiosi quei piccoli gesti di apprezzamento e di interesse,quanto potessero
complicarti la vita e l'ultima cosa che voleva era che succedesse anche ad
Allison. Sua figlia storse le labbra chiuse verso destra e riflettè in quel
modo per qualche istante. -Sono piacevoli...Mi fanno sentire
importante,ammirata-ammise sincera. -Magari è il modo di questo Paul per
farti innamorare di lui...-le fece notare l'uomo. A quella uscita,sua figlia
sorrise e scosse la testa in modo molto deciso. -No,assolutamente! Lui lo
sa che c'è una persona che mi interessa,non lo farebbe mai!- Seamus adorò
quella risposta:così candida e tenera,così fiduciosa della buona fede degli
altri. Era ancora una bambina perchè doveva iniziare a interessarsi dei
ragazzi,dannazione?! -Tesoro ora ti dirò un'importante verità su come gestire
il tuo rapporto con gli uomini che non dovrai dimenticare per il resto della tua
vita-le disse serio. Allison lo guardò con aria seria,quasi quanto la sua,e
attenta. -Noi uomini siamo testardi-rivelò Seamus prima di alzarsi e andare
di nuovo verso la teiera e versarsi un'altra tazza di tè. -Tutto qui?Vivendo
con voi avevo imparato questa lezione già da un pezzo!-ribattè lei girandosi
sulla sedia per voltarsi per guardarlo. Seamus scosse la testa prima di
portare la tazza alle labbra. -Che vorresti dire?-domandò Allison
confusa. -Voglio dire che io e tuo padre,ovviamente,non abbiamo nessun motivo
addizionale per farci notare da te,per farci voler bene da te...per farci amare
da te. Tu ci ami già-le spiegò. -E' ovvio!-convenne lei. Seamus
annuì. -Lo stesso non vale per il resto della razza maschile. Non importa
se hai chiarito le cose con questo Paul,lui cercherà comunque di
conquistarti-continuò il biondo tornando a sedere. Allison aggrottò per
un'istante le sopracciglia,pensierosa,poi il padre la vide aprire leggermente le
labbra. -Cioè tu vuoi dire che...- -Mettiamo per esempio che io sia
Paul,ok? Ti incontro per i corridoi della scuola e capisco subito quanto sei
fantastica,meravigliosa ed eccezionale e mi innamoro di te all'istante-disse
accavallando le gambe e posando la tazza sul tavolo. Allison rise imbarazzata
e fece per ribattere,ma lui scosse la testa. -In fondo cosa ci si poteva
aspettare da un'uomo meravigliosamente bello come il
sottoscritto? Comunque...Mi faccio avanti e ti chiedo di diventare la mia
ragazza,e tu mi dici che sei innamorata di un altro,e così che è
andata,giusto?-le chiese a conferma. Lei annuì. -Bene,per te la storia è
finita lì,perchè mi hai detto che non sei interessata a me e che vuoi essere mia
amica,ma sai cosa ho pensato l'istante dopo che tu mi hai detto questo? Cosa
posso fare perchè lei si accorga di me e mi ami? Ecco allora spiegate le
attenzioni- Sua figlia lo guardò a bocca aperta,incredula di quello che aveva
appena detto e,quando finalmente si riscosse,chiuse la bocca e scosse la
testa. -No,non può essere...Non è possibile che tutti i ragazzi
pensino...-balbettò. -Credimi non ce ne è uno che faccia eccezione,anzi il
fatto che tu sia interessata ad un altro rende la "caccia" ancora più
interessante- -E allora non c'è partita!-ribattè lei. Seamus sorrise e
scosse la testa. -No,devi solo mostrarti decisa:fagli capire che le sue
attenzioni ti danno fastidio potrebbe essere un modo. Sempre che sia ciò che
vuoi veramente- Sicuramente era quello che lui desiderava ardentemente,ma non
poteva prendere le decisioni per sua figlia...
Quello era il periodo dell'anno che
preferiva. Non era sempre stato così:da bambino odiava il Natale e le
feste,poi con gli anni durante l'adolescenza il sentimento era quasi
sparito,soprattutto grazie ai Natali passati con la famiglia Weasley ed in
seguito anche con Sirius,per poi ripresentarsi forte e insistente in quegli anni
di solitudine ed esilio. Ora se pensava al Natale subito pensava alla casa
invasa da membri della famiglia Weasley,a ragazzi che sciamavano da una stanza
all'altra per poi dileguarsi subito dopo il pranzo,alle sensazioni che provava
ogni volta che guardava i suoi figli aprire i regali di Natale. Però c'era un
altro motivo per cui amava quel periodo. Una motivazione personale,soltanto
sua... -A cosa stai pensando?- Alzò lo sguardo dal piatto della
colazione,dove la sua forchetta stava infastidendo i resti di due uova
all'occhio di bue e di un paio di fette di bacon,e scosse la testa. -Niente
di importante...I soliti pensieri di lavoro-le disse portando una forchettata di
cibo alla bocca. Ginny mugnugnò. -Anche di prima mattina?Sei davvero poco
interessante tesoro,lasciamelo dire...-scherzò lei bevendo un sorso di caffè
dalla sua tazza prima di posarla nel lavello. Harry sorrise e la osservò
silenzioso mentre si muoveva per la cucina diretta sulla porta. -Emy
tesoro,va a lavarti i denti!Dobbiamo andare!-disse Ginny a voce più alta verso
il corridoio. Pochi istanti dopo sentirono i passi di Emy su per le
scale. -Vuoi che l'accompagni io?-le domandò alzandosi a sua volta e
svuotando il piatto nel secchio della spazzatura. Ginny scosse la testa e
fece per parlare,quando il suono del campanello la fermò. -Chi può essere a
quest'ora?-gli chiese guardandolo sorpresa. Lui alzò le spalle. -Sarà di
nuovo Ron...-ipotizzò dandole le spalle mentre metteva i piatti nella
lavastoviglie. -Probabile- La voce della donna arrivò leggermente
lontana,mentre Ginny andava alla porta. Dalle voce lontane che Harry sentì
dalla cucina,capì all'istante che non doveva trattarsi di Ron: Ginny non aveva
mai usato quel tono formale con il fratello,figuriamoci in quel periodo che non
mancava mai occasione di rinfacciargli l'errore che aveva commesso lasciando
Hermione per Cassie. Sentì chiudersi la porta nello stesso istante in cui lui
chiuse lo sportello della lavastoviglie facendola partire. Pochi istanti dopo
Ginny era tornata in cucina e,dopo aver posato qualcosa sul tavolo,gli era corsa
incontro,gettandogli le braccia al collo e posando le labbra sulle sue. Dopo
il primo istante di sorpresa lui aveva risposto al bacio,posando una mano sulla
guancia destra di Ginny. Quando si separarono vide gli occhi di sua moglie
brillare. -Grazie...-gli disse dandogli un altro piccolo bacio. Harry
sorrise e alzò le spalle. -Quando vuoi.Anzi se vuoi possiamo
continuare...-disse avvicinando il proprio viso a quello di Ginny. Lei rise e
si staccò da lui,scuotendo leggermente la testa. -No scemo!Parlo delle
rose-gli disse. Harry aggrottò la fronte e fissò lo sguardo sulla tavola
dove,facendo bella mostra di sè,c'era un fascio di cinque rose rosse,tenute
insieme da un nastro rosso. Ad uno delle estremità del nastro era spillato
una bustina bianca. -Credo ci sia un'errore-disse senza staccare lo sguardo
dai fiori. Sentì lo sguardo di Ginny su di sè,ma continuò a non
voltarsi. -Che vuoi dire?-gli domandò lei. Restando in silenzio,Harry si
portò il pollice e l'indice della mano sinistra alle labbra e se ne pulì gli
angoli,per poi voltare lo sguardo su Ginny. -Non è opera mia...-le disse con
voce seria. Ginny lo fissò per qualche istante,confusa,poi lui vide
chiaramente l'espressione del suo volto cambiare. -Cioè tu...- Harry
scosse la testa. Lei sospirò incredula e si passò una mano sulla
fronte,alzando leggermente i capelli. -Allora chi..-chiese senza riuscire a
finire la frase. Harry alzò le spalle. -Questo dovresti dirmelo tu-rispose
lui con gravità. Ginny lo fissò e fece per parlare,ma lui la
precedette. -C'è un biglietto. Perchè non provi a leggerlo?Oppure hai
bisogno che ti lasci un pò di privacy?-le domandò. -Non essere
ridicolo!-commentò lei avvicinandosi al tavolo e staccando il biglietto dalla
composizione. Harry la osservò mentre toglieva il cartoncino bianco dalla
bustina e lo leggeva in silenzio,per poi guardarlo di sottocchi. -E' talmente
terribile che non puoi neanche leggerlo davanti a me?-le domandò
stizzito. Ginny scosse la testa. -Che dici...Tieni leggi tu stesso-gli
disse tendendogli la bustina. Harry fece il passo che mancava per arrivare a
lei e le prese il biglietto dalle mani,guardandola un'istante:aprì la bustina
tirandone fuori il bigliettino e lesse la sola riga scritta sopra.
"Con tutto l'amore che
posso"
Lasciando il biglietto metà fuori e metà
dentro,rialzò gli occhi e fissò Ginny. -Caspita!-disse
soltanto. -Tesoro,ascolta...Non significa niente-gli disse andandogli vicino
e mettendogli una mano sul braccio destro. Harry si allontanò,quasi rifugendo
dal suo tocco e la fissò come se avesse detto una cosa assurda. -Come puoi
dire una cosa del genere? Hai appena ricevuto delle rose ed un biglietto
d'amore da un'ammiratore segreto e vieni a dirmi che non significa
niente? Chi diavolo è?-le domandò. -Non lo so!Non ne ho la più pallida
idea... Magari un cliente gentile-tentò cercando di rabbonirlo. -E ti
scrive "Con tutto l'amore che posso?"-le fece notare lui. Ginny sospirò e lo
guardò di nuovo. -Ti giuro Harry,non ho la minima idea di chi possa averle
mandate... Devi credermi-gli disse fissando i suoi occhi. Harry la fissò
per qualche istante,poi sospirò passandosi una mano fra i capelli tenuti a bada
dal gel. -Devo andare al lavoro- Allontanandosi nel corridoio sentì lo
sguardo di Ginny fisso su di sè e per un'istante fu tentato di tornare
indietro,ma sentì i passi di Hermione venire giù dalle scale portandolo ad
alzare lo sguardo. -Appena in tempo tesoro,papà stava per andare al lavoro-le
disse sorridendole. La bambina posò lo zaino per la scuola ai piedi della
scala,accanto ad un'altra borsa gialla e gli sorrise. -Mi
raccomando,comportati bene da Stacy-si raccomandò piegandosi sulle ginocchia per
incontrare lo sguardo della figlia. -Mangia le verdure,non fare i
capricci,lavati i denti e soprattutto niente magie-elencò la bambina. Harry
rise e annuì. -Precisamente. Ora vieni qui e abbracciami!Un abbraccio
lungo fino a domani sera-le disse prendendola fra le braccia. Hermione rise e
strinse le braccia attorno al collo del padre,ricambiando l'intensità della sua
stretta. Quando lui la rimise a terra,le diede un'ultimo bacio per poi
avvicinarsi alla porta e prendere il cappotto e la sciarpa. Il suo sguardo
incontrò quello di Ginny,rimasta in disparte per quel piccolo interludio,e non
lo allontanò da quello di lei finchè non ebbe finito di sistemarsi. -Ne
riparliamo stasera-le disse deciso. La vide annuire,poi afferrò la valigetta
ventiquattro ore e aprì la porta l'attimo dopo.
-Dobbiamo parlare- Nelle ultime settmane
molti dei suoi colleghi avevano preso l'abitudine di trascorrere la pausa pranzo
in un nuovo bar poco distante dal Ministero,allontanandosi dall'ufficio anche
per un'ora intera. Lei,che da sempre preferiva impiegare quel tempo nel
lavoro per poter tornare a casa prima, eccetto le rare volte che non trascorreva
quei momenti di quiete con Ron,era grata di quel silenzio e di quella calma che
sembravano avvolgere il Ministero subito dopo mezzogiorno. Quindi quando la
porta si aprì fu sorpresa,alzando lo sguardo dalla scrivania,di trovarsi di
fronte Ron. Lasciò cadere la penna sul piano della scrivania e,poggiando la
schiena contro la sedia imbottita,gli fece cenno di sedersi. -E' successo
qualcosa ai ragazzi che io non so?-gli domandò guardandolo. Ron aggrottò
leggermente la fronte per poi scuotere la testa. -No,no...I ragazzi stanno
bene. Sono venuto per parlare di noi-le disse accavallando le
gambe. Hermione inarcò un sopracciglio e lo fissò. -Non capisco-gli disse
con una compostezza di cui non si credeva capace qualche mese prima. Finora
l'idea di Ginny per farli tornare insieme non sembrava aver dato nessun
risultato:era uscita con Nick e aveva fatto in modo che Ron lo sapesse,aveva
flitrato con lui davanti alla porta di casa,sperando che i vicini non si
accorgessero delle tante cose strane che stavano succedendo in casa
Weasley;inoltre si era accorta di quella volta al Sainbury di come Ron la stesse
spiando da dietro gli scaffali,neanche un maniaco. Però niente era
cambiato:lei era sempre a casa da sola,e Ron ogni sera tornava a casa da
Cassie. Che quello fosse un piccolo passo iniziale? Lo sguardo fisso su di
lui lo vide passarsi una mano fra i capelli,evidentemente a disagio,ed evitare
il suo sguardo. -Non voglio che continui a vedere quel tipo-disse tutto d'un
fiato come se gli costasse troppa fatica. Hermione assunse un'espressione
sorpresa:forse qualcosa aveva iniziato a muoversi... -Scusami?-gli domandò
con voce incredula. -Mi hai capito bene!Quel tipo con cui esci,quel
Nick...- -Come fai a sapere che si chiama Nick?-lo bloccò quasi
brutale. -Ho fatto alcune domande su di lui-rispose sincero il rosso. -Hai
fatto cosa?Sei davvero incredibile!-esclamò Hermione scandalizzata. Ron alzò
le spalle. -Lavoriamo nello stesso posto!Vuoi farmi credere che tu non hai
preso delle informazioni su Cassie?-le domandò rigirando la questione. Lei lo
fissò in silenzio,maldicendolo in silenzio per quell'abitudine che aveva sempre
avuto e che lei odiava fin da quando erano ragazzi. -Era una questione
differente-ribattè. Ron annuì. -Beh visto che sembrate molto affiatati,ho
pensato di fare delle ricerche e ho deciso che non mi va che tu lo frequenti!-la
informò secco. -Peccato che io sia tua moglie e non tua figlia...Oh,che
sbadata non sono neanche più quello- commentò sarcastica. -No,se ricordo male
sei ancora mia moglie-le fece notare lui. Hermione assunse la sua migliore
espressione battagliera e sbuffò,muovendosi sulla sedia. -Comunque non sei
nella posizione di dire o fare niente! Se voglio frequentare Nick lo farò!Non
ho certo bisogno del tuo permesso-commentò acida. Ron scosse la testa,un
sorriso ironico sul viso. -Non eri tu quella che voleva tener nascosta la mia
relazione con Cassie per non creare confusione,per non diventare un pettegolezzo
sulla bocca di tutti?-le ricordò. -E' diverso!Tu aspetti un figlio da
lei! Forse se avessi capito prima cosa stavi facendo alla nostra famiglia
allora non staremmo qui a fare questa conversazione-rinfacciò lei con voce
rilassata e calma. Ron,con lo sguardo basso si lasciò scappare una risatina
ironica. -Sai una cosa? Sono stanco-le disse senza guardarla. Hermione
lo fissò,in silenzio, incontrando subito il suo sguardo quando il viso di Ron
tornò ad alzarsi. -Sono stufo di sentirmi dire che è tutta colpa mia,che è
soltanto un mio errore...che avrei potuto pensarci meglio! Anche tu hai la
tua parte di colpa...-le disse alzandosi in piedi. -Di che parli?Non è
assolutamente vero!-ribattè subito Hermione per nulla intimorita. -Continua a
negarlo!Continua a dire che è soltanto colpa di Cassie e del bambino. Ma ti
sei mai chiesta perchè sono arrivato a quel punto?-le domandò serio. -Non
credo ci voglia un genio per capirlo!-commentò lei. Ron si lasciò andare ad
un suono ironico,prima di allontanare lo sguardo dal suo viso. -Sei così
intelligente Herm,ma quando vuoi sai essere veramente idiota!- Lei restò in
silenzio,non sapendo come rispondere a quell'ultima frase:che risposta si
aspettava Ron da lei? -Certo non è stato il sesso a spingermi verso di
Cassie,anche se anche quello cominciava a scarseggiare nel nostro
matrimonio... Riuscivamo a malapena a parlarci senza gridare,figuriamoci fare
l'amore!- -Ron...- -Hermione non ti ha mai dato fastidio sapere ogni
singola cosa su di me,anche quella più inutile? Non c'è mai stato un'attimo
durante gli anni che abbiamo passato insieme in cui hai pensato "Cazzo vorrei
qualcuno a cui raccontare questa cosa!", senza che l'altro l'avesse vissuto con
te, fosse stato con te presente ogni singolo istante di quel momento...-fece poi
lui con voce seria,senza guardarla. Hermione restò in silenzio,lo sguardo
fisso sulla scrivania,riflettendo sulle parole che lui aveva appena
detto. -E' questo che ha dato inizio a tutto:lo sguardo curioso e attento
negli occhi di Cassie ogni volta che parlavo del passato. C'era una luce nei
suoi occhi che in te non ho mai visto-le confessò. -Beh,chiedo scusa!Cercherò
di rimediare la prossima volta-ribattè sarcastica la donna. Ron si lasciò
scappare un suono sarcastico e scosse la testa. -Non è per fare delle stupide
gare che te l'ho detto! E' naturale che tu non avessi quello sguardo...tu eri
sempre accanto a me!Sapevi ogni cosa di quello che stavo vivendo,come potevi
provare interesse?-le spiegò,sperando di non essere frainteso di
nuovo. Hermione alzò lo sguardo sul volto di Ron e i loro sguardi si
fissarono per qualche istante,prima che i suoi occhi ambrati tornassero a
posarsi sul tavolo della scrivania. Perchè qualcosa che per lei era
naturale,piacevole e quasi indispensabile,per Ron diventava un
problema? -Perchè non me lo hai mai detto?-gli domandò senza
nessun'inflessione nella voce. Ron alzò le spalle. -A che sarebbe
servito?Negli ultimi anni ho provato talmente tante volte a parlarti,come
facevamo quando eravamo appena sposati,ma eri sempre troppo occupata con il
lavoro i ragazzi...- -Ero impegnata a mandare avanti la nostra famiglia!Ho
passato gli ultimi anni a combattere contro Rose e la sua assurda passione per
la tintura per capelli rosa e cercando di convincere Hugo ad essere meno
introverso a cercare di farsi più amici... E' solo grazie a me se tua figlia
non fa voltare la gente per la strada o se Hugo sembra essersi inserito nel club
dei Duellanti-gli rinfacciò. Ron la fissò in silenzio qualche istante,poi
sospirò quasi sconsolato. -Lo stai facendo di nuovo- Hermione lo fissò
senza capire,mentre lui si sfiorava la punta del naso con due dita per poi
voltarle le spalle. -Di che stai parlando?Cosa sto facendo che...- -Mi
stai escludendo di nuovo! Ancora una volta!-esplose alzando la voce,voltando
il viso verso di lei. Lei restò interdetta per qualche istante le labbra
leggermente dischiuse,poi scosse la testa. -Assolutamente no!- Ron scosse
la testa,ora visibilmente arrabbiato e ferito. -Spiegami una cosa:quand'è che
hai deciso di tirarmi fuori da questo matrimonio? Di mettermi da
parte? Sono più di due anni che tu prendi qualsiasi decisione,che riguardi i
nostri figli o noi due,senza neanche consultarmi,senza prima aver parlato con
me! Mi hai messo in un'angolo e mi tratti come se fossi uno dei nostri
figli...Non mi lasci neanche diritto di replica- Lei scosse la testa,cercando
di difendersi da quelle accuse. -Come puoi dire un tale cumulo di bugie e
guardarmi ancora negli occhi?-gli domandò. -Perchè la verità. Quand'è
stata l'ultima volta che sentendo qualcosa di interessante o divertente hai
pensato "Devo raccontarlo a Ron"?L'ultima volta che hai provato qualcosa diverso
dal fastidio e dall'indisposizione verso di me.. Ogni volta che incontravo il
tuo sguardo sembrava quasi che provassi disgusto per me,che ti chiedessi che ci
facevo al tuo fianco! Quindi che tu voglia ammetterlo o no,è anche colpa tua
quello che sta succedendo adesso!- Tornò a voltarsi e si avviò verso la porta
dell'ufficio. -Certo,vattene!E' quello che sai fare meglio,no? E' l'unica
cosa che ti è sempre riuscita al meglio!-lo offese Hermione cercando di
riprendersi da quel fiume di parole che lui le aveva appena gettato
addosso. Ron non si voltò,forse preferendo evitare un'altra lite,e uscì
dall'ufficio lasciandola così da sola a riflettere sui pensieri che le sue
parole avevano inevitabilmente provocato.
-Sei occupato?- George alzò lo sguardo dal
libro che aveva fra le mani e lo fissò sullo specchio della porta,dove poggiato
ad uno stipite c'era il suo primogenito. Terribilmente preoccupato per
qualcosa...Lo si capiva al primo sguardo. Mise un dito fra le pagine e scosse
la testa facendogli cenno con la mano di farsi avanti. -Hai bisogno di
qualcosa?-gli domandò seguendo i suoi movimenti nella stanza fino ad una
poltrona a poca distanza da lui. Fred storse la bocca,ancora evidentemente
indeciso se parlare o meno,poi annuì. -Ho bisogno del consiglio di
un'esperto- George accavallò le gambe e sorrise,leggermente divertito da
quella definizione. -Non farti sentire da tuo zio Percy,altrimenti non la
smetterà più di lamentarsi! Comunque,tanto per sapere,in cosa sarei
un'esperto?-s'informò allungando un braccio sulla spalliera del divano. Fred
restò in silenzio e allontanò lo sguardo dal viso del padre,assumendo
un'atteggiamento timido poco conforme al suo carattere. -Aspetta
aspetta...Forse ho capito di che si tratta! Stiamo parlando di
ragazze,vero?-tentò George sorpreso. Suo malgrado il ragazzo annuì. Ma che
c'era nell'aria di quella città che aveva così tanto effetto sui suoi
figli? Andando avanti di quel passo,da un momento all'altro Edward sarebbe
comparso davanti a lui e gli avrebbe annunciato il suo matrimonio! Annuì
lentamente e tornò a fissare il figlio. -Ok,va bene...Raccontami un pò-gli
disse con quella che secondo lui era una voce "professionale". Fred iniziò a
far scrocchiare le dita della mano sinistra e rialzò lo sguardo sul suo
volto,prendendo poi un respiro profondo prima di parlare. -C'è una ragazza
che forse mi piace-disse Fred senza sbilanciarsi troppo. George si limitò ad
annuire,come aveva visto fare tante volte nei film e aspettò che lui
continuasse. -E' molto carina...-aggiunse. -Che altro?-domandò il
padre. -Simpatica,ogni volta che sto con lei dimentico quello che sta
succedendo qui...Riesce sempre a farmi ridere-confessò con un sorriso
accennato. Perchè quel discorso gli era tanto familiare? -Questo è
importante,deve esserci qualcosa oltre la bellezza,altrimenti sai che
noia!- Fred scosse la testa. -Tu le piaci?-domandò curioso George. Fred
era un bel ragazzo,un perfetto insieme delle sue qualità e di quelle di Luna: i
suoi capelli e gli occhi di Luna che sembravano ipnotizzarti ogni volta che
incontravano il tuo sguardo;il suo carattere estroverso e la sorprendente
leggerezza della madre che lo rendeva capace di nascondere gli argomenti più
seri dietro ad una battuta scherzosa. Era gioviale e simpatico,forse meno
idiota di come era stato suo padre alla sua età,ma George era convinto che
quello fosse solo merito di Luna. -Non ne sono tanto sicuro-rispose alzando
le spalle. George corrugò la fronte e cambiò posizione,posando entrambi i
piedi per terra e appoggiando i gomiti sulle ginocchia sporgendosi verso di
lui. -Cioè?Non ti sei ancora fatto avanti?-tentò. Fred scosse la
testa. -Il fatto è che io non pensavo a lei in quel senso...era
un'amica. Poi un paio di settimane fa ci siamo incontrati al cinema e abbiamo
visto un film insieme,poi quando l'ho riaccompagnata a a casa lei mpfh-disse
abbassando la voce sulle ultime parole fino a farle diventare un mugugno
incomprensibile. Il padre gli si fece più sotto e mise una mano vicino
all'orecchio per sentire meglio. -Non ho capito bene- Fred incontrò
qualche secondo lo sguardo del padre prima di portarlo di nuovo sulle proprie
mani. -Lei mi ha mbrg...-disse tagliando sempre le ultime parole,come se
fosse una specie di autocensura. George sospirò e rialzò la schiena:credeva
di aver capito cosa era successo,ma voleva che fosse Fred a
dirglielo. -Figliolo se vuoi il mio aiuto devi...- -Mi ha baciato,va
bene?-disse Fred interrompendolo. L'uomo sorrise,in un misto di divertimento
ed orgoglio,e annuì. -Sono contento per te. E' stato un bel bacio?-gli
domandò tornando a posare la schiena contro i cuscini. -Ma che razza di
domande mi fai?-ribattè il ragazzo. George rise leggermente e annuì. -Va
bene,se non ti va non dirmelo. E' per questo che sei in crisi?Lei ti ha
baciato e tu non te lo aspettavi?-gli chiese. Fred scosse la
testa. -No...Quel bacio...Quel bacio mi è piaciuto. Però lei è scappata
via senza spiegarmi,senza parlarmi...- George restò in silenzio e guardando
suo figlio si accorse di sentirsi sollevato di aver superato quella fase della
vita. Tutte quelle ore passate a chiedersi cosa pensassero le ragazze,come
interpretare ogni loro gesto,a domandarsi perchè avessero reagito in maniera
così inaspettata ad una sua frase... Non provava il minimo rimpianto per quel
periodo della sua vita. -Hai provato a parlare con lei?-gli chiese
serio. Fred annuì. -Ero andato a casa sua,pensa che le avevo comprato
anche una rosa... Però quando sono arrivato di fronte casa sua,l'ho vista
tornare da scuola con un altro ragazzo- gli raccontò. -Oh...-si limitò a
commentare il padre. Fred annuì e alzò per una frazione di secondo lo sguardo
su di lui. -Hai provato a parlare con lei?Magari hai frainteso-tentò. -Non
è possibile fraintendere quando sei a pochi metri di distanza-ribattè il
ragazzo. -Credimi figliolo alle volte ci si confonde anche stando uno di
fronte all'altro- Però c'era una cosa che non capiva. -Che posso fare per
te?-gli ripetè,questa volta sinceramente curioso. Perchè gli aveva raccontato
quella storia? Voleva che andasse lancia in resta a sfidare a duello il
rivale? No,quello semmai lo avrebbe dovuto fare Fred. -Beh,avevo bisogno
della tua esperienza in fatto di relazioni complicate-gli spiegò il figlio
tranquillamente. George spalancò leggermente gli occhi e finalmente capì
perchè aveva avuto quella sensazione di famigliarità durante il racconto di
Fred. -Tu intendi per via del mio rapporto con tua madre?-gli domandò per
sicurezza. Fred annuì. -Tu hai strappato la mamma dall'altare quando stava
per sposare un altro uomo,quindi sai cosa bisogna fare in questi casi-gli
disse. -Ma io veramente...- -Lui si è limitato a fare un discorso
convincente...-disse una voce dalla porta. I due uomini si voltarono verso
l'ingresso della stanza e George sorrise vedendo Luna,nella stessa posizione in
cui poco prima aveva visto suo figlio. -Sono io quella che lo ha
scelto,correndo anche un rischio non indifferente,aggiungerei. Saresti dovuto
venire da me a chiedere consiglio-scherzò la donna avvicinandosi al
divano. Le sue condizioni nell'ultimo mese erano fortunatamente
migliorate:sembrava una persona a sè stante dal piccolo fagotto che non
sopportava la luce e non riusciva a camminare per più di un quarto d'ora senza
avere giramenti di testa o la nausea. Il sonno era tornato quasi quello di un
tempo ed i capelli avevano iniziato a ricrescere,mentre la pelle stava iniziando
a perdere quel colore grigiastro che aveva assunto durante la
chemioterapia. -Già,su questo ha ragione lei-convenne George. La sentì
sedersi sul divano accanto a sè e l'attimo dopo le posò un braccio sulle spalle,
come se volesse essere sicuro che lei restasse lì con lui. -Che è
successo?-domandò guardando ora uno ora l'altro. -Fred è interessato ad una
ragazza che prima lo bacia e poi sembra interessarsi ad un altro-gli spiegò
velocemente. -Papà!-lo rimproverò il ragazzo. -Fred lo avrebbe saputo
comunque...Credo che abbia delle spie per casa,perchè riesce a capire tutto
prima degli altri- Luna sorrise. -Sono una strega,no?-gli ricordò lei
dandogli un leggero pugno sul ginocchio più vicino a sè. George sorrise e
tornò a guardare il figlio che li osservava quasi cercasse di capire il mistero
nascosto dietro la loro unione. -Tua madre ha ragione,è stata lei a scegliere
me dopo un sorprendente e fantastico discorso che avrebbe convinto chiunque a
gettare tutto al vento per scappare con me,però una cosa a mio favore devo
dirla. Io non mi sono mai arreso-disse guardando Fred. George si voltò per
un'istante verso Luna,ma lei alzò le spalle,non avendo nulla da recriminare a
quello che lui aveva appena detto. -Anche quando la situazione sembrava
disperata,e credimi ci sono stati vari momenti in cui ho pensato che non sarei
più riuscito a rimettere a posto le cose,chiunque avrebbe pensato che non valeva
più la pena stare male e affannarsi tanto per qualcosa. Ma ho continuato per
la mia strada. E credo che sia quello che devi fare tu se veramente tieni a
questa ragazza. Devi dimostrarle che tu sei migliore di quest'altro
ragazzo-gli disse serio,ricordando ciò che Ron gli aveva detto una volta per
aiutarlo a superare i suoi momenti di dolore. Fred lo fissò qualche
istante,in silenzio,poi George e Luna lo videro annuire. -Grazie-disse
semplicemente. George gli sorrise e fece un piccolo cenno con la
testa. -Quando vuoi-scherzò. Il ragazzo si alzò e uscì dalla
stanza,lasciandoli soli. George tirò un sospiro e si passò una mano sui
capelli ancora troppo corti,felice che il suo inferno privato fosse stato
d'aiuto per Fred. -Hai ragione-disse Luna portandolo a voltare la testa verso
di lei. Fissò il suo volto e aspettò che lei parlasse di nuovo,accarezzandole
le dita della mano sinistra con la sua. -Non ti sei mai arreso,neanche dopo
che ti ho rispedito il ciondolo- George accennò un sorriso e alzò le
spalle. -Quello è stato il momento in cui ho creduto davvero che fosse
finita,che avessi deciso di arrenderti all'evidenza delle cose-gli confidò lei
sincera. Lui abbassò leggermente la testa,mentre quasi istantaneo il ricordo
di quel lontano compleanno ritornava alla memoria. -No,cioè,il fatto che mi
avessi rispedito il ciondolo mi aveva messo il morale a terra,ma poi Ron mi ha
fatto fatto capire che non dovevo arrendermi e...-disse lasciando la frase a
metà. Luna sorrise e posò la testa sulla sua spalla,allungando un braccio
attorno ai fianchi del marito. -Però devo confessarti che alla fine non ce
l'ho fatta: mi sono arreso-le confessò per la prima volta dopo anni. Luna
sorpresa alzò la testa sul suo petto fino ad incontrare il suo sguardo. -Il
giorno della vostra festa pre-matrimoniale,quando mancava veramente poco al tuo
matrimonio,ho realizzato che era finita,che non c'era più niente che potessi
fare per convincerti a lasciarlo. Così ho deciso di festeggiare a modo mio e
sono entrato in un pub che non erano neanche le undici di mattina...C'erano
ancora gran parte delle sedie sui tavolini-ricordò. Sentiva su di sè lo
sguardo di sua moglie e cercò di sorridere per esorcizzare quei
fantasmi. -Alle tre Ron si è seduto sullo sgabello accanto al mio,pronto come
al solito a riportarmi a casa, ma nella mia mente bacata ero deciso a brindare
tutto il giorno,a festeggiare la mia "ritrovata libertà"...- -Poi che è
successo?-chiese lei a bassa voce. George le accarezzò le spalle e sorrise
amaramente,portando finalmente lo sguardo su di lei. -Si è accorto della
catenina che stringevo in un pugno e si è ricordato di averla vista già da
qualche altra parte,poi io ho cominciato a raccontare di noi...e il resto lo
sai-disse tagliando corto. Nella stanza cadde il silenzio mentre i loro
sguardi restavano uniti,raccontando più delle parole. Finchè Luna non si
sporse verso il marito e avvicinò le labbra alle sue,posandogli una mano sulla
guancia destra. -Grazie per creduto in noi un'ultima volta-gli disse in
quella distanza ravvicinata. E lo baciò. Una mano sulla schiena,George
l'avvicinò al suo corpo e rispose al bacio con dolcezza, allontanando così tutti
i brutti ricordi.
La valigia era accanto a lei,pronta,in
attesa del suo padrone. Era strano come tutto fosse cambiato in pochi mesi,ma
forse quella situazione era temporanea e presto lui avrebbe riportato le sue
cose al loro posto,arrivando a sentirsi padrone effettivo di quell'appartamento
insieme a lei. Ma bisognava considerare anche l'altra opzione:non sempre un
bambino creava una famiglia... Sentì il rumore della porta d'ingresso e alzò
lo sguardo sulla porta del salotto. -Cassie!- -In salotto!-rispose. Lo
immaginò togliersi il cappotto e la giacca,lasciare la ventiquattro ore
all'ingresso e i suoi passi nel corridoio le annunciarono il suo
arrivo. -Tesoro non puoi capire che giorna...- La sua voce si smorzò
quando Ron apparve sulla porta;Cassie notò i suoi occhi fissi sulla valigia
accanto a lei che si alzarono fino al suo volto. -Che
succede?-domandò. Cassie si alzò dalla poltrona,lottando con il pancione di
cinque mesi e ricambiò lo sguardo. -Ti ho preparato la valigia-gli
spiegò. Ron aggrottò la fronte,sorpreso e
confuso. -Cosa?Perchè...-ribattè. -Forse abbiamo affrettato troppo le
cose-lo interruppe. Ron fece un passo verso di lei e la fissò senza
capire. -Perchè dici così? Non mi ami più?-le domandò lui con voce quasi
infantile. Cassie scosse la testa,in silenzio. -Allora c'è un
altro?-domandò ancora andando per tentativi. -Non essere sciocco Ron!Chi vuoi
che si interessi di una donna incinta?-gli fece notare lei voltandosi verso la
finestra per chiudere le tende. -Allora perchè,improvvisamente...- -Perchè
tu sei ancora innamorato di tua moglie!-esclamò lei tornando a voltarsi e a
guardare il suo volto. Ron si ammutolì,limitandosi a ricambiare il suo
sguardo. -E' questo che pensi?-le chiese. Cassie odiava quel suo
atteggiamento:quel non esporsi mai in prima persona,lasciando che gli altri
arrivassero alle conclusioni giuste! -Forse...Non so come la penso
veramente. So solo che da quando sei tornato,dopo che i tuoi figli sono
tornati ad Hogwarts,sembri un'altra persona,come se ti fossi accorto del grande
sbaglio che hai commesso....-gli disse parlandogli di quello che per settimane
l'aveva rosa. Ron scosse la testa. -No,ti giuro che non è così!-le disse
facendo un passo verso di lei. -Allora ha a che fare con Nick del
dipartimento di Rune Antiche e del fatto che esce con tua moglie? E' per
quello che sei così diverso?-gli fece notare lei seria. Era impossibile non
accorgersi come quel cambiamento inaspettato nella vita di Hermione desse
fastidio a Ron. -E' la madre dei miei figli...E' normale che mi preoccupi per
lei e per chi frequenta la mia casa-fece lui. Cassie si lasciò scappare un
sorriso tenero di fronte a quel tentativo,poi abbassò lo sguardo sulla valigia
al suo fianco. -Credo di aver messo in valigia tutto quello di cui hai
bisogno,le cose che usi sempre...-disse in tono quasi professionale. -Cassie
aspetta...- -Se poi hai bisogno di qualcos' altro puoi venire qui quando vuoi
a prenderlo-continuò lei. -Quindi per un'assurda illazione tu mi stai
lasciando?-le domandò Ron incredulo. Cassie sospirò e scosse la
testa,calma. -No,non è per quello. Lo faccio perchè credo che tu abbia
bisogno di un pò di tempo per riflettere su ciò che vuoi veramente:se capirai di
essere innamorato di me e di voler stare con me,ti accoglierò a braccia
aperte...-gli spiegò. -E se capissi di essere ancora innamorato di
Hermione?-le chiese Ron guardandola in volto. Quella domanda,in qualche
modo,le fece presagire cosa sarebbe successo e la ferì:perchè non le aveva detto
che non aveva bisogno di tempo,che era sicuro di amare lei? Cercò di
nasconderlo dietro un'alzata di spalle e un sospiro. -Allora dovrai cercare
di rimettere insieme la tua famiglia- Ron la guardò e,in quel momento,Cassie
avrebbe venduto la sua anima per sapere che cosa stava pensando! -E il nostro
bambino?- -Non si può costruire una famiglia infelice attorno ad un
bambino-gli disse convinta. Ron annuì. -Forse hai ragione tu...Magari
questo periodo di separazione ci farà bene-le disse avvicinandosi a
lei. Cassie annuì e si lasciò prendere fra le braccia in quello che sembrava
tanto un'ultimo abbraccio.
"Ne riparliamo questa sera" Questo era quello
che le aveva detto prima di uscire di casa quella mattina,arrabbiato per quel
mazzo di rose rosse. Che sarebbe successo ora che l'avrebbe vista rientrare
con un'altro bouquet? Questa volta erano diciotto rose gialle,proprio del
colore della gelosia,accompagnate dallo stesso biglietto anonimo. Chi mai
poteva avergliele mandate? Era una donna sposata!Lo sapevano tutti! Era
talmente tanto tempo che non si trovava a far fronte a certe cose che ormai
aveva dimenticato come far scemare l'interesse di un altro uomo. Tirò fuori
dalla borsa la chiave di casa e la infilò nella toppa,sollevata che quella sera
Hermione avrebbe dormito dalla sua amica Stacy:almeno avrebbe evitato di essere
testimone di quella che si prospettava una lite con i fiocchi,come poche ne
avevano avute nella loro vita insieme. Fece un respiro profondo e aprì la
porta,bilanciando i vari pesi fra le due braccia. La casa era avvolta nel
buio,ma il soprabito e la valigetta di Harry erano vicino l'attaccapanni
ed uno spiraglio di luce arrivava dal salotto:forse Harry stava guardando
la televisione in sua attesa. Si tolse il cappotto e posò i fiori sui primi
gradini della scala:meglio parlarne prima con lui e poi mostrarglieli,altrimenti
la reazione sarebbe stata peggiore. Slacciando i primi bottoni della giacca
del completo,si avviò verso il salotto e aprì la porta, accorgendosi subito di
qualcosa di diverso:profumo di vaniglia. C'era un ricordo che le tornava
sempre in mente ogni volta che sentiva quel profumo...un ricordo che ogni volta
la faceva arrossire. Aprì la porta e all'istante spalancò la bocca quando il
suo sguardo si posò su due cestini di vimini con tanto di manico per il
trasporto,pieni di rose rosse. Si guardò attorno e individuò due candele ai
lati dello scaffale sopra il camino acceso,che riempivano la stanza con il loro
odore. Cercò nella stanza l'artefice di quella sorpresa,ma non lo trovò da
nessuna parte. Poi sentì due mani posarsi delicate sui suoi fianchi e il suo
viso avvicinarsi all'orecchio sinistro. -Piaciute le rose gialle?-le domandò
a bassa voce come se avesse paura di farsi sentire da qualcuno. Ginny
spalancò gli occhi e si voltò sotto le sue mani,incontrando i suoi occhi
leggermente divertiti. -Sei stato tu!-esclamò. Harry rise e alzò le
spalle,ammettendo le sue colpe. -Brutto...E io che ho passato tutto il giorno
a chiedermi chi accidenti potesse essere!-lo rimproverò dandogli dei piccoli
schiaffi sul torace. -E hai fatto anche la parte dell'offeso!-ricordò lei
fissando i suoi occhi. -Non sarebbe stata una sorpresa se non mi fossi
arrabbiato!-le spiegò. Ginny sbuffò e gli voltò di nuovo le
spalle,offesa. Harry sorrise e abbassò il viso portando di nuovo le labbra
vicino all'orecchio di lei. -Non vuoi sapere perchè l'ho fatto?-le domandò
stringendo le braccia attorno ai fianchi di Ginny e attirandola a sè. Lei
bofonchiò,decisa a non perdere il punto. -Lo prendo per un
sì. Allora...Vediamo se ti ricordi cos'è successo qui diciotto anni fa-le
disse facendola voltare con il viso verso la porta. Ginny aggrottò la
fronte,in silenzio,iniziando a scavare nella memoria. -Un piccolo
aiuto?- Lei annuì. -Vediamo...Io stavo lì-disse facendola voltare verso il
tavolo dove riunivano tutta la famiglia Weasley quando veniva in visita-c'era
tanta gente,la musica,e io avevo un bicchiere in mano...- Lei sorrise quando
capì a cosa si riferiva. -Hai fatto una faccia quando mi hai visto
entrare:sembrava avessi visto un fantasma!-ricordò sorridendo. Lui rise e le
diede un bacio sulla testa. -Quasi!Dopo tre anni di lontananza,quando ti ho
visto sulla porta ho pensato che fossi un sogno, una specie di proiezione
dell'inconscio-le confidò. Una mano di Ginny iniziò ad accarezzare il braccio
destro del marito,poggiando la testa all'indietro conto la sua spalla. -Hai
architettato tutto per ricordare il nostro secondo primo incontro?-gli domandò
guardando i due cestini di rose. Lui la fece voltare fra le sue braccia e i
loro sguardi si incontrarono. -Quando quella sera sei apparsa da quella
porta,diciotto anni fa,hai completamente cambiato la mia vita. Lo sai che
ormai ero rassegnato ad una vita solitaria con Teddy,poi invece sei arrivata tu
e mi... mi hai fatto capire cosa avrei rischiato se ti avessi perso di nuovo-le
disse. Ginny sorrise imbarazzata. -Forse non è ancora abbastanza,ma volevo
ringraziarti per questi anni...Per i ragazzi,per come mi sopporti e mi ami
nonostante tutto...Per essere ricomparsa all'improvviso su quella porta-disse
sorridendo timido. Leggermente commossa,Ginny si alzò in punta di piedi e
avvicinò il viso a quello di Harry,cingendogli il collo con entrambe le
braccia,e posando le labbra sulle sue,lasciando vagare la sua mente alla casa
solo per loro due,per la prima volta da mesi,e alla notte,che come un
manto,nascondeva e proteggeva gli amanti.
SAlve a
tutti!!!
Capitolo,come annunciato,dedicato ai seniors...tante novità soprattutto
per quanto riguarda la situazione fra Cassie-Ron-Hermione.Ad essere sincera
ancora nn ho capito bene come finirà qst triangolo,credo che avrò un'idea +
precisa leggendo i vostri commenti e andando avanti con la storia;di sicuro so
cosa succederà nel prox capitolo dedicato ai senior e vi garantisco che
resterete a bocca aperta!
Nel
dialogo fra George e Luna si fa riferimento alla loro storia,di cui si
parla + dettagliatamente nella fiction dedicata a loro,ma se avete qualche
domanda,sarò lieta di rispondere!
Si
avvicinano le vacanze di Natale quindi i nostri junior stanno per tornare a
casa,ma c'è ancora un altro capitolo,pieno di novità,prima che questo
succeda(specialmente per gli amanti di Jim/Rose e di
Rebecca/Ronald).
Il
titolo che da il titolo al capitolo e tratta da una canzone omonima dei The Cure(molto importante x Harry e
Ginny) e la frase all'inizio è presa da "Take a
bow" di Madonna.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e
chiedo scusa x eventuali errori di ortografia e battitura.
E ora i
ringraziamenti:Elly(Concordo!Perchè ha dovuto ucciderlo?Non commettere l'errore di
pensare ad Albus come un povero ragazzo smarrito fra le spire sexy di
Scorpius,anche lui saprà dargli del filo da torcere e lo dimostrerà
presto...Sarebbe stato scontato mostrare una Rose indecisa e piena di
dubbi,quasi un ritratto della madre da giovane,xkè invece non farne una donna
decisa disposta a tutto pur di avere l'uomo che ama?),Trilli_Call(Riferisco ad Al e Scorpius
il tuo suggerimento...Magari ti prendono in parola!),WingsHP(La famiglia continua ad
allargarsi!!!Finalmente arriveremo ad una soluzione nel triangolo fra
Rose/James/Haley,più si va avanti + si rischia di far del male a qualcuno!Alice
nn saprà del tradimento di Luke x un bel pò,ma comincerà a capire qualcosa
presto...Gli uomini nn sono capaci di nascondere a lungo i loro sensi di
colpa),Rossy13(Grazie x i
complimenti!Non si può sempre dare la colpa alla lontanza perchè x me è una
scusa bella e buona!Se si ama veramente una persona nn ci si comporta come
Luke,lontananza o meno),IRE'89(Per il momento Teddy con il suo discorso ha solo confuso le idee
a James,come se ce ne fosse bisogno!Hai assolutamente ragione:Herm al suo posto
si è tormentata per anni x il suo amore x Ron prima di decidersi all'ultimo
momento, Rose invece sa che può essere felice solo con James e nn è disposta a
rinunciare a lui...Scusa nn ho messo lo spoiler lo scorso capitolo,ma ero ancora
indecisa se mettere un altro capitolo sui junior o uno sui senior.L'avevo detto
io che il Cappello non aveva sbagliato a mettere Lucas fra i
Serpeverde!)Missjude(Che
mi dici del pezzo sul tuo amore George?Ti è piaciuto?Grazie x i
complimenti!Vedrai Scorpius ti stupirà,anzi credo sia quello che vi soprenderà
di + in qst fiction insieme a Luke...)Gioia_in_blu(Avevamo perso Teddy dopo
il primo capitolo ed era ora di ritrovarlo,anke se solo x un breve istanteHai
ragione,Scorpius fa parte del destino di Al, anche se nessuno dei due lo ha
capito fino in fondo),Germana(Risposta doppia x doppia recensione;cominciamo da
Draco/Hermione:sn tr contenta che riesci ancora a leggerla! Per il momento siamo
nel pieno del ciclone,visto che Herm ce l'ha con il mondo intero,ma poi qualcosa
cambierà;anche io adoro Ginny e Blaise e vedrai che andando avanti li adorerai
sempre di +!;ora passiamo a qst fiction:era anche ora che succedessa qlcs fra
Jim e Rose! Voglio proprio vedere i "nonni" Potter all'azione con il piccolo
Lupin...),Tonks'17(Ron/Rebecca: secondo me è venuto il momento di farli diventare
sexy,non trovi?James/Rose: Dopo un pò l'indecisione nn è + possibile,a meno a
mio pare e bisogna prendere una decisione, positiva o negativa che sia!Per te
stesso e anche per le persone che sono coinvolte con te...E poi non credo che
l'abbia tanto costretto,sai?Forse aspettava solo una piccola spinta in + x
buttarsi,chi lo sà!Daniel/Lily:Sono d'accordo con te!Se ci pensi è proprio per
via della loro storia passata che forse non avrebbero dovuto restare insieme
tanto tempo...Scorpius/ Albus:Lily è avvantaggiata rispetto ai fratelli xkè Al
continua a confidarsi con lei e a raccontarle cosa succede,sempre dentro certi
alcuni limiti...Più che un pervertito io direi che è in qll fase di una
relazione in cui non riesci a togliere le mani di dosso all'altro...Beato Al!
Alice/Luke:su una cosa hai ragione,ma nn posso dirti ancora
quale...)
Bene,come al solito vi lascio un piccolo spoiler(vediamo se
indovinate...)
Era lì a pochi metri dal
letto,in silenzio,lo sguardo che ricambiava il suo.
-Che ci fai qui?-
Il silenzio durò ancora qualche istante
nella stanza,interrotto soltanto dal rumore delle lancette nella
sveglia.
-Fa l'amore con me-
Bene,x
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"I want
you,I want you so bad"
Baci,Eva.
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Capitolo 17 *** I want you sexy thing ***
i want you
"Guarda
questi occhi miei, ti bruciano senti queste mani mie, ti incendiano.
Giuro che ti mangerei a morsi ti divorerei, con molto gusto, amore
giuro che ti abbraccerò di baci ti soffocherò per farti
mio..."
Stava camminando per il
corridoio del terzo piano quando lo vide venirle incontro. Istantaneo un
sorriso apparve sul suo viso,anche se non fu certa che lui riuscisse a vederlo
visto che gran parte del suo volto era nascosto dalla sciarpa grigia. Ogni
volta che lo vedeva camminare con i suoi amici,o lo osservava volteggiare sulla
sua scopa si chiedeva come fosse possibile che una persona tanto attraente fosse
il suo ragazzo. L'attimo dopo che si era saputo della loro relazione le sue
amiche avevano iniziato una specie di assedio permanente alla ricerca di
dettagli,di gossip,di particolari su di lui,neanche fossero una schiera di
groupie con il loro cantante preferito! Era riuscita a liberarsi dalla loro
presenza fastidiosa soltanto dopo aver dato loro qualche piccolo accenno
insignificante su di lui. Ma gran parte di loro sembravano non perderli di
vista neanche un'istante quando erano insieme, morbosamente interessate al loro
rapporto...Le faceva uno strano effetto sentire su di sè l'invidia di quasi
tutte le ragazze del suo stesso anno a Grifondoro,Tassorosso e
Corvonero. Sospettava che ci fosse qualche sostenitrice di Daniel anche a
Serpeverde,ma non avrebbe rischiato a mettere la mano sul fuoco. I loro occhi
si incontrarono e si accorse subito della scintilla di sollievo che apparve
nello sguardo del suo ragazzo. Doveva esserci qualche brutta notizia... Si
fermò nel mezzo del corridoio e aspettò che lui la raggiungesse. -Ciao
straniero!-lo salutò accogliendolo con un sorriso. Daniel sogghignò e
avvicinò il viso al suo per darle un bacio veloce. -Dove stai andando?-le
domandò mettendole una mano sul braccio sinistro e guidandola verso la parte più
esterna del corridoio per non essere disturbati dagli altri
studenti. -Pensavo di andare in biblioteca:devo fare una ricerca per il
professor Malfoy-rispose lei alzando leggermente la testa per incontrare i suoi
occhi. -Ti va un pò di compagnia?-si offrì appoggiando una spalla contro il
muro di pietra. Lily sorrise e,suo malgrado,scosse la testa. -Grazie,ma
no!Sembra che da quando ci sei tu nei paraggi non riesco più a studiare come si
deve-lo rimproverò bonaria. Daniel rise leggermente. -Prometto che questa
volta farò il bravo...Sarò il tuo schiavetto:tu mi dirai cosa ti serve e io
andrò in giro per gli scaffali alla ricerca-tentò di convincerla. Lily restò
in silenzio e lo fissò per qualche istante in viso. -Da che stai
scappando?-gli domandò con voce seria. Lui sospirò e abbassò la
testa,incrociando le braccia sul petto. -E' successo qualcosa?-chiese ancora
lei. Ci furono ancora alcuni istanti di silenzio,in cui lei decise di
lasciargli la decisione se parlargliene o meno,finchè Daniel non rialzò lo
sguardo sul suo viso. -Mio padre è qui- Gli occhi di Lily si spalancarono
all'istante per la sorpresa e le sembrò anche di boccheggiare come un pesce
quando dischiuse le labbra senza emettere alcun suono. -Per
qual...Perchè?-riuscì a domandare. Un altro sospiro,questa volta più
forte,uscì dalle labbra di Daniel prima che lui si pizzicasse gli angoli degli
occhi con due dita,poggiando poi il gomito destro sul muro di pietra. -Ha
saputo dell'Accademia degli Auror-rispose semplicemente lui. Lily
annuì,fissando l'angolo destro alla fine della sciarpa di Daniel che cadeva sul
suo mantello nero. -Vuol convincerti a rinunciare,non è così?- Anche senza
guardarlo sapeva che stava annuendo. Possibile che quell'uomo non riuscisse
ad essere felice per i traguardi che suo figlio raggiungeva,anche se questi non
erano quelli che lui si aspettava? Lily rialzò lo sguardo sul viso del
ragazzo e gli accarezzò un braccio. -Beh,in fondo sapevamo che sarebbe
arrivato questo momento...-gli ricordò. -Già,ma speravo non così
presto-ammise lui. -Di cosa hai paura?-gli domandò cercando di fargli capire
che era capace di ribattere a qualsiasi obiezione suo padre
muovesse. Daniel alzò le spalle. -Di non avere quello che
voglio?-tentò. Lily sorrise. -E quando questo ti ha mai fermato?Voglio
dire...Guarda quello che è successo fra di noi:io non potevo vederti neanche in
cartolina e ora siamo insieme,tanta era la tua insistenza- -Che vuoi dire?Che
ti ho forzato,per caso?-chiese lui incontrando i suoi occhi. Lily scosse la
testa. Come gli veniva in mente un'idea
simile? -No,assolutamente! Volevo solo dire che non sei il tipo che si
abbatte alla prima difficoltà-gli spiegò meglio lei. -Con mio padre è
diverso...Lui riesce a farmi dire di sì a tutto,quasi facendomi sentire in colpa
per aver pensato a qualcosa di diverso dal Quidditch- Lily sospirò,quasi
spazientita,poi si mise in punta di piedi e prese il viso del ragazzo fra le
mani,facendo incontrare i loro sguardi. -Adesso ascoltami attentamente Daniel
Thomas. E' tuo padre:non hai nessun motivo per essere così insicuro,così
pieno di dubbi. Ti amerebbe anche se fossi il peggior criminale della
Terra! Quindi potresti,per favore,tornare il ragazzo brillante deciso e
terribilmente sexy di cui mi sono innamorata?-gli disse parlando con voce
chiara. Daniel la guardò qualche istante,poi un'angolo della sua bocca si
incurvò verso l'alto. -Come hai detto?- Solo in quel momento,Lily si rese
conto di quello che le era appena scappato di bocca e lasciò andare il viso di
Daniel cercando di assumere un'espressione innocente. -Niente...Anzi che tuo
padre ti vorrà...-ripetè dosando bene le parole. -Dopo quello-fece lui
scuotendo la testa. -Che non hai motivo di...-fece ancora lei. -Dopo
ancora-continuò il ragazzo. Lily sospirò allontanando lo sguardo. Era in
trappola:ormai le parole erano fuori e non c'era altro modo per ritirare quello
che aveva detto. Si grattò la testa e storse la bocca verso sinistra,ancora
titubante per qualche istante,poi si decise a rialzare gli occhi sul viso di
Daniel. -Ho detto che sono innamorata di te-ammise. Il silenzio che seguì
fu quasi assordante mentre i loro sguardi sembravano incatenati l'uno
all'altro. Poi Daniel sorrise di nuovo e tornò ad avvicinare il viso al
suo,baciandola. Interdetta,Lily fissò le palpebre chiuse di Daniel per
qualche istante prima di rispondere al suo bacio,portando una mano fra i suoi
ricci neri e attorcigliandone una ciocca fra le dita. Le labbra di Daniel si
staccarono dalle sue e Lily lo sentì schiarirsi la gola ed ebbe anche
l'impressione che la sua lingua scivolasse sul labbro inferiore,ma non ne fu
completamente sicura. -Bene...Almeno non sono il solo ad essere
innamorato. Passo in biblioteca quando mio padre se ne è andato-la
salutò. Dopodichè le voltò le spalle ed iniziò ad incamminarsi verso la parte
opposta del corridoio, sicuramente consapevole dello sguardo di Lily su di
sè.
C'era molta tensione fra loro. Era evidente,anzi
era quasi palpabile. Tutto il nervosismo che aveva accumulato per colpa di
quella storia lo stava facendo comportare come un primino e non come uno
studente al sesto anno. Mai in tutta la sua carriera scolastica era caduto
così in basso...o almeno mai nessuno era riuscito ad incolparlo e a punirlo per
qualcosa. Solo che questa volta era evidente che fosse colpa sua:c'era una
classe di studenti ed un professore per testimoniarlo. Un professore che
sembrava sempre pronto e felice di appioppargli punizioni...Sicuramente doveva
ringraziare suo padre per quel trattamento! Sicuramente,però,non era colpa di
suo padre il macello che aveva fatto nell'aula di Pozioni durante la lezione di
quel pomeriggio:forse non era fra gli studenti migliori,forse non eccelleva in
quella materia come sua sorella,ma anche lui riusciva a difendersi dagli
attacchi a sorpresa del professor Malfoy. Solo che questa volta non riusciva
proprio a concentrarsi,a ricordarsi le procedure per eseguire
l'incantesimo. La distrazione ovviamente gli era costata cara:ad un certo
punto della lezione il suo calderone era quasi imploso spargendo per i muri
della stanza tutto il suo contenuto grigiastro. Parte di quella roba era
caduta anche addosso ai suoi compagni,che ora avrebbero preferito essere
mangiati vivi da un grifone piuttosto che avere a che fare con lui,e al
professore,che aveva tolto trenta punti alla sua Casa e lo aveva costretto a
ripulire tutto il laboratorio dopo la lezione. Impegnato nelle pulizie della
stanza,James continuava a darsi del cretino e dell'imbecille per l'ennesimo
guaio che aveva creato. Doveva risolvere quella situazione il prima
possibile! Erano giorni che era distratto e confuso:aveva quasi rischiato di
essere colpito da un bolide durante un'allenamento! -Se ti vedesse tua
madre...- James si voltò verso la porta,da dove era arrivata la voce,e si
bloccò. Lei. Sempre ed ovunque. Nonostante avesse cercato di evitarla
dopo quello che era successo quella sera in corridoio,non riusciva a starle
lontano più di tanto,era più forte di lui. Lei lo sapeva e sfruttava quella
debolezza... La osservò mentre richiudeva la porta dell'aula dietro di sè per
poi fare un paio di passi in avanti, le mani infilate nelle tasche dei
jeans:doveva aver finito le lezioni per quel giorno. -Chi l'avrebbe detto che
fossi un tipo da secchio e ramazza-lo prese in giro. James le voltò le spalle
e mise di nuovo lo straccio nel secchio pieno d'acqua. -Piton non vuole che
pulisca usando la magia-le spiegò restando di spalle. Rose
sorrise. -Beh,questo non vale per me...Gratta e Netta-pronunciò
chiaramente. L'istante dopo la scopa si stava muovendo da sola per la stanza
sfuggendo alle mani di James, attaccando le macchie di sbobba grigiastra sul
pavimento. Il ragazzo si voltò,giusto in tempo per vederla infilare la
bacchetta in tasca. -Se perdiamo altri punti,la colpa è tua-le disse andando
a sedersi su un banco. Rose alzò le spalle e fece un altro paio di passi
verso di lui. -Come mai sei qui?-le domandò cercando di sembrare
indifferente. -Se Maometto non va alla montagna...-disse lasciando sottinteso
il resto della frase. James la fissò,sperando riuscire a mantere
l'espressione confusa sul viso. Lei sorrise e scosse leggermente la
testa. -Certo che quando ti ci metti hai proprio una gran faccia
tosta!-commentò. Suo malgrado,James si lasciò scappare un piccolo
sorriso. Facendo gli ultimi due passi,Rose si fermò davanti a lui,lo sguardo
sul suo viso. -Ok,lo ammetto:ti stavo evitando,almeno un
pochino-ammise. Rose restò in silenzio,continuando a fissarlo. -Non sapevo
cosa pensavi di me visto il modo in cui me ne ero andato quella
sera... Magari mi hai preso per uno di quei bastardi che se ne vanno non
appena hanno avuto quello che volevano- Questa volta lei sorrise
divertita. -Tu non sei così-lo tranquillizzò. James alzò lo sguardo e
incontrò quello di Rose,sentendo subito la reazione familiare che provava quando
era con lei:quella sensazione di complicità che rasentava pericolosamente
l'intimità...E come poteva essere altrimenti,visto che avevano passato insieme
praticamente tutta la loro vita? -Non ci sto capendo più niente,Rosie-le
disse sincero. Lei sorrise teneramente e alzò una mano per accarezzargli i
capelli sconvolti. -Perchè non possiamo tornare a quando le cose erano chiare
fra di noi,a quando non c'era nessun' imbarazzo se ti abbracciavo?-le domandò
serio. -Tu lo vorresti?-chiese Rose,senza allontanare lo sguardo dal
suo. James sospirò e si ritrovò senza una risposta chiara. -Non lo
so-confessò. -Continui a vedere soltanto il lato negativo di questa
cosa...Perchè non provi a pensare a come sarebbe fra di noi se lasciassimo
andare avanti questo...questo sentimento?-gli disse confusa. -E tu come fai a
dimenticarti di tutto il resto?La nostra famiglia,i nostri genitori...- Rose
sbuffò sarcastica. -Beh,visto il modo in cui si stanno comportando i miei
credo sia una cosa ereditaria-commentò Rose con lo stesso tono
sarcastico. James restò in silenzio,non sapendo come ribattere a quella
frase. Lei tornò a posare lo sguardo sul suo volto fissandolo qualche
istante,poi si lasciò scappare un sospiro prima di scendere dal banco su cui era
stata seduta fino a quel momento. La distanza fra loro era minima,tanto che
le bastò sporgersi leggermente con il busto verso James per posare un bacio
sulla sua guancia sinistra. Lui fece saettare gli occhi sul suo volto,così
vicino da sembrare quasi deformato,mentre il profumo di Rose lo
avvolgeva. Immobili uno di fronte all'altra,in attesa di un segno,di qualcosa
che facesse capire loro cosa era più giusto fare. I loro visi erano così
vicini che le loro gronti si sfioravano,i capelli ricci di Rose si fondevano con
i suoi neri,creando un nuovo colore. James mosse la testa,trovandosi lo
sguardo di Rose su di sè e lasciò che i suoi occhi affondassero in quelli di
lei. Una mano si mosse,quasi avesse volontà propria e le toccò i capelli
ondulati,mentre la sua mente era ancora confusa su cosa
fare. -Io...-balbettò. -Cosa?-domandò lei in un sussurro. Che bisogno
avevano di far sapere i loro segreti a quelle pareti,a quegli oggetti? -Io ho
paura di perderti-riuscì a dire James,sentendo le orecchie martellare al ritmo
del suo cuore. Rose sorrise e si sporse di nuovo verso di lui,avvicinando le
labbra alle sue per un bacio piccolo. Un bacio che,James se ne accorse nel
momento in cui Rose si allontanò,lui avrebbe voluto approfondire. -Se
dimenticare,far tornare le cose come stavano prima è quello che vuoi
veramente,allora lo faremo. Dimenticheremo quello che c'è stato fra di
noi.... Per me è più importante la tua amicizia che il tuo amore-gli disse
parlando a bassa voce vicino al suo orecchio sinistro. James premette le
labbra una contro l'altra,cercando di convincere se stesso che il solo motivo
per cui aveva la pelle d'oca erano il solletico provocato dal sussurro nelle
orecchie e non per la vicinanza estrema di Rose. Gli occhi di Rose si mossero
incontrando i suoi e lui si trovò incapace di parlare. Vide le sue labbra
rosee tendersi in un sorriso tenero e l'istante dopo le sentì posarsi sulla sua
guancia sinistra per un'ultimo bacio delicato,come quelli che si erano sempre
dati prima che tutto cambiasse fra di loro. Lentamente si ritirò mettendosi
dritta e James vide di nuovo quel sorriso,non riuscendo a capire il significato
dietro di esso. -Ti lascio alla tua punizione. Ci vediamo dopo a cena-gli
disse incamminandosi verso la porta. James si limitò ad annuire e la osservò
uscire dalla porta della stanza e richiudersela alle spalle. Lasciandolo
nella confusione mentale più totale...
-Ho fatto una cazzata- -Sai che novità- Nuvole
nere temporalesche si stavano addensando sulla volta celeste promettendo una
bufera con tanto di fulmini e saette. Seduto su un piccolo muretto davanti
alla finestra nel dormitorio,Scorpius guardava il cielo rammaricandosi di non
poter assistere al prossimo temporale. Di solito quando si avvicinava una
tempesta,se ne andava sulla Torre di Astronomia e restava a guardare lo
scatenarsi della forza della Natura. Lo aiutava a ricordarsi che c'era sempre
qualcosa su cui non avevano il controllo,che non poteva essere sottomesso alla
magia. Si voltò pigro verso i sei letti che occupavano la camerata e posò lo
sguardo sul letto accanto al suo,dove si era appena tuffato Luke. -Questa è
ancora peggio delle altre-commentò il ragazzo. Scorpius sospirò e lanciò un
veloce sguardo all'orologio che aveva al polso:aveva un'appuntamento fra
mezz'ora e lui odiava arrivare in ritardo. -Ce la fai a raccontarmi tutto in
venti minuti?-domandò con voce quasi professionale. Luke lo guardò e,dopo
qualche istante di esitazione,annuì. Deve avere proprio un rospo enorme se
non replica neanche,pensò Scorpius voltando le spalle alla finestra e fissando
l'amico. -Che è successo?- Luke si agitò sul letto,lottando con il
mantello e il cuscino,incerto su dove iniziare la sua storia, poi
sospirò. -Ho fatto una cazzata-ripetè sconsolato. -Sì questo l'abbiamo
capito,ora possiamo andare avanti e capire di che si tratta?-disse il biondo
quasi seccato. -Ho tradito Alice-buttò fuori tutto d'un fiato
l'altro. Scorpius restò in silenzio,sorpreso da quella notizia e lo fissò con
sguardo incredulo,prima che un sogghigno beffardo si affacciasse sul suo
volto. -E che ne è stato delle dichiarazione d'amore e fedeltà
eterne?-domandò non restistendo a punzacchiarlo. -Vaffanculo Scorpius!Se
volevo essere preso in giro andavo da Nott!-lo beccò l'altro. -Ammetterai che
è strano...Anzi no,neanche tanto,io ho sempre sospettato che alla fine avresti
ceduto. Specialmente adesso con questa storia della lontanza...-aggiunse
Scorpius terribilmente sincero. -Che vuoi dire?Che era una relazione
destinata a finire?-domandò Luke rizzandosi a sedere. L'altro scosse la
testa. -Non mi permetterei mai di entrare in questi intricati rapporti
sentimentali,lungi da me... Ma ho sempre pensato che non avresti mai
resistito a quest'astinenza forzata:andiamo,sei un uomo!-gli fece notare. -E
con questo?Devo essere un puttaniere per forza?Hai davvero un bel
coraggio...-domandò Luke non capendo il significato del discorso
dell'amico. -Luke non prendertela con me adesso!Sei tu quello che è venuto a
cercarmi,quello che ha chiesto il mio consiglio,quindi non puoi andare su tutte
le furie se quello che senti non ti piace-ribattè Scorpius deciso,quasi
tagliente. Luke si lasciò cadere di nuovo sul letto,gemendo quando la testa
toccò il cuscino,poi per qualche minuto restò in silenzio a fissare il
soffitto. -Posso almeno sapere con chi hai tradito Alice?-azzardò dopo un pò
Scorpius. Un suono beffardo uscì dalle labbra del moro. -Non te lo
immagini?- Scorpius aggrottò le sopracciglia e restò pensoso per qualche
secondo,mentre una sempre più viva consapevolezza si affacciava alla sua
mente. -Non ci credo...Non voglio crederci!Dimmi che non lo hai fatto-disse
guardando quasi schifato l'amico. Il silenzio che ricevette in risposta fu
quasi un colpo di pistola. -Blah...Che schifo!-gli scappò. -Anche tu sei
stato con lei-gli ricordò. -Ed è uno dei miei incubi notturni!Fra tante
ragazze che sarebbero state disposte a saltare nel tuo letto ad un tuo gesto,tu
sei andato con la Greengrass...-commentò visibilmente schifato. Come puoi
accettare gli scarti di qualcuno? Specialmente se quei resti erano stati
assaggiati da quasi tutti i tuoi compagni di Casa,anche quelli più
imbranati? Era qualcosa di altamente disonorevole! -Non ci sono andato a
letto! La sai anche tu quella cosa che dice sempre mio padre:se non ci fai
sesso non è tradimento-ribattè stizzito Luke. Involontario,un sospiro uscì
dalla bocca perfetta di Scorpius. -Non sai quanto sei fortunato...Scusa ma
allora di che tradimento stiamo parlando?-chiese subito,guardandolo leggermente
confuso. Luke premette le labbra una sull'altra e lo fissò. -Mano o
bocca?-chiese Scorpius pratico. -Entrambi- Che idiota! -Mi vengono i
brividi solo a pensarci...-commentò. La stanza fu illuminata da un fulmine
solitario che si riflettè sul volto di Scorpius. -Che devo fare secondo
te?-domandò il moro. Scorpius distrattamente sbriciò l'ora sull'orologio da
polso e si accorse che era ora di andare:si alzò in piedi e si sistemò i
pantaloni,spiegando invisibile grinze nella gamba destra. -Smetterla di
comportarti come un puttaniere,se tieni veramente a quella
Grifondoro. Altrimenti lasciala e portati a letto tutte le ragazze che ti
pare. Devo scappare-disse poi avviandosi verso la scala che collegava il
dormitorio alla Sala Comune. -Questo è il miglior consiglio che mi sai
dare?-lo sentì urlargli dietro. Era l'unico possibile. E poi ora aveva
altro a cui pensare....
La pioggia battente frustava i vetri illuminando la
stanza buia. Questa,un'aula in disuso,veniva usata dal professor Olin per
fare le prove del coro,ma molto spesso gli studenti ci si rifugiavano quando la
biblioteca era affolata o quando avevano bisogno di nascondersi da qualcuno che
li stava infastidendo. Avvolta com'era dall'oscurità sembrava essere
minacciosa,anche per colpa dei lenzuoli che coprivano le statue e gli oggetti
presenti in essa. Alcuni di questi lenzuoli ora giacevano per
terra,dimenticati. Come dimenticati erano anche i libri aperti su un
banco,quello più vicino alla luce,per riuscire a sfruttare la luce del Sole
morente fino all'ultimo ed evitare di consumare le varie candele che
avevano. Ma quando il cielo si era coperto di nuvole,l'ultima cosa a cui
stavano pensando era lo studio. Lievi,coperti dal rumore del temporale,gemiti
di piacere si diffondevano per tutta la stanza, sfruttando l'intimità che può
dare la penombra ed una porta imperturbata. Seduto con la schiena premuta
contro lo schienale della sedia,lui cercava le sue labbra quasi fosse l'unico
modo per trovare pace,per respirare. Dal canto suo,lei era seduta su di
lui,una gamba per lato,incurante della gonna corta a piegoline leggermente
sollevata sulle cosce e della camicia bianca completamente sbottonata che
lasciava in mostra il reggiseno viola scuro. Una mano del ragazzo passò fra i
capelli lisci,scendendo poi sul retro del collo fino a sfiorare il colletto
candido,mentre le sue labbra scendevano dal mento sulla gola. Era sorpresa da
come le cose fossero cambiate tanto velocemente,quasi incredula che stesse
accadendo davvero. Lo aveva desiderato tanto... Aprì gli occhi e posò il
mento sui capelli di lui,accarezzandoli. Sentendo qualcosa di diverso in
lei,lui rialzò la testa e incontrò i suoi occhi,fissandola cercando di capire
che cosa si agitava in lei. -Tutto bene?-le domandò allontanandosi da lei e
tornando a posare la schiena contro la sedia. Lei sorrise e annuì
decisa. Abbassò la testa e gli diede un bacio sulle labbra. -Come potrebbe
essere altrimenti? Sai quante vorrebbero essere al mio posto adesso?-gli
disse allacciando entrambe le braccia attorno alle sue spalle. Lui sorrise
leggermente,ovviamente divertito. -Credo poche-disse infatti. Lei rise
leggermente. -Devi smetterla di sottovalutare il tuo fascino...Sapessi con
quante rivali devo vedermela-fece lei guardando i suoi occhi,che sembravano
brillare nella penombra. Lui alzò le spalle. -Peccato per
loro,allora,perchè io voglio solo te-le disse tornando ad avvicinare la testa
alla sua. Un sorriso compiaciuto incorniciava le sue labbra quando incontrò
quelle di lui,lasciando che le sfiorasse con le proprie,le mordicchiasse finchè
non riuscì ad insinuarsi nella sua bocca. Si sollevò leggermente andandogli
addosso,schiacciando il seno contro il suo torace,strusciando le cosce su quelle
di lui. La reazione dei loro corpi fu inequivocabile:i suoi capezzoli si
tesero contro il tessuto del reggiseno,aiutati anche dal movimento sensuale
contro il torace di lui,mentre chiara poco distante dalle sue gambe sentì
l'erezione,tendersi contro i pantaloni ed i boxer. La pelle d'oca le
attraversò le braccia,facendola tremare neanche fosse in giardino sotto quella
tempesta. Allontanò di nuovo le labbra dalle sue,ma prima che potesse pensare
a cosa fare,sentì una mano afferrare i suoi capelli e tirarla indietro,attento a
non farle male. Aprì gli occhi e cercò quelli di lui,ma vide soltanto i suoi
capelli rosso fuoco,li sentì sfiorarle il mento mentre le labbra e la lingua di
lui si posavano sul collo,sulla gola,provocandole altri brividi. -Oh
Ronnie...-mormorò,stringendo ancora di più la presa attorno alle sue
spalle. Sentì i baci piccoli di Ronald sfiorarle la pelle del torace fino al
solco fra i seni,dove si fermò incerto. Rebecca restò in attesa,lanciando
sguardi furtivi alla testa rossa,cercando di carpire qualcosa del suo
volto. Un'istante e Ronald aveva rialzato il viso,posandolo di nuovo su di
lei. -Sono troppo precipitoso?-le domandò spiazzandola. Rebecca sentì la
mano allontanarsi dai suoi capelli,lo vide ritornare ad una posizione
seduta,permettendole di sistemarsi meglio su di lui e restò qualche istante in
silenzio,non sapendo come rispondere. -Che intendi?-domandò. Ronald si
passò una mano fra i capelli sconvolti,cercando di dar loro un senso. -Ti sto
facendo qualche pressione,o magari ti sto mettendo fretta- Lei
sorrise. -Praticamente sono stata io a saltarti addosso-gli fece notare lei
poggiando di nuovo un braccio sulle sue spalle. -Beh,quello è stato una
piacevole sorpresa. Però Becca se tu volessi aspettare... In fondo si
tratta della tua prima volta-aggiunse cauto. Rebecca sorrise teneramente e si
avvicinò per dargli un bacio,che lui non approfondì. -Tu che ne sai?Magari ho
tutto quello che voglio-tentò spostando le labbra sul mento e
mordicchiandolo. -Beh,non credo sia in cima alla classifica dei sogni
romantici delle ragazza fare l'amore per la prima volta in un'aula polverosa su
una sedia-ribattè lui cercando di controllarsi. Doveva ammettere che più
volte era riuscita a metterlo in difficoltà:se non fosse stato così perso per
lei avrebbe già dimenticato tutti i buoni propositi di cui parlava. Ok,forse
Ronald aveva ragione. Si sporse di nuovo verso di lui,provocando in entrambi
brividi di piacere che le impedirono di parlare per alcuni secondi,e avvicinò le
labbra all'orecchio destro. -E se io avessi il ragazzo dei miei
sogni?-domandò. Non poteva vederlo,ma era quasi certa che fosse diventato
rosso e quella consapevolezza lo rendeva ancora più sexy ai suoi occhi. Una
mano grande di Ronald si posò sulla sua schiena,impedendole così di tornare
nella stessa posizione di prima. Voltò la testa ed incontrò i suoi occhi
brillanti nel buio. -Allora lascerai che ci pensi lui a rendere tutto
perfetto...Sai che sono un maestro in queste cose-le disse con un sorriso
accattivante. Con nella testa il ricordo di quello che aveva preparato per il
loro primo appuntamento, Rebecca si lasciò convincere e annuì. Lo baciò più
volte senza però ottenere il coinvolgimento sperato,quindi si staccò dalle sue
labbra e scivolò sulle sue gambe fino a posare la testa sulla sua spalla
destra. Avrebbe fatto come voleva,in fondo le piaceva che avesse tutte quelle
attenzioni per lei,che la ritenesse la sola persona con cui parlare,confidarsi e
rendere partecipe delle sue emozioni come faceva forse solo con James. Era
questa parte del suo carattere che la stava facendo innamorare quasi
inevitabilmente di lui. Però c'era una domanda che le girava da un pò di
tempo nella testa,da quando si erano accorti che i soli baci e le carezze non
bastavano più a soddisfare quella frenesia che sembrava coglierli quando erano
insieme. -Tu lo hai già fatto,vero?- Nella stanza scese il silenzio più
totale,interrotto soltanto dalla pioggia che colpiva i vetri delle
finestre. -Sì- Non le dava fastidio:entrambi avevano avuto una vita prima
di incontrarsi e capire di essere fatti l'uno per l'altra,quindi sarebbe stato
stupido arrabbiarsi per il passato. -E' successo quest'estate...-aggiunse
Ronald pensando che lei fosse curiosa. -Com'è stato?-si ritrovò a chiedergli
senza neanche accorgersene,sentendo la mano di Ronald che le accarezzava la
schiena sotto la camicia quasi a scusarsi con lei. Ronald ci pensò su qualche
istante prima di rispondere. -Veloce- Rebecca rise,vinta dalla sincerità
con cui lui aveva risposto e sospirò sollevata quando lo sentì ridere
leggermente a sua volta. -Povero amore...-lo consolò dandoli un piccolo bacio
nella fossetta fra la spalla e la fine del collo. Tornò a scendere il
silenzio mentre ascoltando la pioggia,Ronald muoveva la mano sulla schiena di
Rebecca,facendola scivolare in avanti verso il seno sinistro,tracciando il
profilo del reggiseno e toccandone il tessuto. Lei restò immobile,godendosi
quelle carezze,anche quando sentì l'altra mano avvicinarsi alla gonna a
piegoline e infilarsi al di sotto,accarezzandole la coscia e la natica
destra. Un gemito soffiato le scappò dalle labbra quando sentì le dita
scivolare a contatto con la pelle del seno. -Sei ancora sicuro di non voler
approfittare di me?-scherzò lei sospirando di nuovo. Ronald le posò un bacio
sulla spalla. -Sai che sono un gentiluomo-le disse voltando la testa per
incontrare i suoi occhi. Magari però poteva ancora fargli cambiare
idea...
Bastò un'ultima carezza ed entrambi si abbandonarono al
piacere. Allontanò la mano dal corpo del compagno e si lasciò cadere sul
letto,il petto che si alzava ed abbassava in modo quasi convulso. Chiuse gli
occhi cercando di controllare la respirazione e dimenticarsi la presenza
dell'altro, come sempre succedeva dopo ogni incontro amoroso. C'era
stato un momento,un'istante preciso,in cui l'agnello si era trasformato in
leone,ma anche se avesse passato giorni pensando fino a farsi scoppiare la testa
non avrebbe capito quando era avvenuto quel cambiamento. Improvvisamente
aveva perso ogni paura ed ogni vergogna,diventando consapevole del suo
piacere,di cosa preferiva e cosa invece non amava. Ed era diventato
esigente,come mai in vita sua...si era sempre accontentato di quello che
riusciva ad ottenere,fosse poco o tanto non importava,certo che fosse quello che
gli spettava; ora invece non era più disposto ad accontentarsi delle briciole o
delle mezze misure. Voleva tutto...e fortunatamente aveva trovato un compagno
che sembrava ben disposto a soddisfare quel desiderio. -Devo ancora capire
che strana magia mi hai fatto-commentò riaprendo gli occhi e muovendo
leggermente la testa sulle lenzuola sfatte per portare lo sguardo su di
lui. Un ghigno apparve sul viso di Scorpius:poteva sembrare
meschino,menefreghista,ma ormai aveva imparato a conoscerlo e sapeva che era
soltanto una maschera,un modo per proteggersi da tutto e per evitare che gli
altri si avvicinassero troppo a lui. Scorpius impersonava la bellezza
irraggiungibile,da guardare e non toccare,se non si voleva correre il rischio di
rimanere bruciati. -Forse ti ho contagiato con la mia sfrenata
lussuria-commentò sistemando i cuscini contro la testiera del letto e
poggiandovi poi la schiena contro. Albus sorrise ironico. "Forse",pensò
dentro di sè. Se ripensava alla paura che aveva la prima volta che Scoprius
lo aveva baciato,quasi non si riconosceva:così fragile e
tremante... Ora,invece,era diventato un'amante esperto quasi quanto l'altro
capace di portarlo allo stremo prima di concedergli quello che veramente
voleva. Anche se ancora non gli aveva concesso tutto... -Sì ti
piacerebbe-commentò sollevandosi leggermente facendo forza sui
gomiti. -Già...-fece il biondo,sporgendosi verso il comodino per prendere le
sigarette e l'accendino. -Dì un pò:hai intenzione di lasciarmi andare oppure
vuoi tenermi qua dentro fino a domattina?-gli domandò osservandolo mentre si
accendeva la sigaretta. -Perchè tutta questa fretta di tornare alla Torre?Se
ti conosco almeno un pò,immagino che avrai già fatto i bagagli per evitare di
dimenticare qualcosa nella fretta dell'ultimo momento. Se resti qui nessuno
si accorgerà della tua assenza-disse il biondo buttando fuori il fumo. Albus
arricciò le labbra. -E cosa avrei in cambio?-chiese malizioso,rizzandosi a
sedere. Scorpius alzò le spalle. -Il letto è più comodo di quello del
dormitorio,c'è il camino acceso,ci sono le gelatine...Senza ovviamente
dimenticare la mia presenza-illustrò neanche fosse un'agente immobiliare. Al
annuì,come se se ne fosse reso conto adesso. -Già,perchè non ciò pensato
prima-commentò sporgendosi verso di lui per togliergli la sigaretta dalle labbra
e portarla alle sue. Se suo padre avesse saputo una cosa del genere lo
avrebbe ucciso... Tirò una lunga boccata sentendo lo sguardo di Scorpius su
di sè,che ignorò finchè non ebbe buttato fuori in fumo e preso un'altro
tiro. Gli passò di nuovo la sigaretta e incontrò i suoi occhi:ghiaccio
bollente che lo guardavano neanche avessero voglia di mangiarlo
vivo. -Cosa?-domandò. -Sei terribilmente sexy quando fumi...-disse
Scorpius. Al sorrise e alzò le spalle. -Che vuoi farci,ho sempre fatto
strage di cuori-fece ironico. Prima che se ne accorgesse si trovò spalle al
materasso,con Scorpius su di sè. -Che cazzo...- -Attento Potter che non ci
metto niente ad andare con un altro-gli disse,il viso sul suo. Di questo non
aveva nessun dubbio...Anzi lui si chiedeva come mai stava con lui visto che
ancora non se lo era portato a letto. -Lo stesso vale per me,oppure credi che
morirei senza di te?-ribattè deciso a non cedere. Scorpius sembrò sul punto
di urlargli addosso un'altra volta,ma si allontanò di scatto,ritirandosi sul
letto nella stessa posizione di poco prima. Il silenzio scese nella stanza ad
amplificare le parole non dette e che restavano in gola quasi a strozzare i due
ragazzi,finchè Al non si rese conto che sarebbe toccato a lui chiedere scusa se
voleva mettere a posto quella situazione:l'orgoglio di Scorpius non glielo
avrebbe mai permesso. -Piuttosto che perdere tempo in queste stronzate,perchè
non pensiamo alle cose importanti?-disse con voce quasi
professionale. Scoprius lo fissò in silenzio,ancora visibilmente
risentito. -Il tuo rendimento scolastico-continuò Albus. L'altro aggrottò
le sopracciglia. -Ma di che stai parlando?- -Del fatto che,visti i miei
frequenti interventi e aiuti,siamo riusciti a mantenere ad un livello eccellente
la tua media,e ora non vorrei che tutto si perdesse per colpa delle vacanze di
Natale- Mentre parlava,Al aveva gattonato fino ad arrivare davanti a
Scorpius. -Per questo,credo sia mio dovere di tutore quello di consigliare
delle lezioni private anche durante queste vacanze...-continuò sedendosi sulle
sue gambe. Vide l'accenno di un sorriso nascere sulle labbra di Scoprius e
venire immediatamente respinto dal ragazzo,mentre alzava le spalle con fare
noncurante,come se la cosa non lo riguardasse. -Fai queste proposte a tutti i
tuoi studenti Potter?-domandò con la sua solita aria distaccata. -Solo a
quelli che hanno un'incredibile potenziale...-commentò iniziando ad accarezzarli
il torace ampio e muscoloso. Questa volta,il sorriso rimase sulle labbra
perfette del biondo,poi Albus lo vide sospirare. -Se si tratta della carriera
scolastica non posso proprio tirarmi indietro...-commentò quasi si trattasse di
un'obbligo. -Adoro questo tuo senso del dovere-fece Al avvicinando il viso a
quello di Scorpius. L'attimo in cui le loro labbra si incontrarono tutte le
discussioni e i battibecchi precedenti furono dimenticati. Come se non
fossero mai avvenuti,come sempre succedeva quando erano insieme....
Oltre al temporale si erano scatenati anche i fulmini ed
i tuoni,che sembravano dare al cielo vita propria. Si rigirava nel letto
senza trovare pace,smuovendo le coperte e riempiendo di pugni il cuscino, quasi
fosse la propria faccia. Era confuso. Aveva ottenuto quello che voleva per
poi scoprire che non era quello che desiderava realmente: a cena Rose si era
comportata con lui come aveva sempre fatto da quando erano nati,come se quei
baci,quelle carezze non fossero mai avvenute,cercando di coinvolgerlo nella
conversazione del gruppo mentre invece l'unica cosa che voleva era restare da
solo e pensare. Perchè ora voleva quello che aveva sempre considerato una
cosa sbagliata?Qualcosa che avrebbe sconvolto la loro famiglia? Sospirò per
la millesima volta e si voltò a pancia in su,lo sguardo fisso sul
soffitto. Anche se ora aveva capito,come poteva tornare indietro? Rose
l'avrebbe preso per pazzo! Mentre la sua testa impazziva dietro mille
pensieri,un rumore sommesso attirò la sua attenzione, portandolo a guardare la
porta di legno della stanza. Qualcuno aveva bussato alla sua porta. Guardò
la sveglia:era quasi mezzanotte e mezza. Chi poteva essere a quell'ora
tarda?Probabilmente era Ronald che voleva riempirgli la testa di chiacchiere su
Rebecca. -Entra-disse con voce sicura. Si stupì non poco quando sulla
porta apparve,al posto del suo gemello,Rose,in pigiama e con un cuscino fra le
mani. -Che ci fai qui?-le domandò. Nel silenzio della stanza,mentre erano
impegnati a fissarsi si udiva soltanto il rumore delle lancette della sveglia
sul comodino. -Il temporale...- James annuì. Non era una cosa nuova,fin
da bambina Rose si spaventava al minimo accenno di fulmini e tuoni. -Posso
dormire con te?-gli domandò. Tante volte nel corso degli anni avevano dormito
insieme,abbracciati per vincere quella paura e perchè ora doveva essere
diverso? Perchè loro erano diversi,il loro rapporto. James annuì e si
spostò da un lato per farle posto nel letto a due piazze,osservandola mentre si
chiudeva la porta alle spalle e,scalza,si avvicinava al letto,infilandosi poi
sotto le coperte. -Buonanotte-disse lui,voltandosi di lato e dandole le
spalle. -'Notte Jim- Le schiene rivolte una verso l'altra,entrambi
ascoltarono il respiro dell'altro a lungo,consapevoli che non stesse
dormendo. -Ho fatto un'errore-disse James sicuro che lei lo stesse
ascoltando. Il silenzio che ricevette in risposta,lo convinse ad andare
avanti. -Credevo che tornare indietro fosse quello che volevo,che sarei stato
meglio se fossimo tornati ad essere semplici cugini- -E invece?-domandò lei a
mezza voce. James sospirò:era forse la più difficile ammissione della sua
vita e allo stesso tempo la più importante. -Invece avevi ragione
tu... Io...Io credo di essermi innamorato di te-ammise con lei e sè
stesso. Il silenzio accolse quelle parole e le rese reali. James restò
immobile,aspettando una reazione,una risposta da Rose e questa non tardò ad
arrivare:sentì due braccia circondargli i fianchi e l'attimo dopo il seno di
Rose,libero dal reggiseno,era premuto contro la sua schiena. Jim si mosse
nella sua stretta e si ritrovò faccia a faccia con lei,indovinandone i tratti al
buio:le accarezzò una guancia e fece scivolare la punta del dito lungo il
profilo del naso,poi finalmente avvicinò le labbra alle sue e la baciò. Il
loro primo bacio veramente consapevole. Le sfiorò le labbra più
volte,dolce,accarezzandole i boccoli arruffati con una mano,mentre la lingua di
Rose gli accarezzava il labbro inferiore. Si baciarono a lungo,stretti in
quell'abbraccio che si erano negati per tanto tempo,finchè Rose non le labbra da
lui e restò qualche istante in silenzio,portando James a chiedersi che
espressione avesse,quali e quanti pensieri le stessero girando per la
testa. Fu lei a soddisfare quella curiosità. E a spiazzarlo. -Fa
l'amore con me-
Salve a
tutti!!!
Tempo quasi invernale,proprio oggi che
inizia la primavera;quasi
simile al tempo descritto in questo capitolo.
Finalmente ce l'abbiamo
fatta,o meglio,James ce l'ha fatta:è riuscito a darsi una svegliata e ha capito
cosa rischiava di perdere andando avanti con quell'assurda richiesta di far
tornare tutto come prima...Ora bisogna vedere cosa risponde all'ultima domanda
della nostra Rose...
Anche se devo dirvi la
verità,a me sono piaciuti molto di + Ronald e Rebecca(a pari merito con Albus e
Scorpius).
Ringrazio tutti coloro che
leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso per eventuali errori di
battitura o di ortografia.
La frase all'inizio è presa da
"Biancaneve" di Alexia,mentre il
titolo è un misto fra "I want you" dei Beatles e "You sexy
thing" degli Hot Chocolat.
E ora i ringraziamenti:Rossy13(Finora non l'ho mai
incontrato,forse x questo ne ho creato uno apposta...L' amore di Ron ed
Hermione,che si era mostrato così forte durante il periodo di crisi di tutta la
famiglia Weasley ora si è rivelato il + fragile,mettendo in evidenza tutte le
loro pecche e mancanze;sta a loro adesso decidere se lottare x salvarlo o se
abbandonare e rifarsi una vita senza l'altro),Sklupin(Grazie x i complimenti!Chi
l'avrebbe detto che l'incorreggibile Harry Potter potesse avere idee così
inconsuete?), Gioia_in_blu(Cassie ha tutto il diritto a chiedere risposte,forse però si
aspettava un pò meno di indecisione e certamente l'ultima cosa che voleva era il
sollievo nella voce di Ron per non aver dovuto prendere quella decisione così
difficile),Elly(Fosse così
facile...Come hai visto Rose si è dimostrata + matura di sua madre, rinunciando
alla persona che amava per non perderla del tutto...Adoro il tuo
disegno!!!GRAZIE!!!!!)Germana(E per questo non sai quanto ti voglio bene!Credo tu sia rimasta
l'unica a supportarli...Preparati:arriva Natale e ne succederanno di tutti i
colori!),WingsHP(Si lo
so,alle volte scivolo nel coma diabetico,chiedo scusa!A difesa di Cassie posso
dire che era innamorata,e che Ron non è mica un bambino,è capace di fare da solo
le sue scelte,sapeva benissimo che qualcuno avrebbe sofferto per le sue
azioni...),Streghetta'86(Indovinato!Forse era un pò troppo facile...Hai ragione su Herm e
Ron,anche se ancora nn so bene cosa succederà),IRE'89(Grazie x gli entusiastici
complimenti!Diaciamo che Seas è riuscito a nascondere la gelosia in modo
perfetto,da attore premio Oscar!Beh,diciamo che a Paul è soltanto
interessata,magari lusingata dalle sue attenzioni,che mancano totalmente da
parte di Fred.La lontananza fra Fred e Allison è un problema che,dentro di me,ho
già affrontato e a cui ho già trovato una soluzione;
tranquilla:ci avevo pensato a far succedere qualcosa fra Herm e
Nick,ma poi avrei incasinato ancora di + le cose),Missjude(Grazie x i complimenti,tr
buona!Seas ha fatto buon viso a cattivo gioco,e anche Ally in un certo senso è
stata costretta dalle circostanza:parlarne con Alice era impossibile visto che è
la sorella di Fred;Ron è un'universo complesso:Herm è il suo unico primo amore e
pensare di separarsene per sempre, in maniera definitiva per lui significherebbe
mettere la parola fine al capitolo + importante della sua vita,ma dall'altra
parte c'è Cassie,che ama e che aspetta un figlio da lui e che rappresenta tutto
ciò che Herm non è...chiunque sarebbe confuso in una situazione
così!),Tonks'17(Complimenti!Hermione si riferiva proprio alla sua fuga nella
foresta di Dean,un modo per rinfacciargli la sua assenza nel momento del
bisogno,che poi tanto assenza nn è stata...Conoscendo Ron si sarebbe tenuto il
segreto fino a scoppiare,ma alla fine nn ce l'ha fatta + a essere additato come
il cattivo della situazione:era giusto che si dividessero le colpe!Passando a
Fred ed Allison:certe volte sei ad un passo da avere quello che vuoi,lo sfiori
quasi con le dita,ma poi x una cavolata va tutto in fumo,e questo è uno di quei
casi,xkè se nn ci fosse stato George,credo che Fred avrebbe rinunciato,senza
sapere cosa si perdeva...),Trilli Call(Grazie x i complimenti!Credo anche io che siano fatti l'una per
l'altro,devo solo decidere quanto tempo ci impiegheranno a
capirlo!).
Questa volta al posto dello
spoiler vi faccio un altro regalo,anzi due.
Il primo nn è realmente un mio
regalo,ma di Elly ed è un disegno su James e Rose,x tutte le loro
sostenitrici.
http://img15.imageshack.us/img15/3929/rxjba.jpg
Questo
invece è da parte mia:su richiesta di Trilli Call ho cercato in internet
alcune foto per farvi avere un'immagine visiva dei junior:premetto che me ne
mancano ancora un paio ,ma mi sto attrezzando.
Cominciamo con James: http://www.buddytv.com/articles/supernatural/images/jared-padalecki-supernatural.jpg
Ronald(ovviamente dovete
immaginarlo con i capelli rossi): http://l.yimg.com/img.tv.yahoo.com/tv/us/img/site/53/17/0000045317_20080104122420.jpg
Rose: http://www.cwtv.com/shows/one-tree-hill/cast/images/c/0003/cw-onetreehill-prt-SBush-season5_009526-444069-281x374.jpg
Rebecca: http://www.daemonstv.com/wp-content/uploads/2007/12/ot5_haley_3_089ra-7aac6252-t3.thumbnail.jpg
Albus: http://farm4.static.flickr.com/3247/2867542623_67d752e4ab.jpg?v=0
Scorpius: http://i31.tinypic.com/6hm07m.jpg
Lily: http://www.flash2blog.com/images/lexie.jpg
Alice:(immaginatela con i
capelli biondi) http://www.stardustmovies.com/gallery_attore/(020309193637)Katie_holmes_5.jpg
Per il momento questo è
quello che ho trovato,devo ammettere che Daniel e Luke sono i + difficili da
trovare.
Fatemi sapere che ne
pensate!
Bene come al solito vi do
appuntamento al prox capitolo...
"Secrets and
Lies"
Baci Eva
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Capitolo 18 *** Secrets and lies ***
secrets
Questo
capitolo è dedicato a Mirko...che ha deciso di lasciarci prima del
tempo
"If you can't forgive the past I'll understand
that Can't understand why I did this to you And all of the days and the
nights ok I'll regret it I never showed you my love"
-Li vedi?- Harry
sorrise,divertito da quel piccolo rituale che si ripeteva ogni volta che si
trovavano su quella banchina. L'Espresso si era appena fermato alla
banchina,spegnendo del tutto i motori ed attirando su di sè l'attenzione di
tutti i genitori assiepati lì attorno,le porte ancora chiuse,i ragazzi
probabilmente ancora tutti nei loro scompartimenti. -Saranno ancora seduti
nello scompartimento come faccio a vederli?-le chiese di rimando lui, aguzzando
lo stesso lo sguardo. Dal fondo,verso gli ultimi vagoni,le prime porte
iniziarono ad aprirsi,mettendo in agitazione tutti gli adulti. -Uffa,ma
quanto ci mettono?-chiese Hermione sbuffando. Harry sorrise lanciando
un'occhiata a sua figlia in piedi alla sua destra che lanciava occhiate curiose
e allo stesso tempo invidiose ai ragazzi che scendevano dal treno, e le
accarezzò la testa tornando poi a guardare la lunga banchina,ora sempre più
affollata man mano che le porte iniziavano ad aprirsi. -Sicuramente loro
saranno gli ultimi!-commentò Ron. -Come al solito-gli fece eco
Ginny. -Essere Prefetti comporta qualche responsabilità in più,o te lo sei
dimenticato?-chiese Hermione guardando il marito. Ron si limitò a scuotere la
testa,deciso ad evitare qualsiasi possibile battibecco:non voleva rovinarsi quel
giorno. Da quando Cassie lo aveva buttato fuori di casa invitandolo a non
ripresentarsi finchè non avesse capito chiaramente cosa fare del suo futuro,si
era trasferito a Grimuald Place,conscio che,dopo l'ultima lite con Hermione,non
era il caso di ritornare dalla moglie. Vi era tornato soltanto la sera
prima,per sistemare le sue cose e far si che i loro figli non si accorgessero
della recita che da mesi stavano mettendo in atto lui ed Hermione. Ma come
potevano non accorgersi della freddezza con cui si parlavano,dell'astio quasi
palese che accompagnava ogni gesto di Hermione? In silenzio sperò che ancora
una volta quella messinscena funzionasse,continuando a fissare lo sguardo
sull'Espresso. Alcune famiglie passarono accanto a loro,dirette verso
l'uscita,portando alle loro orecchie il chiacchiericcio del ragazzo appena
tornato a casa,guadagnandosi un'occhiata leggermente scocciata da parte della
più piccola dei fratelli Potter. I quattro adulti,invece,continuarono a
muovere lo sguardo sulle varie porte che si aprivano finchè una sagoma familiare
non fece capolino da uno degli scompartimenti. -Eccoli!-esclamò
Ginny. Neanche fossero un blocco unito,si mossero tutti in avanti e
osservarono il ragazzo saltare i due gradini per arrivare a terra e guardarsi
intorno alla ricerca della sua famiglia. -Al!-lo chiamò Hermione. Il
ragazzo si voltò e sorrise alla vista della sorellina più piccola,che si staccò
dagli adulti e gli corse incontro. Felice di quell'accoglienza,Albus la
abbracciò e cercò di sollevarla da terra. -Accidenti come sei diventata
pesante!-le disse dandole un bacio su entrambe le guance. Offesa,Emy gli
diede un piccolo spintone che non lo smosse minimamente e che provocò la risata
divertita del fratello. Albus l'abbracciò di nuovo e,sentendo i passi
avvicinarsi,alzò gli occhi sui suoi genitori:come ogni volta,si lasciò
abbracciare da sua madre,che continuava a tirar su con il naso e cercava di
ricacciare indietro le lacrime che le erano salite agli occhi. -Dai mamma!Mi
hai visto un paio di mesi fa...-si lamentò sapendo che quello era il suo
ruolo. -Non posso farci niente!-ribattè la donna staccandosi da lui. Anche
suo padre l'abbracciò,ma più brevemente e in modo più mascolino,staccandosi
quasi subito. -Andiamo ogni volta la stessa storia!Che farai quando
arriveranno gli altri?-chiese ironico Ron, cercando di dare alla situazione la
giusta proporzione. Albus vide suo padre dargli una spinta,prima di occuparsi
del suo baule. -Voglio vedere la tua di faccia quando arriveranno Rose e
Hugo-lo beccò sua madre. Albus ed Emy risero e,proprio in quell'istante,il
ragazzo sentì dietro di sè una presenza che aveva imparato a riconoscere
all'istante. Si erano lasciati neanche due minuti prima,decisi a sfruttare
gli ultimi minuti fino alla fine,remori delle settimane di "privazione" che li
attendeva. -I tuoi fratelli dove sono?-gli chiese suo padre,allontanando la
sua mente da quei ricordi privati. -Non lo so...Ero con degli amici-disse
distratto. -Quello non è il figlio di Malfoy?-domandò Hermione attirando
l'attenzione di tutti gli adulti. Seguendo l'esempio dei suoi genitori e dei
suoi zii,posò i suoi occhi su Scoprius,altero ed elegante nella sua giacca di
pelle marrone che precedeva di alcuni passi un fattorino con il suo baule e la
gabbia con la sua acquila reale. Forse sentendosi osservato,mosse la testa
verso il gruppo formato dai Potter e dai due Weasley ed un'accenno di sorriso
apparve sulla sua bocca. Al lo vide fissare lo sguardo su di lui per alcuni
istante,quel sorriso leggermente malizioso sulle labbra,per poi fargli un cenno
con il capo a mò di saluto. Maledetto! Sapeva che ora lo avrebbero
subissato di domande,lo aveva anche avvertito di tirare dritto per la sua strada
facendo finta di non conoscerlo,ma ovviamente il Principe delle Serpi aveva
voluto fare di testa sua. Ricambiò il saluto con lo stesso cenno della testa
e lo osservò mentre si allontanava verso l'uscita. -Ha salutato te Al?-chiese
Ron senza nascondere la sorpresa nella sua voce. Il ragazzo si voltò e
annuì. -Sì,ormai si può quasi dire che siamo vecchi amici-scherzò. Vide
suo padre sorridere:sapeva di fargli una cosa gradita. Sarebbe stato
compiaciuto allo stesso modo se avesse saputo la verità?Forse un pò
meno... -Arrivano Rose e James!-avvertì Emy,che per tutto il tempo aveva
continuato a guardare il treno in attesa dei fratelli,indifferente al dio biondo
che le passava accanto. Gli adulti si voltarono all'istante cercando fra la
folla i due ragazzi e li videro venir verso di loro, insieme ad Hugo,impegnato
in una conversazione con un'amico. I due ragazzi erano arrivati a sperare che
il momento di scendere dal treno non arrivasse mai,erano stati anche tentati di
restare ad Hogwarts. Poi ovviamente la ragione aveva preso il sopravvento e
avevano capito che se non volevano attirare l'attenzione su di loro,dovevano
comportarsi come se niente fosse cambiato:del resto non era quello che Rose gli
aveva detto la sera prima? Erano rimasti ore a parlare,il rumore del
temporale come compagnia,cercando di risolvere nel migliore dei modi quella
strana situazione che si era creata:avevano capito che non potevano più fare a
meno dell'altro,che era inutile combattere quel sentimento,e quindi avrebbero
ceduto. Ma non erano ammesse stupidaggini. Nessuno avrebbe saputo di
loro,non avrebbero parlato con nessuno di quello che stava succedendo,neanche in
caso di eventuali litigi;dovevano evitare di coinvolgere altre persone,anche in
modo indiretto. Almeno finchè non fossero stati pronti per rivelarlo a
tutti. Una conseguenza di quell'amore era stata la rottura da parte di James
alla storia con Haley. Non era giusto che qualcun'altro soffrisse per colpa
dei loro sbagli e della loro stupidità,ma era stato difficile non lasciarsi
convincere dai suoi occhi pieni di lacrime e dalle sua richiesta di
riprovarci...Lui non era pratico in quel ruolo:finora era sempre stato lui
quello che veniva scaricato! Ovviamente non era stato facile convincere Haley
che,con il tempo,avrebbe capito che era la cosa giusta,ma alla fine,James era
riuscito a chiudere quella storia senza sentirsi troppo colpevole. Inoltre
quella notte avevano definitivamente smesso di vedersi come due cugini,il loro
rapporto aveva fatto l'ultimo passo in avanti,forse non quello che si aspettava
Rose,ma entrambi sapevano che d'ora in avanti sarebbe stato sempre più difficile
tornare indietro. -Pronta?-le chiese James,occhieggiando da lontano i suoi
genitori e quelli di Rose. Lei voltò la testa verso di lui e gli fece
l'occhiolino. -Inizia lo show!-scherzò. James rise e le diede una piccola
spinta,tutto quello che poteva permettersi in quel momento. -Jim...Nessun
rimpianto?-gli domandò Rose tornando seria ed incontrando i suoi occhi. I
loro genitori si stavano avvicinando,aveva poco tempo per rispondere,ma a lui
non serviva pensarci oltre. -Neanche mezzo-la tranquillizzò. Gli aveva
chiesto di fare l'amore,di essere il primo,ma lui l'aveva convinta ad
aspettare,a non bruciare le tappe. Sicuramente non avrebbero passato tutto il
tempo tenendosi per mano! E gliene aveva dato una dimostrazione quella notte
stessa,facendole rivivere le stesse sensazioni che aveva provato quando l'aveva
accarezzata per la prima volta,permettendo a sè stesso di vederla come una
donna. Seminudi nel suo letto,le aveva insegnato come toccarlo per fargli
provare maggior piacere, assecondando la sua curiosità riuscendo anche a ridere
insieme della sua "ignoranza", dimenticandosene completamente quando si era
lasciato andare al piacere con lei. -Ci chiedevamo dove foste finiti!-disse
Ron andando ad abbracciare sua figlia. La ragazza sorrise e ricambiò la
stretta dell'uomo,staccandosi dall'abbraccio quando questa divenne troppo
insistente:ancora non lo aveva perdonato per quello che stava succedendo alla
sua famiglia. -Dovevamo controllare che tutto fosse in ordine-spiegò James da
sopra la spalla di sua madre. -Fatti guardare...Ma ad Hogwarts hanno smesso
di darvi da mangiare? Sei così magro!-commentò allontanandosi di un paio di
passi per osservarlo meglio. -Sto benissimo mamma,sarà colpa degli
allenamenti-ribattè lui con un sorriso. Harry sorrise divertito e si avvicinò
al suo primogenito. -Ha ragione Gin...Chissà quante ragazze!-si lasciò
scappare suo padre,sapendo la gelosia della moglie verso i figli. -La
pianti?Sono ancora dei ragazzini!-ribattè subito lei,quasi punta sul
vivo. Harry,Ron ed Hermione risero divertiti. -Non vorrei essere
pignola,ma alla loro età tu eri già fidanzata con Harry-le ricordò
Hermione. Ginny scosse la testa,per mettere a tacere quel discorso e guardò
ora James ora Albus. -Che fine hanno fatto i vostri fratelli?- -Già!Di
solito scendete tutti insieme...-fece notare loro il padre. -Ehi
ragazzi!- Sia James che Albus si voltarono verso la voce e videro Daniel al
loro fianco,i bagagli su un carello,diretto verso l'uscita. -Ehi Dan!Hai
visto Lily?O Ronnie?-chiese James ricordandosi di aggiungere l'altro nome
all'ultimo secondo. -Stanno per scendere...Ronald non riesce a staccarsi da
Rebecca-gli disse. Al,James e Rose risero divertiti attirandosi le occhiate
curiose degli altri. -Beh,io devo andare. Ci
vediamo...Arrivederci-aggiunse timidamente Daniel lanciando un'occhiata ad Harry
e a Ginny. I tre ragazzi salutarono l'amico e lo osservarono andar via da
solo. -Non ha nessuno che viene a prenderlo?-domandò Rose a
James,sconcertata. -Sicuramente non si saranno neanche ricordati che oggi
tornava a casa-commentò Al,al corrente della situazione famigliare di Daniel
grazie alle confidenze di Lily. -Andiamo,che razza di genitori sconsiderati
ha il vostro amico? Oh,ecco Lily!-fece Ginny intravedendo la figlia in un
gruppetto di ragazzine appena scese sulla banchina. Recuperata la sua
valigia,Lily salutò le sue amiche e si staccò da loro di alcuni passi,sorridendo
ai cenni di saluto dei suoi genitori e al sorriso brillante che suo padre le
stava rivolgendo. Ricambiò i loro saluti lasciando poi vagare lo sguardo
verso la fine della banchina,dove un ragazzo solitario stava tirando il suo
carello carico di bauli e gabbie,apparentemente incurante dell'allegria e
dell'atmosfera festosa che si respirava intorno a lui. Si era scervellata per
giorni cercando un modo per rendere quelle vacanze meno tristi e solitarie,ma
non era riuscita a trovare niente di meglio che invitarlo da lei tutte le volte
che avesse sentito la sua mancanza. Daniel,a quella proposta aveva riso
cercando di rendere il quadro meno tragico di quanto sembrava in
realtà,assicurandole che sarebbe stato bene lo stesso e che forse sarebbe stato
troppo occupato per sentire la sua mancanza. A quell'affermazione Lily aveva
sorriso. -Già,chissà che magari non riesci a trovare una mia sostituta in
mezzo alle celebrità che frequenta tuo padre-lo aveva punzecchiato. Lui si
era stretto nelle spalle,perseverando nel suo ruolo. -Che posso farci se sono
bello ed irresistibile?-le aveva chiesto canzonatorio. Decisa a non farsi
ingannare da quella maschera di duro intoccabile,Lily gli si era avvicinata
accarezzandogli il petto coperto da un maglione nero. -Molto
divertente...Però,nel caso assurdo dovessi stancarti di tutta quella mondanità e
ti andasse di passare un pò di tempo insieme...Sai dove trovarmi-gli aveva detto
affondando gli occhi in quelli di Daniel. In risposta alle sue parole lui
l'aveva abbracciata,affondando il viso fra i suoi capelli,quasi incapace di
staccarsi da lei. Vederlo andare via in quel modo era terribile per lei,ma
almeno aveva la sicurezza che non sarebbe stato solo a lungo. -Ecco il mio
tesoro!-la salutò suo padre abbracciandola prima degli altri. Lily sorrise e
strinse velocemente le braccia attorno alle spalle di suo padre,prima di
staccarsi e abbracciare la madre. -Come stai Lily...Devi essere stanca per il
viaggio-le disse sua madre. -Perchè a noi non lo hai chiesto?-le domandò
James punzecchiandola. Ginny fece un gesto con la mano per zittire suo figlio
facendolo ridere insieme ad Emy,Al e Rose. -Manca soltanto Ronald...Ma dove
si è andato a cacciare quel dannato ragazzo?-si lamentò Ron desideroso di
tornare a casa. -Ha deciso di fare un'entrata spettacolare delle sue?-chiese
Harry guardando i suoi figli. I ragazzi,quasi all'unisono,scossero la
testa:al momento quello era l'ultimo dei pensieri di Ronald. -Ah proposito:me
ne stavo quasi dimenticando...Chi è Rebecca?-domandò sua madre non riuscendo a
trattenere oltre la curiosità. Al diede di gomito al fratello e gli fece un
cenno con il capo indicando alla sua destra;James si voltò e sorrise. -E'
lei-disse senza distogliere lo sguardo e portando tutti a seguire il suo
esempio. A una decina di metri di distanza,Ronald era appena sceso dal treno
insieme a Rebecca e Rachel, aiutandole a scaricare i bauli. Fermi uno di
fronte all'altra i due fidanzati non riuscivano a decidersi a
salutarsi,nonostante le insistenti sollecitazioni da parte di Rachel,che a
distanza osservava il loro "addio". Incapaci di separarsi,la sera precedente
avevano dormito insieme alla Torre d'Astronomia sui tanti cuscini,dividendosi
una coperta calda ed enorme,raccontandosi momenti della loro infanzia e
progettando una piccola vacanza insieme. Non erano disposti a separarsi per
tutte quelle settimane! Ma ora,fermi uno di fronte all'altra,dopo aver
passato tutto il viaggio insieme,si ritrovavano senza parole. Incapaci di
dire quello che sentivano per l'altro. -Se continuiamo a fissarci farai
tardi-disse Ronald,lo sguardo fisso nei suoi occhi. Rebecca annuì,consapevole
che lui stesse dicendo la verità,ma allo stesso tempo bloccata lì. -Ti chiamo
domani-le promise Ronald facendo un passo per avvicinarsi a lei. Incuranti
della folla intorno a loro che andava sempre più diradandosi,Ronald e Rebecca
continuarono a fissarsi. -Perchè non prima?-domandò Rebecca con voce
leggermente roca. -Beh,avrai bisogno di tempo per sistemarti,per sentire un
pò la mia mancanza...-disse il ragazzo cercando di scherzare. Lei rise
leggermente e abbassò la testa,sentendosi invadere dalla tristezza. -Quella
la sento già-disse senza guardarlo. -Becca sono solo poche settimane,ce la
caveremo benissimo-la rassicurò Ronald. Rebecca annuì,sicura,tornando a
guardarlo in volto. -Lo so...Ne sono certa. Ma sarà strano svegliarsi la
mattina e non trovarti che mi aspetti per far colazione insieme-gli disse
alzando una mano e ravviandogli i capelli dietro l'orecchio destro. Lui
sorrise e portando entrambi le mani sul colletto della sua giacca,lo sollevò per
ripararle il collo. Era un gesto che faceva tutti i giorni prima di uscire
dalla Torre,per evitare che le correnti fredde che imperversavano nel
Castello,la facessero raffreddare. Poi staccando le mani dalla giacca,le
portò alla sciarpa rossa che aveva stretta attorno al collo, togliendola e
facendola scivolare attorno al collo di Rebecca. -Così non sentirai
freddo...Mi hanno detto che l'Essex è veramente freddo in questo periodo
dell'anno-le disse accennando un sorriso mentre faceva il nodo alla
sciarpa. Sorpresa,Rebecca seguì tutti i suoi gesti con gli occhi pieni di
lacrime. -Per favore vogliamo darci una mossa?-s'intromise Rachel dal suo
angolo,stufa di aspettare. Purtroppo Rachel aveva ragione:era venuto il
momento di salutarsi. Con le dita coperte dai guanti,Ronald accarezzò la
guancia destra di Rebecca per poi avvicinare il viso al suo e posare le labbra
su quelle della ragazza. Le braccia di Rebecca scattarono subito attorno al
suo collo,ricambiando il bacio,aggrappandosi a lui,modellando il suo corpo a
quello di Ronald nella sua stretta. Lui si allontanò dalla sua bocca solo il
giusto necessario per incontrare il suo sguardo e le sorrise,dandole poi
un'altro bacio piccolo. -Ti farò perdere veramente il treno...- -Poco
male!-ribattè lei decisa. Ronald rise e ricambiò il bacio che lei gli stampò
sulle labbra. -Sai che grande figura ci faccio con tua madre:rovinato ancor
prima di conoscerla!-scherzò. -A questo ci penso io,non
preoccuparti!-s'intromise di nuovo Rachel. -Vuoi farti gli affari tuoi?-la
beccò la sorella voltandosi solo un'istante per lanciarle
un'occhiataccia. -Se perdiamo il treno sono anche affari
miei...- Arricciando le labbra chiuse,Ronald annuì. Cercò gli occhi di
Rebecca e sorrise quando vide la nota divertita nel suo sguardo:ok,dovevano
separarsi,ma c'era ancora una cosa che lui doveva chiederle. Senza
testimoni. -Vieni con me...-le disse allontanandosi un paio di passi da
Rachel che li osservava scocciata. Si fermò ad una decina di passi di
distanza e strinse di nuovo la ragazza fra le braccia,la mano destra di Rebecca
posata sul suo avambraccio destro mentre l'altra era posata contro il suo fianco
sinistro. -Ti...Ti ricordi quello che ti ho detto ieri?Durante il
temporale?-le chiese incerto a voce bassa. Rebecca sorrise. -Credo che non
dimenticherò niente di quello che è successo ieri...-gli disse seria. Anche
sulle sue labbra apparve un sorriso,compiaciuto per parole di lei. -Ho
bisogno di chiederti una cosa...Tu ti fidi di me?-domandò titubante. Il
sorriso divenne ancora più sicuro e,in aggiunta,Rebecca tornò ad avvicinarsi al
suo viso e lo baciò dolcemente. -Totalmente-rispose. Felice,Ronnie le
diede un'ultimo bacio entusiasta e sciolse il loro abbraccio. -Ti chiamo
appena arrivo!-gli disse lei avvicinandosi alla sorella. Con la coda
dell'occhio,Ronald vide James venire verso di lui,un sorriso divertito sulle
labbra,prima di tornare a guardare la sua ragazza. -Fate attenzione...E dì a
tua madre che non sono così terribile come mi dipinge tua sorella!Ciao
Rachel!-disse lanciando uno sguardo alla ragazza e facendole un cenno di saluto
con la mano destra. -A presto "tesoro"-lo prese in giro Rachel prima di
iniziare a spingere il carrello verso l'uscita della stazione. James era
ormai accanto a lui,ne avvertiva la presenza,ma lo guardò soltanto dopo aver
lanciato un'ultima occhiata a Rebecca. -Quanto siete teneri
insieme...-scherzò il fratello. Ronald lo guardò di sottecchi e gli diede una
leggera spinta per allontanarlo da sè. -Chiudi la bocca!Devo prepararmi per
la valanga di domande che mi aspetta....-disse stringendo le dita della mano
sinistra attorno alla maniglia del suo baule,seguito dalle risate di
James.
Il periodo di Natale
era quello che preferiva:le canzoni natalizie,il tacchino,lo zabaione di cui
riusciva sempre a rubare un sorso,anche se i suoi genitori non volevano,le
decorazioni in giro per la casa. Le piaceva l'atmosfera carica d'allegria e
di felicità. Sì,quella era la parola giusta:felicità. Per una settimana
sola,il mondo intero dimenticava tutto quello che di male succedeva il resto
dell'anno e condensava tutto il bene e l'amore in quei sette giorni. Tutti
sentendo come la pensava sul Natale sorridevano bonariamente neanche si
trovassero ancora di fronte ad una bambina,certi che con il tempo avrebbe
cambiato idea. Ma Allison era sicura,più degli anni precedenti,che quell'anno
il Natale sarebbe stato pieno di felicità. Non era quello che si meritavano
tutti quanti dopo gli ultimi mesi? Sarebbe stata la ricompensa ideale per la
zia Luna,per la sofferenza che aveva sopportato per le cure, per lo zio George
che le era rimasto accanto ogni giorno senza che il suo amore vacillasse un solo
istante,e per Alice,Edward e Fred. Nessuno meritava la felicità come quella
famiglia. -Spiegami ancora perchè stiamo addobbando la casa neanche fosse un
centro commerciale- La voce di Fred la fece tornare alla realtà,nel suo
salotto,arredato a metà con le decorazioni natalizie. Visti gli impegni
lavorativi dei suoi genitori ed il loro postporre l'addobbo dell'albero e delle
decorazioni fino ad una settimana dal natale,aveva deciso di prendere in mano la
situazione e di fare tutto da sola. O meglio,con l'aiuto di
Fred. Sicuramente non avrebbe potuto fare tutto da sola...E passare un pò di
tempo con lui non le dispiaceva. -Perchè è quasi Natale...E perchè se non lo
faccio io,sicuramente non lo farà nessuno-disse con voce sicura. Fred posò a
terra il grande scatolone che aveva fra le braccia e si pulì le mani dalla
polvere. -Va bene,ma ricordati che mi devi un favore!-le disse. Allison
sorrise e annuì lentamente:certe volte era un bene essere in debito con
qualcuno. Si piegò sulle ginocchia davanti allo scatolone e lo aprì,iniziando
a tirare fuori le decorazioni molte delle quali vecchie di anni e piene di
significato. Fred si era abbassato accanto a lei e le stava dando una mano
non lesinando un commento per ogni decorazione che tirava fuori dalla
scatola. -Sei sicura che questa non vuoi nasconderla da qualche
parte?-domandò mostrandole due pupazzetti di stoffa il cui viso si era ingrigito
con il passare del tempo. Con un'espressione quasi scandalizzata,Allison tese
la mano e gli strappò i due pupazzi da mano, lanciandogli poi un'occhiata
omicida. -Vuoi scherzare?E' il pezzo preferito di mio padre!-ribattè posando
lo sguardo sui due pupazzetti. Fred si accorse di come l'espressione si era
addolcita nello stesso istante in cui aveva posato gli occhi sulle bambole,il
piccolo sorriso carico di mille memorie. -L'ho fatto io...-gli spiegò
tornando a guardarlo-La maestra dell'asilo voleva che rendessimo personali gli
addobbi natalizi,così ci ha fatto fare due bambole dei nostri
genitori. Quando l'ho mostrato a mio padre ricordo che si è commosso e mi ha
promesso che li avrebbe messi al posto della stella in cima all'albero-ricordò
sorridendo. Fred si unì al sorriso,riconoscendo Seamus nelle sue
parole. -Lo ha fatto davvero?-le chiese curioso,sistemandosi meglio sul
pavimento. Allison sorrise e annuì. -Lo ha fatto per i successivi dieci
anni,finchè papà non ha comprato l'angelo d'argento durante un congresso a
Washington. Ora li abbiamo spostati ai piani bassi-scherzò. Fred la guardò
e restò affascinato dal modo sereno in cui parlava della sua situazione
familiare. -Non hai mai sentito la mancanza di una mamma?Non
fraintendermi...E' solo che io non riesco ad immaginare la mia vita senza mia
madre-le domandò curioso,incrociando le gambe sotto il sedere. Ci aveva
provato più volte,vista la situazione degli ultimi mesi,ad immaginare come
sarebbe stata la sua famiglia composta soltanto da suo padre e dai suoi
fratelli,ma era stato inutile:sua madre era indispensabile;era lei che gli
ricordava di togliere i calzini bianchi dalla cesta dei panni colorati se non
voleva vederli diventare rosa,che controllava le tasche del cappotto di suo
padre per assicurarsi che avesse tutto quello che gli serviva per una giornata
fuori casa;era sua madre che si sedeva per ore accanto ad Alice per aiutarla con
una tesina,il portatile vicino per "barare"... Che senso avrebbe avuto
compiere le stesse azioni se non fosse stata lei a farle? Per questo era
curioso di sapere com'era la vita di Allison senza una figura così fondamentale
nella sua vita. Allison non sembrò risentita per quella domanda,forse
abituata a sentirsela rivolgere,anzi Fred la vide scuotere la testa. -Tu
sentiresti la mancanza di qualcosa che non hai mai avuto?-gli chiese in risposta
fissando i suoi occhi. Fred,senza sapere perchè,ripensò al bacio che si erano
scambiati e al senso di vuoto che provava da quel momento,ogni volta che era con
lei. -Forse è proprio di quello che senti maggiormente la
mancanza...-commentò enigmatico. Lei lo guardò qualche istante,senza
parlare,poi Fred la sentì sospirare forte e la vide scuotere la
testa. -No...Non è il mio caso. E poi io ho tante madri:ho Mrs Gorny che
si è presa cura di me quando ero bambina,che veniva a prendermi a scuola quando
i miei genitori erano entrambi occupati,c'è Mrs Hope che mi accompagnava alle
lezioni di nuoto e di danza,e poi c'era Mrs Anderson che mi faceva da mangiare
tutti i sabato sera,concedendo ai miei genitori una serata intima. Si può
dire che sono stata più fortunata degli altri...-concluse lei. Forse aveva
ragione lei e le sue erano solo paure giustificate ma inutili,oppure Allison era
veramente forte. In entrambi i casi,lo intrigava sempre di più. -Ora
possiamo cominciare con queste decorazioni?-gli domandò alzandosi in piedi e
guardandolo curiosa. Fred seguì il suo esempio e sospirando rassegnato la
seguì. Per la successiva ora e mezza si mossero in giro per la casa arredando
i vari ambienti con fiocchi rossi e bianchi,fili di perline e angioletti,facendo
assomigliare la casa alla fabbrica di Babbo Natale. Ultimo tocco,il vischio
sopra la porta. -Vuoi che me ne occupi io?-le domandò Fred. Allison scosse
la testa e prese la piantina fra le dita,attenta a non pungersi,salendo poi su
una sedia. Spaventato dalla possibilità che potesse cadere,Fred afferrò la
sedia con entrambe le mani e la mantenne ferma,lo sguardo basso dopo il primo
sguardo al fondoschiena sodo della ragazza. -Ecco fatto!Ora è
perfetto-commentò Allison ritornando con i piedi per terra. Lui alzò la testa
e,con indifferenza,scrollò le spalle. -Ti sei reso conto di dove sei?-gli
domandò lei con un leggero sorriso sulle labbra. Fred aggrottò le
sopracciglia e non rispose. -Sei sotto il vischio-gli spiegò continuando a
sorridere. Le labbra del ragazzo si socchiusero per la sorpresa e lui annuì
lentamente. -Capisco...-disse soltanto. Allison storse le labbra verso
destra,guardandolo curiosa,portandolo a chiedersi cosa le passasse per la
testa. La vide sorridere di nuovo e fare un passo verso di lui e l'attimo
dopo era di nuovo sulle punte dei piedi per arrivare all'altezza del suo
viso. Uno sguardo incredulo sul viso,Fred guardò il suo viso avvicinarsi
sempre di più e,ancora una volta,restò fermo quando le labbra di Allison si
posarono sulle sue,morbide e calde come le ricordava. Durò troppo poco,una
frazione di secondo,prima che lei tornasse ad abbassarsi sui talloni e gli
sorridesse di nuovo prima di voltargli le spalle. Era questa la sua
tattica?Colpirlo di sorpresa e confonderlo senza dargli il tempo di capire che
cosa era successo in realtà? Beh forse era venuto il momento di vedere che
effetto aveva su di lei! Facendo un solo passo,Fred strinse la mano sinistra
attorno al polso sinistro di Allison,portandola a voltarsi e ad incontrare di
nuovo il suo sguardo,un'espressione sorpresa sul suo volto. Senza liberare il
polso dalla sua stretta,Fred le si avvicinò e le si fermò davanti,sovrastandola
con un mezzo metro in più d'altezza,gli occhi a cercare i suoi. Cosa doveva
fare?C'era qualcosa che lei si aspettava da lui? Doveva smetterla di
pensare,altrimenti avrebbe rovinato tutto! Gli occhi di Allison non si erano
staccati dal suo volto per un'istante,un'espressione tranquilla nello sguardo
che gli fece capire come muoversi. Abbassò la testa e posò le labbra su
quelle di Allison,il suo labbro superiore che accarezzava ripetutamente quello
inferiore di lei,cauto,senza la minima pressione. Allison impiegò pochi
secondi per convincersi che non era soltanto un sogno,che tutto era reale,prima
di iniziare a rispondere al bacio e allacciare le braccia attorno al collo di
Fred. Le labbra si dischiusero,le lingue si incontrarono aumentando
l'intensità di quel bacio:Fred strinse le braccia attorno ai fianchi di
Allison,attirandola a sè,sentendo le dita della ragazza che gli accarezzavano i
capelli. Senza pensare a quello che sarebbe successo dopo,a come avrebbero
spiegato quel bacio,Fred strinse maggiormente la presa attorno ai fianchi della
ragazza e la sollevò da terra, portandola alla sua altezza. I loro sguardi
saettarono uno vero l'uno verso l'altro e il silenzio che li circondava fu il
solo testimone di quel momento privato. Lentamente Allison riavvicinò il viso
a quello di Fred,decisa a viversi quel momento fino alla fine: forse si
sarebbero pentiti di quello che stava accadendo,e lei voleva avere quanti più
bei ricordi possibili quando quel momento sarebbe arrivato. Le loro labbra si
rincontrarono con maggiore intensità e passione,concedendosi languidi morsi e
veloci stoccate di lingua per convincere l'altro a concedere di più. Quando
le loro bocche si separarono di nuovo un solo pensiero era ben chiaro nella
mente di Allison: "non voglio che finisca". Aveva
aspettato tanto perchè lui si accorgesse della sua esistenza,perchè smettesse di
vederla come una bambina,e ora non poteva accontentarsi di quei baci. Gli
sorrise,sfiorandogli una guancia con le labbra,sentendo i muscoli facciali
tendersi in un sorriso sotto la sua bocca,poi si staccò leggermente dal corpo di
Fred,facendosi mettere a terra e prendendolo per mano. -Vieni con
me...- Senza parlare,Fred la seguì nel salotto,mentre Allison cercava di non
ascoltare il battito feroce del suo cuore, sperando in cuor suo di essere
all'altezza di quello che sperava sarebbe successo.
-Che accidenti stai
facendo?- Ferma sulla porta non credeva quasi ai suoi occhi. Era veramente
suo fratello quel ragazzo seduto sul davanzale interno della finestra con una
sigaretta accesa fra le labbra? -Vuoi chiudere quella porta?-la rimproverò Al
facendole segno di entrare. Lily si affrettò ad entrare nella stanza e a
richiudersi la porta dietro le spalle,posando di nuovo lo sguardo sul
fratello,una nota di rimprovero chiaramente visibile nei suoi occhi. -Cosa
credi che sto facendo?Sto fumando...Mi sembra tanto evidente!-ribattè lui
ricambiando lo sguardo della sorella. -E da quando?-chiese ancora
lei. -Beh non sarà più di due tre minuti,non è che durino tanto-scherzò
Albus,nonostante avesse capito chiaramente a cosa si riferisse. -Al...-fece
lei in tono di rimprovero. Il ragazzo sbuffò. -Da qualche
settimana,ok? Puoi smetterla di guardarmi con quell'aria da maestrina?Non ti
si addice- Lily si sedette sul letto del fratello e lo fissò qualche
istante,osservando le volute di fumo grigio che uscivano dalla bocca di
Albus. Come gli era venuta in mente una cosa del genere?Era una specie di
dichiarazione di guerra per tutti coloro che tentavano di avvicinarsi a
Scorpius?Oppure era un rigurgito di ribellione adolescenziale? -Se papà lo
scopre ti uccide...-commentò laconica. Lui annuì tirando l'ultimo tiro prima
di spegnere la cicca in un posacenere di vetro che Lily non aveva mai visto;lo
osservò attenta mentre prendeva una scatola da sotto il letto e ve lo nascondeva
dentro insieme ad alcune riviste pornografiche. Si rimise in piedi e si
lasciò cadere sul letto a peso morto facendo ballare il materasso sotto di
loro,piegando una gamba e fermandola con una mano quasi avesse paura che cadesse
dal letto senza il suo sostegno. Se c'era una cosa di cui Lily era sicura,era
che il ragazzo che le era accanto non era lo stesso con cui aveva condiviso
quattordici anni della sua vita. Negli ultimi mesi,da quando aveva cominciato
a frequentare Scoprius Malfoy,sembrava aver dimenticato i modi dimessi e timidi
che lo avevano accompagnato per quasi tutta la sua vita. Possibile che fosse
bastato lo sguardo di un ragazzo per trasformarlo in un'altra persona? A far
uscire quella parte così nascosta in lui? -E' stato lui a farti
cominciare?-gli domandò cercando di capirci qualcosa di più. Albus sorrise e
scosse la testa. Se c'era una cosa che suo padre aveva insegnato a tutti loro
era la tolleranza:non importava lo stemma che era stampato sul mantello che
l'altro indossava,importava soltanto quello che l'altra persona riusciva a
trasmetterti. Albus doveva aver trovato qualcosa di "bello" in Scorpius per
interessarsi a lui fino a pensare di andarci a letto,e questo poteva anche
capirlo...Ma non accettava che quel ragazzino viziato corrompesse suo
fratello! Il sorriso divertito che era apparso sul viso di Al la
incuriosì. -Non stiamo parlando di una qualche sostanza proibita Lily...Sono
soltanto sigarette! Comunque per rispondere alla tua domanda,no non è stato
lui a "iniziarmi":sono stato io a chiedergli di farmi provare. La prima
volta,ho tossito come un bambino per riuscire a buttar fuori il fumo,facendolo
ridere poi ci ho preso gusto e...-disse lasciando la frase a metà. Lei lo
guardò perplessa. Cosa c'era di così intrigante in Scorpius Malfoy? -Che
cosa ti attira di lui?-gli chiese incapace di frenare la sua lingua. Suo
fratello sorrise leggermente e abbassò per un'istante lo sguardo,fissando il
copriletto. -Voglio dire...Lui è completamente diverso da te:è
arrogante,presuntuoso,viziato. E' una Serpe,anzi,è il Principe delle
Serpi!Come puoi non aver paura che non ti si rivolti contro solo perchè è di
cattivo umore?-gli domandò preoccupata. -Credi che non mi ponga io stesso
queste domande? Quando siamo insieme lui è diverso,è una persona totalmente
diversa,a tal punto che certe volte sembro io il più intraprendente dei
due,quello che si fa meno problemi...-le disse Albus,incapace di mettere ordine
nel caos che imperava fra i suoi pensieri. Lily lo guardò qualche
istante,silenziosa,sentendosi quasi colpevole per aver parlato troppo ed essersi
intromessa nella vita privata del fratello. Al si alzò di nuovo e si avvicinò
ancora una volta alla finestra,fissando il giardino interno che si intravedeva
fuori dai vetri,le braccia conserte sul petto. -E' qualcosa più forte di
me. Ogni volta io mi dico che non cederò,che non metterò in gioco tanto di me
stesso,ma ogni volta ci ricasco! So che può finire da un momento all'altro e
che probabilmente,anzi sicuramente,sarò io quello che soffrirà di più quando
succederà,ma per ora non posso neanche pensare alla possibilità di
rinunciarci-disse sincero. -Avete già...-domandò Lily poco certa di volerlo
sapere veramente. Albus scosse la testa. Lei lo osservò per qualche
istante,cercando di capire il legame che lo legava a Scorpius,se c'era
qualcos'altro oltre il semplice sesso, mentre lui continuava a fissare la
finestra quasi volesse dimenticarsi di aver avuto quella
conversazione. -Credi che perderebbe tanto tempo con me se non ci tenesse?-le
domandò Albus senza guardarla,dando voce a quel pensiero che non smetteva di
girargli in mente. Lily lo sperava veramente,suo fratello lo
meritava. -Forse sì,ma l'unico modo per saperlo è chiederlo direttamente a
lui-gli fece notare. Lui sospirò con fare metitabondo e incontrò i suoi
occhi. -Ho paura di quello che lui potrebbe rispondere-ammise. Ora era
ritornato ad essere suo fratello,con le sue insicurezze ed i suoi
dubbi. Alzandosi in piedi e andando verso di lui,Lily alzò le
spalle. -Magari questa volta sarà lui a concederti più di quanto
vorrebbe...-disse posando una mano sul braccio destro di Albus. Lo avrebbe
fatto se veramente teneva a suo fratello. Se aveva capito che persona
fantastica era Albus...
-Non avrei mai voluto
dirti una cosa del genere. So che ti sto dando un dolore e che forse perderai
un pò della fiducia che hai in me,ma ti prego, ti prego di perdonarmi- La
voce le arrivava attraverso l'apparecchio,come già era successo altre
volte,compagna di tante notte solitarie,voce amata e desiderata. Voce
odiata. -Alice...Per favore,Alice parlami- Che dire ad una persona che ha
appena fatto a pezzi tutto quello che di più bello e importante avevi nella tua
vita? C'è un modo per spiegargli come si sentiva in quel momento,tutta
l'umiliazione la pena che provava verso se stessa? Gli si era offerta. Gli
aveva chiesto di fare l'amore con lei,ma lui l'aveva convinta ad aspettare,a non
rovinare un momento così importante per colpa dell'impazienza. Mentre ora non
c'era più niente da rovinare... -Non ho niente da dirti in questo
momento-riuscì a dire con voce strozzata. -Ti prego non dire così...Lo so,ho
fatto un'errore,ho fatto la cazzata più grossa della mia vita,ma ti giuro che
non ho mai smesso di amarti,neanche un'istante-disse Luke accorato. Una
risatina beffarda scappò dalle labbra contratte della ragazza. -Scommetto che
ero nei tuoi pensieri anche quando lei ti toccava-commentò risentita mentre
nuove lacrime le bagnavano le guance al solo pensiero di Luke con
un'altra. -Beh,sì!Se proprio lo vuoi sapere è cominciato tutto perchè lei mi
ha scoperto a masturbarmi pensando a te-ribattè lui. -Che pensiero
carino,però da me non ti sei neanche lasciato toccare da me quando te l'ho
chiesto!-gli rinfacciò. Luke respirò forte nel microfono del telefono e per
alcuni istanti ci fu silenzio da tutte e due le parti:nel silenzio,Alice si
asciugò le guance bagnate per far posto ad altre lacrime,mentre nella sua testa
una voce insistente continuava a darle la colpa di quanto era successo. Era
stata colpa della sua testardaggine se quella storia era andata avanti
nonostante tutte le premesse negative,la differenza di età e le palesi
difficoltà di comunicazione. -Io ti amo...-disse semplicemente Luke,come
ultima difesa. Anche lei.In modo totale,incondizionato e quasi disperato...Ma
forse quell'amore era soltanto un'illusione,un sogno con cui si erano baloccati
per troppo tempo. Era venuto il momento di svegliarsi. -Qualche volta
l'amore non è abbastanza-rispose. E senza aggiungere altro,chiuse la
comunicazione. Si sdraiò sul letto,rannicchiandosi su un fianco,le gambe
piegate all'altezza dello stomaco. Pianse,a lungo,senza preoccuparsi della
possibilità che i suoi singhiozzi si sentissero oltre la porta della sua
stanza. Il cellulare squillò più volte sul comodino accanto a lei,ma il suono
non la toccò minimamente: era finita. E lei era stata una stupida a credere
anche solo per un'istante che quella storia potesse funzionare. Il sole,nello
spettro della finestra,iniziò la sua lenta discesa e lasciò il posto alla
penombra mitigata soltanto dalle stelle fosforescenti attaccate ai muri della
stanza. Ad un certo punto di quell'agonia,qualcuno bussò alla porta. Senza
muoversi dalla sua posizione,Alice sentì la maniglia abbassarsi e la porta
girare sui cardini male oliati. -Ehi lumachina...- Un riquadro di luce
artificiale tagliò l'oscurità della stanza e disegnò un'ombra sul muro. La
voce di sua madre le arrivò a poca distanza dal suo letto,prima che la luce
scomparisse di nuovo e la porta tornasse a chiudersi. Sentì i passi leggeri
di sua madre avvicinarsi seguiti dal peso leggero del suo corpo sul letto
accanto a lei. Una mano le accarezzò i capelli,sicura nonostante
l'oscurità. -Non credi di aver pianto abbastanza?Domattina avrai due occhi
talmente gonfi da non riuscire neanche ad aprirli-cercò di scherzare la
donna. Alice sorrise e,dopo aver tirato su con il naso,si voltò verso di
lei. Nella penombra incontrò lo sguardo di sua madre e la sentì accarezzarle
le guance bagnate dalle troppe lacrime,ma invece di calmarla quel gesto le
provocò una nuova ondata di tristezza. -Oh mamma....-disse poggiando la testa
contro il suo seno,ricominciando a piangere forte. Le braccia della donna
l'attirarono a sè,accarezzandole la schiena e dandole piccoli baci fra i
capelli. -Va tutto bene bambina...La mamma qui con te-le sussurrò in un
orecchio. -Perchè?...Io lo amo tanto...Perchè?-disse Alice fra i
singhiozzi,nascondendo il viso nel suo petto. Sua madre restò in silenzio a
lungo,ascoltanto i suoi singulti e cercando di rendere quel momento meno amaro e
doloroso,senza smettere un'istante di accarezzarla e di farle sentire la sua
presenza accanto a lei. -Certe volte un'amore,se è veramente un grande
amore,ha bisogno di essere messo alla prova per poter dimostrare a tutti quanto
è forte. Sta solo a te decidere se vale la pena di combattere per
difenderlo,perchè nessuno meglio di te conosce la tua storia d'amore-le disse
poi parlando con voce calma. -E come faccio a capirlo?-le chiese Alice
tirando su con il naso. Sua madre le diede un bacio fra i capelli. -Questo
purtroppo non posso dirtelo...E' qualcosa che devi capire da
sola- Strofinando la guancia destra contro il petto di sua madre neanche
fosse ancora una bambina, Alice sospirò:valeva la pena combattere per Luke e la
loro storia d'amore?
Salve a
tutti!!!
I
juniors sono tornati all'ovile,ma come ormai ci stiamo sempre + accorgendo nn
sono + gli stessi junior che abbiamo conosciuto all'inizio di questa
storia.
Preparatevi perchè se in in qst capitolo ci sono state delle
piccole novità,altre novità ci aspettano nel prox chap!
La frase
all'inizio è presa da "Pray" dei
Take That.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e mi
scuso x eventuali errori di battitura e di ortografia.
E ora i
ringraziamenti:Lights(Diciamo che
è la + cucciola...Anche a piacciono molto,xkè è da loro kè è partita la
storia,ma ora i miei preferiti sono Ronald e Rebecca),Streghetta'89(Grazie x i complimenti!Il
continuo della storia fra Dan e Lily arriverà prestissimo,promesso!Chi l'avrebbe
detto ke era così facile domare un Malfoy,eh?Magari xò è solo merito di
Albus,forse soltanto lui ha questo potere...),Germana(Presto il problema di Daniel nn
sarà soltanto suo padre,si ritroverà con un nemico inaspettato...Devo dirti ke
riguardo a Rose e Jim avevo un'idea,ma poi leggendo i vostri commenti ho
capito che era ancora tr presto,cs ho rimandato),Elly(Dai tanto lo sapevate che finivano
insieme,quindi un bel pò di tensione si era allentata!Sei arrabbiata perchè
James ha detto di no?Beh xò nn è rimasto con le mani in mano...Ti giuro ho
adorato il tuo disegno tanto da metterlo come sfondo del portatile,nn so se te
l'avevo già detto...),Missjude(Inseguire i propri sogni quando nessuno ti supporta è
difficile,Daniel è sempre stato solo fino a quando nn ha incontrato Lily,deve
ancora abituarsi all'idea che può esserci altro nella sua vita oltre al cammino
tracciato da suo padre x lui;Era anche ora che Jim si desse una mossa!Stavamo
mettendo la barba ad aspettare a lui...Fidati di me:se la fiction continua come
l'ho immaginata finora,Scorpius sarà quello che vi sorprenderà di
+!),IRE'89(Grazie x gli
entusiastici complimenti...ma me li merito davvero?Credimi nn è falsa
modestia,ma il 99% delle volte io credo di aver scritto un mucchio di
cretinate!Cmq... Nella migliore tradizione,il tradimento è stato confessato e
ora bisogna vedere quali saranno le conseguenze del suo "attimo di
sbandamento";Quale essere sano di mente nn proporrebbe la stessa cosa a
quell'adone che sprizza sesso da ogni poro?Io sarei la prima!Sai penso che
soltanto quando stiamo per perdere qualcosa,ci accorgiamo del vuoto che si
aprirebbe al suo posto e ti domandi:sopravviverò con questo vuoto?Tutto sta
nella risposta),WingsHP(No,nn ti sei persa niente,solo un errore di
distrazione!DOH!Tranquilla ci sarà abbastanza gelosia sia da parte di Scorpius che da parte di
Al...),Pikkola(Grazie x i complimenti!Spero nn ti abbia portato via tr tempo;Hai
ragione Jim e Rose nn avranno vita facile,specie x la storia della
segretezza...),Trilli Call(Mi sn resa conto che Ronald stava assomigliando tr a suo zio,così
ho deciso di distinguerli almeno in qst e x la risposta,mica tutti sn capaci di
performance fantastiche come il loro papà la prima
volta!Qlcuno,purtroppo,impiega meno tempo...Hai visto tu che sentiva la mancanza
di Fred ed Allie?Sn tornati in tutto il loro splendore,decisi a mettere a frutto
i suggerimenti dei loro genitori),Tonks'17(Ho cambiato il link della foto
di James,ora riesci a vederla?Mi dispiace che Scorpius nn abbia incontrato il
tuo favore,è uno dei miei preferiti,insieme a Ronald e Rebecca...e ad
Albus,ovviamente!Lily è al 4 anno e x qnt riguarda la dichiarazione di Dan,lo
sai come sn fatti qst uomini sempre vergognosi quando si tratta di sentimenti!Mi
prendo seriamente l'impegno di farti innamorare di Scorpius ed Albus prima della
fine di qst fiction,credimi ci riuscirò,o almeno lo spero!Io credo che nessuno
ti conosca meglio del tuo migliore amico,in questo caso Scorpius:è da lui ke vai
qnd vuoi sentirti dire cosa fare.E' proprio qll che ha fatto Luke:aveva bisogno
di qualcuno che lo indirizzasse,lo aiutasse a capire,anche senza usare i metodi
convenzionali o le "buone maniere"...Tutti hanno quale paura infantile che nn
riescono a superare del tutto:io ho quella dei clown,Rose quella dei
temporali...Solo che a lei ha portato fortuna!!).
Bene,come al solito vi lascio con lo spoilers...
"-Posso invitare qualcuno
questo pomeriggio?Sai niente di trascendentale,un film,compiti,cose
così...-
-Qualcuno di
importante?-
-Un'amico-"
Bene,x il momento è tutto,io vi saluto
e vi do appuntamento al prox capitolo...
"Get
out!"
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Capitolo 19 *** Feel this ***
feel this
"Feel this Can you feel this My heart beating Out of my
chest"
Conosceva i suoi figli
come il palmo della sua mano:li aveva portati dentro di sè per nove mesi,li
aveva allattati,era stata testimone dei loro più intimi cambiamenti fin da
quando erano bambini, quindi era ovvio che fosse la prima a capire quando
qualcosa di nuovo era nell'aria. E in quel momento c'erano molti cambiamenti
che sembravano sul punto di "esplodere" da un momento all'altro. Aveva la
sensazione che tutti i suoi figli,esclusa ovviamente Emy,fossero sul punto di
chiederle qualcosa,di cercare il modo più giusto per ottenere un permesso
speciale,senza naturalmente dare troppe spiegazioni. Sapevano che per lei ed
Harry erano giorni importanti,felici,e sapevano che se usavano le parole ed il
tono giusto potevano ottenere quello che desideravano. Il primo ad
avvicinarla fu Ronald,stranamente più temerario degli altri fratelli. Ai suoi
occhi di mamma sembrava così diverso dal ragazzo che aveva visto solo poche
settimane prima:era diventato più sicuro di sè,più felice,come se avesse
finalmente trovato la parte che gli mancava per essere completo. Era tutto
merito di quella ragazza? La sua prima reazione era stata di gelosia,agli
occhi di una madre un figlio non è mai abbastanza grande da poter essere
"diviso" con un'altra donna,ma ricordava la difficoltà con cui si erano separati
sulla banchina, i gesti di affetto che Ronald aveva avuto verso la
ragazza. Le si avvicinò pochi giorni prima di Natale,mentre l'euforia
natalizia pervadeva la casa e la loro famiglia,in un momento in cui era da sola
in cucina a leggere il giornale. Con la coda dell'occhio,mantenendo sempre la
testa sul giornale,lo sentì dirigersi con aria nonocurante verso il
frigorifero,aprirlo e tirare fuori la bottiglia del latte per versarsene un
bicchiere. Sentì l'anta del frigorifero richiudersi,ma Ronald non accennò ad
uscire dalla stanza,anzi lei percepì il suo sguardo su di sè per un lungo
istante prima di decidersi ad alzare gli occhi dal giornale e voltarsi verso di
lui. -Tutto bene tesoro?-gli domandò con un leggero sorriso. Suo figlio
sorrise,le dita della mano sinistra strette attorno al bicchiere
bianco. -Sì...sì,nessun problema-la rassicurò lui. Ginny sorrise di nuovo
e fece per voltare la testa e tornare al suo giornale,certa che quella mossa
avrebbe avuto l'effetto desiderato. -Ecco,veramente c'è una cosa che vorrei
chiedervi-disse facendola incuriosire. Aveva usato il prurale,quindi
significava chiedere il permesso anche a suo padre...doveva essere qualcosa di
importante. Voltò il busto verso di lui e lo fissò in attesa che lui gli
spiegasse. Ronald fece un respiro profondo,per affondare poi i denti nella
parete morbida della bocca e riflettere qualche altro istante su come porre la
domanda. -Ti ricordi di Rebecca?-iniziò prendendo il discorso alla
larga. Lei annuì brevemente. Anche volendo era impossibile
dimenticarla,vista la frequenza con cui si sentivano al telefono e la tristezza
che sembrava abbattersi su Ronald ogni volta che chiudeva una
chiamata. -Vagamente,perchè?-chiese cercando di mostrarsi distaccata. -I
suoi genitori hanno pensato,visto che non si vedono mai,di trascorrere l'ultimo
dell'anno da soli,senza di lei e della sorella. Rebecca allora voleva
organizzare qualcosa con Rachel,ma è saltato fuori che sua sorella aveva già
preso accordi con le sue amiche. Così ho pensato...se per voi non è troppo
disturbo...di invitarla a stare qualche giorno da noi-disse proponendole la sua
idea come se fosse casuale. Che intraprendenza!Non lo avrebbe mai creduto
capace... Ginny lo guardò qualche istante e si schiarì la gola,riflettendo
sulla sua richiesta:ospitare un'adolescente,nonchè fidanzata del tuo sedicenne
figlio in piena tempesta ormonale poteva essere un'arma a doppio
taglio,specialmente per la grande responsabilità che si assumevano lei ed
Harry. Però le metteva tristezza,la sola idea di quella ragazza da sola
mentre tutto il resto della sua famiglia è in giro a festeggiare. -Sai che
devo parlarne anche con tuo padre,vero?-gli domandò cercando gli occhi di
Ronnie, così simili ai suoi. Il ragazzo annuì. -E che dovremmo comunque
chiedere il permesso anche ai genitori di Rebecca...-continuò con lo stesso tono
di voce. -Assolutamente-convenne lui. Ginny lo fissò qualche altro istante
e poi sospirò:forse stava commettendo una grande assurdità,ma non riusciva ad
essere intransigente con i suoi figli,almeno non troppo a lungo. -Se tuo
padre e i suoi genitori danno il consenso,non credo ci sia nulla di
male-concesse alla fine. Ronald sorrise neanche gli avesse dato per sicura la
presenza di Rebecca in quella casa nelle prossime settimane e le andò incontro
per abbracciarla. -Grazie!Grazie!Grazie!-le disse dandole un bacio sulla
guancia destra. Ginny sorrise e lo scansò giocosamente. -Aspetta a
gongolare...Piuttosto dimmi il nome e l'indirizzo dei genitori di Rebecca così
posso parlar loro di questa cosa- Dall'espressione che era apparsa istantanea
sul viso di suo figlio,Ginny capì che c'era qualcosa che ancora non le aveva
detto. Lo vide passarsi una mano nei capelli,come faceva ogni volta che era
in imbarazzo,e si preparò alla nuova sorpresa. -Cè qualcosa che non so
Ronnie?-gli chiese cercando di non mostrarsi troppo stupita. Lui scosse la
testa. -Ecco,non è niente di importante in realtà,è solo che non so come la
prenderai...In fin dei conti è anche una storia buffa! Hai presente
Rebecca?- -E' la terza volta che me lo chiedi-gli fece notare la madre senza
allontanare lo sguardo dal suo viso. -Giusta osservazione!Il suo nome,il suo
nome completo è Rebecca Paciock-disse il ragazzo tutto d'un fiato,quasi avesse
paura che ogni interruzione potesse fargli mancare il fiato. Ginny lo guardò
qualche istante incredula:Rebecca era la figlia di Neville? Assurdo! La
vita,certe volte,ha dei modi impensati per ripresentarsi... Mordendosi
un'angolo del labbro inferiore,sorrise leggermente,ripensando a tutto quello che
era successo in passato fra Luna e Neville,di come era arrivato ad odiarlo e di
come alla fine era diventata indifferente nei suoi confronti,dimenticando quasi
i tanti anni di amicizia che li aveva legati. Ed ora suo figlio era
innamorato della figlia di Neville. Chissà che avrebbe detto Luna quando
glielo avrebbe raccontato... -Questo sì che è davvero assurdo...-commentò
seguendo il filo dei suoi pensieri. Sentiva su di sè lo sguardo attento e
preoccupato di Ronald che attendeva una risposta. Era chiaramente sulle
spine:ma cosa credeva che gli avrebbe impedito di vedere Rebecca solo perchè il
padre si era comportato male con sua zia Luna? Loro non dovevano entrare in
quei vecchi rancori del passato... -Parlerò con tuo padre questa
sera,dopodichè spedirò un gufo a Neville e Hannah per chiedere il loro
permesso-disse semplicemente. Questa volta suo figlio non riuscì a contenere
la sua gioia e l'abbracciò,iniziando a riempirla di baci sulle guance. -Sei
grande!Sei la migliore!Te l'ho mai detto che ti voglio bene?-le diceva fra un
bacio e l'altro. Fra le risate,mentre cercava di staccarselo di dosso,Ginny
si accorse della presenza di Albus a pochi metri da loro,un sorriso divertito
sulla faccia. -Sei proprio un lecchino...-commentò divertito. Ronald si
staccò da lei e gli lanciò uno sguardo,prima che la felicità riprendesse
possesso di lui. -Forse Rebecca viene a stare qui per il Capodanno-lo
informò. Il moro annuì lentamente,le braccia conserte sul
petto. -Interessante. Speriamo che non decida di portarsi dietro anche
quella rompiscatole della sorella-commentò. Ronald rise,pienamente d'accordo
con Albus e scosse la testa. -Comunque,ora che hai ottenuto quello che vuoi,
ne diresti di andartene?-gli domandò lasciando ricadere le braccia lunghe contro
i fianchi. Il rosso diede un'ultimo bacio alla madre e poi uscì a passi
lunghi dalla cucina. Ginny guardò suo figlio e per qualche istante cercò di
indovinare il favore che le avrebbe chiesto:magari anche lui aveva una ragazza
che voleva frequentare durante le vacanze? Non sarebbe stato poi così
assurdo,pochi ragazzi all'età di Albus erano così enigmatici e,allo stesso
tempo,così spontanei da farti sorridere nello stesso istante in cui li
incontravi. Ginny aveva la sensazione che Al irradiasse sicurezza da ogni
poro,come se non ci fosse niente al mondo che potesse spaventarlo...Alle volte
le era quasi impossibile riconoscere in quel ragazzo dinoccolato e dai capelli
neri il bambino che aveva paura del buio. -Scommetto che hai un favore da
chiedermi-gli disse sorridendo leggermente. Al sorrise a sua volta e abbassò
lo sguardo per qualche secondo prima di tornare a fissare il suo volto. -Solo
se sei di buon'umore-scherzò facendola ridere leggermente. -Forza,cosa posso
fare per te?-gli domandò accavallando le gambe una sull'altra. Albus restò in
silenzio,cercando le parole giuste per porle quella domanda,giocherellando con
le dita della mano sinistra. -Dovrei invitare un mio studente per alcune
lezioni di recupero-disse poi secco. Lei ed Harry erano rimasti stupefatti
quando avevano saputo che Albus aveva iniziato a dare ripetizioni agli studenti
in difficoltà:era qualcosa che si aspettavano da Rose,con la sua super
intelligenza,non da uno dei loro figli "lavativi". Invece,Albus sembrava
portato all'insegnamento e,secondo il parere della Preside McGranitt, tutti gli
studenti assegnatigli finora avevano ottenuto grandi risultati. -Tesoro è
proprio necessario dare lezioni anche durante le vacanze? Non lo dico solo
per te,ma anche per quel povero ragazzo che deve buttarsi sui libri invece di
godersi questi giorni di riposo-gli disse,preoccupata che Al non sfruttasse a
pieno il suo tempo libero. Lui sorrise e scosse la testa. -Tranquilla
mamma,lo sai che mi piace dare lezioni. E poi è stato proprio il mio studente
a chiedermi se potevamo vederci durante le vacanze per poter mantenere alta la
sua media. Ti prometto che non sarà più di un paio di lezioni in tutta la
vacanza,naturalmente dopo il Natale-contrattò,sperando in quel modo di averla
vinta. Ginny si allontanò i capelli dalla faccia e riflettè indecisa. -Chi
è lo studente?-domandò cercando di prendere una decisione. -Oh,è Scorpius
Malfoy-le disse lui noncurante. Il viso di Ginny si riempì di divertita
incredulità:quella giornata sembrava essersi capovolto il mondo! Il figlio di
Malfoy che chiedeva ad Albus di continuare a studiare anche durante le
vacanze,che aveva bisogno dell'aiuto del suo bambino per avere buoni voti a
scuola? Quando lo avrebbe raccontato ad Harry,avrebbe gongolato
sicuramente...Per non parlare di Ron! -Per questo ti ha salutato quando siete
scesi dal treno...-disse ricordandosi in quel momento di quel piccolo
particolare. Albus si limitò ad annuire. -Posso dirgli di venire?-chiese
ancora lui senza staccare lo sguardo dal suo viso. Beh,in fondo si trattava
di un'opera buona... -Va bene,ma non devono essere più di due
lezioni! Devi anche trovare il tempo per divertirti-gli accordò
benevola. Un sorriso ambiguo apparve sul viso di suo figlio,portandola ad
interrogarsi su cosa vi si nascondesse dietro,senza però avere il tempo di
indagare,perchè l'attimo dopo aver ricevuto il permesso,Al la ringraziò ed uscì
dalla cucina. Ora era di nuovo sola con il suo giornale ed il suo caffè come
una ventina di minuti prima,ma con una miriade di pensieri in più che le
giravano per la testa. Aveva permesso a Ronald di invitare la sua ragazza:se
ne sarebbe pentita? Doveva porre delle regole ferree su cosa potevano e non
potevano fare,inoltre doveva parlare con Lily per essere sicura che non le
dispiacesse dividere la sua stanza con Rebecca. Quasi l'avesse chiamata a
gran voce,sua figlia entrò nella cucina. -Ho sentito che sei di ottimo umore
e ho pensato di approfittarne-disse sincera come al suo solito. Ginny sorrise
e piegò le braccia all'altezza del petto,fissandola. -Hai anche tu qualcosa
da chiedermi?-le domandò sorpresa. Di solito,quando aveva bisogno di
qualcosa,Lily usava il forte ascendente che aveva sul padre, riuscendo sempre a
fargli dire di sì. Molte volte lei ed Harry litigavano per questo suo
lassismo nei confronti di Lily,per questa sua incapacità di accorgersi che sua
figlia non era più la bambina che aveva cullato e a cui aveva imparato ad andare
in bicicletta,ma una giovane donna che cominciava anche a ribellarsi a
quell'amore incondizionato e senza limiti. Ma naturalmente parlare con Harry
o parlare con un muro sarebbe stata la stessa cosa... -In effetti sì!Posso
invitare un'amico?-le domandò affrontando il suo sguardo. Ginny poggiò
entrambi i palmi delle mani sulle ginocchia,sporgendosi leggermente verso di
Lily. -Un'amico?- Sua figlia annuì. -Già per un film,i compiti,le
solite cose...-disse evasiva la ragazza. -Lo conosco?-domandò lei adempiendo
perfettamente al suo ruolo di "controllore". Lily mosse la testa
tentennante,poi si morse un'angolo del labbro inferiore. -No,ma potrebbe
essere una buona occasione per conoscerlo-le fece notare. Anche lei,all'età
di sua figlia era così sveglia? Forse no,visto che Harry aveva impiegato
tutto quel tempo per capire di essere interessato a lei. Ma fare paragoni era
quasi impossibile:lei aveva Harry tutte le estati,ventiquattro ore al giorno,
nella stessa casa a stretto contatto,con i suoi genitori che,anche se non
avevano mai detto una parola,avevano sempre saputo del suo interesse per
Harry. Ai suoi figli non avrebbero mai concesso quella "libertà". -Chi è
questo amico?-domandò cercando di sapere di più. -Si chiama Daniel. Allora
posso dirgli di venire?-chiese subito per evitare altre domande. -Non
dovrebbero esserci problemi- Lily sorrise e fece un piccolo cenno affermativo
con la testa. -Posso chiederti un'ultimo favore?-le chiese la
ragazza. Ginny restò in silenzio,in attesa della sua richiesta. -Potresti
evitare di dire a papà che si tratta di un ragazzo? Lo sai come
reagisce...- Sì lo sapeva,e per il momento preferiva non impelagarsi in una
discussione già fatta mille volte. -Credo di poterlo fare- In fondo non
era una cosa così grave.
-Entra- Sapeva chi
avrebbe aperto la porta,in fondo era l'unico che poteva entrare quando lei era
nella vasca. All'inizio della loro storia,si divertivano a fare il bagno
insieme,ai lati opposti della vasca,parlando finchè l'acqua non diventava fredda
o non finivano per fare l'amore. Fissando la sua figura alta che si stagliava
sulla soglia,una mano ancora sulla maniglia,sorrise ricordando quei
momenti. Quanto era stato difficile arrivare fin lì,raggiungere quella
perfezione. -Sai diventi più bello man mano che passa il tempo?- Lui
sorrise e abbassò gli occhi,come faceva sempre quando gli faceva un
complimento:possibile che dopo quasi vent'anni di vita insieme si imbarazzasse
ancora? Non avrebbe mai immaginato che quel bellissimo uomo,così spigliato e
sbruffone,avesse in sè un'animo timido. Lo osservò chiudere la porta del
bagno e sedersi sul water,a pochi metri da lei. -Non fare caso a
me...Continua pure-le disse poggiando la testa contro le mattonelle blu del
bagno. Lei chiuse gli occhi,muovendo la testa sul marmo della vasca
increspando leggermente la superficie dell'acqua. In quegli ultimi
mesi,quando lei era troppo debole anche per stringere la spugna,si sedeva su
quello stesso marmo e,con i piedi infilati nella vasca,le passava la spugna sul
tutto il corpo, facendola rilassare contro di sè...Sarebbe stato un perfetto
preliminare erotico se avessero avuto la fantasia e la voglia di spingersi
oltre. Ovviamente la sua malattia aveva sempre bloccato quegli impulsi,così
naturali per loro,arrivando quasi ad azzerarli. Ma ora tutto stava tornando
alla normalità:lei stava meglio,lo dimostravano i test e le analisi fatte e
soprattutto si sentiva meglio,i capelli stavano ricrescendo e le macchie scure
che avevano rovinato la sua pelle tutti quei mesi stavano sparendo. -Perchè
non vieni dentro con me?-gli domandò riaprendo gli occhi e portandoli su di
lui. George sorrise,divertito da quella provocazione. -Sì certo come
no...Magari anche vestito-aggiunse. Luna sorrise:l'idea non era affatto
male! In fondo era da tanto che non spogliava suo marito godendosi la vista
dei muscoli che venivano fuori piano piano...aveva bisogno di
un'aggiornamento. -Non è mica una cattiva idea,sai?-convenne lei. George
rise,ancora convinto che lei volesse scherzare. Per convincerlo della
veridicità delle sue parole,Luna poggiò entrambe le braccia sul bordo della
vasca,schiacciando il seno contro la vasca fredda uscendo con metà schiena
dall'acqua e poggiando il mento sul dorso della mano sinistra, mettendo in
mostra le spalle nude e bagnate. -Forse però è meglio che ti levi le
scarpe,quelle sarebbe un peccato rovinarle-commentò indicando con un dito sporco
di schiuma le scarpe marroni di vernice. Un sorriso malandrino apparve sul
viso di George,un gesto che aveva sempre anticipato le loro più cattive azioni e
lei sorrise a sua volta,mentre lo osservava togliersi prima la scarpa destra e
poi la sinistra. Lo seguì con lo sguardo quando si alzò in piedi e,tolti
anche i calzini e la cinta,si infilava nella vasca dalla parte opposta alla
sua,bagnandosi all'istante i pantaloni e la camicia bianca, sollevando una
piccola onda e facendola urlare di divertimento. -Contenta?-le domandò
poggiando entrambe le braccia sui bordi della vasca. Luna rise di
nuovo,piegando una gamba e mostrando un ginocchio bagnato,sistemando meglio
l'altra gamba per non scontrarsi con le lunghe gambe del marito. -Devo
ammettere che si sta bene qui...-fece George passandosi una mano bagnata fra i
capelli, facendoli restare dritti sulla fronte. Continuando a sorridere,Luna
staccò la schiena dalla parete della vasca e si sporse verso di lui,
affondandogli le dita nei capelli cercando di ridar loro un senso. -Te
l'avevo detto-disse semplicemente,spostandogli i corti capelli verso
destra. George accennò un sorriso e muovendo un braccio sott'acqua,cercò di
farla avvicinare di più a sè,facendola mettere in ginocchio fra le sue
gambe,l'acqua che si muoveva intorno a loro in piccole onde. Felice per
quella vicinanza,Luna fece ricadere le mani che finora erano state fra i suoi
capelli sulle sue spalle larghe e respirò profondamente,affondando lo sguardo
nelle iridi azzurre dell'uomo. -Sei comoda?-le domandò muovendosi nella vasca
per essere più vicino a lei. Lei storse la bocca verso destra e dopo qualche
istante di esitazione scosse la testa. -Non ancora-disse facendo scivolare
una mano sul torace coperto dalla camicia zuppa d'acqua. Ripetè il gesto
anche con l'altra mano raggiungendo i bottoni bianchi centrali,iniziando a
slacciarli,senza alcuna fretta,uno dopo l'altro. Come tante altre volte aveva
fatto in passato. Perfettamente rilassato,George si lasciò spogliare senza
staccare fino all'ultimo il braccio dalla vita di Luna, quasi un bisogno estremo
di sentire la sua presenza. -Cominciamo già a ragionare...-commentò lei
facendo cadere a terra la camicia zuppa d'acqua, sorridendo al suono attutito
che sembrò rimbombare nel silenzio. Poi,sotto lo sguardo divertito e attento
di sua moglie,affondò le mani nell'acqua slacciando il bottone dei pantaloni e
fece scendere la cerniera lampo,muovendo poi il sedere per farli calare oltre le
gambe,ottenendo un'aiuto da Luna che afferrò i pantaloni per le gambe e li tirò
a sè togliendoli del tutto e gettandoli a terra accanto alla
camicia. Tornando a poggiare la schiena contro il marmo freddo,George la tirò
giù con sè sotto il pelo dell'acqua,sentendola poggiare la testa poco distante
dalla spalla,il seno che premeva contro il suo torace e un braccio che gli
circondava i fianchi. Quell'intimità riportava alla memoria tanti
ricordi,tanti momenti di passione e di confidenza. -L'ultima volta che
abbiamo fatto il bagno insieme tu eri incinta di Alice-ricordò George
accarezzandole la schiena nuda sotto l'acqua. Lei sorrise in silenzio:per
qualche strana ragione,durante quella gravidanza aveva avuto più paura per il
feto. Era certa che ci sarebbero state complicazioni,che la bambina sarebbe
nata con una malformazione,e per premunirsi aveva iniziato a leggere libri che
preparavano i futuri genitori su questi casi particolari. -Mi ricordo avevi
paura nascessi con qualche dito in meno...-continuò George con un sorriso
divertito. Luna,stizzita,gli diede un piccolo pugno sul fianco sinistro
facendolo ridere. -Uff,quanto ancora me lo rinfaccerai?Ero sicura di aver
sentito qualcosa di diverso rispetto alle altre volte-ribattè lei mettendo il
broncio. George la strinse a sè con entrambe le braccia,iniziando ad
accarezzarle la pancia. -Beh,essendo una bambina qualcosa di diverso
c'era...-scherzò avvicinando la bocca al suo collo. -Ah ah,molto
divertente!Perchè allora non parliamo degli spaventi che ti prendevi ogni volta
che la vedevi tirare calci?- -Andiamo,non puoi biasimarmi per quello!-disse
George. Sorridendo,Luna si voltò leggermente verso di lui e gli allacciò un
braccio attorno alle spalle, giocando con le dita bagnate con i suoi
capelli. Lui la guardò in silenzio,fissando il suo volto come soltanto lui
sapeva fare per poi darle un bacio sulla fronte. -Sei preoccupata?-le domandò
poi staccando le labbra quel poco che bastava per parlare. Luna sospirò e
scosse la testa. -No,sono pronta,è il momento giusto...E poi guardami:ti
sembro una donna che ha avuto un cancro?-gli domandò scherzosa come al
solito. George sorrise e fece un cenno di diniego,accarezzandole i
capelli. -Assolutamente,sei lo schianto di sempre...Però lo sai che possiamo
ancora rimandare,vero? Basta che inventiamo una scusa e ci tiriamo fuori-le
ricordò. Non voleva forzarla a fare nulla,tutto doveva essere fatto quando e
se lei se la sentiva. Avevano aspettato tanto,che problema c'era ad aspettare
ancora? Con un sorriso tenero,lei gli diede un bacio dolce sulle
labbra. -Il mio cavaliere...Ti preoccupi troppo per me-lo ammonì. -Non è
vero-cercò di ribattere George. Due dita si posarono sulle sue
labbra,portando l'aroma del bagnoschiuma ai frutti di bosco alle sue
narici. -Sì che lo fai...E io adoro farmi coccolare da te in questo modo,però
questa volta non c'è bisogno. Davvero. Siamo forti abbastanza per sorbirci
tutte le ramanzine che la tua famiglia ci farà quando verrà a sapere del
cancro-gli disse sicura. George annuì. -Lo so,anzi ne ho la
certezza,ma...-cominciò. Luna sorrise e scosse la testa. -Per favore
potresti smetterla di parlare di quest'argomento? Sto cercando di godermi un
bagno con il mio maritino se non ti dispiace!-lo zittì guardandolo con due occhi
brillanti d'ironia. George sorrise diveritito. Chi era lui per negarle
quel piacere?
-Per la terza volta,la
risposta è no!- Perentorio come al solito,lo sguardo serio e deciso fisso sul
suo volto,suo padre stava facendo di tutto per sfiancare la sua volontà,la sua
incessante richiesta. Ma se credeva che lui si sarebbe arreso tanto
facilmente,allora lo aveva veramente sottovalutato:quando si metteva in mente
qualcosa,non c'era niente che potesse fargli cambiare idea. Aveva fatto una
stronzata,ora lo aveva capito,e c'era un unico modo per sistemare le
cose,riportare tutto entro i ranghi. Non era disposto a perdere Alice per una
piccola sbandata... -Non mi arrendo! Ho bisogno del tuo permesso per
andare a Seattle e non me ne andrò da qui finchè non lo avrò ottenuto-gli disse
tenendogli testa. Seduta sul divano,quasi indifferente al loro battibecco,sua
madre sfogliava una rivista,lo sguardo fisso sulle pagine,quasi cercase di non
farsi notare dai due uomini. Luke sapeva che era tutta una recita:lei avrebbe
recepito ogni minimo cenno,ogni più insignificante sfumatura della loro voce e
l'avrebbe elaborata per poi discuterne con suo padre e decidere "cosa era meglio
per lui". Ma in quel momento nessuno sapeva cosa era meglio per lui di sè
stesso. Doveva partire per Seattle e parlare faccia a faccia con Alice,se
necessario farsi urlare contro e anche picchiare da lei,ma doveva ottenere il
suo perdono. Senza di quello,non sarebbe tornato ad Hogwarts. Lo sguardo
altero di suo padre lo fissò qualche secondo prima di alzare le spalle. -Stai
sprecando il tuo tempo Lucas,sai benissimo che non ti permetterò mai di fare una
cosa tanto sciocca... Andare a scongiurare quella bambina!-commentò
incredulo. -Non è una bambina,è la mia ragazza!-ribattè deciso Luke,sicuro di
potergli tenere testa. -Tu sei un Serpeverde,sei un membro della famiglia
Zabini e noi non imploriamo,mai! Non ci abbassiamo a tanto per una donna,e
non ti permetto di rovinare il nostro nome con queste tue assurde scene
patetiche,quindi togliti dalla testa l'idea di questo viaggio!-disse in modo
quasi sprezzante. Luke strinse i pugni lungo le braccia e cercò di restare
calmo,sapendo a quali punizioni sarebbe andato incontro se si fosse
ribellato,mentre dentro di sè il fuoco della rabbia divampava sempre più alto e
ruggente. Vide suo padre aggiustarsi le maniche della camicia,come faceva
sempre quando riteneva chiusa una discussione,e lo sentì tirare un
sospiro. -In fin dei conti quest'assurdità era durata anche troppo,era venuto
il momento di darci un taglio. Magari è stato proprio il Serpeverde che c'è
in te a farti agire in quel modo...-gli fece notare. Che assurdità! -Non
credo sia così-si limitò a rispondere. Suo padre alzò le
spalle,incurante. -Quello che credi tu non ha importanza,contano soltanto i
fatti:quando hai avuto bisogno di un contatto fisico maggiore,di qualcuno che
soddisfasse le tue voglie,non sei andato da quella bambina. Ti sei rivolto ad
una tua pari. Lasciami dire che io e tua madre siamo molto felici della
scelta che hai fatto:Mandy Greengrass è una ragazza molto beneducata,di ottima
famiglia e anche molto affascinante-si complimentò. Luke socchiuse gli
occhi,cercando di capire il significato del discorso di suo padre:stava davvero
dicendo quello che credeva di aver capito? -Credo di non capire
padre- -Quello che tuo padre vuole dire-disse sua madre parlando per la prima
volta,portandolo a voltare la testa verso di lei-è che saremmo molto felici se
questa amicizia continuasse. Avresti la nostra più completa
benedizione-concluse fissandolo con i suoi occhi neri profondi. Ma erano
diventati pazzi? Lui e Mandy Greengrass?Neanche se fosse stata in pericolo la
sua anima dannata! -Mi dispiace deludervi,ma questo non succederà. Un
Zabini non si accontenta degli scarti- Senza aggiungere altro si voltò ed
uscì dal salotto,certo di non poter contenere oltre la sua
rabbia.
