Il successore

di SonLinaChan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 6: *** Capitolo sei ***
Capitolo 7: *** Capitolo sette ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Una splendida mattina di inizio estate…

Altra fic rimessa sulla rete, seguito del Sigillo del Caos… Spero vi piacerà! ^^ Commenti e suggerimenti sono sempre graditi!

 

Il successore

By Son-Lina-chan

 

Capitolo primo: Alla ricerca del saggio perduto!

 

Una splendida mattina di inizio estate…

La brezza posava le sue ali delicate sulle foglie degli alberi… Il frusciare delle piante, il sommesso mormorare di un ruscello nascosto nel verde… Una melodia arcana, che accompagnava la sacra quiete di quel luogo. Il tempo sembrava essersi fermato in quell’angolo di paradiso… Nulla avrebbe potuto turbarne la pace…

 

“PALLA DI FUOCO!!!!!!”

 

Ok, QUASI nulla…

 

Camminavamo in quel bosco da diversi giorni, ormai. Avevamo seguito una mappa che avevamo trovato in possesso di alcuni banditi… Ora, non biasimatemi per questo… Quei malviventi non avrebbero potuto farsene nulla, no?

 

 

…Bè, almeno non nelle condizioni in cui li avevo lasciati…

 

“Avanti, Lina, non è il caso di prendersela a questo modo, giusto?” Il mio compagno di viaggio cercò inutilmente di calmarmi. “Dopotutto quei banditi sono fuggiti quasi subito, non ci hanno rallentati molto… E pensa che stavolta nessuno ha fatto commenti sul tuo seno piatto, per quanto sia evidente…”

Sentii la vena sulla mia fronte gonfiarsi in modo pericoloso, e a malapena evitai da scagliare un’altra Palla di Fuoco, stavolta contro di lui… Dopotutto, trovandoci in una foresta, era meglio evitarlo il più possibile, come usava ricordare una certa chimera…

 

“NON ti conviene fare certi commenti quando sono così alterata, Gourry, in quattro anni questo dovresti averlo imparato persino tu…”

“Ehi… Cosa vorresti dire… con persino tu…?”

Ignorai la sua domanda. “E poi, non parlare come se la cosa non ti riguardasse… Siamo qui per la tua spada, ricordi?”

Lo spadaccino si grattò la testa. “Sì, sì hai ragione… Però, Lina… Secondo ciò che dice la mappa ormai dovremmo già essere arrivati, no?”

 

Aggrottai le sopracciglia, estraendo la consunta pergamena da una delle tasche del mio mantello e gettandole una breve occhiata. “E’ proprio questo che mi preoccupa… La casa di quel Kentar- sama doveva trovarsi nel mezzo di questa foresta sacra, secondo quanto ci ha detto la popolazione del luogo… Comincio a temere che abbiamo già sorpassato il bivio che avrebbe dovuto portarci da lui… In questo caso non avremmo sufficienti provviste per addentrarci nella foresta nuovamente e cercarlo… Ci toccherebbe uscire dal bosco per procuracene altre, e poi riprendere la ricerca da capo… Una bella seccatura…”

“Cosa ti fa pensare che abbiamo già passato il bivio, scusa?” Il mio amico aveva un’aria decisamente perplessa.

Sospirai. “Gourry… Siamo stati appena attaccati da dei banditi…”

Mi fece un sorriso. “Già, questo me lo ricordo…”

Presi un altro PROFONDO respiro. “Dei banditi, o delle persone animate da cattive intenzioni, non potrebbero addentrarsi in una foresta sacra, almeno non senza sfruttare qualche incantesimo o talismano molto potente, giusto? La magia del luogo li respingerebbe…”

“Lo so, è lo stesso motivo per cui la tua Magia Nera è più debole qui, no? Se fossimo venuti con l’intenzione di compiere qualcosa di male non saremmo riusciti a proseguire oltre un certo confine, giusto?”

Annuii. “E quelli erano ladri comunissimi. E’ improbabile che avessero poteri sufficienti per spezzare un sortilegio di questo tipo…”

Annuì, a sua volta. Stranamente, aveva capito la mia spiegazione…

Ci fu un momento di silenzio…

 

“E quindi… Perché pensi che abbiamo superato il bivio?”

 

“FLARE ARROW!!!!”

 

 

Quella ricerca stava diventando piuttosto esasperante. Sei mesi prima, quando avevamo lasciato Miilun con l’intenzione di trovare un modo per fondere i poteri rimasti della semi distrutta Blast Sword a quelli della Spada di Luce, pensavo che raggiungere il nostro obiettivo sarebbe stata un’impresa relativamente semplice. Incantesimi di quel tipo erano pane per i denti di qualsiasi esperto di armi magiche… Tuttavia, le cose erano state inevitabilmente rese più complesse dal fatto che ci trovavamo di fronte a due fra le armi più potenti che uno spadaccino potesse impugnare. Il potere che racchiudevano era grande, troppo difficile da gestire, a meno di non possedere una tecnica e poteri eccezionali. Ci voleva un armaiolo magico molto esperto, per trattare con oggetti del genere… Senza contare che non potevamo fare affidamento su tecniche sperimentali e poco sicure, forse le uniche che avrebbero potuto sortire qualche risultato… Non potevo permettermi di rischiare di fare qualche danno alla spada di Gourry, soprattutto ora che l’aveva ritrovata dopo tanto tempo…

Lo sapevo benissimo quanto ci teneva…

Oh, ma OVVIAMENTE non era questo che mi interessava… E’ che quella spada apparteneva a me, in realtà… Cercare di non rovinarla era nei MIEI interessi… hm…

In quel momento ci trovavamo a Southern. Ci era giunta voce che in una foresta poco a Sud della capitale vivesse una specie di eremita, esperto d’armi… Si diceva in giro che fosse lui l’uomo a cui duecento anni prima si erano rivolti i maghi della contea di Lookrod… il mitico fabbro che aveva forgiato la lancia sacra che aveva permesso di distruggere il drago che da un millennio infestava le loro terre… La sua esperienza avrebbe potuto essere preziosa per noi… Sempre che riuscissimo a trovarlo…

 

 

Il mio amico era riuscito miracolosamente ad evitare il mio incantesimo (eh, eh, come avrebbe fatto a tenere in allenamento i suoi riflessi, senza di me?), che era andato a schiantarsi contro una grossa roccia, mandandola in frantumi… Per fortuna non avevo fatto incendiare la foresta…

 

Mi parai di fronte allo spadaccino, con un sogghigno. “Vedi? Ecco la spiegazione… Se ci sono i banditi e i miei poteri hanno ripreso a funzionare nel modo che hai appena visto, significa che abbiamo raggiunto il limitare della foresta…”

Il mio amico mi lanciò un’occhiataccia. “Grazie mille, molto esauriente…” Sospirò. “Forse avremmo dovuto prevedere che sarebbe accaduto…”

 

Battei le palpebre. “Di che parli?”

 

Fece spallucce. “Del fatto che non abbiamo raggiunto il cuore della foresta…”

 

Assunsi un’aria interrogativa. “Perché dici… che avremmo dovuto aspettarcelo…?” Forse nel paese dove ci eravamo fermati prima di addentrarci nel bosco gli avevano dato qualche informazione in più rispetto a quelle che io avevo ottenuto, e si era dimenticato di riferirmela…?

 

“Voglio dire… Se i malvagi vengono respinti era prevedibile che ti sarebbe stato impedito di penetrare nella foresta…”

 

“DIRE…”

Il mio amico indietreggiò coprendosi il volto con le braccia… “STOP! Lina, calmati, stavo solo scherzando!!!!!”

“…BRAND!!!!” Il mio incantesimo colpì in pieno i banditi che si stavano avvicinando alle sue spalle.

 

“Oh…” Fece lo spadaccino, guardandoli mentre diventavano puntini lontani nel cielo… “Questa zona è veramente infestata dalle bande di ladri…” Si grattò la testa. “Poveretti… Lasciati dire che ultimamente sei un tantino irascibile…” 

 

Sospirai. “Non prendere le parti dei banditi…” Risposi fiaccamente, lanciandogli un’occhiataccia.

Mi sorrise. “E’ meglio muoversi, o saremo attaccati ancora…”

“Hm…” Ripresi in mano la pergamena, che ormai conoscevo a memoria… “Ma mi piacerebbe sapere in QUALE direzione… Se solo non fosse così poco chiara…” Non si trattava di una vera e propria mappa, era piuttosto un insieme di test ed indovinelli, con scarse indicazioni sui luoghi ed i sentieri da percorrere. Sul bordo superiore spiccava una scritta in caratteri dorati: “Solo i valenti onoreranno la mia dimora”. Vale a dire, ‘se devi proprio venire a disturbarmi, vedi almeno di guadagnartelo’… Mi veniva il dubbio che il nostro armaiolo, sedicente saggio, avesse messo apposta in circolazione quella pergamena per farsi beffe dei malcapitati che avevano intenzione di servirsi per qualche motivo della sua arte… Del resto, senza bisogno di una mappa così sibillina, avrebbe potuto pensarci anche solo la foresta sacra a tenere lontani coloro che ‘non meritavano’ il suo aiuto…

 

Con MOLTA fatica eravamo riusciti a decodificare la pergamena a sufficienza per comprendere di dover seguire il torrente che attraversava la foresta. Il piccolo sentiero che avevamo percorso avrebbe dovuto portarci ad un bivio, che tuttavia non avevamo mai incontrato. Secondo i miei calcoli, a quel punto dovevamo trovarci a meno di un chilometro da limitare della foresta, il che significava che dovevamo avere sbagliato in qualcosa. Era FRUSTRANTE. Desideravo ARDENTEMENTE un po’ di civiltà… Non ne potevo più di vedere solo alberi e rocce attorno a me…

 

“Ehi, Lina, dai un’occhiata laggiù…” Alzai lo sguardo e lo indirizzai nella direzione indicata dal mio amico. A una certa distanza da noi, al di là del ruscello, il sentiero parallelo a quello che stavamo seguendo si biforcava nella forma strana che era indicata nella piantina… Con uno dei due bracci che moriva nell’acqua e l’altro che si allontanava nell’ombra all’interno della foresta… Poteva essere quello che stavamo cercando…? Lanciai una nuova occhiata alla mappa.

“E’ strano… Se si tratta del bivio che ci interessa, perché si trova così lontano dal cuore della foresta…?”

“Bè… La strada che dobbiamo seguire è quella che si addentra di nuovo nel bosco, no? Forse percorrendola torneremo sui nostri passi, verso il centro…” Osservò il mio compagno.

“Già, ma noi siamo partiti a est, dal villaggio di Himit, ricordi? Qui ci troviamo praticamente dalla parte opposta della foresta… Avremmo potuto semplicemente aggirarla, e iniziare le nostre ricerche dal limitare ovest… Se questa è davvero la nostra strada, che senso ha il percorso che la mappa ci ha fatto seguire? Comincia a venirmi il dubbio che quello che ha disegnato la pergamena sia un buffone che si diverte a spese dei visitatori…” E la cosa mi dava piuttosto sui nervi, sinceramente…

 

Il mio amico ed io ci scambiammo una lunga occhiata. Quindi, feci spallucce. “Bè, visto che l’unica alternativa sarebbe tornare a Himit e ricominciare tutto daccapo, direi che vale la pena di andare a dare un’occhiata…”

Lo spadaccino mi batté gentilmente una mano sulla testa. “Ai suoi ordini, madama…” Rivolgendomi un mezzo sorriso, mi superò, in direzione del ruscello.

Lo seguii, mascherando un sorriso. Se non fosse stato per la sua compagnia, con una missione così esasperante, avrei davvero rischiato un esaurimento nervoso…

 

Il sentiero, effettivamente, realizzava una brusca svolta, anche se sembrava più proseguire costeggiando il limitare del bosco, che addentrandovisi. Ma questa era solo una mia impressione, probabilmente, perché ben presto, fra le innumerevoli curve e deviazioni che fummo costretti a seguire, persi completamente l’orientamento. Non so esattamente quanto camminammo… So solo che quando raggiungemmo la nostra meta il sole aveva già percorso buona parte del suo arco nel cielo, e il mio stomaco brontolava in maniera pericolosa…

 

La vegetazione si era fatta gradualmente meno fitta, fino a quando ci eravamo ritrovati in una piccola radura, al cui centro si ergeva una malridotta abitazione, rischiarata dai raggi del sole morente. Sui lati, attrezzi da giardino sparsi, un pittoresco pozzo decorato da incisioni (del resto, dovevamo essere piuttosto lontani dal torrente, da un pezzo non sentivo il suo gorgogliare…) e una strana configurazione magica, formata da pilastri di pietra coperti di rune… L’insieme aveva un’aria di…vissuto… Non comprendevo perché, ma mi sembrava stranamente familiare…

 

“Lina… Sembra che qui in giro non ci sia nessuno…” Il mio amico si guardò attorno, perplesso. Però… dove poteva essere andato un eremita circondato per chilometri solo da alberi e vegetazione?

“Forse il nostro ‘ospite’ si è allontanato nella foresta per cercare ingredienti per i suoi incantesimi… Immagino che la zona qui attorno gli fornisca un bel ‘campionario’ naturale…” Strizzai l’occhio al mio compagno. “Ad ogni modo, proviamo a bussare. Chissà, magari sta solo dormendo… Ho una gran fame e non mi sorride proprio l’idea di starmene qua fuori ad aspettare…” Anche se si trattava di un eremita, avrebbe avuto almeno la buona creanza di offrirci qualcosa da mangiare, no?

 

Mi avvicinai alla porta e solo allora notai un foglietto di carta appeso, in precario equilibrio, alla maniglia…

 

… ‘Torno subito’…

  

 

Emisi un sospiro esasperato. “Ci sta prendendo in giro…???” Staccai il messaggio, e lo gettai nel pozzo con un gesto stizzito.

“Oh… Si vede che è uscito un attimo…” Fece il mio amico, con una alzata di spalle.

“Gourryyyyyyyyy! In quale mondo un eremita che vive isolato da tutto e da tutti scrive sulla sua porta ‘torno subito’? Non è mica un negoziante!!! Questo tizio deve essere veramente strano!”

Lo spadaccino si grattò la testa. “Bè, scusa, ma tu che cosa avresti scritto al suo posto?”

 

Ci fu un momento di silenzio. Dato che non avevo trovato nulla di intelligente da replicare, e che quella conversazione stava scivolando nell’assurdo, decisi di cambiare discorso.

“Bè, ad ogni modo… A prescindere dal fatto che sia logico o meno, immagino che l’unica cosa da fare sia aspettare…” Scaricai per terra la grossa borsa che mi pendeva ormai da tutto il giorno, come un macigno, sulle spalle. Perché i banditi hanno sempre dei bottini così pesanti?

“Gourry, cerca nella boscaglia qualche ramoscello secco per il fuoco, da queste parti anche le serate estive sono fredde…” Presi a cercare fra le mie borse il bricco in cui eravamo soliti far bollire l’acqua quando ci trovavamo sulla strada.

“Cosa fai?… Le provviste sono finite…”

“Lo so, lo so, ma se troviamo qualche erba commestibile potrebbe venirne fuori una zuppa… Vicino a questa stupida radura non c’è nemmeno un torrente per pescare… Ho talmente tanta fame che addenterei il primo essere fatto di carne che mi capita a tiro…”

Non so se consapevolmente, ma il mio amico si fece indietro di qualche passo…

“… comunque, non credo che quello sia andato troppo lontano… Appena torna dovrà offrirci come minimo la cena…”

“Speriamo… E’ da stamattina che non tocchiamo cibo…”

Ci scambiammo un’occhiata… ed entrambi sospirammo. Saremo anche stati dei ‘senza fissa dimora’, ma se c’era una cosa che entrambi detestavamo era restare senza almeno due buoni pasti al giorno…

 

“Ma sei certa che quel Ken –come diavolo si chiama- sama non se la prenderà se gli accendiamo un falò nel bel mezzo del giardino…?”

“Bè, tanto peggio per lui… Avrebbe fatto meglio a restarsene a casa invece che mettersi a gironzolare a quest’ora…”

Il mio amico mi fissò per un po’, inarcando un sopracciglio, quindi sospirò e prese a fare quello che gli avevo detto… Eh, eh, immagino che avesse capito che non è il caso di mettersi a discutere con me, quando ho fame…

 

Mi avvicinai anch’io alla boscaglia. Il sole era ormai quasi del tutto tramontato ed era meglio sbrigarci, per sperare di trovare qualcosa in quella vegetazione così fitta. Le ombre avanzavano rapide e, irrazionalmente, avevo l’impressione che sarebbero state capaci di oscurare anche un mio Lighting… Non so perché, ma quella foresta, anche se si trattava di un bosco sacro, mi inquietava un po’… Per lo meno, quella sera…

 

Ignorando i brividi che mi correvano lungo la schiena, mi strinsi nel mantello e mi addentrai per qualche metro fra le ombre del bosco, infilandomi in tasca un po’ confusamente tutte le erbe che mi sembravano familiari e ripromettendomi di controllarle meglio di fronte al fuoco…

Non mi ero allontanata troppo dalla debole luce che ancora rischiarava la radura… quando li vidi.

 

Due occhi, rossi come il fuoco… e DELIBERATAMENTE  fissi su di me. Anche se il loro proprietario era nascosto nell’ombra, di una cosa potevo essere certa: non avevano NULLA di umano.

 

Normalmente, la mia reazione istintiva sarebbe stata lanciare un paio di Palle di Fuoco, ma, forse per l’atmosfera tetra, lo spavento improvviso mi lasciò completamente paralizzata. Solo una cosa mi venne spontanea in quel momento…

 

“GWAAAAAAAAHHHHH!!!”

 

… Gridare.

 

“LINA! Lina, dove sei?” Al suono della voce del mio compagno, la strana apparizione svanì, all’improvviso, così come era comparsa. Che diavolo…?

 

Lo spadaccino mi raggiunse, con la spada alla mano, e mi trovò che ancora fissavo il vuoto di fronte a me.

“Lina… Cos’è successo…?”

“Mi è… Mi è sembrato di intravedere qualcosa fra gli alberi… Mi sono presa… un colpo…”

“Un… demone?” Chiese il mio amico, perplesso.

Scossi la testa. “Non ne ho idea… Era buio, può anche darsi che io mi sia sbagliata…” Con la scomparsa di quella creatura, era sparito anche l’irrazionale timore che aveva portato con sé… Era strano… Non mi era mai capitato di provare qualcosa di simile di fronte a nessun essere, per quanto spaventoso… Tranne che di fronte a mia sorella, ovviamente…

“Che dici, sarà stata un’allucinazione nata dalla fame…?” Azzardò il mio amico, con un mezzo sorriso… Un sorriso che gli si congelò immediatamente sulle labbra, quando mi vide in volto. Non dovevo avere una bella espressione… “Lina… Sei sicura di stare bene…?”

 

Senza rispondergli, fissai per un altro momento il buio. Nulla… Era stato il nulla… a terrorizzarmi a quel modo…?

 

Insomma! Non era da me lasciarmi spaventare così tanto da qualcosa di cui non conoscevo nemmeno la natura! “Sì… Sì… SI’, sto bene, accidenti! Qualsiasi cosa fosse, non le permetterò di rovinarmi ancora la serata!” Lanciai uno sguardo ai miei piedi. “Guarda che disastro! Per la paura, quella cosa mi ha fatto cadere tutte le erbe che tenevo in mano! Spero proprio per lei che si trattasse di una allucinazione, perché sto cominciando a prenderla in considerazione come ingrediente per la mia cena…”

 

Una goccia di sudore scese lungo la tempia del mio amico. “Uh… Ti riprendi in fretta, eh?”

Gli rivolsi un sogghigno. “Avanti, dammi una mano a raccogliere questa roba, o verremo sorpresi dalla notte senza aver acceso il fuoco… Che strano, però… Kentar-sama non è ancora tornato…”

Lanciai una nuova occhiata nel buio. Qualunque cosa fosse stata, le ombre la avevano divorata…

‘Speriamo solo che ora siano sazie…’ mi trovai, con sorpresa, a pensare…

 

 

Dopo la nostra MISERA (e anche quello avrei fatto pagare al padrone di casa, quando si fosse fatto vivo…) cena, sedemmo per un po’ di fronte al fuoco, in attesa. L’armaiolo, tuttavia, non sembrava accennare a comparire…

 

Con la testa sprofondata fra le ginocchia, riflettevo in silenzio sugli avvenimenti della serata. Se in giro per quel bosco c’era davvero qualche strana creatura, poteva anche darsi che all’uomo che aspettavamo fosse successo qualcosa… Del resto, il fatto che fosse esperto d’armi non significava necessariamente che fosse in grado di difendersi, se attaccato da qualcuno di sufficientemente potente…

 

Ma pensandoci bene, a rigore di logica, qualunque cosa fosse ciò che avevo visto, non avrebbe potuto trattarsi di un essere maligno… Ci trovavamo ancora nel bosco sacro…

Forse, però… un demone abbastanza forte…

 

Scacciai immediatamente dalla mia mente quel pensiero. Doveva essersi trattato di un animale selvatico, ecco tutto. Un animale che era fuggito, più spaventato di me, dopo il mio grido e quello di Gourry…

 

…Ma -mi chiesi- avevo mai visto un animale selvatico fissare a quel modo una persona…?

 

 

“Lina… Ehi, Lina?” Sussultai, quando una mano si posò gentilmente sulla mia spalla…  Le mie riflessioni dovevano essere lentamente scivolate verso un inconsapevole dormiveglia, perché non mi ero assolutamente accorta che si fosse avvicinato… E poi, ormai, quando si trattava di Gourry, i miei sensi lo registravano silenziosamente e la mia mente non subiva la minima allerta…

Alzai lo sguardo, per incontrare il suo. Il mio amico mi sorrise… “Stavi dormendo… Scusa…”

 

“Non importa…” Agitai la mano in segno di noncuranza. “Non siamo venuti qui per riposare, no?” Mi stiracchiai, sbadigliando pigramente. “Uuuuhm… Quanto tempo è passato…?”

“Più di due ore dal tramonto, credo… Ormai deve essere quasi mezzanotte…”

MEZZANOTTE?!?!! Accidenti, dovevo averne, di sonno arretrato, per non essermene accorta…

 

Aggrottai le sopracciglia. “A questo punto, credo che si tratti di qualcosa di più che una passeggiata nel bosco… Comincio a sospettare che, per quanto aspetteremo, il nostro armaiolo non si farà vedere…”

“E allora, cosa facciamo?”

“Mi secca rinunciare quando siamo così vicini ad una soluzione, ma del resto non ho la benché minima voglia di trascorrere giorni e giorni in questo posto… E soprattutto, non ho intenzione di cenare un’altra volta con quelle erbe disgustose… Trascorreremo la notte qui… Poi usciremo da questa dannata foresta e cercheremo qualche altra soluzione per la Spada di Luce, che ne dici?”

Il mio amico annuì.

 

Gli feci un sorriso… “Bene… Che ne dici di fare tu il primo turno di guardia? Io credo di avere troppo sonno per accorgermi di qualsiasi nemico che non sia direttamente sotto al mio naso…”

Lo spadaccino fece spallucce. “Non ti preoccupare, preferisco fare il turno di guardia e affrontare i nemici peggiori che dover affrontare TE quando sei troppo stanca per frenare il tuo hobby di lanciare Palle di Fuoco…” Affermò, convinto.

Gli rivolsi un’occhiataccia. “Questo è uno di quei momenti, sai Gourry…? Ti converrebbe evitare certi commenti e non svegliare il can che dorme…”

Il mio amico fece una risata nervosa… “Eh, eh… Ma io scherzavo… Perché non dormi un po’ ora, eh?” Il suo tono si era volutamente addolcito…

“Che attore…” Fu il mio unico commento, accompagnato da un sogghigno.

 

Feci per sdraiarmi e rimettermi a dormire, quando un rumore nella boscaglia mi fece sussultare… Uno schiocco, duro, come di qualcosa che cade da un albero…

… O di un ramo secco, al suolo, che viene calpestato.

“Gourry… Lo hai sentito anche tu…?”

“Di cosa stai…?”

Prima che lo spadaccino potesse terminare la sua domanda, lo strano rumore si fece nuovamente sentire, stavolta più nitido. Il mio amico mise immediatamente mano alla spada, mentre io mi rimettevo a sedere, ora perfettamente sveglia, richiamando alla mente la formula di un incantesimo. Restammo fermi in attesa, probabilmente per qualche minuto, mentre attorno a noi era calato il silenzio più completo. Gli uccelli notturni non viaggiavano più fra i rami, persino il vento sembrava aver messo a tacere la sua voce sibilante…

 

Fui la prima a rompere il silenzio. “Ci siamo… sbagliati?”

“Può darsi che si trattasse di un coniglio selvatico…”

“Un coniglio selvatico che si aggira vicino ad un fuoco acceso, e a quest’ora?” Chiesi, scettica.

“Qualunque cosa fosse, sembra che se ne sia…” Cominciò il mio amico… senza fare in tempo a terminare.

Un fruscio di cespugli, e la creatura gli era addosso.

 

“Attento!!!” Spingendo il mio compagno di lato, recitai la formula che avevo trattenuto fra le dita. “DIEM WIND!!!” L’essere venne sbattuto, contro un albero che scricchiolò paurosamente sotto al suo peso. Sembrava una via di mezzo fra un orso ed un grosso cane, ma non avevo mai visto niente del genere in natura…

 

L’onda d’urto scaraventò anche me a terra, direttamente addosso al mio compagno… Mi sa che non avevo regolato bene la potenza…

Ohi, ohi, ohi, ohi, ohi..... Che maleeeee!!!” Mi lamentai, cercando con scarso successo di smettere di inciampare sul mio amico e di rialzarmi… “Perché accidenti la tua armatura deve essere così dura?!?”

“Lina… Mi stai piantando il gomito nello stomaco!!! Vuoi alzarti perfavo…..OOOOOOOOH! DANNAZIONE!!!!”

Sollevai il volto, seguendo il suo sguardo terrorizzato e… per poco non svenni per lo spavento. Eravamo circondati!! Una decina di quelle creature ci stringeva attorno al pozzo, con un’aria tutt’altro che amichevole… La strana inquietudine che mi aveva presa qualche ora prima, dopo il mio incontro nella boscaglia, si ripresentò con tutta la sua forza.

 

Fu un attimo. Tutti gli esseri, contemporaneamente, si piegarono sulle zampe e si scagliarono verso di noi!

Però, non avevo la minima intenzione di lasciarmi sorprendere.

Burst Rondo!!!!!”

Parte delle creature venne respinta dal colpo. Gourry, provvidenzialmente, tranciò di netto la testa a due di esse, che erano riuscite ad evitare il mio attacco e si erano avvicinate a sufficienza da minacciarmi con i loro artigli. Sembrava che potessimo tener loro testa… Non riuscivo però a capire di che razza di bestie si potesse trattare. Erano creature magiche, questo è certo… Ma non demoni inferiori… E poi, perché si trovavano lì? Qualcuno le aveva mandate per noi?

 

“Potrebbe trattarsi di chimere!!!” Gridai a Gourry, schivando, contemporaneamente, un artiglio. “Anzi, ne sono quasi sicura! Non ho mai sentito parlare dell’esistenza in natura di mostri di questo tipo…”

 

“LUCE!!!” Un lampo nella notte, e la testa di un’altra creatura volava lontano dal suo proprietario, per finire direttamente dentro al pozzo… Ugh, dubitavo che qualcuno avrebbe voluto prelevare ancora dell’acqua da lì… “Chime… cosa?” Chiese il mio compagno, mentre riguadagnava l’equilibrio, dopo il colpo.

 

Dire Brand!!!!!” Gli coprii le spalle, mentre si preparava a sferrare un altro attacco. “Chimere!!! Le conosci già, cretino! Ricordi Alshifom, ad Atlas? Sono esseri ibridi, creati artificialmente, con la magia!” Con la coda dell’occhio, notai che alcune delle creature che avevamo atterrato accennavano a rialzarsi. Non erano fortissime, ma molto resistenti… Forse erano addestrate a sopportare il dolore e a combattere, come macchine da guerra, fino a che l’ultimo alito di vita non le avesse abbandonate…

“E come si fa a sconfiggerle???” Chiese ancora una volta il mio compagno terminando un affondo, prima di saltare indietro, attaccato in tutte le direzioni.

 

“Dipendeeeeeeeeeeeeeeee…” Uno di quegli esseri era appena riuscito ad afferrarmi per una gamba, e mi aveva sollevata, a testa in giù, avvicinandomi pericolosamente alle sue zanne!

“Lina!” Il mio amico, impegnato con altri tre mostri, non aveva la possibilità di aiutarmi. Ma non c’era alcun problema, per la grande maga-genio Lina Inverse! “Lasciami, bestiaccia!!!” Estrassi un po’ a fatica (il che era comprensibile, vista la mia posizione…) la mia spada corta e, aggrappandomi alla spalla dell’essere, gliela conficcai in profondità nel collo, evitando per un soffio di farmi mordere. La creatura emise un profondo gemito di dolore, e prese ad agitarsi convulsamente, lasciando la presa sulla mia gamba. Mi aggrappai disperatamente alla spada per evitare di essere scagliata lontano e presi a recitare una formula… Ero stata troppo lenta!!! Gli artigli del mostro si conficcarono dolorosamente nella mia gamba sinistra, e a malapena fui capace di resistere all’impulso di gridare. Non potevo interrompere la formula, o sarei stata uccisa! “Mono…” Strinsi i denti, imponendomi di proseguire… Mono Volt!!!” La scarica elettrica attraversò la lama e si trasferì al corpo del mio assalitore. Con un grido la creatura precipitò al suolo, mollando ancora una volta la presa su di me… e scaraventandomi con violenza verso il pozzo!

 

Tuttavia, una presa ferrea mi evitò di precipitare. “Gourry!!!” Il mio amico aveva afferrato all’ultimo momento il mio braccio sinistro, trattenendomi dall’orlo del pozzo. Purtroppo, però, non potevo fare forza sulle gambe per sollevarmi… “Resisti, Lina, ti tiro su io…”

“Stai attento!!!!” Un altro mostro era apparso alle sue spalle, e oscurava con la sua mole l’imboccatura del pozzo. A fatica, sollevai il braccio rimasto libero. “Flare Arrow!!!” La creatura finì abbattuta, mentre Gourry, afferrate entrambe le mie mani, mi trascinava di peso oltre l’imboccatura del pozzo.

 

Quando fummo sul prato sani e salvi, tirammo entrambi un profondo sospiro di sollievo.

“Lina… La tua gamba…”

“Non è nulla…” Gli sorrisi, reprimendo una smorfia di dolore. “Basteranno un semplice incantesimo e un po’ di riposo…”

“Hm…” Il mio amico non mi sembrò troppo convinto…

 

Cercando di ignorare la sua espressione preoccupata, diedi un’occhiata al paesaggio offerto dalla piccola radura che ci circondava… Decisamente, non era più tanto poetico come lo ero stato nel pomeriggio… Per quanto il buio lasciasse un certo spazio all’immaginazione, l’odore di sangue permeava ogni cosa, e i nove cadaveri delle creature che avevamo affrontato troneggiavano alla luce della luna… Nove… cadaveri…

“Gourry! Dov’è finito il decimo di quei mostri?”

 

Quasi in risposta alla mia domanda, un grido si levò nell’oscurità. Per un attimo, pensai che stessimo per essere attaccati, ma mi resi quasi subito conto che la fonte di quel suono agghiacciante proveniva da un luogo ad una certa distanza da noi… Si trovava vicino alla porta principale dell’abitazione.

Nel buio, riuscimmo a intravedere la sagoma del mostro. Furiosamente, continuava a scagliarsi contro la porta in legno massiccio della piccola casa, apparentemente nel tentativo di sfondarla. I suoi colpi, tuttavia, si facevano sempre meno violenti. Non potevo vederlo bene da quella distanza, ma sarei stata pronta a giurare che fosse coperto di sangue. Doveva essere ferito a morte… Nonostante questo, sembrava deciso a non desistere… “Credo… credo che stia concentrando tutte le sue ultime forze nel tentativo di portare a termine la missione che gli era stata assegnata…” Mormorai, fra i denti.

“Vuoi dire… che non eravamo noi il suo obiettivo?”

Scossi la testa. “Non posso esserne sicura… Ma ho l’impressione che quei mostri non ce l’avessero con noi… Certo, eravamo un intralcio da abbattere, ma…” Rivolsi nuovamente lo sguardo al mostro. “… Guarda come si accanisce su quella porta… Forse il loro vero scopo era attaccare l’uomo che vive in questo luogo… E chissà, magari la sua sparizione ha a che fare proprio con questo…”

 

Lo spadaccino al mio fianco annuì e si sollevò in piedi. Lo fissai un momento con aria interrogativa, quindi compresi quello che aveva intenzione di fare. “Fai attenzione.” Lo ammonii, semplicemente. “E’ inferocito…”

“Non ti preoccupare.” Mi guardò per un momento. “Dovresti… fare qualcosa per la gamba…”

“Oh…” I miei ragionamenti mi avevano fatto quasi scordare della ferita. Ma aveva ragione, stavo perdendo molto sangue… Appoggiando delicatamente la mano sulla gamba colpita, evocai un semplice incantesimo e avvertii che il dolore lentamente si attenuava.

 

Gourry fece piuttosto in fretta. Del resto, il mostro non era più in grado di difendersi. Bastò un colpo per abbatterlo, facendolo cadere proprio di fronte alla porta, ormai semidistrutta, che aveva disperatamente cercato di sfondare. Almeno, la sua sofferenza era terminata.

 

“Stava per morire, ma aveva una forza paurosa…” Commentò il mio amico, di ritorno da me… Lanciò uno sguardo preoccupato alla mia gamba ferita. “Quel colpo deve essere stato molto doloroso…”

“Oh, insomma, Gourry, sto BENE!!! Smettila di comportarti come una mamma!” Gli strizzai l’occhio. “Ora, dammi una mano a rialzarmi e a raggiungere quella porta, per favore.”

Lo spadaccino mi fissò con aria interrogativa. “Perché, che cosa vuoi fare…?”

“Se quegli esseri maligni sono riusciti a penetrare così a fondo nella foresta sacra, significa che la persona che li ha evocati dispone di un potere davvero notevole… Mi chiedo perché qualcuno del genere possa avercela tanto con un vecchio eremita… Voglio vederci chiaro in questa faccenda… E credo che un’ispezione in quella casa abbandonata potrebbe essere un buon inizio…”

Il mio amico mi fissò con una strana espressione. “Che c’è?” Domandai, con aria innocente.

“Stiamo… di nuovo per cacciarci in guai che in teoria non ci riguarderebbero…”

“Lo so, lo so, ma, ehi, dopotutto siamo stati coinvolti nostro malgrado giusto? Non dirmi che vorresti lavarti le mani di questa faccenda senza avere prima approfondito i particolari… Dormiresti sonni tranquilli, poi? Non sei un po’ curioso?”

“Bè… Certo… certo…”

“E poi, se trovassimo Kentar-sama ed eventualmente gli dessimo una mano lui potrebbe decidere di fare quel lavoretto alla Spada di Luce GRATUITAMENTE, mi spiego?”

Sospirò. “Hai ragione, hai ragione…” Passò un braccio attorno alla mia vita e mi sollevò piano, cercando di non urtare la gamba ferita. Sospirò nuovamente. “E poi, tenerci lontani dai guai troppo a lungo non è nostra abitudine, giusto?” Tuttavia, aveva un tono… divertito…

“Non fare la vittima.” Gli rivolsi un sogghigno. “Avanti… La porta è praticamente distrutta… Entrare non dovrebbe essere troppo difficile…”

 

L’interno sembrava quello di una abitazione comunissima… Era comprensibile. Probabilmente gli oggetti magici più potenti erano conservati in un laboratorio, o qualcosa del genere… Di certo non li avrebbe tenuti in bella mostra sulla credenza della cucina… C’era anche una buona probabilità che il proprietario li avesse portati con sé, ovunque si trovasse… a meno che non fosse stato costretto ad allontanarsi in tutta fretta. Il che appariva decisamente possibile… La casa, completamente arredata e piena di oggetti ed utensili, dava l’idea che il padrone stesse per tornare da un momento all’altro… Ma forse era anche perché, al centro di un bosco sacro, non doveva preoccuparsi troppo dei furti…

 

“Qualcuno potrebbe chiamarla ‘violazione di domicilio’…” Commentò il mio amico, sospirando.

“Su… Siamo qui per aiutare il proprietario… Scommetto che poi ci sarà grato…” Uhm… Chissà se c’era la possibilità che trovassi ancora qualcosa di valore che avrei potuto rivendere… OVVIAMENTE se avessimo scoperto che Kentar-sama stava bene glielo avrei subito restituito…

“Aiutare… il proprietario, eh?” Lo spadaccino aveva un’aria un po’ scettica… Ogni tanto sembrava che fosse capace di leggermi nel pensiero…

 

Mascherando un sogghigno, cominciai a guardarmi attorno più attentamente. Era meglio fare il più in fretta possibile. Quel luogo sembrava non essere tanto sicuro quanto la sua reputazione avrebbe promesso…

Visto l’accumulo di polvere, sembrava che la casa non fosse abitata da almeno una settimana. Anzi, a dire il vero, alcune cose sembravano intonse da anni… Come la vecchia libreria che occupava l’intera parete a lato dell’ingresso. Libri di cucina, romanzi, un trattato sul ‘perfetto piazzista’, persino un manuale di giardinaggio… Opere del tutto comuni, ma probabilmente le meno utilizzate da un mago di quel livello… Tuttavia… “Gourry, potresti aiutarmi a raggiungere la libreria, per favore…?”

Il mio amico, vestendo un’aria piuttosto perplessa, mi scortò fino al vecchio mobile tarlato.

Un libro… un libro sembrava non essere coperto di polvere come gli altri… Doveva essere stato preso in mano più di recente… Poteva essere che quell’opera mascherasse, come nei migliori romanzi gialli, una leva per l’apertura di un passaggio segreto?

 

Tuttavia, quando estrassi il tomo rilegato ‘La cucina del Nord. Trucchi e ricette, divisi per regioni.’ nulla di notevole accadde… Ma allora perché…? Presi a sfogliare le pagine dell’opera alla ricerca di qualche indizio… E quando raggiunsi la parte centrale, un piccolo foglio di carta, piegato e chiuso da un sigillo, scivolò al suolo.

“E questo, che cos’è…?” Chiese il mio amico, piegandosi a raccoglierlo.

“Sembra una lettera… Vedi? Pare che il sigillo sia già stato spezzato e richiuso…” Presi in mano il foglio e lo aprii… Il messaggio sembrava essere piuttosto laconico…

 

 

Il tuo continuo rifiuto di presentarti comincia a farsi seccante, “Kentar”… Ci sono diverse cose di cui dobbiamo discutere…  Non puoi continuare a  respingere  il nostro  volere… Non puoi continuare a respingere il MIO volere. Non so  esattamente quali siano le tue intenzioni, ma non pensare di metterti contro di noi, o te ne pentirai. Se non ti farai vedere  al prossimo Concilio, sarò costretto a prendere provvedimenti… SERI provvedimenti… e tu sai cosa intendo… Non inviare risposta, libera nella foresta la creatura con cui ti ho inviato la lettera… Non ho bisogno di attirare su di me l’attenzione della gente…

 

 

“Che strano… Chissà che significa…” Commentò il mio amico, grattandosi perplesso la testa.

“Hmmm… Non capisco…” Rilessi brevemente il messaggio, nel tentativo di comprendere di che cosa si trattasse esattamente… quando il mio sguardo cadde sul mittente.

“Non… NON E’ POSSIBILE!!!”

“Cosa? Che è successo?”

“Gourry! Guarda chi ha mandato la lettera!!!”

 

 

Ilmund, il Verde

 

 

“Noi… Lo conosciamo…”

“E’ il Gran Maestro del Circolo di Magia di Miilun, Gourry!!! Ricordi? Quello che ci ha dato informazioni riguardo al Portale…”

“Oh… Certo, hai ragione…”

“Ancora la città di Miilun… Sembra che il Gran Maestro sia coinvolto in qualcosa di strano… Mi chiedo se dipenda da quello che è accaduto sei mesi fa… Di certo aveva fatto molta attenzione a non far venire alla luce tutta la faccenda…”

“Può anche darsi che si tratti semplicemente di qualche questione che riguarda solo lui e questo Kentar-sama…”

“Non so, Gourry… Perché nella lettera parla al plurale, usando il ‘noi’? E perché deve evitare di attirare su di sé l’attenzione della gente? Ci sono troppi interrogativi che restano aperti… E poi… non so perché… ma non mi sento tranquilla… Ho un brutto presentimento…”

“Che cosa pensi di fare?”

“Credo che sia il caso di tornare a vedere la situazione a Miilun… Quella città sembra una calamita per i guai…”

“Un buon motivo per andare a visitarla, eh, Lina?” Il mio amico sogghignò.

Gli rivolsi un’occhiataccia. “Dobbiamo tenere d’occhio quell’uomo, Gourry… Sinceramente, a me non è mai piaciuto… Ma dobbiamo cercare di capire che cosa abbia in mente…”

 

 

Trascorremmo ancora un paio d’ore in quella casa, setacciandone ogni più piccolo angolo, ma non trovammo davvero nulla di interessante. Alcuni trattati sulle armi sacre e qualche pergamena di incantesimi fu quanto di meglio ci offrì la nostra ricerca… Come pensavo, il padrone di casa doveva aver portato al sicuro i propri oggetti, prima di andarsene…

 

“Uff, che perdita di tempo!” Mi lamentai, quando finalmente uscimmo all’aria aperta. Dopo tutto quel vagare per l’abitazione di Kentar-sama, la gamba mi faceva un male pazzesco.

“Lina… Che fine hanno fatto i cadaveri di quegli esseri…?” Chiese il mio compagno, in un tono velato da una sottile inquietudine.

Mi guardai attorno… Erano tutti scomparsi! “Forse… Forse è opera della magia che li aveva creati… Però non è che la cosa mi piaccia più di tanto…”

“Neanche a me…” Commentò, nervosamente. Evidentemente non ero l’unica a cui quel bosco desse i brividi… “Prima che arrivino i loro ‘colleghi’, direi che è proprio il caso di allontanarci…”

Aaaaaaaaaaaah! Aveva ragione! Ma come diavolo avrei fatto con quella gamba, accidenti?

 

Non feci in tempo a dare voce al mio dubbio… Il mio compagno si era già avvicinato a me, e mi aveva caricata sulle spalle! Aspetta un… “Ehi, ehi! Che cosa credi di fare?”

Lo spadaccino mi sorrise. “Lina, non la dai a bere a nessuno facendo finta che non ti faccia più male…”

Sospirai. D’accordo, dato che non avevo molte altre alternative… E poi, dopotutto, non era male… Senza aggiungere altro, lasciai scivolare le braccia attorno al collo del mio amico, per evitare di cadere, e mi appoggiai a lui. Gourry non fece commenti, ma si limitò ad incamminarsi lungo il sentiero che ci aveva condotto in quel luogo. In poco più di un’ora avremmo visto spuntare il sole all’orizzonte… Forse alla luce pallida dell’alba il paesaggio della foresta sarebbe sembrato meno lugubre di quanto era apparso in precedenza…

 

 

…Ma io questo non lo seppi mai, perché quando mi svegliai il sole era già alto nel cielo e la foresta lontana. Ci trovavamo sul sentiero che la costeggiava, diretto a Himit. Da lì, il tragitto verso Moonearth era relativamente breve… Mi faceva una strana impressione tornare in quel regno, dopo tutto quello che era successo solo sei mesi prima…

“Buongiorno!” Mi fece il mio amico in tono allegro, quando sollevai il volto, in precedenza affondato nel suo collo, esponendolo all’aria fresca del mattino.

“Uh… Che ore sono?”

“Devono essere ormai le dieci. Hai dormito un bel po’… Sei crollata quasi subito, ma non ti ho svegliata, perché poi saresti stata insopportabile per tutto il tragitto…”

Umph… Il solito tatto… “Sai, ho tanta voglia di sgranchirmi le articolazioni lanciando qualche incantesimo… ma non ho ancora scelto il mio bersaglio…”

“Ehm… Stavo solo scherzando…” Si schermì.

“Già, già…” Però mi era sembrato molto convinto di quello che diceva… “Non hai avuto problemi durante il viaggio, vero?”

“No, nessun attacco… Credo proprio che avessi ragione tu… Quegli esseri dovevano davvero mirare alla casa, non a noi…”

“Bè, immagino che questa sia una buona notizia…” Gli sorrisi. “Puoi mettermi giù, ora. La gamba è a posto.” Dove in precedenza si trovava la ferita, era rimasto solo un grosso livido che andava lentamente restringendosi, come potevo intravedere dallo strappo nei pantaloni. Forse ci era voluto più tempo del previsto per curarmi, ma, per fortuna, non eravamo stati costretti ad altri combattimenti, nel frattempo. Ora dovevo pensare a procurami qualche nuovo abito da indossare, piuttosto… I pantaloni stracciati davano un tantino troppo nell’occhio…

 

Il mio amico si piegò per lasciarmi scendere, ed entrambi ci stiracchiammo, godendo del calore dei raggi del sole estivo.

“Vuoi fermarti a dormire un po’? Io mi sono riposata, ma tu non chiudi occhio da ieri…” Chiesi, notando un suo ampio sbadiglio.

Scosse la testa. “Himit non è lontana… Ci conviene fermarci quando saremo arrivati là… Sperando di trovare ancora un posto libero alla locanda…”

Battei le palpebre. “Perché non dovremmo? Si tratta pur sempre di un piccolo villaggio… Ci sarà anche una sola locanda, ma non sono molti i visitatori che passano da quelle parti…”

“Hai ragione, ma da quando siamo usciti dalla foresta già tre carovane ci hanno superato… E sembravano tutte viaggiare nella nostra stessa direzione…”

Aggrottai le sopracciglia. “Tre… carovane?”

“Già… E a guidarle erano sempre dei maghi… O almeno, così sembrava dalle vesti che indossavano…”

Gettai un’occhiata in direzione del piccolo villaggio che costituiva la nostra meta per la giornata… Il suo profilo già si stagliava contro la luce accecante dell’orizzonte. “Può darsi… che anche quelle carovane fossero dirette a Miilun…” Commentai, riflettendo. “A questo punto, vale DAVVERO la pena di andare a dare un’occhiata…” Tuttavia, incupirsi e preoccuparsi prima del tempo non sarebbe servito proprio a nulla! Con rinnovata allegria, dopo la lunga dormita, strizzai l’occhio al mio compagno, battendogli veementemente la mano sulla schiena. “In marcia, su!”

Senza altri commenti ci incamminammo verso l’incognita che la sorte aveva voluto proporci.

Poteva anche essersi trattato di una incredibile somma di coincidenze… Poteva essere in ballo qualche questione alla quale noi, e chiunque non fosse direttamente interessato, eravamo del tutto estranei… Ma ficcare un po’ il naso non avrebbe portato nessun danno, giusto?

 

Non aveva alcuna importanza di che natura fosse, solo viverla ce lo avrebbe rivelato… ma una nuova avventura era appena cominciata.

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Ed ecco qui il nuovo capitolo

Capitolo secondo: Rincontri e sparizioni… Cosa sta succedendo a Miilun?

 

La città di Miilun non appariva troppo diversa da com’era quando la avevamo lasciata, sei mesi prima…

Viva, allegra, CAOTICA… Anche se i giorni della Fiera del Magico erano lontani, bancarelle di ogni tipo continuavano ad occupare i lati delle strade e un numero sempre maggiore di persone si riversava, dai piccoli vicoli che la intersecavano, nella via principale. Niente male, per una città che fino a pochi anni prima era considerata periferica… L’iniziativa della fiera le aveva veramente portato fortuna… per quanto continuasse a rimanere dubbio in che modo un piccolo borgo come la capitale di Moonearth fosse stato in grado di permettersela…

 

Ormai da un paio d’ore cercavamo di districarci fra la marea di persone che affollava le vie. In verità, dopo essere arrivati in città e aver preso due stanze alla solita locanda, ci eravamo trovati senza una vera e propria meta da seguire… Irrazionalmente, mi ero aspettata di trovare a Miilun un cataclisma imminente, o almeno una situazione tesa… Invece, tutto sembrava rientrare nella normalità. Forse mi ero davvero preoccupata eccessivamente… Sarebbe stato il colmo se avessimo scoperto che Kentar-sama fuggiva dal Gran Maestro semplicemente perché doveva saldare un debito…

Alla fine, ad ogni modo, il mio compagno di viaggio ed io avevamo deciso di tornare nella zona dove sei mesi prima si era trovato il tempio alla cui distruzione i miei amici ed io avevamo, involontariamente, contribuito. Ero curiosa di vedere se il Circolo di Magia avesse dato avvio ad una ricostruzione, anche se ormai la configurazione magica che aveva costituito il Portale era scomparsa…

 

Vagando per le strade, per quanto la mia attenzione fosse concentrata principalmente sul non perdere di vista Gourry fra la folla (non avevo davvero voglia di spendere ore e ore a cercarlo, poi…), avevo notato che moltissimi maghi sembravano aver eletto Miilun come loro meta… Numerose vesti decorate da rune dominavano le vie, per quanto, fino ad un anno prima, il Circolo di Magia della città fosse considerato come uno fra i meno influenti del continente. Dunque, le tre carovane che avevamo incontrato lungo la strada per Moonearth non erano state un caso… Davvero strano…

 

“Ho paura che quando finalmente saremo riusciti a raggiungere il tempio, sarà già ora di tornare alla locanda…” Sbuffai. “Accidenti, ma nessuno ha di meglio da fare, che camminare per le strade a quest’ora? Quasi rimpiango quando c’era la fiera, almeno la gente se ne stava concentrata in UNA SOLA zona della città…”

Il mio amico fece spallucce. “Bè, anche noi contribuiamo ad alimentare il caos…”

“Lo so, lo so, ma avrò almeno il diritto di lamentarmi, no?”

Come semplice risposta, lo spadaccino mi rivolse un sorriso. “Senti, Lina… io non ho ancora capito bene una cosa… che pensi di trovare, esattamente, al tempio?”

“Il problema è… che non lo so! A dire il vero, non avevamo nessun altro posto dove andare…”

Una goccia di sudore scese lungo la tempia del mio amico. “Che… che intendi dire?”

Agitai una mano, in segno di noncuranza. “Vedi, ho pensato di venire qui a Miilun più per una sensazione, che per altro… Non saprei davvero da dove cominciare a indagare… Solo di una cosa sono certa…” Aggrottai le sopracciglia, risoluta. “… non ho per nulla voglia di tornare da quell’Ilmund…”

Il mio amico sospirò. “Per essere sincero, neanche io…”

Annuii. “E poi, se in questa città sta davvero succedendo qualcosa di strano, che ha a che fare con lui, essere sottoposto a troppe domande da parte nostra potrebbe insospettirlo… Certo, potrebbe pensare che sappiamo più di quanto non sia in realtà e di conseguenza parlare, facendoci capire meglio la situazione, però…” Aaaaaaaaaaaaah!!! I ragionamenti contorti non ci avrebbero portati a scoprire proprio nulla! Sempre che CI FOSSE qualcosa da scoprire… L’atmosfera serena di Miilun mi rendeva sempre più dubbiosa…

 

“L’ideale sarebbe ritrovare Kentar-sama e parlare della questione con lui, ma come facciamo a sapere dove si trova?” Riflettei, dopo un attimo di silenzio. “Potrebbe essere venuto a Miilun, come potrebbe essere fuggito da qualsiasi altra parte del mondo, nel caso non abbia intenzione di farsi trovare da chi lo sta cercando… Potremmo metterci a controllare i registri di tutte le locande della città, ma sai che lavoraccio… E poi c’è sempre la possibilità che abbia usato un nome falso…”

“E perché… avrebbe dovuto farlo…?” Domandò il mio amico, perplesso.

“Ragiona… Può darsi che, come noi, sia venuto a Miilun solo per studiare la situazione e non abbia intenzione di farsi riconoscere… E poi…” Aggrottai le sopracciglia. “Nella lettera di Ilmund il nome ‘Kentar’ era fra virgolette, ricordi…? Può darsi che si tratti di uno pseudonimo… Tra l’altro, ora che ci penso, anche il nome ‘Ilmund’, che firmava la lettera, poteva essere un falso…”

“In che… senso?” Il mio amico aveva l’aria di non capirci più nulla…

“E’ possibile che qualcuno abbia voluto sfruttare il nome del Gran Maestro, che a quanto pare aveva qualche tipo di rapporto con il nostro armaiolo, per attirare Kentar qui a Miilun, forse in una trappola… I conti tornerebbero comunque… E, purtroppo, noi non abbiamo gli elementi per escludere nessuna ipotesi…”

“Hmmm…” Fece il mio amico, pensieroso. Preferii non indagare se avesse realmente compreso… Non avevo voglia di arrabbiarmi…

“Con i forse, però, non verremo a capo a nulla… Come prima cosa, faremmo meglio a cercare di capire meglio CHI sia questo Kentar e perché il Circolo di Magia di Miilun possa essere interessato al suo agire… E poi, dovremmo scoprire se il tono allarmato della lettera che abbiamo trovato a casa di Kentar dipendeva da qualcosa che ha a che fare con quello che è accaduto sei mesi fa… E per questo, forse, un’occhiata al tempio non guasterà…” Era strano… Eravamo arrivati a Miilun… e stavamo facendo tutto il possibile per chiarire la questione… perché quell’inquietudine non si decideva ad abbandonarmi, allora? Con un sospiro, decisi di ignorarla… Era stata tutta colpa dell’atmosfera cupa di quella foresta!

 

Mi fermai un momento sospirando. La via era piena di gente e la situazione non sembrava migliorare, più avanti… Era abbastanza ovvio che i miei nervi ne risentissero… “Tagliamo per i vicoli…” Suggerii, fiaccamente. “Continuando per la via principale ci metteremo una vita ad arrivare…”

Attesi una risposta, o un cenno d’assenso… che non vennero. Seccata, mi voltai verso il mio amico, che era rimasto indietro di qualche passo. Dandomi le spalle, sembrava osservare qualcosa nella via, davanti a sé. Accidenti a lui… come al solito, mi faceva parlare con il vuoto!

 

Lo afferrai per un braccio, bruscamente. “Ehi, Gourry, ti vuoi decidere ad ascoltarmi o…” Immediatamente, lo lasciai… non appena notai la sua espressione. Il mare celeste dei suoi occhi si era tramutato in grigio ghiaccio. Il consueto calore era stato spinto lontano, coperto da una coltre di angoscia… e di paura…

Quello sguardo mi spaventò più di qualsiasi nemico avessi mai avuto la possibilità di incontrare.

 

“…Gourry…?”

 

Il mio compagno batté le palpebre e rivolse lo sguardo verso di me, senza dare realmente l’impressione di vedermi. “Oh… Niente… Non è niente… Mi era sembrato… di vedere qualcuno che conosco…” Il suo tono era impersonale… freddo… Senza aggiungere altro, mi volse nuovamente le spalle e si incamminò, senza aspettarmi, verso il tempio. Non si era mai comportato a quel modo… Che cosa…?

 

Sospirando, allungai il passo per raggiungerlo e mi parai di fronte a lui, bloccandolo. “Aspetta un momento…”Il mio tono oscillava fra la durezza e la preoccupazione. “Di chi si trattava…?”

Anche lo spadaccino sospirò. Quindi mi rivolse quello che sembrava tanto un sorriso di circostanza… “Nulla di importante, Lina… Mi sono solo sbagliato… Abbiamo altro a cui pensare, mi sembra…”

“Sarà anche stato poco importante, ma…” Cominciai, con tutta l’intenzione di non lasciargli sviare il discorso, ma non ebbi la possibilità di terminare. Lo sguardo del mio amico si era spostato dal mio volto a qualcosa di indefinito, alle mie spalle.

“Ehi, Lina… guarda un po’ lassù…”

Rivolgendogli un’occhiataccia per il repentino cambio di argomento, girai le spalle… e mi trovai ad osservare una scena che mi era ormai più che familiare…

 

Ad un centinaio di metri da noi, lungo la strada principale, una ragazza, vestita di una tunica bianca, abbellita da rune argentee, si trovava in piedi, su un LAMPIONE, e si rivolgeva alla folla, gesticolando vistosamente. Al suo collo pendeva un medaglione finemente decorato, che recava lo stemma della casata reale di Sailune.

 

“… E per questo motivo i principi della Giustizia devono essere sempre applicati! Se in voi non alberga lo spirito sacro del paladino, è comunque alla legge naturale e suprema della Giustizia che dovrete fare riferimento, o la punizione divina scenderà su di voi inesorabile!!!!”

“Principessa, la prego, venga giù di là… Se si farà male suo padre non me lo perdonerà mai…” Un’anziana guardia, un veterano, si trovava ai piedi del lampione e stava cercando, con scarso successo, di attirare l’attenzione della giovane. Una folla sempre maggiore di persone si stava radunando per osservare la scena, con il risultato che la strada era ormai completamente ostruita…

 

Sospirando, mi avvicinai al guerriero, appoggiandogli una mano sulla spalla. La guardia si voltò verso di me, sorpresa. “Cosa…?”

 

“Non è così che si fa… Stia bene a guardare…” Arretrando di qualche passo, richiamai a me il potere del fuoco, e, prima che l’anziano uomo potesse fermarmi…

Flare Arrow!!!” Recitai.

 

La punta delle mia freccia andò a colpire direttamente la cima del lampione, frantumandola. La principessa perse l’equilibrio e, distrutto il suo punto d’appoggio, fu costretta ad invocare un ‘Levitation’ e ad atterrare al suolo… Missione compiuta!

“Chi ha osato fare una cosa del genere proprio quando ero nel vivo del…” Cominciò la mia vecchia amica, ovviamente seccata… Quindi, il suo sguardo si posò su di me.

“Li… LINA -SAN!!!”

“Bingo!” Le sorrisi. “E allora, Amelia, come mai hai deciso di turbare ancora la pace di Miilun con i tuoi discorsi sulla Giustizia?”  

 

La mia amica non rispose. Si limitò a gettarmi le braccia al collo, in un caloroso abbraccio. “Lina -san! Non avrei mai pensato di trovarti qui!”

La allontanai, per riuscire a parlare. “Neanche io, se devo essere sincera… L’appuntamento era fra sei mesi, ma pare che abbiamo anticipato le cose…” Le strizzai l’occhio.

“Fra sei mesi un accidente!!!” Scattò la mia amica. “Avevi promesso di venire a trovarmi a Sailune, ricordi? E non ti sei mai fatta vedere!”

Ehm… Andare a Sailune e dover incontrare Phil non era certo la massima delle mie aspirazioni, ma in fondo aveva ragione… “Ecco… Scusaci, è che abbiamo avuto qualche problema con quella faccenda della spada di Gourry…”

“Ma certo! C’è anche Gourry-san!” Il sorriso della principessa si rivolse al mio compagno, che si avvicinò per salutarla. Ora, mostrava il solito atteggiamento… però… aveva evitato volutamente di guardarmi in volto…? Mi ripromisi di approfondire la faccenda, quando fossimo stati soli…

“Come sei elegante, Amelia… Sei qui per qualche questione diplomatica?” Chiese lo spadaccino, sorridendole.

“E’ la tunica da cerimonia, Gourry-san… Sono venuta a Miilun per partecipare al Concilio… Finalmente mio padre ha deciso di affidarmi un incarico importante… Sapete, il nonno ha deciso di lasciargli il trono entro l’anno prossimo… ormai è troppo anziano per regnare… Così anch’io dovrò abituarmi a esercitare seriamente il mio ruolo di principessa…”

 

“Il… Concilio?” Domandai, aggrottando le sopracciglia. Se non mi sbagliavo, quella parola ricorreva anche nella lettera di Ilmund…

 

La mia amica mi rivolse uno sguardo stupito. “Non ditemi che non ne sapevate nulla… Io pensavo che foste qui proprio per quello…”

 

Scossi la testa. “Ultimamente, la civiltà non è stata nostra compagna… Per lo più, ci siamo tenuti lontani dalle città e abbiamo vagato per boschi e montagne alla ricerca di fantomatici esperti d’armi…” Condii la frase con un sospiro. Non era stato sempre piacevole, dormire al freddo, su delle rupi che minacciavano da un momento all’altro di crollare… Ogni tanto mi chiedevo come facesse Zel… Quella era praticamente la sua vita quotidiana, con i posti che si trovava a visitare per via della sua cura…

 

“Capisco… Allora forse è normale che non abbiate sentito parlare di questa iniziativa… Del resto è stato tutto progettato e organizzato così in fretta…” Fece la principessa, senza smettere di sorridere. Ormai, la folla attorno a noi si era dispersa… Restava solo l’anziana ‘guardia del corpo’ di Amelia, che era rimasta a fissarci con aria grave e severa, la mano sempre all’elsa della spada…

La nostra amica si guardò attorno. “Sentite, perché non mi seguite fino alle stanze che hanno assegnato alla delegazione di Sailune? Potrei offrivi qualcosa e spiegarvi tutto con più calma… Non mi piace restare a parlare qui, in mezzo alla strada…”

Sapevo che in teoria avevamo già deciso di recarci al tempio… Ma la prospettiva di una cena con i fiocchi, offerta dai cuochi delle cucine reali, mi allettava DECISAMENTE di più… E poi, questa faccenda del Concilio mi incuriosiva…

Sorrisi alla nostra ospite. “Sei gentile, Amelia, accettiamo volentieri.”

“Povera ragazza, non sai a cosa vai incontro, invitandola a cena…” Fu il solo commento di Gourry, che si guadagnò una mia occhiataccia…

 

 

Camminando in silenzio per le strade ormai venate di ombre di Miilun, non potei fare a meno di notare l’aria stanca della mia amica. Era apparsa allegra ed esuberante come al solito, ma nonostante i suoi sorrisi, e l’attento studio alle spalle del trucco che accompagnava quella tenuta così elegante, sarebbe stato difficile non accorgersi delle ombre che, come nubi in una notte chiara, venavano il suo sguardo… Sembrava che non dormisse una notte tranquilla da settimane… Immaginai che fosse a causa dei nuovi impegni che erano nati per lei dopo la decisione di suo nonno di abdicare.

‘Povera Amelia… Speriamo che sia solo una questione di abitudine…’

 

“Ecco, siamo quasi arrivati” La principessa ci fece strada, lungo un viale alberato, debolmente rischiarato dalla luce dei Lighting, diffusa dai lampioni ormai accesi.

 

Gli alloggi che erano stati assegnati al gruppo di maghi provenienti dal regno di Sailune si trovavano nella

zona più elegante della città, a non grande distanza - notai - dalla sede principale del Circolo di Magia. Si trattava dell’intera ala di un grande palazzo, dotato di un ampio giardino, che accoglieva anche, in altre sue parti, delegazioni provenienti da tutte le città famose per le arti magiche e per le loro associazioni di maghi e sacerdoti… Lo sfarzo riservato agli ospiti era persino eccessivo, a mio parere, tanto che finiva quasi per scadere nel cattivo gusto… Il che, pensai malignamente, si adattava PERFETTAMENTE alla personalità di Ilmund… Tutto appariva come nient’altro che una occasione per mostrare la grandezza della città e del suo Circolo di Magia… e del Gran Maestro di tale circolo, ovviamente…

 

Amelia ci fece accomodare in un salotto arredato elegantemente, all’interno del suo appartamento privato. Congedando le guardie, diede loro disposizioni per la nostra cena… Bene… Dopo tutto quel camminare, non ci vedevo più dalla fame…

La principessa si sedette di fronte a noi, allontanando stancamente dal viso una ciocca di capelli, crollata dalla sua acconciatura, ormai semidistrutta. “Mi chiedo perché la mia dama di compagnia si ostini a cercare di tenermi su questi capelli…” Si lamentò, versandosi una tazza di tè. “Dice che così si addice ad una principessa, ma a me sembra solo una grossa perdita di tempo, dal momento che dopo cinque minuti sono sempre irrimediabilmente tutti crollati…”

Ridacchiai. “Credo che la tua dama di compagnia non tenga conto del fatto che le tue giornate tendono ad essere un tantino movimentate… Credo che le sarebbe venuto un collasso se ti avesse vista agitarti su quel lampione…”

Anche la mia amica rise, divertita. “Oh, in qualche modo dovrò pur sfogarmi… E poi, così, posso essere anche utile al prossimo…” Assunse un’espressione orgogliosa.

Non ero certa che i suoi discorsi sulla Giustizia fossero davvero così utili a chi li ascoltava… piuttosto li avrei definiti ‘esasperanti’… ma decisi che non avevo voglia di sollevare una discussione…

 

Cambiai argomento. “Allora, Amelia, ci stavi raccontando del Concilio…”

La principessa batté le palpebre. “Oh, hai ragione, Lina -san… Anche se, in realtà, non c’è molto da dire… In pratica, Ilmund -san ha deciso di riunire maghi provenienti dalle città più importanti per quel che riguarda le Arti Magiche… Sono presenti i rappresentanti di tutti i principali Circoli di Magia…” Sollevando lo sguardo dalla tazza, mi rivolse un’occhiata. “Dovrebbe esserci anche una delegazione di Zephilia, se non sbaglio…”

Battei le palpebre. “Ma… quale sarebbe lo scopo di questa riunione? Per quanto ne so, l’ultimo Concilio generale dei Maghi risale ad un migliaio di anni fa, ai tempi della Guerra al Gran Demone…” Per quanto molti avessero tentato, tramite accordi e alleanze fra le singole città, nessuno era mai riuscito a riunire i maghi del pianeta in un’unica organizzazione… Ben poco era nato, al di là dei Circoli di Magia e Stregoneria… I maghi tendevano ad essere… spiriti liberi, per così dire… Per questo motivo, eventi come Concili generali erano piuttosto rari, e di solito collegati a circostanze eccezionali. Quale poteva essere il motivo, questa volta?  

 

“Bè, a dire il vero… Ilmund-san è stato piuttosto enigmatico a questo riguardo… Ha detto che la città di Miilun era stata protagonista di un evento che i maghi del continente non potevano ignorare… E ha aggiunto che il Concilio sarebbe stata l’occasione per discutere di questo evento, lontano da orecchie ‘profane’…” Fissò lo sguardo nella sua tazza di tè. “Inizialmente, da ciò che ho sentito dire, erano stati pochi i Circoli di Magia che avevano accettato di presentarsi… Tutti desideravano sapere qualcosa di più riguardo a quello che sarebbe stato l’oggetto della discussione, prima di spendere energie e denaro per organizzare viaggio e cerimonia… Ma Ilmund- san, invece di rendere il suo proposito meno vago, ha offerto di accollarsi tutte le spese e l’organizzazione… Ha detto che era giusto che fosse così, dato che la proposta era nata da lui…”

 

“E i rappresentanti dei Circoli di Magia hanno accettato?” Chiesi, inarcando un sopracciglio… Al di là delle spese, recarsi a Miilun alla cieca doveva essere apparsa a molti come una grossa perdita di tempo… Avevo conosciuto diversi maghi legati a Circoli di Magia e Stregoneria e tutti mi erano sembrati molto attaccati ai loro studi e alla loro ricerca e riluttanti a lasciarli, se non per motivi di ordine maggiore…

 

La mia amica rigirò distrattamente la tazza fra le mani. “Bè, a dire il vero molti non erano ancora convinti, ma i Circoli di alcune città hanno accolto la proposta con un certo entusiasmo e sostenuto apertamente l’iniziativa del Concilio… Alla fine anche i più restii si sono lasciati convincere e il tutto è stato organizzato…”

 

“Nessuno ha saputo resistere all’idea di un soggiorno gratis in una ridente cittadina collinare…” Commentai ironicamente, senza frenare un sogghigno… L’animo umano si lascia convincere facilmente dalle ‘offerte che non si possono rifiutare’…

 

“Per quel che riguarda il regno di Sailune, mio padre era contrario, ma sono stata io a convincerlo ad inviare una delegazione…” Sollevò lo sguardo, indirizzandomi una occhiata significativa.

Aggrottai le sopracciglia. “Capisco… Credi che nel suo invito Ilmund facesse riferimento ai fatti di sei mesi fa, giusto?”

La mia amica annuì. “E’ probabile che l’evento senza precedenti di cui Ilmund -san ha parlato sia proprio la scomparsa del Portale dalla città di Miilun…”

 

“Hmmm…” La cosa non mi convinceva del tutto… “E da quanto Ilmund vi ha inviato il suo invito?”

La mia amica batté le palpebre. “Bè… Sarà trascorso un mese, o poco più… ma perché me lo domandi?”

“Mi stavo chiedendo… perché Ilmund ha atteso così tanto per diffondere tutta la storia? Oppure… cosa può averlo spinto a decidere di farlo proprio ora? Ha organizzato le cose così in fretta… Sembra che si tratti di un problema urgente, qualunque cosa sia…” Le parole della lettera che avevamo trovato continuavano a vagare nella mia mente…

 

 

Ci sono diverse cose di cui dobbiamo discutere

 

Non puoi continuare a respingere il MIO volere

 

Che cosa aveva in mente…? QUAL ERA il suo volere?

 

 

“Io non ho capito una cosa…” Una voce, al mio fianco, interruppe il corso dei miei pensieri. “Solo per parlare di una porta c’era bisogno di tutto questo lusso…? Voglio dire, deve essere costato un bel po’ di soldi…”

 

“Non è una porta, Gourry, è un PORTALE! Ti prego, non dirmi che hai già scordato tutta la storia…” Rivolsi allo spadaccino un’occhiata MOLTO poco rassicurante…

 

Il mio amico si grattò la testa. “Bè… Se ti fa piacere, posso mentirti…”

 

Sospirai, prendendomi la testa fra le mani. “Ti spiego… tutto più tardi… Ora le uniche parole che mi vengono in mente per chiarirti la questione sono quelle della formula del Dragon Slave…”

 

Il mio amico agitò la mano, ridacchiando nervosamente. “Ehi, ehi, non c’è bisogno di essere così melodrammatici… A grandi linee, ho in mente quello che è successo…”

 

“NON SONO IO ad essere melodrammatica!!! Sei tu che sei esasperante!!!” Sospirai, nuovamente. “Però, su una cosa hai ragione…”

Sia la principessa che lo spadaccino batterono le palpebre, assumendo un’aria interrogativa.

