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Altra
fic rimessa sulla rete, seguito del Sigillo del Caos… Spero vi piacerà! ^^
Commenti e suggerimenti sono sempre graditi!
Il successore
By
Son-Lina-chan
Capitolo
primo: Alla
ricerca del saggio perduto!
Una
splendida mattina di inizio estate…
La
brezza posava le sue ali delicate sulle foglie degli alberi… Il frusciare delle
piante, il sommesso mormorare di un ruscello nascosto nel verde… Una melodia
arcana, che accompagnava la sacra quiete di quel luogo. Il tempo sembrava
essersi fermato in quell’angolo di paradiso… Nulla avrebbe potuto turbarne la
pace…
“PALLA
DI FUOCO!!!!!!”
Ok,
QUASI nulla…
Camminavamo
in quel bosco da diversi giorni, ormai. Avevamo seguito una mappa che avevamo
trovato in possesso di alcuni banditi… Ora, non biasimatemi per questo… Quei
malviventi non avrebbero potuto farsene nulla, no?
…
…Bè,
almeno non nelle condizioni in cui li avevo lasciati…
“Avanti,
Lina, non è il caso di prendersela a questo modo, giusto?” Il mio compagno di
viaggio cercò inutilmente di calmarmi. “Dopotutto quei banditi sono fuggiti
quasi subito, non ci hanno rallentati molto… E pensa che stavolta nessuno ha
fatto commenti sul tuo seno piatto, per quanto sia evidente…”
Sentii
la vena sulla mia fronte gonfiarsi in modo pericoloso, e a malapena evitai da
scagliare un’altra Palla di Fuoco, stavolta contro di lui… Dopotutto,
trovandoci in una foresta, era meglio evitarlo il più possibile, come usava
ricordare una certa chimera…
“NON
ti conviene fare certi commenti quando sono così alterata, Gourry, in quattro
anni questo dovresti averlo imparato persino tu…”
“Ehi…
Cosa vorresti dire… con persino tu…?”
Ignorai
la sua domanda. “E poi, non parlare come se la cosa non ti riguardasse… Siamo
qui per la tua spada, ricordi?”
Lo
spadaccino si grattò la testa. “Sì, sì hai ragione… Però, Lina… Secondo ciò che
dice la mappa ormai dovremmo già essere arrivati, no?”
Aggrottai
le sopracciglia, estraendo la consunta pergamena da una delle tasche del mio
mantello e gettandole una breve occhiata. “E’ proprio questo che mi preoccupa…
La casa di quel Kentar- sama doveva trovarsi nel mezzo di questa foresta sacra,
secondo quanto ci ha detto la popolazione del luogo… Comincio a temere che
abbiamo già sorpassato il bivio che avrebbe dovuto portarci da lui… In questo
caso non avremmo sufficienti provviste per addentrarci nella foresta nuovamente
e cercarlo… Ci toccherebbe uscire dal bosco per procuracene altre, e poi
riprendere la ricerca da capo… Una bella seccatura…”
“Cosa
ti fa pensare che abbiamo già passato il bivio, scusa?” Il mio amico aveva
un’aria decisamente perplessa.
Sospirai.
“Gourry… Siamo stati appena attaccati da dei banditi…”
Mi
fece un sorriso. “Già, questo me lo ricordo…”
Presi
un altro PROFONDO respiro. “Dei banditi, o delle persone animate da cattive
intenzioni, non potrebbero addentrarsi in una foresta sacra, almeno non senza
sfruttare qualche incantesimo o talismano molto potente, giusto? La magia del
luogo li respingerebbe…”
“Lo
so, è lo stesso motivo per cui la tua Magia Nera è più debole qui, no? Se
fossimo venuti con l’intenzione di compiere qualcosa di male non saremmo
riusciti a proseguire oltre un certo confine, giusto?”
Annuii.
“E quelli erano ladri comunissimi. E’ improbabile che avessero poteri
sufficienti per spezzare un sortilegio di questo tipo…”
Annuì,
a sua volta. Stranamente, aveva capito la mia spiegazione…
Ci
fu un momento di silenzio…
“E
quindi… Perché pensi che abbiamo superato il bivio?”
“FLARE
ARROW!!!!”
Quella
ricerca stava diventando piuttosto esasperante. Sei mesi prima, quando avevamo
lasciato Miilun con l’intenzione di trovare un modo per fondere i poteri
rimasti della semi distrutta Blast Sword a quelli della Spada di Luce, pensavo
che raggiungere il nostro obiettivo sarebbe stata un’impresa relativamente
semplice. Incantesimi di quel tipo erano pane per i denti di qualsiasi esperto
di armi magiche… Tuttavia, le cose erano state inevitabilmente rese più
complesse dal fatto che ci trovavamo di fronte a due fra le armi più potenti
che uno spadaccino potesse impugnare. Il potere che racchiudevano era grande,
troppo difficile da gestire, a meno di non possedere una tecnica e poteri
eccezionali. Ci voleva un armaiolo magico molto esperto, per trattare con
oggetti del genere… Senza contare che non potevamo fare affidamento su tecniche
sperimentali e poco sicure, forse le uniche che avrebbero potuto sortire
qualche risultato… Non potevo permettermi di rischiare di fare qualche danno
alla spada di Gourry, soprattutto ora che l’aveva ritrovata dopo tanto tempo…
Lo
sapevo benissimo quanto ci teneva…
Oh,
ma OVVIAMENTE non era questo che mi interessava… E’ che quella spada
apparteneva a me, in realtà… Cercare di non rovinarla era nei MIEI interessi…
hm…
In
quel momento ci trovavamo a Southern. Ci era giunta voce che in una foresta
poco a Sud della capitale vivesse una specie di eremita, esperto d’armi… Si
diceva in giro che fosse lui l’uomo a cui duecento anni prima si erano rivolti
i maghi della contea di Lookrod… il mitico fabbro che aveva forgiato la lancia
sacra che aveva permesso di distruggere il drago che da un millennio infestava
le loro terre… La sua esperienza avrebbe potuto essere preziosa per noi… Sempre
che riuscissimo a trovarlo…
Il
mio amico era riuscito miracolosamente ad evitare il mio incantesimo (eh, eh,
come avrebbe fatto a tenere in allenamento i suoi riflessi, senza di me?), che
era andato a schiantarsi contro una grossa roccia, mandandola in frantumi… Per
fortuna non avevo fatto incendiare la foresta…
Mi
parai di fronte allo spadaccino, con un sogghigno. “Vedi? Ecco la spiegazione…
Se ci sono i banditi e i miei poteri hanno ripreso a funzionare nel modo che
hai appena visto, significa che abbiamo raggiunto il limitare della foresta…”
Il
mio amico mi lanciò un’occhiataccia. “Grazie mille, molto esauriente…” Sospirò.
“Forse avremmo dovuto prevedere che sarebbe accaduto…”
Battei
le palpebre. “Di che parli?”
Fece
spallucce. “Del fatto che non abbiamo raggiunto il cuore della foresta…”
Assunsi
un’aria interrogativa. “Perché dici… che avremmo dovuto aspettarcelo…?” Forse
nel paese dove ci eravamo fermati prima di addentrarci nel bosco gli avevano
dato qualche informazione in più rispetto a quelle che io avevo ottenuto, e si
era dimenticato di riferirmela…?
“Voglio
dire… Se i malvagi vengono respinti era prevedibile che ti sarebbe stato
impedito di penetrare nella foresta…”
“DIRE…”
Il
mio amico indietreggiò coprendosi il volto con le braccia… “STOP! Lina,
calmati, stavo solo scherzando!!!!!”
“…BRAND!!!!”
Il mio incantesimo colpì in pieno i banditi che si stavano avvicinando alle sue
spalle.
“Oh…”
Fece lo spadaccino, guardandoli mentre diventavano puntini lontani nel cielo…
“Questa zona è veramente infestata dalle bande di ladri…” Si grattò la testa.
“Poveretti… Lasciati dire che ultimamente sei un tantino irascibile…”
Sospirai.
“Non prendere le parti dei banditi…” Risposi fiaccamente, lanciandogli
un’occhiataccia.
Mi
sorrise. “E’ meglio muoversi, o saremo attaccati ancora…”
“Hm…”
Ripresi in mano la pergamena, che ormai conoscevo a memoria… “Ma mi piacerebbe
sapere in QUALE direzione… Se solo non fosse così poco chiara…” Non si trattava
di una vera e propria mappa, era piuttosto un insieme di test ed indovinelli,
con scarse indicazioni sui luoghi ed i sentieri da percorrere. Sul bordo
superiore spiccava una scritta in caratteri dorati: “Solo i valenti onoreranno
la mia dimora”. Vale a dire, ‘se devi proprio venire a disturbarmi, vedi almeno
di guadagnartelo’… Mi veniva il dubbio che il nostro armaiolo, sedicente
saggio, avesse messo apposta in circolazione quella pergamena per farsi beffe
dei malcapitati che avevano intenzione di servirsi per qualche motivo della sua
arte… Del resto, senza bisogno di una mappa così sibillina, avrebbe potuto
pensarci anche solo la foresta sacra a tenere lontani coloro che ‘non
meritavano’ il suo aiuto…
Con
MOLTA fatica eravamo riusciti a decodificare la pergamena a sufficienza per
comprendere di dover seguire il torrente che attraversava la foresta. Il
piccolo sentiero che avevamo percorso avrebbe dovuto portarci ad un bivio, che
tuttavia non avevamo mai incontrato. Secondo i miei calcoli, a quel punto
dovevamo trovarci a meno di un chilometro da limitare della foresta, il che
significava che dovevamo avere sbagliato in qualcosa. Era FRUSTRANTE.
Desideravo ARDENTEMENTE un po’ di civiltà… Non ne potevo più di vedere solo
alberi e rocce attorno a me…
“Ehi,
Lina, dai un’occhiata laggiù…” Alzai lo sguardo e lo indirizzai nella direzione
indicata dal mio amico. A una certa distanza da noi, al di là del ruscello, il
sentiero parallelo a quello che stavamo seguendo si biforcava nella forma
strana che era indicata nella piantina… Con uno dei due bracci che moriva
nell’acqua e l’altro che si allontanava nell’ombra all’interno della foresta…
Poteva essere quello che stavamo cercando…? Lanciai una nuova occhiata alla
mappa.
“E’
strano… Se si tratta del bivio che ci interessa, perché si trova così lontano
dal cuore della foresta…?”
“Bè…
La strada che dobbiamo seguire è quella che si addentra di nuovo nel bosco, no?
Forse percorrendola torneremo sui nostri passi, verso il centro…” Osservò il
mio compagno.
“Già,
ma noi siamo partiti a est, dal villaggio di Himit, ricordi? Qui ci troviamo
praticamente dalla parte opposta della foresta… Avremmo potuto semplicemente
aggirarla, e iniziare le nostre ricerche dal limitare ovest… Se questa è
davvero la nostra strada, che senso ha il percorso che la mappa ci ha fatto
seguire? Comincia a venirmi il dubbio che quello che ha disegnato la pergamena
sia un buffone che si diverte a spese dei visitatori…” E la cosa mi dava piuttosto
sui nervi, sinceramente…
Il
mio amico ed io ci scambiammo una lunga occhiata. Quindi, feci spallucce. “Bè,
visto che l’unica alternativa sarebbe tornare a Himit e ricominciare tutto
daccapo, direi che vale la pena di andare a dare un’occhiata…”
Lo
spadaccino mi batté gentilmente una mano sulla testa. “Ai suoi ordini, madama…”
Rivolgendomi un mezzo sorriso, mi superò, in direzione del ruscello.
Lo
seguii, mascherando un sorriso. Se non fosse stato per la sua compagnia, con
una missione così esasperante, avrei davvero rischiato un esaurimento nervoso…
Il
sentiero, effettivamente, realizzava una brusca svolta, anche se sembrava più
proseguire costeggiando il limitare del bosco, che addentrandovisi. Ma questa
era solo una mia impressione, probabilmente, perché ben presto, fra le
innumerevoli curve e deviazioni che fummo costretti a seguire, persi
completamente l’orientamento. Non so esattamente quanto camminammo… So solo che
quando raggiungemmo la nostra meta il sole aveva già percorso buona parte del
suo arco nel cielo, e il mio stomaco brontolava in maniera pericolosa…
La
vegetazione si era fatta gradualmente meno fitta, fino a quando ci eravamo
ritrovati in una piccola radura, al cui centro si ergeva una malridotta
abitazione, rischiarata dai raggi del sole morente. Sui lati, attrezzi da
giardino sparsi, un pittoresco pozzo decorato da incisioni (del resto, dovevamo
essere piuttosto lontani dal torrente, da un pezzo non sentivo il suo
gorgogliare…) e una strana configurazione magica, formata da pilastri di pietra
coperti di rune… L’insieme aveva un’aria di…vissuto… Non comprendevo perché, ma
mi sembrava stranamente familiare…
“Lina…
Sembra che qui in giro non ci sia nessuno…” Il mio amico si guardò attorno,
perplesso. Però… dove poteva essere andato un eremita circondato per chilometri
solo da alberi e vegetazione?
“Forse
il nostro ‘ospite’ si è allontanato nella foresta per cercare ingredienti per i
suoi incantesimi… Immagino che la zona qui attorno gli fornisca un bel
‘campionario’ naturale…” Strizzai l’occhio al mio compagno. “Ad ogni modo,
proviamo a bussare. Chissà, magari sta solo dormendo… Ho una gran fame e non mi
sorride proprio l’idea di starmene qua fuori ad aspettare…” Anche se si
trattava di un eremita, avrebbe avuto almeno la buona creanza di offrirci
qualcosa da mangiare, no?
Mi
avvicinai alla porta e solo allora notai un foglietto di carta appeso, in
precario equilibrio, alla maniglia…
…
‘Torno subito’…
…
Emisi
un sospiro esasperato. “Ci sta prendendo in giro…???” Staccai il messaggio, e
lo gettai nel pozzo con un gesto stizzito.
“Oh…
Si vede che è uscito un attimo…” Fece il mio amico, con una alzata di spalle.
“Gourryyyyyyyyy!
In quale mondo un eremita che vive isolato da tutto e da tutti scrive sulla sua
porta ‘torno subito’? Non è mica un negoziante!!! Questo tizio deve essere
veramente strano!”
Lo
spadaccino si grattò la testa. “Bè, scusa, ma tu che cosa avresti scritto al
suo posto?”
Ci
fu un momento di silenzio. Dato che non avevo trovato nulla di intelligente da
replicare, e che quella conversazione stava scivolando nell’assurdo, decisi di
cambiare discorso.
“Bè,
ad ogni modo… A prescindere dal fatto che sia logico o meno, immagino che
l’unica cosa da fare sia aspettare…” Scaricai per terra la grossa borsa che mi
pendeva ormai da tutto il giorno, come un macigno, sulle spalle. Perché i
banditi hanno sempre dei bottini così pesanti?
“Gourry,
cerca nella boscaglia qualche ramoscello secco per il fuoco, da queste parti
anche le serate estive sono fredde…” Presi a cercare fra le mie borse il bricco
in cui eravamo soliti far bollire l’acqua quando ci trovavamo sulla strada.
“Cosa
fai?… Le provviste sono finite…”
“Lo
so, lo so, ma se troviamo qualche erba commestibile potrebbe venirne fuori una
zuppa… Vicino a questa stupida radura non c’è nemmeno un torrente per pescare…
Ho talmente tanta fame che addenterei il primo essere fatto di carne che mi
capita a tiro…”
Non
so se consapevolmente, ma il mio amico si fece indietro di qualche passo…
“…
comunque, non credo che quello sia andato troppo lontano… Appena torna dovrà
offrirci come minimo la cena…”
“Speriamo…
E’ da stamattina che non tocchiamo cibo…”
Ci
scambiammo un’occhiata… ed entrambi sospirammo. Saremo anche stati dei ‘senza
fissa dimora’, ma se c’era una cosa che entrambi detestavamo era restare senza
almeno due buoni pasti al giorno…
“Ma
sei certa che quel Ken –come diavolo si chiama- sama non se la prenderà se gli
accendiamo un falò nel bel mezzo del giardino…?”
“Bè,
tanto peggio per lui… Avrebbe fatto meglio a restarsene a casa invece che
mettersi a gironzolare a quest’ora…”
Il
mio amico mi fissò per un po’, inarcando un sopracciglio, quindi sospirò e
prese a fare quello che gli avevo detto… Eh, eh, immagino che avesse capito che
non è il caso di mettersi a discutere con me, quando ho fame…
Mi
avvicinai anch’io alla boscaglia. Il sole era ormai quasi del tutto tramontato
ed era meglio sbrigarci, per sperare di trovare qualcosa in quella vegetazione
così fitta. Le ombre avanzavano rapide e, irrazionalmente, avevo l’impressione
che sarebbero state capaci di oscurare anche un mio Lighting… Non so perché, ma
quella foresta, anche se si trattava di un bosco sacro, mi inquietava un po’…
Per lo meno, quella sera…
Ignorando
i brividi che mi correvano lungo la schiena, mi strinsi nel mantello e mi
addentrai per qualche metro fra le ombre del bosco, infilandomi in tasca un po’
confusamente tutte le erbe che mi sembravano familiari e ripromettendomi di
controllarle meglio di fronte al fuoco…
Non
mi ero allontanata troppo dalla debole luce che ancora rischiarava la radura…
quando li vidi.
Due
occhi, rossi come il fuoco… e DELIBERATAMENTEfissi su di me. Anche se il loro proprietario era nascosto nell’ombra,
di una cosa potevo essere certa: non avevano NULLA di umano.
Normalmente,
la mia reazione istintiva sarebbe stata lanciare un paio di Palle di Fuoco, ma,
forse per l’atmosfera tetra, lo spavento improvviso mi lasciò completamente
paralizzata. Solo una cosa mi venne spontanea in quel momento…
“GWAAAAAAAAHHHHH!!!”
…
Gridare.
“LINA!
Lina, dove sei?” Al suono della voce del mio compagno, la strana apparizione
svanì, all’improvviso, così come era comparsa. Che diavolo…?
Lo
spadaccino mi raggiunse, con la spada alla mano, e mi trovò che ancora fissavo
il vuoto di fronte a me.
“Lina…
Cos’è successo…?”
“Mi
è… Mi è sembrato di intravedere qualcosa fra gli alberi… Mi sono presa… un
colpo…”
“Un…
demone?” Chiese il mio amico, perplesso.
Scossi
la testa. “Non ne ho idea… Era buio, può anche darsi che io mi sia sbagliata…”
Con la scomparsa di quella creatura, era sparito anche l’irrazionale timore che
aveva portato con sé… Era strano… Non mi era mai capitato di provare qualcosa
di simile di fronte a nessun essere, per quanto spaventoso… Tranne che di
fronte a mia sorella, ovviamente…
“Che
dici, sarà stata un’allucinazione nata dalla fame…?” Azzardò il mio amico, con
un mezzo sorriso… Un sorriso che gli si congelò immediatamente sulle labbra,
quando mi vide in volto. Non dovevo avere una bella espressione… “Lina… Sei
sicura di stare bene…?”
Senza
rispondergli, fissai per un altro momento il buio. Nulla… Era stato il nulla… a
terrorizzarmi a quel modo…?
Insomma!
Non era da me lasciarmi spaventare così tanto da qualcosa di cui non conoscevo
nemmeno la natura! “Sì… Sì… SI’, sto bene, accidenti! Qualsiasi cosa fosse, non
le permetterò di rovinarmi ancora la serata!” Lanciai uno sguardo ai miei
piedi. “Guarda che disastro! Per la paura, quella cosa mi ha fatto cadere tutte
le erbe che tenevo in mano! Spero proprio per lei che si trattasse di una allucinazione,
perché sto cominciando a prenderla in considerazione come ingrediente per la
mia cena…”
Una
goccia di sudore scese lungo la tempia del mio amico. “Uh… Ti riprendi in
fretta, eh?”
Gli
rivolsi un sogghigno. “Avanti, dammi una mano a raccogliere questa roba, o
verremo sorpresi dalla notte senza aver acceso il fuoco… Che strano, però…
Kentar-sama non è ancora tornato…”
Lanciai
una nuova occhiata nel buio. Qualunque cosa fosse stata, le ombre la avevano
divorata…
‘Speriamo
solo che ora siano sazie…’ mi trovai, con sorpresa, a pensare…
Dopo
la nostra MISERA (e anche quello avrei fatto pagare al padrone di casa, quando
si fosse fatto vivo…) cena, sedemmo per un po’ di fronte al fuoco, in attesa.
L’armaiolo, tuttavia, non sembrava accennare a comparire…
Con
la testa sprofondata fra le ginocchia, riflettevo in silenzio sugli avvenimenti
della serata. Se in giro per quel bosco c’era davvero qualche strana creatura,
poteva anche darsi che all’uomo che aspettavamo fosse successo qualcosa… Del
resto, il fatto che fosse esperto d’armi non significava necessariamente che
fosse in grado di difendersi, se attaccato da qualcuno di sufficientemente
potente…
Ma
pensandoci bene, a rigore di logica, qualunque cosa fosse ciò che avevo visto,
non avrebbe potuto trattarsi di un essere maligno… Ci trovavamo ancora nel
bosco sacro…
Forse,
però… un demone abbastanza forte…
Scacciai
immediatamente dalla mia mente quel pensiero. Doveva essersi trattato di un
animale selvatico, ecco tutto. Un animale che era fuggito, più spaventato di
me, dopo il mio grido e quello di Gourry…
…Ma
-mi chiesi- avevo mai visto un animale selvatico fissare a quel modo una
persona…?
“Lina…
Ehi, Lina?” Sussultai, quando una mano si posò gentilmente sulla mia
spalla…Le mie riflessioni dovevano
essere lentamente scivolate verso un inconsapevole dormiveglia, perché non mi
ero assolutamente accorta che si fosse avvicinato… E poi, ormai, quando si
trattava di Gourry, i miei sensi lo registravano silenziosamente e la mia mente
non subiva la minima allerta…
Alzai
lo sguardo, per incontrare il suo. Il mio amico mi sorrise… “Stavi dormendo…
Scusa…”
“Non
importa…” Agitai la mano in segno di noncuranza. “Non siamo venuti qui per
riposare, no?” Mi stiracchiai, sbadigliando pigramente. “Uuuuhm… Quanto tempo è
passato…?”
“Più
di due ore dal tramonto, credo… Ormai deve essere quasi mezzanotte…”
MEZZANOTTE?!?!!
Accidenti, dovevo averne, di sonno arretrato, per non essermene accorta…
Aggrottai
le sopracciglia. “A questo punto, credo che si tratti di qualcosa di più che
una passeggiata nel bosco… Comincio a sospettare che, per quanto aspetteremo,
il nostro armaiolo non si farà vedere…”
“E
allora, cosa facciamo?”
“Mi
secca rinunciare quando siamo così vicini ad una soluzione, ma del resto non ho
la benché minima voglia di trascorrere giorni e giorni in questo posto… E
soprattutto, non ho intenzione di cenare un’altra volta con quelle erbe
disgustose… Trascorreremo la notte qui… Poi usciremo da questa dannata foresta
e cercheremo qualche altra soluzione per la Spada di Luce, che ne dici?”
Il
mio amico annuì.
Gli
feci un sorriso… “Bene… Che ne dici di fare tu il primo turno di guardia? Io
credo di avere troppo sonno per accorgermi di qualsiasi nemico che non sia
direttamente sotto al mio naso…”
Lo
spadaccino fece spallucce. “Non ti preoccupare, preferisco fare il turno di
guardia e affrontare i nemici peggiori che dover affrontare TE quando sei
troppo stanca per frenare il tuo hobby di lanciare Palle di Fuoco…” Affermò,
convinto.
Gli
rivolsi un’occhiataccia. “Questo è uno di quei momenti, sai Gourry…? Ti
converrebbe evitare certi commenti e non svegliare il can che dorme…”
Il
mio amico fece una risata nervosa… “Eh, eh… Ma io scherzavo… Perché non dormi
un po’ ora, eh?” Il suo tono si era volutamente addolcito…
“Che
attore…” Fu il mio unico commento, accompagnato da un sogghigno.
Feci
per sdraiarmi e rimettermi a dormire, quando un rumore nella boscaglia mi fece
sussultare… Uno schiocco, duro, come di qualcosa che cade da un albero…
… O
di un ramo secco, al suolo, che viene calpestato.
“Gourry…
Lo hai sentito anche tu…?”
“Di
cosa stai…?”
Prima
che lo spadaccino potesse terminare la sua domanda, lo strano rumore si fece
nuovamente sentire, stavolta più nitido. Il mio amico mise immediatamente mano
alla spada, mentre io mi rimettevo a sedere, ora perfettamente sveglia,
richiamando alla mente la formula di un incantesimo. Restammo fermi in attesa,
probabilmente per qualche minuto, mentre attorno a noi era calato il silenzio
più completo. Gli uccelli notturni non viaggiavano più fra i rami, persino il
vento sembrava aver messo a tacere la sua voce sibilante…
Fui
la prima a rompere il silenzio. “Ci siamo… sbagliati?”
“Può
darsi che si trattasse di un coniglio selvatico…”
“Un
coniglio selvatico che si aggira vicino ad un fuoco acceso, e a quest’ora?”
Chiesi, scettica.
“Qualunque
cosa fosse, sembra che se ne sia…” Cominciò il mio amico… senza fare in tempo a
terminare.
Un
fruscio di cespugli, e la creatura gli era addosso.
“Attento!!!”
Spingendo il mio compagno di lato, recitai la formula che avevo trattenuto fra
le dita. “DIEM WIND!!!” L’essere venne sbattuto, contro un albero che
scricchiolò paurosamente sotto al suo peso. Sembrava una via di mezzo fra un
orso ed un grosso cane, ma non avevo mai visto niente del genere in natura…
L’onda
d’urto scaraventò anche me a terra, direttamente addosso al mio compagno… Mi sa
che non avevo regolato bene la potenza…
“Ohi, ohi, ohi, ohi, ohi.....
Che
maleeeee!!!” Mi lamentai, cercando con scarso successo di smettere di
inciampare sul mio amico e di rialzarmi… “Perché accidenti la tua armatura deve
essere così dura?!?”
“Lina…
Mi stai piantando il gomito nello stomaco!!! Vuoi alzarti perfavo…..OOOOOOOOH!
DANNAZIONE!!!!”
Sollevai
il volto, seguendo il suo sguardo terrorizzato e… per poco non svenni per lo
spavento. Eravamo circondati!! Una decina di quelle creature ci stringeva
attorno al pozzo, con un’aria tutt’altro che amichevole… La strana inquietudine
che mi aveva presa qualche ora prima, dopo il mio incontro nella boscaglia, si ripresentò
con tutta la sua forza.
Fu
un attimo. Tutti gli esseri, contemporaneamente, si piegarono sulle zampe e si
scagliarono verso di noi!
Però,
non avevo la minima intenzione di lasciarmi sorprendere.
“Burst
Rondo!!!!!”
Parte
delle creature venne respinta dal colpo. Gourry, provvidenzialmente, tranciò di
netto la testa a due di esse, che erano riuscite ad evitare il mio attacco e si
erano avvicinate a sufficienza da minacciarmi con i loro artigli. Sembrava che
potessimo tener loro testa… Non riuscivo però a capire di che razza di bestie
si potesse trattare. Erano creature magiche, questo è certo… Ma non demoni
inferiori… E poi, perché si trovavano lì? Qualcuno le aveva mandate per noi?
“Potrebbe
trattarsi di chimere!!!” Gridai a Gourry, schivando, contemporaneamente, un
artiglio. “Anzi, ne sono quasi sicura! Non ho mai sentito parlare
dell’esistenza in natura di mostri di questo tipo…”
“LUCE!!!”
Un lampo nella notte, e la testa di un’altra creatura volava lontano dal suo
proprietario, per finire direttamente dentro al pozzo… Ugh, dubitavo che
qualcuno avrebbe voluto prelevare ancora dell’acqua da lì… “Chime… cosa?”
Chiese il mio compagno, mentre riguadagnava l’equilibrio, dopo il colpo.
“Dire
Brand!!!!!” Gli coprii le spalle, mentre si preparava a sferrare un altro
attacco. “Chimere!!! Le conosci già, cretino! Ricordi Alshifom, ad Atlas? Sono
esseri ibridi, creati artificialmente, con la magia!” Con la coda dell’occhio,
notai che alcune delle creature che avevamo atterrato accennavano a rialzarsi.
Non erano fortissime, ma molto resistenti… Forse erano addestrate a sopportare
il dolore e a combattere, come macchine da guerra, fino a che l’ultimo alito di
vita non le avesse abbandonate…
“E
come si fa a sconfiggerle???” Chiese ancora una volta il mio compagno
terminando un affondo, prima di saltare indietro, attaccato in tutte le
direzioni.
“Dipendeeeeeeeeeeeeeeee…”
Uno di quegli esseri era appena riuscito ad afferrarmi per una gamba, e mi
aveva sollevata, a testa in giù, avvicinandomi pericolosamente alle sue zanne!
“Lina!”
Il mio amico, impegnato con altri tre mostri, non aveva la possibilità di
aiutarmi. Ma non c’era alcun problema, per la grande maga-genio Lina Inverse!
“Lasciami, bestiaccia!!!” Estrassi un po’ a fatica (il che era comprensibile,
vista la mia posizione…) la mia spada corta e, aggrappandomi alla spalla
dell’essere, gliela conficcai in profondità nel collo, evitando per un soffio
di farmi mordere. La creatura emise un profondo gemito di dolore, e prese ad
agitarsi convulsamente, lasciando la presa sulla mia gamba. Mi aggrappai
disperatamente alla spada per evitare di essere scagliata lontano e presi a
recitare una formula… Ero stata troppo lenta!!! Gli artigli del mostro si
conficcarono dolorosamente nella mia gamba sinistra, e a malapena fui capace di
resistere all’impulso di gridare. Non potevo interrompere la formula, o sarei
stata uccisa! “Mono…”Strinsi i denti, imponendomi di proseguire…“MonoVolt!!!” La scarica elettrica attraversò la lama e si
trasferì al corpo del mio assalitore. Con un grido la creatura precipitò al
suolo, mollando ancora una volta la presa su di me… e scaraventandomi con
violenza verso il pozzo!
Tuttavia,
una presa ferrea mi evitò di precipitare. “Gourry!!!” Il mio amico aveva
afferrato all’ultimo momento il mio braccio sinistro, trattenendomi dall’orlo
del pozzo. Purtroppo, però, non potevo fare forza sulle gambe per sollevarmi…
“Resisti, Lina, ti tiro su io…”
“Stai
attento!!!!” Un altro mostro era apparso alle sue spalle, e oscurava con la sua
mole l’imboccatura del pozzo. A fatica, sollevai il braccio rimasto libero. “Flare
Arrow!!!” La creatura finì abbattuta, mentre Gourry, afferrate entrambe le
mie mani, mi trascinava di peso oltre l’imboccatura del pozzo.
Quando
fummo sul prato sani e salvi, tirammo entrambi un profondo sospiro di sollievo.
“Lina…
La tua gamba…”
“Non
è nulla…” Gli sorrisi, reprimendo una smorfia di dolore. “Basteranno un
semplice incantesimo e un po’ di riposo…”
“Hm…”
Il mio amico non mi sembrò troppo convinto…
Cercando
di ignorare la sua espressione preoccupata, diedi un’occhiata al paesaggio
offerto dalla piccola radura che ci circondava… Decisamente, non era più tanto
poetico come lo ero stato nel pomeriggio… Per quanto il buio lasciasse un certo
spazio all’immaginazione, l’odore di sangue permeava ogni cosa, e i nove
cadaveri delle creature che avevamo affrontato troneggiavano alla luce della
luna… Nove… cadaveri…
“Gourry!
Dov’è finito il decimo di quei mostri?”
Quasi
in risposta alla mia domanda, un grido si levò nell’oscurità. Per un attimo,
pensai che stessimo per essere attaccati, ma mi resi quasi subito conto che la
fonte di quel suono agghiacciante proveniva da un luogo ad una certa distanza
da noi… Si trovava vicino alla porta principale dell’abitazione.
Nel
buio, riuscimmo a intravedere la sagoma del mostro. Furiosamente, continuava a
scagliarsi contro la porta in legno massiccio della piccola casa,
apparentemente nel tentativo di sfondarla. I suoi colpi, tuttavia, si facevano
sempre meno violenti. Non potevo vederlo bene da quella distanza, ma sarei
stata pronta a giurare che fosse coperto di sangue. Doveva essere ferito a
morte… Nonostante questo, sembrava deciso a non desistere… “Credo… credo che
stia concentrando tutte le sue ultime forze nel tentativo di portare a termine la
missione che gli era stata assegnata…” Mormorai, fra i denti.
“Vuoi
dire… che non eravamo noi il suo obiettivo?”
Scossi
la testa. “Non posso esserne sicura… Ma ho l’impressione che quei mostri non ce
l’avessero con noi… Certo, eravamo un intralcio da abbattere, ma…” Rivolsi
nuovamente lo sguardo al mostro. “… Guarda come si accanisce su quella porta…
Forse il loro vero scopo era attaccare l’uomo che vive in questo luogo… E
chissà, magari la sua sparizione ha a che fare proprio con questo…”
Lo
spadaccino al mio fianco annuì e si sollevò in piedi. Lo fissai un momento con
aria interrogativa, quindi compresi quello che aveva intenzione di fare. “Fai
attenzione.” Lo ammonii, semplicemente. “E’ inferocito…”
“Non
ti preoccupare.” Mi guardò per un momento. “Dovresti… fare qualcosa per la
gamba…”
“Oh…”
I miei ragionamenti mi avevano fatto quasi scordare della ferita. Ma aveva
ragione, stavo perdendo molto sangue… Appoggiando delicatamente la mano sulla
gamba colpita, evocai un semplice incantesimo e avvertii che il dolore
lentamente si attenuava.
Gourry
fece piuttosto in fretta. Del resto, il mostro non era più in grado di
difendersi. Bastò un colpo per abbatterlo, facendolo cadere proprio di fronte
alla porta, ormai semidistrutta, che aveva disperatamente cercato di sfondare.
Almeno, la sua sofferenza era terminata.
“Stava
per morire, ma aveva una forza paurosa…” Commentò il mio amico, di ritorno da
me… Lanciò uno sguardo preoccupato alla mia gamba ferita. “Quel colpo deve
essere stato molto doloroso…”
“Oh,
insomma, Gourry, sto BENE!!! Smettila di comportarti come una mamma!” Gli
strizzai l’occhio. “Ora, dammi una mano a rialzarmi e a raggiungere quella
porta, per favore.”
Lo
spadaccino mi fissò con aria interrogativa. “Perché, che cosa vuoi fare…?”
“Se
quegli esseri maligni sono riusciti a penetrare così a fondo nella foresta
sacra, significa che la persona che li ha evocati dispone di un potere davvero
notevole… Mi chiedo perché qualcuno del genere possa avercela tanto con un
vecchio eremita… Voglio vederci chiaro in questa faccenda… E credo che
un’ispezione in quella casa abbandonata potrebbe essere un buon inizio…”
Il
mio amico mi fissò con una strana espressione. “Che c’è?” Domandai, con aria
innocente.
“Stiamo…
di nuovo per cacciarci in guai che in teoria non ci riguarderebbero…”
“Lo
so, lo so, ma, ehi, dopotutto siamo stati coinvolti nostro malgrado giusto? Non
dirmi che vorresti lavarti le mani di questa faccenda senza avere prima
approfondito i particolari… Dormiresti sonni tranquilli, poi? Non sei un po’ curioso?”
“Bè…
Certo… certo…”
“E
poi, se trovassimo Kentar-sama ed eventualmente gli dessimo una mano lui
potrebbe decidere di fare quel lavoretto alla Spada di Luce GRATUITAMENTE, mi
spiego?”
Sospirò.
“Hai ragione, hai ragione…” Passò un braccio attorno alla mia vita e mi sollevò
piano, cercando di non urtare la gamba ferita. Sospirò nuovamente. “E poi,
tenerci lontani dai guai troppo a lungo non è nostra abitudine, giusto?”
Tuttavia, aveva un tono… divertito…
“Non
fare la vittima.” Gli rivolsi un sogghigno. “Avanti… La porta è praticamente
distrutta… Entrare non dovrebbe essere troppo difficile…”
L’interno
sembrava quello di una abitazione comunissima… Era comprensibile. Probabilmente
gli oggetti magici più potenti erano conservati in un laboratorio, o qualcosa
del genere… Di certo non li avrebbe tenuti in bella mostra sulla credenza della
cucina… C’era anche una buona probabilità che il proprietario li avesse portati
con sé, ovunque si trovasse… a meno che non fosse stato costretto ad
allontanarsi in tutta fretta. Il che appariva decisamente possibile… La casa,
completamente arredata e piena di oggetti ed utensili, dava l’idea che il
padrone stesse per tornare da un momento all’altro… Ma forse era anche perché,
al centro di un bosco sacro, non doveva preoccuparsi troppo dei furti…
“Qualcuno
potrebbe chiamarla ‘violazione di domicilio’…” Commentò il mio amico,
sospirando.
“Su…
Siamo qui per aiutare il proprietario… Scommetto che poi ci sarà grato…” Uhm…
Chissà se c’era la possibilità che trovassi ancora qualcosa di valore che avrei
potuto rivendere… OVVIAMENTE se avessimo scoperto che Kentar-sama stava bene
glielo avrei subito restituito…
“Aiutare…
il proprietario, eh?” Lo spadaccino aveva un’aria un po’ scettica… Ogni tanto
sembrava che fosse capace di leggermi nel pensiero…
Mascherando
un sogghigno, cominciai a guardarmi attorno più attentamente. Era meglio fare
il più in fretta possibile. Quel luogo sembrava non essere tanto sicuro quanto
la sua reputazione avrebbe promesso…
Visto l’accumulo di polvere, sembrava che la casa non
fosse abitata da almeno una settimana. Anzi, a dire il vero, alcune cose
sembravano intonse da anni… Come la vecchia libreria che occupava l’intera
parete a lato dell’ingresso. Libri di cucina, romanzi, un trattato sul
‘perfetto piazzista’, persino un manuale di giardinaggio… Opere del tutto
comuni, ma probabilmente le meno utilizzate da un mago di quel livello…
Tuttavia… “Gourry, potresti aiutarmi a raggiungere la libreria, per favore…?”
Il mio amico, vestendo un’aria piuttosto perplessa, mi
scortò fino al vecchio mobile tarlato.
Un libro… un libro sembrava non essere coperto di polvere
come gli altri… Doveva essere stato preso in mano più di recente… Poteva essere
che quell’opera mascherasse, come nei migliori romanzi gialli, una leva per
l’apertura di un passaggio segreto?
Tuttavia,
quando estrassi il tomo rilegato ‘La cucina del Nord. Trucchi e ricette, divisi
per regioni.’ nulla di notevole accadde… Ma allora perché…? Presi a sfogliare
le pagine dell’opera alla ricerca di qualche indizio… E quando raggiunsi la
parte centrale, un piccolo foglio di carta, piegato e chiuso da un sigillo,
scivolò al suolo.
“E
questo, che cos’è…?” Chiese il mio amico, piegandosi a raccoglierlo.
“Sembra una lettera… Vedi? Pare che il sigillo sia già stato
spezzato e richiuso…” Presi in mano il foglio e lo aprii… Il messaggio sembrava
essere piuttosto laconico…
Il tuo continuo rifiuto di presentarti comincia a farsi
seccante, “Kentar”… Ci sono diverse cose di cui dobbiamo discutere…Non puoi continuare arespingereil nostrovolere… Non puoi
continuare a respingere il MIO volere. Non soesattamente quali siano le tue intenzioni, ma non pensare di metterti
contro di noi, o te ne pentirai. Se non ti farai vedereal prossimo Concilio, sarò costretto a
prendere provvedimenti… SERI provvedimenti… e tu sai cosa intendo… Non inviare
risposta, libera nella foresta la creatura con cui ti ho inviato la lettera…
Non ho bisogno di attirare su di me l’attenzione della gente…
“Che
strano… Chissà che significa…” Commentò il mio amico, grattandosi perplesso la
testa.
“Hmmm…
Non capisco…” Rilessi brevemente il messaggio, nel tentativo di comprendere di
che cosa si trattasse esattamente… quando il mio sguardo cadde sul mittente.
“Non…
NON E’ POSSIBILE!!!”
“Cosa?
Che è successo?”
“Gourry!
Guarda chi ha mandato la lettera!!!”
Ilmund, il Verde
“Noi…
Lo conosciamo…”
“E’
il Gran Maestro del Circolo di Magia di Miilun, Gourry!!! Ricordi? Quello che
ci ha dato informazioni riguardo al Portale…”
“Oh…
Certo, hai ragione…”
“Ancora
la città di Miilun… Sembra che il Gran Maestro sia coinvolto in qualcosa di
strano… Mi chiedo se dipenda da quello che è accaduto sei mesi fa… Di certo
aveva fatto molta attenzione a non far venire alla luce tutta la faccenda…”
“Può
anche darsi che si tratti semplicemente di qualche questione che riguarda solo
lui e questo Kentar-sama…”
“Non
so, Gourry… Perché nella lettera parla al plurale, usando il ‘noi’? E perché
deve evitare di attirare su di sé l’attenzione della gente? Ci sono troppi
interrogativi che restano aperti… E poi… non so perché… ma non mi sento
tranquilla… Ho un brutto presentimento…”
“Che
cosa pensi di fare?”
“Credo
che sia il caso di tornare a vedere la situazione a Miilun… Quella città sembra
una calamita per i guai…”
“Un
buon motivo per andare a visitarla, eh, Lina?” Il mio amico sogghignò.
Gli
rivolsi un’occhiataccia. “Dobbiamo tenere d’occhio quell’uomo, Gourry…
Sinceramente, a me non è mai piaciuto… Ma dobbiamo cercare di capire che cosa
abbia in mente…”
Trascorremmo
ancora un paio d’ore in quella casa, setacciandone ogni più piccolo angolo, ma
non trovammo davvero nulla di interessante. Alcuni trattati sulle armi sacre e
qualche pergamena di incantesimi fu quanto di meglio ci offrì la nostra
ricerca… Come pensavo, il padrone di casa doveva aver portato al sicuro i
propri oggetti, prima di andarsene…
“Uff, che perdita di tempo!” Mi lamentai, quando
finalmente uscimmo all’aria aperta. Dopo tutto quel vagare per l’abitazione di
Kentar-sama, la gamba mi faceva un male pazzesco.
“Lina…
Che fine hanno fatto i cadaveri di quegli esseri…?” Chiese il mio compagno, in
un tono velato da una sottile inquietudine.
Mi
guardai attorno… Erano tutti scomparsi! “Forse… Forse è opera della magia che
li aveva creati… Però non è che la cosa mi piaccia più di tanto…”
“Neanche
a me…” Commentò, nervosamente. Evidentemente non ero l’unica a cui quel bosco
desse i brividi… “Prima che arrivino i loro ‘colleghi’, direi che è proprio il
caso di allontanarci…”
Aaaaaaaaaaaah!
Aveva ragione! Ma come diavolo avrei fatto con quella gamba, accidenti?
Non
feci in tempo a dare voce al mio dubbio… Il mio compagno si era già avvicinato
a me, e mi aveva caricata sulle spalle! Aspetta un… “Ehi, ehi! Che cosa credi
di fare?”
Lo
spadaccino mi sorrise. “Lina, non la dai a bere a nessuno facendo finta che non
ti faccia più male…”
Sospirai.
D’accordo, dato che non avevo molte altre alternative… E poi, dopotutto, non
era male… Senza aggiungere altro, lasciai scivolare le braccia attorno al collo
del mio amico, per evitare di cadere, e mi appoggiai a lui. Gourry non fece
commenti, ma si limitò ad incamminarsi lungo il sentiero che ci aveva condotto
in quel luogo. In poco più di un’ora avremmo visto spuntare il sole
all’orizzonte… Forse alla luce pallida dell’alba il paesaggio della foresta
sarebbe sembrato meno lugubre di quanto era apparso in precedenza…
…Ma
io questo non lo seppi mai, perché quando mi svegliai il sole era già alto nel
cielo e la foresta lontana. Ci trovavamo sul sentiero che la costeggiava,
diretto a Himit. Da lì, il tragitto verso Moonearth era relativamente breve… Mi
faceva una strana impressione tornare in quel regno, dopo tutto quello che era
successo solo sei mesi prima…
“Buongiorno!”
Mi fece il mio amico in tono allegro, quando sollevai il volto, in precedenza
affondato nel suo collo, esponendolo all’aria fresca del mattino.
“Uh…
Che ore sono?”
“Devono
essere ormai le dieci. Hai dormito un bel po’… Sei crollata quasi subito, ma
non ti ho svegliata, perché poi saresti stata insopportabile per tutto il
tragitto…”
Umph…
Il solito tatto… “Sai, ho tanta voglia di sgranchirmi le articolazioni
lanciando qualche incantesimo… ma non ho ancora scelto il mio bersaglio…”
“Ehm…
Stavo solo scherzando…” Si schermì.
“Già,
già…” Però mi era sembrato molto convinto di quello che diceva… “Non hai avuto
problemi durante il viaggio, vero?”
“No,
nessun attacco… Credo proprio che avessi ragione tu… Quegli esseri dovevano
davvero mirare alla casa, non a noi…”
“Bè,
immagino che questa sia una buona notizia…” Gli sorrisi. “Puoi mettermi giù,
ora. La gamba è a posto.” Dove in precedenza si trovava la ferita, era rimasto
solo un grosso livido che andava lentamente restringendosi, come potevo
intravedere dallo strappo nei pantaloni. Forse ci era voluto più tempo del
previsto per curarmi, ma, per fortuna, non eravamo stati costretti ad altri
combattimenti, nel frattempo. Ora dovevo pensare a procurami qualche nuovo
abito da indossare, piuttosto… I pantaloni stracciati davano un tantino troppo
nell’occhio…
Il
mio amico si piegò per lasciarmi scendere, ed entrambi ci stiracchiammo,
godendo del calore dei raggi del sole estivo.
“Vuoi
fermarti a dormire un po’? Io mi sono riposata, ma tu non chiudi occhio da
ieri…” Chiesi, notando un suo ampio sbadiglio.
Scosse
la testa. “Himit non è lontana… Ci conviene fermarci quando saremo arrivati là…
Sperando di trovare ancora un posto libero alla locanda…”
Battei
le palpebre. “Perché non dovremmo? Si tratta pur sempre di un piccolo
villaggio… Ci sarà anche una sola locanda, ma non sono molti i visitatori che
passano da quelle parti…”
“Hai
ragione, ma da quando siamo usciti dalla foresta già tre carovane ci hanno
superato… E sembravano tutte viaggiare nella nostra stessa direzione…”
Aggrottai
le sopracciglia. “Tre… carovane?”
“Già…
E a guidarle erano sempre dei maghi… O almeno, così sembrava dalle vesti che
indossavano…”
Gettai
un’occhiata in direzione del piccolo villaggio che costituiva la nostra meta
per la giornata… Il suo profilo già si stagliava contro la luce accecante
dell’orizzonte. “Può darsi… che anche quelle carovane fossero dirette a
Miilun…” Commentai, riflettendo. “A questo punto, vale DAVVERO la pena di
andare a dare un’occhiata…” Tuttavia, incupirsi e preoccuparsi prima del tempo
non sarebbe servito proprio a nulla! Con rinnovata allegria, dopo la lunga
dormita, strizzai l’occhio al mio compagno, battendogli veementemente la mano
sulla schiena. “In marcia, su!”
Senza
altri commenti ci incamminammo verso l’incognita che la sorte aveva voluto
proporci.
Poteva
anche essersi trattato di una incredibile somma di coincidenze… Poteva essere
in ballo qualche questione alla quale noi, e chiunque non fosse direttamente
interessato, eravamo del tutto estranei… Ma ficcare un po’ il naso non avrebbe
portato nessun danno, giusto?
Non
aveva alcuna importanza di che natura fosse, solo viverla ce lo avrebbe
rivelato… ma una nuova avventura era appena cominciata.
Capitolo secondo: Rincontri e sparizioni… Cosa sta succedendo a Miilun?
La
città di Miilun non appariva troppo diversa da com’era quando la avevamo
lasciata, sei mesi prima…
Viva,
allegra, CAOTICA… Anche se i giorni della Fiera del Magico erano lontani,
bancarelle di ogni tipo continuavano ad occupare i lati delle strade e un
numero sempre maggiore di persone si riversava, dai piccoli vicoli che la
intersecavano, nella via principale. Niente male, per una città che fino a
pochi anni prima era considerata periferica… L’iniziativa della fiera le aveva
veramente portato fortuna… per quanto continuasse a rimanere dubbio in che modo
un piccolo borgo come la capitale di Moonearth fosse stato in grado di
permettersela…
Ormai
da un paio d’ore cercavamo di districarci fra la marea di persone che affollava
le vie. In verità, dopo essere arrivati in città e aver preso due stanze alla
solita locanda, ci eravamo trovati senza una vera e propria meta da seguire…
Irrazionalmente, mi ero aspettata di trovare a Miilun un cataclisma imminente,
o almeno una situazione tesa… Invece, tutto sembrava rientrare nella normalità.
Forse mi ero davvero preoccupata eccessivamente… Sarebbe stato il colmo se
avessimo scoperto che Kentar-sama fuggiva dal Gran Maestro semplicemente perché
doveva saldare un debito…
Alla
fine, ad ogni modo, il mio compagno di viaggio ed io avevamo deciso di tornare
nella zona dove sei mesi prima si era trovato il tempio alla cui distruzione i
miei amici ed io avevamo, involontariamente, contribuito. Ero curiosa di vedere
se il Circolo di Magia avesse dato avvio ad una ricostruzione, anche se ormai
la configurazione magica che aveva costituito il Portale era scomparsa…
Vagando
per le strade, per quanto la mia attenzione fosse concentrata principalmente
sul non perdere di vista Gourry fra la folla (non avevo davvero voglia di
spendere ore e ore a cercarlo, poi…), avevo notato che moltissimi maghi
sembravano aver eletto Miilun come loro meta… Numerose vesti decorate da rune
dominavano le vie, per quanto, fino ad un anno prima, il Circolo di Magia della
città fosse considerato come uno fra i meno influenti del continente. Dunque,
le tre carovane che avevamo incontrato lungo la strada per Moonearth non erano
state un caso… Davvero strano…
“Ho
paura che quando finalmente saremo riusciti a raggiungere il tempio, sarà già
ora di tornare alla locanda…” Sbuffai. “Accidenti, ma nessuno ha di meglio da
fare, che camminare per le strade a quest’ora? Quasi rimpiango quando c’era la
fiera, almeno la gente se ne stava concentrata in UNA SOLA zona della città…”
Il
mio amico fece spallucce. “Bè, anche noi contribuiamo ad alimentare il caos…”
“Lo
so, lo so, ma avrò almeno il diritto di lamentarmi, no?”
Come
semplice risposta, lo spadaccino mi rivolse un sorriso. “Senti, Lina… io non ho
ancora capito bene una cosa… che pensi di trovare, esattamente, al tempio?”
“Il
problema è… che non lo so! A dire il vero, non avevamo nessun altro posto dove
andare…”
Una
goccia di sudore scese lungo la tempia del mio amico. “Che… che intendi dire?”
Agitai
una mano, in segno di noncuranza. “Vedi, ho pensato di venire qui a Miilun più
per una sensazione, che per altro… Non saprei davvero da dove cominciare a
indagare… Solo di una cosa sono certa…” Aggrottai le sopracciglia, risoluta. “…
non ho per nulla voglia di tornare da quell’Ilmund…”
Il
mio amico sospirò. “Per essere sincero, neanche io…”
Annuii.
“E poi, se in questa città sta davvero succedendo qualcosa di strano, che ha a
che fare con lui, essere sottoposto a troppe domande da parte nostra potrebbe
insospettirlo… Certo, potrebbe pensare che sappiamo più di quanto non sia in
realtà e di conseguenza parlare, facendoci capire meglio la situazione, però…”
Aaaaaaaaaaaaah!!! I ragionamenti contorti non ci avrebbero portati a scoprire
proprio nulla! Sempre che CI FOSSE qualcosa da scoprire… L’atmosfera serena di
Miilun mi rendeva sempre più dubbiosa…
“L’ideale
sarebbe ritrovare Kentar-sama e parlare della questione con lui, ma come
facciamo a sapere dove si trova?” Riflettei, dopo un attimo di silenzio.
“Potrebbe essere venuto a Miilun, come potrebbe essere fuggito da qualsiasi
altra parte del mondo, nel caso non abbia intenzione di farsi trovare da chi lo
sta cercando… Potremmo metterci a controllare i registri di tutte le locande
della città, ma sai che lavoraccio… E poi c’è sempre la possibilità che abbia usato
un nome falso…”
“E
perché… avrebbe dovuto farlo…?” Domandò il mio amico, perplesso.
“Ragiona…
Può darsi che, come noi, sia venuto a Miilun solo per studiare la situazione e
non abbia intenzione di farsi riconoscere… E poi…” Aggrottai le sopracciglia. “Nella
lettera di Ilmund il nome ‘Kentar’ era fra virgolette, ricordi…? Può darsi che
si tratti di uno pseudonimo… Tra l’altro, ora che ci penso, anche il nome
‘Ilmund’, che firmava la lettera, poteva essere un falso…”
“In
che… senso?” Il mio amico aveva l’aria di non capirci più nulla…
“E’
possibile che qualcuno abbia voluto sfruttare il nome del Gran Maestro, che a
quanto pare aveva qualche tipo di rapporto con il nostro armaiolo, per attirare
Kentar qui a Miilun, forse in una trappola… I conti tornerebbero comunque… E,
purtroppo, noi non abbiamo gli elementi per escludere nessuna ipotesi…”
“Hmmm…”
Fece il mio amico, pensieroso. Preferii non indagare se avesse realmente
compreso… Non avevo voglia di arrabbiarmi…
“Con
i forse, però, non verremo a capo a nulla… Come prima cosa, faremmo meglio a
cercare di capire meglio CHI sia questo Kentar e perché il Circolo di Magia di
Miilun possa essere interessato al suo agire… E poi, dovremmo scoprire se il
tono allarmato della lettera che abbiamo trovato a casa di Kentar dipendeva da
qualcosa che ha a che fare con quello che è accaduto sei mesi fa… E per questo,
forse, un’occhiata al tempio non guasterà…” Era strano… Eravamo arrivati a
Miilun… e stavamo facendo tutto il possibile per chiarire la questione… perché
quell’inquietudine non si decideva ad abbandonarmi, allora? Con un sospiro,
decisi di ignorarla… Era stata tutta colpa dell’atmosfera cupa di quella
foresta!
Mi
fermai un momento sospirando. La via era piena di gente e la situazione non
sembrava migliorare, più avanti… Era abbastanza ovvio che i miei nervi ne
risentissero… “Tagliamo per i vicoli…” Suggerii, fiaccamente. “Continuando per
la via principale ci metteremo una vita ad arrivare…”
Attesi
una risposta, o un cenno d’assenso… che non vennero. Seccata, mi voltai verso
il mio amico, che era rimasto indietro di qualche passo. Dandomi le spalle,
sembrava osservare qualcosa nella via, davanti a sé. Accidenti a lui… come al
solito, mi faceva parlare con il vuoto!
Lo
afferrai per un braccio, bruscamente. “Ehi, Gourry, ti vuoi decidere ad
ascoltarmi o…” Immediatamente, lo lasciai… non appena notai la sua espressione.
Il mare celeste dei suoi occhi si era tramutato in grigio ghiaccio. Il consueto
calore era stato spinto lontano, coperto da una coltre di angoscia… e di paura…
Quello
sguardo mi spaventò più di qualsiasi nemico avessi mai avuto la possibilità di
incontrare.
“…Gourry…?”
Il
mio compagno batté le palpebre e rivolse lo sguardo verso di me, senza dare
realmente l’impressione di vedermi. “Oh… Niente… Non è niente… Mi era sembrato…
di vedere qualcuno che conosco…” Il suo tono era impersonale… freddo… Senza
aggiungere altro, mi volse nuovamente le spalle e si incamminò, senza
aspettarmi, verso il tempio. Non si era mai comportato a quel modo… Che cosa…?
Sospirando,
allungai il passo per raggiungerlo e mi parai di fronte a lui, bloccandolo.
“Aspetta un momento…”Il mio tono oscillava fra la durezza e la preoccupazione.
“Di chi si trattava…?”
Anche
lo spadaccino sospirò. Quindi mi rivolse quello che sembrava tanto un sorriso
di circostanza… “Nulla di importante, Lina… Mi sono solo sbagliato… Abbiamo
altro a cui pensare, mi sembra…”
“Sarà
anche stato poco importante, ma…” Cominciai, con tutta l’intenzione di non
lasciargli sviare il discorso, ma non ebbi la possibilità di terminare. Lo
sguardo del mio amico si era spostato dal mio volto a qualcosa di indefinito,
alle mie spalle.
“Ehi,
Lina… guarda un po’ lassù…”
Rivolgendogli
un’occhiataccia per il repentino cambio di argomento, girai le spalle… e mi
trovai ad osservare una scena che mi era ormai più che familiare…
Ad
un centinaio di metri da noi, lungo la strada principale, una ragazza, vestita
di una tunica bianca, abbellita da rune argentee, si trovava in piedi, su un
LAMPIONE, e si rivolgeva alla folla, gesticolando vistosamente. Al suo collo
pendeva un medaglione finemente decorato, che recava lo stemma della casata
reale di Sailune.
“…
E per questo motivo i principi della Giustizia devono essere sempre applicati!
Se in voi non alberga lo spirito sacro del paladino, è comunque alla legge
naturale e suprema della Giustizia che dovrete fare riferimento, o la punizione
divina scenderà su di voi inesorabile!!!!”
“Principessa,
la prego, venga giù di là… Se si farà male suo padre non me lo perdonerà mai…”
Un’anziana guardia, un veterano, si trovava ai piedi del lampione e stava
cercando, con scarso successo, di attirare l’attenzione della giovane. Una
folla sempre maggiore di persone si stava radunando per osservare la scena, con
il risultato che la strada era ormai completamente ostruita…
Sospirando,
mi avvicinai al guerriero, appoggiandogli una mano sulla spalla. La guardia si
voltò verso di me, sorpresa. “Cosa…?”
“Non
è così che si fa… Stia bene a guardare…” Arretrando di qualche passo, richiamai
a me il potere del fuoco, e, prima che l’anziano uomo potesse fermarmi…
“Flare
Arrow!!!” Recitai.
La
punta delle mia freccia andò a colpire direttamente la cima del lampione,
frantumandola. La principessa perse l’equilibrio e, distrutto il suo punto
d’appoggio, fu costretta ad invocare un ‘Levitation’ e ad atterrare al suolo…
Missione compiuta!
“Chi
ha osato fare una cosa del genere proprio quando ero nel vivo del…” Cominciò la
mia vecchia amica, ovviamente seccata… Quindi, il suo sguardo si posò su di me.
“Li…
LINA -SAN!!!”
“Bingo!”
Le sorrisi. “E allora, Amelia, come mai hai deciso di turbare ancora la pace di
Miilun con i tuoi discorsi sulla Giustizia?”
La
mia amica non rispose. Si limitò a gettarmi le braccia al collo, in un caloroso
abbraccio. “Lina -san! Non avrei mai pensato di trovarti qui!”
La
allontanai, per riuscire a parlare. “Neanche io, se devo essere sincera…
L’appuntamento era fra sei mesi, ma pare che abbiamo anticipato le cose…” Le
strizzai l’occhio.
“Fra
sei mesi un accidente!!!” Scattò la mia amica. “Avevi promesso di venire a
trovarmi a Sailune, ricordi? E non ti sei mai fatta vedere!”
Ehm…
Andare a Sailune e dover incontrare Phil non era certo la massima delle mie
aspirazioni, ma in fondo aveva ragione… “Ecco… Scusaci, è che abbiamo avuto
qualche problema con quella faccenda della spada di Gourry…”
“Ma
certo! C’è anche Gourry-san!” Il sorriso della principessa si rivolse al mio
compagno, che si avvicinò per salutarla. Ora, mostrava il solito atteggiamento…
però… aveva evitato volutamente di guardarmi in volto…? Mi ripromisi di
approfondire la faccenda, quando fossimo stati soli…
“Come
sei elegante, Amelia… Sei qui per qualche questione diplomatica?” Chiese lo
spadaccino, sorridendole.
“E’
la tunica da cerimonia, Gourry-san… Sono venuta a Miilun per partecipare al
Concilio… Finalmente mio padre ha deciso di affidarmi un incarico importante…
Sapete, il nonno ha deciso di lasciargli il trono entro l’anno prossimo… ormai
è troppo anziano per regnare… Così anch’io dovrò abituarmi a esercitare
seriamente il mio ruolo di principessa…”
“Il…
Concilio?” Domandai, aggrottando le sopracciglia. Se non mi sbagliavo, quella
parola ricorreva anche nella lettera di Ilmund…
La
mia amica mi rivolse uno sguardo stupito. “Non ditemi che non ne sapevate
nulla… Io pensavo che foste qui proprio per quello…”
Scossi
la testa. “Ultimamente, la civiltà non è stata nostra compagna… Per lo più, ci
siamo tenuti lontani dalle città e abbiamo vagato per boschi e montagne alla
ricerca di fantomatici esperti d’armi…” Condii la frase con un sospiro. Non era
stato sempre piacevole, dormire al freddo, su delle rupi che minacciavano da un
momento all’altro di crollare… Ogni tanto mi chiedevo come facesse Zel… Quella
era praticamente la sua vita quotidiana, con i posti che si trovava a visitare
per via della sua cura…
“Capisco…
Allora forse è normale che non abbiate sentito parlare di questa iniziativa…
Del resto è stato tutto progettato e organizzato così in fretta…” Fece la
principessa, senza smettere di sorridere. Ormai, la folla attorno a noi si era
dispersa… Restava solo l’anziana ‘guardia del corpo’ di Amelia, che era rimasta
a fissarci con aria grave e severa, la mano sempre all’elsa della spada…
La
nostra amica si guardò attorno. “Sentite, perché non mi seguite fino alle
stanze che hanno assegnato alla delegazione di Sailune? Potrei offrivi qualcosa
e spiegarvi tutto con più calma… Non mi piace restare a parlare qui, in mezzo
alla strada…”
Sapevo
che in teoria avevamo già deciso di recarci al tempio… Ma la prospettiva di una
cena con i fiocchi, offerta dai cuochi delle cucine reali, mi allettava
DECISAMENTE di più… E poi, questa faccenda del Concilio mi incuriosiva…
Sorrisi
alla nostra ospite. “Sei gentile, Amelia, accettiamo volentieri.”
“Povera
ragazza, non sai a cosa vai incontro, invitandola a cena…” Fu il solo commento
di Gourry, che si guadagnò una mia occhiataccia…
Camminando
in silenzio per le strade ormai venate di ombre di Miilun, non potei fare a
meno di notare l’aria stanca della mia amica. Era apparsa allegra ed esuberante
come al solito, ma nonostante i suoi sorrisi, e l’attento studio alle spalle
del trucco che accompagnava quella tenuta così elegante, sarebbe stato
difficile non accorgersi delle ombre che, come nubi in una notte chiara,
venavano il suo sguardo… Sembrava che non dormisse una notte tranquilla da
settimane… Immaginai che fosse a causa dei nuovi impegni che erano nati per lei
dopo la decisione di suo nonno di abdicare.
‘Povera
Amelia… Speriamo che sia solo una questione di abitudine…’
“Ecco,
siamo quasi arrivati” La principessa ci fece strada, lungo un viale alberato,
debolmente rischiarato dalla luce dei Lighting, diffusa dai lampioni ormai
accesi.
Gli
alloggi che erano stati assegnati al gruppo di maghi provenienti dal regno di
Sailune si trovavano nella
zona
più elegante della città, a non grande distanza - notai - dalla sede principale
del Circolo di Magia. Si trattava dell’intera ala di un grande palazzo, dotato
di un ampio giardino, che accoglieva anche, in altre sue parti, delegazioni
provenienti da tutte le città famose per le arti magiche e per le loro
associazioni di maghi e sacerdoti… Lo sfarzo riservato agli ospiti era persino
eccessivo, a mio parere, tanto che finiva quasi per scadere nel cattivo gusto…
Il che, pensai malignamente, si adattava PERFETTAMENTE alla personalità di
Ilmund… Tutto appariva come nient’altro che una occasione per mostrare la
grandezza della città e del suo Circolo di Magia… e del Gran Maestro di tale
circolo, ovviamente…
Amelia
ci fece accomodare in un salotto arredato elegantemente, all’interno del suo
appartamento privato. Congedando le guardie, diede loro disposizioni per la
nostra cena… Bene… Dopo tutto quel camminare, non ci vedevo più dalla fame…
La
principessa si sedette di fronte a noi, allontanando stancamente dal viso una
ciocca di capelli, crollata dalla sua acconciatura, ormai semidistrutta. “Mi
chiedo perché la mia dama di compagnia si ostini a cercare di tenermi su questi
capelli…” Si lamentò, versandosi una tazza di tè. “Dice che così si addice ad
una principessa, ma a me sembra solo una grossa perdita di tempo, dal momento
che dopo cinque minuti sono sempre irrimediabilmente tutti crollati…”
Ridacchiai.
“Credo che la tua dama di compagnia non tenga conto del fatto che le tue
giornate tendono ad essere un tantino movimentate… Credo che le sarebbe venuto
un collasso se ti avesse vista agitarti su quel lampione…”
Anche
la mia amica rise, divertita. “Oh, in qualche modo dovrò pur sfogarmi… E poi,
così, posso essere anche utile al prossimo…” Assunse un’espressione orgogliosa.
Non
ero certa che i suoi discorsi sulla Giustizia fossero davvero così utili a chi
li ascoltava… piuttosto li avrei definiti ‘esasperanti’… ma decisi che non
avevo voglia di sollevare una discussione…
Cambiai
argomento. “Allora, Amelia, ci stavi raccontando del Concilio…”
La
principessa batté le palpebre. “Oh, hai ragione, Lina -san… Anche se, in
realtà, non c’è molto da dire… In pratica, Ilmund -san ha deciso di riunire
maghi provenienti dalle città più importanti per quel che riguarda le Arti
Magiche… Sono presenti i rappresentanti di tutti i principali Circoli di
Magia…” Sollevando lo sguardo dalla tazza, mi rivolse un’occhiata. “Dovrebbe
esserci anche una delegazione di Zephilia, se non sbaglio…”
Battei
le palpebre. “Ma… quale sarebbe lo scopo di questa riunione? Per quanto ne so,
l’ultimo Concilio generale dei Maghi risale ad un migliaio di anni fa, ai tempi
della Guerra al Gran Demone…” Per quanto molti avessero tentato, tramite
accordi e alleanze fra le singole città, nessuno era mai riuscito a riunire i
maghi del pianeta in un’unica organizzazione… Ben poco era nato, al di là dei
Circoli di Magia e Stregoneria… I maghi tendevano ad essere… spiriti liberi,
per così dire… Per questo motivo, eventi come Concili generali erano piuttosto
rari, e di solito collegati a circostanze eccezionali. Quale poteva essere il
motivo, questa volta?
“Bè,
a dire il vero… Ilmund-san è stato piuttosto enigmatico a questo riguardo… Ha
detto che la città di Miilun era stata protagonista di un evento che i maghi
del continente non potevano ignorare… E ha aggiunto che il Concilio sarebbe
stata l’occasione per discutere di questo evento, lontano da orecchie
‘profane’…” Fissò lo sguardo nella sua tazza di tè. “Inizialmente, da ciò che
ho sentito dire, erano stati pochi i Circoli di Magia che avevano accettato di
presentarsi… Tutti desideravano sapere qualcosa di più riguardo a quello che
sarebbe stato l’oggetto della discussione, prima di spendere energie e denaro
per organizzare viaggio e cerimonia… Ma Ilmund- san, invece di rendere il suo
proposito meno vago, ha offerto di accollarsi tutte le spese e
l’organizzazione… Ha detto che era giusto che fosse così, dato che la proposta
era nata da lui…”
“E
i rappresentanti dei Circoli di Magia hanno accettato?” Chiesi, inarcando un
sopracciglio… Al di là delle spese, recarsi a Miilun alla cieca doveva essere
apparsa a molti come una grossa perdita di tempo… Avevo conosciuto diversi
maghi legati a Circoli di Magia e Stregoneria e tutti mi erano sembrati molto
attaccati ai loro studi e alla loro ricerca e riluttanti a lasciarli, se non
per motivi di ordine maggiore…
La
mia amica rigirò distrattamente la tazza fra le mani. “Bè, a dire il vero molti
non erano ancora convinti, ma i Circoli di alcune città hanno accolto la
proposta con un certo entusiasmo e sostenuto apertamente l’iniziativa del
Concilio… Alla fine anche i più restii si sono lasciati convincere e il tutto è
stato organizzato…”
“Nessuno
ha saputo resistere all’idea di un soggiorno gratis in una ridente cittadina
collinare…” Commentai ironicamente, senza frenare un sogghigno… L’animo umano
si lascia convincere facilmente dalle ‘offerte che non si possono rifiutare’…
“Per
quel che riguarda il regno di Sailune, mio padre era contrario, ma sono stata
io a convincerlo ad inviare una delegazione…” Sollevò lo sguardo,
indirizzandomi una occhiata significativa.
Aggrottai
le sopracciglia. “Capisco… Credi che nel suo invito Ilmund facesse riferimento
ai fatti di sei mesi fa, giusto?”
La
mia amica annuì. “E’ probabile che l’evento senza precedenti di cui Ilmund -san
ha parlato sia proprio la scomparsa del Portale dalla città di Miilun…”
“Hmmm…”
La cosa non mi convinceva del tutto… “E da quanto Ilmund vi ha inviato il suo
invito?”
La
mia amica batté le palpebre. “Bè… Sarà trascorso un mese, o poco più… ma perché
me lo domandi?”
“Mi
stavo chiedendo… perché Ilmund ha atteso così tanto per diffondere tutta la
storia? Oppure… cosa può averlo spinto a decidere di farlo proprio ora? Ha
organizzato le cose così in fretta… Sembra che si tratti di un problema
urgente, qualunque cosa sia…” Le parole della lettera che avevamo trovato
continuavano a vagare nella mia mente…
Ci sono diverse cose di cui dobbiamo discutere…
Non
puoi continuare a respingere il MIO volere…
Che
cosa aveva in mente…? QUAL ERA il suo volere?
“Io
non ho capito una cosa…” Una voce, al mio fianco, interruppe il corso dei miei
pensieri. “Solo per parlare di una porta c’era bisogno di tutto questo lusso…?
Voglio dire, deve essere costato un bel po’ di soldi…”
“Non
è una porta, Gourry, è un PORTALE! Ti prego, non dirmi che hai già scordato
tutta la storia…” Rivolsi allo spadaccino un’occhiata MOLTO poco rassicurante…
Il
mio amico si grattò la testa. “Bè… Se ti fa piacere, posso mentirti…”
Sospirai,
prendendomi la testa fra le mani. “Ti spiego… tutto più tardi… Ora le uniche
parole che mi vengono in mente per chiarirti la questione sono quelle della
formula del Dragon Slave…”
Il
mio amico agitò la mano, ridacchiando nervosamente. “Ehi, ehi, non c’è bisogno
di essere così melodrammatici… A grandi linee, ho in mente quello che è
successo…”
“NON
SONO IO ad essere melodrammatica!!! Sei tu che sei esasperante!!!” Sospirai,
nuovamente. “Però, su una cosa hai ragione…”
Sia
la principessa che lo spadaccino batterono le palpebre, assumendo un’aria
interrogativa.
“Intendo…”
Spiegai. “… sul fatto che il Gran Maestro sembra non aver badato a spese, per
questa iniziativa… Il sindaco della città non si è opposto? La popolazione di
Miilun si sarà di certo lamentata…” Mi rivolsi nuovamente alla mia amica.
“Al
contrario… Ilmund -san ha ottenuto una grossa popolarità… Vedete, non so
esattamente in che modo, ma il Gran Maestro si è accollato PERSONALMENTE tutte
le spese… La città non ha dovuto risentire della sua iniziativa, solo il
Circolo di Magia… Anzi, per la seconda volta dopo la Fiera del Magico, Ilmund
sembra avere aperto le porte della ricchezza per questo borgo così lontano
dalle principali arterie commerciali… Da quando Miilun è così frequentata, la
sua economia ha vissuto una sviluppo incredibile…”
Aggrottai
le sopracciglia. “Indubbiamente, Ilmund ci sa fare…”
La
principessa annuì. “Mio padre ha saputo dagli ambasciatori che ha inviato a
Miilun che molti, in città, cominciano a premere persino per la sua candidatura
a sindaco, nelle prossime elezioni…”
“…E,
ovviamente, nessuno si chiede da dove siano venuti tutti i soldi che ha
investito nell’ultimo anno.” Conclusi, per lei.
“Bè…
Il Gran Maestro ha diversi possedimenti, qui a Miilun… Non si può certo dire
che navighi in cattive acque… E i fondi per il Circolo di Magia non mancano
mai… sarà anche una associazione giovane, ma ha veramente prosperato, negli
ultimi anni… Forse Ilmund -san ha pensato che si trattasse di un buon
investimento, e…”
Scossi
la testa. “Io non sono così sicura che Ilmund abbia voluto fare tutto di
‘tasca’ sua… Può darsi che sia qualcosa di non del tutto onesto alle spalle
delle sue ‘folli spese’… E credo che anche qualcuno fra gli abitanti della
città sia stato sfiorato da questo sospetto… Ma, dopotutto, le promesse di
ricchezza fanno dimenticare di molte cose…” Agitai una mano in segno di
noncuranza. Qualcuno avrebbe potuto sostenere che io ne ero la testimonianza
vivente… in fondo, per quanto la cosa non mi piacesse, non avevo il diritto di criticare
nessuno.
“LINA
–SAN!!! Non dire certe cose con tutta quella tranquillità!!! Non è una cosa
GIUSTA!!!”
“Ehi,
ehi, Amelia… Le mie sono solo illazioni… Cerca di calmarti…” Le rivolsi un
sorriso nervoso.
“E
come pensi che possa essersi procurato quei soldi, Lina?” Chiese Gourry, al mio
fianco, con aria pensierosa. “Qualcuno come il Gran Maestro dovrà pur cercare
di coprirsi le spalle, se compie un’azione disonesta… Può aver agito qualcun
altro per lui?”
“Aaaaaaah!!!”
Scattai in piedi, puntando il dito verso il mio amico.
“Cosa?”
Lo spadaccino si guardò attorno, spaesato.
“TU
STAI RIFLETTENDO!!! Sei sicuro di stare bene???” Lo chiesi con SINCERA
preoccupazione… davvero…
Il
mio amico mi rivolse un’occhiataccia. “Molto spiritosa…”
Amelia
sospirò. “Voi due… non cambiate proprio mai, eh?”
Le
sorrisi. Era vero… L’atmosfera si era distesa e tutto sembrava tornato alla
normalità… Forse quella strana espressione di Gourry me la ero davvero solo
immaginata…
Agitai
la mano. “A dire la verità, i miei sospetti sono ancora infondati…” Mi rivolsi
allo spadaccino. “Ora come ora, non saprei davvero dirti di più… Non ho idea di
come Ilmund possa avere fatto… Forse effettivamente è presto per lanciare
accuse, ma mi è venuto naturale tirare fuori tutto quello che pensavo…”
Il
mio amico mi sorrise… finalmente… “Sai che novità…”
Sogghignai.
“Bene, credo proprio che con le discussioni, per stasera, possiamo dirci a
posto… Quindi, che ne dite di concentrarci sulla cena? Sto morendo di fame!!!”
Amelia
rise, scuotendo la testa. “Certo… Non preoccuparti, tra poco dovrebbero
portarcela qui… Possiamo restare a mangiare in questa stanza, dal momento che
siamo solo noi tre…”
“A
proposito, Amelia… E’ da un po’ che me lo sto chiedendo… Sylphiel non è con te,
questa volta?” La sacerdotessa si era trasferita da un po’ di tempo a Sailune,
e accompagnava spesso la principessa nelle missioni che svolgeva per conto di
suo padre…
“Oh…
Poco prima che partissimo è stata invitata da alcuni amici di famiglia, per una
visita… Ha detto che mi avrebbe raggiunta qui, a Miilun. So che molti banditi
si saranno radunati attorno alla città per puntare ai viandanti attirati
dall’evento del Concilio, ma Sylphiel -san mi ha assicurato che le affideranno
una scorta… quindi non credo che sia il caso di preoccuparsi… Stando a quello
che mi ha scritto, arriverà entro domani…”
“Bene.”
Sorrisi. “Il che significa che presto saremo quasi al completo…” Lanciai
un’occhiata nel buio, fuori dalla finestra. “Manca solo una certa chimera
all’appello, ma chissà dove si troverà, con le sue ricerche…”
La
mia frase ebbe l’effetto di un lampo in una giornata estiva. Il volto della mia
amica, immediatamente, si oscurò. Scattò in piedi, facendo quasi rovesciare il
tavolino sul quale erano appoggiate le nostre tazze di tè. “Scusate…” Ci
rivolse un sorriso… un sorriso che appariva dolorosamente forzato… “La cena… la
cena sembra tardare… Vado a chiedere cosa è successo…”
Senza
aggiungere altro, corse fuori dalla stanza.
Gourry
ed io ci scambiammo un’occhiata. “Ho detto… qualcosa di sbagliato…?” Chiesi,
con un po’ di esitazione…
“Temo…”
Il mio amico si grattò la punta del naso. “…temo che sia stato il riferimento a
Zelgadiss, Lina…” Disse, con un sospiro, rivolgendomi una significativa
occhiata… Per certe cose, era decisamente perspicace…
Cominciai
ad avvertire un certo senso di colpa… La mia intenzione non era certo stata
quella di ferire i sentimenti di Amelia, nominando la chimera… Tutti avevamo
intuito quello che provava per lui, ormai da tempo… però mi era sembrato che
sei mesi prima si fossero chiarite molte cose, fra loro due… E, anche se così
non fosse stato, anche di fronte alla consueta freddezza di Zel e alla sua
smania di allontanarsi in
solitudine,
Amelia normalmente non si sarebbe mostrata tanto abbattuta… Doveva essere
accaduto qualcosa fra loro, dopo che ci eravamo separati… qualcosa di cui non
eravamo a conoscenza…
La
porta della camera si riaprì all’improvviso. “Scusate il ritardo… La cena è
servita.” La mia amica era rientrata, vestendo il suo solito sorriso. Una
maschera che, immaginai, un reale doveva ben imparare ad indossare, in
qualsiasi situazione sgradevole… Tuttavia, evitò sia i miei sguardi che quelli
dello spadaccino.
Quello
condiviso a quella tavola fu un pasto un po’ atipico, almeno per noi… consumato
nel quasi totale silenzio… Amelia sembrava molto interessata al contenuto del
suo piatto, tanto che, per tutta la serata, non sollevò gli occhi… Io, per una
volta, trovai più interessante studiare la sua espressione che gettarmi sul
cibo (è vietato qualsiasi tipo di commento su questo particolare!!!!!)… Anche
Gourry si mostrò stranamente pensieroso e non aprì praticamente bocca, nemmeno
per i suoi commenti stupidi…
In
conclusione, mi sentii decisamente sollevata quando giunse il momento di
congedarci… Ormai le strade erano completamente buie, fatta salvo la pallida
luce dei lampioni. Il palazzo era quasi totalmente avvolto nel silenzio e nulla
si muoveva attorno a noi, tranne le guardie di ronda, che si spostavano
pigramente da una postazione all’altra, nessuna mostrando di avere molto altro
per la testa, se non un morbido materasso ed un guanciale…
La
nostra amica ci scortò all’uscita reggendo un po’ a fatica una grossa lampada
ad olio. Alla fine, non ero riuscita ad approfondire la questione di Zel, come
avrei voluto… Mi ripromisi di farlo non appena io ed Amelia avessimo avuto la
possibilità di parlare da sole… Gourry era un amico anche per la principessa,
ma forse la giovane maga non si sarebbe sentita a proprio agio, parlando di
questioni COSI’ private di fronte a lui… E NESSUNO metta in dubbio che invece
parlando con me sarebbe stata benissimo… Insomma, una maga-genio sa pure essere
discreta, quando è necessario, no?
“Amelia…
Quando comincerà il Concilio, esattamente?” Chiesi, prima che ci salutassimo.
“Oh…
Domani mattina, Lina -san… Naturalmente, vi terrò informati… Immagino che anche
voi siate interessati…” Eravamo più interessati di quanto lei pensasse, a dire
il vero… Ma non avevamo avuto occasione di spiegare alla mia amica il motivo
per cui ci trovavamo a Miilun… Con l’atmosfera pesante che si era creata
durante la cena, non ero davvero riuscita a sollevare l’argomento… “E poi…”
Proseguì la principessa “…domani pomeriggio pensavo di provare a chiedere ai
miei ‘angeli custodi’…” Indicò in un cenno le guardie inviate da Sailune, di
ronda di fronte al cancello del palazzo. “… di lasciarmi venire con Sylphiel
-san a stare alla vostra locanda, tenendo a loro disposizione questi alloggi…
Di sicuro sarebbe più divertente che godere dell’unica compagnia di anziani
servitori, come succede qui…” Sospirò. “E poi, vista l’attenzione con cui i
soldati montano la guardia, mi sa tanto che sarei più al sicuro con voi…”
Gourry
mi batté lievemente una mano sulla testa. “Io non sono così certo che la
locanda sia tanto sicura, Amelia… non con Lina in circolazione…”
Gli
rivolsi un’occhiataccia. “Che intendi dire?”
“Che
attiri i nemici come il miele attira le mosche, Lina…” Mi rispose, con un mezzo
sorriso… Quindi, rifletté un momento e aggiunse… “Non volevo certo dire che ti
diverti ad andare in giro scagliando Palle di Fuoco, se non peggio, contro
qualsiasi essere a cui sia stata donata la facoltà di respirare…”
AAAAAAAGH!
Ma se era quello che aveva appena detto!!! Lo sguardo che gli rivolsi si fece
ancora più minaccioso del precedente…
“Ehm…
Lina -san … Prima che tu decida di esercitare questo tuo hobby su Gourry -san,
sarebbe meglio se vi allontanaste… Gradirei non avere troppe cose da spiegare
alle delegazioni delle altre città, domani mattina…”
“AMELIA!!!
Non ti ci mettere anche tu!!!” Sospirai. “D’accordo, d’accordo… Si è fatto
tardi… Noi siamo alloggiati alla solita locanda, facci sapere qualcosa, appena
sarà terminata la prima riunione… Vieni, Gourry…” Conclusi, fiaccamente.
“Buonanotte,
Amelia…” Il mio amico salutò la principessa, rivolgendole un sorriso.
“Buonanotte…
ragazzi…” Con la coda dell’occhio, allontanandomi, osservai la mia amica
stringersi nel mantello che le avvolgeva le spalle e incamminarsi, a testa
bassa, verso i portali del palazzo… Dovevo riuscire a parlarle… Tacendo i suoi
problemi, si stava solo facendo del male da sola… Non potevo permetterlo…
Procedemmo
in un inusuale silenzio lungo le strade della città. Lanciando qualche occhiata
al mio compagno, mi accorsi che si guardava attorno un po’ nervosamente… Forse
era semplicemente perché stavamo attraversando dei vicoli bui, dato che le vie
principali erano ancora troppo affollate, per i miei gusti… Però…
“Che
ti prende, Gourry…?” Domandai, all’improvviso.
Il
mio amico batté le palpebre, come se lo avessi risvegliato da chissà quali
pensieri. “Cosa?”
“Mi
sembri nervoso.” Replicai, semplicemente… Dopo anni di convivenza, non poteva
pretendere di ingannarmi.
Il
mio amico stette un momento in silenzio. Quindi, assunse un’espressione grave…
“Ti dirò la verità sul perché sono così teso…” Sospirò “…se mi prometti di non
reagire in modo esagerato…”
Annuii.
La cosa cominciava a preoccuparmi… “Spara…”
Mi
guardò ancora una volta negli occhi, profondamente…
“Non
ho la più pallida idea di dove ci troviamo.”
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!
“COME
ACCIDENTI FAI A ESSERTI DIMENTICATO LA STRADA PER LA LOCANDA?!?! Sarà la decima
volta che passiamo da queste parti!!!”
“Ma
questi vicoli si somigliano tutti e… Ehi, ehi, aspetta un momento! Avevi promesso
di non reagire male!!!”
“Davvero?
Ma che strano, questo te lo ricordi, però…” Gli rivolsi un’ultima occhiataccia.
“Ringrazia il cielo che non mi sento in vena di lanciare incantesimi…”
“Non
ti senti in vena di lanciare incantesimi…? Stai male, per caso?” Il mio amico
mi appoggiò una mano sulla fronte, con aria sinceramente preoccupata.
“Gourry…”
Cominciai, esasperata…
“Ah…
Ora ho capito!” Il mio amico assunse l’aria di chi ha appena ricevuto una
illuminazione divina. “Si tratta di ‘quei giorni’, vero?”
UAAAAAAH!!!
“BURST…”
Cominciai, del tutto decisa a fargli vedere come ero PERFETTAMENTE in grado di
utilizzare la mia magia, quando una voce, dal tono stranamente familiare,
interruppe la mia formula.
“Due
giovani come voi potrebbero avere ben altro da fare, a quest’ora, che
disturbare la quiete pubblica a questo modo…”
Non
so se ci fosse effettivamente qualche allusione nascosta in quella frase, ma
arrossii violentemente.
“E
cosa ci suggerisci di fare, sentiamo, caro il mio impiccione???” Con la vena sulla
mia fronte in procinto di scoppiare, mi voltai a fronteggiare la persona che
aveva parlato… Si trattava di un uomo, apparentemente piuttosto anziano, anche
se non ero in grado di dirlo con sicurezza perché il suo volto era quasi
totalmente coperto da un mantello scuro, e dalle ombre della notte, in cui si
ritraeva, rintanato, come una preda sul punto di essere inghiottita… Con la
postura curva di chi porta sulle spalle anni di esperienza, sedeva su un telo
purpureo, roso anch’esso dal tempo, muovendo fra le dita una piccola sferetta
di cristallo, che alla luce della luna emetteva riflessi color arcobaleno,
agilmente come solo un mago avrebbe saputo fare …
Non
so perché, ma alla vista di quell’uomo gli insulti che avevo preparato mi
morirono in gola… Dove… dove l’avevo già incontrato?
“Sfidate
l’abilità di questo vecchio, signori… Indovinate dove si trova la sfera dei
cento colori, e questa predirà il vostro futuro… Se fallirete, dovrete
concedermi il privilegio di una piccola donazione, per dissetare queste labbra
arse dal fuoco della conoscenza…”
Con
estrema agilità, estrasse tre bicchieri di vetro opaco dal mantello, e nascose
la sfera al di sotto di uno di essi, per poi cambiarli di posizione tanto
velocemente da rendere difficile per qualsiasi occhio distinguere i loro
movimenti…
“Dove
si trova la sfera, signori? Avanti, non è difficile, per un buon osservatore…
Una vittoria vale una predizione…”
Il
mio amico spadaccino ed io ci scambiammo un’occhiata. Era un trucco vecchio
come il mondo… Sospirando, mi avvicinai ai tre bicchieri e, fingendo di
avvicinare la mano ad uno di essi… afferrai il braccio del vecchio imbroglione,
stringendolo saldamente.
“Parli
di QUESTA sfera, vecchio?” Chiesi, estraendo il piccolo oggetto dalla sua
manica, dove una mano abile la aveva agilmente nascosta…
“Oh…
Ehm… MIRACOLO!!!! La sfera ha deciso di eludere la vostra presa, signorina!!!
E’ un pessimo presagio!!!”
Gli
rivolsi un sogghigno. “Anch’io vedo pessimi presagi, ma non riguardano il MIO
futuro… Tu non sai chi stavi cercando di imbrogliare… Io sono una maga molto
potente…”
“Ma
vi assicuro…”
“Io
ti assicuro che la tua sfera di cristallo sta per fare una bruttissima fine,
insieme al suo proprietario… Certo, potrei anche decidere di soprassedere…”
Accentuai la stretta sul suo braccio.
Il
vecchio deglutì. “Volete che… vi legga il futuro gratis, signorina…?”
“Oh
non chiederei mai tanto… Basta che…” L’uomo deglutì, nuovamente, di fronte al
mio sguardo maligno. “…Tu mi dia tutto quello che hai in tasca! ORA!!!” Il mio
sogghigno si allargò. Quel genere di imbroglioni spesso portava con sé oggetti
MOLTO interessanti, senza nemmeno rendersi conto del loro potere…
“Ecco,
lo sapevo…” Ignorai il sospiro rassegnato di Gourry, alle mie spalle.
“Aaaaaah,
ma questo è un FURTO!!!” Ribattè l’uomo, cercando di divincolarsi dalla mia
presa.
“Cosa
credevi che ti chiedessi? Di darmi lezioni di onestà? Rubare ai ladri non è un
furto! I malvagi non hanno diritti!!!”
“E
dai, Lina, lascia perdere… Che cosa speri di ottenere da lui?” Il mio amico
sospirò nuovamente, cercando di tirarmi via.
Volsi
le spalle al vecchio per un momento, per rivolgermi al mio compagno…“Umph! Se
avesse voluto essere lasciato in pace, avrebbe dovuto pensarci prima invece
di…” Non ebbi il tempo di terminare. Quella distrazione era stata il mio
errore.
In
un attimo, la mano libera dell’uomo aveva estratto un pugnale. Me ne accorsi
con la coda dell’occhio, ma era troppo tardi. Il vecchio si era già avventato
su di me. Aveva una forza paurosa!!!
“Come…
come diavolo…?”
Poi,
capii… Non si trattava della SUA forza… Il pugnale… il pugnale era magico!
Degli stranissimi segni dorati incisi sopra la sua elsa si erano illuminati non
appena lo aveva impugnato… Ma non avevo decisamente il tempo di mettermi a
riflettere su quel particolare…
“LINA!!”
L’azione fu così concitata che Gourry non poté fare altro che restare fermo a
guardarla.
Il
mio avversario mi bloccò al suolo e sollevò il pugnale, recitando sommessamente
una formula che, riconobbi, aveva come scopo l’affilarne la punta…
Evidentemente l’obiettivo primario di quell’arma non era colpire, solo
aumentare la forza di chi ne era in possesso… Ma il suo proprietario, ora,
mirava ad altro… Non voleva di certo limitarsi a minacciarmi…
Assestando
una dolorosa gomitata nei denti del vecchio, riuscii ad evitare che il pugnale
si conficcasse nel mio collo, guadagnandomi solo un piccolo sfregio sul volto.
Ma se avesse attaccato di nuovo, non sarei riuscita a respingerlo… e non
sembrava che avesse intenzione di lasciarmi andare con un sorriso…
Tuttavia,
qualcuno era di parere contrario.
“Non
osare toccarla!!!” Con una mossa rapida, anche Gourry si buttò nella mischia.
Estratta parzialmente la spada, ne batté violentemente l’elsa contro il polso
del nostro avversario. L’arma cadde dalle mani del vecchio… e lo spadaccino si
mostrò risoluto a non lasciargli il tempo di raccoglierla.
Afferrato
il vecchio per il mantello, lo spinse violentemente contro la parete del vicolo
in cui quella inusuale colluttazione notturna aveva avuto luogo… “Hai ancora
tanta voglia di colpirla, ora?” Chiese il mio amico, i denti stretti per la
rabbia e la paura… Nessuno di noi due si era lontanamente aspettato che quel
vecchio potesse essere un combattente tanto abile… Ci aveva colti di sorpresa
ed era stato DAVVERO pericoloso…
“Lasciami…
Lasciami, bastardo…” Il vecchio si divincolò, cercando di liberarsi dalla sua
presa.
“Al
diavolo! Non sono COSI’ stupido…”
“No.”
Intervenni, con voce fredda. Due volti stupiti si rivolsero verso di me. “Ha
ragione lui. Lascialo…” Sollevai lo sguardo, ripulendomi il volto dal sangue
fuoriuscito dal piccolo taglio che mi aveva fatto. Passato lo spavento, ero
molto, MOLTO arrabbiata. “… Lascialo a me…”
“Li-
Lina… Cerca di calmarti, eh? In fondo non è successo nulla di grave…” Lo spadaccino,
ora, sembrava molto più spaventato del nostro avversario…
“Te
lo faccio vedere io che cosa significa sfidare Lina Inverse, brutto indovino di
terza categoria…”
Improvvisamente,
il vecchio lasciò la presa con la quale aveva cercato di allontanare il braccio
di Gourry e cessò di divincolarsi. Il suo sguardo si fissò sul mio. “Cosa… cosa
hai detto?”
“Non
fingere di non capire, vecchio rimbambito…”
L’uomo
ignorò il mio insulto. “Tu… sei davvero Lina Inverse? Sei la piccola Lina?” Il
suo tono non era più quello aspro e schernitore che ci aveva rivolto poco
prima… In esso c’erano dolcezza… e gioia…
Chi
diavolo…?
“Lina
-chan! Sono io! Non mi riconosci?” Battendo le palpebre, feci segno a Gourry di
lasciare la sua presa.
Il
vecchio si sistemò il mantello, avanzò verso di me e, quando fu fuori dalla
portata di Gourry, prese a recitare una formula. Lo spadaccino pose
immediatamente mano all’elsa della spada, ma un mio cenno lo bloccò nuovamente.
“Lighting!”
La luce si spandette immediatamente lungo il piccolo vicolo. Fu allora che
l’uomo abbassò il cappuccio del mantello… E, finalmente, lo riconobbi.
“GALDIAR
–SAN!”
Quella
notte non riuscivo davvero a prendere sonno. Erano successe talmente tante
cose… tutte a seguito del nostro arrivo a Moonearth… Prima, l’incontro con
Amelia e poi… lui… Sorrisi fra me e me, lasciando travolgere la mia mente
dall’ondata dolce dei ricordi… Chi si sarebbe mai aspettato di rincontrarlo
proprio a Miilun…? Così lontano da casa…
“Lina -chan!!! Non riesco a credere che sia proprio tu!!!”
“Galdiar
-san!!! Che diavolo stava combinando con quel trucco così disonesto???!!!”
“Ah…
Voi giovani vi legate davvero le cose al dito… Bè…Vedi… Mi trovo qui a
Miilun,ma non posso farlo sapere in
giro… Sono venuto qui di tutta fretta e non sono stato in grado di portare con
me molto denaro… Diciamo che…dovevo trovare un modo per sbarcare il lunario…”
“Non
mi sembra un buon motivo per mettersi a minacciare con un pugnale magico le
ragazze indifese, come me!!!”
A
quella mia osservazione, il volto del mio vecchio maestro di magia -eh, già,
perché ci trovavamo proprio di fronte al responsabile dei guai della maggior
parte dei banditi del pianeta- si era immediatamente incupito.
“Perdonami, Lina… Non avrei mai voluto farti del male… Ti avevo scambiata…
per una di LORO…”
“…Loro…?”
Galdiar
-san si era guardato attorno, come se temesse che qualcuno sbucasse fuori dalle
ombre, da un momento all’altro.
“Non
possiamo parlare ora. Con il nostro combattimento, abbiamo attirato troppo
l’attenzione… Sono pronto a scommettere che presto qualcuno arriverà a
controllare… Consiglio anche a voi di allontanarvi presto, ragazzi… Chi si pone
al centro dell’attenzione rischia molto, qui a Miilun…”
“Aspetti, Galdiar -san!!! Che cosa significa tutto questo? Si trova in
pericolo?”
Il vecchio mago si era limitato a scuotere la testa,
lasciando scivolare fra le mie mani il pugnale magico che in precedenza aveva
brandito contro di me.
“Non ora, Lina -chan, non ora…Sto rischiando troppo e sto
mettendo in pericolo anche voi… Domani sera, al tramonto, ci incontreremo fuori
dalle mura e ti spiegherò ogni cosa. Il pugnale ti guiderà… Via di qui, ora…
Presto…”
Il mio vecchio maestro
non aveva aggiunto altro. Una breve formula e, in una nuvola di fumo, era
scomparso nel nulla… Aveva sempre adorato i trucchetti da prestigiatore e, a
quanto pareva, non era cambiato per nulla, con gli anni…
Avevo convinto un
dubbioso Gourry a seguire il consiglio del mago, promettendo di spiegargli in
seguito di chi si trattasse e che genere di legame avesse con me… Ci eravamo
nascosti nell’ombra e, dopo pochi minuti, avevamo effettivamente osservato un
gruppo di uomini scivolare silenziosamente nel vicolo in cui ci eravamo
trovati, con l’apparente intenzione di realizzarvi un sopralluogo…
… Si trattava delle
guardie al servizio del Gran Maestro, Ilmund il Verde.
Riflettevo su questi
fatti sdraiata sul letto della mia stanza, le braccia incrociate dietro la
testa, lo sguardo fisso sul soffitto. Gourry probabilmente dormiva
profondamente, nella camera accanto… Dopo la mia breve spiegazione
sull’identità di Galdiar, avevamo concordato di riposarci per qualche ora,
entrambi stremati dalla incalzante successione di avvenimenti che ci aveva
coinvolti. Tuttavia, la mia mente rifiutava di essere messa a tacere. Che
legame poteva avere Galdiar con la città di Miilun? Detestavo l’idea che il mio
vecchio maestro si trovasse in pericolo… Per me, era stato un po’ come un
secondo padre… Negli anni in cui avevo vissuto a Zephilia, costantemente
all’ombra di mia sorella, Galdiar aveva sempre mostrato di confidare nelle mie
capacità…
“Il tuo potere è grande, Lina… Un giorno, tutti lo
capiranno… Ed io sono qui per aiutarti a svilupparlo…”
Quelle parole erano state
un conforto incredibile, tutte le volte in cui mi ero convinta di essere
un’incapace, di non essere all’altezza di Luna e dell’orgoglio che lei,
costantemente, procurava alla nostra famiglia… Se ora avessi potuto aiutarlo
come lui aveva fatto con me, finalmente il mio debito sarebbe stato saldato…
E poi, c’era un’altra
cosa… Quel pugnale magico risvegliava in me un insistente dubbio…
“Aaaaaaaaaaaah,
dannazione!!! Per stanotte, se continuo a questo modo, di dormire non se ne
parla!” Lanciai un’occhiata fuori dalla finestra, con un sospiro. Ormai il sole
stava sorgendo…
“Forse una passeggiata mi
aiuterà a conciliare il sonno…”
Silenziosamente mi alzai,
afferrai il mantello, legai la spada al mio fianco, e uscii nella luce pallida
dell’alba. L’aria fresca del mattino provocava una piacevole sensazione, sulla
mia pelle. Mi sembrava di rinascere…
Lanciai un sguardo al
paesaggio al di là della locanda. “La collina dove ci siamo salutati, sei mesi
fa…” Mormorai, fra me e me… “Chissà, magari tornandoci mi sembrerà di ritrovare
la calma di allora… Una calma che minaccia sempre di terminare, certo…”
Ridacchiai. Dopotutto, era il tipo di vita che IO avevo scelto… E,
probabilmente, se ne avessi avuto la possibilità, non lo avrei cambiato…
Mi incamminai verso
l’altura, che declinava dolcemente, come a creare un giaciglio naturale per la
città. Era una delle vie di accesso a Miilun, e quindi, ultimamente, doveva
essere una zona piuttosto frequentata… Ma, a quell’ora, non mi aspettavo di
trovare molta folla…
Fui quasi sorpresa,
quando notai una figura sedere con aria pensierosa, sulla roccia che dominava
quel paesaggio quasi fiabesco…
“Un panorama incantevole,
vero?” Commentai, avvicinandomi alle sue spalle e, evidentemente, cogliendola
di sorpresa…
“Chi…?” Si voltò, di
scatto. “LINA -SAN!!! Mi hai fatto prendere un colpo… Cosa ci fai qui?”
Ignorai la sua domanda.
“Sembravi così assorta, Amelia…” Diressi lo sguardo là dove, poco prima, era
stato fisso quello della mia amica. “Laggiù c’è il Sud…” Commentai, per poi
tornare a fissare gli occhi su quelli della principessa. “Da come fissavi
quella direzione, sembrava quasi che stessi aspettando qualcuno…”
La mia amica mi fissò per
un momento, in silenzio. Avrebbe continuato a negare…?
“E’… così evidente…?” Si
limitò a chiedere dopo poco, abbassando lo sguardo…
“Amelia…” Con un sospiro,
mi decisi a dare avvio a quella conversazione, per quanto la mia amica potesse
trovarla dolorosa… “Prima quell’espressione cupa, ieri sera… e ora ti trovo
qui, a fissare un miraggio… Dimmi cos’è successo… Dimmi cos’è successo con
Zelgadiss…”
La principessa sollevò la
testa e mi lanciò uno sguardo venato di dolore. “Io… ho paura, Lina -san… Forse
non ne ho mai avuta tanta in vita mia… Temo… temo che a Zel sia successo
qualcosa di male…”
Inarcai un sopracciglio,
mascherando un sorriso. “ ‘Zel’? Fino a sei mesi fa, lui era ‘Zel -san’ per te,
mi sembra…”
La mia amica arrossì,
violentemente… “Ecco… sono cambiate un po’ di cose… fra noi…” Serrando le
labbra, riprese ad osservarsi la punta dei piedi. Sospirai… Sarebbe stato
difficile farmi raccontare ogni cosa…
“Vale a dire, Amelia?” La
incoraggiai, sedendomi al suo fianco e mostrandole che avevo tutta l’intenzione
di approfondire la questione…
“Uh… Sai che sei mesi fa…
Zel… Zelgadiss… ha accompagnato Sylphiel -san e me a Sailune, dopo che ci siamo
separati…” Annuii, semplicemente, in risposta. “La notte prima che arrivassi a
casa, Zel mi ha fatto una … uhm… promessa…” Sollevò lo sguardo, per fissarmi
nuovamente in volto. “Ha promesso… di tornare… da me. Mi ha chiesto… di
aspettarlo… Uh… Capisci cosa intendo, vero, Lina -san…?”
Annuii, nuovamente. E
così… il vecchio Zel si era finalmente deciso a darsi una mossa, eh?
“Poi… la notte
successiva… Lo ho ospitato a palazzo…” Il tono di voce della mia amica scemò in
un soffio. “Abbiamo parlato ancora, quella notte… Volevo stare con lui il più
possibile, perché sapevo che sarebbe passato molto tempo, prima che potessimo
rivederci… Lo ho… invitato… in camera mia… e noi… noi abbiamo…” Il rossore
della mia amica, se possibile, peggiorò.
Battei le palpebre per un
momento, senza capire. Quindi, compresi quello che intendeva…
“AH!” Per la sorpresa,
non riuscii a tenere basso il tono della voce. E, non so se per questo o se per
ciò che la mia amica aveva detto, mi trovai anch’io ad arrossire…
“Lina -san! Non c’è
bisogno di reagire a quel modo!!!”
“Scu… scusa, Amelia… E’
solo che… mi hai colta di sorpresa…” Una goccia di sudore mi scese lungo la
tempia… Insomma, non erano cose che mi veniva a raccontare tutti i giorni…
“Perché, Lina -san?” I
suoi occhi blu mi fissarono, profondamente. “E’ così strano…? Se si tratta di
una persona che ami…”
Scossi la testa, e le
sorrisi. “No, non intendevo assolutamente dire questo, Amelia… Anzi sono
contenta per voi due… E, sinceramente, non vedo dove sia il problema…”
La mia amica sospirò.
“Ovviamente, dopo quella notte, Zel è partito, come avevamo deciso… Per due
mesi, mi ha inviato regolarmente delle lettere, raccontandomi dove si trovava,
assicurandomi che stava bene… Non potevo rispondergli, perché si spostava
continuamente, ma mi andava comunque bene, perché sapevo che era in salvo…
Questo, fino a quando non ha raggiunto le terre dei draghi, nell’estremo sud
del continente… L’ultima missiva mi è arrivata da Lyrith…”
“E poi, non hai più
ricevuto sue notizie?” Chiesi, accigliandomi.
La mia amica scosse la
testa. “Inizialmente pensavo che fosse perché era preso completamente dalle
ricerche… Ma sono trascorsi quattro mesi, Lina -san… Quattro mesi senza nemmeno
due righe, per sapere che andava tutto bene…” Ebbi l’impressione che si stesse
sforzando di trattenere le lacrime… Adesso comprendevo che cosa c’era che non
andava… “Ho pensato di organizzare una spedizione per cercarlo…” Continuò la
principessa. “Ma non avrei saputo come spiegarlo a mio padre… Vedi… Lui non sa
ancora… di noi… Avremmo voluto riferirglielo insieme, al ritorno di Zel…”
Nascose la testa fra le ginocchia, e non aggiunse altro.
Quella storia non mi
piaceva… Che cosa poteva essere accaduto a Zel? Aveva un caratteraccio, certo…
ma avrebbe fatto soffrire deliberatamente Amelia dopo quello… che c’era stato
fra loro due? Aveva deciso di far perdere le sue tracce… o qualcuno glielo
aveva imposto…?
O, peggio…
“Lina -san…” Riprese la
mia amica, dopo un momento di silenzio. “Io… a questo punto… preferirei che
avesse deciso di non farsi più sentire… perché si è stancato di me… Piuttosto
che… che…”
“Non dire sciocchezze,
Amelia!” Scattai. “Se è successo ciò che è successo, con Zel, è perché ti
fidavi di lui, giusto?”
La mia amica alzò lo
sguardo. Aveva le guance rigate di lacrime… “Sì… ma…”
“Niente ma!” Le strizzai
l’occhio. Per quanto potessi essere preoccupata, non era davvero il caso di
fare incupire ulteriormente la mia amica! “Sono certa che Zel sta bene, e non
aspetta altro che venire a dirtelo di persona! E’ solo che… bè… evidentemente
c’è qualcosa che glielo impedisce… Lascia che Gourry ed io risolviamo una
piccola questione, qui a Miilun, e poi andremo noi a cercarlo, per te… Con il
giusto compenso, ovviamente…”
Per quanto avessi cercato
di sottolinearla, la parte riguardante il compenso sembrò sfuggire alla
principessa. “Oh, Lina -san… Tu… lo faresti veramente?” Non feci in tempo a
rispondere. La mia amica mi aveva già gettato le braccia al collo. “Lina -san!”
Sospirai. “Ora calmati,
Amelia… I pianti non portano da nessuna parte…”
La mia amica annuì,
asciugandosi, con un sospiro, le guance. “A proposito, Lina -san, qual è la
questione che tu e Gourry dovete risolvere? E’ da ieri che me lo chiedo… Come
mai siete qui?”
Sospirai. “E’ una lunga
storia… Ti spiegherò tutto oggi pomeriggio… Ora è meglio che tu vada a
prepararti, non mi sembri nelle condizioni per partecipare al Concilio…”
La mia amica diede
un’occhiata ai propri vestiti, stropicciati e bagnati dalla rugiada mattutina,
e dovette convenire con me che era giunto il momento di salutarci…
Quando raggiunsi
nuovamente la locanda, era ormai giorno fatto… Finalmente avevo scoperto cosa
preoccupava Amelia… E forse era qualcosa che avremmo potuto aiutare a
risolvere… Continuavo ad avere dei dubbi su ciò che poteva essere accaduto al
nostro amico… Zel era in grado di badare a se stesso… cosa poteva avere
incontrato, tale da bloccarlo nelle terre dei draghi dorati…?
Ad ogni modo, chiarita la
questione, mi sentivo decisamente più sollevata…
…Uno stato d’animo che non
sembrava essere comune ad un certo spadaccino, che, appena fui in vista della
locanda, mi venne incontro con un’espressione più che allarmata…
“Lina! Dov’eri finita? Ti
ho cercato ovunque!!!”
Battei le palpebre. “Non
riuscivo a dormire, così sono uscita a fare due passi… Sinceramente, pensavo
che fossi ancora addormentato… Ma… è successo qualcosa?”
“Sì, dannazione! Stavo
morendo di preoccupazione, ecco che è successo! Accidenti a te… Potevi lasciare
scritto qualcosa…”
Agitai la mano. “Ehi,
scusa, scusa… Ma ora calmati… Lo sai che so badare a me stessa, no? In questi
giorni mi sembri più nervoso del solito…” Continuavo ad essere convinta che il
mio amico avesse paura di qualcosa, di cui non mi aveva parlato…
Lo spadaccino sospirò…
“…Mi sembra il colmo, farmi rimproverare da Lina Inverse di essere nervoso…”
Questa volta fui io ad
accigliarmi. “Cosa vorresti dire, con questo?”
Ridacchiò. “Niente,
niente… ehm… Entriamo… La nostra colazione sta per essere servita…”
Gli sorrisi.
Effettivamente, l’aria fresca di quella giornata mi aveva messo appetito…
“Salvato in corner, Gourry Gabriev…” Lanciai un’occhiata al sole, già alto nel
cielo. La luce del mattino faceva vedere tutto sotto una luce diversa… Forse,
valeva la pena di restare allegri…
E quella allegria, come
la calma di sei mesi prima, quanto sarebbe durata?
“…a parte per il fatto
che…” Proseguii “…per farti perdonare del tuo commento… questa colazione me la
offrirai tu…”
L’edificio in cui mi trovavo era completamente avvolto dal
silenzio… Un lungo corridoio… o almeno credevo… avvertivo le pareti stringersi
attorno a me, ma non potevo vedere molto, oltre la cappa di buio che mi
circondava…
Tutta
la parte sinistra del mio corpo pulsava in modo orrendamente doloroso, il mio
cuore sembrava voler scoppiare per il lungo camminare… ma non potevo fermarmi…
dovevo raggiungerlo… una luce blu e dorata, che si allontanava inesorabilmente
da me… la mia luce… Se l’avessi perduto di vista sarebbe scomparso…per sempre…
Mi
ripulii il viso dalle lacrime, per l’ennesima volta. Dovevo sopportare il
dolore. Ero coraggiosa… lo ero… Galdiar-san mi aveva insegnato ad esserlo… non
sapevo dove si trovasse, ma sentivo che era presente… in me, vicino a me…
qualcuno mi era accanto…
No,
non si trattava di Galdiar…
Odore
di sangue… di tanti innocenti… e del mio sangue…
…Sangue
assassino…
Credi
di sapere chi sei?
Mi
coprii le orecchie con le mani e mi imposi di ignorare quella voce mai udita
prima, ma tristemente nota. “Vattene! Non è te che rincorro!!!”
Sono
proprio io il tuo obiettivo… Solo non vuoi ammetterlo a te stessa…
“Lasciami in pace!!!” Mi misi a correre, ciecamente.
Caddi.
Non puoi riuscire a seguire quella direzione… Te la stai
solo imponendo… Fallirai comunque… Abbandonati a te stessa… Abbandonati a me…
Coprirsi
le orecchie non sarebbe servito a nulla. Quella voce ipnotica risuonava nella
mia mente. E il suo invito sembrava così dolce…
Sono
io il tuo passato… Mi nascondo nel tuo presente…Possiedo il tuo futuro.
La
luce di fronte a me si stava indebolendo fino a scomparire. Gridai, portandomi
le mani al viso, coprendomi gli occhi. Fu allora che me ne accorsi. Non si
trattava di lacrime…
Era
sangue.
“No!”
Mi sollevai a sedere di scatto, spalancando gli occhi… E finendo nuovamente
sbalzata all’indietro, sul cuscino, dopo l’urto con qualcosa di MOLTO duro.
“Ouch!
Lina! La mia testa!” Lo spadaccino si aggrappò al bordo del letto per evitare
di cadere, massaggiandosi il punto della fronte contro il quale la mia testa
era appena andata a cozzare.
“Gourry!
Che diavolo ci facevi in camera mia, chino su di me?”
“Stavo
tentando di svegliarti! Questo pomeriggio abbiamo appuntamento con Amelia,
ricordi? Mi hai chiesto di lasciarti riposare, ma saranno le cinque, ormai…”
Qualche ora prima ero salita in camera per cercare di recuperare quella notte
insonne, ma avevo lasciato le chiavi a Gourry, dicendogli di entrare, se fosse
successo qualcosa… Certo, però, non era stato un dolce risveglio…
“Umph!
Che testa dura, hai…” Istintivamente, mi portai le mani al viso, pregando che
il mio braccio sinistro la smettesse di pulsare a quel modo… Nessuna traccia di
sangue.
“Senti
chi parla…” Fu il solo commento del mio amico, condito da un sogghigno.
“Hai
detto qualcosa?” Domandai, con un’occhiataccia.
“Nulla
di importante.” Mi sorrise. “Hai avuto un incubo, per caso? Mi sembrava che
avessi il sonno un tantino agitato…”
“Ma
come sei informato…” Inarcai un sopracciglio, sogghignando. “Per quanto tempo
sei rimasto a fissarmi mentre dormivo, tanto per curiosità?”
La
mia voleva essere solo una battuta, ma il mio amico, con mia sorpresa, arrossì.
“Ehm… Senti, io ti aspetto al piano di sotto… Forse Amelia vorrà raggiungerci
qui alla locanda, con Sylphiel…”
“Aspetta
un…” Ma prima che avessi potuto terminare, lo spadaccino era già uscito dalla
stanza. Mi grattai la testa, sospirando… Avevo rinunciato a capirlo, ormai…
Raccolsi
in fretta la mie cose. Volevo spiegare tutta la questione anche ad Amelia, quel
giorno… La sera avrebbe potuto accompagnarci da Galdiar e forse la cosa sarebbe
anche servita a distrarla dalle sue preoccupazioni… Per quel che mi riguardava,
ero ansiosa di ricevere le spiegazioni del mio maestro. Il sospetto che si trovasse
in pericolo mi inquietava, e a dimostrarlo bastavano quei… sogni…
Rabbrividendo,
ricacciai le preoccupazioni in un angolo della mia mente. Avevo altro a cui
pensare! Un buon pasto, ad esempio, non sarebbe stata una cattiva idea…
“LINA
–SAAAAAAAAN!!!!!!!!”
Evidentemente,
i miei programmi erano destinati ad essere rimandati.
Appena
fui nella sala d’ingresso della locanda, una furia dai capelli corvini mi venne
incontro con un’aria che lasciava presagire ben altro rispetto ad un pranzo
caldo…
“Che
c’è, Amelia? Sei appena tornata dal Concilio? Che cosa è successo?”
“Lina
–san, abbiamo sbagliato tutto! Non riesco a spiegarmelo!!”
“Aspetta…
Aspetta un secondo… Di che cosa stai parlando?”
“Ma
del Concilio, Lina –san!!! Ilmund –san ha mentito!”
Mi
accigliai. “Ha… mentito…?”
“Quel…
quel bugiardo… ha fatto finta di nulla… Capisci? Come se nulla fosse accaduto!
E’… è INGIUSTO!!!” La principessa sembrava decisamente arrabbiata… Sospirai.
“Amelia,
ora fammi il piacere di sederti e di spiegarmi tutto con calma, altrimenti non
verremo a capo a nulla…”
Anche
la mia amica fece un grosso sospiro, quindi seguì il mio consiglio, e si
sedette. “Perdonami, Lina –san… So benissimo che questo non è un comportamento
che si addice ad una principessa… Ma… accidenti… avresti dovuto esserci!
Avrebbe fatto perdere la pazienza a chiunque!” Ora che si era calmata, la sua
voce aveva assunto un tono… pentito. Mi accigliai. Amelia avvertiva molto
l’importanza della sua responsabilità… Tentava di mantenere il suo
comportamento sotto un rigido controllo, persino di fronte a dei suoi vecchi
amici… Immaginavo che facesse grossi sforzi per cercare di frenare il suo
solito atteggiamento esuberante, quando si trovava in circostanze ufficiali… Il
che probabilmente accadeva sempre più spesso, ora che si avviava a diventare
principessa incoronata… Certo, né lei né Phil, in precedenza, erano stati mai
troppo propensi alle formalità… Ma ora…? Per lei sarebbe tutto cambiato? Quante
maschere sarebbe stata costretta ad indossare? Fingere, nascondersi… purtroppo,
si tratta di un atto spesso connaturato alla sopravvivenza… l’unico modo per
proteggersi… Avevo sempre ammirato il modo in cui Amelia riusciva ad essere
sempre se stessa, in ogni circostanza… E ora… il peso di un privilegio
rischiava di soffocare la sua personalità…
Bè,
non finché si trovava con me!
Agitai
una mano in segno di noncuranza. “Non mi sembra che tu ti preoccupi troppo
delle formalità, quando cominci con le tue declamazioni…” Inarcai un
sopracciglio, mascherando un sogghigno. “Per quanto questo possa risultare
seccante…”
“Ah!
LINA –SAN!!!” La mia amica scattò in piedi, puntando un dito contro di me.
“Come puoi definire ‘seccante’ chi è mosso dalla mano sacra della Giustizia?!?
Il mio atteggiamento è utile all’umanità!!!” Come risultato, tutta la locanda
si voltò a fissarci… Sigh! Da un estremo all’altro…
“Ehm…”
Tossicchiai, una goccia di sudore che scendeva dalla mia tempia. Non era il
caso di mettersi a discutere, se non volevamo diventare il centro
dell’attenzione di tutta la città… “…Ad ogni modo… Mi stavi dicendo del
Concilio…”
La
principessa batté le palpebre. “Oh, giusto… Me n’ero quasi dimenticata… Si
tratta degli avvenimenti di sei mesi fa, Lina –san… Ecco… il fatto è… che
Ilmund –san… non ne ha fatto assolutamente menzione!” Si grattò la testa.
Rimasi
MOLTO perplessa. “Cosa significa, ‘non ne ha fatto menzione’? La scomparsa del
Portale da Miilun non doveva essere l’ordine del giorno…?”
“Questo
è quello che credevamo, Lina –san… Ma evidentemente ‘l’evento senza precedenti’
di cui ha parlato nel suo invito consisteva in qualcosa di molto più banale…”
“…
Vale a dire…?” Domandai, inarcando un sopracciglio.
Sospirò.