L'arrivo di Rebecca era previsto per il 27
dicembre. Harry,Ginny,Emy e Ronald sarebbero andati a prenderla alla
stazione. Convincere Neville ed Hannah a far venire la loro figlia da loro
per il Capodanno non era stato molto difficile:per non affrontare discussioni
che inevitabilmente ci sarebbero state e che avrebbero richiesto tempo,Ginny
aveva posto l'invito come una richiesta da parte di Lily, desiderosa di riunire
due amiche durante quelle vacanze. Fortunatamente Rebecca aveva retto il
gioco con i suoi genitori e loro avevano accordato il permesso. La casa
quella mattina era carica di elettricità,tutto sembrava irreale:Ronald era stato
il primo dei ragazzi a svegliarsi,a farsi la doccia e ad essere pronto per la
colazione,sedendosi al tavolo perfettamente vestito mentre i suoi fratelli lo
osservavano in pigiama e con sguardi leggermente comatosi ancora intontiti dal
sonno. Inoltre,nonostante si fosse svegliato ore prima del solito,stava
sorridendo. -Che diamine hai da sorridere a quel modo?-chiese Albus versando
un pò di caffè nella tazza di latte. Ronald alzò le spalle. -Perchè non
dovreiE' una bella giornata,il sole splende,e forse per capodanno ci sarà la
neve...Che si può chiedere di più?-domandò il rosso al fratello. Accanto a
lui,James sbuffò,passandosi una mano fra i capelli scompigliati. -Oggi arriva
Rebecca-disse semplicemente prima di affondare nella tazza di caffè. Albus e
Lily annuirono senza fare commenti e tornarono alla loro colazione,completamente
disinteressati. Il campanello della porta suonò e Ronnie,essendo l'unico
presentabile al momento,andò ad aprire. Sentì un leggero scalpettio sopra la
sua testa e voltandosi vide Emy che si affacciava dalla scala curiosa. -Chi
è?-gli domandò. -Come faccio a saperlo?Non ho ancora aperto!-le fece notare
lui. Aprì la porta con un gesto veloce e si trovò davanti un fattorino con un
grande mazzo di gigli bianchi stretto nella mano sinistra. Non era che poco
più grande di lui,lo capiva dai piercing che gli coprivano l'intero orecchio
sinistro e dalla leggera peluria scura ancora adolescenziale sul labbro
superiore. -Ho una consegna per Ginny Potter-gli disse tendendogli i
fiori. -E' mia madre-rispose Ronald. Il ragazzo alzò le spalle
disinteressato e prese una penna dalla tasca destra tendendola poi verso di lui
insieme ad una lista di nomi alla fine del quale c'era quello di sua
madre. -Firmi qui-gli disse indicandogli un punto imprecisato del
foglio. Ronald prese il foglio e firmò velocemente tornando a porgerlo al
ragazzo che,dopo averlo salutato,si voltò già diretto verso la prossima
consegna. Ronnie chiuse la porta e guardò il grande mazzo di gigli
bianchi:chissà chi li aveva mandati... Sentì dei passi veloci sulle scale e
vide suo padre scendere dabasso,fermandosi a pochi metri da lui. -Buongiorno
Ronnie,vedo che sei pronto per il grande giorno...-commentò ironico indicando i
fiori bianchi. Il ragazzo scosse la testa. -No non sono per Rebecca,anche
se non sarebbero una cattiva idea...Sono per la mamma. Hai idea di chi possa
averli mandati?-gli chiese cauto. Suo padre sorrise lievemente e
annuì. -Ho un'idea precisa di chi sia stato-disse semplicemente prendendo il
bouquet dalle sue mani. Ronald lo guardò con uno sguardo curioso,fissando poi
la scala da cui stava scendendo sua madre. -Buongiorno amore,buongiorno
tesoro-disse salutando entrambi mentre era ancora sulle scale. Ronnie la vide
chiaramente mentre si fermava a metà della scala e fissava il mazzo di gigli
bianchi che suo padre stringeva in una mano. Forse iniziava a
capire... -E' un'altro dei tuoi scherzi Potter?-gli chiese cercando di
apparire minacciosa. Suo padre rise e scosse la testa. -Nessuno scherzo
questa volta...Sono per te-le disse fissando i suoi occhi. Ronald vide sua
madre restare immobile per qualche altro istante prima di scendere di corsa gli
ultimi gradini e andare a gettare le braccia al collo di suo padre,ricoprendogli
il viso di baci. -Ti sei ricordato!Sei veramente il marito migliore del
mondo!-commentò accompagnando ogni parola con un bacio. Suo padre rise e
allacciò un braccio attorno alla vita di lei,stringendola a sè. -Credevi
veramente che avrei potuto dimenticarlo? Tesoro una cosa del genere non si
dimentica tanto facilmente...-le disse senza staccare lo sguardo da quello della
moglie. Ronald vide sua madre sorridere,piacevolmente colpita da quelle
parole,per poi guardare i fiori. -Gigli bianchi...Davvero
perfetto- L'attimo dopo avevano ripreso a baciarsi completamente dimentichi
della sua presenza nell'ingresso. Ronald sbuffò e tornò nella cucina. -Che
succede di là?-domandò Lily voltandosi a guardarlo. Lui si strinse nelle
spalle e si lasciò cadere sulla sua sedia. -Le solite smancerie fra mamma e
papà-commentò semplicemente. I fratelli fecero una leggera smorfia e per
alcuni istanti restarono in silenzio,tutti con il pensiero ai loro
"amanti". Forse spinta da quel pensiero,Lily sospirò e guardò il tre fratelli
seduti insieme a lei. -Oggi ho invitato Daniel-disse loro. I tre alzarono
la testa e la guardarono,leggermente preoccupati. -Papà lo sa?-chiese
James. Lily mosse la testa a destra e poi a sinistra. -In parte...Sa che
viene un compagno di Hogwarts per i compiti,ma non sa che tipo di amico si
tratta- -Credi sia il caso di dirglielo?-domandò Ronald. Quando il padre
avrebbe saputo della storia fra Daniel e Lily,tutti sarebbero stati in
punizione: dal primo all'ultimo. -Sono due mesi che stiamo insieme,quanto
ancora devo nasconderlo?-domandò la ragazza decisa. Albus sospirò e alzò le
spalle:sapeva che sarebbe successo prima o poi. E forse era un bene che
succedesse quel giorno...Almeno avrebbe allontanato un pò di attenzioni dal suo
ospite. Le diede una leggera pacca sulla spalla e si alzò,stringendo la tazza
in una mano. -Se hai bisogno di me,io sarò in camera con il mio
studente. Un urlo e sono da te-disse sorridendole ironico. Lily sorrise e
annuì. Sperava solo di non averne bisogno...
La porta suonò e slittando negli ultimi metri
sul pavimento liscio andando quasi a sbattere contro la porta,Albus afferrò la
maniglia con la mano destra,aprendola contemporaneamente. Lui era lì,altero
ed elegante come al solito nonostante indossasse un paio di jeans blu marine ed
una felpa grigia,perfettamente a suo agio anche nel mondo babbano, così estraneo
ai suoi luoghi abituali. -Ciao-lo salutò. Senza staccargli gli occhi di
dosso,cercando di riempire quel vuoto che aveva caratterizzato quei pochi giorni
di lontananza,Albus si fece da parte per farlo entrare in casa,richiudendo
subito dopo la porta. Abbassando leggermente lo sguardo dal suo viso,vide i
libri sotto il braccio destro,ottima copertura per quell'incontro
semi-clandestino. Scorpius si voltò di nuovo verso di lui cercando i suoi
occhi e facendolo perdere nel suo sguardo plumbeo. -Bella casa...-gli disse
il biondo. Albus sorrise e fece un cenno con la testa,ringraziandolo. Con
un gesto della mano lo invitò a seguirlo,iniziando a camminare nel corridoio
diretto alla cucina. Forse la cucina non era il posto più adatto,ma non era
neanche il caso di portarlo direttamente di sopra nella sua camera... -Vuoi
bere qualcosa?-gli domandò allontanando quei pensieri e ricordandosi i doveri di
cortesia. Si voltò in tempo per vedere il cenno di diniego da parte di
Scorpius, le mani che affondavano nelle tasche dei jeans. -Questa casa è
deserta...Che fine hai fatto fare alla tua famiglia?-gli domandò il biondo
poggiando i libri sul marmo dell'isola. Albus sorrise. -Lily aveva
appuntamento con Daniel,Jim con Rose,e i miei genitori sono andati con Ronald
alla stazione per accogliere Rebecca. Credevi che li avessi rinchiusi in
cantina per non fargli scoprire della tua visita?-scherzò senza smettere di
fissare il biondo. Scorpius alzò le spalle iniziando a muoversi verso di
lui. -Tutto è possibile...Sono le persone più insospettabili quelle che ti
sorprendono-gli fece notare serio. Nel silenzio che seguì,i due ragazzi non
smisero di fissarsi,quasi bisognosi di quel contatto visivo. Scorpius aveva
drasticamente ridotto la distanza che c'era fra loro,fermandosi di fronte ad
Albus,pochi centimetri a dividerli. Il moro sorrise e rilassato appoggiò la
schiena all'indietro contro il bordo dell'isola:quello era il suo territorio,era
casa sua,quella volta era lui ad avere un vantaggio nei confronti di
Scorpius. Poteva anche permettersi di giocare un pò con lui... -Allora?Sai
già da che materia vuoi cominciare?-gli chiese staccando lo sguardo da quello
del biondo e fissando i libri posati poco distante. Scorpius sorrise e
sporgendosi in avanti verso di lui,posò entrambe le mani sull'isola,bloccandolo
fra le sue braccia. -Credo di avere un'idea...- Il viso così vicino da far
incontrare i loro respiri,quegli occhi argentei che sembravano voler rapire la
sua anima...Dio quanto gli era mancato tutto quello! Restò
fermo,immobile,nonostante il desiderio fosse quasi doloroso e aspettò che fosse
Scorius a fare la prima mossa e pochi attimi dopo vide il viso abbassarsi e
sentì il lungo naso del ragazzo scivolare lungo il suo collo,annusando il suo
odore,portando il proprio corpo ancora più vicino al suo. Al deglutì facendo
muovere il pomo d'Adamo su e giù nella gola,mentre le mani affusolate,da
pianista di Scorpius si allontanavano dal marmo dietro di lui per posarsi sul
suo corpo,accarezzandolo nonostante l'impedimento dei vestiti. Istantanea,a
quelle carezze,arrivò la reazione del suo corpo,e il desiderio di avere di
più. Gli fece rialzare la testa e fece incontrare le loro labbra,che
frenetiche iniziarono a venirsi incontro a cercarsi,bisognose di annullare la
distanza e la solitudine di quei pochi giorni. Una mano era dietro la sua
testa,fra i suoi capelli,per impedirgli di allontanarsi,di rompere quel
momento,mentre le sue braccia erano serrate attorno ai fianchi di
Scorpius. Quando finalmente si staccarono,gli occhi verdi di Albus si
specchiarono in quelli argentei di Scorpius e senza parole,il moro prese una
mano del compagno diretto alla sua camera.
-Smettila...Dai lo sai che i miei possono
rientrare da un momento all'altro- Non era la prima volta che lo
ammoniva,senza grandi risultati! Erano tornati a casa da poco più di un'ora
e,dopo essersi accertata della presenza di Albus nella sua stanza,grazie ai
libri lasciati sul tavolo della cucina,si erano spostati in soggiorno con una
scodella di pop-corn per guardare un film. Ma fin dai primi minuti avevano
iniziato a baciarsi,ad accarezzarsi,concedendosi soltanto alcuni momenti di
tregua,consapevoli dell'imminente arrivo dei suoi genitori. -Ok,ok prometto
che farò il buono...-le promise Daniel per l'ennesima volta sistemando un
braccio attorno alle sue spalle e prendendo un'abbondante manciata di pop-corn
dalla scodella. Poi tornò a guardare il film concentrato. -Allora,di cosa
parla questo film?-le chiese con convinzione. Lily scoppiò a ridere quasi
incapace di fermarsi:avevano iniziato a vederlo da quasi un'ora e non sapeva
neanche di cosa parlava? Scherzosamente gli diede un buffetto sulla
testa,provocando la reazione di lui che le lanciò addosso i pop-corn che aveva
in mano. -Sei proprio assurdo!Dopo un'ora non sai di cosa parla il nostro
film?Cos'hai visto finora?-gli domandò togliendosi i pop-corn dai
capelli. Daniel sorrise e alzò le spalle. -Qualcosa di meglio...-rispose
avvicinando il viso al suo e baciandola. Colpita da quelle parole dolci,Lily
tolse l'espressione severa dal viso e rispose al bacio,cingendogli il collo con
un braccio. -Per favore,possiamo far finire questo spettacolo
osceno?- Lily e Daniel si staccarono e la ragazza vide Daniel e Scorpius
entrare nel salotto e sedersi sul divano accanto al loro. -Tu ne sai qualcosa
di spettacoli osceni,vero fratellone?-lo punzecchiò lei poggiando la testa
contro la clavicola di Daniel. Al si limitò a sorridere divertito e ad alzare
le spalle,senza rispondere. Lily guardò Scorpius e vide che lui la stava
osservando:doveva fingere di non sapere,o doveva addirittura
presentarsi? -Posso avere un pò di quel pop-corn?-domandò il biondo
togliendola dall'indecisione. Prevenendola Daniel gli passò la
ciotola,tornando poi a sedersi comodo accanto a lei. -Che ne dite di cambiare
canale?Tanto mi pare chiaro che non ne avete visto neanche un pezzo-fece Albus
rubandole il telecomando della televisione. -Ehi!Chi te lo ha detto?Qualcosa
abbiamo visto...Dan diglielo!-si lamentò Lily. Ma non appena si voltò,la
ragazza capì che non poteva contare sul sostegno del suo ragazzo,così decise di
partire all'attacco. -Ma che ci fate voi qui?Non dovreste essere in camera
tua a studiare?-domandò ad Al. -Oh,abbiamo studiato...Abbiamo fatto un lungo
ripasso-rispose Scorpius al suo posto. -Solo che poi dopo ci è venuta
fame,così siamo venuti giù in cerca di qualcosa da mangiare- continuò
Albus. Lily scosse la testa. -Ok,non voglio indagare...Comunque,se non te
lo ricordi più,la cucina è di là-lo beccò. Sentì Scorpius sogghignare e alzò
lo sguardo su di lui in tempo per intercettare lo sguardo che si lanciò con
Al. -Credo che tua sorella voglia restare da sola con il suo
fidanzato-commentò. Prima che lei o Albus potessero dire qualcosa in
risposta,la porta di casa si aprì e Emy sfrecciò lungo il corridoio
dell'ingresso,affacciandosi nel salotto. Vedendo i due ospiti Emy restò per
qualche istante stupita,quasi non avesse mai visto degli estranei in vita
sua,poi sulla soglia apparve sua madre che sorrise ai due
ospiti. -Salve!Quanta gente...-commentò affabile come sempre. Sia Scorpius
che Daniel si alzarono in piedi e,uno dietro l'altro si mossero verso di lei per
presentarsi. Lily si accorse dello sguardo prolungato che sua madre lanciò a
Daniel e trattenne il respiro. -Ci siamo già visti da qualche parte?-gli
domandò infatti. -E' il ragazzo che ci ha salutato quel giorno sulla
banchina,ti ricordi?-s'intromise Albus venendo in soccorso della
sorella. Ginny annuì lentamente. -Già,che sbadata!Eppure hai un viso
famigliare...-commentò ancora. Il rumore dei passi sul parquet fecero capire
Lily che di lì a poco suo padre sarebbe apparso sulla soglia del
salotto. Anche lui assunse un'espressione sorpresa vedendo Daniel e
Scorpius,ma inizialmente fu più interessato al figlio di Malfoy. -E' un
piacere conoscerti-gli disse dopo avergli stretto la mano. -Mio padre mi ha
parlato molto di lei-fece educato il biondo. Lily vide suo padre
sorridere. -Immagino quello che ti avrà raccontato...-commentò
divertito. Poi,come era già successo con sua madre,lo sguardo di suo padre si
posò su Daniel. Questa volta doveva intervenire di persona,pensò alzandosi
dal divano ed avvicinandosi a Daniel. Con la coda dell'occhio vide Ronald e
Rebecca fermarsi pochi metri dietro i loro genitori e vide Ronald tendersi per
la tensione,pronto ad intervenire se fosse stato necessario. -Ci siamo già
conosciuti?-domandò suo padre senza staccare il viso dal volto di
Daniel. -Piacere,Daniel Thomas-disse il ragazzo tendendogli la mano e
cercando di mantenere la voce salda nonostante fosse nervoso. Lei si accorse
che gli occhi di suo padre si erano leggermente incupiti sentendo quel nome e se
ne chiese il perchè. -Non dirmi che sei il figlio di Dean...Oh cielo,non ci
credo!-esclamò sua madre incredula. Timidamente Daniel annuì,portando per
un'istante lo sguardo sulla donna. -Incredibile! Io e tuo padre abbiamo
avuto anche una storia da ragazzi...Davvero incredibile-commentò ancora la
donna. Per tutto il tempo,Lily non aveva staccato lo sguardo da suo padre,che
a sua volta non aveva smesso di fissare Daniel con uno sguardo carico di
ansia. Forse non era il momento di fare il suo grande annuncio,ma rimandare
ancora sarebbe stato sciocco. -Ecco lui...-iniziò cercando le parole che,per
la prima volta nella sua vita,sembravano mancarle. -Lui deve andarsene-disse
perentorio suo padre. Tutti si voltarono verso Harry e lo fissarono
increduli. Nessuno avrebbe osato contraddirlo,vista l'espressione e il tono
di voce che aveva usato,ma Lily era sempre stata la più temeraria dei fratelli
Potter. -Andarsene?No! Lui è nostro amico ed è il mio
ragazzo,non...-ribattè fissando suo padre. -Ho detto che deve andarsene!Non
lo voglio in casa mia!- Sentì una mano prenderle il braccio sinistro e si
voltò incontrando gli occhi di Daniel. -Non preoccuparti Lily...Va tutto
bene- Piena di rabbia lei scosse la testa,quasi fosse l'unica sana di mente
in una gabbia di matti:come poteva andar bene il comportamento di suo
padre? Perchè si stava comportando così con una persona che conosceva in
quell'istante per la prima volta? Daniel uscì dalla stanza senza dire
un'altra parola,fra le persona incredule e quasi pietrificate,con Lily dietro di
lui alla ricerca di qualcosa da dire per farlo stare meglio. -Aspetta,magari
possiamo sistemare ancora le cose...-disse aggrappandosi a quella
speranza. Lui si voltò e le sorrise,triste,prima di avvicinarsi e posarle un
bacio sulla fronte. -Ti chiamo più tardi!-le sussurrò per non farsi sentire
da nessun'altro. L'attimo dopo era fuori dalla porta. Piena di rabbia,Lily
fece i pochi metri che la separavano dal salotto quasi senza respirare:come si
permetteva di trattare così le persone? Perchè quel comportamento era stato
riservato soltanto a Daniel e non anche a Scorpius, figlio del suo peggior
nemico? Quando rientrò in salotto non vi trovò nessuno,soltanto suo padre che
l'aspettava in piedi contro il caminetto:tutti gli altri se l'erano data a gambe
per non assistere a quello che si annunciava uno scontro epocale. -Perchè lo
hai cacciato via in quel modo?-gli domandò saltando i preamboli inutile. -Non
è una buona compagnia nè per te nè per i tuoi fratelli-rispose il padre. Lily
si lasciò scappare un suono ironico dalle labbra tirate,attirandosi lo sguardo
arrabbiato del padre. -Balle!-disse poi. -Hai detto
qualcosa,signorina?-domandò Harry cercando di restare calmo e non farsi
trascinare dalla rabbia. -Ho detto balle!Sono tutte scuse! Solo quando hai
saputo che era il mio fidanzato gli hai detto di andar via-lo attaccò. -Lo
avrei fatto comunque,anche se fosse stato soltanto un'amico dei tuoi
fratelli-insistè lui. Lily restò in silenzio,lo sguardo fisso sul viso di suo
padre mentre una lieve consapevolezza si faceva largo in
lei. Possibile che lui sapesse? -Non ti
credo-disse semplicemente. Suo padre sospirò e si sfregò il viso con una
mano,mantenendo quel silenzio teso per qualche istante. -Comunque spero che
la prossima volta sarai più gentile-fece Lily facendo per uscire dalla
stanza. -Non ci sarà una prossima volta Lily...Non voglio che tu lo veda
più-rispose lui con voce sicura. Si voltò di scatto a guardare il viso
dell'uomo che amava più di chiunque altro al mondo e che in questo momento era
la persona che le stava negando la felicità. -Scordatelo!Tu non hai voce in
queste faccende-disse semplicemente. -Sono tuo padre,so quello che è giusto
per te e...- -E cosa?Daniel non lo è? Tu non lo conosci neanche!-ribattè
Lily alzando la voce. -Non ho bisogno di conoscerlo per sapere che puoi avere
di meglio!-fece Harry testardo. Lily fissò il suo sguardo a lungo prima di
scuotere la testa con fermezza. -Ti ho sempre dato retta,ho sempre fatto
quello che volevi,ma questa volta non lo farò...Non c'è nessun valido motivo per
cui debba lasciare Daniel e quindi non lo farò-decretò. Harry sospirò e si
passò una mano fra i capelli,facendo poi un passo verso di lei. -Lily ci sono
delle cose che tu non sai...Cose che potrebbero ferirti e io non posso
permettere che...- Ora era tutto chiaro. Suo padre
sapeva...Ecco perchè stava facendo di tutto per tenerla lontana da
Daniel. -Ti riferisci al padre di Daniel,vero?-gli domandò con voce
lenta. Gli occhi di suo padre si spalancarono,increduli. -Co-cosa intendi
per...-tentennò. Felice di quell'inaspettato vantaggio,Lily si concesse un
sorriso;forse non era tutto perduto. -Daniel mi ha raccontato tutto-gli
disse. Era venuto il momento di dire la verità.
Salve a
tutti!!!
Chiedo
scusa x la lunghezza del capitolo,ma avevo una visone ben chiara nella mente di
come sarebbe dovuto finire e nn potevo interromperlo a metà...Spero di nn aver
perso molti di voi nel mezzo del percorso!
Piccola
precisazione per coloro che nn hanno letto la storia precedente da cui questa è
nata(" Io e te...per sempre?"):il
27 dicembre di 17 anni prima,il giorno dopo la nascita di Fred jr e una grande
litigata fra Ginny e Ron,Harry e Ginny avevano avuto la loro prima volta ed ho
pensato di ricordarlo con il mazzo di gigli bianchi.
Finalmente,nel prox capitolo,sveleremo il grande mistero che si cela
dietro la storia d'amore fra Daniel e Lily e vi confido che nuove idee si sono
aggiunte mentre scrivevo il confronto fra Harry e Lily,ora devo solo vedere se
posso aggiungerle a quelle che avevo in precedenza.
Vi
informo inoltre che avremo due capitoli sul Capodanno:uno per i ragazzi e
l'altro per gli adulti e x entrambi aspettatevi sorprese.
Ho detto
troppo!
La frase
all'inizio ed il titolo del capitolo sono presi da una canzone omonima di
Bethany Joy Lenz.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi
scuso x eventuali errori di ortografia e battitura.
E ora i
ringraziamenti:Missjude(Ci vorrà
ancora un pò prima che Ron ed Herm risolvano il casino che hanno creato!Avranno
anche tempo x ingarbugliare di + le cose e x sperimentare come mai hanno fatto
da ragazzi e non dimenticarti di Cassie e del suo bambino...Che ne pensi dei
tuoi adorati George e Luna?),Sklupin(Hai perfettamente ragione!Me ne ero accorta anche io,ma certe
volte sembra che inserisco il pilota automatico e non riesco a liberarmi da una
parola...Finisco per ripeterla all'infinito!),Lucia_hp(Grazie x i complimenti!E'
vero,Edward è un pò lasciato da parte in questo momento,ma nn potevo fare
altrimenti viste le tante storie insieme..avrei finito x ingarbugliare troppo la
storia confondendovi),JC(CIAO!!!!!Non sai quanto sono contenta di risentirti!!!Come
stai?Come va con lo studio?Sono onorata che riesci ad avere ugualmente il tempo
x leggere quello che scrivo,lo sai quanto tengo al tuo giudizio...Cmq:nn hai
idea di qnt è stato difficile trovare le foto giuste x i personaggi,e ancora ho
difficoltà con gli altri protagonisti mancanti!Quelli che ho scelto hanno
qualche anno in +,ma recitano la parte di adolescenti,quindi ci poteva
stare...Mandare altre calamità ad Harry e Ginny sarebbe come sparare sulla croce
rossa,ma ho in mente una piccola cosa proprio x colpa del litigio con Lily,tanto
x movimentare le cose e nn farli annoiare!E' vero,qualcosa succederà a Becca e
Ronnie,qualcosa che li porterà a maturare e a fare delle scelte
importanti...Fidati,Scorpius nn è quello che sembra e lo dimostrerà!Spero di
risentirti presto!), Trilli Call(Quale madre nn è ansiosa di rivedere i propri figli dopo
settimane di lontananza?L'affetto che lega due fratelli,x me,riesce a superare
anche delle diversità così grandi.Inoltre Al avrà bisogno di un appoggio x
quando deciderà di rivelare la sua omosessualità agli altri;Fred ed
Allison...Beh era ora che si accorgessero di star solo perdendo
tempo,no?),Elly( I tuoi
disegni sono FANTASTICI!INCREDIBILI!MERAVIGLIOSI!Davvero guarda sono saltata
dalla sedia quando li ho visti!Adoro il disegno di James e Rose e quello di
Ronald e Rebecca,in quello di tutto il gruppo mi è dispiaciuto che Al ed
Scorpius fossero in un angolo lontani,xò era bellissimo,davvero!...Sai credo che
Alice la pensi esattamente cm te in qst momento;sta a Luke dimostrarle che ci
tiene a lei,che farebbe di tutto per farsi perdonare,consapevole che forse
neanche quello basterebbe!Invece parlando di Jim e Rose hai colto perfettamente
il punto che mi ha spinto a frenarli e ad evitare che finissero a letto
insieme...Ma xkè nn renderli un pò cattivi nel frattempo?),IRE'89(Grazie x i complimenti!Sadico nn
è la parola che userei per Scorpius,forse provocatore:sapeva che era meglio
evitare gesti ed ammiccamenti,eppure nn ha resistito pur di veder diventare
rosso il suo amante...Alle volte basta poco x dimostrare la propria attenzione
ad un'altra persona.Al momento Harry sembra tendente all'omicidio,visto il modo
temerario che ha Lily di tenergli testa!Leggendo qll che hai scritto su Fred ed
Allie mi sn accorta che era proprio qll che volevo provocare in voi,quindi sn
strafelice di averti fatto qll effetto!Si sa che gli uomini sn un pò + tontoloni
di noi donne,quindi pure se nn vedeva l'ora di baciarla di nuovo ha avuto
bisogno di 2 minuti di recupero x rendersi conto di qll che stava
succedendo...),Streghetta'86(Luna ha parlato cn la voce dell'esperienza:se lei nn avesse
perdonato George a suo tempo,ora tutto sarebbe diverso.Xò soltanto Alice può
saperlo se vale la pena,se è disposta a cancellare dalla mente il ricordo di
Luke con un'altra donna e riprenderselo...Nel prox capitolo sapremo anche kè è
successo a Fred ed Allison e ti assicuro fin d'ora che nn c'è stato solo un
semplice bacio),Tonks'17(Sai credo che,x
qnt riguarda Al e Scorpius,siamo ancora in quella fase "nn ho
bisogno di te per essere felice",in cui si è convinti che anche
senza l'altro troveremmo quello che ci rende felici,senza capire che è proprio
l'altro a farci stare bene.Devi ammettere che James e Rose nn potevano
svegliarsi una mattina e decidere di stare insieme,avevamoi bisogno del loro
travaglio interiore che piace tanto a mamma Rowling...Ora ci siamo riusciti e la
strada è leggermente in discesa!Ci sono tanti motivi x cui Lily pagherebbe con
l'anima pur di non far tornare Daniel a casa dai suoi genitori,se avesse potuto
lo avrebbe nascosto nel baule e portato nella soffitta di casa Potter... Io
credo che Rachel fosse un pò gelosa:nn di Ronald,che come sappiano nn incontra
il suo favore,ma del loro amore.Certe volte è davvero fastidioso vedere due
fidanzati che nn si decidono a separarsi e ad andare ogniuno per la propria
strada!).
Prima
dello spoiler,vi lascio tre disegni fatti dalla grande Elly.
http://img14.imageshack.us/img14/153/ronaldrebecca.jpg
http://img12.imageshack.us/img12/1340/rosejamesletto.jpg
http://img12.imageshack.us/img12/135/nx6401.jpg
Partendo da sinistra:Lily,chinata sul
vaso,James sporco di puzzolinfa, Rose,Hugo,Ronald,Rebecca.Sullo sfondo ci sono
Albus e Scorpius.
Ora vi
lascio con lo spoiler:
"-Non possiamo rimettere tutto in
discussione.
-Non lo faremo.Te lo
giuro-
Lo fissò qualche istante,cercando di
cogliere anche la minima insicurezza sul suo volto,per poi
sospirare.
-Lo spero...Perchè non sono forte per
combattere ancora lo stesso nemico-"
Bene,x
il momento è tutto,io vi auguro BUONA PASQUA e vi do appuntamento al prox
chap...
"Do you
want to know my secret?"
Baci,Eva.
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Capitolo 20 *** Can you keep a secret? ***
can you keep a secret
"Listen, Do you want
to know a secret?, Do you promise not to tell? Closer, Let me whisper
in your ear, Say the words you long to hear, I'm in love with
you"
Ci sono fantasmi che non
ci abbandonano. Ricordi che restano sepolti nel più profondo della nostra
anima e che,insidiosi,tornano a colpirci quando meno ce lo aspettiamo,quando
tutto intorno a noi va magnificamente. Sono quei fantasmi che vogliamo
dimenticare,quelli sbagli che vorremmo cancellare dalla nostra mente,che ci
portano a chiederci come abbiamo potuto essere così ingenui e stupidi da
lasciare che accadessero. Chiedendoci se saremmo capaci di resistere se
tentati una volta di più. Era strano come una semplice email potesse portare
tanti interrogativi con sè. Quando aveva aperto la casella di posta
elettronica,quella mattina in redazione,poco prima di mettersi al lavoro,era
stato piacevolmente colpito dal trovare un messaggio di Harry. Di solito si
sentivano per telefono o si vedevano quelle poche volte che loro tornavano a
Londra, sempre pronti per una rimpatriata con tutto il gruppo in memoria dei
vecchi tempi. C'era un solo argomento di cui non parlavano mai,tacitamente
d'accordo. Ed era proprio quell'argomento l'oggetto della sua email,o
quasi. Inizialmente aveva sorriso leggendo la preoccupazione di Harry
all'interesse di Lily per un ragazzo,ma quel divertimento era scomparso
all'istante quando aveva letto il nome del ragazzo. Daniel Thomas. Il
figlio di Dean. Quel figlio per cui aveva deciso di farsi da parte,per cui
aveva troncato definitivamente la sua relazione con Dean sperando in un futuro
sereno per il piccolo e la neonata famiglia. Certo,poi le cose erano andate
in modo diverse,ma lui aveva fatto tutto il possibile per preservare la felicità
di quel bambino... Aveva letto con apprensione il resto dell'email,venendo a
conoscenza del furioso litigio che c'era stato fra padre e figlia e della
conseguente proibizione da parte di Harry di rivedere
Daniel.
"Non posso permettere che Lily soffra...So che ora è arrabbiata e che
mi odia,ma sono sicuro che questa è la soluzione migliore per lei,anche se le
sembra difficile crederlo al momento"
Come dare torto ad un
padre che voleva solo il meglio per sua figlia?Anche lui avrebbe fatto lo stesso
con Allison. Aveva stampato l'email e l'aveva mostrata a Rupert:anche loro
non parlavano mai di quell'argomento,di quell'elemento di crisi che era stato
così vicino al mandarli in pezzi. Lo aveva osservato in silenzio mentre
leggeva il foglio,un'espressione indecifrabile sul volto, finchè non aveva
rialzato gli occhi incontrando i suoi. Per un lungo istante si erano fissati
senza parlare,poi lui aveva sospirato:aveva bisogno di sapere cosa
pensava. -Dimmi qualcosa- Rupert aveva posato il foglio sulla scrivania e
aveva alzato le spalle. -Non so cosa pensare...Solo tu puoi dare ad Harry
l'aiuto di cui ha bisogno,ma la sola idea di riaffrontare tutto mi fa drizzare i
capelli-aveva commentato. Seamus aveva annuito,comprendendo a pieno il suo
stato d'animo. Si erano ricostruiti una vita,lontano da Dean e dalla sua
pericolosa influenza,e non voleva veder crollare tutto come un castello di
carte. -Potremmo partire per passare il Capodanno insieme a loro,così avrei
modo di parlare con lui di questa storia...-aveva proposto distratto. Rupert
aveva alzato ancora una volta le spalle. Aveva bisogno di sapere cosa pensava
realmente,non quello che lui credeva di dovergli dire per farlo
contento. -Rupert-lo aveva chiamato. L'altro era tornato ad affondare lo
sguardo nel suo e restò in silenzio. -Sai che non farei niente che mettesse
in pericolo la nostra famiglia,vero?-gli aveva chiesto fissando serio i suoi
occhi. Anche se poteva essere doloroso non poteva permettere al passato di
rovinare tutto quello che di bello era riuscito a costruire. Suo marito
sospirò e si toccò la punta del naso con due dita della mano sinistra prima di
annuire. -Lo so...E' solo che non me la sento di affrontare tutto di
nuovo-gli aveva confessato sincero. Seamus aveva scosso la testa prontamente
e si era avvicinato a lui. -Non succederà.Te lo prometto,anzi te lo posso
giurare fin da ora-gli aveva detto ben sapendo a cosa andava incontro se non
manteneva la sua promessa. Rupert lo aveva fissato attentamente,cercando nei
suoi occhi anche la minima esitazione,il minimo dubbio. -Lo spero-gli aveva
detto alla fine-Perchè non sono abbastanza forte per combattere di nuovo lo
stesso nemico-aveva aggiunto. Seamus aveva sorriso e si era avvicinato al suo
viso. -Non ne hai bisogno...Sei già uscito vincitore da quel
combattimento- Rupert aveva sorriso e,dopo un bacio lieve,si era stretto alle
spalle di Seamus,cercando di convincersi della verità nelle parole del
marito. Ma non è facile sconfiggere la sensazione di inadeguatezza che un
fantasma si portava sempre dietro con sè...
-Cosa sai di mio padre?- La domanda era
arrivata inaspettata,dopo un lungo momento di silenzio cominciato da Daniel e
che lei aveva deciso di rispettare,volgendo lo sguardo al Lago Nero e
concedendogli un pò di privacy. Tornò a voltare lo sguardo sul suo volto e
restò qualche altro istante in silenzio riflettendo sulla domanda che lui le
aveva fatto:cosa sapeva di Dean Thomas? Poco a dire la verità. -So che è
un giocatore di Quidditch,o almeno lo è stato...Secondo Jim e Ronald è anche
stato uno dei fidanzati di nostra madre prima che lei e papà si mettessero
insieme ad Hogwarts,ma non so se dar credito a questo pettegolezzo-gli confessò
sincera. Daniel sorrise leggermente,piegando le ginocchia e posandovi sopra i
gomiti. -Che altro...Ah,so che tua madre è stata un'attrice famosa e che si
sono conosciuti grazie ad un servizio fotografico o roba simile. Per il resto
non so altro,scusa ma sono poco ferrata su questi argomenti-disse scusandosi
della sua ignoranza. Lui scosse la testa per tranquillizzarla. -Tranquilla
non importa. Alle volte è comodo parlare con qualcuno che non sa niente di
te...Tu dovresti saperne qualcosa-aggiunse. Già. Essere la figlia del
Salvatore del Mondo Magico,con il tempo,era diventata una scocciatura più che un
merito. Tutti,nel primo istante che la incontravano,si chiedevano se sarebbe
stata all'altezza delle aspettative,della sua grande fama,o se non fosse la
pecora nera della famiglia. -Sai non mi ero mai accorto di quanto fossimo
simili io e te-commentò Daniel facendole posare di nuovo lo sguardo sul suo
volto. Lily lo fissò curiosa,chiedendogli spiegazioni con gli occhi. -Beh
tutti e due siamo figli d'arte. Entrambi sappiamo che la nostra fama ci
precede e che dobbiamo dare il massimo per convincere gli altri che non siamo
delle mezze calzette o delle frodi totali... Ed entrambi,per quanto ci
sforziamo,non riusciamo mai a farci comprendere fino in fondo per quello che
siamo veramente-elencò lui contando sulla punta delle dita. Lily lo ascoltò
incredula di aver trovato un' "anima affine":dove si era nascosta per tanto
tempo? -Beh,credo che questo valga più per me che per te...Andiamo tu sei un
grande giocatore di Quidditch,un'ottimo studente...-ribattè cercando di trovare
dei lati negativi a quella nuova connessione. -E odio il Quidditch con tutto
me stesso-aggiunse lui. Lo sguardo incredulo che lei gli lanciò lo fece
sorridere:era stata una specie di allucinazione acustica? Era impossibile che
lui avesse detto quello che credeva di aver sentito,era come se lo zio Ron
improvvisamente annunciasse di essere diventato vegetariano! -Non ci
credo-disse infatti sincera. Daniel annuì,tornando a distendere una gamba
sull'erba. -Ho smesso di amare il Quidditch quando avevo otto anni,quando non
potevo andare alle feste dei miei amici o accettare i loro inviti per colpa
degli allenamenti. Se prima sopportavo la fatica degli allenamenti per il
divertimento che ne ricavavo,ormai era sparito anche quello...-le
raccontò. Lily corrugò la fronte. -Ma allora perchè fai parte della
squadra di Grifondoro?Perchè hai continuato a giocare per tutti questi anni?-gli
chiese. Le bastò un'istante per capire la risposta,senza che lui dicesse
nulla. -Tuo padre- Daniel annuì. -Come fa a non accorgersi che tu non
ami più il Quidditch?Dovrebbe capirlo meglio di chiunque altro...-commentò
confusa. Il ragazzo sospirò e non rispose,alzando lo sguardo al cielo
stellato sopra di sè,portando Lily a chiedersi se non fosse stata troppo
invadente o aggressiva con le sue domande. -Scusa,non volevo metterti così
sotto torchio-si scusò,ravviandosi i capelli dietro l'orecchio. Lui continuò
a restare in silenzio,in contemplazione della volta celeste sopra di sè,mentre
il rumore in lontananza si faceva più accentuato:degli studenti dovevano essersi
spostati nel giardino continuando a fare baldoria. Per un'istante Lily si
chiese se qualcuno si fosse accorto della sua scomparsa,ma fu soltanto per pochi
secondi prima di tornare con il pensiero a Daniel e a quello che le aveva appena
detto:si poteva essere così ciechi ai bisogni di un figlio per soddisfare il
proprio ego? Quella era l'unica spiegazione possibile... Il padre di
Daniel aveva volontariamente chiuso gli occhi evitando di vedere quanto suo
figlio odiasse lo sport che,invece,lui amava sperando di farlo diventare
abbastanza bravo da eguagliarlo e far parlare di sè come era successo a lui in
passato. -Ti è mai capitato di pensare che se tu non fossi nata,tutto sarebbe
stato diverso?-le domandò improvvisamente Daniel facendole portare di nuovo
l'attenzione su di lui. Lo guardò qualche istante,per poi
sorridere. -Beh,anche senza di me,ci sarebbero stati Jim Ronald e Albus...Non
credo sarebbe cambiato molto. Tu perchè te lo sei chiesto?-gli domandò
avvicinandosi un pò a lui sul prato. Daniel ghignò seguendo un pensiero
errante nella sua mente e si strofinò la bocca con una mano,prima di alzare la
testa e incontrare i suoi occhi. -C'è mancato tanto così...Davvero poco
perchè io non nascessi affatto...E ormai penso sempre più spesso che forse
sarebbe stata la cosa più giusta per tutti- Lily scosse la testa in tono
deciso. -Non voglio sentirla questa cosa!E' un'idiozia...- -E' la
verità!-ribattè lui. Lei lo guardò con un cipiglio battagliero sul
volto. -Un figlio non è mai un'errore Dan-disse usando per la prima volta
quel vezzeggiativo. Daniel sorrise leggermente e scosse di nuovo la
testa. -Si vede che sei cresciuta in una casa di bambole-le disse quasi
accusandola. L'aria offesa da quelle parole,Lily si alzò e fece per
andarsene:che ci restava a fare a parlare con lui se avevano due idee
completamente diverse? Sentì Daniel seguire il suo esempio e venirle
dietro,afferrandole un polso per farla fermare. -Ok,scusa,ho sbagliato...Ma
credimi se tu sapessi com'è la mia vita mi daresti pienamente ragione- Ancora
titubante,il polso stretto fra le dita di Daniel,Lily si voltò e lo fissò nella
penombra della notte. -Mettimi alla prova-lo sfidò. Si fissarono per
qualche istante,testando l'altro,cercando la fregatura nascosta finchè Daniel
non fece un piccolo cenno con il capo. -Va bene...Ma tu non dovrai mai
interrompermi finchè non avrò finito di raccontarti com'è la mia
"famiglia"-disse facendole quella controproposta sicuro che lei avrebbe
accettato. Le lasciò libero il polso e tornò a sedersi sull'erba,alzando lo
sguardo su Lily che era rimasta in piedi,quasi in attesa di
qualcos'altro. Nello stesso istante,la mente analitica di Lily analizzava
tutto quello che si erano detti fino a quel momento,accorgendosi di un
particolare le era stranamente sfuggito. -Perchè non hai mai parlato di tua
madre?-gli domandò infatti. Daniel arricciò le labbra e lei si ricordò di
quello che le aveva detto solo pochi minuti prima, mordendosi un labbro per la
sua dannata curiosità. -Scusa-disse tornando a sedersi accanto a lui
sull'erba bagnata. Daniel fece un piccolo sorriso che scomparve quasi
subito,mentre iniziava a giocare nervosamente con le dita delle mani. -Non
parlo spesso di lei,evito se posso. In un certo senso,mi vergogno di
lei...-ammise. Cosa poteva aver fatto di così terribile quella donna per
essere ritenuta una vergogna anche dal proprio figlio? -Mia madre...Mia madre
è un'alcolizzata. Da molti anni:probabilmente da quando ha capito che la mia
presenza non le avrebbe fatto avere l'amore di mio padre-disse nel tono più
secco e indifferente che Lily avesse mai sentito. Daniel si tirò indietro i
capelli con entrambe le mani e sospirò. -C'è una cosa che però devo dirti
prima di continuare,perchè tu capisca a pieno la mia situazione. Mio
padre...mio padre è omosessuale-disse senza cercare di incontrare il suo
sguardo. Cominciava a sembrare tutto molto confuso:come era possibile che
Dean Thomas fosse gay se era stato un fidanzato di sua madre? Gliel'avevano
detto Ronnie e Jim,e loro erano peggio di due zitelle quando si trattava di
riportare i pettegolezzi! Però una cosa non pregiudicava l'altra,doveva
ammetterlo:magari sua madre era stata l'unica ragazza che Thomas avesse mai
frequentato. -Tutto bene?-le domandò Daniel,dopo averle lasciato qualche
minuto di silenzio per digerire la notizia. Lily annuì lentamente. -Credo
di sì...Quindi a lui non interessano le donne- Daniel annuì per
conferma. -Affatto?-chiese ancora lei. Ancora una volta lui annuì. -Ma
allora tu...- Un ghigno divertito apparve sul viso del ragazzo. -Io sono
il frutto della sua prima ed unica volta con una donna...Quando si dice la
fortuna-aggiunse sarcastico. Lily emise un suono ironico dalle labbra per
dargli il suo sostegno. -A quel tempo mio padre era uno dei più famosi
giocatori di Quidditch,uno dei pochi giocatori di colore della Lega e per far sì
che il suo successo continuasse a lungo,teneva ben segreta le sue
inclinazioni...e il suo compagno. Non so molto bene cosa successe,forse un
altro uomo,però fra lui e mio padre ci fu una litigata molto grande e mio padre
decise di fargliela pagare in qualche modo uscendo con mia madre. Io sono il
risultato-concluse alzando le spalle. Quel racconto aveva qualcosa di
familiare:del resto lo zio Seamus e lo zio Rupert avevano avuto una storia
tormentata anche loro prima di sposarsi,o almeno così aveva sentito dalle mezze
voci che era riuscita a rubare dai discorsi dei grandi,ma ora erano
felici. Perchè per il padre di Dean non era lo stesso? -Cosa è successo
poi?-gli chiese con voce cauta. Daniel si grattò il retro del collo e abbassò
lo sguardo sul prato. -Il compagno di mio padre,saputo della gravidanza di
mia madre,troncò ogni rapporto,ma per mesi anche dopo il matrimonio mio padre
non si è dato pace...Sembra che abbia fatto di tutto per riaverlo
indietro-commentò con voce spenta. -Come sai tutte queste cose?Voglio
dire,questo non è il genere di segreto che chiudi in un cassetto e butti via la
chiave?-gli domandò interrompendolo di nuovo. Lui sorrise,divertito dalla sua
metafora ed annuì. -Dovrebbe essere così,e per lungo tempo lo è
stato...Almeno finchè mia madre non mi ha raccontato tutto durante una
sbronza-tagliò corto senza mostrare il minimo sentimento. Ma che razza di
genitori aveva? -Dopo la mia nascita mia madre ha fatto di tutto per dare una
parvenza di normalità alla nostra famiglia,ma l'uomo che aveva sposato non
sembrava d'accordo:fin dal primo giorno dopo le nozze dormivano in stanze
separate, non avevano contatti se non per parlare di me,addirittura non stavano
mai con me insieme, quasi lui avesse paura di qualche contagio da parte di mia
madre. E mentre lei si prendeva cura di me,mio padre si portava i suoi amanti
clandestini a casa,facendoli fermare per la colazione. -Ovviamente tutta
quella situazione non aiutò mia madre:nel giro di un paio d'anni aveva perso
tutto...La sua carriera era andata in fumo,la sua famiglia non accettava mio
padre e quindi l'aveva un pò isolata,le sue amiche non gradivano la presenza di
un moccioso noioso e quindi la snobbavano. L'unica soluzione che le restava
era quella di attaccarsi alla bottiglia,o almeno quello è stato il suo punto di
vista- Osservando Daniel durante il suo racconto,Lily si disse che quel
ragazzo era un vero miracolo. Ma non per tutto quello che aveva portato alla
sua nascita,ma per la fantastica persona che era
diventato:spigliata,allegra,estroversa e divertente. Sarebbe potuto venir
fuori un mostro ed invece,lui aveva saputo trarre il meglio dai suoi problemi e
farli fruttare. Non se ne era mai accorta prima... -Chi si è occupato di
te dopo che tua madre ha cominciato a stare male?- Lui si passò una mano fra
i capelli e cercò il sguardo. -Mi piace il modo delicato che hai di porre le
domande...- Lily abbassò lo sguardo,leggermente imbarazzata,e si ravviò i
capelli dietro l'orecchio destro. -Comunque è stato mio padre;credo di aver
avuto tre anni quando ha preso tutte le mie cose dalle stanze occupate da mia
madre per trasferirle nelle sue. Da allora si è sempre occupato di tutto
quello che mi rigurdava:la mia alimentazione,la scuola, addirittura i miei
amici. Ogni volta che andava in ritiro con la sua squadra mi portava con
sè,anche se la situazione poteva sembrare grottesca:un bambino di neanche sei
anni nello spogliatoio insieme a dieci ragazzi seminudi gongolanti ed esultanti
per aver vinto una partita. Però i compagni di squadra di mio padre mi
volevano bene,mi consideravano la loro mascotte e soprattutto hanno cercato in
tutti i modi di farmi dimenticare perchè mi trovavo lì e non a casa con mia
madre- Lily era incredula dal tono tranquillo e pacato in cui lui le stava
raccontando la sua storia,ma d'altronde,quello che per lei era così assurdo per
Daniel erano soltanto ricordi,momenti piacevoli del passato. Doveva
cominciare a vederla dal suo punto di vista... -Ho fatto questa vita finchè
non ho compiuto undici anni,finchè non è arrivato il momento di entrare ad
Hogwarts...Avrò fatto il giro dell'Inghilterra almeno sei volte-commentò
accennando un sorriso sarcastico. -Come facevi con lo studio?-chiese
lei. -Un'istitutore privato...Uno degli amanti di mio padre,credo uno dei più
duraturi. Poi fortunatamente è arrivata la lettera d'ammissione ad Hogwarts e
tutto ha assunto una parvenza di normalità-concluse. Lei rialzò lo sguardo su
di lui,i denti affondati nella parete morbida della guancia destra. -E tua
madre?-domandò con un filo di voce. Un breve silenzio accompagnò quelle
parole,facendole credere che lui non volesse rispondere alla sua domanda,poi lo
sentì sospirare e incontrare i suoi occhi. -Non abbiamo un grande
rapporto...E' un'evento se quando sono a casa esce dalla sua stanza- Spinta
dalla tristezza che aveva sentito in quell'ultima frase,Lily allungò la mano
sinistra e la posò su quella destra di Daniel abbandonata sul prato,seguendo un
moto istintivo. Daniel restò in silenzio,senza scostare la mano dalla sua,lo
sguardo di nuovo fisso al cielo pieno di stelle. Rimasero a lungo in
silenzio,lo sguardo perso al cielo immoto e immutato da secoli,testimone di
grandi gioie e dolori,confortandosi con quel semplice tocco,finchè una voce non
giunse fino a loro. -Lily!Lily dove sei?- Rose. Doveva essere rimasta
lontana per molto tempo. Entrambi voltarono la testa verso il Castello per
poi tornare a guardarsi:che fare? Restare lì e far finta di non aver sentito
il richiamo oppure alzarsi e salutarsi? Conosceva sua cugina:non si sarebbe
fermata finchè non l'avesse trovata,arrivando a perlustrare ogni centimentro del
Castello. -Sarà meglio che vada-disse mestamente. Daniel annuì
e,sciogliendo le loro mani,si alzò in piedi,aiutandola poi a fare lo
stesso,tornando a stringerle una mano. Si fissarono per qualche secondo prima
che alle loro spalle arrivasse per la seconda volta il richiamo di
Rose. -Grazie per aver ascoltato il mio sproloquio-disse Daniel cercando di
scherzare. Lei sorrise e scosse la testa. -Mi dispiace solo di non aver
potuto fare niente oltre che ascoltare...Avrei voluto esserti utile-gli disse
sincera. -Lo hai fatto.Davvero-la contraddì lui. C'era ancora un'ultima
cosa che però sfuggiva alla ragazza. -Perchè mi hai raccontato la tua
storia? Ci conosciamo solo di vista eppure tu mi hai raccontato quasi tutti i
tuoi segreti inconfessabili... Perchè?-gli domandò,seguendo il suo istinto e la
sua curiosità. Daniel sorrise e,con la mano libera si toccò il retro del
collo. -Hai ragione,ci conosciamo poco...Ma ho sentito che di te potevo
fidarmi- Incredula,Lily dischiuse le labbra,fissandolo con un'espressione da
"pesce lesso",facendolo sorridere e intenerire per la tenerezza che il suo viso
esprimeva in quel momento. Senza sapersi spiegare le motivazione del suo
gesto,fece un passo avanti e,gli occhi fissi sul volto di Lily,chinò il viso per
avvicinarlo al suo. Immobile,senza sapere cosa fare,Lily sentì le labbra di
Daniel,calde e morbide,posarsi sulle sue e sfiorarla delicatamente più
volte. Cercò di essere meno rigida e andò incontro alle sue labbra,sperando
di non aver commesso nessuno sbaglio fino a quel momento,e alzò un braccio
posandolo sulle sue spalle. Sentì la lingua di Daniel sfiorarle il labbro
inferiore ed un suo braccio che la stringeva in vita, portandola più vicina a
lui. La voce di Rose giunse per la terza volta a loro,questa volta più
vicina,convincendoli a staccarsi. Lily riaprì gli occhi e incontrò quelli di
Daniel,che la fissavano attenti ed indagatori,pronti a captare ogni minimo cenno
negativo. Lei si passò le dita fra i capelli e sospirò,staccandosi da
lui. -Devo andare,o finirà che ce la ritroveremo qui...-gli disse con voce
nervosa,iniziando a voltarsi. -Ehi scricciolo!-la chiamò lui. Lei girò
leggermente,guardandolo con aria sorpresa per il nomignolo. -Se non ci
dovessimo vedere domani,buone vacanze!-lo salutò. Lily annuì,silente,poi
tornò a voltarsi e si incamminò verso il Castello,la punta della lingua sul
labbro inferiore per catturare gli ultimi ricordi di quel bacio. Del suo
primo bacio.
Omettendo soltanto la parte finale ed il loro
primo bacio,gli aveva raccontato tutto quello che sapeva. Non c'era nessun
motivo per tenerla lontana da Daniel. -Questo è tutto quello che so-concluse
lanciando uno sguardo a suo padre. Fissando il suo volto serio per alcuni
istanti,Lily si ritrovò a sorridere ironica:quello che gli aveva raccontato era
chiaramente molto di più di quello che suo padre sapeva. Si alzò dalla
poltrona su cui era stata seduta fino a quel momento e si portò i capelli dietro
le spalle,pronta a chiudere una volta per tutte quella discussuione. -Non
capisco quali motivi ti hanno spinto a comportarti così con Daniel,ma ora
capirai che non c'era nessun motivo per farlo,anzi credo che tu gli debba anche
delle scuse...- -La mia opinione su quel ragazzo non cambierà certo perchè tu
sei infatuata di lui. Anzi,alla luce di quello che tu mi hai raccontato,sono
sempre più convinto che non dovresti rivederlo più-la interruppe Harry con voce
seria. Lily aggrottò la fronte e,dopo qualche attimo di incertezza,scosse il
capo. -No,assolutamente no! Non c'è nessun valido motivo per
cui...-ribattè ancora. -Sono tuo padre-le disse come se quello servisse a
spiegare tutto. -Allora puoi avere l'ultima parola su tutto quello che mi
riguarda?-gli domandò battagliera la ragazza. -Questa volta sì!Farai quello
che ti dico senza discutere. Non voglio che tu veda più Daniel Thomas,fine
della discussione-fece Harry alzando leggermente la voce. Lily sfidò il suo
sguardo per qualche istante,lanciando saette dagli occhi,la mascella contratta,
finchè un sorriso cattivo apparve sul suo volto. -Non credevo fosse
possibile...-disse criptica. Poi senza aggiungere altro,slegò lo sguardo dal
suo e a passi veloci si diresse verso l'ingresso. -Lily!Lily torna qui,non
abbiamo ancora finito!-la chiamò Harry andandole dietro. Quasi non lo
sentisse,Lily salì le scale con passi pesanti,fino a raggiungere la porta della
sua camera e richiuderla alle sue spalle con un tonfo che fece tremare la
parete. Harry osservò l'inizio delle scale per qualche istante,prima di
sospirare e abbassare lo sguardo, incontrando quello di sua moglie che aveva
fatto capolino dalla cucina e osservato l'ultima parte della
discussione. -Che avete tanto da urlare?- Voltandosi alle sue spalle,Harry
vide James appena rientrato,il cappotto indosso e con in mano ancora le chiavi
di casa nella mano sinistra. -E' questa l'ora di tornare a casa?-domandò
ancora pieno di rabbia per la discussione precedente.
Era stato Ronald a dirgli di tornare. Il
solito rompiscatole! D'altronde come poteva sapere cosa stava
interrompendo? Si dice che l'amore rende pazzi,ma nel loro caso rende anche
completamente incoscenti,perchè altrimenti come potevano spiegare il fatto di
essere seminudi nella camera da letto di Rose? L'idea di partenza,ovviamente,
non era quella. Era passato a prenderla per andare al cinema insieme,ma come
al solito,l'aveva trovata immersa nei libri di scuola. -Che accidenti stai
facendo?Le vacanze sono appena cominciate!-le disse seguendola nella sua stanza
e sedendosi sul suo letto,mentre lei tornava alla scrivania. -Lo so,ma sai
come sono fatta...- Si voltò leggermente sulla sedia dandogli le spalle per
richiudere i libri e impilarli l'uno sull'altro e poi tornare a
guardarlo. -Sei pronta?Il film comincia fra mezz'ora-le ricordò
James. Rose annuì e si rialzò in piedi,avvicinandosi all'armadio per
sistemarsi i boccoli gonfi con un cerchietto rosso. -Come vanno le cose da
te?-gli domandò mentre si guardava allo specchio. Jim alzò le
spalle. -Come sempre...Sono tutti eccitati per l'arrivo di Rebecca,mia madre
e Ronnie più di tutti-commentò poggiando entrambe le mani dietro di sè sul
piumone e poggiandovi il peso del corpo. Rose sorrise. -Non ti facevo così
disfattista-ribattè divertita dando le spalle allo specchio e
guardandolo. James scosse la testa. -No,non è quello:sono anche contento
per loro! E' solo che adesso ci aspettano dieci giorni di sbacchiucciamenti e
pomiciate in giro per la casa- ribattè spiegando il suo punto di
vista. Divertita,Rose rise,avvicinandosi a lui e andando a sedersi sulle sue
gambe,accolta dall'abbraccio del ragazzo. -Sai come si chiama
questa?Gelosia-gli disse poi avvicinando il viso al suo. Jim aggrottò la
fronte. -Ma fammi il favore!Geloso di Ronnie?E' una cosa che non sta in cielo
nè in terra!-replicò rigettando l'idea quasi offeso. Lei alzò le
spalle. -Come vuoi...- James alzò lo sguardo battagliero nel
suo,incuriosendola,portandola a mordersi l'interno del labbro inferiore come
faceva sempre quando qualcosa la incuriosiva. -Visto che tu sai tutto,perchè
dovrei essere geloso di Ronald?- Rose sospirò ed alzò le spalle,cercando di
mostrarsi indifferente;poi abbassò leggermente la testa fino a sfiorare la
mascella del ragazzo con la punta del naso. -Mah,forse perchè lui si diverte
più di noi...-disse con voce più bassa. La mano destra di James,che fino a
quel momento era rimasta ferma sulla sua schiena,ora aveva preso ad accarezzarle
dolcemente i fianchi,e sul suo viso era apparso un sorriso malizioso. -E
questo chi te lo ha detto?-le domandò alzando lievemente la testa per incontrare
i suoi occhi. Senza altre parole inutili,James avvicinò il viso a quello di
Rose e posò le labbra sulle sue,incontrando subito la reazione della
ragazza. Il braccio sinistro di Rose,che fino a quel momento era posato sulle
spalle di Jim,scivolò attorno al suo collo,avvicinandolo di più a sè permettendo
così una maggiore vicinanza. Assaporando il sapore delle sue labbra,Jim
dischiuse la bocca ed sfiorò il labbro inferiore di Rose con la punta della
lingua. Lei fece scivolare la mano lungo il collo fino all'inizio della
mascella,il mignolo che gli accarezzava il mento,mentre la sua lingua si
insinuava con sicurezza nella bocca di James,andando incontro alla sua
gemella,iniziando una piccola lotta fatta di sfioramenti e veloci tocchi. Si
mosse sulle sue gambe,voltandosi leggermente e portando il suo petto ad aderire
quasi del tutto contro il torace di Jim,le dita della mano sinistra che
affondavano nei capelli neri e folti del ragazzo. James staccò le labbra
dalle sue dopo un'ultimo tocco e la guardò con uno sguardo guardingo: aveva per
caso paura che lo respingesse scioccata per i loro baci? Gli sorrise
leggermente,avvicinandosi se possibile ancora di più a lui,mordendosi poi
un'angolo del labbro inferiore. -Forse hai ragione tu...-commentò. Jim
sorrise e tornò ad impossessarsi delle sue labbra,baciando il sorriso che ancora
era sulla bocca di lei. Era stato allora che l'atmosfera si era fatta più
"calda",senza che neanche se ne rendessero conto:avevano continuato a baciarsi a
lungo,con sempre maggiore intensità e passione, sdraiandosi sul letto per avere
una posizione più comoda. Preoccupato che quei semplici baci stessero andando
troppo oltre,James aveva cercato gli occhi di Rose e li aveva trovati sereni e
rassicuranti,quasi anche lei avesse avuto lo stesso pensiero. Si sdraiò
accanto a lei sul piccolo letto,un braccio sotto la testa,l'altra mano che
accarezzava i capelli ed il viso di Rose con la punta delle dita,dando a quei
gesti una dolcezza ed una tenerezza infinita. Spinta da quel gesto,lei aveva
avvicinato il viso al suo e aveva ripreso a baciarlo con lo stesso e forse
maggior ardore di prima. Non passò molto tempo prima che la felpa di James
finisse a terra,seguita quasi subito dal maglione di Rose. Era una strana
sensazione quella della pelle nuda sotto le dita... Mai prima d'ora si erano
concessi tanta libertà e sfiorando la pelle tesa e calda del torace di James,
Rose si chiese come avevano fatto a resistere tanto a lungo. Adesso capiva
perfettamente l'impazienza e la frenesia che sembrava aver colto Ronald e
Rebecca! Gli occhi persi in quelli verdi del ragazzo,sorrise piacevolmente
colpita quando lo vide tremare leggermente sotto le sue carezze. Sollevando
leggermente la schiena dal materasso e facendo forza sui gomiti,gli accarezzò la
guancia destra con le labbra scendendo poi sulla mascella,il collo e il petto
lasciando una scia di baci. Quando tornò a rialzare la testa e posò le labbra
su quelle di James,la risposta del ragazzo su vorace,quasi totalizzante. Le
mani posate su entrambe le guance del ragazzo,Rose gemette lievemente sotto le
labbra di Jim,desiderosa di scoprire di più,di sapere fin dove poteva spingersi
con i suoi baci e le sue carezze. Ma non riuscì a mettere in pratica le idee
che avevano già iniziato ad affollarle la mente perchè il cellulare di James
iniziò a vibrare nella tasca dei jeans. Disturbati dall'interruzione,i due
smisero di baciarsi, e si fissarono per qualche istante. -O rispondi o togli
il cellulare dalla tasca-gli disse lei sorridendo leggermente
divertita. James sbuffò,staccandosi dal suo abbraccio e mettendosi in
ginocchio sulle coperte,tirando allo stesso tempo il cellulare fuori dai
pantaloni. -E' Ronald-bofonchiò dopo aver visto il nome sul display. Lei
alzò le spalle. -Magari è importante- -Tecnicamente saremmo al
cinema...Non dovrei rispondere!-ribattè lui. Rose sorrise:nonostante fosse
altrettanto impaziente di tornare alla loro precedente attività non potevano
ignorare quella chiamata. E se fosse stata importante? -Dai rispondi, che
male può farti?-lo incoraggiò. Lui sbuffò ancora una volta e attivò la
comunicazione. -Si Ronnie che c'è?-domandò portando il cellulare
all'orecchio. Dalle frasi concitate che venivano dall'altra parte del
telefono capì che era stato un'errore. Dopo quello che era successo,suo padre
li avrebbe messi tutti a regime stretto:tutti colpevoli perchè sapevano e non
avevano impedito che succedesse. -Stanno ancora litigando?-domandò passandosi
una mano fra i capelli scompigliati. Quando suo padre e Lily litigavano
sembravano dimenticarsi del mondo intero:esistevano soltanto loro e le loro
posizioni contrastanti. -Veramente?-domandò sorpreso dall'ultima frase del
fratello. Quello era veramente il colmo! Guardò Rose,che per tutto il
tempo non aveva mai staccato lo sguardo da lui,e annuì. -Ho capito,va
bene...Arrivo-capitolò chiudendo la telefonata. Lanciò il cellulare sul letto
e sospirò. -L'avevo detto io che avremmo fatto meglio ad ignorarlo!- Si
lasciò cadere all'indietro sul letto e la guardò di nuovo. -Problemi?-chiese
lei cauta,pensando ad una discussione fra lo zio Harry e la zia Ginny. -Papà
ha scoperto la storia fra Lily e Daniel ed è andato su tutte le furie...A
sentire Ronald lo ha sbattuto fuori di casa ed ora sta litigando con Lily-le
disse brevemente. -Deve essere andata su tutte le furie;voglio dire se
l'aspettava un pò di resistenza da parte di vostro padre,ma non fino a questo
punto-commentò Rose. James annuì. -E la cosa divertente è che insieme a
Daniel c'era anche Scorpius Malfoy,che stava facendo lezione con Al,e papà lo ha
trattato con gentilezza!- Rose si morse la parete interna della guancia
destra e restò a fissarlo in silenzio mentre James si alzava e si
rivestiva,preparandosi per andare. -Prevedi guai?-domandò lei. Ora che
quella relazione segreta era cominciata sul serio, le dava sui nervi dover
subire quella battuta d'arresto per colpa di qualcun'altro! -Spero di
no!-rispose sincero. Prese il cappotto e tornò ad avvicinarsi al letto,dove
lei si era alzata sulle ginocchia per salutarlo. Gli allacciò un braccio
attorno alla vita e gli diede un piccolo bacio sulle labbra. -Ti chiamo
dopo-le disse lui andando di nuovo incontro alla sua bocca. Si concessero un
lungo bacio e al momento di separarsi,lei gli sorrise e gli scompigliò i capelli
come faceva fin da quando erano bambini.
-N-no,che fai...-mormorò con un filo di
voce. -Shh...Non vorrai farti sentire da Emy-lo ammonì l'altro. Quando la
lite fra suo padre e Lily era divampata,Albus e Scorpius avevano preferito
portare al piano di sopra Emy,evitando così di essere coinvolti,anche soltanto
in maniera indiretta,in quella discussione. -Secondo la tua esperienza,quando
cominciano a tirarsi i piatti?-gli aveva chiesto il biondo sedendosi sul letto
nella stanza di Albus. -Davvero divertente!Non capita mai nella tua famiglia
di litigare?-gli aveva domandato Albus cercando di difendere la sua "normale"
famiglia. Scorpius aveva scosso la testa. -No,preferiamo ignorarci-aveva
commentato sarcastico l'altro. Quanta verità si nascondeva in quella sola
frase?In fondo i Malfoy non sono noti per la loro espansività e
comprensione... Stufa di quelle frecciatine,Emy aveva sbuffato,quasi volesse
palesare la sua presenza ai due ragazzi. -E ora che facciamo?Io volevo vedere
Spongebob!-si era lamentata. -Sponge...che?-aveva chiesto Scorpius. Al
aveva scosso la testa:troppe nozioni babbane potevano fargli male!Meglio
rimandare la lezione sui cartoni animati ad un'altro momento. -Lascia
perdere...Piuttosto Emy,che ne dici di fare qualcosa con me e Scorpius?-le
propose il fratello. Aveva capito dallo sguardo curioso della bambina che
l'idea la incuriosiva. -Possiamo sentire dei dischi nello studio di
papà-aveva proposto la bambina. Sarebbe stata un'ottima idea in un'altro
momento,ma ora con suo padre infuriato era meglio tenersi alla larga dal piano
terra. -Che diresti invece di nascondino? Io e Scorpius ci nascondiamo e
tu devi trovarci-aveva detto cercando di apparire entusiasta. Emy aveva
assunto la solita espressione che inalberava ogni volta che era indecisa fra due
idee altrettanto interessanti:era chiaro che l'idea dei dischi la interessava
ancora,e che non sarebbe stato lo stesso ascoltare della musica nella sua
camera,quindi se voleva scendere dabbasso doveva far valere le sue idee. Ma
del resto anche l'idea del nascondino non era poi così
malvagia... -Ok...Comincio io- -Perfetto,allora tu vai nella tua stanza ed
inizi a contare...Diciamo che arrivi fino a cinquanta,e poi inizi a
cercarci-aveva detto subito il fratello. -E non barare!-aveva ribattutto il
biondo. Emy aveva annuito per poi correre fuori dalla stanza. I due
ragazzi si erano guardati alcuni istanti prima di scambiarsi un sorriso
reciproco. -Io sotto il letto e tu nell'armadio?-propose Al. Scorpius
aveva arricciato per un'istante le labbra,pensieroso. -Ho un'idea
migliore...Che ne dici se ci nascondiamo tutti e due nell'armadio?-gli aveva
proposto. Il moro aveva sorriso,leggermente divertito. Come al solito,il
compagno non la smetteva di provocare! -Guarda che non sto scherzando,anzi
credo che saremmo anche abbastanza comodi...-aveva continuato l'altro. E
passando dalle parole ai fatti,si era voltato ed aveva aperto un'anta
dell'armadio,guardandovi dentro per qualche
istante. -Perfetto!Dai,sbrighiamoci o tua sorella ci scopre subito!-gli aveva
detto prendendogli la mano destra e tirandolo dentro insieme a lui. Scorpius
si era nascosto nel fondo dell'armadio,attirando contro di sè Albus che non
appena richiuse le ante,si era guardato intorno nel locale angusto e
ombrato. -Devi mettere un pò in ordine qui dentro...-aveva commentato
Scorpius alle sue spalle. -Perchè?-gli aveva chiesto voltando leggermente la
testa l'altro. -Ci sono ancora le riviste porno etero dietro quella racchetta
da tennis-aveva risposto ridendo fra i denti. Il moro arrossì,andando
letteralmente a fuoco per l'imbarazzo,grato all'oscurità lieve che non
permetteva all'altro di vedere il suo viso. Sentì però le braccia forti di
Scorpius avvolgersi attorno ai suoi fianchi e premerlo contro di sè, facendogli
poggiare la schiena contro il torace del biondo. -Meno male che le cose sono
cambiate...-soffiò Scorpius al suo orecchio destro. L'attimo dopo,i denti di
Scorpius graffiarono il lobo destro di Albus,facendo scivolare poi le labbra
dietro l'orecchio e fermandosi all'inizio della mascella. Al sospirò e
abbandonò la testa all'indietro,poggiandola contro la spalla destra del
compagno:già,meno male che i suoi gusti erano cambiati... Una mano del
biondo,che fino a quel momento erano state ferme attorno alla vita,salì
accarezzando il petto coperto dal maglione. -N-no,che fai...- Non poteva
lasciarlo continuare:sapeva che effetto avevano le carezze di Scorpius su di
lui,non poteva farsi scoprire! -Shh,ci farai scoprire da Emy!- L'attimo
dopo la mano sinistra scese in basso,coprendo completamente il cavallo dei
pantaloni,e iniziò ad accarezzare la timida erezione che Albus stava cercando di
tutti i modi di smontare. -OH Cielo!Ti prego Sys,non...-mormorò ancora Al,la
schiena inarcata contro il bassoventre del compagno. Come se quelle preghiere
avessero avuto successo,Scorpius tolse le sue mani dal corpo di Al e, nonostante
lo spazio ristetto,lo fece voltare in modo da far incontrare i loro
sguardi. -Ti voglio...Voglio fare l'amore con te-gli disse con voce
seria. Al lo guardò con aria confusa:anche lui lo desiderava,ma quello non
era il posto nè il momento adatto. -Anche io lo voglio,ma adesso
non...- Il ragazzo si produsse nel suo inconfondibile ghigno targato Malfoy e
scosse leggermente la testa. -Certo che no! Non voglio rischiare di essere
bandito da qui come Thomas...La sera di Capodanno. A casa mia- Al sorrise
neanche gli avessero raccontato la più divertente barzelletta del mondo. -Sì
con i tuoi genitori nell'altra stanza che ci applaudono! Ma fammi il
piacere!-ribattè subito. L'altro scosse ancora una volta la testa. -I miei
genitori non ci saranno...Mio padre passerà l'ultimo dell'anno con la sua nuova
amante e mia madre sarà a Cabo con le sue amiche-lo tranquillizzò. Alzò una
mano e gli sfiorò la guancia sinistra con la punta delle dita. -Avremmo la
casa tutta per noi...Dimmi che verrai-aggiunse poi con voce più bassa e più
titubante. Al sorrise per quell'attimo di incertezza che lo aveva colto e gli
diede un bacio veloce. -Come posso resistere ad un invito tanto
sentito?- Non avrebbe perso quell'occasione per niente al
mondo...
-E questo è tutto- Le aveva raccontato
tutto. L'espressione negli occhi di Ginny era incredula,forse per il racconto
che lui aveva appena concluso,per il segreto che aveva avuto con lei per tanti
anni,o per tanti altri motivi che lui non sapeva. -Incredibile-mormorò a
mezza voce la donna. Quando Lily era corsa in camera sua rifiutando di
continuare la discussione,Harry aveva notato la presenza della moglie nel
corridoio e aveva capito,fin dal loro primo sguardo,che avrebbe dovuto darle
molte spiegazioni sul suo rifiuto così netto verso Daniel. Così si erano
chiusi nel salotto e le aveva raccontato tutta la storia di Seamus e Dean,di
come lui e Ron ne erano venuti a conoscenza e di come ne erano rimasti in
qualche modo coinvolti alla loro rottura. -Come ho fatto a non accorgermi di
niente?-domandò ancora lei,più a sè stessa che a lui. -Avevamo tante altre
cose a cui pensare all'epoca:avevamo appena saputo dei gemelli,poi c'era
Teddy,il lavoro...-fece Harry. -C'era il problema con Sarah...-aggiunse lei
senza guardarlo. Già,c'era anche quello,ammise Harry annuendo. -E' per
questo che Seas è rimasto tutto quel tempo nostro ospite?-domandò ancora
lei. Harry annuì. -Dean aveva iniziato ad aspettarlo sotto casa,sperando
di riuscire a fargli cambiare idea,così per evitare di farlo dormire in ufficio
gli proposi di venire da noi finchè non si fossero calmate le acque...Poi c'è
stato l'incidente e l'incantesimo,quindi restò anche per aiutarmi nella
convalescenza,ma allora aveva già incontrato Rupert- Ginny restò in
silenzio,persa dietro i suoi pensieri,sempre osservata da Harry:cosa stava
pensando? Cosa provava in quel momento? Era arrabbiata con lui perchè non
le aveva detto nulla? -Ce l'hai con me per averti nascosto tutto questo?-si
decise a domandarle. Ginny accennò un sorriso e scosse la testa. -No:non
era un tuo segreto,non eri tenuto a parlarmene. Però non capisco come mai ti
sei accanito in quel modo contro Daniel-gli disse sincera. Harry abbassò lo
sguardo,una mano fra i capelli ribelli:sapeva che prima o poi gli avrebbe fatto
quella domanda. -Io ho visto come ha sofferto Seas per colpa di Dean,quanto è
stato difficile per lui dimenticarlo...Non voglio che succeda lo stesso a
Lily-le disse senza guardarla. -Quindi lo stai facendo per lei...Non per
te-aggiunse la donna. Harry alzò la testa e incontrò gli occhi,sorpreso per
la domanda che lei gli aveva appena fatto:come poteva pensare una cosa del
genere? L'unica cosa che aveva sempre avuto a cuore era stato il bene di sua
figlia! -Certo che lo faccio per lei! Ora è ferita ed è normale che non
capisca quello che sto facendo per lei,ma prima o poi capirà che è stata la cosa
migliore-ribadì sicuro. Ginny premette le labbra una sull'altra e lo fissò a
lungo,prima di alzarsi e sospirare. -Se continuerai ad impuntarti,a portare
avanti questo tuo risentimento verso Daniel,lei finirà per odiarti. Sei
pronto a correre questo rischio?-gli domandò cercando di farlo
ragionare. Harry scosse la testa. -No,vedrai dovrai ricrederti...-le disse
sicuro delle sue idee. Ginny gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla
guancia sinistra. -Lo spero per te amore-
Salve a
tutti!!!
So di
avervi fatto aspettare un pò,ma ci sono state le vacanze di Pasqua e poi stavo
scrivendo la fine di una fiction,quindi mi sn concentrata quasi esclusivamente
su quella,ma ora sono tornata ed ho molto + tempo x qst fiction!Non so quanto ne
sarete contenti...
Finalmente abbiamo scoperto il grande segreto che si nascondeva dietro la
prima serata di Daniel e Lily e so che può sembrare poco in confronto a quello
che è successo fra Rose e James durante la festa dai Serpeverde,ma ho pensato di
cominciare in modo soft:un semplice bacio,ed uno scambio di
anime.
Daniel le
ha raccontato tutti i suoi segreti + inconfessabili soltanto perchè la riteneva
uno spirito affine e capace di capire quello che gli era successo...Certo poteva
succedere molto altro dopo il suo racconto,ma ho pensato che,dopo aver condiviso
cs tanta "intimità",altra intimità avrebbe rovinato quel
momento.
Spero di
nn aver deluso nessuno con la mia decisione!
Parlando
sempre di Daniel e Lily,ma in maniera indiretta:qst capitolo è molto
importante,quasi un punto di snodo x qlli che verranno,e da cui partiranno le
storie di Scorpius ed Albus,Harry e Ginny e in parte anche Ronald e
Rebecca.
Inoltre,voglio rassicurare tutti quelli che mi hanno chiesto notizie
della coppia Allison-Fred:state tranquilli,torneranno nel prox
capitolo!
Ringrazio
tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x
eventuali errori di battitura o ortografia.
La frase
all'inizio è presa da "Do you want to know a
secret" dei Beatles.
E ora i ringraziamenti:WingsHP(Ci vuole ancora un pò prima che scopra della loro storia,e molte
altre cose devono ancora succedere...Invece per le scenate di gelosia fra Al e
Scorpius bisognerà attendere fino al ritorno dalle vacanze di Natale;Se c'è una
cosa che ho imparato bazzicando il mondo dei Serpeverde è che nn si arrendono
tanto facilmente,quindi Luke ne combinerà di tutti i colori per farsi perdonare
da Alice...),Lights(Eccoti
accontentata!Sentivi la loro mancanza?),Missjude(Che posso dire?Bethany ha una
bella voce e qst canzone mi piace molto...Come vedi la tua sensazione era
giusta:Al ci sa fare,e sembra rendere difficile al ns Scorpius non mettergli
sempre le mani addosso!Su casa Potter si stanno per scatenare venti di
bufera,che interesseranno quasi tt la famiglia,eccezione fatta x Emy e pochi
altri,ma chiarisco subito che Dan tiene moltissimo a Lily.La ama,è il suo
sostegno,la sua forza in tt qst situazione credo sarebbe perso senza di
lei...Posso confermare,senza ombra di dubbio,che farei carte false x avere un
marito come George!Ci metterei la firma subito!Per concludere il Capodanno, anzi
i capodanni:fai bene Roby ad aspettarti sorprese...ce ne saranno
parecchie!),Gioia_in_blu(Una piccola spiegazione sul risentimento di Harry verso
Dan viene data nel capitolo,ma è legata principalmente alla storia a cui
questa è legata),Elly(Sarebbe stato meschino,visto la sua esperienza passata con
Harry:in fondo lei lo aveva a portata di mano ogni estate!Posso già confermare
che sfrutteranno ogni momento libero...Parlando di AL e Scorpius,invece,nn ci
crederai,ma il ns moretto è qll ke al momento è meno coinvolto:x qualche
ragione,Cupido ha scoccato la sua freccia sul ns Scorpius,facendogli perdere
completamente la testa.Rinunciare a Daniel?Speranza vana ed
assurda!),Nefene(Come hai
visto è una cosa del genere...Le vecchie esperienze sono difficili da
dimenticare,anche se le viviamo per interposta persona),IRE'89(Come va ora il tuo pc?Tutto
risolto?Del resto c'è una sola richiesta "a lunga durata" ed è quella di
Ronald:gli altri ragazzi restavano solo per poche ore...Ma lo stesso è successo
il guaio!Segreto svelato,e fra i due l'adulta sembrava Lily,ma è difficile
credere che la "cattiveria" ke c'è nel padre nn si sia riversata anche nel
figlio;Harry sta solo cercando di proteggere Lily,solo che lo fa nel modo
sbagliato...Credo che in qualche modo Scorpius abbia capito che la ragazza sa
qualcosa,o almeno lo ha intuito visto il legame che c'è fra i due
fratelli,piuttosto mi è piaciuto il comportamento di Dan che ha trattato
Scoprius come un compagno di Casa qualsiasi senza tante paranoie;Ah volevo
chiederti:ma per caso sei il Grande Fratello?Ho guardato in giro ma nn ho visto
telecamere e microspie,ma allora come hai fatto ad indovinare?Cmq nn succederà
molto presto,nn sarebbero ancora pronti...Per quanto riguarda Luke ed Alice,la
loro credo sarà la storia + tormentata di tt la fic,neanche Rose e Jim
soffriranno tanto),Tonks'17(Mi piace quando diventi ripetitiva,cmq...So che Rebecca sembra
essersi eclissata,ma c'era un semidramma in corso al piano di sotto e ho dato +
importanza a quello,tornerà nel prox capitolo;dai nn può certo immaginare che il
suo Al,prossimo medico,possa essere interessato a Scorpius Malfoy,lei lo
immagina ancora cn la testa nei libri!Nn ha idea che i libri li ha abbandonati
da un pò...Parlando di George e Luna,x il momento il ritorno a
Londra nn è ancora previsto,del resto la libertà dagli altri
parenti è così bella,perchè nn approfittarne ancora un pò?AL momento la mamma di Luke è un ibrido,ancora nn
so come si chiama e tt il resto,xò ti farò sapere al
+ presto;x qnt riguarda BLaise,si può dire che Draco sia + permissivo di lui,ma fino ad un
certo punto,BLaise è interessato alla rispettabilità del nome e nn crede che sposare la
figlia di 2 commercianti,x quanto conosciuti,possa portare giovamento alla sua famiglia...Sai che
x quanto riguarda i fiori,credo tu sia stata l'unica a capire di
cosa si trattava?Devo farti i miei
complimenti!).
Bene,è il momento
dello spoiler
"Erano ore che non faceva che
pensare al suo sgaurdo,al sorriso che gli aveva lanciato poco prima di
separarsi...cosa stava pensando ora?
Lo aveva già completamente
dimenticato?"
Bene,ora vi saluto
e vi do appuntamento al prox capitolo...
"Lonely Hearts
Club Band"
Baci,Eva.
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Capitolo 21 *** Lonely hearts club band ***
lonely
"And after all that
you've been through I will make it up to you I promise you, baby And
after all thats been said and done You're just the part of me I can't let
go"
Sdraiato sul suo letto
Ronald attendeva il segnale che,come sempre,avvertiva l'intera famiglia Potter
della fine della discussione. Riflettendo su quello che era appena successo
contrastanti pensieri gli attraversavano la mente: era preoccupato per Lily e
Daniel,per quello che sarebbe successo all'amico ora che il padre sapeva della
loro relazione,ed inoltre pensava a come poteva sentirsi sua sorella,costretta a
subire un'umiliazione simile davanti al suo ragazzo e sentirsi urlare contro che
questi era l'ultimo uomo sulla Terra che il loro padre voleva vederle
accanto... Ok,forse il padre non aveva usato quelle esatte parole,ma il senso
era quello. Dal canto suo era anche preoccupato da come quella situazione
poteva essere interpretata da occhi esterni:dovevano sembrare una famiglia di
pazzi schizzati! Almeno questo avrebbe pensato lui se ci si fosse trovato in
mezzo. Le pareti della sua stanza tremarono e gli fecero rientrare il collo
nelle spalle neanche fosse una tartaruga:la discussione era finita. Ora
dovevano solo aspettare l'inevitabile ramanzina. -Cos'era quel
rumore?- Ronald abbassò lo sguardo fino ad incontrare quello di
Rebecca,sdraiata sul letto insieme a lui, la testa posata sulla sua spalla
destra,un braccio abbandonato sul suo addome. -Mia sorella e mio padre hanno
finito di discutere...O meglio,Lily se ne è andata sbattendo la porta e
sicuramente mio padre ha continuato a fissare le scale in attesa di un secondo
round-le spiegò con aria saputa. Rebecca annuì,tornando poi a giocare con le
dita della sua mano sinistra. -Becca mi dispiace da morire-si scusò subito
Ronnie,iniziando ad accarezzarle i capelli lisci. Lei aggrottò le
sopracciglia e lo fissò senza capire. -Per tutto questo caos!Ti ho invitata a
passare qualche giorno con me e nell'istante esatto in cui siamo entrati in casa
è scoppiato l'inferno-le spiegò. Rebecca sorrise e scosse la
testa. -Ronnie davvero non è il caso,credi che a casa mia non ci siano mai
discussioni? Anzi ce ne sono state molte proprio per via del tuo
invito!-disse a conferma delle sue parole. -Veramente?-chiese stupito il
ragazzo. Tutto era successo così tranquillamente e senza nessun'intoppo che
aveva creduto che i genitori di Rebecca non avessero avuto problemi nel
permetterle di passare qualche giorno con lui. -Un ragazzo mi invita a casa
sua per dieci giorni e credi che questo non porti a delle domande e a delle
discussioni? Mi hanno praticamente messa sotto interrogatorio!Mi hanno
chiesto da quanto tempo ci conoscevamo e che tipo di rapporto c'era fra noi
due...-iniziò lei elencando la lunga lista di esami che aveva dovuto subire
prima di poter accettare il suo invito. -E tu come hai risposto?-domandò
l'altro curioso. Rebecca sorrise,lievemente divertita. -Ho detto la
verità:che sei il mio ragazzo...Puoi immaginare che cosa si è scatenato dopo
questa confessione-gli rispose lei. Ronald annuì,anche in realtà aveva solo
una vaga idea di quello che potevano aver pensato i genitori di Rebecca e come
doveva essere sembrato strano per lei rispondere alle loro domande: per fortuna
i suoi genitori non avevano fatto lo stesso con lui. Ma forse per una ragazza
è diverso... -Mia madre,una volta rimaste sole,si anche arrischiata a
chiedermi se avevamo già fatto sesso!- aggiunse poi con un misto di divertimento
e vergogna nella voce. Ronald si coprì gli occhi con una mano e gemette,in
preda alla più profonda vergogna, subito accompagnato dalle risate di
Rebecca. -Se non l'avessi fermata si sarebbe lanciata in un discorso sul
sesso sicuro e di quanto è importante essere sicuri di aver trovato la persona
giusta prima di compiere un passo del genere!-gli raccontò ancora lei. Lui
continuò a gemere sconfortato per la sempre più terribile impressione che i
signori Paciock si stavano facendo di lui: ormai non c'era più niente poteva
rimediare a quella ennesima brutta figura! Rebecca si alzò su un gomito e gli
tolse la mano davanti agli occhi cercando il suo sguardo,un lieve sorriso sulle
labbra. -Sai come le ho risposto?-gli chiese con voce leggera. Lui scosse
la testa,lo sguardo fisso sui suoi occhi. -Le ho detto che per il momento non
doveva preoccuparsi e che comunque ero certa di aver già trovato la persona
giusta con cui farlo la prima volta-gli disse,alcune dita della mano destra che
disegnavano forme astratte sul suo petto. Ronald la fissò sorpreso per
qualche istante,colpito da quelle parole. -Stavi parlando di me,vero?-domandò
poi. -Certo che sì,stupido!-ribattè lei ridendo. Lui alzò le spalle e
sorrise leggermente quando la vide posare le braccia sul suo petto,la testa
posata sugli avambracci ed il corpo parzialmente sdraiato su di
lui. -Scusa,ma in certi casi è meglio essere sicuri al 100%!-disse buttandola
sullo scherzo. Rebecca sorrise per qualche istante prima di avvicinare il
viso al suo e dargli un piccolo bacio sulle labbra. Le loro bocche si vennero
incontro,si cercarono delicate e sollevando leggermente la schiena dal
letto,Ronald si portò più vicino a lei,una mano fra i suoi capelli morbidi e
lisci. -Per favore non cominciamo con queste smancerie!Non avrete intenzione
di andare avanti così per tutta la vacanza spero!- James era entrato nella
stanza e si era richiuso la porta alle spalle,iniziando a togliersi la giacca e
la sciarpa. Ronald,malvolentieri,si staccò da Rebecca e guardò il fratello
che intanto si era avvicinato al proprio letto. -Arrivi sempre al momento
giusto...-borbottò. James sogghignò e guardò la ragazza con un sorriso
cordiale:da quando lui le aveva rivelato i sentimenti del fratello,aiutandola a
capire perchè lui fosse così astioso verso di lei,si era stabilito un bel
rapporto di amicizia fra di loro. -Come ti è parso il primo approccio con la
nostra famiglia?Ti saremmo sembrati una gabbia di matti-le domandò
curioso. Rebecca scosse la testa. -No sta tranquillo...Lo stavo dicendo
anche a tuo fratello prima che non siete la sola famiglia che
litiga. Dovreste sentire mia madre e mia sorella-disse a riprova delle sue
parole. Ronald annuì e fissò il fratello. -Dov'eri?Ci hai messo un pò a
rispondere!- Un'espressione strana apparve sul volto di James,come se si
aspettasse quella domanda ma lo stesso si sentisse imbarazzato per qualcosa che
Ronald non riusciva a capire. Del resto come poteva essere il contrario in
quella situazione? -Ero al cinema con Rose e lì i cellulari dovrebbero essere
spenti!Ho fatto anche una brutta figura per colpa tua-lo beccò. Il fratello
alzò le spalle. -Quella la facevi anche senza il mio aiuto-lo
punzecchiò. Sentirono bussare lievemente alla porta e l'attimo dopo Albus
fece capolino nella stanza. -Posso?-chiese restando con una mano sulla
maniglia. James annuì epoco dopo il fratello andò a sedersi accanto a lui sul
letto. -Com'è la situazione?-gli domandò guardandolo. Al alzò le
spalle. -Mamma e papà sono di sotto a parlare e Lily è chiusa in camera
sua...Ho provato a bussarle per vedere se voleva parlare,ma mi è parso di capire
che era al telefono-disse ad entrambi i gemelli. -Credete che vi
puniranno?-domandò Rebecca lievemente preoccupata. Ronald storse la bocca
chiusa verso destra,riflettendo. -E' possibile,dipende quanto nostro padre ci
ritiene "colpevoli" insieme a Lily...Personalmente non ho niente da
rimproverarmi:quando ho saputo della loro storia ero contrario,lo hai visto
anche tu,ma vedendoli insieme,vedendo come Daniel si comporta con lei,mi sono
dovuto ricredere. Che c'è di male se stanno insieme?-domandò agli altri
tre. James scosse la testa lentamente. -Non lo so,ma sono d'accordo con
te-ammise il maggiore. Albus annuì. -Se devo dirvi come la penso,credo che
Daniel sia la cosa migliore che sia capitata a Lily:da quando lo conosce è più
calma,più riflessiva,non si fa prendere dall'istinto come succedeva in
passato. E se nostro padre è deciso ad andare avanti con questa storia e
dividerli,farò quello che mi è possibile per evitare che succeda-disse con voce
sicura e decisa. I due gemelli e Rebecca lo fissarono e senza parlare,il moro
seppe che anche loro erano d'accordo con lui.
Un uccellino gli aveva
dato la notizia:lei era tornata a Londra. Si trattava di un viaggio breve e
che la vedeva impegnata quasi esclusivamente con i parenti e la famiglia,ma non
poteva fare a meno di sperare. Se lei era tornata,forse poteva parlarle o
vederla... Erano giorni che non sentiva la sua voce,che non sapeva cosa
pensava di lui dopo che le aveva confessato il tradimento con la
Greengrass. Cosa pensava di lui?Cosa aveva deciso per la loro storia? Non
aveva neanche voluto prendere in considerazione l'idea che fra loro potesse
finire,incredibilmente ottimista rispetto a come stavano le cose fra di
loro. Alice lo amava,di questo ne era sicuro,ed era certo anche del fatto che
sarebbero riusciti a superare quel momento di crisi. Avrebbe fatto di tutto
perchè lei capisse che l'amava ancora. Forse era per questo che si trovava di
fronte alla porta della Tana? Il suo informatore gli aveva detto dove andare
e anche per quando era atteso l'arrivo di Alice e della sua famiglia,così aveva
lasciato passare un paio di giorni per poi risolversi a fare quel piccolo
viaggio. Era strano trovarsi lì,con i piedi completamente affondati nella
neve,a guardare quella casa che sembrava restare in piedi per miracolo con i
pupazzi di neve nel cortile davanti casa... Come sembrava tutto diverso da
casa sua... Aveva fissato per qualche istante la porta e le finestre che
affacciavano sul piccolo cortile per poi risolversi a bussare. Due colpi
decisi sul legno duro della porta. In attesa,aveva iniziato a sfregare le
mani una contro l'altra per riscaldarle,mentre uno sbuffo di fumo bianco gli
usciva dalle labbra. La porta si era aperta e davanti a lui era apparsa
l'ultima persona che voleva incontrare in quella situazione:il padre di
Alice. Vide chiaramente il sorriso,che lo aveva accompagnato da dentro la
casa,svanire nell'istante che riconobbe la persona che aveva di fronte
sostituita da un'espressione seria. Del resto come biasimarlo? Lui era il
bastardo per cui sua figlia stava male...era già tanto se non gli aveva già
chiuso la porta in faccia. -Posso esserti utile?-domandò con voce
controllata. Luke fece un cenno di saluto con il capo e ricambiò il suo
sguardo. -Salve signore...Sto cercando Alice-disse,sperando di avere una voce
ferma. L'uomo lo fissò in silenzio qualche secondo prima di rianimarsi e
affondare le mani nelle tasche dei pantaloni. -Mia figlia non c'è-rispose poi
con lo stesso tono di poco prima. Lui annuì,quasi si aspettasse quella
risposta:nessuno sapeva del suo arrivo. Si accorse anche che l'uomo non aveva
fatto il minimo cenno per invitarlo ad entrare in casa o per metterlo a suo
agio,quindi si strinse ancora di più la sciarpa attorno al collo e affondò anche
lui le mani nelle tasche del cappotto. -Ok,allora la aspetterò qui,se non è
troppo disturbo-disse con il solito tono cordiale. Doveva far capire all'uomo
che,nonostante quello che era successo e che lo aveva portato sulla porta di
quella casa,lui era soltanto un bravo ragazzo che aveva fatto
un'errore. Un'errore di cui si era pentito l'istante dopo. Vide il padre
di Alice voltarsi verso l'interno della casa per qualche istante,prima di
tornare a voltarsi verso di lui e socchiudere la porta alle proprie
spalle. -Posso parlarti con franchezza Luke?-gli domandò chiamandolo per nome
per la prima volta. Il ragazzo annuì. -Credo sia meglio che Alice non ti
trovi qui al suo ritorno...Non penso sia la cosa più giusta per lei. Si sta
riprendendo solo adesso dopo una settimana in cui non ha fatto altro che
piangere,e vederti le renderebbe più difficile dimenticarti...-gli disse con
voce chiara e sicura. -Dimenticarmi?-chiese Luke sorpreso. Il padre di
Alice si limitò ad annuire,seguito subito dal gesto di diniego di Luke,che
credeva inconcepibile anche la sola idea che Alice volesse dimenticarlo e
bandirlo dalla sua vita per sempre. -No,Alice non può farlo,deve lasciarmi
spiegare...Per favore permetta che parli con lei-gli disse incontrando i suoi
occhi verdi. -Mi dispiace,ma mettiti nei miei panni:se tu fossi qui al posto
mio,ti daresti una seconda opportunità dopo aver visto quanto tua figlia è stata
male per colpa mia?-gli domandò. Forse avrebbe agito come lui,aveva
ragione... -Devo fare quello che è meglio per Alice e non credo le farebbe
bene vederti- gli disse con voce sicura. Luke si passò una mano guantata fra
i capelli,un'espressione incredula sul volto. -Scusami ragazzo,ma lei è la
mia unica figlia...E' mio dovere proteggerla da ciò che può ferirla- gli disse
spiegandogli il suo punto di vista. -Anche da me?- L'uomo sospirò facendo
uscire una cortina di fumo bianco dal naso e lo guardò con un'espressione sicura
che Luke aveva iniziato ad odiare. -In questo momento specialmente da
te- Si fissarono per qualche istante nel più completo silenzio,finchè George
non si voltò e rientrò in casa,chiudendo la porta dietro di sè. Luke fissò il
legno scuro della porta confuso,finchè non prese la sua decisione:doveva parlare
con Alice. Al diavolo quello che ne pensava il padre!
Era giorni che non
faceva che pensare a quello che era successo. Rivedeva nella sua mente lo
sguardo che gli aveva lanciato prima di separarsi e il piccolo sorriso di
complicità che incorniciava le sue labbra. Era dovuto scappar via neanche un
ladro in maniche di camicia per evitare che Seamus si accorgesse della sua
presenza,o peggio,di quello che stavano facendo! Si era chiesto
spesso,ripensando a quei momenti,come avevano fatto a passare dalla timidezza
del primo bacio sotto il vischio alla sicurezza dei baci seguenti e delle mani
sotto i vestiti. A distanza di giorni riusciva ancora a ricordare il sapore
delle sue labbra e il tocco delle sue dita sugli addominali tesi. Possibile
che non avesse avuto neanche un'istante di timore o paura mentre era fra le sue
braccia?Gli si era abbandonata contro in un modo che andava oltre la sicurezza e
la fiducia,quasi non avesse aspettato altro che quell'istante per tutta la
vita. Se chiudeva gli occhi riusciva a vedersi di nuovo su quel divano,lei
sotto di sè,un braccio legato attorno alla vita mentre l'altro era allacciato
alle sue spalle larghe. Riusciva a sentire le gambe lunghe di lei che
sfioravano le sue,incuranti dei jeans che ben presto erano diventati troppo
stretti. Chi l'avrebbe detto che una ragazza di neanche quindici anni lo
avrebbe mandato in confusione a quel modo? Il modo in cui lo baciava era
perfetto:delicato,dolce e allo stesso tempo stuzzicante... Gli accarezzava le
labbra con le sue con un bacio a stampo prima di sfiorargli il labbro inferiore
con la punta della lingua perchè le concedesse di più, approfondisse quel bacio
e a corresse incontro alla sua lingua per una danza giocosa e maliziosa allo
stesso tempo. Aveva fatto scivolare le dita lungo la schiena di Allison per
poi infilarle al di sotto della maglia a contatto con la pelle calda e liscia
dell'addome,ancora incapace di staccarsi dalle sue labbra. E lo stesso
sembrava valere anche per lei! Si erano separati solo il tempo per poter
sfilare più facilmente la maglia di Allison e il suo maglione prima di tornare
ad abbracciarsi:lui le aveva accarezzato il collo con le labbra e la
lingua,posando entrambe le mani sui fianchi di lei e portandola sulle sue gambe
sistemando entrambi in una posizione seduta. Non si era aspettato affatto che
Allison iniziasse a muovere il bacino avanti ed indietro sul suo con lenti
tocchi:dove aveva imparato quella mossa? Inevitabilmente quei movimenti
avevano risvegliato la sua eccitazione,portandola a scontrarsi contro il tessuto
dei jeans e dei boxer,rendendola partecipe suo malgrado. I loro occhi si
erano incontrati e sul viso di Allison era apparso un sorriso enigmatico,che lo
aveva lasciato pieno di domande:cosa stava pensando?Era scioccata dalla piega
inaspettata che aveva preso quel momento? Non aveva avuto il tempo di
chiederglielo. Il rumore della porta di casa che si chiudeva rumorosamente
era,fortunatamente,arrivato fino a loro,permettendo ad entrambi di alzarsi in
piedi e cercare di ricomporsi. Prima che Seamus fosse entrato nel salotto,lui
aveva raccattato il suo maglione e la sua giacca e,dopo averle rubato un'ultimo
bacio,si era smaterializzato. Era meglio evitare problemi per il
momento... Ma ora non faceva altro che pensare a quello che era successo!Era
un brutto segno? Forse...vista la giovane età di Allison e l'amicizia che
correva fra le loro famiglie e anche fra loro due:se si fossero accorti che era
stato un'errore abbandonarsi a quei baci e a quelle carezze, come avrebbero
dovuto comportarsi? Cercò di allontanare ancora quei pensieri dalla mente e
bussò alla porta della Tana,pestando i piedi sul gradino per scrollarsi la neve
fresca dalle scarpe. Si accorse della persona che,a qualche metro di
distanza,era poggiato al muretto che recintava la proprietà:era una sua
impressione oppure lo stava fissando attentamente? Ricambiò lo sguardo finchè
questo non voltò la testa da un'altra parte,senza però aiutarlo a svelare il
mistero che avvolgeva la sua persona. Chi era quel ragazzo?Se era lì intorno
voleva dire che cercava qualcuno della famiglia Weasley,ma se così era allora
perchè non bussava alla porta? Riportò lo sguardo sul legno della porta e
quando questa si aprì un sorriso sorpreso apparve sul suo volto,facendosi
dimenticare tutte le sue congetture sul ragazzo misterioso. Lo stesso sorriso
che comparve sul viso di Allison. -Ciao-la salutò,cercando di non caricare di
sottintesi strani la sua voce. Lei premette le labbra una contro l'altra e
sorrise con maggiore convinzione. -Ciao- Fred la fissò per qualche istante
e capì quello che sarebbe successo da quel semplice
sorriso...
-E'ancora lì fuori...Ora
esco e vado a dirgliene quattro- -No non lo farai!- George si allontanò
dalla finestra da dove aveva spiato il ragazzo che da mezz'ora aspettava al
freddo l'arrivo di Alice,e si voltò verso la moglie,pochi passi dietro di
lui. -Ammetterai anche tu che ha una gran faccia tosta a venire fin qui!-fece
lui guardando il suo volto. Luna storse le labbra verso destra e fece un
cenno incerto con il capo. -Che vorrebbe dire quella smorfia?-chiese
lui. -Che forse hai ragione tu e forse ha ragione lui!Noi non sappiamo come è
andata-gli ricordò. George si lasciò andare ad un respiro più forte degli
altri e annuì,dandole ragione. Ma che importava sapere? L'unica cosa che
aveva contraddistinto la loro ultima settimana a Seattle era stata la tristezza
e le lacrime di Alice,che la faceva sembrare un'altra persona completamente
diversa dalla ragazza solare e spigliata che era di solito. A chi interessava
sapere cosa era successo quando aveva provocato quelle reazioni? Sicuramente
non a lui! -Ok,è vero...Ma secondo te importa? A me è bastato vedere com'è
stata in questi ultimi giorni nostra figlia per decidere che non è il ragazzo
adatto a lei-le disse con voce decisa. Sua moglie sorrise ed incrociò le
braccia sul petto. -E per quale motivo?-gli chiese curiosa. -Che razza di
amore è il suo se la fa stare tanto male? Sicuramente troverà qualcun'altro
che apprezzerà le sue qualità senza ferirla come ha fatto lui...-rispose lui
sicuro. Il sorriso sulle labbra di Luna divenne ancora più brillante e portò
George a chiedersi il motivo di tanta ilarità. -Si può sapere che ci trovi di
tanto divertente?-le chiese infatti. Lei scosse la testa,prima di
avvicinarglisi di qualche passo. -Stavo riflettendo che se avessi seguito i
tuoi consigli a quest'ora io e te saremmo un lontano ricordo-gli
confessò. George scosse la testa,voltandole le spalle e andandosi a sedere su
una poltrona. -Andiamo non puoi fare paragoni con noi! Noi non ci siamo
mai trovati in una situazione simile...-disse deciso. -Ah no?-chiese lei
cercando di farlo ragionare,fermandosi accanto alla poltrona del
marito. George alzò leggermente la testa fino ad incontrare i suoi
occhi,quasi ferito da quelle parole. -Io non ti ho mai
tradito!-replicò. Luna sorrise e fece per accarezzargli i capelli,ma lui si
scansò al suo tocco,ancora risentito per le sue ultime affermazioni. Come al
solito,quando parlavano di quell'argomento,diventava terribilmente
suscettibile. -E' vero,non sei mai andato con un'altra donna...Ma ci sono
tanti tipi di tradimenti e noi non sappiamo cosa è successo fra nostra figlia e
Luke. Magari lui ha tradito la sua fiducia oppure per farsi grande con gli
amici ha sminuito la loro storia,chi può saperlo?-gli disse con voce
dolce. George restò in silenzio qualche istante prima di cercare i suoi
occhi:sua moglie avrebbe sempre avuto una visione romantica
dell'amore,nonostante tutto quello che era successo fra di loro e tutte le prove
contrarie che si potevano produrre contro questa idea. Sarebbe sempre
riuscita a fargli cambiare idea. Sentì la sua mano affondare fra i suoi
capelli e questa volta la lasciò fare,godendosi quel tocco lieve e delicato che
entrambi amavano. -Se continuiamo ad intrometterci finiremo per combinare
solo guai-aggiunse poi. Lui sospirò e alla fine annuì. -Va bene. Per
questa volta faremo come vuoi tu-le disse ricontrando il suo sguardo. Vide i
suoi occhi diventare più brillanti a quelle parole e non potè trattenere un
sorriso,prima degli inevitabili chiarimenti. -Ma al prossimo errore non sarò
così conciliante!-spiegò con voce decisa che non accettava discussioni. Luna
sorrise e annuì. Per il momento poteva
bastarle...
Due colpi vennero battuti sulla porta della sua
stanza,chiari e distinti. -Va via!- Non voleva parlare con nessuno,aveva
bisogno di stare da sola per crogiolarsi nella sua rabbia e nel suo
dolore. Come poteva farle una cosa simile? Diceva sempre che era la sua
preferita,la luce dei suoi occhi,perchè ora si comportava in quel modo così
crudele e meschino? Negarle la cosa più importante della sua vita senza
neanche darle spiegazioni,senza permetterle di provare ancora a fargli cambiare
idea... Il suo giudizio era insindacabile neanche fossero sotto
dittatura! C'era stato un momento durante la loro lite di qualche giorno
prima in cui,per la prima volta in vita sua, aveva sentito di odiarlo. Era
normale che quel sentimento fosse ancora dentro di lei?Che nonostante avesse
cercato di nascondere il suo rancore,nonostante i frequenti tentativi di sua
madre per aiutarla a capire il punto di vista del padre,quel risentimento e quel
disprezzo fossero ancora lì? Anche i suoi fratelli avevano dovuto sopportare
una ramanzina perchè "colpevoli" di aver sempre saputo di quella relazione e di
non aver fatto niente per impedirla o stroncarla e Lily era stata piacevolmente
colpita dalla difesa che i tre ragazzi avevano fatto di Daniel e del rapporto
che aveva con lei. Sapeva che avevano accettato la loro storia,ma non credeva
fossero arrivati al punto di approvarla così incondizionatamente...Quella
scoperta l'aveva avvicinata anche a Ronald e James e non aveva che riconfermato
il grande rapporto che c'era fra lei ed Albus. Sentì altri due colpi che la
indispettirono terribilmente:possibile che non capisse che voleva essere
lasciata in pace,che non voleva vederlo? -Ho detto VA VIA!-ripetè alzando
leggermente la voce. -Lily!Lily sono lo zio Seamus...Posso entrare?- Lo
zio Seamus?E che ci faceva lì? Si rizzò a sedere sul letto e fissò la porta
qualche istante,sorpresa da quell'inaspettato arrivo. -Andiamo Lily non sarai
arrabbiata anche con me?-scherzò l'uomo con voce fintamente allegra. Lei si
alzò in piedi e si avvicinò alla porta,la mano tesa verso la maniglia ancora
indecisa se aprire o meno. -Perchè sei qui?-gli domandò confusa. Ci fu
qualche istante di silenzio dall'altra parte,abbastanza lungo da farle credere
che l'altro se ne fosse andato,poi l'uomo parlò ancora. -Perchè sono l'unico
che può aiutarti a capire-le disse finalmente. Spinta da quell'ultima
frase,Lily afferrò la maniglia e l'abbassò,aprendo la porta sul viso bonario e
sorridente dello zio Seamus. L'uomo entrò in camera e si richiuse la porta
alle spalle,prendendola fra le braccia l'attimo dopo. Quel gesto era diverso
dagli altri abbracci che si scambiavano di solito lei e lo zio Seamus:avvertiva
la sua solidarietà,il suo sostegno,quasi sapesse quello che stava passando. O
forse lo sapeva,altrimenti come poteva spiegarsi la sua presenza lì? -E'
andato subito a fare la spia ai suoi amici,vero?-chiese staccandosi
dall'abbraccio e voltandogli le spalle. Ci fu un momento di silenzio,poi
sentì il sospiro rassegnato di Seamus. -Lo ha fatto per te-le disse
poi. -Sono stufa di sentirmi dire questa scusa!Vuole che mi allontani dalla
cosa più importante per me in questo momento e si aspetta che io creda che lo fa
per il mio bene? Balle!Lo fa soltanto per il suo egoismo!-ribattè seccata la
ragazza. Suo zio scosse la testa,avvicinandosi a lei di un paio di
passi. -Non è così!Tuo padre ha solo paura che tu possa soffrire per colpa di
questo ragazzo...-cercò di spiegarle. -Daniel non mi farebbe mai niente di
male!Lui mi ama- Seamus si lasciò andare ad un sorriso gentile che Lily non
riuscì a spiegarsi:cosa ci trovava di buffo in quello che aveva appena
detto? -Cosa sai della storia di Daniel Thomas?-le domandò poi l'uomo. Lei
lo fissò qualche istante senza capire. -Perchè me lo chiedi?Se sei qui vuol
dire che papà ti ha raccontato tutto...-gli fece notare. Lui sorrise di
nuovo,annuendo compiaciuto. -Sei sempre stata una ragazza sveglia-commentò
poi. C'era un pensiero che continuava a girarle in testa fin da quando lo zio
Seamus era entrato nella stanza:perchè lui? Era certa che se suo padre avesse
avuto bisogno di qualcuno che perorava la sua causa,avrebbe chiesto aiuto allo
zio Ron. Quindi perchè lo zio Seamus era di fronte a lei? -Perchè a
mandato te?-gli chiese infatti. Lui la guardò negli occhi per qualche istante
prima di dischiudere le labbra e parlare. -Io so più di quanto vorrei di
questa storia-disse semplicemente. Non c'era bisogno di un genio per capire
il significato nascosto in quelle parole:era lui. -Eri tu...Eri tu il
fidanzato del padre di Dan- L'uomo annuì e iniziò a raccontarle la sua
versione della storia:come l'aveva vissuta dal suo punto di vista,come aveva
sofferto per essere sempre nascosto a tutti e per il tradimento di Dean con una
donna che aveva portato ad una gravidanza. Le raccontò di come si era tirato
fuori da quella storia e del modo in cui aveva dovuto nascondersi in quella
stessa casa per evitare di incontrarlo di nuovo e cedere ancora alle sue
avances,ed infine le raccontò anche di come il suo rapporto con lo zio Rupert
era stato messo in discussione per colpa di un solo bacio e dei consigli che
aveva dato alla madre di Daniel per salvare il rapporto con il marito. -Ho
fatto tutto ciò che era in mio potere perchè quel bambino potesse avere
un'infanzia felice...- concluse. Seduta sul letto,frastornata da quel fiume
di parole,Lily si prese il viso fra le mani cercando di riflettere: cosa
c'entrava tutto quello con lei e Daniel? Perchè quella storia fra il padre di
Daniel e lo zio Seamus doveva condizionare il suo futuro e quello di
Dan? -Noi non c'entriamo con la vostra storia-gli disse senza
guardarlo. Lui annuì,anche se lei non poteva vederlo,ed andò a sedersi
accanto a Lily sul letto. -Hai ragione!E forse Daniel non è un bastardo come
suo padre,ma ora dovresti capire perchè ti è stato proibito di vederlo-le disse
con tono conciliante. Lily scosse la testa decisa. -Affatto!Cosa dovrebbe
significare questa storia?Che se suo padre ti ha fatto soffrire allora anche io
farò la stessa fine?-gli domandò incurante di sembrare scortese. Seamus
scosse a sua volta la testa. -No...Dovrebbe aiutarti a capire il punto di
vista di tuo padre:lui ha vissuto tutta la mia storia,ha visto quanto ho
sofferto per colpa di Dean e l'ultima cosa che vuole è che succeda anche a te-le
spiegò. -Beh può stare tranquillo perchè non succederà!-rispose sicura Lily
alzandosi di nuovo in piedi e voltandogli le spalle. Restarono in silenzio
entrambi per qualche minuto,cercando il modo giusto per far capire all'altro le
proprie ragioni,finchè Seamus non parlò per primo. -Lo ami?- Lily voltò
leggermente la testa finchè non incontrò il suo sguardo. -Certo che lo
amo-ribattè. -E sei sicura del suo amore?-chiese ancora
lui. -Assolutamente- Seamus annuì. -Allora non dovresti aver paura di
passare un mese separata da lui-le disse. La vide aggrottare la fronte e
socchiudere gli occhi,cercando di capire il senso di quella frase: cos'era
adesso quella novità? -Se vi amate veramente così tanto non sarà difficile
passare un mese separati;così dimostrerai a tuo padre che i vostri sentimenti
sono forti e che Daniel tiene veramente a te,e gli darai il tempo per ricredersi
sul tuo ragazzo-le spiegò. Non era un'idea così malvagia:un mese di
lontananza e poi nessuno avrebbe più messo in dubbio la loro storia. -Va
bene.Accetto-
-Hai preso tutto?- Le valigie sul letto,alcuni
vestiti attorno a loro che aspettavano di sapere se sarebbero finiti nella
valigia o sarebbero tornati insindacabilmente nell'armadio,Hermione e Ron
stavano preparandosi per la vacanza che li aspettava. Se così potevano
chiamarla... Senza parlare,Ron annuì prima di voltarle le spalle e andare nel
piccolo bagno attiguo alla camera da letto per sistemare tutto l'occorrente per
la toletta in una busta di plastica trasparente,come faceva tutte le
volte. Dopo la loro ultima lite,quel giorno di qualche settimana prima,le
loro conversazioni erano ridotte al minimo indispensabile:entrambi erano ancora
convinti di essere dalla parte della ragione ed essendo su due schieramenti così
contrastanti non avrebbero mai trovato un punto in comune. Lei era ancora
arrabbiata per le accuse che Ron le aveva lanciato,e allo stesso tempo lui era
indispettito dal fatto che Hermione,dopo settimane passate a pensare a quello
che le aveva detto,le ritenesse solo schiocchezze. Stupidaggini senza
senso. Come potevano trovare un punto d'accordo in questa
situazione? Praticamente lo stava trattando come se fosse uno dei loro
figli! Ritornò in camera da letto ed infilò la busta nella
valigia,chiudendone poi la cerniera lampo. -Ti sei ricordato di prendere
anche le pantofole?-gli chiese lei più che per abitudine che per vera
cortesia. Lui annuì ancora una volta,controllando però sotto il letto per
esserne veramente sicuro. Un sospiro giunse alle sue orecchie e lo portò ad
alzare la testa,leggemente curioso. -Non credi che dovremmo ricominciare a
parlare?Altrimenti i tuoi si insospettiranno-gli fece notare guardando il suo
viso. Ron alzò le spalle. -Non sarebbe la prima volta che litighiamo,lo
facevamo anche da ragazzi-le fece notare girando intorno al letto e prendendo il
caricabatterie del cellulare dal comò. -Allora facciamolo per i ragazzi,a
loro non piace vederci così di cattivo umore-provò lei. Lui alzò finalmente
lo sguardo su di lei e la fissò per qualche istante in silenzio. -Quando hai
intenzione di discutere con me sulla nostra ultima conversazione?-le domandò con
voce quasi professionale. Hermione ricambiò il suo sguardo e questa volta fu
lei a restare in silenzio:lui non aveva il diritto di essere
arrabbiato. Quello era un ruolo che spettava a lei! Era lei quella
tradita,quali che fossero le sue colpe nascoste in quella storia! -Non vedo
perchè dovremmo riparlarne-rispose poi. Ron annuì pensieroso. -Come
immaginavo...-commentò abbassando di nuovo la testa sulla valigia-la negazione è
la tua migliore capacità-aggiunse poi a mezza bocca. Hermione aggrottò la
fronte,leggermente risentita per quelle parole. -Scusa?- -Hai sentito
benissimo-ribattè lui tornando a fissare il suo volto. La mascella di lei si
indurì e il suo sguardo si fece più cattivo:quanto ancora sarebbe rimasta lì a
fargli da bersaglio? -Non voglio fare questo discorso-ribadì voltandogli le
spalle. Un suono beffardo arrivò alle sue orecchie e la costrinse a chiudere
i pugni contro i fianchi per combattere l'impulso di voltarsi di nuovo e
fronteggiarlo. -Certo continuiamo così,tanto siamo così felici
insieme...- -Da quanto ho sentito non mi sembra che la tua storia con Cassie
sia più felice!-gli fece notare continuando a dargli le spalle. Ci fu
un'istante di silenzio che la portò a chiedersi quale espressione si fosse
dipinta sul volto dell'uomo e cosa stesse pensando in quel momento. Aveva
saputo della loro separazione tramite l'ufficio:i soliti pettegolezzi le avevano
riportato che il padre del bambino che Cassie aspettava aveva deciso di
prendersi un pò di tempo per riflettere su cosa era più giusto fare,prima della
nascita del piccolo. Come al solito la paura e l'insicurezza di Ron avevano
avuto il sopravvento. -E' stata lei a cacciarmi di casa...Per colpa
tua- La rabbia esplose a quelle parole,portandola a voltarsi e a fissarlo con
due occhi fiammeggianti di rabbia. -Colpa mia?Da quando quello che fa quella
donna mi riguarda,eh? Dovrei essere io quella infuriata con lei visto che ha
rovinato la mia vita e la mia famiglia!-replicò furiosa. -Credi che per lei
sia facile invece questa situazione? Il fatto che debba sempre dividermi fra
questa casa e la sua,che non possa dire pubblicamente che il figlio che aspetta
è mio,che devo fingere di essere ancora tuo marito per la tua stupida paura dei
pettegolezzi e di quello che penserà la gente!-ribattè lui. -Non riuscirai a
farmi sentire in colpa Ron! Sto cercando di salvare la nostra famiglia,con o
senza il tuo aiuto- Un sorriso ironico apparve sul viso dell'uomo. -La
nostra famiglia? Da quanto tempo è che non prendo una decisione sul futuro
dei ragazzi,che chiedi il mio parere su qualcosa che li riguardi...- -Sono
stufa di sentire questa storia!-ribattè lei uscendo dalla stanza a passi veloci
ed entrando nel bagno. -Invece ora mi ascolti!-esclamò lui incurante
dell'alto tono di voce. Hermione,i pugni chiusi posati sul marmo del
lavabo,fissò lo sguardo nello specchio,incontrando quello dell'uomo. -L'unico
motivo per cui non vuoi che questa famiglia si sfasci è perchè sarebbe il tuo
primo vero fallimento. Non hai paura di quello che possano pensare i ragazzi
se sapessero di Cassie e del bambino,ma di quello che penserà la gente e questo
mi fa infuriare ancora di più! Andiamo...Non hai voglia anche tu di rifarti
una vita,di smettere di litigare e di tutte queste incomprensioni?- Lei restò
in silenzio qualche istante,continuando a fissare il suo sguardo,mentre mille
domande e mille pensieri le si affollavano nella mente. -Che stai cercando di
dirmi Ron?-riuscì a domandargli cauta. Lui sospirò e,dopo essersi appoggiato
allo stipite destro della porta,ricambiò il suo sguardo per qualche istante
prima di risponderle. -Questa è l'ultima volta che mi presto a questa
recita. Alla fine di questa vacanza,prima che tornino ad Hogwarts, diremo ai
ragazzi come stanno le cose... E una volta tornati a Londra,avvierò le
pratiche per il divorzio-le disse con voce seria,senza il minimo tentennamento
nella voce. Hermione spalancò gli occhi,incredula,il cuore che le
tamburellava nelle orecchie e le rendeva impossibile sentire qualsiasi altro
rumore,una sola consapevolezza nella mente:era finita. -E' questo che
vuoi?-riuscì a chiedergli. Ron sospirò e alla fine annuì. Lei annuì a sua
volta e abbassò lo sguardo. -Allora faremo come vuoi tu- Anche se per lei
equivaleva ad una sentenza di morte.
Si era accorta di quella figura in attesa fin da qualche
metro di distanza. Edward aveva avuto una stupenda idea chiedendole di
accompagnarla a pattinare sul ghiaccio: nonostante le cadute innumerevoli,si
erano divertiti da matti. Soprattutto era riuscita a dimenticare per qualche
ora il morso insopportabile che le rendeva quasi difficile respirare. Non
aveva mai sofferto per amore,quindi non aveva idea che facesse così male e che
durasse così a lungo;aveva la strana idea che quando smetti di amare una
persona,il dolore viene portato via insieme alla amore. Ma che succedeva
quando l'amore non accennava ad andarsene? Sapeva che era sciocco e
masochista,ma non riusciva a smettere di pensare a lui,ai loro momenti
insieme:ricordava le risate,i tanti discorsi,le liti... Come poteva un
tradimento cancellare tutto quello che avevano passato insieme? Si sentiva
ferita;umiliata perchè il suo ragazzo non aveva saputo aspettarla e aveva
preferito un'altra,nonostante lei gli si fosse offerta. Vide chiaramente la
figura scostarsi dal muretto e voltarsi per seguire la loro avanzata:ormai erano
arrivati a pochi metri di distanza e non c'erano più dubbi su chi potesse
essere. -E quello chi è?-domandò Ed al suo fianco. Alice scosse la
testa. -Un mio amico-disse semplicemente. Suo fratello la guardò e cercò
di indovinare il suo stato d'animo tramite l'espressione del viso,ma
fortunatamente Alice stava diventando imbattibile nel nascondere i suoi veri
sentimenti. Erano ormai arrivati a pochi passi da lui ed Alice non aveva
ancora deciso cosa fare:doveva entrare in casa senza neanche parlargli oppure
doveva almeno offrirgli quell'opportunità? Se non si fosse fermata,Edward si
sarebbe insospettito,accidenti perchè aveva ammesso che Luke era un suo
amico? Si fermò davanti a Luke,costringendo Ed a fare lo stesso, e lo fissò
per qualche istante. Non era cambiato affatto in quelle poche settimane che
erano stati separati:aveva avuto la assurda idea che fosse diventato quasi
un'altra persona dopo il tradimento,quasi avesse ricevuto un marchio di ignomia
che mostrasse a tutti quello che aveva fatto. -Ciao-la salutò lui con la sua
voce calda e ferma. Lei si limitò a fare un cenno con la testa per non
sbilanciarsi troppo. -Alice,io entro,tu che fai?-le domandò Ed facendole
riportare lo sguardo su di sè. Guardò suo fratello ed annuì. -Rientro fra
un'attimo-lo rassicurò. Il ragazzo annuì e,dopo un'ultimo sguardo a
Luke,entrò nel piccolo giardino che circondava la casa,lasciandoli
soli. Alice però aspettò che il fratello fosse entrato in casa prima di
parlare:non aveva bisogno di orecchie indiscrete che riportavano tutti i loro
discorsi all'interno...Ma aveva la quasi certezza che ci fosse qualcuno nascosto
dietro le finestre pronto a seguire quello scambio di battute. -Che ci fai
qui?-gli domandò con voce atona,quasi non le importasse. -Dovevo
vederti...Volevo provare a spiegarti...-cominciò lui. Alice scosse la
testa. -Se volevo spiegazioni avrei risposto alle tue chiamate,non
credi?- Era meglio continuare ad usare quel tono cattivo,in modo da ricordare
ad entrambi che non era possibile ricucire quello strappo. -Alice
guardami,per favore-le disse lui avvicinandosi di un paio di passi. Dopo
qualche istante di riluttanza,Alice incontrò il suo sguardo:ritrovò gli stessi
occhi verdi profondi che l'avevano colpita la prima volta,che l'avevano fatta
innamorare e che sorridevano ridenti ogni volta che era con lei. Ora la
fissavano seri e dolenti,quasi privi della loro luce...Possibile che fosse per
la loro rottura? -So di averti ferito,so di essermi comportato come l'uomo
più meschino che potessi sperare di incontrare,ma ti giuro che non c'è stato
un'istante in cui non mi sono pentito di quello che ho fatto. Per una scarica
d'adrenalina ho perso la cosa più importante che avevo e non riesco a
perdonarmelo-le disse serio. -Come aspetti che ci riesca io?-gli chiese Alice
in un sussurro. Luke si avvicinò di un altro passo trovandosi a pochi
centimetri da lei:gli sarebbe bastato alzare un braccio per abbracciarla e lo
sapevano entrambi. -Perchè tu sei migliore di me.Lo sappiamo tutti e
due... Tu sei la parte più controllata e riflessiva di me,sei tutto ciò che
di bello mi è capitato finora e non posso rischiare di perderti per uno stupido
errore. Per favore,dammi un'altra possibilità-le disse senza lasciare
un'istante i suoi occhi. Alice sospirò ed abbassò lo sguardo,confusa e piena
di pensieri per la mente:doveva dare ascolto alle sue parole o alle sue
sensazioni? Chi le garantiva che non sarebbe successo di
nuovo? Soprattutto era capace di dimenticare quello che c'era stato fra Luke
e l'altra ragazza? Sospirò di nuovo e incontrò di nuovo gli occhi di
Luke. -C'è una domanda che continua a girarmi nella mente...A dire il vero è
più di una. Continuo a chiedermi come è stato,se lei è stata più brava di
me,cosa ha detto per convincerti... Anche se non credo abbia dovuto parlare
tanto-aggiunse poi senza acrimonia. -Alice...- -Perchè se mi amavi così
tanto e se,come dicevi tu,ero così importante per te hai concesso ad un'altra
qualcosa che era soltanto mio. Finchè non smetterò di farmi queste domande
non riuscirò a dare un senso a noi e alla nostra storia-disse seria. Poi
voltò le spalle e fece per andarsene,entrando nel piccolo giardino oltre il
muretto,ma non aveva fatto che pochi passi quando le mani di Luke l' afferrarono
e la fecero voltare. -Luke che diamine...- Incontrò di nuovo il suo
sguardo e cercò di liberarsi,ma la stretta sulle sue braccia era troppo
forte. -Vuoi sapere com'è stato? E' stato bello!E' stato quasi
liberatorio,dopo giorni di insoddisfazione e di sogni erotici che finivano in
niente! Ed hai ragione anche quando dici che non ha dovuto sforzarsi tanto
per convincermi,ho provato a dirle di smettere ma dopo la prima carezza sono
andato in confusione,concentrato solo su quello che provavo!-le disse fissando i
suoi occhi. Non voleva più saperlo,aveva cambiato idea! Fece ancora il
gesto di liberarsi,ma di nuovo i suoi tentativi andarono a vuoto. -Ma
smettila di pensare che lei sia stata più brava di te o che mi importi meno di
te soltanto perchè ho fatto un'errore!- Alice smise di muoversi fra le sue
braccia e lo fissò in silenzio,gli occhi affondati in quelli smeraldini di
lui. Doveva credergli oppure era solo un'altra bugia per mettere a posto le
cose fra loro? -Tu sei importante per me,sei la prima persona che ho amato
veramente nella mia vita e ti sbagli di grosso se credi che basti una sega per
cancellare tutto quello che provo per te! Avrei potuto andarci a letto
insieme!-le disse. Lei deglutì di fronte alla crudezza delle sue parole e
anche Luke si accorse di aver usato un tono troppo forte,così sospirò e restò in
silenzio per qualche istante prima di spiegarle cosa intendeva. -Avrei potuto
andare a letto con lei e non dirtelo. Invece nonostante i ripetuti attacchi e
stimoli da parte sua sono riuscito a controllare la cosa, evitando che
succedesse di nuovo...Sono persino venuto a dirtelo! Ti rendi conto che la
persona che ero prima di conoscerti non lo avrebbe fatto?-le chiese poi. -Ti
aspetti una medaglia per questo?-gli domandò lei piccata. Luke scosse la
testa. -Certo che no!Insomma che devo fare per farti capire che ti amo e che
non farò mai più una cosa del genere?- Alice restò in silenzio,incapace di
trovare una risposta a tono per quella domanda. Forse lui aveva ragione,o
forse dovevano cercare di venirsi incontro per risolvere quella situazione,ma al
momento era ancora troppo presto. Aveva bisogno di un altro pò di tempo per
leccarsi le ferite. -Devo rientrare,i miei saranno preoccupati...-disse
allontanando lo sguardo da quello di Luke. Sentì che la fissava per qualche
altro istante prima di lasciarle andare le braccia e fare un passo
indietro. Rincontrando i suoi occhi si accorse che erano di nuovo vuoti e
spenti,ma al momento non era pronta per gettargli le braccia al collo e
dimenticare tutto. -Ci vediamo...-gli disse non sapendo cos'altro
dire. Luke annuì,le labbra strette e tirate,le braccia abbandonate contro i
fianchi. Alice si voltò e,senza voltarsi,fece i pochi passi che la dividevano
dalla porta di casa.
Salve a
tutti!!!
Come state?Un pò stressati x
colpa della scuola?
Cominciamo subito cn Hermione
e Ron,prima che ci sia 1 nuova sollevazione popolare:questa, nonostante quello
che sembra nn è la fine della loro storia.
Importante sarà il capitolo
sul Capodanno,sia per quanto riguarda la loro relazione che quella fra Ron e
Cassie...Quindi state tranquilli!
Inoltre volevo dirvi che sto
scrivendo una piccola one-short basata sul capitolo di Capodanno dei junior:si
intitola "Minutes for Midnight" e racconta la prima
volta fra Albus e Scoprius.
E' un momento importante per
i due,ma sapendo che può essere "fastidioso" per alcune persone ho deciso di
scriverlo a parte.
La frase all'inizio del
capitolo è presa da "Hard to say I'm sorry" dei Chicago.
Ringrazio tutti coloro che
leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali errori di
ortografia e battitura.
Ed ora i ringraziamenti:Missjude(Chi,da persona sana di
mente,andrebbe incontro a braccia aperte a ciò che ha rischiato di minare la sua
felicità?Io comprendo perfettamente i sentimenti di Rupert e se fossi stata al
suo posto sarei rimasta a Seattle costringendo Seas a fare lo stesso,a costo di
sembrare egoista!Parlando di Daniel,invece,posso assicurarti che è una persona
completamente diversa da suo padre ed è strano che Harry non riesca a vederlo e
a capire che così facendo rovinerà il proprio rapporto con Lily...Ma sappiamo
quant'è testardo Harry quando ci si mette!Succederà qualcosa fra Rose e
James?chissà,dovremmo interrogare le stelle...),Elly(Grazie x i complimenti!Come si
dice,il lupo perde il pelo...Alle volte le cattive abitudini sono dure a
morire,anche quando hanno conseguenze negative inaspettate;invece voglio
spezzare una lancia in favore di Ginny:lei ha piena fiducia in Harry,ma questo
nn vuol dire che nn abbia i suoi dubbi e le sue riserve su qll che sta
facendo.Presto vedrai come tirerà fuori gli artigli!Puoi star sicura,invece,che
il Capodanno di Albus e Scorpius sarà molto piccante,forse + di quello delle
altre coppie,ma come ho detto primasolo chi vorrà lo leggerà), WingsHP(Che senso avrebbero delle
scenate di gelosia senza un fattore scatentate?E per averlo dobbiamo tornare ad
Hogwarts,ma mi raccomando nn dare la cosa x scontata!Harry ha bisogno di uno
shock forte x capire quando sbaglia,e così sarà anche questa volta),IRE'89( Grazie x i complimenti!Prima
parliamo della fiction fra George e Luna:hai ragione,è da un pò che devo
aggiornarla,ma nn hai idea di come si stia rivelando difficile qst capitolo;avrò
riscritto l'inizio almeno 3 volte!Cmq spero di aggiornare anche quella a
breve!Ora veniamo a noi:hai ragione:la legge "tale padre tale figlio" con Daniel
nn funziona,ma chi glielo va a spiegare ad Harry?...Ho pensato di fermare Rose e
Jim xkè già molte volte si erano fatti prendere dall'istinto e dai "bollenti
spiriti",finendo poi x pentirsene,quindi è meglio che la loro prima volta sia
veramente consapevole,xkè quando succederà nn potranno veramente tornare
indietro.Passiamo ad Al e Scorpius:ho scritto quel pezzo nell'armadio proprio
perchè era maledettamente eccitante!Ci credi che riuscivo ad immaginarmeli quasi
stessero di fronte a me?So che può essere imbarazzante leggere certe
situazioni,ma voglio che oltre l'eccitazione ed il desiderio ke c'è fra loro si
senta soprattutto il sentimento che sentono l'uno per l'altro,che è la cosa +
importante!Ah parlando della regola "tale padre,tale figlio",ricordati che nn
possiamo attribuirla neanche a Draco e Scorpius:nn è detto che se il padre si è
comportato in quel modo deve rifarlo anche il figlio...),Tonks'17(Happy birthday to me!Si dice
così anche quando si tratta del 20 capitolo?Cmq grazie!!!Nn te l'aspettavi una
Lily così matura e comprensiva,vero?Ha dato prova di aver ereditato tutta le
capacità della madre,quando si tratta di affrontare i problemi,e come è successo
fra sua madre e suo padre,è diventata il sostegno per il suo compagno...Senza
ombra di dubbio,invece,Seamus è stato + felice con Rupert:che vita sarebbe stata
la sua se fosse rimasto con Dean?Sempre nascosto nell'ombra in attesa di
qualcuno che lo ama soltanto quando erano lontani!Per Carità!Piccola ed ingenua
Rose?E da quando?A me sembra che quello +ingenuo fra i due sembra James;lei sa
benissimo cosa vuole e ora che sono insieme è determinata a far durare la loro
storia il + a lungo possibile!Ah,come vedi Ronnie ha seguito il tuo
consiglio...ma questa volta è stato James a rovinare tutto!Ma come bisogna fare
cn questi due?NN sai qnt sn contenta xkè sto riuscendo nel mio intento!!!E' vero
i Malfoy sanno essere tranquilli come i serpenti a sonagli,ma il fatto che
finora nn siano ancora stati insieme ha permesso ad entrambi di conoscersi
meglio e,anche se il ns biondino lo negherà fino a perdere la voce,di iniziare a
provare qualcosa di è oltre all'attrazione fisica...Ora dobbiamo solo aspettare
che sboccino le famose rose!P.S.Non scusarti mai x aver scritto tr,amo le tue
recensioni sconclusionate e chilometriche!).
Bene ora passiamo allo
spoilers:
"La lista era stata compilata,tutto era
pronto,dovevano solo trovare l'occasione per spedire l'ultimo
invito.
Di nascosto dai loro genitori,contro tutte le nuove regole
che erano state imposte loro...solo per veder di nuovo un
sorriso"
Bene,per il momento è
tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...
"Ancora una notte
insieme"
Baci,Eva.
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Capitolo 22 *** Ancora una notte insieme ***
ancora una notte insieme
Salve a
tutti!Solitamente inizio il capitolo con una frase d'introduzione,ma questa
volta devo fare una premessa: nel capitolo precedente vi avevo detto che avrei
scritto una one-shot su Albus e Scorpius e sulla loro prima
volta.
Leggendo le
vostre recensioni,però,una in particolare mi ha colpito,facendomi capire che
forse la mia scelta non era corretta:perchè comportarsi come se ci fosse
qualcosa da nascondere?Perchè "censurare" un momento d'amore soltanto perchè a
viverlo sono due uomini?
Non si tratta
sempre di amore?
Ho riflettuto a
lungo sulla decisione giusta da prendere e, alla fine,non essendo mai stata
bigotta,ho deciso di evitare il "politically correct" ed ho aggiunto il pezzo
incriminato in fondo così sarà una volta scelta leggerlo o meno.
Ovviamente ho
messo anche un grande avviso per evitare che foste impreparati,la
storia ha senso anche senza leggere l'ultima parte ed inoltre sapete che non
sono mai volgare quando devo scrivere delle scene di sesso.
Sta a voi
scegliere...Buona lettura in ogni caso!
"Let's spend the night together Now I need you more than ever
Let's spend the night together now"
La lista era
completa,gli inviti erano stati tutti spediti...Tranne uno. Quello più
importante,che avrebbe dovuto partire all'insaputa dei loro genitori e che
avrebbe fatto nascere un sorriso dove era sparito da giorni. Da quando c'era
stata la lite fra il loro padre e Lily,sembrava di camminare in una camera il
cui pavimento era ricoperto da uova:dovevano stare attenti a come si muovevo se
non volevano rompere quell' equilibrio precario. Avevano parlato con Daniel e
quindi sapevano dell'accordo che lui e Lily avevano stretto con il loro
padre:un mese di lontananza per poter finalmente stare insieme senza
problemi. Tutti,segretamente,ammiravano la sorella:chi,vista la situazione
sentimentale attuale dei fratelli Potter avrebbe accettato quella
proposta? Soltanto la più matta di loro. Per questo avevano deciso di
darle una mano,almeno come potevano,prima che la "quarantena"
scattasse. Avevano chiesto alla madre il permesso di festeggiare Capodanno da
soli e,fortunatamente, lei aveva acconsentito,concedendogli anche la casa di
Grimmuald Place,per evitare che andassero in qualche locale o si trovassero in
strada fra la folla al momento dei fuochi d'artificio. Non avevano molte
persone da invitare,ma avevano pensato di invitare Allison,ed ovviamente
Fred,Edward ed Alice,se i genitori le avrebbero permesso di partecipare vista la
giovane. Avevano segretamente spedito l'invito per Daniel grazie ad un aquila
reale che da un paio di giorni,dopo aver consegnato una lettera, sembrava aver
fatto il nido nella camera di Albus. L'unica a non sapere nulla della
presenza di Daniel alla festa era ovviamente Lily,che aveva accettato di
parteciparvi dopo i mille incoraggiamenti di Al:le aveva quasi imposto di
andarci per potergli raccontare cosa si sarebbe perso,visto che aveva altri
programmi per la serata e non sarebbe stato presente. Almeno questo era
quello che aveva detto ai suoi genitori e ai loro fratelli...Soltanto Lily aveva
capito con chi avrebbe passato la serata il fratello. Poco prima di uscire
insieme agli altri,preoccupata per non averlo visto molto quel pomeriggio,bussò
alla porta della sua stanza per salutarlo e accertarsi che stesse bene. Le
venne ad aprire con la camicia verde semi abbottonata ed i capelli scompigliati
e sparati in aria, sorridendole quasi all'istante. -Accidenti!Sei davvero uno
schianto!-si congratulò Al facendola entrare. Lily sorrise lanciando uno
sguardo alla gonna nera che le arrivava al ginocchio e alla camicetta
bianca a maniche lunghe e scosse la testa,chiudendosi la porta alle sue
spalle. -Fosse stato per me mi sarei presentata con un paio di jeans ed una
felpa,ma sono finita nelle mani di Rose e Rebecca!-disse come se bastasse a
spiegare tutto. Al annuì divertito,avvicinandosi allo specchio a figura
intera poco distante dal comò,sentendo su di sè lo sguardo della
sorella. -Anche tu non sei niente male...Sicuro che non vuoi essere il mio
accompagnatore per questa sera?-tentò ancora,speranzosa. Aveva provato in
tutti i modi a fargli cambiare idea e a farsi accompagnare alla festa:tutto
voleva tranne che fare la candela ad un gruppo di coppiette! Ma ogni volta
suo fratello aveva rifiutato l'invito,ed anche questa volta stava scuotendo la
testa. -Mi dispiace Lily ma,come tu ben sai,ho un altro impegno...-le disse
infilando la camicia nei pantaloni. -Già...Posso immaginare-commentò lei
lasciandosi cadere sul letto. Al sorrise e si voltò a guardarla prima di
tornare a fissarsi nello specchio. -Vuoi biasimarmi?Tu non faresti lo stesso
se fossi al mio posto?-le domandò stringendo la cinta in vita. Lily lo fissò
qualche istante,pensierosa e anche leggermente sorpresa dal coraggio che il
fratello stava mostrando:possibile che non avesse neanche un pò di timore per
quello che lo aspettava? -Tu non hai...-iniziò a chiedergli. -Se pronunci
la parola paura,giuro che ti sbatto fuori-la bloccò Al con voce calma ma
seria. Lei annuì,zittendosi. Lo sentì sospirare e l'attimo dopo era
voltato verso di lei. -Ho avuto paura fino a poche ore fa...Sono arrivato a
chiedermi se forse non era meglio rimandare tutto;poi però mi sono ribellato a
quel senso d'angoscia che mi avrebbe rovinato uno dei momenti più importanti
della mia vita-rispose sincero. Avrebbe ucciso per avere la sicurezza di suo
fratello! -Quindi tu sei sicuro che fra voi...questa notte...-chiese
timida. Al sorrise e alzò le spalle. -Lo spero- -E non hai paura che
dopo aver avuto quello che vuole,si dimentichi di te?-gli domandò ancora lei
preoccupata. Albus sorrise,colpito dall'interesse e dalla preoccupazione
della sorella. -Sedotto e abbandonato come nella migliore
tradizione!-scherzò. Indispettita,Lily afferrò un cuscino e glielo
tirò,mancandolo e colpendo lo specchio,facendo ridere il ragazzo. -Vuoi
rispondermi idiota?- L'altro smise gradualmente di ridere e annuì. -Sì
certo che ho paura...Ma la paura non fa sempre parte del gioco?Non è quello che
rende tutto più eccitante?-le chiese a sua volta. Lily restò in silenzio
qualche istante,riflettendo sulle sue parole. -Sarà meglio che vai,o mi farai
far tardi-le disse poi smorzando l'atmosfera di intimità che si era creata fra
loro. Lily sbuffò e si alzò dal letto,lo sguardo ancora fisso sul
fratello;l'istante dopo gli si era avvicinata e gli aveva stretto le braccia al
collo,il viso sulla sua spalla destra. Sorpreso da quel gesto,Al era rimasto
immobile nel suo abbraccio,cercando di capire cosa l'aveva fatta reagire
così. -Non permettergli di farti del male...-gli disse poi la
ragazza. Albus sorrise,felice che lei non riuscisse a scorgere quel sorriso e
le accarezzò velocemente i capelli. -Siamo in vena di romanticherie questa
sera...-la prese in giro amorevolmente. Lily si staccò da lui e gli fece una
smorfia,ma lui capì che era lo stesso riuscita a percepire l'affetto che
pervadeva ogni parola. -Sei veramente un'idiota!Ritiro tutto quello che ho
detto!-ribattè avvicinandosi alla porta e afferrandone la
maniglia. -Divertiti!-le augurò sedendosi sul letto e afferrando le
scarpe. -Perchè non ti impicchi?- L'attimo dopo era già nel
corridoio,subito intercettata da Ronald e Rebecca,pronti per andare a Grimmuald
Place. La notte si prospettava terribilmente
lunga...
James e Rose si diressero verso il
salotto,dove avevano sistemato il bouffet. Il ragazzo versò da bere per sè
stesso e per Rose e,quando si voltò,la trovò accanto alla finestra che fissava
il marciapiede deserto di fronte. Lily,ancora sorpresa di trovare Daniel alla
festa,sembrava aver dimenticato la presenza di tutti gli altri,mentre Ronald
aveva portato Rebecca a fare un giro turistico della casa. Approfittando di
quel breve momento di tranquillità,le allacciò un braccio attorno alla vita,
avvicinandola a sè e le diede un bacio sul collo. -Lo sai che è
pericoloso...-gli ricordò lei in un bisbiglio. -Dopo aver passato una vita
insieme a me,ancora non hai capito che sono un'amante del rischio?-chiese
scherzoso lui. Ma l'attimo dopo,si staccò da lei e le si sistemò al
fianco,porgendole poi la sua bibita;lo sguardo fisso sulla finestra,entrambi
restarono in silenzio,come se la sola presenza dell'altro bastasse a farli stare
bene. James era sempre rimasto colpito dal modo in cui i suoi genitori si
capivano senza bisogno di parole,con un semplice gesto o addirittura con uno
sguardo,aveva invidiato il loro rapporto e la sua unicità,credendo che non
avrebbe mai trovato una ragazza con cui instaurare quella "connessione" così
perfetta che sembrava esserci fra loro. Era forse Rose la risposta? Si
conoscevano da tutta una vita,erano cresciuti insieme come era successo ai suoi
genitori, amavano le stesse cose e ridevano per le stesse cose stupide... -Te
l'ho già detto che sei bellissima stasera?-le domandò,cercando di allontanare la
mente da quei pensieri,portando poi il bicchiere alle labbra, lo sguardo sempre
fisso sulla finestra. Rose,seguendo il suo esempio,sorrise,quasi avesse visto
qualcosa di divertente nelle case di fronte e alzò le spalle. -Non
ricordo.Però si può dire lo stesso di te...Cos'è,tu e Ronnie avete scommesso su
chi sarebbe stato il più elegante?-chiese lei accennando un nuovo
sorriso. James si leccò le labbra per eliminare ogni traccia della sua
bevanda e scosse la testa. -Non c'è bisogno...Io vinco sempre-aggiunse
poi. Rose scoppiò a ridere e si voltò verso di lui,scuotendo la
testa. -Sei veramente incredibile!-lo rimproverò. James alzò le
spalle,facendo un passo verso di lei. -Sì lo so!In fondo è per questo che mi
ami,no?-le domandò abbassando leggermente la voce. Lei si zittì e si
voltò,tendendo una mano e centrandogli il nodo della cravatta,lo sguardo nel
suo. -Ecco dov'eravate!- Entrambi voltarono la testa verso la porta del
salotto e accennarono un sorriso all'indirizzo di Ronald e Rebecca. Subito
pronta e perfettamente conscia del suo ruolo,Rose sorrise alla coppia,lasciando
andare la sua cravatta e voltandosi verso i due nuovi arrivati. -Avevamo
sete...Inoltre non potevamo sapere quanto tempo ci avreste impiegato a fare il
giro della casa-aggiunse Rose,leggermente maliziosa. James vide il fratello
arrossire leggermente,mentre Rebecca affondava i denti nel labbro
inferiore. Forse non erano andati poi tanto lontani dalla verità...Deciso a
vedere la reazione del fratello e a farsi quattro risate,Jim diede man forte
alla riccia. -Rose ha ragione!Non è rossetto quello che hai sul viso?-lo
prese in giro prima di bere l'ultimo sorso dalla sua
bevanda. Immediatamente,le mani di Ronald scattarono alle proprie
labbra,seguito da Rebecca che si voltò verso di lui per dargli una mano. Ma
l'attimo dopo,entrambi si erano accorti delle risatine di James e Rose e li
stavano fissando increduli. -Non è divertente!-esclamò Ronnie
indispettito. -Oh,sì che lo è!-ribattè il fratello. L'attimo dopo Lily e
Daniel,tenendosi rigorosamente per mano,entrarono nella stanza e si unirono al
gruppo. -Che vi prende?-domandò la ragazza ai due fratelli. Il rosso
scosse la testa. -Niente...Come al solito Jim sta facendo l'idiota-commentò
Ronnie lanciando un'occhiata ai due nuovi arrivati. Lily annuì,prima di
alzare le spalle. -Ok,come vi pare!Comunque,visto che manca ancora qualche
ora a mezzanotte,che ne dite di impiegare il tempo in qualcosa di
divertente?-domandò poi agli altri. I quattro la guardarono
curiosi,chiedendosi cosa avesse in mente visto che quella era la sua ultima
notte di "libertà". -Che intenzioni hai?-domandò infatti James fissandola con
il suo inconfondibile sguardo da fratello
maggiore. -Ballare,no?-
Mentre gli altri si scatenavano sulle note
finali di "Greatest DJ",Daniel si allontanò dalla
pista da ballo per togliersi la giacca e posarla su uno dei divani. Accanto a
lui,la mano sempre stretta nella sua,c'era Lily. Non si erano separati
neanche un'istante da quando era arrivato alla festa,entrambi consci che quello
era il festino prima della grande carestia:al loro ritorno ad Hogwarts avrebbero
dovuto quasi far finta di non conoscersi per evitare che l'accordo con il padre
di lei andasse perduto. Un mese lontani. In fin dei conti non era così
terribile,avrebbe potuto chiedere loro cose peggiori! Inoltre loro sapevano
di poter superare quella prova,e di essere abbastanza forti da uscirne indenni e
senza neanche un graffio,anzi sicuri che quell'esperienza li avrebbe
rafforzati. Dopo aver lanciato la giacca sulla spalliera del divano si voltò
verso Lily e,tirando le loro mani unite,l'attirò a sè,stringendole poi un
braccio attorno alla vita,muovendosi in un passo di danza. Lei gli
sorrise,facendo illuminare il proprio viso e gli posò un braccio sul torace,un
dito che giocherellava con la punta del colletto. -Allora,possiamo competere
con le feste VIP?-gli chiese avvicinandosi al suo orecchio destro per sovrastare
la musica alta. Daniel sorrise e tornò a cercare i suoi occhi. -Ho visto
di peggio...Ma ho visto anche di meglio-scherzò. Lei gli fece una linguaccia
che lo fece ridere e lo intenerì allo stesso tempo,portandolo ad avvicinarsi al
viso della ragazza e a darle un bacio lieve sulle labbra. -Torno subito-le
disse prima di staccarsi da lei ed uscire dal salotto. Lei lo
fissò finchè non lo vide sparire nello specchio della porta per poi
avvicinarsi al tavolo del bouffet per prendere qualcosa da
bere. L'istante dopo Rebecca era accanto a lei;Lily le rivolse un sorriso che
la ragazza ricambiò prima di allontanarsi i capelli dal viso accaldato. -A
quanto pare ti stai divertendo-commentò. Rebecca annuì e bevve tutto d'un
fiato il contenuto del proprio bicchiere. -Chi l'avrebbe mai detto che quel
baccalà di mio fratello fosse capace di fare quest'effetto alle
ragazze?- -Spero non a tutte le ragazze!Non sono pronta per affrontare una
concorrenza serrata...-ribattè Rebecca versandosi da bere ancora una
volta. Lily si voltò verso la pista,dove Ronald si stava scatenando al ritmo
di "Chelsea Digger",facendo dei segni verso Rebecca
quando si accorse del suo sguardo. -Io non lo conosco-commentò la sorella
tornando a voltarsi. La mora rise e la imitò,lanciando uno sguardo alla
ragazza e fissandola alcuni istanti prima di parlare di nuovo. -Lo sai che
non devi dimostrare niente a nessuno vero?-le domandò poi con voce
seria. Lily aggrottò la fronte e la fissò confusa. -Di che
parli?- -Daniel.Lo sai che non c'è bisogno che tu faccia niente per
dimostrargli il tuo amore...Lui sa già che lo ami,ed anche lui ti ama,altrimenti
non sarebbe venuto qui questa sera a subire lo sguardo attento e vigile dei tuoi
fratelli per tutta la sera-le spiegò Rebecca. Possibile che il suo proposito
fosse così chiaro,così evidente? A Rebecca era bastato un solo sguardo per
capire che aveva deciso di andare a letto con Daniel quella sera? Come
avevano fatto i suoi fratelli a non accorgersene?E Daniel,l'aveva capito anche
lui? -Tranquilla,lo so soltanto io...-la rassicurò lei. Lily abbassò lo
sguardo e sospirò lieve,fissando il bicchiere di carta che stringeva fra le
mani. -Ho bisogno di qualcosa di reale...Qualcosa che possa ricordare nelle
sere a venire prima di addormentarmi-le confidò senza guardarla. Una mano
della ragazza si posò sulla sua spalla sinistra facendole alzare lo sguardo sul
volto della mora,incontrando il suo sorriso lieve. -Quello che stai vivendo
adesso è reale:il modo in cui tiene stretta la tua mano,come ha sorriso quando è
arrivato alla festa e ti ha visto...Perchè vuoi rischiare di rovinarti la
serata?-le domandò. Lily sospirò e alzò le spalle. Perchè voleva qualcosa
che forse non poteva avere?...Ma non è forse quello che vogliono
tutti?
Rigorosamente,in una festa,dopo la musica
disco fatta apposta per sudare e scatenarsi,arrivano i lenti. Non c'è modo di
scappare... Finora Ronald li aveva sempre odiati,con tutta l'anima,perchè era
sempre allora che, inevitabilmente,finiva a fare da tappezzeria seduto ad un
angolo a guardare le altre coppiette che ballavano. Questa volta era
diverso:ora era anche lui al centro della pista. Le braccia strette attorno
alla vita di Rebecca,il mento premuto contro la sua spalla,leggermente nascosto
dai capelli della ragazza,le braccia di lei allacciate attorno al collo. -Ti
sei accorta che ci guardano tutti?-le sussurrò all'orecchio. Lei voltò
leggermente la testa fino ad incontrare il suo sguardo e lo fissò con aria
curiosa. -Beh,sto ballando con la ragazza più bella di tutta la festa...E'
normale che siano invidiosi!-spiegò lui con voce convinta. Rebecca rise e gli
diede un bacio piccolo,prima di tornare a posare la testa sulla sua spalla,
ricominciando a ballare al ritmo di "Total Eclipse of the
Heart",gli occhi chiusi per godere a pieno di quel momento. Più
volte,quando guardava gli altri che ballavano,Ronald si era chiesto come era
ballare con la persona amata,stringerla a sè riuscendo quasi a dimenticare tutto
il resto. Tante volte,aveva osservato le coppie lasciare la pista per
appartarsi in qualche posto isolato e ogni volta si era chiesto quale fosse la
parolina magica concordata per non far cadere quel momento così importante nello
squallido. Quella serata poteva essere importante,per lui e per
Rebecca...Poteva essere la loro prima volta insieme. Ma era la cosa giusta da
fare? La sua più grande paura era che Rebecca non fosse realmente pronta,ma
mettesse da parte i suoi timori per non dispiacerlo. -Cosa stai
rimurginando?-domandò lei riaprendo gli occhi e cercando il suo
sguardo. Ronald sorrise leggermente ed alzò le spalle. -Niente di
importante...-minimizzò. Lei arricciò le labbra,e sollevò la testa dalla sua
spalla,continuando a incatenare il suo sguardo. -Scommetti che invece so a
cosa stavi pensando?Magari al sesso...-tentò poi. Lui restò in silenzio
qualche istante prima di sospirare e annuire. -Ok,va bene,è vero...Ma non nel
modo in cui pensi tu!-spiegò lui. Rebecca sorrise. -Quanti modi ci sono di
pensare al sesso?-chiese curiosa. -Innumerevoli!-replicò Ronnie,cercando di
tenere il punto. Lei rise poi,intenerita,gli accarezzò una guancia e restò in
silenzio a fissarlo portandolo a fare un sospiro rassegnato e a parlare di
nuovo. -Stavo pensando a questa sera,al fatto che potrebbe essere la nostra
prima volta perfetta...-le confessò. -E?- -E mi sono ritrovato a chiedermi
se ancora una volta non ti sto mettendo troppa fretta,se magari c'è qualcosa che
ti spaventa e che non vuoi dirmi per qualche assurdo motivo...-le disse
sincero. Rebecca scosse la testa. -Tu sei il mio ragazzo,non il mio
migliore amico-gli fece notare. Ronald annuì,concorde. -E' vero,forse è
l'ultimo argomento che affronteresti con me,ma proprio perchè sono il tuo
ragazzo posso capirti meglio di chiunque altro... Magari hai bisogno di più
tempo o hai qualche domanda,ma ti imbarazza parlarmene,quindi sarò io a fare la
"prima mossa":c'è qualcosa che vorresti chiedermi o che posso fare per te?-le
domandò con voce calma e tranquilla. Rebecca restò in silenzio qualche
istante,pensierosa,poi lui la vide mordersi l'interno del labbro inferiore,come
faceva sempre quando voleva chiedergli qualcosa e capì che aveva visto
giusto. -In effetti c'è qualcosa...- Avvicinò le labbra al suo orecchio
sinistro,per evitare che orecchie indiscrete sentissero,e parlò.
Non aveva mai visto una così bassa soglia di
sopportazione dell'alcool:come era possibile sbronzarsi dopo solo una
birra? Cercando di sorreggere Rose per la vita ed evitare che sbandasse più
del necessario,James uscì dal salotto ormai vuoto e per un'istante la sua mente
si chiese dove fossero finiti gli altri. Ma l'idea non era passare insieme il
capodanno? Perchè a neanche mezz'ora dalla mezzanotte erano tutti spariti?E
per andare dove? Sicuramente Ronald e Rebecca si erano appartati in una delle
camere al piano di sopra,ma sperava con tutto il cuore che non avessero avuto la
stessa idea anche Lily e Daniel...Altrimenti prima avrebbe ucciso l'amico e poi
avrebbe pensato alla sorella! Ci sono certe cose che un fratello non deve nè
sapere nè vedere! -Che ne dici di un'altra danza?-domandò Rose,portandolo a
voltare la testa verso di lei. Sorrise,divertito dalla sua aria scanzonata
che la sbronza le aveva dato e scosse la testa. -No,basta ballare,è meglio
che ti porti a letto-le disse avviandosi verso la scala che portava ai piani
superiori. La risata di Rose proruppe forte e spontanea per le sue
parole,portandola ad aggrapparsi a lui per non sbilanciarsi in avanti:forse non
aveva usato le parole più appropriate... -Per dormire!-specificò subito
Jim,conscio che ormai era troppo tardi per riparare. Rose smise di ridere
e,improvvisamente seria,lo guardò scuotendo la testa. -Solo per dormire?Che
spreco!-commentò. Il ragazzo si morse il labbro inferiore cercando di frenare
la battuta che gli era nata spontanea sulle labbra:era meglio non aggiungere
altra carne al fuoco... -Sei ubriaca,ed io sono un gentiluomo-le disse mentre
erano a metà della scalinata. -E allora?-chiese lei fissandolo con occhi
annebbiati. -Allora non posso approfittare di te quando sei in queste
condizioni-le spiegò ancora una volta lui,sistemandosi meglio il braccio di Rose
sulle spalle. Lei sbuffò ironica,sollevando un ricciolo che le era caduto
sugli occhi e,trovando la cosa estremamente divertente,ripetè l'operazione più
volte. -E decisamente ora di andare a letto-ripetè James,la voce leggermente
più bassa per non scatenare di nuovo l'ilarità della ragazza. Superato anche
l'ultimo gradino,James aprì la prima porta che gli si parò davanti e la trovò
vuota. Sospirò di sollievo,ringraziando tutti gli Dei Riuniti per avergli
evitato la vista di uno dei suoi fratelli impegnati in pratiche amorose ed entrò
nella stanza con Rose,lasciando la porta aperta dietro di sè. -Sai che stavo
pensando?-gli domandò Rose improvvisamente,facendogli portare di nuovo
l'attenzione su di lei. James scosse la testa,aiutandola a sedersi sul
letto. -Credo che dovremmo sposarci-disse lei con voce convinta. Lui
sorrise e la guardò qualche istante cercando di capire quanto di "sobrio" ci
fosse in quelle parole,ma si accorse subito delle palpebre che faticavano a
restare alzate e all'aria poco presente che la cugina
aveva. -Già...-commentò-Io,invece,credo che dovresti sdraiarti-le disse
poi. Rose scosse la testa. -Non sto scherzando!Insomma,io ti amo...tu mi
ami,perchè non dovremmo farlo? Tu mi ami vero?-domandò ancora lei lasciandosi
portare giù sul materasso. -Ah fammi pensare...Forse perchè siamo entrambi
studenti?O perchè nessuno sa che siamo innamorati?-tentò lui,anche se sapeva che
lei non avrebbe capito una sola parola. Infatti Rose sbuffò,quasi avesse
detto una grande assurdità. -Sciocchezze!...Ah è voglio anche dei
figli!-disse seguendo un filo di pensiero diverso. Seduto accanto a lei,James
sorrise leggermente,coprendolo subito con una mano per evitare che la ragazza
potesse offendersi e annuì. -Voglio tre figli...-decretò Rose muovendosi sul
materasso e sistemandosi su un fianco, chiudendo gli occhi. -Addirittura!Hai
già pensato anche ai loro nomi?-domandò Jim iniziando ad accarezzarle i
capelli. Lei annuì,con una prontezza di riflessi minori di poco
prima. -Hope...Emily...Nathan...-mugugnò lei fra il sonno e la
veglia. James lasciò che quei nomi si insinuassero nella sua
mente,apprezzandone il suono finchè qualche istante dopo, non smise di
accarezzarla e si alzò in piedi per chiudere la porta. Quando tornò a
voltarsi verso di lei,Rose era già profondamente addormentata. Fissandola
immersa nei suoi sogni,James ripensò ai suoi vaneggiamenti e si rese conto che
quello che lei aveva descritto non era poi così impossibile. Magari un giorno
sarebbero anche potuti diventare realtà...
Sdraiati una di fianco all'altro,sotto le
coperte,lo sguardo di entrambi fisso sul soffitto,Ronald e Rebecca cercavano di
superare l'imbarazzo. Era stata un'idea folle,lo sapeva,ma del resto quando
lui le aveva chiesto se c'era qualcosa che poteva fare per lei,quella era stata
la prima idea che le era venuta in mente. Ronnie aveva ragione:lei era ancora
un pò legata e timorosa perchè qualcosa potesse succedere fra
loro. Amava Ronald come mai nessuno prima d'ora,ma l'idea di stare nuda in un
letto con un ragazzo la imbarazzava terribilmente,la faceva diventare rossa
anche il solo pensiero! Ogni volta che pensava al proprio corpo nudo le
venivano in mente mille difetti che avrebbe preferito celare alla vista di
tutti,figuriamoci a quella del proprio ragazzo... Così gli aveva chiesto di
aiutarla a superare quell'imbarazzo ed ora erano lì,completamente nudi sotto le
coperte,cercando di superare quell'impasse che era sicuramente naturale in una
situazione del genere. Ronald aveva provato ad infilarsi sotto le coperte con
ancora i boxer indosso,ma lei lo aveva scoperto e lo aveva ammonito. -Se io
sono nuda io devi esserlo anche tu!-gli aveva ricordato. -Becca,per me è
diverso...Te ne accorgeresti se qualcosa in me dovesse cambiare-le aveva detto
aggrappandosi a quell'ultima difesa. Per qualche istante lei non aveva capito
a cosa si riferisse,poi si ricordò la reazione che aveva provocato in lui quel
giorno nell'aula dismessa quando avrebbero dovuto studiare ed invece si erano
lasciati andare in baci ed effusioni;si ricordò della reazione del corpo di
Ronald e arrossì lievemente,prima di scuotere la testa. -Non se ne
parla!-aveva ribadito senza alcuna possibilità d'appello. Alla fine Ronald
aveva dovuto arrendersi ed infilarsi sotto le coperte completamente nudo. Ed
ora erano lì:sapeva che se avesse staccato lo sguardo da soffitto e lo avesse
posato su di lui,o se avesse fatto anche un leggero movimento nel letto,avrebbe
sentito la pelle nuda del ragazzo e aveva paura delle possibili reazioni che
avrebbe avuto. L'idea di diventare rossa davanti a lui le sembrava peggiore
della morte!Ed era stata proprio lei ad avanzare quella richiesta! Aveva
bisogno di uno psichiatra... -Va tutto bene?-le domandò lui,un'accenno di
preoccupazione nella voce. Dopo aver preso un breve respiro,Rebecca si decise
a voltare la testa verso di lui:Ronnie aveva entrambe le braccia sotto la
testa,il viso rivolto verso di lei,e il resto del corpo nascosto dalla
coperta. Annuì leggermente,voltandosi su un fianco. -Credo di sì-ammise
sincera. Lui imitò la sua posizione,mettendo un braccio sotto la guancia
sinistra e la guardò. -Non siamo mica obbligati a farlo-le ricordò
lui. Rebecca scosse la testa decisa. -Lo so,sono io che voglio
farlo...Almeno è un piccolo passo avanti-aggiunse poi. Ronald sorrise
intenerito e annuì,allungando la mano destra sopra il piumone per cercare quella
di lei,che la raggiunse facendosi strada fra le coperte. Rinfrancata da quel
contatto,Rebecca si mosse nel letto andando più vicina a lui,la testa sul suo
stesso cuscino,un piede che sfiorava quello di lui. -Stai invadendo il mio
spazio-scherzò il ragazzo. Lei sorrise ed in risposta,quasi lo volesse
provocare, gli si fece più sotto,arrivando a sfiorare con il mento la sua spalla
sinistra. Chiuse gli occhi e restò lì,in silenzio per qualche
istante,respirando l'odore della pelle di Ronald mischiato al suo profumo:certe
volte odiava essere la più inesperta dei due,odiava essere quella più bisognosa
di tempo e attenzioni. -Mi dispiace darti tanti problemi...-disse continuando
a tenere gli occhi chiusi. Ronald aggrottò le sopracciglia e fissò il suo
volto,sorpreso da quelle parole. -Problemi?Forse mi sono perso qualche
puntata,ma sono o no a letto nudo con una delle ragazze più belle di tutta
Hogwarts?- Lei riaprì gli occhi e fece una smorfia divertita. -No,meglio
saperlo prima perchè se è uno dei miei sogni erotici,voglio che duri il più a
lungo possibile-continuò il rosso. Rebecca rise,infinitamente riconoscente
per il modo rilassante e scherzoso con cui lui stava cercando di metterla a suo
agio in quella strana situazione. -Fai dei sogni erotici su di
me?-domandò,cercando di stare al gioco. Lui alzò le spalle. -Potrei...E
tu?-le chiese poi di rimando. Lei imitò il suo gesto,avvicinando la mano
sinistra al suo collo. -Potrei-disse solamente. Ronald accennò un sorriso
malizioso e avvicinò il viso a quello di lei,gli occhi che affondavano nei
suoi. -Hai appena firmato la tua condanna amore...Non ti darò tregua finchè
non mi avrai raccontato questi sogni!- Rebecca rise e,avvicinò le labbra alle
sue, affondando una mano fra i suoi capelli rossi. Lui rispose al bacio con
iniziale dolcezza,prima di mordicchiarle le labbra e dischiuderle sotto le
sue,imitato subito da lei. Si mossero leggermente nel letto per essere ancora
più vicini e per la prima volta si sfiorarono,pelle nuda contro pelle nuda,ma
concentrati entrambi nel bacio,quasi non se ne accorsero. Ronald si spose
leggermente verso di lei,puntando una mano sul materasso per non pesarle
addosso,mentre le braccia di Rebecca si stringevano attorno alle sue
spalle. Quando si separarano,ormai la distanza era annullata e la paura
sembrava essere dimenticata, almeno per il momento. Guidata
dall'istinto,Rebecca fece scivolare una mano lungo le spalle larghe e forti di
Ronald e,con la punta delle dita,seguì il profilo delle sue scapole e dei
pettorali,quasi affascinata dalla perfezione della sua pelle candida e dalla
compattezza dei suoi muscoli. Continuò la sua esplorazione fino a sfiorare un
capezzolo piccolo e rigido,sentendo sotto le dita la pelle d'oca che quelle
carezze provocavano in Ronald. -Stai tremando...-gli disse tornando a fissare
i suoi occhi. Lui scosse la testa,un espressione seria in volto. -No,o
almeno non credo...- -Vuoi che smetta?-gli chiese leggermente
intimorita. Lui accennò un lieve sorriso e restò in silenzio,gli occhi che
riflettevano un'espressione seria e controllata. -Sinceramente no,è l'ultima
cosa che vorrei;però se tu non ti senti a tuo agio...-aggiunse
subito. Rebecca scosse la testa e gli sorrise rassicurante. -E' l'ultima
cosa che vorrei!Ti...ti andrebbe di toccarmi?-gli chiese poi titubante. Per
un'istante Ronald la guardò incerto di aver capito bene il significato reale
delle sue parole,poi sentì il suo viso andare a fuoco,e alla fine si decise ad
annuire:meglio dare almeno un cenno prima che Rebecca ritirasse la sua
offerta! Un piccolo sorriso di incoraggiamento apparve sulle labbra della
ragazza,mandandolo ancora più in confusione e facendogli abbassare lo sguardo
sul suo corpo coperto dal piumone. Accortasi della sua incertezza o per
evitare che iniziassero con il piede sbagliato,Rebecca gli prese una mano e la
fece scivolare sotto le coperte,a contatto con la pelle tesa del proprio
addome:ora toccava a lui decidere come muoversi... Deglutendo nervoso,Ronald
rimase fermo alcuni secondi prima di iniziare a muovere la mano:si mosse lieve
sulla pancia dell'addome,provocando una leggera risatina da parte di lei che gli
fece aggrottare la fronte,sorpreso. -Scusa,soffro il solletico...- Lui si
unì al suo sorriso,prima di iniziare di nuovo a muovere la mano sotto le
coperte,sfiorando il fianco destro,seguendone la lieve curva fino al
fondoschiena per poi tornare verso l'alto e da lì muoversi sulla curva del
seno. Per tutto il tempo,i suoi occhi avevano osservato il volto di
Rebecca,pronto a smettere alla prima reazione negativa della ragazza,ma quello
che aveva ricevuto finora erano stati dei piccoli sospiri, mentre la sua mano
sinistra gli accarezzava i capelli ed i suoi occhi non avevano cessato un'attimo
di ricambiare il suo sguardo. La sua mano si era mossa sul
seno,accarezzandolo leggermente all'inizio quasi avesse paura di farle male,poi
lo aveva coperto interamente con il palmo,sentendo premere fra le dita il
capezzolo lievemente turgido;aveva preso a stuzzicarlo con due dita facendolo
inturgidire con le sue attenzioni. Rebecca sollevò la testa dal cuscino,un
braccio stretto intorno al suo collo per attirarlo a sè, e cercò le sue labbra
per un bacio che apparve subito diverso dagli altri,più passionale e
sensuale. Ronald ricambiò con la stessa intensità e la stessa passione,una
mano contro il materasso per non pesare su di lei e l'altra ancora sul
seno. Ovviamente quella situazione stava producendo degli effetti anche su di
lui che,data la loro nudità,era impossibile nascondere:come avrebbe reagito
Rebecca sentendo contro di sè la sua erezione? Certo non era la prima volta
che capitava,ma nelle occasioni precedenti,i vestiti avevano nascosto la reale
"entità" del suo desiderio. Ma come nasconderlo ora che erano uno contro
l'altra completamente nudi? Rebecca lo portò giù con sè sul letto e Ronald
sentì chiaramente quando la punta del suo pene sfiorò la pelle morbida del
ventre di lei. Inevitabilmente arrossì e abbassò leggermente lo
sguardo,fissando le ossa delle scapole leggermente in mostra di
Rebecca,prima di fare un gesto per staccarsi da lei. Ma la ragazza glielo
impedì. -Resta-disse semplicemente. -Becca...-tentò lui. Lei gli diede
un piccolo bacio e gli accarezzò una guancia. -Non si era parlato di vincere
tutte le paure?- Ronald respirò profondamente e tornò a guardarla negli
occhi,preoccupato che quello che stava per dirle potesse rovinare
tutto. -Becca,credo che se andiamo avanti sarà più difficile,per
me,fermarmi...-le disse cercando le parole adatte. Rebecca poggiò una mano
sulla sua guancia sinistra e ricominciò a baciarlo,in quel modo sensuale e
appassionato che sembrava aver scoperto da poco,sollevandosi leggermente dal
materasso per allacciare le braccia attorno al suo collo,premendo così il suo
seno contro il torace di lui. Ronald sospirò,riportandola sul letto e
sdraiandosi su di lei,dimenticandosi tutti i buoni propositi, e la sua
mente andò totalmente in confusione quando Rebecca allacciò una gamba attorno ai
suoi fianchi, aumentando la vicinanza fra le loro intimità. Staccò le labbra
da quelle di lei e respirò rumorosamente,sotto gli occhi divertiti e compiaciuti
di lei. -Ti diverti a vedermi così in difficoltà,vero?-le chiese intrecciando
le dita della mano destra con quella di lei e bloccandola sul materasso. -Mi
piace essere quella che ti mette in difficoltà...-precisò lei. I loro occhi
si incontrarono e l'attimo dopo il silenzio scese nella stanza,unico testimone
di quello che stava accadendo in quella stanza. -Dimmi cosa devo fare
Becca...Cosa vuoi che faccia...-disse poi lui a voce talmente bassa che se non
ci fosse stato il silenzio più assoluto,lei non avrebbe potuto sentirlo. Con
la mano ancora libera,Rebecca tornò ad accarezzargli i capelli,riflettendo
pensierosa per alcuni istanti. Non era ancora pronta per fare l'amore con
Ronald,nonostante lo volesse con tutta sè stessa. Lo sapeva anche lei di non
aver superato tutti gli "ostacoli". Però forse... -Magari possiamo trovare
un compromesso-gli disse ricambiando il suo sguardo. Ronald la fissò qualche
istante per essere veramente sicuro di aver capito il senso nascosto in quelle
parole e poi sorrise malizioso. -Io adoro i compromessi...-
La mezzanotte era ormai passata,ed il nuovo anno
era già iniziato da alcune ore. Due figure,completamente vestite,giacevano
una accanto all'altra su un letto non abbastanza grande per ospitarle
entrambe. -Stai dormendo?-chiese una con un sussurro di
voce. Rannicchiandosi contro il petto di Daniel,le ginocchia ripiegate ed un
braccio abbandonato sul torace del ragazzo,Lily scosse la testa,nonostante
avesse gli occhi chiusi. -No,sto proteggendo gli occhi dalla luce...-mormorò
lei. Daniel accennò un sorriso e si mosse nel letto voltandosi su un fianco
verso di lei,un braccio sotto la testa e l'altro attorno alla vita di
lei. Lily,del canto suo,si adattò a quella nuova posizione senza aprire gli
occhi,lasciandogli lo spazio necessario per muoversi e tornando ad avvicinarsi
quando capì che aveva finito di sistemarsi. -Che male c'è a riposare un pò se
sei stanca?-le domandò fissando le sue palpebre abbassate. Lei sospirò e
mosse in maniera quasi impercettibile la testa sul cuscino. -No...non voglio
dormire-gli disse in maniera spezzata. -E per quale motivo?- Muovendo la
testa,nascose il viso nel suo collo e lui la sentì sospirare lievemente,prima
che il suo respiro caldo gli facesse venire la pelle d'oca. -Tu non ci sarai
più...-mormorò poi. Daniel aggrottò le sopracciglia a quelle parole,cercando
di trovarvi un significato finchè,dopo qualche istante tutto sembrò chiaro:Lily
non voleva addormentarsi perchè non voleva che il loro ultimo giorno insieme
avesse fine. Era per questo che stava combattendo contro il sonno,nonostante
stava evidentemente avendo la peggio,quasi come se restando sveglia potesse
incidere sul passare delle ore e sulla loro separazione
inevitabile. Intenerito,sorrise e avvicinò il viso al suo fino a posare le
labbra sulla sua fronte per posarvi un bacio leggero,poi la strinse ancor di più
contro di sè ed iniziò ad accarezzarle i capelli, lentamente e con
dolcezza. -Ci sarò...Ora dormi-le sussurrò in un orecchio. Lily sospirò di
nuovo e,dopo alcuni mugugni e alcuni movimenti del capo,smise di muoversi,
scivolando velocemente nel sonno. A lungo Daniel continuò ad accarezzarle i
capelli e a fissarla,ascoltando il suo respiro lento e cadenzato,quasi a voler
controllare che tutto fosse normale,come se la paura che prima aveva colto Lily
ora si fosse impossessata di lui,ma alla fine anche lui cedette alla stanchezza
e si addormentò.
ATTENZIONE:SCENA SLASH!