“Intendo…” Spiegai. “… sul fatto che il Gran Maestro sembra non aver badato a spese, per questa iniziativa… Il sindaco della città non si è opposto? La popolazione di Miilun si sarà di certo lamentata…” Mi rivolsi nuovamente alla mia amica.

 

“Al contrario… Ilmund -san ha ottenuto una grossa popolarità… Vedete, non so esattamente in che modo, ma il Gran Maestro si è accollato PERSONALMENTE tutte le spese… La città non ha dovuto risentire della sua iniziativa, solo il Circolo di Magia… Anzi, per la seconda volta dopo la Fiera del Magico, Ilmund sembra avere aperto le porte della ricchezza per questo borgo così lontano dalle principali arterie commerciali… Da quando Miilun è così frequentata, la sua economia ha vissuto una sviluppo incredibile…”

 

Aggrottai le sopracciglia. “Indubbiamente, Ilmund ci sa fare…”

La principessa annuì. “Mio padre ha saputo dagli ambasciatori che ha inviato a Miilun che molti, in città, cominciano a premere persino per la sua candidatura a sindaco, nelle prossime elezioni…”

“…E, ovviamente, nessuno si chiede da dove siano venuti tutti i soldi che ha investito nell’ultimo anno.” Conclusi, per lei.

“Bè… Il Gran Maestro ha diversi possedimenti, qui a Miilun… Non si può certo dire che navighi in cattive acque… E i fondi per il Circolo di Magia non mancano mai… sarà anche una associazione giovane, ma ha veramente prosperato, negli ultimi anni… Forse Ilmund -san ha pensato che si trattasse di un buon investimento, e…”

Scossi la testa. “Io non sono così sicura che Ilmund abbia voluto fare tutto di ‘tasca’ sua… Può darsi che sia qualcosa di non del tutto onesto alle spalle delle sue ‘folli spese’… E credo che anche qualcuno fra gli abitanti della città sia stato sfiorato da questo sospetto… Ma, dopotutto, le promesse di ricchezza fanno dimenticare di molte cose…” Agitai una mano in segno di noncuranza. Qualcuno avrebbe potuto sostenere che io ne ero la testimonianza vivente… in fondo, per quanto la cosa non mi piacesse, non avevo il diritto di criticare nessuno.

“LINA –SAN!!! Non dire certe cose con tutta quella tranquillità!!! Non è una cosa GIUSTA!!!”

“Ehi, ehi, Amelia… Le mie sono solo illazioni… Cerca di calmarti…” Le rivolsi un sorriso nervoso.

 

“E come pensi che possa essersi procurato quei soldi, Lina?” Chiese Gourry, al mio fianco, con aria pensierosa. “Qualcuno come il Gran Maestro dovrà pur cercare di coprirsi le spalle, se compie un’azione disonesta… Può aver agito qualcun altro per lui?”

“Aaaaaaah!!!” Scattai in piedi, puntando il dito verso il mio amico.

“Cosa?” Lo spadaccino si guardò attorno, spaesato.

“TU STAI RIFLETTENDO!!! Sei sicuro di stare bene???” Lo chiesi con SINCERA preoccupazione… davvero…

Il mio amico mi rivolse un’occhiataccia. “Molto spiritosa…”

Amelia sospirò. “Voi due… non cambiate proprio mai, eh?”

 

Le sorrisi. Era vero… L’atmosfera si era distesa e tutto sembrava tornato alla normalità… Forse quella strana espressione di Gourry me la ero davvero solo immaginata…

Agitai la mano. “A dire la verità, i miei sospetti sono ancora infondati…” Mi rivolsi allo spadaccino. “Ora come ora, non saprei davvero dirti di più… Non ho idea di come Ilmund possa avere fatto… Forse effettivamente è presto per lanciare accuse, ma mi è venuto naturale tirare fuori tutto quello che pensavo…”

Il mio amico mi sorrise… finalmente… “Sai che novità…”

 

Sogghignai. “Bene, credo proprio che con le discussioni, per stasera, possiamo dirci a posto… Quindi, che ne dite di concentrarci sulla cena? Sto morendo di fame!!!”

 

Amelia rise, scuotendo la testa. “Certo… Non preoccuparti, tra poco dovrebbero portarcela qui… Possiamo restare a mangiare in questa stanza, dal momento che siamo solo noi tre…”

“A proposito, Amelia… E’ da un po’ che me lo sto chiedendo… Sylphiel non è con te, questa volta?” La sacerdotessa si era trasferita da un po’ di tempo a Sailune, e accompagnava spesso la principessa nelle missioni che svolgeva per conto di suo padre…

“Oh… Poco prima che partissimo è stata invitata da alcuni amici di famiglia, per una visita… Ha detto che mi avrebbe raggiunta qui, a Miilun. So che molti banditi si saranno radunati attorno alla città per puntare ai viandanti attirati dall’evento del Concilio, ma Sylphiel -san mi ha assicurato che le affideranno una scorta… quindi non credo che sia il caso di preoccuparsi… Stando a quello che mi ha scritto, arriverà entro domani…”

“Bene.” Sorrisi. “Il che significa che presto saremo quasi al completo…” Lanciai un’occhiata nel buio, fuori dalla finestra. “Manca solo una certa chimera all’appello, ma chissà dove si troverà, con le sue ricerche…”

 

La mia frase ebbe l’effetto di un lampo in una giornata estiva. Il volto della mia amica, immediatamente, si oscurò. Scattò in piedi, facendo quasi rovesciare il tavolino sul quale erano appoggiate le nostre tazze di tè. “Scusate…” Ci rivolse un sorriso… un sorriso che appariva dolorosamente forzato… “La cena… la cena sembra tardare… Vado a chiedere cosa è successo…”

Senza aggiungere altro, corse fuori dalla stanza.

 

 

Gourry ed io ci scambiammo un’occhiata. “Ho detto… qualcosa di sbagliato…?” Chiesi, con un po’ di esitazione…

“Temo…” Il mio amico si grattò la punta del naso. “…temo che sia stato il riferimento a Zelgadiss, Lina…” Disse, con un sospiro, rivolgendomi una significativa occhiata… Per certe cose, era decisamente perspicace…

 

Cominciai ad avvertire un certo senso di colpa… La mia intenzione non era certo stata quella di ferire i sentimenti di Amelia, nominando la chimera… Tutti avevamo intuito quello che provava per lui, ormai da tempo… però mi era sembrato che sei mesi prima si fossero chiarite molte cose, fra loro due… E, anche se così non fosse stato, anche di fronte alla consueta freddezza di Zel e alla sua smania di allontanarsi in

solitudine, Amelia normalmente non si sarebbe mostrata tanto abbattuta… Doveva essere accaduto qualcosa fra loro, dopo che ci eravamo separati… qualcosa di cui non eravamo a conoscenza…

 

 

La porta della camera si riaprì all’improvviso. “Scusate il ritardo… La cena è servita.” La mia amica era rientrata, vestendo il suo solito sorriso. Una maschera che, immaginai, un reale doveva ben imparare ad indossare, in qualsiasi situazione sgradevole… Tuttavia, evitò sia i miei sguardi che quelli dello spadaccino.

 

Quello condiviso a quella tavola fu un pasto un po’ atipico, almeno per noi… consumato nel quasi totale silenzio… Amelia sembrava molto interessata al contenuto del suo piatto, tanto che, per tutta la serata, non sollevò gli occhi… Io, per una volta, trovai più interessante studiare la sua espressione che gettarmi sul cibo (è vietato qualsiasi tipo di commento su questo particolare!!!!!)… Anche Gourry si mostrò stranamente pensieroso e non aprì praticamente bocca, nemmeno per i suoi commenti stupidi…

 

In conclusione, mi sentii decisamente sollevata quando giunse il momento di congedarci… Ormai le strade erano completamente buie, fatta salvo la pallida luce dei lampioni. Il palazzo era quasi totalmente avvolto nel silenzio e nulla si muoveva attorno a noi, tranne le guardie di ronda, che si spostavano pigramente da una postazione all’altra, nessuna mostrando di avere molto altro per la testa, se non un morbido materasso ed un guanciale…

La nostra amica ci scortò all’uscita reggendo un po’ a fatica una grossa lampada ad olio. Alla fine, non ero riuscita ad approfondire la questione di Zel, come avrei voluto… Mi ripromisi di farlo non appena io ed Amelia avessimo avuto la possibilità di parlare da sole… Gourry era un amico anche per la principessa, ma forse la giovane maga non si sarebbe sentita a proprio agio, parlando di questioni COSI’ private di fronte a lui… E NESSUNO metta in dubbio che invece parlando con me sarebbe stata benissimo… Insomma, una maga-genio sa pure essere discreta, quando è necessario, no?

 

“Amelia… Quando comincerà il Concilio, esattamente?” Chiesi, prima che ci salutassimo.

“Oh… Domani mattina, Lina -san… Naturalmente, vi terrò informati… Immagino che anche voi siate interessati…” Eravamo più interessati di quanto lei pensasse, a dire il vero… Ma non avevamo avuto occasione di spiegare alla mia amica il motivo per cui ci trovavamo a Miilun… Con l’atmosfera pesante che si era creata durante la cena, non ero davvero riuscita a sollevare l’argomento… “E poi…” Proseguì la principessa “…domani pomeriggio pensavo di provare a chiedere ai miei ‘angeli custodi’…” Indicò in un cenno le guardie inviate da Sailune, di ronda di fronte al cancello del palazzo. “… di lasciarmi venire con Sylphiel -san a stare alla vostra locanda, tenendo a loro disposizione questi alloggi… Di sicuro sarebbe più divertente che godere dell’unica compagnia di anziani servitori, come succede qui…” Sospirò. “E poi, vista l’attenzione con cui i soldati montano la guardia, mi sa tanto che sarei più al sicuro con voi…”

 

Gourry mi batté lievemente una mano sulla testa. “Io non sono così certo che la locanda sia tanto sicura, Amelia… non con Lina in circolazione…”

Gli rivolsi un’occhiataccia. “Che intendi dire?”

“Che attiri i nemici come il miele attira le mosche, Lina…” Mi rispose, con un mezzo sorriso… Quindi, rifletté un momento e aggiunse… “Non volevo certo dire che ti diverti ad andare in giro scagliando Palle di Fuoco, se non peggio, contro qualsiasi essere a cui sia stata donata la facoltà di respirare…”

AAAAAAAGH! Ma se era quello che aveva appena detto!!! Lo sguardo che gli rivolsi si fece ancora più minaccioso del precedente…

 

“Ehm… Lina -san … Prima che tu decida di esercitare questo tuo hobby su Gourry -san, sarebbe meglio se vi allontanaste… Gradirei non avere troppe cose da spiegare alle delegazioni delle altre città, domani mattina…”

“AMELIA!!! Non ti ci mettere anche tu!!!” Sospirai. “D’accordo, d’accordo… Si è fatto tardi… Noi siamo alloggiati alla solita locanda, facci sapere qualcosa, appena sarà terminata la prima riunione… Vieni, Gourry…” Conclusi, fiaccamente.

“Buonanotte, Amelia…” Il mio amico salutò la principessa, rivolgendole un sorriso.

 

“Buonanotte… ragazzi…” Con la coda dell’occhio, allontanandomi, osservai la mia amica stringersi nel mantello che le avvolgeva le spalle e incamminarsi, a testa bassa, verso i portali del palazzo… Dovevo riuscire a parlarle… Tacendo i suoi problemi, si stava solo facendo del male da sola… Non potevo permetterlo…

 

 

Procedemmo in un inusuale silenzio lungo le strade della città. Lanciando qualche occhiata al mio compagno, mi accorsi che si guardava attorno un po’ nervosamente… Forse era semplicemente perché stavamo attraversando dei vicoli bui, dato che le vie principali erano ancora troppo affollate, per i miei gusti… Però…

 

“Che ti prende, Gourry…?” Domandai, all’improvviso.

Il mio amico batté le palpebre, come se lo avessi risvegliato da chissà quali pensieri. “Cosa?”

“Mi sembri nervoso.” Replicai, semplicemente… Dopo anni di convivenza, non poteva pretendere di ingannarmi.

Il mio amico stette un momento in silenzio. Quindi, assunse un’espressione grave… “Ti dirò la verità sul perché sono così teso…” Sospirò “…se mi prometti di non reagire in modo esagerato…”

Annuii. La cosa cominciava a preoccuparmi… “Spara…”

Mi guardò ancora una volta negli occhi, profondamente…

“Non ho la più pallida idea di dove ci troviamo.”

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!

“COME ACCIDENTI FAI A ESSERTI DIMENTICATO LA STRADA PER LA LOCANDA?!?! Sarà la decima volta che passiamo da queste parti!!!”

“Ma questi vicoli si somigliano tutti e… Ehi, ehi, aspetta un momento! Avevi promesso di non reagire male!!!”

“Davvero? Ma che strano, questo te lo ricordi, però…” Gli rivolsi un’ultima occhiataccia. “Ringrazia il cielo che non mi sento in vena di lanciare incantesimi…”

“Non ti senti in vena di lanciare incantesimi…? Stai male, per caso?” Il mio amico mi appoggiò una mano sulla fronte, con aria sinceramente preoccupata.

“Gourry…” Cominciai, esasperata…

“Ah… Ora ho capito!” Il mio amico assunse l’aria di chi ha appena ricevuto una illuminazione divina. “Si tratta di ‘quei giorni’, vero?”

UAAAAAAH!!!

“BURST…” Cominciai, del tutto decisa a fargli vedere come ero PERFETTAMENTE in grado di utilizzare la mia magia, quando una voce, dal tono stranamente familiare, interruppe la mia formula.

“Due giovani come voi potrebbero avere ben altro da fare, a quest’ora, che disturbare la quiete pubblica a questo modo…”

Non so se ci fosse effettivamente qualche allusione nascosta in quella frase, ma arrossii violentemente.

“E cosa ci suggerisci di fare, sentiamo, caro il mio impiccione???” Con la vena sulla mia fronte in procinto di scoppiare, mi voltai a fronteggiare la persona che aveva parlato… Si trattava di un uomo, apparentemente piuttosto anziano, anche se non ero in grado di dirlo con sicurezza perché il suo volto era quasi totalmente coperto da un mantello scuro, e dalle ombre della notte, in cui si ritraeva, rintanato, come una preda sul punto di essere inghiottita… Con la postura curva di chi porta sulle spalle anni di esperienza, sedeva su un telo purpureo, roso anch’esso dal tempo, muovendo fra le dita una piccola sferetta di cristallo, che alla luce della luna emetteva riflessi color arcobaleno, agilmente come solo un mago avrebbe saputo fare …

 

Non so perché, ma alla vista di quell’uomo gli insulti che avevo preparato mi morirono in gola… Dove… dove l’avevo già incontrato?

“Sfidate l’abilità di questo vecchio, signori… Indovinate dove si trova la sfera dei cento colori, e questa predirà il vostro futuro… Se fallirete, dovrete concedermi il privilegio di una piccola donazione, per dissetare queste labbra arse dal fuoco della conoscenza…”

Con estrema agilità, estrasse tre bicchieri di vetro opaco dal mantello, e nascose la sfera al di sotto di uno di essi, per poi cambiarli di posizione tanto velocemente da rendere difficile per qualsiasi occhio distinguere i loro movimenti… 

 

“Dove si trova la sfera, signori? Avanti, non è difficile, per un buon osservatore… Una vittoria vale una predizione…”

Il mio amico spadaccino ed io ci scambiammo un’occhiata. Era un trucco vecchio come il mondo… Sospirando, mi avvicinai ai tre bicchieri e, fingendo di avvicinare la mano ad uno di essi… afferrai il braccio del vecchio imbroglione, stringendolo saldamente.

“Parli di QUESTA sfera, vecchio?” Chiesi, estraendo il piccolo oggetto dalla sua manica, dove una mano abile la aveva agilmente nascosta…

 

“Oh… Ehm… MIRACOLO!!!! La sfera ha deciso di eludere la vostra presa, signorina!!! E’ un pessimo presagio!!!”

Gli rivolsi un sogghigno. “Anch’io vedo pessimi presagi, ma non riguardano il MIO futuro… Tu non sai chi stavi cercando di imbrogliare… Io sono una maga molto potente…”

“Ma vi assicuro…”

“Io ti assicuro che la tua sfera di cristallo sta per fare una bruttissima fine, insieme al suo proprietario… Certo, potrei anche decidere di soprassedere…” Accentuai la stretta sul suo braccio.

Il vecchio deglutì. “Volete che… vi legga il futuro gratis, signorina…?”

“Oh non chiederei mai tanto… Basta che…” L’uomo deglutì, nuovamente, di fronte al mio sguardo maligno. “…Tu mi dia tutto quello che hai in tasca! ORA!!!” Il mio sogghigno si allargò. Quel genere di imbroglioni spesso portava con sé oggetti MOLTO interessanti, senza nemmeno rendersi conto del loro potere…

“Ecco, lo sapevo…” Ignorai il sospiro rassegnato di Gourry, alle mie spalle.

“Aaaaaah, ma questo è un FURTO!!!” Ribattè l’uomo, cercando di divincolarsi dalla mia presa.

“Cosa credevi che ti chiedessi? Di darmi lezioni di onestà? Rubare ai ladri non è un furto! I malvagi non hanno diritti!!!”

“E dai, Lina, lascia perdere… Che cosa speri di ottenere da lui?” Il mio amico sospirò nuovamente, cercando di tirarmi via.

Volsi le spalle al vecchio per un momento, per rivolgermi al mio compagno…“Umph! Se avesse voluto essere lasciato in pace, avrebbe dovuto pensarci prima invece di…” Non ebbi il tempo di terminare. Quella distrazione era stata il mio errore.

 

In un attimo, la mano libera dell’uomo aveva estratto un pugnale. Me ne accorsi con la coda dell’occhio, ma era troppo tardi. Il vecchio si era già avventato su di me. Aveva una forza paurosa!!!

“Come… come diavolo…?”

Poi, capii… Non si trattava della SUA forza… Il pugnale… il pugnale era magico! Degli stranissimi segni dorati incisi sopra la sua elsa si erano illuminati non appena lo aveva impugnato… Ma non avevo decisamente il tempo di mettermi a riflettere su quel particolare…

 

“LINA!!” L’azione fu così concitata che Gourry non poté fare altro che restare fermo a guardarla.

Il mio avversario mi bloccò al suolo e sollevò il pugnale, recitando sommessamente una formula che, riconobbi, aveva come scopo l’affilarne la punta… Evidentemente l’obiettivo primario di quell’arma non era colpire, solo aumentare la forza di chi ne era in possesso… Ma il suo proprietario, ora, mirava ad altro… Non voleva di certo limitarsi a minacciarmi…

Assestando una dolorosa gomitata nei denti del vecchio, riuscii ad evitare che il pugnale si conficcasse nel mio collo, guadagnandomi solo un piccolo sfregio sul volto. Ma se avesse attaccato di nuovo, non sarei riuscita a respingerlo… e non sembrava che avesse intenzione di lasciarmi andare con un sorriso… 

 

Tuttavia, qualcuno era di parere contrario.

 

“Non osare toccarla!!!” Con una mossa rapida, anche Gourry si buttò nella mischia. Estratta parzialmente la spada, ne batté violentemente l’elsa contro il polso del nostro avversario. L’arma cadde dalle mani del vecchio… e lo spadaccino si mostrò risoluto a non lasciargli il tempo di raccoglierla.

Afferrato il vecchio per il mantello, lo spinse violentemente contro la parete del vicolo in cui quella inusuale colluttazione notturna aveva avuto luogo… “Hai ancora tanta voglia di colpirla, ora?” Chiese il mio amico, i denti stretti per la rabbia e la paura… Nessuno di noi due si era lontanamente aspettato che quel vecchio potesse essere un combattente tanto abile… Ci aveva colti di sorpresa ed era stato DAVVERO pericoloso…

“Lasciami… Lasciami, bastardo…” Il vecchio si divincolò, cercando di liberarsi dalla sua presa.

“Al diavolo! Non sono COSI’ stupido…”

 

“No.” Intervenni, con voce fredda. Due volti stupiti si rivolsero verso di me. “Ha ragione lui. Lascialo…” Sollevai lo sguardo, ripulendomi il volto dal sangue fuoriuscito dal piccolo taglio che mi aveva fatto. Passato lo spavento, ero molto, MOLTO arrabbiata. “… Lascialo a me…”

“Li- Lina… Cerca di calmarti, eh? In fondo non è successo nulla di grave…” Lo spadaccino, ora, sembrava molto più spaventato del nostro avversario…

“Te lo faccio vedere io che cosa significa sfidare Lina Inverse, brutto indovino di terza categoria…”

 

Improvvisamente, il vecchio lasciò la presa con la quale aveva cercato di allontanare il braccio di Gourry e cessò di divincolarsi. Il suo sguardo si fissò sul mio. “Cosa… cosa hai detto?”

“Non fingere di non capire, vecchio rimbambito…”

L’uomo ignorò il mio insulto. “Tu… sei davvero Lina Inverse? Sei la piccola Lina?” Il suo tono non era più quello aspro e schernitore che ci aveva rivolto poco prima… In esso c’erano dolcezza… e gioia…

Chi diavolo…?

 

“Lina -chan! Sono io! Non mi riconosci?” Battendo le palpebre, feci segno a Gourry di lasciare la sua presa.

Il vecchio si sistemò il mantello, avanzò verso di me e, quando fu fuori dalla portata di Gourry, prese a recitare una formula. Lo spadaccino pose immediatamente mano all’elsa della spada, ma un mio cenno lo bloccò nuovamente.

 

Lighting!” La luce si spandette immediatamente lungo il piccolo vicolo. Fu allora che l’uomo abbassò il cappuccio del mantello… E, finalmente, lo riconobbi.

 

“GALDIAR –SAN!”

 

 

Quella notte non riuscivo davvero a prendere sonno. Erano successe talmente tante cose… tutte a seguito del nostro arrivo a Moonearth… Prima, l’incontro con Amelia e poi… lui… Sorrisi fra me e me, lasciando travolgere la mia mente dall’ondata dolce dei ricordi… Chi si sarebbe mai aspettato di rincontrarlo proprio a Miilun…? Così lontano da casa…

 

 

“Lina -chan!!! Non riesco a credere che sia proprio tu!!!”

“Galdiar -san!!! Che diavolo stava combinando con quel trucco così disonesto???!!!”

“Ah… Voi giovani vi legate davvero le cose al dito… Bè…Vedi… Mi trovo qui a Miilun,  ma non posso farlo sapere in giro… Sono venuto qui di tutta fretta e non sono stato in grado di portare con me molto denaro… Diciamo che…dovevo trovare un modo per sbarcare il lunario…”

“Non mi sembra un buon motivo per mettersi a minacciare con un pugnale magico le ragazze indifese, come me!!!”

 

A quella mia osservazione, il volto del mio vecchio maestro di magia -eh, già, perché ci trovavamo proprio di fronte al responsabile dei guai della maggior parte dei banditi del pianeta- si era immediatamente incupito.

 

“Perdonami, Lina… Non avrei mai voluto farti del male… Ti avevo scambiata… per una di LORO…”

“…Loro…?”

 

Galdiar -san si era guardato attorno, come se temesse che qualcuno sbucasse fuori dalle ombre, da un momento all’altro.

 

“Non possiamo parlare ora. Con il nostro combattimento, abbiamo attirato troppo l’attenzione… Sono pronto a scommettere che presto qualcuno arriverà a controllare… Consiglio anche a voi di allontanarvi presto, ragazzi… Chi si pone al centro dell’attenzione rischia molto, qui a Miilun…”

“Aspetti, Galdiar -san!!! Che cosa significa tutto questo? Si trova in pericolo?”

 

Il vecchio mago si era limitato a scuotere la testa, lasciando scivolare fra le mie mani il pugnale magico che in precedenza aveva brandito contro di me.

 

“Non ora, Lina -chan, non ora…Sto rischiando troppo e sto mettendo in pericolo anche voi… Domani sera, al tramonto, ci incontreremo fuori dalle mura e ti spiegherò ogni cosa. Il pugnale ti guiderà… Via di qui, ora… Presto…”

 

Il mio vecchio maestro non aveva aggiunto altro. Una breve formula e, in una nuvola di fumo, era scomparso nel nulla… Aveva sempre adorato i trucchetti da prestigiatore e, a quanto pareva, non era cambiato per nulla, con gli anni…

 

Avevo convinto un dubbioso Gourry a seguire il consiglio del mago, promettendo di spiegargli in seguito di chi si trattasse e che genere di legame avesse con me… Ci eravamo nascosti nell’ombra e, dopo pochi minuti, avevamo effettivamente osservato un gruppo di uomini scivolare silenziosamente nel vicolo in cui ci eravamo trovati, con l’apparente intenzione di realizzarvi un sopralluogo…

 

… Si trattava delle guardie al servizio del Gran Maestro, Ilmund il Verde.

 

 

Riflettevo su questi fatti sdraiata sul letto della mia stanza, le braccia incrociate dietro la testa, lo sguardo fisso sul soffitto. Gourry probabilmente dormiva profondamente, nella camera accanto… Dopo la mia breve spiegazione sull’identità di Galdiar, avevamo concordato di riposarci per qualche ora, entrambi stremati dalla incalzante successione di avvenimenti che ci aveva coinvolti. Tuttavia, la mia mente rifiutava di essere messa a tacere. Che legame poteva avere Galdiar con la città di Miilun? Detestavo l’idea che il mio vecchio maestro si trovasse in pericolo… Per me, era stato un po’ come un secondo padre… Negli anni in cui avevo vissuto a Zephilia, costantemente all’ombra di mia sorella, Galdiar aveva sempre mostrato di confidare nelle mie capacità…

 

“Il tuo potere è grande, Lina… Un giorno, tutti lo capiranno… Ed io sono qui per aiutarti a svilupparlo…”

 

Quelle parole erano state un conforto incredibile, tutte le volte in cui mi ero convinta di essere un’incapace, di non essere all’altezza di Luna e dell’orgoglio che lei, costantemente, procurava alla nostra famiglia… Se ora avessi potuto aiutarlo come lui aveva fatto con me, finalmente il mio debito sarebbe stato saldato…

E poi, c’era un’altra cosa… Quel pugnale magico risvegliava in me un insistente dubbio…

 

 

“Aaaaaaaaaaaah, dannazione!!! Per stanotte, se continuo a questo modo, di dormire non se ne parla!” Lanciai un’occhiata fuori dalla finestra, con un sospiro. Ormai il sole stava sorgendo…

“Forse una passeggiata mi aiuterà a conciliare il sonno…”

 

Silenziosamente mi alzai, afferrai il mantello, legai la spada al mio fianco, e uscii nella luce pallida dell’alba. L’aria fresca del mattino provocava una piacevole sensazione, sulla mia pelle. Mi sembrava di rinascere…

Lanciai un sguardo al paesaggio al di là della locanda. “La collina dove ci siamo salutati, sei mesi fa…” Mormorai, fra me e me… “Chissà, magari tornandoci mi sembrerà di ritrovare la calma di allora… Una calma che minaccia sempre di terminare, certo…” Ridacchiai. Dopotutto, era il tipo di vita che IO avevo scelto… E, probabilmente, se ne avessi avuto la possibilità, non lo avrei cambiato…

 

Mi incamminai verso l’altura, che declinava dolcemente, come a creare un giaciglio naturale per la città. Era una delle vie di accesso a Miilun, e quindi, ultimamente, doveva essere una zona piuttosto frequentata… Ma, a quell’ora, non mi aspettavo di trovare molta folla…

Fui quasi sorpresa, quando notai una figura sedere con aria pensierosa, sulla roccia che dominava quel paesaggio quasi fiabesco…

 

“Un panorama incantevole, vero?” Commentai, avvicinandomi alle sue spalle e, evidentemente, cogliendola di sorpresa…

“Chi…?” Si voltò, di scatto. “LINA -SAN!!! Mi hai fatto prendere un colpo… Cosa ci fai qui?”

Ignorai la sua domanda. “Sembravi così assorta, Amelia…” Diressi lo sguardo là dove, poco prima, era stato fisso quello della mia amica. “Laggiù c’è il Sud…” Commentai, per poi tornare a fissare gli occhi su quelli della principessa. “Da come fissavi quella direzione, sembrava quasi che stessi aspettando qualcuno…”

 

La mia amica mi fissò per un momento, in silenzio. Avrebbe continuato a negare…?

 

“E’… così evidente…?” Si limitò a chiedere dopo poco, abbassando lo sguardo…

“Amelia…” Con un sospiro, mi decisi a dare avvio a quella conversazione, per quanto la mia amica potesse trovarla dolorosa… “Prima quell’espressione cupa, ieri sera… e ora ti trovo qui, a fissare un miraggio… Dimmi cos’è successo… Dimmi cos’è successo con Zelgadiss…”

 

La principessa sollevò la testa e mi lanciò uno sguardo venato di dolore. “Io… ho paura, Lina -san… Forse non ne ho mai avuta tanta in vita mia… Temo… temo che a Zel sia successo qualcosa di male…”

Inarcai un sopracciglio, mascherando un sorriso. “ ‘Zel’? Fino a sei mesi fa, lui era ‘Zel -san’ per te, mi sembra…”

La mia amica arrossì, violentemente… “Ecco… sono cambiate un po’ di cose… fra noi…” Serrando le labbra, riprese ad osservarsi la punta dei piedi. Sospirai… Sarebbe stato difficile farmi raccontare ogni cosa…

“Vale a dire, Amelia?” La incoraggiai, sedendomi al suo fianco e mostrandole che avevo tutta l’intenzione di approfondire la questione…

“Uh… Sai che sei mesi fa… Zel… Zelgadiss… ha accompagnato Sylphiel -san e me a Sailune, dopo che ci siamo separati…” Annuii, semplicemente, in risposta. “La notte prima che arrivassi a casa, Zel mi ha fatto una … uhm… promessa…” Sollevò lo sguardo, per fissarmi nuovamente in volto. “Ha promesso… di tornare… da me. Mi ha chiesto… di aspettarlo… Uh… Capisci cosa intendo, vero, Lina -san…?”

Annuii, nuovamente. E così… il vecchio Zel si era finalmente deciso a darsi una mossa, eh?

 

“Poi… la notte successiva… Lo ho ospitato a palazzo…” Il tono di voce della mia amica scemò in un soffio. “Abbiamo parlato ancora, quella notte… Volevo stare con lui il più possibile, perché sapevo che sarebbe passato molto tempo, prima che potessimo rivederci… Lo ho… invitato… in camera mia… e noi… noi abbiamo…” Il rossore della mia amica, se possibile, peggiorò.

 

Battei le palpebre per un momento, senza capire. Quindi, compresi quello che intendeva…

“AH!” Per la sorpresa, non riuscii a tenere basso il tono della voce. E, non so se per questo o se per ciò che la mia amica aveva detto, mi trovai anch’io ad arrossire…

 

“Lina -san! Non c’è bisogno di reagire a quel modo!!!”

“Scu… scusa, Amelia… E’ solo che… mi hai colta di sorpresa…” Una goccia di sudore mi scese lungo la tempia… Insomma, non erano cose che mi veniva a raccontare tutti i giorni…

“Perché, Lina -san?” I suoi occhi blu mi fissarono, profondamente. “E’ così strano…? Se si tratta di una persona che ami…”

Scossi la testa, e le sorrisi. “No, non intendevo assolutamente dire questo, Amelia… Anzi sono contenta per voi due… E, sinceramente, non vedo dove sia il problema…”

 

La mia amica sospirò. “Ovviamente, dopo quella notte, Zel è partito, come avevamo deciso… Per due mesi, mi ha inviato regolarmente delle lettere, raccontandomi dove si trovava, assicurandomi che stava bene… Non potevo rispondergli, perché si spostava continuamente, ma mi andava comunque bene, perché sapevo che era in salvo… Questo, fino a quando non ha raggiunto le terre dei draghi, nell’estremo sud del continente… L’ultima missiva mi è arrivata da Lyrith…”

 

“E poi, non hai più ricevuto sue notizie?” Chiesi, accigliandomi.

La mia amica scosse la testa. “Inizialmente pensavo che fosse perché era preso completamente dalle ricerche… Ma sono trascorsi quattro mesi, Lina -san… Quattro mesi senza nemmeno due righe, per sapere che andava tutto bene…” Ebbi l’impressione che si stesse sforzando di trattenere le lacrime… Adesso comprendevo che cosa c’era che non andava… “Ho pensato di organizzare una spedizione per cercarlo…” Continuò la principessa. “Ma non avrei saputo come spiegarlo a mio padre… Vedi… Lui non sa ancora… di noi… Avremmo voluto riferirglielo insieme, al ritorno di Zel…” Nascose la testa fra le ginocchia, e non aggiunse altro.

 

Quella storia non mi piaceva… Che cosa poteva essere accaduto a Zel? Aveva un caratteraccio, certo… ma avrebbe fatto soffrire deliberatamente Amelia dopo quello… che c’era stato fra loro due? Aveva deciso di far perdere le sue tracce… o qualcuno glielo aveva imposto…?

O, peggio…

 

“Lina -san…” Riprese la mia amica, dopo un momento di silenzio. “Io… a questo punto… preferirei che avesse deciso di non farsi più sentire… perché si è stancato di me… Piuttosto che… che…”

“Non dire sciocchezze, Amelia!” Scattai. “Se è successo ciò che è successo, con Zel, è perché ti fidavi di lui, giusto?”

La mia amica alzò lo sguardo. Aveva le guance rigate di lacrime… “Sì… ma…”

“Niente ma!” Le strizzai l’occhio. Per quanto potessi essere preoccupata, non era davvero il caso di fare incupire ulteriormente la mia amica! “Sono certa che Zel sta bene, e non aspetta altro che venire a dirtelo di persona! E’ solo che… bè… evidentemente c’è qualcosa che glielo impedisce… Lascia che Gourry ed io risolviamo una piccola questione, qui a Miilun, e poi andremo noi a cercarlo, per te… Con il giusto compenso, ovviamente…”

Per quanto avessi cercato di sottolinearla, la parte riguardante il compenso sembrò sfuggire alla principessa. “Oh, Lina -san… Tu… lo faresti veramente?” Non feci in tempo a rispondere. La mia amica mi aveva già gettato le braccia al collo. “Lina -san!”

Sospirai. “Ora calmati, Amelia… I pianti non portano da nessuna parte…”

La mia amica annuì, asciugandosi, con un sospiro, le guance. “A proposito, Lina -san, qual è la questione che tu e Gourry dovete risolvere? E’ da ieri che me lo chiedo… Come mai siete qui?”

 

Sospirai. “E’ una lunga storia… Ti spiegherò tutto oggi pomeriggio… Ora è meglio che tu vada a prepararti, non mi sembri nelle condizioni per partecipare al Concilio…”

La mia amica diede un’occhiata ai propri vestiti, stropicciati e bagnati dalla rugiada mattutina, e dovette convenire con me che era giunto il momento di salutarci…

 

 

Quando raggiunsi nuovamente la locanda, era ormai giorno fatto… Finalmente avevo scoperto cosa preoccupava Amelia… E forse era qualcosa che avremmo potuto aiutare a risolvere… Continuavo ad avere dei dubbi su ciò che poteva essere accaduto al nostro amico… Zel era in grado di badare a se stesso… cosa poteva avere incontrato, tale da bloccarlo nelle terre dei draghi dorati…?

Ad ogni modo, chiarita la questione, mi sentivo decisamente più sollevata…

 

…Uno stato d’animo che non sembrava essere comune ad un certo spadaccino, che, appena fui in vista della locanda, mi venne incontro con un’espressione più che allarmata…

“Lina! Dov’eri finita? Ti ho cercato ovunque!!!”

Battei le palpebre. “Non riuscivo a dormire, così sono uscita a fare due passi… Sinceramente, pensavo che fossi ancora addormentato… Ma… è successo qualcosa?”

“Sì, dannazione! Stavo morendo di preoccupazione, ecco che è successo! Accidenti a te… Potevi lasciare scritto qualcosa…”

Agitai la mano. “Ehi, scusa, scusa… Ma ora calmati… Lo sai che so badare a me stessa, no? In questi giorni mi sembri più nervoso del solito…” Continuavo ad essere convinta che il mio amico avesse paura di qualcosa, di cui non mi aveva parlato…

Lo spadaccino sospirò… “…Mi sembra il colmo, farmi rimproverare da Lina Inverse di essere nervoso…”

Questa volta fui io ad accigliarmi. “Cosa vorresti dire, con questo?”

Ridacchiò. “Niente, niente… ehm… Entriamo… La nostra colazione sta per essere servita…”

Gli sorrisi. Effettivamente, l’aria fresca di quella giornata mi aveva messo appetito… “Salvato in corner, Gourry Gabriev…” Lanciai un’occhiata al sole, già alto nel cielo. La luce del mattino faceva vedere tutto sotto una luce diversa… Forse, valeva la pena di restare allegri…

 

E quella allegria, come la calma di sei mesi prima, quanto sarebbe durata?

 

“…a parte per il fatto che…” Proseguii “…per farti perdonare del tuo commento… questa colazione me la offrirai tu…”

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


Capitolo terzo: Il Concilio

Capitolo terzo: Il Concilio

 

 

L’edificio in cui mi trovavo era completamente avvolto dal silenzio… Un lungo corridoio… o almeno credevo… avvertivo le pareti stringersi attorno a me, ma non potevo vedere molto, oltre la cappa di buio che mi circondava…

 

Tutta la parte sinistra del mio corpo pulsava in modo orrendamente doloroso, il mio cuore sembrava voler scoppiare per il lungo camminare… ma non potevo fermarmi… dovevo raggiungerlo… una luce blu e dorata, che si allontanava inesorabilmente da me… la mia luce… Se l’avessi perduto di vista sarebbe scomparso…per sempre…

 

Mi ripulii il viso dalle lacrime, per l’ennesima volta. Dovevo sopportare il dolore. Ero coraggiosa… lo ero… Galdiar-san mi aveva insegnato ad esserlo… non sapevo dove si trovasse, ma sentivo che era presente… in me, vicino a me… qualcuno mi era accanto…

 

No, non si trattava di Galdiar…

 

Odore di sangue… di tanti innocenti… e del mio sangue…

 

…Sangue assassino…

 

Credi di sapere chi sei?

 

Mi coprii le orecchie con le mani e mi imposi di ignorare quella voce mai udita prima, ma tristemente nota. “Vattene! Non è te che rincorro!!!”

 

Sono proprio io il tuo obiettivo… Solo non vuoi ammetterlo a te stessa…

 

“Lasciami in pace!!!” Mi misi a correre, ciecamente. Caddi.

 

Non puoi riuscire a seguire quella direzione… Te la stai solo imponendo… Fallirai comunque… Abbandonati a te stessa… Abbandonati a me…

 

Coprirsi le orecchie non sarebbe servito a nulla. Quella voce ipnotica risuonava nella mia mente. E il suo invito sembrava così dolce…

 

Sono io il tuo passato… Mi nascondo nel tuo presente…Possiedo il tuo futuro.

 

La luce di fronte a me si stava indebolendo fino a scomparire. Gridai, portandomi le mani al viso, coprendomi gli occhi. Fu allora che me ne accorsi. Non si trattava di lacrime…

 

Era sangue.

 

 

 

“No!” Mi sollevai a sedere di scatto, spalancando gli occhi… E finendo nuovamente sbalzata all’indietro, sul cuscino, dopo l’urto con qualcosa di MOLTO duro.

 

“Ouch! Lina! La mia testa!” Lo spadaccino si aggrappò al bordo del letto per evitare di cadere, massaggiandosi il punto della fronte contro il quale la mia testa era appena andata a cozzare.

“Gourry! Che diavolo ci facevi in camera mia, chino su di me?”

“Stavo tentando di svegliarti! Questo pomeriggio abbiamo appuntamento con Amelia, ricordi? Mi hai chiesto di lasciarti riposare, ma saranno le cinque, ormai…” Qualche ora prima ero salita in camera per cercare di recuperare quella notte insonne, ma avevo lasciato le chiavi a Gourry, dicendogli di entrare, se fosse successo qualcosa… Certo, però, non era stato un dolce risveglio…

“Umph! Che testa dura, hai…” Istintivamente, mi portai le mani al viso, pregando che il mio braccio sinistro la smettesse di pulsare a quel modo… Nessuna traccia di sangue.

“Senti chi parla…” Fu il solo commento del mio amico, condito da un sogghigno.

“Hai detto qualcosa?” Domandai, con un’occhiataccia.

“Nulla di importante.” Mi sorrise. “Hai avuto un incubo, per caso? Mi sembrava che avessi il sonno un tantino agitato…”

“Ma come sei informato…” Inarcai un sopracciglio, sogghignando. “Per quanto tempo sei rimasto a fissarmi mentre dormivo, tanto per curiosità?”

La mia voleva essere solo una battuta, ma il mio amico, con mia sorpresa, arrossì. “Ehm… Senti, io ti aspetto al piano di sotto… Forse Amelia vorrà raggiungerci qui alla locanda, con Sylphiel…”

“Aspetta un…” Ma prima che avessi potuto terminare, lo spadaccino era già uscito dalla stanza. Mi grattai la testa, sospirando… Avevo rinunciato a capirlo, ormai…

 

Raccolsi in fretta la mie cose. Volevo spiegare tutta la questione anche ad Amelia, quel giorno… La sera avrebbe potuto accompagnarci da Galdiar e forse la cosa sarebbe anche servita a distrarla dalle sue preoccupazioni… Per quel che mi riguardava, ero ansiosa di ricevere le spiegazioni del mio maestro. Il sospetto che si trovasse in pericolo mi inquietava, e a dimostrarlo bastavano quei… sogni…

 

Rabbrividendo, ricacciai le preoccupazioni in un angolo della mia mente. Avevo altro a cui pensare! Un buon pasto, ad esempio, non sarebbe stata una cattiva idea…

 

 

“LINA –SAAAAAAAAN!!!!!!!!”

Evidentemente, i miei programmi erano destinati ad essere rimandati.

Appena fui nella sala d’ingresso della locanda, una furia dai capelli corvini mi venne incontro con un’aria che lasciava presagire ben altro rispetto ad un pranzo caldo…

“Che c’è, Amelia? Sei appena tornata dal Concilio? Che cosa è successo?”

“Lina –san, abbiamo sbagliato tutto! Non riesco a spiegarmelo!!”

“Aspetta… Aspetta un secondo… Di che cosa stai parlando?”

“Ma del Concilio, Lina –san!!! Ilmund –san ha mentito!”

Mi accigliai. “Ha… mentito…?”

“Quel… quel bugiardo… ha fatto finta di nulla… Capisci? Come se nulla fosse accaduto! E’… è INGIUSTO!!!” La principessa sembrava decisamente arrabbiata… Sospirai.

“Amelia, ora fammi il piacere di sederti e di spiegarmi tutto con calma, altrimenti non verremo a capo a nulla…”

 

Anche la mia amica fece un grosso sospiro, quindi seguì il mio consiglio, e si sedette. “Perdonami, Lina –san… So benissimo che questo non è un comportamento che si addice ad una principessa… Ma… accidenti… avresti dovuto esserci! Avrebbe fatto perdere la pazienza a chiunque!” Ora che si era calmata, la sua voce aveva assunto un tono… pentito. Mi accigliai. Amelia avvertiva molto l’importanza della sua responsabilità… Tentava di mantenere il suo comportamento sotto un rigido controllo, persino di fronte a dei suoi vecchi amici… Immaginavo che facesse grossi sforzi per cercare di frenare il suo solito atteggiamento esuberante, quando si trovava in circostanze ufficiali… Il che probabilmente accadeva sempre più spesso, ora che si avviava a diventare principessa incoronata… Certo, né lei né Phil, in precedenza, erano stati mai troppo propensi alle formalità… Ma ora…? Per lei sarebbe tutto cambiato? Quante maschere sarebbe stata costretta ad indossare? Fingere, nascondersi… purtroppo, si tratta di un atto spesso connaturato alla sopravvivenza… l’unico modo per proteggersi… Avevo sempre ammirato il modo in cui Amelia riusciva ad essere sempre se stessa, in ogni circostanza… E ora… il peso di un privilegio rischiava di soffocare la sua personalità… 

 

Bè, non finché si trovava con me!

 

Agitai una mano in segno di noncuranza. “Non mi sembra che tu ti preoccupi troppo delle formalità, quando cominci con le tue declamazioni…” Inarcai un sopracciglio, mascherando un sogghigno. “Per quanto questo possa risultare seccante…”

“Ah! LINA –SAN!!!” La mia amica scattò in piedi, puntando un dito contro di me. “Come puoi definire ‘seccante’ chi è mosso dalla mano sacra della Giustizia?!? Il mio atteggiamento è utile all’umanità!!!” Come risultato, tutta la locanda si voltò a fissarci… Sigh! Da un estremo all’altro…

 

“Ehm…” Tossicchiai, una goccia di sudore che scendeva dalla mia tempia. Non era il caso di mettersi a discutere, se non volevamo diventare il centro dell’attenzione di tutta la città… “…Ad ogni modo… Mi stavi dicendo del Concilio…”

La principessa batté le palpebre. “Oh, giusto… Me n’ero quasi dimenticata… Si tratta degli avvenimenti di sei mesi fa, Lina –san… Ecco… il fatto è… che Ilmund –san… non ne ha fatto assolutamente menzione!” Si grattò la testa.

Rimasi MOLTO perplessa. “Cosa significa, ‘non ne ha fatto menzione’? La scomparsa del Portale da Miilun non doveva essere l’ordine del giorno…?”

“Questo è quello che credevamo, Lina –san… Ma evidentemente ‘l’evento senza precedenti’ di cui ha parlato nel suo invito consisteva in qualcosa di molto più banale…”

“… Vale a dire…?” Domandai, inarcando un sopracciglio.

Sospirò. “…Ore e ore, Lina –san… ore e ore perse ad ascoltarlo, mentre si vantava di essere stato il primo Gran Maestro ‘capace di organizzare un evento come la Fiera del Magico, tale da mobilitare tutte le forze magiche del pianeta e da portare un notevole impulso agli studi, alle ricerche, alle tecniche delle nostra Nobile Arte’…” Davvero tipico di Ilmund… “Un oratore eccezionale, Lina –san, indubbiamente…” Proseguì la mia amica. “…Ma l’argomento di discussione davvero non valeva l’organizzazione di un evento costoso come il Concilio…”

“Ehi, ehi… Aspetta un momento…” Interruppi il suo seccato monologo, approfittandone per chiamare con un cenno la cameriera al nostro tavolo… L’indignazione non necessariamente fa cessare l’appetito… “Non sono l’unica a pensare che sia strano che sia stato necessario chiamare maghi da ogni parte del mondo solo per… QUESTO… vero?” I rappresentanti degli altri Circoli di Magia, per quanto non fossero al corrente, come invece lo eravamo Amelia ed io, del fatto che avrebbero potuto esserci BEN ALTRI eventi di cui discutere, DOVEVANO aver trovato irritante l’essere stati convocati solo per ascoltare gli auto-elogi di quel bellimbusto…

La principessa scosse la testa. “In effetti… il Gran Maestro, in seguito, ha aggiunto anche un motivo apparentemente valido per la sua convocazione… Ha detto che una iniziativa che è stata tanto produttiva per il mondo della Magia deve continuare a crescere su se stessa… E che per questo motivo prega i rappresentanti delle diverse città di unirsi nella sua realizzazione, anche se le loro scelte di campo, in altre occasioni, possono essere divergenti…” Eh, già… Far collaborare Sailune e Zephilia, le capitali rispettivamente della Magia Bianca e della Magia Nera, poteva non essere troppo semplice… “Ha detto che il Concilio era l’occasione per discutere di una eventuale collaborazione e per prendere decisioni in comune accordo… E, visto il successo che l’edizione precedente della Fiera ha avuto e la ricchezza che ha portato alle città che la hanno organizzata, sono stati in molti ad accogliere favorevolmente l’offerta… Ovviamente tutti hanno pensato, forse a ragione, che Ilmund –san abbia proposto questa cooperazione perché i fondi rimasti al Circolo di Magia di Miilun non sono più così ingenti… Forse il Gran Maestro teme, restando fermo nella sua pretesa di tenersi a capo dell’organizzazione, di portare il Circolo alla bancarotta, e la fiera a risolversi in un fiasco…” Uhm… La cosa non mi convinceva… Non mi convinceva per niente…

“Ma la cosa che mi ha dato fastidio…” Proseguì Amelia, assumendo nuovamente un tono indignato. “…è la tranquillità con cui Ilmund –san ha continuato a ripetere che, nella scorsa edizione della Fiera, a Miilun ‘tutto è andato a gonfie vele’… Non una parola sul fatto che l’intero universo ha rischiato di finire sepolto nel Caos, Lina –san!!! Non una parola!!! E sai cosa ha osato dire, riguardo al tempio…?”

 

La mia amica stava per proseguire, ma un mio gesto la mise a tacere, quando la cameriera si avvicinò alle sue spalle, con il blocchetto delle ordinazioni alla mano. Già da un po’ era rimasta a fissare la nostra conversazione concitata, e non mi sembrava una buona idea attirare la sua attenzione ulteriormente, con discorsi che le sarebbero apparsi strani… E poi, sapete com’è… sei mesi prima avevo imparato a non fidarmi delle cameriere dall’aspetto debole ed indifeso…

Tuttavia, con fare del tutto normale, la ragazza afferrò la penna che teneva appesa alla tasca anteriore della camicetta, e ci sorrise. “Le signorine vogliono ordinare qualcosa?”

 

La mia amica scosse la testa. “Ho già partecipato al banchetto offerto dal Gran Maestro… Però, se tu vuoi prendere qualcosa, Lina…”

Non c’era certo bisogno che me lo dicesse!!!

Afferrai il menu e dopo avergli lanciato una breve occhiata… “Mi porti tutti i piatti di questa pagina, per favore! Porzione doppia, ovviamente!” Evitai la tripla porzione, per quel pomeriggio… Era meglio che mi tenessi leggera, altrimenti mi sarei rovinata la cena…

 

“Tu… tutti i… piatti…” Mentre scriveva, la mano della cameriera tremò leggermente. Ehi, non c’è bisogno di reagire a quel modo! Una combattente come me deve mangiare a sufficienza, se vuole tenersi in forma!

 

“Oh… Ma chissà se Gourry ha già mangiato…” Considerai, ignorando il terrore che si stava diffondendo sul volto della cameriera, e il sorriso nervoso della principessa che mi stava a fianco. “…Forse dovrei ordinare anche per lui…” Mi guardai attorno. Ehi, aspetta un attimo… Era vero… E  Gourry? La conversazione con Amelia mi aveva fatto scordare di lui… Ma dove…? “E adesso, dove è andato a cacciarsi quel cretino? Aveva detto che mi avrebbe aspettato qui…”

“Attendete anche qualcun altro, signorina?” Il tono della cameriera, accompagnato da inquiete occhiate al menu, era SINCERAMENTE preoccupato… Uh, ma che esagerazione… per un paio di portate…

 

Stavo per risponderle di aspettare un secondo, il tempo di cercare il mio amico, ma Amelia mi precedette. “Oh… ehm, no… può andare… non c’è nessun altro…”

La cameriera si allontanò in tutta fretta, sollevata, mentre io mi rivolsi stupita alla principessa. “Perché le hai detto che non c’era nessun altro, Amelia? Guarda che Gourry alloggia in questa locanda, con me…”

“Ehm… Sì, lo so, Lina –san, ma vedi… Ho incontrato Gourry –san mentre entravo e lui… è dovuto uscire…”

Battei le palpebre. “…uscire…?”

“Ecco… Oggi pomeriggio ho incontrato Sylphiel –san… Mi ero dimenticata di dirtelo… E’ arrivata ieri sera, ma, per evitare di disturbare ad un’ora troppo tarda, si è fermata con la sua guardia del corpo in una locanda e ha atteso la fine della prima seduta del Concilio per venire a sistemarsi nei nostri alloggi… Ovviamente non era necessario, ma…”

“E allora, cosa c’entra questo con Gourry?” La invitai a non divagare, in un tono più freddo di quanto avrei voluto. Non so perché, ma il fatto che Amelia associasse quella scomparsa improvvisa e SCORTESE –aveva promesso di aspettarmi!!!- del mio amico spadaccino al ritorno di Sylphiel faceva contrarre fastidiosamente il mio stomaco…

“Bè… Quando ho incontrato Gourry –san, prima, qui nell’ingresso, gli ho parlato dell’arrivo di Sylphiel –san…” Mi scoccò un’occhiata nervosa. “Ecco… lui ha detto che voleva vederla assolutamente… Io gli ho chiesto se non era il caso di aspettarti, ma lui… uhm… lui ha risposto che…” Fece una pausa.

Sospirai. Amelia era una cara amica, ma detestavo quando cercava di nascondermi le cose per proteggermi, soprattutto, come in quell’occasione, quando NON CE N’ERA MOTIVO!!! Cosa poteva importarmi di quel cervello di medusa??? Che facesse quello che gli pareva!! “… Che cosa ti ha risposto, Amelia…?” La incitai, fiaccamente. 

“Ha… ha detto che preferiva andare… senza… di te…” Il tono della sua voce scemò in un sussurrò. Quindi, osservò la mia espressione e… “M -ma sono certa che avesse un’ottima ragione, Lina –san!!!” Scattò, prima che io potessi rispondere qualsiasi cosa.

 

Restai a fissarla per un momento, in silenzio. Quindi, sospirai. “Sì, ne sono convinta anch’io.” Risposi, semplicemente.

“Brava, Lina –san, è proprio… Eh?” I suoi occhi si erano spalancati, all’improvviso. Battendo le palpebre, mi guardai attorno. “Che c’è?”

“Come sarebbe a dire ‘ne sono convinta anch’io’??? Dici SOLO QUESTO???”

Sospirai, nuovamente. “Amelia, Gourry ed io non siamo legati da una catena con lucchetto a doppia mandata… E’ adulto, sa badare a se stesso e se è voluto andarsene…” Mi morsi il labbro… andarsene… perché… quella semplice parola… in quel momento mi inquietava così tanto…? Accidenti ai miei stupidi incubi…

Deglutendo, proseguii. “… Se è voluto andarsene, avrà avuto i suoi motivi. E poi, è da Sylphiel che sta andando, non dal mostro della palude… Che vuoi che gli succeda?”

“NON è questo che intendevo, Lina –san… Non vorrai farmi credere che non te ne importa!” Importarmene… importarmene… E di cosa diavolo avrebbe dovuto importarmi? Aveva solo fretta di vedere una sua vecchia amica! Tanta fretta da non poter aspettare me…

 

Evitando di risponderle, guidai nuovamente la conversazione al nostro argomento principale. Avevamo problemi più urgenti da risolvere, dopotutto. “Mi stavi dicendo… Come ha fatto Ilmund a spiegare la faccenda del tempio…?”

La mia amica mi fissò per un attimo, in silenzio. Non so perché, ma il suo sguardo mi mise a disagio… per qualche istante trovai MOLTO interessanti le posate sopra al nostro tavolo…

Fortunatamente, la principessa si decise a proseguire con la conversazione là dove l’avevo indirizzata… “La sua giustificazione è stata il colmo, Lina –san…” Cominciò, rispondendo alla mia domanda. “…Ha detto che un ‘gruppo di avventurieri balordi’ si è introdotto nel tempio per profanarlo e non riuscendo a vincere la magia delle porte del santuario, nel tentativo di aprirle ha fatto saltare l’intero edificio…” …Avventurieri… balordi???? Sperai sinceramente per Ilmund che non si stesse riferendo a noi, perché cominciavo ad avere VERAMENTE voglia di fargli una visitina, una di quelle sere… “E sai cosa ha aggiunto, Lina –san? Che le guardie al suo servizio sono prontamente intervenute, ancor prima delle guardie cittadine, e hanno allontanato quei delinquenti dalla città, prima che potessero fare altri danni e…ehm… Lina –san…?”

Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr!!!!

Ora stavo fissando la mia amica con sguardo MOLTO minaccioso… Quel tizio NON SOLO aveva mentito impedendoci di ricevere la gloria e la RICOMPENSA che ci spettavano per tutti i guai in cui eravamo stati coinvolti, ma OSAVA persino prendersi dei meriti che non aveva??????? Se solo mi fosse capitato fra le mani glielo avrei spiegato a modo mio, come erano andate veramente le cose…

 

La mia amica fece una risata nervosa. “Lina –san, cerca di calmarti, per favore…”

“Sono CALMISSIMA, mai stata tanto calma in vita mia…” Anche se l’occhiata che le rivolsi testimoniava tutt’altro… “E cosa ha aggiunto il nostro bravo cantastorie, sentiamo…?”

Amelia si incupì. “Avresti dovuto vedere come mi FISSAVA, Lina –san… Secondo me sapeva benissimo che io ero al corrente della verità… Sembrava quasi che mi stesse sfidando a parlare… Purtroppo, però, molti a quel Concilio sembravano prendere le sue parole come oro colato… Non c’era dubbio su a chi avrebbero creduto, se avessi provato a dare la mia versione dei fatti…” Batté il pugno sul tavolo. “E questo non è GIUSTO!!!! La verità DEVE trionfare!!! E’ uno dei principi basilari della Giustizia!!!”

Sospirai. “Purtroppo, con i bei discorsi non si arriva a delle soluzioni… Mi piacerebbe smascherare quella faccia di bronzo proprio come piacerebbe a te…” Anche se, in effetti, le nostre motivazioni erano un po’ diverse… “… Però non è una cosa tanto semplice, visto il prestigio ed i poteri di cui gode… E poi, prima di fare qualsiasi cosa, voglio cercare di capire esattamente perché ha mentito e cosa c’è sotto a tutta questa faccenda del Concilio…”

“Bè, Lina –san… E’ abbastanza chiaro… Insomma, tutto questo gli ha portato molta fama…”

Mi grattai la testa, perplessa. “Sì, sì, questo lo so… Ma c’è anche la questione di Kentar –sama, di mezzo… Non abbiamo ancora trovato una soluzione…”

La mia amica batté le palpebre. “Kentar… sama…?”

Ah, già… Amelia non sapeva ancora nulla degli avvenimenti che ci avevano condotti a Miilun… Decisi di spiegarle in breve tutta la faccenda…

 

… Quando ebbi terminato, il sole era sul punto di cominciare la sua discesa nel cielo e i piatti sulla nostra tavola erano già tutti completamente vuoti.

La mia amica mi fissò con gli occhi sgranati, mentre mi ripulivo dalle briciole. “Che c’è?” Le chiesi battendo le palpebre.

La principessa scosse la testa… “Niente… è solo che non mi spiegherò mai come faccia il tuo stomaco a contenere tutto quel cibo…”

Agitai la mano, con noncuranza… Almeno era stata tanto gentile da non fare brutti commenti sulla mia parlantina, come faceva sempre una certa chimera scorbutica… “Una maga-genio spende molte energie nelle sue numerose imprese… Devo ricaricarmi, sai…”

La principessa ridacchiò. “Già, ogni tanto scordo il tipo di vita che tu e Gourry –san siete abituati a… Oh, ehm… volevo dire…”

Sospirai. Non c’era bisogno che evitasse persino di nominarlo, solo perché aveva deciso di non trascorrere un pomeriggio con me… Non c’era nulla di cui preoccuparsi… no?

Lanciai un’occhiata fuori dalla finestra. “E’ quasi il tramonto… Dove sarà finito quell’imbecille? Mi toccherà andare da sola all’appuntamento con Galdiar –san…”

“Oh… mi dispiace, Lina –san… Possiamo passare dai miei alloggi… Forse si trova ancora lì…”

Feci spallucce. “Probabilmente se n’è dimenticato… Lo sai com’è fatto… Ormai è tardi. Gli riferirò tutto domattina, tanto dubito che mi sarebbe utile, come al solito non capirebbe nulla di quello che diciamo e mi seccherebbe per tutto il tempo con le sue domande.” Fui più acida del solito, nei suoi confronti. Prima mi rimproverava se sparivo per dieci minuti, e poi per un intero pomeriggio non si prendeva la briga di darmi sue notizie, con i guai in cui eravamo coinvolti… Come minimo avrei scoperto che aveva passato la giornata chiacchierando allegramente con la sua sacerdotessa, e scordandosi completamente di me. Bè, poteva anche tornarsene a Sailune con lei, se preferiva, per quel che mi riguardava…

 

Scossi la testa, stupita dei miei stessi pensieri. Che mi prendeva? Gourry aveva semplicemente deciso, certamente per un valido motivo, di trascorrere un pomeriggio per conto suo… Era accaduto altre volte, quando per qualche ragione ci eravamo trovati con diverse faccende da sbrigare… Perché mai avrebbe dovuto decidere all’improvviso di partire con Sylphiel? Non era logico… Per tutti quegli anni era rimasto al mio fianco… Certo, Sylphiel non aveva mai smesso di aspettarlo… e la possibilità che si stancasse del tipo di vita che condividevamo e decidesse di andarsene per la sua strada c’era sempre… ma il pensiero che una cosa del genere potesse davvero accadere non mi aveva mai sfiorata, prima… Il fatto che noi due viaggiassimo insieme mi era sembrato… naturale… Eravamo sempre andati così d’accordo… essere l’uno accanto all’altra era finita per sembrarmi come l’unica soluzione possibile… Però in quei giorni mi sentivo propensa al pessimismo… ero stranamente nervosa… Probabilmente era solo dovuto al nostro ritorno a Miilun, ma… avevo il presentimento… che presto sarebbe accaduto qualcosa di grave…

 

Scossi la testa vigorosamente, cercando ancora una volta di allontanare i brutti pensieri. “Se vuoi venire con me, sei ben accetta, Amelia, ma andiamo da sole… E’ meglio, te lo assicuro… Lo so per esperienza…”

 

“Bè, io ero tornato per accompagnarti, ma se preferisci posso rimanere qui alla locanda. Una serata di VERO riposo non sarebbe male, dopotutto…” Mi voltai verso la fonte della voce… trovandomi a fronteggiare il mio amico… o almeno, credevo… Perché in lui c’era qualcosa di molto diverso dallo spadaccino che conoscevo… Cos’era quella freddezza? Era stato… il mio commento a portarla alla luce…? Era davvero rivolta a me? Non capivo… fra tutti i bisticci che avevamo condiviso e le offese, più o meno scherzose, che ci eravamo scambiati, quell’atteggiamento non gli era mai appartenuto…

 

Lì per lì non seppi se mostrarmi preoccupata o arrabbiata… Qualcosa era cambiato, rispetto a quel pomeriggio, rispetto ai giorni prima del nostro arrivo a Miilun… Avrei voluto sapere che cosa era successo. Avrei voluto chiedergli cosa c’era che non andava. Avrei voluto farglielo sputare fuori, anche insieme a tutti i denti, se fosse stato necessario! Ma l’unica cosa che mi uscì fu… “Fai come ti pare. Io ho qui il pugnale di Galdiar… Se hai intenzione di seguirmi, è il momento di muoverti.” Ostentando indifferenza, mi mossi nella sua direzione, con l’intenzione di sorpassarlo e dirigermi verso la porta. Fu allora che mi accorsi che non era solo…

 

“Ehm… Ciao… Lina –san…”

Sylphiel.

La sacerdotessa era rimasta nascosta dietro allo spadaccino e solo allora si fece avanti, rivolgendomi un sorriso nervoso. Mi sembrava piuttosto pallida…

 

“Sylphiel! Ci sei anche tu?” A dispetto di tutto, le sorrisi. Nonostante le circostanze, faceva sempre piacere rivedere una vecchia amica. “Come vanno le cose? Ho saputo che sei stata contattata da alcuni amici di famiglia! Sarai felice, immagino.” Dopo la morte di suo padre, la ragazza era rimasta praticamente sola al mondo… Mantenere ancora dei legami con il passato doveva essere un conforto, per lei…

 

Inspiegabilmente, alla mia domanda la sacerdotessa si irrigidì, lanciando una breve occhiata a Gourry. “Oh… sì… certo… Ma tu… sei davvero contenta… di vedermi… Lina –san…?”

Battei le palpebre. “E’ ovvio! Perché non dovrei?” Agitai la mano, in segno di noncuranza. “Ma ora non è il momento dei convenevoli. Sempre che la testa di rapa, qui, si sia ricordata di spiegartelo, abbiamo una faccenda piuttosto urgente da risolvere… Tu sei dei nostri?”

 

“…Oh… sì… Gourry –sama… me ne ha parlato… certo che sono con voi…” Sylphiel batté le palpebre e rivolse un’altra occhiata allo spadaccino… che ora mi stava fissando, con una grossa goccia di sudore lungo la tempia. Umph! Offenditi pure, sei ne hai il coraggio!

 

Ignorandolo, estrassi il pugnale decorato che il mio maestro mi aveva affidato. Alla luce pallida della sera le rune disegnate sulla sua elsa risplendevano di un chiarore argenteo. Mi chiesi in quale modo un oggetto del genere avrebbe potuto guidarci… “Mmm… Galdiar –san è fissato con i trucchi e gli indovinelli… Forse per trovarlo dovremo risolvere qualche enigma collegato al pugnale…”

 

“… O forse il pugnale è la chiave per un ‘segugio’…” Suggerì Amelia.

“Intendi… la formula usata per rintracciare gli oggetti magici?” Esistevano varie versioni di quell’incantesimo… Una consisteva appunto nel legare due oggetti stregati con un vincolo magico. Richiamando il ‘segugio’ l’oggetto ‘chiave’ avrebbe immediatamente indicato la posizione dell’altro artefatto, a qualsiasi distanza esso si trovasse, mostrandone l’immagine, calata nel suo contesto geografico… Spesso come ‘oggetto chiave’ si sceglieva una sfera magica, per ovvie ragioni di comodità… Poco vistosa, proiettava l’immagine direttamente al suo interno, senza attirare troppo l’attenzione di chi, eventualmente, si trovava vicino al mago… Ma anche la superficie riflettente della lama di quel pugnale sarebbe stata un ottimo ‘schermo’…

 

“Potrebbe essere un’idea, Amelia… Non ci resta che fare un tentativo.” Sfiorando con le dita le rune, recitai brevemente la formula che avrebbe dovuto attivare l’incantesimo… la magia attraversò le mie mani, provocando il solito, piacevole fremito… una breve luce…

…e nulla accadde.

 

“Diavolo!”

Amelia sospirò. “Pare che mi sia sbagliata…”

Scossi la testa. “Non è detto. E’ possibile che sulla ‘chiave’ sia stato posto un sigillo, in modo che solo il mago che ha creato il vincolo possa evocare un ‘segugio’ per individuare l’oggetto che gli interessa… Se è così, dobbiamo capire come spezzarlo…”

Mordendomi il labbro, meditai sul da farsi… Se Galdiar mi aveva affidato il pugnale, significava che potevo intuire come utilizzarlo… Se solo non se ne fosse andato così in fretta, la sera prima…

 

“Uhm… Lina –san?”

Battei le palpebre, riportata alla realtà dalla voce di Sylphiel.

“Che c’è?”

“Credo… che dovremmo uscire… Rimanendo qui sulla porta, stiamo attirando l’attenzione di tutta la locanda…”

Mi guardai attorno. Incontrando il mio sguardo, le persone ai tavoli ritornarono ad interessarsi al loro cibo… ma effettivamente tutti ci stavano fissando. Sospirai. “Mi sembra una buona idea.” Dissi, semplicemente.

Raccolsi le mie borse, che avevo abbandonato su una sedia, e mi avviai nuovamente all’uscita della locanda, reggendo a fatica l’arma del mio maestro, sotto il peso degli altri oggetti magici che trasportavo. Fu allora che un lampo attraversò la mia mente.

 

L’incantesimo… L’incantesimo sfruttato da Galdiar –san la sera precedente, per attaccarmi, non era attivo. La mia forza non era stata aumentata dal pugnale… Poteva essere quello il motivo… Forse l’arma avrebbe potuto fungere da ‘chiave’ solo una volta che le sue proprietà magiche fossero state attivate… Ma noi, come potevamo risvegliarle? Probabilmente esisteva una formula… ma Galdiar non ne aveva pronunciato nessuna, la sera precedente, prima di brandirlo contro di me… forse lo aveva fatto troppo sommessamente perché io riuscissi a sentirlo, ma sinceramente non ci avrei scommesso… Non solo perché al GRANDIOSO spirito d’osservazione della suprema Lina Inverse non sarebbe sfuggito… ma anche perché, vista la velocità con cui si era svolta l’azione, probabilmente non aveva avuto il tempo…

 

Forse…

 

Mi voltai verso Gourry. “Attaccami!”

Lo spadaccino batté le palpebre. “P- prego?”

“Attaccami con la Spada di Luce! Senza risparmiarti! Con tutta la tua forza!”

“Ma Lina…”

“Fallo come se volessi ferirmi! Fidati di me! Non ti lancerò un incantesimo, o qualcosa del genere…”

Il mio amico sospirò. “NON è questo il problema…” Estrasse la spada, con fare rassegnato.

Accompagnati dalle occhiate perplesse delle nostre compagne, ci spostammo nel boschetto dietro la locanda, in modo da non essere visibili dalla strada.

 

Mi sarebbe stato impossibile resistere ad un attacco scagliato da uno spadaccino abile come Gourry, senza usare la magia. Se avesse voluto, il mio amico avrebbe avuto forza sufficiente per farmi perdere i sensi con un semplice pugno… Senza poteri magici, era come la lotta di un forte contro un debole… E quindi…

 

“Sei pronta, Lina?”