“…Ore e ore, Lina –san… ore e ore perse ad ascoltarlo, mentre si vantava di
essere stato il primo Gran Maestro ‘capace di organizzare un evento come la
Fiera del Magico, tale da mobilitare tutte le forze magiche del pianeta e da
portare un notevole impulso agli studi, alle ricerche, alle tecniche delle
nostra Nobile Arte’…” Davvero tipico di Ilmund… “Un oratore eccezionale, Lina
–san, indubbiamente…” Proseguì la mia amica. “…Ma l’argomento di discussione
davvero non valeva l’organizzazione di un evento costoso come il Concilio…”
“Ehi,
ehi… Aspetta un momento…” Interruppi il suo seccato monologo, approfittandone
per chiamare con un cenno la cameriera al nostro tavolo… L’indignazione non
necessariamente fa cessare l’appetito… “Non sono l’unica a pensare che sia
strano che sia stato necessario chiamare maghi da ogni parte del mondo solo
per… QUESTO… vero?” I rappresentanti degli altri Circoli di Magia, per quanto
non fossero al corrente, come invece lo eravamo Amelia ed io, del fatto che
avrebbero potuto esserci BEN ALTRI eventi di cui discutere, DOVEVANO aver
trovato irritante l’essere stati convocati solo per ascoltare gli auto-elogi di
quel bellimbusto…
La
principessa scosse la testa. “In effetti… il Gran Maestro, in seguito, ha
aggiunto anche un motivo apparentemente valido per la sua convocazione… Ha
detto che una iniziativa che è stata tanto produttiva per il mondo della Magia
deve continuare a crescere su se stessa… E che per questo motivo prega i
rappresentanti delle diverse città di unirsi nella sua realizzazione, anche se
le loro scelte di campo, in altre occasioni, possono essere divergenti…” Eh,
già… Far collaborare Sailune e Zephilia, le capitali rispettivamente della
Magia Bianca e della Magia Nera, poteva non essere troppo semplice… “Ha detto
che il Concilio era l’occasione per discutere di una eventuale collaborazione e
per prendere decisioni in comune accordo… E, visto il successo che l’edizione
precedente della Fiera ha avuto e la ricchezza che ha portato alle città che la
hanno organizzata, sono stati in molti ad accogliere favorevolmente l’offerta…
Ovviamente tutti hanno pensato, forse a ragione, che Ilmund –san abbia proposto
questa cooperazione perché i fondi rimasti al Circolo di Magia di Miilun non
sono più così ingenti… Forse il Gran Maestro teme, restando fermo nella sua
pretesa di tenersi a capo dell’organizzazione, di portare il Circolo alla
bancarotta, e la fiera a risolversi in un fiasco…” Uhm… La cosa non mi
convinceva… Non mi convinceva per niente…
“Ma
la cosa che mi ha dato fastidio…” Proseguì Amelia, assumendo nuovamente un tono
indignato. “…è la tranquillità con cui Ilmund –san ha continuato a ripetere
che, nella scorsa edizione della Fiera, a Miilun ‘tutto è andato a gonfie
vele’… Non una parola sul fatto che l’intero universo ha rischiato di finire
sepolto nel Caos, Lina –san!!! Non una parola!!! E sai cosa ha osato dire,
riguardo al tempio…?”
La
mia amica stava per proseguire, ma un mio gesto la mise a tacere, quando la
cameriera si avvicinò alle sue spalle, con il blocchetto delle ordinazioni alla
mano. Già da un po’ era rimasta a fissare la nostra conversazione concitata, e
non mi sembrava una buona idea attirare la sua attenzione ulteriormente, con
discorsi che le sarebbero apparsi strani… E poi, sapete com’è… sei mesi prima
avevo imparato a non fidarmi delle cameriere dall’aspetto debole ed indifeso…
Tuttavia,
con fare del tutto normale, la ragazza afferrò la penna che teneva appesa alla
tasca anteriore della camicetta, e ci sorrise. “Le signorine vogliono ordinare
qualcosa?”
La
mia amica scosse la testa. “Ho già partecipato al banchetto offerto dal Gran
Maestro… Però, se tu vuoi prendere qualcosa, Lina…”
Non
c’era certo bisogno che me lo dicesse!!!
Afferrai
il menu e dopo avergli lanciato una breve occhiata… “Mi porti tutti i piatti di
questa pagina, per favore! Porzione doppia, ovviamente!” Evitai la tripla
porzione, per quel pomeriggio… Era meglio che mi tenessi leggera, altrimenti mi
sarei rovinata la cena…
“Tu…
tutti i… piatti…” Mentre scriveva, la mano della cameriera tremò leggermente.
Ehi, non c’è bisogno di reagire a quel modo! Una combattente come me deve
mangiare a sufficienza, se vuole tenersi in forma!
“Oh…
Ma chissà se Gourry ha già mangiato…” Considerai, ignorando il terrore che si
stava diffondendo sul volto della cameriera, e il sorriso nervoso della
principessa che mi stava a fianco. “…Forse dovrei ordinare anche per lui…” Mi
guardai attorno. Ehi, aspetta un attimo… Era vero… EGourry? La conversazione con Amelia mi aveva fatto scordare di
lui… Ma dove…? “E adesso, dove è andato a cacciarsi quel cretino? Aveva detto
che mi avrebbe aspettato qui…”
“Attendete
anche qualcun altro, signorina?” Il tono della cameriera, accompagnato da
inquiete occhiate al menu, era SINCERAMENTE preoccupato… Uh, ma che
esagerazione… per un paio di portate…
Stavo
per risponderle di aspettare un secondo, il tempo di cercare il mio amico, ma
Amelia mi precedette. “Oh… ehm, no… può andare… non c’è nessun altro…”
La
cameriera si allontanò in tutta fretta, sollevata, mentre io mi rivolsi stupita
alla principessa. “Perché le hai detto che non c’era nessun altro, Amelia?
Guarda che Gourry alloggia in questa locanda, con me…”
“Ehm…
Sì, lo so, Lina –san, ma vedi… Ho incontrato Gourry –san mentre entravo e lui…
è dovuto uscire…”
Battei
le palpebre. “…uscire…?”
“Ecco…
Oggi pomeriggio ho incontrato Sylphiel –san… Mi ero dimenticata di dirtelo… E’
arrivata ieri sera, ma, per evitare di disturbare ad un’ora troppo tarda, si è
fermata con la sua guardia del corpo in una locanda e ha atteso la fine della
prima seduta del Concilio per venire a sistemarsi nei nostri alloggi…
Ovviamente non era necessario, ma…”
“E
allora, cosa c’entra questo con Gourry?” La invitai a non divagare, in un tono
più freddo di quanto avrei voluto. Non so perché, ma il fatto che Amelia
associasse quella scomparsa improvvisa e SCORTESE –aveva promesso di
aspettarmi!!!- del mio amico spadaccino al ritorno di Sylphiel faceva contrarre
fastidiosamente il mio stomaco…
“Bè…
Quando ho incontrato Gourry –san, prima, qui nell’ingresso, gli ho parlato
dell’arrivo di Sylphiel –san…” Mi scoccò un’occhiata nervosa. “Ecco… lui ha
detto che voleva vederla assolutamente… Io gli ho chiesto se non era il caso di
aspettarti, ma lui… uhm… lui ha risposto che…” Fece una pausa.
Sospirai.
Amelia era una cara amica, ma detestavo quando cercava di nascondermi le cose
per proteggermi, soprattutto, come in quell’occasione, quando NON CE N’ERA
MOTIVO!!! Cosa poteva importarmi di quel cervello di medusa??? Che facesse
quello che gli pareva!! “… Che cosa ti ha risposto, Amelia…?” La incitai,
fiaccamente.
“Ha…
ha detto che preferiva andare… senza… di te…” Il tono della sua voce scemò in
un sussurrò. Quindi, osservò la mia espressione e… “M -ma sono certa che avesse
un’ottima ragione, Lina –san!!!” Scattò, prima che io potessi rispondere
qualsiasi cosa.
Restai
a fissarla per un momento, in silenzio. Quindi, sospirai. “Sì, ne sono convinta
anch’io.” Risposi, semplicemente.
“Brava,
Lina –san, è proprio… Eh?” I suoi occhi si erano spalancati, all’improvviso.
Battendo le palpebre, mi guardai attorno. “Che c’è?”
“Come
sarebbe a dire ‘ne sono convinta anch’io’??? Dici SOLO QUESTO???”
Sospirai,
nuovamente. “Amelia, Gourry ed io non siamo legati da una catena con lucchetto
a doppia mandata… E’ adulto, sa badare a se stesso e se è voluto andarsene…” Mi
morsi il labbro… andarsene… perché… quella semplice parola… in quel momento mi
inquietava così tanto…? Accidenti ai miei stupidi incubi…
Deglutendo,
proseguii. “… Se è voluto andarsene, avrà avuto i suoi motivi. E poi, è da
Sylphiel che sta andando, non dal mostro della palude… Che vuoi che gli
succeda?”
“NON
è questo che intendevo, Lina –san… Non vorrai farmi credere che non te ne
importa!” Importarmene… importarmene… E di cosa diavolo avrebbe dovuto
importarmi? Aveva solo fretta di vedere una sua vecchia amica! Tanta fretta da
non poter aspettare me…
Evitando
di risponderle, guidai nuovamente la conversazione al nostro argomento
principale. Avevamo problemi più urgenti da risolvere, dopotutto. “Mi stavi
dicendo… Come ha fatto Ilmund a spiegare la faccenda del tempio…?”
La
mia amica mi fissò per un attimo, in silenzio. Non so perché, ma il suo sguardo
mi mise a disagio… per qualche istante trovai MOLTO interessanti le posate
sopra al nostro tavolo…
Fortunatamente,
la principessa si decise a proseguire con la conversazione là dove l’avevo
indirizzata… “La sua giustificazione è stata il colmo, Lina –san…” Cominciò,
rispondendo alla mia domanda. “…Ha detto che un ‘gruppo di avventurieri
balordi’ si è introdotto nel tempio per profanarlo e non riuscendo a vincere la
magia delle porte del santuario, nel tentativo di aprirle ha fatto saltare
l’intero edificio…” …Avventurieri… balordi???? Sperai sinceramente per Ilmund
che non si stesse riferendo a noi, perché cominciavo ad avere VERAMENTE voglia
di fargli una visitina, una di quelle sere… “E sai cosa ha aggiunto, Lina –san?
Che le guardie al suo servizio sono prontamente intervenute, ancor prima delle
guardie cittadine, e hanno allontanato quei delinquenti dalla città, prima che
potessero fare altri danni e…ehm… Lina –san…?”
Ora
stavo fissando la mia amica con sguardo MOLTO minaccioso… Quel tizio NON SOLO
aveva mentito impedendoci di ricevere la gloria e la RICOMPENSA che ci
spettavano per tutti i guai in cui eravamo stati coinvolti, ma OSAVA persino
prendersi dei meriti che non aveva??????? Se solo mi fosse capitato fra le mani
glielo avrei spiegato a modo mio, come erano andate veramente le cose…
La
mia amica fece una risata nervosa. “Lina –san, cerca di calmarti, per favore…”
“Sono
CALMISSIMA, mai stata tanto calma in vita mia…” Anche se l’occhiata che le
rivolsi testimoniava tutt’altro… “E cosa ha aggiunto il nostro bravo
cantastorie, sentiamo…?”
Amelia
si incupì. “Avresti dovuto vedere come mi FISSAVA, Lina –san… Secondo me sapeva
benissimo che io ero al corrente della verità… Sembrava quasi che mi stesse
sfidando a parlare… Purtroppo, però, molti a quel Concilio sembravano prendere
le sue parole come oro colato… Non c’era dubbio su a chi avrebbero creduto, se
avessi provato a dare la mia versione dei fatti…” Batté il pugno sul tavolo. “E
questo non è GIUSTO!!!! La verità DEVE trionfare!!! E’ uno dei principi
basilari della Giustizia!!!”
Sospirai.
“Purtroppo, con i bei discorsi non si arriva a delle soluzioni… Mi piacerebbe
smascherare quella faccia di bronzo proprio come piacerebbe a te…” Anche se, in
effetti, le nostre motivazioni erano un po’ diverse… “… Però non è una cosa
tanto semplice, visto il prestigio ed i poteri di cui gode… E poi, prima di
fare qualsiasi cosa, voglio cercare di capire esattamente perché ha mentito e
cosa c’è sotto a tutta questa faccenda del Concilio…”
“Bè,
Lina –san… E’ abbastanza chiaro… Insomma, tutto questo gli ha portato molta
fama…”
Mi
grattai la testa, perplessa. “Sì, sì, questo lo so… Ma c’è anche la questione
di Kentar –sama, di mezzo… Non abbiamo ancora trovato una soluzione…”
La
mia amica batté le palpebre. “Kentar… sama…?”
Ah,
già… Amelia non sapeva ancora nulla degli avvenimenti che ci avevano condotti a
Miilun… Decisi di spiegarle in breve tutta la faccenda…
…
Quando ebbi terminato, il sole era sul punto di cominciare la sua discesa nel
cielo e i piatti sulla nostra tavola erano già tutti completamente vuoti.
La
mia amica mi fissò con gli occhi sgranati, mentre mi ripulivo dalle briciole.
“Che c’è?” Le chiesi battendo le palpebre.
La
principessa scosse la testa… “Niente… è solo che non mi spiegherò mai come
faccia il tuo stomaco a contenere tutto quel cibo…”
Agitai
la mano, con noncuranza… Almeno era stata tanto gentile da non fare brutti
commenti sulla mia parlantina, come faceva sempre una certa chimera scorbutica…
“Una maga-genio spende molte energie nelle sue numerose imprese… Devo
ricaricarmi, sai…”
La
principessa ridacchiò. “Già, ogni tanto scordo il tipo di vita che tu e Gourry
–san siete abituati a… Oh, ehm… volevo dire…”
Sospirai.
Non c’era bisogno che evitasse persino di nominarlo, solo perché aveva deciso
di non trascorrere un pomeriggio con me… Non c’era nulla di cui preoccuparsi…
no?
Lanciai
un’occhiata fuori dalla finestra. “E’ quasi il tramonto… Dove sarà finito
quell’imbecille? Mi toccherà andare da sola all’appuntamento con Galdiar –san…”
“Oh…
mi dispiace, Lina –san… Possiamo passare dai miei alloggi… Forse si trova
ancora lì…”
Feci
spallucce. “Probabilmente se n’è dimenticato… Lo sai com’è fatto… Ormai è
tardi. Gli riferirò tutto domattina, tanto dubito che mi sarebbe utile, come al
solito non capirebbe nulla di quello che diciamo e mi seccherebbe per tutto il
tempo con le sue domande.” Fui più acida del solito, nei suoi confronti. Prima
mi rimproverava se sparivo per dieci minuti, e poi per un intero pomeriggio non
si prendeva la briga di darmi sue notizie, con i guai in cui eravamo coinvolti…
Come minimo avrei scoperto che aveva passato la giornata chiacchierando
allegramente con la sua sacerdotessa, e scordandosi completamente di me. Bè,
poteva anche tornarsene a Sailune con lei, se preferiva, per quel che mi
riguardava…
Scossi
la testa, stupita dei miei stessi pensieri. Che mi prendeva? Gourry aveva semplicemente
deciso, certamente per un valido motivo, di trascorrere un pomeriggio per conto
suo… Era accaduto altre volte, quando per qualche ragione ci eravamo trovati
con diverse faccende da sbrigare… Perché mai avrebbe dovuto decidere
all’improvviso di partire con Sylphiel? Non era logico… Per tutti quegli anni
era rimasto al mio fianco… Certo, Sylphiel non aveva mai smesso di aspettarlo…
e la possibilità che si stancasse del tipo di vita che condividevamo e
decidesse di andarsene per la sua strada c’era sempre… ma il pensiero che una
cosa del genere potesse davvero accadere non mi aveva mai sfiorata, prima… Il
fatto che noi due viaggiassimo insieme mi era sembrato… naturale… Eravamo
sempre andati così d’accordo… essere l’uno accanto all’altra era finita per
sembrarmi come l’unica soluzione possibile… Però in quei giorni mi sentivo
propensa al pessimismo… ero stranamente nervosa… Probabilmente era solo dovuto
al nostro ritorno a Miilun, ma… avevo il presentimento… che presto sarebbe
accaduto qualcosa di grave…
Scossi
la testa vigorosamente, cercando ancora una volta di allontanare i brutti
pensieri. “Se vuoi venire con me, sei ben accetta, Amelia, ma andiamo da sole…
E’ meglio, te lo assicuro… Lo so per esperienza…”
“Bè,
io ero tornato per accompagnarti, ma se preferisci posso rimanere qui alla
locanda. Una serata di VERO riposo non sarebbe male, dopotutto…” Mi voltai
verso la fonte della voce… trovandomi a fronteggiare il mio amico… o almeno,
credevo… Perché in lui c’era qualcosa di molto diverso dallo spadaccino che
conoscevo… Cos’era quella freddezza? Era stato… il mio commento a portarla alla
luce…? Era davvero rivolta a me? Non capivo… fra tutti i bisticci che avevamo
condiviso e le offese, più o meno scherzose, che ci eravamo scambiati,
quell’atteggiamento non gli era mai appartenuto…
Lì
per lì non seppi se mostrarmi preoccupata o arrabbiata… Qualcosa era cambiato,
rispetto a quel pomeriggio, rispetto ai giorni prima del nostro arrivo a
Miilun… Avrei voluto sapere che cosa era successo. Avrei voluto chiedergli cosa
c’era che non andava. Avrei voluto farglielo sputare fuori, anche insieme a
tutti i denti, se fosse stato necessario! Ma l’unica cosa che mi uscì fu… “Fai
come ti pare. Io ho qui il pugnale di Galdiar… Se hai intenzione di seguirmi, è
il momento di muoverti.” Ostentando indifferenza, mi mossi nella sua direzione,
con l’intenzione di sorpassarlo e dirigermi verso la porta. Fu allora che mi
accorsi che non era solo…
“Ehm…
Ciao… Lina –san…”
Sylphiel.
La
sacerdotessa era rimasta nascosta dietro allo spadaccino e solo allora si fece
avanti, rivolgendomi un sorriso nervoso. Mi sembrava piuttosto pallida…
“Sylphiel!
Ci sei anche tu?” A dispetto di tutto, le sorrisi. Nonostante le circostanze,
faceva sempre piacere rivedere una vecchia amica. “Come vanno le cose? Ho
saputo che sei stata contattata da alcuni amici di famiglia! Sarai felice,
immagino.” Dopo la morte di suo padre, la ragazza era rimasta praticamente sola
al mondo… Mantenere ancora dei legami con il passato doveva essere un conforto,
per lei…
Inspiegabilmente,
alla mia domanda la sacerdotessa si irrigidì, lanciando una breve occhiata a
Gourry. “Oh… sì… certo… Ma tu… sei davvero contenta… di vedermi… Lina –san…?”
Battei
le palpebre. “E’ ovvio! Perché non dovrei?” Agitai la mano, in segno di
noncuranza. “Ma ora non è il momento dei convenevoli. Sempre che la testa di
rapa, qui, si sia ricordata di spiegartelo, abbiamo una faccenda piuttosto
urgente da risolvere… Tu sei dei nostri?”
“…Oh…
sì… Gourry –sama… me ne ha parlato… certo che sono con voi…” Sylphiel batté le
palpebre e rivolse un’altra occhiata allo spadaccino… che ora mi stava
fissando, con una grossa goccia di sudore lungo la tempia. Umph! Offenditi
pure, sei ne hai il coraggio!
Ignorandolo,
estrassi il pugnale decorato che il mio maestro mi aveva affidato. Alla luce
pallida della sera le rune disegnate sulla sua elsa risplendevano di un
chiarore argenteo. Mi chiesi in quale modo un oggetto del genere avrebbe potuto
guidarci… “Mmm… Galdiar –san è fissato con i trucchi e gli indovinelli… Forse
per trovarlo dovremo risolvere qualche enigma collegato al pugnale…”
“…
O forse il pugnale è la chiave per un ‘segugio’…” Suggerì Amelia.
“Intendi…
la formula usata per rintracciare gli oggetti magici?” Esistevano varie
versioni di quell’incantesimo… Una consisteva appunto nel legare due oggetti
stregati con un vincolo magico. Richiamando il ‘segugio’ l’oggetto ‘chiave’
avrebbe immediatamente indicato la posizione dell’altro artefatto, a qualsiasi
distanza esso si trovasse, mostrandone l’immagine, calata nel suo contesto
geografico… Spesso come ‘oggetto chiave’ si sceglieva una sfera magica, per
ovvie ragioni di comodità… Poco vistosa, proiettava l’immagine direttamente al
suo interno, senza attirare troppo l’attenzione di chi, eventualmente, si trovava
vicino al mago… Ma anche la superficie riflettente della lama di quel pugnale
sarebbe stata un ottimo ‘schermo’…
“Potrebbe
essere un’idea, Amelia… Non ci resta che fare un tentativo.” Sfiorando con le
dita le rune, recitai brevemente la formula che avrebbe dovuto attivare
l’incantesimo… la magia attraversò le mie mani, provocando il solito, piacevole
fremito… una breve luce…
…e
nulla accadde.
“Diavolo!”
Amelia
sospirò. “Pare che mi sia sbagliata…”
Scossi
la testa. “Non è detto. E’ possibile che sulla ‘chiave’ sia stato posto un
sigillo, in modo che solo il mago che ha creato il vincolo possa evocare un
‘segugio’ per individuare l’oggetto che gli interessa… Se è così, dobbiamo
capire come spezzarlo…”
Mordendomi
il labbro, meditai sul da farsi… Se Galdiar mi aveva affidato il pugnale,
significava che potevo intuire come utilizzarlo… Se solo non se ne fosse andato
così in fretta, la sera prima…
“Uhm…
Lina –san?”
Battei
le palpebre, riportata alla realtà dalla voce di Sylphiel.
“Che
c’è?”
“Credo…
che dovremmo uscire… Rimanendo qui sulla porta, stiamo attirando l’attenzione
di tutta la locanda…”
Mi
guardai attorno. Incontrando il mio sguardo, le persone ai tavoli ritornarono
ad interessarsi al loro cibo… ma effettivamente tutti ci stavano fissando. Sospirai.
“Mi sembra una buona idea.” Dissi, semplicemente.
Raccolsi
le mie borse, che avevo abbandonato su una sedia, e mi avviai nuovamente
all’uscita della locanda, reggendo a fatica l’arma del mio maestro, sotto il
peso degli altri oggetti magici che trasportavo. Fu allora che un lampo
attraversò la mia mente.
L’incantesimo…
L’incantesimo sfruttato da Galdiar –san la sera precedente, per attaccarmi, non
era attivo. La mia forza non era stata aumentata dal pugnale… Poteva essere
quello il motivo… Forse l’arma avrebbe potuto fungere da ‘chiave’ solo una
volta che le sue proprietà magiche fossero state attivate… Ma noi, come
potevamo risvegliarle? Probabilmente esisteva una formula… ma Galdiar non ne
aveva pronunciato nessuna, la sera precedente, prima di brandirlo contro di me…
forse lo aveva fatto troppo sommessamente perché io riuscissi a sentirlo, ma
sinceramente non ci avrei scommesso… Non solo perché al GRANDIOSO spirito
d’osservazione della suprema Lina Inverse non sarebbe sfuggito… ma anche
perché, vista la velocità con cui si era svolta l’azione, probabilmente non
aveva avuto il tempo…
Forse…
Mi
voltai verso Gourry. “Attaccami!”
Lo
spadaccino batté le palpebre. “P- prego?”
“Attaccami
con la Spada di Luce! Senza risparmiarti! Con tutta la tua forza!”
“Ma
Lina…”
“Fallo
come se volessi ferirmi! Fidati di me! Non ti lancerò un incantesimo, o
qualcosa del genere…”
Il
mio amico sospirò. “NON è questo il problema…” Estrasse la spada, con fare
rassegnato.
Accompagnati
dalle occhiate perplesse delle nostre compagne, ci spostammo nel boschetto
dietro la locanda, in modo da non essere visibili dalla strada.
Mi
sarebbe stato impossibile resistere ad un attacco scagliato da uno spadaccino
abile come Gourry, senza usare la magia. Se avesse voluto, il mio amico avrebbe
avuto forza sufficiente per farmi perdere i sensi con un semplice pugno… Senza
poteri magici, era come la lotta di un forte contro un debole… E quindi…
“Sei
pronta, Lina?”
Annuii,
semplicemente. Il mio amico fece un altro sospiro, quindi scattò in avanti.
Indietreggiando lievemente, estrassi il pugnale, facendolo incontrare con la
lama della spada di Gourry… E parando il colpo, con la sola forza delle mie
braccia! Yai!!!
Purtroppo,
il seguito non andò proprio come avevo previsto… Invece di reggere il
contraccolpo, le mie gambe cedettero, sbalzandomi all’indietro… direttamente
contro un albero.
“Ahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La mia povera schiena!!!”
“Lina!
E’ tutto a posto?” Il mio amico si inginocchiò di fronte a me, preoccupato. Le
circostanze sembravano aver dissolto quella maschera impenetrabile che aveva
coperto il suo volto fino a poco prima…
…quindi
forse non ce l’aveva con me…
…e
perché diavolo mi sentivo sollevata?
“NO,
che non è tutto a posto! Ma cosa diavolo mangi, la mattina, per avere le
energie per un colpo del genere?”
“…”
“…
Di solito, circa la metà di quello che riesci ad ingurgitare tu…”
Il
mio ceffone lo colpì in piena guancia. “CHE COSA vorresti dire???????”
“Lina!
Avevi detto che non mi avresti colpito!”
“Non
avevo mai parlato di schiaffi…” Sogghignai, per poi tornare seria. “E poi, se
proprio vuoi saperlo, QUELLO era per non avermi attaccato con tutte le tue
forze, come ti avevo chiesto… Avrei potuto farmi male sul serio, sai?”
Lo
spadaccino batté le palpebre. “Uh?”
Gli
sorrisi. “Vedi, se sono riuscita a parare il colpo, è per via del pugnale. E’
in grado di aumentare la forza di un combattente, in rapporto a quella del suo
avversario… Probabilmente esiste anche una formula per attivarlo in situazioni
normali, ma le proprietà magiche del pugnale si manifestano autonomamente,
qualora chi lo impugni si trovi una situazione di pericolo… L’ho capito
ripensando alla lotta di ieri sera… Quanto più l’avversario è forte e
agguerrito, quanto più grande è il rischio, tanto maggiori saranno gli effetti…
ma tu devi avere frenato la tua violenza all’ultimo momento, perché
all’improvviso la mia forza è diminuita e non sono più riuscita a sostenere il
tuo attacco…” Non gli risparmiai un’ultima occhiataccia… “… con i risultati che
hai ben visto…”
Il
mio amico sospirò. “Lina, per quanto possa essere abituato alle tue iniziative
strampalate, per me è un po’ DIFFICILE attaccarti con la seria intenzione di
ferirti, non credi?”
Mi
grattai la punta del naso. “Oh… bè…” Si era… preoccupato… per me…?
“Insomma…”
Proseguì. “… non ci sono molte persone che possono vantarsi di aver ferito Lina
Inverse ed esserne uscite del tutto in salute…”
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAGH!!!
Ecco COSA lo preoccupava! “Anche quelli che fanno CERTE ILLAZIONI di fronte a
me non hanno vita lunga, sai?” Gli lanciai un’occhiata MOLTOminacciosa.
Paradossalmente,
per la prima volta nella serata, l’espressione del mio amico si fece distesa… e
(anche se un po’ nervosamente, a dire il vero…) lo spadaccino si concesse di
ridacchiare. “Ehm… Ma io scherzavo, lo sai, vero?”
Come
no… Quando ti fa comodo scherzi, eh?
La
mia occhiata NON si fece meno minacciosa…
Alle
spalle di Gourry, due persone sospirarono all’unisono.
Il
mio sguardo si rivolse a loro. “Che c’è?”
Amelia
prese la parola. “Lina –san, lo so che trovate molto divertente esercitare la
vostra coppia comica…” … ‘coppia… comica’…?“… Ma ricorda che dobbiamo trovare il tuo maestro… Se è davvero in
pericolo, può darsi che domani non abbia più la possibilità di mostrarsi per
parlare, nemmeno a noi…”
Sospirai.
“Calma, calma…” Con un sorriso trionfante, sollevai il pugnale, perché
potessero vederlo. “La soluzione è vicina!” L’arma, ora, splendeva di luce
propria. Le runa sulla sua elsa rilucevano di un bagliore dorato… che avrebbe
rischiarato la nostra via fino a Galdiar.
Rivolgendo
la mia attenzione all’oggetto, mi concentrai sulla formula. “Forze del vento…”
Bisbigliai, nuovamente. “Ekemoi, anemou zon… Chiamo… il segugio!”
Questa
volta, il pugnale reagì.
La
lama si colorò di una luce bluastra, mentre il calore dell’elsa si faceva quasi
insopportabile, anche attraverso i miei guanti. E, dopo qualche istante, fui in
grado di vederlo. Il medaglione che pendeva al collo di Galdiar risplendeva
dello stesso chiarore, attraverso la superficie dell’arma che tenevo in mano… E
il mio maestro, che lo indossava, stava sorridendo. ‘Brava, Lina…’ la sua voce
risuonò nella mia mente ‘… la tua abilità non è stata cancellata dagli anni. Mi
hai trovato.’
Sorrisi,
a mia volta. Non si stancava ancora di mettermi alla prova con i suoi
giochetti… ma sapeva essere gratificante, quando raggiungevo una soluzione…
“Lina
–san?”
“Riconoscete
l’immagine del luogo apparsa sul pugnale?” Sollevai l’arma, rivolgendo nuovamente
l’attenzione ai miei compagni. “Dovrebbe essere da qualche parte, nei dintorni
di Miilun… Un luogo abbastanza nascosto, presumibilmente… e situato lontano dal
Circolo di Magia…”
I
tre si affollarono attorno a me… “Sembra… poco fuori dalle mura…” Commentò
Sylphiel. “Deve essere una zona a ridosso della foresta… gli alberi mi sembrano
piuttosto fitti…”
Annuii.
Quel luogo aveva un’aria familiare… dovevamo esserci già passati prima…
“Si
trova sul limitare ovest della città.” La dichiarazione venne da Gourry,
pronunciata con una inusuale sicurezza. Tutti ci volgemmo a fissarlo.
“Vedete…”
Spiegò il mio amico. “…Si intravede un spiazzo in cui l’erba sembra essere
bruciata, e in cui una piccola parte degli alberi è rimasta carbonizzata… Sono
le tracce di una battaglia… Mi ricordo di questo posto… E’ dove abbiamo
combattuto contro quel demone, sei mesi fa.”
Adesso
mi veniva in mente… Era stato quando il mio avversario mi aveva trascinata in
una dimensione parallela, facendomi credere di aver ucciso gli altri… Conoscevo
quel paesaggio… era lo stesso che mi era apparso, alla luce dell’alba, dopo che
avevo sconfitto quel demone screanzato…
“Wow…”
Mi rivolsi al mio amico. “… lo spirito d’osservazione di un’aquila ed il
cervello di un mollusco… una strana combinazione, davvero…” Ero SINCERAMENTE
ammirata.
Lo
spadaccino mi rivolse un’occhiataccia. “…il cervello… di un mollusco…”
“Sono
stupita! Te ne ricordi davvero ancora…?”
Il
mio amico fece un sospiro rassegnato. “E come faccio a dimenticarmene? Quella
volta credevamo che tu fossi morta, Lina…” La sua spiegazione mi fece
lievemente arrossire. Ma feci del mio meglio per non farci caso…
“Ehm,
ad ogni modo… Galdiar –san ci sta aspettando… Ormai è completamente buio… E’ il
caso di muoversi, che ne dite?”
I
miei compagni annuirono, all’unisono. La zona che dovevamo raggiungere non era
troppo distante dalla locanda, e nemmeno particolarmente pericolosa, ma, quasi
istintivamente, ci muovemmo in modo furtivo. Continuavano a tornarmi in mente
le parole del mio maestro…
Chi
si pone al centro dell’attenzione rischia molto, qui a Miilun…
Finalmente,
avremmo fatto chiarezza sul loro significato…
“Credevo
non arrivaste più… Questa zona non è molto frequentata, ma per me non è
comunque prudente farmi vedere in giro, sapete?” Il mio maestro emerse dalle
ombre del bosco, appena fummo in vista della piccola altura sulla quale si era
rintanato.
“Galdiar
–san!!! Va tutto bene?”
“Non
c’è male, piccola mia… Come dire… si sopravvive…” Ci rivolse un sorriso.
“Questi devono essere i tuoi compagni di viaggio… Finora ho conosciuto solo
quel bel cavaliere biondo… Vorresti presentarmeli?”
Annuii,
indicando i miei amici ad uno ad uno. “Questa è Sylphiel, una sacerdotessa.
Gourry lo conosce già, lui è… la mia guardia del corpo.” Lo dissi senza
pensarci, ormai persino io mi ero abituata a considerarlo a quel modo…
Inspiegabilmente, però, la mia presentazione strappò un genuino sorriso al
volto dello spadaccino…
“E
la ragazza con i capelli corti è Amelia, la principessa del regno di Sailune…”
Galdiar
sgranò gli occhi. “La… principessa di Sailune…? Accidenti, Lina, ti sei data
alle amicizie di alto rango!” Ci rifletté un momento, quindi… “Oh, immagino che
sia perché lei ti assicurava l’impunità per quei tuoi furti alle bande di
banditi…”
“GALDIAR
–SAN!!!!!!!! Quelli NON erano furti!!! Si trattava di azioni legittime contro
dei fuorilegge!!!” Bè, PIÚ O MENO le cose stavano così… ma PERCHE’ diavolo
anche a lui erano arrivate quelle voci??? Mai che nessuno mi ricordasse per le
mie imprese più gloriose!
“UAAAAAAAAAAAAAH!”
La mia amica dai capelli corvini fu come ‘accesa’ dal suo commento. Puntò il
dito contro il mio maestro. “Non potrebbe MAI essere così! Sarebbe contro i
principi della Giustizia se un reggente coprisse azioni disoneste!!! La nobile
casata di Sailune non lo permetterebbe mai!!!”
Il
mio maestro scoppiò a ridere. “Già, dimenticavo… La capitale della Magia
Bianca… Mi dispiace di averti offesa, principessa… Sei davvero figlia di
Philionel…”
Tutti
e quattro battemmo le palpebre. “Lei… conosce mio padre… signore…?” Domandò la
mia amica, perplessa.
Galdiar
scosse la testa. “Solo di vista, principessa… In passato, mi è capitato di
recarmi a Sailune più di una volta, per i miei studi… Purtroppo Zephilia non è
il luogo adatto per vivere, per chi si interessa di Magia Bianca… ma la tua
città offre un tesoro prezioso di conoscenze utili… gli incantesimi di difesa,
lo scudo che la protegge dai demoni, le armi sacre… Un patrimonio che
apparterrebbe a pochi, se non fosse per la proverbiale ospitalità della tua
famiglia… Non conosco Philionel direttamente, ma lo ricordo come un uomo molto
tenace, e molto legato ai suoi principi… una persona ammirevole… e non mi
sembra di sbagliare, dicendo che gli somigli…”
La
principessa arrossì lievemente, lusingata. Galdiar –san era fatto così… Tendeva
ad esprimere schiettamente le sue opinioni riguardo alle persone… Una
caratteristica che gli aveva procurato non pochi guai, in passato… Mi chiedevo
se fosse questo il motivo dei suoi problemi a Miilun…
Decisi
di affrettare la conversazione. “Forse è il caso di limitare i convenevoli,
ora, Galdiar –san… Di cosa deve parlarci, così in segreto?”
“Oh,
sei sempre impaziente, come in passato, Lina –chan…”
Sospirai.
“Galdiar –san… E’ stato LEI a dire che è pericoloso stare a parlare in questo
posto… Cerchi di non divagare…” Sempre il solito…
Il
mio maestro sorrise di nuovo. “Certo, certo… Allora, che cosa volete sapere?”
Sospirai,
nuovamente. “Mi sembra abbastanza ovvio, Galdiar -san… Ieri sera è stato
talmente misterioso… Perché se ne stava nascosto in quel vicolo? Perché è
venuto a Miilun, se non può farsi vedere in giro? E’ qui con a delegazione di
Zephilia? Qual è il pericolo che sta correndo?” Lanciai le mie domande a
raffica, senza concedermi nemmeno il tempo di respirare. La mia curiosità era
troppo grande… Non capivo il motivo ma… quella faccenda mi interessava… come se
fosse stato qualcosa di personale…
“Una
cosa alla volta, Lina –chan… Innanzitutto, io NON sono qui con la delegazione
di Zephilia… Non abito a Zephil City da anni, ormai…”
Battei
le palpebre. In effetti, nel periodo che Gourry ed io avevamo trascorso a casa
mia, non avevo trovato traccia di Galdiar, in città… Non avevo dato troppo peso
alla cosa, perché sapevo che il mio maestro non era mai stato particolarmente
legato al Circolo di Magia… Avevo pensato che avesse intrapreso uno dei suoi
viaggi, dedicati allo studio di branche della Magia diverse da quelle diffuse
nella nostra regione… A dire il vero, gli incantesimi d’attacco di cui io avevo
fatto la mia specialità, e di cui tanti maghi a Zephilia erano esperti, non lo
avevano mai interessato particolarmente… non credo che fosse nemmeno molto
portato per essi… anche se era stato decisamente abile, nell’insegnarli…
“Vuol
dire… che ha deciso di allontanarsi definitivamente dalla città…?”
Il
mio maestro, semplicemente, annuì. “Quello non era più il mio posto, Lina… Dopo
che tu sei partita, non ho più incontrato allievi veramente dotati, da
istruire… Se non mi era più possibile esercitare nemmeno quel ruolo, Zephilia
non faceva più per me… Dovevo trovare la mia funzione, altrove…” Mi sorrise.
“Ma tu dovresti capirmi, hai passato gli ultimi anni in viaggio, e la tua
ricerca ancora non si ferma mi sembra…”
Anch’io
sorrisi al mio maestro. “Forse non lo farà mai, Galdiar –san… Ma… anche lei ha
trascorso tanti anni senza una fissa dimora? Voglio dire… non mi sembrava che
la prospettiva la allettasse più di tanto…”
Galdiar
ridacchiò. “Eh, già… sono sempre stato un topo da biblioteca… e, in fondo, non
sono cambiato… Dopo qualche breve peregrinazione, mi sono nuovamente fermato…
Ma ho fatto in modo di tagliare i ponti con il mio passato, e dedicarmi
interamente a ciò che realmente mi interessava…”
Battei
le palpebre. “E dove si è stabilito, esattamente…?”
“Uhm…
Non so se faccio bene a rivelarlo… in fondo… molte poche persone sanno di me…”
Mi
rivolsi al mio maestro, con grande serietà(… una volta tanto…). “Galdiar –san…
Può fidarsi di me e dei miei amici… Sa che io non la tradirei mai… non dopo
quello che ha fatto per me… e garantisco per i miei compagni… Se ha un segreto
da mantenere, lo porteremo con noi nella tomba…”
Il
mio maestro inarcò un sopracciglio. “Oh, oh… posso fare affidamento su una
simile promessa, se è pronunciata dalla famigerata Lina Inverse?”
“Galdiar
–san…” Ora, il mio tono si era fatto minaccioso…
“Ehm…
Stavo solo scherzando, ovviamente…” Il mio maestro indietreggiò di qualche
passo… “Vorrei farvi partecipi del mio segreto… lo farei senza remore… quello
che non voglio è dovervi coinvolgere in una brutta faccenda… che riguarda
personalità piuttosto potenti…”
Mi
battei la mano sul petto. “Ah! Non si preoccupi! Di fronte a lei si trova la
maga che ha sconfitto per ben due volte Shabranigdu!!! E questi al mio fianco
sono i miei più fidati aiutanti!!! Non temiamo nulla!”
“…
se dovessi battere il nemico in una gara di modestia mi sa che avresti seri
problemi, Lina…”
…Misi
a tacere lo spadaccino con un doloroso calcio nello stinco…
“AD
OGNI MODO… Confidi in me! So badare a me stessa, glielo assicuro…”
Galdiar
annuì. “La tua determinazione ti fa onore, Lina… Rispetto la tua decisione. E
ti racconterò tutta la storia…” Lo sguardo del mio maestro si incupì… guardava
verso di me, ma avevo l’impressione che la sua attenzione fosse rivolta oltre…
ad est, verso il Circolo di Magia… “Immagino che anche tu ricordi… La Magia
Nera di Zephilia non è mai stata il mio campo privilegiato di studi… Ma nel
corso degli anni e dei miei viaggi avevo accumulato altre conoscenze, che
sentivo il bisogno di mettere a frutto… Le tecniche di difesa della Magia
Bianca, le armi sacre… Il mio sapere spaziava sui più vasti ambiti… Tutto ciò
che mi serviva era la fama necessaria perché mi fosse permesso di esercitare
quel sapere… Mi occorreva un nome…”
Oh,
oh… Quella mappa bislacca… La sensazione di familiarità che avevo provato… Quel
pugnale stregato… No… Non poteva essere…
“KENTAR
–SAMA!!!!”
“Brava!
Ma tu come fai a saperlo…?”
Il
mio amico spadaccino ed io ci scambiammo una lunga occhiata, per poi tornare a
fissare uno sguardo sbalordito sul mio maestro… Il vecchio mago batté le
palpebre, perplesso. “…Ragazzi…? Che vi prende?”
“Vuole
farci credere che… che il leggendario armaiolo sarebbe proprio lei??? Ma… ma…
Kentar –sama dovrebbe avere più di duecento anni… lei…”
Il
mio maestro si grattò la testa, assumendo un’aria imbarazzata. “Oh… ehm…
conoscete quelle storie… riguardo a Lookrod… Uhm… la realtà è che nella foresta
sacra di ‘Kentar’ viveva un vecchio eremita ma… ehm… era morto da tempo… Avevo
cercato la sua casa per le mie ricerche e quando ho scoperto che era venuto a
mancare… ho deciso di prendere il suo posto, sapete, il suo prestigio mi poteva
fare comodo… Ho fatto sapere in giro che ‘l’eremita’ –che poi ormai ero
diventato io- era un esperto d’armi… il vecchio che mi aveva preceduto in
realtà si intendeva solo di erbe e veleni… lo scoprii leggendo gli appunti che
aveva lasciato nell’abitazione… ma nessuno –immaginai- lo conosceva a
sufficienza da smentire la piccola bugia che sarebbe servita a procurami
qualche cliente…” Sospirò. “…Solo che in quella zona non passava mai nessuno…
allora per aumentare un po’ la mia fama… ho messo in giro quelle voci sul
drago…” I miei occhi si spalancarono, mentre il suo tono di voce si
affievoliva. “…ma in fondo non ho fatto nulla di male…”
“NON
HA FATTO NULLA DI MALE UN ACCIDENTE, GALDIAR- SAN!!! SONO COSE CHE NON SI
FANNO!!! HA IDEA DI QUANTI GIORNI ABBIAMO GIROVAGATO IN QUEL BOSCO ASPETTANDOCI
DI TROVARE UN GRANDE SAGGIO??????????????????????????” Uaaaaaaaah, era una cosa
che ci si poteva davvero aspettare, da lui! Come avevo fatto a non pensarci
prima?
“…Eh,
ma anche le mie conoscenze non erano da poco, anche se non ho mai sconfitto un
drago, e…” Fece una pausa. “Aspetta… aspetta un attimo! Volete dire che mi
siete venuti a cercare? Che volevate la consulenza di Kentar –sama?” Batté le palpebre. “Ma tu guarda che coincidenza...”
“Non
cerchi di cavarsela sviando il discorso! Dovevo immaginarlo che si trattava di
lei! Quella mappa che ci ha fatto perdere un sacco di tempo non poteva che
essere opera sua!”
Il
mio maestro fece un gran sorriso. “Oh, avete trovato la mia pergamena? Ho
pensato che avrei avuto voglia di trattare solo con clienti tanti pazienti da
riuscire a seguirla… Divertente, vero?”
“NO,
CHE NON È DIVERTENTE, NON LO È AFFATTO!!!!” La vena sulla mia fronte sembrava
sul punto di esplodere… Il solito Galdiar –san…
“Bè,
da qualcuno Lina –san doveva pur avere preso…” Sentii commentare alle mie
spalle, ma decisi che scagliare una Palla di Fuoco ad Amelia, in quel momento,
poteva non essere una buona idea…
“Ad
ogni modo, Lina –chan, alla fine siete riusciti a trovarmi comunque… Non è il
caso di scaldarsi, no?”
“Saremo
anche riusciti a trovarla, ma solo dopo una infinità di… Ah!” Un lampo
attraversò la mia mente. Se Galdiar era Kentar –sama, allora… “Galdiar –san,
lei si trova in serio pericolo!!!” Scattai, la rabbia precedente messa a tacere
da una nuova consapevolezza… Le creature… le creature che avevamo incontrato…
“…
che genere di pericolo, Lina –chan…?” Di fronte alla mia espressione allarmata,
anche il mio maestro era tornato alla serietà. “Vi è successo qualcosa, mentre
eravate nella foresta?”
“Delle
chimere ci hanno attaccati! Eravamo vicini alla sua abitazione, Galdiar –san!
Miravano a lei, non posso sbagliarmi!!!”
Il
voltò del mio maestro, immediatamente, si incupì. “… E così… ha deciso di
dichiararmi aperta ostilità, ormai…”
Mi
morsi il labbro. Si riferiva a… “Sta parlando di Ilmund il verde, vero, Galdiar
–san…?” Dopo aver letto quella lettera, i dubbi che mi rimanevano erano molto
pochi…
Il
mio maestro si limitò ad annuire, con un sospiro… “Vedo… che sei acuta come
quando eri piccola, Lina…” Strinse il pugno, mostrandomi un’espressione cupa
che raramente gli avevo visto vestire… “Se sono qui a Miilun è proprio per
tenere d’occhio il Gran Maestro… Ho cercato di fargli credere di essere fuggito
altrove, per poterlo sorvegliare senza che lui ne fosse a conoscenza, anche se
temo che ormai sospetti che mi trovo qui…”
“…
Ma… che genere di rapporto c’è fra voi due…?”
Il
mio maestro sospirò. “E’ una lunga storia, Lina… Una storia per la quale provo
ancora vergogna… e rimorso… Sono stato uno stupido a farmi coinvolgere… ed ora
mi dispiace coinvolgere te… sei stata persino costretta a combattere con quelle
creature, per causa mia…” Mi fissò, intensamente. “Se fossi rimasta uccisa…
io…”
Agitai
la mano, ostentando noncuranza. Non mi piaceva l’atmosfera pesante che si era
creata. “Tutto ciò che quelle bestiacce sono riuscite a farmi è un piccolo
graffio, Galdiar –san…” Bè, forse ‘graffio’ era un eufemismo… Il livido che mi
aveva lasciato la ferita si era rimpicciolito, ma ancora non accennava a
sparire… Ma, in fondo, nessuno si era fatto male sul serio…
“Mmm…”
Fece il mio maestro, improvvisamente pensieroso. “…Fortunatamente quel pazzo
non è mai riuscito a creare dei mostri veramente forti…”
Battei
le palpebre. “Vuol dire… che lei sa di cosa si tratta?”
Il
mio maestro abbassò lo sguardo. “Come tu stessa hai affermato, sono chimere.”
Emise un profondo sospiro. “Derivano da degli studi… degli studi sull’immortalità…”
Il
respiro mi mancò per un momento. Studi… sull’immortalità…? Cioè, come era
accaduto ad Atlas…? Non mi piaceva, non mi piaceva per nulla… Quel tipo di
ricerche generalmente implicava intromissioni nel ciclo naturale dei viventi…
fusioni di esseri dalle nature diverse… e omicidi…
“…Ma…
il Circolo di Magia di Miilun è coinvolto in qualcosa del genere…?” Ero…
stupita… Da quanto tempo andava avanti? Nulla era trapelato all’esterno?
“Ricerche
sull’immortalità… sulla trasmigrazione delle anime… sui riti di evocazione e la
produzione di chimere… Questa è una parte degli studi finanziati dal Gran
Maestro… Condotti in gran segreto, ovviamente… da quello che viene definito il
‘Concilio’…”
Battei
le palpebre. “…Il… Concilio…?”
Il
mio maestro si concesse un sorriso amaro. “Già, il Gran Maestro non è
particolarmente originale, nello scegliere i nomi, eh?” Quindi… quindi nella
lettera che avevamo trovato… non si faceva riferimento all’iniziativa
organizzata negli ultimi mesi, ma a…
“Si
tratta di un gruppo ristretto di fruitori di magia…” Proseguì il mio maestro.
“…provenienti dai più svariati circoli di Magia… Una sorta di setta… con una
sua filosofia, una sua religione malata…” Distolse il volto come se… come se
non riuscisse a sostenere il mio sguardo… “Nella loro visione distorta, i maghi
dovrebbero essere delle creature superiori… Il dono della magia li renderebbe
pari ai demoni e agli dei… Degni di comandare gli esseri umani… Ilmund ed i
suoi venerano Lord of Nightmares, la fonte del loro potere, e stanno conducendo
quelli che chiamano gli studi per ‘portare alla luce la loro vera forza’…
Sostengono che il vero potere dei maghi è stato sopito dagli anni di convivenza
con gli uomini comuni… E che le loro ricerche riusciranno a riportarlo
finalmente alla luce. E allora, i maghi che follemente si ribelleranno alla
loro causa verranno eliminati… mentre gli altri saranno in grado di partecipare
alla lotta fra Mazoku e Shinzoku…”Mi fissò per un attimo, per poi distogliere
nuovamente lo sguardo. “Partecipare… vittoriosamente, Lina –chan… allora
-dicono- l’Equilibrio sarà spezzato e la loro ‘nuova stirpe’ avrà il dominio
del mondo… e dell’umanità…” Galdiar strinse ancora una volta, nervosamente, i
pugni.
Ma…
Ma Ilmund ed i suoi… dovevano essere tutti matti!!! “E’ un progetto assurdo,
Galdiar –san!!! Tanto per cominciare, le ricerche sull’immortalità non hanno
mai condotto a nulla…”
Il
mio maestro scosse la testa. “E’ quello che pensavo anch’io, Lina –chan… Quello
che Ilmund non capisce è che lui è… lui è SOLO un mago… un essere umano, come
tutti gli altri… essere esperti in un campo non porta a…” Ora le parole di
Galdiar sembravano piene di rabbia… E il mio maestro parve rendersene conto,
perché, improvvisamente, si bloccò. “Pe… perdonami, Lina –chan… Temo di essermi
infervorato troppo… Ciò che volevo dire… è che anch’io pensavo fossero solo
stupidaggini, che al massimo avrebbero portato a qualche progresso in quel
campo di ricerca… Ma la cosa è andata oltre la misura. Il ‘Concilio’ ha
cominciato a prendere se stesso sempre più sul serio. Ilmund, il suo fondatore,
ne è diventato capo indiscusso… Sembra strano… quando tutto è iniziato, il Gran
Maestro non aveva dalla sua parte che il suo carisma… Il suo circolo era ancora
giovane, mancava di prestigio… Però, grazie a questo, aveva la possibilità di
agire più liberamente degli altri Gran Maestri… Dai Circoli a lui alleati sono
giunte a Miilun notevoli ricchezze, che hanno permesso a Ilmund di incrementare
la propria fama, con iniziative come la Fiera…” Ecco come aveva fatto,
accidenti!! “In realtà i fondi erano stati inviati per favorire le ricerche, ma
il Gran Maestro si è giustificato dicendo che la ricchezza avrebbe prodotto
ricchezza… e che, con la fama che si era guadagnato, molte più persone
avrebbero appoggiato il ‘Concilio’ quando fosse venuto il momento di passare
all’azione…”
Scossi
la testa, stupita… E chi si sarebbe aspettato un affare del genere…? “Adesso si
chiariscono molte cose…” Commentai, cupamente.
Il
mio maestro annuì. “E immagino che tu capisca anche il perché di questa
assemblea con i rappresentanti dei maggiori Circoli di Magia…” Battei le
palpebre. Poteva essere…
“…
Due piccioni con una fava, Lina –chan… In primo luogo, anche se ‘i tempi non
sono ancora maturi per la rivelazione del Concilio al mondo’, Ilmund –san
sperava di ingraziarsi quanti più Circoli di Magia possibile…”
“Allora…”
Intervenne Amelia. “I Circoli di Magia che lo hanno appoggiato così
apertamente, trascinando gli altri…”
“…
Sono quelli a lui legati nel vincolo del ‘Concilio’.” Concluse cupamente il mio
maestro, per lei. La mia amica ed io ci fissammo per un momento, in silenzio.
Quindi presi la parola, ancora una volta.
“…E…
l’altro motivo, Galdiar –san?”
Il
mio maestro sospirò. “E’ piuttosto semplice… L’attenzione attorno Gran Maestro,
ultimamente, era notevolmente aumentata… Il Circolo di Magia non forniva più
un’adeguata copertura alla ricerche condotte da Ilmund e dal suo gruppo… E, non
si sa in che modo, la parola ‘Concilio’ ha cominciato a circolare su diverse
bocche, in città… Così, per sviare i sospetti prima che la notizia si
diffondesse in modo irreparabile, Ilmund ha escogitato in tutta fretta la
trovata dell’Assemblea dei Maghi…”
Annuii.
Uno specchietto per le allodole, insomma… Ecco come stavano le cose… “Però,
Galdiar –san… C’è ancora una cosa che non capisco… Lei… come fa ad essere a
conoscenza di tutte queste cose?”
Il
tentativo di Galdiar di evitare il mio sguardo si fece decisamente EVIDENTE.
“Ecco… Lina –chan… anche questa ragione è piuttosto semplice…” Si grattò la punta
del naso. “…Il motivo è che… anch’io…” Sospirò. “Anch’io ho fatto parte… del
‘Concilio’…”
Eh?EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH?????
Mi erano venuti dei sospetti, vista la lettera che avevamo trovato, ma non
avevo potuto, non avevo VOLUTO crederci! “Ma… Galdiar –san! Una cosa così
folle…”
Il
mio maestro sospirò, mentre la sua espressione, se possibile, si incupiva
ulteriormente. “… Non è un periodo della mia vita a cui ripenso volentieri…
solo ora mi rendo conto di quanto io sia stato stupido…” Finalmente, alzò lo
sguardo per incontrare il mio. “… Non mi sono unito a loro perché condividessi
le convinzioni che professavano, Lina –chan… Te l’ho detto, sin dal principio
mi sono apparsi come un manipolo di folli. E devono aver trascinato anche me in
questa follia, perché ho compiuto l’azione più stupida che mi potesse capitare
di prendere in considerazione. Li ho sottovalutati.” Sospirò, nuovamente.
“Zephilia non è stata generosa con me… Quando me ne sono andato, non era solo
la fama a mancarmi… Nella situazione in cui mi trovavo, proseguire le mie
ricerche era praticamente impossibile… E per me era impossibile anche trovare i
mezzi per cominciare come avrebbe fatto qualsiasi mago mercenario… La mia
abilità negli incantesimi d’attacco non era sufficiente perché mi guadagnassi
da vivere combattendo… Quando giunsi a Miilun per visitare il Circolo di Magia,
speravo di trovare maghi nelle mie stesse condizioni, a cui unirmi… Sapevo che
la città, con il suo Circolo così giovane, radunava esperti nelle Arti Magiche
di qualsiasi fazione… Potevo trovare qualcuno con i miei stessi interessi…
avremmo potuto sostenere a vicenda i nostri studi… e invece, ciò che incontrai
fu il ‘Concilio’. Sapevo che c’era qualcosa di poco chiaro in tutta la
faccenda, ma unirmi a quel gruppo mi sembrava l’occasione per dedicarmi ai miei
studi a tempo pieno, senza più preoccupazioni finanziarie…” Il mio maestro mi
fissò negli occhi, aspettandosi forse un’osservazione o un rimprovero, ma io
tacqui. Mi sembrava già abbastanza pentito della sua scelta… Senza contare che,
personalmente, non avevo alcun diritto di criticarlo…
Con
un sospirò, Galdiar proseguì. “Fin da subito mi resi conto, però, che
l’autonomia che mi era concessa era decisamente limitata… Praticamente tutte le
decisioni erano rimesse ad Ilmund –san… Certo… io non sono mai stato troppo
propenso all’obbedienza… Per lo più, trascorrevo il tempo come ‘Kentar’, nella
foresta sacra, dedito ai miei studi… Rendevo il ‘Concilio’ partecipe delle mie
ricerche, ovviamente, ma raramente accettavo di indirizzarle secondo il loro
volere… Per questo i miei rapporti con il Gran Maestro era sempre piuttosto
tesi… Poi, nell’ultimo anno, le cose sono peggiorate. E, quando mi sono reso
conto che i miei ‘compagni’ perseguivano SERIAMENTE il loro propositi, mi sono
tirato fuori da tutta la questione… Tutto ciò che volevo era tornarmene ai miei
studi, ma Ilmund –san non ha comunque accettato la cosa… Forse temeva che
rivelassi qualcosa, anche se dubito che qualcuno avrebbe creduto ad un mago come
me, dalla fama legata ad un falso nome, ed estraneo a qualsiasi Circolo di
Magia… Fatto sta che ha continuato a perseguitarmi, per farmi tornare sui miei
passi, giungendo persino alle minacce… Io mi sono sempre mostrato
irremovibile…” Sospirò, alzando lo sguardo per fissarmi intensamente. “…e lo
sono ora più che mai, Lina -chan…” Concluse.
“Per…
per un motivo in particolare…?” Non sapevo perché, ma immaginavo già che la
risposta non mi sarebbe piaciuta…
Galdiar
annuì. “So che il ‘Concilio’ è giunto ad un risultato. Le ricerche di Ilmund,
lo hanno portato a qualcosa… Il Gran Maestro non faceva che ripetermelo, nelle
sue lettere. E non era solo per convincermi… Avevo l’impressione che fosse
serio, molto serio… Non sono riuscito a scoprire molto, ma credo che abbia a
che fare proprio con le ricerche sull’immortalità che ho nominato prima…
Qualcosa in cui non desidero essere coinvolto, ad ogni modo… ma che vorrei
tenere sotto controllo. E’ per questo che mi trovo qui. E’ anche colpa mia se
siamo giunti a questo punto, e intendo fare di tutto per riprendere il
controllo della situazione…” Galdiar abbassò lo sguardo. “Anche se non so
ancora esattamente che cosa sto combattendo… e anche se Ilmund –san non
accetterà tanto facilmente questa ribellione. In fondo, potrei diventare io il
primo mago vittima del ‘Concilio’…”
“No!”
Scattai. “Questo non avverrà! Io combatterò con lei Galdiar –san! Questa storia
non mi piace per niente!” Mi accigliai. “Senza contare che ho proprio voglia di
dare una lezione a Ilmund… Se ce lo togliamo dai piedi, tra l’altro, forse
finalmente avremo modo di chiedere la giusta ricompensa per un affare che
abbiamo risolto in passato…”
“Lina
–san! Ma ti pare il caso di rivangare quella storia???” Sulla tempia di Amelia
spiccava un’enorme goccia di sudore freddo… Bè, insomma, era abbastanza NORMALE
pensarci ancora… Avevamo rischiato la pelle senza ottenere altro che uno scarno
ringraziamento da due Shinzoku traditori…
Galdiar
–san mi parve perplesso. “Potrebbe essere pericoloso… Ve l’ho detto, non so
cosa dovremo combattere esattamente… Mi hai parlato di quelle chimere…” Mi
rivolse un’occhiata significativa. “Tu lo sai benissimo, c’era un’altra persona
che si interessava di quegli esseri…” Involontariamente, mi irrigidii… e, prima
che potesse proseguire e rivelare faccende di cui non mi andava DAVVERO di
discutere di fronte agli altri, il mio sguardo lo fulminò. Il mio maestro si
zittì.
I
miei compagni batterono le palpebre, stupiti dall’improvviso gelarsi
dell’atmosfera. Ma, prima che chiunque potesse chiedere qualcosa, presi la
parola. “Non ha importanza. Personalmente, dopo aver sentito tutto questo, non
riuscirei a ripartire facendo finta che nulla sia successo… Sono curiosa di
vedere che piega prenderà la questione.” Mi volsi verso i miei amici. “Voi che
cosa avete intenzione di fare?”
I
tre si scambiarono un’occhiata, e fu Gourryprendere la parola. “Siamo in ballo, no? E allora, balliamo!” Ci
riflettè un momento. “E poi, come potrei abbandonarti? Lasciandoti da sola a
piede libero rischierei la distruzione della città…”
Gli
rivolsi un’occhiataccia. “Perfetto! Manteniamoci in contatto attraverso il
pugnale, Galdiar –san… Vedrà che in poco tempo saremo venuti a capo della
faccenda! E saremo tutti sani e salvi!”
Il
mio maestro mi sorrise. “Già… presto… sarà tutto finito…” Con quelle parole,
sembrò più voler convincere se stesso, che noi… “Avrete mie notizie…”
Indietreggiò verso il bosco, fino ad essere divorato dalle ombre… “Ti
ringrazio… piccola mia…”
Quell’inquietudine…
quell’inquietudine che avevo provato di fronte alle creature, nel bosco, si
ripresentò con forza… E, in quel momento, provai l’intensa sensazione… che
quella sarebbe stata l’ultima volta in cui lo avrei visto…
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!
No! Non mi sarei lasciata deprimere così facilmente! Galdiar –san stava bene e
ora sapevamo cosa lo minacciava! E’ vero, forse non ne conoscevamo esattamente
la natura… Ma avevamo combattuto contro Demoni e Mostri di ogni tipo e non ci
saremmo lasciati intimorire tanto facilmente… Ma dal giorno successivo avremmo
dovuto darci da fare per indagare sulle vere intenzioni del Gran Maestro… per
la sicurezza della città e… per guadagnarci qualcosina… (insomma, mica si
sopravvive con i bei discorsi, no…?)
In
silenzio come eravamo venuti, ci rincamminammo per le strade della città.
Rimuginavo sulle parole del mio maestro, senza riuscire a capire quali
potessero essere i ‘risultati’ raggiunti da Ilmund… L’immortalità…?
Sinceramente, avevo dei dubbi. Purtroppo avevo una certa conoscenza di quegli
studi… per… esperienza personale… ma per quello che ne sapevo la storia aveva
negato la possibilità di conseguire la vita eterna semplicemente attraverso la
Magia… Una falsa immortalità, ecco tutto ciò che era possibile agli esseri
umani… l’immortalità conseguita attraverso il Contratto con un Mazoku… O il
‘Concilio’ era riuscito a trovare la chiave per la vera eterna giovinezza…?
O,
forse, c’entravano davvero i demoni… un accordo stipulato con loro, e…
Scossi
la testa. No, che senso avrebbe avuto? Ilmund ed i suoi miravano a sconfiggere
i Mazoku e gli Shinzoku, un’alleanza con uno dei due gruppi non sarebbe stata
possibile… Certo, i demoni avrebbero potuto accettarla se avesse fatto loro
comodo… ma per quel che riguardava i membri del Concilio, bè, viste le loro
convinzioni avevo idea che l’avrebbero considerata come una ammissione di
inferiorità…
Uff…
Era inutile… Per quanto potessi girare attorno alla questione, l’unico modo per
saperne qualcosa di più era interrogare qualcuno che fosse direttamente
coinvolto… Purtroppo, parlarne con Galdiar non era sufficiente, perché,
ovviamente, il Gran Maestro era stato molto attento a non fargli avere più
informazioni di quante gli fossero apparse necessarie per ‘persuaderlo’ a
tornare… Ma potevamo fidarci ad avvicinare qualcun altro…? Dopotutto, ora che
ci pensavo, una cosa non era stata chiarita dal nostro colloquio con Galdiar…
Quanto sapeva Ilmund del passato del mio maestro? Perché… se era al corrente
delle sue origini a Zephilia… ed era a conoscenza del nostro legame… allora
probabilmente i miei compagni ed io eravamo segnalati nella lista nera dei
‘personaggi pericolosi’… e anche noi, che non avevamo minimamente cercato di
nascondere la nostra presenza a Miilun, inevitabilmente, ci saremmo trovati in
pericolo…
Un
lieve strattone nel mio mantello mi distolse dai miei pensieri. Il mio sguardo
si posò immediatamente sul colpevole. “Gourry…?”
Il
mio amico mi fissò per un momento, con l’aria di volermi mettere in guardia da
qualcosa, quindi gettò una breve occhiata alle proprie spalle, senza voltarsi.
Qualcuno
ci stava seguendo.
Mordendomi
il labbro per la mia disattenzione, feci allo spadaccino un breve cenno
d’assenso. Chiunque fosse, potevamo coglierlo di sorpresa… un buon vantaggio.
Probabilmente era solo, per evitare di attirare troppo la nostra attenzione… ma
i suoi compagni attendevano nell’ombra, in attesa di un suo segnale. Se fossimo
stati sufficientemente veloci, avremmo potuto catturarlo e metterlotacere senza essere costretti ad ucciderlo…
e allora noi cinque avremmo fatto una bella chiaccheratina…
Con
un gesto, intimai alle mie compagne di fermarsi. Battendo le palpebre, le due
si bloccarono, e fortunatamente ebbero l’accortezza di non fare commenti…
Rivolgendo loro una breve occhiata ed un sogghigno, presi la parola, senza più
preoccuparmi di mantenere basso il tono della voce… “Mi stavo chiedendo… Se
qualcuno in questa città ha qualcosa da nascondere… potrebbe allarmarlo il
fatto che noi quattro ci mettiamo a ficcanasare in giro…” Sperando che le mie parole
distraessero momentaneamente il nostro pedinatore, richiamai bravemente alla
mente la formula di un incantesimo, muovendo impercettibilmente le dita
nell’atto di evocarlo…
“Giusto…
E quindi qualcuno potrebbe decidere di attaccarci da un momento all’altro…”
Proseguì per me Gourry, mettendo mano all’elsa della spada.
“Lo
penso anch’io…” Girai all’improvviso le spalle, per affrontare qualsiasi cosa
si annidasse nell’ombra. “… e credo proprio che tra poco ne avremo una
dimostrazione…”
Un
rumore… spazzatura rovesciata in un movimento convulso, probabilmente. Il
nostro acuto inseguitore doveva avere capito che ci eravamo accorti di lui… Ma
ormai era un po’ troppo tardi.
“Lighting!!!”
Terminai la formula, e, all’improvviso, la via fu illuminata a giorno… Una
figura incappucciata stava fuggendo verso la strada principale…
‘Se
credi di riuscire ad andare a chiamare rinforzi, caschi davvero male!!!!’
Scattai in avanti, precedendo Gourry, che aveva già estratto la spada e… “Shadow snap!!!” Recitai. Il mio pugnale colpì direttamente la sua ombra, e il mio
avversario si bloccò, temporaneamente immobilizzato.
Ma,
evidentemente, quel trucchetto non gli era estraneo… “Lighting!”
Udii recitare.
Una piccola fonte di luce, e il mio incantesimo era stato spezzato. Solo, non
avevo intenzione di lasciargli il tempo per un’altra formula…
“Fermo
dove sei!” Gridai, battendo le mani di fronte al petto e portandole brevemente
avanti. Una sfera luminosa brillava fra le mie dita. “Stai per diventare il
bersaglio di una Palla di Fuoco… Se fossi in te, ci penserei due volte, prima
di disubbedire al mio ordine.” In quel momento, anche Gourry e le altre mi
raggiunsero. Una lama di pura luce brillava fra le braccia dello spadaccino,
pronta a colpire ad ogni mossa falsa del nostro avversario… ed evidentemente
quest’ultimo era sufficientemente intelligente da considerare i nostri
‘argomenti’ un valido deterrente alla fuga…
Con
un sospiro, il ‘pedinatore’ gettò a terra la spada che aveva estratto
scappando. Quell’arma… aveva un taglio familiare… “E così… si trattava proprio
di voi… i tuoi attacchi sono inconfondibili, Lina…” Lentamente, il nostro
avversario si voltò ed abbassò il cappuccio. “… anche se, se devo essere
sincero, non posso dire di essere felice di vedervi qui…”
L’occhiata
che ci lanciò fu tutt’altro che amichevole, ma sulla sua identità non potevo
davvero avere dubbi… Quello… quello era…
Ok, gente… Mi si sono CARIATI i denti, nello scrivere questo capitolo,
per quanto è terribilmente romance… però… eh, quando ci
Capitolo quarto
“Complimenti, Zel… Un modo davvero carino di salutare, il
tuo…” Commentai, ironicamente, una volta che fummo seduti, lontano da occhi
indiscreti, ad un tavolo della locanda. Dopo il nostro… per così dire…
movimentato… incontro… avevo a modo mio ‘convinto’ la chimera a seguirci in un
posto dove avremmo potuto parlare tranquillamente… A quell’ora nell’ampia sala
da pranzo non restava quasi nessuno, fatto salvo qualche ubriaco, troppo
‘allegro’ per interessarsi ad una comitiva dai volti così insolitamente scuri…
Potevamo discutere senza temere che qualcuno dei nostri nemici dal volto
sconosciuto venisse a ficcanasare… ed evitare la poco salutare passeggiatina di
ritorno lungo le strade notturne della città, che ci sarebbe inevitabilmente
toccata se avessimo scelto un’altra sede per la nostra conversazione… Amelia e
Sylphiel erano ancora alloggiate al ‘palazzo degli ospiti’ di Ilmund, ma per
una notte avremmo trovato spazio anche per loro… Per quel che riguardava Zel,
sinceramente, non avevo idea di dove avesse scelto di fermarsi… per quel che ne
sapevo, poteva anche avere preso una stanza proprio a quella locanda… a quanto
pareva, però, il nostro amico era del tutto intenzionato a non mettercene al
corrente… quella sera sembrava un’impresa tirargli fuori due parole di bocca…
“Te
l’ho già detto, Lina… Vi ho seguiti solo perché vi ho intravisti in quel vicolo
e volevo accertarmi che si trattasse proprio di voi… E se non mi sono fatto
vedere è perché non avevo la minima intenzione di unirmi al vostro gruppo…
Sinceramente, speravo di non trovarvi nemmeno qui…” GRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR…
Calma, Lina, calma… Non hai voglia di pagare i danni per una locanda distrutta
solo per le stupide affermazioni di una stupida chimera…
“Ah,
no? E c’è un motivo in particolare per cui non volevi vederci, Zel, o hai solo
le tue cose?”
Alla
mia domanda una grossa goccia di sudore scese lungo la tempia dello spadaccino,
al mio fianco. “…Lina…”
Anche
la chimera, per un momento, vestì un’espressione indecifrabile, che mi fece
pensare che avesse intenzione di rispondermi, come suo solito, con una battuta
pungente… Invece, dalle sue labbra pietrose non uscì altro che il tono piatto
ed indifferente che per tutta la serata ci aveva riservato… “Semplicemente, ho
degli affari da sbrigare e non ho nessun bisogno di essere coinvolto in qualche
gigantesco guaio con gli esseri superiori…” Ehi, CHE COSA VOLEVA DIRE?????? Che
io portavo guai, per caso????
“E
questi affari devono averti tenuto incredibilmente occupato, negli ultimi
quattro mesi…” Nonostante la sua frase mi avesse NOTEVOLMENTE indisposta, non
fui io a rispondergli. La principessa, che era stata incredibilmente taciturna
per tutta la serata, aveva finalmente preso la parola… e lo aveva fatto con
un’ironia tagliente che raramente si udiva nella sua voce…
Ma,
se Zelgadiss fu colpito dalla cosa, il suo tono lo mascherò perfettamente. “Mi
dispiace che tu ti sia preoccupata per me…” Pronunciate con tale freddezza, non
sembravano certo scuse molto sentite… “Ma avevo altro da fare e non potevo
certo perdere il mio tempo a scriverti…” Uaaaaaaaaaaaaaaah, ma come poteva
parlarle con tutta quella noncuranza???? Non immaginava quello che Amelia aveva
passato?
“C-
capisco… Zel… Zel –san…” Le mani della chimera ebbero un lieve fremito quando
si sentì chiamare ‘Zel –san’… ma subito il nostro amico sembrò riguadagnare la
sua freddezza… uhm…
“E
si può sapere di che genere di faccenda si tratta, quella in cui sei
coinvolto?” Ora il tono della mia voce non era più venato di rabbia… si era
fatto… indagatore. Gli rivolsi un’occhiata penetrante… e, con mia sorpresa, la
chimera sembrò non riuscire a sostenerla. I suoi occhi si fissarono sulla tazza
di caffè e si rifiutarono di incontrare quelli di ciascun altro fra noi… Il suo
tono di voce, tuttavia, non mutò. “Sono… sono affari miei.”
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!
Quel ragazzo sapeva essere INSOPPORTABILE, quando voleva!!!
“Senti
un po’, Zel, ora…”
“Ora
si è fatto davvero tardi.” La chimera si alzò, evidentemente decisa a troncare
quella conversazione. “Non posso permettermi di sprecare ore di sonno parlando
con voi. Non potevo immaginare che anche voi aveste scelto questa locanda, ma
domani troverò un altro alloggio e allora potremo proseguire ciascuno con i
propri affari, senza disturbarci a vicenda…”
A
quell’affermazione, anche la principessa scattò in piedi. A quanto pareva, le
ultime parole della chimera erano state la goccia che aveva fatto traboccare il
vaso…
“Intendi
dire… che vuoi sparire un’altra volta…? Che di nuovo non avrò diritto di sapere
se sei vivo o morto? E per quanto, stavolta? Per sempre? Immagino che sia
perché scrivere una riga per dire che stai bene ti ‘disturba’…”
La
chimera non la guardò in volto. “E’ come hai detto tu, Amelia… Per quel che mi
riguarda, tu non hai alcun diritto…”
Questa
frase sembrò colpire la mia amica come un pugnale. E, quando riuscì a parlare,
lo fece in tono estremamente freddo. “Bè, scusa se te lo faccio notare, Zel
–san, ma questa è una cosa a cui potevi pensare anche prima…”
Oh
–oh… La conversazione stava prendendo una piega per cui la nostra presenza era
un po’ fuori luogo… Lanciai un’occhiata a Gourry e a Sylphiel, che sedevano con
l’aria di non sapere che cosa dire… e feci per alzarmi… “Ehm… Amelia…”
La
mia amica mi rivolse un’occhiata, senza dare realmente l’impressione di fare
caso a me. “Oh, no… resta, Lina –san… Tanto a lui non importa di nulla e di
nessuno, no?” La chimera continuò a tenere gli occhi fissi da qualche parte,
fuori della finestra della sala, rifiutandosi di guardarla in volto. “E allora
non gli darà fastidio che voi siate qui… Non gli darà fastidio stare a sentire
quello che ho da dirgli…” La mani della ragazza presero ad agitarsi
convulsamente, mentre il suo tono faceva evidenti sforzi per restare calmo.
“…anche se probabilmente se ne scorderà in fretta… in fretta come si scorda
delle sue promesse… E’ facile promettere, vero, Zel –san? Ciò che ti riesce
peggio è mantenere…”
La
chimera si morse il labbro. “Io… ti avevo promesso di tornare… ma non avevo
specificato quando… e come vedi la mia pelle è ancora di pietra…”
Amelia
emise un sospiro stanco. “Vorresti… farmi credere… che se avessi riacquistato
il tuo aspetto umano… saresti venuto a Sailune…?” Nella sua voce c’era ancora
una punta di ironia, ma anche… speranza…
“Sarei
tornato… proprio perché lo avevo promesso…” Anche la chimera sospirò. Aprì la
bocca, come per aggiungere qualcosa, quindi scosse la testa e si bloccò.
“Solo
perché… lo avevi promesso…?” Lo incitò la principessa.
La
chimera esitò un momento, quindi annuì e riprese a parlare, freddamente.
“Esattamente. Sarei tornato… per dirti addio. Forse ho sbagliato a non averlo
già fatto in questi mesi. Immagino che il poterti dire ora queste parole sia
l’unico fattore positivo dell’averti incontrata qui…”
Le
mie dita si strinsero attorno al tovagliolo, tanto che pensai di poterlo
disintegrare. Come poteva… dire una cosa del genere… dopo quello che c’era
stato fra loro due…? No, quello non era Zel! La chimera era scorbutica,
solitaria, persino FRUSTRANTE… ma dannatamente leale. Lo conoscevo a
sufficienza per sapere che non avrebbe ferito a quel modo, e intenzionalmente,
uno dei suoi amici… figurarsi Amelia… Certo, sapeva essere duro con lei, a
volte… ma non… così… Quelle erano parole che avrebbero lasciato delle cicatrici
difficili da cancellare, come poteva non capirlo? O aveva qualche motivo per
agire a quel modo…?
“Capisco…”
Si limitò a ripetere Amelia, abbassando lo sguardo. “Se è così che la pensi,
allora immagino che questa conversazione non abbia motivo di continuare…” Mi
accigliai. Amelia, normalmente, di fronte ad un atteggiamento simile, si
sarebbe infuriata, avrebbe gridato, insistito… avrebbe tirato in ballo la
Giustizia…
Niente
di tutto questo, ora… Solo uno sguardo… vuoto. Immaginavo perché… Zelgadiss non
la aveva solo ferita… L’aveva profondamente delusa… Sapevo come la pensava la
principessa sulla chimera… Era la tacita conclusione a cui tutti eravamo
giunti: il nostro amico aveva un gran brutto carattere, ma la sua scontrosità
tendeva ad essere più apparenza che sostanza… Ma il suo atteggiamento di quel
momento mi sembrava… più che ‘sostanzioso’… Se avessi potuto leggere la mente
delle tre persone che mi stavano a fianco, probabilmente avrei trovato in tutte
lo stesso pensiero… ‘Cosa ne è stato di Zel?’
“Scusa
se non la prendo con filosofia, Zel –san… Ma come sai la mia indole mi porta ad
amare la verità… E tutte le belle parole che hai saputo dirmi per ottenere
quello che volevi sono bugie difficili da digerire…” La principessa serrò le
labbra, come se volesse impedirsi di aggiungere altro…
Uhm,
ok… ora cominciavo a sentirmi DAVVERO a disagio… La cosa cominciava a cadere
sul personale… non credo che anche Amelia, se fosse stata nel suo normale
animo, avrebbe gradito troppo la nostra presenza… Ma abbandonarla lì da sola in
quel momento non mi sembrava una grande idea…
“Quando
ti ho detto quelle cose io le pensavo veramente, Amelia…” Ora, la chimera aveva
preso a fissare la principessa. Il suo sguardo… era… così… No, tutto questo non
mi convinceva, davvero… avrei dovuto fare una un paio di chiacchiere in privato
con lui…
La
mia amica alzò gli occhi, incontrando i suoi… che, immediatamente, tornarono
alla precedente durezza. “…ma mi sono reso conto di una cosa, in questi sei
mesi… quelle frasi erano solo tante belle costruzioni della cui verità IO mi
ero voluto convincere… In realtà, non è di te che avevo bisogno, Amelia… ciò
che volevo era solo… un posto in cui tornare… qualcuno che mi accettasse per
quello che ero… Se ci fosse stata un’altra ragazza al tuo posto, per me non
avrebbe fatto alcuna differenza. Questa è la verità…” Una verità semplice… e
per questo difficile da contestare. La verità più dolorosa di tutte…
La
mia amica chiuse gli occhi per un momento, come per assimilare quella nuova
consapevolezza. E, quando li riaprì, una singola lacrima scese lungo la sua
guancia. “Io… non mi pento di ciò che è successo… perché sono stata io a
spingere perché accadesse… io… lo volevo… lo volevo davvero… e so che lo
rifarei.” Si morse il labbro. “Solo… la prossima volta… cercati davvero qualcun
altro, Zel –san… perché a me non piace… farmi usare come mezzo per acquietare
il tuo animo… per ricevere… solo fredde spiegazioni… in cambio…” Rilasciò i
suoi pugni, fino ad allora stretti al punto da rendere le nocche mortalmente
bianche.
Zelgadiss
distolse lo sguardo. “Non ci sarà nessuna prossima volta.” Con quest’ultima,
indifferente, constatazione, ci volse le spalle. “Ed ora, scusatemi…” Senza
aggiungere altro, si avvolse nel mantello ed uscì, attraverso il corridoio che
conduceva alle scale…
Amelia
ricadde su una sedia, con lo sguardo vacuo.
“Andrò
a parlare con lui…” Con insolita risolutezza, Gourry si alzò in piedi. “Non so
cosa sia accaduto, ma stasera non era in sé…”
Annuii,
semplicemente, e lo spadaccino si affrettò sui passi della chimera.
“Gourry
–sama…” Sylphiel, lanciatami una breve occhiata, si alzò per seguire lo
spadaccino…
Sospirando,
mi avvicinai alla mia amica dai capelli corvini, sospettando che in quel
momento non avesse la minima idea di quello che stava accadendo attorno a lei…
Fui quasi stupita, quando mi rivolse la parola. “Non ha senso andare a parlare
con lui, Lina –san… Ha già chiarito perfettamente la sua posizione… Io… lo
capisco… capisco ciò che ha voluto dire… e non riesco nemmeno ad essere
arrabbiata con lui… sono solo delusa… perché… non avrei mai creduto… che il suo
comportamento di sei mesi fa… potesse celare… QUESTO… Io…” Fece una pausa.
“…tutto… tutto ciò che pensavo di lui… si è rivelato essere… completamente sbagliato…”
La testa le scivolò fra le mani.
“Amelia…”
Cominciai.
“…Non…
non me la sento più di giudicare… non so se Zel… san… sia migliore o peggiore
di come me l’aspettavo… solo… è diverso… A me… sono sempre piaciute le belle
favole… forse è il suo essere misterioso che mi piaceva di Zelgadiss –san…
perché rendeva più facile costruire delle illusioni su di lui… ma evidentemente
la realtà è diversa dall’immaginazione… e probabilmente… la persona che amavo…
non è mai… esistita…” Serrai le labbra. No, io non la pensavo così. Era vero…
Amelia tendeva a… idealizzare le persone. Forse talvolta si era fatta
un’immagine di Zel non totalmente aderente alla realtà… ma, perlopiù, avevo
sempre avuto l’impressione che la principessa comprendesse più che bene quello
che passava nella maledettissima zucca dura della chimera… E poi, di una cosa
ero sicura… quello che ci aveva appena parlato non era il vero Zel. Io lo
conoscevo… come si suole dire, condividere certe esperienze rinsalda
un’amicizia oppure la distrugge… e con tutti i guai che avevamo passato
insieme, era inevitabile che ci fossimo avvicinati… Sapevo com’era fatto… e
sapevo che doveva esserci un motivo che lo aveva spinto ad agire a quel modo.
Zel si era sempre fatto delle remore nel suo rapporto con Amelia… Ero convinta
che, se sei mesi prima aveva deciso di confessarle quello che provava, lo
avesse fatto perché era sicuro dei propri sentimenti… se così non fosse stato,
non avevo dubbi che, per quanto la principessa avesse potuto insistere e…
trascinarlo, com’era nel suo carattere… lui la avrebbe comunque rifiutata. Zel
non era tipo da giochetti. Diceva le cose come stavano, e non aveva mai dato
l’impressione di voler illudere nessuno. E sapevo più che bene che l’unico
fattore positivo di quel suo stupido rimuginare continuamente sulle cose era il
fatto che, quando finalmente si risolveva ad agire, lo faceva perché era
assolutamente sicuro di quello che voleva ed intendeva fare… Ed io, a quella
storia del ‘mi sono reso conto solo ora’ non credevo proprio per niente…
Tuttavia,
tacqui le mie riflessioni con Amelia. Ora non era di certo nello stato d’animo
per ascoltarmi e poi… se per caso io mi fossi sbagliata su Zelgadiss… le mie
parole non avrebbero fatto altro che illuderla e ferirla ulteriormente… Dovevo
prima riuscire a capire se era davvero successo qualcosa alla chimera… e,
ovviamente, che cosa.
E
poi… a dire il vero… a dire il vero c’era un altro motivo che mi spingeva a
tacere… Io… non volevo inquietare ulteriormente la principessa con un mio
insistente dubbio…
Era
un caso che Zel si trovasse a Miilun proprio in quel momento, con tutto quello
che stava succedendo…?
Anche
se mi rifiutavo di accettarlo, un pensiero continuava ad ossessionare la mia
mente… Fino a che punto si sarebbe spinto il nostro amico, per la sua cura…?
Sarebbe potuto giungere… a sostenere un progetto come quello del Concilio…?
Scossi
la testa. Non era il momento di riflettere su quelle cose. “Amelia… ascoltami…
Stare qui a ripensare a quello che è successo non ti porterà a nulla… Ora, vieni
con me… Una buona dormita non potrà che migliorare le cose, non trovi?” La mia
amica si limitò a guardarmi per un momento e a fare spallucce. Sospirai. Come
risposta non era granché, ma non che potessi aspettarmi molto di più, quella
sera…
Accompagnai
la principessa nella mia camera e, quando si fu appoggiata al letto… “Sleeping”
Recitai, brevemente. Fare addormentare con un incantesimo una maga del livello
di Amelia, normalmente, avrebbe richiesto impegno e concentrazione… Tuttavia,
senza stupirmene troppo, in quell’occasione incontrai decisamente poca
resistenza, da parte sua…
“Umph!
E adesso QUALCUNO mi sentirà… Farmi innervosire ulteriormente è stata davvero
una pessima mossa…” Ero davvero arrabbiata. L’ultima cosa di cui avevamo
bisogno era che le cose si complicassero ancora, dannazione! Tutta quella
vicenda, tutto ciò che era accaduto da quando avevamo raggiunto la città di
Miilun, mi lasciava un inspiegabile amaro in bocca. Ed era una cosa che
DETESTAVO! Detestavo fare incubi, detestavo preoccuparmi per i miei amici,
detestavo essere depressa!!! E, sopra ogni cosa, detestavo non potermi sfogare
con un paio di Palle di Fuoco ben piazzate solo perché una stupida combriccola
di maghi che avrei scelto volentieri come bersaglio non aspettava che una buona
occasione per levarci di mezzo!!! AAAAAAAAAAAH, quanto era FRUSTRANTE!!! Ma
presto non sarei stata la sola a sentirsi ‘addolorata’…
Uscii
dalla stanza, con tutta l’intenzione di… spiegare il mio punto di vista ad una
certa chimera… quando mi imbattei in Gourry e Sylphiel.
“Uh?
Già di ritorno?”
Gourry
si grattò la testa. “Si è rifiutato di farci entrare, Lina… Dice che non ha
tempo di stare a sentire le nostre lamentele…”
“E
voi vi siete arresi così????” Scattai, immediatamente. Quella sera, la mia,
normalmente PROVERBIALE, pazienza aveva subito troppo duri colpi per resistere…
“Uhm,
ecco, Lina… Lui… Non ci stava più ad ascoltare… Ha lanciato ‘L’incanto del
rumore’… o qualcosa del genere… Insomma, perché la nostra voce non si sentisse
al di là della porta…” Cercò con lo sguardo l’aiuto di Sylphiel…
“L’incantesimo
del Silenzio, Gourry…” Lo corressi io, quasi automaticamente. “Bè, se non sente
nulla allora sarà MOLTO sorpreso, quando un Guard Flare gli sfonderà la porta…”
E non stavo scherzando…
Il
terrore si diffuse sul volto di Gourry. “Asp… aspetta Lina!”Mi bloccò,
afferrandomi per il polso, quando già mi ero avviata ad assicurare un ‘dolce
risveglio’ alla nostra chimera…
“Perché
dovrei?” Gli lanciai un’occhiataccia.
Il
mio amico sospirò. “Anche normalmente non sarebbe consigliabile recare danni
seri alla locanda che ci ospita… Figuriamoci ora che dobbiamo stare attenti a
non attirare l’attenzione su di noi…” AAAAAAAAAAAAAAH! Quanto lo ODIAVO quando
aveva ragione!!!! Mi grattai la testa, liberando il polso dalla sua stretta.
“Uff… Immagino che per una volta tu l’abbia detta giusta…”
“Per…
una… volta…” Una goccia di sudore scese lungo la tempia dello spadaccino.
La
ignorai. “A questo punto, non ci resta che rimandare a domani la conversazione…
Spero solo che il nostro amico non voglia farci lo scherzetto di andarsene
durante la notte… C’è più di una cosa che voglio chiedergli… e forse quello che
ci dirà potrà essere anche utile alla nostra indagine per Galdiar –san…” A
quest’ultima affermazione entrambi i miei compagni assunsero un’aria
interrogativa. Ma le mie parole erano rivolte più a me stessa, che a loro. Non
avevo intenzione di accusare Zel per qualcosa che, dopotutto, probabilmente non
aveva compiuto. E, soprattutto, per quella sera, non avevo più voglia di dare
spiegazioni…
Cambiai
argomento. “Ad ogni modo… Pensate che sia il caso di fare dei turni di guardia
davanti alla sua finestra…? Voglio dire… non credo che lascerebbe la locanda
attraverso la porta principale, con il rischio di farsi scoprire… “
Sylphiel
scosse la testa. “Ho visto in che zona della locanda si trova la sua camera… La
finestra della stanza dovrebbe dare sul cortile interno, Lina –san…”
Annuii.
Scarse vie di fuga… Un topo in trappola… in balia dei tuoi amici impiccioni,
eh, Zel? A dispetto di tutto, mi concessi un sogghigno. Che situazione assurda…
Scuotendo
la testa, afferrai Gourry per un braccio e cominciai a trascinarlo verso la sua
camera. “Coraggio. Per stasera abbiamo avuto abbastanza guai.”
“Do…
dove stiamo andando…?”
“A
dormire, zuccone! Dove, se no?”
Il
mio amico batté le palpebre. “Guarda che quella è la mia camera…”
“Lo
so, lo so… Ma la mia stanza è una singola… Come pretendi che facciamo a starci
in tre? Dormirò sul pavimento, da te…”
“Bè…”
Iniziò il mio amico.
“Posso…”
Lo interruppe Sylphiel, le guance di diverse tonalità più rosse del solito, ma
con un’aria MOLTO risoluta… “Posso stare io con Gourry –sama. La camera è tua,
dopotutto, Lina –san… Non è giusto che io e Amelia te la portiamo via…” La sua
richiesta mi lasciò momentaneamente senza parole. Aspetta un… D’accordo, poteva
avere senso… la camera era la mia… però… insomma, chi è che per tutti quegli
anni aveva condiviso stanze con il cervello di medusa??? E poi, CHE COS’ERA
QUELL’ESPRESSIONE??? Non c’era alcun bisogno di assumere quell’aria di sfida!!!
Non capivo davvero che cosa potesse significare!!!!!
Prima
che potessi rispondere in qualsiasi modo, però, una mano si poggiò sulla mia
testa. “Forse non è il caso di lasciarla da sola con Amelia, sai, Sylphiel?”
Dichiarò Gourry, con l’aria di chi la sa lunga. “Credo che la nostra amica
abbia bisogno di una notte di sonno tranquillo…”
“E
questo CHE COSA DOVREBBE SIGNIFICARE????” Gli riservai un’occhiata tutt’altro
che rassicurante.
Il
mio amico mi rivolse un sogghigno “Bè, ammetterai di avere il sonno sempre
abbastanza agitato, Lina…”
“E
TU CHE COSA NE SAI?????” Presi un PROFONDO sospiro. Uno due tre quattro… niente
incantesimi pericolosi in una locanda… cinque sei sette…
Sylphiel
ci lanciò un’occhiata, mentre una grossa goccia di sudore scendeva lungo la sua
tempia. Quindi, sospirò. “Immagino… che tu abbia ragione, Gourry –sama…” E non
guardarmi a quel modo, accidenti!!!!
Anch’io
sospirai, cercando un modo rapido per far cadere quella conversazione… “Vado a
prendere il mio pigiama…” Lanciai un’occhiata a Gourry. “E tu, non provare
nemmeno a toccare il pavimento, sai… È camera tua ed il letto è tuo, chiaro?”
“Se
non tocco il pavimento, come faccio ad arrivarci, al letto?”
“Gourryyyyy…”
Ce l’avevo io, un ottimo modo per farlo arrivare al letto senza che nemmeno
SFIORASSE il pavimento… ma dubitavo che gli sarebbe piaciuto…
“D’accordo,
d’accordo… Vado…”
“É…
Sempre così…” Sentii commentare fra sé e sé la sacerdotessa, mentre il mio
amico si allontanava. Il suo sguardo era fisso sullo spadaccino.
“Uh?”
Battei le palpebre, senza capire. La sua espressione sembrava… preoccupata. Ora
che ci pensavo, Sylphiel era stata con lui, quel pomeriggio. Forse avrebbe
saputo dirmi…
“Non
è niente, Lina –san… Ho solo pensato ad alta voce… Ora… scusa ma… penso che me
ne andrò a dormire… È stata una lunga giornata…” Si infilò nella mia stanza,
senza lasciarmi il tempo di chiedere nulla. Sospirai. Occasione persa…
Raccolsi
le mie cose ed entrai in quella che per quella notte sarebbe stata anche la mia
camera… per trovare Gourry disteso, con una coperta, sul pavimento.
Sospirai.
“Gourry…”
“Tanto
non ce l’avrei fatta a dormire, se me ne fossi stato comodo su un materasso
mentre tu eri costretta a stare sul pavimento, Lina…”
Scossi
la testa e mi sdraiai dall’altro lato della stanza, lasciando il letto intatto…
…Finiva
sempre così…
Mi
sistemai brevemente sotto la coperta che avevo portato con me, e appoggiai
pigramente la testa al mio braccio, mentre il mio amico ed io condividevamo
qualche momento di silenzio…
…un
tempo sufficiente perché il mio cervello riprendesse con il suo maledetto
lavorio.
Sospirai.
Normalmente ero sempre stata capace di creare il… bianco… nella mia testa,
prima di addormentarmi… Rimuginare sui fatti, togliendosi il sonno, non mi era
mai apparso come un atto particolarmente intelligente… generalmente, non aiuta
a risolvere i problemi, anzi, toglie al cervello la possibilità di recuperare,
con il riposo, la lucidità necessaria per affrontarli… Ma di capire questi semplici
elementi di ‘tattica’ la mia testa in quel momento non voleva proprio saperne…
In quella giornata movimentata avevo avuto poco tempo persino per pensare… e
tutte le preoccupazioni che si erano accumulate sembravano avere scelto proprio
quel momento per decidersi ad affollare la mia mente, tutte le domande senza
una risposta sembravano voler sottoporre ad un incessante interrogatorio il mio
cervello… Dannazione, non avevo la minima intenzione di passare un’altra notte
insonne!!! Come se non avessi avuto sonno arretrato a sufficienza…
Mi
portai una mano alla fronte, massaggiandola nervosamente. Nessun modo… di
ingannare la propria mente, eh…? Io sapevo benissimo che c’era almeno un peso
che dovevo togliermi, prima di potere sperare di riuscire a chiudere occhio… E,
in quel momento, sapevo anche di averne la possibilità…
Eravamo
completamente soli…
…ed
era il momento giusto per parlargli.
…per
quanto mi spaventasse non avere idea delle risposte a cui sarei potuta
giungere…
Al
diavolo! Non era da me restare troppo a lungo ad esitare!
“Senti,
Gourry…”
Un
mugugno sonnolento venne in mia risposta. Uff, poteva anche cercare di metterci
un po’ più impegno,
quando
doveva sostenere una conversazione… Con un sospiro, proseguii. “Questo
pomeriggio… e ieri… ti sei comportato in modo un po’ strano… più del solito,
almeno…” Il mio amico, stranamente per lui, non rispose alla provocazione…
Meglio così, in quella circostanza… Non avevo voglia di divagare. “Forse…
penserai che non siano affari miei… ma… io…” Arrossii lievemente, anche se non
ce n’era motivo… “io sono molto preoccupata per te… Perché temo che sia
successo qualcosa che ti ha… ferito in qualche modo… Magari è solo la mia
immaginazione… però… se è come penso… vorrei che tu ti fidassi di me e me ne
parlassi, perché…” Mi grattai la punta del naso. “…perché forse, insieme,
potremmo risolvere il tuo problema… insomma…” Sospirai. “…se hai bisogno di me…
io sono qui… per te…”
Silenzio.
Forse
pensava davvero che fossi un’impicciona… Forse mi considerava una stupida
perché in realtà non era davvero successo niente… magari erano solo mie
paranoie… magari quel pomeriggio era seccato solo perché lo avevo offeso,
parlando con Amelia… Dopotutto, almeno apparentemente, ero stata la sola ad
accorgermi di quel suo cambiamento…
Però…
…però
POTEVA DEGNARSI DI RISPONDERMI QUALCOSA, ACCIDENTI!!!!
“Gourry…?”
Stavolta, c’era una sfumatura seccata, nella mia voce.
E
la risposta giunse.
Un
russare sommesso.
Una
grossa goccia di sudore scese lungo la mia tempia. “Sigh! Dovevo aspettarmelo…”
Mi
voltai per osservarlo, alla luce debole della luna. La coperta era ormai finita
lontano ed il mio amico giaceva, occupando probabilmente da solo il posto per
quattro persone. Un lieve sorriso increspava le sue labbra… Chissà che cosa stava
sognando… Sospirando, mi alzai e recuperai la coperta. “Mi servi in buona
salute, cervello di medusa…” Sussurrai, gettandogliela addosso.
Il
mio amico si mosse lievemente nel sonno, tirandosi la coperta fin quasi sopra
la testa. Mugugnò qualcosa fra i denti, ma pronunciò una sola parola abbastanza
distintamente per permettermi di udirla…
“Lina…”
Presa
alla sprovvista, arrossii. Era… era sognare me… che lo faceva sorridere… in
quel modo così…
…dolce…?
Il
mio amico strinse convulsamente la coperta.
“Lina…
No… Mi strozzi!!!”
Un’altra
ENORME goccia di sudore scese lungo la mia tempia. No… Forse, effettivamente,
non era perché mi stava sognando… “Cretino…” Gli riservai un lieve colpo alla
testa. Il mio amico non fece una piega.
Sospirai.
“Mi farai venire un esaurimento nervoso, prima o poi…”
“Non…
non volevo…”
“Uh?”
Battei le palpebre. Mi stava rispondendo? Si era svegliato?
“Non…
volevo… non volevo… tradirvi…”
“…”
“…Gourry…?”
Gli occhi serrati, i denti stretti, il mio amico si rivolgeva al buio vuoto
della camera, come se avesse preso vita, come se fosse stato popolato dei
fantasmi che in quel momento sembravano affollare la sua mente…
“Non…
volevo… rubare… la tua… felicità…” Gocce di sudore cominciarono ad imperlargli
la fronte. Istintivamente, allungai una mano per accarezzargli la guancia.
“Gourry…”
Il
mio amico scosse la testa nel sonno, come se avvertisse la mia presenza e
cercasse di allontanarmi… “Io… non posso più… io… ho… fallito…” Le sue dita si
strinsero attorno alle mie e rifiutarono di lasciarle. Che cosa… che cosa gli
stava succedendo…?
Non
avendo possibilità di allontanarmi senza svegliarlo, mi inginocchiai al suo
fianco, appoggiando la mano libera alla sua fronte. “Calma…” Sussurrai,
sperando di riuscire in qualche modo a tranquillizzarlo. Non dovevo essere la
persona più indicata per farlo, forse, ma in quel momento ero troppo
preoccupata per stare a pensarci… “Gourry… calmati… è soltanto un sogno…”
Oppure… mi sbagliavo…? I suoi timori, qualunque fosse la loro natura, mi sembravano
decisamente reali…
Tuttavia,
dopo qualche istante, il respiro del mio amico si fece nuovamente regolare e la
sua presa sulla mia mano si allentò… Inarcai il collo, per riuscire ad
osservarlo nuovamente in volto. Ora, sembrava immerso in un sonno profondo,
senza sogni… Sospirai. Meglio così… La mattina dopo, però, avrei dovuto
indagare, assolutamente… Quella faccenda mi piaceva sempre meno… come, a dire
il vero, non mi piaceva il fatto che finora il mio amico, per quanto fosse
evidente la presenza di qualcosa che non andava, non mi avesse parlato di
nulla…
Un
rumore, fuori dalla porta, mi richiamò improvvisamente alla realtà. Sussultai.
E ora, che cosa diavolo stava succedendo…?
Mi
misi in ascolto, trattenendo il respiro. E, dopo qualche istante, il -purtroppo-
ben riconoscibile suono si fece nuovamente sentire…
Qualcuno
si stava muovendo nel corridoio.
‘Ci
mancava solo questa…’ Imprecai, sottovoce, sollevandomi silenziosamente in
piedi e raggiungendo il luogo dove avevo lasciato la spada. Poteva anche essere
un ospite nottambulo, certo… ma avevo il presentimento che quella fosse
un’ipotesi un po’ troppo ottimista…
I
passi si facevano più distinti, a mano a mano che si avvicinavano alla stanza…
Chiunque fosse, non sembrava troppo preoccupato di essere scoperto… Si muoveva
trafelato, come se avesse avuto una grande fretta… e stava facendo un notevole
baccano…
Stringendo
l’elsa della mia arma, attesi, mentre il visitatore notturno raggiungeva la
nostra porta…
…e
rimasi quasi stupita, quando la superò senza fermarsi.
Battei
le palpebre. Quindi… davvero non mirava a noi…?
Ma
era troppo presto per tirare un sospiro di sollievo.
Dopo
pochi istanti, i passi si arrestarono. E lo fecero davanti alla porta dietro la
quale chiunque non fosse a conoscenza del nostro incontro con Zelgadiss avrebbe
pensato di trovarmi. La porta dietro la quale, invece, dormivano Amelia e
Sylphiel.
“Dannazione!”
Considerai se svegliare Gourry, ma giunsi alla conclusione che avrei impiegato
troppo tempo per spiegargli la situazione. Se chi era stato mandato da me aveva
avuto l’ordine di uccidermi, allora le mie amiche si trovavano in serio
pericolo. Dovevo muovermi!!!
Sgattaiolai
fuori dalla porta, cercando di non farmi sentire. Avevo il vantaggio di poter
cogliere di sorpresa il mio avversario e dovevo stare attenta a non perderlo
per l’eccessiva fretta… Nella penombra del corridoio, intravidi il suo profilo.
Un uomo piuttosto corpulento, in un’armatura dai riflessi dorati. Stava fermo
di fronte alla porta, la mano alla spada, ansimando come se stesse riprendendo
fiato dopo una lunga corsa. E dava tutta l’impressione di essere nell’atto di
prepararsi per un combattimento…
Richiusi
silenziosamente la porta alle mie spalle, con l’intenzione di avvicinarmi a
sufficienza per bloccarlo senza svegliare tutta la locanda.
Ero
già avanzata di un passo lungo il corridoio, quando avvertii il movimento alle
mie spalle.
Accidenti!
Qualcuno
di molto più silenzioso del grosso guerriero che avevo di fronte aveva
approfittato della mia disattenzione per cogliermi di sorpresa! Doveva essere
stata tutta una trappola fin dall’inizio, dannazione! Cercai di voltarmi per
colpire il mio assalitore, ma ormai era troppo tardi. Un braccio si strinse
attorno alla mia vita, tirandomi indietro con violenza, mentre una mano copriva
le mie labbra, impedendomi di gridare. Venni trascinata, tanto brutalmente
quanto silenziosamente, verso un corridoio in ombra. Dannazione! Con le mani
così bloccate, mi era impossibile usare la magia! Se fosse andata avanti così,
mi avrebbero portata via facilmente!
Cercai
di mantenere la calma. Ero immobilizzata, non potevo difendermi… Avevo una sola
via d’uscita… cercare di chiamare aiuto!
Prendendo
tutta la forza che avevo, aprii la bocca… e morsi. Morsi la mano che impediva al
mio fiato di uscire, con una violenza tale che probabilmente sarebbe stata
sufficiente a staccarla… se solo non fosse stata -come constatai con orrore (e
pure con un certo dolore, per dirla tutta…)- di pietra.
E
così, avevo scoperto l’identità del mio assalitore…
Zelgadiss.
Sentii
una rabbia incontenibile salirmi dallo stomaco e presi a divincolarmi
furiosamente. Se mi fossi liberata, glielo avrei fatto vedere io, cosa si
guadagnava ad imbrogliarmi!!!!!
“Lina!”
Bisbigliò la chimera. “Lina, smettila di agitarti! Sono io, Zelgadiss!”
‘Ah,
lo so benissimo chi sei, maledetto! Anche se tra poco sarai TU a non
riconoscerti più quando ti guardi allo specchio!!!!’
Questo
era ciò che avevo intenzione di urlargli, ma dalla stretta della sua mano sulla
mia bocca uscì poco altro che… “MMMFFF!!! Mmmmmm mmmmmmmf!!!!!!!”
Un
rumore sufficiente, tuttavia,perché
l’uomo che si trovava di fronte alla porta della mia stanza si accorgesse di
noi. Avevo pensato che sapesse della presenza di Zel nell’ombra… che loro due
fossero d’accordo… Ma, evidentemente, le cose non stavano così… perché il
guerriero si mostrò più che stupito di sentire che in quel corridoio si trovava
qualcuno, a parte lui…
“Chi
è? Chi va là…?” Immediatamente, estrasse la spada e prese ad avanzare verso di
noi… Sembrava piuttosto nervoso… Evidentemente, non era particolarmente felice
del fatto che qualcuno si stesse intromettendo nella sua missione…
Avvertii
che le braccia di Zelgadiss lasciavano la loro presa su di me. “Dannazione! Si
è accorto di noi!” Bisbigliò la chimera, fra i denti.
“Zel,
mi vuoi spiegare che cosa…”
Non
ebbi il tempo di finire. Il guerriero smise di avanzare lentamente e si gettò
verso di noi, caricando con la spada. “Venite fuori! Combattete!” Sembrava più
spaventato, che aggressivo, a dire il vero… Avevo l’impressione che si
aspettasse di essere attaccato da un momento all’altro… Ma sapevo bene che non
era il caso di abbassare la guardia… L’adrenalina può rendere chi ti aggredisce
molto pericoloso…
“Immagino
che dovrai rimandare le spiegazioni, Zel…” Commentai seccamente, prima di farmi
avanti, per cercare di parare il colpo del mio avversario. Un’idea improvvisa
balenò nella mia mente… Estrassi il pugnale di Galdiar e… Ah! La lama del mio
avversario venne bloccata dalla sola forza delle mie braccia! Niente magia e…
nessun danno devastante alla locanda ancora addormentata! Eh, eh…
Il
guerriero balzò indietro, evidentemente sorpreso di trovarsi di fronte a me… Mi
chiesi chi si stesse aspettando… Lo stupore venne superato in fretta, tuttavia,
e lo spadaccino si fece nuovamente avanti di un passo, riguadagnando la
posizione d’attacco, la spada ancora davanti a sé… “Chi… chi diavolo saresti
tu…?” Sbottò, senza preoccuparsi di mantenere basso il tono della voce. Quindi,
mise a fuoco il mio volto. E i suoi occhi si spalancarono. “Lina Inverse! Ma
tu… tu dovresti…”
“Sorpreso
di trovarmi qui, pivello? La prossima volta che cerchi di sorprendere qualcuno
nel sonno, accertati che sia in camera… Altrimenti, vedi che cosa può
capitare?” Gli rivolsi un sogghigno tutt’altro che rassicurante. E così… sapeva
chi ero, eh? Evidentemente, non mi ero sbagliata pensando che fosse venuto a
cercare proprio me…
“Il
mio capo aveva ragione, dicendomi di fare attenzione… Gli somigli davvero…”
Inarcai
un sopracciglio. A chi si riferiva…?
Non
ebbi tempo di dare voce ai miei dubbi. Lo spadaccino indietreggiò lievemente,
come preparandosi a caricare. Sollevò in alto la spada di fronte a sé e… Se la
diede a gambe! Ehi!
“Ra…
Razza di codardo!!! Fermati!!!” Rinfoderando il pugnale, mi concentrai su una
formula e… “Ray Wing!!!” Recitai. A quel punto, non aveva più senso
cercare di non fare rumore…
Forte
della velocità che quell’incantesimo mi permetteva, mi diedi all’inseguimento…
trascinando con me anche una certa chimera, che era rimasta in modo MOLTO
maleducato ad osservare mentre quell’energumeno attaccava una povera fanciulla
indifesa!
“Lina!
Lasciami subito! Io con i tuoi guai non c’entro proprio nulla!!!”
“No
che non ti lascio, mio caro! Qualcuno qui mi deve ancora spiegare che ci faceva
appostato dietro alla mia porta!!!” Gridai, di rimando. Se la sua intenzione
era stata quella di concedersi una semplice passeggiata notturna, bè, allora si
era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato! Ora eravamo tutti e due
coinvolti, che lo volesse o no!
“Lina!
Non essere sciocca!” La chimera prese a divincolarsi, proprio come avevo fatto
io, poco prima, nella sua stretta. Solo, aveva scelto il momento meno adatto
per farlo…
“Zel!
Piantala! Le scale!!!” Prima che il mio amico potesse rendersi conto del
pericolo, la mia schiena andò a sbattere contro la ringhiera della stretta
scala a chiocciola che separava il primo piano dal piano terra. E il mondo
prese a girare vorticosamente su se stesso…
…fermandosi
in modo decisamente brusco.
“Zeeeeeeeeeeeel!!!
Spostati immediatamente!!! Mi stai rompendo la schiena! Ma quanto pesi,
accidenti!!!”
Fortunatamente,
il corpo pietroso del mio compagno aveva frenato l’impatto, ma all’ultimo
gradino ci eravamo malamente ribaltati… Con pessimi risultati per le mie povere
ossa…
“E
quanto vuoi che pesi? Il mio corpo è fatto di pietra!!!”
“Aaaaaaaaaaaaaaah!
Sta scappando!” Spinsi via la chimera, alzandomi a fatica e arrancando per
seguire il nostro assalitore che si allontanava, veloce come un coniglio.
“Bastardo! Dove credi di andare???” Concentrai il potere del fuoco nelle mie
mani e… “Flare Arrow!!!”
“Diavolo!!!”
Il mio ‘bersaglio’ aveva cambiato direzione all’improvviso, gettandosi in un
vicolo ed impedendo al mio incantesimo di andare a buon effetto… Mentre molte
teste sbucavano dalla tromba delle scale scrutando me e Zelgadiss con occhi
curiosi, mi gettai nuovamente, ignorando i richiami delle mie ossa ad un
salutare Recovery, in quel pazzo inseguimento. Acciuffare quel sicario prima che
facesse rapporto al suo capo poteva essere la nostra ultima possibilità di fare
chiarezza su tutta la vicenda…
Alle
mie spalle, sentii che la chimera mi seguiva, con un sospiro. Mascherai un
sogghigno. Evidentemente, la prospettiva di restare da solo a spiegare tutto
agli ospiti della locanda non gli sorrideva particolarmente…
Corremmo
come furie per cercare di riguadagnare il vantaggio del nostro inseguito, ma la
paura sembrava avergli messo le ali ai piedi… Non capivo… perché diavolo si
comportava a quel modo? D’accordo… aveva perso il vantaggio della sorpresa… ma
se la sua missione era stata quella di eliminarmi, perché non aveva nemmeno
provato ad attaccarmi, all’interno della locanda…? Dubitavo che fosse per la
presenza di Zel… La chimera, dopotutto, era rimasta nell’ombra e lo spadaccino
sembrava aver notato solo la mia presenza, prima di decidere di darsela a
gambe… Mi stava sorgendo un terribile dubbio…
…e
se il suo scopo fosse stato proprio quello di farsi inseguire?
Feci
per frenare la mia corsa, di fronte a quella nuova possibilità, ma non ebbi
nemmeno il tempo di esporre la mia teoria a Zelgadiss… Avevo appena aperto
bocca per parlargli, quando un suono agghiacciante coprì la mia voce.
Un
grido. Un grido che faceva accapponare la pelle e contorcere lo stomaco, un
grido che sembrava testimoniare la sofferenza più terribile… e che proveniva
dal vicolo in cui il sicario che stavamo inseguendo era sparito. Un terribile
presentimento… una irrazionale… paura… uguale a quella provata nella foresta di
Kentar…
Accelerai
il passo, seminando la chimera che correva al mio fianco.
“Lina!”
Sentii gridare, ma, ignorandolo, voltai l’angolo che ci separava dal nostro
inseguito… E ancora una volta, i miei occhi incontrarono i suoi.
Una
di… quelle creature… si ergeva, imponente, oscurando con la sua figura l’intera
estensione del vicolo. E a terra, ai suoi piedi, giaceva il sicario… in una
pozza di sangue.
Mi
coprii la bocca con le mani. Non era un bello spettacolo… L’uomo era stato
letteralmente sventrato… e l’espressione sul suo volto… lasciava intendere che
non si fosse trattato… di un processo indolore…
“Li…
M -ma… ma che diavolo…?” La chimera mi raggiunse, e come me non poté fare molto
altro che restare a guardare inorridito la scena… E intanto, quella creatura
continuava a fissarci, immobile, come se ci stesse sfidando… e, anche se mi
sembrava che quell’essere avesse ben poco di umano, anche se sapevo che non era
possibile… ebbi l’impressione che… stesse sorridendo…
“Che
cosa sta succedendo? Chi va là?” Il suono di voci umane mi riportò
immediatamente alla realtà. Rumore di passi, luce di torce… Una piccola folla
provenne dalla via principale e si radunò attorno a noi. Distratta dal loro
arrivo, volsi per un momento le spalle al mostro e quando mi voltai nuovamente…
era sparito nell’ombra, improvvisamente come era venuto.
“AAAAAAAH!”
L’urlo di una donna. Una ressa sempre maggiore si accalcò nel vicolo, mentre
Zel e io, sempre più spaesati, non avevamo idea di come rispondere alle
migliaia di domande che ci venivano rivolte da tutte le direzioni. E questo,
ora, come l’avremmo spiegato…?
“Non
c’è bisogno di chiedersi che cosa sia accaduto.” Una voce, all’improvviso,
coprì le mille grida rimbombanti nel vicolo. Una voce, purtroppo, a me ben
nota…
“Questa
coppia di criminali è tornata per portare nuovamente disordine in questa città.
Ma, questa volta, il mio giudizio non sarà tanto clemente…”
A
pochi metri da noi, su un imponente cavallo bianco, sedeva la persona che meno
avrei voluto trovare in quel luogo. Ilmund il Verde, circondato dai soldati
della sua guardia personale, si era evidentemente ‘casualmente trovato’ a
passare per quel vicolo. Il suo volto appariva pallido, apparentemente turbato…
ma il sorriso di sfida che mi rivolse quando i nostri occhi si incrociarono
spiegò ogni cosa…
Ora
riconoscevo l’armatura dorata del sicario… l’uomo che era rimasto ucciso…
quell’uomo faceva parte della guardia personale del Gran Maestro. Era stata
tutta una trappola. Lo aveva inviato da me, dicendogli di attirarmi fuori… e
poi, lo aveva fatto divorare dalla sua creatura, alla sola presenza mia e di
Zel… E noi, cadendo nella sua trappola, gli avevamo offerto su un piatto
d’argento l’occasione per catturarci, senza che la popolazione trovasse nulla
da ridire… Dannazione!
“C’è
un errore! Noi siamo…” Iniziò Zelgadiss. Ma ormai non c’era giustificazione che
ci avrebbe potuti togliere dai guai. Ci restava un’unica soluzione…
Afferrando
Zel per un braccio lo tirai dietro di me e… “Ragnatela!!!” Recitai.
Immediatamente, tutti coloro che si accalcavano di fronte a noi si trovarono
invischiati in una sostanza filamentosa ed appiccicosa. Non li avrebbe bloccati
per molto, sarebbe bastato un po’ di fuoco a distruggerla… ma ci avrebbe
garantito il tempo necessario per fuggire.
“Ray
Wing!!!” Recitai, nuovamente, trascinando ancora una volta con me un sempre
più spaesato Zelgadiss. Quell’incantesimo consumava molte delle mie energie, ma
in quel momento non avevamo molte alternative… Dovevo resistere fino al momento
in cui non avremmo trovato un posto dove rifugiarci.
“Lina!
Sei impazzita? Così si convinceranno davvero che siamo colpevoli!!!”
Il
mio amico sembrava davvero cadere dalle nuvole… Allora… lui davvero non era
coinvolto nella faccenda del Concilio…? Ma, se le cose stavano così… che ci
faceva a Miilun?
“Ti
spiego dopo come stanno le cose! Dobbiamo scappare, ora!” Gridai, di rimando,
prestando contemporaneamente orecchio agli ordini concitati di Ilmund, che alle
nostre spalle stava già intimando a gran voce di trovarci, ovunque andassimo a
rintanarci… Eravamo davvero nei guai. Non c’era posto nella città che fosse
veramente sicuro, per noi… Ma dovevamo perlomeno nasconderci, finché le acque
non si fossero un po’ calmate… Forse potevamo…
Decisa,
mi diressi verso la parte ovest della città. Dato che Galdiar si era rifugiato
lì, immaginavo che si trattasse del posto più sicuro che potessimo trovare… il
bosco poteva costituire un ottimo nascondiglio… Dubitavo che il mio maestro si
sarebbe fatto trovare di nuovo in quel luogo, ma il giorno dopo avrei provato a
cercare anche lui… detestavo l’idea di metterlo ulteriormente nei guai, ma
forse era l’unica persona che ci potesse dare una mano…
“Lina!
Ti vuoi decidere a lasciarmi? Non sono un pacco postale!!!” Le proteste della
chimera mi risvegliarono dai miei pensieri… Ormai, eravamo lontani dal centro
della città… finalmente, potevamo fermarci…
Lasciai
cadere Zel a terra, in malo modo. “Ehi!” Si lamentò, ancora una volta, la
chimera.
“Non
è il momento di fare i delicati, Zel… Guarda che razza di pasticcio!!! E come
sempre è colpa tua!”
Una
goccia di sudore scese lungo la tempia del mio amico. “Colpa… mia…? Chi è che
mi ha trascinato in tutto questo?”
“Se
tu non ti fossi appostato come un maledetto rapinatore dietro la mia porta,
avrei colto di sorpresa quello stupido sicario e adesso non saremmo in questo
guaio!!!” Gridai, di rimando. Non farmi arrabbiare, Zel, perché in questo
momento non ti conviene davvero…
La
chimera mi fissò un momento, accigliata. Quindi, si gettò a sedere, con un sospiro.
“E’ proprio questo genere di situazione che volevo evitare di dover vivere qui
a Miilun… Se solo non mi fosse venuta la malsana idea di seguirvi, prima…”
Grrrrrrrrrrrr… Ancora con quella storia?
“Senti
un po’, Zel, già che ci siamo, non è che mi sia piaciuto tanto il tuo
atteggiamento di prima… Soprattutto come ti sei comportato con…”
“FATTI
GLI AFFARI TUOI!” La chimera scattò, con insolita rabbia. Battei le palpebre,
stupita, e rimasi ferma ad osservarlo, con un’espressione che il suo grido
aveva reso più perplessa che intimidita… Sembrava che avessi toccato un brutto
tasto…
Il
mio amico sostenne il mio sguardo per qualche secondo, quindi, nuovamente, lo
abbassò. “Allora… adesso siamo al sicuro… Vuoi spiegarmi perché sei voluta
fuggire a quel modo, invece di tentare di discolparti di fronte al Gran
Maestro?”
Uhm…
Stava cercando di sviare il discorso…? Sospirai. Ad ogni modo, supponevo che a
quel punto avesse diritto ad una spiegazione... “Il motivo è piuttosto
semplice. Il Gran Maestro era già perfettamente consapevole della nostra
innocenza.”Incrociai le braccia al petto. “Certo, non posso averne la completa
certezza… ma penso che la morte di quel sicario fosse tutta una trappola ben
congegnata per incastrarci… o meglio, per incastrare me… a questo punto,
immagino che tu sia rimasto coinvolto solo per caso…”
Lo
sciamano inarcò un sopracciglio. “Ilmund il Verde voleva… imprigionarti…?”