-Stai bene?Vuoi andare da qualche
parte?- Seduto sul divano bianco al centro del grande salotto,i piedi scalzi
poggiati sui cuscini morbidi, perfettamente a suo agio e rilassato,come non
aveva creduto possibile solo poche ore prima, Albus scosse la testa,mollemente
rilassata contro la spalla destra del biondo,in segno di diniego. -No,sto
bene qui-rispose. Ancor prima di bussare al campanello di quella casa, mentre
ancora era nella sua camera e stava finendo di preparsi era stato colto da mille
dubbi,da paure e tentennamenti,ma questi si erano dissolti con il passare delle
ore,quando aveva capito che Scorpius non gli sarebbe saltato addosso
all'improvviso bloccandolo nel primo angolo buio della casa. Era un Malfoy,e
teneva forse più di tutti a fare una buona impressione al "primo
appuntamento"... Chi l'avrebbe mai detto! Quando era arrivato,gli aveva
fatto fare un piccolo giro turistico della casa,prima di condurlo nella sala da
pranzo principale dove avevano cenato,soltanto loro due,agli estremi opposti di
una lunga tavola,come aveva visto fare tante volte nei vecchi film in bianco e
nero e come credeva non si usasse più,spaventato dalla possibilità di una cena
avvolta dal silenzio più completo,ma ancora una volta,Scorpius lo aveva sorpreso
intavoltando ogni volta una discussione diversa, chiedendogli di Lily e Daniel e
di come era andata a finire la discussione quando lui era andato via quel
giorno,come stavano passando quella sera i suoi fratelli ed i suoi genitori,se
sapevano che era con lui. -I tuoi genitori sanno che sei con me?-aveva
chiesto il moro di rimando. Scorpius aveva inarcato le labbra nel suo solito
ghigno targato Malfoy e aveva alzato il bicchiere di cristallo verso di
lui. -Touchè!- Dopo la cena si erano spostati nel salotto,dove il padrone
di casa lo aveva convinto a seguire il suo esempio e togliersi le
scarpe,lasciate abbandonate sopra il parquet color nocciola,e a sedersi accanto
a lui sul divano bianco. Inizialmente erano seduti uno accanto all'altro,ma
la spensieratezza e la spontaneità che sembrava essersi impossessata di loro
aveva favorito un'intimità maggiore:Scorpius più volte gli si era sporto verso
di lui soltanto per sfiorargli le labbra con un bacio,o per scompigliargli i
capelli e alla fine era sembrato normale ad entrambi quando Albus si era
sdraiato sul divano fino a posare la testa sulla sua scapola,talmente naturale
che Scorpius aveva stretto un braccio attorno alla sua vita. -Quindi questa
sarebbe casa tua...-chiese Al guardandosi intorno. -Una delle tante-rispose
il biondo. L'altro sorrise per quel tono di sufficienza:certe volte
dimenticava con chi aveva a che fare;i Malfoy erano una delle famiglie più
famose e potenti del Mondo Magico. Che sarebbe successo se si fosse venuto a
sapere di quello che c'era fra loro?...Già ma cosa c'era veramente fra di
loro? -Te l'avevo detto che questa casa è mia?-gli disse
all'improvviso. Al alzò la testa fino ad incontrare il suo sguardo e lo fissò
incerto. -Della tua famiglia vorrai dire-disse. Scorpius scosse la
testa. -Sbagliato Al.Questo è stato il primo regalo che mio padre mi ha
fatto:poche ore dopo la mia nascita ha comprato questa casa soltanto per
me. C'è il mio nome sul contratto d'acquisto-gli raccontò. Albus strabuzzò
leggermente gli occhi sorpresi. -Alla faccia del regalo!-commentò
incredulo. Il biondo si lasciò andare ad un sorriso divertito ed incontrò il
suo sguardo,alzando le spalle. -Legalmente non potrò viverci finchè non avrò
diciotto anni,ma che importa? E' sempre casa mia,no?- Al
annuì,pensieroso:qualsiasi ragazza sarebbe stata felice di vivere in un posto
come quello,in compagnia di un uomo come Scorpius. E anche molti
ragazzi... -Tu invece?-gli domandò l'altro facendolo tornare alla
conversazione. Al scosse la testa. -Noi non abbiamo appartamenti e
castelli sparsi per l'Inghilterra come la tua famiglia. C'è solo la casa a
Privet Drive,che hai già visto,e la casa a Grimmuald Place,dove non andiamo
quasi mai e dove ora gli altri stanno festeggiando il Capodanno-gli
raccontò. Scorpius annuì lentamente. -Mio padre una volta mi ha detto
qualcosa di quel posto...-disse. Il moro sorrise leggermente. -E' più di
quanto abbia mai fatto mio padre-commentò. Scorpius aggrottò leggermente la
fronte. -Che vuoi dire?- Al alzò le spalle,con fare noncurante. -A lui
non piace ricordare i momenti passati in quel posto,quindi non ne parla quasi
mai...Tutto quello che sappiamo ce lo ha raccontato nostra madre,lo abbiamo
visto dalle foto e nell'unica visita che abbiamo mai fatto lì-gli raccontò. O
da quello che abbiamo visto nei suoi ricordi,pensò. Per qualche istante
rimasero in silenzio,finchè non sentì lo sguardo argenteo fissarsi sul suo
volto, costringendolo a ricambiare lo sguardo. -Mi ci porterai un
giorno?-chiese poi Scorpius cogliendo l'altro di sorpresa. Albus restò in
silenzio qualche istante,quasi assimilando la domanda,poi accennò un
sorriso. -Dipende...-gli disse. -Da cosa?- -Da quanto tempo resterai
nei dintorni-fece il moro serio. Un' espressione seria apparve negli occhi di
Scorpius,seguito da un'altro attimo di silenzio,finchè le sue labbra non
sfiorarono quelle di Al,circondando il suo labbro superiore con
delicatezza. Quando entrambi riaprirono gli occhi,in quella distanza
ravvicinata,Scorpius dischiuse le labbra per parlare,soffiando un pò d'aria
calda sulla bocca di Albus. -Per molto tempo...-rispose poi in un
sussurro. Il cuore di Albus prese a correre nel petto,sbattendo contro la sua
gabbia toracica e martellando nelle sue orecchie isolando qualsiasi altro
rumore,mentre nella sua mente quelle ultime parole si propagavano e diventavano
reali. Avevano quasi lo stesso significato di una dichiarazione d'amore per
uno come Scorpius... Avvicinò di nuovo le labbra alle sue e trovò subito la
risposta di Scorpius,mentre una mano affusolata andava a perdersi nella coltre
nera dei suoi capelli per avvicinarlo a sè ed approfondire il
bacio. Continuando a baciarlo,Albus strinse le braccia attorno al collo del
biondo,compiendo una mezza giravolta fino a trovarsi con la schiena sul divano
sdraiato accanto al compagno. Una mano scivolò sul tessuto teso della sua
camicia verde,scendendo oltre i pettorali e gli addominali fino a raggiungere la
cintura ed iniziare poi a sfilare la camicia dai pantaloni bianchi, proprio
mentre le loro labbra si staccavano per necessità d'aria e la bocca di Scorpius
si posava sul suo collo. Ad occhi chiusi,Al circondò le spalle grandi del
biondo facendole scendere poi lungo la schiena e allacciandole ai fianchi per
schiacciarlo contro di sè. Sentiva le sue mani che veloci liberavano i
bottoni dalle asole finchè la camicia verde non fu aperta del tutto e le labbra
di Scorpius non poterono farsi spazio lungo il suo torace,titillando per qualche
istante i capezzoli marroni che risposero all'istante alle sue attenzioni per
poi scendere ancora fino a raggiungere l'ombelico dove affondò la punta della
lingua in modo esplicito e voluttuoso e mordicchiò un lembo di pelle. Sotto
le sue attenzioni,Albus sospirò e tremò,soltanto parzialmente conscio di
ricevere più piacere di quanto ne stava dando all'altro,ma quando la sua mano
destra si avvicinò l'erezione di Scorpius con l'intento di liberarla
dal fastidio dei pantaloni,il biondo rialzò la testa, inchiodandolo con il suo
sguardo argenteo liquido e gli rivolse il suo incomparabile ghigno. L'attimo
dopo si era sollevato in piedi,privandolo della sua presenza,e gli tendeva una
mano per aiutarlo a fare lo stesso. -Vieni con me-gli disse con la stessa
voce soffiata che gli aveva sentito poco prima. Dopo aver messo da parte
anche l'ultima incertezza,Al afferrò la sua mano e si alzò dal divano seguendolo
poi fuori dal salotto sulle scale che portavano al piano superiore. Superato
anche l'ultimo gradino,il moro lo attirò di nuovo a sè e riprese a
baciarlo,nonostante fossero ancora nel corridoio,e incontrando la risposta di
Scorpius,si mosse finchè non lo portò con la schiena contro un muro,bloccandolo
con il proprio corpo:gli morse e succhiò il labbro inferiore mentre le sue mani
lo liberavano dalla camicia bianca e la facevano scendere lungo le spalle;la
caduta dell'indumento venne seguita dallo sguardo di Al ed,in seguito,dalle sue
labbra che si posarono sul collo e sulla spalla destra,dove poco prima c'era il
tessuto candido della camicia. Anche la bocca di Scorpius fu sul suo collo,i
capelli biondi che gli facevano il solletico,neanche stesse cercando di
nascondere il proprio sguardo,ma Albus gli concesse quel nascondiglio per pochi
istanti prima di abbassare il volto e seguire la stessa scia che pochi minuti
prima Scorpius aveva seguito sul suo corpo:lasciò una traccia umida di baci sul
torace e sui pettorali,sugli addominali e sull'ombelico,fino alla cintura di
pelle nera. Lì alzò lo sguardo a cercare gli occhi del biondo:voleva che lo
guardasse,che non sfuggisse neanche un'istante al suo sguardo mentre gli apriva
la cintura e la sfilava dai passanti, abbandonandola poi poco distante da
loro. Lo sentì trattenere il respiro mentre con mano ferma faceva scendere la
cerniera lampo, distendendo così il tessuto dei pantaloni bianchi e scoprendo i
primi ciuffi scuri del pube. Sorpreso dalla mancanza dell'intimo,rialzò lo
sguardo e vide il piccolo sorriso sul volto di Scorpius:era forse un regalo per
lui? -Sorpresa!-disse infatti l'altro. Al sorrise e scosse leggermente la
testa,prima di riportare lo sguardo davanti a sè, e abbassare i pantaloni
bianchi fino alle caviglie. Scorpius alzò le gambe una alla volta per
liberarsi dall'impedimento che oramai erano diventati i suoi pantaloni e poi li
scaraventò lontano con un calcio,prima di tornare a riabbassare lo sguardo su
Albus. Ma questi non lo stava guardando:aveva lo sguardo fisso sull'erezione
che,fiera,sembrava sfidarlo. Senza accorgersene,si passò la lingua sulle
labbra prima di avvicinarsi:poggiò entrambe le mani sui fianchi nudi e ne
accarezzò la punta con le labbra,con un tocco ancora troppo delicato,ma che
provocò lo stesso un singulto nel biondo. Certe volte era veramente
sensibile... In pochi attimi trovò il ritmo giusto,accogliendo gradualmente
l'intera durezza nella sua bocca,mentre una mano di Scorpius affondava fra i
suoi capelli neri scompigliandoli e tirandoli come faceva sempre in quei
momenti,incapace di controllare i suoi gemiti. Quei gemiti erano rivelatori
per lui:grazie a quelli,Al sapeva quando continuare e quando dargli un pò di
tregua per fargli riprendere fiato,sapeva quando essere insistente e quando
invece doveva essere delicato. Forse era l'unico a capirlo così bene... La
mano fra i suoi capelli aumentò la stretta,portandolo a rialzare lo sguardo e a
staccare le labbra da lui:il viso,solitamente angelico ed etereo,di Scorpius ora
era rosso e congestionato ed il respiro era corto,quasi fosse appena tornato da
una lunga corsa. Si alzò di nuovo in piedi e gli sorrise malizioso,poggiando
un gomito sul muro accanto alla testa dell'altro e ascoltando i suoi respiri
corti per qualche secondo. -Togliti quel sorrisetto del cazzo dalla bocca!-lo
beccò lui. Al si morse un'angolo del labbro inferiore e alzò le
spalle. -Non sapevo fosse proibito...-lo stuzzicò. Con un sospiro,il
biondo si staccò dalla parete e,presolo per mano lo guidò nella prima camera da
letto che incontrarono sulla loro strada. Entrando nella stanza,Albus si
avvicinò al letto dalle lenzuola blu notte,quasi stesse ammirando il tipo di
trama con cui erano state intessute,ma Scorpius,chiaramente impaziente,gli diede
una lieve spinta facendolo atterrare sul materasso morbido. Con un sorriso
divertito sulle labbra,Al si puntellò su entrambi i gomiti e lo fissò qualche
istante. -Vedo che passiamo alle maniere forti- -Come se non ti
piacesse-ribattè l'altro salendo a cavalcioni su di lui e iniziando a slacciare
la cintura. La lasciò cadere ai piedi del letto,sbottonando poi i jeans,lo
sguardo sempre fisso in quello smeraldino di Albus:non lo lasciò neanche quando
iniziò a far scendere i pantaloni ed i boxer. Per dargli un piccolo aiuto,Al
alzò il fondoschiena,e lo seguì con lo sguardo mentre gli sfilava i vestiti
lanciandoli dall'altra parte della stanza. In piedi davanti a lui,Scorpius
osservò il corpo nudo e leggermente muscoloso,così chiaramente in contrasto con
il suo,modellato da anni di allenamenti e partite di Quidditch,la pelle chiara
che risaltava ancora di più quando i suoi occhi fissavano quei capelli neri e
fulvi. Come aveva fatto a perdere la testa per quel ragazzo così lontano dai
suoi "schemi" e dai suoi gusti? Cosa c'era di così stupefacente in Albus che
sembrava mandarlo fuori di testa? -Non sei niente male Potter-commentò
ironico,cercando di allontanare quei pensieri. L'altro rise,sollevandosi a
sedere sul letto. -E' forse la prima volta che mi vedi nudo Malfoy?Non ti eri
mai accorto prima di che bellissimo dio greco fossi?-scherzò l'altro,chiaramente
consapevole dei suoi limiti. Scorpius annuì...Già,un dio greco personale!Solo
per me. Si riavvicinò al letto e posò tutte e due le ginocchia sul
materasso,portandosi su di lui e costringendolo ad alzare la testa per
incontrare il suo sguardo. -Credo tu stia parlando di me- Con una
spinta,fra le risate,Albus lo fece cadere con la schiena sul letto e gli salì
sopra,cercando prima i suoi occhi e poi le sue labbra. Era sempre una
piacevole sensazione sentire il contatto con la pelle nuda dell'altro:forse
perchè ricordava ad entrambi che era qualcosa di proibito,o forse proprio perchè
erano insieme. Magari con un altro ragazzo non sarebbe stato così
piacevole... Un braccio di Scorpius si allacciò attorno al suo collo
portandolo in basso verso di sè,mentre l'altra mano vagava sulle sue cosce
solide e leggermente ricoperte di peluria prima di iniziare a giocherellare
quasi distrattamente con l'erezione di Al. Solo per quei leggeri tocchi,il
moro staccò le labbra da quelle dell'altro e si lasciò andare a dei piccoli
gemiti,gli occhi socchiusi. Unico spettatore di quelle piccole mosse e
smorfie che Albus faceva ogni volta che gli tributava quell'attenzione,Scorpius
continuò ad accarezzarlo alternando lentezza e velocità,giudice e padrone del
piacere del compagno,che inevitabilmente si trasmetteva anche a lui. -Apri
gli occhi Al-gli disse con voce roca. Con il respiro mozzato a metà,Albus
riaprì gli occhi e li fissò in quelli dell'altro,facendo piombare la stanza nel
silenzio per qualche istante:entrambi sapevano cosa stava per accadere,non c'era
bisogno di parole. -Voltati-fece il biondo allontanando le mani da
lui. Senza parlare o fare domande,Al eseguì,voltandosi a pancia in
giù,facendo forza sui gomiti. Lo sentì vicino,il torace che premeva contro la
sua schiena,l'erezione contro le sue natiche che lo invogliava ad alzare le
natiche per strofinarsi contro di lui,e per la prima volta sentì di nuovo paura
per quello che stava per succedere. Forse avvertendo quel timore,Scorpius
iniziò a baciare la sua schiena,a seguire il percorso della sua spina dorsale
con la punta della lingua,mentre una mano s'avvicinava alla sua entrata e
iniziava a stimolarla. Sotto quelle nuove attenzioni,mai provate finora,Albus
inarcò la schiena verso il compagno, facendo incontrare il proprio fondoschiena
e l'erezione di Scorpius più volte,provocando dei gemiti di piacere in
entrambi. Poteva accontentarsi di quello?No,voleva ancora di
più. -Sys...-lo chiamò in un sospiro fra un gemito e l'altro. Quello era
il segnale che l'altro aspettava:allontanò le dita dalla sua entrata e tornò a
posarsi contro la sua schiena,le mani premute sui suoi fianchi. -Non voglio
mentirti Al,ti farà male all'inizio. L'importante però è che tu resti fermo e
ti rilassi,per quanto difficile possa sembrarti...Al resto ci penso io-gli disse
avvicinando le labbra al suo orecchio sinistro e posando un piccolo bacio sulla
punta. Al fece un piccolo cenno di assenso e restò in attesa:la prima cosa
che sentì fu la punta del pene di Scorpius che si posizionava davanti alla sua
entrata,sentì le mani del ragazzo aumentare la stretta attorno ai fianchi
e,preparandosi a quello che stava per accadere,Albus prese un profondo
respiro. Ma non servì a nulla quando arrivò la prima spinta:nonostante i
buoni propositi,si lasciò scappare un lungo gemito di dolore,stringendo fra le
dita le lenzuola blu. -Rilassati,altrimenti sarà ancora peggio-gli ricordò
Scorpius. Era facile parlare! Forse la mente del biondo aveva avuto lo
stesso pensiero,perchè l'attimo dopo una mano di Scorpius si era posata
sull'erezione di Al e aveva iniziato ad accarezzarla,per aiutarlo a
calmarsi. E naturalmente funzionò:il dolore non scomparve,ma scemò
leggermente,permettendogli di affrontare le altre due spinte. Quando Scorpius
fu dentro di lui,restarono immobili per alcuni istanti,cercando di abituarsi al
nuovo corpo,ma la mente di Al era in completo
sconvolgimento...Niente di quello che aveva provato finora si
avvicinava a quello che stava vivendo ora. Sentire la presenza di Scorpius
dentro di sè lo aveva sopraffatto per l'intensità delle emozioni che stava
provando,inoltre sapeva che per l'altro era lo stesso senza bisogno di
parole... Lentamente,il biondo iniziò a muoversi,accompagnato dai movimenti
di Al che cercò fin da subito di seguire il suo ritmo senza il minimo errore:si
muovevano insieme provando lo stesso piacere. Più volte,Scorpius toccò un
punto magico dentro di lui portandolo quasi ad urlare per il piacere
accompagnato dai gemiti del biondo che non accennava a diminuire la presa
attorno ai suoi fianchi,neanche avesse paura di vederlo scappare da sotto le sue
mani. Al aveva bisogno di più,aveva bisogno di sentire di più e ancora una
volta,Scorpius capì i suoi bisogni e tornò a circondare la sua erezione tesa
ricominciando ad accarezzarlo con gesti decisi e veloci. Non avrebbero
resistito ancora a lungo e,finalmente,il piacere arrivò a liberarli da quello
stato di attesa:Albus gridò di sollievo al suo sopraggiungere e si premette
ancora di più contro il compagno,giusto in tempo per essere partecipe del suo
godimento. Sfinito,il moro crollò sul letto sentendo ricadere su di sè il
peso dell'altro:la testa posata poco distante dalla sua spalla sinistra,i
capelli che gli facevano il solletico sul collo,le braccia a coprire le
sue. Era stato il miglior capodanno della sua vita,su quello non c'erano
dubbi... Per alcuni minuti interminabili,restarono in silenzio,finchè
Scorpius non si decise a rotolare dalla sua parte del letto e a liberarlo dal
suo peso. Solo allora i loro sguardi si incontrarono ed un lieve sorriso
nacque sulle labbra di Albus. Senza dire nulla,Scorpius restituì il suo
sorriso e alzò una mano per allontanargli alcune ciocche che erano cadute sugli
occhi,privandolo della vista di quello sguardo limpido. Albus guardò il
ragazzo che gli aveva regalato la sua prima volta e sentì verso di lui un'ondata
infinita d'affetto e amore:come poteva manifestare quei sentimenti senza
apparire sentimentale? Oh,fanculo!Che importava? Vinte anche le ultime
titubanze,si mosse nel letto fino a raggiungere l'altro e rannicchiarsi contro
il petto. L'istante dopo,le braccia di Scorpius si chiusero attorno alle sue
spalle.
Salve a
tutti!!!
Finalmente arriva il week-end...Questa è stata una settimana veramente
stressante,ma x fortuna è finita.
Dunque...Cosa caratterizza una festa degna di questo nome?La musica,la
compagnia,una sbronza ed il sesso,fatto o meno.
Naturalmente non potevano mancare nella festa di Capodanno dei nostri
ragazzi:c'è l'amore che "finisce",simboleggiato dal mese di separazione fra
Lilye Dan,il grande romanzo d'amore che fa un pò invidia e da un pò fastidio
agli altri della comitiva,ovvero Ronald e Becca,e poi ci sono i due amici che
stando sempre a contatto finiscono per innamorarsi,cioè Rose e
James.
Tutto in
puro stile "teen-drama queen"!
Chissà
invece come se la caveranno i nostri "maturi" seniors...Si accettano
scommesse!
La frase
all'inizio del capitolo è presa da "Let's spent the night
together" dei Rolling Stones,inoltre le canzoni
citate nel capitolo sono: "Chelsea Digger" dei The Fratellis, "Total
Eclipse Of The Heart" di Bonnie Tyler e "Gretest DJ" di The Ting
Ting.
Ringrazio
tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso per
eventuali errori di battitura o di ortografia.
E ora i
ringraziamenti:Missjude(Innanzitutto,TANTI AUGURI!!!!!Anche se molto in anticipo!Beh era
ora che James gli restituisse il "favore",no?Mica Ronnie poteva passarla liscia
in quel modo!Te l'avevo detto che sarebbero stati i Serpeverde quelli che
avrebbero sorpreso di più!Luke specialmente solleverà un vespaio di polemiche
andando avanti,ma x il momento diciamo che sta cercando di trovare la sua
"redenzione",visto quello che ha fatto...Il problema di Ron ed Herm è che fin da
ragazzi sn stati molto orgogliosi,si sn fidanzati giovani e hanno sempre vissuto
uno in funzione dell'altro,finchè Ron nn si è accorto che c'era un intero mondo
al di fuori di quell'universo che avevano creato insieme e ha deciso di
"esplorarlo";nn parlo solo di Cassie,ma anche di tante altre cose,attenzione!Il
problema è che Herm nn lo ha seguito ed è rimasta ancorata a quell'immagine
"perfetta" ke aveva di loro...Vedrai i tuoi junior preferiti faranno un altro
piccolo passo avanti,e i tuoi WeLove ti faranno sciogliere...Non dico
altro!), Pikkola(Sono
sempre felice quando riesco a far cambiare idea su Scorpius ed Al...Io
personalmente li adoro,ma si sa,io sono di parte!La lite fra Lily ed Harry andrà
avanti ancora un pò ed avrà delle ripercussioni anche sul rapporto fra lui e
Ginny;al contrario per Luke ed Alice ci sono speranze migliori...),WingsHP(Luke avrà l'aiuto di
un'inaspettato Cupido,ma dovrà sudare parecchio per sistemare tutto,almeno così
ha dimostrato a tutti di essere veramente innamorato;Allison,invece,sa benissimo
cosa vuole,un pò come Rose,ma la frena un pò la differenza d'età e la gelosia
dei suoi padri se si scoprisse della storia con Fred...Del resto chi vorrebbe
affrontare la gelosia di BEN due padri prima del necessario?),IRE'89(Grazie
x i complimenti!Forse hai ragione,qnd parlo di Ronnie e Becca mi lascio
andare la mano, rischiando il coma diabetico,spero di trovare la via di mezzo
giusta!Però vorrei spezzare una lancia a favore del povero Ronnie:lui nn ha la
più pallida idea di cosa sta continuamente interrompendo...Come
potrebbe?Quindi,dal suo punto di vista,che male c'è ad interrompere un'uscita
fra 2 cugini?...E' vero,Fred è un pò malandrino,ma diciamo anche che Allie gli
sta dando volentieri una mano(ma come biasimarla,povera cara?)Per vedere la
reazione di Seamus e Rupert ci vorrà ancora un pò,ho in mente qlcs di divertente
e imbarazzante allo stesso tempo...George Weasley 4 President!Non credevo
raccogliesse così tanti consensi al contrario di Harry,nonostante le 2
situazioni siano simili!Forse a differenza del cognato,George ha imparato a dare
ascolto alla moglie prima di prendere una decisione,a fidarsi del suo giudizio e
anke a cedere se proprio è necessario...Grazie x la fiducia riguardo Ron ed
Hermione!),Ron'84(Devo
veramente ringraziarti;la tua recensione mi ha portato a riflettere e a fare un
piccolo esame di coscienza facendomi capire che forse stavo sbagliando nel modo
in cui intendevo gestire la storia fra Al e Scorpius:mentre leggevo qllo che
avevi scritto,mi sono ritrovata d'accordo con il 99% delle tue affermazioni e ho
deciso di seguire quell'istinto che inizialmente avevo represso.Grazie
ancora!),Elly(Ron è
cresciuto,credimi...Ha smesso di essere ragazzino qnd ha dovuto occuparsi di tt
la famiglia Weasley praticamente da solo,ma si arriva ad un punto nella vita,in
cui si è stufi di capire le motivazioni degli altri,anche se sn qlli che ami di
+,senza che qlcn abbia mai fatto lo stesso x te.Entrambi hanno torto in quella
situazione e solo qnd se ne renderanno conto potranno veramente far pace...Alice
perdonerà Luke?Beh,diciamo che lui sta facendo del suo meglio perchè qst
accada,e nel prox capitolo verrà inaspettatamente aiutato da una persona
insospettabile...),Tonks'17(Grazie x i complimenti...anche qlli inventati!I fratelli Potter
sn una "forza invincibile",io li vedo così: pronti a schierarsi uno a fianco
dell'altro alla prima necessità e saranno varie le occasioni in cui questo verrà
mostrato...Penso che se George sapesse tutta la storia fra Luke e Alice,del
ragazzo resterebbero solo le briciole,quindi meglio evitare!Il grande gesto
romantico ci sarà,anche se nn ho ancora ben deciso quale,aspetto un segno
dall'alto che mi aiuti a capire quale dei due è meglio;Fred ha 17 anni ed
Allison sta x compierne 15,quindi nn c'è una grande differenza d'età e x
rispondere alla tua domanda,no nessuno conosceva Luke xkè quando è andato in
visita a Seattle nn aveva incontrato nessuno dei 3 fratelli di Alice.Si era
tenuto ben nascosto!Tranquilla,il "grande annuncio" di George e Luna nn è ancora
stato fatto,quindi sei ancora in tempo x conoscere la reazione di tutti i
componenti della famiglia,anzi ti anticipo che provocherà un bel pò di
scompiglio,+ del dovuto!).
Ok,passiamo allo spoiler...vediamo se indovinate di chi sto
parlando:
"Uno schiaffo
lo colpì sulla guancia destra,poco sotto l'orecchio,lasciandolo interdetto,lo
sguardo nei suoi occhi.
Mentre ancora cercava di
capire quello che era appena successo,due braccia si strinsero attorno al suo
collo e la bocca di lei cercò la sua."
Bene,è
ora di chiudere qst capitolo interminabile,vi do appuntamento al prox
capitolo...
"The boys
are back in town"
Baci,Eva.
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Capitolo 23 *** The boys are back in town ***
boys
"I'm sure I'm not being rude, but it's
just your attitude, It's tearing me apart, It's ruining
everything."
-Credi che abbiamo fatto
la scelta giusta?-le domandò per l'ennesima volta. Sua moglie
sorrise,divertita dai dubbi e dalle incertezze dell'uomo,e annuì. -Per la
decima volta,sì sono sicura...Andiamo adesso non iniziare a fare il padre
apprensivo e retrogrado!-lo accusò scherzosa. Harry aggrottò la fronte e la
fissò,staccando per un'istante lo sguardo dalla strada davanti a
lui. Permettere ai loro figli adolescenti di trascorrere il Capodanno da
soli,e concedergli anche la casa di Grimmuald Place era stata un'idea esclusiva
di Ginny. Quando i ragazzi erano andati a parlarle,chiedendole di essere
"esentati" da quell'ennesimo Capodanno in famiglia,la donna non aveva avuto
cuore di negargli quella possibilità e alla fine aveva acconsentito,ponendo però
delle condizioni:non avrebbero dovuto esserci alcool,la festa sarebbe stata
riservata soltanto ad un ristretto numero di ragazzi,per evitare che si venisse
a sapere di quella casa e,infine,aveva imposto ai propri figli di presentarsi la
mattina dopo alla Tana per fare gli auguri al resto della famiglia e ai
nonni. Fin da subito,Harry aveva espresso le sue rimostranze:era una buona
idea mandare un gruppo di adolescenti in una casa semivuota,dove l'unica cosa
rimasta dai vecchi tempi erano i letti? -Sembra quasi un invito a darsi alla
pazza gioia!-le aveva fatto notare. Per un'istante Ginny si era chiesto che
idea avesse il marito dei propri figli,poi gli aveva spiegato che
lei,contrariamente a lui,aveva fiducia nei ragazzi:era sicura che quella serata
sarebbe andato tutto per il meglio,senza estremismi,senza alcool o sesso a
rovinare il divertimento. -Del resto stiamo parlando di un gruppo di
cugini!-gli aveva fatto notare. -E Ronald e Rebecca?-aveva ribattuto Harry
prontamente. Ginny aveva scosso la testa. -Nostro figlio non farà una cosa
del genere...Non si azzarderà neanche a pensarlo- Sul viso di Harry era
apparso un piccolo sorriso ironico. -Li vedi ancora come dei bambini-le aveva
detto con voce sicura. Lei aveva scosso la testa. -No,tranquillo...Lo so
che stanno diventando grandi e che hanno certe "curiosità" sul sesso,anche se
sinceramente non ci voglio pensare. Ma se Ronnie si azzarda a fare una cosa
del genere,quando quella ragazza è sotto la nostra responsabilità,credimi tesoro
sono pronta a fargli veramente male...-gli aveva spiegato seria. Alla
fine,dopo lunghe discussioni,Harry era riuscito a mettere da parte i suoi
dubbi,o almeno così era sembrato in un primo momento. Ora,mentre erano in
viaggio verso la Tana,ricominciava di nuovo a pensare che non avessero fatto la
scelta migliore. -Non si tratta di essere retrogradi,è solo che ho paura di
aver concesso troppa libertà. Alla loro età noi...-iniziò poi. -Amore alla
loro età tu stavi combattendo qualcosa che era più grande di te ed io ero in un
angolo a fare la maglia e ad aspettarti,quindi non credo si possano fare questi
paragoni,non credi?-gli domandò poi guardando il suo volto. Harry storse la
bocca verso destra e sospirò rumorosamente dal naso,continuando a fissare la
strada. -Ascolta,perchè non proviamo a fidarci dei nostri figli? Se
dovesse succedere qualcosa,allora li rimprovereremo e li puniremo,ma ora non ha
senso preoccuparsi,quindi per favore,per favore vorresti iniziare a
rilassarti?-gli domandò posando una mano su quella di lui ferma sul cambio e
sorridendogli. Harry la guardò velocemente prima di annuire. -Ok,hai
ragione tu-convenne lui. Ginny si sporse leggermente,quel tanto che le
permetteva la cintura di sicurezza,fino a posare un bacio sulla guancia
dell'uomo e poi tornò a guardare la strada davanti a sè,mentre nella macchina
calava il silenzio. -Papà?-chiamò Emy,che fino a quel momento aveva ascoltato
la discussione dal sedile posteriore. -Dimmi tesoro- -L'anno prossimo
posso invitare dai nonni il mio fidanzato?-chiese la bambina cercando lo sguardo
del padre nello specchietto retrovisore. Ginny sorrise,felice che la figlia
non potesse vederla e lanciò un'occhiata a Harry,la cui espressione tranquilla
era stata spazzata via dall'incredulità. -Da quando hai un
fidanzatino?-domandò poi voltandosi indietro verso la figlia. Emy alzò le
spalle. -Da un pò...Si chiama Micheal-rispose la bambina con calma. Ginny
annuì cercando di restare seria. -E' nella mia scuola e fa parte della
squadra di calcio;all'inizio non mi era tanto simpatico,ma poi da quando gli ho
dato un calcio ci siamo fidanzati- -Gli hai dato un calcio?Emy Potter dove
hai imparato queste maniere da selvaggia?-domandò la madre incredula. -Ma
mamma...- -Niente scuse signorinella- Ginny tornò a voltarsi sul sedile e
lanciò un'altra occhiata al marito,leggermente più calmo, forse proprio per via
di quell'attacco fisico fra Emy e quel bambino. Se ancora si prendevano a
calci,c'era ancora molta strada da fare... -Allora posso invitarlo?-chiese
ancora la bambina imperterrita. La donna fece per rispondere,ma Harry la
anticipò. -Perchè non ne parliamo l'anno prossimo?Sempre che per allora sia
ancora tutto intero...-
-NON POSSO CREDERE CHE
VOI ABBIATE FATTO UNA COSA DEL GENERE!- Se l'aspettavano una reazione del
genere,forse anche più violenta,tipica di un'adolescente in preda alle pene
d'amore e agli sonvolgimenti sentimentali tipici di quell'età,ma avevano deciso
di tirare avanti per la loro strada sicuri che quello che stavano facendo era ad
esclusivo beneficio di Alice. O almeno queste erano le sicurezze di
Luna. A giudicare l'espressione sul volto di George era lampante che non
fosse più tanto convinto di quello che avevano deciso insieme pochi giorni
prima. -Lo abbiamo fatto per il tuo bene-le disse infatti l'uomo con voce
leggermente più titubante. Non gli aveva detto di mostrarsi sicuro e convinto
della scelta che avevano fatto? Mostrarsi incerto avrebbe soltanto provocato
altre grida,rimandando così il momento delle spiegazioni che,era sicura,avrebbe
risolto quel piccolo conflitto. -IL MIO BENE?LO AVETE INVITATO QUI,A CASA
NOSTRA,PER IL CAPODANNO!COME POTREI SENTIRMI MEGLIO AVENDOLO SEMPRE
INTORNO?-domandò la figlia incredula. -Tesoro perchè non ti calmi e ci lasci
spiegare con calma?-chiese di rimando Luna con voce calma e tranquilla. Il
tono basso usato da sua madre indusse Alice a calmarsi,almeno per il momento,e a
fissarla in attesa delle tanto attese spiegazioni. Luna lanciò uno sguardo a
George,che la fissò di rimando,e poi prese un respiro profondo. -So che
adesso non mi crederai,che sei arrabbiata a morte con me e con tuo padre,ma
credimi quando dico che lo abbiamo fatto per te. Quel ragazzo ti ha aspettato
per ore al freddo,incurante della possibilità che tuo padre andasse lì fuori e
lo costringesse ad andarsene a calci...Vorrà pur dire qualcosa,no?-domandò Luna
alla figlia. -E credimi sono stato tentato-intervenne George osservando il
viso di sua figlia. Luna sorrise e scosse la testa a quelle parole. Alice
restò in silenzio qualche istante prima di sospirare rumorosamente e
allontanarsi i capelli dalla fronte con una mano. -Mi hai detto che soltanto
io potevo decidere se valeva la pena battermi per la mia storia d'amore...-le
ricordò fissando il volto di sua madre. Luna annuì con sicurezza. -Lo
penso tutt'ora. Però prima di gettare tutto al vento devi ascoltare le sue
ragioni e cercare di vedere il suo punto di vista...- -Come puoi difenderlo
in questo modo?Sono io tua figlia,sono io che sono stata delusa e
ferita!-ribattè Alice prontamente. George si avvicinò alla ragazza e le prese
una mano,attirando la sua attenzione. -Hai perfettamente ragione,tu sei
nostra figlia. Sei la mia piccola lumachina e sai che non farei mai niente
che possa ferirti o che possa farti star male,vero?- Alice abbassò lo sguardo
sulle proprie ginocchia e annuì. -Personalmente se potessi impedirei a
qualsiasi ragazzo di avvicinarsi a te per almeno i prossimi vent'anni ma,anche
se non mi piace ammetterlo,ora c'è questo ragazzo. E,nonostante gli errori
che può aver commesso con te,sta cercando di riparare,di farsi perdonare. Sai
perchè?-chiese alla figlia cercando di incontrare il suo sguardo. Era assurdo
che proprio lui dovesse convincere sua figlia a dare un'altra possibilità a quel
ragazzo,ma se non avesse almeno provato a mostrarsi collaborativo,Luna non
glielo avrebbe perdonato e non avrebbe smesso di accusarlo di essere troppo
apprensivo e paterno nei confronti della figlia. -Forse perchè è
masochista?-chiese Alice senza alzare lo sguardo. George sorrise e scosse la
testa,anche se lei non poteva vederlo. -No tesoro,o forse anche per
quello... Ma credo che principalmente sia dovuto al fatto che ha capito che
non può stare senza di te,si è reso conto quanto speciale sei e quanto è
fortunato ad averti-le disse serio l'uomo. Nella stanza scese il silenzio
mentre Alice rifletteva sulle parole del padre ed i due adulti si lanciavano uno
sguardo per chiedersi silenti se non ci fosse qualcos'altro da
aggiungere. Finalmente la ragazza rialzò lo sguardo e lo fissò sul volto del
padre,pensierosa e curiosa allo stesso tempo. -Perchè ti stai dando tanto da
fare per Luke?Lo hai visto soltanto una volta,lo conosci a
malapena...- George si morse l'interno del labbro inferiore e restò qualche
istante in silenzio,riflettendo su quale risposta dare alla figlia:dirle che era
stato quasi costretto dalla madre oppure dirle che lo faceva perchè era stanco
di vedere quell'espressione triste che sembrava essersi stampata sul suo
volto? No,forse c'era una risposta peggiore... -Perchè anche io come
Luke,all'epoca, ho fatto un'errore e vorrei che all'epoca qualcuno avesse preso
le mie parti come io sto facendo per lui-disse sincero. Sentì su di sè lo
sguardo di sua moglie,ma continuò a fissare gli occhi di Alice,così intensi e
curiosi. -Parli di Justin?-domandò non riuscendo a frenare in tempo la
lingua. George accennò un sorriso e alzò le spalle. -Di Justin e di tante
altre cose...-si limitò a dire. Sua figlia annuì,quasi avesse trovato un
senso alla relazione fra i suoi genitori soltanto con quelle poche parole e
sospirò nuovamente. -Posso dirgli di andar via in qualsiasi
momento,vero?-chiese volgendo lo sguardo verso la madre. -Nell'attimo esatto
in cui la situazione diventa pesante-convenne la madre. Con un'ultimo
sospiro,Alice si coprì il viso con entrambe le mani e annuì. -Va
bene-
La fine dell'anno è sinonimo di feste,specialmente
negli Stati Uniti. Si inizia con Halloween,i suoi costumi ed i suoi
dolcetti,poi c'è il giorno del Ringraziamento, sinomimo di opulenza e mal di
pancia(o almeno così era per la loro famiglia),ed infine, come fanalino di coda
arrivavano le due feste più importanti:il Natale e il Capodanno. Fin dal
primo anno in cui si erano trasferiti a Seattle,Rupert e Seamus avevano cercato
di vivere al meglio il "sogno americano",lasciandosi coinvolgere anche dalle
feste tipicamente americane. Ma entrambi erano consapevoli,anche se non ne
parlavano mai l'uno con l'altro,che le feste che apprezzavano di più,almeno
prima dell'arrivo di Allison,erano Halloween ed il Capodanno,cioè quelle feste
che non richiedevano troppo coinvolgimento emotivo. Le altre due feste
portavano con sè ricordi di famiglie felici sedute attorno al tavolo a bere
zabaione,o di bambini ansiosi di aprire i regali...tutto ciò che entrambi
cercavano di lasciarsi alle spalle perchè troppo doloroso. Soltanto la
nascita di Allison aveva restituito un pò della leggittima gioia a quelle
feste. C'erano però dei limiti:i due uomini erano abituati alla solitudine,al
fatto di festeggiare il Natale in famiglia,senza "estranei" di sorta,persone
irrazionalmente allegre che cercavano ad ogni costo di farti sorridere o di
"renderti felice". Ogni anno,a turno,i colleghi di Rupert e di Seamus
invitavano il trio ad unirsi alle loro famiglie per evitare di restare soli il
giorno di Natale,ma ogni volta quegli inviti venivano rigettati:ognuno ha i
propri rituali per quella notte e anche loro li avevano. Ad esempio avevano
la strana abitudine di festeggiare il Natale in pigiama,con una vestaglia rossa
che richiamasse il rosso del naso della renna Rudolph che avrebbe guidato Babbo
Natale sopra la loro casa;inoltre nascondevano i regali in giro per la casa per
evitare che Seamus,con la sua curiosità quasi adolescenziale aprisse i pacchetti
prima della mezzanotte per poi scartarli tutti insieme seduti sul divano nel
salotto. Infine,quando Allison andava a letto,Seamus e Rupert facevano
zapping sui tanti canali del satellite finchè non trovavano "La vita è
meravigliosa" con James Stewart,e concludevano la serata con le inevitabili
lacrime del biondo. Ma quell'anno non avevano potuto rifiutare
quell'invito. Nonostante l'idea non lo attirasse per niente,Seamus aveva
capito che Harry aveva bisogno del suo aiuto per evitare che quella lite con
Lily degenerasse e,oltre a questo,si era aggiunta la richiesta di supporto da
parte di George e Luna,che avevano deciso di parlare del cancro alla famiglia
Weasley e avevano bisogno di un sostegno. Del resto sarebbe stato difficile
da spiegare perchè avevano tenuto tutti all'oscuro,ma perchè chiedere il loro
intervento quando c'era già Ron ad aiutarli? Ma vittime di un cuore troppo
tenero,alla fine Seamus e Rupert avevano accettato ed ora erano in una delle
camere della Tana,cercando di non pensare a come sarebbe stata diversa la loro
serata se fossero stati a casa. -Credi che dovrei mettermi la
cravatta?-domandò Rupert avvicinandosi allo specchio a figura intera con la
giacca nera ed una cravatta viola scuro. Seamus,sdraiato sul letto,lo fissò
qualche istante prima di alzare le spalle. -Staresti benissimo anche con
indosso la vestaglia...-lo punzecchiò. Rupert sorrise e lo fissò per
un'istante dallo specchio. -Non tentarmi...Ma non credo che sarebbe
appropriato. Vada per la cravatta viola-disse voltandosi e gettando la giacca
sul letto. -Io invece penso che non dovresti indossarla affatto:non sei ad un
convegno medico,siamo fra amici!-gli fece notare. L'altro sbuffò leggermente
e si lasciò cadere dalla sua parte del letto,puntando entrambi i
gomiti. -Ripetimi ancora una volta perchè siamo qui-gli disse poi alzando lo
sguardo sul suo volto. Seas sorrise leggermente:era lampante che Rupert non
era al settimo cielo per essere di nuovo in Inghilterra,ma il fatto che lo
avesse accompagnato nonostante tutte le perplessità e le dimostranze,glielo
faceva amare ancora di più. -Perchè stiamo cercando di aiutare degli
amici?-tentò il biondo staccando la schiena dalla spalliera del letto. Rupert
annuì lentamente. -Quindi vediamo se ho capito bene:noi siamo qui per aiutare
Harry con sua figlia e per evitare che George e Luna vengano attaccati dalla
loro famiglia quando verranno a conoscenza del cancro.Giusto?- Seamus
annuì. -Beh,la prima parte del lavoro l'hai portata a termine,questa sera ci
occupiamo della seconda... Credi che ce la faremo a prendere l'aereo di domani
sera?-domandò poi il compagno. L'altro sorrise e scosse leggermente la
testa. -Sei essere davvero indispondente quando vuoi!Perchè tutta questa
fretta di tornare a casa?Non avrai accettato un turno la sera del primo,per
caso?-provò Seamus. Conoscendo suo marito sapeva che poteva anche essere
vero!Lui e la sua assurda "passione" per il suo lavoro... Rupert scosse la
testa e sospirò. -E' solo che non capisco che ci stiamo a fare qui...Questa
non è la nostra famiglia,non è casa nostra e ormai non è neanche più la nostra
città. Voglio dire:sai che stavo per perdermi questa mattina?Ed ero solo
uscito a comprare il giornale! Ormai conosco le strade di Seattle meglio di
quelle di Londra-gli fece notare serio. Su questo doveva dargli ragione:anche
lui si era sentito spaesato quando guardandosi intorno non aveva trovato quei
negozi che erano stati il suo punto di riferimento quando era ragazzo. Era
come se un mondo fosse scomparso sotto i suoi occhi e lui non se ne fosse
accorto! -Ok,hai ragione anche tu...Almeno in parte. Ma loro sono i nostri
amici e ci sarebbero rimasti male se non ci fossimo uniti a loro,in un momento
tanto particolare e...- -Alla fine se ne sarebbero fatti una
ragione!Avrebbero pensato che volevamo stare da soli dopo i mesi pesanti passati
e non ce ne avrebbero fatto una colpa. Perchè dobbiamo sempre capire gli
altri Seas,giustificarli quando loro non hanno tutta questa accortezza per
noi?-gli domandò fissando serio il suo sguardo. Molte volte lo aveva
rimproverato di essere troppo disponibile e troppo buono,e lui sapeva che quei
rimproveri erano meritati,ma gli era impossibile cambiare:che senso avrebbe
avuto alla sua età? Sapeva anche perchè suo marito era così restio a trovarsi
in una grande famiglia come i Weasley:nonostante non volesse mai parlarne,Seamus
sapeva che anche lui veniva da una famiglia numerosa,con vari fratelli e
sorelle. Da quando i suoi genitori avevano tagliato ogni rapporto con lui in
seguito alla sua "condotta scandalosa" aveva fatto di tutto per evitare di
trovarsi di nuovo a far parte di un gruppo così numeroso per evitare che la
memoria portasse a galla ricordi tristi. Seamus non gli aveva mai chiesto
notizie su di loro,e tutto quello che sapeva lo aveva messo insieme da piccoli
racconti che era riuscito a collegare e con il tempo aveva imparato anche a
riconoscere dalle sue espressioni distanti cosa stesse pensando. E come fare
per farlo tornare di buon'uomore. -Rupert ti prometto che saremo su un aereo
il prima possibile:questa sera tutti sapranno del cancro, la questione sarà
risolta e tu non dovrai preoccuparti ulteriormente-lo rassicurò avvicinandoglisi
sul letto. L'altro lo fissò qualche istante prima di sospirare rumorosamente
e abbassare la testa. -Senti il mio piano:sbrighiamo tutte le faccende che
restano ancora qui,e ce ne torniamo a casa con il primo volo. Una volta lì ci
spalmiamo sul divano e ci facciamo portare qualcosa dal nostro ristorante
coreano di fiducia e magari,se siamo veramente fortunati,riusciamo anche a
beccare una replica de "La vita è meravigliosa". Che ne dici?E' abbastanza
allettante da aiutarti a superare la serata?-gli domandò avvicinando le labbra
al suo orecchio più vicino. Un lieve sorriso divertito apparve sulle labbra
di Rupert,che fissò per qualche altro istante ancora la trama del copriletto
prima di alzare la testa ed incontrare gli occhi del marito. -Veramente manca
una cosa per rendere il piano veramente perfetto...-disse con una luce maliziosa
negli occhi. Seamus sorrise e avvicinò le labbra alle sue per un veloce
bacio. -Davvero?-chiese staccandosene il tempo necessario per
parlare. Rupert riprese a baciarlo,una mano fra i suoi corti capelli
biondi. Alla cena mancava ancora un'ora,forse potevano impiegare il tempo in
qualcosa di meglio che discutere sulla famiglia Weasley...
-Non sai come sono felice di rivederti!Fatti
abbracciare- Le braccia strette attorno al suo collo,gli occhi umidi di
lacrime,Hermione strinse in un'abbraccio la cognata che non vedeva da mesi e che
in quel lungo periodo di lontananza sembrava diventata un'altra persona:era
dimagrita,i capelli erano più corti di come li portava di solito e ad un primo
sguardo dava la sensazione di essere fragile,al punto da portersi rompere con un
solo tocco. Luna si lasciò abbracciare e ricambiò la stretta per qualche
minuto prima di staccarsi dall'amica e sorriderle. -Avanti!Non sono stata via
così tanto...-commentò tentando di dare alla propria voce un tono duro. Ma
Hermione si accorse dello sguardo commosso che la donna aveva:possibile che
avesse sentito la loro mancanza al punto da essere in lacrime in quel
momento? Lei,ora,avrebbe pagato oro per essere da tutt'altra parte e non
dover affrontare la famiglia Weasley,ma aveva deciso di non pensare a quello che
sarebbe successo di lì a poche ore:voleva vivere quella serata senza alcun
pensiero,decisa per una volta a fregarsene di tutto e tutti. Ron voleva il
divorzio?Voleva dire a tutti come stavano le cose?Bene,che lo facesse
allora! A lei era stanca di cercare di ripare ai suoi errori! George si
avvicinò alla moglie mettendole una mano sulla spalla sinistra e sorrise ad
Hermione. -Ehi Herm,ti va di farmi compagnia per un bicchiere di vino?-le
domandò cortese. Quella sì che era una buona idea! -Assolutamente!Non è
mai troppo presto per ubriacarsi a questo tipo di feste-scherzò la
riccia. George rise divertito e cercò lo sguardo della moglie. -Vuoi
qualcosa?-le domandò. Luna sorrise e scosse la testa. -Per il momento sto
bene così-gli disse per poi tornare a guardare Hermione-ma mi raccomando non
ubriacarti troppo presto. Abbiamo tante cose di cui parlare!- Hermione
annuì e le fece un lieve sorriso prima di intercettare Ginny che passava a pochi
metri da loro. -Ehi!E' da quando siamo arrivati che non fai altro che andare
avanti ed indietro,qualche problema?- Ginny scosse la testa,per poi accennare
un lieve sorriso. -No,sono le solite crisi della mamma:il tacchino e le torte
ed i contorni...Sembra che niente sia andato come voleva quest'anno-si lamentò
la rossa. -Forse è troppo contenta di avere i suoi ragazzi a casa per
cucinare bene-scherzò Luna. -Tanto non si accorgerebbero nemmeno della
differenza!Il cibo di Molly per loro è fantastico in ogni caso-commentò
Hermione. Ginny annuì e fece per parlare,ma fu interrotta da George che si
unì a loro per portare il bicchiere di vino ad Hermione ed unirsi a loro. -Su
chi si spettegola?Scommetto che stavate parlando del nuovo vestito delle feste
di Percy: avete visto quanto assomiglia ad una zucca?-fece notare l'uomo. Le
tre donne trattennero una risata e,quasi all'unisono lanciarono un'occhiata al
fratello:questi indossava un completo giacca e cravatta arancione,in perfetto
coordinato con il colore dei suoi capelli che lo faceva assomigliare ad una
carota o ad una zucca. -Ma perchè Lucy lo lascia andare in giro così?-domandò
in un sussurro Luna al marito. -Lei crede sia la cosa più chic che Percy
potesse indossare-ribattè l'uomo. Ancora una volta le risatine vennero
trattenute a stento per paura che venissero colte anche dalla parte offesa e
solo dopo qualche istante riuscirono a trovare un contegno. -Dov'è
Harry?-domandò George guardando la sorella. Ginny sospirò e si guardò in giro
per la stanza alla vana ricerca del marito. -L'ultima volta che l'ho visto
stava facendo di tutto per non chiamare James sul cellulare,ma ora non so se sia
con Ron o meno-disse sinceramente ignara. -Sai è stato un bene che i ragazzi
organizzassero questa festa...Sarebbe stato un vero mortorio qui per
loro-commentò George con voce sicura. Sua sorella sorrise,quasi lui avesse
appena detto una barzelletta. -Non farti sentire da Harry,mi raccomando!Si
sta ancora chiedendo che tipo di droghe avevamo preso quando gli abbiamo dato il
permesso- -Quelle abituali,no?-scherzò ancora il rosso. In quell'attimo il
suono del campanello risuonò nel salotto,sovrastando per un'istante la musica,e
lo sguardo di George e Luna cercò Alice,che sembrava pietrificata seduta sul
divano accanto alla nonna. -Aspettiamo ancora qualcuno?-domandò Hermione
sorpresa. Pochi istanti e Luke entrò nel salotto accompagnato da nonno
Arthur,restando sulla porta incerto dopo aver incontrato lo sguardo di
Alice,finchè un'ennesima sollecitazione del padrone di casa non lo aveva
convinto a seguirlo. -Chi è quel ragazzo?-domandò Ginny che aveva visto il
ragazzo insieme al padre. -E' un'amico di Alice...-fece George. -E' il suo
ragazzo-specificò Luna-Hanno qualche problema e stiamo cercando di aiutarli a
sistemare le cose,per il bene di Alice- Hermione aggrottò la fronte a quelle
parole. -Cioè lo avete invitato voi?-chiese incredula. Entrambi
annuirono. -Non siete un pò troppo invadenti?-chiese Ginny. -Ok so che può
sembrare così,ma le cose sono più complicate...Del resto neanche noi sappiamo
come stanno veramente le cose fra di loro-ribattè George a quelle che sembravano
accuse. -Alice è stata male per tutte le settimane che restavano prima del
nostro ritorno a Londra,non ha fatto che piangere e,quando siamo arrivati
qui,quel ragazzo si è presentato davanti alla porta nella speranza di parlare
con lei-raccontò Luna. -Ha aspettato fuori per ore e quando Alice è tornata
ha cercato in tutti i modi di farle cambiare idea,ma essendo testarda come sua
madre,Alice non ha voluto sentire ragioni...-continuò George. -Ah ah,molto
divertente...Comunque il motivo per cui lo abbiamo invitato è perchè si
chiariscano una volta per tutte. Così almeno,se decidono che è veramente
finita,possono andare avanti con le loro vite- Le due donne restarono qualche
istante in silenzio,fissandoli riflettendo sulle loro ultime frasi. -Voi due
fareste la gioia di ogni adolescente-commentò infine Hermione.
Era strano trovarsi lì,un'intruso in una festa
famigliare. Quando il giorno prima aveva ricevuto l'invito aveva creduto si
fosse trattato di un'errore;era impossibile che Alice lo invitasse a prendere
parte ad una festa di famiglia,specialmente ora che le cose fra loro erano così
incerte e prolematiche:lui stesso non avrebbe messo insieme i suoi genitori ed
Alice. Ma nel suo caso le cose erano diverse... Mentendo abilmente era
riuscito ad ottenere il permesso per andare a quella festa e,in perfetto
orario,si era presentato alla stessa porta davanti a cui aveva aspettato ore
neanche una settimana prima:ora riusciva addirittura ad entrarci! Le cose
stavano migliorando,lentamente ma si notavano dei piccoli cambiamenti. Almeno
questo era pensato quando una versione più anziana del padre di Alice non gli
aveva aperto la porta e lo aveva invitato ad entrare;ma le sue certezze erano
crollate quando aveva posato per la prima volta lo sguardo sulla ragione che lo
aveva spinto ad essere lì e l'aveva vista voltare il viso neanche fosse
disgustata dalla sua sola vista. Aveva fatto buon viso a cattivo
gioco,lasciandosi presentare a tutti da quel simpatico "vecchietto" che sembrava
averlo preso subito in simpatia per il solo fatto di essere amico di sua nipote
per poi essere affidato alla moglie che gli aveva letteralmente riempito il
piatto di cibo. -Sei un pò macilento-gli aveva detto a mò di
spiegazione. Luke aveva ringraziato e aveva iniziato a spiluccare un
cosciotto di tacchino lo sguardo che vagava per la sala soffermandosi ora su uno
ora sull'altro componente della famiglia,finchè Alice non si era avvicinata
abbastanza a lui per essere a portata di voce. -Tua nonna mi ha messo
all'ingrasso-disse per rompere il ghiaccio. Lei alzò le spalle e si riempì un
bicchiere,ignorandolo. -Però è una cuoca davvero eccezionale...- -Dovresti
farli a lei questi complimenti-gli fece notare lei senza guardarlo. -Ho paura
ad avvicinarmi di nuovo a lei con il piatto ancora pieno,non vorrei
offenderla-spiegò Luke. La vide restare in silenzio,le dita di una mano
strette attorno al bicchiere e gli occhi fissi sulla punta delle sue
scarpe. -Perchè hai accettato quest'invito Luke?-domandò lei cambiando
completamente discorso. Il ragazzo posò il proprio piatto da una parte e la
fissò qualche istante prima di parlare di nuovo. -Ho pensato che fosse una
buona occasione-rispose poi sincero. Alice si voltò,e ricambiò il suo
sguardo. -Una buona occasione per cosa?-chiese ancora. Luke si alzò e fece
un paio di passi verso di lei,per evitare che uno dei suoi zii,ora più vicini a
loro,sentisse le loro parole. -Per avere qualcosa da ricordare nel caso tu
non volessi più rivedermi...So di non essere la persona che preferisci al
mondo,in questo momento,ma per me era importante avere qualche altro ricordo
oltre alla nostra ultima conversazione- Continuando a restare in
silenzio,Alice aveva riabbassato lo sguardo e aveva respirato rumorosamente e
Luke approfittò di quel momento per avvicinarsi a lei di un altro paio di
passi. -Quindi se io ti chiedessi di sparire dopo questa sera,di non farti
più vedere,tu lo faresti?-gli domandò poi lei alzando lo sguardo sul suo
volto. Nonostante fosse l'ultima cosa che volesse realmente,Luke
annuì. -Hai la mia parola-le assicurò. Alice si morse il labbro superiore
e annuì. -Ti prendo in parola allora- L'attimo dopo gli voltò le spalle e
si allontanò.
-Forse non ho capito bene...Tu cosa?- L'espressioni
incredule sulle loro facce erano impagabili. Avevano provato ad immaginarsi
come avrebbero reagito quando avrebbero sganciato su di loro la "bomba" del
cancro e,ancora una volta,la loro famiglia aveva rispettato tutti i
pronostici:il più calmo del gruppo era ovviamente Ron,pago della sua
consapevolezza;mamma Weasley stava tomentando un fazzoletto sull'orlo delle
lacrime e anche Ginny sembrava sul punto di scoppiare a piangere. Hermione
sembrava la più incredula,come se cercasse una spiegazione logica a quello che
loro avevano appena detto,ma cosa c'era di sensato in tutta quella
storia? Luna accennò un sorriso e strinse la mano di George abbandonata
contro il suo braccio. -Ho avuto il cancro,o forse dovrei dire ce l'ho
ancora,visto che non si può mai dire con questo tipo di malattia-ripetè la donna
con una voce calma che non sembrava nemmeno la sua. -E' uno scherzo?-domandò
Harry. George scosse la testa. -Vorrei tanto che lo fosse,ma purtroppo non
è così. Però smettetela di fare quelle facce!Il peggio sembra passato
e...-disse l'uomo cercando di smuovere gli altri. -Ma quando è successo?Come
è successo?Perchè...-chiese Ginny ancora incredula,ma cercando di capire meglio
la situazione. -E' iniziato tutto a giugno dello scorso anno:ero nella doccia
è ho sentito qualcosa di strano vicino al seno destro. Ne ho parlato con
George,e siamo andati a fare dei controlli...Era un tumore e andava operato il
prima possibile per poter iniziare la chemioterapia- A Luna e George sembrò
quasi di vedere il collegamento che facevano i loro parenti fra i capelli corti
della donna e l'ultima parola che lei aveva appena detto. -Ma perchè
rischiare con la chemio e non lasciare che i medimaghi risolvessero il
problema?-domandò ancora Hermione,la più pragmatica di tutto il
gruppo. -Perchè c'erano delle alte possibilità di diventare sterili ed io non
era disposta a mettere sul piatto della bilancia la possibilità di avere
figli-spiegò ancora Luna. -Neanche se dall'altra parte c'era la possibilità
certa di salvarti la vita?-domandò Ginny d'accordo con Hermione. La bionda
scosse la testa. George sorrise leggermente divertito:era uno spasso vedere
come i discorsi pratici dei loro familiari si scontrassero con la sicurezza di
Luna. Almeno lo faceva sentire meno solo. -Per questo siete partiti per
Seattle?-chiese Charlie,lo sguardo sul viso della cognata. George
annuì. -Dopo aver preso la decisione di usare la medicina babbana,abbiamo
fatto alcune ricerche e ci siamo rivolti a Seamus e Rupert che ci hanno messo in
contatto con le persone giuste e nel giro di pochi mesi eravamo pronti per
partire-disse brevemente. -Ma perchè portarvi dietro anche i ragazzi?Se ce lo
aveste chiesto li avremmo ospitati finchè non fossero tornati ad Hogwarts,o
saremmo venuti con voi...Perchè tenerci all'oscuro di tutto quanto?-domandò
Ginny,ancora allibita per il comportamento di George e Luna. La bionda si
lasciò andare ad un piccolo sorriso. -Veramente la nostra idea era di tenere
il segreto anche con i ragazzi,almeno finchè non tornavano a Hogwarts e poi
partire per Seattle,ma quel piano non ha funzionato neanche ventiquattro ore e
quando l'hanno scoperto non abbiamo potuto impedirgli di venire con
voi...Anzi,visto come sono andate le cose,certe volte,forse è stato meglio che
loro fossero lì. Ma non sono pentita di avervi tenuto all'oscuro:vi saresti
agitati,preoccupati e non avreste potuto far nulla oltre al vedermi perdere peso
e capelli,sai che divertimento!- Per qualche istante tutti restarono in
silenzio cercando qualcosa da dire,poi improvvisamente un lampo attraversò la
mente di Hermione. Si voltò verso Ron e lo fissò:era troppo calmo,troppo
rilassato per la notizia che avevano appena ricevuto e soprattutto non aveva
fatto nessuna domanda. Se lo conosceva ancora un pò,era certa che ad una
notizia del genere avrebbe sommerso di domande George e Luna...a meno che non
fosse già al corrente di tutto. Perchè quel momento le ricordava il giorno
del matrimonio mancato fra Luna e Neville? L'uomo si accorse del suo sguardo
e la fissò di rimando. -Cosa?-chiese dopo qualche secondo. -Tu lo
sapevi-disse sicura. Ron rizzò la schiena,come se gli avesse appena lanciato
un'accusa terribilmente infamante e cercò di sorridere divertito. -Ma come ti
viene in mente una cosa del genere?- -Ci hanno appena detto che Luna ha il
cancro e tu non stai facendo una piega,non fai domande, non stai strepitando
contro George per non avercelo detto prima...Tu lo sapevi già-ripetè
ancora. Ron premette le labbra una contro l'altra,sentendo su di sè lo
sguardo del resto della famiglia e alla fine sospirò. -E' vero...Lo
sapevo-ammise. -COSA?-ruggì Ginny. -Ronald Weasley sei veramente
incorreggibile!Tenerti per te una notizia simile-lo rimproverò la madre. -E'
stata colpa nostra...Glielo abbiamo chiesto noi di mantenere il segreto-gli
corse in aiuto Luna. -Non provare a giustificarlo!Doveva dircelo non appena
sceso dall'aereo-ribattè Bill. Ron scosse la testa. -No non avrei
dovuto,invece!Che senso avrebbe avuto dirvi cosa stava succedendo? Comunque
non avremmo potuto fare niente:non siamo medici o scienziati e Luna aveva
bisogno di pace e riposo e della sua famiglia. Non della nostra presenza
asfissiante che le chiedevamo in continuazione se si sentiva bene o se aveva
bisogno di qualcosa-li bacchettò il rosso. Ancora una volta il silenzio scese
nella stanza mentre Ron,lo sguardo sulla punta delle sue scarpe,sentiva due
occhi che lo fissavano ardentemente. Alzò la testa e incontrò lo sguardo di
Hermione. -Che c'è ancora?-le domandò leggermente stanco di quel processo
improvvisato. -Mi nascondi qualcos'altro?-gli chiese con voce ferita. Ron
aggrottò le sopracciglia e la fissò senza capire. -Come scusa?- -Prima mi
accusi di avere dei segreti con te,di lasciarti all'oscuro di tutto e poi
proprio tu mi nascondi queste cose?- L'uomo fece una smorfia scocciata e
scosse la testa. -Smettila-le disse con voce secca. -Perchè?Non era quello
che volevi?-gli domandò senza staccare lo sguardo dal suo viso. Senza
rispondere,Ron si alzò e uscì a passi veloci dalla stanza,diretto verso le
scale;ci fu solo un brevissimo intervallo prima che Hermione si alzasse a sua
volta e lo seguisse lasciando nel salotto il resto della famiglia interdetto per
quel piccolo scambio di parole. -Va tutto bene fra loro,vero?-domandò mamma
Weasley,lo sguardo ancora fisso sullo specchio della porta. Nessuno dei suoi
figli ebbe il coraggio di rispondere.
Mentre gli adulti si erano rinchiusi in un'altra
stanza per parlare del grande problema di sua madre,i pochi ragazzi che
restavano ascoltavano musica e accennavano qualche passo di danza. Seduta su
un divano vicino alla finestra,Alice osservava la neve cadere soffice per
evitare di pensare a quello che invece ci si aspettava da lei. Luke si era
presentato a quella festa solo per lei,incurante di essere un'estraneo nella
famiglia Weasley e,da quello che era riuscita a cogliere,era riuscito a far
colpo anche su alcuni membri della famiglia,ma lei era spaventata dall'idea di
parlargli,di avere un confronto con lui. L'ultima volta che lo aveva fatto ne
era uscita confusa e incapace di decidere cosa fare,quindi ora poteva solo
peggiorare. "Celebration" sfumò lentamente nelle casse dello stereo e per
alcuni secondi nella stanza ci fu silenzio,poi una nuova canzone partì,facendola
voltare all'istante verso lo stereo con gli occhi leggermente spalancati. Non
aveva ascoltato più quella canzone da quando aveva scoperto del suo
tradimento,ma sarebbe stata capace di riconoscerla fin dal primo
secondo. Luke era fermo poco distante dall'impianto,lo sguardo fisso su di
lei,le mani in tasca e dopo essersi fissati qualche istante,si mosse verso di
lei. -Balli con me?-le domandò quando furono uno di fronte all'altra. Lei
restò in silenzio,indecisa su cosa fare. -Andiamo,solo noi possiamo ballare
questa canzone...-le disse cercando di convincerla. Alice fece un piccolo
cenno con la testa e,alla fine,si alzò dal divano e si fermò a pochi centimetri
da lui,permettendogli di allacciargli un braccio attorno alla vita e posandogli
un braccio sulle spalle. Iniziarono a muoversi senza staccare lo sguardo uno
dall'altra e,nelle orecchie le parole di quella canzone così importante per loro
e,quando arrivarono al ritornello,Alice incapace di sopportare ancora il suo
sguardo,posò la testa sulla sua clavicola destra. -"Lasciali dire che siamo
pazzi Cosa ne sanno Metti le tue braccia attorno a me e non lasciarmi
andare mai. Lascia che il mondo intorno a noi cada a pezzi baby ce la
possiamo fare se siamo insieme"-le canticchiò Luke abbassando le labbra accanto
al suo orecchio sinistro. Alice chiuse gli occhi e si morse il labbro
inferiore,cercando di non cedere ai suoi istinti deboli. -E se a cadere a
pezzi siamo noi?-gli domandò poi. -Non succederà mai...Possiamo smarrirci,ma
non potremmo mai cadere a pezzi,non potrei mai permetterlo-le disse
lui. Alice rialzò la testa dalla sua spalle e lo fissò per qualche
istante. -Magari abbiamo sbagliato tutto Luke,forse era solo una cotta
passeggera che noi abbiamo confuso con il grande amore e
che...- Interrompendo le sue parole,Luke posò le labbra su quelle di lei,gli
occhi chiusi e le braccia strette attorno alla sua vita. Per qualche secondo
lei restò immobile,interdetta da quella mossa,poi capì che doveva reagire,ma la
sua reazione fu totalmente inaspettata:mettendo da parte l'orgoglio aveva
iniziato a rispondere al bacio,andando incontro alle sue labbra,le braccia
serrate attorno al suo collo e le dita affondate nei suoi capelli neri. -Io
ti amo. Non è una passione passeggera o una cotta adolescenziale...Sono
sicuro di quello che provo e so che ora non crederai molto alle mie parole visto
come mi sono comportato,ma se mi darai un'altra chance ti prometto che farò di
tutto per renderti felice-le disse con voce adulta quando le loro labbra si
staccarono,guardandola negli occhi. Alice restò in silenzio qualche
istante,le dita ancora fra i suoi capelli e si lasciò andare ad un
sospiro. -Starai alla larga da quella vacca di Mandy Greengrass?-domandò
poi. Luke accennò un sorriso divertito e annuì. -Questo posso
promettertelo fin da adesso- Allora forse poteva considerare la possibilità
di riprovarci...
-Sei impazzita per caso? Come ti viene in mente di
fare una scenata del genere davanti a tutti?- Non aveva bisogno di voltarsi
per sapere che lei era alle sue spalle. Un cambiamento nell'atmosfera della
stanza gli fece capire che aveva insonorizzato la camera per evitare che il
resto della famiglia ascoltasse la loro discussione. -Ti ho semplicemente
fatto una domanda,sei tu che hai iniziato a dare in escandescenze-commentò la
moglie. Ron si voltò e la fulminò con lo sguardo. -Credi che sarei venuto
a confidarmi subito con te visto il nostro idilliaco rapporto?-le
domandò. -No,non mi aspettavo questo,ma visto quello che sto scoprendo su di
te nell'ultimo anno mi chiedo cos'altro mi hai nascosto. Magari hai un'altra
identità,un'altra famiglia...-fece Hermione seria. -Si magari anche un lavoro
da supereroe-disse sarcastico Ron. Hermione lo fissò duramente per qualche
secondo,allontanandosi poi dei riccioli dalla fronte. -Credi che sia
divertente tutto questo?Pensi che mi diverta non sapere più niente di te,di
quello che fai o pensi...-gli domandò con voce più calma. -Non è colpa
mia-commentò lui. Hermione si lasciò andare ad una risata
amara. -Già,certo,dimenticavo!Sono io la cattiva,sono sempre io! Io sono
la tiranna che ha sempre preso le decisioni nel nostro matrimonio,la satira che
ti ha costretto a restare sposato con me per le apparenze e le opinioni della
gente! Beh se questa è l'opinione che hai di me allora mi chiedo perchè
diavolo non te ne sei andato prima-gli chiese poi con voce leggermente più
alta. Ron fece un paio di passi verso di lei,proprio mentre Hermione gli
voltava le spalle e,arrabbiato,si passò una mano fra i capelli. -Vuoi sapere
perchè non me ne sono andato prima? Per i nostri figli!Da anni ormai ho
capito che di me non ti interessa più nulla ormai se non per il mio cognome e
per il prestigio del ricordo delle nostre imprese,ma non avrei mai abbandonato i
miei figli! So come ti comporti quando odi qualcuno,la campagna diffamatoria
che attui contro di lui e non volevo essere screditato agli occhi dei miei
ragazzi. Credevi fossi rimasto per il tuo amore?Ormai ho perso le speranze
già da tempo...- Lo schiaffo lo colpì sulla guancia destra tanto forte da
fargli fischiare l'orecchio per qualche istante. Si coprì la guancia colpita
con una mano e fissò Hermione con aria sconcertata:era la prima volta che
succedeva una cosa del genere. Gli occhi fiammeggianti,Hermione ricambiava il
suo sguardo,la mano ancora alzata a mezz'aria. -Non azzardarti mai più a fare
congetture sui miei sentimenti!Tu non hai la minima idea di quello che
provo...- Si fissarono ancora per qualche istante nel più assoluto
silenzio,poi quasi muovendosi a velocità quatruplicata,si ritrovarono uno fra le
braccia dell'altra. Le labbra si cercarono in modo passionale,quasi
violento,mentre le mani vagavano per il corpo come a voler controllare che in
quel periodo di lontananza niente fosse cambiato. Muovendosi quasi
all'unisono si avvicinarono al letto mentre le mani di entrambi si fermavano al
centro delle camicie per aprirle con un gesto deciso,troppo impazienti per
slacciare i bottoni, preferendo così farli cadere sul pavimento come piccoli
sassolini. Si separarono un'istante per far togliere le camicie,ormai in
pezzi, e quando i loro occhi febbrili si incontrarono,si rivolsero una muta
promessa:nessuno avrebbe saputo niente di quella sera. Qualunque cosa fosse
successa. Ron fece sedere Hermione sul bordo del letto,chinandosi poi sulle
ginocchia per toglierle le scarpe e le calze,accarezzandole le gambe ormai nude
con le labbra,insinuandosi quasi al di sotto della gonna,ma preferì fermarsi e
slacciare la gonna,l'unico vero ostacolo. La lanciò lontano e poi tornò a
sdraiarsi sul letto,un ginocchio poggiato sul materasso ed un piede a terra,per
baciarla di nuovo. Mentre le loro lingue erano impegnate a stuzzicarsi l'un
l'altra,riportando alla memoria antichi ricordi,le mani di Hermione slacciarono
la cintura e aprirono il bottone dei pantaloni,infilandovi poi entrambe le mani
e accarezzando le natiche sode ancora coperte dai boxer. Ancora una volta Ron
si staccò da lei e si fermò in ginocchio sul letto,abbassando la cerniera del
pantaloni e liberandosi dell'indumento,restando così solo in intimo. Le si
sdraiò sopra,accarezzandole con le labbra il collo candido fino al solco fra i
seni, accompagnato dai lievi gemiti della donna,mentre le sue mani aprivano i
gancetti del reggiseno; quando sentì sotto le sue dita la pelle morbida dei seni
di sua moglie,si ricordò di tutte le volte che l'aveva vista arrossire per le
sue carezze ed i suoi baci,e vi chinò la testa,titillando il capezzolo destro
con le labbra,i denti e la lingua. Le unghie di Hermione scivolarono dalle
sue spalle alla sua schiena,lasciandogli dei solci rossi sicuramente evidenti
e,sorridendo,fece scivolare la mano libera sulla pelle dell'addome
accarezzandola lievemente finchè non raggiunge il pizzo dei suoi
slip. Giocherellò per qualche istante con il piccolo fiocchetto rosso per poi
insinuarsi al di sotto del tessuto,sfiorando i riccioli bruni bagnati e
scendendo ancora fino a sfiorare la sua intimità con la punta delle
dita. Hermione trattenne il respiro affondando i denti nel labbro
inferiore,una gamba piegata contro il suo fianco destro che le premeva
l'erezione di Ron contro la pancia,mentre le dita del marito continuavano ad
accarezzarla sempre più in profondità,sfiorando il clitoride e la carne morbida
con la giusta pressione. Si incarcò contro la sua mano richiedendo maggiore
attenzione e lui capì senza bisogno di parole quello di cui aveva
bisogno,insinuando un terzo dito dentro di lei,accarezzandola sempre più
velocemente ed in poco tempo la portò sul baratro del piacere. Ron rialzò la
testa dal seno di Hermione giusto in tempo per godersi l'esplosione dell'orgasmo
sul volto della moglie,sentendola lanciare piccole grida e chiudere i suoi
muscoli interni attorno alle sue dita. Osservandola ancora con il fiatone,si
concesse un sorriso malizioso,mentre faceva scivolare via le dita da lei e si
scioglieva dal suo abbraccio per tornare a mettersi in ginocchio sul
letto,questa volta per togliersi i boxer. Hermione,nonostante il suo corpo
avesse ancora bisogno di tempo per riprendersi,si rizzò a sedere e portò le mani
ai lati del boxer e li abbassò con un gesto deciso,trovando solo una lieve
resistenza da parte del pene eretto. Quando anche Ron fu completamente
nudo,lei si concesse qualche istante per contemplarlo: erano mesi che le cose
fra loro erano così difficili anche solo per parlare civilmente,figuriamoci fare
sesso. Ma quella era una notte speciale... Ron tornò a sedersi sul letto e
l'attirò a sè,facendola sedere sulle sue ginocchia,le braccia che le cingevano
la vita e la sua erezione che le sfiorava la coscia sinistra. Hermione
allacciò le braccia attorno alle sue spalle e fissò lo sguardo nei suoi occhi
verdi, accennando un piccolo sorriso che venne prontamente restituito,prima che
le labbra di Ron le venissero incontro cercando le sue. Sentì una mano
accarezzarle i riccioli sconvolti,con lentezza,mentre l'altra scendeva sulla
schiena seguendo il profilo del fondoschiena per poi spostarsi su una coscia e
accarezzare l' interno. Ron,incapace di aspettare ancora,strinse la sua
erezione e la guidò verso l'intimità di Hermione. Entrambi si lasciarono
scappare un sospiro quando la congiunzione fra i loro corpi fu completa: avevano
avuto una relazione tormentata,con mille alti e bassi,ma i loro corpi avevano
avuto fin da subito un'intesa perfetta. Hermione si sollevò leggermente,dando
inizio alle spinte,sentendo subito la risposta da parte di Ron. I loro corpi
si mossero all'unisono,in quella perfetta sintonia che sembrava per loro solo un
lontano ricordo,e ben presto entrambi avevano il fiato corto ed i muscoli
tremanti. Hermione gettò la testa all'indietro,sfiorando con i capelli le
braccia di Ron ancora strette attorno al suo corpo,mentre il viso dell'uomo era
posato sul seno di lei,quasi volesse nascondersi agli occhi della
moglie. Ancora una volta la prima ad irrigidirsi fu Hermione che si tese fra
braccia di Ron e spalancò gli occhi e le labbra per dare voce al suo
orgasmo. Sotto la spinta del piacere di Hermione,anche Ron si lasciò
andare,respirando sempre più forte sul seno di lei per poi gridare senza paura
di essere sentito dall'altra parte della porta. Ancora ansanti e tremanti per
le ondate restanti del piacere,passò qualche istante prima che i due tornassero
a rincontrare i loro sguardi. Ron uscì dal corpo di Hermione e l'aiutò a
sdraiarsi sul letto,per poi stendersi al suo fianco,un braccio sotto la testa e
lo sguardo perso nel vuoto. Che sarebbe successo ora? Le cose fra loro
erano troppo complicate perchè un semplice "sbandamento" potesse rimettere tutto
a posto,lo sapevano entrambi. Ma che fare? Beh,era inutile pensarci
ora. Domani,a mente fresca,avrebbero trovato sicuramente una soluzione per
tutto.
Salve a
tutti!!!E buona domenica!
Ci siete
ancora tutti oppure qualcuno si è perso nel lungo
racconto?
Parliamo
subito della parte finale e del momento di follia che ha colto Ron ed
Hermione:tante volte ho letto di coppie che dalla rabbia passano alla passione e
volevo cimentarmi in una cosa simile,e quale coppia migliore di
loro?
Tutti i
problemi hanno fatto perdere di vista il fatto che sono innamorati l'uno
dell'altra e che un tempo avrebbero fatto qualsiasi cosa x l'altro...E x
un'istante era giusto che se lo ricordassero.
Ovviamente,dopo qst piccolo passo avanti,ci sarà uno stop,mica vi
aspettavate che fosse così facile,no?
Mi scuso
x non aver messo in qst capitolo Allison e Fred come promesso,ma cn la storia di
Luke e Alice e qlla di Ron e Herm alla fine sarebbe diventato tr lungo,prometto
che recupero il prox!
Ringrazio
tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x
eventuali errori di ortografia o battitura.
La frase
all'inizio del capitolo è tratta da "Linger" dei The Cranberries.
E ora i
ringraziamenti:Missjude(BEh una
piccola quiete prima della tempesta ci voleva anche x loro,nn riesco a concepire
l'idea di un mese di completo "isolamento" dalla persona che amo,io diventerei
matta!Jim e Rose:Come si dice,fra il dire e il fare...Non so quanto sarebbero
d'accordo all'idea i due "consuoceri" Harry e Ron!Sn felice di aver suscitato
tante emozioni con Ronnie e Becca,e sono al settimo cielo per l'idea che la
prima volta di AL e Scorpius nn sia risultata così assurda!Hai pienamente
ragione su Scorpius,il nostro Serpeverde è cotto a puntino,ma attenzione xkè sta
x arrivare Emmett...),Ron'84(Grazie x i complimenti!Tranquilla nn mi hai forzato a cambiare
idea,anzi mi hai aiutato a capire che stavo facendo un'errore,e se nn fosse
stato x te,nessuno me lo avrebbe fatto notare!),Sklupin(Sono assolutamente d'accordo
con te!),WingsHP(Non dimentichiamoci che Rose è la figlia di Herm,in
qualcosa doveva pur assomigliarle...Grazie x i complimenti su Al e Scorpius:in
certi momenti è difficile già fra un ragazzo ed una ragazza chiedere maggiori
attenzioni dopo la prima volta,figuriamoci fra di loro),IRE'89(La povera Gin crede d nn aver
fatto nulla di male vista la parentela fra i ragazzi e sa di incutere abbastanza
timore in Ronald xkè il ragazzo nn faccia qlcs cn Rebecca mentre sn ancora a
casa Potter;il motivo x cui Alice,Fred e Allison nn sn andati in parte è stato
spiegato e nel prox parlerò di Allie e Fred;invece credo che sull'affermazione
di Lily ed "il fare da palo" sia stata una mia distrazione,SORRY!Se hai altre
domandesn pronta a risponderti... Ora andiamo avanti:hai ragione,Ronnie e Becca
rasentano spesso il coma diabetico,ma sn in quella fase dell'amore in cui tutto
è nuovo e nn si può vivere senza l'altro;anche la ritrosia e allo stesso tempo
la voglia di osare,nn ricordano il primo grande amore?...Il tempo ha la cattiva
abitudine di scorrere tr velocemente e cs è successo x lily e Dan:il sole è
sorto e si sn dovuti superare;personalmente mi ricordano un pò quella scena di
"Romeo e Juliet" prima ke lui scappi da Verona...Scusa divago!...Devo
dissentire:gli ormoni si sono liberati,ma nn cm i ragazzi speravano,e lo stesso
vale x Jim e Rose.Ma sn d'accordo cn te:il sl fatto che stesse veramente
considerando l'idea di un futuro cn figli e matrimonio cn Rose,dimostra che loro
andranno lontano....Hai colto perfettamente nel segno su Scorpius!),Sunshine'86(Ciao e bevenuta!Grazie x i
complimenti x questa e le altre fiction!Mi piace l'idea di averti fatto amare
personaggi che nella storia reale sarebbero stati inconcepibili insieme,come
Scorpius ed Al o George e Luna.Perchè Harry rinsavisca ci vorrà un pò e dovrà
succedere qualcosa di scioccante e tranquilla,ho modificato l'incantesimo
contraccettivo in modo che sia anche "antivirale"...Del resto i Serpeverde sono
sempre stati dei ragazzacci,no?),Lotti(Ciao e benvenuta!No,nn ci sarà nessun flashback sulla prima volta
di Ronald,forse se ne riparlerà ancora,ma visto che è stata un'avventura estiva
nn ha motivo di essere raccontata.Togliergli la verginità doveva renderlo
diverso dallo zio Ron a cui rischiava di assomigliare troppo e il suo
comportamento con Rebecca è giustificato dal fatto che è veramente innamorato di
lei;se non teneva a lei,avrebbe cercato alla prima occasione di portarla a
letto,mentre invece sta aspettando il momento giusto...Ma si sa non esistono il
momento o il posto giusto...),Elly(Brava l'idea era proprio quella!Hai presente il giorno del nostro
compleanno o quando abbiamo appena passato la giornata + bella della nostra vita
e nn vogliamo che finisca?Certe volte ci basta poco per essere felici...Io
confesso di nn ubriacarmi spesso,anzi quasi mai,ma la mia migliore amica
sopporta poco l'alcool ed è un vero spasso!E' stata lei lo spunto x Rose...Sei
contenta di veder smentita la tua teoria?Sai mi piacerebbe vedere un tuo disegno
su questa scena...Alice si legge all'inglese),Tonks'17(Tutti hanno bisogno di un
confidente fidato e Lily,nonostante le paure e i timori iniziali,si sta
rivelando all'altezza del compito:chiunque sapendo cosa sarebbe successo quella
stessa sera sarebbe andata fuori di matto,lei invece gli ha solo detto di stare
attento!Grande ragazza!Per quanto invece riguarda Lily e Dan,nn resterete a
"digiuno" x un intero mese,promesso!Ho riflettutto sulla tua domanda e in parte
hai ragione:la loro separazione è molto simile ha quella di Harry e Ginny,ma
mentre nella precedente si aveva la certezza che tutto sarebbe andato a gonfie
vele,qui nn possiamo esserne sicuri,nn fino all'ultimo...e nn x volontà dei
ragazzi...Sai nn ce lo vedevo il figlio del Salvatore del Mondo Magico che si
approfittava di una Rose semi incoscente,e poi avranno tempo per
recuperare!Scorpius e Al...posso anticiparti che la fase "calma" della loro
relazione è finita,x un pò anche loro avranno dei problemi,ma nn saranno tutti
imputabili a Scorpius, anche Al avrà le sue colpe...Sarà un mese veramente
movimentato!).
Bene,questa volta vi lascio senza spoiler,chiedo perdono ma nn ne ho
pronto nessuno.
Per il
momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Juliet
& Romeo"
Baci,Eva.
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Capitolo 24 *** Juliet & Romeo ***
juliet & romeo
-Mi spieghi che ci
facciamo qui su?- Quando erano bambini,per cercare di svegliare la parte del
"Weasley Selvaggio" che era in loro,lo zio Charlie aveva insegnato loro ad
arrampicarsi sugli alberi. Su fino ai rami più alti e difficili da
raggiungere. Aveva provato con tutti,da James a Fred Jr.,a Hugo a Lucy,ma gli
unici che veramente avevano imparato come fare e,nel loro spirito infantile,si
erano appassionati a quel nuovo gioco erano stati Lily e Albus. Dopo aver
imparato dove mettere i piedi e in che posto era meglio "arpionare" le mani per
non farsi male,avevano passato il resto dell'estate di quell'anno in cima agli
alberi del giardino della Tana,per la disperazione di nonna Molly e il sincero
divertimento dello zio Charlie. Ovviamente,come tutti i giochi dell'infanzia
anche le arrampicate sugli alberi erano state messe da parte crescendo. Per
questo adesso Albus non si spiegava perchè era su un ramo di un'albero ai limiti
della Foresta Proibita con sua sorella seduta accanto! Non si erano lasciati
quelle cose alle spalle tanto tempo prima?Non erano "troppo" vecchi per fare
certe cose? Che accidenti passava per la testa di Lily e soprattutto come
diamine aveva fatto a convincerlo a seguirla in quella assurda pazzia? La
ragazza sedeva accanto a lui,nella parte del ramo più vicina al tronco,lo
sguardo fisso davanti a sè,anche se in realtà Al sospettava fosse totalmente
immersa nei suoi pensieri da aver dimenticato anche dove si
trovavano. -Lily?Perchè mi hai portato qui sopra?-le domandò ancora. Erano
tornati a scuola da neanche due settimane e,fin da quando i loro bauli erano
stati lasciati nel dormitorio,lei e Daniel avevano fatto finta di non
conoscersi,di essere estranei l'uno all'altra, quasi fossero tornati indietro di
mesi. Quel loro atteggiamento,così discordante da poche settimane prima,aveva
naturalmente fatto nascere dei pettegolezzi,bisbigliati sottovoce ma con voce
abbastanza alta da poter essere uditi dai diretti interessati che si
sbizzarrivano nelle più fantasiose versioni:chi parlava di tradimenti,chi di
incomprensioni,chi addirittura di gelosia di Daniel verso Albus per il rapporto
speciale che aveva con la sorella. Quest'ultima era la preferita di
Albus:veramente lo ritenevano così importante da poter rovinare il rapporto di
sua sorella con Daniel? Lily sospirò e posò una mano sul tronco,poco distante
da quella di Al,per poi voltarsi verso di lui. -Lo vedi quella torre
laggiù?-gli domandò. Puntò un dito in avanti,verso l'orizzonte per aiutare il
fratello ad orientarsi e lo fissò mentre strizzava gli occhi e cercava di
individuare qualcosa fra gli alberi attorno a loro. -La torre più
lontana...-disse ancora Lily,quasi volesse farlo avvicinare alla meta un passo
alla volta. Al cercò ancora per qualche minuto l'oggetto della contemplazione
di sua sorella,ma tutto quello che vide fu il castello,certo c'erano delle
torri,ma ai suoi occhi sembravano tutte uguali. -Mi arrendo!-disse voltandosi
verso la sorella. Lei sorrise chiaramente divertita e si passò la punta della
lingua sul labbro inferiore. -Che c'è di tanto speciale nella torre più
lontana?-chiese ancora Al. -E' la torre dei Grifondoro-disse la ragazza
alzando lo sguardo sul fratello. Lui aggrottò la fronte,incapace ovviamente
di capire il significato di quelle parole. -E siamo seduti qui sopra per la
torre di Grifondo?Hai forse dimenticato che ne facciamo parte e portremmo stare
nella Sala Comune davanti al fuoco al caldo,invece che qui sopra a congelarci le
chiappe?- Lily scosse la testa,quasi lo considerasse una causa
persa. -Cosa?-chiese ancora Al alzando leggermente le spalle. La vide
mentre si voltava di nuovo con lo sguardo verso la torre,incurante degli alberi
che potevano intralciarle la vista e restò per un lungo istante in
silenzio. -"Che luce viene da
quella finestra?E' l'Oriente e Giulietta è il
Sole"...-declamò poi lo sguardo sul tronco sotto di loro e
al grande strapiombo che c'era sotto i loro piedi. Al restò qualche istante
interdetto a quelle parole poi,ricordando la scena che Lily aveva appena
declamato,iniziò a capire il senso di quel gesto. -Sai come finisce fra quei
due,vero?Non è una storia a lieto fine-le ricordò senza nessun' inflessione
scherzosa nella voce. Lily accennò un sorriso e continuò a nascondere lo
sguardo. -Scometto che lo stai rileggendo,per tirarti su il morale in questa
situazione...Già,certo che c'è di meglio di una tragedia per divertirsi?-domandò
ancora lui cercando di riempire il silenzio che si allungava dall'altra
parte. Lei si ravviò una ciocca di capelli e sospirò,leggermente scocciata
dal suo sarcarsmo. -E poi correggimi se sbaglio,ma non è Romeo che declama
sotto il balcone di Giulietta?- -Possibile che devi distruggere così una cosa
carina che ho fatto per Daniel?-sbottò Lily decidendosi ad alzare lo sguardo sul
volto del fratello. Al sorrise,addolcendo la propria espressione e avvicinò
il viso a quello di Lily,quasi volesse essere sicuro che lei lo
sentisse. -Sedersi su un albero senza che lui ne sappia niente è una cosa
carina per lui?Potevi scrivergli uno striscione e lasciarglielo sul campo da
Quidditch così eri sicura che lo avrebbe letto... Ti avrei dato una mano io
stesso per preparare tutto!-le disse cercando di apparire abbastanza
convincente. Lily scosse la testa. -Sai bene che non potrei neanche
incontrarlo per caso nei corridoi...Invece papà non mi ha vietato di
arrampicarmi sugli alberi ed in questo modo mi sento più vicina a lui-gli
spiegò. -Ma perchè?Lui neanche lo sa!-ribattè ancora Al. -Prima di
separarci,la sera di Capodanno,mi ha dato la sua copia di "Romeo e
Giulietta",così io ho ricominciato a leggerlo e quando sono arrivata alla scena
del balcone mi è venuto immediato il collegamento. Non posso essere troppo
vicina alla torre,ed è vero lui non lo sa,ma è il mio modo di dimostrargli che
ci tengo a lui,che non passa momento senza che pensi a noi...Che sto contando
questi dannati giorni sperando che passino più in fretta... Dan ha fatto di
tutto per farmi capire che ero importante per lui,mentre io lo scacciavo e gli
dicevo di girare al largo da me,dovrò pur ripagare in qualche modo,no?-aggiunse
con voce leggermente più bassa. Albus la fissò qualche istante,chiedendosi
come si sarebbe comportato se fosse stato al posto della sorella e non seppe
darsi una risposta:conoscendosi,non sarebbe stato capace di tirarsi su,avrebbe
camminato per i corridoi neanche fosse uno zombie per tutto il mese di
"separazione". Quindi chi era lui per giudicare se quel piccolo espediente
aiutava Lily a stare meglio? -Sono ancora convinto che sia un'idea assurda,ma
credo di aver capito perchè lo fai... Non ti facevo così romantica
sorellina-commentò con un piccolo sorriso dolce e canzonatorio. Lily si unì a
quel sorriso e cercò di minimizzare alzando le spalle. -Ora,per
favore,possiamo scendere da qui? Anche perchè avrei un'appuntamento con
Scorpius e non vorrei fare tardi-le disse sincero. Lily lo guardò con occhi
torvi qualche istante,le labbra serrate. -Sbattimi in faccia la tua
felicità,è proprio quello che mi ci vuole in questo momento!-si prese in
giro. Dopodichè,con estrema attenzione,iniziarono la discesa fino ad arrivare
di nuovo a terra. -Ah,finalmente!-sospirò sollevato Albus,iniziando a pulirsi
la veste con le mani. -Quanto sei esagerato!Non siamo rimasti lassù neanche
un quarto d'ora-gli fece notare lei iniziando a camminare per tornare al
castello. -Volevi farmi restare di più?Allora mi vuoi male- Lily
rise,quasi subito accompagnata dalle risate di Al mentre tornavano di nuovo
verso il castello.
Ormai era inutile
nascondersi dietro un dito. Sarebbe stato infantile e lui non lo era mai
stato nel corso della sua breve vita,e non era il caso di cominciare in quel
momento. Era evidente che stava succedendo qualcosa fra lui ed Allison,ai
suoi occhi appariva lampante, e si chiedeva come facevano gli altri a non
accorgersi delle occhiate che si lanciavano e dei loro lunghi momenti di
assenza. Ma del resto voleva davvero che tutti capissero,vedessero quello che
c'era fra di loro? Forse era meglio tenere tutti all'oscuro di quello che
stava succedendo finchè lui ed Allison non avessero parlato e dato un "nome"
alla loro relazione. Sì,quella era decisamente la scelta migliore:del resto
quello che non sai non può farti male,no? Ma se volevano davvero tenere
segreta quella storia dovevano imparare a comportarsi meglio:non potevano
continuare a trattenere il fiato ogni volta che suo padre o Seamus bussavano ad
una porta chiedendo di uno dei due. Per l'ennesima volta gli tornò alla mente
il ricordo dell'ultima volta che si erano visti,la sera di Capodanno...C'era
mancato davvero poco! La ristretta cerchia di persone al di sotto dei
vent'anni non aveva influito sui loro tentativi di restare da soli o sulla
ricerca della reciproca vicinanza:quasi seguissero una coreografia coordinata si
trovavano vicino quando andavano a prendere qualcosa da mangiare,si cercavano
con lo sguardo fra le altre persone,cercando di essere il più discreti possibile
ed erano a pochi metri l'uno dall'altra quando la musica dance lasciava il passo
ai lenti. -Credi che riceverò il bacio di buon'augurio allo scoccare della
mezzanotte?-gli aveva chiesto Allison durante uno dei balli. Fred si era
lasciato scappare un piccolo sorriso ironico e aveva alzato le spalle. -Sono
certo che lo zio Percy sarebbe felicissimo di accontentarti- Offesa dalla sua
proposta,Allison gli aveva dato un buffetto sulla spalla sinistra,facendolo
ridere sommessamente. -Ok,vediamo di trovarne qualcuno più decente...-aveva
scherzato ancora Fred. Quando la canzone si era esaurita,si erano subito
separati per evitare di attirare occhiate indiscrete:Fred era uscito dal
salotto,non prima però di aver lanciato uno sguardo verso Allison e vederla
intenta in chiacchiere con Alice. Mentre lo scoccare della mezzanotte si
avvicinava era fuori,i piedi nella neve ed il fiato usciva dalla sua bocca in
piccole nuvolette mentre osservava la collina oltre la quale un tempo c'era la
casa di sua madre. -Cerchi una risposta nelle stelle?- Aveva voltato la
testa sentendo quella voce e aveva sorriso ancora una volta,prima di tornare a
voltarsi. Pochi istanti dopo lei gli era accanto,le mani affondate nelle
tasche della giacca ed i capelli che si muovevano al ritmo del vento. -Hai
deciso di congelarti prima della fine dell'anno?-aveva chiesto dopo qualche
istante di silenzio. Non seppe rispondere subito a quella domanda:perchè era
lì fuori mentre dentro c'erano cibo, riscaldamenti e musica? -Non lo
so...-aveva ammesso-Tu che ci fai qui fuori?-le aveva chiesto a sua
volta. Allison con due passi si era portata di fronte a lui e aveva cercato
il suo sguardo,prima di alzare le spalle in un gesto che voleva essere
noncurante. -Ti stavo cercando:volevo sapere se alla fine hai trovato
qualcuno disposto a darmi un bacio a mezzanotte- Fred aveva accennato un
sorriso,prima di farlo sparire dalle proprie labbra. -Che ne pensi di
Orson?Sarebbe la tua ultima buon'azione dell'anno- Proporre il cugino di
neanche sei anni era veramente cattiveria pura! Ancora una volta sul viso
della ragazza si era disegnata un'espressione incredula. -Lascia perdere!Ci
penso da me...-aveva ribattuto Allison,voltandogli le spalle pronta per tornare
in casa. Ma era riuscita a fare solo un paio di passi quando la voce del
ragazzo l'aveva richiamata. Si era voltata con un'espressione battagliera sul
viso,pronta a controbattere qualsiasi altra proposta assurda lui le avesse
fatto. -Sto per farti una domanda assurda e se vuoi puoi anche non
rispondermi,ma io vorrei che tu lo facessi perchè ho veramente bisogno di
sapere...-aveva abbassato per un secondo la testa e aveva sbuffato prima di
rialzarla e fissarla di nuovo-Chi è quel ragazzo che ti ha riaccompagnato a casa
un paio di giorni dopo che ci siamo baciati per la prima volta?- Le sue
parole erano assurde:suonavano incredibili persino alle sue orecchie! Ma
voleva sapere se c'era un rivale da combattere,quali armi avrebbe dovuto tirare
fuori per mostrare il meglio di sè. Allison l'aveva fissato incredula qualche
secondo,sorpresa per quelle parole. -Ah...Intendi Paul?E' un mio compagno di
scuola,scusa ma tu come facevi a sapere che lui...-aveva chiesto cercando di non
far trasparire troppo la sua sorpresa. -Ero dall'altra parte della strada-le
aveva confessato. -E che ci facevi lì?-aveva chiesto allibita. Fred si era
passato una mano fra i capelli e aveva accennato un sorriso. Per qualche
istante era stato tentato dall'idea di restare in silenzio e tacere la sua
piccola figura patetica di quel giorno,ma poi aveva capito che se voleva una
risposta alla sua domanda doveva dare ad Allison una spiegazione che l'aiutasse
a capire. -Questa sì che è una storia divertente...Ecco io stavo venendo da
te,perchè volevo parlarti e cercare di chiarire quello che era successo,con la
storia del bacio e tutto il resto,ed ero dall'altra parte della strada proprio
quando tu sei arrivata con lui e...-si era interrotto per schiarirsi la
gola,leggermente in imbarazzo-e quando ho visto che ti teneva per mano e
l'intimità che avevate,ho preferito girarmi e tornare indietro-aveva concluso
eludendo il suo sguardo. Fra di loro era sceso il silenzio,interrotto
soltanto dai lievi rumori che arrivavano dalle finestre chiuse. Aveva
preferito non dire che aveva con sè anche una rosa...era meglio evitare di
sembrare troppo patetici. Sentendo dei rumori,aveva alzato lo sguardo e
l'aveva vista avvicinarsi fino a fermarsi di fronte a sè. -Ma quanto sei
scemo!-aveva esclamato con un sorriso divertito sul viso. Lui aveva
aggrottato la fronte,lanciando un veloce sguardo alle braccia di Allison che si
strinsero attorno al suo collo. -Quel ragazzo si chiama Paul,è un mio
compagno di scuola e per un pò di tempo mi ha corteggiato,sperando di
convincermi a diventare la sua ragazza. Ma quando ha capito che i suoi
tentativi sarebbero stati vani,allora ha lasciato perdere-gli raccontò,il viso
quasi attaccato al suo. Fred aveva fissato gli occhi della ragazza
e,improvvisamente nervoso,aveva cercato di deglutire,ma invano. -Davvero?-era
riuscito a chiedere poi. Allison aveva sorriso,piacevolmente soddisfatta
della sua gelosia. -Perchè devo accontentarmi quando posso avere quello che
voglio?-gli aveva chiesto,le labbra vicine alle sue. Quella volta,anche lui
era riuscito a sorridere e aveva annuito leggermente. Ok,aveva recepito il
messaggio! Proprio in quel momento il cielo nero si era illuminato di tanti
colori diversi,esplodendo in numerosi botti fragorosi:il nuovo anno era
cominciato. -Auguri Allison-le aveva detto,lo sguardo nei suoi occhi mentre
le allacciava un braccio attorno alla vita. Allison aveva sorriso raggiante e
gli aveva accarezzato per qualche istante le punte dei capelli che gli
ricadevano sul collo. -Auguri Fred- Mentre il cielo sembrava esplodere
sopra di loro,Fred si era guardato velocemente in giro per assicurarsi che non
ci fosse nessuno e poi aveva posato le labbra su quelle di Allison,baciandola
dolcemente e anche con un pò di timidezza. Quasi fosse il loro primo
bacio... Ma tutte le cose belle sono destinate a durare troppo poco e così
pochi istanti dopo Seamus si era affacciato ad una delle finestre,fortunatamente
non una di quelle che davano sul giardino principale,iniziando a chiamare il
nome della figlia. Non potevano correre un rischio così grosso ogni volta che
volevano passare un pò di tempo insieme. Doveva parlare con Allison:se non
volevano essere scoperti dovevano stilare delle regole.
Fin dalla loro prima
volta un problema si era presentato alla loro attenzione:non potevano sprecare
il poco tempo che avevano a disposizione comportandosi come due perfetti
sconosciuti sedendo uno accanto all'altro in biblioteca ben sapendo di voler
fare di più;e naturalmente non potevano imperturbare un'aula ogni volta che
volevano un momento di intimità con il rischio molto probabile che quelle
barriere protettive venissero scoperte da un momento all'altro. Avevano
bisogno di un posto esclusivo,soltanto per loro. Per la prima settimana,al
loro ritorno ad Hogwarts si erano accontentati della Stanza delle Necessità come
tutti gli amanti clandestini,ma quella non poteva essere la soluzione
definitiva:era troppo comune,troppo scontata per loro. Poi improvvisamente
un'illuminazione aveva colpito Albus. Si era ricordato di qualcosa che aveva
visto nei ricordi di suo padre,e aveva deciso di fare un tentativo. Senza
dire nulla a Scorpius aveva fatto un piccolo sopralluogo,sgattaiolando
nell'apertura sotto il Platano Picchiatore e attraversando il cunicolo fino ad
arrivare alla Stamberga Strillante. Era ancora più decadente e fatiscente di
come l'aveva vista nel video. Aveva trovato quello che cercava al piano
superiore:una camera da letto con tanto di baldacchino. Certo,le molle del
materasso erano tanto arrugginite da gridare al primo tocco,e le lenzuola
sollevavano una montagna di polvere solo a respirarci vicino,ma per il resto era
perfetta. Chi si sarebbe avventurato lì,con la terribile fama che ha la
Stamberga? Aveva eseguito un Gratta e Netta per cercare di dare un'aspetto
più decente alla stanza e poi era tornato al Castello trascinandosi dietro il
biondo. Scorpius aveva continuato a borbottare per tutto il tragitto:la volta
del cunicolo era troppo bassa, i pantaloni si sarebbero macchiati di terra,ed
inoltre odiava non sapere che cosa stava succedendo! Ma quando si era trovato
nella Stamberga tutte le lamentele erano cessate,soppiantate da una curiosità
evidente. Albus lo aveva preso per mano e lo aveva guidato al piano di sopra
per mostrargli la camera da letto,a cui aveva aggiunto delle candele profumate
per stemperare la puzza di chiuso che durava da decenni ed aveva osservato in
silenzio il suo volto. Il biondo si era guardato attorno con un'aria
incredula sul volto,quasi non credesse ai suoi occhi,poi si era voltato verso di
lui. -Sei stato tu?-aveva chiesto senza nascondere il suo stupore. Al
aveva alzato le spalle,incapace di nascondere il suo sorriso soddisfatto:fino
all'ultimo aveva avuto paura di aver fatto una sciocchezza. -Ho soltanto dato
una pulita,erano anni che qualcuno non lo faceva...-minimizzò. Scorpius si
era guardato di nuovo intorno per poi guardare ancora i suoi occhi
verdi. -Perchè?-aveva chiesto. Al gli si era avvicinato di un paio di
passi e,una volta di fronte a lui,aveva preso a giocare con la punta della sua
cravatta. -Volevo fare qualcosa di carino per te...per noi. Così almeno la
smetterai di sbattermi al muro ogni volta che ci troviamo in un'angolo
buio-aveva scherzato poi con un sorriso ironico. Il biondo si era unito al
suo sorriso e quel piccolo gesto era bastato ad Al per capire che aveva
apprezzato il gesto,senza bisogno di altre parole inutili. Da quel momento la
Stamberga era stata eletta loro personale rifugio privato...Neanche fosse un
romantico chalet in mezzo alla neve! Quel pomeriggio dopo aver lasciato
Lily,Albus aveva giusto appuntamento con Scorpius per andarci insieme,e lo stava
aspettando seduto su una piccola nicchia che ospitava una delle mille statue del
castello,quando un'ombra si era frapposta fra lui e la luce. Sicuro di
trovare il proprio compagno di fronte a sè,alzò la testa con un sorriso ad
illuminargli il viso,ma restò sorpreso quando al posto di Scorpius si trovò di
fronte un ragazzo che conosceva soltanto superficialmente e che ora gli stava
sorridendo affabilmente. -Emmett-lo salutò. Sedicenne Corvonero,Emmett
Smith era uno dei pochi fortunati ad essere sempre nella lista dei ragazzi più
sexy nonostante non fosse a Serpeverde o a Grifondoro:capelli biondi color
miele, occhi color nocciola,un naso dritto e dalla punta leggermente
all'insù,due labbra piene e carnose ed torace ampio e dai muscoli ben in
mostra,grazie anche agli allenamenti di Quidditch. Per un veloce istante Al
si dispiacque di non potergli vedere il sedere,ma poi si rimproverò con sè
stesso per quel pensiero e si alzò per non trovarsi in una posizione di
minoranza,trovandosi così all'altezza degli occhi dell'altro. Per alcuni
mesi,Emmett era stato uno dei suoi studenti concentrato soprattutto nel
recuperare un' insufficenza in Erbologia e per tutta la durata delle lezioni,fra
i due ragazzi si era creato un rapporto di amicizia che si era
interrotto,però,con la fine delle lezioni. -Albus Potter...E' da un pò che ti
cerco,sai?-disse Emmett,le labbra leggermente curvate verso l'alto. Al inarcò
le sopracciglia sorpreso. -Veramente?E per quale motivo?-chiese cercando di
non mostrare troppo interesse. Aveva un bel colorito,ed anche delle belle
mani:grandi e all'apparenza forti. Così diverse da quelle di Scorpius,si
ritrovò a pensare il Grifondoro senza neanche accorgersene. Emmett alzò le
spalle e fece un passo in avanti verso di lui,diminuendo la distanza fra di
loro. -Deve esserci per forza un motivo? Una persona non può più fare un
saluto ad un'amico senza che ci siano dei sottintesi?-domandò
Emmett. -Dipende...L'ultima volta che ci siamo parlati è stato sei mesi
fa-gli fece notare Al con voce tranquilla. L'altro sorrise e annuì
lentamente. -Hai ragione,ammetto di non essere stato un
buon'amico. Ma...-disse lasciando la frase a metà. Al lo fissò attento
qualche istante nella speranza che continuasse. -Cosa?-si decise a chiedergli
qualche secondo dopo. -Non avevo visto quello che vedo ora...-disse Emmett
misterioso lanciando un'occhiata veloce al corpo di Al. Albus impiegò pochi
secondi a capire il vero significato di quella frase:Emmett lo trovava
attraente! Ma che succedeva ad Hogwarts?Improvvisamente tutti i ragazzi erano
diventati gay? Ed Emmett come aveva fatto a scoprirlo?Aveva per caso un
bersaglio rosso addosso e non se ne era accorto? -Oh...-si limitò a
dire,imbarazzato e leggermente scioccato. Il Corvonero avvicinò la testa alla
sua e cercò il suo sguardo accennando un sorriso. -La prossima settimana ci
sarà la gita ad Hogsmeade,ti andrebbe di uscire insieme?-gli propose senza altro
indugio. Questa era una cosa che apprezzava del mondo gay:l'essere diretti e
sinceri senza perdere tempo in inutili giri di parole. Al abbassò lo sguardo
e accennò un sorriso,lusingato nonostante tutto dell'invito appena ricevuto,e
poi tornò a guardare Emmett. -Ti ringrazio,ma credo di avere già un altro
impegno e...e poi mi vedo già con un'altra persona-gli disse. Emmett
annuì,un'espressione di disappunto sul viso e poi alzò una mano e gli sfiorò la
guancia destra con due dita. -Pazienza!Valeva la pena tentare... Ma nel
caso cambiassi idea,io sono sempre disponibile-aggiunse poi prima di
allontanarsi. Gli sorrise un'ultima volta per poi voltarsi e avviarsi su per
le scale. Albus scosse la testa,ancora incredulo per quello che era
successo,e poi portò lo sguardo fisso davanti a sè,immobilizzandosi
all'istante:Scorpius lo fissava con il suo sguardo penetrante e fermo. Era
indubbio che avesse visto tutto. Cercando di apparire senza colpe,visto che
non aveva fatto nulla di male,gli lanciò un sorriso e sospirò quando lo vide
venire verso di lui. -Ciao-lo salutò continuando a sorridere,neanche avesse
avuto una paralisi. Il biondo fece un cenno con il capo:era ancora indeciso
se parlare o meno,non sapeva se la fiducia che aveva in lui era stata
tradita. -Andiamo?-propose Al con aria leggermente speranzosa. Nel più
completo silenzio si incamminarono nel giardino e verso il Platano Picchiatore,e
sempre restando muti si ritrovarono nella Stamberga. Albus sapeva che doveva
essere Scorpius il primo a parlare,sapeva che doveva essere lui a tendergli una
mano per fargli capire che era pronto per ascoltare le sue ragioni. Ma
Scorpius continuò la guerra del silenzio...Anche mentre facevano
l'amore. Quella volta i suoi baci erano più violenti,le sue carezze più
fugaci,era avaro di tutte quelle piccole attenzioni che avevano reso romantica
la loro intimità. Era quello il suo modo di punirlo...Fargliela pagare per
qualcosa che aveva soltanto visto e di cui non sapeva nulla. Ed Albus accettò
quella punizione nonostante non avesse fatto niente di male certo che prima o
poi avrebbe avuto modo di spiegarsi. Si decise a parlare solo quando si
ritrovarono nudi fra le lenzuola,distanti l'uno dall'altro. -Chi era quel
tipo?- Albus,osservando la schiena che lui continuava a mostrargli sospirò e
si sistemò a pancia in sù. -Si chiama Emmett Smith...Una volta gli davo delle
ripetizioni di Erbologia,ma poi ci siamo persi di vista. Mi ha chiesto di
andare insieme ad Hogsmeade la prossima settimana-rispose sincero. Passarono
alcuni istanti,mentre sentiva le mille supposizioni che si scontravano nella
mente di Scorpius. -E tu che hai risposto?-si decise poi a
domandargli. -Che non potevo perchè ero già impegnato. Lui ha capito e se
ne è andato per la sua strada.Fine della storia-concluse sereno Al. Uno
sbuffo divertito arrivò dalla parte del biondo. -Idiota!-commentò
poi. Albus aggrottò la fronte,sorpreso da quella esclamazione e si rizzò a
sedere al centro del letto. -Che ci trovi di idiota?- Scorpius si decise a
voltarsi e,facendo forza su un gomito,lo guardò con aria esperta. -E' idiota
quello che hai fatto!Io non avrei mai rinunciato ad appuntamento con un
possibile amante. E poi non mi sembra che avessimo qualche impegno per quel
giorno-aggiunse. Cercando di non far trasparire la sorpresa dal proprio
volto,Albus strinse le labbra una sull'altra e continuò a fissarlo. -L'ho
dato per scontato- -Hai fatto male!Se me lo avessi chiesto io ti avrei detto
che avevo già preso accordi con i miei compagni di Serpeverde...quindi tu puoi
fare quello che ti pare-continuò Scorpius,quasi rimproverandolo per quel
pensiero carino. Albus annuì,incapace di trovare una battuta abbastanza
sagace con cui rispondere. -Voglio dire,hai appena perso la verginità,quale
momento migliore di questo per farti più ragazzi possibili?-gli fece notare
mettendosi a sedere a sua volta fra le coperte. -Quindi tu avresti
accettato?-domandò Al deglutendo visibilmente. -Senza pensarci su due
volte-confermò il biondo. Continuando a tenere le labbra strette,segno della
sua rabbia e del suo orgoglio ferito,Albus annuì un'altra volta e si alzò in
piedi raccogliendo i suoi boxer. -Beh,magari se mi sbrigo faccio ancora in
tempo a dirgli che ho cambiato idea-disse iniziando ad infilarsi i
pantaloni. -Questo è lo spirito giusto!-commentò Scorpius. Ma che
accidenti gli prendeva? Gli aveva appena detto che un altro ragazzo voleva
invitarlo ad uscire,perchè non si incazzava,perchè non strepitava o urlava come
avrebbe fatto qualsiasi ragazzo normale...possibile che non gliene importasse
veramente nulla? Dopo aver,nello stesso momento,infilato le scarpe ed
abbottonato i bottoni centrali della camicia,girò attorno al letto alla ricerca
della cravatta e del maglione,senza lanciare uno sguardo al ragazzo nudo ancora
fra le coperte. Era un modo per provocarlo,per vedere fino a che punto era
disposto a rischiare? Forse il Serpeverde aveva dimenticato con chi aveva a
che fare! -Ci vediamo!-lo salutò dandogli le spalle prima di uscire dalla
porta della stanza. Se Scorpius aveva voglia di giocare,aveva trovato pane
per i suoi denti...
-Smettila...- Incurante della sua blanda
lamentela,lui continuò a mordicchiarle l'orecchio destro. -Non vedi che sto
studiando?Ho bisogno della massima concentrazione-borbottò ancora lei. Ma lui
sapeva che se veramente avesse voluto scacciarlo,lo avrebbe fatto fin da quando
aveva iniziato a baciarle il retro del collo. -Jim,per favore...Sai che certe
volte sai essere veramente fastidioso?-domandò Rose voltando il viso per
incontrare lo sguardo del ragazzo. James sorrise e alzò le mani in aria quasi
in segno di resa,ma del resto non erano le sue mani che finora le avevano dato
il tormento. Avevano deciso di ritrovarsi nella sua stanza per studiare
insieme e per le prime due ore c'erano anche riusciti,ma nell'ultima mezz'ora
l'attenzione del ragazzo aveva iniziato a diminuire e a staccarsi dai libri per
posarsi sempre di più su di lei:così erano iniziate le piccole carezze,i baci e
i morsi sulle orecchie. E Rose doveva ammettere,almeno con sè stessa,che
quelle attenzioni le facevano piacere arrivando anche a conciliarle lo
studio. -Non credi che ci meritiamo una pausa?-domandò il ragazzo muovendosi
sul letto per andare a sedersi dietro di lei. -Ma se è da più di mezz'ora che
non giri pagina!-lo rimbrottò lei. -Forse è un concetto troppo difficile per
me da capire,non ci hai pensato?-domandò Jim deciso ad avere la meglio. Rose
sospirò e scosse la testa. Era inutile portare avanti quella
conversazione... Sentì le mani di James posarsi sulle sue spalle e spingerla
delicatamente all'indietro contro il proprio torace;spinta da quella
vicinanza,Rose poggiò la testa su una spalla e chiuse per un'istante gli
occhi. Pochi secondi passarono prima che le labbra di Jim si posarono di
nuovo sulla sua spalla,per salire verso il suo collo. -Possibile che con te
non si può stare un'attimo tranquilli?-si lamentò lei. -Beh da qualche parte
bisognerà anche iniziare per avere tre figli,no?-domandò scherzosamente
lui. Un'improvviso rossore si diffondeva sulle guance di Rose ed istintivo
arrivò il tentativo di staccarsi dal suo corpo e dal suo abbraccio:la mattina di
Capodanno si era risvegliava con un leggero mal di testa e con James
addormentato completamente vestito accanto a lei. Quando questi si era
risvegliato le aveva raccontato dei suoi vaneggiamenti da ubriaca e di come
avesse parlato del loro futuro facendola andare nel panico e scivolare
nell'imbarazzo più totale:non riusciva a credere che avesse spiattellato in quel
modo quei pensieri così segreti e personali. Proprio a James poi!L'unico che
non doveva saperne niente! Gli aveva fatto promettere di non parlarne più,ma
ogni tanto lui si divertiva a prenderla in giro amabilmente con quel ricordo
facendole desiderare di sprofondare al primo accenno. Anche quella
volta,notando i suoi tentativi di allontanarsi e nascondersi,James le strinse un
braccio e,nonostante i suoi tentativi di divincolarsi,la portò con la schiena
sul divano,cadendo poi su di lei. -Lasciami!-gli intimò lei con voce
decisa. -Non ci penso proprio!-fece James con voce altrettanto
decisa. -Ahh,non ti sopporto quando fai così!-esclamò Rose. James
sorrise. -Beh la cosa è reciproca...Che c'è di tanto scandaloso se io so dei
tuoi progetti su noi due?-si decise a domandarle. Rose fissò per qualche
istante i suoi occhi poi sospirò. -Perchè me ne vergogno;abbiamo sempre detto
che dobbiamo essere realisti e non pensare al domani,perchè forse non ne avremo
uno insieme,eppure mi sono lasciata andare a quei "pensieri felici"! Non
pensi sia un discorso controcorrente per una persona pragmatica come me?-gli
domandò. Contrariamente a quello che si aspettava,James scosse la
testa. -No,anzi se devo essere sincero ci sarei rimasto molto male se tu non
avessi fatto dei progetti a lungo termine su di noi. Se tu non lo avessi
fatto,allora voleva dire che la consideravi una storia a tempo,qualcosa con cui
riempire i momenti vuoti fra una lezione e l'altra. Del resto anche io ho
immaginato come potremmo essere da qui a cinque o dieci anni e l'idea di essere
ancora insieme non mi spaventa,anzi...Mi fa sentire sereno-le disse
sincero. Rose lo fissò qualche istante incredula,poi alzò il viso e andò
incontro a quello di James,posando le labbra su quelle di lui per un bacio
piccolo e dolce,le mani che affondavano nei suoi capelli
neri. -Veramente?-chiese staccandosi dalle sue labbra quel poco che serviva
per parlare. Jim annuì. Ritornò a baciarla e si chinò su di lei portandola
di nuovo sul materasso,sistemandosi in modo da non pesarle troppo addosso. Le
accarezzò i morbidi riccioli gonfi e fece scivolare la lingua sul labbro
inferiore,sentendo una gamba di Rose che si allacciava attorno al suo fianco
sinistro,portandolo più vicino,diminuendo la distanza fra loro. I due colpi
battuti sulla porta con decisione e forza li fecero sobbalzare
entrambi. -Rose!Rose ci sei?- I due,riconoscendo la voce si fissarono per
qualche secondo:Rebecca! -Un'istante solo!-disse Rose cercando di guadagnare
qualche attimo in più. James si sollevò sulle ginocchia e si guardò intorno
alla ricerca di un nascondiglio,imitato dalla
ragazza. -Nell'armadio!-bisbigliò la riccia,alzandosi in piedi. Jim la
seguì e aperta un'anta si accucciò nel basso armadio e richiuse le due
ante,lasciando un piccolo spiraglio per l'aria. Da quello spiraglio vide Rose
avvicinarsi alla porta della stanza. -Rebecca,che sorpresa!-esclamò incapace
di trattenersi. Si fece da parte e fece entrare l'amica. -Scusami,lo so
che non ti aspettavi di vedermi,ma avevo bisogno di parlare con
qualcuno...-disse l'altra. A Rose bastò una seconda occhiata per capire che
era successo qualcosa;atteggiò il viso ad un'espressione seria e chiuse la porta
della stanza. -Va tutto bene?-domandò poi a Rebecca. -Ancora non lo
so...-rispose sincera la ragazza. La riccia fece un gesto verso il letto
invitandola a sedersi e l'altra accettò l'invito sedendosi con le spalle
all'armadio,impedendo così a Jim di vedere le espressioni del suo volto. -Che
succede?Problemi con Ronald?-chiese Rose con voce partecipe. Rebecca scosse
il capo. -Oddio,forse non sarei dovuta venire a parlarne con te,in fondo tu
sei sua cugina,ma davvero non so con chi parlarne...- Rose allungò una mano e
ne strinse una di Rebecca,un sorriso rassicurante sul volto. -Sta
tranquilla,quello che mi dirai Ronnie non lo saprà mai. Che è
successo?-domandò ancora. Rebecca restò qualche istante in silenzio,per poi
prendere un respiro profondo e incontrare lo sguardo di Rose. -Ecco...io e
Ronald abbiamo fatto l'amore-confessò. Il viso di Rose si aprì in un sorriso
di sincera felicità:sapeva quanto i due ragazzi si amassero ed era contenta che
finalmente avessero superato anche l'ultimo ostacolo. -E' una notizia
fantastica!-esclamò. Rebecca scosse la testa. -No,invece!- La riccia
fece sparire il sorriso e la fissò sorpresa,senza capire. -Che vuoi
dire?Forse...forse non ti è piaciuto,o è stato doloroso...-tentò Rose cercando
di capire. Ancora una volta Rebecca scosse la testa. -No,è stato tutto
perfetto...E' solo che sono stata io a costringerlo! Sono stata io a fare la
prima mossa ed ora Ronald penserà che sono una viziosa che pensa solo al
sesso!- Rose cercò di nascondere un sorriso divertito a quelle parole e
strinse ancora di più la mano che stringeva fra le sue. -Se vuoi il mio
parere,Ronald ti amerà ancora di più per questo-le disse sicura. L'altra alzò
lo sguardo e la fissò sorpresa ed incredula. -Davvero?- Rose si limitò ad
annuire. Del
resto quale uomo non ama essere sedotto?
-Sono un coglione,sono un coglione,sono un
coglione...- -Su questo non ci sono dubbi- Continuando a ripetere la sua
nenia,Scorpius lanciò un cuscino contro Luke,colpendolo al petto. -Chiudi
quella cazzo di bocca!-ribattè il biondo aprendo gli occhi e fissando il moro
poco distante dal suo letto. Era tornato al suo dormitorio con i piedi
pesanti e il morale a pezzi...E pensare che solo un paio d'ore prima vi era
uscito con lo spirito leggero e allegro! Chi l'avrebbe detto che le cose
potevano cambiare così in fretta? Luke si sedette sul proprio letto accanto
al suo e,dopo aver messo il cuscino che Scorpius gli aveva tirato addosso sopra
gli altri,si sdraiò. -Scommetti che indovino che ti è successo?-fece ancora
l'amico. -Impiccati!-borbottò dandogli le spalle. Tutto era andato storto
fin da quando era arrivato al luogo dell'appuntamento e lo aveva visto: Albus lo
aspettava sempre al solito posto,accanto a quella nicchia quasi volesse
scomparire nel muro e non farsi notare dagli altri,ma contrariamente alle altre
volte,era in piedi impegnato in una conversazione con un altro ragazzo. Un
ragazzo che conosceva bene. Emmett Smith,una delle tante scopate senza
seguito che avevano accompagnato quegli anni solitari ad Hogwarts. Bel
ragazzo,intelligente,nonostante fosse a Corvonero e,soprattutto,un'ottimo
amante. Vederlo accanto ad Albus gli aveva fatto ribollire il sangue nelle
vene:era evidente il motivo per cui gli stava parlando,lo capiva dal linguaggio
del corpo e dal modo in cui stava guardando il Grifondoro che non pensava a
nient'altro che a portarselo a letto. Quando lo aveva visto alzare una mano e
sfiorargli una guancia,la rabbia era aumentata in maniera esponenziale...solo
per una semplice carezza. -Magari stai pensando ad un moretto di nostra
conoscenza?-s'intromise di nuovo Luke nei suoi pensieri. -E anche se
fosse?-ribattè Scorpius voltandosi e rizzandosi a sedere sul letto,con uno
sguardo fiammeggiante. Luke sorrise,quasi divertito da quella
reazione. -Che ha fatto stavolta?Hai provato ad infilargli una mano nelle
mutande ma è scappato via urlando?-scherzò chiaramente divertito
dall'idea. -Per tua informazione sono riuscito a togliergli le mutande già da
un pezzo!Lui non è così delicato come la tua Alice-lo beccò il biondo. Luke
strinse le labbra e lo fissò in silenzio qualche istante,indispettito
dall'osservazione. -Allora se sei riuscito a portartelo a letto,qual'è il
problema?-chiese poi. Scorpius respirò frustrato e si passò una mano fra i
capelli serafici. -Che anche altri vogliono portarselo a letto...-disse
sincero,senza guardarlo. E la sola idea lo mandava in bestia. Avrebbe
fatto qualsiasi cosa per impedirlo,per far sapere a tutti i gay di Hogwarts che
Albus Potter era soltanto suo,che era una sua proprietà! Ma ovviamente non
poteva... -Tutto qui?Basta che tu gli dica di non farlo e il problema è
risolto,no? E poi non credo che lui voglia andare in giro a scopare se sta
con te-commentò l'altro. -Non se sa che ha il mio permesso- Dal silenzio
che seguì capì che anche Luke aveva qualche difficoltà ad afferare quel
discorso,a capire il loro rapporto. Ma come poteva imporre ad Albus una
relazione monogama alla loro età? Forse lui stava confondendo per amore la
gratitudine per avergli tolto la verginità o qualche altra stronzata del genere
che sono molto in voga a Grifondoro.... -Gli hai detto che può farsi tutti i
ragazzi che vuole?-domandò Luke incredulo. Scorpius storse la bocca chiusa
verso destra e alzò le spalle. -Aveva ricevuto un'invito per la prossima
uscita ad Hogsmeade ed ha rifiutato per colpa mia, così gli ho detto che non
avrebbe dovuto farlo e che questo per lui era il momento migliore per fare
esperienze-gli raccontò. Ancora aveva davanti agli occhi l'espressione ferita
e addolorata di Albus quando glielo aveva detto. Ma non poteva certo
obbligarlo alla fedeltà! Sapeva che effetto Al faceva sui ragazzi e non poteva sperare
che un ragazzo,appena iniziato ai piaceri del sesso,decidesse di restare con
il primo compagno di letto. Era un'idea assurda... -Sei veramente un
coglione!-esclamò Luke incredulo. Scorpius annuì. -Lo so- -E se
"andando in giro a fare esperienza",trova qualcuno che lo interessa più di
te? Sei pronto a correre questo rischio? Quel ragazzo non sa neanche che
tieni a lui!-continuò. -Hai finito di farmi la predica?Non ti ci vedo come
pastore di anime-lo rimbrottò il biondo. Luke alzò le spalle e tornò a
sedersi sul letto. -Fa come ti pare...Del resto sei tu quello che ci perde in
tutta questa storia-commentò prima di alzarsi e avviarsi verso la
porta. Scorpius scosse la testa:era sicuro di aver fatto la cosa
giusta. Certo,la più rischiosa ma decisamente la cosa più
giusta...
Salve a
tutti!!!E bentornati ad Hogwarts...
Inizia il mese di
separazione,ce la faranno Daniel e Lily a mantenere le distanze e a fregarsene
delle malelingue?Forse è questo il vero motivo per cui Lily passa ore
appollaiata su un'albero...Mah!
Mentre l'amore trova la sua
massima espressione in Ronald e Rebecca(di cui parleremo nel prox
capitolo),stenta a farsi capire fra Albus e Scorpius:conoscendovi starete tutti
puntando il dito contro il Serpeverde,ma il suo gesto è stato guidato dalla pura
e semplice gelosia e dalla paura di non essere abbastanza.
Ovviamente questo è solo il
primo round,speriamo solo che non combini altri guai...
Ringrazio tutti coloro che
leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di
battitura o ortografia.
La frase in corsivo nel
dialogo fra Lily e Albus è tratta da "Romeo e
Giulietta",atto II,scena
I.
E ora i ringraziamenti:Lights(Non sapevo di essere così
pericolosa per la salute...Spero vada tutto bene in questo
capitolo!),Missjude(Sinceramente io nn avrei avuto lo stesso coraggio dimostrato da
Luke,presentarmi in un posto che nn conosco in mezzo a gente che nn ho mai visto
prima...ma scherziamo?Cmq continuo a ribadire il mio concetto sui
Serpeverde:niente è come sembra...Passiamo ai We Love:contrariamente a Ron/Herm
e Harry/Gin,Luna e George nn si sn mai veramente interessati dell'opinione della
famiglia,specialmente x quanto riguardava la loro vita privata:nn hanno mai
permesso intrusioni e nn hanno mai raccontato molto della loro storia,x evitare
che tt si sentissero in diritto di dare consigli e giudicare... Amano la
famiglia ma se ne tengono bene alla larga!In bocca al lupo x le ultime
interrogazioni!!),Ron84(Grazie x i complimenti!Come hai detto tu,la cosa + difficile è
trovare un nuovo equlibrio,specie dopo essersi fatti del male e dopo aver
sviluppato del rancore verso l'altro,e nn sempre è possibile...Dipende da quanto
è profondo il nostro bisogno dell'altro.E fin dall'inizio,Ron ed Hermione hanno
avuto bisogno l'uno dell'altra...anche se ora nn amano ricordarlo),Lotti_(A chi nn si nega una seconda
possibilità?Specie dopo che ha passato un'intera serata in mezzo ad estranei
solo x starti vicino...),IRE'89(In fondo anche il Salvatore del Mondo Magico è umano quando si
tratta dei suoi figli:anche lui fa degli errori e ha il panico se nn sa sempre
dove sono e cosa fanno...Come i padri babbani!Peril momento Luke ed Alice
hanno fatto pace,ma nn credo che i Zabini stenderanno la stola rossa x invitare
i consuoceri, soprattutto ora che sperano che il figlio intrattenga altri
rapporti con Mandy Greengrass... Speriamo che Alice non lo sappia tr presto!Cmq
x rispondere alle tue domande:no,George nn sa che lui è uno Zabini,nè che è un
Serpeverde,ma nn credo che gliene importerebbe molto: terrebbe in maggior conto
il modo in cui si comporta cn Alice...Ma hai ragione,nn saranno affatto rose e
fiori!Tre hurrà x Ron ed Herm!!Anche loro hanno avuto la loro "bomba" personale
e ora devono aspettarsi gli effetti collaterali,sperando che nn siano
devastanti...), Sunshine'86(Anche loro,in passato,si sono comportati da immaturi,e quegli
sbagli li aiutano a capire come comportarsi e come agire verso i propri
figli...Io sono convinta che un tradimento è soltanto l'attimo ultimo di un
problema di coppia:se due persone nn riescono + a comunicare cm un tempo,cercano
in tt i modi di attirare l'attenzione dell'altro e il tradimento è il modo è
estremo e doloroso x farlo;nn che voglia giustificare Ron cn questo,ma penso che
sia stupido continuare a pensare ad Herm come alla povera vittima,xkè se fosse
stata attenta cm un tempo verso il marito,sn certa che se ne sarebbe accorta
subito..Slytherin Rules!Finora sono quelli che incontrano + successo e sn
incredibilmente felice di qst!).
Veniamo allo
spoilers...
"Era un comportamento inusuale per lui,così
fuori dalla norma...Lui sempre così calmo e sicuro di sè,con il pieno controllo
della situazione.
-Mi spieghi che ci facciamo qui?-si sentì
chiedere.
L'amico lo avrebbe capito presto e sicuramente sarebbe
andato su tutte le furie..."
Bene,x il momento è
tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...
"The
rules"
Baci,Eva.
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Capitolo 25 *** Babylon ***
babylon
-Ho bisogno del tuo
aiuto- Poteva,dopo giorni di silenzio,chiedergli una mano sperando che lui
accettasse? Forse le sue aspettative erano troppo alte o era un'inguaribile
ottimista,ma Scorpius era l'unica persona che poteva aiutarlo. Se avesse
provato a interpellare i suoi fratelli,chiedendogli di intervenire in quella
situazione,si sarebbero quasi certamente rifiutati,spiegandogli che non volevano
affrontare la rabbia del padre ancora una volta,proprio adesso che tutto
sembrava star tornando alla normalità. Così dopo aver abbandonato l'idea di
coinvolgere James e Ronald,si era reso conto che l'unico che lo avrebbe seguito
in quel piano,per quanto assurdo e "terribilmente romantico" potesse
considerarlo era solo lui. Lo aveva osservato durante gli allenamenti di
Quidditch della sua Casa,seduto sulle gradinate, nascondendosi dietro un libro
di Incantesimi per mascherare i furtivi sguardi che lanciava al gruppo di scope
in volo e quando questi,finalmente,erano tornati a terra si era incamminato
dietro di loro,sperando in un colloquio con il biondo. Scorpius era rimasto
indietro rispetto ai suoi amici rallentando apposta il passo,e quando Albus lo
aveva raggiunto aveva voltato lo sguardo verso il suo viso. -Hai perso
qualcosa Potter?-aveva detto a voce abbastanza alta da poter essere udita anche
dai suoi compagni. -Ho bisogno del tuo aiuto-gli aveva confessato
lui. Nonostante si fosse arrovellato a lungo sul problema e lo avesse
esaminato da varie angolazioni, non sapeva quali erano i loro attuali
rapporti:sapeva che,per quanto lo riguardava,era ancora arrabbiato per il loro
ultimo incontro e la loro ultima discussione. Dopo essere tornato ad Hogwarts
aveva cercato Emmett e aveva accettato il suo invito. -Che fine ha fatto il
tuo ragazzo?-gli aveva chiesto lui sorpreso. Albus aveva alzato le
spalle. -Non è più un problema-aveva risposto senza nessuna
inflessione. Così sarebbe andato a Hogsmeade con Emmett;del resto nei giorni
che avevano seguito la loro discussione,Scorpius non aveva fatto il minimo
tentativo per convincerlo ad annullare quell'impegno nè gli aveva chiesto di
uscire insieme,continuando ad organizzare l'uscita con i suoi amici... Non si
era mostrato geloso. Alla fine Al era arrivato alla conclusione che non gli
importava vederlo andare con altri ragazzi: magari aveva puntato troppo su una
persona che non aveva le sue stesse idee. E se Scorpius stesse già pensando
alla prossima conquista mentre lui faceva progetti su loro due? -Che ti
serve?-gli chiese avvicinandosi ad una colonna e poggiandovi la schiena
contro. I loro occhi si incontrarono e per qualche istante si limitarono a
fissarsi,in silenzio,quasi avessero bisogno entrambi di mettere in ordine le
idee e scegliere il giusto argomento di conversazione. -Veramente non è per
me...E' per Lily-si decise a parlare Al. Scorpius abbassò un
sopracciglio. -Billie Nelson ha chiesto a Daniel di andare insieme ad
Hosgmeade e lui ha accettato-gli spiegò brevemente. Il biondo abbassò
leggermente la testa,concentrando la sua attenzione sui guanti ed iniziando a
sfilarli. -Ma lui non è innamorato di tua sorella?-gli domandò poi rialzando
la testa,facendo ondeggiare i capelli biondi davanti agli occhi. Al alzò le
spalle. -Lo era...Chi può dire che cosa succede in tre settimane di
isolamento?Per questo devono incontrarsi-disse con voce decisa Al. -Ma non è
contro le regole di tuo padre?-gli fece notare l'altro. Albus annuì
brevemente,consapevole della violazione che stava per commettere. -Sì,ma se
non sono loro che si cercano,se si incontrano per caso non dovrebbero esserci
problemi...O almeno credo-aggiunse incerto. -E io che c'entro?-gli domandò
l'altro curioso. Albus gli spiegò velocemente il suo piano per poi restare a
fissarlo in attesa. Deciso a tenerlo sulla corda per qualche altro
secondo,Scorpius alzò le spalle e si staccò dalla colonna,facendo un passo verso
di lui. -Che ci guadagno?-gli chiese poi. Il moro lo fissò qualche istante
sorpreso,mentre l'altro tirava fuori dalla tasca dei pantaloni della divisa un
pacchetto di sigarette. -Sono tuoi amici...-tentò poi. -Veramente lei è
tua sorella,e se non ricordo non sono molto nelle sue simpatie-disse
sincero. -Però con Daniel sei abbastanza in confidenza e mi sembrava che
andaste d'accordo-provò ancora Albus. Possibile che dovesse avere un
tornaconto personale per ogni cosa? Non poteva aiutarlo semplicemente perchè
glielo aveva chiesto? La sigaretta alle labbra,di nuovo con la schiena contro
la colonna,Scorpius alzò le spalle,quasi indifferente. Infastidito da quel
comportamento,Albus sospirò e annuì rassegnato:quello era un altro segno che
dimostrava la sua tesi. A Scorpius non importava più niente di lui e stava
cercando di tirarsi fuori da quella storia. -Lascia perdere...Fa conto che
non ti abbia mai chiesto niente-gli disse innervosito. Gli voltò le spalle e
si incamminò verso il corridoio che collegava il campo e gli spogliatoi,era
quasi arrivato alla fine quando sentì una stretta decisa bloccargli il braccio
destro e portarlo a voltarsi. Scorpius era fermo davanti a lui,dimentico
dell'espressione strafottente di poco prima,la mano ancora stretta attorno al
suo braccio. -Che c'è ancora?-gli domandò Al liberando il braccio. -Mi hai
convinto-disse l'altro. Albus lo fissò incerto di aver capito il significato
della frase. -Come?- -Ci sto...Facciamo questa cosa- Odiava quel suo
modo di comportarsi... -Quando hai pensato di farli incontrare?-gli chiese
poi Scorpius. -Domani- Questa volta fu il Serpeverde ad aggrottare la
fronte. -Ma domani c'è la gita ad Hogsmeade-gli ricordò. Albus
annuì. -Infatti- L'attimo dopo,quando capì il suo piano,un sorriso di
complicità si disegnò sul viso di Scorpius.
Abbandonato sul letto,la
schiena contro il materasso e le braccia sotto la testa,Ronald fissava con
sguardo perso il soffitto,senza vederlo veramente. Era tornato nel suo
dormitorio da un paio d'ore,ma ancora non si era ripreso da quello che era
successo. Se fosse stato colpito da un fulmine a ciel sereno sarebbe stato
meno sorpreso! Lui e Rebecca avevano fatto l'amore...Senza nessun
preavviso,niente che gli facesse presagire cosa stava per
accadere! Era...successo. Si sentiva leggero neanche fosse un palloncino
trattenuto a terra da un sottile nastrino e tutti i pensieri sembravano aver
abbandonato la sua mente,dove le uniche immagini chiare e distinte che aveva
erano quelle di quel pomeriggio. Ancora non riusciva a credere a come tutto
fosse avvenuto con la massima naturalezza e semplicità:l'attimo prima erano
seduti uno accanto all'altro sul letto con i libri sulle ginocchia e l'istante
dopo erano mezzi nudi,le tendine del baldacchino tirate e le coperte che si
attorcigliavano attorno alle gambe. Prese un profondo respiro e gli sembrò di
sentire di nuovo nella stanza l'odore della pelle di Rebecca e il tocco leggero
delle sue dita che gli sfioravano le spalle nude dopo avergli sfilato la
camicia. Due colpi leggeri sulla porta lo staccarono dai suoi ricordi e gli
fecero alzare leggermente la testa dal cuscino,lo sguardo sull'entrata del
dormitorio. -Avanti- La porta si aprì e Rebecca fece capolino all'interno
della stanza,facendolo sorridere quasi all'istante. -Ehi...Ecco la mia
ragazza!-l'apostrofò. Arrossendo leggermente,Rebecca fece un paio di passi
nella stanza per poi chiudersi la porta alle spalle. -Ti disturbo?-gli
domandò incerta. Ronnie si rizzò a sedere sul letto e,sorridendo,scuotè la
testa in segno di diniego:vedeva chiaramente che Rebecca era a disagio e
l'ultima cosa che voleva era che quella situazione degenerasse. In fondo che
avevano fatto di così terribile? Battè sul letto per convincerla a sedersi
accanto a lui e quando Rebecca lo fece,avvicinò il viso alla sua spalla
destra,fissandola in quella distanza ravvicinata. I vestiti non le rendevano
giustizia. Se non fosse stato terribilmente geloso,avrebbe aperto una
finestra e avrebbe urlato a tutta Hogwarts quanto era bella la sua ragazza
quando era nuda. Portò lo sguardo sul lembo di pelle poco distante dalla
clavicola che scendeva nella camicia bianca e ricordò il piccolo neo che aveva
visto mentre le slacciava i bottoni bianchi. Abbassò lo sguardo sulle sue
ginocchia e la vide muovere nervosamente le mani. -Vieni qui...-le disse
sorridendole affabile. Le circondò le spalle con un braccio e l'attirò contro
di sè,sentendo l'attimo dopo la sua guancia poggiarvisi contro e il suo respiro
che gli accarezzava il collo nudo. Le baciò dolcemente il retro dell'orecchio
e le sfiorò la schiena cercando di calmarla. Erano gesti talmente diversi da
quelli di poche ore prima,talmente opposti da fargli credere per un'istante che
non fosse mai accaduto niente fra di loro e che fosse solo una sua proiezione
mentale,un sogno fin troppo reale. Ma nel profondo di sè stesso sapeva che
non era così,ne aveva la certezza! Allora perchè Rebecca era così a
disagio? -Ti sei pentita di quello che è successo?-si decise a
domandargli,anche se era l'ultima cosa che voleva sapere. La ragazza alzò la
testa dalla sua spalla e fissò il suo volto,senza staccare il loro abbraccio,per
poi avvicinarsi e dargli un lieve bacio sulle labbra. -Assolutamente...-lo
rassicurò poi. Certo che altri incoraggiamenti l'avrebbero portata a
chiudersi a riccio e a non dire nient'altro, Ronald preferì restare in silenzio
e aspettare che lei continuasse. -E' solo che...mi vergogno-ammise senza
guardarlo,gli occhi sulla piccola fossetta al di sotto del pomo
d'Adamo. Ronnie aggrottò le sopracciglia,sorpreso da quelle parole;cercò di
parlare,ma lei lo bloccò alzando gli occhi sul suo volto e cercando il suo
sguardo. -Che pensi di me?-gli domandò diretta. -Che razza di domanda
è?Sei la mia ragazza,ti amo e...-disse lui spiazzato. Rebecca scosse la
testa. -No,che pensi di me ora che siamo stati insieme-specificò. Ancora
confuso,Ronald restò a lungo in silenzio,cercando di riflettere su cosa Rebecca
volesse sentirsi dire,ma non arrivò a nessuna conclusione. Ricordò il modo in
cui si era fidata di lui nonostante la paura,le sue braccia strette attorno alle
spalle e il suo sguardo spaventato e innamorato allo stesso tempo che ricambiava
il suo. -Ti ammiro-le disse sincero. Rebecca lo fissò stupita. -Non è
cosa da tutti mettere da parte le proprie paure e buttarsi...-le disse
serio. Con nella mente il ricordo di come aveva iniziato a punzecchiarla
rubandole il libro da sotto il naso e la conseguente lotta al "solletico
mortale",Ronald si chiese cosa l'aveva convinta a fare l'ultimo passo e a
concederglisi. -Posso farti una domanda?-le domandò
infatti. Lei,nonostante l'aria titubante,annuì. -Che cosa,oltre al mio
fisico perfetto,ti ha fatto cambiare idea?-le chiese cauto. Accennando un
sorriso,Rebecca abbassò lo sguardo per qualche secondo,fissando il copriletto
sotto di loro. -La certezza che non avresti mai chiesto più di quello che
potevo offrirti...Nonostante i nostri inizi zoppicanti e le tue paure,da quando
stiamo insieme,non hai fatto altro che dimostrarmi il tuo amore. Sei stato
paziente,comprensivo e più di una volta mi sono chiesta come sarebbe andata se
non avessi avuto così paura...Così per una volta,ho deciso di agire e smetterla
con tutte queste domande-spiegò Rebecca. Un sorriso accennato sul viso,Ronald
la fissò ammirato per poi darle un bacio sulla fronte,in modo quasi
paterno. -Quindi non è stato il mio fisico pazzesco?-domandò ancora con una
smorfia dispiaciuta cercando di smorzare il momento serio. Lei rise e scosse
la testa. -Però ha aiutato considerevolmente...-gli
confessò. Accompagnando la sua risata,Ronald avvicinò le labbra alle sue e la
baciò,indugiando sulla sua bocca con pigro piacere e lentezza,quasi avesse tutto
il tempo del mondo. -Tu invece?-gli domandò una volta staccatasi dalle sue
labbra-Che cosa ti ha convinto a non respingermi ancora?-chiese ancora
curiosa. Lui sorrise leggermente,per poi riavvicinare il viso al suo,le
labbra che le sfioravano la pelle delicata del collo. -Come avrei potuto?Eri
così sexy!-ricordò. Imbarazzata,Rebecca nascose il viso nella sua spalla e si
strinse maggiormente contro di lui. -Sai cos'altro?Sapere che eri soltanto
mia...Credo che nessun'altro apparte me sappia quanto sei bella senza
vestiti!-aggiunse ancora lui. Ancora rossa in volto,Rebecca accennò un
sorriso nascosto alla vista di Ronald. -Tu e mia sorella- Rialzò la testa
dalla sua spalla e fissò i suoi occhi per qualche istante,un espressione seria
sul volto,prima di dargli un bacio umido e veloce. -Ti va di sposarmi?-gli
domandò improvvisamente,cogliendolo alla sprovvista. Ronald la fissò senza
capire,gli occhi spalancati per quella proposta,e neanche la risata allegra che
l' accompagnò lo aiutò a capire. -Non adesso!Diciamo fra...cinque anni!Quando
avremmo finito gli studi e avremmo trovato un lavoro. Non posso certo farmi
scappare un così buon partito,quindi ti andrebbe di sposarmi?-gli chiese
ancora. Rincuorato,Ronald sorrise ironico. -Non dovrebbero essere gli
uomini a fare certe proposte?-le domandò poi. Lei alzò le
spalle,sorridendo. -Beh,noi non siamo una coppia convenzionale...E poi hai
cinque anni di tempo per farmi la tua proposta-gli fece notare prima di baciarlo
ancora una volta. Lui ricambiò il bacio e in pochi istanti si erano
dimenticati della domanda di Rebecca e della risposta mancata...ma del
resto,aveva cinque anni di tempo per rispondere.
-Smettila di fare quel muso!-la rimproverò
ancora una volta. Sbuffando Lily fece un cenno annoiato con la mano per
zittirlo e continuò a camminare. Per Albus era facile parlare;lui aveva
l'imbarazzo della scelta! Non poteva capire come si sentiva... -Perchè non
vai a prepararti per il tuo appuntamento e non mi lasci in pace?-lo
beccò,incurante del tono acido della sua voce. Albus le gettò un'occhiata e
alzò le spalle. -Ho ancora tempo...E poi te l'ho detto,devo recuperare
assolutamente questi libri. Non capisco come ho fatto a dimenticarli
nell'aula del professor Olin-si lamentò lui precendendola nel corridoio. Lily
sbuffò:lei un'idea ce l'aveva,ed anche ben chiara. -Forse eri troppo
distratto dai tuoi numerosi pretendenti- Al scosse la testa. -Ne
dubito;quando faccio lezione sono molto concentrato su quello che faccio-le
spiegò. -Sai non capisco proprio:perchè hai dovuto accettare l'invito di
questo Emmett quando stai con Scorpius?Non è agire alle sue spalle,tradire la
sua fiducia?-gli domandò guardandolo incattivita. Il fratello la fissò
qualche istante,per poi tornare a guardare dritto davanti a sè,un sorriso
divertito sulle labbra. -Stiamo ancora parlando di me e Scorpius oppure di te
e Daniel?-le chiese a sua volta. Lily sbuffò e fece finta di non aver sentito
la domanda. Era arrabbiata,ferita e anche confusa:perchè Daniel aveva
accettato quel dannato invito? Con Billie Nelson per di più!La peggiore
pettegola di tutta Grifondoro...Avrebbe saputo cosa era successo fra di loro
quella sera stessa con dovizia di particolari,inventati e veri,e quelle occhiate
compassionevoli che tanto odiava. Avrebbe preferito mille volte pulire i
calderoni sporchi dopo le lezioni di Pozioni piuttosto che sentire cosa era
successo fra di loro. Non riusciva a capacitarsi di quello che era
successo:possibile che l'amore di Daniel non avesse resistito per più di tre
settimane? Era veramente così debole e fragile? Allora era meglio
tenersene alla larga! Però c'erano tante cose che non capiva:perchè se non
era sicuro dei suoi sentimenti,di quello che provava,aveva insistito così tanto
per stare con lei,arrivando a tampinarla senza darle tregua? -E se fosse
tutta colpa di nostro padre?-domandò ad alta voce. Albus tornò a guardarla e
restò in silenzio,aspettando che lei parlasse di nuovo. La sorella incontrò
il suo sguardo,mostrandosi dubbiosa per la prima volta,e sospirò
frustrata. -Se avesse deciso che non vale la pena mettersi contro nostro
padre per me? Del resto siamo due ragazzi,non ha senso promettersi
l'eternità-commentò in tono disfattista. Suo fratello,cercando di
risollevarla,le posò un braccio sulle spalle e l'attirò a sè,dandole un bacio
sulla tempia destra. -Se ha veramente pensato che non ne vali la pena,allora
è un'emerito imbecille-disse semplicemente. Lily accennò un sorriso e,senza
staccarsi dalla sua stretta,portò lo sguardo dritto davanti a sè individuando
una figura familiare a una ventina di metri di distanza. Erano ormai vicini
all'aula del professor Olin e,man mano che si avvicinavano entrambi i fratelli
riconobbero la figura altera. -C'è qualcuno che ti cerca...-commentò Lily
sottovoce. Lo sguardo fisso su Scorpius,Albus osservò gli abiti semplici ma
eleganti,ovviamente costosi,che indossava sicuramente in occasione della gita ad
Hogsmeade. Beh,se voleva fare colpo doveva sfoderare l'artiglieria
pesante... Del resto poteva dire la stessa cosa di sè stesso:era la prima
volta che aveva un appuntamento con qualcuno che non fosse Scorpius e,per
cercare di fare buona impressione,aveva indossato una camicia bianca sopra una
giacca nera di pelle,coordinata con i jeans ed un paio di sneakers. Chissà
quali erano i gusti di Emmett... -Cercavo proprio te-gli disse Scorpius non
appena furono a portata di orecchio. Albus annuì e togliendo il braccio dalle
spalle della sorella,le rivolse uno sguardo veloce,cercando di mostrarsi
indeciso. -Lily...-iniziò. -Ho capito,ti aspetto dentro...E magari
comincio anche a cercare in giro,così non arrivi tardi al tuo appuntamento-disse
annuendo. Lanciò un'occhiata veloce a Scorpius,per vedere che effetto avevano
avuto su di lui quelle parole,ma non ottenendo nessuna reazione aprì la porta ed
entrò nell'aula. Non aveva fatto che un paio di passi nella stanza che un
movimento a qualche metro di distanza alla sua destra la fece voltare e gelare
allo stesso tempo. Immobile,quasi quanto lei,Daniel la osservava,un sorriso
accennato sulle labbra,le braccia serrate all'altezza del petto. Perchè era
lì?Doveva considerare la loro storia finita? Era venuto per lasciarla prima
di andare all'appuntamento con Billie? -Ciao scricciolo-la salutò muovendosi
verso di lei. Fu il tono della voce,più delle parole,ad aiutarla a
capire... Niente era cambiato.
Una cosa positiva nell'avere due genitori in
carriera era la possibilità di avere la casa vuota per gran parte della giornata
e della settimana. Se,da bambina,questo le era sembrato un fattore negativo
legato anche al fatto di non vedere spesso i suoi genitori e di dover passare
ore a casa dei vicini,con il passare degli anni aveva rivalutato quella
"libertà":fin da quando aveva tredici anni,i suoi genitori avevano iniziato a
considerarla abbastanza grande per poter passare il pomeriggio da sola senza
bisogno di supervisioni,a patto da rispondere ad ogni telefonata che loro
facevano dall'ospedale e dall'ufficio, e di accettare l'allarme "anti-intruso"
attorno alla casa. Ora,a due anni di distanza,con una maggiore indipendenza e
maturità,dopo un serrato lavoro di convincimento,Allison era riuscita a
strappare ai genitori il permesso di invitare le proprie amiche per poter
studiare insieme il pomeriggio oppure,specialmente in quest'ultimo periodo,Alice
per non rendere troppo dure o noiose le giornate della ragazza durante quel
soggiorno. Ma quel pomeriggio,al posto della sua migliore amica,aveva
invitato Fred,per uno dei primi appuntamenti da quella sera di Capodanno alla
Tana. Era strano per lei pensare a Fred come il suo ragazzo,dopo che per mesi
aveva fantasticato su come sarebbe andata una possibile storia fra loro
due:tante volte si era chiesta come lo avrebbe avvicinato,le sue reazioni,il
corteggiamento...Ed invece tutto era successo in modo così veloce e confuso che
qualche volta aveva ancora dei dubbi. Per questo lo aveva invitato da lei
quel pomeriggio;avevano bisogno di parlare,di chiarirsi e se poi fosse successo
qualcos'altro lei non avrebbe fatto nulla per impedirlo. Fred si presentò in
orario,un sorriso allegro e imbarazzato sul viso,che lei fece sparire con un
bacio per poi guidarlo verso la cucina dove l'isola al centro della cucina era
quasi completamente occupata da strumenti da cucina. -Wow!Hai deciso di
prendermi per la gola?-le domandò lui sedendosi su uno degli sgabelli di legno
scuro di fronte a lei. Allison sorrise e scosse la testa,voltandogli le
spalle per qualche istante per prendere un grembiule a quadretti rossi e
bianchi. -No...Oggi è l'anniversario di matrimonio dei miei genitori e volevo
far loro una sorpresa-gli spiegò mentre si sistemava il gremiule sui
fianchi. Fred annuì,pensieroso,per poi alzare le spalle. -Peccato...Io non
avrei avuto nulla in contrario ad essere preso per la gola-commentò facendole
l'occhiolino. Lei lo fissò chiaramente divertita per poi scuotere la
testa,quasi lo ritenesse una causa persa. -Invece di restare lì senza far
niente,che ne dici di aiutarmi?-gli domandò tendendogli un cucchiaio di
legno. -La cucina non è il mio forte-ribattè lui. Allison alzò le spalle
non curante. -Non era neanche il mio fino ad un'anno fa,ma ora sono
bravissima a fare dolci...Ora smettila di lamentarti e vieni qui-disse con voce
che non accettava repliche. Ancora titubante,Fred la fissò in attesa ed
Allison gli mise davanti una scodella bianca con delle venature rosse e gli
porse la scatola delle uova. -Che devo farci?- -Metti quattro uova lì
dentro e inizia a sbatterle...Mi raccomando,non fare pasticci!-lo ammonì
mettendogli vicino il frullino. Leggermente indispettito per
quell'ammonizione,Fred iniziò a rompere le uova deciso a mostrarle che non era
così impedito come pensava lei e finchè si trattò di rompere le uova e metterle
nella scodella fu facile,ma non aveva la minima idea di come si usasse quel
dannato frullino. -E' tutta questione di polso-gli disse Allison intenta a
pesare le giuste dosi di farina,cacao e burro- Immagina di avere in mano la
bacchetta-lo aiutò ancora. Fred bofonchiò e provò di nuovo,pago di
quell'ulteriore suggerimento,riuscendo così nella sua "missione". Peccato,che
Allison non potesse vederlo,dato che era voltata di spalla ai fornelli impegnata
a far sciogliere il burro. Approfittando della sua distrazione,Fred rubò un
quadretto di cioccolata che,data la presenza del lungo coltello lì
vicino,sarebbe finito a pezzetti. -Ehi!Quella tavoletta serve per la
torta!-lo rimproverò lei,sorprendendolo a masticare. -Non l'ho rubato
tutto...Che sarà mai un pezzetto in meno?-si giustificò lui,prendendo un altro
quadratino con un movimento veloce della mano destra. -FRED!- Cercando di
non riderle spudoratamente in faccia,Fred accennò una piccola risata e poi con i
denti tagliò a metà il quadrato di cioccolata,porgendolo poi a lei. -Questa
parte è per te-disse cercando di apparire pentito,sporgendosi sul tavolo verso
di lei. Tenendo ancora il broncio,Allison lo fissò tendersi verso di lei,la
metà del quadrato stretta fra due dita. -Aprì la bocca-disse
lui. Nonostante fosse ancora riluttante,Allison socchiuse le labbra e
approfittando di quella piccola breccia,Fred insinuò all'interno il resto del
quadrato di cioccolata,per poi darle un bacio lieve,in segno di pace. -Brava
la mia ragazza...-scherzò Fred sorridendole in modo malizioso. Scuotendo
leggermente la testa in modo ironico,Allison chiuse le labbra e mangiò la sua
metà, mettendo fine alla questione per poi tornare alla preparazione del
dolce,iniziando a ridurre il cioccolato in piccole scaglie. Facendo vagare lo
sguardo sui vari ingredienti disposti sull'isola,Fred vide il pentolino in cui
era stato sciolto il burro,il contenitore graduato con il latte e le varie tazze
con zucchero cacao e farina. -Puoi aiutarmi?-gli domandò Allison portando la
sua attenzione di nuovo su di lei. Fred la fissò e annuì. -La manica
destra sta per finire nella ciotola,potresti alzarla oltre il gomito?- Si
alzò e aggirò l'isola portandosi dietro di lei,il torace poco distante dalla sua
schiena,mentre lei era ancora impegnata a ridurre in piccole scaglie il
cioccolato:le sistemò la manica destra e poi approfittò di quella distanza così
ravvicinata per sfiorarle il collo con il lungo naso. -La smetti di
disturbarmi?-si lamentò Allison. Ma il lieve passo indietro che aveva fatto
portando la sua schiena ad aderire contro il suo petto,gli dimostrava che,in fin
dei conti,le sue attenzioni non erano così fastidiose. -Ti sistemo anche
l'altra manica?-le domandò premuroso,sfiorandole di nuovo il collo. -Visto
che ci sei...- Poggiando per un'istante entrambe le mani sui fianchi,portò il
peso sulla gamba sinistra e rigirò anche la manica sinistra,dandole poi un bacio
dietro l'orecchio. Allison sorrise leggermente,posando il coltello sul
tagliere e lanciando un'occhiata veloce alle sue spalle. -Che ne dici se
prima preparo questa torta e poi pensiamo un pò a noi?-gli propose. Fred alzò
le spalle,allontanandosi da lei,ma prima di tornare al suo posto,affondò un dito
nel burro fuso,spalmandone poi una dose sulla guancia sinistra di
Allison. L'espressione incredula che si dipinse sul volto della ragazza era
impareggiabile:gli occhi spalancati che lo fissavano,la bocca dischiusa,il
veloce movimento della mano per sincerarsi di essere veramente sporca...Tutto
congiurò per farlo scoppiare a ridere sotto i suoi occhi! -Sei
veramente...- -Adorabile?-domandò Fred finendo la frase al posto
suo. Allison tornò seria per qualche istante prima che sul suo volto si
disegnasse un sorriso malandrino che fece capire a Fred che non l'avrebbe
passata liscia tanto facilmente. -No,non è la prima parola che mi viene in
mente...-commentò poi. Cercando di rimediare,o di rendere meno dura la sua
punizione,Fred le si avvicinò e,preso un lembo del grembiule di Allison le pulì
la guancia sporca. -Ecco qua...Va meglio ora?-le domandò poi
sorridendole. Non aveva neanche finito di parlare,che qualcosa di soffice
cadde sulla sua testa,senza il minimo preavviso,imbrattandogli i capelli,il viso
e le spalle. Farina!Gli aveva rovesciato sulla testa l'intera tazza della
farina! -Sì,ora va meglio-rispose Allison con un sorriso a trentadue
denti. Per evitare che la farina gli finisse negli occhi,Fred vi passò sopra
una mano prima di posare lo sguardo di nuovo su di lei. -Sei
morta!-l'avvertì. Allison,cercando di scappare,fece una veloce giravolta ma
non abbastanza da portarsi fuori dal suo raggio d'azione,venendo così colpita
alla schiena da due uova che le macchiarono il retro del vestito ed i
capelli. Iniziarono a girare attorno all'isola,finendo per non sapere più chi
stava rincorrendo l'altro,finchè Allison non si fermò portando Fred a fermarsi
di fronte a lei:poggiando entrambe le mani ai lati dei suoi fianchi,la bloccò
fra le proprie braccia e la fissò per qualche istante dall'alto. -Pace?-le
domandò poi. Come poteva essere altrimenti?Era chiaramente più forte di
lei! Senza rispondergli,Allison si alzò in punta di piedi e gli allacciò un
braccio attorno al collo, avvicinando i loro visi e sfiorandogli il labbro
inferiore. Un sorriso apparve sul viso della ragazza quando sentì le braccia
di Fred staccarsi dall'isola e serrarsi attorno ai suoi fianchi,attirandola a
sè,per poi iniziare a ricambiare il bacio. Completamente concentrato sul
bacio e sulle dita agili di lei che giocherellavano con i suoi capelli,
dimenticò la loro piccola lotta,finchè ancora una volta,lei non gliela riportò
alla mente:gli aveva accarezzato di nuovo i capelli,ma questa volta,quando la
sua mano si era allontanata,qualcosa di viscido e gocciolante gli era rimasto
fra i capelli. Si staccò dalle sue labbra e vide il sorriso divertito di
lei:gli ci volle un secondo per capire che, approfittando della sua
distrazione,Allison gli aveva schiacciato un uovo in testa! La vide alzarsi
di nuovo sulle punte e avvicinare la bocca al suo orecchio. -Pace?-gli
domandò provocandolo impunemente. Fissando i suoi occhi,con lo stesso
movimento veloce di qualche minuto prima,afferrò il recipiente graduato con il
latte e lo rovesciò sulla testa di Allison,bagnandola
completamente. Sbigottita,la ragazza serrò le labbra l'una
sull'altra,cercando qualcosa per controbbattere adeguatamente,ma ancora una
volta,Fred fu più veloce di lei,afferrando lo zucchero e versandoglielo sulla
testa neanche fosse un dolcetto da guarnire. -Questo è veramente
troppo!Guarda qui come mi hai ridotto!-sbottò Allison,arrabbiata,indicando i
propri vestiti zuppi ed i suoi capelli fradici e pieni di zucchero. -Sei
stata tu a non volere la pace...-le fece notare Fred. Sfuggendo al suo
abbraccio,Allison si guardò intorno nella cucina alla ricerca della prossima
arma. C'era una sola munizione ancora disponibile,il cacao in polvere,per cui
lo afferrò prima che Fred potesse precederla e fece un passo verso di lui con
aria cattiva. -Non avrai mai il coraggio...-la
sfidò. -Scommetti?- -Andiamo faccio già schifo così!Questa poltiglia non
si toglierà più dai capelli...-si lamentò andandole incontro. Allison alzò le
spalle cercando di mostrarsi disinteressata. -Beh pazienza!- Con due passi
veloci le fu davanti e le afferrò il braccio destro,quello che non teneva la
scodella,facendo però cadere a terra un pò di cacao. Allison si ritrovò di
nuovo fra le sue braccia,la schiena contro il muro,la ciotola a poca distanza
dalla spalla sinistra di Fred, pronta per essere svuotata su di lui,il mento
alzato verso l'alto in segno di sfida. Prima che potesse dire o fare
qualsiasi cosa,due dita di Fred le guidarono il viso verso quello di lui facendo
incontrare di nuovo le loro labbra. Un braccio di Fred si strinse attorno
alla sua vita mentre la mano sinistra si posò sul collo,poco distante dallo
zigomo;sotto le attenzioni delle sue labbra,Allison dischiuse la bocca lasciando
che le loro lingue si incontrassero ed iniziassero a danzare. Concentrata sul
bacio e consapevole che la cucina non poteva apparire peggio di com'era
già,lasciò cadere a terra la ciotola con il cacao che si frantumò e sporcò le
loro scarpe. -Sei dolce...-le disse lui quando si separarono. -Io lo sono
sempre!-ribattè Allison fissando i suoi occhi. Fred rise e scosse la
testa,ravviandosi dietro l'orecchio destro una ciocca di capelli
lerci. -Credo sia per via dello zucchero:così sei ancora più
buona... Dovremmo rifarlo!-aggiunse,chinandosi poi per darle un bacio sul
collo. Allison sorrise e,nonostante fossero sporchi,gli accarezzò i
capelli. -Sì,ma la prossima volta usiamo la tua cucina- Rialzando la
testa,fra le risate,Fred tornò a baciarla e si appoggiò completamente su di
lei,il gomito destro contro la parete e la mano sinistra che le accarezzava il
fianco,mentre le braccia di lei lo stringevano in vita e lo attiravano contro di
sè. -CHE DIAVOLO è SUCCESSO QUI DENTRO?- La voce li fece
sobbalzare,cogliendoli completamente impreparati,portandoli a separarsi e a
fissare imbarazzati Seamus e Rupert che,sulla porta della cucina,muovevano lo
sguardo dalla cucina praticamente devastata a loro. Fred vide i due uomini
guardare la figlia increduli per un lungo istante,prima di portare lo sguardo su
di lui. Avrebbero dovuto dare parecchie spiegazioni...
La musica era talmente forte da impedirgli di
sentire i suoi stessi pensieri. Eppure per la prima volta nella sua vita non
lo considerava un problema:l'idea di non dover pensare,di potersi lasciare
andare al momento era un vero sollievo! Si muoveva sulla pista da ballo nera
su cui si riflettevano le luci stroboscopiche nel piccolo quadrato che si era
ritagliato nella calca umana. Chi lo avrebbe mai immaginato che a Hogsmeade
esisteva un locale del genere? Secondo Emmett era il miglior locale gay di
tutta Hogsmeade,oltre ad essere l'unico,e forse proprio per questo era
terribilmente affollato.
"First
I was afraid I was petrifice I think I can never live without you by
my side"
Paura...Questa era decisamente una di quelle cose
che lo terrorizzavano e invece ora se la stava spassando e anche parecchio. E
pensare che non era mai stato amante del ballo! Quando Emmett gli aveva detto
che aveva intenzione di portarlo in un locale,aveva indugiato a lungo,incerto se
fosse la cosa giusta per un primo appuntamento. -Sei mai stato in un locale
gay?-gli aveva chiesto Emmett mentre erano seduti al tavolo di un bar. Lui
aveva scosso la testa. -Non credevo neanche esistessero-aveva ammesso
candidamente. Emmett aveva riso,sinceramente divertito,poi aveva annuito
brevemente. -Certo che esistono!Anche qui nella vecchia e bigotta
Hogsmeade... Però c'è una cosa che non capisco:se non ci sei mai stato,come
fai a sapere che non ti piace?-gli aveva chiesto,osservando attento il suo
volto. Al aveva alzato le spalle,incapace di rispondere alla
domanda. -Facciamo così:possiamo andarci per una mezz'ora,se poi la cosa non
ti piace,allora andiamo da qualche altra parte...Che ne dici?-gli aveva proposto
alla fine l'altro. Deciso a non mostrarsi scostante,o maleducato,aveva
accettato di seguirlo al locale e,alla fine,la mezz'ora si era trasformata in
due ore. La cosa più incredibile era che mentre all'inizio era rimasto seduto
in disparte,guardando i ragazzi e gli adulti che ballavano,dopo qualche minuto
sotto le sollecitudini di Emmett aveva accettato di seguirlo sulla pista e di
ballare con lui in maniera legnosa e quasi scordinata...Ed invece ora stava
ballando a torso nudo facendosi guidare dalla musica. Non ricordava neanche
dove aveva lasciato la camicia e la giacca... Due braccia gli cinsero i
fianchi nudi,stringendolo,poi un torace massiccio nudo e muscoloso premette
contro la sua schiena,e due labbra gli sfiorarono la spalla sinistra. Voltò
leggermente la testa e sorrise quando incontrò lo sguardo di Emmett. -Io ti
conosco...Sbaglio o sei quel ragazzo che odiava i locali?-scherzò,parlando a
voce alta per sovrastare la musica. Albus rise e si voltò nel suo abbraccio
per essere faccia a faccia con il ragazzo. -Come ho fatto finora a non
conoscere questo posto?- -Ti piace?-chiese Emmett avvicinandosi di nuovo e
poggiando una mano sul suo braccio destro. -Lo adoro!Ora sarai costretto a
portarmici sempre!-lo avvisò. I loro occhi si incontrarono e si accorse dello
sguardo malizioso in quello di Emmett. -Per me sarà un piacere!- Si
accorse subito di essere entrato in un territorio pericoloso... Non sapeva
come comportarsi:da una parte c'era Scorpius e la loro "storia",dall'altra parte
c'era Emmett che gli faceva spudoratamente la corte. Che doveva fare?Quella
fra lui e Scorpius era una vera relazione? No...se lo fosse stata lui non
sarebbe certo stato lì fra le braccia di un altro,tantomeno avrebbe avuto il suo
permesso per fare quello che più gli piaceva con Emmett o con qualsiasi altro
ragazzo carino che poteva interessargli. Che prevedeva il codice del
corteggiamento gay? No!Non voleva pensare...Almeno non in quel momento! La
musica gli venne incontro portandolo a saltellare con la nuova
canzone,facendogli dimenticare i suoi dilemmi. Tornò a voltare le spalle ad
Emmett e riprese a ballare,la testa che seguiva i bassi,gli occhi chiusi, in
completa balia della musica. Sentì di nuovo le braccia di Emmett attorno alla
vita e,deciso a vivere l'attimo,inarcò la schiena annullando la distanza fra i
loro corpi strusciando così il proprio sedere sull' intimità dell'altro ad ogni
movimento del bacino,la testa posata sulla sua spalla destra. Le labbra del
ragazzo gli sfiorarono il collo e la spalla sinistra,mentre la sua mano sinistra
gli accarezzava il torace nudo,senza però accennare più di quelle semplici
carezze e di quei casti baci. Nonostante avesse gli occhi chiusi,Albus
riusciva a percepire gli sguardi attenti che gli uomini attorno a loro gli
lanciavano:lo avevano riconosciuto,avevano capito che erano due minorenni
entrati con dei documenti falsi,oppure erano interessati a loro perchè erano
ragazzi giovani ed attraenti? Riaprì gli occhi accecandosi per qualche
istante con le luci stroboscopiche,la testa ancora sulla spalla di Emmett,e
quando lo vide voltare la testa verso di lui per incontrare il suo sguardo
istintivamente gli sorrise e si avvicinò per dargli un piccolo bacio sulla
guancia destra. Osservò il piccolo sorriso che gli illuminò il viso e sentì
accentuarsi la presa attorno ai fianchi,prima che i loro visi si avvicinassero
ancora di più nella distanza ravvicinata e le labbra di Emmett sfiorassero le
sue con delicatezza. Albus restò immobile fra le sue braccia,sentendosi
insicuro e combattuto:che accidenti doveva fare? Poi capì. Lentamente le
sue labbra iniziarono ad andare incontro a quelle di Emmett,assecondando i suoi
movimenti e seguendo il suo ritmo,compiendo una mezza giravolta fra le sue
braccia per poter essere di nuovo faccia a faccia. Continuò a
baciarlo,cercando di zittire quella piccola voce nella sua testa che gli diceva
che stava tradendo Scorpius che non era diverso dagli altri,perchè lui sapeva la
verità,per quanto dolorosa o poco piacevole fosse. Si separarono e per
qualche istante si fissarono senza dire nulla,poi Emmett sciolse il loro
abbraccio e lo prese per mano. -Vieni con me-gli disse. Limitandosi a fare
un cenno con la testa,Albus lo seguì lontano dalla pista,le paure di poco prima
dimenticate:non doveva sentirsi colpevole... Se a Scorpius fosse importato
qualcosa di lui non gli aveva dato il suo permesso per tradirlo.
-LO HAI FATTO APPOSTA?- Perfettamente
tranquillo,seduto su uno dei banchi dell'aula del professor Olin,Daniel annuì
per conferma. Non appena si erano trovati entrambi nella stessa stanza,Albus
li aveva chiusi dentro con un incantesimo sigillante,promettendo loro di
liberarli al ritorno dal suo appuntamento. Lily,furiosa con il fratello per
avergli giocato quel tiro,inizialmente era rimasta in silenzio in un' angolo
della stanza fissando il paesaggio fuori dall'aula e Daniel l'aveva lasciata
fare,ben consapevole che ora aveva bisogno di qualche minuto per
riflettere. Ma dopo un lungo silenzio,la sua natura aveva preso il
sopravvento:non poteva restare chiusa in una stanza con lui per ore ed uscirne
senza avergli neanche chiesto perchè aveva invitato quella vacca di Billie
Nelson. Se lo sarebbe rimproverato per tutta la vita. Aveva voltato le
spalle alla finestra e lo aveva fissato,incontrando il suo sguardo. -Come te
la passi?-gli aveva chiesto,cercando di prendere il discorso alla
lontana. Lui aveva sorriso e aveva alzato le spalle. -Me la cavo...Ho i
soliti problemi con mio padre,ma per il resto va tutto bene-le rispose. Lily
annuì,iniziando a fissarsi la punta delle scarpe. -Tu come stai?-le aveva
domandato Daniel,lo sguardo fisso su di lei. Ancora una volta,lei aveva
alzato le spalle,e aveva evitato il suo sguardo. -Me la cavo...-aveva detto
rifacendogli il verso. -Come te la stai cavando in queste settimane?-le aveva
domandato poi. Un sorriso ironico era apparso sulle labbra di Lily:come
poteva chiedergli una cosa del genere con quello che stava per fare? Aveva
rialzato lo sguardo e aveva sospirato,fissandolo con aria di sfida,quasi a
volergli dimostrare che il suo appuntamento con la Nelson non l'avrebbe buttata
a terra. -Ho vissuto momenti migliori-aveva detto sincera. Daniel aveva
sorriso,le braccia incrociate in petto e lo sguardo che non l'abbandonava
neanche un'istante. -Allora ho fatto bene a venire da te- Gli occhi
leggermente socchiusi,Lily aveva cercato di spiegarsi il significato di quella
frase,ma non ci riuscì:era forse un gioco di parole? -Che vuoi dire?-gli
aveva chiesto dandosi per vinta. Daniel si era morso l'angolo destro del
labbro inferiore e poi aveva sorriso con aria malandrina. -So già che mi
farai una ramanzina sul modo giusto in cui si trattano le donne,ma non potevo
fare altrimenti se volevo vederti. L'unico motivo per cui ho accettato
l'invito di Billie Nelson sei tu...Non ce la facevo più a starti lontano-le
aveva confessato. Sempre più confusa,Lily aveva sentito le guance andare a
fuoco,ma non se ne era curata particolarmente,continuando a tenere lo sguardo
fisso su di lui,in attesa di nuove spiegazioni. -Ero stufo di tutte quelle
cattiverie che giravano su di noi e su Albus,così quando Billie Nelson mi ha
invitato ho accettato per dare a tutti qualcos'altro di cui parlare,sicuro che
non appena saputa la notizia Albus avrebbe fatto l'impossibile per farci
incontrare e chiarire...E fortunatamente non mi sono sbagliato-aveva concluso
leggermente soddisfatto. Incredula,Lily lo aveva fissato qualche altro
istante immobile prima di dire o fare qualsiasi cosa. -LO HAI FATTO
APPOSTA?- Lui alzò le spalle. -L'ho fatto per noi-disse
semplicemente. Incapace di mettere in parole quello che provava in quel
momento,Lily percorse di corsa il breve tragitto che li separava e gli gettò le
braccia al collo,posando quasi nello stesso istante le labbra sulle
sue. Grazie a quel semplice gesto,in quella ritrovata vicinanza,Lily sentì
svanire tutti i dubbi e le paure che l'avevano accompagnata per giorni. -Tu
sei un pazzo lo sai?-gli domandò con un sorriso felice,restando nel suo
abbraccio. Daniel annuì incerto. -Me lo dicono tutti-scherzò. -Sai
anche che questa sera ci saranno decine di finti pettegolezzi sul fantastico
pomeriggio che hai passato insieme a Billie Nelson?-gli fece notare
accarezzandogli i capelli e riportando alla memoria sensazioni sopite da troppo
tempo. Lui alzò le spalle,sfiorandole il fianco destro con due dita. -Che
importa se io e te sappiamo la verità?- Lily sorrise e riprese a
baciarlo:avevano solo qualche ora,o anche meno, prima che Albus tornasse dal suo
appuntamento e voleva sfruttare quel tempo al meglio. Ma c'era ancora una
cosa su cui aveva dei dubbi. Si staccò di nuovo dalle sue labbra e lo fissò
per qualche secondo. -Quindi tu mi ami ancora?Voglio dire...nessun'altra ha
preso il mio posto?-gli chiese. Daniel rise e la strinse più vicina a
sè,dandole un bacio sulla fronte. -Tu sei tutta matta...E anche io devo
essere andato fuori di testa,altrimenti come lo spieghi il fatto che nonostante
avessi la possibilità di liberarmi di te,sono ancora pazzo di te?- Lily
sorrise e si alzò sulle punte per dargli un altro bacio. Già,dovevano essere
due pazzi...