Annuii, semplicemente. Il mio amico fece un altro sospiro, quindi scattò in avanti. Indietreggiando lievemente, estrassi il pugnale, facendolo incontrare con la lama della spada di Gourry… E parando il colpo, con la sola forza delle mie braccia! Yai!!!

 

Purtroppo, il seguito non andò proprio come avevo previsto… Invece di reggere il contraccolpo, le mie gambe cedettero, sbalzandomi all’indietro… direttamente contro un albero.

 

“Ahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahiahi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! La mia povera schiena!!!”

“Lina! E’ tutto a posto?” Il mio amico si inginocchiò di fronte a me, preoccupato. Le circostanze sembravano aver dissolto quella maschera impenetrabile che aveva coperto il suo volto fino a poco prima…

…quindi forse non ce l’aveva con me…

 

…e perché diavolo mi sentivo sollevata?

 

“NO, che non è tutto a posto! Ma cosa diavolo mangi, la mattina, per avere le energie per un colpo del genere?”

“…”

“… Di solito, circa la metà di quello che riesci ad ingurgitare tu…”

 

Il mio ceffone lo colpì in piena guancia. “CHE COSA vorresti dire???????”

“Lina! Avevi detto che non mi avresti colpito!”

“Non avevo mai parlato di schiaffi…” Sogghignai, per poi tornare seria. “E poi, se proprio vuoi saperlo, QUELLO era per non avermi attaccato con tutte le tue forze, come ti avevo chiesto… Avrei potuto farmi male sul serio, sai?”

Lo spadaccino batté le palpebre. “Uh?”

Gli sorrisi. “Vedi, se sono riuscita a parare il colpo, è per via del pugnale. E’ in grado di aumentare la forza di un combattente, in rapporto a quella del suo avversario… Probabilmente esiste anche una formula per attivarlo in situazioni normali, ma le proprietà magiche del pugnale si manifestano autonomamente, qualora chi lo impugni si trovi una situazione di pericolo… L’ho capito ripensando alla lotta di ieri sera… Quanto più l’avversario è forte e agguerrito, quanto più grande è il rischio, tanto maggiori saranno gli effetti… ma tu devi avere frenato la tua violenza all’ultimo momento, perché all’improvviso la mia forza è diminuita e non sono più riuscita a sostenere il tuo attacco…” Non gli risparmiai un’ultima occhiataccia… “… con i risultati che hai ben visto…”

Il mio amico sospirò. “Lina, per quanto possa essere abituato alle tue iniziative strampalate, per me è un po’ DIFFICILE attaccarti con la seria intenzione di ferirti, non credi?”

Mi grattai la punta del naso. “Oh… bè…” Si era… preoccupato… per me…?

“Insomma…” Proseguì. “… non ci sono molte persone che possono vantarsi di aver ferito Lina Inverse ed esserne uscite del tutto in salute…”

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAGH!!! Ecco COSA lo preoccupava! “Anche quelli che fanno CERTE ILLAZIONI di fronte a me non hanno vita lunga, sai?” Gli lanciai un’occhiata MOLTO  minacciosa.

Paradossalmente, per la prima volta nella serata, l’espressione del mio amico si fece distesa… e (anche se un po’ nervosamente, a dire il vero…) lo spadaccino si concesse di ridacchiare. “Ehm… Ma io scherzavo, lo sai, vero?”

Come no… Quando ti fa comodo scherzi, eh?

La mia occhiata NON si fece meno minacciosa…

 

Alle spalle di Gourry, due persone sospirarono all’unisono.

Il mio sguardo si rivolse a loro. “Che c’è?”

Amelia prese la parola. “Lina –san, lo so che trovate molto divertente esercitare la vostra coppia comica…” … ‘coppia… comica’…?  “… Ma ricorda che dobbiamo trovare il tuo maestro… Se è davvero in pericolo, può darsi che domani non abbia più la possibilità di mostrarsi per parlare, nemmeno a noi…”

Sospirai. “Calma, calma…” Con un sorriso trionfante, sollevai il pugnale, perché potessero vederlo. “La soluzione è vicina!” L’arma, ora, splendeva di luce propria. Le runa sulla sua elsa rilucevano di un bagliore dorato… che avrebbe rischiarato la nostra via fino a Galdiar.

 

Rivolgendo la mia attenzione all’oggetto, mi concentrai sulla formula. “Forze del vento…” Bisbigliai, nuovamente. Ekemoi, anemou zonChiamo… il segugio!”

 

Questa volta, il pugnale reagì.

 

La lama si colorò di una luce bluastra, mentre il calore dell’elsa si faceva quasi insopportabile, anche attraverso i miei guanti. E, dopo qualche istante, fui in grado di vederlo. Il medaglione che pendeva al collo di Galdiar risplendeva dello stesso chiarore, attraverso la superficie dell’arma che tenevo in mano… E il mio maestro, che lo indossava, stava sorridendo. ‘Brava, Lina…’ la sua voce risuonò nella mia mente ‘… la tua abilità non è stata cancellata dagli anni. Mi hai trovato.’

Sorrisi, a mia volta. Non si stancava ancora di mettermi alla prova con i suoi giochetti… ma sapeva essere gratificante, quando raggiungevo una soluzione…

 

“Lina –san?”

“Riconoscete l’immagine del luogo apparsa sul pugnale?” Sollevai l’arma, rivolgendo nuovamente l’attenzione ai miei compagni. “Dovrebbe essere da qualche parte, nei dintorni di Miilun… Un luogo abbastanza nascosto, presumibilmente… e situato lontano dal Circolo di Magia…”

I tre si affollarono attorno a me… “Sembra… poco fuori dalle mura…” Commentò Sylphiel. “Deve essere una zona a ridosso della foresta… gli alberi mi sembrano piuttosto fitti…”

Annuii. Quel luogo aveva un’aria familiare… dovevamo esserci già passati prima…

 

“Si trova sul limitare ovest della città.” La dichiarazione venne da Gourry, pronunciata con una inusuale sicurezza. Tutti ci volgemmo a fissarlo.

“Vedete…” Spiegò il mio amico. “…Si intravede un spiazzo in cui l’erba sembra essere bruciata, e in cui una piccola parte degli alberi è rimasta carbonizzata… Sono le tracce di una battaglia… Mi ricordo di questo posto… E’ dove abbiamo combattuto contro quel demone, sei mesi fa.”

 

Adesso mi veniva in mente… Era stato quando il mio avversario mi aveva trascinata in una dimensione parallela, facendomi credere di aver ucciso gli altri… Conoscevo quel paesaggio… era lo stesso che mi era apparso, alla luce dell’alba, dopo che avevo sconfitto quel demone screanzato…

“Wow…” Mi rivolsi al mio amico. “… lo spirito d’osservazione di un’aquila ed il cervello di un mollusco… una strana combinazione, davvero…” Ero SINCERAMENTE ammirata.

Lo spadaccino mi rivolse un’occhiataccia. “…il cervello… di un mollusco…”

“Sono stupita! Te ne ricordi davvero ancora…?”

Il mio amico fece un sospiro rassegnato. “E come faccio a dimenticarmene? Quella volta credevamo che tu fossi morta, Lina…” La sua spiegazione mi fece lievemente arrossire. Ma feci del mio meglio per non farci caso…

 

“Ehm, ad ogni modo… Galdiar –san ci sta aspettando… Ormai è completamente buio… E’ il caso di muoversi, che ne dite?”

I miei compagni annuirono, all’unisono. La zona che dovevamo raggiungere non era troppo distante dalla locanda, e nemmeno particolarmente pericolosa, ma, quasi istintivamente, ci muovemmo in modo furtivo. Continuavano a tornarmi in mente le parole del mio maestro…

Chi si pone al centro dell’attenzione rischia molto, qui a Miilun…

Finalmente, avremmo fatto chiarezza sul loro significato…

 

 

“Credevo non arrivaste più… Questa zona non è molto frequentata, ma per me non è comunque prudente farmi vedere in giro, sapete?” Il mio maestro emerse dalle ombre del bosco, appena fummo in vista della piccola altura sulla quale si era rintanato.

 

“Galdiar –san!!! Va tutto bene?”

“Non c’è male, piccola mia… Come dire… si sopravvive…” Ci rivolse un sorriso. “Questi devono essere i tuoi compagni di viaggio… Finora ho conosciuto solo quel bel cavaliere biondo… Vorresti presentarmeli?”

 

Annuii, indicando i miei amici ad uno ad uno. “Questa è Sylphiel, una sacerdotessa. Gourry lo conosce già, lui è… la mia guardia del corpo.” Lo dissi senza pensarci, ormai persino io mi ero abituata a considerarlo a quel modo… Inspiegabilmente, però, la mia presentazione strappò un genuino sorriso al volto dello spadaccino…

“E la ragazza con i capelli corti è Amelia, la principessa del regno di Sailune…”

Galdiar sgranò gli occhi. “La… principessa di Sailune…? Accidenti, Lina, ti sei data alle amicizie di alto rango!” Ci rifletté un momento, quindi… “Oh, immagino che sia perché lei ti assicurava l’impunità per quei tuoi furti alle bande di banditi…”

“GALDIAR –SAN!!!!!!!! Quelli NON erano furti!!! Si trattava di azioni legittime contro dei fuorilegge!!!” Bè, PIÚ O MENO le cose stavano così… ma PERCHE’ diavolo anche a lui erano arrivate quelle voci??? Mai che nessuno mi ricordasse per le mie imprese più gloriose!

“UAAAAAAAAAAAAAH!” La mia amica dai capelli corvini fu come ‘accesa’ dal suo commento. Puntò il dito contro il mio maestro. “Non potrebbe MAI essere così! Sarebbe contro i principi della Giustizia se un reggente coprisse azioni disoneste!!! La nobile casata di Sailune non lo permetterebbe mai!!!”

Il mio maestro scoppiò a ridere. “Già, dimenticavo… La capitale della Magia Bianca… Mi dispiace di averti offesa, principessa… Sei davvero figlia di Philionel…”

 

Tutti e quattro battemmo le palpebre. “Lei… conosce mio padre… signore…?” Domandò la mia amica, perplessa.

Galdiar scosse la testa. “Solo di vista, principessa… In passato, mi è capitato di recarmi a Sailune più di una volta, per i miei studi… Purtroppo Zephilia non è il luogo adatto per vivere, per chi si interessa di Magia Bianca… ma la tua città offre un tesoro prezioso di conoscenze utili… gli incantesimi di difesa, lo scudo che la protegge dai demoni, le armi sacre… Un patrimonio che apparterrebbe a pochi, se non fosse per la proverbiale ospitalità della tua famiglia… Non conosco Philionel direttamente, ma lo ricordo come un uomo molto tenace, e molto legato ai suoi principi… una persona ammirevole… e non mi sembra di sbagliare, dicendo che gli somigli…”

La principessa arrossì lievemente, lusingata. Galdiar –san era fatto così… Tendeva ad esprimere schiettamente le sue opinioni riguardo alle persone… Una caratteristica che gli aveva procurato non pochi guai, in passato… Mi chiedevo se fosse questo il motivo dei suoi problemi a Miilun…

 

Decisi di affrettare la conversazione. “Forse è il caso di limitare i convenevoli, ora, Galdiar –san… Di cosa deve parlarci, così in segreto?”

“Oh, sei sempre impaziente, come in passato, Lina –chan…”

Sospirai. “Galdiar –san… E’ stato LEI a dire che è pericoloso stare a parlare in questo posto… Cerchi di non divagare…” Sempre il solito…

Il mio maestro sorrise di nuovo. “Certo, certo… Allora, che cosa volete sapere?”

Sospirai, nuovamente. “Mi sembra abbastanza ovvio, Galdiar -san… Ieri sera è stato talmente misterioso… Perché se ne stava nascosto in quel vicolo? Perché è venuto a Miilun, se non può farsi vedere in giro? E’ qui con a delegazione di Zephilia? Qual è il pericolo che sta correndo?” Lanciai le mie domande a raffica, senza concedermi nemmeno il tempo di respirare. La mia curiosità era troppo grande… Non capivo il motivo ma… quella faccenda mi interessava… come se fosse stato qualcosa di personale…

“Una cosa alla volta, Lina –chan… Innanzitutto, io NON sono qui con la delegazione di Zephilia… Non abito a Zephil City da anni, ormai…”

Battei le palpebre. In effetti, nel periodo che Gourry ed io avevamo trascorso a casa mia, non avevo trovato traccia di Galdiar, in città… Non avevo dato troppo peso alla cosa, perché sapevo che il mio maestro non era mai stato particolarmente legato al Circolo di Magia… Avevo pensato che avesse intrapreso uno dei suoi viaggi, dedicati allo studio di branche della Magia diverse da quelle diffuse nella nostra regione… A dire il vero, gli incantesimi d’attacco di cui io avevo fatto la mia specialità, e di cui tanti maghi a Zephilia erano esperti, non lo avevano mai interessato particolarmente… non credo che fosse nemmeno molto portato per essi… anche se era stato decisamente abile, nell’insegnarli…

“Vuol dire… che ha deciso di allontanarsi definitivamente dalla città…?”

Il mio maestro, semplicemente, annuì. “Quello non era più il mio posto, Lina… Dopo che tu sei partita, non ho più incontrato allievi veramente dotati, da istruire… Se non mi era più possibile esercitare nemmeno quel ruolo, Zephilia non faceva più per me… Dovevo trovare la mia funzione, altrove…” Mi sorrise. “Ma tu dovresti capirmi, hai passato gli ultimi anni in viaggio, e la tua ricerca ancora non si ferma mi sembra…”

Anch’io sorrisi al mio maestro. “Forse non lo farà mai, Galdiar –san… Ma… anche lei ha trascorso tanti anni senza una fissa dimora? Voglio dire… non mi sembrava che la prospettiva la allettasse più di tanto…”

Galdiar ridacchiò. “Eh, già… sono sempre stato un topo da biblioteca… e, in fondo, non sono cambiato… Dopo qualche breve peregrinazione, mi sono nuovamente fermato… Ma ho fatto in modo di tagliare i ponti con il mio passato, e dedicarmi interamente a ciò che realmente mi interessava…”

 

Battei le palpebre. “E dove si è stabilito, esattamente…?”

“Uhm… Non so se faccio bene a rivelarlo… in fondo… molte poche persone sanno di me…”

Mi rivolsi al mio maestro, con grande serietà(… una volta tanto…). “Galdiar –san… Può fidarsi di me e dei miei amici… Sa che io non la tradirei mai… non dopo quello che ha fatto per me… e garantisco per i miei compagni… Se ha un segreto da mantenere, lo porteremo con noi nella tomba…”

Il mio maestro inarcò un sopracciglio. “Oh, oh… posso fare affidamento su una simile promessa, se è pronunciata dalla famigerata Lina Inverse?”

“Galdiar –san…” Ora, il mio tono si era fatto minaccioso…

“Ehm… Stavo solo scherzando, ovviamente…” Il mio maestro indietreggiò di qualche passo… “Vorrei farvi partecipi del mio segreto… lo farei senza remore… quello che non voglio è dovervi coinvolgere in una brutta faccenda… che riguarda personalità piuttosto potenti…”

Mi battei la mano sul petto. “Ah! Non si preoccupi! Di fronte a lei si trova la maga che ha sconfitto per ben due volte Shabranigdu!!! E questi al mio fianco sono i miei più fidati aiutanti!!! Non temiamo nulla!”

“… se dovessi battere il nemico in una gara di modestia mi sa che avresti seri problemi, Lina…”

 

…Misi a tacere lo spadaccino con un doloroso calcio nello stinco…

 

“AD OGNI MODO… Confidi in me! So badare a me stessa, glielo assicuro…”

Galdiar annuì. “La tua determinazione ti fa onore, Lina… Rispetto la tua decisione. E ti racconterò tutta la storia…” Lo sguardo del mio maestro si incupì… guardava verso di me, ma avevo l’impressione che la sua attenzione fosse rivolta oltre… ad est, verso il Circolo di Magia… “Immagino che anche tu ricordi… La Magia Nera di Zephilia non è mai stata il mio campo privilegiato di studi… Ma nel corso degli anni e dei miei viaggi avevo accumulato altre conoscenze, che sentivo il bisogno di mettere a frutto… Le tecniche di difesa della Magia Bianca, le armi sacre… Il mio sapere spaziava sui più vasti ambiti… Tutto ciò che mi serviva era la fama necessaria perché mi fosse permesso di esercitare quel sapere… Mi occorreva un nome…”

 

Oh, oh… Quella mappa bislacca… La sensazione di familiarità che avevo provato… Quel pugnale stregato… No… Non poteva essere…

 

“KENTAR –SAMA!!!!”

 

“Brava! Ma tu come fai a saperlo…?”

 

Il mio amico spadaccino ed io ci scambiammo una lunga occhiata, per poi tornare a fissare uno sguardo sbalordito sul mio maestro… Il vecchio mago batté le palpebre, perplesso. “…Ragazzi…? Che vi prende?”

 

“Vuole farci credere che… che il leggendario armaiolo sarebbe proprio lei??? Ma… ma… Kentar –sama dovrebbe avere più di duecento anni… lei…”

Il mio maestro si grattò la testa, assumendo un’aria imbarazzata. “Oh… ehm… conoscete quelle storie… riguardo a Lookrod… Uhm… la realtà è che nella foresta sacra di ‘Kentar’ viveva un vecchio eremita ma… ehm… era morto da tempo… Avevo cercato la sua casa per le mie ricerche e quando ho scoperto che era venuto a mancare… ho deciso di prendere il suo posto, sapete, il suo prestigio mi poteva fare comodo… Ho fatto sapere in giro che ‘l’eremita’ –che poi ormai ero diventato io- era un esperto d’armi… il vecchio che mi aveva preceduto in realtà si intendeva solo di erbe e veleni… lo scoprii leggendo gli appunti che aveva lasciato nell’abitazione… ma nessuno –immaginai- lo conosceva a sufficienza da smentire la piccola bugia che sarebbe servita a procurami qualche cliente…” Sospirò. “…Solo che in quella zona non passava mai nessuno… allora per aumentare un po’ la mia fama… ho messo in giro quelle voci sul drago…” I miei occhi si spalancarono, mentre il suo tono di voce si affievoliva. “…ma in fondo non ho fatto nulla di male…”

 

“NON HA FATTO NULLA DI MALE UN ACCIDENTE, GALDIAR- SAN!!! SONO COSE CHE NON SI FANNO!!! HA IDEA DI QUANTI GIORNI ABBIAMO GIROVAGATO IN QUEL BOSCO ASPETTANDOCI DI TROVARE UN GRANDE SAGGIO??????????????????????????” Uaaaaaaaah, era una cosa che ci si poteva davvero aspettare, da lui! Come avevo fatto a non pensarci prima?

“…Eh, ma anche le mie conoscenze non erano da poco, anche se non ho mai sconfitto un drago, e…” Fece una pausa. “Aspetta… aspetta un attimo! Volete dire che mi siete venuti a cercare? Che volevate la consulenza di Kentar –sama?” Batté le palpebre. “Ma tu guarda che coincidenza...”

“Non cerchi di cavarsela sviando il discorso! Dovevo immaginarlo che si trattava di lei! Quella mappa che ci ha fatto perdere un sacco di tempo non poteva che essere opera sua!”

Il mio maestro fece un gran sorriso. “Oh, avete trovato la mia pergamena? Ho pensato che avrei avuto voglia di trattare solo con clienti tanti pazienti da riuscire a seguirla… Divertente, vero?”

“NO, CHE NON È DIVERTENTE, NON LO È AFFATTO!!!!” La vena sulla mia fronte sembrava sul punto di esplodere… Il solito Galdiar –san…

 

“Bè, da qualcuno Lina –san doveva pur avere preso…” Sentii commentare alle mie spalle, ma decisi che scagliare una Palla di Fuoco ad Amelia, in quel momento, poteva non essere una buona idea…

 

“Ad ogni modo, Lina –chan, alla fine siete riusciti a trovarmi comunque… Non è il caso di scaldarsi, no?”

“Saremo anche riusciti a trovarla, ma solo dopo una infinità di… Ah!” Un lampo attraversò la mia mente. Se Galdiar era Kentar –sama, allora… “Galdiar –san, lei si trova in serio pericolo!!!” Scattai, la rabbia precedente messa a tacere da una nuova consapevolezza… Le creature… le creature che avevamo incontrato…

“… che genere di pericolo, Lina –chan…?” Di fronte alla mia espressione allarmata, anche il mio maestro era tornato alla serietà. “Vi è successo qualcosa, mentre eravate nella foresta?”

“Delle chimere ci hanno attaccati! Eravamo vicini alla sua abitazione, Galdiar –san! Miravano a lei, non posso sbagliarmi!!!”

Il voltò del mio maestro, immediatamente, si incupì. “… E così… ha deciso di dichiararmi aperta ostilità, ormai…”

 

Mi morsi il labbro. Si riferiva a… “Sta parlando di Ilmund il verde, vero, Galdiar –san…?” Dopo aver letto quella lettera, i dubbi che mi rimanevano erano molto pochi…

Il mio maestro si limitò ad annuire, con un sospiro… “Vedo… che sei acuta come quando eri piccola, Lina…” Strinse il pugno, mostrandomi un’espressione cupa che raramente gli avevo visto vestire… “Se sono qui a Miilun è proprio per tenere d’occhio il Gran Maestro… Ho cercato di fargli credere di essere fuggito altrove, per poterlo sorvegliare senza che lui ne fosse a conoscenza, anche se temo che ormai sospetti che mi trovo qui…”

“… Ma… che genere di rapporto c’è fra voi due…?”

Il mio maestro sospirò. “E’ una lunga storia, Lina… Una storia per la quale provo ancora vergogna… e rimorso… Sono stato uno stupido a farmi coinvolgere… ed ora mi dispiace coinvolgere te… sei stata persino costretta a combattere con quelle creature, per causa mia…” Mi fissò, intensamente. “Se fossi rimasta uccisa… io…”

Agitai la mano, ostentando noncuranza. Non mi piaceva l’atmosfera pesante che si era creata. “Tutto ciò che quelle bestiacce sono riuscite a farmi è un piccolo graffio, Galdiar –san…” Bè, forse ‘graffio’ era un eufemismo… Il livido che mi aveva lasciato la ferita si era rimpicciolito, ma ancora non accennava a sparire… Ma, in fondo, nessuno si era fatto male sul serio…

“Mmm…” Fece il mio maestro, improvvisamente pensieroso. “…Fortunatamente quel pazzo non è mai riuscito a creare dei mostri veramente forti…”

Battei le palpebre. “Vuol dire… che lei sa di cosa si tratta?”

Il mio maestro abbassò lo sguardo. “Come tu stessa hai affermato, sono chimere.” Emise un profondo sospiro. “Derivano da degli studi… degli studi sull’immortalità…”

 

Il respiro mi mancò per un momento. Studi… sull’immortalità…? Cioè, come era accaduto ad Atlas…? Non mi piaceva, non mi piaceva per nulla… Quel tipo di ricerche generalmente implicava intromissioni nel ciclo naturale dei viventi… fusioni di esseri dalle nature diverse… e omicidi…

 

“…Ma… il Circolo di Magia di Miilun è coinvolto in qualcosa del genere…?” Ero… stupita… Da quanto tempo andava avanti? Nulla era trapelato all’esterno?

 

“Ricerche sull’immortalità… sulla trasmigrazione delle anime… sui riti di evocazione e la produzione di chimere… Questa è una parte degli studi finanziati dal Gran Maestro… Condotti in gran segreto, ovviamente… da quello che viene definito il ‘Concilio’…”

Battei le palpebre. “…Il… Concilio…?”

Il mio maestro si concesse un sorriso amaro. “Già, il Gran Maestro non è particolarmente originale, nello scegliere i nomi, eh?” Quindi… quindi nella lettera che avevamo trovato… non si faceva riferimento all’iniziativa organizzata negli ultimi mesi, ma a…

“Si tratta di un gruppo ristretto di fruitori di magia…” Proseguì il mio maestro. “…provenienti dai più svariati circoli di Magia… Una sorta di setta… con una sua filosofia, una sua religione malata…” Distolse il volto come se… come se non riuscisse a sostenere il mio sguardo… “Nella loro visione distorta, i maghi dovrebbero essere delle creature superiori… Il dono della magia li renderebbe pari ai demoni e agli dei… Degni di comandare gli esseri umani… Ilmund ed i suoi venerano Lord of Nightmares, la fonte del loro potere, e stanno conducendo quelli che chiamano gli studi per ‘portare alla luce la loro vera forza’… Sostengono che il vero potere dei maghi è stato sopito dagli anni di convivenza con gli uomini comuni… E che le loro ricerche riusciranno a riportarlo finalmente alla luce. E allora, i maghi che follemente si ribelleranno alla loro causa verranno eliminati… mentre gli altri saranno in grado di partecipare alla lotta fra Mazoku e Shinzoku…”Mi fissò per un attimo, per poi distogliere nuovamente lo sguardo. “Partecipare… vittoriosamente, Lina –chan… allora -dicono- l’Equilibrio sarà spezzato e la loro ‘nuova stirpe’ avrà il dominio del mondo… e dell’umanità…” Galdiar strinse ancora una volta, nervosamente, i pugni.

 

Ma… Ma Ilmund ed i suoi… dovevano essere tutti matti!!! “E’ un progetto assurdo, Galdiar –san!!! Tanto per cominciare, le ricerche sull’immortalità non hanno mai condotto a nulla…”

Il mio maestro scosse la testa. “E’ quello che pensavo anch’io, Lina –chan… Quello che Ilmund non capisce è che lui è… lui è SOLO un mago… un essere umano, come tutti gli altri… essere esperti in un campo non porta a…” Ora le parole di Galdiar sembravano piene di rabbia… E il mio maestro parve rendersene conto, perché, improvvisamente, si bloccò. “Pe… perdonami, Lina –chan… Temo di essermi infervorato troppo… Ciò che volevo dire… è che anch’io pensavo fossero solo stupidaggini, che al massimo avrebbero portato a qualche progresso in quel campo di ricerca… Ma la cosa è andata oltre la misura. Il ‘Concilio’ ha cominciato a prendere se stesso sempre più sul serio. Ilmund, il suo fondatore, ne è diventato capo indiscusso… Sembra strano… quando tutto è iniziato, il Gran Maestro non aveva dalla sua parte che il suo carisma… Il suo circolo era ancora giovane, mancava di prestigio… Però, grazie a questo, aveva la possibilità di agire più liberamente degli altri Gran Maestri… Dai Circoli a lui alleati sono giunte a Miilun notevoli ricchezze, che hanno permesso a Ilmund di incrementare la propria fama, con iniziative come la Fiera…” Ecco come aveva fatto, accidenti!! “In realtà i fondi erano stati inviati per favorire le ricerche, ma il Gran Maestro si è giustificato dicendo che la ricchezza avrebbe prodotto ricchezza… e che, con la fama che si era guadagnato, molte più persone avrebbero appoggiato il ‘Concilio’ quando fosse venuto il momento di passare all’azione…”

 

Scossi la testa, stupita… E chi si sarebbe aspettato un affare del genere…? “Adesso si chiariscono molte cose…” Commentai, cupamente.

Il mio maestro annuì. “E immagino che tu capisca anche il perché di questa assemblea con i rappresentanti dei maggiori Circoli di Magia…” Battei le palpebre. Poteva essere…

“… Due piccioni con una fava, Lina –chan… In primo luogo, anche se ‘i tempi non sono ancora maturi per la rivelazione del Concilio al mondo’, Ilmund –san sperava di ingraziarsi quanti più Circoli di Magia possibile…”

“Allora…” Intervenne Amelia. “I Circoli di Magia che lo hanno appoggiato così apertamente, trascinando gli altri…”

“… Sono quelli a lui legati nel vincolo del ‘Concilio’.” Concluse cupamente il mio maestro, per lei. La mia amica ed io ci fissammo per un momento, in silenzio. Quindi presi la parola, ancora una volta.

“…E… l’altro motivo, Galdiar –san?”

Il mio maestro sospirò. “E’ piuttosto semplice… L’attenzione attorno Gran Maestro, ultimamente, era notevolmente aumentata… Il Circolo di Magia non forniva più un’adeguata copertura alla ricerche condotte da Ilmund e dal suo gruppo… E, non si sa in che modo, la parola ‘Concilio’ ha cominciato a circolare su diverse bocche, in città… Così, per sviare i sospetti prima che la notizia si diffondesse in modo irreparabile, Ilmund ha escogitato in tutta fretta la trovata dell’Assemblea dei Maghi…”

Annuii. Uno specchietto per le allodole, insomma… Ecco come stavano le cose… “Però, Galdiar –san… C’è ancora una cosa che non capisco… Lei… come fa ad essere a conoscenza di tutte queste cose?”

 

Il tentativo di Galdiar di evitare il mio sguardo si fece decisamente EVIDENTE. “Ecco… Lina –chan… anche questa ragione è piuttosto semplice…” Si grattò la punta del naso. “…Il motivo è che… anch’io…” Sospirò. “Anch’io ho fatto parte… del ‘Concilio’…”

 

Eh?EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH????? Mi erano venuti dei sospetti, vista la lettera che avevamo trovato, ma non avevo potuto, non avevo VOLUTO crederci! “Ma… Galdiar –san! Una cosa così folle…”

 

Il mio maestro sospirò, mentre la sua espressione, se possibile, si incupiva ulteriormente. “… Non è un periodo della mia vita a cui ripenso volentieri… solo ora mi rendo conto di quanto io sia stato stupido…” Finalmente, alzò lo sguardo per incontrare il mio. “… Non mi sono unito a loro perché condividessi le convinzioni che professavano, Lina –chan… Te l’ho detto, sin dal principio mi sono apparsi come un manipolo di folli. E devono aver trascinato anche me in questa follia, perché ho compiuto l’azione più stupida che mi potesse capitare di prendere in considerazione. Li ho sottovalutati.” Sospirò, nuovamente. “Zephilia non è stata generosa con me… Quando me ne sono andato, non era solo la fama a mancarmi… Nella situazione in cui mi trovavo, proseguire le mie ricerche era praticamente impossibile… E per me era impossibile anche trovare i mezzi per cominciare come avrebbe fatto qualsiasi mago mercenario… La mia abilità negli incantesimi d’attacco non era sufficiente perché mi guadagnassi da vivere combattendo… Quando giunsi a Miilun per visitare il Circolo di Magia, speravo di trovare maghi nelle mie stesse condizioni, a cui unirmi… Sapevo che la città, con il suo Circolo così giovane, radunava esperti nelle Arti Magiche di qualsiasi fazione… Potevo trovare qualcuno con i miei stessi interessi… avremmo potuto sostenere a vicenda i nostri studi… e invece, ciò che incontrai fu il ‘Concilio’. Sapevo che c’era qualcosa di poco chiaro in tutta la faccenda, ma unirmi a quel gruppo mi sembrava l’occasione per dedicarmi ai miei studi a tempo pieno, senza più preoccupazioni finanziarie…” Il mio maestro mi fissò negli occhi, aspettandosi forse un’osservazione o un rimprovero, ma io tacqui. Mi sembrava già abbastanza pentito della sua scelta… Senza contare che, personalmente, non avevo alcun diritto di criticarlo…

 

Con un sospirò, Galdiar proseguì. “Fin da subito mi resi conto, però, che l’autonomia che mi era concessa era decisamente limitata… Praticamente tutte le decisioni erano rimesse ad Ilmund –san… Certo… io non sono mai stato troppo propenso all’obbedienza… Per lo più, trascorrevo il tempo come ‘Kentar’, nella foresta sacra, dedito ai miei studi… Rendevo il ‘Concilio’ partecipe delle mie ricerche, ovviamente, ma raramente accettavo di indirizzarle secondo il loro volere… Per questo i miei rapporti con il Gran Maestro era sempre piuttosto tesi… Poi, nell’ultimo anno, le cose sono peggiorate. E, quando mi sono reso conto che i miei ‘compagni’ perseguivano SERIAMENTE il loro propositi, mi sono tirato fuori da tutta la questione… Tutto ciò che volevo era tornarmene ai miei studi, ma Ilmund –san non ha comunque accettato la cosa… Forse temeva che rivelassi qualcosa, anche se dubito che qualcuno avrebbe creduto ad un mago come me, dalla fama legata ad un falso nome, ed estraneo a qualsiasi Circolo di Magia… Fatto sta che ha continuato a perseguitarmi, per farmi tornare sui miei passi, giungendo persino alle minacce… Io mi sono sempre mostrato irremovibile…” Sospirò, alzando lo sguardo per fissarmi intensamente. “…e lo sono ora più che mai, Lina -chan…” Concluse.

 

“Per… per un motivo in particolare…?” Non sapevo perché, ma immaginavo già che la risposta non mi sarebbe piaciuta…

Galdiar annuì. “So che il ‘Concilio’ è giunto ad un risultato. Le ricerche di Ilmund, lo hanno portato a qualcosa… Il Gran Maestro non faceva che ripetermelo, nelle sue lettere. E non era solo per convincermi… Avevo l’impressione che fosse serio, molto serio… Non sono riuscito a scoprire molto, ma credo che abbia a che fare proprio con le ricerche sull’immortalità che ho nominato prima… Qualcosa in cui non desidero essere coinvolto, ad ogni modo… ma che vorrei tenere sotto controllo. E’ per questo che mi trovo qui. E’ anche colpa mia se siamo giunti a questo punto, e intendo fare di tutto per riprendere il controllo della situazione…” Galdiar abbassò lo sguardo. “Anche se non so ancora esattamente che cosa sto combattendo… e anche se Ilmund –san non accetterà tanto facilmente questa ribellione. In fondo, potrei diventare io il primo mago vittima del ‘Concilio’…”

“No!” Scattai. “Questo non avverrà! Io combatterò con lei Galdiar –san! Questa storia non mi piace per niente!” Mi accigliai. “Senza contare che ho proprio voglia di dare una lezione a Ilmund… Se ce lo togliamo dai piedi, tra l’altro, forse finalmente avremo modo di chiedere la giusta ricompensa per un affare che abbiamo risolto in passato…”

“Lina –san! Ma ti pare il caso di rivangare quella storia???” Sulla tempia di Amelia spiccava un’enorme goccia di sudore freddo… Bè, insomma, era abbastanza NORMALE pensarci ancora… Avevamo rischiato la pelle senza ottenere altro che uno scarno ringraziamento da due Shinzoku traditori…

 

Galdiar –san mi parve perplesso. “Potrebbe essere pericoloso… Ve l’ho detto, non so cosa dovremo combattere esattamente… Mi hai parlato di quelle chimere…” Mi rivolse un’occhiata significativa. “Tu lo sai benissimo, c’era un’altra persona che si interessava di quegli esseri…” Involontariamente, mi irrigidii… e, prima che potesse proseguire e rivelare faccende di cui non mi andava DAVVERO di discutere di fronte agli altri, il mio sguardo lo fulminò. Il mio maestro si zittì.

I miei compagni batterono le palpebre, stupiti dall’improvviso gelarsi dell’atmosfera. Ma, prima che chiunque potesse chiedere qualcosa, presi la parola. “Non ha importanza. Personalmente, dopo aver sentito tutto questo, non riuscirei a ripartire facendo finta che nulla sia successo… Sono curiosa di vedere che piega prenderà la questione.” Mi volsi verso i miei amici. “Voi che cosa avete intenzione di fare?”

I tre si scambiarono un’occhiata, e fu Gourry  prendere la parola. “Siamo in ballo, no? E allora, balliamo!” Ci riflettè un momento. “E poi, come potrei abbandonarti? Lasciandoti da sola a piede libero rischierei la distruzione della città…”

Gli rivolsi un’occhiataccia. “Perfetto! Manteniamoci in contatto attraverso il pugnale, Galdiar –san… Vedrà che in poco tempo saremo venuti a capo della faccenda! E saremo tutti sani e salvi!”

Il mio maestro mi sorrise. “Già… presto… sarà tutto finito…” Con quelle parole, sembrò più voler convincere se stesso, che noi… “Avrete mie notizie…” Indietreggiò verso il bosco, fino ad essere divorato dalle ombre… “Ti ringrazio… piccola mia…”

 

Quell’inquietudine… quell’inquietudine che avevo provato di fronte alle creature, nel bosco, si ripresentò con forza… E, in quel momento, provai l’intensa sensazione… che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui lo avrei visto…

 

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!! No! Non mi sarei lasciata deprimere così facilmente! Galdiar –san stava bene e ora sapevamo cosa lo minacciava! E’ vero, forse non ne conoscevamo esattamente la natura… Ma avevamo combattuto contro Demoni e Mostri di ogni tipo e non ci saremmo lasciati intimorire tanto facilmente… Ma dal giorno successivo avremmo dovuto darci da fare per indagare sulle vere intenzioni del Gran Maestro… per la sicurezza della città e… per guadagnarci qualcosina… (insomma, mica si sopravvive con i bei discorsi, no…?)

 

 

In silenzio come eravamo venuti, ci rincamminammo per le strade della città. Rimuginavo sulle parole del mio maestro, senza riuscire a capire quali potessero essere i ‘risultati’ raggiunti da Ilmund… L’immortalità…? Sinceramente, avevo dei dubbi. Purtroppo avevo una certa conoscenza di quegli studi… per… esperienza personale… ma per quello che ne sapevo la storia aveva negato la possibilità di conseguire la vita eterna semplicemente attraverso la Magia… Una falsa immortalità, ecco tutto ciò che era possibile agli esseri umani… l’immortalità conseguita attraverso il Contratto con un Mazoku… O il ‘Concilio’ era riuscito a trovare la chiave per la vera eterna giovinezza…?

O, forse, c’entravano davvero i demoni… un accordo stipulato con loro, e…

Scossi la testa. No, che senso avrebbe avuto? Ilmund ed i suoi miravano a sconfiggere i Mazoku e gli Shinzoku, un’alleanza con uno dei due gruppi non sarebbe stata possibile… Certo, i demoni avrebbero potuto accettarla se avesse fatto loro comodo… ma per quel che riguardava i membri del Concilio, bè, viste le loro convinzioni avevo idea che l’avrebbero considerata come una ammissione di inferiorità…

 

Uff… Era inutile… Per quanto potessi girare attorno alla questione, l’unico modo per saperne qualcosa di più era interrogare qualcuno che fosse direttamente coinvolto… Purtroppo, parlarne con Galdiar non era sufficiente, perché, ovviamente, il Gran Maestro era stato molto attento a non fargli avere più informazioni di quante gli fossero apparse necessarie per ‘persuaderlo’ a tornare… Ma potevamo fidarci ad avvicinare qualcun altro…? Dopotutto, ora che ci pensavo, una cosa non era stata chiarita dal nostro colloquio con Galdiar… Quanto sapeva Ilmund del passato del mio maestro? Perché… se era al corrente delle sue origini a Zephilia… ed era a conoscenza del nostro legame… allora probabilmente i miei compagni ed io eravamo segnalati nella lista nera dei ‘personaggi pericolosi’… e anche noi, che non avevamo minimamente cercato di nascondere la nostra presenza a Miilun, inevitabilmente, ci saremmo trovati in pericolo…

 

Un lieve strattone nel mio mantello mi distolse dai miei pensieri. Il mio sguardo si posò immediatamente sul colpevole. “Gourry…?”

Il mio amico mi fissò per un momento, con l’aria di volermi mettere in guardia da qualcosa, quindi gettò una breve occhiata alle proprie spalle, senza voltarsi.

 

Qualcuno ci stava seguendo.

 

Mordendomi il labbro per la mia disattenzione, feci allo spadaccino un breve cenno d’assenso. Chiunque fosse, potevamo coglierlo di sorpresa… un buon vantaggio. Probabilmente era solo, per evitare di attirare troppo la nostra attenzione… ma i suoi compagni attendevano nell’ombra, in attesa di un suo segnale. Se fossimo stati sufficientemente veloci, avremmo potuto catturarlo e metterlo  tacere senza essere costretti ad ucciderlo… e allora noi cinque avremmo fatto una bella chiaccheratina…

 

Con un gesto, intimai alle mie compagne di fermarsi. Battendo le palpebre, le due si bloccarono, e fortunatamente ebbero l’accortezza di non fare commenti… Rivolgendo loro una breve occhiata ed un sogghigno, presi la parola, senza più preoccuparmi di mantenere basso il tono della voce… “Mi stavo chiedendo… Se qualcuno in questa città ha qualcosa da nascondere… potrebbe allarmarlo il fatto che noi quattro ci mettiamo a ficcanasare in giro…” Sperando che le mie parole distraessero momentaneamente il nostro pedinatore, richiamai bravemente alla mente la formula di un incantesimo, muovendo impercettibilmente le dita nell’atto di evocarlo…

“Giusto… E quindi qualcuno potrebbe decidere di attaccarci da un momento all’altro…” Proseguì per me Gourry, mettendo mano all’elsa della spada.

“Lo penso anch’io…” Girai all’improvviso le spalle, per affrontare qualsiasi cosa si annidasse nell’ombra. “… e credo proprio che tra poco ne avremo una dimostrazione…”

 

Un rumore… spazzatura rovesciata in un movimento convulso, probabilmente. Il nostro acuto inseguitore doveva avere capito che ci eravamo accorti di lui… Ma ormai era un po’ troppo tardi.

 

Lighting!!!” Terminai la formula, e, all’improvviso, la via fu illuminata a giorno… Una figura incappucciata stava fuggendo verso la strada principale…

 

‘Se credi di riuscire ad andare a chiamare rinforzi, caschi davvero male!!!!’ Scattai in avanti, precedendo Gourry, che aveva già estratto la spada e… Shadow snap!!!” Recitai. Il mio pugnale colpì direttamente la sua ombra, e il mio avversario si bloccò, temporaneamente immobilizzato.

 

Ma, evidentemente, quel trucchetto non gli era estraneo… Lighting!” Udii recitare. Una piccola fonte di luce, e il mio incantesimo era stato spezzato. Solo, non avevo intenzione di lasciargli il tempo per un’altra formula…

“Fermo dove sei!” Gridai, battendo le mani di fronte al petto e portandole brevemente avanti. Una sfera luminosa brillava fra le mie dita. “Stai per diventare il bersaglio di una Palla di Fuoco… Se fossi in te, ci penserei due volte, prima di disubbedire al mio ordine.” In quel momento, anche Gourry e le altre mi raggiunsero. Una lama di pura luce brillava fra le braccia dello spadaccino, pronta a colpire ad ogni mossa falsa del nostro avversario… ed evidentemente quest’ultimo era sufficientemente intelligente da considerare i nostri ‘argomenti’ un valido deterrente alla fuga…

 

Con un sospiro, il ‘pedinatore’ gettò a terra la spada che aveva estratto scappando. Quell’arma… aveva un taglio familiare… “E così… si trattava proprio di voi… i tuoi attacchi sono inconfondibili, Lina…” Lentamente, il nostro avversario si voltò ed abbassò il cappuccio. “… anche se, se devo essere sincero, non posso dire di essere felice di vedervi qui…”

 

L’occhiata che ci lanciò fu tutt’altro che amichevole, ma sulla sua identità non potevo davvero avere dubbi… Quello… quello era…

 

“ZELGADISS!!!”

 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


Ok, gente… Mi si sono CARIATI i denti, nello scrivere questo capitolo, per quanto è terribilmente romance… però… eh, quando ci

Capitolo quarto

 

“Complimenti, Zel… Un modo davvero carino di salutare, il tuo…” Commentai, ironicamente, una volta che fummo seduti, lontano da occhi indiscreti, ad un tavolo della locanda. Dopo il nostro… per così dire… movimentato… incontro… avevo a modo mio ‘convinto’ la chimera a seguirci in un posto dove avremmo potuto parlare tranquillamente… A quell’ora nell’ampia sala da pranzo non restava quasi nessuno, fatto salvo qualche ubriaco, troppo ‘allegro’ per interessarsi ad una comitiva dai volti così insolitamente scuri… Potevamo discutere senza temere che qualcuno dei nostri nemici dal volto sconosciuto venisse a ficcanasare… ed evitare la poco salutare passeggiatina di ritorno lungo le strade notturne della città, che ci sarebbe inevitabilmente toccata se avessimo scelto un’altra sede per la nostra conversazione… Amelia e Sylphiel erano ancora alloggiate al ‘palazzo degli ospiti’ di Ilmund, ma per una notte avremmo trovato spazio anche per loro… Per quel che riguardava Zel, sinceramente, non avevo idea di dove avesse scelto di fermarsi… per quel che ne sapevo, poteva anche avere preso una stanza proprio a quella locanda… a quanto pareva, però, il nostro amico era del tutto intenzionato a non mettercene al corrente… quella sera sembrava un’impresa tirargli fuori due parole di bocca…

 

“Te l’ho già detto, Lina… Vi ho seguiti solo perché vi ho intravisti in quel vicolo e volevo accertarmi che si trattasse proprio di voi… E se non mi sono fatto vedere è perché non avevo la minima intenzione di unirmi al vostro gruppo… Sinceramente, speravo di non trovarvi nemmeno qui…” GRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR… Calma, Lina, calma… Non hai voglia di pagare i danni per una locanda distrutta solo per le stupide affermazioni di una stupida chimera…

 

“Ah, no? E c’è un motivo in particolare per cui non volevi vederci, Zel, o hai solo le tue cose?”

Alla mia domanda una grossa goccia di sudore scese lungo la tempia dello spadaccino, al mio fianco. “…Lina…”

Anche la chimera, per un momento, vestì un’espressione indecifrabile, che mi fece pensare che avesse intenzione di rispondermi, come suo solito, con una battuta pungente… Invece, dalle sue labbra pietrose non uscì altro che il tono piatto ed indifferente che per tutta la serata ci aveva riservato… “Semplicemente, ho degli affari da sbrigare e non ho nessun bisogno di essere coinvolto in qualche gigantesco guaio con gli esseri superiori…” Ehi, CHE COSA VOLEVA DIRE?????? Che io portavo guai, per caso????

 

“E questi affari devono averti tenuto incredibilmente occupato, negli ultimi quattro mesi…” Nonostante la sua frase mi avesse NOTEVOLMENTE indisposta, non fui io a rispondergli. La principessa, che era stata incredibilmente taciturna per tutta la serata, aveva finalmente preso la parola… e lo aveva fatto con un’ironia tagliente che raramente si udiva nella sua voce…

 

Ma, se Zelgadiss fu colpito dalla cosa, il suo tono lo mascherò perfettamente. “Mi dispiace che tu ti sia preoccupata per me…” Pronunciate con tale freddezza, non sembravano certo scuse molto sentite… “Ma avevo altro da fare e non potevo certo perdere il mio tempo a scriverti…” Uaaaaaaaaaaaaaaah, ma come poteva parlarle con tutta quella noncuranza???? Non immaginava quello che Amelia aveva passato?

“C- capisco… Zel… Zel –san…” Le mani della chimera ebbero un lieve fremito quando si sentì chiamare ‘Zel –san’… ma subito il nostro amico sembrò riguadagnare la sua freddezza… uhm…

 

“E si può sapere di che genere di faccenda si tratta, quella in cui sei coinvolto?” Ora il tono della mia voce non era più venato di rabbia… si era fatto… indagatore. Gli rivolsi un’occhiata penetrante… e, con mia sorpresa, la chimera sembrò non riuscire a sostenerla. I suoi occhi si fissarono sulla tazza di caffè e si rifiutarono di incontrare quelli di ciascun altro fra noi… Il suo tono di voce, tuttavia, non mutò. “Sono… sono affari miei.”

 

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!! Quel ragazzo sapeva essere INSOPPORTABILE, quando voleva!!!

“Senti un po’, Zel, ora…”

“Ora si è fatto davvero tardi.” La chimera si alzò, evidentemente decisa a troncare quella conversazione. “Non posso permettermi di sprecare ore di sonno parlando con voi. Non potevo immaginare che anche voi aveste scelto questa locanda, ma domani troverò un altro alloggio e allora potremo proseguire ciascuno con i propri affari, senza disturbarci a vicenda…”

A quell’affermazione, anche la principessa scattò in piedi. A quanto pareva, le ultime parole della chimera erano state la goccia che aveva fatto traboccare il vaso…

“Intendi dire… che vuoi sparire un’altra volta…? Che di nuovo non avrò diritto di sapere se sei vivo o morto? E per quanto, stavolta? Per sempre? Immagino che sia perché scrivere una riga per dire che stai bene ti ‘disturba’…”

La chimera non la guardò in volto. “E’ come hai detto tu, Amelia… Per quel che mi riguarda, tu non hai alcun diritto…”

Questa frase sembrò colpire la mia amica come un pugnale. E, quando riuscì a parlare, lo fece in tono estremamente freddo. “Bè, scusa se te lo faccio notare, Zel –san, ma questa è una cosa a cui potevi pensare anche prima…”

 

Oh –oh… La conversazione stava prendendo una piega per cui la nostra presenza era un po’ fuori luogo… Lanciai un’occhiata a Gourry e a Sylphiel, che sedevano con l’aria di non sapere che cosa dire… e feci per alzarmi… “Ehm… Amelia…”

 

La mia amica mi rivolse un’occhiata, senza dare realmente l’impressione di fare caso a me. “Oh, no… resta, Lina –san… Tanto a lui non importa di nulla e di nessuno, no?” La chimera continuò a tenere gli occhi fissi da qualche parte, fuori della finestra della sala, rifiutandosi di guardarla in volto. “E allora non gli darà fastidio che voi siate qui… Non gli darà fastidio stare a sentire quello che ho da dirgli…” La mani della ragazza presero ad agitarsi convulsamente, mentre il suo tono faceva evidenti sforzi per restare calmo. “…anche se probabilmente se ne scorderà in fretta… in fretta come si scorda delle sue promesse… E’ facile promettere, vero, Zel –san? Ciò che ti riesce peggio è mantenere…”

La chimera si morse il labbro. “Io… ti avevo promesso di tornare… ma non avevo specificato quando… e come vedi la mia pelle è ancora di pietra…”

Amelia emise un sospiro stanco. “Vorresti… farmi credere… che se avessi riacquistato il tuo aspetto umano… saresti venuto a Sailune…?” Nella sua voce c’era ancora una punta di ironia, ma anche… speranza…

“Sarei tornato… proprio perché lo avevo promesso…” Anche la chimera sospirò. Aprì la bocca, come per aggiungere qualcosa, quindi scosse la testa e si bloccò.

“Solo perché… lo avevi promesso…?” Lo incitò la principessa.

La chimera esitò un momento, quindi annuì e riprese a parlare, freddamente. “Esattamente. Sarei tornato… per dirti addio. Forse ho sbagliato a non averlo già fatto in questi mesi. Immagino che il poterti dire ora queste parole sia l’unico fattore positivo dell’averti incontrata qui…”

Le mie dita si strinsero attorno al tovagliolo, tanto che pensai di poterlo disintegrare. Come poteva… dire una cosa del genere… dopo quello che c’era stato fra loro due…? No, quello non era Zel! La chimera era scorbutica, solitaria, persino FRUSTRANTE… ma dannatamente leale. Lo conoscevo a sufficienza per sapere che non avrebbe ferito a quel modo, e intenzionalmente, uno dei suoi amici… figurarsi Amelia… Certo, sapeva essere duro con lei, a volte… ma non… così… Quelle erano parole che avrebbero lasciato delle cicatrici difficili da cancellare, come poteva non capirlo? O aveva qualche motivo per agire a quel modo…?

 

“Capisco…” Si limitò a ripetere Amelia, abbassando lo sguardo. “Se è così che la pensi, allora immagino che questa conversazione non abbia motivo di continuare…” Mi accigliai. Amelia, normalmente, di fronte ad un atteggiamento simile, si sarebbe infuriata, avrebbe gridato, insistito… avrebbe tirato in ballo la Giustizia…

Niente di tutto questo, ora… Solo uno sguardo… vuoto. Immaginavo perché… Zelgadiss non la aveva solo ferita… L’aveva profondamente delusa… Sapevo come la pensava la principessa sulla chimera… Era la tacita conclusione a cui tutti eravamo giunti: il nostro amico aveva un gran brutto carattere, ma la sua scontrosità tendeva ad essere più apparenza che sostanza… Ma il suo atteggiamento di quel momento mi sembrava… più che ‘sostanzioso’… Se avessi potuto leggere la mente delle tre persone che mi stavano a fianco, probabilmente avrei trovato in tutte lo stesso pensiero… ‘Cosa ne è stato di Zel?’

 

“Scusa se non la prendo con filosofia, Zel –san… Ma come sai la mia indole mi porta ad amare la verità… E tutte le belle parole che hai saputo dirmi per ottenere quello che volevi sono bugie difficili da digerire…” La principessa serrò le labbra, come se volesse impedirsi di aggiungere altro…

 

Uhm, ok… ora cominciavo a sentirmi DAVVERO a disagio… La cosa cominciava a cadere sul personale… non credo che anche Amelia, se fosse stata nel suo normale animo, avrebbe gradito troppo la nostra presenza… Ma abbandonarla lì da sola in quel momento non mi sembrava una grande idea…

 

“Quando ti ho detto quelle cose io le pensavo veramente, Amelia…” Ora, la chimera aveva preso a fissare la principessa. Il suo sguardo… era… così… No, tutto questo non mi convinceva, davvero… avrei dovuto fare una un paio di chiacchiere in privato con lui…

La mia amica alzò gli occhi, incontrando i suoi… che, immediatamente, tornarono alla precedente durezza. “…ma mi sono reso conto di una cosa, in questi sei mesi… quelle frasi erano solo tante belle costruzioni della cui verità IO mi ero voluto convincere… In realtà, non è di te che avevo bisogno, Amelia… ciò che volevo era solo… un posto in cui tornare… qualcuno che mi accettasse per quello che ero… Se ci fosse stata un’altra ragazza al tuo posto, per me non avrebbe fatto alcuna differenza. Questa è la verità…” Una verità semplice… e per questo difficile da contestare. La verità più dolorosa di tutte…

 

La mia amica chiuse gli occhi per un momento, come per assimilare quella nuova consapevolezza. E, quando li riaprì, una singola lacrima scese lungo la sua guancia. “Io… non mi pento di ciò che è successo… perché sono stata io a spingere perché accadesse… io… lo volevo… lo volevo davvero… e so che lo rifarei.” Si morse il labbro. “Solo… la prossima volta… cercati davvero qualcun altro, Zel –san… perché a me non piace… farmi usare come mezzo per acquietare il tuo animo… per ricevere… solo fredde spiegazioni… in cambio…” Rilasciò i suoi pugni, fino ad allora stretti al punto da rendere le nocche mortalmente bianche.

 

Zelgadiss distolse lo sguardo. “Non ci sarà nessuna prossima volta.” Con quest’ultima, indifferente, constatazione, ci volse le spalle. “Ed ora, scusatemi…” Senza aggiungere altro, si avvolse nel mantello ed uscì, attraverso il corridoio che conduceva alle scale…

Amelia ricadde su una sedia, con lo sguardo vacuo.

 

“Andrò a parlare con lui…” Con insolita risolutezza, Gourry si alzò in piedi. “Non so cosa sia accaduto, ma stasera non era in sé…”

Annuii, semplicemente, e lo spadaccino si affrettò sui passi della chimera.

“Gourry –sama…” Sylphiel, lanciatami una breve occhiata, si alzò per seguire lo spadaccino…

 

Sospirando, mi avvicinai alla mia amica dai capelli corvini, sospettando che in quel momento non avesse la minima idea di quello che stava accadendo attorno a lei… Fui quasi stupita, quando mi rivolse la parola. “Non ha senso andare a parlare con lui, Lina –san… Ha già chiarito perfettamente la sua posizione… Io… lo capisco… capisco ciò che ha voluto dire… e non riesco nemmeno ad essere arrabbiata con lui… sono solo delusa… perché… non avrei mai creduto… che il suo comportamento di sei mesi fa… potesse celare… QUESTO… Io…” Fece una pausa. “…tutto… tutto ciò che pensavo di lui… si è rivelato essere… completamente sbagliato…” La testa le scivolò fra le mani.

“Amelia…” Cominciai.

“…Non… non me la sento più di giudicare… non so se Zel… san… sia migliore o peggiore di come me l’aspettavo… solo… è diverso… A me… sono sempre piaciute le belle favole… forse è il suo essere misterioso che mi piaceva di Zelgadiss –san… perché rendeva più facile costruire delle illusioni su di lui… ma evidentemente la realtà è diversa dall’immaginazione… e probabilmente… la persona che amavo… non è mai… esistita…” Serrai le labbra. No, io non la pensavo così. Era vero… Amelia tendeva a… idealizzare le persone. Forse talvolta si era fatta un’immagine di Zel non totalmente aderente alla realtà… ma, perlopiù, avevo sempre avuto l’impressione che la principessa comprendesse più che bene quello che passava nella maledettissima zucca dura della chimera… E poi, di una cosa ero sicura… quello che ci aveva appena parlato non era il vero Zel. Io lo conoscevo… come si suole dire, condividere certe esperienze rinsalda un’amicizia oppure la distrugge… e con tutti i guai che avevamo passato insieme, era inevitabile che ci fossimo avvicinati… Sapevo com’era fatto… e sapevo che doveva esserci un motivo che lo aveva spinto ad agire a quel modo. Zel si era sempre fatto delle remore nel suo rapporto con Amelia… Ero convinta che, se sei mesi prima aveva deciso di confessarle quello che provava, lo avesse fatto perché era sicuro dei propri sentimenti… se così non fosse stato, non avevo dubbi che, per quanto la principessa avesse potuto insistere e… trascinarlo, com’era nel suo carattere… lui la avrebbe comunque rifiutata. Zel non era tipo da giochetti. Diceva le cose come stavano, e non aveva mai dato l’impressione di voler illudere nessuno. E sapevo più che bene che l’unico fattore positivo di quel suo stupido rimuginare continuamente sulle cose era il fatto che, quando finalmente si risolveva ad agire, lo faceva perché era assolutamente sicuro di quello che voleva ed intendeva fare… Ed io, a quella storia del ‘mi sono reso conto solo ora’ non credevo proprio per niente…

 

Tuttavia, tacqui le mie riflessioni con Amelia. Ora non era di certo nello stato d’animo per ascoltarmi e poi… se per caso io mi fossi sbagliata su Zelgadiss… le mie parole non avrebbero fatto altro che illuderla e ferirla ulteriormente… Dovevo prima riuscire a capire se era davvero successo qualcosa alla chimera… e, ovviamente, che cosa.

 

E poi… a dire il vero… a dire il vero c’era un altro motivo che mi spingeva a tacere… Io… non volevo inquietare ulteriormente la principessa con un mio insistente dubbio…

 

Era un caso che Zel si trovasse a Miilun proprio in quel momento, con tutto quello che stava succedendo…?

 

Anche se mi rifiutavo di accettarlo, un pensiero continuava ad ossessionare la mia mente… Fino a che punto si sarebbe spinto il nostro amico, per la sua cura…? Sarebbe potuto giungere… a sostenere un progetto come quello del Concilio…?

 

Scossi la testa. Non era il momento di riflettere su quelle cose. “Amelia… ascoltami… Stare qui a ripensare a quello che è successo non ti porterà a nulla… Ora, vieni con me… Una buona dormita non potrà che migliorare le cose, non trovi?” La mia amica si limitò a guardarmi per un momento e a fare spallucce. Sospirai. Come risposta non era granché, ma non che potessi aspettarmi molto di più, quella sera…

 

Accompagnai la principessa nella mia camera e, quando si fu appoggiata al letto… “Sleeping” Recitai, brevemente. Fare addormentare con un incantesimo una maga del livello di Amelia, normalmente, avrebbe richiesto impegno e concentrazione… Tuttavia, senza stupirmene troppo, in quell’occasione incontrai decisamente poca resistenza, da parte sua…

 

“Umph! E adesso QUALCUNO mi sentirà… Farmi innervosire ulteriormente è stata davvero una pessima mossa…” Ero davvero arrabbiata. L’ultima cosa di cui avevamo bisogno era che le cose si complicassero ancora, dannazione! Tutta quella vicenda, tutto ciò che era accaduto da quando avevamo raggiunto la città di Miilun, mi lasciava un inspiegabile amaro in bocca. Ed era una cosa che DETESTAVO! Detestavo fare incubi, detestavo preoccuparmi per i miei amici, detestavo essere depressa!!! E, sopra ogni cosa, detestavo non potermi sfogare con un paio di Palle di Fuoco ben piazzate solo perché una stupida combriccola di maghi che avrei scelto volentieri come bersaglio non aspettava che una buona occasione per levarci di mezzo!!! AAAAAAAAAAAH, quanto era FRUSTRANTE!!! Ma presto non sarei stata la sola a sentirsi ‘addolorata’…

 

Uscii dalla stanza, con tutta l’intenzione di… spiegare il mio punto di vista ad una certa chimera… quando mi imbattei in Gourry e Sylphiel.

“Uh? Già di ritorno?”

Gourry si grattò la testa. “Si è rifiutato di farci entrare, Lina… Dice che non ha tempo di stare a sentire le nostre lamentele…”

“E voi vi siete arresi così????” Scattai, immediatamente. Quella sera, la mia, normalmente PROVERBIALE, pazienza aveva subito troppo duri colpi per resistere…

“Uhm, ecco, Lina… Lui… Non ci stava più ad ascoltare… Ha lanciato ‘L’incanto del rumore’… o qualcosa del genere… Insomma, perché la nostra voce non si sentisse al di là della porta…” Cercò con lo sguardo l’aiuto di Sylphiel…

“L’incantesimo del Silenzio, Gourry…” Lo corressi io, quasi automaticamente. “Bè, se non sente nulla allora sarà MOLTO sorpreso, quando un Guard Flare gli sfonderà la porta…” E non stavo scherzando…

 

Il terrore si diffuse sul volto di Gourry. “Asp… aspetta Lina!”Mi bloccò, afferrandomi per il polso, quando già mi ero avviata ad assicurare un ‘dolce risveglio’ alla nostra chimera…

“Perché dovrei?” Gli lanciai un’occhiataccia.

Il mio amico sospirò. “Anche normalmente non sarebbe consigliabile recare danni seri alla locanda che ci ospita… Figuriamoci ora che dobbiamo stare attenti a non attirare l’attenzione su di noi…” AAAAAAAAAAAAAAH! Quanto lo ODIAVO quando aveva ragione!!!! Mi grattai la testa, liberando il polso dalla sua stretta. “Uff… Immagino che per una volta tu l’abbia detta giusta…”

“Per… una… volta…” Una goccia di sudore scese lungo la tempia dello spadaccino.

La ignorai. “A questo punto, non ci resta che rimandare a domani la conversazione… Spero solo che il nostro amico non voglia farci lo scherzetto di andarsene durante la notte… C’è più di una cosa che voglio chiedergli… e forse quello che ci dirà potrà essere anche utile alla nostra indagine per Galdiar –san…” A quest’ultima affermazione entrambi i miei compagni assunsero un’aria interrogativa. Ma le mie parole erano rivolte più a me stessa, che a loro. Non avevo intenzione di accusare Zel per qualcosa che, dopotutto, probabilmente non aveva compiuto. E, soprattutto, per quella sera, non avevo più voglia di dare spiegazioni…

 

Cambiai argomento. “Ad ogni modo… Pensate che sia il caso di fare dei turni di guardia davanti alla sua finestra…? Voglio dire… non credo che lascerebbe la locanda attraverso la porta principale, con il rischio di farsi scoprire… “

Sylphiel scosse la testa. “Ho visto in che zona della locanda si trova la sua camera… La finestra della stanza dovrebbe dare sul cortile interno, Lina –san…”

Annuii. Scarse vie di fuga… Un topo in trappola… in balia dei tuoi amici impiccioni, eh, Zel? A dispetto di tutto, mi concessi un sogghigno. Che situazione assurda…

 

Scuotendo la testa, afferrai Gourry per un braccio e cominciai a trascinarlo verso la sua camera. “Coraggio. Per stasera abbiamo avuto abbastanza guai.”

“Do… dove stiamo andando…?”

“A dormire, zuccone! Dove, se no?”

Il mio amico batté le palpebre. “Guarda che quella è la mia camera…”

“Lo so, lo so… Ma la mia stanza è una singola… Come pretendi che facciamo a starci in tre? Dormirò sul pavimento, da te…”

“Bè…” Iniziò il mio amico.

 

“Posso…” Lo interruppe Sylphiel, le guance di diverse tonalità più rosse del solito, ma con un’aria MOLTO risoluta… “Posso stare io con Gourry –sama. La camera è tua, dopotutto, Lina –san… Non è giusto che io e Amelia te la portiamo via…” La sua richiesta mi lasciò momentaneamente senza parole. Aspetta un… D’accordo, poteva avere senso… la camera era la mia… però… insomma, chi è che per tutti quegli anni aveva condiviso stanze con il cervello di medusa??? E poi, CHE COS’ERA QUELL’ESPRESSIONE??? Non c’era alcun bisogno di assumere quell’aria di sfida!!! Non capivo davvero che cosa potesse significare!!!!!

 

Prima che potessi rispondere in qualsiasi modo, però, una mano si poggiò sulla mia testa. “Forse non è il caso di lasciarla da sola con Amelia, sai, Sylphiel?” Dichiarò Gourry, con l’aria di chi la sa lunga. “Credo che la nostra amica abbia bisogno di una notte di sonno tranquillo…”

“E questo CHE COSA DOVREBBE SIGNIFICARE????” Gli riservai un’occhiata tutt’altro che rassicurante.

Il mio amico mi rivolse un sogghigno “Bè, ammetterai di avere il sonno sempre abbastanza agitato, Lina…”

“E TU CHE COSA NE SAI?????” Presi un PROFONDO sospiro. Uno due tre quattro… niente incantesimi pericolosi in una locanda… cinque sei sette…

 

Sylphiel ci lanciò un’occhiata, mentre una grossa goccia di sudore scendeva lungo la sua tempia. Quindi, sospirò. “Immagino… che tu abbia ragione, Gourry –sama…” E non guardarmi a quel modo, accidenti!!!!

Anch’io sospirai, cercando un modo rapido per far cadere quella conversazione… “Vado a prendere il mio pigiama…” Lanciai un’occhiata a Gourry. “E tu, non provare nemmeno a toccare il pavimento, sai… È camera tua ed il letto è tuo, chiaro?”

“Se non tocco il pavimento, come faccio ad arrivarci, al letto?”

“Gourryyyyy…” Ce l’avevo io, un ottimo modo per farlo arrivare al letto senza che nemmeno SFIORASSE il pavimento… ma dubitavo che gli sarebbe piaciuto…

“D’accordo, d’accordo… Vado…”

 

“É… Sempre così…” Sentii commentare fra sé e sé la sacerdotessa, mentre il mio amico si allontanava. Il suo sguardo era fisso sullo spadaccino.

“Uh?” Battei le palpebre, senza capire. La sua espressione sembrava… preoccupata. Ora che ci pensavo, Sylphiel era stata con lui, quel pomeriggio. Forse avrebbe saputo dirmi…

“Non è niente, Lina –san… Ho solo pensato ad alta voce… Ora… scusa ma… penso che me ne andrò a dormire… È stata una lunga giornata…” Si infilò nella mia stanza, senza lasciarmi il tempo di chiedere nulla. Sospirai. Occasione persa…

 

 

Raccolsi le mie cose ed entrai in quella che per quella notte sarebbe stata anche la mia camera… per trovare Gourry disteso, con una coperta, sul pavimento.

 

Sospirai. “Gourry…”

“Tanto non ce l’avrei fatta a dormire, se me ne fossi stato comodo su un materasso mentre tu eri costretta a stare sul pavimento, Lina…”

Scossi la testa e mi sdraiai dall’altro lato della stanza, lasciando il letto intatto…

…Finiva sempre così…

 

Mi sistemai brevemente sotto la coperta che avevo portato con me, e appoggiai pigramente la testa al mio braccio, mentre il mio amico ed io condividevamo qualche momento di silenzio…

 

…un tempo sufficiente perché il mio cervello riprendesse con il suo maledetto lavorio.

 

Sospirai. Normalmente ero sempre stata capace di creare il… bianco… nella mia testa, prima di addormentarmi… Rimuginare sui fatti, togliendosi il sonno, non mi era mai apparso come un atto particolarmente intelligente… generalmente, non aiuta a risolvere i problemi, anzi, toglie al cervello la possibilità di recuperare, con il riposo, la lucidità necessaria per affrontarli… Ma di capire questi semplici elementi di ‘tattica’ la mia testa in quel momento non voleva proprio saperne… In quella giornata movimentata avevo avuto poco tempo persino per pensare… e tutte le preoccupazioni che si erano accumulate sembravano avere scelto proprio quel momento per decidersi ad affollare la mia mente, tutte le domande senza una risposta sembravano voler sottoporre ad un incessante interrogatorio il mio cervello… Dannazione, non avevo la minima intenzione di passare un’altra notte insonne!!! Come se non avessi avuto sonno arretrato a sufficienza…

 

Mi portai una mano alla fronte, massaggiandola nervosamente. Nessun modo… di ingannare la propria mente, eh…? Io sapevo benissimo che c’era almeno un peso che dovevo togliermi, prima di potere sperare di riuscire a chiudere occhio… E, in quel momento, sapevo anche di averne la possibilità…

 

Eravamo completamente soli…

…ed era il momento giusto per parlargli.

…per quanto mi spaventasse non avere idea delle risposte a cui sarei potuta giungere…

 

Al diavolo! Non era da me restare troppo a lungo ad esitare!