Sospirai.
Già, nemmeno lui conosceva tutta la storia… Ero felice di constatare che in
effetti i miei sospetti su di lui erano stati infondati… Ma, a quanto pareva,
mi aspettava un’altra lunga spiegazione…
“Accidenti,
Lina, se un Giga Slave ti investisse la tua lingua probabilmente
sopravviverebbe…” Fu il suo unico commento, al termine del mio BREVISSIMO
monologo.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!
Io ero SICURA che avrebbe detto qualcosa di simile. E, per quanto potesse farmi
piacere che quel musone avesse azzardato la prima battuta della serata, AVEVA
DECISAMENTE SCELTO MALE IL BERSAGLIO DEL SUO UMORISMO!!!! “Direi che al momento
la mia lingua è sufficientemente sciolta per una Dragon Slave… Vuoi provare?”
Il mio tono era tutt’altro che rassicurante…
Una
goccia di sudore scese lungo la sua tempia. “Credo che non sia il caso…”
Tossicchiò. “Ad ogni modo, fondamentalmente ho capito come stanno le cose…” Si
grattò la testa. “Ciò non toglie che ora siamo ricercati probabilmente su tutta
Moonearth per l’omicidio di una delle guardie del Gran Maestro… il che
significa che saremo braccati come lepri e facilmente catturati se solo ci mostreremo
in pubblico… E non oso nemmeno pensare che cosa accadrebbe, se Ilmund decidesse
di mettere una taglia sulla nostra testa, ed estenderla anche ai regni al di
fuori di Moonearth…”
Annuii.
“Non dubito che lo farà… E’ il modo più semplice per arrivare a noi… I
cacciatori di taglie eseguono le loro missioni facendo poche domande… anche se,
del resto, sarebbero comunque pochi quelli disposti a stare ad ascoltare le
illazioni di due ‘criminali’ come noi…” Sospirai. “D’ora in poi sarà molto dura
proseguire con le indagini… e non credo che per questo anche gli altri potranno
essere molto utili… Ho la sensazione che presto si saprà in giro che si
trovavano con noi… e allora dovranno stare molto attenti alle loro mosse, per
evitare accuse…” Mi accigliai. “Soprattutto Amelia… Si trova qui in veste
ufficiale… ed è in una posizione molto rischiosa… un incidente diplomatico
potrebbe essere un buon metodo, per Ilmund, per attirare l’ostilità dei diversi
Circoli di Magia su un regno come Sailune, che probabilmente si opporrebbe con
tutte le sue energie ad una iniziativa come quella del ‘Concilio’…”
Alla
mia affermazione il volto della chimera si oscurò. “Hai ragione…” Commentò.
“…noi potremmo diventare… fonte di seri guai per Amelia…”
Inarcai
un sopracciglio. “Tanto, a te cosa interessa? Hai già chiarito che di lei non
ti importa nulla, mi sembra…”
La
chimera esitò un momento, quindi distolse nuovamente lo sguardo. “Esattamente…
io… non voglio più avere niente… a che fare con lei…” Attesi un momento,
aspettandomi che aggiungesse qualcosa, ma la chimera tacque. Aaaaaaaaah, quanto
era ESASPERANTE!!!
“A
proposito di questo, Zel…” Iniziai, in tono duro, ma la chimera non mi consentì
di proseguire.
“Una
cosa non mi è chiara, però…” Esordì, interrompendo la mia frase. “… che cosa
pensa di ottenere Ilmund, catturandoti? Lo fa per metterti a tacere…? Pensa
davvero che, la tua parola contro la sua, correrebbe dei rischi se tu decidessi
di rivelare ciò che sai alle autorità?”
Aggrottai
le sopracciglia. “A mio parere, le spiegazioni possono essere due…” Mi morsi il
labbro, riflettendo, gli occhi puntati distrattamente al suolo… “…o Ilmund
pensa che, con il mio aiuto, il mio maestro possa giungere a qualche risultato
nel suo tentativo di ostacolarlo e per questo vuole eliminarmi…” Tornai a
fissare il mio compagno. “…oppure, pensa di utilizzarmi come esca per arrivare
a Galdiar –san.” Conclusi, con una certa sicurezza, decisamente incline a
ritenere vera la seconda ipotesi.
“Cioè…
vorrebbe prenderti in ostaggio?”
Annuii.
“E’ una possibile spiegazione… Se conosce Galdiar a sufficienza, allora saprà
anche che probabilmente, se io fossi nelle sue mani, finirebbe per scendere a
patti con lui… Tra l’altro… secondo questo ragionamento… potrebbe anche
decidere di cercare di catturare qualcuno degli altri per attirare NOI allo
scoperto… è un bel guaio… dovranno stare molto attenti… se solo potessimo
avvicinarli per avvertirli…”
Di
fronte alle mie parole, il mio compagno mi apparve stranamente turbato… “Un
rapimento… e un ricatto…” Se non fosse stato per il colorito bluastro della sua
pelle, avrei detto che era impallidito… Non capivo che cosa significasse
quell’atteggiamento… era per caso al corrente di qualcosa che noi non
conoscevamo…?
“Senti
un po’, Zel…” Inarcai un sopracciglio, mentre il mio amico mi rivolgeva una
rapida occhiata, senza rispondermi. “… Io ti ho spiegato il motivo per cui noi
siamo qui… ora potresti deciderti anche tu a dirmi che cosa ti ha spinto
nuovamente a Miilun…”
La
chimera emise uno sbuffare spazientito. “Lina, ti ho già detto che non sono…”
“Io
invece credo proprio che siano anche affari miei, a questo punto…” Lo
interruppi, seccamente. “…Perlomeno, forse, se tu mi raccontassi, potrei capire
che cosa ci facevi stanotte nel nostro corridoio… e perché mi hai aggredito a
quel modo…”
La
mia frase riuscì incredibilmente a zittire le proteste seccate della chimera.
E, quando mi rispose, lo fece, con mia sorpresa, arrossendo lievemente. “Uh… Io…” Strinse
i pugni. “Io mi trovavo lì per caso, d’accordo? Non… non riuscivo a dormire… e
mi sono ritrovato davanti alle vostre porte, tutto qui…” Per… caso…? “E poi… ho
visto quell’uomo avvicinarsi a quella che credevo la tua stanza…” Si era
trovato lì tanto per caso che aveva controllato dove eravamo sul registro degli
ospiti, eh? “…Mi sono nascosto nell’ombra, per osservare che cosa aveva
intenzione di fare… Non credevo che tu ti fossi accorta di lui… Per questo,
quando ti ho vista uscire dalla stanza di Gourry, ho temuto che ti facessi
scoprire… e ho cercato di trascinarti nel mio stesso nascondiglio, in silenzio…
con pessimi risultati, a quanto pare…”
“Mmm…”
Fu la mia unica risposta… accompagnata da un’occhiata penetrante, che gli fece
ancora una volta abbassare lo sguardo…
La
chimera sospirò. “Per quanto riguarda il motivo della mia presenza qui a
Miilun…” Deglutì, facendo una pausa, e per un momento mi sembrò perdere il suo
sangue freddo… ma quando parlò, il consueto tono piatto e controllato segnava
ancora, onnipresente, la sua voce… “… Semplicemente… nelle terre dei Draghi… mi
è stato suggerito… che qui avrei trovato un’altra pista da seguire… per la mia
cura…”
Uhm…
Non avevo l’impressione che stesse mentendo… Ma non mi sembrava nemmeno che mi
avesse detto tutta la verità… Provai ad insistere… forse saperne qualcosa di
più sarebbe stata la chiave per capire l’atteggiamento che aveva tenuto con
noi… “…e… non ti è stato detto quale sarebbe stata esattamente questa pista…?”
Inaspettatamente,
il mio amico non si ribellò ulteriormente, di fronte alle mie domande… Sembrava
quasi che, ora che aveva iniziato a parlare, non riuscisse più a frenare il
flusso liberatorio delle parole… “Io… non so cosa sia… so solo che a Miilun
dovrei avere la possibilità di trovare qualcosa… qualcosa di CONCRETO, capisci,
Lina…? Finalmente, non miraggi o libri leggendari, ma un incantesimo mirato
ESATTAMENTE all’obiettivo che io mi propongo… rendere reversibile il processo
di creazione di una chimera… anche quando questo implica la produzione di un…
di un mostro come me… a partire da un corpo umano…” Era proprio quello il
problema di Zelgadiss… esistevano incantesimi in grado di giungere, da una
chimera semplice, ricavata da creature non magiche, agli esseri che ne avevano
costituito il ‘materiale di produzione’… ed erano incantesimi MOLTO complicati,
che non sempre sortivano l’effetto voluto… Ora, l’attuale stato fisico di Zel
era nato dalla metamorfosi di un corpo umano… un corpo in grado di utilizzare
la magia, per di più… ed un corpo che era stato unito all’energia spirituale di
un DEMONE, una fra le creature magiche più forti… Senza contare che la formula
utilizzata per… ‘creare’ Zel… era evidentemente una versione modificata
rispetto all’originale, l’incantesimo usato comunemente, perché a Zel era stato
concesso di mantenere la PROPRIA coscienza, all’interno di quel corpo ibrido…
anche se, per quanto ne sapevo, a Rezo, finché era ancora in vita, era stato
possibile risvegliare temporaneamente la sua componente demoniaca, ottenendo il
completo controllo delle sue azioni… Stando così le cose, l’incantesimo per
riportarlo alla sua forma umana doveva essere DAVVERO complesso… sempre che
esistesse un incantesimo simile… Nemmeno la Claire Bible conteneva la soluzione
al problema del mio amico… e ora… la chiave per il conseguimento di un
risultato così… così IMPOSSIBILE… avrebbe dovuto trovarsi proprio a Miilun…?
“Ma…
Insomma… non ti è stato rivelato più precisamente dove andare a cercare…? Chi
ti ha dato queste informazioni…?” La rabbia che solo poche ore prima avevo
progettato di far esplodere addosso al mio compagno era stata momentaneamente
seppellita sotto la curiosità… Poteva essere che la traccia seguita da Zel…
avesse a che fare con le ricerche portate avanti dal Concilio…?
“Io…
credo che… mi troverò ad incontrare ciò che cerco… prima o poi…” Grazie tante, una
risposta così enigmatica non mi era di grande aiuto… “… anche se… a questo
punto… non so se… esserne felice…” Concluse, parlando più a se stesso che a me,
e mordendosi nervosamente il labbro inferiore…
Inarcai
un sopracciglio. Che aveva detto? Uno Zel… non convinto di volere la sua cura…?
“Non
sai… se esserne felice…?” La mia domanda sembrò riportarlo bruscamente alla
realtà. Rabbrividì.
“Non…
cioè… io non volevo dire…” Sospirò. “Volevo dire che probabilmente, ora come
ora, non potrò svolgere le mie ricerche e…”
“Non
sarà che ti è venuto il dubbio che gli studi del Concilio sulla creazione delle
chimere possano c’entrare con il tuo problema?” Lo interruppi, bruscamente. Se
estorcergli le informazioni era l’unico modo per farlo parlare, bè, allora io di
certo non mi sarei tirata indietro… “Non sarà che ti è venuto il dubbio che il
‘risultato’ raggiunto da Ilmund abbia qualcosa a che fare con un incantesimo
apparentemente irrealizzabile come quello che stai cercando…?”
Il
mio amico rifletté qualche istante in silenzio… Quindi, con l’aria di un
soldato costretto alla resa, annuì. “Effettivamente, il tuo racconto mi ha
fatto sorgere qualche sospetto… E… a dire il vero… già sapevo che la pista che
stavo seguendo aveva a che fare con qualche vicenda non del tutto… chiara…”
Battei
le palpebre. “Che intendi dire…?”
“…”
L’unica risposta di Zel fu una espressione dura, unita ad un muro di silenzio.
Eh, no, ora era troppo! La mia pazienza aveva un limite!!!
“Zelgadiss!
Non puoi andare avanti a raccontare a pause e monosillabi, dannazione!!! Credi
che non ce ne siamo resi conto, che c’è qualcosa che non va??? LO SO cos’è
successo fra te ed Amelia, e so anche che non sei abbastanza bastardo da agire
a quel modo con lei senza una buona ragione!!! Quindi deciditi a…”
“NO,
LINA!!!” Questa volta fu il mio amico, ad urlare. “Tu non sai un bel niente,
davvero un bel niente!!! Quindi non pretendere di capire il mio comportamento!”
“LO
SO DI NON SAPERE NULLA, ACCIDENTI!!! SE NO PERCHÉ DIAVOLO ME NE STAREI QUI A
FARE DOMANDE???”
Restammo
per un secondo a fissarci, con uno sguardo che rasentava l’odio. Quindi, il mio
compagno fece la mossa che meno mi sarei aspettata da lui, in quel momento…
Scoppiò a ridere!
“Dei,
Lina, dovresti vedere la tua faccia! La nostra conversazione sta sfiorando
l’assurdo!!!”
“NON
C’È ASSOLUTAMENTE NULLA DA RIDERE!!!!” Quel ragazzo era capace di portare la
mia pazienza ai minimi storici! Quasi quanto Gourry!
“Lo
so…” La chimera tentò, con scarsi risultati, di riguadagnare la calma perduta.
“Lo so… che non c’è nulla da ridere…” Le sue spalle tremolarono ancora ma… il
suo tono… stava cambiando…? “Lo so… perché ho visto…” Appoggiò la fronte alle
mani, massaggiandola nervosamente, coprendosi gli occhi con movimenti convulsi…
“… ho visto… me stesso… ho visto… il mostro che sono…” Ora nella sua voce non
c’era più traccia della precedente allegria. I suoi nervi, il suo
autocontrollo, lo avevano abbandonato, volati fuori dal suo corpo insieme a
quella risata liberatoria. Ed ora, stava finalmente sfogando ciò che aveva
tenuto nascosto sotto la sua maschera di indifferenza… “…io… vi tradirò…
tradirò la persona che amo… per… il mio egoismo… Perché… perché siete venuti
qui…? Perché siete venuti da uno come… me…?” Lo osservai ancora una volta
rabbrividire, impotente…
Non
capivo, non riuscivo a capire…
Mi
avvicinai a lui e gli appoggiai una mano sul braccio. “… Zel?”
Il
mio amico si ritrasse, con un gesto nervoso, e continuò a cercare di evitare il
mio sguardo. Tuttavia, per quanto sembrasse doloroso per lui parlare, non
potevo desistere proprio in quel momento. “Che cosa è successo nelle terre dei
draghi…? CHE COS’È, quello che hai visto…?”
Il
mio amico sospirò, dandomi l’impressione di fare del suo meglio per
riguadagnare quella facciata calma e distaccata che da sempre lo
contraddistingueva, anche nelle situazioni più difficili… “Ormai… credo che
tenerlo nascosto non abbia più senso…” Strinse i pugni, e sollevò lo sguardo,
guardandomi, per una volta, negli occhi.
Ora,
era finalmente pronto a raccontarmi tutta la verità…
Capitolo quinto: La mano del destino (sarà fatta di pietra…
Capitolo quinto: La mano del destino (sarà fatta di pietra…?)
“Sono
passati quattro mesi, da allora…”
Sedevamo
nella quasi totale oscurità, lontano dalle luci della città, e mi era appena
possibile scorgere l’espressione cupa del mio compagno, mentre finalmente
raccontava le vicende che lo avevano spinto nuovamente in quella città
maledetta…
“A
Lyrith avevo sentito parlare dell’esistenza di una comunità di Draghi,
collocata poco a Nord della barriera eretta dai Demoni… Nessuno era stato in
grado di dirmi a quale gruppo o stirpe appartenessero… Ma l’opinione comune
voleva che fossero creature piuttosto schive, che raramente si avvicinavano ai
villaggi umani.” La chimera sollevò lo sguardo, per rivolgermi un’occhiata
penetrante. “Solo… due mesi prima, a detta della popolazione del luogo, era
capitato più spesso di vedere sfrecciare una delle loro forme dorate nel
cielo…” La testa gli scivolò sulla mano e il mio amico prese a fissare
distrattamente il suolo di fronte a sé, senza dare l’impressione di fare veramente
caso a ciò che vedeva… “… molti dei miei informatori mi avevano avvisato che
era sciocco sperare di ricevere qualche aiuto da loro… ma decisi comunque di
tentare, visto il punto a cui ero arrivato… Volevo…” Emise un sospiro. “Volevo
tornare da Amelia con qualche risultato in mano… volevo che tutta questa
faccenda della cura avesse finalmente un termine… non so perché, ma, da quando
ero partito da Sailune, lo volevo più disperatamente che mai…” Fissò per un
momento il palmo della sua mano, per poi stringerla, serratamente, in un pugno.
“Ero disposto a pagare, dopotutto… non si sarebbero rifiutati perlomeno di
ascoltarmi… questo era quello che pensavo… Invece, la comunità dei draghi si
rivelò inaspettatamente… inospitale…”
“…
Dopo Lyrith, il territorio che percorsi proseguendo verso Sud era costituito da
zone pressoché desertiche… Persino con la mappa, erano pochi i punti di
riferimento a cui potevo appigliarmi per proseguire… arrivato ad un certo
punto, solo la posizione del sole mi assicurava di non perdere completamente
l’orientamento… Fu allora, che mi imbattei nel tempio. O meglio… potrei quasi
dire che fu il tempio stesso a trovarmi… La sera mi addormentai… e la mattina
mi ritrovai di fronte alle sue porte, come se fosse sorto all’improvviso, in una
notte. Un edificio imponente, ricolmo di ricchezze artistiche, statue,
affreschi… per lo più raffiguranti la lotta fra gli Shinzoku ed i Mazoku… Le
porte erano aperte, non c’erano scudi magici a sua difesa… tra l’altro,
sembrava che fosse abbandonato da tempo, tutto era ricoperto da una tale coltre
di polvere…” Incrociò le braccia al petto, pensieroso. “L’architettura mi
ricordava quella degli antichi templi dei draghi, che avevo incontrato in
alcuni testi sugli esseri superiori, quando ancora ero allievo di Rezo… ma, al
di là di questo, pensavo che quell’edificio non potesse essere particolarmente
utile alla mia ricerca… Immaginavo che fosse la traccia della presenza di una
comunità di draghi, stazionata in quel luogo quando ancora il deserto non era
avanzato a devastarlo… certo, quel tempio poteva essere un segnale del fatto
che ero sulla buona strada, che dei draghi avevano abitato in quel luogo e che,
se avessi proseguito nella direzione che avevo seguito fino ad allora, forse
avrei potuto trovare la posizione in cui si erano spostati… Ma dubitavo che
l’edificio avrebbe potuto essermi utile in qualsiasi altro modo… Tuttavia…” Si
morse il labbro, ed ebbi l’impressione che stesse maledicendo se stesso, fra i
denti… “Tuttavia… io… SENTIVO di dover entrare… come se una voce mi chiamasse,
come se una forza invisibile mi attirasse all’interno… Ed io… non seppi
resisterle. Mi giustificai dicendo che non era una perdita di tempo, che lo
stavo facendo perché razionalmente speravo che i draghi avessero lasciato all’interno
dell’edificio qualche testo che mi sarebbe stato utile… In realtà, la magia del
tempio aveva agito sulla mia mente…”
“Di
quello che accadde dopo che misi piede oltre i Portali dell’edificio ho solo
ricordi confusi… Era come se… se non fosse la mia mente a guidare il mio corpo…
So… so di essere avanzato lungo una grande sala… di avere visto statue ed
iscrizioni… so… di essere rimasto scioccato di fronte ad alcune di esse… io…
ora non ricordo nulla, però… ho solo la sensazione… di avere sfiorato per un
attimo… segreti millenari…” Deglutii. Dal tono della sua voce… sembrava che… i
draghi stessero nascondendo agli occhi umani molto più di quanto non avessero
lasciato ad intendere in quei millenni… “Poi… ricordo un altare… ricordo di
avere letto una formula incisa su di esso… anche se… si trattava di caratteri
che non comprendevo… e poi… il buio più completo.”
Mi
rivolse un’occhiata, che ricambiai, silenziosamente. Per un momento tacque,
forse aspettandosi qualche arguto commento da parte mia, come al solito… Ma
persino io avevo la decenza di tacere su cose delle quali sapevo di conoscere
poco o nulla, come l’antica magia dei draghi…
Con
un sospiro, il mio amico proseguì. “Non so esattamente quanto tempo trascorse,
prima che mi svegliassi. So solo che, quando aprii gli occhi, per qualche
attimo credei di essere ancora immerso in qualche strano sogno… Il deserto che
mi aveva circondato per giorni e giorni era completamente sparito, Lina… Per
lasciare spazio ad una enorme città… Testimonianza di una civiltà come mai ne
avevo viste… L’architettura era simile a quella del tempio, uno splendore che
nemmeno le più grandi città umane possono offrire alla vista… e, al suo culmine
un palazzo, immenso. Io mi trovavo su una altura a poca distanza… Ma non
ricordo di aver fatto caso al paesaggio alle mie spalle, o a ciò che circondava
la città… credo di essere rimasto incantato a fissarla, per diversi minuti…
Fino a che non ho ottenuto il chiaro segno che ciò che stavo vedendo davvero
non si trattava di un sogno… il dolore che ho provato, quando una freccia si è
conficcata in profondità, nella mia spalla.”
Spalancai
gli occhi. “Una… una freccia?”
A
dispetto di tutto, la chimera si concesse un sorriso, di fronte alla mia
espressione. “Esattamente. Una freccia era riuscita a ferirmi… e non è il caso
che i tuoi occhi comincino a riempirsi di stelle, Lina… non era stato un arco
dall’energia magica pari a quella della Spada di Luce, a colpirmi… il fatto che
fossi rimasto ferito non dipendeva dall’arma con la quale ero stato attaccato…”
Acc! Sapevo che erano ben poche le armi abbastanza potenti da essere in grado
di scalfire la pelle di Zel… e, al pensiero di poterne trovare una nelle terre
del sud, mi era già venuta una gran voglia di mollare tutto e andare a fare una
visitina a quella comunità di draghi… “…In effetti, il problema ero io.” Il mio
amico proseguì, grattandosi, con un sospiro, la testa. “Ero tornato… ad essere
umano.”
Scattai
in piedi, risvegliata dai miei sogni di ricchezza dall’ultima affermazione
della chimera.. “Che… CHE COSAAAAAAAAAAAAA????????”
Il
mio amico batté le palpebre, e sollevò un dito per indicarmi. “Ecco, quella è
stata più o meno la mia reazione quando me ne sono reso conto…” La sua
espressione si distese immediatamente, al semplice ricordo. “Una sensazione…
stupenda, Lina… Il mio corpo era leggero, la mia pelle di nuovo morbida… e la
magia… oh, Lina, la magia… è… è stupendo sentirla fluire all’interno di un
corpo umano… Io… non mi ricordavo di quella sensazione, perché, quando Rezo ha
creato questo corpo, i miei poteri erano ancora molto limitati… Ma in questi
anni ho accumulato potere ed esperienza… e, con quel corpo umano, essi erano
MIEI, capisci…? Solo miei… La magia era parte del MIO essere, ne impregnava
ogni fibra, mi ubriacava del suo sottomettersi a ME e solo a me, al mio
spirito… e non ad un corpo non mio, ad un corpo che non so nemmeno totalmente
controllare…” La sua espressione, immediatamente, si incupì… E’ così… la magia
è qualcosa a cui difficilmente si rinuncia, dopo averla provata… Il potere… può
esercitare un fascino persino pericoloso… “… ma ebbi poco tempo per stupirmi di
questo… perché chi mi aveva attaccato sembrava del tutto intenzionato a
terminare il lavoro. Tre esseri apparentemente umani, ma che avrei giurato
essere draghi dorati, si trovavano in piedi di fronte a me, con un’aria più che
ostile… Erano guardie, suppongo…”
Mi
buttai nuovamente a sedere. “Delle guardie… Ma… che razza di posto era quello?”
Il
mio amico mi lanciò un’occhiata. “Questo mi venne spiegato in seguito… Lo
chiamavano ‘Confine’… Una comunità di draghi appartenenti ai clan più
disparati… dotati da un lato di tecnologie spettacolari, provenienti dalla zona
al di là della barriera… dall’altro, della padronanza delle tecniche magiche
anche più antiche… e per questo dovevano ringraziare le esplorazioni nel nostro
continente, ovviamente… Si tratta di una specie di quartiere generale degli
Shinzoku, per la lotta ai demoni… Almeno, questo è quello che mi è stato detto,
ma non ho idea se si trattasse della completa verità…”
“…Fatto
sta che evidentemente i visitatori non erano graditi… Perché quelle guardie
avevano tutta l’intenzione di eliminarmi… Le mie possibilità di difesa erano
piuttosto limitate, di fronte a degli esseri magici come loro… Senza contare
che dovevo ancora abituarmi a quel corpo non più invulnerabile… Tuttavia, di
fronte ai loro attacchi, non avevo molta scelta… dovevo difendermi. Tra
l’altro, solo la mia Magia Sciamana sembrava funzionare, anche se ho avuto
l’impressione che fosse più debole del solito… Ho tentato qualche incantesimo
di Magia Nera, per quanto non sia la mia specialità, ma non ho prodotto effetti
notevoli, a parte qualche sbuffo di fumo…” Le sue labbra si incresparono in un
sogghigno. “Quei draghi continuavano a chiedermi come avessi rotto lo scudo,
come avessi spezzato l’incantesimo che avrebbe dovuto impedirmi di giungere lì…
Ed io continuavo a non capire, perché in quel luogo ero capitato quasi contro
la mia volontà…”
Inarcai
un sopracciglio. “E, ovviamente, i draghi non sono stati particolarmente felici
della tua ostinata ‘omertà’…”
Il
mio amico mi rivolse un mezzo sorriso. “Ma come sei perspicace… Effettivamente,
non ero ridotto molto bene, quando quella voce dal tono autoritario ha intimato
di interrompere il nostro combattimento…”
Battei
le palpebre. “E… chi…?”
Zel
scosse la testa. “A dire il vero non ho ancora capito che ruolo avesse in
quella comunità… Ma doveva essere un personaggio piuttosto importante, per come
tutti le obbedivano ciecamente… Una donna –drago… bellissima, Lina… ma dagli
occhi freddi come il ghiaccio… Ha ordinato ai suoi di soccorrermi, sostenendo
di essere stata lei a volermi in quel luogo… A quel punto, una delle guardie si
è avvicinata a me e ha recitato una formula per me incomprensibile… ed io sono
caduto in un sonno profondo…”
“Mi
sono svegliato in quella che sembrava una specie di infermeria… e, con mia
sorpresa, le mie ferite erano completamente guarite. Di fronte a me, in
silenzio, si ergeva la donna –drago che mi aveva salvato la vita. Il suo sguardo
faceva accapponare la pelle… mi guardava con un misto di… pietà e gravità… Mi
ha chiesto di alzarmi, dicendo che non sarei potuto restare in quel luogo
troppo a lungo e che aveva alcune cose molto importanti da comunicarmi…
riguardanti l’Equilibrio…” Il mio amico mi rivolse un’occhiata penetrante.
Mi
accigliai. “… L’Equilibrio…?”
La
chimera si limitò ad annuire. “Il fatto che questa parola ritorni a farsi
sentire preoccupa me quanto te, Lina… Soprattutto dopo quanto mi è stato
detto…” Il mio amico tornò a fissare cupamente gli occhi al suolo. “Quella
donna drago mi ha spiegato che… gli eventi che hanno interessato Miilun sei
mesi fa… hanno provocato una pericolosa ‘scossa’ alla condizione di Equilibrio
su cui si basa la sopravvivenza del nostro pianeta, dell’intero universo…
Purtroppo la mia ‘ospite’ è stata piuttosto laconica nella sua spiegazione… Ma,
da ciò che ho capito, la temporanea debolezza di Lord of Nightmares, dovuta
alla lunga permanenza del suo spirito in un corpo umano, avrebbe indebolito le…
garanzie di Equilibrio per il nostro pianeta… In pratica, ora come ora, ci
sarebbe la possibilità, per una delle due forze in lotta nella guerra
millenaria fra Shinzoku e Mazoku, di prendere il sopravvento…”
Inarcai
un sopracciglio. “Questa storia non mi convince, Zel… Io… sono stata al
cospetto di L. O. N. … E, anche se per breve tempo… ho avuto il suo potere… in
me… e ho come l’impressione che non sia l’ultima sprovveduta di questo mondo…
Voglio dire… sei mesi fa ci trovavamo in una situazione di emergenza… ma credo
che non avrebbe scelto di prendere possesso di un corpo umano, sapendo che le
conseguenze avrebbero potuto essere deleterie per il conseguimento dei suoi
futuri ‘scopi’… Quali che siano, questi scopi… E, se ben ricordo, sei mesi fa
quei due Shinzoku ci hanno dato ad intendere che L. O. N. mirasse, seppur
temporaneamente, al mantenimento dell’Equilibrio e dell’esistenza sul pianeta
così come noi la conosciamo ora…”
Zel
annuì. “Effettivamente la spiegazione ha lasciato un po’ dubbioso anche me…
Anche se c’è sempre la possibilità che i piani di L. O. N. siano per qualche
motivo mutati…”
Rabbrividii,
ripensando a ciò di cui ero venuta a conoscenza attraverso la Claire Bible…
Lord of Nightmares... la creatura che voleva riportare il mondo… al Caos da cui
era derivato…
Anche tu, PER ORA, resterai qui… Le cose
saranno più… interessanti…
La frase che mi aveva rivolto sei mesi prima…
Effettivamente dava l’impressione che avesse in mente qualcosa… che quello che
era successo fosse stato appena l’inizio…
“Ad
ogni modo…” Proseguì il mio amico. “Su una cosa era evidente che la dragonessa
non stesse mentendo… La sua espressione tesa lasciava pochi dubbi riguardo al
fatto che qualcosa stesse nuovamente per succedere, a Miilun. Mi ha detto che i
demoni avevano intenzione di sfruttare la mutata situazione a loro vantaggio… e
che il loro piano avrebbe coinvolto, ancora una volta, questa città… Non
chiedermi come sapesse tutto questo… purtroppo non ero nella condizione di
farle molte domande… Tutto ciò che sono riuscito a carpirle, è stato il motivo
per cui mi aveva attirato in quel luogo…” Il mio amico mi fissò negli occhi.
“Ha detto che… il mio destino…” Sospirò. “…il mio destino era quello di
trovarmi coinvolto, insieme ad un gruppo di avventurieri, nelle vicende che
avrebbero interessato questa città… Che sempre il destino mi aveva inviato in
quelle terre… perché sapessi quello che mi attendeva… perché noi… saremmo
stati… la determinante degli eventi…” Il suo voltò si oscurò. “Avresti dovuto
vedere il suo volto mentre mi parlava, Lina… Era pieno… di pietà…” Strinse
convulsamente i pugni. “Uno sguardo che… non potevo sopportare… Le ho urlato di
non guardarmi a quel modo… e lei mi ha risposto che non poteva farne a meno,
perché sapeva… sapeva che nulla, nemmeno la consapevolezza, avrebbe potuto
mutare il mio destino, quello dei miei compagni… ma che dovevo venire a
conoscenza… perché così era scritto, così le era stato ordinato dai suoi Dei…
perché io… noi… che avevamo spezzato l’Equilibrio delle forze… di fronte
all’epilogo… dovevamo… capire…”
Aggrottai
le sopracciglia. “… Capire…?”
Il
mio amico scosse la testa. “Ha detto che… dovevamo comprendere… che al destino
non si sfugge… mai. E che il mio destino era… conoscere il mio destino…”
Inarcai
un sopracciglio. “Aspetta… aspetta un secondo, Zel… va bene che sei un tipo
contorto, ma ora mi stai confondendo le idee…”
La
chimera si concesse di lanciarmi un’occhiataccia. “Io sarei un tipo contorto…?”
Agitai
una mano, con noncuranza. “Non è il momento di divagare. Vai avanti…”
Il
mio amico sospirò. “Sono io che divago, eh?” Scosse la testa. “AD OGNI MODO, ha
detto che il fato voleva che io conoscessi il mio destino… perché l’essere a
conoscenza anticipatamente della sua gravità… sarebbe stata l’unica cosa… che
mi avrebbe spinto a seguirne i fili, anche una volta che i suoi… risvolti più
terribili… si fossero compiuti…”
“In
pratica, sapendo prima ciò che ti succederà, avrai la forza per affrontarlo e
proseguire lungo il cammino che il destino ha scelto per te, giusto? Questo è
il ragionamento che quella dragonessa ti ha proposto…” Riassunsi il concetto,
in tono non del tutto convinto… Sinceramente, non mi trovavo del tutto
d’accordo con quella storia del ‘Destino ineluttabile’…
Il
mio amico annuì. “La parole non sono state quelle, ma il significato è lo
stesso…” Fece spallucce.
“Mmm…”
Feci, in tono pensieroso. “E come ti ha fatto conoscere il tuo destino,
sentiamo…? Te lo ha predetto attraverso la sua ‘sfera magica’?” Inarcai un
sopracciglio, non nascondendo l’ironia della mia voce.
L’occhiata
che il mio amico mi rivolse, tuttavia, mi fece passare immediatamente la voglia
di scherzare…
“Come
tu ben sai uno dei poteri peculiari dei draghi, la capacità che da tempo è
andata perduta per i praticanti umani di Magia Bianca, è la preveggenza… che si
risolve, in pratica, nella capacità di formulare premonizioni, con l’appello a
coloro che soli conoscono le trame del Destino… gli Dei, gli Shinzoku. E la
dragonessa mi ha spiegato che in quel luogo sacro, unico, per quanto ho capito,
sul nostro pianeta, i Poteri della Magia Bianca risultano essere estremamente
amplificati, a dispetto di quelli della Magia Nera, che arrivano al punto di
annullarsi… un po’ come accade all’interno dello Scudo Magico nel Regno di
Sailune, anche se, ovviamente, in forma più marcata…” Aggrottò le sopracciglia.
“Mi ha spiegato che era per quel motivo che, appena ero entrato all’interno del
Confine, il mio corpo di chimera aveva riassunto il suo aspetto originario… Mi
ha detto che l’incantesimo che mi ha trasformato si regge su un equilibrio
molto complicato…” Il suo sguardo, se possibile, si oscurò ulteriormente. “… un
equilibrio che ha il suo fondamento… nella mia stessa energia magica.”
Mi
accigliai. “Nella tua… energia magica…?”
“La
formula che mi ha tramutato in chimera è MOLTO complessa… solo un grande mago o
sacerdote avrebbe potuto realizzarla…” Bè, già sapevamo che Rezo non era
l’ultimo degli sciocchi di questo mondo… “… e non solo per il fatto che
attivarla richiede un procedimento molto difficile e pericoloso…” Per un
attimo, desiderai porre qualche domanda riguardo a tale procedimento… Ma
immaginai che, per il momento, fosse il caso di frenare la mia curiosità… “… ma
anche per il fatto che, per essere efficace nel tempo, necessita di un
quantitativo infinito di energia magica. In pratica, per mantenerla attiva,
sarebbe stato necessario che Rezo rinnovasse continuamente l’incantesimo… Una
cosa impensabile, ovviamente…”
Annuii.
“E allora, come…?”
La
chimera sospirò. “Rezo ha trovato un trucco molto ingegnoso… Non so in che
modo, ma, a detta della dragonessa, ha modificato la formula in modo che
l’incantesimo traesse le risorse di cui necessitava per rimanere attivo
direttamente da parte della energia magica che fluiva nel mio corpo…”
Spalancai
gli occhi. Incredibile… Rezo… era riuscito a fare una cosa del genere…? Non
era… non era umano! Ma forse la forza di Shabranigdu che scorreva in lui…
“La
perdita di energia magica a cui il mio corpo era sottoposto era compensata dal
maggiore potere che la mia nuova condizione mi accordava… per questo non mi
sono mai accorto della cosa…” Sollevò lo sguardo. “La dragonessa mi ha spiegato
che è questo il motivo per cui il procedimento è praticamente irreversibile…
L’energia magica non è qualcosa che possa andare perduto facilmente, ma è
insita all’interno del corpo… Ciascuno ne ha un diverso quantitativo e da essa
dipende l’abilità nelle Arti Magiche, oltre che dall’esercizio e
dall’esperienza, ovviamente… Anche se, per qualche motivo, i miei poteri
venissero sigillati, l’energia magica sarebbe comunque presente nel mio corpo,
per quanto inattiva… Tuttavia…” Il suo sguardo si fece pensieroso. “…da quanto
ho capito, per permettere che parte della mia energia magica venga
continuamente incanalata per il funzionamento dell’incantesimo, è stata posta
su di essa una specie di maledizione, sotto forma di sigillo… o qualcosa del
genere…” Mi fissò, profondamente. “… ad ogni modo, magia demoniaca, Lina…” Come
sospettavo. Il potere di Shabranigdu. “Il venire meno della maledizione renderebbe
la mia condizione fisica… instabile… Potrei tornare umano, o rimanere chimera…
o essere entrambe le cose, alternativamente…” La chimera mi scoccò
un’occhiataccia. “Non c’è proprio nulla di divertente, sai?”
Agitai
la mano, per scusarmi del sogghigno che ero stata incapace di trattenere.
“Perdonami… Mi è balenata in mente… un’immagine di ciò che potrebbe accadere se
tu ti trasformassi improvvisamente da umano in chimera in pubblico…”
Il mio amico si prese la testa fra le mani. “Non farmici
pensare, per favore…” Tuttavia, un breve sogghigno gli attraversò le labbra…
Scossi la testa, con un mezzo sorriso. Se glielo avessi fatto notare, la
chimera avrebbe sicuramente negato… ma Zel era cambiato, rispetto a quando lo
avevamo incontrato. Ora, rideva molto di più ed era diventato persino capace di
ironizzare sulla propria condizione… Era stato anche per la compagnia mia e di
Gourry, certo… ma avevo l’impressione che il nostro amico dovesse ringraziare
soprattutto una certa Principessa, per questo… Amelia poteva non aver avuto
un’ottima reazione di fronte alla chimera, la prima volta che la aveva
incontrata… una volta mi aveva confessato di provare ancora rimorso per quello
che gli aveva detto…
…‘chi
è questo tizio dall’aria così poco raccomandabile?’…
Ma
la principessa era cresciuta e, ancora più di noi, aveva continuato a ripetere
alla chimera come non dovesse dare peso al proprio aspetto, come dovesse dare
meno peso a tutta quella faccenda della cura… tacitamente, gli aveva fatto
comprendere come… lei potesse amarlo ugualmente… e sapevo che Zel, per quanto
cercasse di nasconderlo… era rimasto toccato dalla cosa…
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!
Ma perché diavolo mi perdevo in quelle romanticherie??? Avevamo altro a cui
pensare, ora!
Prestai
nuovamente ascolto al mio amico, che aveva ripreso a parlare. “…certo,
eliminare la maledizione potrebbe essere il primo passo verso la mia cura, ma
nessuna mano umana potrebbe farlo… E penso nemmeno quella di un demone, a
questo punto… gli esseri maligni sanno sfruttare le maledizioni, ma dubito che
sappiano anche annientarne gli effetti… Tuttavia, le particolari condizioni
dell’area del Confine avevano indebolito temporaneamente l’azione della
maledizione, e per questo motivo io avevo riassunto il mio reale aspetto… Per
questo stesso principio, per l’aumentata potenza degli Incantesimi Perduti
della Magia Bianca, la dragonessa è stata in grado di rendermi partecipe di
quella che laggiù chiamano la ‘Visione’…”
Aggrottai
le sopracciglia. “E… di che si tratta…?”
“E’
un particolare tipo di preveggenza, per cui il dio invia le immagini che
costituiscono la premonizione direttamente alla mente di colui che l’ha
invocato… Normalmente solo il veggente è in grado di assistere alla ‘Visione’…
ma, se questi è abbastanza potente, sarà in grado di trasmetterla
telepaticamente ad una persona a cui è legato attraverso un contatto fisico
diretto, o, ad esempio, attraverso un oggetto che è passato sulle mani di
entrambe le persone coinvolte…”
Telepatia…
Avevo qualche conoscenza in proposito… Esisteva un incantesimo che permetteva
di leggere nella mente e, se opportunamente modificato, di trasmettere messaggi
telepatici… Ma i suoi effetti erano molto limitati, perché l’obiettivo
dell’incantesimo doveva essere un uomo comune, preferibilmente non
particolarmente intelligente… Ad esempio, anche se non avevo mai fatto un
tentativo, ero abbastanza sicura che, se avessi provato a gettare l’incantesimo
su Gourry, per quanto il mio amico non fosse un esperto di magia e per quanto
potesse apparire… non particolarmente brillante… quasi certamente non la mia
formula non avrebbe avuto effetto… Gourry era uno spadaccino, probabilmente il
più abile che avessi mai conosciuto… Era più intuitivo di quanto si potesse
immaginare, e la sua mente era inevitabilmente abituata alla concentrazione e
all’attenzione… attenzione, tranne che nei momenti in cui cercavo di spiegargli
qualcosa, ovviamente… comunque, non c’era possibilità che un incantesimo che,
di fatto, sfruttava l’incapacità di controllo della mente per violarla avesse
effetto su di lui… Certo, il discorso cambiava se fra le due persone fra le
quali si instaurava il legame telepatico era presente una particolare empatia
(ad esempio, se si trattava di due gemelli) o se chi utilizzava l’incantesimo
era un telepate naturale… A volte, nascevano delle persone con quel dono… Ma,
se le cose non stavano così, difficilmente la dragonessa sarebbe stata in grado
di mettersi in contatto telepatico con un mago esperto come Zel…
Notando
il mio sguardo poco convinto, Zel accennò ad una spiegazione. “All’interno di
uno spazio come il Confine, i poteri di una dragonessa come quella erano
indefinitamente maggiori, Lina… è così che le era possibile riuscirci…”
Annuii,
invitandolo con un cenno a proseguire. Il mio amico scosse la testa
affermativamente, a sua volta. “Sono stato condotto in una sala enorme sul cui
pavimento era disegnata una stella a sei punte, unita ad alcune rune di cui non
comprendevo il significato…” Una stella a sei punte… Magia Bianca, comunque…
“Sinceramente, non ero ancora del tutto convinto che fosse saggio seguire
quella donna, ma non sapevo quale sarebbe stata la sua reazione, se mi fossi
rifiutato… avevo poca scelta… non potevo fare altro che stare ad osservare,
mentre la mia ospite posizionava una candela azzurra per ogni punta della
stella, e mi guidava con sé al centro della configurazione… E’ stato allora che
ha preso la mia mano… e ha cominciato a recitare l’incantesimo… E’ stata una
sensazione stranissima, Lina… Era come se… parole dorate scorressero di fronte
ai miei occhi, rombassero nelle mie orecchie… e prendessero lentamente forma in
immagini…” Notai il suo corpo irrigidirsi, e la sua espressione farsi
nuovamente tesa… “E’ stato allora… che ho visto. Non sapevo… che cosa fosse
quel luogo… ma allo stesso tempo, anche se non lo avevo mai visto prima… ero
certo che si trovasse a Miilun… Ho intravisto dei pilastri, un ampio soffitto,
come se si trattasse di una grande costruzione… la luce era molto bassa,
proveniva esclusivamente da alcune torce, sulle pareti… nessuna finestra… per
questo ho avuto l’impressione che si trattasse di un sotterraneo… E a quel
punto… ho visto me stesso… apparentemente, ero solo… vagavo in quella sala,
sembrava che stessi cercando qualcosa, ma ho avuto l’impressione che…
quell’ombra di me… non avesse una meta precisa… Poi, sono comparse altre
figure. Una di esse era in ombra… non riuscivo a capire di chi si trattasse…
sinceramente non so nemmeno se fosse un essere umano… ma, quella al mio fianco…
la potevo riconoscere bene… si trattava di Amelia.” Il mio amico rabbrividì, e
per un momento pensai che gli mancasse la voce per proseguire… Tuttavia,
riguadagnando ancora una volta il controllo, la chimera andò avanti. “Quindi,
l’altra figura ha parlato. Una voce maschile, ma non saprei dirti altro,
perché… la mia mente era un po’ confusa, in quei momenti… Mi ha chiesto perché
eravamo giunti in quel luogo… Mi ha detto…” Mi lanciò una strana occhiata. “Mi
ha detto… che avrebbe preferito averti lì da sola, Lina…”
Battei
le palpebre. “I- io…?”
La
chimera sospirò. “Non so in che modo, ma pare che fosse interessato a te, di
chiunque si trattasse… Ma ciò che ha aggiunto dopo… è ciò che mi ha inquietato
di più… Lui ha detto che… avrebbe mutato il pericolo in chiave di vittoria e
avrebbe saputo sfruttare… la situazione a proprio vantaggio…” Si morse il
labbro. “Ricordo che Amelia sembrava molto spaventata da lui, ricordo che non
si reggeva quasi in piedi, come se le energie negative che emanavano da lui la
stessero sopraffacendo… Anch’io sembravo avvertirle, ma il mio corpo… appariva
riuscire a resistere meglio ad esse… Ed io continuavo a parlare a quell’essere,
non prestando attenzione ad Amelia che soffriva, come se qualcosa in lui mi
attirasse contro la mia volontà, come la luce del fuoco attira la falena…
forse, immaginavo in anticipo quello che mi sarebbe stato offerto…” Il suo
sguardo si fece pensieroso. “Lui… mi ha detto… che poteva aiutarmi ad ottenere
ciò che cercavo… La mia… umanità…” Aggrottai le sopracciglia. Come…? “Io gli ho
urlato che nessun essere, demone o uomo, sarebbe stato in grado di farlo… e lui
mi ha risposto che per lui non era così perché… il suo potere era… impuro… Io…
non capivo… ma in quel momento… ho visto i suoi occhi e… non so perché ma… mi
sono convinto che, qualsiasi cosa intendesse, lui… non stesse mentendo…” Un
potere impuro… Quella definizione… Il mio stomaco si contorse dolorosamente. Ma
no, non era possibile…
“Amelia
continuava ad urlarmi di portarla fuori da quel luogo. Stava per cedere… capivo
che non era più nemmeno in grado di camminare, da sola… Ma io… Non le ho dato
ascolto…” Zel, senza rendersene conto, doveva essersitotalmente immedesimato nell’ombra di sé che aveva visto nella
visione, perché ora parlava come se si fosse trovato davvero lui al suo posto…
Dal… terrore che i suoi occhi non riuscivano a nascondere, capivo che stava
rivedendo quelle scene, come se le avesse già vissute, in prima persona…
“Io…
ho continuato a parlare con lui, ignorandola… gli ho chiesto… gli ho chiesto
che cosa volesse in cambio… E lui mi ha risposto… di dimenticare, di non
resistere… di abbandonarvi.” Abbassò lo sguardo. Io rimasi semplicemente in
silenzio, attendendo il seguito… anche se temevo di sapere come la questione
era terminata… “So di avere esitato… perché era normale farlo… Probabilmente
Amelia ed io ci trovavamo lì per un motivo… ho la sensazione che dovessimo fare
qualcosa di molto importante, qualcosa da cui dipendeva la sopravvivenza di
tutti noi, anche la tua… So di avere lottato… Devo avere fissato a lungo
Amelia… La sua frase mi martella ancora nelle orecchie…” Strinse, se possibile,
ancora di più i pugni… “‘Ti prego, Zelgadiss… Sto morendo…’ solo questo,
nient’altro… Lei… mi ha pregato, ha confidato in me… ma io… io ho distolto lo
sguardo. E quel… uomo… ha riso, si è congratulato con me per la mia scelta… E
allora ho provato un dolore lancinante, sono caduto al suolo. Ho rivolto lo
sguardo verso Amelia e lei… stava piangendo… Ricordo di averle visto chiudere
gli occhi… ricordo di aver smesso di sentire il suo respiro… Poi, il mio corpo…
ha perso lentamente sensibilità… Anche io ho chiuso gli occhi, mentre le mie
membra… diventavano lentamente umane… Non ero morto, solo privo di sensi… il
mio petto si alzava ed abbassava regolarmente… e il mio… guaritore…” Il suo
tono si tinse di un’ironia amara. “… se ne stava in piedi accanto a me,
sorridendo… come se stesse aspettando qualcosa…” Inarcò un sopracciglio. “E, a
quel punto, ho visto te.”
Deglutii,
mentre il mio amico alzava nuovamente lo sguardo per fissarlo nel mio, in
un’occhiata penetrante. “Sei arrivata correndo, gridando qualcosa… non ricordo
esattamente cosa, a questo punto la Visione si è fatta un po’ confusa… so che
hai fissato lo sguardo sui nostri corpi… io… ho visto i tuoi occhi pieni di orrore…
Ti sei voltata verso quell’uomo, gli hai parlato… E lui… io non riuscivo a
vederlo bene, ma ho avuto l’impressione che sorridesse. Anche lui ha parlato,
indicandomi… quindi ha puntato il dito contro di te, aggiungendo qualcosa… E i
tuoi occhi… i tuoi occhi si sono oscurati… Solo un’altra volta ti ho vista
così, Lina…” La sua espressione si intristì. “Quando il Signore degli Inferi ha
portato via Gourry…”
Mi
morsi il labbro, evitando di parlare… Per quanto tentassi di negarlo, persino a
me stessa… per mille, diecimila volte avevo pregato da sola, nel silenzio, di
non dover provare ancora un dolore del genere… la consapevolezza di avere
trovato qualcosa di prezioso… una cosa senza la quale il mondo non avrebbe
avuto significato… perché era ciò che alimentava continuamente la mia speranza
che in quel mondo avesse senso cercare, conoscere… che in quel mondo si potesse
trovare ancora qualcosa, anche al di là di quella Magia per cui avrei accettato
di mettere in gioco il mio intero destino… qualcosa di bello ed importante… la
consapevolezza di aver trovato una cosa tanto preziosa… e di averla lasciata
scivolare via, ancora prima di comprenderne il valore, ancora prima di poter
capire… ed esprimere… quanto significava per me…
Ed
ora… mi stavano ‘diagnosticando’ di nuovo quella sofferenza…
…Perché
avevo il presentimento che non si stesse sbagliando…?
“A
quel punto, la Visione ha cominciato a farsi sempre meno chiara… Tu… devi aver
evocato un incantesimo… Io non so quale fosse, SPERO non il Giga Slave… Anche
se… quella strana luce nera… è apparsa fra le tue dita…” Il Giga Slave… ora che
ci pensavo… sei mesi fa, il mio sigillo era stato spezzato… Significava che mi
era ancora possibile utilizzarlo…? “E poi, quella luce… si è espansa, ha
cominciato ad inghiottire ogni cosa… Il tuo volto, i nostri corpi, quell’uomo…
Fino a che di fronte a me non ho visto che il buio… e mi sono svegliato.”
Sospirò. “La dragonessa si trovava di fronte a me. Non dovevo avere un
bell’aspetto, perché il suo sguardo sembrava ancora più ricolmo… di pietà… Mi
ha aiutato a rialzarmi, e mi ha detto che non potevo più stare in quel luogo,
che dovevo seguire il mio destino… Al tocco della sua mano, il mondo ha ripreso
a girare vorticosamente… e, quando ho ripreso coscienza di dove mi trovavo, ero
nuovamente nel deserto. E il tempio era sparito.” I suoi pugni si rilasciarono.
“Per un attimo, sono rimasto interdetto, chiedendomi se non si fosse trattato
di un sogno… Poi i miei occhi sono caduti sulla mia mano… era una mano umana.”
Chiuse gli occhi per un momento, sospirando. “Ho sperato… con tutto il mio
cuore, per un secondo, che tutto si fosse risolto, che quella Visione non
avrebbe mai avuto modo di verificarsi perché presto mi sarei ripresentato di
fronte ad Amelia, di fronte a voi, come uomo… E quando il mio corpo ha ripreso
a trasformarsi nel mostro che sono ora, devo avere pianto, gridato… Ora la mia
mente si rifiuta di richiamare quel ricordo alla memoria… So di avere, vagato,
come un fantasma, per quelle terre desertiche, ancora per diversi giorni…
Finché non mi sono trovato nuovamente a Lyrith… E ho scoperto, con sorpresa,
che dalla mia partenza da quel villaggio erano già trascorsi due mesi…”
Il
mio amico tacque, e per qualche minuto nel piccolo ‘accampamento’ non risuonò
altro che la voce inquietante della notte. Quel silenzio teso mi rendeva
nervosa… d’altro canto, la mia mente mi gridava di non voler protrarre oltre
quella conversazione… Ma non potevamo tacere per sempre…
“E’
stato allora che hai deciso di evitare Amelia, di evitare tutti noi…” La mia
voce irruppe, spettrale, ad interrompere la falsa pace…
“Credevo…
di poter impedire al Destino di attuarsi… Lo credevo… e quello mi sembrava
l’unico modo… ma evidentemente… alla propria sorte… non si può sfuggire…”
I
miei pugni si serrarono. Non mi sarei lasciata andare alle commiserazioni. Non
erano queste le parole che volevo sentire da lui…
“E’
bello… poter dare la colpa al Destino, eh?” Il mio tono di voce era totalmente
impersonale.
Il
mio amico alzò lo sguardo, stupito dalla mia insolita freddezza. “Lina…”
“Io
non credo al Destino…” Proseguii, guardandolo fisso in volto… “Se il futuro
procede in un’unica, insostituibile direzione, a NESSUNO è possibile sapere
quale essa sarà… Il futuro non esiste se non nella nostra mente, una proiezione,
un’aspettativa, una speranza… e non è possibile vedere come sarà qualcosa che
non esiste… Si possono fare le ipotesi più raffinate, si possono calcolare le
probabilità più accurate… ma il numero e la varietà degli elementi che generano
quella indefinita linea retta che si staglia di fronte a noi, come possiamo
pretendere di conoscerli, come possiamo pretendere di prevederli…?” Strinsi i
pugni. “Il futuro non consiste che in una miriade di possibilità, di cui solo
una è attuabile, con il concorso di una miriade di concause… E una di quelle
concause siamo NOI, Zel, è il nostro agire… Forse il futuro non dipende
interamente da noi… la mia vita mi ha più che testimoniato che gli imprevisti
sono sempre in agguato, che la mente umana è quasi sempre l’incognita più
difficilmente calcolabile… che, anche se è possibile influenzare gli eventi,
non sempre è in potere degli esseri umani frenare il loro rivolgersi… Tuttavia,
Zel, non ucciderai la persona che ami solo perché una dragonessa ti ha detto
che lo farai… credere questo è solo una scappatoia, un modo per rifiutare la
tua responsabilità… Forse una situazione come quella della Visione si
presenterà davvero… ed essere così convinto che quello che hai visto si
verificherà inevitabilmente, Zel, è molto pericoloso… perché rischia di
spingerti… a non fare nulla per impedirlo…”
Il
mio amico mi osservò per un attimo in silenzio, l’espressione cupa ferma a
velare, onnipresente, i suoi occhi. Quindi, abbassò nuovamente lo sguardo. “Io…
capisco quello che dici, Lina… Io… sono d’accordo con te… ma la verità… è che
io sono solo un codardo… Quello che hai detto tu… è vero… io voglio… evitare di
dovermi assumere una responsabilità come quella della scelta a cui venivo
sottoposto nella Visione, Lina… Perché io… non mi fido assolutamente di me
stesso…” Si morse il labbro. “Sarebbe bello poter dire… che in fondo sono una
brava persona, che non mi sognerei mai di vendere i miei amici… la persona che
amo… nemmeno per il più alto dei prezzi… Ma la verità, Lina, è che io non sono
sicuro che sia così… Quella che rincorro è l’ossessione di una vita…” Si
osservò la mano, penetrò con lo sguardo le pietre che la ricoprivano. “… io ho
provato l’ebbrezza di essere nuovamente umano… non sono certo, ora, che non
sarei disposto a fare qualsiasi cosa per ottenere di nuovo quella sensazione…
Per QUALSIASI altro motivo, per qualsiasi altra situazione, sarei pronto a
giurare che non vi tradirei… Io VOGLIO credere che non lo farei… perché sento
che la mia parte umana è viva in me e tiene con fermezza il comando su quanto
di demoniaco Rezo vi ha instillato… Ma io ho PAURA, Lina, ho paura di ciò che
farei se mi trovassi costretto ad una simile scelta… Forse è perché temo di non
conoscermi a sufficienza… o forse è perché mi conosco fin troppo bene… Ma il mio
timore è che potrebbe non essere così improbabile per me vendere, per ottenere
un corpo umano… quel che di spirito umano mi resta…” Sospirò.
Mi
morsi il labbro. “Zel…”
“Se
temo tanto quella Visione, Lina, è perché sono convinto che, in fondo mi mostrasse
così come sono veramente…” Sollevò lo sguardo, per fissarmi negli occhi.
“Probabilmente ora mi biasimerai per quello che ho detto… dirai che dopo tanti
anni di amicizia è stupido e malvagio pensarla a questo modo… E’ normale che tu
mi giudichi male ma…”
Credi
di sapere chi sei?
Un
brivido improvviso percorse il mio corpo e per un attimo rimasi ferma a fissare
la chimera, senza vederla. Scattai in piedi, le mani improvvisamente gelide.
“Lina…?”
Il mio amico cominciò a vestire un’espressione preoccupata. Cercando di evitare
quello sguardo, mi coprii il volto con le mani.
“Io…
non giudico nessuno…”
“Eh…?”
“Ti
sembrerà strano…” Risposi, continuando ad evitare il suo sguardo. “Ma anch’io…
capisco quello che dici…c’è qualcosa di brutto, di triste… ma lo capisco…”
Perché… perché diavolo mi era tornato in mente il sogno…?
“Lina…
sei sicura di sentirti bene…?”
Mi
scoprii nuovamente il volto, agitando la mano con noncuranza… “E’ tutto a
posto… Ho solo avuto un capogiro…” Mi grattai la testa, tornando a sedermi. “Sarà
che è da oggi pomeriggio che non mangio…”
Il
mio compagno emise un sospiro, lasciando morire in gola –ne fui sicura!- il
solito commento ironico… non era il momento…
“Se
mi hai capito, allora capirai anche perché ho deciso di lasciare Miilun, ora, prima
che ci ritroviamo con gli altri.”
Battei
le palpebre. Eh??????? Che diavolo gli veniva in mente, così all’improvviso???
“Zel, ora…”
“No,
Lina… Non tentare nemmeno di farmi cambiare idea. Quello che hai detto sul
Destino è giusto. Forse anche dal mio agire dipende il suo corso. Forse posso
fare qualcosa per modificarlo. E allora, andarmene il più lontano possibile da
Miilun ora, che la prospettiva di ottenere una cura non è ancora così vicina da
frenarmi, è la migliore soluzione possibile, per tutti!”
“No,
no, no, no, NO, Zel!!! Stavolta starai ad ascoltarmi prima di sparire per la
tua strada come fai sempre! Primo, nel giro di due giorni saremo braccati come
conigli in metà del continente e per quanto tu sia un mago abile prima a poi
capiterà anche a te un momento di distrazione! E allora, se non avrai nessuno a
coprirti le spalle, a Miilun ci ritornerai per forza, in catene!!! E
peggiorerai ulteriormente questa maledetta, maledettissima situazione!!!” Stavo
quasi gridando, ormai, per quanto questo, nei panni in cui mi trovavo, potesse
essere pericoloso… Il mio amico, dal canto suo, mi guardava con gli occhi di
chi non vuole ammettere di avere torto… Accidenti a te, non metterti a fare il
bambino proprio ora!
“Secondo…”
Proseguii. “Chi ti credi di essere, per decidere cosa è bene e non è bene,
anche per noi??? Tu te ne sei venuto qui a Miilun ed hai iniziato a trattare
Amelia con i piedi, così, di punto in bianco… AVEVI LE TUE RAGIONI PER VOLERLA
ALLONTANARE, LO SO…” Aggiunsi, di fronte all’occhiataccia che il mio amico mi
aveva scoccato. “… ma, mi spiace dirtelo, a me non pare una giustificazione
sufficiente… Tanto per cominciare, non potevi semplicemente dirle la verità,
confessarle le tue paure, semplicemente come hai fatto ora con me???”
Zel
scosse la testa. “No, no… conosci Amelia… non avrebbe accettato… avrebbe
insistito per rimanere al mio fianco comunque… lei… si fida troppo di me…”
Sospirai.
Proviamo a porre la questione su un altro piano…“Se la metti così, lascia che
ti faccia una domanda…” Lo fissai, intensamente. “Perché sei venuto a Miilun,
Zel? Perché sei venuto qui anche dopo aver assistito alla Visione?”
Il
mio amico mi fissò in silenzio per una attimo, prima di rispondere… “Perché…”
Sospirò. “Perché speravo di diventare umano, come in quella premonizione…
Vedi…? Sono venuto qui nonostante fossi conscio del pericolo, solo per il mio
egoismo… Immagina cosa farei di fronte alla concreta possibilità di diventare
umano…”
Mi
accigliai. Non avrei lasciato che continuasse con quell’atteggiamento disfattista!
Mi dava sui nervi! “Non sarà invece che sei venuto anche per metterti alla
prova…? Per dimostrare qualcosa a te stesso…? Per provare che non lascerai che
la tua mente venga controllata da una stupida ossessione, ma che al momento
della scelta saprai essere tu a dominarla…?”
Il
mio amico si limitò a fissarmi, in silenzio.
“Ma
se anche non fosse così… Amelia non è più una bambina, Zel, e tu non hai il
diritto di mentirle e decidere cosa è meglio per lei al posto suo. Se ti
comporti a questo modo allora il vero moccioso, lasciatelo dire, sei tu! Se
Amelia vuole fidarsi di te è per una SUA scelta… Dille la verità, e poi, se
vorrai ancora andartene, sarà tuo diritto farlo… Per quanto io possa ritenerla
una decisione stupida!”
“…”
“Accidenti
a te e alla tua parlantina…” Fu il suo unico commento, dopo un attimo di
silenzio.
Non
cominciamo ad offendere! “Zel…” Iniziai, in tono minaccioso…
“Hai
ragione, dannazione, hai ragione, va bene, d’accordo? Questa volta lo ammetto!”
Il mio amico vestì un’aria sconfitta. Con un gesto noncurante, mi buttai i
capelli dietro le spalle. “Sì, lo so che ho sempre ragione, ma continua pure a
ripetermelo…”
“Lina…”
“Allora
le parlerai…?”
“…”
Il mio amico sospirò, rifiutandosi ancora una volta di spiccicare parola.
“ALLORA?”
“…
Non è… così semplice… parlare proprio con lei di una questione di questo
genere, sai…? A volte è incredibile… come quanto più sia difficile, se si tiene
ad una persona, aprirle totalmente i propri pensieri…” Il mio amico fece una
pausa, assumendo un’aria pensierosa, quindi mi guardò in volto, sogghignando.
“Ma tu questo lo sai più che bene, vero?”
Arrossii.
A che cosa si stava riferendo??? Non lo capivo davvero!!!! Io con quel tipo di
faccende non c’entravo per niente!!!
“Zel,
qui non stiamo parlando dei fatti MIEI ma dei TUOI!!! Ora non deviare il
discorso!!!”
Il
mio amico sogghignò ancora di più alla mia reazione, scuotendo la testa. “Lo
sai, Lina, ogni tanto ti invidio…”
Battei
le palpebre. E, ora, che c’entrava questo? “Uh? E’ perché mi invidi…? A parte
per il fatto che sono la suprema e bellissima maga –genio Lina Inverse,
ovviamente…”
La
chimera mi lanciò un’occhiata poco convinta, quindi sospirò e proseguì,
ignorando i miei PIÚ CHE MERITATI auto elogi. “Persino ora, qui, lontano da
orecchie ‘pericolose’, fai fatica ad esprimere i tuoi sentimenti… Proprio come
tanto spesso accade a me…” Inarcò un sopracciglio. “Tuttavia… c’è qualcuno con
cui riesci ad intenderti in modo tanto naturale… che le parole non ti servono…”
Mi rivolse una profonda occhiata, le labbra ancora tese in un mezzo sorriso. “…
e avete avuto la fortuna di ‘trovarvi’, in un mondo così vasto, in una vita
fatta dei più bizzarri imprevisti… In fondo, credo che significhi questo… avere
incontrato la propria anima gemella…”
Arrossii
fin sopra le orecchie. Che razza… che razza di discorsi tirava fuori??? “Non
so… di cosa tu stia parlando…” Mugugnai, grattandomi la punta del naso ed
evitando di guardarlo negli occhi.
La
chimera sorrise. Il primo, sincero, sorriso della serata. “Già dopo il nostro
primo incontro, Lina, mi sono reso conto che tu mi piacevi.” Eh? E ora cosa…?
“Sei forte, intelligente… hai… uno strano carisma… io non so come spiegarlo…
ma… non credo di avere mai incontrato… qualcuno come te…” Scosse la testa.
“Forse tu non te ne rendi nemmeno conto, ma lasci inevitabilmente un’impronta
sulle persone che ti stanno accanto… Anche se a volte si tratta di un’impronta
DOLOROSA…” Le sue labbra si aprirono in un ampio sogghigno, a questa aggiunta.
Ehi, e CHE COSA avrebbe dovuto significare??? “…Era una cosa nuova per me,
perché, con il mio nuovo aspetto, non mi ero permesso di affezionarmi a molte
persone, avevo lasciato avvicinare solo coloro che inevitabilmente dovevano
combattere al mio fianco… per la paura… di essere deriso… e temuto… per quello
che ero… Per la paura che dietro ad ogni manifestazione di amicizia nei miei
confronti si trovasse qualche secondo fine… Ma con te è stato diverso… siamo
diventati amici, semplicemente, naturalmente… e nemmeno il mio caratteraccio è
riuscito ad impedirlo…” Si grattò la testa. “Dopo la sconfitta di Shabranigdu,
mi sono chiesto se fosse il caso di innamorarmi di te…” Ehi! Non è mica una
cosa che si fa a comando! “Non è stato come con Amelia… Vedi… con lei non è
stata una cosa razionale… semplicemente, a poco a poco, lei… mi ha vinto…” Mi
rivolse un altro sorriso. “Ma, con te, ho considerato la questione davvero
seriamente …Anche perché eri il primo esemplare di sesso femminile che avesse
mostrato interesse a rivolgermi più di dieci parole, da quando ero stato
trasformato in chimera…” Uh… Carino come al solito, eh? “…Ed ero ancora in
dubbio, mentre camminavamo, noi tre insieme, verso la città di Atlas… Ma è
stato allora, che vi ho visti… Vi ho visti camminare fianco a fianco,
scherzando, come sempre facevate. Non sembravi nemmeno accorgerti del suo
braccio attorno alle tue spalle… completamente a tuo agio… Il modo in cui vi
guardavate… Il modo in cui andavate d’accordo in modo del tutto naturale e, al
di là delle apparenze, vi rispettavate… Forse ancora non provavate nulla l’uno
per l’altra… ma in quel momento ho capito… che eravate fatti per stare
insieme…”
Deglutii.
“Stai solo… lavorando d’immaginazione…” Commentai, non sapendo che altro
dirgli, continuando a rifiutare di guardarlo in volto… e mentre un ALTRO volto
si presentava insistentemente alla mia mente… FORSE quello che avevo detto Zel
era vero… perlomeno, per quel che riguardava me… ma una domanda sorgeva alla
mia mente, insistente… sarebbe stato ancora così, fra noi…? Perché in quei
giorni… sembrava che… non riuscissimo più a capirci… che io non potessi
capirlo… come prima…
“Che
io stia lavorando d’immaginazione o meno…” Proseguì il mio amico. “Una cosa è
certa. E lo è ora più che mai. In quel momento, ho preso la decisione giusta.”
“Eh?”
Battei le palpebre ancora una volta, senza capire.
“Ho
scelto di non innamorarmi di te. Non a torto… E non solo per Amelia… Ogni tanto
mi rendo conto che noi due siamo piuttosto simili, Lina…” Sogghignò. “E forse
anche per questo… se noi due dovessimo stare insieme… dubito che riuscirei
molto a lungo a sopportarti…”
Gli
rivolsi un’occhiataccia. “Non che la cosa non sia reciproca, Zel, ma potresti
anche scegliere di dirlo un PO’ MENO brutalmente, sai?” Sospirai. Ma come
diavolo eravamo finiti a parlare di quegli argomenti? “Comunque, mio caro, tu
ti impicci tanto dei miei affari, ma dovresti ringraziare una bella quantità di
divinità, per avere trovato una persona con la pazienza di Amelia…” Proseguii.
“IO ti avrei già mandato al diavolo da un bel pezzo…”
Il
mio amico tornò a sogghignare. “Non avevo dubbi…”
“CHE
COSA VORRESTI DIRE???”
Zel
scosse la testa. “Tu dici così… ma non lo immagini nemmeno… quanto mi ritenga
fortunato di averla incontrata…” Sospirò. “…e, in fondo, di avere incontrato
tutti voi…”
Scattai,
per l’ennesima volta, in piedi. “AAAAAAAAAAAAAAH! Non ci credo! L’hai detto!!!
Perché non l’ho registrato da qualche parte??? Non avrò più questa
occasione!!!”
“Vorresti
smettere… di essere così teatrale, per favore…?” Una grossa goccia di sudore
scese lungo la tempia della chimera.
Ridacchiai.
“Bene, ora dimentichiamoci per un momento di profezie ed argomenti attinenti e
preoccupiamoci di cercare un modo per contattare Gourry e…” Feci una pausa.
Aspetta un momento…
Accigliandomi,
mi rivolsi al mio compagno. “Zel, ora che ci penso… Toglimi una curiosità… Che
fine aveva fatto Gourry, nella tua ‘Visione’?”
Lo
sciamano batté le palpebre. “Oh, hai ragione… Mi ero dimenticato di dirtelo… E’
una cosa che ha dato da pensare anche a me, ma… Gourry… non era al tuo fianco
come sempre, quando sei apparsa di fronte a quell’essere… per quanto io ripensi
alla scena, non ricordo di averlo visto da nessuna parte…”
“Uhm…”
Fu il mio unico, perplesso, commento. E questo, che cosa poteva…?
“Eccoli
lì, sono loro!!!”
Battei
le palpebre, richiamata alla realtà dalle voci concitate delle guardie… che
avevano appena scoperto il nostro nascondiglio!
Dannazione!!!
Persi nella nostra conversazione, non ci eravamo accorti che delle persone si
stavano silenziosamente avvicinando a noi. Era un gruppo di al massimo cinque o
sei componenti, ma ormai era praticamente l’alba, e non dubitavo che alla luce
del sole, con tutto quel baccano, tutte le guardie della città sarebbero
arrivate lì nel giro di poche manciate di minuti! L’unica soluzione era
liberarsi di quel gruppetto il più in fretta possibile e darsela nuovamente a
gambe, ma lo stemma che portavano sulle vesti, che li identificava come maghi
al servizio di Ilmund, lasciava presagire che l’impresa non sarebbe stata tanto
semplice…
Zelgadiss
ed io ci stringemmo schiena contro schiena, pronti a combattere, com’era
inevitabile. “Tre a testa, basta anche solo stordirli, ma evitiamo di farli
fuggire.” Intimai, semplicemente. Il mio amico annuì, in silenzio. E il
combattimento ebbe inizio.
Presto,
smisi di prestare attenzione alle azioni della chimera. Erano forti! Ilmund, a
quanto pareva, aveva evitato di mandarci contro delle reclute, e aveva
saggiamente optato per dei veterani… Evidentemente, conosceva bene il suo
avversario… ma ciò non significava che fosse sufficiente per fermarmi!
“Non
abbiamo tempo da perdere con voi! Burst Rondo!” Un incantesimo che
riuscisse a fare il maggior danno possibile a più persone contemporaneamente,
il tutto evitando di incendiare la foresta, era la soluzione che meglio si
addiceva alla situazione… Se li avessimo lasciati svenuti sul posto, non
avrebbero avuto modo di raccontare ai loro compagni in che direzione ci eravamo
diretti…
Tuttavia,
dovevo confrontarmi con un nemico piuttosto furbo… “Balus Wall!” Sentii
recitare contemporaneamente, da due direzioni… Due esperti in magia difensiva…
Quindi… il terzo probabilmente…
Non
mi ero sbagliata! Il restante avversario, evidentemente incaricato
dell’attacco, si fece avanti… “Flare Arrow!”
Ah!
Nessun incantesimo che avrebbe potuto eliminarmi al primo colpo! Ilmund ci
voleva vivi, come avevo immaginato! “Mos Va Lim!” Recitai. Le frecce
infuocate si ‘spensero’, in una piccola esplosione, all’impatto col mio
incantesimo… Ma così non andava affatto bene, dannazione! Ci stavano facendo
perdere tempo! Se fossero arrivati altri, saremmo stati…
“Ora
siete davvero nei guai…” AAAAAAAAAAAAAAAAH! Come temevo!!! Una decina di altri
soldati aveva raggiunto lo spazio di bosco dove ci trovavamo! Purtroppo la
nostra coordinazione non era delle migliori, soprattutto dopo tutti i mesi
passati dall’ultima volta in cui avevamo combattuto insieme… i nostri nemici
non ebbero grandi difficoltà a spingerci verso una piccola radura, alle nostre
spalle… E sarebbe stato difficile fuggire o sfruttare la protezione degli
alberi, circondati come eravamo… E in sedici contro due, non ci trovavamo in
una bella situazione…
“Lina!
Non venirmi davanti mentre attacco, dannazione!” Mi gridò il mio amico.
“Zel,
accidenti, non c’è spazio!!! Come credi che possa fare se tu te ne stai al
centro della radura???” Replicai, irritata.
“Attenta!”
Spingendomi malamente al suolo, mi spostò dalla traiettoria di una Palla di
Fuoco, parando il colpo. Quegli incoscienti volevano dare fuoco alla
foresta?!?!
“Gwaaaaaaaaaaaaaah!
Burst Rondo!!!”
Dalla mia
posizione, a terra, fu piuttosto complicato evitare di farmi catturare dalle
sei guardie che mi si erano appena, MALEDUCATAMENTE, gettate addosso… E dalla
mischia, intravidi che il resto del gruppo si stava stringendo attorno a Zel…
Dannazione! Stavano cercando di separarci! Avrebbero prima sistemato lui,
mentre io ero occupata e quindi…
Ehi,
un momento!!! Non avevano bisogno del mio amico! Avevano bisogno di catturare
viva solo me accidenti! Questo significava che avrebbero cercato di…
“Zel! Zel, attento!!!” Cercai senza troppi risultati di
liberarmi dagli attacchi e di gettarmi verso di lui per dare una mano... Ma
ormai era tardi.
Quattro
maghi lo tennero impegnato sul davanti, mentre un altro, alle sue spalle
sollevò le braccia e… “Mega…”
“Palla
di Fuoco!!!”
…
Venne colpito in pieno da una sfera infuocata, proprio mentre stava per
sferrare un attacco mortale alla chimera!!! E adesso, chi diavolo…?
“Un
combattimento sedici contro due è del tutto sleale!!!” Sentii gridare.
Oh,
no, no, no!!! Non lei!!! Non in quel momento!!! Era l’errore più grande che
potesse fare!
Anche
Zel sembrò giungere alla stessa conclusione sull’identità della sua
‘salvatrice’, perché prese a gridare, quasi disperatamente. “No! Non uscire!
Allontanati! Non ora!”
Troppo
tardi. Una figura spiccò un salto teatrale da un albero e… ehm… atterrò… al
nostro fianco…
“A…
Amelia… E’ tutto…a posto…?” Chiesi con un po’ di esitazione, sporgendomi da
dietro le spalle di Zel per osservare il piccolo cratere che l’impatto con il
suolo aveva creato.
Con
ammirevole fierezza, visto il colpo che aveva appena ricevuto, la nostra
compagna si rialzò. “Sono qui per darvi una mano…” Mormorò, semplicemente, con
insolita serietà, preparandosi all’attacco.
Approfittai
della confusione che il suo arrivo aveva creato per scivolare accanto a lei e
Zel.
“Ma…
Come ci hai…”
“Chi
diavolo è quella mocciosa? Una vostra complice?” Mi interruppe una delle
guardie, mentre i nostri assalitori riprendevano a stringersi su di noi.
“Dannazione…”
Sentii mormorare Zel, fra i denti. La chimera sembrò meditare un momento sul da
farsi, prima di risolversi ad avanzare, in modo da coprire quasi totalmente
Amelia alla vista dei nostri avversari…
Sapevo
che cosa aveva per la testa. Essere in tre ci sarebbe stato d’aiuto, ma se
quelle guardie avessero identificato la nostra amica come la Principessa
Incoronata di Sailune, allora avremmo dovuto preoccuparci di ben altro che di
un manipolo di guardie… Amelia si sarebbe cacciata in un brutto pasticcio…
Senza contare il rischio di un pericoloso incidente diplomatico…
Ma
forse una che aveva rischiato di distruggere il mondo per salvare una persona
non aveva diritto di dire molto, in proposito…
“Non
è che una ficcanaso, che si sta intromettendo in affari che non la riguardano!
Non è con lei, ma con noi che dovete vedervela!” Replicò la chimera, in tono
duro. L’espressione della mia amica si incupì lievemente, ma serrò le labbra, e
tacque.
Zelgadiss
indietreggiò lievemente. “Vattene, Amelia…” Bisbigliò. “Mi sembra di avere già
messo in chiaro come stanno le cose, fra noi. Non ti rendi conto del guaio che
procurerai, se ti riconosceranno? L’ultima cosa che voglio è che tu faccia una
cosa tanto stupida per me…”
La
principessa sospirò, quindi prese la parola, con una calma che in quelle
circostanze difficilmente mi sarei aspettata da lei… “So che cosa succederebbe
se mi riconoscessero, Zelgadiss –san. Ma ciò non toglie che rimarrò qui a
combattere. E’ una mia decisione.” Lo fissò, con espressione seria. “Non è per
te che lo faccio, ma per me stessa. Non potrei più dormire sapendo di avere
lasciato nei guai degli amici. Forse prima di ieri sera avrei avuto motivo di
ascoltare la tua richiesta, ma ormai, come tu stesso hai sottolineato, le cose
fra noi sono più che chiare. Dobbiamo andare per la nostra strada.” Puntò il
dito verso i nostri avversari. “E questi uomini dall’animo malvagio si sono
schierati con le forze del male per sostenere il loro segreto e terribile
piano!” Assunse una posa teatrale. “Per la Giustizia, non posso lasciarvi
impuniti!!!”
“A…
Am…” Sospirai, prendendomi la testa fra le mani. Inutile. La mia amica si era
già gettata contro i nostri avversari. Non potei fare a meno di trattenere un
sorriso. Eccola lì. Quella era Amelia. Teatrale, ossessionata a volte in modo
insopportabile dalla sua aspirazione a diventare una ‘eroina da romanzo’…
…e,
a suo modo, così incredibilmente forte.
Sapevo
perfettamente che la ferita lasciata da Zel era ancora aperta… Ma,
semplicemente, come sempre faceva, non si era abbandonata
all’autocommiserazione ed era stata in grado di risollevarsi, con le sue forze.
Ed ora, una ragazza che la sera prima stentava a parlare se ne stava con
disinvoltura a fare esasperanti e triti discorsi sulla Giustizia contro un
gruppo di sedici nemici… Doti di oratrice a parte… da questo, forse, una certa
chimera aveva qualcosa da imparare…
Rivolsi
un’occhiata a Zel, che stava ancora fissando la nostra amica, con l’aria di chi
è rimasto senza nulla da ribattere. Mi sarei aspettata un’aria cupa e un
commento arrabbiato… ma, con una certa sorpresa, lo vidi semplicemente scuotere
la testa e sorridere, e in un modo che raramente era possibile osservare, da
lui… “E’ sempre la stessa… Amelia…” Sussurrò, semplicemente, senza staccarle
gli occhi di dosso.
Il
mio sorriso si allargò in un ampio sogghigno.
…ed
il mio amico evidentemente se ne accorse perché, quando si decise a voltarsi,
ed incrociò il mio sguardo, diventò rosso come un pomodoro maturo…
“Umph!”
Fu il suo unico, seccato, commento. “Avanti, andiamo a dare una mano a
quell’avventata. Mi sorprende che tu non ti stia ribellando perché ti sta
rubando la ribalta…”
Mi
accigliai. “Ehi, che cosa vorresti dire?” Ma il mio amico era già avanzato, per
raggiungere il fianco della Principessa. Con un’alzata di spalle, lo seguii.
Dopotutto,
avevamo altri problemi da risolvere.
Sedici
nemici restavano sempre sedici nemici, anche se avevamo una nuova combattente
fra le nostre fila. Avevamo a nostro vantaggio il fatto che nella penombra del
boschetto nessuno sembrava avere identificato l’identità della nostra compagna,
che fortunatamente non indossava stemmi o altri evidenti segni di
riconoscimento… Tuttavia, il tempo era nostro nemico. Ogni secondo che passava,
aumentavano le probabilità di un riconoscimento, e dell’arrivo di nuove
guardie… Avrei potuto tentare una… soluzione drastica del problema… Ma… Quanto
erano lontani i compagni dei nostri avversari…? Potevamo permetterci di
attirare l’attenzione su di noi con qualche incantesimo… come dire… spettacolare?
In fondo, non avevamo la possibilità di allontanarci da Miilun se le cose
fossero andate storte, non ancora…
“Dam
Brass!!!” Recitò Amelia, allontanando un gruppo di assalitori da Zelgadiss,
e facendogli guadagnare il tempo per estrarre la propria spada. “Astral Vein!”
Gridò la chimera, gettandosi in avanti.
A
quanto pareva erano giunti alla mia stessa conclusione sull’entità degli
incantesimi da utilizzare… Dannazione… Se solo Gourry fosse stato con noi… In
combattimenti di quel tipo, che necessitavano di essere veloci e ‘puliti’, era
decisamente più utile di noi tutti messi insieme… ci avrebbe liberati di quei
seccanti assalitori in un momento…
…
Purtroppo, però, non potevo contare su di lui. Avrei dovuto fare a modo mio. “Dire
Brand!!!” Cinque dei nostri avversari finirono finalmente a terra. Però…
perché diavolo i nemici sono sempre così resistenti, quando non devono?
Aaaaaaah, se avessi potuto usare la mia magia a piena potenza…
“Lina
–san!” L’avvertimento di Amelia risvegliò immediatamente la mia concentrazione.
Mi voltai di scatto, appena in tempo per evitare delle Flare Arrow… ma, di
fatto, non per evitare ciò che seguiva. Due mani si strinsero violentemente
attorno al mio collo, sbattendomi contro un albero e togliendomi improvvisamente
il respiro.
“Ora
riceverai la lezione che ti meriti, piccola strega!” Ringhiò il mio assalitore.
“Mono…”
Non
potevo permettergli di terminare la formula! Piantai con tutta la forza le
unghie contro la sua guancia, ed il mio nemico urlò di dolore, lasciando
momentaneamente la presa… Era la mia occasione!
Invece
di cercare di fuggire, sollevai le mani e le strinsi fermamente ai suoi polsi.
I nostri sguardi si incrociarono, e dalla sua espressione compresi che aveva
capito che cosa avevo intenzione di fare. Ormai, era una questione di velocità
di reazione…
“Forze
della natura, chiamo a me le tre fonti dell’Energia del Mondo, Prima Vita dal
Caos…” Iniziammo a recitare, contemporaneamente. Dovevo essere più rapida
di lui! “Invoco il Potere di Una, che inverta il suo infinito processo e mi
permetta di distruggere colui che turba la sua infinita Pace… Mono…”
Ah! Ce l’avevo fatta! Ce l’avevo fatta prima di lui!…
…Dannazione!
All’improvviso, uno dei nostri altri avversari scansò Amelia e si gettò verso
di noi. Tuttavia, ormai non potevo fare altro che terminare la formula… “…Volt!!!”
Il mio assalitore stramazzò al suolo, mentre non potevo fare altro che
osservare, impotente, l’attacco del mago che mi si stava avvicinando. Era
troppo tardi per evocare un incantesimo difensivo…
“Lina
–san! No!” Amelia scattò in avanti, per fermarlo. Aaaaaaaaaaaaaah, d’accordo
che quel mago era sfuggito al suo attacco di prima ed ora la mia amica voleva
rimediare, MA AVEVA DEGLI ALTRI DANNATI NEMICI ALLE SPALLE!!! Perché quella
ragazza era così incosciente???
“Nel
nome della Giustizia, lascia stare Lina –san!!!”
Il
mio assalitore non si fece pregare. Con un sogghigno solo a me visibile, frenò
di scatto e si voltò, lasciandomi l’inquietante presentimento di ciò che aveva
intenzione di fare…
“Attenta!”
Gridai, ma era troppo tardi. La mano del mago rilasciò una coppia di sottili,
ma perfettamente mirate, sfere di energia.
Dirette
al cuore della mia compagna.
Con
i nemici alle sue spalle, non aveva modo di frenare la sua corsa e cercare di
schivare. Il nostro avversario aveva saputo sfruttare l’effetto sorpresa
davvero con astuzia… Le immagini di un attacco molto simile tornarono
immediatamente alla mia memoria… L’attacco scagliato da Xellos alla
principessa, sei mesi prima… l’attacco che la aveva lasciata apparentemente in
fin di vita…
…
E, a quanto pareva, quei non erano ricordi tornati solo alla MIA mente…
“AMELIA!!!”
Un corpo si interpose fra la principessa e l’energia magica. Entrambi finirono
a terra, diversi metri più avanti. E l’erba attorno al luogo dove giacevano
cominciò a tingersi di rosso…
Non
sapevo chi fosse stato ferito, non sapevo quanto gravemente, ma sapevo bene una
cosa. Ora ero davvero molto, MOLTO arrabbiata!
“Tu…
maledetto… BASTARDO!!! Mega Brand!!!” Nonostante tutto, conservai la
freddezza per moderare la forza del mio attacco… Ma non mi piacevano i loro
trucchetti…avevo una gran voglia di
mostrare loro come intendessi IO il giocare diretto… ed un’idea il mago che
aveva attaccato Amelia se la doveva essere fatta, perché ora giaceva contro un
albero, senza dare segno di avere intenzione di rialzarsi molto presto…
“Zel,
Amelia!” Gridai, in direzione dei miei amici.
“Zelgadiss
–san! E’ tutto a posto?” Una voce preoccupata, dal bordo della radura, mi
comunicò che almeno uno dei miei amici era sano e salvo.
“E’
solo… un graffio…” La debole, ma ferma, risposta mi assicurò anche dell’altro.
Tirai
un sospiro di sollievo…
…
Che sarei stata presto costretta a rimangiarmi.
“Come
la ha… chiamata?” Cominciò una delle guardie, fissando più attentamente lo
sguardo sulla principessa.
No,
no, no, non anche questo…
“Amelia…
Amelia… Ma questo nome… e quel volto…”
Zel,
tenendosi la spalla sanguinante tentò, piuttosto goffamente per dire la verità,
di portarsi di fronte alla principessa, coprendola ai loro sguardi… Ma ormai la
frittata era fatta.
“Si
trovava al Concilio, ne sono sicuro!” Intervenne un’altra guardia. “E’ quella
regnante che il Maestro ci ha detto di tenere d’occhio! La principessa di
Sailune!”
Appunto.
Uova fritte per tutti, gente… Ora sì che siamo nei pasticci…
“I…
Io…” Amelia balbettò, evidentemente in cerca di una scusa che in quelle
circostanze non aveva la minima intenzione di presentarsi. E anche il mio
solitamente efficacissimo ‘penserò a qualcosa quando il guaio si verificherà’
sembrava avere qualche problema di attivazione automatica… Perché non mi trovai
in grado di fare altro che osservare mentre i nostri guai crescevano e si
appesantivano come una spugna lentamente imbevuta d’acqua…
“Li…
Lina!!!” Rantolò Zelgadiss, cercando di rialzarsi, e ricadendo malamente al
suolo, mentre la chiazza di sangue tingeva ancora più ampiamente la sua tunica
color crema.
“Zel!
Non…” Iniziò la principessa, dimenticandosi persino, nella foga, il titolo
onorifico.
La
chimera la ignorò. “Li… Liberati di tutti… Ora… Fallo ora!!!” Il tono del mio
amico appariva quasi disperato. Diavolo! Capivo che temesse per la situazione,
ma come potevo fare quello che mi chiedeva? L’unico modo per liberarmi da sola,
contemporaneamente, di tutti quegli avversari era fare ricorso ad un
incantesimo che si appellasse ad uno dei Demoni Superiori… il che significava
fumo, esplosioni, tratti di foresta distrutti e metà delle guardie di Miilun
addosso a noi in un nano secondo… Avevamo già fatto baccano a sufficienza, e
nemmeno io ero tanto incosciente da…
“Ah,
ah!” Il mago che aveva riconosciuto Amelia proruppe in una risata fragorosa.
“Credi davvero che glielo
lasceremo
fare?” Si voltò verso i compagni che in quel momento si trovavano nelle
retrovie. “Ragazzi, correte immediatamente a riferire tutto a chi di dovere!
Copriremo noi la vostra fuga!”
Accidenti!
Serrai i denti, incerta sul da farsi, mentre il nostro avversario si voltava
per incontrare il mio sguardo, con un sogghigno. “Che ne pensi, Inverse? Sarà
divertente osservare la reazione della gente, di fronte alla notizia che la
Principessa del Regno patria della Magia Bianca, è complice di due assassini…
Per di più, un mostro…” Spostò lo sguardo su Zel, con aria compassionevole. La
mia amica dai capelli corvini strinse i denti per la rabbia, ma il mago la
ignorò, portando nuovamente gli occhi su di me, con fare melodrammatico. “… e
la fantomatica LINA INVERSE, il terrore dal seno piatto…”
Improvvisamente,
nubi scure sembrarono offuscare la pallida e pacifica alba di Miilun. E le nubi
si addensavano tutte attorno al mio volto. Presi la parola, per pronunciare con
solennità una semplice frase.
“Amelia,
lo faccio per te.”
Terrore
dal seno piatto, eh? In fondo, sì, ero incosciente a sufficienza per un incantesimo
potente…
“Li…
Lina –san…?” I miei amici sembravano essersi fatti improvvisamente di ghiaccio,
e dall’espressione di Zelgadiss deducevo che stesse cominciando a pentirsi
seriamente di quello che mi aveva suggerito di fare poco prima. Ma era tardi per
i ripensamenti. Mai metterla sul personale, mai metterla TANTO sul personale,
quando si tratta con Lina Inverse… Era una lezioncina che avevo tutta
l’intenzione di insegnare loro…
“Dynast…”
Iniziai. Un quantitativo considerevole di energia cominciò a concentrarsi nelle
mie mani…
…Energia
che, però, non avrebbe mai avuto modo di essere liberata.
“Aaaaaaaaaaaaah!”
Un urlo straziante si alzò, nel gruppo dei soldati, prima ancora che avessi
modo di terminare la formula. Cosa…?
Una
delle guardie che si trovavano immediatamente di fronte a noi cadde al suolo,
rivoli di sangue che gli scendevano agli angoli delle labbra. E, alle sue
spalle, uno dei suoi compagni stava in piedi, stringendo una daga, bagnata
dello stesso sangue…
Un…
tradimento?
Un
altro urlo perforò il gruppo dei nostri avversari. Un’altra delle retrovie si
era scagliata contro i propri compagni. Il mago che precedentemente mi aveva
insultata sbiancò. “Che… cosa diavolo vi siete messi in testa??? CHE STATE
FACENDO???”
Anche
la guardia che si era rivoltata contro i suoi compagni era mortalmente pallida.
“Io…” Balbettò. “Io… non volevo… io non capisco…” Ma non ebbe tempo di
proseguire. Come spinto da una forza invisibile, sollevò nuovamente il pugnale
e si scagliò di nuovo verso i suoi compagni. Questa volta, imitato da molti
altri…
E
una lotta fra alleati cominciò, una lotta tanto insensata, quanto sanguinaria…
Una lotta che, fatti salvo noi tre, che assumemmo, in un silenzio allibito, il
ruolo di spettatori dell’evento, non lasciò alcun testimone. La rapidità e
l’efficienza con cui i nostri nemici si sterminarono a vicenda fu sbalorditiva.
E, nel giro di pochi minuti, solo una persona restò in piedi in mezzo ai corpi,
le mani coperte di sangue lo sguardo iniettato di terrore. Colui che aveva iniziato
tutto. Forse era impazzito, ma noi non lo avremmo mai scoperto. Perché, dopo
essersi vacuamente rivolti a noi, per un istante, i suoi occhi si tinsero di un
bagliore rosso, quindi rotearono, e si chiusero. Il mago cadde sul posto, senza
emettere nemmeno un suono.
Per
diversi istanti, il bosco fu avvolto dal più completo silenzio. Quindi, una
voce esitante prese la parola. “Lina… san… Ma sei stata… sei stata tu…?”
Mi
voltai verso Amelia con gli occhi sbarrati. “Io… Questa è Magia Nera, di
sicuro, ma io NON SONO ASSOLUTAMENTE CAPACE di fare una cosa del genere… E’…
qualcosa sul genere delle maledizioni… Per quella branca della Magia Nera io
non…”
Era
destino che quella sera non riuscissi a terminare una frase… E anche la mia
spiegazione, finì per essere bruscamente interrotta.
“Zel!”
La
chimera, alle spalle di Amelia, si era improvvisamente accasciata in avanti ed
ora giaceva in ginocchio, semi riversa al suolo, gli occhi chiusi ed i denti
serrati per il dolore. Evidentemente, l’adrenalina gli aveva dato la forza di
reggersi fino a quel momento, ma la ferita doveva essere più grave di quanto
non apparisse…
“Zelgadiss –san! Zel!” Amelia fu immediatamente in
ginocchio al suo fianco. “Aspetta! Lascia che ti…”
Il
mio amico la respinse, gentilmente, ma fermamente. “Non è… il caso di
preoccuparsi… E’ solo che… nella confusione… non sono riuscito a… guarirmi…”
Pose delicatamente una mano sulla ferita, e i lineamenti del suo volto si
distesero, mentre l’energia magica scorreva a guarire la ferita…
Amelia
sospirò, ma non si arrese. Allungò la mano e la pose sopra la sua, recitando a
sua volta la formula di un Recovery.
Zelgadiss,
concentrato sull’incantesimo, sussultò al suo tocco e la guardò, inarcando un
sopracciglio, ma perplesso, più che seccato. “Amelia, non c’è bisogno che tu…”
“Lasciami
fare… almeno questo…” Replicò la principessa, in tono cupo. “Ero venuta qui per
dare una mano… e questo è tutto ciò che sono riuscita a combinare… Permettimi
almeno… di rimediare…” Mormorò quindi, senza guardarlo in volto.
Zel
mi parve un po’ incerto. “Non… non è vero Amelia… Prima mi hai… salvato la vita
e…”
La
principessa scosse violentemente la testa. “No,
Zelgadiss –san. Non
ho bisogno di consolazioni o di ‘contentini’… Non sono un bambino che si è
sbucciato il ginocchio… Ed io… posso capire…” Le sue mani tremolarono
leggermente. “Oggi… sempre… Io sono fatta così… Mi… mi lascio trascinare… e mi
comporto in modo infantile… procurando disturbo agli altri… anche a te… sempre…
ti ho… trascinato… Io… ho riflettuto su quello che mi hai detto… Io… mi sono
resa conto… che con te ho sempre insistito… mi sono sempre fatta avanti… senza
mai chiedere la tua opinione… Dev’essere per questo che tu… sei mesi fa… Io…
non riesco a credere che tu non fossi in buona fede… Io… ti ho… ‘ubriacato’ con
le mie attenzioni… e ci voleva la nostra lontananza… per fartelo capire… Non
riesco ancora a capacitarmi di quanto io… sia stata stupida…”
Zel
deglutì. “Amelia…”
“E
anche oggi, che cosa ho fatto? Chissà che cosa volevo dimostrare… a te, a me
stessa… E cosa ho ottenuto…?” Lasciò scorrere una mano lungo la casacca sporca
di sangue di Zel. “Io… ti capisco… e posso vivere anche una vita intera in
questa solitudine… così affollata di persone… Perché gli esseri umani possono
abituarsi a tutto… Ma la verità e che senza di te… senza di te…” Una lacrima le
scese lungo il viso. E sentii una invadente mano invisibile stringermi lo
stomaco… Non l’avevo mai vista così… I primi mesi di regno non dovevano essere
stati semplici, soprattutto ora che Phil si trovava troppo impegnato per
garantirle sempre il suo sostegno, come aveva fatto in passato. E soprattutto
per una persona come Amelia, in passato tanto legata al padre, doveva essere
dura non avere nessuno a cui appoggiarsi. Quella era stata davvero la goccia
che aveva fatto traboccare il vaso…
La
principessa rimosse la mano da quella di Zel e la usò per coprirsi il volto
rigato di lacrime in un gesto secco, quasi stizzito. “Ecco vedi…? Ancora una
volta io… mi sto comportando… come una bambina…”
Zelgadiss
assunse una espressione indecifrabile. La sua mano tremò leggermente, ferma
nella sua posizione sulla ferita, quindi, come mossa da una forza estranea, si
mosse a rimuovere gentilmente quella di Amelia dal volto della ragazza. Gli
occhi arrossati della principessa lo fissarono, interdetti, per un momento….
Finché la mano della chimera non si scostò dalla sua, per posarsi sulla sua
guancia… ed attirarla a sé.
D’accordo.
Zel. Amelia. Zel stava baciando Amelia. E i maiali cominciavano a volare, Lord
of Nightmares mi invitava a piacevoli partite a golf nel suo giardino… Zel
baciava Amelia. Di fronte a me. Senza che la sua testa andasse a fuoco fino ad
esplodere. Si stavano baciando. In una situazione che quell’orso di Zel avrebbe
potuto definire come ‘in pubblico’… Di fronte a me. Mmm.
…La
mia mente ci mise diversi secondi per registrare tutto questo e altrettanti per
convincersi che nessun cavaliere dell’Apocalisse stava planando verso di noi,
nel cielo… Ma ebbi tutto il tempo che volevo, comunque, prima che quei due si
decidessero, alla buon’ora, a staccarsi…
La
chimera si allontanò lentamente dal volto della principessa, che batté le
palpebre, l’espressione interdetta ancora presente, ma venata di…
un’aspettativa… una speranza… “…Zel…?”
Il
mio amico aveva l’aria di non avere idea di come esprimere ciò che voleva dire…
e la spiegazione uscì piuttosto esitante, ma, per quelli che erano i canoni del
‘contorto, senza cuore Zel’, più che esauriente. “Io… non voglio vederti
piangere, Amelia…”
“Zel…
Zelgadiss…” Ripeté la mia amica, la cui mente stava probabilmente riprendendo
in quel momento a registrare gli avvenimenti che la coinvolgevano…
“Basta
poco… per ferire gli altri… Io… non voglio essere… quel tipo di persona… io non
sono un santo… non lo sarò mai… ma non voglio essere quel tipo di persona…
perché… posso capire… posso condividere… i sentimenti degli altri… perché sono…
un essere umano… Io non voglio… vederti piangere… perché quando accade… io non
riesco più a distinguere… che cosa è giusto… e che cosa è sbagliato…”
Amelia
lo fissò, con l’aria di non comprendere ciò che diceva, e allo stesso tempo di
capire molto più di quanto egli stesso volesse intendere… Allungò una mano, per
sfiorargli la guancia. “Tu… tu SEI umano, Zel…” Gli rispose, semplicemente,
senza staccare gli occhi dai suoi.
La
chimera alzò lo sguardo a fissarla, ma tacque, con aria ancora incerta.
Ma
non è che io potessi stare lì ad aspettare tutta la giornata che si decidesse a
raccontarle tutto! Perché CI AVREBBE MESSO tutta la giornata a decidere, questo
era poco, ma sicuro… Mi sarei volentieri defilata per lasciarli a sbrigarsela
da soli, ma purtroppo presto qualcuno avrebbe cominciato a chiedersi che fine
avesse fatto il gruppo in ricognizione in quella zona, e allora saremmo stati
SERIAMENTE in pericolo, restando in quel luogo… Dovevo trovare Galdiar, e
chiedergli maggiori informazioni sul genere di Magia praticato dai membri del
Concilio… Ciò che era accaduto alle Guardie quella sera… Poteva, per qualche
motivo, essere opera loro? E non c’era solo questo… la Visione di Zel… mi aveva
fatto nascere un brutto presentimento…
E
dovevamo anche rintracciare gli altri. Volevo accertarmi che stessero bene… che
per Gourry fosse tutto a posto… L’avevo lasciato addormentato in quella stanza…
chissà che cosa si era messo in testa quell’allarmista quando non mi aveva
trovata… e chissà… se si era trovato ad affrontare il problema fonte di quegli
incubi… Scossi la testa. Preoccuparsi in quel momento non serviva a nulla. Era
il caso di muoversi, piuttosto…
Feci
un passo avanti. “Sentite, tutto questo è MOLTO romantico, ma ci sono un paio
di persone, qui, che non ricordano che abbiamo un mezzo esercito alle
calcagna…” Inarcai un sopracciglio. “E non penso che a nessuna di queste due
persone piacerebbe continuare la sua dolce conversazione in una cella…”
Zel
mi rivolse un’occhiataccia di quelle traducibili come ‘non hai per caso qualche
bel posto lontano da qui in cui andare a farti una passeggiata in questo
momento’, mentre Amelia… Fissò me, lanciò un’occhiata a Zelgadiss, tornò a
fissarmi… e arrossì come un peperone.
“Lina
–san! Tu hai visto TUTTO???”
Le
feci un sorriso amabile, imitando Xellos. “Amelia, scusa se te lo dico, ma ero
a cinque metri da voi e sarebbe stato UN PO’ DIFFICILE non notarvi…”
La
mia amica scattò in piedi, facendo quasi rovesciare Zel. “Lina –san! L’intimità
è un DIRITTO!!! E ciò che hai fatto spiandoci è estremamente INGIUSTO!!!”
Battei
le palpebre, mentre la vena sulla mia fronte cominciava a gonfiarsi. “Spi…
SPIARVI???”
Zelgadiss
sospirò, alzandosi. “Che cosa ho fatto per meritare tutto questo?” Amelia ed io
ci fissammo. Lo fissammo. “Fin troppo.” Commentammo, coralmente.
Una
grossa goccia di sudore scese lungo la tempia della chimera. “Potreste… farla
finita…? Dobbiamo andarcene di qui…”
Annuii,
sorridendo. “Buona idea.” Mi voltai verso Amelia. “Come mai sei qui, a
proposito? Eri venuta a cercarci da sola…? Perché gli altri…”
Amelia
mi sorrise, a sua volta. “Siamo venuti a cercarvi insieme, appena Sylphiel è
riuscita a spezzare il tuo Sleeping su di me…” Oooooops…
Eh, eh… “…
Abbiamo deciso di dividerci per fare prima e ci siamo dati appuntamento non
molto lontano da qui, in un luogo abbastanza nascosto…” Rifletté un secondo.
“Ma non devi preoccuparti, Gourry –san deve essere nei dintorni, sono sicura
che lo incontreremo presto…”
Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!
Perché diavolo quella sera tutti continuavano a PRESUPPORRE???
“Ehm…
Bene… Allora non mi sembra il caso di perdere tempo. Incamminiamoci, e…”
“Potrebbe
non essere una buona idea.” Una voce, fin troppo familiare, commentò in tono
pacato, dalle nostre spalle. “Un altro ‘ospite’ si sta recando qui per voi e
credo che proverebbe un certo disappunto se fosse costretto a cercarvi troppo a
lungo… Oh, non che la cosa mi riguardi…”
Non
lui…
Se
c’era lui, le cose si complicavano infinitamente, indefinitamente.
Se
c’era lui, allora i Signori dei Demoni c’entravano davvero qualcosa in tutta la
faccenda.
Se
c’era lui, i miei nervi erano posti in grave pericolo.
Xellos
Metallium si trovava in piedi, a pochi metri da noi. E sorrideva.
“A
quanto pare il Destino ha voluto che ci incontrassimo prima del previsto…” Nel
pronunciare la parola ‘Destino’ passò brevemente lo sguardo su Zelgadiss, per
poi fissarlo su di me. “Forse esiste una attrazione particolare fra me e te,
Lina –chan, che dici…?” Mi rivolse un sorriso che appariva falsamente reale.
Gli
feci la lingua. “Se io fossi bendata e drogata ho comunque dei dubbi sul fatto
che tu potresti piacermi, sai Xel?”
Il
demone ridacchiò. “Non sei cambiata per niente, a quanto pare…”
Inarcai
un sopracciglio. “Nemmeno tu… Sbuchi nel momento più strano con una apparizione
a sorpresa, e generalmente a ridosso di avvenimenti difficilmente spiegabili.”
Indicai la radura insanguinata alle mie spalle. “Tu non sai niente di tutto
questo, vero?”
Il
Mazoku incrociò le braccia al petto. “Vi stavano infastidendo, ed io li ho
eliminati. Che cosa c’è di male?” Assunse un’aria del tutto innocente.
“Sei…
sei stato tu…?” Dal mio fianco giunse, incredula, la voce di Zelgadiss.
Sospirai.
“Dubito di poter pensare che tu l’abbia fatto per farci un favore…”
Il
demone si portò un dito alle labbra. “Questo… è un segreto!” Lo agitò, con fare
scherzoso. E la vena sulla mia fronte mi avvisò di voler esplodere.
“Sii
SERIO una buona volta, CHE COSA CI FAI QUI???”
Xellos
sospirò. “Diciamo… che mi sarebbe dispiaciuto se quelle guardie avessero
portato a termine la loro missione…”
Mi
accigliai. “Ti sarebbe… dispiaciuto…?”
Il
demone sogghignò in modo strano, enigmatico… “Primo, sarà molto più INTERESSANTE…”
Riutilizzò la parola usata da L. O. N. … “… vedervi trattare con chi vi cerca
ora, piuttosto che con quelle guardie… Secondo… Non potevo permettere che fosse
rovinato tutto proprio ora perché…” Sogghignò, ancora più ampiamente.
Capitolo sesto: Il sigillo del Caos (oh, oh, chissà perché questo
titolo mi ricorda qualcosa…)
“Un…
esame…?” I miei occhi si assottigliarono, sospettosi, mentre studiavo le
reazioni del mio interlocutore. La sua presenza in quel luogo, in quel momento,
mi inquietava più di quanto avrebbe potuto fare l’improvvisa apparizione di un
esercito di lumache in cotta di maglia (non è un granché come paragone, lo so…
ugh…)…
Xellos
si limitò a sorridermi, senza dare l’impressione di avere la minima intenzione
di sanare i miei dubbi. Accidenti a lui! Come al solito, compariva nei momenti
meno opportuni per inseguire obiettivi solo a lui comprensibili! E CON
QUELL’IRRITANTE GHIGNO STAMPATO IN VOLTO, DANNAZIONE!!!
Sospirai.
“Xellos, si può sapere che cosa hai in mente questa volta?”
Il
suo sorriso si allargò. “Per ora, solo osservare come rivolgono gli eventi,
Lina… Osservare e… giudicare… Ed intervenire solo se strettamente necessario…
Quando sarà il momento, però, l’azione sulla scena prenderà risvolti vivaci… ed
interessanti…” Mi rivolse un breve inchino. “E tutti ne saremo protagonisti
indispensabili, te lo posso assicurare…”
Digrignai
i denti. Non mi piaceva la sua espressione…
“Ed
ora, se non vi dispiace, qualcuno attende la mia conferma sul fatto che tutto è
andato per il meglio… E, Lina… ho imparato da te che non è ‘salutare’ fare
aspettare un mago…” Agitò il dito, con aria grave. “…Ma continuerò a tenervi
d’occhio, questo ve lo posso assicurare… Sono certo che ci rivedremo… che ci
rivedremo molto presto…” Ammiccò e, prima che potessi fare qualsiasi cosa per
fermarlo, mi volse le spalle e cominciò a volteggiare, con l’evidente
intenzione di scomparire a mezz’aria, come sempre faceva. Non potevo
permetterglielo!
“Xellos!”
Mi gettai all’inseguimento. Stavolta, non sarebbe scomparso senza darmi
spiegazioni! Che intendeva con ‘non bisogna fare attendere un mago’? Xellos
faceva capo ai demoni, non di certo ad un comune essere umano… a meno che…
…
questi non avesse firmato un contratto con lui…
Accidenti!!!
Il demone riuscì a scappare ancora prima che riuscissi ad afferrare il suo
mantello, per cercare di trattenerlo… Mi bloccai, in piedi, guardando fisso nel
vuoto che aveva lasciato, la mente piena di dubbi. Se i demoni c’entravano
nella faccenda, allora forse il Concilio… E poi… non capivo… la sua permanenza
era stata decisamente più breve del solito…
…sembrava
quasi…
…sembrava
quasi che si fosse fatto vedere solo per farci perdere tempo in quel luogo…
“Lina!”
Persa
nelle mie riflessioni, non facevo particolarmente caso a quello che mi stava
accadendo attorno… lo schiarirsi del cielo, il canto dei primi uccellini…
…la
lama diretta al mio stomaco…
Con
il suo intervento, Zel impedì cortesemente che ci rimettessi la pelle sul
posto…
Riuscii
appena in tempo a schivare l’affondo, velocissimo e silenzioso, con cui il mio
misterioso assalitore aveva appena cercato di cogliermi di sorpresa, sbucando
dai cespugli. Tuttavia, non potei evitare che la lama colpisse di striscio il
mio fianco traendone un immediato fiotto di sangue, e costringendomi
momentaneamente al suolo, per il dolore.
“Aaaah!”
Mi morsi il labbro, per evitare di gridare. Che… che tecnica! Ma chi diavolo
era, quello?
“Per
una criminale ricercata non è saggio starsene tranquilla in mezzo ad un bosco,
comportandosi come se avesse la coscienza pulita… O il fatto di non avere un
codice d’onore ti fa automaticamente ritenere di non dover temere nulla,
‘grande’ Lina Inverse?” Poggiando una mano sulla ferita per guarirla e
sforzandomi di resistere al dolore, guardai negli occhi l’uomo che mi aveva
attaccata. Avrà avuto al massimo trent’anni… Corpulento… muscoloso… ma… con
quell’immancabile agilità che contraddistingue un bravo spadaccino. La pelle
chiarissima, i capelli tanto biondi da sembrare quasi bianchi… Gli occhi blu…
blu notte… una notte che sembrava poter avvinghiare l’animo delle persone,
studiarlo, giudicarlo… stritolarlo… Quello sguardo pieno di biasimo… mi
provocava un senso di disgusto… Forse quello era il tipo d’uomo che una ragazza
avrebbe potuto trovare affascinante, ma in quel momento sentivo solo l’impulso
di distogliere gli occhi da lui… e la cosa NON MI PIACEVA, non mi piaceva per
niente. Quelle persone capaci di farti sentire in colpa con un solo sguardo,
anche quando –nel raggio di qualche mese- non hai fatto nulla di male… quelle,
non sono il tipo di persone con cui IO possa sentirmi a mio agio…
Rifiutandomi
di cedergli, sostenni il suo sguardo, la vena sulla mia fronte già ben
evidente, a mostrare la mia disposizione d’animo nei suoi confronti… “Ma com’è
BUFFO che tu te ne venga a parlarmi di onore dopo avere cercato di uccidermi
cogliendomi di sorpresa…” Replicai seccamente, con più di una punta di ironia.
La
sua espressione non mutò. “Non cercare di confondermi, Inverse, perché questa è
una battaglia che perderai in partenza… Mi hanno insegnato a non fidarmi di voi
maghi. Cercate di giocare con la mente delle persone, di sconvolgerle con i
vostri trucchi… Ma con me non funziona. Io SO cosa è giusto e cosa è sbagliato
e non ho intenzione di farmi imbrogliare da te…” Accidenti, complimenti… c’è
chi direbbe che il giusto e lo sbagliato non sempre sono così semplici da
distinguere, a priori… quella manichea separazione doveva essere indice di
grande fermezza… ciò non toglieva che il buon campione di lealtà mi avesse
attaccato alle spalle… “… E poi il mio colpo non era mirato ad ucciderti… Se
così fosse, saresti già morta.” Mi rivolse uno sguardo grave, pieno di
sicurezza. “Il mio obiettivo era unicamente quello di ferirti quanto bastava
per metterti fuori combattimento, e quindi catturarti, secondo le disposizioni
del Gran Maestro…” Tornò a brandire la sua arma a due mani di fronte a sé.
Mi
concessi un sogghigno. “Disprezzi i maghi, ma poi lavori per uno di noi per la
semplice riscossione di una taglia… Non mi sembra un comportamento molto
coerente…” Osservai, pacatamente.
“Taci!
Io non lavoro per nessuna taglia! La mia casata non ha certo bisogno del denaro
di questa misera città governata da maghi… Mi preoccupo solo di assicurare una
criminale alle autorità… e purtroppo, finché mi trovo qui, l’unica autorità a
cui fare riferimento è quell’infido mago di nome Ilmund il Verde…” Bé, almeno
eravamo concordi sul giudicare il Gran Maestro… “Inizialmente avevo altre
faccende da sbrigare in questo luogo… Ma, quando ho sentito che la ricercata
eri tu, non ho potuto evitare di impegnarmi nella missione della tua cattura…”
Uh? E che gli avevo mai fatto, perché ce l’avesse tanto con me…? “Io so molto
su di te…” Mi scoccò un’occhiata penetrante. “So che tipo di persona sei… E ora
ho l’occasione di sigillare per sempre il male che porti con te nelle tue
azioni indegne…” Uff, che razza di esagerato… “… E farai meglio a seguirmi di
tua spontanea volontà, perché se qualcosa dovesse andare diversamente da come l’ho
progettato, potrei decidere di ignorare le disposizioni del Gran Maestro e
darti personalmente la lezione che ti meriti…”
Mi
accigliai. Sembrava che non avessi altra scelta, se non combattere…
La
ferita quasi completamente guarita, accennai ad alzarmi in piedi, ma mi
bloccai, notando che il mio movimento brusco lo aveva immediatamente messo in
allerta… uhm… niente male… non sapevo chi fosse quell’uomo, ma non era un
nemico che potessi permettermi di sottovalutare. Avevo tutta l’impressione che
sarebbe stato sufficiente un mio atto mal calcolato per farmi trafiggere a
morte… e poi… temevo di dover stare doppiamente attenta… Quello spadaccino era
molto sicuro di sé… di certo non era tipo da lasciarsi prendere dal panico e
sfociare in reazioni imprevedibili, come pericolosi fendenti lanciati alla
cieca… però… allo stesso tempo… avevo l’impressione che la mia presenza lo
innervosisse, in qualche modo…
…avevo
l’impressione che non attendesse altro che una mia mossa falsa per avere la
scusa per eliminarmi…
“Ad
ogni modo…” Iniziai, nella speranza di riuscire a distrarlo. “… Sembra che tu
sappia chi sono, ma io non conosco il tuo nome… Non trovi che prima di
aggredire una persona sia cortese almeno presentarsi?” Lanciai un breve sguardo
ai miei compagni, che stavano in piedi, in silenzio, a qualche metro da me. Zel
stava osservando il nostro interlocutore, gli occhi socchiusi, lo sguardo
attento. Mi chiesi se si stesse domandando se quella potesse essere la figura
misteriosa comparsa nella Visione…
“Non
rivelerò il mio nome ad una persona come te.” Quella frase… anche qualcun altro
l’aveva pronunciata, in mia presenza… “Non voglio perdere altro tempo…
Decideremo la nostra sorte combattendo.”
Ah!
Prima che potessi realizzare cosa intendeva con quella frase, mi fu nuovamente
addosso. Schivai ancora una volta per il rotto della cuffia, buttandomi di
lato, ed atterrando malamente, il volto al suolo.
Amelia
scattò in avanti. “Lascia stare Lina –san!” Sollevando le mani, iniziò a
recitare una formula, ma la mia voce la bloccò.
“No…”
Sia
Amelia che Zel si volsero nella mia direzione, battendo le palpebre. “Questa è
una questione che voglio risolvere da sola…” Mormorai fra i denti, rialzandomi,
gli occhi che sprizzavano fiamme di rabbia. Quel cavaliere stava giocando con il
fuoco… ed io ero troppo orgogliosa per tirarmi indietro. Quel suo
atteggiamento, quel suo sguardo… mi irritavano in maniera terribile… non la
solita aggressività, alla quale chi conosceva il mio carattere doveva essere
tanto abituato… ma… rancore puro, freddo… probabilmente, da parte mia, lo stato
d’animo più pericoloso… Adesso, glielo avrei fatto vedere io che cosa si
pagava, costringendo Lina Inverse a terra…
“Lina…
Lo sai che non possiamo…” Iniziò Zel, ma ancora una volta lo bloccai. “Sarà
questione di un attimo.” Replicai, seccamente.
“E’
quello che penso anch’io.” Il mio avversario sorrise ancora una volta, sicuro.
“E penso anche di conoscere già quale sarà l’esito…” Uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuff!
Che persona NOIOSA! Prima di attaccarmi doveva avere studiato in un compendio
di frasi fatte! Il solito bel cavaliere che per un motivo inquietantemente
ignoto sbuca misteriosamente dal nulla tutte le volte che c’è un ‘cattivo’ da
sconfiggere o una bella principessa da salvare…
Uh?
Un momento… Quello che avevo appena pensato… che cosa mi ricordava…?
“Allora,
Lina Inverse… La mia spada ti ha risparmiata due volte, ma potrei decidere di
non essere così generoso al prossimo attacco… Sei certa che valga la pena di
correre questo rischio, quando è così ovvio chi fra noi due uscirà vincitore?”
Gli
rivolsi un sogghigno. “Senti, bello mio, qui non spaventi proprio nessuno…
Capisco che una persona che attacca i propri avversari alle spalle
prevedibilmente si serva anche di mezzi sporchi come le provocazioni, ma, se
vuoi davvero battermi, credo che dovresti cercare di chiacchierare meno…”
Parlando di provocare il proprio avversario…
…La
mia frase sortì decisamente l’effetto desiderato. “Maledetta strega!”
Evidentemente, era il classico tipo del genere ‘toccatemi tutto, ma non il mio
onore’… Psicologia piuttosto prevedibile, in fondo… Pronta l’offesa, ed
immediato l’attacco… Solamente, questa volta ero pronta al suo affondo…
Lasciai
che si avvicinasse a sufficienza e… “Dug Haut!!!” Recitai. Una mossa sleale quanto
efficace. Acuminati spuntoni di roccia frenarono il suo attacco, e la lama
della sua spada fu inevitabilmente occupata, per qualche istante, dalla
necessità di tranciare le punte di roccia che minacciavano chi la impugnava… Il
tempo necessario perché potessi terminare una formula…
“Mega
Brand!!!” Essere colpiti in pieno da un incantesimo di quel livello non era
certo il miglior modo per tornarsene a casa con tutte le ossa al loro posto…
Pregustavo
ormai il sapore della vittoria, quando una mossa del mio avversario mi lasciò
totalmente senza parole. Individuata la direzione dell’energia magica che lo
minacciava, fece un passo indietro, ed iniziò a roteare con una velocità ed una
precisione impressionanti la spada di fronte a sé.