Non si era mai comportato così...Gli era
quasi difficile riconoscersi. -Mi spieghi che ci facciamo qui?Sono ore che
aspettiamo!-gli domandò l'altro muovendo lo sguardo da lui al locale ad una
decina di metri di distanza. Scorpius sapeva che non appena avesse detto a
Luke la verità,l'amico sarebbe andato su tutte le furie,rifiutandosi
categoricamente di entrare. Che diavolo gli stava succedendo? Lui non era
così...irrazionale,fuori controllo,istintivo!Che fine aveva fatto l'educazione
repressiva che aveva ricevuto dai suoi genitori? -E' un locale gay-gli disse
tirando un ultimo tiro dalla sigaretta che aveva fra le labbra e gettandola poi
a terra. Il "Babylon",il miglior locale gay di tutta Hogsmeade,l'unico posto
dove un ragazzo confuso può trovare la sua vera "vocazione", o un gay dichiarato
può trovare qualcuno che gli dia sollievo alla fine di una lunga giornata di
lavoro. Quante volte era entrato in quel posto usando un documento falso?Non
che avessero mai controllato veramente la sua età o la foto sul
documento... Sapeva per esperienza che quello era il Paradiso per i gay:tutto
sembra a portata di mano, disponibile,senza nessun limite... Ed ora l'idea
che Albus si stesse godendo quel paradiso senza di lui lo avviliva e mandava su
tutte le furie allo stesso tempo. Vide l'espressione sul volto di Luke
cristallizzarsi per qualche istante prima che iniziasse a scuotere il capo con
decisione. -No!Assolutamente no! Mi sta bene che seguiamo Potter e il suo
ragazzo...- -Lui non è il suo ragazzo!-ribattè subito Scorpius lanciandoli
un'occhiataccia. Sorpreso da quell'inconsueto scatto d'ora,Luke si zittì per
qualche istante,fissando il volto dell'amico cercando quella spiegazione che
Scorpius si rifiutava di dargli. -Ok,va bene!-acconsentì alla fine-Però
questa storia deve finire:non possiamo seguirlo ovunque per tutta Hogsmeade
finchè non torna al castello. Li abbiamo spiati mentre erano nel bar,li
abbiamo pedinati finchè non sono arrivati qui,che altro vuoi fare?Entrare lì
dentro e fare una scenata di gelosia?-gli domandò cercando di farlo
ragionare. Gelosia? Era di questo che si trattava? No,Luke si
sbagliava,era lontano mille miglia dalla verità:lui non era geloso,era
solo... Cosa?Preoccupato per Albus? Quando mai gli era fregato qualcosa di
cosa succedeva ai suoi amanti dopo che se li era portati a letto? Tutti gli
altri avevano smesso di interessarlo nello stesso istante in cui erano usciti
dal suo letto, perchè non poteva essere lo stesso con Potter? Che cazzo aveva
lui di diverso? Il suo vero problema era che non riusciva a smettere di
pensare:aveva seguito Al per tutto il giorno, osservandolo mentre era insieme ad
Emmett e fin dal primo istante,gli era apparso chiaro l'intento di
Emmett. Lui lo voleva...E non si premurava di nasconderlo. Aveva tante
attenzioni per lui,tanti piccoli modi di accorgersi della presenza di Albus che
a lui non erano mai venuti in mente:più volte,mentre erano seduti al tavolo del
bar,lo aveva visto avvicinare la mano a quella di Al e sfiorargli un dito,quasi
fosse un gesto incondizionato che non poteva controllare e mentre erano per
strada sulla via del Babylon gli aveva messo un braccio sulle
spalle,avvicinandosi a lui,quasi a voler dimostrare a tutti che Al era
suo. Tanti piccoli gesti che lui non aveva mai fatto... E che forse ora
era troppo tardi per iniziare a fare. -Ehi Scorpius!-lo chiamò Luke. Il
biondo alzò la testa e fissò l'amico che,con un cenno del capo,gli indicò
l'uscita del locale:a neanche venti metri da loro,Albus ed Emmett erano appena
usciti in strada. Cercando di non farsi vedere,Scorpius si nascose dietro
l'angolo del muro opposto e osservò i due ragazzi fermarsi davanti all'uscita
del locale. Notò la camicia spiegazzata e malabbottonata di Albus e il modo
ancora più intimo in cui Emmett interagiva con lui;vide il sorriso divertito e
leggermente malizioso sulle labbra del moro e non ebbe bisogno di sapere
altro. Conosceva fin troppo bene quel sorriso... -Possiamo anche
andare-disse mestamente. -Cosa?Dopo ore di attesa non vai neanche a
parlargli?-gli domandò in un sospiro Luke. Scorpius voltò le spalle all'amico
e si incamminò lontano dal locale. Non sarebbe servito a nulla...Aveva capito
dal primo istante in cui li aveva visti che Al aveva seguito il suo
consiglio. E non poteva incolpare nessun'altro oltre che sè
stesso.
Salve a
tutti!!!...E buon fine settimana!
Come
state ora che manca poco alla fine della scuola?Spero che qst piccolo interludio
vi sia d'aiuto nelle vostre fatiche scolastiche.
Dunque...Comincio subito scusandomi x l'assenza di Jim e Rose,ma ho
voluto dare un piccolo spazio a Allison e Fred,che sn sempre così bistrattati,e
prometto che i vostri "lovers" preferiti torneranno nel prox
capitolo.
Un'altra
cosa importante riguarda Albus e Scorpius:non lasciatevi guidare dalle
apparenze.
Anche se
tutto lascia credere il contrario,continuate ad avere fiducia in
Albus...
Inoltre
volevo avvertirvi che ancora nel prox capitolo,parleremo dei junior,mentre poi
ci saranno vari capitoli incentrati solo sui senior.
Le
canzoni citate nel capitolo sono "I will survive" di Gloria Gaynor e "Let's hear it for
the boy" tratta dalla colonna sonora di "Queer as folk".
Ringrazio
tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x
eventuali errori di ortografia e battitura.
E ora i
ringraziamenti:Lights(Spero tu nn sia rimasta delusa
dall'assenza di James e Rose...Per ora nn ho ancora deciso
chiaramente cosa succederà,ma so cn certezza cm finirà),Pikkola(Hai ragione,il ragionamento di
Scorpius era contorto ma dettato dal bisogno di certezze + che dalla
gelosia:piuttosto che legare a sè Al con la gratitudine x essere stato il
primo,ha preferito mostrarsi indifferente e bastardo e permettergli di fare le
sue scelte...Anche io come te nn saprei cosa fare e come comportarmi,speriamo
che Al faccia la cosa giusta),Elly(Che bello sei tornata!Tranquilla ti capisco...Credo sia stata
proprio la certezza che superato quel mese il suo amore x Daniel nn avrebbe
avuto + ostacoli a motivare Lily e a farla andare avanti,altrimenti sarebbe
stata davvero dura!Scorpius si è accorto dell'interesse che Al ha verso di
lui,ma nn sa se attribuirla alla scoperta del sesso o a veri sentimenti,x qst
gli ha dato il "permesso" di fare altre esperienze...Nn posso anticiparti nulla
su James e Rose,ma posso solo dirti che manca davvero poco...),WingsHP(Sono d'accordo con
te,specialmente se invece di migliorare s fosse aggravata,come avresti potuto
perdonarti di non esserle stata accanto negli ultimi mesi?Il fatto che Scorpius
sia il principe delle Serpi nn lo rende diverso dagli altri o immune alla
gelosia!),IRE'89(Hai
risolto i tuoi problemi di linea?Le ragazze di Hogwarts nn aspettavano altro che
la rottura di Dan e Lily e vedendoli cs distanti hanno pensato che il loro
desiderio si fosse esaudito...Ma avevano fatto male i loro conti!Hai ragione
tu,la situazione fra Allison e Fred era tr surreale,cs abbiamo mandato i loro
piani all'aria,nel modo + impensato possibile...Chissà come reagiranno ora
George e Luna!Parlando di Jim e Rose:è vero,abbiamo superato la fase"voglio ma
nn posso" e stiamo per passare definitivamente anche quella "voglio ma vengo
sempre interrotto";del resto,se ci sono riusciti Ronnie e Rebecca,perchè nn
dovrebbero riuscirci loro?Credi veramente che il Principe delle Serpi sia capace
di ammettere i propri sentimenti?E' come chiedere alla Terra di girare nel senso
opposto!Perchè Scorpius possa capire qualcosa di qll che prova avrà bisogno di
una smossa,qualcosa di inaspettato che lo metterà di fronte al fatto
compiuto...),Sunshine'86(Ho risolto il tuo enigma?Hai ragione,alla fine Emmett nn
ha fatto niente x dividerli tranne trovarsi al posto giusto nel momento
giusto.Cmq complimenti,hai colto perfettamente il principio ispiratore dell'idea
di Scorpius!Per soddisfare la tua curiosità,anche se uno Scorpius come Jonathan
Ryhs Meyes farebbe la felicità di tt le ragazze ed i ragazzi di Hogwarts,ti
posto i modelli ispiratori di Albus e Scorpius e anche di Emmett.
Scorpius: http://i31.tinypic.com/6hm07m.jpg
Albus: http://ottawastreetstyle.files.wordpress.com/2008/09/ty.jpg
Emmett: http://www.berkshiretheatre.org/albums/album01/Randy_Harrison.sized.jpg
Tonks'17(Sai che gran parte dei geni era matto?Va a
finire che mi taglio un orecchio come Van Gogh...Cmq,guardando the "bright
side",penso sia meglio definirmi come una spugna:assorbo tutto quello che può
interessarmi e lo riverso sulla storia,trovandogli il posto giusto.E' difficile
capire quando si sta sbagliando,specialmente quando per la prima volta incontri
qualcuno di cui ti importa anke dopo essertelo portato a letto:come comportarsi
senza dimostrare tr il proprio interesse?E' un filo sottile che separa
l'indifferenza dalla paura dell'amore...Parlando di Rose e James,la confessione
x il momento è ancora lunga da venire,e quando arriverà Ginny ed Harry saranno 2
genitori diversi da quelli che sn adesso,anke a causa degli eventi e forse la
terribile reazione che Rose e Jim si aspettano nn arriverà,o almeno sarà +
mite).
Bene,x il
momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"The
rules of attraction"
Baci
Eva.
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Capitolo 26 *** The rules of attraction ***
the rules
"Lovely girl you're the beauty in my world without you
there aren't reasons left to find"
-Luke!Luke!Aspettami!- Una
voce lo stava chiamando insistentemente lungo il corridoio affollato,e
nonostante la sentisse chiaramente,a pochi metri da sè,continuava a
ignorarla. Era stato quando aveva dato ascolto a quella voce che i suoi guai
erano iniziati,quindi era meglio ignorarla e proseguire per la propria strada;se
avesse avuto un pò di buon senso avrebbe capito che non voleva vederla e avrebbe
smesso di cercarlo,concentrando le sue attenzioni su qualche altro
malcapitato. Ma Mandy Greengrass non era mai stata una persona di
buonsenso... Infatti pochi secondi dopo che i richiami erano cessati,sentì
una mano stringersi attorno al suo braccio sinistro e serrare la presa. La
stretta lo portò a girarsi leggermente e si trovò faccia a faccia con
Mandy. -Non hai sentito che ti stavo chiamando?-gli domandò lei,senza
salutarlo. Luke annuì,senza parlare facendo nascere sul volto di Mandy
un'espressione sorpresa. -E allora perchè non mi hai aspettato?- -Perchè
non mi interessava cosa avevi da dirmi-rispose lui terribilmente
sincero. Mandy lo fissò qualche secondo con la fronte aggrottata,quasi avesse
il sospetto che si stesse prendendo gioco di lei per puro divertimento,poi
scosse la testa. -Non importa,devo parlarti-gli disse accantonando il
discorso precedente. La sua mano fino a quel momento non aveva accennato a
sciogliere la presa,quindi Luke fece un gesto veloce con il braccio che lo
sciolse da Mandy. Poi tornò a voltarsi verso il corridoio e riprese a
camminare,quasi la conversazione fosse finita e loro si fossero già salutati e
separati,mentre invece Mandy non aveva intenzione di lasciarlo andare. -Scusa
ma non mi interessa,e poi vado di corsa:ho lezione!-disse continuando a
camminare per la sua strada. Per nulla decisa a desistere,Mandy continuò a
camminargli a fianco,tenendo il passo,incurante dei ragazzi che passavano
accanto a loro e che gli lanciavano qualche occhiata veloce. -Ci sei mancato
al party di Capodanno dei tuoi genitori...-iniziò. -Non credo...I miei,con la
compagnia giusta,dopo il terzo Martini,non ricordano neanche più il mio
nome. Hanno parlato dei bei tempi andati anche questa volta?-domandò
curioso. Mandy accennò un sorriso e annuì. -Come ogni volta. Tu
dov'eri?- -Con la mia ragazza e la sua famiglia-rispose senza nessuna
remora. Doveva mettere le cose in chiaro fin dal primo istante,anche se non
sapeva ancora dove andava a parare quello strano discorso che Mandy aveva
iniziato. Lui aveva Alice;e non poteva rischiare di rovinare tutto un'altra
volta dopo tutta la fatica che aveva fatto per rimettere a posto le
cose. -Oh...-commentò Mandy. Non si aspettava quella risposta,era
ovvio:forse lo credeva in giro con Scorpius a fare baldoria o in qualche locale
con amici che non conosceva,ma mai le era passato per la testa che potesse
essere con Alice. Glielo leggeva in faccia. -Davvero carino...-disse
ancora leggermente acida. Luke si morse la lingua per evitare di risponderle
a tono e fece finta di non aver sentito quel commento,attraversando l'ultimo
corridoio che l'avrebbe portato alla lezione di Difesa. -Io invece ho passato
la serata fra i vecchi amici dei nostri genitori,una noia mortale! Però ad un
certo punto la serata si è fatta interessante-aggiunse lanciandogli uno
sguardo. -La solita seduta spiritica?-chiese chiaramente divertito. Mandy
scosse la testa. -No,si è parlato di te- Luke alzò le spalle e le lanciò
un veloce sguardo. -Beh,è normale visto che ero il figlio dei padroni di
casa...-commentò. Ancora una volta lei scosse la testa. -Oh no,non per
quello!I tuoi ed i miei genitori hanno iniziato a parlare di come sarà il nostro
futuro una volta usciti da Hogwarts e si sono trovati d'accordo su una cosa-gli
spiegò a grandi linee. Cercò di non dare ascolto ad una lontana sensazione,ma
del resto conosceva troppo bene i suoi genitori per sperare in qualcosa di
diverso. -Davvero?E cosa sarebbe?-domandò cercando di non mostrarsi troppo
interessato. Un sorriso,chiaramente canzonatorio,apparve sulle labbra di
Mandy. -Hanno parlato a lungo,discutendo le varie opportunità che ci si
presenteranno davanti una volta usciti da qui e,non mettendo in dubbio che
avremmo entrambi una carriera sicura e di successo, hanno convenuto che avremmo
affrontato meglio ciò che ci aspetta se affrontiamo tutto insieme... come una
coppia-concluse lanciandogli uno sguardo per osservare la sua
reazione. Nonostante i suoi desideri,i suoi muscoli facciali si piegarono in
un sorriso divertito:come al solito i suoi genitori non si smentivano
mai. Cercavano di intrappolarlo,di metterlo di fronte al fatto compiuto:tutti
erano d'accordo,i genitori di Mandy,lei stessa sembrava gradire la cosa... Si
erano accordati senza tenere in conto la sua opinione,dandola per
scontata. -Davvero ironico!-commentò. Mandy lo guardò senza capire a cosa
si riferisse e prima che potesse chiederglielo,Luke parlò di nuovo. -Tu che
ne pensi di questa cosa?Sei d'accordo?-le domandò. -E me lo chiedi?Quale
persona sana di mente rinuncerebbe?-chiese lei di rimando. Luke restò per
qualche istante fermo,al centro del corridoio,lo sguardo su di lei,chiedendosi
quale fosse il vero motivo del suo entusiasmo:non poteva essere vero amore,anzi
era convinto che Mandy non fosse capace di amare nessuno oltre sè stessa,allora
perchè accettava una proposta simile? -Perchè?-le chiese infatti. Mandy
alzò gli occhi al cielo in un'espressione scioccata e scosse la testa. -E me
lo chiedi anche?Hai idea del prestigio che possiamo ricavare da un nostro
fidanzamento?-gli spiegò quasi fosse una bambino di tre anni. Luke annuì
lentamente:ecco cos' era ad interessarla veramente... -Già...Ma forse hai
dimenticato una parte importante della questione...La mia ragazza-le
ricordò. Mandy sbuffò,quasi seccata di dover sentir ancora parlare di Alice e
si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -Le fidanzate vanno e
vengono!Del resto che vuoi che sia rinunciare ad un piccolo flirt per il vero
amore?- Una rabbia quasi liquida gli attraversò le vene,confondendosi con il
sangue:si era appena definita il suo grande amore? Ma con che coraggio lo
aveva fatto? E come aveva osato sminuire il rapporto che c'era fra lui
ed Alice,il sentimento che li legava,quando non ne sapeva nulla? Il viso
atteggiato ad un'espressione severa,si avvicinò leggermente al volto di
Mandy,gli occhi in quelli di lei. -E' lei il mio vero amore,quindi scordati
questa assurda pagliacciata-affermò con voce ferma e sicura. Per nulla
turbata,Mandy ricambiò il suo sguardo,quasi non avesse ascoltato l'ultima frase
e dopo qualche secondo avvicinò a sua volta il viso a quello di Luke,diminuendo
maggiormente la distanza fra i loro due volti al punto che sarebbe bastato un
solo piccolo movimento delle due teste per far incontrare le
labbra. -Beh,visto che parliamo chiaro...Mettiti il cuore in pace,perchè io
non ci rinuncio. Tu sarai mio!-gli disse con voce altrettanto
sicura. Sicuro di essere sul punto di commettere una sciocchezza,Luke
allontanò di scatto il volto e si rialzò in posizione eretta. Dopo un'ultimo
sguardo freddo,si voltò e iniziò a camminare a passo veloce lungo il
corridoio. Era in ritardo per la lezione.
La stanza puzzava di uovo e
dall'aspetto dei mobili e della carta da parati sembrava essere stata vittima
delle cure di un cuoco pazzo che non aveva la minima idea di come si usassero
gli stumenti. L'intero banco dell'isola era sporco di farina,quasi ci fosse
stata un'improvvisa nevicata all'interno della stanza,preceduta poi da una
pioggia di latte che aveva bagnato tutto il pavimento conclusa con della
grandine all'uovo accompagnata da un lieve vento di cioccolato. Seduti sul
divano nel soggiorno,appositamente incantato,sedevano Fred ed Allison:uno
accanto all'altra con qualche centimetro di distanza fra i due corpi,lo sguardo
basso sulle proprie mani o in giro per la stanza cercando di evitare di
incontrare quello dell'altro o quello di Seamus e Rupert che non li avevano mai
lasciati soli neanche per un'istante. Dopo averli sorpresi a baciarsi nella
cucina,i due uomini erano rimasti a fissarli per qualche secondo allibiti,quasi
fosse la prima volta che vedevano due persone darsi un bacio;poi quando si erano
risvegliati da quel torpore,avevano chiamato i genitori di Fred chiedendogli di
andare da loro il prima possibile e li avevano portati nel salotto,incapaci di
sopportare un minuto di più la vista della cucina ridotta ad un campo di
battaglia. Più volte allison aveva provato a parlare con uno o l'altro dei
suoi padri,ma ogni volta i due scuotevano la testa con decisione. -Non adesso
Allie-la riprendevano. Ok,forse non avrebbero dovuto ridurre la cucina in
quello stato,ma in fondo cos'altro avevano fatto di male? Li avevano sorpresi
che si baciavano,tutto qui!Non stavano facendo niente di più spinto o di
esagerato,quindi perchè erano così scioccati? Uno schiocco preannunciò
l'arrivo dei suoi genitori:a pochi metri di distanza dalla porta del
soggiorno,uno accanto all'altra,George e Luna si guardarono attorno passando lo
sguardo da Rupert e Seamus,curiosi per quella chiamata improvvisa. -Che cos'è
questa puzza?-domandò Luna arricciando la punta del naso. Si guardò intorno
alla ricerca della causa e quando vide Fred e Allison sporchi e moralmente
abbattuti,seduti sul divano,aggrottò la fronte. -Fred!Che ti è successo?-gli
domandò facendo un paio di passi verso di lui. -Già figliolo perchè sei così
sporco?-chiese George a sua volta. Fred alzò lo sguardo verso i due genitori
e si sistemò una ciocca di capelli,ormai duri e secchi, dietro
l'orecchio. -Ecco abbiamo fatto una lotta con il cibo-disse muovendo
nervosamente lo sguardo. Luna mosse gli occhi da Fred ad Allison e,colta da
un'illuminazione improvvisa,annuì:del resto era stata adolescente anche
lei... -Ma perchè non ti sei fatto una doccia,o almeno un incantesimo
pulente? Sai di solito queste cose dovrebbero restare segrete...-commentò
candidamente. Allison non riuscì a trattenere un sorriso,che però nascose
subito per paura di irritare i suoi genitori. -Sono stato io ad
impedirglielo-si intromise Seamus. George e Luna guardarono l'uomo
sorpresi. -E per quale motivo?-chiese George curioso. Bastava guardare
Seamus per capire che c'era ancora qualcosa che non era stato detto,il vero
motivo per cui erano stati invitati ad andare lì con tanta furia
e,pensieroso,riportò lo sguardo a Fred ed Allison,ai loro vestiti e ai loro
capelli sporchi e all'inevitabile fine che accompagna sempre questo genere di
giochi. L'istante dopo il suo sorriso si spezzò in una risata piccola e
breve. -Oh...Ora credo di aver capito-commentò incapace di trattenere la
risata. -Ti diverti?Che avresti detto se ti fossi trovato al posto mio e ci
fossero stati Alice ed il suo ragazzo?Avresti riso?-gli domandò Seamus cercando
di fargli capire il suo stato d'animo. George tornò serio e,ovviamente,scosse
la testa. -Hai ragione...- -Ma non stavamo facendo niente di male!-obiettò
Fred. -Niente di male?Hai sbattuto mia figlia contro un muro e dici che non
hai fatto niente di male?- fece Rupert fissandolo con sguardo serio. -Non mi
ha sbattuta contro un muro!-rispose Allison in difesa di Fred-Mi ha bloccato
perchè io stavo per tirargli addosso il cacao in polvere,che poi è finito a
terra. E' un caso che siamo finiti contro il muro,potevano andare anche
contro l'isola di marmo-ribattè decisa. -Ah beh,questa si che è una
soddisfazione!-commentò fintamente sollevato Rupert. -Ma esattamente di cosa
stiamo parlando?-chiese Luna cercando di ridimensionare le cose. Li avevano
trovati mezzi nudi in mezzo ad una cucina devastata oppure si parlava di qualche
bacio rubato? Fred sospirò leggermente scocciato e lanciò una veloce occhiata
ad Allison,incontrando il suo sguardo:se volevano sperare di rivedersi ancora
dovevano essere sinceri. -Ci stavamo baciando...-disse sincero. -Solo
baciando-confermò Allison. "Anche se io ho avuto qualche altra idea",pensò
Fred...Ma quello forse era meglio non dirlo se voleva uscire vivo da
quell'appartamento. I quattro adulti restarono in silenzio qualche
secondo,incamerando l'informazione,poi si guardarono l'un l'altro quasi per
incoraggiarsi a vicenda per fare la successiva domanda. -Da...da quanto va
avanti la vostra storia?-domandò Luna. Fred restò pensieroso a lungo,e lo
stesso fece Allison:da quanto tempo stavano insieme? Dovevano dire il tempo
reale,oppure da quando avevano iniziato a pensare all'altro come a qualcosa più
di un amico? -Da un pò...Era già da qualche mese che pensavo a lei in un modo
diverso...-iniziò Fred. Allison annuì. -Anche io,così una volta ci siamo
incontrati al cinema e tornando a casa,ho preso l'occasione al volo e l'ho
baciato...-continuò lei. -Quindi era lei la misteriosa ragazza!-esclamò
George sorpreso. Imbarazzato Fred annuì:suo padre sapeva sempre quando era il
momento buono per metterlo a disagio! Ora avrebbe dovuto spiegare ad Allison
che cosa intendeva... -Aspetta...quindi è lui il ragazzo che...-fece Seamus
incredulo,mentre nella sua testa riaffiorava un discorso vecchio di
mesi. -GIà INFATTI!-esclamò Allison bloccando suo padre prima che dicesse
qualcosa di troppo compromettente. Fred la guardò e sorrise:allora forse
anche lei avrebbe avuto qualcosa da spiegargli più tardi... Sorridendo
allontanò lo sguardo da Allison e si accorse della nuova espressione che ora
pervadeva gli occhi di Seamus:chissà cosa gli aveva detto Allison su di
lui. -Comunque,da quanto tempo vi vedete di nascosto?-domandò Rupert senza
usare mezzi termini. -Dal giorno di Capodanno. Abbiamo capito che volevamo
stare insieme e così abbiamo deciso di provarci...-confessò Fred. -Ma non
eravamo ancora pronti per dirvelo,avevamo intenzione di far passare un pò di
tempo e poi ve ne avremmo parlato-li assicurò Allison. Per qualche istante
tutti gli adulti restarono in silenzio,riflettendo sulle parole dei
ragazzi:George e Luna capirono subito che non avrebbero mai potuto,con la loro
storia passata,assumere un comportamento da moralisti e condannarli. In
fondo,poi,non avevano fatto nulla di male... Seamus,continuava a dirsi che i
due ragazzi gli avevano mancato di rispetto facendosi trovare in atteggiamenti
intimi in cucina e si stava chiedendo se punire o meno la
figlia. Rupert,invece,era più comprensivo:chi da ragazzo non ha commesso
qualche sciocchezza con il proprio fidanzato? Una volta lui era stato
sorpreso da suo padre insieme ad una ragazza,l'unica che avesse mai
frequentato,mentre erano insieme sotto la doccia. Era stato il momento più
imbarazzante della sua vita! -Beh,visto che le cose stanno così...Non credo
che sia il caso di farne una tragedia-iniziò infatti a dire. -Ma tu signorina
meriti una punizione:mi è preso un'infarto quando ti ho visto...Per non parlare
delle condizioni della cucina!-continuò Seamus mostrandosi leggermente più duro
del marito. Allison annuì,sapeva che sarebbe successo,anzi non aveva sperato
neanche per un secondo di cavarsela in altro modo. George e
Luna,invece,furono più concilianti. -Io non sono bravo con le prediche,non le
ho mai fatte e credo che in questo caso sarebbero anche ipocrite. L'unica
cosa che posso dirti è di fare più attenzione la prossima volta che ti imbarchi
in una storia simile-disse George. Fred premette le labbra una sopra l'altra
e trattenne il sorriso che gli era nato spontaneo. -Sì,ok,ora però possiamo
fare un incantesimo pulente,per favore? Non la sopporto più questa
puzza!-esclamò Luna. L'istante dopo l'odore d'uovo e la poltiglia che aveva
inzaccherato i vestiti ed i capelli di Allison e Fred erano soltanto un
ricordo.
-Stai contando le ore,vero?- Un sorriso felice
apparve sulle labbra di Lily,senza nessuna vergogna. Mancavano poche ore alla
fine dell'isolamento imposto da suo padre e,al contrario di quanto aveva detto
Albus,non stava contando le ore... Stava contando i minuti! Il fugace
incontro che eravano riusciti a strappare mentre tutti erano ad Hogsmeade aveva
cancellato tutti i dubbi che quelle settimane separati avevano contribuito a
creare:avevano parlato a lungo,raccontandosi quello che era accaduto nelle loro
vite durante quel periodo di lontananza, concedendosi anche un piacevole
interludio. Aveva quasi dimenticato il sapore dei suoi baci,il calore delle
sue carezze e il modo delicato e allo stesso forte che Daniel aveva di
toccarla... -Sì,diciamo di sì...-disse sperando di avere un'espressione
vaga. Albus rise leggermente e le posò un braccio sulle spalle,sporgendosi
verso di lei. -Già,come no!Vorresti dirmi che non ti ricordi che oggi finisce
il vostro mese di separazione?-le domandò ancora. -No certo che me lo
ricordo!E' solo che cerco di pensarci il meno possibile,altrimenti finirò per
dare i numeri...-mentì abilmente Lily. Si sedettero uno di fronte all'altro
sotto un'albero nel giardino interno e,colto da un leggero languorino,Albus
trasfigurò alcuni bastoncini caduti dall'albero in una mela. -Tu
piuttosto...Non mi hai ancora parlato di come è andato il tuo appuntamento-disse
la sorella approfittando del momento di silenzio causato dal primo morso alla
mela. Al alzò le spalle,come aveva fatto tutte le altre volte che gli aveva
fatto quella domanda, facendo così aumentare la sua curiosità:perchè non voleva
parlare di Emmett? Era forse successo qualcosa di brutto durante
quell'appuntamento? -Andiamo,non può essere andata così male!-disse
infatti,cercando di farlo aprire. Il ragazzo scosse la testa. -Io non ho
mai detto una cosa simile-precisò infatti. -Allora perchè non vuoi parlare di
lui?-domandò ancora Lily. Al ingoiò un altro boccone di mela e si asciugò un
rivolo di succo che stava scivolando dall'angolo destro della bocca,riflettendo
in silenzio. -Cos'è non è bravo a letto?- Il modo diretto in cui gli era
stata rivolta la domanda lo portò a strabuzzare gli occhi e a guardare allibito
la sorella. -Ma come ti viene?-le chiese. -Scusami!E' solo che non vuoi
parlare di lui e ho pensato che questo fosse il motivo...-spiegò
imbarazzata. Albus accennò un sorriso e allontanò lo sguardo dal suo
volto,riflettendo. -Non ci sono andato a letto... Anche se lui me lo ha
chiesto-le confessò in un secondo istante. Questa volta fu lei a guardarlo
allibita. -E' riuscito a convincermi ad andare in una discoteca gay ad
Hogsmeade e per la prima mezz'ora sono rimasto in un angolo a guardare gli altri
ragazzi che ballavano. Poi lui è venuto a cercarmi,e mi ha portato sulla
pista...Quando ho guardato di nuovo l'orologio erano passate due ore ed ero
ancora sulla pista da ballo. A torso nudo-le confessò. Questa volta,lo
sguardo che Lily gli lanciò fu di ammirazione e lo fece sorridere. -Io sarei
rimasta in un'angolo tutta la sera-gli confessò candidamente. Albus rise e
tornò ad addentare la mela che per il resto del tempo aveva rigirato nella
mano. -Poi che è successo?- Lui respirò profondamente e le rivolse un
breve sorriso. -Mi ha baciato...Ed è stato anche un bel bacio. Mi sono
ritrovato a rispondere senza neanche pensarci e quando lui mi ha guidato lontano
dalla pista e dalla folla non ho fatto obiezioni-le raccontò. Lily restò in
silenzio,consapevole che un commento sbagliato avrebbe portato Albus a chiudersi
nuovamente a riccio e l'avrebbe lasciata con la curiosità. Inoltre capiva
dall'espressione negli occhi di suo fratello che,anche se lui non lo avrebbe mai
ammesso,aveva bisogno di sfogarsi e parlare con qualcuno di quello che era
successo. -Ci siamo appartati in un'altra zona del locale,dove c'erano altre
coppie già impegnate a darsi da fare...Abbiamo ripreso a baciarci,ogni carezza
era nel posto giusto ed era evidente che Emmett ci sapesse fare,quindi ero
tranquillo quando mi ha sbottonato i pantaloni e ha cominciato a...-disse
lasciando la frase a metà non sapendo bene come spiegargli quello che era
successo. Del resto era sempre sua sorella! Lily,nonostante la leggera
colorazione rossa che aveva assunto il suo volto,annuì. -Però non ha
funzionato-disse lei con voce sicura. Albus scosse la testa. -L'ho fatto
rialzare e gli ho detto che volevo andarmene e che capivo se lui voleva
restare,ma mi ha detto che non avrebbe mai lasciato un appuntamento a
metà. Non per un ragazzo carino come me-concluse guardandola. Lily sorrise
e restò in silenzio fissando il suo volto. Al si passò una mano fra i folti
capelli neri e accennò un sorriso. -Sono una checca riuscita male!-scherzò
poi. -Non dirlo neanche per scherzo!Lo sai anche tu il motivo per cui ti sei
tirato indietro...-aggiunse. Un sorriso ironico apparve sulle labbra di
Albus,che annuì lentamente. -Già come no!-ribattè poi. -Puoi anche fare
finta che sia tutta una mia invenzione,o se vuoi puoi anche dirmi che per te
ormai non conta più niente,ma sai anche tu che finchè non risolvi la questione
con Scorpius non potrai mai andare avanti. Nè con Emmett,nè con
nessun'altro-replicò decisa Lily. -Non la stai facendo un pò
tragica?-commentò il fratello. Lily scosse la testa,risentita
dall'atteggiamento del fratello:non si era mai nascosto dietro un dito, perchè
cominciare ora? -Vuoi farmi credere che non è per colpa di Scorpius che lo
hai bloccato?-chiese lei sicura. Senza rispondere,Albus si limitò a fissarla
diviso fra la voglia di controbattere che la sua era solo una fantasia romantica
e la consapevolezza che,in fondo,sua sorella aveva ragione.
Dei piccoli tocchi leggeri si facevano largo fra le
cortine del sonno. Lievi e ravvicinati. Sul viso,sul collo sulla
gola... Mugugnando per il sonno interrotto,James cercò di aprire le
palpebre,stranamente pesanti e solo allora si accorse in un peso inaspettato su
di sè. -Sveglia bell'addormentato...-disse una voce leggermente sollevata sul
suo viso. Con uno sforzo maggiore riuscì ad aprire le palpebre e,dopo qualche
secondo riuscì a mettere a fuoco tutto intorno a sè:una figura,chiaramente
seduta su a cavalcioni su di lui,le braccia posate sul copriletto ai lati dei
suoi fianchi,lo osservava,divertita dalle strane facce che faceva nel pieno del
suo risveglio. -Che ci trovi di tanto buffo?-le domandò in un
sospiro,portando una mano agli occhi e sfregandoli. La risata allegra di Rose
arrivò alle sue orecchie quasi fosse un festante scampanio e quando riaprì gli
occhi la sua immagine gli apparve più chiara. -Che ci fai qui?-le domandò
passandosi una mano fra i capelli per allontanarli dal viso e sistemando poi un
braccio sotto la testa per alzarsi leggermente. -Ho visto gli altri ragazzi
della squadra in Sala Comune,ma nessuno sapeva dirmi dov'eri,così ho pensato di
venire a dare un'occhiata qui...Non avevo idea che stessi dormendo-gli
disse. -Devo essere crollato...L'allenamento mi ha fatto a pezzi,forse non
sono la persona adatta per fare il Capitano-si lamentò prima di
sbadigliare. Rose sorrise. -Il solito lamentoso-commentò scherzosa. Lui
le fece una smorfia che la fece ridere e che lo portò a ridere a sua volta,per
poi iniziare a giocare con i suoi capelli spettinati,creando strane e nuove
pettinature. Una mano lenta di James aveva iniziato ad accarezzare la schiena
di Rose,insinuandosi sotto la camicia bianca dell'uniforme,sfiorandole la pelle
nuda con pigrizia,pronto a ritirare la mano non appena Rose avesse avuto
qualcosa da obiettare. -Oggi è l'ultimo giorno d'isolamento per Lily e
Daniel...Sono contenta per loro,almeno adesso tuo padre non avrà nulla da
obiettare-disse lei con voce calma. -Già,speriamo solo che papà non cambi
idea- Rose lo fissò sorpresa,smettendo di accarezzarlo per qualche
secondo. -E perchè dovrebbe farlo?-gli chiese. James alzò le
spalle. -Non lo so,era solo un'idea assurda-rispose. Rose sbuffò e scosse
la testa,prima di tornare seria seguendo un pensiero improvviso;poggiando
entrambe le mani sul copriletto,si sporse in avanti fino a trovarsi con il viso
sopra a quello di James e lo fissò in silenzio per qualche secondo. -Tu
avresti accettato una condizione simile?-gli domandò poi. Il movimento
inaspettato aveva provocato una piacevole reazione nel corpo del ragazzo che,ora
trovando così ridotta la loro distanza,si ritrovò a sorridere
malizioso. Guidato dall'istinto,portò anche l'altra mano sulla schiena e le
fece scivolare entrambe verso il basso,sentendo sotto le dita il tessuto leggero
della stoffa e il calore della pelle di Rose. Si fermò soltando quando arrivò
a sfiorare i glutei sodi,coperti solo dalla gonna a pieghe;allora alzò
leggermente la schiena e avvicinò il viso a quello di Rose,che non aveva mai
lasciato il suo sguardo. -Magari avrei detto di sì,ma poi avresti dovuto
guardarti dagli angoli bui...-le disse guardando i suoi occhi. Rose accennò
un sorriso e,fatto quel piccolo movimento in più,portò le sue labbra su quelle
di James. Entrambi capirono fin da subito che c'era qualcosa di diverso in
quel bacio:non era la prima volta che si scambiavano baci appassionati o
intensi,ma questa volta sembrava quasi volessero rubarsi a vicenda l'essenza
stessa dell'amore. Le braccia di Rose si allacciarono al collo di
James,attirandolo contro di sè,il torace che le schiacciava il
seno. Consapevole della posizione scomoda in cui si trovavano,con un colpo di
reni James riuscì a portare Rose spalle al materasso,e si staccò da lei per
essere sicuro che fosse comoda e che niente la infastidisse. Tornò a
baciarla,coprendola parzialmente con il proprio corpo e,mentre le mani di Rose
gli accarezzavano le spalle ed i capelli,James fece vagare una mano lungo la
gamba destra lunga e nuda:risalì lungo la gamba fino al ginocchio,accarezzandone
il retro e fermandosi,indeciso se insinuarsi sotto la gonna o meno. A farlo
decidere fu il piccolo sospiro compiaciuto che uscì dalle labbra di Rose:lui
l'amava,era il suo migliore amico, era il primo a conoscere i bisogni ed i
desideri di Rose. Perchè tutta quella paura? Mentre le sue labbra
scivolavano dalle labbra al collo di Rose,la sua mano s'insinuò delicata sotto
la gonna sfiorandole la pelle delicata e calda della coscia. Sentì le unghie
premergli contro la camicia,le dita afferravano e stringevano il tessuto quasi
avessero bisogno di un appiglio. Alzò il viso e cercò lo sguardo di Rose
che,senza parlare,gli sorrise ed annuì. Non aveva bisogno di sapere
altro. Si alzò a sedere sul letto e la tirò su con sè;uno di fianco
all'altra,James le prese le mani e le portò alla propria
camicia. -Spogliami-le disse con voce calma e rassicurante. Avrebbe potuto
farlo da solo,ma non voleva escluderla o renderla una semplice spettatrice di
quello che sarebbe successo. Rose lo guardò incerta e questa volta toccò a
lui annuire,quasi a rassicurarla che non gli avrebbe fatto del
male. Leggermente impacciate,le dita di Rose fecero uscire i bottoni bianchi
dalle asole della camicia e quando fu arrivata in fondo alzò di nuovo lo sguardo
sul volto di James,che le sorrise. Fece scivolare la camicia giù dalle spalle
sul letto restando a torso nudo,permettendole di guardarlo. -Sei diverso da
quando facevamo il bagno nella stessa piscinetta...-scherzò Rose,dopo aver dato
un'occhiata al torace definito e muscoloso. Lui rise leggermente,per poi
portare le mani alla camicia di Rose e iniziare a slacciarla,con gli stessi
semplici gesti che lei aveva fatto poco prima. Quando anche quella camicia fu
aperta,James lasciò cadere le mani sul letto,lasciandole così decidere quando
far cadere la camicia e lei,dopo aver preso un respiro profondo,la tolse
restando con il reggiseno blu. Cercando di non pensare a cosa poteva pensare
James in quel momento,Rose si concentrò sul suo sguardo,così fisso,così
impenetrabile e difficile da leggere. Quando poi i loro sguardi si
rincontrarono,non trovò nulla che la rammaricò o spanventò e conoscendolo,sapeva
che James non avrebbe fatto nessun commento. Infatti,in silenzio,James si
mosse sul letto per essere più vicina a lei e le avvolse i fianchi con un
braccio. Gli sfiorò la spalla destra con le labbra,per poi toccarla con la
punta del naso mentre le labbra seguivano un percorso predefinito nella sua
mente:le accarezzò la clavicola,la piccola fossetta che si forma fra la spalla
ed il collo,si concesse una piccola deviazione sulla gola che le fece reclinare
la testa,per poi continuare sul collo dove le lasciò dei piccoli segni rossi per
terminare all'orecchio ed il lobo che stuzzicò con la lingua e con i
denti. Voltando leggermente la testa,Rose fece incontrare le loro labbra che
si vennero incontro bisognose,aprendosi all'altra come se non avessero aspettato
altro da tutta la vita,mentre una mano di James si perdeva fra i suoi folti
capelli ricci. Una gamba di Rose si avvolse attorno ai fianchi di
James,sollevando la gonna a pieghe e facendo incontrare i loro bacini per la
prima volta in un lieve struscio che portò entrambi ad aprire gli occhi e a
interrompere il bacio. Preoccupato della possibile reazione di Rose,James le
sorrise e le ravviò un ricciolo dietro l'orecchio destro;del canto suo lei
accennò un sorriso e fece scivolare entrambe le mani alla base della schiena di
James,poco distante dal suo sedere. -Così è questo che si prova...-cercò di
scherzare. Lui si chinò e le diede un bacio lieve,prima di rincontrare il suo
sguardo. -Dopo sarà ancora meglio-le promise. Rose sorrise di nuovo e
riavvicinò le labbra alle sue,facendo forza allo stesso tempo su di lui cercando
di portarlo sul letto e,dopo qualche tentativo vano,riuscì a metterlo spalle al
materasso, alzandosi a sedere accanto a lui. Lo guardò qualche
istante,timorosa ed incerta su cosa fare ora che aveva il controllo della
situazione,e alla fine sembrò trovare l'idea giusta:ricordando quello che lui
aveva fatto poco prima, avvicinò le labbra al suo collo,sfiorandolo lieve più
volte,l'odore del dopobarba che le pizzicava le narici,per poi seguire il
percorso inverso,scendendo sulla clavicola e il torace grande,facendosi strada
con le mani quasi avesse paura di perdere la via. Accarezzò il capezzolo
destro e lo sentì rizzarsi sotto le sue dita quasi immediatamente,una sensazione
che non aveva mai provato prima:un senso di trionfo che si avvicinava alle volte
in cui riusciva a portare a termine una pozione veramente difficile da
sola. Ma questa volta riusciva a sentire le reazioni che provocava con i
gesti:sentiva James trattenere il respiro,avvertiva la pelle d'oca sotto le sue
dita e,senza riuscire a darsene una spiegazione, sembrava che tutto avesse
un'effetto anche su di lei. Fu per via di quella consapevolezza che fece
scendere le mani sulla cintura marrone che sosteneva i pantaloni e provò ad
aprirla. -Rose...Aspetta-la bloccò James mettendosi a sedere. I loro occhi
si incontrarono e lei riuscì a leggervi dentro tutti i timori che animavano
James portandola a sorridere. Doveva convincerlo che non aveva paura,non di
lui,e che era sicura di voler fare l'amore con lui; gli diede un lieve bacio per
distrarlo,portando poi le mani dietro la schiena fino ad afferrare il gancio del
reggiseno e a slacciarlo. James seguì la discesa del piccolo indumento finchè
Rose non se lo sfilò definitivamente e lo buttò sul letto,restando seminuda
davanti a lui. Imbarazzata e timorosa per quello che lui poteva pensare del
suo seno,piccolo e distante dalle forme rigogliose che affollavano i sogni dei
ragazzi,Rose decise di prendere il controllo della situazione,di affrontare la
sua paura. Posando entrambe la mani sulle sue spalle,gesto che portò James ad
alzare lo sguardo sul suo volto,si sollevò sulle ginocchia per sistemarsi a
cavalcioni su di lui,come aveva fatto quando lo aveva trovato addormentato sul
letto. Però questa volta era diverso:le mani di James si fermarono sui suoi
fianchi,i suoi seni sfiorarono la pelle nuda e tonica del torace e riuscì
chiaramente a sentire la sua eccitazione attraverso i pantaloni. Sorrise
leggermente,quasi a volergli dimostrare che non aveva più paura,e scese con le
mani fino a fermarle sulla cintura,iniziando ad aprirla. Ancora una
volta,James provò a muovere qualche obiezione,ma questa volta lei fu più veloce,
posando le labbra sulle sue e bloccando sul nascere qualsiasi cosa lui volesse
dire. Quasi lo avesse sempre fatto,slacciò il bottone dei pantaloni e abbassò
la cerniera distendendo il tessuto teso dei pantaloni dell'uniforme,mentre
esplorava con la lingua la bocca del ragazzo. Le mani di James presero ad
accarezzarle i glutei,inizialmente sopra il tessuto della gonna,poi scivolando
al di sotto e sfiorando più volte il pizzo degli slip,molto tentato ad
insinuarsi oltre. Seguendo le sue mosse,Rose gli accarezzò l'ultimo tratto
del torace fino ad arrivare all'elastico dei boxer,infilandovi una mano dentro
senza la minima esitazione:era ciò che si nascondeva lì dentro che le faceva più
paura,quindi perchè non prendevi maggiore confidenza? Erano poche le volte in
cui James aveva lasciato che l'accarezzasse così intimamente,entrando in pieno
contatto con la sua eccitazione ed ora Rose voleva dimostrargli che era pronta a
mettere in pratica le "lezioni" ricevute. Non appena le sue mani sfiorarono
la sua erezione,accarezzandone la punta,James staccò le labbra dalle sue e la
guardò con occhi socchiusi. Gli diede un piccolo bacio e continuò ad
accarezzarlo,aumentando leggermente la stretta per facilitare i movimenti del
polso. -Come me la sto cavando?-gli domandò con un piccolo sorriso sul
volto. Non avrebbe neanche avuto bisogno di chiderglielo:gli bastava guardare
gli occhi chiusi,la testa leggermente reclinata e i piccoli gemiti ravvicinati
che uscivano dalle labbra di James per capire che per lui era veramente
piacevole. -Perfetta...Più veloce...-mormorò. Seguendo le sue istruzioni
Rose mosse la mano con più velocità,con gesti che quasi rasentavano la rudezza
ma che lui sembrava apprezzare molto,finchè una mano di James non si posò sulla
sua e la bloccò. Confusa lei rialzò lo sguardo sul suo volto e dovette
aspettare qualche istante prima che James fosse in grado di risponderle. -Eri
a tanto così dal...-le disse non trovando le parole giuste. Rose lo guardò
qualche istante senza capire,finchè una consapevolezza si fece spazio in lei e
le fece atteggiare il viso in un'espressione sorpresa. -Oh...-fu tutto quello
che riuscì a dire. James sorrise e la baciò,accarezzandole i
capelli. -Resta qui- -Non ho intenzione di andare da nessuna parte-ribattè
lei. Leggermente impacciato dal suo peso su di sè,James si voltò e tendendo
il braccio destro riuscì a prendere la bacchetta dal comodino. Solo in quel
momento,Rose si ricordò dell'incantesimo contraccettivo e l'espressione confusa
sul suo volto si trasformò in una più seria e concentrata. -Dammi le tue
mani-le disse James. Tenendo la bacchetta nella mano destra,intrecciata con
le sue,James eseguì la formula ottenendo le scintille blu ed arancioni che
confermavano la buona riuscita dell'incantesimo,dopodichè fece cadere la
bacchetta per terra,poco distante dai suoi piedi. Rose sorrise impacciata,lo
sguardo in quello di James. -E ora diamoci dentro!-tentò di
scherzare. James sorrise lievemente e avvicinò il viso alla sua
spalla,posando le labbra nella piccola fossetta fra il collo e la
spalla,aiutando Rose ad allacciare le braccia attorno alle sue spalle,per poi
scendere ancora con le labbra sul suo petto,sfiorandole il solco fra i
seni,accarezzandole con la punta delle dita la curva del seno sinistro e
alzandolo leggermente per portare alla bocca il capezzolo,iniziando poi a
stuzzicarlo con la lingua ed i denti. Rose chinò la testa all'indietro,i
capelli che le solleticavano la schiena,gli occhi chiusi mentre il cuore
sembrava impazzito solo per quelle piccole attenzioni. Sentì le labbra
allontanarsi e,con un movimento deciso James la portò di nuovo sul
letto,tornando poi a sedersi sul letto voltandole le spalle. Puntandosi sui
gomiti,Rose lo osservò mentre finiva di togliersi i pantaloni restando soltanto
con i boxer e decise di seguire il suo esempio,slacciando la gonna e facendola
scendere lungo i fianchi. Si accorse dello sguardo di James,attento alle sue
mosse e quando incontrò i suoi occhi si accorse che erano più lucidi,più
accesi,senza però sapersene spiegare il motivo. Con movenze lente,James si
avvicinò a lei sul letto,quasi volesse darle ancora la possibilità di cambiare
idea,nonostante lo stato avanzato delle cose,e le si fermò accanto;toccò di
nuovo a Rose fare la prima mossa. Gli accarezzò il petto e avvicinò il viso
al suo per una serie di piccoli baci inizialmente innocenti,ma che divennero
subito appassionati;James si sistemò parzialmente su di lei facendo forza sui
gomiti per non pesarle troppo con il proprio peso,mentre una mano aveva ripreso
a vagare sul suo corpo, ora coperto soltanto dagli slip. Le sfiorò di nuovo
una gamba e quando Rose la dischiuse leggermente,lui si insinuò,accarezzando il
tessuto bagnato della sua intimità con un dito strappandole un gemito
acuto. -Ti ho fatto male?-le domandò solo per sincerarsi del
contrario. Rose,infatti,scosse la testa. -No,ma non avevo mai
provato...-confessò timida. James sorrise gentile e le diede un altro
bacio,per rassicurarla. Poi,continuando a fissare il suo viso,sfiorò di nuovo
il tessuto,più volte,godendosi tutti i cambiamenti e le espressioni sul suo
volto ad ogni tocco. Allontanò la mano e,avvicinando il viso a quello di
lei,coprì il corpo di Rose con il proprio,facendo combaciare le loro
intimità. Sentendo per la prima volta l'erezione di James così vicina alla
sua entrata,nonostante avessero ancora indosso la biancheria,Rose spalancò gli
occhi e lo fissò,rivolgendogli una muta domanda. James non ebbe bisogno di
rispondere:intrecciò le dita della mano destra con quelle di Rose e mosse il
bacino con decisione,provocando in entrambi delle scariche elettriche che li
lasciarono senza fiato per qualche istante. La stretta di Rose intorno alla
sua mano aumentò e con le successive spinte,piccoli gemiti uscirono uno dopo
l'altro dalle sue labbra dischiuse. La tensione nei muscoli di James le fece
capire che non avrebbe potuto resistere ancora a lungo, sospetto che venne
confermato dallo sguardo che lui le lanciò. Era venuto il
momento. Annuì,cercando di calmare la cavalcata impazzita del suo cuore e
abbassò la mano sinistra all'elastico dei boxer tirandolo giù con un gesto
unico. La resistenza che incontrò per via dell'erezione la
imbarazzò,facendola arrossire suo malgrado e, cercando di aiutarla a superare
quel momento,James la distrasse con un bacio mentre scalciava la biancheria
lontano sul letto. Quando le loro labbra si staccarono,furono gli slip di
Rose ad essere gettate via,ormai inutili. -Cercherò di non farti troppo
male...-le disse deglutendo nervoso. Rose annuì,scostandogli una ciocca di
capelli dalla fronte. -So che lo farai...Mi fido di te- Sistemandosi
meglio su di lei,James insinuò un ginocchio fra le sue gambe e avvicinò le loro
intimità,sfiorandole con la punta del pene la pelle tesa della pancia. Lo
sguardo fisso sul suo viso,le braccia attorno alle sue spalle,Rose osservava
l'espressione concentrata di James,così adulta come non gliel'aveva mai
vista. La prima cosa che avvertì fu la punta del pene insinuarsi facilmente
in lei poi,contemporanea alla prima spinta di James,arrivò la prima fitta di
dolore che la portò ad inarcare la schiena e ad aggrapparsi alle spalle di
James. -Piano...-mormorò,vergognandosi subito dopo di quella sua
debolezza. James le accarezzò la schiena e prese a baciarle il collo e le
spalle,cercando di farla rilassare di nuovo,e quando gli sembrò arrivato il
momento adatto,spinse ancora,più a fondo nella speranza di non doverle fare
troppo male troppo a lungo. Di nuovo il viso di Rose si piegò in una
smorfia,mordendosi il labbro inferiore,ma questa volta oltre al dolore avvertiva
anche un'altra sensazione:riusciva a sentirlo. La presenza di James,così
vicino come mai nessuno era arrivato ad essere,tutte le attenzioni che aveva
avuto finora per lei,le fece capire che tutto sarebbe andato nel verso
giusto,facendole venire quasi le lacrime agli occhi. Alzò la testa e posò le
labbra su quelle di lui,per nascondergli gli occhi lucidi che lo avrebbero
spaventato. Ricambiando il bacio,James iniziò a muoversi,spingendo il bacino
lentamente,cercando il ritmo giusto per entrambi,seguito dopo qualche secondo da
Rose,che iniziò ad andargli incontro, mozzando il respiro ad entrambi per
qualche istante,mentre delle sensazioni inaspettate si scatenavano nel corpo di
entrambi. Dopo l'iniziale bruciore,Rose sentiva una languidezza che non aveva
mai provato e che aumentò quando allacciò una gamba attorno ai fianchi di
James,aumentando la connessione fra le loro intimità,mentre una mano di lui
aveva preso ad accarezzarle un seno. -Ancora...-chiese Rose senza quasi
rendersene conto,sollevando la schiena per stringersi contro di
lui. Nonostante la preoccupazione per lei che non voleva abbandonarlo,James
aumentò le spinte rendendole più ravvicinate e violente,nelle orecchie i gemiti
sempre più forti di Rose che lo spinsero a continuare con quel ritmo. -Oh
Jim...-lo chiamò Rose prima di cercare il suo sguardo. Qualcosa sembrava
essersi impossessato di lei,qualcosa di vivo e bollente e pastoso come una
colata di caramello. Il suo corpo non rispondeva più agli
stimoli,completamente perso dietro a quella danza innata e per la prima volta
nella sua vita,Rose si sentì libera. Tutto finì con un'esplosione davanti ai
suoi occhi e nelle sue orecchie:il suo corpo si tese contro quello di James al
punto che ebbe paura di spezzarsi in due,mentre in quello stesso istante James
si irrigidiva e si svuotava in lei con un profondo grido soddisfatto,e dopo un
piccolo grido,sentì tutta la tensione uscire da lei lasciandola come un
burattino a cui hanno tagliato i fili. James,del canto suo,cadde senza forze
nel suo lato del letto,il respiro corto ed i brividi su tutto il corpo. Per
un lungo istante rimasero entrambi in silenzio,quasi avessero paura di
svegliarsi da un sogno dicendo una parola sbagliata,poi Rose si voltò su un
fianco verso di lui e gli si rannicchiò contro, posando la testa sul suo
cuscino. Passandole un braccio attorno alle spalle e attirandola a sè,James
si chiese cosa stesse pensando: sentiva ancora dolore?Era pentita di averlo
fatto?Era imbarazzata? -Rosie...-la chiamò abbassando la testa per incontrare
il suo sguardo. Due dita di Rose si posarono sulle sue
labbra,bloccandole. Lui la guardò sorpreso da quel gesto,chiedendosi cosa vi
si nascondesse dietro. -Che ne dici di rimandare a domani ogni
discorso?- Dopo qualche istante di riflessione,James annuì. Si quello era
disposto a farlo...
-Credo che tu abbia sbagliato strada- Era la seconda
volta che lo trovava ad aspettarlo:per caso era diventata
un'abitudine? Perfettamente a suo agio,quasi si trovasse nel corridoio della
sua Torre e non nei sotterranei davanti all'ingresso della Casa dei
Serpeverde,con la schiena poggiata contro un muro freddo,Albus alzò lo sguardo
verso Scorpius e lo guardò qualche istante,quasi avesse qualche difficoltà a
capire la sua battuta. -Ti sbagli:cercavo proprio te-rispose poi. Il
biondo gli si fermò di fronte e fece scorrere lo sguardo su di lui dalla punta
dei capelli a quella delle scarpe,neanche dovesse accertarsi che niente fosse
cambiato nel Grifondoro nei pochi giorni in cui avevano passato separati. Si
era tenuto volutamente a distanza,evitando qualsiasi contatto neanche fosse una
ragazzina di dodici anni alle prese con il primo amore. Ma che altro avrebbe
potuto fare? Fin da quando erano tornati al Castello dalla gita ad Hogsmeade
aveva avuto sempre davanti agli occhi quel breve momento fra Albus ed Emmett
all'uscita del Babylon. Anche adesso che gli era davanti riusciva a ricordare
il modo in cui Emmett gli aveva sistemato il colletto della camicia,sgalcita e
con i bottoni sistemati nelle asole sbagliate...Ogni volta che ci ripensava si
sentiva prendere da quella strana sensazione che lo aveva assalito la prima
volta. Quella sensazione che Luke aveva irroneamente identificato come
gelosia. Ma lui sapeva bene che non era gelosia,era...qualcosa di
peggio. -Quale onore!-commentò cercando di dare alla sua voce un tono
ironico. Albus restò in silenzio,semplicemente con lo sguardo sul suo
viso,quasi avesse previsto una reazione simile e non volesse far nulla per
rovinargli la "recita". -Però se hai bisogno di qualcuno che ti regga il
gioco con tua sorella,credo tu abbia sbagliato persona-lo avvertì. Scorpius
scosse la testa e staccò la schiena dal muro,trovandosi così più vicino al
Serpeverde. -Volevo solamente assicurarmi che stessi bene...Sono un paio di
giorni che non ti vedo,se non durante i pasti-gli disse cercando il suo
sguardo. Scorpius si affrettò ad annuire. -A meraviglia!Anzi non capisco
perchè ti sei sentito in dovere di fare una cosa simile- Quanto ancora
sarebbe riuscito a mantere quella faccia? Cinque minuti?Dieci? Allora era
meglio sbrigarsi a mandarlo via! Perchè diavolo era venuto a cercarlo?Non
aveva da fare con il suo nuovo fidanzatino? Che scocciasse lui invece di
venirgli a rompere l'anima! Albus annuì lentamente e sul suo viso si disegnò
un espressione dispiaciuta che durò pochi secondi. -Già infatti...E' stata
proprio un'idea stupida. Forse è meglio che vada-disse voltandosi
leggermente,ma ancora restio ad andarsene. -Stammi bene!-lo salutò
Scorpius,sinceramente sollevato che quel momento fosse finito. Poteva
restarlo a guardare mentre si allontanava oppure così si avrebbe smascherato
definitivamente? Quella era l'unica occasione per rimettere le cose a posto
fra di loro? Albus iniziò a camminare lungo il corridoio e,nonostante i suoi
propositi,Scorpius restò a guardarlo, quasi incapace di lasciarlo andare
veramente. Fu soltanto grazie a questo che riuscì a sentire il piccolo
mugugno che uscì dalle labbra di Al. Per qualche secondo restò immobile,poco
sicuro di aver sentito bene,poi iniziò ad andare dietro al Grifondoro e,una
volta raggiuntolo,gli strinse un braccio e lo spinse contro un muro. -Che
cazzo..-si lamentò Albus sorpreso. -Ripeti quello che hai appena
detto!- Le mani su entrambe le braccia di Albus,il corpo sul suo,Scorpius lo
aveva bloccato contro il muro per evitare che gli scappasse. -Non ho detto
niente...-rispose Al. Stringendo fra le mani il davanti del maglione,Scorpius
avvicinò il viso a quello di Al e lo fissò, cercando di convincerlo grazie al
suo sguardo glaciale. -Bugiardo- Per qualche secondo,entrambi rimasero in
silenzio,poi Albus sospirò e allontanò lo sguardo da quello del
Serpeverde. -Ho detto che avrei dovuto lasciargli fare quel
pompino...- -Che significa?-chiese il biondo. -Vuoi lasciarmi
andare?-disse invece l'altro ritornando a guardarlo con uno sguardo
battagliero. -Non ne ho la minima intenzione!Che volevi dire?-ripetè
Scorpius. Aveva bisogno di sapere,ne aveva quasi il diritto! Ma,stanco di
sottostare agli sbalzi d'umore di Scorpius,Albus piantò sul suo viso quello
stesso sguardo di poco prima e indurì la mascella in un'espressione dura. -A
te che importa?Da quando devo darti spiegazioni?-gli chiese secco. -Da
sempre-ribattè l'altro con lo stesso tono di voce. Una risatina ironica
riuscì a farsi spazio fra le labbra strette di Albus che cercò ancora una volta
di staccarsi dal muro e dalla stretta del Serpeverde,ma invano. -Quindi il
fatto di essere stato a letto con me ti autorizza a sapere tutto della mia vita
privata? Eppure due minuti fa non sembrava interessarti tanto,anzi sembravi così
ansioso di passare al nuovo amante-gli fece notare. -Stiamo parlando di me o
di te?-chiese il biondo,stringendo il maglione fra le dita. Stanco di quella
posizione di inferiorità,Albus portò le mani all'altezza del torace del biondo e
lo spintonò,riuscendo così ad allontanarlo e a staccarsi dal muro. Per
qualche secondo,quasi avessero bisogno di una pausa d'assestamento rimasero
fermi,a pochi passi di distanza l'uno dall'altro,in
silenzio. Poi,finalmente,Albus diede voce a quei pensieri che lo tormentavano
da settimane. -Sei stato tu a dirmi di andare con chi volevo,di ampliare i
miei orizzonti...Sei stato tu a spingermi ad uscire con Emmett-disse con voce
calma. Si voltò e fissò lo sguardo sul volto del biondo che
continuava,ostinatamente,a tenere lo sguardo fisso sul pavimento. -Perchè
cazzo non mi hai detto che ti dava fastidio?Perchè hai continuato a far finta di
niente quando invece sapevi benissimo che sarei uscito con un'altra persona
diversa da te,qualcuno di cui non mi importava assolutamente niente,soltanto per
farti un dispetto,per spingerti ad ammettere che...- -Ad ammettere cosa?Che
ero geloso?-lo interruppe Scorpius alzando lo sguardo sul suo volto. Al restò
in silenzio,non sapendo quale fosse la risposta adatta a quella domanda,e quando
sentì la risata ironica di Scorpius capì di aver fatto la scelta giusta. -Io
non sono geloso...Specialmente di te poi. So che ti piacerebbe sentirtelo
dire e credimi,non sei il primo nè sarai l'ultimo,ma fra noi non c'è stato
niente che possa giustificare la gelosia. Ci siamo incontrati,ci siamo
piaciuti e per un pò siamo andati a letto insieme-disse con voce ferma e
decisa. Ti prego,fa che resista fino alla fine... Non poteva permettersi
di crollare proprio durante quel discorso,altrimenti tutta la sua copertura
sarebbe andata a monte ed Albus avrebbe veramente pensato che fosse geloso o
peggio che provasse dei sentimenti per lui. Per allontanare la concentrazione
dal viso di Albus,iniziò a tastarsi le tasche dei pantaloni alla ricerca delle
sigarette e dell'accendino ed una volta trovatele,se ne accese una. -Di
solito,sono sempre io quello che si stufa prima...Ma a quanto pare tu mi hai
battuto sul tempo- concluse buttando fuori il fumo. Con la stessa espressione
seria e tirata,Albus annuì e l'attimo dopo fece un respiro profondo. -Beh,ora
che abbiamo chiarito tutto, ci penserò sopra due volte prima di fermare Emmett
nel caso volesse farmi un pompino- Senza dargli un secondo sguardo si voltò e
iniziò a percorrere il corridoio verso le scale. Constantemente seguito dallo
sguardo di Scorpius.
-Me lo avevi promesso- Non poteva farle una cosa
simile! Avevano un patto e lui non poteva romperlo...Le aveva sempre
insegnato,fin da bambina,che la cosa più importante in qualsiasi rapporto è
mantenere la parola data. Perchè ora si stava rimangiando la sua? Sapeva
quanto era importante per lei,non poteva chiederle di aspettare ancora. -Ti
prego,ho fatto tutto quello che mi hai chiesto,ho rispettato tutti gli
accordi...Permettimi di stare con Daniel-gli disse in tono quasi
supplichevole. Era sull'orlo delle lacrime,e lei odiava piangere. Se non
fosse tornato sui suoi passi,non glielo avrebbe mai perdonato. -Mi dispiace
tesoro,ma un giorno capirai che sto facendo tutto questo per il tuo bene-le
disse suo padre con voce intransigente. La questione era chiusa. Senza
nessuna possibilità di ulteriore appello. E mentre ancora risuonava nelle
orecchie quella "sentenza",Lily sentì chiaramente come la rabbia e l'odio
prendessero il posto della sofferenza e dell'ansia che avevano accompagnato
quella telefonata. -Può darsi...Ma in questo momento non c'è nessuno che io
odi più di te,papà-
SAlve a
tutti!!!!
Chiedo
umilmente perdono per la lunghissima attesa,ma il caldo africano che si era
abbattuto su Roma mi aveva tolto tutte le energie,rendendomi impossibile anche
scrivere;inoltre in un'altra fiction stavo affrontando la morte di un
personaggio quindi mi sono concentrata maggiormente su quella
storia.
Però
come avete visto ho fatto di tutto per farmi perdonare...Spero di esserci
riuscita!
Come
promesso,dal prox capitolo torneranno i senior,ma sarà un misto junior/senior,
anke perchè credo che rischierei seramente la vita se dovessi lasciarvi a lungo
senza dirvi come sn andate le cose fra James e Rose la mattina
dp.
Inoltre
prima di andare avanti volevo fare una piccola precisazione:alcuni di voi si
sono accorti di certe piccole rassomiglianze nella scena fra Allison e
Fred ed un'altra fiction intitolata "Ho voglia di
te".
Confesso
di aver preso come punto di riferimento quella fiction e di averla adattata ai
miei bisogni,e voglio rassicurare tutti quelli che hanno pensato ad un tentativo
di plagio o simile, perchè il mio obiettivo era rendere omaggio ad una delle
fiction + belle su EFP.
Comunque
vi consiglio,a chiunque non lo avesse ancora fatto,di
leggerla!
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi
scuso x eventuali errori di ortografia o di battitura.
La frase
all'inizio del capitolo è tratta da "Ava Adore" degli Smashing Pumpkins.
E ora i
ringraziamenti:Ginevrapotter'90(Benvenuta e grazie x i complimenti!Tranquilla gli
aggiornamenti,salvo imprevisti,sono + ravvicinati,anzi questa credo sia la prima
volta ke impiego tanto tempo ad aggiornare qst fic),Lights(Mi hai perdonata x nn aver
parlato di Rose e James nello scorso capitolo?),Ron'84(Già,tanta attenzione x i
particolari e poi si fanno scoprire alla prima occasione...E' difficile x
Scorpius,dopo una vita passata a pensare soltanto a sè stesso,iniziare a pensare
anke a qlcn altro,è qualcosa quasi di destabilizzante!Inoltre lui è uno di
quelli che nn si convincono finchè nn ci sbattono la faccia,e presto riceverà
una brutta botta...),WingsHP(Avevi ragione su Albus,hai fatto bene a fidarti
dell'istinto...Una prima reazione l'abbiamo avuta,ma quando abbiamo iniziato a
fare "discorsi seri",gli è presa di nuovo la paura ed ha indossato di nuovo la
maschera da menefreghista.Daniel...Diciamo che ha puntato tutto su una carta che
sperava vincente e x fortuna ha avuto la meglio), Sunshine'86(Ti capisco
perfettamente,chi nn lo farebbe del resto?Fai bene a essere sempre con 100 occhi
aperti:nn si sa mai cosa può succedere...Fossi stata al posto di Al mi sarei
crogiolata in una pozza di autocommiserazione per giorni,ma fortunatamente lui
ha capito che doveva reagire ed è passato all'attacco,anche se qst significava
comportarsi diversamente dal solito,arrivando a sorprendere sè stesso x
primo),Sweey(Benvenuta e
grazie x i complimenti!),IRE'89(Grazie x i complimenti!Scorpius e Albus stanno diventando molto
velocemente i miei preferiti e qnd mi viene facile parlare o creare situazioni
su d loro;il fatto "eccezionale" di cui parlo sempre arriverà nel prox capitolo
e si abbatterà anke sui senior, che francamente finora erano stati anke tr
tranquilli!Riesci a trattenere la curiosità fino al prox capitolo?A mio padre
sarebbe venuto un'infarto!E credo lo stesso valga x Seamus,era lì lì x sentirsi
male o saltare addosso a Fred,credo l'abbia fermato il fatto che fosse il figlio
dei suoi + cari amici,altrimenti...Hai ragione,Ronnie e Rebecca nn aspetteranno
5 anni,visto qll che succederà,ma mi è piaciuto scrivere qlla scena:immaginare
il proprio futuro,completamente inconsapevoli di quello che succederà e di cm la
vita si metterà d mezzo x farci cambiare i ns piani).
Bene,x
il momento è tutto,ma prima di lasciarvi un'anticipazione:
Nel prox
capitolo succederanno molte cose,molti momenti che dovranno essere inseriti x
forza in quel capitolo quindi forse risulterà + lungo del solito...Chiedo scusa
anticipatamente se risulterà tr lungo!
Un IN
BOCCA AL LUPO a tutti coloro che devono affrontare la maturità:forza ragazzi
pensate al lato positivo della cosa,siete quasi alla fine!
Ok,credo
di avervi detto tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"You did
again!"
Baci,Eva.
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Capitolo 27 *** You did again! ***
you did again
"I'm not in
love, so don't forget it It's just a silly phase I'm going through And
just because I call you up Don't get me wrong, don't think you've got it
made I'm not in love"
Il silenzo nella stanza era
quasi innaturale,talmente profondo da far credere che non ci fosse anima viva ad
aggirarsi per la casa. Ma era proprio grazie a quel silenzio assoluto che si
riusciva a cogliere i piccoli movimenti,i fruscii che provenivano dal
salotto. Harry,con un'immobilità che gli era poco consona,accanto al
divano,muoveva lo sguardo dalla finestra che rimandava l'immagine di un cielo
nero e nuvoloso ed il divano su cui quella sera,e chissà per quante altre
sere,avrebbe passato la notte. Tutto avrebbe immaginato quella mattina al suo
risveglio,tranne che di essere sfrattato dal suo letto e dalla sua camera. Ma
nessuno meglio di lui sapeva che se lo meritava... Il rumore di passi giù per
le scale lo portò ad alzare lo sguardo verso l'ingresso del salotto,dove pochi
istanti dopo apparve Ginny,già in pigiama e con indosso la vestaglia a quadri
rossi e verdi, un cuscino e delle coperte stretti fra le mani. Sembrava così
discordante rispetto a lui,con ancora indosso i vestiti che aveva portato per
tutto il giorno. -Ti ho portato delle lenzuola pulite...-gli disse posando
il tutto sul bracciolo del divano più vicino a lei. Harry annuì e fissò per
un secondo la coperta di flanella rossa,senza vederla veramente, prima di
rialzare gli occhi su di lei. -Grazie- Ginny alzò le spalle. -Ancora
non capisco perchè non hai voluto sistemarti nella vecchia stanza di Teddy,ma
avevi comunque bisogno di coperte durante la notte-commentò pratica. Nessun
tentativo di fargli cambiare idea e,mentalmente,Harry si diede dell'idiota per
aver anche solo pensato ad una simile possibilità. Soprattutto se ripensava
al silenzio che aveva avvolto la casa da quando erano tornati da
Hogwarts... -Buonanotte allora-disse ancora Ginny voltandogli le
spalle. Per qualche secondo il silenzio ritornò fra di loro,mentre l'uomo
cercava con tutte le proprie forze di combattere quel bisogno di approvazione,la
necessità di sentirsi dire che tutto era ancora perdonabile e che niente era
irreparabile. -Ginny,per favore non andartene così...Perchè non proviamo a
parlare?-le disse non riuscendo a frenarsi. La donna si fermò,ma continuò a
voltargli le spalle,una mano che ravviava una ciocca di lisci capelli rossi
sfuggita dal piccolo codino. -No,non parleremo adesso. Forse lo faremo
domattina o fra qualche giorno,ma sicuramente non stasera...E credimi è meglio
che sia così. Perchè ho paura di quello che potrei dire se parlassimo
adesso-gli disse con voce seria e dura, come poche volte le aveva sentito
usare. Harry restò in silenzio,conscio che niente l'avrebbe aiutata a
cambiare idea,almeno per quella sera, e continuò a fissarla quasi potesse essere
d'aiuto. -Buona notte-lo salutò Ginny prima di uscire velocemente dal
salotto. Restò in ascolto dei suoi passi leggeri sulla scalinata che univa i
due piani della loro casa e, quando sentì chiudersi la porta della loro camera
da letto,tornò a posare lo sguardo sul divano all'apparenza comodo e
confortevole. Prese un lenzuolo ed iniziò a prepararsi il letto per la
notte.
CONTEMPORANEAMENTE AD
HOGWARTS
-Lo ammetto sono geloso.Sei contento
ora?- Avvolto nel silenzio e nella semioscurità del padiglione
dell'infermeria,Scorpius osservava il viso rilassato e profondamente
addormentato di Albus,concentrandosi sulla striscia di garza che faceva capolino
fra i suoi capelli neri,ricordo di quello che era successo quel giorno. Non
era con lui quando era avvenuto l'incidente... Lo aveva saputo più tardi da
Luke,che era corso ad avvertirlo convinto che dovesse sapere una notizia
simile. E nonostante dentro si sentisse bruciare e spaccare in due per quello
che l'amico gli aveva appena detto,si era costretto ad atteggiare i muscoli
facciali in una maschera d'indifferenza,come se la questione non lo
riguardasse. Mentre invece voleva soltanto mollare Luke nel bel mezzo del
corridoio e correre da lui per sapere come stava. Aveva aspettato,e aspettato
e aspettato...Finchè tutti i Potter e quella nullità di Emmett non si erano
allontanati dall' infermeria e la notte era scesa sul castello. Solo allora
aveva potuto intrufolarsi all'interno e assicurarsi che tutto fosse a posto,che
non gli era successo niente di male. Controllare con i suoi occhi che non
c'era niente di evidente,nessun segno oltre a quella benda attorno alla testa lo
aveva rassicurato:sicuramente grazie alla medicina magica sarebbe stato di nuovo
in piedi nel giro di un paio di giorni. Aveva sistemato una sedia accanto al
letto di Albus e lo aveva fissato a lungo,conscio che niente poteva
svegliarlo,per poi iniziare ad accarezzargli i capelli che gli ricadevano sul
viso con lentezza e delicatezza,quasi avesse paura di ferirlo in qualche
modo. -Avevi ragione tu Al..Su tante cose...-bisbigliò per non far
eccheggiare la propria voce in quella stanza vuota e dal soffitto
alto. Inconsapevole di quello che accadeva attorno a lui,Albus continuava a
dormire beato,sorvegliato dallo sguardo attento di Scorpius che posò un gomito
sul letto e sospirò. -Con te ho sempre mentito...Ho mentito quando ti ho
detto che mi servivano ripetizioni supplementari,anche se credo tu avessi capito
già allora il mio bluff, e l'ho fatto quando ti ho detto che non mi importava
con chi andavi a letto. Anche quando ieri ti ho detto che ero sollevato per
non doverti avere più fra i piedi stavo mentendo-aggiunse a voce leggermente più
bassa. Sospirò di nuovo e si lasciò andare contro la spalliera della
sedia,passandosi distratto una mano fra i capelli. -Ma le peggiori bugie le
ho dette a me stesso:sono mesi che continuo a ripetermi che tu non mi
interessi,che sei come gli altri,che mi sarebbe bastato portarti a letto per
farti uscire dalla mia testa... Ma non funziona,almeno non più...Non con
te- Allontanò per un secondo lo sguardo dal viso del moro e si guardò
intorno,preoccupato dalla possibilità che qualcuno potesse sentirlo. -Tu sei
diverso dagli altri. L'ho capito fin dal primo momento che ti ho messo le
mani addosso,che ti ho baciato...Da quando poi siamo stati insieme è lampante:la
sola idea che qualcuno ti tocchi,ti avvicini,mi fa ribollire di rabbia come non
mi era mai successo prima! Avrei fatto a pezzi quel coglione di Emmett
soltanto perchè si era azzardato a parlarti... Figuriamoci permettergli di
uscire con te! Vedere come si comportava con te,con quanta intimità ti
parlava e ti toccava mi ha fatto tremare di rabbia-gli confessò. Fissò lo
sguardo sul volto di Albus e,per la prima volta,si permise di pensare
chiaramente a quella parola che tante volte aveva censurato,bloccato con la
mente ancora prima di averla formulata per intero. Amore. Era possibile
che si fosse innamorato di Albus senza neanche accorgersene? -Sei una delle
persone più importanti della mia vita...-gli confessò alzandosi in piedi. Gli
accarezzò ancora una volta i capelli e dopo un'ultima furtiva occhiata in giro
per la stanza,si chinò su di lui e gli posò un bacio lieve sulle labbra
chiuse. Si risistemò in posizione eretta e si voltò avviandosi verso
l'uscita,cercando di fare il minimo rumore possibile. Era una delle persone
più importanti della sua vita,forse la più importante,ma Albus non lo avrebbe
mai saputo.
DODICI ORE
PRIMA
4 PRIVET DRIVE
-Oggi termina la punizione di Lily- Nascosto dalla
pagina sportiva del "Daily Telegraph",Harry rispose con un mugugno,prima di
portare alla bocca un'altra cucchiaiata di cereali. Ginny non si curò della
risposta del marito,attribuendola all'insoddisfazione di Harry per non essere
riuscito a dimostrare il suo punto di vista contro la figlia,e bevve un sorso di
succo d'arancia dal proprio bicchiere. -Certo che dev'essere stato difficile
per nostra figlia...Io al suo posto avrei dato i numeri-commentò ancora. -Tu
sei stata al suo posto e non mi sembra che tu sia diventata pazza-le ricordò
Harry,sempre nascosto dal giornale. Lei sospirò,sorpresa dall'ignoranza
tipica degli uomini:possibile che fossero insensibili come capre? -Amore
mio,il nostro caso era diverso...La nostra non era una separazione volontaria,e
se ben ricordo,quando tu sei partito con Ron ed Hermione,noi non stavamo neanche
insieme-ribattè lei. -Altrimenti non mi avresti lasciato partire?-domandò
lui,un'accenno di divertimento nella sua voce. Anche Ginny sorrise
e,nonostante lui non potesse vederla per via del giornale,scosse la
testa. -Non ho detto questo...Chi avrebbe potuto impedirtelo? Però sarebbe
stata ancora più difficile da affrontare. Magari avrei provato a partire con
te!- Fra di loro scese di nuovo il silenzio,scandito regolarmente dal rumore
del cucchiaio di Harry che si scontrava con la ceramica della tazza ogni
qualvolta lui lo affondava nel latte,allontanando i pensieri di Ginny dalla
nuova direzione intrapresa. I genitori di Daniel sapevano della storia fra il
figlio e Lily? Ne erano contenti oppure avevano anche loro qualche remora
come Harry? Chissà cosa pensava Dean di tutto il trambusto provocato da
Harry... -Credi che dovremmo invitare Dean e sua moglie a pranzo?-domandò poi
al marito. Quella domanda ebbe l'effetto di far abbassare il giornale ad
Harry,che le puntò addosso uno sguardo incredulo. -E per quale motivo
dovremmo farlo?-le chiese senza togliersi quell'espressione scioccata dalla
faccia. Ginny finì di bere il proprio succo e alzò le spalle. -Beh vista
la situazione dei nostri ragazzi...-commentò poi. Harry scosse la testa con
ferma decisione. -Non c'è nessuna situazione fra Lily e quel ragazzo,nè mai
ci sarà-ribattè con fermezza alzandosi in piedi,nella mano sinistra la propria
scodella,e dirigendosi verso il lavello. Fu il tono che lui aveva usato a
farle capire che le stava nascondendo qualcosa...Ed era anche molto
importante. -C'è qualcosa che non so,Harry?-gli domandò cercando di mantenere
calma la voce. Harry posò la ciotola sul piano della cucina e appoggiò
entrambe le mani sul rivestimento freddo del lavello,aspettando alcuni secondi
prima di risponderle. -Ieri sera ho parlato con Lily...Le ho detto che non ho
intenzione di cambiare idea su quel ragazzo- Ginny si alzò in piedi,senza
però allontanarsi dal tavolo e fissò la schiena di Harry con uno sguardo
rovente. -Che ti è saltato in mente?Le avevi dato la tua parola!-gli
ricordò. Lui annuì,decidendosi a voltarsi e a guardarla,le mani alzate in
aria neanche fosse in corso una rapina nella loro cucina. -Lo so,lo so...Ma
non mi fido di quel ragazzo. Che sappiamo di lui in fondo?Niente apparte il
fatto che viene da una famiglia problematica e che suo padre ci ha già causato
troppi problemi in passato. Non credi che sarebbe meglio tenerlo a distanza
il più possibile?-le domandò,cercando di farla ragionare. -E tu non pensi che
le persone possano cambiare con gli anni? Il semplice fatto che Dean anni fa
ha ferito Seamus non implica che suo figlio faccia lo stesso con Lily...Anzi mi
sembra che,alla situazione attuale,sei tu quello che le sta facendo del male,non
lui- ribattè ancora Ginny,con un cipiglio battagliero sul volto. Harry scosse
la testa,certo delle sue azioni. -Non è così...- Ginny
sospirò,pizzicandosi gli angoli degli occhi con due dita,bisognosa di qualche
istante per riflettere:quello che maggiormente la preoccupava era la reazione di
Lily. Come aveva preso quello che sicuramente aveva considerato un
"tradimento"? -Lei come l'ha presa?-gli domandò infatti. Capì dal cambio
d'espressione sul volto del marito che non l'aspettavano buone
notizie. -Oh,sai come è fatta Lily...Impulsiva e appassionata in ogni cosa
che fa! Adesso le sembra la fine del mondo,ma vedrai che...- -Che cosa ti
ha detto?-ripetè Ginny più incisiva. I loro occhi si incontrarono e dopo
qualche secondo di incertezza,Harry sospirò. -Ha detto che mi odia- Ginny
alzò leggermente le sopracciglia,senza mostrare particolare sorpresa a quelle
parole. -Non puoi dire che non ti avevo avvertito...-
HOGWARTS
Il sole trapelava dalle tende tirate del letto a
baldacchino. Cercando di combattere il freddo che sembrava trasudare dai
freddi muri di pietra,Ronald tirò le coperte su oltre il il mento,con la
speranza anche di nascondersi da quel piccolo accenno di luce. Un lieve
movimento accanto a lui lo portò ad allungare il braccio destro e ad attirare il
corpo piccolo e seminudo rannicchiato contro il suo fianco,sentendo pochi
secondi dopo,il respiro caldo di Rebecca accarezzargli la pelle della spalla ed
una gamba intrecciarsi alle sue. -'Giorno...-lo salutò lei con voce ancora
insonnolita. Lui mugugnò una risposta,gli occhi ancora chiusi e mosse la
testa sul cuscino fino a sentire la morbidezza dei capelli della ragazza contro
la sua guancia. -Che ora è?-gli domandò ancora. -Non lo so!Che importa,è
sabato...-le ricordò,formulando la prima frase compiuta della
giornata. Rebecca sospirò e,dai suoi movimenti,lui riuscì a capire che aveva
alzato una mano e si stava strofinando un'occhio,cercando a sua volta di
svegliarsi. -Dovrò pure tornare al dormitorio prima che mi scoprano,no?-gli
fece notare,per poi iniziare ad accarezzargli i capelli scompigliati con la
punta delle dita. Di nuovo lui mugugnò:l'idea non gli piaceva per
niente. Da quando avevano fatto l'amore la prima volta,era diventato quasi
"abituale" addormentarsi nello stesso letto la sera:alle volte riuscivano a
svegliarsi per tornare ognuno nel proprio letto,altre volte invece,violando le
regole del "codice vigente da secoli ad Hogwarts"(come in più di un'occasione li
aveva bacchettati Rose),dormivano insieme per poi tornare ognuno nel proprio
dormitorio la mattina successiva. Il venerdì era il loro giorno preferito:non
avendo lezioni la mattina dopo,potevano restare a letto a lungo senza che
nessuno avesse nulla da ridire. Bastava soltanto chiudere le tende del
baldacchino,silenziarne l'interno, e far finta che non ci fosse nessun'altro
nella stanza oltre a loro... -E tu non vorrai perderti la
colazione...-aggiunse Rebecca conoscendo le debolezze di Ronald. -Posso
sempre mangiare di più a pranzo-rispose lui,decidendosi ad aprire gli occhi ed
incontrando il suo sguardo. La prima cosa che vide fu il suo
sorriso,chiaramente divertito a quelle parole:forse non credeva che ne sarebbe
stato capace? -Noto una piccola presa in giro...-commentò scherzoso. Lei
scosse la testa,tornando seria. -Affatto,mi stavo solo chiedendo se Hogwarts
ha scorte sufficenti per saziare il tuo appetito nel caso tu dovessi veramente
saltare la colazione- Con un'espressione fintamente risentita,Ronald si
allontanò da lei e le girò le spalle,provocando le sue risate. -Oh
andiamo...Sei veramente un bambinone!-disse posando entrambe le mani sulle
spalle larghe del ragazzo e tornando ad avvicinarsi a lui fra le
lenzuola. Continuando ostinatamente a voltarle le spalle,le braccia
conserte,Ronald non riuscì a cogliere nessun segnale,trovandosi impreparato
quando le labbra di Rebecca gli sfiorarono delicata la schiena,più
volte,scendendo verso il basso. -Non funzionano con me questi
giochetti...-disse tentando di mostrarsi incorruttibile. Alle sue orecchie
arrivò il sorriso di Rebecca prima che un bacio lieve venisse posato sulla punta
dell'orecchio sinistro. -Mmh...Forse hai ragione,vediamo se questa volta ci
riesco-mormorò poi. L'attimo dopo,una mano era scesa dalle sue spalle
accarezzandogli la schiena ed il fianco sinistro per poi muoversi sul davanti
dei boxer azzurri;giocherellare per qualche secondo con l'elastico per poi
insinuarsi sicura dentro. Non appena la sua mano iniziò a muoversi sicura su
di lui,Ronald si lasciò scappare un sospiro fra i denti serrati,accolto dal
sorriso felice di Rebecca. -Sapevo che questo avrebbe funzionato...- Era
difficile ora,ogni volta che si accarezzavano o baciavano,credere che ci fosse
stato un periodo della loro relazione in cui ogni effusione doveva essere
calibrata e pensata per evitare che sembrasse troppo eccessiva o spinta,per non
far sentire Rebecca a disagio o troppo inesperta;in poco tempo aveva perso
quella paura che le impediva di donarglisi completamente ed era diventata,agli
occhi di Ronald,ancora più sexy e desiderabile. Dopo alcuni minuti in cui si
era perso nelle carezze di Rebecca,Ronald afferrò il suo polso e,stringendola
stretta nella sua mano,si voltò portandosi su di lei con il proprio corpo,il
viso ad una minima distanza da quello della ragazza. -Chi ti ha insegnato ad
essere così cattiva?-le domandò con un sorriso malizioso sulle
labbra. Sorriso,che istantaneo apparve anche sul volto di Rebecca. -Fammi
pensare...Com'è che si chiamava?-disse lei atteggiando il viso ad un'espressione
pensosa. -Ah...- Fra le risate della ragazza,Ronald avvicinò il viso al
suo,posando le labbra su quelle di lei,che ricambiò subito il bacio con lo
stesso trasporto e la stessa passione,allacciandogli le braccia attorno al collo
e attirandolo a sè,rendendo così quasi nulla la distanza fra di
loro. -RONNIE!RONNIE SEI ANCORA QUI?- Prima ancora di aspettare una
risposta,il proprietario della voce,tirò la tenda del baldacchino esponendo i
due amanti alla luce del giorno. -Oh cazzo!-commentò Daniel subito
dopo. Staccandosi leggermente da Rebecca,Ronald tirò di nuovo la tenda in
modo che formasse un divisorio fra loro e Daniel,sperando sinceramente che
l'amico non avesse visto nulla. -Daniel,ma che accidenti ti è saltato in
mente?-gli domandò attraverso la tenda,i gomiti puntellati sul
letto. -Scusami,ma sono preoccupato per Lily:non riesco a trovarla-disse con
voce seria. -Non è possibile che stia ancora dormendo?-gli domandò Ronald
cercando di non farsi prendere dal panico come Daniel. Nel frattempo però si
era messo a sedere e,dopo aver coperto di nuovo Rebecca con le lenzuola,scostò
la tenda del baldacchino e si ritrovò faccia a faccia con Daniel,prima di
voltarsi per afferrare un paio di jeans gettati sul baule ai piedi del
letto. -Impossibile-stava ribattendo,nel frattempo,Daniel. -Dai non così
impossibile:magari ieri sera ha fatto più tardi del solito e ora...-disse
infilando una dopo l'altra le gambe nei jeans. Dan scosse deciso la
testa. -Ti dico di no!Oggi finiva l'isolamento:conoscendo tua sorella,credi
che sarebbe rimasta a poltrire a letto?-gli domandò. No,certo che
no. Dallo stato d'agitazione in cui era il giorno prima era strano che non si
fosse fatta trovare sulla porta del dormitorio maschile a mezzanotte! -Forse
hai ragione...Ne hai parlato con James?-gli domandò voltandosi a
guardarlo. Dan scosse la testa. Ronald prese una felpa e
l'infilò,scompigliandosi i capelli e si guardò attorno alla ricerca delle
scarpe. -Credo sia meglio avvertirlo-disse poi. L'attimo dopo,la tenda del
baldacchino fu tirata del tutto ed entrambi i ragazzi alzarono lo sguardo verso
il letto,sorpresi di trovare Rebecca completamente vestita che si alzava in
piedi. -Come hai fatto a...-domandò sorpreso Ronald guardando la sua
ragazza. Lei sorrise. -Sono una strega,no?- Ronald sorrise ed
annuì. -Una delle migliori a quanto pare- -Ti dispiace se vengo con
voi?-gli domandò,sorridendo per il complimento che Ronald le aveva appena
rivolto. Il ragazzo alzò le spalle e scosse la
testa. -Affatto...Ok,vediamo di risolvere questa situazione-disse poi seccato
per l'interruzione che aveva rovinato i suoi programmi per quella giornata.
-Ora possiamo parlare?- Erano svegli da una
mezz'ora,ma quando l'aveva sentita muoversi fra le coperte,alzarsi e girare per
la stanza per recuperare i suoi slip,James aveva preferito continuare a tener
gli occhi chiusi e fingere di essere profondamente addormentato,concedendole
quel momento di intimità nel caso lei avesse deciso di sgattaiolare via dalla
stanza troppo imbarazzata per affrontare quell'argomento con lui. Però pochi
istanti dopo l'aveva sentita di nuovo infilarsi sotto le coperte,poco distante
da lui. Aveva aperto gli occhi e aveva fatto tutte le smorfie e le mosse che
compiva ogni mattina appena sveglio e le aveva rivolto un sorriso
accennato. Sorriso che era stato prontamente ricambiato...Forse non era tutto
così nero come temeva! Si era sollevato leggermente,sistemando i cuscini
contro la testiera del letto,poggiandovi poi la schiena addosso. Rose,una
delle sue t-shirt indosso,eccessivamente grandi per lei,si girò su un fianco
e,poggiando una mano contro la tempia destra,puntellò il gomito contro il
cuscino,incontrando poi il suo sguardo. -Sei riuscito a dormire nonostante
avessi questo pensiero fisso in mente?-gli domandò scherzosa lei. James
sbuffò e alzò gli occhi al cielo in un espressione comica che la fece
ridere. -Non ci ho mica pensato tutta la notte! E poi scusa,avrò anche il
diritto di sapere se sono finito nelle mani di una mangiatrice di
uomini...-disse con lo stesso tono scherzoso di Rose. Questa volta le risate
di Rose furono più alte,al punto da far apparire delle piccole lacrime agli
angoli degli occhi della ragazza. -Hai paura di essere stato sedotto e
abbandonato?-gli domandò quando l'attacco di risa fu terminato. James alzò le
spalle. -Non si può mai sapere...-ribattè. Si guardarono per qualche
istante in silenzio,consapevoli che,nonostante lo scherzo fosse servito a
rompere il ghiaccio e a facilitare un discorso su una questione così
delicata,ora avrebbero dovuto parlare seriamente. Qualsiasi cosa avessero
detto. -Questa mattina mi sono svegliata tutta intorpidita,avevo dolori da
tutte le parti. E' normale?-gli domandò lei,cercando il suo
sguardo. -Sì,per voi ragazze è normale...Almeno per la prima volta-confermò
James,mordendosi l'angolo destro del labbro inferiore. O almeno così aveva
sentito dire... Rose annuì,per poi tornare a sdraiarsi sulla schiena,lo
sguardo sul soffitto della stanza. -Voi ragazzi avete tutte le fortune!-disse
semplicemente. Lui accennò un sorriso e portò un braccio dietro la
testa,sentendo il contatto con il freddo del legno per qualche secondo. Il
silenzio scese di nuovo fra di loro,portandoli a chiedersi come avrebbero
affrontato quel discorso senza poi doversi pentire delle risposte che avevano
dato e ottenuto...E se il sesso avesse rovinato il loro rapporto? Era
possibile tornare indietro,ora che tutto era così cambiato? -Indietro non si
torna-disse James a voce alta,inseguendo il filo di un ragionamento
mentale. Rose voltò la testa verso di lui e accennò un sorriso. -Indietro
non si torna-confermò. Lei tornò a guardare il soffitto,mentre nella sua
mente James prese a rivivere tutto quello che era successo la sera
precedente. -Posso farti una domanda?-le domandò poi tornando a voltarsi
verso di lei. Lei annuì e restò in attesa,per nulla spaventata o preoccupata
da quale sarebbe stata la sua domanda. -Quando hai deciso che sarebbe stata
la nostra prima volta?-le domandò sinceramente curioso. Un sorriso divertito
apparve sul viso disteso e sereno della ragazza,portandola a mordersi il labbro
inferiore. -Quando sono entrata e ti ho visto
addormentato...-ammise. James spalancò leggermente la bocca,sorpreso per
quell'ammissione,portandola a coprirsi il viso fino alla punta del naso con il
lenzuolo. -Questo si chiama agguato!Non avevo via di scampo...-disse
scherzando. Rose rise e tornò a sdraiarsi su un fianco. -Ah già...Infatti
la cosa più difficile è stata bloccarti sul letto mentre tu continuavi a
divincolarti-scherzò lei. James non aveva fatto il minimo tentativo per farle
cambiare idea o per fermarsi,lo sapevano entrambi,quindi che male c'era a
scherzarci sopra? Un'altra domanda continuava a girargli nella
mente,portandolo a chiedersi se era giusto farle una domanda così personale per
soddisfare la propria curiosità. Ma lei lo conosceva troppo bene per non
sapere a cosa stava pensando. -Sì-disse semplicemente. James aggrottò la
fronte e la guardò curioso,ricevendo in risposta un leggero sorriso. -E' la
risposta alla tua domanda...Anche se forse anche io dovrei chiedertelo,non
credi?- Lui rise e scivolò leggermente sulla spalliera,portandosi più vicino
al suo viso. -Non credo si possa fingere una reazione come quella di ieri
sera...-domandò a sua volta. Rose alzò le spalle,un'espressione finta tonta
sul volto. -Ah non lo so,sei tu l'esperto- Mantenendo sulle labbra quel
sorriso divertito,James avvicinò il viso a quello di Rose e la baciò
lievemente,avvicinando poi una mano alla sua guancia sinistra. Dei colpi
decisi interruppero quel momento romantico. -Non capisco perchè debba
chiudersi a chiave?E se succede qualcosa?-arrivò dal corridoio la voce di
Daniel. -Forse non vuole essere interrotto sul più bello...-rispose la voce
di Ronald. -Ho già detto che mi dispiace,ok?Quante volte ancora devo
ripetertelo?-ribattè leggermente seccato Daniel. James sbuffò,seccato da
quell'intrusione,e alzò lo sguardo sul viso di Rose. -Corro a vestirmi in
bagno-bisbigliò,scostando le coperte e mettendo parzialmente in mostra il corpo
nudo di James. Raccolse i vestiti da terra e quando guardò James lui si stava
infilando i boxer,lentamente,quasi la grande urgenza che preoccupava Ronald e
Daniel non lo toccasse particolarmente. James aprì la porta soltanto quando
sentì che quella del bagno si era richiusa alle sue spalle, mettendo Rose al
sicuro da domande indiscrete. -Si può sapere che vi succede?-domandò aprendo
la porta e lanciando un'occhiata sia a Daniel che a Ronald. Si accorse della
presenza di Rebecca insieme ai due e capì che avrebbe fatto meglio ad indossare
anche la vestaglia se non voleva creare dell'imbarazzo fra di loro,o scatenare
una scenata di gelosia da parte di Ronnie. -Come ti viene di chiuderti a
chiave?-lo rimproverò Daniel. -E' sabato,che può succedere di tanto terribile
di sabato?-gli fece notare il moro afferrando la vestaglia e infilandovi un
braccio dentro. -Lily non si trova-annunciò Ronald lasciandosi cadere sul
letto disfatto. James guardò il fratello cercando di dare un senso alla
frase. -Che significa che non si trova?-gli domandò confuso. -Non sappiamo
dov'è:non è nella torre e neanche nel dormitorio femminile,perchè Becca è andata
a controllare ed il suo letto è intatto-spiegò ancora il gemello. In quel
momento Rose uscì dal bagno e lanciò un sorriso ed un cenno di saluto agli altri
ragazzi presenti nella stanza. -Non sapevo fossi qui...-commentò
Ronald. -Mica metto i manifesti ogni volta che vengo a nascondermi qui perchè
ho paura di un temporale- ribattè Rose con tono gentile ma deciso. -Quando
hai visto Lily l'ultima volta?-domandò James alla ragazza. Rose alzò le
spalle. -Ieri sera?-fece l'altra incerta. Daniel sbuffò,stanco di tutta
quelle incertezza e quella mancanza d'azione. -Scusa non può essere che sia
con Albus?-domandò Jim guardando l'amico. Una strana espressione apparve sul
viso di Daniel,prima che questo si decidesse a scuotere la
testa. -No,sicuramente non sono insieme...-rispose sicuro. -Come fai a
saperlo?Quei due sembrano inseparabili!-ribattè Ronald. Daniel scosse di
nuovo la testa. -Ieri Al aveva un'appuntamento,e visto che non è ancora
rientrato alla torre,credo sia rimasto a dormire al "buco"-disse con la stessa
sicurezza Daniel. Gli altri ragazzi guardarono Daniel con curiosità e lui
capì di aver commesso un'errore parlando di quel posto e di non avere altra
scelta.
Era ancora addormentato accanto a lui,pacifico e senza
alcun pensiero al mondo. Tutto il suo contrario... Ora era ufficialmente
omosessuale. Era facile raccontarsi la bugia che era perfettamente normale
essere attratto da un altro ragazzo, comportarsi come lui aveva fatto con
Scorpius,vista l'avvenenza e la popolarità del biondo,ma ora, dopo aver passato
la notte con Emmett,non poteva più accampare quella scusa. E doveva
ringraziare una sola persona...ancora una volta. La stessa che lo aveva
baciato la prima volta,che aveva provato dell'interesse per lui,dimostrandolo
apertamente,la prima con cui era andato a letto...quella che lo aveva spinto nel
letto di un altro ragazzo,non prima però di averlo fatto sentire stupido e
inutilmente sentimentale. Sempre la stessa... Quando il pomeriggio
precedente si era allontanato dai sotterranei di Serpeverde,l'ultima cosa che
aveva in mente era la vendetta:forse avrebbe pianto sfogandosi con
Lily,chiedendole qualche consiglio e poi avrebbe passato qualche giorno a
commiserarsi per aver creduto anche ad una sola parola dettagli da
Scorpius. Ma il destino sembrava aver in mente qualcosa di diverso per
lui... Mentre si affrettava a salire le scale,nella speranza che non
cambiassero direzione sotto i suoi piedi,aveva sentito qualcuno posargli una
mano sulla spalla sinistra. Si era voltato e aveva trovato Emmett,a pochi
centimetri da lui,un sorriso rassicurante sul viso. -Ciao-lo aveva
salutato. -Ciao,dove vai così di corsa?-gli aveva domandato curioso. Albus
aveva alzato le spalle. -In nessun posto preciso...-aveva mentito. L'altro
aveva annuito,mentre i denti mordicchiavano la parete morbida del labbro
inferiore. -Quand'è così,ti andrebbe di farmi compagnia?- Senza aspettare
una risposta,lo aveva preso per mano e lo aveva guidato al Club degli Scacchi
Magici,dove ragazzi di tutte le case passavano ore a sfidarsi in lunghe partite
a scacchi,come se non ci fosse cosa migliore al mondo. E,nonostante le sue
riserve iniziali,Albus aveva scoperto che poteva divertirsi anche fra quei
"secchioni",osservando le varie partite e aiutando Emmett ad arbitrarne
alcune. Quando era arrivato il momento di separarsi per andare a dormire,si
era accorto che la presenza di Emmett al suo fianco lo aiutava a non pensare a
Scorpius e a tutte le cattiverie che gli aveva detto poche ore prima,così lo
aveva invitato nel piccolo angolo di paradiso che aveva creato per sè e
Scorpius. Il motivo per cui l'aveva fatto era risultato chiaro ad entrambi
fin dal primo istante,quindi non fu una sorpresa per nessuno se si ritrovarono
uno nelle braccia dell'altro neanche cinque minuti dopo essere arrivati. E'
facile dimenticare quando i tuoi pensieri vengono sbattuti via dalla tua mente
con tutta la forza possibile... Ma ora?Alla luce del Sole,che sarebbe
successo? Era chiaro che la sua "relazione" con Scorpius non aveva alcun
futuro,ed era stato un'idiota per aver anche solo pensato ad una possibilità
simile,ma cosa doveva fare con Emmett? Lui non lo amava. Doveva illuderlo
come Scorpius aveva fatto con lui,finchè non si fosse stancato e non fosse stato
il momento di passare al prossimo amante? -Buongiorno-gli disse una voce
chiara accanto a lui. Albus sobbalzò,riemergendo dai suoi pensieri e portò lo
sguardo sul volto sveglio di Emmett: perso dietro ai suoi problemi non si era
neanche accorto che l'altro si era svegliato! -Ciao...Dormito bene?-gli
domandò sorridendogli. Emmett annuì. -Dormo sempre magnificamente dopo una
notte di sesso-commentò accennando un sorriso malizioso. Al sentì vacillare
il sorriso che ancora incorniciava il suo viso,mentre cercava furiosamente
qualcosa da dire. -Ma la prossima volta avvertimi così mi porto il mio
cuscino...Questo è veramente una pietra!- aggiunse sollevandosi a
sedere. -Emmett,forse...-iniziò sperando che le parole giuste gli cadessero
dal cielo. L'altro puntò i suoi occhi nocciola su di lui e restò in attesa
qualche secondo prima di sorridere. -Forse è meglio che consideriamo questa
un'esperienza da una notte e via,giusto?-gli disse vendogli
incontro. Cancellando il sorriso e atteggiando il volto ad un'espressione
seria,Albus annuì. Anche Emmett seguì il suo esempio,piegando le ginocchia
sotto il sedere e fissandolo per qualche istante. -Perchè vuoi aspettare che
Scorpius Malfoy capisca che grande errore ha commesso lasciandoti andare?-gli
domandò diretto,con un leggero tono interrogativo nella voce. L'espressione
sorpresa che apparve sul volto di Albus gli impedì di mettere insieme un
pensiero decente. -Come...- Il sorriso sul volto di Emmett
cambiò,diventando più consapevole,permettendogli di capire senza bisogno di
parole. -Anche tu ci sei passato-disse infatti il Grifondoro. L'altro
annuì,sfoderando un sorriso smagliante in risposta. -Un'anno fa io ero
esattamente come te:confuso,insicuro,e terribilmente spaventato. Questo dio
biondo mi aveva concesso di stargli vicino,anche se solo per poco,ed ora aveva
deciso che il mio tempo con lui era scaduto...Senza possibilità di
appello-ricordò con voce calma e sicura. -E cosa hai fatto?-domandò il moro
curioso. Emmett alzò le spalle. -Ho pianto,talmente tanto da vergognarmi
se solo ci ripenso adesso,e alla fine ho deciso che non gli avrei permesso di
trattarmi in questo modo un minuto di più. Se aveva deciso di tagliarmi fuori
dalla sua vita in maniera così decisa,senza alcun ripensamento,perchè io mi
ostinavo a tenerlo nella mia quando era ovvio che non ne avrei ricavato nulla di
buono?- Ogni singola parola era sensata...Ed era ciò che Albus si era chiesto
da quando Scorpius aveva iniziato a comportarsi in modo strano con lui. -Così
ho cominciato a guardarmi intorno e mi sono accorto che ci sono un sacco di
pesci nel mare e molti di questi sembravano interessati a me...E in breve
tempo,Scorpius Malfoy è diventato solo un pallido ricordo-concluse,avvicinandosi
leggermente al moro. Al incontrò il suo sguardo e lo fissò pensieroso. -Tu
mi piaci Al e lo sai...Lo hai capito fin dalla prima volta che siamo usciti
insieme- Al annuì sospirando,passandosi poi una mano fra i capelli. -Forse
non è il momento adatto...-tentò. Non potè continuare perchè l'istante dopo
le labbra di Emmett erano sulle sue,morbide e calde, che sfioravano il suo
labbro inferiore con piccoli tocchi che velocemente lo convinsero a ricambiare
il bacio. Portò una mano dietro la testa e affondò le dita fra i capelli di
Emmett cercando di farsi guidare dall'istinto. -Non esiste il momento
adatto. Perchè non provi ad affidarti di me?Magari riesco a farti dimenticare
Malfoy...Inoltre sospetto di non esserti completamente indifferente-aggiunse poi
staccandosi dalle sue labbra giusto la distanza necessaria per
parlare. Confuso,Albus premette le labbra una sull'altra,indeciso su quale
fosse la cosa più giusta da fare: era meglio rifiutare quell'
"invito",continuando a sperare che Scorpius cambiasse idea, oppure doveva
voltare pagina una volta per tutte? Del resto anche Emmett aveva ragione:lui
non gli era per niente indifferente. Alla sua mente tornarono chiare,neanche
fossero state pronunciate pochi istanti prima,le parole che Scorpius gli aveva
detto quando lo aveva accusato di essere geloso...ferendo neanche le sentisse
per la prima volta. "Io non sono geloso...Specialmente di te". Era stato
un'amante come gli altri. Rialzò lo sguardo sul volto di Emmett e annuì
lievemente. -Va bene- Emmett sorrise,chiaramente sorpreso e gli accarezzò
i capelli. -Va bene?- Al annuì avvicinando il viso al suo per posarvi un
bacio lieve. Avrebbe dovuto impegnarsi corpo,mente ed anima per dimenticare
Scorpius,ma era sicuro che con l'aiuto di Emmett ci sarebbe riuscito. Emmett
ricambiò il suo bacio,facendolo diventare più passionale e facendo avvicinare i
loro corpi, mentre un braccio di Albus si stringeva contro la vita del
ragazzo. -Non capisco perchè tutte queste storie!E' nostro
fratello,no?Mica...- Una voce,inaspettata e fastidiosa,portò Albus ad
allontanare il viso da quello di Emmett e a voltarlo verso la porta della
stanza,dove schierati sull'uscio c'erano i gemelli,Rose,Rebecca che lo
guardavano con aria allibita e Daniel che,con maggior pudore,girava lo sguardo
ovunque tranne che verso il letto. -Cazzo...-si lasciò andare,togliendo il
braccio dalla vita di Emmett e portando la schiena contro la spalliera del
letto. Osservò le facce degli "intrusi" e,mentre Ronald e James avevano gli
occhi spalancati fissi sul letto,quasi avessero subito uno Stupeficium,Rose e
Rebecca avevano abbassato lo sguardo sulla punta delle proprie scarpe,il viso di
un rosso quasi innaturale. -Che sta succedendo qui?-si riscosse
James,ricordandosi del suo ruolo di primogenito. Nonostante l'assurdità della
situazione,Al non riuscì a trattenere un sorriso ironico. -A te che
sembra?-gli domandò poi. Sporgendosi oltre la sponda del letto,raccolse i
boxer da terra e,portandoli sotto le coperte iniziò ad infilarli. Solo
voltando lo sguardo si ricordò della presenza di Emmett,che finora era rimasto
in silenzio per non disturbare. Forse era il caso di fare le
presentazioni... -Ah,ragazzi questo è Emmett;Emmett loro sono James e
Ronald,i miei fratelli,lei è Rose,mia cugina e lei è Rebecca,la ragazza di
Ronald. E la loro guida è Daniel,il ragazzo di mia sorella-disse indicandoli
uno ad uno. Solo Rebecca e Rose fecero un cenno di saluto verso Emmett che
ricambiò a sua volta. -Salve,io sono un...-si presentò. -Lui è il mio
ragazzo-tagliò corto Albus. Era meglio mettere delle etichette ben precise se
non si voleva incorrere in equivoci. Emmett lo guardò con aria sorpresa e,per
confermare quelle parole,Albus annuì con un leggero sorriso sulle labbra. -Al
mi dispiace se sono piombato qui,ma Lily è sparita e non so che fine possa aver
fatto-s'intromise Daniel prima che uno dei due gemelli esplodesse. -Ma non
avreste dovuto vedervi questa mattina?-domandò Al scivolando fuori dalle coperte
a torso nudo. Il moro si chinò leggermente e raccolse i pantaloni di
Emmett,lanciandoli al ragazzo,che gli rivolse un sorriso riconoscente,prima di
voltare la schiena ai presenti e iniziare a vestirsi. -Infatti!Però non
riesco a trovarla e non ho la più pallida idea di dove possa essere...-continuò
Daniel,totalmente indifferente a quello che accadeva attorno a lui. -Vogliamo
far finta che non sia successo niente?Che non abbiamo visto niente?-domandò
Ronald non riuscendo più a controllarsi. Perfettamente a suo agio,Albus prese
la camicia dell'uniforme e la infilò,iniziando l'attimo dopo ad
abbottonarla. -Parliamone-disse calmo. -Ronnie forse non è il
caso...-cercò di calmarlo Rose. -Che vuoi sapere Ronald?-domandò Al
continuando a fissare il fratello. Non aveva nulla da nascondere,era ciò che
era e prima o poi i suoi fratelli ne sarebbero venuti a
conoscenza...Sinceramente aveva sperato che non succedesse così presto,e
soprattutto non in maniera così "cruenta",ma ormai era successo,che poteva
farci? Si guardarono per qualche secondo,impegnati in quello stupido gioco di
sguardi per determinare chi dei due era il più forte dei due. -E' uno
scherzo?-chiese,rendendosi conto l'attimo dopo di aver usato le parole
sbagliate. Albus continuò a sorridere,nonostante quelle parole lo avessero
colpito e scosse la testa. -No,non è uno scherzo...E' quello che sono-disse
semplicemente. -Ne sei sicuro?Voglio dire,come fai a saperlo con
sicurezza...-chiese James parlando per evitare che Ronnie facesse altri
danni. Senza accorgersi di averne fatti a sua volta. -Tu come fai a sapere
che sei attratto dalle donne?-rispose di rimando Albus. James alzò le
spalle. -Lo so e basta- Il fratello annuì. -Non avrei saputo spiegarlo
in modo migliore-commentò. Ronald si voltò verso Daniel e lo fissò per
qualche istante,neanche avesse appena avuto un'illuminazione. -Tu lo
sapevi!Ecco perchè eri così restio ad accompagnarci qui...Perchè sapevi che
avremmo trovato questo...questo schifo!- La classica cigliegina sulla
torta... Dopo un veloce sguardo ad Albus,Daniel annuì brevemente. -Sì...Lo
so da un pò-ammise. -E perchè...-domandò James sorpreso. -Perchè glielo
chiesto io!Ho chiesto a lui e a Lily di tenere la bocca chiusa su questa storia
e finora hanno mantenuto il segreto. Che c'è soltanto voi potete avere dei
segreti?-domandò arrabbiato Al,guardando ora uno ora l'altro dei
gemelli. Fare il nome della sorella,per una strana connessione di idee,gli
fece tornare alla mente un ricordo non troppo lontano. -Romeo e
Giulietta...-mormorò a mezza bocca. Si accorse che lo sguardo di tutti gli
altri era su di sè,curioso,ma sarebbe stato troppo difficile spiegare tutta la
storia. Raccolse i pantaloni dal pavimento e si guardò intorno alla ricerca
delle scarpe. -Che ti prende?-gli domandò Daniel. Al alzò lo
sguardo,impegnato nello stesso tempo a tirar su la lampo dei pantaloni,e
incontrò il suo sguardo. -Forse so dov'è Lily-
4 PRIVET
DRIVE
Harry si stava rilassando leggendo le ultime pagine di
un thriller,di cui credeva di aver già scoperto l'assassino,quando arrivò la
telefonata. Hermione aveva passato la notte da una sua compagna di classe che
aveva deciso di festeggiare il compleanno invitando le sue amiche ad un pigiama
party,quindi quando alzò la cornetta era assolutamente sicuro di
sentire,dall'altro capo del telefono,la voce di Stella,la madre della bambina
che voleva rassicurarli e dar loro l'orario per andare a prendere
Hermione. Ecco perchè la sua sorpresa fu massima nel sentire la voce della
Preside McGranitt. Dopo averlo salutato con il massimo della gentilezza ed
aver espletato i convenevoli,la Preside lo informò che Albus aveva avuto
un'incidente e che nonostante non fosse niente di grave,forse,era meglio se lui
e Ginny facevano una visita veloce al castello. L'uomo le aveva assicurato
che sarebbero stati lì il prima possibile,giusto il tempo di sistemare alcune
cose. L'attimo dopo aveva alzato il telefono,aveva chiamato il negozio e
aveva avvertito Ginny che doveva tornare a casa di corsa,perchè doveva parlarle
di cose molto urgenti;dopodichè,aveva chiamato Stella e l'aveva informata
dell'imprevisto,chiedendole se era un problema per lei se Emy restava per
qualche ora più delle altre bambine. Ovviamente la sua richiesta era stata
accolta fra mille rassicurazioni e alla richiesta di informarla presto sulla
salute di Albus,nonostante Stella lo avesse visto un paio di volte da quando le
loro figlie erano amiche. Nello stesso istante in cui aveva posato la
cornetta del telefono,Ginny era comparsa nel salotto,un'aria battagliera e
leggermente risentita per aver dovuto lasciare il negozio proprio di
sabato,giorno in cui si facevano più affari;ma quel cipiglio scomparve
velocemente man mano che Harry le raccontava quello che la McGranitt gli aveva
detto poco prima al telefono. -Cosa credi che sia successo?-gli aveva chiesto
la moglie,chiaramente preoccupata. Lui aveva scosso la testa. -Non lo
so...Ma conoscendo Albus,non può essere niente di grave-aveva cercato di
rassicurarla. Lei aveva annuito,cercando di convincersi delle sue parole e si
era portata una mano alla gola,come faceva sempre quando era
preoccupata. -Sei pronta per andare?-le aveva domandato poi mettendole una
mano sulla spalla sinistra. Ginny aveva annuito e l'attimo dopo si erano
entrambi smaterializzati alla volta di Hogwarts.
HOGWARTS
Era già da cinque minuti che sentiva del trambusto sotto
di lei. Inizialmente erano state soltanto delle voci,varie voci che
parlottavano fra di loro,poi aveva cominciato a sentire i rumori tipici prodotti
da qualcuno che si arrampica su un albero e,nonostante la stanchezza per la
nottata trascorsa in bianco,aveva sorriso. Non aveva avuto nessun dubbio:lui
avrebbe saputo dove cercarla... Quando Albus arrivò all'altezza del suo
ramo,e la vide,fu evidente il suo sollievo:forse non trovandola ai rami più
bassi doveva aver pensato ad un errore. -Eccoti qui!-le disse sedendosi
accanto a lei,serrando le mani sul ramo. Lei gli rivolse un sorriso accennato
e restò in silenzio. -La prossima volta che decidi di sparire,per
favore,lascia almeno un biglietto per quel povero martire del tuo fidanzato...E'
da questa mattina che gira per il castello alla tua ricerca!-le disse
rimproverandola scherzosamente. Il suo ragazzo... Quelle tre semplici
parole provocarono la rottura della corazza che aveva cercato di mantere intatta
per tutta la sua permanenza su quell'albero,facendole piegare il viso in una
smorfia prima che le lacrime iniziassero a scivolare lungo le
guance. Accidenti! Era riuscita a combattere per tutta la notte contro
quel senso di angoscia che sembrava schiacciarla da dentro,ed ora erano bastate
tre semplici parole,dette anche in tono scherzoso per farla crollare in quel
modo? Sorpreso da quella reazione,mentre i singhiozzi si univano alle
lacrime,Albus fissò il volto della sorella per qualche istante prima di muovere
un braccio e portarlo sulle sue spalle,cercando di avvicinarsi a
lei. -Ehi...Che ti succede? Dovresti essere al settimo cielo oggi!-le
disse accarezzandole la spalla destra. -Papà non vuole mantenere la sua
parola!-disse fra le lacrime. Un'espressione dubbiosa apparve sul volto di
Al:era chiaro che neanche lui riusciva a spiegarsi il comportamento del loro
padre! -Cosa?Perchè?-le domandò incredulo. -Continua a dire che Dan mi
farà del male,che io non lo conosco...-gli raccontò Lily tirando su con il
naso. -Invece lui crede di conoscerlo?Che assurdità!-commentò il
ragazzo. Lily si passò una mano sulla guancia sinistra,asciugandola dalle
lacrime,tornando a tirare su con il naso. Al abbassò leggermente lo sguardo e
cercò i suoi occhi. -E' per questo che hai passato la notte qui sopra?-le
domandò poi. Lei alzò le spalle. Non aveva un vera spiegazione che potesse
aiutarlo a capire cosa l'aveva spinta a salire su quell'albero; sapeva soltanto
che in quel momento le era apparsa la sola cosa sensata in mezzo al caos che
imperava nella sua mente. -Devi essere esausta-disse ancora il
ragazzo. Lily alzò di nuovo le spalle,cercando di sembrare noncurante,ma non
era bastato che lui glielo chiedesse perchè la tensione accumulata in quelle ore
scendesse su di lei,facendole abbassare le spalle. Al annuì,continuando ad
accarezzarle la spalla e per qualche istante restarono in silenzio,finchè lui
non sospirò. -Scommetti che riesco a rendere insignificante il tuo piccolo
problema di cuore?-disse in tono scherzoso. Lei accennò un sorriso e lo
guardò,gli occhi ancora un pò lucidi per il pianto di poco prima. -Vediamo
che sai fare...- Al sorrise e prese un respiro profondo prima di
parlare. -Allora...Ieri sera sono stato scaricato da Scorpius che,quando ho
solo provato ad accennare alla possibilità che ci fosse qualcosa di più serio
del sesso fra noi,mi ha "gentilmente" ricordato che ero stato fortunato ad
ottenere le sue attenzioni finora e che non dovevo aspettarmi altro da
lui-iniziò. Lily si rabbuiò per qualche istante. -Che gran
bastardo!-commentò poi. Lui sorrise,felice per la solidarietà mostratagli
dalla sorella,e annuì. -Già,ma mentre tornavo alla torre ho incontrato Emmett
e per fartela breve,siamo stati insieme e ora siamo una coppia- -Wow che
velocità di recupero!-scherzò lei,sorpresa da quella novità. Al
annuì. -Già,non ho fatto in tempo a sfidanzarmi che già avevo la coda alla
porta...Che altro? Ah,i nostri cari fratelli hanno scoperto il mio
"scannatoio" e mi hanno sorpreso a letto con Emmett-concluse. -Oh no!Stai
bene?-gli domandò preoccupata. Lily si accorse del silenzio che Al lasciò
cadere dopo quella domanda e capì che qualcosa doveva essere andato
storto. -Ronnie mi ha "simpaticamente" chiesto se le mie scelte di vita sono
uno scherzo e ha definito uno schifo la mia vita sessuale...Come se io mi
mettessi a giudicare come lui si comporta a letto con Becca! Dovevi vedere la
sua faccia-aggiunse poi con voce leggermente più bassa. Lei poggiò una mano
sul braccio di Al e gli sorrise. -Era ancora sotto shock per la
sorpresa,vedrai con il tempo gli passerà...E poi lo sai che Ronald non è il
cervellone della famiglia!-cercò di tranquillizzarlo. Al sorrise e annuì
lentamente,più per farla felice che per vera convinzione. Fra di loro cadde
il silenzio che gli permise di sentire il lontano cinguettio degli uccelli e
l'impazienza con cui,qualche metro sotto,gli altri stavano aspettando loro
notizie. -Credi che dovremmo scendere?-domandò Lily,mantenendo lo sguardo
fisso davanti a sè. Lui alzò le spalle. -Non credo che passare la tua vita
su quest'albero ti aiuterà a vincere la battaglia contro papà-le fece
notare. Lily sospirò e abbassò lo sguardo,mordendosi il labbro
inferiore. -Ok,ti ha negato il permesso di vederlo,e allora? C'è sempre la
mamma,potresti provare a lavorarti lei...-le consigliò. -Magari anche lei è
d'accordo con papà,magari è tutto inutile e io perdo il mio tempo...- -Sempre
meglio che non averci provato affatto,non trovi?-ribadì ancora Al. Lei alzò
lo sguardo sul volto del fratello e sospirò,mentre la sua mente considerava
quell'idea: in fondo cosa aveva da perdere? Tanto a sentire suo padre,non
c'era niente che potesse dirgli che lo avrebbe convinto a cambiare
idea... Lentamente annuì,poggiando poi la testa sulla spalla del fratello e
chiudendo per qualche secondo gli occhi,vinta dalla stanchezza. -Che ne
diresti di scendere da qui sopra,tornare alla torre,farti una doccia e poi
infilarti sotto le coperte?-le domandò Albus accarezzandole la spalla. Lei
accennò un sorriso,rialzando leggermente la testa per incontrare il suo
sguardo. -Mi sembra un'idea fantastica...Facciamo a chi arriva per primo a
terra?-gli domandò poi. Al sorrise e con accortezza portò le mani attorno al
tronco,preparandosi a scendere,scorgendo con lo sguardo Lily che imitava le sue
mosse,ma pochi secondi dopo,sua sorella lo aveva già superato veloce neanche
avesse fatto quello per tutta la vita. Lui si lasciò superare,conscio che
quella piccola rivincita su di lui avrebbe aiutato il morale della sorella a
risollevarsi,provando lo stesso ad accellerare la sua discesa,soltanto per non
dargliela vinta troppo facilmente. Il tronco era umido,bagnato per il
temporale di quella notte e per la sua naturale vischiosità,e rispetto alla
salita Albus doveva controllare con maggiore attenzione dove poggiava mani e
piedi. Lily era già arrivata a terra,mentre lui era ancora a metà
dell'albero,sorpreso dalla velocità di sua sorella:ma come accidenti aveva fatto
ad arrivare in fondo così in fretta? Provò ad accellerare a sua volta,e fu
allora che la mano destra perse la presa inaspettatamente. L'istante dopo
anche il piede destro la seguì. Tentò di trovare dei nuovi appigli,ma prima
che neanche se ne accorgesse,aveva perso tutti i suoi agganci e stava cadendo
nel vuoto. Non aveva idea della distanza che lo separava dalla terra,ne
quanto si sarebbe fatto male,non gli passò neanche tutta la sua vita davanti
come aveva sentito dire tante volte. Chiuse soltanto gli occhi e cercò di non
pensare a nulla.
Non riusciva a staccare lo sguardo da Albus,nè ad
allontanarsi dal suo letto. La consapevolezza che sarebbe potuta finire molto
peggio,rendeva la presenza di suo figlio in quel letto dell'infermeria un vero
dono del cielo. Quando lei ed Harry erano arrivati al castello,la preside
McGranitt li aveva informati velocemente su quello che era accaduto ad Albus per
poi guidarli verso l'infermeria. Lui era lì,attorniato dai suoi fratelli e
dai suoi amici,che erano con lui quando era avvenuto l'incidente ed erano stati
i primi a soccorrerlo:era stata Rose a rallentare la caduta di Al con
un'incantesimo,evitando così che le ferite fossero più gravi,ed erano stati i
gemelli e Daniel a portarlo lì. Così Madama Chips,per curare la commozione
celebrale riportata in seguito alla caduta,lo aveva addormentato e non lo
avrebbe svegliato fino all'indomani mattina,riducendo così al minimo le
conseguenze delle caduta. -Ragazzi avete fatto benissimo a portarlo
qui...-sentì dire ad Harry. -Speriamo solo di aver fatto abbastanza
presto-commentò James. Girandosi sulla sedia,Ginny vide Harry annuire e
posare una mano sulla spalla sinistra del ragazzo. -Certo che sì!Sta
tranquillo...-provò a rassicurarlo l'uomo. Ginny scosse la testa e mosse lo
sguardo in giro per la stanza,posandolo poi su Lily,accanto a Daniel
che,nonostante la presenza sua e di Harry,le teneva una mano e le accarezzava il
palmo con il pollice con fare rassicurante cercando di calmarla,mentre la testa
della figlia era posata sulla spalla destra del ragazzo. -Tesoro hai la
faccia stanca-le disse dolcemente. In effetti,a guardarla meglio,si capiva
subito che Lily non aveva dormito affatto. I gemelli avevano raccontato loro
come si erano svolti i fatti e,soprattutto, perchè Al era su un'albero,cosa
totalmente lontana dal suo essere. Ascoltando la spiegazione dei due
ragazzi,Ginny aveva capito molte cose dei suoi due figli più piccoli. Lily
accennò un sorriso tirato e scosse la testa. -Sto bene,non ho sonno-la
rassicurò. -Piccola perchè non vai a riposare un pò?-si intromise
Harry. Stranamente quell'intromissione le diede sui nervi:per la prima
volta,nella sua vita,sentire la voce di Harry le diede fastidio,sapere che lui
era presente con lei nella stessa stanza la riempiva di rabbia. La ragazza
scosse di nuovo la testa. -Sto bene-disse telegrafica senza guardare il
padre. -Forse avresti bisogno di un pò di tempo da sola,senza qualcuno che ti
infastidisca...-continuò l'uomo. Lily scosse la testa,senza parlare. Ginny
portò lo sguardo su Harry e capì subito a chi era rivolto il suo
sguardo. -Sai Daniel,credo che ora dovresti andare...In fondo è una questione
di famiglia,e tu...-iniziò. -PER L'AMOR DEL CIELO,VUOI LASCIARLO IN
PACE?-sbottò prima di riuscire a rendersene conto. Tutti i presenti nella
stanza voltarono lo sguardo su di lei,increduli. Ma mai quanto Harry. Non
aveva mai usato quel tono con lui. Cercando di calmarsi,Ginny voltò le spalle
ad Harry e si passò la mano destra fra i capelli, ravviandoli dietro
l'orecchio. Accorgendosi così che stava tremando
visibilmente. -Gin,tesoro...- Ah no,non glielo avrebbe lasciato
fare! Si voltò,ancora furiosa per il suo comportamento e lo fissò con due
occhi inferociti. -Ti sei fermato anche solo un'istante a pensare che
forse,FORSE,Daniel non è uguale a Dean? Che magari quello che è successo con
Dean non si ripeterà di nuovo? Ti sei accanito su di lui senza neanche
prenderti la briga di conoscerlo,senza parlarci per cinque secondi... Non hai
pensato che se deve avere qualcosa di buono se tua figlia è tanto innamorata di
lui da arrivare ad odiarti e a sparire per una notte intera?- Suo
malgrado,quelle parole non avevano quella cattiveria che lei sperava,ma una nota
di tristezza. -Sai perchè l'ho fatto:non posso permettere che...-iniziò lui
senza allontanare lo sguardo dal suo. Ginny scosse la testa con
decisione. -Smettila di usare Lily come scusa!Non te lo lascerò
fare... Fai sempre così...-aggiunse poi. A quelle parole Harry aggrottò la
fronte. -Che vuoi dire?-le domandò. Ginny allontanò lo sguardo dal suo e
si passò di nuovo la mano fra i capelli per poi tornare a fissarlo. -Usi la
tua famiglia come scusa per evitare di affrontare le responsabilità delle tue
azioni e alla fine siamo sempre noi a rimetterci. Prima la storia di Sarah e
ora questo...- -NON STARAI PARLANDO SUL SERIO!-ribattè lui
incredulo. -GUARDA COSA è SUCCESSO AD ALBUS!Lo hai fatto di nuovo! Non ti
sembra di rivivere una scena già vissuta in passato? Qualcuno "minaccia" la
tua famiglia,tu ti batti per far sì che non succeda niente di male...ma alla
fine non fai altro che peggiorare la situazione. Lily è salita su
quell'albero dopo aver parlato con te,e ora Al ha una commozione celebrale
mentre tutto si sarebbe potuto evitare se avessi trascorso cinque minuti con
Daniel!-aggiunse amareggiata. Harry rimase in silenzio,quasi schiacciato
dalle parole della moglie,incapace di ribattere. -Non so che
dire...- Ginny alzò le spalle,allontanando lo sguardo dal suo. -Non c'è
proprio niente da dire...- Dopodichè uscì dall'infermeria,bisognosa di una
boccata d'aria fresca,seguita dagli sguardi attenti e curiosi dei suoi figli e
da quello allibito di Harry.
Salve a
tutti!!!Eccoci qui...Affrontiamo subito il problema principale: mi
conoscete e sapete quanto amo Albus,quindi sapete che non potrei fargli mai del
male,ma avevo bisogno di lui per creare un pò di scompiglio nella famiglia...e
anke fuori.
Come vi
avevo annunciato,sono successe tante cose(anzi vi ringrazio x aver avuto la
pazienza x essere arrivati fino in fondo!),e ora bisogna aspettare le
reazioni:Harry dovrà riflettere su qll che Gin gli ha rinfacciato,visto anche
l'icidente di Al,Scorpius deve scegliere fra i veri sentimenti e quello che
ritiene vero,cioè le sue bugie,e anke Ronald deve capire se è disposto ad
accettare la vita "sbagliata" di Albus.
Come vi
ho anticipato x i prossimi due capitoli parleremo dei seniors,anke x dare spazio
a quelle coppie ke in qst capitoli sn state un pò
trascurate...
Ringrazio tutti coloro che recensiranno questo capitolo e quelle che lo
leggeranno,e chiedo scusa x gli errori di ortografia e di
battitura.
La frase
all'inizio del capitolo è tratta da "I'm not in
love" dei 10CC.
Piccola
precisazione:mi sono accorta di aver scritto male il titolo della fiction da cui
ho tratto ispirazione x la scena su Fred ed Allison:il titolo corretto è "Ho fame...di te!"
SORRY!!
E ora i
ringraziamenti:WingsHP(Spero di
averti accontentata con il piccolo accenno ad Al e Scorpius e che tu nn sia tr
arrabbiata x come le cose ora si stanno mettendo,ma del resto che gusto ci
sarebbe stato a farli filare fin da subito d'amore e d'accordo?E per rispondere
alla tua domanda su Scorpius:chi è che nn si è mai comportato da idiota quando è
innamorato?), Ron'84(Grazie x i complimenti!Andare contro è sempre la cosa +
difficile,specie se lo si fa x amore...Bisogna solo vedere quanto si è caparbi e
qnt quel sentimento è forte,soprattutto se ci si mette anche la distanza di
mezzo e se nn ci vengono risparmiate le tentazioni!Harry...Beh, era diverso
quando ad osteggiare la sua storia con Gin c'era Ron xkè entrambi erano già
maggiorenni e inoltre Ron nn era il padre di Gin,quindi potevano benissimo
fregarsene della sua disapprovazione,ma Dan è tr rispettoso della sua figura x
farlo...),Lights(E'
vero,forse anche un migliaio di volte...ma io mi sciolgo ogni volta come se
fosse la prima volta!Ma forse tu sei tr buona...),Sunshine'86(Per fortuna che Lily ha
colto solo il lato romantico della tragedia! Beh,era quasi scontato che la
faccenda venisse riportata anche a George e Luna,considerato anche il fatto che
Allison ha 2 anni in meno di Fred...Non ci hanno pensato neanche 2 secondi! Cmq
fortunatamente la faccenda è rientrata presto,anke grazie a George e Luna,che
grazie al loro passato,hanno evitato di trasformarla in una tragedia cm invece
stavano facendo Seamus e Rupert!Avevi ragione a sospettare...Del resto cos'altro
frenava Albus?Scorpius aveva spento anche la sua ultima speranza...Non smetterò
mai di chiedermi xkè gli uomini sn cs ottusi certe volte!),Sweey(Non perdere la speranza su Al e
Scorpius,mi raccomando!L'amore troverà la strada...),IRE'89(Come sono andati gli esami?Credo
che l'isolamento fosse sl una scusa x Harry:era convinto ke in ql mese di
lontanza Daniel avrebbe cambiato idea e la storia sarebbe finita naturalmente,
senza "gravi" conseguenze,ma ovviamente aveva fatto male i suoi calcoli e ha
dovuto rimediare all'ultimo istante.Ti ho fatto una bella sorpresa con James e
Rose,nel capitolo precedente,vero?Credo che nessuno se lo aspettasse,forse
pensavano di dover attendere ancora qualche capitolo,ma mi sono resa conto che
rimandare ancora sarebbe stato inutile:che senso ha aspettare se due persone
sono sicure del loro amore?...Non puoi capire quanto sono contenta x il tuo
amore x Scorpius ed Albus!!!Già,in quel corridoio...con la possibilità che i
suoi compagni Serpeverde sentissero o vedessero le sue reazioni con quell'
"insulso" Grifondoro:alle volte si riesce a capire di + da una persona dal
comportamento che dalle parole...).
Bene,x
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"If I
could turn back time"
Baci
Eva.
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Capitolo 28 *** If I could turn back time ***
as time goes by
Ogni mattina,essendo il
primo dei due a leggere il giornale,Rupert faceva delle piccole orecchie agli
angoli delle pagine dove trovava una notizia che credeva potesse interessare al
compagno. Quella mattina non fu diversa dalle altre,ma quando Seamus si
sedette al tavolo per una veloce colazione e una scorsa rapida ai giornali,in
ritardo come al solito,si trovò davanti ad una notizia che l'altro aveva evitato
di marcare. E la cosa non lo sorprese per niente. Era la notizia più
importante della pagina sportiva:la squadra nazionale di Quidditch avrebbe
incontrato quella inglese in un incontro che avrebbe decretato il vincitore del
Campionato Mondiale. Ad accompagnare la squadra,che avrebbe disputato una
partita all'Apollo Stadium di Seattle, oltre allo staff tecnico e medico,c'era
anche i due telecronisti che avevano accompagnato la lunga avventura della
nazionale inglese durante il lungo cammino:Harvey Moon e Dean
Thomas. L'articolo si concludeva con le informazioni necessarie per
procurarsi i biglietti della partita. Dimentico della colazione e del suo
ritardo,Seamus si ritrovò a fissare il giornale senza vederlo veramente. Era
proprio vero:se Maometto non va alla montagna... Anche se c'erano voluti
vent'anni per compiere quel viaggio. -Vedo che lo hai letto- La voce
inattesa di Rupert lo portò ad alzare lo sguardo verso la porta e ad incontrare
il suo sguardo,osservandolo mentre si avvicinava alla sedia più vicina e vi
posava sopra la sua borsa. Il biondo si limitò ad annuire,non trovando niente
di meglio da dire. -Che ne pensi?-chiese ancora l'altro,in piedi accanto alla
sedia. Cosa pensava? In lui c'erano tanti pensieri,satelliti che si
scontravano l'uno contro l'altro,e che non lo facevano ragionare
tranquillamente. -Forza Inghilterra!-disse cercando di apparire
scherzoso. Ma ovviamente Rupert non raccolse il suo invito,sperando in una
risposta migliore. L'arrivo di Dean a Seattle non cambiava nulla della sua
vita:aveva fatto una scelta e non avrebbe cambiato nulla della sua vita attuale
per la sua improvvisa apparizione. Però... C'era sempre quella parte di
lui,tanto stupida e buona che non riusciva ad essere menefreghista: non quando
si parlava dell'amore fra due ragazzi. La notizia dell'incidente di Albus e
di cosa lo aveva scatenato era arrivato fino a loro,così come della piccola
"guerra fredda" che era ora in corso fra Ginny ed Harry e,non appena saputo
cos'era successo,Seamus si era chiesto più volte cosa avrebbe potuto fare per
convincere Harry a cambiare idea,a lasciare un margine di possibilità a
Daniel. Ed ora questa notizia... Forse parlare direttamente con Dean
avrebbe aiutato ad appianare le divergenze,a chiarire gli errori del
passato,permettendo così a Lily e Daniel di vivere la loro storia d'amore senza
strascichi e senza carichi pendenti. -Lo sapevo...- Ancora una volta tornò
con lo sguardo sul volto di Rupert e lo vide scuotere la testa
lentamente. -Come?- -Sapevo che sarebbe finita così-commentò stringendo le
dita attorno alla maniglia della borsa, sollevandola dalla sedia. Gli voltò
le spalle e si avviò velocemente fuori dalla cucina. -Rupert aspetta!Ma di
che stai parlando?-chiese andandogli dietro. -Sei così prevedibile lo
sai?Ormai riesco a capire tutto quello che farai ancor prima che tu me lo
dica!-gli disse voltandosi a fronteggiarlo,il viso a poca distanza dal
suo. Il biondo lo guardò incerto,quasi sorpreso da tanta rabbia da parte del
compagno:sapeva che quello era un argomento difficile per lui ma non potevano
litigare ogni volta che il nome di Dean riaffiorava fra di loro. -Ma se non
ho ancora deciso niente!-replicò leggermente sulla difensiva. Rupert sorrise
leggermente,neanche avesse appena sentito una barzelletta. -Quindi non stavi
pensando di andare da lui per parlargli di Lily e di Daniel...-tentò,sicuro di
indovinato i pensieri del compagno. Infatti,a quelle parole,Seamus restò in
silenzio,incapace di ribattere. Come aveva fatto ad indovinare con un solo
sguardo? Possibile che lo conoscesse davvero così bene? -E' che..-tentò di
dire. L'altro scosse la testa,come faceva sempre quando non voleva ascoltare
le sue spiegazioni e il biondo si zittì,conscio che parlando ora avrebbe solo
peggiorato le cose. -Sono in ritardo per il lavoro...E anche tu-aggiunse poi
prima di voltarsi di nuovo e avviarsi verso il corridoio che portava alla porta
d'ingresso. Seamus restò fermo,in mezzo al corridoio,nel pieno di una
confusione mentale,incapace di decidere qual'era la cosa giusta da
fare.
-Quanto tempo ancora
dovrà restare lì dentro?- Lo sguardo fisso sul piccolo esserino rinchiuso
nell'incubatrice,una mano infilata in un buco della teca,Ron le accarezzò lieve
un dito minuscolo e roseo,cercando di non fissare la sua mente sulle bende che
coprivano gli occhi della bambina e il tubicino che le entrava nella narice
destra per aiutarla a respirare. Eliza,sentendo la sua voce,si mosse
facendolo sorridere. Allontanò lo sguardo dalla piccola e lo posò sul
medimago accanto a lui,con aria preoccupata:ogni giorno era una nuova lotta per
la piccola,lo sapeva anche lui,quindi non poteva mai sapere cosa gli avrebbe
detto l'uomo. -La saturazione è buona,89%,il liquido nei polmoni si è quasi
completamente riassorbito e dai test svolti finora non abbiamo riscontrato danni
celbrali per il continuo utilizzo del respiratore. Credo che se la situazione
si mantiene così rosea,conto di farla uscire dalla rianimazione entro una
settimana e di dimetterla fra qualche settimana-gli disse il medimago. Ron
sorrise,sinceramente sollevato. Tornò ad abbassare lo sguardo sulla bambina e
le accarezzò il dorso della mano. -Hai sentito piccola? Dipende tutto da
te,quindi cerca di fare del tuo meglio-le disse con voce dolce. Seguendo la
sua voce,Eliza strinse le dita attorno al suo indice,facendogli salire le
lacrime agli occhi. -Già,è proprio questo lo spirito adatto!-la
incoraggiò. -Sua figlia è ricoverata da quasi due mesi,giusto?-disse il
medimago per conferma. Ron si limitò ad annuire. Dalla sera di
Capodanno. Chiuse gli occhi cercando di scacciare quel ricordo,ma ancora una
volta,le immagini di quella notte gli passarono davanti neanche i frammenti di
un film. Ricordava lo squillo del cellulare che squarciava il silenzio della
notte e il contatto con il legno del comodino accanto al letto,mentre le sue
dita cercavano a tentoni il telefono. Si risentiva ancora mentre con voce
assonnata apriva la comunicazione sentendosi travolgere da un fiume di parole
dall'altra parte della cornetta,riuscendo solo dopo qualche istante a connettere
e a dare un senso a quelle parole:Diane,la sorella di Cassie lo informava che
Cassie era in ospedale. Dopo aver strappato alla donna il nome
dell'ospedale,aveva interrotto la comunicazione ed era schizzato fuori dal
letto,cercando i suoi vestiti,senza preoccuparsi di far piano. Quando era
sulla porta della stanza,aveva visto la testa di Hermione alzarsi dal
cuscino,leggermente frastornata da tutto quel rumore,ma non se ne era curato:ora
ogni suo pensiero era per Cassie ed il bambino. Si era smaterializzato
all'ospedale e una volta trovato il corridoio giusto,si era trovato da solo con
Diane,che gli aveva raccontato di come Cassie si fosse sentita male poco prima
di andare a dormire:improvvisamente era svenuta e nonostante i loro sforzi per
farla rinvenire era rimasta priva di conoscenza. L'avevano portata di corsa
all'ospedale e lì i medici li avevano informati che era in corso un'emorragia
celebrale e che dovevano operare subito per salvare sia Cassie che il
bambino. Ormai erano due ore che erano in sala operatoria. L'attesa era
stata la cosa più straziante della sua vita:per la prima volta dopo anni si era
rivolto ai Maghi Riuniti e li aveva pregati di salvare Cassie e la sua
bambina,di non punirli per il comportamento sbagliato che aveva tenuto quella
notte. Quando finalmente il medico era uscito dalla sala operatoria aveva
rassicurato entrambi,affermando che per il momento la situazione era sotto
controllo,ma che le ventiquattro ore subito successive all'intervento erano le
più critiche. -Perchè quest'emorragia?-si risentì chiedere nella propria
mente Ron. Il medimago spiegò loro che Cassie aveva una vena leggermente più
grande delle altre nel cervello, che fino a quel momento non le aveva mai dato
problemi e che probabilmente non gliene avrebbe mai dato se non fosse stato per
la gravidanza,che aveva prodotto ormoni che ne aveva aumentato il lavoro e
quindi la grandezza. Chiara nella sua mente,quasi fosse successa il giorno
prima,ritornò la notte passata su una sedia, accanto al letto di
Cassie,tenendole la mano sinistra per avvertire ogni minimo cambiamento in
lei. Si era svegliato solo una volta,quando l'aveva sentita muoversi fra le
coperte:si era alzato e si era avvicinato a lei,accarezzandole la guancia destra
e,quando Cassie aveva aperto gli occhi,le aveva sorriso. -Ehi...Ma che mi
combini?-le aveva domandato. L'aveva vista accennare un sorriso,mentre lui si
portava alle labbra la mano sinistra stretta fra le sue. -Che è successo?-gli
aveva chiesto con voce bassa,che non avrebbe potuto udire se non fossero stati
circondati dal silenzio. -Hai avuto un piccolo svenimento,ma ora stai
bene...-le aveva spiegato. Lei aveva mugugnato,chiudendo gli occhi e
ricadendo velocemente in un sonno artificiale. -Io resto con te...Ti faccio
un altro pò di compagnia-le aveva detto,anche se forse Cassie non era riuscita a
sentirlo. Poco lontano da sè sentì l'allarme di un'incubatrice e vi posò lo
sguardo,cercando di capire cosa fosse successo,riuscendo però a scorgere
soltanto l'infermiera che si era avvicinata alla culla velocemente per prestare
le prime cure. Odiava quel rumore...Era un'altra cosa che non riusciva a
togliersi dalla testa. Doveva essersi appisolato perchè il velo d'incoscenza
che lo avvolgeva era stato squarciato da un' allarme acustico squillante e
continuo. Subito un'infermiera era entrata nella stanza,seguita pochi secondi
dopo dal medimago con cui aveva parlato quella notte e,nonostante fosse vicino
al letto abbastanza da tenere la mano di Cassie fra le sue,Ron si sentì lontano
mille miglia incapace di dare il suo aiuto. Riuscì a capire soltanto alcune
frasi inframezzate che gli fecero capire la gravità della situazione e si alzò
in piedi,quasi a voler fronteggiare il medico. -Che succede?-aveva
chiesto. Mentre il letto di Cassie veniva spinto fuori dalla stanza,il
medimago si era voltato verso di lui e lo aveva guardato con uno strano
sguardo. -Dobbiamo far nascere il bambino...Sia sua moglie che il feto sono
in stress respiratorio-gli aveva detto. -Farlo nascere?Ma è ancora troppo
piccolo!-aveva ribattuto Ron. Non sarebbe sopravvissuto e lui non poteva
prendere una decisione così importante senza averne prima parlato con
Cassie. -Se aspettiamo ancora moriranno tutti e due-gli aveva fatto
notare,quasi brutale,il medimago. Messo alle strette,Ron aveva
annuito. Ancora un'attesa,infinita,che lo aveva lasciato senza fiato ogni
volta che una porta nel corridoio si apriva o si
richiudeva. Finchè,finalmente il medimago che ormai aveva imparato a
riconscere,si era affacciato nel corridoio e gli era venuto incontro. Aveva
capito subito,grazie alla sua espressione,cosa era successo... Le ginocchia
avevano ceduto,portandolo di nuovo sulla panca,i pugni chiusi a coprire il
viso,quasi volesse nascondersi da quella verità che non poteva accettare. -Mi
dispiace...-gli disse l'uomo,posandogli una mano sulla spalla. Era
agghiacciato,impietrito da quella verità:Cassie era morta. A nulla erano
servite le sue preghiere. -Il bambino?-era riuscito a chiedere con voce
strozzata. -E' una bambina...Per essere nata prematura di due mesi,sta
bene. Per il momento è in terapia intensiva neonatale,se vuole
l'accompagno-gli aveva detto. Un sorriso aveva incorniciato il viso di
Ron:una bambina. Lentamente si era alzato dalla panca e aveva seguito il
medimago lungo il corridoio. Avrebbe dovuto fare tante telefonate,ma aveva
bisogno di un momento di "pace",prima di affrontare il caos. Ora,due mesi
dopo,quel piccolo esserino dentro l'incubatrice che diventava ogni giorno più
grande e più forte,era il suo unico scopo nella vita. Non vedeva l'ora di
portarla a casa... Sarebbe stato il miglior padre del mondo per lei,non le
avrebbe mai fatto mancare nulla e avrebbe fatto di tutto perchè non sentisse la
mancanza della madre. Sperando così di mettere a tacere prima o poi i propri
sensi di colpa...
Aveva capito che c'era qualcosa di strano già da
qualche giorno. Le loro telefonate,dopo la grande lite,avevano ripreso ad
essere regolari permettendo ad entrambi di ritrovare quella confidenza e quel
legame che avevano temuto di aver perso,scacciando via le nubi che ancora si
addensavano su di loro facendo così tornare il loro rapporto quello di una
volta. Ma nelle ultime telefonate,Alice si era accorta che c'era qualcosa di
diverso nella voce di Luke,che qualcosa lo preoccupava e non gli permetteva di
rilassarsi durante quei pochi preziosi minuti che trascorrevano al
telefono. Certa che gliene avrebbe parlato lui di sua spontanea volontà,aveva
atteso per quasi due settimane,ascoltandolo mentre le raccontava della gita ad
Hogsmeade in compagnia di Scorpius, della scuola e degli ultimi pettegolezzi che
giravano fra i vari corridoi. Senza mai dirle ciò che veramente le
interessava. Così quella sera aveva deciso di prendere lei in mano le redini
della discussione e di fare in modo che ne parlassero,in un modo o
nell'altro. -Posso farti una domanda?-gli disse in un momento di
silenzio. -Certo,dimmi tutto-l'aveva incoraggiata Luke. Sperando che lui
si dimostrasse ancora magnanimo una volta saputo cosa voleva chiedergli,Alice
aveva preso un respiro profondo ed era rimasta qualche istante in
silenzio,cercando le parole giuste. -In questi mesi ho imparato a
conoscerti,a riconoscere dal tono della tua voce quando qualcosa ti preoccupa o
ti fa arrabbiare,e in queste ultime settimane mi sono accorta più volte di
questa nota discordante nella tua voce lontana dalle tue parole. Quindi,anche
a rischio di sembrare paranoica,c'è qualcosa che non mi hai detto?-gli chiese
cercando di mantenere fermo il tono della voce e di non dare ascolto al suo
cuore che aveva iniziato a tamburellarle nel petto. Dall'altra parte della
cornetta arrivò il silenzio,un suono che lei non riuscì ad indentificare in
maniera positiva o meno:si sentiva messo alle strette da quella domanda? La
giudicava invadente? -In effetti qualcosa è
successo...-ammise,finalmente,Luke. Felice che lui non potesse vederla,Alice
socchiuse gli occhi e si passò una mano fra i capelli, rimproverandosi
mentalmente con sè stessa quando la vide tremare. -Oddio...-disse non
riuscendo a trattenersi. -Ma niente di quello che stai immaginando-aggiunse
subito Luke. Le raccontò l'incontro avuto con Mandy Greengrass e di come lei
si era dimostrata sicura e decisa che prima o poi avrebbe capitolato davanti
alle sue avances e dell'approvazione preventiva che i suoi genitori avevano dato
ad un possibile matrimonio fra lui e la Greengrass. Fu una strana sensazione
ascoltarlo parlare:un'altra ragazza insidiava il suo "uomo" e lei non poteva far
niente per impedirlo o per contrastare colpi che,venendo da una
Serpeverde,sarebbero stati sicuramente sotto la cintura e scorretti. La
stessa ragazza con cui Luke l'aveva già tradita... Sarebbe riuscita a
combatterla? -Dimmi a cosa stai pensando...-le disse Luke riportando la
attenzione alla conversazione. Senza accorgersene,si lasciò scappare un suono
ironico,mentre si passava una mano fra i capelli per allontanarli dalla
fronte. -Che sicuramente i tuoi genitori non mi inviteranno per il pranzo la
prossima Pasqua-disse cercando di scherzare. Sentì la leggera risata di
Luke,ma capì che lui non si sarebbe accontentato di quella battuta,ed il
silenzio che seguì glielo confermò. Sospirò profondamente,facendo fischiare
il microfono della cornetta e tornò a passare una mano fra i
capelli,nervosa. -Perchè ho una brutta sensazione?-domandò dando voce ai suoi
pensieri. -Non devi averne,non ne hai motivo! Io amo te e la paura di
perderti me lo ha fatto capire più chiaramente. Lei non è niente...Immaginala
come una mosca fastidiosa che puoi schiacciare se si avvicina troppo-le disse
con voce sicura. Alice accennò un sorriso e scosse la testa,quasi lui potesse
vederla. -Le mosche non sono così pericolose...così tentatrici-aggiunse
poi. Se Luke era caduto in tentazione una volta,era possibile che succedesse
di nuovo,no? Non era così assurdo! Dannazione odiava sentirsi così
impotente...Fosse stato per lei avrebbe preso il primo aereo per Londra e
sarebbe andata dritta dritta da quella Greengrass per avvertirla di tenere giù
le mani da Luke. -Hai paura che possa tradirti di nuovo?-le domandò Luke
indovinando il suo pensiero ancora una volta. -La lontananza è una brutta
bestia...E noi siamo già rimasti fregati una volta- -E' proprio per questo
che sono sicuro non succederà più:credi veramente che dopo tutta la fatica per
farmi perdonare,commetterei di nuovo lo stesso errore?-disse cercando di farla
ragionare. No,non lo avrebbe fatto,non era nel suo carattere. -Quindi cosa
dobbiamo fare?-domandò passando il cellulare da una mano all'altra stanca di
veder tremare le proprie dita. -Devi fidarti di me-disse semplicemente il
ragazzo. Già...A quanto pare era l'unica cosa possibile da fare. Ma ne
sarebbe stata capace?
Il trillo festante della piccola campanella sopra la
porta l'avvertì dell'entrata di un'estraneo nel negozio. Si affacciò dal
retro,certa di vedere Hermione girare come al suo solito fra le ultime novità,ma
dovette ricredersi,quando al posto dell'amica vide Harry,fermo al centro del
negozio quasi fosse la prima volta che vi metteva piede. -Ciao-lo salutò
senza il calore abituale. Uscì dal retro e si infilò dietro il bancone,quasi
avesse bisogno di una barriera che li dividesse. Dopo quello che era successo
ad Albus e la conseguente lite,i loro rapporti erano leggermente tesi,
improntati sulla cortesia reciproca ma sempre tesi...quasi fossero in attesa di
un'esplosione imminente. Da quando erano tornati da Hogwarts avevano iniziato
a dormire separati e,nonostante le promesse avevano evitato fino a quel momento
di parlare di quello che si erano detti,entrambi certi che avrebbe peggiorato le
cose fra di loro. -Ciao...Ti disturbo?-le domandò Harry accennando un
sorriso,la mano destra affondata nella tasca dell'impermeabile nero. Ginny
scosse la testa. -E' un'orario abbastanza tranquillo,dovresti saperlo-gli
fece notare lei. Harry annuì lentamente,lo sguardo posato sulla punta delle
sue scarpe. -Come mai sei qui?-gli domandò posando entrambi i palmi delle
mani sul piano del bancone. -Ho pensato di passare per invitarti a
pranzo;così almeno oggi eviti di mangiare i soliti sandwich- le disse Harry
tornando a fissare lo sguardo sul suo volto. La donna restò in silenzio
qualche istante,riflettendo sulle sue parole. Si stava impegnando molto per
riparare,era evidente e la cosa più giusta da fare sarebbe stato andargli
incontro e cercare di aiutarlo ad appianare le loro divergenze... Però in
quel momento lei non aveva voglia di aiutarlo. Erano passati giorni,aveva
avuto tempo per riflettere,eppure continuava ad essere arrabbiata con lui e
finchè non fosse riuscita a liberarsi da quel livore non avrebbe potuto far
niente. -Mi dispiace,ma avevo già un'appuntamento con Hermione per pranzare
insieme. Se mi avessi avvertito prima...-gli disse cercando di far sembrare
meno negativa la cosa. -Avresti detto di no-tagliò corto lui. -Sì,forse lo
avrei fatto-confermò Ginny sincera. Harry,continuando a tenere lo sguardo su
sua moglie,tirò su con il naso e si passò la mano sinistra fra i
capelli. -Non possiamo andare avanti così ancora a lungo-le fece notare,con
voce calma. Lei annuì. -Io sto cercando in tutti i modi di riparare a
quello che è successo,ma tu devi aiutarmi,devi venirmi incontro e farmi capire
cosa sto sbagliando-le disse avvicinandosi di un passo al bancone. Ginny
scosse la testa e si allontanò i capelli dal viso. -Credi sia così
semplice?Continuo a rivedere Albus in quel letto,con la testa fasciata,l'idea
che ci sia mancato davvero poco mi tormenta-gli confessò con voce
dura,chiaramente accusatoria. -Pensi che per me sia diverso?Che non mi senta
abbastanza in colpa?-le domandò Harry con lo stesso tono. Ginny restò in
silenzio,non trovando le parole adatte a spiegargli cosa si agitava dentro di
lei. Come poteva fargli capire che al momento tutto quello che prima aveva
tanto amato,la sua propensione verso la famiglia,il modo sicuro in cui si
prodigava per proteggerli,la sua totale mancanza di dubbi o di
tentennamenti,tutto questo ora la faceva arrabbiare istantaneamente? -Se ti
faccio una domanda mi rispondi sinceramente?-le domandò poggiando a sua volta i
palmi sul bancone,poco distante dalle sue. Ginny annuì,senza rialzare lo
sguardo. -Mi ami ancora?- Ci fu qualche istante di silenzio,in cui lei
scavò attentamente dentro di sè,cercando la risposta alla domanda di Harry e
alla fine sospirò. -Sì,credo di sì...Però al momento sono così arrabbiata che
non riesco quasi più a sentire tutto l'amore che ho per
te-rispose. Nonostante il momento grave,Harry sorrise:sua moglie lo amava
ancora,questo era l'importante. Era certo che presto,impegnandosi al
massimo,sarebbe riuscito a farsi perdonare. -Gin...Gin guardami-le disse
sporgendosi in avanti sul bancone verso di lei. Ginny alzò lo sguardo e
affondò gli occhi in quelli verdi del marito,il fiato sospeso in attesa di
quello che le avrebbe detto. -Ti prometto che rimedierò a quello che è
successo...-le disse con voce ferma,prendendole poi la mano destra fra le
sue. Ginny restò in silenzio e,dopo qualche istante di indecisione,decise di
annuire. Del resto poteva concedergliela una seconda opportunità dopo tutti
gli anni di vita passati insieme,no? Il campanello sopra la porta trillò
nuovamente portando entrambi a voltarsi. Hermione,dopo un rapido sguardo che
le permise di inquadrare la situazione,si bloccò con un piede ancora sulla
strada,quasi sperando di essere invisibile e di poter scappare senza esser
vista. Ovviamente non era possibile! -Ehi Herm!-la salutò
Ginny,sciogliendo la mano da quelle di Harry e rivolgendole un sorriso. La
riccia fece un cenno di saluto e chiuse la porta alle proprie spalle. -Spero
di non aver interrotto nulla-disse subito,quasi scusandosi. Harry sorrise e
scosse la testa. -Un marito non può passare a salutare la propria moglie che
subito la situazione diventa ambigua?-scherzò l'uomo avvicinandosi all'amica per
darle un bacio su entrambe le guance. Hermione sorrise e lo allontanò
gentilmente da sè. -Hai portato il pranzo?-domandò Ginny cercando di
allontanare il discorso da lei ed Harry. Hermione annuì ed alzò una busta di
cartone del "Pret A' Manger" che teneva stretta nella mano sinistra perchè
l'altra la vedesse oltre il bancone. -Allora sarà meglio che vi lasci al
vostro pranzo...-disse Harry per congedarsi. Si voltò di nuovo verso Ginny e
la fissò qualche secondo prima di accennare un sorriso. -Ci vediamo a
casa-disse poi. Lei annuì. -A stasera- Harry annuì a sua
volta,dopodichè si voltò e dopo aver salutato Hermione si avvicinò alla
porta. Pochi secondi ed era in strada,lasciando sole nel negozio le due
donne.
La sua tessara di giornalista gli aveva aperto molte
porte. Aveva permesso a Rupert e a lui di partecipare alla prima de "Il
Signore degli Anelli-Il Ritorno del Re",incontrando così alcuni membri del cast
arrivando a scambiare qualche chiacchiera con il regista. Gli aveva procurato
due dei migliori posti in uno degli ultimi concerti dei Backstreet Boys,come
regalo di compleanno per Allison,che ancora oggi,a distanza di anni,si
illuminava ricordando quel concerto. E anche quel giorno,gli permise di
entrare dove nessun fan avrebbe potuto. Si presentò all'entrata dell'Apollo
Stadium esibendo la sua tessera di giornalista alla guardia nel piccolo gabiotto
e gli aveva detto di avere appuntamento con Harvey Moon. Questi,un pingue
uomo in uniforme,si era limitato a controllare i suoi dati per poi lasciarlo
passare con le dovute indicazioni. Aveva parcheggiato nello stadio
semivuoto cercando di non dare ascolto all'agitazione che sembrava essersi
impossessato di lui:non avrebbe dovuto essere lì. Perchè non dimenticava
semplicemente quello che aveva letto sul giornale,la storia fra Lily e Daniel e
non andava avanti con la sua vita? Il resto della popolazione mondiale ci
sarebbe riuscita! Soltanto lui era così altruista,così comprensivo da
occuparsi dei problemi che non lo riguardavano... andando così a crearsene degli
altri. Erano quasi vent'anni che non si incontravano:come avrebbe reagito
alla vista di Dean? E lui cosa avrebbe detto? Fosse stato al suo
posto,avrebbe senza dubbio voltato le spalle e fatto finta di non averlo visto,
visto il modo in cui si erano lasciati anni addietro. Ma il tempo mitiga
tutto...non si dice così? Entrò nello stadio dall'entrata sud e attraversò il
corridoio che collegava le tribune al campo, prendendo la direzione degli
spogliatoi,come gli aveva detto la guardia. Nel silenzio che circondava lo
stadio,il rumore dei suoi tacchi era qualcosa di inquietante,come aveva visto
tante volte nei film dell'orrore. Si guardò alle spalle e vide di essere
completamente solo,anche se man mano che si avvicinava agli spogliatoi delle
voci soffuse gli venivano incontro. Non avrebbe avuto motivo di entrare,se
non per curiosità,quindi restò fermo a pochi metri dall'entrata degli spogliatoi
che qualcuno uscisse per chiedergli se Dean era ancora lì o se aveva fatto un
viaggio a vuoto. In quell'attimo di attesa pensò a Rupert e a come
affrontarlo una volta tornato a casa. Non sarebbe riuscito a nascondergli
quello che aveva fatto neanche per due secondi,del resto lo aveva capito ancor
prima che lui avesse chiara nella mente l'idea di andare a trovare Dean. Lo
conosceva troppo bene... L'idea di farlo soffrire o di fargli rivivere quello
che per lui era una specie di inferno privato lo straziava,ma non poteva fare
altrimenti,almeno se voleva essere un buon amico. La porta si aprì e un
gruppo di tre giocatori uscì nel corridoio,lanciandogli un'occhiata distratta,
prima di avviarsi verso l'uscita. Seamus tornò ad abbassare lo sguardo sulle
proprie scarpe,cercando di preparare un'accenno di discorso per quando sarebbe
tornato a casa quella sera,quando la porta si aprì di nuovo. Alzò la testa e
per qualche istante,un raggio di sole gli bloccò la visuale,impedendogli di
vedere il volto di fronte a sè. Ma capì istintivamente di chi si
trattava. -Seamus...- Non sapendo bene come rispondere,il biondo si limitò
ad accennare un sorriso,affondando le mani in tasca. Il tempo era stato
benevolo con Dean:i capelli ricci che tanto aveva amato c'erano ancora tutti,
sistemati ad arte con il gel dandogli un'effetto disordinato,la pelle del viso
era tesa e perfetta come quando avevano vent'anni,fatta eccezione per qualche
zampa di gallina agli angoli degli occhi e per qualche ruga attorno alle
labbra. Il fisico,aiutato anche dai tanti anni di allenamento,continuava a
mantenersi solido come la roccia, modellandosi perfettamente nel
capotto. -Ciao Dean-si decise a parlare. Si fissarono qualche
istante,ancora sorpresi di trovarsi uno di fronte all'altro dopo tanti anni,poi
Dean fece un passo in avanti verso di lui e gli sorrise. -Questo non me lo
aspettavo!-commentò. Seamus sorrise e annuì,consapevole dell'incredulità
dell'uomo. -Già!Ho letto che la squadra era a Seattle e ho pensato...- -Di
farti fare gli autografi dai ragazzi?-finì lui al suo posto. Seamus scosse la
testa. -No,ormai non sono più un grande appassionato di
Quidditch-confessò. Dean lo fissò sorpreso. -Beh,dovremmo rimediare,non
credi? Che ne dici di farmi compagnia durante il pranzo?-gli chiese
approfittando del momento propizio come era suo solito. Seamus si chiese se
era la cosa più giusta da fare:andare a pranzo con il proprio ex amante,
soprattutto con una storia così difficile come la loro non sembrava la migliore
idea del secolo! -Sempre che tu non abbia altri impegni...-aggiunse subito
Dean vedendolo titubante. Ma anche parlargli in piedi appoggiato ad una
parete era la cosa più sensata... Si affrettò a scuotere la testa e gli
sorrise. -No,nessun'impegno-lo rassicurò. Dean lo fissò qualche secondo in
più come per sincerarsi che gli avesse detto la verità,per poi annuire e
sorridere a sua volta. -Bene,allora seguimi...Conosco un locale favoloso-
-Quanto credi che andrà avanti questa storia?- Aveva
promesso di non impicciarsi,lo avevano fatto tutti,ma ora dopo essere stata
testimone di quel piccolo interludio non poteva esimersi dal porre quella
domanda. Quando aveva saputo dell'incidente di Albus aveva cercato di stare
vicina a Ginny,unica capace di capire il suo stato d'animo. Non stava vivendo
anche lei una battaglia privata? Ma Ginny,per la prima volta nella loro
amicizia,aveva messo dei paletti,impedendo qualsiasi confidenza su
quell'argomento,decisa a cavarsela da sola. Ma dopo due settimane ne lei ne
Harry erano riusciti a trovare delle soluzioni accettabili per far tornare le
cose come un tempo. -Hermione...-l'ammonì la rossa prima di prendere un sorso
dalla propria Coca. La riccia annuì. -Lo so,non sono fatti miei!Però voi
siete entrambi miei amici,i migliori che ho,e non mi sembra naturale restarmene
in un'angolo ad osservare senza fare niente per aiutarvi-le disse. -Non
abbiamo bisogno d'aiuto,te lo assicuro. E' qualcosa che dobbiamo risolvere da
soli-ribattè decisa Ginny. Hermione fissò l'amica mentre addentava il proprio
sandwich e si morse la parete morbida del labbro inferiore. -La rabbia è una
brutta malattia...-si lasciò scappare poi. L'altra si limitò ad
annuire. -Ci sono volte che non sopporto niente di ciò che fa,anche se si
limita a stare seduto sul divano a leggere il giornale-confessò sincera
Ginny. Hermione restò in silenzio,certa che dopo aver aperto quella piccola
apertura, Ginny si sarebbe lasciata scappare altro. -Nonostante siano passati
anni dall'ultima volta che siamo stati veramente in pericolo,Harry non riesce a
rilassarsi completamente,a viversi serenamente questo momento di pace,neanche ci
fosse ancora Voldemort alle nostre spalle pronto a farci del male. Ha bisogno
di avere tutto sotto controllo e quando qualcosa non va come lui aveva
immaginato si sente insicuro...E comincio seriamente ad odiare la sua
testardaggine! Guarda la storia di Daniel e Lily:anche se quel ragazzo aveva
dimostrato in tutti i modi possibili di tenere Lily,Harry non ha cambiato idea
su di lui,cercando un altro modo per separarli. E le conseguenze si sono
viste...- -Ha capito i suoi errori,vedrai che non succederà più niente del
genere-cercò di risollevarle il morale Hermione. Un sorriso sarcastico curvò
le labbra di Ginny. -Già,per aiutarlo a capire abbiamo quasi rischiato di
perdere Albus....con i gemelli era già successo,a chi capiterà la prossima
volta?-si ritrovò a chiedere. -Ginny!-ribattè l'amica sorpresa. Subito la
rossa scosse la testa,una mano a coprire gli occhi,quasi a nascondersi dalla
vista di Hermione. Ci fu un lungo momento di silenzio,mentre entrambe
cercavano di dimenticare quello che avevano detto e sentito,finchè Ginny rialzò
lo sguardo sul viso dell'amica e lo fissò in silenzio. -Non dire niente-le
disse Hermione-So che non lo pensavi veramente- Ginny annuì,ancora
leggermente titubante. Hermione tornò a portare la sua attenzione al proprio
sandwich e per alcuni minuti ripresero a mangiare in silenzio finchè non fu
proprio lei a parlare di nuovo. -Hai avuto notizie di Ron?-le chiese cercando
di apparire vaga. L'ultima volta che lo aveva visto era stata quella notte di
Capodanno. Aveva saputo di quello che era successo a Cassie e delle
complicazioni che aveva avuto alla nascita la bambina,e più volte aveva pensato
di chiamarlo per mostrargli la sua vicinanza;di fronte a questioni così gravi ci
dimentichiamo di tutto il male che una persona ci ha fatto, specie se a farne le
spese è una bambina. Ma ogni volta cercava il suo numero nella rubrica per
poi bloccarsi quando doveva attivare la chiamata. -Gli ho parlato
ieri...-disse Ginny lanciandole un'occhiata furtiva,cercando di carpire in un
solo sguardo la sua reazione. Hermione annuì,continuando a mostrarsi soltanto
vagamente interessata. -La bambina continua ad avere problemi,ma i medici
credono di poterla mandare a casa in un paio di settimane-le raccontò la
rossa. -Buon per lei!Magari l'ambiente familiare l'aiuta nella
guarigione-commentò sinceramente convinta di quello che diceva. Aveva sempre
saputo della presenza di quella bambina,era stato il motivo per cui aveva odiato
Ron per mesi,ma fino a quel momento era stata un'entità astratta,irreale di cui
aveva soltanto sentito parlare,neanche fosse una leggenda. Ora invece era
reale..E sembrava occupare ogni pensiero di Ron. -Hai deciso di rinunciare a
lui?-le chiese Ginny sorprendendola. -Beh non mi sembra il momento per
pensare ad una cosa così futile,dopo quello che è successo-le fece notare
Hermione. Ginny scosse la testa con convinzione. -Ti sbagli!E' proprio ora
che devi spingere e fargli capire cosa ha perso quando vi siete lasciati,
altrimenti lui creerà su Cassie una figura mitica con cui ti sarà impossibile
competere in futuro-la fece riflettere. Hermione si morse il labbro
inferiore,consapevole della fondatezza delle parole dell'amica e dopo qualche
secondo la guardò speranzosa. -Scommetto che tu hai qualche idea!-le
disse. Ginny sorrise ironica. -Non per vantarmi,ma sì... Ho qualche
idea-confermò.
Salve a
tutti!
Come ve la state cavando in
questa calda estate?
Io mi sto sciogliendo neanche
fossi un ghiacciolo dimenticato al sole,ma si fa quello che si può x evitare la
calura!
Come promesso,ecco il primo
capitolo sui senior,che ritornano dopo una lunga assenza sempre con i
loro problemi...e se non ne hanno fanno di tutto x andarseli a cercare(vedi
il caso di Seamus!).
Nel prox capitolo
ritroveremo un'altra coppia e ci sarà un piccolo intermezzo con i junior,come è
successo già qui,e cercherò di fare ordine nella situazione che si è creata fra
Ginny e Harry.
Alcune persone mi hanno
chiesto quanto manca al "ritorno al presente",ovvero al momento in cui Ronald
scopre la storia fra James e Rose;beh nn so dirvi cn esattezza qnt capitoli
manchino,ma posso dirvi che una volta chiusi i capitoli dei senior saremmo ad
aprile, quindi mancheranno un paio di mesi alla scoperta...Ma ovviamente nn
dovremmo raccontarli tutti per filo e x segno!
Ringrazio tutti coloro che
leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi scuso x eventuali errori di
ortografia o di battitura.
E ora i ringraziamenti:Lights(Spero di aver risolto il tuo
dubbio,ma se hai altre domande chiedi pure!Nel frattempo t do un consiglio sul
capitolo precedente:prova a rileggerlo mettendo alla fine la lite fra Harry e
Ginny e la dichiarazione di Scorpius,vedrai che cs t risulterà + chiaro...),
Sklupin(Grazie x i
complimenti!Il peggio è quando facciamo ricadiamo negli stessi errori senza
neanche rendercene conto,come nel caso di Harry...Beh la rivelazione di Al
sarebbe arrivata prima o poi,e ora sta ai fratelli capire se possono
"accettarlo" o meno,e credo che la paura dell'incidente aiuti a risolvere le
cose fra di loro),IRE'89(Questa volta sono io che devo farti i complimenti!Congratulazioni
x l'esame!!!Veniamo a noi...Essere rifiutati nn piace a nessuno, specie se
abbiamo provato + volte ad attirare l'attenzione di chi amiamo,quindi xkè
continuare a farci del male quando c'è già qualcun'altro che nn vede l'ora di
renderci felici?Forse il gesto di Al è stato guidato dal dolore x la perdita di
Scorpius e dal bisogno di sentirsi amato,ma chi al posto suo nn avrebbe fatto lo
stesso?Harry,Harry,Harry...E' un mistero vivente quell'uomo! Forse è vero che a
spingerlo è stato la paura che Lily restasse ferita,ma è vero anche che nn si
rassegna a vederla come un'adulta.Credo che ai suoi occhi,+ di tutti gli
altri,appaia ancora come la piccola di casa,a cui cambiava i pannolini...xò se
nn vuole perderla del tutto deve fare un passo indietro e rivedere le sue
posizioni,anche xkè continuando su quella linea di pensiero inasprisce ancora di
+ il suo rapporto con Ginny!),Sunshine'86(Non posso svelare tt le mie carte altrimenti renderei noiosa la
storia,ma posso dirti che la nuova piega che ha preso la storia fra Scorpius ed
Al aiuterà entrambi a fare chiarezza e a capire cosa vogliono veramente;inoltre
essendo tutti e due orgogliosi e testardi nn si risparmieranno neanche la minima
frecciatina...Ci sarà da ridere!E' vero,la reazione di Ronald nn è stata delle
migliori,ma bisogna considerare che è stato preso alla sprovvista e che lo ha
beccato nudo nel letto con un altro ragazzo,sconvolgendo completamente l'idea
che aveva del fratello.Credo che tutti avrebbero reagito cs,almeno in un primo
momento...Ciò che conta,almeno x me,sn le cose che si dicono a mente fredda,dopo
aver ragionato sulla questione.Come hai visto una piccola scena junior è
stata inserita,e lo stesso farò nel proximo
capitolo).
Bene,x il momento è tutto,io
vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...
"True
faith"
Baci,Eva.