 

“Senti, Gourry…”

 

Un mugugno sonnolento venne in mia risposta. Uff, poteva anche cercare di metterci un po’ più impegno,

quando doveva sostenere una conversazione… Con un sospiro, proseguii. “Questo pomeriggio… e ieri… ti sei comportato in modo un po’ strano… più del solito, almeno…” Il mio amico, stranamente per lui, non rispose alla provocazione… Meglio così, in quella circostanza… Non avevo voglia di divagare. “Forse… penserai che non siano affari miei… ma… io…” Arrossii lievemente, anche se non ce n’era motivo… “io sono molto preoccupata per te… Perché temo che sia successo qualcosa che ti ha… ferito in qualche modo… Magari è solo la mia immaginazione… però… se è come penso… vorrei che tu ti fidassi di me e me ne parlassi, perché…” Mi grattai la punta del naso. “…perché forse, insieme, potremmo risolvere il tuo problema… insomma…” Sospirai. “…se hai bisogno di me… io sono qui… per te…”

 

Silenzio.

 

Forse pensava davvero che fossi un’impicciona… Forse mi considerava una stupida perché in realtà non era davvero successo niente… magari erano solo mie paranoie… magari quel pomeriggio era seccato solo perché lo avevo offeso, parlando con Amelia… Dopotutto, almeno apparentemente, ero stata la sola ad accorgermi di quel suo cambiamento…

Però…

…però POTEVA DEGNARSI DI RISPONDERMI QUALCOSA, ACCIDENTI!!!!

 

“Gourry…?” Stavolta, c’era una sfumatura seccata, nella mia voce.

E la risposta giunse.

Un russare sommesso.

 

Una grossa goccia di sudore scese lungo la mia tempia. “Sigh! Dovevo aspettarmelo…”

Mi voltai per osservarlo, alla luce debole della luna. La coperta era ormai finita lontano ed il mio amico giaceva, occupando probabilmente da solo il posto per quattro persone. Un lieve sorriso increspava le sue labbra… Chissà che cosa stava sognando… Sospirando, mi alzai e recuperai la coperta. “Mi servi in buona salute, cervello di medusa…” Sussurrai, gettandogliela addosso.

 

Il mio amico si mosse lievemente nel sonno, tirandosi la coperta fin quasi sopra la testa. Mugugnò qualcosa fra i denti, ma pronunciò una sola parola abbastanza distintamente per permettermi di udirla…

 

“Lina…”

 

Presa alla sprovvista, arrossii. Era… era sognare me… che lo faceva sorridere… in quel modo così…

…dolce…?

 

Il mio amico strinse convulsamente la coperta.

“Lina… No… Mi strozzi!!!”

Un’altra ENORME goccia di sudore scese lungo la mia tempia. No… Forse, effettivamente, non era perché mi stava sognando… “Cretino…” Gli riservai un lieve colpo alla testa. Il mio amico non fece una piega.

 

Sospirai. “Mi farai venire un esaurimento nervoso, prima o poi…”

 

“Non… non volevo…”

 

“Uh?” Battei le palpebre. Mi stava rispondendo? Si era svegliato?

 

“Non… volevo… non volevo… tradirvi…”

“…”

“…Gourry…?” Gli occhi serrati, i denti stretti, il mio amico si rivolgeva al buio vuoto della camera, come se avesse preso vita, come se fosse stato popolato dei fantasmi che in quel momento sembravano affollare la sua mente…

“Non… volevo… rubare… la tua… felicità…” Gocce di sudore cominciarono ad imperlargli la fronte. Istintivamente, allungai una mano per accarezzargli la guancia. “Gourry…”

 

Il mio amico scosse la testa nel sonno, come se avvertisse la mia presenza e cercasse di allontanarmi… “Io… non posso più… io… ho… fallito…” Le sue dita si strinsero attorno alle mie e rifiutarono di lasciarle. Che cosa… che cosa gli stava succedendo…?

 

Non avendo possibilità di allontanarmi senza svegliarlo, mi inginocchiai al suo fianco, appoggiando la mano libera alla sua fronte. “Calma…” Sussurrai, sperando di riuscire in qualche modo a tranquillizzarlo. Non dovevo essere la persona più indicata per farlo, forse, ma in quel momento ero troppo preoccupata per stare a pensarci… “Gourry… calmati… è soltanto un sogno…” Oppure… mi sbagliavo…? I suoi timori, qualunque fosse la loro natura, mi sembravano decisamente reali…

 

Tuttavia, dopo qualche istante, il respiro del mio amico si fece nuovamente regolare e la sua presa sulla mia mano si allentò… Inarcai il collo, per riuscire ad osservarlo nuovamente in volto. Ora, sembrava immerso in un sonno profondo, senza sogni… Sospirai. Meglio così… La mattina dopo, però, avrei dovuto indagare, assolutamente… Quella faccenda mi piaceva sempre meno… come, a dire il vero, non mi piaceva il fatto che finora il mio amico, per quanto fosse evidente la presenza di qualcosa che non andava, non mi avesse parlato di nulla…

 

 

Un rumore, fuori dalla porta, mi richiamò improvvisamente alla realtà. Sussultai. E ora, che cosa diavolo stava succedendo…?

Mi misi in ascolto, trattenendo il respiro. E, dopo qualche istante, il -purtroppo- ben riconoscibile suono si fece nuovamente sentire…

 

Qualcuno si stava muovendo nel corridoio.

 

‘Ci mancava solo questa…’ Imprecai, sottovoce, sollevandomi silenziosamente in piedi e raggiungendo il luogo dove avevo lasciato la spada. Poteva anche essere un ospite nottambulo, certo… ma avevo il presentimento che quella fosse un’ipotesi un po’ troppo ottimista…

 

I passi si facevano più distinti, a mano a mano che si avvicinavano alla stanza… Chiunque fosse, non sembrava troppo preoccupato di essere scoperto… Si muoveva trafelato, come se avesse avuto una grande fretta… e stava facendo un notevole baccano…

 

Stringendo l’elsa della mia arma, attesi, mentre il visitatore notturno raggiungeva la nostra porta…

 

…e rimasi quasi stupita, quando la superò senza fermarsi.

Battei le palpebre. Quindi… davvero non mirava a noi…? 

 

Ma era troppo presto per tirare un sospiro di sollievo.

Dopo pochi istanti, i passi si arrestarono. E lo fecero davanti alla porta dietro la quale chiunque non fosse a conoscenza del nostro incontro con Zelgadiss avrebbe pensato di trovarmi. La porta dietro la quale, invece, dormivano Amelia e Sylphiel.

 

“Dannazione!” Considerai se svegliare Gourry, ma giunsi alla conclusione che avrei impiegato troppo tempo per spiegargli la situazione. Se chi era stato mandato da me aveva avuto l’ordine di uccidermi, allora le mie amiche si trovavano in serio pericolo. Dovevo muovermi!!!

 

Sgattaiolai fuori dalla porta, cercando di non farmi sentire. Avevo il vantaggio di poter cogliere di sorpresa il mio avversario e dovevo stare attenta a non perderlo per l’eccessiva fretta… Nella penombra del corridoio, intravidi il suo profilo. Un uomo piuttosto corpulento, in un’armatura dai riflessi dorati. Stava fermo di fronte alla porta, la mano alla spada, ansimando come se stesse riprendendo fiato dopo una lunga corsa. E dava tutta l’impressione di essere nell’atto di prepararsi per un combattimento…

 

Richiusi silenziosamente la porta alle mie spalle, con l’intenzione di avvicinarmi a sufficienza per bloccarlo senza svegliare tutta la locanda.

Ero già avanzata di un passo lungo il corridoio, quando avvertii il movimento alle mie spalle.

Accidenti!

Qualcuno di molto più silenzioso del grosso guerriero che avevo di fronte aveva approfittato della mia disattenzione per cogliermi di sorpresa! Doveva essere stata tutta una trappola fin dall’inizio, dannazione! Cercai di voltarmi per colpire il mio assalitore, ma ormai era troppo tardi. Un braccio si strinse attorno alla mia vita, tirandomi indietro con violenza, mentre una mano copriva le mie labbra, impedendomi di gridare. Venni trascinata, tanto brutalmente quanto silenziosamente, verso un corridoio in ombra. Dannazione! Con le mani così bloccate, mi era impossibile usare la magia! Se fosse andata avanti così, mi avrebbero portata via facilmente!

 

Cercai di mantenere la calma. Ero immobilizzata, non potevo difendermi… Avevo una sola via d’uscita… cercare di chiamare aiuto!

 

Prendendo tutta la forza che avevo, aprii la bocca… e morsi. Morsi la mano che impediva al mio fiato di uscire, con una violenza tale che probabilmente sarebbe stata sufficiente a staccarla… se solo non fosse stata -come constatai con orrore (e pure con un certo dolore, per dirla tutta…)- di pietra.

E così, avevo scoperto l’identità del mio assalitore…

 

Zelgadiss.

 

Sentii una rabbia incontenibile salirmi dallo stomaco e presi a divincolarmi furiosamente. Se mi fossi liberata, glielo avrei fatto vedere io, cosa si guadagnava ad imbrogliarmi!!!!!

“Lina!” Bisbigliò la chimera. “Lina, smettila di agitarti! Sono io, Zelgadiss!”

‘Ah, lo so benissimo chi sei, maledetto! Anche se tra poco sarai TU a non riconoscerti più quando ti guardi allo specchio!!!!’

Questo era ciò che avevo intenzione di urlargli, ma dalla stretta della sua mano sulla mia bocca uscì poco altro che… “MMMFFF!!! Mmmmmm mmmmmmmf!!!!!!!”

 

Un rumore sufficiente, tuttavia,  perché l’uomo che si trovava di fronte alla porta della mia stanza si accorgesse di noi. Avevo pensato che sapesse della presenza di Zel nell’ombra… che loro due fossero d’accordo… Ma, evidentemente, le cose non stavano così… perché il guerriero si mostrò più che stupito di sentire che in quel corridoio si trovava qualcuno, a parte lui…

“Chi è? Chi va là…?” Immediatamente, estrasse la spada e prese ad avanzare verso di noi… Sembrava piuttosto nervoso… Evidentemente, non era particolarmente felice del fatto che qualcuno si stesse intromettendo nella sua missione…

 

Avvertii che le braccia di Zelgadiss lasciavano la loro presa su di me. “Dannazione! Si è accorto di noi!” Bisbigliò la chimera, fra i denti.

“Zel, mi vuoi spiegare che cosa…”

Non ebbi il tempo di finire. Il guerriero smise di avanzare lentamente e si gettò verso di noi, caricando con la spada. “Venite fuori! Combattete!” Sembrava più spaventato, che aggressivo, a dire il vero… Avevo l’impressione che si aspettasse di essere attaccato da un momento all’altro… Ma sapevo bene che non era il caso di abbassare la guardia… L’adrenalina può rendere chi ti aggredisce molto pericoloso…

 

“Immagino che dovrai rimandare le spiegazioni, Zel…” Commentai seccamente, prima di farmi avanti, per cercare di parare il colpo del mio avversario. Un’idea improvvisa balenò nella mia mente… Estrassi il pugnale di Galdiar e… Ah! La lama del mio avversario venne bloccata dalla sola forza delle mie braccia! Niente magia e… nessun danno devastante alla locanda ancora addormentata! Eh, eh…

 

Il guerriero balzò indietro, evidentemente sorpreso di trovarsi di fronte a me… Mi chiesi chi si stesse aspettando… Lo stupore venne superato in fretta, tuttavia, e lo spadaccino si fece nuovamente avanti di un passo, riguadagnando la posizione d’attacco, la spada ancora davanti a sé… “Chi… chi diavolo saresti tu…?” Sbottò, senza preoccuparsi di mantenere basso il tono della voce. Quindi, mise a fuoco il mio volto. E i suoi occhi si spalancarono. “Lina Inverse! Ma tu… tu dovresti…”

“Sorpreso di trovarmi qui, pivello? La prossima volta che cerchi di sorprendere qualcuno nel sonno, accertati che sia in camera… Altrimenti, vedi che cosa può capitare?” Gli rivolsi un sogghigno tutt’altro che rassicurante. E così… sapeva chi ero, eh? Evidentemente, non mi ero sbagliata pensando che fosse venuto a cercare proprio me…

“Il mio capo aveva ragione, dicendomi di fare attenzione… Gli somigli davvero…”

Inarcai un sopracciglio. A chi si riferiva…?

Non ebbi tempo di dare voce ai miei dubbi. Lo spadaccino indietreggiò lievemente, come preparandosi a caricare. Sollevò in alto la spada di fronte a sé e… Se la diede a gambe! Ehi!

“Ra… Razza di codardo!!! Fermati!!!” Rinfoderando il pugnale, mi concentrai su una formula e… “Ray Wing!!!” Recitai. A quel punto, non aveva più senso cercare di non fare rumore…

 

Forte della velocità che quell’incantesimo mi permetteva, mi diedi all’inseguimento… trascinando con me anche una certa chimera, che era rimasta in modo MOLTO maleducato ad osservare mentre quell’energumeno attaccava una povera fanciulla indifesa!

“Lina! Lasciami subito! Io con i tuoi guai non c’entro proprio nulla!!!”

“No che non ti lascio, mio caro! Qualcuno qui mi deve ancora spiegare che ci faceva appostato dietro alla mia porta!!!” Gridai, di rimando. Se la sua intenzione era stata quella di concedersi una semplice passeggiata notturna, bè, allora si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato! Ora eravamo tutti e due coinvolti, che lo volesse o no!

“Lina! Non essere sciocca!” La chimera prese a divincolarsi, proprio come avevo fatto io, poco prima, nella sua stretta. Solo, aveva scelto il momento meno adatto per farlo…

“Zel! Piantala! Le scale!!!” Prima che il mio amico potesse rendersi conto del pericolo, la mia schiena andò a sbattere contro la ringhiera della stretta scala a chiocciola che separava il primo piano dal piano terra. E il mondo prese a girare vorticosamente su se stesso…

 

…fermandosi in modo decisamente brusco.

 

“Zeeeeeeeeeeeel!!! Spostati immediatamente!!! Mi stai rompendo la schiena! Ma quanto pesi, accidenti!!!”

Fortunatamente, il corpo pietroso del mio compagno aveva frenato l’impatto, ma all’ultimo gradino ci eravamo malamente ribaltati… Con pessimi risultati per le mie povere ossa…

“E quanto vuoi che pesi? Il mio corpo è fatto di pietra!!!”

“Aaaaaaaaaaaaaaah! Sta scappando!” Spinsi via la chimera, alzandomi a fatica e arrancando per seguire il nostro assalitore che si allontanava, veloce come un coniglio. “Bastardo! Dove credi di andare???” Concentrai il potere del fuoco nelle mie mani e… “Flare Arrow!!!”

 

“Diavolo!!!” Il mio ‘bersaglio’ aveva cambiato direzione all’improvviso, gettandosi in un vicolo ed impedendo al mio incantesimo di andare a buon effetto… Mentre molte teste sbucavano dalla tromba delle scale scrutando me e Zelgadiss con occhi curiosi, mi gettai nuovamente, ignorando i richiami delle mie ossa ad un salutare Recovery, in quel pazzo inseguimento. Acciuffare quel sicario prima che facesse rapporto al suo capo poteva essere la nostra ultima possibilità di fare chiarezza su tutta la vicenda…

Alle mie spalle, sentii che la chimera mi seguiva, con un sospiro. Mascherai un sogghigno. Evidentemente, la prospettiva di restare da solo a spiegare tutto agli ospiti della locanda non gli sorrideva particolarmente…

 

Corremmo come furie per cercare di riguadagnare il vantaggio del nostro inseguito, ma la paura sembrava avergli messo le ali ai piedi… Non capivo… perché diavolo si comportava a quel modo? D’accordo… aveva perso il vantaggio della sorpresa… ma se la sua missione era stata quella di eliminarmi, perché non aveva nemmeno provato ad attaccarmi, all’interno della locanda…? Dubitavo che fosse per la presenza di Zel… La chimera, dopotutto, era rimasta nell’ombra e lo spadaccino sembrava aver notato solo la mia presenza, prima di decidere di darsela a gambe… Mi stava sorgendo un terribile dubbio…

 

…e se il suo scopo fosse stato proprio quello di farsi inseguire?

 

Feci per frenare la mia corsa, di fronte a quella nuova possibilità, ma non ebbi nemmeno il tempo di esporre la mia teoria a Zelgadiss… Avevo appena aperto bocca per parlargli, quando un suono agghiacciante coprì la mia voce.

 

Un grido. Un grido che faceva accapponare la pelle e contorcere lo stomaco, un grido che sembrava testimoniare la sofferenza più terribile… e che proveniva dal vicolo in cui il sicario che stavamo inseguendo era sparito. Un terribile presentimento… una irrazionale… paura… uguale a quella provata nella foresta di Kentar… 

 

Accelerai il passo, seminando la chimera che correva al mio fianco.

“Lina!” Sentii gridare, ma, ignorandolo, voltai l’angolo che ci separava dal nostro inseguito… E ancora una volta, i miei occhi incontrarono i suoi.

 

Una di… quelle creature… si ergeva, imponente, oscurando con la sua figura l’intera estensione del vicolo. E a terra, ai suoi piedi, giaceva il sicario… in una pozza di sangue.

Mi coprii la bocca con le mani. Non era un bello spettacolo… L’uomo era stato letteralmente sventrato… e l’espressione sul suo volto… lasciava intendere che non si fosse trattato… di un processo indolore…

 

“Li… M -ma… ma che diavolo…?” La chimera mi raggiunse, e come me non poté fare molto altro che restare a guardare inorridito la scena… E intanto, quella creatura continuava a fissarci, immobile, come se ci stesse sfidando… e, anche se mi sembrava che quell’essere avesse ben poco di umano, anche se sapevo che non era possibile… ebbi l’impressione che… stesse sorridendo…

 

“Che cosa sta succedendo? Chi va là?” Il suono di voci umane mi riportò immediatamente alla realtà. Rumore di passi, luce di torce… Una piccola folla provenne dalla via principale e si radunò attorno a noi. Distratta dal loro arrivo, volsi per un momento le spalle al mostro e quando mi voltai nuovamente… era sparito nell’ombra, improvvisamente come era venuto.

“AAAAAAAH!” L’urlo di una donna. Una ressa sempre maggiore si accalcò nel vicolo, mentre Zel e io, sempre più spaesati, non avevamo idea di come rispondere alle migliaia di domande che ci venivano rivolte da tutte le direzioni. E questo, ora, come l’avremmo spiegato…?

 

“Non c’è bisogno di chiedersi che cosa sia accaduto.” Una voce, all’improvviso, coprì le mille grida rimbombanti nel vicolo. Una voce, purtroppo, a me ben nota…

“Questa coppia di criminali è tornata per portare nuovamente disordine in questa città. Ma, questa volta, il mio giudizio non sarà tanto clemente…”

 

A pochi metri da noi, su un imponente cavallo bianco, sedeva la persona che meno avrei voluto trovare in quel luogo. Ilmund il Verde, circondato dai soldati della sua guardia personale, si era evidentemente ‘casualmente trovato’ a passare per quel vicolo. Il suo volto appariva pallido, apparentemente turbato… ma il sorriso di sfida che mi rivolse quando i nostri occhi si incrociarono spiegò ogni cosa…

Ora riconoscevo l’armatura dorata del sicario… l’uomo che era rimasto ucciso… quell’uomo faceva parte della guardia personale del Gran Maestro. Era stata tutta una trappola. Lo aveva inviato da me, dicendogli di attirarmi fuori… e poi, lo aveva fatto divorare dalla sua creatura, alla sola presenza mia e di Zel… E noi, cadendo nella sua trappola, gli avevamo offerto su un piatto d’argento l’occasione per catturarci, senza che la popolazione trovasse nulla da ridire… Dannazione!

 

“C’è un errore! Noi siamo…” Iniziò Zelgadiss. Ma ormai non c’era giustificazione che ci avrebbe potuti togliere dai guai. Ci restava un’unica soluzione…

Afferrando Zel per un braccio lo tirai dietro di me e… “Ragnatela!!!” Recitai. Immediatamente, tutti coloro che si accalcavano di fronte a noi si trovarono invischiati in una sostanza filamentosa ed appiccicosa. Non li avrebbe bloccati per molto, sarebbe bastato un po’ di fuoco a distruggerla… ma ci avrebbe garantito il tempo necessario per fuggire.

Ray Wing!!!” Recitai, nuovamente, trascinando ancora una volta con me un sempre più spaesato Zelgadiss. Quell’incantesimo consumava molte delle mie energie, ma in quel momento non avevamo molte alternative… Dovevo resistere fino al momento in cui non avremmo trovato un posto dove rifugiarci.

“Lina! Sei impazzita? Così si convinceranno davvero che siamo colpevoli!!!”

Il mio amico sembrava davvero cadere dalle nuvole… Allora… lui davvero non era coinvolto nella faccenda del Concilio…? Ma, se le cose stavano così… che ci faceva a Miilun?

“Ti spiego dopo come stanno le cose! Dobbiamo scappare, ora!” Gridai, di rimando, prestando contemporaneamente orecchio agli ordini concitati di Ilmund, che alle nostre spalle stava già intimando a gran voce di trovarci, ovunque andassimo a rintanarci… Eravamo davvero nei guai. Non c’era posto nella città che fosse veramente sicuro, per noi… Ma dovevamo perlomeno nasconderci, finché le acque non si fossero un po’ calmate… Forse potevamo…

 

Decisa, mi diressi verso la parte ovest della città. Dato che Galdiar si era rifugiato lì, immaginavo che si trattasse del posto più sicuro che potessimo trovare… il bosco poteva costituire un ottimo nascondiglio… Dubitavo che il mio maestro si sarebbe fatto trovare di nuovo in quel luogo, ma il giorno dopo avrei provato a cercare anche lui… detestavo l’idea di metterlo ulteriormente nei guai, ma forse era l’unica persona che ci potesse dare una mano…

 

“Lina! Ti vuoi decidere a lasciarmi? Non sono un pacco postale!!!” Le proteste della chimera mi risvegliarono dai miei pensieri… Ormai, eravamo lontani dal centro della città… finalmente, potevamo fermarci…

 

Lasciai cadere Zel a terra, in malo modo. “Ehi!” Si lamentò, ancora una volta, la chimera.

“Non è il momento di fare i delicati, Zel… Guarda che razza di pasticcio!!! E come sempre è colpa tua!”

Una goccia di sudore scese lungo la tempia del mio amico. “Colpa… mia…? Chi è che mi ha trascinato in tutto questo?”

“Se tu non ti fossi appostato come un maledetto rapinatore dietro la mia porta, avrei colto di sorpresa quello stupido sicario e adesso non saremmo in questo guaio!!!” Gridai, di rimando. Non farmi arrabbiare, Zel, perché in questo momento non ti conviene davvero…

La chimera mi fissò un momento, accigliata. Quindi, si gettò a sedere, con un sospiro. “E’ proprio questo genere di situazione che volevo evitare di dover vivere qui a Miilun… Se solo non mi fosse venuta la malsana idea di seguirvi, prima…” Grrrrrrrrrrrr… Ancora con quella storia?

“Senti un po’, Zel, già che ci siamo, non è che mi sia piaciuto tanto il tuo atteggiamento di prima… Soprattutto come ti sei comportato con…”

“FATTI GLI AFFARI TUOI!” La chimera scattò, con insolita rabbia. Battei le palpebre, stupita, e rimasi ferma ad osservarlo, con un’espressione che il suo grido aveva reso più perplessa che intimidita… Sembrava che avessi toccato un brutto tasto…

Il mio amico sostenne il mio sguardo per qualche secondo, quindi, nuovamente, lo abbassò. “Allora… adesso siamo al sicuro… Vuoi spiegarmi perché sei voluta fuggire a quel modo, invece di tentare di discolparti di fronte al Gran Maestro?”

 

Uhm… Stava cercando di sviare il discorso…? Sospirai. Ad ogni modo, supponevo che a quel punto avesse diritto ad una spiegazione... “Il motivo è piuttosto semplice. Il Gran Maestro era già perfettamente consapevole della nostra innocenza.”Incrociai le braccia al petto. “Certo, non posso averne la completa certezza… ma penso che la morte di quel sicario fosse tutta una trappola ben congegnata per incastrarci… o meglio, per incastrare me… a questo punto, immagino che tu sia rimasto coinvolto solo per caso…”

Lo sciamano inarcò un sopracciglio. “Ilmund il Verde voleva… imprigionarti…?”

Sospirai. Già, nemmeno lui conosceva tutta la storia… Ero felice di constatare che in effetti i miei sospetti su di lui erano stati infondati… Ma, a quanto pareva, mi aspettava un’altra lunga spiegazione…

 

 

“Accidenti, Lina, se un Giga Slave ti investisse la tua lingua probabilmente sopravviverebbe…” Fu il suo unico commento, al termine del mio BREVISSIMO monologo.

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!! Io ero SICURA che avrebbe detto qualcosa di simile. E, per quanto potesse farmi piacere che quel musone avesse azzardato la prima battuta della serata, AVEVA DECISAMENTE SCELTO MALE IL BERSAGLIO DEL SUO UMORISMO!!!! “Direi che al momento la mia lingua è sufficientemente sciolta per una Dragon Slave… Vuoi provare?” Il mio tono era tutt’altro che rassicurante…

Una goccia di sudore scese lungo la sua tempia. “Credo che non sia il caso…” Tossicchiò. “Ad ogni modo, fondamentalmente ho capito come stanno le cose…” Si grattò la testa. “Ciò non toglie che ora siamo ricercati probabilmente su tutta Moonearth per l’omicidio di una delle guardie del Gran Maestro… il che significa che saremo braccati come lepri e facilmente catturati se solo ci mostreremo in pubblico… E non oso nemmeno pensare che cosa accadrebbe, se Ilmund decidesse di mettere una taglia sulla nostra testa, ed estenderla anche ai regni al di fuori di Moonearth…”

Annuii. “Non dubito che lo farà… E’ il modo più semplice per arrivare a noi… I cacciatori di taglie eseguono le loro missioni facendo poche domande… anche se, del resto, sarebbero comunque pochi quelli disposti a stare ad ascoltare le illazioni di due ‘criminali’ come noi…” Sospirai. “D’ora in poi sarà molto dura proseguire con le indagini… e non credo che per questo anche gli altri potranno essere molto utili… Ho la sensazione che presto si saprà in giro che si trovavano con noi… e allora dovranno stare molto attenti alle loro mosse, per evitare accuse…” Mi accigliai. “Soprattutto Amelia… Si trova qui in veste ufficiale… ed è in una posizione molto rischiosa… un incidente diplomatico potrebbe essere un buon metodo, per Ilmund, per attirare l’ostilità dei diversi Circoli di Magia su un regno come Sailune, che probabilmente si opporrebbe con tutte le sue energie ad una iniziativa come quella del ‘Concilio’…”

 

Alla mia affermazione il volto della chimera si oscurò. “Hai ragione…” Commentò. “…noi potremmo diventare… fonte di seri guai per Amelia…”

Inarcai un sopracciglio. “Tanto, a te cosa interessa? Hai già chiarito che di lei non ti importa nulla, mi sembra…”

La chimera esitò un momento, quindi distolse nuovamente lo sguardo. “Esattamente… io… non voglio più avere niente… a che fare con lei…” Attesi un momento, aspettandomi che aggiungesse qualcosa, ma la chimera tacque. Aaaaaaaaah, quanto era ESASPERANTE!!!

“A proposito di questo, Zel…” Iniziai, in tono duro, ma la chimera non mi consentì di proseguire.

“Una cosa non mi è chiara, però…” Esordì, interrompendo la mia frase. “… che cosa pensa di ottenere Ilmund, catturandoti? Lo fa per metterti a tacere…? Pensa davvero che, la tua parola contro la sua, correrebbe dei rischi se tu decidessi di rivelare ciò che sai alle autorità?”

Aggrottai le sopracciglia. “A mio parere, le spiegazioni possono essere due…” Mi morsi il labbro, riflettendo, gli occhi puntati distrattamente al suolo… “…o Ilmund pensa che, con il mio aiuto, il mio maestro possa giungere a qualche risultato nel suo tentativo di ostacolarlo e per questo vuole eliminarmi…” Tornai a fissare il mio compagno. “…oppure, pensa di utilizzarmi come esca per arrivare a Galdiar –san.” Conclusi, con una certa sicurezza, decisamente incline a ritenere vera la seconda ipotesi.

“Cioè… vorrebbe prenderti in ostaggio?”

Annuii. “E’ una possibile spiegazione… Se conosce Galdiar a sufficienza, allora saprà anche che probabilmente, se io fossi nelle sue mani, finirebbe per scendere a patti con lui… Tra l’altro… secondo questo ragionamento… potrebbe anche decidere di cercare di catturare qualcuno degli altri per attirare NOI allo scoperto… è un bel guaio… dovranno stare molto attenti… se solo potessimo avvicinarli per avvertirli…”

Di fronte alle mie parole, il mio compagno mi apparve stranamente turbato… “Un rapimento… e un ricatto…” Se non fosse stato per il colorito bluastro della sua pelle, avrei detto che era impallidito… Non capivo che cosa significasse quell’atteggiamento… era per caso al corrente di qualcosa che noi non conoscevamo…?

 

“Senti un po’, Zel…” Inarcai un sopracciglio, mentre il mio amico mi rivolgeva una rapida occhiata, senza rispondermi. “… Io ti ho spiegato il motivo per cui noi siamo qui… ora potresti deciderti anche tu a dirmi che cosa ti ha spinto nuovamente a Miilun…”

La chimera emise uno sbuffare spazientito. “Lina, ti ho già detto che non sono…”

“Io invece credo proprio che siano anche affari miei, a questo punto…” Lo interruppi, seccamente. “…Perlomeno, forse, se tu mi raccontassi, potrei capire che cosa ci facevi stanotte nel nostro corridoio… e perché mi hai aggredito a quel modo…”

La mia frase riuscì incredibilmente a zittire le proteste seccate della chimera. E, quando mi rispose, lo fece, con mia sorpresa, arrossendo lievemente. “Uh… Io…” Strinse i pugni. “Io mi trovavo lì per caso, d’accordo? Non… non riuscivo a dormire… e mi sono ritrovato davanti alle vostre porte, tutto qui…” Per… caso…? “E poi… ho visto quell’uomo avvicinarsi a quella che credevo la tua stanza…” Si era trovato lì tanto per caso che aveva controllato dove eravamo sul registro degli ospiti, eh? “…Mi sono nascosto nell’ombra, per osservare che cosa aveva intenzione di fare… Non credevo che tu ti fossi accorta di lui… Per questo, quando ti ho vista uscire dalla stanza di Gourry, ho temuto che ti facessi scoprire… e ho cercato di trascinarti nel mio stesso nascondiglio, in silenzio… con pessimi risultati, a quanto pare…”

“Mmm…” Fu la mia unica risposta… accompagnata da un’occhiata penetrante, che gli fece ancora una volta abbassare lo sguardo…

La chimera sospirò. “Per quanto riguarda il motivo della mia presenza qui a Miilun…” Deglutì, facendo una pausa, e per un momento mi sembrò perdere il suo sangue freddo… ma quando parlò, il consueto tono piatto e controllato segnava ancora, onnipresente, la sua voce… “… Semplicemente… nelle terre dei Draghi… mi è stato suggerito… che qui avrei trovato un’altra pista da seguire… per la mia cura…”

 

Uhm… Non avevo l’impressione che stesse mentendo… Ma non mi sembrava nemmeno che mi avesse detto tutta la verità… Provai ad insistere… forse saperne qualcosa di più sarebbe stata la chiave per capire l’atteggiamento che aveva tenuto con noi… “…e… non ti è stato detto quale sarebbe stata esattamente questa pista…?”

Inaspettatamente, il mio amico non si ribellò ulteriormente, di fronte alle mie domande… Sembrava quasi che, ora che aveva iniziato a parlare, non riuscisse più a frenare il flusso liberatorio delle parole… “Io… non so cosa sia… so solo che a Miilun dovrei avere la possibilità di trovare qualcosa… qualcosa di CONCRETO, capisci, Lina…? Finalmente, non miraggi o libri leggendari, ma un incantesimo mirato ESATTAMENTE all’obiettivo che io mi propongo… rendere reversibile il processo di creazione di una chimera… anche quando questo implica la produzione di un… di un mostro come me… a partire da un corpo umano…” Era proprio quello il problema di Zelgadiss… esistevano incantesimi in grado di giungere, da una chimera semplice, ricavata da creature non magiche, agli esseri che ne avevano costituito il ‘materiale di produzione’… ed erano incantesimi MOLTO complicati, che non sempre sortivano l’effetto voluto… Ora, l’attuale stato fisico di Zel era nato dalla metamorfosi di un corpo umano… un corpo in grado di utilizzare la magia, per di più… ed un corpo che era stato unito all’energia spirituale di un DEMONE, una fra le creature magiche più forti… Senza contare che la formula utilizzata per… ‘creare’ Zel… era evidentemente una versione modificata rispetto all’originale, l’incantesimo usato comunemente, perché a Zel era stato concesso di mantenere la PROPRIA coscienza, all’interno di quel corpo ibrido… anche se, per quanto ne sapevo, a Rezo, finché era ancora in vita, era stato possibile risvegliare temporaneamente la sua componente demoniaca, ottenendo il completo controllo delle sue azioni… Stando così le cose, l’incantesimo per riportarlo alla sua forma umana doveva essere DAVVERO complesso… sempre che esistesse un incantesimo simile… Nemmeno la Claire Bible conteneva la soluzione al problema del mio amico… e ora… la chiave per il conseguimento di un risultato così… così IMPOSSIBILE… avrebbe dovuto trovarsi proprio a Miilun…?

 

“Ma… Insomma… non ti è stato rivelato più precisamente dove andare a cercare…? Chi ti ha dato queste informazioni…?” La rabbia che solo poche ore prima avevo progettato di far esplodere addosso al mio compagno era stata momentaneamente seppellita sotto la curiosità… Poteva essere che la traccia seguita da Zel… avesse a che fare con le ricerche portate avanti dal Concilio…?

“Io… credo che… mi troverò ad incontrare ciò che cerco… prima o poi…” Grazie tante, una risposta così enigmatica non mi era di grande aiuto… “… anche se… a questo punto… non so se… esserne felice…” Concluse, parlando più a se stesso che a me, e mordendosi nervosamente il labbro inferiore…

 

Inarcai un sopracciglio. Che aveva detto? Uno Zel… non convinto di volere la sua cura…?

“Non sai… se esserne felice…?” La mia domanda sembrò riportarlo bruscamente alla realtà. Rabbrividì.

“Non… cioè… io non volevo dire…” Sospirò. “Volevo dire che probabilmente, ora come ora, non potrò svolgere le mie ricerche e…”

“Non sarà che ti è venuto il dubbio che gli studi del Concilio sulla creazione delle chimere possano c’entrare con il tuo problema?” Lo interruppi, bruscamente. Se estorcergli le informazioni era l’unico modo per farlo parlare, bè, allora io di certo non mi sarei tirata indietro… “Non sarà che ti è venuto il dubbio che il ‘risultato’ raggiunto da Ilmund abbia qualcosa a che fare con un incantesimo apparentemente irrealizzabile come quello che stai cercando…?”

Il mio amico rifletté qualche istante in silenzio… Quindi, con l’aria di un soldato costretto alla resa, annuì. “Effettivamente, il tuo racconto mi ha fatto sorgere qualche sospetto… E… a dire il vero… già sapevo che la pista che stavo seguendo aveva a che fare con qualche vicenda non del tutto… chiara…”

 

Battei le palpebre. “Che intendi dire…?”

 

“…” L’unica risposta di Zel fu una espressione dura, unita ad un muro di silenzio. Eh, no, ora era troppo! La mia pazienza aveva un limite!!!

 

“Zelgadiss! Non puoi andare avanti a raccontare a pause e monosillabi, dannazione!!! Credi che non ce ne siamo resi conto, che c’è qualcosa che non va??? LO SO cos’è successo fra te ed Amelia, e so anche che non sei abbastanza bastardo da agire a quel modo con lei senza una buona ragione!!! Quindi deciditi a…”

“NO, LINA!!!” Questa volta fu il mio amico, ad urlare. “Tu non sai un bel niente, davvero un bel niente!!! Quindi non pretendere di capire il mio comportamento!”

“LO SO DI NON SAPERE NULLA, ACCIDENTI!!! SE NO PERCHÉ DIAVOLO ME NE STAREI QUI A FARE DOMANDE???”

 

Restammo per un secondo a fissarci, con uno sguardo che rasentava l’odio. Quindi, il mio compagno fece la mossa che meno mi sarei aspettata da lui, in quel momento… Scoppiò a ridere!

 

“Dei, Lina, dovresti vedere la tua faccia! La nostra conversazione sta sfiorando l’assurdo!!!”

“NON C’È ASSOLUTAMENTE NULLA DA RIDERE!!!!” Quel ragazzo era capace di portare la mia pazienza ai minimi storici! Quasi quanto Gourry!

“Lo so…” La chimera tentò, con scarsi risultati, di riguadagnare la calma perduta. “Lo so… che non c’è nulla da ridere…” Le sue spalle tremolarono ancora ma… il suo tono… stava cambiando…? “Lo so… perché ho visto…” Appoggiò la fronte alle mani, massaggiandola nervosamente, coprendosi gli occhi con movimenti convulsi… “… ho visto… me stesso… ho visto… il mostro che sono…” Ora nella sua voce non c’era più traccia della precedente allegria. I suoi nervi, il suo autocontrollo, lo avevano abbandonato, volati fuori dal suo corpo insieme a quella risata liberatoria. Ed ora, stava finalmente sfogando ciò che aveva tenuto nascosto sotto la sua maschera di indifferenza… “…io… vi tradirò… tradirò la persona che amo… per… il mio egoismo… Perché… perché siete venuti qui…? Perché siete venuti da uno come… me…?” Lo osservai ancora una volta rabbrividire, impotente…

 

Non capivo, non riuscivo a capire…

 

Mi avvicinai a lui e gli appoggiai una mano sul braccio. “… Zel?”

Il mio amico si ritrasse, con un gesto nervoso, e continuò a cercare di evitare il mio sguardo. Tuttavia, per quanto sembrasse doloroso per lui parlare, non potevo desistere proprio in quel momento. “Che cosa è successo nelle terre dei draghi…? CHE COS’È, quello che hai visto…?”

Il mio amico sospirò, dandomi l’impressione di fare del suo meglio per riguadagnare quella facciata calma e distaccata che da sempre lo contraddistingueva, anche nelle situazioni più difficili… “Ormai… credo che tenerlo nascosto non abbia più senso…” Strinse i pugni, e sollevò lo sguardo, guardandomi, per una volta, negli occhi.

 

Ora, era finalmente pronto a raccontarmi tutta la verità…

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Capitolo 5
*** Capitolo cinque ***


Capitolo quinto: La mano del destino (sarà fatta di pietra…

Capitolo quinto: La mano del destino (sarà fatta di pietra…?)

 

“Sono passati quattro mesi, da allora…”

 

Sedevamo nella quasi totale oscurità, lontano dalle luci della città, e mi era appena possibile scorgere l’espressione cupa del mio compagno, mentre finalmente raccontava le vicende che lo avevano spinto nuovamente in quella città maledetta…

 

“A Lyrith avevo sentito parlare dell’esistenza di una comunità di Draghi, collocata poco a Nord della barriera eretta dai Demoni… Nessuno era stato in grado di dirmi a quale gruppo o stirpe appartenessero… Ma l’opinione comune voleva che fossero creature piuttosto schive, che raramente si avvicinavano ai villaggi umani.” La chimera sollevò lo sguardo, per rivolgermi un’occhiata penetrante. “Solo… due mesi prima, a detta della popolazione del luogo, era capitato più spesso di vedere sfrecciare una delle loro forme dorate nel cielo…” La testa gli scivolò sulla mano e il mio amico prese a fissare distrattamente il suolo di fronte a sé, senza dare l’impressione di fare veramente caso a ciò che vedeva… “… molti dei miei informatori mi avevano avvisato che era sciocco sperare di ricevere qualche aiuto da loro… ma decisi comunque di tentare, visto il punto a cui ero arrivato… Volevo…” Emise un sospiro. “Volevo tornare da Amelia con qualche risultato in mano… volevo che tutta questa faccenda della cura avesse finalmente un termine… non so perché, ma, da quando ero partito da Sailune, lo volevo più disperatamente che mai…” Fissò per un momento il palmo della sua mano, per poi stringerla, serratamente, in un pugno. “Ero disposto a pagare, dopotutto… non si sarebbero rifiutati perlomeno di ascoltarmi… questo era quello che pensavo… Invece, la comunità dei draghi si rivelò inaspettatamente… inospitale…”

 

“… Dopo Lyrith, il territorio che percorsi proseguendo verso Sud era costituito da zone pressoché desertiche… Persino con la mappa, erano pochi i punti di riferimento a cui potevo appigliarmi per proseguire… arrivato ad un certo punto, solo la posizione del sole mi assicurava di non perdere completamente l’orientamento… Fu allora, che mi imbattei nel tempio. O meglio… potrei quasi dire che fu il tempio stesso a trovarmi… La sera mi addormentai… e la mattina mi ritrovai di fronte alle sue porte, come se fosse sorto all’improvviso, in una notte. Un edificio imponente, ricolmo di ricchezze artistiche, statue, affreschi… per lo più raffiguranti la lotta fra gli Shinzoku ed i Mazoku… Le porte erano aperte, non c’erano scudi magici a sua difesa… tra l’altro, sembrava che fosse abbandonato da tempo, tutto era ricoperto da una tale coltre di polvere…” Incrociò le braccia al petto, pensieroso. “L’architettura mi ricordava quella degli antichi templi dei draghi, che avevo incontrato in alcuni testi sugli esseri superiori, quando ancora ero allievo di Rezo… ma, al di là di questo, pensavo che quell’edificio non potesse essere particolarmente utile alla mia ricerca… Immaginavo che fosse la traccia della presenza di una comunità di draghi, stazionata in quel luogo quando ancora il deserto non era avanzato a devastarlo… certo, quel tempio poteva essere un segnale del fatto che ero sulla buona strada, che dei draghi avevano abitato in quel luogo e che, se avessi proseguito nella direzione che avevo seguito fino ad allora, forse avrei potuto trovare la posizione in cui si erano spostati… Ma dubitavo che l’edificio avrebbe potuto essermi utile in qualsiasi altro modo… Tuttavia…” Si morse il labbro, ed ebbi l’impressione che stesse maledicendo se stesso, fra i denti… “Tuttavia… io… SENTIVO di dover entrare… come se una voce mi chiamasse, come se una forza invisibile mi attirasse all’interno… Ed io… non seppi resisterle. Mi giustificai dicendo che non era una perdita di tempo, che lo stavo facendo perché razionalmente speravo che i draghi avessero lasciato all’interno dell’edificio qualche testo che mi sarebbe stato utile… In realtà, la magia del tempio aveva agito sulla mia mente…”

 

“Di quello che accadde dopo che misi piede oltre i Portali dell’edificio ho solo ricordi confusi… Era come se… se non fosse la mia mente a guidare il mio corpo… So… so di essere avanzato lungo una grande sala… di avere visto statue ed iscrizioni… so… di essere rimasto scioccato di fronte ad alcune di esse… io… ora non ricordo nulla, però… ho solo la sensazione… di avere sfiorato per un attimo… segreti millenari…” Deglutii. Dal tono della sua voce… sembrava che… i draghi stessero nascondendo agli occhi umani molto più di quanto non avessero lasciato ad intendere in quei millenni… “Poi… ricordo un altare… ricordo di avere letto una formula incisa su di esso… anche se… si trattava di caratteri che non comprendevo… e poi… il buio più completo.”

 

Mi rivolse un’occhiata, che ricambiai, silenziosamente. Per un momento tacque, forse aspettandosi qualche arguto commento da parte mia, come al solito… Ma persino io avevo la decenza di tacere su cose delle quali sapevo di conoscere poco o nulla, come l’antica magia dei draghi…

 

Con un sospiro, il mio amico proseguì. “Non so esattamente quanto tempo trascorse, prima che mi svegliassi. So solo che, quando aprii gli occhi, per qualche attimo credei di essere ancora immerso in qualche strano sogno… Il deserto che mi aveva circondato per giorni e giorni era completamente sparito, Lina… Per lasciare spazio ad una enorme città… Testimonianza di una civiltà come mai ne avevo viste… L’architettura era simile a quella del tempio, uno splendore che nemmeno le più grandi città umane possono offrire alla vista… e, al suo culmine un palazzo, immenso. Io mi trovavo su una altura a poca distanza… Ma non ricordo di aver fatto caso al paesaggio alle mie spalle, o a ciò che circondava la città… credo di essere rimasto incantato a fissarla, per diversi minuti… Fino a che non ho ottenuto il chiaro segno che ciò che stavo vedendo davvero non si trattava di un sogno… il dolore che ho provato, quando una freccia si è conficcata in profondità, nella mia spalla.”

 

Spalancai gli occhi. “Una… una freccia?”

A dispetto di tutto, la chimera si concesse un sorriso, di fronte alla mia espressione. “Esattamente. Una freccia era riuscita a ferirmi… e non è il caso che i tuoi occhi comincino a riempirsi di stelle, Lina… non era stato un arco dall’energia magica pari a quella della Spada di Luce, a colpirmi… il fatto che fossi rimasto ferito non dipendeva dall’arma con la quale ero stato attaccato…” Acc! Sapevo che erano ben poche le armi abbastanza potenti da essere in grado di scalfire la pelle di Zel… e, al pensiero di poterne trovare una nelle terre del sud, mi era già venuta una gran voglia di mollare tutto e andare a fare una visitina a quella comunità di draghi… “…In effetti, il problema ero io.” Il mio amico proseguì, grattandosi, con un sospiro, la testa. “Ero tornato… ad essere umano.”

 

Scattai in piedi, risvegliata dai miei sogni di ricchezza dall’ultima affermazione della chimera.. “Che… CHE COSAAAAAAAAAAAAA????????”

Il mio amico batté le palpebre, e sollevò un dito per indicarmi. “Ecco, quella è stata più o meno la mia reazione quando me ne sono reso conto…” La sua espressione si distese immediatamente, al semplice ricordo. “Una sensazione… stupenda, Lina… Il mio corpo era leggero, la mia pelle di nuovo morbida… e la magia… oh, Lina, la magia… è… è stupendo sentirla fluire all’interno di un corpo umano… Io… non mi ricordavo di quella sensazione, perché, quando Rezo ha creato questo corpo, i miei poteri erano ancora molto limitati… Ma in questi anni ho accumulato potere ed esperienza… e, con quel corpo umano, essi erano MIEI, capisci…? Solo miei… La magia era parte del MIO essere, ne impregnava ogni fibra, mi ubriacava del suo sottomettersi a ME e solo a me, al mio spirito… e non ad un corpo non mio, ad un corpo che non so nemmeno totalmente controllare…” La sua espressione, immediatamente, si incupì… E’ così… la magia è qualcosa a cui difficilmente si rinuncia, dopo averla provata… Il potere… può esercitare un fascino persino pericoloso… “… ma ebbi poco tempo per stupirmi di questo… perché chi mi aveva attaccato sembrava del tutto intenzionato a terminare il lavoro. Tre esseri apparentemente umani, ma che avrei giurato essere draghi dorati, si trovavano in piedi di fronte a me, con un’aria più che ostile… Erano guardie, suppongo…”

Mi buttai nuovamente a sedere. “Delle guardie… Ma… che razza di posto era quello?”

Il mio amico mi lanciò un’occhiata. “Questo mi venne spiegato in seguito… Lo chiamavano ‘Confine’… Una comunità di draghi appartenenti ai clan più disparati… dotati da un lato di tecnologie spettacolari, provenienti dalla zona al di là della barriera… dall’altro, della padronanza delle tecniche magiche anche più antiche… e per questo dovevano ringraziare le esplorazioni nel nostro continente, ovviamente… Si tratta di una specie di quartiere generale degli Shinzoku, per la lotta ai demoni… Almeno, questo è quello che mi è stato detto, ma non ho idea se si trattasse della completa verità…”

 

“…Fatto sta che evidentemente i visitatori non erano graditi… Perché quelle guardie avevano tutta l’intenzione di eliminarmi… Le mie possibilità di difesa erano piuttosto limitate, di fronte a degli esseri magici come loro… Senza contare che dovevo ancora abituarmi a quel corpo non più invulnerabile… Tuttavia, di fronte ai loro attacchi, non avevo molta scelta… dovevo difendermi. Tra l’altro, solo la mia Magia Sciamana sembrava funzionare, anche se ho avuto l’impressione che fosse più debole del solito… Ho tentato qualche incantesimo di Magia Nera, per quanto non sia la mia specialità, ma non ho prodotto effetti notevoli, a parte qualche sbuffo di fumo…” Le sue labbra si incresparono in un sogghigno. “Quei draghi continuavano a chiedermi come avessi rotto lo scudo, come avessi spezzato l’incantesimo che avrebbe dovuto impedirmi di giungere lì… Ed io continuavo a non capire, perché in quel luogo ero capitato quasi contro la mia volontà…”

Inarcai un sopracciglio. “E, ovviamente, i draghi non sono stati particolarmente felici della tua ostinata ‘omertà’…”

Il mio amico mi rivolse un mezzo sorriso. “Ma come sei perspicace… Effettivamente, non ero ridotto molto bene, quando quella voce dal tono autoritario ha intimato di interrompere il nostro combattimento…”

Battei le palpebre. “E… chi…?”

Zel scosse la testa. “A dire il vero non ho ancora capito che ruolo avesse in quella comunità… Ma doveva essere un personaggio piuttosto importante, per come tutti le obbedivano ciecamente… Una donna –drago… bellissima, Lina… ma dagli occhi freddi come il ghiaccio… Ha ordinato ai suoi di soccorrermi, sostenendo di essere stata lei a volermi in quel luogo… A quel punto, una delle guardie si è avvicinata a me e ha recitato una formula per me incomprensibile… ed io sono caduto in un sonno profondo…”

 

“Mi sono svegliato in quella che sembrava una specie di infermeria… e, con mia sorpresa, le mie ferite erano completamente guarite. Di fronte a me, in silenzio, si ergeva la donna –drago che mi aveva salvato la vita. Il suo sguardo faceva accapponare la pelle… mi guardava con un misto di… pietà e gravità… Mi ha chiesto di alzarmi, dicendo che non sarei potuto restare in quel luogo troppo a lungo e che aveva alcune cose molto importanti da comunicarmi… riguardanti l’Equilibrio…” Il mio amico mi rivolse un’occhiata penetrante.

 

Mi accigliai. “… L’Equilibrio…?”

La chimera si limitò ad annuire. “Il fatto che questa parola ritorni a farsi sentire preoccupa me quanto te, Lina… Soprattutto dopo quanto mi è stato detto…” Il mio amico tornò a fissare cupamente gli occhi al suolo. “Quella donna drago mi ha spiegato che… gli eventi che hanno interessato Miilun sei mesi fa… hanno provocato una pericolosa ‘scossa’ alla condizione di Equilibrio su cui si basa la sopravvivenza del nostro pianeta, dell’intero universo… Purtroppo la mia ‘ospite’ è stata piuttosto laconica nella sua spiegazione… Ma, da ciò che ho capito, la temporanea debolezza di Lord of Nightmares, dovuta alla lunga permanenza del suo spirito in un corpo umano, avrebbe indebolito le… garanzie di Equilibrio per il nostro pianeta… In pratica, ora come ora, ci sarebbe la possibilità, per una delle due forze in lotta nella guerra millenaria fra Shinzoku e Mazoku, di prendere il sopravvento…”

Inarcai un sopracciglio. “Questa storia non mi convince, Zel… Io… sono stata al cospetto di L. O. N. … E, anche se per breve tempo… ho avuto il suo potere… in me… e ho come l’impressione che non sia l’ultima sprovveduta di questo mondo… Voglio dire… sei mesi fa ci trovavamo in una situazione di emergenza… ma credo che non avrebbe scelto di prendere possesso di un corpo umano, sapendo che le conseguenze avrebbero potuto essere deleterie per il conseguimento dei suoi futuri ‘scopi’… Quali che siano, questi scopi… E, se ben ricordo, sei mesi fa quei due Shinzoku ci hanno dato ad intendere che L. O. N. mirasse, seppur temporaneamente, al mantenimento dell’Equilibrio e dell’esistenza sul pianeta così come noi la conosciamo ora…”

Zel annuì. “Effettivamente la spiegazione ha lasciato un po’ dubbioso anche me… Anche se c’è sempre la possibilità che i piani di L. O. N. siano per qualche motivo mutati…”

Rabbrividii, ripensando a ciò di cui ero venuta a conoscenza attraverso la Claire Bible… Lord of Nightmares... la creatura che voleva riportare il mondo… al Caos da cui era derivato…

 

 Anche tu, PER ORA, resterai qui… Le cose saranno più… interessanti…

 

La frase che mi aveva rivolto sei mesi prima… Effettivamente dava l’impressione che avesse in mente qualcosa… che quello che era successo fosse stato appena l’inizio…

 

“Ad ogni modo…” Proseguì il mio amico. “Su una cosa era evidente che la dragonessa non stesse mentendo… La sua espressione tesa lasciava pochi dubbi riguardo al fatto che qualcosa stesse nuovamente per succedere, a Miilun. Mi ha detto che i demoni avevano intenzione di sfruttare la mutata situazione a loro vantaggio… e che il loro piano avrebbe coinvolto, ancora una volta, questa città… Non chiedermi come sapesse tutto questo… purtroppo non ero nella condizione di farle molte domande… Tutto ciò che sono riuscito a carpirle, è stato il motivo per cui mi aveva attirato in quel luogo…” Il mio amico mi fissò negli occhi. “Ha detto che… il mio destino…” Sospirò. “…il mio destino era quello di trovarmi coinvolto, insieme ad un gruppo di avventurieri, nelle vicende che avrebbero interessato questa città… Che sempre il destino mi aveva inviato in quelle terre… perché sapessi quello che mi attendeva… perché noi… saremmo stati… la determinante degli eventi…” Il suo voltò si oscurò. “Avresti dovuto vedere il suo volto mentre mi parlava, Lina… Era pieno… di pietà…” Strinse convulsamente i pugni. “Uno sguardo che… non potevo sopportare… Le ho urlato di non guardarmi a quel modo… e lei mi ha risposto che non poteva farne a meno, perché sapeva… sapeva che nulla, nemmeno la consapevolezza, avrebbe potuto mutare il mio destino, quello dei miei compagni… ma che dovevo venire a conoscenza… perché così era scritto, così le era stato ordinato dai suoi Dei… perché io… noi… che avevamo spezzato l’Equilibrio delle forze… di fronte all’epilogo… dovevamo… capire…”

Aggrottai le sopracciglia. “… Capire…?”

Il mio amico scosse la testa. “Ha detto che… dovevamo comprendere… che al destino non si sfugge… mai. E che il mio destino era… conoscere il mio destino…”

Inarcai un sopracciglio. “Aspetta… aspetta un secondo, Zel… va bene che sei un tipo contorto, ma ora mi stai confondendo le idee…”

La chimera si concesse di lanciarmi un’occhiataccia. “Io sarei un tipo contorto…?”

Agitai una mano, con noncuranza. “Non è il momento di divagare. Vai avanti…”

Il mio amico sospirò. “Sono io che divago, eh?” Scosse la testa. “AD OGNI MODO, ha detto che il fato voleva che io conoscessi il mio destino… perché l’essere a conoscenza anticipatamente della sua gravità… sarebbe stata l’unica cosa… che mi avrebbe spinto a seguirne i fili, anche una volta che i suoi… risvolti più terribili… si fossero compiuti…”

“In pratica, sapendo prima ciò che ti succederà, avrai la forza per affrontarlo e proseguire lungo il cammino che il destino ha scelto per te, giusto? Questo è il ragionamento che quella dragonessa ti ha proposto…” Riassunsi il concetto, in tono non del tutto convinto… Sinceramente, non mi trovavo del tutto d’accordo con quella storia del ‘Destino ineluttabile’…

Il mio amico annuì. “La parole non sono state quelle, ma il significato è lo stesso…” Fece spallucce.

 

“Mmm…” Feci, in tono pensieroso. “E come ti ha fatto conoscere il tuo destino, sentiamo…? Te lo ha predetto attraverso la sua ‘sfera magica’?” Inarcai un sopracciglio, non nascondendo l’ironia della mia voce.

L’occhiata che il mio amico mi rivolse, tuttavia, mi fece passare immediatamente la voglia di scherzare…

“Come tu ben sai uno dei poteri peculiari dei draghi, la capacità che da tempo è andata perduta per i praticanti umani di Magia Bianca, è la preveggenza… che si risolve, in pratica, nella capacità di formulare premonizioni, con l’appello a coloro che soli conoscono le trame del Destino… gli Dei, gli Shinzoku. E la dragonessa mi ha spiegato che in quel luogo sacro, unico, per quanto ho capito, sul nostro pianeta, i Poteri della Magia Bianca risultano essere estremamente amplificati, a dispetto di quelli della Magia Nera, che arrivano al punto di annullarsi… un po’ come accade all’interno dello Scudo Magico nel Regno di Sailune, anche se, ovviamente, in forma più marcata…” Aggrottò le sopracciglia. “Mi ha spiegato che era per quel motivo che, appena ero entrato all’interno del Confine, il mio corpo di chimera aveva riassunto il suo aspetto originario… Mi ha detto che l’incantesimo che mi ha trasformato si regge su un equilibrio molto complicato…” Il suo sguardo, se possibile, si oscurò ulteriormente. “… un equilibrio che ha il suo fondamento… nella mia stessa energia magica.”

Mi accigliai. “Nella tua… energia magica…?”

“La formula che mi ha tramutato in chimera è MOLTO complessa… solo un grande mago o sacerdote avrebbe potuto realizzarla…” Bè, già sapevamo che Rezo non era l’ultimo degli sciocchi di questo mondo… “… e non solo per il fatto che attivarla richiede un procedimento molto difficile e pericoloso…” Per un attimo, desiderai porre qualche domanda riguardo a tale procedimento… Ma immaginai che, per il momento, fosse il caso di frenare la mia curiosità… “… ma anche per il fatto che, per essere efficace nel tempo, necessita di un quantitativo infinito di energia magica. In pratica, per mantenerla attiva, sarebbe stato necessario che Rezo rinnovasse continuamente l’incantesimo… Una cosa impensabile, ovviamente…”

Annuii. “E allora, come…?”

La chimera sospirò. “Rezo ha trovato un trucco molto ingegnoso… Non so in che modo, ma, a detta della dragonessa, ha modificato la formula in modo che l’incantesimo traesse le risorse di cui necessitava per rimanere attivo direttamente da parte della energia magica che fluiva nel mio corpo…”

Spalancai gli occhi. Incredibile… Rezo… era riuscito a fare una cosa del genere…? Non era… non era umano! Ma forse la forza di Shabranigdu che scorreva in lui…

“La perdita di energia magica a cui il mio corpo era sottoposto era compensata dal maggiore potere che la mia nuova condizione mi accordava… per questo non mi sono mai accorto della cosa…” Sollevò lo sguardo. “La dragonessa mi ha spiegato che è questo il motivo per cui il procedimento è praticamente irreversibile… L’energia magica non è qualcosa che possa andare perduto facilmente, ma è insita all’interno del corpo… Ciascuno ne ha un diverso quantitativo e da essa dipende l’abilità nelle Arti Magiche, oltre che dall’esercizio e dall’esperienza, ovviamente… Anche se, per qualche motivo, i miei poteri venissero sigillati, l’energia magica sarebbe comunque presente nel mio corpo, per quanto inattiva… Tuttavia…” Il suo sguardo si fece pensieroso. “…da quanto ho capito, per permettere che parte della mia energia magica venga continuamente incanalata per il funzionamento dell’incantesimo, è stata posta su di essa una specie di maledizione, sotto forma di sigillo… o qualcosa del genere…” Mi fissò, profondamente. “… ad ogni modo, magia demoniaca, Lina…” Come sospettavo. Il potere di Shabranigdu. “Il venire meno della maledizione renderebbe la mia condizione fisica… instabile… Potrei tornare umano, o rimanere chimera… o essere entrambe le cose, alternativamente…” La chimera mi scoccò un’occhiataccia. “Non c’è proprio nulla di divertente, sai?”

Agitai la mano, per scusarmi del sogghigno che ero stata incapace di trattenere. “Perdonami… Mi è balenata in mente… un’immagine di ciò che potrebbe accadere se tu ti trasformassi improvvisamente da umano in chimera in pubblico…”

Il mio amico si prese la testa fra le mani. “Non farmici pensare, per favore…” Tuttavia, un breve sogghigno gli attraversò le labbra… Scossi la testa, con un mezzo sorriso. Se glielo avessi fatto notare, la chimera avrebbe sicuramente negato… ma Zel era cambiato, rispetto a quando lo avevamo incontrato. Ora, rideva molto di più ed era diventato persino capace di ironizzare sulla propria condizione… Era stato anche per la compagnia mia e di Gourry, certo… ma avevo l’impressione che il nostro amico dovesse ringraziare soprattutto una certa Principessa, per questo… Amelia poteva non aver avuto un’ottima reazione di fronte alla chimera, la prima volta che la aveva incontrata… una volta mi aveva confessato di provare ancora rimorso per quello che gli aveva detto…

…‘chi è questo tizio dall’aria così poco raccomandabile?’…

Ma la principessa era cresciuta e, ancora più di noi, aveva continuato a ripetere alla chimera come non dovesse dare peso al proprio aspetto, come dovesse dare meno peso a tutta quella faccenda della cura… tacitamente, gli aveva fatto comprendere come… lei potesse amarlo ugualmente… e sapevo che Zel, per quanto cercasse di nasconderlo… era rimasto toccato dalla cosa…

 

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!! Ma perché diavolo mi perdevo in quelle romanticherie??? Avevamo altro a cui pensare, ora!

 

Prestai nuovamente ascolto al mio amico, che aveva ripreso a parlare. “…certo, eliminare la maledizione potrebbe essere il primo passo verso la mia cura, ma nessuna mano umana potrebbe farlo… E penso nemmeno quella di un demone, a questo punto… gli esseri maligni sanno sfruttare le maledizioni, ma dubito che sappiano anche annientarne gli effetti… Tuttavia, le particolari condizioni dell’area del Confine avevano indebolito temporaneamente l’azione della maledizione, e per questo motivo io avevo riassunto il mio reale aspetto… Per questo stesso principio, per l’aumentata potenza degli Incantesimi Perduti della Magia Bianca, la dragonessa è stata in grado di rendermi partecipe di quella che laggiù chiamano la ‘Visione’…”

Aggrottai le sopracciglia. “E… di che si tratta…?”

“E’ un particolare tipo di preveggenza, per cui il dio invia le immagini che costituiscono la premonizione direttamente alla mente di colui che l’ha invocato… Normalmente solo il veggente è in grado di assistere alla ‘Visione’… ma, se questi è abbastanza potente, sarà in grado di trasmetterla telepaticamente ad una persona a cui è legato attraverso un contatto fisico diretto, o, ad esempio, attraverso un oggetto che è passato sulle mani di entrambe le persone coinvolte…”

 

Telepatia… Avevo qualche conoscenza in proposito… Esisteva un incantesimo che permetteva di leggere nella mente e, se opportunamente modificato, di trasmettere messaggi telepatici… Ma i suoi effetti erano molto limitati, perché l’obiettivo dell’incantesimo doveva essere un uomo comune, preferibilmente non particolarmente intelligente… Ad esempio, anche se non avevo mai fatto un tentativo, ero abbastanza sicura che, se avessi provato a gettare l’incantesimo su Gourry, per quanto il mio amico non fosse un esperto di magia e per quanto potesse apparire… non particolarmente brillante… quasi certamente non la mia formula non avrebbe avuto effetto… Gourry era uno spadaccino, probabilmente il più abile che avessi mai conosciuto… Era più intuitivo di quanto si potesse immaginare, e la sua mente era inevitabilmente abituata alla concentrazione e all’attenzione… attenzione, tranne che nei momenti in cui cercavo di spiegargli qualcosa, ovviamente… comunque, non c’era possibilità che un incantesimo che, di fatto, sfruttava l’incapacità di controllo della mente per violarla avesse effetto su di lui… Certo, il discorso cambiava se fra le due persone fra le quali si instaurava il legame telepatico era presente una particolare empatia (ad esempio, se si trattava di due gemelli) o se chi utilizzava l’incantesimo era un telepate naturale… A volte, nascevano delle persone con quel dono… Ma, se le cose non stavano così, difficilmente la dragonessa sarebbe stata in grado di mettersi in contatto telepatico con un mago esperto come Zel…

 

Notando il mio sguardo poco convinto, Zel accennò ad una spiegazione. “All’interno di uno spazio come il Confine, i poteri di una dragonessa come quella erano indefinitamente maggiori, Lina… è così che le era possibile riuscirci…”

Annuii, invitandolo con un cenno a proseguire. Il mio amico scosse la testa affermativamente, a sua volta. “Sono stato condotto in una sala enorme sul cui pavimento era disegnata una stella a sei punte, unita ad alcune rune di cui non comprendevo il significato…” Una stella a sei punte… Magia Bianca, comunque… “Sinceramente, non ero ancora del tutto convinto che fosse saggio seguire quella donna, ma non sapevo quale sarebbe stata la sua reazione, se mi fossi rifiutato… avevo poca scelta… non potevo fare altro che stare ad osservare, mentre la mia ospite posizionava una candela azzurra per ogni punta della stella, e mi guidava con sé al centro della configurazione… E’ stato allora che ha preso la mia mano… e ha cominciato a recitare l’incantesimo… E’ stata una sensazione stranissima, Lina… Era come se… parole dorate scorressero di fronte ai miei occhi, rombassero nelle mie orecchie… e prendessero lentamente forma in immagini…” Notai il suo corpo irrigidirsi, e la sua espressione farsi nuovamente tesa… “E’ stato allora… che ho visto. Non sapevo… che cosa fosse quel luogo… ma allo stesso tempo, anche se non lo avevo mai visto prima… ero certo che si trovasse a Miilun… Ho intravisto dei pilastri, un ampio soffitto, come se si trattasse di una grande costruzione… la luce era molto bassa, proveniva esclusivamente da alcune torce, sulle pareti… nessuna finestra… per questo ho avuto l’impressione che si trattasse di un sotterraneo… E a quel punto… ho visto me stesso… apparentemente, ero solo… vagavo in quella sala, sembrava che stessi cercando qualcosa, ma ho avuto l’impressione che… quell’ombra di me… non avesse una meta precisa… Poi, sono comparse altre figure. Una di esse era in ombra… non riuscivo a capire di chi si trattasse… sinceramente non so nemmeno se fosse un essere umano… ma, quella al mio fianco… la potevo riconoscere bene… si trattava di Amelia.” Il mio amico rabbrividì, e per un momento pensai che gli mancasse la voce per proseguire… Tuttavia, riguadagnando ancora una volta il controllo, la chimera andò avanti. “Quindi, l’altra figura ha parlato. Una voce maschile, ma non saprei dirti altro, perché… la mia mente era un po’ confusa, in quei momenti… Mi ha chiesto perché eravamo giunti in quel luogo… Mi ha detto…” Mi lanciò una strana occhiata. “Mi ha detto… che avrebbe preferito averti lì da sola, Lina…”

Battei le palpebre. “I- io…?”

La chimera sospirò. “Non so in che modo, ma pare che fosse interessato a te, di chiunque si trattasse… Ma ciò che ha aggiunto dopo… è ciò che mi ha inquietato di più… Lui ha detto che… avrebbe mutato il pericolo in chiave di vittoria e avrebbe saputo sfruttare… la situazione a proprio vantaggio…” Si morse il labbro. “Ricordo che Amelia sembrava molto spaventata da lui, ricordo che non si reggeva quasi in piedi, come se le energie negative che emanavano da lui la stessero sopraffacendo… Anch’io sembravo avvertirle, ma il mio corpo… appariva riuscire a resistere meglio ad esse… Ed io continuavo a parlare a quell’essere, non prestando attenzione ad Amelia che soffriva, come se qualcosa in lui mi attirasse contro la mia volontà, come la luce del fuoco attira la falena… forse, immaginavo in anticipo quello che mi sarebbe stato offerto…” Il suo sguardo si fece pensieroso. “Lui… mi ha detto… che poteva aiutarmi ad ottenere ciò che cercavo… La mia… umanità…” Aggrottai le sopracciglia. Come…? “Io gli ho urlato che nessun essere, demone o uomo, sarebbe stato in grado di farlo… e lui mi ha risposto che per lui non era così perché… il suo potere era… impuro… Io… non capivo… ma in quel momento… ho visto i suoi occhi e… non so perché ma… mi sono convinto che, qualsiasi cosa intendesse, lui… non stesse mentendo…” Un potere impuro… Quella definizione… Il mio stomaco si contorse dolorosamente. Ma no, non era possibile…

 

“Amelia continuava ad urlarmi di portarla fuori da quel luogo. Stava per cedere… capivo che non era più nemmeno in grado di camminare, da sola… Ma io… Non le ho dato ascolto…” Zel, senza rendersene conto, doveva essersi  totalmente immedesimato nell’ombra di sé che aveva visto nella visione, perché ora parlava come se si fosse trovato davvero lui al suo posto… Dal… terrore che i suoi occhi non riuscivano a nascondere, capivo che stava rivedendo quelle scene, come se le avesse già vissute, in prima persona…

“Io… ho continuato a parlare con lui, ignorandola… gli ho chiesto… gli ho chiesto che cosa volesse in cambio… E lui mi ha risposto… di dimenticare, di non resistere… di abbandonarvi.” Abbassò lo sguardo. Io rimasi semplicemente in silenzio, attendendo il seguito… anche se temevo di sapere come la questione era terminata… “So di avere esitato… perché era normale farlo… Probabilmente Amelia ed io ci trovavamo lì per un motivo… ho la sensazione che dovessimo fare qualcosa di molto importante, qualcosa da cui dipendeva la sopravvivenza di tutti noi, anche la tua… So di avere lottato… Devo avere fissato a lungo Amelia… La sua frase mi martella ancora nelle orecchie…” Strinse, se possibile, ancora di più i pugni… “‘Ti prego, Zelgadiss… Sto morendo…’ solo questo, nient’altro… Lei… mi ha pregato, ha confidato in me… ma io… io ho distolto lo sguardo. E quel… uomo… ha riso, si è congratulato con me per la mia scelta… E allora ho provato un dolore lancinante, sono caduto al suolo. Ho rivolto lo sguardo verso Amelia e lei… stava piangendo… Ricordo di averle visto chiudere gli occhi… ricordo di aver smesso di sentire il suo respiro… Poi, il mio corpo… ha perso lentamente sensibilità… Anche io ho chiuso gli occhi, mentre le mie membra… diventavano lentamente umane… Non ero morto, solo privo di sensi… il mio petto si alzava ed abbassava regolarmente… e il mio… guaritore…” Il suo tono si tinse di un’ironia amara. “… se ne stava in piedi accanto a me, sorridendo… come se stesse aspettando qualcosa…” Inarcò un sopracciglio. “E, a quel punto, ho visto te.”