…Stava…
tracciando un segno magico…?
Bastò
qualche secondo a sedare i miei dubbi. Il mio colpo magico, normalmente in
grado di creare un’onda d’urto ed un calore tali da fondere anche il ferro, si
spense sulla lama imbracciata dal mio avversario.
…Cosa
diavolo…?
“Una
spada magica!”
Non
si trattava semplicemente di una formula finalizzata a potenziare l’arma, o a
schermarla parzialmente alla magia… Quell’oggetto era riuscito a parare con
estrema facilità un colpo dagli effetti DECISAMENTE distruttivi. Solo un
maestro armaiolo sarebbe stato in grado di creare qualcosa del genere!!!
“Sei
sorpresa, Inverse? Come vedi, non sei la sola a poter fare ricorso a trucchetti
simili…”
NO-IO-SO!!!
Quella frase sembrava uscita da un eroe da romanzo d’appendice!!!
Sospirai,
esasperata. “Dove ti sei procurato quell’arma? Le spade stregate non sono…”
“Dalle
mie parti non è così difficile trovare esperti armaioli in grado di fabbricare
armi come questa… Persino nella mia famiglia ce ne sono…”
Ehi,
non parlare come se trovare una spada magica sia una impresa semplice! Gourry
ed io, dopo la perdita della Spada di Luce, avevamo cercato per mesi prima di
imbatterci in una lama decente!
“Comunque,
quest’arma non è poi così potente come sembra…” Battei le palpebre. Stava
scherzando? Aveva un oggetto simile fra le mani… E OSAVA PURE LAMENTARSENE???
“Lo confesso perché IO sono una persona onesta, al contrario di certi criminali
che userebbero qualsiasi mezzo pur di avere la meglio…” A CHI SI STAVA
RIFERENDO????? “…La mia spada non ha nulla a che vedere con le armi leggendarie…”
Il tono della sua voce si fece… amaro… “Purtroppo, sfruttando il suo potere la
indebolisco gradualmente e, dopo l’assorbimento di tre o quattro colpi magici
potenti, diventa inutilizzabile persino per un combattimento normale…” La
espressione si deformò in quello che –immaginai- doveva apparire come un
sorriso fiero… “Ad ogni modo, questo ora non rappresenta un problema.” Mi
rivolse un’espressione beffarda. “Il suo potere sarà più che sufficiente per
sconfiggere TE…”
Brutto
presuntuoso!!!
“La
tua arma rende indubbiamente le cose più interessanti, ma di chi sarà la
vittoria… bé… questo è tutto da vedere…” Commentai, sbuffando.
Chiacchiere,
chiacchiere… Detestavo quel genere di combattimenti! Battaglie che si sarebbero
potute concludere in dieci minuti, ma che, a causa della –inspiegabilmente
immancabile- parlantina dell’avversario, finivano per protrarsi per ORE ED ORE,
sottraendo tempo ad attività ben più produttive, come il riposo ed un buon
pasto! Non eravamo in un film western! Era ora di farla finita!
Scattai
nuovamente in avanti. Tutto ciò che dovevo fare era evitare di farmi colpire e
di sprecare troppa energia magica prima che la spada del mio avversario fosse
totalmente fuorigioco… E, ovviamente, metterla fuorigioco era compito mio!
“Dill…”
Non
ebbi il tempo di terminare la formula. Il mio nemico, invece di indietreggiare
come mi ero aspettata, caricò contemporaneamente a me! Accidenti!
“Uaaaaaaaaaaaaah!!!”
Schivai il colpo per un soffio. Era terribilmente veloce! Quello era uno spadaccino
che avrebbe potuto dare del filo da torcere persino a Gourry!
Non
ci voleva. Se non avevo tempo di preparare formule con un briciolo di potenza…
“Sembra
che la mia spada, in fondo, abbia poco da temere, eh?”
Quanto
era irritante! Non potevo chiedere l’aiuto dei miei compagni! Era una questione
di principio!
“Palla
di fuoco!”
Approfittai
della sua ennesima chiacchierata per tentare un colpo abbastanza potente.
Ovviamente, la lama roteò e lo assorbì. Tuttavia…
“Ti
converrebbe cercare di perdere meno tempo a parlare… Altre tre di queste, e la
tua arma saluterà il paradiso delle spade…”
Purtroppo,
non c’era bisogno di farglielo notare. Dalla sua espressione capivo che si era
perfettamente reso conto da solo del suo errore… eche non si sarebbe permesso nuovamente di commetterlo.
Nonostante
continuassi a mostrarmi arrogante, cominciavo a non sentirmi più tanto sicura
di me…
C’era…
qualcosa nel suo sguardo… una determinazione… che per qualche motivo mi era
familiare… una determinazione che avevo visto negli occhi di qualcun altro, nel
momento in cui combatteva per qualcosa di veramente personale…
Quell’aria…
già nota…
…cominciavo
ad avere… un assurdo dubbio…
Ah!
Dannazione! Mi ero persa a riflettere! Avevo concesso al mio avversario un
momento di distrazione!
“Mossa
sbagliata, Inverse!” Scattò in avanti, la spada sguainata, puntata direttamente
a me!
Ah!
Nessun
problema!
Indietreggiai
lievemente. Non avevo tempo di fare uso di qualche formula, però avevo anch’io
il mio asso nella manica!
Estraendo
il pugnale di Galdiar, puntai i piedi al suolo e mi preparai a parare. La sua
magia mi avrebbe permesso di avere la forza per resistergli…
…o
almeno così credevo.
“Aaaaaaaaaah!”
Il colpo venne leggermente deviato, certo, ma non potei fare a meno di gridare,
quando la lama si conficcò a fondo nel mio stomaco.
“Lina!”
“Lina
–san!”
A
malapena udii le grida dei miei amici.
A
malapena mi accorsi dell’impatto con il suolo.
Tutto
ciò che avvertivo era il dolore e…
…il
progressivo…
…intorpidirsi…
…dei
miei sensi…
“Volevi
frenare il mio attacco… con un pugnale?” Il mio avversario aveva un’aria
DECISAMENTE perplessa. Lo capivo, ma… perché…? Perché stavolta non aveva
funzionato?
Cercai
di rispondergli, ma dalla mia bocca non uscì altro che un rivolo di sangue…
“Lina
–san!” Sentii vagamente Amelia inginocchiarsi al mio fianco ed evocare una
formula. Peccato che, con l’immediata guarigione, tornassero
‘controindicazioni’ come la sensibilità… e il dolore…
Non
durò a lungo, comunque. La formula venne presto portata ad una forzata
interruzione.
“Non
credo che questa sia una buona idea.”
La
lama di una spada era stata improvvisamente puntata al collo della principessa.
“Non
morirà. Non ancora. Ci penseranno le guardie al servizio di Ilmund –san ad
occuparsi di lei. E tu farai meglio a non opporre resistenza, se vuoi evitare
di fare la stessa fine…”
“Bastardo!
Tu…” Zelgadiss fece per avanzare, ma un rapido movimento dello spadaccino lo
frenò istantaneamente… la lama si era avvicinata ancora più pericolosamente
alla pelle della mia amica.
“Ho
detto, niente resistenze… Se non agirete avventatamente, nessuno ci rimetterà
la vita….”
Gli
occhi di Zel si posarono su di me e per un secondo brillarono di incertezza… ma
c’era poco da fare. Il nostro avversario aveva già dato una dimostrazione più
che ampia di non avere la minima intenzione di scherzare…
Certo,
una tale determinazione era rara in un cacciatore di taglie… per dirla tutta,
era raro pure che una persona tanto abile decidesse di impegnarsi in una
professione così… ‘limitante’… sì, anche Gourry ed io occasionalmente avevamo
accettato l’impiego, per necessità di denaro, ma bisogna dire che io sono
piuttosto conosciuta fra le Gilde dei maghi e non è raro che siano proprio
queste a rivolgersi a me per le missioni più pericolose, senza che io vada a
caccia di incarichi… facendo i cacciatori di taglie si può anche fare fortuna,
ma è MOLTO raro senza gli ‘agganci giusti’… perché è difficile che le questioni
più spinose da risolvere –e di conseguenza più remunerative- siano lasciate da
sbrigare ai dilettanti, con i classici ‘manifesti appesi ai muri’… Certo,
questo se non ci sono in circolazione copie di Monaci Rossi o irritanti Gran
Maestri che decidono di sguinzagliare guerrieri provenienti da una decina di
stati diversi contro dei poveri innocenti…
Ad
ogni modo, se un mago o uno spadaccino sono abbastanza esperti nel proprio
campo, generalmente scelgono, saggiamente, un altro tipo di lavoro…
E’
la dovuta conclusione del ragionamento era…
…CHE
DIAVOLO VOLEVA DA ME QUELLO???
Perché
accidenti la buttava così sul personale? Io non avevo mai fatto (quasi) niente
di male a nessuno!!!
“Ora,
Inverse, preferisci arrenderti o morire dissanguata? So essere clemente con chi
perde con onore…”
Bastardo!
Tentai di sollevare lo sguardo per fissarlo negli occhi, ma una nuova fitta di
dolore mi impedì qualsiasi movimento… A questo punto… non restava che da
sperare in un miracolo, o nell’arrivo di…
“Lina!”
Inizialmente,
questa sua attitudine poteva essermi sembrata seccante, ma da un paio d’anni a
quella parte tendevo ad apprezzare MOLTO la tendenza di Gourry ad intromettersi
nei miei combattimenti…
“Lina
– san! Tutto a posto…?”
… e
Sylphiel. Rincontro decisamente provvidenziale, vista la situazione… ma la
spada del nostro avversario era sempre puntata al collo di Amelia. A quel
punto, mi chiedevo come avremmo potuto…
“Voi…
vi conoscete davvero, allora…”
Era
stato lo spadaccino che ci aveva aggredito a parlare… per la prima volta,
probabilmente, da quando ci aveva attaccati, aveva allentato la guardia…
apparentemente, per la sorpresa… e il suo sguardo, pieno di disappunto, ora era
puntato su Sylphiel.
Cosa…?
Che… che tipo di rapporto c’era, fra loro…?
La
ragazza lo osservò per un momento, quindi abbassò gli occhi, con fare
colpevole, senza replicare nulla.
“Era
così… era come pensavo… è davvero per lui che sei venuta qui… Perché me lo hai
tenuto nascosto, Sylphiel –san? Lo sapevi quanto era importante per me… per la
nostra famiglia… noi ti credevamo un’amica fidata…”
“Io…
volevo solo…evitare il peggio…” La sacerdotessa mi sembrava confusa… non
capivo… quel cavaliere… era forse un suo parente…?
“So
perfettamente…” Lo sguardo dello spadaccino si posò su Gourry, e suoi occhi si
assottigliarono. “… so perfettamente per chi volevi evitare il peggio…”
Il
mio amico era letteralmente pietrificato… gli occhi fissi sul mio assalitore… e
quello sguardo… quello sguardo freddo tanto insolito per lui… ma che ormai mi
ero abituata vedergli vestire… rabbia… paura, forse… ma no… non si trattava di
questo… io… non capivo…
“E’
passato tanto tempo dall’ultima volta in cui ci siamo visti, eh, fratello?”
CHE
COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSA????????????????????????? Un momento,
un momento, un momento, un momento, UN MOMENTO!!!!!!!!! Non eravamo mica in una
soap opera!!! Che cos’era quella storia??? E al cuore debole di una povera
fanciulla indifesa (e per giunta ferita) non ci pensavano??????
Scattai
quasi a sedere per la sorpresa… Con ovvie conseguenze per il mio povero
stomaco… “Co… cosa…”
“Lina!”
Il mio gesto improvviso sembrò richiamare in sé lo spadaccino, che si precipitò
al mio fianco per sorreggermi, cogliendo di sorpresa anche il nostro
avversario. “Cosa combini…? Non devi alzarti, o perderai altro sangue…”
“E…
EHI!” Protestò il cavaliere, spingendo la spada ancora più vicino al collo di
Amelia, come a sottolineare il potere che aveva su di noi.
“Non
colpiresti una ragazza sconosciuta e disarmata…” Si limitò ad osservare Gourry,
in tono piatto, senza nemmeno alzare lo sguardo per osservarlo. “Non muoverti,
ora, Lina… Bisogna tamponare la ferita…” Aggiunse poi piano, dolcemente,
rivolto a me.
Quel
tono… e quell’espressione… ora… vedendolo da vicino… mi era tutto chiaro…
…non
si trattava di freddezza… non di rabbia…
…era
senso di colpa…
“G…
Gou…”
“Lina
–san! Lascia che ti aiuti!” Amelia colse l’occasione per allontanarsi con
cautela dalla lama ed avvicinarsi nuovamente a me… seguita a ruota da Sylphiel,
che al pari di Gourry sembrava non preoccuparsi troppo della spada estratta
dello spadaccino…
…evidentemente
nel colpire me doveva avere fatto un’eccezione a quella che normalmente era la
sua ‘etica di lama’…
Lo
spadaccino indietreggiò di qualche passo, apparentemente con l’intenzione di
non minacciarci ulteriormente… anche se –notai- non abbassò la guardia nemmeno
per un secondo…
“Tu
sapevi che mi trovavo in questa città.” Non si trattava di una domanda.
Gourry
annuì, senza smettere di stringermi. “Ti ho visto per caso, quando sono
arrivato qui… Eri solo, per strada… Inizialmente ho pensato di essermi
sbagliato, non c’era motivo per cui tu ti trovassi qui… Ma poi, quando ho
sentito che Sylhpiel era andata in visita da amici di famiglia ed era tornata
con una scorta… bé… ho cominciato a sospettare qualcosa…”
“E
sei venuto a controllare, ovviamente senza prenderti la briga di farti vedere…”
Gourry alzò lo sguardo, per osservarlo. “…ma non sapevi che anch’io sospettavo
che tu ti trovassi qui… Ho pensato che, seguendo Sylphiel –san, non sarebbe
stato troppo complicato per me rintracciarti…”
Il
volto della sacerdotessa divenne di diverse tonalità più roseo…
Il
mio amico, tuttavia, non sembrò farci caso. “E come mai… mi stavi cercando…?”
Chiese, senza mutare di tono…
Lo
spadaccino di fronte a noi roteò la spada, in uno scatto d’ira. “Mi stai prendendo
in giro, Gourry??? Non puoi avere scordato tutto! Ti assicuro che non sono
nello stato d’animo adatto per scherzare!”
Lo
sguardo del mio amico tornò a posarsi su di me, anche se ebbi l’impressione che
non mi stesse realmente osservando, che non si rendesse nemmeno realmente conto
di ciò che accadeva attorno a lui… “Non sarà… ancora per quella faccenda…”
“Ancora?
ANCORA??? Ma ti rendi conto di quello che dici, Gourry? Parli come se quello
che è accaduto si potesse cancellare nel corso di una notte! Lo sai quello che
abbiamo passato a causa tua? Lo sai quello che ho provato IO? Tu non avevi
nessun diritto! Papà è morto, Gourry! Come intendi giustificarti, di fronte
alla sua memoria? Come intendi riparare, ora?”
La
stretta del mio amico su me si fece improvvisamente più forte, convulsa…
“Quando… quando è successo…?”
Lo
spadaccino si accigliò. “Di cosa parli…?”
“Papà…
Lui… quando…”
“Sono
passati quasi tre anni, ormai… E’ tardi per essere dispiaciuti…”
“Come…
come…?”
“Se
ci tenevi tanto ad avere sue notizie saresti anche potuto tornare a casa…” Il
suo tono era piatto, non lasciava trapelare dolore, o compassione… solo un
rancore freddo, impenetrabile… “Non sono certo che tu abbia il diritto di
saperlo… ma se non fosse per la tua stupidità potresti anche arrivarci da
solo…”
Improvvisamente,
avvertii una rabbia irrefrenabile… come si permetteva? COME SI PERMETTEVA? Non
sapevo che cosa fosse accaduto fra loro, ma… come poteva parlargli a quel modo
dopo avergli dato una notizia simile?
“Non
hai il diritto… di parlarmi a questo modo…”
“Vorresti
dire che… solo tu puoi scegliere di arrogarti dei diritti che non hai, Gourry?”
Aggrottò la fronte. “Spiegami perché dovrei farmi degli scrupoli con te…”
La
presa del mio amico su di me si fece ancora più forte… “Perché… perché è quello
che nostro padre ci ha insegnato a fare…”
“NON
NOMINARE NOSTRO PADRE!” Rimasi sorpresa dalla rabbia che riversò in quella
frase. “Tu hai tradito lui, come hai tradito me! Che cosa hai fatto per tutti
questi anni in cui non ti sei fatto vedere, eh? Hai goduto dei profitti del tuo
‘bel lavoro’, immagino… E dopo il guaio che hai combinato, non hai avuto
nemmeno il fegato di tornare a casa per giustificarti! Credevi che non saremmo
venuti a conoscenza di nulla, forse? Per colpa tua abbiamo mancato il nostro
compito! Ti sei preso una responsabilità che non sei stato in grado di
sostenere e hai disonorato la nostra famiglia! La hai perduta, come uno
sciocco! Ma non solo, la hai anche lasciata in mano a chi non avrebbe mai
dovuto impossessarsene! A questo punto, sarebbe stato meglio se te ne fossi
liberato sin dall’inizio! Ma non potevi, vero? Perché era ciò a cui tanto
ambivi, ciò che ti avrebbe portato fortuna, e gloria…” I suoi denti si
strinsero. Il suo tono era pieno di amarezza… di rimpianto… Fortuna e gloria…
aveva pronunciato quelle parole con lo stesso desiderio di un amante nei
confronti della donna che non potrà mai avere per sé… con lo stesso desiderio
che si prova verso qualcosa di cui si è stati privati con l’inganno, quando si
era ad un passo dal raggiungerlo… “A questo punto… a questo punto… sarebbe
stato meglio se tu fossi morto… la nostra famiglia… ne avrebbe ricavato di
sicuro minore disonore…”
Le
mie dita si strinsero attorno al braccio del mio amico. Non potevo perdonarlo.
NON POTEVO PERDONARLO!!!
Il
volto di Gourry non cambiò espressione. “Io… non intendevo… non volevo…
questo…” Tacque, per qualche secondo. “Ma ormai credo che non abbia più
importanza…” Sollevò lo sguardo verso il fratello. “Da quanto tempo… mi stai
cercando…?”
“Avrei
voluto inseguirti sin da quando te nei andato, ovviamente… ma contrariamente a
te, IO non ho abbandonato le mie responsabilità… soprattutto dopo che nostro
padre è morto… non potevo andarmene…” I suoi occhi si strinsero. “Anche quando
ho saputo… quello che era successo… quello che avevi combinato… tre anni fa…
non ho potuto fare altro che restare ad aspettare il rivolgersi degli eventi…
anche perché, se ti fossi venuto a cercare a quel punto, non avrebbe avuto
molto senso…” Distolse lo sguardo da lui, con disprezzo. “Non sapevo neanche io
esattamente quali potessero essere le conseguenze… fino a sei mesi fa…” Tornò
ad osservarlo. “Ho immediatamente collegato quello che è accaduto… a ciò che
nostro padre ci aveva raccontato… e ho fatto due più due… immagino che persino
a te sia venuto il dubbio…”
Eh…?
Sei… mesi fa…? Il momento dell’apertura del Portale…?
Il
mio amico si limitò ad annuire. “Inizialmente no… però poi… quando mi hanno
riconsegnato la spada…”
Gli
occhi del nostro interlocutore si accesero di uno strano luccichio… “Vuoi dire…
che ora è di nuovo in mano tua?”
A
questa domanda il mio amico assunse un’espressione allarmata e –ne ebbi tutta
l’impressione- escogitò in fretta un metodo per cambiare argomento… “Ma tu…
come fai a sapere di sei mesi fa…? Voglio dire… la faccenda non è stata
divulgata…”
“Il
fodero.” Rispose semplicemente lo spadaccino. Gourry sollevò lo sguardo verso
di lui. “Dopo che la Spada è andata perduta, è diventato opaco… Ma circa otto
mesi fa, ha ricominciato a brillare… segno che il ‘cuore’ era nuovamente
attivo. Due mesi dopo ha preso a pulsare in modo quasi incontrollabile… Abbiamo
faticato a contenerne il potere… la luce si era tinta di nero, era diventata…
malvagia… Alcuni dei nostri sono stati male per settimane, dopo essere venuti
in contatto con essa…” Il suo sguardo si posò, per qualche istante, su di me…
“Non fatico a comprenderne il motivo…” I suoi occhi si assottigliarono
ulteriormente. “Un paio di informatori ben piazzati, la premonizione di un
sacerdote… con gli indizi che avevamo, non è stato troppo difficile venire al
corrente dell’accaduto… Anche se –su questo hai ragione- il Gran Maestro è
stato molto attento a non permettere la diffusione di troppe informazioni…”
Non
ci stavo capendo un accidente!!! Gourry sapeva qualcosa di più di quanto noi
non sapessimo riguardo a quello che era avvenuto sei mesi prima? E se le cose
stavano così… perché diavolo non ce ne aveva mai parlato??? E che cos’erano
questo fodero… ed il ‘cuore’? Avevano a che fare con la Spada di Luce?
“Purtroppo
quando siamo riusciti a giungere alle giuste conclusioni ormai qui era tutto
finito… E quando sono arrivato qui per vedere con che faccia mi avresti
affrontato…” Il tono della sua voce si tinse di amarezza… “…tu te ne eri già
andato, come ti riesce tanto bene fare… Evidentemente la situazione si era
fortunatamente risolta dà sé…” Si decise a riporre la spada nel fodero e ad
incrociare le braccia al petto. “Ma la realtà è che i problemi sono del tutto
lontani da una vera soluzione…”
“Che
cosa… intendi dire…?” Questa volta fui io a parlare. La ferita si stava
rimarginando, il dolore era quasi totalmente scomparso… non ci era voluto
molto… evidentemente non aveva davvero colpito per uccidermi…
“Non
credo che questi siano affari che ti riguardino, Inverse… Sono problemi che
interessano solo la mia famiglia… o chi ne ha fatto parte…” Scoccò un’occhiata
a Gourry. “Immagino che dovremo discuterne in privato, in seguito… ma pare che
i guai non siano ancora terminati, per noi… e spero che saremo ancora in grado
di affrontarli, nonostante tutto…” Fissò per un attimo, con bramosia, la Spada
di Luce, ancora riposta nel suo fodero. “Anche se… il fatto che ti sia stata
restituita e non sia stata la nostra famiglia a doverla recuperare con la forza
mi rende dubbioso…”
“Io…
non capisco di cosa tu stia parlando…” Gourry ora aveva assunto un’aria
perplessa… non sembrava totalmente cadere dalle nuvole come suo solito però…
avevo idea che fosse molto più consapevole del significato nascosto fra le
parole del fratello di quanto non fossi io… doveva essere una faccenda di cui
era già in parte al corrente… che lo riguardava da vicino…
“E’
ovvio che tu non capisca, Gourry… te ne sei stato lontano da casa per oltre
quattro anni, e ora pretendi che tutto quello che ci riguarda ti sia familiare?
In più, per te è più che normale avere qualche problema di comprensione se non
ricordo male…”
Brutto…
brutto… “Adesso BASTA!!!” Mi gettai a sedere di botto, rischiando di mandare il
povero Gourry a gambe all’aria… Tutti si voltarono a fissarmi, con aria
stupita. Ehm… effettivamente non era proprio da me prendere le vesti del
“paladino difensore”… ma quando era troppo era troppo…
“Ma
guarda… la grande Lina Inverse nel ruolo del ‘Cavalier servente’… come mai ti
prendi la briga di spalleggiare mio fratello? Vorresti suggerire che possiede
qualche dote intellettiva a me ignota…?”
L’ironia
della sua voce era gelida… tagliente… non sapevo che cosa Gourry gli avesse
fatto di tanto grave… ma doveva avere creato una ferita difficile da sanare… ma
tutto questo, a me non interessava… non mi interessava che opinione avesse LUI
di Gourry… io lo conoscevo, dannazione… lo conoscevo bene… Gourry era distratto
e non aveva un minimo di tatto… era totalmente incapace di trattare con una
ragazza *dolce ed indifesa* come me… mi rivolgeva sempre commenti poco carini e
DEL TUTTO INFONDATI sulle mie misure… ma sapeva essere… così gentile… aveva…
una sensibilità straordinaria, quando si trattava di capire gli altri… come
potevo pensare che, qualunque cosa avesse fatto, non avesse agito in buona
fede…?
Mi
alzai in piedi, furibonda. “Stammi bene a sentire, buffone! Modera il tono,
quando parli a tuo fratello!”
“Li…
Lina…” Gourry, al mio fianco, mi fissava con sguardo stupito… ma non ci feci
caso, al momento. La mia attenzione era tutta concentrata sul mio
interlocutore…
“Imprimitelo
bene in testa… Gourry è…” Presi un profondo respiro. “GOURRY E’ UN COMPLETO
IDIOTA, MA IO SONO L’UNICA
PERSONA CHE HA IL DIRITTO DI FARGLIELO NOTARE!!! NON SEI TU AD AVERLO SOPPORTATO
PER QUATTRO ANNI, SONO STATA CHIARA???”
Forse
l’ultima parte del discorso non suonò troppo troppo distinta alle orecchie del
mio interlocutore…considerando il tonfo sonoro dell’armatura di Gourry contro
il suolo, nel momento in cui il mio amico ci andò a sbattere con la testa…
“Lina…”
Il tono della sua voce era seccato… proprio non capivo perché…
“Che
c’è?” Domandai, con sguardo innocente.
“Tu…
non si suppone che tu debba difendermi, scusa???” Accidenti… era proprio
arrabbiato…
“Ehi…
chi dice che devo difenderti…? Io sono sempre e solo la voce della verità!”
Il
mio amico assunse un espressione perplessa… “Voce… della verità… chissà perché,
proprio non riesco ad associarti a questa definizione…” Una goccia di sudore
scese lungo la sua tempia…
“CHE
COSA VORRESTI DIRE???”
Dalle
nostre spalle, si levò un sospiro corale. “Bè, era prevedibile che i discorsi
seri non sarebbero durati troppo a lungo…” Sentii Amelia commentare…
Ehi…
“Voi…
due…” Il fratello di Gourry continuava a fissarci, ed ora la sua espressione si
era fatta… sospettosa… “Per quattro anni… allora… è vero ciò che avevo sentito…
voi due avete continuato a viaggiare insieme per tutto questo tempo…”
Inarcai
un sopracciglio. “Perché…? La cosa ti disturba particolarmente…?” Il nostro
interlocutore, tuttavia, non mi prestò attenzione. Il suo sguardo era di nuovo
fisso sul fratello…
“Ho
capito tutto. Sei davvero uno stupido…”
Gourry
lo guardò per un momento negli occhi, quindi abbassò lo sguardo. “Non so… di
che parli…”
Il
fratello lo ignorò. “Dovresti stare più attento a chi frequenti… c’è qualcosa
che credo tu non sappia a proposito della Spada…” Aggrottò le sopracciglia.
“Effettivamente penso che nostro padre non ritenesse necessario che ne fossimo
a conoscenza, perché non immaginava quello che avresti fatto…”
Gourry
batté le palpebre, con aria perplessa. “Di cosa…?”
“Questo
non è il luogo per discuterne. Avrò bisogno di rivederti… da solo.” Si
accigliò. “In quanto a te, Inverse… non posso battere te e Gourry
contemporaneamente… ma sappi che se avrò un’altra occasione per catturarti, non
esiterò a farlo… non pensare che io mi faccia degli scrupoli solo perché stai
con mio fratello, sono stato chiaro?” Ehi, che significa ‘stai con mio
fratello’??????
“Aspetta
un momento! Non so ancora perché ce l’hai a questo modo con me!!! Dove credi di
andare???”
“Non
sono qui a Miilun solo per Gourry… Ho degli affari importanti da sbrigare… Non
posso perdere altro tempo con voi, dal momento che sembra che oggi non potrò
portare a termine ciò che mi proponevo…” I suoi occhi si assottigliarono. “Ma
voglio continuare il mio duello con te… è un modo interessante per mettermi
alla prova… sappi solo… che la prossima volta la mia lama potrebbe non frenare
il suo attacco…”
“No!”
Questa volta fu Gourry a scattare. “So perché ce l’hai con me, ma non credo che
sia semplicemente questo a spingerti anche contro Lina…forse hai qualche motivo
personale per farlo… ma ciò non toglie che se lo torci anche un solo capello…”
Strinse i denti. “… rischierai di finire spedito in orbita da un Dragon
Slave!!! Fossi in te, eviterei persino di pensarlo!!!”
La
mia testa centrò direttamente il più vicino albero in traiettoria… “Tu… CHE TI SALTA IN MENTE??? CHE IDEA PENSI CHE SI FARA’ LA GENTE DI ME ???”
Gourry
cadde totalmente dalle nuvole. “Abbiamo avuto dei dissidi in passato, ma è pur
sempre mio fratello… sangue del mio sangue… DOVEVO avvertirlo del pericolo che
correva, no?”
“Ti
ricordo che è stato LUI ad attaccarmi per primo!!! LUI!!!” Quel
maledetto si stava vendicando solo perché prima avevo cercato di sdrammatizzare
un po’ la situazione, accidenti a lui!
“Non
credo che nel momento in cui si è colpiti da un Dragon Slave faccia molta
differenza se si è stati i primi ad attaccare o meno…” Bofonchiò il mio amico,
fra sé e sé…
“TI
HO SENTITO!!!”
“Lina…”
“Vorresti
negare di avere una grandissima, irresistibile voglia di vendicarti contro chi
ha appena strappato la tua tunica preferita?” Chiese lo spadaccino in tono
scettico, inarcando un sopracciglio…
“Lina…”
“Che
c’entra la tunica??? TU vorresti forse negare che stavolta una *signorina* come
me ha avuto tutte le ragioni per offendersi e sviluppare un SANISSIMO desiderio
di vendetta?”
“INSOMMA,
LINA!!!” Questa volta la voce che aveva insistentemente continuato ad
intromettersi sovrastò il nostro battibecco…
“CHE
DIAVOLO VUOI, ZEL???” Scattai, seccata per l’interruzione.
Una
goccia di sudore scese lungo la tempia della chimera… “Volevo solo farvi notare
che il nostro ospite se n’è andato mentre voi vi ‘divertivate’ a discutere…”
Gourry
ed io ci scambiammo un’occhiata, quindi ci volgemmo a fissare il punto della
radura in cui il nostro interlocutore si era trovato soltanto qualche attimo
prima… e ritrovammo a fissare la penombra… vuota. Sparito, in pochi secondi…
quasi meglio di un Mazoku…
L’espressione
di Gourry immediatamente si oscurò. Finché si era trovato di fronte al fratello
aveva parlato poco, ed era rimasto sempre sulla difensiva, ma ebbi
l’impressione che, qualunque fosse la questione che fra loro era rimasta in
sospeso, il mio amico desiderasse fortemente chiarirla, ed il prima possibile…
Forse era stata la nostra presenza a bloccarlo… evidentemente… era
qualcosadi cui preferiva non renderci
partecipi… la cosa mi infastidiva… non capivo perché, ma mi infastidiva
terribilmente… non avevo mai preteso –né lo avrei preteso in futuro- di venire
a conoscenza di ogni minimo aspetto della vita del mio amico… mi PIACE
effettivamente, ficcare il naso nelle situazioni che non mi riguardano… ma amo
la mia indipendenza e, se voglio che sia rispettata, devo inevitabilmente
impegnarmi a rispettare quella altrui… Per questo non ritenevo di avere
particolari diritti nei confronti di Gourry, come non ritenevo che lui ne
avesse nei miei, nei limiti del più semplice e naturale rispetto reciproco… e
il rispetto, per noi, era sempre venuto spontaneamente, così come l’amicizia…
certo, forse entrambi decidevamo di garantire all’altro qualcosa di più di
quanto non sarebbe stato richiesto in un normale ‘rapporto di lavoro’ fra
compagni di viaggio, ma questo per NOSTRA iniziativa, e non certo per richiesta
dell’altro…
Nonostante
questo… in quelle circostanze avrei voluto afferrarlo per il colletto,
sbatterlo contro un albero, e fargli sputare fuori la verità a suon di minacce
di strangolamento… un po’ brutale a dirsi… ma quella faccenda mi inquietava al
punto che QUELLI erano i miei sentimenti, in quel momento… non potevo
impedirmelo… volevo… conoscere la storia… volevo sapere… se esisteva un modo in
cui lo potessi aiutare…
“Mi…
mi dispiace Gourry –sama…” Fu la voce di Sylphiel a penetrare per prima la
cappa di silenzio che si era creata… “Probabilmente… deve avermi seguita per
arrivare a te… io… non me ne ero resa conto…”
Il
mio amico fece spallucce, ma non si voltò a guardarci… Il suo sguardo rimase
fisso sul punto in cui il fratello era sparito… “Non ha importanza… comunque,
tutto si è risolto…” Non era vero… e stavolta lo sapeva benissimo anche lui… le
parole di suo fratello erano state chiare… non era vero… “Ora che abbiamo
ritrovato gli altri, dovremmo cercare un buon nascondiglio, come avevamo detto
di fare…” Stava… cercando di cambiare argomento…
“Aspetta
un momento, Gourry –san! Prima devi spiegarci cosa sta succedendo! Non ci avevi
mai raccontato di avere un fratello e quello che ha detto…”
“Non
mi sembra proprio il caso.” Intervenni. La mia lingua si era mossa da sola…
come spesso accadeva, del resto… “Mentre noi qui ci perdiamo in chiacchiere, le
truppe da Ilmund si stanno recando a rapporto… quando ci si accorgerà che
mancano i soldati che erano stati inviati in questa zona, PERSINO Ilmund non ci
metterà troppo a fare due più due…” Osservazione compiuta non a sproposito…
anche se in quel momento la mia prontezza di spirito era stata per lo più
concentrata nel tentativo di distrarre i miei compagni dalla questione
‘Gourry’… La domanda di Amelia era stata più che ovvia… sapevo che
probabilmente tutti noi avevamo sentito la necessità di porla al nostro amico…
ma sapevo anche quanto essa doveva essere apparsa invadente a Gourry… Se anche
il nostro interessamento era dettato dal più umano sentimento di preoccupazione
– mi AUGURAVO che le cose stessero così- Gourry, se fosse stato tempestato di
domande, si sarebbe sentito nient’altro che un oggetto di curiosità… e questo
poteva risultare DAVVERO fastidioso…
Sylphiel,
fortunatamente, contribuì a deviare la conversazione là dove io l’avevo
indirizzata… “Il problema è… esiste un luogo che le guardie di Ilmund non
prenderebbero mai in considerazione per cercarvi?” La sacerdotessa lanciò
un’occhiata pensierosa a Zelgadiss e a me… “Per i cacciatori di taglie non
penso che ci siano troppi problemi, ma per i membri del Concilio…”
“Secondo
me dovremmo tornare alla locanda.” Intervenne la chimera.
“Ma…
Zel… lì, voi...”
“No…
Zel ha ragione…” Interruppi Amelia. “Pensateci. Voi tre mantenete le vostre
stanze alla locanda, fingendo di agire così per evitare di attirare sospetti su
di voi… potremmo anche ideare qualche messinscena da attuare per depistarli… ad
esempio potreste recarvi con una certa ricorrenza in una particolare zona della
città… crederanno che ci troviamo lì… non credo che penserebbero che siamo
stati tanto stupidi da imprigionarci direttamente nella tana del lupo, no?”
“E
invece… sarà quello che farete…” Il tono di Amelia era rassegnato…
“Esattamente!
E’ così che siamo abituati ad agire, no?” Le strizzai l’occhio. “Senza contare
che questo sarà più sicuro anche per voi!”
“Mmm?”
La principessa batté le palpebre.
“Ma
certo, riflettici! Finché penseranno di potersi servire di voi per arrivare a
noi, Ilmund non troverà una scusa per farvi arrestare…” Aggrottai le
sopracciglia. “Certo… esiste sempre la possibilità che assoldino dei sicari per
riuscire a catturarvi e ricattarci… riguardo a questo dovrete stare molto
attenti…”
I
miei amici annuirono. “Ma… Lina –san… voi che farete, intanto? Voglio dire… non
potrete uscire dalle stanze della locanda…”
Fu
Zel a rispondere a Sylphiel per me. “Purtroppo, l’unica cosa da fare è restare
fermi fino a che le acque non si saranno calmate e lo scenario non sarà
sufficientemente sicuro per svolgere qualche piccola indagine…” Annuii, in
conferma… Bene… ora avevo la certezza che il buon vecchio Zel aveva deciso di
restare… al di là dei suoi dubbi… sapevo che non ci avrebbe abbandonati…
Nonostante questo… non ero tranquilla…
“Attendere
in questo modo, con le mani in mano, è indubbiamente pericoloso…” Aggiunsi, in
tono pensieroso.
Zel
mi rivolse un’occhiata. “Che intendi dire?”
“Ti
ho detto delle parole di Galdiar… Il ‘Concilio’ è giunto ad un risultato… e non
sono certa che questo “risultato” possa portare a qualcosa di buono… Ma noi non
abbiamo ancora scoperto praticamente nulla… Nelle condizioni in cui ci
troviamo, se Ilmund prendesse qualche iniziativa noi non avremmo modo di
fermarlo…”
“Però…
tieni conto di una cosa, Lina… Ilmund ha tentato di catturarti.” La chimera mi
fissò, intensamente. “E questo vuol dire che, qualunque cosa voglia portare a
termine, tu gli SERVI… se le cose stanno così, forse possiamo sperare che non
riuscirà a combinare nulla, finché tu non sarai in mano sua…”
Scossi
la testa. “Non è detto… purtroppo non sappiamo quale sia il motivo esatto per
cui vogliono catturarmi… qualcosa potrebbe essere cambiato…” Raccolsi il
pugnale di Galdiar, che precedentemente avevo lasciato cadere al suolo. “Vorrei
capire perché l’incantesimo applicato alla lama non ha funzionato, prima… se la
sua forza fosse stata attiva, non avrei avuto problemi a frenare
quell’attacco…”
“Mio
fratello… Derek… ” Intervenne Gourry. Il suono della sua voce mi fece
sussultare… da quando suo fratello si era allontanato, non aveva praticamente
aperto bocca… “…Lui non ha attaccato con l’intenzione di ucciderti… Non eri in
reale pericolo di vita… forse è per questo che il pugnale non si è attivato…”
Io… non ero così sicura che il nostro ‘amico’, prima, avesse voluto evitare di
ferirmi in modo serio… in tutta sincerità, avevo l’impressione che Gourry si
fidasse un po’ troppo di lui… Ma, a parte questo, ero stupita di una cosa…
“Gourry…
ti ricordi ancora come funziona il pugnale…”
Il
mio amico mi rivolse un’occhiataccia. “Che intendi dire?”
Stavolta
non lo avevo detto per prenderlo in giro!!! Non del tutto, almeno… “Ammetterai
che di solito per quel che riguarda magie e incantesimi non hai una grande
memoria… Ma considerando che si tratta di un’arma, forse…”
Il
mio amico scosse la testa. “Non è per questo… semplicemente, per me è più
facile ricordare che si tratta di un’arma magica perché la associo al nome
‘Kentar’…”
Battei
le palpebre. “Eh…?”
“Kentar…”
Spiegò il mio amico. “Nel dialetto degli elfi di Mipross, significa ‘magia
plasmata a spada’… o qualcosa del genere… comunque, fa venire subito alla mente
l’immagine di una spada magica…”
“Gourry
–san… tu conosci l’elfico…?” Zelgadiss e Amelia apparvero piuttosto stupiti.
Ovviamente, loro non sapevano di Raudy –supponevo che fosse stato lui a
spiegare a Gourry qualche rudimento di elfico- e delle vicende di Mipross… Ma
non era il momento delle spiegazioni… “E’ una lunga storia…” Risposi per il mio
amico, agitando la mano in segno di noncuranza… Certo che Galdiar si era scelto
un nome decisamente evocativo… una strategia commerciale fra le più basilari,
ottimo metodo per guadagnare clientela… qualunque vero abitante di Zephilia
avrebbe saputo spiegare qualcosa, in proposito… Però non sapevo che il mio
maestro parlasse l’elfico, per lo più il dialetto di Mipross… ma forse era
semplicemente il termine ‘Kentar’ ad essere conosciuto fra gli esperti di armi
magiche…
Allontanando
quei pensieri dalla mia mente, risposi al mio amico. “Capisco… però… non credo
che la tua idea sul perché il pugnale non si è attivato funzioni… Ricordi
quando ti ho chiesto di attaccarmi, per provarne l’efficacia? Anche tu mi hai
aggredita senza l’intenzione di farmi del male… e, anche se al momento di
colpirmi ti sei tirato indietro –con pessimi risultati per la mia salute-
inizialmente il potere del pugnale si era manifestato…” Strinsi con forza
l’elsa fra le dita. “No… io credo che dipenda dall’arma in sé…”
Poteva
essere… che a Galdiar fosse accaduto qualcosa…?
“Non
è il momento di riflettere su questo…” Intervenne Zel. “Ora c’è un problema più
urgente… Come torniamo alla locanda? Tutte le entrate della città saranno di
certo presidiate da guardie…”
Gli
rivolsi un sorriso. “Per questo non c’è problema… se tagliamo dalle colline,
non dovrebbe essere difficile levitare sopra al tratto di mura che si trova
alle spalle della locanda senza farci notare…” Mi rivolsi a Gourry, Sylphiel ed
Amelia… “… Ma voi tre ovviamente dovrete tornare lungo la strada principale… o
sospetteranno qualcosa… ci vediamo direttamente alla locanda, tenete una
finestra aperta per noi…” Strizzai loro l’occhio.
“A…
Aspetta un secondo Lina –san…” Mi interruppe Amelia. Il suo sguardo si posò su
Zel… “Io… io volevo…”
La
chimera la interruppe. “Avremo tempo per parlare più tardi, Amelia… Ora
rischiamo grosso, rimanendo qui…”
La
mia amica si rabbuiò. “Troverai davvero… il tempo per parlare, Zel…?” La
domanda della principessa suonò strana… strana anche alle orecchie della
chimera, a giudicare dalla sua espressione… La mia amica, da parte sua, pareva
solo confusa…
“Certamente…
Ti spiegherò… quello che ci sarà da spiegare…” Rispose la chimera, in tono
evasivo… “Ma ora dobbiamo davvero andare…”
Amelia
assunse una espressione perplessa, ma non fece domande. Si limitò ad annuire,
con un po’ di esitazione, e a seguire il suggerimento di Zelgadiss. La
guardammo correre in direzione opposta alla nostra, insieme agli altri…
Feci
un sospiro.
“Andiamo
anche noi, restare qui a prendere umidità non risolverà certo i nostri guai…”
Suggerii, fiaccamente. La chimera annuì e si mise a correre al mio fianco.
Fissai
il mio compagno per qualche istante, dubbiosa, ma mi arresi all’incapacità di
trattenere la mia domanda… “Toglimi una curiosità, Zel… CHE COSA le
racconterai, esattamente…?”
Seguirono
diversi secondi di silenzio, quindi… “La verità.” Rispose, semplicemente. “Ci
ho pensato e ripensato… non siamo più bambini… e mi sembra l’unica soluzione…”
Si accigliò. “Quello che non so… è cosa fare dopo…”
Battei
le palpebre. “Che intendi dire…?”
“Discutendone
o non discutendone… il problema resta, Lina…” Replicò seccamente il mio amico.
La
sua risposta mi lasciò una fastidiosa amarezza in bocca…
Avrei
potuto dirgli che il disfattismo non lo avrebbe portato a nulla… avrei potuto
dirgli che avrebbe dovuto credere di più in sé e negli altri… ma in quel
momento, incapace di trovare un buon modo per rispondergli, potei solo
restarmene in silenzio…
“E
tu…? Non hai niente da raccontarmi?” Sussultai, quando la sua voce penetrò
nuovamente fra i miei pensieri…
“Di
cosa parli…?”
“Non
sapevi nulla…? Del fratello di Gourry, intendo… sono tanti anni che viaggiate
insieme…”
Feci
per rispondere, ma una strana stretta allo stomaco mi costrinse a limitarmi a
scuotere la testa…
“Quindi…
nonostante tutto… non te ne ha mai parlato…” Commentò il mio amico…
…e
mi trovai a pensare quanto fosse interessante la capacità di Zel di rigirare il
coltello nella piaga…
“Non
sarò io a chiedergli di farlo…” Risposi semplicemente, in tono brusco,
rifiutando di guardare la chimera negli occhi.
“Non
avevo dubbi…” Commentò la chimera. Incapace di valutare la sua affermazione, mi
voltai ad osservarlo…
Stava
sorridendo. “… ma so perfettamente che vi basterà affrontare il problema con il
solito spirito per essere sulla buona strada per risolverlo…”
Non
potei impedirmi di sorridere a mia volta. “Queste parole sono davvero rivolte a
me…?O piuttosto a te stesso, Zelgadiss
Greywords…?”
La
chimera sembrò considerare per un attimo la mia domanda, quindi tornò a fissare
di fronte a sé… “Le cose non sempre seguono la strada che si tenta di imporre
loro…” Commentò, in tono esitante… “…Ma quello che ho imparato viaggiando con
voi è che se si ha la determinazione di lottare, allora anche una sconfitta non
sarà mai completa… e che la cosa più brutta è abbandonare ciò che si considera
importante per la semplice sfiducia nelle proprie possibilità di riuscita… in
fondo… forse è proprio QUESTA la chiave… e lo spirito che ha sempre portato
alla vittoria tutti noi… anche me…”
“E
allora… non vale la pena di provare ancora, Zel…? Per dimostrare che in fondo
ne hai la forza…? Che sei tu il padrone di te stesso… e non la tua ossessione…?
Non vale la pena di lottare per proteggere ciò a cui tieni veramente…?”
“Lottare
per proteggere ciò a cui tieni…” Inarcò un sopracciglio. “E QUESTE parole sono
davvero rivolte a me, o piuttosto a te stessa, Lina Inverse…?” Fece un
sogghigno.
“NON
RIGIRARE LA FRITTATA!!!”
Il
sogghigno si trasformò in un sorriso, ed il mio amico scosse la testa…“Non pensavo che sarei riuscito a dirtelo,
ma… grazie, Lina…”
Battei
le palpebre. “Eh?”
“Grazie…
perché ci voleva una testarda come te per fare capire ad un testardo come me
che cosa è giusto…” Fissò la strada di fronte a sé, con una nuova
determinazione negli occhi…“Lottare…
al vostro fianco… lottare… perché stavolta la posta in gioco è troppo
importante per fuggire…”
Gli
sorrisi. “Perché il destino… non esiste, giusto? Per nessuno di noi…” Quelle
parole… erano rivolte anche a me… alle paure… a cui non volevo permettere di
venire alla luce…
“Per
tutti noi…” La chimera sogghignò. “E se solo avessi guardato davanti a te…
anche tu… avresti potuto impedire… il tuo destino doloroso…”
…
…
“Molto
spiritoso, davvero…”
Una
mezz’ora dopo, mi trovavo al sicuro nella stanza di Amelia alla locanda,
intenta a dare sollievo al mio povero naso con un Recovery…
La
chimera si grattò la testa, facendo –era EVIDENTE- del suo meglio per non
ridere… “Mi spiace, Lina… ma quando mi sono accorto che eri sulla traiettoria
per quell’albero era troppo tardi per avvisarti…”
“Ma
BRAVO!!! E allora, la prossima volta, invece di perderti in discorsi romantici,
dimmi chiaramente quando la mia INCOLUMITA’ è in pericolo!!!!!”
Amelia,
che stava tentando con scarso successo di piazzare un cerotto sopra al mio naso
fra un’invettiva a Zel e l’altra, batté le palpebre e mi guardò perplessa…
“Discorsi romantici…?”
Annuii,
veementemente. “Sì, so che è strano per lui, ma te lo assicuro! Ad esempio…”
“SENTI
UN PO’, Lina, non mi sembra proprio il caso che tu ti metta a raccontare in
giro i fatti degli altri!!!”
“Oh,
oh, facciamo i timidoni…? Dove è finita la chimera glaciale e tutta d’un
pezzo?” Il mio amico mi scoccò un’occhiata di quelle che, se vestite da un
passante sconosciuto, avrebbero cambiare lato della strada anche al più esperto
e minaccioso fra i guerrieri…
…ma
io, con noncuranza, lo ignorai…
“Ad
ogni modo, dobbiamo elaborare un piano di battaglia serio… e poi andarcene
finalmente a dormire, se L.O.N. ce lo permette… Che fine ha fatto Gourry…?”
Fu
Sylhpiel a rispondermi. “Ecco… ha detto che era stanco… e se ne è andato in
camera sua…”
Mi
accigliai… non mi piaceva… avevo paura per lui… Gourry aveva taciuto tutta
quella faccenda tanto a lungo… con tutti noi… ma finché non avessi saputo
esattamente qual era il problema… come avrei potuto aiutarlo…? E… come avrei
dovuto reagire… se il giorno successivo avesse fatto finta che nulla fosse
accaduto…?
Risoluta,
mi alzai in piedi, di scatto. “Vado a chiamarlo!” Annunciai, semplicemente.
“Aspetta,
Lina, sei impazzita??? Tu NON PUOI uscire dalla camera!!!”
Ignorando
i richiami degli altri, scivolai fuori prima che chiunque potesse fermarmi… era
poco prudente, forse, ma le precauzioni tendevano a non essere il mio forte…
Soprattutto quando c’era in gioco qualcosa di importante…
Bussai
alla porta del mio compagno, facendo del mio meglio per non svegliare tutta la
locanda…
“Gourry…
sono io, apri!”
…
silenzio…
“Gourry…
è inutile che tu faccia finta di dormire…”
…
Bene,
a mali estremi… “Gourry, sono una ricercata e me ne sto tranquillamente in
mezzo al corridoio di una locanda… quali pensi sarebbero le conseguenze se io
ora mi mettessi ad urlarti di aprirmi…?”
La
porta si spalancò a tempi da record, ed un braccio mi tirò dentro, prima che
potessi reagire in qualsiasi modo…
“Te
l’avevo mai detto che sei completamente folle, Lina…?” Il mio amico mi stava
fissando con aria terrorizzata. La camera era in penombra, le ante delle
finestre socchiuse… ma il letto era intatto…
“Ehi,
non avrai pensato che avessi davvero intenzione di farlo…?”
“Con
te non si può mai sapere…” Una grossa goccia di sudore gli scese lungo la
tempia… “Ad ogni modo… avevi bisogno di qualcosa…?”
Già…
avevo bisogno di qualcosa…? A dire la verità ero semplicemente stata presa
dall’impulso di recarmi lì, senza veramente pensare a quello che avrei detto
poi… “Ehm… riguardo a prima…”
“Prima…
cosa…?” Il mio amico si buttò sul letto, dandomi le spalle… “Te l’ho detto, ora
è tutto a posto… Sono affari che riguardano solo me e mio fratello…”
Seguirono
diversi attimi di silenzio… non sapevo che fare… Gourry… non si era mai
comportato a quel modo…
“Gourry…”
Quando parlai, il mio tono era più duro di quanto le mie intenzioni avrebbero
voluto che fosse…
Anche
il mio amico ne fu stupito, probabilmente, perché si voltò a guardarmi, con
espressione perplessa… “Lina… cosa…”
“Ascoltami,
per favore… non puoi fare semplicemente finta che tutto sia a posto… non ci
vuole certo una sensibilità iperbolica per capire che c’è qualcosa che non va,
e che questo riguarda tuo fratello… non so perché tu non me ne voglia parlare…
forse non ti fidi di me… e per certi aspetti non posso darti tutti i torti,
visto che non credo di essere la ragazza più seria del mondo, e non credo di
essere la persona da cui si vorrebbe cercare una spalla su cui piangere…” Mi
morsi il labbro… “Io non so se tu per tutto questo tempo… da quando ci
conosciamo… sei stato male senza dire nulla… ma continuare a farlo ORA non ti
porterà a grandi risultati… Se non vuoi parlare con me lo accetto… ma non
continuare a fingere… perché per proteggere il tuo segreto… fai solo del male a
te stesso…”
Ero
riuscita… a parlargli seriamente… ed ora… che succedesse pure quello che doveva
succedere! Al diavolo! Poteva reagire come preferiva, ma per lo meno
l’incomprensione e il silenzio sarebbero finiti!
La
sua reazione, tuttavia, fu l’ultima che mi sarei aspettata.
“Come
puoi pensare… che non mi fidi di te…?” Sollevai lo sguardo, stupita dalla
gentilezza del tono della sua voce. Stava sorridendo… di un sorriso triste… ma
stava sorridendo…
“Gourry…?”
“Vuoi
saperla una cosa…? Quello che è accaduto fra me e mio fratello… è avvenuto poco
prima che noi due ci incontrassimo… tu hai detto… che in tutti questi anni
potrei aver sofferto, senza mai dire una parola…” Scuotendo la testa, si mise a
sedere sul bordo del letto… “Sarebbe affascinante… vestire i panni dell’eroe
tragico, che indossa una maschera e cela dietro ad essa il suo dolore… ma la
realtà è che per questi quattro anni… io ho DIMENTICATO questa faccenda…”
“Uh?”
Una goccia di sudore scese lungo la mia tempia… Va bene che avevo a che fare
con Gourry, ma questo mi sembrava un po’ troppo, persino per lui…
Il
mio amico incontrò il mio sguardo… e si affrettò a rettificare… “No, non
dimenticare in QUEL senso… come posso spiegare…” Sospirò… “Penso che l’unico
modo sia cominciare la storia dal principio…”
Dovevo
vestire un’aria un po’ interdetta in quel momento, ma annuii…
Il
mio amico prese un sospiro, quindi abbassò lo sguardo, ed iniziò a raccontare…
“Ti ho sempre detto… che la Spada di Luce è un’eredità di famiglia… ma penso di
non averti mai raccontato che NON è stato un membro della mia famiglia, a
forgiarla… La Spada… ci è stata affidata…”
Affidata…
ma allora… chi…?
“Come
sai, la mia Spada non è un’arma normale… ma è in pratica un’entità fisica in
cui è imprigionato un essere di intensa forza spirituale… un demone… Quello di
cui non sei a conoscenza… è che questa entità possiede un ‘cuore’…”
Battei
le palpebre. “Un… cuore…?”
“Non
come lo intendiamo noi… non è il suo ‘centro vitale’… piuttosto… è il suo
‘centro magico’, l’entità che riesce a controllare ed incanalare il suo
potere…”
“E…
in che cosa consiste questo cuore…?”
“Ci
stavo arrivando… ecco… fino a sei mesi fa nemmeno io lo sapevo con esattezza,
ma… Sai… quando ci chiedevamo… come avessero fatto i Mazoku a ritrovare la
‘chiave’ per l’apertura del Portale…? Quella che hanno fuso con il tuo corpo in
quel modo strano…”
Eh…?
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH?????? Un attimo!!! Voleva dirmi… voleva
dirmi che…? “Vuoi dire che la ‘chiave’ era il ‘cuore’ della tua Spada?????”
Il
mio amico annuì. “Cioè… sei mesi fa… non potevo esserne sicuro… ma, a giudicare
dalle parole di mio fratello, QUESTA deve essere la spiegazione… I demoni
devono essersene impadroniti quando ho perduto la Spada nella lotta contro quel
demone bambino… non ricordo mai il suo nome…” Ero troppo stupita per
arrabbiarmi per il fatto che si era di nuovo scordato il nome di Phibrizo…
“Ma
allora… fammi capire bene… nel patto fra gli elfi e gli umani… per la ‘Difesa
dell’Equilibrio’…”
Il
mio amico annuì. “Già… la Spada ha sigillato quel patto. La spada era… il
sigillo del Caos…”
Le
mie ginocchia tremarono per un attimo. “E la tua famiglia… è stata posta a
custodia di un oggetto così importante…”
Gourry
si grattò la testa… “Già… eravamo… una delle famiglie più importanti, in una
regione di esperti spadaccini… credo che uno dei miei antenati abbia
addirittura presidiato all’accordo fra elfi ed umani… la scelta alla fine è
ricaduta su di noi…” Guardò distrattamente fuori dalla finestra… “Ci è stato
detto di evitare di lasciare che la Spada cadesse in mano ai demoni… così è
stato tramandato… ma nessuno di noi aveva saputo con certezza il motivo, fino a
qualche mese fa… Mio nonno Raudy si era persino recato a Mipross, il luogo in
cui la spada era stata forgiata, per saperne qualcosa in più, ma senza ottenere
risultati… Ma ora capirai perché ero COSI’ contrariato quando la Spada mi è
stata portata via dai Demoni…” Sospirò. “Ed ora… mio fratello dice che c’è
dell’altro… a proposito di quest’arma… mi chiedo cosa… ancora…”
Capivo…
però… “Ma… come mai non me ne hai mai parlato, Gourry…?”
Il
mio amico abbassò lo sguardo. “Perché… temevo che mi avresti disprezzato.”
Battei
le palpebre. “Disprezzato…? E perché mai avrei dovuto…?”
Lo
spadaccino sospirò. “Non ti ho ancora raccontato tutto…” Si morse il labbro.
“Quattro anni fa… La spada non si trovava in mano mia… mio nonno… era troppo
anziano per poterla custodire ulteriormente, e ha deciso che avrebbe dovuto
essere ereditata da uno dei suoi nipoti… A quel punto… la mia famiglia ha
cominciato ad essere divisa da una aspra lotta interna… il ramo principale
della famiglia… sarebbe stato quello di mio padre… quindi la spada sarebbe
spettata a lui, e poi a mio fratello, il suo primogenito… ma i rami cadetti
della mia famiglia non erano disposti a cederla… la Spada rappresentava anche
un simbolo di autorità, possederla sarebbe equivalso a detenere il potere… mio
padre… non era ben visto… molti lo consideravano… forse non a torto… una persona
troppo autoritaria… per questo lui non era disposto a cedere… temeva la rovina,
se avesse perduto la Spada… ma io… non potevo più sopportare di vedere la mia
famiglia andare lentamente in pezzi… non potevo più restare ad osservare le
persone che amavo cercare di distruggersi a vicenda per un semplice oggetto…
sono arrivato… al punto di ODIARE quella spada, con tutte le mie forze… e
allora… una notte ho rubato la chiave della sala dove era custodita, la ho
presa e sono scappato…”
“Tu
hai… rubato la spada…?”
Il
mio amico distolse lo sguardo. “So di averti sempre detto… di avere ereditato
la Spada… ma la verità è che non mi sarebbe mai spettata di diritto… io temevo
la tua reazione… quando avessi scoperto che… avevo tradito mio padre… e tutta
la mia famiglia… per il mio egoismo… per… per…”
Presi
un grosso respiro, e lo interruppi. “Dimmi solo una cosa, Gourry… sei pentito
per quello che hai fatto…? Se potessi cambiare il passato… tornare indietro… lo
faresti?”
Il
mio amico mi fissò con un’espressione strana, apparentemente senza riuscire ad
interpretare la motivazione della mia domanda… “Perché… me lo chiedi…?”
“Rispondi.”
Replicai, semplicemente.
Il
mio amico rifletté per un attimo, quindi… “No… non tornerei indietro.”
Gli
rivolsi un sorriso, ed annuii. “Perché allora… hai sentito che non potevi
prendere nessun’altra scelta…” Mi avvicinai a lui, in modo da trovarmi faccia a
faccia con la sua espressione confusa. “Non so… se effettivamente ci sarebbero
potute essere altre soluzioni, per te… ma so una cosa… hai fatto una scelta, e
la hai fatta perché ritenevi di compiere la cosa giusta… ora… ovviamente… sei
costretto ad affrontare le responsabilità che la tua scelta comporta… ma io…
non avrei nemmeno la più lontana motivazione per disprezzarti… ti ammiro perché
hai avuto coraggio, Gourry… e se avrai bisogno di me… sarò al tuo fianco…
insomma… Lina Inverse è un personaggio di una certa influenza, sai…? Il mio
appoggio potrebbe tornarti utile…” Cercai di sdrammatizzare.
Il
mio amico sorrise, e scosse la testa… “Sai… ti ho detto che non sono pentito
della mia scelta… non solo perché sono convinto di non avere avuto altra
scelta… ma perché i quattro anni lontano da casa mi hanno permesso di
comprendere molte cose importanti…” Sollevò la mano ad accarezzarmi il volto…
ed il sangue mi salì immediatamente alla testa… che… che cosa stava…? “Subito
dopo la mia partenza… ero pieno di sfiducia… in me… nelle mie capacità… sentivo
di essermi allontanato con qualcosa che non mi apparteneva non solo legalmente…
quella Spada… non era un oggetto per me, capisci? Sentivo che impugnandola… non
avrei mai combinato nulla di buono… la vedevo esclusivamente come… un oggetto
maledetto, portatore di odio, incapace di giovare a qualcosa… ho persino
pensato di liberamene, inizialmente…” Sospirò. “Ma poi ho capito… ho capito che
se non avessi almeno PROVATO a mettere a frutto quell’arma, la mia fuga da casa
non avrebbe davvero avuto significato… la magia, la spada, qualsiasi arma… non
sono malvagie, in sé… mio fratello ha sempre diffidato delle arti magiche,
perché sono qualcosa che non comprende… che lo spaventa… ma la realtà è che
tutto dipende dall’uso che si decide di farne… e la Spada POTEVA essere utile a
qualcosa, dipendeva solo da me rendere questo possibile…” Il suo volto… si avvicinò
ulteriormente al mio… “Questa convinzione… si è rafforzata con gli anni… perché
ti ho conosciuta… e grazie a questa Spada… ho potuto prendere l’impegno di
proteggerti…” Mi sorrise “…quando ho detto… di essermi scordato della faccenda
di mio fratello per tutto questo tempo… intendevo dire che… non la ho
considerata… perché ho pensato che ciò che stavo difendendo valeva
infinitamente di più dell’onore della mia casata… perché ho pensato che solo
agendo in questo modo… avrei dato un vero significato… alla mia vita…”
In
quel momento il mio volto doveva somigliare paurosamente ad un pomodoro maturo…
“Gourry…”
Il
mio amico sospirò. “Tuttavia… mio fratello ha avuto ragione, su una cosa…” Si
rabbuiò. “Ho evitato… di prendermi le responsabilità che mi spettavano… sarei
dovuto… tornare… avrei dovuto… cercare di spiegare le mie ragioni, così come
sto facendo con te, ora… Ma io… ho avuto paura… ho continuato a rifiutare di
decidermi… giorno dopo giorno… ed è proprio vero… più si continua a rimandare
una scelta, più diviene difficile compierla…”
“Però…”
Intervenni. “…Non è mai troppo tardi…”
Il
mio amico mi rivolse un sorriso triste. “Purtroppo lo è, invece… perché mio
padre è morto… e non potrò più spiegargli il motivo della mia azione… nessuno
potrà più… perdonarmi…”
“Gourry…”
Non sapevo cosa dire… non sapevo come agire… per confortarlo… tutto ciò che
potevo fare… mi sembrava perfettamente inutile… “Tu non hai bisogno… di nessun
perdono…” Mi sporsi avanti… e lo abbracciai… non sapevo… in che altro modo
aiutarlo… se non offrendogli il mio appoggio, per quanto poteva valere…
Il
mio amico esitò qualche istante… quindi lasciò scivolare le braccia attorno
alla mia vita, e rispose all’abbraccio.“Non, è vero, Lina… E’ stata colpa mia… la morte di mio padre…”
Co…?
“Che stai dicendo, Gourry? Tu…”
“Posso
immaginare quello che è accaduto… quando si è scoperto… che si era lasciato
portare via la spada… non lo hanno perdonato… era inevitabile che accadesse…
inevitabile…”
“Gourry,
ascolta…”
“Ormai…
non mi resta che un modo… per rimediare… Perdonami, Lina…”
Battei
le palpebre. Di cosa… di cosa stava chiedendo perdono… a ME?
“Perdonami…
perché non potrò più mantenere la mia promessa…” Uno strano nodo… mi strinse lo
stomaco… la promessa… cosa… cosa intendeva…? “Ho deciso… che quando tutto
questo sarà finito io… lui… mio fratello… lo aiuterò…a ricostruire quello che
ho distrutto… ho deciso che… tornerò a casa, Lina… non potrò più… proteggerti…
perdonami…”
Improvvisamente,
la stanza sembrò collassarmi addosso… Sarebbe… tornato a casa…? Intendeva… per
sempre…? Questo significava che lui… che noi due…
“Non…
non…”
“A
questo punto… che altra scelta ho? La mia famiglia… forse non sarà più disposta
ad accettarmi… ma mio fratello è rimasto solo… che altro… posso fare per lui…?
In fondo… sono consapevole del fatto che tu non hai bisogno di me, Lina… non
hai bisogno di nessuna ‘guardia del corpo’… questo… da quando abbiamo sconfitto
per la prima volta Shabranigdu… lo ho sempre saputo…”
No…
le cose non stavano così… una parola… bastava una semplice mia parola… per
spiegare… che lui era importante… forse… bastava così poco… per trattenerlo…
non sapevo se ne avevo il diritto… ma una frase sarebbe stata sufficiente…
…‘resta
con me’…
…ma
allora perché… la mia lingua sembrava bloccata…? Non avrei avuto altre
occasioni, forse… perché non riuscivo…
…a
pronunciarla…?
“Gourry…”
“LINA
–SAN!!!!!”
Nel
giro di due millesimi di secondo, mi trovavo sul capo opposto della stanza,
rispetto a Gourry… dovevo chiedere ad Amelia di irrompere più spesso nella mia
camera… migliorava i miei riflessi…
“A…
Amelia!!! Ma ti pare il modo di entrare in una stanza??? Così, senza
bussare???”
“Perdonami,
Lina –san, ma è successa una cosa terribile!!! le guardie di Ilmund -san sono
qui!!!”
Scattai
in piedi. “Come sarebbe a dire, sono qui??? Come diavolo hanno fatto a
scoprirci???”
“Non
ne ho idea ma… hanno fatto irruzione, di sotto… il locandiere non sapeva nulla,
ovviamente, e sta cercando di bloccarli… ma…”
“Ma
stavolta sono stato più furbo di te, Inverse –san…”
Dannazione!!!
Di
fronte a me, all’ingresso della stanza, si trovava Ilmund il Verde,
l’espressione grave… seria… ma… avrei detto… preoccupata per qualcosa…
“Come…
come diavolo…?”
“Con
le tue stesse armi, Inverse –san… la magia…” Mi rivolse un breve sorriso… “Ho
dato ordine… a chiunque, fra le mie guardie, vi avesse trovati… di applicare un
incantesimo ad uno dei tuoi oggetti… perché tu potessi essere rintracciabile…”
Si accigliò. “Ho visto… che cosa sei riuscita a fare al contingente che avevo
inviato nel bosco, fuori dalle mura…” Che significava… non era stato lui… a
manovrare Xellos…? Sentivo puzza di imbroglio… e se… avesse inscenato una
messinscena per depistarci…? “Ma, comunque, i miei uomini sono stati in grado
di compiere il loro dovere…” Sollevò il dito, ad indicare il mio braccio… La
piccola pietra… incastonata sul guanto… il mago che aveva tentato di colpirmi
con il Mono Volt… doveva essere riuscito ad applicarle un incantesimo…
Mi
accigliai. “Sei stato in gamba… complimenti… ma ora, finalmente… posso sapere
che cosa vuoi da me…?”
Ilmund
mi fissò con un’espressione strana. “Voglio PARLARE, Inverse –san… soltanto
parlare… è per questo motivo che ho cercato di catturarti… e che ti ho tenuta
d’occhio sin da quando sei giunta a Miilun…”
Le
mie labbra si aprirono in un mezzo sorriso. “Ma davvero… volevi soltanto
*parlare*… Immagino che sia per questo che mi hai scatenato contro un intero
contingente di guardie… per farti una bella chiacchierata con me…”
Ilmund
sbuffò. “C’è una cosa MOLTO importante di cui dobbiamo discutere…” Si guardò
attorno. “Ma QUESTO non è il luogo adatto… Ho poche guardie, con me… se
voleste, sareste in grado di batterci…” Era vero… alle sue spalle non c’erano
che pochi uomini… e dietro di loro erano giunto anche Zel e Sylphiel… insieme,
se avessimo voluto, avremmo potuto batterli tranquillamente… “Venite fuori con
noi… in un luogo tranquillo… qui attiriamo troppo l’attenzione…” Era…
spaventato da qualcosa…? Tutto questo puzzava terribilmente da trappola… “Non
vi attaccheremo, posso promettervelo… ma DOBBIAMO discutere… è qualcosa di
estremamente importante…”
“Lina…
cosa facciamo…?” Gourry, al mio fianco, sembrava incerto quanto me… Non sapevo
che rispondere… accettare era pericoloso, ovviamente… Ilmund poteva avere anche
un intero contingente di guardie, al di fuori della locanda –anche se non era
chiaro perché non ci avesse attaccati subito, in quel caso-… del resto… quella
faccenda risvegliava in me una notevole curiosità…
“D’accordo…”
Risposi semplicemente, in tono piatto… “Ma sappi che se qualcosa va
diversamente da come voglio, sarai TU il mio primo bersaglio…”
“Ma…
Lina –san!!!!! Ti sembra una cosa prudente???”
Il
Gran maestro si limitò ad accogliere la mia affermazione annuendo, con una
espressione indecifrabile… Da parte mia, pensavo che le recriminazioni di
Amelia fossero del tutto fondate… ma ero troppo incuriosita dalla faccenda per
tirarmi indietro…
“Seguitemi,
allora.” Ci esortò semplicemente Ilmund.
Annuii,
e feci per mettere piede nel corridoio, quando qualcosa modificò radicalmente
il mio piano…
Avevo
buttato l’occhio per pura casualità… accidentalmente… in quell’angolo di
corridoio… era accaduto per uno strano gioco delle probabilità… ma lo vidi. Una
figura in ombra, ammantata di scuro.
Xellos.
Che
stava coprendo le spalle alle guardie di Ilmund.
Che
ci stava aspettando.
Era
stato tutto un gioco. Xellos era con lui. Un piano… Ilmund… voleva conquistarsi
la mia fiducia… per qualche motivo a me sconosciuto, voleva farlo… Lo sterminio
delle sue guardie… il discorso strano di quella sera… avevo la netta sensazione
che fosse stato tutto ideato per trascinarmi dalla sua parte… ma perché…? Cosa
voleva ottenere da me…?
Appena
si accorse di essere osservato, Xellos sparì in un istante. Ma era troppo
tardi.
“Sei
solo un maledetto bastardo!!!” Mi rivolsi a Ilmund, brutalmente.
“Cosa
diavolo…?” Il Gran Maestro ne venne colto totalmente alla sprovvista… ottimo…
ottimo davvero… perché mi lasciava una valida possibilità…
“LIGHTING!!!!!”
Ilmund e le sue guardie si trovarono temporaneamente accecati… Questo ci dava
il tempo che ci era necessario…
“SCAPPIAMO!!!”
Urlai agli altri.
“Lina…
cosa…?” Sentii Zelgadiss rispondermi, da un punto non ben identificato nella
luce accecante che aveva invaso la camera.
“A
dopo le spiegazioni!!! Andiamo!!!”
I
miei compagni non si fecero pregare… Feci per lanciarmi contro la finestra e
recitare la formula del Ray Wing, quando venni bloccata, bruscamente.
“Dove
pensi di andare??? Mi seguirai, volente o nolente, Inverse!!!” Il braccio di
ilmund si strinse saldamente attorno alla mia vita. Dannazione! Mi aveva
immobilizzata… Non pensavo… che quell’uomo esile avesse tutta quella forza…
“Lasciami!!!
Lasciami andare!!! Mono…” Quell’incantesimo avrebbe fatto più danno a me
che a lui, probabilmente, in quelle condizioni… ma che altra scelta avevo…?
Tuttavia,
non ebbi il tempo di terminare la formula… Dal fodero… che tenevo legato in
vita… si sviluppò un improvviso calore… e sentii il mio avversario urlare di
dolore…
“Co…
cosa…?” Ilmund mi rilasciò bruscamente, facendomi cadere al suolo… Il pugnale
di Galdiar, legato al mio fianco, ora risplendeva di luce propria…
“Maledetto!!!
E’ stato lui!!! Ancora… ancora lui… nonostante tutto!!!” Ilmund inveì e fece
per avvicinarsi nuovamente… Ma stavolta non glielo avrei permesso!
“Flare
Arrow!!!” Recitai.
Nulla
di particolarmente potente… ma lo avrebbe tenuto impegnato il tempo necessario
per farmi mettere in salvo…
“Lina!
E’ tutto a posto?” Riuscii nuovamente a mettere a fuoco Gourry… la luce nella
camera si stava lentamente, ma inesorabilmente, attenuando…
“Non
è il momento di preoccuparsi per me!!!” Lo afferrai per un braccio e, con una
breve formula, raggiungemmo gli altri all’esterno.
“Lina!
Dove andiamo, ora?” Mi chiese Zel, lanciando occhiate preoccupate alla stanza
dove poco prima ci eravamo trovati, ormai totalmente tornata alla sua penombra…
“Cominciate
a correre!!!” Esortai, preoccupata che Ilmund potesse avere guardie nascoste lì
attorno… “Galdiar! Dobbiamo trovare Galdiar!!! Il suo pugnale mi ha protetta,
prima!!! Sono convinta che potrà aiutarci…”
Lanciando
un’occhiata all’arma, notai che non aveva ancora smesso di brillare… La sua
luce si spandeva attorno a noi in modo tale, che avrebbe potuto farci
individuare anche a grande distanza…
“Cosa…
cosa diavolo…?” Estrassi la lama dal fodero… i riflessi… su di essa… stava…
trasmettendo delle immagini…
“Galdiar
-san! Cosa…?”
“Lina…
che succede???”
Spalancai
gli occhi, per l’orrore. “GALDIAR -SAN!!! Galdiar -san, no!!!”
Sulla
lama… il mio maestro… era circondato dalle bestie che avevano attaccato anche
me, e Gourry… lo stavano attaccando… lo stavano… uccidendo…
“GALDIAR!!!!!!!”
Strinsi il pugnale con tanta forza da conficcarne la lama a fondo nelle mani.
Con un gesto secco, Gourry me lo strappò di mano, e si trovò a sua volta a
fissare, inorridito la scena…
Caddi
in ginocchio… Galdiar… il mio maestro… aveva fatto tanto per me…ed io non ero nemmeno stata in grado di
mantenere la mia promessa di aiutarlo…
…
non ero stata in grado di salvarlo…
Una
voce… una voce risuonò nella mia mente…
“Trasmetto
quest’incantesimo… e queste parole… al pugnale… nella speranza che potrà
proteggerti… un’ultima volta… Non fidarti di nessuno, Lina… Lui vuole servirsi
di te… Se osserverai… i resti della cerimonia… forse capirai qualcosa di più…
non fidarti di nessuno…”
“Galdiar!!!”
Amelia
si inginocchiò al mio fianco, cercando di confortarmi. “Lina –san… ora calmati…
Non c’è più niente da fare… è tutto finito…”
Non
era vero… non conoscevo il significato esatto delle parole di Galdiar… ma una cosa
l’avevo capita… tutta la faccenda… era molto lontana dal risolversi…
E
l’oscurità… tutto ciò che potevo vedere… attorno a me…
Tenebra
e luce… due nature unite… in una…
Impura…
Non
era possibile… quella magia non esisteva più… nessuno sarebbe stato in grado di
servirsene… solo lui…
E’
morto.
La
voce della ragione.
Non
lo è più.
“Taci!!!”
Non
è meno vivo di te… Vive con te.
“Nessuno
avrebbe potuto farlo!!! Nessuno sapeva!!!”
C’è
forse… un’altra spiegazione?
I miei occhi si spalancarono. Rimasi immobile, stordita.
Di fronte a me si stagliava l’alto soffitto della cattedrale, semi avvolto
nell’oscurità. Era stato… un altro sogno…? Quando mi ero addormentata? Mi
sembravano solo pochi minuti da quando mi ero appoggiata al pavimento freddo, e
avevo chiuso gli occhi…
Forse mettermi a riposare in un posto così scomodo non
aveva avuto buoni effetti sulla mia mente…
La tua mente non si è interrogata a sufficienza.
“GWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!” Scattai a sedere. Il mantello
che mi aveva coperta fin sopra la punta del naso scivolò lentamente al suolo, e
il contatto con l’aria fredda che penetrava dalle fenditure nelle pareti
dell’edificio diroccato parve scaraventarmi contro quella realtà da cui grazie
al sonno ero stata capace di isolarmi…
Lo sguardo interdetto dei miei compagni si posò immediatamente
su di me.
Eravamo accampati alla meglio nella cattedrale di un
vecchio monastero abbandonato, poco fuori dalla città di Miilun. Era stato un
miracolo riuscire a saltare nuovamente fuori dalle mura senza essere catturati…
ed io credevo poco alla provvidenza…
Non esisteva un posto veramente sicuro, per noi… per
quanto avessi schermato agli incantesimi tutti i miei oggetti magici e chiesto
a Zelgadiss di fare lo stesso con quelli degli altri, chi ci assicurava che non
fossero ancora sulle nostre tracce…? Chi ci assicurava che un plotone di
soldati non si stesse avvicinando ai portali massicci dell’edificio? C’era
stata… una strana urgenza nella voce di Ilmund, quando mi aveva chiesto di
seguirlo… come potevamo intuire fino a che punto si sarebbe spinto…?
“Lina –san, è tutto a posto?” Amelia e gli altri si erano
già svegliati… avevamo istituito dei turni di guardia per quel pomeriggio,
perché a tutti fosse possibile recuperare le forze con almeno qualche ora di
sonno, ma a quanto pareva tutti, tranne me, erano troppo storditi -o eccitati
dal rischio della battaglia che ci aveva appena sfiorato- per dormire…
“Non ditemi che non l’avete sentita anche voi!!!” Chiesi,
l’allarme ancora vivo nella mia voce.
I miei compagni batterono le palpebre. “Sentito cosa?”
Domandò Zel, con aria perplessa.
Con un gesto stizzito, sollevai e rigettai al suolo la
borsa di erbe magiche che mi aveva fatto da cuscino. “Grandioso! Veramente
grandioso! Sono chiusa da otto ore in una cattedrale piena di spifferi, SENZA
NULLA NELLO STOMACO, ed inizio persino ad avere le allucinazioni uditive!!!”
“Di… che cosa stai parlando, Lina…?” Il mio amico chimera
inclinò lievemente il capo, scrutandomi attentamente.
Sbuffai. “Nulla… nulla di importante…” Agitai la mano, in
segno di noncuranza, per poi prendere a raccogliere gli oggetti che nel sonno
avevo sparso attorno a me… un sonno che era stato agitato, a quanto pareva…
quei sogni cominciavano davvero ad inquietarmi…
Sospirai, ripercorrendo con la mente gli eventi che si erano
svolti appena quella mattina, in caccia di una possibile spiegazione per quel
pasticcio…
Se osserverai i resti della cerimonia, forse, capirai
qualcosa di più…
Le parole che il pugnale mi aveva trasmesso…
Che significava…? Di che cerimonia si trattava…? Cosa
aveva voluto dire con quella frase…? Cosa aveva voluto dire…?
…Galdiar…
Se continui ad usare la magia a quel modo finirà che
nonostante l’età ti sopravviverò, lo sai, Lina?
Era serio, quando mi minacciava a questo modo… certe
volte, in passato, quando avevo richiamato alla mente i suoi insegnamenti, mi
era capitato di sorridere al pensiero che probabilmente era davvero convinto di
quello che diceva, quando pronunciava frasi simili… Tuttavia… ora non riuscivo
a sorridere… avvertivo solo uno strano nodo allo stomaco nel pensare che… non
avrei certo potuto rinfacciargli… di essersi sbagliato…
Scossi la testa e deglutii, ricacciando indietro… bè,
*qualsiasi cosa* stesse minacciando di fare capolino dai miei occhi… Ma che
brava allieva ero! Prima mi proponevo di aiutarlo, e poi mi mettevo a
piagnucolare alla prima difficoltà…
Certo… anche pensandola a quel modo… la morte della
persona che mi ero proposta di difendere poteva essere considerata una
difficoltà così trascurabile…?
“Lina…?”
Alzai lo sguardo, solo per trovarmi di fronte alle
espressioni preoccupate dei miei compagni… Aaaaaaaaaaaaaaaah, QUESTO era ciò
che più detestavo! Non era certo questo il modo che preferivo per stare al
centro dell’attenzione!
Sospirai. “Cosa…? Che c’è da guardare a quel modo?
D’accordo, abbiamo avuto un incidente di percorso… un incidente di percorso
piuttosto grave… ma stare a piangere sul latte versato non porterà a nulla,
no?” Tagliai corto, cercando di deviare la conversazione su argomenti più
pratici.
Tutte e tre le persone di fronte a me mi fissarono con
un’espressione scettica… se non compassionevole… AAAAAAAAAAAH, QUANTO LO
DETESTAVO!!!
“Sentite, ragazzi… Piuttosto che stare a guardarci negli
occhi e compiangerci a vicenda avremmo bisogno di…”
“Non è giusto!!!” Amelia scattò in piedi, precedendomi, e
puntando il dito verso di me.
“Co… cosa…?” Avevo fatto qualcosa di male…?
“NOI sin da quando siamo arrivati a Miilun abbiamo agito
cercando solo di fare del bene e di servire la Giustizia…” Ehm… già… immaginavo
che Amelia potesse vederla a quel modo… “… nonostante questo, guardate in che
razza di situazione ci siamo andati a cacciare!!! Persino Lina è ridotta in uno
stato da fare pietà per colpa della malvagità di quell’uomo!!!”
E…ehi… “Uno stato… da fare pietà…” Amelia a volte era un
tantino brutale nei suoi giudizi…
“Non possiamo assolutamente permettere che le cose vadano
a questo modo! Dobbiamo fare qualcosa!!!” Proseguì la mia amica, troppo
infervorata per prendere in considerazione le mie proteste…
Sospirai. “D’accordo, Amelia, adesso calmati e stammi a
sentire… In primo luogo, tanto per chiarire, io STO BENISSIMO…” Le lanciai
un’occhiataccia. “Sono solo frustrata quanto voi per questa faccenda…
Frustrata… e… e arrabbiata…” Mi morsi il labbro. “… ma sono perfettamente
d’accordo con te sul fatto che questo punto non possiamo più tirarci indietro.
Non mi sogno nemmeno di lasciare perdere la faccenda e non fare nulla… e tanto
meno di continuare a scappare. Sono due giorni ormai che non faccio altro che
essere sballottata da una parte all’altra della città, senza peraltro
raggiungere ALCUN RISULTATOin questa
stupidissima questione… Sono STANCA di tutto questo! E starmene ancora con le
mani in mano non è proprio nel mio stile…”
Zelgadiss inarcò un sopracciglio. “Anche parlando così…
che altro possiamo fare? Voglio dire, cosa abbiamo in mano, finora? Sappiamo
solo che quell’Ilmund è a capo di un gruppo di maghi che mira ad ottenere
l’immortalità ed un potere superiore… un gruppo impegnato in studi sulla vita,
e sulla produzione di chimere…” Notai il suo volto accigliarsi, a questa
affermazione… “Sappiamo che questi studi li hanno portati a qualcosa, di cui
noi non conosciamo la natura… ma probabilmente il conseguimento di questo
‘risultato’ è ancora del tutto teorico… e penso che a questo punto possiamo
nutrire il legittimo sospetto che per passare dalla teoria alla pratica abbiano
bisogno di servirsi di te in qualche modo… che altra spiegazione potremmo dare
al modo ossessivo in cui Ilmund ti sta dando la caccia? Ormai il nostro
sospetto che volesse servirsi di te per ricattare il tuo maestro non ha
fondamento, dato che… dato quello che gli è successo…” Il tono della sua voce
scemò lievemente.
Sospirai. “Sbaglio… o hai qualche idea per la testa?”
“Mi era venuto un dubbio… dopo la visita di Ilmund alla
locanda, questa mattina…” Sollevò lo sguardo. “Cominciavo a pensare che in
realtà il Gran Maestro non volesse servirsi di te per attirare Galdiar… ma che
le cose stessero esattamente all’opposto…”
Battei le palpebre. “Cioè… che Ilmund avesse cercato con
tanta insistenza di ottenere l’obbedienza del mio maestro solo per avere uno
strumento attraverso il quale ricattarmi?”
La chimera annuì. “Vedi, questa mattina Ilmund non ha
cercato di catturarti, ma di persuaderti ad andare con lui… forse ciò che vuole
ottenere da te è una cosa che non può estorcerti, ma per cui ha bisogno della
tua collaborazione volontaria…”
“Però, quando Lina si è rifiutata di seguirlo, ha cercato
di portarla via con la forza…” La voce di Gourry giunse dalle mie spalle. Non
mi voltai ad osservarlo. Non avevo voglia di affrontare anche il suo volto, in
quel momento…
“Questo non significa nulla, Gourry…” Mi limitai a
commentare. “Può darsi che in quel momento, capendo che comunque aveva perso l’occasione
di trattare con me, si sia sentito messo alle strette e abbia pensato di
catturarmi, e pensare poi a qualche modo in cui costringermi a fare quello che
voleva… Zel potrebbe avere ragione…”
“E quindi… Galdiar -san avrebbe dovuto essere la sua risorsa
nel caso tu gli avessi negato la tua collaborazione… è così, Lina –san…?”
Chiese Amelia, in tono un po’ perplesso.
Prima che potessi intervenire a rispondere, Zelgadiss mi
precedette. “Questo è quello che pensavo… Ma in questo modo non si spiega una cosa…
perché ha fatto uccidere Galdiar dalle sue bestie…? Se ha insistito per averlo
dalla sua parte, o semplicemente per catturarlo, come mi avete detto, perché
ora questa mossa? ‘Strategicamente’ il suo è stato un atto piuttosto
incomprensibile, considerando che, dopo che le sue chimere lo avevano trovato,
avrebbe potuto semplicemente farlo prigioniero… e si sarebbe trovato in
possesso di un’arma psicologica piuttosto potente da usare contro di noi…”
Zelgadiss mi squadrò, e lo stomaco mi si strinse nuovamente. Sapevo che il mio
amico stava semplicemente, e giustamente, vista la situazione, cercando di
trovare una spiegazione razionale all’accaduto, ma il tono piatto con cui stava
trattando della morte del mio maestro… faceva su di me una certa impressione…
“Non so… cosa risponderti…” Potei semplicemente replicare.
Una mano si appoggiò gentilmente sulla mia spalla. “Forse
allora c’è qualche speranza che sia ancora vivo… la visione sul pugnale non era
chiara… non lo abbiamo visto morire… magari è stato preso prigioniero… sappiamo
solo che quelle creature si sono avventate contro di lui…”
Scossi la testa, indirizzandomi, stavolta, alla fonte
della voce… il mio amico spadaccino, che ora si trovava accanto a me, e mi
fissava con una espressione che non riuscivo a decifrare… “Non sarebbe
sopravvissuto all’attacco di un gruppo di quelle creature senza l’aiuto di
nessuno… lo hai visto anche tu… gli erano addosso… anche noi due abbiamo
combattuto contro quei mostri, sai che razza di forza possiedono…” Il tono della
mia voce scemò… nemmeno io ero convinta di quello che stavo razionalmente
spiegandogli, me ne resi conto… La speranza… la speranza… perché, con la sua
vicinanza, succedeva sempre? Perché mi sembrava sempre che in fondo le cose non
potessero far altro che andare per il verso giusto…? Forse mi ero davvero
sbagliata… forse le cose stavano davvero come aveva detto… No, no… era stupido…
non dovevo illudermi… non potevo permettermelo…
…tuttavia…
Il mio amico aggrottò le sopracciglia, con aria
visibilmente contrariata… non… non potevo sopportare anche la SUA pietà,
dannazione!!! “Che c’è?” Gli domandai, in tono a metà fra il brusco ed il
minaccioso.
Lo spadaccino mi fissò con aria grave. “Noi due… abbiamo
combattuto contro quei mostri…?”
Il mio amico schizzò indietro, evitando il brutto della
scossa elettrica… anche se notai che i suoi guanti erano lievemente
bruciacchiati…
“Lina!!! Che diavolo ti salta in mente???”
“E’ SUCCESSO POCHISSIMO TEMPO FA ACCIDENTI A TE!!!!!!!!!!!
COME FAI AD ESSERTENE GIA’ SCORDATO?????”
“E’ che… sono state giornate molto intense e… uh… poco
tempo, hai detto…? Mica ti riferisci a quelle specie di orsi che ci hanno
attaccati in quella radura, vero?”
“CHI-ME-RE!!! Sono chimere!!!!!!!!!!!! Te l’ho spiegato
una infinità di volte!!!”
“Veramente solo una…”
“E perché diavolo di QUESTO ti ricordi???” La vena sulla
mia fronte minacciava sinceramente una spettacolare esplosione… Teneva sempre a
mente solo le cose veniali…
“Scusate…” Intervenne Zel in tono a metà fra il seccato ed
il divertito. “Ci tenevo a farvi presente che se mezza Miilun non venisse a
conoscenza del fatto che ci troviamo qui sarebbe più conveniente, per noi…”
Gourry inarcò un sopracciglio. “Se preferisci evitare di
stare al centro dell’attenzione ti conviene tenerti alla larga da Lina, Zel,
questo mi sembra piuttosto evidente…” Ricevette in cambio la più gelida fra le
mie occhiate, a cui rispose con un mezzo sorriso…
Sospirai, arrendendomi. “Ad ogni modo… Il dubbio resta
irrisolto…” Commentai, una punta di amarezza nella voce… “Così come resta il
problema del come Ilmund abbia in mente di estorcermi ciò di cui ha bisogno…
sempre che le nostre ipotesi su di lui siano esatte… io sono convinta che
sappia benissimo che non accetterei una sua richiesta volontariamente… questo
forse significa che ha in mente un piano… stavolta non ci sono ‘chiavi’ che
possano costringermi a sottomettermi alla volontà di qualcuno…”
Sylphiel si morse il labbro. “A dire il vero… esistono
degli incantesimi che consentono di dirigere forzatamente le azioni dell’essere
scelto come bersaglio…”
Battei le palpebre. “Intendi la ‘Persuasione’…? Ma, per
quanto ne so, funziona solo su creature come i goblin, o comunque dalla forza
di volontà debole… no…?” Certo… a meno che non vi venisse applicata una
modifica… ma per i cosiddetti ‘incantesimi mentali’ è davvero difficile
crearne… gli equilibri in gioco nel cercare di influenzare la mente umana sono
troppo complessi…
Sylphiel scosse la testa… “Non mi riferivo a quello… mi è
venuta in mente una pratica di cui ho letto in un testo a proposito dell’Antica
Magia dei Draghi, quando ancora studiavo al tempio…” Magia… dei Draghi? Quella
branca della Magia Bianca che per gli esseri umani era andata perduta, e che
solo i più diretti sottoposti dei Re Draghi erano in grado di sfruttare? “In
realtà il suo funzionamento è piuttosto simile a quello della ‘Persuasione’… il
drago riesce ad incantare la creatura che ha di fronte facendola… innamorare di
sé…” Eh? “Chi è colpito da un incantesimo simile, generalmente, si trova ad
essere totalmente sottomesso alla volontà dell’incantatore, fino al termine
degli effetti dell’incantesimo… non credo che una magia simile possa funzionare
per creature come i demoni, ma su di un essere umano dovrebbe essere
effettivo…”
Ero… stupita… “I draghi… hanno la capacità di ricorrere ad
un incantesimo del genere…?” Certo… tutto dipendeva dall’uso che se ne faceva…
ma una formula di quel tipo certo somigliava di più alla Magia Nera che alla
Magia Bianca…
“Bé… credo che fosse una sorta i risorsa estrema, per
loro… durante la guerra contro i Mazoku… se le loro forze non erano
sufficienti, capisci… per ottenere delle truppe fedeli fra gli umani…”Rabbrividii,
impercettibilmente… la lotta per l’Equilibrio aveva generato innumerevoli
orrori, causati da entrambe le fazioni… spesso mi chiedevo se ne era valsa
davvero la pena…
“Uh… Tu… non faresti mai ricorso ad un incantesimo del
genere… vero Lina…?” Il mio amico spadaccino intervenne, con una punta di
terrore nella voce…
“MA CHE DOMANDE FAI??? Mi spieghi che razza di dubbi ti
fai venire???”
Il mio amico si grattò la punta del naso. “Niente…
niente…”
“Ma effettivamente… forse Ilmund -san non si farebbe
scrupoli a sfruttarlo, no, Lina –san?” Intervenne Amelia con un po’ di
esitazione…
“Ma Ilmund…” Replicai, lasciando cadere la discussione con
Gourry… “…Ilmund non può essere in grado di realizzare un incantesimo del
genere, no…?” Mi rivolsi a Sylphiel. “Tu hai detto… che si tratta dell’antica
magia dei draghi, giusto…? Un essere umano non potrebbe…”
Sylphiel scosse la testa. “Non so… era solo un’ipotesi… ma
forse è stato stupido pensarlo… non ci sarebbe alcun modo per…”
Al mio fianco, sentii Zel sussultare. Mi voltai verso di
lui, battendo le palpebre. “Che ti prende, Zel…?”
La chimera sollevò lo sguardo, per fissarmi negli occhi.
“Mi è venuta in mente una cosa… forse un essere umano non potrebbe pensare di
ricorrere ad un incantesimo simile… ma la creatura apparsa nella mia
visione…chi ci può testimoniare che
non ne sarebbe in grado…?” I suoi occhi si assottigliarono.
Alle sue spalle, notai Amelia rabbuiarsi… e così… ne
avevano parlato…
“Ma Zel… tu pensi che quell’essere e Ilmund… siano la stessa
persona…?” Di certo, solo sei mesi prima, non mi sarei aspettata una cosa del
genere da un uomo che avevo persino giudicato mediocre…
“Non so se le cose stiano proprio così…” Mi rispose la
chimera, in tono pratico… “Ma supponiamo che comunque quell’essere si trovi in
qualche modo agli ordini del Gran Maestro… pensa a quello che ha detto nella
Visione… ha detto che il suo obiettivo eri solo tu… forse perché il suo compito
era quello di costringerti ad agire secondo la volontà di Ilmund…”
“Il che però non spiegherebbe perché il Gran Maestro non
abbia deciso subito di servirsi di lui, invece che cercare prima di farmi
collaborare con altri mezzi…” Commentai.
L’aria del mio amico si fece pensierosa. “Già… su questo
hai ragione…”
“A meno che…” Riflettei. “Non esista qualche ragione per
cui Ilmund preferisca lasciare lo sfruttamento di quella creatura come sua
ultima risorsa… e in questo caso dobbiamo supporre anche che il Gran Maestro si
sia trovato in qualche modo costretto ad eliminare Galdiar…” Aaaaaaaah, che
pasticcio! Per quanto ci girassimo attorno, non riuscivo a trovare una sola
spiegazione che mi paresse completamente convincente…
Scossi la testa. “No… no, c’è qualcosa che non mi quadra,
qualcosa che non riesco a mettere a fuoco…”
“Anche riflettendoci sopra il problema fondamentale resta
cosa abbiamo intenzione di fare…” Giunse la voce di Gourry, al mio fianco.
“Mio… fratello… sembrava che anche lui fosse in qualche modo coinvolto in
questa faccenda… forse… dovremmo cercarlo… e parlargli…”
Volsi il viso verso di lui. Era la prima volta… che
nominava suo fratello di fronte agli altri… chissà… se era ancora convinto di
ciò che mi aveva detto di voler fare…
Il mio amico intercettò la mia occhiata… e distolse lo
sguardo.
Sospirai. “Sì, immagino che a questo punto una ‘alleanza’
ci potrebbe fare comodo… se ci scambiassimo le rispettive conoscenze forse
potremmo arrivare a qualcosa di più… Sperando che… lui… voglia collaborare con
noi…”
Gourry abbassò lo sguardo. “Lo farà… se gli spieghiamo la
gravità della situazione… penso che di fronte a questo… possa cedere un po’ al
suo orgoglio… in fondo è stato sempre lui a ripetermi… che bisogna essere
disposti a sacrificare le cose meno importanti… in nome di un bene superiore…”
Gourry… Mi chiesi… se questo fosse un rimprovero… che il mio amico rivolgeva a
se stesso…
Decisi di deviare nuovamente la conversazione. “Ma questa
non è l’unica cosa che dobbiamo fare… prima di impegnarci per scoprire altro,
dobbiamo elaborare anche un piano di battaglia contro i nostri nemici… o
continueremo ad essere braccati, senza la possibilità di approfondire le nostre
indagini…” Non potevo restare ancora con le mani in mano… Galdiar… che cosa
avrebbe pensato di me…? Che ero una buona a nulla… che non ero stata in grado
di salvarlo… e che ora non avevo nemmeno le capacità per vendicarlo…
Gli sguardi dei miei amici si concentrarono su di me. “In
che modo, Lina –san…? Non siamo nemmeno sicuri di cosa dovremo combattere…”
Chiese Amelia, inarcando un sopracciglio.
“Appunto.” Risposi, semplicemente. “Dobbiamo scoprire COSA
ci aspetta esattamente. E suppongo che nemmeno Derek sia al corrente di QUESTO…
quindi, oltre a chiedere il suo aiuto, dovremo prima ficcare un po’ il naso
nelle faccende del Concilio…”
“Ma se non sappiamo nemmeno da dove cominciare…” Fece Zel,
perplesso.
Scossi la testa. “Ci concentreremo sul luogo che avrebbe
dovuto essere al centro delle nostre indagini sin da subito. Il tempio.”
Replicai, con fermezza.
“Il tempio?” La mia affermazione sembrò risvegliare lo
stupore generale…
Mi limitai ad annuire. “Esattamente. La mia è solo
un’idea, e non posso averne la certezza, ovviamente… ma pensate un secondo al
modo in cui sei mesi fa Ilmund è stato vago ed evasivo riguardo alla faccenda
del santuario…” Rivolsi un’occhiata al mio amico spadaccino. “Gourry ed io ne
abbiamo parlato con lui, e il Gran Maestro ha fatto tutto il possibile per
convincerci che il tempio non nascondeva assolutamente nulla di interessante… e
poi, a vicenda conclusa, tutta la faccenda è stata occultata e Ilmund ha fatto
del suo meglio perché l’attenzione si concentrasse il meno possibile su quel
luogo…” Mi rivolsi ad Amelia. “Anche nel corso del Concilio, stando a quanto mi
hai detto, il Gran Maestro ha insistito sulla banalità del motivo per cui l’edificio
è andato distrutto… come se volesse distogliere l’attenzione da esso… non vi
sembra strano…? Se possiamo supporre che il Concilio si riunisse in qualche
luogo particolare per tenere le sue riunioni, allora non sarebbe tanto strano
che questo luogo fosse proprio il tempio…”
“In effetti…” Intervenne Sylphiel. “Il tempio era dedicato
a Lord of Nightmares… e, stando a quanto ci ha detto Galdiar –san, è lei che i
rappresentanti del Concilio adoravano…”
“Quindi forse… testimonianze e resti dei loro studi
potrebbero ancora trovarsi lì…” Commentò Zel.
“Però… la nostra lotta con i Signori dei Demoni lo ha
completamente distrutto…” Intervenne Amelia.
Scossi la testa. “Qualunque cosa fosse ciò che
nascondevano, è probabile che fosse custodita in un laboratorio sotterraneo, o
qualcosa del genere… in fondo, quando siamo entrati nel tempio sei mesi fa, non
abbiamo notato nulla… e quello che ci interessa deve essere piuttosto in
profondità, anche, dato che il crollo non lo ha riportato alla luce…”
“Mmm…” Fece Zel. “E c’è anche la possibilità che questo
‘qualcosa’ sia difeso da una barriera, o da qualche altra forma di protezione
magica…”
Gli rivolsi un sorriso. “Bè, questo potremo scoprirlo solo
andando a dare un’occhiata sul luogo!” Gli strizzai l’occhio.
“Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh???” Zelgadiss,
Amelia e Sylphiel scattarono contemporaneamente in piedi. “Non dirmi che hai
davvero intenzione di andarci!!!” La chimera si sbilanciò, per una, volta, in
un tono sinceramente sbalordito.
Ridacchiai. “Avaaaaaaaaaaaanti, ragazzi, dove è finito il
vostro spirito d’avventura? Non avrete intenzione di restarvene qui ad
ammuffire aspettando la prima mossa di quella combriccola di esaltati!”
“Ma Lina –san, se quello che hai detto è vero recandoci al
tempio ci andremo direttamente a cacciare nella tana del lupo!!!” Piagnucolò
Amelia.
“Lo so, lo so… ma qual è il modo migliore per distruggere
la base del nemico, se non facendolo dall’interno?” E distruggere quei pazzi
era proprio quello che avevo intenzione di fare…
Gourry, al mio fianco mi batté una mano sulla testa. “Vi
assicuro che i piani di Lina sono solitamente brutali ma efficaci!” Gli lanciai
un’occhiata e il mio amico mi rivolse un ampio sorriso. “Non abbiamo molta
altra scelta… abbiamo un’unica pista da seguire, cosa altro possiamo fare se
non impegnarci su quella?” Oh, oh, a quanto pareva la mia compagnia aveva una
cattiva influenza su di lui…
L’intervento del mio amico lasciò tutti interdetti. Quindi
Zel sospirò. “Quanto mi piacerebbe avere a che fare con persone che non
considerano solo le azioni che devono compiere ma anche le CONSEGUENZE di
quelle azioni…”
Sogghignai. “Capisco. Questo tono rassegnato significa che
vi arrendete alla NECESSITA’ di seguire il mio piano… In questo caso dovremo
sbrigarci a decidere come agire e muoverci… ” Non avevo… proprio voglia, in
quel momento, di pensare alle conseguenza, o al futuro… cercavo il più
possibile di aggrapparmi alla mia volontà di vivere per il presente… e credo
che anche per Gourry, allora, fosse esattamente la stessa cosa…
E poi… considerare il futuro con pessimismo… era il primo
passo per far sì che le previsioni negative si avverassero… non ero io la
paladina di quella filosofia…?
“Per prima cosa… sapete dove possiamo trovare Derek? Non
penso che gradirà particolarmente l’idea che siamo noi ad offrirgli
un’alleanza, ma penso che sia il caso di venire subito al punto, con lui, e di
muoverci assieme…” Mi rivolsi principalmente a Sylphiel… era arrivata con lui,
per cui supponevo che sapesse dove…
“Non credo che dovrete andare troppo lontano…”
Colti alla sprovvista, ci voltammo di scatto, verso la
fonte della voce. Per un momento mi ero aspettata di trovarmi di fronte allo
spadaccino in persona, ma dovetti constatare che chi ci aveva interrotto era una
presenza ancora meno gradita…
“Xellos!!!” Che diavolo ci faceva, ancora appresso a noi?
“Bene, bene… una splendida riunione fra vecchi amici… e
volevate escludermi… ma ho pensato che in questa storia sono apparso
decisamente troppo poco… i miei fan potrebbero aversene a male…” Il demone si
avvicinò e si sedette accanto a noi con fare noncurante ed il solito sorriso
stampato in volto.
“Oh, è ammirevole il modo in cui ti preoccupi per loro…”
Commentai in tono piatto, rivolgendogli un’occhiataccia.
Il demone mi rivolse uno sguardo ferito. “Lina… non devi
guardarmi a quel modo… penserò che tu non mi voglia qui con te… anche prima te
ne sei andata in quel modo così maleducato… ed io che ero lì mosso dagli
intenti più nobili… solo per fare un piccolo favore ad una persona…” Faceva
persino lo spiritoso?
“Oh, e immagino che ora tu sia qui perché quella stessa
persona ti ha chiesto il FAVORE di rintracciarci…” Non mutai espressione.
Il demone sollevò in aria il dito e lo agitò con aria
grave. “No, no, Lina -chan, non fraintendere… se sono qui è solo perché ADORO
la vostra compagnia… al momento la persona che ho il compito di ‘accompagnare’
sa perfettamente dove vi trovate, quindi non avrebbe senso che io mi mettessi a
cercarvi per conto suo…”
“Cosa intendi per accom…” Iniziai, ma il senso della sua
frase mi colpì all’improvviso, con la forza di un Giga Slave rilasciato da mani
avventate. “CHE SIGNIFICA ‘SA DOVE CI TROVIAMO’???” Scattai in piedi e mi
guardai intorno, come aspettandomi di veder comparire da un momento all’altro
Ilmund accompagnato da un plotone di guardie.
“Significa che non ha perso d’occhio per un attimo i
vostri movimenti… ma al momento non ha alcun motivo per intervenire… in fondo i
tempi non sono ancora maturi, ed i pericoli immediati sono stati eliminati…”
Rispose semplicemente il Mazoku, in tono pacato…
Lo squadrai, attentamente… Stava mentendo…? Perché avevo
l’impressione che non fosse così? Xel preferiva il raccontare mezze verità al
mentire… credo che lo trovasse più… ‘raffinato’… o semplicemente più
divertente…
“Se stai cercando di nuovo di farti gioco di noi…” Iniziò
Zel in tono rabbioso, rivolto al demone, precedendo la mia reazione. In tutta
risposta, Xellos gli rivolse un’espressione divertita… divertita e… vagamente
inquietante… “Quante energie negative sprigionano da te in questo momento,
mezzo uomo… ma me ne aspetto di più, in futuro… credo che non verrò deluso, in
ogni caso… chissà come potrò… essere soddisfatto meglio…” A quelle parole fissò
per un momento Amelia… la principessa osservò entrambi, visibilmente a disagio…
ma evitò deliberatamente di incontrare lo sguardo della chimera.
Credevo che Zel si sarebbe arrabbiato… ero persino
convinta che avrebbe cercato di attaccare il demone… ma il mio amico si limitò
a osservare di sfuggita Amelia e ad abbassare lo sguardo, fissando il suolo…
Eh? Ma che prendeva, a quei due? Non si erano chiariti?
Il demone, apparentemente soddisfatto, tornò a rivolgersi
a me. “L’uomo che cercate ha fiutato esattamente la vostra stessa pista… credo che
se seguirete il piano che stavate elaborando non tarderete ad incontrarlo…”
Rivolse un’occhiata a Gourry. “Che lo desideriate davvero o meno…”
Seguii il suo sguardo. Il modo in cui aveva fissato il mio
amico spadaccino non mi era piaciuto per niente… “Perché ci stai dicendo
questo?” Gli chiesi in tono cupo. “Viste le tue ‘alleanze’ credo che noi
potremmo considerarci ufficialmente nemici, ora…” Per quanto il modo in cui
dovessi considerare Xellos restasse sempre per me una grossa incognita… “Perché
dovrei credere che tu ci stia aiutando…? Anche se solo per una cosa così
semplice…”
Il demone mi rivolse quello che appariva uno sguardo
sinceramente stupito. “Noi nemici, Lina –chan? Ma come puoi pensarlo? Date le
circostanze, ti considererei piuttosto una preziosa alleata…”
I miei occhi si assottigliarono. “Alleata?”
Il demone si limitò ad annuire, mentre un sorriso che sul
volto di chiunque altro mi sarebbe sembrato il più sincero del mondo illuminò
il suo viso. “Mi assicurerò personalmente che non ti accada nulla di male, Lina
-chan…” Si sollevò in piedi, lentamente, senza distogliere lo sguardo dal mio.
“Non posso permetterlo… C’è chi… avrà sincero bisogno di te… molto presto…” Con
un gesto che mi fece sussultare, sollevò la mano e fece per avvicinarla al mio
volto… tuttavia il suo movimento si bloccò, a mezz’aria.
Seguendo lo sguardo del demone, ne scoprii la causa. Alle
mie spalle, a meno di un metro, si trovava Gourry.Nessun gesto, nessun segno di volerlo attaccare… ma fissava il
Mazoku con uno sguardo minaccioso… e teso… Non aveva nemmeno accennato ad
alzarsi, o avvicinarsi… ma le sue dite riposavano sull’elsa della sua spada…
…E stavano tremando.
Gourry aveva sempre impugnato quell’arma in tutta
sicurezza, anche nelle situazioni più pericolose… raramente lo avevo visto
abbandonare il suo atteggiamento tranquillo ed accomodante… l’autocontrollo di
un bravo spadaccino… ma ora la sua mano tremava… e il suo sguardo non si
allontanava da quello di Xellos… una minaccia… una minaccia… Gourry era una delle
persone più percettive che conoscessi…
Tornai a fissare lo sguardo su Xellos… il demone stava
sorridendo al mio amico… un sorriso sornione, ma, ne ebbi la netta impressione,
lievemente seccato… “E’ ancora presto, in fondo…” Commentò, semplicemente, prima
di ritrarre la mano.
Uhm…
“Vi conviene muovervi… non avevate un piano da portare a
termine…?” Non potei fare a meno di notare la sfumatura lievemente irritata
nella voce del demone… ma c’era anche una certa urgenza, nelle sue parole…
anche lui sembrava molto meno controllato di quanto non fosse solitamente… non
ne conoscevo il motivo, ma il mio precedente entusiasmo aveva lentamente
cominciato a scemare…
…Del resto, non avevamo una grande scelta…
“Bè, pare che neppure questa volta riusciremo a liberarci
di te…” Commentai, con una alzata di spalle. Scrollandomi la polvere di dosso,
iniziai a raccogliere le mie cose.
“A…Aspetta un attimo, Lina!” Zelgadiss, che fino a quel
momento non aveva alzato lo sguardo dal suolo, sembrò tornare improvvisamente alla
realtà. “Non dirmi che hai intenzione di seguire lo stesso il tuo piano!!! Non
lo hai capito? Ci sta incitando ad andare al tempio!” Puntò il dito contro
Xellos, senza nemmeno preoccuparsi di abbassare la voce. “Lui VUOLE che ci
rechiamo lì!!! In questo modo lo stai aiutando!!!”
Sospirando, gli rivolsi un’occhiata. “Zel, se Xellos vuole
ottenere qualcosa troverà comunque il modo per farlo… e stare con le mani in
mano ad aspettare che riesca nel suo intento non è certo il metodo migliore per
ostacolarlo…” Rivolsi un’occhiata al demone, che ora mi stava fissando con
interesse. Sostenni il suo sguardo, e gli sorrisi. “Forse cercare di servirci
gli uni dell’altro a vicenda, come abbiamo sempre fatto, non è la soluzione
ideale, ma sicuramente è la migliore fra le opzioni che ci si presentano al
momento… ed è l’unica che prevede un ruolo attivo per noi, non è così, Xel?”
Il demone mi squadrò, con un lieve sogghigno. “Acuta come
al solito, vedo… Interessante… la cosa si fa interessante…”
“Umph…” Fu il mio unico commento. Mi avvicinai a Gourry,
per raccogliere il mio mantello. Ora il mio amico sembrava essersi calmato,
anche se non aveva ancora allontanato le dita dall’elsa della spada. Continuava
a nondistogliere lo sguardo dal Mazoku
fermo, in piedi, ad aspettarci…
“Tutto bene?” Bisbigliai.
Lo spadaccino deglutì. “Non lo so, Lina…” Mi rispose, in
tono basso, per evitare di farsi sentire. Con un cenno del capo, indicò Xellos.
“Lui… non è come al solito… non so spiegare perché, ma… quando si è avvicinato
a te… ho avuto… un bruttissimo presentimento…”
Gli diedi una lieve pacca sulla spalla. “Non fare troppo
l’allarmista, cervello di medusa… o sarai ancora più distratto del normale…”
Lo spadaccino coprì la mia mano sulla spalla con la sua e
mi rivolse un mezzo sorriso, annuendo. “Non preoccuparti per me.” Commentò,
semplicemente… E uno strano calore cominciò a salire lungo il mio volto…
“Uhm… a… ad ogni modo… è il caso di muoverci, che ne
dite?” Grattandomi la punta del naso, alzai la voce, in modo che anche gli altri
potessero sentirmi, e rivolsi loro un’occhiata.
Con un sospiro, Zelgadiss annuì, imitato da Sylphiel.
Amelia si limitò ad alzarsi, senza fare commenti.
“Bene.” Rivolsi un’occhiata al cielo, attraverso una delle
fenditure nel muro della cattedrale in rovina. Cominciava ad imbrunire… “Ilmund
non avrà allentato la guardia, ma le acque dovrebbero essersi calmate, ormai…
Se sfruttiamo l’oscurità dovremmo essere in grado di rientrare in città…”
“Non penso davvero che Ilmund potrà causarvi problemi, al
riguardo… lui si è reso conto delle sue priorità, ormai… non credo che
commetterà altri errori…” Battendo le palpebre, mi rivolsi alla fonte della
voce.
“Che intendi dire, Xellos?”
“L’esame procede piuttosto bene, Lina-chan… questo,
intendo dire… Del resto io, che ti conosco così bene, avrei dovuto
aspettarmelo…”
Ancora… quella storia…
“Allora… non dovevate andare…?”
L’oscurità sembrò volerci proteggere nella nostra marcia
silenziosa fino al tempio… poche ore prima la città era stata completamente
mobilitata contro me e Zel… ed ora non si vedeva nemmeno una guardia in giro…
alle porte della città c’erano solo un paio di soldati, sonnacchiosi… forse gli
stessi che erano stati costretti a cercarci la notte prima, e che ora
faticavano a tenere gli occhi aperti… dubitavo che scavalcare le mura, come
avevamo fatto, fosse stata una soluzione necessaria… probabilmente se fossimo
passati loro sotto il naso non si sarebbero comunque accorti di noi…
Ma non era solo questo… avevamo evitato volutamente il
centro della città, solitamente traboccante di persone anche a quell’ora della
sera… ma non si vedeva davvero anima viva, in giro… era stato forse istituito
un coprifuoco? Che cosa era cambiato, rispetto al giorno prima? Nelle ore che
avevamo trascorso fuori dalla città ne eravamo rimasti completamente isolati…
cosa era successo, all’interno delle mura, nel frattempo?
“Sembra… una città fantasma…” Commentò Amelia,
stringendosi nel mantello.
“Mmm…” Fu il mio unico commento… C’era anche un’altra
faccenda che mi preoccupava… ormai Ilmund sapeva per certo che anche Amelia era
coinvolta nella faccenda… ne erano testimoni lui e le sue guardie… il
coinvolgimento del regno di Sailune poteva tornargli utile? Aveva già reso
pubblica la cosa? O intendeva servirsene come strumento per tenerci in pugno…?
Forse era per questo che non mostrava più tutta quell’urgenza di catturarci, e
non aveva più molti soldati sguinzagliati per la città… ora aveva un’arma per
controllarci…
“Non è possibile!!!” Il sussulto di Zel, alle mie spalle,
mi risvegliò dai miei pensieri.
“Cosa? Cos’è successo?” Improvvisamente allarmata, seguii
lo sguardo della chimera e stavolta toccò a me rimanere stupita.
Di fronte a noi, il tempio era già in vista, dalla sua
posizione lievemente rialzata rispetto ai vicoli che lo circondavano. I
pilastri spezzati, le macerie ammucchiate, i resti degli altari e delle tre
navate…ciò che restava delle cappelle dalle quali –notai- erano stati rimossi
gli oggetti magici che un tempo vi erano stati esposti…
Tutto questo…
…e il santuario. Completamente integro. Ancora sigillato
dall’immenso portale in legno, che un tempo aveva contenuto l’immenso potere
custodito al suo interno.
Proprio come se nulla di ciò che aveva avuto luogo sei
mesi prima fosse mai accaduto…
“E’… E’ assurdo!!! Non può essere ancora lì!!!”
“Di… di che cosa state parlando…?” Chiese Gourry, in tono
lievemente perplesso.
“Guarda di fronte a te, zuccone! Quel santuario era
completamente ridotto in macerie, sei mesi fa! Prima il colpo di Dynast, poi
l’esplosione generata dal Portale… e il crollo del resto dell’edificio, che ha
completato l’opera… Non ne restava nulla, dannazione!”
“Bé… d’accordo… ma se era così importante per lui come
dite, Ilmund avrebbe potuto farlo semplicemente ricostruire in questi mesi,
giusto?” Mi rispose il mio amico, con la consueta calma.
Aggrottai le sopracciglia. Poteva non avere tutti i torti,
però… “In così poco tempo… un santuario di quelle dimensioni completamente
ricostruito… se le cose stanno come dici tu, Gourry, allora l’interesse del
Gran Maestro per quell’edificio deve essere DAVVERO forte… perché le risorse
che ha impiegato nell’impresa non posso essere certo troppo ridotte… Mi chiedo
come abbia fatto, con anche le spese del Concilio da sostenere…”
“Ha persino ricostruito il Portale che gli fa da sigillo…”
Commentò Zel. “Forse allora le tue supposizioni non erano infondate, Lina… quel
luogo nasconde davvero qualcosa…”
Mi scostai i capelli dal viso, in un gesto elegante. “Ma è
OVVIO Zel… io ho SEMPRE ragione…” La chimera si limitò ad osservarmi, una
grossa goccia di sudore lungo la tempia, mentre…
“A dire il vero, avrei un paio di esempi che mostrerebbero
tutt’altro…” Iniziò il mio amico spadaccino.
“TU SEI QUELLO CHE HA MENO DIRITTO DI REPLICARE!!!” Gli
rivolsi un’occhiata tutt’altro che rassicurante.
Lo spadaccino mi rivolse un sogghigno. “Bè, mi sembra di
essere la persona che le tue ‘sicure ipotesi’ hanno messo nei guai più spesso…”
FORSE aveva ragione ma non era affatto CARINO dirlo a quel
modo, davanti a tutti! Non pensava al fatto che la mia ipersensibilità avrebbe
potuto esserne urtata in qualche modo?
La mia espressione si fece ancora più minacciosa…
La chimera sospirò. “PERFAVORE, voi due, finitela di
giocare all’asilo… Ora che siamo qui, dobbiamo cercare di capire se ci è
possibile entrare in quell’edificio. Sei mesi fa il sigillo protettivo non ci
ha bloccati, ma potrebbero avere utilizzato un altro incantesimo più potente,
questa volta…”
“Immagino che l’unica soluzione per voi sia avvicinarvi e
provare, giusto?” Commentò in tono lievemente divertito Xellos, dalla sua
‘comoda’ posizione su uno dei lampioni della stretta via che avevamo imboccato,
quella che una volta aveva condotto all’entrata principale del tempio… Il
demone non ci aveva mollati un secondo, da quando ci eravamo allontanati dalla
cattedrale… la sua presenza cominciava ad innervosirmi, per essere sincera…
“NESSUNO ha chiesto la tua opinione, Mazoku…” Replicò la
chimera in tono stizzito. “Sappiamo cavarcela benissimo da soli…”
Xellos si limitò a fare spallucce e bere un altro sorso
dalla tazza di tè che teneva in mano. “Cercavo solo di rendermi utile…”
Commentò, la sfumatura di sarcasmo mai assente dalla sua voce. “Incantesimi
protettivi e templi custodi dei segreti di Lord of Nightmares non sono cose con
cui degli esseri umani hanno a che fare tutti i giorni… ”
Umph… come se non ci conoscesse abbastanza bene da sapere
che noi di incantesimi…
…di incantesimi…
…Ehi, un momento!