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Capitolo 29 *** True faith ***
Tell me
Si era aspettato un locale di
classe,con almeno due o tre stelle di Hollywood seduti con le proprie amanti nei
separè,e camerieri in uniforme che versavano champagne anche se era soltanto
l'ora del pranzo,ma come gli capitava sempre con Dean aveva dovuto
ricredersi. Si era ritrovato in un diner,in una comunissima tavola calda,come
ce ne erano milioni in tutto il paese seduto ad un tavolo d'alluminio
rettangolare su dei divanetti rossi che avevano sicuramente visto tempi
migliori. Ma la cosa che lo aveva colpito maggiormente di quel posto era la
clientela:fin dal primo istante aveva capito di essere in un locale gay e se
anche gli era rimasto qualche minimo dubbio,glielo aveva tolto la cameriera che
era venuta a prendere le loro ordinazioni,molto affettuosa con Dean e con
indosso una t-shirt dalla scritta esaustiva "Sono l'unica etero di questo
posto". Possibile che con il tempo Dean avesse cambiato idea? -Ti togli
quell'espressione incredula dalla faccia?-gli disse Dean chiaramente
divertito. Seamus aveva scosse la testa,quasi potesse in quel modo cancellare
la propria espressione e poi aveva posato lo sguardo sul suo
volto. -Beh qualche istante di stupore mi sarà anche concesso...Questo è
proprio l'ultimo posto dove avrei pensato di trovarti-gli fece
notare. L'altro annuì,un sorriso ironico sulle labbra. -Allora dicevi sul
serio prima...-disse misterioso. Seamus aggrottò la fronte,senza
capire. -Quando hai detto che non segui più il Quidditch-gli ricordò. Il
biondo annuì, stringendo fra le dita della mano sinistra il bicchiere di
Cola. -Sarà qualche anno ormai che ho perso interesse-confermò. -Quindi
non leggi neanche le pagine sportive- -Qualche volta,di sfuggita...Ma neanche
quando ero ragazzo mi interessava particolarmente,tu lo sai-gli ricordò. Dean
annuì bevendo un sorso dal proprio bicchiere. -Del resto non c'è mai una
notizia interessante-commentò ancora Seamus lasciandosi andare contro lo
schienale del divanetto,portando il bicchiere alla bocca. -Già,hai
ragione...Che motivo c'è di leggere quelle pagine se si esclude un'intervista
esclusiva a qualche giocatore che dichiara la propria omosessualità ?-gli
domandò fissando il suo viso. Era certo di aver capito male,ma nonostante
quella certezza,il sorso di Coca che aveva appena bevuto lo fece quasi
strozzare,portandolo a tossire e a diventare rosso. -Tutto bene?-gli domandò
Dean chiaramente divertito dalla scena. -Sì,sto bene...Quando è
successo?- Dean alzò le spalle voltando poi la testa verso la cameriera di
poco prima che si avvicinò al tavolo con le ordinazioni. -Ti ho messo un
extra di salsa tartara...So quanto ti piace-disse a Dean sfiorandogli la guancia
destra con una mano. Dean le sorrise e le lanciò un bacio. Poi la
cameriera si voltò verso Seamus e lo guardò qualche istante,curiosa. -E
questo splendore?E' il tuo nuovo fidanzato?-domandò tornando a guardare
Dean. Mentre il viso di Seamus andava a fuoco,l'altro si limitò a ridere e a
scuotere la testa. -No Jenny,lui è un mio vecchio compagno di scuola-le disse
poi. -Ah peccato!Però,se fossi in te, io ci farei un pensierino...-aggiunse
poi prima di andarsene. Un silenzio imbarazzato scese su di loro,quasi non
riuscissero più ad andare avanti dopo quel piccolo scambio di battute e quando
finalmente ci riuscirono,le loro ordinazioni erano già sparite per
metà. -Quindi hai fatto coming-out?-domandò di nuovo Seamus,senza alzare lo
sguardo dal piatto. -Dieci anni fa. Ormai non ero più l'unico giocatore
nero della Lega,c'erano altri giocatori anche più bravi di me, non potevo più
considerarmi il simbolo della mia gente,così ho pensato che...- -Se non
potevi essere quello dei neri,allora saresti stato un simbolo per i gay-concluse
Seamus perfettamente sulla sua lunghezza d'onda. Dean annuì. -Da quando ho
rivelato la mia omosessualità ho ricevuto l'appoggio delle associazioni e ho
partecipato più volte alla raccolta fondi per la lotta contro AIDS...A sentire
chi mi stava intorno tutti i giorni,non è stata una grande rivelazione-aggiunse
leggermente divertito. -Tuo figlio come l'ha presa?-gli domandò cauto. Il
viso di Dean perse il sorriso che l'aveva accompagnato fino a quel
momento. -Daniel purtroppo già lo sapeva...Sua madre glielo aveva detto anni
prima-gli confessò. Seamus spaventato dalla possibilità di dire qualcosa che
peggiorasse la situazione,rimase in silenzio,a fissare il volto
dell'altro. -Avrei preferito essere io a parlargliene,ma lui mi ha
rassicurato che non gli importava e che non era mai stato un problema per
lui...- Ci fu un nuovo istante di silenzio,in cui Dean giocherellò con le
poche patatine rimaste nel piatto e Seamus sbirciò con lo sguardo oltre la
vetrina del diner sulla strada,osservando le poche persone che vi passavano
davanti. -Che ne dici di parlare un pò di te? Stai ancora con quel
babbano?-chiese Dean rialzando la testa dal piatto. Seamus annuì. -Ormai
siamo sposati da dieci anni...E abbiamo una figlia- Dean sorrise
incredulo. -Non ci credo!Tu,una figlia? Ma avevi sempre detto di essere
allergico alla famiglia...-lo prese in giro. Seamus scosse la testa ridendo
divertito. -Questa poi...Non l'ho mai detto- Dean si unì alla sua
risata,ricordando le sere di un tempo lontano quando,ancora ragazzi,immaginavano
il loro futuro insieme a Neville,Harry e Ron nel loro dormitorio ad Hogwarts,
facendo progetti assurdi con la sincera convinzione che prima o poi si sarebbero
avverati. -Si chiama Allison,ha quasi quindici anni e,non per vantarmi,ma è
veramente uno splendore-disse il biondo tirando fuori dal portafoglio una foto
della figlia e porgendola a Dean. Lui l'osservò attentamente e poi
sorrise,mostrandogli il suo apprezzamento. -E' veramente molto bella-si
complimentò. -Avevi qualche dubbio?Del resto ha me come padre...-scherzò il
biondo. -Già e speriamo non abbia ripreso il tuo egocentrismo!- Seamus
rise di nuovo e lo osservò mentre,imitando i suoi gesti,Dean tirava fuori dalla
tasca della giacca il portafoglio,lo apriva e ne tirava fuori una
foto. -Questo è il mio Daniel...-gli disse porgendogliela. Finalmente
conosceva il ragazzo che aveva rubato il cuore di Lily. Osservando la
foto,Seamus provò un sentimento di empatia per la sua nipotina:guardando quegli
occhi,così simili a quelli del padre,seppe come doveva sentirsi Lily ogni volta
che i loro sguardi si incontravano,il brivido che doveva attraversarle la
schiena. Del resto non ci era passato anche lui? -E' identico a te- Con
la coda dell'occhio lo vide annuire. -Posso farti una domanda indiscreta?-gli
domandò porgendogli la foto. Come avrebbe fatto a spiegargli la relazione fra
i due ragazzi? Se qualcuno gli avesse teso una "trappola" simile per
parlargli della relazione fra Allison e Fred, probabilmente sarebbe andato su
tutte le furie,sentendosi in qualche modo spodestato dei suoi
diritti. -Ecco,forse ti sembrerà una domanda strana,specialmente visto che
sono io a fartela,ma sapevi che tuo figlio ha una ragazza?-gli domandò
leggermente in imbarazzo. Dean lo guardò leggermente sorpreso,per poi
annuire. -Lo avevo intuito,ma ovviamente lui non mi ha detto nulla! Tutte
quelle telefonate fitte,quei musi lunghi ogni volta che tornava a casa da
Hogwarts potevano significare solo una cosa. A dire il vero speravo fosse un
ragazzo,ma non si può avere tutto dalla vita,no?- Seamus accennò un
sorriso. -Perchè mi hai fatto questa domanda?-gli chiese, sinceramente
sorpreso. Il biondo restò in silenzio qualche istante,raccogliendo le
idee,bevendo un sorso dal proprio bicchiere e poi si decise a raccontare tutta
la storia. Raccontò entrambe le versioni,quella ricevuta da Harry e quella
che invece gli aveva detto Lily, passando poi a parlargli del mese di
separazione che i due ragazzi avevano appena affrontato e di come si era
concluso. -Questo è tutto-commentò alla fine lanciandogli un'occhiata di
sottocchi. Per tutto il tempo del suo discorso,Dean era rimasto in
silenzio,concentrato sulle sue parole,senza farsi scappare neanche un sospiro e
quando lo sentì tacere rialzò lo sguardo su di lui e lo fissò qualche istante
come se non lo vedesse realmente. -Non capisco perchè Dan non me ne abbia
parlato...-disse poi. -Forse non voleva peggiorare le cose-tentò il biondo
con voce cauta. -Più di quanto già non fossero?Non credi anche tu che fosse
un pò difficile?-gli chiese. Seamus si sentì fra due fuochi:come poteva dare
la sua opinione senza "tradire" l'amicizia che lo legava ad Harry? Ma Dean
non gliene diede occasione. -Perchè non è venuto a parlare direttamente con
me,visto che ero io il suo problema?- Non ha dimostrato grande maturità
mettendosi a fare la guerra ad un ragazzino di sedici anni...- commentò
stizzito. -Capisco il tuo malumore,ma ti prego di non farmi prendere una
posizione:sai che Harry è mio amico-gli ricordò Seamus prima di prendere un
sorso dal proprio bicchiere. L'altro annuì. -Già,ricordo troppo bene la
lealtà che avevate l'uno per l'altro-commentò. Per qualche istante,restarono
entrambi in silenzio fissandosi,quasi spaventati che una parola di troppo
potesse riaprire vecchie ferite. -Perchè sei venuto a raccontarmi
tutto?-domandò ad un tratto Dean. Il biondo alzò le spalle. -Forse perchè
sono l'unico gay che non riesce a farsi i fatti propri-scherzò. Dean sorrise
e annuì,a conferma di quelle parole. -O forse perchè non volevo che due
persone innamorate venissero divise per delle colpe passate che non li
riguardano-aggiunse poi con voce più seria. Ancora una volta restarono in
silenzio e dopo pochi istanti,i loro sguardi si incontrarono permettendo
all'altro di leggere le scuse silenziose che vi si nascondevano. Mettendo
fine ad un passato di rabbia e di rancore. -Forse sarà meglio che vada...Mi
sono preso una pausa troppo lunga-disse Seamus riscuotendosi per primo. Dean
annuì e si guardò intorno alla ricerca della cameriera. -Grazie per avermi
parlato di Daniel e Lily,vedrò cosa posso fare...-disse portando lo sguardo sul
suo volto per un veloce istante. Seamus prese il portafoglio dalla tasca
interna della giacca pronto per pagare la sua parte del conto,ma la mano destra
di Dean lo bloccò. -Questa volta offro io...Sicuramente vent'anni fa l'ultimo
ad aver pagato il conto sei stato tu,quindi è il mio turno questa volta-gli
disse per fargli accettare l'idea. Era probabile,ma non essendone
sicuro,Seamus preferì scuotere la testa deciso a pagare. -Non avevi detto di
essere in ritardo?-gli ricordò l'altro. -Lo sono!- -Allora lascia solo la
mancia a Jenny,al resto penso io- Messo alle strette,Seamus fece come gli era
stato detto per poi alzarsi in piedi,accennando un sorriso di congedo. -Mi ha
fatto piacere rivederti-disse sperando che non suonasse falso. Dean sorrise a
sua volta,forse più spontaneo del biondo. -Anche a me...Spero di poter avere
un'altra occasione-gli disse. Capì subito che le sue parole erano state
interpretate male:bastava guardare la faccia di Seamus per rendersene
conto! -Così magari questa volta sarai tu a pagarmi il pranzo-si spiegò
meglio. Seamus si rilassò e annuì. -Certo...Allora ci vediamo-disse
chiaramente impacciato. Vide Dean salutarlo con un gesto della mano e poi si
voltò ed uscì dal locale diretto alla sua auto.
-Spero tu stia
scherzando!- Seduto sulla sedia di fronte alla scrivania di mogano,le gambe
mollemente incrociate,Ron lanciò uno sguardo a sua moglie,chiedendosi se non
fosse sufficente,ma dall'espressione incredula che persistette sul volto di
Hermione gli fece capire che doveva darle una qualche spiegazione. Eppure a
lui sembrava tutto così chiaro... -Voglio raccontare ai ragazzi quello che è
successo-ripetè con voce calma e sicura. Quando poco prima lo aveva visto
entrare nel suo ufficio,dopo settimane di silenzio,per un breve istante aveva
creduto di poter parlare con lui della sera di Capodanno,per cercare di capire
che cosa era scattato in loro per provocare una reazione simile dalla rabbia,ma
aveva capito subito che Ron non era della stessa idea. Lo aveva fatto
accomodare su una delle due poltrone e aveva aspettato paziente che lui trovasse
le parole giuste per spiegarle cosa gli si agitava nell'anima,una parte di sè
ancora convinta che potesse riguardare il loro rapporto. Ma quando Ron le
aveva detto che aveva intenzione di andare ad Hogwarts per parlare ai loro figli
di Eliza,per metterli al corrente di tutto quello che era accaduto negli ultimi
mesi,si era trovata letteralmente spiazzata:come poteva venirgli in mente
un'idea così stupida? -Vorresti parlare loro di tua figlia?-gli domandò
ancora neanche avesse problemi d'intelligenza. Ron annuì. -Non
solo-aggiunse,poggiando la mano destra sul ginocchio ripiegato. Era assurdo
soltanto il pensiero di una cosa simile,figuriamoci pensare che potesse
succedere veramente. -Sei diventato pazzo?-domandò non trovando altra
spiegazione. Un sorriso ironico apparve sulle labbra di Ron,prima che questo
scuotesse la testa. -Affatto. E' una cosa che devo fare,non credi anche tu
che i nostri figli si meritino la verità?-le domandò con quell'aria calma e
serafica che aveva mantenuto fin da quando era entrato nel suo ufficio. -Rose
ed Hugo si meritano la tranquillità...Come credi che reagirebbero quando tu te
ne uscirai fuori con questa bomba?-gli chiese lei cercando in tutti i modi di
farlo ragionare. -Si arrabbieranno,hai ragione. Ma non per il motivo che
pensi tu,sono abbastanza grandi e maturi per capire che l'amore può finire,anche
fra i propri genitori-disse prevenendo ogni possibile replica della
moglie. Quella frase,il tono sereno in cui Ron aveva screditato la loro crisi
le fece scendere un brivido freddo lungo la schiena:possibile che veramente
lui,l'uomo che l'aveva amata fin da quando aveva memoria,non provasse più nulla
per lei? -Il vero motivo di astio,di rabbia nei nostri confronti sarà per
averli tenuti all'oscuro per tutti questi mesi,per aver continuato a fingere
come se niente stesse accadendo-continuò Ron senza rendersi conto della reazione
di Hermione alle sue parole. -Stavamo cercando di proteggerli-replicò
Hermione senza guardarlo. -Parla per te,io gli avrei detto la verità fin dal
primo momento-ribattè Ron. Hermione annuì,una smorfia amara sul
volto. -Già,dimenticavo,sono sempre io la cattiva...-commentò. Per qualche
istante nessuno dei due parlò,non trovando le parole giuste per uscire da quel
momento di empasse,persi entrambi nei propri pensieri,finchè Hermione non rialzò
lo sguardo su Ron e lo fissò qualche secondo non vista,sfuttando quel momento di
"vantaggio" per cercare qualche cambiamento nel suo viso. Erano due mesi che
non lo vedeva,ma sembrava fossero passati due anni:il volto di Ron era
stanco,tirato e,per la prima volta,si accorse dei capelli grigi che iniziavano a
colorargli le basette. Possibile un cambiamento così "drastico" in meno di
due mesi? -Quando hai intenzione di parlargli?-gli domandò. -Oggi
pomeriggio-rispose lui ricambiando il suo sguardo. Una nuova espressione di
incredulità si disegnò sul volto di Hermione,sorpresa dalla tempestività
dell'evento:aveva sperato di avere un pò di tempo per fargli cambiare idea,ma da
quanto sembrava non sarebbe stato possibile. -Cosa?Ron non ti sembra un pò
frettolosa come decisione?-gli domandò cercando comunque di farlo
ragionare. -Frettolosa?Affatto,anzi credo abbiamo aspettato anche
troppo-ribattè lui. -Ma Ron...- -Hermione,non è più una cosa che possiamo
chiudere in un cassetto e far finta che esista: è una bambina. Non possiamo
continuare a fare la parte della famiglia felice,non questa volta...Credi non si
accorgerebbero della mia assenza al ritorno da Hogwarts per le vacanze di
Pasqua? Si chiederanno dove sono,che pensavi di dirgli che ero impegnato in
una missione?-le domandò. Non le era piaciuto essere "smascherata"!Lentamente
annuì,scoprendo le sue carte e lo vide annuire a sua volta. -Lo
immaginavo- Finalmente,forse un pò in ritardo,un pò del suo orgoglio tornò a
pungere,a farsi sentire e un'espressione battagliera si disegnò sul suo
volto,pronta a sfidare il marito. -Beh,comunque sia,non ti permetterò di
parlargli...Almeno non oggi-gli disse con cipiglio duro. Ron la fissò qualche
istante per poi alzarsi in piedi. -Forse ho dimenticato di mettere in chiaro
fin da subito:non sto chiedendo il tuo permesso. Sono solo venuto per
informarti- Dopodichè si voltò e si avviò alla porta;aveva già poggiato la
mano sinistra sulla maniglia quando la voce di Hermione lo raggiunse. -Per
favore Ron,non farlo-la sentì dire. Voltandole le spalle,Ron fissò lo sguardo
sui listelli di legno della porta e restò immobile per qualche istante. Ormai
non poteva fare altrimenti... Con quella convinzione in mente,abbassò la
maniglia e aprì la porta,uscendo nel corridoio.
Come nella migliore tradizione western,erano uno di
fronte all'altro. Per una volta nella vita la sua popolarità gli era servita
a qualcosa:altrimenti come sarebbe riuscito ad avere un colloquio con quel
ragazzo? Nell'aula messa a disposizione dalla Preside McGranitt,nonostante il
freddo marzolino,l'aria sembrava incandescente mentre,cercando di non farsi
notare dall'altro,entrambi cercavano di scorgere l'espressione del suo volto o
anche la tensione che pervadeva il suo corpo. Aveva ragionato a lungo su
quello che era meglio fare,su come risolvere l'intricata situazione e alla fine
aveva deciso che doveva comportarsi da adulto. Doveva affrontare il
"problema" di petto,come tante volte aveva fatto e come Ginny gli aveva
rimproverato quel giorno,e cercare di capire perchè Lily era arrivata ad odiarlo
per quel ragazzo. O forse era per il suo comportamento? Così,ottenendo un
permesso speciale dalla Preside,aveva chiesto un incontro con Daniel,a
quattr'occhi. Quando il ragazzo era entrato nell'aula e ve lo aveva trovato
dentro ad aspettarlo,non si era scomposto,neanche aspettasse quella visita da un
momento all'altro,gli si era avvicinato e gli aveva teso la mano,conscio della
sua minore età e delle buone maniere. Harry gliela aveva stretta ed era
rimasto sorpreso dalla stretta forte e sicura che aveva ricevuto in
cambio. Poi Daniel si era staccato ed era andato a sedersi su uno dei banchi
più lontani della stanza,in attesa che fosse lui a parlare per primo,ma erano
dieci minuti che non riusciva a trovare il modo adatto per iniziare la
conversazione. -Scusa se ti ho fatto chiamare durante le lezioni-gli disse
rompendo il prolungato silenzio. Daniel alzò la testa verso di lui e la
scosse,quasi volesse rassicurarlo. -Non si preoccupi...Avrei dovuto essere
sul campo per gli allenamenti-gli disse. -Sei nella squadra di
Grifondoro?- Che domanda idiota!Con un padre giocatore professionista come
poteva essere altrimenti? Infatti,Daniel annuì. -Sono uno dei Battitori,ma
non sono bravo come mio padre-precisò schernendosi. Harry annuì e il silenzio
tornò a calare fra di loro,neanche avessero esaurito tutti gli argomenti di
conversazione. Ok,ora come affrontava il vero discorso?si chiese Harry
fissandosi le unghie mangiucchiate della mano sinistra. -Io sono veramente
innamorato di sua figlia-sentì dire al ragazzo. Alzò di nuovo lo sguardo e lo
fissò su di lui,preferendo restare in silenzio nel caso lui avesse qualcos'altro
da dirgli. Daniel non lo stava fissando,lo sguardo perso lontano verso la
finestra della stanza che affacciava sulla Foresta Proibita. Doveva essere
veramente coraggioso per dirgli una cosa simile...O terribilmente
sincero. -La prima volta che ho veramente parlato con Lily,ero al telefono
con mio padre impegnato in una discussione... Lei ne ha ascoltato una parte e
nonostante fossi rimasto un pò infastidito dal fatto che avesse origliato,ci
siamo seduti e abbiamo iniziato a parlare-raccontò Daniel con voce
serena,facendo incontrare i loro sguardi. Harry continuò a fissarlo,deciso a
non interromperlo. -So che se voglio avere una minima speranza di essere
accettato da lei devo essere sincero con lei,quindi le dirò che non è stato
amore a prima vista,che non è stato un colpo di fulmine o roba del genere:la
conoscevo da anni e per me non era niente di più che la sorella di James e
Ronald-disse sincero Daniel. Suo malgrado,Harry sorrise:quella era una
sensazione che riusciva a comprendere perfettamente. -So cosa vuoi dire...-si
limitò a dire. -Però mentre eravamo seduti l'uno accanto all'altra,e le
raccontavo di cose che nessuno sapeva,che avevo sempre tenuto segrete...per la
prima volta ho cominciato a vederla sotto un'altra luce:tutto mi colpiva in
lei,dai commenti sagaci alle domande gentili e moderate. Le ho raccontato la
mia vita e,al contrario delle mie previsioni,lei è rimasta seduta al mio fianco,
invece di alzarsi schifata e correre lontano da me come avrebbero fatto
altri-disse con serenità. Ancora una volta Harry annuì,leggermente orgoglioso
per il comportamento maturo che Lily aveva tenuto in
quell'occasione. -Già,Lily me ne ha parlato...-disse. -So che non è stata
la sola a farlo-aggiunse il ragazzo. Per qualche istante si fissarono senza
parole prima che Daniel alzasse le spalle. -Sua figlia mi ha raccontato la
versione della storia come lei l'ha vissuta e dopo averci pensato a lungo ho
capito che non mi importa. Non mi interessa sapere come è andata
veramente,perchè tutto ciò che è successo ormai non può più essere
cambiato,quindi perchè affannarsi tanto?-domandò. A quella domanda
inaspettata Harry non seppe rispondere:perchè ostinarsi a tenere in vita un
passato che non aveva portato altro che sofferenza e che alla lunga avrebbe
finito per distruggerti? -Per evitare di ripetere gli stessi errori?-disse
poi sperando di avere un tono di voce fermo e sicuro. Daniel lo guardò e poi
alzò le spalle. -Io sono dell'idea che spetti soltanto a noi evitare di
compiere lo stesso errore due volte,o distaccarsi da qualcosa che è diverso da
noi stessi- Per un lungo istante fra i due scese il silenzio,quasi avessero
esaurito le battute preliminari del discorso e ora avessero bisogno di qualche
istante di "preparazione" per parlare dei punti importanti. -Posso farle una
domanda?-gli domandò poi inaspettatamente Daniel. Harry annuì,tornando a
posare lo sguardo sul volto del ragazzo. -Questa riluttanza nei miei
confronti,il suo rifiuto immediato verso di me,da cosa deriva?- Quando aveva
deciso di parlare con quel ragazzo non si era aspettato che la discussione
avrebbe preso una tale piega:era certo che avrebbe mantenuto le redini del
discorso per tutto il tempo,che avrebbe fatto le sue domande e,forse,avrebbe
cambiato idea su di lui;ma mai per un'istante gli era passato per la mente che
potesse essere sottoposto a quel fuoco di fila. -Lily è...è la mia
bambina. Per quanto possa impegnarmi lei è sempre la bambina con i codini che
dopo essere caduta dall'altalena correva da me per farsi consolare. So che
lei non lo sopporta...quale ragazza della sua età lo farebbe? Ma non
fraintendermi,non è per questo se il mio comportamento verso di te è stato
scortese fin dal primo istante. Ho paura-ammise. Daniel aggrottò
leggermente la fronte,sorpreso. -Paura di me?-chiese cauto. Harry
sospirò. -In parte.So che Lily è una ragazza giudiziosa e che ogni sua azione
è spinta dal sentimento. Ma è una ragazza istintiva,ho paura che si sia
gettata in una storia d'amore troppo seria troppo presto. Voglio dire,tu hai
quasi diciasette anni e lei non ne ha ancora compiuti quindici,non ti sembra una
differenza sostanziale?-gli domandò cercando di fargli capire le sue
paure. Daniel annuì lentamente,quasi stesse riflettendo sulle sue
parole. -Ed ho anche paura che quello che è successo in passato con tuo padre
possa accadere fra te e mia figlia. Lo ammetto. Ho visto quanto può far
male l'amore,ed in parte l'ho provato sulla mia pelle,e l'ultima cosa che voglio
è che sia mia figlia a farne le spese- Daniel si morse il labbro inferiore e
lo mordicchiò in silenzio per qualche istante,quasi schiacciato dalle parole
dell'uomo. -Sa cosa mi piace di Lily?La sua testardaggine. Per mesi,dopo
il nostro primo "incontro",ho provato ad avvicinarmi a lei,a farle capire che
per me non era più un'amica,ma ogni volta-disse mentre un lieve sorriso gli
incorniciava le labbra al ricordo-ogni benedetta volta,finivo per dire qualcosa
che la indispettiva o la irritava. Chiunque avrebbe desistito dopo il primo
tentativo andato a vuoto,ma io sapevo che da qualche parte,dietro le pose ed il
comportamento acido,c'era quella ragazza che mi aveva ascoltato parlare della
mia disastrata famiglia senza giudicarmi- Harry restò in silenzio,ritrovando
un pò di sè stesso in quelle parole:non c'era stato un tempo in cui anche lui
avrebbe fatto di tutto per attirare l'attenzione di una ragazza dai capelli
rossi? -Alla fine ho deciso che la sincerità,anche in quel caso,mi avrebbe
aiutato. E così è stato. In questi mesi Lily è stata il mio sostegno,la
mia confidente,l'unica persona capace di capire quello che sto pensando da un
semplice sguardo...Sarebbe riduttivo dire che è diventata una parte consistente
della mia vita. E' diventata la mia anima-concluse con voce sicura
Daniel. L'ultima frase portò Harry a fissare ancora più intensamente il volto
del ragazzo,senza vederlo realmente,i pensieri persi ad un passato lontano,in
cui un altro ragazzo aveva dovuto riconquistare la fiducia della donna che
amava. -La tua anima...-mormorò a mezza bocca. Fu allora che capì. Sì
alzò dal banco su cui era stato seduto per tutto il tempo e si avvicinò a
Daniel,la mano tesa per stringere la sua. -E' stato un piacere parlare con
te-gli disse accennando un cenno con la testa. Daniel gli strinse la
mano,sorpreso che quel colloquio finisse così improvvisamente. Harry gli
voltò le spalle e si avviò verso la porta.
-Ecco tutto- Aveva parlato a lungo,allontanando
lo sguardo dai loro volti quasi subito per paura di leggervi un giudizio
negativo o un'espressione disgustata per il suo comportamento. Aveva
raccontato loro tutto quello che era successo,senza ovviamente perdersi dietro
dettagli inutili o scabrosi,partendo dall'incontro con Cassie proseguendo con
l'acutizzarsi della crisi fra lui ed Hermione,la gravidanza di Cassie e
l'inevitabile allontanamento da casa per concludere con il triste epilogo che
ancora si stava svolgendo. Il silenzio,dopo tante parole,era quasi
assordante. Cosa stavano pensando? Che idea si erano fatti di quel padre
che per mesi gli aveva mentito e aveva vissuto una doppia vita alle loro
spalle? Aggrappandosi all'ultimo brandello di coraggio,Ron riportò gli occhi
sui due figli,tesi e silenziosi a pochi metri di distanza da lui. Hugo
sembrava il più controllato fra i due,sul suo volto non traspariva
nessun'emozione,quasi avesse immobilizzato i propri muscoli facciali con un
qualche incantesimo. Al contrario,Rose continuava a stringere a pugno le
mani,le nocche sbiancate per la forza con cui le stava stringendo,le labbra
serrate in una riga serrata e dura. -So che tutto questo è difficile da
digerire in una volta sola,ma...-parlò di nuovo cercando di trovare la via
giusta per arrivare ai due ragazzi. -Ma scommetto hai pensato che era giusto
dircelo-disse per lui Rose con voce impersonale,quasi tutto quello non la
riguardasse affatto. Ron annuì. -Forse è tardi per avere scrupoli,non
credi papà?-gli domandò a sua volta Hugo,con lo stesso tono di voce della
sorella. L'uomo aggrottò la fronte,un'espressione sorpresa sul volto:sapeva
che era una speranza idiota,ma fino a quell'istante era stato convinto che
avrebbe dovuto spendere tutte le sue forze per Rose, per aiutarla a capire e ad
accettare la situazione. Non aveva neanche per un'istante preso in
considerazione la possibilità che entrambi i suoi figli gli si mostrassero
ostili... -No,no affatto. Dovevate sapere la verità e credetemi se vi dico
che ho provato più volte a parlarvi...- -E noi dov'eravamo durante questi
tentativi?-gli domandò ancora suo figlio. Hugo si alzò in piedi e si
allontanò dal banco su cui era stato seduto fino a quel momento,avvicinandosi ad
una delle finestre,lo sguardo oltre la vetrata. Ron lanciò uno sguardo verso
Rose,che evitò di incontrare i suoi occhi,concentrata sulle proprie
unghie. -Ragazzi,so che è stata una grande sorpresa per voi,ma sono sicuro
che insieme riusciremo a superare questo momento-disse cercando di apparire
convincente. Sentì il respiro di Rose,che lo portò a fare un paio di passi
per avvicinarsi a lei,cercando ancora il suo sguardo,un segno che lo facesse
sperare. -Per noi non è stata una sorpresa...Lo sapevamo-gli disse Rose
rialzando lo sguardo sul volto del padre,incontrando i suoi occhi per la prima
volta. L'espressione comprensiva sul volto di Ron si
cristallizzò,trasformandosi in pochi istanti in una smorfia di sbigottimento e
sorpresa. -Come?-riuscì soltanto a dire. -Avevamo capito che c'erano dei
problemi,così ci siamo insospettiti e abbiamo fatto alcune domande...E abbiamo
avuto delle risposte-disse Rose. -Dopo un pò abbiamo scoperto che anche
l'altro aveva avuto la stessa sensazione e aveva taciuto per evitare un dramma o
una sofferenza all'altra-concluse Hugo pratico. Incredulo,ora Ron alternava
lo sguardo da uno all'altro dei propri figli. -Da quanto tempo lo
sapete?-domandò loro. Rose alzò le spalle. -Credo di averlo scoperto un
mese dopo essere tornata ad Hogwarts-confessò Rose. -Un mese?- -Io invece
ci ho messo un pò di più...Però una sera eri al telefono dalla stanza da
bagno,ti ho sentito dire "Ti amo" e allora mi sono insospettito. Se la mamma
era in camera da letto,stavi parlando sicuramente con un'altra donna...-disse
senza aggiungere altro. Non ce ne era bisogno. Ron sospirò e si passò una
mano fra i capelli,non sapendo cosa fare:era venuto per consolare e calmare due
ragazzi arrabbiati e confusi,ma al momento era soltanto lui l'unico ad essere
confuso. Che doveva fare? -Perchè avete continuato a mantenere il
silenzio?Perchè non ci avete detto che sapevate?-domandò loro cercando di fare
piena luce. -Sembravate così preoccupati di mantenere le apparenze,perchè
rovinarvi tutto?-chiese a sua volta Hugo. Ron guardò suo figlio,portandosi al
centro della stanza avendo così la possibilità di osservarli entrambi. -Cioè
l'avete fatto per noi?- Rose scese dal banco e alzò di nuovo le
spalle. -Vedila così se vuoi. Personalmente,dopo il primo momento di
sorpresa e di rabbia,mi sono ritrovata a pensare che era normale,quasi umano che
un matrimonio finisse,potevo anche accettare l'idea che tu avessi avuto una
scappatella con un'altra donna...Però poi mi sono accorta che non vi avrei mai
perdonato il modo in cui ci avete trattato. Pensavate di avere a che fare con
dei bambini delle elementari?-domandò a suo padre facendo avvertire per la prima
volta nella sua voce una nota di rabbia. -Cercavamo di proteggervi-disse Ron
ricordando quello che Hermione aveva detto solo poche ore prima. -Da
cosa? Dalla scoperta che i nostri genitori non sono perfetti?Sai che
novità!-commentò Hugo. -Tutte le vostre liti,tutte le volte che uno di voi
arrivava a sbattere la porta e andarsene,credi veramente che non avremmo capito
se avevate dei problemi?-chiese a sua volta Rose. Ron annuì,ritrovando un pò
del cipiglio che aveva quando aveva iniziato a parlare. -Ok,ho capito,vi
chiedo scusa per la poca considerazione che abbiamo avuto della vostra
intelligenza. Però la cosa che mi interessa maggiormente adesso è sapere se
quello che è successo cambierà i nostri rapporti...-disse serio. Era quella
la sua preoccupazione principale:la paura di perdere i propri figli. I due
ragazzi si lanciarono uno sguardo,guardandosi oltre la figura paterna e poco
dopo Hugo si avvicinò agli altri due. -Perchè per il momento non lasciamo le
cose come stanno,senza dar loro una definizione precisa?- domandò al
padre. Rose annuì. -Sono d'accordo. Al momento non so dirti se qualcosa
è cambiato nel rapporto che avevamo un tempo,anzi probabilmente è
così,ma...-disse lasciando la frase a metà. Ron cercò lo sguardo di sua
figlia,sguardo che continuava inevitabilmente a sfuggirgli. -Ma?- Rose
sospirò per poi incontrare i suoi occhi. -Al momento nonostante le belle
parole assennate che ho detto poco prima,non riesco a perdonarti per aver
sciolto la nostra famiglia-disse sincera. L'uomo deglutì,colpito dalla
sincerità di quelle parole e,dopo qualche istante,riuscì anche ad annuire,anche
se quel gesto significava la fine di tutto quello che conosceva un tempo. Si
voltò verso Hugo e capì,fin dall'espressione sul suo volto,che anche lui era
dello stesso parere della sorella. -Anche tu la pensi così?-gli domandò
comunque. Il ragazzo annuì. -Fare una scelta adesso significherebbe
decidere di schierarsi dalla tua parte o da quella di mamma,e io vorrei restar
il più possibile fuori da questa bagarre. Se avete veramente deciso di
divorziare,fatelo. Ma non chiedeteci di stare con uno o con l'altra-disse con
voce compassata. Ron scosse la testa. -Non avrei mai preteso che voi
faceste una scelta simile-lo rassicurò. Nei pochi minuti che ancora restarono
insieme,i due ragazzi Weasley gli chiesero dove stesse vivendo al momento,e se i
nonni sapessero della nascita di quella bambina,per poi dileguarsi con la scusa
delle lezioni. Solo quando fu di nuovo solo Ron si accorse che,per tutta
l'ora passata insieme,Hugo e Rose avevano accuratamente evitato di porgergli
domande su Eliza,quasi non avessero registrato la notizia della sua
nascita. O come se non fossero minimamente interessati a lei...
Capì subito,non appena ebbe messo piede in casa,che
c'era qualcosa che non andava. Ad aiutarlo a capire era stata una
canzone,sempre la stessa. Posò il cappotto e la borsa ventiquattro ore
accanto all'attaccapanni e percorse il corridoio fino al salotto,da dove
proveniva la musica. Era lì seduto sul divano,come lo aveva immaginato,la
copertina del disco fra le mani,gli occhi chiusi per seguire la
musica. Ascoltava quella canzone ogni volta che era di cattivo umore,o quando
il passato tornava a farsi sentire prepotente. Era il solo modo in cui si
lasciava andare all' auto-commiserazione.
"I don't know where
love is gone in this troubled land desperation keeps us strong nothing
left to lose there's anything to go but now I know what they say there's a
terrible beauty within me and we made our love a wasted land and trough
the barricades"
Sulle note finali della canzone,lo vide voltarsi ed
incontrare il suo sguardo:aveva avvertito la sua presenza,ma aveva aspettato
fino a quel momento per guardarlo,quasi volesse dargli una specie di messaggio
con quelle ultime parole. -Giornata pesante?-gli chiese,restando vicino alla
porta,le braccia incrociate sul petto. Non aveva bisogno di guidare il
discorso,sapeva che sicuramente Rupert avrebbe fatto in modo di parlare di
Dean,di chiedergli se quello che temeva era veramente successo. L'uomo si
alzò in piedi e si avvicinò all'impianto stereo per togliere la puntina dal
disco. -Non più del solito-si limitò a rispondere. Lui annuì,voltandosi
poi per lanciare uno sguardo alla scala che univa i due piani della
casa. -Allison?Dov'è?-domandò tornando a guardarlo. -In camera sua...E' in
punizione ricordi?-gli fece notare poi. Seamus lo guardò qualche istante
prima di staccarsi dalla parete su cui era stato appoggiato fino a quel momento
e infilare le mani in tasca. -Vado a farmi una doccia-disse
semplicemente. Gli voltò le spalle e non ebbe il tempo neanche di fare un
passo prima che la sua voce lo richiamasse. -Ho chiamato in redazione questa
mattina- Come volevasi dimostrare... Tornò a voltarsi per essere faccia a
faccia con Rupert e restò in silenzio. -Volevo ricordarti l'appuntamento dal
dentista,so che lo avresti dimenticato volentieri,così ho pensato di chiamarti
per rinfrescarti la memoria. Ma quando ho chiamato mi hanno detto che eri
uscito e non saresti tornato prima dell'ora di pranzo-aggiunse poi. Seamus
restò muto qualche altro istante,cercando le parole giuste per quella che
sarebbe stata comunque una notizia spiacevole. Poi capì che continuare a
mantenere il silenzio avrebbe peggiorato soltanto le cose,finendo per
ingigantire ciò che era successo. -Scommetto che hai saltato
l'appuntamento-disse Rupert senza nessun'inflessione particolare nella
voce. Seamus si limitò a scuotere la testa in segno di diniego. -Ho
incontrato Dean questa mattina-iniziò. Questa volta fu Rupert ad ascoltarlo
in silenzio,lo sguardo sul suo volto,cercando di mantenere un' espressione seria
e indifferente. -Mi ha offerto il pranzo e abbiamo parlato delle nostre
vite,di suo figlio e di Lily,di Allison, di come sono state le nostre vite in
tutti questi anni...- -Scommetto che avevate tanti cose da raccontarvi-si
lasciò scappare Rupert. -Ammetterai anche tu che in questi anni ne sono
successe di cose-commentò Seamus cercando di non dare troppo peso al tono acido
che aveva pervaso le parole di Rupert. L'uomo alzò le spalle, voltandosi poi
per rimettere a posto il disco insieme agli altri. Dopodichè si mosse per la
stanza diretto verso la porta,deciso ad uscire dal salotto,ma Seamus lo afferrò
per un braccio e riuscì a bloccarlo,sorridendogli. -Ehi!Non dirmi che sei
geloso dopo tutto questo tempo...-cercò di scherzare. Rupert però si liberò
dalla sua stretta e scosse la testa. -Non farlo,non provarci nemmeno!-gli
intimò. Uscì dalla stanza e si avviò verso la cucina,avvicinandosi poi alla
credenza ed iniziando ad aprirne nervosamente le mensole. Seamus,che lo aveva
seguito,lo osservò in silenzio qualche istante,prima di posare entrambi i palmi
delle mani sul marmo dell'isola portandosi proprio davanti a lui. -Stai
esagerando-gli disse. Rupert sorrise e,mordendosi il labbro
inferiore,annuì. -Certo,quando mai...-commentò. -Abbiamo soltanto pranzato
insieme,non siamo andati in un motel a scopare!-gli disse cercando di mostrargli
la sua buona fede. A quelle parole Rupert si bloccò,fissandolo neanche
volesse incenerirlo con il solo sguardo. -Sai è curioso-gli disse con voce
sottile-che fra i tanti esempi che avresti potuto fare,il primo che ti è venuto
in mente è stato il motel. Ma forse sarebbe stato troppo sconveniente per un
primo incontro dopo tanti anni,magari la prossima volta...-disse poi tornando a
far rumore con le ante del mobile. -Cosa?Ma che accidenti stai
farneticando? Sei impazzito per caso?E' stato un semplice pranzo,in mezzo ad
altra gente,in una comunissima tavola calda- -Avresti voluto un ristorante di
lusso?-gli chiese Rupert per indispettirlo. -Oh porca...-imprecò Seamus fra i
denti. Aggirò il mobile al centro della cucina e cercò di avvicinarsi a
Rupert,ma invano. -Rupert...Per favore guardami-gli chiese. L'altro dopo
qualche secondo alzò lo sguardo mostrando i suoi occhi feriti e arrabbiati allo
stesso tempo. -Mi dispiace non averti detto niente di questo pranzo,ma è
stato improvviso,non lo avevo programmato...E poi sapevo che ti avrebbe ferito
saperlo così ho preferito...-gli disse cercando di riportare tutto sotto la
giusta ottica. -Davvero un pensiero carino da parte tua-commentò l'altro
sarcastico. -La smetti?Porca puttana non ho fatto niente di male,sono stato
solo a pranzo con un vecchio amico che non vedevo da tanti anni!-ribattè Seamus
stufo di quel tono saccente. -Un vecchio amico?Tu proprio non
capisci,vero? Che faresti se fossi al mio posto?-gli domandò alzando
leggermente la voce. Seamus lo osservò,poco sicuro di aver capito bene,mentre
Rupert gli dava per qualche istante le spalle per allontanarsi da lui di un paio
di passi. -Che avresti fatto se questa mattina ci fossi stato io al posto
tuo,intento a leggere avidamente le pagine sportive che parlavano di lui,a
cercare un modo ed una scusa per incontrarlo continuando a fingere con te stesso
e con me che fosse altro a spingerti oltre alla curiosità di vederlo...-disse
l'uomo con voce chiaramente ferita. -Non è affatto così!-tentò di ribattere
Seamus adeguando il tono di voce a quello del compagno. Rupert restò qualche
istante in silenzio,lo sguardo fisso sul suo volto,prima di muovere un passo
verso di lui. -Quanti momenti imbarazzanti ci sono stati durante questo
pranzo? Gli hai parlato di me oltre che di Allison?-gli domandò. -Certo!E'
stato proprio lui a chiedermi di te...- -Ah che caro!Magari gli mando dei
fiori!-ribattè tirando su con il naso e sfiorandone la punta con due
dita. -Insomma si può sapere che cosa vuoi?E' stata un banalissimo pranzo,si
può sapere che cazzo vuoi?-sbottò Seamus esasperato dal tono e dai modi del
marito. Un espressione chiaramente ferita apparve negli occhi di
Rupert,facendolo pentire del tono. -Cosa voglio? Voglio poter dormire
sereno,non dover avere le palpitazioni ogni volta che leggo le pagine sportive
con la speranza di trovare una foto di quello lì o un'articolo su di
lui. Vorrei che l'uomo che ho sposato non corresse subito ad
incontrarlo,facendomi sentire come una fase intermedia in questa grande storia
d'amore travagliata...- -Non puoi pensarlo veramente!-ribattè Seamus. -Che
hai provato quando ti ha detto che ha dichiarato a tutti di essere gay?-gli
domandò non tenendo conto del suo intervento. Seamus socchiuse leggermente
gli occhi a quella domanda:anche lui lo sapeva? -Perchè non me lo hai
detto?-gli domandò sinceramente sorpreso. Rupert sorrise triste. -Non
avresti neanche bisogno di chiedermelo...- Già,non impiegò molto a capire
perchè aveva mantenuto quel segreto con lui e per la prima volta nel loro
rapporto si sentì tradito. -Avevi paura che tornassi con lui-mormorò a mezza
bocca,sicuro che l'altro avrebbe sentito lo
stesso. Rupert,infatti,annuì. Seamus sospirò e raddrizzò la
schiena,cercando di non pensare a quanto quella scoperta facesse
male. -Allora vuol dire che tutti questi anni non sono serviti a
niente- Gli voltò le spalle uscì dalla cucina. Pochi istanti,e Rupert
sentì l'eco della porta di casa sbattuta con violenza.
Tornò a casa quando era già passata l'ora di
cena. Aprì la porta d'ingresso e si fermò sorpreso sulla soglia quando vide
sua moglie seduta sui gradini della scala,un libro fra le mani. -Che fai
seduta lì?-le domandò richiudendo la porta alle proprie spalle. Quando i
bambini erano ancora piccoli,lei aveva l'abitudine di restare seduta su quegli
scalini anche delle mezz'ore intere finchè non era sicura che tutti si fossero
addormentati. -Ti aspettavo-gli disse alzando lo sguardo dal libro e
infilando un dito fra le pagine come segnalibro. Harry si tolse il cappotto
e,con un lieve sorriso,andò a sedersi accanto a lei sullo stretto
scalino. -Allora,come è andata?-gli domandò cercando di non sembrare troppo
impaziente. Nonostante il tono moderato,riusciva ugualmente a cogliere la
curiosità che aveva pervaso quelle parole. Quando quella mattina le aveva
parlato del suo progetto,Ginny gli aveva chiesto se voleva che andasse con
lui,per evitare che la situazione degenerasse come era successo ogni volta che
si erano trovati nella stessa stanza,ma lui l'aveva rassicurata:era sicuro di
poter gestire la situazione senza spargimento di sangue. E,in effetti,così
era stato. -Abbastanza bene-confessò. Ginny lo guardò in
attesa,insoddisfatta da quella breve risposta. -Abbiamo fatto una lunga
chiacchierata,anzi è più giusto dire che per la maggior parte del tempo è stato
lui a parlare. Mi ha raccontato ciò che Lily già mi aveva accennato,e molte
volte sono rimasto colpito dalle sue parole. Mi hanno fatto riflettere-ammise
voltandosi per incontrare il volto della moglie. Ginny lo guardò
sorpresa. -Davvero?-gli chiese incredula. L'uomo allungò una mano e prese
quella della moglie più vicino a lui. -Ascoltandolo parlare,mi sono reso
conto di aver perso di vista il quadro generale. Ero concentrato su Dean e
quello che era successo in passato e non mi ero accorto del sentimento che
legava Lily a questo ragazzo. Ammetto che ero fermamente convinto che fosse
un sentimento unilaterale,ma mi è bastato sentirlo parlare per ricredermi-le
disse. Lo sguardo sul volto della moglie,Harry alzò una mano e le sfiorò la
guancia destra con la punta di due dita,delicatamente. -Da quanto mi ha
raccontato,Lily ha fatto di tutto per rendergli le cose difficili,ma lui non ha
pensato neanche per un'istante di rinunciare. Ed è stato allora che mi sono
ricordato di quando c'ero io al suo posto...-aggiunse. Ginny incarcò le
sopracciglia. -Tu?- Harry annuì senza distogliere lo sguardo da quello di
lei. -C'è stato un tempo in cui anche io sono stato di fronte ad una ragazza
dai capelli rossi con la speranza che perdonasse tutti i miei errori e mi
permettesse di rientrare nella sua vita. E anche io avevo uno strenuo
oppositore al mio amore per te...-spiegò. La donna accennò un sorriso,gli
occhi leggermente velati che cercò di nascondere allo sguardo del
marito. -Davvero?-domandò cercando di avere un tono casuale. Harry
annuì. -Solo che con il tempo cerchiamo di dimenticare tutti gli errori fatti
in amore...Non è qualcosa che ricordiamo con piacere. Però ascoltando le
parole di Daniel oggi,quei ricordi sono tornati a galla facendomi capire che,
nonostante la differenza di età,io e lui non siamo molto
dissimili-concluse. Ginny tornò a guardarlo,sinceramente colpita dal suo
discorso. -Quindi smetterai di fargli la guerra?-gli domandò giusto per
essere sicura di aver capito il senso del discorso. Harry alzò le
spalle. -Solo finchè non me ne darà motivo- Lei sorrise e scosse
leggermente la testa,poggiandola poi sulla sua spalla. Nel breve silenzio che
seguì,Ginny si accorse che anche lei aveva dimenticato qualcosa del loro
passato,proprio come aveva detto Harry poco prima. Aveva dimenticato il modo
semplice e fermo con cui Harry riusciva sempre a risolvere ogni
situazione:poteva portare entrambi sul limite del cratere,ma sarebbe stato lui a
salvarli prima che la situazione degenerasse. Lo aveva fatto allora e lo
stava facendo adesso... -E' tardi...Me ne vado a letto-gli disse rialzando il
capo e rizzandosi in piedi. Harry annuì,preparandosi ad un'altra notte sul
divano del salotto. -Buonanotte-la salutò. Ginny,che aveva già salito
alcuni gradini,si voltò leggermente verso di lui e incontrò il suo
sguardo. -Tu non vieni?- Sul volto di Harry si dipinse un'espressione
incredula,che durò giusto il tempo di fargli comprendere il significato della
domanda,per poi scattare in piedi e correrle dietro sulla scala.
Salve a
tutti!!!
Come
state?Ci siete ancora tutti o qualcuno di voi è già partito per le
vacanze?
Personalmente sono ancora a Roma,impegnata con il lavoro,ma presto arriverà il riposo
anche per me.
Dunque,veniamo a noi...La crisi fra Harry e Ginny sembra rientrata,e il
nostro sembra aver compreso che continuare a portare avanti il comportamento
avuto finora con Daniel gli avrebbe causato sl guai,così ha deciso di correre ai
ripari.
E come
al solito ha agito nel modo giusto..Peccato che gli ci voglia sempre un pò x
capire quel'è la cosa giusta da fare!
Cosa
dire invece di Rupert e Seamus?Personalmente sn dalla parte di Rupert,anzi tt
ciò che lui ha detto l'ho,a mia volta,detto ad un mio ex,quindi nn posso che
sostenerlo in qst "guerra".
Dopo qst
capitolo si torna ad Hogwarts,siete pronti per tuffarvi di nuovo nei "soliti"
drammi adolescenziali?
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e
chiedo scusa x eventuali errori di battitura o di
ortografia.
La frase
in corsivo nel capitolo è tratta da "Through the
barricades" dei Spandau
Ballet.
E ora i
ringraziamenti:Lucia_hp(Hai
ragione,sn l'uno completamente diverso dall'altro.Però x me è qst il
divertimento:qll che di cattivo nn può fare qst Ron lo faccio fare all'altro e
viceversa.Tipoi valvola di sfogo!),BabyLale(Benvenuta!E grazie x i
complimenti!Le mie storie, sn iniziate proprio da Harry e Ginny,farli lasciare
significherebbe la mia fine come scrittrice, quindi è l'ultima cosa ha cui
penso),Sunshine'86(Un rapporto sempre perfetto alla fine diventa noioso;ha
bisogno di qualche scossone,di qualche bella lite che ti faccia porre delle
domande, interrogarti sulla persona che ti sta accanto x essere sicuro di voler
continuare.La povera Cassie,almeno nella mia mente,doveva essere un personaggio
nuovo e speravo che raccogliesse le simpatie dei lettori,ma visto che nn è
accaduto ho dovuto cambiare tt la storia che avevo in mente relegandola così ad
un ruolo marginale...Peccato!),JC(Bentornato!Mi dispiace che tt le fatiche di un anno alla fine nn
abbiano portato i risultati sperati!Hai ragione,può sembrare che ho una specie
di attacco omicida verso i miei personaggi,ma sta tranquillo nn è così.E posso
rassicurarti fin da ora:x il momento la totale attenzione di Ron è concentrata
sulla neonata.Nn ha tempo x Hermione),Lotti_(Eccoti accontentata!Spero sia di
tuo gradimento...Hai ragione,ripensare al passato felice degli inizi e guardare
allo sfracello che è diventato il loro amore può essere doloroso,ma sn sempre
convinta che sia stata la cosa giusta,altrimenti avrebbero passato la loro vita
uno accanto all'altra tacendo le cose che nn amavano dell'altro...E questo a mio
parere non è amore),Elly(Un HURRA! per l'esame!Congratulazioni!Come vedi,Harry sta già
cercando di riparare ai suoi errori,xkè finalmente ha trovato un punto
d'incontro cn Daniel e forse qst è un nuovo inizio x tutti.Albus ed Emmett...Già
è vero suona meglio Albus e Scorpius,ma che possiamo farci se quell'orgoglioso
di un Serpeverde nn si decide a rivelare i suoi sentimenti?Certe volte sn +
testardi d un mulo! Speriamo che la gelosia lo svegli un pò...),IRE'89(Esatto,Rupert è davvero
innamorato ed in qst capitolo lo ha dimostrato,in fondo l'amore nn è sempre
accompagnato dalla paura di perdere la persona che amiamo?Passiamo a Ron ed
Herm:qnd lui è in ospedale e prega sentendosi in colpa x aver passato la notte
con Herm,lo fa xkè si ritiene responsabile di qll che è successo a Cassie.E'
convinto che se,invece di essere stato con Hermione,fosse stato accanto a
Cassie,non sarebbe successo nulla e forse lei sarebbe ancora viva.Ecco xkè lo
considera un comportamento sbagliato...Ho sempre detto che la storia fra Alice e
Luke sarebbe stta complicata,e vedrai poi cs intendo.Il motivo x cui restano a
Seattle anke se tutta la famiglia sa del tumore è x facilitare i controlli
periodici che Luna deve ancora sostenere;è migliorata,ma x il momento nn è
ancora completamente guarita).
Bene,x
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Proud"
Baci,Eva.
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Editor
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Capitolo 30 *** Proud ***
proud
-Malfoy...- -Potter- Gli
occhi cerulei del ragazzo,fino a quel momento nervosi,si posarono sul volto
delicato e aggraziato della ragazza poggiata contro una colonna di pietra,mentre
la sua memoria compiva uno sforzo cercando di non tornare indietro con i ricordi
a quando,poco tempo prima,aveva trovato qualcun'altro ad aspettarlo. -Scusami
ma vado di fretta-le disse passando i manici della borsa da una mano all'altra
per bilanciarne il peso. Lily annuì,senza però accennare a farsi da
parte. -Già,immagino:gli allenamenti...-commentò la ragazza. Scorpius
annuì,lo sguardo ancora su di lei,cercando di capire il motivo che poteva averla
portata lì. Ma c'era solo una ragione possibile... -Non dovresti essere
con il tuo fidanzato?-le domandò accennando un lieve sorriso. Era impossibile
camminare serenamente per i corridoi di Hogwarts senza cogliere almeno un
sospiro infelice di qualche ammiratrice che aveva sperato in quella separazione
per poter fare la sua mossa verso Daniel. E,per chi non volesse dar ascolto
ai pettegolezzi,ci pensavano i diretti interessati che non perdevano occasione
di farsi vedere in giro mano nella mano,o stretti l'uno all'altra per recuperare
il tempo perduto. Mettendo così a tacere tutte le malelingue. -Ha
lezione-disse semplicemente la ragazza staccandosi dalla colonna,restando però
distante da lui. Scorpius annuì,come se la cosa lo interessasse veramente e
la fissò per qualche istante, ricambiando il suo sguardo,prima di abbassare gli
occhi sull'erba corta. -Beh,mi sarebbe piaciuto chiacchierare di più con
te,ma come hai detto anche tu prima,ho gli allenamenti. Sono il capitano e
non posso...-disse tornando a rialzare lo sguardo su di lei. -Perchè non mi
chiedi come sta?-gli domandò interrompendo quell'inutile fiume in piena. Il
biondo si bloccò e per alcuni istanti i due si fissarono negli occhi,nel più
profondo silenzio. Non aveva bisogno di ulteriori spiegazioni,sapeva
benissimo a chi si riferiva Lily,e forse proprio per questo non sapeva
rispondere con una delle sue battute sarcastiche. Da quando Albus era uscito
dall'infermeria,lo aveva incontrato per i corridoi soltanto poche volte, di
sfuggita,e mai da soli. Lui era sempre con quella piattola umana di Emmett
che da dopo l'incidente sembrava non averlo lasciato neanche un'istante,quasi
avesse paura che gli potesse succedere qualcos' altro. Aveva cominciato ad
evitarli quando aveva capito che la visione di Al con un altro ragazzo gli
provocava un'istinto omicida:ogni volta voleva tirar fuori la bacchetta e ferire
Emmett. Ma poi,puntualmente,si rendeva conto che così facendo avrebbe
soltanto peggiorato le cose:vedendo Emmett ferito,Albus avrebbe finito per
restare con quell'impiastro e lo avrebbe odiato. -Che ti fa pensare che mi
importi?-le domandò ritrovando la sua aria
sbruffona. Lily,sorprendentemente,sorrise a quelle parole,quasi avesse
aspettato una risposta simile. Fece un paio di passi in avanti,verso di lui e
alzò le spalle. -Per te è difficile capirlo,visto che sei figlio unico,ma
quando uno dei tuoi fratelli ha un'incidente, al punto da andare in
infermeria,l'ultima cosa che riesci a fare è dormire. Specialmente se ti
ritieni responsabile per il suo incidente...-disse con voce calma e
pacata. Scorpius aggrottò impercettibilmente la fronte:c'era qualcosa che non
gli piaceva in quel discorso. -Così decidi di fare un salto in infermeria,per
andare a controllare che tutto vada come dovrebbe, anche se sai che non dovresti
e che saresti punita se ti scoprissero. Arrivi lì,fai per avvicinarti al
letto,ma ti accorgi che già qualcun'altro ha avuto la tua stessa idea... Devo
continuare?-gli domandò portando una mano al fianco destro. Il biondo scosse
la testa. -Quindi hai sentito tutto?-le domandò. Lily annuì. -Non hai
mai sentito parlare di una cosa chiamata privacy?-la beccò. -Stavi parlando
dei tuoi sentimenti con un comatoso,in un posto accessibile a tutti e pretendi
anche la privacy?-ribattè lei decisa a non mollare. Scorpius la guardò con
due occhi saettanti e per qualche istante ancora restarono in silenzio, l'uno di
fronte all'altra quasi fossero sul punto di sfidarsi. -Lo pensavi davvero
quello che hai detto?-domandò poi lei,parlando per prima. L'altro si limitò
ad annuire,disperatamente bisognoso di una sigaretta per sopportare quel
momento,maledicendosi allo stesso tempo per averle lasciate sul fondo della
borsa. Lily lo fissò qualche altro istante per poi sospirare. -Sei
veramente un'idiota-commentò. -Scusami?- -Un'idiota!Non c'è altro modo di
definirti...Sai che è solo colpa tua se Albus adesso sta con Emmett?-gli domandò
chiaramente arrabbiata. Scorpius alzò un sopracciglio e la fissò qualche
secondo. -Devo essermi perso qualcosa:sapevo che non riuscivi a tenere il
naso fuori dalla vita di tuo fratello,ma da quando sei diventata una mia
sostenitrice?-le domandò chiaramente sorpreso. -Chi ha detto che lo
sono?-ribattè lei. Sul viso di Scorpius apparve un piccolo sorriso divertito
che presto contagiò anche Lily. -Ok,forse hai ragione...- Il biondo si
passò una mano fra i capelli serici e sorrise di nuovo. -Credevo fossero la
coppia perfetta-commentò senza nessun'inflessione particolare. Sapere
qualcosa di più sul rapporto che Albus aveva con Emmett avrebbe potuto aiutarlo
a capire. Era felice? Si sentiva realizzato ora che aveva quello che lui
non poteva dargli? Oppure anche lui sentiva un vuoto dentro che non riusciva
a spiegare? La ragazza scosse la testa e si lasciò scappare un altro
sospiro. -Voi ragazzi siete veramente delle frane sull'amore... Non si può
essere una coppia felice se uno dei due non riesce a dimenticare-disse sibillina
Lily. Un'espressione sorpresa si dipinse sul volto di Scorpius:aveva davvero
detto quello che credeva di aver sentito? Veramente Albus non riusciva a
dimenticarlo? A riportarlo sulla terra su uno dei suoi compagni di squadra
che corse per il corridoio fino a loro, preoccupato dalla possibilità di essere
in ritardo,e che si voltò a lanciargli un'occhiata sorpresa quando lo vide fuori
dallo spogliatoio perso in chiacchiere con una Grifondoro. Avrà pensato che
sto impazzendo,pensò Scorpius,sentendo la porta dello spogliatoio chiudersi alle
sue spalle. -Ora sarà meglio che ti lasci andare,ti ho trattenuto anche
troppo...Posso darti un'ultimo consiglio?-gli domandò Lily. Scorpius alzò le
spalle. -Se mai decidessi di fare qualche mossa per rimettere le cose a
posto,non far passare troppo tempo...Ci vuole poco per tramutare in amore la
gratitudine- Colpito da quelle parole,troppo saggie per una ragazza di appena
quattordici anni,Scorpius si limitò ad annuire,senza aggiungere nulla. Lily
annuì a sua volta,gli rivolse un'ultimo sorriso per poi voltargli le spalle e
allontanarsi nella direzione opposta.
-Mi nascondi qualcosa?- Quella domanda
inaspettata gli provocò dei brividi freddi lungo la schiena. Era
convinto,anzi era quasi certo che suo fratello,perso dietro il suo romanzo
d'amore con Rebecca, non si sarebbe accorto dei cambiamenti avvenuti nel suo
comportamento dall'inizio della sua relazione con Rose. Ma aveva
sottovalutato la persona sbagliata. Non c'era nessuno che lo conosceva meglio
di Ronald,e solo lui avrebbe potuto accorgersi dei cambiamenti,per quanto
piccoli o impercettibili. -No,affatto. Come ti è venuta quest'idea?-gli
domandò cercando di mantenere un'aria vaga. Ronald si lasciò andare con tutto
il suo peso sul letto del fratello,facendo cigolare rumorosamente le molle del
letto,lo sguardo fisso su di lui,con aria pensierosa. Pochi secondi
dopo,James lo vide scuotere la testa,per nulla pago. -Dì quello che ti
pare,ma io lo so che c'è qualcosa che non va...Ti conosco troppo bene!-gli
ricordò quasi l'altro potesse dimenticarlo. -Cosa avrei di diverso?-gli
domandò per sapere a cosa doveva controbattere. Ronald lo guardò
sorpreso,quasi divertito da quella domanda:davvero non aveva idea di quello di
cui stava parlando? -Permettimi di illuminarti. Sono un paio di mesi che
ti sei totalmente chiuso in te stesso,diventando una specie di eremita- gli fece
notare il fratello. -Dai questa è veramente un'esagerazione!-ribattè
James. -Davvero?O sei in biblioteca con Rose a studiare,oppure agli
allenamenti o sei nella tua stanza. Questa è la tua vita negli ultimi
mesi-gli disse elencando sulla punta delle dita le attività compiute da James in
quei due mesi. -Non mi sembra che per te sia diverso...E' già un miracolo se
riesci a staccarti da Rebecca per andare a dormire-lo beccò il fratello. -E'
normale!Come fai a controllare la passione dei primi mesi?-fece il fratello con
tono leggermente scherzoso. L'istante dopo il volto di Ronald si era
illuminato neanche fosse una luminaria di Natale ed una nuova espressione si era
dipinta sul suo volto. Un' espressione che fece capire a James che il
fratello era terribilmente vicino alla verità. -Tu stai con qualcuno!-disse
infatti Ronald. James si affrettò a scuotere la testa. -Cosa?Ma hai bevuto
per caso?-gli chiese a sua volta. Ronald si alzò in piedi ed iniziò a
camminare davanti al suo letto,perso dietro a quel pensiero:suo fratello aveva
una ragazza. Questo avrebbe spiegato l'isolamento e tutto il resto,ma perchè
tenere la cosa nascosta? -Perchè non me lo hai detto?-gli domandò
infatti. -Ma cosa dovevo dirti?-chiese ancora James cercando di mostrarsi
candido come un'agnellino. -Di questa ragazza,è chiaro!-ripetè Ronnie. Il
moro sbuffò scocciato,cercando di apparire convincente. -Quante volte ancora
dovrò dirti che non c'è nessuna ragazza?- Lo sguardo di James si fissò sul
suo volto e lo studiò per qualche istante,leggermente restio a fargli la domanda
che improvvisamente gli era venuta in mente. -Allora è un ragazzo?-domandò
poi titubante. Sul volto di James apparve un'aria incredula,sorpresa che fece
pentire l'altro per aver anche solo pensato alla
possibilità. -Scusami!- -Ma come ti viene in mente?-gli domandò James
chiaramente divertito. -Beh,visto quello che è successo il mese scorso con
Al...-disse il rosso semplicemente. James annuì senza bisogno di aggiungere
altro. Scoprire l'omosessualità di Albus era stato un colpo per entrambi,era
inutile negarlo. Inizialmente aveva reagito esattamente come Ronald,con il
carico di rabbia e incomprensione che una rivelazione come quella si portava
inevitabilmente dietro. Poi,però,c'era stato l'incidente e mentre Al dormiva
in un letto in infermeria,lui aveva passato la notte a parlare con Ronald,Rose e
Rebecca,cercando di capire se sarebbero stati o meno in grado di "sopportare"
quella situazione. Le due ragazze avevano messo in chiaro fin da subito che
per entrambe niente era cambiato:Albus era sempre lo stesso ragazzo gentile e
spiritoso che conoscevano,che importanza avevano i suoi gusti
sentimentali? Il pù restio ad accettare quel cambiamento era stato
Ronald:arrabbiato con il fratello per il suo silenzio. Per quanto tempo aveva
tenuto quel segreto con loro? Perchè avevano dovuto saperlo per caso,in quel
modo così avventato,mentre Lily che era la più piccola fra loro era stata la
prima ad essere informata? Quando il fratello era uscito dall'infermeria i
quattro Potter avevano fatto una riunione,indetta ovviamente da Lily,per
rimettere a posto le cose e Albus aveva raccontato ai due fratelli la parte
della sua vita che loro non sapevano,aiutandoli a capirla e ad accettarla ed
ora,anche se molto lentamente,sembrava che le cose stessero tornando quelle di
un tempo. -Ronald davvero non c'è nessuno. In questo momento sono più solo
di Mirtilla Malcontenta-scherzò James accennando un sorriso. Il fratello lo
fissò,ancora poco certo di potersi fidare. -E' vero,ultimamente non sono più
l'animale delle feste che ero un tempo,ma è perchè ho preso alcuni brutti voti e
devo cercare di recuperare prima della fine del trimestre. Lo sai anche tu
com'è rigida la mamma su questi argomenti-gli disse aggrappandosi a quella scusa
improvvisata. -Davvero?- James annuì. -Se ci fosse veramente qualcosa
saresti il primo a cui lo direi-disse per rassicurarlo. Il fratello pochi
istanti dopo sorrise e bastò quel sorriso a farlo sentire un verme. Per
alleviare quella sensazione,James si disse che una volta saputa la verità,Ronald
avrebbe capito e sarebbe stato felice per lui e Rose. O almeno era quello che
sperava...
-Grazie per avermi invitato- Per la prima volta
in tutta la sua vita,Allison stava provando cosa significava vivere in una
famiglia "normale". Ovviamente se per normale si intendeva una famiglia dove
i due genitori si parlavano a malapena e solo per le cose di primaria
importanza,se la casa era avvolta nel più completo silenzio anche quando tutti i
residenti vi erano dentro,e soprattutto se si contava quella tremenda sensazione
di inadeguatezza. Non si era mai sentita così fuori posto a casa sua come in
quegli ultimi giorni. Però sapeva che non c'era niente che potesse fare per
aiutarli a sistemare le cose,almeno non quella volta. Aveva ascoltato il
litigio dalla sua camera da letto,grazie all'altro volume che avevano usato
durante la discussione ma,ugualmente,era riuscita a stento a mettere insieme i
fatti:papà Seamus era andato a pranzo con un altro uomo,qualcuno che papà Rupert
considerava una minaccia. Ma,perchè,pur sapendo che il suo compagno ci
sarebbe rimasto male,suo padre lo aveva fatto ugualmente? E perchè quella
reazione? Del resto era stato un semplice pranzo... Magari c'erano delle
implicazioni nascoste che lei non riusciva a cogliere,ma alla fine del litigio
papà Seamus era uscito di casa sbattendo la porta,chiaramente arrabbiato e,da
quando aveva fatto ritorno i rapporti fra i sue genitori erano distanti e
cortesi,come non erano mai stati prima di allora. -Ancora nessun
cambiamento?-le domandò Fred. Allison si limitò a scuotere la testa,quel poco
che le permetteva il cuscino. Le uniche persone con cui si era confidata
erano Fred ed Alice,ovvero le persone che considerava più vicine a sè. Era
certa che papà Seamus si era sfogato con i genitori di Fred,vista la loro
amicizia di vecchia data e per un breve istante si chiese qual'era stato il
consiglio che i due avevano dato al padre. La sera era già scesa da un
pezzo,aveva già indosso il pigiama ed era andata in camera di Fred per dargli la
buonanotte,lasciando così un pò di privacy per chiamare Luke. Aveva bussato
alla sua porta ed era entrata non appena lui gli aveva risposto ed ora erano
sdraiati uno accanto all'altra sul letto,le teste vicine per ottenere una
maggiore intimità. Un braccio di Fred era abbandonato sulla sua vita e
l'altro era ripiegato contro il proprio petto,le dita intrecciate a quelle di
Allison,mentre l'altra mano della ragazza era poco distante dai suoi capelli
rossi sparsi sul cuscino,accarezzandoli occasionalmente. -No...E il brutto è
che non sembrano neanche intenzionati a far pace. Fosse per loro
continuerebbero così fino alla notte dei tempi-si lamentò. -Vedrai che presto
si sistemerà tutto;devi solo avere pazienza-la rassicurò Fred con voce sicura e
calma. Allison accennò un sorriso,chiudendo gli occhi. -Pazienza...Mi sa
che è proprio quello il mio punto debole-commentò lei
scherzosamente. Continuando a tenere gli occhi chiusi,aveva
sospirato,sentendosi per la prima volta da giorni completamente
rilassata. Era la vicinanza di Fred a farle quell'effetto? Ultimamente non
avevano potuto vedersi molto spesso per colpa di alcuni esami importanti alla
scuola di Magia uniti ad alcuni controlli a cui Luna aveva dovuto sottoporsi per
controllare che tutto stesse andando come doveva. Ma neanche per un istante
aveva dubitato che la sua vicinanza l'avrebbe aiutata a star meglio, a
dimenticare per qualche ora l'aria pesante che l'aspettava a casa. -Sei
stanca?-le domandò lui alzando la mani dai suoi fianchi e accarezzandole i
capelli. Allison mugugnò socchiudendo gli occhi e incontrando il suo
sguardo. -Vuoi che ti prenda in braccio e ti riporti nella tua
stanza? Ultimamamente ho fatto molta pratica con Alice tutte le volte che si
addormentava sul divano-le disse per rassicurarla sulla propria forza
fisica. La ragazza accennò un sorriso e sospirò. -No,voglio stare ancora
un pò con te-disse poi muovendo la testa sul cuscino e avvicinandola a quella di
Fred. Lo vide sorridere,chiaramente sorpreso per quella frase,e pochi secondi
dopo le labbra morbide e calde di Fred accarezzavano le sue
dolcemente. Allison rispose al suo bacio con lentezza,cancellando tutto il
resto del mondo dalla sua mente, concentrandosi soltanto su di lui e sulle
sensazioni che provava ogni volta che era con lui. Grazie al braccio attorno
al collo di Fred,Allison avvicinò ancora di più la sua testa alla propria,
diminuendo la distanza fra i loro corpi e facendo intrecciare le loro
gambe. -Raccontami una storia-gli disse lei quando si staccarono. Sul
volto di Fred si disegnò un sorriso divertito,prima che le sue dita affondassero
di nuovo fra i capelli soffici di Allison. -Non solo mi rubi metà del
letto,ma devo anche raccontarti una favola della buonanotte?-la prese
bonariamente in giro. Anche lei,di nuovo con gli occhi chiusi,accennò un
sorriso,mentre la sua fronte si muoveva sul cuscino quasi cercando quella di
lui. -Raccontami ancora la storia dei tuoi genitori-gli chiese. -Finirò
veramente per essere geloso di mio padre-commentò Fred. Allison rise,una
risata infantile e sonnolenta,che gli diede quasi l'impressione di vederla
tornare bambina sotto il suo sguardo. -Che scemo che sei...-si lasciò poi
scappare in un sospiro. Senza staccare lo sguardo dal suo viso
addormentato,Fred le sfiorò una guancia con due dita, cercando di non
focalizzare la sua attenzione su quel fuoco che sembrava essersi acceso
improvvisamente dentro di lui,al centro del suo petto,con fiamme alte e
dardeggianti a cui era impossibile nascondersi....Lo stesso fuoco che sentiva
accendersi ogni volta che si trovava a fissare il volto sereno di
Allison. Facendo forza su un braccio si alzò leggermente dal letto e avvicinò
il viso a quello rilassato di Allison e le posò un bacio lieve sulla guancia
destra. Non fece nessun cenno,nessun cambiamento si verificò sul volto della
ragazza,ormai profondamente addormentata. -Mi sa che questa volta sono
davvero innamorato...-mormorò Fred senza staccare lo sguardo dal volto di
lei. E forse presto sarebbe riuscito a dirlo anche ad un Allison
completamente sveglia.
-Devo dirglielo- Nonostante il tono di voce
sicuro e la decisione dei modi che aveva usato con Ronald,non poteva controllare
i propri sensi di colpa. Era la prima volta nella sua vita che teneva un
segreto con suo fratello. Non aveva mai provato la strana sensazione di
doversi destreggiare fra le bugie ed i silenzi, di doversi ricordare ciò che
aveva già detto in precedenza per evitare di far scoprire tutto...Almeno non con
il suo gemello. Lui e Ronald si erano sempre raccontati tutto,anche la cosa
più insignificante,avevano condiviso tutte le esperienze,che fossero
significative o meno,ed escluderlo dalla storia d'amore più importante della sua
vita gli sembrava quasi un crimine. -Non avevamo deciso di mantenere il
segreto con tutti?-gli ricordò Rose senza nessun' inflessione
particolare. James annuì,consapevole delle promesse che si erano fatti,ma ora
si sentiva stretto fra due fuochi:a chi doveva essere "fedele"? A suo
fratello o alla donna che amava? -Lo so,lo so...Ma prima c'è mancato tanto
così che non mi lasciassi scappare qualcosa. Io non sono bravo a mantere i
segreti,lo sai benissimo anche tu!-ribattè lui. Rose annuì. -Infatti!Meno
male che siamo in due a doverlo mantenere-commentò accennando un
sorriso. James la fissò per qualche istante,fermandosi a riflettere sul
significato delle sue parole,e solo quando l'ebbe capito a pieno,si lasciò
andare ad un lieve sorriso. Si mosse per la stanza ed andò a sedersi accanto
a lei sul proprio letto. -Anche a me non fa piacere questa situazione,ma al
momento non possiamo fare altrimenti-gli disse Rose cercando di farlo
ragionare. -Perchè?In fondo sono passati quasi quattro mesi da quando ci
siamo messi insieme,magari se proviamo a prendere il discorso alla
lontana...-iniziò James ancora restio a rinunciare del tutto
all'idea. -Dovremmo subire lo stesso una ramanzina,o peggio-ribattè ancora
lei. James sbuffò mettendosi a sedere meglio sul letto,facendolo muovere
sotto di sè. -A sentirti parlare il momento adatto non arriverà mai-le fece
notare lui. Il silenzio che ricevette in risposta lo preoccupò
decisamente,portandolo a voltare la testa verso di lei,gli occhi che non si
staccavano dal suo sguardo. Sguardo che Rose cercava in ogni modo di
evitare. -Rose...- -Che senso ha parlargliene?-domandò la ragazza
continuando a fissare davanti a sè. -Scusami?-chiese lui sperando di aver
frainteso le sue parole. C'era qualcosa di strano in tutto quel
discorso,qualcosa che aveva preso improvvisamente una piega inaspettata e che
non gli piaceva affatto. -Hai visto cosa è successo a Dan e Lily quando si è
saputo della loro storia,il modo in cui tuo padre si è messo contro di lui-disse
Rose. -Mio padre ti adora!-ribattè lui. Stavano davvero affrontando quella
conversazione? Rose annuì nervosa. -Mi vuole bene perchè sono sua
nipote,ma farebbe lo stesso se fossi la tua fidanzata?-gli domandò alzandosi in
piedi e fermandoglisi di fronte. La sensazione avvertita poco prima si
ripresentò di nuovo a quelle parole:dove portava veramente il discorso di
Rose? James aggrottò la fronte,ricambiando lo sguardo che Rose gli stava
lanciando. -Cosa suggeriresti allora?Mantenere il silenzio per sempre?-si
decise a domandarle dando voce al suo timore più oscuro. L'espressione
incerta che apparve sul volto della ragazza lo ferì:allora Rose aveva pensato a
quella possibilità! Nonostante tutti i discorsi ed i progetti,una parte di
lei aveva continuato a sperare di poter tenere nascosta la loro storia ancora
per anni,forse per sempre,incurante di quello che lui pensava e provava al
riguardo! Si alzò di scatto e si avviò verso la porta,pronto ad uscire,ma un
veloce pensiero gli attraversò la mente portandolo a voltarsi di nuovo e a
incontrare ancora una volta gli occhi di Rose. -Finora abbiamo mantenuto il
silenzio perchè era necessario,e sono disposto a farlo fino alla fine della
scuola se è questo che serve per farti sentire sicura di noi e del nostro
amore. Ma non potrei mai vivere un'intera vita nel silenzio e nella
menzogna-le disse serio. Le spalle di Rose si abbassarono leggermente,quasi
schiacciate dal peso di quell'ultima frase e James ebbe anche l'impressione di
vederla trattenere il fiato in attesa che lui continuasse a parlare. -Cosa
dovremmo fare?Vivere insieme fingendo di essere due coinquilini,accettando
appuntamenti combinati o vivendo come due single incalliti? Questo sarebbe
peggiore del nascondere il nostro amore per paura dell'affrontare la furia dei
nostri genitori...Sarebbe addirittura negarne l'esistenza- Si passò una mano
fra i capelli e alzò le spalle. -James si tratterebbe solo di qualche
anno...-tentò di farlo ragionare lei. Ma capì subito che quelle parole lo
avevano ferito,ancor più del silenzio di poco prima. -Sai che rispetterò
qualsiasi decisione prenderai,ma non aspettarti da me una via
d'uscita. Adesso non sono io quello che vorrebbe dimenticare tutto e fingere
che non sia mai successo-concluse. -Jim aspetta...- Tornò a voltarsi
e,incurante della sua voce che lo chiamava, che quella fosse la sua stanza ed
uscito di lì non avrebbe saputo dove andare,aprì la porta e si immise nel
corridoio,richiudendola alle sue spalle.
Entrambi avevano avuto la stessa idea. Quando
avevano deciso di stare un pò da soli,dove nessuno avrebbe potuto trovarli,tutti
e due si erano ricordati di quell'aula abbandonata e anche un pò pericolante in
cui si erano incontrati una volta e dove,inevitabilmente,avevano finito per
litigare. Si erano chiusi la porta alle spalle e per alcuni istanti si erano
guardati intorno,quasi volessero controllare che tutto fosse come lo avevano
lasciato mesi prima. -L'ultima volta che siamo venuti qui,per un'attimo ho
creduto veramente che volessi liberarti di me-raccontò Lily,senza alcun timore
di apparire ridicola. Accompagnato dalla sua risata schietta e sincera,Daniel
le si avvicinò da dietro,cingendola con le braccia e attirandola contro di
sè. -Ammetto che ci ho pensato...Specialmente quando mi hai lasciato in quel
modo senza darmi nessuna spiegazione-ricordò a sua volta il ragazzo. Lei
accennò un sorriso,ricordando la sensazione di rabbia che aveva provato quando
lui aveva riso alla sua domanda. -Ero veramente arrabbiata con te-rispose lei
rigirandosi fra le sue braccia. -Davvero?E per quale motivo?-chiese lui
ancora curioso dopo tutti quei mesi. Le mani di Daniel tornarono a posarsi
sulla sua schiena,quasi non volessero stare troppo lontane da lei ora che ne
avevano la possibilità. -Ti chiesi se durante l'estate ti ero mancata,se
avevi pensato a me prima di dormire,e tu ti sei limitato a sogghignare. Quasi
fosse una cosa assurda...- Un'espressione incredula si disegnò sul volto di
Daniel,prima che questi ridesse fra i denti, scuotendo leggermente la
testa. -Ecco hai fatto proprio così-gli disse lei,muovendosi nel suo
abbraccio allontanandosi da lui. Facendo pressione con la mano posata sulla
schiena di lei,Daniel la portò di nuovo contro di sè vincendo la sua
resistenza. -Se tu sapessi....Certo devi avere una bella fantasia per essere
arrivata ad una simile conclusione-aggiunse poi cercando il suo
sguardo. -Io?Era palese!-iniziò Lily pronta a dare battaglia. Ma si bloccò
l'attimo dopo quando la prima frase detta da Daniel le arrivò alla
mente,colpendola con il suo significato nascosto. -Vuoi dire che hai pensato
a me durante quei mesi?-gli domandò,un espressione cauta sul volto, neanche
avesse ancora paura di vederlo scoppiare a riderle in faccia da un momento
all'altro. Daniel restò in silenzio e allontanò lo sguardo dai suoi
occhi,muovendolo in giro per la stanza, facendole così capire di essere vicina
alla verità. -Lo hai fatto...-disse accennando un sorriso ironico,mentre un
altro pensiero si univa al precedente. Era possibile che Daniel avesse
pensato a lei in modo diverso?Possibile che in quelle settimane avesse indugiato
con il pensiero a quella notte,a quel bacio,chiedendosi cosa sarebbe successo se
non fossero stati interrotti? -Dimmi cosa pensavi-gli disse poi neanche fosse
un'ordine. -Cosa?Neanche morto!-ribattè Daniel riscuotendosi da quella sorta
di torpore che sembrava essersi impossessato di lui. Sciolse il loro
abbraccio e si allontanò da lei alcuni passi,vergognoso di toccarla ora che
stavano affrontando quell'argomento. -Andiamo che ci può essere di così
terribile da non poterlo raccontare alla tua ragazza?-gli chiese Lily andandogli
dietro in un gesto quasi infantile,prima di bloccarsi al centro della stanza con
lo sguardo fisso sul volto di Daniel e la bocca semiaperta per lo
stupore. -Credo di aver capito...- Daniel cercò di nuovo il suo
sguardo,leggermente preoccupato per quello che vi avrebbe letto dentro. -Sei
arrabbiata?-si decise a chiederle. Ancora in silenzio,senza allontanare lo
sguardo,Lily fece i pochi passi che la dividevano dal ragazzo e,issandosi sulla
punta dei piedi,portò le labbra su quelle di Daniel,sfiorandole più volte
dolcemente. Daniel impiegò pochi secondi per realizzare quello che stava
succedendo e quando Lily,senza staccarsi dalle sue labbra, tornò a poggiare il
peso sui talloni lui la seguì,iniziando a ricambiare il bacio. Mentre un
braccio di Lily si alzò,andando a posarsi attorno al collo di Daniel,uno del
ragazzo si strinse attorno alla vita di lei,portandola contro il proprio
corpo. Daniel staccò le labbra da quelle di lei e le posò sulla pelle del
collo,sentendo aumentare la presa delle braccia di Lily;non aveva la più pallida
idea di cosa fare per fermare quello che avevano appena iniziato...Non sapeva
neanche se lo voleva veramente,dopo l'isolamento e mesi di sogni erotici che si
risolvevano in niente. Sentì le mani di Lily scendere fino ad accarezzargli
le spalle e la schiena coperta dal maglione dell'uniforme,così rialzò la testa e
cercò i suoi occhi che si tuffarono nei suoi all'istante. -Quindi ti è
capitato di pensare a me mentre...-gli chiese Lily ancora parlando per prima,non
riuscendo però a finire la frase. Daniel sorrise leggermente,a testa bassa, e
annuì. -Sono mesi che penso a te...-rispose,di nuovo serio. Lily premette
le labbra una sopra l'altra,prima di sospirare rumorosamente. -Anche io-gli
confessò mentre le sue guance si coloravano di un rossore che la fece apparire
ancora più innocente. E ancora più sexy. In silenzio,le accarezzò la
guancia destra con la punta delle dita per poi avvicinare di nuovo il viso al
suo per ritornare a baciarla. Il primo indumento che cadde a terra fu il
maglione di Daniel da cui si allontanarono cercando,ad occhi chiusi, di arrivare
al banco più vicino. Quando l'ebbero raggiunto anche il pullover di Lily
giaceva a terra dimenticato e dita agili ed esperte avevano iniziato a
sbottonare la camicia bianca,interrompendosi soltanto per aiutare la ragazza a
sedersi sul banco polveroso. -Lily...-fece lui cercando le parole giuste per
non rovinare tutto. -Si-rispose decisa la ragazza guardando i suoi
occhi. Aveva capito la sua paura,in fondo era la sua stessa paura,e non aveva
perso tempo a rassicurarlo. -Mi vuoi veramente?-le domandò ancora
lui. Lily sorrise e gli allontanò un ciuffo di capelli che ricadde
puntualmente davanti all'occhio sinistro. -Se tu vuoi me...-disse leggermente
timorosa. Daniel riavvicinò il viso a quello di lei e la baciò,cercando di
far andar via tutte le paure residue. -Certo che ti voglio scricciolo-le
sussurrò poi ad un orecchio. Lily sorrise,felice di non esser vista,e
l'istante dopo le sue dita piccole e lunghe si avvicinarono alla camicia candida
di Daniel,slacciando il bottone centrale. Mosse la testa in modo che i loro
occhi potessero incontrarsi:ora non aveva più paura. Fece scivolare la
camicia dalle spalle di Daniel,lanciando un veloce sguardo alla canottiera
grigia che lui ancora indossava e che faceva risaltare maggiormente i muscoli
del torace e delle spalle. -Tutto merito degli allenamenti?-gli domandò
cercando di scherzare. Lui sorrise e imitò il suo gesto,mettendo in mostra il
reggiseno color acciaio,senza però toglierle la camicia del tutto. Fece
salire una mano fino al collo,avvicinandola così a se e cercando le sue
labbra,quasi non potesse essere separato da queste per troppo
tempo. Sistemato in piedi fra le gambe dischiuse di Lily,Daniel posò una mano
sulla gamba più vicina, restando fermo per qualche istante in attesa di
eventuali ripensamenti. Ma lei non si tirò indietro,neanche quando la mano
iniziò a salire verso la sua coscia,leggermente scoperta dalla corta gonna a
piegoline dell'uniforme;al contrario allacciò le braccia attorno alla sua vita e
fece scivolare un paio di dita della mano sinistra sotto la canotta a contatto
con la pelle nuda della schiena. Le labbra di Daniel,bisognose d'aria,si
staccarono da quelle di Lily e seguendo la linea del collo scesero verso la gola
e il torace raggiungendo così il caldo solco fra i seni,ancora coperto dal
tessuto del reggiseno. Sotto quelle attenzioni congiunte,Lily tremò,facendosi
scappare un sospiro dalle labbra socchiuse, premendosi se possibile ancora di
più contro di lui. Nonostante avesse fantasticato per mesi su quel
momento,immaginato nei minimi dettagli quello che avrebbero fatto o detto,ora si
rendeva conto che niente era paragonabile alla realtà perchè nessun sogno era
paragonabile all'avere Daniel fra le sue braccia. La mano posata sulla sua
coscia tornò a muoversi,insinuandosi sotto il tessuto della gonna a
pieghe,entrando in quel luogo caldo e segreto dove nessuno finora si era mai
portato. Voltò la testa e cercò le labbra di Daniel che le vennero incontro
con passione,quasi con impazienza. -Adesso capisco tutta l'attrazione che hai
per questo posto-commentò una voce cogliendoli completamente di
sorpresa. Terribilmente imbarazzata e spaventata dalla possibilità che fosse
stato uno dei suoi fratelli a scoprirli,Lily interruppe il bacio e diede una
veloce occhiata alla figura che era ancora ferma sulla soglia. Non era
nessuno dei suoi fratelli. Ad una prima occhiata non le sembrava neanche di
conoscerlo. Ma allora perchè li stava fissando in quel modo così
interessato? -Si può sapere che ci fai qui?-domandò Daniel leggermente
adirato. -Tu devi essere Lily Potter-disse l'uomo ignorando il ragazzo come
se non avesse mai parlato. Lei annuì e fu allora che una lampadina si accese
nella sua mente:non poteva essere altrimenti! Voltò la testa e cercò lo
sguardo di Daniel,che fissava l'uomo con sorpresa e astio,prima di tornare a
incontrare i suoi occhi. -Lily lui è Dean Thomas...Mio padre-le disse.
-Potter- Avrebbe riconosciuto quella voce anche fra
la confusione,nel caos più totale. Soltanto lui sapeva dare quell'inflessione
particolare al suo cognome. Si voltò,incurante dello sguardo della Signora
Grassa che continuava a spostarsi da lui al biondo alle sue spalle e lo
guardò. Era la prima volta in un mese che si ritrovavano uno di fronte
all'altro:ma del resto cosa poteva aspettarsi? Perchè avrebbe dovuto tornare
sui suoi passi,dimenticarsi quello che gli aveva detto soltanto per uno stupido
incidente che aveva rischiato di ucciderlo? Non era tipico di Scorpius
Malfoy. -Malfoy- Il ragazzo lo fissò qualche altro secondo in silenzio,uno
strano sguardo negli occhi che lo portò a chiedersi cosa ci faceva lì,così
lontano dai suoi "bassifondi" e dalla sua cerchia d'amici,con il rischio che
qualche altro Grifondoro lo vedesse. -Che ci fai qui?-si decise a
chiedergli. Scorpius fece un paio di passi in avanti verso di lui e alzò le
spalle. -Non lo immagini?-gli chiese a sua volta sibillino. In quel
momento Albus si odiò. Odiò il suo cuore perchè aveva accellerato i
battiti,odio i palmi delle mani perchè avevano iniziato a sudare più del dovuto
e odiò quella stupida speranza che si era riaccesa con tre semplici
parole. Ma che gli importava adesso di Scorpius? Lui aveva Emmett che lo
rendeva felice e che lo faceva sentire amato come l'altro non aveva mai
fatto... Scosse la testa senza parlare,certo che se avesse aperto bocca la
sua voce sarebbe stata tremula. -Le ripetizioni-disse Scorpius quasi fosse la
cosa più ovvia del mondo. E a pensarci bene lo era. Cos'altro poteva
volere Scorpius Malfoy da lui ora che se lo era portato a letto? Soltanto la
sua "conoscenza"... -Oh...Beh,non credo tu ne abbia bisogno. I tuoi voti
sono perfetti così come sono-disse cercando un modo gentile per tirarsi
fuori. L'ultima cosa che voleva era vederlo ogni due giorni,passare del tempo
con lui in un posto semideserto e pieno di ricordi. -Questo lascialo decidere
a me,ok? Ho toppato alcuni esami e mio padre non la smette più di darmi il
tormento-disse con quel tono strafottente che gli era solito. Albus annuì
lentamente,sentendosi sempre di più in trappola. -Capisco...-si limitò a
dire. -Allora cominciamo da venerdì?-chiese ancora il Serpeverde. L'altro
tornò a posare lo sguardo su di lui e incontrò per la prima volta i suoi occhi
argentei che tante volte lo avevano eccitato e fatto tremare. E che ancora
una volta gli fecero scendere un brivido lungo la spina dorsale. -Perchè
proprio io? Non sono il solo a dare ripetizioni...-disse cercando di fare un
ultimo tentativo per tirarsi fuori. Scorpius accennò un sorriso,quasi
trovasse divertenti quelle parole. -Dovresti saperlo che io scelgo soltanto
il meglio. Ci vediamo venerdì dopo cena?-gli chiese poi senza dargli il tempo
per ribattere. Albus sapeva di aver mille motivi per dire di no,per
rifiutarsi,il buon senso gli gridava di voltargli le spalle e di entrare nella
Sala Grande senza neanche rispondergli. Ma c'era qualcosa di più forte del
buon senso,qualcosa che non riusciva a spiegarsi e che non riusciva a
zittire. Annuì lentamente,gli occhi ancora sul volto del
biondo. -Venerdì. Ma mettiamo subito in chiaro una cosa:questa volta le
cose andranno diversamente-volle precisare subito per non doversene pentire in
seguito. Ancora una volta,Scorpius accennò un sorriso,portando l'altro a
chiedersi cosa trovasse di tanto esilarante nelle sue parole. -Su questo puoi
giurarci A venerdì Potter- Senza dargli il tempo di ribattere per quelle
ultime parole,Scoprius gli voltò le spalle e si allontanò lungo il
corridoio.
SAlve a
tutti!!!
Come
state?Siete contenti di essere tornati ad Hogwarts?
Prima di
iniziare volevo avvertirvi che qst sarà l'ultimo capitolo,almeno x un pò:me ne
vado in vacanza fino a ferragosto(anke noi "scribacchini" alle volte abbiamo
bisogno di una pausa);vi ho avvertito cs anche voi potete godervi in pace
le vostre vacanze senza dovervi preoccupare del nuovo
aggiornamento.
Dunque
veniamo a noi...Chi l'avrebbe detto che il ns Serpeverde avrebbe trovato un
alleato?
Ma a
quanto pare nessuno è molto amante del povero Emmett(tra cui la
sottoscritta!)...La domanda è:riuscirà Scorpius a dimostrare ad Albus quello che
prova veramente x lui,senza rovinare tt di nuovo?
E che
dire di Rose?Dopo tanta sicurezza e intraprendenza anche lei ha avuto il suo
momento di insicurezza...Speriamo che tutto si aggiusti per il
meglio.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e
mi scuso x eventuali errori di ortografia o di battitura.
E ora i
ringraziamenti:Baby LaLe(Grazie x
i complimenti!Tu metteresti un cerino vicino alla polvere da sparo?E' qst la
sensazione che vive Rupert in qst momento:lo fa star male la sola idea che possa
succedere di nuovo qlcs fra Seamus e Dean),Lotti_(Ron ed Herm in qst momento
vivono una fase regressiva:sn tornati adolescenti,qnd ogni loro gesto era fatto
x ferire l'altro e x farsi notare.Fortuna ke presto riceveranno un'aiuto da qlcn
+ saggio di loro!), IRE'89(Chi,in buona fede può dire di essere rimasto lo stesso di dieci o
anche solo 5 anni fa?Lo stesso vale x Dean;i suoi sentimenti x Seas ci saranno
sempre,ma far rivivere quel triangolo nn porterebbe niente di buono x nessuno
dei tre,soprattutto xkè Seamus adesso sa cosa perderebbe...Che posso dire in
difesa di Harry Potter?Se fosse diverso,forse nn ci piacerebbe neanke!Certe
volte fa degli errrori clamorosi x rimettere a posto le cose giusto l'attimo
prima che tt vada a rotoli;sai credo ke Ron un pò abbia sperato che i suoi figli
gli kiedessero di conoscere Eliza...Del resto l'ingenuità è sempre stata una
parte predominante del suo carattere),Tonks'17(Bentornata!!!!Come stai?NN te
l'aspettavi l'arrivo di Dean,vero?Beh,dopo l'incontro cn Seamus sarebbe stato
proprio una bestia a non interessarsi ai problemi del figlio, anke se forse
avrebbe dovuto scegliere un momento migliore...La prima reazione è la+
difficile,qll ke forse ricorderai x tt la vita:conoscendo i gemelli,e
l'importanza che James da al suo ruolo di primogenito,sapevo che doveva essere
lui qll + calmo,qll pronto a controllare le frasi inconsulte e sbagliate del
fratello,cm è stato effettivamente,xevitare che la situazione degenerasse;Harry
e Ginny,2 il mio parere,sn un pò il simbolo dell'amore,cs come lo stanno
diventando Ronald e Rebecca,ma anke l'amore + perfetto alle volte ha bisogno di
uno scossone...Mi dispiace che ci sia andato di mezzo Al,ma cs almeno abbiamo
svegliato ql testone di Scorpius!)
Bene,prima di lasciarvi,io vi auguro buone vacanze,specialmente a quelli
che sn ancora nelle città e vi dò appuntamento al prox
capitolo...
"Coffee
and Cigarette"
Baci,Eva.
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Capitolo 31 *** It ain't over till is over ***
ain't it over till is over
"Al vento che cambia e cambia la vita
a quando mi prendi e tocco il cielo con le dita e intanto che dormi
arriva domani e ancora ti svegli qui nelle mie
mani"
-NO,NO E POI NO!- Era da più
di un ora che discutevano sullo stesso argomento,senza fare il minimo passo
avanti. Ma come avrebbero potuto se continuavano a portare avanti il proprio
punto di vista,discordante da quello dell'altro,senza neanche provare a venirsi
incontro? Del canto suo Albus non riusciva a spiegarsi perchè
quell'esplosione da parte di Emmett:gli aveva parlato delle nuove lezioni che
avrebbe avuto con Scorpius subito,praticamente l'attimo dopo aver lasciato il
Serpeverde,e aveva creduto che il ragazzo avesse accettato la cosa di buon
grado... Ma forse era stato troppo ottimista. Del resto anche lui,se fosse
stato al posto di Emmett,avrebbe avuto qualche rimostranza,ma certamente non
avrebbe preteso di prendere parte a quelle lezioni neanche fosse un bambino che
ha bisogno di controllo. -Ti ho già spiegato perchè non puoi prendere parte a
queste lezioni-gli ripetè ancora una volta cercando di mantere calmo il tono di
voce. Emmett affondò i denti nella parte interna del labbro inferiore e
sembrò sfidarlo per qualche istante,prima di emettere un suono beffardo e quasi
derisorio. -E questo cosa vorrebbe dire?-fece Albus alzando un
sopracciglio. -Credi che io sia nato ieri?-gli domandò poi l'altro alzandosi
in piedi dalla propria sedia e fissando gli occhi verdi del moro. -Se è così
te li porti proprio male...-scherzò Al cercando di sollevare
l'atmosfera. -Non provarci!-lo bacchettò l'altro. Al sospirò e scosse la
testa. -No,non sei nato ieri!Contento?- Emmett annuì con gesto
deciso. -Quindi credi veramente che mi beva la storia delle
ripetizioni? Quello lì sta cercando solo un modo per infilarsi di nuovo nelle
tue mutande...-disse Emmett con enfasi. -Cosa?Ma se è stato lui a
lasciarmi!Perchè ora dovrebbe volere una cosa del genere?-gli fece notare
Albus,cercando di nascondere dietro un sorriso divertito
l'incredulità. -Beh,ora sei diventato popolare...-ribattè l'altro. Albus
lo guardò qualche secondo senza capire,prima che una lampadina facesse luce al
suo cervello:era stato il suo incidente a farlo diventare popolare? Aver
rischiato di morire lo aveva reso appetibile agli occhi di altri ragazzi senza
che lui neanche se ne accorgesse? -Quindi,per evitare qualsiasi possibile
riavvicinamento da parte sua,è meglio che ci sia io a controbattere ai suoi
colpi bassi-continuò Emmett atteggiando il viso ad un sorriso convinto. Il
moro lo guardò per qualche istante in silenzio,la mente ancora alle parole dette
poco prima da Emmett. -Credi che non sia capace di rifiutare un'avance
indesiderata da solo?-gli domandò con voce calma,ma fredda. Il sorriso sparì
dal viso di Emmett e Albus lo vide accigliarsi. -Cosa?No,io non ho detto
questo-si affrettò a riparare. -Davvero?A sentirti sembrava che Scorpius
avesse approfittato di me senza che io potessi far niente per fermarlo,invece
credimi il più delle volte era lui a dovermi staccare a viva forza- Sapeva di
aver detto qualcosa di volutamente cattivo,ma non gli importava,del resto anche
Emmett poco prima aveva fatto lo stesso. Vide chiaramente quando il viso del
ragazzo si indurì in un'espressione fredda,che doveva essere speculare alla
sua. -Quando non era troppo occupato a trattarti come uno zerbino-disse
poi,incrociando le braccia all'altezza del petto,quasi a volersi riparare dai
prossimi colpi. -Tu conosci bene quella sensazione,vero?-ribattè Al senza
esitazione. Emmett restò in silenzio qualche secondo,lo sguardo nei suoi
occhi,prima di alzare le spalle. -Sai che ti dico?Vaffanculo!Vuoi
ricominciare a fargli ripetizioni sapendo quello che hanno provocato la prima
volta? Fallo!-disse voltandosi verso il banco dov'era aperto il suo libro di
Storia della Magia e recuperandolo-Ma poi non ti aspettare che io sia lì ad
ascoltare i tuoi piagnistei sul modo in cui ti ha trattato!- Albus lo osservò
voltargli le spalle ed avviarsi verso la porta dell'aula,chiedendosi se era il
caso di dire o fare qualcosa per rimediare a quel litigio,e quando lo vide
voltarsi pensò che anche lui aveva avuto la stessa idea. -Ah,un'altra
cosa...Io non sono mai stato lo zerbino di nessuno. Nè di Scorpius Malfoy nè
tantomeno il tuo-
Per anni,osservando le liti fra
i suoi genitori aveva pensato che da un momento all'altro sarebbe arrivata
quella conclusiva e tutto sarebbe finito. Con il passare del tempo,invece,le
liti erano continuate,dandole l'idea che fosse proprio quello di cui i suoi
genitori avevano bisogno per portare avanti il loro rapporto:del resto non era
iniziato proprio nello stesso modo? Certo poi la vita le aveva dimostrato il
contrario,ma erano giorni che ormai rifletteva sulla difficoltà dei rapporti:se
i suoi genitori erano riusciti a mandare avanti un matrimonio per
vent'anni,litigando ogni santo giorno anche per la cosa più insulsa,amandosi lo
stesso moltissimo,forse lei e James avevano speranza. Dopo la loro lite non
avevano più parlato di quell'argomento,anzi era più esatto dire che lui la stava
evitando il più possibile. Egoisticamente,scorgendo il modo patetico in cui
cambiava strada quando la incontrava o evitava di rivolgerle la parola quando
erano insieme,si sentiva ferita:era lo stesso ragazzo di cui era
innamorata? Però poi si ricordava che non era la sola a soffrire in quella
storia e che,in quel particolare caso,James stava soffrendo di più e per colpa
sua. Ma non riusciva a controllare le sue paure:erano mesi che la loro storia
andava avanti,ma solo ora si rendeva conto che entrambi avevano chiuso gli occhi
alle evidenti difficoltà. Credevano veramente di poter annunciare la loro
relazione alla famiglia sperando che questa non provocasse nessuno
scompiglio?Conoscendo suo padre avrebbe iniziato a urlare e a puntare il dito
contro James neanche avesse di fronte un pervertito. E per lei quale sarebbe
stata l' "incriminazione"?Cosa avrebbero pensato di lei lo zio Harry e la zia
Ginny? Al momento le era impossibile sperare in un futuro roseo con
James,forse anche per colpa dei suoi genitori e di quello che era successo fra
di loro:come poteva andar bene fra lei e James con il suo corredo
genetico? Magari era geneticamente "programmata" per il tradimento come suo
padre o all'abbandono come sua madre...Che avrebbe fatto se James l'avesse
lasciata o fosse andato con un'altra? -Ti disturbo?- Rose sobbalzò e voltò
la testa verso la sua destra,da dove proveniva la voce,accennando un sorriso
stentato quando vide Hugo,in piedi accanto a lei. -Scusa non volevo
spaventarti-disse subito lui. Rose scosse la testa,sperando di rassicurarlo,e
gli fece cenno di avvicinarsi e di sedersi accanto a lui. -Tranquillo,ero
solo sovrappensiero...Che ci fai qui?-gli domandò abbracciandosi le ginocchia
con entrambe le braccia. Hugo alzò le spalle,portando lo sguardo al Lago Nero
a pochi metri di distanza da loro. -Ti ho cercato un pò in giro e poi mi sono
ricordato che ti piace venire qui quando sei pensierosa...O quando hai qualche
problema-aggiunse tornando a posare lo sguardo sul volto della sorella. Lei
accennò un lieve sorriso e abbassò lo sguardo sul tessuto della gonna,lasciando
che i riccioli la nascondessero dallo sguardo del fratello. -Allora ho
indovinato...E io che ho buttato a caso!-scherzò lui. Rose,indispettita,gli
diede una piccola spinta che non lo smosse minimamente e che lo fece
ridere. -Idiota!-mugugnò poi fra i denti. -Me lo dici?-chiese lui senza
darle ascolto. -Dirti cosa?- -Che problema hai-disse Hugo quasi fosse la
cosa più ovvia del mondo. Rose aggrottò la fronte in un espressione
scandalizzata e scosse la testa. -E perchè dovrei parlarne con moccioso come
te?-lo prese in giro. Hugo alzò gli occhi al cielo,stufo di sentirsi
apostrofare in quel modo e lasciò che il silenzio cadesse di nuovo fra di loro
per qualche istante. Poi Rose si ricordò di quello che le aveva detto il
fratello poco prima e tornò a voltarsi verso di lui. -Hai detto che mi stavi
cercando...E' successo qualcosa?-gli domandò,la mente già volta alle peggiori
catastrofi. Hugo scosse la testa e si sistemò nella sua stessa posizione
prima di incontrare lo sguardo della sorella. -Forse ho trovato un modo per
far tornare insieme mamma e papà...-le disse. Lei aggrottò la
fronte,chiaramente dubbiosa. -Lo so che adesso sembra l'impresa più difficile
del mondo,ma prima stavo parlando con Samuel di questa cosa e...- -Hai
parlato con qualcuno dei problemi della nostra famiglia?-lo interruppe la
sorella con tono di rimprovero. -Vuoi farmi credere che tu non lo hai
fatto?-ribattè lui sicuro. Ovviamente non potè ribattere a quelle
parole. -Va avanti-disse semplicemente. Hugo,un sorriso soddisfatto sulle
labbra,annuì. -Ti dicevo,ne stavo parlando con Samuel e è venuto fuori che
anche i suoi genitori hanno avuto un periodo difficile...Addirittura avevano
preparato le carte per il divorzio-le raccontò. -E come hanno fatto a venirne
fuori?-domandò lei curiosa. -Un consulente matrimoniale-annunciò il
ragazzo. Rose aggrottò la fronte,poco sicura di aver capito
bene. -Cosa?Che cos'è?- -Credo sia l'ultima spiaggia quando i matrimoni
babbani sono in crisi...E' un medico da cui le coppie in crisi vanno e,parlando
dei loro problemi,riescono a salvare il loro matrimonio-spiegò alla
sorella,ricordando le parole di Samuel. Rose si morse l'angolo destro del
labbro inferiore pensierosa. -Funziona?-domandò poi. -Per i genitori di
Samuel ha funzionato- Lei annuì lentamente,riflettendo sulla
possibilità:poteva veramente essere quella la chiave per salvare il matrimonio
dei suoi genitori? -In fondo peggio di così non può andare,no?-le fece notare
Hugo. Rose si trovò d'accordo con lui:finora avevano lasciato che a gestire
la situazione fossero, giustamente,i loro genitori,ma il loro comportamento non
aveva portato a nessun risultato. Quindi forse era ora di prendere in mano le
redini della situazione...
La cosa che preferiva di più
degli allenamenti era la lunga doccia che lo aspettava al termine. Gli
piaceva restare a lungo sotto il getto caldo,lasciando che l'acqua e il vapore
portassero via la sporcizia e la stanchezza di quel nuovo
allenamento,risvegliando i muscoli indolenziti e dando nuova carica al suo
cervello. Se ne aveva la possibilità restava anche per intere mezz'ore nella
doccia degli spogliatoi,finendo così per esser l'ultimo della squadra a
cambiarsi e a rientrare nei sotterranei. Tutti ormai conoscevano quella sua
mania e non si preoccupavano più quando non lo vedevano rientrare subito insieme
agli altri. Anche quella sera,dopo l'allenamento durato quasi due ore,si
sistemò sotto la doccia e chiuse gli occhi,dimenticando il resto del
mondo. Il mese d'aprile,nonostante avesse portato con sè i primi accenni
della stagione calda,era ancora freddo e Luke dovette lavorare parecchio per
sciogliere tutte le articolazioni anchilosate dal vento freddo. Le spalle
rivolte all'entrata della doccia,il rumore dell'acqua che scrosciava su di lui
nelle orecchie non si accorse del lieve rumore della porta che scivolava sui
cardini. Una figura scivolò nella stanza e osservò il ragazzo,completamente
concentrato su sè stesso e ignaro della presenza dell'intruso,intento a
canticchiare una canzone fra i denti e ad insaponarsi il torace
largo.
"And we can built this world togheter sing this
song forever, nothing's gonna stop us now"
La figura si mosse in punta di
piedi fino alla doccia occupata da Luke e,liberatasi dell'accappatoio che le
copriva il corpo nudo,mise un piede sulle mattonelle bagnate. Fu solo allora
che Luke si accorse di qualcosa di diverso e,dopo essersi zittito,voltò il busto
per guardarsi attorno nello spazio ristretto e si accorse della presenza pochi
passi da sè. -PER SALAZAR BENEDETTO!!!-esclamò sobbalzandò,il cuore che per
lo spavento raddoppiò i suoi battiti. -Ciao tesoro...-lo salutò con voce
calma l'intrusa. Con espressione truce sul volto,Luke si voltò completamente
verso di lei e la fissò pochi secondi prima di afferrarle il braccio e spingerla
fuori dalla doccia. -Esci immediatamente da qui!-le intimò. -Andiamo,cos'è
questa timidezza improvvisa?-domandò lei,un sorriso ironico sul
volto. Irritato,Luke chiuse il rubinetto della doccia e afferrò l'asciugamano
che aveva lasciato a poca distanza,avvolgendolo subito attorno alla
vita. Tutto il contrario dell'ospite indesiderata che continuò,imperterrita,a
restare nuda davanti a lui. -Tu invece non sai proprio cosa sia,vero?-le
domandò camminando a passo veloce per raggiungere lo spogliatoio. -Credo sia
eccessivamente sopravvalutata-gli disse entrando a sua volta nello spogliatoio
maschile. -Che ne dici di piantarla Mandy e di metterti qualcosa
addosso?- La ragazza lo fissò per qualche istante poi alzò le
spalle. -No,non penso che lo farò...- L'attimo dopo gli voltò le
spalle,mostrando un perfetto sedere,ed andò a sedersi ad una delle
panche. Luke la vide sedersi in posizione eretta,le gambe accavallate,con
entrambe le mani posate sul ginocchio sinistro,un espressione fiera sul
volto. Cosa si aspettava che succedesse adesso? Credeva che fosse assalito
da un'irresistibile desiderio di stare con lei soltanto perchè l'aveva vista
nuda? Sicuramente non era il primo,e non sarebbe stato neanche
l'ultimo... -Fa come ti pare...-le disse con tono disinteressato,prima di
voltarle le spalle e avvicinarsi alla sua borsa per prendere i vestiti
puliti. Con ancora l'asciugamano avvolto attorno ai fianchi si infilò i boxer
per poi passare alla canottiera, quasi dimenticandosi della presenza della
ragazza nello spogliatoio. Ci pensò lei a
ricordargliela,ovviamente. -Siamo destinati a stare insieme,lo hanno deciso i
nostri genitori-gli ricordò. -Non è detto che accada-le fece notare
lui. Una risatina beffarda arrivò alle sue orecchie,facendolo girare sul
busto per lanciarle un'occhiata veloce. -Credi di essere tanto potente da
metterti contro tuo padre?-gli domandò. Luke scosse la testa. -Non si
tratta di questo...Io sono suo figlio e non c'è niente più importante di me per
lui. Anche se adesso non accetta la mia storia con Alice,prima o poi lo
farà,perchè si accorgerà che non c'è niente a cui io tenga di più-disse Luke
sincero. Questa volta Mandy rise ad alta voce,senza neanche cercare di
controllarsi,attirandosi un'occhiata perplessa di Luke. -Sei ancora più
idiota di quanto credevo-gli disse alzandosi in piedi e andando verso di
lui. -Come ti permetti?- -Sta zitto e ascoltami! Per quanto tuo padre
possa amarti,non metterà mai in gioco la reputazione della famiglia Zabini
accettando una Weasley come parte della famiglia. Andiamo una traditrice del
suo stesso sangue...-commentò con una smorfia. -Non credi sia ora di lasciar
perdere queste vecchie faide?-ribattè Luke cercando di mantenere la
calma. -Già,tu ci sei riuscito benissimo...Peccato che non siamo tutti come
te. Puoi fare quello che vuoi con quella ragazza,divertirti finchè non ti
sarà venuta a noia,ma togliti dalla testa di riuscire a sposarla un giorno-gli
disse fermandosi di fronte a lui e poggiando una mano sulla spalla sinistra del
ragazzo. Per qualche istante,Luke si chiese se sarebbe stato troppo sottrarsi
anche a quel minimo contatto, così decise di restare immobile e ascoltare quello
che Mandy aveva ancora da dirgli. Ma la ragazza lo spiazzò muovendo
velocemente il viso e posando violentemente le labbra sulle sue per un bacio
inaspettato. Quando si staccò,uno sguardo fiammeggiante era apparso negli
occhi di Luke,furioso per essere stato preso alla sprovvista,e forse proprio per
quel sentimento,Mandy sorrise soddisfatta. -Perchè che ti piaccia o no
tesoro,io e te finiremo per stare insieme...- E anche se una parte di sè
stesso si aggrappava alla speranza che tutto si sarebbe risolto presto, un'altra
parte,quella più grande,sapeva che Mandy stava dicendo la verità.
Dean Thomas si era fermato ad
Hogsmeade per un intero week-end. La versione ufficiale che diede al figlio
fu che doveva presenziare ad una premiazione e che aveva deciso di passare a
fargli un saluto,non immaginando minimamente di trovarsi davanti uno spettacolo
simile. E Daniel,nonostante le lacune che accompagnavano quella
spiegazione,aveva deciso di credergli,o almeno di far finta. Era tornato alla
quotidianità sperando che suo padre non si intromettesse più nella sua vita,
concentrandosi su Lily sperando di recuperare il tempo perso per colpa delle
intromissioni dei rispettivi genitori. Non aveva lontanamente sospettato che
suo padre dicesse la verità,almeno finchè lui non gli chiese di accompagnarlo
sventolandogli davanti agli occhi il biglietto d'invito. -Cosa?Io
credevo...-aveva farfugliato Daniel sorpreso. -Che fosse una balla,lo so:te
lo si leggeva in faccia. Invece si premieranno le migliori promesse del
Quidditch,ci saranno talent scout e allenatori delle più importanti squadre
della Premier League. Potrebbe essere una buona occasione per iniziare a
stringere qualche rapporto di lavoro-aveva detto suo padre. Daniel aveva
sospirato chiaramente scocciato,cercando al volo una scusa per tirarsi
fuori. Ma,conoscendo le sue intenzioni,il padre aveva calato il suo asso
nella manica:il senso di colpa. -Avanti!In fondo me lo devi,no?- Così
Daniel non aveva potuto fare altro che alzare le spalle e acconsentire in
silenzio. Glielo doveva,no? Quella stessa sera,perfetto in uno smoking
nero con cravatta color perla,dopo aver ricevuto i complimenti dei suoi amici e
di Lily,si era smaterializzato insieme a suo padre a quella festa. Tutti i
pezzi grossi dello sport erano lì,pronti a stringere mani e a dare pacche
amichevoli sulle spalle,suggellando così contratti milionari che vincolavano un
giocatore ad una squadra. -Questa sera ti concedo di bere lo champagne...Del
resto hai quasi diciassette anni,è ora che anche tu impari a goderti la vita-gli
disse suo padre prima di piazzargli una fluete nella mano destra e fare un
sorriso a qualche estraneo fra la folla. Spinto dalla curiosità,Daniel poggiò
le labbra sul freddo vetro e bevve un sorso di champagne, trovandolo
insapore,simile alla gazosa. -Figliolo,è ora che tu cominci a venderti un pò
in giro-gli disse poi suo padre. -Cosa dovrei fare?-domandò Dan
confuso. Dean alzò le spalle. -Fai un giro per la sala,fa finta di
ascoltare qualche noioso discorso...Quello che ti pare,ma fa che la gente si
accorga di te!-gli disse togliendogli il bicchiere da mano. L'attimo dopo gli
aveva dato una spinta leggera e lo aveva spinto in avanti fra la folla,sparendo
subito dopo. Daniel fece come gli era stato detto,ridendo alle
barzellette,intervenendo e dando la sua opinione in un discorso fra un gruppo di
giocatori che parlavano di scope volanti,e stringendo qualche mano. Tutto
perchè suo padre fosse soddisfatto di lui. Non era la prima volta che
partecipava a feste simili,ma ogni volta sentiva sempre più forte dentro di sè
la convinzione che quello non fosse il suo mondo,che non avrebbe passato il
resto della sua vita a contatto con quelle persone così falsamente
amiche. Sperava soltanto di trovare un modo per spiegarlo a suo padre senza
che questo fosse deluso. -Tu sei il figlio di Dean Thomas,vero?-gli domandò
ad un certo punto della serata un uomo oltre la quarantina,con baffi neri
arricciolati ed una tunica su cui spiccava lo stemma dei Cannoni di
Chudley. Daniel si limitò ad annuire. L'uomo si aprì in un sorriso radioso
e si affrettò a stringergli la mano con irruenza. -Ragazzo sono veramente
felice di conoscerti-gli disse. Sorpreso Dan aggrottò la fronte,cercando allo
stesso tempo di liberare la mano,ancora intrappolata nella stretta
dell'uomo. -Abbiamo tanto sentito parlare di te,e alcuni nostri osservatori
sono venuti ad vederti giocare ad Hogwarts...- -Scusi ma non credo di
capire...-lo interruppe il ragazzo,sfilando finalmente la mano dalla
stretta. L'uomo lo guardò sorpreso per qualche istante,prima di far tornare
il sorriso di poco prima sul volto e annuire. -Hai ragione,scusami. Ero
talmente felice di fare la tua conoscenza da saltare le presentazioni...Io sono
Ruther Gloss,il Presidente dei Cannoni di Chudley-gli disse in tono più
controllato. Daniel fece un piccolo inchino con la testa in
silenzio. -Molto onorato-disse poi ricordando le buone maniere. -Capirai
adesso il motivo del mio entusiasmo,anzi credevo di trovarne in ugual misura
anche in te, ma a vederti sembri estremamente tranquillo-disse leggermente
pensieroso. Poi una luce si accese sul suo volto,portandolo a sorridere di
nuovo. -Tu ancora non lo sai,vero?Tuo padre ancora non te lo ha
detto!-esclamò al massimo della gioia. -Dirmi cosa?- -Che sei stato
accettato al campo estivo dei Cannoni. Passerai un'intera estate con la
squadra e gli allenatori ufficiali-annunciò Gloss. Il volto di Daniel si
pietrificò. Era stato accettato al campo estivo senza neanche aver fatto
domanda?Senza passare le selezioni preliminari? Nelle orecchie il
chiacchiericcio allegro di Gloss,Daniel alzò lo sguardo sulla folla e l'attimo
dopo non ebbe più bisogno di spiegazioni:appoggiato alla parete
opposta,circondato dai suoi amici e ex compagni di squadra,suo padre osservava
il colloquio che si stava svolgendo fra lui e Gloss. Per non perdersi la sua
espressione quando avrebbe saputo la notizia. La mascella di Daniel si indurì
e un'espressione fredda apparve sul suo volto. -Mi scusi-disse distratto a
Gloss,senza curarsi dell'espressione sorpresa dell'uomo. Spintonando la folla
riuscì a farsi strada fino alla porta e ad uscire nel corridoio,senza neanche
aver ben chiaro dove andare. Si avvicinò ad una finestra aperta e fissò il
giardino interno su cui si affacciava. Aveva solo voglia di tornare ad
Hogwarts,di mandare indietro il tempo per evitare quel momento, quella
sensazione. Quel sentimento di inadeguatezza che lo coglieva ogni volta era
con suo padre... -Che ci fai qui?-gli domandò la voce di suo padre a pochi
passi di distanza. Continuando a voltargli le spalle,Daniel restò in silenzio
per qualche secondo,cercando di controllare la rabbia che lo assaliva anche al
suono della sua voce. -Avevo bisogno d'aria-gli disse,certo che avrebbe
riconosciuto la sua bugia. Il silenzio fece loro compagnia per qualche altro
istante prima che Dean parlasse per primo. -Hai ragione,era veramente
affollato lì dentro. Ah proposito,congratulazioni!-gli disse dirottando il
discorso sull'argomento principale. Daniel strinse i pugni fino a sbiancare
le nocche,ripetendosi mentalmente che doveva calmarsi,che non era il caso di
fare una scenata in un luogo pubblico. -Non potevi sperare di meglio
figliolo. Il campo estivo dei Cannoni è il "nirvana" per ogni aspirante
giocatore di Quidditch..- -Smettila-mormorò a mezza voce Daniel,senza farsi
sentire dal padre. -Magari vivendo per un mese e mezzo con loro finisce che
ti fai notare prima del tempo ed entri in squadra direttamente a
settembre. Potresti essere il più giovane giocatore della squadra dal
1964...-continuò imperterrito Dean. -Smettila- -L'unica cosa negativa è
che a quell'età non sei capace di gestire la fama,i fan...le ragazze-aggiunse
con un sorriso malizioso che Daniel non vide. Il ragazzo chiuse gli
occhi,irrimediabilmente vicino a perdere il controllo. -Ma non preoccuparti
di questo...Ci sarò io ad aiutarti a gestire tutto- -SMETTILA!!-urlò Daniel
voltandosi per fronteggiare il padre faccia a faccia. Trovandosi di fronte il
sorriso sicuro di suo padre e non l'espressione confusa che credeva avrebbe
provocato la sua reazione. -Allora ti è rimasto un pò di sangue nelle vene,mi
chiedevo quanto ancora sarei dovuto andare avanti-commentò. Incurante di
quelle parole,Daniel fissò lo sguardo sul volto del padre e prese un respiro
profondo. Era venuto il momento di mettere le cose in chiaro una volta per
tutte,prima che la rabbia svanisse portandosi con sè anche il coraggio. -Io
non sono te-iniziò. Forse non era la cosa più giusta da dire per aprire un
discorso,ma era la prima cosa da mettere in chiaro. Suo padre restò in
silenzio,fissandolo attento. -A me non interessa niente degli
allenamenti,delle partite di Quidditch,dei mille modi diversi per smarcare un
avversario o per evitare un bolide. Ho la nausea di tutta questa roba fin da
quando avevo sei anni!-gli confessò. Il cuore gli batteva senza sosta nei
timpani,dandogli l'impressione che tutti,da suo padre all'ultimo cameriere alla
festa,potessero sentirlo. -L'ho fatto soltanto per te...Perchè te lo
dovevo. Ho continuato a farlo anche quando ho scoperto la storia della mia
nascita ed il motivo per cui la mamma non riesce a guardarmi in faccia. L'ho
fatto per ringraziarti di tutti gli anni che mi sei stato vicino e ti sei preso
cura di me...Ma ora non intendo più farlo-disse con voce decisa,che non
ammetteva repliche. Lo sguardo di Dean non aveva vacillato neanche un attimo
sotto quelle parole,continuando a rimandargli uno sguardo fermo e sicuro. -Io
non appartengo a questo mondo,non mi ci vedo a leccare il culo a questi vecchi
idioti solo per avere un contratto migliore o un nuovo ingaggio. So che il
mio posto è altrove- -Scommetto all' Accademia per Auror-disse il padre
parlando per la prima volta. Daniel annuì senza esitazione. -Sono il
migliore del mio corso,l'unico ad essere stato invitato ai corsi estivi dell'
Accademia per tre anni di fila. Parteciparvi significherebbe mettere una
grande ipoteca sul futuro una volta finiti gli studi ad Hogwarts-gli disse in
tono pratico. Dean lo fissò per qualche istante in silenzio,prima di fare un
passo verso di lui. -E la signorina Potter che ruolo ha in tutto questo?-gli
domandò. Daniel si era accorto del lieve cambiamento nella voce del
padre,diventata ora leggermente più accomodante,e si concesse un
sorriso. -Lei è la parte più importante del mio futuro-disse
sicuro. -Addirittura!-fece il padre lasciandosi andare ad un sorriso
divertito. Il ragazzo scosse la testa di fronte all'ilarità paterna,a
dimostrazione dei suoi veri sentimenti. -Non sto scherzando!So che possono
sembrarti le solite frasi di un ragazzino alla prima cotta,ma so che questa è
una storia seria... E' qualcosa di importante:a Lily basta uno sguardo per
capire ogni mio stato d'animo,ma è anche l'unica persona al mondo capace di
farmi infuriare per una sola parola-gli disse con voce matura. -Che ne pensa
di quest'idea dell'Accademia di Auror?-gli domandò il padre. Daniel sorrise
leggermente. -E' orgogliosa di me...Ma non sa darsi pace all'idea di dover
passare tutta l'estate separati-gli spiegò ricordando una conversazione avuta
con la ragazza poco tempo prima. Suo padre accennò un sorriso,prima di
tornare a fissarlo in volto con espressione concentrata. -Perchè non mi hai
parlato dei problemi che ti ha causato Harry Potter?-gli domandò poi,curioso di
trovare risposta a quell'interrogativo. Dan sorrise,per nulla sorpreso che
anche lui sapesse di quello che era successo con il padre di Lily. -Le voci
girano...-commentò-Ho pensato di non parlartene perchè conoscendoti,sapevo che
saresti andato a chiedere spiegazioni al signor Potter,rischiando di litigare,e
quindi di peggiorare le cose. Così ho deciso di cavarmela da solo,almeno per
quello che mi era possibile-gli spiegò in poche parole. L'uomo si ritrovò
nella descrizione che il ragazzo aveva dato di lui e delle sue reazioni e
convenne con lui:forse era stato meglio tenerlo all'oscuro di ciò che stava
succedendo. Era già da un pò che si erano allontanati dalla festa ed entrambi
erano segretamente sorpresi che nessuno fosse ancora venuto ad interrompere quel
"momento padre-figlio",cercando dell'uno o dell'altro. Uno scoppio di risate
giunse fino a loro e portò Dean a voltarsi verso la sala per qualche
secondo. -Forse faresti meglio a rientrare...-disse Daniel,le mani affondate
nelle tasche dei pantaloni. In attesa del verdetto. Il padre si prese solo
pochi secondi ancora per decidere,un'ultima domanda ancora da porre al
ragazzo. -E' veramente quello che vuoi?-gli domandò cauto. Senza la minima
esitazione,il ragazzo annuì. Dean sospirò e annuì
lentamente,sovrappensiero. -Allora faresti meglio a tornare al
castello! Si sta facendo tardi e domani hai lezione- Daniel guardò suo
padre,poco sicuro di aver capito bene,ritrovando lo stesso sorriso sicuro che
poco prima lo aveva indispettito. E che ora era il simbolo della sua
vittoria. Fece un cenno con il capo verso il padre e l'attimo dopo si era
smaterializzato. Entrò nel castello e in breve tempo,spinto
dall'adrenalina,salì fino alla torre,trovandosi faccia a faccia con il ritratto
della Signora Grassa. Dato l'orario,la Sala Comune era avvolta nel
silenzio,interrotto dal rumore delle fiamme scoppiettanti del fuoco magico nel
camino e solo dopo aver fatto un paio di passi nella stanza si accorse della
figura acciambellata sul divano parzialmente nascosta da una coperta. -E tu
che ci fai ancora in piedi?-domandò sorridendo istintivamente. Lily,in
pigiama, alzò lo sguardo dal libro poggiato sulle sue ginocchia e in meno di un
secondo si ritrovò in piedi accanto al divano,gli occhi attenti su di lui a
studiarlo,per carpire ogni piccolo cambiamento da quando era uscito poche ore
prima. -Ti aspettavo-disse semplicemente. Daniel si avvicinò a
lei,togliendosi la giacca del completo e abbandonandola sul divano. -Allora
com'è andata?-lo incalzò la ragazza senza staccargli gli occhi di
dosso. Senza parlare,Daniel allungò un braccio fino a stringere una mano di
Lily nella sua,sentendosi sollevato per quel semplice gesto. Era libero da
tutte quelle preoccupazioni che lo avevano assillato per anni. Poteva
finalmente iniziare un nuovo capitolo della sua vita.
Aveva capito fin dalla prima occhiata che qualcosa
non andava. Era entrato in biblioteca con lo sguardo basso,senza rispondere
al suo saluto e gettando i libri sul tavolo in malo modo. Per poi lasciarsi
cadere sulla sedia di fronte a lui. -E' un piacere ritrovarti Potter...Mi
mancavano queste tue maniere da elefante-scherzò Scorpius. Si era imposto di
seguire un rigido programma:sapeva che,se avesse ricominciato subito con le sue
avances,andava incontro al fallimento. E lui non poteva
permetterselo. -Che ne dici di chiudere il becco e aprire i libri?-lo
apostrofò Albus a sua volta. Nonostante il tono di voce l'avesse leggermente
indispettito,Scorpius decise di non ribattere e di fare come lui aveva
"ordinato",dandogliela vinta almeno per una volta. Con la coda dell'occhio lo
vide tirare fuori i libri dal suo zaino e disporli sul tavolo in ordine di
grandezza,dal più grande al più piccolo. Rialzò lo sguardo dal libro che
aveva fra le mani e,cercando di apparire disinvolto,gli lanciò una lunga
occhiata,godendosi quella nuova vicinanza:da quel solo sguardo si accorse dei
capelli neri più lunghi,delle lievi occhiaie che erano apparse sotto gli occhi
verdi e del piccolo taglio che aveva sul collo,poco sotto l'orecchio
destro,forse causato da una disattenzione durante la rasatura. -Quali sono le
materie che devi recuperare?-gli domandò rialzando improvvisamente gli occhi
dalla fila di libri e incontrando quelli grigi del
biondo. -Eh?...Ah...Erbologia e Storia della Magia-disse pensando alle prime
due materie su cui si erano impegnati di più nei mesi precedenti. -Ancora?Ma
come è possibile Scorpius,ci abbiamo lavorato così tanto i mesi passati!-fece
l'altro con un chiaro rimprovero nella voce. -Che posso farci se non mi
entrano in testa? Erbologia non è fatta per me e personalmente non mi ci vedo
immerso nella puzzolinfa per il resto della mia vita!-ribattè il biondo con il
suo solito cipiglio. Albus lo guardò qualche istante,quasi lo stesse
esaminando,per poi abbassare lo sguardo sul tavolo. Sulle labbra un lieve
sorriso ironico. -Stai per caso ridendo di me?-gli domandò Scorpius sporgendo
in avanti sul tavolo per incontrare lo sguardo dell'altro. In risposta,Albus
scoppiò in una risata fragorosa che risuonò per la biblioteca vuota,portando
Scorpius ad alzare un sopracciglio e a fissarlo curioso. Il suono della sua
risata era rumore che più gli era mancato in quelle settimane di
lontananza... -Scusa,ma l'immagine di te circondato dalle piante e immerso
nella puzzolinfa è veramente troppo divertente. Saresti costretto a
rinunciare al tuo guardaroba firmato- -Neanche per idea!Un Malfoy si veste
sempre con eleganza...anche a costo di rovinarsi un vestito al giorno-ribattè
l'altro. Albus sorrise di nuovo e scosse la testa,lo sguardo leggermente
basso. Scorpius si chiese cosa poteva essere successo per renderlo così
scontroso all'inizio,ma ora era certo che tutto fosse tornato a posto:lo capiva
dall'espressione serena sul suo volto. Il moro rialzò lo sguardo ed i loro
occhi tornarono ad incontrarsi,mentre un sorriso lieve ancora aleggiava sulle
sue labbra. E fu solo allora che Scorpius capì che avrebbe fatto di tutto per
evitare che Albus gli venisse portato via. -Mi dispiace non essere venuto a
trovarti dopo l'incidente-gli disse cercando di porre rimedio a
quell'errore. L'altro scosse la testa,allontanando di nuovo lo sguardo dal
suo. -Sono rimasto in infermeria per così poco tempo che nessuno lo ha
fatto,esclusi i miei famigliari... E poi non vedo perchè avresti dovuto
farlo-aggiunse. Gli stava tendendo chiaramente un'esca,come aveva già fatto
tante volte in passato,per capire cosa pensava realmente. Sarebbe stato
facile dire la verità:raccontargli della figura patetica che aveva fatto
parlando dei suoi sentimenti con un ragazzo incoscente sarebbe bastato a
spingere in un angolo quell'idiota di Emmett e far tornare le cose come
prima. Ma non poteva farlo,non dopo tutto quello che gli aveva urlato contro
il giorno prima dell'incidente:Albus non gli avrebbe creduto. -Beh,in fondo
sei stato il mio tutor per mesi,avrei dovuto trovare il tempo per fare un
salto-disse scegliendo la via della falsità. Vide chiaramente il lampo di
sconforto che brillò per pochi secondi negli occhi di Albus,ma deciso a portare
avanti il suo ruolo,abbassò lo sguardo e lo fissò sulle proprie
mani. -Già...Beh,che ne dici di iniziare da Erbologia? E' lì che hai i
problemi più grandi-gli disse con voce leggermente più bass,tipicamente
professionale. Il biondo si limitò ad annuire e per le successive due ore e
mezza la biblioteca cadde nel silenzio, se si escludevano i saltuari scambi di
parole fra i due ragazzi. Restarono seduti uno di fronte
all'altro,lanciandosi poche occhiate furtive,senza avvertire il bisogno di
tornare nelle proprie Case,mentre nella mente di entrambi tornava il ricordo dei
primi lontani mesi di studio,quando ancora tutto era "innocente" ed i rapporti
fra di loro si limitavano realmente a quelli fra un tutor ed il suo
studente. Ricordi di una vita precedente... -Forse sarà il caso di
smettere per oggi-decretò Albus quando si accorse che la candela che aveva fatto
luce al tavolo fino a quel momento era ridotta ad un mozzicone. Di
malavoglia,Scorpius annuì,chiudendo il libro e spingendolo verso gli
altri. Sentendo tutti i muscoli indolenziti,Albus si stiracchiò sulla
sedia,stendendo verso l'alto entrambe le braccia,sotto lo sguardo attento del
Serpeverde,che non si lasciò sfuggire neanche uno di quei muscoli
nascosti. -Sei stato bravo oggi-si complimentò Albus voltandosi poi verso di
lui. Il biondo si alzò e accennò uno dei suoi sorrisi maliziosi. -Me lo
dicono sempre...-scherzò. L'espressione confusa che ricevette in risposta a
quella battuta lo fece pentire all'istante di quello che aveva detto. -Sì
immagino...-commentò poi alzandosi a sua volta. Perfetto adesso penserà che
dopo di lui mi sono scopato tutta la squadra di Quidditch!,pensò Scorpius. Si
voltò e mise i libri uno sopra all'altro,allontanandosi dal moro per raggiungere
il volume di Divinazione finito dalla parte opposta del tavolo. -Ok,allora io
vado-gli disse. Albus annuì,le mani affondate nelle tasche dei
pantaloni. -Ci vediamo fra due giorni-gli ricordò. Scorpius fece il giro
del tavolo per andargli incontro per un saluto decente,ma si immobilizzò vedendo
aprirsi la porta della biblioteca. Al,leggermente di spalle,si voltò e posò
lo sguardo sulla porta,atteggiando subito il viso ad un'espressione
sorpresa. -Emmett- -Sapevo di trovarti qui!-disse il ragazzo andando
incontro al moro,senza degnare di uno sguardo Scorpius. Pochi passi e fu di
fronte ad Albus,che non ebbe il tempo di socchiudere le labbra per parlare,che
la bocca di Emmett fu sulla sua,bloccandogli ogni possibile commento. A
Scorpius bastò uno sguardo per capire che quello spettacolo era a suo esclusivo
beneficio: in qualche modo Emmett aveva intuito che non era pronto a rinunciare
ad Al e aveva deciso di sfoderare le unghie per difendere ciò che,per il
momento,era suo. Incapace di sostenere quello spettacolo ancora a lungo,e
poco sicuro di quanto ancora avrebbe trattenuto la rabbia verso Emmett,Scorpius
si staccò dal tavolo e si avviò verso la porta. -Scusami per quello che ti ho
detto...Sono stato meschino e malevolo-sentì dire ad Emmett. -Lascia
perdere...Abbiamo detto tutti e due cose che non pensavamo,ci siamo fatti
prendere dal momento di rabbia-lo bloccò Albus. Dal silenzio che
seguì,Scorpius capì che avevano ripreso a baciarsi e,incapace di sopprimere
quell'istinto masochista,si voltò e li guardò. E se stesse sbagliando
tutto? E se per qualche strano motivo Albus fosse veramente felice?si chiese
fissando lo sguardo sul volto del moro. Doveva mandare al diavolo
Lily,mettere una bella pietra sul passato e andare avanti con la propria
vita? Forse era solo quella la soluzione possibile... Proprio in quel
momento,Albus aprì gli occhi,nonostante fosse ancora impegnato nel bacio
"mozzafiato" del Corvonero e li fissò nei suoi. Si fissarono per qualche
istante,prima che Scorpius gli voltasse le spalle e uscisse dalla
biblioteca.
Salve a
tutti!!!Bentrovati!!!
Avete passato
un buon Ferragosto?Vi confesso che avevo pensato di far passare ancora un paio
di giorni,ma poi ho cambiato idea,spinta dall'empatia verso coloro che le loro
vacanze le hanno già finite o nn le hanno proprio fatte.
Come state?Vi
sono mancata almeno un pò?Voi mi siete mancati e x mitigare il distacco mi sono
buttata sul mio pc e ho portato un pò avanti la storia.
Mancano
veramente pochi capitoli prima del ritorno al presente e,se già nel prox
capitolo già si chiuderanno alcune faccende lasciate in sospeso,ci vorranno
ancora un paio di capitoli prima che il "sereno" torni a splendere del
tutto.
Vi annuncio(xkè
so di fare cosa gradita)che la coppia kè vivrà gli sconvolgimenti maggiori è qll
Albus/Scorpius...E ora,dopo avervi messo qst grande pulce nell'orecchio mi
tappo la bocca prima che mi scappi qualcos'altro.
La frase
all'inizio del capitolo è tratta da "Se c'è un posto nel tuo
cuore" dei Pooh mentre il titolo è una canzone
omonima di Lenny Kravitz.
Ringrazio tutti
coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e mi scuso x eventuali errori
di battitura o di ortografia.
E ora i
ringraziamenti:Sweey(A te e a
tutti gli altri lettori...A quanto pare Emmett nn ha incontrato il favore
di nessuno,neanche i miei ad essere sincera!Cmq cm hai visto i nostri stanno
giocando una partita a scacchi,ancora vergognosi e feriti di quello che è
successo in passato...Dobbiamo solo aspettare e vedere ki sarà il primo ad
arrendersi),Mozzy(Benvenuta!E grazie x i complimenti!E' sempre piacevole sapere che
qst storie,che io penso sempre incomplete o poco vicine all'idea che avevo nella
mia mente,sn apprezzate e colpiscono tanto le persone!),JC(Finalmente!Beh la
giusta ricompensa dp mesi di studio x te,e x la mia lunga attesa...I senior,o
alcuni di loro torneranno nel prox capitolo,mentre in qst ho preferito
concentrarmi sui ragazzi x nn lasciare tr con la curiosità di cosa era successo
a Lily e Dan o fra Jim e Rose;hai ragione qnd parli dei maghi purosangue e
proprio qst'argomento userà Jim x far capire a Rose che nn c'è niente di
sbagliato nella loro storia),Sklupin(E io sono felicissima che lo sia stato!Non importa la
motivazione...Beh da buona sorella,l'unica cosa che le interessa è la felicità
di Al,e qnd ha capito che lui nn è felice con Emmett,ha deciso che vuole fare
qlcs x "rimettere le cose a posto",come prima dell'incidente),IRE'89(Grazie x i complimenti!Attenti a
quei due:Lily/Scorpius!!!Mentre leggevo mi sn immaginata perfettamente la tua
faccia,al punto da ridere da sola e farmi dare dell'idiota da mio
fratello...Avendo letto il primo capitolo noi sappiamo che il "grande" segreto
innomabile nn verrà svelato ancora x un pò,provando una serie di reazioni a
catena,ma sarebbe stato strano se Ronald nn avesse notato il cambiamento in suo
fratello.In qst capitolo James ha preso "mazzate" da tt le parti:da suo
fratello,o meglio se le è date da solo costringendosi al silenzio quando avrebbe
voluto confidarsi con lui,e da Rose che ha dato voce alle sue insospettabili
paure;è strano che proprio lei abbia paura dopo tt qll che ha fatto per farlo
cedere...Ma qst x me è un'altra dimostrazione d'amore:se nn avesse paura di qll
che penserà la gente vorrebbe dire che considera qll storia solo cm un flirt
passeggero,e nn cm l'amore della sua vita.Per una coppia in crisi,un'altra che
sembra perfetta:Allison e Fred.Io li vedo come il porto sicuro l'uno
dell'altra;la persona su cui puoi sempre contare qnd hai bisogno d'amore o di
una parola scherzosa xkè ti risollevi il morale...Venendo a Lily e Dan:ok,lo
ammetto,forse sono stata un pò sadica,ma veramente nn ti aspettavi l'arrivo di
Dean dopo l'incontro kè aveva avuto cn Seamus?Io credevo fosse anche tr
scontato...Cmq:come abbiamo visto,nonostante il comportamento iniziale che ha
lasciato un pò a desiderare,alla fine Dean ha ascoltato qll che Dan aveva da
dirgli e ha deciso di assecondarlo...Ed infine veniamo alla mia coppia
preferita,sì anche io ho la mia classifica: Al/Scorpius.Sia Lily che la caduta
hanno contribuito a far capire a Scorpius che doveva darsi una mossa se voleva
riavere Al;certo le ripetizioni saranno diverse,Al è stato chiaro fin dal primo
istante,ma fra di loro c'è qll complicità che Al nn riuscirebbe mai a ricreare
con Emmett, neanche in anni di vita in
comune).
Bene,avete
preparato il passaporto e le valigie?
Ve lo chiedo
xkè nel prox capitolo viaggeremo molto,concentrandoci maggiormente su Seattle,
quindi,visto il tempo terribile di quella città vi consiglio di portare
un'ombrello.
Ok,x il momento
è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Coffee &
cigarettes"
Baci,Eva.
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Capitolo 32 *** Coffee & cigarettes ***
coffee & cigarettes
"But you
know that I'll forgive you Just this once, twice, forever 'Cause
baby You could drag to hell and back Just as long as we're together And
you do..."
Fin da quando si era seduto sul
divano,la sua attenzione era stata attirata da un piccolo cilindro di vetro
oscillante,pieno di liquido celeste,dove un paio di pesciolini arancioni non
facevano altro che andare da un lato all'altro. Senza fermarsi mai. Non
sapeva spiegarsi perchè quel semplice oggetto aveva attirato la sua
attenzione,ancor più del viso della donna seduta sulla poltrona di fronte a
loro,forse era un modo per dimenticare momentaneamente dove si trovava,per
rimandare di qualche attimo quello che avrebbero dovuto dire e fare. Quando
Hugo e Rose gli avevano parlato della loro idea,sia lui sia Hermione si erano
mostrati riluttanti all'idea di parlare dei loro problemi con un perfetto
estraneo,soprattutto dopo la fatica che avevano fatto tutti quei mesi per
mantenere il segreto. Ma i ragazzi si erano mostrati irremovibili. -Il
vostro metodo non ha funzionato,è ora di provare qualcosa di nuovo-avevano detto
in un tono pieno di sottintesi:fare un ultimo tentativo prima di darsi per
vinti,ammettere la sconfitta ed andare ognuno per la propria strada. Forse
era stato per riparare ai torti commessi nei confronti dei due ragazzi negli
ultimi mesi che avevano accettato di fare quell'incontro. Rose e Hugo avevano
dato loro un nome:Stillman. Dottoressa Martha Stillman,psicologa
specializzata in questo genere di situazioni. Ron aveva affidato Eliza alla
sorella di Cassie e,cercando di mantenere un atteggiamento propositivo,si era
recato all'appuntamento. La dottessa Stillman era una donna dai capelli
neri,tagliati corti a sfiorare le spalle,occhi marroni e naso regolare su un
viso magro e dai tratti eleganti. Li aveva accolti con un sorriso gentile e
aveva indicato loro un divano,su cui loro si erano seduti uno di fianco
all'altro,proprio di fronte alla poltrona dove la dottoressa aveva preso
posto,un blocco giallo fra le mani. Ed ora erano lì,in attesa che quei trenta
minuti passassero nel modo più indolore possibile. -Deve esserle sembrato
strano...Non deve capitarle spesso che i figli prendono appuntamento per i
genitori-disse Hermione cercando di rompere l'imbarazzo. La dottoressa aveva
sorriso gentilmente e aveva annuito. -Già...Di solito è la stessa coppia a
rivolgersi a me,oppure degli amici di famiglia,ma questa la prima volta che sono
i figli a chiedermi di intervenire Ron vide Hermione annuire,e per qualche
istante si chiese se aveva veramente ascoltato la risposta della donna o se si
limitava a dare un cenno per far bella figura. -Di solito come funzionano
queste sedute?-le domandò intervenendo nel discorso. Pagavano cento sterline
per quella seduta,che almeno servissero a qualcosa! -Ecco,solitamente,chiedo
alla coppia di raccontarmi quali secondo loro sono le cose che non vanno nel
loro matrimonio,confronto le loro opinioni e poi cerco di lavorare sulle loro
risposte-spiegò loro. Quelle parole lo fecero sorridere attirando su di sè
l'occhiata curiosa della dottoressa e quella indispettita di Hermione. -Noi
sappiamo già quali sono i nostri problemi-disse poi con voce
sicura. -Davvero?Vuole parlarmene?-domandò la dottoressa Stillman. Ron
annuì incrociando le gambe,cercando una posizione più comoda sul
divano. -Sì,forse è giusto che lo faccia io...Del resto è colpa mia se siamo
qui,no?-domandò rivolgendo un'occhiata veloce ad Hermione. Lei continuò a
fissare un punto indefinito oltre la spalla destra della dottoressa,quasi
volesse dimenticare quello che sarebbe successo di li a qualche attimo. Ron
sospirò e tornò a posare lo sguardo sulla psicologa. -Io ho avuto una
relazione con una mia collega per oltre un anno prima di parlarne con mia
moglie. Questa persona aspettava un figlio da me,così sono andato via di casa
e per diversi mesi ho vissuto con lei-disse semplificando la loro vita di quegli
ultimi mesi al massimo. -Vive ancora con quest'altra donna?-domandò la
dottoressa,senza la minima inflessione nella voce. Ron scosse la
testa,allontanando lo sguardo. -Lei è morta tre mesi fa...Aneurisma
celebrale-disse guardando la punta della sua scarpa destra. -E che ne è stato
della bambina?- Ron sorrise,come gli succedeva tutte le volte che pensava ad
Eliza. -Ora sta bene-si limitò a dire. Anche senza guardarla entrambi
seppero che la psicologa stava scrivendo qualche appunto sul suo blocco,ma
quando tornarono a guardarla aveva già posato la penna e stava ricambiando il
loro sguardo. -Hermione,secondo lei,sono questi i problemi nel vostro
matrimonio?-domandò poi guardando la donna. Lei restò qualche istante in
silenzio,chiedendosi quanto tempo ancora avrebbero dovuto passare seduti su quel
divano,prima di prendere un profondo respiro e scrollare la testa. -Non
solo...Certo un tradimento non è una cosa che si perdoni facilmente,specie se
c'è anche una bambina di mezzo,ma noi avevamo problemi già prima che Ron
incontrasse Cassie-disse lei,parlando a raffica e allontanandosi un ricciolo dal
volto. -Perchè non me ne parla?-chiese in tono gentile la donna. -Ci
eravamo allontanati già da tanto tempo e non facevamo altro che
litigare...Voglio dire,noi abbiamo sempre litigato,anche quando eravamo
ragazzi,ma mai fino al punto da non capirsi,da non avere nessun punto in
comune-le disse seria,lo sguardo che vagava per la stanza. -Come mai non
avete chiesto aiuto prima?- Ron rise di nuovo,con quella stessa risatina
ironica di poco prima,attirandosi di nuovo uno sguardo rabbioso di
Hermione. -Noi non chiediamo aiuto...Noi nascondiamo tutto sotto il
tappeto. Lo facevamo da ragazzi e lo stiamo facendo anche ora-aggiunse
poi. -Che assurdità!-commentò Hermione. -Perchè non mi spiega quello che
vuole dire?-si intromise la dottoressa prima che la situazione
degenerasse. -Glielo spiego io:Ron vuole dire che preferiamo non far sapere
le cose,negarle anche a noi stessi piuttosto che affrontare le
conseguenze. Abbiamo deciso di comune accordo...- -No,veramente è stata
una tua idea-la interruppe Ron. -Di comune accordo,di non dire niente di
quello che stava succedendo fra di noi:abbiamo tenuto all'oscuro dei nostri
problemi tutta la nostra famiglia... Soltanto i nostri migliori amici,sanno
quello che stiamo vivendo- -Cosa vi ha spinto a scegliere questa
strada?-domandò la psicologa,prendendo di nuovo la penna fra le dita. -Non
potevamo certo venire meno alle apparenze...-commentò Ron,poggiando il piede
destro a terra e sistemandosi meglio sul divano. -Certe volte sei veramente
un'idiota!-mormorò Hermione a mezza bocca. -Avete mantenuto il segreto anche
con i vostri figli?-chiese la dottoressa Stillman portando lo sguardo ora su Ron
ora su Hermione. Entrambi annuirono,muovendo lo sguardo in giro per la
stanza. -Ma a quanto pare non è servito...-fece Ron. -Loro lo hanno
scoperto lo stesso e ora non siamo le loro persone preferite-aggiunse Hermione
accennando un sorriso triste. Per lei quella era ancora una ferita
aperta:quando aveva saputo da Ron che entrambi i loro figli sapevano dei loro
problemi,si era messa in contatto con loro per cercare di spiegargli,di fargli
capire cosa l'aveva spinta ad agire in quel modo,ma loro non avevano voluto
ascoltare. Nonostante fossero consapevoli che quello era un periodo difficile
per lei,si sentivano feriti per il modo in cui avevano gestito la situazione,non
ritenendoli degni o capaci di affrontare una situazione del genere. Il
rintocco di una pendola si diffuse per la stanza in modo lieve,portando Ron a
guardarsi intorno fino a individuare il piccolo orologio su una mensola. -Il
tempo è scaduto?-domandò con un lieve sorriso. La dottoressa
annuì,ricambiando il sorriso. -Vorrei rivedervi la settimana prossima allo
stesso orario,se per voi non è un problema-disse muovendo lo sguardo ora su uno
ora sull'altra. -Beh ecco dovrei sistemare alcune cose con il lavoro,ma credo
di potercela fare...-rispose Hermione alzandosi dal divano. Ron seguì il suo
esempio e alzò le spalle. La dottoressa si alzò a sua volta e li guardò
qualche secondo prima di parlare. -Inoltre vorrei assegnarvi un piccolo
compito,per poterne poi discutere nella prossima seduta-disse soprendendo
entrambi. Hermione alzò un sopracciglio:un compito? Beh,lei era sempre
stata brava con questo genere di cose... -Vorrei che rifletteste sulla vostra
vita di coppia,che vi concentraste per trovare il punto in cui,secondo il vostro
parere,sono iniziati i vostri problemi. Il momento in cui l'equilibrio del
vostro matrimonio si è inceppato- Ron restò in silenzio riflettendo sulle
parole della dottoressa:raccontare il momento in cui tutto era andato a
rotoli? Avrebbe sicuramente causato la terza guerra magica! Ma d'altra
parte poteva rivelarsi interessante...
Sapeva che quell'annuncio sarebbe arrivato da un
momento all'altro. Lo aspettava già da un paio di settimane,fin da quando
Justin era tornato a New York. Del resto era inutile restare ancora a
Seattle:sua madre negli ultimi mesi aveva fatto notevoli passi avanti nella
guarigione,si sentiva bene e le analisi sembravano confermarlo,ed inoltre
sembrava tornata quella di sempre. Perchè allora,nonostante tutta quella
preparazione e la consapevolezza che da un momento all'altro quell'annuncio
sarebbe arrivato,si era sentito mancare il respiro quando i suoi genitori li
avevano riuniti per comunicarglielo? -Si torna a Londra- Cinque parole che
avevano avuto l'effetto di un pugno nello stomaco. -Quando?-aveva chiesto
Alice senza preoccuparsi di nascondere il sorriso smagliante che era nato sul
suo viso dopo quella notizia. Sua madre aveva sorriso a sua volta,forse
affascinata da quell'entusiasmo adolescenziale,e aveva alzato le spalle. -Per
il momento torneremo per le vacanze di Pasqua...Certo dovremmo sempre ritornare
qui per imballare tutte le nostre cose,ma penso che saremmo a casa entro la fine
di maggio,l'inizio di giugno al massimo-le rispose suo padre. La fine di
maggio...Sembrava quasi una condanna a morte. -Che ne facciamo di questa
casa?Volete venderla?-domandò loro Edward. I genitori si guardarono per
qualche istante per poi alzare le spalle. -A dire il vero non abbiamo ancora
deciso...Nonostante i momenti difficili vissuti qui dentro,abbiamo anche dei bei
ricordi,non trovate?-chiese loro la madre. -Per me faremmo meglio a
venderla-disse Alice senza il minimo rimpianto. -Sempre la solita
drastica!Io,invece,sono d'accordo con la mamma...Perchè non ce la teniamo nel
caso volessimo tornarci un giorno?-s'intromise Fred,lanciando un'occhiata
speranzosa ai propri genitori. I due liquidarono la questione con la promessa
che ci avrebbero riflettuto sopra e che avrebbero preso una decisione,tornando a
parlare dell'argomento principale. Rintanandosi in camera sua dopo la
discussione,Fred si sdraiò sul proprio letto,lo sguardo fisso sul
soffitto,cercando di capire che cosa provava in vista del prossimo ritorno a
Londra. Aveva un solo mese ancora da passare con Allison. Trenta giorni e
poi l'oceano li avrebbe divisi...Come potevano sopportare una distanza così
abissale quando non riuscivano a restare separati per due giorni di
seguito? Come poteva tornarsene in Inghilterra senza neanche averle detto
cosa provava per lei...almeno non da sveglia. Quando quella storia era
iniziata lui era il più debole fra i due,per via della malattia di sua madre e
la paura costante che potesse succederle qualcosa,ed Allison gli era stata
accanto ogni giorno, facendogli notare la sua presenza con dei piccoli gesti
come preparargli il pranzo o semplicemente restando seduta accanto a lui quando
si accorgeva che era un pò triste o pensieroso. Ora,invece,era il suo
turno. Per la prima volta nella sua vita da "adulta",i suoi genitori stavano
vivendo una crisi seria,ed Allison non sapeva come affrontarla. Nonostante la
sua ignoranza in materia Fred aveva cercato di aiutarla in tutti i
modi,invitandola da loro praticamente tutti i giorni o,quando non era
possibile,passando i pomeriggi insieme a lei aiutandola a studiare per gli esami
o facendo lunghe passeggiate. Sarebbero stati capaci di resistere alla
lontananza? Durante le vacanze di Pasqua aveva chiesto ad Allison di unirsi a
loro nei festeggiamenti alla Tana,permettendole così di stare lontana da
quell'atmosfera tesa che ancora si respirava fra Seamus e Rupert. Doveva
dirle della partenza prima o dopo le vacanze? Doveva dirglielo e rovinarle
quello scampolo di pace che sarebbe riuscita a trovare lontano da casa oppure
tacere e rischiare che tutto venisse scoperto ed essere accusato di
vigliaccheria? Riflettè a lungo su quello che era più giusto fare in quella
situazione,e alla fine decise di correre il rischio:avrebbe mantenuto il
silenzio,nella speranza che,una volta dettole della partenza,lei capisse le sue
motivazioni. Capisse che lo aveva fatto per amore...
Quando aveva detto ai suoi genitori dell'invito ricevuto
da Fred per la Pasqua,aveva colto chiaramente sul volto di papà Seamus
un'espressione di dispiacere. -Oh,avevo pensato di tornare a Los Angeles per
fare una vacanza io e te da soli...Ti ricordi ci siamo andati qualche anno
fa...-aveva aggiunto subito dopo. Allison aveva annuito,evitando di
aggiungere che la volta precedente c'era anche papà Rupert,in una delle poche
settimane di vacanza che prendeva dall'ospedale. -Sì mi ricordo,ma sai non
vorrei deludere la zia Luna e lo zio George...-aveva detto sperando quella
spiegazione bastasse a tirarla fuori da quell'impiccio. Fortunatamente suo
padre aveva annuito e aveva acconsentito a lasciarla andare,con la promessa
nascosta che durante l'estate avrebbe riservato un pò di tempo per lui e quel
viaggio. Quando papà Rupert,in una delle brevi visite che faceva a casa,aveva
saputo della sua partenza,le aveva augurato buon viaggio e le aveva promesso di
chiamarla ogni giorno durante quella vacanza per farsi raccontare
tutto. Nelle ultime settimane papà Rupert aveva preso l'abitudine di dormire
in ospedale,sullo scomodo divano che aveva in ufficio,tornando a casa soltanto
per fare una doccia e per prendere dei vestiti puliti. I rapporti fra i
genitori erano praticamente inesistenti,come se avessero deciso di comune
accordo di vivere come due separati in casa o peggio ancora di ignorarsi per il
resto della loro vita. Se avevano deciso di non voler fare nessun tentativo
per rimettere a posto le cose,perchè allora non si separavano del tutto? In
questo modo avrebbero almeno risparmiato parecchia sofferenza all'intera
famiglia. Aveva rimurginato a lungo su quei pensieri,ne aveva parlato spesso
con Fred che le aveva consigliato di non immischiarsi per evitare di aggravare
ancora di più la situazione,e alla fine aveva deciso che non avrebbe aspettato
di più. Era venuto il momento di mettere i suoi genitori davanti ad una
scelta:entro il suo ritorno dovevano aver deciso se quella famiglia esisteva
ancora o meno. Visto che era impossibile parlare con papà Rupert,avrebbe
affrontato papà Seamus. -Sei sicura di non voler venire con me a Los
Angeles?Siamo ancora in tempo per prenotare-le chiese suo padre in pieno caos
bagagli il giorno prima della partenza. Lei sorrise e scosse la
testa. -Magari quest'estate...Perchè non provi a chiederlo a papà?-chiese
cercando di assumere un tono distratto mentre infilava l'accappatoio nella
valigia. Il silenzio che ricevette in risposta le fece capire che niente era
più irrealizzabile di quell'idea. -Non credo tuo padre possa allontanarsi
dall'ospedale così a lungo tesoro-le disse poi. Allison annuì. Certa che
non avrebbe mai più trovato il coraggio,prese un respiro profondo e si voltò
cercando suo padre e trovandolo poco distante dalla fila di scarpe che
aspettavano di essere messe in valigia. -State per divorziare papà?-gli
chiese tutto d'un fiato. Suo padre alzò la testa con un solo scatto,facendole
temere che si fosse fatto male al collo,e fissò i suoi occhi,un'espressione
chiaramente sorpresa sul volto. -Come?-le domandò con voce rauca. Lei alzò
le spalle. -Vi ho sentiti litigare tempo fa per un altro uomo
e...-iniziò. -Tu ci hai sentiti?- Allison annuì. -Da quel giorno non
fate altro che evitarvi,non vi parlate se non è strettamente necessario ed ora
papà passa tutto il suo tempo in ospedale,quasi fosse uno sfollato-gli disse
cercando di raccogliere coraggio sufficente per fare la domanda che le girava in
mente già da un paio di mesi. Voltò le spalle al padre e posò di nuovo lo
sguardo sulla propria valigia,quasi potesse trovarvi una qualche risposta o
soluzione. -Tu o papà vi siete innamorati di un altro uomo?-domandò senza
guardarlo,troppo vergognosa. Già non era facile fargli quella
domanda,sostenere il suo sguardo era addirittura impensabile! Coprendo la
distanza fra di loro con quattro passi,Seamus si fermò davanti a lei e la prese
per le spalle facendola voltare;l'attimo dopo era fra le sue braccia,neanche
fosse lei a dover essere consolata. -Va tutto bene Allie...Sta tranquilla-le
disse,la voce che si perdeva fra i suoi capelli. Quelle parole ebbero il
potere di irritarla:come poteva dire una cosa simile? Si mosse nel suo
abbraccio allontanandosi dal suo petto e scosse la testa. -No,non è vero!Non
va affatto tutto bene:papà non sta mai a casa,tu e lui che non vi
parlate...-elencò fissando il suo volto. -E' vero,so che tutto questo può
sembrarti confuso,ma è sono soltanto dei problemi momentanei-cercò di
tranquillizzarla lui. Allison sorrise ironica. -Perchè non hai ancora
risposto alla mia domanda?-gli chiese,poco certa di voler conoscere la
risposta. Cosa avrebbe fatto se uno dei due si fosse innamorato di un altro
uomo? Avrebbe dovuto accogliere questo intruso nella sua vita,imparare a
trattarlo come un nuovo padre,sempre che questi lo volesse,iniziare la classica
vita della figlia di genitori separati:due case, due famiglie,feste separate e
poco tempo da dedicare a uno o all'altro. Suo padre si affrettò a scuotere la
testa. -Non c'è niente di cui tu debba preoccuparti. E' vero,io e tuo
padre abbiamo dei problemi,ma non è la prima volta che litighiamo,giusto?-le
chiese. -Finora eravate sempre tornati a casa...-disse mostrando per la prima
volta quanto quel litigio l'avesse ferita. Seamus restò in silenzio qualche
secondo,prima avvicinarsi di nuovo e abbassarsi fino a quando i loro volti non
furono uno di fronte all'altro. Le posò una mano sulla guancia sinistra e le
rivolse un sorriso tenero. -Ti chiedo scusa...-le disse poi. -Per
cosa?-chiese lei a mezza bocca. -Di aver dimenticato che anche tu eri
coinvolta in questa storia...Abbiamo evitato la lite pensando che fosse la cosa
migliore per te senza renderci conto che anche il silenzio e l'indifferenza
potevano ferirti-le disse portando l'altra mano fra i capelli lisci della
figlia. Allison sospirò,leggermente infastidita per l'immagine debole che
stava dando di sè. -Papà non sono più una bambina...Lo so che i matrimoni
finiscono e che ci si rifà una vita con qualcun'altro. Quello che non
sopporto è questa situazione in bilico. Avete deciso di
lasciarvi?Fatelo! Non sarete certo la prima coppia a separarsi!-disse
nascondendo sotto il tono aspro la rabbia e la tristezza che provava al solo
pensiero che quell'eventualità si realizzasse. Voltò le spalle a suo
padre,portando la propria attenzione alla valigia,continuando a sentire su di sè
lo sguardo fisso e,quasi certamente,triste di suo
padre. Dannazione! L'ultima cosa di cui aveva bisogno era che lui
scoppiasse in lacrime davanti ai suoi occhi... -Ho dimenticato di prendere la
borsa del trucco dal bagno-disse senza voltarsi,avviandosi poi verso il
corridoio e la scala che l'avrebbe condotta al piano superiore. Non aveva
idea di cosa sarebbe successo durante la sua assenza,ma era certa che quel
piccolo confronto era servito a smuovere suo padre e a spronarlo a trovare una
soluzione al loro problema.
"Ciao sono Alice,in
questo momento non posso..." Maledetti aggeggi!! Chiuse la
comunicazione mentre la voce registrata della sua ragazza continuava a blaterare
il messaggio,lanciando il cellulare sul letto con poca grazia,prima di scivolare
sul materasso finchè la testa non raggiunse il cuscino. Dove diavolo era
finita? Perchè non rispondeva al cellulare da tre giorni? Non c'era stato
nessun segnale che gli facesse presagire qualche cambiamento l'ultima volta che
si erano parlati:lei gli aveva raccontato dei progressi nella guarigione di sua
madre e di come con Allison avevano razziato vari negozi durante un pomeriggio
di shopping,per poi ascoltarlo mentre le parlava delle lezioni e degli esami
sempre più vicini e degli allenamenti. Si erano detti più volte che sentivano
l'uno la mancanza dell'altra e che avrebbero cancellato la distanza in un
attimo,se solo avessero potuto,ma nient'altro. Era successo qualcosa di
improvviso come la volta precedente?E anche in quel caso,possibile che non
avesse trovato un momento per chiamarlo e spiegargli la situazione? Ma allora
quale altra motivazione c'era per quel silenzio prolungato? C'era una parte
della sua mente che,da tre giorni,continuava insistentemente a ripetere lo
stesso nome:Justin. Possibile che la sua più grande paura alla fine si fosse
realizzata? Forse quel silenzio era un segno di debolezza:magari si
vergognava di ammettere che,dopo tanti bei discorsi sulla fedeltà e sulla
fiducia,era stata proprio lei quella che aveva ceduto. -Dove cazzo
sei?-mormorò in un soffio,coprendosi gli occhi con un braccio. -Proprio
accanto a te-si sentì dire. Tolse il braccio dal viso e si voltò di
scatto,trovando Scorpius in piedi accanto al proprio letto. -Davvero
divertente!-commentò acidamente,tornando a posare la testa sul
cuscino. Scorpius sorrise e si lasciò cadere sul proprio letto,la schiena
contro il cuscino e le gambe distese sul copriletto. -Che succede?Problemi in
Paradiso?-chiese con voce ironica. -Piantala!-ribattè Luke. La piccola
risata che ricevette in risposta lo stizzì,facendogli portare di nuovo lo
sguardo sull'amico,che sorrideva con un deliberato sorriso sarcastico. -Che
ci trovi di tanto divertente?-gli domandò fissando il suo volto. Scorpius
alzò le spalle. -Niente...E' solo che mi sembra ancora strano,nonostante
siano passati mesi,che una bambina possa ridurti così-gli spiegò. Luke
annuì. -Già dimenticavo...Tu invece sei immune da queste cose,vero?-gli
chiese senza staccare lo sguardo dal suo volto. Il biondo annuì senza
un'istante di esitazione. Luke seguì il suo esempio,annuendo lentamente e
rizzandosi a sedere sul letto. -Ah proposito,ho saputo che hai ripreso le
ripetizioni con Potter...-lasciò cadere distrattamente fissando il volto
dell'amico. Come si era aspettato,Scorpius abbandonò l'espressione sicura di
pochi istanti prima per assumerne una sospettosa. -Eh allora?-chiese con lo
stesso sospetto nella voce. Luke alzò le spalle. -Niente,solo che è strano
tu abbia bisogno di ripetizioni quando i tuoi ultimi voti sono stati i migliori
di tutto il nostro anno,anche nelle materie dove facevi più schifo-continuò con
lo stesso tono distratto di poco prima. -Perchè non mi dici semplicemente
dove vuoi arrivare?-sbottò il biondo. L'altro si concesse un piccolo
sorriso,sfiorandosi il labbro inferiore con l'indice sinistro. -Ti sentivi in
colpa per l'incidente?-gli chiese,sinceramente curioso. -Come ti viene in
mente?Assolutamente no! Che motivo avrei di sentirmi in colpa per quello che
è successo?Non ce l'ho mica mandato io su quell'albero!-ribattè con fermezza
Scorpius. -Allora spiegami che motivo hai di passare tutto il tuo tempo
libero chino sui libri in quella biblioteca gelida solo per vederlo e stare con
lui,quando ti basterebbe schioccare le dita e lui tornerebbe da te-gli disse
sinceramente confuso. Il biondo scosse la testa. -Non lo farebbe-rispose
senza incontrare lo sguardo dell'amico. -Per via di quel Corvonero con cui
sta adesso?Andiamo! Tu sei cento volte meglio di lui-cercò di incoraggiarlo
Luke. C'era qualcosa che non riusciva ad afferrare chiaramente in quel
discorso,qualcosa che ancora gli sfuggiva. Scorpius si alzò dal proprio letto
e iniziò a muoversi per la camerata,con passo nervoso. -Non hai neanche
bisogno di dirlo...- -E allora perchè...-chiese ancora testardo Luke. -Ma
cos'è oggi tutto quest'interesse per la mia vita privata? Non posso aver
semplicemente deciso che lo rivoglio indietro?Per un pò l'ho concesso a
quell'idiota Corvonero ed ora è venuto il momento che torni da me-sbottò
puntando lo sguardo sul volto dell'amico. Luke lo vide avvicinarsi ad una
delle grandi vetrate della camerata e appoggiare la spalla destra contro il muro
di mattoni,le braccia conserte,neanche volesse dimenticarsi della sua presenza
nella stanza. Lo fissò per qualche istante finchè,finalmente,riuscì ad
afferrare quel "mistero" che gli era sfuggito per tutta la conversazione. -Te
ne sei innamorato,vero?- Scorpius restò immobile,lo sguardo ancora fisso sul
panorama oltre la vetrata,le spalle leggermente più basse neanche si fossero
caricate di un peso invisibile all'improvviso. -Non so come sia
successo...-disse Scorpius quando l'altro aveva perso le speranze di ottenere
una risposta. Luke restò in silenzio,certo che qualsiasi cosa avrebbe detto
in quel momento,avrebbe rialzato il muro che il suo amico frapponeva sempre fra
sè e gli altri. -Era uno come gli altri,uno dei tanti ragazzi carini che
volevo scoparmi...Un volto fra la folla di cui mi sarei dimenticato l'istante
dopo averlo cacciato dal mio letto. Ed invece mi sono ritrovato a parlare a
notte fonda di qualcosa di cui finora ignoravo l'esistenza con qualcuno che non
ha sentito neanche una parola di quello che ho detto-disse ancora,con la stessa
voce bassa di poco prima. A sentirlo era difficile credere che stesse
parlando d'amore. Ma era già un grande passo per Scorpius ammettere quei
sentimenti,lasciare che qualcuno ne fosse a conoscenza. -Per questo lo
rivoglio con me- -Hai considerato l'ipotesi che Potter sia felice con quel
Corvonero?-gli domandò Luke,nonostante fosse consapevole che la sua domanda lo
avrebbe irritato. Ma del resto non bisognava sempre considerare entrambi i
lati della medaglia? Scorpius allontanò finalmente lo sguardo dalla finestra
e,dopo averlo fissato alcuni secondi in silenzio,scosse la testa. -So che non
è così-rispose sicuro. Luke annuì. -Spero per te che tu abbia ragione-gli
disse per mostrargli la sua solidarietà in quel momento difficile. Scorpius
sostenne il suo sguardo per qualche secondo prima di portarlo sull'orologio che
aveva al polso destro. -Devo andare...Ho lezione con Albus-gli disse. Luke
lo seguì con lo sguardo mentre l'amico prendeva i libri di cui aveva bisogno e
poi usciva dal dormitorio. Il moro sospirò e allungò la mano verso il
cellulare,facendo partire la chiamata l'attimo dopo. "Ciao sono Alice..."