Deglutii, mentre il mio amico alzava nuovamente lo sguardo per fissarlo nel mio, in un’occhiata penetrante. “Sei arrivata correndo, gridando qualcosa… non ricordo esattamente cosa, a questo punto la Visione si è fatta un po’ confusa… so che hai fissato lo sguardo sui nostri corpi… io… ho visto i tuoi occhi pieni di orrore… Ti sei voltata verso quell’uomo, gli hai parlato… E lui… io non riuscivo a vederlo bene, ma ho avuto l’impressione che sorridesse. Anche lui ha parlato, indicandomi… quindi ha puntato il dito contro di te, aggiungendo qualcosa… E i tuoi occhi… i tuoi occhi si sono oscurati… Solo un’altra volta ti ho vista così, Lina…” La sua espressione si intristì. “Quando il Signore degli Inferi ha portato via Gourry…”

 

Mi morsi il labbro, evitando di parlare… Per quanto tentassi di negarlo, persino a me stessa… per mille, diecimila volte avevo pregato da sola, nel silenzio, di non dover provare ancora un dolore del genere… la consapevolezza di avere trovato qualcosa di prezioso… una cosa senza la quale il mondo non avrebbe avuto significato… perché era ciò che alimentava continuamente la mia speranza che in quel mondo avesse senso cercare, conoscere… che in quel mondo si potesse trovare ancora qualcosa, anche al di là di quella Magia per cui avrei accettato di mettere in gioco il mio intero destino… qualcosa di bello ed importante… la consapevolezza di aver trovato una cosa tanto preziosa… e di averla lasciata scivolare via, ancora prima di comprenderne il valore, ancora prima di poter capire… ed esprimere… quanto significava per me…

Ed ora… mi stavano ‘diagnosticando’ di nuovo quella sofferenza…

 

…Perché avevo il presentimento che non si stesse sbagliando…?

 

“A quel punto, la Visione ha cominciato a farsi sempre meno chiara… Tu… devi aver evocato un incantesimo… Io non so quale fosse, SPERO non il Giga Slave… Anche se… quella strana luce nera… è apparsa fra le tue dita…” Il Giga Slave… ora che ci pensavo… sei mesi fa, il mio sigillo era stato spezzato… Significava che mi era ancora possibile utilizzarlo…? “E poi, quella luce… si è espansa, ha cominciato ad inghiottire ogni cosa… Il tuo volto, i nostri corpi, quell’uomo… Fino a che di fronte a me non ho visto che il buio… e mi sono svegliato.” Sospirò. “La dragonessa si trovava di fronte a me. Non dovevo avere un bell’aspetto, perché il suo sguardo sembrava ancora più ricolmo… di pietà… Mi ha aiutato a rialzarmi, e mi ha detto che non potevo più stare in quel luogo, che dovevo seguire il mio destino… Al tocco della sua mano, il mondo ha ripreso a girare vorticosamente… e, quando ho ripreso coscienza di dove mi trovavo, ero nuovamente nel deserto. E il tempio era sparito.” I suoi pugni si rilasciarono. “Per un attimo, sono rimasto interdetto, chiedendomi se non si fosse trattato di un sogno… Poi i miei occhi sono caduti sulla mia mano… era una mano umana.” Chiuse gli occhi per un momento, sospirando. “Ho sperato… con tutto il mio cuore, per un secondo, che tutto si fosse risolto, che quella Visione non avrebbe mai avuto modo di verificarsi perché presto mi sarei ripresentato di fronte ad Amelia, di fronte a voi, come uomo… E quando il mio corpo ha ripreso a trasformarsi nel mostro che sono ora, devo avere pianto, gridato… Ora la mia mente si rifiuta di richiamare quel ricordo alla memoria… So di avere, vagato, come un fantasma, per quelle terre desertiche, ancora per diversi giorni… Finché non mi sono trovato nuovamente a Lyrith… E ho scoperto, con sorpresa, che dalla mia partenza da quel villaggio erano già trascorsi due mesi…”

 

Il mio amico tacque, e per qualche minuto nel piccolo ‘accampamento’ non risuonò altro che la voce inquietante della notte. Quel silenzio teso mi rendeva nervosa… d’altro canto, la mia mente mi gridava di non voler protrarre oltre quella conversazione… Ma non potevamo tacere per sempre…

“E’ stato allora che hai deciso di evitare Amelia, di evitare tutti noi…” La mia voce irruppe, spettrale, ad interrompere la falsa pace…

“Credevo… di poter impedire al Destino di attuarsi… Lo credevo… e quello mi sembrava l’unico modo… ma evidentemente… alla propria sorte… non si può sfuggire…”

I miei pugni si serrarono. Non mi sarei lasciata andare alle commiserazioni. Non erano queste le parole che volevo sentire da lui…

“E’ bello… poter dare la colpa al Destino, eh?” Il mio tono di voce era totalmente impersonale.

Il mio amico alzò lo sguardo, stupito dalla mia insolita freddezza. “Lina…”

“Io non credo al Destino…” Proseguii, guardandolo fisso in volto… “Se il futuro procede in un’unica, insostituibile direzione, a NESSUNO è possibile sapere quale essa sarà… Il futuro non esiste se non nella nostra mente, una proiezione, un’aspettativa, una speranza… e non è possibile vedere come sarà qualcosa che non esiste… Si possono fare le ipotesi più raffinate, si possono calcolare le probabilità più accurate… ma il numero e la varietà degli elementi che generano quella indefinita linea retta che si staglia di fronte a noi, come possiamo pretendere di conoscerli, come possiamo pretendere di prevederli…?” Strinsi i pugni. “Il futuro non consiste che in una miriade di possibilità, di cui solo una è attuabile, con il concorso di una miriade di concause… E una di quelle concause siamo NOI, Zel, è il nostro agire… Forse il futuro non dipende interamente da noi… la mia vita mi ha più che testimoniato che gli imprevisti sono sempre in agguato, che la mente umana è quasi sempre l’incognita più difficilmente calcolabile… che, anche se è possibile influenzare gli eventi, non sempre è in potere degli esseri umani frenare il loro rivolgersi… Tuttavia, Zel, non ucciderai la persona che ami solo perché una dragonessa ti ha detto che lo farai… credere questo è solo una scappatoia, un modo per rifiutare la tua responsabilità… Forse una situazione come quella della Visione si presenterà davvero… ed essere così convinto che quello che hai visto si verificherà inevitabilmente, Zel, è molto pericoloso… perché rischia di spingerti… a non fare nulla per impedirlo…”

 

Il mio amico mi osservò per un attimo in silenzio, l’espressione cupa ferma a velare, onnipresente, i suoi occhi. Quindi, abbassò nuovamente lo sguardo. “Io… capisco quello che dici, Lina… Io… sono d’accordo con te… ma la verità… è che io sono solo un codardo… Quello che hai detto tu… è vero… io voglio… evitare di dovermi assumere una responsabilità come quella della scelta a cui venivo sottoposto nella Visione, Lina… Perché io… non mi fido assolutamente di me stesso…” Si morse il labbro. “Sarebbe bello poter dire… che in fondo sono una brava persona, che non mi sognerei mai di vendere i miei amici… la persona che amo… nemmeno per il più alto dei prezzi… Ma la verità, Lina, è che io non sono sicuro che sia così… Quella che rincorro è l’ossessione di una vita…” Si osservò la mano, penetrò con lo sguardo le pietre che la ricoprivano. “… io ho provato l’ebbrezza di essere nuovamente umano… non sono certo, ora, che non sarei disposto a fare qualsiasi cosa per ottenere di nuovo quella sensazione… Per QUALSIASI altro motivo, per qualsiasi altra situazione, sarei pronto a giurare che non vi tradirei… Io VOGLIO credere che non lo farei… perché sento che la mia parte umana è viva in me e tiene con fermezza il comando su quanto di demoniaco Rezo vi ha instillato… Ma io ho PAURA, Lina, ho paura di ciò che farei se mi trovassi costretto ad una simile scelta… Forse è perché temo di non conoscermi a sufficienza… o forse è perché mi conosco fin troppo bene… Ma il mio timore è che potrebbe non essere così improbabile per me vendere, per ottenere un corpo umano… quel che di spirito umano mi resta…” Sospirò.

 

Mi morsi il labbro. “Zel…”

“Se temo tanto quella Visione, Lina, è perché sono convinto che, in fondo mi mostrasse così come sono veramente…” Sollevò lo sguardo, per fissarmi negli occhi. “Probabilmente ora mi biasimerai per quello che ho detto… dirai che dopo tanti anni di amicizia è stupido e malvagio pensarla a questo modo… E’ normale che tu mi giudichi male ma…”

 

Credi di sapere chi sei?

 

Un brivido improvviso percorse il mio corpo e per un attimo rimasi ferma a fissare la chimera, senza vederla. Scattai in piedi, le mani improvvisamente gelide.

“Lina…?” Il mio amico cominciò a vestire un’espressione preoccupata. Cercando di evitare quello sguardo, mi coprii il volto con le mani.

“Io… non giudico nessuno…”

“Eh…?”

“Ti sembrerà strano…” Risposi, continuando ad evitare il suo sguardo. “Ma anch’io… capisco quello che dici…c’è qualcosa di brutto, di triste… ma lo capisco…” Perché… perché diavolo mi era tornato in mente il sogno…?

“Lina… sei sicura di sentirti bene…?”

Mi scoprii nuovamente il volto, agitando la mano con noncuranza… “E’ tutto a posto… Ho solo avuto un capogiro…” Mi grattai la testa, tornando a sedermi. “Sarà che è da oggi pomeriggio che non mangio…”

Il mio compagno emise un sospiro, lasciando morire in gola –ne fui sicura!- il solito commento ironico… non era il momento…

 

“Se mi hai capito, allora capirai anche perché ho deciso di lasciare Miilun, ora, prima che ci ritroviamo con gli altri.”

 

Battei le palpebre. Eh??????? Che diavolo gli veniva in mente, così all’improvviso??? “Zel, ora…”

“No, Lina… Non tentare nemmeno di farmi cambiare idea. Quello che hai detto sul Destino è giusto. Forse anche dal mio agire dipende il suo corso. Forse posso fare qualcosa per modificarlo. E allora, andarmene il più lontano possibile da Miilun ora, che la prospettiva di ottenere una cura non è ancora così vicina da frenarmi, è la migliore soluzione possibile, per tutti!”

“No, no, no, no, NO, Zel!!! Stavolta starai ad ascoltarmi prima di sparire per la tua strada come fai sempre! Primo, nel giro di due giorni saremo braccati come conigli in metà del continente e per quanto tu sia un mago abile prima a poi capiterà anche a te un momento di distrazione! E allora, se non avrai nessuno a coprirti le spalle, a Miilun ci ritornerai per forza, in catene!!! E peggiorerai ulteriormente questa maledetta, maledettissima situazione!!!” Stavo quasi gridando, ormai, per quanto questo, nei panni in cui mi trovavo, potesse essere pericoloso… Il mio amico, dal canto suo, mi guardava con gli occhi di chi non vuole ammettere di avere torto… Accidenti a te, non metterti a fare il bambino proprio ora!

“Secondo…” Proseguii. “Chi ti credi di essere, per decidere cosa è bene e non è bene, anche per noi??? Tu te ne sei venuto qui a Miilun ed hai iniziato a trattare Amelia con i piedi, così, di punto in bianco… AVEVI LE TUE RAGIONI PER VOLERLA ALLONTANARE, LO SO…” Aggiunsi, di fronte all’occhiataccia che il mio amico mi aveva scoccato. “… ma, mi spiace dirtelo, a me non pare una giustificazione sufficiente… Tanto per cominciare, non potevi semplicemente dirle la verità, confessarle le tue paure, semplicemente come hai fatto ora con me???”

Zel scosse la testa. “No, no… conosci Amelia… non avrebbe accettato… avrebbe insistito per rimanere al mio fianco comunque… lei… si fida troppo di me…”

Sospirai. Proviamo a porre la questione su un altro piano…“Se la metti così, lascia che ti faccia una domanda…” Lo fissai, intensamente. “Perché sei venuto a Miilun, Zel? Perché sei venuto qui anche dopo aver assistito alla Visione?”

Il mio amico mi fissò in silenzio per una attimo, prima di rispondere… “Perché…” Sospirò. “Perché speravo di diventare umano, come in quella premonizione… Vedi…? Sono venuto qui nonostante fossi conscio del pericolo, solo per il mio egoismo… Immagina cosa farei di fronte alla concreta possibilità di diventare umano…”

Mi accigliai. Non avrei lasciato che continuasse con quell’atteggiamento disfattista! Mi dava sui nervi! “Non sarà invece che sei venuto anche per metterti alla prova…? Per dimostrare qualcosa a te stesso…? Per provare che non lascerai che la tua mente venga controllata da una stupida ossessione, ma che al momento della scelta saprai essere tu a dominarla…?”

Il mio amico si limitò a fissarmi, in silenzio.

“Ma se anche non fosse così… Amelia non è più una bambina, Zel, e tu non hai il diritto di mentirle e decidere cosa è meglio per lei al posto suo. Se ti comporti a questo modo allora il vero moccioso, lasciatelo dire, sei tu! Se Amelia vuole fidarsi di te è per una SUA scelta… Dille la verità, e poi, se vorrai ancora andartene, sarà tuo diritto farlo… Per quanto io possa ritenerla una decisione stupida!”

 

“…”

 

“Accidenti a te e alla tua parlantina…” Fu il suo unico commento, dopo un attimo di silenzio.

Non cominciamo ad offendere! “Zel…” Iniziai, in tono minaccioso…

“Hai ragione, dannazione, hai ragione, va bene, d’accordo? Questa volta lo ammetto!” Il mio amico vestì un’aria sconfitta. Con un gesto noncurante, mi buttai i capelli dietro le spalle. “Sì, lo so che ho sempre ragione, ma continua pure a ripetermelo…”

“Lina…”

“Allora le parlerai…?”

“…” Il mio amico sospirò, rifiutandosi ancora una volta di spiccicare parola.

“ALLORA?”

“… Non è… così semplice… parlare proprio con lei di una questione di questo genere, sai…? A volte è incredibile… come quanto più sia difficile, se si tiene ad una persona, aprirle totalmente i propri pensieri…” Il mio amico fece una pausa, assumendo un’aria pensierosa, quindi mi guardò in volto, sogghignando. “Ma tu questo lo sai più che bene, vero?”

 

Arrossii. A che cosa si stava riferendo??? Non lo capivo davvero!!!! Io con quel tipo di faccende non c’entravo per niente!!!

 

“Zel, qui non stiamo parlando dei fatti MIEI ma dei TUOI!!! Ora non deviare il discorso!!!”

 

Il mio amico sogghignò ancora di più alla mia reazione, scuotendo la testa. “Lo sai, Lina, ogni tanto ti invidio…”

Battei le palpebre. E, ora, che c’entrava questo? “Uh? E’ perché mi invidi…? A parte per il fatto che sono la suprema e bellissima maga –genio Lina Inverse, ovviamente…”

La chimera mi lanciò un’occhiata poco convinta, quindi sospirò e proseguì, ignorando i miei PIÚ CHE MERITATI auto elogi. “Persino ora, qui, lontano da orecchie ‘pericolose’, fai fatica ad esprimere i tuoi sentimenti… Proprio come tanto spesso accade a me…” Inarcò un sopracciglio. “Tuttavia… c’è qualcuno con cui riesci ad intenderti in modo tanto naturale… che le parole non ti servono…” Mi rivolse una profonda occhiata, le labbra ancora tese in un mezzo sorriso. “… e avete avuto la fortuna di ‘trovarvi’, in un mondo così vasto, in una vita fatta dei più bizzarri imprevisti… In fondo, credo che significhi questo… avere incontrato la propria anima gemella…”

 

Arrossii fin sopra le orecchie. Che razza… che razza di discorsi tirava fuori??? “Non so… di cosa tu stia parlando…” Mugugnai, grattandomi la punta del naso ed evitando di guardarlo negli occhi.

La chimera sorrise. Il primo, sincero, sorriso della serata. “Già dopo il nostro primo incontro, Lina, mi sono reso conto che tu mi piacevi.” Eh? E ora cosa…? “Sei forte, intelligente… hai… uno strano carisma… io non so come spiegarlo… ma… non credo di avere mai incontrato… qualcuno come te…” Scosse la testa. “Forse tu non te ne rendi nemmeno conto, ma lasci inevitabilmente un’impronta sulle persone che ti stanno accanto… Anche se a volte si tratta di un’impronta DOLOROSA…” Le sue labbra si aprirono in un ampio sogghigno, a questa aggiunta. Ehi, e CHE COSA avrebbe dovuto significare??? “…Era una cosa nuova per me, perché, con il mio nuovo aspetto, non mi ero permesso di affezionarmi a molte persone, avevo lasciato avvicinare solo coloro che inevitabilmente dovevano combattere al mio fianco… per la paura… di essere deriso… e temuto… per quello che ero… Per la paura che dietro ad ogni manifestazione di amicizia nei miei confronti si trovasse qualche secondo fine… Ma con te è stato diverso… siamo diventati amici, semplicemente, naturalmente… e nemmeno il mio caratteraccio è riuscito ad impedirlo…” Si grattò la testa. “Dopo la sconfitta di Shabranigdu, mi sono chiesto se fosse il caso di innamorarmi di te…” Ehi! Non è mica una cosa che si fa a comando! “Non è stato come con Amelia… Vedi… con lei non è stata una cosa razionale… semplicemente, a poco a poco, lei… mi ha vinto…” Mi rivolse un altro sorriso. “Ma, con te, ho considerato la questione davvero seriamente …Anche perché eri il primo esemplare di sesso femminile che avesse mostrato interesse a rivolgermi più di dieci parole, da quando ero stato trasformato in chimera…” Uh… Carino come al solito, eh? “…Ed ero ancora in dubbio, mentre camminavamo, noi tre insieme, verso la città di Atlas… Ma è stato allora, che vi ho visti… Vi ho visti camminare fianco a fianco, scherzando, come sempre facevate. Non sembravi nemmeno accorgerti del suo braccio attorno alle tue spalle… completamente a tuo agio… Il modo in cui vi guardavate… Il modo in cui andavate d’accordo in modo del tutto naturale e, al di là delle apparenze, vi rispettavate… Forse ancora non provavate nulla l’uno per l’altra… ma in quel momento ho capito… che eravate fatti per stare insieme…”

Deglutii. “Stai solo… lavorando d’immaginazione…” Commentai, non sapendo che altro dirgli, continuando a rifiutare di guardarlo in volto… e mentre un ALTRO volto si presentava insistentemente alla mia mente… FORSE quello che avevo detto Zel era vero… perlomeno, per quel che riguardava me… ma una domanda sorgeva alla mia mente, insistente… sarebbe stato ancora così, fra noi…? Perché in quei giorni… sembrava che… non riuscissimo più a capirci… che io non potessi capirlo… come prima…

 

“Che io stia lavorando d’immaginazione o meno…” Proseguì il mio amico. “Una cosa è certa. E lo è ora più che mai. In quel momento, ho preso la decisione giusta.”

“Eh?” Battei le palpebre ancora una volta, senza capire.

“Ho scelto di non innamorarmi di te. Non a torto… E non solo per Amelia… Ogni tanto mi rendo conto che noi due siamo piuttosto simili, Lina…” Sogghignò. “E forse anche per questo… se noi due dovessimo stare insieme… dubito che riuscirei molto a lungo a sopportarti…”

Gli rivolsi un’occhiataccia. “Non che la cosa non sia reciproca, Zel, ma potresti anche scegliere di dirlo un PO’ MENO brutalmente, sai?” Sospirai. Ma come diavolo eravamo finiti a parlare di quegli argomenti? “Comunque, mio caro, tu ti impicci tanto dei miei affari, ma dovresti ringraziare una bella quantità di divinità, per avere trovato una persona con la pazienza di Amelia…” Proseguii. “IO ti avrei già mandato al diavolo da un bel pezzo…”

Il mio amico tornò a sogghignare. “Non avevo dubbi…”

“CHE COSA VORRESTI DIRE???”

Zel scosse la testa. “Tu dici così… ma non lo immagini nemmeno… quanto mi ritenga fortunato di averla incontrata…” Sospirò. “…e, in fondo, di avere incontrato tutti voi…”

 

Scattai, per l’ennesima volta, in piedi. “AAAAAAAAAAAAAAH! Non ci credo! L’hai detto!!! Perché non l’ho registrato da qualche parte??? Non avrò più questa occasione!!!”

“Vorresti smettere… di essere così teatrale, per favore…?” Una grossa goccia di sudore scese lungo la tempia della chimera.

Ridacchiai. “Bene, ora dimentichiamoci per un momento di profezie ed argomenti attinenti e preoccupiamoci di cercare un modo per contattare Gourry e…” Feci una pausa. Aspetta un momento…

Accigliandomi, mi rivolsi al mio compagno. “Zel, ora che ci penso… Toglimi una curiosità… Che fine aveva fatto Gourry, nella tua ‘Visione’?”

Lo sciamano batté le palpebre. “Oh, hai ragione… Mi ero dimenticato di dirtelo… E’ una cosa che ha dato da pensare anche a me, ma… Gourry… non era al tuo fianco come sempre, quando sei apparsa di fronte a quell’essere… per quanto io ripensi alla scena, non ricordo di averlo visto da nessuna parte…”

 

“Uhm…” Fu il mio unico, perplesso, commento. E questo, che cosa poteva…?

 

“Eccoli lì, sono loro!!!”

Battei le palpebre, richiamata alla realtà dalle voci concitate delle guardie… che avevano appena scoperto il nostro nascondiglio!

Dannazione!!! Persi nella nostra conversazione, non ci eravamo accorti che delle persone si stavano silenziosamente avvicinando a noi. Era un gruppo di al massimo cinque o sei componenti, ma ormai era praticamente l’alba, e non dubitavo che alla luce del sole, con tutto quel baccano, tutte le guardie della città sarebbero arrivate lì nel giro di poche manciate di minuti! L’unica soluzione era liberarsi di quel gruppetto il più in fretta possibile e darsela nuovamente a gambe, ma lo stemma che portavano sulle vesti, che li identificava come maghi al servizio di Ilmund, lasciava presagire che l’impresa non sarebbe stata tanto semplice…

 

Zelgadiss ed io ci stringemmo schiena contro schiena, pronti a combattere, com’era inevitabile. “Tre a testa, basta anche solo stordirli, ma evitiamo di farli fuggire.” Intimai, semplicemente. Il mio amico annuì, in silenzio. E il combattimento ebbe inizio.

 

Presto, smisi di prestare attenzione alle azioni della chimera. Erano forti! Ilmund, a quanto pareva, aveva evitato di mandarci contro delle reclute, e aveva saggiamente optato per dei veterani… Evidentemente, conosceva bene il suo avversario… ma ciò non significava che fosse sufficiente per fermarmi!

“Non abbiamo tempo da perdere con voi! Burst Rondo!” Un incantesimo che riuscisse a fare il maggior danno possibile a più persone contemporaneamente, il tutto evitando di incendiare la foresta, era la soluzione che meglio si addiceva alla situazione… Se li avessimo lasciati svenuti sul posto, non avrebbero avuto modo di raccontare ai loro compagni in che direzione ci eravamo diretti…

Tuttavia, dovevo confrontarmi con un nemico piuttosto furbo… “Balus Wall!” Sentii recitare contemporaneamente, da due direzioni… Due esperti in magia difensiva… Quindi… il terzo probabilmente…

Non mi ero sbagliata! Il restante avversario, evidentemente incaricato dell’attacco, si fece avanti… “Flare Arrow!”

Ah! Nessun incantesimo che avrebbe potuto eliminarmi al primo colpo! Ilmund ci voleva vivi, come avevo immaginato! “Mos Va Lim!” Recitai. Le frecce infuocate si ‘spensero’, in una piccola esplosione, all’impatto col mio incantesimo… Ma così non andava affatto bene, dannazione! Ci stavano facendo perdere tempo! Se fossero arrivati altri, saremmo stati…

 

“Ora siete davvero nei guai…” AAAAAAAAAAAAAAAAH! Come temevo!!! Una decina di altri soldati aveva raggiunto lo spazio di bosco dove ci trovavamo! Purtroppo la nostra coordinazione non era delle migliori, soprattutto dopo tutti i mesi passati dall’ultima volta in cui avevamo combattuto insieme… i nostri nemici non ebbero grandi difficoltà a spingerci verso una piccola radura, alle nostre spalle… E sarebbe stato difficile fuggire o sfruttare la protezione degli alberi, circondati come eravamo… E in sedici contro due, non ci trovavamo in una bella situazione…

 

“Lina! Non venirmi davanti mentre attacco, dannazione!” Mi gridò il mio amico.

“Zel, accidenti, non c’è spazio!!! Come credi che possa fare se tu te ne stai al centro della radura???” Replicai, irritata.

“Attenta!” Spingendomi malamente al suolo, mi spostò dalla traiettoria di una Palla di Fuoco, parando il colpo. Quegli incoscienti volevano dare fuoco alla foresta?!?!

 

“Gwaaaaaaaaaaaaaah! Burst Rondo!!!” Dalla mia posizione, a terra, fu piuttosto complicato evitare di farmi catturare dalle sei guardie che mi si erano appena, MALEDUCATAMENTE, gettate addosso… E dalla mischia, intravidi che il resto del gruppo si stava stringendo attorno a Zel… Dannazione! Stavano cercando di separarci! Avrebbero prima sistemato lui, mentre io ero occupata e quindi…

Ehi, un momento!!! Non avevano bisogno del mio amico! Avevano bisogno di catturare viva solo me accidenti! Questo significava che avrebbero cercato di…

“Zel! Zel, attento!!!” Cercai senza troppi risultati di liberarmi dagli attacchi e di gettarmi verso di lui per dare una mano... Ma ormai era tardi.

 

Quattro maghi lo tennero impegnato sul davanti, mentre un altro, alle sue spalle sollevò le braccia e… “Mega…”

 

Palla di Fuoco!!!”

… Venne colpito in pieno da una sfera infuocata, proprio mentre stava per sferrare un attacco mortale alla chimera!!! E adesso, chi diavolo…?

 

“Un combattimento sedici contro due è del tutto sleale!!!” Sentii gridare.

Oh, no, no, no!!! Non lei!!! Non in quel momento!!! Era l’errore più grande che potesse fare!

 

Anche Zel sembrò giungere alla stessa conclusione sull’identità della sua ‘salvatrice’, perché prese a gridare, quasi disperatamente. “No! Non uscire! Allontanati! Non ora!”

Troppo tardi. Una figura spiccò un salto teatrale da un albero e… ehm… atterrò… al nostro fianco…

 

“A… Amelia… E’ tutto…a posto…?” Chiesi con un po’ di esitazione, sporgendomi da dietro le spalle di Zel per osservare il piccolo cratere che l’impatto con il suolo aveva creato.

Con ammirevole fierezza, visto il colpo che aveva appena ricevuto, la nostra compagna si rialzò. “Sono qui per darvi una mano…” Mormorò, semplicemente, con insolita serietà, preparandosi all’attacco.

 

Approfittai della confusione che il suo arrivo aveva creato per scivolare accanto a lei e Zel.

“Ma… Come ci hai…”

 

“Chi diavolo è quella mocciosa? Una vostra complice?” Mi interruppe una delle guardie, mentre i nostri assalitori riprendevano a stringersi su di noi.

“Dannazione…” Sentii mormorare Zel, fra i denti. La chimera sembrò meditare un momento sul da farsi, prima di risolversi ad avanzare, in modo da coprire quasi totalmente Amelia alla vista dei nostri avversari…

 

Sapevo che cosa aveva per la testa. Essere in tre ci sarebbe stato d’aiuto, ma se quelle guardie avessero identificato la nostra amica come la Principessa Incoronata di Sailune, allora avremmo dovuto preoccuparci di ben altro che di un manipolo di guardie… Amelia si sarebbe cacciata in un brutto pasticcio… Senza contare il rischio di un pericoloso incidente diplomatico…

 

Ma forse una che aveva rischiato di distruggere il mondo per salvare una persona non aveva diritto di dire molto, in proposito…

 

“Non è che una ficcanaso, che si sta intromettendo in affari che non la riguardano! Non è con lei, ma con noi che dovete vedervela!” Replicò la chimera, in tono duro. L’espressione della mia amica si incupì lievemente, ma serrò le labbra, e tacque.

Zelgadiss indietreggiò lievemente. “Vattene, Amelia…” Bisbigliò. “Mi sembra di avere già messo in chiaro come stanno le cose, fra noi. Non ti rendi conto del guaio che procurerai, se ti riconosceranno? L’ultima cosa che voglio è che tu faccia una cosa tanto stupida per me…”

 

La principessa sospirò, quindi prese la parola, con una calma che in quelle circostanze difficilmente mi sarei aspettata da lei… “So che cosa succederebbe se mi riconoscessero, Zelgadiss –san. Ma ciò non toglie che rimarrò qui a combattere. E’ una mia decisione.” Lo fissò, con espressione seria. “Non è per te che lo faccio, ma per me stessa. Non potrei più dormire sapendo di avere lasciato nei guai degli amici. Forse prima di ieri sera avrei avuto motivo di ascoltare la tua richiesta, ma ormai, come tu stesso hai sottolineato, le cose fra noi sono più che chiare. Dobbiamo andare per la nostra strada.” Puntò il dito verso i nostri avversari. “E questi uomini dall’animo malvagio si sono schierati con le forze del male per sostenere il loro segreto e terribile piano!” Assunse una posa teatrale. “Per la Giustizia, non posso lasciarvi impuniti!!!”

 

“A… Am…” Sospirai, prendendomi la testa fra le mani. Inutile. La mia amica si era già gettata contro i nostri avversari. Non potei fare a meno di trattenere un sorriso. Eccola lì. Quella era Amelia. Teatrale, ossessionata a volte in modo insopportabile dalla sua aspirazione a diventare una ‘eroina da romanzo’…

…e, a suo modo, così incredibilmente forte.

Sapevo perfettamente che la ferita lasciata da Zel era ancora aperta… Ma, semplicemente, come sempre faceva, non si era abbandonata all’autocommiserazione ed era stata in grado di risollevarsi, con le sue forze. Ed ora, una ragazza che la sera prima stentava a parlare se ne stava con disinvoltura a fare esasperanti e triti discorsi sulla Giustizia contro un gruppo di sedici nemici… Doti di oratrice a parte… da questo, forse, una certa chimera aveva qualcosa da imparare…

 

Rivolsi un’occhiata a Zel, che stava ancora fissando la nostra amica, con l’aria di chi è rimasto senza nulla da ribattere. Mi sarei aspettata un’aria cupa e un commento arrabbiato… ma, con una certa sorpresa, lo vidi semplicemente scuotere la testa e sorridere, e in un modo che raramente era possibile osservare, da lui… “E’ sempre la stessa… Amelia…” Sussurrò, semplicemente, senza staccarle gli occhi di dosso.

Il mio sorriso si allargò in un ampio sogghigno.

…ed il mio amico evidentemente se ne accorse perché, quando si decise a voltarsi, ed incrociò il mio sguardo, diventò rosso come un pomodoro maturo…

 

“Umph!” Fu il suo unico, seccato, commento. “Avanti, andiamo a dare una mano a quell’avventata. Mi sorprende che tu non ti stia ribellando perché ti sta rubando la ribalta…”

Mi accigliai. “Ehi, che cosa vorresti dire?” Ma il mio amico era già avanzato, per raggiungere il fianco della Principessa. Con un’alzata di spalle, lo seguii.

Dopotutto, avevamo altri problemi da risolvere.

 

Sedici nemici restavano sempre sedici nemici, anche se avevamo una nuova combattente fra le nostre fila. Avevamo a nostro vantaggio il fatto che nella penombra del boschetto nessuno sembrava avere identificato l’identità della nostra compagna, che fortunatamente non indossava stemmi o altri evidenti segni di riconoscimento… Tuttavia, il tempo era nostro nemico. Ogni secondo che passava, aumentavano le probabilità di un riconoscimento, e dell’arrivo di nuove guardie… Avrei potuto tentare una… soluzione drastica del problema… Ma… Quanto erano lontani i compagni dei nostri avversari…? Potevamo permetterci di attirare l’attenzione su di noi con qualche incantesimo… come dire… spettacolare? In fondo, non avevamo la possibilità di allontanarci da Miilun se le cose fossero andate storte, non ancora…

 

Dam Brass!!!” Recitò Amelia, allontanando un gruppo di assalitori da Zelgadiss, e facendogli guadagnare il tempo per estrarre la propria spada. “Astral Vein!” Gridò la chimera, gettandosi in avanti.

A quanto pareva erano giunti alla mia stessa conclusione sull’entità degli incantesimi da utilizzare… Dannazione… Se solo Gourry fosse stato con noi… In combattimenti di quel tipo, che necessitavano di essere veloci e ‘puliti’, era decisamente più utile di noi tutti messi insieme… ci avrebbe liberati di quei seccanti assalitori in un momento…

 

… Purtroppo, però, non potevo contare su di lui. Avrei dovuto fare a modo mio. “Dire Brand!!!” Cinque dei nostri avversari finirono finalmente a terra. Però… perché diavolo i nemici sono sempre così resistenti, quando non devono? Aaaaaaah, se avessi potuto usare la mia magia a piena potenza…

 

“Lina –san!” L’avvertimento di Amelia risvegliò immediatamente la mia concentrazione. Mi voltai di scatto, appena in tempo per evitare delle Flare Arrow… ma, di fatto, non per evitare ciò che seguiva. Due mani si strinsero violentemente attorno al mio collo, sbattendomi contro un albero e togliendomi improvvisamente il respiro.

“Ora riceverai la lezione che ti meriti, piccola strega!” Ringhiò il mio assalitore. “Mono…”

Non potevo permettergli di terminare la formula! Piantai con tutta la forza le unghie contro la sua guancia, ed il mio nemico urlò di dolore, lasciando momentaneamente la presa… Era la mia occasione!

Invece di cercare di fuggire, sollevai le mani e le strinsi fermamente ai suoi polsi. I nostri sguardi si incrociarono, e dalla sua espressione compresi che aveva capito che cosa avevo intenzione di fare. Ormai, era una questione di velocità di reazione…

Forze della natura, chiamo a me le tre fonti dell’Energia del Mondo, Prima Vita dal Caos…” Iniziammo a recitare, contemporaneamente. Dovevo essere più rapida di lui! “Invoco il Potere di Una, che inverta il suo infinito processo e mi permetta di distruggere colui che turba la sua infinita Pace Mono…” Ah! Ce l’avevo fatta! Ce l’avevo fatta prima di lui!…

…Dannazione! All’improvviso, uno dei nostri altri avversari scansò Amelia e si gettò verso di noi. Tuttavia, ormai non potevo fare altro che terminare la formula… “…Volt!!!” Il mio assalitore stramazzò al suolo, mentre non potevo fare altro che osservare, impotente, l’attacco del mago che mi si stava avvicinando. Era troppo tardi per evocare un incantesimo difensivo…

 

“Lina –san! No!” Amelia scattò in avanti, per fermarlo. Aaaaaaaaaaaaaah, d’accordo che quel mago era sfuggito al suo attacco di prima ed ora la mia amica voleva rimediare, MA AVEVA DEGLI ALTRI DANNATI NEMICI ALLE SPALLE!!! Perché quella ragazza era così incosciente???

“Nel nome della Giustizia, lascia stare Lina –san!!!”

Il mio assalitore non si fece pregare. Con un sogghigno solo a me visibile, frenò di scatto e si voltò, lasciandomi l’inquietante presentimento di ciò che aveva intenzione di fare…

“Attenta!” Gridai, ma era troppo tardi. La mano del mago rilasciò una coppia di sottili, ma perfettamente mirate, sfere di energia.

Dirette al cuore della mia compagna.

 

Con i nemici alle sue spalle, non aveva modo di frenare la sua corsa e cercare di schivare. Il nostro avversario aveva saputo sfruttare l’effetto sorpresa davvero con astuzia… Le immagini di un attacco molto simile tornarono immediatamente alla mia memoria… L’attacco scagliato da Xellos alla principessa, sei mesi prima… l’attacco che la aveva lasciata apparentemente in fin di vita…

… E, a quanto pareva, quei non erano ricordi tornati solo alla MIA mente…

 

“AMELIA!!!” Un corpo si interpose fra la principessa e l’energia magica. Entrambi finirono a terra, diversi metri più avanti. E l’erba attorno al luogo dove giacevano cominciò a tingersi di rosso…

Non sapevo chi fosse stato ferito, non sapevo quanto gravemente, ma sapevo bene una cosa. Ora ero davvero molto, MOLTO arrabbiata!

“Tu… maledetto… BASTARDO!!! Mega Brand!!!” Nonostante tutto, conservai la freddezza per moderare la forza del mio attacco… Ma non mi piacevano i loro trucchetti…  avevo una gran voglia di mostrare loro come intendessi IO il giocare diretto… ed un’idea il mago che aveva attaccato Amelia se la doveva essere fatta, perché ora giaceva contro un albero, senza dare segno di avere intenzione di rialzarsi molto presto…

 

“Zel, Amelia!” Gridai, in direzione dei miei amici.

“Zelgadiss –san! E’ tutto a posto?” Una voce preoccupata, dal bordo della radura, mi comunicò che almeno uno dei miei amici era sano e salvo.

“E’ solo… un graffio…” La debole, ma ferma, risposta mi assicurò anche dell’altro.

Tirai un sospiro di sollievo…

 

… Che sarei stata presto costretta a rimangiarmi.

 

“Come la ha… chiamata?” Cominciò una delle guardie, fissando più attentamente lo sguardo sulla principessa.

No, no, no, non anche questo…

“Amelia… Amelia… Ma questo nome… e quel volto…”

Zel, tenendosi la spalla sanguinante tentò, piuttosto goffamente per dire la verità, di portarsi di fronte alla principessa, coprendola ai loro sguardi… Ma ormai la frittata era fatta.

“Si trovava al Concilio, ne sono sicuro!” Intervenne un’altra guardia. “E’ quella regnante che il Maestro ci ha detto di tenere d’occhio! La principessa di Sailune!”

Appunto. Uova fritte per tutti, gente… Ora sì che siamo nei pasticci…

 

“I… Io…” Amelia balbettò, evidentemente in cerca di una scusa che in quelle circostanze non aveva la minima intenzione di presentarsi. E anche il mio solitamente efficacissimo ‘penserò a qualcosa quando il guaio si verificherà’ sembrava avere qualche problema di attivazione automatica… Perché non mi trovai in grado di fare altro che osservare mentre i nostri guai crescevano e si appesantivano come una spugna lentamente imbevuta d’acqua…

 

“Li… Lina!!!” Rantolò Zelgadiss, cercando di rialzarsi, e ricadendo malamente al suolo, mentre la chiazza di sangue tingeva ancora più ampiamente la sua tunica color crema.

“Zel! Non…” Iniziò la principessa, dimenticandosi persino, nella foga, il titolo onorifico.

La chimera la ignorò. “Li… Liberati di tutti… Ora… Fallo ora!!!” Il tono del mio amico appariva quasi disperato. Diavolo! Capivo che temesse per la situazione, ma come potevo fare quello che mi chiedeva? L’unico modo per liberarmi da sola, contemporaneamente, di tutti quegli avversari era fare ricorso ad un incantesimo che si appellasse ad uno dei Demoni Superiori… il che significava fumo, esplosioni, tratti di foresta distrutti e metà delle guardie di Miilun addosso a noi in un nano secondo… Avevamo già fatto baccano a sufficienza, e nemmeno io ero tanto incosciente da…

 

“Ah, ah!” Il mago che aveva riconosciuto Amelia proruppe in una risata fragorosa. “Credi davvero che glielo

lasceremo fare?” Si voltò verso i compagni che in quel momento si trovavano nelle retrovie. “Ragazzi, correte immediatamente a riferire tutto a chi di dovere! Copriremo noi la vostra fuga!”

Accidenti! Serrai i denti, incerta sul da farsi, mentre il nostro avversario si voltava per incontrare il mio sguardo, con un sogghigno. “Che ne pensi, Inverse? Sarà divertente osservare la reazione della gente, di fronte alla notizia che la Principessa del Regno patria della Magia Bianca, è complice di due assassini… Per di più, un mostro…” Spostò lo sguardo su Zel, con aria compassionevole. La mia amica dai capelli corvini strinse i denti per la rabbia, ma il mago la ignorò, portando nuovamente gli occhi su di me, con fare melodrammatico. “… e la fantomatica LINA INVERSE, il terrore dal seno piatto…”

 

Improvvisamente, nubi scure sembrarono offuscare la pallida e pacifica alba di Miilun. E le nubi si addensavano tutte attorno al mio volto. Presi la parola, per pronunciare con solennità una semplice frase.

“Amelia, lo faccio per te.”

Terrore dal seno piatto, eh? In fondo, sì, ero incosciente a sufficienza per un incantesimo potente…

“Li… Lina –san…?” I miei amici sembravano essersi fatti improvvisamente di ghiaccio, e dall’espressione di Zelgadiss deducevo che stesse cominciando a pentirsi seriamente di quello che mi aveva suggerito di fare poco prima. Ma era tardi per i ripensamenti. Mai metterla sul personale, mai metterla TANTO sul personale, quando si tratta con Lina Inverse… Era una lezioncina che avevo tutta l’intenzione di insegnare loro…

Dynast…” Iniziai. Un quantitativo considerevole di energia cominciò a concentrarsi nelle mie mani…

…Energia che, però, non avrebbe mai avuto modo di essere liberata.

 

“Aaaaaaaaaaaaah!” Un urlo straziante si alzò, nel gruppo dei soldati, prima ancora che avessi modo di terminare la formula. Cosa…?

 

Una delle guardie che si trovavano immediatamente di fronte a noi cadde al suolo, rivoli di sangue che gli scendevano agli angoli delle labbra. E, alle sue spalle, uno dei suoi compagni stava in piedi, stringendo una daga, bagnata dello stesso sangue…

Un… tradimento?

Un altro urlo perforò il gruppo dei nostri avversari. Un’altra delle retrovie si era scagliata contro i propri compagni. Il mago che precedentemente mi aveva insultata sbiancò. “Che… cosa diavolo vi siete messi in testa??? CHE STATE FACENDO???”

Anche la guardia che si era rivoltata contro i suoi compagni era mortalmente pallida. “Io…” Balbettò. “Io… non volevo… io non capisco…” Ma non ebbe tempo di proseguire. Come spinto da una forza invisibile, sollevò nuovamente il pugnale e si scagliò di nuovo verso i suoi compagni. Questa volta, imitato da molti altri…

E una lotta fra alleati cominciò, una lotta tanto insensata, quanto sanguinaria… Una lotta che, fatti salvo noi tre, che assumemmo, in un silenzio allibito, il ruolo di spettatori dell’evento, non lasciò alcun testimone. La rapidità e l’efficienza con cui i nostri nemici si sterminarono a vicenda fu sbalorditiva. E, nel giro di pochi minuti, solo una persona restò in piedi in mezzo ai corpi, le mani coperte di sangue lo sguardo iniettato di terrore. Colui che aveva iniziato tutto. Forse era impazzito, ma noi non lo avremmo mai scoperto. Perché, dopo essersi vacuamente rivolti a noi, per un istante, i suoi occhi si tinsero di un bagliore rosso, quindi rotearono, e si chiusero. Il mago cadde sul posto, senza emettere nemmeno un suono.

 

Per diversi istanti, il bosco fu avvolto dal più completo silenzio. Quindi, una voce esitante prese la parola. “Lina… san… Ma sei stata… sei stata tu…?”

Mi voltai verso Amelia con gli occhi sbarrati. “Io… Questa è Magia Nera, di sicuro, ma io NON SONO ASSOLUTAMENTE CAPACE di fare una cosa del genere… E’… qualcosa sul genere delle maledizioni… Per quella branca della Magia Nera io non…”

Era destino che quella sera non riuscissi a terminare una frase… E anche la mia spiegazione, finì per essere bruscamente interrotta.

“Zel!”

La chimera, alle spalle di Amelia, si era improvvisamente accasciata in avanti ed ora giaceva in ginocchio, semi riversa al suolo, gli occhi chiusi ed i denti serrati per il dolore. Evidentemente, l’adrenalina gli aveva dato la forza di reggersi fino a quel momento, ma la ferita doveva essere più grave di quanto non apparisse…

“Zelgadiss –san! Zel!” Amelia fu immediatamente in ginocchio al suo fianco. “Aspetta! Lascia che ti…”

Il mio amico la respinse, gentilmente, ma fermamente. “Non è… il caso di preoccuparsi… E’ solo che… nella confusione… non sono riuscito a… guarirmi…” Pose delicatamente una mano sulla ferita, e i lineamenti del suo volto si distesero, mentre l’energia magica scorreva a guarire la ferita…

Amelia sospirò, ma non si arrese. Allungò la mano e la pose sopra la sua, recitando a sua volta la formula di un Recovery.

 

Zelgadiss, concentrato sull’incantesimo, sussultò al suo tocco e la guardò, inarcando un sopracciglio, ma perplesso, più che seccato. “Amelia, non c’è bisogno che tu…”

“Lasciami fare… almeno questo…” Replicò la principessa, in tono cupo. “Ero venuta qui per dare una mano… e questo è tutto ciò che sono riuscita a combinare… Permettimi almeno… di rimediare…” Mormorò quindi, senza guardarlo in volto.

Zel mi parve un po’ incerto. “Non… non è vero Amelia… Prima mi hai… salvato la vita e…”

La principessa scosse violentemente la testa. “No, Zelgadiss –san. Non ho bisogno di consolazioni o di ‘contentini’… Non sono un bambino che si è sbucciato il ginocchio… Ed io… posso capire…” Le sue mani tremolarono leggermente. “Oggi… sempre… Io sono fatta così… Mi… mi lascio trascinare… e mi comporto in modo infantile… procurando disturbo agli altri… anche a te… sempre… ti ho… trascinato… Io… ho riflettuto su quello che mi hai detto… Io… mi sono resa conto… che con te ho sempre insistito… mi sono sempre fatta avanti… senza mai chiedere la tua opinione… Dev’essere per questo che tu… sei mesi fa… Io… non riesco a credere che tu non fossi in buona fede… Io… ti ho… ‘ubriacato’ con le mie attenzioni… e ci voleva la nostra lontananza… per fartelo capire… Non riesco ancora a capacitarmi di quanto io… sia stata stupida…”

Zel deglutì. “Amelia…”

“E anche oggi, che cosa ho fatto? Chissà che cosa volevo dimostrare… a te, a me stessa… E cosa ho ottenuto…?” Lasciò scorrere una mano lungo la casacca sporca di sangue di Zel. “Io… ti capisco… e posso vivere anche una vita intera in questa solitudine… così affollata di persone… Perché gli esseri umani possono abituarsi a tutto… Ma la verità e che senza di te… senza di te…” Una lacrima le scese lungo il viso. E sentii una invadente mano invisibile stringermi lo stomaco… Non l’avevo mai vista così… I primi mesi di regno non dovevano essere stati semplici, soprattutto ora che Phil si trovava troppo impegnato per garantirle sempre il suo sostegno, come aveva fatto in passato. E soprattutto per una persona come Amelia, in passato tanto legata al padre, doveva essere dura non avere nessuno a cui appoggiarsi. Quella era stata davvero la goccia che aveva fatto traboccare il vaso…

 

La principessa rimosse la mano da quella di Zel e la usò per coprirsi il volto rigato di lacrime in un gesto secco, quasi stizzito. “Ecco vedi…? Ancora una volta io… mi sto comportando… come una bambina…”

 

Zelgadiss assunse una espressione indecifrabile. La sua mano tremò leggermente, ferma nella sua posizione sulla ferita, quindi, come mossa da una forza estranea, si mosse a rimuovere gentilmente quella di Amelia dal volto della ragazza. Gli occhi arrossati della principessa lo fissarono, interdetti, per un momento…. Finché la mano della chimera non si scostò dalla sua, per posarsi sulla sua guancia… ed attirarla a sé.

 

D’accordo. Zel. Amelia. Zel stava baciando Amelia. E i maiali cominciavano a volare, Lord of Nightmares mi invitava a piacevoli partite a golf nel suo giardino… Zel baciava Amelia. Di fronte a me. Senza che la sua testa andasse a fuoco fino ad esplodere. Si stavano baciando. In una situazione che quell’orso di Zel avrebbe potuto definire come ‘in pubblico’… Di fronte a me. Mmm.

 

…La mia mente ci mise diversi secondi per registrare tutto questo e altrettanti per convincersi che nessun cavaliere dell’Apocalisse stava planando verso di noi, nel cielo… Ma ebbi tutto il tempo che volevo, comunque, prima che quei due si decidessero, alla buon’ora, a staccarsi…

 

La chimera si allontanò lentamente dal volto della principessa, che batté le palpebre, l’espressione interdetta ancora presente, ma venata di… un’aspettativa… una speranza… “…Zel…?”

Il mio amico aveva l’aria di non avere idea di come esprimere ciò che voleva dire… e la spiegazione uscì piuttosto esitante, ma, per quelli che erano i canoni del ‘contorto, senza cuore Zel’, più che esauriente. “Io… non voglio vederti piangere, Amelia…”

“Zel… Zelgadiss…” Ripeté la mia amica, la cui mente stava probabilmente riprendendo in quel momento a registrare gli avvenimenti che la coinvolgevano…

“Basta poco… per ferire gli altri… Io… non voglio essere… quel tipo di persona… io non sono un santo… non lo sarò mai… ma non voglio essere quel tipo di persona… perché… posso capire… posso condividere… i sentimenti degli altri… perché sono… un essere umano… Io non voglio… vederti piangere… perché quando accade… io non riesco più a distinguere… che cosa è giusto… e che cosa è sbagliato…”

Amelia lo fissò, con l’aria di non comprendere ciò che diceva, e allo stesso tempo di capire molto più di quanto egli stesso volesse intendere… Allungò una mano, per sfiorargli la guancia. “Tu… tu SEI umano, Zel…” Gli rispose, semplicemente, senza staccare gli occhi dai suoi.

La chimera alzò lo sguardo a fissarla, ma tacque, con aria ancora incerta.

 

Ma non è che io potessi stare lì ad aspettare tutta la giornata che si decidesse a raccontarle tutto! Perché CI AVREBBE MESSO tutta la giornata a decidere, questo era poco, ma sicuro… Mi sarei volentieri defilata per lasciarli a sbrigarsela da soli, ma purtroppo presto qualcuno avrebbe cominciato a chiedersi che fine avesse fatto il gruppo in ricognizione in quella zona, e allora saremmo stati SERIAMENTE in pericolo, restando in quel luogo… Dovevo trovare Galdiar, e chiedergli maggiori informazioni sul genere di Magia praticato dai membri del Concilio… Ciò che era accaduto alle Guardie quella sera… Poteva, per qualche motivo, essere opera loro? E non c’era solo questo… la Visione di Zel… mi aveva fatto nascere un brutto presentimento…

E dovevamo anche rintracciare gli altri. Volevo accertarmi che stessero bene… che per Gourry fosse tutto a posto… L’avevo lasciato addormentato in quella stanza… chissà che cosa si era messo in testa quell’allarmista quando non mi aveva trovata… e chissà… se si era trovato ad affrontare il problema fonte di quegli incubi… Scossi la testa. Preoccuparsi in quel momento non serviva a nulla. Era il caso di muoversi, piuttosto…

 

Feci un passo avanti. “Sentite, tutto questo è MOLTO romantico, ma ci sono un paio di persone, qui, che non ricordano che abbiamo un mezzo esercito alle calcagna…” Inarcai un sopracciglio. “E non penso che a nessuna di queste due persone piacerebbe continuare la sua dolce conversazione in una cella…”

Zel mi rivolse un’occhiataccia di quelle traducibili come ‘non hai per caso qualche bel posto lontano da qui in cui andare a farti una passeggiata in questo momento’, mentre Amelia… Fissò me, lanciò un’occhiata a Zelgadiss, tornò a fissarmi… e arrossì come un peperone.

“Lina –san! Tu hai visto TUTTO???”

Le feci un sorriso amabile, imitando Xellos. “Amelia, scusa se te lo dico, ma ero a cinque metri da voi e sarebbe stato UN PO’ DIFFICILE non notarvi…”

La mia amica scattò in piedi, facendo quasi rovesciare Zel. “Lina –san! L’intimità è un DIRITTO!!! E ciò che hai fatto spiandoci è estremamente INGIUSTO!!!”

Battei le palpebre, mentre la vena sulla mia fronte cominciava a gonfiarsi. “Spi… SPIARVI???”

 

Zelgadiss sospirò, alzandosi. “Che cosa ho fatto per meritare tutto questo?” Amelia ed io ci fissammo. Lo fissammo. “Fin troppo.” Commentammo, coralmente.

Una grossa goccia di sudore scese lungo la tempia della chimera. “Potreste… farla finita…? Dobbiamo andarcene di qui…” 

Annuii, sorridendo. “Buona idea.” Mi voltai verso Amelia. “Come mai sei qui, a proposito? Eri venuta a cercarci da sola…? Perché gli altri…”

Amelia mi sorrise, a sua volta. “Siamo venuti a cercarvi insieme, appena Sylphiel è riuscita a spezzare il tuo Sleeping su di me…” Oooooops… Eh, eh… “… Abbiamo deciso di dividerci per fare prima e ci siamo dati appuntamento non molto lontano da qui, in un luogo abbastanza nascosto…” Rifletté un secondo. “Ma non devi preoccuparti, Gourry –san deve essere nei dintorni, sono sicura che lo incontreremo presto…”

Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! Perché diavolo quella sera tutti continuavano a PRESUPPORRE???

 

“Ehm… Bene… Allora non mi sembra il caso di perdere tempo. Incamminiamoci, e…”

 

“Potrebbe non essere una buona idea.” Una voce, fin troppo familiare, commentò in tono pacato, dalle nostre spalle. “Un altro ‘ospite’ si sta recando qui per voi e credo che proverebbe un certo disappunto se fosse costretto a cercarvi troppo a lungo… Oh, non che la cosa mi riguardi…”

Non lui…

Se c’era lui, le cose si complicavano infinitamente, indefinitamente.

Se c’era lui, allora i Signori dei Demoni c’entravano davvero qualcosa in tutta la faccenda.

Se c’era lui, i miei nervi erano posti in grave pericolo.

 

Xellos Metallium si trovava in piedi, a pochi metri da noi. E sorrideva.

 

“A quanto pare il Destino ha voluto che ci incontrassimo prima del previsto…” Nel pronunciare la parola ‘Destino’ passò brevemente lo sguardo su Zelgadiss, per poi fissarlo su di me. “Forse esiste una attrazione particolare fra me e te, Lina –chan, che dici…?” Mi rivolse un sorriso che appariva falsamente reale.

Gli feci la lingua. “Se io fossi bendata e drogata ho comunque dei dubbi sul fatto che tu potresti piacermi, sai Xel?”

Il demone ridacchiò. “Non sei cambiata per niente, a quanto pare…”

Inarcai un sopracciglio. “Nemmeno tu… Sbuchi nel momento più strano con una apparizione a sorpresa, e generalmente a ridosso di avvenimenti difficilmente spiegabili.” Indicai la radura insanguinata alle mie spalle. “Tu non sai niente di tutto questo, vero?”

Il Mazoku incrociò le braccia al petto. “Vi stavano infastidendo, ed io li ho eliminati. Che cosa c’è di male?” Assunse un’aria del tutto innocente.

“Sei… sei stato tu…?” Dal mio fianco giunse, incredula, la voce di Zelgadiss.

Sospirai. “Dubito di poter pensare che tu l’abbia fatto per farci un favore…”

Il demone si portò un dito alle labbra. “Questo… è un segreto!” Lo agitò, con fare scherzoso. E la vena sulla mia fronte mi avvisò di voler esplodere.

“Sii SERIO una buona volta, CHE COSA CI FAI QUI???”

Xellos sospirò. “Diciamo… che mi sarebbe dispiaciuto se quelle guardie avessero portato a termine la loro missione…”

 

Mi accigliai. “Ti sarebbe… dispiaciuto…?”

Il demone sogghignò in modo strano, enigmatico… “Primo, sarà molto più INTERESSANTE…” Riutilizzò la parola usata da L. O. N. … “… vedervi trattare con chi vi cerca ora, piuttosto che con quelle guardie… Secondo… Non potevo permettere che fosse rovinato tutto proprio ora perché…” Sogghignò, ancora più ampiamente.

 

“Perché l’esame… è appena cominciato.”

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Capitolo 6
*** Capitolo sei ***


Capitolo sesto

Capitolo sesto: Il sigillo del Caos (oh, oh, chissà perché questo titolo mi ricorda qualcosa…)

 

“Un… esame…?” I miei occhi si assottigliarono, sospettosi, mentre studiavo le reazioni del mio interlocutore. La sua presenza in quel luogo, in quel momento, mi inquietava più di quanto avrebbe potuto fare l’improvvisa apparizione di un esercito di lumache in cotta di maglia (non è un granché come paragone, lo so… ugh…)…

 

Xellos si limitò a sorridermi, senza dare l’impressione di avere la minima intenzione di sanare i miei dubbi. Accidenti a lui! Come al solito, compariva nei momenti meno opportuni per inseguire obiettivi solo a lui comprensibili! E CON QUELL’IRRITANTE GHIGNO STAMPATO IN VOLTO, DANNAZIONE!!!

 

Sospirai. “Xellos, si può sapere che cosa hai in mente questa volta?”

Il suo sorriso si allargò. “Per ora, solo osservare come rivolgono gli eventi, Lina… Osservare e… giudicare… Ed intervenire solo se strettamente necessario… Quando sarà il momento, però, l’azione sulla scena prenderà risvolti vivaci… ed interessanti…” Mi rivolse un breve inchino. “E tutti ne saremo protagonisti indispensabili, te lo posso assicurare…”

Digrignai i denti. Non mi piaceva la sua espressione…

“Ed ora, se non vi dispiace, qualcuno attende la mia conferma sul fatto che tutto è andato per il meglio… E, Lina… ho imparato da te che non è ‘salutare’ fare aspettare un mago…” Agitò il dito, con aria grave. “…Ma continuerò a tenervi d’occhio, questo ve lo posso assicurare… Sono certo che ci rivedremo… che ci rivedremo molto presto…” Ammiccò e, prima che potessi fare qualsiasi cosa per fermarlo, mi volse le spalle e cominciò a volteggiare, con l’evidente intenzione di scomparire a mezz’aria, come sempre faceva. Non potevo permetterglielo!

 

“Xellos!” Mi gettai all’inseguimento. Stavolta, non sarebbe scomparso senza darmi spiegazioni! Che intendeva con ‘non bisogna fare attendere un mago’? Xellos faceva capo ai demoni, non di certo ad un comune essere umano… a meno che…

 

… questi non avesse firmato un contratto con lui…

 

Accidenti!!! Il demone riuscì a scappare ancora prima che riuscissi ad afferrare il suo mantello, per cercare di trattenerlo… Mi bloccai, in piedi, guardando fisso nel vuoto che aveva lasciato, la mente piena di dubbi. Se i demoni c’entravano nella faccenda, allora forse il Concilio… E poi… non capivo… la sua permanenza era stata decisamente più breve del solito…

…sembrava quasi…

…sembrava quasi che si fosse fatto vedere solo per farci perdere tempo in quel luogo…

 

“Lina!”

 

Persa nelle mie riflessioni, non facevo particolarmente caso a quello che mi stava accadendo attorno… lo schiarirsi del cielo, il canto dei primi uccellini…

 

…la lama diretta al mio stomaco…

 

Con il suo intervento, Zel impedì cortesemente che ci rimettessi la pelle sul posto…

 

Riuscii appena in tempo a schivare l’affondo, velocissimo e silenzioso, con cui il mio misterioso assalitore aveva appena cercato di cogliermi di sorpresa, sbucando dai cespugli. Tuttavia, non potei evitare che la lama colpisse di striscio il mio fianco traendone un immediato fiotto di sangue, e costringendomi momentaneamente al suolo, per il dolore.

“Aaaah!” Mi morsi il labbro, per evitare di gridare. Che… che tecnica! Ma chi diavolo era, quello?

 

“Per una criminale ricercata non è saggio starsene tranquilla in mezzo ad un bosco, comportandosi come se avesse la coscienza pulita… O il fatto di non avere un codice d’onore ti fa automaticamente ritenere di non dover temere nulla, ‘grande’ Lina Inverse?” Poggiando una mano sulla ferita per guarirla e sforzandomi di resistere al dolore, guardai negli occhi l’uomo che mi aveva attaccata. Avrà avuto al massimo trent’anni… Corpulento… muscoloso… ma… con quell’immancabile agilità che contraddistingue un bravo spadaccino. La pelle chiarissima, i capelli tanto biondi da sembrare quasi bianchi… Gli occhi blu… blu notte… una notte che sembrava poter avvinghiare l’animo delle persone, studiarlo, giudicarlo… stritolarlo… Quello sguardo pieno di biasimo… mi provocava un senso di disgusto… Forse quello era il tipo d’uomo che una ragazza avrebbe potuto trovare affascinante, ma in quel momento sentivo solo l’impulso di distogliere gli occhi da lui… e la cosa NON MI PIACEVA, non mi piaceva per niente. Quelle persone capaci di farti sentire in colpa con un solo sguardo, anche quando –nel raggio di qualche mese- non hai fatto nulla di male… quelle, non sono il tipo di persone con cui IO possa sentirmi a mio agio…

 

Rifiutandomi di cedergli, sostenni il suo sguardo, la vena sulla mia fronte già ben evidente, a mostrare la mia disposizione d’animo nei suoi confronti… “Ma com’è BUFFO che tu te ne venga a parlarmi di onore dopo avere cercato di uccidermi cogliendomi di sorpresa…” Replicai seccamente, con più di una punta di ironia.

 

La sua espressione non mutò. “Non cercare di confondermi, Inverse, perché questa è una battaglia che perderai in partenza… Mi hanno insegnato a non fidarmi di voi maghi. Cercate di giocare con la mente delle persone, di sconvolgerle con i vostri trucchi… Ma con me non funziona. Io SO cosa è giusto e cosa è sbagliato e non ho intenzione di farmi imbrogliare da te…” Accidenti, complimenti… c’è chi direbbe che il giusto e lo sbagliato non sempre sono così semplici da distinguere, a priori… quella manichea separazione doveva essere indice di grande fermezza… ciò non toglieva che il buon campione di lealtà mi avesse attaccato alle spalle… “… E poi il mio colpo non era mirato ad ucciderti… Se così fosse, saresti già morta.” Mi rivolse uno sguardo grave, pieno di sicurezza. “Il mio obiettivo era unicamente quello di ferirti quanto bastava per metterti fuori combattimento, e quindi catturarti, secondo le disposizioni del Gran Maestro…” Tornò a brandire la sua arma a due mani di fronte a sé.

Mi concessi un sogghigno. “Disprezzi i maghi, ma poi lavori per uno di noi per la semplice riscossione di una taglia… Non mi sembra un comportamento molto coerente…” Osservai, pacatamente.

“Taci! Io non lavoro per nessuna taglia! La mia casata non ha certo bisogno del denaro di questa misera città governata da maghi… Mi preoccupo solo di assicurare una criminale alle autorità… e purtroppo, finché mi trovo qui, l’unica autorità a cui fare riferimento è quell’infido mago di nome Ilmund il Verde…” Bé, almeno eravamo concordi sul giudicare il Gran Maestro… “Inizialmente avevo altre faccende da sbrigare in questo luogo… Ma, quando ho sentito che la ricercata eri tu, non ho potuto evitare di impegnarmi nella missione della tua cattura…” Uh? E che gli avevo mai fatto, perché ce l’avesse tanto con me…? “Io so molto su di te…” Mi scoccò un’occhiata penetrante. “So che tipo di persona sei… E ora ho l’occasione di sigillare per sempre il male che porti con te nelle tue azioni indegne…” Uff, che razza di esagerato… “… E farai meglio a seguirmi di tua spontanea volontà, perché se qualcosa dovesse andare diversamente da come l’ho progettato, potrei decidere di ignorare le disposizioni del Gran Maestro e darti personalmente la lezione che ti meriti…”

 

Mi accigliai. Sembrava che non avessi altra scelta, se non combattere…

La ferita quasi completamente guarita, accennai ad alzarmi in piedi, ma mi bloccai, notando che il mio movimento brusco lo aveva immediatamente messo in allerta… uhm… niente male… non sapevo chi fosse quell’uomo, ma non era un nemico che potessi permettermi di sottovalutare. Avevo tutta l’impressione che sarebbe stato sufficiente un mio atto mal calcolato per farmi trafiggere a morte… e poi… temevo di dover stare doppiamente attenta… Quello spadaccino era molto sicuro di sé… di certo non era tipo da lasciarsi prendere dal panico e sfociare in reazioni imprevedibili, come pericolosi fendenti lanciati alla cieca… però… allo stesso tempo… avevo l’impressione che la mia presenza lo innervosisse, in qualche modo…

…avevo l’impressione che non attendesse altro che una mia mossa falsa per avere la scusa per eliminarmi…

 

“Ad ogni modo…” Iniziai, nella speranza di riuscire a distrarlo. “… Sembra che tu sappia chi sono, ma io non conosco il tuo nome… Non trovi che prima di aggredire una persona sia cortese almeno presentarsi?” Lanciai un breve sguardo ai miei compagni, che stavano in piedi, in silenzio, a qualche metro da me. Zel stava osservando il nostro interlocutore, gli occhi socchiusi, lo sguardo attento. Mi chiesi se si stesse domandando se quella potesse essere la figura misteriosa comparsa nella Visione…

“Non rivelerò il mio nome ad una persona come te.” Quella frase… anche qualcun altro l’aveva pronunciata, in mia presenza… “Non voglio perdere altro tempo… Decideremo la nostra sorte combattendo.”

Ah! Prima che potessi realizzare cosa intendeva con quella frase, mi fu nuovamente addosso. Schivai ancora una volta per il rotto della cuffia, buttandomi di lato, ed atterrando malamente, il volto al suolo.

Amelia scattò in avanti. “Lascia stare Lina –san!” Sollevando le mani, iniziò a recitare una formula, ma la mia voce la bloccò.

“No…”

Sia Amelia che Zel si volsero nella mia direzione, battendo le palpebre. “Questa è una questione che voglio risolvere da sola…” Mormorai fra i denti, rialzandomi, gli occhi che sprizzavano fiamme di rabbia. Quel cavaliere stava giocando con il fuoco… ed io ero troppo orgogliosa per tirarmi indietro. Quel suo atteggiamento, quel suo sguardo… mi irritavano in maniera terribile… non la solita aggressività, alla quale chi conosceva il mio carattere doveva essere tanto abituato… ma… rancore puro, freddo… probabilmente, da parte mia, lo stato d’animo più pericoloso… Adesso, glielo avrei fatto vedere io che cosa si pagava, costringendo Lina Inverse a terra…

 

“Lina… Lo sai che non possiamo…” Iniziò Zel, ma ancora una volta lo bloccai. “Sarà questione di un attimo.” Replicai, seccamente.

 

“E’ quello che penso anch’io.” Il mio avversario sorrise ancora una volta, sicuro. “E penso anche di conoscere già quale sarà l’esito…” Uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuff! Che persona NOIOSA! Prima di attaccarmi doveva avere studiato in un compendio di frasi fatte! Il solito bel cavaliere che per un motivo inquietantemente ignoto sbuca misteriosamente dal nulla tutte le volte che c’è un ‘cattivo’ da sconfiggere o una bella principessa da salvare…

 

Uh? Un momento… Quello che avevo appena pensato… che cosa mi ricordava…?

 

“Allora, Lina Inverse… La mia spada ti ha risparmiata due volte, ma potrei decidere di non essere così generoso al prossimo attacco… Sei certa che valga la pena di correre questo rischio, quando è così ovvio chi fra noi due uscirà vincitore?”

Gli rivolsi un sogghigno. “Senti, bello mio, qui non spaventi proprio nessuno… Capisco che una persona che attacca i propri avversari alle spalle prevedibilmente si serva anche di mezzi sporchi come le provocazioni, ma, se vuoi davvero battermi, credo che dovresti cercare di chiacchierare meno…” Parlando di provocare il proprio avversario…

 

…La mia frase sortì decisamente l’effetto desiderato. “Maledetta strega!” Evidentemente, era il classico tipo del genere ‘toccatemi tutto, ma non il mio onore’… Psicologia piuttosto prevedibile, in fondo… Pronta l’offesa, ed immediato l’attacco… Solamente, questa volta ero pronta al suo affondo…

 

Lasciai che si avvicinasse a sufficienza e… Dug Haut!!!” Recitai. Una mossa sleale quanto efficace. Acuminati spuntoni di roccia frenarono il suo attacco, e la lama della sua spada fu inevitabilmente occupata, per qualche istante, dalla necessità di tranciare le punte di roccia che minacciavano chi la impugnava… Il tempo necessario perché potessi terminare una formula…

Mega Brand!!!” Essere colpiti in pieno da un incantesimo di quel livello non era certo il miglior modo per tornarsene a casa con tutte le ossa al loro posto…

 

Pregustavo ormai il sapore della vittoria, quando una mossa del mio avversario mi lasciò totalmente senza parole. Individuata la direzione dell’energia magica che lo minacciava, fece un passo indietro, ed iniziò a roteare con una velocità ed una precisione impressionanti la spada di fronte a sé.