“Ma certo!!!”
“Eh?” Tutti si voltarono a fissarmi.
“Non è detto che abbia pagato qualcuno per la
ricostruzione del santuario! E’ possibile che si tratti di un incantesimo!”
Tutti assunsero un’aria piuttosto perplessa. Fu Zel a
prendere la parola. “Ma… Lina… esiste un incantesimo del genere? Che può
ricavare un edificio completamente ricostruito da un cumulo di macerie?”
Battei le palpebre. “Mi stupisce… che sia proprio tu a
chiedermelo, Zel…” Replicai, interdetta.
La chimera parve cadere dalle nuvole. “Eh? Per quale
motivo?”
Sospirai. “Quattro anni fa, quando tu e la tua combriccola
di maleducati avete deciso di tormentare questa povera fanciulla ed il cervello
di medusa qui presente, sguinzagliandoci dietro ogni genere di bestia, una
notte per poco non avete mandato a fuoco la locanda dove dormivamo, e avete
completamente distrutto la mia camera…”
“Veramente sei stata tu a lanciare una Palla di Fuoco al
suo interno…” Osservò Gourry, in tono pacato.
Gli riservai una gomitata. Si ricordava sempre solo dei
dettagli…
“AD OGNI MODO… In quell’occasione Rezo si è intromesso nel
combattimento fingendosi nostro alleato, e dopo aver fatto allontanare i tuoi
compagni ha lanciato un incantesimo che mi ha restituito la camera
completamente intatta… Non so esattamente come ci sia riuscito… se la abbia
semplicemente ricostruita o se piuttosto sia riuscito a trovare un modo per
riportare indietro il tempo, solo per essa… ma chi ha restituito la sua
integrità al tempio potrebbe essersi servito dello stesso metodo…”
A giudicare dall’espressione della chimera, la mia
supposizione non gli giunse particolarmente gradita… “Io non avevo idea… che
Rezo possedesse un potere del genere…Quell’uomo… non mi ha mai detto molto, di sé…” Uh… forse Zel sospettava
che Rezo avrebbe potuto fare anche qualcosa per il suo aspetto da chimera, con
un incantesimo del genere… avevo i miei dubbi che fosse possibile… decisi
comunque che non era il caso di sollevare la questione, e inasprire gli animi,
in quel momento…
“Ma… Lina -san… se quel che dici è vero…”
Mi volsi verso Sylphiel, annuendo. “Già. Quell’incantesimo
non è Magia Bianca delle più comuni. Si tratta di un livello molto avanzato… se
fosse stato davvero utilizzato per il santuario significherebbe che rischiamo
di trovarci di fronte a qualcuno potente almeno quanto Rezo…”
La sacerdotessa deglutì, l’espressione tesa… non aveva
tutti i torti… probabilmente l’immagine del Monaco Rosso non le evocava ricordi
piacevoli… in più… stavolta non c’erano spade sacre ad aiutarci…
“Ma allora… allora Lina –san… forse è il caso di…”
“Proviamo a dividerci e a fare il giro dell’edificio…
Forse troveremo una entrata…” Non le permisi di finire. Capivo come si sentiva,
ma a quel punto non aveva più alcun senso tirarsi indietro… ormai c’eravamo
dentro fino al collo…
I miei amici annuirono, e Sylphiel li imitò, con un sospiro.
Mi diressi verso il lato Est, attenta a non perdere l’equilibrio sulle macerie,
tenendo costantemente d’occhio le ombre che risalivano i vicoli attorno a noi,
addensandosi sulla costruzione… Di Derek, nessuna traccia… Forse Xellos si era
sbagliato… o forse il cavaliere aveva già trovato il modo per entrare… Mi
chiedevo che cosa avremmo trovato, poi, in quel vecchio edificio… forse aveva
più senso cercare fra i resti del tempio… una botola, o qualche entrata per un
laboratorio sotterraneo… chi ci assicurava che Ilmund avesse scelto proprio il
santuario come accesso alla luogo di raduno del ‘Concilio’? Certo, però… quella
ricostruzione frettolosa…
“Ehi, Lina… Vieni un po’ a dare un’occhiata…” Fui
richiamata alla realtà dalla voce di Zel, che si trovava a non grande distanza
da me, di fronte all’entrata principale…
Mi avvicinai, curiosa. “Che c’è, Zel? Hai trovato un modo
per aprire il portale?” Mi pareva strano che fosse stato tutto così semplice…
Il mio amico scosse la testa, spegnendo immediatamente le
mie speranze. “No, purtroppo… Ho provato a girare la maniglia, e anche a
forzare la serratura, ma è completamente sigillato…” E ti pareva… “Però,
guarda…” Sollevò il volto, verso il massiccio ebano decorato… “Tu ti ricordavi
di quei segni?”
Battendo le palpebre, seguii il suo sguardo. Nella parte
più alta del Portale, poco al di sotto dello stipite, il legno era stato
inciso… delle specie di ideogrammi, dal significato a me ignoto… Non sembravano
rune protettive… Ma non capivo di che cosa si trattasse… “No, ricordo bene…
l’altra volta non c’era niente di simile…” Mordendomi il labbro, mi avvicinai e
diedi una lieve spinta al portale… forse quelle cose erano incantate… pensavo
che magari…avrebbero reagito alla mia magia nera, o qualcosa del genere…ma
purtroppo, niente da fare…
“Hai idea di che cosa possano essere…?”
Scossi la testa. “Non si tratta di nessun alfabeto che io
conosca…” Mi strofinai nervosamente il mento con l’indice, riflettendo… “Non
riesco nemmeno a capire se si tratti di lingua della Magia, o di un linguaggio
parlato da una delle razze del nostro pianeta… Potrebbe essere una delle
antiche lingue dei draghi, o degli elfi… non saprei… Ma forse gli altri…” Mi
guardai attorno, alla ricerca del resto del gruppo.
Zelgadiss si accigliò. “Credo che siano sul retro
dell’edificio. “Gourry e Sylphiel si sono allontanati in quella direzione,
quando ci siamo separati… Amelia non ha detto nulla, ma suppongo che li abbia
seguiti, dato che l’alternativa sarebbe stata rimanere con me…”
Inarcai un sopracciglio, fissando lo sguardo su di lui…
“Ne avete parlato, è questo il problema…” Non si trattava di una domanda.
Il mio amico si limitò ad annuire, distogliendo lo
sguardo… improvvisamente parve molto interessato alle decorazioni del legno del
Portale….
“Come ha reagito?” Premetti, cercando di ottenere qualche
informazione in più… Sinceramente, mi sentivo una stupida a fare troppe
domande… ma continuare a vedere quello zuccone fare la vittima silenziosa non
era un granché, come prospettiva…
Il mio amico sorrise, di un sorriso amaro. “Ha reagito nel
modo più prevedibile… dovevo capirlo che sarebbe stata la goccia in grado di
far traboccare il vaso…”
Battei le palpebre. “Intendi dire che si è arrabbiata?”
La chimera tornò a guardarmi. “Tu che cosa ne pensi? E’ da
stamattina che non mi parla, e fatica persino a guardarmi negli occhi…”
Mi accigliai. “Non sarà che sei stato brusco, come tuo
solito? C’è modo e modo di dire le cose…”
Il mio amico si fece pensieroso. “Ho cercato… di usare il
maggiore tatto possibile… ma forse era ovvio che sarebbe andata così… tu come
reagiresti se una persona a cui tieni ti dicesse che sarebbe disposta ad
ucciderti per il suo tornaconto?” Mi lanciò una breve, penetrante occhiata…
Non seppi cosa rispondere, e potei solo tornare a fissare
il portone, un moto d’irritazione che risaliva sin dal mio stomaco, pronto ad
offuscare la mia capacità di riflettere. In quel momento quel pezzo di legno mi
appariva come l’ostacolo insormontabile che ci separava dalla soluzione di
tutti i nostri problemi…
“Forse ha solo bisogno di essere lasciata in pace e di
riflettere per un po’…” Conclusi, in tono un po’ brusco, cercando di evitare
che il mio stato d’animo trapelasse dalla mia voce.
Lo sguardo del mio amico si fece cupo… più cupo di come
fossi abituata a vederlo… “Forse… o forse ha intenzione di non avere più nulla
a che fare con me…” I suoi pugni si chiusero e si riaprirono, nervosamente.
“Però, chissà… magari… magari in questo frangente sarebbe la soluzione
migliore…”
Fissai su di lui uno sguardo stavolta evidentemente
seccato. “Sei IMPOSSIBILE, lo sai?”
Quanto lo detestavo quando si metteva a fare il
disfattista! Quanto detestavo il suo continuo tornare sulle decisioni! Era ora
che qualcuno gli insegnasse a darsi una mossa, dannazione! Come pretendeva di
ottenere quello che desiderava, se non faceva altro che lamentarsi?
Indietreggiando lievemente, protesi le mani di fronte a me, mentre una formula
risaliva velocemente alle mie labbra…
“E… ehi, Lina, aspetta un secondo, che cos’hai intenzione
di fare???”
Ignorando completamente la sua domanda, lasciai fluire in
me la magia e… “Palla di fuoco!” Recitai. In un lampo luminoso, il mio
incantesimo si abbatté sul portale in legno, sollevando una nuvola di polvere
e… lasciando il nostro massiccio ostacolo senza nemmeno un graffio, intatto.
“Uff… me lo aspettavo…”
“Li… Lina, ma sei impazzita??? Vuoi farmi venire un
colpo???” La chimera passò immediatamente dalla difensiva all’offensiva… ehi…
aveva creduto davvero che mirassi a lui…? Grazie tante per la fiducia…
Chissà perché la gente pensa sempre certe cose di me…
Ehm…
“Suvvia, Zel…” Gli strizzai l’occhio. “Preferisco non
sfogare le mie frustrazioni sui miei compagni di viaggio, se non è strettamente
necessario… Per quanto penso che tu abbia capito PERCHE’ avrei potuto decidere
di sceglierti come mio bersaglio…” Il mio amico ammutolì a questa affermazione,
e abbassò lo sguardo. “Risolveremo anche questa faccenda, quindi smettila di
piangerti addosso…” Cercai di assumere un tono conciliante, anche se ciò che ottenni
in cambio fu solo un’occhiata torva… La ignorai. Volevo parlare con Amelia, e
sentire la sua versione dei fatti… quello che aveva detto Zel mi lasciava
qualche dubbio… in quel momento, però, dovevamo risolvere problemi più urgenti…
Non potevamo farci sorprendere dal giorno in quel luogo, senza aver risolto
nulla… anche se Ilmund sembrava aver allentato la guardia, era troppo
pericoloso…
“Ora, però, c’è un’altra questione che dobbiamo
risolvere…” Rivolsi un’occhiata al santuario che si ergeva, sfidandoci, nella
notte. “E’ come pensavo…” Aggiunsi semplicemente, con un sospiro. “Rimettendo
in piedi il tempio, hanno ripristinato l’incantesimo protettivo che proteggeva
l’edificio prima che lo scorrere del tempo gli facesse perdere gran parte della
sua efficacia…”
Alla mia affermazione, l’attenzione della chimera venne
subito risvegliata. “Tu dici? Quindi secondo te l’incantesimo degli elfi e
degli umani è ritornato attivo?” I suoi occhi si assottigliarono. “Se è come
dici tu, allora devono aver veramente usato la Magia per far risorgere questo
luogo dalle ceneri…”
Annuii. “La mia è solo un’ipotesi… Magari si tratta di uno
scudo qualsiasi… ma ha resistito alla mia Piromanzia, quindi è certo che la
persona che lo ha lanciato possiede dei poteri fuori dal comune…”
Una goccia di sudore scese lungo la sua tempia. “Uh…
modesta come sempre, eh?”
“Che cosa vorresti…”
“Ragazzi!!!” Evidentemente attirati dal suono
dell’esplosione, Gourry e gli altri sbucarono da dietro la parete del tempio,
ansimanti… muoversi di corsa fra le macerie non doveva essere una cosa
semplice…
“E’ tutto a posto? Lina –san, Zelgadiss –san? Abbiamo
sentito che veniva scagliato un incantesimo…” Sylphiel appariva piuttosto
pallida, e nervosa. Al contrario Xellos, alle sue spalle, aveva l’aria di chi
si sta divertendo un mondo…
Le rivolsi un sorriso. “E’ tutto a posto. Stavamo solo
cercando di aprire il portale… con scarsi risultati, come vedete…”
“Avrei dovuto immaginarlo che era una delle tue trovate…
ed io che mi preoccupavo…” Commentò Gourry, con l’aria di aver passato i due
minuti più brutti della sua esistenza…
Ridacchiai. “Mi dispiace, mi dispiace, avrei dovuto
avvisare…” Agitai la mano, per rassicurarlo. “Voi avete trovato niente?”
I miei compagni scossero la testa, all’unisono. “Mura
spesse di pietra… nient’altro…” Osservò Amelia. “Pare che questa sia l’unica
entrata possibile…
Mi accigliai, tornando a fissare la mia attenzione sulla
nostra ‘gatta da pelare’… “Bene, abbiamo appurato che la magia non è efficace…
ma quando in un posto viene messa una porta di solito lo si fa perché la si
possa aprire, giusto?” Mi avvicinai, studiando la grossa maniglia e la
serratura, chiedendomi fugacemente se la mano di uno scassinatore un po’ più
abile di noi sarebbe bastata… Forse c’era anche qualche trappola, chi poteva
saperlo…? Anche se l’incantesimo di per sé pareva più che sufficiente…
Però…
Il mio sguardo cadde nuovamente sui segni che sovrastavano
l’entrata. “E se si trattasse di un codice?” Commentai, rivolgendomi più a me
stessa che agli altri… “Magari è proprio la chiave per spezzare la magia che
protegge questo posto dagli intrusi…”
Amelia, al mio fianco assunse un’aria perplessa. “Ma
scusa, Lina -san… che senso avrebbe porre un incantesimo di protezione su una
porta per evitare che la gente entri, e poi mettere in bella vista il modo per
rendere tutta la fatica vana…?”
Le lanciai un’occhiata, passandomi la mano sulla nuca,
nervosamente… “Può darsi che solo le persone a cui è consentito l’accesso siano
in possesso della chiave per decifrare il codice…” Replicai. “Però hai ragione,
il fatto che lascino la possibilità a chiunque di tentare l’entrata è un po’
strano… forse… mi sono sbagliata…”
“Lina…” Richiamata alla realtà, volsi lo sguardo verso
Gourry, che ora fissava con aria perplessa la parete di pietra che ci
sovrastava… “Lassù…” Mi segnalò il mio amico. “Sopra lo stipite… non sono delle
altre scritte…?” Seguii l’indicazione dello spadaccino con lo sguardo… e le
notai. La luna era uscita dalla trappola di nubi che la aveva celata sino ad allora,
per rivelarci le sottili incisioni, che erano apparse quasi del tutto nascoste,
dal basso del luogo in cui ci trovavamo… fortunatamente la vista di Gourry era
buona come sempre…
“Sembra lo stesso alfabeto delle iscrizioni più in basso…
ma è un’incisione piuttosto breve… mi chiedo perché sia separata dalle altre…”
“Forse è una specie di titolo… o qualcosa del genere…”
Azzardò la sacerdotessa, al mio fianco.
Un titolo… un titolo… che senso avrebbe avuto scrivere un
titolo per un’iscrizione che praticamente nessuno era in grado di comprendere…?
A meno che… ma no, era una soluzione troppo banale…
…tuttavia…
…quei segni…
“Forse ho capito!”
Mi misi a cercare furiosamente in mezzo alle mie borse,
finché non trovai la penna d’oca, ed una delle pergamene di cui mi servivo
talvolta per ricopiare gli incantesimi… Gettatami a sedere, fra gli sguardi
perplessi dei miei amici, presi a ricopiare con attenzione i segni che si
trovavano al di sopra degli altri, assegnando a ciascuno il corrispondente che
immaginavo… Quindi feci il raffronto e… calzava perfettamente! Sembrava
studiato apposta per essere compreso!
Frasi sensate… non poteva essere una corrispondenza
casuale!!!
“Una soluzione così banale!!!” Sbottai, incredula.
“Lina…?” Gourry si sporse dalle mie spalle, per leggere
quello che avevo trascritto… Non c’erano spazi fra le diverse parole, ma la
frase era ormai ricostruibile… “Ma… Lina… hai decodificato quelle iscrizioni!!!
E’ così, vero???”
Mi massaggiai la tempia, sospirando. “Così pare…”
Il potere unito delle razze l’ha creato… un potere
unito potrà distruggerlo.
Questa, la semplice scritta che aveva sbarrato la nostra
marcia, fino ad allora…
Il mio amico spadaccino mi prese il foglio di mano e lo
fissò per un momento, perplesso, mentre gli altri lo accerchiavano per riuscire
a vedere. “Ma… che significa, scusa?” Mi fissò, interdetto.
“Bé… penso che intenda dire che bisogna combinare i poteri
delle tre forme di Magia fondamentali, per abbattere questo ostacolo…” Indicai
il portone, con un’alzata di spalle… “In fondo, avremmo potuto arrivarci anche
senza decifrare la scritta…”
La chimera fissò lo sguardo su di me. “Ma si può sapere
come hai fatto…?”
Feci nuovamente spallucce… “Un trucchetto, nient’altro che
questo… Guarda lassù… sotto alcuni dei segni ci sono delle piccolissime
incisioni… in numero diverso, per ogni segno diverso… se confronti la mia
scritta con quegli ideogrammi ti renderai conto che ad ognuno di essi
corrisponde una lettera nell’alfabeto della lingua comune… e se confronti gli
ideogrammi marcati dai segnetti potrai notare che il numero di quelle piccole
incisioni corrisponde al numero ordinale che si può assegnare alla lettera
dell’alfabeto che ho scelto per trascriverlo, se le si conta dalla prima
all’ultima… E’ una soluzione davvero banale… sinceramente mi aspettavo qualcosa
di più dai nostri fantomatici ‘nemici invincibili’…”
“Sarà anche banale, ma mi chiedo come ha fatto a venirti
in mente una cosa del genere…” Fece il mio amico spadaccino, con l’aria sempre
più spaesata.
Gli sorrisi. “Vedi l’iscrizione che sovrasta tutte le
altre? Sono solo sei segni… a che altro vocabolo poteva corrispondere la chiave
dell’indovinello, se non alla parola ‘chiave’ stessa?” Gli strizzai l’occhio.
“Per fortuna osservando la scritta mi è venuta in mente questa ipotesi… così ho
confrontato segni e tratti indicatori… e dopo aver visto che la mia idea poteva
funzionare, la frase sottostante è venuta fuori, come bere un bicchier
d’acqua…” Gli strizzai l’occhio.
Il mio amico mi batté gentilmente la mano sulla testa.
“Bé, non ho compreso i particolari della spiegazione, ma a quanto pare è stata
un’ottima idea…”
Lasciai morire fra i denti il mio commento sul rapporto
esistente fra lo spadaccino e la parola ‘comprensione’… non era il momento…
La chimera si grattò la testa, tossicchiando. “Bé… bene…
Dato che a quanto pare i nostri problemi sono risolti non ha molto senso
restarsene qui fermi a prendere freddo… Penso proprio che dovremmo…” Si volse
verso Amelia e d’improvviso la sua voce scemò… “Uhm… penso che dovremmo
collaborare… come ha detto Lina…” Non la guardò negli occhi. La Principessa,
dal canto suo, non fece il minimo sforzo di incontrare il suo sguardo.
Sospirai. “Non so se vada bene qualsiasi incantesimo… per
spezzare uno scudo suppongo che serva qualcosa di offensivo…” Sollevai lo
sguardo verso Sylphiel. “Forse è meglio se lasci fare Amelia… la tua specialità
sono gli incantesimi di difesa, giusto?” Dragon Slave a parte…
La sacerdotessa mi sorrise, e annuì. “Sono d’accordo, Lina
–san…” Tirando lievemente Gourry per la manica, lo trascinò con sé lontano
dalla traiettoria dei nostri incantesimi.
“Oh, finalmente… Pensavo che avremmo fatto l’alba, prima
che tu trovassi la soluzione, Lina…” Xellos se ne stava tranquillamente seduto
sulla cima di un pilastro spezzato, osservando in silenzio con l’attenzione di
chi assiste ad uno spetttacolo di marionette…
Gli riservai la peggiore delle mie occhiate. “Tu sapevi
fin dall’inizio come avremmo dovuto fare per entrare, giusto?”
Il Mazoku scosse veementemente la testa, con apparente
sincerità. “Oh, non ne avevo la più pallida idea… Sarò anche un demone, ma non
potevo essere contemporaneamente con voi e qui, nel momento in cui è stato
lanciato l’incantesimo, ti pare?”
Si trovava… con noi…? Voleva dire che lo scudo… era stato
innalzato quella notte stessa…? E… per quale motivo…?
“E poi…” Proseguì. “… non avevo alcun bisogno di conoscere
il modo per entrare… sapevo già per certo che tu saresti riuscita a scoprirlo…”
Sogghignò lievemente. Che intendeva dire…? Mi stava prendendo in giro…?
“E… e in che modo…?”
Il demone agitò l’indice a mezz’aria, interrompendomi…
“No, no, Lina –chan… mentre perdiamo tempo a parlare, i minuti passano…”
“Umph…” Fu la mia, seccata, risposta. Per una volta, aveva
ragione lui…
“Muoviamoci…” Intimai semplicemente agli altri, portandomi
esattamente di fronte alla costruzione…
Zelgadiss lanciò un’occhiata nervosa al demone e mi si
affiancò. La principessa lo imitò, con un sospiro.
“Pensi di usare il Ra Tilt, Amelia?” Inclinai lievemente
la testa verso di lei, guardandola da sopra la spalla. La mia amica annuì. “E’
un incantesimo che attacca sul piano spirituale… dovrebbe andare, per uno
scudo…” Annuii. Per quel che mi riguardava, sapevo perfettamente di che cosa
servirmi… una lama in grado di tagliare anche la barriera fra le dimensioni…
Magia Nera, che traeva la sua fonte direttamente dall’energia magica
fondamentale, la signora di tutti gli incantesimi… Cosa meglio del Laguna Blade
poteva servire allo scopo? Non avevo bisogno di riporvi tutte le mie forze… il
bersaglio era fermo, avevo l’appoggio degli altri… avrebbe funzionato… DOVEVA
farlo…
Sommessamente, iniziammo tutti e tre a recitare. Pochi
istanti, e l’energia fluiva nei nostri corpi, premendo per essere liberata. Un
breve cenno d’intesa, e i tre flussi vennero rilasciati dalle nostre mani,
contemporaneamente. Andarono ad incontrarsi, con un sommesso fischio, per poi
abbattersi sotto forma di onda d’urto dalle notevoli proporzioni, sul portale.
Per un momento, la luce acceante ci impedì totalmente la vista…
“Ce… Ce l’abbiamo fatta…?” Chiese Amelia, interdetta,
qualche secondo dopo l’impatto. Ancora diversi istanti dopo l’impatto, era
quasi impossibile vedere ad un palmo dal naso…
“Non saprei…” Aguzzai la vista, per cercare di intravedere
qualcosa, al di là della coltre di polvere che si era sollevata dalle macerie.
Mi sembrava di scorgere il portale, ma… era ancora chiuso…?
Gourry si avvicinò alle nostre spalle, avanzando dalla sua
posizione riparata. Fissando lo sguardo sulla grossa nube mi imitò, cercando di
capire se il nostro piano aveva avuto successo. Alla sua vista bastarono pochi
secondi, fortunatamente…
…Probabilmente furono proprio quegli istanti a salvarci la
vita…
“Giù!!!” Si limitò a gridare il mio amico. Senza lasciarmi
il tempo di capire che cosa stesse succedendo si gettò su di me, trascinandomi,
con sé, a terra. E dopo pochi secondi, il boato. E l’inferno. Una imponente
fiammata si sprigionò sino al punto in cui pochi secondi prima mi ero trovata,
e l’esplosione fu tanto luminosa che in un primo momento pensai che avesse
coinvolto l’intero santuario… Rimasi sinceramente stupita quando vidi che solo
il portale di legno ne aveva subito le conseguenze, riducendosi ad un cumulo di
cenere alla mercé del vento freddo di Miilun…
Semi accecata dal fumo e dalla polvere, mi ci volle
qualche secondo per riuscire ad imporre ai miei occhi di cessare di lacrimare…
e desistetti ben presto dal tentativo di smettere di tossire…
“Lina… tutto a posto…?” Due occhi azzurri, segnati di
preoccupazione, si pararono fra me ed il cielo stellato, che cominciava a
raffiorare, sfidando gli effetti della nostra, umana, magia…
Potei solo annuire, fra i sussulti della tosse. Il mio
amico mi aiutò a rimettermi a rimettermi a sedere, e mi sorresse per qualche
istante, mentre gli spasmi si calmavano, continuando a farmi da scudo dal fuoco
che ancora divampava…
“Oh!” Come richiamata alla realtà, Sylphiel si fece
avanti. Estratta un piccola bottiglietta da una della tasche del suo mantello,
ne sparse il contenuto attorno a sé, recitando sommessamente una formula. Nel
giro di pochi istanti, una lieve pioggerellina cominciò a battere, quieta ma
insistente, sulle nostre teste, e in qualche minuto gli ultimi residui di
fiamma si erano ormai estinti…
“State tutti bene?” Chiese poi, fissando preoccupata la
schiena di Gourry. Solo allora me ne accorsi. La tunica blu che era solito
indossare era lisa e bruciata e al di sotto di essa vi erano segni di
scottature…
Vi feci scorrere le dita sopra, e pur, cercando di essere
il più delicata possibile, trassi un lieve sussulto dal mio amico. Fu solo un
istante, però. Il mio Recovery ebbe quasi immediatamente effetto…
“Mi spiace…” Sussurrai. Presi una ciocca dei suoi capelli
fra le mani. Le punte erano bruciacchiate e un’improvvisa eclissi sembrava
avere oscurato il loro consueto color del sole… Non potei fare a meno di
ridacchiare… “Se i tuoi capelli potessero odiarmi, penso proprio che lo
farebbero… è la seconda volta che li riduci così per difendermi…”
Il mio amico ridacchiò a sua volta, rilassandosi al mio
tocco. “Bé, suppongo che in ogni caso dovranno addattarsi a ciò che ne pensa il
loro padrone…” Mi passò una mano lieve fra i capelli. Gli sorrisi per un
momento, per tornare a rivolgere l’attenzione allo scenario che mi circondava…
“Amelia, Zel… state bene?” I miei due amici si trovavano
ad una certa distanza da noi al di della linea lasciata sul terreno dalla
fiammata che ci aveva mancati per un soffio. Osservavano l’entrata buia dove un
tempo si imponeva il grosso portone, ancora, evidentemente, piuttosto scossi…
Zel mi lanciò un’occhiata. “Credo… credo di sì… un bello
scherzetto per i curiosi, non c’è che dire…” Lanciò un’occhiata alle sua
spalle. “Amelia… Amelia, è tutto ok?” Protese la mano per aiutarla ad alzarsi,
ma la mia amica la rifiutò, seppure non bruscamente. Annuì, semplicemente. “Sto
bene, Zel…”
Zel… quando aveva voluto prendere le distanze da lui,
anche dopo quello che era accaduto sei mesi prima, Amelia era sempre stata
solita proteggersi dietro a quel titolo onorifico che la buona educazione di
corte le aveva insegnato a non omettere mai… ma non ora…
…avevo l’impressione che Zelgadiss si fosse sbagliato,
riguardo al suo atteggiamento…
La chimera ritrasse la mano, l’espressione indecifrabile.
“Ad ogni modo…” Iniziò, in tono piatto. “Dovremmo muoverci… di questa
esplosione deve essersi per forza resa conto l’intera città…” Si accigliò. “Non
riesco ad interpretare le intenzioni di Ilmund, ma se si trova ancora sulle
nostre tracce, questo è di sicuro un segnale piuttosto chiaro della nostra
presenza…”
Annuii. “Diamo un’occhiata veloce al santuario e se non
troviamo nulla sbrighiamoci a togliere il disturbo…” Concordai.
Mi rialzai, un po’ barcollante. L’entrata ora era buia, e
silenziosa… C’erano altre trappole ad attenderci…? Mi avvicinai cautamente,
mentre Gourry, alle mie spalle, estraeva la spada. Tutto tranquillo… forse
potevamo azzardarci ad entrare…
Mossi un passo sul pavimento di pietra. Niente. A quanto
pareva, l’incaricato alla protezione di quel luogo doveva aver ritenuto
sufficiente quella simpatica sorpresa, all’entrata, per scoraggiare gli
intrusi…
Tuttavia, era sempre meglio essere prudenti…
“Cerchiamo di procedere con metodo… Gourry… tu hai
un’ottima vista… prova a dare un’occhiata alla zona dell’altare…” La grande
sala era tutta scarsamente illuminata… Le fenditure nelle pareti erano
minuscole e poco numerose, tanto che dall’esterno c’era stato impossibile
notarle… sembrava che nessuno avesse messo piede in quel luogo da mesi… la
polvere ricopriva tutto di un velo impenetrabile, e il disordine regnava
sovrano… l’altare, che nella nostra prima spedizione in quel luogo, sei mesi
prima, non ricordavo di aver notato, si trovava in fondo alla sala, in una
posizione particolarmente ombreggiata… “Sylphiel, perlustra i pavimenti… Zel,
Amelia ed io ci occuperemo delle pareti… immagino che dovremmo aspettarci di
trovare una leva, una apertura segreta, o qualcosa del genere…”
I miei compagni annuirono, all’unisono, e la nostra
ricerca cominciò. Perlustrammo l’enorme stanza per quelle che sembrarono ore…
con l’ansia continua di essere sorpresi dalle truppe di Ilmund, e catturati…
Ad ogni minuto che passava, mi sentivo più stupida… con
che cosa potevamo pensare di combattere il Concilio… con le ragnatele? Perché a
quanto pareva in quel luogo non avremmo trovato molto altro…
“Che cosa abbiamo fatto di male, per trovarci in questa
situazione…?” Sentii Amelia commentare, in un moto di esasperazione, quando
inciampò per l’ennesima volta nel gradino che conduceva alla piccola cappella
laterale, ricolma di oggetti ammassati, nostra ultima speranza di trovare
qualcosa, per quel che riguardava la parete ovest del santuario…
“Ho già perlustrato quella parte Amelia…” La avvertii.
“Lo so, ma qui è così pieno di roba che potrebbe esserti
sfuggito qualco… ooooooooh, accidenti!!!” La afferrai al volo, per il mantello,
prima che il suo stomaco andasse a piantarsi contro l’estremità appuntita di un
candelabro… a dire la verità il mio rimedio non risultò particolarmente piacevole…
per dirla tutta, rischiai quasi di strozzarla… ma immaginavo che in quel caso
il fine giustificasse i mezzi…
“Lina -san!” Protestò la mia amica, passandosi la mano sul
collo, dove l’attaccatura del mantello aveva lasciato un profondo solco rosso.
“Stai cercando di uccidermi, per caso???”
Sospirai. “Veramente ci stavi già riuscendo benissimo da
sola… Cerca di fare più attenzione, perfavore, non ci tengo a vederti infilzata
come uno spiedino…”
La mia amica mi lanciò un’occhiata un po’ ferita. “Hai…
hai ragione, scusami… è solo… che sono un po’ nervosa…”
Restai ferma a fissarla per un momento… potevo immaginare
ciò che la rendeva nervosa… ora … c’erano tanti modi pieni di tatto per
intavolare la discussione…
“E’ perché Zel ti ha detto tutto, giusto?”
Ecco. Ci SAREBBERO STATI tanti modi pieni di tatto per
intavolare la discussione… ma io non riuscii che ad essere diretta, come
sempre…
La mia amica fissò su di me uno sguardo un po’ stupito.
“Parli… parli di… Tu sai tutto, Lina –san…?”
Oh… ehm… a quanto pareva Zel non le aveva detto di
avermelo raccontato…
Potei solo grattarmi la punta del naso, annuendo… “Bé…
ieri notte… quando siamo fuggiti… a dire il vero lo ho quasi costretto a
parlarmene…”
La principessa ammutolì per qualche istante, mettendomi un
po’ a disagio… le aveva… dato fastidio…?
“Amelia…”
“Avrei dovuto immaginarlo…” Mi interruppe. “Mi sembrava
strano che fosse stato lui a prendere l’iniziativa e parlarmene…”
Si volse verso di me… Mi aspettavo uno sguardo arrabbiato,
o freddo… invece, ciò che dovetti affrontare, fu solo una pesante, disarmante
tristezza… “Non credo che questo sia ciò che si può chiamare giusto, eh, Lina
–san…? Il fatto che ci sia la possibilità per lui di essere sottoposto ad una
scelta del genere… e il fatto che lui stesso ammetta di non avere la completa
certezza di ciò che più profondamente desidera… Questo non è il genere di
storie che leggevo sui miei libri di cavalieri e dame, da piccola… lì tutti
avevano perfetta coscienza del proprio ruolo… tutto ciò di cui il bel principe
doveva preoccuparsi era votarsi alla propria amata…” Abbassò lo sguardo…
Mi avvicinai a lei, in modo da vederla in volto. “Tu… Ce l’hai con lui… ora… Amelia…? Ora
che sai la verità…”
La mia amica esitò un momento… quindi scosse la testa, con
una certa sicurezza. “In fondo non penso… che dipenda da lui… Non credo di
certo… che gioisca all’idea di farmi del male…” Evitò di guardarmi negli occhi,
apparentemente improvvisamente interessata alla nuda pietra che le si trovava
di fronte… “Lui… è tornato umano, in quel luogo… in quel… Confine, o come lo ha
chiamato… seppure solo per brevissimo tempo… ha raggiunto l’obiettivo che sta
inseguendo da così tanto tempo… Mi fa una strana impressione pensarlo… mi
chiedo… quando si è sentito più felice… se in quei brevi momenti… o nella notte
che ha passato a Sailune, con me, prima di partire per quelle terre… me lo
chiedo costantemente, da quando abbiamo parlato, questa mattina… perché la
risposta… la risposta significherebbe…” Si interruppe, deglutendo… ebbi l’impressione
che stesse lottando per evitare le lacrime…
Mi dispiaceva vederla così… ma che cosa potevo dire per
confortarla…? Conoscevo Zelgadiss quanto lei… cercare di rassicurarla a tutti i
costi, ‘indorarle la pillola’, sarebbe stata solo un’offesa alla sua
sensibilità…
“Non hai un’idea…? Non pensi di sapere che cosa Zel
sceglierebbe…?” Nemmeno io riuscivo a dare una risposta a quella domanda,
allora… sapevo che solo il fatto che il dubbio lo attraversasse, ora, poteva
non essere del tutto gradevole, per Amelia… ma il nostro amico teneva a noi…
teneva ad Amelia… potevo veramente pensare che la sua mente sarebbe stata tanto
catturata dalla sua ossessione da fargli scordare i quattro anni da amico, al
nostro fianco…?
La principessa annuì. “Io mi fido di lui, Lina –san… è
quello che ho detto anche a lui… e lo ripeto a te, ora… forse… forse è vero…
forse avevo un’immagine un po’ idealizzata di Zel, inizialmente… per molti
apsetti ho dovuto rivedere quello che pensavo, ho dovuto rifare i miei conti…
ma la mia opinione fondamentale su di lui non cambia, Lina –san… lo amo…”
Deglutii… c’è chi… non sarebbe stato capace… di ammettere i propri sentimenti
tanto facilmente… “…lo amo perché anche se è una persona solitaria, ma sente
profondamente il legame con le persone a cui tiene… e lo amo anche perché so
che in fondo è una persona leale… nonostante il suo aspetto scontroso… sono
tante le occasioni in cui ce lo ha dimostrato, tante le occasioni in cui ho
avuto modo di accorgermene… Non riesco a credere che ci tradirà, Lina… non ce
la faccio… quando gli ho parlato in questo modo mi ha risposto che se lo
aspettava… che non dovevo comportarmi da ingenua, o la gente si sarebbe
approffittata di me… ma io non cambio idea… mi fido di lui.”
Annuii. “Lo sapevo che mi avresti risposto così…” Le
rivolsi un sorriso… Speravo tanto che avesse ragione…
La principessa rispose al sorriso… ma fu solo un breve
momento… immediatamente, il suo volto tornò ad oscurarsi… “Tuttavia… non è
questo, che mi preoccupa… ciò che temo… è quello che succederà dopo…” Sollevò
lo sguardo, verso di me. “Non voglio credere che ci tradirà… ma se sarà come
dico, come considererà, poi, la sua scelta…? Forse lo farà per puro obbligo nei
nostri confronti… forse gli capiterà di maledirsi, per non avere colto l’occasione
di realizzare il suo sogno…”
“Amelia… io non credo…”
“Lui… mi ha detto una cosa, Lina -san… ha detto che
detesta questa situazione… perché… in qualunque modo andranno le cose… finirà
per essere pieno di rimorsi per la sua scelta… per non accettare di avere
lasciato qualcosa di importante… Dopo che ha pronunciato questa frase, non sono
più riuscita a guardarlo in faccia, per tutto il giorno… mio padre mi ha sempre
detto che l’amore è qualcosa che rende felici… ma sarà anche per me che si
troverà nell’obbligo di prendere una decisione simile… se ci penso, mi sento
tremendamente impotente… e triste…”
Restai ferma, in silenzio a guardarla… del resto, che cosa
potevo replicare…? Niente… Zel non aveva come al solito capito niente…
“Ragazzi! Venite qui un momento, per favore…” La voce di
Gourry. Rivolsi un’occhiata al mio amico. Si trovava di fronte all’altare, e
pareva concentrato sugli oggetti, gettati alla rinfusa, coperti di polvere, al
di sopra di esso…
Mi avvicinai. “Hai trovato qualcosa…?”
Il mio amico mi rivolse un’occhiata. “C’è una cosa strana,
Lina…” Mi indicò un candelabro, spento, poggiato all’estremità dell’altare…
apparentemente non c’era nulla che lo rendesse strano… Lo spadaccino, tuttavia,
sanò ben presto i miei dubbi… “Ho provato a sollevarlo, a muoverlo… ma non si
sposta dalla sua posizione…”
“Uhm…” Fu il mio unico commento. Provai a poggiare una
mano sopra l’oggetto, a tirare… nulla.
Rimasi ferma, in silenzio a fissarlo, mentre i nostri
compagni ci raggiungevano… non era normale, ovviamente… perché a qualcuno
dovrebbe saltare in mente di incollare un candelabro al ripiano di un altare?
Poteva essere… quello che stavamo cercando…?
“Se è la chiave per attivare qualche passaggio segreto,
dovremmo trovare il modo di farla funzionare…” Osservai, fra me e me… Questo
era facile a dirsi… ma come…?
Xellos, con un piccolo, agile, salto, si portò a sedere
sull’altare… “E’ un bel problema…” Commentò, il solito sorrisetto stampato sul
volto… “Sarebbe davvero utile riuscire a vedere chiaro in questa
faccenda…”
Sollevai lo sguardo per osservarlo, gli occhi socchiusi.
“Non ti stai rendendo particolarmente utile, sai Xe…?”
Ehi, un attimo…
Quello che aveva detto… quello che aveva detto…
E se, invece…
“Sylphiel!”
La sacerdotessa batté le palpebre, sorpresa di essere
chiamata in causa. “Cosa… cosa c’è, Lina –san…?”
“Puoi provare ad usare un Flare Arrow, ora, per favore…?
Avrei bisogno che tentassi di accendere questo candelabro…”
La ragazza mi fissò per un secondo, interdetta, quindi
annuì. “Certo, Lina –san…”
Il Mazoku sorrise, divertito. “Qualcuno qui sa cogliere
gli indizi, a quanto pare…”
Lo guardai… era vero, mi aveva aiutata… e questa era la
riprova che era perfettamente al corrente di quello che stava succedendo… che
ne sapeva più di noi… ma ora, perché mi stava dando una mano…? Sembrava
coerente con ciò che aveva detto qualche ora prima… che ero sua alleata… Ma…
che cosa intendeva…? Perché… il modo in cui aveva continuato a guardarmi… per
tutto quel pomeriggio… mi inquietava così tanto…?
Scacciando dalla mia mente questi pensieri, rimasi ad
osservare Sylphiel, che recitava. In un piccolo lampo di luce, i tre stoppini
vennero contemporaneamente accesi…
Rimanemmo fermi per qualche secondo, in attesa, e nulla
sembrò accadere…
“Forse ci siamo…”
Avevo appena aperto la bocca per parlare… quando il suolo
iniziò a tremare…
“E adesso… cosa diavolo…” A Zel non venne lasciato il
tempo di finire. Improvvisamente, la stanza sembrò iniziare a girare
vorticosamente attorno a noi.
Mi trovai a gridare, nauseata, mentre il turbine di colori
si faceva più intenso. Aggrappatami all’altare, serrai gli occhi, per evitare
di svenire e attesi per alcuni, lunghi istanti che tutto sembrasse finito…
Quando li riaprii, mi resi conto che non ci trovavamo più
nello stesso luogo… la stanza era molto simile, ma ora era fiocamente
illuminata dalla luce di torce… Di fronte a noi, dall’altra parte della sala,
non si trovava più il portale, aperto alla calma della notte, ma l’imboccatura
di un lungo, buio corridoio. L’altare era ripulito dagli oggetti e dalla
polvere, e ricoperto da una coperta candida, su cui solo il candelabro
svettava, ora acceso, la fiamma danzante…
“E’ stato… un teletrasporto…?”Si chiese Zel, a bassa voce,
al mio fianco.
“Pare di sì, ma… non ho idea di dove…” La mia voce morì,
in un sussulto. Quell’odore… l’odore che riempiva l’aria… era…
Un dubbio terribile… una paura irrazionale… Mi gettai in
avanti, sorprendendo gli altri. Mi buttai in una corsa folle, sondando con gli
occhi la stanza…. Finché non li vidi.
Un mucchio di vestiti… mantelli, e oggetti, e utensili,
ammucchiati in un angolo, non troppo lontano dall’altare… Mi avvicinai,
sentendo l’ansia crescere gradualmente in me… cosa… cosa…
Li sfiorai, con le dita, ed un piccolo oggetto rotolò sino
ai miei piedi… si trattava di una sfera… di una piccola sfera color arcobaleno…
la stessa… la stessa… con cui il mio maestro… aveva cercato di imbrogliarci… me
e Gourry… solo qualche sera prima… sembravano passati anni, ormai…
Era… era macchiata… era macchiata di rosso…
Le mani che tremavano, sollevai lo sguardo… e fu allora
che li notai. Sui lati… fra le colonne… tanti piccoli altari, anch’essi in
pietra… e su di essi riposava qualcosa…
Gli altri mi raggiunsero, alle spalle, e si trovarono ad
osservare, con orrore, la stessa scena. “Ma… ma è terribile…” Sentii Sylphiel
commentare.
Dei corpi… erano coperti con dei mantelli, bianchi, simili
a quello riposto sull’altare… ma il sangue… filtrava attraverso di essi… ne
macchiava la purezza… e impregnava tutto… con il suo odore…
…dieci… erano… dieci…
…no… non poteva…
Mi coprii la bocca con le mani. “Non può essere, non può
essere…”
Gourry si piegò in avanti, per osservarmi, allungando una
mano verso il mio volto. “Lina…?”
“NO!” Lo respinsi, e presi a correre, come una folle,
verso il candelabro che ci aveva trasportati in quel luogo. Con tutta la forza
che avevo nei polmoni, lo spensi, e mi aggrappai ad esso, per non cadere al
turbinio che aveva ripreso a sconvolgere la grande sala.
In pochi istanti, la brezza della notte tornò a sfiorare
il mio volto, portando via con sé il senso di soffocamento che poco prima mi
aveva investita. Sollevai lo sguardo, e mi trovai di fronte ai miei compagni.
Erano stati trasportati con me, e si trovavano al centro della sala, gli occhi
fissi sul mio volto.
Ricambiai lo sguardo, per qualche istante, senza la forza
di dire una parola… Fu allora che il mio stomaco cedette. Crollando in
ginocchio, serrando gli occhi, rilasciai, fra gli spasmi, tutto quello che vi
era contenuto… vergognandomi di me stessa per essermi abbandonata a quel modo
di fronte ai miei amici… e avvertendo contemporaneamente che la mia paura,
unitamente alla mia consapevolezza, cresceva…
Non mi accorsi nemmeno che Gourry si avvicinava, fino a
quando non sentii che un fazzoletto veniva passato delicatamente sulla mia
fronte, per asciugarne il sudore.
“Tu e questo santuario non avete un bel rapporto…”
Commentò semplicemente, in tono gentile, mentre abbassava il fazzoletto agli
angoli della mia bocca.
“Mi… mi dispiace… io…” Mi era capitato altre volte di
sentire l’odore del sangue… non… mi era mai piaciuto, questo era ovvio… ma non
avevo neanche reagito a quel modo, lui lo sapeva… Come potevo… spiegare…?
“Ssst… Non preoccuparti, ora… Non è il momento… adesso
stai solo tranquilla, per un attimo… sei pallida…” Mi circondò con le braccia,
e appoggiò le labbra alla mia fronte. Lentamente, sentii il mio corpo
rilassarsi…
“Capisco… a giudicare dal vostro aspetto… non mi resta più
molto, da salvare… dovete avere assistito allo spettacolo… che ho cercato di
evitare…” Questa frase… risuonò all’improvviso dall’entrata del santuario,
cogliendoci di sorpresa.
Quella… quella voce…
“Derek…” Mormorò Gourry, fra i denti… improvvisamente, la
sua stretta su di me si fece più forte…
Gli occhi dello spadaccino si fissarono su me e Gourry…
per un attimo, ebbi l’impressione di leggere un moto di disgusto, riflesso in
essi…
“Ci stavi seguendo…?” Chiese il mio amico, lasciandomi un
po’ stupita. Il fratello si limitò ad annuire, senza nemmeno tentare di
negarlo…
“Te ne eri accorto, a quanto pare… Non mi fidavo di tutti
voi…” Mi fissò per un istante, e l’irritazione che avevo provato nei suoi
confronti al nostro primo incontro cominciò a rinascere, in me, nonostante la
situazione. “…per questo motivo, quando vi ho visti risalire verso il tempio,
ho deciso di tenervi d’occhio… Mi trovavo appena fuori dal portone, quando
avete attivato quel candelabro, e siete spariti… e stavo ancora decidendo cosa
fare, quando siete ricomparsi…”
Socchiuse gli occhi, e mi guardò. “Credo di sapere a cosa
hai assistito… e non riesco sinceramente a credere che tu sia realmente così
sconvolta… se vuoi la mia opinione, ci stai imbrogliando tutti, per avere un
modo per spiegare tutto, quando verrà a galla la verità…”
E lo lessi, nei suoi occhi. Non sapevo come, o perché, ma
sapeva perfettamente quello che stava succedendo. Conosceva… quella verità. O
era convinto, ancor più di me, di conoscerla… se le cose stavano così, le
probabilità che fosse accaduto ciò che temevo erano tante… Quei sogni… il mio
coinvolgimento… quella…
…cerimonia…
La parte razionale del mio cervello lo negava con tutte le
sue forze… ma di fronte allo sguardo di Derek, la mia razionalità vacillava…
E il terreno dava sempre più l’impressione di voler cedere
sotto ai miei piedi…
Ahura
Mazda controllò a sua volta il pannello elettromagnetico. <> convenne.
Fu
premuto un pulsante. In quel preciso attimo il Sole si trasformò in supernova,
la Terra e gli altri pianeti del sistema, sbriciolati, non ebbero più orbita.
<<
Ne facciamo un’altra?>> propose Angra Mainyu.
Ahura
Mazda assentì. Si cambiarono di posto. Un colpo alla sfera, uno sguardo alla
nuova zona contrassegnata dall’indicatore, e la seconda partita ebbe inizio.
Al
centro di un’anonima nebulosa, su un anonimo pianeta di un anonimo sistema,
l’oceano cominciò a riscaldarsi.
Lino
Aldani, “La sfida”.
Capitolo otto
“Non
capisco di che cosa stiate parlando…”
La
quieta, familiare ammissione di Gourry ruppe il silenzio che era calato sulla
nostra piccola compagnia… Lo sguardo del mio amico passò in rassegna me ed il
fratello alternativamente, in cerca di spiegazioni… Era abbastanza ovvio che
non capisse… al di là del fatto che… bé, si trattava pur sempre di Gourry…
nemmeno io riuscivo a spiegarmi esattamente il perché Derek fosse a conoscenza
di quello che stava accadendo… neppure io lo sapevo con certezza…
…tuttavia…
…
il cavaliere sembrava sicuro di sé, mentre mi accusava…
“Non
rispondi a mio fratello, Inverse? Io ho la netta sensazione che tu sappia
perfettamente che cosa raccontargli… sempre che tu decida di dirgli la verità,
questo è ovvio…”
Allontanando
lievemente Gourry da me, feci del mio meglio per assumere una posa dignitosa…
Ehm…
forse dignitosa era una parola grossa… il mio stomaco, ad ogni tentativo di
sollevarmi, faceva del suo meglio per darmi ad intendere che le riserve che
poteva espellere erano ILLIMITATE… ma immaginai che non fosse il momento più
adatto per preoccuparsene…
“Nemmeno
io sono del tutto sicura di quello che intendi dire…” Aggrottai le
sopracciglia… “Ho… un’idea, in effetti…” A quel punto non aveva più molto senso
giocare a carte coperte… “… ma se fosse la stessa tua ‘ipotesi’… non riuscirei
bene a spiegarmi come tu possa essere a conoscenza di fatti che ti riguardano
COSI’ POCO…” Calcai sulle ultime parole, contrariata… le insinuazioni di Derek
mi avevano dato la quasi certezza che la mia impressione iniziale su di lui -il
fatto che mi conoscesse più a fondo di quanto non avrebbe dovuto in qualità di
‘semplice fratello del mio compagno di viaggio’(per dirla tutta, il fatto che
fosse un grosso impiccione…)- era stata qualcosa di più che un pensiero nato ‘a
pelle’… e l’idea che in circolazione ci fosse qualcuno che si divertiva a
compiere indagini sul mio conto sinceramente non mi sorrideva particolarmente…
…oh,
tanto per sottolinearlo, la mia coscienza è PULITISSIMA… si tratta di una mera
questione di privacy…
…hm…
“Davvero,
Inverse…? Io invece credo che i fatti che ti riguardano coinvolgano anche me…”
Replicò con insolita pacatezza il cavaliere. “…Più o meno direttamente…” Scoccò
un’occhiata al fratello. “…ma se ti sei fatta l’idea che io sia andato a
ficcanasare senza motivo nella tua vita… lascia che ti racconti una piccola
storia che riguarda la Spada di Luce… ed un uomo alla ricerca
dell’immortalità…”
Sussultai.
Si riferiva a…
“Come
ormai credo saprete, la mia famiglia è responsabile della custodia della Spada
ormai da parecchi secoli… prima di me e mio fratello, altri Gabriev la hanno impugnata…
con la prerogativa di servirsene… e il compito di proteggerla.”
Annuii,
senza staccargli gli occhi di dosso. “Conosciamo la storia.” Osservai,
seccamente. “Gourry ci ha parlato della ‘chiave’ e della faccenda del sigillo…”
Il
mio interlocutore annuì, a sua volta. “Lo sospettavo.” Lanciò un’occhiata a
Gourry. “Il mio ‘fratellino’ tende a fidarsi troppo di chi gli sta accanto…”
Sbuffai,
a questa divagazione. Non perdeva l’occasione per tormentare suo fratello…
Avevo la netta impressione che quel tizio sarebbe potuto andare MOLTO d’accordo
con Luna, se mai si fossero incontrati…
Riservando
un’occhiataccia alla mia reazione seccata, il cavaliere proseguì, con un
sospiro. “Ad ogni modo… sapete del Portale… ma credo che ci sia qualcosa di cui
nemmeno voi siete al corrente… i Mazoku, sei mesi fa… non sono stati i primi a
tentarne l’apertura.”
“Eh?”
Battei le palpebre. Questa storia mi era nuova… da quanto avevo capito, la
chiave, in precedenza, era andata dispersa… i Mazoku ne erano entrati in
possesso solo molto di recente… ma avevo sempre pensato che prima di loro
nessuno fosse a conoscenza del fatto che era custodita nella Spada, e se ne
fosse impadronito…
Il
cavaliere annuì, l’espressione lievemente divertita, di fronte ai nostri
sguardi stupiti. “I Mazoku sono entrati in possesso della chiave custodita
nella Spada esattamente due anni fa…” Posò lo sguardo su Gourry… “Mio fratello
si è lasciato catturare come uno sprovveduto, a quanto pare… e da uno dei
demoni più pericolosi… il Signore degli Inferi. Si è andato a cacciare in un
pasticcio con i Mazoku, quando sapeva benissimo che era proprio ciò che avrebbe
dovuto evitare a tutti i costi…”
Deglutii,
a vuoto… no, non era stato Gourry a cacciarsi in quel pasticcio…
Ero
stata io… a trascinarglielo…
“I
Mazoku non sapevano che la Spada era il Sigillo…” Proseguì il nostro
interlocutore. “Ma una volta in mano loro, non gli sarebbe stato difficile fare
due più due e sfruttare il suo Potere… Il Signore degli Inferi avrebbe potuto
cercare di servirsi di te per aprire il Portale anche allora, Inverse…” Si
accigliò. “Ma Phibrizo era un folle. Ancora più degli altri. Lui non ambiva…
semplicemente al potere, conquistato attraverso il richiamo del Caos nel nostro
mondo… e il Dominio di Lord of Nightmares non gli interessava minimamente…
Tutto ciò che voleva era… distruzione… pura e semplice distruzione… Non solo
del mondo, ma anche di se stesso… L’annullamento totale… e nessun altro fine…
una follia… anche se forse… questa non è altro che la vera essenza… dei Mazoku…”
Gli
occhi di Xellos, al nostro fianco, lampeggiarono per un secondo, a quella
affermazione. Quindi, un lieve sorriso si disegnò sulle sue labbra…
“Ad
ogni modo… Dopo la sua distruzione, gli altri Signori dei Demoni sono riusciti
a salvare la chiave, per quanto la Spada sia andata perduta nel Mare del Caos…
E in seguito si sono organizzati per cercare di sfruttare il potere
dell’Incantesimo Proibito, per aprire il Portale…o almeno questo è quello che
sono riuscito a ricostruire dalle informazioni che ho raccolto e dal racconto
che Sylphiel mi ha fatto della vicenda…”
La
sacerdotessa, a questa affermazione, abbassò lo sguardo… già, capivo… doveva
averla messa sotto torchio…
“Ma…
com’è possibile che i Mazoku non abbiano mai sospettato che la chiave fosse
custodita nella Spada…? Si tratta di un oggetto magico, in fondo… e potente,
anche… in quanto tale, dovrebbe essere facilmente individuabile attraverso il
piano astrale…” Zel intervenne, perplesso, lanciando, con nuovo interesse, uno
sguardo all’arma custodita nel fodero lungo la schiena di Gourry…
Derek
scosse la testa. “Pensate forse che gli elfi e gli umani che hanno creato il
Sigillo fossero tanto sprovveduti…? Nel momento in cui hanno riposto la chiave
all’interno della Spada, hanno dato vita anche al metodo per nasconderla…”
Sollevò il dito, ad indicare l’arma. “Quel fodero… non è l’originale… Quello
dentro il quale la Spada era originariamente custodita si trova ben protetto,
ad Elmekia… ed è la chiave per la difesa dell’arma. Anche a distanza, può
contenerne il potere… e celarlo… non so come, non me ne intendo di magia… ma
riesce a schermare la chiave a qualsiasi tipo di ricerca magica…” Si accigliò.
“Inoltre, funzionava come una specie di specchio delle condizioni della Spada e
della chiave al suo interno…” Fissò lo sguardo su di me. “E non mi sorprende
che, quando la chiave è stata fusa col tuo corpo, Inverse, il fodero abbia
cominciato a sprigionare quel potere malefico…”
Aggrottai
le sopracciglia, ma non replicai. “E questo discorso dove dovrebbe condurci?”
Chiesi, semplicemente, non nascondendo l’irritazione nella mia voce.
“Stavi
parlando… di qualcuno… che ha tentato l’apertura del Portale… prima dei
Mazoku…” Intervenne Amelia, in tono incerto.
Derek
le rivolse uno sguardo, e annuì. Quindi tornò a fissarmi, serio. “Non vi è mai
riuscito, a dire il vero… Ma so che era giunto molto vicino allo scoprire la
verità sulla spada…” Fissò Gourry, per un momento… “Nostro padre me ne ha
parlato… Ha detto che uno dei nostri avi è morto, nel tentativo di difendere il
segreto dell’arma… e che nella lotta anche il suo nemico ha perso la vita,
consumato dal suo stesso potere… questo è accaduto poco più di un secolo fa…
purtroppo non so molto di più… nostro padre non ha saputo raccontare altro,
sull’accaduto… ma ha detto che quella è stata la volta in cui la nostra
famiglia ha più rischiato di venir meno al suo compito… certo… prima che a
qualcuno venisse in mente la saggia idea di rubare la Spada…” Guardò Gourry,
per un istante, accigliandosi…
“Ma…
questo cosa c’entra con quanto è accaduto nel Santuario…? E chi era l’uomo che
voleva aprire il Portale…? Per… per quale motivo avrebbe voluto rischiare
l’incontro con Lord of Nightmares…?” Insistette la principessa, che appariva
sempre più confusa…
“Non
sono sicuro che in quel momento lo si potesse ancora chiamare ‘essere umano’…”
Precisò il cavaliere, fissandola. “Ma per quel che riguarda la tua ultima
domanda, la risposta è piuttosto semplice… a che cosa poteva ambire, se non al
potere…?” Aggrottò le sopracciglia. “Per esso, era disposto a rischiare tutto,
persino la sua esistenza e la sua anima… nell’incontro con il più potente fra
gli ‘esseri sovrannaturali’…” Quello… che temevo… “Se fosse riuscito ad aprire
il Portale, Lord of Nightmares gli avrebbe garantito un desiderio… visti i suoi
precedenti, che altro avrebbe potuto desiderare, se non diventare una creatura
superiore, forse anche ai Mazoku stessi…?”
“I
suoi… ‘precedenti’…?” Fece Zel, perplesso.
“Aveva
compiuto innumerevoli studi sulle forme più antiche e basilari di Magia… quelle
che non operano distinzioni di genere, come Magia Bianca, o Magia Nera… e,
ovviamente, era esperto di quegli incantesimi che più si avvicinano a tali
forme… quelli che fanno direttamente appello a Lord of Nigthmares, come il Giga
Slave, per intenderci…”
Questa
volta, non era stato Derek a parlare. Le MIE labbra si erano mosse, per dare
quella spiegazione.
Già,
ormai non aveva più senso starsene zitti…
“Li…
Lina –san?”
“Era
in grado di praticare praticamente tutte le forme di Magia esistenti… e di
richiamare il potere di Lord of Nightmares, con incantesimi probabilmente
ancora più potenti di quanti ne conosca io… Credo… che il mio Giga Slave gli
avrebbe fatto il solletico, se mi passate l’immagine… non ho idea di come ci fosse
riuscito… e non ho idea di come qualcuno sia mai potuto riuscire a
sconfiggerlo, anche rimettendoci la vita… ma per quanto ne so il suo potere lo
aveva… cambiato… L’energia di Lord of Nightmares è molto pericolosa…
può… consumare lo spirito di un essere umano come la fiamma brucia lo stoppino
di una candela… Credo… che gli rimanesse ben poco di umano, ormai, quando
finalmente il suo potere è stato sigillato…”
Tutti
gli sguardi erano ormai fissi su di me… e da essi traspariva un’unica,
insistente domanda…
“Lina
–san… ma tu… come fai a sapere queste cose…?”
Agitai
la mano, con apparente noncuranza. “Ehi, ma non so poi così tanto… ad esempio,
non avevo proprio idea di questa faccenda della Spada di Luce…”
“Davvero
è così?” Una voce fredda interruppe il mio maldestro tentativo di cambiare
argomento… “Davvero non sapevi nulla del fatto che lui avesse tentato di
impadronirsi della Spada…? Io mi ero fatto l’idea che tu viaggiassi con mio
fratello proprio perché eri perfettamente al corrente di tutta la questione, e
perché la Spada ti interessava… avevo azzardato l’ipotesi che tutto quel potere
non ti dispiacesse poi così tanto… e che tu ritenessi di essere in grado di
seguire le sue orme…”
Sollevai
lo sguardo, verso di lui.
Era
inutile… sapeva tutto.
Sentii
lo sguardo di Gourry concentrarsi su di me, interrogativo. Non capiva… ma dalla
sua espressione compresi che le parole di suo fratello lo allarmavano…
“Che
stupidaggine! Perché Lina dovrebbe voler seguire le orme di questo tizio? Il
fatto che lo conosca non significa nulla! Non c’è alcun legame fra loro! Non si
tratta mica di un suo…” La voce della chimera, intervenuta nella discussione,
morì a metà della frase. “E’… così, no, Lina? Lo conosci, ma non ci sono legami
fra voi due…”
Feci
un sospiro. “Vorresti essere l’unico ad avere parenti importanti, Zel?”
…
…
“EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH??????”
A quella affermazione tutti i miei compagni fecero diversi salti indietro,
guardandomi improvvisamente come se fossi un fantasma… Ehi… non mi aspettavo
una reazione del genere…
“Vuoi
dire che quel mago era davvero tuo parente, Lina –san??? Quell’essere… faceva
parte della tua famiglia…?” Anche Sylphiel sembrava stupita… evidentemente
Derek non gliene aveva parlato…
Annuii
semplicemente, con un sospiro. “Penso che sia anche piuttosto deducibile… gli
incantesimi che fanno appello a Lord of Nightmares non sono qualcosa che si può
imparare su un comune libro di Magia… era ovvio che dovessi avere avuto qualche
‘aggancio’ per esserne venuta a conoscenza, no?” Strizzai l’occhio, cercando di
nascondere il nervosismo che il loro stupore aveva risvegliato in me…
“Quell’uomo… non ci ha lasciato molto, a dire il vero…” Proseguii, facendo
spallucce. “Voglio dire, come oggetti magici, o testi… suppongo che avesse un
proprio laboratorio, che non è mai venuto alla luce… ma c’era un baule… in
soffitta… mia madre lo teneva sempre sigillato… ma la curiosità per me eratroppo forte…” Ridacchiai, cercando di
sdrammatizzare… “Sapevo che anche mia madre era stata una maga e… tutto ciò che
riguardava la magia… mi affascinava, in modo incredibile… per questo una notte
ho forzato il lucchetto, all’insaputa di tutti… non ho trovato molto… un paio
di libri, che non riuscivo a leggere… non ho nemmeno provato… sapevo di persone
impazzite per aver tentato di decifrare testi magici al di là della loro
portata… ma c’erano anche alcuni rotoli di pergamena… con indicazioni
importanti… riguardo agli incantesimi proibiti.” Mi grattai il retro della
testa, con un po’ di nervosismo… “E’ stato lì che ne ho sentito parlare per la
prima volta… Il Giga Slave… un incantesimo in grado di tener testa persino ai
Signori dei Demoni… mi sembrava… meraviglioso…” La mia voce scemò, mentre mi
pareva di riprovare all’improvviso tutte le sensazioni che mi avevano assalito
al momento della mia scoperta, da bambina… eccitazione, esaltazione… solo un
filo di paura… l’idea di padroneggiare un simile potere aveva di colpo
allontanato tutta la mia prudenza e le mie riserve… questo tendeva ad accadermi
fin troppo spesso, per quel che riguardava la magia…
Con
un sospiro, proseguii. “E’ stato allora che ho iniziato a fare ricerche, con la
guida delle pergamene che avevo trovato… non avevo ancora idea di quanto fosse
pericoloso…” Incrociai le braccia al petto. Forse… non mi era mai nemmeno
troppo interessato scoprire… il pericolo che potevo correre… “Una volta mia
sorella mi sorprese mentre rileggevo uno di quei manoscritti. Si arrabbiò da
matti, e volle sapere dove lo avevo trovato… ricordo di non averla mai vista
così infuriata… mi fece bruciare tutto il materiale che mi trovò addosso… e fu
allora che mi raccontò la storia di quell’uomo… molto sommariamente… ma mi
disse che il genere di studi che aveva condotto erano molto pericolosi, e che non
dovevo interessarmene… lei, in effetti, si era dedicata ad un genere di
carriera del tutto differente…” Si diceva che mia sorella prendesse ordini da
Ceiphied in persona… ed io non avrei negato quella ipotesi con troppa
convinzione… “…Ma al momento il suo rimprovero mi sembrò esclusivamente un modo
per tarparmi le ali, per limitare le mie conoscenze… così subii in silenzio la
sua punizione… ma non le diedi ascolto.” Sospirai, lievemente. “E così… bé, la
conclusione la sapete già… avete avuto tutti modo di osservare il mio Giga
Slave, se non ricordo male…” Sorrisi nervosamente allo sguardo dei miei amici,
fisso sul mio…
Forse
avevo… semplificato un tantino la faccenda… ma per ora non mi andava davvero di
stare a raccontare tutto nei particolari…
Il
silenzio cadde nuovamente sulla compagnia. Tutti restarono fermi a fissarmi,
per svariati istanti. Capivo… che cosa poteva passare per la loro testa… avevo…
fatto qualche indagine sul mio ‘illustre antenato’, dopo aver appreso il genere
di potere che un Giga Slave poteva sprigionare… e avevo appurato che non si
trattava precisamente di una persona che si sarebbe definita ‘raccomandabile’…
la sua fama era stata piuttosto estesa nella mia regione natale… una fama…
forse non troppo diversa da quella che mi ero fatta io, nei primi anni dei miei
pellegrinaggi… anche se le voci sul mio conto non comprendevano stragi di
innocenti, ed esperimenti compiuti su esseri umani (o almeno così speravo…) e
anche se il mio avo era stato più ‘discreto’ di me… il suo nome non era uscito
dalla regione, quasi come se la gente avesse avuto paura di diffonderlo… poi,
all’improvviso, dopo la sua morte, l’oblio… come se Zephilia avesse voluto
dimenticare la sua esistenza… come se la patria della Magia Nera si fosse
voluta scordare di dove può portare…
…l’eccessivo
desiderio di potere…
Io
non ero da meno. Non capivo nemmeno io esattamente il motivo, ma non mi era mai
piaciuto ricordare la mia parentela con lui. E ancora meno avevo avuto
intenzione di tirare fuori la cosa con i miei amici… non aveva di certo alcuna
importanza… perché lui era morto e dimenticato… e perché io ero io, e questo
non sarebbe cambiato, anche se fossi stata la nipote di Shabranigdu in persona…
Solo
un lontano parente, da parte di madre… nessuna traccia nel cognome… Meglio
così, avevo sempre pensato… non conta nulla… noi non ci somigliamo…
…noi
non ci somigliamo…
E
allora perché pensavo che in qualche modo la maniera in cui la gente mi
guardava sarebbe cambiata, se lo avesse saputo…? Mi ero posta tante volte
questa domanda… e pensavo di avere trovato la risposta… se io fossi stata una
persona diversa, non me ne sarebbe importato nulla… se fossi stata candida e
leale, come poteva ad esempio essere Amelia, non avrei avuto problemi nel
parlare della mia parentela con lui… Ero sempre sicura di me… ma in questo caso
l’unico aiuto che la mia sicurezza riusciva a darmi era il farmi rendere conto
che il problema non era lui…
…il
problema ero io…
“Capisco…”
Fu la principessa a rompere il silenzio. Mi rivolse un’occhiata, con uno
sguardo serio che raramente le avevo visto vestire… “Bé, forse hai ragione,
Lina –san. Era prevedibile…” Amelia… ma… ma che intendeva…?
“Perfettamente
ragione. Il suo sguardo omicida mentre lancia gli incantesimi… da qualcuno
doveva pur aver preso…” Zelgadiss rincarò la dose.
“Bè,
io l’ho sempre sostenuto che doveva essere cresciuta in uno strano ambiente,
per essere venuta fuori così…” Gourry… “Ma visitando casa sua non avevo notato
niente di TROPPO strano… ora invece si spiegano molte cose…”
Battei
le palpebre per un secondo, spaesata…
Quei…
quei…
QUEI
CRETINI!!!!!!!!!
“Voi
tre… VOLETE FARLA FINITA, PER FAVORE??? E’ UNA SITUAZIONE SERIA, QUESTA!!!” I
miei occhi sprizzavano fiamme… Ma pareva proprio loro il momento di prendermi
in giro??? Come se non avessi già abbastanza problemi!!! La povera Lina
Inverse, destinata ad essere tormentata dai suoi compagni di viaggio, oltre che
dalle proprie parentele pericolose!!! Che crudeltà!!!
…
Ok,
ok, situazione seria, non era il momento di mettersi a fare i melodrammatici…
“Su,
su Lina… stavamo scherzando, eh… per sdrammatizzare…” Gourry, il più vicino dei
tre (e il più in pericolo…) mi batté lievemente la mano sulla testa, con un
sorriso nervoso… non sembrava… minimamente preoccupato di quanto gli avevo
appena raccontato…
“C’è
poco da scherzare…” Mi limitai a mugugnare, meno convinta di quanto avrei
voluto… “Abbiamo problemi MOLTO SERI in questo momento…”
“Ha
perfettamente ragione, per una volta.” Intervenne Derek in tono che avrei
definito ‘nauseato’. “Quello che ci hai appena raccontato non fa che dimostrare
ciò che ho sempre sostenuto… tu non hai un briciolo di coscienza, Inverse… come
puoi trattare queste cose con tutta questa leggerezza? Se fossi in mio fratello
ti riterrei sinceramente pericolosa… evidentemente il sangue CONTA qualcosa… e
certi germi fanno fatica ad essere estirpati…” Sollevai lo sguardo verso di
lui. I suoi occhi emanavano disprezzo. L’irritazione cominciò lentamente a
risalirmi, sin dallo stomaco (insieme alla formula di un incantesimo MOLTO
distruttivo…)… Che cosa voleva saperne, lui…?
“Invece
io credo che proprio noi due siamo la palese dimostrazione che il sangue non ha
poi così tanta importanza, Derek…” Qualcuno intervenne a troncare sul nascere
il battibecco che ero sul punto di far sorgere…
La
voce di Gourry, al mio fianco.
Lo
fissai, stupita. Non sembrava arrabbiato, o nervoso. Ma la sua replica era
stata ferma, il tono della sua voce sicuro… forse per la prima volta, da quando
lo avevo visto parlare con suo fratello…
“Non
mi sembrava di averti interpellato, Gourry…” Derek gli rispose, la voce
lievemente irritata, ma ora anche… incerta…
Il
mio amico sospirò. “Se è per questo nessuno aveva nemmeno interpellato TE sulla
faccenda, e questo fin dall’inizio di tutta la questione…” L’osservazione di
Gourry fu semplice, quieta.
‘Inesorabile’…
“Sei
arrivato da Elmekia all’improvviso, mettendoti a sputare sentenze sulle nostre
scelte e sulla nostra vita fino ad oggi, senza sapere ASSOLUTAMENTE NULLA di
quello che abbiamo passato… Se Lina, gli altri ed io siamo coinvolti in tutti
questo non è certo perché abbiamo voluto mettere intenzionalmente il nostro
mondo in pericolo… se tu avessi paraocchi meno spessi ti renderesti conto che
mentre tu ti piangevi addosso per la tua mancata successione alla carica di
nostro padre questa ragazza stava combattendo per salvare il FONDOSCHIENA a TE
e a tutti i tuoi stupidi nobili rivali!”
Battei
le palpebre… non… non aveva mai parlato di me… in quei termini…
Il
mio amico strinse i pugni. “So che ne hai passate tante, e so che è stato per
lo più per miei errori, ma questo non ti da il diritto di giudicare chi non
conosci… Tu te ne sei arrivato qui all’oscuro di tutto, ma ora pretendi di
dirci qual è la verità e di dirigere le nostre azioni al posto nostro,
nonostante tu sia praticamente estraneo alla faccenda…” Sospirò. “…In sostanza…
hai poco diritto di criticare Lina…”
E…
ehi, un… un momento… cos’era… cos’era quella improvvisa serietà…?
“…dato
che continuando a comportarti così rischi di diventare un impiccione,
esattamente come lo è lei.” Concluse il mio amico, risoluto.
Gli
battei sonoramente l’elsa della mia spada corta sulla testa. “SCUSA TANTO, MA
TU DA CHE PARTE STAI?????????????’” Perché doveva rovinare tutto così, alla
fine, dopo tanti bei discorsi???
“EHI,
EHI, EHI, LINA!!!!! Ma se ti stavo difendendo!!!!!”
“Hai
una STRANA CONCEZIONE del difendere gli altri, scusa se te lo faccio notare!!!”
“Mica
posso inventarmi che sei un modello di gentilezza e buona educazione, scusa…”
“E
QUESTO COSA DOVREBBE SIGNIFICARE???”
Una
grossa goccia di sudore scese lungo la tempia di Derek, che rimase a fissarci
per qualche secondo, l’espressione indecifrabile. Il cavaliere tossicchiò
lievemente, schiarendosi la voce. “AD OGNI MODO…” Fece una pausa. Oh, oh,
rimasto senza parole, ‘fratellone’? “Che la cosa mi riguardi o meno… al momento
siamo tutti in guai seri, ed è il caso di agire invece che stare a discutere su
coinvolgimenti e responsabilità…”
Uhm,
lo spirito pragmatico del guerriero mi sembrava venuto alla luce un po’ troppo
improvvisamente… almeno, per uno che fino a poco prima sparava accuse a destra
e a manca, dimenticandosi piuttosto facilmente della ‘necessità di agire’… “Sbaglio
o stai sviando le accuse, Gabriev…?” Inarcando le sopracciglia, imitai il tono
che poco prima lui stesso mi aveva rivolto…
…per
ricevere un’occhiata omicida in cambio…
La
domanda di Amelia fortunatamente evitò l’esplosione del vulcano… “Io… forse ho
perso qualche passaggio, ma…” La principessa squadrò sia me che il cavaliere,
grattandosi la testa. “…perché dovremmo essere in pericolo…? Insomma, che
c’entra questo parente di Lina con la situazione in cui ci troviamo…?”
Le
nostre espressioni tornarono immediatamente alla serietà… Il coinvolgimento del
mio antenato… quei… sogni… mi avevano messo in qualche modo in allarme… ma la
cerimonia… la cerimonia era quello che più mi spaventava…
Fu
Derek a rispondere per me. “Credo che anche voi siate al corrente di quelli che
erano gli obiettivi del Concilio… o sbaglio…?” Tutti annuirono… Mi venne
spontaneo chiedermi come facesse LUI a conoscerli… ma al momento mi parve il
caso di liquidare la questione… non avevo dubbi che il suo ‘mezzo
d’informazione’ fosse in qualche modo collegato alla Spada…
“Bé,
allora saprete che il loro intento principale è quello di ottenere un potere
superiore… ai Mazoku, agli Shinzoku… il loro obiettivo è porsi al di sopra
della lotta fra bene e male… al di sopra dell’Equilibrio.” Ci squadrò tutti per
un secondo, serio… quindi il suo sguardo si posò su di me. “Inverse prima ha
spiegato efficacemente il genere di studi su cui il suo antenato si era
concentrato… e immagino che tutti abbiate notato la somiglianza di quelli che
potrebbero essere stati i suoi scopi con quelli del Concilio stesso…” La sua
osservazione parve lasciare tutti gli altri interdetti per un secondo… quindi i
volti, perplessi, dei miei amici convennero alla sua affermazione, con un
semplice cenno del capo.
Anche
il cavaliere annuì. “Ora, poniamo che Ilmund sia venuto in qualche modo a
conoscenza del potere che l’antenato di Inverse possedeva… sarebbe stato
naturale un suo… interesse…”
I
miei compagni si scambiarono un’occhiata, quindi Zelgadiss intervenne. “Quindi…
Ilmund avrebbe cercato di rapire Lina per cercare di carpirle eventuali
informazioni in suo possesso riguardo agli studi di quel mago…?”
Derek
lo fissò. “Inizialmente, ero convinto che avrebbe fatto una cosa del genere,
sì… ho buoni motivi per pensare che già da un po’ di tempo Ilmund fosse alla
ricerca del laboratorio di quell’uomo, Inverse…” Il suo sguardo tornò a
concentrarsi sul mio. “Non mi spiego come facesse ad essere al corrente di
tutta la faccenda, ma, da quanto mi è stato detto dagli uomini che ho mandato
per indagare, le sue ricerche sono state decisamente ben mirate… sembra che
abbia avuto una buona fonte di notizie, anche se fatico a immaginare chi
potesse conoscere tanto a fondo la questione da fornirgli indizi utili…” Uhm…
io invece temevo di sapere da dove aveva ottenuto informazioni… Galdiar… lui
sapeva tutto… tutta la storia… dovevano averlo fatto parlare in qualche modo…
La domanda che mi sorgeva spontanea era… come…? Ero convinta che il mio maestro
avrebbe fatto di tutto pur di non lasciar trapelare informazioni così
pericolose… e poi, mi chiedevo… perché, quando ci eravamo parlati… perché
Galdiar-san non mi aveva detto nulla di tutta la faccenda…?
“…Ad
ogni modo…” Proseguì Derek. “… per quanto si avvicinasse e ottenesse maggiori
informazioni, il Gran Maestro non ha mai ottenuto nulla di concreto.”
“Ma…”
Intervenne Amelia, perplessa. “Stando a quanto abbiamo scoperto finora su di
lui, mi è parso di capire che Ilmund -san sia un personaggio ricco di risorse…
com’è possibile che…”
Derek
non le diede il tempo di finire, ed intervenne, in tono seccato. “La Magia Nera
è quanto di più ricco di risorse esista, Principessa!” Nel dire questo, mi
scoccò una rapida occhiata. “Le assicuro che se quell’uomo aveva deciso che il
suo laboratorio avrebbe dovuto essere introvabile, anche la più organizzata e
capillare rete di spionaggio non sarà in grado di individuarne la posizione,
ora…”
Tornò
a fissarmi. “E’ per questo che sono giunto alla conclusione che volesse
catturarti per avere informazioni da te, Inverse.” Aggrottò le sopracciglia.
“Ed è per questo che ho cercato di consegnarti a lui… avevo tutta l’intenzione
di scoprire dove si trovava ciò che stava cercando e precederlo, mentre lui era
ignaro di tutto… precederlo… e distruggere il laboratorio.”
Battei
le palpebre. “Distruggere… il laboratorio…?”
Derek
annuì. “Eliminato il laboratorio, eliminato il problema, no? Ero convinto che
IN QUALSIASI MODO, se avessi saputo veramente qualcosa, ti avrebbero fatta
parlare, Inverse… e al mio servizio ci sono uomini che hanno MILLE ORECCHIE…
venuto a conoscenza di ciò di cui avevo bisogno, avrei potuto lasciarlo a
‘divertirsi’ con te, e compiere la mia missione prima ancora che se ne rendesse
conto… ottenendo così ripristinato l’onore della mia famiglia…”
Quel…
quel… se ne sarebbe stato a guardare mentre mi torturavano per avere
informazioni… per poi…
La
gola mi si fece secca. Fu Gourry ad intervenire al mio posto. “Mi sembra un po’
fuori luogo parlare di onore, e pensare di servirsi di simili mezzi, fratello…”
La sua voce ora era… veramente arrabbiata…
Il
cavaliere gli rivolse un’occhiata di sufficienza… “Il fine giustifica i mezzi,
Gourry… non è il caso di farsi certe remore quando si lotta per una causa
superiore…”
“Non
è il momento di intraprendere discussioni filosofiche.” Intervenni,
freddamente, a bloccare la replica del mio amico. “Cosa c’entra l’onore della
tua famiglia con questa faccenda, Derek? QUESTO non capisco…”
Il
cavaliere si accigliò. “Purtroppo c’entra, eccome…” Sospirò. “L’Equilibrio, Inverse…
Sei mesi fa, a quanto pare… l’apertura del Portale… lo ha alterato…”
I
miei occhi si assottigliarono. “L’Equilibrio… nella lotta fra Shinzoku e
Mazoku… alterato…?”
Il
cavaliere annuì. “Non so in che modo e non so a favore di chi… tuttavia… L’unica
informazione certa che sono riuscito ad ottenere sul vero scopo di Ilmund,
prima di arrivare a Miilun, è stata il fatto che quell’uomo, o chi per lui, ha
intenzione di sfruttare questa situazione, in qualche modo… vorrei avere più
informazioni a riguardo…” Strinse i pugni. “Tuttavia, quello che è certo è che
è anche colpa della mia famiglia se sei mesi fa il Portale è stato aperto… Per
questo, sono qui per rimediare.”
Annuii,
accigliandomi. In realtà la sua affermazione mi lasciava perplessa… l’Equilibrio…
l’Equilibrio… in che modo poteva c’entrare, ancora…?“Ma ora sei giunto alla conclusione che le tue ipotesi iniziali
fossero errate…” Proseguii, pensierosa. Non si trattava di una domanda.
Il
cavaliere sollevò lo sguardo e mi fissò, intensamente. “Esattamente. Restando a
Miilun, mi sono convinto che il Gran Maestro abbia rinunciato ormai da tempo al
suo obiettivo di rintracciare la posizione del laboratorio… per ripiegare su un
progetto molto più ambizioso.”
“Vale
a dire…?” Chiese Zel, l’aria perplessa.
Il
cavaliere si volse verso di lui. “Me ne sono convinto definitivamente dopo
quanto è successo oggi, in città… Dieci persone… non poteva essere che quello…”
Sylphiel batté le palpebre. “Parli… delle persone… che
sono giù… in quella sala…?”
Derek
la fissò, per un secondo. “E così… non mi sbagliavo, eh…? Sono loro… che avete
trovato, laggiù…”
Con
un sospiro, presi la parola. “Anche tu… pensi che si tratti di quell’incantesimo,
giusto…? Avevano bisogno… esattamente di questo… per realizzarlo…” I miei amici
mi fissarono perplessi, gli sguardi pieni di domande taciute, ma al momento
decisi di ignorarlo…
Derek
annuì. “Oggi… è stata denunciata la scomparsa di dieci persone… piuttosto
giovani, per lo più… il più piccolo… aveva solo undici anni…” Strinsi i pugni,
e deglutii. Quei… maledetti… “La cosa non è passata inosservata… anche perché
l’unico anziano del gruppo era un personaggio piuttosto in vista, in città… un
mago, esperto in Magia curativa… per quanto ne so, fra lui ed Ilmund non
correva buon sangue… il mago aveva sempre rifiutato di iscriversi al Circolo di
Magia della città…”
Annuii…
immaginavo che il mago potesse considerarsi uno dei primi fruitori di Magia
vittime della ‘espansione di potere del Concilio sul mondo’…
“Per
questo…” Proseguì Derek. “… il Gran Maestro ha deciso di istituire un
coprifuoco, fino a che i colpevoli non fossero stati catturati… si è mostrato
piuttosto allarmato di fronte alla notizia delle sparizioni… per sviare da sé i
sospetti, suppongo… e, come credo immaginerete, ha fatto in modo di far
ricadere la colpa su qualcuno in particolare…” Il suo sguardo passò da me a
Zel…
Già,
non c’era da sorprendersi… e la taglia sulla nostra testa si faceva sempre più
pesante…
“Ma…
ma… a che genere di cerimonia… potevano servire quelle persone…?” Chiese
Amelia, visibilmente nervosa, ora…
Sospirai.
Qui veniva la parte peggiore della faccenda… “Se è quello che penso…”
Intervenni, rubando la parola a Derek. “… si tratta di un rito di evocazione.”
“Un…
rito di evocazione…?” La mia affermazione risvegliò inesorabilmente il panico
nella compagnia. Quattro paia di occhi si sgranarono, mentre l’espressione di
Xellos si faceva sempre più divertita… certo, tutte quelle emozioni dovevano
essere un sensazionale nutrimento, per lui…
Cercando
di ignorarlo, proseguii. “Lo ho scoperto consultando proprio uno di quei testi
che mi hanno portato alla formula completa del Giga Slave… Dieci anime per una…
più o meno l’intestazione suonava così… Le persone… non vengono uccise con
armi, o cose del genere… l’incantesimo… è come se risucchiasse le loro vite… è
come se li facesse cadere in un sonno infinito, senza possibilità di
risveglio…” Un po’ come… un po’ come era accaduto a Gourry due anni prima…
chiuso… in quella bara di vetro… quando il Signore degli Inferi aveva
imprigionato il suo spirito…
“Ma…
Lina… allora, il sangue che abbiamo visto…?” La domanda di Zel mi riportò
improvvisamente alla realtà. Sollevando lo sguardo lo fissai sul suo scuotendo
la testa. “Non li hanno feriti per ucciderli… si tratta di… come potrei
definirlo… un rito… ‘apotropaico’…”
“Apo…
apotr…”
Con
un sospiro, mi volsi verso Gourry. “Significa che serve per tenere lontani i
loro spiriti… I loro piedi… vengono feriti… in modo che non possano tornare
dall’aldilà a perseguitare l’anima che è stata richiamata a prezzo della loro
vita…”
“Oh…”
Fece il mio amico, senza evidentemente trovare altro modo di commentare ciò che
avevo appena raccontato…
“Aspetta
un attimo, Lina –san!!!” Amelia spalancò gli occhi, come se avesse colto solo
in quel momento il senso profondo di ciò che stavo dicendo. “Se ciò che dici è
vero… IL RITO E’ IL NOSTRO ULTIMO PROBLEMA!!!!! Tu ci stai dicendo che hanno
portato a termine una evocazione!!! E se il loro scopo era ottenere i poteri
del tuo antenato… è possibile che… che la persona che hanno richiamato in vita
sia proprio…”
Con
un gesto della mano, la bloccai. “C’è un però.” Osservai, semplicemente.
Tutti,
compreso Derek, batterono le palpebre alla mia affermazione.
“Un…
però…?” Chiese il cavaliere evidentemente sorpreso.
Annuii.
“Non so come tu sia venuto a conoscenza del rito per l’evocazione…” O meglio,
lo immaginavo… Nelle sue TANTO ACCURATEricerche su di me, supponevo… “… ma evidentemente c’è un particolare che
non conosci, forse dal momento che non ti intendi di magia e che avrai
tralasciato ‘l’aspetto tecnico’ dell’incantesimo di evocazione…” Il mio
interlocutore annuì, accigliato… forse stava ancora decidendo se fidarsi o meno
delle mie affermazioni… “L’evocazione…” Proseguii. “…prevede una formula, come
immaginerete… e questa formula… prevede a sua volta l’appello ad uno dei
Signori dei Demoni, come avviene per la maggior parte degli incantesimi più
potenti che si possono ottenere con la Magia Nera…” I miei amici annuirono…
tutti tranne Gourry, che ovviamente, non conosceva gli alfabeti della Magia e i
testi degli incantesimi che li sfruttavano… “Bé, credo che non vi sarà
difficile dedurre a quale Signore dei Demoni si rivolga la formula usata in
questo caso… chi altri potrebbe presiedere ad una evocazione… se non colui che
è in grado di controllare le anime dei morti…?”
Quattro
paia di occhi si sgranarono. “Lina –san… stai… stai parlando di…” Iniziò
Amelia, sinceramente terrorizzata.
“…di
Phibrizo?” Terminò Zel, per lei.
Mi
limitai ad annuire, con un sospiro. “Quel demone è in grado di essere fra i
piedi anche dopo essere stato distrutto… davvero un personaggio importuno…”
Bofonchiai.
“M…
ma Lina!!! Non si può pronunciare un incantesimo se il Signore dei Demoni a cui
fa appello è morto!!!” Intervenne Zel, con veemenza.
“Credi
forse che non lo sappia???” Gli risposi, un po’ bruscamente. “Una volta, subito
dopo la faccenda di Phibrizo, per poco Gourry ed io non ci siamo lasciati
sconfiggere da un gruppo di tizi che ci aveva attaccati perché io ho cercato di
lanciare un Garv Flare quando ormai non c’era più nessuno che potesse
rispondere al mio appello…” Ehm… ogni tanto anche una maga genio ha i suoi
attimi di distrazione… forte di questa convinzione troncai sul nascere il
commento di Gourry, con una delle mie peggiori occhiatacce…
“Ma…
allora… come possono aver ultimato la magia…?” Chiese la principessa,
perplessa.
Scossi
la testa. “Non lo so, Amelia… è possibile che abbiano apportato una modifica
alla formula originale… ma in questo caso credo che nemmeno gli effetti finali
dell’incantesimo possano essere gli stessi… dubito che, senza l’aiuto del
Signore degli Inferi abbiano potuto effettivamente riportare in vita il mio
antenato…” E rifiutavo CATEGORICAMENTE di contemplare l’ipotesi che Phibrizo
fosse ancora, in qualche modo, in circolazione…
…certo
che però… quei sogni…
“E
se…” Intervenne Zel. “E se fossero riusciti, con una modifica dell’incantesimo,
ad evocare una immagine di quello stregone, Lina…? Una frazione della
sua mente… il suo spirito… semplicemente per ottenere direttamente da lui le
informazioni di cui avevano bisogno…?”
Lo
fissai, per un secondo. Effettivamente… poteva darsi che avessero intuito che
in fondo io non dovevo essere a conoscenza di molto… e avessero portato a
termine l’evocazione con quello scopo… Certo che, però… perché allora fino alla
notte prima il Gran maestro si sarebbe mostrato così determinato a catturarmi…?
Non pensavo che si fossero decisi per quella soluzione e avessero organizzato
la cerimonia in una sola giornata…“Può
essere una ipotesi sensata, effettivamente.” Concordai, seppure non del tutto
convinta. “E se le cose stanno così può darsi che il Concilio sia già alla
caccia del fantomatico laboratorio, in questo momento… se questo è vero, non
possiamo certo restarcene qui ad aspettare che lo trovino…”
“Hai
ragione… ma del resto che altro potremmo fare, Lina –san…?” Chiese Sylphiel.
“NOI non sappiamo dove dirigerci…”
Sospirai.
Non volevo prendere quella decisione… ma non avevamo molta scelta… “Credo… che
dovremmo tornare… là sotto…”
I
miei amici batterono le palpebre. “Ma… a che scopo, Lina? Abbiamo… abbiamo già
visto…” Intervenne Zel, con fare perplesso.
Mi
grattai la nuca. “Bé… effettivamente c’è la possibilità che non troviamo nulla,
e che sia solo una perdita di tempo…” Sospirai “…ma se quello è il luogo in cui
il Concilio si riunisce, è probabile che troviamo qualche traccia, come testi,
pergamene, mappe… gli indizi che il Concilio aveva seguito in passato… e magari
anche qualcosa di ciò che hanno scoperto più di recente… suppongo che lo
considerino un luogo sicuro… ed è possibile che abbiano organizzato una breve
riunione fra i membri più influenti, prima di buttarsi nella ricerca… quindi
forse hanno lasciato qualche indizio che potrebbe servirci…” Li fissai tutti,
ad uno ad uno… “Se laggiù c’è qualcosa, QUALSIASI COSA che può esserci utile,
dobbiamo aggrapparci a quella… non abbiamo altro in mano… per questo penso
valga la pena di andare a dare un’occhiata…” Conclusi, pensierosa.
I
miei compagni stettero in silenzio per qualche secondo, senza la minima
reazione a quanto avevo appena proposto. Sospirai. Evidentemente la prospettiva
di rientrare in quel luogo non sorrideva molto nemmeno a loro… “Se volete
tirarvi indietro, siete ancora in tempo…” Commentai, facendo spallucce. “…in
fondo, le nostre ipotesi potrebbero essere completamente sbagliate e potremmo
cacciarci in una trappola per topi… la scelta sta a voi… tuttavia… per qualche
motivo, ho la sensazione che laggiù possa essere nascosto qualcosa di
importante… voi potete ancora scegliere… ma, per quel che mi riguarda, ormai ho
deciso cosa fare…” Fissai il candelabro che ci aveva teletrasportati, che ora
si ergeva tetro, gli stoppini spenti, sull’altare impolverato… No, non avevo la
minima intenzione di tirarmi indietro…
“Ah,
non avevo dubbi…” Commentò Gourry, al mio fianco. “Se c’è un possibile guaio in
cui cacciarsi nel raggio di un chilometro, tu non lo manchi di certo…”
Gli
rivolsi un’occhiataccia. “Qualcuno ha interpellato TE sulla MIA decisione, per
caso?” Lo fulminai con lo sguardo.
Mi
rivolse un ghigno divertito. “Ci tenevo a ricordarti che in questo frangente la
tua decisione è ANCHE MIA, mia cara, dal momento che sono la tua guardia del
corpo e ho tutta l’intenzione di restare al tuo fianco… per me sarebbe
decisamente meno pericoloso affrontare un esercito di non-morti piuttosto che
cercare di dissuaderti dopo che ti sei messa in testa qualcosa…”
Battei
le palpebre, colta alla sprovvista. “Eh?”
“Oh,
senza contare quanto la farebbe lunga se poi scoprisse realmente qualcosa senza
il nostro aiuto… già immagino la cantilena di ‘ve l’avevo detto’ che saremmo
costretti a sorbirci in quel caso…” Zel, di fronte a noi, incrociò le braccia
al petto, con fare rassegnato.
“Ehi,
voi, un momento…” Una grossa goccia di sudore scese lungo la mia tempia… chissà
perché la gente si fa sempre questa immagine di me…
“Bé,
sembra che non abbiamo molta scelta, alla fine dei conti…” Amelia, con una
scrollata di spalle, si avvicinò all’altare. Potresti anche evitare di dirlo
con quel tono… “E poi… proseguì la principessa, puntando il dito verso di me.
“Per la Giustizia, non possiamo lasciare che un uomo come Ilmund resti
impunito, a costo di correre i più impensabili pericoli, no?” Condì
l’affermazione che un sorriso a trentadue denti.
Sospirai,
cercando di mascherare un sogghigno.
“Certo,
certo…” Sorrisi, passandoli in rassegna con lo sguardo. “Bene, allora visto che
siamo tutti coinvolti, direi che è il caso di muoverci, che ne dite?” In fondo
sapevo già che non mi avrebbero lasciata sola…
“Direi
che sarebbe una buona idea…” Commentò, Derek, in tono seccato, dalle nostre
spalle. “Se c’era qualche guardia nei dintorni a questo punto l’intero corpo di
difesa del Circolo di Magia di Miilun saprà della nostra presenza in questo
luogo…”
Sospirai.
Già…
…dovevo
immaginare che ANCHE LUI si sarebbe unito…
La
sala del sacrificio, quando la raggiungemmo, era ancora avvolta da quella tenue
luce che le conferiva un’aria tanto spettrale… Un analisi più attenta e fatta a
mente fredda non sembrò poterci rivelare molto più di quanto già sapessimo… Non
ebbi il coraggio di avvicinarmi nuovamente ai corpi, però… al solo osservarli,
quella strana inquietudine, che avevo provato sin dall’inizio della nostra
avventura, all’interno della foresta di Kentar, tornava ad attanagliarmi lo
stomaco…
Ero
comunque convinta che non fosse quello il luogo in cui avremmo dovuto
concentrare le nostre ricerche… davanti a noi, lungo il corridoio che portava
nel cuore di quell’edificio sotterraneo, si apriva un’oscurità fatta di
cunicoli, corridoi, trappole e chissà cos’altro… ce n’era per tutto il resto
della notte… anche perché separarci durante l’esplorazione non mi pareva
un’idea particolarmente saggia… non potevamo sapere se ci fossero guardie a
presidio di quel luogo… e non potevamo essere certi che nell’angolo buio che,
come da schema, ci veniva incontro ad ogni curva del corridoio, non si
annidasse una di quelle TENERE creature che Ilmund aveva la brutta abitudine di
sguinzagliare dietro ai suoi nemici… Ora, immaginerete quanto fossi seccata…
una ragazza della mia età e bellezza chiudersi per un’intera notte in
quella catacomba… sigh, che mondo ingiusto…
“Grandioso.
E adesso da che parte andiamo…?” Zel batté nervosamente il piede al suolo,
fissando alternativamente le direzioni che ci si aprivano di fronte. Eravamo
giunti al termine del ‘corridoio/ingresso’ di quella specie di ‘quartier
generale’ sotterraneo, e la strada si biforcava in due ampi corridoi, a loro
volta debolmente illuminati da torce… quello di sinistra non pareva essere
eccessivamente lungo, e al termine di esso si intravedeva quella che sembrava
una stanza, illuminata praticamente a giorno… alla fine di quello di destra
invece non si riusciva a scorgere che un muro di oscurità… d’altra parte, non
che a noi la cosa interessasse particolarmente… qualunque cosa ci si fosse
presentata di fronte, non avremmo comunque avuto idea di dove andare…
Sospirai.
“Bè… suppongo che dovremmo cercare qualcosa come una sala, in cui un certo numero
di persone possa riunirsi per discutere… ma detto questo, non abbiamo molto
altro in mano… come vorrei che ci fosse una guardia da qualche parte… se
potessimo costringerla a guidarci sarebbe tutto molto più semplice…”
Incrociando le braccia dietro la nuca, mi lamentai, con fare rassegnato.
Zel
mi lanciò un’occhiata. “Indubbiamente anch’io sarei molto più tranquillo se
incontrassimo qualcuno di pattuglia… tutta questa quiete non mi piace… ci è
stato troppo facile arrivare sin qui…”
Mi
accigliai, portando le mani ai fianchi. “Riguardo a questo, hai perfettamente
ragione, Zel… e mi stupisce anche il fatto che non abbiamo trovato nemmeno una
trappola all’entrata, o nel corridoio… Voglio dire, d’accordo, il candelabro
all’ingresso poteva non essere uno stratagemma tanto facile da smascherare, ma
è possibile che non abbiano preso NESSUN’ALTRA precauzione…? ”
Anche
Gourry, al mio fianco, annuì. “Sembra quasi che non si preoccupino
dell’ingresso di intrusi…” Osservò, perplesso. “Forse pensavano che la trappola
all’entrata sarebbe bastata a scoraggiare chiunque…”
“Mmm…”
Fu la mia unica risposta. Non mi convinceva… e poi… un altro dubbio mi era
sorto, nel momento in cui eravamo scesi in quel sotterraneo… se il santuario
era stato rimesso in piedi solo di recente, dove si era riunito il Concilio in
quei sei mesi…? Dove si era trovata l’entrata dei loro laboratori…? E se, per
un gioco del caso, non avessero ancora inaugurato la ‘rinnovata sede’ e in quel
momento si fossero trovati da tutt’altra parte a discutere della posizione del
laboratorio che cercavano…? Certo che, quelle torce accese… a meno che… non si
trattasse di una trappola…
“E
se Sylphiel –san tentasse con una premonizione…?” Azzardò Amelia, fissando
perplessa i corridoi davanti a sé…
Mi
grattai la testa. “Bé… se ce l’ha fatta in altre simili occasioni…” Gettai
un’occhiata alla sacerdotessa.
La
ragazza mi fissò di rimando, perplessa… “D’accordo, ma… cosa devo trovare
esattamente…? Non sappiamo nemmeno che cosa stiamo cercando…”
Sbuffai.
Odiavo quando la gente mi contraddiceva AVENDO RAGIONE… “Bé… prova a
concentrarti su qualche possibile fonte di energia magica… sei in grado di fare
QUESTO, giusto…? Anche se incappassimo in un laboratorio, o in un luogo dove
vengono riposti gli oggetti magici, sarebbe sempre meglio che restarcene qui a
perdere tempo… Insomma, quei pazzi avranno pur lasciato qualcosa qua sotto…
almeno un indizio utile, piccolo piccolo…”
“Adoro
il tuo ottimismo, Lina, e soprattutto il tuo modo di procedere METODICO…”
Commentò Zel prendendosi la testa fra le mani… Ah, ah, forse la mia cara
chimera ha soluzioni migliori da proporre…? “Ad ogni modo, penso anch’io che
non abbiamo molta altra scelta…” Si grattò la testa, cercando di ignorare la
mia occhiata ironica…
Sylphiel
annuì, con un sospiro. “Farò del mio meglio…” Si limitò a commentare, prima di
sollevare il bastone magico che era solita portare con sé, e intonare una breve
formula… Fu questione di qualche attimo… Il bastone si illuminò, e la
sacerdotessa spalancò gli occhi, fissando il corridoio di sinistra, lo sguardo
teso, stupito…
Tutti
seguimmo la direzione dei suoi occhi, perplessi. “Che ti prende, Sylphiel…?” Le
domandai, posando lo sguardo alternativamente su di lei e sulla direzione che
la ragazza stava fissando…
La
sacerdotessa batté le palpebre, sollevando il dito ad indicare il corridoio.
“La stanza, laggiù, in fondo… emana una energia magica fortissima… non riesco…
a capire di che cosa si tratti… ma sembra quasi che un concentrato di oggetti
magici sia custodito al suo interno…”
“Eh…?”
Aguzzai la vista, cercando di scorgere qualcosa di più, attraverso la penombra
del corridoio… “Ma… a me sembra praticamente vuota… d’accordo, da qui non
riusciamo a vederla tutta, però…”
“E
se… fossero nascosti in una botola nel pavimento, o qualcosa del genere…?”
Osservò Gourry, fissando la sala illuminata ed evidentemente non notandovi
molto più di quanto non fossi riuscita a vedere io…
Sylphiel
scosse la testa. “No… è come se… l’aria della stanza aleggiasse di magico… non
so come spiegarmi… ma sento che c’è qualcosa PROPRIO LÌ DENTRO… Non è nascosto
in qualche sotterraneo, o in un passaggio fra le pareti… ma esposto, in bella
vista… la sensazione… è troppo forte… sembra quasi… offerto… a chi attraversa
quella stanza…”
Mi
accigliai. “Uhm… la cosa mi puzza…” Fissai la sala, come se il mio sguardo
potesse avere la forza di portare magicamente alla luce ciò che ci attendeva al
suo interno…
“Forse
la stanza contiene degli oggetti protetti da un incantesimo di invisibilità…”
Azzardò Amelia.
Aggrottai
le sopracciglia. “Se le cose stanno così… lo verificheremo subito.”
Indietreggiando di qualche passo, evocai una formula e, prima che chiunque
potesse fermarmi… “Burst Rondo!!!” Recitai.
L’energia
magica, dapprima convogliata in un unico flusso, raggiunse la camera, per poi
diramarsi in infinite scariche, che presero a rimbalzare contro le pareti… La
sala doveva esserci visibile davvero solo in minima parte, perché la mia magia
si disperse molto più in fretta di quanto avessi previsto… ma indubbiamente, se
in quel luogo si fosse trovato un gruppo consistente di oggetti o di persone
nascosto o invisibile, con grosse probabilità almeno una parte di esso sarebbe
stata colpita dall’improvvisa raffica di colpi… ma dalla stanza non erano
provenuti rumori sospetti…
“Mmm…”
Commentai, semplicemente. “Questo elimina almeno un paio di ipotesi…”
“Forse
al suo interno si trova un solo oggetto magico sufficientemente potente, che da
qui non riusciamo a vedere e che è accidentalmente sfuggito ai tuoi colpi…” Osservò
Zel perplesso.
Annuii.
“Immagino che l’unico modo per saperlo sia andare a vedere… D’altra parte…”
Fissai per un momento il corridoio buio, alla nostra destra. “…questo ha tutto
il sapore di una trappola… senza alcun dubbio la strada verso la sala appare
molto più invitante e sicura dell’oscurità che si presenta dall’altra parte… il
che significa che probabilmente è anche la più pericolosa…” Con un sospiro,
estrassi il pugnale che tenevo nascosto sotto al mantello e recitai brevemente
un Lighting, facendone illuminare la punta…
“E
quindi…? Che facciamo…?” Chiese Gourry, perplesso.
Feci
spallucce. “Bé, dato che siamo in ballo, balliamo… dopotutto, non vorremo
rimanere con la terribile curiosità di quello che quella magnificente sala può
contenere no?” Strizzai l’occhio al mio amico…
Lo
spadaccino sospirò. “Qualcuno potrebbe obiettare che è più interessante vivere
con la curiosità, piuttosto che morire dopo essersela tolta…”
Mascherando
un sogghigno, mi avviai attraverso il corridoio, tenendo il pugnale sollevato
di fronte a me… In realtà, la luce fornita dalle torce alle pareti era più che
sufficiente… ma ciò che temevo era che in qualche modo esse potessero spegnersi
improvvisamente, lasciandoci al buio per alcuni attimi che avrebbero anche potuto
esserci fatali… Il corridoio era abbastanza ampio da permetterci di marciare a
due a due… Notai che Zel, forse istintivamente, si era posizionato nella
retroguardia, a fianco di Derek… evidentemente anche lui non si fidava del
cavaliere, contrariamente a quanto invece, nonostante tutto, sembrava ancora
fare Gourry… in fondo, loro due dovevano essere stati piuttosto legati, in
passato…
Spostai
lo sguardo sul mio amico, che camminava al mio fianco… ora sembrava solo teso
per la situazione in cui ci trovavamo, e non pareva pensare alla faccenda di
suo fratello… mi sarebbe piaciuto porgli qualche domanda… che cosa ne pensava,
ora, di quanto mi aveva detto la sera prima…? Si sentiva… ancora in obbligo,
verso suo fratello, nonostante tutto…? E …era solo obbligo… o in realtà… era
ancora affezionato a lui…?
Sospirai.
Non era il momento di porsi quei problemi, in fondo. Ora come ora, la questione
di primaria importanza era se saremmo riusciti o meno a precedere i nostri
avversari… non potevamo sapere… di quale potere il Concilio si sarebbe trovato
in possesso, se avesse veramente rintracciato il laboratorio… non potevamo
sapere QUANTOsarebbero stati
pericolosi, in quel caso… e ancora… non ero del tutto certa dei motivo del mio
coinvolgimento nella faccenda… avevo il brutto presentimento che qualcuno fosse
effettivamente interessato a me… ANCORA interessato… Quello che noi sei
dovevamo scoprire, ora, era…
Ehi,
un momento…
Noi
sei…?
E
Xellos…? Che fine aveva…?
Mi
bloccai, all’improvviso.
Un
rumore, secco. Non era stato il rimbombare dei miei passi sulle pareti…
sembrava… provenire dalla stanza in cui eravamo diretti… Fissai il suolo, per
un momento… blocchi di pietra, nient’altro… possibile che urtando qualcosa con
il piede avessi fatto scattare qualche trappola…?
“Lina…
che ti prende…?”
Sollevai
lo sguardo verso i miei amici. “Voi… non avete sentito nulla…?” Tutti si
limitarono a fare spallucce. Del resto, i loro sguardi perplessi erano una
risposta più che eloquente…
Tornai
a fissare la sala. Improvvisamente, non avevo più tanta voglia di andare ad
investigare in quel luogo…
“Ragazzi!!!!!”
Il grido allarmato di Amelia mi riporto immediatamente alla realtà. Feci appena
in tempo a voltarmi per capire cosa stesse succedendo, quando la fiammata si
sprigionò.
Una
nube di fumo immensa, soffocante. E il fuoco, che sembrava nascere dalle stesse
pareti… Delle condutture cosparse di sostanze infiammabili, probabilmente, ed
un meccanismo che qualcuno di noi aveva fatto inavvertitamente scattare,
camminando…
Ma
non era decisamente il momento di porsi questioni di meccanica… Le fiamme ci
avevano tutta l’aria di spingerci con inesorabile precisione verso la sala… Il
che significava una sola cosa…
“Correte!!!”
Coprendomi
la bocca con l’orlo del mantello, lottando contro il fumo che già mi accecava,
mi scagliai verso l’apertura che sboccava nell’ampio salone. Imitata dai miei
compagni, mi gettai di lato, sul freddo pavimento di pietra, mentre propaggini
della fiammata invadevano l’ambiente illuminato che ci aveva appena accolti. Il
fuoco, tuttavia, non si diffuse all’interno della stanza… le fiamme non si
spensero, ma restarono bloccate nel corridoio, quasi che una barriera magica le
respingesse…
…eravamo
‘al sicuro’, a quanto pareva…
“Potrebbero
almeno cercare di variare il tipo di trappola…” Commentò Zelgadiss, l’aria
scossa, i capelli che assomigliavano stranamente ad acciaio incandescente.
Evitai di ridacchiare…
“Già…”
Convenne Gourry. “Questo è il tipo di trappole da piromane che potrebbe essere
ideato da Lina…” Ehi… e questo che vorrebbe dire…?
Al
fianco di Zel, la principessa stava tossendo quasi convulsamente. Non evitando
un’occhiataccia a Gourry, mi rivolsi alla mia amica, preoccupata. “Amelia, è
tutto a posto…?”
La
principessa cercò di calmare gli spasmi, e annuì. “Quel… fumo… sembra…
stritolare i polmoni…” Zel le indirizzò un’occhiata preoccupata, quindi tornò a
fissarmi. “Lina… tutto questo non mi piace… Amelia ha ragione, quelle fiamme ed
il fumo che sprigionavano non sembravano normali… senza contare che parevano
studiate apposta per intrappolarci in questa stanza senza via d’uscita…”
Annuii,
accigliandomi, e gettai un’occhiata allo spazio attorno a me… Una stanza vuota,
semplicemente… immensa, ma vuota… “C’è una porta… all’altra estremità, laggiù…”
Sollevai il dito ad indicare il piccolo portale in ebano, che spiccava sul
bianco delle pareti… “Credo… che sia meglio andarsene da qui… questo posto non
piace nemmeno a me…”
I
miei amici non si lasciarono pregare. Cautamente, ci alzammo e ci dirigemmo
verso l’uscita. Ne approfittai per dare un’occhiata più approfondita alla sala…
la pavimentazione irregolare, in pietra… le pareti un tempo bianche ed ora
ingiallite dal tempo, lisce, senza appigli… di una desolazione quasi
angosciante… il soffitto, altissimo, svettava ad almeno quindici metri da noi…
sulla parte superiore delle pareti partivano quelli che sembravano resti di
arcate in pietra… ma il soffitto pareva perfettamente in grado di auto
sorreggersi… al di sopra delle arcate, si trovavano delle piccole aperture, che
in precedenza non avevo notato… dovevano essere più o meno dell’altezza di un
essere umano… Mi chiedevo a che profondità ci trovassimo… poteva trattarsi di
condotti per l’aria…? C’era… qualcosa di strano, in quel posto… avevo il
sentore che una qualche magia aleggiasse lì attorno… e ciò che Sylphiel aveva
avvertito poco prima non poteva certo rassicurarmi, al riguardo… certo… quella
sala doveva trattarsi di un antico salone adibito alla prova degli incantesimi…
forse quello che la nostra amica aveva sentito non era che l’eco di magie
scagliate molto tempo prima… nonostante questo… nonostante questo…
Gourry,
al mio fianco, si fermò improvvisamente.
Battei
le palpebre. “Gourry, che c’è…?” Il mio amico non mi rispose. Il suo sguardo
era fisso sulle pareti… e aveva portato la mano alla spada. “Che cosa…?”
Iniziai, nuovamente, ma non mi venne dato il tempo di finire.
Improvvisamente,
dalle aperture lungo la parete, si liberò quello che sembrava uno sciame di
enormi insetti.
“Cosa
diavolo…?” Zel si gettò di lato, evitando per un soffio di essere investito
dalla discesa in picchiata di uno di quegli esseri.
“Sono
pipistrelli!!!” Strillò Amelia, senza nemmeno tentare di mascherare un moto di
disgusto.
“No,
non si tratta di semplici pipistrelli!”Gridai di rimando, mentre la solita,
irrazionale paura mi stringeva nella sua morsa. “Sono di nuovo loro!!! Le
creature di Ilmund!!!” Mi resi conto che il tono della mia voce non era affatto
controllato… ma la vista di quegli esseri… era in grado di sconvolgermi, senza
che io riuscissi a comprenderne il motivo…
Nel
giro di pochi secondi, eravamo completamente circondati. Attacchi da ogni
direzione iniziarono a piovere su di noi, anche se, stranamente, nessuno di
essi sembrava mirare ad andare a fondo efficacemente… era fastidioso, comunque,
senza dubbio…
…mi
sembrava di stare per impazzire…
“Scappiamo!!!
Andiamocene immediatamente di qui!!! Via di qui!!!” Irrazionalmente, presi a
correre verso la porta in ebano, non concependo nemmeno il fatto che avrei
potuto trovarla chiusa… gli altri mi imitarono, quasi automaticamente… il
nostro unico pensiero in quel momento era fuggire, e nessuno di noi parve
nemmeno prendere in considerazione l’idea di contrattaccare… le creature,
tuttavia, formavano come un muro attorno a noi, e avanzare solo di qualche
passo risultava un’impresa decisamente complicata…
Con
gli occhi chiusi, le braccia protese in avanti per ripararmi dai colpi, mi
muovevo fra lo sciame sempre più fitto, più velocemente possibile, cercando di
ignorare le ferite agli arti che l’impatto con quegli esseri mi procurava…
Fu
allora che il suolo mi mancò sotto i piedi.
Soltanto
la presa ferrea e tempestiva del mio amico spadaccino impedì che io
precipitassi senza nemmeno rendermi conto di quello che mi era successo…
“Gourry!!!”
“Lina,
cerca di tirarti su!!!” Il mio amico si era gettato al suolo per afferrarmi in
tempo, ma le creature non avevano per questo deciso di lasciarlo in pace…
continuavano ad attaccarlo e tormentarlo, ferendogli le braccia… non avrebbe
resistito a lungo…
“Cosa
diavolo…?!” Ripeté ancora una volta Zel, cercando inutilmente di farsi strada
fra le chimere, per avvicinarsi.
“E’
il pavimento!!! Si sta lentamente sgretolando!!!” Derek, persa la consueta
calma spavalda, prese a gridare contro il fratello, come un folle… “Lasciala!!!
Lasciala, sciocco, o cadrai anche tu!!!”
Era
così… il pavimento, alle nostre spalle, aveva preso LETTERALMENTE a consumarsi
sotto i nostri piedi!!! Adesso capivo… si trattava di Magia! Ecco cos’aveva
sentito Sylphiel!!! Quel luogo non era altro che una trappola per gli
sprovveduti che si fossero introdotti nel sotterraneo senza conoscerne i
segreti… ci avevano spinti laggiù e bloccati con quelle creature, senza
lasciarci… alcuna via di salvezza…
Ad
ogni modo… anche noi avevamo qualche buona freccia al nostro arco…
“Forze
del vento…” Presi a recitare.
Se
pensavano di sconfiggerci con un trucco del genere si sbagliavano di grosso…
sapevo levitare da quando avevo nove anni…
Tutta
la mia sicurezza, però, scemò nel giro di un nanosecondo. Le parole… la formula
del mio incantesimo… presero ad accavallarsi nella mia mente… Non capivo più…
che cosa stesse succedendo attorno a me… sentivo delle grida, immaginavo che si
trattasse dei miei amici… ma la mia mente non riusciva più ad indivuarne la
fonte, e la causa…
La
vista… cominciò a farsi confusa…
“Lina!!!
Fai qualcosa!!!” La voce dello spadaccino aveva una punta di disperazione… La
sua mano stringeva ancora forte la mia, ma anche il suo sguardo si stava
lentamente facendo vacuo…
Il
fumo… ci avevano drogati.
Non
ebbi nemmeno il tempo di concedermi un’esclamazione di rabbia… Anche il terreno
al di sotto del mio amico cedette.
Avvertii
l’impatto con il suo corpo, ed il vuoto sotto di noi accoglierci nella sua
mortale oscurità… Lanciai uno sguardo verso l’alto… ed i miei occhi
incrociarono quelli di UN ALTRO essere… una figura… che ci scrutava da una
delle arcate… una figura… inquietantemente familiare…
I
nostri sguardi si incontrarono per un momento… la mia mente ne registrò la
presenza, e le fattezze… ma i miei occhi parvero rifiutarsi di riconoscerlo…
Fu
in quel momento che un grosso frammento di pietra ci investì…
Il
tocco di un pavimento ghiacciato… dita altrettanto gelide sul volto… mi
aggrappai a quelle sensazioni dolorose per riallacciare un labile contatto con
la realtà che mi circondava, che la mia mente si ostinava a registrare come
lontana, ovattata…
“Ohi…
Mi sembra di non avere più nemmeno un osso integro…” Mi lamentai, senza aprire
gli occhi. Alla mia affermazione, la mano che mi stava gentilmente sfiorando la
fronte si irrigidì…
“Lina!!!
Stai bene???”
Sollevai
a fatica le palpebre, per non trovarmi di fronte ad altro che un muro di
oscurità… grandioso… ad ogni modo, ormai non avevo certo bisogno di vedere la
persona che mi stava di fronte, per riconoscerla…
Sorrisi,
debolmente. “ ‘Bene’ mi sembra un eufemismo, Gourry… ma almeno siamo ancora
vivi…” Mi chiedevo come… dovevamo aver fatto un volo di almeno qualche decina
di metri, da quanto ero riuscita ad intravedere dell’abisso al di sotto di noi,
prima di perdere i sensi. E se ci trovavamo ancora nel luogo in cui eravamo
atterrati, nell’impatto non dovevamo avere incontrato altro a frenarci, se non
la dura pietra…
Avvertii
un lieve sospiro di sollievo… La mano, ancora sulla mia fronte, riprese ad
accarezzarla, piano. Per qualche secondo fummo cullati da un piacevole,
rilassante silenzio…
“Lina…
hai idea di dove siamo finiti…?” Fu il mio amico a spezzarlo, la voce segnata
da una certa urgenza… già… per quanto da qualche giorno a quella parte non
avessimo avuto un attimo di tranquillità, non potevamo illuderci che la calma
che ci era stata momentaneamente concessa sarebbe proseguita a lungo,
purtroppo…
Sospirai.
“Un’altra buia e tetra sala del buio e tetro sotterraneo, suppongo… ovunque e
da nessuna parte… e di nuovo al punto di partenza.” Il che era decisamente
IRRITANTE…
“Chissà
se gli altri stanno bene…” Commentò il mio amico in tono preoccupato. “Quando
siamo spariti li ho persi di vista, spero che non siano precipitati in
quell’abisso…”
“Spariti?
Che vuol dire spariti…?” Battei le palpebre.
“Non…
so esattamente come sia successo…” Spiegò il mio amico. “Ma ad un certo punto,
mentre stavamo precipitando, tutto attorno a noi è scomparso… la sala, la
trappola in cui stavamo cadendo… ma credo che tu avessi già perso i sensi
allora…”
“Oh…”
Potei semplicemente commentare. Strano… molto strano… a quanto pareva qualcuno
aveva avuto interesse a teletrasportarci lontano dagli altri…
“…
Subito dopo siamo comparsi qui…” Continuò lo spadaccino. “Io ero ancora
cosciente, ma per un po’ sono stato come paralizzato…” Già… l’effetto della
droga, immaginavo… “… tu sei rimasta svenuta per un pezzo, ma non riuscivo
nemmeno ad avvicinarmi… mi hai fatto prendere un bello spavento, sai…?”