Era da quasi un mese che non attraversava quei
corridoi. Un pensiero strano se calcolava quante ore della giornata passava
lì invece che in redazione. Percorse la strada meccanicamente,lasciandosi
guidare dai propri piedi,rivolgendo un cenno di saluto alle facce amiche che
incontrava nei vari corridoi,smarcandosi dagli inviti per un caffè o una
chiacchierata prima che se tornasse a casa. Aveva riflettuto a lungo prima di
decidersi a fare quel passo. Il confronto con Allison lo aveva portato a
farsi un esame di coscienza,a riconsiderare le ultime settimane,cercando di non
farsi prendere dalla stizza che sempre lo coglieva quando ripensava alla loro
ultima lite,cercando di essere il più obiettivo possibile. Non solo per sè
stesso,ma anche per Allison e per la sua famiglia. Non era stato facile e
ancora adesso non era certo di cosa sarebbe successo una volta che si fossero
trovati uno di fronte all'altro,ma sapeva che si meritavano un'altra
possibilità. Vent'anni di vita insieme non potevano essere cancellati senza
neanche aver provato a lottare. -Seamus!- Sorrise in risposta al sorriso
che era apparso sul viso di Marla e la abbracciò nonostante l'impedimento creato
dal bancone fra di loro. -Che bello rivederti!Si può sapere che fine avevi
fatto?-gli chiese la donna. Seamus alzò le spalle. -Che posso farci se
sono un uomo impegnato?Sembra che il giornale non possa fare a meno di me-disse
scherzoso. Marla si lasciò andare ad una risatina divertita e gli diede un
lieve buffetto sul braccio sinistro. L'espressione giocosa sul volto
dell'uomo cambiò repentinamente diventando seria tutto d'un tratto:perchè era
così difficile farle una domanda che le aveva già posso milioni di volte? -Il
dottore è dentro?-si decise a chiederle. Marla lo guardò sorpresa,facendogli
presagire le peggiori sventure:magari aveva finito il turno ed aveva deciso che
era stufo di passare un'altra serata da solo. E se fosse uscito con uno di
quegli irritanti tirocinanti che pendevano dalle sue labbra e non perdevano
occasione per omaggiarlo? -Il dottor Firth è in sala operatoria:sostituzione
della valvola aortica. Credo ne avrà per un pò-gli disse,chiaramente sorpresa
che lui non lo sapesse. Tirando un sospiro di sollievo,Seamus si lasciò
andare ad un sorriso accennato. -Tenere a mente tutti i suoi interventi
sarebbe impossibile... Vorrà dire che lo aspetterò nel suo ufficio-disse
alzando le spalle,con aria rassegnata. -Hai bisogno di qualcosa?Un
cuscino,una coperta?-si informò la donna con gentilezza. Seamus scosse la
testa e si avviò verso l'ufficio. Nessuno,dando un'occhiata a quel
posto,avrebbe pensato che Rupert vi fosse accampato da settimane:tutto era in
perfetto ordine. Neanche il più piccolo suppellettile era sistemato nella
posizione sbagliata. Dopo essersi tolto il cappotto ed averlo posato
sull'attaccapanni,Seamus si avvicinò alla scrivania di mogano scuro che occupava
gran parte della stanza,sfiorandone il bordo con un dito,osservando le foto che
erano posate in bella mostra,proprio accanto alla lampada da tavolo e alla pila
ordinata di cartelle mediche. Si sedette sulla comoda sedia dietro la
scrivania e cercò di immaginare come era passare le proprie giornate in quei
pochi metri,senza neanche la magia a rendere tutto più
sopportabile. Accarezzò con i palmi delle mani i braccioli morbidi e scivolò
sulla sedia quel tanto da permettergli di poggiare la testa sulla
spalliera,fissando il soffitto sopra la poltrona dove ben in evidenza spiccava
un cartello bianco con una scritta rossa al centro. "Dovresti essere a casa
in questo momento!" Un sorriso stese le sue labbra quando gli tornò alla
mente il ricordo di quel lontano pomeriggio quando avevano appeso quello stesso
cartello,con la speranza che fosse un'ulteriore incentivo a passare più tempo
insieme. Chiuse gli occhi,sospirando lieve. Era davvero tutto
finito? Cosa sarebbe successo quando Rupert,finita l'operazione,sarebbe
tornato nello studio? Avrebbero discusso educatamente,come due adulti,oppure
avrebbero finito con il far degenerare le cose rovinando tutto? Si mosse
sulla sedia,cercando una posizione migliore,mentre allontanava la mente da quei
pensieri:era inutile fare quelle congetture;doveva aspettare il ritorno di
Rupert e,insieme, prendere una decisione sul loro matrimonio. Improvvisamente
qualcosa gli si posò sulla spalla sinistra,scuotendolo leggermente. Aprì gli
occhi e rimase sorpreso quando la fievole luce della lampada da tavolo lo ferì
agli occhi costringendolo a coprirli con la mano destra. -Seamus...-si sentì
chiamare. Piegò leggermente la testa,nonostante il grido che lanciarono i
nervi irrigiditi del collo,e fissò gli occhi davanti a sè dove,piegato sulle
ginocchia c'era Rupert,con un'espressione sorpresa e un lieve sorriso sul
volto. -Sei già qui?-gli domandò con voce roca. Che accidenti gli era
successo per parlare così? Il sorriso sul volto di Rupert si accese per
qualche istante prima di sparire. -Ho appena finito l'intervento-gli disse
senza decidersi ad alzarsi. Ma come era possibile?Marla gli aveva detto che
ci sarebbero volute ore,mentre lui si era seduto su quella sedia soltanto da
cinque minuti! Poi,quasi un lampo,un dubbio gli attraversò la mente. -Che
ore sono?-chiese strofinandosi l'occhio sinistro. -Le due e mezza- -Oh
accidenti!Devo essermi addormentato...-esclamò Seamus incredulo. Rupert tornò
a sorridere,per poi annuire lievemente. -Già...Mi ricordo la tua passione per
le sedie scomode-disse prendendolo in giro. Seamus aggrottò la fronte,non
capendo il significato di quelle parole,poi si ricordò di tutte le notti che,da
ragazzo agli inizi della loro storia, aveva passato su una sedia mentre
aspettava che Rupert gli facesse visita nei momenti di pausa. Ricordò con
quale sicurezza il giovane medico era riuscito a fare breccia nel suo cuore,al
modo tenero e deciso con cui lo amava nonostante le paure per quel mondo che non
gli apparteneva e che gli sembrava così lontano da sè. Era ancora lì,proprio
davanti a lui,solo un pò più vecchio e stanco...Era disposto a lasciarlo andare
per uno stupido litigio? Accennò un sorriso a sua volta e fissò lo sguardo in
quello di Rupert che lo guardava in silenzio, trovando in quegli occhi la
risposta che cercava. Senza pensarci,senza pensare ai problemi che li avevano
portati a quel punto e che forse sarebbero rimasti anche dopo quel
momento,avvicinò il volto a quello di Rupert e posò le labbra sulle
sue. Portò la mano destra dietro il collo del marito,sentendo sotto i
polpastrelli dell'indice e del medio la morbidezza dei capelli,mentre le labbra
di Rupert gli venivano incontro schiudendosi pochi attimi dopo in un
sorriso. Dopo quel primo bacio il tempo prese a scorrere più
velocemente,quasi volesse concedere loro la possibilità di recuperare le
occasioni perdute,riprendendo il suo corso naturale solo quando entrambi si
ritrovarono nudi sul divano,le braccia di Seamus mollemente abbandonate attorno
alla vita del compagno. Rupert,con gli occhi chiusi,il viso nascosto nel
petto di Seamus,rannicchiato contro di lui,sembrava aver ritrovato il suo posto
nel mondo e sarebbe stato disposto a restare in silenzio tutta la vita pur di
non affrontare i problemi che li avevano separati. Ma entrambi sapevano che
questo non era possibile. -Per fortuna non ci sono state
emergenze...-commentò Rupert piano muovendo un dito sul petto
dell'altro. -Non dirmi che mi avresti lasciato qui tutto eccitato per andare
dai tuoi pazienti!-disse Seamus fingendo un tono scandalizzato. -Magari avrei
potuto darti un anticipo,andare dai miei pazienti e poi tornare per finire il
discorso-fece Rupert alzando la testa e cercando lo sguardo del compagno. Il
biondo sorrise e gli diede un bacio lieve. -Mica male come idea...Magari
dovremmo prenderla in considerazione per il futuro- Vide il sorriso sul volto
di Rupert diventare più luminoso,dandogli un'aria più giovanile,come se in
quell' ora fosse ringiovanito di vent'anni. Abbassò la testa e posò un bacio
sulla spalla destra del marito,prendendo un profondo respiro l'attimo
dopo. -Mi sei mancato in queste settimane-gli disse sincero. Lo sentì
rigirarsi fra le sue braccia finchè non furono faccia a faccia e per qualche
istante osservò l'espressione di attesa sul viso di Rupert,chiedendosi cosa dire
per prima fra le tante cose di cui dovevano discutere. Forse era meglio,prima
di tutto,mettere in chiaro una cosa... -Ti amo. E' da ventun'anni che sono
innamorato di te,e se in tutti questi anni la tua mania per il cibo cinese e
l'opera non sono riusciti a farmi scappare via,allora vuol dire che è veramente
destino che passi tutta la mia vita con te-gli disse mettendola,come al
solito,sotto forma di scherzo. Rupert sorrise e gli diede una lieve spinta
sul petto,facendolo ridere per qualche istante prima che sul suo viso ritornasse
l'espressione seria di poco prima. -So di averti ferito andando a pranzo con
Dean,senza neanche dirtelo poi... Ma devi credermi quando dico che non hai
nessun motivo di preoccuparti,che l'unico motivo per cui volevo incontrarlo era
per aiutare un amico-disse affrontando il problema principale. Il compagno
scosse la testa. -Io non ho mai avuto il minimo dubbio su di te:è di lui che
non mi fido! E' vero,certi tuoi comportamenti mi hanno dato fastidio,ma dopo
tre settimane di riflessione sono giunto alla conclusione che avrei potuto
passar sopra a quell'incontro senza nessun problema...-fece Rupert senza
allontanarsi dalla sua stretta. -Ma avevi paura che io,spinto dalla scoperta
del suo outing,accettassi di vederlo di nuovo-disse Seamus al suo posto. Il
medico annuì senza esitazione,facendo sorridere Seamus. -Professore,sei
veramente un tontolone certe volte!-lo prese in giro chinando la testa per
posargli un bacio sul mento. Rupert,leggermente stizzito,gli prese il viso
fra le mani e fece incontrare i loro sguardi. -Quel giorno non sono stato in
grado di fare niente...Avevo un'intervento,ma ho dovuto rimandarlo perchè la mia
mente,invece di concentrarsi sui passaggi dell'operazione era tutta focalizzata
su voi due ed il vostro dannato appuntamento. Ho immaginato mille varianti di
quell'incontro:cosa avreste fatto,cosa vi sareste detti,ho pensato anche a come
vi sareste salutati...- -Davvero?-disse Seamus con un sorriso divertito sulle
labbra. -Smettila di prendermi in giro!Se ci fossi stato io al tuo posto non
avresti fatto lo stesso?-gli domandò per la seconda volta. Il biondo sospirò
e scosse la testa. -No?-chiese Rupert cercando di nascondere la
delusione. -No,perchè a non avrei mai permesso un'incontro simile...Anche a
costo di chiuderti a chiave in camera da letto e sfinirti con il sesso- Il
medico sorrise e si morse il labbro inferiore,prima di allacciare le braccia
attorno al collo del marito. -Allora la prossima volta seguirò il tuo
esempio...-gli disse prima di avvicinare il viso a quello di
Seamus. Entrambi,però,sapevano che non ci sarebbe stata una prossima
volta...almeno per i successivi vent'anni.
-Dannazione!Devo lanciarti una fattura perchè tu
sparisca?- Appesa al suo braccio neanche fosse un'accessorio,Mandy Greengrass
rispose a quelle parole con un sorriso,quasi le avesse appena rivolto un
complimento o una parola d'apprezzamento. -Tesoro adoro questo tuo modo di
rendermi partecipe dei suoi sentimenti...Davvero inconsueto-gli disse accennando
un gesto di saluto ad una Serpeverde del suo stesso anno che attraversò il
corridoio proprio in quel momento. Con uno strattone deciso,Luke riuscì a
liberare il braccio sinistro,lanciandole un'occhiataccia di avvertimento:se si
fosse azzardata ad accarezzarlo o stringerlo di nuovo davanti a tutti,avrebbe
finito per farle del male,incurante della punizione che ne avrebbe
ricavato. E fortunatamente Mandy sembrò capire il suo stato
d'animo,accontentandosi di camminare al suo fianco lungo il corridoio. -Certe
volte sei veramente intrattabile tesoro- Già,questa volta era d'accordo con
la Greengrass. Erano giorni che non riusciva a mettersi in contatto con Alice
e più il tempo passava più le scene d'amore,che immaginava nella sua testa,fra
Alice e Justin diventavano spinte e sfacciate. A niente serviva la
convinzione che Alice lo amava e che non avrebbe mai concesso a qualcuno che non
fosse lui la sua prima volta,quelle immagini non lo lasciavano neanche di notte,
costringendolo ad alzarsi in piena notte o alle prime luci dell'alba. Doveva
trovare una soluzione,ma quale? Imboccò un corridoio diretto verso la Sala
Grande per il pranzo e pochi passi più avanti vide Scorpius che,vedendolo
arrivare,si fermò ad aspettarlo. -Credevo fossi già a pranzo-gli disse il
biondo. -Dovevo parlare con il professore di Incantesimi-gli disse. Un
forte colpo di tosse alle sue spalle ricordò ad entrambi la presenza di Mandy e
fece sospirare Scorpius. -Ciao Greengrass-la salutò senza neanche girarsi a
guardarla. -Oh,Scorpius ciao!-fece quella sperando di apparire abbastanza
naturale. Il biondo scosse la testa e rivolse uno sguardo all'amico,che alzò
le spalle. Aveva provato di tutto per liberarsi della presenza fastidiosa
della ragazza,ma niente era aveva prodotto l'effetto desirato,almeno fino a quel
momento. -Novità?-domandò Scorpius. Luke scosse la testa:era chiaro gli
stesse chiedendo notizie su Alice. -E tu?-chiese a sua volta. Anche il
biondo scosse la testa. Erano ormai arrivati al corridoio della Sala
Grande;ragazzi e ragazze vi stavano entrando,affamati e stanchi dalle lezioni
della mattina,senza curarsi troppo della folla che avevano intorno, scambiando
qualche parola soltanto con i loro amici. Forse fu per quello che
l'attenzione di Luke venne attirata da quella figurina appoggiata ad una delle
colonne alla fine del corridoio,l'unica senza divisa e con un'aria perfettamente
rilassata. Si fermò,incurante degli altri studenti che lo superarono,e
strinse gli occhi sulla ragazza,che ora si era staccata dalla colonna e sembrava
ricambiare il suo sguardo. Era una sua impressione oppure stava
sorridendo? -Tesoro vogliamo entrare?- Mentre la voce fastidiosa di Mandy
lo raggiungeva,la ragazza si portò una mano ai capelli biondi, allontando le
corte ciocche dalla fronte...Con un gesto che lui aveva visto tante
volte. Sorrise e fece un paio di passi in avanti proprio nello stesso istante
in cui la ragazza iniziava ad avanzare lungo il corridoio. Seguendo il suo
esempio,Luke iniziò ad andarle incontro con passi lenti e cadenzati,con la
segreta paura che un gesto affrettato potesse svegliarlo da quel sogno
inaspettato. Pochi passi li dividevano ormai e,mentre la folla incurante
continuava a entrare nella Sala Grande, lui aveva l'impressione che il tempo e
lo spazio si fossero fermati per permettere quell'incontro, in barba ai
chilometri di distanza che li avevano divisi per mesi. Con movimenti lenti,si
ritrovarono finalmente uno di fronte all'altra,un sorriso sul volto della
ragazza ed un'espressione di incredulità su quello di Luke. Stava succedendo
realmente oppure era soltanto un'altro sogno? -Devi essere una reazione al
troppo caffè...-le disse ricordando le prime parole che lei gli aveva detto in
quel corridoio d'ospedale,un lontano giorno di novembre. Alle sue orecchie
arrivò la sua risatina lieve,la vide abbassare leggermente la testa quasi si
vergognasse della sua ilarità e soltanto per quei piccoli gesti,il suo cuore
prese a correre all'impazzata. Rialzò la testa e portò gli occhi argentei a
tuffarsi nei suoi. -Se vuoi puoi darmi un pizzico-propose lei tendendo una
mano verso di lui. Luke sorrise e annuì lentamente. -Già dovrei farlo,ma
poi mi troverei addosso tutta...- La frase gli morì in gola quando,facendo
l'ultimo passo che li divideva,Alice gli posò una mano sul retro del collo e
glielo fece chinare leggermente affinchè i loro visi si incontrassero. Ci fu
un veloce sguardo,pochi secondi,un piacevole avvertimento di quello che sarebbe
avvenuto di lì a poco,poi Alice avvicinò le labbra alle sue,riscoprendone il
calore e la morbidezza. Un rumore arrivò alle orecchie di Luke,e lui ebbe
bisogno di qualche istante per capire che i libri che finora aveva stretto con
la mano sinistra,erano caduti a terra. Senza staccare le labbra da quelle di
Alice,strinse le braccia attorno alla sua vita,sollevandola da terra pochi
centimetri,portandola così alla propria altezza. Le labbra di Alice si
staccarono dalle sue e quando riaprì gli occhi,incontrò quelli di lei che lo
fissavano ridenti. -Adesso ci credi?-gli domandò lei. Luke sorrise e le
diede un altro bacio veloce,prima di nascondere il viso nel suo collo,respirando
il suo profumo e stringerla ancora di più contro di sè. -Stavo
impazzendo...-le disse con un filo di voce,certo che lei l'avrebbe
sentito. La mano sinistra di Alice iniziò ad accarezzargli i capelli,un gesto
di consolazione per quei giorni di silenzio e sofferenza. -Lo so...E' stato
lo stesso per me. Ma conoscendomi sapevo che non sarei riuscita a mantenere
il segreto se ti avessi parlato tutti i giorni-gli disse dandogli un bacio su
una guancia. Luke alzò lo sguardo e incontrò di nuovo i suoi occhi,trovandoli
sinceri. -Puoi perdonarmi?-gli chiese lei. Il ragazzo sorrise e la baciò
di nuovo,circondandole il labbro inferiore e facendovi scivolare sopra la punta
della lingua. -Dipende...-disse poi. Lei lo guardò curiosa. -Sei
tornata da me?-le chiese Luke,senza nessuna vergogna per quelle parole
sdolcinate e romantiche. Era perfettamente consapevole della presenza di
Scorpius e Mandy,sapeva che erano ancora lì ad osservare la loro
riappacificazione neanche fosse stato un numero del circo,ma forse,proprio per
questo,aveva deciso di non trattenersi di mostrare tutto l'amore che aveva per
Alice. Forse così Mandy avrebbe capito di non avere nessuna
speranza. Alice sorrise e gli diede un altro bacio veloce,tirandosi indietro
quando lui cercò di approfondire il contatto. -Entro l'inizio di giugno la
famiglia Weasley tornerà definitivamente a Londra...Dobbiamo solo fare il
trasloco e torniamo a casa!-gli disse felice. A Luke bastò uno sguardo per
capire che la felicità che provava era dovuta in parte al loro
ricongiungimento,ma soprattutto perchè quel capitolo della sua vita si era
concluso nel migliore dei modi. -Ho sempre saputo che sarebbe andata
così...-le disse con voce seria. Alice annuì sorridente;poi il suo sguardo si
perse oltre la spalla sinistra del ragazzo e l'espressione del suo viso divenne
seria. -Amore mettimi giù-gli disse a mezza bocca. Lui eseguì ed una volta
tornata con i piedi per terra,Alice prese una mano nella sua e,dopo che lui ebbe
raccolto da terra i libri,si avviarono verso i due Serpeverde. -Ciao
Scorpius...-lo salutò cauta,memore dell'iniziale riluttanza che il biondo aveva
dimostrato verso di lei e del suo rapporto con Luke. Il biondo le fece un
cenno con la testa,senza esporsi eccessivamente. Ma l'attenzione di Alice si
era già spostata verso Mandy Greengrass,che non aveva smesso un'istante di
studiarla. Era dunque lei la sua "temuta" rivale?Ma era soltanto una
ragazzina! Avrebbe potuto liquidarla in poche battute. O almeno questo era
quello che la Serpeverde pensava prima di assistere a quella scena
melensa...Luke non si era mai comportato in quel modo con lei. Davvero era
tutto merito di quella lattante? -Tu devi essere Mandy...-le disse con voce
serena,come se stesse parlando con la sua migliore amica. La Serpeverde
annuì,senza staccare lo sguardo dal suo volto e si sorprese quando la vide
accennare un sorriso e voltarsi verso Luke che la fissò per qualche secondo
preoccupato. -Avevi ragione tu Luke...Non avevo niente di cui
preoccuparmi-disse poi guardando il ragazzo. Ma rivolgendosi chiaramente a
lei. Luke sorrise e le circondò la vita con un braccio,evidentemente
sollevato. -Alice!- Al suono della voce sia Alice che Luke si voltarono
e,dopo aver tolto il braccio dalla vita della ragazza,Luke si avviò con lei
verso i due adulti che stavano attraversando il corridoio. Si fermarono a
pochi metri dai due e Luke liberò la mano dalla stretta di Alice giusto il tempo
per stringere quella dell'uomo. -Mr Weasley,Mrs Weasley!E' un piacere
vedervi-li salutò cortese. La madre di Alice gli sorrise e annuì
lentamente. -Non faccio fatica a crederti Luke...Alice non ci avrebbe dato
tregua finchè non ti avesse visto-gli disse poi. -Mamma!- Luke sorrise e
strinse più forte la mano di Alice stretta nella sua,felice che la donna si
fosse lasciata scappare quel piccolo "segreto". -Comunque anche per noi è un
piacere rivederti-s'intromise il signor Weasley attirando l'attenzione di Luke
su di sè-Eravamo qui per prendere alcuni accordi per il prossimo anno con la
preside e abbiamo pensato di cogliere l'occasione e di invitarti al pranzo di
Pasqua alla Tana...Sempre che tu non abbia impegni-aggiunse poi. Luke si
affrettò a scuotere la testa per rassicurarli. -Nessun impegno mi farebbe
mancare...Grazie per avermi invitato-disse educatamente, sinceramente
onorato. -Beh,non potevamo certo permettere che Alice mettesse il muso per
tutto il pranzo- -Papà!- -Che ho detto di male?-domandò l'uomo lanciando
un'occhiata curiosa alla figlia-Inoltre mio padre sembra aver sviluppato una
istantanea simpatia per te,quindi quest'invito viene anche da parte
sua- -Allora quest'invito è ancora più gradito-disse Luke,sorridendo al
ricordo del simpatico vecchio,il primo ad accoglierlo a braccia aperte nella
famiglia Weasley. -Questa volta ci sarà tutta la famiglia sei sicuro di
potercela fare?-gli domandò la signora Weasley. Quella frase gli accese una
lampadina:tutta la famiglia? Un lieve sorriso diabolico si disegnò sulle sue
labbra mentre il suo pensiero prendeva piede. -Credo di sì,ma avrei un favore
da chiedervi,se non è troppo disturbo-disse mettendo le mani avanti,consapevole
che avrebbero anche potuto rifiutare. -Chiedi pure!-disse l'uomo accomodante
come poche volte lo aveva visto. Luke voltò leggermente la testa dietro di
sè,cogliendo uno scorcio del suo migliore amico:quando gli avrebbe parlato di
quello che aveva fatto sicuramente avrebbe attirato la sua furia e tutte le
peggiori maledizioni,ma sapeva di fare la cosa giusta. -Posso portare un
amico?-
Salve a
tutti!!!
Come
state?E' stato piacevole il viaggio Londra-Seattle-Londra oppure avete
incontrato delle turbolenze?
Spero
che nessuno abbia sofferto il mal'aria e che tutti siate stati soddisfatti del
servizio...
Ok è ora
di smetterla cn qst assurdità..In qst capitolo ho pensato di concentrarmi
maggiormente sui personaggi oltreoceano visto ke x il momento la loro storia è
arrivata al termine,visto anke l'imminente ritorno della famiglia Weasley a
Londra.
Certo,non potevamo andarcene senza aver prima riportato il sereno fra
Rupert e Seamus;so che alcuni potranno obiettare che forse avrebbero avuto
bisogno di un "vero" faccia a faccia,ma la mia idea di fondo è sempre stata la
stessa:il vero problema,ancor più delle parole dette e di qll
urlate,era che entrambi sembravano aver dimenticato qnt era forte il
loro legame,e alle volte per riscoprirlo non si ha
bisogno di grandi discorsi o di gesti
eclatanti...
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi
scuso x eventuali errori di battitura o di ortografia.
La frase all'inizio del capitolo è tratta da "Freedom" degli
Wham.
E ora i
ringraziamenti:Sweey(Povero
Scorpius...Forse ha bisogno di + tempo x mostrare i propri
sentimenti,ma credo nn resterai delusa qnd finalmente si deciderà a
farlo),CharmedAlis (Bentornata!E' proprio il caso di dirlo...Rispondo subito alle tue
domande,se no finisce che mi dimentico:1)Ho ritenuto fosse superfluo fra tornare
anche in qst fiction Angelina visto che nn avrebbe avuto un ruolo importante,ma
dalle ultime notizie ricevute so che è ancora a New York insieme a
Oliver;2)Naturalmente il marito di Cassie nn è Dean:è vero lui è sposato,ma la
moglie si chiama Judith Rose,ex modella-attrice...Sicuramente x Ron ed Hermione
nn ci sarà un lieto fine da favola con "vissero x sempre felici e contenti",anke
xkè sarebbe inverosimile, xò certamente la situazione sarà migliore di cm è al
momento;Sono d'accordo con te:Albus è solo di Scorpius,sua proprietà
esclusiva!Speriamo che lo capiscano in fretta anche loro...),Luthien241(Grazie x i
complimenti!Soprattutto x i complimenti ad Albus e Scopius;in parte mi sento cm
una mamma verso di loro,visto che sono stata una delle poche a scrivere su di
loro cm coppia...Cmq tranquilla,la tua minaccia mi ha spaventato abbastanza:come
posso far succedere qualcosa di negativo cn la paura che mi piombi in casa da un
momento all'altro?),Miky Black(E' proprio vero!Si pensa sempre che Herm sia la + sveglia del
gruppo,ma anke lei alle volte può commettere degli sbagli,nn è mica
perfetta!Edward e Hugo sono stati volutamente messi da parte,visto che c'erano
già molti personaggi di cui parlare e anche xkè, al contrario degli altri,qst
due nn mi facevano venire in mente nessuna possibile storia kè potesse renderli
interessanti),IRE'89(Anche
io cm te sn rimasta in città,anzi ho lavorato fino al 31 luglio...Lasciare
libero Albus?Ma avrebbe subito la fila!Senza contare un certo biondino che
sembra disposto a fare carte false pur di riaverlo...Qnd si sta male x amore si
fanno i pensieri + assurdi;qst è qll che sta succedendo a Rose:il litigio con
James,lui che la evita,senza dimenticare che il difficile periodo che sta
vivendo per colpa della crisi fra i suoi genitori la rende ancora +
fragile.Finalmente la ns piccola Alice si è presa una rivincita su Mandy...beh
era pure ora,no?Per rispondere alla tua domanda,ovvero xkè i genitori di Luke la
preferiscono a Alice,credo sia x una mera questione di sangue:lei è una
Serpeverde,di nobile famiglia, mentre Alice è sì,purosangue,ma del tipo
"scaduto" se mi passi la parola...Ribellarsi?beh ho sempre detto che la loro
storia sarebbe stata la + difficile,forse ribellarsi nn è abbastanza.Sei felice
che siano ricominciate le ripetizioni?So ke l'ultima parte nn è piacevole cn Al
che bacia Emmett e Scorpius che guarda,ma forse è la + importante di tt ql
pezzo:mentre il biondo li guarda si chiede se Al nn sia felice con Emmett,è qs
deciso a lasciar perdere tt...Ed è proprio allora che Al apre gli occhi e cerca
il suo sguardo...Se una persona è felice ed innamorata,che bisogno ha di cercare
lo sguardo di un altro ragazzo mentre sta baciando il proprio
fidanzato?).
Bene,x
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Keep on
loving you"
Baci,Eva.
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Capitolo 33 *** Keep on loving you ***
keep on loving you
"And I meant
every word I said When I said that I love you I meant That I love you
forever"
Il segnale di linea
libera gli arrivò attraverso il vivavoce chiaro e senza alcun
interferenza. Con lo sguardo concentrato sulla guida e l'orecchio attento a
cogliere ogni minimo cambiamento nel respiro di Eliza,che riposava tranquilla
nel port-enfant sul sedile accanto al suo,Ron si disse che avrebbe lasciato
squillare il telefono altre due volte prima di riagganciare. Proprio quando
aveva preso quella decisione,dei fruscii e dei fischi gli fecero capire che
qualcuno aveva alzato la cornetta. -Pronto?Pronto?-domandò la voce agitata di
sua madre. Un sorriso si disegnò sul volto dell'uomo:aveva regalato quel
telefono babbano al padre il Natale di due anni prima e lui,felice per
quell'oggetto così diverso da quelli che aveva visto in passato, aveva deciso di
istallarlo nel salotto e di chiedere un numero babbano. Ovviamente soltanto
pochi membri della famiglia preferivano quella linea al camino per parlare con i
due anziani cogniugi,quindi non si stupì per il tono di sorpresa e di paura che
ora avvertiva nella voce di sua madre. -Mamma sono io-disse con voce
calma,sperando che avesse effetto anche sulla donna. -Ron,tesoro!Come
stai?-gli domandò alzando leggermente la voce,convinta che lui non potesse
sentirla se non parlando ad alta voce. Ron sorrise quasi lei potesse vederla
e scosse la testa:forse era meglio parlare con qualcuno più "esperto". -Sto
bene mamma...Ascolta c'è papà per caso?-le domandò spostando la mano dalla leva
del cambio e posandola per qualche istante sul port-enfant. Non poteva
parlare con sua madre,non senza un adeguata preparazione e per quello aveva
bisogno dell'aiuto di suo padre. -Certo caro,te lo chiamo
subito!- L'istante dopo nel vivavoce risuonò l'urlo che la madre lanciò per
richiamare suo padre:a che serviva fare tutto quel baccano?In fondo erano
soltanto loro due,non sarebbe stato difficile trovarsi. Pochi istanti ancora
e suo padre arrivò al telefono,accompagnato da graffi e fruscii. -Ron,Ron sei
tu?-gli domandò l'uomo,con voce poco convinta. -Ciao papà- Sicuramente era
venuto al telefono convinto che sua moglie si fosse sbagliata,altrimenti come
spiegare quel tono tentennante nella sua voce? Un gorgoglio gli fece voltare
per qualche secondo la testa verso sua figlia per poi tornare a guardare la
strada:era quasi arrivato a destinazione,era meglio sbrigarsi a chiudere quella
telefonata. -Papà ascolta,sto venendo da voi...-iniziò con voce seria. -E'
successo qualcosa?-domandò subito l'uomo,la mente volta sempre al peggio. Ron
restò qualche istante in silenzio,per poi sospirare. -Qualcosa è successo,ma
preferisco parlarvene di persona- Questa volta fu suo padre a restare in
silenzio,riflettendo sul tono di voce e sulle parole del figlio. -E' qualcosa
di cui dobbiamo preoccuparci?-domandò il genitore,cercando di nascondere la
propria preoccupazione. Ron accennò un sorriso,felice che lui non potesse
vederlo. -Sai quanto me che la mamma si preoccuperà comunque,anche se vi dico
di non farlo-disse in tono scherzoso,immettendosi in uno spiazzo verde e
fermando la macchina. Si sentì leggermente sollevato quando sentì la leggera
risatina di suo padre. -Ok,fra quanto pensi di essere qui?-gli domandò ancora
il genitore. Ron slacciò la cintura di sicurezza e si voltò a guardare
Eliza,che gli restituì uno sguardo tranquillo, leggermente
insonnolito. -Siamo già qui-disse accennando un sorriso e accarezzando una
piccola mano della figlia. Si sporse verso il sedile anteriore per prendere
la borsa con tutto il necessario per nutrire e cambiare Eliza,lasciando per il
momento la propria valigia nel portabagli,poi chiuse la comunicazione e aprì lo
sportello,girando intorno alla macchina per andare ad aprire la portiera dal
lato del passeggero. Vide aprirsi la porta di casa attraverso il vetro della
macchina:sua madre,come al solito,era sulla soglia,un grembiule da cucina che le
copriva i vestiti,i capelli rossi che si irradiavano nello spazio circostante
neanche fossero raggi di fuoco;dietro di lei,suo padre,una mano sulla spalla
sinistra della moglie. Ron afferrò i manici del port-enfant e sorrise alla
figlia. -Forza piccola,andiamo a conoscere i nonni-le disse con voce
soffusa. La sollevò con delicatezza e chiuse lo sportello. Era giunto il
momento di uscire allo scoperto... Alzò lo sguardo sui suoi genitori:il viso
di suo padre era atteggiato in un espressione moderatamente preoccupata,remore
di quello che si erano detti fino a pochi istanti prima,mentre sua madre gli
stava sorridendo affabile,come faceva tutte le volte che lo vedeva. Fece un
passo,allontanandosi dalla macchina e riuscì a capire chiaramente,grazie al
cambiamento nelle loro espressioni,l'istante in cui il port-enfant smise di
essere coperto dalla fiancata dell'auto. Ora entrambi avevano un'aria
perplessa e confusa,mentre lo osservavano venire loro incontro. Continuando a
camminare,Ron si chiese se non aveva scelto il modo sbagliato per far conoscere
ai suoi genitori la verità,ma a spingerlo a portare con sè Eliza era stata la
certezza che i due si sarebbero addolciti all'istante non appena avrebbero visto
la piccola. Evitando così di cruciarlo... Si fermò ad un passo dalla
soglia e rivolse un sorriso ad entrambi. -Ciao mamma...Papà- -Ron
caro...-disse sporgendosi verso di lui per dargli un bacio sulla tempia
destra. -So che non mi aspettavate,ma non potevo più rimandare-disse
l'uomo. Suo padre aggrottò leggermente la fronte,fissando il suo viso. -Ho
il presentimento che sia meglio entrare in casa-disse poi scostandosi dalla
porta per far entrare sua moglie e Ron. Una volta entrati in casa di
diressero verso il salotto,dove Ron si sistemò sul divano posizionando il
port-enfant accanto a sè. Era strano che nessuno dei due gli avesse ancora
fatto nessuna domanda su Eliza,o sul perchè andasse in giro con una bambina così
piccola;forse non sapevano come impostare la domanda o avevano timore a
rivolgergliela. Con un sospiro,Ron si alzò dal divano e sporgendosi verso la
culla,prese Eliza in braccio con tutta la delicatezza possibile e,conscio degli
sguardi dei suoi genitori su di sè,iniziò a sfilarle il piccolo piumino celeste
che la faceva assomigliare ad una stella marina e che le lasciava scoperto
soltanto il viso. Dopodichè la appoggiò contro la sua spalla destra e lasciò
cadere il piumino dentro la culla: tutti gesti futili che lo aiutarono a trovare
la calma necessaria prima di alzare di nuovo lo sguardo sui suoi
genitori. -Mamma,papà vi presento Eliza...Mia figlia- Sentendo le due
ultime parole il sorriso sul volto di Molly scomparve del tutto,lasciando
il posto ad un' espressione di sbigottimento. Ron guardò suo padre e dallo
sguardo serio che ricevette in cambio,capì che il vecchio doveva aver immaginato
qualcosa fin da quando lo aveva visto scendere dalla macchina. -Ha tre mesi;è
nata la notte di Capodanno,ma essendo prematura ha dovuto passare due mesi in
ospedale in un'incubatrice...Sono riuscito a portarla a casa soltanto da poche
settimane-continuò leggermente orgoglioso. -A casa con...con sua
madre?-domandò suo padre incapace di dare un tono fermo alla sua voce. Ron
abbassò gli occhi e scosse la testa. -Ci siamo solo io e lei- Lanciò uno
sguardo alla piccola,impegnata a succhiarsi due dita e sorrise con amore,prima
di tornare a guardare suo padre e,dopo aver preso un respiro profondo,iniziare a
raccontargli cosa aveva portato alla nascita di Eliza. Raccontò tutto,senza
omettere niente,per la prima volta veramente sincero con i suoi genitori,
sperando che potessero capire la solitudine che aveva provato nel suo matrimonio
con Hermione ed il senso di gioia e di sollievo avvertititi quando Cassie era
entrata nella sua vita. Parlò della scoperta della gravidanza e dei mesi di
convivenza con Cassie e di come si era trovato a vivere a Grimmuald Place da
solo per colpa della sua indecisione perpetua. Infine ripercorse con la
memoria la sera di Capodanno,la corsa in ospedale e le ore passate seduto
accanto al suo letto,fino all'inevitabile conclusione. I suoi genitori
restarono in silenzio per tutto il tempo senza fare nessuna domanda,ascoltandolo
e comprendendo il suo bisogno di parlare,bisognosi a loro volta di capire a
pieno quella situazione. Quando Ron ebbe finito il suo racconto rialzò lo
sguardo e,incontrando quello di suo padre,accennò un piccolo sorriso. L'uomo
era chiaramente sopraffatto da tutte le parole che gli erano state gettate
addosso nell'ultima mezz'ora,ma sul suo volto non c'era rabbia o
indignazione. -Eliza...Strano nome per una bambina-commentò poi. Ron
sorrise lievemente. -Neanche a me piaceva molto,ma era il preferito di
Cassie...-gli spiegò. L'anziano genitore si alzò dalla sua poltrona e fece i
pochi passi che lo dividevano dal divano,tendendo le braccia verso la
bambina. -Posso?-chiese poi al figlio. Ron si alzò in piedi a sua
volta,annuendo con sicurezza. -Devi sostenerle la testa e metterle un braccio
lungo la schiena e...-fece lui posando con delicatezza la piccola fra le braccia
del padre. -Ron ho avuto sette figli e non so quanti nipoti,credo di sapere
come si tiene in braccio un bambino-lo rimbrottò il padre. Rendendosi conto
di quanto stupide fossero le sue raccomandazioni,Ron annuì e si passò una mano
fra i capelli,senza staccare lo sguardo da Eliza. Perfettamente a suo agio,la
piccola fissava attenta il viso del nonno,quasi lo stesse scrutando per essere
sicura di potersi fidare di lui. -Ha i tuoi occhi...-disse il signor Weasley
rialzando lo sguardo sul suo volto. Ron annuì. Eliza,stanca di tutte
quelle attenzioni,si concesse uno sbadiglio che fece ridere il signor
Weasley. -Oh cielo,devi essere davvero stanca...Ehi Molly hai visto?Ha le tue
stesse labbra-disse l'uomo rivolgendosi alla moglie. Solo allora Ron si
ricordò di sua madre e alzò la testa per cercarla in giro per il salotto. La
trovò in piedi accanto al camino,la stessa espressione sbigottita che gli aveva
visto l'ultima volta che aveva alzato lo sguardo su di lei. -Mamma,va tutto
bene?-gli domandò. Molly scosse leggermente la testa,quasi per risvegliarsi
da un trance,e portò lo sguardo sul figlio:Ron capì,grazie a quel solo
sguardo,che di li a pochi istanti si sarebbe scatenato l'inferno. Nonostante
questo,si avvicinò a lei,felice che Eliza fosse al "sicuro" fra le braccia del
padre. -Scusami se non ti ho detto nulla finora,ma sapevo che ti saresti
infuriata e...- -Io non sono arrabbiata-lo bloccò la donna. Ron la fissò
attentamente mentre lei continuava a fissare un punto indefinito del
tappeto. -Sono delusa. Come hai potuto permettere che le cose andassero
così avanti?-gli chiese chiaramente amareggiata alzando lo sguardo sul suo
volto. Lui la fissò con sguardo d'attesa certo che quello fosse soltanto
l'inizio di una lunga serie di accuse. -Come hai potuto imbarcarti nella
storia con quella donna senza neanche pensare alle conseguenze,o a quello che
avrebbero provato Hermione ed i ragazzi se lo avessero saputo?-gli domandò
alzando leggermente la voce. -Ti sbagli mamma..Loro sono stati il mio primo
pensiero,fin da quando ho capito che con Cassie poteva nascere qualcosa;ho
cercato di proteggerli,per evitare che fossero feriti...-tentò di giustificarsi
Ron. -Ma a quanto pare non è servito a farti capire che stavi sbagliando,non
ha evitato che mettessi a rischio il tuo matrimonio- -Il mio rapporto con
Hermione era già in crisi ancor prima che incontrassi Cassie,sarebbe ingiusto
che tu le addossassi tutta la colpa-ribattè pronto lui. La madre scosse la
testa. -Oh,ma io non do a quella donna tutta la colpa...Anche tu hai fatto la
tua parte,anzi sei più responsabile di lei:eri tu quello che doveva metter fine
ai vostri rapporti di lavoro nell' istante in cui ti sei accorto di non vederla
più solo come una collega-gli disse dura. Molly sospirò rumorosamente e si
allontanò una ciocca di capelli rossi che le era caduta sulla fronte. -Pensi
che noi non abbiamo avuto i nostri problemi,o che tuo padre,in tutti gli anni
passati al Ministero non sia stato oggetto delle attenzioni di qualche
collega?-gli chiese poi cogliendolo di sorpresa. Ron si voltò sorpreso verso
suo padre senza riuscire a incontrare il suo sguardo,ma l'uomo sembrava
impegnato a cercare le somiglianze fra sè ed Eliza. -Ma ogni volta ha saputo
mettere al primo posto la famiglia,senza dar retta a quelle donne, tornando ogni
sera a casa da voi e da me- -I vostri erano altri tempi-tentò di ribattere
Ron,sperando di creare una piccola crepa in quel muro di ostilità che si era
trovato di fronte. -Tutte chiacchiere!Io non ti ho cresciuto per essere così
rinunciatario,così disfattista... Che fine ha fatto l'uomo che prendeva a
cuore ogni situazione,mettendo il bene degli altri prima del suo?Il ragazzo che
ho cresciuto io non avrebbe mai fatto soffrire volutamente i propri figli e la
compagna di una vita per una storia senza senso nè futuro...- -Forse ha
cominciato a pensare un pò di più a sè stesso e a quello che desiderava
veramente- rispose Ron con voce calma,cercando di non far degenerare il
litigio. -Ed è veramente questo che vuoi?Oppure ti sei addossato un'altra
responsabilità per non sentire il rimorso?-gli domandò ancora sua madre,decisa a
non mollare l'osso. Sia Ron che suo padre portarono lo sguardo sul volto
della donna,sorpresi dalle sue parole,così distanti dal suo modo di essere e di
esprimersi:aveva veramente detto ciò che pensavano? Sua madre credeva davvero
che si sarebbe disinteressato della sorte di Eliza se le cose sarebbero andate
diversamente? Che sarebbe stato capace di tornare alla vita di sempre con
Hermione ed i ragazzi,arrivando a dimenticarsi di quella figlia bastarda? Era
questa l'opinione che sua madre si era fatta di lui? -Ron credo che Eliza
debba essere cambiata-si intromise il padre parlando con tono cauto,arrivandogli
accanto in due passi. Si voltò verso l'uomo e annuì,portando lo sguardo sul
volto della figlia. -Sì,hai ragione-disse riprendendo la piccola fra le
braccia. Senza guardare sua madre,si avvicinò al divano dove aveva lasciato
il port-enfant e prese la borsa,mettendola sulla spalla sinistra. -Vado a
cambiarla nella mia stanza...-disse rivolgendosi esclusivamente al
padre. L'uomo annuì. -Hai bisogno di una mano?-gli chiese gentile. Ron
scosse la testa,per poi avviarsi verso le scale che conducevano ai piani
superiori. Avrebbe fatto meglio a silenziare la stanza e lasciare un pò di
privacy ai suoi genitori...Avevano alcune faccende di cui
discutere.
Una strana sensazione le aveva fatto capire
che c'era qualcosa di insolito. Nonostante i suoi modi teneri e
scherzosi,Fred non aveva mai sentito il bisogno di dimostrare ogni istante quali
erano i suoi sentimenti per lei,evitando così da apparire appiccicoso e
asfissiante. Ma sembrava aver abbandonato il suo comportamento
abituale,tenendole la mano fin dal primo istante in cui erano saliti sull'aereo
che li avrebbe portati a Londra,insistendo per sedersi accanto a lei quando
solitamente ingaggiava una lotta furiosa con Edward per accaparrarsi il posto
accanto al finestrino,o disturbandola più volte durante il film per dirle frasi
inutili e senza senso. Inizialmente aveva accettato con un sorriso quel
cambiamento credendole ulteriori gentilezze per non farle sentire la mancanza
dei suoi genitori o per non farle passare tutto il viaggio con il pensiero a
quello che la aspettava al suo ritorno a casa. Poi aveva scoperto cosa si
nascondeva dietro quello strano comportamento:al settimo cielo,Alice le aveva
confidato che presto si sarebbero trasferiti di nuovo a Londra. Rendendosi
conto soltanto l'istante dopo che,forse,quella notizia non l'avrebbe resa
altrettanto felice. Non aveva avuto difficoltà a capire perchè Fred non
gliene avesse parlato:quella separazione doveva essere difficile da accettare
anche per lui,e vedendola così provata dalla crisi fra i suoi genitori aveva
deciso di farle vivere quei giorni di vacanza in piena serenità. Alice aveva
stimato la loro partenza definitiva entro la fine del mese successivo...Trenta
giorni in tutto. Quattro giorni erano già passati,continuando a far finta che
tutto fosse come al solito,coccolando la piccola Eliza o prendendo lezioni di
cucina da nonna Weasley. Nei momenti di solitudine o poco prima di
addormentarsi continuava a ripetersi le stesse domande,senza trovare una
risposta soddisfacente:cosa doveva fare?Doveva trovare il modo per rompere con
lui oppure erano abbastanza forti da sconfiggere la distanza di un oceano? Un
colpo deciso l'allontanò dai suoi pensieri. -Avanti- Si sollevò
leggermente dal letto,puntellandosi sui gomiti e accennò un sorriso quando vide
Fred fermarsi sulla soglia della porta. -Ehi bella addormentata!-la prese in
giro. Lei gli fece una smorfia e rise leggermente,osservandolo mentre entrava
nella stanza con sicurezza. La nonna Weasley aveva dato a lei e ad Alice la
camera che un tempo era occupata dallo zio George e dal suo
gemello,Fred. Subito dopo sistemato i vestiti nell'armadio il giorno del loro
arrivo,Allison aveva dato una sbirciata alle foto sistemate sopra gli scaffali
ed era rimasta sorpresa notando la grande somiglianza fra Fred Jr. e suo zio:li
si sarebbe potuti scambiare per la stessa persona se non fosse stato per gli
occhi grigi del ragazzo. -Gli ospiti stanno per arrivare-le disse Fred prima
di lasciarsi cadere sul letto accanto a lei. La ragazza fece un mugugno
d'assenso,sentendolo avvicinarsi fino a posare la testa sul suo petto. -Sei
pronto a conoscere il tuo futuro cognato?-lo prese in giro circondandogli le
spalle con un braccio. Sul volto di Fred si disegnò un'espressione di
disappunto:l'idea che sua sorella fosse fidanzata non gli piaceva
affatto. Secondo il suo parere era troppo piccola per impegnarsi seriamente
con qualcuno,non per questioni di mera gelosia fraterna,ma semplicemente perchè
era convinto che Alice fosse ancora troppo piccola per capire a pieno il
significato dell'amore. -Se proprio non posso farne a meno...-commentò
laconico. -Vedrai non è poi così male:è abbastanza simpatico,gentile e anche
molto educato;inoltre tua sorella sembra davvero felice con lui- Fred alzò le
spalle per quanto gli permetteva la posizione e lasciò cadere la
discussione. Per qualche istante restarono in silenzio,il battito regolare e
calmo del cuore di Allison che gli rimbombava nelle orecchie e due dita che
giocherellavano con alcune ciocche dei suoi capelli. Sarebbe stato bello
bloccare il tempo,congelarlo,impedirgli di andare avanti fino all'inevitabile
epilogo che li aspettava. -Lo so-disse Allison decisa a giocare a carte
scoperte. Vide la testa di Fred alzarsi dal suo torace,i suoi occhi indugiare
sul suo volto per studiare la sua espressione e,anche se gli sembrò stranamente
faticoso,gli sorrise. -E' stata Alice a dirtelo-disse con voce
sicura. -Era talmente felice che non me la sono sentita di sgridarla per il
poco tatto dimostrato sul momento- Fred annuì lentamente,continuando a
fissare il suo volto. -Sei arrabbiata?-le domandò pronto a spiegarle le
motivazioni per cui aveva deciso di comportarsi in quel modo. Allison però
scosse la testa. -Credo che al tuo posto mi sarei comportata allo stesso
modo...Da quando Alice me lo ha detto non faccio altro che contare i giorni-gli
confessò. Fred si rizzò a sedere accanto a lei e sospirò. -Già...So che
vuoi dire- Mentre lo osservava passarsi distrattamente una mano fra i
capelli,come faceva ogni volta che la sua mente si perdeva dietro un
pensiero,Allison si chiese se Fred non fosse già arrivato ad una soluzione per
il loro "problema":magari aveva già deciso che la loro era una storia senza
futuro e il suo unico problema era dirglielo -Sei arrivato a qualche
conclusione?-gli chiese cauta. Fred scosse la testa,senza guardarla. -Sono
giorni che affronto il problema da tutte le angolazioni possibili e
immaginabili,ma non so ancora che fare. Considerato il calendario scolastico
di Hogwarts potremmo vederci soltanto ogni tre mesi per due settimane,sempre che
i tuoi non facciano storie e che i miei genitori siano disposti a lasciarmi
venire così spesso a Seattle. Poi abbiamo le feste comandate,e lì sono
quattro settimane,però è sempre troppo poco rispetto al vederci tutti i
giorni-disse portando di nuovo lo sguardo sul volto della ragazza. -Davvero
faresti questo per me?-gli chiese sinceramente sorpresa. Fred accennò un
sorriso. -Beh mi aspetto un minimo di collaborazione,non so se lo sai,ma gli
aerei viaggiano anche in senso contrario-le disse in tono scherzoso. Allison
annuì,dopo qualche istante di stordimento,provocando la risata divertita di
Fred. -Che hai da ridere?- -Credevi di esserti liberata di me,non è
così?-gli domandò lui fra le risate. -Lo speravo!-scherzò lei. Facendo
cigolare le molle del letto,Fred si avvicinò ad Allison,facendo forza con una
mano sul letto e portando un braccio attorno alla vita della ragazza,il viso
poco distante dal suo. -Beh mi dispiace deluderti tesoro,ma non riuscirai a
liberarti di me,almeno finchè non lo decido io-le disse fissando i suoi
occhi. Allison sorrise,odiandosi per il lieve rossore che si andava
allargando sulle sue guance. -Uff,questo vuol dire che devo sopportare la tua
brutta faccia ancora a lungo?-gli chiese fingendosi seccata. Fred sorrise
lievemente prima di annullare la distanza fra di loro e baciarla. Magari
avrebbero trovato il modo di farla funzionare...Anche con l'oceano di
mezzo.
-Ripetimi come sei riuscito a
convincermi...- Si era lamentato per tutto il breve tragitto che li avrebbe
portati alla Tana,senza preoccuparsi di moderare il tono della voce,incurante
che qualcuno potesse sentirlo. -Sai benissimo perchè sei qui,quindi chiudi il
becco e smettila di lamentarti-lo sgridò Luke. -Tu continua così...La mia
vendetta sarà terribile e inaspettata!-ribattè il biondo. L'altro si lasciò
scappare una risatina. Fin da quando aveva parlato a Scorpius dell'invito che
i Weasley gli avevano rivolto per il giorno di Pasqua,l'amico non aveva fatto
altro che lanciargli le peggiori maledizioni ed insulti:come si era permesso di
muovere quell'invito a suo nome senza prima chiedergli se gli sarebbe piaciuto
passare un'intera giornata con la famiglia Potter e Weasley? A niente erano
servite le reiterate spiegazioni di Luke,la tirata del biondo era continuata per
giorni facendogli credere che non sarebbe mai riuscito a portarlo con sè alla
Tana. Era stato quindi senza grandi speranze che gli aveva dato appuntamento
per la mattina di Pasqua per poter andare insieme alla Tana,evitando così
momenti imbarazzanti o che Scorpius si sentisse in minoranza fra tutti quei
Grifondoro. Ma ancora una volta l'amico lo aveva sorpreso,presentandosi sulla
soglia di casa sua in perfetto orario,vestito elegantemente con un paio di
pantaloni bianchi sopra una camicia candida, abbigliamento che gli donava
un'aria da angelo dannato. Anche se non avevano affrontato l'argomento da
quel pomeriggio di qualche settimana prima,Luke non aveva dubbi che l'unico
motivo per cui Scoprius aveva vinto le sue resistenze era stato rivedere
Albus;infatti l'unico momento in cui il suo rifiuto aveva vacillato era stato
quando aveva saputo della presenza di Potter a quella festa,e soprattutto quando
lo aveva saputo libero dalla presenza asfissiante del Corvonero. Erano ormai
vicini alla proprietà dei Weasley,poche decine di metri li dividevano dalla
porta principale. -Ti ricordi tutte le raccomandazioni che ti ho fatto?-gli
domandò cercando di non apparire nervoso. L'ultima cosa che gli ci voleva era
che Scoprius iniziasse a comportarsi in modo scostante o maleducato...avrebbe
fatto miseramente fallire tutti i suoi tentativi di essere accettato dalla
famiglia di Alice. -Dire per favore e grazie,sorridere sempre,essere educato
con tutti e evitare le maledizioni senza perdono-elencò stancamente
Scorpius. -Perfetto...E ricordati di fare i complimenti al signor Weasley per
la sua collezione di LP! Lui ci tiene molto-si ricordò sul
momento. Insieme salirono i gradini di legno che dividevano la porta
d'ingresso dal prato e Luke bussò due volte con il battente di ferro. -Che
roba è?-chiese Scorpius guardandolo curioso. -Musica- -E allora perchè non
la chiama semplicemente musica?-domandò ancora il biondo confuso. La porta
d'ingresso si aprì,portando Luke a zittirlo velocemente,neanche stesse parlando
con un bambino di sei anni. Entrambi i ragazzi portarono lo sguardo verso la
porta dove,con una mano sulla maniglia e lo sguardo sorpreso fisso sul biondo
Serpeverde,c'era Albus. A Luke bastarono pochi istanti,quei pochi attimi in
cui i due si trovarono uno di fronte all'altro per afferrare la relazione che
c'era fra i due ragazzi:fin dal primo istante in cui i loro sguardi si erano
incontrati,nell'aria si sprigionò una carica elettrica che sembrò far
dimenticare ad entrambi il resto del mondo e riuscì a far sentire Luke
un'estraneo. Come avrebbero fatto a non accorgersene anche gli
altri? Scorpius lo fissò per qualche istante,per poi prodursi in un vero
sorriso,come Luke poche volte gli aveva visto fare. -Ciao Albus-lo
salutò. Il moro,al suono della sua voce,sembrò riscuotersi e dopo aver
battuto le palpebre un paio di volte diede uno sguardo veloce a
Luke,accorgendosi solo in quell'istante della presenza del ragazzo,per poi
tornare a Scorpius. -Ciao Scorpius-
Il pranzo familiare,solitamente così allegro
e chiassoso,era stato consumato fra discorsi stentati e lunghi silenzi,mentre
fra i commensali si rincorrevano gesti esageratamente educati e sguardi di
sottocchi per cercare di carpire lo stato d'animo degli altri. Il malanimo
fra lo zio Ron e la nonna Weasley sembrava aver contagiato tutti gli adulti,
messi di fronte alla presenza di Eliza e ovviamente divisi fra la comprensione
per quello che Hermione stava affrontando e la moderata felicità per l'arrivo di
una nuova Weasley nella famiglia. Gli unici che sembravano aver accettato di
buon grado la situazione erano il nonno Weasley,lo zio George e sua moglie,come
sempre pronti a dare un'opportunità a chiunque prima di condannare,e i suoi
genitori. Chi certamente non aveva fatto il minimo passo verso la bambina o
verso il padre erano stati Rose ed Hugo,un espressione fiera in volto che
rifiutava ogni gesto di compassione da parte dei loro parenti. Ad un'occhio
inesperto sarebbero potuti sembrare insensibili o disinteressati a quello che
stava succedendo nella loro famiglia,ma James sapeva che niente era più lontano
di quello dalla verità. A lui bastava uno sguardo per capire cosa preoccupava
Rose...Quando aveva bisogno di lui. Fu per questo che,vedendola uscire dalla
sala da pranzo dove gli adulti erano ancora riuniti,si alzò a sua volta
e,cercando di sembrare il più naturale possibile,le andò dietro. La seguì
fino al capanno nel giardino interno dove il nonno teneva gran parte della
collezione di dischi e tutto l'occorrente per ascoltarla,accennando un sorriso
quando la vide lasciare la porta aperta dopo essere entrata. Entrò nel
capanno e si richiuse la porta alle spalle,restando in silenzio,in attesa di un
suo gesto o di una parola che lo aiutasse a capire di cosa aveva bisogno. La
osservò mentre,con gesti esperti,frugava fra i vari scaffali cercando un disco
in particolare,sfilarlo dalla fila con delicatezza e farlo uscire dalla
confezione per sistemarlo sul piatto e poggiarvi sopra la puntina. Nella
stanza si sentì il fruscio provocato dall'entrata della puntina nel solco e
pochi istanti dopo una voce roca si diffuse per la stanza grazie ai vari
altoparlanti sistemati in punti strategici.
"Forever and ever you stay in my heart and I will love
you, Forever and ever we never be apart, together,that's how it must
be, to live without you will only mean heartbreak for
me"
James non ebbe difficoltà a riconoscere quella
canzone,anche se da qualche anno non aveva l'occasione di sentirla;ma ricordava
con chiarezza il modo stonato con cui lo zio Ron canticchiava quella canzone a
Rose per aiutarla a dormire. Lo aveva fatto tutte le sere per anni,fino a
quando lei non era stata troppo grande per quel piccolo rito fra padre e
figlia. Incapace di scorgere l'espressione sul volto di Rose,le si avvicinò
portandosi alle sue spalle,proprio nel momento in cui lei faceva ripartire la
canzone dall'inizio,e le posò una mano sulla spalla
destra. -Rosie...-sussurrò sicuro che lei l'avrebbe sentito lo stesso,anche
con la musica alta. Veloce,la mano sinistra di Rose era corsa al
viso,asciugando gli occhi lucidi,senza però decidersi a voltarsi. -Sai che
stavo pensando mentre prima lo guardavo occuparsi di quella bambina?-gli domandò
con voce leggermente rotta. James restò in silenzio,certo che lei non avesse
bisogno di incoraggiamenti. -Mi sono chiesta se era emozionato quando mi ha
portato a casa dall'ospedale,se mi ha mai cambiato i pannolini o mi ha mai dato
le poppate come sta facendo con lei...Quando è stato che ha smesso di
amarmi...-aggiunse poi. Con una presa decisa,ma gentile James la fece voltare
incontrando i suoi occhi tristi e lucidi, portando l'altra mano sulla sua
guancia sinistra,la punta del mignolo a sfiorare il collo. -Tuo padre ti
ama. Per quanto incasinata possa essere la sua vita in questo momento lui
vuole bene sia a te che a Hugo...Forse non sa come avvicinarvi,come
dimostrarvelo visto quello che ha combinato-cercò di farla ragionare. Rose lo
guardò con aria poco convinta e,nonostante il suo tentativo,non ricambiò il suo
sorriso,lasciandosi andare ad un sospiro pieno di lacrime. -Ok ho
capito...Aspetta qui-le disse allontanandosi da lei. Si diresse verso gli
scaffali e guardò i vari titoli,senza trovare quello di cui aveva
bisogno. Poi finalmente un sorriso si dipinse sul suo volto. -Che
cos'è?-gli chiese Rose vedendolo sistemare un disco sul
piatto. -Vedrai- Tornò verso di lei mentre nella stanza esplodeva l'assolo
di una chitarra. Un'espressione leggermente seccata si dipinse sul volto di
Rose,facendola assomigliare terribilmente alla madre. -Una canzone pop
dovrebbe aiutarmi a stare meglio?-gli domandò scettica. -Vuoi ascoltarla
almeno prima di giudicare?-ribattè lui.
"I'll
be there for you when the rain start to fall I'll be there for you like
I'll being there before cause you're there for me
too"
-Che perla di saggezza!-commentò Rose
sarcastica. -La smetti di criticare?Quello che conta è il messaggio!-ribattè
lui. -Cioè?Che non importa quanto io e mio padre siamo distanti in questo
momento,se ho bisogno,lui correrà da me?-chiese lei senza abbandonare il tono
sarcastico. James fece una smorfia,storcendo le labbra chiuse verso
destra. -Veramente la canzone si riferiva a me- Dopo qualche istante di
silenzio sorpreso,Rose accennò un sorriso a cui si unì James,felice di averle
risollevato il morale. La vide chinare leggermente la testa,i boccoli
nocciola a coprire il viso prima di tornare a rialzare lo sguardo verso di
lui. Non avevano bisogno di tante parole. Altre coppie avrebbero perso ore
in spiegazioni e discussioni su come risolvere i loro "problemi", ma loro
riuscivano,almeno per il momento,ad avere una perfetta sincronia;un linguaggio
muto che permetteva loro di capire quando era il momento di mettere da parte la
propria rabbia per stare accanto all'altro. Qualcosa di raro,a cui non erano
disposti a rinunciare. -Anche quando non mi sopporterai?-gli chiese mantendo
quel sorriso lieve. James si mosse per avvicinarsi di nuovo a lei,incurante
della canzone che andava avanti e si portò di fronte a lei,un passo a
dividerli. -Scherzi?Sono proprio quelli i momenti che preferisco!-fece lui
ironico. Rose rise ed eliminò la distanza fra di loro poggiando la fronte
sulla sua spalla sinistra,respirando il suo profumo. L'attimo dopo una mano
di James era affondata fra i suoi capelli,accarezzandoli con lentezza. -Mi
sei mancato...- Già,anche lei gli era mancata,più di quanto aveva
immaginato. Allacciò un braccio attorno alla sua vita sottile e la portò
contro il suo torace,respirando l'odore dei suoi capelli. -Ora sono
qui-
Aveva avuto un'attacco di panico quando lo
aveva visto sulla porta. Che diamine ci faceva in una festa che doveva essere
riservata ai membri della famiglia Potter e Weasley? Inizialmente aveva
creduto che fosse stato un tiro mancino di Lily per metterlo davanti ai suoi
"veri sentimenti",ma aveva dovuto ricredersi quando aveva visto la sincera
espressione di stupore che si era disegnata sul volto della sorella quando
Scorpius era entrato nel salotto. Poi tutto era apparso chiaro:l'invito gli
era stato rivolto dallo zio George e dalla zia Luna,per intercessione del suo
amico Luke,attuale fidanzato di Alice. Per un pò,subito dopo il suo
arrivo,mentre il biondo Serpeverde era impegnato in una conversazione con Luke e
nonno Weasley,si era baloccato con l'idea di chiudersi in camera con la scusa di
un raffreddore improvviso,ma poi aveva lasciato cadere il proposito,spaventato
dall'idea delle zuppe che la nonna Weasley gli avrebbe propinato e deciso a non
apparire un codardo ai suoi occhi. Dannazione,perchè non aveva portato Emmett
con sè?Avrebbe potuto spacciarlo come un caro amico...Già,ma Emmett si sarebbe
fatto sgamare l'attimo dopo aver messo piede in casa:tutto si poteva dire di lui
tranne che non fosse evidente la sua omossessualità. Quindi era confinato in
una casa con Scorpius per almeno cinque ore...Tutto stava nel riuscire ad
evitarlo per tutto il tempo. Vista la carovana di gente che si era presentata
a quel pranzo non doveva essere difficile... Lo aveva osservato mentre
chiacchierava affabilmente con suo nonno,con Alice o con Rebecca,che aveva
scoperto essere sua vecchia amica fin dall'infanzia grazie al legame che c'era
fra i loro padri,mentre scambiava delle veloci battute con i suoi genitori e con
Lily,e ovviamente con Luke. Tutti sembravano apprezzare la sua compagnia e la
sua conversazione:possibile che non gli trovassero neanche un difetto? La
fortuna gli era venuta incontro anche al momento del pranzo,sistemandoli ai due
lati opposti del tavolo,ma nonostante questo,più volte si era ritrovato ad
alzare lo sguardo e lanciare occhiate rapide verso di lui. Vederlo
così,seduto fra Luke e Rebecca,gli faceva tornare in mente una tavola,ugualmente
imbandita,ma soltanto per due. E,quasi volesse aiutarlo a ricordare quella
sera,Scorpius aveva indossato gli stessi abiti che aveva la sera di
Capodanno... Se glielo avesse fatto notare,sicuramente avrebbe obiettato che
lo aveva fatto senza accorgersene,prendendo il primo paio di pantaloni e la
prima camicia che gli capitava fra le mani,però Albus sapeva che niente nei
gesti del Serpeverde era lasciato al caso. Nel bene e nel
male. -Allora?- La voce di Lily si intromise nei suoi pensieri,portandolo
ad incontrare il suo sguardo. Dopo il pranzo,i ragazzi,esclusi Edward e Hugo
che avevano preferito andare nel giardino interno a sistemare la tenda in cui
intendevano dormire quella notte,si erano scusati ed erano andati ad unirsi a
Rose e James nel capanno per ascoltare un pò di musica e cercare di scrollarsi
di dosso quell'aria tetra che sembrava essere caduta sulla loro
famiglia. Seduto su una sedia che sembrava sul punto di crollare e farlo
cadere a terra,Albus osservava la sfida che era nata per gioco fra Luke e
Scorpius,e a cui si era unito anche James:con gli occhi leggermente
socchiusi,quasi fosse un giudice esperto,Al li osservò ballare il tango
rispettivamente con Alice,Rebecca e Rose,senza che nessuno dei tre fosse
minimamente decente. -Allora cosa?-chiese alla sorella senza staccare lo
sguardo dal gruppo,sorridendo ad un tentativo maldestro di James di far fare un
casquè a Rose. La sua attenzione era tutta concentrata sul biondo
Serpeverde:grazie alle movenze della danza,i muscoli scattanti erano messi in
mostra attraverso il tessuto teso della camicia,riportandogli alla memoria
lontani ricordi. -Quando la smetterai di mangiarlo con gli occhi e andrai a
parlargli?-gli chiese diretta come al solito, abbassando leggermente la voce per
evitare che gli altri sentissero. Al staccò lo sguardo dal ragazzo e fissò la
sorella,con quella che sperò essere un'espressione incredula. -Mangiarlo con
gli occhi?Mi dispiace deluderti Lily,ma è da un pezzo che ho smesso di mangiarlo
con gli occhi- Lily annuì,chiaramente annoiata. -Sì sì conosco il resto
della storia...Sei così felice con Emmett da non aver bisogno di niente e
nessuno oltre lui-disse muovendo lo sguardo verso Daniel che era vicino all'
impianto stereo e aveva un disco fra le mani. -Esattamente-confermò il
ragazzo con un cenno deciso della testa. Ma era veramente così?si ritrovò a
chiedersi inaspettatamente. Era davvero Emmett la persona giusta per
lui,quello con cui sarebbe stato felice "per sempre"? Sicuramente era quella
che al momento gli impediva di pensare a Scorpius,confondendolo con le sue mille
attenzioni ed evitando che il suo pensiero si soffermasse per più di cinque
secondi sul biondo Serpeverde. Ma era stupido negare che,mentre Emmett
provava dei veri sentimenti nei suoi confronti,lui ancora non era sicuro di cosa
sentiva:quando era con Emmett non avvertiva il batticuore,il nodo alla gola e la
paura di sentirsi idioti che lo attanagliava ogni volta che il suo sguardo,per
caso, incontrava due occhi cerulei o due labbra perfette solo in parte distorte
da un ghigno malizioso. L'attimo dopo Albus sentì sospirare sua sorella e
portò di nuovo lo sguardo su di lei. -Che c'è?- La ragazza scosse la
testa. -Niente,stavo solo pensando che è un peccato...Voglio dire,passiamo
tanto tempo a lamentarci che non troviamo la persona giusta per noi,che nessuno
ci apprezza per quello che siamo veramente che poi quando finalmente la persona
giusta arriva,siamo così spaventati da mandare tutto all'aria-disse continuando
a guardare davanti a sè. Albus restò in silenzio,poggiando la testa contro il
muro e portando di nuovo lo sguardo su Scorpius,libero dalle danze e ora accanto
a Daniel. Tre note di una tastiera si diffusero dagli
altoparlanti,annunciando una nuova canzone. -Adoro questa canzone,che ne dici
di ballare?-gli domandò Lily alzandosi in piedi e restando accanto a lui. -Io
e te?-le domandò Al corrugando la fronte. Lily annuì,un sorriso lieve sulle
labbra. -Credi di potermi concedere questo immerso favore?-gli chiese
prendendolo bonariamente in giro. Albus sorrise e lasciò che Lily lo aiutasse
ad alzarsi,facendosi poi guidare verso la piccola pista che avevano ricavato
spostando alcuni tavoli e lasciò che la sorella si stringesse a lui. Non
erano passati che pochi attimi dall'inizio del ballo che sentì uno sguardo
posarsi su di sè,e seguire attento tutti i suoi movimenti...Non aveva bisogno di
alzare gli occhi per capire di chi si trattava.
"I
don't care who you are where you're from what you did as long as you
love me"
-Dovrei per caso capire qualcosa?-domandò
scherzoso alla sorella. Lily rise leggermente,dandogli un buffetto sul
braccio sinistro. -Beh,non sei tu il più intelligente della famiglia?-gli
domandò alzando lo sguardo per incontrare il suo. Al sospirò,staccandosi
leggermente da lei. -Le cose non sono così semplici Lily...-disse tentando di
nuovo di farle capire la realtà delle cose. -Posso rubartela?- La voce di
Daniel si era intromessa impedendo a Lily di ribattere,con grande sollievo di
Albus,che consegnò Lily fra le braccia di Daniel e si allontanò dalla
pista. La canzone era ormai alla fine,ma Albus notò che Rose aveva già in
mano il prossimo disco. Tornò verso l'angolo dove si era rintanato fino a
quel momento,restando sorpreso quando vide Scorpius,la schiena poggiata contro
il muro a pochi passi dalla "sua" sedia. -Ciao-lo salutò. Il biondo fece
un cenno con la testa,restando in silenzio. -Non sapevo sapessi ballare-gli
disse poi. -L'ho scoperto da poco anche io...-rispose Albus restando sul
vago. Mantenne lo sguardo sul centro della stanza,quasi volesse dimenticarsi
della presenza di Scorpius al suo fianco. Perchè non riusciva a trattarlo
come un amico o uno studente qualsiasi? Perchè che ogni volta che erano a
pochi metri di distanza il suo cuore doveva cominciare a correre in quel
modo,rendendolo così nervoso?
"I can't fight
this feeling any longer..."
Lanciò uno sguardo a Scorpius e gli sembrò
perfettamente a suo agio,come se la Tana fosse il suo ambiente naturale e quel
pranzo fosse tutto quello che aveva sempre sognato. Abbassò la testa e sentì
il disperato bisogno di una sigaretta;forse avrebbe potuto chiederne una al
biondo,ma dividerla con lui avrebbe riportato alla memoria ricordi che cercava
disperatamente di tenere a bada,di controllare. -Non mi aspettavo di trovarti
qui...-gli disse sincero. Sentì di nuovo lo sguardo di Scorpius su di sè e
dopo qualche altro istante di incertezza,alzò il proprio,incontrando i suoi
occhi grigi,sentendo un brivido scendere giù per la schiena.
"I said there is no reasons for my fears cause
I feel so sicure when we're together you give my life direction you make
everything so clear..."
-Sarebbe stato scortese rifiutare l'invito di
tuo nonno...-rispose l'altro,ascoltando distrattamente la musica che usciva
dalle casse poco distanti da loro. Albus annuì:quale altra motivazione poteva
esserci? -Inoltre volevo vedere questo posto-aggiunse cogliendolo di
sorpresa. Il moro lo fissò senza capire,portando Scorpius a sogghignare come
soltanto lui sapeva fare. -Hai dimenticato tutte le volte che me ne hai
parlato?-gli ricordò. Al accennò un sorriso e chinò per qualche istante lo
sguardo,prima di fissarlo di nuovo in quello dell'altro. A volte,dopo aver
fatto l'amore e su sollecitazione di Scorpius,Albus iniziava a raccontare della
sua infanzia,di tutte le estati che aveva passato alla Tana con i cugini ed i
nonni,oppure delle feste di Natale in cui il nonno si vestiva da Babbo Natale
per far conoscere ai nipoti questo "personaggio" babbano,dimenticandosi però di
camuffare la voce e facendosi così scoprire subito. -Credevo non mi
ascoltassi...-gli confessò sincero. Scorpius alzò le spalle,cercando di
assumere un tono noncurante. -Alcuni racconti erano ripetitivi,devo
ammetterlo,ma mi hanno lasciato la curiosità di vedere di persona questo
posto- Cos'era quella confidenza,quel senso di familiarità che sembrava
essersi instaurato fra di loro? Era sempre stato lì,fin dalle prime volte
oppure era nato piano piano grazie ai loro incontri e alle loro
liti?
"You're a
candle in the window on a cold dark oldest night and I'm getting closer
than I'm ever thought I might"
-Davvero?-domandò Albus leggermente
confuso,mentre quelle domande continuavano a vorticargli nella mente e le parole
di quella canzone sembravano rivolgersi direttamente a lui. Scorpius
annuì,ravviandosi alcune ciocche di capelli serafici dietro l'orecchio
sinistro. -Ora mi manca solo una cosa...-commentò
sibillino. -Cioè?-
"I can't fight
this feeling anymore I forgotten what I started fighting for and if I have
to crawle upon the floor came crashing through your door baby I can fight
this feeling anymore"
Ancora una volta il sorriso malizioso scintillò
sulle labbra di Scorpius,portandolo a fissare gli occhi verdi di Albus per
qualche istante prima di rispondere. -Vedere Grimmuald Place,no? Non
ricordi più la tua promessa?-chiese poi,senza far sparire il
sorriso. Un'ondata di calore attraversò il corpo di Albus,invadendogli il
collo,il torace e il basso ventre, portandolo a chiedersi per un veloce secondo
se era possibile avere un'erezione per delle parole così insignificanti. "Non
sono insignificanti...",lo rimproverò una piccola vocina nella sua
mente. Annuì velocemente,quasi risvegliandosi all'improvviso e si passò una
mano fra i capelli, cercando di darsi un contegno. -Certo che mi ricordo...Ma
credevo non valesse più-gli confessò sincero. Scorpius abbassò un
sopracciglio,assumendo un'aria sorpresa. -E perchè mai?Te l'ho detto che ho
intenzione di restare nei paraggi ancora per molto tempo...- Incapace di
formulare un qualsiasi pensiero sensato,Albus restò in silenzio,limitandosi a
ricambiare lo sguardo del biondo. Fu allora che capì che Lily aveva
ragione. Per quanto sbagliato,o doloroso o insensato potesse sembrare,Albus
era riuscito a fare chiarezza dentro sè stesso:non importa quando duramente si
stesse impegnando per dimenticare Scorpius, quanto a lungo avesse preso in giro
sè stesso ed Emmett,ormai la verità gli appariva chiara e inconfutabile. Sua
sorella aveva dannatamente ragione quando parlava di paura:in quel momento,lui
era addirittura terrorizzato. Ma non è questo che si prova quando ci si trova
faccia a faccia con il "grande amore"?
Era immerso in un piacevole dormiveglia
quando aveva sentito i colpi sulla porta. Il primo era più lieve,al punto da
fargli credere di averlo immaginato;tutto il contrario del secondo che risuonò
chiaramente per la stanza. Scostando le coperte,Fred uscì dal
letto,avvertendo il pavimento freddo sotto i piedi e si avvicinò alla
porta,stropicciandosi l'occhio destro con il pugno chiuso. Aprì la porta e
sbattè più volte le palpebre per abituare gli occhi alla luce fioca che veniva
dal corridoio,fissando la figura che aveva di fronte. -Allison...-mormorò a
mezza bocca,sorpreso. Lei accennò un sorriso,lanciando un'occhiata ai boxer
grigio perla e alla maglia blu a maniche lunghe che Fred indossava come
pigiama,prima di riportare lo sguardo sul viso del ragazzo. -Non volevo
svegliarti-si scusò in un bisbiglio. Fred scosse la testa,mentendo
spudoratamente,facendola sorridere di nuovo. -Ma che ci fai qui?Sai che
succede se mia nonna ti trova qui?-le chiese poggiando una mano contro lo
stipite di legno della porta. Allison annuì. -Lo so lo so,è solo
che...-disse la ragazza improvvisamente timorosa. Fred aggrottò la
fronte,senza allontanare lo sguardo da quello di lei. -Cosa?- Lei sospirò
rumorosamente e fece il solo passo che la divideva da Fred,alzandosi sulla punta
dei piedi per arrivare alla sua altezza e sfiorargli le labbra con un bacio
lieve,sfiorandogli il torace con la mano destra. Riaprì gli occhi e incontrò
lo sguardo di Fred. -Non voglio addormentarmi da sola- Il rosso scrutò il
suo sguardo per qualche istante,cercandovi paura o incertezza,senza trovarne
alcuno. Senza parlare,incurvò le labbra in un sorriso lieve prendendole poi
la mano sinistra nella sua e chiudere la porta della propria stanza dietro di sè
e di Allison.
Salve a
tutti!!!E buon inizio settimana...
Molte
volte le feste,grande occasione di riunione x tutta la famiglia,sono il momento
buono per litigare,rovinando così l'atmosfera...ed è proprio quello che è
successo qst volta.
La
presenza di Eliza ha reso tutti nervosi,a cominciare da mamma Weasley,rovinando
l'atmosfera festosa che sempre caratterizzava qst momenti alla
Tana.
Almeno
abbiamo avuto il chiarimento fra Rose e Jim,ed un piccolo riavvicinamento fra Al
e Scorpius;chiedo scusa se ho lasciato da parte gli altri,ma era giusto lasciare
spazio alla riappacificazione dei 2 ragazzi(anke xkè molti sentivano la loro
mancanza).
Inoltre
avevo già parlato di Alice e Luke nello scorso capitolo,e parlerò degli altri
nei prossimi capitoli.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e
chiedo scusa x eventuali errori di battitura ed ortografia.
Le
canzoni usate in qst capitolo sono:"Keep on loving
you" dei Reo Speedwagon x il titolo e la frase
all'inizio,"I say a little pray for you" di Aretha Franklin,"I'll be there for
you" dei Rembrandts,"As
long as you love me" dei Backstreet Boys,Tango by Gotan project e "I can't stop this feeling anymore" dei
REO Speedwagon(canzone bellissima che vi consiglio).
E ora i
ringraziamenti:Miky black(La
presenza di Scorpius ha risvegliato dolci e,allo stesso tempo,fastidiosi
ricordi...Non preoccuparti per Fred e Allie,nn ho intenzione di far loro alcun
male),Sunshine'86(Bentornata!E' stato un viaggio lungo e faticoso?Hai colto
perfettamente lo spirito di quel momento,quello che volevo trasmettere!Quando
due persone si conoscono da così tanto tempo,come Rupert e Seamus non si ha
bisogno di parole che potrebbero provocare danni ulteriori;qualche volta si ha
solo bisogno di fermarsi e guardarsi indietro...Emmett nn è molto diverso da noi
ragazze:molte di noi,qnd ci fissiamo su un tipo,nn importa se è appena uscito da
una storia o magari pensa ancora alla sua ex,xò cerchiamo in tutti i modi di
farlo accorgere di noi,di cancellargli dalla mente qll altra;è un gioco,lo
sappiamo,conosciamo le regole,ma nonostante qst rimaniamo da schifo lo stesso
qnd finisce),Luthien241(Renderlo tr sdolcinato equivarrebbe a snaturarlo,e poi nell'idea
che ho di lui nn contano le parole,ma i gesti e lui ne ha già dato prova in
passato e lo farà splendidamente in futuro;ma era importante far capire che lui
ama veramente Albus,che nn lo vede + come un compagno di letto o cose
simili),Charmed_Alis(Figurati,anzi se dovessi avere altre domande nn farti
scrupolo,chiedi pure!Come vedi qlcs è venuto fuori,provocando una reazione tipo
bomba atomica,e lasciando intuire che le cose nn devono essere tanto rose e
fiori fra Herm e Ron;anche io sn felice di aver riunito Rupert e Seamus,era
stupido buttare tt al vento x un pranzo e finalmente se ne sono accorti anche
loro...ma mi dispiace deluderti:Mandy Greengrass resterà in giro ancora x molto
tempo),JC(Credo ci voglia
una punzione adeguata per qst grave dimenticanza...Una bella passeggiata sui
ceci può andar bene!Hai ragione,è la prima volta nelle mie fict che
un'intervento esterno interviene x dare una mano ai protagonisti in
difficoltà;il motivo ke mi ha indirizzato verso la consulente è la
consapevolezza che qst cosa era tr grande xkè Ron ed Herm riuscissero a
risolverla da soli:avevano bisogno di qualcuno imparziale,qlcn capace di
destreggiarsi fra rancori e vecchi malanimi restando immune,senza aver paura di
ferire ora uno ora l'altra),Lotti(Beh una piccola rivincita personale ci voleva proprio!Giusto x
rimettere le cose nella giusta prospettiva e ricordarle che Alice è cmq la sua
ragazza,che che ne dicano i genitori di Luke...),IRE'89(Nella mia visione la consulente
è magica,di nascita babbana come Hermione capace cs di comprendere entrambi i
mondi senza difficoltà;invece devo smentirti:a me piacciono Ron ed Herm come
coppia,lo dimostra il fatto che nella prima storia andavano d'amore e
d'accordo,senza l'ombra di un problema.Ma mi sono sempre chiesta xkè si desse x
scontato che il loro matrimonio dovesse essere idilliaco solo xkè avevano
impiegato 7 anni x stare insieme:era una specie di premio?Cmq...Allison è molto
matura x la sua età e lo dimostra il comportamento avuto in qst capitolo:nn ha
fatto scenate o dato segni di isteria,ma si è data da fare x capire cm portare
avanti la storia cn Fred anke cn l'oceano di mezzo...Ho sempre odiato le
segreterie telefoniche!Se nn vuoi farti trovare che senso ha dirmi di lasciare
un mex se poi qs certemente nn mi richiami?Poi il senso di frustrazione che ti
da ql nastro registrato nn te lo da niente!Quindi capisco perfettamente la
confusione e il fastidio provato da Luke unito alla paura che potesse essere
successo qlcs a Luna;Scorpius si è messo a fare battutine nel momento
sbagliato...Era ovvio che l'amico lo prendesse di mira!Attraverso gli occhi di
Al abbiamo visto come,alla Tana,Scorpius si intrattenesse amichevolmente con
gran parte degli ospiti,e credo che sarebbe accettato di buon grado anche da
Harry se questi nn fosse stato preoccupato dalla possibilità di un'imminente
guerra civile fra i Weasley).
Bene x
il momento è tutto,ma prima vi lascio un piccolo spoiler...giusto x aumentare la
vostra curiosità!
"-Ma non
funziona così...Ho la smetti con qst pose da stronzo narcisista e ammetti per
una volta di essere innamorato di me...come io sono innamorato di te...oppure la
finiamo qui.Ognuno per la sua strada.
-Allora è così che
funziona con te?O si fa a modo tuo oppure vaffanculo?"
Bene,io
vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...
"You
should've told me"
Baci,Eva.
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Capitolo 34 *** You should've told me ***
you should've told me
"-Speravi che finita la
storiella con Paganini jr.potessi correre da me?
-Sì,una cosa del
genere...Lo so era stupido.
-Quasi stupido quanto
credere alle sue cazzate.Ma tu sei giovane,inesperto...
-E tu ti credi tanto
furbo?Se tu avessi avuto un pò di cervello non avresti mai dovuto lasciarmi
andare!Potevi dirmi che stavo facendo il più grosso errore della mia vita,che me
ne sarei pentito,e che quello che mi davi tu valeva mille,un milione di volte di
più di tutto quello che poteva offrirmi lui...Avresti dovuto dirmi che mi amavi
e che avresti continuato a farlo anche se me ne fossi andato.
-E' questo che volevi
sentire?
-Sì,ma come al solito non
lo hai detto,quindi posso anche andare...
-E' così che sei fatto?Se
non senti quello che vuoi sentire te ne vai?"
-Che fine ha fatto il
cilindro che era lì sopra la volta scorsa?- La donna gli diede le
spalle,fissando il mobile dietro di sè per qualche istante prima di tornare a
guardarlo in volto. Come la volta precedente,non appena si era seduto il suo
sguardo si era portato oltre la spalla sinstra della donna,cercando il cilindro
oscillante pieno di liquido blu,quasi lo considerasse il proprio punto di
riferimento in quella stanza,senza però trovarlo. -Oh lei si riferisce
all'acquario...Ho deciso di spostarlo sopra la mensola della libreria
perchè distoglieva l'attenzione dei pazienti-gli rispose la dottoressa
Stillman con voce serena. Ron annuì,posando una mano sul bracciolo e
lanciando uno sguardo ad Hermione,seduta poco distante da lui. -Allora,come
avete passato questa settimana?-chiese loro la dottoressa per aprire la
seduta. Il rosso gettò una nuova occhiata verso la moglie,incontrando per
qualche istante il suo sguardo: forse rispetto a sette giorni prima la
situazione era anche peggiorata... C'erano state reazioni diverse alla
presentazione di Eliza in famiglia,alcune positive e altre negative,fra tutte
quella di sua madre,che fin al giorno della sua partenza non aveva voluto
condergli qualche attimo per parlare,per cercare di risolvere il malinteso che
si era creato fra loro il giorno del suo arrivo alla Tana. Era tornato a casa
con la certezza che sua madre ritenesse Eliza un'incidente di percorso,e che lo
considerasse alla strenua di un bambino viziato che fa i capricci per il
giocattolo del momento. Hermione,arrivata alla Tana insieme ai ragazzi pochi
giorni dopo di lui,aveva affrontato la situazione con una forza interiore senza
pari:nessun'altro sarebbe riuscito a resistere ai tanti sguardi di
circostanza,alle offerte di sostegno e agli abbracci pieni di conforto con cui
la famiglia Weasley l'aveva sommersa con il proposito di non farla sentire
sola. -Non molto bene...-rispose ora alla domanda della dottoressa. Questa
lanciò un'occhiata ai due cogniugi e le bastò osservare l'abisso che avevano
frapposto fra di loro sul divano,la determinazione con cui evitavano di
incrociare gli sguardi per capire che doveva essere successo qualcosa. -Le va
di parlmene?-chiese rivolgendosi direttamente ad Hermione. La
riccia,indecisa,affondò i denti nella parte morbida del labbro
inferiore,lasciandosi andare poi ad un respiro profondo. -No,non
voglio...- Sarebbe stato troppo rivivere l'umiliazione subita nei giorni
passati,raccontare la tristezza e la rabbia provata mentre osservava Ron
prendersi cura di sua figlia,il senso di incompletezza avvertito ogni volta che
lo vedeva fare una smorfia alla piccola:quei piccoli gesti erano qualcosa
riservato esclusivamente a lei,ai suoi figli,ed ora lui li stava concedendo a
qualcuno che per lei era un'estranea,che non aveva nessun'importanza nella sua
vita. Ron,incapace di portare lo sguardo sul volto della moglie,lo alzò verso
la dottoressa Stillman,giusto in tempo per vederla annuire. -Va
bene... Ricordate cosa vi ho chiesto alla fine della scorsa seduta?Il compito
che vi ho assegnato?-domandò loro cambiando argomento. Entrambi
annuirono. -Chi se la sente di cominciare per primo?-chiese guardando ora uno
ora l'altra. Ron alzò le spalle:per come la vedeva lui,non importava chi
avrebbe parlato per primo, comunque vecchi rancori sarebbero stati riportati a
galla e si sarebbe scatenata una gara a chi era più colpevole rispetto
all'altro. -Inizio io...-disse Hermione,cogliendolo di sorpresa. La
dottoressa annuì,muovendo la penna fra le dita della mano sinistra in un gesto
automatico. Muovendosi leggermente sul divano,Ron si voltò verso sua moglie
per poter osservare la sua espressione:era seria e compita come l'aveva vista
tante volte da ragazzo,soprattutto prima di un esame. Riuscì ad intravedere
nei suoi occhi un lampo di paura,ma poteva affermare con sicurezza che non era
spaventata da quello che avrebbero provocato le sue parole,ma piuttosto dalla
possibilità che la sua risposta non fosse "abbastanza". -Noi abbiamo sempre
litigato,fin da quando ci siamo incontrati...Anzi credo che agli inizi,ancor
prima di diventare amici, lui non mi sopportasse. Poi durante gli anni della
nostra amicizia,i nostri battibecchi erano un modo nostro,tutto particolare per
corteggiarci,per far capire all'altro che tenevamo all'altra,senza però doversi
esporre troppo. Durante i primi anni di matrimonio questa cosa si è un pò
attenuata,per poi riprendere con il tempo...Ma anche se può sembrare strano,io
ho sempre considerato rassicurante il fatto che noi continuassimo a litigare
nonostante tutti questi anni- Alzò lo sguardo sulla dottoressa e la fissò per
qualche secondo in silenzio. -Non so se può capirmi,ma in un certo senso era
come se litigando con lui,io avessi la certezza che eravamo ancora noi,che
niente poteva cambiarci-le spiegò. La dottoressa Stillman annuì,un minimo
gesto affinchè Hermione andasse avanti nel suo racconto. Hermione allontanò
lo sguardo dalla donna e lo fissò sulle proprie unghie,accennando un sorriso
triste. -Un pomeriggio,sarà stato all'incirca tre anni fa,eravamo nel mezzo
di una discussione,ora ovviamente non ricordo per quale motivo...Però ricordo
chiaramente che eravamo in salotto e che Ron si è alzato dal divano e ha detto
"Non ne posso più di litigare con te",per poi andarsene dalla stanza-raccontò
Hermione con voce distante,persa nei suoi ricordi. -Hai vissuto quelle parole
come un rifiuto?-domandò la dottoressa con voce calma e monocorde. La riccia
scosse la testa. -No,piuttosto come una chiusura...Vede ho sempre creduto che
anche Ron la pensasse come me, che anche lui ritenesse importante quelle
liti,anche quelle stupide e senza senso,ed improvvisamente dovevo
ricredermi-disse incontrando lo sguardo della donna-E' stato come trovarsi di
fronte una persona totalmente diversa-concluse. -Che assurdità!-sbottò Ron
indispettito-Soltanto perchè non ho voluto litigare con te una volta significa
che era diventato improvvisamente qualcun'altro?-chiese fissando il volto della
moglie. Aveva ascoltato con attenzione le parole della moglie,senza
ricordarsi del particolare che lei stava raccontando e,man mano che la
conversazione procedeva si sentiva sempre più bistrattato ed indispettito:erano
davvero bastate quelle poche parole per rivoluzionare l'intera immagine che sua
moglie aveva di lui? Hermione lo fissò con sguardo duro per qualche istante
prima di alzare le spalle. -Può sembrarti assurdo,ma questo è quello che ho
provato allora e che continuo a provare... Anche adesso:sei qui,seduto accanto a
me,ma è come se fossi distante anni luce. E' come se non ti conoscessi
affatto-gli confessò. -Allora sarebbe potuto capitare in qualsiasi momento!In
ogni stramaledetto istante della nostra vita matrimoniale:ti sarebbe bastato
guardarmi per non riconoscermi più!-ribattè lui alterato. -Ronald sua moglie
ha fatto solo ciò che le ho chiesto,dando voce ai suoi pensieri più profondi...
Perchè non prova a farlo anche lei?-si intromise la dottoressa,cercando di
calmare gli animi. Ronald sospirò e si passò una mano fra i capelli,accavallò
le gambe restando in silenzio finchè non fu sicuro di essere perfettamente
calmo. -Noi abbiamo sempre preso le decisioni insieme,almeno da quando ci
siamo fidanzati. Quando eravamo ragazzi lei non dava molto peso al mio
parere...-iniziò. -Questo non è affatto vero!-lo interruppe indignata
Hermione. -Per caso ti ho interrotto quando era il tuo turno?-ribattè lui
senza guardarla. -Ron ha ragione,Hermione...Ascolti quello tutto quello che
ha da dire e poi potrà fare le sue repliche-convenne la dottoressa
Stillman. Ron annuì compiaciuto,per poi prendere un altro respiro
profondo. -Come le ho detto,noi abbiamo sempre preso insieme le decisioni che
riguardavano la nostra vita matrimoniale,sia riguardo alla nostra vita di coppia
che per quello che concerneva i figli. Almeno è stato così fino a qualche
anno fa,da quando Hermione ha cominciato a prendere da sola qualsiasi
decisione. Quando le chiedevo se c'era qualche problema,qualcosa di cui
avremmo dovuto discutere,lei mi rispondeva che aveva già risolto tutto,che ci
aveva già pensato. "Volevo evitarti inutili seccature",mi diceva
sempre-aggiunse in tono sarcastico. -Lei non la vedeva così?-chiese la
psicologa. Ron scosse la testa. -Ho saputo soltanto dopo settimane che
avevo comprato una nuova scopa volante a mio figlio,o che Rose aveva cambiato le
sue lezioni su consiglio della madre...Non dovevo esserne informato? Anche
soltanto un'accenno,qualche commento di sfuggita mi sarebbe bastato,piuttosto
che il silenzio che gradualmente mi stava circondando in casa mia- -Pensa sia
una reazione al discorso che ha fatto prima sua moglie?-domandò ancora la
dottoressa. Ron restò in silenzio,riflettendo:era possibile? Beh,se quello
che Hermione aveva detto era vero,allora sì,qualche possibilità c'era;ma lui
aveva la sensazione che non fosse solo quello ad aver determinato il
comportamento di sua moglie. -Non solo...Forse aveva paura di non riuscire
più a controllare i ragazzi,ora che sono cresciuti,a gestirli come aveva fatto
quando erano ancora bambini;paura che un mio parere sbagliato potesse rovinare
tutto il suo impianto pedagogico. Quindi per evitare di dover riparare ai
miei errori,ha pensato di tagliarmi fuori-concluse. Lo sguardo della
psicologa si mosse da Ron ad Hermione,osservando i muscoli tesi ed il suo volto
atteggiato in una smorfia severa. -Vuole rispondere?-le chiese poi con voce
gentile. Un suono ironico uscì dalle labbra di Hermione,portando Ron a
voltarsi verso di lei. -Lui crede che sia facile crescere due figli...Specie
se hai un marito che invece di aiutarti,il più delle volte per compensare il
tempo trascorso al lavoro,è troppo permissivo o troppo tenero, contraddicendo
ogni tua parola anche davanti ai figli. Alla fine pensi che preferiresti
occuparti da sola di tutta la loro educazione,che non avresti mai dovuto
portarlo alle riunioni con gli insegnanti quando ancora erano bambini,cercando
di coinvolgerlo...Perchè ora lui è coinvolto,ma tutto quello che fa è guai-disse
sincera. Si interruppe bruscamente,quasi si fosse resa conto solo in quel
momento di aver detto troppo o di aver alzato eccessivamente la voce,e si passò
le dita fra i capelli,ravviando alcune ciocche dietro l'orecchio sinistro. -E
poi ero io il visionario...-commentò a mezza bocca Ron,leggermente amareggiato
per quello che lei aveva appena detto. Hermione prese un respiro profondo e
lo guardò. -Ron tu sei un padre stupendo:quando sei con i ragazzi sembra che
per te non esista nient'altro al mondo,però non sei abbastanza duro con
loro,come se avessi paura che qualche ramanzina possa sminuirti ai loro
occhi- -Che dovrei fare allora?Permettere che parlino per alzata di
mano?-ribattè l'uomo stizzito. -Devi smetterla di essere loro amico e
cominciare a fare il padre!-lo rimbrottò la moglie con voce secca. Dopo tante
parole il silenzio scese nella stanza,scivolando sui mobili,attaccandosi ai
suppellettili sparsi ovunque per la stanza fino a impregnare il pavimento. A
spezzare quel momento arrivò il suono della pendola,che ricordò a tutti la fine
della seduta. -Ancora una volta il nostro tempo è scaduto...-commentò
Ron. Nessuno dei due però accennò ad alzarsi dal divano:era come se il peso
delle parole dette fino a quel momento li avesse schiacciati contro i
cuscini,rendendo i loro corpi più pesanti e le loro movenze più
difficili. -Qual'è il nostro compito per la prossima seduta?-domandò
Hermione,cercando rifugio in qualcosa che le sembrava più familiare e
sicuro. La dottoressa Stillman accennò un sorriso. -Questa settimana
vorrei assegnarvi un compito diviso in due:vorrei che la settimana prossima
foste in grado di raccontarmi il momento più bello della vostra vita di coppia e
quello più brutto- Ron si passò la punta della lingua sul labbro
inferiore,pensieroso:se per un ricordo così insignificante erano arrivati quasi
ad urlarsi contro,cosa sarebbe successo con un "compito" come
quello?
C'era qualcosa che non riusciva a capire. Per lui
non c'era sensazione più fastidiosa di quella:era intelligente,abbastanza
sveglio,attento a tutto quello che succedeva attorno a lui...Allora perchè non
riusciva a dare un senso allo atteggiamento di Scorpius? Non riusciva a
smettere di pensare a lui. Ovunque si trovasse,qualsiasi cosa stesse
facendo,la sua mente correva al pranzo di Pasqua alla Tana,a quei pochi minuti
che avevano parlato da soli senza interferenza alcuna. Più volte,ripensando
alle parole che il biondo gli aveva detto,si era chiesto se per caso Scorpius
non fosse affetto da personalità disturbate:quello sarebbe stato il solo modo
per spiegare l'improvviso cambiamento nel suo atteggiamento. Come poteva
scaricarlo in modo indifferente,cederlo ad un altro con la più assoluta
nonchalance poche settimane prima,e poi ricordargli la promessa di vedere
insieme Grimmuald Place che gli aveva fatto la sera di Capodanno? Arrivando
addirittura a dirgli che non aveva intenzione di andare da nessuna
parte! Come doveva interpretare quelle parole? Erano una dichiarazione,un
modo per chiedergli scusa per come in cui si era comportato oppure più
semplicemente un ennesima presa in giro? Doveva trovare una
soluzione. Già,ma quale era la risposta migliore per mettere fine a quel
caos? Da una parte c'era Emmett,che non aveva il minimo sospetto di quello
che era successo durante le vacanze e continuava ad essere il miglior fidanzato
un ragazzo potesse desiderare,senza però far scattare dentro di lui quella
scintilla che avrebbe risolto molti dei suoi problemi. Albus era pienamente
consapevole di avere gran parte della colpa:se fosse riuscito ad innamorarsi di
Emmett,l'interesse che Scorpius mostrava verso di lui non lo avrebbe minimamente
interessato e,con il tempo tutto sarebbe tornato alla normalità. Dall'altra
parte,però, c'era Scorpius,quell'enorme mistero dagli occhi grigi,capace di dire
una cosa e l'esatto contrario il giorno dopo,come se il suo unico obiettivo
fosse quello di mantenerlo in costante agitazione. Il suo primo ragazzo...ed
il suo primo amore. Dannazione!Odiava trovarsi nel mezzo di un
triangolo! Basta!Quella situazione andava risolta al più presto. Doveva
dimenticare le parole di Scorpius,di cui il biondo si era ormai quasi certamente
dimenticato,e concentrare tutti i suoi sforzi e la sua attenzione su
Emmett. Nessuno gli aveva mai dimostrato tanto amore come aveva fatto lui in
quel periodo e sicuramente andava ringraziato e ricambiato! Ora che aveva
preso quella decisione,doveva muoversi in fretta prima di avere il tempo di
farsi prendere da stupidi ripensamenti e dubbi. Ed aveva già un'idea precisa
su cosa poteva fare per allontare Scorpius da sè.
Sapeva che il suo annuncio avrebbe provocato una
reazione inaspettata,ma era da più di due minuti che lo fissavano con aria
incredula in volto,quasi si aspettassero di vederlo scoppiare a ridere da un
momento all'altro a far scorpire il proprio bluff. Finalmente suo padre
sembrò riscuotersi dal torpore che sembrava aver colto tutti e si schiarì la
gola. -Credo di non aver capito bene...Puoi ripetere?-gli domandò senza
nessun inflessione particolare nella voce. Fred annuì,la mano stretta in
quella di Allison che sedeva accanto a lui sul divano con un sorriso pacifico
sul volto. Prima di parlarne con i suoi genitori,aveva esposto la sua idea
alla ragazza,chiedendole cosa ne pensava,per essere certo che non lo giudicasse
troppo avventato,ma fortunatamente Allison sembrava felicissima per quella
notizia. -Ho deciso di restare a Seattle-ripetè Fred con voce ferma. Dar
di nuovo voce al suo progetto lo portò a chiedersi perchè non ci avesse pensato
prima,perchè aveva dovuto far passare tanto tempo prima che un'idea così
semplice gli attraversasse la mente. In fondo cosa lo legava a Londra di
importante oltre,ovviamente,alla sua famiglia? Doveva tornare per l'ultimo
anno ad Hogwarts?Non esistevano forse scuole a Seattle per aiutarlo in quel
senso? Magari avrebbe potuto frequentare la stessa scuola di
Allison... Aveva deciso di fare una grande riunione,a cui avrebbe partecipato
non solo la sua famiglia ma anche quella di Allison,visto che l'annuncio che
voleva fare riguardava anche loro. -E quando lo avresti deciso?-chiese sua
madre,la stessa espressione sorpresa sul volto. Il ragazzo allontanò lo
sguardo dai propri genitori e per un veloce istante fissò Allison,che accennò un
sorriso. -Dopo il pranzo di Pasqua alla Tana-disse sincero tornando a
guardare i genitori. Stordito dal sonno com'era non aveva trovato nulla di
malizioso o di insolito,quando Allison aveva bussato alla sua porta chiedendogli
"ospitalità" per la notte,ma quando erano andati a letto,aveva capito fin da
subito che l'ultima cosa che interessava ad Allison era dormire. Certo,si era
sdraiata accanto a lui nel letto,si era anche tirata le coperte fin sopra il
mento,ma quasi subito si era rannicchiata contro di lui,alzando una gamba fino a
posarla contro il suo fianco destro,iniziando poco dopo a muoversi
languida,forse in maniera inconscia. Fred aveva cercato di resistere il più a
lungo possibile,cercando di convincersi che quei gesti erano provocati dal sonno
e quindi involontari,provando a riacciuffare il sonno che ora sembrava averlo
abbandonato del tutto. Ad un tratto Allison aveva mosso la testa fino a
posarla sul suo cuscino,sfiorandogli la pelle del collo poco sotto l'orecchio
con la punta del naso. Con gli occhi chiusi,fingendo di essere ancora
addormentato,Fred aveva voltato la testa verso di lei,avvertendo pochi attimi
dopo dei leggeri tocchi sulle labbra:delicate carezze che inizialmente gli
avevano fatto inarcare le labbra in un sorriso lieve e poi lo avevano portato a
rispondere ai baci. Presto la stanchezza che aveva guidato i loro movimenti
era svanita del tutto,lasciando il posto alla passione e all'amore. Fred non
aveva avuto bisogno di farle domande,di chiederle conferme ulteriori:aveva
capito che Allison era pronta,che aveva deciso di donarsi a lui nonostante la
consapevolezza che avessero che altri trenta giorni da passare insieme. Aveva
controllato i propri movimenti,dosando la passione e la dolcezza,preoccupandosi
sempre per lei,senza mai lasciare il suo sguardo per poter scorgere i veri
pensieri della ragazza. Quando tutto era finito,era crollato su di lei senza
fiato,senza inizialmente rendersi conto che il suo peso avrebbe potuto
schiacciarla,ma quando poi aveva fatto per staccarsi,Allison aveva posato
entrambe le mani sulla sua schiena bloccandolo. Soltanto molto tempo dopo gli
aveva permesso di scivolare dalla sua parte del letto,dove si era
addormentato. Al suo risveglio la mattina dopo,l'aveva trovata ancora accanto
a sè,profondamente addormentata. Ed era stato allora che gli era venuta
l'idea di restare a Seattle con lei:perchè andarsene se lei era l'unica cosa che
al momento aveva importanza nella sua vita? -Tu lo sapevi?-chiese Seamus alla
figlia. Si era accorto dello sguardo che i due ragazzi si erano scambiati
e,da uomo di mondo qual'era,si era ovviamente chiesto se non ci fosse
qualcos'altro. La ragazza annuì. -Sì,me ne aveva parlato...-rispose
semplicemente. -E la trovi una buona idea?-domandò Rupert anticipando il
marito. Allison sorrise. -Certo...Non è quello che papà ha fatto quando tu
dovevi trasferirti qui a Seattle?-gli fece notare la figlia. -Ma il nostro
era un caso diverso:noi eravamo due adulti,avevamo già le nostre vite,un
lavoro...- rispose Seamus. -Anche noi siamo adulti-ribattè risoluta
Allison. -Oh Allison...- La ragazza scosse la testa di fronte a quella
dimostrazione di accondiscenza paterna,decisa a non lasciar perdere almeno
finchè non avesse giocato tutte le sue carte,non avesse provato fino all'ultimo
a far cambiare idea ai suoi genitori. -E' così papà...Non mi hai sempre detto
che sono più matura delle mie amiche? Tutto quello che è successo in
quest'ultimo anno alla zia Luna,credi che non abbia contribuito a rendere Fred
una persona più matura e responsabile? Oppure c'è un anno esatto in cui si
diventa maturi,come per la patente?-domandò Allison rivolgendosi direttamente a
suo padre. Seamus la guardò stupito da quella difesa tanto accorata,quasi ne
andasse della sua stessa vita. Accanto a Allison,Fred aumentò la presa nella
mano della ragazza,portandola a voltarsi verso di lui e quando i loro sguardi si
incontrarono le rivolse un sorriso,sperando che potesse leggervi tutto
l'orgoglio che sentiva per lei. Dopodichè tornò a fissare i suoi
genitori,ancora scioccati dal suo annuncio e si rivolse direttamente a
loro. -Potrei finire la scuola qui:cos'è un anno,in fondo?-domandò loro
Fred. -Allora perchè non trasferirti dopo aver concluso gli studi ad
Hogwarts?-domandò suo padre,fissandolo con uno sguardo attento. Fred
conosceva quell'occhiata:suo padre l'assumeva ogni volta che cercava di capire
qualcosa,di far luce su un problema troppo grande. Si era aspettato quella
domanda,era naturale che qualcuno mettesse in discussione i suoi sentimenti per
Allison,ma lo sorprendeva che fosse stato suo padre a chiederglielo;Fred era
convinto che,proprio lui più di chiunque altro,vista la sua storia passata con
la mamma sarebbe stato in grado di capire. Nonostante fosse pronto a dare una
risposta all'istante,restò in silenzio,ricambiando lo sguardo del padre per
qualche istante. -Perchè,anche se un'anno passa in fretta,so che la
lontananza da Allison influirebbe sul mio umore, sullo studio,su gran parte
della mia vita a Londra. Inoltre andando via da qui perderei le nuove
amicizie che mi sono fatto nel corso dell'anno...-aggiunse. -E restando qui
perderesti i tuoi amici a Londra-gli fece notare la madre. -Ma sarei felice
lo stesso-rispose sincero Fred. Luna lo guardò ancora qualche attimo in
volto,chiedendosi quando fosse avvenuta quella
trasformazione:improvvisamente,senza che lei se ne accorgesse,suo figlio era
diventato un'uomo. L'attimo prima non la smetteva di parlare di Quidditch e
di fare esperimenti per i nuovi prodotti "TiriVispi" nello studio insieme al
padre,e l'attimo dopo era pronto a spiccare il volo e a crearsi una vita per
contro proprio. Forse la sua malattia aveva accellerato le cose,rendendolo
più forte e sicuro di sè,ma era certa che quel momento sarebbe arrivato comunque
di lì a qualche anno. Bastava guardarlo negli occhi per accorgerse. Fred
allontanò lo sguardo dalla madre e lo portò sul padre,che continuava a muovere
gli occhi da lui ad Allison,quasi stesse aspettando qualche altro annuncio da un
momento all'altro. -Papà tu che ne pensi?-gli chiese sinceramente curioso del
suo parere. L'uomo si volto verso Seamus e Rupert e parve chiedergli scusa
con lo sguardo,per poi fissare Allison. -Ti chiedo scusa in partenza per
quello che sto per chiederti,ma per caso c'è qualcos'altro che dovete
dirci? Qualcosa per cui temete la nostra reazione?-disse parlando alla
ragazza. Fred alzò un sopracciglio,non certo di aver capito il discorso del
padre;Allison al contrario scoppiò a ridere,scuotendo la
testa. -No!- -Credevi fosse incinta,vero?-chiese Luna chiaramente
divertita. -COSA?Ma come ti viene in mente?-domandò Seamus,diventando
immediatamente paonazzo in volto. -CHIEDO SCUSA!Ma mi è sembrata l'unica
soluzione possibile per spiegare quest' annuncio improvviso-si affrettò a
chiarire George. I due ragazzi si guardarono,imbarazzati e divertiti allo
stesso tempo. Possibile che l'amore non bastasse più a spiegare un
"sacrificio" come quello che Fred aveva scelto di compiere? -Allie non è
incinta,anzi quello al momento è il nostro ultimo pensiero... L'unico motivo
per cui ho deciso di trasferirmi a Seattle è perchè siamo innamorati,e so che
potreste giudicare queste parole romantiche o obiettare che siamo troppo giovani
e che magari con il tempo ce ne pentiremo,ma noi siamo sicuri di quello che
proviamo adesso e non vogliamo che finisca-disse senza guardare nessuno degli
adulti. Rialzò lo sguardo e lo portò sui genitori,detentori del suo
destino:tutto dipendeva da loro ormai;lui non poteva dire o fare più
niente. -Ora sta a voi prendere una decisione-
-Come è andato l'incontro con la
dottoressa?- Avanzavano lentamente lungo i giardini di South Kensington,uno
accanto all'altro,il passeggino dove Eliza riposava serena fra di
loro. Entrambe le mani di Ron erano posate sul manubrio per evitare che il
veicolo si muovesse in maniera troppo rapida o avesse sobbalzi fastidiosi per la
bambina. Si erano dati appuntamento durante la pausa pranzo di Harry per
passare quella mezz'ora all'aria aperta in compagnia. Il più delle volte era
Ron che si recava negli uffici della Virgin Radio,avendo meno responsabilità
dell'amico,ma quella volta avevano deciso di darsi appuntamento in un luogo
neutrale,quasi avessero bisogno di ritemprarsi dalle fatiche emotive delle
vacanze pasquali. Gli unici che si erano schierati,anche se non
apertamente,dalla sua parte erano stati Harry e Ginny:i due,nonostante le
incertezze iniziali erano stati vicino a Ron durante il due mesi d'inferno che
Eliza aveva passato in ospedale,remori dell'incidente e della paura di perdere i
gemelli. Niente poteva essere paragonato alla perdita di un figlio. Così
erano rimasti accanto a Ron,nonostante non avessero mai accettato la sua
relazione con Cassie, facendogli forza anche quando l'uomo si lasciava andare
allo sconforto, imparando ad amare la piccola,e erano stati felici quando Ron
era riuscito a portarla a casa dall'ospedale,senza per questo sentirsi meno
legati o meno amici di Hermione. -Ogni volta è sempre peggio...E' come se
avessimo aperto il vaso di Pandora e ora non ci fosse più limite al
peggio-commentò il rosso continuando a guardare davanti a sè. Presero il
vialetto che li avrebbe portati alla statua di Peter Pan e per qualche istante
Ron lasciò vagare lo sguardo intorno a sè,soffermandosi su un gruppo di studenti
sdraiato sul prato. -Credi che io sia troppo permissivo con Rose ed Hugo?-gli
domandò ricordando le parole che Hermione gli aveva detto durante la precedente
seduta. Harry lo guardò curioso. -Perchè me lo chiedi?-si informò. Ron
scosse la testa,cercando di dargli ad intendere che non era importante. -E'
solo una cosa che ha detto Hermione l'ultima volta...Dice che mi comporto troppo
da amico e le lascio fare tutto il lavoro sporco-gli disse riassumendo i punti
essenziali. A quelle parole,il cognato sorrise. -E' più o meno quello che
dice tua sorella di me-gli confessò divertito. Ron si voltò a guardarlo
sorpreso. -Davvero?- Ancora una volta,il moro annuì. -Soprattutto con
Lily;dice che le basta sbattere le ciglia per farmi cambiare idea...Ed in parte
credo sia vero,lei è la mia bambina-convenne poi tornando a guardare davanti a
sè. -Non è più una bambina...Ormai ha anche un fidanzato-lo punzecchiò sicuro
che ancora non aveva mandato giù l'idea della relazione fra Lily e
Daniel. Harry infatti,arricciò le labbra in un gesto di stizza,facendolo
ridere. -Vedrai quanto mi divertirò il giorno che Rose ti presenterà il suo
ragazzo...Voglio essere in prima fila per godermi lo spettacolo!- A quelle
parole,Ron ebbe l'impressione che le risate gli morissero in gola. -Non credo
succederà molto presto...Rosie non mi farebbe mai una cosa del genere-rispose
poi a mezza bocca. Harry sorrise,per poi tornare serio qualche attimo
dopo. -Continua a non parlarti?-gli chiese conoscendo già la
risposta. Anche Ron tornò serio e,in risposta,si limitò ad annuire. -Nè
lei nè Hugo. Non hanno apprezzato la presenza di Eliza alla Tana durante il
pranzo- Restando in silenzio,consapevoli della gravità di quelle
parole,continuarono a camminare uno accanto all'altro finchè non arrivarono nei
pressi della statua,circondata di turisti che scattavano foto
ricordo. Tenendosi lontano dal quel caos per evitare che gli chiedessero di
scattare foto,Ron si diresse verso la panchina più lontana,quella all'angolo più
distante dalla statua e dopo essersi seduto, bloccò i freni della
carrozzina. Harry si sedette accanto a lui e lo osservò mentre sollevava
l'incerata di plastica fra mille smorfie buffe e slacciava Eliza per poterla
prendere in braccio. Ad un'occhiata estranea sarebbe potuto tranquillamente
passare per un padre single,felice al parco con la sua bambina. -Ron posso
farti una domanda?-gli domandò Harry dopo un'attenta riflessione. L'amico
guardò il suo viso per qualche istante prima di lasciarsi andare ad un lieve
sorriso. -Vuoi chiedermi qualcosa ma hai paura che mi arrabbi-disse certo di
non aver sbagliato. Harry,infatti,annuì. -Chiedi pure-lo
tranquillizzò. -Perchè hai portato Eliza al pranzo con la tua famiglia ben
sapendo che ci sarebbero stati anche Hermione e i ragazzi?- Ron,lo sguardo
sul volto della figlia,sfiorò il piccolo pugno destro della bambina con due
dita. -E' anche la sua famiglia...So di aver complicato le cose,di aver reso
difficili i rapporti con mia madre e forse di aver compromesso quello con
Hermione ed i ragazzi,ma Eliza fa parte di quella famiglia quanto loro. Era
venuto il momento che conoscesse i suoi zii,i cugini,che sapesse di non essere
completamente sola,che oltre a me c'è molta gente che l'ama e che le starà
vicino-gli disse con voce calma, tranquilla. Quasi avesse capito che la
discussione la riguardava,Eliza portò gli occhi sul padre e ricambiò il suo
sguardo per un lungo istante,facendolo sorridere. -Chi non amerebbe una
delizia come te?-domandò poi rivolto alla bambina prima avvicinarla a sè e darle
un bacio fra i capelli. Sorpreso da tanta dolcezza e tenerezza,che aveva
dimenticato proprie dell'amico,Harry sorrise ricambiando lo sguardo di Ron
quando questi si voltò verso di lui. -L'ho portata con me perchè era ora di
uscire allo scoperto,di farla diventare una Weasley a tutti gli effetti. Non
mi importa il giudizio della mamma o le occhiate piene di rimprovero di Percy e
Lucy,Eliza è mia figlia e non ho intenzione di separarmene. Lei non ha
nessuna colpa per quello che è successo,quindi perchè continuare a nasconderla,
fingere che non esista come se fosse qualcosa di cui vergognarsi? In fondo è
solo una bambina...-gli disse con quell'ingenuità che ancora talvolta ammantava
i suoi discorsi. Il moro annuì,trovandosi d'accordo con lui. -Già,è solo
una bambina-convenne. Ron tornò a guardare sua figlia,poggiandola contro la
spalla destra e sfiorandole una guancia con il naso. Guardandolo Harry capì
che era sincero:era davvero pronto a dar battaglia all'intera famiglia fino
quando tutti non avessero smesso di additare Eliza neanche fosse un mostro a due
teste,a costo di grossi sacrifici. E per la prima volta,dopo tanto
tempo,Harry fu orgoglioso del suo migliore amico.
Era arrabbiato,furioso...era incazzato. Come poche
volte gli era capitato nella vita. Camminava per i corridoi senza neanche
guardare,lasciando che i suoi piedi lo guidassero,la mente offuscata da
sentimenti rancorosi e malevoli:lo aveva preso in giro,ancora una volta. Lo
aveva trattato come una stupida marionetta e lui non aveva capito niente! Lo
aveva lasciato fare come al solito,senza accorgersi che era tutta una
macchinazione,un' ennesimo scherzo di quella Serpe per ridere alle sue spalle
ancora una volta... Era un'idiota!Un'emerito deficiente,un povero coglione
che non si accorge di quello che sta succedendo attorno a sè. Emmett aveva
ragione,aveva sempre avuto ragione,ma lui non aveva voluto dargli
retta,arrivando a litigare con lui per difendere quel bastardo
matricolato,parlandogli della sua buona fede e di come avesse veramente bisogno
del suo aiuto,altrimenti perchè avrebbe perso tanto tempo con lui? Già
perchè? Questo domanda ancora non trovava risposta. Il colloquio con la
McGranitt gli aveva aperto gli occhi,ma non lo aveva aiutato a capire:perchè
tutta quella scena,tutta quella perdita di tempo inutile? C'era una sola
persona che poteva dargli finalmente una risposta chiara,sempre se ne avesse
avuto voglia. Si avviò a passo spedito verso la Serra,dove era sicuro di
trovarlo:data la sua naturale incapacità ad Erbologia lo aveva spinto ad
esercitarsi nel tempo libero,quando la Serra sarebbe stata libera dagli altri
studenti. Aveva la certezza quasi assoluta che lui fosse lì. Slittando
leggermente sulle suole lisce delle scarpe,si affacciò sulla porta della Serra
ed un sorriso cattivo,forse il primo della sua vita,apparve sul suo volto;seduto
ad un tavolo,con un grembiule marrone a coprirgli la camicia ed i pantaloni
dell'uniforme,Scorpius stava travasando una pianta di Ibrdys Iris. Lo osservò
a lungo,senza muoversi dalla porta:controllò i movimenti lenti delle sue mani,le
occhiate attente che lanciava alle foglie alla ricerca di parassiti e l'abilità
con cui maneggiava gli strumenti. Era stato davvero cieco! Forse era stato
troppo confuso dalla sua presenza,dal riaverlo come studente da chiudere gli
occhi ai suoi evidenti progressi,ma era evidente che non aveva più bisogno di
nessun'aiuto,che non c'era più niente che potesse fare per lui. Era venuto il
momento di mettere fine a quegli incontri,una volta per tutte,di far uscire
Scorpius Malfoy dalla sua vita. Con un lieve sorriso soddisfatto,Scorpius
alzò lo sguardo dal proprio vaso,accorgendosi per la prima volta di non essere
più solo. -Potter-disse in tono sorpreso. -Malfoy-lo salutò Albus
accompagnando le parole con un cenno della testa. Scorpius posò la bacchetta
sul tavolo e iniziò a togliersi i guanti,senza allontanare lo sguardo dal volto
di Albus. -Non sapevo di avere del pubblico-commentò poi,allontanando
leggermente lo sgabello dal tavolo-Posso fare qualcosa per te?- Al scosse la
testa. -No,non credo...Sono solo passato per dirti che ho deciso di
interrompere le ripetizioni-gli disse con voce ferma. Il biondo aggrottò
leggermente la fronte,chiaramente sorpreso da quella notizia. -Questa non me
l'aspettavo...E per quale motivo?-chiese con la sua solita voce guardinga. Al
alzò le spalle. -Credo di averti insegnato tutto quello che so,andare avanti
sarebbe uno spreco di tempo per tutti e due. Inoltre a quanto ho visto,sei
molto migliorato-disse indicando il vaso sul tavolo. Scorpius portò lo
sguardo sul tavolo e fissò per qualche secondo il vaso,quasi si accorgesse solo
in quel momento di averlo davanti,per poi tornare a guardare
Albus. -Questo?Ma se è soltanto il più elementare degli esperimenti!Sai anche
tu che vado nel pallone quando la faccenda diventa più complicata-ribattè il
ragazzo. Al sorrise,leggermente triste,per le bugie che l'altro continuava a
dirgli:possibile che lo ritenesse così stupido?Che avesse così poca
considerazione di lui? Era venuto il momento di giocare a carte
scoperte... -Allora diciamo che ho preso questa decisione dopo aver parlato
con la McGranitt-gli disse sibillino. Il volto di Scorpius si incupì,messo in
allarme da quelle poche parole. -Ah si?-chiese cercando di mostrarsi
disinteressato. Al annuì. -Ero andato a dirle che volevo smettere le
nostre ripetizioni,che non le ritenevo più utili...E indovina un pò?Lei non
sapeva neanche che stavi ancora facendo lezione con me-gli disse sicuro che per
l'altro non sarebbe stata una novità. Scorpius continuò a sostenere il suo
sguardo,senza parlare,consapevole che Albus non aveva ancora finito la sua
sfuriata. -Era sorpresa che un ragazzo dai voti brillanti come i tuoi avesse
bisogno di lezioni supplementari, e a riprova delle sue parole,visto che io non
ne ero molto convinto,mi ha mostrato i tuoi ultimi esami. Hai avuto i voti
migliori del tuo corso...-gli disse quasi in tono d'accusa. L'altro alzò le
spalle in modo disinteressato. -Talento naturale...-commentò poi. Quel
commento aumentò la rabbia di Albus:perchè continuava a restare lì fermo senza
dire nulla,senza provare a negare o almeno a difendersi? -Ti sei divertito a
prendermi in giro?-gli chiese incapace di resistere oltre. Scorpius si alzò
dallo sgabello e scosse la testa,un sorriso ironico sulle labbra. -Chissà
quanto hai riso alle mie spalle pensando al tempo che perdevo con te,mentre tu
non ne avevi bisogno,eh?- -Sei fuori strada-rispose l'altro con voce
secca. -Allora perchè lo hai fatto?Ti rendi conto che avrei potuto usare
meglio il tempo che ho perso con te?-gli chiese ancora incalzandolo. -Ah
davvero?-domandò Scorpius sarcastico. -Sì!Avrei potuto aiutare qualcuno che
ne aveva veramente bisogno,avrei avuto del tempo libero...-elencò il
moro,facendo dei passi verso Scorpius. -Ti saresti fatto scopare più spesso
dal Corvo spelacchiato-s'intromise l'altro. -Sì ANCHE QUELLO!Credi che abbia
paura ad ammetterlo?-gli chiese quasi a sfidarlo. -Mi sorprende piuttosto che
tu abbia il coraggio di dirlo ad alta voce...In fondo non è neanche una grande
scopata-commentò Scorpius. Albus restò interdetto per qualche
secondo,incapace di ribattere a quell'affermazione:una parte della sua
mente,quella più legata all'istinto sapeva che era vero,che non c'era nessun
paragone possibile fra il sesso con Scorpius e quello con Emmett,ma non avrebbe
certo permesso che l'altro lo sapesse. Serrò le labbra in un'espressione dura
e lo fissò per qualche istante. -Beh,allora vuol dire che neanche io sono una
grande scopata visto la velocità con cui sei passato oltre- Lo vide fare un
lungo sospiro,lo sguardo oltre la sua spalla destra,per poi allontanarsi di
nuovo da lui di un paio di passi,riavvicinandosi al tavolo. -Insomma si può
sapere che vuoi?Sei venuto per dirmi delle lezioni o per fare la parte
dell'amante ferita e abbandonata?-gli chiese di nuovo con quella voce
inespressiva. Al fissò lo sguardo inespressivo del ragazzo per qualche
istante,prima di passarsi una mano fra i capelli. -Non riuscirò mai a
capirti...Un attimo mi scacci,mi mandi via come se fossi l'ultima persona sulla
Terra degna del tuo amore,spingendomi a letto con Emmett e poi ti presenti alla
festa alla Tana e te ne esci con quella storia di Grimmuald Place. Cos'era?Un
tentativo di riavvicinarti,di farmi capire che tieni ancora a me oppure era
soltanto uno dei tuoi soliti scherzi esclusivi riservati soltanto a me volti ad
umiliarmi,che sembrano divertirti tanto?-gli domandò senza staccare lo sguardo
dal volto del ragazzo. Scorpius,gli occhi ancora fissi sul volto del moro, si
accorse di aver trattenuto il respiro fino a quel momento solo quando i polmoni
iniziarono a bruciare per la mancanza di ossigeno;buttò fuori l'aria e prese un
nuovo respiro profondo,mordendosi la parete morbida del labbro
inferiore. -Anche le ripetizioni rientrano in questo assurdo schema
mentale,non è così? Un modo subdolo perchè non riesca a liberarmi di
te,perchè anche Emmett ti veda come una minaccia ben presente... Ma la verità
è che per te sono solo un gioco,una porta lasciata aperta nel caso tu un giorno
decidessi di scoparmi di nuovo- Ora veniva la parte più difficile,quella che
quasi certamente avrebbe provocato le risate del biondo,ma dentro di sè,Albus
sentiva che non poteva andar via senza prima aver detto tutto ciò che
sentiva. -Ma non funziona così!Se non sei disposto a lasciar perdere queste
pose da stronzo narcisista e ammettere una volta per tutte che sei innamorato di
me...come io lo sono di te...allora la finiamo qui. Ognuno per la sua
strada-concluse. Lo aveva detto. Il suo cuore martellava nel petto,il
sangue gli faceva pulsare furiosamente le tempie ed era certo di avere un'aria
sconvolta,ma non gli importava affatto. Gli aveva detto che lo amava...Ormai
non poteva più rimangiarselo. I suoi occhi restarono ancorati a quelli di
Scorpius,cercando di capire se dietro quella maschera impenetrabile c'era stato
anche un minimo cambiamento,se la sua dichiarazione aveva sortito qualche
effetto. Ma Scorpius continuava a fissarlo con noncuranza,come se tutto quel
discorso,quella marea di parole, non lo avesse interessato
minimamente. Deglutì a fatica,facendo scivolare la saliva attraverso il nodo
che gli stringeva la gola,e annuì. -Come immaginavo. Stammi bene-gli disse
voltandogli le spalle. Il suo unico desiderio era di uscire da quel posto il
più presto possibile,tornare in camera sua e dimenticarsi dell'esistenza di
Scorpius Malfoy. Fingere di non averlo incontrato,che le loro strade non si
erano mai incrociate,dimenticare quanto importante era stato per lui... Aveva
appena salito il primo gradino quando la sua voce lo bloccò. -Quindi è così
che funziona con te?- Si bloccò,restando qualche istante voltato di
spalle,prima di girarsi e cercarlo con lo sguardo. -Come scusa?- -Bisogna
stare alle tue regole altrimenti un bel calcio e vaffanculo?-gli chiese il
biondo fissandolo con sguardo fiammeggiante. Albus fece per parlare,ma
Scorpius lo anticipò. -Ti sei mai reso conto che,nonostante tutta la tua
grande intelligenza,sei un gran coglione?-gli domandò puntandogli contro un
dito. Il moro lo guardò incredulo:ovviamente nessuno gli aveva mai detto una
cosa del genere prima d'ora e sentirsi apostrofare in quel modo proprio da lui
andava oltre l'offesa personale. Tentò di ribattere,ma ancora una volta il
biondo lo bloccò. -Tu vuoi una persona che ti riempia di attenzioni,di tutte
quelle stronzate come fiori e cioccolatini, che ti dica che ti ama ogni mezz'ora
solo per farti dormire tranquillo,per farti sentire al sicuro...-elencò
Scorpius. -Io non sono così!-ribattè Al scendendo il gradino e avanzando
verso di lui,quasi volesse affrontarlo. -Oh sì che lo sei...Hai questa
stupida idea che l'amore si debba sempre gridare,si debba rendere partecipi
tutti neanche fossimo ancora la "generazione dell'amore"...Beh mettiti in testa
che io non sono così!-gli disse serio. Al lo guardò per qualche secondo,il
viso atteggiato ad un'espressione perplessa:dove portava il discorso di
Scorpius? -Allora come sei?-gli chiese con voce cauta. Il biondo restò in
silenzio a lungo,camminando per la Serra,fino ad arrivare ad uno dei grandi
finestroni che davano sull'esterno,e una volta lì,appoggiò la schiena contro il
muro e fissò il panorama,quasi a volersi dimenticare della presenza di Albus in
quella stanza. -Io sono uno che ti dà il permesso di uscire con un
altro,nonostante si senta fremere dalla rabbia e dalla gelosia al solo pensiero
che quello stronzo si avvicini a te,perchè non vuole farti rinunciare a nessuna
esperienza soltanto per via della nostra relazione;uno che non riesce a dormire
per il pensiero di quell'appuntamento imminente,all'idea che tu sia solo con un
altro ragazzo...Uno che costringe il migliore amico a passare l'unica giornata
di libertà fuori da qui seguendo te e quel Corvonero,senza una cazzo di
motivazione valida!- Incapace di muoversi,Al riusciva a scorgere i
cambiamenti di espressione sul volto di Scorpius,il modo in cui le sue mani
giocavano nervosamente con una fettuccia del grembiule,i sentimenti in continuo
mutamento nei suoi occhi grigi,mai così sinceri come quella volta. -Però sono
anche lo stronzo che è rimasto masochisticamente a fissarti all'uscita del
Babylon,con i vestiti stropicciati,con quel sorriso malizioso che hai sempre
dopo aver fatto sesso,o che ti è rimasto accanto gran parte della notte dopo
l'incidente per essere sicuro che tutto stesse andando come doveva...-gli
confessò. -Ma avevi detto...-disse con voce spezzata Albus. Scorpius si
voltò ed incontrò il suo sguardo,accennando un sorriso. -Ormai dovresti
conoscermi...Sai che so essere un gran bugiardo quando voglio- Già lo
conosceva...Ma lo stesso forse non si poteva dire di Scorpius,altrimenti avrebbe
saputo che c'era una sola cosa di cui aveva bisogno,che voleva
veramente:lui. Continuò a fissare i suoi occhi,per la prima volta privi di
quell'eterna muraglia che impediva a tutti di scorgere le sue emozioni e
finalmente tutto gli sembrò più chiaro. In tre passi fu di fronte a
Scorpius,che non gli aveva mai staccato lo sguardo di dosso,e posò entrambe le
mani ai lati del collo. Immobile,il biondo si limitò a ricambiare il suo
sguardo,senza fare il minimo accenno ad allontanarlo da sè. -Io sarò un
coglione,ma anche tu non sei da meno!-gli disse Al,accennando un sorriso
ironico. Prima che l'altro avesse il tempo di rispondere,le labbra di Albus
si posarono decise su quelle di Scorpius:fin dal primo tocco la sua mente
ritrovò il sapore e la dolcezza di quella bocca,il modo forte e allo stesso
tempo delicato che aveva di rispondere ai suoi baci. Fece scivolare un
braccio attorno alle sue spalle,mentre insinuava la lingua nella sua bocca
trovando la gemella ad accoglierla, ed accennò un sorriso quando sentì la mano
destra di Scorpius affondare fra i suoi capelli e stringerli,per poi premere
contro il suo torace, sbilanciandolo leggermente all'indietro. Quanto gli era
mancato quel gioco di potere,quegli equilibri variabili! Riaprì gli occhi e
incontrò subito lo sguardo di Scorpius...Bastava guardare per pochi istanti
quegli occhi per capire,senza bisogno di parole o di dichiarazioni
plateali. Come aveva fatto a non capirlo prima? L'attimo dopo si sentì
stringere fra le braccia forti del Serpeverde e ritrovò il brivido che avvertiva
ogni volta che il suo naso dritto gli scivolava lungo la curva del collo. Gli
allacciò le braccia al collo e tornò a chiudere gli occhi,libero da tutte quelle
ansie e quei dubbi che lo accompagnavano da mesi. -Dovevo capirlo
prima...-mormorò in un sussurro. Scorpius rialzò la testa dalla sua spalla e
gli lanciò uno sguardo interrogativo. -Ora mi basta guardarti negli occhi per
capire che sei pazzo di me-gli disse con un sorriso felice sulle
labbra. Scorpius si produsse in una smorfia esasperata che lo fece ridere e
lo portò a nascondersi alla sua vista. -Oh,sta zitto!-si lamentò. Le
risate di Al vennero smorzate dalle labbra di Scorpius,che si posarono ancora
sulle sue, desiderose di ritrovare quel contatto,bisognose di una certezza
ulteriore che quello non fosse un momento di debolezza passeggero,che ora non
esisteva nessun'altro oltre loro. Ben presto l'intensità di loro baci
aumentò,la dolcezza lasciò il posto alla passione,facendo capire ad entrambi che
non si sarebbero accontentati di quei semplici preliminari. Al riaprì gli
occhi e,scostandosi leggermente dal corpo dell'altro,lo liberò dal grembiule con
gesti esperti,facendolo cadere a terra poco distante dai loro piedi,seguito
subito dopo dai loro maglioni. La mano dietro il suo collo,Scorpius lo attirò
di nuovo verso di sè,posando le labbra sulla linea bianca del collo,mordendo
l'inizio della spalla sinistra,seminascosta dal colletto della camicia. Con
la punta delle dita,Al scivolò lungo il torace del ragazzo riscoprendo la
saldezza di quei muscoli che poche settimane prima aveva osservato muoversi
saldi e scattanti durante la gara di tango,fermandosi sul fermaglio della
cintura. Possibile che avesse sentito la mancanza anche di
quell'immediatezza,del modo diretto che avevano di avvicinarsi
all'obiettivo? Le labbra di Scorpius erano sul suo mento,impegnate in una
lenta risalita;Al abbassò lo sguardo e incontrò gli occhi cerulei del
compagno,pronti ad incontrare i suoi. Sorrise di nuovo,muovendo poi la testa
quel poco che serviva per far incontrare ancora le loro labbra,in modo
impaziente,vorace,per saziare la fame di quei lunghi mesi di separazione. -Ma
che cazzo sta succedendo qui?- Il tono gelido con cui erano state pronunciate
quelle parole li portò a voltarsi verso l'entrata della Serra dove,fermo sul
primo scalino,Draco Malfoy fissava con un'aria schifata e rabbiosa la scena che
gli si era presentata davanti.
Salve a
tutti!!!Come state?
Finalmente,dopo tanto penare Albus e Scorpius hanno capito che l'unica
via possibile x essere felici era stare insieme.
Già,ma
ora si presenta un piccolo problema:ora dovranno inevitabilmente affrontare
Draco Malfoy.
Spero di
non incorrere nella vostra ira x aver chiuso il capitolo in qst modo,ma sapete
che di me vi potete fidare e vi assicuro fin da adesso che il prox capitolo sarà
altrettanto "esplosivo".
Mi scuso
x la predominanza di Al e Scorpius,ma come vi ho detto sn i personaggi su cui
resta ancora parecchio da dire,ed inoltre vi comunico che mancano 2 capitoli x
ritornare al futuro, ovvero al momento in cui Ronnie scopre la relazione fra
Rose e James.
La frase
che ho inserito all'inizio del capitolo è tratta dall'ottavo episodio della
terza serie di "Queer as folk",telefilm che tratta di tematiche omosessuali
stupendo ed è stata la frase guida che mi ha ispirato mentre scrivevo del
confronto fra Al e Scorpius;posso postare il link x ki fosse
interessato.
Ringrazio
tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e chiedo scusa x
eventuali errori di battitura e di ortografia.
E ora i
ringraziamenti:Sweey(Spero tu
abbia recuperato x nn perdere il filo della storia...DA come si stanno mettendo
le cose credo che Emmett andrà a spasso molto presto!),Sklupin( Credo nn c fosse un modo soft
x dare una notizia del genere,sarebbero cmq rimasti scioccati, specialmente
visto il bagaglio che Eliza si porta dietro;sono d'accordo con te che Hermione
dovrebbe "mollare gli ormeggi" e sciogliersi un pò se vuole cercare di
recuperare cn Ron e credo che la terapista batterà molto su qst nelle prox
sedute),Miky_Black(Sempre
felice di compiacere i lettori!Hai visto che alla fine lo hanno capito anche
loro che erano destinati a stare insieme?),Lotti_(Era anke ora che Allie cogliesse
l'attimo,soprattutto dopo aver avuto la notizia che le restano 30 giorni da
passare con il ragazzo che ama!Chi di noi nn avrebbe fatto lo stesso?Io stessa
alzo la mano x prima;Per quanto riguarda la fiction su Prudence ho deciso di
metterla x il momento in stand by xke nn ero molto convinta di come stava
venendo e leggendo alcuni commenti mi sn accorta che anke altri lettori avevano
la stessa sensazione,cs piuttosto che rovinarla ho preferito metterla da parte
finchè nn capisco cos'ha che nn va),Luthien241(Le lacrime nn sarebbero
servite a niente,e poi io ho sempre visto Molly come una persona molto forte:in
fondo la vita che ha fatto nn è stata delle + facili,xò lei è sempre riuscita a
trarre il meglio anke dalle situazioni che sembravano disperate),IRE'89(Come vedi Fred ha trovato la
soluzione migliore x sè e x Allison,la + sensata ed è strano che nn ci abbia
pensato subito...Io nn ho mai creduto che x dimostrare il proprio affetto
bisognasse parlare,riempire la testa di chiacchiere,fare rumore;bastava la
propria presenza accanto all'altro:ed è quello che ho cercato di fare con Rose e
James:lei si sentiva persa,abbandonata da Ron che ora sembra avere occhi solo x
Eliza e la presenza di Jim le fa capire che cmq vada nn sarà mai sola...Scorpius
nn è tipo da fare dimostrazioni plateali davanti a tutti,il massimo del pubblico
può essere un solo spettatore,preferibilmente Albus,ma ha dei modi tt
particolari x dimostrare il suo amore,e anche in qst capitolo lo ha
dimostrato).
Bene,x il
momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Take a
chance on love"
Baci,Eva.
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Capitolo 35 *** Take a chance on love ***
take a chance on love
Il primo colpo arrivò prima che
potesse anche solo pensare a difendersi. Ma forse non sarebbe neanche stato
capace di far nulla per calmare la rabbia e l'odio che animava quegli occhi
argentei che tante volte lo avevano guardato con ammirazione e rispetto. Non
appena il padre di Scorpius era comparso sulla porta della Serra,i due ragazzi
si erano separati,frapponendo fra di loro un passo di distanza,lo sguardo di
entrambi sull'uomo,in attesa di una sua reazione. Che ovviamente non si era
fatta attendere... Il professor Malfoy aveva sceso di corsa i pochi gradini
che li separava da lui e gli si era avvicinato velocemente,dando inizialmente
l'idea di voler parlare con il figlio. -Papà...-iniziò infatti Scorpius,senza
staccare lo sguardo dal volto del padre. -Razza di pervertito schifoso!-disse
invece l'uomo con voce glaciale. E l'istante dopo un pugno aveva colpito la
guancia destra di Albus,completamente inaspettato. Il moro aveva piegato la
testa verso sinistra,i capelli a coprirgli la visuale,e l'attimo dopo era
arrivato un nuovo colpo,allo stomaco che gli aveva mozzato il fiato,seguito
pochi istanti dopo da un secondo che gli fece piegare le ginocchia e lo fece
cadere a terra. -PAPà SMETTILA!-aveva sentito esclamare Scorpius poco lontano
da sè. L'uomo si era voltato verso il figlio,un'espressione sconvolta a
trasfigurargli i tratti perfetti del volto,e lo aveva trafitto con uno sguardo
di fuoco. -Chiudi la bocca...Non voglio ascoltarti-gli intimò. Si voltò di
nuovo verso Albus,che tentava faticosamente di rimettersi in piedi e,guidato
dall'istinto e dalla furia,aveva sferrato un calcio al torace del
ragazzo,facendolo gemere e sobbalzare lievemente. Tornò a colpirlo ancora e
ancora,colpi senza direzione e controllo,unico antidoto per scatenare la
confusione e la frustrazione. A bloccarlo fu la sensazione di essere sotto
tiro:qualcuno gli aveva puntato la punta della bacchetta contro il
collo. Fece saettare lo sguardo alla sua destra,riuscendo così a scorgere il
braccio teso di Scorpius che impugnava la bacchetta. -Lascialo stare-sentì
intimare dalla voce di Scorpius,dura quasi quanto la sua. Non aveva paura di
suo figlio,quello era ovvio,ma sapeva che se avesse continuato non ci sarebbe
stata via di scampo per il ragazzo Potter:se malauguratamente lo avesse
ucciso,le conseguenze sarebbero state terribili anche per lui. Lanciò uno
sguardo verso Albus,che a fatica tentava di rimettersi in posizione eretta e lo
scrutò,quasi volesse leggere sul suo volto quello che ancora non sapeva,prima di
voltarsi e fronteggiare il figlio. Che gli restituì lo stesso sguardo freddo
e indifferente. -Potrei ucciderti soltanto per quello che ho visto...-gli
disse con voce affilata. Al,di nuovo in piedi,restò immobile ad osservare la
scena,cercando di non tradire nessun'emozione a quelle parole,nonostante fosse
chiaramente spaventato. Fece saettare lo sguardo verso Scorpius e lo vide
fissare suo padre,attento ad ogni mimina mossa dell'uomo,pronto ad intervenire
se le cose si fossero messe nuovamente male. Ma cosa potevano fare loro,due
studenti,contro un professore per giunta ex Mangiamorte? Sentì qualcosa
scivolare dal sopracciglio sinistro e avvicinò il palmo della mano per trovarvi
poi una traccia di sangue quando tornò ad allontanarlo. -Non...non stavamo
facendo nulla di male professore-intervenì portando fuori la voce attraverso la
gola contratta. Draco Malfoy,libero dalla minaccia di Scorpius,ghignò
malignamente,soddisfatto da quelle parole,tornando a voltarsi verso di
lui. -Quindi ho sognato tutto?Vuoi dirmi che è stata solo un'allucinazione e
che i miei occhi non hanno visto veramente quello schifo?-chiese di
nuovo. Per qualche secondo,Albus non fu certo della risposta da dare:doveva
negare sè stesso,mentire,dire che era stato un momento di sbandamento ed evitare
così che l'uomo lo colpisse di nuovo,oppure doveva ammettere la verità,che lui e
Scorpius erano una coppia, finalmente,e fregarsene delle
conseguenze? -No- La risposta inaspettata di Scorpius portò Albus ad
alzare lo sguardo sul volto del ragazzo e Draco Malfoy a voltarsi verso il
figlio. Fece un paio di passi avvicinandosi a lui e lo fissò con aria
interrogativa. -Che vuol dire?- Scorpius,che fino a quel momento aveva
tenuto lo sguardo abbassato sui loro maglioni gettati a terra,lo rialzò e guardò
oltre le spalle di suo padre,verso Al fissandolo con sguardo sicuro e deciso,
facendogli così capire quale sarebbe stata la sua risposta. -Hai visto
benissimo-disse con voce ferma,ricambiando lo sguardo del padre,quasi a volerlo
sfidare. E,dopo aver distolto lo sguardo dal volto del padre,si mosse verso
Albus con passi sicuri,nè troppo lenti nè troppo veloci. Al lo guardò
cercando di capire cosa avesse in mente ma solo quando sentì la sua mano destra
posarglisi sul retro del collo,capì che cosa stava per succedere:l'istante dopo
le labbra di Scorpius erano sulle sue,carezzevoli e delicate come sempre,alla
ricerca di una sua risposta. Quello era l'unico modo per mettere il padre di
Scorpius di fronte alla verità,lo sapevano entrambi. Sapeva anche che poteva
essere pericoloso sfidarlo in quel modo,ma cos'altro poteva fargli? Lo aveva
già picchiato ritenendolo responsabile della "depravazione" del suo adorato
figlio,ormai non gli restavano che le maledizioni senza perdono. Se quello
era il prezzo da pagare per avere finalmente Scorpius per sè,allora avrebbe
pagato,pensò sospirando sulle labbra del compagno ed iniziando a rispondere al
bacio. Le dita dietro il suo collo si strinsero fra i suoi capelli,in un
piccolo gesto volto a fargli capire che Scorpius era fiero di lui,che stavano
facendo la cosa giusta,che lo convinse ad allacciare un braccio attorno alla
vita del biondo. Quando tornarono a separarsi,per qualche secondo,Albus ebbe
paura di aprire gli occhi ed affrontare di nuovo lo sguardo inferocito del
professor Malfoy,ma capì subito dopo che anche questa volta ci sarebbe stato
Scorpius a difenderlo. Ma quella consapevolezza non lo aiutò affatto quando
vide il volto di Draco Malfoy,una maschera di disgusto e di rabbia che gli fece
realmente temere,per qualche istante,per la sua vita. -Non permetterò che
questa storia vada avanti-disse guardando entrambi. -Mi dispiace,ma non hai
nessuna voce in capitolo in questa questione-ribattè il figlio secco. Un
ghigno apparve sul volto dell'uomo,prima che questi si passasse una mano
tremante fra i capelli. -Davvero?Forse hai ragione,ma magari dovremmo
chiedere a qualcun'altro come la pensa,non credi?Sono sicuro che il mio caro
amico Harry non vede l'ora di sapere la notizia- A quelle parole Albus si
sentì sprofondare:era pronto per affrontare anche i suoi genitori? No non lo
era. Ma forse quello era il giorno dei cambiamenti,dopo il quale non avrebbe
avuto più nessun segreto con sè stesso o con gli altri. Anche a costo di
perdere l'affetto dei propri genitori...
Capì subito,fin da quando lo
vide venirle incontro nel corridoio che era successo qualcosa. E,a giudicare
dal sorriso che gli incorniciava la faccia,doveva essere una buona
notizia. Quel sorriso era diventato ormai una consuetudine per lui,ora che
tutto sembrava sistemato e che non c'era più niente che potesse ostacolare la
loro storia ed il loro futuro. In quelle ultime settimane lo aveva visto
cambiare in meglio,aprirsi a nuovi "orizzonti" e scrollarsi di dosso tutti quei
pesi che era stato costretto a portare per anni sulle spalle,inutili zavorre di
cui soltanto ora era riuscito a liberarsi. Per lei,che credeva di conoscerlo
meglio di chiunque altro, osservare quel cambiamento positivo era stata una
scoperta,una conferma ulteriore che,nonostante i dubbi iniziali,non aveva fatto
la scelta sbagliata quando aveva deciso di fidarsi di lui,o quando se ne era
innamorata. Si fermò nel corridoio lasciando che fosse lui a venirle
incontro,con i suoi tempi,lasciandogli così anche il tempo di tirare fuori dal
mantello un foglio ripiegato in tre. Una volta uno di fronte all'altra,con
pochi passi di distanza a dividerli,Lily accennò un sorriso e osservò il viso
del ragazzo,aperto in un sorriso coinvolgente. -Ehi!Qualcuno è di ottimo
umore..-lo apostrofò continuando a fissare i suoi occhi. Daniel accennò una
risata e si chinò leggermente per avvicinare il viso al suo,sfiorandole le
labbra con un bacio lieve. -Lo puoi dire forte-rispose poi quando ancora le
labbra erano ad un soffio dalle sue. La ragazza alzò le sopracciglia in
un'espressione malandrina che lo fece ridere di nuovo,prima che allungasse un
braccio verso di lei allacciandole la vita. -Buone notizie?-chiese
Lily,decisa a giocare un pò per scoprire la verità un pò alla volta. Daniel
annuì,il braccio nascosto dietro la schiena. -C'entra per caso qualcosa la
lettera che stai vanamente tentando di nascondere?-gli chiese sbirciando oltre
la sua spalla destra per gettare uno sguardo alla suddetta lettera. Dan rise
di nuovo ed alzò le spalle,facendola sbuffare comicamente. -Andiamo...Cosa
devo fare per convincerti a parlare?-gli domandò poggiando entrambe le mani
sulle spalle del ragazzo e portandosi sulle punte dei piedi. Lui sorrise
malizioso e tornò a baciarla,questa volta indugiando più tempo sulle sue
labbra. -Ora che mi ci fai pensare,un'idea ce l'avrei...-disse con voce più
bassa. Lily,sorridendo lievemente,posò la fronte contro la sua e gli
accarezzò le punte dei capelli che gli sfioravano il collo. Già anche lei
aveva un'idea ben precisa di come fare a convincerlo... Fin da quando erano
stati interrotti dal padre di Daniel avevano provato più volte a riprendere il
discorso interrotto,venendo sempre puntualmente fermati da un'imprevisto o anche
dalla più insignificante sciocchezza che accadeva nel castello. Ovviamente
queste interruzioni non facevano che aumentare la loro frustrazione,visto che
non riuscivano a "concludere" qualcosa di così semplice e che sembrava essere lo
sport preferito fra gli studenti di Hogwarts,e che li lasciava con sempre
maggiore voglia e curiosità l'uno dell'altra. -Non cambiare discorso!Vuoi
dirmi cosa è successo per farti sorridere in quel modo?-tornò a chiedergli con
tono deciso. Daniel la fissò qualche istante in quella distanza ravvicinata
per poi portare avanti il braccio finora nascosto dietro la schiena e tenderle
la lettera. Lily si staccò dal suo abbraccio giusto la distanza necessaria
per afferrare la lettera e dispiegarla senza fare ulteriori grinze e lesse
velocemente le poche righe scritte sopra. Anche se non ne avrebbe avuto
bisogno:le sarebbe bastato dare uno sguardo allo stemma del Ministero per capire
di che cosa si trattava. -Sono ufficialmente uno dei partecipanti
all'Accademia estiva di Auror-le disse Daniel,troppo contento per aspettare che
lei finisse di leggere. Lily rialzò lo sguardo sul suo volto e sorrise,lo
stesso identico sorriso che finora aveva campeggiato sul volto di
Daniel. Sapeva quanto era importante per lui,quanto aveva faticato per
ottenere quella possibilità e,anche se sarebbe stata dura restare separata da
lui per un'intera estate,non poteva rovinargli quel momento con immaturi
sentimenti di egoismo. Gli gettò le braccia al collo e per alcuni istanti
nascose il volto nella sua spalla destra,sentendosi sollevare da terra di alcuni
centimetri,nell'orecchio la risata profonda del ragazzo. Quando i suoi piedi
toccarono di nuovo terra,portò entrambe le mani sulle guance di Daniel e lo
fissò con sguardo serio. -Sono fiera di te- E lo era davvero. Daniel
accennò un sorriso e posò di nuovo le labbra sulle sue,la lettera ancora stretta
nella mano sinistra di Lily. -Allora...Che ne dici di festeggiare questa
novità?-le disse,a voce più bassa, quando poi si staccarono. Una risatina
salì dalla gola di Lily che allontanò lo sguardo dal volto di Daniel,cercando
una risposta abbastanza maliziosa,ma non troppo impertinente,quando il suo
sguardo fu intercettato da un trio che stava attraversando i corridoi. -Oh
cazzo!-si lamentò incapace di staccare lo sguardo. Daniel corrugò la fronte e
si voltò per vedere cosa aveva attirato il suo sguardo,restando sorpreso a sua
volta:Albus,un livido sul sopracciglio sinistro e uno sul mento, e Scorpius
camminavano ai lati opposti del corridoio;a dividerli c'era il professor
Malfoy,un espressione terrea in volto. -Credi che...-domandò il ragazzo a
Lily senza staccare lo sguardo dal trio. Lily annuì,senza preoccuparsi che
lui l'avesse vista o meno. Non aveva il minimo dubbio su quello che era
successo:ancora una volta le era bastato uno sguardo per capire.
Quando il telefono era squillato,il suo trillo era
rieccheggiato in una casa vuota. Il suono aveva attraversato il soggiorno e
la cucina,dove i piatti erano lasciati a sgocciolare nel lavello;per poi salire
sulle scale fino al piano superiore,nelle camere da letto in ordine,dove libri
lasciati sul comodino o poster appesi alle pareti davano un tocco personale alle
stanze. Il suono cessò,facendo cadere tutto di nuovo nell'immobilità del
silenzio. Non passarono che pochi minuti prima che lo stesso trillo si
propagasse in un altro telefono,verso un altro ambiente. -Virgin Radio,come
posso aiutarla?-rispose una voce professionale e senza nessun
accento. Vanessa,una delle centraliniste,in jeans e camicetta bianca con
corte maniche a sbuffo,rispose alla chiamata,cercando di non pensare a quante
altre telefonate avrebbe ricevuto ancora fino alla fine del turno,portando lo
sguardo verso la copertina di "A hard day's night" dei Beatles davanti alla sua
scrivania,che ormai conosceva a memoria. -Salve avrei bisogno di parlare con
Harry Potter-rispose una voce femminile. -Posso sapere chi lo
desidera?-chiese ancora la centralinista. -Gli dica che Minerva Mc Granitt
vuole parlargli- La ragazza mise in attesa la chiamata e premette un tasto
per attivare l'interfono. Sapeva che in quel momento Mr. Potter era in
riunione e che probabilmente non avrebbe voluto essere disturbato,ma il tono
perentorio con cui la donna le aveva rivolto l'ultima frase l'induceva a fare
almeno un tentativo. Due squilli risuonarono nel suo orecchio sinistro
tramite l'auricolare,prima che qualcuno accettasse la
chiamata. -Sì?- Riconobbe la voce di David,uno dei direttori creativi
della radio e per un veloce istante si chiese come mai avesse risposto
lui. -C'è una persona per Mr.Potter-gli disse secca. -Gli hai detto che
siamo in riunione?-chiese quello,quasi volesse insegnarle il suo
mestiere. -Naturalmente,ma ha detto che è molto importante- Sentì il
sospiro attraversare il microfono della cornetta fino ad arrivarle
nell'orecchio, costringendola ad allontare l'auricolare per qualche istante per
evitare i fischi. L'attimo dopo David riferì velocemente il discorso,quasi
certamente a Mr Potter,per poi tornare alla cornetta. -Chi è?-chiese quasi
sicuramente per conto dell'altro uomo. -Ha detto di chiamarsi Minerva
McGranitt- Pochi istanti e la cornetta passò di mano arrivando ad
Harry. -Me la passi-disse con voce ferma. La ragazza attivò la
comunicazione e,in quei pochi secondi,Harry si chiese cosa poteva essere
successo per costringere Minerva a chiamarlo al lavoro,a soli due mesi di
distanza dal loro ultimo incontro. -Harry?- -Preside McGranitt,che piacere
sentirla-la salutò affabile. -Anche per me caro;mi dispiace solo ogni volta
che ci sentiamo,doverti dare sempre cattive notizie-gli disse arrivando diretta
al punto. Un nodo istantaneo gli bloccò la gola,rendendogli difficile
respirare:era successo qualcosa? In fondo l'ultima volta che si erano sentiti
Albus era caduto da un'albero e aveva rischiato la vita. -E' successo
qualcosa ai ragazzi?-domandò subito,non riuscendo a liberarsi di quella paura
che sembrava essersi impossessata di lui. Il breve silenzio che arrivò
dall'altra parte confermò in parte le sue parole. -Stanno tutti bene
Harry...-gli disse per tranquillizzarlo,facendolo così sospirare di sollievo-Ma
qualcosa è successa. Si tratta di Albus-aggiunse poi. Possibile che
ultimamente quel ragazzo gli stesse creando più problemi di tutti gli altri
messi insieme? -Credo che tu e Ginny fareste meglio a venire qui ad
Hogwarts,c'è una questione di cui il professor Malfoy vuole discutere al più
presto-disse ancora la Preside con tono cauto. Draco aveva qualcosa da ridire
su Albus?Ma com'era possibile? Harry si morse il labbro superiore,cercando di
immaginarsi cosa potesse essere successo per doverli convocare d'urgenza,senza
però riuscire a venire a capo di nulla:troppe idee gli ronzavano per la testa e
tutte valevoli per l'espulsione. -Verremo prima possibile-le disse
serio. La salutò e l'istante dopo chiuse la comunicazione.
La notizia si era sparsa in fretta per i corridoi del
castello. In meno di quindici minuti,tutta la scuola sapeva quello che era
successo nella Serra,di come il Professor Malfoy avesse beccato il figlio a
pomiciare con Albus Potter e di come avesse preso a calci e pugni il Grifondoro
prima di portarlo dalla Preside per una "giusta punizione". Neanche quaranta
minuti dopo erano arrivati i Potter,richiamati da una telefonata della Preside;
si erano chiusi nello studio della donna e non ne erano ancora usciti. La
prima a fermarsi davanti alla porta era stata Lily,bisognosa di sapere cosa
stesse succedendo lì dentro,o almeno di sentirsi più vicina ad Albus,quasi di
fargli sentire il suo supporto anche attraverso la porta chiusa. Daniel
avrebbe voluto unirsi a lei,e mostrare a sua volta il suo appoggio e la sua
amicizia ai due ragazzi,ma Lily lo aveva sconsigliato vista la recente
riconciliazione fra lui e suo padre. Ancora non sapeva come avrebbe reagito
il padre alla notizia dell'omosessualità di Al,forse se la sarebbe presa anche
con loro,quindi era meglio per il momento tenere Daniel fuori da quel
caos. Poco dopo era arrivato Ronald,con ancora la divisa da Quidditch
indosso. -L'ho appena saputo...E' vero?-domandò alla sorella mangiandosi le
parole a causa del fiatone. Lily,le spalle al muro,annuì prima di tornare a
guardare la porta di legno massiccio di fronte a sè. Da quello che aveva
potuto vedere in quel breve istante in cui il trio le era passato accanto nel
corridoio,Al era il più malconcio;era chiaro che il professore avesse sfogato su
di lui la sua rabbia. -Cosa credi stia succedendo lì dentro?-chiese
Ronald,imitando la sua postura e voltandosi a guardarla. Lei alzò le
spalle. -Non ne ho la minima idea-confessò,lasciando trasparire l'ansia nella
sua voce. Osservando il fratello un pensiero le attraversò la mente,facendole
corrugare la fronte. -Dov'è James?Non era con te?-gli chiese curiosa. Se
Ronnie era corso lì direttamente dal campo di Quidditch perchè il gemello non
aveva fatto lo stesso? -No.Avevamo deciso di fare un piccolo allenamento per
tenerci in allenamento,ma poi alla fine lui ha avuto un altro impegno;così
invece di rinunciare del tutto,ho chiesto ad Ethan di farmi compagnia-le
raccontò. Prima che Lily potesse parlare di nuovo,il suono delle voci al di
là della porta si alzò all'improvviso portando entrambi a voltare la testa verso
la porta chiusa. Entrambi rabbrividirono al suono delle voci,restando con lo
sguardo fisso alla porta con la speranza assurda di riuscire a carpire qualcosa
di quello che stava accadendo con il solo sguardo. -Credi che sarebbe tanto
grave se entriamo?-le chiese Ronald dopo un lungo silenzio. -Sei
pazzo?-sbottò lei sorpresa. -Perchè no?Qui fuori siamo inutili,invece lì
dentro possiamo evitare che facciano a pezzi Al-cercò di farla ragionare. -Io
ci sto-s'intromise una voce. Entrambi i ragazzi si voltarono,trovandosi
faccia a faccia con James. -Alla buon'ora!-lo punzecchiò il fratello. -Ci
vuole più tempo perchè i pettegolezzi arrivino in biblioteca...Ci sono
novità?-chiese ad entrambi fermandosi accanto a loro. Lily scosse la
testa. -Soltanto qualche stepitio e qualche urlo-gli disse poi. James
restò in silenzio,chiaramente incerto se fare o meno la domanda che lo aveva
accompagnato per tutto il tragitto fin lì,lo sguardo fisso davanti a sè. -E'
tutto vero-disse semplicemente Lily,certa che sarebbe bastato a dissipare i suoi
dubbi. James annuì,continuando a restare in silenzio. Certo per loro
doveva essere strano immaginare una coppia formata da Al e Scorpius;non
esistevano due persone più diverse eppure,paradossalmente, più bisognose l'una
dell'altra. -Che facciamo,allora?Entriamo?-domandò poi guardando ora l'uno
ora l'altra. Ronald annuì senza esitazione,mentre Lily si morse il labbro
inferiore incerta. -Andiamo Lily che può succederci di così terribile?Al
massimo ci buttano fuori!-scherzò Ronnie accennando un sorriso per mascherare la
tensione. La ragazza si unì al sorriso e alla fine annuì. Insieme,come un
gruppo compatto,si avvicinarono alla porta e dopo aver bussato alla porta,James
mise la mano destra sulla maniglia.
-COME TI SEI PERMESSO DI METTERE LE MANI ADDOSSO A MIO
FIGLIO?- -AVRESTI FATTO LO STESSO SE FOSSI STATO AL POSTO MIO!- -NON CREDO
PROPRIO!- Un suono sarcastico uscì dalle labbra contratte del biondo,cariche
di disprezzo per il suo antico rivale,facendo saettare di rabbia gli occhi
Harry. -CERTO,COME NO!CONTINUA A RACCONTARTI QUESTA FAVOLETTA POTTER...-lo
beccò ancora Draco. Infastidito da quel tono,Harry gli andò sotto e gli
afferrò il davanti del maglione con entrambe le mani,premendo poi il torace
contro il suo in quello che voleva essere un'atto di forza. -Signori per
favore!Vogliamo cercare di controllarci?- A richiamarli entrambi era stata la
voce ferma della Preside,che fino a quel momento era stata in silenzio ad
osservare i due uomini fronteggiarsi e litigare neanche fossero tornati
bambini,mentre i loro figli sedevano ai due lati opposti della stanza,uno
accanto alla madre,e l'altro su una poltrona in un'angolo accanto alla porta,lo
sguardo fisso su un punto del muro lontano davanti a sè,quasi a volersi
dimenticare della presenza delle altre persone nella stanza. Solo poche volte
aveva mosso lo sguardo,e ogni volta aveva cercato quello dell'altro,trovando gli
occhi verdi di Albus sempre pronti a fondersi nei suoi. Quando i cognugi
Potter erano arrivati al castello,la preside li aveva velocemente messi al
corrente di quello che era successo,con tutta la delicatezza possibile e usando
le parole giuste, sperando che non avessero una reazione esagerata. Entrambi
erano rimasti sorpresi,quasi scioccati,da quello che lei aveva detto loro,ma
erano rimasti moderatamente calmi,sicuramente più controllati rispetto alla
reazione avuta dal padre di Scorpius. L' intenzione di Harry era di
affrontare la questione in modo civile,parlare con suo figlio per farsi spiegare
quello che stava succedendo e,se le "accuse" si fossero rivelate vere,aiutarlo
in quella situazione difficile. Ma naturalmente Draco aveva sconvolto tutti i
suoi piani...Come sempre,del resto. -Volete darvi un contegno?-li richiamò la
Preside con cipiglio quasi militare. Harry lasciò andare il maglione di Draco
e si allontanò di qualche passo,lanciando uno sguardo a Ginny,che sembrava
ancora confusa riguardo a quello che stava succedendo. Cosa le stava passando
per la testa in quel momento?Quali erano i suoi pensieri? Mosse lo sguardo in
giro per la stanza e,solo allora,si accorse della presenza dei suoi figli,seduti
accanto a Scorpius,pronti ad intervenire se ce ne fosse stato bisogno. Da
quanto erano lì?Cosa avevano sentito e visto? -Tuo figlio dovrebbe essere
bandito da quest'istituto!-disse Malfoy riportandolo di nuovo con la mente a
quel momento. Harry scosse la testa. -E' un'assurdità!Non è scritto da
nessuna parte che uno studente debba essere espluso per le sue inclinazioni
sessuali...Specialmente uno studente dotato come Albus-ribattè
battagliero. -Il fatto che ha quasi violentato mio figlio non basta a
mandarlo via?-disse Malfoy esplodendo in un ruggito rabbioso. -Che prove
hai?-chiese testardo Harry,deciso a difendere Al fino all'ultimo. -Quello che
ho visto non basta?- -Non hai visto niente di particolarmente
terrificante!-s'intromise Ginny. I due uomini si voltarono verso la
donna,ancora seduta accanto ad Albus,con una nuova espressione battagliera sul
volto. Nonostante tutto quello che stava succedendo,Harry sorrise:sua moglie
aveva superato lo shock ed era pronta a combattere al fianco di
Al. -Scusami?-l'aggredì il biondo. -Hai visto qualche bacio,tutto
qui...Cosa c'è di così sconvolgente? Oppure c'è qualcos'altro che la tua
eleganza Serpeverde ti impedisce di dirci?-gli chiese fissandolo
indagatrice. -Non c'è niente di più-rispose Albus per l'uomo in un soffio di
voce,portando la madre a voltarsi verso di lui. Quelle poche parole accesero
una lampadina nella mente di Harry. -Scusate,ma perchè invece di scannarci
fra di noi,non facciamo parlare i ragazzi?-propose. -Perfetto,così Scorpius
potrà dire la sua versione dei fatti-convenne Ginny,d'accordo con il
marito. I due cogniugi si voltarono,quasi nello stesso istante,verso Draco
che con un'espressione impassibile sul volto restò qualche istante in silenzio
prima di scuotere la testa. -No- Harry corrugò la fronte. -Voglio
parlare con mio figlio. Da solo-aggiunse con il suo solito tono freddo ed
affilato,avvicinandosi l'attimo dopo alla porta. Sia Albus che Scorpius
alzarono la testa verso l'uomo e,mentre il biondo si alzava dalla poltrona per
andare verso il padre,ben consapevole che era inutile fare resistenza davanti a
tutti,Albus seguì i suoi passi,in piedi, finchè il ragazzo non fu accanto al
padre,il fiato mozzato fra le costole ed i denti a torturare la parte morbida
del labbro inferiore. Il professor Malfoy aprì la porta e si scansò per far
uscire il figlio,che con pochi passi si trovò nel corridoio,seguito subito dal
padre. Pochi istanti e la porta venne richiusa alle loro spalle. Cosa
sarebbe successo ora? Il professore sarebbe riuscito nel suo intento di far
cambiare idea a Scorpius? Doveva rinunciare a lui proprio ora che lo aveva
ritrovato? Con la testa ancora persa in quei pensieri non si accorse di
quello che stava succedendo attorno a sè finchè non sentì le braccia attorno al
collo ed il peso del corpo di Lily contro il suo. Meccanicamente,poggiò il
mento sulla spalla sinistra della sorella e chiuse gli occhi,cercando senza
successo di allontanare quei cattivi pensieri. -Stai bene?-gli chiese la
sorella con voce chiaramente preoccupata,cercando il suo sguardo. Lui
annuì. -Albus...Tesoro-si sentì chiamare quasi in un sussurro. Mosse lo
sguardo nella stanza verso sua madre e la fissò per qualche istante,le braccia
di Lily ancora attorno al suo collo. Non riusciva a smettere di pensare a
Scorpius...Doveva fare qualcosa. Non poteva rischiare di perderlo senza
lottare. Si staccò dalla sorella e si avviò verso la porta. -Albus dove
vai?-gli chiese suo padre con voce leggermente tesa. -Torno subito-disse
senza guardarlo,la mano già sulla maniglia della porta. -Tesoro,non credi che
dovremmo parlare di quello che è successo?-gli chiese sua madre con voce
dolce,quasi mellifluo. Il ragazzo si voltò verso di lei e accennò un
sorriso,facendo partire una saetta di dolore dal piccolo livido che gli
incorniciava l'angolo destro del labbro. -Parleremo mamma,te lo
prometto. Ma adesso non posso restare qui...- Tornò a voltarsi e aprì la
porta uscendo velocemente dalla stanza.
Suo padre non si smentiva mai. Quando voleva un
colloquio con lui,che dovesse lodarlo o rimproverarlo non faceva differenza,gli
dava udienza nelle sue stanze private,in modo che nessuno sapesse cosa era
successo fra padre e figlio. Lo stesso era successo anche quel giorno:forse
mai come quella volta,Draco Malfoy aveva bisogno di segretezza,che il silenzio
calasse su quell'argomento in modo da poter dimenticare tutto. Far finta che
non fosse mai accaduto nulla. Usciti dall'ufficio della Preside aveva stretto
una mano sul braccio destro di Scorpius ed aveva smaterializzato entrambi nei
sotterranei,nel suo ufficio,dove nessuno li avrebbe disturbati. Non appena
erano arrivati nella stanza così familiare per entrambi,Scorpius aveva
allontanato il braccio dal suo tocco,avvicinandosi verso la finestra magica che
in quel momento raffigurava una spiaggia tropicale su cui si infrangevano le
onde dell'oceano,lasciando suo padre accanto alla scrivania,lo sguardo sul piano
coperto di documenti. Il silenzio era calato fra di loro come Draco aveva
sperato,ma invece di portare sollievo ad entrambi aveva reso l'aria ancora più
soffocante:c'erano tante cose ancora di cui dovevano parlare,molte domande
scomode da porre e l'uomo non sapeva se era pronto ad ascoltare le
risposte. Quando era accaduto?Come aveva fatto a non accorgersi che suo
figlio stava prendendo una strada sbagliata? Forse la colpa era anche sua e
della sua scelta di non volerlo forzare in un fidanzamento prematuro che lo
avrebbe ingabbiato prematuramente impedendogli di godersi la vita. Aveva
cercato di impedire che finisse come lui,sposato ad una donna che non amava e
incapace di annullare quel matrimonio stanco e inutile. Ma,visto come si
erano messe le cose,un matrimonio simile,sarebbe stato cento volte
meglio... -Non voglio più vederti insieme a Potter-disse con voce
decisa,rompendo il silenzio. Doveva mettere subito in chiaro quali erano i
suoi doveri di figlio:avrebbe chiuso quella storia abominevole con Potter e da
quel preciso istante tutto sarebbe tornato alla normalità. -Io e tua madre ti
cercheremo una ragazza di buona famiglia con cui annunciare il fidanzamento e
considereremo questa storia come uno sbaglio di gioventù. Un madornale
errore-continuò voltandosi a guardare la schiena del ragazzo. Con lo sguardo
ancora sulla finestra,Scorpius sembrava non aver ascoltato neanche una sola
parola di quello che lui gli aveva detto finora,ma Draco non se ne
preoccupò,certo che il messaggio era arrivato forte e chiaro. -Il nome dei
Malfoy è troppo importante perchè tu lo trascini nel fango a causa della tua
vita sbagliata- -Se il "buon nome" della famiglia è sopravvissuto all'
incriminazione del nonno e al tuo passato da Mangiamorte,credo che riuscirà a
sopportare anche questo-commentò il ragazzo parlando per la prima
volta. Draco affilò lo sguardo senza staccarlo dalla schiena del figlio
che,senza timore,si girò verso di lui pronto a sfidare la reazione
dell'uomo. -Non ho nessuna intenzione di sposarmi,nè di avere figli che
portino avanti il grande nome della famiglia Malfoy. Ma soprattutto voglio
continuare a vivere la mia vita così come l'ho vissuta finora,nello stesso modo
sbagliato e immorale accanto a Albus Potter-gli disse con voce ferma e lo
sguardo affondato nel suo,in modo che non avesse il minimo dubbio sulla sua
sincerità. Vide suo padre serrare i pugni finchè le nocche non divennero
bianche fermando la circolazione e per qualche istante pensò che lo avrebbe
colpito,ma l'attimo dopo decise di andare avanti con il suo discorso,incurante
delle conseguenze. -Quello che hai visto non è un'atteggiamento sbagliato o
un errore di gioventù,come ti piacerebbe tanto credere,ma è quello che
sono- -Mio figlio non è un...-lo interruppe Draco,la voce roca che usciva
dalla gola chiusa. -COSA?Un frocio?Una checca?Un pervertito? Sappiamo
entrambi che lo sono,quindi perchè continuare a nascondere la realtà? Oh,e
tanto per essere chiari,non è colpa di Albus se sono gay anzi forse il
contrario-precisò sicuro dei pensieri che stavano attraversando la mente del
genitore. Nel silenzio,i due si guardarono,cercando in quegli occhi così
simili un punto debole,qualcosa da poter attaccare,che potesse ferire e far male
quasi di proposito in quel gioco al massacro che era ormai diventato quel
colloquio. Distolto lo sguardo,Draco si avvicinò alla scrivania e poggiò
entrambi i palmi delle mani sul ripiano,le spalle rivolte verso
Scorpius. -Sono ancora disposto a far finta di non aver sentito nulla,posso
anche fingere di aver sognato tutto quello che è successo oggi,se tu accetti di
cambiare...Di tornare sulla retta via-gli disse in un'ultimo disperato appello
senza guardarlo. -Altrimenti?-chiese il ragazzo certo che ci fosse una
seconda opzione. Draco sospirò,cercando la forza necessaria per dire quello
che aveva ancora da dire. -Altrimenti una volta uscito da quella porta non
esisterai più per me. Non sarai più mio figlio,smetterò di interessarmi della
tua vita e di tutto quello che ti riguarda,non mi occuperò più della tua
istruzione e della tua sussistenza. Per me non esisterai più...E lo stesso
discorso varrà per tua madre-aggiunse poi. Scorpius chiuse per qualche
istante gli occhi,quasi schiacciato da quelle parole,tanto scontate per suo
padre,quasi attese:era un bluff oppure davvero suo padre gli avrebbe tagliato i
viveri se non avesse fatto come voleva lui? Dimenticarsi della sua esistenza
soltanto perchè non era esattamente come lui lo immaginava o lo desiderava...Che
razza di amore era il suo? Era la seconda volta quel giorno che gli veniva
rivolto un ultimatum ed era terribilmente stanco della responsabilità e del peso
che gli era caduto addosso improvvisamente. Possibile che proprio oggi
dovesse decidere il suo intero futuro? -Allora cosa hai deciso?-lo incalzò
suo padre tornando a voltarsi verso di lui per incontrare il suo
sguardo. Scorpius riaprì gli occhi e li fissò sull'uomo,visibilmente teso ed
in attesa di una risposta. E lui credeva di averne trovata una giusta per
entrambi. -Addio papà-disse pronunciando per l'ultima volta quella
parola. Senza aspettare risposta,gli volse le spalle e si avviò alla porta
dello studio,aprendola e uscendo nel corridoio umido e freddo. Quando sentì
il rumore della porta che si chiudeva alle sue spalle,stranamente si sentì
libero: ora non c'era più nessuno a cui doveva rendere conto per le sue
azioni. Si avviò per il corridoio verso le scale,bloccandosi improvvisamente
quando vide una figura staccarsi dal muro di mattoni freddi poco distante dalla
scala. L'intera figura di Albus si raddrizzò non appena sentì avvicinarsi i
suoi passi,il viso illuminato debolmente dall'illuminazione e le mani affondate
nelle tasche dei pantaloni. -Non credevo di essere atteso-commentò il biondo
avvicinandosi. -Ho pensato che presentarmi qui per un disperato tentativo di
farti cambiare idea nel caso tuo padre ti avesse convinto-confessò candidamente
il moro,con un sorriso accennato sulle labbra. Scorpius sorrise a sua
volta,poggiando il fianco destro contro il muro,poco distante dal
compagno. -E' stata dura ma ce l'ho fatta...-disse poi alzando le
spalle. Al aggrottò la fronte,cercando di capire le sue parole,facendo
sospirare il biondo. Scorpius abbassò lo sguardo,cercando il modo ed il tono
giusto per fare il suo annuncio,ben sapendo che non esistevano:avrebbe potuto
usare tutta la delicatezza del mondo,ma Albus si sarebbe sempre sentito
colpevole per quello che era successo. -Da questo momento non sono più un
Malfoy-disse rialzando lo sguardo su di lui e fissando i suoi occhi. Vide gli
occhi verdi di Al spalancarsi per la sorpresa,prima che questo gli cingesse il
collo con un braccio facendogli posare il mento sulla spalla destra. -Mi
dispiace...Non volevo far succedere tutto questo casino...-farfugliò fra i suoi
capelli. -Non mi sembravi tanto dispiaciuto prima nella Serra...-lo
punzecchiò Scorpius a bassa voce. Il moro si staccò leggermente dal suo
abbraccio e fissò il suo viso,cercando di carpire le sue vere emozioni
attraverso quella maschera impenetrabile che erano i suoi occhi. -Sto
bene,davvero. Devo ancora abituarmi all'idea di non avere una casa o una
famiglia,ma per il resto sto bene...E soprattutto non rimpiango la scelta che ho
fatto-lo rassicurò prima che parlasse di nuovo. Albus lo fissò ancora qualche
istante prima di avvicinarsi e baciarlo velocemente. -Può darsi che per
questa sera saremmo in due a dover cercare un'alloggio sotto i ponti. E' ora
di affrontare i miei!-gli disse prendendogli la mano ed iniziando a salire le
scale verso l'ufficio della Preside.
Per lungo tempo,dopo che Albus era uscito di corsa
dietro a Scorpius e suo padre,nell'ufficio della Preside McGranitt era sceso il
silenzio fra i restanti membri della famiglia Potter. Tutti erano troppo
imbarazzati da quello che era appena successo e,in aggiunta,Harry e Ginny
dovevano ancora riprendersi dalla notizia appena ricevuta. Albus era gay,o
almeno aveva fatto delle esperienze di quel tipo,visto quello che era successo
con Scorpius Malfoy. Come dovevano comportarsi con lui? Sarebbe stato
disposto a parlarne con loro oppure sarebbe stato imbarazzato da tutta quella
storia? Il silenzio era stato rotto,come al solito,da Ronald che aveva
sospirato rumorosamente per poi lanciare uno sguardo alla sorella. -Posso
farti una domanda?-le chiese certo che parlando con Lily avrebbe trovato delle
risposte ai dubbi che lo tormentavano da quando aveva sentito il pettegolezzo al
campo da Quidditch. Lily annuì. -Che c'entra Malfoy?-le chiese. -E' il
suo ragazzo-rispose la ragazza come se fosse la cosa più normale del
mondo. -Ma Al non stava con Emmett?-chiese James,curioso a sua volta. -Chi
è Emmett?-si intromise Ginny. La ragazza lanciò uno sguardo alla madre
cogliendo la sua espressione sopresa per poi accennare un sorriso e scuotere la
testa a beneficio di James e della madre. -Emmett è stato un
errore...-commentò,sinceramente convinta della sua affermazione. Era giusto
parlare di quello che era successo senza prima aver chiesto il permesso ad
Albus? Magari avrebbe preferito mantenere tutto sotto silenzio o raccontare
la sua versione dei fatti,ma al momento lei era la sola disponibile capace di
dissipare i dubbi dei fratelli. -Però loro stavano insieme-ribattè Ronald
confuso-Li abbiamo visti-aggiunse a conferma delle sue
parole. -Scusate...-disse il padre,guardando alternativamente i suoi
figli. Lily sospirò e annuì ancora. -Sì Ronnie stavano insieme,ma è una
storia troppo lunga e complicata per spiegarla- -Certo ora vuoi fare la
superiore e liquidarci così!-fece James leggermente acido. Con la bocca
spalancata dallo stupore,Lily si voltò verso di lui e lo incenerì con lo
sguardo. -SCUSATE!- Il richiamo del padre portò i tre ragazzi a voltarsi
verso i genitori e a zittirsi. Un miscuglio di sentimenti si agitava in
Harry,ma quello che più chiaramente si leggeva sul suo volto era
l'incredulità:era possibile che i suoi figli sapessero una cosa così importante
e non avessero sentito il bisogno o l'urgenza di parlarne con lui o con
Ginny? -Voi sapevate tutto?-chiese loro incapace di mascherare la sua
sorpresa. I tre ragazzi si guardarono,indecisi sulla risposta da dare,finchè
Ronald non annuì. -Sì,lo sapevamo...Lo abbiamo scoperto il giorno del suo
incidente-gli spiegò. Il ricordo era ancora vivido nella sua memoria,e lo
stesso valeva per le parole che erano state pronunciate. -Io invece l'ho
sapevo da ottobre,è stato Al a dirmelo-aggiunse Lily. -Te lo ha detto
lui?-chiese Harry sorpreso. -Lui mi dice sempre tutto-tagliò corto la
ragazza. James si voltò verso la sorella con un sorriso divertito attirandosi
una smorfia scocciata della ragazza. -Che c'è?Non credi che sia possibile?-lo
beccò risentita. James scosse la testa all'istante alzando le mani in segno
di resa,cercando così di evitare che la rabbia della sorella
esplodesse. -Questa cosa con Malfoy quindi è cominciata prima di quella con
Emmett,giusto?-le chiese poi Ronald,cercando di far luce nella movimentata vita
sentimentale del fratello. -Ma chi è questo Emmett?-chiese di nuovo sua madre
chiaramente confusa. -Emmett è un Corvonero che Al ha frequentato negli
ultimi mesi-le rispose James. -Comincio ad avere mal di testa...-mormorò
Harry portandosi la mano destra alla fronte. Ginny coprì la sua mano sinistra
con una delle sue,mentre lo sguardo di Lily intercettava quello del
padre. -Non è così terribile come sembra:Al ha avuto solo due
ragazzi. Anzi,se non fosse stato per l'idiozia di Scorpius ne avrebbe avuto
soltanto uno...-commentò poi. -Come al solito,so di poter contare sul tuo
affetto!- La voce sorprese tutti e li portò a voltarsi verso la porta dove
uno accanto all'altro si fermarono Albus e Scorpius. Ancora una volta il
silenzio sembrò avvolgere e rendere pesanti ogni movimento dei due giovani
mentre restavano immobili sotto lo sguardo di Harry e Ginny. Albus si chiese
cosa stessero pensando i suoi genitori in quel momento,come avrebbero accolto il
cambiamento radicale che era avvenuto nella sua vita in poco meno di un paio
d'ore. Ma c'era una cosa che sapeva con assoluta certezza:non aveva
paura. Perchè avere paura quando Scorpius gli aveva dato la più grande
dimostrazione d'amore possibile? Qualsiasi fosse stato il giudizio dei suoi
genitori,poteva contare sull'appoggio dei suoi fratelli e su quello di
Scorpius. Lanciando uno sguardo d'intesa al ragazzo accanto a lui,si staccò
dalla porta e si avviò verso i suoi genitori,senza dare ascolto al suo cuore che
correva spaventato nel petto e le mani che avevano iniziato a sudare. Per
primo guardò suo padre incontrando i suoi occhi sorpresi e confusi,facendo poi
scivolare lo sguardo verso sua madre che lo fissava con uno sguardo pieno
d'attesa. Accennò un sorriso,anche se la cosa gli sembrò incredibilmente
difficile,e guardò ancora una volta Scorpius. -Mamma,papà...Vi presento il
mio ragazzo:Scorpius Malfoy-
Salve a
tutti!!!