 

…Stava… tracciando un segno magico…?

 

Bastò qualche secondo a sedare i miei dubbi. Il mio colpo magico, normalmente in grado di creare un’onda d’urto ed un calore tali da fondere anche il ferro, si spense sulla lama imbracciata dal mio avversario.

…Cosa diavolo…?

 

“Una spada magica!”

Non si trattava semplicemente di una formula finalizzata a potenziare l’arma, o a schermarla parzialmente alla magia… Quell’oggetto era riuscito a parare con estrema facilità un colpo dagli effetti DECISAMENTE distruttivi. Solo un maestro armaiolo sarebbe stato in grado di creare qualcosa del genere!!!

 

“Sei sorpresa, Inverse? Come vedi, non sei la sola a poter fare ricorso a trucchetti simili…”

NO-IO-SO!!! Quella frase sembrava uscita da un eroe da romanzo d’appendice!!!

 

Sospirai, esasperata. “Dove ti sei procurato quell’arma? Le spade stregate non sono…”

“Dalle mie parti non è così difficile trovare esperti armaioli in grado di fabbricare armi come questa… Persino nella mia famiglia ce ne sono…”

Ehi, non parlare come se trovare una spada magica sia una impresa semplice! Gourry ed io, dopo la perdita della Spada di Luce, avevamo cercato per mesi prima di imbatterci in una lama decente!

“Comunque, quest’arma non è poi così potente come sembra…” Battei le palpebre. Stava scherzando? Aveva un oggetto simile fra le mani… E OSAVA PURE LAMENTARSENE??? “Lo confesso perché IO sono una persona onesta, al contrario di certi criminali che userebbero qualsiasi mezzo pur di avere la meglio…” A CHI SI STAVA RIFERENDO????? “…La mia spada non ha nulla a che vedere con le armi leggendarie…” Il tono della sua voce si fece… amaro… “Purtroppo, sfruttando il suo potere la indebolisco gradualmente e, dopo l’assorbimento di tre o quattro colpi magici potenti, diventa inutilizzabile persino per un combattimento normale…” La espressione si deformò in quello che –immaginai- doveva apparire come un sorriso fiero… “Ad ogni modo, questo ora non rappresenta un problema.” Mi rivolse un’espressione beffarda. “Il suo potere sarà più che sufficiente per sconfiggere TE…”

 

Brutto presuntuoso!!!

 

“La tua arma rende indubbiamente le cose più interessanti, ma di chi sarà la vittoria… bé… questo è tutto da vedere…” Commentai, sbuffando.

Chiacchiere, chiacchiere… Detestavo quel genere di combattimenti! Battaglie che si sarebbero potute concludere in dieci minuti, ma che, a causa della –inspiegabilmente immancabile- parlantina dell’avversario, finivano per protrarsi per ORE ED ORE, sottraendo tempo ad attività ben più produttive, come il riposo ed un buon pasto! Non eravamo in un film western! Era ora di farla finita!

 

Scattai nuovamente in avanti. Tutto ciò che dovevo fare era evitare di farmi colpire e di sprecare troppa energia magica prima che la spada del mio avversario fosse totalmente fuorigioco… E, ovviamente, metterla fuorigioco era compito mio!

 

Dill…” 

 

Non ebbi il tempo di terminare la formula. Il mio nemico, invece di indietreggiare come mi ero aspettata, caricò contemporaneamente a me! Accidenti!

 

“Uaaaaaaaaaaaaah!!!” Schivai il colpo per un soffio. Era terribilmente veloce! Quello era uno spadaccino che avrebbe potuto dare del filo da torcere persino a Gourry!

Non ci voleva. Se non avevo tempo di preparare formule con un briciolo di potenza…

 

“Sembra che la mia spada, in fondo, abbia poco da temere, eh?”

Quanto era irritante! Non potevo chiedere l’aiuto dei miei compagni! Era una questione di principio!

 

Palla di fuoco!”

Approfittai della sua ennesima chiacchierata per tentare un colpo abbastanza potente. Ovviamente, la lama roteò e lo assorbì. Tuttavia…

“Ti converrebbe cercare di perdere meno tempo a parlare… Altre tre di queste, e la tua arma saluterà il paradiso delle spade…”

 

Purtroppo, non c’era bisogno di farglielo notare. Dalla sua espressione capivo che si era perfettamente reso conto da solo del suo errore… e  che non si sarebbe permesso nuovamente di commetterlo.

Nonostante continuassi a mostrarmi arrogante, cominciavo a non sentirmi più tanto sicura di me…

C’era… qualcosa nel suo sguardo… una determinazione… che per qualche motivo mi era familiare… una determinazione che avevo visto negli occhi di qualcun altro, nel momento in cui combatteva per qualcosa di veramente personale…

 

Quell’aria… già nota…

…cominciavo ad avere… un assurdo dubbio…

 

Ah! Dannazione! Mi ero persa a riflettere! Avevo concesso al mio avversario un momento di distrazione!

 

“Mossa sbagliata, Inverse!” Scattò in avanti, la spada sguainata, puntata direttamente a me!

Ah!

 

Nessun problema!

Indietreggiai lievemente. Non avevo tempo di fare uso di qualche formula, però avevo anch’io il mio asso nella manica!

Estraendo il pugnale di Galdiar, puntai i piedi al suolo e mi preparai a parare. La sua magia mi avrebbe permesso di avere la forza per resistergli…

 

…o almeno così credevo.

 

“Aaaaaaaaaah!” Il colpo venne leggermente deviato, certo, ma non potei fare a meno di gridare, quando la lama si conficcò a fondo nel mio stomaco.

 

“Lina!”

“Lina –san!”

 

A malapena udii le grida dei miei amici.

A malapena mi accorsi dell’impatto con il suolo.

Tutto ciò che avvertivo era il dolore e…

…il progressivo…

…intorpidirsi…

…dei miei sensi…

 

“Volevi frenare il mio attacco… con un pugnale?” Il mio avversario aveva un’aria DECISAMENTE perplessa. Lo capivo, ma… perché…? Perché stavolta non aveva funzionato?

 

Cercai di rispondergli, ma dalla mia bocca non uscì altro che un rivolo di sangue…

 

“Lina –san!” Sentii vagamente Amelia inginocchiarsi al mio fianco ed evocare una formula. Peccato che, con l’immediata guarigione, tornassero ‘controindicazioni’ come la sensibilità… e il dolore…

 

Non durò a lungo, comunque. La formula venne presto portata ad una forzata interruzione.

 

“Non credo che questa sia una buona idea.”

La lama di una spada era stata improvvisamente puntata al collo della principessa.

“Non morirà. Non ancora. Ci penseranno le guardie al servizio di Ilmund –san ad occuparsi di lei. E tu farai meglio a non opporre resistenza, se vuoi evitare di fare la stessa fine…”

 

“Bastardo! Tu…” Zelgadiss fece per avanzare, ma un rapido movimento dello spadaccino lo frenò istantaneamente… la lama si era avvicinata ancora più pericolosamente alla pelle della mia amica.

“Ho detto, niente resistenze… Se non agirete avventatamente, nessuno ci rimetterà la vita….”

 

Gli occhi di Zel si posarono su di me e per un secondo brillarono di incertezza… ma c’era poco da fare. Il nostro avversario aveva già dato una dimostrazione più che ampia di non avere la minima intenzione di scherzare…

 

Certo, una tale determinazione era rara in un cacciatore di taglie… per dirla tutta, era raro pure che una persona tanto abile decidesse di impegnarsi in una professione così… ‘limitante’… sì, anche Gourry ed io occasionalmente avevamo accettato l’impiego, per necessità di denaro, ma bisogna dire che io sono piuttosto conosciuta fra le Gilde dei maghi e non è raro che siano proprio queste a rivolgersi a me per le missioni più pericolose, senza che io vada a caccia di incarichi… facendo i cacciatori di taglie si può anche fare fortuna, ma è MOLTO raro senza gli ‘agganci giusti’… perché è difficile che le questioni più spinose da risolvere –e di conseguenza più remunerative- siano lasciate da sbrigare ai dilettanti, con i classici ‘manifesti appesi ai muri’… Certo, questo se non ci sono in circolazione copie di Monaci Rossi o irritanti Gran Maestri che decidono di sguinzagliare guerrieri provenienti da una decina di stati diversi contro dei poveri innocenti…

Ad ogni modo, se un mago o uno spadaccino sono abbastanza esperti nel proprio campo, generalmente scelgono, saggiamente, un altro tipo di lavoro…

 

E’ la dovuta conclusione del ragionamento era…

 

…CHE DIAVOLO VOLEVA DA ME QUELLO???

 

Perché accidenti la buttava così sul personale? Io non avevo mai fatto (quasi) niente di male a nessuno!!!

 

“Ora, Inverse, preferisci arrenderti o morire dissanguata? So essere clemente con chi perde con onore…”

Bastardo! Tentai di sollevare lo sguardo per fissarlo negli occhi, ma una nuova fitta di dolore mi impedì qualsiasi movimento… A questo punto… non restava che da sperare in un miracolo, o nell’arrivo di…

 

“Lina!”

 

Inizialmente, questa sua attitudine poteva essermi sembrata seccante, ma da un paio d’anni a quella parte tendevo ad apprezzare MOLTO la tendenza di Gourry ad intromettersi nei miei combattimenti…

 

“Lina – san! Tutto a posto…?”

… e Sylphiel. Rincontro decisamente provvidenziale, vista la situazione… ma la spada del nostro avversario era sempre puntata al collo di Amelia. A quel punto, mi chiedevo come avremmo potuto…

 

“Voi… vi conoscete davvero, allora…”

Era stato lo spadaccino che ci aveva aggredito a parlare… per la prima volta, probabilmente, da quando ci aveva attaccati, aveva allentato la guardia… apparentemente, per la sorpresa… e il suo sguardo, pieno di disappunto, ora era puntato su Sylphiel.

 

Cosa…? Che… che tipo di rapporto c’era, fra loro…?

 

La ragazza lo osservò per un momento, quindi abbassò gli occhi, con fare colpevole, senza replicare nulla.

“Era così… era come pensavo… è davvero per lui che sei venuta qui… Perché me lo hai tenuto nascosto, Sylphiel –san? Lo sapevi quanto era importante per me… per la nostra famiglia… noi ti credevamo un’amica fidata…”

 

“Io… volevo solo…evitare il peggio…” La sacerdotessa mi sembrava confusa… non capivo… quel cavaliere… era forse un suo parente…?

 

“So perfettamente…” Lo sguardo dello spadaccino si posò su Gourry, e suoi occhi si assottigliarono. “… so perfettamente per chi volevi evitare il peggio…”

 

Il mio amico era letteralmente pietrificato… gli occhi fissi sul mio assalitore… e quello sguardo… quello sguardo freddo tanto insolito per lui… ma che ormai mi ero abituata vedergli vestire… rabbia… paura, forse… ma no… non si trattava di questo… io… non capivo…

 

“E’ passato tanto tempo dall’ultima volta in cui ci siamo visti, eh, fratello?”

 

CHE COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSA????????????????????????? Un momento, un momento, un momento, un momento, UN MOMENTO!!!!!!!!! Non eravamo mica in una soap opera!!! Che cos’era quella storia??? E al cuore debole di una povera fanciulla indifesa (e per giunta ferita) non ci pensavano??????

 

Scattai quasi a sedere per la sorpresa… Con ovvie conseguenze per il mio povero stomaco… “Co… cosa…”

 

“Lina!” Il mio gesto improvviso sembrò richiamare in sé lo spadaccino, che si precipitò al mio fianco per sorreggermi, cogliendo di sorpresa anche il nostro avversario. “Cosa combini…? Non devi alzarti, o perderai altro sangue…”

 

“E… EHI!” Protestò il cavaliere, spingendo la spada ancora più vicino al collo di Amelia, come a sottolineare il potere che aveva su di noi.

“Non colpiresti una ragazza sconosciuta e disarmata…” Si limitò ad osservare Gourry, in tono piatto, senza nemmeno alzare lo sguardo per osservarlo. “Non muoverti, ora, Lina… Bisogna tamponare la ferita…” Aggiunse poi piano, dolcemente, rivolto a me.

 

Quel tono… e quell’espressione… ora… vedendolo da vicino… mi era tutto chiaro…

…non si trattava di freddezza… non di rabbia…

 

…era senso di colpa…

 

“G… Gou…”

 

“Lina –san! Lascia che ti aiuti!” Amelia colse l’occasione per allontanarsi con cautela dalla lama ed avvicinarsi nuovamente a me… seguita a ruota da Sylphiel, che al pari di Gourry sembrava non preoccuparsi troppo della spada estratta dello spadaccino…

…evidentemente nel colpire me doveva avere fatto un’eccezione a quella che normalmente era la sua ‘etica di lama’…

 

Lo spadaccino indietreggiò di qualche passo, apparentemente con l’intenzione di non minacciarci ulteriormente… anche se –notai- non abbassò la guardia nemmeno per un secondo…

“Tu sapevi che mi trovavo in questa città.” Non si trattava di una domanda.

 

Gourry annuì, senza smettere di stringermi. “Ti ho visto per caso, quando sono arrivato qui… Eri solo, per strada… Inizialmente ho pensato di essermi sbagliato, non c’era motivo per cui tu ti trovassi qui… Ma poi, quando ho sentito che Sylhpiel era andata in visita da amici di famiglia ed era tornata con una scorta… bé… ho cominciato a sospettare qualcosa…”

“E sei venuto a controllare, ovviamente senza prenderti la briga di farti vedere…” Gourry alzò lo sguardo, per osservarlo. “…ma non sapevi che anch’io sospettavo che tu ti trovassi qui… Ho pensato che, seguendo Sylphiel –san, non sarebbe stato troppo complicato per me rintracciarti…”

 

Il volto della sacerdotessa divenne di diverse tonalità più roseo…

 

Il mio amico, tuttavia, non sembrò farci caso. “E come mai… mi stavi cercando…?” Chiese, senza mutare di tono…

Lo spadaccino di fronte a noi roteò la spada, in uno scatto d’ira. “Mi stai prendendo in giro, Gourry??? Non puoi avere scordato tutto! Ti assicuro che non sono nello stato d’animo adatto per scherzare!”

Lo sguardo del mio amico tornò a posarsi su di me, anche se ebbi l’impressione che non mi stesse realmente osservando, che non si rendesse nemmeno realmente conto di ciò che accadeva attorno a lui… “Non sarà… ancora per quella faccenda…”

“Ancora? ANCORA??? Ma ti rendi conto di quello che dici, Gourry? Parli come se quello che è accaduto si potesse cancellare nel corso di una notte! Lo sai quello che abbiamo passato a causa tua? Lo sai quello che ho provato IO? Tu non avevi nessun diritto! Papà è morto, Gourry! Come intendi giustificarti, di fronte alla sua memoria? Come intendi riparare, ora?”

La stretta del mio amico su me si fece improvvisamente più forte, convulsa… “Quando… quando è successo…?”

Lo spadaccino si accigliò. “Di cosa parli…?”

“Papà… Lui… quando…”

“Sono passati quasi tre anni, ormai… E’ tardi per essere dispiaciuti…”

“Come… come…?”

“Se ci tenevi tanto ad avere sue notizie saresti anche potuto tornare a casa…” Il suo tono era piatto, non lasciava trapelare dolore, o compassione… solo un rancore freddo, impenetrabile… “Non sono certo che tu abbia il diritto di saperlo… ma se non fosse per la tua stupidità potresti anche arrivarci da solo…”

Improvvisamente, avvertii una rabbia irrefrenabile… come si permetteva? COME SI PERMETTEVA? Non sapevo che cosa fosse accaduto fra loro, ma… come poteva parlargli a quel modo dopo avergli dato una notizia simile?

 

“Non hai il diritto… di parlarmi a questo modo…”

“Vorresti dire che… solo tu puoi scegliere di arrogarti dei diritti che non hai, Gourry?” Aggrottò la fronte. “Spiegami perché dovrei farmi degli scrupoli con te…”

La presa del mio amico su di me si fece ancora più forte… “Perché… perché è quello che nostro padre ci ha insegnato a fare…”

“NON NOMINARE NOSTRO PADRE!” Rimasi sorpresa dalla rabbia che riversò in quella frase. “Tu hai tradito lui, come hai tradito me! Che cosa hai fatto per tutti questi anni in cui non ti sei fatto vedere, eh? Hai goduto dei profitti del tuo ‘bel lavoro’, immagino… E dopo il guaio che hai combinato, non hai avuto nemmeno il fegato di tornare a casa per giustificarti! Credevi che non saremmo venuti a conoscenza di nulla, forse? Per colpa tua abbiamo mancato il nostro compito! Ti sei preso una responsabilità che non sei stato in grado di sostenere e hai disonorato la nostra famiglia! La hai perduta, come uno sciocco! Ma non solo, la hai anche lasciata in mano a chi non avrebbe mai dovuto impossessarsene! A questo punto, sarebbe stato meglio se te ne fossi liberato sin dall’inizio! Ma non potevi, vero? Perché era ciò a cui tanto ambivi, ciò che ti avrebbe portato fortuna, e gloria…” I suoi denti si strinsero. Il suo tono era pieno di amarezza… di rimpianto… Fortuna e gloria… aveva pronunciato quelle parole con lo stesso desiderio di un amante nei confronti della donna che non potrà mai avere per sé… con lo stesso desiderio che si prova verso qualcosa di cui si è stati privati con l’inganno, quando si era ad un passo dal raggiungerlo… “A questo punto… a questo punto… sarebbe stato meglio se tu fossi morto… la nostra famiglia… ne avrebbe ricavato di sicuro minore disonore…”

 

Le mie dita si strinsero attorno al braccio del mio amico. Non potevo perdonarlo. NON POTEVO PERDONARLO!!!

 

Il volto di Gourry non cambiò espressione. “Io… non intendevo… non volevo… questo…” Tacque, per qualche secondo. “Ma ormai credo che non abbia più importanza…” Sollevò lo sguardo verso il fratello. “Da quanto tempo… mi stai cercando…?”

 

“Avrei voluto inseguirti sin da quando te nei andato, ovviamente… ma contrariamente a te, IO non ho abbandonato le mie responsabilità… soprattutto dopo che nostro padre è morto… non potevo andarmene…” I suoi occhi si strinsero. “Anche quando ho saputo… quello che era successo… quello che avevi combinato… tre anni fa… non ho potuto fare altro che restare ad aspettare il rivolgersi degli eventi… anche perché, se ti fossi venuto a cercare a quel punto, non avrebbe avuto molto senso…” Distolse lo sguardo da lui, con disprezzo. “Non sapevo neanche io esattamente quali potessero essere le conseguenze… fino a sei mesi fa…” Tornò ad osservarlo. “Ho immediatamente collegato quello che è accaduto… a ciò che nostro padre ci aveva raccontato… e ho fatto due più due… immagino che persino a te sia venuto il dubbio…”

 

Eh…? Sei… mesi fa…? Il momento dell’apertura del Portale…? 

 

Il mio amico si limitò ad annuire. “Inizialmente no… però poi… quando mi hanno riconsegnato la spada…”

Gli occhi del nostro interlocutore si accesero di uno strano luccichio… “Vuoi dire… che ora è di nuovo in mano tua?”

A questa domanda il mio amico assunse un’espressione allarmata e –ne ebbi tutta l’impressione- escogitò in fretta un metodo per cambiare argomento… “Ma tu… come fai a sapere di sei mesi fa…? Voglio dire… la faccenda non è stata divulgata…”

“Il fodero.” Rispose semplicemente lo spadaccino. Gourry sollevò lo sguardo verso di lui. “Dopo che la Spada è andata perduta, è diventato opaco… Ma circa otto mesi fa, ha ricominciato a brillare… segno che il ‘cuore’ era nuovamente attivo. Due mesi dopo ha preso a pulsare in modo quasi incontrollabile… Abbiamo faticato a contenerne il potere… la luce si era tinta di nero, era diventata… malvagia… Alcuni dei nostri sono stati male per settimane, dopo essere venuti in contatto con essa…” Il suo sguardo si posò, per qualche istante, su di me… “Non fatico a comprenderne il motivo…” I suoi occhi si assottigliarono ulteriormente. “Un paio di informatori ben piazzati, la premonizione di un sacerdote… con gli indizi che avevamo, non è stato troppo difficile venire al corrente dell’accaduto… Anche se –su questo hai ragione- il Gran Maestro è stato molto attento a non permettere la diffusione di troppe informazioni…”

 

Non ci stavo capendo un accidente!!! Gourry sapeva qualcosa di più di quanto noi non sapessimo riguardo a quello che era avvenuto sei mesi prima? E se le cose stavano così… perché diavolo non ce ne aveva mai parlato??? E che cos’erano questo fodero… ed il ‘cuore’? Avevano a che fare con la Spada di Luce?

 

“Purtroppo quando siamo riusciti a giungere alle giuste conclusioni ormai qui era tutto finito… E quando sono arrivato qui per vedere con che faccia mi avresti affrontato…” Il tono della sua voce si tinse di amarezza… “…tu te ne eri già andato, come ti riesce tanto bene fare… Evidentemente la situazione si era fortunatamente risolta dà sé…” Si decise a riporre la spada nel fodero e ad incrociare le braccia al petto. “Ma la realtà è che i problemi sono del tutto lontani da una vera soluzione…”

“Che cosa… intendi dire…?” Questa volta fui io a parlare. La ferita si stava rimarginando, il dolore era quasi totalmente scomparso… non ci era voluto molto… evidentemente non aveva davvero colpito per uccidermi…

“Non credo che questi siano affari che ti riguardino, Inverse… Sono problemi che interessano solo la mia famiglia… o chi ne ha fatto parte…” Scoccò un’occhiata a Gourry. “Immagino che dovremo discuterne in privato, in seguito… ma pare che i guai non siano ancora terminati, per noi… e spero che saremo ancora in grado di affrontarli, nonostante tutto…” Fissò per un attimo, con bramosia, la Spada di Luce, ancora riposta nel suo fodero. “Anche se… il fatto che ti sia stata restituita e non sia stata la nostra famiglia a doverla recuperare con la forza mi rende dubbioso…”

 

“Io… non capisco di cosa tu stia parlando…” Gourry ora aveva assunto un’aria perplessa… non sembrava totalmente cadere dalle nuvole come suo solito però… avevo idea che fosse molto più consapevole del significato nascosto fra le parole del fratello di quanto non fossi io… doveva essere una faccenda di cui era già in parte al corrente… che lo riguardava da vicino…

 

“E’ ovvio che tu non capisca, Gourry… te ne sei stato lontano da casa per oltre quattro anni, e ora pretendi che tutto quello che ci riguarda ti sia familiare? In più, per te è più che normale avere qualche problema di comprensione se non ricordo male…”

 

Brutto… brutto… “Adesso BASTA!!!” Mi gettai a sedere di botto, rischiando di mandare il povero Gourry a gambe all’aria… Tutti si voltarono a fissarmi, con aria stupita. Ehm… effettivamente non era proprio da me prendere le vesti del “paladino difensore”… ma quando era troppo era troppo…

 

“Ma guarda… la grande Lina Inverse nel ruolo del ‘Cavalier servente’… come mai ti prendi la briga di spalleggiare mio fratello? Vorresti suggerire che possiede qualche dote intellettiva a me ignota…?”

L’ironia della sua voce era gelida… tagliente… non sapevo che cosa Gourry gli avesse fatto di tanto grave… ma doveva avere creato una ferita difficile da sanare… ma tutto questo, a me non interessava… non mi interessava che opinione avesse LUI di Gourry… io lo conoscevo, dannazione… lo conoscevo bene… Gourry era distratto e non aveva un minimo di tatto… era totalmente incapace di trattare con una ragazza *dolce ed indifesa* come me… mi rivolgeva sempre commenti poco carini e DEL TUTTO INFONDATI sulle mie misure… ma sapeva essere… così gentile… aveva… una sensibilità straordinaria, quando si trattava di capire gli altri… come potevo pensare che, qualunque cosa avesse fatto, non avesse agito in buona fede…?

 

Mi alzai in piedi, furibonda. “Stammi bene a sentire, buffone! Modera il tono, quando parli a tuo fratello!”

“Li… Lina…” Gourry, al mio fianco, mi fissava con sguardo stupito… ma non ci feci caso, al momento. La mia attenzione era tutta concentrata sul mio interlocutore…

“Imprimitelo bene in testa… Gourry è…” Presi un profondo respiro. “GOURRY E’ UN COMPLETO IDIOTA, MA IO  SONO L’UNICA PERSONA CHE HA IL DIRITTO DI FARGLIELO NOTARE!!! NON SEI TU AD AVERLO SOPPORTATO PER QUATTRO ANNI, SONO STATA CHIARA???”

Forse l’ultima parte del discorso non suonò troppo troppo distinta alle orecchie del mio interlocutore…considerando il tonfo sonoro dell’armatura di Gourry contro il suolo, nel momento in cui il mio amico ci andò a sbattere con la testa…

“Lina…” Il tono della sua voce era seccato… proprio non capivo perché…

“Che c’è?” Domandai, con sguardo innocente.

“Tu… non si suppone che tu debba difendermi, scusa???” Accidenti… era proprio arrabbiato…

“Ehi… chi dice che devo difenderti…? Io sono sempre e solo la voce della verità!”

Il mio amico assunse un espressione perplessa… “Voce… della verità… chissà perché, proprio non riesco ad associarti a questa definizione…” Una goccia di sudore scese lungo la sua tempia…

“CHE COSA VORRESTI DIRE???”

 

Dalle nostre spalle, si levò un sospiro corale. “Bè, era prevedibile che i discorsi seri non sarebbero durati troppo a lungo…” Sentii Amelia commentare…

Ehi…

 

“Voi… due…” Il fratello di Gourry continuava a fissarci, ed ora la sua espressione si era fatta… sospettosa… “Per quattro anni… allora… è vero ciò che avevo sentito… voi due avete continuato a viaggiare insieme per tutto questo tempo…”

Inarcai un sopracciglio. “Perché…? La cosa ti disturba particolarmente…?” Il nostro interlocutore, tuttavia, non mi prestò attenzione. Il suo sguardo era di nuovo fisso sul fratello…

“Ho capito tutto. Sei davvero uno stupido…”

Gourry lo guardò per un momento negli occhi, quindi abbassò lo sguardo. “Non so… di che parli…”

Il fratello lo ignorò. “Dovresti stare più attento a chi frequenti… c’è qualcosa che credo tu non sappia a proposito della Spada…” Aggrottò le sopracciglia. “Effettivamente penso che nostro padre non ritenesse necessario che ne fossimo a conoscenza, perché non immaginava quello che avresti fatto…”

Gourry batté le palpebre, con aria perplessa. “Di cosa…?”

“Questo non è il luogo per discuterne. Avrò bisogno di rivederti… da solo.” Si accigliò. “In quanto a te, Inverse… non posso battere te e Gourry contemporaneamente… ma sappi che se avrò un’altra occasione per catturarti, non esiterò a farlo… non pensare che io mi faccia degli scrupoli solo perché stai con mio fratello, sono stato chiaro?” Ehi, che significa ‘stai con mio fratello’??????

“Aspetta un momento! Non so ancora perché ce l’hai a questo modo con me!!! Dove credi di andare???”

“Non sono qui a Miilun solo per Gourry… Ho degli affari importanti da sbrigare… Non posso perdere altro tempo con voi, dal momento che sembra che oggi non potrò portare a termine ciò che mi proponevo…” I suoi occhi si assottigliarono. “Ma voglio continuare il mio duello con te… è un modo interessante per mettermi alla prova… sappi solo… che la prossima volta la mia lama potrebbe non frenare il suo attacco…”

 

“No!” Questa volta fu Gourry a scattare. “So perché ce l’hai con me, ma non credo che sia semplicemente questo a spingerti anche contro Lina…forse hai qualche motivo personale per farlo… ma ciò non toglie che se lo torci anche un solo capello…” Strinse i denti. “… rischierai di finire spedito in orbita da un Dragon Slave!!! Fossi in te, eviterei persino di pensarlo!!!”

La mia testa centrò direttamente il più vicino albero in traiettoria… “Tu… CHE TI SALTA IN MENTE??? CHE IDEA PENSI CHE SI FARA’ LA GENTE DI ME ???”

Gourry cadde totalmente dalle nuvole. “Abbiamo avuto dei dissidi in passato, ma è pur sempre mio fratello… sangue del mio sangue… DOVEVO avvertirlo del pericolo che correva, no?”

“Ti ricordo che è stato LUI ad attaccarmi per primo!!! LUI!!!” Quel maledetto si stava vendicando solo perché prima avevo cercato di sdrammatizzare un po’ la situazione, accidenti a lui!

“Non credo che nel momento in cui si è colpiti da un Dragon Slave faccia molta differenza se si è stati i primi ad attaccare o meno…” Bofonchiò il mio amico, fra sé e sé…

“TI HO SENTITO!!!”

 

“Lina…”

 

“Vorresti negare di avere una grandissima, irresistibile voglia di vendicarti contro chi ha appena strappato la tua tunica preferita?” Chiese lo spadaccino in tono scettico, inarcando un sopracciglio…

 

“Lina…”

 

“Che c’entra la tunica??? TU vorresti forse negare che stavolta una *signorina* come me ha avuto tutte le ragioni per offendersi e sviluppare un SANISSIMO desiderio di vendetta?”

 

“INSOMMA, LINA!!!” Questa volta la voce che aveva insistentemente continuato ad intromettersi sovrastò il nostro battibecco…

“CHE DIAVOLO VUOI, ZEL???” Scattai, seccata per l’interruzione.

Una goccia di sudore scese lungo la tempia della chimera… “Volevo solo farvi notare che il nostro ospite se n’è andato mentre voi vi ‘divertivate’ a discutere…”

Gourry ed io ci scambiammo un’occhiata, quindi ci volgemmo a fissare il punto della radura in cui il nostro interlocutore si era trovato soltanto qualche attimo prima… e ritrovammo a fissare la penombra… vuota. Sparito, in pochi secondi… quasi meglio di un Mazoku…

 

L’espressione di Gourry immediatamente si oscurò. Finché si era trovato di fronte al fratello aveva parlato poco, ed era rimasto sempre sulla difensiva, ma ebbi l’impressione che, qualunque fosse la questione che fra loro era rimasta in sospeso, il mio amico desiderasse fortemente chiarirla, ed il prima possibile… Forse era stata la nostra presenza a bloccarlo… evidentemente… era qualcosa  di cui preferiva non renderci partecipi… la cosa mi infastidiva… non capivo perché, ma mi infastidiva terribilmente… non avevo mai preteso –né lo avrei preteso in futuro- di venire a conoscenza di ogni minimo aspetto della vita del mio amico… mi PIACE effettivamente, ficcare il naso nelle situazioni che non mi riguardano… ma amo la mia indipendenza e, se voglio che sia rispettata, devo inevitabilmente impegnarmi a rispettare quella altrui… Per questo non ritenevo di avere particolari diritti nei confronti di Gourry, come non ritenevo che lui ne avesse nei miei, nei limiti del più semplice e naturale rispetto reciproco… e il rispetto, per noi, era sempre venuto spontaneamente, così come l’amicizia… certo, forse entrambi decidevamo di garantire all’altro qualcosa di più di quanto non sarebbe stato richiesto in un normale ‘rapporto di lavoro’ fra compagni di viaggio, ma questo per NOSTRA iniziativa, e non certo per richiesta dell’altro…

 

Nonostante questo… in quelle circostanze avrei voluto afferrarlo per il colletto, sbatterlo contro un albero, e fargli sputare fuori la verità a suon di minacce di strangolamento… un po’ brutale a dirsi… ma quella faccenda mi inquietava al punto che QUELLI erano i miei sentimenti, in quel momento… non potevo impedirmelo… volevo… conoscere la storia… volevo sapere… se esisteva un modo in cui lo potessi aiutare…

 

“Mi… mi dispiace Gourry –sama…” Fu la voce di Sylphiel a penetrare per prima la cappa di silenzio che si era creata… “Probabilmente… deve avermi seguita per arrivare a te… io… non me ne ero resa conto…”

 

Il mio amico fece spallucce, ma non si voltò a guardarci… Il suo sguardo rimase fisso sul punto in cui il fratello era sparito… “Non ha importanza… comunque, tutto si è risolto…” Non era vero… e stavolta lo sapeva benissimo anche lui… le parole di suo fratello erano state chiare… non era vero… “Ora che abbiamo ritrovato gli altri, dovremmo cercare un buon nascondiglio, come avevamo detto di fare…” Stava… cercando di cambiare argomento…

 

“Aspetta un momento, Gourry –san! Prima devi spiegarci cosa sta succedendo! Non ci avevi mai raccontato di avere un fratello e quello che ha detto…”

“Non mi sembra proprio il caso.” Intervenni. La mia lingua si era mossa da sola… come spesso accadeva, del resto… “Mentre noi qui ci perdiamo in chiacchiere, le truppe da Ilmund si stanno recando a rapporto… quando ci si accorgerà che mancano i soldati che erano stati inviati in questa zona, PERSINO Ilmund non ci metterà troppo a fare due più due…” Osservazione compiuta non a sproposito… anche se in quel momento la mia prontezza di spirito era stata per lo più concentrata nel tentativo di distrarre i miei compagni dalla questione ‘Gourry’… La domanda di Amelia era stata più che ovvia… sapevo che probabilmente tutti noi avevamo sentito la necessità di porla al nostro amico… ma sapevo anche quanto essa doveva essere apparsa invadente a Gourry… Se anche il nostro interessamento era dettato dal più umano sentimento di preoccupazione – mi AUGURAVO che le cose stessero così- Gourry, se fosse stato tempestato di domande, si sarebbe sentito nient’altro che un oggetto di curiosità… e questo poteva risultare DAVVERO fastidioso…

 

Sylphiel, fortunatamente, contribuì a deviare la conversazione là dove io l’avevo indirizzata… “Il problema è… esiste un luogo che le guardie di Ilmund non prenderebbero mai in considerazione per cercarvi?” La sacerdotessa lanciò un’occhiata pensierosa a Zelgadiss e a me… “Per i cacciatori di taglie non penso che ci siano troppi problemi, ma per i membri del Concilio…”

“Secondo me dovremmo tornare alla locanda.” Intervenne la chimera.

“Ma… Zel… lì, voi...”

“No… Zel ha ragione…” Interruppi Amelia. “Pensateci. Voi tre mantenete le vostre stanze alla locanda, fingendo di agire così per evitare di attirare sospetti su di voi… potremmo anche ideare qualche messinscena da attuare per depistarli… ad esempio potreste recarvi con una certa ricorrenza in una particolare zona della città… crederanno che ci troviamo lì… non credo che penserebbero che siamo stati tanto stupidi da imprigionarci direttamente nella tana del lupo, no?”

“E invece… sarà quello che farete…” Il tono di Amelia era rassegnato…

“Esattamente! E’ così che siamo abituati ad agire, no?” Le strizzai l’occhio. “Senza contare che questo sarà più sicuro anche per voi!”

“Mmm?” La principessa batté le palpebre.

“Ma certo, riflettici! Finché penseranno di potersi servire di voi per arrivare a noi, Ilmund non troverà una scusa per farvi arrestare…” Aggrottai le sopracciglia. “Certo… esiste sempre la possibilità che assoldino dei sicari per riuscire a catturarvi e ricattarci… riguardo a questo dovrete stare molto attenti…”

I miei amici annuirono. “Ma… Lina –san… voi che farete, intanto? Voglio dire… non potrete uscire dalle stanze della locanda…”

 

Fu Zel a rispondere a Sylphiel per me. “Purtroppo, l’unica cosa da fare è restare fermi fino a che le acque non si saranno calmate e lo scenario non sarà sufficientemente sicuro per svolgere qualche piccola indagine…” Annuii, in conferma… Bene… ora avevo la certezza che il buon vecchio Zel aveva deciso di restare… al di là dei suoi dubbi… sapevo che non ci avrebbe abbandonati… Nonostante questo… non ero tranquilla…

“Attendere in questo modo, con le mani in mano, è indubbiamente pericoloso…” Aggiunsi, in tono pensieroso.

Zel mi rivolse un’occhiata. “Che intendi dire?”

“Ti ho detto delle parole di Galdiar… Il ‘Concilio’ è giunto ad un risultato… e non sono certa che questo “risultato” possa portare a qualcosa di buono… Ma noi non abbiamo ancora scoperto praticamente nulla… Nelle condizioni in cui ci troviamo, se Ilmund prendesse qualche iniziativa noi non avremmo modo di fermarlo…”

“Però… tieni conto di una cosa, Lina… Ilmund ha tentato di catturarti.” La chimera mi fissò, intensamente. “E questo vuol dire che, qualunque cosa voglia portare a termine, tu gli SERVI… se le cose stanno così, forse possiamo sperare che non riuscirà a combinare nulla, finché tu non sarai in mano sua…”

Scossi la testa. “Non è detto… purtroppo non sappiamo quale sia il motivo esatto per cui vogliono catturarmi… qualcosa potrebbe essere cambiato…” Raccolsi il pugnale di Galdiar, che precedentemente avevo lasciato cadere al suolo. “Vorrei capire perché l’incantesimo applicato alla lama non ha funzionato, prima… se la sua forza fosse stata attiva, non avrei avuto problemi a frenare quell’attacco…”

 

“Mio fratello… Derek… ” Intervenne Gourry. Il suono della sua voce mi fece sussultare… da quando suo fratello si era allontanato, non aveva praticamente aperto bocca… “…Lui non ha attaccato con l’intenzione di ucciderti… Non eri in reale pericolo di vita… forse è per questo che il pugnale non si è attivato…” Io… non ero così sicura che il nostro ‘amico’, prima, avesse voluto evitare di ferirmi in modo serio… in tutta sincerità, avevo l’impressione che Gourry si fidasse un po’ troppo di lui… Ma, a parte questo, ero stupita di una cosa…

“Gourry… ti ricordi ancora come funziona il pugnale…”

Il mio amico mi rivolse un’occhiataccia. “Che intendi dire?”

Stavolta non lo avevo detto per prenderlo in giro!!! Non del tutto, almeno… “Ammetterai che di solito per quel che riguarda magie e incantesimi non hai una grande memoria… Ma considerando che si tratta di un’arma, forse…”

Il mio amico scosse la testa. “Non è per questo… semplicemente, per me è più facile ricordare che si tratta di un’arma magica perché la associo al nome ‘Kentar’…”

Battei le palpebre. “Eh…?”

“Kentar…” Spiegò il mio amico. “Nel dialetto degli elfi di Mipross, significa ‘magia plasmata a spada’… o qualcosa del genere… comunque, fa venire subito alla mente l’immagine di una spada magica…”

 

“Gourry –san… tu conosci l’elfico…?” Zelgadiss e Amelia apparvero piuttosto stupiti. Ovviamente, loro non sapevano di Raudy –supponevo che fosse stato lui a spiegare a Gourry qualche rudimento di elfico- e delle vicende di Mipross… Ma non era il momento delle spiegazioni… “E’ una lunga storia…” Risposi per il mio amico, agitando la mano in segno di noncuranza… Certo che Galdiar si era scelto un nome decisamente evocativo… una strategia commerciale fra le più basilari, ottimo metodo per guadagnare clientela… qualunque vero abitante di Zephilia avrebbe saputo spiegare qualcosa, in proposito… Però non sapevo che il mio maestro parlasse l’elfico, per lo più il dialetto di Mipross… ma forse era semplicemente il termine ‘Kentar’ ad essere conosciuto fra gli esperti di armi magiche…

 

Allontanando quei pensieri dalla mia mente, risposi al mio amico. “Capisco… però… non credo che la tua idea sul perché il pugnale non si è attivato funzioni… Ricordi quando ti ho chiesto di attaccarmi, per provarne l’efficacia? Anche tu mi hai aggredita senza l’intenzione di farmi del male… e, anche se al momento di colpirmi ti sei tirato indietro –con pessimi risultati per la mia salute- inizialmente il potere del pugnale si era manifestato…” Strinsi con forza l’elsa fra le dita. “No… io credo che dipenda dall’arma in sé…”

Poteva essere… che a Galdiar fosse accaduto qualcosa…?

 

“Non è il momento di riflettere su questo…” Intervenne Zel. “Ora c’è un problema più urgente… Come torniamo alla locanda? Tutte le entrate della città saranno di certo presidiate da guardie…”

 

Gli rivolsi un sorriso. “Per questo non c’è problema… se tagliamo dalle colline, non dovrebbe essere difficile levitare sopra al tratto di mura che si trova alle spalle della locanda senza farci notare…” Mi rivolsi a Gourry, Sylphiel ed Amelia… “… Ma voi tre ovviamente dovrete tornare lungo la strada principale… o sospetteranno qualcosa… ci vediamo direttamente alla locanda, tenete una finestra aperta per noi…” Strizzai loro l’occhio.

 

“A… Aspetta un secondo Lina –san…” Mi interruppe Amelia. Il suo sguardo si posò su Zel… “Io… io volevo…”

La chimera la interruppe. “Avremo tempo per parlare più tardi, Amelia… Ora rischiamo grosso, rimanendo qui…”

La mia amica si rabbuiò. “Troverai davvero… il tempo per parlare, Zel…?” La domanda della principessa suonò strana… strana anche alle orecchie della chimera, a giudicare dalla sua espressione… La mia amica, da parte sua, pareva solo confusa…

 

“Certamente… Ti spiegherò… quello che ci sarà da spiegare…” Rispose la chimera, in tono evasivo… “Ma ora dobbiamo davvero andare…”

Amelia assunse una espressione perplessa, ma non fece domande. Si limitò ad annuire, con un po’ di esitazione, e a seguire il suggerimento di Zelgadiss. La guardammo correre in direzione opposta alla nostra, insieme agli altri…

 

Feci un sospiro.

“Andiamo anche noi, restare qui a prendere umidità non risolverà certo i nostri guai…” Suggerii, fiaccamente. La chimera annuì e si mise a correre al mio fianco.

 

Fissai il mio compagno per qualche istante, dubbiosa, ma mi arresi all’incapacità di trattenere la mia domanda… “Toglimi una curiosità, Zel… CHE COSA le racconterai, esattamente…?”

Seguirono diversi secondi di silenzio, quindi… “La verità.” Rispose, semplicemente. “Ci ho pensato e ripensato… non siamo più bambini… e mi sembra l’unica soluzione…” Si accigliò. “Quello che non so… è cosa fare dopo…”

Battei le palpebre. “Che intendi dire…?”

“Discutendone o non discutendone… il problema resta, Lina…” Replicò seccamente il mio amico.

 

La sua risposta mi lasciò una fastidiosa amarezza in bocca…

Avrei potuto dirgli che il disfattismo non lo avrebbe portato a nulla… avrei potuto dirgli che avrebbe dovuto credere di più in sé e negli altri… ma in quel momento, incapace di trovare un buon modo per rispondergli, potei solo restarmene in silenzio…

 

“E tu…? Non hai niente da raccontarmi?” Sussultai, quando la sua voce penetrò nuovamente fra i miei pensieri…

“Di cosa parli…?”

“Non sapevi nulla…? Del fratello di Gourry, intendo… sono tanti anni che viaggiate insieme…”

Feci per rispondere, ma una strana stretta allo stomaco mi costrinse a limitarmi a scuotere la testa…

“Quindi… nonostante tutto… non te ne ha mai parlato…” Commentò il mio amico…

 

…e mi trovai a pensare quanto fosse interessante la capacità di Zel di rigirare il coltello nella piaga…

 

“Non sarò io a chiedergli di farlo…” Risposi semplicemente, in tono brusco, rifiutando di guardare la chimera negli occhi.

“Non avevo dubbi…” Commentò la chimera. Incapace di valutare la sua affermazione, mi voltai ad osservarlo…

Stava sorridendo. “… ma so perfettamente che vi basterà affrontare il problema con il solito spirito per essere sulla buona strada per risolverlo…”

Non potei impedirmi di sorridere a mia volta. “Queste parole sono davvero rivolte a me…?  O piuttosto a te stesso, Zelgadiss Greywords…?”

 

La chimera sembrò considerare per un attimo la mia domanda, quindi tornò a fissare di fronte a sé… “Le cose non sempre seguono la strada che si tenta di imporre loro…” Commentò, in tono esitante… “…Ma quello che ho imparato viaggiando con voi è che se si ha la determinazione di lottare, allora anche una sconfitta non sarà mai completa… e che la cosa più brutta è abbandonare ciò che si considera importante per la semplice sfiducia nelle proprie possibilità di riuscita… in fondo… forse è proprio QUESTA la chiave… e lo spirito che ha sempre portato alla vittoria tutti noi… anche me…”

“E allora… non vale la pena di provare ancora, Zel…? Per dimostrare che in fondo ne hai la forza…? Che sei tu il padrone di te stesso… e non la tua ossessione…? Non vale la pena di lottare per proteggere ciò a cui tieni veramente…?”

“Lottare per proteggere ciò a cui tieni…” Inarcò un sopracciglio. “E QUESTE parole sono davvero rivolte a me, o piuttosto a te stessa, Lina Inverse…?” Fece un sogghigno.

“NON RIGIRARE LA FRITTATA!!!”

Il sogghigno si trasformò in un sorriso, ed il mio amico scosse la testa…  “Non pensavo che sarei riuscito a dirtelo, ma… grazie, Lina…”

Battei le palpebre. “Eh?”

“Grazie… perché ci voleva una testarda come te per fare capire ad un testardo come me che cosa è giusto…” Fissò la strada di fronte a sé, con una nuova determinazione negli occhi…  “Lottare… al vostro fianco… lottare… perché stavolta la posta in gioco è troppo importante per fuggire…”

Gli sorrisi. “Perché il destino… non esiste, giusto? Per nessuno di noi…” Quelle parole… erano rivolte anche a me… alle paure… a cui non volevo permettere di venire alla luce…

“Per tutti noi…” La chimera sogghignò. “E se solo avessi guardato davanti a te… anche tu… avresti potuto impedire… il tuo destino doloroso…”

 

 

 

 

 

 

“Molto spiritoso, davvero…”

 

Una mezz’ora dopo, mi trovavo al sicuro nella stanza di Amelia alla locanda, intenta a dare sollievo al mio povero naso con un Recovery…

 

La chimera si grattò la testa, facendo –era EVIDENTE- del suo meglio per non ridere… “Mi spiace, Lina… ma quando mi sono accorto che eri sulla traiettoria per quell’albero era troppo tardi per avvisarti…”

 

“Ma BRAVO!!! E allora, la prossima volta, invece di perderti in discorsi romantici, dimmi chiaramente quando la mia INCOLUMITA’ è in pericolo!!!!!”

 

Amelia, che stava tentando con scarso successo di piazzare un cerotto sopra al mio naso fra un’invettiva a Zel e l’altra, batté le palpebre e mi guardò perplessa… “Discorsi romantici…?”

Annuii, veementemente. “Sì, so che è strano per lui, ma te lo assicuro! Ad esempio…”

“SENTI UN PO’, Lina, non mi sembra proprio il caso che tu ti metta a raccontare in giro i fatti degli altri!!!”

“Oh, oh, facciamo i timidoni…? Dove è finita la chimera glaciale e tutta d’un pezzo?” Il mio amico mi scoccò un’occhiata di quelle che, se vestite da un passante sconosciuto, avrebbero cambiare lato della strada anche al più esperto e minaccioso fra i guerrieri…

…ma io, con noncuranza, lo ignorai…

“Ad ogni modo, dobbiamo elaborare un piano di battaglia serio… e poi andarcene finalmente a dormire, se L.O.N. ce lo permette… Che fine ha fatto Gourry…?”

Fu Sylhpiel a rispondermi. “Ecco… ha detto che era stanco… e se ne è andato in camera sua…”

Mi accigliai… non mi piaceva… avevo paura per lui… Gourry aveva taciuto tutta quella faccenda tanto a lungo… con tutti noi… ma finché non avessi saputo esattamente qual era il problema… come avrei potuto aiutarlo…? E… come avrei dovuto reagire… se il giorno successivo avesse fatto finta che nulla fosse accaduto…?

 

Risoluta, mi alzai in piedi, di scatto. “Vado a chiamarlo!” Annunciai, semplicemente.

“Aspetta, Lina, sei impazzita??? Tu NON PUOI uscire dalla camera!!!”

Ignorando i richiami degli altri, scivolai fuori prima che chiunque potesse fermarmi… era poco prudente, forse, ma le precauzioni tendevano a non essere il mio forte… Soprattutto quando c’era in gioco qualcosa di importante…

Bussai alla porta del mio compagno, facendo del mio meglio per non svegliare tutta la locanda…

“Gourry… sono io, apri!”

 

… silenzio…

 

“Gourry… è inutile che tu faccia finta di dormire…”

 

 

Bene, a mali estremi… “Gourry, sono una ricercata e me ne sto tranquillamente in mezzo al corridoio di una locanda… quali pensi sarebbero le conseguenze se io ora mi mettessi ad urlarti di aprirmi…?”

 

La porta si spalancò a tempi da record, ed un braccio mi tirò dentro, prima che potessi reagire in qualsiasi modo…

 

“Te l’avevo mai detto che sei completamente folle, Lina…?” Il mio amico mi stava fissando con aria terrorizzata. La camera era in penombra, le ante delle finestre socchiuse… ma il letto era intatto…

“Ehi, non avrai pensato che avessi davvero intenzione di farlo…?”

“Con te non si può mai sapere…” Una grossa goccia di sudore gli scese lungo la tempia… “Ad ogni modo… avevi bisogno di qualcosa…?”

Già… avevo bisogno di qualcosa…? A dire la verità ero semplicemente stata presa dall’impulso di recarmi lì, senza veramente pensare a quello che avrei detto poi… “Ehm… riguardo a prima…”

“Prima… cosa…?” Il mio amico si buttò sul letto, dandomi le spalle… “Te l’ho detto, ora è tutto a posto… Sono affari che riguardano solo me e mio fratello…”

Seguirono diversi attimi di silenzio… non sapevo che fare… Gourry… non si era mai comportato a quel modo…

 

“Gourry…” Quando parlai, il mio tono era più duro di quanto le mie intenzioni avrebbero voluto che fosse…

Anche il mio amico ne fu stupito, probabilmente, perché si voltò a guardarmi, con espressione perplessa… “Lina… cosa…”

“Ascoltami, per favore… non puoi fare semplicemente finta che tutto sia a posto… non ci vuole certo una sensibilità iperbolica per capire che c’è qualcosa che non va, e che questo riguarda tuo fratello… non so perché tu non me ne voglia parlare… forse non ti fidi di me… e per certi aspetti non posso darti tutti i torti, visto che non credo di essere la ragazza più seria del mondo, e non credo di essere la persona da cui si vorrebbe cercare una spalla su cui piangere…” Mi morsi il labbro… “Io non so se tu per tutto questo tempo… da quando ci conosciamo… sei stato male senza dire nulla… ma continuare a farlo ORA non ti porterà a grandi risultati… Se non vuoi parlare con me lo accetto… ma non continuare a fingere… perché per proteggere il tuo segreto… fai solo del male a te stesso…”

Ero riuscita… a parlargli seriamente… ed ora… che succedesse pure quello che doveva succedere! Al diavolo! Poteva reagire come preferiva, ma per lo meno l’incomprensione e il silenzio sarebbero finiti!

 

La sua reazione, tuttavia, fu l’ultima che mi sarei aspettata.

 

“Come puoi pensare… che non mi fidi di te…?” Sollevai lo sguardo, stupita dalla gentilezza del tono della sua voce. Stava sorridendo… di un sorriso triste… ma stava sorridendo…

“Gourry…?”

“Vuoi saperla una cosa…? Quello che è accaduto fra me e mio fratello… è avvenuto poco prima che noi due ci incontrassimo… tu hai detto… che in tutti questi anni potrei aver sofferto, senza mai dire una parola…” Scuotendo la testa, si mise a sedere sul bordo del letto… “Sarebbe affascinante… vestire i panni dell’eroe tragico, che indossa una maschera e cela dietro ad essa il suo dolore… ma la realtà è che per questi quattro anni… io ho DIMENTICATO questa faccenda…”

 

“Uh?” Una goccia di sudore scese lungo la mia tempia… Va bene che avevo a che fare con Gourry, ma questo mi sembrava un po’ troppo, persino per lui…

Il mio amico incontrò il mio sguardo… e si affrettò a rettificare… “No, non dimenticare in QUEL senso… come posso spiegare…” Sospirò… “Penso che l’unico modo sia cominciare la storia dal principio…”

 

Dovevo vestire un’aria un po’ interdetta in quel momento, ma annuii…

Il mio amico prese un sospiro, quindi abbassò lo sguardo, ed iniziò a raccontare… “Ti ho sempre detto… che la Spada di Luce è un’eredità di famiglia… ma penso di non averti mai raccontato che NON è stato un membro della mia famiglia, a forgiarla… La Spada… ci è stata affidata…”

 

Affidata… ma allora… chi…?

 

“Come sai, la mia Spada non è un’arma normale… ma è in pratica un’entità fisica in cui è imprigionato un essere di intensa forza spirituale… un demone… Quello di cui non sei a conoscenza… è che questa entità possiede un ‘cuore’…”

 

Battei le palpebre. “Un… cuore…?”

“Non come lo intendiamo noi… non è il suo ‘centro vitale’… piuttosto… è il suo ‘centro magico’, l’entità che riesce a controllare ed incanalare il suo potere…”

 

“E… in che cosa consiste questo cuore…?”

“Ci stavo arrivando… ecco… fino a sei mesi fa nemmeno io lo sapevo con esattezza, ma… Sai… quando ci chiedevamo… come avessero fatto i Mazoku a ritrovare la ‘chiave’ per l’apertura del Portale…? Quella che hanno fuso con il tuo corpo in quel modo strano…”

 

Eh…? EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH?????? Un attimo!!! Voleva dirmi… voleva dirmi che…? “Vuoi dire che la ‘chiave’ era il ‘cuore’ della tua Spada?????”

 

Il mio amico annuì. “Cioè… sei mesi fa… non potevo esserne sicuro… ma, a giudicare dalle parole di mio fratello, QUESTA deve essere la spiegazione… I demoni devono essersene impadroniti quando ho perduto la Spada nella lotta contro quel demone bambino… non ricordo mai il suo nome…” Ero troppo stupita per arrabbiarmi per il fatto che si era di nuovo scordato il nome di Phibrizo…

“Ma allora… fammi capire bene… nel patto fra gli elfi e gli umani… per la ‘Difesa dell’Equilibrio’…”

Il mio amico annuì. “Già… la Spada ha sigillato quel patto. La spada era… il sigillo del Caos…”

Le mie ginocchia tremarono per un attimo. “E la tua famiglia… è stata posta a custodia di un oggetto così importante…”

Gourry si grattò la testa… “Già… eravamo… una delle famiglie più importanti, in una regione di esperti spadaccini… credo che uno dei miei antenati abbia addirittura presidiato all’accordo fra elfi ed umani… la scelta alla fine è ricaduta su di noi…” Guardò distrattamente fuori dalla finestra… “Ci è stato detto di evitare di lasciare che la Spada cadesse in mano ai demoni… così è stato tramandato… ma nessuno di noi aveva saputo con certezza il motivo, fino a qualche mese fa… Mio nonno Raudy si era persino recato a Mipross, il luogo in cui la spada era stata forgiata, per saperne qualcosa in più, ma senza ottenere risultati… Ma ora capirai perché ero COSI’ contrariato quando la Spada mi è stata portata via dai Demoni…” Sospirò. “Ed ora… mio fratello dice che c’è dell’altro… a proposito di quest’arma… mi chiedo cosa… ancora…”

 

Capivo… però… “Ma… come mai non me ne hai mai parlato, Gourry…?”

Il mio amico abbassò lo sguardo. “Perché… temevo che mi avresti disprezzato.”

Battei le palpebre. “Disprezzato…? E perché mai avrei dovuto…?”

Lo spadaccino sospirò. “Non ti ho ancora raccontato tutto…” Si morse il labbro. “Quattro anni fa… La spada non si trovava in mano mia… mio nonno… era troppo anziano per poterla custodire ulteriormente, e ha deciso che avrebbe dovuto essere ereditata da uno dei suoi nipoti… A quel punto… la mia famiglia ha cominciato ad essere divisa da una aspra lotta interna… il ramo principale della famiglia… sarebbe stato quello di mio padre… quindi la spada sarebbe spettata a lui, e poi a mio fratello, il suo primogenito… ma i rami cadetti della mia famiglia non erano disposti a cederla… la Spada rappresentava anche un simbolo di autorità, possederla sarebbe equivalso a detenere il potere… mio padre… non era ben visto… molti lo consideravano… forse non a torto… una persona troppo autoritaria… per questo lui non era disposto a cedere… temeva la rovina, se avesse perduto la Spada… ma io… non potevo più sopportare di vedere la mia famiglia andare lentamente in pezzi… non potevo più restare ad osservare le persone che amavo cercare di distruggersi a vicenda per un semplice oggetto… sono arrivato… al punto di ODIARE quella spada, con tutte le mie forze… e allora… una notte ho rubato la chiave della sala dove era custodita, la ho presa e sono scappato…”

 

“Tu hai… rubato la spada…?”

 

Il mio amico distolse lo sguardo. “So di averti sempre detto… di avere ereditato la Spada… ma la verità è che non mi sarebbe mai spettata di diritto… io temevo la tua reazione… quando avessi scoperto che… avevo tradito mio padre… e tutta la mia famiglia… per il mio egoismo… per… per…”

Presi un grosso respiro, e lo interruppi. “Dimmi solo una cosa, Gourry… sei pentito per quello che hai fatto…? Se potessi cambiare il passato… tornare indietro… lo faresti?”

Il mio amico mi fissò con un’espressione strana, apparentemente senza riuscire ad interpretare la motivazione della mia domanda… “Perché… me lo chiedi…?”

“Rispondi.” Replicai, semplicemente.

Il mio amico rifletté per un attimo, quindi… “No… non tornerei indietro.”

Gli rivolsi un sorriso, ed annuii. “Perché allora… hai sentito che non potevi prendere nessun’altra scelta…” Mi avvicinai a lui, in modo da trovarmi faccia a faccia con la sua espressione confusa. “Non so… se effettivamente ci sarebbero potute essere altre soluzioni, per te… ma so una cosa… hai fatto una scelta, e la hai fatta perché ritenevi di compiere la cosa giusta… ora… ovviamente… sei costretto ad affrontare le responsabilità che la tua scelta comporta… ma io… non avrei nemmeno la più lontana motivazione per disprezzarti… ti ammiro perché hai avuto coraggio, Gourry… e se avrai bisogno di me… sarò al tuo fianco… insomma… Lina Inverse è un personaggio di una certa influenza, sai…? Il mio appoggio potrebbe tornarti utile…” Cercai di sdrammatizzare.

 

Il mio amico sorrise, e scosse la testa… “Sai… ti ho detto che non sono pentito della mia scelta… non solo perché sono convinto di non avere avuto altra scelta… ma perché i quattro anni lontano da casa mi hanno permesso di comprendere molte cose importanti…” Sollevò la mano ad accarezzarmi il volto… ed il sangue mi salì immediatamente alla testa… che… che cosa stava…? “Subito dopo la mia partenza… ero pieno di sfiducia… in me… nelle mie capacità… sentivo di essermi allontanato con qualcosa che non mi apparteneva non solo legalmente… quella Spada… non era un oggetto per me, capisci? Sentivo che impugnandola… non avrei mai combinato nulla di buono… la vedevo esclusivamente come… un oggetto maledetto, portatore di odio, incapace di giovare a qualcosa… ho persino pensato di liberamene, inizialmente…” Sospirò. “Ma poi ho capito… ho capito che se non avessi almeno PROVATO a mettere a frutto quell’arma, la mia fuga da casa non avrebbe davvero avuto significato… la magia, la spada, qualsiasi arma… non sono malvagie, in sé… mio fratello ha sempre diffidato delle arti magiche, perché sono qualcosa che non comprende… che lo spaventa… ma la realtà è che tutto dipende dall’uso che si decide di farne… e la Spada POTEVA essere utile a qualcosa, dipendeva solo da me rendere questo possibile…” Il suo volto… si avvicinò ulteriormente al mio… “Questa convinzione… si è rafforzata con gli anni… perché ti ho conosciuta… e grazie a questa Spada… ho potuto prendere l’impegno di proteggerti…” Mi sorrise “…quando ho detto… di essermi scordato della faccenda di mio fratello per tutto questo tempo… intendevo dire che… non la ho considerata… perché ho pensato che ciò che stavo difendendo valeva infinitamente di più dell’onore della mia casata… perché ho pensato che solo agendo in questo modo… avrei dato un vero significato… alla mia vita…”

 

In quel momento il mio volto doveva somigliare paurosamente ad un pomodoro maturo… “Gourry…”

 

Il mio amico sospirò. “Tuttavia… mio fratello ha avuto ragione, su una cosa…” Si rabbuiò. “Ho evitato… di prendermi le responsabilità che mi spettavano… sarei dovuto… tornare… avrei dovuto… cercare di spiegare le mie ragioni, così come sto facendo con te, ora… Ma io… ho avuto paura… ho continuato a rifiutare di decidermi… giorno dopo giorno… ed è proprio vero… più si continua a rimandare una scelta, più diviene difficile compierla…”

 

“Però…” Intervenni. “…Non è mai troppo tardi…”

 

Il mio amico mi rivolse un sorriso triste. “Purtroppo lo è, invece… perché mio padre è morto… e non potrò più spiegargli il motivo della mia azione… nessuno potrà più… perdonarmi…”

“Gourry…” Non sapevo cosa dire… non sapevo come agire… per confortarlo… tutto ciò che potevo fare… mi sembrava perfettamente inutile… “Tu non hai bisogno… di nessun perdono…” Mi sporsi avanti… e lo abbracciai… non sapevo… in che altro modo aiutarlo… se non offrendogli il mio appoggio, per quanto poteva valere…

 

Il mio amico esitò qualche istante… quindi lasciò scivolare le braccia attorno alla mia vita, e rispose all’abbraccio.  “Non, è vero, Lina… E’ stata colpa mia… la morte di mio padre…”

Co…? “Che stai dicendo, Gourry? Tu…”

“Posso immaginare quello che è accaduto… quando si è scoperto… che si era lasciato portare via la spada… non lo hanno perdonato… era inevitabile che accadesse… inevitabile…”

“Gourry, ascolta…”

“Ormai… non mi resta che un modo… per rimediare… Perdonami, Lina…”

Battei le palpebre. Di cosa… di cosa stava chiedendo perdono… a ME?

“Perdonami… perché non potrò più mantenere la mia promessa…” Uno strano nodo… mi strinse lo stomaco… la promessa… cosa… cosa intendeva…? “Ho deciso… che quando tutto questo sarà finito io… lui… mio fratello… lo aiuterò…a ricostruire quello che ho distrutto… ho deciso che… tornerò a casa, Lina… non potrò più… proteggerti… perdonami…”

 

Improvvisamente, la stanza sembrò collassarmi addosso… Sarebbe… tornato a casa…? Intendeva… per sempre…? Questo significava che lui… che noi due…

 

“Non… non…”

 

“A questo punto… che altra scelta ho? La mia famiglia… forse non sarà più disposta ad accettarmi… ma mio fratello è rimasto solo… che altro… posso fare per lui…? In fondo… sono consapevole del fatto che tu non hai bisogno di me, Lina… non hai bisogno di nessuna ‘guardia del corpo’… questo… da quando abbiamo sconfitto per la prima volta Shabranigdu… lo ho sempre saputo…”

 

No… le cose non stavano così… una parola… bastava una semplice mia parola… per spiegare… che lui era importante… forse… bastava così poco… per trattenerlo… non sapevo se ne avevo il diritto… ma una frase sarebbe stata sufficiente…

…‘resta con me’…

…ma allora perché… la mia lingua sembrava bloccata…? Non avrei avuto altre occasioni, forse… perché non riuscivo…

…a pronunciarla…?

 

“Gourry…”

 

 

 

“LINA –SAN!!!!!”

 

Nel giro di due millesimi di secondo, mi trovavo sul capo opposto della stanza, rispetto a Gourry… dovevo chiedere ad Amelia di irrompere più spesso nella mia camera… migliorava i miei riflessi…

“A… Amelia!!! Ma ti pare il modo di entrare in una stanza??? Così, senza bussare???”

“Perdonami, Lina –san, ma è successa una cosa terribile!!! le guardie di Ilmund -san sono qui!!!”

Scattai in piedi. “Come sarebbe a dire, sono qui??? Come diavolo hanno fatto a scoprirci???”

“Non ne ho idea ma… hanno fatto irruzione, di sotto… il locandiere non sapeva nulla, ovviamente, e sta cercando di bloccarli… ma…”

 

“Ma stavolta sono stato più furbo di te, Inverse –san…”

 

Dannazione!!!

Di fronte a me, all’ingresso della stanza, si trovava Ilmund il Verde, l’espressione grave… seria… ma… avrei detto… preoccupata per qualcosa…

“Come… come diavolo…?”

“Con le tue stesse armi, Inverse –san… la magia…” Mi rivolse un breve sorriso… “Ho dato ordine… a chiunque, fra le mie guardie, vi avesse trovati… di applicare un incantesimo ad uno dei tuoi oggetti… perché tu potessi essere rintracciabile…” Si accigliò. “Ho visto… che cosa sei riuscita a fare al contingente che avevo inviato nel bosco, fuori dalle mura…” Che significava… non era stato lui… a manovrare Xellos…? Sentivo puzza di imbroglio… e se… avesse inscenato una messinscena per depistarci…? “Ma, comunque, i miei uomini sono stati in grado di compiere il loro dovere…” Sollevò il dito, ad indicare il mio braccio… La piccola pietra… incastonata sul guanto… il mago che aveva tentato di colpirmi con il Mono Volt… doveva essere riuscito ad applicarle un incantesimo…

Mi accigliai. “Sei stato in gamba… complimenti… ma ora, finalmente… posso sapere che cosa vuoi da me…?”

Ilmund mi fissò con un’espressione strana. “Voglio PARLARE, Inverse –san… soltanto parlare… è per questo motivo che ho cercato di catturarti… e che ti ho tenuta d’occhio sin da quando sei giunta a Miilun…”

Le mie labbra si aprirono in un mezzo sorriso. “Ma davvero… volevi soltanto *parlare*… Immagino che sia per questo che mi hai scatenato contro un intero contingente di guardie… per farti una bella chiacchierata con me…”

Ilmund sbuffò. “C’è una cosa MOLTO importante di cui dobbiamo discutere…” Si guardò attorno. “Ma QUESTO non è il luogo adatto… Ho poche guardie, con me… se voleste, sareste in grado di batterci…” Era vero… alle sue spalle non c’erano che pochi uomini… e dietro di loro erano giunto anche Zel e Sylphiel… insieme, se avessimo voluto, avremmo potuto batterli tranquillamente… “Venite fuori con noi… in un luogo tranquillo… qui attiriamo troppo l’attenzione…” Era… spaventato da qualcosa…? Tutto questo puzzava terribilmente da trappola… “Non vi attaccheremo, posso promettervelo… ma DOBBIAMO discutere… è qualcosa di estremamente importante…”

 

“Lina… cosa facciamo…?” Gourry, al mio fianco, sembrava incerto quanto me… Non sapevo che rispondere… accettare era pericoloso, ovviamente… Ilmund poteva avere anche un intero contingente di guardie, al di fuori della locanda –anche se non era chiaro perché non ci avesse attaccati subito, in quel caso-… del resto… quella faccenda risvegliava in me una notevole curiosità…

 

“D’accordo…” Risposi semplicemente, in tono piatto… “Ma sappi che se qualcosa va diversamente da come voglio, sarai TU il mio primo bersaglio…”

“Ma… Lina –san!!!!! Ti sembra una cosa prudente???”

Il Gran maestro si limitò ad accogliere la mia affermazione annuendo, con una espressione indecifrabile… Da parte mia, pensavo che le recriminazioni di Amelia fossero del tutto fondate… ma ero troppo incuriosita dalla faccenda per tirarmi indietro…

 

“Seguitemi, allora.” Ci esortò semplicemente Ilmund.

Annuii, e feci per mettere piede nel corridoio, quando qualcosa modificò radicalmente il mio piano…

 

Avevo buttato l’occhio per pura casualità… accidentalmente… in quell’angolo di corridoio… era accaduto per uno strano gioco delle probabilità… ma lo vidi. Una figura in ombra, ammantata di scuro.

Xellos.

Che stava coprendo le spalle alle guardie di Ilmund.

Che ci stava aspettando.

 

Era stato tutto un gioco. Xellos era con lui. Un piano… Ilmund… voleva conquistarsi la mia fiducia… per qualche motivo a me sconosciuto, voleva farlo… Lo sterminio delle sue guardie… il discorso strano di quella sera… avevo la netta sensazione che fosse stato tutto ideato per trascinarmi dalla sua parte… ma perché…? Cosa voleva ottenere da me…?

 

Appena si accorse di essere osservato, Xellos sparì in un istante. Ma era troppo tardi.

 

“Sei solo un maledetto bastardo!!!” Mi rivolsi a Ilmund, brutalmente.