“Eh,
eh, che cosa sarebbe un racconto avventuroso senza un po’ di ‘suspense’ sulla
salute del protagonista, scusa…?” Sogghignai, sdrammatizzando.
“Ah,
quella certo non mi è mai mancata, da quando viaggio con te…” Il mio amico
spostò la mano sulla mia testa e esitò per qualche istante, in silenzio,
quindi… mi strappò un paio di capelli, cogliendomi totalmente alla sprovvista!
“Ehi!”
Protestai.
L’indice
della sua mano andò a premere direttamente contro la punta del mio naso. “I
primi capelli bianchi… è il prezzo da pagare per l’eccessiva suspense, cara la
mia protagonista…” Mi rimbeccò, in tono dispettoso.
Rimossi
la sua mano dal mio volto, con un breve gesto ed uno sguardo minaccioso, in
grado di trapassare anche il buio…“Molto spiritoso… se non avessi la schiena a pezzi troverei
immediatamente un modo DAVVERO EFFICACE di farti stare un po’con il
fiato sospeso…” Tuttavia… La mia voce aveva una sfumatura divertita…
Il
corpo del mio amico si irrigidì. “Ehm… d’accordo, basta con gli scherzi…”
Scherzi, eh…? “Seriamente, Lina… ce la fai a muoverti…? Posso portarti in
spalla, ma se hai qualcosa di rotto potrebbe comunque essere…”
Sospirai,
interrompendolo, con tono serio. “No, no, non cominciare di nuovo a fare la
mamma, Gourry, è tutto a posto… E’ stato solo l’impatto con quella roccia a
mettermi KO e ad ammaccarmi un po’, ma non è nulla che un Recovery non possa
risolvere…” Appoggiai la mia mano alla sua, per rassicurarlo.
“Mmh…”
Fece il mio amico, in tono poco convinto. “Ad ogni modo, se ritroveremo gli
altri Sylphiel sarà in grado di fare qualcosa per te, giusto…? Allora sarà
meglio andare…”
Sospirai,
mascherando un sogghigno. Era inutile cercare di convincerlo, se si metteva in
testa che avevo bisogno della sua ‘assistenza materna’… era più o meno il
principio per cui avevamo iniziato a viaggiare insieme… “Già, hai ragione, hai
ragione… ma cerchiamo almeno di fare un po’ di luce, prima… nemmeno essere
attaccati di nuovo in questa oscurità gioverebbe particolarmente alla nostra
salute, non pensi anche tu…?”
Ci
fu silenzio per qualche secondo. Quindi… “Eh…?”
Presi
un GROSSO respiro. “Ho detto di lasciarmi il tempo di recitare una formula
per fare un po’ di luce, Gourry… non credo che tu voglia procedere a tentoni
nel buio, no?” La mia pazienza tendeva ad essere piuttosto limitata dopo che
avevo rischiato di precipitare in un abisso apparentemente senza fondo…
…bé,
forse i calunniatori direbbero in modo del tutto infondato che la mia
pazienza è SEMPRE limitata… ad ogni modo…
“Lina…”
Il tono del mio amico sembrava piuttosto perplesso… “…attorno a noi NON E’
buio…”
…
Aspetta…
aspetta un…
“Cosa…?”
“Ho
detto che non è… EHI!!!!!” La frase del mio amico venne troncata a metà quando
una delle mie mani lo afferrò per la collottola, mentre l’altra gli si parava
davanti al volto, aperta.
“Gourry…
quante sono queste?????” Agitai le dita, di fronte al suo naso.
“Ci…
cinque?” Domandò lo spadaccino, il tono esitante di chi si trova di fronte ad
una persona delirante…
“AL
DIAVOLO!!!!!” Lo rilasciai, stizzita, e mi presi la testa fra le mani.
Il
mio amico mi si avvicinò. “Lina… che cosa sta succedendo…?” Il tono della sua
voce era decisamente allarmato…
“Non
ci vedo.” Risposi, semplicemente, con un’alzata di spalle.
“Co…
come sarebbe a dire che non ci vedi…?”
Sospirai.
“Non ci vedo. Sono circondata dal buio, i miei occhi non funzionano, sono cieca
insomma. Non trovo altri modi per dirtelo.” Risposi, un po’ più duramente di
quanto avrei voluto, e me ne rimproverai interiormente… Nonstavo mostrando grande gratitudine a chi non
faceva altro che preoccuparsi per me…
“Lina…?”
Scossi
la testa. “Mi dispiace di essere stata brusca, Gourry… è che… mi pareva che ci
fosse qualcosa che non andava, prima… al di là del fatto che ci hanno drogati…
i miei occhi reagivano in modo strano, poco prima che perdessi i sensi… e ora
credo di capire perché… credo… che qualcuno abbia voluto fare in modo che non
vedessi più di quanto non dovevo…”
Quella
figura… quella figura stava comandando le creature che ci avevano attaccati,
quando la avevo scorta, sull’arcata… e avevo tutta l’impressione che non avesse
intenzione di essere identificata… allo stesso modo… avevo la sensazione… che
fosse qualcuno con cui noi avevamo una certa familiarità…
“Non
capisco… che vuoi dire…”
Rivolsi
il volto verso la direzione della sua voce. “Ho tutta l’impressione che questa
sia Magia Nera, Gourry… ma non del genere che pratico io… si tratta di una
maledizione, più precisamente.”
“Una…
maledizione…?” Il tono di voce del mio amico mi parve perplesso.
Annuii.
“Ti ricordi quando quella donna-demone di nome Mazenda aveva sigillato i miei
poteri magici in modo che non potessi scagliare incantesimi…? Ecco, credo che
si tratti di una cosa del genere… Non… so perché… ma ho la sensazione che sia
un tipo di Magia del tutto affine… mi sento… strana… privata di qualcosa…
esattamente come mi sentivo allora…”
“Ma…
allora… se si tratta di Magia… tu puoi spezzarla, non è così, Lina…?” La voce
del mio amico ora era SINCERAMENTE allarmata…
Scossi
la testa. “No, purtroppo. Non si può spezzare una maledizione se non si conosce
l’incantesimo che la ha generata… o si elimina chi la ha scagliata… A meno che
essa non sia studiata per essere temporanea, ovviamente… ma non posso sapere di
che tipo sia quella che mi ha colpito…” A dire il vero… un essere
sufficientemente potente avrebbe potuto anche scagliare una maledizione
irreversibile… ma menzionare questo fatto a Gourry sarebbe servito solamente a
farlo preoccupare di più… e bastavo già io, ad essere nervosa… il fatto che la
faccenda mi stesse coinvolgendo sempre più in prima persona non mi piaceva per
niente…
“Allora…
che cosa facciamo…?”
Scossi
la testa. “Non lo so… ma per me sarà molto più difficile servirmi della Magia,
finché non ritrovo la vista… il che significa che è DAVVERO il caso che ci
muoviamo a ritrovare gli altri… ormai sono del tutto convinta che qualcuno ci
stesse aspettando, all’interno di questo sotterraneo… e l’idea che ci trovi
separatamente non mi sorride assolutamente…”
“Sono
pienamente d’accordo…” Convenne semplicemente il mio amico. Sentii che una mano
veniva protesa verso di me, ma la rifiutai, con un gesto calmo della mano.
“Posso
farcela da sola.” Replicai, alzandomi in piedi. “E’ meglio che tu pensi solo a
stare allerta, nel caso ci sia bisogno di combattere…” Cercavo di apparire
tranquilla, più di quanto in realtà non fossi. Si trattava di Magia, continuavo
a ripetermi. Qualcosa con cui potevo trattare alla pari e da cui non dovevo
lasciarmi spaventare… Ma non era la maledizione in sé a rendermi inquieta…
stranamente, anzi, per quanto ne fossi stata io l’obiettivo, avevo la netta
impressione che non si trattasse di qualcosa di premeditato per colpirmi…
trovavo decisamente più preoccupante il motivo che poteva avere spinto qualcuno
a mettermi improvvisamente fuori gioco servendosi di quel mezzo… L’entrata in
quel sotterraneo, il modo in cui ci avevano divisi… tutto mi dava sempre più
l’impressione di appartenere ad un preciso progetto… un piano, in cui noi non
rappresentavamo che inconsapevoli pedine in gioco… chi ci stava guidando? Quali
erano i suoi obiettivi? QUESTO, avrei tanto voluto scoprire… per quanto ne
sapevamo, noi avremmo potuto essere allo stesso modo la chiave per la
distruzione del mondo, o per un progetto per la sua salvezza…Il Concilio… se i loro obiettivi erano
veramente quelli che il mio maestro ci aveva descritto non avrei certo potuto
lasciarli fare… ma chi altri era coinvolto, in tutta la faccenda… i Mazoku?
Xellos era con noi, in fondo… e magari opponendoci a Ilmund avremmo fatto il
loro gioco, allora… se le cose fossero state in quei termini… si supponeva che
io lo accettassi i loro progetti, senza ribellarmi?
E
un’altra cosa, non mi era chiara… Qual era il pezzo fondamentale sulla
scacchiera del nostro ‘giocatore d’azzardo’…?
Si
trattava… di me…?
“Lina…
c’è un altro Portale…” La voce del mio compagno, che avevo continuato a seguire
a breve distanza, per evitare di perderlo, mi risvegliò dai miei pensieri.
Battei
le palpebre. “Che cosa hai detto scu…?” Non feci in tempo a terminare la frase.
La mia fronte andò sonoramente a sbattere contro la dura pietra di un battente.
“Ecco.
Quello è esattamente il punto in cui la strada è ostruita.” Commentò il mio
amico in tono piatto.
“Avresti…
potuto avvisarmi con un po’ di anticipo…” Replicai, in tono a metà fra il
minaccioso e l’esasperato… Il mio naso aveva già pagato fin troppo per quella
faccenda…
“Uh…
mi spiace… è che… questo posto… attira l’attenzione… come dire… è strano…”
“Strano
in che senso…?” Mi volsi nella direzione da cui proveniva la sua voce,
massaggiandomi la punta del naso, che in quel momento doveva aver assunto uno
spettacolare colorito rosso sgargiante…
“Bé…
non so come spiegarlo, ma… sembra un luogo importante…” Sentii che mi si
avvicinava. “Attorno a noi, lungo le pareti del corridoio, ci sono delle
colonne, decorate…il soffitto è altissimo e il Portale è veramente gigantesco…”
Ho
intravisto dei pilastri, un ampio soffitto, come se si trattasse di una grande
costruzione…
La
visione…
“…sembra un luogo riservato ad occasioni speciali…”
Proseguì il mio amico. “…come dire… un luogo ufficiale…” Evitai di chiedergli
come avrebbe definito allora un luogo ‘ufficioso’… non era il momento delle
frecciate ironiche…
“Può
darsi che siamo arrivati effettivamente nel posto che cercavamo, quello
utilizzato dai membri del Concilio per i loro raduni, e per i loro esperimenti
di Magia… però non mi spiego perché l’incantesimo nella sala della trappola
avrebbe dovuto portarci proprio qui… mi sembra molto strano…”
“Allora
l’unico modo per capire è entrare e verificare, giusto?” Osservò il mio amico,
con il consueto atteggiamento accomodante, anche se un po’ più avventato del
solito…
Sogghignai.
“Ehi, ehi, non rubarmi le battute…” Oh, evidentemente la mia compagnia aveva
davvero effetti deleteri su di lui…
“Abbiamo
fretta di fare tornare a qualcuno la vista no…?” Mi batté lievemente la mano
sulla testa. “Senza contare che così, semi impossibilitata ad usare la magia,
sei praticamente inutile, quindi…” Il suo tono si fece nuovamente divertito…
“CREDO
DI NON AVERE CAPITO BENE…” Una piccola sfera di luce comparve fra le mie dita…
“Ehm…”
Lo sentii indietreggiare. “Dicevo che la tua magia potrebbe essere utile ad
aprire la porta…”
“Oh,
ma come sei perspicace…” Rilasciai la sfera di luce, in direzione dei rigidi
(lo avevo verificato…) battenti di pietra, strizzandogli l’occhio… “Come hai
fatto ad intuire che era proprio ciò che avevo intenzione di fare…?”
La
porta non ci oppose troppa resistenza… forse chi aveva costruito quella parte
dell’edificio aveva pensato che solo un ‘legittimo visitatore’ dell’edificio
sarebbe riuscito a giungere tanto in profondità, e che altre barriere fossero
inutili…
Quindi…
anche noi eravamo i ‘benvenuti’ in quel luogo…?
E…
…noi…
…o
solamente io…?
Rabbrividii,
involontariamente.
“Che
c’è, Lina…?” Mi chiese la voce del mio amico, quasi in un sussurro…
“N…
nulla…” Risposi, in tono poco convinto. “Proprio nulla…” Istintivamente,
tuttavia, mi feci più vicina a lui… Non ci avevo immediatamente pensato, ma…
Gourry era finito in quel luogo con me del tutto casualmente… solo perché era
riuscito ad afferrarmi prima che il mio corpo venisse teletrasportato… Forse,
l’intenzione originale di chi mi aveva trasferita in quel luogo era di farmi
arrivare lì… sola. E allora… poteva essere che ora qualcuno tentasse di
separarci, in qualche modo…? L’idea che entrambi ci trovassimo a girovagare in
solitudine in un luogo del genere non mi sorrideva…
Tra
l’altro… se a vegliare su di me mentre ero svenuta, poco prima, non ci fosse
stato Gourry… COSA avrebbe potuto succedermi…? Sinceramente, preferivo non
pensarci…
“Che
cosa vedi, Gourry…?” Bisbigliai, dopo i nostri primi passi all’interno del
nuovo ambiente… doveva trattarsi… di una sala piuttosto ampia, data la eco che
faceva rimbombare persino i nostri cauti passi… e poi… faceva freddo ,là sotto…
nulla a che fare con la sensazione di soffocamento che avevo provato nella sala
dei cadaveri… dovevamo essere piuttosto in profondità…
“E’
buio, Lina… non riesco a vedere molto di quello che…” Un singhiozzo strozzato,
accompagnato da un sussulto, troncò la sua frase a metà…
“Cosa…?
Che c’è???” Senza nemmeno accorgermene, mi aggrappai alla sua manica… per una
come me, che normalmente tendeva a fare molto affidamento sui propri occhi,
ricevere la descrizione dell’ambiente circostante in ‘differita’ era piuttosto
angosciante… soprattutto in circostanze come quelle…
“Delle…
strane creature, Lina… sospese a mezz’aria… sembrano… dormire… non… non
capisco…”
Aggrottai
le sopracciglia. “Che… Che tipo di creature…?”
“Uh…
non capisco esattamente cosa siano, ma… sembrano simili a quelle che ci hanno
attaccati nella foresta, prima che tornassimo a Miilun… Non… non pensi che si
sveglieranno, eh, Lina?”
Le
chimere di Ilmund…? Che strano… non avevo provato nessuna strana sensazione
quando ero entrata in quella sala… e se si trattava veramente di quei mostri,
questa era veramente una novità…
“Ho
capito. Deve trattarsi di illusioni ottiche…” Dichiarai, semplicemente.
“Illusioni
ottiche…?” Il tono del mio amico appariva perplesso…
Annuii.
“So qualcosa dei metodi di creazione delle chimere, dato che… anche il mio
antenato conduceva questo tipo di… ‘ricerche’…” Sospirai. “Se ci troviamo
davvero nelle sale in cui il Concilio svolge i suoi esperimenti, può darsi
benissimo che si tratti dei ‘modelli’ utilizzati per la riproduzione di quegli
esseri, creati con un semplice incantesimo… sai, un po’ come lo schizzo a
matita per un disegno…”
“Non
paragonerei la produzione di quelle creature alla semplice ed innocua
realizzazione di un disegno…” Il tono del mio amico era decisamente teso…
Annuii,
nuovamente. “Sì, su questo mi trovi perfettamente d’accordo…” In realtà si
trattava di un problema tutt’altro che semplice e molto discusso fra i fruitori
di magia… fin dove potesse addentrarsi la manipolazione di qualcosa di tanto
delicato come la vita…
…ma
non era decisamente il momento per addentrarsi in certe questioni. “Ad ogni
modo…” Osservai, in tono pratico… “Se le cose stanno come penso, non dovrebbe
trattarsi di nulla di offensivo… quindi concentriamoci sulle nostre ricerche e
lasciamoli perdere per un momento, ok?”
La
mia affermazione non parve rassicurare lo spadaccino… “Inoffensive… dici…? A me
paiono piuttosto realistiche…”
Gli
strizzai l’occhio. “E che ti dice che in tuoi sensi debbano avere sempre
ragione…? La vista, l’udito, spesso possono trarci in inganno, e potrebbero non
darci uno sguardo tanto oggettivo quanto pensiamo, sul mondo…” Feci spallucce.
“Per quanto ne sappiamo noi la realtà potrebbe anche essere interamente
un’illusione… io, che ti sto parlando in questo momento, potrei anche essere
solo una proiezione della tua mente, non ci hai mai pensato…?”
Il
corpo del mio amico si irrigidì. “Bé… non lo direi in quel tono tranquillo, se
fossi in te… NON E’ precisamente quanto definirei rassicurante…”
Sogghignai.
“La capacità di mettere continuamente in discussione la realtà è ciò che genera
il bravo fruitore di magia, Gourry… Chiudere gli occhi a ciò che ci appare
inquietante non ha la minima utilità… E poi… non è il caso di fare i
disfattisti, ad ogni modo…” Gli strizzai l’occhio. “… se gli esseri umani non
hanno alcuna garanzia per ciò in cui credono, non significa necessariamente
doversi arrendere ad una non-vita, no…? Forse ci illudiamo solo di vivere,
forse la realtà che ci circonda non è che una auto difesa ad un nulla che ci
spaventa, ma… se in questo momento io decidessi di darti un bel calcio, proprio
nel centro della fronte, tu proveresti dolore… e se questa non può essere
considerata una certezza sufficiente, è indubbiamente un’ottima spinta a
proseguire sulla strada della vita… e una vita che sia DAVVERO vita, e non
sopravvivenza… anche se le probabilità di non essere in realtà catturati da
un’illusione fossero vive solo all’uno per cento… varrebbe comunque la pena
sforzarsi per raggiungere la propria felicità in questa vita, no? Tanto… che
cosa abbiamo da perdere…?” Condii l’osservazione con una noncurante alzata di
spalle.
Non
potevo vedere il mio amico, ma ebbi la netta impressione che, in quel momento,
stesse sfoderando uno dei suoi sinceri sorrisi… “Immagino che tu abbia
ragione…” Osservò, semplicemente, col consueto, calmo tono di voce… “E poi…
dubito che tu possa essere una costruzione della mia mente… non credo di avere
così tanta fantasia…”
Una
grossa goccia di sudore scese lungo la mia tempia. “Lo prenderò come un
complimento…” Tossicchiai. “Ad ogni modo, torniamo alle questioni serie… cerca
di sforzarti, Gourry, e vedi se riesci a scorgere qualcos’altro… tu hai una
buona vista… e ho bisogno che tu diventi i miei occhi, ora, se vogliamo
scoprire qualcosa di utile…”
Il
mio amico sospirò, e rimase in silenzio per qualche secondo, forse
scandagliando la stanza con maggiore attenzione… “Bé, Lina, per la verità non
c’è molto da dire… Non mi pare che qui attorno ci sia molto altro che polvere…”
Battei
le palpebre. “Che vuoi dire…? La stanza è vuota…?”
“Mmm…”
Avanzò di qualche passo, verso quello che doveva essere il centro della sala.
“Ci sono dei tavoli in legno, qualche provetta vuota… ma l’idea che dà questo
posto è quella di non essere stato utilizzato per lungo tempo…”
“Molto
strano…” Mi accigliai… Poteva davvero essere che il Concilio avesse smesso di
radunarsi in quel luogo…? Perché se fosse stata quella la attuale sede dei loro
esperimenti quella stanza avrebbe dovuto perlomeno ospitare le formule e gli
oggetti che gli erano stati necessari alla produzione degli esseri che aveva
mandato contro di noi e…
“Cos’è
stato??’” Sussultai, improvvisamente. Uno schiocco, secco, come di una roccia
che venisse infranta. E sembrava provenire dall’alto…
Gourry
si accostò a me. Mi sembrava quasi di avvertire la sua tensione… doveva aver
messo mano alla spada… “Non lo so, Lina, ma lo ho sentito chiaramente anch’io…”
“Mmm…”
Fu il mio unico commento. Restammo fermi, in guardia, per qualche secondo, ma
nulla parve accadere…
“Può
anche darsi che una delle pietre del soffitto abbia ceduto…” Commentai, dopo
aver lasciato passare qualche istante. “…in fondo, stando a quanto ho visto
prima di finire quaggiù, si tratta un edificio piuttosto antico…” Certo che…
non avevamo visto crollare frammenti di pietra…
“Pensi
che la struttura sia pericolante, Lina…? Dici che ci conviene proseguire…?”
Scossi
la testa. “Se questo sotterraneo rischia veramente il crollo credo che saremo
in pericolo qualunque sia la stanza in cui ci troviamo… forse sarebbe davvero
prudente cercare un’uscita, a questo punto… pare che quaggiù non troveremo
nulla… e tutto quanto ci è successo da quando siamo entrati qua sotto non mi
piace per nulla…”
“Hm.”
Convenne il mio amico. “Però dobbiamo trovare gli altri, prima… Non possiamo
andarcene lasciandoli qua sotto…”
Annuii.
“Ma vorrei sapere come… non abbiamo idea di quanto sia estesa questa
costruzione… avremmo potuto stregare i nostri oggetti magici in modo da
riuscire a rintracciarci in qualsiasi momento con la magia… dannazione, perché
non ci abbiamo pensato…?” Strinsi forte i pugni, in preda alla frustrazione.
Una
mano mi batté lievemente sulla testa. “Lo dici sempre anche tu che non ha senso
piangere sul latte versato, giusto? Sono sicuro che gli altri stanno bene, e se
sono rimasti uniti Sylphiel userà i suoi poteri per rintracciarci in qualche
modo, così potremo ritrovarci…”
Mi
volsi in direzione della sua voce, lo sguardo contrariato. “OVVIAMENTE non ho
intenzione di stare a piangere sul latte versato, Gourry… se chiunque ci ha
trascinati qua sotto pensa che ce ne staremo ancora passivi a sottostare al suo
gioco si sbaglia di grosso… Fa che lo trovi e gli farò capire io CHE COSA NE
PENSO di tutta questa faccenda…”
Al
mio fianco, sentii il mio amico sospirare. “E’ quando fa così che di solito ci
scappano incantesimi distruttivi e lividi…”
“TI
HO SENTITO, GOURRY!!!”
“Ehi,
ehi, stavo solo prendendo atto di…”
Al
mio amico non venne data la possibilità di terminare.
Un
altro suono secco, stavolta più vicino. E il dolore intenso, lancinante al
braccio sinistro.
“Lina!!!”
Venni
spinta bruscamente contro una parete… L’impatto fu tanto violento che per
qualche secondo i miei sensi si rifiutarono di rispondere. Non ero
sufficientemente stordita, comunque, per non intuire quello che stava
succedendo attorno a me…
Con
un altro rumoroso impatto e una nuvola di polvere soffocante, un’altra pietra
del soffitto si schiantò poco distante da noi.
“Sta…
sta crollando la stanza!!! Gourry… l’uscita!!!” Cercai, di riprendere fiato
dopo il colpo, mentre alcune lacrime mi salivano di riflesso, a causa del
dolore, agli occhi, che a quanto pareva avevano mantenuto, nonostante tutto, la
loro sensibilità…
“Contro
la parete!!!” Si limitò a gridare il mio amico, in risposta. Sentii che si
parava di fronte a me, ed estraeva la spada… ma che diavolo…?
“Cosa???
Cosa sta succedendo???”
“Lina,
riparati!!!” Un fendente di spada. Rumore di roccia infranta. Cosa stava
accadendo…? Sembrava quasi… sembrava quasi che i frammenti di roccia stessero
mirando direttamente a noi… sembrava quasi… un’altra trappola!!!!!
“Gourry,
no!!! Non devi allontanarti da me!!!” Il mio amico si stava spostando sempre
più di lato, evidentemente seguendo la direzione dei colpi, nel tentativo di
riparare entrambi… ma stavano cercando di separarci, ne ero sicura!!! E se
fosse successo saremmo stati seriamente nei guai!
“Gourry!!!”
“Lina!!!
Lina, attenta!!!”
Dovetti
ringraziare il mio buon udito per essere riuscita ad evitare di ricevere una
grossa pietra direttamente contro la tempia…
Mi
scostai appena in tempo, mentre il frammento mi passava accanto con un sibilo,
lasciando solo un lieve sfregio lungo la mia guancia ed infrangendosi
rumorosamente contro la parete. Viaggiavano a velocità paurosa!!! Doveva
trattarsi di telecinesi!!!
“Ah!”
Evitai un nuovo impatto, buttandomi ancora una volta di lato…
I
bersagli eravamo NOI… eravamo DECISAMENTE noi… il che significava che era da
escludere l’idea di concentrarci sulla fuga e di cercare di raggiungere
un’uscita nella speranza di non essere colpiti…
Un
altro colpo, a pochi metri da me. Mi premetti contro la parete, frustrata. La
polvere… faticavo a respirare… vicino a me sentivo ancora il mio amico tirare
fendenti, ma non potevo aiutarlo… nella confusione avrei rischiato di ferirlo…
o di colpire uno dei pilastri portanti, combinando definitivamente il disastro…
Ancora…
un colpo… Un grido di dolore!
“Gourry!!!”
Mi mossi alla cieca in sua direzione, schivando un paio di frammenti che
dovevano essere di dimensioni piuttosto ridotte, e inciampando miseramente
nelle pietre che giacevano al suolo…
Una
frase pronunciata a denti stretti, tuttavia, interruppe la mia avanzata.
“Contro la parete, Lina!!! Non venire avanti!!!” Stava… bene… a quanto pareva…
ma… la sua voce… c’era… una punta di disperazione nella sua voce…
Allora
capii.
Eravamo
in trappola.
Se
non avessimo distrutto la sorgente dei colpi, saremmo stati perduti. Ma Gourry,
l’unico fra noi due che poteva essere in grado di trovarla in quel momento, non
poteva riuscire ad avvicinarsi a sufficienza, solo con la sua spada… non poteva
nemmeno dirigere la mia mano ed aiutarmi a lanciare un incantesimo… perché
doveva difendermi.
Topi
in trappola… a causa mia.
Mi
sentivo impotente… totalmente impotente…
Chi
mi aveva lanciato quella maledizione aveva saputo colpirmi nel mio punto più vulnerabile.
Detestavo quella sensazione…
Rimarrai
sempre una buona a nulla, sorella…
La
rabbia… crescente…
C’è
qualcosa di più importante che ricercare il potere, nipote…? A qualsiasi prezzo…
…sembrava…
corrodermi dentro…
Sono proprio io il tuo obiettivo… il tuo futuro, Lina, il tuo futuro…
“Lina!!!”
Due braccia mi trascinarono, all’improvviso, di lato… mi trovai stretta in un
abbraccio convulso, al riparo dai colpi, mentre un altro impatto, secco,
violento, si infrangeva, proprio sul luogo dove mi ero trovata fino a pochi
secondi prima… Ancora polvere… un respiro affannato… frammenti di roccia
sottili, taglienti, contro di noi… un sussulto… dal corpo premuto contro il
mio… e venimmo sbalzati a distanza di diversi metri, direttamente contro un pilastro.
“Aaaaaaaaaaaaah!!!”
L’impatto
con la dura pietra, e quindi di nuovo al suolo. Una fortuna nella sfortuna… di
certo la massiccia costruzione non attutì l’impatto, ma ci fornì un parziale
riparo ai colpi che continuavano a grandinare dal soffitto…
“Gourry!!!
Ora!!! Cerca di aiutarmi ora a mirare!!!” Sforzandomi di ignorare il dolore, mi
aggrappai alla manica del mio amico che, ancora sopra di me, mi impediva i
movimenti. Tuttavia lo spadaccino, probabilmente ancora stordito, forse
concentrato sull’attacco che ancora non ci dava tregua, non parve prestare
attenzione alle mie parole…
“Gourry!!!
Dammi ascolto per un secondo!!!”
Fu
allora che me ne accorsi. Non era solo la mente a non rispondere. Il corpo… il
corpo che ancora riparava il mio… sembrava… stranamente pesante…
“Gourry!!!”
…inerte…
“Gourryyyyyyyy!!!”
Colta
improvvisamente dal panico, dimenticai la situazione in cui ci trovavamo…
Afferrate le spalle del mio amico, usai tutta la forza che avevo per cercare di
sollevarlo quel tanto che bastava per cercare di liberarmi…
“Gourry!!!”
Non so quante volte pronunciai il suo nome nel tentativo di sgusciare al di
sotto di lui. Come… se potesse venirmi in aiuto, anche allora… anche ferito…
Non so quanto lottai per evitare di perdere il controllo… Perché… perché doveva
sempre trovarsi in pericolo a causa mia? Perché nonostante tutti gli anni in
cui mi ero data da fare per diventare forte non riuscivo nemmeno a difendere
ciò che era veramente importante per me…? Ma io non volevo cambiare il mio
stile di vita… Gourry mi aveva reso chiaro di non voler mutare il suo… allora…
dovevo rassegnarmi a rischiare sempre la sua vita? Era OVVIO che era per
seguire me che si trovava sempre in queste situazioni… e io… non avevo alcuna
intenzione… di smettere di essere ciò che ero… di cessare la mia ricerca…
…del
potere…
…di
cessare la mia ricerca nel campo della magia…
Anche
ora… se me lo avessero chiesto… avrei rifiutato… di smettere…
…c’era
qualcosa… di sbagliato in me? Cosa avevo sbagliato?
Rezo, in fondo io sono egoista ed ambiziosa, proprio come te…
…continuare a cercare… significa necessariamente… trasformarsi in un
mostro…?
Sfilatami
da sotto il suo corpo, il fiato corto, la voce rotta, lo chiamai ancora,
infinite volte… ma il suo corpo continuava a non rispondere a nessuno stimolo…
Cercando
di mantenere la calma, appoggiai le mani sul suo petto, per scuoterlo… E una
sostanza calda, oleosa, le intinse immediatamente, impregnandole del suo odore…
“Gourry!!!”
Sangue,
sangue… non capivo da dove provenisse, non capivo quanto fosse… la mia mente
registrava come fiumi quelli che potevano essere solo rivoli… si rifiutava di
indicarmi la strada per essere utile in qualche modo… se solo avessi trovato la
ferita, avrei potuto almeno lanciare un Recovery… fare qualcosa!!!
Alle
mie spalle, il pilastro cedette. Eravamo nuovamente esposti ai colpi.
Basta…
BASTA!!!
“Al
DIAVOLO!!!” Mi sollevai in piedi, le mani che tremavano per la rabbia, la mia
capacità di autocontrollo ridotta ormai al limite… “Hai voluto giocare con noi,
bastardo??? Adesso ti darò IO un motivo per divertirti!!!” Mi misi a gridare
convulsamente verso il buio, e verso nessuno in particolare… mentre la mia
mente richiamava velocemente a sé una formula…
“Signore
dei demoni e dei quattro mondi…” I Demon Blood obbedirono al mio comando,
convogliando in me una nuova energia magica…
…un’energia
magica che sapevo esattamente come impiegare…
“BLAST
BOMB!!!!!!”
Succedesse
quello che doveva succedere… non me ne importava più nulla.
L’esplosione
fu notevole… ed estesa, come mi serviva che fosse… probabilmente se non fosse
stato per la situazione in cui ci trovavamo ne sarei stata decisamente
soddisfatta… Il colpo era stato indirizzato verso nessun luogo in particolare,
ma in direzione del soffitto… non c’era da chiedersi quali sarebbero stati gli
esiti…
E
infatti i colpi cessarono… ma le pareti iniziarono a tremare.
Afferrai
Gourry e cominciai a trascinarlo, con la forza della disperazione. Temevo di
aggravare le sue ferite, ma non potevamo restare in quel luogo un minuto di
più…
Proseguendo
a tentoni lungo la parete, cercai disperatamente un apertura… Gourry mi aveva
detto in che direzione si trovava l’uscita…? Dannazione, dannazione, non
riuscivo a ricordarmelo!!! Le pareti potevano crollare da un momento all’altro,
ma non potevo allontanarmene… non potevo perdere l’unico punto di riferimento
che avevo…
“Un’apertura!!!”
La mia voce non nascondeva il sollievo, quando trovai l’ampia breccia nella
pietra… troppo grande per trattarsi di una semplice frattura, doveva essere
l’accesso ad un’altra stanza, oppure ad un corridoio…
“Ce
l’abbiamo fatta, ce l’abbiamo fatta…” Non facevo che ripetere, in tono
rassicurante, più per me stessa che per Gourry, che evidentemente non poteva
sentirmi… avevo bisogno di sentire una voce umana, o sarei impazzita, sola in
quell’oscurità…
Oltrepassata
l’apertura e percorsi alcuni metri, mi gettai a terra, sfinita per la paura e
la fatica, mentre il corpo di Gourry cadeva, inerte, al mio fianco. Ma non era
il momento di riposarmi…
Raggiunto
il mio amico, lo voltai il più delicatamente possibile verso di me… sapevo che
non era prudente, ma non c’era altro modo per aiutarlo… dovevo cercare di
capire cosa avesse… dovevo sfruttare la mia magia, una volta in cui
veramente mi serviva… perché Sylphiel non si trovava con noi, in momenti come
quelli…?
Con
prudenza, gli tastai la fronte… gelida… e, trattenendo il respiro, spostai le
dita al suo collo…
Debole…
ma batteva ancora. Potevo avvertire il battito del suo cuore…
Non
potei risparmiarmi un sospiro di sollievo. “Abbiamo la testa dura, eh, vecchio
mio…?” Sussurrai, piano, accarezzandogli la guancia…
…Ma
il fiato mi si spense in gola quando le mie dita sfiorarono la pelle proprio al
di sotto del suo orecchio. Sangue… era impregnata di sangue…
Lo
stomaco mi si contorse, improvvisamente…
Una
commozione celebrale, forse… o peggio…
Il
cuore in gola, rivoltai immediatamente il suo corpo lateralmente, la guancia
vicina alla pietra del pavimento, un rivolo di sangue -avvertii-, che scivolava
dalla sua bocca al suolo…
Calma,
dovevo stare calma… non gli sarebbe servito a nulla se mi fossi agitata…
“Recovery…”
Recitai, la voce tremante, mentre una fastidiosa sensazione cominciava a
pungermi gli occhi… Appoggiai le mani alla sua testa, pur non sapendo
esattamente dove indirizzare la mia magia… sapevo che doveva avere anche una
ferita allo stomaco, ma non sarei stata in grado di trovarla da sola…
Non
potevo… farcela… senza vedere… non potevo… farcela…
Stai
calma… calma…
Svegliati,
cervello di medusa,svegliati, maledizione…
Il
mio amico prese a tossire, improvvisamente, rigirandosi nell’incoscienza. “No…
no, Gourry!” Cercai di tenerlo fermo, mentre lo spadaccino si agitava, vincendo
le mie braccia tremanti, e rischiando di soffocare con il suo stesso sangue…
“Gourry… Gourry, ti prego…” Mi premetti con tutto il mio peso contro la sua
schiena, cercando di evitare che si mettesse supino… Continuavo a spingere le
mani contro i suoi capelli, ma le parole dell’incantesimo si confondevano nella
mia mente…
“Gourry,
DANNAZIONE!!!!!” Al suo ennesimo tentativo di voltarsi, non ce la feci più…
piegata in avanti, mi aggrappai alle sue spalle, stringendole tanto
convulsamente da perforarle, e arrendendomi definitivamente all’impossibilità
di proseguire l’incantesimo… e all’impossibilità di combattere ancora il nemico
che pungeva i miei occhi, minacciando di portare via con sé, scivolando sul mio
volto, tutto il mio autocontrollo…
“Cervello
di medusa… cervello di medusa… come pensi che io possa fare se non collabori???
Come pensi che io faccia in queste condizioni, eh???” Strinsi i denti, parlando
con rabbia… rabbia rivolta più a me stessa che al mio amico…
Paura…
non volevo più provare paura… che cosa c’era di più terrificante…? Non volevo
essere… debole… non POTEVO, non allora… non allora…
Mi
morsi il labbro… le mie lacrime… avevano un sapore amaro… sembrava… stritolarmi
lo stomaco…
“Oh,
insomma, Lina… non è da te startene lì a commiserarti… cosa direbbero i tuoi
nemici se ti vedessero ora?”
Sussultai.
La presenza che si era improvvisamente unita a noi in quel luogo mi aveva colta
totalmente alla sprovvista… La sua voce proveniva da un punto indefinito dietro
di me… ed era -purtroppo- più che nota…
“Xellos…”
Pronunciai il suo nome fra i denti… non ero pronta… non ero pronta ad
affrontare anche lui, in quel momento. “Che cosa… ci fai, qui…?”
Un
sospiro giunse dal Mazoku, il che mi permise di localizzarlo…
…
si trovava proprio alle mie spalle…
“Se
dici il mio nome con quel tono sembra quasi che tu non mi voglia qui, Lina…” Il
demone sospirò, nuovamente… “…Che crudeltà, proprio io che ero venuto per
aiutarti…”
Le
mie dita strinsero più convulsamente la stoffa della tunica di Gourry,
minacciando di strapparla… “Ti conosco da qualche anno, Xel, e so che tu non
compari MAI con il semplice scopo di ‘aiutarmi’…” Afferrato tutto il mio
coraggio, mi volsi in direzione della sua voce. “Ripeto la domanda. Che – cosa
– fai – qui…? Ti avverto che in questo momento non ho la pazienza di sopportare
i tuoi scherzi da demone…” Condii l’affermazione con quella che avrebbe dovuto
essere la mia migliore occhiata minacciosa… non potei impedirmi di ridacchiare,
internamente… occhiata ‘antidemone’ la aveva definita una volta…
…Gourry…
Improvvisamente
mi passò la voglia di scherzare…
“Oh,
avanti, Lina… ho visto che avete incontrato qualche piccola difficoltà e ho
pensato di potermi rendere utile… Chissà, magari potrei aiutare Gourry…
ovviamente non lo farei gratuitamente, però…” Avevo tutta l’impressione che
stesse ridacchiando…
Non
potei impedirmi un sogghigno. “Bel tentativo, Xel… peccato che tu sia un demone
e che probabilmente l’unico modo che avresti per soccorrere un ferito sarebbe
finirlo e trasformarlo in un tuo simile…” Sempre che questo fosse possibile ad
un demone che non appartenesse al ‘primo rango’, dei demoni superiori… “Oh…”
Continuai. “…ma probabilmente non ci avevi pensato… così impegnato come sei a
riflettere su come ‘darci una mano’…” Non nascosi l’ironia amara del mio tono
di voce…
Sentii
che il Mazoku si avvicinava ancora… lo stomaco mi si strinse per
l’inquietudine, e per un attimo desiderai profondamente che Gourry si
svegliasse… Ma il mio amico giaceva ancora al mio fianco, privo di sensi… aveva
persino smesso di agitarsi… ero preoccupata per lui… se quel dannato demone non
se ne fosse andato in fretta…
“Ti
ha mai detto nessuno che sei proprio un’insolente, Lina…?” Battei le palpebre,
stupita. La sua voce era… irritata…? O no… forse no… forse… stava scherzando
come al solito… avrei voluto vederlo in volto… non riuscivo a capire quel
Mazoku… per me era totalmente indecifrabile… a volte… sembrava il più buono fra
i suoi simili… e a volte… il solo averlo accanto… mi dava i brividi lungo la
schiena…
Ma
era un demone, sempre un demone… aveva massacrato migliaia di draghi, e con il
sorriso sulle labbra… e aveva mostrato fin troppo spesso un eccessivo interesse
nei miei confronti… questo era quanto sarebbe bastato a togliere il sonno a
chiunque… dovevo stare attenta… attenta…
“Non
credo che lascerò che un MAZOKU mi rimproveri sul mio carattere, Xellos…”
Osservai, in tono nervoso, cercando di non cancellare il mio sogghigno sicuro
dal volto…
Il
mio interlocutore soffocò una risatina. “Già…” Convenne. “…credo che tu abbia
ragione, Lina, come spesso accade…” Mi irrigidii, quando mi resi conto che era
sufficientemente vicino da riuscire a sfiorarmi. Si era mosso velocemente, e
silenziosamente… come solo un essere ESTREMAMENTE PERICOLOSO sa fare…
“Tuttavia…”
Continuò, e la sua mano, con un gesto da me totalmente inaspettato, mi afferrò
il braccio, e mi allontanò bruscamente dal corpo del mio compagno, con una
forza che non ci si sarebbe aspettati da un essere apparentemente piuttosto
esile… “… se fossi in te, Lina… non mi reputerei tanto ‘superiore’…” Mi strinse
il braccio tanto forte che non potei evitare di gemere per il dolore… sentivo
il suo respiro vicinissimo al mio volto…
Stringendo
i denti, con un gesto secco, mi liberai. “Finiscila con le frasi ambigue,
Xellos!!! E non osare mai più mettermi le mani addosso!!!” Indietreggiai,
ancora in ginocchio, fino a che non avvertii la presenza rassicurante di Gourry
accanto a me… ero… stanca… di perdere tempo con quell’essere…
“Non
c’è nulla di ambiguo nel dire che tu non hai molto per cui ritenerti superiore
ad un Mazoku, Lina chan…” Osservò il demone in tono pacato… la sua frase…
sembrava SORRIDERE… di quel suo tanto usuale sorriso inquietante…
Decisi
di tagliare corto. Non mi piaceva la piega che stava prendendo la
conversazione… “Se pensi che io me ne stia qui ad ascoltarti mentre sputi
sentenze senza senso ti sbagli di grosso, Xel… ora ho qualcosa di più
importante a cui pensare…” Detto questo, mi volsi verso il mio amico, steso a
terra… speravo che questo terminasse la discussione…
…e,
colta totalmente alla sprovvista, non potei fare a meno di emettere un lieve
grido, quando un braccio mi cinse con mala grazia la vita…
“Xellos!
Cosa diavolo…?”
“Pensi
davvero… che siano senza senso, Lina…?” Sussurrò il demone, la guancia che
sfiorava brutalmente i miei capelli, le labbra premute contro il lobo del mio
orecchio sinistro…
“Xellos!
Finiscila!!!” Mi divincolai, senza grande risultato… La schiena bloccata contro
il suo petto, le mani, mia unica difesa in quel momento, totalmente
imprigionate dal suo abbraccio soffocante… ero… ero in trappola…? Mi ero
davvero fatta cogliere di sorpresa come una povera sprovveduta…?
“Io…non
credo che sia così…” Proseguì il demone, ignorandomi… “…in fondo… di chi è la
colpa… se vi trovate in questa situazione…?” Le sue labbra scesero al mio collo
e lo baciarono, improvvisamente, traendone un involontario sussulto… e un
fremito di paura…
Riversai
la testa all’indietro, cercando di allontanarlo. “Ho capito dove vuoi arrivare,
Xel, ma non attacca!!!” Stavo praticamente gridando, ormai… “Puoi anche
abbandonare il tuo tentativo di pressione psicologica, perché sono pienamente
consapevole che PROBABILMENTE la vera colpa se mi trovo in questo guaio è
proprio di uno dei tuoi amichetti Mazoku!!!” Presi ad agitarmi, ormai
praticamente senza controllo… ma più mi divincolavo, più la stretta del demone
si faceva intensa… e dolorosa…
Il
Mazoku scoppiò in una sonora risata. “Già… già… in parte è così, e sono molto
ammirato dalla tua consueta capacità di intuizione, Lina…” E così… i demoni
c’entravano veramente, ancora una volta… “Però…” Il suo volto tornò a premere
contro il mio… “Alla fine… a trascinarti in queste situazioni… è la tua stessa
natura, Lina…”
Strinsi
i denti. “Non dire… sciocchezze…” Faticavo ormai… a contenere la mia rabbia…
“Lo
sai perché tu attiri così tanto noi Mazoku, Lina…? Al di là del tuo potere… te
lo sei mai chiesta…?” Il modo in cui… continuava… a tormentare il mio volto… e
il mio collo… con le sue labbra… mi dava… un senso di nausea…
“Xellos!
Basta!” L’impotenza… conferiva una sfumatura disperata alla mia voce… ma non
avevo intenzione di arrendermi, non ne avevo la minima intenzione…
“Le
sensazioni che porti in te, Lina… la rabbia, l’ambizione, il desiderio…”
La sua lingua percorse, lentamente, il mio collo, facendomi nuovamente
sussultare… “…quanto è labile il confine fra questi sentimenti ed il genere di
sensazioni che nutrono noi demoni…” La sua mano… prese a risalire… lungo il mio
stomaco… “Tu saresti capace di fare impazzire un Mazoku, Lina… perché ti
assicuro che per un demone, dopo averti conosciuto… il desiderio di trascinarti
con noi… di trascinarti dall’altra parte… è quasi ossessivo…”
“BASTA!!!!!”
Non volevo più ascoltarlo, non volevo più ascoltarlo!
“Però…”
Proseguì il Mazoku, senza prestare attenzione alle mie proteste… “E’ un
desiderio… piacevole… dolce, lo definireste voi umani…” La sua mano raggiunse
il mio seno e prese ad accarezzarlo, per poi stringerlo, con violenza. Mi resi
conto che stavo tremando senza controllo… “…Tu hai una fiamma dentro di te,
Lina… una fiamma in grado di attecchire in qualunque spirito… e di consumarlo…
oh, Lina, se tu solo sapessi indirizzarla nella giusta direzione…” La sua mano
strinse più forte, attirando nuovamente le lacrime ai miei occhi… “…l’uomo che
giace davanti a te, ora… anche lui… ha rischiato di esserne vittima, tante
volte… A cosa lo ha portato la sua ingenua devozione nei tuoi confronti… se non
al rischio di annullarsi…? Anche ora… anche ora ha rischiato questo… a causa
tua…”
“No…
no…” Mi limitai a scuotere la testa, mentre un nodo mi si stringeva alla gola…
ma non piansi. Non ne avevo la forza, o la volontà… come ormai non avevo più la
forza di resistergli… ero come paralizzata…
…o
forse… non mi importava più…
“In
fondo è nel tuo sangue, Lina…” La sua mano cominciò a sollevare, lentamente, la
sovratunica scura che indossavo… “E’ la tua natura… e accettarla non può
portarti che dei vantaggi… quanto potrebbe giovare alla tua magia… lo
immagini…? Non è questo l’obiettivo della tua vita…?” No… no… c’è modo e modo
di raggiungere i propri obiettivi… “Ricordi quanto era forte Rezo? Quanto era
forte… lui…? Tu hai potenzialità ancora maggiori, Lina… anche il tuo
maestro te lo ha sempre detto… non devi avere paura…” No! No! Un mostro… io non
voglio… io non voglio diventare… “… tu sfrutti il potere di Lord of Nightmares,
Lina… nonostante tu SAPPIA cosa significa… tu hai consultato la Claire Bible,
interrogandola sulla natura della Grande Madre… e nonostante questo hai
continuato a servirti delle sue risorse… QUESTA è stata la mia conferma… ciò di
cui avevo bisogno per capire… ti sei sempre chiesta perché fossi così personalmente
interessato ad aiutarti a raggiungere il Libro Sacro quella volta, eh,
Lina? Tu lo avevi capito… ma hai deciso di soprassedere, di fronte alla necessità…
soprassedere… ti riesce spesso facile, vero, Lina…?” La sua mano… penetrò al di
sotto della mia sovratunica… “Non devi farti remore, Lina… NESSUNO a questo
mondo se ne fa… e non parlo solo di demoni… nessuno…” Mi baciò nuovamente il
collo, mentre la sua mano tornava ad accarezzare il mio seno… ma ormai… ero
come… indifferente, alle sue molestie… Riuscivo solo… a fissare il vuoto
davanti a me… il vuoto… “Quest’uomo, davanti a noi… come tanti altri… ti sei
dimostrata bravissima a causare la sua distruzione…” La sua mano prese… a
scendere, nuovamente… “… e allora… avrebbe così poco senso… abbandonarsi a me…?
Avrebbe così poco senso… abbandonarsi… a noi…?”
Chiusi
gli occhi, le labbra serrate. Non volevo… pensare a quello che aveva detto… non
volevo pensare… non volevo pensare a niente…
“L…
Lina…”
Spalancai
gli occhi, di colpo.
Il
suono della voce che mi stava chiamando mi riportò con violenza alla realtà. E
rimasi senza parole. Perché mi resi conto improvvisamente che ci vedevo.
Ancora
in modo confuso, a dire il vero… distinguendo per lo più solo i contorni degli
oggetti… ma riuscivo chiaramente a riconoscere lo scenario che mi circondava…
Ero
nella penombra di un corridoio… a pochi metri da me, l’entrata in una stanza
che aveva evidentemente subito un crollo. E attorno a me… nessuno! Xellos…
dove… dove…
“Lina…
dove… dove siamo…?” Battendo le palpebre, mi rivolsi verso la fonte della voce,
ancora stesa al suolo.
“Gourry!!!
Come ti senti???” Il mio amico era evidentemente ferito, ma a quanto pareva
meno gravemente di quanto l’angoscia e l’impossibilità di vedere mi avessero
fatto credere… Il sangue impregnava le sue vesti nella zona dello stomaco, ma
non c’era nessuna ferita evidente alla testa…
“Lina…
ma tu stai tremando…” Il mio amico allungò, con notevole sforzo, una mano verso
il mio viso, ma un mio gesto la bloccò a mezz’aria.
“Non
è il momento di preoccuparsi per me!!!” Osservai, in tono nervoso… “Indicami la
ferita, Gourry!!! Dove sei ferito esattamente? Non posso usare la magia,
altrimenti!!!”
Lo
spadaccino rimase interdetto per qualche secondo, ma poi annuì. Afferrata la
mia mano, la diresse gentilmente al suo stomaco… Mentre il sollievo mi
invadeva, lentamente, richiamai alla mente la formula interrotta e feci
confluire la magia nel suo corpo… lo sentii rilassarsi al mio tocco, e anch’io
chiusi gli occhi, cercando di godere di quei secondi di pace…
Pochi
secondi dopo, avvertii la sua mano raggiungere il mio volto. In silenzio,
dolcemente, il mio amico prese ad accarezzarmi la guancia, portando via con sé
il tremore, e la paura…
Sentii
le lacrime raggiungere nuovamente i miei occhi, ma mi imposi di non piangere. A
quel punto… non aveva senso…
“Lina…”
Aprii gli occhi, sentendo nuovamente chiamare il mio nome…
“Che
c’è, Gourry…?” Chiesi, in tono, finalmente, calmo…
“Ora…
tu ci vedi, vero…? Voglio dire… prima mi stavi osservando…?” Il tono della sua
voce mi parve un po’ incerto…
Annuii.
“Ma ci vorrà un po’ di tempo perché la mia vista ritorni come prima…”
“Mmm…”
La sua mano, che aveva interrotto il suo movimento per un attimo, riprese a
scorrere lungo la mia guancia, con delicatezza… “… e non sai il motivo…?”
Chiese dopo qualche attimo di silenzio, con la medesima esitazione…
Scossi
la testa, cercando di apparire noncurante. “No… ma probabilmente era la
maledizione ad essere studiata per essere temporanea… non trovo altra
spiegazione…”
Il
mio amico mi rivolse un’occhiata poco convinta… “Ma…” Esitò un momento… “…non è
successo niente di particolare mentre ero svenuto… vero…?”
Deglutii.
Mi ero aspettata una domanda del genere…
Con
delicatezza, rimossi la mano dal suo stomaco ormai guarito, per portarla al suo
volto… aveva riacquistato un po’ di calore, ora…
“Lina…?”
Feci
spallucce. “Cosa vuoi che sia mai successo, cervello di medusa…? Sono stata
costretta a portarti fuori da quell’inferno da sola… E, se vuoi saperla tutta,
PESI…”
Il
mio amico sospirò. “Lina, intendevo…” Fece per protestare, ma non gliene diedi
il tempo.
Con
un gesto per me del tutto inconsueto, mi piegai su di lui, e gli diedi un bacio
sulla fronte.
I
suoi occhi si spalancarono. “Lina…?”
Senza
prestargli ascolto, mi protesi sopra di lui, affondando il volto nel suo collo…
e venendo immediatamente avvolta dal suo odore… quello stesso odore dolce,
inebriante, che avevo ormai imparato a conoscere… e che mi era sempre apparso
tanto rassicurante…
“Lina,
tu…” Iniziò il mio amico, in tono incerto…
“Non
dire NIENTE.” Lo ammonii. Ne AVEVO BISOGNO, e, dato che quando c’era stata
necessità del suo aiuto aveva giocato a fare il bell’addormentato, avrebbe
fatto meglio a risparmiarsi commenti poco opportuni…
Il
mio amico sospirò nuovamente, portando una mano ad accarezzarmi i capelli.
Quindi, scosse la testa, come riflettendo fra sé e sé… “Perché suonava come una
minaccia…?” Si limitò a domandare in tono rassegnato…
A
dispetto di me stessa, non potei impedirmi di sogghignare. “Forse perché lo
era…” Suggerii, in tono maligno. Quindi, con un sospiro, mi abbandonai contro
di lui.
Non
sapevo cosa pensare… non capivo più nulla… e forse in quel momento non volevo
capire…
Solo
di una cosa avevo la certezza… non si era trattato di un sogno.
Avrebbe così poco senso… abbandonarsi a me?
Deglutii.
No… nulla… era stato un sogno… nemmeno… le sue parole…
…ed
io sapevo benissimo che in esse… c’era un fondo di verità…
“Li…
Lina…?”
Battei
le palpebre, sollevando il viso per guardare lo spadaccino in volto… cos’era
quel tono terrorizzato, improvvisamente…?
Il
mio amico non ricambiò lo sguardo… i suoi occhi erano fissi su un punto
indistinto, alle mie spalle… “Co… cosa…” Proseguì, balbettando lievemente…
“…cosa diavolo è successo, lì, mentre ero svenuto…?”
“Uh…?”
Mi voltai, cadendo totalmente dalle nuvole, per seguire la direzione del suo
sguardo… nella stanza dove eravamo stati attaccati…
Oh…
Ehm…
Ridacchiai,
un po’ nervosamente. “Ah, ah, bé, vedi, dato che tu avevi perso i sensi e che
non avevamo altro modo per uscirne ho solo fatto ricorso ad un po’ di magia,
tutto qui…” Gli rivolsi un sorriso a trentadue denti.
“Un…
po’ di magia, dici…? Dei, Lina, questi sono i momenti in cui mi fa MOLTO
piacere non averti come nemica…” Il suo sguardo scivolò da una parte all’altra
della stanza in rovina, un po’incerto e un po’ terrorizzato, non avrei saputo
definirlo altrimenti…
In
effetti… ora che la stanza mi appariva più chiaramente mi rendevo conto di
avere un TANTINO esagerato… se non avessi saputo CHE COSA si trovava in quel
luogo prima del mio incantesimo difficilmente avrei saputo ricostruirlo, in
quel momento… del resto… ero un po’ fuori di me quando avevo usato la magia,
quindi supponevo di essere giustificata, eh, eh…
Ehm…
Una
goccia di sudore mi scese lungo la guancia. “Ehi, ehi, non esagerare, eh…?
Anche se ammetto di essere stata un po’ impulsiva…” Agitai la mano, in segno di
noncuranza.
Il
mio compagno inarcò un sopracciglio, scuotendo la testa. “Ammetto che sia
difficile definirti, ma credo che ‘UN PO’ impulsiva’ non sia esattamente il
modo giusto, Lina…” Ehi, che vorresti dire con questo…? “Ad ogni modo…”
Sospirò. “…hai salvato la vita a entrambi…” Mi sorrise.
Gli
rivolsi a mia volta un sorrisetto sarcastico. “Perché, c’è qualcosa di nuovo in
questo…?”
Una
goccia di sudore scese lungo la sua tempia. “Bé, diciamo che sei brava a
risolvere i guai quanto sei brava a procurarne…”
Quest’uomo, davanti a noi… come tanti altri… ti sei dimostrata bravissima a
causare la sua distruzione…
Battei
le palpebre, rabbrividendo, e rimasi semplicemente a fissare il mio amico, in
silenzio…
…improvvisamente,
mi era passata la voglia di scherzare…
Gourry
osservò il mio repentino cambiamento di atteggiamento, inarcando le
sopracciglia, con fare perplesso. “Lina… è tutto a posto…?”
Feci
spallucce. “Sì…” Risposi, in tono poco convinto, allontanandomi da lui e
sedendomi con la schiena contro la parete… “Stavo solo pensando che siamo al
punto di partenza sia per quel che riguarda la ricerca di indizi, sia per
rintracciare gli altri…”
Il
mio amico mi lanciò un’occhiata strana… in effetti non ero stata
particolarmente brillante nel sviare l’argomento…
Gli
rivolsi un sorriso nervoso. “Che c’è…?”
Lo
spadaccino scosse la testa. “Niente…” Sospirò. Ehi, ehi… cos’è quell’aria
melodrammatica…? “E quindi… che facciamo adesso, Lina…?”
Sospirai.
“Rimarremo qui finché non avrai recuperato totalmente le forze… e poi suppongo
che dovremo proseguire lungo questo corridoio… non c’è molto altro da fare…”
“Ma
Lina, guarda che ora sto…” Il mio amico fece per alzarsi, probabilmente per
dimostrarmi le sue buone condizioni, ma nel momento in cui si raddrizzò la sua
schiena emise un suono che esprimeva TUTT’ALTRO che buona salute… ed ebbi la
netta impressione che stesse facendo del suo meglio per evitare a due grossi
lacrimoni di risalirgli agli occhi…
Sospirai,
ancora una volta, alzandomi per aiutarlo… “Lo vedi cosa succede a non darmi
retta, cervello di medusa…?” Osservai in tono piatto, lasciando scorrere un
braccio sotto la sua spalla sinistra, per condurlo a sedere, appoggiato al
muro…
“Non…
pensavo… di avere incassato un colpo così forte…” Si giustificò, la voce
lievemente tremolante.
Sorrisi
fra me e me, mio malgrado. “Questo è quello che succede quando uno si ostina a
fare l’eroe…” Lo rimbeccai, aiutandolo a sedersi, e cercando di fare del mio
meglio per non peggiorare le condizioni delle sue vertebre…
Il
mio amico rispose con un sorriso, lievemente segnato da una smorfia di dolore…
“NON E’ POSSIBILE fare gli eroi in modo serio quando si frequenta certa gente…”
Mi rivolse un’occhiata significativa… “Questo, mi sono bastati pochi giorni di
convivenza con te per capirlo…”
Mi
sedetti al suo fianco. “Oh, quante storie, solo perché sono un tipo a cui piace
sdrammatizzare…” Finsi un’aria offesa.
Il
mio amico inarcò un sopracciglio, con aria divertita. “Eh già, il
melodrammatico però ti riesce ugualmente bene, eh…?”
Gli
feci la lingua. “Sei solo invidioso… anche per recitare serve un cervello…”
“Ehi,
e questo che vorrebbe dire…?”
Scossi
la testa, e decisi di lasciar cadere la conversazione. “Come va, ora…?” Chiesi,
semplicemente, lanciando un’occhiata al suo stomaco, dove la stoffa della sua
maglia era ancora impregnata di sangue…
Il
mio amico annuì. “Non ti preoccupare… ci vuole altro per mettermi fuori gioco…
l’hai detto anche tu una volta che se combattiamo insieme neanche un Signore
dei Demoni ci può abbattere, no?” Mi strizzò l’occhio…
Sospirai.
“Bé… un frammento di roccia piantato nello stomaco NON FA BENE, Gourry, anche
se uno è invincibile…” Puntualizzai, nel tono piatto che ero solita usare
quando diceva qualcosa di non particolarmente brillante… “Ad ogni modo…” Feci
spallucce. “…l’importante è che il mio incantesimo stia funzionando…”
Lo
spadaccino mi rivolse un ampio sorriso. “Perché…?” Domandò, in tono divertito.
“…avevi forse dei dubbi…?” La sua mano si allungò per scostare alcuni capelli
dal mio volto…
Mi
irrigidii, arrossendo. Perché… ogni tanto se ne usciva con gesti come quelli…?
Oh, certo… erano atteggiamenti estremamente semplici… non avevano alcun
significato particolare… avrei potuto dire… che facessero parte del suo
carattere… però…
Il
volto del mio amico si fece improvvisamente serio…
Battei
le palpebre, stupita dall’improvviso cambiamento di espressione. Cosa…?
“Lina…”
Iniziò, in tono incerto, prima che potessi chiedere qualunque cosa…
Normalmente,
avrei avuto pronta una battuta brillante, ma il suo improvviso rabbuiarsi mi
aveva colta totalmente alla sprovvista… Tutto quello che potei fare fu
lanciargli un’occhiata nervosa e farfugliare… “Uhm… sì…?”
Il
mio amico emise un breve sospiro. “… Niente… mi chiedevo… tu… che cosa hai
intenzione di fare… quando tutto questo sarà finito…?”
Battei
le palpebre. “Eh…?” E adesso cosa c’entrava…?
“Sì,
insomma…” Riprese lo spadaccino, in risposta. “…dopo… quest’avventura…”
Deglutì… “…quando io sarò tornato ad Elmekia… dove pensi di dirigerti…?”
Serrai
le labbra. E il groppo tornò a stringermi improvvisamente la gola.
Già…
dovevo aspettarmelo…
“Bé,
non lo so…” Feci del mio meglio per rivolgergli un sorriso. Ma, anche se non
potevo vedere la mia espressione in quel momento, non ci voleva un genio per
capire che il mio tentativo doveva essere miseramente fallito… “Forse…” Il mio
sguardo si fissò sulle mie mani, ora contratte, tanto che i miei guanto
apparivano sul punto si stracciarsi… “Forse… tornerò a casa…”
“Eh…?”
Il suo sguardo si fissò sul mio… manifestando uno stupore maggiore di quanto mi
sarei aspettata…
“Che…
che c’è di così incredibile…?” Domandai, incerta.
Il
mio amico assunse un’espressione strana… “Niente… è che… non mi avevi detto… di
voler tornare… Vuoi dire che… pensi di andare a trovare i tuoi…?”
Scossi
la testa. “No… intendevo… tornare a Zephilia…” La mia mano si strinse alla
stoffa della mia sovratunica… “…tornare… per restare.”
Un
silenzio stordito fu l’unica risposta alla mia affermazione. Non potevo
biasimarlo… io stessa ero rimasta stupita delle mie parole…
Non
sapevo nemmeno io perché fosse sorta in me quella decisione improvvisa… in
realtà… io… non volevo tornare a casa… non che non volessi rivedere la mia
famiglia di tanto in tanto… ma l’idea… di restare ferma in un solo luogo… per
il resto della mia vita… l’idea… di smettere… di viaggiare…
Sollevai
lo sguardo verso il mio amico… e il modo in cui mi stava guardando fece
immediatamente sorgere in me il desiderio di fissarlo al suolo e non rialzarlo
più…
“Non stai prendendo questa decisione a causa
mia, vero, Lina…?” Il tono della sua voce era incerto… avevo idea… che la mia
dichiarazione lo avesse totalmente spiazzato…
…Almeno
al riguardo, però, avevo modo di rassicurarlo…
“No…”
Risposi, in tono fermo… Le cose… non stavano così… almeno non del tutto… “… perché
dovrei…?”
Il
mio amico mi rivolse un’occhiata interdetta… e un po’ preoccupata… “Non… non
saprei, in realtà… è solo che… quando siamo andati a trovare i tuoi genitori…
mi eri sembrata piuttosto decisa nel rifiutare la loro richiesta di fermarti… E
ora.. perché…? Io… credevo che il tuo sogno… che il nostro sogno… fosse
continuare a viaggiare…”
Il…
nostro… sogno…
Sollevai
lo sguardo su di lui… e capii immediatamente… Non avrebbe desistito dal
chiedere… come tutte le volte in cui si metteva in testa qualcosa…
Sospirai.
“In realtà, Gourry… devi sapere che non vi ho detto proprio tutto, a proposito
del mio antenato…” Iniziai, in tono un po’ incerto…
Lo
spadaccino assunse un’aria perplessa… “Non ci hai… detto tutto…?”
Scossi
la testa. “E’ una cosa a cui per dire la verità all’epoca non avevo dato troppo
peso, ma… vedi… dopo aver cominciato a seguire gli studi basati sulle pergamene
che avevo trovato in quel baule, in soffitta, quando ero bambina… io ho
cominciato a fare… strani sogni…”
Il
mio amico si accigliò. “Che genere di sogni…?”
Deglutii.
“Strani… non saprei come altro definirli… strani come può essere strano un
sogno… ma… mentre li vivevo… avvertivo… che essi avevano una propria logica,
che mi sfuggiva una volta sveglia…”
“Ma…
che cosa accadeva al loro interno…?”Insistette lo spadaccino.
Sospirai. “Vedi… non so bene come spiegarlo… ma era come
se non fossi me stessa in quei sogni… era come se stessi vivendo… la vita di
qualcun altro… in un'altra epoca… in un altro luogo rispetto a quello in cui
abitavo normalmente…” Lo osservai, per verificare che mi stesse seguendo, ma il
mio amico pareva stranamente attento… “…E io… in quei sogni io agivo, come se
tutto fosse stato perfettamente normale…io… compivo degli… esperimenti, Gourry…
degli studi… sulla vita, sull’immortalità… sugli incantesimi di Lord of
Nightmares …” Gli rivolsi un’occhiata, cercando di ponderare bene le mie
parole… “…io… uccidevo… delle persone, in quei sogni, Gourry… come è prassi,
per chi compie quel genere di studi… te ne ho parlato quando siamo stati
coinvolti in quel guaio ad Atlas, ricordi…? Uccidevo persone innocenti… e
compivo… delle… delle… ‘brutte’ azioni… ” Abbassai lo sguardo. Brutte era un
eufemismo… gli studi compiuti sulla vita… si servivano spesso di esperimenti
atroci… e per quanto le vittime fossero state spesso degli omuncoli… era stato
difficile, in seguito, cancellare le loro urla dalla mia mente… nessuno… ha il
diritto di far soffrire a quel modo un altro essere vivente… NESSUN TIPO di
essere vivente…
“Tu…
usavi delle persone… per degli esperimenti…?”
Annuii,
con riluttanza. “Ma non è tanto questo a spaventarmi…” Aggiunsi, in un sibilo.
“Il fatto è che…” I miei pungi si strinsero, convulsi…“…io non provavo niente, Gourry…
assolutamente… niente…” Sospirai. “…mentre ero all’interno di quei sogni…
potevo… pugnalare un bambino… con la massima calma, capisci…? Senza provare
alcun sentimento… io… lo trovavo giusto… dovuto…”Portai le mani alla fronte…
non volevo che mi guardasse in volto… Rievocando quelle immagini… mi sembrava
di rivivere la paura che aveva attanagliato il mio animo quando, da bambina, mi
svegliavo nel letto, grondante di sudore…
Il
mio amico mi si avvicinò, fino a trovarsi proprio di fronte a me. Una mano si
appoggiò sulla mia spalla, mentre l’altra scostava con delicatezza le mie mani
dal mio viso… “Ascolta, Lina…” Mi apostrofò, gentilmente, costringendomi a
guardarlo in volto… “Capisco che possa non essere una cosa piacevole, ma… lo
hai detto tu stessa… si trattava di sogni…”
Scossi
la testa. “All’inizio pensavo che fosse stato il contenuto di quelle pergamene
a suggestionarmi… ma io… non ero convinta… per questo ho deciso di fare delle
ricerche sulla vita del mio antenato… e ho scoperto…” Sospirai. “…ho scoperto
quello che ha fatto, Gourry… e devo dire che i miei sogni potevano
considerarsene una versione fedele, se non edulcorata…” Gli rivolsi un’occhiata
significativa…
Il
mio amico ricambiò lo sguardo evidentemente a disagio…
Deglutii…
quello che gli avevo detto… lo aveva turbato così tanto…?
Feci
un GROSSO sospiro. “Diciamo SEMPLICEMENTE che probabilmente quello che avevo
visto in sogno era quello che effettivamente il mio antenato aveva fatto…” Per
lo meno l’esasperazione si era sostituita all’angoscia… ma accidenti a lui… mai
che si riuscisse a fare una conversazione totalmente seria…
Il
mio amico rifletté per un secondo. “Quindi, in pratica, hai avuto delle visioni
della vita del tuo antenato…?”
Annuii.
“Questo era quello che pensavo… ho persino sospettato che si trattasse di una
specie di maledizione che era stata posta a sigillo delle pergamene…” Sospirai.
“Ho passato settimane a cercare documentazione sull’esistenza di un sortilegio
simile e su possibili controincantesimi… ovviamente non potevo chiedere l’aiuto
di mia sorella, altrimenti avrebbe capito tutto… ma dovendomela cavare da sola
i tempi si sono dilatati… e nel frattempo i sogni continuavano…”
“Ma…
alla fine hai trovato ciò che cercavi, giusto…?” Chiese il mio amico, con
esitazione.
Con
un sospiro, scossi la testa. “Non ne ho avuto bisogno. Perché ho avuto modo di
scoprire che la mia ipotesi era in realtà infondata…”
Il
mio amico batté le palpebre. “Eh…?”
Annuii.
“Una notte… nel sogno… mi trovavo in una specie di laboratorio… lo avevo visto
altre volte, ma… per lo più quel luogo non compariva… o quando accadeva restavo
confinata in pochissime stanze…” Mi accigliai… “Quella volta… stavo riordinando
delle provette… dovevo trasferire al loro interno un liquido strano, bluastro,
contenuto in un catino… non so di cosa si trattasse… ma nel farlo… mi sono
specchiata al suo interno…” Mi morsi il labbro, facendo una pausa…
“E…?”
Mi invitò a continuare il mio amico.
“E
ho visto. L’immagine riflessa non era quella del mio antenato… L’immagine
riflessa era la mia.”
Il
mio amico assunse un’aria stupita. “M… ma… se hai appena detto che…”
Feci
spallucce. “La scienza va avanti ad ipotesi e smentite, Gourry…” Sdrammatizzai,
agitando una mano, in tono semi divertito… “Ma non ho avuto molto tempo per
restare sorpresa… perché è stato in quel sogno… è stato in quel sogno che l’ho
sentita per la prima volta…” Mi incupii, nuovamente…
“L’hai
sentita…?”
Annuii.
“La sua voce. Mi ha parlato, quella notte.”
“Vuoi…
vuoi dire…?”
Feci
spallucce. “Non potevo avere la certezza che si trattasse realmente di lui…
però… io, in qualche modo, lo sentivo… sentivo… che era la fonte di un
potere inconfondibile… quello stesso potere che io stavo assimilando…” Fissai
il mio sguardo su quello del mio amico.
“Ma…
cosa…?”
“Cosa
mi ha detto…? Un discorso che sembrava fatto per terrorizzare una bambina
ingenua che si era messa a ficcanasare dove non doveva… mi ha detto che il
potere che stavo cercando mi avrebbe consumato, che mi sarei trasformata in un
mostro orribile… tutte storie del genere, insomma…”
Il
mio amico inarcò un sopracciglio. “Non lo dici con molta preoccupazione…”
Annuii.
“Infatti quella voce non mi aveva preoccupata.” Affermai, con decisione. “Dopo
aver sentito quelle frasi ero sempre più convinta che la storia dei sogni fosse
qualcosa di studiato ad hoc per frenare chi avesse cercato di impadronirsi di
una delle sue pergamene e di utilizzarla… probabilmente un incantesimo
scagliato dal mio antenato quando era ancora in vita, per evitare che uno dei
suoi stessi oggetti, rinvenuto accidentalmente da qualcuno, potesse essere
usato contro di lui… L’unica mia preoccupazione era che non sapevo come fermare
quei sogni, e temevo di essere costretta ad assistere a ‘riproduzioni
falsificate’ di frammenti della sua vita per il resto della mia esistenza… ho
persino cercato di bruciare le pergamene per fermare i sogni, ma quegli oggetti
sembravano indistruttibili… se le cose fossero andate avanti così, sarei
sicuramente impazzita ancora prima di intraprendere il mio viaggio lontano da
casa…”
Il
mio amico si accigliò. “Ma allora… come hai fatto a liberarti…?”
Scossi
la testa. “Non è dipeso da me… tutto si è risolto da solo… nel momento in cui
ho utilizzato per la prima volta il Giga Slave.”
Il
mio amico spalancò gli occhi. “Il… Giga Slave…? Ma io credevo che… che tu…”
Gli
rivolsi un sorriso amaro. “Che lo avessi utilizzato per la prima volta nella
lotta contro Shabranigdu…? No, Gourry, le cose non stanno così… da brava
incosciente, senza essere consapevole dei rischi a cui andavo incontro, ho
provato l’incantesimo… una sola volta, prima della lotta al Gran Demone… ma lo
ho provato.” Scossi la testa. “Mi picchierei, adesso, sapendo quello che ho
rischiato…” Se ripensavo… a quando Aqua, sulla strada della Claire Bible, mi
aveva mostrato… COSA realmente poteva accadere… se ripensavo… al modo in cui
avevo visto Gourry… i miei amici… essere inghiottiti dal Caos… proprio davanti
ai miei occhi… “… non so esattamente se avrei potuto anche allora gettare il
mondo nel Caos con il mio incantesimo… quella che ho scagliato non era una
versione al pieno della potenza, e ho recitato la formula ancora con l’ausilio
della pergamena, leggendo direttamente da essa i segni che componevano la
formula, dopo essere finalmente riuscita a decodificarli… ma ho lanciato
quell’incantesimo su una spiaggia quasi dieci anni fa, Gourry, e ANCORA OGGI…
tutti i pesci che si avvicinano alla zona inesorabilmente muoiono… e non si
trova più alcuna traccia di vegetazione…”
Il
mio amico, davanti a me, deglutì, e spalancò gli occhi, senza parole…
“La
pergamena si è autodistrutta, subito dopo che ho terminato di recitare la
formula…” Proseguii. “…suppongo che sia stato questo a far cessare gli incubi…
ma al momento, non ho avuto molto modo di farci caso…” Mi incupii, al ricordo…
“Per una settimana… dopo aver scagliato quell’incantesimo… sono stata tanto
male da non potermi nemmeno alzare dal letto… credo che sia stato un miracolo
che io sia riuscita ad arrivare fino a casa, quel giorno… è stata veramente una
fortuna, perché in pochi nella mia città conoscevano quella piccola spiaggia…
ci avrebbero messi giorni a ritrovarmi…” Incrociai le braccia al petto… “Nessuno
comprendeva che cosa mi fosse successo… ed io ovviamente non mi azzardai a
parlarne, nemmeno con i miei genitori… ma io avevo capito benissimo… quella
volta sono stata ad un passo dal venir risucchiata dal Caos che io stessa avevo
creato… e non solo questo… mi resi perfettamente conto… della natura del potere
che avevo liberato… era qualcosa… di veramente potente… e qualcosa… di
terrificante…” Deglutii. “…ma ciò che più mi spaventava… era il fatto che non
era qualcosa creato da un demone o da una creatura delle tenebre… Ero stata…
io… a generarlo…” I miei occhi si strinsero, mentre un fastidioso groppo mi
risaliva alla gola…
“Lina…”
“Da
allora decisi che avrei sfruttato quella formula solo in occasioni disperate…
Ma non rinunciai ad essa. Per quanto terribile, quell’incantesimo aveva
qualcosa di affascinante, per me… e il suo potere era fuori discussione… mi
dissi che anche qualcosa del genere poteva rivelarsi utile, che era stupido
spaventarsi, perché, come ogni forma di Magia, non era che uno strumento, il
cui effetto sarebbe dipeso esclusivamente dalla volontà di chi se ne serviva…
ora so che in parte mi sbagliavo… perché l’energia di Lord of Nightmares è
qualcosa di più di semplice Magia… è come se avesse una sorta di potere
autonomo, che può rivelarsi molto pericoloso, anche per lo stesso fruitore…” Il
mio sguardo si incupì ulteriormente, mentre i miei occhi si fissavano al suolo.
“Dopo essere guarita, non mi preoccupai più troppo di quanto era accaduto… i
sogni, la malattia… La vita di tutti i giorni, l’inizio dei miei viaggi,
l’incontro con tutti voi, mi hanno distolta da quel genere di preoccupazione…
diciamo… che ho avuto altro a cui pensare…” Rivolsi al mio amico un sorriso non
del tutto convinto… “Ma… da quando sono a Miilun…” Sospirai. “E’ da quando
questa storia è cominciata che ho un bruttissimo presentimento… io… lo ho
sognato ancora, Gourry… ho sognato… quell’uomo…”
Il
mio amico annuì, senza che l’espressione preoccupata si cancellasse dal suo
volto. “Mi ero accorto… che c’era qualcosa che non andava…”
Sospirai.
“All’inizio credevo che fosse solo autosuggestione, ma… la sua voce… la sua
voce è sempre la stessa, Gourry… e non c’è nessuna pergamena, qui, che possa
trasmetterla alla mia mente…” Strinsi le braccia attorno alla vita, e mi resi
conto che il mio corpo aveva ripreso a tremare…
La
mano dello spadaccino tornò ad accarezzarmi il viso. “Temi… che lo abbiano
davvero riportato in vita, Lina…?”
Deglutendo,
cercai di riacquistare la calma… “Non lo so Gourry…” Risposi, nel modo più sincero
che mi fosse possibile… “Non lo so… ma non è questo ciò che mi spaventa di più…
il fatto che tutta la faccenda che lo riguarda sia tornata alla luce… ha fatto
risvegliare in me delle paure che speravo fossero sopite per sempre…” Sospirai.
“…il fatto è che io… Gourry… io non credo… di essere così tanto… diversa… da
lui…”
Le
parole che avevo sentito in sogno… le parole di Xellos… continuavano a vagare
nella mia mente… continuavano a segnare, come marchi infuocati, il mio
cervello… non ero certo il tipo da lasciarsi plagiare troppo facilmente… e il
fatto che mi colpissero a quel modo… non era casuale, io lo sapevo… sapevo che
in fondo… non si allontanavano troppo dalla verità… io mi conoscevo… mi
conoscevo… sapevo che fino ad allora c’erano state convinzioni che nemmeno la
mia ricerca nel campo della magia aveva mai fatto vacillare… ma sapevo anche
che un’ondata di potere sufficientemente forte… avrebbe potuto arrivare, con la
forza di sommergerle definitivamente… dall’arrivo a Miilun la sensazione che quel
potere stesse per colpirmi con tutta la sua violenza si era fatta sempre più
forte… mi sentivo come una nave in preda alle maree nel buio della notte… e la
mia luce… la luce da seguire… a cui ancorarmi… la luce che mi avrebbe tenuta
stretta a sé, impedendomi di perdermi fra le onde…
“Perché…
dici una cosa del genere, Lina…?”
Scossi
la testa. “Io… non lo so perché, Gourry… so solo che ho visto troppa gente…
consumata dalla propria ricerca di potere… Rezo, lo stesso Phibrizo… e che
nonostante questo… io non mi fermerei… non mi fermerei mai…”
Feci
per abbassare lo sguardo, ma la mano ferma del mio amico, ancora sul mio volto,
mi trattenne. “Ascoltami, Lina… io… credo di capire… quello che stai dicendo…
ma non puoi paragonarti a loro, capisci? Tu sei tu, quello che ci accade
dipende anche dalle nostre azioni, e le nostre azioni dipendono da noi, Lina…
Io… non so come spiegarmi, non so usare belle parole o frasi complicate, però…
io ti conosco, Lina, e so che tu sei diversa… tu sei molto diversa da Rezo…” Scosse
lievemente il mio volto, costringendomi a guardarlo…
Annuii,
debolmente. “Lo so… questo… lo so… ma… la gioia che provo… tutte le volte che
scopro qualsiasi cosa di nuovo riguardo alla magia… sembra sempre… superare
qualsiasi altra cosa… per questo ho paura, Gourry…” Fissai sul suo uno sguardo
angosciato… “…ho paura, un giorno… di trovarmi nella situazione di quei sogni,
Gourry… di non provare più… alcun sentimento, se non l’ossessione di quello che
sto inseguendo, qualcosa che desidero sempre di più… qualcosa di cui non sarò
mai appagata… qualcosa che per quanto continuerò ad ottenere non mi soddisferà
mai pienamente… io so di essere così, Gourry… so di non poter fare a meno di
continuare a cercare, ad apprendere…sempre… forse è proprio per questo che continuo
a viaggiare… ciò che temo è di proiettarmi sempre di più in quello che sto
inseguendo…” Deglutii… “…e di perdere… me stessa…”
Il
mio amico restò fermo, in silenzio, a guardarmi… già… forse l’unica risposta
che avrebbe potuto darmi, in quel momento, per mettere a tacere la mia, come
sempre, logica argomentazione… forse quella risposta… si era esclusa
automaticamente… nel momento in cui si era trovato costretto a decidere di
tornare a casa…
La mia luce…
Ma
farglielo notare, allora, sarebbe stato un atto malvagio… e da codarda…
…e
tutto tranne questo si sarebbe detto… di Lina Inverse…
“Capisci
ora perché voglio tornare…?” Proseguii, in tono piatto. “Forse in questo modo
eviterò complicazioni future…” Abbozzai un sorriso. “E poi, ehi, ne ho girato
di mondo, ormai, eh? Sarà ora che ritorni all’ovile…”
Il
mio amico non rispose al sorriso. Si limitò a tornare a sedere, di fronte a me,
senza staccare il suo sguardo preoccupato dal mio volto. Aaaaaaaaaaaaah, no,
no, no, ora non fare quella faccia, ti prego!!! Già mi stavo pentendo di
avergli detto tutto…
“Io…
capisco…” Si limitò a commentare il mio amico in tono esitante, dopo qualche
istante. “Mi spiace solo… di non poterti accompagnare, stavolta…”
Scossi la testa, con un mezzo sorriso ed un
sospiro. “Sei davvero convinto, eh…? Tieni ancora molto a tuo fratello, non è
così?”
Il
mio amico mi guardò per un istante, interdetto. Quindi, abbozzò un sorriso.
“Non è una cattiva persona, sai, Lina…? Nonostante il modo in cui ti è apparso
in questa situazione…” Commentò, in tono un po’ amaro. “Lui… è sempre stato
piuttosto duro con me… come mio padre… dopo che mia madre è morta… ma mi
volevano bene… entrambi… questo lo so… ho combattuto al loro fianco come
mercenario… tante di quelle volte…” Sollevò lo sguardo sul mio, gli occhi
addolciti dal ricordo… “…Ti assicuro che raramente ho conosciuto persone leali
come lui, Lina… lui avrebbe dato la vita… per me… per tutti noi… ma
soprattutto… sarebbe morto… e avrebbe ucciso… per l’onore della mia famiglia…”
Sospirò. “Io… lo ammiravo molto, per questo…” Scosse la testa. “…ma non
riuscivo ad essere come lui… non riuscivo ad accettare il fatto che una
questione di onore potesse fomentare odio e sofferenza… e lui invece non
concepiva… che io potessi anteporre la felicità delle persone, o la loro vita…
alla causa che avrebbe dovuto guidare le mie azioni… la felicità per lui NON
POTEVA esistere… senza partecipare alla sua ‘giusta causa’… sentiva
profondamente… di avere una responsabilità, un ruolo… su questo mondo… di fare parte
di un immenso ordine… e che adeguarsi ad esso, svolgere la propria funzione al
suo interno… rappresentasse la vera serenità… mentre io… non riuscivo a vedere
quell’ordine… non riuscivo a capire a cosa servisse se viveva della sofferenza
di tanti… della sofferenza della mia famiglia lacerata dall’odio… non ce la
facevo… per quanto ci provassi… non riuscivo ad assumere una causa che mi era
stata imposta alla nascita… lasciando che essa prevaricasse su tutto il resto…
dev’essere per questo che l’ho deluso… Alla fine… dev’essere questo che ci ha
divisi…”
Deglutii…
…un
ordine…
L’Equilibrio…
Io…
non sapevo perché, ma sentivo che… c’era qualcosa di sbagliato
nell’atteggiamento di Derek… Sbagliavo pensando… che Gourry avesse fatto la
cosa giusta…?
“In
fondo… credo anch’io di non avere molta scelta…” Proseguì il mio amico,
rivolgendomi un sorriso triste. “Ho sbagliato. E rifarei lo stesso errore mille
volte… ma ora devo rimediare. E l’unico modo per farlo… è tornare a casa… e
cercare di riguadagnare il rispetto di mio fratello… di rimediare almeno alla
sua delusione… facendo quello che finora non sono stato in grado di fare… forse
se ci riuscirò… lui sarà felice…”
E
tu…? Tu sarai felice, Gourry…?
Questa era la domanda che non
riuscivo a porgli ad alta voce…
…a
volte…
…a
volte avrei voluto che fosse un po’ più egoista…
“In
fondo…” Fece spallucce. “… forse… forse adeguarmi a quell’ideale è davvero la
mia strada, per quanto io abbia continuato a negarlo… forse anche tornare a
casa si rivelerà abbastanza piacevole… dopo che sarà trascorso un po’ di tempo…
forse…”
La
mia luce…
…la
mia luce si stava lentamente allontanando…
“Gourry-sama!!!
Lina-san!!!!!”
“Uh…?”
Battemmo entrambi le palpebre, volgendoci in direzione della voce che ci stava
chiamando. A pochi metri da noi, all’entrata del corridoio, due figure
dall’aria esausta e coperte di polvere ci stavano correndo incontro…
“Sylphiel!”
Mi sollevai in piedi, stupita di vederli in quel luogo. “State bene?”
La
sacerdotessa annuì, respirando profondamente, nel tentativo di riprendere
fiato. “Speravo di trovarvi qui! Derek- san ed io siamo stati teletrasportati
in una sala sconosciuta di questo sotterraneo, dopo essere caduti in quella
trappola… Temevo che non vi avremmo più ritrovati…”
Aggrottai
le sopracciglia. “Quindi Zel e Amelia non sono con voi…?”
La
sacerdotessa scosse la testa. “Li abbiamo persi di vista dopo che… Gourry-sama!
Ma tu sei ferito!!!”
“Eh…?”
Il mio amico batté le palpebre, abbassando lo sguardo sulla sua tunica
insanguinata. “Oh, ti riferisci a questa…? Non è niente, Lina mi ha già
guarito…” Si sollevò in piedi, a dimostrazione delle sue parole…
“La
chimera e la principessa devono essere stati trasferiti come noi in qualche
corridoio non troppo lontano da qui…” Intervenne Derek, squadrandoci,
lentamente. “Dopo che siete spariti ho cercato di evitare che Sylphiel cadesse,
dopo che si era gettata in vostro aiuto… ma alla fine nessuno di noi è riuscito
a raggiungere l’uscita, prima che il pavimento scomparisse del tutto… dovevano
trovarsi insieme, quando sono stati teletrasportati…”
Annuii.
Lo speravo vivamente… non avrei augurato a nessuno di trovarsi in quella
trappola da solo…
“Noi
due siamo stati catapultati in un corridoio poco lontano…” Proseguì Sylphiel,
dopo essersi avvicinata a Gourry ed essersi accertata delle sue condizioni…
“Non sapevamo che direzione prendere, e stavamo ancora discutendo per decidere,
quando abbiamo sentito un’esplosione provenire da questa ala del sotterraneo…”
Indicò la stanza distrutta, alle sue spalle… “Abbiamo pensato che si potesse
trattare di te, Lina, e abbiamo deciso di muoverci in questa direzione, per
raggiungervi…”
Sospirai…
Mi chiedevo perché la gente mi associasse sempre ad esplosioni e distruzione…
“Ho capito. E’ stata una buona idea, a quanto pare…” Commentai, in tono piatto.
“Già…
ma adesso che facciamo…? Non mi sembra che questo sotterraneo offra poi così
tanti indizi come qualcuno di noi sosteneva…” Osservò Derek, in tono acido.
Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr,
quel bellimbusto avrebbe fatto meglio a farla finita, perché non avevo più così
tanta pazienza a disposizione, nei suoi confronti…
Mi
accigliai. “Il piano è cambiato. A questo punto…” Mi oscurai in volto,
assumendo la mia aria ‘non- metterti- sulla- mia- strada-se- vuoi- sopravvivere’…“…l’idea è che usciamo di qui, troviamo
Ilmund, e lo facciamo semplicemente fuori! Questo si chiama ESTIRPARE IL
PROBLEMA ALLA RADICE! Che ne dite…?” La vena sulla mia fronte stava già
minacciando di esplodere, dando bella mostra di sé ai miei interlocutori…
Gourry
sospirò. “Non mi sembra un piano molto scientifico e ragionato…”
“Hai
un’idea migliore cervello di medusa?” Gli rivolsi un *candido* sorriso…
Il
mio amico mi lanciò un’occhiataccia. “Trovare gli altri, per esempio…”
Mi
portai un dito alla tempia, sospirando… D’accordo, quello non era davvero il
momento di scherzare… “Sì, su questo hai ragione… però…” Mi accigliai. “… detta
così è facile… ma non abbiamo la assoluta certezza che siano stati trasferiti
in un luogo vicino a noi…” Lanciai un’occhiata agli altri… “Il fatto che noi
quattro ci siamo ritrovati potrebbe essere anche un semplice caso…”
“E
allora, genio, che cosa hai intenzione di fare…? Cerchiamo l’uscita…?” Mi
domandò Derek, in tono provocatorio.
Lo
incenerii con lo sguardo. “Che razza di domande! OVVIAMENTE no! Cerchiamo
comunque! E se fossero nella stanza accanto e noi nemmeno lo sapessimo…? C’è
anche QUESTA possibilità, signor maestro di strategia, ci avevi pensato…?”
Incrociai le braccia al petto. “Se abbiamo anche solo una probabilità su cento
di rintracciarli non ha senso andarsene… E li troveremo!”
Il
cavaliere si accigliò. “Mi sembra che ci siano un po’ troppe poche certezze nel
piano per seguire a mente serena il tuo ‘consiglio’, Inverse…”
Roteai
gli occhi, volgendo lo sguardo al cielo. “Ho per caso pronunciato la parola
‘forse’? La ho pronunciata? No! Li troveremo, punto e basta. Prendi questa come
tua rassicurante ‘certezza’, ok, Derek? E se non ti basta… il mondo là fuori ti
attende! Questi corridoi bui sono tutti per te! Vai, ti incoraggiamo tutti! In
sostanza… ESCI FUORI DA SOLO E FINISCILA DI ROMPERE!!!” Ok, ADESSO mi ero
stancata! Perché avrei dovuto stare ad ascoltare gli ordini di uno che
conoscevo da due giorni???
Senza
aggiungere altro mi incamminai per il corridoio buio, in direzione opposta alla
stanza.
“Ehi…
ehi… aspetta un…” Iniziò Derek, contrariato…
“Se
fossi in te non la contraddirei.” Sentii la voce del mio amico spadaccino
replicare. “E’ stanca, e, soprattutto, è da IERI che NON MANGIA… Non credo che
ti alletti l’idea di fare la fine della stanza là dietro…”
Mi
volsi verso di lui, accigliata. “Gourry, tesoro, quando avrai finito di
spettegolare sul MIO conto, ti ricordo che DOBBIAMO ANDARE…”
Con
atteggiamento stoico ed un mezzo sorriso, il mio amico si allontanò dal
fratello, e mi raggiunse. “Ok, ok, non pensavo avessi tutta questa fretta…”
“Un…
un…” Derek ci fissò un momento, con l’aria lievemente sconvolta… ma non mi
passò per la mente NEMMENO PER UN SECONDO l’idea di voltarmi e fargli la lingua.
Nemmeno per un secondo. Credetemi.
Mmm…
La
sacerdotessa lo scosse gentilmente per un braccio. “Andiamo, Derek- san…” Disse
semplicemente, in tono semi rassegnato… Il cavaliere finì per seguirla, in
silenzio…
…
Ma ho idea che se le occhiate potessero pugnalare alle spalle non sarei
sopravvissuta molto a lungo…
Ci
addentrammo insieme nel buio del corridoio… A quanto pareva, chi ci aveva
separati aveva fatto in modo che tale condizione fosse solo temporanea… uhm… ci
capivo sempre meno… seguendo quel tipo di logica in teoria avremmo dovuto
raggiungere in poco tempo anche Amelia e Zel… ma forse il misterioso
sconosciuto che ci aveva voluti là sotto aveva in mente qualcosa che li
riguardava, o che riguardava solo uno di loro… magari non ero io la persona che
aveva voluto trovare da sola… però… quell’attacco di poco prima…
“Sembra…
che in tutta questa ala del sotterraneo non facciano che alternarsi sale e
corridoi…” Commentò Sylphiel, guardandosi attorno. Avevamo appena messo piede
in un’altra stanza di notevoli dimensioni, che non doveva essere molto dissimile
dalla precedente… Tavoli, scaffali vuoti… niente di diverso dal classico
laboratorio sotterraneo… solo, mancavano gli oggetti, i testi… mancava la vita,
in quel luogo… come se fosse stato abbandonato da diverso tempo, ormai…
Mi
volsi verso la sacerdotessa, le sopracciglia aggrottate. “Avete visto altre
stanze simili, prima di raggiungerci?”
Sylphiel
annuì, l’aria perplessa. “Dobbiamo averne passate almeno un paio prima di
arrivare nel corridoio dove vi trovavate… ma tutte vuote…”
Annuii.
“Secondo me qui ci troviamo nel cuore del laboratorio…” Mi accigliai, lanciando
un’occhiata allo scenario che mi circondava… “… ho il dubbio che si tratti di
una specie di costruzione a circolo chiuso, dove le stanze formano i vertici di
una figura geometrica, e i corridoi i lati… ne ho viste altre, di questo tipo,
nelle sedi di alcuni circoli di magia che ho visitato… di solito l’insieme
ricrea un simbolo magico, che, attivato con un incantesimo, in genere serve a
potenziare o a depotenziare gli incantesimi di un certo tipo, o addirittura di
tutti i generi, all’interno dell’area interessata…” Incrociai le braccia al
petto. “…di solito ci si serve di trucchi di questo tipo quando il possessore
del laboratorio ha abilità magiche in un campo specifico, che intende potenziare…
o quando studi particolari lo richiedono…” Feci spallucce. “… ma non saprei
proprio come risalire alla funzione del campo magico che hanno creato qui…
sempre che la mia ipotesi sia esatta… e che sia ancora attivo, ovviamente…”
“Pensi…
che potesse essere legato agli studi del Concilio, Lina –san?” Chiese Sylphiel,
mentre entrambi gli spadaccini ci guardavano con aria MOLTO perplessa…
accidenti a Gourry… lui aveva già visto cose simili da quando era con me…
poteva almeno FINGERE di ricordarsi!
Annuii.
“E’ probabile… spero solo che la nostra magia non ne sia influenzata in qualche
modo… non sappiamo se avremo bisogno di combattere, qua sotto…” Avevo già
verificato che incantesimi come quelli più semplici di guarigione, o come il
Blast Bomb, non erano in alcun modo colpiti da eventuali incantesimi
depotenzianti… ma il Blast Bomb, fra le mie formule di attacco, purtroppo non
faceva testo… si trattava di magia nera di competenza per lo più demoniaca… era
troppo potente per qualsiasi essere umano, ed io stessa non sarei stata in
grado di scagliarlo, senza l’aiuto dei miei talismani… a Xellos invece servirsi
di quel genere di magia non creava alcun tipo di problema… un altro segno di
quanto quell’essere fosse pericoloso…
“Lina
–san… sinceramente… pensi che siamo finiti in una trappola…?” Sylphiel mi si
avvicinò, sussurrando in tono allarmato…
Sospirai.
“In tutta franchezza… sì, ormai ne sono convinta. L’unica cosa che mi lascia
perplessa è il perché chiunque ci abbia voluti qui non si sia ancora mostrato…
non abbiamo modo di sfuggirgli, ormai…”
La
sacerdotessa si morse il labbro… “Lina –san, io… è da quando siamo arrivati qua
sotto… che provo una strana sensazione… e comincio a temere che questo dipenda
dal sotterraneo stesso…”
Mi
accigliai. “Che genere di sensazione…?”
La
sacerdotessa scosse la testa. “Non saprei definirlo con esattezza… si tratta di
una… una specie di malessere… un po’ come… un po’ come la sensazione che provo
quando sono al cospetto di un Mazoku molto potente, a causa della mia Magia
Bianca…”
Annuii,
pensierosa. “Indubbiamente… c’è qualcosa di poco chiaro, qua sotto… spero solo
che Amelia e Zel stiano bene… dobbiamo raggiungerli al più presto e trovare un
modo per andarcene di qui…”
La
sacerdotessa mi guardò preoccupata. “Ma poi che cosa faremo, Lina -san…? Non
siamo riusciti a scoprire nulla…”
Scossi
la testa. “Non lo so… stavolta non lo so davvero… ho la sensazione che stiamo
continuando a girare attorno alla soluzione di tutto questo pasticcio… ma che
ci sia un particolare che ci sfugge…” Portai la mano sinistra al mento,
riflettendo. “C’è qualcosa… qualcosa che non mi quadra… un elemento che non
riesco a mettere a fuoco… il filo che lega tutto ciò che abbiamo scoperto
finora… non riesco a capire…”
La
sacerdotessa si morse il labbro. “Non so quanto tempo ci resti per fare
indagini, Lina –san… a questo punto è abbastanza chiaro che Ilmund –san ha in
mente qualcosa di ben preciso…”
La
osservai per un momento, incerta su come risponderle… ma giunsi alla
conclusione che tacere informazioni con i miei amici non sarebbe comunque
servito a nulla… “A questo punto…” Sospirai. “A questo punto non si tratta solo
del Concilio, Sylphiel…” La fissai, intensamente… “Ora ho la certezza… che
anche i Mazoku siano coinvolti.”
La
sacerdotessa batté le palpebre, stupita. “I Mazoku…?”
Annuii.
“Ho… parlato… con Xellos…” Sospirai. “E poi, del resto… la sua presenza qui era
già di per sé più che significativa…”
Sylphiel
deglutì. “Ma… ma allora come…? Chi… contro chi dobbiamo combattere… noi?”
Sospirai.
Mi sarebbe MOLTO piaciuto potere sedare i suoi dubbi… sapere cosa fosse GIUSTO
fare in quel momento… ma non ero certa che in fondo… esistesse realmente una
risposta… chi per la sopravvivenza, chi per il potere… avevo idea che a qual
punto il Male ed il Bene c’entrassero ben poco… tutti stavano semplicemente
lottando per il proprio interesse…
L’incognita
restava… il nostro ruolo in tutta la faccenda…
“Forse
dovremmo provare a sentire che cosa ha da dire Ilmund…” Osservai,
semplicemente, in tono piatto.
La
sacerdotessa spalancò gli occhi. “Lina –san… ma se…”
Annuii.
“So che è pericoloso… se vuole davvero servirsi di me per qualche motivo non è
molto saggio presentarmi a lui di mia spontanea volontà… ma con le conoscenze
che abbiamo ora non potremmo comunque fare altro… e ho idea che stare ad
aspettare un qualunque rivolgimento degli eventi sarebbe ancora meno sicuro…
Tuttavia…” Fissai su di lei uno sguardo deciso. “Non ho la minima intenzione di
lasciare che mi sfrutti come un oggetto, Sylphiel. Se tenterà qualcosa di
strano, stai certa che non lo lascerò fare senza combattere… E’ anche per
questo…” Lanciai un’occhiata a Gourry, che camminava in silenzio qualche metro
davanti a noi, a fianco di suo fratello… “… E’ anche per questo che voi NON
verrete con me…”
Sylphiel
mi fissò improvvisamente come se fossi un fantasma. “Lina –san!!! Come sarebbe
a dire???”
Sospirai.
“Rifletti un secondo, Sylphiel…” Replicai, con calma. “… sai quanto sarebbe
facile per Ilmund ricattarmi nell’eventualità che catturasse insieme a me anche
voi… in questo caso sarà molto più sicuro che io vada da sola… e poi ad essere
interessata direttamente da questa faccenda sono solo io, non voglio
coinvolgervi ulteriormente…”
La
sacerdotessa si accigliò. “Come puoi dire che riguarda solo te, Lina –san??? Se
il Concilio ha davvero in mente qualcosa come quello che ci ha descritto il tuo
maestro allora TUTTI dobbiamo fare qualcosa per impedirlo! E poi sai benissimo
che Gourry –sama non accetterebbe comunque di lasciarti andare da sola…” C’era
una sfumatura amara nel tono della sua voce mentre pronunciava la sua ultima
affermazione…
Mi
portai una mano alla tempia… non era proprio il momento di addentrarsi in
discussioni di QUEL genere… “Sylphiel, Gourry al momento ha le proprie gatte da
pelare anche senza preoccuparsi dei MIEI guai… se davvero vuole tornare a casa
allora tanto vale che lo faccia non appena usciremo da qui… ha già i suoi
problemi e non ha certo bisogno che se ne aggiungano altri legati a demoni e
maghi col delirio di onnipotenza, ora…”
La
sacerdotessa vestì un’espressione stupita. “Gourry –sama vuole… tornare a
casa…?”
Battei
le palpebre. Non ne sapeva nulla…? “Pensavo… che te ne avesse parlato…”
Commentai, in tono incerto.
La
sacerdotessa scosse con veemenza il capo. “Non mi aveva detto niente!!! Ma Lina
–san, come…???”
Sollevai
l’indice di fronte al mio naso, in un gesto un po’ nervoso… non c’era bisogno
che Gourry e Derek sentissero e che si sollevasse una discussione infinita…
“Abbassa la voce, Sylphiel! Lo ha deciso da poco, nemmeno io sapevo nulla fino
all’altra notte…”
Sylphiel
deglutì, scuotendo nuovamente la testa. “Questo non ha importanza, ora… devi
impedirglielo, Lina –san!!!”
Battei
le palpebre, sorpresa. “Ma… che stai dicendo, Sylphiel…?” Mi stupivo che proprio
lei chiedesse a ME di fare in modo che Gourry restasse al mio fianco…
Il
volto della sacerdotessa si incupì. “Lui… non può tornare a casa, ora… non è
più il suo posto… Lina, io… io ricordo come stava nel periodo prima di lasciare
la sua famiglia… e se torna ora… se torna ora…”
Scossi
la testa. “Ho capito quello che intendi dire, Sylphiel… ma io non posso proprio
farci nulla…”
“Ma
come…?” Iniziò la sacerdotessa, in tono lievemente irritato.
Mi
accigliai. “Se vuoi saperlo, Sylphiel… Gourry sembrerà anche uno sprovveduto, a
volte, ma dovremmo tutti renderci conto che è perfettamente in grado di pensare
a se stesso… è una persona adulta, e ha il diritto di prendere le sue
decisioni… tutto ciò che otterrei se mi mettessi a frignare per farlo restare
sarebbe una pessima figura…”
“Lina
–san, lascia stare il tuo orgoglio, per una volta!!!” La sacerdotessa sembrava
non concepire nemmeno quanto le avevo detto…
Sospirai.
“Non si tratta di orgoglio, in questo caso, Sylphiel…” Lanciai un’occhiata alle
spalle dello spadaccino, di fronte a me… “Vedi… credo che Gourry sappia
perfettamente che cosa significherà per lui tornare… e se nonostante questo ha
deciso di andare… credo che non ci sia davvero niente che io possa fare… niente
che… io abbia il DIRITTO di fare…” Il mio volto si incupì.
La
sacerdotessa scosse la testa. “E invece no, Lina -san…” Si aggrappò al mio
braccio, e mi scosse lievemente. “Tu non capisci, Lina –san… basterebbe… una
frase… una sola tua frase…”
Mi
volsi verso di lei, sorpresa… “Che cosa… te lo fa pensare…?”
La
sacerdotessa sospirò. “Non lo capisci, Lina… davvero…? Non ti basta per capirlo
il modo in cui ti tratta… il modo in cui… ti sorride…?”
Eh…?
EH...?
“EHIEHIEHIEHIEHIEHIEHIEHIEHIEHIEHI, un MOMENTO!!!”
Che diavolo
stava insinuando ora?????? “Sylphiel, per favore!!!!!” Digrignai i denti, rossa
in volto. “Ora non iniziamo di nuovo con i discorsi strani!!! Lo sai benissimo
che Gourry si comporta così con tutti!!!”
La
sacerdotessa mi rilasciò, con un sorriso amaro che le avevo visto raramente
vestire. “No, Lina… lui non si comporta così con tutti… e lo capiresti
benissimo se…” Si morse il labbro. “Lina –san, tu… tu non lo hai mai conosciuto
com’era prima… quando viveva ancora con la sua famiglia…” Si incupì, lanciando
un’occhiata allo spadaccino. “Non avevo mai incontrato una persona gentile,
coraggiosa quanto lui… buona quanto lui… ma… i suoi sorrisi, i suoi
atteggiamenti… erano sempre così freddi… Lina –san…” Tornò a fissarmi, lo
sguardo triste. “Sembrava sempre… che stesse agendo secondo un copione
prestabilito… soprattutto quando era con i suoi familiari… Ci è capitato anche…
di trascorrere lunghi periodi insieme, lontano da casa sua… ma quei modi… quei
modi di chi erige sempre fra sé e gli altri il muro di un comportamento sociale
prestabilito, di una gentilezza da etichetta… quei modi non scomparivano mai,
nemmeno quando speravo ormai che il tempo passato insieme ci avesse
avvicinati…” Scosse la testa. “Non credo che Gourry -sama… fosse fatto per
nascere in una famiglia come la sua… una famiglia nobile… e con dei valori come
quelli che suo padre ha sempre cercato di insegnargli… credevo che avrebbe
sempre continuato a comportarsi così, Lina -san… a soffocare sotto
atteggiamenti che il suo ruolo sociale gli imponeva il comportamento che più
gli sarebbe stato naturale…”
Mi
guardò per un momento, forse in attesa di una risposta… ma sinceramente non
sapevo proprio cosa replicare… Ora che ci pensavo… effettivamente la prima
volta che avevo incontrato Gourry il mio pensiero immediato era stato quello di
trovarmi di fronte ad una persona comune… ed un po’ noiosa… Il classico
cavaliere di buona famiglia che non fa che vagare per tetri boschi e impervie
montagne alla ricerca di una fanciulla da salvare, semplicemente perché questo
è ciò che il suo ‘ruolo’ gli impone… Ma era stata una impressione passeggera…
gli era bastato un breve periodo di convivenza per ‘sciogliersi’ e diventare…
bé, il Gourry che conoscevo… il Gourry dei commenti stupidi, delle battute sul
mio seno e sul mio carattere aggressivo (che maleducazione, eh???)… e… sì… il
Gourry delle piccole gentilezze quotidiane, degli scherzi e dei finti litigi…
il mio compagno d’avventure…
“E’
stato questo il motivo per cui il vedervi insieme per la prima volta mi ha
lasciato interdetta…” Proseguì la sacerdotessa, con un breve sospiro. “…C’era
qualcosa di diverso, in lui, che non sapevo spiegarmi… finché non ho capito…”
Mi guardò, con aria che avrei definito… rassegnata… “Una volta… lui mi ha
parlato di te…” Battei le palpebre. Eh…? “E’ stato poco prima della lotta con
la copia di Rezo… Gli ho chiesto… se valesse davvero la pena di combattere…
anche se il nemico era così forte… e lui mi ha risposto… che comunque non
saremmo riusciti a farti cambiare idea… per la tua testa dura… e per la tua
irascibilità…” Sorrise lievemente. Ah, io ero IRASCIBILE, eh…? Era questo che
QUALCUNO andava dicendo in giro di me? Bene, finita quella faccenda avrei fatto
vedere io a quel qualcuno QUANTO potevo arrabbiarmi facilmente… “Però…”
Proseguì la sacerdotessa, ignorando la vena che stava facendo capolino sulla
mia fronte. “Mentre parlava di te… c’era qualcosa… nel suo sorriso… nei suoi
occhi… il suo volto era… illuminato… sembrava un bambino che parla del giorno
del suo compleanno…” Scosse la testa. “Non lo avevo mai visto così… non lo
avevo mai visto sorridere in quel modo naturale… come non lo avevo mai visto
scherzare con qualcuno come faceva con te… anche allora… quando i suoi
atteggiamenti si erano fatti più distesi con chiunque… il modo in cui agiva nei
miei confronti era così DIVERSO da quello in cui si comportava nei tuoi… che
altro potevo fare, in quel momento… se non arrendermi all’evidenza…?” Abbassò
lo sguardo.
Deglutendo,
fui improvvisamente MOLTO interessata al pavimento che ancora scorreva sotto i
miei piedi. Uh… perché quella sacerdotessa sapeva sempre tirare fuori discorsi
così imbarazzanti…?
“Ehm…”
Iniziai, rompendo il silenzio. “Sì… capisco… capisco quello che vorresti dire,
però…”
“Lina
–san, devi parlargli!!!” Mi interruppe, fissandomi con sguardo serio, e con
tono quasi supplichevole. “Farà una sciocchezza se tornerà con suo fratello!
Derek non ha bisogno di lui! Non lo vuole con sé!!! E non farà altro che
farglielo pesare, Lina –san!!! Penserà che voglia solo usurpare il suo
potere!!! Io non voglio che Gourry –sama sia infelice… almeno questo…”
Il
mio volto si fece serio… SINCERAMENTE, serio… io… avrei voluto fare come mi
diceva… avrei voluto… però…
“No,
Sylphiel.” Risposi, in tono fermo. “Questa è una decisione che riguarda la sua
vita troppo profondamente perché io possa intromettermi. Anche la mia, in
fondo, sarebbe una forzatura. Voglio che scelga, solo in base a ciò che sente.”
“Lina
–san, lui…”
Non
le lasciai il tempo di replicare. “Non ha senso un’amicizia se non si
rispettano le scelte l’uno dell’altro, Sylphiel… possiamo discuterne, ma dato
che la cosa non mi riguarda direttamente…” Deglutii. O meglio… mi riguardava…
ma… non a sufficienza da darmi il diritto di recriminare… “… voglio che prenda
lui la decisione finale…” Guardai il mio amico, che ora stava discutendo,
sottovoce, con il fratello… “… solo mi piacerebbe sapere che alla fine
sceglierà realmente ciò che vuole… e non ciò che gli obblighi dettano per lui…”
“Lina
–san, come POTREBBE voler davvero tornare???” Sbottò la sacerdotessa, irritata.
La
guardai, sospirando. “Come…? Perché gli vuole bene, Sylphiel.” Lanciai uno
sguardo ai due fratelli che parlavano, davanti a me… “…è ancora legato a
Derek…” Feci spallucce. “…Gourry è fatto così… e non credo che potrebbe essere
realmente felice… se dovesse vivere per sempre con il rimorso di avere lasciato
le cose in sospeso con suo fratello senza avere tentato quanto poteva per
riguadagnare la sua stima…” Forse Gourry aveva bisogno di sentire di avere
nuovamente una famiglia… Nonostante questo… nonostante questo… chissà se
Elmekia… poteva davvero ritornare ad essere una casa, per lui…
Non
ottenni alcuna replica dalla sacerdotessa.
Proseguimmo
lungo il corridoio, in silenzio, mentre di fronte a noi si intravedeva già la
luce soffusa di un’altra sala… era la seconda che attraversavamo? Persa nel
discorso non ci avevo fatto caso…
“Inverse…
non staremo tornando al punto di partenza, vero…?” Derek si fermò, e si volse
verso di me con fare lievemente perplesso…
Battendo
le palpebre, mi grattai la testa. “Bé, suppongo che se così fosse ci dovremmo
trovare di nuovo di fronte alla sala distrutta… e… ehm… temo anche che sia
probabile, prima o poi, vista la struttura di questo posto…”
Il
guerriero si accigliò e, ne ebbi tutta l’impressione, iniziò seriamente a
sudare freddo… anche se l’ONORATO cavaliere non lo avrebbe certamente lasciato
a vedere… “Inverse, lasciami capire una cosa… Tu HAI un’idea di dove possa
trovarsi l’uscita di questo posto, vero??? Cioè, NON siamo in trappola,
giusto???”
Ridacchiai,
un po’ nervosamente. “Ehi, ehi, il mio motto è ‘una cosa alla volta’! Prima
pensiamo ad Amelia e Zel e poi ci preoccupiamo del resto! E poi come potrei
sapere dove si trova l’uscita, scusa? Non sono mica una veggente!”
Gourry
emise un grosso sospiro. “Perché ci troviamo sempre in queste situazioni…?”
Commentò fiaccamente.
“Ehi,
tu…” Iniziai, contrariata… ma non mi venne lasciato il tempo di finire.
Un
rumore intenso, come di un grosso blocco di pietra fatto scorrere sul
pavimento… rimbombò improvvisamente fra le pareti antiche del sotterraneo,
sovrastando le nostre voci…
…e
sembrava provenire dalla stanza in cui eravamo diretti…
Il
silenzio cadde sulla nostra piccola compagnia, e per qualche istante restammo
immobili a fissarci, i volti tesi.
“Cosa…
cos’è stato…?” Chiese Sylphiel dopo una manciata di secondi, interdetta.
Mi
volsi verso la sala che ci aspettava silenziosa all’altro capo del corridoio…
“Veniva da là…” Commentai, pensierosa…
“Lina…
non sarà scattata un’altra trappola come quella di prima, vero…?” Chiese Gourry
in tono nervoso…
Sospirai.
Già, era una possibilità più che probabile… e mi irritava pensare che qualcuno
in quel momento doveva essere molto divertito da quanto ci stava capitando…
Scossi
la testa. “Non ne ho idea… suppongo che l’unico modo per saperlo sia andare a
vedere…” Lanciai un’occhiata ai miei compagni, e tutti annuirono in segno di
approvazione…
…non
che avessimo molta scelta…
Cautamente,
mi avvicinai all’entrata della stanza, richiamando velocemente alla mente una
formula… eravamo caduti in fin troppe trappole per farci cogliere ancora di
sorpresa… Gourry, al mio fianco, pose mano all’elsa della spada… eppure, dalla
sala illuminata non proveniva alcun rumore… sembrava tutto fin troppo
tranquillo…
Mossi
un passo sul pavimento di pietra e rimasi ferma, in attesa…
Nulla.
Le
lanterne alle pareti permettevano una visuale piuttosto scarsa… dal lato in cui
ci trovavamo ci era visibile circa metà della sala, nella parte esterna a
quello che doveva essere il centro di quella configurazione magica…
“Lina…
che cos’è quella cosa laggiù…?”
“Uh?”
Colta di sorpresa, volsi lo sguardo nella direzione indicata dal mio amico
spadaccino e… aveva ragione… c’era qualcosa… riverso al suolo…
“Lighting!!!”
Improvvisamente colta dal timore che quell’ammasso apparentemente informe
potesse rivelarsi una scoperta spiacevole o dolorosa –timore rafforzato dal
fatto che né Zel né Amelia erano ancora ricomparsi- decisi di lasciare
definitivamente da parte la prudenza… ma prima che potessimo preoccuparci della
sua natura, qualcos’altro deviò la nostra attenzione…
“Ma
cosa… cosa diavolo…?” La parete opposta a noi… quella contro la quale si
trovava ciò che aveva attirato la nostra attenzione… sembrava LETTERALMENTE
scomparsa nel nulla… o meglio… una parte di essa… contenuta nello spazio fra
due colonne… sembrava essere stata inghiottita dal buio del corridoio a cui
quell’improvvisata entrata introduceva…
“E’…
un passaggio segreto…?” Chiese Sylphiel in tono perplesso…
Uhm…
non trovavo particolarmente rassicurante il fatto che porte segrete si
aprissero da sole improvvisamente e CASUALMENTE proprio nella stanza in cui ci
stavamo dirigendo… Il nostro procedere in quel luogo cominciava a somigliare
troppo a quello di un cavallo che insegue la carota che un astuto fantino gli
tende davanti… “Penso di sì…” Osservai, cautamente. “…ma mi chiedo come…”
“Ehi…”
Fui improvvisamente interrotta dal tono di voce perplesso di Derek… “Ma quello
la sotto… è un cadavere…?”
Ah!
Me ne ero completamente dimenticata!!!
Gettai
lo sguardo sull’‘oggetto’ ai piedi del passaggio, che visto in lontananza
poteva sembrare un semplice mucchio di stracci… ma bastò un’occhiata un po’
approfondita per rendermi conto che la conformazione era indubbiamente quella…
di un corpo umano…
Un
corpo umano coperto… da vesti bianche…
Amelia!!!
Il
collegamento del mio cervello fu immediato… evidentemente gli avvenimenti di
quella notte mi avevano resa propensa a pensare al peggio…
“Diavolo!!!”
Senza commentare altro, mi gettai verso la figura riversa al suolo, pregando
che fosse ancora viva e contemporaneamente maledicendomi per avere permesso che
venissimo divisi… il sollievo mi investì letteralmente quando avvertii che il
volto premuto contro la pietra emetteva lievi gemiti…
“Amelia,
come… Eh??????????” Presa dalla foga, non potei che restare immobile per lo
stupore, quando afferrata la figura per il mantello, che la copriva quasi
interamente, e avvicinato il suo volto al mio mi ritrovai a fronteggiare un
paio di folti baffi…
“Gwaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!!!!!!!!!”
Colta totalmente alla sprovvista, rilasciai il corpo a peso morto e incespicai
indietreggiando, e rischiando di investire Gourry che si trovava in
traiettoria…
Il
mio amico mi afferrò con noncuranza per le spalle, bloccando la mia caduta e
sporgendosi per guardare, con fare perplesso… e la vista lo lasciò, come me,
senza parole…
“Ma…
ma noi… lo conosciamo…”
La
figura, avvolta in una specie di tunica da cerimonia, ricadde immobile, e
continuò a fissarci, le pupille dilatate, rivoli di sudore freddo che
scendevano a imperlargli i capelli spettinati, lungo la fronte… L’impressione
che dava era molto diversa da quella di mago calcolatore e sbruffone che ci
aveva sempre presentato, ma… c’erano pochi dubbi sulla sua identità…
“Ilmund… Ilmund –san…” Mormorai, fra i denti,
sconcertata… Ma che diavolo… che diavolo stava succedendo…?
“Sembra…
sotto shock…” Commentò Sylphiel, scossa, mentre allungava una mano verso la
figura terrorizzata…
A
questa vista, tuttavia, il Gran Maestro si piegò su se stesso, e…
“NOOOOOOOOOOOO!!!!! ALLONTANATI!!! NON MI TOCCARE!!! NON MI
TOCCAREEEEEEEEEEEE!!!”