Un solo capitolo
ci separa dal "ritorno al futuro",siete pronti?
Finalmente
vedremo la reazione di Ronald,ma voglio precisare una cosa:c vorrà ancora qlk
capitolo prima che Harry e Ginny scoprano della storia fra Jim e Rose...So che
ora mi state odiando cn tt il cuore,ma vi prometto che nn vi farò rimpiangere
l'attesa.
Ah,prima che mi
dimentichi:dai commenti lasciati nel capitolo precedente mi sn accorta che c sn
molti fan della serie "Queer as Folk",quindi volevo informarvi che ho iniziato
una fiction proprio su questa serie.
Ecco il
link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=402311
Sono ben accetti
anche i semplici curiosi,ma ricordatevi che si tratta di una serie basata su una
gruppo di amici omosessuali con relative scene d'amore,quindi se credete che vi
possa dare fastidio,nn fa per voi.
Ringrazio tutti
coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x eventuali
errori di ortografia e battitura.
E ora i
ringraziamenti:Sweey(Era come te
l'immaginavi?Beh x lui deve essere stato un'affronto inimmaginabile,aggravato
dal fatto che è il suo unico figlio,l'unico successore del grande nome dei
Malfoy e tutte quelle altre storie lì...),Luthien241(Credo di aver immaginato
cosa hai detto,e ogni volta che ci penso mi viene da ridere...E' la stessa
reazione che verrebbe a me se avessi letto ql pezzo x la prima
volta!),Lotti_(No,ke nn è
tutto perduto,altrimenti xkè perderebbero tanto tempo?Certo,devono rendersi
conto che nn sn + le stesse persone che conoscevano 1 tempo,che sn cambiati e
accettare il cambiamento cm qlcs di positivo e nn qlcs di terribile e tragico cm
hanno fatto finora,specialmente Herm.),Charmed_Alis(Tranquilla nessun
problema!Grazie x i complimenti!Posso assicurarti già da adesso che qnd James e
Rose decideranno di dire la verità,faranno in modo che Harry e Ron siano in
prima fila,x evitare di creare fraintendimenti ed essere sicuri che sia chiaro a
tutti cs succede;Fred aveva bisogno di tempo x rimettere in moto il cervello,xkè
finora si era occupato della cosa soltanto dal punto di vista della
lontananza,senza calcolare affatto che c'era un'altra
possibilità...),Sunshine'86(Grazie x i complimenti!Sei sicura che il tuo pensiero sia rivolto
solo a quei "poveri" ragazzi ingiustamente interrotti e nn ci sia neanche un
filo di egoismo?Al era convinto che la sincerità, alla fine,lo avrebbe ripagato
e fortunatamente ha avuto ragione...Inoltre volevo informarti che presto ci
saranno molti momenti rilassati e "melensi",se cs possiamo chiamarli vista
l'affettuosità di Scorpius,fra i due,per la vostra gioia e anche x la mia che mi
diverto a scriverli;passando a Ron ed Herm,hai perfettamente ragione:è molto
difficile,per me ancora di + perchè i miei sn una delle mosche bianke che sn
insieme da 25 anni e quindi nn mi sn mai trovata in situazioni simili,xò cm al
solito cerco di fare del mio meglio e spero che vada tutto bene...),Manda(Benvenuta!Grazie x i
complimenti!Più che una tempesta direi che hanno attraversato una bufera,ma nn x
via di Draco,ma x colpa soltanto loro,del loro orgoglio e della loro
indecisione,ma a questo punto credo siano più forti e sicuri di quello che
vogliono nonostante la loro giovane età),JC(Nooo!!!Nn è vero,chiariamo subito
qst cosa!E' solo che qste interruzioni sn importanti x far andare avanti la
storia e migliorare la vita del personaggio,se cs si può dire...Tranquillo,anke
io sto dalla parte di Ron,ma resti fra noi),Angel_SG(Benvenuta!Tranquilla nn
preoccuparti,fallo solo qnd e se vuoi!Sono felice di essere riuscita ad
allontanarti dal pensiero degli esami,dello studio e dei compiti,x quei 10
minuti che servono x leggere il chap,e un pò la spinta che mi fa dare sempre il
meglio in qll che scrivo,anche se credo sempre di nn aver fatto niente di
chè...Anche io adoro "Queer as Folk",l'ho scoperto da poco ed è diventato in
breve il mio telefilm preferito ed ho intenzione di fare un piccolo tributo a
Brian Kinney nel sequel di qst storia),IRE'89(Grazie per i complimenti!Soprattutto x qll
sul dialogo fra Ron e Harry:ho passato tanti anni a fare da psicologa ai miei
amici,ad ascoltarli mentre parlavano dei loro problemi e forse sn riuscita
a fare buon uso di qlle chiacchierate,chi lo sa! Era ora che si dessero una
mossa!E' uno di quei classici casi in cui tutti hanno capito che 2 persone sn
attratte l'una dall'altra tranne i suddetti e ti viene anche da ridere qnd li
vedi insieme,qnd li vedi parlare cn noncuranza,quando invece è chiaro cm il sole
che vorrebbero saltarsi addosso!Poi arriva il momento in cui sei messo alle
strette e devi decidere se continuare a fingere o accettare la verità:ed è qll
che è successo qui,x fortuna!Penso che il comportamento di Scorpius sia dovuto
in parte al fatto di essere stato scoperto,all'essere messo di fronte al fatto
compiuto e all'inevitabile fine di quelle lezioni ormai inutili:sa che se nn
trova un altro motivo valido nn rivedrà molto
presto Al,ma lo spaventa la profondità dei suoi sentimenti x
Al).
Bene,x il momento è tutto,io vi
saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...
"Tempo di
vacanze"
Baci,Eva.
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Capitolo 36 *** Tempo di vacanze ***
tempo di vacanze
"This could be the first day of my life. The first time to really
feel alive The first time to break the chain The first time to walk away
from pain..."
Di solito era sempre
Rebecca che veniva nel suo dormitorio. Entrambi erano d'accordo sul fatto che
il letto del ragazzo fosse più comodo e per qualche ragione più largo,ed inoltre
era vicino alla finestra,e per questo era il primo ad essere colpito dalla luce
del sole,quando faceva giorno. Per i suoi compagni di stanza era ormai
diventato naturale risvegliarsi la mattina e trovare Rebecca che sgattaiolava
fuori dalla stanza con indosso la vestaglia,i vestiti appallottolati fra le mani
o,durante i fine settimana,vedere le coperte tirate del baldacchino di Ronald
fino a tardi. Si contavano sulla punta di una mano le volte che Ronald aveva
dormito con lei nel dormitorio femminile:Rebecca aveva sempre evitato
principalmente per motivi di gelosia. -Se tu sapessi i commenti che sono
costretta ad ascoltare...-gli aveva detto una volta,facendolo sorridere
divertito ed orgoglioso allo stesso tempo. Un altro motivo per cui la ragazza
cercava di tenerlo il più possibile lontano da lì era per evitare che Ronald
cogliesse i discorsi fra le ragazze del dormitorio,soprattutto quelli sui loro
attuali interessi sentimentali;conoscendolo,Rebecca sapeva che nel giro di pochi
minuti tutti ad Hogwarts avrebbero saputo di quelle chiacchiere stupide,fatte
tanto per divertimento,compresi i diretti interessati. Ma nonostante
questo,Ronald aveva inventato un suo speciale modo di bussare alla porta del
dormitorio per avvertire le ragazze che sarebbe entrato di li a poco,dando loro
così la possibilità di rivestirsi,anche se in tutti i mesi che aveva frequentato
Rebecca non aveva mai visto una ragazza in accappatoio o in biancheria
intima,come invece aveva visto succedere tante volte nei film. Ormai aveva
perso le speranze che potesse succedere realmente... Quel giorno aveva
appuntamento con Rebecca per trascorrere il pomeriggio in riva al Lago,
godendosi una delle poche giornate di vero sole che l'Inghilterra
aveva. L'anno scolastico era ormai finito e di lì a due giorni sarebbero
tornati a casa. Nonostante la situazione fosse più rilassata delle settimane
precedenti,la tensione era ancora alta dopo lo "scandalo" che ancora una volta
aveva visto protagonista uno dei Potter e Ronald non vedeva l'ora di lasciarsi
alle spalle l'aria tesa e la sensazione che tutto potesse precipitare da un
momento all'altro. Avevano davvero bisogno di un periodo di vacanza...Tutti
loro. Da quando tutta Hogarts aveva saputo della storia fra Albus e Scorpius
non c'era stato un attimo di respiro:le battute scontate all'indirizzo dei due
ragazzi si erano sprecate e molte volte entrando in una stanza Ronald aveva
visto cessare la conversazione all'improvviso,segno che i presenti stavano
parlando di qualcosa che lui non avrebbe mai approvato. Fortunatamente i due
interessati l'avevano presa bene,per quanto si potesse accettare positivamente
una situazione del genere e anche loro erano concentrati sulle prossime
vacanze,certi che al loro ritorno ad Hogwarts a settembre non sarebbero più
stati l'argomento di conversazione preferito delle quattro Case,soppiantati da
un nuovo scoop estivo. Ronald si fermò davanti alla porta del dormitorio e
sorridendo affabile a Kathy,una compagna di stanza di Rebecca,bussò due volte
sulla porta di legno per poi bussare una terza volta dopo un breve
intervallo. Aprì la porta con lo stesso sorriso affabile che aveva riservato
per Kathy,ma quando vide la persona che era insieme a Rebecca,questo sparì
all'istante,tramutato in un'espressione seria e preoccupata. -Ronnie!-lo
salutò Rebecca,facendogli un gesto perchè si unisse a loro. Con passo lento e
stranamente pesante,Ronald si avvicinò a lei,lanciando un'occhiata all'uomo dai
capelli castani e con la tunica verde scuro che le era accanto. -Professor
Paciock-lo salutò con un cenno della testa ed il giusto timore nella
voce. Fin dall'inizio della loro relazione,Ronald aveva sempre avuto ben
chiara la posizione occupata dal padre di Rebecca:la presenza fissa del padre ad
Hogwarts aveva sempre rappresentato per lui un freno ed un monito a comportarsi
bene e a non lasciarsi troppo andare. Forse era solo una sua paranoia,ma era
certo che l'uomo sapesse tutto di lui,e che aveva svolto le sue ricerche su di
lui quando era iniziata la sua storia con Rebecca per sapere qualcosa di più sul
ragazzo che stava con sua figlia. Se quelle supposizioni si fossero rivelate
vere,Ronald non ci avrebbe visto nulla di male:in qualche modo doveva pur
proteggere le proprie figlie,no? Però,a beneficio del professore doveva
ammettere che mai,in tutti quei mesi,si era comportato in maniera diversa con
lui,sia in senso positivo che negativo,soltanto perchè era il ragazzo di sua
figlia. -Ronald vieni,stavamo giusto parlando di te-disse l'uomo con voce
chiara,ma serena. Lui cercò di non farsi prendere dal panico per quelle
parole e si limitò a ricambiare il suo sguardo, confortato dal braccio di
Rebecca che era stretto attorno al suo. -Stavo appunto chiedendo a Becca se
ti piace il campeggio-gli disse l'uomo in tono affabile. Ronald,leggermente
sorpreso da quelle parole,inarcò un sorpacciglio. -Il campeggio?Sinceramente
non so risponderle professore. Non ho ci sono mai stato..-gli
confessò. -Davvero?Ah allora bisogna rimediare!-esclamò il
professore,voltando per qualche istante le spalle ai due ragazzi. In quel
piccolo lasso di tempo,Ronald si voltò verso Rebecca e le lanciò uno sguardo per
chiederle maggiori spiegazioni ma lei si limitò a sorridergli serena in
risposta. -Sai io e mia moglie avevamo pensato di ricambiare la gentilezza
che i tuoi genitori hanno mostrato più volte nei confronti di
Rebecca,invitandola sia per il Capodanno che per la Pasqua...- disse Neville
voltandosi di nuovo verso i due giovani. -Per loro non è stato affatto un
disturbo...-si affrettò a dire Ronald. -Immaginavo l'avresti detto,e questo
non fa che confermare la nostra decisione-disse il professore. Un brivido
freddo scese lungo la schiena di Ronald,portandolo a preoccuparsi per quelle
parole sibilline,anche se era chiaro che aveva nessun motivo visto il sorriso
affabile che ancora incorniciava il volto dell'uomo. -Tutti gli anni,la
nostra famiglia si concede due settimane di campeggio nel Lake District. Che
ne dici di unirti a noi?- Sul viso di Ronald si disegnò un espressione
sorpresa che lo fece ammutolire per qualche istante. -Naturalmente se non
vuoi non devi sentirti obbligato...-si affrettò ad aggiungere l'uomo notando il
suo smarrimento. Ronald scosse la testa,preoccupato che quel silenzio
prolungato portasse il professore a ritirare il suo invito,e si schiarì la
gola. -No,affatto,sarei felicissimo di unirmi a voi-si affrettò a
dire. Neville sorrise sollevato e annuì,posandogli la mano destra sul braccio
lasciato libero dalla presa di Rebecca. -Molto bene allora. Oggi stesso
spediremo un gufo ai tuoi genitori per parlarne anche a loro ed essere sicuri
che non abbiano problemi a lasciarti venire con noi- Sarà meglio per
loro,pensò Ronald continuando a sorridere affabile all'uomo. -Ok,ora sarà
meglio che vada...Devo ancora finire sistemare alcune cose prima della
partenza-disse poi. Tese una mano a Ronald e il ragazzo la strinse senza
nessuna esitazione,poi si avvicinò alla figlia per darle un bacio su una guancia
ed infine si voltò e si avviò alla porta,richiudendola presto dietro di
sè. La porta non si era ancora chiusa del tutto dietro la figura del
professor Paciock,che Rebecca gli aveva già gettato le braccia al collo;Ronald
voltò la testa verso di lei ed ebbe soltanto pochi attimi prima che un bacio
sonoro venisse schioccato sulle sue labbra. -A che devo tanta felicità?-la
prese in giro lui,allacciandole un braccio in vita. -Non hai idea quanto sia
sollevata!Credevo sarebbe stato più difficile quest'incontro con mio
padre...-gli confessò. -Ti aspettavi un duello all'ultimo sangue?-ridacchiò
Ronald cercando di mostrarsi spavaldo, negando il timore che aveva colto anche
lui fino a pochi minuti prima. Rebecca alzò le spalle. -Qualcosa del
genere-aveva ribattuto lei sullo stesso tono. Il suo volto si era poi fatto
serio e lo aveva guardato attenta per qualche istante prima di parlare di
nuovo. -Sei sicuro di voler venire?-gli aveva chiesto. -Certo che
voglio,che domande fai!Come potrei togliere a Rachel il piacere della mia
compagnia?- aveva aggiunto facendo ridere la ragazza. -Già,voglio proprio
esserci quando papà le darà la notizia...-commentò Rebecca. -Ricordati di
scattare una foto!- Lei rise di nuovo,nascondendo il viso nel suo
petto,mentre Ronald la stringeva di più contro di sè aumentando la stretta
attorno alla vita. -Che ne dici di raggiungere gli altri al Lago?-le chiese
abbassando lo sguardo per incontrare il suo sguardo. Lei sospirò e l'attimo
dopo alzò leggermente la testa per dargli un bacio accennato,ma che divenne più
profondo quando Ronald riuscì a trattenere le labbra di lei sulle sue. Forse
c'erano altre coppie che avevano la stessa sintonia,che dopo i primi mesi
riuscivano a tenere viva la passione,ma Ronald era certo che nessun'altro
provasse le stesse sensazioni che lui sentiva quando era con Rebecca. Non era
solo eccitazione e passione,era una sensazione di appartenenza,come se tutto
fosse stato deciso e sistemato perchè loro due si incontrassero. Ed era
sicuro che anche per Rebecca era lo stesso. -Sì forse è meglio...-disse poi
Rebecca staccandosi da lui e prendendolo per mano-Inoltre l'alternativa è
passare un'altra noiosa giornata con te-lo punzecchiò
lei,sorridendogli.
Nella stanza era sceso
il silenzio più assordante,simile a quello che si avverte dopo un colpo di
pistola o una grande esplosione. Il silenzio dell'immobilità dell'attesa del
prossimo colpo,possibilmente quello mortale che metta fine alle proprie
sofferenze. Era quella la sensazione che pervase l'animo di Luke non appena
Mandy ebbe finito di annunciargli la sua "grande notizia". Nonostante avesse
visto con i propri occhi il legame che c'era fra lui e Alice,avesse constatato
la profondità dei loro sentimenti,la flebile speranza di Luke che questo
bastasse per farla desistere dal suo proposito si era miseramente infranta non
appena Alice era partita di nuovo per Seattle. -Lontano dagli occhi,lontano
dal cuore...Non è così che dicono i babbani?-gli aveva chiesto, tornando ad
aggrapparsi al suo braccio come faceva sempre,e sorridendogli in quel suo modo
fastidioso. Quello che lo aveva aiutato a resistere alle domande fastidiose
di Mandy,ai suoi atteggiamenti lascivi ed il più delle volte volgari era stato
soprattutto il pensiero che di lì a qualche settimana le loro strade si
sarebbero separate per due mesi,grazie alle vacanze estive:magari in quei mesi
sarebbe anche riuscito a far cambiare idea ai suoi genitori,a far capire loro
che Mandy non era la persona adatta a lui. Ma,proprio in quel momento,anche
quella speranza si era infranta e in quel silenzio roboante,Luke continuava a
chiedersi come aveva potuto aggrapparsi a quella idea così stupida. -Stai
bene tesoro?-gli domandò Mandy spezzando il silenzio ovattato. -Non chiamarmi
tesoro!-l'ammonì lui con un filo di voce. Per nulla impressionata dal suo
tono di voce,la ragazza sbuffò e si mosse per avvicinarsi a lui,ma quando la
vide sederglisi accanto Luke scattò in piedi,voltandole le spalle. -La smetti
di fare il melodrammatico?Non è niente di così terribile!-ribattè
Mandy. -Dovrò averti intorno anche per i mesi estivi e mi vieni a dire che
non c'è niente di terribile?No,forse hai ragione...Questa è una
catastrofe!-esplose Luke continuando a voltarle le spalle. -Oh,io non la
vedrei così!Ascolta tes...caro,perchè non cerchi di vedere il lato positivo
della cosa?- Luke si voltò e la fissò con aria sospettosa sul volto:cos'altro
si era inventata quella vipera? Ancora una volta si chiese cosa accidenti era
passato per la testa dei suoi genitori quando avevano acconsentito ad ospitare
Mandy per i mesi estivi nella loro tenuta di campagna:era una mossa strategica
per fare in modo che stessero più tempo insieme?Perchè lui si dimenticasse di
Alice? Sicuramente doveva essere così! -Spiegami quale sarebbe questo lato
positivo-le disse con gli occhi che lanciavano fiamme. Mandy gli rivolse un
sorriso affabile ed accavallò le gambe. -Beh vista la posizione isolata della
tua villa potremmo girare tranquillamente sulle scope senza aver paura di essere
visti da nessun babbano,potremmo prendere il sole a bordo piscina nudi e fare
grandi party! Ma soprattutto avremmo tanto tempo per noi due...Non è
fantastico?-elencò la ragazza. -Come un infarto!-rispose lui serio. Ancora
una volta Mandy sospirò scocciata. -Ok,che dobbiamo fare per liberarci da
questo favoloso programma?-le domandò seccato. -Niente...Non abbiamo
possibilità di scelta:così è stato deciso e così sarà-rispose Mandy in tono
fatalista. Un sorriso ironico apparve sulle labbra di Luke. -Questo è
davvero assurdo:non c'è niente di immutabile. Basterebbe che tu dicessi loro
che non vuoi passare due mesi in mia compagnia,o ancora meglio se dicessi che mi
odi e che vorresti che sparissi dalla faccia dalla Terra-disse continuando sulla
stessa nota ironica. Mandy annuì,con aria pensierosa,prima di fare un mugugno
leggero. -Già sarebbe una possibilità...peccato che non voglia
farlo- -Andiamo non preferiresti passare questi mesi con tua madre?Non la
vedi da mesi!-le chiese ancora lui,cercando disperatamente un appiglio a cui
aggrapparsi per uscire da quell'incubo. -Sì certo,e magari conoscere il suo
sesto marito!Sai che divertimento...-commentò acida la ragazza. Luke sospirò
rumorosamente e si portò una mano alla fronte stropicciandola per qualche
istante, prima di rialzare lo sguardo su Mandy che non aveva smesso un'attimo di
fissarlo. -Forse hai dimenticato un piccolo particolare,ma io...-disse Luke
come ultima spiaggia. -Tu sei fidanzato!Come potrei dimenticarlo?Ormai lo
sanno anche i muri!-sbottò la ragazza infastidita. Luke la fissò mentre si
alzava in piedi e muoveva un paio di passi verso di lui,restando però a
distanza,lo sguardo arrabbiato che si rifletteva nel suo. -Ma si da il caso
che sia la ragazza sbagliata,quella che nessuno accetterà mai,neanche fra dieci
o vent'anni!Perciò mettiti il cuore in pace e comincia ad abituarti alla mia
presenza,perchè nonostante le tue speranze e i tuoi desideri,presto sarò io la
tua fidanzata-gli disse con voce ferma e seria. Gli voltò le spalle per pochi
secondi,il tempo necessario per avvicinarsi alla porta e solo quando ebbe
stretto la maniglia nella mano destra tornò a voltarsi verso di lui. -Quindi
cerca di mostrarmi un pò più di rispetto,se proprio non riesci a fingere
quell'amore che vai tanto sbandierando ai quattro venti!-gli disse con la stessa
voce affilata. L'attimo dopo era sparita,richiudendosi la porta alle
spalle,lasciandolo di nuovo solo con quel silenzio
assordante.
-Quando partirete?- Non era la prima volta che le
dava una mano a fare i bagagli:da disordinata cronica qual'era,Rose aveva sempre
avuto bisogno di aiuto per preparare il baule quando la fine della scuola si
stava avvicinando. Fosse stato per lei avrebbe portato a casa anche le cose
più insignificanti,come le bustine di zucchero che aveva preso nel bar la prima
volta che lei e James erano usciti insieme per il loro primo appuntamento come
coppia. Per questo aveva bisogno di qualcuno che frenasse i suoi istinti e la
consigliasse su cosa lasciare ad Hogwarts,cosa buttare,e cosa infilare nel
baule. Quell'anno però c'era una strana sensazione in quei gesti
soliti,abituali:diversamente dagli anni passati,questi due mesi sarebbe stato
più difficile superare la lontananza,convivere con il fatto che non avrebbero
potuto vedersi tutti i giorni,ogni giorno come avevano fatto per i passati sei
mesi. Ad aggravare le cose ci avevano pensato di genitori di Rose
che,seguendo il consiglio della loro terapista e con la palese speranza di
rincollare i cocci della loro famiglia,avevano deciso di intraprendere un
viaggio che ricordasse a tutti loro com'era vivere "in famiglia". -Non lo so
ancora...Ah,perchè mi sono lasciata convincere ad andare con loro?-chiese Rose
per la millesima volta,mentre infilava un maglione nel baule. James accennò
un sorriso e non rispose,ben sapendo che lei non aveva bisogno di una
risposta. Quando lo zio Ron e la zia Hermione avevano proposto a Rose e a
Hugo quel viaggio avevano chiarito fin dall'inizio che le cose fra loro erano
ben lontane dall'essere risolte,ma avevano aggiunto che,se davvero volevano
salvare quella famiglia,anche loro dovevano fare la propria parte e questo
significava smettere di ignorare Eliza. -Anche se non volete accettarlo o
addirittura pensare alla sola possibilità,Eliza fa parte di questa famiglia
esattamente come voi ed è per questo che non potete continuare ad
ignorarla. Non possiamo rimettere insieme i pezzi della nostra famiglia
perchè non siamo più quelle persone: troppe cose sono successe,voi siete
cresciuti,io e vostra madre siamo cambiati,c'è un nuovo membro a cui
pensare... E visto che non possiamo tornare indietro e mettere la testa sotto
la sabbia,dobbiamo andare avanti ed imparare a convivere con le novità-aveva
detto loro. Entrambi avevano accettato quel compromesso,anche se non erano
ancora del tutto d'accordo sulle parole del padre:da quando una famiglia
permetteva ad un figlio illegittimo di entrare a far parte della loro
vita? Di solito non venivano banditi e dimenticati da tutti? -Vorrei tanto
avere una buona scusa per evitare di tornare a casa...-disse Rose bloccandosi
improvvisamente al centro della stanza,una spazzola nella mano destra. James
alzò le spalle. -Se è questo che vuoi,basta dire ai miei e ai tuoi genitori
della nostra relazione:ci sono buone possibilità che ci caccino entrambi di
casa-scherzò lui. Rose accennò un sorriso e scosse la testa. -No,non
credo...Se i tuoi genitori non hanno cacciato Al perchè dovrebbero mandar via
te? Piuttosto ho paura che mio padre mi spedirebbe in un convento
babbano-fece lei lanciando la spazzola nel baule e avvicinandosi a James. Il
ragazzo rise divertito dall'immagine di Rose con l'abito monacale e allacciò un
braccio attorno alla vita della ragazza quando questa fu abbastanza
vicina. -Potresti sempre nasconderti nell'armadio nella mia stanza,credo che
a Ronnie non darebbe fastidio-le disse alzando lo sguardo per incontrare i suoi
occhi. Rose sorrise di nuovo e sospirò,prima di alzare una mano e affondare
le dita nei capelli corvini di James. -Sai l'altro giorno stavo pensando a
quello che mi hai detto l'altra volta su Ronnie,sul fatto che volevi dirgli di
noi-gli disse seguendo quel pensiero lontano. Jim annuì senza staccare lo
sguardo dal volto concentrato della ragazza,in attesa. -Forse hai ragione
tu,dovremmo provare a parlargli della nostra storia-gli disse poi portando di
nuovo lo sguardo nel suo. Il moro la guardò per qualche istante in silenzio
prima di avvicinare il viso al suo e darle un bacio lieve,a cui seguirono altri
due in cui Rose sentì tutto il sollievo che quella concessione portava con
sè:era un piccolo passo avanti,il primo gesto necessario per uscire
dall'ombra. Per smettere di nascondersi e dimostrare a tutti che la loro era
una storia importante... -Cosa ti ha fatto cambiare idea?-le domandò
poggiando la fronte contro quella di Rose. Lei alzò le spalle,accarezzandogli
la schiena con la mano destra. -Non lo so...E' solo che sono stufa dei
segreti-disse poi rincontrando il suo sguardo in quella distanza
ravvicinata. James annuì e le baciò la punta del naso. -Facciamo così:per
il momento possiamo anche aspettare,far passare questi due mesi senza ulteriori
problemi o sconvolgimenti,visto tutto quello che abbiamo passato in
quest'anno. A settembre,prima di tornare ad Hogwarts parleremo con Ronnie e
gli diremo tutto di noi-disse il ragazzo con voce seria. Rose lo guardò per
qualche istante incerta. -Sei sicuro di poter aspettare ancora?-gli domandò
lei,ricordando le parole che James le aveva detto durante quel famoso
litigio. Il moro annuì. -Mi basta sapere che tu lo avresti fatto-le disse
sincero. Del resto,se avevano aspettato tanto,che male c'era a mantenere il
segreto per un altro paio di mesi?
-E' perfetta-sentenziò Ginny dopo un'ultima occhiata
alla nuova tappezzeria della camera da letto. Harry seguì l'esempio della
moglie,osservando le pareti bianco guscio rinfrescate da poco il parquet mogano
che copriva il pavimento finendo con le tende arancio. -Mh...Io resto sempre
dello stesso parere-commentò poi portando lo sguardo sul volto della
moglie. Lei alzò gli occhi al cielo in un espressione insieme sconfortata e
ironica,mentre usciva dalla stanza per fermarsi nel corridoio. -Arredare
tutto con lo stile dei Serpeverde?No,grazie! E poi scusa,non credi che
dovremmo almeno tentare nel rendergli le cose più facili?Avere intorno
un'arredamento che gli ricorda ciò che ha perso non mi sembra la mossa
giusta-gli fece notare lei in tono pratico. Harry sospirò e si chiuse la
porta della camera alle spalle. -Raccontami di nuovo come mi hanno convinto a
farlo...- Ginny sorrise e gli allacciò un braccio attorno alla vita,muovendo
un passo verso di lui. -Non sono stati i ragazzi a farlo,sono stata
io-rispose la donna con voce serena. Harry sorrise e annuì
lentamente. -Ah...Ecco spiegato il mistero-scherzò. La moglie rise per poi
alzarsi sulle punte per posargli un bacio veloce sulle labbra. Quando si
staccarono,Ginny sciolse il loro abbraccio e si avviò verso le scale,diretta al
piano di sotto,seguita a pochi passi di distanza da Harry. In silenzio
attraversarono il corridoio che li conduceva alla cucina e,quasi seguendo uno
schema preciso,Harry si avvicinò al frigorifero per tirare fuori una bottiglia
di vino rosso,mentre Ginny prendeva i due bicchieri da una credenza accanto alla
porta. Si sedettero su due sgabelli dell'isola cucina e per qualche secondo
il silenzio fu rotto dal rumore del vino che veniva versato nei
calici. -Credi sia la scelta giusta?-domandò Ginny,ponendogli la domanda che
le girava in testa da quando avevano preso quella decisione. Harry restò
ancora qualche istante in silenzio,bagnandosi le labbra con il vino,prima di
poggiarlo sul piano di marmo e sospirare. -E' la scelta più umana. Dopo
quello che è successo non potevamo lasciare quel ragazzo alla deriva- La
scoperta dell'omossessualità di Albus li aveva lasciati spiazzati. Quando la
Preside McGranitt aveva raccontato loro cosa era successo nella Serra,per un
brevissimo istante,Harry si era chiesto che cosa avesse sbagliato nel rapporto
con suo figlio,ma quel pensiero era stato spazzato via dalla razionalità e dal
buonsenso. Nonostante quello che Draco Malfoy continuava a gridargli
contro,non c'era nulla di sbagliato in Albus...Si era semplicemente
innamorato. Il sentimento di smarrimento che aveva provato,e che poi aveva
scoperto essere comune anche in Ginny, era dovuto ai mesi di silenzio e al
segreto che Albus aveva tenuto con loro:i suoi fratelli sapevano tutto della sua
omosessualità,Lily addirittura era al corrente fin dal principio della storia
con Scorpius Malfoy,ma Albus non aveva mai sentito il bisogno di parlarne con
loro. Quanto ancora avrebbero dovuto aspettare se i ragazzi non fossero stati
scoperti da Draco? -Sai,devo ammettere che mi hai sorpreso...-gli disse Ginny
facendogli alzare lo sguardo sul suo volto. Harry strinse gli occhi senza
staccare lo sguardo da lei,in attesa che la donna spiegasse ciò che voleva
dire. -Sapevo che avresti affrontato questa situazione nel migliore dei
modi,ma non mi aspettavo una proposta simile da parte tua- Lui alzò le
spalle,cercando di schernirsi. -Era il minimo che potessi fare;l'idea di quel
ragazzo completamente solo mi ha ricordato un pò i primi anni della mia
infanzia,di quando vivevo qui con i miei zii...Il solo pensiero che qualcuno
potesse essere solo in quel modo mi ha fatto venire i brividi-le spiegò
serio. Quando Albus e Scorpius erano tornati nell'ufficio della
Preside,c'erano state le presentazioni ufficiali,se così si potevano definire,e
i due ragazzi avevano raccontato loro qualcosa della loro relazione,per
permettere a lui e a Ginny di capirci qualcosa di più in tutta quella
faccenda. Ma per tutto il tempo,mentre Ginny ascoltava con attenzione ciò che
suo figlio raccontava,Harry aveva osservato i due ragazzi notando il modo in cui
si erano seduti uno accanto all'altro,senza tenersi per mano o altri
atteggiamenti svenevoli,e di come un sorriso di Scorpius bastasse a sottolineare
o a dare maggiore enfasi alle parole di Albus. Osservandoli,Harry aveva quasi
dimenticato di trovarsi di fronte a due adolescenti,perchè nè Albus nè Scorpius
ne avevano i modi o le fattezze:se li avesse sentiti parlare distrattamente li
avrebbe potuti definire una coppia consolidata e adulta,quasi quanto lui e
Ginny. -Ancora non riesco a capacitarmi della crudeltà di Draco-commentò
Ginny prima di prendere un sorso dal proprio bicchiere. A quelle parole,Harry
si lasciò scappare un sorriso. -Hai forse dimenticato di chi stai
parlando?-le domandò poi in tono divertito-Il Re delle Serpi,l' uomo dal cuore
di ghiaccio?- -Ok,ma stiamo parlando di suo figlio!E quella donna poi,quella
Greengrass,permettergli di cancellare la presenza di Scorpius dalle loro vite
senza neanche provare a fargli cambiare idea,ma che razza di donna è?-si
infervorò lei. -Non tutti hanno uno spiccato senso materno come il
tuo,tesoro...Forse anche per lei le scelte di Scorpius sono un'errore,qualcosa
che va "contro natura"-ragionò l'uomo,giocherellando con il bicchiere. Ginny
scosse decisa la testa. -Non c'è niente che possa farti rinunciare ad un
figlio-decretò con voce ferma. Harry le sorrise affabile,sperando con quel
piccolo gesto di calmarla,e lasciò cadere l'argomento. -Io spero solo che
questa convivenza non sia troppo difficile-le disse esternando i suoi
pensieri. Gin lo fissò per qualche istante,incerta,e lui sospirò seccato dal
doverle dare altre spiegazioni. -Beh,ammetterai anche tu che non sarà una
convivenza facile:bisognerà mettere dei limiti,delle regole,specialmente per
quanto riguarda il loro rapporto- -Hai paura di coglierli in atteggiamenti
intimi?-lo prese in giro lei,nonostante avesse la sua stessa paura. -Più che
altro ho il terrore di dover rispondere alle domande di Emy sul perchè Al e
Scorpius stessero lottando senza vestiti-rispose lui con lo stesso
tono. Ginny sorrise per un brevissimo attimo prima di annuire. -Hai
ragione,forse sarà meglio mettere dei limiti...Che ne dici di "niente sesso se
c'è qualcuno in casa"?-gli domandò. -Allora vista l'affluenza di persone in
questa casa quella relazione sarà in bianco-commentò Harry. Ginny rise prima
di sporgersi verso di lui e poggiare la mano su quella del marito. -Scherzi a
parte,lo sai che sono molto fiera di te?-gli chiese,di nuovo con tono
serio. Harry la fissò per qualche istante negli occhi,trovandoli sinceri e di
nuovo innamorati come un tempo. C'era voluto un pò,ma alla fine era riuscito
a farsi perdonare per i suoi errori... -Davvero?- Ginny annuì. -Beh,era
ora di recuperare qualcuno dei punti persi-tentò di scherzare. -Ah posso
assicurarti che ci sei riuscito ampiamente;potresti addirittura vincere il
premio come "miglior padre dell'anno"- Harry affondò i denti nel labbro
inferiore e si alzò in piedi,muovendosi verso di lei. -Ti sei accorta che in
questo momento siamo soli?-le domandò poi con un sorriso malizioso sulle
labbra. Con lo sguardo divertito di Ginny fisso su di sè,le si fermò di
fronte,lasciando che le braccia della donna gli circondassero il collo. -Mr
Potter,le sue parole dovrebbero aiutarmi ad intuire qualcosa?-
-Posso mettere nel baule anche la mia attrezzatura da
palestra oppure non entrerà nella stanza?- Gli aveva fatto quella domanda
altre mille volte e ormai aveva anche smesso di rispondergli, convinto che fosse
solo un modo per stuzzicarlo e prenderlo un pò in giro. Aveva iniziato con il
chiedergli se doveva portare il suo phon,per non dover litigare con gli altri
per quello che già avevano in casa;poi gli aveva domandato se la mensola avrebbe
retto il peso di qualche libro supplementare o se doveva limitarsi a quelli
scolastici,andando avanti con mille altre domande futuli. I loro bauli erano
già pronti,in attesa di essere caricati l'indomani mattina sull'Espresso che li
avrebbe riportati a casa,quindi Albus sapeva che c'erano due motivi per cui
Scorpius gli stava ponendo quelle domande:farlo arrabbiare o prenderlo in
giro. Ma era quasi sicuro che fosse la seconda. -No,la lasceremo
arrugginire in cortile...Ma che domande fai?E poi scusa,attrezzatura da
palestra?Non sapevo ne avessi una-disse contravvenendo al suo
proposito,voltandosi a guardarlo. -Dovrò pur mantenermi in allenamento in
qualche modo quest'estate-ribattè l'altro. Albus lo fissò prima che un
sorriso malizioso gli tendesse le labbra,mentre si avvicinava al
biondo. -Quindi questi attrezzi sarebbero un sostituto del sesso che faresti
con me?-gli domandò facendo scivolare un dito sul torace di Scorpius,coperto
soltanto da una t-shirt arancione. Quel sorriso unico che Al amava apparve
prontamente sul volto di Scorpius,prima che questi alzasse le spalle. -E'
così che ti piace vederla?-gli domandò evitando di rispondere. Il moro
sospirò e tornò a voltarsi,deciso a lasciar cadere l'argomento,diretto verso il
letto che occupava gran parte della stanza. Erano tornati alla Stamberga,in
quella stanza che era soltanto loro,ed entrambi avevano avuto la sensazione di
essere ritornati a casa. Non aveva fatto che un paio di passi,quando sentì
due braccia stringersi attorno alla sua vita e il torace del biondo premere
contro la propria schiena. Si fermò e sorrise,lasciando andare all'indietro
la testa fino a toccare la spalla sinistra. -Sai che stavo pensando?-gli
domandò Scorpius con voce leggermente più bassa. Lui mosse la testa sulla sua
spalla per incontrare gli occhi grigi del ragazzo e sorrise nello stesso istante
in cui i loro occhi si incontrarono:glielo si leggeva in faccia cosa stava
pensando. E,come se quello non bastasse,la mano destra di Scorpius aveva
preso a scendere verso il basso, fermandosi prima sulla sua cintura e poi
coprendo completamente il cavallo dei suoi jeans. -Credo sia la stessa cosa a
cui stavo pensando io...-rispose Al,passandosi la punta della lingua sul labbro
inferiore. Le labbra di Scorpius si posarono sul suo collo,delicate,quasi
volessero distrarlo mentre la sua mano continuava a trafficare con la cintura e
i bottoni dei suoi jeans. Al si incarcò contro di lui,spingendo le natiche
contro il basso ventre del biondo facendo salire una mano verso il collo finchè
le sue dita non affondarono nei capelli morbidi e guidarono il viso di Scorpius
verso il suo per far incontrare le loro bocche. Si lasciarono andare alla
passione,muovendosi a scatti verso il letto,che li accolse con un lamento
prolungato delle molle arrugginite,quasi incapaci di separarsi l'uno
dall'altro,desiderosi di maggiori attenzioni,di sempre più piacere e
passione. Sapevano quali gesti fare,quale parte del corpo stimolare per far
gemere l'altro,dedicando lo stesso del tempo alla scoperta di nuove zone
erogenee. E quando finalmente l'orgasmo li liberò da quella tensione,si
sentirono ancora una volta uno il completamento dell'altro. Scorpius si
lasciò cadere dalla sua parte del letto,il petto che si muoveva su e giù
freneticamente per seguire il ritmo della sua respirazione affannata. Al,gli
occhi chiusi come al solito,cercava di prendere dei respiri profondi che lo
aiutassero a recuperare fiato il più velocemente possibile,il corpo ancora
attraversato da brividi d'eccitazione. Si lasciò andare ad un sospiro
e,continuando a tenere gli occhi chiusi,si sistemò su un fianco e si mosse nel
letto finchè non arrivò a poggiare la testa sulla spalla sinistra di Scorpius
che sollevò quello stesso braccio per cingergli le spalle in modo che la sua
testa scivolasse sul torace. C'erano tante cose che Al rimpiangeva,tante cose
che con la giusta moderazione sarebbero potute andare diversamente,ma l'unica
cosa di cui non si pentiva era di essere lì,in quella stanza con
Scorpius. Niente gli sembrava più giusto...Niente era più vero. Se pensava
a tutto quello che avevano dovuto affrontare,al male che si erano fatti a
vicenda,si rendeva conto che tutto era servito per permettere ad entrambi di
essere pienamente consapevoli dei loro sentimenti e della loro
relazione. Anche se,involontariamente,avevano ferito altre persone...Come
Emmett. Forse nei suoi confronti si era comportato ancora più male:aveva
accettato di essere il suo ragazzo nonostante sapesse bene di essere ancora
innamorato di Scorpius,lo aveva fatto sperare in un possibile futuro insieme
quando sapeva benissimo che non ce ne sarebbe mai stato uno. Al suo posto si
sarebbe odiato per tutta la vita! Gli aveva detto addio alla fine di quella
assurda giornata in cui la sua vita e quella di Scorpius erano cambiate
radicalmente. Inizialmente il Serpeverde era stato restio all'idea che lui lo
lasciasse per tornare da Emmett, anche solo per dirgli addio e spiegarli come
stavano le cose,ma alla fine aveva acconsentito. -Tanto so che tornerai da
me-gli aveva detto dopo avergli dato un bacio letteralmente
mozzafiato. Neanche avesse avuto sentore di quello che lo aspettava,aveva
trovato Emmett davanti al ritratto della Signora Grassa. -Ciao-lo aveva
salutato,improvvisamente timido. Il Corvonero lo aveva fissato per un lungo
istante in silenzio,uno strano sguardo negli occhi. -Accidenti,ti ha davvero
conciato per le feste...Che bastardo!-aveva commentato poi. Al aveva alzato
le spalle. -Sono più brutti di quanto sono in realtà;in meno di una settimana
spariranno del tutto-gli aveva detto. La fronte di Emmett si era corrugata
prima che un sorriso ironico nascesse sulle sue labbra. -E allora?A me
dispiace solo che il professor Malfoy sia arrivato prima...-aveva
spiegato. Quelle parole avevano chiarito lo stato d'animo di Emmett senza
dubbi ulteriori:se non ci avesse pensato il padre di Scorpius,era pronto lui a
riempirlo di botte per quello che era successo. Aveva sospirato
sconsolato. -Emmett,mi dispiace tanto,credimi...- -No,non è vero. Tu
non vedevi l'ora di tornare da lui,nonostante tutto quello che ti ha detto ed il
modo in cui ti ha trattato. Ti ha usato finchè gli sei stato utile eppure non
hai smesso un attimo di amarlo-lo aveva bloccato il Corvonero,deciso a non
nascondersi dietro quelle false verità. Al era rimasto qualche istante in
silenzio prima di annuire. -E' vero,hai perfettamente ragione. Nonostante
tutti i suoi difetti e le sue pose da super-uomo,non sono riuscito a
dimenticarmi di lui, anche se credimi ci ho provato con tutto me stesso...Ero
certo che con un pò di impegno sarei riuscito a...- -Ad innamorarti di
me?-gli aveva chiesto l'altro finendo la frase al posto suo. Albus aveva
annuito ancora una volta. -E' davvero un pensiero gentile da parte tua-aveva
commentato Emmett chiaramente risentito. Al aveva abbassato lo sguardo per
allontanarsi da quello sguardo risentito che non voleva allontanarsi dal suo
volto. -Che farai quando lui ti darà il benservito un'altra volta?- -Non
lo farà-aveva ribattuto scuotendo la testa. Una risata divertita e amara allo
stesso tempo gli aveva fatto rialzare lo sguardo sul suo volto. -E' questo
che ti racconterai per tutto il tempo in cui starete insieme? Quando lo
vedrai insofferente alle relazioni a due,alla fedeltà di un rapporto
esclusivo? Ti racconterai ancora questa favola quando lo beccherai con un
altro?-gli aveva chiesto cinico. -Non succederà!-aveva ripetuto con veemenza
Albus,lo sguardo ora pieno di rabbia. Emmett aveva fissato i suoi occhi per
qualche istante prima di tirare un respiro profondo. -Succederà Al...Ma
contrariamente a questa volta,non ci sarà nessuno disposto a
consolarti- Quelle parole continuavano ad assillarlo da settimane,nonostante
il rapporto con Scorpius fosse perfetto,quasi idilliaco. -A che stai
pensando?- Al aprì gli occhi e sospirò:se gli avesse parlato dei suoi
dubbi,il ragazzo gli avrebbe dato dell'idiota,e forse avrebbe anche avuto
ragione. Era meglio mantere il silenzio su quella
conversazione... -Pensavo che non mi va di lasciarti da solo per due
mesi-mentì alzando leggermente la testa verso di lui. Un ghigno divertito
apparve sul volto del Serpeverde. -Hai paura che possa impazzire per
l'astinenza?-gli domandò scherzoso. Al rise e annuì
distrattamente. -Già,niente sesso nè magia rendono Scorpius matto...-disse
sistemandosi su un fianco e poggiando una mano sul suo torace. Il biondo
sistemò il cuscino sotto la sua testa e si voltò a guardarlo,con lo stesso
sorriso ironico che ancora gli aleggiava sulle labbra. -Per fortuna esiste il
sesso telefonico-commentò poi guadagnandosi un'occhiata scandalizzata da parte
del compagno. -Ma come ti viene in mente?- -Povera anima
innocente...Credevi davvero che ti avrei permesso di lasciarmi a secco per i
prossimi due mesi?-gli chiese guardandolo con occhi divertiti. -Posso
ricordarti che per i prossimi due mesi sarai ospite dei miei nonni?-gli fece
notare l'altro. -E allora?- -Forse non è il caso di farsi beccare a fare
sesso telefonico!-ribattè ancora il moro. Scorpius sospirò e scosse la
testa. -Sei davvero un'anima candida...Ripetimi un pò perchè sto con te?-lo
punzecchiò. Al,indispettito fece per tirargli il cuscino ma,con un movimento
quasi fulmineo,Scorpius scansò il "proiettile" e si lanciò contro di
lui,coprendogli il torace con il proprio e bloccandogli entrambi i polsi con le
mani,il viso ad una minima distanza dal suo. -Devi lavorare un pò sui
riflessi Potter...-lo prese in giro fissando il suo sguardo. Al lo fulminò
con lo sguardo facendolo ridere. Quando le sue risate smisero di eccheggiare
nella stanza,Scorpius sporse il viso verso quello di Albus,riducendo al minimo
la distanza fra le loro labbra. -Se ti dicessi che ho bisogno di queste
telefonate,tu la smetteresti di rompere?-gli domandò. -Credo anche di sapere
perchè ne hai bisogno...-commentò Al,cercando di liberarsi dalla sua
stretta. Con sua grande sorpresa,Scorpius scosse la testa. -Sì,certo anche
per il sesso...ma non è solo per quello- Il moro aggrottò la fronte,mentre un
pensiero si faceva largo nella sua mente portandolo a sorridere. -Stai forse
cercando di dirmi che in questi mesi sentirai la mia mancanza?-gli domandò in
tono casuale. L'altro alzò le spalle. -Se vogliamo metterla così...- Al
rise incredulo,prima di avvicinare le labbra alle sue e posarvi un bacio
sonoro. -Dimmelo!-gli ordinò. -Oh andiamo,non mi cadere nel sentimentale
adesso-lo rimproverò il Serpeverde. -Dai che ti costa?Siamo soltanto noi
due,e ti giuro che nessuno saprà che ti sei lasciato andare al
romanticismo-scherzò Al senza staccare lo sguardo dal suo. Scorpius
sospirò,allontanando per qualche secondo lo sguardo da quello di Al. -Ok,hai
ragione tu...Mi mancherai-ammise tornando ad affondare lo sguardo nel
suo. Ascoltando quelle parole,Albus decise che non gli importava se avrebbe
dovuto aspettare anni prima di sentirsi dire "ti amo" da Scorpius,o se avrebbe
dovuto passare il resto della sua vita a conquistarsi ogni piccola dimostrazione
d'affetto da parte del ragazzo. Non aveva importanza. Perchè gli bastava
guardare i suoi occhi grigi,così misteriosi ed imperscrutabili,per capire che
non avrebbe mai trovato un amore grande quanto quello di Scorpius.
L'Espresso era arrivato a destinazione,le prime porte
iniziavano già ad aprirsi ed i ragazzi,desiderosi di gettarsi a capofitto nelle
vacanze estive scendevano sulla banchina saltando l'ultimo gradino della
scaletta. I fratelli Potter,con bauli al seguito,scesero sulla banchina e si
guardarono intorno per cogliere il nutrito gruppo d'accoglienza che sicuramente
era in attesa alla fine del binario. Con loro,come sempre,c'erano Rose ed
Hugo,questa volta più restii a staccarsi dall'Espresso e andare incontro ai loro
genitori,Rose che come al solito non riusciva a concludere il saluto a
Ronald,facendo arrabbiare ancora di più la sorella,desiderosa di avvicinarsi
alla madre e tornare a casa, che la guardava ad un vagone di distanza. Per
evitare scene lacrimevoli,Daniel e Lily si erano salutati mentre erano ancora
sull'Espresso,in modo che lui potesse andare subito incontro al padre che,per la
prima volta in sei anni era venuto a prenderlo. Ed infine c'era
Scorpius,nervoso per tutte le novità che avrebbe dovuto affrontare da quel
momento in poi,anche se cercava di nasconderlo. -Siamo tutti pronti?-domandò
James guardando gli altri. Tutti fecero un cenno d'assenso e insieme,quasi
fossero un entità unica,si mossero verso la fine del binario,pronti anche loro a
gettarsi nelle vacanze estive. Un'estate che non avrebbero mai
dimenticato...
Salve a
tutti!!!!
Finalmente ce l'abbiamo fatta!Nel prossimo capitolo ritorniamo al
presente,dite la verità,mi avete odiato x avervi fatto aspettare
tanto,eh?
Cmq
sappiate che nn ve ne pentirete x essere stati così pazienti e che,anche se nn
si scoprirà subito della storia fra Jim e Rose,nn vi
annoierete.
In fondo
dobbiamo sistemare anche le altre coppie prima della
fine,no?
Vorrei
ringraziare tutti coloro che si sono offerti di ospitare Scorpius,visto che ora
è senza casa,ma fortunatamente ha trovato subito un'altra
sistemazione.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e
chiedo scusa x eventuali errori di battitura o di
ortografia.
La frase
all'inizio del capitolo è tratta da "First day of my
life" di Mel C.
E ora i
ringraziamenti:Kikka'15(Benvenuta!E grazie x i complimenti!La storia fra Ron ed Herm è
forse la + complicata di tt la fiction,speriamo che nn si ammazino a vicenda
durante le vacanze!),Sweey(Draco ha avuto una reazione tipica,quella che ci si aspettava da
lui,senza deludere le aspettative ed anche lo sfogo di rabbia che ha avuto
contro Al faceva parte di un ragionamento logico,almeno x come la vedeva
lui),Scatty(Ti
capisco,credimi!Fosse x me andrebbero bene tutti e due,ma se dovessi scegliere
sotto tortura preferirei un ragazzo come Al...),Luthien241(Anche io!!!Sarebbe stato
terribile se sia Draco che Harry decidessero di disconoscere i propri figli solo
xchè innamorati di qlcn che per loro nn era "degno";inoltre Harry aveva da farsi
perdonare già molti errori,quindi era meglio fargli adottare la linea morbida
qst volta...),Manda(Come
vedi avevi indovinato i sentimenti di Harry e Ginny...Questa volta nn so
davvero dirti dove fosse quel benedetto ragazzo,ero troppo concentrata su quello
che stava succedendo nella Serra),Sunshine'86(Infatti il gesto di Draco
nn resterà impunito;la preside nn può permettersi di far finta di niente:anche
considerando le attenuanti del caso,Draco merita una punizione...Nn si dice
sempre che le cose migliori sn quelle che ci conquistiamo cn
fatica?),BlackFra'92(Benvenuta!GRazie x i complimenti!Per sapere come andrà a finire
fra Herm e Ron ci vorrà un pò,ma spero nn ti annoierai nel
frattempo),Angel_SG(Grazie
x i complimenti!Sono felice di aver contribuito a migliorare la tua brutta
giornata,e capisco perfettamente l'amore verso Al e Scorpius:è lo stesso che
provo io mentre scrivo di loro.P.S.Brian e Justin forever!!!Hai letto la fiction
che ho scritto su di loro nella sezione di "Queer as folk"?),IRE'89(Va meglio ora?Se ti faccio qst
effetto è meglio che cambio genere,nn vorrei mica prendermi la colpa se ti
succede qualcosa;La separazione fra Lily e Daniel sarà breve e poi quei due,dal
mio punto di vista,sn indistruttibili ormai,nn c'è + niente che li può
fermare...Certe volte la vita cambia in un attimo,ed il povero Scorpius lo ha
provato sulla sua pelle,ma chissà che qst cambiamento nn sia per il meglio?Una
nuova famiglia,una nuova casa,un vero amore:in fin dei conti è un'ulteriore
prova d'amore x i due,ma dopo tutto quello che hanno già passato sarà una
bazzecola!Lo vedi che hai imparato a conoscermi?Se tu avessi solo idea di quello
che ho in mente per i capitoli restanti...).
Bene x
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Back to
the future"
Nel caso
voleste darvi una ripassata x nn perdere il filo,vi consiglio di rileggere il
primo capitolo della fiction,così da essere pronti al "grande
momento".
Baci,Eva.
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Capitolo 37 *** Back to the future ***
back to the future
"There's not a love
that's perfect But I, I live in hope Somebody good Somebody new
Something as good Something that's mine"
Era atterrata da neanche
un paio d'ore quando aveva bussato alla sua porta. I suoi genitori le avevano
detto che doveva essere presente alla cena di quella sera,ma fino a quel momento
era libera di fare quello che più le andava. E lei riusciva a pensare
soltanto ad una cosa dopo due mesi di lontananza. La lontananza non era stata
un gran problema,non quella volta,forse grazie all'allenamento che avevano avuto
durante il mese di isolamento:non aveva provato la grande gelosia che credeva le
avrebbe rovinato le vacanze,che l'avrebbe costretta a pensare sempre e soltanto
a quello che Daniel stava facendo lontano da lei in quel momento. La
consapevolezza che stesse facendo qualcosa che lo rendeva davvero felice la
aveva aiutata molto:per la prima volta,il suo ragazzo aveva la possibilità di
dare il meglio di sè,di godersi quell'estate senza doversi reprimere per
compiacere suo padre. Durante le loro telefonate lo aveva raccontato come
stesse passando quei momenti,come i professori lo considerassero uno fra i più
promettenti ragazzi del corso e di come fossero certi che il suo futuro come
Pozionista fosse assicurato. In compenso lei gli raccontava delle giornate
passate con Allison e Fred aiutando i due a sistemare la camera che il ragazzo
avrebbe occupato dall'inizio dell'anno scolastico o dei week-end a Boston e
Chicago per seguire delle partite di baseball e una rappresentazione on tour di
"Spring Awakening". Lasciare Seattle le era dispiaciuto,perchè il clima non
era diverso da Londra e perchè era convinta che fosse una bella città in cui
vivere,ma ritornare a casa significava ritrovare Daniel. E lei non chiedeva
di meglio. Per quello era lì sullo scalino più alto davanti alla sua porta in
attesa che qualcuno le aprisse: perchè le sembrava stupido frapporre altro tempo
prima di rincontrarsi. Finalmente la porta nera si aprì e il sorriso di Lily
si cristallizzò per qualche secondo alla vista di Dean Thomas,per poi tornare
ancora più radioso di prima. -Buon pomeriggio Mr Thomas-lo salutò
cordiale. L'uomo,chiaramente sorpreso di trovarla lì,si decise a sorridere
con qualche secondo di ritardo, la mano ancora sul pomello della maniglia,ad
indicare che non aveva intenzione di farla entrare in casa. -La piccola
Potter...E' la prima volta che ti si vede da queste parti-le disse a mò di
saluto. Lily continuò a sorridere e alzò le spalle. -Beh,ho pensato che
fosse inutile far passare altro tempo visto che le vacanze sono ufficialmente
finite. Daniel è in casa?-gli domandò rendendo ancora più chiaro il motivo
che l'aveva portata lì. L'uomo sostenne il suo sguardo per pochi secondi
ancora prima di annuire e aprire un pò di più la porta per permetterle di
entrare. -Daniel!-chiamò poi a gran voce. Lily fece i pochi passi che le
mancavano per entrare nell'ingresso e si guardò velocemente intorno, osservando
le foto incorniciate alle pareti,separate l'una dall'altra da ritagli de "La
Gazzetta" in cui capeggiava un sorridente e molto più giovane Dean Thomas con
indosso la divisa da Quidditch. -Fatto buone vacanze?-le domandò giusto per
rompere il silenzio che stava diventando imbarazzante. Lily riportò lo
sguardo sul suo volto e annuì. -Sì grazie...Non è la prima volta che ci
vado,ma l'America riesce sempre a farmi restare senza fiato- -E come sta il
mio vecchio amico Seamus?-le domandò ancora Dean. Quella domanda la lasciò
perplessa per qualche secondo:come doveva rispondere? Ormai conosceva la
storia che legava i due uomini,sarebbe stata una cosa sbagliata da parte sua
sbandierare la rinnovata armonia che c'era fra lo zio Seamus e lo zio
Rupert? Oppure doveva limitarsi ad un semplice commento che lasciava spazio
all'interpretazione? -Bene,siamo stati suoi ospiti durante quest'estate-si
limitò a dire,optando per la seconda opzione. Prima che Dean potesse parlare
di nuovo dei passi rumorosi arrivarono dalle scale che collegavano i vari
piani,portando i due a voltarsi verso il corridoio. Nello stesso istante in
cui Daniel apparve all'inizio del corridoio,il sorriso raggiante ritornò sul
viso di Lily,riflettendosi di riflesso anche su quello del ragazzo. -Ehi
scricciolo!- Incapace di aspettare che lui facesse i pochi metri che ancora
li separavano,Lily si voltò del tutto verso di lui e gli andò incontro
camminando velocemente e gettandogli le braccia al collo. Pochi secondi e le
braccia di Daniel si strinsero attorno alla sua vita,premendola contro di sè,
incurante dello sguardo attento di suo padre. Lily chiuse gli occhi per pochi
secondi,il mento sulla spalla sinistra di Dan prima di rialzare la testa e
affondare lo sguardo in quello di lui:le erano mancati i suoi occhi. Forse
era la cosa che le era mancata più di tutte. Era grazie ai suoi occhi che lei
riusciva a leggerlo neanche fosse un libro aperto,a capire con un solo sguardo
cosa gli stesse passando per la testa o se c'era qualcosa che lo
preoccupasse. -Sarei passato più tardi da te-le disse lui senza allontanare
il braccio dalla sua vita. Lei alzò le spalle,ritrovando il
sorriso. -Allora abbiamo avuto la stessa idea- Daniel sorrise,lo sguardo
ancora affondato nel suo e per alcuni secondi si limitarono a fissarsi l'un
l'altra,quasi potessero saziarsi solo di quello. Poi Daniel spostò gli occhi
su suo padre,portando Lily a fare lo stesso. -Papà,io e Lily andiamo di
sopra...Sai,così stiamo più comodi...-gli disse mentre il braccio destro
scivolava finchè la sua mano non raggiunse quella di Lily. Un espressione
ironica sul volto,Dean storse leggermente la bocca verso sinistra prima di
annuire. -Certo...Immagino che avrete tante cose da raccontarvi-commentò poi
in tono ironico. Daniel e Lily si affrettarono ad annuire,facendo sogghignare
l'uomo. -Come volete. Resti a cena con noi questa sera Lily?-le domandò
poi cortesemente. Lei scosse la testa. -No,ho un impegno di famiglia,ma
grazie-rispose lei educatamente. Dean annuì di nuovo;l'attimo dopo Daniel si
era già avviato lungo il corridoio da cui era arrivato diretto alle
scale. Pensa che andiamo di sopra a fare sesso,si disse Lily,mentre seguiva
Daniel su per le scale. Quel pensiero la imbarazzò e la fece arrossire:era
chiaro come il sole cosa stava pensando il padre di Daniel...Peccato che loro
non avessero mai fatto sesso. Ci pensavano spesso,e avevano fatto anche
alcuni tentativi,ma ogni volta c'erano stati contrattempi ed imprevisti che
glielo avevano impedito,prima fra tutti l'arrivo del padre di Daniel ad Hogwarts
proprio nel momento meno opportuno. Il ragazzo si fermò davanti ad una porta
del secondo piano e l'aprì facendosi da parte per farla entrare. La porta non
si era ancora richiusa dietro di loro che,con un movimento fulmineo,Lily si
ritrovò con le spalle alla porta;il viso del ragazzo era ad una minima distanza
dal suo,il corpo che copriva quasi completamente il suo. -Ciao-la salutò a
bassa voce con uno sguardo malizioso negli occhi. Lily si lasciò andare ad
una risatina divertita e gli allacciò le braccia attorno alla
vita. -Ciao...Ti sono mancata?-gli domandò premendosi contro di lui-E vedi di
rispondere bene!-l'avvertì in tono scherzoso. Daniel rise e si passò la punta
della lingua sul labbro inferiore. -Immensamente,non sono riuscito a dormire
per due mesi...Va bene così?- Questa volta toccò a lei ridere,mentre le
braccia di Daniel si stringevano attorno alla vita,le dita della mano destra
perfettamente dispiegate sulla sua schiena. -E' un miracolo allora se non hai
fatto saltare in aria l'Accademia con qualche pozione sbagliata-lo prese in
giro. -Ehi!Guarda che io sono il migliore...-l'ammonì facendole il solletico
suoi fianchi. Ancora una volta la risata di Lily si diffuse per la
stanza,prima di scemare lentamente nell'attimo in cui i due ragazzi tornarono a
incontrare i loro sguardi. Nel silenzio Daniel avvicinò il volto a quello di
Lily,sfiorandole il labbro inferiore in un primo accenno lento,quasi fosse il
loro primo bacio,cercando di controllare tutto il desiderio represso in due mesi
di lontananza. Dischiuse le labbra per farle fare il prossimo passo,per
permetterle di guidare la danza,almeno per il momento e Lily ne
approfittò,alzandosi sulle punte per raggiungere di nuovo le sue labbra e
insinuando la lingua fra di loro,facendola scivolare sul labbro inferiore e poi
sui denti fino ad incontrare la sua gemella,stuzzicandola con veloci stoccate e
piccoli tocchi. Prese un respiro con il naso e l'odore del dopobarba di
Daniel le arrivò alle narici,facendole scappare un sommesso gemito:quanto le era
mancato tutto quello! Quando si separarono entrambi avevano il fiato corto e
per pochi istanti Lily si lasciò andare di nuovo contro la porta. Le sue mani
erano ancora attorno alla vita di Dan,e lei potè vedere le grinze lasciate sulla
t-shirt dalla stretta delle sue dita. Fissò il tessuto leggero della
maglietta ancora per pochi secondi,poi le sue dita scivolarono agli angoli e li
si fermarono. Alzò lo sguardo,incontrando subito quello di Daniel,che la
fissò serio. Senza bisogno di parole inutili,e con un gesto fermo delle
mani,alzò la t-shirt oltre la testa di Daniel,lasciandola ricadere a
terra. Non ne avevano bisogno ora...
Avevano fantasticato a
lungo sulle reazioni che il loro annuncio avrebbe provocato. Avevano cercato
anche di immaginare le varie espressione che avrebbero fatto i loro genitori,o
come avrebbero reagito Lily,Albus e Ronald alla notizia. Ma niente si
avvicinava a quel momento...Niente era paragonabile a quello sguardo. Per la
prima volta potevano leggere tutta la disapprovazione e il disgusto che la loro
relazione provocava negli altri. E veniva proprio dall'ultima persona che
avevano immaginato potesse guardarli in quel modo. Da quella che avrebbe
dovuto essere al loro fianco per aiutarli nella tempesta. Quando
l'esclamazione aveva svelato la presenza di Ronald,James e Rose si erano
staccati all'istante l'uno dall'altra,restando una sdraiata sul letto e l'altro
in ginocchio poco distante. Tutti e due con lo sguardo inorridito su
Ronald,che ancora stringeva nella mano sinistra la maniglia della porta. Il
primo a riprendersi fu James che si mise in piedi e si avviò a passo veloce
verso la porta con l'intento di chiuderla. Nello stesso istante Rose si rizzò
a sedere cercando la sua maglietta in giro per il pavimento e Ronald entrò nella
stanza avvicinandosi al cassettone alla destra della porta,non appena il
fratello fu abbastanza vicino da poterlo toccare. Il silenzio caduto in
quella stanza dopo l'esclamazione di Ronald stava diventando sempre più pesante
e soffocante:se avessero lasciato passare altro tempo non avrebbero fatto che
peggiorare ulteriormente la situazione. Jim tornò ad avvicinarsi al
letto,raccogliendo da terra la sua t-shirt e solo dopo averla indossata si voltò
verso Ronald,che aveva preso a guardare verso la finestra,quasi volesse
dimenticarsi della loro presenza nella stanza. Fece un respiro profondo e si
passò una mano fra i capelli,cercando le parole adatte ad affrontare quello che
era forse il discorso più difficile della sua vita. -Non volevamo che lo
scoprissi così...Avevamo intenzione di dirtelo non appena tornati ad
Hogwarts-iniziò. Non erano sicuramente le parole più adatte per iniziare,ma
forse quelle parole neanche esistevano...Come fare a spiegargli perchè avevano
tenuto così a lungo quel segreto? Lanciò uno sguardo a Rose e la vide fissare
Ronald,ugualmente preoccupata. -Io e Rose...Ecco noi ci siamo
innamorati. Non so neanche come è successo,è qualcosa che ha sorpreso anche
noi:un giorno eravamo due normali cugini e l'altro eravamo qualcosa di
più...-disse cercando di spiegargli quel sentimento complesso che lo legava a
Rose. -Non lo abbiamo cercato...E' capitato-aggiunse Rose parlando per la
prima volta. James si affrettò ad annuire,d'accordo con lei. -Esatto!E'
capitato-ripetè agitato dal silenzio prolungato di suo fratello. Ronald tirò
su con il naso e affondò ancora di più le mani nelle tasche,voltando finalmente
lo sguardo verso di loro. -E quand'è che sarebbe successo?-domandò
loro. Era la prima volta che Ronald usava quel tono rabbioso con loro due,e
sia Rose che James rimasero inebetiti per qualche istante. -Dalle vacanze di
Natale-rispose Rose. Ronald annuì lasciandosi andare ad un sorriso
malevolo. -Certo...-commentò. -Ronnie...-tentò James. -No!-lo bloccò il
ragazzo. James fece un passo verso di lui e ancora una volta Ronald si
allontanò,avvicinandosi alla finestra. Per un lungo istante il silenzio tornò
nella stanza,mentre il rosso sembrava impegnato ad ispezionare il giardino
interno dalla finestra e gli altri due cercavano di capire cosa sarebbe successo
dopo osservando le sue spalle alzarsi ed abbassarsi. -Adesso si spiega
tutto:i ritardi,le distrazioni,i comportamenti strani...-commentò poi senza
voltarsi. -Credimi avrei voluto parlartene fin dal primo giorno...-tentò di
nuovo James. -Ma non lo hai fatto-lo interruppe il fratello tornando a
voltarsi verso di loro-E non lo hai fatto neanche quando io ti ho chiesto se mi
stessi nascondendo qualcosa,se avevi qualcosa da dirmi. Ricordi?-gli
domandò. James annuì. -Non ti sei fidato di me-gli disse poi,la voce un
misto di amarezza e tristezza. Il fratello scosse la testa con
decisione:quella era la cosa più assurda che avesse mai sentito! -Ronnie come
ti viene in mente?-gli domandò Rose incredula. -Credimi Ronald non è stato
questo il motivo per cui non ti ho detto niente. Avrei voluto dirtelo fin dal
primo momento...-ripetè il moro. -Si questo me lo hai già detto,ma non cambia
il risultato finale-rispose l'altro alzando le spalle. -Ma non capisci che
avevamo paura del tuo giudizio,della possibilità che non capissi o non
accettassi quello che lega me e Jim?-gli chiese Rose cercando di farlo
ragionare. Ronald si lasciò scappare un sorriso divertito. -Per qualche
ragione non avrei dovuto accettarla?Non sono mica un'amante rifiutato-commentò
poi. Aggirò il fratello a pochi passi da lui e si avviò di nuovo verso la
porta,con la chiara intenzione di uscire dalla stanza e porre fine alla
discussione. -Ronnie aspetta!-lo richiamò James. Il rosso si voltò e
lanciò uno sguardo ad entrambi,prima di posare di nuovo la mano sulla maniglia
della porta. -Non dirò niente a nessuno della famiglia se è questo che vi
preoccupa- James fissò intensamenteil fratello,lambiccandosi il cervello alla
ricerca di qualcosa da dire per rimettere almeno un pò apposto le cose. -Però
in su una cosa avevate ragione...Almeno per il momento la vostra storia mi
sembra la cosa più assurda che abbia mai sentito-aggiunse poi senza guardare
nessuno dei due. L'attimo dopo aveva aperto la porta ed era uscito sul
corridoio,lasciando i due ragazzi imbambolati e mezzi storditi da quello che era
successo.
-Vado io!- Fece gli
ultimi metri che lo dividevano dalla porta di corsa,sorpassando Emy che pochi
metri avanti a lui si era affacciata dal salotto al suono del campanello. Non
avrebbe permesso a nessuno di rubargli quel momento:era suo. Fece scattare la
serratura e aprì la porta,sorridendo non appena vide il ragazzo che si stagliava
dall'altra parte della soglia. Dal canto suo Scorpius gli concesse uno dei
suoi ghigni accennati dietro cui si nascondeva. -Potter...-lo
salutò. Albus sorrise e si fece da parte per farlo entrare in casa,cercando
di controllare il desiderio di saltargli addosso sulla porta di
casa. -Scorpius...-fece l'altro senza guardarlo mentre richiudeva la porta di
casa. Al tornò a guardarlo e la prima cosa che capì fu che l'altro doveva
aver passato molto tempo ad allenarsi quell'estate:la maglietta rossa sembrava
sul punto di scoppiare sotto la tensione dei suoi muscoli! Seguì la linea dei
pettorali finchè questi non si tramutarono in addominali e soltanto guardarli
gli provocò un'aumento della salivazione. Fece un veloce calcolo per capire
quanto tempo avrebbe dovuto aspettare prima di poter togliere quella maglietta e
constatare con i suoi occhi i benefici dell'attività fisica estiva,prima di
mordersi l'angolo destro del labbro inferiore con aria sconsolata. Avrebbe
dovuto aspettare troppo,decisamente troppo tempo! Scacciò quei pensieri dalla
testa e portò lo sguardo in quello di Scorpius,che sorrideva chiaramente
consapevole di cosa gli era passato per la testa in quegli attimi di
silenzio. -Sarò meglio andare di là...I miei ti stanno aspettando-gli disse
precedendolo verso il salotto. Aveva fatto solo due passi che si sentì
stringere il polso destro e voltare indietro,ritrovandosi così faccia a faccia
con il biondo. -Magari possono aspettare ancora un altro paio di minuti-gli
disse poi Scorpius,le labbra a poca distanza dalle sue. Al ebbe appena il
tempo di accennare un sorriso che questo morì sulla bocca del biondo;
completamente dimentico di essere nel centro del corridoio,perfettamente
visibile da tutte le stanze del piano terra,si lasciò andare e allacciò un
braccio attorno al collo di Scorpius,attirandolo verso di sè,lasciandogli il
pieno possesso della sua bocca. Mentre i denti del biondo gli mordicchiavano
il labbro inferiore,sapendo di fare cosa gradita,le sue mani afferrarono
saldamente entrambe le natiche di Albus,quasi volesse rivendicarne la
proprietà. Il moro capì che era il momento di allontanarsi da Scorpius quando
si scoprì eccitato:quella era l'ultima cosa di cui aveva bisogno prima della
presentazione ufficiale di Scorpius allo zio Ron e alla zia Hermione. Riaprì
gli occhi e si allontanò dalle sue labbra,passando la punta della lingua sul
labbro inferiore,il fiato leggermente corto. Il biondo seguì il suo
esempio,premendo le labbra una contro l'altra quasi volesse assaporare per
qualche altro istante il sapore di quel bacio,senza allontanare il braccio dalla
sua schiena e la mano destra dal sedere di Al. -Ok,ora possiamo
andare...-disse poi con voce leggermente roca. Al accennò un sorriso e
proprio in quel momento il rumore della chiave che girava nella serratura fece
voltare entrambi verso la porta. Lily fece capolino dalla porta,la testa
china sulla borsa impegnata a rimettervi dentro la chiave di casa,senza
accorgersi della presenza dei due ragazzi nel corridoio. -Guarda guarda chi
si vede!-fece Scorpius staccandosi leggermente da Albus. Lily alzò lo sguardo
sui due ragazzi e sorrise;si chiuse la porta alle spalle ed andò incontro al
biondo. -Non dovrei essere io a dirlo?-gli domandò prima di posargli un bacio
su ogni guancia. Quella confidenza era qualcosa che Scorpius permetteva
soltanto alla ragazza,quasi fosse un segno di ringraziamento per i consigli che
lei gli aveva dato,spronandolo a non abbandonare le speranze nonostante la
presenza di quell'inutile Corvonero. -Finalmente ce l'hai fatta a tornare
all'ovile-disse ancora Lily. -Che motivo avevo di venire qui prima,senza di
voi?Avevi bisogno di una spolverata nella tua stanza?-le domandò
sarcastico. Al sorrise divertito e la ragazza scosse la testa,con un
espressione scocciata sul volto. -Che assurdità! Ti avrei almeno chiesto
di ripulirmi a specchio tutta la camera...-aggiunse poi come se fosse la cosa
più ovvia del mondo. -Per caso l'hai preso per il tuo schiavo personale?-le
domandò Albus intromettendosi nel discorso fra i due. Lily rise e scosse la
testa. -Ah ecco...Perchè sia chiaro:ho il diritto di precedenza su di
lui!-disse ancora avvolgendo un braccio di Scorpius attorno alla sua vita. Il
biondo ghignò e gli lanciò uno sguardo ironico,mentre Lily si lasciava andare ad
una risatina divertita. -E da quando?-domandò Scorpius,lo sguardo in quello
smeraldino di Albus. Il viso di Al si mutò in un espressione dubbiosa e
questi si portò un dito al mento,riflettendo intensamente. -Ah...Da
sempre?- -Sei un vero idiota!-commentò Scorpius,sogghignando. Sopra di
loro una porta si chiuse,seguita da passi rumorosi che si precipitarono al piano
di sotto;i tre ragazzi alzarono tutti lo sguardo verso le scale finchè Ronald
non apparve nel ritaglio di scale davanti a loro. -Ehi va tutto bene?-domandò
Lily,fissando il suo volto teso e gli occhi leggermente più spalancati del
normale. Ronald si limitò ad annuire,fermandosi a qualche metro da
loro. -E' bello rivederti Scorpius-disse rivolto al biondo. Il Serpeverde
fece un cenno con la testa continuando a fissarlo e,quando il suo sguardo si
allontanò dal volto,si accorse che le mani del rosso stavano tremando. -Senti
io devo andarmene,glielo dici tu alla mamma?-domandò Ronald alla
sorella. -Per quale motivo dovrei prendermi una ramanzina al posto
tuo?-chiese la ragazza di rimando. Il rosso sospirò rumorosamente e Scorpius
lo vide stringere le mani a pugno,quasi stesse facendo uno sforzo enorme per
controllarsi. -Non potresti farlo soltanto perchè te lo chiedo?- -E tu non
potresti aspettare un paio d'ore prima di andare da Rebecca?-lo punzecchiò
Lily. -Porca puttana Lily,la vuoi smettere di infastidirmi? Ti è così
difficile farmi questo favore?-sbottò il ragazzo,arrivato al punto di
saturazione. Lily lo fissò sorpresa per qualche secondo,con la stessa
espressione che capeggiava sul viso di Albus,per poi annuire. -Va bene,glielo
dirò- Ronald fece un cenno della testa,seguito da un altro respiro
profondo,prima di voltare le spalle a tutti e tre e avviarsi verso la porta di
casa. Pochi istanti ancora ed era fuori in strada. -Ma che accidenti gli è
preso?-fece Albus guardando sia la sorella che Scorpius. Era qualcosa che non
gli era dato di sapere,ma era chiaramente qualcosa di molto grosso perchè era la
prima volta che Ronald reagiva a quella maniera.
-Che vuol dire che se ne è andato?- Aveva
espressamente chiesto ai suoi figli di essere presenti durante quella
cena:potevano andare in giro per tutto il pomeriggio se non risentivano troppo
gli effetti del jet-lag,ma dovevano essere lì per quando la cena sarebbe stata
in tavola. Cosa c'era di tanto difficile da capire? Anche Scorpius,che
faceva parte della famiglia da neanche tre mesi,aveva capito quella
regola! -E dov'è andato?-chiese Harry guardando i tre ragazzi. Albus alzò
le spalle. -Non ce lo ha detto...Ma credo sia andato da Rebecca-rispose
invece Lily,in piedi davanti al camino accanto ad Hermione. Ginny
sospirò,prima di sfregarsi la fronte con una mano. La relazione fra Ronald e
Rebecca stava diventando troppo seria per i suoi gusti:erano soltanto due
ragazzini di diciassette anni,non sentivano il bisogno di fare esperienze
diverse,di frequentare altre persone? -Va tutto bene tesoro?-domandò Harry
lanciando un'occhiata alla moglie. Ginny rialzò lo sguardo e scosse la
testa. -No,non va bene!Gli avevo chiesto di essere presente a questa cena
come tutti gli altri,possibile che il bisogno di vedere Rebecca fosse così
impellente da fargli dimenticare anche della visita degli zii?-spiegò la
donna. -Oh andiamo Gin non diventarmi una bacchettona adesso! Quante volte
noi quattro siamo sgattaiolati via dalle cene alla Tana?-domandò Ronald,
ricordandole la loro gioventù. -Già,è vero...Ve la ricordate quella cena con
tutti quei membri della famiglia Weasley?Che occasione era?-domandò Hermione
dando man forte al marito. Quella vacanza,come aveva predetto la
psicologa,era stata salutare per la loro famiglia:aveva ricordato a tutti come
era vivere insieme,come riuscivano a divertirsi e passare intere giornate senza
neanche l'ombra di un litigio,cosa che da anni era quasi impensabile per i due
adulti. Inoltre aveva fatto in modo che Hugo e Rose iniziassero ad abituarsi
alla presenza di Eliza nella loro famiglia e,dopo i primi approcci andati a
vuoto,i due ragazzi avevano iniziato a prendere confidenza con la
bambina. Forse era ancora un passo troppo piccolo per considerare risolti
tutti i loro problemi,ma almeno potevano dire,senza ombra di smentita,che almeno
ci stavano provando. -L'anniversario dei miei genitori-le venne subito in
aiuto lui. Hermione annuì nello stesso istante in cui Ginny scosse la
testa. -Credevo che Rebecca ti fosse simpatica-le disse Harry osservandola
serio. -No,non si tratta di questo...E' solo che è così piccolo-rispose lei
cercando di fargli capire cosa la irritava. Lily sorrise,alzando gli occhi al
cielo. -Mamma ha quasi diciasette anni:fra meno di tre mesi sarà
maggiorenne. E poi è normale che sia così impaziente di rivedere Rebecca,è la
sua ragazza,non la vede da un mese e mezzo...Tu non faresti lo stesso al posto
suo?-le domandò cercando di farle capire le emozioni del ragazzo. Ginny
scosse la testa. -Io mi sono trovata al suo posto...-iniziò prontamente la
madre. -E hai saputo aspettare il momento giusto-risposero in coro Albus e
Lily,conoscendo a memoria quella storia. Scorpius accennò un sorriso,ma evitò
di mostrarlo apertamente per non sembrare scortese,al contrario di Hermione e
Ron che risero divertiti. -Scusa mamma,ma la tua situazione era
diversa-commentò Al. -Già,credo abbiano ragione loro-disse Harry convenendo
con i due ragazzi. La moglie si voltò a guardarlo incredula e lui alzò le
spalle. -Non guardarmi così,è vero! Se io non fossi sparito nel nulla per
tre anni,tu avresti colto la prima occasione disponibile per accalappiarmi-le
disse in tono scherzoso. La moglie lo fissò per qualche secondo indecisa se
ridere o mantenere ancora quell'aria indignata e,fortunatamente,a salvarla dalla
sua scelta arrivarono Rose e James che entrarono in salotto unendosi a
loro. -Eccovi qui!Ma dov'eravate finiti?-domandò Ron ad entrambi,ma tenendo
lo sguardo sulla figlia. -Oh James aveva dei problemi con un compito di
Difesa e così gli ho dato una mano-disse distrattamente la ragazza andando a
sedersi su un bracciolo della poltrona accanto alla porta, mentre James si
sistemava sul divano. -Possibile che non riusciate a pensare a
nient'altro?-domandò Al,scuotendo leggermente la testa. -Non siamo tutti geni
come te-commentò Scorpius rubando la battuta a James. -Detto da uno degli
studenti migliori di Hogwarts non ha molto senso,non credi?-ribattè il
moro. Scorpius alzò le spalle,portando Lily a scuotere la testa e facendo
nascere un sorriso divertito sul volto di Al. -Come è stata la tua vacanza
Scorpius?-domandò Harry interrompendo quel frivolo battibecco fra i due ragazzi
e portando il biondo a incontrare il suo sguardo. Fino all'ultimo non era
certo che mandare Scorpius alla Tana per due mesi fosse un'idea sensata,ma non
aveva potuto fare altrimenti:il viaggio per Seattle era già stato preparato fin
nei minimi dettagli e,anche se Scorpius aveva un passaporto,avrebbe sempre
dovuto chiedere il permesso ai suoi genitori per poter lasciare il
paese. Così aveva parlato con i genitori di Ginny,raccontandogli a grandi
linee cosa era successo e per quale motivo ora il Serpeverde abitava con
loro,chiedendogli poi di ospitarlo per i due mesi che loro sarebbero stati in
America. Fortunatamente l'inguaribile ottimismo del suocero l'aveva portato a
dare una possibilità al ragazzo prima etichettarlo come
"cattivo". -Tranquilla-disse voltandosi poi verso Ginny-I suoi genitori sono
delle persone molto educate e discrete e dopo l'imbarazzo iniziale abbiamo
instaurato un buon rapporto- -E che hai fatto lì tutto il tempo?-domandò
James stupito che una persona avesse potuto trovare qualcosa di interessante da
fare alla Tana. Scorpius alzò le spalle. -Ho fatto molta
palestra- Quelle parole fecero sorridere Albus che lanciò uno sguardo al
compagno, scuotendo poi la testa lentamente. -Il signor Weasley ha provato a
imitarmi ma già il secondo giorno aveva cambiato idea...-ricordò ghignando
divertito. -Non ce lo vedo papà che fa pesi-commentò Ron. Ginny
annuì,d'accordo con lui. -Inoltre ho aiutato la signora Weasley a sistemare
la soffitta e la cantina...Non ho mai visto tanti oggetti babbani tutti
insieme- -Scommetto che la mamma ti ha fatto ascoltare i suoi dischi
preferiti-gli chiese Ginny. -Con tutto il rispetto,ma credo se ascolto ancora
una volta quei dischi finirò per sanguinare dalle orecchie- Ron rise,seguito
a ruota da Harry:ancora ricordava i Natali in cui la signora Weasley li
costringeva ad ascoltare quei dischi assurdi! -Mi piace questo
ragazzo-commentò Ron. Albus sorrise e cercò lo sguardo di Scorpius,che lo
fissò sollevato e trionfante pochi attimi dopo. -Ok,che ne dite di andare di
là?E' inutile aspettare ancora per la cena-domandò Ginny riportando l'attenzione
di tutti su di sè. I primi ad alzarsi furono Lily ed Albus,seguiti da Ron
Harry e Scorpius ed Hermione che si avvicinò a Ginny fermandosi accanto a lei
accanto alla porta. -Sarà il caso di chiamare Emy e Hugo...-disse Ginny al
marito. Lui annuì e si affacciò verso le scale per dare una voce ai due
ragazzi. -Ma dov'è Ronnie?-domandò James prendendo nota del fatto che la
madre non aveva fatto il suo nome. -Oh lui non cena con noi-disse la
donna,cercando di nascondere l'arrabbiatura. -E dov'è?-chiese ancora il
moro. -Aveva da fare con Rebecca...o almeno credo-commentò poi prima di
uscire insieme alla cognata dalla stanza. James abbassò per qualche istante
lo sguardo e quando tornò a rialzarlo,gli occhi di Rose erano su di
lui,preoccupati quasi quanto i suoi. -Dimmi che andrà tutto bene-gli disse in
un sussurro la ragazza. James restò in silenzio qualche istante prima di
annuire. -Andrà tutto bene-cercò di rassicurarla. Ma questa volta non ne
era affatto sicuro.
Lily aveva visto giusto:non appena era uscito di
casa,Ronald aveva composto il numero del suo cellulare e le aveva chiesto se
potevano vedersi. -Devo parlarti-le aveva detto. Forse la ragazza si era
accorta del tono sconvolto con cui aveva parlato,o forse aveva soltanto voglia
di vederlo,ma aveva accettato quell'incontro. -Anch'io-aveva
aggiunto. Ronald era arrivato a casa Paciock pochi istanti
dopo,smaterializzandosi nella stanza della ragazza in modo da non essere visto
da nessuno e l'aveva trovata lì ad aspettarlo,quasi avesse saputo fin da subito
quali erano le sue intenzioni. Gli aveva sorriso teneramente senza dire
niente e lui aveva sentito un immediata affinità con Rebecca:lei era la sola che
potesse aiutarlo a far chiarezza nel caos che ora imperava nella sua
mente. Senza parlare le era andato di fronte e l'aveva stretta fra le
braccia,posando il mento sulla sua spalla sinistra. Per qualche secondo
l'aveva sentita rigida contro di sè,sorpresa per quella mossa inaspettata prima
che le braccia gli stringessero le spalle e il suo corpo gli aderisse contro
perfettamente. Chiuse gli occhi e provò ad illudersi che non fosse successo
nulla,che avesse solo sognato quello che era successo poco prima,ma ogni volta
la scena e il discorso che aveva avuto con i due ritornava nella sua
mente. Non riusciva ancora a credere a quello che aveva visto... Rose e
James innamorati! Aveva avuto un mezzo infarto quando li aveva visti
pomiciare mezzi nudi;come avevano fatto a non considerare la possibilità di
chiudere la porta a chiave? E se al posto suo fosse entrato
qualcun'altro? Cosa avrebbero fatto se fosse stata Emy o peggio ancora i loro
genitori? Erano stati due incoscenti! Lo dimostrava anche il modo in cui
avevano gestito quel rapporto,in silenzio,nascondendosi da tutto e tutti quasi
fosse una cosa sporca. Se erano tanto innamorati che bisogno c'era di
nasconderlo?Perchè mantenere il segreto anche con lui? -Va tutto bene?-gli
domandò Rebecca interrompendo il lungo silenzio. Ronald sospirò e si decise a
rialzare la testa dalla sua spalla,incontrando i suoi occhi. -Hai una faccia
terribile-commentò lei cercando di farlo sorridere. Lui abbassò lo sguardo e
si morse il labbro inferiore. -Che è successo?Puoi parlarmene?-gli domandò
incerta. Fu la seconda domanda che gli fece capire che poteva farlo,che
avrebbe potuto raccontarle tutto sicuro che niente sarebbe uscito da quella
stanza. Così parlò raccontandole di cosa si era trovato davanti,della sua
sorpresa per quel segreto tenuto per tanti mesi e della rabbia che aveva provato
verso i due. Parlò a lungo e quando ebbe finito Rebecca lo fissò qualche
secondo in silenzio. -Sai che a sentirti paralre sembri un'amante
tradito?-gli fece notare. -Cosa?No! Non è questo che mi da
fastidio...-ribattè subito Ronald allontanando quell'idea assurda. Rebecca
annuì,accarezzandogli i capelli certa che in quel modo si sarebbe
calmato. -Lo so. So perchè sei arrabbiato con loro-disse
semplicemente. Il rosso restò in silenzio,fissando il pavimento davanti a sè
e si lasciò andare ad un respiro rumoroso. -Come ha fatto a mantenere un
segreto così grande con me? Credevo che sarei stato la prima persona a cui si
sarebbe rivolto se avesse avuto bisogno d'aiuto o di un consiglio,ma non lo ha
fatto,mi ha tagliato fuori dalla sua vita. Hai idea di quante volte ho
provato a parlarci,a chiedergli che cosa gli stesse succedendo? Non sono
stupido l'avevo capito che c'era qualcosa di diverso,ma quando ne ho parlato con
James lui mi ha rassicurato,ha anche riso delle mie preoccupazioni!-le raccontò
risentito. Rebecca gli posò un bacio fra i capelli,stringendolo a sè,sentendo
la testa di Ronald posarsi di nuovo sulla sua spalla. -In fondo io lo
capisco...-commentò poi la ragazza. Ronald aggrottò la fronte e alzò la testa
finchè i loro occhi non si incontrarono e la vide annuire. -James stava
proteggendo la persona che amava;certo ha sbagliato a proteggerla anche da te,ma
ha pensato di non poter fare altrimenti...Magari si è sentito in
trappola...-aggiunse ancora Rebecca. C'era qualcosa che non gli quadrava in
quel discorso e che portò il rosso a chiedersi se stavano ancora parlando di
James e Rose. Si alzò in piedi,sovrastando Rebecca con la sua altezza e le
scrutò il viso per cercare qualcosa che l'aiutasse a capire. -Va tutto bene
Becca?-le domandò poi,ora completamente concentrato su di lei. Le dita della
mano sinistra di Rebecca stavano giocando nervosamente con il bottone della sua
camicia a scacchi,gli occhi fissi sul piccolo bottone bianco neanche stesse
compiendo un'attività importantissima. -Becca...-la chiamò ancora
Ronald. -Ronnie potresti abbracciarmi?-gli domandò lei rialzando lo
sguardo. Il ragazzo sorrise e la premette contro il proprio torace,le braccia
attorno alle sue spalle,le labbra che le posavano dei piccoli baci fra i
capelli. Gli bastò sentire la stretta spasmodica di Rebecca attorno ai suoi
fianchi per capire che era davvero successo qualcosa durante le vacanze:ora
doveva solo scoprire cos'era e quanto era grave. Di una cosa era
certo:Rebecca non voleva rompere con lui. Altrimenti,conoscendola,sapeva che
lo avrebbe già fatto e che non sarebbe rimasta ad ascoltarlo parlare a vanvera
sui problemi di Rose e James. Restarono in quella posizione a lungo prima che
Ronald si decidesse a parlare. -Stai bene?E' successo qualcosa?-domandò con
quello che sperò essere un tono sereno. La sentì respirare sotto il suo
abbraccio e pochi istanti dopo Rebecca alzò la testa dal suo petto e lo
guardò. Era una sua impressione oppure aveva gli occhi lucidi? -E'
vero.
Qualcosa è successo...-
Salve a
tutti!!!!!
Spero nn
siate tr frastornati dal jet lag x il ritorno al futuro,ma era anche ora di
scoprire che cosa stava succedendo in quella stanza.
Cmq...Da
questo momento siamo nel presente,ricordatevi perciò che,ovviamente,i ragazzi
hanno un anno di più(questo sarà molto importante,quindi nn
dimenticatelo!).
Come
avete visto la prima reazione alla storia fra Rose e James nn è stata
positiva,ma nn per la relazione in sè,qnt + per il segreto,ma qst provocherà un
piccolo scisma fra i due fratelli...E ora sarà meglio che sto zitta xkè sto
dicendo anche troppo.
Ringrazio
tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa x
eventuali errori di ortografia e di battitura.
La frase
all'inizio del capitolo è tratta da "Ambition" dei Doves.
E ora i
ringraziamenti:Angel_SG(Già,un
Malfoy nn può mostrarsi tenero!Ne andrebbe della sua reputazione,quindi si è
ingegnato e ha trovato il modo per mostrare i suoi sentimenti ad Al...),
Luthien241(Sinceramente nn
so qnt capitoli mancano cn esattezza,ma so che cronologicamente,nella storia
mancano quattro mesi;ma nn preoccuparti:nn li racconteremo tutti!),Kikka15(Con il ritorno ad Hogwarts di
Alice ne vedremo delle belle,ma posso dirti che purtroppo nn ci libereremo di
Mandy...in fondo ogni storia che si rispetti ha bisogno di un cattivo,e chi
meglio di lei?Inoltre nn metterei la mano sul fuoco x Luke...),Lotti_(E' passata in un baleno!Neanche
ci siamo accorti che era estate...Però qualche accenno all'estate verrà fatto
nel prox capitolo x ovvi motivi),Sunshine'89(Sono i migliori!Chi di noi
nn si sarebbe lasciato andare ad un piccolo commento velenoso visto qll che era
successo?Inoltre cn tt il castello che parlava del casino successo nella
Serra,neanche Emmett deve averci fatto bella figura;Per quanto riguarda la
conclusione,beh un pò ci siamo vicini,anke se nn so quanti capitoli ancora
mancano,ma nn preoccuparti,xkè la fiction finirà in modo che ci sia un seguito e
posso assicurarti fin da ora che Al e Scorpius ti faranno
impazzire),IRE'89(Preparati xkè Ronnie e Rebecca d'ora in poi ne avranno parecchio
di movimento...Xò se devo essere sincera,a me Mandy fa anche un pò
pena:ostinarsi con un ragazzo che chiaramente nn ti vuole,che ama un' altra è
per me un segno di una grande solitudine,di un bisogno d'affetto enorme;Come hai
visto nel capitolo il ns Scorpius è stato di parola...Non sai che darei per
essere al posto di Al!).
Bene x il
momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"As long
as you love me"
Baci
Eva.
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Capitolo 38 *** As long as you love me ***
as long as you love me
"You’re feeling like
you’ve got no place to run I can be your shelter til it’s done We can make
this last forever So please don’t stop the rain"
Rientrò a casa a cena
conclusa. Fu abbastanza fortunato da non doversi sorbire la ramanzina dei
suoi genitori per essere uscito anche quando gli era stato espressamente chiesto
di non farlo,ma era intelligente quanto bastava da sapere che il confronto con i
suoi genitori era soltanto rimandato al mattino dopo,magari al tavolo della
colazione davanti a tutti gli altri perchè il suo rimprovero potesse essere
d'esempio ai fratelli. Aveva lasciato casa Paciock completamente
stordito,incapace di rendersi realmente conto di quello che succedeva attorno a
sè;il solo fatto di essere tornato a casa sano e salvo era un vero
traguardo,visto che non aveva prestato nessuna attenzione alla strada di
ritorno. Aprì la porta della sua stanza con il solo desiderio di sdraiarsi
sul letto,chiudere gli occhi e dimenticarsi quella lunga giornata,la più assurda
che aveva mai avuto in vita sua,ma gli bastò lanciare un'occhiata all'interno
della camera per rendersi conto che non sarebbe stato possibile. Seduto sul
proprio letto,James si alzò in piedi non appena sentì aprire la porta della
stanza. -Finalmente sei tornato-gli disse con voce preoccupata. Ronald non
rispose,richiudendo la porta alle sue spalle,per poi togliersi le scarpe e
lasciarle in mezzo alla stanza incurante del caos che seminava al suo
passaggio. Passò accanto a Jim,le cui intenzioni palesi erano di parlare
ancora di quello che era successo quel pomeriggio,magari di spiegargli ancora
una volta la sua versione della storia,perchè lui gli dicesse che
l'accettava,che gli augurava ogni bene con Rose. Ma ora aveva altre cose a
cui pensare...Problemi che rilegavano la sua stupida disputa con il fratello in
un angolo remoto della sua mente. -Dobbiamo parlare di quello che è
successo-disse infatti Jim voltandosi verso di lui,osservandolo mentre si
avvicinava al proprio letto togliendosi la t-shirt dalla testa. -Non
adesso- La voce del rosso arrivò confusa e distorta fra le pieghe del
tessuto,ma Ronald era certo che il fratello aveva colto ugualmente il
messaggio. Aveva bisogno di riposo,di silenzio,di tutto quello che era
necessario per aiutarlo a riflettere. -Senti Ronnie so che sei arrabbiato con
me per averti escluso dalla storia con Rose,ma ti giuro che non avevo altra
scelta...-iniziò incurante delle sue parole James. -Ho detto che non mi
interessa-ribattè l'altro. -Mi sono sentito una merda quando ho dovuto
mentirti,non credevo neanche di esserne capace!- -Eppure ci sei riuscito
benissimo!-disse risentito Ronald sbottonandosi i jeans. James sospirò
rumorosamente:aveva sospettato che non sarebbe stato facile affrontare
quell'argomento,ma non che avrebbe trovato una resistenza così ostile da parte
del fratello. -Senti,è vero,ho sbagliato. Ma ora sono qui che cerco in
tutti i modi di parlarti,di spiegarti perchè...-gli disse di nuovo cercando di
arrivare a suo fratello. -E io ti ho già detto che non mi interessa-lo bloccò
Ronald voltandosi di nuovo verso di lui e fissandolo in volto-Vuoi stare con
Rose,fallo! Non è affar mio!Vuoi che mantenga il segreto con gli altri?Ti ho
già detto che lo farò... Che accidenti ti ci vuole ancora per capire che ora
la tua relazione con Rose è l'ultimo dei miei pensieri?-gli domandò incurante
del tono cattivo della sua voce. James lo fissò per qualche secondo,arrivando
a chiedersi se fosse realmente suo fratello la persona che era di fronte a lui
in quel momento. Incurante di quello che passava per la testa di James,Ronald
si voltò infilandosi una t-shirt bianca come pigiama,scoperchiò le coperte del
letto ed infine ci si infilò dentro,le spalle ancora rivolte al fratello,in
piedi nel centro della stanza con lo sguardo fisso su di lui. Quasi volesse
nascondersi maggiormente alla sua vista,Ronald serrò gli occhi,e raggomitolò le
gambe contro lo stomaco,come faceva ogni sera per addormentarsi;ma quella
volta,invece di conciliargli il sonno quei semplici accorgimenti gli ricordarono
cosa lo aveva stordito per tutto il tragitto fino a casa. La sua vita stava
per cambiare...Tutto quello che finora era stata la normalità stava per essere
rivoluzionata. Di lì a sette mesi sarebbe diventato
padre.
Le parole continuarono a risuonargli nella testa
per alcuni secondi ancora anche dopo che Rebecca ebbe finito di parlare. Gli
occhi dubbiosi erano fissi su di lei,in attesa di un suo gesto,di una sua
qualsiasi mossa che gli permettesse di rilassarsi e di riprendere a
respirare. Da quanto tratteneva il fiato? Non ne aveva la più pallida
idea,forse da quando Rebecca gli aveva detto quello che era successo. C'era
qualcosa nel fondo della sua gola,qualcosa che gli impediva di far scendere il
nodo di saliva che minacciava di soffocarlo e che lo portò a schiarirsi la
gola,buttando fuori l'aria trattenuta fino a quel momento. Sentì una carezza
delicata fra i capelli mossi,seguita da un'altra ed un'altra ancora,ma questa
volta non ebbero nessun'effetto calmante su di lui,anzi lo mandarono quasi in
paranoia. -Parlami...Dimmi qualcosa-gli disse Rebecca con voce
piccola. Cosa poteva dirle? In quel momento non riusciva neanche a
ricordare come si chiamava figuriamoci mettere insieme un pensiero
coerente! Le mani di Rebecca si posarono ai lati del collo,portandolo a
incontrare di nuovo il suo sguardo e solo allora si accorse che gli occhi della
ragazza erano lucidi di lacrime. E in quel momento si sentì un'idiota...Un
completo e perfetto idiota. Il nodo in gola era tornato a serrargli la
gola,ma per il momento lui non ci fece caso: avvolse le braccia attorno alla
vita di Rebecca e la premette contro di sè,il viso di lei che si nascondeva fra
il tessuto della sua maglietta. -Va tutto bene...Ci sono io con te-le disse
per rassicurarla,anche se aveva bisogno a sua volta di una
rassicurazione. Sentì di nuovo quella stretta spasmodica che poco prima gli
aveva fatto capire che qualcosa non andava e per un lungo momento si limitò a
stringerla fra le braccia,finchè non fu certo che lei fosse più
tranquilla. Pronta per affrontare l'argomento. Si allontanò di poco da
lei,giusto la distanza necessaria per incontrare il suo sguardo e prese un
respiro profondo prima di dare inizio alla conversazione. -Ok,cerchiamo di
ragionare con calma... Ne sei sicura?-le domandò. Rebecca annuì,il labbro
inferiore leggermente tremolante. Può un piccolo gesto cambiare l'intero
corso di due vite? Si ravviò alcune ciocche di capelli dietro l'orecchio
sinistro e abbassò per qualche secondo gli occhi prima di tornare a fissare i
suoi. -Ho fatto uno di quei test che si comprano al drugstore...- -Ma
forse quei cosi non sono poi così attendibili-commentò subito lui attaccandosi a
quella speranza. -Ronnie ce ne sono sei in ogni confezione e tutti e sei
erano positivi-ribattè subito la ragazza,di nuovo con le lacrime agli
occhi. Lui annuì in fretta,la mano destra che le accarezzava la
schiena. -Va bene,va bene....Quindi ora dobbiamo andare da un vero
dottore-fece Ronald improvvisamente a disagio. Rebecca scosse la
testa,tornando ad abbassare lo sguardo e fissandolo sulla sua
maglietta. -Ecco,veramente ci sono già stata-gli confessò. -Cosa?Sei
andata lì da sola,senza neanche avvertirmi...-fece sentendosi inspiegabilmente
offeso. -Ronnie tu eri a Seattle,come potevo chiamarti e dirti una cosa del
genere?Avresti passato il resto della vacanza con l'angoscia! E poi non sono
sono andata da sola all'appuntamento;ho chiesto a Rachel di venire con me-gli
disse. Rachel? Dannazione!Ora quella ragazzina lo avrebbe odiato per il
resto della sua vita! Si passò una mano sul viso coprendosi gli occhi per
qualche istante,sentendo una mano di Rebecca correre dietro il suo collo per
avvicinarlo a sè finchè le loro fronti non si toccarono. -Vuoi sapere cosa mi
ha detto il medico?-gli domandò cercando di distrarlo. Lui mugugnò con quello
che voleva essere un gesto disinteressato e che fece nascere un piccolo sorriso
sul viso di Rebecca. -Mi ha fatto un'ecografia per essere sicuro che andasse
tutto bene e mi ha detto che per essere un feto di sei settimane è perfettamente
sano e mi ha fatto anche sentire il suo cuore...sembrava un cavallo in corsa
Ronnie-gli disse di nuovo con gli occhi lucidi ed un lieve sorriso. Ronald la
imitò,il cuore che inspiegabilmente aveva aumentato i battiti a quelle
parole. Sei settimane. Il campeggio con Rebecca e la sua famiglia...Doveva
essere successo per forza allora. In quelle due settimane passate a stretto
contatto con la famiglia Paciock i due ragazzi avevano fatto del loro meglio per
evitare situazioni imbarazzanti per i genitori della ragazza e per
Ronald,limitando le effusioni agli abbracci e ai baci. C'era stata una sola
occasione in cui avevano avuto la tenda tutta per loro un intero pomeriggio,ed
era stato quando Rachel ed il padre erano andati a pescare e la madre di Rebecca
era andata alla ricerca di insetti da inserire nella sua collezione
accademica. Poche ore di libertà in cui avevano cercato di recuperare il
tempo perduto...Ma mai avrebbero pensato che sarebbe finita così! Ronald
tornò a fissare lo sguardo di Rebecca e la fissò attentamente per qualche
istante:era spaventata,glielo poteva leggere in faccia,ma questo però non
significava che non fosse pronta a affrontare quell'importante
cambiamento. -Quindi state bene?-le domandò non ancora pronto a farle la
domanda più importante. Rebecca annuì. -Tutto nella norma;devo solo
prendere delle vitamine per aiutare lo sviluppo del bambino-lo informò. -Che
genere di vitamine?-chiese lui socchiudendo gli occhi. Rebecca accennò di
nuovo un sorriso. -Del genere che lo faranno nascere sano,bello e forte come
il suo papà-gli disse in tono leggermente scherzoso. Ronald annuì,mordendosi
la parete interna del labbro inferiore,restando in silenzio. Dopo pochi
secondi Rebecca chiuse le dita attorno al suo mento e lo portò a guardare verso
di lei finchè non incontrò di nuovo il suo sguardo. -So che sei spaventato,lo
sono anche io...Ho talmente paura che la notte resto sveglia a fissare il
soffitto per ore. Continuo a chiedermi cosa sarebbe successo se quel giorno
fossimo andati al lago con mio padre e Rachel,o se avessimo tentato di nuovo con
quella specie di contraccettivo babbano,o se solo ci fossimo accontentati di
quel...-disse parlando a raffica,come le succedeva sempre quando era
nervosa. Ronald scosse la testa,liberando così il mento dalla stretta di
Rebecca,riuscendo in quel modo anche a zittirla. -A che serve ora ripensare a
quello che avrebbe potuto o dovuto fare?Ormai è andata così-disse in tono
fatalista. Rebecca lo guardò per un velocissimo istante prima di prendere un
respiro profondo. -Se tu vuoi,siamo ancora in tempo per considerare l'altra
alternativa...- Era chiaro che per lei era difficile anche solo pronunciare
quelle parole:Rebecca aveva avuto un mese e mezzo per abituarsi all'idea,aveva
visto quello che sarebbe diventato il loro bambino in un ecografia,aveva
addirittura sentito il suo cuore battere! Prendere in considerazione
quell'idea per lui era una delle più grandi dimostrazioni d'amore che Ronald
avesse mai ricevuto nella sua vita. E mentre le parole della sua ragazza e
l'idea stessa dell'aborto attecchivano nella sua mente,Ronald si ritrovò a
pensare che non era la strada giusta. -No-disse infatti. Lei lo fissò in
silenzio,in attesa. -Non voglio che tu sia costretta a farlo soltanto per
farmi contento...Tu vuoi avere questo bambino?-le domandò. Rebecca
annuì,senza la minima esitazione,posandogli una mano sul braccio
sinistro. -Lo voglio...Fin da quando ho scoperto di essere incinta non ho
pensato neanche per un'istante alla possibilità di liberarmene. Ovviamente so
che dovrò lottare parecchio per lui,e che se prendiamo questa decisione non
possiamo più cambiare idea e che sicuramente dovremo lottare contro i miei
genitori e anche con i tuoi,e che dovrò rinunciare a molte cose per lui,ma non
mi importa...Anzi è l'ultimo dei miei pensieri al momento. Questo bambino è
la prova vivente del nostro amore,come potrei anche solo pensare di
liberarmene?-gli domandò fissando i suoi occhi. Ronald ricambiò il suo
sguardo per un lungo istante prima di respirare rumorosamente dal naso e
cingerle nuovamente la vita con un braccio. -Ho una domanda- Lo sguardo
della ragazza si fece più attento mentre la mano destra si posava sul torace del
ragazzo. -Quante volte hai provato il discorso?Due-tre volte?No perchè si
capiva chiaramente c'era una grande preparazione dietro-le chiese poi mentre le
sue labbra si incurvavano in un sorriso divertito. Rebecca spalancò
leggermente la bocca in un'espressione incredula e gli diede una piccola spinta
facendolo ridere. -Sei un vero idiota!-disse facendo per allontanarsi da
lui. Il ragazzo però la lasciò scappare solo per pochi passi,prima di
stringere la mano destra attorno al suo polso e attirarla di nuovo contro di
sè,muovendo la testa in modo che i loro sguardi si incontrassero. -E tu sei
una credulona!Spero solo che nostro figlio abbia ripreso da me,altrimenti avrà
davvero vita difficile a Grifondoro- -Chi ti dice che finirà a
Grifondoro?Potrebbe anche essere un Corvonero come mia madre-ribattè lei giusto
per il gusto di contraddirlo. Lui scosse la testa,iniziando ad accarezzarle
la schiena con le dita della mano sinistra. -C'è una predominanza rosso-oro
nelle nostre famiglie,quindi credo potremmo iniziare fin da ora a preparargli il
corredo- Il silenzio calò per qualche secondo nella stanza mentre i due
ragazzi si fissavano negli occhi quasi cercassero nell'altro la stessa paura che
sentivano dentro di sè,poi Ronald avvicinò il viso a quello della ragazza e gli
posò un bacio dolce sulle labbra. Sentì le braccia di Rebecca stringersi
attorno alle sue spalle,quasi avesse bisogno di quell'appiglio per non cadere
e,quando si separarono,le fece posare la testa sulla sua spalla. -Andrà tutto
bene-le disse di nuovo per rassicurarla. La sentì muovere la testa contro di
sè in un cenno d'assenso. -Me lo prometti?-gli chiese lei,in modo quasi
infantile. Lui annuì,certo che lei lo avesse visto. Sì,sarebbe andato
tutto bene...Avrebbe fatto di tutto per mantenere quella promessa.
La mano sulla bocca gli impedì di svegliare la
sua famiglia con i suoi gemiti di piacere. Alzò la testa quel poco che gli
serviva perchè il suo orecchio destro venisse solleticato da corte ciocche
bionde riuscendo così a cogliere il fiato ansante del compagno prima che questo
si lasciasse cadere sulla minuscola parte di letto ancora libera. Albus tornò
a distendersi sul torace completamente senza forze,le braccia allungate
mollamente lungo i fianchi ed il viso affondato nel cuscino. In quel modo
riusciva a vedere il corpo altrettanto nudo di Scorpius che cercava di
recuperare le forze a sua volta,il torace che si abbassava ed alzava con scatti
nervosi,un ginocchio piegato verso l'alto ed un braccio ripiegato dietro la
testa per tenerla leggermente più sollevata. Non era stata una gran sorpresa
per Scorpius,quando a sera tarda aveva sentito due colpi secchi alla sua
porta,nè lo era stata la presenza di Albus sul pianerottolo di fronte alla sua
stanza. Aveva aspettato quel momento per tutta la giornata,anche con la
leggera paura che quell'incontro "illecito" potesse saltare,ma la presenza del
moro davanti alla sua porta dimostrava che anche lui aveva atteso quell'istante
con ansia. Pochi istanti ed il biondo voltò la testa dalla sua parte
incontrando i suoi occhi ed accennando un lieve sorriso. -Allora?E' stato
come te lo ricordavi?-gli domandò poi. Albus ridacchiò stancamente,posando un
braccio sul torace di Scorpius e lasciandosi andare ad un'altrettanto stanco
sospiro. -Anche meglio...E per te?-gli chiese sollevando leggermente la testa
e sostenendola con una mano. Scorpius alzò le spalle,una smorfia di
sufficenza sul viso. -Sicuramente è stato meglio del sesso
telefonico-commentò. Era stato mille volte meglio del sesso telefonico,anzi
non aveva nessun termine di paragone con cui confrontarlo,ma lui non era il tipo
che ammetteva a voce alta certe cose! Per un secondo Albus prese in
considerazione l'idea di alzarsi in piedi,tornarsene in camera sua e tenere il
muso per qualche giorno,ma poi valutò la seconda opzione,ovvero fargli sputare
la verità a forza,e la trovò molto più interessante. -Avanti ammettilo che è
stato fantastico...-disse alzandosi ancora di più dal materasso e sporgendosi
verso di lui. Lo sguardo dubbioso di Scorpius non accennava a staccarsi dal
suo viso,cercando di capire in anticipo le sue mosse per poter restituire colpo
su colpo. -Fantastico?Non esageriamo adesso!Però è stato bello-disse
mantenendo la sua facciata. Albus annuì,un sorriso ironico sul
volto,avvicinando ancora di più il viso a quello di Scorpius finchè non riuscì a
sfiorargli il labbro superiore con la punta della lingua,senza staccare mai lo
sguardo dagli occhi cerulei del compagno. Una scarica elettrica attraversò la
schiena di Scorpius nello stesso istante in cui la lingua del moro bagnò le sue
labbra,trovando sfogo nel suo basso ventre e provocandogli una nuova
erezione. -Soltanto bello?-gli chiese ancora Albus,facendo scivolare la
lingua sul labbro inferiore. Anche volendo il biondo non sarebbe riuscito a
spicciare parola,troppo concentrato sul volto incredibilmente eccitante ad una
minima distanza da lui. Gli era bastato un piccolo incoraggiamento,quelle
poche parole per eccitatarsi di nuovo e dal sorriso malizioso che aleggiava
sulle labbra di Albus sapeva che non avrebbe avuto facilmente quello che
desiderava. -Moderatamente eccitante...-riuscì a biscicare dopo qualche
istante. Si sorprese perciò quando lo vide salirgli cavalcioni,provocandogli
brividi d'anticipazione in tutto il corpo. Fece per avvicinare il viso a
quello di Albus ma questi si tirò indietro scuotendo la testa,prima di chinare
il capo e posargli le labbra sul collo,poco lontano dalla giugulare; Scorpius
chinò la testa all'indietro,premendola contro la testiera del letto,per
agevolare i suoi movimenti,con la speranza che quei preliminari finissero
presto. Sollevò le braccia che fino a quel momento erano rimaste abbandonate
sul letto e fece per allacciarle attorno ai fianchi del ragazzo,ma uno schiaffo
allontanò la mano destra e lo lasciò ancora una volta spiazzato. Che
accidenti aveva in mente Albus? Stanco di quei giochetti,afferrò il ragazzo
per la vita e lo spinse di peso sul letto,coprendolo poi con il proprio corpo,ma
con un deciso colpo di reni Albus ribaltò le posizioni,riuscendo anche a
bloccargli le mani sopra la testa. -Moderatamente eccitante?-gli domandò poi
chinandosi su di lui,permettendo così alle loro eccitazioni di
sfiorarsi. Scorpius sollevò la testa dal materasso quasi stesse fronteggiando
un nemico,ma prima che trovasse la risposta adatta Albus lo sorprese ancora una
volta,iniziando a scivolare lentamente sulla sua eccitazione. Gli occhi
semichiusi,il biondo si morse il labbro inferiore cercando di trattenere il
singulto di sorpresa e piacere che minacciava di proruppere dalla sua
gola. Era la prima volta che Albus prendeva l'iniziativa:fino a quel momento
si era sempre accontentato di lasciarsi guidare da lui seguendo le sue
direttive. Questa volta sarebbe toccato a lui. Assecondò tutti i movimenti
di Albus,andandogli incontro quando lo sentiva allontanarsi, nonostante la
stretta salda che ancora gli bloccava le braccia e lasciandosi allo stesso tempo
andare alla lentezza,a quei gesti lenti ed insieme passionali con cui il moro
stava cercando di farlo impazzire. Ma quando finalmente Al gli lasciò andare
le mani,Scorpius si limitò a serrarle attorno alle sue spalle premendo
maggiormente contro di sè e avvicinando le labbra alle sue per un bacio
affannato. E prima che se ne rendesse conto Scorpius si scoprì perduto...Fra
loro il sesso non era mai stato così lento, dolce e allo stesso tempo passionale
e concitato:anche a causa della loro movimentata relazione avevano dovuto fare
sempre tutto di fretta,concedendosi soltanto pochi momenti di vera
intimità. Ma quello era qualcosa che Scorpius non aveva mi provato in vita
sua:non era più sesso,Albus lo aveva trasformato in amore. Quando l'orgasmo
arrivò a liberarli dalla tensione e dall'attesa Albus si lasciò cadere su di
lui,il viso sulla sua spalla destra poco distante dal volto del biondo. Dopo
un lungo istante in cui nella stanza erano rieccheggiati soltanto i loro
respiri,ancora un volta affannosi,Albus fece per sollevarsi dal corpo del
compagno,ma una mano del biondo lo bloccò riportandolo giù contro il suo
torace. Al alzò lo sguardo sul ragazzo e lo trovò impegnato a fissare il
soffitto chiaramente pensieroso. -Sys?-lo chiamò qualche minuto dopo. Non
era inusuale che Scorpius fosse così silenzioso,anzi alle volte doveva tirargli
fuori le parole con le pinze,ma ora era diverso:era per caso arrabbiato per come
si era comportato?Magari aveva trovato irritante quelle sue attenzioni,anche se
era chiaro che le avesse apprezzate molto... -Voglio farti vedere una
cosa-gli disse l'altro. Si rizzò a sedere costringendo il moro a fare lo
stesso e l'istante dopo era in piedi a pochi metri dal letto;con pochi passi si
diresse verso la scrivania dove aveva abbandonato la valigia,ancora intatta,che
aveva riportato dalla Tana. Aprì una delle tasche centrali e ne tirò fuori un
quaderno dalla copertina nera,per poi voltarsi e ritornare a sedersi sul
letto. Solo quando si fu sistemato fra le lenzuola di fronte a lui gli tese
il quaderno,ricevendo in cambio un'occhiata curiosa da parte di Albus. -Che
cos'è?-gli chiese questi. Non aspettò neanche la sua risposta,ma prese il
quaderno dalle mani bianche del ragazzo e aprì la copertina rigida,dando
un'occhiata alla prima pagina,scritta dalla prima all'ultima riga con una
calligrafia chiara e elegante. -Quando sono arrivato oggi mi hai chiesto come
ho passato il tempo dai tuoi nonni...Ecco,oltre alla palestra c'è anche
questo-disse Scorpius,chiaramente a disagio. Al alzò lo sguardo sul ragazzo e
gli sorrise. -E' un racconto...Lo hai scritto tu?-gli domandò poi continuando
a sorridere. Scorpius si limitò ad annuire. -Non c'era molto altro da fare
alla Tana-commentò schernendosi. Al rise prima di lanciare una nuova occhiata
al quaderno e iniziare a sfogliare le prime pagine,tutte ugualmente scritte
dall'inizio alla fine con la stessa calligrafia. -Ecco,mi chiedevo se tu,se
non trovassi troppo assurdo...-farfugliò Scorpius. -Cosa?-chiese il moro
riportando lo sguardo su di lui giusto in tempo per vederlo alzare le spalle in
un gesto noncurante. -Se ti andrebbe di leggerlo e di dirmi che ne
pensi- Un sorriso si unì all'espressione incredula che ancora campeggiava sul
volto di Albus,facendo ghignare Scorpius. -Davvero?- L'altro annuì. -E
cerca di non essere troppo indulgente solo perchè sei il mio ragazzo-aggiunse
poi. Quelle parole caddero fra di loro neanche un fulmine a ciel sereno:erano
state pronunciate veramente? Scorpius lo aveva davvero chiamato il "mio
ragazzo"?No,probabilmente se lo era immaginato! Fece un respiro profondo e
annuì. -Tranquillo,non permetterò che il mio amore per te offuschi la mia
capacità di giudizio-lo rassicurò in tono scherzoso,cercando di allontanare quei
pensieri dalla sua mente. Perfettamente consapevole di quello che stava
passando per la testa del compagno in quel momento,tutte le domande e i
dubbi,Scorpius si concesse un piccolo ghigno prima di annuire e avvicinarsi a
lui e dargli un veloce bacio sulle labbra. -Ah proposito...-gli disse
staccandosi da lui quel poco che bastava per incontrare il suo sguardo-E' stato
fantastico...-disse prima di posare ancora le labbra su quelle di Albus per
bloccare ogni sua protesta.
Luglio e agosto erano passati più
velocemente di quanto si fosse aspettato ed ora,fra neanche ventiquattro ore si
sarebbe ritrovato di nuovo ad Hogwarts. Quando l'Espresso lo aveva lasciato
sulla banchina di King's Cross per una frazione di secondo aveva pensato di
scappare,di nascondersi il più lontano possibile dai suoi genitori e da quello
che lo aspettava a casa,ma sapeva benissimo che suo padre sarebbe riuscito a
rintracciarlo nel giro di ventiquattro ore,anche a costo di sguinzagliargli
dietro un'orda di detective privati. Così era rimasto sulla
banchina,sorridendo ai suoi genitori per quello che gli permettevano i suoi
muscoli facciali atrofizzati,la mano sinistra bloccata in quella di Mandy,che
non lo aveva perso di vista neanche per un istante sul treno,forse consapevole
della possibilità di qualche pazzia. Erano arrivati alla residenza estiva
della famiglia Zabini e la prima cosa che aveva fatto,ancor prima di disfare il
baule era stato chiamare Alice:aveva bisogno di sentire la sua voce,rassicurare
sè stesso e lei che tutto andava bene e che niente era cambiato. La sua voce
lo aveva tranquillizzato ed era anche riuscita a fargli dimenticare per qualche
minuto dell'estate di inferno che li attendeva. Ma fin dal primo giorno gli
era parso chiaro che niente sarebbe stato come si era immaginato:aveva creduto
che Mandy gli sarebbe stata sempre intorno,senza dargli un attimo di
respiro,capace solo di ossessionarlo con quella storia del fidanzamento,ma
quelli sembravano essere gli ultimi pensieri della ragazza e solo quando era
stato troppo tardi per rimediare,Luke aveva capito qual'era il suo vero
obbiettivo. Aveva passato giorni sdraiata a bordo piscina a prendere il sole
con i suoi genitori,ascoltando le loro conversazioni e dando il proprio parere
quando questo era richiesto,come avrebbe fatto una qualsiasia ragazza beneducata
e di buona famiglia. Inoltre aveva accompagnato in un paio di occasioni sua
madre a qualche ricevimento a casa di amici comuni,a cui veniva introdotta come
la fidanzata di Luke,ricevendo così inviti per colazioni o cene a cui doveva
presentarsi insieme al ragazzo. -Si può sapere che cosa stai combinando?-le
aveva chiesto un giorno Luke,approfittando di un momento di solitudine. Lei
lo aveva fissato con un espressione sorpresa sul volto,come se non capisse bene
le sue parole per poi alzare le spalle. -Sto creando la mia rete di
contatti...Ne avremo bisogno quando saremo sposati-gli aveva fatto notare con
tono ovvio. -Credevo di essere stato chiaro su questo proposito!-aveva
ribattuto lui cercando di controllare la sua rabbia. Mandy si era lasciata
andare ad un sorriso ironico. -E tu credi che la tua opinione ormai conti
ancora qualcosa? I tuoi genitori ormai mi adorano,potremmo sposarci anche
domani se lo volessimo-gli aveva risposto. Lo aveva messo spalle al muro
senza che neanche lui se ne accorgesse:era davvero un'idiota! Come aveva
potuto scambiare quella docilità per un inizio di disinteresse nei suoi
confronti,un segno che quell'incubo sarebbe finito presto? -Non sai quanto
vorrei ucciderti in questo momento-le aveva detto,i pugni stretti al punto da
far sbiancare le nocche. Lei si era limitata ad alzare le spalle in un gesto
noncurante. -Tutti i migliori matrimoni sono iniziati così...vedrai che
presto non potrai più fare a meno di me- Era stato dopo quella discussione
che aveva smesso di raccontare ad Alice quello che succedeva alla villa fra di
loro,limitandosi solo a discorsi generali e incitandola a parlare delle sue
vacanze e di come stesse andando il trasloco nella vecchia casa di
Londra. Era certo che lei avesse intuito qualcosa,forse dalla sua voce o dal
drastico cambiamento delle loro conversazioni,ma non gli aveva mai detto
nulla;aveva continuato a parlargli di come sentisse la mancanza di Fred e di
Allison e di come avesse deciso di trasferirsi nella stanza del fratello,visto
che a lui non serviva più. Ma ora l'estate era finita. Si era lasciato
scivolare addosso quei due mesi vivendo la sua vita,indipendentemente dalla
presenza di Mandy nella vita,limitandosi a constatare solo distrattamente il
disastro che la ragazza e sua madre stavano portando avanti:ormai tutti gli
amici della madre sapevano che i due ragazzi erano fidanzati ufficialmente,e di
conseguenza lo avrebbero saputo anche i suoi compagni di casa ad
Hogwarts. Alle volte il pensiero di scappare lontano gli attraversava ancora
la mente,ma sapeva che non avrebbe cambiato le cose:anche se fosse rimasto
lontano per anni,al suo ritorno avrebbe sempre trovato Mandy ad
aspettarlo,pronta a rovinargli la vita. Ma un nuovo pensiero si era fatto
strada con forza nelle ultime settimane,specie da quando aveva dovuto
accompagnare Mandy ad una cena a cui erano stati invitati da alcuni amici dei
suoi genitori. Mentre era lì,con il braccio di Mandy attorno alla
vita,intento a dispensare sorrisi vuoti e a fingere di divertirsi,si era chiesto
se non fosse meglio arrendersi e darla vinta ai suoi genitori e alla ragazza che
gli stringeva delicatamente il braccio sinistro. Che senso aveva ancora
combattere quando sembrava che la sua era una lotta già persa in
partenza? Non sarebbe stato meglio per tutti lasciar perdere e risparmiare a
tutti ulteriori sofferenze?
La banchina era affollata come ogni anno. Il
folto gruppo formato dai Potter e dai Weasley,a cui si era aggiunto anche
Scorpius Malfoy, era come al solito,alla fine della banchina:i ragazzi avevano
già sistemato i loro bagagli in uno scompartimento libero ed erano scesi per
salutare i propri genitori,pronti per le inevitabili scene strappalacrime che si
ripetevano ogni anno. -Possiamo salutarci qui,non c'è bisogno che ci
accompagnate fino allo scompartimento-disse Ronald concentrato a fissare i volti
dei propri vicini per scovare Rebecca fra la folla. L'ultima cosa che le
voleva era farle portare da sola il pesante baule nelle sue condizioni,quindi
sperava di raggiungerla prima che lei salisse sul treno. -Sì,non è una
cattiva idea...Io dovrei anche andare a cercare Daniel-convenne Lily
sincera. Harry scosse la testa con un sospiro rassegnato,mentre Ginny si
chiese se all'età dei suoi figli fosse così impaziente di liberarsi della
presenza dei propri genitori. -Ok,va bene,vediamo di darci una mossa con
questa storia dei saluti!-disse Ron iniziando a salutare Albus e Lily,che erano
più vicini. Quando Rose e Hugo si trovarono di fronte al padre ci fu qualche
secondo di indecisione prima che Rose posasse un veloce bacio sulla guancia
destra dell'uomo e Hugo gli desse una pacca sulla spalla sinistra,accompagnando
il gesto con un sorriso lieve. -Ci vediamo a ottobre-gli disse poi la
ragazza. -Certo-la rassicurò l'uomo. -Dai un bacio a Eliza da parte
mia-aggiunse Hugo prima di voltarsi a salutare la madre,subito imitato da
Rose. Del canto loro anche Ginny e Harry erano impegnati con le ultime
raccomandazioni,cercando di condensare in poche parole i tanti consigli che
avevano da dare ai ragazzi. -James mi raccomando,cerca di concentrarti anche
sullo studio oltre che sul Quidditch, ricordati che sei all'ultimo anno;Lily
comportati sempre in modo educato e non concentrarti solo in Pozioni:esistono
anche altre materie!-disse Ginny ai due figli. -Già peccato che nessuna è
interessante come Pozioni!-commentò la ragazza. -Albus tu,invece,cerca di
divertirti un pò qualche volta invece di stare sempre sui libri...-disse ancora
Ginny. -Non si preoccupi Mrs.Potter ci penserò io a farlo distrarre-si
intromise Scorpius. Ginny scosse la testa velocemente,cercando di non far
depositare la nube di imbarazzo che quelle parole avevano portato con sè e fissò
proprio il biondo. -Sono certa che lo farai,ma cerca anche tu di comportarti
al meglio. Questo non sarà un anno facile per te e quasi sicuramente verrai
messo alla prova più volte di quante immagini, quindi cerca di controllare il
tuo temperamento- -Ricordati che noi siamo qui se hai bisogno di
aiuto-aggiunse Harry. Scorpius fece un cenno d'assenso con il capo,un
espressione seria sul volto. -Grazie.Non lo dimenticherò- Ginny sorrise
chiaramente soddisfatta e si guardò intorno fino a posare lo sguardo su
Ronald. -Ok Ronnie avrei tante cose da dirti e tante raccomandazioni da
farti,ma chiaramente non abbiamo il tempo,quindi mi limiterò a dirti di
divertirti- Ronald aggrottò la fronte,imitato dai suoi fratelli. -Tutto
qui?Vuoi davvero che mi diverta?Niente storie sullo studio o sul fatto che è
l'ultimo anno...-disse lui senza capire. La madre scosse la testa. -No..E'
chiaro che ti impegnerai,che studierai come hai fatto gli anni passati e forse
anche di più,ma quello che voglio è che tu cominci a comportarti come un ragazzo
della tua età,che ti dedichi al Quidditch o al Club dei duellanti o a tutte
quelle altre attività che non hai potuto seguire a pieno lo scorso anno perchè
pazzo d'amore per Rebecca- -Lui è ancora pazzo d'amore per Rebecca-commentò
Lily. Ronald annuì e sua madre sorrise. -E' vero,ma sono certa che Ronald
riuscirà a vivere serenamente la sua relazione con Rebecca senza per questo
dover rinunciare del tutto alla sua vita- Nonostante annuì,Ronald non ebbe il
coraggio di alzare lo sguardo sulla madre,non con il grande segreto che le stava
nascondendo. Certo la sua vita sarebbe cambiata quell'anno,ma non come
credeva sua madre... -Adesso andate,altrimenti perderete il treno-li spronò
Harry dopo un veloce sguardo all'orologio da polso. I ragazzi si concessero
un'ultimo giro di saluti per poi avviarsi velocemente all'Espresso. Un nuovo
anno stava per cominciare...
Salve a
tutti!!!Come state?
Un nuovo
anno sta x iniziare ad Hogwarts,ma come vi avevo anticipato noi non ci
occuperemo di tt l'anno scolatico,ma soltanto dei primi quattro mesi e neanche
li esamineremo completamente,giusto il tempo necessario per dare un saluto
conveniente a quelli che ormai sono diventati amici e sapere cosa sarà di loro
alla fine di qst lungo viaggio.
E
qualcosina l'abbiamo già intravista...
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e mi
scuso per eventuali errori di ortografia e battitura.
E ora i
ringraziamenti:Sweey(Era questa
l'idea che avevi avuto?Altrimenti sn curiosa di sapere cosa avevi pensato;la
reazione di Ronald è stata più che giustificata,almeno dal mio punto di vista:se
la persona cn cui hai condiviso ogni + intimo segreto x tt la tua vita
improvvisamente ti esclude da qlcs di importante,ti senti peggio che
tradito...),Luthien241(No,tranquilla nn è mia intenzione far morire qlli che hanno
sopportato le mie storie tt qst tempo,quindi cercherò di rivelare un pò x volta
i vari segreti...Anche se nn credo che Harry e Ginny abbiano bisogno di sapere
che la loro piccolina fa sesso,si rischierebbe davvero l'infarto!),Lotti_(Specialmente se è il tuo
gemello!X il momento nn ce lo vedo Neville in una versione diabolica,ma nn è
escluso che dia di matto anche lui quando si verrà a sapere la verità...I
cognugi Thomas sn veramente adorabili,sn d'accordo cn te!Sn una di qll coppie
che in qst ultimi capitoli sarà + tranquilla delle altre,fortunatamente x
loro),Kikka'15(Si lo so,sn
un pò sadica...Ma giuro che lo faccio senza nessun'intenzione cattiva!Ron ed
Hermione e la loro terapia torneranno il prox capitolo nn
preoccuparti!),Elly(Ciao!!!!Come va lo studio?Nn preoccuparti x le recensioni,vorrà
dire che qnd avrai finalmente un attimo di respiro di ricompenserai cn tanti
disegni... ovviamente scherzo!),Manda(Era pure ora,vero?Lo so che vi ho fatto aspettare
parecchio,ma ce la siamo spassata anche nel passato,no?Hai ragione:ora
Ronnie ha altri pensieri x la testa x pensare alla relazione fra Rose e James,e
nn volendo parlare al fratello d qll che gli succede dovrà rivolgersi
altrove...),Angel_SG(Spero
tu ce la faccia a leggere il capitolo prima della partenza,e che qst sia di tuo
gradimento;buon viaggio!),BlackFra'92(Grazie x i complimenti!).
Bene,x
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"This is
the beginning"
Baci,Eva.
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Capitolo 39 *** Old kids new problems ***
old kids new problems
"Why do the birds go on
singing Why do the stars glow above Don't they know it's the end of the
world It ended when I lost your love"
Aveva fatto tanti
progetti mentre era a Seattle. Alcuni meno importanti,come rimodernare la sua
camera e rifornire il proprio guardaroba con abiti che non le dessero un'aria da
bambina,era riuscita a portarli a termine senza alcun problema. Ma alcuni
erano rimasti solo progetti... Durante i mesi del suo soggiorno
americano,Alice aveva fantasticato a lungo su come sarebbe stato il suo ritorno
a scuola a settembre,sull'impressione che avrebbe fatto a tutti gli altri
studenti vederla camminare mano nella mano con Luke,vederli stringersi e
baciarsi come una vera coppia di innamorati. Aveva pensato spesso a tutte
quelle cose che per più di un anno si erano negati a causa del segreto e della
malattia di sua madre. Ma c'erano cose che la sua immaginazione non aveva mai
partorito,qualcosa a cui non aveva mai voluto pensare nonostante fosse una
minaccia ben visibile fra le nubi rosa dell'amore: Mandy Greengrass. Sapeva
che per mesi la ragazza aveva preso il suo posto accanto a Luke,o almeno quelle
erano le sue intenzioni,sapeva che aveva provato ad irretirlo in tutti i
modi,fossero leali o scorretti non importava,trovando sempre un secco rifiuto da
parte del ragazzo,arrivando ad autoinvitarsi nella sua villa di campagna per
l'estate. Non era segreto che i genitori di Luke consideravano Mandy la loro
futura nuora e che considerassero la storia fra Luke e lei come un'infatuazione
passeggera,quasi fosse una bomba ad orologeria in cui i minuti scorrevano
velocemente prima di arrivare allo zero. "Mi fido di Luke" Questo di era
ripetuta Alice fino alla noia durante i due mesi estivi,in cui erano stati
costretti alla separazione ancora una volta;quello era il suo mantra,anche
quando vedeva una sua foto con Mandy ad un ricevimento importante su "La
Gazzetta". Aveva continuato a dirsi che non erano altro che imposizioni della
famiglia,che Luke ne avrebbe fatto volentieri a meno di partecipare a quei
ricevimenti pomposi e noiosi,ma ogni volta restava con lo sguardo fermo più a
lungo del dovuto su quelle foto,osservando la stretta possessiva della mano di
Mandy sul braccio di Luke. Ed ogni volta,un pensiero le attraversava la
mente... Il giorno della partenza per Hogwarts,come tutti gli altri studenti
si era trovata sul binario circondata da bauli,cercando di liberarsi dei propri
genitori che,questa volta più del solito, sembravano restii a lasciarli
andare. Quando finalmente l'Espresso era partito,si era fermata nel suo
scompartimento soltanto per posare il baule,prima di iniziare a percorrere il
Treno su e giù alla ricerca dei Serpeverde e di Luke in particolare. Era
arrivata quasi alla fine del Treno quando aveva visto uscire Scorpius da uno
scompartimento con le tende tirate ad oscurare i vetri. -Scorpius-lo
chiamò. Il ragazzo si voltò e per qualche istante ebbe qualche difficoltà a
ricordare il suo nome,ma poi la sua fronte tornò a distendersi e lei capì che
l'aveva riconosciuta. -Alice-disse infatti. Lei annuì e accennò un
sorriso. -Che ci fai da queste parti?Non dovresti essere dai tuoi amici
grifoni?-le domandò con un piccolo ghigno,in risposta al suo. La ragazza alzò
le spalle. -Sto cercando Luke...Mi sembrava stupido perdere altro tempo visto
che non ci vediamo dal pranzo alla Tana per Pasqua- Il biondo annuì e le
indicò con un cenno della testa la strada dietro le proprie spalle. -Giusta
osservazione... Vieni ti mostro la strada-le disse voltandole le spalle e
incamminandosi verso i vagoni occupati dai Serpeverdi. Camminarono per
qualche istante in silenzio uno avanti all'altra e,una volta arrivati davanti
alla porta chiusa dello scompartimento,Alice si fermò lanciando uno sguardo
avanti a sè. I ragazzi,tutti in tuniche verde-argento erano stravaccati sui
loro sedili,impegnati nelle più diverse occupazioni:c'era la versione Serpeverde
di Rose che leggeva un libro di Erbologia,un paio di occhiali in bilico sulla
punta del naso,qualche ragazzo che ascoltava la musica con gli auricolari,e
tanti altri studenti che si accontentavano di far baccano. Alice mosse lo
sguardo nello scompartimento finchè non vide Luke. Era seduto ad una poltrona
sul lato sinistro del Treno,lo sguardo perso nel vuoto quasi stesse inseguendo i
propri pensieri,già con indosso l'uniforme della scuola. E poi vide
lei. Gli era seduta accanto,ed il suo braccio era stretto come al solito
attorno a quello di Luke, con il solito gesto possessivo che aveva visto tante
volte sulle foto. Era intenta in una conversazione con qualcuno seduto di
fronte a lei e la sola cosa che Alice riuscì a pensare era che sembravano una
fottuta coppia sposata:la mogliettina che faceva le pubbliche relazioni e il
marito che si limitava a restare fermo impalato al suo fianco neanche fosse un
semplice ornamento. Perchè era seduto lì accanto a lei e non era venuto a
cercarla? Non sentiva la sua mancanza?Aveva passato mesi a dirle che non
vedeva l'ora di riabbracciarla, di esserle di nuovo accanto,perchè ora che ne
aveva la possibilità era seduto accanto a quella...a quella
succhiasangue? -Io entro,vieni con me?-le domandò Scorpius,facendole così
ricordare della sua presenza. Alice staccò lo sguardo dalla "coppietta" e si
guardò la punta delle scarpe per qualche istante prima di scuotere la
testa. -No,credo sia meglio che torni nel mio scompartimento...Devo ancora
cambiarmi-disse usando quella scusa patetica per tirarsi fuori da quel momento
imbarazzante. Il biondo annuì,senza aggiungere altro per evitare di metterla
ulteriormente in imbarazzo. Rialzato lo sguardo sul suo viso di
porcellana,Alice accennò un sorriso e lo salutò prima di voltargli le spalle e
tornare sui propri passi. Di nuovo sola,mentre attraversava l'Espresso,con il
rumore che proveniva dai vari scompartimenti a farle compagnia,Alice ricordò
qual'era la sua paura più grande ogni volta che posava lo sguardo sulle foto de
"La Gazzetta":possibile che non fossero altro che vuote parole quelle che Luke
le aveva ripetuto per settimane? A quel pensiero sentì di nuovo scendere i
brividi freddi lungo la spina dorsale....
Non parlare con Ronald
per James era qualcosa di innaturale. Fin da quando l'Espresso si era
staccato dalla banchina,e i loro genitori erano apparsi moderatamente lontani,il
gemello se ne era andato in un altro scompartimento insieme a Rebecca,chiarendo
fin dal primo istante come sarebbe stato il loro rapporto quell'anno. Forse
la colpa era anche la sua,visto che aveva fatto un solo tentativo di parlare con
Ronnie e spiegargli la sua relazione con Rose,ma dopo il rifiuto categorico del
fratello di ascoltare,come poteva tornare da lui e affrontare di nuovo
quell'argomento che li stava facendo allontanare così tanto? Nelle prime
settimane di scuola,davanti al silenzio prolungato di Ronald,James aveva avuto
modo di riflettere sul comportamento del fratello:aveva capito che non era
ferito per la sua relazione con Rose,ma per il silenzio e per la poca fiducia
che aveva riposto nel loro rapporto. Sapeva di avere le sue colpe. Fin da
quando erano bambini,Ronald gli aveva sempre confidato tutto,anche la cosa più
insignificante che accadeva nella sua vita,mentre c'erano state volte in cui
James aveva preferito il silenzio,mantenere qualche mistero fra sè e quel
fratello che lo conosceva così bene,quasi avesse paura che concedere tanto di sè
stesso volesse dire automaticamente perdersi. Ma ora sentiva la mancanza di
quel rapporto così esclusivo. Non poteva parlare a nessuno di quelle
sensazioni,di quegli stupidi sentimenti perchè nessuno sapeva il vero motivo
della freddezza che si era creata fra i due fratelli e l'unica che ne era
conoscenza,Rose,si sarebbe sentita colpevole per avergli chiesto di mantenere il
silenzio anche con il proprio gemello. Dimenticandosi volutamente che fin
dall'inizio erano d'accordo a mantenere la segretezza sulla loro
relazione. -Perchè non provi a parlargli di nuovo?-gli propose Rose un sabato
mattina subito dopo colazione. Fin da quando erano tornati ad Hogwarts,Ronald
aveva abbandonato il posto che occupava da sei anni di fronte a Rose e James e
si era andato a sedere accanto ad Albus,che dopo la sorpresa del primo momento
si era abituato subito alla novità,con Rebecca alla sua sinistra. -Per dirgli
cosa?E' evidente che non vuole parlarmi...Conoscendolo preferirebbe
un'interrogazioni di Pozioni piuttosto che restare con me per più di due
minuti-aggiunse chiaramente amareggiato. Rose sospirò e scosse la
testa,facendo ondeggiare i gonfi boccoli che le ricadevano sulle spalle. -Da
quando hai questo atteggiamento così disfattista?-gli domandò. -Da quando mio
fratello ha smesso di parlarmi-rispose lui senza pensarci neanche
un'istante. -Beh tu allora costringilo,no?-ribattè la ragazza. James alzò
lo sguardo sul volto di Rose e la fissò per qualche secondo con le sopracciglia
leggermente corrucciate. -Che vuoi dire?-le chiese poi,domandandosi che cosa
stesse passando per la testa della sua ragazza. Rose scosse di nuovo la testa
con il solito gesto sconsolato che usava sempre quando lui le chiedeva di
rispiegarle per la decima volta un passaggio troppo difficile di
Difesa. -Qual'è la cosa che conta più di ogni altra cosa per Ronald?-domandò
lei fissando gli occhi neri del ragazzo. -Il Quidditch-rispose senza
esitazione James. Rose annuì. -Anche...Ma io stavo parlando di
Rebecca. Perchè invece di andare direttamente da tuo fratello non provi a
parlare prima con lei? Magari riesce a sciogliere le sue resistenze...-gli
disse certa della sua idea. James riflettè qualche secondo sulle parole di
Rose e annuì,mentre le sue labbra si stendevano in un sorriso. -Sai se non
fossimo in pubblico ti bacerei...-le disse abbassando di un mezzo tono la
voce. Rose accennò un sorriso e abbassò leggermente la testa,osservandolo
sorridere di sottocchi: la prima resistenza alla loro relazione era arrivata
prima del previsto e da una persona inaspettata,ma di una cosa Rose era
assolutamente certa. Avrebbero portato Ronald alla "ragione" e gli avrebbero
fatto capire che non c'è niente di sbagliato nel loro amore...E una volta
raggiunto quell'obiettivo,avrebbero trovato nel gemello una grande fonte di
aiuto per la lotta ai loro genitori.
-Jack- -Elisabeth- Ronald scosse la
testa,prima di portare alle labbra una mela verde e darle un morso. -Perchè
no?E' tradizionale-ribattè Rebecca. -Appunto!Sai quante ragazze si girano se
urli il nome Elisabeth in Sala Comune?-le fece notare lui. Erano nel giardino
interno,decisi a godersi il sole che ogni tanto faceva capolino fra le nuvole
grigie:Ronald era seduto sull'erba con la schiena contro il tronco di un'albero
e Rebecca, dopo aver cambiato più volte posizione,si era ritrovata con la testa
sulle gambe del ragazzo. Rebecca storse le labbra chiuse verso
sinistra,pensierosa,riflettendo sulle parole del ragazzo:in effetti non aveva
tutti i torti,lei stessa ne conosceva tre. -Ok che ne dici di Poppy?-propose
ancora la ragazza. -Ah no!Non metterò il nome di un fiore a mia figlia...La
prenderebbero in giro a vita-si oppose subito. -Allora quale sarebbe il nome
giusto per una ragazza secondo te?-gli chiese lei leggermente seccata di vedersi
rigettare ogni proposta. -Rebecca è un bel nome...-commentò dando un altro
morso alla mela e tamponandosi l'angolo sinistro della bocca. -Non dirmi che
sei uno di quei padri presuntuosi che impongono il proprio nome ai figli?-gli
domandò con un sorriso divertito sulle labbra,prendendolo in giro. Il rosso
le fece una smorfia che la fece ridere e che fece nascere un sorriso anche sulle
proprie labbra. -Stavo solo dicendo che per i tuoi genitori non è stato
difficile trovare un nome che si accordasse bene con il tuo cognome,tutto
qui-replicò lui. La ragazza sospirò,restando qualche istante pensierosa alla
ricerca di nuovi nomi. Entrambi sapevano che mancava ancora molto tempo e che
avrebbero dovuto pensare a cose più importanti della scelta del nome,ma parlare
di una cosa tanto futile come il nome per il loro bambino li rilassava e li
allontanava dai problemi. Preoccupata che i reagenti chimici avessero una
qualche azione negativa su di lei o sul bambino, Rebecca aveva lasciato il corso
di Pozioni,fra la sorpresa di suo padre e il rammarico della Preside,che la
considerava una delle studentesse più dotate,e aveva optato per Erbologia, che
era la sua seconda materia preferita e verso la quale aveva un deciso
talento,ereditato chiaramente dal padre. Nonostante avessero lezioni
diverse,Ronald si faceva trovare fuori dalla sua aula ad ogni lezione per
portarle i libri e per dimostrarle che era lì a sua disposizione per ogni suo
bisogno. -Finirò per abituarmi a tutte queste attenzioni...-lo aveva avvisato
lei mascherando lo scherzo sotto l'ammonimento. Il rosso si era limitato a
sorridere e ad alzare le spalle. -Bene,perchè io non ho nessuna intenzione di
smettere-aveva risposto tranquillo. Quelle attenzioni la lusingavano,ma
Rebecca sapeva bene cosa si nascondeva dietro di esse: quando Ronald le aveva
parlato del litigio con James e Rose,lei aveva pensato che questo si sarebbe
risolto in breve termine,ma aveva dovuto ricredersi quando si era trovata in
compagnia dei tre ragazzi. Per la prima volta da quando li conosceva si era
sentita di troppo,a disagio. Aveva provato a parlare con Ronnie di quella
situazione,ma il ragazzo le aveva detto che non aveva intenzione di cambiare
idea e che al momento era impegnato in cose più importanti del "filarino" fra
Rose e James. -Anche i tuoi genitori se la sono cavata bene con i vostri
nomi...-commentò Rebecca muovendo la testa sulle gambe di Ronald per incontrare
il suo sguardo. Il ragazzo si lasciò scappare un suono ironico dalle labbra
dischiuse,prima di allontanarsi una ciocca di capelli rossi che gli era caduta
davanti agli occhi. -Hanno solo usato i nomi di famiglia,sono tutti bravi
così-scherzò. -A me piace il tuo nome-disse semplicemente lei alzando le
spalle. -Che ne dici di Emily?-le chiese lui deciso a cambiare
discorso. Rebecca sospirò e si issò a sedere,voltandosi poi verso di lui per
fissare il suo volto con aria di rimprovero,neanche dovesse confrontarsi con un
bambino di cinque anni. -Quando la smetterai di comportarti così?-gli domandò
infatti. -E tu quando la smetterai di farmi sempre le stesse domande?-chiese
a sua volta lui. -Ronnie,senti,so che sei rimasto ferito dal comportamento di
James,ma...- Il rosso scosse la testa con decisione e fece per parlare,ma lei
lo bloccò alzando una mano davanti ai suoi occhi in modo che lui potesse vederla
e ascoltasse quello che aveva da dirgli. -No,adesso parlo io!Qualsiasi cosa
stia succedendo fra Rose e James non è affar nostro...Hanno deciso di stare
insieme,bene che lo facciano pure. Ma questo non deve complicare i rapporti
fra te e tuo fratello-gli disse in tono serio. -Quale rapporto?Lui mi ha
tagliato fuori dalla sua vita per mesi!-ribattè il ragazzo deciso a non cedere
senza aver almeno provato a combattere. Rebecca sospirò rumorosamente e tirò
su con il naso,riordinando le idee in quel breve lasso di tempo. -Hai
dimenticato di quando hai passato mesi,l'anno scorso,senza parlargli perchè mi
credevi interessata a lui? Se lui fosse stato testone quanto te,non avresti
avuto modo di chiedergli perdono-gli fece notare lei. -Vuol dire che lui è
migliore di me,okay?-sbottò Ronald chiaramente irritato. Quelle parole le
fecero capire che era passato ancora troppo poco tempo,che c'erano ancora dei
nervi scoperti su quella ferita perchè ne potessero parlare
liberamente. Magari un giorno avrebbero riso e scherzato ricordando quei
momenti,ma ora era ancora troppo presto. In silenzio Rebecca gli si avvicinò
e gli poggiò il mento sulla spalla sinistra,accarezzandogli i capelli con una
mano,sapendo che sarebbe bastato quel poco a calmarlo. -Beh dovrai pur dirlo
a qualcuno...Non puoi portare da solo questo peso-gli disse con voce
bassa. -Pensi che finirò con l'impazzire?-le domandò lui ironico. Lei gli
diede un piccolo pugno sul braccio sinistro. -Vuoi fare il serio per almeno
due minuti?Parlo seriamente! Io non so come farei se non potessi parlare di
quello che sta succedendo con Rachel-gli confessò. Ronald aggrottò la fronte
e la fissò sorpreso. -Ci sarei sempre io-le ricordò. Rebecca accennò un
sorriso e,dopo qualche altro istante,annuì. -Hai ragione,ma non sarebbe la
stessa cosa...Non fraintendermi Ronnie,ma lei è una ragazza: posso parlarle
anche di cose che tu non capiresti o non riterresti importanti-gli
spiegò. -Ad esempio?- -Che diresti se ti dicessi che questa mattina ho
scoperto di pesare due chili di più?-gli domandò mettendolo alla prova. -Che
è normale e che è un segno che il bambino sarà forte come tutti i Potter-le
disse senza esitazione. Rebecca annuì,un sorriso saputo sul
volto. -Proprio come immaginavo...Ascolta,ti amo anche solo per aver detto
quelle cose,ma ci sono dei momenti in cui la razionalità non serve:non ho
bisogno di sentirmi dire che "è normale". Voglio qualcuno che mi dica che mi
ricordi che per i prossimi sette mesi continuerò ad ingrassare,indipendentemente
dal mio volere,così ci penserò su due volte prima di soddisfare ogni voglia di
questo qui-disse accompagnando le ultime parole con una carezza al ventre ancora
piatto. Ronald,riflettè qualche istante sulle sue parole per poi accennare un
sorriso e muovere la testa verso di lei finchè le loro nuche non si
incontrarono;per qualche secondo chiuse gli occhi,riflettendo sulle parole della
ragazza:qualcuno con cui parlare. Beh in fondo anche lui aveva delle cose di
cui non poteva parlare con Rebecca:nonostante continuasse a mostrarsi sempre
forte e sicuro di sè,almeno con lei,c'erano dei momenti, specialmente quando era
solo, in cui la paura lo assaliva e lo portava a chiedersi se non stessero
facendo la cosa sbagliata. Già,ma con chi poteva parlarne ora che aveva perso
il suo confidente abituale?
-Ok forza,qual'è il problema?- Due occhi verdi
incontrarono due iridi di ghiaccio che lo fissavano noncuranti,e per qualche
istante il verde-argento ebbe qualche dubbio che quelle parole fossero state
effettivamente pronunciate. La cena era finita da neanche mezz'ora ed erano
pochi i Serpeverde che erano già ritornati alla Sala Comune,preferendo perdersi
in giro per il Castello a caccia di attività proibite o di divertimenti
sconvenienti. -Di che parli?-gli domandò Luke affondando sempre di più nella
poltrona di pelle nera che era sistemata accanto al camino spento. Se c'era
una cosa che l'amico non era mai riuscito a fare era mentigli:poteva essere un
grande mago,e sarebbe sicuramente diventato un grande Mago oscuro,ma non sarebbe
mai riuscito a mentire al suo migliore amico. Forse quello era il suo punto
debole... -Da quanto siamo qui?-gli domandò Scorpius restando in piedi
davanti a lui. -Qui?Intendi ad Hogwarts?-chiese per essere sicuro di aver
capito bene. Il biondo annuì. -Neanche una settimana,perchè?- -In tutto
questo tempo non hai detto neanche una parola sulla Grifondoro...Non hai fatto
il gesto di andarla a cercare neanche una volta-gli fece notare
lui. Chiaramente a disagio per quelle parole,Luke si mosse sulla poltrona e
allontanò lo sguardo da quello dell'amico. -Sai che è venuta a cercarti
mentre eravamo sull'Espresso?-gli domandò ancora Scorpius. Fulmineo lo
sguardo ritornò sul volto efebico di Scorpius,con un espressione incredula che
gli trasfigurava i tratti del viso. -Oh...Davvero?-chiese. L'altro
annuì. -Ma quando ti ha visto abbracciato alla tua fidanzata,ha preferito non
interrompere l'idillio- commentò sarcastico. -Non è la mia fidanzata-ribattè
subito l'altro. -Davvero?Eppure la voce che gira è un'altra...Da quello che
arrivava quest'estate alla Tana stavate già facendo il giro delle gioiellerie di
Diagon Alley alla ricerca dell'anello di fidanzamento perfetto-gli disse
poggiando un piede su un bracciolo della poltrona nera e sporgendosi verso
l'amico. -Falla finita- -Mi raccomando non dimenticarti di mandarmi
l'invito all'indirizzo giusto...Non vorrei perdermi il vostro matrimonio per
niente al mondo-commentò imperterrito Scorpius. -VAFFANCULO Scoprius!Perchè
non vai a rompere le palle al tuo di Grifondoro?-sbottò Luke puntando sul
ragazzo due occhi pieni di rabbia. Scorpius lo fissò qualche istante prima di
annuire e tornare in posizione eretta;l'attimo dopo gli voltò le spalle e si
avviò verso la porta della Sala Comune. -Credi di essere migliore di me
soltanto perchè ti sei ribellato a tuo padre?-si sentì chiedere. Tornò a
voltarsi e vide che Luke era in piedi,a pochi metri dalla poltrona che aveva
occupato fino a quel momento,lo sguardo ancora su di lui. Alzò le
spalle. -Almeno adesso nessuno mette più bocca nelle mie decisioni. Tu
puoi dire lo stesso?-gli chiese conoscendo già la risposta. Vide lo sguardo
di Luke abbassarsi sul pavimento e per qualche istante restarono in silenzio,
l'uno incapace di andarsene ritenendo insoluta la questione e l'altro non in
grado di dar voce alle proprie frustrazioni. -E' solo che è così
difficile...-riuscì alla fine a dire il moro. Non era solo difficile,era
anche spaventoso e Scorpius lo sapeva bene visto che c'era passato a sua volta
non meno di due mesi prima. Conosceva la sensazione di immobilità e di
frustrazione che si sentiva nella posizione di Luke, e sapeva che dopo,quando
sarebbe venuto il momento di lottare per far valere i propri diritti sarebbe
stato ancora peggio,ma ora che era veramente libero avrebbe affrontato quel
percorso ancora mille volte se serviva a renderlo un "uomo" libero. Ora
poteva vivere la sua vita come aveva sempre voluto,Luke poteva dire lo
stesso? -Lo so. Ma sempre meglio che permettere agli altri di gestire la
tua vita,non credi?- Tornò a voltargli le spalle e senza altro ripensamento
si avviò verso l'uscita della Sala Comune.
Alla fine,dopo aver riflettuto a lungo sul consiglio
di Rebecca gli era venuta in mente una sola persona. E,forse proprio a causa
del discorso che aveva avuto con la ragazza,sentiva un bisogno impellente di
parlare,di sfogarsi con qualcuno perchè questi condividesse quello che gli stava
succedendo. Così aveva attraversato il passaggio segreto sotto il Platano
Picchiatore e si era ritrovato nella Stamberga Strillante,cercando di non
riportare alla mente quello che era successo l'ultima volta che era stato lì con
James e Daniel. Salì una rampa di scale facendo attenzione ai gradini
scricchiolanti e mezzi rotti che minacciavano di crollare sotto la minima
pressione e si fermò davanti alla porta che ben ricordava,battendo due colpi ben
distinti sul legno marcio. -Al,sei qui?Sono Ronald-disse per evitare
situazioni imbarazzanti. Il silenzio che arrivò dall'altra parte lo portò a
chiedersi se non avesse sbagliato stanza,o se addirittura non avesse sbagliato
posto:magari Albus era ad Hogwarts nella Sala Comune o nella Stanza delle
Necessità e lui lo stava cercando lì! Poi dei rumori dall'interno gli fecero
capire che non si era sbagliato. -Entra- Aprì la porta e cercò di
abbracciare con lo sguardo tutta la stanza,alla ricerca di qualcosa di
inconsueto,trovando il letto ancora in perfette condizioni,suo fratello con
indosso un paio di jeans blu scuro ed una camicia a righine verdi e rosse,in
piedi a pochi centimetri dal letto che lo fissava. -Ehi-lo salutò il rosso
chiaramente a disagio. Al gli sorrise e si sedette sul letto,invitandolo a
fare lo stesso. -Se devo essere sincero,non eri la persona che stavo
aspettando-gli confessò continuando a sorridere. Ronald annuì e tese i
muscoli facciali in un sorriso forzato,posando lo sguardo sulle proprie mani
giunte sulle ginocchia. -Lo so...voglio dire lo immagino-si affrettò a
rettificare. Sempre più divertito dall'imbarazzo del fratello Al sorrise e
gli diede una pacca sulla schiena. -Sta tranquillo fratellone...Respira-disse
cercando di tranquillizzarlo. Ronnie annuì,le labbra serrate una contro
l'altra. -E' successo qualcosa?-gli domandò ancora il moro continuando a
guardarlo. Ronald restò in silenzio,non trovando le parole adatte per
iniziare il discorso:aveva deciso di parlarne con Albus,ma come? Non era
certo una cosa che si è soliti dire tutti i giorni,e non sapeva quale sarebbe
stata la reazione del fratello...Oddio che casino! -Sto per scoprire il
motivo della lite fra te e Jim?-tentò Al. Ronald scosse la
testa. -No,questa è una cosa che riguarda soltanto me-gli disse prima di
coprirsi il volto con entrambe le mani. Ma che gli era saltato in mente?Come
poteva presentarsi dal fratello e dirgli una cosa del genere dopo che per anni
lo aveva escluso dalle sue confidenze? -Sai forse è stata una cattiva
idea...Magari è meglio se...-disse scoprendosi di nuovo il volto e facendo il
gesto di alzarsi in piedi. Albus scosse la testa e lo fece risedere posando
una mano sulla sua spalla destra e spingendolo gù. -Assolutamente!Non avrai
mica intenzione di andartene dopo avermi messo l'ansia?Che ti succede?-gli
domandò. Ronald fissò il muro davanti a sè e restò in silenzio:forse non
c'era un modo giusto per dare una notizia del genere,forse doveva soltanto
buttarla fuori tutto d'un fiato. Renderla reale anche per Albus. -Rebecca
è incinta-disse dopo aver preso un respiro profondo. Voltò la testa per
incontrare lo sguardo del fratello e lo vide spalancare gli occhi per la
sorpresa. -Ahi!Questa davvero non me l'aspettavo...-gli confessò il moro-Da
quanto?-domandò poi. -Otto settimane- Al fece un veloce calcolo che lo
portò a strabuzzare ancora di più gli occhi. -Due mesi?Fossi stato al tuo
posto avrei aspettato ancora un pò per dirlo a qualcuno!Sai che hai poco tempo
per prendere una decisione?-gli fece notare dandogli un buffetto sul
petto. Ronald deglutì cercando il coraggio per annunciargli anche la seconda
parte della "rivelazione",ma ad Albus bastò il silenzio prolungato per
capire. -Non dirmelo...-gli disse. L'altro annuì,tornando a posare lo
sguardo sul fratello. -Volete tenerlo?-chiese per essere certo di aver capito
bene. Ronald annuì ancora una volta. Percorso da una scarica inaspettata
di adrenalina,Albus si alzò in piedi e iniziò a camminare per la stanza davanti
al rosso. -Ma non potevi stare attento?- -E tu credi che quella fosse la
prima volta che io e Rebecca andassimo a letto insieme?Sono mesi che lo facciamo
e non c'erano mai stati problemi! Ma quella volta era estate,non potevamo
usare i nostri poteri e dopo aver provato un paio di volte con i contraccettivi
babbani abbiamo deciso di lasciar perdere...-gli raccontò. "Che potrà mai
succedere?"si ricordò di aver pensato. Il fratello lo guardò neanche avesse
di fronte un'alieno. -Davvero non sai come si infila un preservativo
babbano?-gli chiese. L'altro scosse la testa. -Abbiamo sempre usato gli
incantesimi contraccettivi,perchè dovrei saperlo? Tu lo sai?-gli domandò a
sua volta. -E' una delle prime cose che devi imparare in una relazione
gay!-ribattè l'altro. -Niente condom niente sesso,quanto odio questa
regola-s'intromise una voce dalla porta della stanza. I due ragazzi si
voltarono verso la porta e mentre Albus sorrise alla vista di Scorpius,Ronald si
irrigidì:il biondo era un caro amico di Rebecca e soprattutto i loro padri erano
amici di vecchia data,cosa avrebbe pensato di tutta quella
situazione? -Stiamo ripassando la teoria?-chiese Scorpius avvicinandosi ad Al
e dandogli un bacio veloce sulle labbra. I due fratelli scossero la testa
all'unisono,restando entrambi in silenzio,portando il Serpeverde ad aggrottare
la fronte. -Allora cosa?Hai qualche problema con Rebecca,Ronnie?Se vuoi posso
darti qualche dritta...- gli disse guardando il rosso. -No grazie tutto
bene- Scorpius portò lo sguardo su Albus,fissandolo con aria interrogativa e
questi sospirò. -Rebecca è incinta-gli confidò. -ALBUS!-lo riprese il
fratello. -Scusa,ma io non ho segreti con Scorpius...E poi quando mamma e
papà lo verranno a sapere si accorgerebbe della tua assenza-gli disse
serafico. Ronald scosse la testa cercando di non lasciarsi andare alla rabbia
e alzandosi voltò le spalle ai due ragazzi. -Da quanto?-sentì chiedere al
biondo. -Due mesi...E sembra che vogliano tenere il bambino- Ad
accompagnare quelle parole arrivò un suono ironico da parte di Scorpius che lo
fece irritare:era talmente assurdo che loro avessero preso quella
decisione? Che volessero davvero quel bambino? -Sai credevo che fra
tutti,tu saresti stato l'unico che avrebbe capito i motivi per cui avevamo fatto
questa scelta-disse voltandosi e fissando lo sguardo sul volto del
fratello. Albus restò in silenzio,in attesa che l'altro
continuasse. Ronald tirò su con il naso cercando di calmarsi e si passò una
mano fra i capelli scoprendo per un'istante la fronte. -Quando Rebecca mi ha
detto di questo bambino ho pensato "Ecco,la mia vita è finita". Ho
diciassette anni e fra sette mesi sarò padre. Sono spaventato...Ho una paura
fottuta di non essere all'altezza,di star facendo la cosa sbagliata,che forse è
ancora troppo presto. Ho addirittura paura che un giorno mio figlio mi possa
rinfacciare di avergli fatto vivere una vita d'inferno! Poi però penso a
Rebecca- Spontaneo un sorriso era nato non appena aveva pronunciato quel
nome. -Penso che non ho mai amato nessuna come lei e che se amerò questo
bambino anche solo la metà,allora sarò un buon padre. So che non sarà facile
all'inizio,che dovrò vedermela con mamma e papà e che probabilmente il Professor
Paciock vorrà la mia testa su un piatto d'argento,ma sono certo di poter
affrontare tutto questo- Albus fissò suo fratello per qualche altro istante
prima di respirare rumorosamente. -Quando mamma e papà lo scopriranno,fammi
un favore...Tieni fuori il mio nome-gli disse. Ronald sorrise e annuì,prima
che il moro lo abbracciasse per la prima volta in anni. -Andrà bene...E se
anche dovessero volere la tua testa,prometto che mi prenderò cura del mio
nipotino-
Lo trovò nel corridoio del ritratto della Signora
Grassa. Stanca di vederla con quell'aria depressa e triste,le sue amiche
l'avevano trascinata a vedere gli allenamenti di un gruppetto di Grifondoro del
quarto anno che sperava di entrare della squadra. Alla fine era riuscita a
divertirsi e a dimenticare i cattivi pensieri per un paio d'ore,al punto da
sfoggiare un timido accenno di sorriso mentre ritornava verso la Torre insieme
alle sue amiche. Ma questo scomparve non appena lo vide fare un passo verso
di lei. -Alice-la chiamò,a rendere più cihare le sue intenzioni. Lo fissò
in silenzio,a lungo,per essere davvero certa che fosse davanti a sè,del resto
dopo due settimane in cui non lo aveva visto se non di sfuggita per i corridoi o
nella Sala Grande era normale che lo scambiasse per
un'allucinazione. -Allie,vieni con noi?-le domandò Kelly,una sua compagna di
stanza. Era davvero tentata di entrare nella Torre senza parlargli,ignorarlo
come lui aveva fatto con lei, ma ovviamente non lo fece. Forse era colpa
della sua stupida parte Grifondoro... -Andate avanti,vi raggiungo fra un
attimo-disse rivolta verso il gruppetto d'amiche,che per tutto il tempo non
aveva fatto altro che spostare lo sguardo da lei a Luke. Il silenzio venne
interrotto dal rumore della porta che si apriva e lasciava passare le ragazze e
che successivamente si richiudeva,poi calò il gelo. Era venuto per
lasciarla? Non aveva bisogno di tanta delicatezza,aveva capito fin dal primo
giorno qual'era il destino della loro storia. -Hai intenzione di restare lì
in silenzio oppure dirai qualcosa?-gli chiese interrompendo il lungo
silenzio. Luke alzò lo sguardo e la fissò per qualche secondo,i denti che
mordicchiavano la parete morbida del labbro inferiore. -Volevo chiederti
scusa per il mio comportamento degli ultimi giorni-si decise a dire. Evitava
il suo sguardo,per la prima volta da quando lo conosceva:aveva qualcosa da farsi
perdonare? Era forse stato di nuovo a letto con la Greengrass? -Non ce ne
era bisogno...-gli disse continuando a mantenere il piglio duro. L'ultima
cosa che voleva era fargli capire quanto il suo comportamento l'avesse ferita e
quanto ancora la facesse stare male. Non gli avrebbe permesso di umiliarla
fino a quel punto. Luke scosse la testa e fece un passo verso di
lei,facendola istintivamente arretrare,gesto che lo lasciò
sconcertato. -Perchè scappi da me?Hai paura che ti faccia del male?-le chiese
confuso. Alice scosse la testa. -No,ma non c'è bisogno di stare così
vicini...La tua fidanzata non approverebbe-aggiunse. -Mandy non è la mia
ragazza,lo sai bene-ribattè lui deciso. Alice annuì,un gesto inutile fatto
giusto per farlo felice. -Dimmi che mi credi-chiese infatti lui. La
ragazza alzò le spalle,prima di riportare lo sguardo su di lui. -Perchè ti
importa quello che penso io?In fondo neanche io sono la tua ragazza-gli fece
notare. Luke aggrottò la fronte e la vide annuire di nuovo. -Del resto lo
abbiamo sempre saputo che non sarebbe durata,e che la lontananza sarebbe stata
un grande problema...-elencò lei. -Ma di che cazzo stai parlando?- -E'
finita. Se mai è davvero iniziato qualcosa fra di noi-disse con voce fredda
Alice. Una voce che Luke non gli aveva mai sentito prima di allora. Una
voce che era quasi innaturale per la ragazza e che sarebbe durata ancora per
poco. -Ora se vuoi scusarmi...Devo andare-gli disse infatti prima di dargli
le spalle. Fece in tempo a fare un passo che una mano si strinse attorno al
suo polso e la fece voltare di nuovo verso il ragazzo. Si ritrovò con il
volto di Luke ad una minima distanza dal suo e,nonostante il suo cuore e la sua
anima la stessero implorando di avvicinarsi a sua volta e baciarlo,restò
immobile,fissandolo con occhi vuoti. -Ascolta so di aver sbagliato,ma ti
prometto che saprò farmi perdonare se mi dai un'altra possibilità...-le disse
parlando in modo concitato. -L'ho già fatto,ricordi?-gli fece notare cercando
di liberare il polso dalla sua stretta. Con un ultimo strattone riuscì ad
allontanarsi da Luke e per mettere maggiore distanza fra di loro arretrò di un
paio di passi. Gli voltò di nuovo le spalle e si avviò verso il ritratto
della Signora Grassa,che aveva assistito a tutta la conversazione
attentamente,quando la sua voce gli arrivò flebile,neanche fosse stata
trasportata dal vento. -Io ti amo...- Già,anche lei,ma a volte l'amore non
bastava a tenere insieme due persone.
Salve a
tutti!!!!I'M BACK!!!
Mi
dispiace per quelli che credevano di essersi,finalmente,liberati di me ma sono
ancora qui pronta a darvi il tormento con le mie storie...Ok ora la smetto con i
miei scleri!
Prima di
tutto,volevo ringraziare qll che hanno aspettato pazientemente e nn mi hanno
tirato i pomodori quando hanno trovato l'avviso al prosto di un nuovo
aggiornamento,siete i fans(posso chiamarvi così?) migliori che una mezza
scrittrice come me poteva avere!
Ora
veniamo alla storia:siamo alle battute finali,mancheranno 5 capitoli al massimo
per dare un senso a tutte le storie e,anche se so che credete che ci vorrebbe +
tempo x risolvere tutte le questioni lasciate insolute,vi prometto che non
sarete insoddisfatti della fine.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e
chiedo scusa per eventuali errori di ortografia e battitura.
La frase
in corsivo all'inizio del capitolo è tratta da "End of the
end di Skeeter Davis.
E ora i
ringraziamenti:Kikka'15(Già
sarebbe il minimo se a qualcuno venisse una crisi isterica,ma cercheremo di far
comportare i nostri in modo civile e maturo...Per quanto possibile),Lotti_(Il grande problema di Alice è
l'insicurezza;puoi ripeterti fino alla noia che sai di essere amata,ma alla fine
hai bisogno di un gesto,di qualcosa che dimostri effettivamente qst amore,a
riprova di tt qll che vedi e senti;Ovviamente Ronald e Rebecca nn si
presenteranno a casa Potter con il pancione,anche perchè prima di dare il grande
annuncio ne combineranno un'altra ancora + grande!),Sweey(Lieta di averti fatto felice!Hai
proprio ragione...E pensare che ve li avevo presentati come dei secchioni
noiosi,ora si sn trasformati nell'esatto opposto!Anche io adoro Al e Scorpius,lo
sai,e anke se nn darò a loro lo spazio concessogli negli scorsi capitoli,avranno
anche loro una piccola chiusura che sn certa nn vi dispiacerà),Ginevrapotter'90(Grazie per i
complimenti!Tranquilla rispetto il tuo parere su Rose e James,del resto nn tt le
coppie possono piacere a tutti;anche se nn ho raccontato in prima persona la 1
volta di Dan e Lily prometto di farmi perdonare nei prox
capitoli...),Sunshine'86(
Il mio scopo era proprio metterti la pulce nell'orecchio...Cmq x il momento
posso dirti ke ci sarà un salto temporale abbastanza consistente e che,al
contrario di qui,nn ci saranno i seniors,a meno di situazioni in cui è richiesta
la loro presenza...In realtà,come Ronald ti ha spiegato poc'anzi,la gravidanza
nn è stata causata dall'incantesimo contraccettivo,ma da i contraccettivi
babbani a cui non erano abituati),Luthien241(St.Harry e St Ginny!Beh in
effetti almeno il processo di beatificazione dovremmo iniziarlo dopo tt qll che
hanno passato in qst fiction!Una dichiarazione d'amore da parte di Scorpius?Io
ci provo,ma nn assicuro nulla.Del resto il ns biondino è convinto che le parole
nn servano in certe situazioni e ultimamente gli sto dando sempre +
ragione),Nefene(E nn è
ancora tutta!Vedrai che altro combineranno prima della fine...Credo davvero che
Scorpius,con Albus,abbia scoperto una parte di sè che non credeva di
avere:sapere di essere amato,incondizionatamente,lo ha portato a cambiare e
a migliore sè stesso),Angel_SG(Credo che Ronnie e Rebecca siano la coppia + zuccherosa, ma nn
importa xkè in mezzo al caos delle altre coppie ci sta bene un pò di
zucchero),IRE'89(Chi avendo a disposizione
Albus o Scorpius nn lo chiuderebbe in camera da letto e butterebbe la chiave
dalla finestra?Io sarei la prima a farlo!Credo sarà davvero dura raccontare la
reazione di Ginny,ankè se la immagino meno drammatica di quella di Molly alla
scoperta di Eliza,ma nn riesco proprio ad immaginare cm descrivere la sua
delusione verso quel figlio che ama tanto e che secondo lei si è tagliato le ali
da solo...Sarà una dura lotta!PArliamo di Mandy e Luke:io nn credo che il suo
problema sia la solitudine:forse è davvero un pò innamorata di Luke e cerca,in
modi sbagliatissimi certo,di far ricambiare i propri sentiment;dall'altra parte
c'è lui che sta perdendo sempredi + le speranze di vincere quella battaglia
contro la sua famiglia e che io inizio a vedere cm un codardo xkè nn ha il
coraggio di battersi per ciò che ritiene importante).
Bene per
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Who
knew"
Baci,Eva.