“Cosa diavolo…?” Il Gran Maestro ne venne colto totalmente alla sprovvista… ottimo… ottimo davvero… perché mi lasciava una valida possibilità…

LIGHTING!!!!!” Ilmund e le sue guardie si trovarono temporaneamente accecati… Questo ci dava il tempo che ci era necessario…

“SCAPPIAMO!!!” Urlai agli altri.

“Lina… cosa…?” Sentii Zelgadiss rispondermi, da un punto non ben identificato nella luce accecante che aveva invaso la camera.

“A dopo le spiegazioni!!! Andiamo!!!”

 

I miei compagni non si fecero pregare… Feci per lanciarmi contro la finestra e recitare la formula del Ray Wing, quando venni bloccata, bruscamente.

“Dove pensi di andare??? Mi seguirai, volente o nolente, Inverse!!!” Il braccio di ilmund si strinse saldamente attorno alla mia vita. Dannazione! Mi aveva immobilizzata… Non pensavo… che quell’uomo esile avesse tutta quella forza…

“Lasciami!!! Lasciami andare!!! Mono…” Quell’incantesimo avrebbe fatto più danno a me che a lui, probabilmente, in quelle condizioni… ma che altra scelta avevo…?

 

Tuttavia, non ebbi il tempo di terminare la formula… Dal fodero… che tenevo legato in vita… si sviluppò un improvviso calore… e sentii il mio avversario urlare di dolore…

“Co… cosa…?” Ilmund mi rilasciò bruscamente, facendomi cadere al suolo… Il pugnale di Galdiar, legato al mio fianco, ora risplendeva di luce propria…

“Maledetto!!! E’ stato lui!!! Ancora… ancora lui… nonostante tutto!!!” Ilmund inveì e fece per avvicinarsi nuovamente… Ma stavolta non glielo avrei permesso!

Flare Arrow!!!” Recitai.

Nulla di particolarmente potente… ma lo avrebbe tenuto impegnato il tempo necessario per farmi mettere in salvo…

 

“Lina! E’ tutto a posto?” Riuscii nuovamente a mettere a fuoco Gourry… la luce nella camera si stava lentamente, ma inesorabilmente, attenuando…

“Non è il momento di preoccuparsi per me!!!” Lo afferrai per un braccio e, con una breve formula, raggiungemmo gli altri all’esterno.

 

“Lina! Dove andiamo, ora?” Mi chiese Zel, lanciando occhiate preoccupate alla stanza dove poco prima ci eravamo trovati, ormai totalmente tornata alla sua penombra…

“Cominciate a correre!!!” Esortai, preoccupata che Ilmund potesse avere guardie nascoste lì attorno… “Galdiar! Dobbiamo trovare Galdiar!!! Il suo pugnale mi ha protetta, prima!!! Sono convinta che potrà aiutarci…”

 

Lanciando un’occhiata all’arma, notai che non aveva ancora smesso di brillare… La sua luce si spandeva attorno a noi in modo tale, che avrebbe potuto farci individuare anche a grande distanza…

“Cosa… cosa diavolo…?” Estrassi la lama dal fodero… i riflessi… su di essa… stava… trasmettendo delle immagini…

“Galdiar -san! Cosa…?”

“Lina… che succede???”

 

Spalancai gli occhi, per l’orrore. “GALDIAR -SAN!!! Galdiar -san, no!!!”

Sulla lama… il mio maestro… era circondato dalle bestie che avevano attaccato anche me, e Gourry… lo stavano attaccando… lo stavano… uccidendo…

 

“GALDIAR!!!!!!!” Strinsi il pugnale con tanta forza da conficcarne la lama a fondo nelle mani. Con un gesto secco, Gourry me lo strappò di mano, e si trovò a sua volta a fissare, inorridito la scena…

Caddi in ginocchio… Galdiar… il mio maestro… aveva fatto tanto per me…  ed io non ero nemmeno stata in grado di mantenere la mia promessa di aiutarlo…

… non ero stata in grado di salvarlo…

 

Una voce… una voce risuonò nella mia mente…

Trasmetto quest’incantesimo… e queste parole… al pugnale… nella speranza che potrà proteggerti… un’ultima volta… Non fidarti di nessuno, Lina… Lui vuole servirsi di te… Se osserverai… i resti della cerimonia… forse capirai qualcosa di più… non fidarti di nessuno…

“Galdiar!!!”

Amelia si inginocchiò al mio fianco, cercando di confortarmi. “Lina –san… ora calmati… Non c’è più niente da fare… è tutto finito…”

 

Non era vero… non conoscevo il significato esatto delle parole di Galdiar… ma una cosa l’avevo capita… tutta la faccenda… era molto lontana dal risolversi…

 

Eravamo… appena all’inizio…

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Capitolo 7
*** Capitolo sette ***


Capitolo settimo

Capitolo settimo

 

Fiamme…

 

Fredde.

 

E l’oscurità… tutto ciò che potevo vedere… attorno a me…

 

Tenebra e luce… due nature unite… in una…

 

Impura…

 

Non era possibile… quella magia non esisteva più… nessuno sarebbe stato in grado di servirsene… solo lui…

 

E’ morto.

 

La voce della ragione.

 

Non lo è più.

 

“Taci!!!”

 

Non è meno vivo di te… Vive con te.

 

“Nessuno avrebbe potuto farlo!!! Nessuno sapeva!!!”

 

C’è forse… un’altra spiegazione?

 

 

 

I miei occhi si spalancarono. Rimasi immobile, stordita. Di fronte a me si stagliava l’alto soffitto della cattedrale, semi avvolto nell’oscurità. Era stato… un altro sogno…? Quando mi ero addormentata? Mi sembravano solo pochi minuti da quando mi ero appoggiata al pavimento freddo, e avevo chiuso gli occhi…

 

Forse mettermi a riposare in un posto così scomodo non aveva avuto buoni effetti sulla mia mente…

 

La tua mente non si è interrogata a sufficienza.

 

“GWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!” Scattai a sedere. Il mantello che mi aveva coperta fin sopra la punta del naso scivolò lentamente al suolo, e il contatto con l’aria fredda che penetrava dalle fenditure nelle pareti dell’edificio diroccato parve scaraventarmi contro quella realtà da cui grazie al sonno ero stata capace di isolarmi…

 

Lo sguardo interdetto dei miei compagni si posò immediatamente su di me.

 

 

Eravamo accampati alla meglio nella cattedrale di un vecchio monastero abbandonato, poco fuori dalla città di Miilun. Era stato un miracolo riuscire a saltare nuovamente fuori dalle mura senza essere catturati… ed io credevo poco alla provvidenza…

Non esisteva un posto veramente sicuro, per noi… per quanto avessi schermato agli incantesimi tutti i miei oggetti magici e chiesto a Zelgadiss di fare lo stesso con quelli degli altri, chi ci assicurava che non fossero ancora sulle nostre tracce…? Chi ci assicurava che un plotone di soldati non si stesse avvicinando ai portali massicci dell’edificio? C’era stata… una strana urgenza nella voce di Ilmund, quando mi aveva chiesto di seguirlo… come potevamo intuire fino a che punto si sarebbe spinto…?

 

 

“Lina –san, è tutto a posto?” Amelia e gli altri si erano già svegliati… avevamo istituito dei turni di guardia per quel pomeriggio, perché a tutti fosse possibile recuperare le forze con almeno qualche ora di sonno, ma a quanto pareva tutti, tranne me, erano troppo storditi -o eccitati dal rischio della battaglia che ci aveva appena sfiorato- per dormire…

 

“Non ditemi che non l’avete sentita anche voi!!!” Chiesi, l’allarme ancora vivo nella mia voce.

 

I miei compagni batterono le palpebre. “Sentito cosa?” Domandò Zel, con aria perplessa.

 

Con un gesto stizzito, sollevai e rigettai al suolo la borsa di erbe magiche che mi aveva fatto da cuscino. “Grandioso! Veramente grandioso! Sono chiusa da otto ore in una cattedrale piena di spifferi, SENZA NULLA NELLO STOMACO, ed inizio persino ad avere le allucinazioni uditive!!!”

 

“Di… che cosa stai parlando, Lina…?” Il mio amico chimera inclinò lievemente il capo, scrutandomi attentamente.

 

Sbuffai. “Nulla… nulla di importante…” Agitai la mano, in segno di noncuranza, per poi prendere a raccogliere gli oggetti che nel sonno avevo sparso attorno a me… un sonno che era stato agitato, a quanto pareva… quei sogni cominciavano davvero ad inquietarmi…

 

Sospirai, ripercorrendo con la mente gli eventi che si erano svolti appena quella mattina, in caccia di una possibile spiegazione per quel pasticcio…

Se osserverai i resti della cerimonia, forse, capirai qualcosa di più…

Le parole che il pugnale mi aveva trasmesso…

Che significava…? Di che cerimonia si trattava…? Cosa aveva voluto dire con quella frase…? Cosa aveva voluto dire…?

 

…Galdiar…

 

Se continui ad usare la magia a quel modo finirà che nonostante l’età ti sopravviverò, lo sai, Lina?

 

Era serio, quando mi minacciava a questo modo… certe volte, in passato, quando avevo richiamato alla mente i suoi insegnamenti, mi era capitato di sorridere al pensiero che probabilmente era davvero convinto di quello che diceva, quando pronunciava frasi simili… Tuttavia… ora non riuscivo a sorridere… avvertivo solo uno strano nodo allo stomaco nel pensare che… non avrei certo potuto rinfacciargli… di essersi sbagliato…

 

Scossi la testa e deglutii, ricacciando indietro… bè, *qualsiasi cosa* stesse minacciando di fare capolino dai miei occhi… Ma che brava allieva ero! Prima mi proponevo di aiutarlo, e poi mi mettevo a piagnucolare alla prima difficoltà…

 

Certo… anche pensandola a quel modo… la morte della persona che mi ero proposta di difendere poteva essere considerata una difficoltà così trascurabile…?

 

“Lina…?”

 

Alzai lo sguardo, solo per trovarmi di fronte alle espressioni preoccupate dei miei compagni… Aaaaaaaaaaaaaaaah, QUESTO era ciò che più detestavo! Non era certo questo il modo che preferivo per stare al centro dell’attenzione!

Sospirai. “Cosa…? Che c’è da guardare a quel modo? D’accordo, abbiamo avuto un incidente di percorso… un incidente di percorso piuttosto grave… ma stare a piangere sul latte versato non porterà a nulla, no?” Tagliai corto, cercando di deviare la conversazione su argomenti più pratici.

 

Tutte e tre le persone di fronte a me mi fissarono con un’espressione scettica… se non compassionevole… AAAAAAAAAAAH, QUANTO LO DETESTAVO!!!

 

“Sentite, ragazzi… Piuttosto che stare a guardarci negli occhi e compiangerci a vicenda avremmo bisogno di…”

 

“Non è giusto!!!” Amelia scattò in piedi, precedendomi, e puntando il dito verso di me.

 

“Co… cosa…?” Avevo fatto qualcosa di male…?

 

“NOI sin da quando siamo arrivati a Miilun abbiamo agito cercando solo di fare del bene e di servire la Giustizia…” Ehm… già… immaginavo che Amelia potesse vederla a quel modo… “… nonostante questo, guardate in che razza di situazione ci siamo andati a cacciare!!! Persino Lina è ridotta in uno stato da fare pietà per colpa della malvagità di quell’uomo!!!”

 

E…ehi… “Uno stato… da fare pietà…” Amelia a volte era un tantino brutale nei suoi giudizi…

 

“Non possiamo assolutamente permettere che le cose vadano a questo modo! Dobbiamo fare qualcosa!!!” Proseguì la mia amica, troppo infervorata per prendere in considerazione le mie proteste…

 

Sospirai. “D’accordo, Amelia, adesso calmati e stammi a sentire… In primo luogo, tanto per chiarire, io STO BENISSIMO…” Le lanciai un’occhiataccia. “Sono solo frustrata quanto voi per questa faccenda… Frustrata… e… e arrabbiata…” Mi morsi il labbro. “… ma sono perfettamente d’accordo con te sul fatto che questo punto non possiamo più tirarci indietro. Non mi sogno nemmeno di lasciare perdere la faccenda e non fare nulla… e tanto meno di continuare a scappare. Sono due giorni ormai che non faccio altro che essere sballottata da una parte all’altra della città, senza peraltro raggiungere ALCUN RISULTATO  in questa stupidissima questione… Sono STANCA di tutto questo! E starmene ancora con le mani in mano non è proprio nel mio stile…”

 

Zelgadiss inarcò un sopracciglio. “Anche parlando così… che altro possiamo fare? Voglio dire, cosa abbiamo in mano, finora? Sappiamo solo che quell’Ilmund è a capo di un gruppo di maghi che mira ad ottenere l’immortalità ed un potere superiore… un gruppo impegnato in studi sulla vita, e sulla produzione di chimere…” Notai il suo volto accigliarsi, a questa affermazione… “Sappiamo che questi studi li hanno portati a qualcosa, di cui noi non conosciamo la natura… ma probabilmente il conseguimento di questo ‘risultato’ è ancora del tutto teorico… e penso che a questo punto possiamo nutrire il legittimo sospetto che per passare dalla teoria alla pratica abbiano bisogno di servirsi di te in qualche modo… che altra spiegazione potremmo dare al modo ossessivo in cui Ilmund ti sta dando la caccia? Ormai il nostro sospetto che volesse servirsi di te per ricattare il tuo maestro non ha fondamento, dato che… dato quello che gli è successo…” Il tono della sua voce scemò lievemente.

 

Sospirai. “Sbaglio… o hai qualche idea per la testa?”

 

“Mi era venuto un dubbio… dopo la visita di Ilmund alla locanda, questa mattina…” Sollevò lo sguardo. “Cominciavo a pensare che in realtà il Gran Maestro non volesse servirsi di te per attirare Galdiar… ma che le cose stessero esattamente all’opposto…”

 

Battei le palpebre. “Cioè… che Ilmund avesse cercato con tanta insistenza di ottenere l’obbedienza del mio maestro solo per avere uno strumento attraverso il quale ricattarmi?”

 

La chimera annuì. “Vedi, questa mattina Ilmund non ha cercato di catturarti, ma di persuaderti ad andare con lui… forse ciò che vuole ottenere da te è una cosa che non può estorcerti, ma per cui ha bisogno della tua collaborazione volontaria…”

 

“Però, quando Lina si è rifiutata di seguirlo, ha cercato di portarla via con la forza…” La voce di Gourry giunse dalle mie spalle. Non mi voltai ad osservarlo. Non avevo voglia di affrontare anche il suo volto, in quel momento…

“Questo non significa nulla, Gourry…” Mi limitai a commentare. “Può darsi che in quel momento, capendo che comunque aveva perso l’occasione di trattare con me, si sia sentito messo alle strette e abbia pensato di catturarmi, e pensare poi a qualche modo in cui costringermi a fare quello che voleva… Zel potrebbe avere ragione…”

 

“E quindi… Galdiar -san avrebbe dovuto essere la sua risorsa nel caso tu gli avessi negato la tua collaborazione… è così, Lina –san…?” Chiese Amelia, in tono un po’ perplesso.

 

Prima che potessi intervenire a rispondere, Zelgadiss mi precedette. “Questo è quello che pensavo… Ma in questo modo non si spiega una cosa… perché ha fatto uccidere Galdiar dalle sue bestie…? Se ha insistito per averlo dalla sua parte, o semplicemente per catturarlo, come mi avete detto, perché ora questa mossa? ‘Strategicamente’ il suo è stato un atto piuttosto incomprensibile, considerando che, dopo che le sue chimere lo avevano trovato, avrebbe potuto semplicemente farlo prigioniero… e si sarebbe trovato in possesso di un’arma psicologica piuttosto potente da usare contro di noi…” Zelgadiss mi squadrò, e lo stomaco mi si strinse nuovamente. Sapevo che il mio amico stava semplicemente, e giustamente, vista la situazione, cercando di trovare una spiegazione razionale all’accaduto, ma il tono piatto con cui stava trattando della morte del mio maestro… faceva su di me una certa impressione…

 

“Non so… cosa risponderti…” Potei semplicemente replicare.

 

Una mano si appoggiò gentilmente sulla mia spalla. “Forse allora c’è qualche speranza che sia ancora vivo… la visione sul pugnale non era chiara… non lo abbiamo visto morire… magari è stato preso prigioniero… sappiamo solo che quelle creature si sono avventate contro di lui…”

 

Scossi la testa, indirizzandomi, stavolta, alla fonte della voce… il mio amico spadaccino, che ora si trovava accanto a me, e mi fissava con una espressione che non riuscivo a decifrare… “Non sarebbe sopravvissuto all’attacco di un gruppo di quelle creature senza l’aiuto di nessuno… lo hai visto anche tu… gli erano addosso… anche noi due abbiamo combattuto contro quei mostri, sai che razza di forza possiedono…” Il tono della mia voce scemò… nemmeno io ero convinta di quello che stavo razionalmente spiegandogli, me ne resi conto… La speranza… la speranza… perché, con la sua vicinanza, succedeva sempre? Perché mi sembrava sempre che in fondo le cose non potessero far altro che andare per il verso giusto…? Forse mi ero davvero sbagliata… forse le cose stavano davvero come aveva detto… No, no… era stupido… non dovevo illudermi… non potevo permettermelo…

 

…tuttavia…

 

Il mio amico aggrottò le sopracciglia, con aria visibilmente contrariata… non… non potevo sopportare anche la SUA pietà, dannazione!!! “Che c’è?” Gli domandai, in tono a metà fra il brusco ed il minaccioso.

 

Lo spadaccino mi fissò con aria grave. “Noi due… abbiamo combattuto contro quei mostri…?”

 

 

UAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1

 

MONO VOLT!!!!!!!!!!!!”

 

Il mio amico schizzò indietro, evitando il brutto della scossa elettrica… anche se notai che i suoi guanti erano lievemente bruciacchiati…

 

“Lina!!! Che diavolo ti salta in mente???”

 

“E’ SUCCESSO POCHISSIMO TEMPO FA ACCIDENTI A TE!!!!!!!!!!! COME FAI AD ESSERTENE GIA’ SCORDATO?????”

 

“E’ che… sono state giornate molto intense e… uh… poco tempo, hai detto…? Mica ti riferisci a quelle specie di orsi che ci hanno attaccati in quella radura, vero?”

 

“CHI-ME-RE!!! Sono chimere!!!!!!!!!!!! Te l’ho spiegato una infinità di volte!!!”

 

“Veramente solo una…”

 

“E perché diavolo di QUESTO ti ricordi???” La vena sulla mia fronte minacciava sinceramente una spettacolare esplosione… Teneva sempre a mente solo le cose veniali…

 

“Scusate…” Intervenne Zel in tono a metà fra il seccato ed il divertito. “Ci tenevo a farvi presente che se mezza Miilun non venisse a conoscenza del fatto che ci troviamo qui sarebbe più conveniente, per noi…”

 

Gourry inarcò un sopracciglio. “Se preferisci evitare di stare al centro dell’attenzione ti conviene tenerti alla larga da Lina, Zel, questo mi sembra piuttosto evidente…” Ricevette in cambio la più gelida fra le mie occhiate, a cui rispose con un mezzo sorriso…

 

Sospirai, arrendendomi. “Ad ogni modo… Il dubbio resta irrisolto…” Commentai, una punta di amarezza nella voce… “Così come resta il problema del come Ilmund abbia in mente di estorcermi ciò di cui ha bisogno… sempre che le nostre ipotesi su di lui siano esatte… io sono convinta che sappia benissimo che non accetterei una sua richiesta volontariamente… questo forse significa che ha in mente un piano… stavolta non ci sono ‘chiavi’ che possano costringermi a sottomettermi alla volontà di qualcuno…”

 

Sylphiel si morse il labbro. “A dire il vero… esistono degli incantesimi che consentono di dirigere forzatamente le azioni dell’essere scelto come bersaglio…”

 

Battei le palpebre. “Intendi la ‘Persuasione’…? Ma, per quanto ne so, funziona solo su creature come i goblin, o comunque dalla forza di volontà debole… no…?” Certo… a meno che non vi venisse applicata una modifica… ma per i cosiddetti ‘incantesimi mentali’ è davvero difficile crearne… gli equilibri in gioco nel cercare di influenzare la mente umana sono troppo complessi…

 

Sylphiel scosse la testa… “Non mi riferivo a quello… mi è venuta in mente una pratica di cui ho letto in un testo a proposito dell’Antica Magia dei Draghi, quando ancora studiavo al tempio…” Magia… dei Draghi? Quella branca della Magia Bianca che per gli esseri umani era andata perduta, e che solo i più diretti sottoposti dei Re Draghi erano in grado di sfruttare? “In realtà il suo funzionamento è piuttosto simile a quello della ‘Persuasione’… il drago riesce ad incantare la creatura che ha di fronte facendola… innamorare di sé…” Eh? “Chi è colpito da un incantesimo simile, generalmente, si trova ad essere totalmente sottomesso alla volontà dell’incantatore, fino al termine degli effetti dell’incantesimo… non credo che una magia simile possa funzionare per creature come i demoni, ma su di un essere umano dovrebbe essere effettivo…”

 

Ero… stupita… “I draghi… hanno la capacità di ricorrere ad un incantesimo del genere…?” Certo… tutto dipendeva dall’uso che se ne faceva… ma una formula di quel tipo certo somigliava di più alla Magia Nera che alla Magia Bianca…

 

“Bé… credo che fosse una sorta i risorsa estrema, per loro… durante la guerra contro i Mazoku… se le loro forze non erano sufficienti, capisci… per ottenere delle truppe fedeli fra gli umani…”Rabbrividii, impercettibilmente… la lotta per l’Equilibrio aveva generato innumerevoli orrori, causati da entrambe le fazioni… spesso mi chiedevo se ne era valsa davvero la pena…

 

“Uh… Tu… non faresti mai ricorso ad un incantesimo del genere… vero Lina…?” Il mio amico spadaccino intervenne, con una punta di terrore nella voce…

 

“MA CHE DOMANDE FAI??? Mi spieghi che razza di dubbi ti fai venire???”

 

Il mio amico si grattò la punta del naso. “Niente… niente…”

 

“Ma effettivamente… forse Ilmund -san non si farebbe scrupoli a sfruttarlo, no, Lina –san?” Intervenne Amelia con un po’ di esitazione…

 

“Ma Ilmund…” Replicai, lasciando cadere la discussione con Gourry… “…Ilmund non può essere in grado di realizzare un incantesimo del genere, no…?” Mi rivolsi a Sylphiel. “Tu hai detto… che si tratta dell’antica magia dei draghi, giusto…? Un essere umano non potrebbe…”

 

Sylphiel scosse la testa. “Non so… era solo un’ipotesi… ma forse è stato stupido pensarlo… non ci sarebbe alcun modo per…”

 

Al mio fianco, sentii Zel sussultare. Mi voltai verso di lui, battendo le palpebre. “Che ti prende, Zel…?”

La chimera sollevò lo sguardo, per fissarmi negli occhi. “Mi è venuta in mente una cosa… forse un essere umano non potrebbe pensare di ricorrere ad un incantesimo simile… ma la creatura apparsa nella mia visione…  chi ci può testimoniare che non ne sarebbe in grado…?” I suoi occhi si assottigliarono.

Alle sue spalle, notai Amelia rabbuiarsi… e così… ne avevano parlato…

 

“Ma Zel… tu pensi che quell’essere e Ilmund… siano la stessa persona…?” Di certo, solo sei mesi prima, non mi sarei aspettata una cosa del genere da un uomo che avevo persino giudicato mediocre…

 

“Non so se le cose stiano proprio così…” Mi rispose la chimera, in tono pratico… “Ma supponiamo che comunque quell’essere si trovi in qualche modo agli ordini del Gran Maestro… pensa a quello che ha detto nella Visione… ha detto che il suo obiettivo eri solo tu… forse perché il suo compito era quello di costringerti ad agire secondo la volontà di Ilmund…”

 

“Il che però non spiegherebbe perché il Gran Maestro non abbia deciso subito di servirsi di lui, invece che cercare prima di farmi collaborare con altri mezzi…” Commentai.

 

L’aria del mio amico si fece pensierosa. “Già… su questo hai ragione…”

 

“A meno che…” Riflettei. “Non esista qualche ragione per cui Ilmund preferisca lasciare lo sfruttamento di quella creatura come sua ultima risorsa… e in questo caso dobbiamo supporre anche che il Gran Maestro si sia trovato in qualche modo costretto ad eliminare Galdiar…” Aaaaaaaah, che pasticcio! Per quanto ci girassimo attorno, non riuscivo a trovare una sola spiegazione che mi paresse completamente convincente…

Scossi la testa. “No… no, c’è qualcosa che non mi quadra, qualcosa che non riesco a mettere a fuoco…”

 

“Anche riflettendoci sopra il problema fondamentale resta cosa abbiamo intenzione di fare…” Giunse la voce di Gourry, al mio fianco. “Mio… fratello… sembrava che anche lui fosse in qualche modo coinvolto in questa faccenda… forse… dovremmo cercarlo… e parlargli…”

 

Volsi il viso verso di lui. Era la prima volta… che nominava suo fratello di fronte agli altri… chissà… se era ancora convinto di ciò che mi aveva detto di voler fare…

 

Il mio amico intercettò la mia occhiata… e distolse lo sguardo.

Sospirai. “Sì, immagino che a questo punto una ‘alleanza’ ci potrebbe fare comodo… se ci scambiassimo le rispettive conoscenze forse potremmo arrivare a qualcosa di più… Sperando che… lui… voglia collaborare con noi…”

Gourry abbassò lo sguardo. “Lo farà… se gli spieghiamo la gravità della situazione… penso che di fronte a questo… possa cedere un po’ al suo orgoglio… in fondo è stato sempre lui a ripetermi… che bisogna essere disposti a sacrificare le cose meno importanti… in nome di un bene superiore…” Gourry… Mi chiesi… se questo fosse un rimprovero… che il mio amico rivolgeva a se stesso…

 

Decisi di deviare nuovamente la conversazione. “Ma questa non è l’unica cosa che dobbiamo fare… prima di impegnarci per scoprire altro, dobbiamo elaborare anche un piano di battaglia contro i nostri nemici… o continueremo ad essere braccati, senza la possibilità di approfondire le nostre indagini…” Non potevo restare ancora con le mani in mano… Galdiar… che cosa avrebbe pensato di me…? Che ero una buona a nulla… che non ero stata in grado di salvarlo… e che ora non avevo nemmeno le capacità per vendicarlo…

 

Gli sguardi dei miei amici si concentrarono su di me. “In che modo, Lina –san…? Non siamo nemmeno sicuri di cosa dovremo combattere…” Chiese Amelia, inarcando un sopracciglio.

 

“Appunto.” Risposi, semplicemente. “Dobbiamo scoprire COSA ci aspetta esattamente. E suppongo che nemmeno Derek sia al corrente di QUESTO… quindi, oltre a chiedere il suo aiuto, dovremo prima ficcare un po’ il naso nelle faccende del Concilio…”

 

“Ma se non sappiamo nemmeno da dove cominciare…” Fece Zel, perplesso.

 

Scossi la testa. “Ci concentreremo sul luogo che avrebbe dovuto essere al centro delle nostre indagini sin da subito. Il tempio.” Replicai, con fermezza.

 

“Il tempio?” La mia affermazione sembrò risvegliare lo stupore generale…

 

Mi limitai ad annuire. “Esattamente. La mia è solo un’idea, e non posso averne la certezza, ovviamente… ma pensate un secondo al modo in cui sei mesi fa Ilmund è stato vago ed evasivo riguardo alla faccenda del santuario…” Rivolsi un’occhiata al mio amico spadaccino. “Gourry ed io ne abbiamo parlato con lui, e il Gran Maestro ha fatto tutto il possibile per convincerci che il tempio non nascondeva assolutamente nulla di interessante… e poi, a vicenda conclusa, tutta la faccenda è stata occultata e Ilmund ha fatto del suo meglio perché l’attenzione si concentrasse il meno possibile su quel luogo…” Mi rivolsi ad Amelia. “Anche nel corso del Concilio, stando a quanto mi hai detto, il Gran Maestro ha insistito sulla banalità del motivo per cui l’edificio è andato distrutto… come se volesse distogliere l’attenzione da esso… non vi sembra strano…? Se possiamo supporre che il Concilio si riunisse in qualche luogo particolare per tenere le sue riunioni, allora non sarebbe tanto strano che questo luogo fosse proprio il tempio…”

 

“In effetti…” Intervenne Sylphiel. “Il tempio era dedicato a Lord of Nightmares… e, stando a quanto ci ha detto Galdiar –san, è lei che i rappresentanti del Concilio adoravano…”

 

“Quindi forse… testimonianze e resti dei loro studi potrebbero ancora trovarsi lì…” Commentò Zel.

 

“Però… la nostra lotta con i Signori dei Demoni lo ha completamente distrutto…” Intervenne Amelia.

 

Scossi la testa. “Qualunque cosa fosse ciò che nascondevano, è probabile che fosse custodita in un laboratorio sotterraneo, o qualcosa del genere… in fondo, quando siamo entrati nel tempio sei mesi fa, non abbiamo notato nulla… e quello che ci interessa deve essere piuttosto in profondità, anche, dato che il crollo non lo ha riportato alla luce…”

 

“Mmm…” Fece Zel. “E c’è anche la possibilità che questo ‘qualcosa’ sia difeso da una barriera, o da qualche altra forma di protezione magica…”

 

Gli rivolsi un sorriso. “Bè, questo potremo scoprirlo solo andando a dare un’occhiata sul luogo!” Gli strizzai l’occhio.

 

“Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh???” Zelgadiss, Amelia e Sylphiel scattarono contemporaneamente in piedi. “Non dirmi che hai davvero intenzione di andarci!!!” La chimera si sbilanciò, per una, volta, in un tono sinceramente sbalordito.

 

Ridacchiai. “Avaaaaaaaaaaaanti, ragazzi, dove è finito il vostro spirito d’avventura? Non avrete intenzione di restarvene qui ad ammuffire aspettando la prima mossa di quella combriccola di esaltati!”

 

“Ma Lina –san, se quello che hai detto è vero recandoci al tempio ci andremo direttamente a cacciare nella tana del lupo!!!” Piagnucolò Amelia.

 

“Lo so, lo so… ma qual è il modo migliore per distruggere la base del nemico, se non facendolo dall’interno?” E distruggere quei pazzi era proprio quello che avevo intenzione di fare…

 

Gourry, al mio fianco mi batté una mano sulla testa. “Vi assicuro che i piani di Lina sono solitamente brutali ma efficaci!” Gli lanciai un’occhiata e il mio amico mi rivolse un ampio sorriso. “Non abbiamo molta altra scelta… abbiamo un’unica pista da seguire, cosa altro possiamo fare se non impegnarci su quella?” Oh, oh, a quanto pareva la mia compagnia aveva una cattiva influenza su di lui…

 

L’intervento del mio amico lasciò tutti interdetti. Quindi Zel sospirò. “Quanto mi piacerebbe avere a che fare con persone che non considerano solo le azioni che devono compiere ma anche le CONSEGUENZE di quelle azioni…”

 

Sogghignai. “Capisco. Questo tono rassegnato significa che vi arrendete alla NECESSITA’ di seguire il mio piano… In questo caso dovremo sbrigarci a decidere come agire e muoverci… ” Non avevo… proprio voglia, in quel momento, di pensare alle conseguenza, o al futuro… cercavo il più possibile di aggrapparmi alla mia volontà di vivere per il presente… e credo che anche per Gourry, allora, fosse esattamente la stessa cosa…

 

E poi… considerare il futuro con pessimismo… era il primo passo per far sì che le previsioni negative si avverassero… non ero io la paladina di quella filosofia…?

 

“Per prima cosa… sapete dove possiamo trovare Derek? Non penso che gradirà particolarmente l’idea che siamo noi ad offrirgli un’alleanza, ma penso che sia il caso di venire subito al punto, con lui, e di muoverci assieme…” Mi rivolsi principalmente a Sylphiel… era arrivata con lui, per cui supponevo che sapesse dove…

 

“Non credo che dovrete andare troppo lontano…”

Colti alla sprovvista, ci voltammo di scatto, verso la fonte della voce. Per un momento mi ero aspettata di trovarmi di fronte allo spadaccino in persona, ma dovetti constatare che chi ci aveva interrotto era una presenza ancora meno gradita…

 

“Xellos!!!” Che diavolo ci faceva, ancora appresso a noi?

 

“Bene, bene… una splendida riunione fra vecchi amici… e volevate escludermi… ma ho pensato che in questa storia sono apparso decisamente troppo poco… i miei fan potrebbero aversene a male…” Il demone si avvicinò e si sedette accanto a noi con fare noncurante ed il solito sorriso stampato in volto.

 

“Oh, è ammirevole il modo in cui ti preoccupi per loro…” Commentai in tono piatto, rivolgendogli un’occhiataccia.

 

Il demone mi rivolse uno sguardo ferito. “Lina… non devi guardarmi a quel modo… penserò che tu non mi voglia qui con te… anche prima te ne sei andata in quel modo così maleducato… ed io che ero lì mosso dagli intenti più nobili… solo per fare un piccolo favore ad una persona…” Faceva persino lo spiritoso?

 

“Oh, e immagino che ora tu sia qui perché quella stessa persona ti ha chiesto il FAVORE di rintracciarci…” Non mutai espressione.

Il demone sollevò in aria il dito e lo agitò con aria grave. “No, no, Lina -chan, non fraintendere… se sono qui è solo perché ADORO la vostra compagnia… al momento la persona che ho il compito di ‘accompagnare’ sa perfettamente dove vi trovate, quindi non avrebbe senso che io mi mettessi a cercarvi per conto suo…”

 

“Cosa intendi per accom…” Iniziai, ma il senso della sua frase mi colpì all’improvviso, con la forza di un Giga Slave rilasciato da mani avventate. “CHE SIGNIFICA ‘SA DOVE CI TROVIAMO’???” Scattai in piedi e mi guardai intorno, come aspettandomi di veder comparire da un momento all’altro Ilmund accompagnato da un plotone di guardie.

 

“Significa che non ha perso d’occhio per un attimo i vostri movimenti… ma al momento non ha alcun motivo per intervenire… in fondo i tempi non sono ancora maturi, ed i pericoli immediati sono stati eliminati…” Rispose semplicemente il Mazoku, in tono pacato…

 

Lo squadrai, attentamente… Stava mentendo…? Perché avevo l’impressione che non fosse così? Xel preferiva il raccontare mezze verità al mentire… credo che lo trovasse più… ‘raffinato’… o semplicemente più divertente…

 

“Se stai cercando di nuovo di farti gioco di noi…” Iniziò Zel in tono rabbioso, rivolto al demone, precedendo la mia reazione. In tutta risposta, Xellos gli rivolse un’espressione divertita… divertita e… vagamente inquietante… “Quante energie negative sprigionano da te in questo momento, mezzo uomo… ma me ne aspetto di più, in futuro… credo che non verrò deluso, in ogni caso… chissà come potrò… essere soddisfatto meglio…” A quelle parole fissò per un momento Amelia… la principessa osservò entrambi, visibilmente a disagio… ma evitò deliberatamente di incontrare lo sguardo della chimera.

Credevo che Zel si sarebbe arrabbiato… ero persino convinta che avrebbe cercato di attaccare il demone… ma il mio amico si limitò a osservare di sfuggita Amelia e ad abbassare lo sguardo, fissando il suolo…

 

Eh? Ma che prendeva, a quei due? Non si erano chiariti?

 

Il demone, apparentemente soddisfatto, tornò a rivolgersi a me. “L’uomo che cercate ha fiutato esattamente la vostra stessa pista… credo che se seguirete il piano che stavate elaborando non tarderete ad incontrarlo…” Rivolse un’occhiata a Gourry. “Che lo desideriate davvero o meno…”

 

Seguii il suo sguardo. Il modo in cui aveva fissato il mio amico spadaccino non mi era piaciuto per niente… “Perché ci stai dicendo questo?” Gli chiesi in tono cupo. “Viste le tue ‘alleanze’ credo che noi potremmo considerarci ufficialmente nemici, ora…” Per quanto il modo in cui dovessi considerare Xellos restasse sempre per me una grossa incognita… “Perché dovrei credere che tu ci stia aiutando…? Anche se solo per una cosa così semplice…”

Il demone mi rivolse quello che appariva uno sguardo sinceramente stupito. “Noi nemici, Lina –chan? Ma come puoi pensarlo? Date le circostanze, ti considererei piuttosto una preziosa alleata…”

 

I miei occhi si assottigliarono. “Alleata?”

Il demone si limitò ad annuire, mentre un sorriso che sul volto di chiunque altro mi sarebbe sembrato il più sincero del mondo illuminò il suo viso. “Mi assicurerò personalmente che non ti accada nulla di male, Lina -chan…” Si sollevò in piedi, lentamente, senza distogliere lo sguardo dal mio. “Non posso permetterlo… C’è chi… avrà sincero bisogno di te… molto presto…” Con un gesto che mi fece sussultare, sollevò la mano e fece per avvicinarla al mio volto… tuttavia il suo movimento si bloccò, a mezz’aria.

Seguendo lo sguardo del demone, ne scoprii la causa. Alle mie spalle, a meno di un metro, si trovava Gourry.  Nessun gesto, nessun segno di volerlo attaccare… ma fissava il Mazoku con uno sguardo minaccioso… e teso… Non aveva nemmeno accennato ad alzarsi, o avvicinarsi… ma le sue dite riposavano sull’elsa della sua spada…

 

…E stavano tremando.

 

Gourry aveva sempre impugnato quell’arma in tutta sicurezza, anche nelle situazioni più pericolose… raramente lo avevo visto abbandonare il suo atteggiamento tranquillo ed accomodante… l’autocontrollo di un bravo spadaccino… ma ora la sua mano tremava… e il suo sguardo non si allontanava da quello di Xellos… una minaccia… una minaccia… Gourry era una delle persone più percettive che conoscessi…

 

Tornai a fissare lo sguardo su Xellos… il demone stava sorridendo al mio amico… un sorriso sornione, ma, ne ebbi la netta impressione, lievemente seccato… “E’ ancora presto, in fondo…” Commentò, semplicemente, prima di ritrarre la mano.

 

Uhm…

 

“Vi conviene muovervi… non avevate un piano da portare a termine…?” Non potei fare a meno di notare la sfumatura lievemente irritata nella voce del demone… ma c’era anche una certa urgenza, nelle sue parole… anche lui sembrava molto meno controllato di quanto non fosse solitamente… non ne conoscevo il motivo, ma il mio precedente entusiasmo aveva lentamente cominciato a scemare…

 

…Del resto, non avevamo una grande scelta…

 

“Bè, pare che neppure questa volta riusciremo a liberarci di te…” Commentai, con una alzata di spalle. Scrollandomi la polvere di dosso, iniziai a raccogliere le mie cose.

 

“A…Aspetta un attimo, Lina!” Zelgadiss, che fino a quel momento non aveva alzato lo sguardo dal suolo, sembrò tornare improvvisamente alla realtà. “Non dirmi che hai intenzione di seguire lo stesso il tuo piano!!! Non lo hai capito? Ci sta incitando ad andare al tempio!” Puntò il dito contro Xellos, senza nemmeno preoccuparsi di abbassare la voce. “Lui VUOLE che ci rechiamo lì!!! In questo modo lo stai aiutando!!!”

 

Sospirando, gli rivolsi un’occhiata. “Zel, se Xellos vuole ottenere qualcosa troverà comunque il modo per farlo… e stare con le mani in mano ad aspettare che riesca nel suo intento non è certo il metodo migliore per ostacolarlo…” Rivolsi un’occhiata al demone, che ora mi stava fissando con interesse. Sostenni il suo sguardo, e gli sorrisi. “Forse cercare di servirci gli uni dell’altro a vicenda, come abbiamo sempre fatto, non è la soluzione ideale, ma sicuramente è la migliore fra le opzioni che ci si presentano al momento… ed è l’unica che prevede un ruolo attivo per noi, non è così, Xel?”

Il demone mi squadrò, con un lieve sogghigno. “Acuta come al solito, vedo… Interessante… la cosa si fa interessante…”

 

“Umph…” Fu il mio unico commento. Mi avvicinai a Gourry, per raccogliere il mio mantello. Ora il mio amico sembrava essersi calmato, anche se non aveva ancora allontanato le dita dall’elsa della spada. Continuava a non  distogliere lo sguardo dal Mazoku fermo, in piedi, ad aspettarci…

“Tutto bene?” Bisbigliai.

Lo spadaccino deglutì. “Non lo so, Lina…” Mi rispose, in tono basso, per evitare di farsi sentire. Con un cenno del capo, indicò Xellos. “Lui… non è come al solito… non so spiegare perché, ma… quando si è avvicinato a te… ho avuto… un bruttissimo presentimento…”

Gli diedi una lieve pacca sulla spalla. “Non fare troppo l’allarmista, cervello di medusa… o sarai ancora più distratto del normale…”

Lo spadaccino coprì la mia mano sulla spalla con la sua e mi rivolse un mezzo sorriso, annuendo. “Non preoccuparti per me.” Commentò, semplicemente… E uno strano calore cominciò a salire lungo il mio volto…

 

“Uhm… a… ad ogni modo… è il caso di muoverci, che ne dite?” Grattandomi la punta del naso, alzai la voce, in modo che anche gli altri potessero sentirmi, e rivolsi loro un’occhiata.

 

Con un sospiro, Zelgadiss annuì, imitato da Sylphiel. Amelia si limitò ad alzarsi, senza fare commenti.

“Bene.” Rivolsi un’occhiata al cielo, attraverso una delle fenditure nel muro della cattedrale in rovina. Cominciava ad imbrunire… “Ilmund non avrà allentato la guardia, ma le acque dovrebbero essersi calmate, ormai… Se sfruttiamo l’oscurità dovremmo essere in grado di rientrare in città…”

 

“Non penso davvero che Ilmund potrà causarvi problemi, al riguardo… lui si è reso conto delle sue priorità, ormai… non credo che commetterà altri errori…” Battendo le palpebre, mi rivolsi alla fonte della voce.

“Che intendi dire, Xellos?”

“L’esame procede piuttosto bene, Lina-chan… questo, intendo dire… Del resto io, che ti conosco così bene, avrei dovuto aspettarmelo…”

 

Ancora… quella storia…

 

“Allora… non dovevate andare…?”

 

 

 

L’oscurità sembrò volerci proteggere nella nostra marcia silenziosa fino al tempio… poche ore prima la città era stata completamente mobilitata contro me e Zel… ed ora non si vedeva nemmeno una guardia in giro… alle porte della città c’erano solo un paio di soldati, sonnacchiosi… forse gli stessi che erano stati costretti a cercarci la notte prima, e che ora faticavano a tenere gli occhi aperti… dubitavo che scavalcare le mura, come avevamo fatto, fosse stata una soluzione necessaria… probabilmente se fossimo passati loro sotto il naso non si sarebbero comunque accorti di noi…

Ma non era solo questo… avevamo evitato volutamente il centro della città, solitamente traboccante di persone anche a quell’ora della sera… ma non si vedeva davvero anima viva, in giro… era stato forse istituito un coprifuoco? Che cosa era cambiato, rispetto al giorno prima? Nelle ore che avevamo trascorso fuori dalla città ne eravamo rimasti completamente isolati… cosa era successo, all’interno delle mura, nel frattempo?

 

“Sembra… una città fantasma…” Commentò Amelia, stringendosi nel mantello.

“Mmm…” Fu il mio unico commento… C’era anche un’altra faccenda che mi preoccupava… ormai Ilmund sapeva per certo che anche Amelia era coinvolta nella faccenda… ne erano testimoni lui e le sue guardie… il coinvolgimento del regno di Sailune poteva tornargli utile? Aveva già reso pubblica la cosa? O intendeva servirsene come strumento per tenerci in pugno…? Forse era per questo che non mostrava più tutta quell’urgenza di catturarci, e non aveva più molti soldati sguinzagliati per la città… ora aveva un’arma per controllarci…

 

“Non è possibile!!!” Il sussulto di Zel, alle mie spalle, mi risvegliò dai miei pensieri.

“Cosa? Cos’è successo?” Improvvisamente allarmata, seguii lo sguardo della chimera e stavolta toccò a me rimanere stupita.

Di fronte a noi, il tempio era già in vista, dalla sua posizione lievemente rialzata rispetto ai vicoli che lo circondavano. I pilastri spezzati, le macerie ammucchiate, i resti degli altari e delle tre navate…ciò che restava delle cappelle dalle quali –notai- erano stati rimossi gli oggetti magici che un tempo vi erano stati esposti…

Tutto questo…

…e il santuario. Completamente integro. Ancora sigillato dall’immenso portale in legno, che un tempo aveva contenuto l’immenso potere custodito al suo interno.

Proprio come se nulla di ciò che aveva avuto luogo sei mesi prima fosse mai accaduto…

 

“E’… E’ assurdo!!! Non può essere ancora lì!!!”

 

“Di… di che cosa state parlando…?” Chiese Gourry, in tono lievemente perplesso.

“Guarda di fronte a te, zuccone! Quel santuario era completamente ridotto in macerie, sei mesi fa! Prima il colpo di Dynast, poi l’esplosione generata dal Portale… e il crollo del resto dell’edificio, che ha completato l’opera… Non ne restava nulla, dannazione!”

“Bé… d’accordo… ma se era così importante per lui come dite, Ilmund avrebbe potuto farlo semplicemente ricostruire in questi mesi, giusto?” Mi rispose il mio amico, con la consueta calma.

Aggrottai le sopracciglia. Poteva non avere tutti i torti, però… “In così poco tempo… un santuario di quelle dimensioni completamente ricostruito… se le cose stanno come dici tu, Gourry, allora l’interesse del Gran Maestro per quell’edificio deve essere DAVVERO forte… perché le risorse che ha impiegato nell’impresa non posso essere certo troppo ridotte… Mi chiedo come abbia fatto, con anche le spese del Concilio da sostenere…”

“Ha persino ricostruito il Portale che gli fa da sigillo…” Commentò Zel. “Forse allora le tue supposizioni non erano infondate, Lina… quel luogo nasconde davvero qualcosa…”

Mi scostai i capelli dal viso, in un gesto elegante. “Ma è OVVIO Zel… io ho SEMPRE ragione…” La chimera si limitò ad osservarmi, una grossa goccia di sudore lungo la tempia, mentre…

“A dire il vero, avrei un paio di esempi che mostrerebbero tutt’altro…” Iniziò il mio amico spadaccino.

“TU SEI QUELLO CHE HA MENO DIRITTO DI REPLICARE!!!” Gli rivolsi un’occhiata tutt’altro che rassicurante.

Lo spadaccino mi rivolse un sogghigno. “Bè, mi sembra di essere la persona che le tue ‘sicure ipotesi’ hanno messo nei guai più spesso…”

FORSE aveva ragione ma non era affatto CARINO dirlo a quel modo, davanti a tutti! Non pensava al fatto che la mia ipersensibilità avrebbe potuto esserne urtata in qualche modo?

La mia espressione si fece ancora più minacciosa…

 

La chimera sospirò. “PERFAVORE, voi due, finitela di giocare all’asilo… Ora che siamo qui, dobbiamo cercare di capire se ci è possibile entrare in quell’edificio. Sei mesi fa il sigillo protettivo non ci ha bloccati, ma potrebbero avere utilizzato un altro incantesimo più potente, questa volta…”

 

“Immagino che l’unica soluzione per voi sia avvicinarvi e provare, giusto?” Commentò in tono lievemente divertito Xellos, dalla sua ‘comoda’ posizione su uno dei lampioni della stretta via che avevamo imboccato, quella che una volta aveva condotto all’entrata principale del tempio… Il demone non ci aveva mollati un secondo, da quando ci eravamo allontanati dalla cattedrale… la sua presenza cominciava ad innervosirmi, per essere sincera…

 

“NESSUNO ha chiesto la tua opinione, Mazoku…” Replicò la chimera in tono stizzito. “Sappiamo cavarcela benissimo da soli…”

 

Xellos si limitò a fare spallucce e bere un altro sorso dalla tazza di tè che teneva in mano. “Cercavo solo di rendermi utile…” Commentò, la sfumatura di sarcasmo mai assente dalla sua voce. “Incantesimi protettivi e templi custodi dei segreti di Lord of Nightmares non sono cose con cui degli esseri umani hanno a che fare tutti i giorni… ”

 

Umph… come se non ci conoscesse abbastanza bene da sapere che noi di incantesimi…

…di incantesimi…

…Ehi, un momento!

 

“Ma certo!!!”

 

“Eh?” Tutti si voltarono a fissarmi.

 

“Non è detto che abbia pagato qualcuno per la ricostruzione del santuario! E’ possibile che si tratti di un incantesimo!”

 

Tutti assunsero un’aria piuttosto perplessa. Fu Zel a prendere la parola. “Ma… Lina… esiste un incantesimo del genere? Che può ricavare un edificio completamente ricostruito da un cumulo di macerie?”

 

Battei le palpebre. “Mi stupisce… che sia proprio tu a chiedermelo, Zel…” Replicai, interdetta.

La chimera parve cadere dalle nuvole. “Eh? Per quale motivo?”

Sospirai. “Quattro anni fa, quando tu e la tua combriccola di maleducati avete deciso di tormentare questa povera fanciulla ed il cervello di medusa qui presente, sguinzagliandoci dietro ogni genere di bestia, una notte per poco non avete mandato a fuoco la locanda dove dormivamo, e avete completamente distrutto la mia camera…”

“Veramente sei stata tu a lanciare una Palla di Fuoco al suo interno…” Osservò Gourry, in tono pacato.

Gli riservai una gomitata. Si ricordava sempre solo dei dettagli…

“AD OGNI MODO… In quell’occasione Rezo si è intromesso nel combattimento fingendosi nostro alleato, e dopo aver fatto allontanare i tuoi compagni ha lanciato un incantesimo che mi ha restituito la camera completamente intatta… Non so esattamente come ci sia riuscito… se la abbia semplicemente ricostruita o se piuttosto sia riuscito a trovare un modo per riportare indietro il tempo, solo per essa… ma chi ha restituito la sua integrità al tempio potrebbe essersi servito dello stesso metodo…”

A giudicare dall’espressione della chimera, la mia supposizione non gli giunse particolarmente gradita… “Io non avevo idea… che Rezo possedesse un potere del genere…  Quell’uomo… non mi ha mai detto molto, di sé…” Uh… forse Zel sospettava che Rezo avrebbe potuto fare anche qualcosa per il suo aspetto da chimera, con un incantesimo del genere… avevo i miei dubbi che fosse possibile… decisi comunque che non era il caso di sollevare la questione, e inasprire gli animi, in quel momento…

 

“Ma… Lina -san… se quel che dici è vero…”

 

Mi volsi verso Sylphiel, annuendo. “Già. Quell’incantesimo non è Magia Bianca delle più comuni. Si tratta di un livello molto avanzato… se fosse stato davvero utilizzato per il santuario significherebbe che rischiamo di trovarci di fronte a qualcuno potente almeno quanto Rezo…”

 

La sacerdotessa deglutì, l’espressione tesa… non aveva tutti i torti… probabilmente l’immagine del Monaco Rosso non le evocava ricordi piacevoli… in più… stavolta non c’erano spade sacre ad aiutarci…

“Ma allora… allora Lina –san… forse è il caso di…”

 

“Proviamo a dividerci e a fare il giro dell’edificio… Forse troveremo una entrata…” Non le permisi di finire. Capivo come si sentiva, ma a quel punto non aveva più alcun senso tirarsi indietro… ormai c’eravamo dentro fino al collo…

 

I miei amici annuirono, e Sylphiel li imitò, con un sospiro. Mi diressi verso il lato Est, attenta a non perdere l’equilibrio sulle macerie, tenendo costantemente d’occhio le ombre che risalivano i vicoli attorno a noi, addensandosi sulla costruzione… Di Derek, nessuna traccia… Forse Xellos si era sbagliato… o forse il cavaliere aveva già trovato il modo per entrare… Mi chiedevo che cosa avremmo trovato, poi, in quel vecchio edificio… forse aveva più senso cercare fra i resti del tempio… una botola, o qualche entrata per un laboratorio sotterraneo… chi ci assicurava che Ilmund avesse scelto proprio il santuario come accesso alla luogo di raduno del ‘Concilio’? Certo, però… quella ricostruzione frettolosa…

 

“Ehi, Lina… Vieni un po’ a dare un’occhiata…” Fui richiamata alla realtà dalla voce di Zel, che si trovava a non grande distanza da me, di fronte all’entrata principale…

Mi avvicinai, curiosa. “Che c’è, Zel? Hai trovato un modo per aprire il portale?” Mi pareva strano che fosse stato tutto così semplice…

Il mio amico scosse la testa, spegnendo immediatamente le mie speranze. “No, purtroppo… Ho provato a girare la maniglia, e anche a forzare la serratura, ma è completamente sigillato…” E ti pareva… “Però, guarda…” Sollevò il volto, verso il massiccio ebano decorato… “Tu ti ricordavi di quei segni?”

Battendo le palpebre, seguii il suo sguardo. Nella parte più alta del Portale, poco al di sotto dello stipite, il legno era stato inciso… delle specie di ideogrammi, dal significato a me ignoto… Non sembravano rune protettive… Ma non capivo di che cosa si trattasse… “No, ricordo bene… l’altra volta non c’era niente di simile…” Mordendomi il labbro, mi avvicinai e diedi una lieve spinta al portale… forse quelle cose erano incantate… pensavo che magari…avrebbero reagito alla mia magia nera, o qualcosa del genere…ma purtroppo, niente da fare…

 

“Hai idea di che cosa possano essere…?”

Scossi la testa. “Non si tratta di nessun alfabeto che io conosca…” Mi strofinai nervosamente il mento con l’indice, riflettendo… “Non riesco nemmeno a capire se si tratti di lingua della Magia, o di un linguaggio parlato da una delle razze del nostro pianeta… Potrebbe essere una delle antiche lingue dei draghi, o degli elfi… non saprei… Ma forse gli altri…” Mi guardai attorno, alla ricerca del resto del gruppo.

Zelgadiss si accigliò. “Credo che siano sul retro dell’edificio. “Gourry e Sylphiel si sono allontanati in quella direzione, quando ci siamo separati… Amelia non ha detto nulla, ma suppongo che li abbia seguiti, dato che l’alternativa sarebbe stata rimanere con me…”

 

Inarcai un sopracciglio, fissando lo sguardo su di lui… “Ne avete parlato, è questo il problema…” Non si trattava di una domanda.

Il mio amico si limitò ad annuire, distogliendo lo sguardo… improvvisamente parve molto interessato alle decorazioni del legno del Portale….

“Come ha reagito?” Premetti, cercando di ottenere qualche informazione in più… Sinceramente, mi sentivo una stupida a fare troppe domande… ma continuare a vedere quello zuccone fare la vittima silenziosa non era un granché, come prospettiva…

Il mio amico sorrise, di un sorriso amaro. “Ha reagito nel modo più prevedibile… dovevo capirlo che sarebbe stata la goccia in grado di far traboccare il vaso…”

Battei le palpebre. “Intendi dire che si è arrabbiata?”

La chimera tornò a guardarmi. “Tu che cosa ne pensi? E’ da stamattina che non mi parla, e fatica persino a guardarmi negli occhi…”

Mi accigliai. “Non sarà che sei stato brusco, come tuo solito? C’è modo e modo di dire le cose…”

Il mio amico si fece pensieroso. “Ho cercato… di usare il maggiore tatto possibile… ma forse era ovvio che sarebbe andata così… tu come reagiresti se una persona a cui tieni ti dicesse che sarebbe disposta ad ucciderti per il suo tornaconto?” Mi lanciò una breve, penetrante occhiata…

Non seppi cosa rispondere, e potei solo tornare a fissare il portone, un moto d’irritazione che risaliva sin dal mio stomaco, pronto ad offuscare la mia capacità di riflettere. In quel momento quel pezzo di legno mi appariva come l’ostacolo insormontabile che ci separava dalla soluzione di tutti i nostri problemi…

“Forse ha solo bisogno di essere lasciata in pace e di riflettere per un po’…” Conclusi, in tono un po’ brusco, cercando di evitare che il mio stato d’animo trapelasse dalla mia voce.

Lo sguardo del mio amico si fece cupo… più cupo di come fossi abituata a vederlo… “Forse… o forse ha intenzione di non avere più nulla a che fare con me…” I suoi pugni si chiusero e si riaprirono, nervosamente. “Però, chissà… magari… magari in questo frangente sarebbe la soluzione migliore…”

Fissai su di lui uno sguardo stavolta evidentemente seccato. “Sei IMPOSSIBILE, lo sai?”

Quanto lo detestavo quando si metteva a fare il disfattista! Quanto detestavo il suo continuo tornare sulle decisioni! Era ora che qualcuno gli insegnasse a darsi una mossa, dannazione! Come pretendeva di ottenere quello che desiderava, se non faceva altro che lamentarsi? Indietreggiando lievemente, protesi le mani di fronte a me, mentre una formula risaliva velocemente alle mie labbra…

 

“E… ehi, Lina, aspetta un secondo, che cos’hai intenzione di fare???”

Ignorando completamente la sua domanda, lasciai fluire in me la magia e… “Palla di fuoco!” Recitai. In un lampo luminoso, il mio incantesimo si abbatté sul portale in legno, sollevando una nuvola di polvere e… lasciando il nostro massiccio ostacolo senza nemmeno un graffio, intatto.

“Uff… me lo aspettavo…”

“Li… Lina, ma sei impazzita??? Vuoi farmi venire un colpo???” La chimera passò immediatamente dalla difensiva all’offensiva… ehi… aveva creduto davvero che mirassi a lui…? Grazie tante per la fiducia…

Chissà perché la gente pensa sempre certe cose di me…

 

Ehm…

 

“Suvvia, Zel…” Gli strizzai l’occhio. “Preferisco non sfogare le mie frustrazioni sui miei compagni di viaggio, se non è strettamente necessario… Per quanto penso che tu abbia capito PERCHE’ avrei potuto decidere di sceglierti come mio bersaglio…” Il mio amico ammutolì a questa affermazione, e abbassò lo sguardo. “Risolveremo anche questa faccenda, quindi smettila di piangerti addosso…” Cercai di assumere un tono conciliante, anche se ciò che ottenni in cambio fu solo un’occhiata torva… La ignorai. Volevo parlare con Amelia, e sentire la sua versione dei fatti… quello che aveva detto Zel mi lasciava qualche dubbio… in quel momento, però, dovevamo risolvere problemi più urgenti… Non potevamo farci sorprendere dal giorno in quel luogo, senza aver risolto nulla… anche se Ilmund sembrava aver allentato la guardia, era troppo pericoloso…

“Ora, però, c’è un’altra questione che dobbiamo risolvere…” Rivolsi un’occhiata al santuario che si ergeva, sfidandoci, nella notte. “E’ come pensavo…” Aggiunsi semplicemente, con un sospiro. “Rimettendo in piedi il tempio, hanno ripristinato l’incantesimo protettivo che proteggeva l’edificio prima che lo scorrere del tempo gli facesse perdere gran parte della sua efficacia…”

Alla mia affermazione, l’attenzione della chimera venne subito risvegliata. “Tu dici? Quindi secondo te l’incantesimo degli elfi e degli umani è ritornato attivo?” I suoi occhi si assottigliarono. “Se è come dici tu, allora devono aver veramente usato la Magia per far risorgere questo luogo dalle ceneri…”

Annuii. “La mia è solo un’ipotesi… Magari si tratta di uno scudo qualsiasi… ma ha resistito alla mia Piromanzia, quindi è certo che la persona che lo ha lanciato possiede dei poteri fuori dal comune…”

Una goccia di sudore scese lungo la sua tempia. “Uh… modesta come sempre, eh?”

“Che cosa vorresti…”

 

“Ragazzi!!!” Evidentemente attirati dal suono dell’esplosione, Gourry e gli altri sbucarono da dietro la parete del tempio, ansimanti… muoversi di corsa fra le macerie non doveva essere una cosa semplice…

“E’ tutto a posto? Lina –san, Zelgadiss –san? Abbiamo sentito che veniva scagliato un incantesimo…” Sylphiel appariva piuttosto pallida, e nervosa. Al contrario Xellos, alle sue spalle, aveva l’aria di chi si sta divertendo un mondo…

Le rivolsi un sorriso. “E’ tutto a posto. Stavamo solo cercando di aprire il portale… con scarsi risultati, come vedete…”

“Avrei dovuto immaginarlo che era una delle tue trovate… ed io che mi preoccupavo…” Commentò Gourry, con l’aria di aver passato i due minuti più brutti della sua esistenza…

Ridacchiai. “Mi dispiace, mi dispiace, avrei dovuto avvisare…” Agitai la mano, per rassicurarlo. “Voi avete trovato niente?”

I miei compagni scossero la testa, all’unisono. “Mura spesse di pietra… nient’altro…” Osservò Amelia. “Pare che questa sia l’unica entrata possibile…

Mi accigliai, tornando a fissare la mia attenzione sulla nostra ‘gatta da pelare’… “Bene, abbiamo appurato che la magia non è efficace… ma quando in un posto viene messa una porta di solito lo si fa perché la si possa aprire, giusto?” Mi avvicinai, studiando la grossa maniglia e la serratura, chiedendomi fugacemente se la mano di uno scassinatore un po’ più abile di noi sarebbe bastata… Forse c’era anche qualche trappola, chi poteva saperlo…? Anche se l’incantesimo di per sé pareva più che sufficiente…

Però…

Il mio sguardo cadde nuovamente sui segni che sovrastavano l’entrata. “E se si trattasse di un codice?” Commentai, rivolgendomi più a me stessa che agli altri… “Magari è proprio la chiave per spezzare la magia che protegge questo posto dagli intrusi…”

 

Amelia, al mio fianco assunse un’aria perplessa. “Ma scusa, Lina -san… che senso avrebbe porre un incantesimo di protezione su una porta per evitare che la gente entri, e poi mettere in bella vista il modo per rendere tutta la fatica vana…?”

 

Le lanciai un’occhiata, passandomi la mano sulla nuca, nervosamente… “Può darsi che solo le persone a cui è consentito l’accesso siano in possesso della chiave per decifrare il codice…” Replicai. “Però hai ragione, il fatto che lascino la possibilità a chiunque di tentare l’entrata è un po’ strano… forse… mi sono sbagliata…”

 

“Lina…” Richiamata alla realtà, volsi lo sguardo verso Gourry, che ora fissava con aria perplessa la parete di pietra che ci sovrastava… “Lassù…” Mi segnalò il mio amico. “Sopra lo stipite… non sono delle altre scritte…?” Seguii l’indicazione dello spadaccino con lo sguardo… e le notai. La luna era uscita dalla trappola di nubi che la aveva celata sino ad allora, per rivelarci le sottili incisioni, che erano apparse quasi del tutto nascoste, dal basso del luogo in cui ci trovavamo… fortunatamente la vista di Gourry era buona come sempre…

“Sembra lo stesso alfabeto delle iscrizioni più in basso… ma è un’incisione piuttosto breve… mi chiedo perché sia separata dalle altre…”

 

“Forse è una specie di titolo… o qualcosa del genere…” Azzardò la sacerdotessa, al mio fianco.

 

Un titolo… un titolo… che senso avrebbe avuto scrivere un titolo per un’iscrizione che praticamente nessuno era in grado di comprendere…? A meno che… ma no, era una soluzione troppo banale…

…tuttavia…

…quei segni…

“Forse ho capito!”

Mi misi a cercare furiosamente in mezzo alle mie borse, finché non trovai la penna d’oca, ed una delle pergamene di cui mi servivo talvolta per ricopiare gli incantesimi… Gettatami a sedere, fra gli sguardi perplessi dei miei amici, presi a ricopiare con attenzione i segni che si trovavano al di sopra degli altri, assegnando a ciascuno il corrispondente che immaginavo… Quindi feci il raffronto e… calzava perfettamente! Sembrava studiato apposta per essere compreso!

Frasi sensate… non poteva essere una corrispondenza casuale!!!

 

“Una soluzione così banale!!!” Sbottai, incredula.

 

“Lina…?” Gourry si sporse dalle mie spalle, per leggere quello che avevo trascritto… Non c’erano spazi fra le diverse parole, ma la frase era ormai ricostruibile… “Ma… Lina… hai decodificato quelle iscrizioni!!! E’ così, vero???”

 

Mi massaggiai la tempia, sospirando. “Così pare…”

 

Il potere unito delle razze l’ha creato… un potere unito potrà distruggerlo.

Questa, la semplice scritta che aveva sbarrato la nostra marcia, fino ad allora…

 

Il mio amico spadaccino mi prese il foglio di mano e lo fissò per un momento, perplesso, mentre gli altri lo accerchiavano per riuscire a vedere. “Ma… che significa, scusa?” Mi fissò, interdetto.

 

“Bé… penso che intenda dire che bisogna combinare i poteri delle tre forme di Magia fondamentali, per abbattere questo ostacolo…” Indicai il portone, con un’alzata di spalle… “In fondo, avremmo potuto arrivarci anche senza decifrare la scritta…”

 

La chimera fissò lo sguardo su di me. “Ma si può sapere come hai fatto…?”

Feci nuovamente spallucce… “Un trucchetto, nient’altro che questo… Guarda lassù… sotto alcuni dei segni ci sono delle piccolissime incisioni… in numero diverso, per ogni segno diverso… se confronti la mia scritta con quegli ideogrammi ti renderai conto che ad ognuno di essi corrisponde una lettera nell’alfabeto della lingua comune… e se confronti gli ideogrammi marcati dai segnetti potrai notare che il numero di quelle piccole incisioni corrisponde al numero ordinale che si può assegnare alla lettera dell’alfabeto che ho scelto per trascriverlo, se le si conta dalla prima all’ultima… E’ una soluzione davvero banale… sinceramente mi aspettavo qualcosa di più dai nostri fantomatici ‘nemici invincibili’…”

“Sarà anche banale, ma mi chiedo come ha fatto a venirti in mente una cosa del genere…” Fece il mio amico spadaccino, con l’aria sempre più spaesata.

Gli sorrisi. “Vedi l’iscrizione che sovrasta tutte le altre? Sono solo sei segni… a che altro vocabolo poteva corrispondere la chiave dell’indovinello, se non alla parola ‘chiave’ stessa?” Gli strizzai l’occhio. “Per fortuna osservando la scritta mi è venuta in mente questa ipotesi… così ho confrontato segni e tratti indicatori… e dopo aver visto che la mia idea poteva funzionare, la frase sottostante è venuta fuori, come bere un bicchier d’acqua…” Gli strizzai l’occhio.

 

Il mio amico mi batté gentilmente la mano sulla testa. “Bé, non ho compreso i particolari della spiegazione, ma a quanto pare è stata un’ottima idea…”

Lasciai morire fra i denti il mio commento sul rapporto esistente fra lo spadaccino e la parola ‘comprensione’… non era il momento…

 

La chimera si grattò la testa, tossicchiando. “Bé… bene… Dato che a quanto pare i nostri problemi sono risolti non ha molto senso restarsene qui fermi a prendere freddo… Penso proprio che dovremmo…” Si volse verso Amelia e d’improvviso la sua voce scemò… “Uhm… penso che dovremmo collaborare… come ha detto Lina…” Non la guardò negli occhi. La Principessa, dal canto suo, non fece il minimo sforzo di incontrare il suo sguardo.

Sospirai. “Non so se vada bene qualsiasi incantesimo… per spezzare uno scudo suppongo che serva qualcosa di offensivo…” Sollevai lo sguardo verso Sylphiel. “Forse è meglio se lasci fare Amelia… la tua specialità sono gli incantesimi di difesa, giusto?” Dragon Slave a parte…

La sacerdotessa mi sorrise, e annuì. “Sono d’accordo, Lina –san…” Tirando lievemente Gourry per la manica, lo trascinò con sé lontano dalla traiettoria dei nostri incantesimi.

 

“Oh, finalmente… Pensavo che avremmo fatto l’alba, prima che tu trovassi la soluzione, Lina…” Xellos se ne stava tranquillamente seduto sulla cima di un pilastro spezzato, osservando in silenzio con l’attenzione di chi assiste ad uno spetttacolo di marionette…

Gli riservai la peggiore delle mie occhiate. “Tu sapevi fin dall’inizio come avremmo dovuto fare per entrare, giusto?”

Il Mazoku scosse veementemente la testa, con apparente sincerità. “Oh, non ne avevo la più pallida idea… Sarò anche un demone, ma non potevo essere contemporaneamente con voi e qui, nel momento in cui è stato lanciato l’incantesimo, ti pare?”

Si trovava… con noi…? Voleva dire che lo scudo… era stato innalzato quella notte stessa…? E… per quale motivo…?

“E poi…” Proseguì. “… non avevo alcun bisogno di conoscere il modo per entrare… sapevo già per certo che tu saresti riuscita a scoprirlo…” Sogghignò lievemente. Che intendeva dire…? Mi stava prendendo in giro…?

“E… e in che modo…?”

Il demone agitò l’indice a mezz’aria, interrompendomi… “No, no, Lina –chan… mentre perdiamo tempo a parlare, i minuti passano…”

“Umph…” Fu la mia, seccata, risposta. Per una volta, aveva ragione lui…

“Muoviamoci…” Intimai semplicemente agli altri, portandomi esattamente di fronte alla costruzione…

Zelgadiss lanciò un’occhiata nervosa al demone e mi si affiancò. La principessa lo imitò, con un sospiro.