Le
ginocchia strette al petto, come un bambino spaventato, il mago prese a urlare
e ad agitarsi in modo incontrollabile. La sacerdotessa si ritrasse, per metà
inorridita e per metà impietosita a quella vista… ed io deglutii, giungendo
alla conclusione che c’erano poche cose che potevano averlo terrorizzato a quel
modo… e che nessuna di esse sarebbe stata piacevole da incontrare…
“Sleeping…”
Iniziai a recitare, avvicinandomi con cautela al Gran Maestro terrorizzato e
allungando la mano sul suo volto inorridito…
Ma
non feci in tempo a terminare la mia formula. Una mano, fredda come il
ghiaccio, scattò improvvisamente, un serpente che si getta sulla preda, ad
afferrarmi il polso, imprigionandolo in una stretta convulsa… mentre l’altra
risaliva al mio collo, stringendolo in una morsa…
“Lina!!!”
I miei compagni furono colti di sorpresa come me da quel repentino mutamento di
atteggiamento…
…Ma
credo che nessuno abbia provato tanta paura quanta ne provai io, di fronte ad
uno sguardo che di certo non sembrava ad appartenere ad un uomo in delirio… uno
sguardo che appariva di una intelligenza sconcertante… l’intelligenza di chi ha
capito tutto… l’intelligenza di un folle.
“Tu…”
Sibilò, mentre la sua mano stringeva più forte il mio collo… “Tu hai permesso
tutto questo… ” Ancora… più forte… “Tu… mi hai impedito di fermarlo…” I sensi…
stavo per perdere…
“Lasciala!!!”
Il mio amico spadaccino si avventò su di noi, con rabbia, cercando di bloccare
il braccio del Gran maestro, e sollevando una immensa zuffa. Fortunatamente, il
risultato fu che la presa allentò lievemente, dandomi la possibilità di
reagire… La mia mente era troppo annebbiata per tentare di terminare la
formula… ma mi restava comunque una soluzione…
Con
tutta la forza che avevo, scalciai contro il mio assalitore… là dove sapevo che
la cosa avrebbe sortito effetto…
“Ah!”
Il nostro avversario si ritrasse, lasciando un attimo di respiro a me ed al mio
‘soccorritore’… e fortunatamente Sylphiel seppe agire prontamente per venirci
in aiuto…
Portatasi
alle spalle del mago, a distanza di sicurezza, terminò la formula che io avevo
lasciato interrotta. Come risultato, il Gran Maestro ondeggiò per un momento,
per poi accasciarsi al suolo.
Sia
io che lo spadaccino ci ritraemmo, l’adrenalina ancora alle stelle per la
paura… Sentivo l’aria mancarmi… cercai di prendere un grosso respiro, con il
risultato che iniziai a tossire senza controllo, ed ebbi l’impressione che la
mia gola stesse per andare in fiamme…
“Lina!”
“Lina
–san, lascia che…”
Con
un gesto della mano, bloccai i miei due amici, che si stavano avvicinando per
soccorrermi. La mano destra che ancora copriva protettivamente il mio collo,
sollevai lo sguardo verso di loro, cercando di abbozzare un sorriso. “Non è
niente… di grave…” Mormorai.
“Chissà
che cosa aveva visto per ridursi in quello stato…” Commentò Derek lanciando
un’occhiata al corpo esanime di Ilmund, con la ‘freddezza clinica’ di chi è
abituato ad osservare ben di peggio… quel lato che molti mercenari
sviluppavano, e che un po’ mi spaventava…
“Non
lo so…” Scossi la testa. “Ma ho il timore che lui ed il Concilio abbiano voluto
tentare di maneggiare un potere che non sapevano gestire…”
Derek
mi lanciò un’occhiata che non riuscii a decifrare. “Parli del potere del tuo
antenato, Inverse…?”
Annuii,
sebbene con un po’ di esitazione… non riuscivo a capire il senso della frase
che il Gran Maestro mi aveva rivolto…
“Ma
allora forse…” Iniziò Sylphiel in tono incerto… “Forse è tutto finito… forse i
membri del Concilio si sono sconfitti da soli…”
“Forse…”
Sibilai, lanciando un’occhiata al corridoio che, tetro, ci aspettava… “…o forse
il peggio… deve ancora arrivare…” Mi sollevai in piedi.
Qualcuno
aveva aperto quel passaggio appositamente per noi… era il caso di deluderlo…?
“Li…
Lina aspetta!!!” La mano di Gourry mi bloccò, mentre iniziavo ad addentrarmi
nel corridoio buio. “E’ evidente che è una trappola!!! Lo so qual è la tua
filosofia riguardo a questo genere di situazioni, ma noi…”
Gli
rivolsi un’occhiata. Seria. “Mi sono stancata dei giochetti, Gourry. Se è lo
scontro diretto che cerca, se è a questo che il nostro nemico ci sta guidando,
io non aspetto altro. Senza contare che non abbiamo trovato Amelia e Zel… e non
penso che a questo punto sia troppo azzardato considerare questo come un…
avvertimento…”
La mia ultima affermazione parve zittirlo… Solo un breve
sospiro, prima di incamminarsi al mio fianco… Ma –notai- per tutto il breve
tragitto la sua mano non si allontanò mai dalla spada… non potevo biasimarlo…
Del resto, non ci trovavamo forse in una situazione molto simile alla scena che
Zel aveva contemplato nella sua visione…?
Anche se… c’era qualcosa che non quadrava… Gourry era con
me… Sylphiel e Derek erano con me… chissà cosa poteva significare…
Improvvisamente,
dovetti soffocare un grido.
Di
fronte a noi, al termine del corridoio, si apriva un’altra ampia sala… le torce
la illuminavano forse ancora più debolmente delle altre… ma non abbastanza per
impedirmi di riconoscere ciò che avevo davanti…
“Amelia!!!”
Questa
volta… questa volta non mi sbagliavo di certo…
“Amelia!!!!!!!!”
Mi gettai in ginocchio a fianco della mia amica. Non c’era sangue attorno a
lei… ma il suo volto era contratto in una smorfia di dolore… e la pelle… aveva
assunto un colorito chiaro… bluastro… come… come di chi…
“Sylphiel…
non… non respira!!!”
La
sacerdotessa mi spinse via gentilmente, ma con fermezza. In questo genere di
situazioni sapeva mostrarsi molto più razionale e meno ‘passionale’ di quanto
non fosse normalmente… questa sua capacità aveva salvato la vita persino a me,
una volta… evidentemente non avevo molte altre soluzioni se non lasciarla fare…
Gourry
mi si avvicinò, rivolgendo alternativamente gli occhi a me e alla sacerdotessa,
lo sguardo sconcertato… “Lina… Amelia… Amelia è…?”
Rivolsi
allo spadaccino che mi aveva posto la domanda uno sguardo che doveva essere
peggio di una coltellata… “Non dirlo nemmeno per scherzo, hai capito??? Lei e
Zel si sono solo fatti cogliere di sorpresa come due stupidi, ma ciò non
significa che si lascerebbero mettere fuori gioco per una cosa del genere!!!
Appena riprenderà conoscenza gliene canterò quattro per essere stata tanto
sprovveduta!!!” Dannazione… dannazione… erano finiti per colpa mia in quel
dannato sotterraneo!!! E non ero stata in grado di proteggere nessuno… nessuno…
“Credo
che con la chimera potrai parlare prima del previsto, Inverse…” Commentò una
voce alle mie spalle, con fare noncurante…
Sollevai
lo sguardo su Derek, che ci guardava, senza dare l’apparenza di essere
minimamente turbato da quanto stava accadendo… “Che diavolo vuoi dire, ora???”
Lo
spadaccino non si prese la briga di rispondermi. Semplicemente, il suo braccio
si sollevò ad indicare qualcosa al di là delle nostre spalle, nel centro della
sala…
Battei
le palpebre. “Zel…”
La
chimera se ne stava semplicemente ferma, a fissarci… era stata tanto silenziosa
che fino a quel momento nessuno di noi la aveva notata… ma ciò che più mi
lasciava a bocca aperta… ciò che più mi lasciava a bocca aperta…
“Lina…
Zel… ha… qualcosa di… di strano…”
“Cervello
di medusa…” Sibilai, senza riuscire a staccare gli occhi dallo sciamano…
“Lui…lui è umano…” Non c’era più traccia di pietre sul suo volto… i capelli,
castano scuro, ora ricadevano insolitamente morbidi sulle sue spalle… come…
come diavolo…
“Ero
curioso di vedere per quanto avreste continuato a schiamazzare senza
accorgervene…” Esordì la chimera (o meglio… ex tale…), squadrandoci uno per
uno… il suo volto era serio… teso, lo avrei descritto… ma non pareva
preoccupato, né per noi né per Amelia…
“Che
cosa è successo, Zel? Come è possibile tutto questo?” Il mio sguardo si posò
brevemente, serio, su Amelia… non ero certa che la risposta mi sarebbe
piaciuta…
Il
suo sguardo si fissò sul mio. Nemmeno per un secondo si rivolse alla
principessa, stesa al suolo. “Sono stato sottoposto ad una scelta. E non ho
potuto evitare di compierla…”
Abbassai
lo sguardo sulla principessa… “Intendi… intendi dire…”
La
chimera avanzò verso di noi, provocando in me, con un semplice sguardo, il
desiderio di indietreggiare… quello… non era il solito Zel… quello… quello mi
ricordava…
“Perché
hai dei dubbi, Lina?” Lo sciamano fece spallucce, senza abbassare lo sguardo,
nemmeno per un momento… “Ti ho già raccontato tutto, in fondo… Evidentemente…
le tue teorie sull’azione del destino non avevano poi così grande fondamento…”
Aggrottai
le sopracciglia. “Certo…” Osservai… “…la chimera senza cuore che abbandona i
suoi amici e passa dalla parte del nemico senza remore… e che poi li affronta
senza mostrare il minimo tentennamento, o senso di colpa…” Anch’io avanzai
verso di lui, circospetta… nella mia mano destra, cominciò a concentrarsi una
debole fonte di energia… “Sarebbe difficile negare quanto questo sia
verosimile… per chi non ti conoscesse da quattro anni.”
Improvvisamente,
l’energia contenuta nelle mie mani si liberò. Una sfera di luce, intensa, si
sprigionò dalle mie dita, raggiungendo il soffitto della ampia sala, non
lasciando spazio alle ombre che fino a poco prima la avevano celata in parte
alla nostra vista… fu così… che le due figure avvolte nell’ombra, alle spalle
di Zel, non ebbero più modo di nascondersi ai nostri occhi…
A
quel punto… avrei dovuto aspettarmelo…?
“Galdiar
–san…”
Non
c’era particolare stupore nella mia voce… né delusione… era stata una
sensazione spiacevole a tratti… ma era da quando eravamo precipitati in quel
sotterraneo… che avevo il presentimento che in qualche modo mi sarei ritrovata
nuovamente di fronte a lui… A quel punto… avevo solo voglia di capire…
“Sei
arrivata, Lina –chan… Ti stavo aspettando…” Il mio maestro mi rivolse un
sorriso… un sorriso genuino, non diverso da quelli che mi aveva regalato ogni
volta che avevo portato a termine correttamente un nuovo incantesimo… non
diverso da quelli che avevo ricevuto ogni volta che ero stata meritevole delle
sue lodi…
“Galdiar
–san…” Ripetei, cercando di mantenere la calma. “Che cosa sta succedendo? Che
cosa significa questo?” Lanciai uno sguardo alla figura che lo accompagnava, e
dovetti reprimere un brivido. Trovarmelo di fronte quando al mio fianco c’erano
gli altri… e, soprattutto, quando ero in grado di difendermi… era diverso da…
prima… ma… nonostante questo… nonostante questo…
“Ti
riferisci alla presenza di un Priest al mio fianco, Lina –chan?” Il suo sguardo
cadde su Xellos per un istante…il demone, da parte sua, non lo ricambiò. I suoi
occhi erano fastidiosamente, insistentemente fissi sui miei. E stava
sorridendo.
“Anche
per questo c’è una spiegazione… e credo che a questo punto capire cosa sta
succedendo ti sia come minimo dovuto… so quanto debba risultare spiacevole
sentirsi manovrati, soprattutto per una persona come te… te lo avrei
risparmiato, se solo non fosse stato impossibile evitarlo…”
Aggrottando
le sopracciglia, cercando di ignorare il peso degli occhi di Xellos, tornai a
posare il mio sguardo su di lui. “Su questo concordo perfettamente, maestro…
penso che mi sia come minimo dovuto sapere perché ha lasciato che credessimo
che lei fosse morto… e perché ci ha mentito riguardo alla sua conoscenza di
questo nostro… compagno di viaggio…” Fulminai Xellos con lo sguardo.
“Taciuto,
non mentito.” Mi corresse il mio maestro, in tono pacato. “Anche di questo
dovremo discutere, sì… ma si tratta di un discorso un po’ complicato… che
abbiamo bisogno di condurre a termine da soli.” A queste sue parole, lo
sciamano, che era rimasto immobile di fronte a noi, prese ad avanzare, con aria
tutt’altro che amichevole…
“Che
diavolo…” Imprecai, fra i denti.
“Io
ed il vostro amico abbiamo stretto un piccolo accordo, per assicurarci che la
mia ‘trattativa’ con te avvenisse indisturbata…” Spiegò Galdiar, mentre
Zelgadiss estraeva la spada. “Non gli ho ordinato di farvi del male… solo di
tenervi a bada. E’ ciò che farà, se non gli darete motivo di comportarsi
diversamente…”
“Zel…
dannazione…” Mormorai, mentre lo sciamano continuava ad avanzare, studiando i
nostri movimenti…
“Lina…
Zel è…” Iniziò Gourry, ma non gli venne dato il tempo di terminare.
Improvvisamente, quasi irrazionalmente, vista la distanza alla quale si
trovava, Zelgadiss caricò.
Un
colpo facilmente evitabile… quasi… in modo scontato… “Gourry!!!”
Improvvisamente,
cercai di deviare rispetto alla direzione in cui mi stavo muovendo per
schivare… ora capivo! Il suo obiettivo non era colpirci! Ci voleva separare,
dannazione!!!
“Gourry,
non…” Non potei terminare. La mia corsa venne brutalmente interrotta dal
brillare di una lama, puntata direttamente al mio stomaco…
“Ah!”
Finii quasi a terra nel tentativo di schivare e non ebbi in alcun modo la
possibilità di attaccare, mentre lo sciamano riacquistava velocemente il suo
equilibrio dopo il colpo… decisamente, il ritorno alla sua forma umana non
pareva averlo indebolito…
“Lina!!!”
Il mio amico spadaccino fece per avanzare verso di me ed accertarsi delle mie
condizioni, ma un altro scintillio di lama lo bloccò. Impedito nella sua
avanzata, istintivamente, o così mi parve, si ritrasse e pose mano alla spada…
a quanto pareva, avvertiva ostilità… SERIA ostilità nei nostri confronti… e se
c’era una cosa di cui mi fidavo, quello era l’istinto di Gourry…
“Mi
dispiace, Lina…” La ex chimera tornò a volgere lo sguardo verso di me, con
gravità. “Ho fatto un patto, e ora sono tenuto a rispettarlo, anche se
significa combattere contro di voi… come puoi vedere, ho ottenuto la mia
ricompensa anticipatamente… non posso tirarmi indietro.”
“Al
diavolo!” Non fui io a rispondere. Una voce irruppe con prepotenza, a
sovrastare quella della chimera… La voce di qualcuno della cui compagnia in
quel momento avrei fatto molto volentieri a meno… “Mi hai stancato, sciamano!”
Derek avanzò, la lama sguainata, lo sguardo teso. “Non so a cosa stessi
pensando nel momento in cui hai stretto il tuo patto, ma evidentemente non hai
considerato che il tuo corpo non sarebbe poi stato più di tanto resistente…
anche una lama magica come la mia ora può ferirti… e io non ho intenzione di
usare alcun riguardo nei tuoi confronti…” Assunse un’inequivocabile posa da
battaglia…
“Derek,
no!” Intervenne Gourry, avanzando verso il fratello. “Non puoi cercare di
ucciderlo! Lui è…”
“Vi
ha traditi, fratello!!! Non ti pare una ragione sufficiente? La legge marziale
riserva un solo destino a quelli come lui…” Senza lasciare a nessuno di noi il
tempo di intervenire, il cavaliere si gettò contro lo sciamano, con tutta la
sua violenza… una violenza che –notai- persino a me aveva in parte risparmiato…
ma dopo questo, fu tutto velocissimo. La spada ritratta, la sorgente di
energia… non fui nemmeno in grado di realizzare esattamente quanto era
accaduto…
…non
prima di aver visto il cavaliere accasciato al suolo, contro la parete…
“Dereeeeeeeeeeeeeeeeeek!!!”
Gourry si gettò in soccorso del fratello, che dalla sua posizione riversa sul
pavimento di pietra non dava più alcun segno di vita…
Gli
occhi spalancati, rivolsi lo sguardo alla chimera, che si trovava ancora
immobile, il braccio proteso verso il suo sconfitto avversario. “Cosa… cosa
diavolo…?” Zel non era in grado di lanciare un incantesimo del genere. Non lo
era mai stato. A parte il fatto che la chimera aveva sempre mostrato di
preferire la spada alla magia, quando questo fosse stato possibile, per i
combattimenti uno contro uno, non esisteva un incantesimo che Zel sapesse
padroneggiare, che colpisse l’avversario in modo allo stesso tempo così mirato
e violento. Ciò che aveva assalito Derek aveva la forma –e la precisione- di
una semplice Flare Arrow, ma aveva mostrato una forza inaudita, capace di
sopraffare persino la spada magica del cavaliere… l’incantesimo più potente in
possesso di Zel era sicuramente il Ra Tilt, ed era l’unico a cui potessi
pensare di equiparare quella potenza, ma una magia spirituale non avrebbe mai
avuto quell’effetto su di un essere umano… Come… come…?
“Lina!
Lina!!! Fa qualcosa!!! Fa qualcosa per lui!!!” Fu la disperazione nella voce di
Gourry a riportarmi alla realtà… lo spadaccino stava sorreggendo il fratello,
mentre una pozza di sangue lentamente si allargava al di sotto della sua
schiena…
“Gourry!!!”
Feci per avvicinarmi, ma non potei muovere più di un passo, prima che le dita
minacciose venissero indirizzate verso di me…
“Ah!”
Incespicai, colta di sorpresa, nell’impossibilità di difendermi o
indietreggiare. Dannazione, combattere contro un vecchio amico come Zel mi
lasciava completamente spiazzata!
“Sei in ritardo, Lina…” Commentò lo sciamano
con un mezzo sorriso, caricando lentamente il colpo…
“Lasciala
stare!!!” Gourry lasciò il fianco del fratello, e scattò verso la chimera… e fu
allora che un lampo balenò nella mia mente improvvisamente… ma era troppo
tardi…
“No,
no, Gourry!!!” Scattai in avanti, recitando una formula, ma non feci in tempo
ad evitare a Zelgadiss di muoversi… era ancora veloce, troppo veloce, anche se
non più chimera… e gli attacchi di sorpresa erano sempre stati una delle sue
specialità…
“Palla
di Fuoco!” Recitò lo sciamano, pacatamente, in direzione dello spadaccino.
Nessuno spazio per evitare, niente tempo per gettarsi al suolo… ma non potevo
sottovalutare Gourry…
Il
mio amico aveva fortunatamente l’accortezza del bravo spadaccino,
quell’accortezza che non fa mai avanzare scoperti, nemmeno nei casi di maggiore
urgenza… insieme ovviamente ad un certo oggetto che avrebbe dato del filo da
torcere al migliore fra i fruitori di magia…
“Luce!!!”
La lama luminosa parò il colpo magico, tingendosi di un cupo rosso sangue… lo
spadaccino non utilizzò la stessa tecnica per contrattaccare, tuttavia…
l’energia avrebbe potuto tornare al suo creatore intensificata, ma venne
semplicemente assorbita dalla luce magica del nostro prezioso artefatto… Gourry
voleva ancora usare un occhio di riguardo nei confronti di Zel, nonostante
tutto… forse… aveva avuto la mia stessa sensazione…
“Gourry
–sama!” Gourry riservò alle sue spalle una breve occhiata, ma senza allontanare
nemmeno per un istante l’attenzione dal suo avversario… un’occhiata che potè
rassicurarlo, fortunatamente… Sylphiel pareva aver finito con Amelia ed ora si
era avvicinata a suo fratello, per prendersene cura… ma come stava la mia
amica? Il pallore e l’espressione tesa di Sylphiel non rivelavano nulla… o
comunque nulla di promettente…
Rivolsi
la mia attenzione a Gourry, ed io e il mio amico ci scambiammo un’occhiata
d’intesa. In due contro uno potevamo tranquillamente pensare di fermare Zel senza
essere costretti a fargli troppo male… a meno che non avesse tirato fuori
qualche nuovo trucchetto peggiore di quello che aveva riservato a Derek,
ovviamente… Stavo proprio ragionando sul come fare… quando negli occhi di
Gourry si dipinse quello sguardo spaventato che mi indusse a volgere
rapidamente le spalle…
Ma
non ne avrei avuto bisogno. Potevo avvertire chiaramente la sua presenza al mio
fianco, stranamente ora più che mai, anche se era sempre stato abilissimo nel
celare la sua natura… Lo squadrai, con circospezione.
“Xellos…”
Il
demone mi sorrise. “Questo combattimento non è affar tuo, Lina… ora sei
richiesta altrove… tu stessa hai detto di avere il diritto ad una spiegazione…”
Vestii
la mia consueta maschera sprezzante, per quanto trovarmelo vicino, al momento,
mi mettesse decisamente a disagio… “E chi dovrebbe darmi questa spiegazione,
Xellos? Perché mi sembra che TU abbia già parlato a vanvera fin troppo a
lungo…”
“Adesso
basta.” Intervenne Galdiar. “Non reggere il gioco a questa creatura, Lina
–chan… i suoi scherzetti mi hanno già innervosito abbastanza… e la situazione è
MOLTO seria…”
Il
demone si rivolse al mio maestro, l’espressione divertita… “Interessante…
ancora appelli alla serietà… le generazioni passano, ma i difetti restano… o si
tratta semplicemente di un tratto tipicamente umano…?” Gli rivolse un breve,
enigmatico, sorriso. “I musoni tendono a non essere particolarmente apprezzati
dai demoni, però, tieni presente questo, Galdiar… forse… ricorderai
l’esperienza di Garv…”
Forse
per la prima volta da quando lo conoscevo potei osservare l’ira avvampare sul
volto del mio maestro. “E’ una minaccia Priest? E’ questo che stai cercando di
fare? Minacciarmi???”
Xellos
fece spallucce. “Si trattava solo di una constatazione.”
Il
mio maestro riguadagnò parte della sua compostezza, ma l’espressione ostile non
scomparve dal suo volto… “Faresti bene a ricordare quello che sei, Xellos… un
Priest, un servo, nulla di più. Per quanti ricami si possano fare sulla tua
posizione, sarai sempre inferiore ai signori dei demoni… non dimenticarlo,
nemmeno in futuro.”
Sul
volto di Xellos il sorriso non scomparve. Sappiamo incassare bene, eh? “Già, un
semplice Priest… come tu… sei un semplice umano…”
Non
ne conoscevo il motivo, ma quella affermazione parve mettere a tacere qualsiasi
replica il mio maestro potesse avere in mente per il demone… Galdiar si rivolse
a me, invece, l’espressione seria, quasi contratta… non l’avevo mai visto così,
nemmeno quando mi aveva parlato del Concilio… quella sua aria… mi spaventava…
“Lina
–chan… da dove posso cominciare…”
Aggrottai
le sopracciglia. Non avevo la minima intenzione di lasciare trapelare
preoccupazione o buona disposizione nei suoi confronti, finché non avessi avuto
chiaro ciò che stava accadendo… “Per prima cosa…” Replicai, fredda. “…potrebbe
cercare di farmi capire che cosa ha fatto a Zelgadiss…”
Il
io maestro spalancò gli occhi per un istante… quindi eruppe in una sonora
risata. “Non ci posso credere! Hai capito subito che non era normale! Non si
può proprio pensare di metterti nel sacco, eh, Lina –chan?”
Non
risposi al sorriso. “Non ci trovo nulla di divertente…” Mi limitai a
commentare…
Il
mio maestro si ricompose, senza cancellare il lieve ghigno divertito dal suo
volto. “Immagino, immagino… ma lasciami almeno la soddisfazione di sapere che
ti ho un pochino sorpresa, per l’essere riuscito ad esercitare una forma simile
di controllo su di lui… ti è capitato raramente di assistere a risultati del
genere, immagino…”
Strinsi
i pugni. “Solo una volta.” Ammisi. E non era un ricordo piacevole… considerando
che era stato quando il potere di controllo delle anime del Signore degli
Inferi, l’unica forma di magia simile alla versione antica della Persuasione
che fosse tutt’ora esistente, aveva agito su Gourry…
“Ma
penso sarai a conoscenza del fatto che il tuo amico chimera poteva essere in
qualche modo controllato proprio grazie alla sua trasformazione fisica…”
Suggerì il mio maestro.
“Mmm…”
Mi limitai a commentare… c’era qualcosa che non quadrava… “Però… Zel ora è libero
dall’influenza di Rezo… ero convinta che solo il suo… creatore… potesse
esercitare una simile forma di influenza su di lui…”
Il
mio maestro annuì. “Questo nelle normali condizioni… ma supponiamo che
l’incantesimo che lo tiene trasformato venga spezzato improvvisamente…
Zelgadiss è un essere magico, la cui condizione fisica vive della sua stessa
energia magica… supponiamo che si riesca ad incanalare quest’ultima in qualcosa
di diverso rispetto all’incantesimo che lo mantiene nella sua forma di chimera…
supponiamo che si utilizzi QUELLA energia per controllarlo…”
Aggrottai
le sopracciglia. “Aspetti… aspetti un secondo… Mi sta dicendo che lei avrebbe
rimosso il sigillo posto su Zel da Rezo e utilizzato l’energia liberatasi dal
processo per attuare un incantesimo di Persuasione?” Mi sembrava una teoria
fantascientifica piuttosto che una pratica magica…
Il
mio maestro si limitò a fare spallucce. “Non è molto diverso da come agiva Rezo
per controllare il tuo amico… gli bastava una piccola modifica all’incantesimo
per incanalare parte dell’energia che serviva a mantenere Zelgadiss nel suo
stato di chimera nel suo incantesimo di controllo… solo che il nostro Monaco
Rosso non aveva necessità di spezzare il sigillo per fare una cosa del genere,
dato che era lui stesso l’unica persona in grado di controllarlo… però, come
avrai notato, Rezo cercava di servirsi il meno possibile di questo trucco…
perché esso rendeva la condizione di Zelgadiss instabile… avrebbe potuto farlo
diventare temporaneamente umano, per intenderci…”
Mi
morsi il labbro, poco convinta… “Aspetti, un momento… se ciò che sta dicendo è
vero, gli incantesimi che Zel ha lanciato poco fa…”
Galdiar
annuì. “Esattamente. Non ho potuto in alcun modo eguagliare il potere del
Monaco Rosso… il mio incantesimo è molto più instabile del suo… per questo, ora
l’energia magica del vostro amico si sta lentamente disperdendo… riversandosi
tutta negli incantesimi che scaglia.” Fece spallucce. “Il suo corpo non ha il
tempo di rigenerarla… in questo modo la sua magia è più forte di quella di
qualsiasi essere umano, ma tempo poche ore e al vostro amico non rimarrà alcuna
energia in corpo… e non sarà mai più in grado di scagliare incantesimi…”
Deglutii.
Zel…
Il
mio maestro si strinse nuovamente nelle spalle. “Purtroppo non ho potuto fare
altrimenti… e del resto, a me serviva forte, per tenere testa allo spadaccino…
mi sono accorto con una semplice occhiata che anche lui è piuttosto in gamba…”
Scossi
la testa. Non aveva senso… “Anche se questo fosse possibile…” Ripresi, in tono
poco convinto… “Come avrebbe potuto lei, maestro, rimuovere quel sigillo? Un
sigillo che a nessuno è possibile controllare, se non a Rezo stesso?”
Il
mio maestro sorrise. “E’ molto semplice… NON SONO stato io… ed è qui che tu
entri in gioco, Lina –chan…”
Battei
le palpebre. “Io?”
Il
mio maestro annuì. “Lina –chan… non c’è una domanda che vuoi porgermi… a questo
punto…?”
Gli
rivolsi uno sguardo smarrito. Una… domanda…? Era uno dei suoi soliti
indovinelli, o… ah! AH!!!!! “E’ vero!!! E’ vero, accidenti!!! Lei come diavolo
fa ad essere a conoscenza di tutti questi particolari sul mio amico???”
Galdiar
sorrise, compiaciuto. “Li conosco appunto per questo… perché è un tuo amico.”
“Eh?”
Continuavo a non capire…
“Vedi,
Lina –chan… il fatto che noi due non siamo rimasti in contatto dopo la tua
partenza da Zephilia… non significa che io non ti abbia tenuta d’occhio…”
Mi
accigliai. “Tenuta d’occhio…?”
“Sì…
niente di particolare, ovviamente… sono solo un mago, non sono in possesso di
una rete di spionaggio… ma per quel che ti riguarda, diciamo che basta tenere
le orecchie aperte… ho saputo dei tuoi viaggi, delle tue imprese… e in parte
anche delle tue compagnie… compagnie… interessanti…” Rivolse uno sguardo alle
mie spalle, dove i miei amici stavano ancora combattendo fra loro… “E’ strano
come il caso intrecci in modo indissolubile le vite di certe persone… avevo già
avuto a che fare, in qualche modo, sia con la famiglia della tua sedicente
guardia del corpo, sia con quella della buona principessa di Sailune…” I suoi
occhi si assottigliarono… “…più o meno direttamente…” Concluse.
Le
mie sopracciglia si aggrottarono, nell’incomprensione. “In che senso… ha avuto
a che fare con loro?”
Il
mio maestro si limitò a rivolgermi un sorriso enigmatico. “Indirettamente, Lina
–chan, te l’ho già detto… o, forse, potrei dire, attraverso di te…”
“Eh?”
“Ti
spiegherò anche questo, a tempo dovuto, Lina… ciò che conta ora, è che anche
sul tuo amico chimera ho preso informazioni… non è stato particolarmente
difficile… il mondo trabocca di notizie a proposito del Monaco Rosso… anche se
più complicato è stato compiere una cernita fra quelle reali e quelle
leggendarie…”
Mi
accigliai, nuovamente. “Tutto questo è molto interessante Galdiar –san, ma ciò
che vorrei cercare di capire ora è… PERCHE’… non credo che tutto questo
interesse nei miei confronti sia stato dettato da preoccupazione… anche se mi
piacerebbe pensarlo…” C’era una punta di amarezza nella mia voce…
Lo
sguardo del mio maestro –ne ebbi tutta l’impressione- si addolcì. “Preoccupazione…
In fondo… non sei tanto lontana dalla verità…”
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!”
Un
grido, alle mie spalle.
“Gourry!!!”
Il mio amico era stato atterrato dallo sciamano. Un fiotto di sangue sgorgava
dal suo fianco…
Mi
rivolsi al mio maestro, con rabbia. “Se davvero si preoccupa per me, fermi
immediatamente questa carneficina!!!” Dannazione, DANNAZIONE!!! Gourry non
avrebbe mai combattuto contro Zel con l’intenzione di ucciderlo… Se andava
avanti così…
Il
mio maestro scosse la testa, l’aria grave. “Non posso farci nulla. Hai sentito
lo sciamano… il patto ormai è concluso.”
“Vuole
farmi credere che Zel ha voluto tutto questo???”
“Si
tratta di un incantesimo complicato, Lina… pensi che sarebbe rimasto con le
mani in mano mentre io lo portavo a termine? Pensi che se avesse opposto un
minimo di resistenza io sarei riuscito comunque?”
Serrai
i denti, lanciando un’occhiata a Xellos. “C’è qualcuno che avrebbe potuto
aiutarla a trovare argomenti convincenti perché il mio amico non si
ribellasse…”
Il mio
maestro incrociò le braccia al petto. “Non credevo che mi giudicassi a questo
modo, Lina –chan… servirmi dei poteri di un altro… dei poteri di un demone…”
“Allora
che cosa ci fa al suo fianco, può spiegarmelo???”
Il
mio maestro fece spallucce. “Pensa ciò che preferisci a proposito del tuo
amico, Lina… se può rassicurarti…”
No,
non mi rassicurava. Non mi rassicuravano le frasi che la chimera mi aveva detto
quando ci eravamo trovati da soli, nel bosco. Non mi rassicuravano le
condizioni di Amelia. Non mi rassicurava il fatto che Zelgadiss in quel momento
stesse cercando di colpire a morte il mio migliore amico… non mi rassicurava
che la persona da cui avevo appreso tutto si trovasse in quel momento di fronte
a me… a fianco di un demone…
…ma
non avevo la minima intenzione di lasciarglielo capire…
“Questo
non risponde alla domanda che le ho posto, Galdiar –san… Perché Xellos si trova
con lei, ora?”
Il
mio maestro annuì. “Come ti ho detto, tutto rivolge attorno a te, Lina…” Il suo
sguardo si fece, improvvisamente, mortalmente serio. “Ricordi… come ho sempre
giudicato i tuoi poteri, Lina –chan?”
Aggrottai
le sopracciglia. Dove voleva arrivare…? “Positivamente… mi pare…” Risposi, con
circospezione…
Il
mio maestro sorrise. “Più che positivamente, Lina… tu nel tuo campo hai un
talento eccezionale, ragazza mia… e oggi non ho potuto che prenderne conferma…”
Battei
le palpebre. “A cosa… si riferisce, Galdiar –san?”
Il
mio maestro sospirò. “Ma è OVVIO, Lina… un Blast Bomb… un incantesimo che da
generazioni a nessun umano era stato accessibile… e, per quanto la tua magia in
quel momento fosse potenziata, tu lo hai scagliato con la facilità con cui un
mago normale avrebbe potuto lanciare una Palla di Fuoco… sono rimasto molto
sorpreso… piacevolmente sorpreso…”
“E
questo… cosa c’entra con tutta la faccenda…?” Chiesi, con un po’ di esitazione…
Galdiar
sorrise, nuovamente. “Sin da quando eri piccola, ti ho sempre ammirato, Lina
–chan… per questa tua capacità nel campo della Magia Nera che a me era stata
negata…” Aprì i palmi delle mani, e li fissò, con sguardo amaro… “All’inizio
non capivo nemmeno io perché ti avessi presa tanto a cuore… ma osservandoti
crescere, e lottare per sviluppare capacità sempre maggiori credo di avere
capito il motivo del mio attaccamento nei tuoi confronti… noi avevamo qualcosa
in comune, Lina –chan… la frustrazione verso un paese come Zephilia, dove il
peso del confronto e delle aspettative altrui poteva schiacciarti…” tornò a
fissare il suo sguardo su di me… “Mi ricordo di come vivevi il rapporto con tua
sorella e con la fama che lei era stata in grado di raggiungere, prima di te…
ricordo quanta rabbia nasceva dal vostro confronto… rabbia che veniva
riversata, con effetti quanto mai positivi, nella magia…”
Scossi
la testa. “Galdiar –san…” Mi intromisi… “A quel tempo, io ero solo una bambina…
Non si può vivere per rispondere alle aspettative altrui, consumandosi in
inutili invidie… quelle non portano che all’autodistruzione… A questo mondo
siamo tutti diversi, con diversi pregi ed inclinazioni… bisogna vivere per se
stessi, e per ciò che si ritiene importante… o ci si troverà a compiere un
inventario della propria vita… e a constatare che essa è andata sprecata in un
confronto che non aveva ragione di esistere… Sono passati tanti anni da quando
mi sono allontanata da Zephilia, e questo credo proprio di poter dire di averlo
capito…” Ricordavo… il mio confronto con mia sorella… ricordavo anche lo strano
rapporto di antagonismo che avevo instaurato con Naga… e tutto ciò aveva avuto
come pressoché unico risultato l’aumentare il livello di bile nel mio stomaco…
Probabilmente mi aveva aiutato anche il carattere dello spadaccino, ma con
Gourry avevo instaurato un tipo di rapporto del tutto diverso… non c’era
rivalità fra noi… a parte forse – ricordai con un sogghigno- quando si scendeva
nel dominio cibo… ognuno di noi aveva le sue capacità nel proprio campo, e,
anzi, eravamo arrivati al punto di combinarle, al meglio… e qualcosa di simile
era avvenuto anche con Zel e Amelia… forse era anche per questo che eravamo
riusciti a diventare tanto amici, noi quattro…
Galdiar
si accigliò. “Credo che sia facile parlare a questo modo, Lina –chan, quando si
ha la certezza che le proprie capacità superano quelle di molti altri…” Mi
squadrò, ed ebbi l’impressione che il suo sguardo potesse penetrarmi, e
scandagliare la mia anima… “E’ questa la più profonda differenza esistente fra
di noi, Lina… entrambi siamo ambiziosi… ma tu hai talento, io no.” C’era… una
sorta di intrinseco coraggio, in quella ammissione… In quello… riconoscevo
perfettamente… ciò che il mio maestro era stato… “Tuttavia… c’è ancora
qualcos’altro che ci accomuna, Lina… un limite posto ad entrambi, un limite
praticamente insormontabile… tutti e due… siamo umani.”
Aggrottai
le sopracciglia. La risposta che più mi sarebbe venuta spontanea a
quell’affermazione sarebbe stato un disimpegnato ‘e allora?’ Tuttavia… avevo la
sensazione che la sua affermazione… avesse un significato più profondo di
quanto apparisse, in tutto ciò che ci stava accadendo… La presenza… di Xellos…
“Che… male c’è nell’essere umani, Galdiar –san…?”
Il
mio maestro mi rivolse un’occhiata sprezzante. “Che male c’è, Lina? Non lo vedi
anche tu? Non lo capisci SOPRATTUTTO tu, quando senti i limiti della tua forma
umana opprimere, schiacciare il tuo talento ed il tuo potere? Tu hai distrutto
delle creature superiori… ma per quanti talismani tu possegga, non avverti che
la tua forma umana ti preclude qualcosa?”
Mi
accigliai. Non mi piaceva dove il discorso stava andando a parare… “E’ la
nostra natura Galdiar –san…e ha i suoi vantaggi, se si cerca di viverla al
meglio… tanto più che… anche se non ce l’ha assegnata un fantomatico destino ma
il puro caso… è una cosa che non possiamo in nessun modo cambiare…” Cercai di
soppesare al meglio le parole…
Il
mio maestro scosse la testa. “E’ qui che ti sbagli, Lina –chan… c’è una persona
che non accettava questa sua natura… e che ha cercato di fare qualcosa per dare
una svolta alla propria condizione…”
Deglutii.
Forse… cominciavo a capire la ragione del mio coinvolgimento… “Si… si riferisce
a…”
“Van
Goldgleam, piccola mia… Forse… ci sono alcuni particolari che non conosci
riguardo alla sua storia…”
Goldgleam…
…il
cognome… di mia madre…
Lui…
si trattava di lui…
Dentro,
sentii raggelare. Il nome che da anni non osavo pronunciare… ora era sulle
labbra del mio maestro… Io stessa gli avevo parlato di quella storia… e pensavo
che la conoscesse a grandi linee, così come io gliela avevo raccontata… Ma quel
nome… quel nome io di fronte a lui non lo avevo mai rivelato…
“Come…
come…”
“Nessun
fruitore di magia di Zephilia sufficientemente informato ignora la sua storia,
Lina –chan, per quanto gli uomini del nostro paese, nella loro consueta
stoltezza, abbiano voluto celare quello che gli è successo… ed io come mago
sarò carente in tanti campi, ma sono tutto tranne che disinformato… sapevo di
lui molto prima di prenderti sotto la mia custodia, Lina…” Mi fissò,
intensamente… “…ma avevo solo notizie MOLTO vaghe… ho sospettato che fosse
collegato a te quando sono venuto a conoscenza del cognome di tua madre… e a
mano a mano che ti conoscevo, Lina, ho cominciato ad essere sempre più
interessato a tutta la faccenda… perché pensavo che qualcosa di lui doveva
essere rimasto in te… e questo individuo mi appariva sempre più… interessante…”
Mi
accigliai. “Che cosa ci trovava di tanto interessante nel tipo di ricerche che
il mio antenato conduceva, Galdiar –san…?” Il tono della mia voce ora era
estremamente freddo…
Il
mio maestro mi rivolse un sorriso gentile, sornione… “Non erano le ricerche in
sé ad interessarmi, Lina –chan, ma l’individuo… quell’uomo doveva possedere lo
stesso potere che io ho ritrovato in te, Lina… e lo ha voluto sfruttare per
tentare la più ambiziosa, e grandiosa delle imprese… superare i limiti che il suo
stesso essere gli imponeva… salire al di là… della propria natura umana…”
Strinsi
i denti. “Non c’è nulla di ignobile nell’essere umani, Galdiar –san… e se ci si
convince di questo può accadere che si scopra che molti dei limiti che si
pensava di avere non erano che delle costruzioni dettate dall’insicurezza…”
Il
mio maestro, per un attimo, mi fissò con ira. “Bugie, Lina! Illusioni! Puoi
pensare forse di vivere per migliaia di anni? Puoi pensare che un giorni ti
sveglierai e il corpo debole che la natura ti ha affibbiato si sarà trasformato
e sarà coperto delle dure scaglie che proteggono i draghi?” Bé… io conoscevo
qualcuno che era fatto di pietra, se volevamo metterla in quei termini… ma non
mi pareva il momento di ricordarlo… “Ma soprattutto, non ti libererai mai dal
timore della morte che incombe su di te…” Proseguì Galdiar “…non ti libererai
mai dalla debolezza che nasce dalla sofferenza e dai sentimenti dell’uomo… una
persona forte come te forse non sente costantemente il peso di tutto ciò…
perché non se ne rende conto, come invece accade a me, tutti i giorni e tutte
le notti della sua vita… non è oppressa dal costante senso di non avere la
forza di dare alla propria esistenza… una direzione, un valore…” Il tono della
sua voce era colmo di amarezza… mi dava quasi… la voglia di cessare di
discutere, e confortarlo, come lui aveva tante volte fatto con me… Però… ora
lui mi sembrava una persona tanto diversa… Aveva espresso tante volte la sua
frustrazione… a volte la sua rabbia nei confronti del Circolo di Magia di
Zephilia… ma non mi aveva mai parlato in quei termini… mai…avevo visto il dolore nel suo sguardo, mai
la disperazione… era sempre stato lui… ad incitarmi a lottare…
“Io
sono convinto…” Proseguì Galdiar. “…che lui sia stato mosso dai miei
stessi intenti… per questo trovavo una vicinanza fra noi… per questo… ho
pensato di servirmi di lui…”
Ehi…
ehi un momento… cosa…? “Che intende dire, Galdiar –san?”
Il
mio maestro parve ignorare la mia domanda… “Lo sai qual era il primario
obiettivo del tuo antenato, Inverse…?”
Deglutii.
“A quanto mi è stato detto… l’apertura del Portale…”
Il
mio maestro annuì, con un sorriso. “Già… ma ti sei mai chiesta perché volesse
compiere un atto del genere?”
Scossi
la testa. Continuavo a non capire dove stesse cercando di condurmi con il suo
discorso… “Per il potere, immagino… a che altro poteva mirare nel rischiare la
sua stessa anima per ottenere l’esaudirsi di un desiderio per opera di Lord of
Nightmares…?”
Galdiar
si strinse nelle spalle… “ Concetto quanto mai vago, quello di potere, Lina
–chan… esiste l’effimero potere temporale dei nostri sovrani o sacerdoti…
esiste il potere dei maghi, con il loro controllo sugli elementi più
intangibili del nostro mondo… ma LUI… lui aspirava a qualcosa di più di tutto
questo… lui voleva superare quella barriera che come umani ci è stata imposta…
e combinare una forza che teoricamente sarebbe spettata a diverse nature…”
Mi
accigliai. “Non capisco… che intende, Galdiar –san…”
Il
mio maestro annuì. “E’ normale, Lina –chan, tu non sai ancora nulla… non sai
che il tentativo di aprire il Portale non è stato condotto dal tuo antenato di
sua spontanea volontà… ma perché questo è ciò che gli è stato chiesto.”
“Gli
è stato… chiesto…?” Il mio sguardo cadde su Xellos… poteva essere che…?
“Un
esame, Lina…” Intervenne il demone… “…te ne ho già parlato… cominci a capire
ciò che intendevo…?”
Indietreggiai
di un passo. “Aspettate… aspettate un attimo… intendete dire che lui voleva…”
“Esattamente.”
Annuì il mio maestro. “Van Goldgleam aveva raggiunto un livello di potere che
andava ben oltre quello concesso ai comuni esseri umani… c’è chi dice che
avesse trovato addirittura la chiave dell’immortalità… è per questo che il
mondo delle tenebre è venuto incontro ai suoi desideri… è per questo che i Mazoku
hanno pensato di concedergli la forza che desiderava facendone uno di loro… e
non uno qualunque… un Signore dei Demoni.”
Non…
non… “Questo non è possibile…”
“Perché,
Lina?” Xellos si strinse nelle spalle. “Esisteva già un Mazoku che aveva in sé
natura in parte umana, ricordi? Un demone riottoso e difficilmente
controllabile, certo… ma il tuo antenato pareva avere le carte più in regola di
Garv per entrare a buon diritto nella nostra cerchia… del resto… il nostro buon
Demone-Drago era sempre meno disposto ad ascoltarci… la mia Signora, Xellas, e
Phibrizo tolleravano sempre meno la sua inclusione fra i Demoni Superiori… ciò
di cui avevamo bisogno era assicurarci la presenza di qualcuno che potesse
sostituirlo nel mantenimento dell’Equilibrio, qualora fosse… venuto a
mancare…”Mi rivolse un sogghigno sottile. “Insomma…” Si strinse nelle spalle.
“…ci serviva un successore…”
“E
avete… scelto lui…” Mi sembrava… ancora incredibile…
“L’affare
veniva incontro agli interessi di entrambi…” Rispose semplicemente il demone.
“…inoltre non c’era nessun altro che avesse la sua stoffa… Certo, ovviamente,
prima di mettere in atto qualsiasi risoluzione, era necessaria una piccola
prova…”
“Anche
in questo senso la scelta di Goldgleam pareva perfetta…” Intervenne il mio
maestro… “Il tuo antenato, Lina, era già a conoscenza dell’esistenza del
Portale, per quanto non ne conoscesse la dislocazione, e non fosse al corrente
della procedura esatta della sua apertura…”
Xellos
annuì, a conferma. “Noi invece eravamo in possesso di queste informazioni, ma
ciò che ci mancava era la chiave…” Incrociò le braccia al petto. “Il tuo
antenato aveva sospetti a proposito della chiave… era andato davvero vicino al
rintracciarla… per questo gli abbiamo chiesto una collaborazione… se fossimo
riusciti nel nostro scopo dell’apertura del Portale, lui avrebbe goduto della
vittoria al nostro fianco… probabilmente… l’unico uomo a sopravvivere…”
Annuii.
“E lui… ovviamente ha accettato…” Patti con i demoni… Cominciavo ad avere idea
che il mio antenato fosse veramente potente, ma… il più grosso codardo che
avesse mai messo piede sulla faccia del nostro pianeta…
“Ovviamente…”
Ghignò Xellos… “Non aveva nulla da perdere e tutto da guadagnare, in fondo… Ma
non si trattava di un ingenuo. Sarebbe stato lui in persona a rintracciare
quella chiave… e insieme l’avremmo portata di fronte al Portale… Goldgleam non
aveva la minima intenzione di lasciarla nelle nostre mani prima dell’apertura…
temeva un tradimento… a ragione, suppongo…”
“Aveva
dei poteri eccezionali, Lina –chan…” Intervenne il mio maestro… “Uniti ad una
astuzia che solo in te ho ritrovato… sapeva che i demoni avevano sospetti
riguardo alla Spada di Luce e all’isola di Mipross, dove il patto fra elfi ed
umani era stato sigillato… so che sei al corrente del fatto che un demone,
Joylock, era persino stato mandato a presidio dell’isola… prima che una certa
persona lo distruggesse combinando i suoi poteri a quelli della Spada di Luce…”
Mi rivolse un sorriso complice che in quel momento non ebbi la forza di ricambiare…
“Fatto sta che lui è riuscito a gabbare come un gruppo di comuni sciocchi i
demoni superiori…” Questa affermazione costò al mio maestro un’occhiata fredda,
da parte del demone al suo fianco… un’occhiata che fece gelare il sangue nelle
vene persino a me… mi chiedevo… Galdiar… si fidava di lui? “Li ha depistati,
Lina –chan… servendosi della magia… ed è arrivato da solo fino alla Spada… così
vicino… ad impadronirsene…”
Xellos
intervenne, serio. “E’ stata quella la sua fine. Il custode della Spada ha combattuto
contro di lui… e in qualche assurda maniera è riuscito ad ucciderlo…” Rivolse
uno sguardo al mio amico spadaccino che ancora combatteva, anche se ferito,
alle mie spalle… “Gabriev… ci hanno tenuti lontani dal nostro obiettivo per
tanto tempo… e anche allora… ricordo che i Signori dei Demoni, quando vennero a
conoscenza dei colpevoli dell’uccisione di Goldgleam e della perdita della
chiave… si dichiararono decisamente persuasi a fargliela pagare, prima o poi…”
La sua espressione seria si mutò in un lieve sorriso…
Non
mi piaceva… non mi piaceva per niente…
“Dopo
quell’episodio…” Proseguì Xellos. “Saputo della morte del tuo antenato, siamo
stati costretti a proseguire le nostre ricerche da soli… e abbiamo deciso di
abbandonare l’idea del successore, dal momento che nessun altro ‘candidato’ si
presentava valido come quello di cui una per noi ancora ignota lama ci aveva
privato…”
“Ma
il suo spirito era troppo forte…” Si intromise nuovamente il mio maestro. “La
sua magia viveva ancora, in qualche modo… e gli scritti che aveva lasciato, gli
esperimenti… le sue ricerche a proposito della chiave… non attendevano che di
essere ripresi in mano da chi ne avesse avuto le capacità…” Galdiar sorrise.
“Nessuno è mai stato in grado di rintracciare il suo laboratorio… ma pensa, è
stato proprio nelle mie ricerche su di lui che sono stato in grado di trovare
la formula che mi serviva… quella formula della cui realizzazione… tu hai
trovato in qualche modo i risultati…”
I
miei occhi si spalancarono. “I… dieci… cadaveri…” Allora… allora…
“Un
incantesimo che fa appello a Phibrizo, certo… ma a me non serviva affatto che
esso funzionasse esattamente come avrebbe dovuto… non volevo certo rievocare un
cadavere… avevo solo bisogno della sua forza, del suo potere… per questo non ho
dovuto fare altro che apportare una piccola modifica alla formula… la magia
nera d’attacco non è mai stata il mio forte, certo… ma l’altra branca,
quella delle maledizioni e delle evocazioni… la cosiddetta… ‘magia dei
codardi’…” Si concesse un sorriso amaro… “…bé, quella mi è sempre riuscita
piuttosto bene…”
E
così… era andata come avevo pensato… “Perché, Galdiar –san?” Scossi la testa.
“QUESTO, non capisco… perché evocare le forze di un cadavere? Che cosa aveva
intenzione di fare una volta ottenuto il suo potere?”
Il
mio maestro si fece serio. “Si tratta del mio ripiego, Lina…”
“Un
ripiego?”
Galdiar
annuì. “Vedi… per certi aspetti io sono proprio come il tuo antenato… stessi
desideri… stesse ambizioni… come ti ho detto, è il potere a mancarmi…” Fissò le
proprie mani, incupendosi… “Tuttavia… la vita che per tanti aspetti non è stata
generosa con me… mi ha concesso… una piccola fortuna…” Mi rivolse un sorriso.
“Mi ha legato a te, Lina… e anche, attraverso di te, a ciò che Van Goldgleam è
stato…” Fece un passo avanti, in mia direzione… “Io lo sapevo che la nostra
conoscenza mi sarebbe fruttata, Lina… lo ho saputo sin dall’inizio, quando ti
scelsi, fra i membri della tua classe, come mia apprendista…” Quando… mi aveva
scelta… lui… aveva pensato a questo? “Tu mi hai interessato sempre più, ogni
giorno che passava, Lina… un interesse che ho poi scoperto non essere
infondato, sia per il tuo potere, sia per i tuoi legami familiari…
interessanti…” Sorrise, nuovamente. “Quando mi hai parlato della tua scoperta
delle pergamene di Van, ero certo ce non avresti tardato ad apprendere i
preziosi segreti che contenevano… ero orgoglioso di te… così orgoglioso…”
All’epoca…
il mio maestro si era mostrato allarmato, per il mio ritrovamento… ma solo ora
mi accorgevo della verità… solo ora mi accorgevo che in realtà… lui non aveva
mai fatto niente di concreto… per fermarmi…
“Quando
ho saputo dei precedenti del tuo antenato, dell’offerta rivoltagli dai Signori
dei Demoni, poi, la mia gioia non ha fatto che accrescersi… perché è stato
allora che ho maturato la consapevolezza che quella era la mia occasione…”
“Occasione…?”
Non sapevo perché, ma… l’idea che il mio maestro avesse avuto la deliberata
intenzione di servirsi di me… che lo avesse pensato sin da quando mi aveva
presa sotto la sua custodia… generava in me… disgusto… puro… disgusto…
“Ma
certo… coltivare il tuo potere, Lina… da quel giorno, quello fu il mio
obiettivo primario… perché io sapevo… avevo informazioni che a QUALCUNO
avrebbero potuto essere molto utili… e solo il potere mi mancava…”
Scossi
la testa. “Non… non capisco…”
“Con
calma, Lina…” Il tono del mio maestro suonava così… rassicurante… “Dopo la tua
partenza da Zephilia, non ho potuto fare altro che cercare di tenerti d’occhio
come meglio potevo… aspettare in silenzio il momento giusto…” Sorrise. “E
questo è arrivato. Dopo la morte di Shabranigdu.”
Scossi
la testa. “Ma…”
Il
mio maestro non mi diede la possibilità di terminare. “L’Equilibrio ha subito
una grossa scossa, dopo la tua azione contro di lui… le forze dei Mazoku si
trovavano considerevolmente ridotte in potenza, senza contare che le armate al
suo servizio erano nel Caos, e Garv continuava a dare segni sempre più
insistenti di irrequietezza… è stato allora… che i demoni hanno avvertito
nuovamente la necessità di un successore.”
Aggrottai
le sopracciglia. “Non sapevo nulla di questa storia…”
Xellos
fece spallucce. “Come si suol dire, abbiamo lavato i panni sporchi in casa
nostra, Lina… avevamo solo da perdere nel lasciare trapelare notizie della
nostra debolezza…” Il suo sguardo cadde sul mio maestro. “Ma qualcuno ha
immaginato quello che stava succedendo…”
Galdiar
annuì, in conferma. “E’ stato allora che ho raccolto il mio coraggio… e ho
evocato uno di loro…”
“Un
demone inferiore, per la precisione…” Puntualizzò Xellos, in tono freddo. “Non
vorrei si pensasse che noi Mazoku stiamo lì ad aspettare la chiamata di
qualsiasi umano a cui passi per la testa di evocarci…”
“Sì,
un demone inferiore…” Confermò Galdiar, in tono un po’ seccato… “Lo ho chiamato
e gli ho chiesto di riferire ai suoi superiori un messaggio… cioè che avevo in
mano tracce necessarie a rintracciare la chiave.”
“Puoi
immaginare la reazione fra tutti noi…” Continuò Xellos, per lui… “Inizialmente
pensavamo si trattasse di un vecchio folle con manie di onnipotenza, che
meritava solo di essere gettato in pasto al più infimo fra noi… ma poi, una
volta saputo a CHI era legato…” Mi squadrò, intensamente… “… i nostri dubbi
sono decisamente diminuiti…”
“In
realtà non avevo in mano delle informazioni precise…” Lo interruppe Galdiar
“…solo un vecchio diario, in cui erano segnalate le tracce che il tuo antenato
aveva seguito nella sua ricerca… ho pensato di stringere con i demoni lo stesso
patto di Van Goldgleam, Lina… io li avrei aiutati a raggiungere ciò che
cercavano… e loro in cambio avrebbero garantito a me un posto al loro fianco.”
Cosa…?
COSA? “Galdiar –san, lei voleva… diventare un Signore dei Demoni???”
Il
mio maestro mi guardò fisso per un momento. “Capisco il tuo stupore, Lina… so
di non essere sufficientemente forte per un obiettivo del genere…” Non era
QUESTO a stupirmi!!! “Ed è appunto qui che entri in gioco tu. Avevo trovato un
modo perfetto per rendere i tuoi poteri utili alla mia causa!” Sorrise… un
sorriso… allegro…
“Di…
di che cosa sta parlando?” Ormai non sapevo più cosa aspettarmi…
“Ma
è ovvio… ricordi cosa ha cercato di farti Alshifom, ad Atlas?”
“Uh?”
Che c’entrava quello, ora…? “Ricordo che voleva utilizzarmi per i suoi
esperimenti, e… AH!!!” No… non poteva… non poteva essere che lui… volesse…
“Più
esattamente, voleva ‘divorarti’, Lina, ricordi? E’ così che si chiama in gergo
l’incantesimo che ha cercato di lanciarti, per assorbire almeno parte le tue
capacità (questo è successo veramente, solo nei romanzi…NdA)… estendere la
lunghezza della propria esistenza e aumentare i propri poteri attraverso
l’assorbimento della forza vitale di un altro essere… una forma di magia
davvero interessante…”
Non
poteva… non poteva essere… non Galdiar –san… non a me… io… ero la sua… Lina…
“Dopo
averti utilizzata par aprire il Portale, ti avrebbero lasciata a me… e fatto
questo con te, avrei ottenuto la forza sufficiente per la trasformazione…
trasformazione che sarebbe stata il premio per aver rintracciato la chiave per
i Mazoku…” I suoi occhi si fecero sottili… “Un piano perfetto… se non fossero
sorti degli intoppi.” Il suo volto si oscurò.
“Galdiar
non ci ha voluto consegnare il diario…” Intervenne Xellos… “…ha realizzato una
fusione con esso, addirittura… pensa… se lui fosse stato ucciso, il diario
sarebbe andato distrutto… una saggia scelta, indubbiamente…” Si concesse uno
dei suoi lievi sogghigni. “A noi demoni non è rimasta altra soluzione che
seguire le sue indicazioni… anche se ci siamo trovati a percorrere strade che
avevamo già saggiato, in parte… ad esempio… la città di Sailune…”
Battei
le palpebre. “Sailune?”
“La
città della Magia Bianca, Lina…” Rispose Xellos, stringendosi nelle spalle.
“Una soluzione scontata forse, ma… quale luogo migliore per conservare un
oggetto prezioso come la chiave, e tenerlo lontano dalle mani di noi Mazoku?”
Incrociò le braccia al petto, pensieroso… “In realtà è una strada che avevamo
già tentato… Diversi anni fa… quando un increscioso incidente…” Sogghignò,
lievemente… “… ha portato uno degli uomini al nostro servizio ad impazzire e a
commettere un crimine orrendo come l’uccisione della principessa incoronata… ma
forse una piccola ricompensa di questo genere ha insegnato al principe
Philionel quanto sia pericoloso ostacolare i Mazoku nelle loro azioni… Quella
volta… era stato veramente fastidioso per noi…” Stava parlando… della madre di
Amelia… Pezzo… pezzo di… “E poi… la volta successiva, gli ostacoli sono
ulteriormente aumentati…” Sospirò. “I seguaci di Garv, che erano mossi da
intenti simili ai nostri, forse grazie a spie, ci avevano preceduti… anche se
quella volta tu hai saputo dare un valido contributo nel sistemarli, Lina…” Mi
sorrise, mentre lo fissavo, con rabbia… “Ma anche la ricerca a Sailune non
diede molti risultati… come le altre piste che il tuo maestro ci aveva
proposto, del resto… stavamo cominciando seriamente a spazientirci, nei suoi
riguardi…”
“Già…”
Intervenne il mio maestro. “Mancava solo una direzione da verificare, ormai…
quella… della Spada di Luce.”
Xellos
fece spallucce. “E fortunatamente, a questo riguardo, è stato Phibrizo a darci
una mano…” Mi sorrise, sornione. “E’ stata la sua ossessione verso di te e
verso il tuo Giga Slave a condurre la Spada direttamente nella nostra rete… a
quel punto, ogni ostacolo alla apertura del Portale era stato abbattuto.”
“Già…
tutto tranne il fatto che avevamo bisogno di te, per l’apertura del Portale…”
Controbatté il mio maestro. “E ancora per questo… il mio aiuto poteva essere
utile ai Mazoku…”
Xellos
annuì. “I miei capi avevano pensato di fingere un ricatto, servendosi di
Galdiar, qualora il piano della fusione con la chiave non avesse funzionato e
tu ti fossi rifiutata fino all’estremo di fare il loro gioco… trucco vecchio ma
efficace, no, Lina?” Mi strizzò l’occhio, mentre io digrignavo i denti,
rifiutandomi di rispondere… “Ma è stato allora che Lord of Nightmares mi ha
posto gentilmente di fronte alla scelta fra l’aiutarla, e il morire in modo
piuttosto doloroso… ed io mi sento ancora molto giovane, capisci…” Socchiuse
uno dei suoi profondi occhi violacei…
“Grandioso…”
Sbottai. “…davvero complimenti, un piano ingegnoso, nonostante l’intoppo
finale…” Ironizzai, lanciando un’occhiata a Xellos. “E allora posso sapere
perché ci troviamo qui, dato che il vostro disegno è ormai fallito…? Perché non
so voi due, ma una ragazza bella e giovane avrebbe altro da fare, che starsene
metri e metri sotto la superficie del suolo…” Il tono della mia voce era
tagliente… e speravo che in questo modo potesse nascondere la mia rabbia e… la
delusione…
Il
mio maestro scosse la testa. “Ma non è finita qui, Lina –chan… anzi, questo è
stato appena l’inizio…” Mi sorrise, nuovamente. “Il fallimento non toglieva il
problema di fondo dei demoni. Un successore restava comunque necessario…”
Annuii.
“Posso immaginare perché… Prima Garv, poi Phibrizo… e quindi la lotta contro i
Re dei Draghi e noi di fronte al Portale, e la formula stessa per l’apertura…
tutto ciò deve avervi ulteriormente indeboliti…” Mi rivolsi a Xellos, il cui
sorriso al momento era lievemente contratto… “Sbaglio?”
Il
demone scosse la testa. “A quanto pare le tue deduzioni raramente sono errate…
vorrei scherzarci sopra, ma… stavolta… ce la siamo vista davvero brutta…”
Mi
accigliai. “E Galdiar –san dovrebbe essere la soluzione dei vostri problemi…”
Il
mio maestro mi squadrò… “Ti vedo scettica, Lina… ma forse non hai considerato
che manca ancora un tassello al puzzle che ora abbiamo ricostruito per te…”
Lo
fissai, per un momento. “Intende… il mio ruolo in tutta la faccenda…?” Potevo
sperare… che le intenzioni del mio maestro nei miei confronti fossero mutate…?
E anche se questo fosse avvenuto ora, per convenienza… avrebbe davvero avuto
valore…?
“In
parte…” Annuì Galdiar. “…e in parte, l’evocazione, che ho da poco compiuto… non
riesci ad intuire, Lina…?”
Aggrottai
le sopracciglia… che cosa…? “Ah!” Battei le palpebre. Poteva essere che…
“Forse… lei ha voluto evocare il potere del mio antenato… per…”
Il
mio maestro si strinse nelle spalle… “QUESTA è stata la condizione dei demoni,
Lina… fallito il mio primo esame, hanno voluto sottopormi a questa prova… in
questo senso ho parlato di un ripiego…” Mi lanciò un’occhiata pigra… “Hanno
detto che l’unico modo di risanare la propria debolezza dopo il tentativo di
aprire il Portale era riuscire ad ottenere al loro servizio un potere pari a
quello del tuo antenato… se prima non necessitavano di qualcosa di simile, per
riconquistare il terreno perduto rispetto alle forze del bene, ora quella forza
era loro strettamente indispensabile… mi hanno detto che solo se fossi riuscito
a trovare i mezzi per una evocazione che mi permettesse di impossessarmi di
QUEL potere mi avrebbero ammesso fra loro… l’unico demone in grado di compiere
un’operazione del genere era Phibrizo… l’unica altra via era la via umana…”
E così… anche noi umani siamo in grado di fare qualcosa, vero, maestro? “…ma
anche l’incantesimo indispensabile per l’evocazione faceva appello a Phibrizo…
un vicolo cieco… a meno che non fossi stato in grado di modificare la formula.”
Mi
morsi il labbro. “Ed è qui che entra in gioco il Concilio, giusto?”
Il
mio maestro annuì. “Non sbagli. Quando il mio viaggio di ricerca mi ha portato
fino a Miilun e al Portale, e ho scoperto dell’associazione fondata dal Gran
Maestro Ilmund, ho immaginato che i loro studi potessero essere utili ai miei
scopi… per questo sono entrato a farne parte… e nel frattempo mi sono messo a
cercarti.”
Battei
le palpebre. “Cercare… me…?”
Annuii.
“E dato che il mio legame con il Gran Maestro non mi permetteva di allontanarmi
troppo da Miilun ho messo in giro la voce del fantomatico maestro armaiolo
nella speranza di attirarti nel mio rifugio all’interno della Foresta Sacra… un
luogo benedetto… avresti mai potuto immaginare che in quella casa si portassero
a termine esperimenti di Magia Nera?” Mi strizzò l’occhio.
Spalancai
gli occhi. Era vero… il cuore della foresta era protetto da un incantesimo che
impediva a qualsiasi forma di Magia Nera di essere condotta a termine al suo
interno… come… come era possibile che…?
“Pensavi
davvero che la mappa stramba che ho messo in circolazione fosse solo un modo
per prendermi gioco degli intrusi?” Fece spallucce. “Ottima, per depistare.
Avete attraversato la zona protetta dallo scudo e ne siete usciti senza quasi
accorgervene nemmeno… e quindi, con la convinzione di rientrarvi, la avete
semplicemente aggirata… un ottimo metodo… per rendere insospettabile il buon
maestro d’armi…” Mi accigliai. Ora che ci pensavo, era vero… quando avevamo
combattuto con quelle strane creature, nella foresta, la mia magia era stata al
pieno della sua potenza, sia quella nera che quella sciamana… tant’è vero che
quando avevo scagliato il primo incantesimo, convinta che la sua forza sarebbe
stata minore, non ero stata in grado di regolare la potenza, ed ero finita a
gambe all’aria… che stupida a non pensarci… ci aveva giocati… ci aveva giocati
perfettamente… era stato davvero un trucco degno della sua consueta astuzia…
“Ma
allora… le bestie che ci hanno attaccato… erano veramente indirizzate contro di
noi…?”
Il
mio maestro mi fissò per un momento, senza capire… quindi, la comprensione
baluginò nel suo sguardo… “Oh, ti riferisci alle mie chimere…” Le… sue…
chimere… Quindi… Ilmundnon c’entrava
con esse? “Effettivamente, le avevo inviate sulle vostre tracce… ma non avevo
dato loro alcun ordine di attaccarvi… le avete semplicemente disturbate mentre
stavano rientrando…” Mi fissò. “Avete staccato il messaggio che ho lasciato
appeso alla porta, giusto?”
“Uh?”
Messaggio? Si riferiva al… “Intende dire quel… ‘torno subito’…?”
Di
fronte alla mia espressione spaesata, il mio maestro assunse un’aria lievemente
imbarazzata… “Uh… in effetti sembra un mezzo un po’ stupido a dirsi…” Si grattò
la punta del naso… “Ma avevo bisogno di apporre alla porta della mia abitazione
un sigillo che non desse troppo nell’occhio… un sigillo che le avvertisse che
non mi trovavo più lì… Quelle creature non sono intelligenti… se non sono
sottoposte allo stretto controllo del loro creatore, sono solo delle bestie
assetate di sangue… quando si sono trovate in quel luogo, senza avvertire la
mia presenza, e senza che la mia assenza fosse stata giustificata in qualche
modo, sono come impazzite… e si sono avventate sulle prime creature viventi che
hanno incontrato sulla loro strada, senza nemmeno rendersi conto che si
trattava delle persone che avrebbero dovuto rintracciare…” Grandioso… e così il
mio maestro era anche creatore di esseri sanguinari… che altro c’era che dovevo
ancora sapere, su di lui?
Sospirai.
“C’è… una cosa che non capisco…” Soggiunsi, in tono poco convinto, scuotendo la
testa… “Se è a lei che quelle creature appartengono, che significato ha ciò che
è successo la notte dopo che abbiamo parlato con lei… la notte in cui siamo
diventati dei ricercati?” Zel ed io eravamo stati convinti che la guardia che
si era fatta inseguire e la sua uccisione fossero state una trovata di Ilmund
per poterci accusare e catturare alla luce del sole… ma se la chimera era
appartenuta a Galdiar…
Il
mio maestro sorrise. Nuovamente. “Già… il piano di Ilmund… è da quando siete a
Miilun che il Gran Maestro ha cercato di spiattellarvi tutto… e di mettervi
contro di me, ovviamente… una volta c’è andato talmente vicino che ho dovuto
persino mandare Xellos, a impedirlo…” Lanciò un’occhiata di sottecchi al
demone… “…e sono stato costretto ad inventarmi tutta quella storia sulla mia
morte, per evitare che dopo le parole di Ilmund insorgesse in voi qualche
sospetto nei miei confronti…” Fece un mezzo sorriso… “…e ha funzionato, a
quanto pare…”
Tutto
ciò che fui in grado di rivolgergli fu un’occhiata fredda. “Risponda alla
domanda, Galdiar –san…”
“D’accordo,
d’accordo…” Il mio maestro agitò la mano, invitandomi alla calma. “… stavo
dicendo… Ilmund –san… inizialmente lui non sospettava minimamente che io mi
fossi unito a lui con scopi diversi da quelli del Concilio…” Si strinse nelle
spalle… “…povero pazzo… per lui ero come tutti gli altri del suo gruppo… un
‘illuminato’, che aveva capito il suo vero scopo nella vita in quanto mago, e
lavorava per la sua supremazia in terra… supremazia in terra… sai quanto me ne
poteva importare… la sua supremazia sulla terra mi avrebbe guidato sotto
diversi metri di terra ugualmente… come tutti gli altri… i suoi stupidi studi
sull’immortalità non avrebbero portato a nulla, questo lo sapevo… lo sapevo fin
dall’inizio…” Sospirò. “Ad ogni modo, non avevo alcun interesse a rivelargli le
mie intenzioni… lavorare sotto la sua protezione mi garantiva sicurezza e
denaro a sufficienza… senza contare che potevo contare anche sugli studi degli
altri… saranno stati una combriccola di folli, ma fra di loro si potevano
trovare anche delle menti notevoli…” Incrociò le braccia al petto. “Certo, dopo
la faccenda del Portale il Concilio si trovava ad essere notevolmente
indebolito… non restavano che pochi disperati nel gruppo dopo che la sede era
andata distrutta, e che gran parte degli esperimenti erano andati perduti…
probabilmente per questo Ilmund stava cercando con tanta insistenza di
raccogliere proseliti… gente abile, e possibilmente, anche se non
necessariamente, ricca… anche a questo era legata tutta la buffonata del
Concilio e della collaborazione fra i maghi…” Sospirò, con fare un po’ seccato.
“Ma se accettava volentieri buona parte dell persone che mostravano interesse
per la sua causa, c’era una cosa che Ilmund in particolare non tollerava fra i
suoi nuovi adepti…” Mi fissò, intensamente. “…uno spirito troppo indipendente.”
Concluse, e la sua espressione si mutò in… divertita… “Già all’inizio c’era
stato qualche alterco fra di noi… ma il vaso è traboccato definitivamente, nel
momento in cui ho trovato quello che mi interessava… la formula adatta… e non
ho più avuto ragione di tenere nascoste le mie intenzioni con lui…” Ridacchiò.
“Oh, Lina, tu avresti dovuto sentirlo… le minacce, le offese… io ero IL
traditore, capisci? Non solo non me ne importava un accidente dei suoi deliri
di dominio, ma volevo stringere alleanza con uno di quei gruppi di Esseri
Superiori che erano gli acerrimi nemici del Concilio… e il Gran Maestro aveva
paura…” Si fece serio, solo per un momento… “…una paura folle… al di là delle
minacce… avvertiva il potere che stavo per risvegliare… e avvertiva come per
lui da questo non sarebbe nato nulla di positivo…” La risata si fece fragorosa.
“Aveva covato in seno il suo assassino, capisci? Che ironia, in tutto questo…”
Aspettai
in silenzio che si calmasse… che cosa potevo replicare…a quel punto…?
“Quella
notte…” Proseguì Galdiar, ancora in lotta per sopprimere gli spasmi delle
risate. “Quella notte Ilmund aveva elaborato un piano perfetto… la sua guardia
ti avrebbe attirata fuori, vicina al Circolo di Magia… e lì un plotone di
armati ti avrebbe circondata, e tu non avresti potuto fare molto altro, se non
ascoltarlo… Solo, il Gran maestro non sospettava che io lo tenessi d’occhio…”
Le sue labbra si inarcarono in un sorriso soddisfatto. “Quando la sua guardia è
sbucata in quel vicolo, non ha trovato la strada libera verso il Circolo di
Magia ed il suo maestro… ma la mia piccola, ad aspettarlo. E la mia piccola
quella sera era nervosa… e decisamente affamata.” Sospirò, fingendo dolore. “E
così, il povero Ilmund ha visto la sua scenetta ben spostata di ambientazione,
rispetto a quello che aveva immaginato… non più una strada isolata, nel suo
territorio, dove avrebbe potuto agire indisturbato… ma il centro cittadino,
dove qualsiasi sua azione sarebbe stata prontamente registrata da mille occhi,
e riportata sulla bocca di tutti la mattina successiva…” Mi rivolse un altro
sorriso complice, che ignorai. “Devo ammettere che il Gran Maestro ha avuto più
prontezza di spirito di quanto mi sarei aspettato da lui… quella taglia sulla
vostra testa è stata una mossa molto astuta, da parte sua… ma la folla, come mi
ero aspettato, ha contribuito a impedire una libera azione per lui, e a
facilitare la via di fuga per voi…” Il suo sorriso si allargò. “E mentre lui
era impegnato a giocare a rimpiattino, io ho avuto tutto il tempo per preparare
la mia azione… immagino il terrore sul volto di Ilmund quando ha saputo che
nella confusione dieci dei suoi concittadini erano scomparsi… deve avere capito
al volo che ero vicino ad ottenere quello a cui ambivo… e quando ha visto
questa costruzione nuovamente eretta sulle rovine del tempio, non ci ha messo
molto a fare due più due, e a capire che la antica sede del Concilio,
abbandonata dai tempi dell’apertura del Portale, era il luogo in cui avevo
intenzione di portare a termine il mio rito…” Sorrise, di un sorriso
inquietante… “…ma ormai… era troppo tardi.”
“Lo
aveva già evocato… il mio antenato…” Gli rivolsi un’occhiata cupa.
“Esattamente.”
Il mio maestro aveva l’aria più che soddisfatta. “Il suo potere era già in me…
e sono stato in grado di far passare davvero un brutto quarto d’ora al Gran
Maestro e alle sue guardie…” Potevo immaginarlo… avevo visto in che stato si
trovava Ilmund… e il fatto di non aver visto affatto le sue guardie faceva
presagire ben poco di buono, per loro…
“A
quel punto…” Proseguì il mio maestro… “Mi mancavi solo tu, ed il piano avrebbe
raggiunto perfetto compimento… dovevo riuscire a trascinarti al centro di
questa configurazione magica, dove l’effetto degli incantesimi di Magia Nera
sul tipo di quello che ora intendo praticare su di te è notevolmente
potenziato… e dovevo farlo senza risvegliare in te eccessivi sospetti… in modo
che non sembrasse tutto troppo facile… e… oh, perdonami per la temporanea
cecità che ho dovuto infliggerti… temevo che se mi avessi scorto su quella
arcata, in quel momento, il sospetto nei miei confronti ti avrebbe spinta a
cercare di uscire dal sotterraneo prima di essere giunta qui… e non potevo
permetterlo, ovviamente… ma non appena mi sono portato a distanza di sicurezza
ho inviato Xellos a spezzare la maledizione…”Xellos… un brivido mi percorse la schiena… il mio maestro sapeva quello
che aveva… fatto…? E… perché il demone… mi aveva rivolto quelle parole… che
connessione avevano con il piano che Galdiar aveva per me…?
“Ed
ora?” Deglutendo, feci del mio meglio per mantenere la mia voce fredda… “Ed ora
che sono qui, che cosa avete intenzione di farmi…? Volete che io faccia una
chiacchieratina con il mio antenato, per caso? Che lo inciti ad obbedirle come
si deve?”
Il
mio maestro scoppiò in una sonora risata. “Credo che tu non abbia capito bene,
Lina –chan… ciò che io ho evocato, non è una entità senziente, con una propria
volontà… è potere, semplice potere, Lina… nulla che possa parlare, di sicuro…”
“Al
diavolo!” Replicai. “Mi sembra piuttosto vivace, per essere una entità senza
volontà… mi ha parlato, nei miei sogni. E sono CERTA che non si trattasse di
autosuggestione… erano quanto mai reali… troppo simili… a quanto ho vissuto
anche in passato…”
A
quella affermazione, uno strano lampo si accese negli occhi del Mazoku…
impercettibile, forse… ma lo conoscevo troppo bene per non notarlo…
…quanto
al mio maestro, la sua unica reazione fu un’altra, sguaiata, risata. “Non posso
crederci! Ti sei fatta ingannare da un trucco così semplice, Lina!” Sollevò un
dito ad indicare la piccola elsa intarsiata che ancora sbucava dalla mia
cintura. “Non si trattava di lui, Lina… solo di me… è attraverso il pugnale,
che ti parlavo… e scommetto di averti spaventata abbastanza… abbastanza da
farti diventare imprudente…”
Fissai
l’arma che il mio maestro mi aveva donato… ma certo… io potevo rintracciarlo… e
lui poteva comunicare con me! Stupida, stupida!!! “Dannazione!” Scagliai l’arma
al suolo, con rabbia. I suoi trucchi… i suoi soliti trucchi… in questo, non era
cambiato per niente…
Il
mio maestro sorrise, alla mia reazione. “Non sei affatto cambiata Lina…
impulsiva e un po’ rabbiosa… e fiera… anche da questo… deriva la forza della
tua magia…”
“La
finisca con l’adulazione!!!” Gridai, di rimando. Ora la rabbia e la
frustrazione avevano davvero prevalso su qualsiasi altro sentimento… “Non ne ha
più bisogno, lo capisce? Mi spieghi perché mi trovo qui!!!”
Galdiar
scosse la testa. “Non si tratta di adulazione, Lina –chan… io dico sul serio,
quando mi complimento con te… dico sempre quello che penso… ricordi?”
Spiazzata…
ero completamente spiazzata… di fronte al suo modo di fare… lui… era lo stesso
Gladiar di sempre, ma… quello che aveva detto… quello che aveva fatto…
“Ad
ogni modo…” Proseguì il mio maestro. “Ti ho già detto il motivo per cui ti
trovi qui, ricordi…? L’incantesimo… per ‘divorarti’…”
“PERCHÉ???”
Gridai, al limite della sopportazione. “Perché vuole ancora fare una cosa del
genere? Non ha già ottenuto ciò che voleva? Cosa c’entro io, ancora???”
L’espressione
del mio maestro si tinse di amarezza… “Per la tua forza, Lina… quella forza che
io non possiedo…”
Strinsi
i pugni, per la frustrazione… cosa intendeva? Per invidia, forse?
“In
realtà è una cosa che dipende solo da me, Lina… questo potere… mi sta
uccidendo.” Emise un sospiro.
“Eh?”
Battei le palpebre, stupita a quella affermazione…
“Io
non sono in grado di sostenerlo, Lina…” Il tono della sua voce era cupo come mai
lo avevo sentito… “Non ce la posso fare… semplicemente… supera di troppo le mie
capacità magiche…” Si strinse nelle spalle. “Il potere del Caos è qualcosa che
si trova in continua lotta con chi lo domina… è qualcosa che CONSUMA di
continuo chi lo domina… anche chi ha la forza per sostenerlo può trovarsi,
presto o tardi, a subirne le conseguenze…” Il suo tono di voce… il suo sguardo…
rivolti a me… solo a me… apparivano così tremendamente… minacciosi… “… ma chi
non ha questa capacità è perduto, Lina –chan… ne verrà distrutto, velocemente,
inesorabilmente… Lo sapevo prima e lo sento ora, dentro di me, come una
condanna che si avvicina… lo sento come un cadavere può avvertire la sua lenta
decomposizione… è questione di poche settimane, Lina… forse di pochi giorni… ed
il Caos che porto dentro di me avrà il sopravvento…” Mi fissò, serio. “E questa
è una morte che non auguro a nessuno, te lo posso assicurare.”
Deglutii,
indietreggiando… “E lei crede che…”
Il
mio maestro annuì, prima ancora che io terminassi. “Se io ti divorerò, Lina,
acquisirò le tue capacità… e allora, con esse, sarò in grado di sostenere
tutto… tutto…” Il suo sorriso si fece… pericoloso… “E tu vivrai in me, Lina…
pensa… a come sarà stupendo… il materiale grezzo, in tutto il suo immenso
valore…e il fabbro che lo ha forgiato… riuniti per sempre… nella non vita… una
ETERNA non vita…” Il mio maestro prese ad avvicinarsi… “Non permetterò che il
tuo potere vada sprecato, Lina… non quel potere che io stesso ho contribuito a
far sviluppare… non lo permetterò mai… è per il tuo bene, piccola mia… solo per
il tuo bene… lasciati avvicinare…”
Avvicinare
un accidente!!!
“Mi
spiace per lei, maestro, ma non ho la minima intenzione di lasciarmi divorare
da lei!!! Credo di essere piuttosto coriacea…” Mi misi in posa da
combattimento. E brava, Lina, fai l’arrogante… e poi.. riuscirai davvero a
colpirlo? Avevo seri dubbi in merito… era il mio maestro… era Galdiar…
Ma
non potevo certo aspettare con le mani in mano che mi uccidesse… che altro
potevo fare?
“Avanti,
Lina…” Il mio maestro continuò ad avanzare, nonostante l’ostilità che gli
dimostravo… Ed io non potevo più indietreggiare, perché poco più indietro, alle
mie spalle, infuriava ancora la lotta fra Gourry e Zel… non potevo in alcun
modo intralciare il mio amico… dai suoni che sentivo… pareva che… non se la
stesse comunque vedendo bene…
Dannazione…
“Cos’hai
da perdere, in fondo?” Proseguì il mio maestro. Bé… la vita mi pareva qualcosa
di ABBASTANZA prezioso da perdere… “Che cosa otterrai opponendoti a me?”
Che cosa otterrai opponendoti a te stessa?
Battei
le palpebre… Quella… quella voce…
“Se
mi resisterai, se uscirai di qui, tutta la tua forza andrà sprecata, Lina…
forse inizialmente ti sembrerà di poterla avere per sempre sotto il tuo
controllo… ma a mano a mano che invecchierai, ti renderai conto di come essa
stia lentamente scivolando via… verso l’oblio… ed allora ti pentirai di avere
sprecato questa occasione di conferire l’immortalità al tuo potere… oltre a
quello… tu non hai altro, Lina… nulla… che possa durare per sempre…”
“Parli
per lei, Galdiar…” Cercai di portare velocemente una formula alla mente, ma mi
resi conto con orrore che le parole si accavallavano per l’agitazione, e che
anche gli incantesimi più semplici si rifiutavano di prendere forma fra le mie
dita… mi sentivo tornata ai miei primi combattimenti… con gli elementali
evocati dal mio maestro, nel cortile della scuola… ma in quel momento non c’era
nessun maestro a colpire il mio avversario bonariamente con il proprio bastone,
quando esso diventava eccessivamente minaccioso… “Il potere non è l’unica cosa
che conta, per me… e forse sarebbe così anche per lei, se invece che impegnarsi
a rinnegare la sua natura umana si fosse semplicemente guardato un po’
attorno…” Era così… ERA COSI’… forse un tempo era stato diverso ma… la Magia
non era tutto ciò che contava per me… non più… avevo guadagnato qualcosa di più
di questo… almeno da quattro anni a quella parte…
“Ne
sei convinta…? Sentiamo, allora… dopo questa battaglia… se ne uscirai vincitrice…
cosa ti resterà…?” Il mio maestro si protese verso di me, ma io mi mossi di
lato, tenendolo a distanza… non dovevo… non dovevo lasciare che le sua
chiacchiere mi incantassero… La guardia, Lina… mantieni la guardia… “Una
principessa morta al suolo… sarà difficile sfruttare ancora il suo sigillo
reale, vero? Perché in fondo è solo per questo che viaggiavi con lei, giusto?
Non dirmi che non la trovavi almeno un po’ petulante, invadente… del resto,
anche lei… non viaggiava con te che per avere un po’ di avventura, giusto?
Forse per avere la scusa per trovarsi a fianco di un certo sciamano…L’ambiente
di corte le stava imponendo sempre più obblighi, e sempre più pressanti, è
ovvio che cercasse una qualche evasione… il suo spirito di ‘paladina della
Giustizia’ glielo imponeva… ma in quanto al provare reale affetto nei tuoi
confronti… bé su questo ho dei dubbi, Lina… non hai davvero mai visto… quanto
voi due siete diverse?” Galdiar –san… come… come poteva… “E poi, che
altro? Una chimera –oh, pardon, ex chimera- traditrice…” Il suo braccio si
sollevò ad indicare Zel. “Che penso sarà molto propensa a scaricare addosso ad
altri la colpa per aver perduto la sua magia, una volta che scoprirà quanto è
accaduto… oh, ma certo, tu sei ancora convinta che non vi avrebbe mai traditi
realmente… liberissima di pensarlo, come ti ho detto… ma per non metterti in
difficoltà non ti chiederò che garanzie tu abbia per questa tua convinzione…
dubito che sapresti rispondermi…” Il suo sguardo si spostò al mio ultimo
compagno… “Oh, e poi lo spadaccino… lo spadaccino… aveva promesso, vero, Lina…?
Ma ad unirvi dopo questa avventura non resterà neanche il ricordo…” Sorrise
lievemente… “Letteralmente, penso…” Tornò a fissarmi… “Forse tu pensavi che il
vostro legame fosse indissolubile, ma come vedi… NULLA è eterno… oh, e non
disturbarti a rispondermi che l’affetto fra due persone può essere eterno,
anche a distanza… sarebbe un meraviglioso sfoggio di retorica, certo… ma quel
cavaliere fra tre giorni si sarà persino dimenticato il tuo nome… e questo,
anche se lui fosse una persona più brillante, non farebbe che avvenire più a
lungo termine… tutto ciò che guida gli uomini è egoismo, Lina… puro egoismo…
molto spesso la lontananza cancella il ricordo, la forza dell’affetto viene
sepolta sotto il peso della contingenza… e anche quando ciò non avviene… che
cosa sono l’amicizia, l’amore, se non frutti dell’egocentrismo…? Prodotti di
uno strano processi di identificazione con gli altri, o peggio, di volontà di possesso…Dammi
retta, piccola mia… mi spiace essere così duro con te… ma lascia andare le tue
illusioni… io dico sempre la pura verità, lo sai… la cruda… verità… agli
uomini… non resta che la solitudine…”
Il
suo discorso… mi lasciò totalmente senza parole… in pochi secondi… aveva
preteso di tracciare l’inventario della mia vita… un inventario… desolante… ed
io… io non sapevo cosa rispondergli…
“Prestami
ascolto, bambina… presto o tardi, bisogna aprire gli occhi alla verità… e
quanto prima questo avviene… tanto meno questo sarà doloroso…”
Mi
accigliai. “Io… io credo… che esistano tante verità, Galdiar –san…” La mia voce
era ferma, ora… “Questo… può essere spaventoso, forse… perché significa una
totale assenza… di un ordine universale… ma io credo… che sia questa… la chiave
per capire…” I miei pugni si strinsero, convulsi. “Non esistono… un’amicizia… o
un amore universali… io… credo che ognuno, in qualche modo, si costruisca il
proprio, con le persone che lo circondano… Ora… io non posso sapere cosa passa
per la mente di quelli che definisco come miei amici, ma…” Mi strinsi nelle
spalle. “Io… mi fido di loro.”
Avrei
potuto gettarmi in una difesa disperata dei valori di amore o amicizia… avrei
potuto lanciarmi in una sfrenata arringa sull’onore dei miei amici… ma, in quel
momento, nulla di tutto ciò mi sarebbe venuto naturale… forse – e il pensiero
mi faceva sorridere- a Lina Inverse… non sarebbe MAI venuto naturale… Quella
semplice frase… era l’unica risposta che la mia mente poteva concepire con
sincerità… eppure… la sentivo in qualche modo… importante…
Ma
fu a questo punto… che giunse la pugnalata…
“Ti
fidi di loro… come ti fidavi di me, Lina –chan?”
Se
non fossi stata adulta e vaccinata… in quel momento sarei molto volentieri
scoppiata a piangere…
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!”
Un altro grido, proprio dietro le mie spalle.
Mi
girai, di scatto. Gourry giaceva al suolo… aveva la spada ancora in pugno, ma
la sua maglia era totalmente impregnata di sangue… gli occhi semichiusi, i
denti stretti per il dolore… e la spada di Zel, che pericolosamente pendeva
sopra di lui, pronta ad affondare nel suo collo…
“Gourryyyyyyyyyyyyyy!!!”
All’ultimo momento, il mio amico riuscì ad
evitare il colpo. Con quello che immaginai essere un NOTEVOLE sforzo –e dolore-
rotolò di lato, proprio mentre la lama affondava per penetrargli la carne…
L’acciaio affilato si conficcò invece nella dura pietra, impedendo allo
sciamano i movimenti, per il tempo necessario a estrarla… un tempo sufficiente
perché lo spadaccino caricasse con tutto il peso del suo corpo, steso a terra
com’era, contro le gambe di Zelgadiss, trascinando anche quest’ultimo al suolo…
ma questo non fu che l’inizio di una furiosa zuffa, di cui probabilmente più la
fortuna e la resistenza che l’abilità avrebbero determinato il vincitore…
“Gourry!”
Ripetei, impotente… se fosse stato il mio amico ad atterrare lo sciamano avrei
potuto essere relativamente sicura della salute di entrambi… ma se fosse
accaduto il contrario…
“Come
hai detto tu, Lina…” Ah! Dannazione! Era bastato un attimo di distrazione da
parte mia, per permettere al mio maestro di avvicinarsi più di quanto avrei mai
voluto permettergli… “… poniamo fine a questa inutile carneficina…” Il mio
maestro allungò una mano verso di me. “… quanto prima finirà questa faccenda…
tanto prima anche il combattimento troverà il suo termine…”
Aveva
ragione… aveva dannatamente ragione… ormai… ormai non mi restava altra scelta…
“Signore
dei Demoni e dei quattro mondi…” Il Laguna Blade… l’incantesimo più potente
che potessi permettermi di lanciare in quel momento… ed era ancora l’Energia
del Caos… ma non avevo altre soluzioni, in quel momento… non potevo fare altro
che tentare il tutto per tutto… anche… se contro il mio maestro…
“Non
essere sciocca, Lina…” La sua mano serrò improvvisamente il mio braccio… e
sentii emanare da essa una energia strana… un’energia calda, invadente…
un’energia che sembrava… voler trascinare via la mia stessa forza vitale… “Ti
ricordi… qual è l’energia che io ora porto in corpo?” La stretta del mio
maestro aumentò, ma io cercai di ignorarla… la formula… dovevo concentrarmi…
sulla… “Come pensi che sia possibile che tu riesca ad opporti ad essa con un
potere della stessa natura? Con la forza del tuo antenato che mi è stata
garantita, sono riuscito a spezzare persino un incantesimo del Monaco Rosso… Io
ora sono infinitamente più potente di te, bambina… per la prima volta, questo
miracolo avviene… tu ora non puoi opporti… non puoi opporti a me…”
Aprii
gli occhi, terrorizzata, dimenticando immediatamente le parole magiche che
stavo pronunciando… Improvvisamente… improvvisamente, la voce del mio maestro
era mutata… ed io… quell’intonazione… quell’intonazione la conoscevo
perfettamente…
La
morsa sul mio braccio improvvisamente perse la sua forza.
“Che
cosa???” Il mio maestro portò le mani al volto. Ora era di nuovo la sua voce a
lasciare le sue labbra… “Che cosa sta succedendooooooooooooo?”
Avverti il potere, Galdiar?
Una
voce… QUELLA voce…
E’ QUESTO che desideravi, vero? Io… te lo sto
mostrando in tutta la sua maestosità… è questo che dona significato alla vita,
vero Galdiar…? E allora gioisci… sarai morto con uno scopo.
“Nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!” Il mio
maestro si contorse, steso al suolo mentre… una strana luce dorata… lo
circondava…
Quello… quello sembrava…
Il
Potere del Caos… E’ un illuso… chi crede di dominarlo…solamente…un illuso…
E all’improvviso, Galdiar sollevò lo sguardo.
Colta
alla sprovvista, indietreggiai. Un attimo prima si contorceva al suolo, e
quello dopo il suo sguardo era fisso, in modo insistente, inquietante,
su di me… e nei suoi occhi… nei suoi occhi non brillava più un briciolo di
vita…
“Galdiar…
san…?”
“No…
non più… un folle… solo un folle poteva pensare di dominarmi…”
Improvvisamente,
la mia gola si fece secca, e non fui più grado di parlare… no… non poteva… non
poteva essere… lui…
Dalle
sue spalle, risuonò una risata fragorosa… A fatica, ancora sconcertata, rivolsi
lo sguardo nella direzione del colpevole… e, con mia sorpresa, riuscii a
trovare la situazione ancora più raccapricciante di quanto già non mi fosse
sembrata… perché lui… lo avevo visto sorridere tante volte… ma mai, mai una
volta… ridere a quel modo…
La
figura davanti a me sorrise… un sorriso strano, sottile, che coinvolgeva solo
le sua labbra, non i suoi occhi… “Vedo che trovi la situazione molto
divertente… Xellos Metallium…”
Con
mia sorpresa, il demone cerco di calmare la sua ilarità, si asciugò gli occhi,
e si esibì in un inchino lieve, ma apparentemente dettato da una del tutto
sincera ammirazione… “E’ solo che… sapevo fin dall’inizio che questo sarebbe
accaduto…” Si giustificò. “…ormai non ce la facevo più a trattenermi…”
“Lo
sapevi fin dall’inizio?” La mia lingua si mosse da sola, a seguito del mio
stupore…
…
Ma ciò ce guadagnai per il mio intervento fu il riottenere l’attenzione della
figura che mi stava di fronte… con una occhiata che mi fece gelare il sangue
nelle vene, ed indietreggiare nuovamente…
‘Taci e scappa… mai una volta che io impari questa
lezione, eh…?’ Una goccia di sudore mi scese lungo la tempia…
Il
Mazoku, tuttavia parve ignorare il fatto di non godere più della ‘ribalta’…
“Umani…” Rispose, ancora tormentato dai singulti delle risate… “Quel vecchio si
illudeva davvero che lo stessimo prendendo sul serio… fra i tanti maghi sulla
faccia del pianeta, proprio lui… Usato… lo abbiamo usato sin dall’inizio per
gettarlo in pasto al Caos non appena avesse cessato di esserci utile… e lui
continuava a credere che avrebbe raggiunto il proprio obiettivo… quanto si può
essere stupidi…”
Maledetto…
bastardo…
Il
corpo di Galdiar tornò a fissare il demone… quasi quella che avrei definito…
un’occhiata di sufficienza… “Non mi sembra poi così buffo… quell’uomo aveva
le sue ambizioni, come voi le vostre… cosa pensi che vi renda tanto diversi…?”
C’era…
una punta di irritazione nella sua voce…? O mi sbagliavo? Forse… neanche a lui
erano stati troppo graditi i commenti non particolarmente lusinghieri nei
confronti degli esseri umani…
A
quella replica, Xellos assunse un’aria nervosa…
Mi
accigliai… Aveva… paura di lui…?
“Non
intendevo essere offensivo…” Replicò, soppesando al meglio le parole… “Ad ogni
modo…” Il suo sguardo si posò su di me… “Mi sembra che al momento abbiamo altro
da fare che discutere questioni di cortesia… Il nostro piano… sta per essere
portato a termine… non è così, Goldgleam…?”
Gold…
gleam… non... non mi ero sbagliata…
…Oh,
dei, sempre in quelle situazioni dovevo venirmi a trovare…?
Il
mio antenato mi squadrò, per un lungo istante… non l’ombra di una qualsiasi
espressione sul suo volto… i lineamenti distesi, lo sguardo piatto, totalmente
piatto… e sempre così terribilmente… inquietante…
“Il
nostro piano, Metallium…?” Soggiunse poi, semplicemente, senza togliermi
gli occhi di dosso… “Che cosa ti fa pensare che sia… NOSTRO…?”
Solo
allora… solo allora si voltò verso il demone… e fui grata… di non essere io la
destinataria dello sguardo che gli rivolse…
E
neanche il demone avrebbe voluto essere nei propri panni, in quel momento…
questo era più che evidente dalla sua espressione… “Noi… noi eravamo alleati…”
Rispose, indietreggiando… Xellos… persino quando aveva affrontato Garv aveva
mantenuto la sua consueta calma, il suo perenne sorriso… io… non l’avevo mai
visto così spaventato… mai… “Io…” Proseguì… “Noi… noi pensavamo che…”
“No,
Metallium…” Lo interruppe l’arcimago, scuotendo la testa. “Il tuo
problema è proprio che tu… NON HAI pensato… Altrimenti… ora ti troveresti a
miglia da qui.”
Un
solo gesto… un suo solo gesto, bastò… una mano sollevata… e l’oscurità
all’interno di Xellos parve voler emergere dal suo petto, per inghiottirlo… E
udendolo gridare… fui indotta a pensare di non aver mai sentito una persona
urlare realmente…
“Xellos…”
Mi morsi il labbro, facendo un passo avanti… Era un demone, e ora nostro
nemico… mi aveva venduta, minacciata, e molestata per qualche motivo che ancora
non mi era chiaro… ma io ero umana… e conoscendolo da tanto tempo… non potevo
evitare di restare impressionata, vedendolo ridotto in quello stato…
Ma
la mia avanzata fu presto arrestata da un’altra occhiata glaciale. “Ora il
demone non può più disturbarci…” Volse lo sguardo verso Xellos un’ultima
volta e il Mazoku… sparì nel nulla! Che diavolo…?
Il
mio antenato tornò a rivolgersi a me, con un’alzata di spalle. “La feccia
dell’universo… Non meriterebbero nemmeno considerazione, se solo non fossero
così invadenti…”
Come
se le mie gambe si muovessero da sole, mi trovai nuovamente ad indietreggiare…
“Io credevo… che voi foste alleati… Non… non capisco…” Trovai il coraggio di
chiedere…
“Noi
alleati?” Né la sua espressione né il suo tono di voce erano mutati… “Già…
probabilmente… è ciò che pensavano anche loro…” Mi rivolse una profonda
occhiata…
“E…
le cose non stanno così…” La mia non era una domanda, ma una affermazione… mi
sentivo come se fossi stata sottoposta ad una interrogazione, a scuola…
“Evidentemente
no…” C’era… una sfumatura ironica nel tono della sua voce…? “Né ora, né
in passato… Se c’è stato un periodo in cui ho fatto il loro gioco, è stato solo
per il mio puro interesse… li ho sfruttati perché intendevo aprire il Portale,
ma non mi è mai importato nulla del loro desiderio di conquista, e tanto meno
della loro volontà di farmi uno di loro… il solo pensiero mi disgustava, per
essere sincero… Ed è lo stesso anche ora…” Lanciò un’occhiata al luogo in
cui poco prima Xellos si era trovato… “Sapevano che cosa avrebbero ottenuto
quando hanno chiesto all’uomo di cui ora occupo il corpo di richiamare a sé il
mio potere… non per vantarmi…” Le sue labbra si inarcarono in quello che
poteva essere un accenno di sorriso… Un sorriso in cui… per quanto questo mi
spaventasse… mi pareva di specchiarmi… “… ma credo di essere stato l’essere
umano che in vita sia giunto più vicino all’immortalità, senza avere stretto
patti con nessun demone…” Il sorriso non scomparve dalle sue labbra… “Questo
i Mazoku lo sapevano… e sapevano che il mio spirito era ancora forte… e che se
anche non era possibile garantirmi nuovamente un corpo, un rito di evocazione,
per quanto di potere ridotto, avrebbe potuto richiamare qui il mio spirito…uno
spirito dotato di volontà e potere…con
ogni… accessorio…” Incrociò le braccia al petto, l’espressione sempre più
–se così si poteva definire- divertita… “Era così che servivo loro… una
volta giunto qui, mi avrebbero fatto trovare la mia nipotina…” Mi si gelò
il sangue, nel sentirmi definita a quel modo da lui… “…fisicamente e…
psicologicamente… pronta a… accogliermi…” Ehi… un momento… che intendeva
con… accoglierlo…? “E allora… ottenuto un corpo degno di questo nome… avrei
potuto portare a termine ciò che avevo iniziato… già… il Portale è ormai
inaccessibile… ma ciò non toglie che ora i Mazoku avevano bisogno di me, per
eliminare la loro debolezza… se in passato l’unico motivo per cui si sono
rivolti a me è stato perché avevano PAURA…una profonda, terribile paura
dell’umano che stava superando i loro poteri… stavolta mi hanno richiamato
deliberatamente dalla tomba nella loro folle illusione di potermi controllare
con le loro stupide lusinghe… sciocchi…” Mi lanciò un’occhiata profonda
come una coltellata al cuore…
“Ma
hanno fatto il mio gioco, indubbiamente… perché avendomi richiamato qui mi
permetteranno di raggiungere quell’obiettivo che tanti anni fa stupidamente mi
sono lasciato sfuggire, ma che la chiusura definitiva del Portale non mi ha
precluso del tutto…”
“Quale…
quale obiettivo…?” Ero… terrorizzata… completamente terrorizzata… di fronte
alla forza che emanava da quell’uomo… adesso capivo Xellos… nemmeno io mi ero
mai sentita così… così terribilmente impotente… di fronte a qualcuno…
“Il
mio attuale obiettivo, nipote, ce l’ho proprio di fronte.”
Lanciai
un paio di occhiate ai miei lati, in una pia illusione… ma no… purtroppo…
c’erano pochi dubbi…
Abbassai
lo sguardo, frustrata. Mi sarei lasciata sfuggire una battuta piuttosto cinica,
se non fosse stato per il fatto che in quel momento avevo decisamente poca
voglia di scherzare…
“Perché…”
E il tono della mia voce doveva suonare piuttosto esasperato… “… perché io?
Perché ancora io? Che utilità potrei mai rivestire per un arcimago che non teme
il potere dei Signori dei Demoni…?”
Lo
strano sorriso… tornò sulle sue labbra… “Ciò per cui mi puoi essere utile è
di base ciò per cui i Mazoku volevano che ti utilizzassi… Lina…” Il mio
nome… lui… lo conosceva… “..miserve un corpo che possieda un’energia
magica sufficiente a sostenere il mio potere…o non sarò in grado di operare a
lungo su questa terra…” Grandioso… a quanto pareva ero destinata a fare da
ospite alla magia altrui… “Ma… le cose stanno in termini un po’ diversi
rispetto a quanto Galdiar aveva intenzione di fare di te, Lina… ciò che io ti
chiedo non è di donarmi te stessa… ciò che voglio è piuttosto… una
collaborazione.”
“Una
collaborazione…?”
Il
sorriso non scomparve dalle labbra del mago… “Diversi anni fa… noi ci siamo
già incontrati, Lina…”
“Ci
siamo già… incontrati…?”
Van
Goldgleam annuì. “Certo, Lina, non ricordi…? Nei tuoi sogni…”
Certo
che ricordavo… come potevo avere dimenticato…? La paura, l’ansia… mi
attanagliavano ancora, al solo ripensarci… Ma allora lui, in quei momenti…
aveva comunicato direttamente con me…? Non era stato un incantesimo, ma il suo
spirito… a trasmettermi quelle immagini…?
“Tu
mi hai incontrato faccia a faccia in quei sogni, Lina… e non hai abbassato lo
sguardo. E ti assicuro… che questo raramente è accaduto, dopo che sono
diventato ciò che sono… è stato per questo che ho cominciato ad osservarti, nel
tuo progressivo acquisire potere… ed è in parte per questo… che ti ho scelta.”
“Scelta…
per cosa…? Ciò a cui miravi finché eri in vita… non era semplicemente l’apertura
del Portale…?”
L’espressione
del mio antenato si fece quanto mai cupa… “L’Equilibrio, Lina…”
Equilibrio… ancora… quella parola… “Tanti uomini… vivono senza pensarci…so
che questo è proprio della natura umana…l’attaccamento al contingente… ci sono
solo rari momenti in cui ci fermiamo a pensare a cosa ci sovrasta… il ciclo
della vita e della morte… creazione e distruzione… sono rari… quei momenti… in
cui ci chiediamo… PERCHE’… tutto ciò avviene…” Mi fissò, intensamente…
Già…
non potevo che dargli ragione… rari… E non per questo non si trattava di
momenti estremamente inquietanti… Quando ero venuta a conoscenza della vera
natura di LON, al cospetto della Claire Bible… quando avevo saputo che colei
che apparentemente tutto aveva creato era la creatura che più desiderava
riportare quel tutto al Caos… e quando sei mesi prima ero venuta a conoscenza
della faccenda dell’Equilibrio… il mio interrogativo… la mia richiesta
interiore di un perché… era rimasta desolatamente priva di una risposta… al
mondo la gente gioiva per poi soffrire, soffriva per poi gioire… nasceva e
moriva… senza che nessuno conoscesse… lo scopo… di tutto questo… A chi…
tutto ciò… poteva giovare…?
“Gli
ordini di Paladini e di sacerdoti si inventano storielle interessanti al
riguardo… Che l’universo non è altro che un ordine immenso… e che tutti al suo
interno hanno un ruolo… oh, potrebbe anche essere vero, certo… ma allora io mi
chiedo… qual è il fine di questo ordine…? A che cosa porterà? Ha un obiettivo,
o vive per se stesso…? Giova… a qualcuno…?” Un… lieve… pallore dorato…
iniziò a tingere la pelle del corpo di Galdiar… “Tu, io, anche il tuo
maestro Galdiar… siamo le VITTIME di tutto ciò… vittime di un processo che non
potremo mai capire…” Scosse la testa.“Cos’è la vera felicità per
l’uomo…? Adeguarsi a questo? Vivere il ruolo che gli è stato assegnato e poi
morire, senza spiegarselo?E l’Equilibrio… perché LEI lo mantiene, Lina…? Perché
ci tiene in vita a suo piacimento… ? PERCHE’ AVVIENE QUESTO???”
Tutte
le frasi precedenti erano state quasi sussurrate… ma la rabbia di Van esplose
nella sua ultima domanda… Deglutii… Cosa cercava…? E a che cosa ci avrebbe
portato quella discussione…?
Il
mio antenato si prese la testa fra le mani… “Per questo io ho cercato…”
Ora… non lo potevo vedere in volto… ma dal tono della sua voce io… avevo quasi
l’impressione che stesse… piangendo… “Io ho cercato, ho continuato a farlo…
volevo una risposta… solo una risposta… attraverso i miei studi sulla Magia… mi
sarebbe bastato questo… solo questo…” Sollevò lo sguardo. Sul suo volto non
c’erano lacrime… ma la sua espressione… sembrava disperata… “Ma quando anche
questo mi è stato negato… ho deciso che la soluzione sarebbe stata drastica… ho
deciso che avrei aperto il Portale, e avrei affrontato Lord of Nightmares… ho
deciso… che la avrei interrogata… e se la risposta non fosse stata
soddisfacente…o non avessi ricevuto risposta…sarei stato io stesso a porre fine… al circolo vizioso che lei aveva
creato…” Spalancai gli occhi. Lui… lui voleva… “Il Caos… sarebbe stato
comunque qualcosa di meglio… di QUESTO…”
Lo
fissai, stordita, spaventata… io… non avevo idea… non avevo avuto la benché
minima idea… che fosse stato questo… a muoverlo…
‘E ora sentiamo, Lina –chan… Quale sarebbe il motivo per cui studi magia?’
‘Galdiar –saaaaaaaaan… la smetta con il suo solito tergiversare… me l’aveva
promesso… aveva promesso che oggi mi avrebbe insegnato quell’incantesimo così
potente!!!’
‘Manterrò la mia promessa, piccola mia… prima di sera, sarai in possesso
della tecnica per il Dragon Slave, te lo assicuro… ma prima devi rispondere
alla mia domanda…’
‘Glielo ho già detto Galdiar –san!!! Per prima cosa, appena sarò più forte
farò vedere a mia sorella quello di cui sono capace!!! E poi… e poi… farò
vedere a quello stupido oste della locanda di Morlock cosa si ottiene a
rifiutare a Lina Inverse una doppia razione solo perché non ha denaro con sé…
senza contare i banditi che danno tanto fastidio ai miei genitori quando
viaggiano per lavoro… loro scapperanno al solo sentire il mio nome!!! E poi…
bé, certo… anche…’
‘Anche…?’
‘Grazie
alla Magia, saprò rispondere a tutte le domande del mondo!!!’
“In
fondo…” Proseguì Van… “…non credo che tu sia mossa da motivo molto
differenti, non è così, Lina…? Anche tu… vuoi capire…”
Lo
guardai per un momento senza rispondere, lottando per ricacciare nella mia
mente le memorie che stavano velocemente affiorando… “Io… io non ho mai pensato
di gettare il mondo nel Caos…” La mia voce… suonò stranamente ferma…
Avevo il sentore che a quella mia
affermazione il mio antenato si sarebbe infuriato… o che mi avrebbe deriso… ma
inaspettatamente ciò che ricevetti fu uno sguardo pieno di… compassione…?
“Immaginavo…
una risposta del genere… da parte tua… tu sei umana… umana… come lo ero io…
come lo sono… io…”
Mi
accigliai. “Che cosa… di che cosa stai parlando…?”
Il
suo sguardo… triste… era ancora fisso su di me… ma sembrava non vedermi più… “E’
stata proprio la mia umanità a rovinare tutto… prima che io morissi… tanti anni
fa… quando ero ad un solo passo da ciò che più desideravo…” Cupi… i suoi
cupi occhi si fissarono sui miei, studiandoli… “Ogni sentimento… mi ero
sforzato di reprimere ogni sentimento verso chiunque… per ottenere quello che
desideravo…” Reprimere ogni sentimento… I miei… sogni… “Ed è stato per
un errore…uno stupido errore… che ho perso tutto… il Custode della Spada… avrei
dovuto ucciderlo senza nemmeno guardarlo in volto… ma come… come potevo
riuscirci… con il mio… migliore amico…?” Spalancai gli occhi… cosa…? “Ero
ancora giovane ed ingenuo quando mi ero recato ad Elmekia per lo studio delle
armi magiche… giovane… e già inquieto… Lui.. sapeva dare sollievo alla mia
anima… sapeva farmi stare bene… bene come nessun altro… e dire… che ci siamo
incontrati per puro caso… coinvolti entrambi in uno stupido, stupidissimo guaio
con la Guardia Cittadina, per una scommessa perduta… due giovani squattrinati,
con tanta voglia di accumulare esperienza… ma lui era molto diverso da me… lui
era… una persona… PURA...” Il suo volto si incupì, ulteriormente… “Fra i
tanti aspetti negativi di questo mondo, la sua luce spiccava come un faro nella
notte…io… gli volevo bene come ad un fratello…” Distolse lo sguardo da me…
“Poi… la vita ci ha separati… lui era legato alla sua città ed alla sua
famiglia… ed io avevo bisogno di viaggiare… avevo bisogno di SAPERE… Ma non
avrei mai immaginato… di trovarmi contro di lui, dopo tutti quegli anni… e per
una questione di QUELLA importanza…” Ritornò a fissarmi. “Mi ero
riproposto di non guardare in faccia a nessuno… ma trovarmelo di fronte…
trovarmelo di fronte ha causato quella distrazione che mi è stata fatale…
Eravamo entrambi forti… e ci siamo uccisi a vicenda…”
Non
potei che restare ferma in silenzio, a guardarlo. Una storia triste… troppo
triste…
Mi
fissò, serio. “Io, ora, non permetterò anche a te di compiere il mio stesso
errore… per questo ti chiedo di non resistermi… per questo ti chiedo… di
accogliermi in te.”
“Accoglierti…
in me…?”
Van
annuì. “Non sarà doloroso… il mio spirito entrerà in te… con tutta la mia
esperienza, il mio potere e le mie conoscenze… tu custodirai nel tuo corpo un
potere senza precedenti, Lina… un potere che nessun essere umano è mai stato in
grado di accumulare… nemmeno io… il mio ed il tuo potere uniti in un unico
individuo… immagina… immagina cosa significherebbe…”
Lo
immaginavo… lo immaginavo perfettamente… io ero una maga forte e dalle…
potenzialità in espansione… Van era un arcimago praticamente invincibile… ciò
che ne sarebbe risultato… non avrebbe avuto molto di umano…
Deglutii.
“E se ciò davvero accadesse, cosa ne sarebbe… cosa ne sarebbe di me…?”
Van
avanzò verso di me, facendomi sussultare. “Né tu né io esisteremmo più,
Lina… ciò che risulterebbe, sarebbe un individuo diverso… l’accumulo della mia
e della tua esperienza… o se preferisci… noi due saremmo uniti…” Un altro
passo… verso di me… “L’essere nato dalla nostra unione sarebbe in grado di
farlo, Lina… potrebbe compiere l’Incantesimo Supremo…”
Indietreggiai… ma non mi restava più spazio… Dov’era
Gourry? Stava ancora combattendo alle mie spalle? Non riuscivo a sentire i
suoni della lotta… tutto ciò che raggiungeva le mie orecchie… era la sua voce…
suadente…
Io
ero sola, davanti a lui… sola…
La…
visione… di Zel…
“L’Incantesimo…
Supremo…?” Fui semplicemente in grado di ripetere…
Van
annuì. “Un Giga Slave… il Giga Slave perfetto… totalmente sotto il controllo
di chi lo ha lanciato… in grado di evocare la presenza di Lord ofNightmares, Lina, proprio come tu hai fatto…”
“…di
fronte a Phibrizo.” Terminai, per lui.
Ancora
una volta, il mio antenato si trovò ad annuire… “Ma stavolta… saremo in
grado di bloccarla, Lina… saremo in grado di interrogarla… e potremo avere
risposte… risposte o il Caos… le NOSTRE risposte…”
Nostre…
nostre…
Lina
io… credevo che il NOSTRO sogno fosse continuare a viaggiare…
Scossi la testa. Che mi prendeva, CHE MI PRENDEVA??? Non
potevo farmi incantare da quello che stava dicendo… io… io non ne avevo il
diritto!!! “Non posso…” Esordii. “Io non posso fare una cosa del genere.”
Il
mio interlocutore inarcò un sopracciglio. “Perché, Lina? Perché non puoi…?
E’ la parte di te stessa che andrebbe perduta a spaventarti…? Essa.. ha davvero
un valore così grande… in confronto a ciò che otterresti?”
Scossi
la testa. “Io… non posso prendere in mano il destino del mondo da sola,
capisci? Non sarebbe giusto… fare una cosa del genere significherebbe
semplicemente imitare il comportamento di Lord of Nightmares nei confronti di
noi esseri umani… e se di tirannia quello si tratta… anche il nostro sarebbe un
voler imporre la nostra forza sugli altri… niente più… niente meno…”
Van
Goldgleam si accigliò. “E allora… quale è la tua soluzione nipote…?
Accettare tutto questo…? Restartene con le mani in mano senza capire…? La
nostra… è la unica soluzione.”
Non
era la NOSTRA soluzione, dannazione!!! Soltanto la sua!!! “Non possiamo sapere
se esistano altre strade per scoprire la verità…” Replicai. “E se seguiamo il
tuo piano certamente non avremo mai il modo di scoprirle… finché c’è vita c’è
speranza… Van… quando cancelli la vita… non resta più nulla…”
“Speranza…”
Il tono di Van si fece sprezzante. “Sono millenni che gli esseri umani si
appigliano a questa parola… anche io… anche io lo ho fatto… ed il risultato che
abbiamo ottenuto…? Nulla, nipote mia… il più totale nulla… le vite di migliaia,
milioni di persone sono andate sprecate… nella speranza…”
“Forse
a noi sembra uno spreco…” Cercai di insistere, disperata. Non potevo
confrontarmi con lui, non ne avevo la forza… di questo ero perfettamente
consapevole… l’unica mia arma, in quel momento… erano le parole… “… ma
probabilmente alle persone che hanno vissuto quelle vite che a te paiono senza
significato le cose apparivano molto diversamente… anche se il nostro apparire
su questa terra e il nostro scomparire da essa dopo un periodo di tempo così
fugace non avesse un reale scopo… anche se fosse solo il capriccio del caso, o
di una divinità… anche se fosse QUESTA la reale risposta alla domanda che ti
stai da tempo ponendo, Van… la vita… sarebbe comunque un’occasione che ci è
stata concessa… un’occasione di partecipare…” Strinsi i pugni… “… io non
credo che sia così necessario cercare un valore estrinseco per la vita… perché
essa ha già valore in sé… il suo significato è quello che NOI le doniamo…
capisci cosa voglio dire, Van…?” Stava… tentennando… forse… forse… “Sono
d’accordo sulla necessità di cercare risposte… perché io sono come te, Van, non
posso nasconderlo… ma cancellare tutto non può essere la soluzione… perché il
fatto di esserci… è forse davvero l’unica certezza che possediamo… una certezza
che non possiamo lasciarci sfuggire dalle mani, perché… è troppo importante…”
Rimasi
a fissarlo, in silenzio… il mio antenato mi stava squadrando, studiando… e
immaginavo che dal suo verdetto… il mio destino… e quello di molte altre
persone… sarebbe stato deciso…
“Tu…
parli ancora come un essere umano, Lina…” Deglutii. Questo… cosa
significava…? “Hai ragione… quella di esserci… può essere considerata come
una certezza…” Aveva… aveva capito…? “Ma il tempo passerà, Lina… e
presto ti renderai conto che quella certezza non ti basta… non è sufficiente,
per essere in pace… non per me, non per te… non per quelli come noi…”
Fu
come se un ragno cominciasse a tessere la sua tela nel mio stomaco… temevo…
temevo profondamente la conclusione del suo discorso…
“Senza
alcun altro appiglio, ti sembrerà di sprofondare nel baratro della angoscia… e
allora ti pentirai di avere perso la tua occasione a causa della tua umanità…
te ne pentirai amaramente…proprio come è accaduto a me…”
Serrai
i denti. “No, non me ne pentirò, Van… perché anche se fosse come dici tu… anche
se ciò in cui credo un giorno non mi bastasse… non rimarrei priva di appigli!