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Capitolo 40 *** Who knew ***
who knew
"I thought that you'd be loving me I thought you were
the one who'd stay forever But now forever's come and gone And I'm still
here alone"
-Diventerò zio!Ti rendi
conto?- Era talmente scioccato da quella novità che,nonostante fossero
passate alcune ore dall'annuncio di Ronald,non riusciva ad allontanare il
pensiero da quel piccolo Potter che sarebbe arrivato di lì a qualche
mese. Quando Ronald se ne era andato la sua mente era stata catturata
completamente da Scorpius, come succedeva ogni volta che erano insieme,ma ora
che erano sdraiati sul letto fra il sonno e la veglia quel ricordo era tornato a
fargli visita. -Stai facendo tante storie e diventerai soltanto zio...E se
fosse stato figlio tuo che avresti fatto?-mugugnò il biondo senza alzare la
testa dal cuscino. Al alzò le spalle,muovendosi nel letto per poter
incontrare lo sguardo del ragazzo. -Beh per un figlio nostro è ancora
presto...-commentò il moro. Quelle parole portarono Scorpius a svegliarsi del
tutto. Albus lo vide fissarlo per qualche istante prima di rizzarsi a sedere
nel centro del letto,il torace nudo lasciato scoperto dalle coperte. -Che ti
prende?-gli chiese Al fissandolo perplesso. Il biondo si voltò e lo fissò per
qualche istante in silenzio:ma che passava per la testa di Al? Loro erano due
gay,non potevano avere figli! O almeno lui la vedeva così... Non ci si
vedeva proprio come marito e padre di famiglia,anche se doveva ammettere che
ultimamente,stando a contatto con Harry Potter,il suo concetto di padre era
cambiato. -Spero tu stia scherzando-gli disse. Al assottigliò lo sguardo e
facendo forza su un gomito si sollevò leggermente dal letto, scuotendo la
testa. -Hai davvero pensato a te e me con dei figli?-gli chiese con
un'espressione sempre più sorpresa. -Che c'è di così assurdo?-gli domandò di
rimando il moro. Scorpius sospirò e si portò due dita agli angoli degli
occhi,cercando le parole giuste per spiegargli come la pensava su quella
situazione. -Noi siamo gay-disse poi tornando a guardarlo. Al
annuì,un'espressione divertita sul volto. -Credi che non lo
sappia?- L'altro scosse la testa,girandosi verso di lui nel letto. -Allora
spiegami cosa c'entra questa storia dei figli-gli disse. Al alzò di nuovo le
spalle. -Beh tutte le coppie che si amano prima o poi vogliono averne...-gli
fece notare. Scorpius si fece scappare un suono ironico dalle labbra
sottili. -Da dove vieni,dal regno delle fiabe?-gli chiese incapace di
trattenersi. Capì subito di aver sbagliato tono e parole quando vide
l'espressione ferita e subito dopo arrabbiata del compagno. Scosse la testa e
tese un braccio fra di loro,evitando però di sfiorare la mano del
moro. -Comunque,torno a dirti:noi siamo gay- -E allora?Questi dovrebbe
impedirci di creare una famiglia?-gli domandò Al mettendosi a sedere a sua
volta. Scorpius abbassò lo sguardo,restando in silenzio ben sapendo che
quello che le parole che stava per dire avrebbero ferito Albus. Perchè
accidenti avevano iniziato quel discorso?Perchè Ronald aveva deciso di
confidarsi con Al invece che con James come faceva di solito? Se quello fosse
rimasto un segreto ora non sarebbero stati lì a discutere,ma probabilmente lui
si sarebbe lasciato scivolare nel sonno accanto ad Albus,sentendolo avvicinarsi
nel letto durante la notte fino a trovarlo raggomitolato contro il proprio petto
al risveglio la mattina dopo. Ma ora non poteva restare in silenzio,e
certamente non poteva far finta di niente. Avrebbe potuto mentire,ma Albus lo
conosceva meglio di chiunque altro e aveva imparato a smascherare le sue bugie
con un solo sguardo. Così rialzò lo sguardo sul suo volto e fissò i suoi
occhi verdi prima di sospirare rumorosamente. -E se io ti dicessi che non
voglio avere figli...Per niente?-gli chiese cauto. Quelle parole attecchirono
gradualmente nella mente di Al,e quando finalmente il loro senso gli arrivò
nella loro interezza,un'espressione vuota si dipinse sul suo
volto. -Oh...-disse semplicemente. Era tutto quello che riusciva a
dire:era strano per lui che amava tanto essere circondato da bambini e che era
cresciuto in una famiglia numerosa vedersi precludere la stessa
possibilità. Poco importava che quell'eventualità non si sarebbe presentata
per almeno cinque anni,ma fin da quando era bambino aveva avuto ben chiaro nella
mente che avrebbe avuto almeno un figlio. Incapace di fronteggiare quel
silenzio e quella mancanza di reazioni,Scorpius decise di reagire come era
solito fare:con i suoi modi Malfoy. -Ora per favore possiamo smetterla di
parlare di quest'argomento e rimetterci a dormire?-gli chiese con voce ferma,che
non ammetteva repliche. Per dar maggior credito alle sue parole,si sdraiò
supino sul materasso e piegando un braccio sotto la testa. Albus restò
immobile nella stessa posizione che aveva avuto fino a pochi istanti
prima,neanche avesse disimparato a muoversi,lo sguardo fisso sul muro di fronte
a sè e la mente che si agitava frenetica. Aveva bisogno d'aria,di stare da
solo... Senza dire nulla,diede le spalle a Scorpius e scostò le coperte
alzandosi in piedi;l'attimo dopo aveva già in mano i pantaloni
dell'uniforme. -Che stai facendo?-gli domandò Scorpius,la fronte aggrottata
per la sorpresa. Non era quello che si aspettava... -Ho bisogno di
riflettere-gli disse senza guardarlo il moro. -Non puoi farlo qui?-gli chiese
l'altro tornando di nuovo a sedersi nel letto. Albus scosse la testa e si
infilò la camicia,iniziando ad abbottonarla. Scorpius non era abituato a
quella reazione:avevano sempre litigato,ma ogni volta sapeva come affrontare
quelle situazioni perchè c'erano urla,ingiurie e sguardi carichi di
rabbia. Ora non c'era niente:si trovava di fronte il vuoto. -Oh
andiamo...Era solo uno stupido discorso ipotetico-gli disse cercando di attirare
su di sè le reazioni che sapeva controbattere. Albus,però,si limitò ad
annuire ed infilò il maglione e le scarpe prima di lanciargli un veloce
sguardo. -Ci vediamo al Castello-gli disse prima di avviarsi alla porta della
stanza. Lasciandolo lì da solo,in compagnia della sua rabbia non
sfogata.
Fu la prima a sentirla piangere. Del resto non
sarebbe potuto essere altrimenti visto che Ron era sotto la doccia. Per
qualche istante restò immobile,il libro aperto sulle ginocchia,in ascolto di
quel pianto lontano che le riportava alla memoria ricordi di un passato che non
sarebbe mai tornato. Era stata sua l'idea che Ron ed Eliza si trasferissero
di nuovo a casa. Certo,il suggerimento iniziale era arrivato dalla loro
consulente matrimoniale,ma era stata lei che,dopo aver pensato a lungo e aver
analizzato quella situazione da tutti i punti di vista possibili,aveva deciso di
muovere l'invito verso l'ex marito e la figlia. Il viaggio in Grecia aveva
aiutato entrambi a ricordare com'era vivere insieme,trascorrere delle ore
insieme senza dover litigare anche per la minima cosa,le aveva riportato alla
memoria altri viaggi simili che avevano fatto tutti e quattro insieme durante
gli anni del loro matrimonio; ogni sera,durante quelle settimane,lei e Ron se ne
stavano sulla terrazza della loro camera d'albergo e parlavano della serata
appena trascorsa,confrontando le loro opinioni,bevendo ouzo e ridendo per le
"avventure" vissute durante la giornata. In quelle poche settimane si era
sentita vicina a Ron come ormai non le succedeva da anni. Aveva riscoperto
com'era parlare con quello che,prima di essere suo marito,era stato il suo
migliore amico,ritrovando la stessa sensazione di pace e serenità ogni volta che
i loro punti di vista erano simili. Sapeva che anche per Ron era lo
stesso...Lo capiva da piccoli gesti e da impercettibili smorfie del viso che
soltanto lei era capace di interpretare. E fu proprio quella sua abilità a
farle capire un'altra cosa,evidente sul suo volto,ma che Ron avrebbe
minimizzato:la sofferenza per essere lontano da Eliza. La piccola,per quel
breve periodo di tempo,era stata affidata alla sorella di Cassie,che avrebbe
passato i mesi estivi in Scozia;ogni sera Ron si collegava tramite camino con
l'abitazione della donna e le chiedeva informazioni sulla bambina,riuscendo un
paio di volte a vederla e a farle qualche smorfia buffa attraverso i carboni
ardenti del fuoco acceso. Hermione aveva osservato di nascosto quelle
conversazioni,scoprendosi ogni volta sorpresa e commossa per quella parte tenera
e amorevole che Ron mostrava nei confronti di Eliza. Era stato questo che
l'aveva spinta a chiedergli di tornare a casa?A dirgli di portare con sè la
bambina? Non ne aveva la più pallida idea,ma ricordava perfettamente che gli
aveva fatto quella proposta certa che lui avrebbe rifiutato. Invece non
l'aveva fatto. -Da qualche parte dovremmo pur iniziare per costruire una
nuova famiglia,no?-aveva invece commentato. Ed ora erano lì:Ron si era
sistemato nella stanza degli ospiti con Eliza,si occupava di lei
personalmente,cercando di non disturbarla troppo con le necessità della
bambina. Non erano passate neanche tre settimane da quando avevano trovato
quell'accordo e fino a quel momento aveva funzionato alla grande. Il pianto
di Eliza sembrò aumentare di intensità e la portò ad alzarsi dalla poltrona e a
lasciarvi cadere sopra il libro,prima di uscire dal salotto e avvicinarsi alla
scala che collegava i due piani della casa. Poggiò la mano sinistra indecisa
se salire a controllare che tutto fosse apposto o se chiamare a gran voce Ron
per avvertirlo che la bambina si era svegliata,accantonando subito la seconda
idea:se non aveva sentito piangere la figlia fino a quel momento e gli stava a
pochi metri di distanza,come avrebbe potuto sentire lei dal piano di
sotto? Sospirò e iniziò a salire le scale,avviandosi poi verso la stanza
degli ospiti la cui porta era socchiusa e da dove il pianto di Eliza si sentiva
più chiaramente. Aprì la porta e fece un passo nella stanza,guardandosi
intorno:Ron aveva cambiato la carta da parati,mettendone una con degli
orsacchiotti,completamente incurante del fatto che anche lui dormisse lì. Si
avvicinò alla culla di Eliza e si affacciò sopra il lettino per farsi vedere da
lei. Hermione e la bambina si scambiarono un lungo sguardo prima che
quest'ultima si producesse in una smorfia e provasse ad infilare il pugno destro
in bocca. Istintivamente la riccia sorrise e si chinò su di lei
accarezzandole il palmo della mano sinistra. -Ehi...Eri tu che facevi tanto
chiasso?-le domandò a bassa voce. In risposta ricevette un suono
gutturale. -Che c'è,non riesci a dormire?-le chiese ancora. Si sporse
ancora un pò verso la culla e riflettè,lo sguardo negli occhi di
Eliza. Quella era la bambina che suo marito amava tanto. Avrebbe dovuto
odiarla,visto che rappresentava il fallimento del suo matrimonio e di tutti i
suoi sogni di ragazza,ma essendo sempre stata una ragazza fin troppo
intelligente,sapeva che quella piccola non aveva nessuna colpa. Inoltre
sapeva che se voleva ricostruire il suo matrimonio doveva avvicinarsi ad Eliza,o
almeno doveva iniziare a farlo.
"A gentle breeze from hushabye mountain soflty blows
from lullabye bay"
Quella canzone era la preferita di Rose ed Hugo,la ninna
nanna che li aiutava ad addormentarsi senza incubi quando erano
bambini. Continuando a fissare gli occhi di Eliza,così simili a quelli di
Ron,e ad accarezzarle le dita leggermente paffutelle,Hermione continuò a cantare
con voce soffiata,nonostante andasse fuori tono.
"Close your eyes on hushabye mountain wait goodbye to
call off the day watch your boat from hushabye mountain sail far away from
lullabye bay"
Alla fine della canzone gli occhi di Eliza erano
socchiusi,e la piccola era chiaramente in uno stato di dormiveglia,così Hermione
usò tutta la cautela possibile per staccarsi da lei ed alzarsi. Solo quando
tornò a voltarsi verso la porta si accorse della presenza di Ron a pochi metri
dalla soglia,con i capelli ancora bagnati e con indosso l'accappatoio. Il
volto dell'uomo non era arrabbiato,piuttosto era sorpreso per quello che aveva
appena visto,ma del resto poteva capirlo. Muovendosi lentamente la riccia
uscì dalla stanza,seguita dall'ex marito e,solo dopo che si furono richiusi la
porta alle spalle parlò. -Scusami se mi sono intromessa,ma stava
piangendo...Tu eri sotto la doccia e....-gli disse non sapendo bene cosa
dire. Era arrabbiato perchè "gli aveva rubato il posto"?Se la sarebbe presa
per quella intrusione? Ron scosse la testa e accennò un piccolo
sorriso. -Hai fatto benissimo...Avrei dovuto portare l'interfono nel
bagno-aggiunse poi,parlando più con sè stesso che con lei. Hermione alzò le
spalle,non sapendo bene come rispondere. -Beh,sarà meglio che torni di
sotto-disse poi. L'altro annuì e la seguì con lo sguardo anche quando lei gli
voltò le spalle e si avviò verso le scale. -Hermione-la richiamò. La
riccia voltò la testa verso di lui e restò in attesa,gli occhi in quelli verdi
dell'uomo. -Grazie-
-Devo fare qualcosa...Non posso restare qui senza
almeno provare a farle cambiare idea- -Non ha nessun senso la sua
reazione- -Magari se riesco ad avvicinarla,a restare solo con
lei...- -Perchè non ha urlato,non mi ha tirato addosso il cuscino...Perchè
cazzo è rimasto lì a guardarmi in quel modo?- Cogliendo l'ultima frase
dell'amico,Luke smise di camminare nervosamente avanti e indietro e fissò il
ragazzo biondo che,seduto ad una delle poltrone della Sala Comune dei
Serpeverde, fissava senza verderlo il fuoco acceso nel camino. -Ma di che
diamine stai parlando?-gli domandò. Quasi riscuotendosi da uno stato di
dormiveglia,Scorpius voltò la testa verso di lui e lo fissò chiedendogli con lo
sguardo per quale motivo lo avesse interrotto. -Stavo riflettendo ad alta
voce-gli rispose come se fosse ovvio. Luke si lasciò andare ad un suono
sarcastico e scosse la testa. -E pensare che per tutto questo tempo ho
creduto che tu mi stessi ascoltando-gli disse. -Perchè avrei dovuto farlo?Per
sentire l'ennesima variazione sul tema "Ho perduto il mio amore,povero me, come
farò?"-chiese ironico. L'altro si lasciò cadere sul divano poco distante
dalla poltrona occupata dal biondo e,stanco posò la testa sulla
spalliera. Due settimane erano passate da quando Alice aveva posto fine alla
loro relazione. Nei giorni subito seguenti la rottura aveva ricevuto uno
scatolone contenente tutti i regali che le aveva fatto durante i due anni della
loro storia e le foto che lei aveva di loro due insieme, decretando così la
"morte" della loro relazione. Sapeva di avere tutte le colpe del mondo,che
avrebbe dovuto mostrarsi più sollecito nei confronti di Alice,che avrebbe dovuto
mantenere tutte le promesse che le aveva fatto durante i mesi in cui lei era a
Seattle. Invece si era lasciato vincere dalla stanchezza e dalla pressione
psicologica mossa dai suoi genitori e da Mandy. Guardò l'amico e lo vide di
nuovo immerso nei suoi pensieri,e si chiese che cosa gli fosse successo per
renderlo così pensieroso. -Che c'è?Il tuo Grifondoro ti ha mandato in
bianco?-gli domandò in tono scherzoso. Un sorriso ironico distese le labbra
sottili di Scorpius prima che questo scuotesse leggermente il capo. -Il mio
Grifondoro si chiama Albus,credi di farcela ad imparare il suo nome? E
comunque no,io non vado mai in bianco-aggiunse quasi volesse cancellare una
macchia dal suo onore. Luke lo fissò qualche altro istante prima di mettersi
più comodo sul divano,certo che quella sarebbe stata una lunga
discussione. -Non dirmi che c'è già un altro pretendente che lo
insidia-ipotizzò ricordando l'ultima volta in cui aveva visto quell'espressione
sul volto di Scorpius. L'altro scosse la testa. -No!Ci mancherebbe solo
questo...-commentò prima di lasciarsi scappare un sospiro-E' solo che prima se
ne è uscito con un discorso assurdo che non sta nè in cielo nè in terra-gli
disse. -Sarebbe?- Due iridi grigie si fissarono sul volto del moro e lo
bloccarono per qualche istante prima di fissare le proprie mani abbandonate in
grembo. -Per una serie di circostanze ci siamo ritrovati a parlare di bambini
e lui ha detto che, certo fra un paio d'anni visto che ora siamo ancora due
adolescenti idioti,vorrebbe costruire una famiglia con me-gli disse evitando di
raccontargli cosa aveva scatenato quel discorso. Luke lo fissò senza capire
il motivo di tanto sconquasso interiore. -Una famiglia con dei figli!Quasi si
stesse dimenticando che noi siamo due gay...- Quelle parole le aveva ripetute
talmente tante volte in quelle poche ore che ormai anche il tono era
perfetto. -E tu forse hai dimenticato che ormai in Inghilterra i matrimoni
civili fra gay sono legali-gli fece notare l'amico. -Questo cosa
c'entra?-chiese Scorpius aggrottando un sopracciglio perfetto. Luke si grattò
la testa cercando le parole giuste per spiegare quel concetto all'amico,stupito
che proprio lui avesse una chiusura così netta su quell'argomento. -Siamo nel
Ventunesimo secolo Scorpius. Ormai le famiglie composte da genitori gay sono
quasi "normali",e forse confrontate alla mia e alla tua probabilmente lo
sono. Io non ci vedo niente di assurdo nell'idea del Grif...di Albus-gli
confessò. Scorpius si alzò in piedi e si avvicinò ad una delle grandi
finestre della stanza,dandoli le spalle. -E se io non fossi capace di
amare?-chiese dopo un lungo silenzio senza voltarsi. Luke fissò la schiena
dell'amico sorpreso da quella domanda. -Se i miei genitori,il modo in cui
sono stato cresciuto mi impedissero di amare? L'ultima cosa che vorrei è
costringere un bambino a rivivere le cene nel più completo silenzio, o gli
infiniti tè di mia madre a cui ero costretto a partecipare quando ero bambino
perchè lei potesse vantarsi delle sue capacità di genitore-raccontò con voce
atona,quasi stesse parlando della vita di un'estraneo. Per qualche istante
nella stanza tornò il silenzio,mentre Scorpius ripensava agli anni della sua
infanzia odiando i suoi genitori con tutto sè stesso e Luke cercava un modo per
scuotere l'amico. -Tu ami Albus?-gli chiese diretto. Quel tono e
soprattutto la domanda,portarono Scorpius a voltarsi e a fissarlo con aria
basita. -Ma che cazzo...- -Rispondi!-disse secco il moro alzandosi a sua
volta in piedi per poter fronteggiare alla pari l'amico. Lo sguardo di
Scorpius scappò cercando un modo di sottrarsi a quella domanda,ma alla fine
dovette arrendersi all'evidenza. -E anche se fosse?-chiese in un
mugugno. Un lieve sorriso apparve sulle labbra di Luke,sparendo l'attimo dopo
per paura che l'amico si offendesse o peggio si arrabbiasse. -Allora sei
capace di amare. E sicuramente se ami il Grifondoro saresti capace di amare
anche un ipotetico figlio. Il passato non è altro che un modo per imparare
dagli errori degli altri in modo che,se siamo abbastanza furbi,riusciamo ad
evitare di compiere gli stessi errori-gli disse con voce seria. Il biondo
rialzò lo sguardo e lo fissò silenzioso. -Se anche non cambierai la tua idea
devi comunque parlarne con il tuo Grifondoro,fargli capire le tue ragioni prima
che la situazione degeneri e lui ti rispedisca le vostre cose in una scatola di
cartone- Un'aria sbruffona apparve sul viso di Scorpius insieme al suo
caratteristico ghigno. -Albus mi ama-disse con sicurezza. Un suono
divertito uscì dalle labbra dischiuse di Luke,portando l'altro ad aggrottare la
fronte. -Anche Alice mi amava e probabilmente mi ama ancora,ma questo non le
ha impedito di chiudermi in una scatola- Bastarono quelle parole a fargli
sparire il sorrisetto dal volto.
Nella stanza si sentiva solo il rumore dei loro baci
e dei loro respiri spezzati. Era tardi nella Sala Comune dei Grifondoro,le
candele erano già parzialmente spente ed il fuoco nel camino stava attaccando
gli ultimi carboni prima di spegnersi del tutto,gli studenti erano già nei loro
dormitori eccetto le due figure sedute su uno dei divani rossi. Nella
penombra era possibile distinguere la figura maschile,seduta sul divano con la
schiena poggiata contro lo schienale,con indosso un paio di pantaloni di tuta
neri ed una t-shirt blu. Questi era in gran parte coperto,oscurato dalla
figura femminile seduta sulle sue gambe che si frapponeva fra lui e la luce
delle candele. Una gamba per ogni lato,le braccia che dalle spalle
scivolavano attorno alla vita,il viso ad una distanza minima da quello di lui,la
ragazza aveva indosso soltanto un paio di corti short rossi ed una camicia
bianca di cui erano stati slacciati i primi due bottoni. -Dovremmo andare a
letto...-disse lui nel breve intervallo di tempo in cui le loro labbra si
separarono. Un sorriso malizioso distese le labbra della ragazza,prima che
lei lo baciasse di nuovo,con lentezza e pigrizia,una mano affondata fra i suoi
capelli neri. -Mmh,forse hai ragione...Il mio o il tuo?-gli domandò poi
soltanto per spunzecchiarlo prima di riavvicinare la bocca alla sua,facendo
incontrare le loro lingue. Un suono compiaciuto uscì dalla gola del
ragazzo,prima che la sua schiena si staccasse leggermente dal divano,premendo
così il torace contro il seno piccolo di lei:la prima volta che l'aveva vista
nuda,la ragazza aveva fatto di tutto per convincerlo a non guardarla,a
concederle il tempo di infilarsi sotto le coperte,tanta era la sua paura che
potesse restare deluso da quello che vedeva. Ma come avrebbe potuto?Ai suoi
occhi lei era perfetta. Sentì le sue braccia stringersi attorno alla propria
vita,prima che le mani piccole si intrufolassero al di sotto della t-shirt
accarezzandogli il torace e gli addominali,dopodichè la sentì afferrare
dall'interno il tessuto della maglietta,costringendolo così ad alzare le braccia
per sfilarla dalla testa. Lo sguardo allegro che colse nei suoi occhi castani
lo fece sorridere. -Ti diverte vedermi mezzo nudo?-le domandò a bassa
voce. Lei sorrise ancora in modo malizioso mentre lasciava cadere la t-shirt
sul divano accanto a loro,prima di annuire. -L'idea di averti tutto per me
senza vestiti è estremamente allettante-gli confessò,abbassando poi il volto per
mordergli leggermente il mento. -Non sapevo di essere il tuo gigolò
personale-scherzò accarezzandole pigramente la schiena. Lei ridacchiò prima
di guardarlo di sottocchi,una mano a sfiorargli il lato destro del collo mentre
l'altra scendeva in modo terribilmente lento verso il basso. -Infatti non lo
sei...Hai presente Addison,quel Corvonero al terzo anno?Lui si che è
veramente...- Non le lasciò finire la frase,ma del resto anche lei si
dimenticò di quello che stava dicendo sentendo la passione e l'irruenza con cui
la baciò. Le braccia forti si strinsero attorno alla sua vita attirandola
contro di sè e,mentre la sua lingua la distraeva e la mandava in confusione,le
sue mani scesero fino al fondoschiena afferrando entrambe le natiche,sollevando
un pò del tessuto degli short. Presi com'erano l'uno dall'altra non sentirono
i rumori spezzare il silenzio attorno a loro,almeno finchè non fu troppo
tardi. -Ah grazie al Cielo sei qui!Ciao Dan- Lily si staccò,facendo quasi
violenza a sè stessa da Daniel e,dopo qualche istante di smarrimento, colse il
movimento che aveva portato Albus a sedersi sul divano. -Al ma che ci fai
ancora in piedi a quest'ora?E' tardissimo!-gli fece notare,sperando che bastasse
quel poco per convincere il fratello ad andarsene nei dormitori. Albus scosse
la testa e,dopo essersi rialzato in piedi per qualche secondo,tirò fuori un
pacchetto di sigarette dalla tasca destra dei pantaloni. -Sto diventando
pazzo-disse portandosi una sigaretta alle labbra e accendendola l'attimo
dopo. Lily osservò il ragazzo e si accorse che la mano con cui teneva la
sigaretta tremava impercettibilmente:c'era solo una possibile spiegazione a quel
comportamento assurdo. -Che ha fatto questa volta?-gli domandò con un
sospiro. -Volete che vi lasci soli?-domandò Daniel sentendosi leggermente a
disagio in quella assurda situazione. La sigaretta stretta fra le labbra,Al
scosse la testa. -No,ho bisogno anche del tuo parere...Per capire se sono io
il matto o lui!-aggiunse parlando più con sè stesso che con Daniel. Il moro
annuì,aiutando però Lily a sedersi in una posizione più adeguata sempre restando
sulle sue ginocchia,e infilandosi la t-shirt blu l'attimo dopo. -Allora me lo
dici per cosa avete litigato questa volta?-domandò Lily sistemandosi alcune
ciocche di capelli dietro l'orecchio sinistro. Albus tirò una lunga boccata
alla sigaretta,lo sguardo fisso al tappeto davanti a sè. -Non vuole avere
figli- Lily aggrottò la fronte poco sicura di aver capito bene. -Come
scusa?-chiese infatti. -Scorpius sostiene che noi non potremmo avere dei
figli perchè siamo gay. MAI!Non è assurdo come ragionamento?-domandò alla
sorella. -Ma perchè avete fatto questo discorso?Avete soltanto sedici
anni-gli fece notare poi. Albus scosse la testa:certo non poteva raccontarle
che era partito tutto dalla scoperta che di lì a sette mesi sarebbe diventato
zio. -Una serie di sfortunati eventi...Ma non è quello l'importante! Tanti
anni di lotte,di conquiste possono tranquillamente andare a farsi fottere per Mr
Malfoy perchè niente è cambiato per lui. Stupido bigotto!-commentò poi
lanciando la sigaretta nel camino e tirandone fuori un'altra dal
pacchetto. -Forse è solo spaventato-tentò Daniel,osservando il ragazzo da
sopra la spalla sinistra di Lily. Insieme ad alcune volute di fumo
azzurrino,dalle labbra di Al uscì anche un suono ironico in
risposta. -Andiamo stiamo parlando di bambini!Abbiamo sedici anni,chi non
sarebbe spaventato alla nostra età?-chiese ancora Daniel. -Beh io non lo
sono-ribattè il moro in tono deciso. -Nemmeno io-fece Lily concordando con il
fratello. -Io so che voglio una famiglia numerosa da quando ho cinque
anni-fece Albus per avvalorare le proprie parole e quelle di Lily. Daniel
fece un piccolo sorriso ironico prima di annuire. -Non fraintendetemi,ma per
voi è normale,anzi sarebbe stato strano il contrario...Voi siete cresciuti nella
"Famiglia Cuore"- La ragazza si voltò verso il proprio fidanzato e lo fissò
con aria sorpresa,la bocca leggermente spalancata per lo stupore. -Questo non
è affatto vero!-replicò Albus. -Credi che i nostri genitori non abbiano mai
litigato in tanti anni di matrimonio?-gli chiese a sua volta Lily. Dan
annuì,quasi stesse concordando con loro. -Ok,forse mi sono espresso male,ma
tesoro credimi un paio di liti ogni tanto non sono niente... Pensa alla mia
famiglia,o a quella di Scorpius-le disse cercando di spiegare ad entrambi il
proprio punto di vista. I due Potter restarono in silenzio,fissando il
ragazzo in attesa che questo continuasse mentre le volute di fumo continuavano
ad alzarsi dalla sigaretta nella mano sinistra di Al. -Il padre di Scoprius
ha sempre tradito la moglie senza neanche preoccuparsi di nascondere le proprie
scappatelle ed io,invece,ho vissuto in una famiglia dove a malapena i miei
genitori si incontavano per più di due minuti,anche vivendo nella stessa casa e
quando lo facevano era soltanto perchè non poteva essere altrimenti. Voi
siete stati cresciuti in una famiglia numerosa,con innumerevoli zii e parenti e
amici:l'unica volta che sono venuto da tuo nonno per il pranzo di Pasqua mi sono
sentito perso in mezzo a tutta quella folla-confessò ad entrambi. Al affondò
i denti nel labbro inferiore,riflettendo sulle parole dell'amico. -Credete
che sia lo stesso per Scorpius?-domandò poi senza guardare nessuno dei
due. Lily fissò il fratello per poi sospirare. -Forse. O forse
no...Magari il suo è un'odio atavico per i bambini che non guarirà mai,ma questo
non significa che tu debba mettere da parte i tuoi sogni di una futura
famiglia-disse la ragazza. -Questo discorso ha dell'assurdo,ve ne rendete
conto?-domandò Daniel ad entrambi. -Dan...-tentò la ragazza tornando a
voltarsi verso di lui. -Stiamo parlando di qualcosa che non succederà per
altri sei anni almeno e che,senza offesa Al,molta gente non vedrebbe di buon
occhio-fece il ragazzo guardando direttamente la propria fidanzata. -Beh
quella gente è idiota!Si tratta sempre d'amore...-ribattè piccata Lily. -E io
sono d'accordo con te tesoro,ma sai bene quanto me che così è-le disse facendole
un breve sorriso prima di posare lo sguardo su Albus-Voglio farti una domanda
Al-gli disse. Il moro rialzò la testa mostrando agli altri due di essere
chiaramente sovrappensiero,e riportò lo sguardo sull'amico. -Cos'è più
importante per te?Avere una grande famiglia o Scorpius?- Il ragazzo riflettè
su quella domanda:Dan aveva ragione su molte cose. Era vero che il loro
discorso aveva dell'assurdo e che non si sarebbe presentata una vera possibilità
di creare una famiglia per almeno un altro paio d'anni,ed era vero anche che a
molte persone sarebbero venuti i capelli bianchi al solo pensiero di lui e di
Scorpius con un bambino,e fra questi erano compresi i genitori di
Scoprius. Ma fare quella scelta non era affatto facile:era come se gli
avessero chiesto di rinunciare ad un polmone o al cuore! Perchè era
impensabile anche solo pensare che potesse avere tutti e due? Che potesse
costruire una famiglia con Scorpius una volta finiti gli studi di
Hogwarts? Sospirò frustrato e si passò una mano fra i capelli sconvolti come
al solito. Lily si allungò verso il fratello e gli prese una
mano,rivolgendogli un sorriso incoraggiante. -Tu che faresti al mio posto?-le
chiese infatti il ragazzo. Lei alzò le spalle. -Bella domanda...Vedila
così:senza chi non potresti vivere?-
Non aveva mai avuto un gran rapporto con
Scorpius. Sapeva che era il fidanzato di suo cugino Albus e che,dopo essere
stato cacciato di casa,viveva dallo zio Harry e dalla zia Ginny,il che lo
rendeva automaticamente parte della famiglia. Era anche il migliore amico di
Luke,ma questo invece di avvicinarli li aveva allontanati in qualche modo:Alice
aveva sempre avuto la sensazione che il Serpeverde non vedesse di buon occhio la
relazione fra lei e il suo migliore amico. In qualche occasione era certa che
il biondo avesse provato a convincerlo a lasciar perdere quella che credeva un'
"assurdità",arrivando a combinargli qualche appuntamento con delle ragazze di
Serpeverde. Per questo ora non sapeva spiegarsi perchè quella mattina le era
venuto dietro quando l'aveva vista uscire dalla Sala Grande subito dopo la
colazione. -Hai un minuto?-le aveva detto prima di stringerle il braccio
sinistro e smaterializzarsi il secondo dopo. Alice si guardò intorno e
riconobbe il corridoio che portava all'aula di Astronomia. Riusciva a
scorgere,a pochi metri di distanza davanti a sè,la porta di legno
dell'aula. -Che ti viene in mente?-gli aveva chiesto senza nascondere il tono
seccato,alzando lo sguardo sul volto di porcellana del ragazzo. Lui aveva
allontanato la mano dal suo braccio senza però distogliere lo sguardo. -Luke
ti aspetta lì dentro- Alice aggrottò la fronte,indispettita dalle maniere di
Luke e del suo amico:credeva per caso che fosse un pacco postale che lui poteva
trasportare in giro a suo piacimento? Si era fermato anche un'istante a
pensare a come stava,a cosa stava passando lei dopo la loro rottura? Credeva
forse che per lei era stato facile mettere la parola fine alla loro
storia? Avrebbe fatto prima a farsi marchiare con un ferro arroventato,forse
le avrebbe fatto meno male! -E cosa ti fa credere che io voglia
vederlo?-soffiò arrabbiata,neanche fosse una gatta. Il biondo abbassò lo
sguardo e respirò forte dal naso,le braccia incrociate sul
petto. -L'emotività è una tara di famiglia per caso?Perchè voi Potter e
Weasley siete così suscettibili?-le domandò tornando a guardarla. Lei dovette
mordersi la lingua per frenare la rispostaccia che premeva per uscire. -Senti
io non voglio giustificarlo o dire niente in favore di Luke,ma sono stanco di
sentire le sue lamentele e le sue lagne su come non è stato capace di fermarti
prima che fosse troppo tardi. Quindi se non vuoi farlo per te o per lui fallo
per me e per la mia salute mentale!- Lei lo fissò qualche istante chiaramente
incerta sull'accettare di salvarlo o lasciarlo lì e andarsene. -Ma tu neanche
mi sopporti-disse senza paura di smentita. Scorpius fece un piccolo cenno con
la testa a conferma di quelle parole. -E' vero,ma io e Al stiamo insieme,in
fondo siamo quasi mezzi parenti...Inoltre credo che,in qualche modo assurdo,lui
ti ami ancora molto-aggiunse. Alice sospirò frustrata e alzò le spalle:tanto
qualche minuto con Luke non avrebbe certo cambiato le cose e sicuramente non le
avrebbe fatto cambiare idea. In tre passi fece i pochi metri che la
dividevano dalla porta e,dopo aver preso un respiro profondo,aprì la
porta. Luke era accanto ad uno dei modellini dei vari pianeti e,al rumore
della serratura,si voltò verso la porta bloccandosi sul posto. -Ciao-la
salutò con un filo di voce. Lei gli rispose con un cenno della testa
richiudendosi la porta alle spalle. -Il tuo amico mi ha praticamente
sequestrato-gli disse per giustificare la sua presenza lì. Luke
annuì,voltandosi del tutto verso di lei. -Sono contento che l'abbia
fatto...Come stai?-le chiese cortese. Alice alzò le spalle. Quella era
davvero una domanda idiota!Stava di merda,ma certamente non gliel'avrebbe
detto! -Così...-si limitò a dire. Il ragazzo fece un paio di passi nella
grande aula,senza staccare lo sguardo da lei. Anche Alice si mosse nella
stanza,avvicinandosi ad uno dei puff colorati che gli studenti utilizzavano come
sedie durante le lezioni. -Non mi chiedi come sto?-le domandò Luke. -Ci ha
già pensato Scorpius a dirmi che non te la passi bene e che non lo lasci in pace
un attimo...E' arrivato a giocarsi anche la carta della mezza
parentela. Figurati com'è ridotto-aggiunse sedendosi su un puff rosso
porpora. Un sorriso accennato distese le labbra di Luke. -Forse in
quest'ultima settimana l'ho stressato un pò troppo. Ma avevo bisogno di
parlare con qualcuno...-aggiunse con voce seria. Alice lo fissò qualche
secondo prima di abbassare lo sguardo sulle proprie mani:quello era proprio
quello che sperava di evitare. Entrambi stavano male per la fine della loro
storia,era ovvio,le cicatrici erano ancora troppo fresche per poter pensare
razionalmente o anche solo per immaginare di andare avanti. -Problemi con la
tua ragazza?-gli chiese riuscendo a cancellare tutte le emozioni dal proprio
volto. Sentì lo sguardo di Luke bruciarle in volto,ma fortunatamente l'unica
reazione che si manifestò fu il tremolio delle mani,che nascose dietro la
schiena. -Sai perchè avevo il morale a terra-le disse senza staccare lo
sguardo dal suo volto. Alice scosse la testa. -Veramente Divinazione non è
mai stata una delle mie materie preferite- -La vuoi smettere?Hai bisogno che
te lo dica chiaro e tondo che sto male per colpa tua?-sbottò Luke
sorprendendola. Con lo sguardo perso nel vuoto,Alice restò in silenzio,non
trovando niente di appropriato o da dire. -Non faccio che pensare a
te... A come sarebbero andate le cose se ti fossi venuto a cercare
sull'Espresso,o se fossi stato accanto a te sulla banchina già a King's Cross
insieme alla tua famiglia,invece di stare con i miei genitori e la madre di
Mandy. Continuo a darmi del coglione per aver passato una settimana senza
vederti,senza fare il minimo gesto di fermarti per i corridoi o all'uscita della
Sala Grande...- -Luke...-cercò di interromperlo lei. -Avrei dovuto
dimostrarti che sei la persona più importante per me,che tutti i discorsi degli
ultimi mesi non erano soltanto belle parole per lenire la lontananza,ma che
significavano davvero qualcosa per me-continuò lui alzando lo sguardo sul volto
della ragazza e cercando i suoi occhi. Alice ricambiò il suo sguardo,i denti
che affondavano nel labbro inferiore tanto a fondo da farle sentire l'umido del
sangue. -Avrei dovuto lottare per noi due- -Allora fallo!-fece lei in tono
secco alzandosi in piedi e allontanandosi di qualche passo da lui. Luke
osservò la sua schiena avvicinarsi alla scrivania su cui era posata un piccolo
mappamondo,la vide sfiorarlo con la punta delle dita della mano sinistra prima
di voltarsi di nuovo verso di lui. -Va dai tuoi genitori e di loro che
preferiresti essere morto piuttosto che stare con la Greengrass. Di loro che
rinuncerai al tuo nome e alla tua eredità se loro non ti lasceranno fare di
testa tua... Va da loro e dimostrargli che non possono avere in pugno la tua
vita in questo modo-gli disse con voce calma. A quelle parole Luke deglutì
nervosamente. Doveva ribellarsi ai suoi genitori?Come Scorpius aveva già
fatto? E poi,cosa?Vivere insieme ad Alice e alla sua famiglia,attorniato da
quell'enorme famiglia caotica,dove tutti sapevano tutto dell'altro,dove non
c'era la minima privacy e potevi ritenerti fortunato se avevi cinque minuti di
silenzio e solitudine? -Come pensavo-disse Alice,osservando l'espressione
incerta e quasi sgomenta del ragazzo. Luke si alzò in piedi e scosse la
testa,le mani avanti in un disperato tentativo di non perderla. -No,non è
così...E' solo che queste cose richiedono tempo e preparazione-le disse
accampando la prima scusa che gli venne in mente. Un sorriso amaro apparve
sulle labbra di Alice. -Infatti se non sbaglio è proprio quello che ha fatto
Scorpius- Luke le si avvicinò e,ancora una volta,Alice arretrò per non
essergli troppo vicina. -Io ti amo-le disse sincero. -Ma dov'è tutto
quest'amore?Una volta riuscivo a vederlo in ogni gesto,in ogni tua attenzione,ma
ora è soltanto una parola vuota-gli disse arrabbiata. Stanco di quell'attacco
su più fronti,Luke abbassò la testa e portò entrambe le mani ai fianchi,
cacciando un sospiro frustrato. Guardandolo Alice capì che c'era un'ultima
cosa che ancora gli doveva:la verità. Doveva essere lei a dargli la
notizia,perchè se i ruoli fossero stati opposti avrebbe voluto saperlo da lui
piuttosto che scoprirlo improvvisamente o tramite voci di corridoio. -E' per
questo che me ne vado-gli disse. Fulmineo,Luke rialzò la testa su di lei
trafiggendola con lo sguardo. -Cosa?- -Lascio Hogwarts...Qualche giorno fa
ho scritto ai miei genitori chiedendogli di venirmi a prendere,spiegando loro
tutta la situazione e fortunatamente loro hanno acconsentito a farmi cambiare
scuola-spiegò brevemente. -Dove andrai?-chiese ancora Luke con voce
strozzata. Non voleva credere alle sue parole,non poteva essere vero! -Mia
zia Fleur è stata a Buer-Baton;le è bastato spedire un gufo perchè venissi
accettata. Mi aspettano fra due settimane- In Francia?Quella situazione
stava assumendo i contorni dell'assurdo sempre più in fretta. -Ma...ma
perchè?-le domandò. Un altro sorriso amaro storpiò le labbra di Alice,prima
che questa allontanasse lo sguardo da Luke. -Perchè...Perchè nonostante tutto
quello che ho detto qui e il male che mi hai fatto in queste settimane,non passa
giorno senza che io non mi svegli pensando a te,sperando che questo sia il
giorno fortunato in cui tu ti deciderai a venire da me. Perchè ogni volta che
ti vedo in Sala Grande il mio cuore inizia a battere talmente forte che ho paura
che possa sentirsi anche al di sopra del rumore,ma anche perchè il modo elegante
che hai di ignorarmi fa male,come mai niente prima d'ora-gli disse. Il
ragazzo osservò Alice e per la prima volta capì cosa intendevano tutti quando
parlavano di "cuore spezzato":solo in quel momento seppe che non avrebbe potuto
far niente per rimediare agli sbagli di quelle ultime settimane. Forse
sarebbe stato meglio un tradimento,in fondo Alice lo aveva già perdonato per una
cosa simile,ma era certo che non sarebbe mai potuta passar sopra a qualcosa che
l'aveva ferita così nel profondo. -Ma soprattutto perchè non voglio più
vedere come ti stringe,ti abbraccia,come ti reclama come suo quando invece eri
mio...-concluse rialzando due occhi duri su di lui. Il Serpeverde
annuì. -Non so cosa dire-le disse sincero. Alice atteggiò il volto ad un
sorriso. -Augurami buon viaggio- Lui accennò un sorriso a sua
volta. -Buon viaggio allora- Alice lo ringraziò con un sorriso,poi in
silenzio,gli voltò le spalle e si avviò verso la porta dell'aula. Questa
volta Luke non le corse incontro,non cercò di fermarla. Sapeva che questa
volta era davvero finita.
-Disturbo?- Impegnato a fare da palo fuori dalla
porta dell'aula di Astronomia,aveva passato gran parte del tempo a guardarsi la
punta delle scarpe,sperando che l'incontro che si stava tenendo dentro la stanza
non finisse in malo modo costringendolo ad intervenire,ma quella voce gli fece
alzare la testa. -Che ci fai qui?Come hai fatto a trovarmi?-domandò fissando il ragazzo moro che si
avvicinava. Nonostante si fossero incrociati quella mattina in Sala Grande
per la colazione non aveva avuto il tempo o il modo di dirgli quali erano i suoi
impegni per la mattina,visto anche la leggera freddezza che c'era fra di
loro. L'ultima volta che si erano visti,Albus non era di ottimo umore,se ne
era anche andato via con la scusa che doveva riflettere su quello che si erano
detti. Ora era lì. E anche se il biondo non voleva ammetterlo neanche con
sè stesso,era un pò preoccupato: dove lo avevano portato i suoi pensieri?Aveva
già emesso la sentenza senza neanche dargli il tempo di ribattere alle
accuse? -Me lo ha detto un'uccellino verde-argento-rispose il
Grifondoro,sistemandosi accanto a lui,la schiena contro il muro. Scorpius
aggrottò la fronte e lo vide scuotere la testa. Per qualche istante fra i due
ci fu il silenzio,talmente profondo da permettere ad entrambi di cogliere
qualche parola che proveniva dall'interno della stanza. -Ieri sera abbiamo
avuto la nostra prima lite-disse poi Albus rompendo il silenzio. -Beh
veramente ne abbiamo avuto anche altre in passato-gli fece notare il
biondo. Al annuì. -E' vero...Ma questa volta è stato diverso. Le altre
discussioni riguardavano il passato:il tuo comportamento durante le
ripetizioni,o il fatto che non riuscissi ad ammettere che ero ancora innamorato
di te nonostante stessi con Emmett. Questa volta invece litigavamo per il
futuro- Gli occhi color ghiaccio di Scorpius si posarono sul volto di Al e lo
fissarono attentamente,in attesa che lui continuasse. -Ok,non ci siamo
trovati d'accordo e ammetto che ancora adesso non capisco perchè tu non voglia
costruire una famiglia con dei figli con me,però la cosa importante è che
entrambi abbiamo la stessa visione. Tutti e due ci immaginiamo insieme di qui
a dieci,quindici anni-disse per spiegare ancora meglio le sue parole. -Sai
che divertimento...-commentò il biondo cercando di nascondere dietro al sarcasmo
ciò che provava veramente. Come aveva fatto?Come era riuscito a capirlo così
a fondo e così in fretta,quando neanche sua madre,che aveva passato con lui gli
anni della sua infanzia,era riuscita in quell'impresa? Al sorrise e si sporse
verso di lui. -Puoi fare dell'ironia quanto vuoi,ma io so che è così- Un
suono sarcastico uscì dalle labbra di Scorprius prima che questo si staccasse
dalla parete e si avvicinasse ad una delle grandi finestre del
corridoio. Osservò il campo da Quidditch dove,in quel momento,si stava
allenando la squadra dei Tassorosso e ripensò alle parole che gli aveva detto
durante la notte Luke. -Quando ero piccolo,avrò avuto tre anni,avevo un
orsacchiotto...Si chiamava Bebby. Era come tutti gli altri orsacchiotti del
mondo,ma per me era speciale perchè me lo aveva regalato mio padre. Mi
ricordo che me lo portavo dovunque andassi,ci avrei anche fatto la doccia
insieme se solo me lo avessero permesso. Era la mia protezione contro gli
incubi e il mio migliore amico. Un giorno torno a casa dall'asilo,corro in
camera mia alla ricerca di Bebby e non lo trovo. Ho cercato ovunque,anche nei
posti più assurdi,ma era sparito. -Alla fine ho chiesto aiuto a mia madre e
lei,in tutta calma e con il suo tono algido,mi ha spiegato che ormai ero troppo
grande per un giocattolo del genere e che quindi l'aveva buttato via. Quella
sera,grazie alle urla che arrivarono fino alla mia camera seppi la verità:mia
madre aveva saputo di un tradimento di mio padre e aveva deciso di punirlo
tramite me. All'epoca ancora le interessava qualcosa di lui...-aggiunse
amaro. Lo sguardo sul volto senza emozioni del compagno,Albus si ritrovò
senza parole:cosa poteva dire per fargli dimenticare tutto quello che aveva
passato per colpa dei suoi genitori? Niente. Lui non conosceva quelle
sensazioni,non sapeva com'era non sentirsi amato:al contrario lui si era più
volte sentito soffocare per il troppo amore! -In compenso al posto di
Bebby,quando avevo cinque anni,arrivò un pianoforte. Questa volta fu un
regalo di mia madre...Ore e ore di interminabili esercizi che mi hanno portato
ad odiare quello strumento. Ecco perchè io non voglio avere figli-gli disse
tornando a voltarsi verso di lui. Il moro lo guardò con aria più
attenta. -Non voglio costringere un bambino a vivere quello che ho passato io
con i miei genitori...Non posso,e non voglio,dover un giorno sopportare l'idea
che nostro figlio ci odi per quello che gli abbiamo fatto,fosse anche solo
averlo costretto a vivere in una famiglia considerata "diversa"- gli
spiegò. -Io e te non siamo i tuoi genitori...Sono sicuro fin da adesso che
non userei mai un nostro figlio per farti del male-gli disse Albus muovendo un
passo verso di lui. -E come fai ad esserne così sicuro?Tutte le coppie
divorziate lo fanno. I figli sono una perfetta merce di scambio per ottenere
qualcosa in più...-gli fece notare. Al annuì e fece per ribattere,ma l'altro
non gliene diede il tempo. -E poi è proprio questo concetto di famiglia che è
sbagliato:noi non rientriamo nel canone solito con mamma,papà ed i
bambini- Se prima aveva provato un pò di comprensione per lui e aveva cercato
di venirgli incontro,ora Albus si stava innervosendo di nuovo:Scorpius stava
sputando sopra qualcosa che per lui contava davvero. -Sai forse facciamo
prima se mi dice come tu intendi la famiglia-gli disse cercando di non far
trasparire la propria insofferenza. Scorpius lo fissò qualche secondo e poi
alzò le spalle. -Per me la famiglia sei tu-disse sincero. Era una cosa
sdolcinata,terribilmente da donna,ma era la verità. Se avesse dovuto
immaginare il proprio futuro una volta uscito da Hogwarts non ne sarebbe stato
capace:avrebbe visto molte nebbie e molte insicurezze,ma su una cosa poteva
essere certo. Che Albus sarebbe sempre stato al suo fianco. Quelle parole
avevano sorpreso anche il moro,lo capiva dal modo in cui lo fissava con quell'
espressione da pesce lesso. -Come?-gli chiese Al. Scorpius annuì e gli si
avvicinò,fermandosi davanti a lui. -Forse ho qualche problema a livello
affettivo visto chi erano i miei genitori,e forse la mia infanzia mi ha segnato
in modo irreparabile da impedirmi di immaginarmi in un futuro come padre di
famiglia...Ma una cosa la so. Tu sei il mio futuro.Tu sei la mia
famiglia. Come hai detto tu,so che di qui a dieci,quindici anni sarai ancora
con me a rompermi le palle con questa storia dell'avere un figlio,per niente
stanco dei nostri litigi. Non importa dove io sia o cosa faccia- Da quella
distanza così ravvicinata poteva vedere gli occhi lucidi di Al e questo lo fece
felice: era bello sapere che almeno una persona al mondo lo amava
incondizionatamente, nonostante i suoi difetti e le sue paure. -Sei un
maledetto bastardo,lo sai?-gli chiese Al con la voce leggermente
spezzata. Scorpius ghignò e si avvicinò maggiormente,portando una mano sul
retro del collo del moro. -Ho avuto un buon maestro...- L'attimo dopo
avvicinò le labbra a quelle di Al e lo baciò,trovando subito la risposta del
compagno, che fece scattare le braccia attorno ai suoi fianchi. In quel
momento Scorpius fece una promessa a sè stesso:forse non era il compagno
perfetto,e magari non sarebbe mai stato in grado di dirgli quanto lo amava e
quanto aveva bisogno di lui,ma da quel momento in poi avrebbe fatto di tutto
perchè i suoi gesti dimostrassero ad Albus quanto lo amava. E quanto non
potesse più fare a meno di lui.
Salve a
tutti!!!Come state?
Viste le
lamentele del capitolo scorso,se cs vogliamo chiamarle,ho pensato di dedicare un
pò di tempo a Al e Scorpius,ma vi avverto che cn qst capitolo la loro storia
personale si è chiusa, cs cm qll di Luke e Alice.
Abbiamo
dato un senso ad entrambi le storie e,anche se i personaggi di Al e Scorpius
torneranno nei prox capitoli,è ora di dare spazio alle altre coppie e di
concentrarci su di loro.
Ah,per
tutti coloro che hanno paura di veder i nostri "eroi" separati nel seguito,posso
assicurarvi fin d'ora che nn sarà così,ma che cmq ne vederemo delle
belle...
Ringrazio
tutti coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e chiedo scusa x
eventuali errori di battitura o ortografia.
La frase
in corsivo è tratta da "Blue eyes blue" di Eric Clapton.
E ora i
ringraziamenti:Luthien241(Mai
perdere le speranze,xkè è proprio allora che io torno a rompere le scatole!E'
una cosa positiva o negativa il fatto che ti si stringa lo stomaco sentendo
parlare del piccolo Potter?),Sweey(Naturalmente,nessuno prenderà mai il posto di Al e Scorpius:e
pensare che ho iniziato qst fiction partendo dalla relazione fra Rose e Jim,loro
nn erano neanche in "catalogo" nella mia mente),Angel_SG(Spero che tu ora stia meglio
che lo shock x il mio ritorno nn ti abbia fatto avere una ricaduta...E che
soprattutto nn mi stia leggendo da una stanza imbottita!James e Ronald?Beh che
dire,hanno bisogno di un aiuto superiore x far pace...),Kikka15(In effetti fa strano anche a
me,proprio oggi stavo guardando i vari capitoli e mi sn accorta che ho postato
il primo capitolo un anno fa...Sarà strano lasciare qst personaggi,almeno
temporaneamente.I due gemelli,x cm la vedo io,possono farsi la guerra qnt
vogliono,ma alla fine scopriranno di aver bisogno dell'altro...Nn preoccuparti x
la fine di Alice e Luke,c'è sempre il seguito!),Sunshine'86(Devo dirtelo,ogni volta che
scrivo il tuo nick penso al personaggio di Justin in "Queer as folk" e
sorrido...E' vero,Ronnie poteva leggere le istruzioni,ma nn credo fosse
abbastanza lucido x capire qll che qst dicevano;sei un pò + serena sul futuro di
Al e Scorpius?),_Lotti(Sn
sempre + convinta che ci siano delle microspie in giro x casa,altrimenti nn si
spiega qst fuga di notizie!Sì Emily è un bel nome,ma nn è abbastanza x il
piccolo Potter ed inoltre è già "prenotato" da James e Rose x 1 dei loro 3
figli),Sklupin(Ok forse
Mandy nn è la persona + simpatica ed amata del mondo,ma neanche Luke si sta
comportando bene nei confronti di Alice:ha passato mesi a dirle che l'amava che
l'aspettava a braccia aperte e qnd è venuto il momento di dimostrarlo nn ne è
stato capace...), Nefene(Hai inquadrato perfettamente il mio punto di vista sulla
questione Alice/Luke:il loro è un grande amore,su qst nn c'è il minimo dubbio,ma
loro sn ancora tr giovani e anke tr stupidi x legarsi "x sempre",quindi
piuttosto che finire per rovinarsi la vita a vicenda,è meglio separsi, con la
speranza magari di rincontrarsi un giorno).
Bene per
il momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"You
belong to me"
Baci,Eva.
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Capitolo 41 *** God only know ***
god only konw
-Perchè mi sono lasciato
convincere?- Era da giorni che si poneva quella domanda! Fin da quando
aveva deciso di riprendere il posto di Portiere nella squadra del
Grifondoro. Quando James si era presentato nel dormitorio maschile,Ronald
aveva fatto finta di essere impegnato nella lettura di un importante capitolo
del libro di Difesa,ma il fratello non si era ovviamente fatto spaventare da
quei mezzucci. Si era avvicinato al suo letto ed era rimasto lì,in piedi
davanti a lui,a fissarlo per qualche istante, sfidandolo ad alzare lo sguardo e
a ricambiare la sua occhiata,ma Ronald avrebbe preferito un'ora supplementare di
Pozioni piuttosto che essere costretto a parlare con il fratello. -Non ti sei
presentato alle qualificazioni per il ruolo da Portiere-aveva detto
James. L'altro aveva continuato a fissare la pagina davanti a sè,che ora
aveva perso tutto il suo interesse,senza quasi respirare per la
tensione. -Quindi ho pensato di venire di persona a chiederti se volevi il
tuo posto in squadra-aveva continuato James. -Potevi anche risparmiarti il
viaggio-si era deciso a rispondere il rosso. Il silenzio che ricevette in
risposta fu assordante;tante volte lui e James avevano litigato,si erano
insultati,ma una cosa non avevano mai fatto:trattarsi con tanta freddezza e
indifferenza neanche fossero degli estranei. -Beh oramai sono
qui...- -Quindi?-gli aveva chiesto cercando di non mostrare quanto tutta
quella faccenda lo infastidisse. -Quindi potresti avere almeno la decenza di
rispondere!-aveva ribattuto l'altro con asprezza. Finalmente Ronald aveva
alzato lo sguardo dal proprio libro e l'aveva puntato sul fratello, trovando due
iridi nere che lo fissavano con altrettanto astio. -Se volevo fare il
Portiere mi sarei presentato alle selezioni,non credi?-gli aveva fatto notare
poi. Aveva visto chiaramente come le narici di James si erano allargate per
la frustrazione e la rabbia,e per qualche secondo aveva temuto di doversi
difendere dall'attacco del proprio gemello,ma questo si era limitato a stringere
i pugni chiusi lungo i fianchi. Dopodichè,senza una parola,gli aveva voltato
le spalle e si era avviato verso la porta del dormitorio per voltarsi quando
ormai era davanti alla soglia e tornare ad inchiodarlo con lo sguardo. -Farò
finta di non aver sentito,di non essere neanche mai stato qui... Ti darò tre
giorni di tempo per riflettere e decidere se unirti anche quest'anno alla
squadra. Il primo allenamento è fissato per venerdì...L'attrezzatura ce l'hai
ancora,vero?- Dette quelle parole era tornato a voltarsi ed era uscito dal
dormitorio,lasciandolo da solo con i suoi pensieri. Fosse stato per Ronald
avrebbe chiuso in un angolo della sua mente quello spiacevole incontro e lo
avrebbe dimenticato il più in fretta possibile...ma aveva commesso il grave
errore di parlarne con Rebecca. Da quando avevano saputo di aspettare un
bambino,si erano promessi che non ci sarebbero stati più segreti fra di loro,che
avrebbero parlato di tutto quello che succedeva loro,almeno nei limiti del
possibile. Così quando Ronald aveva parlato con Rebecca dell'incontro avuto
con il fratello e della sua "offerta",la ragazza si era dimostrata subito
entusiasta. -Devi farlo!-gli aveva detto. -Ma Becca...E il bambino?-aveva
aggiunto con voce più bassa. Lei aveva scosso la testa. -Il bambino non
arriverà prima di sei mesi...E poi sono certa che sarebbe fiero del suo papà-gli
aveva detto con un sorriso convinto. Il ragazzo l'aveva guardata per qualche
secondo,chiaramente sorpreso,prima di scuotere la testa. -Perchè no?-aveva
chiesto lei scontenta. -E se succedesse qualcosa durante gli allenamenti?O
peggio durante le partite? Se tu ti sentissi male,o se avessi bisogno di me e
io fossi impegnato in una stupida partita...No, impossibile,non me lo
perdonerei-aveva ribattuto scacciando l'idea all'istante. Rebecca aveva
accennato un sorriso dolce avvicinandosi a lui finchè non potè cingergli la vita
con un braccio:come al solito il suo "uomo" si preoccupava per lei. Da quando
sapeva del bambino si era come annullato per pensare a ciò che era meglio per
lei e per il bambino;Rebecca amava che fosse così premuroso nei suoi
confronti,ma aveva paura che con il passare del tempo avrebbe finito per
rimpiangere tutto ciò che si era negato per colpa loro. Non avrebbe mai
potuto perdonarselo se fosse successo... Gli aveva accarezzato la guancia
destra con la punta delle dita,sorridendo ancora di più quando lo aveva visto
inclinare il viso e andare incontro al suo palmo. -Sai quanto ti amo?-gli
aveva chiesto. Ronald aveva accennato un sorriso,gli occhi chiusi. -Prova
un pò a ripetermelo...-le aveva detto in tono scherzoso. Lei aveva
ridacchiato qualche istante prima di ritornare seria. -E' vero,stiamo per
avere un bambino ed è vero anche che la nostra vita cambierà in pochi mesi,ma
noi abbiamo soltanto diciassette anni Ronnie-gli aveva detto parlando con voce
pacata. Il ragazzo aveva aperto gli occhi e li aveva fissati in quelli sereni
di Rebecca. -Ci restano solo pochi mesi per vivere la nostra
adolescenza,perchè quando arriverà questo bambino non ci saranno concesse
deroghe:saremo costretti a crescere e ad affrontare le responsabilità. Ed è
proprio per questo che tu domani indosserai la tua divisa da Portiere e ti
presenterai al campo da James...-gli aveva detto con un tono che non ammetteva
repliche. -Becca...-aveva provato a ribattere lui. -Se la tua paura è
quella di non potermi tenere costantemente sotto controllo,tranquillo non ho
nessuna intenzione di lasciarti da solo:ho in mente di assistere a tutti gli
allenamenti e a tutte le partite dei Grifondoro...Le ragazze sono ammesse agli
allenamenti,vero?-gli aveva chiesto poi colta da quel dubbio
improvviso. Ronald si era prodotto in un sorriso ironico,avvolgendole le
braccia attorno alla vita. -Non vedo perchè no...-aveva risposto avvicinando
il viso a quello della ragazza. -Bene...Allora sarò la tua groupie-gli aveva
detto Rebecca allacciandogli le braccia al collo. Un lampo di malizia era
apparso negli occhi del ragazzo a quelle parole prima che la risata di Rebecca
esplodesse nell'aria. Ed ora eccolo lì,con indosso la sua divisa da
Quidditch,mentre entrava nel campo da gioco. Era un'azione che aveva fatto
tante altre volte in passato,ma ora aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di
diverso e gli bastò incontrare lo sguardo di James perchè quella sensazione si
facesse sentire più forte. Fece ancora qualche passo sull'erba e si fermò di
fronte al gemello,che cercava in tutti i modi di nascondere la sua sorpresa nel
trovarselo davanti. -Credevo non ti saresti presentato-gli disse
sincero. Ronald fece per rispondere,ma un fischio alle sue spalle attirò la
sua attenzione;si voltò e sorrise non appena vide Rebecca,unica spettatrice
sugli spalti. Alzò un braccio e le fece un cenno di saluto a cui lei rispose
nello stesso modo,prima di voltarsi di nuovo verso James che aveva osservato
attentamente i due. -E' lei che devi ringraziare se ora sono qui- Senza
aggiungere altro,gli rivolse un'ultimo sguardo e si allontanò verso gli altri
membri della squadra.
Era stato per caso che si
era imbattuta in quelle foto. Impegnata in un lavoro importante,che l'aveva
messa molto sotto pressione nelle ultime settimane, Hermione aveva saccheggiato
la propria libreria alla ricerca di un libro di Aritmanzia che,era
certa,l'avrebbe aiutata a dissipare alcuni dubbi. Aveva messo sotto sopra la
libreria nel suo studio senza alcun risultato,passando così a quella del
soggiorno,dove un paio di scaffali erano destinati ai suoi libri,ma neanche lì
aveva trovato ciò che cercava. Leggermente sconsolata,si era fermata nel
centro del salotto riflettendo su una possibile soluzione alternativa,un
pensiero improvviso le aveva attraversato la mente:forse non tutto era
perduto. Si era così diretta verso la camera di Rose e,dopo aver dato una
veloce scorsa alla liberia della figlia aveva finalmente trovato quello che
cercava. Era tornata nello studio che già sfogliava le pagine del libro
d'Aritmanzia alla ricerca del capitolo specifico,ma ad un tratto si era bloccata
nel centro del corridoio,lo sguardo fisso sul volume. Chiusa,e probabilmente
dimenticata,fra le pagine c'era una striscia di quelle che solitamente escono
dalle macchine per le fotografie istantanee,di quelle che puoi averne quattro
con una sterlina. Vi erano ritratti Rose e James. Mantenendo il tomo con
un braccio solo,Hermione aveva preso la striscia e aveva osservato con un
sorriso la prima istantanea,in cui i due ragazzi sorridevano felici
all'obiettivo. James era seduto sul piccolo sgabello e teneva Rose sulle
ginocchia,mettendola leggermente più in primo piano rispetto a sè stesso;anche
se non poteva vederlo,Hermione capì che si stavano abbracciando. Era
confortante sapere che in un periodo così triste per sua figlia,in cui Rose
aveva tagliato quasi completamente i ponti con lei e Ron escludendoli dalla sua
vita,c'era almeno una persona che si preoccupava per lei,che si impegnava per
renderla felice. Spostando gli occhi sulla seconda foto,però,un sopracciglio
le si incurvò per la sorpresa:Rose aveva reclinato leggermente la testa sulla
spalla destra di James,ed il ragazzo si era avvicinato a lei,arrivando a posarle
un bacio sull'incavo fra il collo e la spalla sinistra. Camminando senza
guardare per il corridoio,diretta però verso il salotto,Hermione si chiese da
quanto tempo i due ragazzi fossero così intimi,e se quegli comportamenti fossero
normali fra cugini. Lei non aveva mai visto Ron e Ginny comportarsi in quel
modo,con quell'intimità con i loro tanti cugini! Arrivata al tavolo che
solitamente usavano per le cene di famiglia Hermione vi posò il libro,ora non
così importante come pochi istanti prima,e sollevò il braccio che stringeva le
foto,avvicinandolo al viso mentre fissava la terza foto,in cui il viso di Rose
era voltato verso quello di James,un sorriso accennato sulle
labbra. Contrariamente alla foto precedente,una mano della figlia era salita
fino al collo di James e ora le sue dita erano perse fra i capelli neri del
ragazzo. Quelli non erano affatto comportamenti affettuosi fra parenti!Quelli
erano gesti consueti fra amanti! Quante volte lei aveva affondato le dita fra
i capelli di Ron prima di baciarlo? Ebbe la conferma alle sue paure guardando
l'ultima foto,in cui i due ragazzi,completamente dimentichi dell'obiettivo,si
baciavano in un modo che Hermione non potè definire altrimenti se non
appassionato. Continuò a fissare quelle quattro foto a lungo,incapace di
staccare lo sguardo,mentre la sua mente continuava a porsi mille domande e
centinaia di interrogativi:che significavano quelle foto? C'era per caso una
relazione fra sua figlia e James,oppure era stato un momento di sbandamento,o
peggio uno scherzo fra i due ragazzi? E se c'era una relazione,da quanto
tempo andava avanti?Era ancora in corso oppure era un capitolo già chiuso delle
loro vite? Era una cosa seria,anche se non voleva neanche pensare a quella
possibilità,o era stato un filarino stupido tipico degli adolescenti? Quando
finalmente riuscì a staccare lo sguardo dalle foto,Hermione capì che c'era un
solo modo per sapere la verità,anche se una volta scopertolo Rose l'avrebbe
considerata la peggiore madre del mondo. Continuando a stringere le foto fra
le dita della mano sinistra,si avviò verso la camera della figlia e una volta lì
si fermò per qualche istante sulla soglia,vincendo le ultime remore della sua
coscienza. -Accio diario- L'istante dopo un agenda elegante in similpelle
blu era stretta nella sua mano destra.Non era protetta da lucchetti o
incantesimi di protezione. Hermione si sedette alla scrivania e aprì il
diario.
"Ho la testa che mi scoppia:sono l'unica idiota che si
ubriaca con una sola birra! Questo devo averlo ripreso da mia
madre... Nonostante questo è stata una serata bellissima:io e Jim abbiamo
ballato,scherzato e passato tutto il tempo insieme,come una vera coppia. Ma
avrei voluto che la serata si concludesse in un altro
modo"
Quella faccenda andava avanti fin dall'inizio
dell'anno! Come aveva fatto a non accorgersene?Era talmente impelagata nei
suoi problemi che non si era accorta di quello che succedeva attorno a
sè?
"Studiare con James è diventato controproducente! Ogni
volta che siamo insieme i libri vengono inevitabilmente messi da parte e la mia
attenzione è completamente e totalmente su di lui. Non riesco a capire come
sia possibile passare dallo scherzo al prendersi in giro come è successo oggi,al
desiderio e la voglia che mi prendono ogni volta che mi bacia. Fermarci è
diventato sempre più difficile,e credo che se non sarà lui a prendere
l'iniziativa sarò io a fare qualcosa"
Con il cuore in gola,Hermione sfogliò velocemente
le pagine dell'agenda,alla ricerca della pagina che le interessava.
"Oggi...noi"
Quella semplice annotazione nascondeva tutto un
mondo dietro. Era lampante quello che era successo,ed Hermione si sentì
travolta da mille sensazioni diverse: dalla tristezza,per non essere stata
accanto a Rose in un momento così importante nella vita di una
ragazza,incredulità per il rapporto che si era creato fra i due ragazzi senza
che nessuno avesse il minimo sospetto,e rabbia. Rabbia per averlo scoperto
per caso,grazie a delle stupide foto dimenticate in un libro. Quanto tempo
ancora avevano intenzione di tenere quel segreto?Gliene avrebbero mai parlato,
oppure avrebbero continuato a vivere la loro relazione nel completo
silenzio? Cercando una risposta a quelle domande aveva continuato a
leggere,pagina dopo pagina, seguendo tutto quello che era successo nella vita
della figlia nei mesi precedenti, scoprendo una nuova chiave di lettura per i
suoi litigi con Ron,comprendendo il sentimento profondo che legava Rose a James
e che,in qualche modo,le ricordava il suo amore adolescenziale per Ron. Il
diario si concludeva con l'ultimo giorno di Hogwarts.
"Anche
quest'anno è finito...E io non ho nessuna voglia di tornare a casa. Forse Jim
ha ragione:magari se parliamo ai nostri genitori della nostra storia,ci cacciano
da casa ed io non sono costretta a dover passare i prossimi due mesi in Grecia
con i miei, Hugo e quella bambina. Mentre preparavamo le valigie ho detto a
Jim che è venuto il momento di parlare con Ronnie della nostra storia,se questo
è ancora il suo desiderio,ma lui mi ha risposto che è disposto ad aspettare fino
al ritorno a scuola. E io sono d'accordo:cosa sono due mesi in più o in
meno? Cazzo,non ho proprio voglia di tornare a
casa..."
-Hermione!Hermione ci sei?- La voce di Ron la
riscosse da quell'universo parallelo che si era creata nella stanza di
Rose. -Sono qui-rispose con la voce arrocchita dal silenzio. Sentì i passi
di Ron su per le scale e dopo qualche istante apparve sulla soglia della stanza
con Eliza in braccio. -Che ci fai nella stanza di Rose?-le domandò
sorpreso. Per un brevissimo istante Hermione fu indecisa se parlare o meno
con il marito di quello che aveva scoperto,ma capì che quella era una faccenda
troppo grande e troppo importante per poterla gestire da sola. -Forse è il
caso che tu veda questo-
Era nervoso,come mai lo era stato in vita
sua. Quel giorno stava rischiando tanto,anche l'espulsione se avessero
scoperto che si era allontanato da Hogwarts. Ma non poteva fare
altrimenti,non se voleva essere un buon padre. Quel giorno Rebecca avrebbe
fatto la prima vera ecografia e lui non voleva perdersi quell' esame per niente
al mondo. La ragazza aveva provato a dissuaderlo
dall'accompagnarla,preoccupata che qualcuno si accorgesse della loro assenza,ma
lui non si era fatto convincere in nessun modo. -Non perderei questo momento
neanche per la finale del mondo di Quidditch-le aveva detto. Quelle parole
avevano fatto sorridere Rebecca per l'aspetto ancora ingenuo che Ronald aveva in
sè. -Allora è una cosa seria-l'aveva preso in giro. Già molto seria:la
notte prima dell'ecografia non era riuscito a chiudere occhio. Continuava a
ritornargli alla mente le sensazioni che aveva provato,quello che aveva visto
tramite i ricordi di suo padre quando l'uomo si era trovato al suo
posto. Sapeva che la loro situazione era completamente diversa da quella dei
suoi genitori,ma la paura,il nervosismo,la tensione erano gli stessi che,ne era
certo,aveva provato suo padre diciotto anni prima. Erano sgattaiolati fuori
dal castello attraverso il passaggio sotto il Platano Picchiatore,avevano
attraversato tutto il cunicolo e si erano ritrovati nella Stamberga
Strillante. Una volta lì si erano smaterializzati ad Hogsmeade,in una
stradina riparata,per evitare di attirare l'attenzione dei passanti su di loro
apparendo dal nulla;dopodichè si erano diretti verso lo studio del
ginecologo. Ed ora erano lì:Rebecca semisdraiata sul lettino in attesa della
visita e lui che continuava ad andare avanti ed indietro incapace di controllare
il nervosismo. -Sai pagherei oro per vederti il giorno del parto...Sono
sicura che lascerai un buco nel pavimento del corridoio a forza di andare avanti
ed indietro-gli disse Rebecca scherzosa. Ronald si era voltato verso di lei
e,interrompendo la sua marcia,le aveva fatto una smorfia. -Ahah,sei davvero
divertente lo sai? Vorrei vedere te al mio posto-le disse. -Vuoi davvero
essere al mio posto amore?Perchè io ti lascio volentieri il posto in sala
parto-gli aveva chiesto lei. Ronald aveva scosso la testa e le si era
avvicinato,poggiando entrambe le mani sul rivestimento di carta che copriva il
lettino. -Scusa...E' solo che sono così nervoso che non ho chiuso occhio
questa notte-le confessò. Lei si era messa a sedere e gli aveva scompigliato
i capelli con una mano,in un gesto giocoso. -Tu ti preoccupi troppo- La
dottoressa Harper,la ginecologa di Rebecca arrivò in quel momento,impedendo così
a Ronald di ribattere a quelle parole. La donna,alta e con un fisico
slanciato,andò verso di loro e strinse la mano a Ronald con un sorriso
accennato,prima di portare lo sguardo su Rebecca. -Allora Rebecca,come ti
senti?-le domandò. -Bene..Ho ancora un pò di nausea al mattino,ma ormai non
sento più il bisogno di vomitare ogni volta che sento odore di pesce. Però in
queste ultime settimane ho avuto dei crampi...-le disse la
ragazza. -Crampi?Perchè non me ne hai parlato?-s'intromise Ronald
sorpreso. -Perchè sapevo che ti saresti agitato e avresti cercato ogni
possibile causa su quei libri che stai leggendo-rispose serena
Rebecca. Ronald sbuffò e si grattò la fronte cercando una risposta giusta,ma
venne interrotto dalla dottoressa Harper. -E' normale a questo stato della
gravidanza avere dei crampi,ma non è niente di allarmante:è soltanto il tuo
utero che inizia ad espandersi per il bambino-le disse in tono
professionale. -Ah ok...- -Bene siete pronti per vedere il vostro
bambino?-chiese loro avvicinandosi alla scrivania e prendendo la
bacchetta. Remore della visita precedente,Rebecca sollevò la maglietta fin
quasi al seno e si sdraiò sul letto,poi ben sapendo che quell'esame lo stava
preoccupando non poco,rivolse un sorriso rassicurante a Ronald e gli prese la
mano,sentendo subito la stretta salda del ragazzo. -Bene,cominciamo- La
dottoressa Harper avvicinò la bacchetta al ventre di Rebecca e,grazie ad un
semplice gesto circolare del polso,un piccolo cono di luce apparve sopra la
pancia della ragazza. Pietrificato,e al contempo eccitato,da quello che
succedeva davanti ai suoi occhi Ronald strinse maggiormente la mano in quella di
Rebecca,fissando attentamente quell'ologramma davanti a sè. Grazie ad un
altro movimento della bacchetta,il vuoto si riempì:quell'immagine bluastra era
sparita,mettendo in mostra un ambiente rossastro e all'apparenza
rassicurante. -Eccolo qui-disse il medico compiendo un altro gesto con la
bacchetta. Ronald strizzò gli occhi e si concentrò sull'immagine e finalmente
lo vide:era piccolo,molto più piccolo di quanto si era immaginato,e ad una prima
occhiata gli sembrò che la sua pelle fosse trasparente. Le gambe erano
accavallate,la destra sulla sinistra e mentre il braccio sinistro fluttuava nel
vuoto,l'altro era portato vicino alla bocca,permettendogli così di succhiarsi il
pollice. Senza che se ne accorgesse,una risatina scappò dalle sue
labbra,prima che staccasse lo sguardo dall'ologramma e lo posasse su Rebecca:i
suoi occhi erano fissi sull'immagini, spalancati per l'incredulità e Ronald si
accorse che era sulla soglia delle lacrime. Si sporse verso di lei e le diede
un bacio fra i capelli,stringendola a sè per qualche istante, sentendo la stessa
risatina che poco prima era uscita dalle sue labbra. -Oh Ronnie...- Ronald
tornò a guardare davanti a sè,cercando già delle possibili rassomiglianze fra sè
e quella "ranocchietta". -Ha il mio naso-disse continuando a
guardarlo. Rebecca rise di nuovo e Ronald ebbe l'impressione di aver colto un
sorriso anche dalla dottoressa Harper. -E' già possibile sapere il
sesso?-chiese Rebecca alla donna. -Non se continua a nascondersi così,ma se
proviamo a fargli cambiare posizione...-disse con lo sguardo concentrato
sull'ologramma davanti a sè.-Avete delle preferenze sul sesso?-chiese poi la
donna. Sia Ronald che Rebecca scossero la testa. -Siceramente non ci
abbiamo mai pensato,credo sia indifferente-disse poi la ragazza. Ronald la
vide fare pressione con la mano sinistra sulla parte alta del ventre di
Rebecca,e curioso,tornò a guardare l'ologramma in cerca di qualche
cambiamento. In futuro avrebbe ripensato tante volte a quel momento,ma non
seppe mai trovare una risposta assoluta:forse era stata davvero la pressione
esercitata dalla dottoressa Harper,o magari il bambino era stanco e aveva voglia
di cambiar posizione,fatto sta che sotto i loro occhi la ranocchietta si
mosse. -E' un maschio-disse il medico confermando l'ipotesi che già si era
formata nella mente di Ronald. Un maschio. Il rosso abbassò lo sguardo su
Rebecca e la trovò pronta ad incontrare il suo sguardo,raggiante. Fu solo in
quel momento che capì cosa aveva provato suo padre quando si era trovato al suo
posto:quel senso di totale appartenenza ad una persona,quell'amore totalizzante
per qualcuno che ancora neanche aveva mai visto,ma che sarebbe diventato una
delle persone più importanti della sua vita. Era la più bella sensazione che
avesse mai provato in vita sua.
La reazione di Ron alla scoperta della relazione
fra James e Rose era stata esattamente quella che lei si era
aspettata. Inizialmente c'era stata l'incredulità,la ricerca di qualche
spiegazione logica davanti a quelle fotografie così chiare e che mostravano in
modo lampante il rapporto che c'era fra i due ragazzi. Poi quando lei gli
aveva raccontato di quello che aveva letto sul diario di Rose era subentrata la
rabbia:era convinto che Rose fosse stata irretita,circuita da James e dalle sue
attenzioni "malsane",messa talmente sotto pressione da non poter fare altrimenti
se non cedere. -So che odierai sentirtelo dire Ron,ma da come lei ne parla
nel diario,sembra davvero innamorata-gli aveva fatto notare Hermione,cercando di
riportare la giusta ottica nel discorso. Quell'affermazione era stata seguita
dallo sconforto:perchè erano stati tenuti all'oscuro di quello che stava
succedendo? Erano talmente indegni della fiducia della loro figlia da essere
tagliati fuori da una questione tanto importante? -Credi che Harry e Ginny ne
siano a conoscenza?-le aveva chiesto poi dando voce ad un pensiero che le
vorticava in testa fin da quando aveva scoperto tutto. Hermione aveva alzato
le spalle. -Non ne ho la più pallida idea-aveva ammesso. Era sempre stato
Ron ad avere l'idea di andare da Harry e parlare con i due amici di quello che
avevano scoperto. -Anche loro hanno il diritto di saperlo,non
credi?- Così,anche se nutrivano ancora delle riserve su quello che stavano
per fare,si erano presentati a casa dei cognati e,dopo i soliti
convenevoli,avevano affrontato il discorso che li aveva portati lì. Avevano
mostrato loro le foto che avevano trovato e avevano capito all'istante che
neanche i due amici sapevano quello che stava succedendo fra i loro
figli. -Oh andiamo,magari è soltanto uno scherzo fra amici...-tentò
Harry,poco convinto a sua volta delle sue stesse parole. -Non ricordo che tu
baciassi così tutte le nostre amiche-gli fece notare Ron. Il moro sospirò
frustrato e guardò sua moglie,intenta a sua volta ad esaminare quelle quattro
foto. -Tu che ne pensi?-le domandò. Ginny alzò la testa verso di lui prima
di dare di nuovo le foto ad Hermione. -Beh a quanto sembra sono più che
amici...Molto più che amici-commentò. Ron e Hermione si erano guardati,quasi
cercando l'un l'altra il coraggio per affrontare di nuovo quella
storia. -Ecco veramente c'è dell'altro...-disse Ron impacciato. Stava
davvero affrontando quella conversazione?Stavano davvero parlando dei loro figli
e di una possibile relazione?Perchè nonostante avesse passato più di un ora con
Hermione a sviscerare quel discorso ancora non riusciva a credere a quello che
lei gli aveva raccontato. Sia Harry che Ginny l'avevano fissato con
un'espressione d'attesa sul volto,ma fu Hermione a parlare. -A quanto pare
Rose e James hanno una relazione- Una risatina ironica era scappata dalle
labbra socchiuse di Harry. -Questo è davvero assurdo-commentò
poi. -Credimi la pensavo anche io così,ma sembra proprio la verità-rispose
Ron. Ginny guardò direttamente Hermione,cercando di cogliere qualcosa dal suo
sguardo, qualcosa che ad uno sguardo maschile sarebbe sicuramente
scappato. -Da quanto tempo?-chiese all'amica. Lei alzò le
spalle. -Dall'inizio dell'anno,se non da prima- La rossa annuì,assimilando
quell'informazione:ripensò a tutte le volte che Rose era rimasta a dormire da
loro durante le settimane di vacanza da Hogwarts,e inevitabilmente si chiese che
cosa era successo fra i due,che cosa le era sfuggito nonostante fosse proprio
sotto i suoi occhi. -Ma come avete fatto a scoprirlo?-chiese Harry cercando
una parvenza di normalità in quel discorso assurdo. Hermione spiegò loro di
come aveva letto il diario di Rose dopo aver trovato le fotografie, riassumendo
quello che era contenuto in quelle pagine. Alla fine del racconto,ci fu
qualche istante di silenzio,un silenzio pesante e inconsueto fra i quattro
amici. -Quindi non ci hanno detto nulla perchè avevano paura della nostra
reazione...-commentò Harry parlando più con sè stesso che con gli altri. Ron
annuì. -Beh hanno ragione!Come hanno potuto anche solo pensare di fare una
cosa del genere?- -Si sono innamorati Ron...-commentò Ginny,lo sguardo perso
davanti a sè. -Gin per favore non è il momento di far uscir fuori il tuo
istinto romantico. Stiamo parlando di Rose e James!Sono cresciuti
insieme,gomito a gomito ogni istante della loro vita,l'idea che ora quel
rapporto sia cambiato è inaccettabile-ribattè il fratello. La rossa puntò lo
sguardo sul volto del fratello e lo fissò con sguardo duro. -Stai parlando da
vero bigotto!-gli fece notare-A chi importa se sono cugini? Le famiglie di
Purosangue si sposano fra cugini da sempre-gli ricordò poi. -Noi non siamo
mica stupidi come loro!- -Quindi quale sarebbe la soluzione migliore per
te?Intervenire e fare in modo che si lascino?-gli domandò battagliera. -Non
sarebbe certo una cattiva idea- -Ok perchè non cerchiamo di darci una
calmata?-intervenne Harry per sedare gli animi. Ginny sbuffò e allontanò lo
sguardo dal fratello,che del canto suo si ritirò in un angolo del salotto,le
braccia conserte sul petto e uno sguardo risentito in volto. -Possiamo
restare qui ore a discutere di questa faccenda,ma sarebbe inutile. Stiamo
imbastendo un processo senza neanche preoccuparci di sentire le ragioni di Rose
e di James...-disse Harry,cercando di essere razionale come al
solito. Hermione annuì. -Sono d'accordo con te. Inoltre non stiamo
parlando di due bambini che non si rendono conto delle conseguenze delle loro
azioni. Sia James che Rose stanno per diventare maggiorenni e sono certa che
non si sarebbero imbarcati in questa faccenda se non avessero saputo a cosa
andavano incontro,cosa avrebbe provocato la loro relazione nella
famiglia-convenne la riccia. Ginny tornò a guardare il marito e
annuì. -Quindi dobbiamo parlare con loro...- Harry annuì. Ron sospirò e
si passò una mano fra i capelli perfettamente ordinati in un gesto
sconsolato. -So già che questo discorso non mi piacerà
affatto...-
A guardarlo avrebbero fatto fatica a
riconoscerlo. Lui sempre così gioviale e affabile con tutti,ora mentre saliva
in fretta le scale che portavano al dormitorio femminile,aveva un'espressione
terribilmente seria sul volto. L'incontro avuto con Scorpius e Albus lo aveva
fatto riflettere,gli aveva aperto gli occhi su quello che sarebbe stato il suo
futuro. E l'ultima cosa che voleva era che quel futuro si realizzasse...Ma
fortunatamente sapeva come fare per evitarlo. Arrivato davanti alla porta di
legno del dormitorio bussò alla porta nel suo solito modo e aspettò qualche
istante prima di aprire la porta. Aveva accompagnato Rebecca al dormitorio
prima di andare da Al e Scorpius,quindi una volta dentro si guardò
intorno,cercandola con lo sguardo. -Becca?-la chiamò con una nota
interrogativa nella voce. La stanza era deserta:tutti i letti erano vuoti e
le tende dei baldacchini erano tirate. Ronald chiamò di nuovo e finalmente la
porta del bagno si aprì e apparve la ragazza,il pigiama già indosso,i piedi
nudi. -Ronnie che ci fai qui?-gli chiese sorpresa. Ed aveva ragione ad
esserlo:si erano lasciati un'ora prima,si erano dati la buonanotte con l'intento
di rivedersi la mattina dopo. Ma Ronald non poteva certo aspettare,non per
quello che aveva in mente. La vide avvicinarsi e fermarsi a pochi passi da
lui,un'espressione curiosa sul viso. -So-sono venuto perchè ho dimenticato di
chiederti una cosa-le disse con voce tremante. La vide aggrottare la
fronte,preoccupata da quel tono di voce,per poi annuire. In quell'attimo di
silenzio,Ronald cercò di ricordarsi se c'erano delle regole precise,già
stabilite per quello che stava per fare,ma la sua mente era completamente
vuota. -Ronnie,va tutto bene?-gli domandò ancora lei. -Becca ti ricordi la
nostra prima volta?-le domandò non sapendo bene da dove iniziare. Sorpresa da
quella domanda lei accennò un sorriso e annuì. -Certo che la
ricordo- -Quando il giorno dopo sei venuta in camera mia,dopo che avevamo
parlato,mi hai chiesto una cosa...-le disse ancora. L'espressione di Rebecca
cambiò in un'istante mentre le tornavano alla mente quelle ore passate e la sua
proposta scherzosa. -Ronnie...- -Rebecca vuoi
sposarmi?-
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Capitolo 42 *** Love stories ***
love stories
Tutto era partito da
una normale conversazione con Al e Scorpius. Subito dopo essere tornati dalla
visita medica con la dottoressa Hunter,Rebecca era andata da sua sorella per
darle la grande notizia e Ronald,a sua volta elettrizzato,aveva cercato qualcuno
con cui continuare a parlarne. Naturalmente,visto che era l'unico a
conoscenza del suo segreto,la scelta era ricaduta su Albus. Inizialmente lo
aveva cercato nel dormitorio dei Grifondoro,senza grandi speranze in realtà
visto che,da quando il fratello aveva iniziato a frequentare il Serpeverde,era
l'ultimo posto in cui si poteva sperare di incontrarlo. Dopo aver trovato il
suo letto vuoto,aveva provato in biblioteca prima di arrendersi all'evidenza:
avrebbe dovuto percorrere di nuovo il tunnel sotto il Platano,diretto questa
volta alla Stamberga. I ricordi della prima visita a quel posto non si erano
del tutto "cancellati",ma era stati in parte mitigati dalla successiva visita
che vi aveva fatto,quando era andato a parlare con Al per confessargli della
gravidanza di Rebecca. Arrivato nella Stamberga si era incamminato verso la
camera che,come ben ricordava,era quella che abitualmente usavano i due
ragazzi,cercando di fare più rumore possibile per annunciare la sua presenza ai
due,ma anche quella volta non aveva grandi speranze in merito: chi avrebbe fatto
caso a qualche scricchiolio in più in un posto infestato dai fantasmi? Fermo
davanti alla porta,si era schiarito rumorosamente la gola e aveva dato due colpi
con le nocche della mano sinistra. -Al,sei qui?Sono Ronnie!-aveva detto a
voce alta. Cercò di captare qualsiasi suono dall'interno,ma ancora una volta
i suoi tentativi furono vani. -Entra pure!-si era sentito rispondere proprio
quando stava per bussare una terza volta. Ronald aveva abbassato lo sguardo
sulla maniglia,poco più in basso sulla porta,e per qualche istante aveva
accarezzato l'idea di voltare le spalle e tornare indietro,al Castello ed
aspettare lì il ritorno di suo fratello. Ma era troppo eccitato per fare una
cosa simile,e lo sapeva benissimo! Così aveva afferrato la maniglia con la
mano sinistra e l'aveva girata aprendo la porta. Fermo sulla soglia aveva
lanciato uno sguardo circolare alla stanza,e per qualche secondo ebbe
l'impressione di avere un dejà-vù. Scorpius era accanto ad una delle finestre
completamente vestito, una sigaretta fra le dita della mano destra,chiaramente
infastidito per l'interruzione;suo fratello,al contrario,era seduto sul
copriletto,con indosso ancora i jeans e una maglia a maniche lunghe:era
possibile che fosse riuscito a vestirsi in quei pochi secondi?,aveva pensato
velocemente Ronald prima di accennare un sorriso imbarazzato. -Scusa,non
volevo disturbarti...-aveva detto,restando ancora fermo davanti ai due. Al
aveva subito scosso la testa,alzandosi in piedi e andandogli incontro e
fermandosi accanto a lui. -Non dire sciocchezze!- -Beh a guardarvi sembra
che ho interrotto qualcosa-aveva continuato il rosso. -Ottima deduzione!-era
intervenuto Scorpius portando poi la sigaretta alle labbra. -Sys!-lo aveva
ripreso il moro. L'altro,per nulla impressionato,aveva alzato le spalle e
aveva buttato fuori il fumo. -E' tuo fratello,sei tu quello che deve fare il
carino a tutti i costi-aveva commentato sincero fino alla
maleducazione. Ronald ascoltando quel battibecco pensò che sembravano già una
coppia rodata,quasi fossero i loro genitori e si meravigliò di quanto in fretta
le cose fossero cambiate dalla prima volta che aveva messo piede in quella
stanza:ora riusciva ad essere quasi felice per suo fratello. Albus si era
voltato verso di lui mentre ancora scuoteva la testa a commento delle parole del
biondo e l'aveva guardato,in attesa di una spiegazione. Ronald istintivamente
aveva sorriso,portando una mano alla tasca destra dei jeans e tirando fuori la
copia dell'ecografia che la dottoressa Hunter aveva fatto per lui e la porse al
fratello. -Ho pensato che volessi conoscere il tuo nipotino-gli aveva detto
mettendogli l'ecografia sotto il naso. L'espressione di Albus era cambiata in
un secondo,passando dallo stupito alla felicità più pura: quando aveva rialzato
lo sguardo su Ronald,il rosso aveva visto gli occhi smeraldini più lucidi e in
risposta a quella reazione il suo sorriso si era fatto più acceso. -Cielo
Ronnie...E'...-aveva chiesto prendendo l'ecografia fra le mani. Il rosso
aveva annuito. -Da il benvenuto al nuovo arrivato della famiglia Potter-aveva
confermato. Albus lo aveva abbracciato,cercando di sfogare con una risata la
stessa eccitazione che Ronald aveva provato quando aveva visto suo
figlio. Quando si fu staccato da lui,il moro si era avvicinato al compagno
che per tutto il tempo era rimasto distante,accanto alla finestra,e gli aveva
mostrato l'immagine,riuscendo a farlo sorridere. -Sai già se è maschio o
femmina?-gli aveva chiesto poi Al rialzando lo sguardo su di lui. -Come nella
migliore tradizione Potter,è un maschio-aveva risposto Ronald con un sorriso
fiero. Al si era unito a quel sorriso ed era tornato a guardare il proprio
compagno,che in quel momento stringeva l'ecografia nelle dita della mano
sinistra. -Non è bellissimo?-gli aveva chiesto. Scorpius aveva fatto un
piccolo cenno con la testa prima di alzare lo sguardo su
Ronald. -Complimenti...Ma adesso che cosa succede?-aveva chiesto fissando il
rosso. Questi lo aveva fissato di rimando,senza capire bene il senso della
sua frase. -Beh,si aspetta altri cinque mesi e poi sarà qui fra noi-aveva
commentato. Scorpius aveva scosso la testa,su di sè lo sguardo di entrambi i
fratelli. -Io intendevo:che hai intenzione di fare per
proteggerlo?- Ronald aggrottò la fronte a quella domanda,totalmente
inaspettata e si ritrovò senza parole con cui controbattere. -Di che stai
parlando Scorpius?-aveva chiesto per lui Al. -Dai Al non far finta di non
aver capito!Questo bambino ha come genitori due minorenni-aveva risposto il
biondo. -No,affatto!Rebecca ha compiuto diciasette anni quest'estate ed io li
compirò fra una settimana-lo aveva corretto Ronnie. -E pensi che questo
tuteli tuo figlio? A parte noi e Rachel,nessun'altro sa di questo bambino e
quando si saprà la verità scoppierà sicuramente la guerra- -Credi che non lo
sappia?Perchè altrimenti io e Rebecca avremmo mantenuto il silenzio tanto a
lungo?-aveva ribattuto il rosso. -Ok perchè non cerchiamo di calmarci e di
abbassare i toni?-si era intromesso Al per evitare che la situazione
degenerasse. Scorpius era tornato a voltare le spalle ad entrambi e per
qualche istante aveva fissato lo sguardo sul vetro della finestra,la stanza
immersa nel più completo silenzio. -Non ha chiesto lui di nascere,quindi
cerca di proteggere tuo figlio,fa in modo che quando arriverà quel momento
niente lo possa allontanare da te e da Rebecca-aveva detto poi senza
voltarsi. Erano state quelle le parole che avevano colpito Ronald,che lo
avevano spinto a ragionare e a farsi delle domande. Era possibile che avesse
ragione Scorpius?C'era la possibilità che,una volta scoperto del bambino,i suoi
genitori decidessero di darlo in adozione nonostante il suo parere contrario e
quello di Rebecca? Proteggerlo. Già,ma come? Mentre camminava per i
corridoi deserti di Hogwarts con aria quasi smarrita,una lontana conversazione
gli era tornata in mente. Una conversazione scherzosa che era diventata il
loro piccolo scherzo privato e che ora sembrava la soluzione a tutti i loro
problemi. Ecco perchè ora si trovava davanti a Rebecca,che lo fissava
incredulo per la sua domanda,l' espressione del suo volto che mostrava quanto
poco desse credito alle sue parole. -Ronnie,ma che cosa...- Ronald scosse
leggermente la testa e le prese la mano destra. -Sentì so che questo discorso
può sembrarti assurdo,suona assurdo persino a me che lo sto dicendo...-le disse
lui cercando di rimettere ordine nei suoi pensieri. -E allora perchè mi hai
fatto una proposta simile?-gli domandò ancora lei,confusa quanto lui. Ronald
prese un respiro profondo e fissò gli occhi nocciola della ragazza,certo che
quelli li avrebbero aiutato a calmarsi. -Perchè ti amo-le disse
sincero. Rebecca restò in silenzio ricambiando il suo sguardo,in
attesa. -Sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita,la più
importante. Ci sei ogni volta che mi sento inadeguato o fuori posto per
ricordarmi che qualcosa di buono devo pure averlo se tu sei accanto a
me...-confessò facendola sorridere. Si avvicinò di un altro passo e le cinse
la vita con entrambe le braccia,sorridendo a sua volta. -Sei la sola persona
che riesce a calmare la mia ansia,la mia rabbia e la mia paranoia con poche
parole e credo che anche tu sappia che non è un'impresa facile. Inoltre sei
la madre di mio figlio-disse con voce seria. Gli occhi di Rebecca erano
diventati lucidi e un nuovo sorriso gli aveva incurvato le labbra, dandogli il
coraggio per portare avanti quel discorso;alzò una mano verso il viso della
ragazza e le ravviò alcune ciocche di capelli dietro l'orecchio
sinistro. -Voglio dire...per gli altri possiamo sembrare dei ragazzini,ma
siamo molto di più:siamo una famiglia. Quindi dobbiamo agire di
conseguenza- Rebecca aggrottò leggermente la fronte,colpita da quelle
parole. -Che vuoi dire?-gli chiese. -Quando si verrà a sapere di questo
bambino dovremmo lottare contro tutti e io non posso rischiare che mi separino
da te,o da lui. Dobbiamo mostrare loro che non abbiamo agito d'impulso o
sotto l'effetto di qualche droga,ma che abbiamo fatto quello che era meglio per
la nostra famiglia- La fronte di Rebecca si distese e un piccolo sorriso
riapparve sulle sue labbra. Ronald prese fiato dopo quel discorso confuso e
deglutì,cercando di far scendere il nodo che gli stringeva la gola. -Ok ora
vediamo se sono capace di fare una proposta di quelle che le ragazze
sognano...-disse cercando di nascondere dietro lo scherzo il nervosismo-Rebecca
Paciock,vuoi sposarmi anche se sai che passerai il resto della tua vita con la
persona più gelosa,possessiva,paranoica e irascibile che tu abbia mai
conosciuto?-le chiese trattenendo il respiro in attesa della risposta. Lo
sguardo lucido di Rebecca era fisso nei suoi occhi,ma per un lungo momento lei
restò in silenzio, facendogli temere una risposta negativa. Poi dischiuse le
labbra e cacciò un piccolo sospiro. -Come potrei non volerlo?- Con uno
sbuffo quasi comico,Ronald fece uscire tutto d'un colpo l'aria che aveva
trattenuto fino a quel momento e la fissò ancora qualche istante,vedendola
annuire,per poi attirarla a sè e stringerla. Sentendo il modo fiducioso in
cui Rebecca si rannicchiò fra le sue braccia,Ronald si rese conto che credeva in
ogni singola parola del suo discorso:l'amava,era davvero la persona più
importante della sua vita,anche se molti avrebbero obiettato che era troppo
giovane per capire certe cose. Ma era sincero quando aveva detto che avrebbe
fatto qualsiasi cosa per evitare che lei o il loro bambino gli venissero portati
via. Solo in quel momento capì cosa intendeva realmente Scorpius con le sue
parole e non potè che essergli grato per avergli aperto gli
occhi.
Rispetto ai suoi
coetanei che avevano bisogno di un'abbondante caffè e di tempo prima di riuscire
a riattivare il cervello e a carburare decentemente,Lily era sempre riuscita a
presentarsi presente e "attiva" nella Sala Grande. Le veniva sempre da
sorridere quando vedeva le facce assonnate e gli occhi cisposi dei suoi compagni
e,molto spesso,quella del suo fidanzato. Per questo si sorprese quando quella
mattina lo vide entrare in Sala Grande a passo spedito e con un sorriso a
trentadue denti. La raggiunse velocemente e,dopo averla salutata con un bacio
veloce,le si sedette accanto, iniziando a riempirsi il piatto con pane tostato e
fette di bacon. -Sei di ottimo umore questa mattina-gli fece notare
lei. Daniel restò in silenzio,dandole in risposta soltanto un sorriso lucente
come quello precedente, impegnato com'era a versarsi del caffè nella
tazza. -E' successo qualcosa-decreto lei senza staccare lo sguardo dal suo
volto. Il sorriso di Daniel diventò,se possibile,ancora più brillante. -Oh
andiamo!Sai che non ti darò tregua finchè non mi avrai detto di che si
tratta-gli fece notare Lily. Accennando una risatina,Daniel si voltò verso di
lei e la fissò per qualche secondo ancora in silenzio,poi avvicinò il viso al
suo e le schioccò un sonoro bacio sulle labbra. Il ragazzo si allontanò di un
paio di centimetri dal suo volto e le lanciò un nuovo sguardo in quella distanza
ravvicinata,prima di tornare a sorridere. -Sono felice-si decise a
dire. Questo era evidente! Lily accennò un sorriso a sua volta e alzò le
spalle. -Merito mio per caso?-chiese scherzosamente. -Anche-la spiazzò
Daniel tornando a sedersi composto e prendendo la tazza con la mano
sinistra. Lily,sorpresa,lo seguì con lo sguardo mentre addentava una fetta di
pane tostato e si sporgeva in avanti sul tavolo per prendere il burro. -So
che può sembrarti stupida come domanda,ma cosa ho fatto,oltre a rendere la tua
vita completa e perfetta?-disse continuando a scherzare,certa che Daniel volesse
prenderla in giro. -Veramente non è qualcosa che hai fatto tu,ma qualcosa che
ti riguarda-spiegò lui. Confusa,la ragazza aggrottò la fronte,prima di
scuotere la testa. -Ok,ora mi sono persa...Puoi dirmi che cosa è successo e
smetterla di fare tanto il misterioso?- Divertito dall'impazienza della sua
ragazza,Daniel tornò a voltarsi verso di lei e,dopo qualche ulteriore ed inutile
momento di silenzio,fissò il suo volto. -Mio padre si sposa-le disse. Per
quanto la notizia l'avesse colpita,Lily si chiese come questo potesse
riguardarla: anche se indirettamente,il padre di Daniel aveva provocato già
abbastanza danni. -Davvero?-chiese giusto per dire qualcosa. Daniel
annuì. -Lui si chiama Scott ed è il compagno di mio padre da quasi quattro
anni. E' una persona molto intelligente e simpatica,sono sicuro che andreste
subito d'accordo-le disse portando di nuovo la tazza alle labbra. Lily fece
un cenno d'assenso. -Lo credo anche io- Il ragazzo le lanciò un nuovo
sguardo e tornò a sorridere. -Cos' hai da fare giovedì sera?-le domandò poi
cambiando completamente argomento. Lily alzò un sopracciglio,mentre la sua
mente analitica cercava un senso a quel discorso confuso,prima di scuotere la
testa. -Niente. Almeno per quanto ne so al momento-gli disse Lui annuì
soddisfatto. -Perfetto. Va bene se passo a prenderti per le sei?-le
domandò dando subito dopo un morso al toast imburrato. -Per andare dove?Vuoi
spiegarmi per favore che sta succedendo?-chiese lei. -Ci sarà la cena per
annunciare il fidanzamento di mio padre e Scott e tu sei una degli
invitati...Avevo pensato di arrivare prima degli altri così da lasciarti la
possibilità di conoscerlo, di farti un idea di com'è,visto che diventerà tuo
suocero- Improvvisamente tutta la confusione nella testa di Lily
sparì,lasciando il posto ad una nebbia fitta:Dan aveva davvero detto quelle
parole? Lo fissò con aria incredula per qualche istante,notando
distrattamente il sorriso smagliante e felice del suo
ragazzo. -Tu...io...cioè vuoi che io...-farfugliò. Daniel annuì e le prese
le mani,sporgendosi leggermente verso di lei. -E' stata un'idea di mio
padre:visto che ormai fai parte della famiglia era giusto che tu conoscessi il
futuro "sposo"-le confessò sorprendendola maggiormente. Sorpresa e
leggermente commossa dalle parole di Daniel,Lily alzò gli occhi fino ad
incontrare i suoi e rise nervosa. Quel discorso diventava sempre più
incredibile un istante dopo l'altro:aveva sempre creduto di essere antipatica al
padre di Daniel,o almeno indifferente. Ma doveva ammettere che,visto quello
che era successo durante la loro relazione,anche lei non aveva una simpatia
folle per l'uomo,quindi quel invito le giungeva del tutto inaspettato:il fatto
che fosse stato proprio Dean ad avere l'idea era la prova che ormai aveva
accettato il suo ruolo accanto a Daniel,o almeno si era rassegnato. La
considerava davvero di famiglia... -Ha detto così?-chiese con la voce
corrotta dall'ultimo rimasuglio di perplessità. Daniel annuì. -Posso
giurartelo sul mio onore se vuoi-disse scherzoso lui. Lily rise e alzò le
spalle,cercando di darsi un tono. -Allora non posso certo privare tuo padre
della mia presenza-scherzò facendo ridere il ragazzo. Cercando di scaricare
tutta l'adrenalina che le parole di Daniel gli avevano messo in circolo, Lily si
sporse verso di lui e lo baciò,indugiando a lungo sulle sue labbra,una mano
sulla guancia sinistra,trovando la risposta pronta del ragazzo. -Per favore
possiamo interrompere questo spettacolo?Non ho ancora fatto colazione!-li
riprese una voce poco distante da loro. I due ragazzi si separarono e,mentre
Lily faceva una smorfia all'indirizzo di Ronald Albus e Rebecca,prima di tornare
a concentrarsi sulla propria colazione,Daniel sorrise e afferrò di nuovo il
toast. Fu quindi solo dopo un paio di minuti che si accorse che c'era
qualcosa di strano. Alzò lo sguardo davanti a sè dove,da qualche mese avevano
preso a sedersi Rebecca e Ronald e li vide tesi e impacciati;voltò allora lo
sguardo verso Al,e si accorse che,nonostante i suoi occhi brillassero di
felicità,il suo volto cercava di restare serio. -E' successo qualcosa?-chiese
ai tre,portando Daniel ad alzare lo sguardo su di loro. -Ecco in
effetti...-iniziò Rebecca. Ronald scosse la testa e,dopo essersi grattato la
fronte con la mano sinistra,la posò sulla mano di Rebecca più
vicina. -Dobbiamo dirvi una cosa,importante...Molto importante. Ma prima
di farlo,abbiamo bisogno che ci promettiate una cosa-disse Ronald prendendo la
parola. La colazione completamente dimenticata sul tavolo,Daniel e Lily
fissarono i due fidanzati con aria preoccupata e seria,prima di fare entrambi un
cenno affermativo con il capo. -Che manterrete il segreto,almeno per le
prossime settimane-disse Rebecca. -E' qualcosa di grave?-chiese Lily
preoccupata dalle espressioni serie dei due. -E' una cosa
bellissima-intervenne Albus facendo sorridere Ronald e Rebecca. Dopodichè il
rosso tornò a guardare la sorella e iniziò il suo racconto.
C'era qualcosa di
strano nell'aria. James poteva avvertirlo ovunque intorno a sè fin dal loro
ritorno a casa due giorni prima,ma ancora non sapeva spiegarsi bene cosa. Da
una parte c'erano i suoi genitori che si comportavano in modo diverso dal solito
e che,non appena sceso dall'Espresso lo avevano travolto di domande su come
aveva trascorso quei mesi e se fosse successo "qualcosa di diverso". Anche se
aveva soddisfatto la loro curiosità con i racconti banali che propinava sempre
loro ad ogni ritorno a casa,sapeva di non averli soddisfatti,di non aver dato
loro quello che veramente gli interessava,anche se non riusciva a capire di cosa
si trattasse. Inoltre in quei due giorni li aveva sorpresi a sobbalzare ogni
volta che il suo cellulare squillava. Come se tutto questo non bastasse ci si
mettevano anche i suoi fratelli,che stavano chiaramente nascondendo qualcosa,sia
a lui che ai loro genitori. Una sera di ritorno dal bagno aveva colto uno
stralcio di conversazione fra Albus e Ronald; consapevole che questi si
sarebbero interrotti non appena lo avessero visto si era fermato fuori dalla
porta,nascosto dall'oscurità del corridoio. -Hai già in mente qualcosa?-aveva
sentito Al chiedere all'altro. Ronald aveva alzato le spalle. -Veramente
no...- -Oh andiamo Ronnie!!!-lo aveva ripreso il moro. -Al sai anche tu
che non sarà niente di fastoso o di maestoso,al contrario...-gli aveva ricordato
il fratello. James aveva visto Albus annuire. -Ma questo non vuol dire che
non possa essere romantico lo stesso- Sfortunatamente suo padre era apparso
all'inizio delle scale e lui era dovuto entrare in camera, interrompendo la
conversazione fra i due fratelli. Di che stavano parlando? Forse avrebbe
potuto parlarne con Albus e chiedergli qualche informazione,ma era quasi certo
che non sarebbe servito a niente. -Tu vedi cospirazioni ovunque in questo
periodo-gli disse Rose quando le raccontò delle sue idee. Stavano camminando
per la strada diretti verso casa di James,entrambi con una tazza di Starbuck fra
le mani,di ritorno da un pomeriggio in giro per il centro. James staccò le
labbra dal suo bicchiere e scosse la testa. -Non è questo...Il mio sesto
senso mi dice che ho ragione-ribattè. Rose ridacchiò,attirandosi un'occhiata
in tralice dal ragazzo. -Ehi!Non prendere in giro il mio sesto senso!-le
disse con un lieve broncio. -Scusa...Ma toglimi una curiosità:è lo stesso
sesto senso che ti diceva di starmi alla larga?-gli chiese lei prendendolo
chiaramente in giro. James accennò un sorriso e fece un piccolo cenno con la
testa. -Beh era lo stesso che mi diceva che tu avresti portato guai-disse
aprendo il cancello ed imboccando il piccolo viale che separava la porta di casa
dalla strada. Rose si fermò,la bocca leggermente spalancata per la sorpresa e
lo fissò andare avanti di qualche passo finchè lui non si voltò verso di lei e
incontrò il suo sguardo. -Cosa?-le chiese con un sorriso divertito ad
arcuargli le labbra. Le labbra strette in quella smorfia che faceva sempre
quando era arrabbiata con lui,Rose scosse la testa,portando James sull'orlo
delle risate. -Hai intenzione di restare ferma lì per tutto il giorno?-le
disse tirando fuori le chiavi di casa dalla tasca. Era certo che quelle
parole l'avrebbero indispettita ancora di più,ma almeno l'avrebbero smossa e
l'avrebbero portata a fare i pochi metri che mancavano dalla porta di casa;una
volta dentro era certo di riuscire a far tornare il sorriso su quel viso
imbronciato. Infatti,come si era aspettato,Rose gli lanciò un'occhiataccia
e,a testa alta anche più del solito e del normale,superò il cancello e salì il
primo gradino, fermandosi a poca distanza da lui. James,si voltò di spalle e
sorrise,prima di infilare la chiave nella serratura ed aprire la porta. Una
volta dentro, nel piccolo ingresso,posò le chiavi nel mobile poco distante dalla
porta e la osservò mentre si toglieva la sciarpa continuando ostinatamente a
dargli le spalle. Questa volta doveva essere davvero arrabbiata... -Ce
l'hai con me per qualcosa che ho detto?-le domandò conoscendo già la
risposta. -Dovrei?-gli chiese Rose voltandosi a guardarlo. James
sogghignò,in un modo che aveva visto fare spesso a Scorpius negli ultimi mesi,e
scosse la testa. -Non dirmela che te la sei presa per quello che ho detto
prima...-disse soltanto per struzzicarla. -E perchè mai?Io adoro essere
considerata una fonte di guai!-ribattè calcando con la voce sull'ultima
parola. Il ragazzo restò in silenzio e fece un passo verso di lei,lo sguardo
fisso sul suo viso. -Beh in fondo è la verità,no? Se non ci fosse questa
cosa fra di noi,io avrei giocato al meglio lo scorso anno durante le
partite...-iniziò. -Ah quindi ho colpa anche di questo?-gli domandò lei
stizzita. James,ora abbastanza vicino,le coprì la bocca con una mano e fuse
gli occhi con quelli di lei. -Posso finire una frase senza correre il rischio
che tu mi interrompa? Grazie. In parte sì è colpa tua...perchè non facevo
altro che pensare a noi due,a quando avrei potuto lasciare gli allenamenti per
tornare da te,per stare con te-le disse. James vide gli occhi di Rose
spalancarsi leggermente per la sorpresa e sorrise. -Non te
l'aspettavi,vero? Inoltre,e lo sai anche tu,se le cose fossero andate
diversamente,Ronald mi parlerebbe ancora...- -Se la metti così sembro davvero
una fonte di guai-mormorò lei abbassando lo sguardo. James le si fece più
vicino,avvolgendo un braccio attorno alla sua vita e le sfiorò una guancia con
la propria. -Basta che tu sia la mia fonte di guai...Il resto non mi
interessa-le disse con lo stesso tono di voce. Questa volta fu Rose ad
accennare un sorriso,un braccio abbandonato sulle spalle larghe di
James,godendosi quel breve istante di silenzio dopo tante parole. Il colpo di
tosse che arrivò dalle loro spalle vibrò nella stanza neanche fosse un colpo di
pistola e li fece sobbalzare entrambi,portandoli a staccarsi e a voltare lo
sguardo verso la porta del salotto,dove con volti inespressivi c'erano i loro
genitori. James capì che era inutile mentire o tergiversare ulteriormente:era
venuto il momento di essere onesti. -Da quanto siete lì?-domandò fissando il
padre. -Dal vostro arrivo- Senza neanche spiegarsene il motivo,il ragazzo
annuì. -Credo che sia venuto il momento di fare una lunga
chiacchierata,ragazzi-disse lo zio Ronald. Già,finalmente era ora di uscire
allo scoperto.
Avevano ottenuto i certificati in una
settimana. Ronald non credeva che ci volesse così poco tempo... Dopo
quella mattina in cui seduto al tavolo dei Grifondoro aveva raccontato a sua
sorella e a Daniel del bambino e della sua intenzione di sposare Rebecca,tutto
era successo molto in fretta. Inizialmente Lily si era risentita per non aver
saputo prima quello che stava succedendo alla coppia,ma si era tranquillizzata
pensando che c'era ancora qualcuno che non sapeva niente di tutto quello e si
era dimostrata pronta ad offrire il suo aiuto. Lo stesso era stato con
Daniel,che Ronald aveva scelto come suo testimone di nozze:non poteva negare con
sè stesso che la sua prima scelta era stato Scorpius,per via del discorso che lo
aveva aiutato a capire qual'era la sua strada,ma aveva dovuto rinunciare in
quanto il ragazzo non era ancora maggiorenne. Se voleva che quel matrimonio
fosse inattaccabile da ogni punto di vista,allora doveva controllare anche le
più piccole cose;così si era rivolto a Daniel che,da parte sua,era stato onorato
e molto felice di ricoprire il ruolo di testimone. Quando erano inziate le
vacanze,lui e Rebecca si erano recati nella chiesa dei Maghi Riuniti e avevano
compilato tutti i documenti necessari e ora,ancor prima di rendersene pienamente
conto era lì. Fermo sull'altare ad aspettare quella che di lì a neanche
un'ora sarebbe diventata sua moglie. La chiesa era vuota,se si escludevano Al
e Scorpius,Lily e Daniel,Rachel e la testimone di Rebecca. Per evitare che
quella situazione fosse ancora più triste di quanto non fosse già,Albus aveva
addobbato un pò la chiesa con degli asfodeli gialli,legandoli alle prime panche
con dei nastri di raso bianco. Lo sguardo fisso in fondo alla navata,Ronald
cercava di non dare ascolto al suo cuore che martellava impazzito e alla sua
testa che lo tempestava con mille domande:e se Rebecca avesse avuto qualche
ripensamento? Se i sensi di colpa per questo matrimonio segreto l'avessero
spinta a non presentarsi? Fortunatamente proprio mentre stava disegnando
questo scenario tetro,il suono di una chitarra country si diffuse per la
chiesa.
"Romeo take me
somewhere we can be alone I'll be waiting all there's left to do is
run You'll be the prince and I'll be the princess It's a love story baby
just say yes"
Rebecca apparve sulla soglia,un piccolo
mazzo di rose bianche fra le mani,e dopo qualche istante in cui scrutò lo
scenario che le si presentò davanti,inizò a percorrere la navata verso
Ronald. Il ragazzo la seguì con lo sguardo finchè non gli si fermò accanto
e,nonostante per tutto il tragitto le avesse sorriso,la gratificò con un sorriso
smagliante e felice;ai suoi occhi era bellissima,nonostante indossasse soltanto
una gonna bianca fino al ginocchio e una camicia a maniche lunghe dello stesso
colore. Era forse la cosa più vicina alla perfezione che lui avesse mai visto
nella sua vita... Ferma al suo fianco,Rebecca gli sorrise di rimando e gli
fece l'occhiolino cercando di calmarlo e di calmare sè stessa. Il
celebrante,leggermente paffuto e dai movimenti resi difficili per colpa della
veste,si sistemò sul pulpito e guardò i due ragazzi. -Siete pronti per
cominciare?-chiese ad entrambi. Dopo un'ultimo sguardo,sia Rebecca che Ronald
annuirono. Non erano mai stati più sicuri di niente in vita
loro...
Era da più di dieci minuti che se ne stavano
seduti su quel divano senza dire niente,limitandosi a fissarli,neanche fossero
dei fenomeni da baraccone. Che sapessero era evidente,non c'era neanche
bisogno di chiederglielo,ma allora perchè continuavano a restare in
silenzio? Perchè non li avevano sommersi di domande,o peggio perchè non
avevano iniziato ad urlare e a sbraitare come tutti i genitori normali? -Da
quanto lo sapete?-chiese James deciso a rompere quel momento di empasse alzando
gli occhi sui propri genitori. Senza vederla,seppe che Rose accanto a lui
aveva fatto lo stesso. Vide suo padre sistemarsi gli occhiali più su sul naso
e lanciare un'occhiata a sua madre,indeciso forse sulle parole da usare. -Da
qualche settimane-disse poi. -Quando avevate intenzione di dircelo?-chiese
ancora James. -Non credi che questa domanda dovremmo farla noi?-gli chiese a
sua volta lo zio Ron. James si sporse leggermente in avanti sul
divano,poggiando entrambi i gomiti sulle ginocchia e abbassando per qualche
istante lo sguardo sul pavimento. -Come avete fatto a scoprirlo?-domandò Rose
prendendo la parola per la prima volta. Il silenzio che arrivò in
risposta,fece capire al ragazzo che neanche i quattro adulti erano tanto
innocenti e quella convinzione lo portò a rialzare la testa sul gruppo:vide sua
madre tormentarsi le pellicine del pollice destro come faceva sempre quando era
nervosa,anche se niente era paragonabile al nervosismo sul volto della zia
Hermione. Quindi era stata lei l'artefice di tutto... E gli bastò uno
sguardo a Rose per capire che neanche a lei era sfuggito. -Mamma...-la
chiamò. La riccia sospirò e affrontò lo sguardo della figlia. -Qualche
settimana fa ho trovato alcune foto nel libro di Aritmanzia nella tua
stanza...-iniziò certa che bastassero quelle poche parole. Infatti
l'espressione di Rose divenne consapevole e le sue labbra di dischiusero
leggermente. -Oh...-disse soltanto. -Che foto?-chiese James guardando la
ragazza. -Quelle del bowling- James annuì:ricordava quelle foto;in fondo
era stato lui a insistere per avere un ricordo di quello che era il loro vero
primo appuntamento come "fidanzati". -Tutto qui?-chiese poi tornando a
guardare i quattro. Questa volta fu sua madre a scuotere la testa. -Ok
basta!-s'intromise lo zio Ron stanco di tutti quei farfugliamenti e
tentennamenti-Rose, tesoro,scusami ma abbiamo letto il tuo diario-disse tutto
d'un fiato. -RON!-lo riprese sua moglie. -Voi avete fatto cosa?-chiese la
ragazza incredula. -Era l'unico modo per sapere la verità-disse Hermione
cercando di riparare ai danni di Ron. -Quindi avete pensato di ficcare il
naso nei miei affari,piuttosto che venire a parlare con me e James?-domandò lei
arrabbiata per quella mancanza di rispetto. -Se lo avessimo fatto ci avreste
detto la verità?-domandò Harry,il più calmo di tutti. -Non lo stiamo forse
facendo ora?-gli domandò a sua volta James. Ron sospirò rumorosamente e
annuì. -Ok allora,da quanto tempo va avanti questa...cosa fra voi
due?-domandò crudemente come al suo solito. Sua figlia lo fissò con sguardo
duro e restò in silenzio per qualche istante,chiedendosi per quale motivo
dovessero dare spiegazioni o essere giudicati per qualcosa che era soltanto
loro. -Un anno esatto-sentì rispondere,al suo posto, da James. -E in tutto
questo tempo non avete mai pensato di parlarne con noi?Di confidarvi?-domandò
Ginny ferita per essere stata messa da parte più che per la relazione fra i due
ragazzi. -Per quale motivo?-chiese Rose guardando gli adulti-Era qualcosa che
riguardava soltanto noi e nessun'altro- -Va bene,ma voi siete cresciuti
insieme,come è possibile che da un momento all'altro...-domandò Hermione
cercando realmente di capire. Sia Rose che James sorrisero. -E' la stessa
cosa che ci siamo chiesti noi all'inizio:non c'è una spiegazione,è semplicemente
successo. Il fatto che siamo cugini non vuol dire niente;quando siamo insieme
siamo semplicemente James e Rose-rispose il ragazzo guardando Rose accanto a
sè. Lei sorrise e annuì. -Non avrei saputo dirlo meglio- Per qualche
istante i quattro amici fissarono i due ragazzi,cheidendosi come avessero potuto
non notare nulla in tutti quei mesi,mentre in quel momento era così
evidente,quasi lampante quello che c'era fra i due. James tornò a voltarsi
verso di loro,un'espressione seria sul volto. -So che per voi è stata una
sorpresa e che sicuramente avrete bisogno di tempo per accettare la cosa,ma una
cosa deve essere chiara. Noi non abbiamo nessuna intenzione di lasciarci...La
nostra non è un filarino che dura giusto il tempo della scuola,ma è qualcosa di
serio-disse loro. -Io e James abbiamo dei progetti insieme,un idea di futuro
in comune e siamo certi che questo si realizzerà. Anche se non dovessimo
avere la vostra benedizione-continuò Rose mettendo in parole i pensieri di
entrambi. James annuì. -Quindi ora la decisione spetta soltanto a
voi-
Salve a
tutti!!!E buon inizio delle vacanze di Natale!
Chiedo scusa se
la volta precedente nn ho potuto scrivere le note a fine capitolo,ma ero
veramente di fretta e ho preferito postarlo cs com'era piuttosto che farvi
aspettare ancora.
Ok,come vedete
siamo davvero alla fine,manca davvero poco e poi anche qst storia sarà
finita.
Poi come sapete
ci sarà il seguito,ma credo che mi prenderò un pò di pausa,almeno un
mesetto,così ke voi possiate sentire la mia mancanza e in modo da raccogliere
abbastanza idee.
Ringrazio tutti
coloro che leggeranno e recensiranno e chiedo scusa x eventuali errori di
ortografia.
La frase in
corsivo nel capitolo è tratta da "Love story" di Taylor Swift.
E ora i
ringraziamenti:Sweey(Come al
solito il più irruento è stato Ron,ma i nostri hanno saputo tenere testa al
quartetto,in fondo sanno quello che vogliono e nn sono disposti a
rinunciarci;come hai visto la tua idea era azzeccata,quindi preparati alla terza
guerra mondiale che si scatenerà molto presto nei pressi di Privet
Drive...),Manda(Era così
che avevi immaginato il confronto?Oppure c'erano piatti rotti che volavano x il
salotto?),Ale146(Deduco,
visto che anche qui ci siamo interrotti prima di sapere la risposta dei
quattro,che sarai un pò arrabbiata cn me...),Dado(BENTORNATE!!!!!!!!!!!!!!Come
state?E' praticamente una vita che nn ci sentiamo,ma sn contenta che siate di
nuovo qui...Anche voi mi siete mancate,ma spero di riuscire a beccarvi prima o
poi!Un grandissimo bacio ad Ellie e Rose),_Lotti(BEh almeno nn abbiamo dato
libero sfogo a Ron,xkè senno la situaziione sarebbe davvero degenerata...),
Ly4ever(Ginny è la
classica mamma che cerca di vedere del buono in tutto,ma nn so se sarà tanto
comprensiva qnd scoprirà quello che sta succedendo a Ronald),Nefene(Pupo perdonarmi?Ero veramente
con i minuti contati,ma cm vedi ora tutto è tornato alla normalità... In
effetti Herm ha avuto un grande aiuto dal diario di Rose;fossi stata in Rose nn
gliel'avrei fatta passare liscia tanto facilmente,ma capisco che in quel momento
fosse un pò distratta da altre faccende...),Kikka15(Ron e Becca sn la coppia
romantica x eccellenza,quella che qnd sei single cerchi di evitare cm la
peste,ma in qst momento mi fa bene parlare e scrivere di loro, anzi forse
alle volte ho paura di farli tr zuccherosi),Sklupin(I tuoi complimenti mi hanno
fatto arrossire,e nn scherzo!Erano davvero tr buoni qst volta!Piano piano stiamo
salutando tt i protagonisti:prima Al e Scorpius,poi Alice e Luke,ora è la volta
di Lily e Daniel e siamo ad un passo dalla fine per Rose e James;nelle fasi
finali del viaggio ci accompagneranno solo Ronnie e Rebecca),Angel_SG(Sempre felice di essere
d'aiuto,anche se in minima parte...Ti aspettavi davvero un Herm così
impicciona?).
Bene,x il
momento è tutto,io vi saluto e vi do appuntamento al prox
capitolo...
"Happy
ending"
BUONE
FESTE!!!!
Baci,Eva
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Capitolo 43 *** Happy is what happen when your dreams come true ***
happy is what happen when your dreams came true
Harry,Ginny,Ron ed
Hermione impiegarono due ore ad arrivare ad una decisione comune. Dopo aver
confermato la loro relazione e aver detto ai propri genitori di non essere
disposti a cedere alle loro preoccupazioni,o alle loro paure sul giudizio della
gente,James e Rose erano usciti dal salotto e li avevano lasciati
soli. Quella piccola riunione fra "adulti" per i due ragazzi non aveva grande
importanza:qualsiasi decisone avrebbero preso,loro sarebbero rimasti
insieme,anche a costo di scappare,di andare lontano e di mettersi contro
l'intera famiglia. -Saremo una di quelle coppie romantiche e tragiche alla
Romeo e Giulietta-aveva scherzato James seduto su uno dei gradini della scala
che collegava i due piani della casa,mentre attendeva il "verdetto". Nel
salotto i quattro adulti erano rimasti a lungo in silenzio impegnati a rivivere
nella propria mente la conversazione che avevano avuto con i propri
figli. Con reazioni diverse. Fin dal primo momento,da quando avevano
scoperto il diario e le foto,Harry e Ron si erano arroccati nella propria
convinzione che il sentimento che univa i due ragazzi fosse uno sbandamento
passeggero,una passione momentanea di cui fra qualche anno avrebbero riso
insieme. Il classico aneddoto delle feste di famiglia.... Ma Ginny e
Hermione avevano capito subito che non era così;ai loro occhi di mamme era
bastato uno sguardo ai propri figli per capire che c'era qualcosa di più
profondo che legava i due ragazzi. Guardando i due ragazzi seduti uno vicino
all'altro,le due donne si erano accorte di cambiamenti che,in qualche modo,
erano rimasti celati ai loro occhi finora:Ginny si era accorta della maggiore
sicurezza con cui James parlava,senza la minima preoccupazione di come le sue
parole potessero essere interpretate da chi lo ascoltava. Osservandolo,la
donna aveva scorto molti tratti di quel giovane Harry che l'aveva fatta
innamorare. Dal canto suo Hermione non poteva fare a meno di rimproverarsi
per essere stata talmente assorta dai suoi problemi da non accorgersi di quello
che stava succedendo attorno a lei:come era potuto succedere? Il suo compito
di madre non era quello di proteggere ed essere sempre presente per i suoi
figli,in qualsiasi circostanza e momento? Allora perchè aveva lasciato che le
sue questioni personali prendessero il sopravvento? Non aveva capito che
c'era qualcosa che turbava sua figlia,che le impediva di essere serena come al
solito ed era stata distante da lei proprio quando Rose ne aveva più
bisogno. -Secondo voi cosa dovremmo fare?-domandò Harry cautamente,spezzando
il silenzio. Tre paia di occhi si posarono su di lui silenziosi. Come al
solito era sempre lui il primo ad affrontare questioni spinose e difficili,ma
questa era ancora più difficile da affrontare perchè,per la prima volta,non
riguardava loro stessi,ma i loro figli. Avevano fatto molte scelte che li
riguardavano da quando questi erano nati,cercando di instradarli verso ciò che
era giusto e buono,ma quella decisione era diversa. Personalmente Harry
sentiva che la loro opinione in quella faccenda non contava molto:come James gli
aveva fatto già notare,non sarebbe stato il loro parere contrario a far
interrompere quella relazione. E fra sè e sè,il moro dovette ammettere che
capiva le ragioni del figlio:non aveva fatto lo stesso anche lui da ragazzo
quando si era trattato di "salvare" il suo amore per Ginny? Non si era messo
contro Ron,consapevole soltanto del proprio obiettivo? Ed ora James stava
facendo lo stesso. -Non vedo cosa ci sia da dire...-disse Ron,la voce neutra
che cercava di nascondere i suoi veri pensieri. -Beh dovremmo pur parlare di
quello che è successo,no?-domandò Ginny incalzando il fratello. -Vuoi sapere
davvero cosa ne penso?Credo che sia tutto un mucchio di balle!-disse il rosso
fissando gli occhi nocciola della sorella. Gli altri tre lo fissarono in
silenzio e lui annuì,quasi a voler dar maggior credito alle proprie
parole. -Andiamo,credete davvero che i ragazzi sappiano cosa sia il vero
amore? Hanno solo diciassette anni...-commentò. -La stessa età che avevamo
noi quando ci siamo innamorati.Anzi se non sbaglio a te è successo anche
prima-gli fece notare la sorella. -La nostra era una situazione
diversa;vivevamo a stretto contatto con la morte!- -Quindi in tempo di pace
tu non ti saresti mai innamorato di me?-gli domandò Hermione fissandolo
intensamente. Ron sbuffò e scosse la testa,passandosi una mano fra i capelli
in un gesto distratto. -Non è questo che sto dicendo...Dico solo
che...-iniziò lui. -Stai dicendo un mucchio di sciocchezze-lo zittì la
moglie-Non possiamo ridicolizzare o sminuire il sentimento che James e Rose
provano soltanto perchè non hanno vissuto quello che abbiamo passato
noi. Sarebbe un tentativo meschino per separarli...Se davvero vogliamo
separarli allora diciamo loro la verità:che non ci piace la loro
relazione-aggiunse poi la riccia guardando i due cognati. Ginny respirò
profondamente e restò in silenzio,riflettendo sulle parole dell'amica:voleva
davvero separare i due ragazzi? Certo la notizia della loro relazione l'aveva
sorpresa ed indispettita,ma non l'aveva nè scioccata nè infastidita. Alzò lo
sguardo sulla cognata e la fissò per qualche secondo prima di dischiudere le
labbra. -Non si tratta sempre di amore?-domandò. Ron si lasciò andare ad
un gemito esasperato a quelle parole prima di alzarsi dal divano e fare qualche
passo in giro per il salotto. -Cazzo Gin non sei troppo vecchia per questo
sentimentalismo spicciolo?- -Ron perchè non ti calmi?-intervenne Harry in
difesa della moglie. -Tu sei d'accordo con lei?Anche tu pensi che dovremmo
lasciarli continuare così?-chiese il rosso puntando gli occhi
sull'amico. Harry alzò le spalle. -Non lo so cosa penso...-rispose
sincero-Sto considerando le varie possibilità:se lasciamo andare avanti questa
storia,la gente tornerà a parlare della nostra famiglia;se invece non lo
facciamo potremmo inimicarci i nostri figli- Ginny,nonostante il momento
serio,accennò un sorriso. -Quando mai abbiamo avuto paura di ciò che pensava
la gente di noi...-disse direttamente al marito. Convenendo con lei,Harry
sorrise a sua volta. Ci fu un altro momento di silenzio,in cui tutti
evitarono di incrociare lo sguardo dell'altro e si persero di nuovo nei loro
pensieri. Poi Harry capì che dovevano affrontare anche un altro lato della
questione. -Dobbiamo considerare,nel caso decidessimo di separare i
ragazzi,la possibilità che Rose e James inizino a provare del risentimento,se
non dell'odio,verso di noi. Potremmo perderli...E io non sono pronto a
correre questo rischio-disse sincero. Hermione annuì,trovandosi d'accordo con
ogni parola dell'amico. -Nemmeno io. Ho già troppe cose da farmi perdonare
da Rose-commentò la donna. Harry guardò sua moglie e la vide sorridere verso
di lui:non aveva bisogno di nient'altro,per capire. -Come al solito tocca a
me essere la campana discordante-commentò Ron. Hermione si alzò e andò verso
l'uomo,finchè non gli fu davanti. -Vuoi davvero metterti contro tua
figlia?-gli domandò con voce serena. -Certo che no!E' l'ultima cosa che
vorrei...Sono diviso in due: penso che potrei anche accettare la sua "storia"
con James,se davvero la rende felice e se è davvero quello che vuole;poi però
penso al futuro,a quello che succederà di qui a cinque,dieci anni,quando i
ragazzi vorranno avere dei figli. Come ci comporteremo?Diventeremo come
quelle famiglie purosangue che si sposano fra cugini!- -Ron ma...-cercò di
ribattere Hermione. Il rosso però scosse la testa. -No,riflettici Herm,tu
che sei la più intelligente di tutti noi. Sai benissimo che potrebbero
nascere figli malati o peggio...-continuò Ron cercando di far ragionare i
tre. Quel pensiero,naturalmente,iniziò a farsi spazio nella mente dei tre
amici,portando alla luce un nuovo lato di quel "problema" che non avevano
neanche lontanamente considerato. -Quindi cosa proponi di fare?Separarli del
tutto?-chiese ancora Hermione al marito. Ron scosse la testa. -Li hai
sentiti,no?Non servirebbe comunque a nulla. Quindi io dico:vogliono stare
insieme? Bene,che lo facciamo. Ma noi siamo i loro genitori e,anche se a
loro non farà piacere,dovremmo mettere dei limiti a questa relazione- -Che
intendi per limiti?-fece Ginny. Tutti e quattro avevano una vaga idea di
quello che avrebbe detto Ron,ma intimamente speravano di sbagliarsi. -I
ragazzi potranno stare insieme,potranno anche sposarsi se è questo che vogliono
e io prometto fin da ora che non dirò neanche una parola...Ma niente
figli. So che può sembrare crudele e infimo,ma lo sto dicendo per il loro
bene-aggiunse subito per mettere a tacere eventuali rimostranze. Ancora una
volta il silenzio avvolse la stanza,e gli sguardi tornarono a dividersi quasi i
quattro amici avessero paura di leggere negli occhi dell'altro gli stessi
pensieri che attraversavano la propria mente. Bastò quel silenzio a far
capire quale fosse la loro decisione.
Il gruppo formato da
Ronald,Lily,Scorpius e Albus tornò a casa mentre i quattro adulti erano ancora
chiusi nel salotto. L'atmosfera era allegra e spensierata:più volte lungo la
strada Lily aveva intonato la marcia nuziale facendo ridere Ronnie e Al,e
attirando su di sè le smorfie di Scorpius, geneticamente allergico a queste
"smancerie". Dopo la cerimonia,il gruppo era andato a festeggiare in un fast
food dove,in pieno stile "pranzo di nozze",i testimoni avevano fatto il loro
discorso e c'erano stati vari brindisi alla salute degli sposi. Ma sia Ronald
che Rebecca avevano ben presente che quella era soltanto la quiete prima della
tempesta. Di comune accordo,infatti,avevano deciso che era venuto il momento
di dire la verità:Ronnie aveva convinto la ragazza a lasciarlo parlare prima con
i propri genitori che,ne era convinto, dopo la furia iniziale sarebbero stati
pronti a stare al loro fianco,in modo da avere un alleato in più quando
avrebbero dovuto affrontare i genitori di Rebecca. Aveva accompagnato Rebecca
a casa sinceramente dispiaciuto di doversi separare da lei: il matrimonio non
dovrebbe unire due persone? Invece loro dovevano passare separati anche la
prima notte di nozze. Beh presto sarebbero stati di nuovo ad Hogwarts e le
cose sarebbero state diverse... -Sai Ronnie te lo devo proprio dire:mi hai
veramente sorpreso-commentò Lily mentre camminavano verso casa. Il ragazzo
aveva sogghignato divertito e aveva guardato la sorella che,incontrando il suo
sguardo aveva annuito,a conferma delle sue parole. -Davvero!Ero convinta che
fra tutti noi saresti stato tu a finire solo,grasso e vecchio con la sola
compagnia di un gatto-gli confessò spietatamente sincera. Ronald la guardò
con un espressione scioccata sul viso che gli fece nascere una piccola ruga
sopra il sopracciglio sinistro e che fece ridere di gusto Albus e
Scorpius. -E' davvero toccante sapere che posso contare sul tuo appoggio
Lily-scherzò poi. Lei fece un cenno con il capo e,affettuosa come poche volte
nella vita,gli soffiò un bacio. -Andiamo...Lo sai anche tu di avere un
carattere difficile,è già un miracolo che quella santa di Rebecca ti sopporti,ma
addirittura sposarti!- -Non dimenticarti il bambino-le fece eco Al. Lily
scioccò le dita quasi si fosse dimenticata di quel "piccolo"
particolare. -Giusto!- -Questo vi dimostra che sono molto meglio di come
voi mi avete sempre visto!Magari sono un cavaliere dalla scintillante armatura o
uno di quegli eroi romantici...-ribattè Ronald guardando entrambi i
fratelli. I due,imitati da Scorpius lo fissarono per pochi secondi prima di
scuotere la testa e ridacchiare divertiti. -Tu?Ah per favore!-si limitarono a
commentare,aprendo il cancello di casa e incamminandosi verso la porta di
casa. Uno dietro l'altro,una volta che Al ebbe aperto la porta,entrarono
nell'ingresso,continuando a scherzare fra di loro. -Certo che scegliere
Daniel come testimone è stata una scelta un pò azzardata-stava dicendo Scorpius
in quel momento. -E perchè mai?-gli domandò Ronald lanciandogli un'occhiata
perplessa. Il biondo alzò le spalle. -Beh metti il caso che fra lui e Lily
finisce tutto...Ti ritroverai con un testimone di nozze di cui non puoi più fare
il nome davanti a tua sorella e che con il tempo dimenticherai anche com'è
fatto-spiegò il ragazzo. -Allora lo stesso poteva succedere se avessi scelto
te-gli fece notare il rosso. -Mi dispiace deluderti-si affrettò a rettificare
il biondo,allacciando un braccio attorno alla vita di Albus,facendo nascere
all'istante un sorriso felice sulle labbra dell'altro-Ma posso assicurarti fin
da adesso che ho intenzione di restare in giro ancora per molto,molto
tempo-disse quasi a voler rassicurare il ragazzo. -Lo stesso vale anche per
Daniel-ribattè Lily facendo poi la linguaccia a Scorpius,facendo ridere gli
altri ragazzi. Si liberarono dei cappotti e si avviarono verso la cucina,ma
erano a metà del corridoio quando Albus si accorse della presenza di Rose e
James davanti alla porta chiusa del salotto. -Voi che ci fate lì
fuori?-domandò ai due ragazzi fermandosi davanti a loro. James e Rose,al
suono della voce di Al,alzarono la testa e lo guardarono per qualche secondo,
come se non lo riconoscessero;nel frattempo anche il resto del gruppo era
tornato indietro sui propri passi ed ora era attorno ad Albus intento a fissare
i due ragazzi. Fulmineo lo sguardo di James si posò sul volto di Ronald,che
evitò di incontrare i suoi occhi, come ormai succedeva ogni volta che erano
nella stessa stanza. Quando i loro genitori sarebbero usciti da quella
stanza,i suoi fratelli avrebbero saputo la verità,quindi che senso aveva
continuare a mantenere il segreto. -Stiamo aspettando-disse rivolto ai propri
fratelli. Ronald,intuendo qualcosa,aggrottò le sopracciglia e tornò a
guardare i due ragazzi,ma fu il gesto di Rose che,dopo un veloce sguardo a
James,annuì atteggiando il viso ad un espressione serena che gli fece capire che
le sue supposizioni erano esatte. -Aspettate cosa?-chiese Lily senza
capire. -Lo avete detto anche a loro,vero?-chiese Ronald quasi
rimproverandoli. Gli sguardi di Al,Scorpius e Lily si mossero
alternativamente da Ronald a James e Rose,senza riuscire ad intaccare quel gioco
di sguardi:sembrava quasi che i tre avessero dimenticato la loro presenza in
quella stanza e avesero ripreso una battaglia iniziata in precedenza. -Lo
hanno scoperto da soli...Noi abbiamo solo dovuto confermarlo-sentirono dire da
Rose. -Perchè non avete mentito?Potevate dirgli che non era vero niente
che...-disse Ronald chiaramente irritato. -Perchè avremmo dovuto farlo?Prima
o poi avremmo dovuto comunque dire la verità,quindi perchè continuare a portare
avanti questa farsa?-gli domandò a sua volta James. -Scusate,ma possiamo
sapere di che state parlando?-s'intromise Albus,cercando di trovare un senso a
quel discorso. Possibile che i loro genitori avessero scoperto del
bambino? Oppure c'era un altro segreto di cui non erano a
conoscenza? Ronald sbuffò rumorosamente e si allontanò di un passo dal
gruppo;sfortunatamente per lui conosceva già quella storia,quindi non aveva
bisogno di sentirla di nuovo. -I nostri genitori hanno scoperto che io e
James abbiamo una relazione-disse Rose. Mentre un'espressione allibita si
disegnava sul volto di Al e Lily,Scorpius cercò di nascondere una risatina
dietro la mano destra,consapevole che sarebbe stato di cattivo gusto scoppiare a
ridere in un momento del genere. -Voi due...siete una coppia?-domandò Lily
incerta. James annuì. -Da un anno ormai-confermò sereno. -E perchè non
ce lo avete mai detto?-domandò a sua volta Albus,sorpreso quanto la
sorella. -Perchè non erano affari vostri. Lily quanto tempo è passato
prima che tu ci parlassi della tua storia con Dan?E tu Al? Abbiamo dovuto
cogliervi in flagrante per farvi "confessare"...noi abbiamo solo portato avanti
la tradizione,se vogliamo metterla così-fece James cercando di
scherzare. Ancora sorpreso,Al si voltò verso Ronnie,incontrando subito il suo
sguardo. -Tu lo sapevi?-gli domandò. -L'ho scoperto qualche mese
fa-confermò l'altro. -Quindi è per questo che non vi parlate più-fece
Scorpius parlando per la prima volta. Il rosso si limitò ad
annuire. L'altro fece una smorfia indefinita che portò Ronald ad aggrottare
la fronte e a fissarlo in attesa di una spiegazione. -Speravo in qualcosa di
più interessante;magari in uno dei segreti inconfessabili della famiglia
Potter,invece...-commentò il ragazzo. -Non ti sembra abbastanza questo?-gli
domandò Ronald. -Che c'è di tanto strano in due ragazzi che stanno
insieme?Due etero per giunta?-intervenne Albus dando ragione al compagno-Abbiamo
dato più scandalo io e Scorpius quando si è venuto a sapere della nostra
relazione- Ronnie scosse la testa. -Se non ti conoscessi penserei che sei
geloso di Rose-commentò Lily guardandolo attenta. -Che stronzate!-si limitò a
commentare il rosso. -Allora qual'è il motivo?Perchè ce l'hai tanto contro la
mia relazione con Rose?-gli domandò il fratello,ponendogli per la prima volta in
due mesi quella domanda che continuava a girare nella sua mente. Doveva
sapere se c'era ancora la speranza di ricucire un rapporto con suo fratello,se
quell'astio che si era generato dalla scoperta della storia fra lui e Rose era
passeggero,momentaneo o se sarebbe durato per sempre portandoli ad essere due
estranei. Anche se non ne aveva mai parlato con nessuno,neanche con
Rose,sentiva la mancanza di Ronald,di quel loro rapporto esclusivo e
confidenziale;si era scoperto geloso per la prima volta nella sua vita quando
aveva visto crescere la confidenza fra il gemello ed Albus,e odiava non sapere
più nulla della sua vita. Sentiva la mancanza dello sguardo divertito e
stupito con cui Ronald gli puntava addosso sempre durante le sue confessioni,il
silenzio che accompagnava le sue parole,silenzio che sarebbe stato interrotto
nel momento più opportuno da poche parole che lo avrebbero aiutato ad
allontanare tutti i dubbi. Aveva bisogno di sapere. Ma lo sguardo
risentito che c'era negli occhi di Ronald gli fece capire che neanche questa
volta sarebbe riuscito nel suo intento. Facendo uscire un suono sprezzante
dalle labbra,Ronald allontanò lo sguardo dal suo e si staccò dal gruppo,diretto
verso la cucina. Nel silenzio,James fissò la porta della cucina finchè questa
non si chiuse dietro il fratello,prima che una spinta innata lo portasse a
seguire il fratello a passo di carica. Questa volta non gli avrebbe permesso
di liquidare la faccenda in quel modo!
Era voltato di spalle quando sentì la porta della
cucina aprirsi una seconda volta. Ovviamente non ebbe bisogno di girarsi per
sapere chi fosse. Perchè James non lo lasciava in pace? Voleva vivere la
sua storia con Rose alla luce del Sole?Bene che facesse pure! Lui aveva
talmente tanti problemi a cui pensare che al momento non poteva certo occuparsi
anche di quelli di suo fratello. Presto sarebbe stato il suo momento di
parlare con i propri genitori e confessargli del matrimonio e del bambino e non
voleva,o meglio non poteva,farsi distrarre dai problemi "adolescenziali" di
James. -Ora io e te facciamo una bella chiacchierata!-sentì dire da suo
fratello. Era la prima volta che lo sentiva usare il suo collaudato tono da
"fratello maggiore" con lui... Doveva essere davvero incazzato! Un sorriso
ironico apparve sulle labbra di Ronald,ma riuscì a nasconderlo agli occhi di
James grazie alla sua posizione. Si voltò e per un lungo istante lo fissò in
volto,il viso completamente inespressivo. -Di cosa vuoi parlare?Del
Quidditch?O delle ragazze?-gli domandò prendendolo chiaramente in giro. Sentì
chiaramente il respiro che il fratello prese con il naso e si disse che,se
fossero stati in un fumetto,sarebbe stato capace di vedere delle nuvolette
bianche uscire da entrambe le narici. -Perchè stai facendo lo stronzo con
me?-chiese James con una voce sorprendentemente calma. -Perchè mi diverte
vederti andare su tutte le furie-ribattè l'altro,incrociando le braccia sul
petto-Hai detto che volevi parlare. Fallo- Per nulla intimidito
dall'atteggiamento ostile del fratello,Jim fece un paio di passi verso di lui e
gli puntò un indice contro. -Tu sei un bastardo!Un fottuto bastardo!Devi
smetterla di comportarti come se fossi una fidanzata tradita...- -Io non mi
sto affatto comportando così!-ribattè l'altro con voce ferma. -Ah no?Allora
come spieghi il tuo comportamento? Tu dovresti essere il mio confidente,la
mia coscienza,ma ora che ho più bisogno di te non ci sei...E vuoi sapere
perchè?Perchè non ti piace quello che hai scoperto di me! Non appena qualcosa
ha sconvolto l'immagine che tu avevi di me hai deciso di mettermi da parte,senza
neanche farmi spiegare,o darmi il tempo di rimediare- -Ora sei tu che stai
parlando come una fidanzata tradita-gli fece notare Ronald. Jim sbuffò di
nuovo e si passò una mano fra i capelli sconvolti. -Credi che sia stato
facile per me non dirtelo? Non hai idea di quante volte sono stato sul punto
di spiattellare tutto senza troppi ripensamenti. Però poi pensavo a Rose e mi
rendevo conto che dovevo proteggerla,che dovevo tener conto anche dei suoi tempi
e delle sue esigenze. Mi ha quasi lasciato quando ho solo azzardato l'idea di
far sapere a te o a qualcun'altro della nostra storia- Ronald restò in
silenzio. Quelle parole gli sembravano familiari,come se James si stesse
riferendo,inconsciamente a lui. Non era la stessa situazione che stavano
vivendo lui e Rebecca?In quei mesi non aveva fatto anche lui tutto il possibile
perchè nessuno sapesse o scoprisse della gravidanza della ragazza, per
proteggerla? Deglutendo il nodo che gli aveva stretto la gola,Ronnie lanciò
uno sguardo al fratello. -Questo posso capirlo-si limitò a
rispondere. Galvanizzato da quella piccola concessione,James fece un altro
passo in avanti. -La amo Ronnie...Forse è la prima volta in vita mia che amo
davvero una ragazza-gli disse sincero. -Perchè lo dici a me?Non dovresti
lasciarti andare a queste confessioni con lei?-gli domandò leggermente
stizzito. Jim scosse la testa. -Voglio che tu capisca quanto Rose sia
importante per me,quanto ormai non possa più fare a meno della sua presenza
accanto a me. Lei ha dato un senso al caos che era la mia vita...E' come se
per tutti questi anni avessi vissuto fra le quattro mura di una stanza,finchè
qualcuno non ha aperto la porta mostrandomi un intero universo. E non mi
importa se lei è la figlia dello zio Ron e della zia Herm,perchè sono certo che
fosse destino la nostra storia-cercò di spiegargli in maniera confusa. Questa
volta fu Ronald a sospirare,colpito di nuovo dalle parole del moro:possibile che
i sentimenti che James provava per Rose fossero così simili a quelli che lo
legavano a Rebecca? Non aveva mai considerato quell'aspetto:la rabbia per
essere stato "escluso" e per il silenzio prolungato del fratello gli avevano
fatto vedere quella relazione come qualcosa di sbagliato, quasi di
sporco. -Capisci ora?-gli domandò ancora James incapace di sostenere quel
silenzio ancora a lungo. Ronald si limitò ad annuire,lo sguardo basso sul
proprio avambraccio destro,ancora stretto contro il petto. -Allora?Pensi
ancora che sia una cosa così terribile?-lo incalzò ancora. Il gemello restò
ancora qualche secondo in silenzio,prima di lasciarsi andare ad un sospiro
rumoroso. -Ok forse ho sbagliato a dare un giudizio affrettato su te e
Rose...- Quelle parole sciolsero la tensione nei muscoli della schiena di
James e permisero ai suoi polmoni di tornare a respirare,incuranti del bruciore
causato dalla momentanea inattività. Fiducioso che quello soltanto il primo
passo verso una certa riappacificazione,James posò una mano sul braccio sinistro
del fratello,facendo alzare così gli occhi marroni di Ronald,finchè questi non
incontrarono i suoi. -Beh mica ti aspetterai delle scuse ora...-commentò poi
il rosso. James scosse la testa,accennando un lievissimo sorriso. -Per
quelle per ora posso aspettare...Voglio solo che tutto torni come prima-gli
disse sincero. Come prima poche parole erano riuscite a colmare un divario
fra di loro che sembrava insormontabile, ora altre parole avevano portato Ronald
a chiudersi a riccio. Era evidente,lo si intuiva dall'espressione rabbuiata
sul suo volto che c'era qualcosa che non andava. -Questo credo non sarà
possibile-disse enigmatico. James lo fissò,la fronte leggermente
corrucciata,sperando in una maggiore spiegazione. -Che vuoi dire?- Con un
nuovo sospiro,Ronnie si staccò dal mobile della cucina a cui era stato poggiato
contro fino a quel momento e affondò tutte e dieci le dita nei folti
capelli,come Jim gli aveva visto fare poche volte nella vita. -C'è qualcosa
che non va Ronnie?- L'altro,sempre di spalle,scosse la testa prima di
voltarsi ed incontrare di nuovo il suo sguardo, fissandolo per qualche
istante. -Devo farti vedere una cosa-gli disse poi interrompendo il
silenzio. James lo vide tirar fuori dalla tasca destra dei jeans il
portafogli,aprirlo e tirarne fuori quella che,dalle dimensioni,sembrava una
foto,prima di tendere il braccio verso di lui. Il moro restò immobile,quasi
fosse pietrificato,per pochi secondi,prima di riscuotersi e tendere a sua volta
il braccio per afferrare la foto. Abbassò lo sguardo sul piccolo quadrato e
si sorprese quando capì di avere davanti una ecografia. Che motivo aveva
Ronald di portarsi dietro quella cosa? -Che te ne fai di questa?Chi è il
bambino dell'ecografia?-gli domandò tornando ad alzare lo sguardo sul
gemello. L'altro si passò la lingua sul labbro inferiore screpolato e poi
aprì leggermente la bocca. -Contrariamente a quanto tu hai pensato in tutti
questi mesi,la tua storia con Rose è stato l'ultimo dei miei
pensieri. Improvvisamente mi sono ritrovato ad affrontare delle cose che
credevo di non poter gestire, più grandi di me e assolutamente fuori dalla mia
portata...Per fortuna c'era Rebecca accanto a me-aggiunse sincero. Lo sguardo
di James,sempre fisso sul volto del fratello si assottigliò mentre la sua mente
lavorava alla ricerca di un nesso fra le parole di Ronald e l'ecografia che
ancora stringeva nella mano destra. Poi improvvisamente,neanche un'esplosione
fosse avvenuta nella sua mente,capì. Un'espressione sgomenta si disegnò sul
suo volto,ma riuscì a farla sparire velocemente. -Chi è il bambino in
quest'ecografia?-gli domandò ancora,soltanto per avere la conferma
finale. Ronald sostenne il suo sguardo per pochi secondi. -E' mio
figlio- James lo fissò per qualche secondo incredulo,prima di rompere il
silenzio con una risatina nervosa. -Oh andiamo...-commentò continuando a
ridacchiare. -Non sto scherzando!-ribattè Ronald in tono basso e fermo. Fu
infatti quel tono,più delle parole stesse,a interrompere le risate del
fratello,che lo guardò ancora qualche istante con aria incredula prima di
abbassare gli occhi sull'ecografia che ancora stringeva fra le dita. -Questo
è davvero tuo figlio?-gli domandò cercando gli occhi marroni di Ronald. Il
rosso annuì. -Ed è di Rebecca?-gli chiese incerto. -Certo che sì...Ma per
chi mi hai preso?-domandò l'altro. -Ok scusami!-fece James ancora stordito
dall'annuncio-Ma dovevi lasciarmi almeno il dubbio. Magari in questi mesi
avevi perso completamente la testa...-commentò. Ronald abbassò per l'ennesima
volta lo sguardo e fece calare il silenzio fra di loro. -Non so se questo
rientra nelle azioni che una persona fuori di testa compie,ma...-disse
bloccandosi per cercare di far scendere il groppo che gli serrava la gola-Ma
poche ore fa Rebecca ed io ci siamo sposati- Se il momento fosse stato
diverso,avrebbe voltentieri preso una telecamera per riprendere l' espressione
basita del fratello;riusciva a leggere le emozioni di Jim attraverso i suoi
occhi: incredulità,incertezza sostituite subito dalla confusione e dalla
rabbia. -SEI STUPIDO O COSA?-esclamò incurante che qualcun'altro potesse
sentire quelle parole- Per quale motivo hai fatto una cosa così
assurda?- -Perchè dovevo- -Cos'è uno strano e contorto senso del
dovere?-gli domandò suo fratello,talmente simile a suo padre in quel momento da
arrivare quasi a confondere Ronald. Il ragazzo scosse la testa e pose le mani
avanti quasi dovesse difendersi fisicamente dalle parole del moro. -Quello
che voglio dire è che ho fatto ciò che dovevo per proteggere mio figlio. Non
posso permettere che mamma e papà o i genitori di Rebecca ce lo portino via,per
colpa della nostra età. Io e Rebecca ci saremmo sposati comunque fra qualche
anno,quindi dov'è il problema?- James si accigliò a quelle parole. -Ma ti
rendi conto di quello che stai dicendo?Non stiamo parlando della prossima
partita contro i Serpeverde,ma della tua vita!-lo rimproverò. -E credi che
non lo sappia?Sono quattro mesi che non faccio altro che pensarci. La notte
resto sveglio e penso a cosa succederà quando i nostri genitori lo verranno a
sapere, a cosa fare perchè non vadano su tutte le furie impedendomi di spiegar
loro le nostre ragioni. Credi che non sappia che la mia vita è
fottuta? Tutto quello che avevo sperato o immaginato per il mio futuro è
andato all'aria due mesi fa quando ho saputo che Rebecca è incinta. Ma sono
rimasto al mio posto.Perchè non potrei o vorrei fare diversamente. Incurante
della paura di non essere adeguato,che tutta questa situazione sia più grande di
me,o del terrore che le mie scelte rovinino la vita di mio figlio. Sono
rimasto al mio posto nonostante siano mesi che mi spacco la testa a pensare a
quello che devo fare per proteggere la mia famiglia-ribattè deciso
Ronald. Sull'eco delle ultime parole,James sospirò incapace di ribattere
ulteriormente. Come erano finiti a fare quei discorsi così impegnativi?E lui
che credeva di aver sconvolto abbastanza i propri genitori da dover fare ammenda
per il resto della sua vita. -Non so cosa dire...-disse sincero,lo sguardo in
quello del fratello. Ronald si morse il labbro inferiore per qualche secondo
prima di sospirare a sua volta. -Dimmi solo che manterrai il silenzio,almeno
finchè non deciderò di parlarne con i nostri genitori- Il silenzio...Beh in
un certo senso glielo doveva,visto che aveva mantenuto il segreto sulla sua
relazione con Rose. Accidenti! Perchè non poteva trattarsi di brutti
voti,o di un altro stupido problema adolescenziale? Perchè dovevano sempre
complicarsi la vita?
Si era sempre vantata di poter riconoscere lo stato
d'animo dei suoi figli da una sola occhiata;perciò,quella mattina,capì subito
che qualcosa non andava. Non appena entrata in cucina per la colazione si era
stupita di trovare tutti i suoi figli,esclusa Emy che ancora era nella sua
stanza,già alzati e vestiti,come poche volte era successo nella loro
vita. Tutti e quattro,oltre naturalmente a Scorpius,erano seduti al tavolo di
servizio con la colazione sistamata davanti a loro,anche se le bastò uno sguardo
per capire che nessuno dei ragazzi sembrava particolarmente interessato al
piatto che aveva davanti. -Buongiorno ragazzi-li salutò avvicinandosi poi al
piano cottura per prendere il bricco del caffè. Ricevette in risposta dei
leggeri mugugni che,invece di tranquillizzarla,non fecero che acuire la
sensazione che l'aveva colta non appena aveva visto i ragazzi. C'era una
strana atmosfera dentro la piccola cucina:una tensione inaspettata,talmente
densa da sembrare quasi palpabile. Eppure credeva di aver risolto tutti i
problemi che l'avevano assillata nelle ultime settimane: dopo aver preso una
comune decisione lei Harry,Ron ed Hermione avevano parlato con James e
Rose e avevano spiegato loro cosa volevano perchè quella storia fosse
"accettabile" ai loro occhi. Inizialmente Rose si era opposta alla loro
decisione,ma aveva dovuto arrendersi quando aveva capito che non poteva fare
altrimenti,almeno se voleva continuare la sua relazione con James. Al
contrario di quanto si era aspettata,James era rimasto tutto il tempo in
silenzio,quasi inebetito,limitandosi ad annuire un paio di volte. Ora la vita
aveva ripreso a scorrere tranquilla,o almeno così aveva creduto fino a quel
momento. Possibile che ci fosse ancora qualche segreto fra lei ed i suoi
figli? Dopo aver versato il caffè in una tazza si voltò verso i ragazzi e
lanciò loro uno sguardo: se non fossero stati attenti avrebbero rischiato di
tuffarsi con il naso nelle loro scodelle tanto i loro volti erano incassati nel
collo. -Va tutto bene ragazzi?-domandò loro prima di posare le labbra sulla
tazza. James annuì,ma l'attenzione di Ginny venne attirata dallo sguardo
veloce che Lily aveva lanciato verso destra,dove erano seduti Albus e
Ronald. Possibile che Albus ne avesse combinata un'altra? Quell'anno le
maggiori preoccupazioni erano venute proprio dal ragazzo,possibile che dopo un
breve periodo di pace,ci fossero dei nuovi problemi? -E' tutto
apposto,tesoro?-domandò direttamente ad Albus. Il ragazzo le scoccò un
sorriso e annuì. -Mai stato meglio- Ginny annuì,non riuscendo ad
allontanare da sè quella sensazione così forte,ma attribuendola alla sua
apprensione,si impose di smetterla con quegli strani pensieri che avrebbero
finito per rovinarle la giornata. -Bene...Sarà meglio che vada a svegliare
Emy-disse più a sè stessa che ai propri figli voltando loro le spalle e facendo
un passo verso la porta. -Mamma...-si sentì richiamare. Si fermò e si
voltò verso la destra del tavolo,fissando questa volta Ronald,che ricambiò il
suo sguardo. -Veramente c'è una cosa di cui dovrei parlarti-disse con voce
tentennante. Ginny incarcò un sopracciglio,messa in allarme da quelle
parole. -Però credo sia meglio che tu ti sieda-intervenne Lily. Gli altri
annuirono,facendo preoccupare maggiormente la donna. -E' una cosa
seria?-domandò ai ragazzi sedendosi accanto a Scorpius. Tutti
annuirono. Ma prima che Ronald potesse parlare di nuovo,la porta della cucina
si aprì di nuovo ed entrò Harry,i capelli già perfettamente domati con il gel e
uno dei suoi completi eleganti. -Buongiorno ragazzi!'Giorno tesoro...E'
rimasto un pò di caffè per me?-salutò avvicinandosi al tavolo per sistemare su
una spalliera la giacca del completo. -Buongiorno amore. Te ne ho lasciato
un pò nel bricco,dovrebbe essere ancora caldo-lo salutò Ginny accennando un
veloce sorriso al suo indirizzo prima di tornare a guardare il
figlio. -Allora?Qual'è questa terribile notizia?-ironizzò cercando ancora una
volta di allontanare i suoi timori-Riguarda te Ronnie?- Il ragazzo annuì
ancora. -Terribile notizia?E' successo qualcosa ad Hogwarts?-si intromise
Harry avvicinandosi al tavolo,la tazza stretta nella mano sinistra. Sentendo
su di sè lo sguardo interrogativo di entrambi i propri genitori,Ronald sentì il
respiro bloccarsi nella cassa toracica:non riusciva più a respirare,il suo
cervello non rispondeva più agli stimoli celebrali. Deglutì nervosamente
cercando di controllarsi e allontanò lo sguardo dai suoi genitori: se avesse
continuato a fissarli non ce l'avrebbe mai fatta. Come aveva fatto pochi
giorni prima con James,abbassò lo sguardo sulle proprie braccia posate sulla
tavola,e cercò di prendere fiato. -Rebecca è incinta-sputò fuori alla
fine.
-ASSURDO!INACCETTABILE!SIETE DUE INCOSCIENTI!- Le
urla del professor Paciock risuonavano per tutta la stanza come un eco
minacciosa. L'annuncio di Ronald aveva provocato la rottura della tazza
preferita di Harry che,colto alla sprovvista da quelle parole,l'aveva lasciata
cadere senza neanche accorgersene. Sua madre era rimasta in silenzio due
secondi,lo sguardo fisso su di lui,prima di chiedergli di
ripetere. Nonostante fosse intimidito e fottutamente spaventato da quello che
avrebbe comportato ripetere la frase di poco prima,Ronald aveva capito che non
poteva fare altrimenti. Aveva alzato lo sguardo e fissato ora suo padre ora
sua madre,confermando le loro peggiori paure. Raccontò loro del pomeriggio in
cui era andato da Rebecca subito dopo il loro ritorno da Seattle e lei gli aveva
detto per la prima volta di essere incinta,della loro decisione comune di tenere
il bambino e della visita che avevano fatto per l'ecografia. -Siete usciti da
Hogwarts senza permesso?E se qualcuno vi avesse scoperto?-aveva domandato suo
padre ancora scioccato. -Al momento questo mi sembra un problema
irrilevante-aveva commentato sua madre, in un tono secco che Ronald non le aveva
mai sentito usare prima di allora. L'intenzione del ragazzo era quella di
parlare solo del bambino e della loro decisione di crescerlo insieme,evitando
per il momento di parlare del matrimonio,ma andando avanti con il racconto si
rese conto che quell'idea non era fattibile:sapeva che non ce l'avrebbe mai
fatta ad affrontare di nuovo quegli sguardi e quella pressione. Così confessò
loro del matrimonio,notando lo sguardo di rimprovero di suo padre. Quello di
sua madre,invece,era diventato improvvisamente vuoto. -E questo è
tutto- Nella stanza era tornato il silenzio,pesante e denso come nebbia e
nessuno per un paio di minuti ebbe il coraggio di dire nulla. -A questo punto
credo sia il caso di parlare con Neville e Hannah-aveva commentato poi suo
padre. Ed ora erano lì,dove qualche giorno prima erano stati seduti Rose e
James. Non appena saputo il motivo della convocazione il padre di Rebecca
aveva iniziato ad inveire: contro Ronald,contro entrambi e anche contro la
propria figlia. -Quanto ancora pensavate di tenere questo segreto?-domandò
guardando entrambi. -Non per molto ancora credo...Ormai inizia a vedersi
anche sotto la divisa-rispose Rebecca con un fil di voce. Neville scosse la
testa,cercando di dar sfogo alla propria rabbia ed incredulità. -Perchè non
sei venuta a parlare con me quando l'hai scoperto?Credevo che tu mi raccontassi
tutto-fece Hannah alla figlia. -Come facevo a raccontarti una cosa del
genere?Anche se ti avessi fatto promettere di non dirlo,ne avresti parlato
subito con papà- -Naturalmente,ma questo non cambia il fatto che avrei potuto
consigliarti,aiutarti a capire cosa era più giusto fare-disse ancora la
donna. Rebecca fissò sua madre per qualche secondo prima di parlare di
nuovo. -Io lo so quello che è giusto fare. Crescerò il bambino insieme a
Ronald- -Ah per favore!-commentò esasperato suo padre. -Le posso
assicurare signore che non è stata la decisione di un momento,abbiamo riflettuto
a lungo prima di decidere cosa fare...Abbiamo considerato tutte le varie
opzioni-intervenne Ronald in difesa di quella che ormai era sua moglie,una mano
saldamente stretta nella sua. -E tenerlo è la soluzione più assennata secondo
voi?Avete soltanto diciassette anni...-gli domandò Harry facendo muovere lo
sguardo di Ronald da Neville al proprio padre. In quel breve intervallo di
tempo,Ronald si chiese cosa li avrebbe aiutati a capire,quali parole erano
giuste perchè i quattro adulti vedessero la situazione sotto la loro
ottica. Sospirò e si passò la mano libera fra i capelli rossi,cercando di
riflettere velocemente. -Quale sarebbe stata la tua decisione al mio posto?Se
la mamma fosse venuta da te e ti avesse detto di essere incinta,tu cosa avresti
fatto?Le avresti detto di abortire? O peggio te ne saresti lavato le mani
facendo finta che quel bambino non fosse il tuo? Volevi che mi comportassi
così?-gli domandò fissando il suo sguardo. -Certo che no!Io non ti ho
insegnato a fuggire dalle responsabilità-ribattè subito Harry. -Esatto. Tu
mi hai insegnato ad affrontare ogni situazione,anche la più difficile a testa
alta,incurante di quello che possano pensare gli altri,scegliendo soltanto in
base al mio instinto. Questo è quello che ho fatto:quando abbiamo accennato
all'idea dell'aborto mi è sembrato qualcosa di ingiusto,di sbagliato. Abbiamo
deciso di avere questo bambino consapevoli della possibilità di essere soli
contro tutti, anche senza di voi,ma mai una volta,dopo aver preso quella
decisione abbiamo tentennato-disse serio. -Sappiamo che non sarà facile,che
ci saranno dei momenti in cui arriveremo a non sopportare la vista dell'altro o
che ci chiederemo come sarebbe stata la nostra vita se avessimo scelto
diversamente,ma siamo certi che non rimpiangeremo mai la scelta fatta-continuò
Rebecca. Per la prima volta nella stanza scese il silenzio,che portò Ronald a
muovere lo sguardo verso sinistra dove,seduta sul divano con la schiena
rigida,sua madre aveva seguito tutta la conversazione senza dire una
parola. -Va tutto bene mamma?-le domandò pentendosi subito dopo di quella
domanda. La donna accennò un sorriso tirato e si ravviò alcune ciocche di
capelli dietro l'orecchio destro. -No, Ronnie...Non va per niente bene....Non
riesco a spiegarmi come tu possa essere stato tanto irresponsabile-disse con
voce seria. -Mamma credimi...-disse il ragazzo non sapendo bene come
continuare. -Ti rendi conto che la tua vita,quella che hai vissuto finora è
finita per sempre?Lo stesso vale per te Rebecca. Come avete pensato di poter
nascondere una cosa del genere per tutto questo tempo?-domandò ancora alzandosi
in piedi,a troneggiare sui due ragazzi. -Avevamo paura delle vostre
reazioni...E tu ci stai mostrando che avevamo ragione-spiegò
lui. -Ginny...-cercò di intervenire Harry per evitare che la situazione
diventasse spiacevole. -No!Hai pensato a quando nascerà il bambino e voi
sarete ancora a scuola?Chi si occuperà di lui?-domandò la rossa. -Il bambino
non nascerà prima della fine di aprile e per allora i corsi non saranno altro
che delle ripetizioni delle lezioni precedenti in vista degli esami
finali. Faremo a turno per stare con lui e quando proprio non potremmo
evitare le lezioni chiederemo aiuto a sua sorella o ai miei
fratelli-spiegò Ronald mostrando che avevano già pensato a lungo a quel
particolare. -I tuoi fratelli sanno del bambino?-chiese Harry
sorpreso. -L'ultimo a saperlo è stato James,qualche giorno fa...Gli altri
invece erano presenti anche al matrimonio-aggiunse. La faccia di Ginny si
indurì maggiormente,mostrando chiaramente il sentimento che provava:si sentiva
tradita,offesa dai suoi stessi figli. Aveva sempre creduto di avere un
rapporto aperto e sincero con loro ed invece in quell'ultmio anno si era dovuta
ricredere più volte,prima con Albus e ora con James e Ronald. Era davvero
troppo per lei. -Mi dispiace,ma io non ce la faccio...Non posso
accettarlo-commentò. Dopodichè voltò le spalle e a passo veloce uscì dal
salotto,chiudendo di nuovo la porta dietro di sè,incurante della voce di Ronald
che la richiamava. -Lascia perdere...Dalle un pò di tempo per riflettere,ne
ha bisogno-disse Harry al figlio. Ronald annuì titubante e cercò lo sguardo
di Rebecca che gli sorrise cercando di infondergli un pò di coraggio e di
forza. Notò solo distrattamente lo sguardo che suo padre lanciò ai genitori
di Rebecca e si chiese cos'altro aspettarsi dopo la sfuriata di sua
madre. -Ok,cerchiamo di risolvere questo problema...-
Alla fine,grazie soprattutto all'intervento di
Harry,una soluzione si trovò. I due ragazzi avrebbero continuato la vita di
sempre ad Hogwarts fino al momento del parto; dopo la nascita del bambino,Hannah
si sarebbe trasferita temporaneamente negli appartamenti del marito ad Hogwarts
per dare una mano alla figlia e permetterle così di studiare per gli
esami. Ma,e su questo erano stati chiari sia i ragazzi che gli
adulti,sarebbero stati Ronald e Rebecca a prendere tutte le decisioni riguardo
al bambino e,una volta finiti gli studi avrebbero iniziato la loro vita insieme
come famiglia,senza interferenze da parte degli adulti. -L'unica incognita
resta la mamma-commentò Ronald quando ebbe finito di raccontare dell' incontro
ai fratelli. -Magari papà riuscirà a calmarla e a farla ragionare-disse James
poco convinto. -Sai credevo che sarebbe stato papà ad andare su tutte le
furie,mi ha davvero spiazzato- confessò Lily. Ronald annuì,concorde con la
sorella. Era spaventato dalla possibilità che sua madre non lo
perdonasse,almeno nell'immediato,per quello che aveva fatto,ma quello che lo
tranquillizzava era sapere di aver fatto la cosa giusta, per sè e per la sua
famiglia. Era certo che un giorno sua madre lo avrebbe capito. -Quindi ora
che succede?-domandò incerto Albus. Gli altri alzarono le spalle,non sapendo
come rispondere. -Dobbiamo solo aspettare-commentò Scorpius dando voce al
pensiero comune. Lentamente,uno dopo l'altro annuirono. Già quella era
l'unica cosa da fare;aspettare e restare a guardare cosa riservava loro il
futuro.
Salve a
tutti!!!!
Chiedo scusa x il
mostruoso ritardo,diciamo che ho allungato(e anche di tanto)le vacanze di
Natale,ma si sa,ogni male alla fine ritorna e quindi eccomi qui con l'ultimo
capitolo.
Alla fine ce l'abbiamo
fatta!!!
So che la fine nn è
quello che molti di voi si aspettavano,con Harry così comprensivo e Ginny che va
tutte le furie x la situazione di Ronnie e Rebecca,ma mi sono detta che
dovevo cambiare un pò le carte in tavola:sarebbe stato scontato se lui fosse
andato su tutte le furie e lei avesse cercato di rimettere a posto le
cose.
Ringrazio tutti coloro
che hanno seguito la storia,incuranti della sua lunghezza e del tempo che
intercorreva fra un capitolo e l'altro.
Vi chiedo inoltre di
perdonarmi se in quest'ultimo capitolo ci sn errori di battitura o di
ortografia.
E ora i
ringraziamenti:Sweey(Innanzitutto
scusa se t sto tenendo cn il fiato sospeso x la storia di "Queer as Folk",ma ho
preferito concentrarmi su qst ultimo capitolo.A breve posterò anche quella
fiction.Ora...Secondo me,anche se i fratelli Potter avessero provato a
dissuadere i due "promessi sposi" dalle loro intenzioni,nn sarebbe servito a
molto visto che erano entrambi maggiorenni e quindi capaci prendere quella
decisione per conto proprio),Angel_SG(Devo ammettere che io nn amo particolarmente Taylor Swift,ma x
una serie di circostanze ho scoperto qst canzone e la trovo perfetta x qst
coppia,rispecchia il loro amore in tt e x tt...Già, alla fine la povera Ginny ha
accusato il colpo),Manda(Infatti credo sia stato qst + di tt a ferire la povera
Ginny,essere stata tenuta fuori da un eventoi cs importante nella vita del
figlio,se poi vogliamo aggiungerci anche il bambino,è normale che sia andata un
pò in tilt...X qnt riguarda James possiamo dire che si sn ritrovati nella stessa
situazione di pochi mesi prima, soltanto che a ruoli invertiti),Sklupin(Credo che inconsciamente Ronnie
abbia evitato di proposito di nn dire a Jim del matrimonio,quasi volesse fargli
pagare il segreto che x mesi aveva avuto con lui sulla sua relazione con
Rose...Sn d'accordo con te:Scorpius,specie se in coppia cn Albus,è
fantastico!),Luthien241(Ti
solleverebbe un pò il morale sapere che presto ci sarà un seguito?),Kikka15(Non sarebbe un Malfoy se nn
fosse diretto e anke un pò spietato...).
Bene,ora è davvero
tutto,io vi saluto e vi ringrazio ancora una volta per il supporto che mi avete
dimostrato in tutti questi mesi(nn sapete qnt è stato fondamentale per me e per
la riuscita di questa fiction),e vi prometto che dopo una breve pausa,ci
rivedremo presto.
Baci,Eva
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Capitolo 44 *** AVVISO ***
avviso
Salve a
tutti!!!
Come state?Vi sono
mancata?
Ho riaperto per pochi
istanti questa storia soltanto per farvi un annuncio:ieri sera ho postato il
primo capitolo del seguito di "Forbidden Passion-New Generations at
Hogwarts".
Il nome è "What I did
for love" e questo è il link:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=465973
Spero di ritrovarvi
numerosi!
Baci,Eva
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