Io… io non posso essere certa di nulla, forse… ma credo ci siano alcune cose in
cui vale la pena di credere, anche senza la matematica certezza!!! Poche, molto
poche, forse, ma credo esistano!!!”
“Un
solo esempio, nipote…” Rispose pacato l’arcimago. “Citami un solo
esempio…”
“I
miei amici!!!” Gridai, con tutta la mia forza. “Io mi fido di loro, mi fido di
loro!!!” Sentivo… il bisogno di dirlo… non capivo esattamente perché… ma lo
sentivo in quel momento più che mai… “E’ una convinzione che solo i fatti
potranno smentire!!! E io so che questo non accadrà… mai!!!”
“Nessuno…
può conoscere la mente delle altre persone…”
“Lo
so…” Replicai. “So che è così… ma a volte… evitare di usare il cervello e
seguire l’istinto… è l’unico modo per sopravvivere…” Ed il mio istinto…
tramutava una fede come quella in certezza… fede… erano poche le cose in cui
avrei accettato di riporla senza scetticismo o sospetti… perché sono una
persona razionale, al di là delle passioni e delle arrabbiature momentanee… fin
troppo razionale, a volte… ma quel piccolo gruppo di persone di cui mi fidavo…
era una eccezione importante, per me… una delle cose più importanti che il mio
viaggio mi aveva regalato…
“Sopravvivenza…”
Il mio antenato ponderò attentamente la parola… “E la tua sopravvivenza… si
può chiamare anche VITA, Lina…? O il termine è troppo grande per calzarla…?”
Avrei
potuto rispondergli… e la mia risposta avrebbe probabilmente protratto quella
discussione ancora molto a lungo… ma mi aveva provocata abbastanza… era ora di
finirla…
Azione
quanto mai poco saggia… ma si trattava di me, che ci potevo fare…?
“Sai
una cosa, Van…? Ho un argomento perfetto per rifiutare la tua proposta…” Gli
lanciai uno sguardo di sfida… “Accettare, significherebbe rinunciare ad una
cosa troppo bella ed importante…”
L’arcimago
mi squadrò, sospettoso… “Vale a dire…?”
Mi
battei una mano sul petto. “Ce l’hai di fronte, Van! Sono la bellissima maga
genio Lina Inverse, ti ricordo… Come potrei, per qualsiasi ricompensa, privare
me stessa ed il mondo di un bene tanto prezioso…?” Gli rivolsi unbreve
inchino…
Io
ci tenevo alla mia vita… non mi importava se lui la giudicava inutile… era
tutto quanto possedevo… e me lo sarei tenuto ben stretto…
Ora…
restava da capire COME, siiiiiiiiiiiiiiiiigh!!!
Van
si accigliò ulteriormente. “Avrei preferito riuscire a convincerti con le
buone, Lina… speravo che anche le pressioni di Xellos nei tuoi confronti mi
avrebbero aiutato… l’armonia fra i nostri spiriti avrebbe aiutato la fusione
fra di noi, certo… ma a questo punto non mi lasci altra scelta se non usare la
forza…” Dannazione… DANNAZIONEEEEEEEE!!!
Indietreggiai,
ulteriormente… non potevo sperare di fuggire… ero più che certa che mi avrebbe
raggiunta anche in capo al mondo… il chiarore dorato che lo circondava stava
aumentando… l’energia del Caos pulsava in lui, troppo forte per essere
arginata… ma forse… forse potevo contare sul fatto che si trovava nel corpo
relativamente debole del mio maestro… forse, in quelle condizioni… potevo
ancora sperare di batterlo…
Avevo
un’unica scelta, però… chiodo scaccia chiodo… l’energia del Caos… il Giga
Slave.
Avrei
potuto tentare un Laguna Blade… ma come potevo sperare di batterlo, se non davo
fondo a tutte le mie risorse…? Tuttavia…
‘Non
posso. La posta in gioco è alta, troppo alta…’
“Ti
conviene scegliere in fretta, Lina…” Accidenti! Mi leggeva nel pensiero???
“A meno che tu non voglia lasciarmi fare senza lottare, ovviamente…”
OVVIAMENTE
non potevo… ma come… come…
Ah!!!
Improvvisamente,
smisi di indietreggiare con calma, e mi diressi deliberatamente lontano da lui.
“DOVE
PENSI DI SCAPPARE, LINA??????”
Una
pioggia di colpi prese a cadere verso di me da tutte le direzioni, ed io feci
del mio meglio per evitarli… dovevo raggiungere l’altra parte della sala, dove
si era spostato il combattimento che mi interessava in quel momento… se ce
l’avessi fatta, forse…
“Fermati!!!
FERMATIIIIIIII!!!”
E
feci del mio meglio anche per ignorarlo…
“Gourryyyyyyyyy!!!!!”
Gridai, nel tentativo di attirare l’attenzione del mio amico. Ora che mi ero
avvicinata, potevo vederli bene… erano decisamente malridotti, entrambi…a quanto pareva, Gourry alla fine aveva scelto
di cessare di essere ‘gentile’ con Zel… una saggia scelta, supponevo… una
scelta che gli aveva salvato la vita, potevo dedurlo dalle sue condizioni…
Grazie al cielo… grazie al cielo avevamo riottenuto la Spada di Luce… ora…
dovevo solo sperare che Zel fosse ancora in condizione di essermi utile…
“Lina!”
Il mio amico mi rivolse un’occhiata… a me… e alla furia che mi inseguiva…
“Lina, cosa…?” Gridò, ma la necessità di evitare un altro colpo dello sciamano
gli impedì di terminare la frase…
Sì,
poteva funzionare… Zel sembrava ancora vicino al pieno delle sue potenzialità…
“Gourry,
ho bisogno del tuo aiuto!!!” Gli gridai, quando fui abbastanza vicina da
trovarmi a portata d’orecchio… Il mio amico non si voltò nemmeno, preso com’era
dal parare gli attacchi di Zel… pregavo solo che stesse ascoltando… e che
capisse ciò che avevo intenzione di fare… non avrei avuto il tempo di
ripeterglielo una seconda volta… “Un contraccolpo… e di piena potenza…
insieme!!!” Non ebbi il tempo di spiegarmi meglio… Vam Goldgleam a quanto
pareva aveva rinunciato all’idea di colpirmi utilizzando la magia… e mi era
addosso.
“E’
il momento, Lina…”
Avvertivo
il Caos fluire in me… dovevo sbrigarmi… sbrigarmi…
Si
aprano le danze, questo ballo decreterà il vincitore…
“Signore dei demoni dei
quattro mondi… Per il potere che possiedi, concedi alle mie mani l’ira divina;
scatena la spada di oscuro, glaciale nulla…” Presi a recitare… La formula… dovevo completare la formula in fretta…
‘Gourry… fai in tempo, ti prego…’
“Un
Laguna Blade… decisamente la mossa sbagliata, nipote…” Van si avvicinò, una
formula sulle labbra, la luce dorata sempre più accecante…
Il
Caos…
La
luce…
Aveva
funzionato altre volte… anche ora… dovevamo farcela…
Alle
mie spalle, un altro attacco letale partì dalle dita affusolate di Zel… ma il
destinatario questo volta non fece un passo per evitarlo. La Spada davanti a
sé, rimase fermo, completamente immobile… un attacco frontale, incassato in
pieno…
Serrai
gli occhi, cercando di non pensare a Gourry, concentrandomi sulla formula… ‘Fa
che lo assorba… o siamo morti tutti e due…’
Dietro
di me, un grido. Magia contro Magia… E poi, lo scatto. E anche la mia formula
era terminata…
“Laguna
Blade!!!!!!”
“Luce!!!!!!!!!!!!!!!!”
Ce
l’avevamo fatta…
La
tenebra profonda del Caos e la Luce più limpida, combinata al potere di una
magia sciamana che superava di gran lunga il limite normalmente concesso alla
capacità umana, si fusero in una sola energia… che andò dritta al bersaglio.
In
un istante, parve scoppiare l’inferno. La luce dorata che avvolgeva l’arcimago
colpito si intensificò e si espanse, con un boato tremendo… alle spalle mie e
di Gourry, osservai vagamente la sagoma di Zel accasciarsi al suolo, ma non
ebbi tempo di prestarvi troppa attenzione… perché in un attimo… la furia fu
sopra di me.
“Non
ho ancora perso!!!!!”
Dalla
nebbia dorata, la figura di Van emerse, scagliandosi contro di me. Il volto
pallido, le articolazioni contratte… stava lentamente perdendo la sua presa sul
corpo di Galdiar… ma non era finita.
Le
braccia strette attorno al mio collo, non ebbi alcuna possibilità di replicare…
prima che due labbra fossero premute contro le mie… in un bacio letale.
Lo
sentivo… sentivo il Caos fluire in me… sentivo la sua energia avvinghiare la
mia anima, risucchiarla… sentivo la coscienza… venire progressivamente meno…
“Lasciala
andare!!!!!” Gourry si avventò contro di noi, la Spada alla mano… ma il Caos
avvolse anche lui, immediatamente…
“No!!!”
Morsi con tutta la mia forza, liberando le mie labbra, aggrappandomi a quel
poco di coscienza che ancora mi restava. “Gourry, non ti avvicinare!!!” Il mio
amico non poteva sostenere una forza del quel tipo… non ci era abituato, non
aveva la forza magica sufficiente… il Caos l’avrebbe… l’avrebbe…
“Al
diavolo!!!” Fu l’unica risposta dello spadaccino… i denti stretti, si fece
strada nella cappa di luce dorata che ci circondava… e raggiunse Van!!! Ma
come…?
Poi
capii… La Spada… il Sigillo del Caos… e baluardo contro di esso…
…
lo aveva protetto…
…
grazie al cielo…
La
Spada affondò in tutta la sua profondità nella schiena del mio assalitore… non
poteva più riuscire a contrattaccare…
Van
si volse verso il mio avversario, lo sguardo rabbioso…ma quando incontrò lo sguardo del mio amico
la sua espressione mutò… i suoi occhi… i suoi occhi… sembrava… atterrito… ora…
“Tu…
ancora tu… come puoi essere qui…?”
Mi
divincolai, cercando di sfuggire alla sua presa… ma la morsa in cui mi
stringeva era ancora troppo forte…
Al
mio tentativo, Van mi rivolse uno sguardo vacuo… “Oh… lei… capisco… la mia
umanità… la mia umanità… ma non c’è più nulla… che tu possa salvare…”
Le
sue braccia si strinsero più forti attorno al mio collo…
“Lasciala!!!”
Il mio amico spadaccino aveva l’aria di non capire nulla di ciò che stava
succedendo… ma i segni sul mio collo lasciati dalle dita del mio antenato erano
inequivocabili… lentamente… mi stava togliendo la possibilità di respirare…
Il
mio amico spinse la spada più a fondo, digrignando i denti… Non… riusciva più a
muoversi…? Il… potere del Caos… lo stava… indebolendo…
“Capisco…
se lo dici tu… sì… io ora lo sento… sento… che mi posso… fidare di te…” Con
chi stava parlando??? Con chi diavolo stava parlando??? Sembrava rivolgersi al
mio amico, ma… “D’accordo… d’accordo… ti seguirò…vuoi sempre avere l’ultima
parola, eh…? Gabriev…”
Spalancai
gli occhi… Gabriev… ora capivo… ora capivo a chi si stava rivolgendo… ma… se lo
stava immaginando… erano i deliri di un moribondo…o…
“Lasciala…
lasciala andare…” Il tono del mio amico spadaccino suonava quasi come una
supplica…
“Ho
capito… non gliela porterò via…” Van Goldgleam annuì, rivolgendosi al
nulla… “Accidenti a te… si tratta di mia nipote, sai? Tu… e la tua mania…
del sentimentalismo…”
Fu
allora… che la sua presa si allentò… fu allora che i suoi occhi si chiusero.
Quella
fu la fine… dell’uomo che aveva voluto sfidare il Caos…
A
partire da quel momento, lo scorrere degli avvenimenti non fu più
particolarmente chiaro… tutto ciò che ricordo… un turbinio dorato… le macchie
scure davanti ai miei occhi improvvisamente accresciute…
…una
sensazione strana… come… precipitare… e poi nero…
…solo….
nero…
Quando
mi svegliai, la prima cosa che vidi fu il cadavere di Galdiar –san immobile,
davanti ai miei occhi… e la prima cosa che avvertii… il calore di due braccia
strette attorno al mio corpo, quasi convulsamente…
“Lina…
come stai???”
Avevo…
perso i sensi… solo per pochi istanti…? Mi sentivo stordita come se le mie
palpebre fossero state abbassate per ore…
Sollevai
lo sguardo sul volto del mio amico spadaccino… “Bene… credo…” Risposi, quasi in
un sussurro… “Ma non chiedermi… di sollevarmi in piedi…” Tentai un sorriso,
anche se a quel punto persino i muscoli del volto mi dolevano…
Gourry
non sembrava averne la minima intenzione… tutto ciò che fece, fu sistemarmi in
grembo a sé, ed aumentare la sua stretta, con un sospiro di sollievo… “Ma… ma
cosa diavolo è successo, ora, Lina…? “ Chiese dopo qualche istante, il tono e
l’espressione interdetti…
Tirai
un grosso sospiro… “Non posso credere che tu abbia combattuto senza avere
capito…” Una grossa goccia di sudore scivolò sulla mia guancia…
“Ehi,
ehi…” Replicò il mio amico, sulla difensiva… “Un attimo prima stavo combattendo
contro Zel senza capirne nemmeno esattamente il motivo, e quello dopo sei
arrivata tu, inseguita da… da quel COSO… chiedendomi di mettere in atto uno dei
tuoi soliti piani semi suicidi… come POTEVO avere capito che cosa stava
succedendo…?”
Sospirai,
nuovamente. “D’accordo, d’accordo, per una volta posso darti ragione…”
“Per
una… volta…” Una goccia di sudore scese lungo la guancia del mio amico…
“Ma
non chiedermi di mettermi a spiegarti tutto ora, Gourry… dopo un bel bagno, un
pasto, e una dormita… rimandiamo tutto ad allora, ok? Adesso dubito che ne
avrei la forza…”
“Ma…”
Insisté il mio amico… “Ma chi era QUELLO Lina? Io… non ho capito molto di
quanto è successo, ma… so che quando lo ho visto alle tue spalle… io… sono
stato attanagliato dalla PAURA… paura… come non mi era mai accaduto di
provare…” Il suo sguardo… si oscurò per un momento… “Io… io ho sentito
che se non avessimo portato a termine quello che avevi detto, Lina… sarebbe
accaduto… qualcosa di terribile…”
Lo
osservai, per un momento… anche lui… anche lui ora appariva decisamente
spaventato… l’eternamente tranquillo Gourry… “E’ finita, Gourry…” Cercai di
calmarlo, in un sussurro… “Non c’è più niente… di cui avere paura…”
Il
mio amico parve ignorare quanto avevo appena detto… e la sua stretta su di me
si fece talmente forte da farmi quasi male… “Poco fa… io…” Sussurrò, affondando
il volto nel mio collo, fra i miei capelli… “…ho avuto la sensazione… che tu…
te ne stessi andando, Lina…” Sussultai… Era… così lontano… dalla
verità…? “Io non capivo… non capivo cosa stesse avvenendo… so solo… che non ho
mai provato una paura del genere… e allo stesso tempo… l’urgenza… di
trattenerti… di fermarti qui… perché tu… eri già lontana… molto… lontana… quasi
quanto… chi ti stava trascinando via…” Mi strinse più forte… “Non so se sia
stato merito mio… o che fine abbia fatto chi ti voleva portare con sé… se anche
lui… abbia trovato un appiglio… per fermarsi…” La sua voce… si perse in un
sibilo… “…so solo… che sono felice… tanto… felice… che tu sia qui con me, ora…”
Gourry…
La
mia luce…
…non
la avevo perduta… ora era davanti a me… potevo nuovamente vedere la strada di
fronte a me… ora…
Spalancai
gli occhi, sussultando, ed allontanandomi di colpo dal petto di Gourry.. che
diavolo…?
“Lina
–san!!!!!”
Mi
guardai attorno, cercando di mettere a fuoco la scena che mi circondava…
“Sy…
Sylphiel!!!” Avvampando, spinsi via lo spadaccino, mandandolo a gambe all’aria…
non eravamo soli, accidenti!!! Me ne ero completamente scordata!!!
La
sacerdotessa, tuttavia, non mostrò, incredibilmente, alcun interesse per noi
due… la sua attenzione, ora… era rivolta ad una figura stesa al suolo…
“Zel!!!”
Vedendo
cosa stava accadendo, anch’io venni bruscamente riportata alla serietà… lo
sciamano era ancora a terra… e ancora umano… ma qualcosa di strano… di molto
strano… gli stava accadendo… Il suo corpo ora… sembrava rilucere… emanare luce
propria… e qualunque cosa fosse doveva essere dolorosa… perché lo sciamano non
finiva di agitarsi, e gridare…
Mi
precipitai al suo fianco… “Sylphiel!!! Cosa…”
“Amelia
-san e Derek -san stanno bene, Lina –san… non in piene forze, certo… ma
dovrebbero riprendersi fra poco… Stavo venendo verso di voi per accertarmi
delle vostre condizioni… ma ho trovato Zel -san al suolo… e… non gridava ancora
ma… questa cosa… stava già avvenendo…”
Mi
accigliai. “Credo di sapere che cosa sta succedendo… ora che Galdiar –san non
c’è più l’incantesimo di Persuasione si è spezzato ed il suo corpo si è
destabilizzato… la sua energia magica si sta disperdendo più velocemente del
previsto… se non la fermiamo… nel giro di poco, al massimo un’ora… Zel perderà
completamente la capacità di servirsi della Magia…” Strinsi i pugni…
dannazione…
“Zel…
non vorrebbe una cosa del genere…” Gourry si era rialzato ed era giunto al mio
fianco… ed ora fissava lo sciamano, con preoccupazione… “Ha sempre detto… che
la cosa che più temeva del riacquistare la sua forma umana era perdere la sua
forza… restare inerme…”
“Lina
–san…” Sylphiel mi rivolse un’occhiata ansiosa… “Non c’è niente… che tu possa
fare per lui…?”
Riflettei,
per un momento… “C’è… una cosa…” Conclusi, in tono incerto… “Ma non posso
pensare che sia ciò che Zel desidera…”
“Di
che cosa si tratta, Lina –san…?”
“Potrei
cercare di apporre un nuovo sigillo, che rafforzi quello spezzato di Rezo e lo
riporti a funzionare… da sola non sarei in grado di creare un incantesimo di
forza sufficiente, ma sono convinta che il mio maestro non sia riuscito ad
annullare completamente la forza della magia di Rezo all’interno del suo
corpo…” Fissai Zel, per un istante, prima di tornare a rivolgere lo sguardo ai
miei compagni… “Tuttavia…” Proseguii… “…se facessi una cosa del genere…
l’incantesimo di Rezo verrebbe condotto nuovamente in azione… e ciò significa…
che Zel tornerebbe ad essere chimera.” Squadrai i miei amici, seria…
“…tornerebbe… come prima… tutto esattamente come prima… e non so… non so
davvero se avrà una nuova occasione in futuro… di ritrovare la propria forma
umana…”
I
miei amici mi fissarono per qualche secondo, ammutoliti…
Fu
Sylphiel la prima a riprendere la parola… “Cosa… intendi fare… Lina –san…?”
Il
mio volto si incupì. “Non spetta a me deciderlo…” Il mio sguardo si rivolse al
mio amico, che ancora si agitava, al suolo… “Puoi
farcela, Sylphiel... ? Credo che basterà un Recovery… per fargli riprendere i sensi…”
La
sacerdotessa spalancò gli occhi. “Lina –san… tu intendi…?”
Non
sarebbe stato bello… svegliarsi al suono di una simile notizia… ma non avevo
scelta… non potevo prendere per lui… una decisione così importante…
Sylphiel,
di fronte al mio sguardo, si zittì. Con un solo sospiro, si piegò di fronte al
nostro compagno, e, nonostante due grossi solchi segnassero già il suo volto
pallido, al di sotto degli occhi, prese a recitare la formula…
…e
dopo pochi istanti, gli occhi di Zel si aprirono.
“Cosa…
cosa diavolo… aaaaah!!!” Il mio amico si prese la testa fra le mani,
sopraffatto improvvisamente dal dolore…
“Zel…”
Mi inginocchiai al suo fianco, cercando di guadagnare la sua attenzione… non
avevamo molto tempo… “Zel, ascoltami, ora…”
“Lina!!!”
Lo sciamano si rivolse a me col consueto sguardo che mi rivolgeva quando avevo
fatto qualcosa che non gli garbava… “Scommetto che è a te che devo il fatto di
avere male in tutto il corpo!!!” Mi rimbeccò. “Che diavolo hai combinato
stavolta con i tuoi incantesimi??? Mai una volta che…” Improvvisamente, smise
di agitare la mano verso di me davanti al suo volto… smise di agitarla… e la
osservò. “Cosa… cosa diavolo…”
Improvvisamente,
il dolore parve come dimenticato… lo sciamano prese a studiare il suo corpo
come se lo avesse visto per la prima volta… “Come… come…”
Mi
morsi il labbro… “Zel, ascolta…”
Il
mio amico mi ignorò e sollevò lo sguardo su di me… E sorrideva… sorrideva come
un bambino… “Sei… stata tu…?” Il suo sguardo passò in rassegna i miei compagni
e me… “…Siete… siete stati voi a fare questo…? Come… come è stato possibile…?”
Con un gesto del tutto inaspettato, si avventò su di me e mi abbracciò… eh…
ehi!!!
Ma
non ebbi il tempo di replicare… l’abbraccio era già passato a Gourry, che
pareva ancora meno convinto di me del gesto… “Come è stato possibile???”
Lui
non… non ricordava…? O era solo inebriato dalla gioia? E noi, ora… come
potevamo… come potevamo dirgli la verità…?
“Lina!!!”
Venni riportata alla realtà dal suono della voce dello sciamano, diretto a me…
“Dov’è? Dov’è Amelia? Lei… anche lei lo sa già…?”
Il
sorriso… non era ancora scomparso dal suo volto, quando incontrò la mia
espressione… quando si rese conto… che io non stavo affatto gioendo…
L’impeto
di ilarità del mio amico si frenò bruscamente, mentre osservava il mio sguardo…
e per un momento ebbi l’impressione che non osasse parlare… “Pe… perché… quelle
facce… scure…? E’… è successo qualcosa…?” Rimase in silenzio per un secondo…
quindi la sua espressione si dipinse di puro terrore… “Amelia??? E’ successo
qualcosa ad Amelia???”
Scossi
la testa… Non sapevo nemmeno che parole utilizzare… “Amelia sta bene, Zel… ora
non è qui con noi perché è svenuta durante la battaglia… ma non è nulla di
preoccupante, presto riprenderà conoscenza…” Lo squadrai, in cerca della sua
reazione…
La
fronte del mio amico era corrugata, gli occhi sospettosi… il vecchio Zel… era
rimasto poco della sua allegria di pochi momenti prima… “E allora… qual è il
problema…? Anche se non vi conoscessi da quattro anni… capirei subito che c’è
qualcosa che non va…” Il suo sguardo preoccupato passò da me a Gourry…
Sospirai…
era inutile utilizzare mezzi termini… “Zel…” Cercai di apostrofarlo con la
massima gentilezza di cui ero capace… “… tu non ricordi proprio niente… di
quello che è successo qua sotto…?”
Come
se si rendesse conto per la prima volta di dove si trovava, il mio amico prese
a guardarsi attorno… e ad ogni occhiata, potevo vedere i suoi occhi blu
tingersi di una sfumatura più cupa… “Io…” Rispose dopo qualche istante, la voce
lievemente tremolante… “Che… cosa è accaduto… qui…?” La paura… nel suo sguardo…
quando si volse verso di me… “Io… che cosa… ho fatto, Lina…?” La stessa
espressione… la stessa espressione di quando mi aveva parlato… della visione…
“A
dire la verità…” Risposi, con calma… “…speravamo che questo potessi spiegarcelo
tu, Zel… non ricordi nulla…?”
Il
mio amico si prese la testa fra le mani… “Io…” Rispose… “Io ricordo… di essere
arrivato qui con Amelia… e c’era quella figura… ci ha parlato… emanava…
un’energia… così strana…” Scosse la testa. “No… no… luce dorata… e buio…
nient’altro…”
Deglutii…
non era il momento di fargli pensare a queste cose… “Questo non ha importanza,
ora, Zel… adesso devi ascoltarmi…”
Lo
sciamano sollevò uno sguardo vacuo su di me… “Come sarebbe a dire… che non ha
importanza…?” Aveva capito… aveva capito perfettamente che cosa poteva essere
ciò che la sua mente aveva rimosso… Zel non era mai stato stupido…
“Non
ha importanza.” Ripetei, cercando di distoglierlo da quel problema. “Tu ora sei
umano, Zel…”
“Mi
sono accorto di questo, Lina, ma…”
Non
gli lasciai il tempo di terminare. “No, Zel, ora ascoltami… l’unico modo per
fare sì che ciò accadesse era eliminare il Sigillo che manteneva inalterata la
tua condizione, giusto? E questo Sigillo è stato spezzato da una persona che
non era in grado di controllarne il potere… capisci… che cosa voglio dire…?”
Gli rivolsi una profonda occhiata…
Per
qualche secondo, lo sciamano rimase a fissarmi come se stessi parlando una
lingua a lui ignota… ma poi… la comprensione si disegnò nei suoi occhi…
“No…”
Fu semplicemente in grado di replicare… “Intendi dire… intendi dire che…”
Non
potei che annuire… “La tua energia magica, Zel… si sta disperdendo…”
“No…”
Ripeté lo sciamano, fissando le proprie mani, con sgomento… “…no…”
“Il
processo avrà termine in breve tempo, Zel… è c’è una sola cosa che possiamo
fare…” Non osai proseguire…
Lo
sciamano mi rivolse uno sguardo vuoto… “Intendi… no… NO!!!” Indietreggiò. “Ho
capito cosa vuoi fare, Lina, ma… non posso… non posso… così… così sarà stato
tutto inutile…”
Scossi
la testa. “Io non ho la minima intenzione di forzarti, Zel… sei tu che devi
scegliere… so che sono entrambe… cose molto importanti, per te…ed è una cosa
che riguarda solo te… io… tutti noi… rispetteremo la tua decisione… ti prego
solo… rifletti bene… rifletti bene su cosa qualsiasi soluzione significherebbe
per te…”
La
chimera indietreggiò ulteriormente, scuotendo la testa… potevo leggere
l’indecisione sul suo volto…
La
cura… era ciò a cui ambiva da tanto… troppo tempo… la sua ricerca gli aveva
precluso molto… forse, in realtà, più di quanto sarebbe stato opportuno che
accadesse… del resto, tuttavia… da qualche anno a questa parte, le cose per lui
erano un po’ cambiate… o per lo meno così speravo… Cura o non cura… c’eravamo
noi al suo fianco, ora… e sinceramente, a me non importava un accidente che la
sua pelle fosse fatta di pietra, o legno… Zel era Zel, punto e basta… e lo
stesso valeva per gli altri, potevo con ogni ragione crederlo…
Del
resto… cosa avrebbe significato per lui perdere la propria magia? Zel era un
abile spadaccino, certo… ma, come me, non poteva sperare di sopravvivere di
quello… sia io che lui eravamo ben lontani dai livelli del mio amico possessore
della Spada di Luce… inoltre Zel ora era abituato ad un corpo dalla
costituzione e dalla resistenza del tutto diverse da quelle di un normale corpo
umano… che cosa gli sarebbe costato rinunciare a tutto questo, perdendo
contemporaneamente l’utilizzo della Magia…? Forse non la vita… anche se non era
da escludere che la lunghezza di essa si riducesse sensibilmente, a seguito di
quella dispersione di energia… ma di sicuro… il prezzo da pagare sarebbe stato
una certa impotenza… a cui forse nemmeno un duro allenamento avrebbe potuto
rimediare, ormai… Zel… era disposto a sopportare tutto questo…?
Nonostante
ciò… se essere umano poteva aiutarlo a ritrovare la sua pace…
Forse
avrebbe risolto… molti… suoi problemi…
Lanciai
uno sguardo alla figura di Amelia, ancora stesa al suolo…
“Al
diavolo!” Fu nuovamente la voce di Zel a riportarmi alla realtà. “Che cosa… che
cosa ci guadagno, con la cura… che cosa ci guadagno con la mia cura se dopo
sarò ridotto ad un misero incapace???” Anche il suo sguardo cadde su Amelia…
“Persino da mostro che ero… non sono stato in grado di proteggere ciò che per
me è importante… i miei amici in passato… e anche quelli di ora… se ora
rinunciassi a tutto… se ora io rinunciassi a tutto…” Non proseguì…
Gourry
ed io ci scambiammo uno sguardo… quegli sfoghi dovevano ricordare molto a
entrambi… lo Zel degli inizi… lo Zel ancora inquieto… lo Zel che ancora non si
fidava di noi…
Scossi
la testa, in direzione del mio amico…
Non
c’era niente, che potessimo fare per lui, ora… ma allo stesso tempo pensavo che
la situazione in quel momento… fosse molto diversa da quell’epoca… anche per
Zel…
Mi
rivolsi allo sciamano. “Zelgadiss…” Dissi, con calma… “Se questa è la tua
decisione… allora bisogna fare in fretta…” La mia pietà… non lo avrebbe certo
aiutato…
Il
mio amico mi guardò come se non mi vedesse… “Allora procedi… cosa aspetti…?”
Sospirai.
Laconico come al solito, questo non sarebbe cambiato, cura o non cura… anche se
al momento purtroppo avevo ragione di giustificarlo… “Magia del Fuoco…”
Appoggiai le mani alla sua fronte… “…Energia della Notte e del Caos… fuin ta
mos!”
Incrociai
le dita. Non era un incantesimo particolarmente complicato… io non ero certo
capace di apporre su di un essere umano un sigillo che avesse la stessa forza
di quelli di Rezo… e non ne ero in grado a maggior ragione in quel momento,
dato che il combattimento di prima mi aveva lasciata stremata… mi reggevo a
stento in piedi, anche in quel momento… se non avesse funzionato al primo
tentativo… se le mie ipotesi fossero state sbagliate…
“Non…
succede niente…?” La voce interdetta di Gourry…
Ma
non i soliti occhi blu profondo… no… occhi di fuoco… occhi rossi come il
sangue…
Indietreggiai…
“Zel…?”
“Lina,
cosa sta…?”
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhh!”
Lo sciamano si prese nuovamente, improvvisamente, la testa fra le mani. La luce
dorata che fino a prima aveva emanato dal suo corpo prese a condensarsi attorno
a lui come la nebbia in una valle… Che cosa stava succedendo? Era normale,
tutto questo? Era così che accadeva???
“Nooooooooooooooooooooo!!!
Lasciami stare!!!” Zel cadde in ginocchio, la testa ancora nascosta fra le
mani… “Basta!!! Basta!!!” Contro chi stava gridando…? Contro di me…? O,
piuttosto… stava rivivendo, nella sua mente, la prima volta in cui tutto questo
gli era accaduto…? La scena che aveva visto protagonista… il Monaco Rosso…?
Forse
questo era più che probabile dato che il potere di Rezo/Shabranigdu… stava
riattivandosi… dentro di lui…
Non
ci volle molto… la pelle, da rosa pallido, riprese a farsi bluastra… e le
pietre riapparvero, una per una…
…ma
non mi ero mai parsa tanto deprimente… la buona riuscita di un incantesimo…
Gourry
al mio fianco deglutì. Rimase in silenzio a fissarlo per qualche attimo, gli
occhi spalancati, e quindi…
“Lina…
Sta per succedere qualcosa…”
“Eh?”
Non ebbi tempo di interrogare più approfonditamente il mio compagno… non ebbi
tempo… prima che il bagliore dorato ci avvolgesse tutti quanti.
“Che
diavolo…?” Un’energia fortissima sprigionò improvvisamente dal mio amico… Non
era come la forza di un incantesimo… non feriva, a contatto con la pelle… e
nonostante questo pareva avere l’effetto di mille lame… era accecante, e pareva
bruciare, corrodere, a contatto con il corpo… Il bagliore si estese a tutta la
sala… ma fu solo un attimo.
Il
secondo successivo, solo la penombra a cui ormai i miei occhi erano abituati ci
circondava. E di fronte a noi c’era il nostro amico, in piedi.
Chimera.
“Z…
Zel…” Lo apostrofai…
Il
mio amico mi rivolse lo sguardo. “A quanto pare ha funzionato.” Si limitò a
commentare, in tono piatto. Né dolore né compiacimento sul suo volto…
Avrei
tanto volentieri tirato fuori qualche battuta per tirargli su il morale… avrei
tanto volentieri tirato fuori A CALCI una qualsiasi espressione sul suo volto…
ma tutto ciò che fui in grado di dire…
“Oh…
grandioso…”
Prima
di accasciarmi al suolo.
“Lina!”
“Lina
–san!!!”
Persino
Zel parve dimenticare per un momento i suoi guai, quando si unì agli altri nel
precipitarsi al mio fianco… “Lina, cosa diavolo…?”
“Credo…
di non avere più un osso intatto…” Mi lamentai, il volto ancora rivolto al
terreno…
“Mi
sa che l’ultimo incantesimo le ha dato il colpo di grazia…” Commentò Gourry, in
tono lievemente divertito… o sollevato…
“Non
c’è proprio nulla di divertente…” Mugugnai, senza avere la forza di volgermi
verso di lui e lanciargli un’occhiataccia…
“Immagino
che la sua testa dura non ne risentirà troppo…” Commentò una certa chimera in
tono sarcastico…
“Ehi,
ehi…” Sollevai gli occhi verso di lui… di fronte a me, le braccia al petto,
l’aria scettica… ma stava sorridendo. Un sorriso lievemente venato di
tristezza, forse… ma inequivocabile…
Se
all’improvviso la strada ti è stata sbarrata… che senso ha non ripartire in
un’altra direzione…?
Buon
vecchio Zel… e la sua testaccia dura…
“Allora…”
Il sorriso scomparso, mi apostrofò, con il consueto poco garbo. “… hai altri
posti in cui curiosare e altri invincibili nemici da cui farci attaccare e
quasi uccidere, o possiamo finirla di perdere tempo qua sotto…? Ti ricordo che
a quanto pare ho ancora qualche impegno da sbrigare…”
“Zel…
ringrazia che non riesco ad alzarmi…” Fu tutto ciò che potei commentare…
“Andiamo…”
Gourry si affiancò a Zel, scuotendo la testa con un lieve sorriso… “…è meglio
portarti fuori di qui prima che qualcuno dica la frase di troppo che ti farà
distruggere il sotterraneo…” Si piegò verso di me e mi aiutò a sollevarmi a
sedere, per farmi alzare…
“Lina
–san!!!!!!!”
“Eh?”
Battemmo tutti le palpebre, volgendoci in direzione della voce che si era
appena rivolta a me…
“Amelia!!!
Come stai???”
La
principessa di Sailune si trovava in piedi a pochi passi da noi, e ci stava
guardando, il volto segnato dalla preoccupazione… e alle sue spalle Derek… che
ci squadrava come se fossimo tutti fantasmi…
“Oh,
Lina –san, stai bene!!!” Cogliendomi totalmente di sorpresa, la principessa si
gettò verso di me e mi strinse in un abbraccio… aaaaaaaaah, le mie povere
ossa!!!
“A…
Amelia, che ti prende???”
La
principessa mi fissò… sembrava quasi che stesse per mettersi a piangere… “Lina
–san, noi… quando siamo arrivati qui… abbiamo incontrato… abbiamo incontrato…”
Battei
le palpebre…
Ora
capivo… perché si preoccupava…
Le
rivolsi un sorriso. “Avete visto Galdiar -san, giusto…?” Il tono della mia voce
era tranquillo…
La
mia amica mi fissò, apparentemente non rassicurata dalla mia calma… “Mi
dispiace tanto, Lina –san… Se lui… se lui non si fosse immischiato nella
faccenda del tuo antenato, forse…”
Scossi
la testa. “Non era posseduto, o qualcosa del genere… ha fatto tutto di sua
spontanea volontà… aveva un obiettivo, ed evidentemente conseguirlo per lui
contava più di qualsiasi altra cosa… tutto qui…” Non aveva senso… negare la
realtà…
“Lina
–san… tu…”
Non
le permisi di terminare… “Ma tu come fai a conoscere la storia, Amelia…? Ve ne
ha parlato lui…?”
La
principessa annuì. “Ci ha raccontato a grandi linee come erano andate le cose…
Lui mi ha… detto di mia madre… Lina…” Mi irrigidii… Amelia… “Ho pensato che… se
erano riusciti a compiere un atto simile in una città protetta come Sailune…
dovessero essere potenti… troppo potenti, per noi… mi ha detto del potere di
cui si era impadronito… mi ha detto cosa aveva intenzione di farti… ho pensato
che se fosse davvero riuscito a catturarti… se ci fosse riuscito…” La voce le
tremò lievemente, e dovette deglutire… “… ma non ce l’abbiamo fatta a scappare…
non siamo riusciti a venire ad avvisarti… avrei dato qualunque cosa… per
poterlo fare…” Si staccò da me e si sollevò in piedi, senza smettere di
fissarmi con sguardo ansioso…
Scossi
la testa. “Quello che è stato non ha importanza… L’importante è che stiamo
tutti bene, ora…” Mi morsi il labbro… “Mi dispiace che tu l’abbia dovuto sapere
a questo modo, Amelia… di tua madre…”
Anche
la principessa scosse la testa, e mi rivolse un sorriso. “E’ tutto a posto,
Lina –san… io… ero molto piccola quando è successo… non ricordo molto… ma in un
certo senso… sono felice di sapere che mia madre è morta nel tentativo di
proteggere qualcosa di importante… Forse… è con quello che è accaduto qui… che
è stata davvero vendicata… attraverso il compirsi di ciò che era giusto… Sono
certa… che era questo che lei avrebbe voluto… nessuna altra forma di vendetta…
solo questo… e mi fa piacere avere contribuito in qualche modo… a farlo
accadere… ”
Le
sorrisi, a mia volta. Amelia sapeva essere una ragazza forte… molto forte… e
per quanto INSOPPORTABILI a volte… supponevo che gli ideali che Phil le aveva
trasmesso fossero serviti anche a questo scopo…
“E
voi come state?” La ragazza rivolse un sorriso agli altri componenti della
compagnia. “Gourry –san, ma che ti è successo???” La principessa squadrò il mio
amico, stupita. “Sei ridotto peggio di un colabrodo, con tutti quei tagli di
spada e quei colpi di incantesimi, ma chi ti ha conciato così??? E’ stato
profondamente INGIUSTO!!!”
Gourry
inarcò un sopracciglio, indietreggiando lievemente dalla principessa, che
puntava pericolosamente il dito verso il suo volto. “Ehm… non sono sicuro che
vorresti davvero saperlo, Amelia…”
“Come
sarebbe a dire che non voglio saperlo??? La verità deve sempre trionfare!!!
Diglielo anche tu Zelga…”
Improvvisamente,
la principessa interruppe il suo discorso, lo sguardo fisso sulla chimera…
Zelgadiss
si irrigidì, guardandola come se si aspettasse da un momento all’altro di
ricevere una pugnalata da lei… invece, tutto ciò che Amelia commentò, gli occhi
spalancati, fu… “Zel… tu sei… tornato chimera…”
Il
mio amico batté le palpebre, sorpreso a quella affermazione… “Tornato… chimera…?”
“Amelia…”
Inarcai un sopracciglio, stupita… “Vuoi dire che… tu hai visto Zel quando era
umano?”
La
principessa annuì. “Certo… è stato trasformato davanti ai miei occhi… proprio
prima che io perdessi i sensi a causa di quella strana energia dorata che
emanava da Galdiar -san…” Ora capivo… Amelia si serviva quasi esclusivamente di
Magia Bianca… non era abituata ad una forza del genere… era stata l’Energia del
Caos… a ridurla in quello stato…
“Mmm…”
Annuii. “Già che ci siamo… perché voi due non ci spiegate che cosa è successo
esattamente, mentre noi non c’eravamo…?”
Zel
mi guardò perplesso. “Lo farei molto volentieri Lina… se solo mi ricordassi…”
Lanciò uno sguardo esitante ad Amelia… “La mia mente arriva solo poco dopo
l’incontro con Galdiar… poi, il buio totale…”
“Vuoi
dire che non ti venuto in mente ancora niente…?” Lo fissai, la testa lievemente
inclinata, lo sguardo indagatore… Non sapeva… o preferiva non dire…?
Intervenne
Amelia a sedare i miei dubbi… “Uh… forse… è normale che Zel non ricordi nulla…”
E arrossì lievemente nel compiere questa affermazione…
Quattro
paia di occhi si puntarono su di lei…
Uh…
e Derek che aveva da fissarmi a quel modo…?
“Pe…
perché è normale… Amelia…?” Zelgadiss aveva l’aria di non sapere più cosa
aspettarsi…
“Ecco,
Zel, forse non ricordi, ma…” La principessa si grattò la punta del naso… “Dopo
che Galdiar -san è comparso di fronte a noi, in questa sala… io ho cominciato a
non sentirmi molto bene, ma ero ancora in piedi… e così… ti ho visto… in volto…
quando lui ti ha fatto la proposta…”
“Proposta…?”
Lo sciamano aveva l’aria di capirci sempre meno…
“Uh,
sì… lui… ti ha chiesto di passare dalla loro parte… lui ha detto… che ti
avrebbe saputo ricompensare, se lo avessi fatto… con quello cui più tu ambivi…”
Notai Zelgadiss irrigidirsi a questa affermazione…
Già…
era proprio… come…
…la
visione…
“Tu…
non hai risposto subito…” Lo sguardo della principessa si incupì lievemente…
“Mi sembravi… molto indeciso, Zel… e così…” Esitò per un istante…
“Così
cosa, Amelia…?” Fui io ad insistere…
La
principessa mi lanciò uno sguardo un po’ imbarazzato… “…ho raccolto una pietra
sconnessa dal pavimento… piuttosto grande, anche… mi sono avvicinata alle sue
spalle… e gliela ho sbattuta in testa.”
Eh?
Eh?
Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh???
“Lui
è svenuto subito, e così non ha dovuto scegliere…” La principessa mi guardò per
un momento ed arrossì nuovamente. “Aaaaaaaaaaaaaaaah, Lina –san, non guardarmi
a quel modo!!! Lo so che è una cosa molto stupida, ma in quel momento ero
spaventata e non vedevo altre alternative!!!” Piagnucolò, lanciandomi
un’occhiata di rimprovero.
Ma
io non le risposi… non POTEVO risponderle… Il silenzio cadde per qualche
istante sulla compagnia, finché…
“Mmmffff…”
Zelgadiss
mi fissò, torvo. “Oh, no, Lina, tu non oserai…”
“Mmmmffffff…”
No… mi dispiaceva per lui… ma non potevo resistere…
“Bwahahahahahahahahahah!!!!!” Mi piegai al suolo, le lacrime agli occhi… “Non
ci posso credere!!! L’eroe tutto d’un pezzo e la sua scelta tragica!!! Ti ha
stroncato in un secondo, eh, Zel…?” Lo stomaco che sussultava, i muscoli ancora
indolenziti che sembravano volermi uccidere, rimasi piegata in avanti, incapace
di riguadagnare la calma…
Accanto
a me, le spalle di Gourry tremolarono… ma lo spadaccino stava facendo del suo
meglio per trattenersi e non aumentare ulteriormente la rabbia di una certa
chimera…
“Lina,
finiscila immediatamente!!!” Zelgadiss dava l’impressione di dover esplodere da
un momento all’altro… e questo ovviamente non faceva che aumentare la mia
ilarità.
“Scusa
tanto, Zel, ma… una risoluzione del genere…” Non riuscii a proseguire…
“Era
una situazione molto seria, capito??? S - E - R - I - A!!!”
“Certo…
certo…” Cercai di calmarmi, asciugando le lacrime dai miei occhi… Non credevo…
solo qualche ora prima… se me lo avessero detto non ci avrei creduto… non avrei
mai creduto di essere ancora capace di ridere a quel modo…
La chimera fece un mezzo sospiro, e si
rivolse alla principessa, con aria esasperata… “Amelia… Si può sapere che ti è
saltato in mente…?”
Una
goccia di sudore scese lungo la tempia della principessa. “Scusa tanto, Zel… ma
io non sapevo che una volta incosciente Galdiar avrebbe applicato su di te
quell’incantesimo per renderti umano e controllarti…” Quindi… Amelia sapeva che
la chimera era stata mandata contro di noi… e Zel…? Si ricordava di questo?
Perché se le cose non stavano così non sembrava avere colto il senso delle
parole della principessa…
La
mia amica abbassò la testa, ancora lievemente rossa in volto. “Ero spaventata…
spaventata a morte all’idea di rimanere sola con quel tizio… Ma non sapevo che
altro fare… per la prima volta dall’inizio di tutta questa faccenda mi sono
resa conto che anche se mi ero auto convinta che mi dovevo fidare di te io in
realtà NON SAPEVO che cosa avresti scelto… Non lo sapevo affatto…”
Questa
affermazione bastò a gettare il silenzio sul nostro gruppo…
Sguardi
abbassati e imbarazzati… e nessuna risposta…
Ma
paradossalmente fu proprio Zel a risolvere quel fastidioso silenzio… “Te lo
dico io cosa avrei scelto…” Ci squadrò tutti, un’occhiata torva. “… Non potrei
mai voler spezzare sul nascere la carriera di questa compagnia di buffoni…” Il
suo sguardo si fermò su di me, e la vena della sua fronte salì lievemente in
evidenza…
Un
colpo di mantello, ed il nostro amico si era già voltato per andare ad
ispezionare le vie d’uscita dalla sala. Evidentemente, per lui, quello chiudeva
la discussione…
Che
avevo detto…?
Il
buon vecchio Zel…
“Ad
ogni modo…” Esordì la principessa, dopo un attimo di pausa, diretta verso lo
sciamano che già si stava allontanando verso l’altro lato della parete… “Io
continuo a preferirti con le pietre addosso!!!”
Ed
un sonoro tonfo accompagnò la caduta della chimera quando toccò il suolo…
“Amelia!!!”
Si voltò verso di noi, completamente rosso in volto, tenendosi la punta del
naso con una mano.
Ma
la principessa si limitò a rivolgergli un sorriso… il primo, reale, sorriso che
le avevo visto indirizzare alla chimera da quando ci trovavamo a Miilun… un po’
rassegnato, forse, ma sincero… e sereno… per fortuna…
E
anche se la cosa non parve che aumentare il rossore della chimera… quel sorriso
venne ricambiato…
“Sono
contento… per loro…” Sentii mormorare Gourry al mio fianco…
Gli
rivolsi un’occhiata fra lo stupito e l’ammirato… “Oh… e quindi per una volta
hai capito, eh?”
“Uh?”
Fece il mio amico, rivolgendomi un’occhiata spaesata. “Di che stai parlando,
Lina?”
“Mmm…”
Lo squadrai, il sopracciglio inarcato… mi pareva tanto una di quelle volte in
cui faceva il finto tonto… ma non volli indagare…
Zel
aveva parlato in modo tranquillo, per la prima volta da quando ci eravamo
trovati a Miilun… io non sapevo… se ciò fosse realmente dettato dall’aver
risolto i propri dubbi riguardo alla sua scelta, o semplicemente dal fatto che
tutto si era risolto per il meglio… come del resto dubitavo del fatto che fosse
già così sereno riguardo al suo ritorno allo stato di chimera… e credo che
anche Amelia non fosse tanto ingenua da pensarla diversamente… ma nonostante
questo… non gli aveva comunque risparmiato un sorriso…
Ed
ora anch’io volevo fare lo stesso… Volevo fidarmi di lui. Perché si trattava
di…
…un
mio amico…
“Quando
avrete terminato con questa scenetta patetica potremo anche pensare ad un modo
per uscire di qui…”
“Uh?”
Mi volsi verso la fonte della voce, colta di sorpresa. Era da quando si era
svegliato… che non lo avevo sentito pronunciare una parola… e quando posai lo
sguardo verso di lui, mi resi conto che i suoi occhi erano ancora fissi su di
me… non aveva cessato per un secondo di osservarmi…
“Derek…”
Mormorò Gourry, al mio fianco…
Il
cavaliere pareva un fantasma… il volto pallido, la pelle al di sotto degli
occhi profondamente scavata… e non dava più l’impressione di volersi impegnare
a nascondere la propria paura… in questo senso, potevo comprenderlo… aveva
appena avuto un incontro con un potere che non aveva mai conosciuto
direttamente prima, e che non capiva… e come aveva detto Gourry, Derek pareva
una persona piuttosto propensa a lasciarsi spaventare da tutto ciò che non era
in grado in grado di comprendere, più che a interessarsene, e a volerne
indagare la natura…
“E’
bello vedervi tanto tranquilli quando quaggiù sono accadute cose che NON
AVREBBERO DOVUTO verificarsi, nemmeno a miglia di profondità sotto la
superficie della terra…” Proseguì il cavaliere, in tono teso ed acido… “Ma per
quel che mi riguarda, in questo posto non voglio trascorrerci un minuto di
più…”
Gourry
parve ignorare le sue lamentele, ed avanzò verso di lui… “Derek… stai bene…?”
Il
cavaliere fissò il fratello con circospezione… “Per la verità… stavo
decisamente meglio prima di…”
“Ha
ragione…” Intervenne Zel, dal lato opposto della sala, impedendo allo
spadaccino di proseguire… “Le pareti di questo posto non sono più solide… non
so se prima del nostro arrivo venissero mantenute in piedi con un incantesimo
di Galdiar, ma…” La mano del mio amico stava saggiando un muro, con cautela… “…
danno l’idea di volersi sgretolare da un momento all’altro… e se questo
accadesse non ci sarebbero molte possibilità di evitare di finire sepolti
vivi…” Ci rivolse un’occhiata, seria… “Dobbiamo sbrigarci ad uscire di qui.”
Annuii.
“Bisogna cercare di capire come… la costruzione è circolare, e in nessuna sala
abbiamo visto delle scale per…”
Non
mi venne dato il tempo di terminare.
Un
rombo basso, cupo…
…e
il suolo… che cominciò a tremare.
“Che
diavolo… AH!!!”
Le
pareti avevano seguito il pavimento nella sua vibrazione… e a quanto pare il
soffitto non aveva apprezzato quell’incitazione al movimento… un cumulo di
grosse pietre, infatti, si era appena staccato da esse…
…
e stava precipitando verso di me…
“Dannazioneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!”
“Lina!!!
Lina, attenta!!!” Il mio amico spadaccino si precipitò nuovamente in mia
direzione, mentre io, a causa del dolore e delle energie disperse con la Magia,
non ero nemmeno in grado di muovermi… ma non avrebbe fatto in tempo… si era
allontanato troppo verso suo fratello… e la roccia già incombeva su di me…
All’improvviso,
però, il mondo prese a vorticare attorno a me… l’aria stagnante del sotterraneo
sembrò prendere vita giungendo a sferzarmi il volto… e prima ancora che potessi
rendermene conto, mi trovavo a metri dal suolo, sotto di me le pietre
sfracellate, e accanto a me la figura che ora mi stava stringendo fra le
braccia…
“Xellos!!!”
“Ehilaaaaaaaaaaaaaaaaaà!!!”
Il demone mi rivolse un sorriso. “C’è mancato poco, eh, Lina –chan? A quanto
pare l’energia dell’incantesimo che si è sprigionato dal corpo di Zel ha dato
il colpo definitivo a questo edificio pericolante e…”
“FLARE
ARROW!!!” Non so esattamente con quale forza… ma dalle mie dita un nuovo
incantesimo riuscì a sprigionarsi… oh, nulla di molto potente, è chiaro… ma
andò diritto al bersaglio. L’unico problema era che ovviamente la presa del mio
‘salvatore’ non poteva essere tanto salda, mentre evitava – con scarso
successo, per dire la verità- che una freccia infuocata rovinasse il suo bel
naso da demone…
…
fu per questo che inevitabilmente mi ritrovai con il sedere al suolo…
“Lina!!!”
Il mio amico spadaccino si inginocchiò al mio fianco. “E’ tutto a posto???”
“Aaaaaaaah,
la mia povera schiena…” Mi lamentai, mentre la vena sulla mia fronte affiorava,
immancabile, nei confronti del demone…
“Lina
–chan…” Il Mazoku ‘atterrò’ davanti a noi, lo sguardo contrariato… “E’ questo
il modo di salutare un vecchio amico…?”
“TI
AVREI SALUTATO IN MODO MOLTO MIGLIORE SE SOLO FOSSI STATA AL PIENO DELLE FORZE,
PEZZO DI…”
“Ehi, ehi, ehi…” Gourry mi afferrò per le spalle,
trattenendomi con gentilezza... “Calma, Lina, che ti prende…?”
Il
demone assunse un’aria ferita. “Lina –chan… lo sai che non avevo scelta… gli
ordini sono ordini… non è dipeso da me, sai…?”
Il
groppo creatosi nel mio stomaco dopo quella notte si stava velocemente
sciogliendo in rabbia… “Ponila come ti pare, Xel, sei un traditore punto e
basta!!! Cerca di non finirmi a tiro quando mi sarò ripresa, altrimenti…”
“Su,
su…” Il solito sorriso sornione si apriva sulle labbra del demone… “…mi farò
perdonare… sono qui proprio per darvi una mano…”
“E
perché dovremmo fidarci?” Ora Zel ci aveva raggiunti, e squadrava il demone,
sospettoso…
“E’
molto semplice, Zel…” Il sorriso del demone si rivolse alla chimera. “…Perché
non avete altra scelta.”
Come
a monito per noi, le sue parole furono seguite da un altro, sinistro, rombo.
“Ha
ragione lui.” Sbottai, all’improvviso. Gli sguardi stupiti dei miei compagni si
rivolsero verso di me. “Tempo mezz’ora, e qui sarà tutto raso al suolo… e noi
non abbiamo ancora la più pallida idea di come uscire…”
“Ma
Lina…” Iniziò la chimera…
“Non
abbiamo tante alternative, Zel… e se lui ci può tirare fuori di qui, ben venga
il suo aiuto. E’ l’unica possibilità che abbiamo…” Rivolsi un’occhiataccia al
demone… oh, non che mi fidassi di lui, certo… ma era accaduto diverse volte che
Xel ci avesse salvati… che ci fossimo serviti gli uni dell’altro… scarsamente
dignitoso, forse… magari pericoloso, dal momento che non avevamo idea del
perché agisse a questo modo… ma avremmo potuto chiederci il perché un demone
tenesse a mantenerci in vita nel momento in cui la nostra pelle fosse stata al
sicuro…
“Accidenti,
perché ci dobbiamo sempre trovare in templi prossimi al crollo…? Servirsi
dell’aiuto di un demone non è affatto giusto!!!” Si lamentò Amelia.
Xellos
sorrise… quello che sembrava un sorriso sincero… “Saggia scelta, come sempre,
Lina…” Mi rivolse un breve inchino, simile a quello che aveva indirizzato al
mio antenato… prima di averle prese da entrambi… eh, eh… “Ora…” Proseguì il
demone… “…troverete probabilmente interessante sapere che questa stanza ha una
configurazione piuttosto simile a quella in cui è avvenuto il teletrasporto che
vi ha condotti qui…”
“Uh…?”
Le nostre teste si sollevarono al soffitto. Era vero… c’erano le arcate… e
quelle strane aperture…
“E
troverete ancora più interessante sapere che quelle aperture in realtà non sono
altro che condotti per l’aria…”
Un
altro rombo.
“Vuoi
dire che percorrendoli ci troveremo fuori di qui…?” Chiese Zel, fissando
alternativamente, con aria sospettosa, il demone ed il soffitto.
“Sì…
sono un po’ ripidi forse… ma non dovreste avere problemi ad uscire…” Annuì il
demone, in tono sicuro…
“Il
problema sarà arrivare sin lassù…” Commentai, mentre Gourry mi aiutava a
risollevarmi in piedi. “Dalle arcate sembra facile arrampicarsi fino
all’imboccatura delle aperture… ma da qui non ci sono appigli per raggiungerle…
ed io, sinceramente, dubito che sarò in grado di lanciare un altro incantesimo,
per oggi…” E anche Sylphiel era fuori discussione… aveva già utilizzato troppe
energie…
Lanciai
un’occhiata speranzosa ad Amelia e Zel…
Zel
scosse la testa. “Non contare su di me, Lina… non ho bisogno di provare per
saperlo… me lo sento addosso che è come l’altra volta… per un giorno o due
dalla trasformazione non sarò in grado di lanciare incantesimi, tanto meno di
trasportare qualcuno con un Levitation…” Accidenti…
“Io…
credo di farcela a trasportarmi fin lassù…” Disse Amelia… “Ma sono ancora
troppo debole per pensare di portare qualcuno con me… e sicuramente non ce la
farei a trasportare, anche a turno, tutti voi…”
Annuii.
Ovviamente… inoltre… una soluzione come quella ci avrebbe portato via troppo
tempo…
Dannazione,
cosa potevamo fare…?
“Bé…
se il problema è arrivare lassù potete sempre usare quella specie di argano…”
Commentò Xellos, con una alzata di spalle…
Battei
le palpebre. “Argano…?”
“Un
meccanismo, di cui i maghi del Concilio si servivano per raggiungere le
aperture e tenere sotto controllo le piccole creature che tenevano a riposare
lì, senza metterle troppo in agitazione con la loro Magia…” Sorrise il demone.
“Se aizzate, quelle creature possono risultare fastidiose, credo abbiate avuto
modo di verificarlo piuttosto bene anche voi…”
Grandioso…
speravo vivamente che nessuna di esse avesse scelto di restare nella sua casa
per la villeggiatura estiva…
“E…
dove si trova questo argano…?” Chiese Sylphiel, guardandosi attorno…
Xellos
si strinse nelle spalle. “Proprio dietro quelle colonne. Anche se vi avviso… si
trova lì da prima che questa sede venisse abbandonata…”
“Da
prima che…” Non terminai la frase. “…dannazione…” Imprecai, fra i denti.
“Pe…
perché…?” Lo spadaccino mi guardò perplesso. “Che differenza fa, Lina…?”
“Testa
di rapa…” Gli rivolsi un’occhiataccia. “Se è da molto che l’argano non viene
sfruttato e tenuto sotto manutenzione potrebbe anche non essere più
utilizzabile…”
Un…
altro… rombo…
“Temo
non ci resti altra soluzione che andare a controllare…”Concluse Zelgadiss,
fissando con sguardo inquieto il soffitto… Pezzi di calcinacci stavano
cominciando a staccarsi, e altre pietre simili a quelle che avevo evitato per
un soffio crollavano qua e là al suolo… se c’era ancora qualche residuo di
magia che teneva in piedi quell’edificio, non avrebbe resistito molto a lungo,
questo era più che evidente…
L’argano
effettivamente esisteva… se così si poteva definire… una specie di tavola di
metallo dai bordi rialzati, e dall’aria piuttosto instabile… ai bordi, due
lunghe corde malridotte si annodavano attorno a ganci di ferro da un capo,
mentre l’altra estremità giaceva penosamente al suolo… in generale, l’insieme non
aveva l’aria particolarmente sicura…
“Come…
come funzionava questo coso…?” Chiese Amelia, ispezionandolo con aria
perplessa…
“Probabilmente
esisteva un meccanismo in cima all’arcata, che serviva a sollevarlo…” Derek
studiò la struttura con aria nervosa… “Ho visto una cosa simile, una volta, nel
covo di una banda di banditi…” Sollevò lo sguardo verso l’alto. “Le corde
dovevano essere legate ad un gancio, lassù… forse il meccanismo funzionava con
un sistema di contrappesi… in questo caso si potrebbe cercare di ricrearlo…”
Ancora
un rombo…
“Uhm…”
Meditai… “Gourry, dammi una mano ad arrivare fino alla ‘cabina’, per favore…”
Il mio amico annuì, e mi trasportò, quasi di peso, davanti alla piattaforma in
metallo… La ispezionai velocemente, saggiandola con le mani… “Sembra… che i
ganci possano ancora reggere…”
Allontanando
le mani dal metallo, mi misi a cercare furiosamente qualcosa dalle tasche del
mio mantello…
“Uh…?
Lina…?” Il mio amico si sporse su di me per vedere cosa stavo facendo…
“Ah!
Trovata!!!” Estrassi da una di esse una lunga corda dall’aria decisamente più
resistente di quelle che avevamo trovato legate al nostro ‘mezzo di trasporto’…
La
sollevai, mostrandola agli altri. “E’ solo una, ma molto lunga… se la tagliamo
a metà e con un pizzico di fortuna troviamo il gancio abbastanza vicino al
bordo dell’arcata, sono sicura che ci può bastare!” Strizzai l’occhio agli
altri.
Zelgadiss batté le palpebre... “Ma da dove hai tirato fuori
quella roba?”
Gli
rivolsi un sorrisetto furbo. “Fa parte dell’equipaggiamento di base… mai
giocato ad un Gioco di Ruolo?”
“Un
che…?”
“Ma,
Lina –san…” Intervenne Amelia, con fare perplesso… “Anche se abbiamo la corda…
come hai intenzione di fare…?”
Le
rivolsi un sorriso. “Basta che tu ti porti fino in cima con la levitazione,
Amelia… potrai far passare le corde attraverso il gancio e rimandarci uno dei
loro capi, che legheremo alla piattaforma… quindi ti basterà legare il
contrappeso all’altro capo e calarlo, e noi verremo trascinati su…”
“Mmm…”
Zelgadiss, alle mie spalle, scrutò la piattaforma… “Il tuo piano potrebbe anche
funzionare, Lina… tuttavia dimentichi un particolare…” Mi lanciò un’occhiata.
“Noi non abbiamo nulla di sufficientemente pesante da usare come contrappeso…”
Il
mio sorriso si allargò. “E’ qui che ti sbagli Zel… ce l’abbiamo eccome!”
Qualche
secondo di silenzio… solo pochi istanti…
…e
quindi altre cinque paia di occhi si puntarono sulla chimera.
…
e fu interessante la gamma di espressioni che lo sciamano fu in grado di mutare
nel giro di cinque secondi… prima dell’esplosione.
“IO
NON FARO’ ASSOLUTAMENTE UNA COSA DEL GENERE!!!!!!!!!”
…cinque
minuti dopo stavamo assicurando uno dei capi di entrambe le corde, che Gourry
aveva ottenuto con la sua spada, alla vita della chimera…
“Non
avete alcun diritto di farlo…” L’espressione del mio amico, tuttavia, ormai era
decisamente rassegnata…
“Suvvia,
Zel…” Replicai, assicurandomi che il nodo fosse ben stretto. “Lo sai che non
abbiamo alternative…” Lanciai un’occhiata sopra le spalle ad una certa
principessa… “Non è così Amelia…?” La principessa colse il mio sguardo, e mi
lanciò un breve sorriso d’intesa.
“Ovviamente…”
Replicò. “…solo per il trionfo della Giustizia…”
A
questo, la chimera sospirò. “Mi illudevo tanto di essere un personaggio serio…”
Lo sentii mugugnare…
Sogghignando,
lasciai la mia presa su di lui e mi rivolsi alla principessa. “Allora, hai
capito, Amelia? Quando sarai in cima, Xellos ti darà una mano a sollevarlo… e
poi, calatelo piano… non siamo certi di quanto siano realmente resistenti i
ganci…”
“Oh,
grandioso…” Commentò Zel, caustico. “Ci tenevo proprio a fare un volo di otto
metri nel vuoto…”
Gli
rivolsi un’occhiata di sostegno. “Coraggio… pensa a quanto ci sei utile così…”
Gli strizzai l’occhio.
La
chimera batté le palpebre. “Già… utile…” Scosse la testa, con un mezzo sorriso…
La
salita di Amelia fu breve… in quanto a Xellos, gli bastò teletrasportarsi sulla
cima, per aiutare la principessa… aveva dimostrato… di possedere forza, in
quelle braccia… su questo… non avevo più dubbi…
“Spero
solo che quel demone non abbia in mente scherzi…” Commentai a bassa voce,
fissandolo con sguardo torvo…
Gourry,
che mi stava ancora sorreggendo, mi lanciò una strana occhiata. “Mi sembra che
Xellos ti innervosisca più del solito, Lina… è successo qualcosa…?”
“Niente
di particolare…” Risposi semplicemente, senza guardarlo in volto…
Un
altro rombo, stavolta più cupo.
“Lina
–san… dobbiamo sbrigarci…” Sylphiel fissò le pareti, ansiosa… “Questi rumori
non promettono nulla di buono…”
Annuii…
eravamo sistemati sulla piattaforma, ormai… bisognava solo aspettare…
E
la salita iniziò. Lenta, ondeggiante… ad ogni sussulto, temevo che la corda o
uno dei ganci si sarebbe spezzato, facendoci precipitare al suolo… una
prospettiva che decisamente non mi sorrideva… anche se questo non mi impedì di
ridacchiare, quando incrociammo la chimera ed il suo sguardo…
Un tonfo, alle nostre spalle… e l’intera sala
parve tremare…
“Lina
–san!!!” Sylphiel indicò il pavimento, dietro di noi, dove una grossa porzione
di soffitto era appena andata a schiantarsi… e le pietre sopra di noi non
sembravano promettere molto meglio…
“Amelia!!!”
Gridai. “Veloci!!! Più veloci che potete!!!” Al diavolo la prudenza…
Le
corde parvero stridere quando l’ultimo strattone ci trascinò al di sopra
della pavimentazione… ma non c’era un minuto da perdere!!!
“Amelia!!!”
Gridai, mentre Zel veniva risollevato da Gourry e Xellos… “Uno scudo magico!!!
Il più potente che ti riesce ora…” Almeno ci avrebbe protetti da frammenti che
potevano rallentare la nostra corsa… “… e speriamo solo che le uscite non siano
ostruite…” Conclusi, cupamente…
E
poi la corsa… la corsa disperata… I passaggi erano sufficientemente alti perché
una persona potesse passarvi in piedi, ma ripidi, e maledettamente stretti… si
faticava a passare in due, e Gourry ed io arrancavamo terribilmente, mentre il
mio amico cercava di sorreggermi…
All’improvviso,
un rumore secco, davanti a noi.
“Dannazione!!!”
Imprecò Zel. Un grosso frammento di pietra si stava staccando proprio di fronte
a noi…
“Luce!!!”
Ma andò ben presto in frantumi, grazie ad un lieve supporto magico…
…
con una piccola controindicazione…
“Mpf…”
Fu il mio unico commento, il naso contro la pietra terribilmente dura del
pavimento… “Si può dire che hai i riflessi pronti, Gourry…”
Il
mio amico si inginocchiò al mio fianco… “Ehm… ti stavo sorreggendo proprio col
braccio destro… non ho potuto farne a meno…” Lo spadaccino mi aveva lasciata
improvvisamente per estrarre la spada, e le me gambe non avevano retto… con
ovvi risultati…
“D’accordo,
ti ucciderò quando saremo fuori di qui… per ora…” Battei le palpebre, senza
terminare. “…CHE DIAVOLO STAI FACENDO???”
“Non
abbiamo tempo da perdere, Lina.” Replicò il mio amico, laconico… Mi aveva
appena sollevata fra le braccia… davanti a tutti…
“Lo…
lo so, ma…” Sospirai. Aaaaaaaaaaaaah, ma se almeno Derek, dalle sue spalle,
avesse smesso di guardarci a quel modo!!!
La
corsa non fu particolarmente lunga, fortunatamente… grazie anche alla forte
pendenza, trascorsero solo pochi minuti, prima che vedessimo la luce… un sole
già alto, pareva… chissà quanto… eravamo rimasti chiusi la dentro…
“Aria…
fresca…” Mormorai, chiudendo gli occhi contro la spalla di Gourry… la
stanchezza sembrava essermi piombata addosso improvvisamente, nel momento in
cui mi ero resa conto che… eravamo al sicuro…
“Bene,
bene…” Una voce soddisfatta, alle nostre spalle, quando finalmente ci lasciammo
alle spalle l’oscurità del tempio… eravamo usciti da alcuni cespugli su una
collina poco al di fuori di Miilun, decisamente lontani dall’entrata del
tempio… chissà che razza di strada avevamo fatto, in quel sotterraneo…
Ci
volgemmo tutti verso la fonte della voce, perplessi. Xellos se ne stava in
piedi, semi nascosto dagli arbusti, senza dare l’impressione di avere
intenzione di uscire dal condotto… Il demone si limitò a sorridere,
squadrandoci. “Ho fatto il mio dovere… e saldato un piccolo debito…” Mi lanciò
un’occhiata.
Saldato…
aveva detto…? Non ero particolarmente convinta…
“Non…
non hai intenzione di uscire di lì…?” La principessa gli rivolse uno sguardo
interrogativo.
Xellos
sorrise, nuovamente. “Oh… certo che no… non ho la fortuna di potermi già
riposare, IO… ho diverse faccende da sbrigare, là sotto… e la mia giornata sarà
ancora lunga… molto… lunga…”
“Altre
faccende…?” Amelia lo osservò, perplessa…
“Bé,
ovviamente ciò che devo fare è un segreto, principessa, ma…” Inarcò un
sopracciglio, con aria rassegnata. “…detta in tutta franchezza, preferisco aver
guadagnato MOLTO su cui fare rapporto… per il momento in cui dovrò a spiegare a
Xellas la mia fuga davanti a Van Goldgleam…” Inarcai un sopracciglio,
reprimendo un sogghigno… Oh, povero caro…
Xellos
sollevò lo sguardo, i suoi occhi di nuovo, come accadeva pressoché
perennemente, sorridenti. “Ad ogni modo… è stato interessante… decisamente…
interessante…” Ci squadrò ad uno ad uno, solo per un secondo… “… e sono certo
che avremo modo di vivere molto altro, insieme…” La sua mano si sollevò, in
segno di saluto, mentre la sua figura già iniziava a sparire, nell’ombra… “…e credo
che questo accadrà… presto…” L’ultima parola si fuse col vento, mentre solo un
lieve frusciare di vesti accompagnava la sua sparizione…
“E’…
finita…?” Chiese Zel, dopo qualche secondo, rivolgendosi a nessuno in
particolare…
Tirai
un profondo sospiro. “Finita… come sempre…”
Il
mio amico spadaccino mi pose al suolo al suolo e mi fissò… “Considerando che
solitamente ogni finale ci caccia in guai più grossi… Suonava quasi come una
minaccia…”
Ridacchiai.
“Una vita avventurosa, no?”
E
fu il sorriso di rimando di Gourry, ad accompagnare il calare delle tenebre su
di me… tenebre calde, rassicuranti… quando finalmente potei concedermi… di
perdere i sensi in tutta pace…
I fuochi della festa risplendevano alle pendici della
collina… luci di gioia, fra le bancarelle ricolme delle più varie meraviglie…
nel profumo inebriante del famoso cinghiale arrostito di Moonearth, e dei dolci
al miele e alla frutta…
Il
Concilio era terminato. La città ora stava celebrando l’avvenimento con una
festa vivace e grandiosa… e forse… forse c’era più ragione di festeggiare di
quanto ciascuno dei pacifici abitanti di Miilun potesse anche lontanamente
immaginare… perché la ‘malattia misteriosa’ che tutt’ora costringeva il Gran
maestro a letto, lontano dalle luci della ribalta, aveva rischiato di
trasformarsi in un morbo letale, assassino…
…diffuso…
C’erano
tante cose di cui dubitavo, a quel punto… ma avevo pochi dubbi sul fatto che Ilmund
il Verde ed i sopravvissuti del Concilio, dopo quella esperienza, ci avrebbero
pensato due volte prima di reimbarcarsi in un impresa del genere…
…
certo… se mai Ilmund avesse riacquistato la ragione…
Sospirai.
Me
ne stavo sdraiata sul lieve pendio che declinava fino alle mura della città,
dove risuonavano le musiche della festa… L’intero centro traboccava
letteralmente di persone, per me era stato complicato persino giungere fino a
lì dalla locanda… ma era appena fuori dalle mura che i festeggiamenti raggiungevano
il loro culmine… Le delegazioni delle diverse città si erano impegnate per
organizzare l’allestimento di stand e spettacoli, e i visitatori, incantati,
nel camminare fra di essi vivevano per una notte il sogno di visitare in poche
ore l’intero continente…
Era
bello poter osservare quello spettacolo in tranquillità… e una fortuna, che la
taglia sulla nostra testa fosse stata rimossa… un ‘regalo’ del vice Gran
Maestro… molto probabilmente, una garanzia per il nostro silenzio… Silenzio…
dovetti trattenere una risata… Lo spirito di uno stregone di nuovo in vita, un
mago esperto d’armi che desidera farsi successore di un Signore dei Demoni… chi
diavolo avrebbe creduto a quella storia…?
Già…
Galdiar –san… avevo ripensato a mente fredda a ciò che gli era accaduto…
chissà… cosa dovevo pensare di lui… di fronte ad Amelia ero giunta alla
conclusione che la responsabilità di ciò che aveva fatto era stata solo sua… ma
ora il tarlo del dubbio mi attanagliava… Galdiar aveva detto di essere in
possesso di materiale che era appartenuto a Van… e se gli fosse accaduto
qualcosa di simile a quanto era avvenuto a me…? Se il mio antenato avesse
tentato di plagiarlo, per portarlo a compiere i suoi interessi…? Ma ciò che
lasciava in me molti dubbi… era che Van non mi aveva parlato di quella storia…
e tante cose potevo dire di lui… ma di certo non che non si trattava di una
persona schietta… crudamente… schietta…
Sospirai,
nuovamente. Quanto è facile costruirsi delle illusioni… potevo pensare ciò che
volevo… la realtà era che non sarei mai stata a conoscenza della verità… quella
era morta… insieme al mio maestro…
Chiusi
gli occhi… improvvisamente… le luci dei fuochi… avevano preso a farli bruciare
terribilmente…
Uno
scoppio. Suoni di risa.
‘I
fuochi d’artificio…’
Aprii
nuovamente gli occhi, al cielo di Miilun… erano anni, forse, che non assistevo
a quel genere di spettacolo… i colori, le forme nel cielo, mi ricordavano le
notti di quando ero bambina… una pace… in grado di calmarmi…
La
stelle… i fuochi magici…
…una
bottiglia…?
“Eh?”
Battei le palpebre un paio di volte, prima di rendermi conto che non si
trattava di traveggole…
“Visto
cosa ho trovato?” Un volto più che noto si affacciò alla mia vista, salutandomi
con il solito, tranquillo, sorriso…
“Gourry…”
Il
mio amico si sedette al mio fianco, porgendomi un sottile calice di vetro… “Era
allo stand del tuo regno, Lina… non ho potuto non prenderlo… sarà già un anno
che non ne assaggiamo, eh?”
“Vino
di Zephilia!!!” Esclamai, guardando stupita l’etichetta… “Non pensavo proprio
di trovarne qui!” La mia regione natale, Zephilia, ed in particolare la sua
capitale, da cui io provenivo, erano note per i loro produttivi vigneti… e per
l’ottimo vino, ovviamente… Gourry ed io ci eravamo recati lì, poco meno di un
anno prima, in occasione delle festività per la vendemmia… e il mio amico aveva
mostrato di apprezzare quanto me le ‘specialità locali’…
Lo
spadaccino me ne versò un mezzo bicchiere, sorridendo… “Quantità ridotta, per i
bambini…” Spiegò, con una strizzata d’occhio.
Gli
feci la lingua. “Pensa per te… non sono stata io ad ubriacarmi, l’ultima
volta…”
“Ma
senti che impertinente…” Il mio amico mi pose una mano sulla testa, e arruffò i
miei capelli con malagrazia, facendo sì che la mia frangetta oscurasse
improvvisamente il mondo di fronte a me… “Sarò stato io l’ubriaco che la
mattina dopo non si ricordava più di nulla, ma chi è che ti ha riportata a
casa?”
“Gourry!!!
Finiscila!!!” Lo allontanai, con altrettanta poca gentilezza… “Guarda come hai
ridotto i miei poveri capelli…” Mi lamentai.
“Oh,
sono certo che nessuno noterà la differenza…” Osservò lo spadaccino, con aria
innocente…
Gli
rivolsi la peggiore delle mie occhiate… “Come ti permetti di…”
Non
ebbi il tempo di terminare. Un bicchiere venne improvvisamente premuto contro
il mio naso. “Alla salute.” Fu la sua unica replica, accompagnata da un
sorriso…
Sospirai,
sollevando il mio bicchiere, e facendolo tintinnare contro il suo. “Alla
salute… e speriamo che duri…” Aggiunsi, prima di appoggiare le labbra al bordo
del calice a saggiare il sapore del vino, con la loro superficie… il liquido
rosso intenso le accarezzò, forte e dolce, come sempre…
Quella
bottiglia… conteneva buoni ricordi…
Il
bicchiere del mio amico venne poggiato al suolo dopo un solo sorso… “Ehi, ehi…
che cos’è questa ondata di pessimismo…?” La mano tornò ad essere appoggiata
sulla mia testa, ma stavolta in modo estremamente gentile… “Mi pare così fuori
del personaggio… non vorrai tradire le aspettative dei tuoi fan, vero…?”
Gli
rivolsi un’occhiataccia. “Smettila di dire stupidaggini…” Anch’io poggiai il
bicchiere, e tornai a sdraiarmi sull’erba… “E poi… chi ha parlato di
pessimismo? E’ solo che qualcuno lassù si degna troppo poco di ascoltare le
preghiere di una povera fanciulla indifesa che vorrebbe solo un po’ di pace… e
quella fanciulla finisce sempre nei guai…” Assunsi un tono melodrammatico…
Il
mio amico si unì a me, sul prato. “Qualcuno potrebbe replicare che quella
sedicente fanciulla indifesa i guai se li va anche a cercare…”
Lo
guardai storto… “Perseguitata e anche abbandonata dagli amici… che destino
ingiusto, potrei decidere anch’io di gettare il mondo nel Caos…”
Gourry
rispose al mio sguardo, senza lasciarsi scomporre. “Non credo proprio lo
faresti… troveresti il mondo un posto decisamente noioso… senza più nessuna
faccenda in cui immischiarti…” La sua mano batté lievemente sul mio stomaco…
Uh,
uh, molto spiritoso…
Sospirai.
“Ad ogni modo… che ci fai, qui?”
Lo
spadaccino batté le palpebre… “In che senso…?”
Mi
strinsi nelle spalle. “Avevi detto… che volevi parlare con tuo fratello, se non
sbaglio…”
Lo
spadaccino mi guardò per un momento, in silenzio… quindi sospirò… “Bé… la
conversazione si è esaurita in fretta… il ritorno ad Elmekia è previsto per
domattina…” La sua mano riprese ad accarezzare il mio stomaco, piano…
“Oh…”
Potei solo commentare… Avrei voluto chiedere di più su quella conversazione… ma
stranamente… la mia lingua pareva, per una volta, essersi seccata in gola…
“…capisco…”
Un
silenzio pesante cadde su di noi… ed era una cosa che accadeva raramente… Cioè,
non che noi due avessimo continuamente parlato da quando avevamo cominciato a
viaggiare insieme quattro anni prima, però… quel silenzio… era stato qualcosa
di diverso… qualcosa di più… confortevole…
“E…
allora…” Iniziai, stanca io stessa del mio mutismo… “Come hai fatto a trovarmi?
Non avevo detto a nessuno che sarei venuta fino a qua…”
A
quella domanda, il mio amico sorrise. “Vuoi saperlo…?” Le sue dita si
sollevarono un momento, ad indicare le bancarelle, in fondo al pendio sul quale
ci trovavamo. “Il vento tira da valle… direzione nord- est… verso di noi.” La
sua mano tornò a poggiarsi sul mio stomaco… “La città è totalmente piena di
persone… il paradiso del mago che desidera fare affari, certo…” Mi rivolse un
mezzo sorriso… “… ma non del mago reduce da una dura battaglia, che vuole
riposarsi…” Annuì, a conferma di quanto egli stesso stava dicendo… “Nonostante
ciò…” Si piegò maggiormente verso di me… “… ci sono alcune persone che, anche
dopo aver lottato con la Signora del Caos in persona, non troverebbero
interessante il riposo, se non offrisse l’occasione di gettarsi in mezzo ad un
po’ di confusione in cui si possa ficcare il naso…”
“Ehi…”
Lo squadrai. “Di chi staresti parlando, scusa…?”
Il
mio amico mi ignorò… “… e le colline appena fuori dalle mura sono il posto
migliore per godersi la città indisturbati… il posto migliore per questo genere
di persone…” Mi strizzò l’occhio.
Inarcai
un sopracciglio, scettica. “Ok, genio… ma FORSE tu ti sarai accorto che Miilun
è TOTALMENTE CIRCONDATA da colline…”
Il
mio amico assunse un’espressione saggia… “Certo… ed è a questo punto che entra
in gioco il vento…”
Battei
le palpebre. “Il vento…?”
“Te
l’ho detto, Lina, direzione nord –est… ed il tuo inconscio deve essersi
automaticamente reso conto che questo è il punto strategico in cui si
incontrano tutte le correnti ascensionali…” Il suo indice sinistro raggiunse la
punta del mio naso… “… che trasportano gli effluvi dalle cucine dei migliori
regni del continente…”
“Eh?”
Inarcai un sopracciglio.
Ora
che ci pensavo… la prima cosa che mi era venuta in mente, quando mi ero seduta
lì… era che dalle
bancarelle
in basso si spandeva un buonissimo odore…
Sospirai.
“Che mente deduttiva, Gourry Gabriev… stai sviluppando un cervello, per caso…?”
Il
mio amico mi rivolse un sorriso allegro. “Oh, no, Lina, sei solo tu ad essere
molto prevedibile per me, per certe cose…” Ridacchiò lievemente… “Almeno quanto
sei imprevedibile per tutto il resto…”
“Ehi,
ehi, penso che ora potrei offendermi…”
“Non
si trattava di un critica…” Mi rivolse un sorriso che mi fece lievemente
arrossire… il suo naso si trovava a non molti centimetri dal mio, ora…
“Um…
umph…” Mugugnai, distogliendo lo sguardo. “Ad ogni modo… non dovresti startene
qui, ma a raccogliere le tue cose… domattina devi ripartire presto, lo sai…”
“C’è
tempo… c’è sempre tempo…” Rispose il mio amico, in tono calmo… “… e poi, prima
di partire… avevo bisogno di chiederti una cosa, Lina….”
“Eh…?”
Mi volsi nuovamente verso di lui. Il tono della sua voce era insolitamente
serio, ora… “Che… cosa, Gourry…?” Inarcai un sopracciglio.
Il
suo volto si avvicinò in modo IMBARAZZANTE al mio… ma non ci feci al caso, al
momento… la sua espressione, per una volta, era seria… decisamente, seria…
“Solo questo…” Sospirò. “…tu… ora sei tranquilla, Lina…?”
Battei
le palpebre. “Tranquilla…? Che intendi dire…?”
Il
mio amico sorrise. “Da quando ci conosciamo, Lina, tu mi hai procurato guai di
ogni tipo.” Fece spallucce. “Abbiamo lottato contro mostri di ogni genere,
contro Signori dei Demoni… anche se non ricordo con esattezza le occasioni…”
Sai che novità… “…e ci sono state diverse volte in cui siamo stati veramente
vicini… a perdere la vita…”
Deglutii.
“Uhm… Gourry…”
Il
sorriso non scomparve dal suo volto, quando mi interruppe. “… certe volte molto
stressante, probabilmente… ma un tipo di vita… interessante… dubito che vorrei
mai cambiarlo…”
Eh…?
“Ma
sai qual è una cosa che mi ha colpito particolarmente, nella nostra
convivenza…?” Proseguì il mio amico, lasciando scorrere gentilmente l’indice
lungo la mia guancia… “Il modo in cui… tu… hai reagito a tutto questo…”
“Io…?”
Lo
spadaccino annuì. “… Non c’è stata una volta, Lina, in cui io non ti abbia
visto lottare con tutte le tue forze… e alla fine di tutto, ripartire con il
sorriso sulle labbra…” L’ammirazione… nel sua voce… in qualche modo mi
lusingava… “Per quanto fosse stata dura, per quanta paura, o dolore tu
provassi… l’energia per reagire non ti veniva di certo mai a mancare…” Sorrise.
“… un’energia che sapevi trasmettere a tutti, Lina… tutti coloro che ti
circondavano…”
“Gourry…”
“Quello
che voglio chiederti ora, Lina, è…” La sua espressione tornò a farsi seria. “…
anche adesso… è lo stesso…? Io… ho visto… la tua espressione… quando abbiamo
incontrato il tuo maestro… e ho visto la tua paura, anche dopo che siamo usciti
da quel sotterraneo…” Il suo volto si avvicinò al mio… “Per questo voglio
chiedertelo, Lina… Dopo quello che hai vissuto qui… sei tranquilla come
sempre…?” La sua fronte si appoggiò alla mia, facendomi arrossire nuovamente…
Adesso
capivo…
Ciò
che gli avevo detto nel sotterraneo… Galdiar, e Van Goldgleam… e forse… anche
il mio nervosismo nei confronti di Xellos…
Quello
zuccone… si stava preoccupando per me…
Tirai
un sospiro, prima di rispondere… “Bé… E’ un discorso un po’ complicato,
Gourry…” Ma forse… dato che riguardava me… noi… forse… sarebbe stato in grado
di comprenderlo… “Vedi… io sono una persona decisamente diffidente, penso che
te ne sarai accorto…”
Il
mio amico annuì. “Non escludiamo nessun sospetto prima che l’indagine sia
terminata… non è così, Lina…?” Mi rivolse un mezzo sorriso…
Già…
quello era stato il mio motto, in tante delle situazioni che avevamo
affrontato… a partire dalla questione di Rezo, sino all’esperienza con
Phibrizo… e in seguito ancora di più… dopo quello che la mia scarsa diffidenza
nei confronti di un bambino mi era costata…
“Il
fatto è che…” Sospirai. “Noi cosa abbiamo degli altri, Gourry, se non le loro
parole…?” Lo fissai negli occhi azzurri, in quel momento tanto vicini ai miei…
“…gli esseri umani… sono creature inafferrabili, spesso incoerenti, o peggio…
di una coerenza superficiale disarmante, a volte inspiegabile, di fronte alla
varietà della loro esperienza, e delle loro interazioni…” Premetti la mia
guancia contro la sua mano, che non si era ancora allontanata dal mio volto… il
suo calore era così… confortante… “…Ma…” Proseguii. “…possediamo solo le loro
parole, le loro azioni, per capirli… le nostre più approfondite ipotesi sulle
motivazioni che possono spingerli non avranno mai la garanzia dell’assoluta
certezza…”Mi strinsi nelle spalle. “Gli esseri umani fuggono… fuggono
continuamente… come è possibile essere certi di capire…? E come è possibile
fidarsi di qualcosa che non si può dominare… nemmeno con la mente…?”
“Però…”
Fece il mio amico, lievemente interdetto. “… dominare qualcuno… completamente…
significherebbe semplicemente controllarlo, non necessariamente fidarsi di lui…
non è così, Lina? Avere fiducia non significa invece… almeno un piccolo salto
nel vuoto…?” Mi guardò, con quell’aria un po’ ingenua che vestiva quando non
coglieva esattamente il senso di un discorso… ed io non potei impedirmi di
sorridere…
Gourry…
“Credo
che tu abbia ragione, sai?” Scossi la testa. “Stranamente…” Gli rivolsi un
sogghigno.
“Che
vuol dire stranamente…?” La mano che si trovava al mio viso scese nuovamente al
mio stomaco… e pizzicò, fastidiosamente.
Sussultai.
“Gourry!!!” Scalciando, lo obbligai a rimuovere la mano.
Il
mio amico mi rivolse un ampio sogghigno. “La grande Lina Inverse soffre il
solletico…? Buono a sapersi…”
“Gourry…”
Gli rivolsi la migliore delle mie occhiate minacciose…
“Come
la mettiamo con la fiducia, ora che conosco uno dei tuoi punti deboli…?” Il suo
sogghigno si allargò.
Gli
feci la lingua. “Non ho mai detto che non mi fido di te…”
Il
sogghignò gli morì sulle labbra… per tramutarsi in un sorriso… “E allora… cosa
significava il discorso di prima…?”
Gli
sorrisi, a mia volta. “E’ quello che penso, Gourry… niente più, niente meno…
tuttavia…” Mi strinsi nelle spalle… “…come hai detto tu, si tratta di un salto
nel vuoto… qualcosa che io, per quel che riguarda ciò in cui voglio credere,
difficilmente scelgo di compiere… e nonostante questo…” Mi grattai il lato
della testa, interdetta. “…nonostante questo, io, solo dieci minuti dopo averti
incontrato, Gourry… ti avevo già rivelato il mio vero nome…” Feci spallucce,
nuovamente. “Per quel che ne sapevo potevi essere un criminale o un rapitore, o
una delle persone che mi stavano inseguendo per la statuetta… ma mi è venuto
talmente naturale lasciare cadere la prudenza con te, che ho pensato solo in
seguito a come in teoria il conoscere la mia identità avrebbe potuto aumentare
il tuo potere nei miei confronti…” Scossi la testa…
Il
mio amico mi sorrise. “Lina…”
“Ora
che ci penso, forse la mia diffidenza e la mia avventatezza non vanno troppo
d’accordo l’una con l’altra, o forse…” Il mio sorriso si allargò… “…forse ho
davvero un buon occhio nel giudicare le persone, e le mie difese cadono da sole
quando giudicano inutile la propria presenza…” Strizzai l’occhio… “…e non è
assolutamente qualcosa di razionale… chiamiamolo piuttosto… intuito femminile…”
Sogghignai, lievemente… “Qualunque cosa sia, però, sono contenta che in quel
momento sia avvenuta…” Sorrisi. “…perché è stato bello riscoprire quanto sia
piacevole una intera mezza nottata di sonno profondo, trascorsa senza dovere
tenere costantemente un occhio aperto, anche se si è nel cuore di una foresta…
è stato bello scoprire la sensazione del combattere schiena contro schiena con
qualcuno e sentirsi totalmente al sicuro… ed è stato bello… avere per tanti
anni la consapevolezza di avere al fianco una persona che non mi avrebbe mai
tradita… semplicemente perché non restava con me con un particolare scopo, o un
obiettivo finale a cui condurre la nostra relazione… ma esclusivamente per il
piacere di farlo…” Esiste un altro motivo, altrettanto valido… che possa tenere
insieme due persone…? Io pensavo proprio di no… Quello che stavo dicendo era
probabilmente molto scontato… forse per noi più che mai, perché avevo la
sensazione che quella fosse una consapevolezza che ci aveva sempre
accompagnati, da quando avevamo iniziato a viaggiare insieme… ma sentivo
comunque la necessità di darvi voce, una volta per tutte…
“E
sai…” Proseguii “…sai qual è il motivo del mio atteggiamento, quello che tu
stesso hai descritto, nei confronti della mia vita e delle mie battaglie…?” Gli
sorrisi. “E’ semplicemente il fatto che io credo fortemente che anche per la
vita sia così, Gourry… la vita è una compagna, un po’ capricciosa, forse… una
compagna che raramente ci rivolgerà un sorriso, se noi non siamo i primi a
regalarglielo… una compagna… che bisogna tenersi stretti non per qualche motivo
a noi estraneo… ma semplicemente perché anche essa può regalarci… gioia…” Feci
spallucce. “…forse è vero… che a noi esseri umani non molto è possibile… forse
è vero… che non ci è concessa alcuna certezza… ma io credo che proprio grazie
alla vita, a noi venga offerta una possibilità enorme…” Fissai per un momento i
suoi occhi, che in quel momento apparivano stranamente illuminati di
comprensione… “…quella di cercare.” Conclusi, sorridendogli. “E forse è proprio
questo, il non avere già tutte le risposte pronte… a rendere la vita tanto
interessante…” Mi protesi lievemente verso di lui… “Però… se fosse tutto qui,
chissà, forse un giorno non mi basterebbe più… ma la vita non è solo un viaggio
continuo e faticoso di ricerca… al di là delle risposte che si possono trovare…
io sono convinta che abbia qualcosa di bello… di incredibilmente… bello… in
SE’…” Il mio naso sfiorò il suo mento… “… e credo di dover ringraziare proprio
quella fiducia che ripongo in te, Gourry… e quella che ripongo nei nostri
amici… perché mi hanno aiutato a scoprirlo… ogni giorno sempre di più…”
“Lina…”
Al
suono della sua voce, sollevai il volto per fronteggiare quello del mio amico.
“… Perciò evita le tue domande stupide, cervello di medusa…” Conclusi, in tono
provocatorio… “E’ OVVIO che sono tranquilla… perché qualunque cosa dovesse
accadere… io non mi arrenderò alla rassegnazione… e non smetterò mai… di
lottare per la felicità… mai…”
Credevo
che il mio amico avrebbe raccolto la provocazione e che avrebbe sollevato una
delle nostre solite, scherzose, liti… ma tutto ciò che rispose fu…
“Lo
so…”
Battei
le palpebre. “Eh…?”
Il
mio amico mi sorrise. Un sorriso… dolce… “Lo ho sempre saputo…” Il suo volto
affondò nel mio collo, mentre le sue braccia si allungavano a rinchiudermi in
un abbraccio gentile… “…da quando ti conosco… è proprio questo che non ha mai
smesso… di affascinarmi, di te…”
“Gourry…”
Il mio volto doveva essere incandescente, a quel punto…
“Certo,
Lina… non è… solo questo… però… quando sono al tuo fianco… io ho l’impressione
di poter arrivare ovunque…” Le sua braccia mi strinsero più forte… “Ogni volta
che ti vedo sorridere… la tua allegria… e la tua forza… mi rendono… felice… è
anche per questo, Lina… è anche per questo che io… io ti…” Il cuore mi si fermò
in gola… che… che stava cercando di dire… ora…?
Il
mio amico sollevò il volto… fronte a fronte con il mio. “Lina… io…” Batté le
palpebre. “…uh… Lina…?” Si bloccò. E temevo decisamente di sapere il motivo…
…in
quel momento, stavo andando a fuoco. Non dovevo avere più un centimetro di
pelle del volto del suo normale colorito… Ma il punto era un altro… cioè che,
per una volta, non ero l’unica. Al momento, avevo tutta l’impressione di
riflettermi in uno specchio… perché Gourry, dal mento sino alla punta delle
orecchie, riluceva come un pomodoro maturo appena lavato…
Ci
fissammo in silenzio per qualche secondo, e poi… e poi fu troppo per noi…
…
ed ebbi l’impressione che le nostre risate corali potessero risuonare fino a
miglia dal luogo dove ci trovavamo…
“Oh,
dei…” Commentai, quando finalmente riuscii a ritrovare il respiro, e la forza
di aprire bocca… “… che coppia di cretini… mi chiedo se ci capiterà mai di
concludere un discorso seriamente…”
“Temo
che sarebbe chiedere troppo… ho rinunciato quattro anni fa alla mia serietà…
come tutti quelli che ti incontrano, del resto… “ Concluse il mio amico, con
l’aria di chi la sa lunga…
“EHIEHIEHI,
e questo che significa? NON SONO IO il cervello di medusa, qui… Chi è il meno
serio fra di noi???”
“Chissà…”
Rispose enigmatico il mio compagno, tornando a sorridermi… La sua mano destra
tornò al mio volto, ma l’altro braccio non aveva mai abbandonato la mia vita…
come del resto lui non si era spostato di una virgola…
Repressi
un sorriso. “Uh, uh… lo sai che pesi, Gourry…?” Con scarso impegno, cercai di
farlo spostare di lato… “Anche senza la sua armatura, un tizio con la forza di
un troll e il cervello di un mollusco dovrebbe fare attenzione a non
schiacciare col suo dolce peso una fanciulla delicata…”
Lo
spadaccino sogghignò. “D’accordo, allora farò attenzione… non appena vedrò una
fanciulla delicata…”
Gli
rivolsi un’occhiataccia. “Ti conviene tenere a freno la lingua, Gourry… sono
già abbastanza arrabbiata con te…”
Il
mio amico batté le palpebre, perplesso. “Uh…? E perché…?”
“Perché
sei un maledettissimo bugiardo…” Il mio sguardo non si fece più promettente…
Il
mio amico mi fissò per qualche istante con l’aria di non avere idea di cosa
stessi parlando… ma furono solo pochi secondi… quindi, un sorriso si disegnò
sulle sue labbra. “Come… lo hai capito…?”
Gli
rivolsi un sogghigno. “Chiama anche questo… intuito femminile…”
Il
mio amico scosse la testa. “Ma io non sono bugiardo, perché…” Il suo naso
premette contro il mio. “Io ho detto che Derek sarebbe partito domattina, ma…
non che io sarei partito con lui.”
Non
sapevo… cosa esattamente gli avesse fatto cambiare idea… ma me ne ero resa
conto. Gourry non se ne sarebbe andato. Non se ne sarebbe andato… perché
altrimenti… non avrebbe permesso alla conversazione che era avvenuta fra di noi
di avere luogo… Gourry era ingenuo e zuccone… ma capiva piuttosto bene i sentimenti
delle persone… e dopo quello che ci eravamo detti… anche un sasso si sarebbe
reso conto che per noi sarebbe stato molto più difficile… separarci…
“Che
cosa ti ha convinto, Gourry…?” Chiesi, dopo qualche istante di esitazione… “Che
cosa ti ha convinto a non andare con lui…?”
Il
mio amico si strinse nelle spalle, e sospirò lievemente… “Come ti ho detto, ho
parlato con lui, Lina… gli ho parlato, e gli ho detto le mie intenzioni…” Mi
rivolse un sorriso… triste… “Immaginavo già che avrebbe opposto resistenza, ma…
lui mi ha detto una cosa, Lina… ha detto… che io ho il suo rispetto, ora…” Mi
fissò, intensamente.
Derek…
Derek aveva ammesso questo…?
“Tuttavia…”
Gourry sospirò. “Ha aggiunto una cosa, a questo… lui ha detto che ho il suo
rispetto, ma… che non ho… il suo perdono…” Il suo sguardo si incupì…
Gourry…
“Ha
detto… non ora… forse mai… ma… ha bisogno di stare lontano da me… per capire…”
La sua espressione assunse una sfumatura amara… “Ed ha aggiunto… che comunque
rimane lui il legittimo erede del potere di mio padre…” Sospirò. “Forse… forse
temeva che se fossi tornato… avrei rivendicato dei diritti su di esso, a causa
della Spada di Luce…” Il mio amico fece spallucce…
Già…
forse… Però… però c’era qualcosa che non mi convinceva, in questa spiegazione…
Gourry non mi aveva detto di avere restituito a Derek la spada… ciò significava
che il fratello gliela aveva deliberatamente lasciata… e allora… perché…
“Chissà…”
Iniziò il mio amico, come se mi stesse leggendo nel pensiero… “Forse però
possiamo trovare un altro motivo per l’agire di Derek…” Mi strizzò l’occhio.
“Ad esempio… io sono convinto… che mio fratello avesse una gran fifa di te,
Lina…”
Mi
accigliai. “E questo cosa dovrebbe…”
Ma
non mi fu dato il tempo di terminare… Perché proprio mentre stavo per
rilanciare con una MIA ipotesi sulla decisione di Derek, una ipotesi che
implicava cervelli vuoti ed esasperazione fraterna… due labbra intervennero ad
interrompere il mio discorso… due labbra dolci, gentili…
…ed
inequivocabilmente premute contro le mie…
Mi
irrigidii. OVVIAMENTE mi irrigidii. Vi pare carino fare una cosa del genere
all’improvviso??? Al di là del fatto che… non era… male… Vi pare carino???
Ero
ancora immobile, quando lo spadaccino si allontanò lievemente da me e mi fissò
con l’aria del condannato a morte in attesa della sua pena…
“Uh…
Lina…?”
Fu
allora che decisi. Se dovevo morire di vergogna… sarebbe stata una morte
piacevole.
E
fu forte di questa consapevolezza che lasciai scorrere le braccia attorno al
suo collo… e che risposi.
“Li…
Lina…”
“Non…
dire… niente…”
Un
mormorio, forse una velata minaccia…
E
per qualche secondo, l’oscurità ed il silenzio coprirono totalmente al mondo la
nostra presenza in quel luogo… Silenzio… avremmo davvero avuto bisogno
d’altro…? Perché quella sera ci eravamo detti molto… ma non tutto… e allo
stesso tempo… sapevo che… ogni cosa che fosse stata taciuta… era già nota alle
nostre menti, più di quanto esse forse avrebbero mai ammesso… non importava…
non importava che fosse nascosto… quello che ci bastava trasmetterci con uno
sguardo, per capire…
Le
labbra dello spadaccino si allontanarono dalle mie, per andare a riposare sulla
mia guancia, e la mia tempia… “Lina…” Ripeté, con un filo di voce…
Sospirai,
e non potei reprimere un sorriso, abbandonandomi contro di lui… “Quattro anni…”
Mormorai, semplicemente…
“Quattro…”
Ripeté Gourry, in un sussurro… “… cinque… o sei… che importanza può avere…? E’
così che doveva andare… perché è così che è andata, in modo del tutto naturale…
nessuno ci corre dietro, Lina… questa… è una cosa che riguarda soltanto noi…”
Un altro bacio, lieve, sulla mia mascella…
Sogghignai.
“Attento a quello che dici… in un futuro potresti pentirtene…”
“Oh,
non c’è alcun problema…” Il tono dello spadaccino era divertito… “Alla peggio…
dirò di non ricordarmene…”
“Io
non metterei a repentaglio la mia vita in modo così stupido, sai…?”
Lo
spadaccino ridacchiò. “Di QUESTA frase vedrò di ricordarmi…”
Chissà…
chissà se Derek aveva immaginato come sarebbe andata a finire, impedendo a suo
fratello di tornare con lui… forse… probabilmente… si trattava solo di un
illusione piuttosto stupida, visto il tipo di persona… però era bello pensare…
che potesse averlo fatto… per la felicità (modestamente…) di Gourry… una
stupidaggine… ma nessuno poteva impedirmi… di sperarlo…
“Lina…”
Mi apostrofò lo spadaccino, a bassa voce… “E… per quella faccenda… del tuo
ritorno a Zephilia…?”
Sogghignai.
“Te ne ricordi ancora…? Che miracolo…”
“Lina…”
Ridacchiai.
“La sai una cosa, Gourry? Io… non credo che mi fermerò… non credo che mi
fermerò mai…”
Lo
spadaccino sospirò. “Questa… è una buona notizia…”
Le
musiche della festa stavano già cessando di risuonare nell’aria fresca della
notte estiva di Miilun… i fuochi già cominciavano a spegnersi, mentre
l’oscurità avanzava… ma anche fra le tenebre più accecanti… ormai sentivo che
la mia luce mi era accanto… e l’avrei tenuta ben stretta… perché era ciò che di
più importante avevo…
Una risposta interessante… nipote…
…
…
…
Quando
mi svegliai, la luce insistente dell’alba di Miilun parve voler offendere i
miei occhi…
‘Uuuuuuuuuuh…
ci siamo addormentati qui…?’
Il
mio corpo era avvolto da un piacevolissimo tepore… fatta eccezione per il mio
naso, esposto all’aria del mattino, da cui pensai per un attimo di poter vedere
pendere delle stalattiti… Tuttavia mi bastava spostare lievemente il braccio,
per sentire come il mio mantello fosse totalmente impregnato della rugiada
della notte… forse… per le mie ossa non era stata un’ottima scelta, quella di
fermarsi lì…
“Ma
guardala… ed io che mi stavo preoccupando per lei…”
Spalancai
gli occhi. Un’ombra era improvvisamente calata a privarmi del mio sole
mattutino… Un’ombra dalla forma terribilmente familiare…
“Ve
la state prendendo comoda… o sbaglio?”
“Zelgadiss!!!”
Colta di sorpresa, raccolsi tutta la mia dignità, nel tentativo di rialzarmi…
Ma il braccio dello spadaccino, che ancora mi cingeva la vita, mi impedì
qualsiasi movimento… con il risultato che ricaddi sul biondo addormentato con
un tonfo pauroso, che tuttavia parve non turbare minimamente il suo sonno…
“Gourry, accidenti a te!!!” Sbottai rossissima in
volto...
La
chimera mi rivolse un sorriso, al colmo del divertimento… “Oh, ma fate con
calma… volevo solo avvisarti, Lina, che questa mattina Amelia, Sylphiel ed io volevamo
partire, ma non immaginavo che Gourry fosse con te… non volevo certo disturbare
i due piccioncini…” Il suo ghigno si allargò.
“PICCIONCINI
UN ACCIDENTE!!!” Aaaaaaaaah, quel maledetto si stava vendicando di quello che
lo avevo costretto a fare per uscire dal sotterraneo!!! Non lo avrei mai
perdonato!!! “Gourry, dannazione, apri quegli occhi!!!”
Lo
spadaccino, scosso improvvisamente dal suo sonno, batté le palpebre un paio di
volte, per mettere a fuoco il mio volto… e quindi…
“Uh…
nonna… solo altri cinque minuti…”
“COME
MI HAI CHIAMATO????????????”
“Ok,
ok…” La chimera ridacchiò, agitando la mano in segno di noncuranza… “A questo
punto direi che ve la lascerò sbrigare da soli…” Era da tempo… che non lo
vedevo così divertito… “Noi altri siamo alla locanda… raggiungici… appena avrai
finito di sventrarlo…” Con un ghigno, da orecchio a orecchio, la chimera si
allontanò, lasciandomi fumante di rabbia, accanto al mio compagno…
“Uh…
Lina…” Lo spadaccino mi lasciò andare, per prendersi la testa fra le mani…
Allungando
la mano, rimossi le dita dai suoi occhi, e gli rivolsi la peggiore delle mie
occhiate… “E così ora mi riconosci, mmm…?”
Gourry
sospirò… “Bé… non vedo chi altri potrebbe mettersi ad urlare in quel modo, di
prima mattina…” Un lieve sorriso… gli si disegnò sulle labbra…
“Cervello
di medusa…” Sospirai, a mia volta. “Coraggio, gli altri ci aspettano… senza
contare che al momento ho decisamente FAME…” Stiracchiandomi, mi alzai in
piedi.
Lo
spadaccino, alle mie spalle, mi imitò, ripulendosi dall’erba che gli si era
attaccata ai pantaloni… Quindi, quando già mi stavo avviando lungo il sentiero
che discendeva lungo la pendice della collina… “Ehi… Lina…” Mi apostrofò.
“Che
c’è…?” Mi voltai, battendo le palpebre.
Ma
Gourry non mi rispose. Si limitò a raggiungermi e… imprevedibilmente ,
inaspettatamente, si chinò per darmi un bacio.
‘Eh?’
Non
fu molto lungo, per la verità… non ebbi nemmeno il tempo di reagire in qualche
modo…
…ma
quando si allontanò da me, restammo per qualche secondo, in piedi, a fissarci…
Battei
le palpebre… “Bé?” Chiesi, interdetta… che gli prendeva, adesso…?
Lo
spadaccino tirò un profondo sospiro di sollievo. “Ah, bene…” Replicò in tono
decisamente sollevato. “Se si fosse trattato solo di un sogno… ora sarei già
morto…”
Ed
una GROSSA goccia di sudore scese lungo la mia tempia…
“Accidenti
a te…” Potei solo commentare… “Per un momento ho pensato che ti fossi scordato
tutto…”
Lo
spadaccino si avvicinò nuovamente e mi stampò un bacio affettuoso sulla fronte…
“Oh, no… ci sono cose che non potrei mai dimenticare…” Replicò, in tono
allegro. “… Anch’io ci tengo a sopravvivere, sai…?”
Venti
minuti dopo, ci trovavamo di fronte alla locanda, pronti per i saluti…
Le
braccia piene del cibo che mi ero fermata ad acquistare in una bancarella sulla
strada, mi guardai attorno, studiando perplessa i volti dei miei compagni di
viaggio… mancavano due persone, all’appello…
“Derek
–san è partito questa mattina all’alba, Lina –san…” Mi spiegò, Sylphiel, che mi
si era avvicinata, sistemando i legacci della borsa che portava in spalla… La
ragazza aveva deciso all’ultimo momento di tornare insieme ad Amelia verso la
città di Sailune, e stava radunando le sue cose in tutta fretta, per evitare di
ritardare la partenza della principessa… “Ha detto che aveva già parlato con
Gourry e non voleva incontrarlo…” Mi lanciò un’occhiata… “Però…”
Sollevai
lo sguardo sullo spadaccino, che stava aiutando Zel a caricare alcune borse sui
cavalli che gentilmente la guardia reale di Sailune aveva concesso ai nostri
amici… offerta che io e Gourry avevamo declinato… da viaggiatori senza meta che
eravamo, i nostri piedi erano più che sufficienti…
“Io…
credo che sia tutto a posto, Syplhiel…” Replicai. Ero convinta di quanto
sostenevo… non potevo pensare che a Gourry facesse piacere che suo fratello se
ne fosse andato senza una parola di saluto… ma lo spadaccino quella mattina era
calmo e sereno… lo stesso Gourry che avevo sempre conosciuto prima dell’arrivo
a Miilun…
“Ma…”
Iniziò la sacerdotessa.
“E
Amelia che fine ha fatto, Sylphiel…?” La interruppi. “Da quando sono arrivata
qui non la ho vista da nessuna parte…” Mi guardai attorno, nuovamente…
“Amelia
è andata a congedare la Guardia Reale…” Fu Zel a rispondermi. Lui e Gourry si
erano avvicinati alle mie spalle, i cavalli ormai pronti…
Sylphiel
annuì. “Ha detto che doveva dare alle guardie qualche ultimo ordine, prima di
lasciarle andare… ma credo tornerà presto…” Rivolse un sorriso, a me e Gourry.
“Se volete posso andare a chiamarla per voi, mentre vi sistemate…”
Ricambiai
il sorriso. “Grazie, Sylphiel, sei gentile…” Mi rivolsi alla chimera, con aria
interdetta. “Ma perché Amelia avrebbe deciso di non tornare insieme alla sua
scorta…?”
Zelgadiss
si strinse nelle spalle. “Ha deciso che preferisce non essere scortata da un esercito
di guardie che la farebbero riconoscere ad ogni angolo, e fare il viaggio con
Sylphiel e me, come la volta scorsa…”
Inarcai
un sopracciglio, con un sogghigno. “Oh… a quanto pare qui QUALCUNO ha deciso di
tornare a Sailune…”
La
chimera mi indirizzò un’occhiataccia. “Le accompagno e basta, Lina… le
accompagno, e poi… si vedrà…” Fece spallucce.
Gli
sorrisi. “Si vedrà cosa?”
La
chimera sospirò. “Credo… di dover dare un po’ di ordine alla mia vita…” Si
strinse nelle spalle. “E di dover pensare definitivamente a che cosa voglio
fare… per questa faccenda della cura…”
Già…
Zel doveva essere perfettamente consapevole… di quanto scarse fossero le sue
possibilità di ritrovarla, ormai…
“Nessun
rimpianto, Zel…?” La mia espressione era seria, ora…
La
chimera mi fissò, per un secondo. Quindi scosse la testa. “E’ andata a questo
modo… perché era l’unica soluzione possibile…” Incrociò le braccia al petto. “E
poi…” Proseguì. “…c’è una cosa, di cui mi sono reso conto, in tutta questa
faccenda…” Mi rivolse un’occhiata… gentile… “Non sono l’unico… ad avere
problemi… il mondo è PIENO di problemi… anche se…” Sogghignò. “Dovete
concedermi che io risalto… per il mio fascino da eroe tragico…”
Una
goccia di sudore scese lungo la mia guancia… “Se hai voglia di fare dello spirito
non devi stare poi tanto male, Zel…”
La
chimera ridacchiò. “In realtà… penso solo che sia ora di finirla di piangermi
addosso… se cominciassi a godermela un po’ di più, forse… la mia vita da
chimera comincerebbe ad apparirmi decisamente migliore…”
Sorrisi.
Sapevo che quella non era una rinuncia… e mi faceva piacere… sentire da lui
quelle parole…
“Alla
peggio, se cambi idea, basterà fare qualche ricerca nell’albero genealogico di
Lina, Zel…” Una mano mi batté lievemente sulla testa. “Voglio dire, non può
essere UN SOLO parente, se è ridotta a questo modo…”
Rivolsi
un’occhiataccia al colpevole. E il maledetto era serio, mentre diceva quelle
cose… “Gourry… DIECI MINUTI…ti chiedo
solo DIECI MINUTI senza stupidaggini…”
La
chimera ridacchiò… “E tu, Gourry?” Passò lo sguardo da me allo spadaccino...
“Nessun rimpianto? Perché ho idea che tu ti sia preso una bella gatta da
pelare…”
Rivolsi
la PEGGIORE delle mie occhiate allo sciamano, arrossendo come un peperone. “A
CHE COSA TI STAI RIFERENDO???”
La
chimera ghignò. “A nulla di particolare… perché, ti sei sentita chiamata in
causa…?”
Accidenti
a lui!!!!!!!!!!!!!
Anche
lo spadaccino ridacchiò. “Immagino…” Mi fissò. “…che il gioco valga la
candela…” Concluse poi, rivolgendomi un sorriso…
Inarcai
un sopracciglio, con un sogghigno. “Un consumo di cera indubbiamente prezioso,
il tuo, Gourry Gabriev… attento a non scottarti…”
“Non
credo.” Replicò il mio amico, con calma. “Ormai ho fatto troppo il callo alle
Palle di Fuoco…”
E a
quella replica io ed i miei amici ci guardammo reciprocamente in volto… e
scoppiamo a ridere come tre cretini… Fino alle lacrime… fino a che non mi
sembrò che il mio stomaco volesse uscirmi dalla bocca, per i sussulti…
Amici…
Non avrei trovato altre persone… con cui gioire a quel modo…
“Ehi…
che prende, a voi tre…?”
Battei
le palpebre, volgendo le spalle per incontrare… “Amelia!!!”
La
principessa mi sorrise. “Lina –san… è giunto il momento, eh?”
Annuii.
“Decisamente… e, personalmente, ho idea che non vorrò rivedere questa città per
un po’ di tempo…”
A
quell’affermazione, Amelia si accigliò. Eh…? Che le prendeva…? “Lina –san…”
Iniziò la mia amica in tono contrariato… “… il fatto che tu non voglia tornare
a Miilun NON SIGNIFICA che dobbiamo perderci di vista, capito??? Se io ho retto
alla energia del Caos, tu potrai anche resistere per una settimana fra le mura
impestate di Magia Bianca della mia città…” Condì l’affermazione con
un’occhiata minacciosa che ricordava una delle mie…
Scossi
la testa, con un sorriso… Amelia… “D’accordo, d’accordo…” Agitai la mano,
mascherando alla meglio il sogghigno che si stava allargando sul mio volto… “Ma
sappi che le cucine reali dovranno essere PRONTE ad accogliermi…”
Un’espressione
di puro terrore si disegnò sul volto della principessa… “Uh… cercherò di tenerlo
presente…” Commentò con voce un po’ tremolante…
“Povera
Amelia… è brutto ereditare un regno senza più risorse finanziare…” Commentò una
voce alle mie spalle…
Ed
io non evitai un calcio nello stinco allo spadaccino fautore di quella poco
delicata osservazione…
“Amelia…”
Esordì Zelgadiss… “Quando vuoi andare, i cavalli sono pronti…”
La
principessa sorrise alla chimera. “Grazie, Zel… non vedo l’ora di arrivare a
casa…” Ci rivolse un ultimo sorriso… “Allora…”
“…
a presto…” Terminai per lei, stringendola in un abbraccio…
“E
voi due… voi due che farete…?” Zel ci squadrò, l’ormai perenne sorriso alla
Xellos stampato sul volto…
Gourry
ed io ci scambiammo un’occhiata… ma fui io a rispondere. “Domanda sprecata
Zel…” Gli strizzai l’occhio. “Come al solito… non ne abbiamo la più pallida
idea!”
La
chimera sorrise. “Qualunque cosa sia…” Fece spallucce… “Spero che ci faccia
rincontrare presto…” Ci pensò un po’ su… “Ok… se riguarda qualche Signore dei
Demoni magari no…”
Gli
sorrisi. “Sarai il primo della lista, Zel…” Mi limitai a commentare…
Quella
che suonava DECISAMENTE come una minaccia…
In
silenzio, Gourry ed io restammo a guardare i nostri compagni allontanarsi… Solo
quando furono spariti all’orizzonte, mi decisi a prendere la parola…
“Che
aspetti…?” Strizzai l’occhio allo spadaccino, dandogli una sonora pacca sulla
schiena. “La marcia aspetta anche noi, forza!”
“Ehi,
ehi…” Una mano posta sulla mia testa frenò il mio entusiasmo. “E allora, dov’è
che andiamo questa volta?”
Una
goccia di sudore scese sulla mia tempia. “Ho appena risposto alla stessa
domanda da parte di Zel, cervello di medusa, ma mi ascolti quando parlo?”
Il
suo volto si avvicinò al mio, un ampio sorriso stampato sopra. “Oh, certo che
ti ascolto, Lina, ma la frase con cui hai risposto a Zel è stata pronunciata
con l’espressione del tipo ‘nella mia chioma rossa sta frullando qualche idea
MOLTO avventata di cui non posso ancora metterti al corrente…’” Mi diede un
lieve bacio sulla punta del naso, che ovviamente mi fece arrossire… era inutile,
non ci avrei mai fatto l’abitudine…
“Uh,
uh…” Mi grattai la testa. “Effettivamente… una mezza idea circa la nostra
destinazione ce l’avrei… un certo posto di cui Zel mi ha parlato…anche se non
ne sono pienamente convinta… perché ho idea che per noi umani si tratti di un
luogo piuttosto pericoloso…” Già… il Confine… un luogo misterioso… ma
decisamente interessante, alle orecchie di un mago…
Lo
spadaccino sorrise. “Il luogo migliore in cui andare a ficcare il naso,
insomma…”
Gli
rivolsi un’occhiataccia… “Apprezzo molto la tua ironia… davvero…” Sospirai. “Ad
ogni modo…” Mi strinsi nelle spalle. “Suppongo che potremo anche decidere
strada facendo…” Gli strizzai l’occhio.
“Come
sempre…” Annuì lo spadaccino.
“Come
sempre.” Confermai, con un sorriso.
Alcune
porte ci si erano chiuse alle spalle, altre aprivano strade immense di fronte a
noi… ma non avevo più paura di perdermi… qualunque cosa fosse accaduta, adesso
sapevo a cosa appigliarmi… appigliarmi, senza fermarmi… perché la vita
continuava… e così la speranza… la speranza che, di quel fiore meraviglioso che
si trovava di fronte a me, alla fine del viaggio…