 

“Pensi di usare il Ra Tilt, Amelia?” Inclinai lievemente la testa verso di lei, guardandola da sopra la spalla. La mia amica annuì. “E’ un incantesimo che attacca sul piano spirituale… dovrebbe andare, per uno scudo…” Annuii. Per quel che mi riguardava, sapevo perfettamente di che cosa servirmi… una lama in grado di tagliare anche la barriera fra le dimensioni… Magia Nera, che traeva la sua fonte direttamente dall’energia magica fondamentale, la signora di tutti gli incantesimi… Cosa meglio del Laguna Blade poteva servire allo scopo? Non avevo bisogno di riporvi tutte le mie forze… il bersaglio era fermo, avevo l’appoggio degli altri… avrebbe funzionato… DOVEVA farlo…

 

Sommessamente, iniziammo tutti e tre a recitare. Pochi istanti, e l’energia fluiva nei nostri corpi, premendo per essere liberata. Un breve cenno d’intesa, e i tre flussi vennero rilasciati dalle nostre mani, contemporaneamente. Andarono ad incontrarsi, con un sommesso fischio, per poi abbattersi sotto forma di onda d’urto dalle notevoli proporzioni, sul portale. Per un momento, la luce acceante ci impedì totalmente la vista…

 

“Ce… Ce l’abbiamo fatta…?” Chiese Amelia, interdetta, qualche secondo dopo l’impatto. Ancora diversi istanti dopo l’impatto, era quasi impossibile vedere ad un palmo dal naso…

“Non saprei…” Aguzzai la vista, per cercare di intravedere qualcosa, al di là della coltre di polvere che si era sollevata dalle macerie. Mi sembrava di scorgere il portale, ma… era ancora chiuso…?

Gourry si avvicinò alle nostre spalle, avanzando dalla sua posizione riparata. Fissando lo sguardo sulla grossa nube mi imitò, cercando di capire se il nostro piano aveva avuto successo. Alla sua vista bastarono pochi secondi, fortunatamente…

 

…Probabilmente furono proprio quegli istanti a salvarci la vita…

 

“Giù!!!” Si limitò a gridare il mio amico. Senza lasciarmi il tempo di capire che cosa stesse succedendo si gettò su di me, trascinandomi, con sé, a terra. E dopo pochi secondi, il boato. E l’inferno. Una imponente fiammata si sprigionò sino al punto in cui pochi secondi prima mi ero trovata, e l’esplosione fu tanto luminosa che in un primo momento pensai che avesse coinvolto l’intero santuario… Rimasi sinceramente stupita quando vidi che solo il portale di legno ne aveva subito le conseguenze, riducendosi ad un cumulo di cenere alla mercé del vento freddo di Miilun…

 

Semi accecata dal fumo e dalla polvere, mi ci volle qualche secondo per riuscire ad imporre ai miei occhi di cessare di lacrimare… e desistetti ben presto dal tentativo di smettere di tossire…

“Lina… tutto a posto…?” Due occhi azzurri, segnati di preoccupazione, si pararono fra me ed il cielo stellato, che cominciava a raffiorare, sfidando gli effetti della nostra, umana, magia… 

Potei solo annuire, fra i sussulti della tosse. Il mio amico mi aiutò a rimettermi a rimettermi a sedere, e mi sorresse per qualche istante, mentre gli spasmi si calmavano, continuando a farmi da scudo dal fuoco che ancora divampava…

 

“Oh!” Come richiamata alla realtà, Sylphiel si fece avanti. Estratta un piccola bottiglietta da una della tasche del suo mantello, ne sparse il contenuto attorno a sé, recitando sommessamente una formula. Nel giro di pochi istanti, una lieve pioggerellina cominciò a battere, quieta ma insistente, sulle nostre teste, e in qualche minuto gli ultimi residui di fiamma si erano ormai estinti…

“State tutti bene?” Chiese poi, fissando preoccupata la schiena di Gourry. Solo allora me ne accorsi. La tunica blu che era solito indossare era lisa e bruciata e al di sotto di essa vi erano segni di scottature…

Vi feci scorrere le dita sopra, e pur, cercando di essere il più delicata possibile, trassi un lieve sussulto dal mio amico. Fu solo un istante, però. Il mio Recovery ebbe quasi immediatamente effetto…

“Mi spiace…” Sussurrai. Presi una ciocca dei suoi capelli fra le mani. Le punte erano bruciacchiate e un’improvvisa eclissi sembrava avere oscurato il loro consueto color del sole… Non potei fare a meno di ridacchiare… “Se i tuoi capelli potessero odiarmi, penso proprio che lo farebbero… è la seconda volta che li riduci così per difendermi…”

Il mio amico ridacchiò a sua volta, rilassandosi al mio tocco. “Bé, suppongo che in ogni caso dovranno addattarsi a ciò che ne pensa il loro padrone…” Mi passò una mano lieve fra i capelli. Gli sorrisi per un momento, per tornare a rivolgere l’attenzione allo scenario che mi circondava…

 

“Amelia, Zel… state bene?” I miei due amici si trovavano ad una certa distanza da noi al di della linea lasciata sul terreno dalla fiammata che ci aveva mancati per un soffio. Osservavano l’entrata buia dove un tempo si imponeva il grosso portone, ancora, evidentemente, piuttosto scossi…

 

Zel mi lanciò un’occhiata. “Credo… credo di sì… un bello scherzetto per i curiosi, non c’è che dire…” Lanciò un’occhiata alle sua spalle. “Amelia… Amelia, è tutto ok?” Protese la mano per aiutarla ad alzarsi, ma la mia amica la rifiutò, seppure non bruscamente. Annuì, semplicemente. “Sto bene, Zel…”

 

Zel… quando aveva voluto prendere le distanze da lui, anche dopo quello che era accaduto sei mesi prima, Amelia era sempre stata solita proteggersi dietro a quel titolo onorifico che la buona educazione di corte le aveva insegnato a non omettere mai… ma non ora…

…avevo l’impressione che Zelgadiss si fosse sbagliato, riguardo al suo atteggiamento…

 

La chimera ritrasse la mano, l’espressione indecifrabile. “Ad ogni modo…” Iniziò, in tono piatto. “Dovremmo muoverci… di questa esplosione deve essersi per forza resa conto l’intera città…” Si accigliò. “Non riesco ad interpretare le intenzioni di Ilmund, ma se si trova ancora sulle nostre tracce, questo è di sicuro un segnale piuttosto chiaro della nostra presenza…”

 

Annuii. “Diamo un’occhiata veloce al santuario e se non troviamo nulla sbrighiamoci a togliere il disturbo…” Concordai.

Mi rialzai, un po’ barcollante. L’entrata ora era buia, e silenziosa… C’erano altre trappole ad attenderci…? Mi avvicinai cautamente, mentre Gourry, alle mie spalle, estraeva la spada. Tutto tranquillo… forse potevamo azzardarci ad entrare…

 

Mossi un passo sul pavimento di pietra. Niente. A quanto pareva, l’incaricato alla protezione di quel luogo doveva aver ritenuto sufficiente quella simpatica sorpresa, all’entrata, per scoraggiare gli intrusi…

Tuttavia, era sempre meglio essere prudenti…

“Cerchiamo di procedere con metodo… Gourry… tu hai un’ottima vista… prova a dare un’occhiata alla zona dell’altare…” La grande sala era tutta scarsamente illuminata… Le fenditure nelle pareti erano minuscole e poco numerose, tanto che dall’esterno c’era stato impossibile notarle… sembrava che nessuno avesse messo piede in quel luogo da mesi… la polvere ricopriva tutto di un velo impenetrabile, e il disordine regnava sovrano… l’altare, che nella nostra prima spedizione in quel luogo, sei mesi prima, non ricordavo di aver notato, si trovava in fondo alla sala, in una posizione particolarmente ombreggiata… “Sylphiel, perlustra i pavimenti… Zel, Amelia ed io ci occuperemo delle pareti… immagino che dovremmo aspettarci di trovare una leva, una apertura segreta, o qualcosa del genere…”

 

I miei compagni annuirono, all’unisono, e la nostra ricerca cominciò. Perlustrammo l’enorme stanza per quelle che sembrarono ore… con l’ansia continua di essere sorpresi dalle truppe di Ilmund, e catturati…

Ad ogni minuto che passava, mi sentivo più stupida… con che cosa potevamo pensare di combattere il Concilio… con le ragnatele? Perché a quanto pareva in quel luogo non avremmo trovato molto altro…

 

“Che cosa abbiamo fatto di male, per trovarci in questa situazione…?” Sentii Amelia commentare, in un moto di esasperazione, quando inciampò per l’ennesima volta nel gradino che conduceva alla piccola cappella laterale, ricolma di oggetti ammassati, nostra ultima speranza di trovare qualcosa, per quel che riguardava la parete ovest del santuario…

“Ho già perlustrato quella parte Amelia…” La avvertii.

“Lo so, ma qui è così pieno di roba che potrebbe esserti sfuggito qualco… ooooooooh, accidenti!!!” La afferrai al volo, per il mantello, prima che il suo stomaco andasse a piantarsi contro l’estremità appuntita di un candelabro… a dire la verità il mio rimedio non risultò particolarmente piacevole… per dirla tutta, rischiai quasi di strozzarla… ma immaginavo che in quel caso il fine giustificasse i mezzi…

 

“Lina -san!” Protestò la mia amica, passandosi la mano sul collo, dove l’attaccatura del mantello aveva lasciato un profondo solco rosso. “Stai cercando di uccidermi, per caso???”

Sospirai. “Veramente ci stavi già riuscendo benissimo da sola… Cerca di fare più attenzione, perfavore, non ci tengo a vederti infilzata come uno spiedino…”

 

La mia amica mi lanciò un’occhiata un po’ ferita. “Hai… hai ragione, scusami… è solo… che sono un po’ nervosa…”

 

Restai ferma a fissarla per un momento… potevo immaginare ciò che la rendeva nervosa… ora … c’erano tanti modi pieni di tatto per intavolare la discussione…

 

“E’ perché Zel ti ha detto tutto, giusto?”

 

Ecco. Ci SAREBBERO STATI tanti modi pieni di tatto per intavolare la discussione… ma io non riuscii che ad essere diretta, come sempre…

 

La mia amica fissò su di me uno sguardo un po’ stupito. “Parli… parli di… Tu sai tutto, Lina –san…?”

Oh… ehm… a quanto pareva Zel non le aveva detto di avermelo raccontato…

Potei solo grattarmi la punta del naso, annuendo… “Bé… ieri notte… quando siamo fuggiti… a dire il vero lo ho quasi costretto a parlarmene…”

 

La principessa ammutolì per qualche istante, mettendomi un po’ a disagio… le aveva… dato fastidio…?

“Amelia…”

“Avrei dovuto immaginarlo…” Mi interruppe. “Mi sembrava strano che fosse stato lui a prendere l’iniziativa e parlarmene…”

Si volse verso di me… Mi aspettavo uno sguardo arrabbiato, o freddo… invece, ciò che dovetti affrontare, fu solo una pesante, disarmante tristezza… “Non credo che questo sia ciò che si può chiamare giusto, eh, Lina –san…? Il fatto che ci sia la possibilità per lui di essere sottoposto ad una scelta del genere… e il fatto che lui stesso ammetta di non avere la completa certezza di ciò che più profondamente desidera… Questo non è il genere di storie che leggevo sui miei libri di cavalieri e dame, da piccola… lì tutti avevano perfetta coscienza del proprio ruolo… tutto ciò di cui il bel principe doveva preoccuparsi era votarsi alla propria amata…” Abbassò lo sguardo…

 

Mi avvicinai a lei, in modo da vederla in volto. “Tu… Ce l’hai con lui… ora… Amelia…? Ora che sai la verità…”

 

La mia amica esitò un momento… quindi scosse la testa, con una certa sicurezza. “In fondo non penso… che dipenda da lui… Non credo di certo… che gioisca all’idea di farmi del male…” Evitò di guardarmi negli occhi, apparentemente improvvisamente interessata alla nuda pietra che le si trovava di fronte… “Lui… è tornato umano, in quel luogo… in quel… Confine, o come lo ha chiamato… seppure solo per brevissimo tempo… ha raggiunto l’obiettivo che sta inseguendo da così tanto tempo… Mi fa una strana impressione pensarlo… mi chiedo… quando si è sentito più felice… se in quei brevi momenti… o nella notte che ha passato a Sailune, con me, prima di partire per quelle terre… me lo chiedo costantemente, da quando abbiamo parlato, questa mattina… perché la risposta… la risposta significherebbe…” Si interruppe, deglutendo… ebbi l’impressione che stesse lottando per evitare le lacrime…

 

Mi dispiaceva vederla così… ma che cosa potevo dire per confortarla…? Conoscevo Zelgadiss quanto lei… cercare di rassicurarla a tutti i costi, ‘indorarle la pillola’, sarebbe stata solo un’offesa alla sua sensibilità…

 

“Non hai un’idea…? Non pensi di sapere che cosa Zel sceglierebbe…?” Nemmeno io riuscivo a dare una risposta a quella domanda, allora… sapevo che solo il fatto che il dubbio lo attraversasse, ora, poteva non essere del tutto gradevole, per Amelia… ma il nostro amico teneva a noi… teneva ad Amelia… potevo veramente pensare che la sua mente sarebbe stata tanto catturata dalla sua ossessione da fargli scordare i quattro anni da amico, al nostro fianco…?

 

La principessa annuì. “Io mi fido di lui, Lina –san… è quello che ho detto anche a lui… e lo ripeto a te, ora… forse… forse è vero… forse avevo un’immagine un po’ idealizzata di Zel, inizialmente… per molti apsetti ho dovuto rivedere quello che pensavo, ho dovuto rifare i miei conti… ma la mia opinione fondamentale su di lui non cambia, Lina –san… lo amo…” Deglutii… c’è chi… non sarebbe stato capace… di ammettere i propri sentimenti tanto facilmente… “…lo amo perché anche se è una persona solitaria, ma sente profondamente il legame con le persone a cui tiene… e lo amo anche perché so che in fondo è una persona leale… nonostante il suo aspetto scontroso… sono tante le occasioni in cui ce lo ha dimostrato, tante le occasioni in cui ho avuto modo di accorgermene… Non riesco a credere che ci tradirà, Lina… non ce la faccio… quando gli ho parlato in questo modo mi ha risposto che se lo aspettava… che non dovevo comportarmi da ingenua, o la gente si sarebbe approffittata di me… ma io non cambio idea… mi fido di lui.”

Annuii. “Lo sapevo che mi avresti risposto così…” Le rivolsi un sorriso… Speravo tanto che avesse ragione…

 

La principessa rispose al sorriso… ma fu solo un breve momento… immediatamente, il suo volto tornò ad oscurarsi… “Tuttavia… non è questo, che mi preoccupa… ciò che temo… è quello che succederà dopo…” Sollevò lo sguardo, verso di me. “Non voglio credere che ci tradirà… ma se sarà come dico, come considererà, poi, la sua scelta…? Forse lo farà per puro obbligo nei nostri confronti… forse gli capiterà di maledirsi, per non avere colto l’occasione di realizzare il suo sogno…”

“Amelia… io non credo…”

“Lui… mi ha detto una cosa, Lina -san… ha detto che detesta questa situazione… perché… in qualunque modo andranno le cose… finirà per essere pieno di rimorsi per la sua scelta… per non accettare di avere lasciato qualcosa di importante… Dopo che ha pronunciato questa frase, non sono più riuscita a guardarlo in faccia, per tutto il giorno… mio padre mi ha sempre detto che l’amore è qualcosa che rende felici… ma sarà anche per me che si troverà nell’obbligo di prendere una decisione simile… se ci penso, mi sento tremendamente impotente… e triste…”

 

Restai ferma, in silenzio a guardarla… del resto, che cosa potevo replicare…? Niente… Zel non aveva come al solito capito niente…

 

“Ragazzi! Venite qui un momento, per favore…” La voce di Gourry. Rivolsi un’occhiata al mio amico. Si trovava di fronte all’altare, e pareva concentrato sugli oggetti, gettati alla rinfusa, coperti di polvere, al di sopra di esso…

 

Mi avvicinai. “Hai trovato qualcosa…?”

Il mio amico mi rivolse un’occhiata. “C’è una cosa strana, Lina…” Mi indicò un candelabro, spento, poggiato all’estremità dell’altare… apparentemente non c’era nulla che lo rendesse strano… Lo spadaccino, tuttavia, sanò ben presto i miei dubbi… “Ho provato a sollevarlo, a muoverlo… ma non si sposta dalla sua posizione…”

 

“Uhm…” Fu il mio unico commento. Provai a poggiare una mano sopra l’oggetto, a tirare… nulla.

Rimasi ferma, in silenzio a fissarlo, mentre i nostri compagni ci raggiungevano… non era normale, ovviamente… perché a qualcuno dovrebbe saltare in mente di incollare un candelabro al ripiano di un altare? Poteva essere… quello che stavamo cercando…?

 

“Se è la chiave per attivare qualche passaggio segreto, dovremmo trovare il modo di farla funzionare…” Osservai, fra me e me… Questo era facile a dirsi… ma come…?

 

Xellos, con un piccolo, agile, salto, si portò a sedere sull’altare… “E’ un bel problema…” Commentò, il solito sorrisetto stampato sul volto… “Sarebbe davvero utile riuscire a vedere chiaro in questa faccenda…”

 

Sollevai lo sguardo per osservarlo, gli occhi socchiusi. “Non ti stai rendendo particolarmente utile, sai Xe…?”

Ehi, un attimo…

Quello che aveva detto… quello che aveva detto…

E se, invece…

 

“Sylphiel!”

La sacerdotessa batté le palpebre, sorpresa di essere chiamata in causa. “Cosa… cosa c’è, Lina –san…?”

“Puoi provare ad usare un Flare Arrow, ora, per favore…? Avrei bisogno che tentassi di accendere questo candelabro…”

 

La ragazza mi fissò per un secondo, interdetta, quindi annuì. “Certo, Lina –san…”

Il Mazoku sorrise, divertito. “Qualcuno qui sa cogliere gli indizi, a quanto pare…”

Lo guardai… era vero, mi aveva aiutata… e questa era la riprova che era perfettamente al corrente di quello che stava succedendo… che ne sapeva più di noi… ma ora, perché mi stava dando una mano…? Sembrava coerente con ciò che aveva detto qualche ora prima… che ero sua alleata… Ma… che cosa intendeva…? Perché… il modo in cui aveva continuato a guardarmi… per tutto quel pomeriggio… mi inquietava così tanto…?

 

Scacciando dalla mia mente questi pensieri, rimasi ad osservare Sylphiel, che recitava. In un piccolo lampo di luce, i tre stoppini vennero contemporaneamente accesi…

 

Rimanemmo fermi per qualche secondo, in attesa, e nulla sembrò accadere…

“Forse ci siamo…”

 

Avevo appena aperto la bocca per parlare… quando il suolo iniziò a tremare…

“E adesso… cosa diavolo…” A Zel non venne lasciato il tempo di finire. Improvvisamente, la stanza sembrò iniziare a girare vorticosamente attorno a noi.

 

Mi trovai a gridare, nauseata, mentre il turbine di colori si faceva più intenso. Aggrappatami all’altare, serrai gli occhi, per evitare di svenire e attesi per alcuni, lunghi istanti che tutto sembrasse finito…

Quando li riaprii, mi resi conto che non ci trovavamo più nello stesso luogo… la stanza era molto simile, ma ora era fiocamente illuminata dalla luce di torce… Di fronte a noi, dall’altra parte della sala, non si trovava più il portale, aperto alla calma della notte, ma l’imboccatura di un lungo, buio corridoio. L’altare era ripulito dagli oggetti e dalla polvere, e ricoperto da una coperta candida, su cui solo il candelabro svettava, ora acceso, la fiamma danzante…

 

“E’ stato… un teletrasporto…?”Si chiese Zel, a bassa voce, al mio fianco.

“Pare di sì, ma… non ho idea di dove…” La mia voce morì, in un sussulto. Quell’odore… l’odore che riempiva l’aria… era…

 

Un dubbio terribile… una paura irrazionale… Mi gettai in avanti, sorprendendo gli altri. Mi buttai in una corsa folle, sondando con gli occhi la stanza…. Finché non li vidi.

 

Un mucchio di vestiti… mantelli, e oggetti, e utensili, ammucchiati in un angolo, non troppo lontano dall’altare… Mi avvicinai, sentendo l’ansia crescere gradualmente in me… cosa… cosa…

 

Li sfiorai, con le dita, ed un piccolo oggetto rotolò sino ai miei piedi… si trattava di una sfera… di una piccola sfera color arcobaleno… la stessa… la stessa… con cui il mio maestro… aveva cercato di imbrogliarci… me e Gourry… solo qualche sera prima… sembravano passati anni, ormai…

 

Era… era macchiata… era macchiata di rosso…

 

Le mani che tremavano, sollevai lo sguardo… e fu allora che li notai. Sui lati… fra le colonne… tanti piccoli altari, anch’essi in pietra… e su di essi riposava qualcosa…

 

Gli altri mi raggiunsero, alle spalle, e si trovarono ad osservare, con orrore, la stessa scena. “Ma… ma è terribile…” Sentii Sylphiel commentare.

 

Dei corpi… erano coperti con dei mantelli, bianchi, simili a quello riposto sull’altare… ma il sangue… filtrava attraverso di essi… ne macchiava la purezza… e impregnava tutto… con il suo odore…

 

…dieci… erano… dieci…

 

…no… non poteva… 

 

Mi coprii la bocca con le mani. “Non può essere, non può essere…”

Gourry si piegò in avanti, per osservarmi, allungando una mano verso il mio volto. “Lina…?”

 

“NO!” Lo respinsi, e presi a correre, come una folle, verso il candelabro che ci aveva trasportati in quel luogo. Con tutta la forza che avevo nei polmoni, lo spensi, e mi aggrappai ad esso, per non cadere al turbinio che aveva ripreso a sconvolgere la grande sala.

In pochi istanti, la brezza della notte tornò a sfiorare il mio volto, portando via con sé il senso di soffocamento che poco prima mi aveva investita. Sollevai lo sguardo, e mi trovai di fronte ai miei compagni. Erano stati trasportati con me, e si trovavano al centro della sala, gli occhi fissi sul mio volto.

 

Ricambiai lo sguardo, per qualche istante, senza la forza di dire una parola… Fu allora che il mio stomaco cedette. Crollando in ginocchio, serrando gli occhi, rilasciai, fra gli spasmi, tutto quello che vi era contenuto… vergognandomi di me stessa per essermi abbandonata a quel modo di fronte ai miei amici… e avvertendo contemporaneamente che la mia paura, unitamente alla mia consapevolezza, cresceva…

 

Non mi accorsi nemmeno che Gourry si avvicinava, fino a quando non sentii che un fazzoletto veniva passato delicatamente sulla mia fronte, per asciugarne il sudore.

“Tu e questo santuario non avete un bel rapporto…” Commentò semplicemente, in tono gentile, mentre abbassava il fazzoletto agli angoli della mia bocca.

“Mi… mi dispiace… io…” Mi era capitato altre volte di sentire l’odore del sangue… non… mi era mai piaciuto, questo era ovvio… ma non avevo neanche reagito a quel modo, lui lo sapeva… Come potevo… spiegare…?

“Ssst… Non preoccuparti, ora… Non è il momento… adesso stai solo tranquilla, per un attimo… sei pallida…” Mi circondò con le braccia, e appoggiò le labbra alla mia fronte. Lentamente, sentii il mio corpo rilassarsi…

 

 

“Capisco… a giudicare dal vostro aspetto… non mi resta più molto, da salvare… dovete avere assistito allo spettacolo… che ho cercato di evitare…” Questa frase… risuonò all’improvviso dall’entrata del santuario, cogliendoci di sorpresa.

 

Quella… quella voce…

“Derek…” Mormorò Gourry, fra i denti… improvvisamente, la sua stretta su di me si fece più forte…

 

Gli occhi dello spadaccino si fissarono su me e Gourry… per un attimo, ebbi l’impressione di leggere un moto di disgusto, riflesso in essi…

 

“Ci stavi seguendo…?” Chiese il mio amico, lasciandomi un po’ stupita. Il fratello si limitò ad annuire, senza nemmeno tentare di negarlo…

“Te ne eri accorto, a quanto pare… Non mi fidavo di tutti voi…” Mi fissò per un istante, e l’irritazione che avevo provato nei suoi confronti al nostro primo incontro cominciò a rinascere, in me, nonostante la situazione. “…per questo motivo, quando vi ho visti risalire verso il tempio, ho deciso di tenervi d’occhio… Mi trovavo appena fuori dal portone, quando avete attivato quel candelabro, e siete spariti… e stavo ancora decidendo cosa fare, quando siete ricomparsi…”

 

Socchiuse gli occhi, e mi guardò. “Credo di sapere a cosa hai assistito… e non riesco sinceramente a credere che tu sia realmente così sconvolta… se vuoi la mia opinione, ci stai imbrogliando tutti, per avere un modo per spiegare tutto, quando verrà a galla la verità…”

 

E lo lessi, nei suoi occhi. Non sapevo come, o perché, ma sapeva perfettamente quello che stava succedendo. Conosceva… quella verità. O era convinto, ancor più di me, di conoscerla… se le cose stavano così, le probabilità che fosse accaduto ciò che temevo erano tante… Quei sogni… il mio coinvolgimento… quella…

cerimonia

 

La parte razionale del mio cervello lo negava con tutte le sue forze… ma di fronte allo sguardo di Derek, la mia razionalità vacillava…

 

E il terreno dava sempre più l’impressione di voler cedere sotto ai miei piedi…

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Capitolo 8
*** Capitolo otto ***


Capitolo otto

<> Disse Angra Mainyu.

Ahura Mazda controllò a sua volta il pannello elettromagnetico. <> convenne.

Fu premuto un pulsante. In quel preciso attimo il Sole si trasformò in supernova, la Terra e gli altri pianeti del sistema, sbriciolati, non ebbero più orbita.

<< Ne facciamo un’altra?>> propose Angra Mainyu.

Ahura Mazda assentì. Si cambiarono di posto. Un colpo alla sfera, uno sguardo alla nuova zona contrassegnata dall’indicatore, e la seconda partita ebbe inizio.

Al centro di un’anonima nebulosa, su un anonimo pianeta di un anonimo sistema, l’oceano cominciò a riscaldarsi.

 

Lino Aldani, “La sfida”.

 

 

 

 

Capitolo otto

 

 

“Non capisco di che cosa stiate parlando…”

 

La quieta, familiare ammissione di Gourry ruppe il silenzio che era calato sulla nostra piccola compagnia… Lo sguardo del mio amico passò in rassegna me ed il fratello alternativamente, in cerca di spiegazioni… Era abbastanza ovvio che non capisse… al di là del fatto che… bé, si trattava pur sempre di Gourry… nemmeno io riuscivo a spiegarmi esattamente il perché Derek fosse a conoscenza di quello che stava accadendo… neppure io lo sapevo con certezza…

 

…tuttavia…

 

… il cavaliere sembrava sicuro di sé, mentre mi accusava…

 

“Non rispondi a mio fratello, Inverse? Io ho la netta sensazione che tu sappia perfettamente che cosa raccontargli… sempre che tu decida di dirgli la verità, questo è ovvio…”

 

Allontanando lievemente Gourry da me, feci del mio meglio per assumere una posa dignitosa…

 

Ehm… forse dignitosa era una parola grossa… il mio stomaco, ad ogni tentativo di sollevarmi, faceva del suo meglio per darmi ad intendere che le riserve che poteva espellere erano ILLIMITATE… ma immaginai che non fosse il momento più adatto per preoccuparsene…

 

“Nemmeno io sono del tutto sicura di quello che intendi dire…” Aggrottai le sopracciglia… “Ho… un’idea, in effetti…” A quel punto non aveva più molto senso giocare a carte coperte… “… ma se fosse la stessa tua ‘ipotesi’… non riuscirei bene a spiegarmi come tu possa essere a conoscenza di fatti che ti riguardano COSI’ POCO…” Calcai sulle ultime parole, contrariata… le insinuazioni di Derek mi avevano dato la quasi certezza che la mia impressione iniziale su di lui -il fatto che mi conoscesse più a fondo di quanto non avrebbe dovuto in qualità di ‘semplice fratello del mio compagno di viaggio’(per dirla tutta, il fatto che fosse un grosso impiccione…)- era stata qualcosa di più che un pensiero nato ‘a pelle’… e l’idea che in circolazione ci fosse qualcuno che si divertiva a compiere indagini sul mio conto sinceramente non mi sorrideva particolarmente…

 

…oh, tanto per sottolinearlo, la mia coscienza è PULITISSIMA… si tratta di una mera questione di privacy…

…hm…

 

“Davvero, Inverse…? Io invece credo che i fatti che ti riguardano coinvolgano anche me…” Replicò con insolita pacatezza il cavaliere. “…Più o meno direttamente…” Scoccò un’occhiata al fratello. “…ma se ti sei fatta l’idea che io sia andato a ficcanasare senza motivo nella tua vita… lascia che ti racconti una piccola storia che riguarda la Spada di Luce… ed un uomo alla ricerca dell’immortalità…”

Sussultai. Si riferiva a…

 

“Come ormai credo saprete, la mia famiglia è responsabile della custodia della Spada ormai da parecchi secoli… prima di me e mio fratello, altri Gabriev la hanno impugnata… con la prerogativa di servirsene… e il compito di proteggerla.”

 

Annuii, senza staccargli gli occhi di dosso. “Conosciamo la storia.” Osservai, seccamente. “Gourry ci ha parlato della ‘chiave’ e della faccenda del sigillo…”

 

Il mio interlocutore annuì, a sua volta. “Lo sospettavo.” Lanciò un’occhiata a Gourry. “Il mio ‘fratellino’ tende a fidarsi troppo di chi gli sta accanto…”

Sbuffai, a questa divagazione. Non perdeva l’occasione per tormentare suo fratello… Avevo la netta impressione che quel tizio sarebbe potuto andare MOLTO d’accordo con Luna, se mai si fossero incontrati…

 

Riservando un’occhiataccia alla mia reazione seccata, il cavaliere proseguì, con un sospiro. “Ad ogni modo… sapete del Portale… ma credo che ci sia qualcosa di cui nemmeno voi siete al corrente… i Mazoku, sei mesi fa… non sono stati i primi a tentarne l’apertura.”

 

“Eh?” Battei le palpebre. Questa storia mi era nuova… da quanto avevo capito, la chiave, in precedenza, era andata dispersa… i Mazoku ne erano entrati in possesso solo molto di recente… ma avevo sempre pensato che prima di loro nessuno fosse a conoscenza del fatto che era custodita nella Spada, e se ne fosse impadronito…  

 

Il cavaliere annuì, l’espressione lievemente divertita, di fronte ai nostri sguardi stupiti. “I Mazoku sono entrati in possesso della chiave custodita nella Spada esattamente due anni fa…” Posò lo sguardo su Gourry… “Mio fratello si è lasciato catturare come uno sprovveduto, a quanto pare… e da uno dei demoni più pericolosi… il Signore degli Inferi. Si è andato a cacciare in un pasticcio con i Mazoku, quando sapeva benissimo che era proprio ciò che avrebbe dovuto evitare a tutti i costi…”

Deglutii, a vuoto… no, non era stato Gourry a cacciarsi in quel pasticcio…

Ero stata io… a trascinarglielo…

“I Mazoku non sapevano che la Spada era il Sigillo…” Proseguì il nostro interlocutore. “Ma una volta in mano loro, non gli sarebbe stato difficile fare due più due e sfruttare il suo Potere… Il Signore degli Inferi avrebbe potuto cercare di servirsi di te per aprire il Portale anche allora, Inverse…” Si accigliò. “Ma Phibrizo era un folle. Ancora più degli altri. Lui non ambiva… semplicemente al potere, conquistato attraverso il richiamo del Caos nel nostro mondo… e il Dominio di Lord of Nightmares non gli interessava minimamente… Tutto ciò che voleva era… distruzione… pura e semplice distruzione… Non solo del mondo, ma anche di se stesso… L’annullamento totale… e nessun altro fine… una follia… anche se forse… questa non è altro che la vera essenza… dei Mazoku…”

 

Gli occhi di Xellos, al nostro fianco, lampeggiarono per un secondo, a quella affermazione. Quindi, un lieve sorriso si disegnò sulle sue labbra…

 

“Ad ogni modo… Dopo la sua distruzione, gli altri Signori dei Demoni sono riusciti a salvare la chiave, per quanto la Spada sia andata perduta nel Mare del Caos… E in seguito si sono organizzati per cercare di sfruttare il potere dell’Incantesimo Proibito, per aprire il Portale…o almeno questo è quello che sono riuscito a ricostruire dalle informazioni che ho raccolto e dal racconto che Sylphiel mi ha fatto della vicenda…”

La sacerdotessa, a questa affermazione, abbassò lo sguardo… già, capivo… doveva averla messa sotto torchio…

 

“Ma… com’è possibile che i Mazoku non abbiano mai sospettato che la chiave fosse custodita nella Spada…? Si tratta di un oggetto magico, in fondo… e potente, anche… in quanto tale, dovrebbe essere facilmente individuabile attraverso il piano astrale…” Zel intervenne, perplesso, lanciando, con nuovo interesse, uno sguardo all’arma custodita nel fodero lungo la schiena di Gourry…

 

Derek scosse la testa. “Pensate forse che gli elfi e gli umani che hanno creato il Sigillo fossero tanto sprovveduti…? Nel momento in cui hanno riposto la chiave all’interno della Spada, hanno dato vita anche al metodo per nasconderla…” Sollevò il dito, ad indicare l’arma. “Quel fodero… non è l’originale… Quello dentro il quale la Spada era originariamente custodita si trova ben protetto, ad Elmekia… ed è la chiave per la difesa dell’arma. Anche a distanza, può contenerne il potere… e celarlo… non so come, non me ne intendo di magia… ma riesce a schermare la chiave a qualsiasi tipo di ricerca magica…” Si accigliò. “Inoltre, funzionava come una specie di specchio delle condizioni della Spada e della chiave al suo interno…” Fissò lo sguardo su di me. “E non mi sorprende che, quando la chiave è stata fusa col tuo corpo, Inverse, il fodero abbia cominciato a sprigionare quel potere malefico…”

 

Aggrottai le sopracciglia, ma non replicai. “E questo discorso dove dovrebbe condurci?” Chiesi, semplicemente, non nascondendo l’irritazione nella mia voce.

 

“Stavi parlando… di qualcuno… che ha tentato l’apertura del Portale… prima dei Mazoku…” Intervenne Amelia, in tono incerto.

 

Derek le rivolse uno sguardo, e annuì. Quindi tornò a fissarmi, serio. “Non vi è mai riuscito, a dire il vero… Ma so che era giunto molto vicino allo scoprire la verità sulla spada…” Fissò Gourry, per un momento… “Nostro padre me ne ha parlato… Ha detto che uno dei nostri avi è morto, nel tentativo di difendere il segreto dell’arma… e che nella lotta anche il suo nemico ha perso la vita, consumato dal suo stesso potere… questo è accaduto poco più di un secolo fa… purtroppo non so molto di più… nostro padre non ha saputo raccontare altro, sull’accaduto… ma ha detto che quella è stata la volta in cui la nostra famiglia ha più rischiato di venir meno al suo compito… certo… prima che a qualcuno venisse in mente la saggia idea di rubare la Spada…” Guardò Gourry, per un istante, accigliandosi…

 

“Ma… questo cosa c’entra con quanto è accaduto nel Santuario…? E chi era l’uomo che voleva aprire il Portale…? Per… per quale motivo avrebbe voluto rischiare l’incontro con Lord of Nightmares…?” Insistette la principessa, che appariva sempre più confusa…

 

“Non sono sicuro che in quel momento lo si potesse ancora chiamare ‘essere umano’…” Precisò il cavaliere, fissandola. “Ma per quel che riguarda la tua ultima domanda, la risposta è piuttosto semplice… a che cosa poteva ambire, se non al potere…?” Aggrottò le sopracciglia. “Per esso, era disposto a rischiare tutto, persino la sua esistenza e la sua anima… nell’incontro con il più potente fra gli ‘esseri sovrannaturali’…” Quello… che temevo… “Se fosse riuscito ad aprire il Portale, Lord of Nightmares gli avrebbe garantito un desiderio… visti i suoi precedenti, che altro avrebbe potuto desiderare, se non diventare una creatura superiore, forse anche ai Mazoku stessi…?”

 

“I suoi… ‘precedenti’…?” Fece Zel, perplesso.

 

“Aveva compiuto innumerevoli studi sulle forme più antiche e basilari di Magia… quelle che non operano distinzioni di genere, come Magia Bianca, o Magia Nera… e, ovviamente, era esperto di quegli incantesimi che più si avvicinano a tali forme… quelli che fanno direttamente appello a Lord of Nigthmares, come il Giga Slave, per intenderci…”

 

Questa volta, non era stato Derek a parlare. Le MIE labbra si erano mosse, per dare quella spiegazione.

 

Già, ormai non aveva più senso starsene zitti…

 

“Li… Lina –san?”

 

“Era in grado di praticare praticamente tutte le forme di Magia esistenti… e di richiamare il potere di Lord of Nightmares, con incantesimi probabilmente ancora più potenti di quanti ne conosca io… Credo… che il mio Giga Slave gli avrebbe fatto il solletico, se mi passate l’immagine… non ho idea di come ci fosse riuscito… e non ho idea di come qualcuno sia mai potuto riuscire a sconfiggerlo, anche rimettendoci la vita… ma per quanto ne so il suo potere lo aveva… cambiato… L’energia di Lord of Nightmares è molto pericolosa… può… consumare lo spirito di un essere umano come la fiamma brucia lo stoppino di una candela… Credo… che gli rimanesse ben poco di umano, ormai, quando finalmente il suo potere è stato sigillato…”

 

Tutti gli sguardi erano ormai fissi su di me… e da essi traspariva un’unica, insistente domanda…

 

“Lina –san… ma tu… come fai a sapere queste cose…?”

 

Agitai la mano, con apparente noncuranza. “Ehi, ma non so poi così tanto… ad esempio, non avevo proprio idea di questa faccenda della Spada di Luce…”

 

“Davvero è così?” Una voce fredda interruppe il mio maldestro tentativo di cambiare argomento… “Davvero non sapevi nulla del fatto che lui avesse tentato di impadronirsi della Spada…? Io mi ero fatto l’idea che tu viaggiassi con mio fratello proprio perché eri perfettamente al corrente di tutta la questione, e perché la Spada ti interessava… avevo azzardato l’ipotesi che tutto quel potere non ti dispiacesse poi così tanto… e che tu ritenessi di essere in grado di seguire le sue orme…”

 

Sollevai lo sguardo, verso di lui.

Era inutile… sapeva tutto.

 

Sentii lo sguardo di Gourry concentrarsi su di me, interrogativo. Non capiva… ma dalla sua espressione compresi che le parole di suo fratello lo allarmavano…

 

“Che stupidaggine! Perché Lina dovrebbe voler seguire le orme di questo tizio? Il fatto che lo conosca non significa nulla! Non c’è alcun legame fra loro! Non si tratta mica di un suo…” La voce della chimera, intervenuta nella discussione, morì a metà della frase. “E’… così, no, Lina? Lo conosci, ma non ci sono legami fra voi due…”

 

Feci un sospiro. “Vorresti essere l’unico ad avere parenti importanti, Zel?”

 

 

 

“EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH??????” A quella affermazione tutti i miei compagni fecero diversi salti indietro, guardandomi improvvisamente come se fossi un fantasma… Ehi… non mi aspettavo una reazione del genere…

 

“Vuoi dire che quel mago era davvero tuo parente, Lina –san??? Quell’essere… faceva parte della tua famiglia…?” Anche Sylphiel sembrava stupita… evidentemente Derek non gliene aveva parlato…

 

Annuii semplicemente, con un sospiro. “Penso che sia anche piuttosto deducibile… gli incantesimi che fanno appello a Lord of Nightmares non sono qualcosa che si può imparare su un comune libro di Magia… era ovvio che dovessi avere avuto qualche ‘aggancio’ per esserne venuta a conoscenza, no?” Strizzai l’occhio, cercando di nascondere il nervosismo che il loro stupore aveva risvegliato in me… “Quell’uomo… non ci ha lasciato molto, a dire il vero…” Proseguii, facendo spallucce. “Voglio dire, come oggetti magici, o testi… suppongo che avesse un proprio laboratorio, che non è mai venuto alla luce… ma c’era un baule… in soffitta… mia madre lo teneva sempre sigillato… ma la curiosità per me era  troppo forte…” Ridacchiai, cercando di sdrammatizzare… “Sapevo che anche mia madre era stata una maga e… tutto ciò che riguardava la magia… mi affascinava, in modo incredibile… per questo una notte ho forzato il lucchetto, all’insaputa di tutti… non ho trovato molto… un paio di libri, che non riuscivo a leggere… non ho nemmeno provato… sapevo di persone impazzite per aver tentato di decifrare testi magici al di là della loro portata… ma c’erano anche alcuni rotoli di pergamena… con indicazioni importanti… riguardo agli incantesimi proibiti.” Mi grattai il retro della testa, con un po’ di nervosismo… “E’ stato lì che ne ho sentito parlare per la prima volta… Il Giga Slave… un incantesimo in grado di tener testa persino ai Signori dei Demoni… mi sembrava… meraviglioso…” La mia voce scemò, mentre mi pareva di riprovare all’improvviso tutte le sensazioni che mi avevano assalito al momento della mia scoperta, da bambina… eccitazione, esaltazione… solo un filo di paura… l’idea di padroneggiare un simile potere aveva di colpo allontanato tutta la mia prudenza e le mie riserve… questo tendeva ad accadermi fin troppo spesso, per quel che riguardava la magia…

Con un sospiro, proseguii. “E’ stato allora che ho iniziato a fare ricerche, con la guida delle pergamene che avevo trovato… non avevo ancora idea di quanto fosse pericoloso…” Incrociai le braccia al petto. Forse… non mi era mai nemmeno troppo interessato scoprire… il pericolo che potevo correre… “Una volta mia sorella mi sorprese mentre rileggevo uno di quei manoscritti. Si arrabbiò da matti, e volle sapere dove lo avevo trovato… ricordo di non averla mai vista così infuriata… mi fece bruciare tutto il materiale che mi trovò addosso… e fu allora che mi raccontò la storia di quell’uomo… molto sommariamente… ma mi disse che il genere di studi che aveva condotto erano molto pericolosi, e che non dovevo interessarmene… lei, in effetti, si era dedicata ad un genere di carriera del tutto differente…” Si diceva che mia sorella prendesse ordini da Ceiphied in persona… ed io non avrei negato quella ipotesi con troppa convinzione… “…Ma al momento il suo rimprovero mi sembrò esclusivamente un modo per tarparmi le ali, per limitare le mie conoscenze… così subii in silenzio la sua punizione… ma non le diedi ascolto.” Sospirai, lievemente. “E così… bé, la conclusione la sapete già… avete avuto tutti modo di osservare il mio Giga Slave, se non ricordo male…” Sorrisi nervosamente allo sguardo dei miei amici, fisso sul mio…

 

Forse avevo… semplificato un tantino la faccenda… ma per ora non mi andava davvero di stare a raccontare tutto nei particolari…

 

Il silenzio cadde nuovamente sulla compagnia. Tutti restarono fermi a fissarmi, per svariati istanti. Capivo… che cosa poteva passare per la loro testa… avevo… fatto qualche indagine sul mio ‘illustre antenato’, dopo aver appreso il genere di potere che un Giga Slave poteva sprigionare… e avevo appurato che non si trattava precisamente di una persona che si sarebbe definita ‘raccomandabile’… la sua fama era stata piuttosto estesa nella mia regione natale… una fama… forse non troppo diversa da quella che mi ero fatta io, nei primi anni dei miei pellegrinaggi… anche se le voci sul mio conto non comprendevano stragi di innocenti, ed esperimenti compiuti su esseri umani (o almeno così speravo…) e anche se il mio avo era stato più ‘discreto’ di me… il suo nome non era uscito dalla regione, quasi come se la gente avesse avuto paura di diffonderlo… poi, all’improvviso, dopo la sua morte, l’oblio… come se Zephilia avesse voluto dimenticare la sua esistenza… come se la patria della Magia Nera si fosse voluta scordare di dove può portare…

…l’eccessivo desiderio di potere…

 

Io non ero da meno. Non capivo nemmeno io esattamente il motivo, ma non mi era mai piaciuto ricordare la mia parentela con lui. E ancora meno avevo avuto intenzione di tirare fuori la cosa con i miei amici… non aveva di certo alcuna importanza… perché lui era morto e dimenticato… e perché io ero io, e questo non sarebbe cambiato, anche se fossi stata la nipote di Shabranigdu in persona…

Solo un lontano parente, da parte di madre… nessuna traccia nel cognome… Meglio così, avevo sempre pensato… non conta nulla… noi non ci somigliamo…

 

…noi non ci somigliamo…

 

E allora perché pensavo che in qualche modo la maniera in cui la gente mi guardava sarebbe cambiata, se lo avesse saputo…? Mi ero posta tante volte questa domanda… e pensavo di avere trovato la risposta… se io fossi stata una persona diversa, non me ne sarebbe importato nulla… se fossi stata candida e leale, come poteva ad esempio essere Amelia, non avrei avuto problemi nel parlare della mia parentela con lui… Ero sempre sicura di me… ma in questo caso l’unico aiuto che la mia sicurezza riusciva a darmi era il farmi rendere conto che il problema non era lui…

 

…il problema ero io…

 

“Capisco…” Fu la principessa a rompere il silenzio. Mi rivolse un’occhiata, con uno sguardo serio che raramente le avevo visto vestire… “Bé, forse hai ragione, Lina –san. Era prevedibile…” Amelia… ma… ma che intendeva…?

 

“Perfettamente ragione. Il suo sguardo omicida mentre lancia gli incantesimi… da qualcuno doveva pur aver preso…” Zelgadiss rincarò la dose.

 

“Bè, io l’ho sempre sostenuto che doveva essere cresciuta in uno strano ambiente, per essere venuta fuori così…” Gourry… “Ma visitando casa sua non avevo notato niente di TROPPO strano… ora invece si spiegano molte cose…”

 

Battei le palpebre per un secondo, spaesata…

 

Quei… quei…

 

QUEI CRETINI!!!!!!!!!

 

“Voi tre… VOLETE FARLA FINITA, PER FAVORE??? E’ UNA SITUAZIONE SERIA, QUESTA!!!” I miei occhi sprizzavano fiamme… Ma pareva proprio loro il momento di prendermi in giro??? Come se non avessi già abbastanza problemi!!! La povera Lina Inverse, destinata ad essere tormentata dai suoi compagni di viaggio, oltre che dalle proprie parentele pericolose!!! Che crudeltà!!!

 

 

Ok, ok, situazione seria, non era il momento di mettersi a fare i melodrammatici…

 

“Su, su Lina… stavamo scherzando, eh… per sdrammatizzare…” Gourry, il più vicino dei tre (e il più in pericolo…) mi batté lievemente la mano sulla testa, con un sorriso nervoso… non sembrava… minimamente preoccupato di quanto gli avevo appena raccontato…

 

“C’è poco da scherzare…” Mi limitai a mugugnare, meno convinta di quanto avrei voluto… “Abbiamo problemi MOLTO SERI in questo momento…”

 

“Ha perfettamente ragione, per una volta.” Intervenne Derek in tono che avrei definito ‘nauseato’. “Quello che ci hai appena raccontato non fa che dimostrare ciò che ho sempre sostenuto… tu non hai un briciolo di coscienza, Inverse… come puoi trattare queste cose con tutta questa leggerezza? Se fossi in mio fratello ti riterrei sinceramente pericolosa… evidentemente il sangue CONTA qualcosa… e certi germi fanno fatica ad essere estirpati…” Sollevai lo sguardo verso di lui. I suoi occhi emanavano disprezzo. L’irritazione cominciò lentamente a risalirmi, sin dallo stomaco (insieme alla formula di un incantesimo MOLTO distruttivo…)… Che cosa voleva saperne, lui…?

 

“Invece io credo che proprio noi due siamo la palese dimostrazione che il sangue non ha poi così tanta importanza, Derek…” Qualcuno intervenne a troncare sul nascere il battibecco che ero sul punto di far sorgere…

 

La voce di Gourry, al mio fianco.

 

Lo fissai, stupita. Non sembrava arrabbiato, o nervoso. Ma la sua replica era stata ferma, il tono della sua voce sicuro… forse per la prima volta, da quando lo avevo visto parlare con suo fratello…

 

“Non mi sembrava di averti interpellato, Gourry…” Derek gli rispose, la voce lievemente irritata, ma ora anche… incerta…

 

Il mio amico sospirò. “Se è per questo nessuno aveva nemmeno interpellato TE sulla faccenda, e questo fin dall’inizio di tutta la questione…” L’osservazione di Gourry fu semplice, quieta.

 

‘Inesorabile’…

 

“Sei arrivato da Elmekia all’improvviso, mettendoti a sputare sentenze sulle nostre scelte e sulla nostra vita fino ad oggi, senza sapere ASSOLUTAMENTE NULLA di quello che abbiamo passato… Se Lina, gli altri ed io siamo coinvolti in tutti questo non è certo perché abbiamo voluto mettere intenzionalmente il nostro mondo in pericolo… se tu avessi paraocchi meno spessi ti renderesti conto che mentre tu ti piangevi addosso per la tua mancata successione alla carica di nostro padre questa ragazza stava combattendo per salvare il FONDOSCHIENA a TE e a tutti i tuoi stupidi nobili rivali!”

 

Battei le palpebre… non… non aveva mai parlato di me… in quei termini…

 

Il mio amico strinse i pugni. “So che ne hai passate tante, e so che è stato per lo più per miei errori, ma questo non ti da il diritto di giudicare chi non conosci… Tu te ne sei arrivato qui all’oscuro di tutto, ma ora pretendi di dirci qual è la verità e di dirigere le nostre azioni al posto nostro, nonostante tu sia praticamente estraneo alla faccenda…” Sospirò. “…In sostanza… hai poco diritto di criticare Lina…”

 

E… ehi, un… un momento… cos’era… cos’era quella improvvisa serietà…? 

 

“…dato che continuando a comportarti così rischi di diventare un impiccione, esattamente come lo è lei.” Concluse il mio amico, risoluto.

 

 

GWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!

 

Gli battei sonoramente l’elsa della mia spada corta sulla testa. “SCUSA TANTO, MA TU DA CHE PARTE STAI?????????????’” Perché doveva rovinare tutto così, alla fine, dopo tanti bei discorsi???

 

“EHI, EHI, EHI, LINA!!!!! Ma se ti stavo difendendo!!!!!”

 

“Hai una STRANA CONCEZIONE del difendere gli altri, scusa se te lo faccio notare!!!”

 

“Mica posso inventarmi che sei un modello di gentilezza e buona educazione, scusa…”

 

“E QUESTO COSA DOVREBBE SIGNIFICARE???”

 

 

Una grossa goccia di sudore scese lungo la tempia di Derek, che rimase a fissarci per qualche secondo, l’espressione indecifrabile. Il cavaliere tossicchiò lievemente, schiarendosi la voce. “AD OGNI MODO…” Fece una pausa. Oh, oh, rimasto senza parole, ‘fratellone’? “Che la cosa mi riguardi o meno… al momento siamo tutti in guai seri, ed è il caso di agire invece che stare a discutere su coinvolgimenti e responsabilità…”

 

Uhm, lo spirito pragmatico del guerriero mi sembrava venuto alla luce un po’ troppo improvvisamente… almeno, per uno che fino a poco prima sparava accuse a destra e a manca, dimenticandosi piuttosto facilmente della ‘necessità di agire’… “Sbaglio o stai sviando le accuse, Gabriev…?” Inarcando le sopracciglia, imitai il tono che poco prima lui stesso mi aveva rivolto…

 

…per ricevere un’occhiata omicida in cambio…

 

La domanda di Amelia fortunatamente evitò l’esplosione del vulcano… “Io… forse ho perso qualche passaggio, ma…” La principessa squadrò sia me che il cavaliere, grattandosi la testa. “…perché dovremmo essere in pericolo…? Insomma, che c’entra questo parente di Lina con la situazione in cui ci troviamo…?”

 

Le nostre espressioni tornarono immediatamente alla serietà… Il coinvolgimento del mio antenato… quei… sogni… mi avevano messo in qualche modo in allarme… ma la cerimonia… la cerimonia era quello che più mi spaventava…

 

Fu Derek a rispondere per me. “Credo che anche voi siate al corrente di quelli che erano gli obiettivi del Concilio… o sbaglio…?” Tutti annuirono… Mi venne spontaneo chiedermi come facesse LUI a conoscerli… ma al momento mi parve il caso di liquidare la questione… non avevo dubbi che il suo ‘mezzo d’informazione’ fosse in qualche modo collegato alla Spada…

“Bé, allora saprete che il loro intento principale è quello di ottenere un potere superiore… ai Mazoku, agli Shinzoku… il loro obiettivo è porsi al di sopra della lotta fra bene e male… al di sopra dell’Equilibrio.” Ci squadrò tutti per un secondo, serio… quindi il suo sguardo si posò su di me. “Inverse prima ha spiegato efficacemente il genere di studi su cui il suo antenato si era concentrato… e immagino che tutti abbiate notato la somiglianza di quelli che potrebbero essere stati i suoi scopi con quelli del Concilio stesso…” La sua osservazione parve lasciare tutti gli altri interdetti per un secondo… quindi i volti, perplessi, dei miei amici convennero alla sua affermazione, con un semplice cenno del capo.

Anche il cavaliere annuì. “Ora, poniamo che Ilmund sia venuto in qualche modo a conoscenza del potere che l’antenato di Inverse possedeva… sarebbe stato naturale un suo… interesse…”

 

I miei compagni si scambiarono un’occhiata, quindi Zelgadiss intervenne. “Quindi… Ilmund avrebbe cercato di rapire Lina per cercare di carpirle eventuali informazioni in suo possesso riguardo agli studi di quel mago…?”

 

Derek lo fissò. “Inizialmente, ero convinto che avrebbe fatto una cosa del genere, sì… ho buoni motivi per pensare che già da un po’ di tempo Ilmund fosse alla ricerca del laboratorio di quell’uomo, Inverse…” Il suo sguardo tornò a concentrarsi sul mio. “Non mi spiego come facesse ad essere al corrente di tutta la faccenda, ma, da quanto mi è stato detto dagli uomini che ho mandato per indagare, le sue ricerche sono state decisamente ben mirate… sembra che abbia avuto una buona fonte di notizie, anche se fatico a immaginare chi potesse conoscere tanto a fondo la questione da fornirgli indizi utili…” Uhm… io invece temevo di sapere da dove aveva ottenuto informazioni… Galdiar… lui sapeva tutto… tutta la storia… dovevano averlo fatto parlare in qualche modo… La domanda che mi sorgeva spontanea era… come…? Ero convinta che il mio maestro avrebbe fatto di tutto pur di non lasciar trapelare informazioni così pericolose… e poi, mi chiedevo… perché, quando ci eravamo parlati… perché Galdiar-san non mi aveva detto nulla di tutta la faccenda…?

 

“…Ad ogni modo…” Proseguì Derek. “… per quanto si avvicinasse e ottenesse maggiori informazioni, il Gran Maestro non ha mai ottenuto nulla di concreto.”

 

“Ma…” Intervenne Amelia, perplessa. “Stando a quanto abbiamo scoperto finora su di lui, mi è parso di capire che Ilmund -san sia un personaggio ricco di risorse… com’è possibile che…”

 

Derek non le diede il tempo di finire, ed intervenne, in tono seccato. “La Magia Nera è quanto di più ricco di risorse esista, Principessa!” Nel dire questo, mi scoccò una rapida occhiata. “Le assicuro che se quell’uomo aveva deciso che il suo laboratorio avrebbe dovuto essere introvabile, anche la più organizzata e capillare rete di spionaggio non sarà in grado di individuarne la posizione, ora…”

Tornò a fissarmi. “E’ per questo che sono giunto alla conclusione che volesse catturarti per avere informazioni da te, Inverse.” Aggrottò le sopracciglia. “Ed è per questo che ho cercato di consegnarti a lui… avevo tutta l’intenzione di scoprire dove si trovava ciò che stava cercando e precederlo, mentre lui era ignaro di tutto… precederlo… e distruggere il laboratorio.”

 

Battei le palpebre. “Distruggere… il laboratorio…?”

 

Derek annuì. “Eliminato il laboratorio, eliminato il problema, no? Ero convinto che IN QUALSIASI MODO, se avessi saputo veramente qualcosa, ti avrebbero fatta parlare, Inverse… e al mio servizio ci sono uomini che hanno MILLE ORECCHIE… venuto a conoscenza di ciò di cui avevo bisogno, avrei potuto lasciarlo a ‘divertirsi’ con te, e compiere la mia missione prima ancora che se ne rendesse conto… ottenendo così ripristinato l’onore della mia famiglia…”

 

Quel… quel… se ne sarebbe stato a guardare mentre mi torturavano per avere informazioni… per poi…

 

La gola mi si fece secca. Fu Gourry ad intervenire al mio posto. “Mi sembra un po’ fuori luogo parlare di onore, e pensare di servirsi di simili mezzi, fratello…” La sua voce ora era… veramente arrabbiata…

 

Il cavaliere gli rivolse un’occhiata di sufficienza… “Il fine giustifica i mezzi, Gourry… non è il caso di farsi certe remore quando si lotta per una causa superiore…”

 

“Non è il momento di intraprendere discussioni filosofiche.” Intervenni, freddamente, a bloccare la replica del mio amico. “Cosa c’entra l’onore della tua famiglia con questa faccenda, Derek? QUESTO non capisco…”

 

Il cavaliere si accigliò. “Purtroppo c’entra, eccome…” Sospirò. “L’Equilibrio, Inverse… Sei mesi fa, a quanto pare… l’apertura del Portale… lo ha alterato…”

 

I miei occhi si assottigliarono. “L’Equilibrio… nella lotta fra Shinzoku e Mazoku… alterato…?”

 

Il cavaliere annuì. “Non so in che modo e non so a favore di chi… tuttavia… L’unica informazione certa che sono riuscito ad ottenere sul vero scopo di Ilmund, prima di arrivare a Miilun, è stata il fatto che quell’uomo, o chi per lui, ha intenzione di sfruttare questa situazione, in qualche modo… vorrei avere più informazioni a riguardo…” Strinse i pugni. “Tuttavia, quello che è certo è che è anche colpa della mia famiglia se sei mesi fa il Portale è stato aperto… Per questo, sono qui per rimediare.”

 

Annuii, accigliandomi. In realtà la sua affermazione mi lasciava perplessa… l’Equilibrio… l’Equilibrio… in che modo poteva c’entrare, ancora…?  “Ma ora sei giunto alla conclusione che le tue ipotesi iniziali fossero errate…” Proseguii, pensierosa. Non si trattava di una domanda.

 

Il cavaliere sollevò lo sguardo e mi fissò, intensamente. “Esattamente. Restando a Miilun, mi sono convinto che il Gran Maestro abbia rinunciato ormai da tempo al suo obiettivo di rintracciare la posizione del laboratorio… per ripiegare su un progetto molto più ambizioso.”

 

“Vale a dire…?” Chiese Zel, l’aria perplessa.

 

Il cavaliere si volse verso di lui. “Me ne sono convinto definitivamente dopo quanto è successo oggi, in città… Dieci persone… non poteva essere che quello…”

 

Sylphiel batté le palpebre. “Parli… delle persone… che sono giù… in quella sala…?”

 

Derek la fissò, per un secondo. “E così… non mi sbagliavo, eh…? Sono loro… che avete trovato, laggiù…”

 

Con un sospiro, presi la parola. “Anche tu… pensi che si tratti di quell’incantesimo, giusto…? Avevano bisogno… esattamente di questo… per realizzarlo…” I miei amici mi fissarono perplessi, gli sguardi pieni di domande taciute, ma al momento decisi di ignorarlo…

 

Derek annuì. “Oggi… è stata denunciata la scomparsa di dieci persone… piuttosto giovani, per lo più… il più piccolo… aveva solo undici anni…” Strinsi i pugni, e deglutii. Quei… maledetti… “La cosa non è passata inosservata… anche perché l’unico anziano del gruppo era un personaggio piuttosto in vista, in città… un mago, esperto in Magia curativa… per quanto ne so, fra lui ed Ilmund non correva buon sangue… il mago aveva sempre rifiutato di iscriversi al Circolo di Magia della città…”

Annuii… immaginavo che il mago potesse considerarsi uno dei primi fruitori di Magia vittime della ‘espansione di potere del Concilio sul mondo’…

“Per questo…” Proseguì Derek. “… il Gran Maestro ha deciso di istituire un coprifuoco, fino a che i colpevoli non fossero stati catturati… si è mostrato piuttosto allarmato di fronte alla notizia delle sparizioni… per sviare da sé i sospetti, suppongo… e, come credo immaginerete, ha fatto in modo di far ricadere la colpa su qualcuno in particolare…” Il suo sguardo passò da me a Zel…

 

Già, non c’era da sorprendersi… e la taglia sulla nostra testa si faceva sempre più pesante…

 

“Ma… ma… a che genere di cerimonia… potevano servire quelle persone…?” Chiese Amelia, visibilmente nervosa, ora…

 

Sospirai. Qui veniva la parte peggiore della faccenda… “Se è quello che penso…” Intervenni, rubando la parola a Derek. “… si tratta di un rito di evocazione.”

 

“Un… rito di evocazione…?” La mia affermazione risvegliò inesorabilmente il panico nella compagnia. Quattro paia di occhi si sgranarono, mentre l’espressione di Xellos si faceva sempre più divertita… certo, tutte quelle emozioni dovevano essere un sensazionale nutrimento, per lui…

 

Cercando di ignorarlo, proseguii. “Lo ho scoperto consultando proprio uno di quei testi che mi hanno portato alla formula completa del Giga Slave… Dieci anime per una… più o meno l’intestazione suonava così… Le persone… non vengono uccise con armi, o cose del genere… l’incantesimo… è come se risucchiasse le loro vite… è come se li facesse cadere in un sonno infinito, senza possibilità di risveglio…” Un po’ come… un po’ come era accaduto a Gourry due anni prima… chiuso… in quella bara di vetro… quando il Signore degli Inferi aveva imprigionato il suo spirito…

 

“Ma… Lina… allora, il sangue che abbiamo visto…?” La domanda di Zel mi riportò improvvisamente alla realtà. Sollevando lo sguardo lo fissai sul suo scuotendo la testa. “Non li hanno feriti per ucciderli… si tratta di… come potrei definirlo… un rito… ‘apotropaico’…”

 

“Apo… apotr…”

 

Con un sospiro, mi volsi verso Gourry. “Significa che serve per tenere lontani i loro spiriti… I loro piedi… vengono feriti… in modo che non possano tornare dall’aldilà a perseguitare l’anima che è stata richiamata a prezzo della loro vita…”

 

“Oh…” Fece il mio amico, senza evidentemente trovare altro modo di commentare ciò che avevo appena raccontato…

 

“Aspetta un attimo, Lina –san!!!” Amelia spalancò gli occhi, come se avesse colto solo in quel momento il senso profondo di ciò che stavo dicendo. “Se ciò che dici è vero… IL RITO E’ IL NOSTRO ULTIMO PROBLEMA!!!!! Tu ci stai dicendo che hanno portato a termine una evocazione!!! E se il loro scopo era ottenere i poteri del tuo antenato… è possibile che… che la persona che hanno richiamato in vita sia proprio…”

 

Con un gesto della mano, la bloccai. “C’è un però.” Osservai, semplicemente.

Tutti, compreso Derek, batterono le palpebre alla mia affermazione.

 

“Un… però…?” Chiese il cavaliere evidentemente sorpreso.

 

Annuii. “Non so come tu sia venuto a conoscenza del rito per l’evocazione…” O meglio, lo immaginavo… Nelle sue TANTO ACCURATE  ricerche su di me, supponevo… “… ma evidentemente c’è un particolare che non conosci, forse dal momento che non ti intendi di magia e che avrai tralasciato ‘l’aspetto tecnico’ dell’incantesimo di evocazione…” Il mio interlocutore annuì, accigliato… forse stava ancora decidendo se fidarsi o meno delle mie affermazioni… “L’evocazione…” Proseguii. “…prevede una formula, come immaginerete… e questa formula… prevede a sua volta l’appello ad uno dei Signori dei Demoni, come avviene per la maggior parte degli incantesimi più potenti che si possono ottenere con la Magia Nera…” I miei amici annuirono… tutti tranne Gourry, che ovviamente, non conosceva gli alfabeti della Magia e i testi degli incantesimi che li sfruttavano… “Bé, credo che non vi sarà difficile dedurre a quale Signore dei Demoni si rivolga la formula usata in questo caso… chi altri potrebbe presiedere ad una evocazione… se non colui che è in grado di controllare le anime dei morti…?”

 

Quattro paia di occhi si sgranarono. “Lina –san… stai… stai parlando di…” Iniziò Amelia, sinceramente terrorizzata.

 

“…di Phibrizo?” Terminò Zel, per lei.

 

Mi limitai ad annuire, con un sospiro. “Quel demone è in grado di essere fra i piedi anche dopo essere stato distrutto… davvero un personaggio importuno…” Bofonchiai.

 

“M… ma Lina!!! Non si può pronunciare un incantesimo se il Signore dei Demoni a cui fa appello è morto!!!” Intervenne Zel, con veemenza.

 

“Credi forse che non lo sappia???” Gli risposi, un po’ bruscamente. “Una volta, subito dopo la faccenda di Phibrizo, per poco Gourry ed io non ci siamo lasciati sconfiggere da un gruppo di tizi che ci aveva attaccati perché io ho cercato di lanciare un Garv Flare quando ormai non c’era più nessuno che potesse rispondere al mio appello…” Ehm… ogni tanto anche una maga genio ha i suoi attimi di distrazione… forte di questa convinzione troncai sul nascere il commento di Gourry, con una delle mie peggiori occhiatacce…

 

“Ma… allora… come possono aver ultimato la magia…?” Chiese la principessa, perplessa.

 

Scossi la testa. “Non lo so, Amelia… è possibile che abbiano apportato una modifica alla formula originale… ma in questo caso credo che nemmeno gli effetti finali dell’incantesimo possano essere gli stessi… dubito che, senza l’aiuto del Signore degli Inferi abbiano potuto effettivamente riportare in vita il mio antenato…” E rifiutavo CATEGORICAMENTE di contemplare l’ipotesi che Phibrizo fosse ancora, in qualche modo, in circolazione…

…certo che però… quei sogni…

 

“E se…” Intervenne Zel. “E se fossero riusciti, con una modifica dell’incantesimo, ad evocare una immagine di quello stregone, Lina…? Una frazione della sua mente… il suo spirito… semplicemente per ottenere direttamente da lui le informazioni di cui avevano bisogno…?”

 

Lo fissai, per un secondo. Effettivamente… poteva darsi che avessero intuito che in fondo io non dovevo essere a conoscenza di molto… e avessero portato a termine l’evocazione con quello scopo… Certo che, però… perché allora fino alla notte prima il Gran maestro si sarebbe mostrato così determinato a catturarmi…? Non pensavo che si fossero decisi per quella soluzione e avessero organizzato la cerimonia in una sola giornata…  “Può essere una ipotesi sensata, effettivamente.” Concordai, seppure non del tutto convinta. “E se le cose stanno così può darsi che il Concilio sia già alla caccia del fantomatico laboratorio, in questo momento… se questo è vero, non possiamo certo restarcene qui ad aspettare che lo trovino…”

 

“Hai ragione… ma del resto che altro potremmo fare, Lina –san…?” Chiese Sylphiel. “NOI non sappiamo dove dirigerci…”

 

Sospirai. Non volevo prendere quella decisione… ma non avevamo molta scelta… “Credo… che dovremmo tornare… là sotto…”

 

I miei amici batterono le palpebre. “Ma… a che scopo, Lina? Abbiamo… abbiamo già visto…” Intervenne Zel, con fare perplesso.

 

Mi grattai la nuca. “Bé… effettivamente c’è la possibilità che non troviamo nulla, e che sia solo una perdita di tempo…” Sospirai “…ma se quello è il luogo in cui il Concilio si riunisce, è probabile che troviamo qualche traccia, come testi, pergamene, mappe… gli indizi che il Concilio aveva seguito in passato… e magari anche qualcosa di ciò che hanno scoperto più di recente… suppongo che lo considerino un luogo sicuro… ed è possibile che abbiano organizzato una breve riunione fra i membri più influenti, prima di buttarsi nella ricerca… quindi forse hanno lasciato qualche indizio che potrebbe servirci…” Li fissai tutti, ad uno ad uno… “Se laggiù c’è qualcosa, QUALSIASI COSA che può esserci utile, dobbiamo aggrapparci a quella… non abbiamo altro in mano… per questo penso valga la pena di andare a dare un’occhiata…” Conclusi, pensierosa.

 

I miei compagni stettero in silenzio per qualche secondo, senza la minima reazione a quanto avevo appena proposto. Sospirai. Evidentemente la prospettiva di rientrare in quel luogo non sorrideva molto nemmeno a loro… “Se volete tirarvi indietro, siete ancora in tempo…” Commentai, facendo spallucce. “…in fondo, le nostre ipotesi potrebbero essere completamente sbagliate e potremmo cacciarci in una trappola per topi… la scelta sta a voi… tuttavia… per qualche motivo, ho la sensazione che laggiù possa essere nascosto qualcosa di importante… voi potete ancora scegliere… ma, per quel che mi riguarda, ormai ho deciso cosa fare…” Fissai il candelabro che ci aveva teletrasportati, che ora si ergeva tetro, gli stoppini spenti, sull’altare impolverato… No, non avevo la minima intenzione di tirarmi indietro…

 

“Ah, non avevo dubbi…” Commentò Gourry, al mio fianco. “Se c’è un possibile guaio in cui cacciarsi nel raggio di un chilometro, tu non lo manchi di certo…”

 

Gli rivolsi un’occhiataccia. “Qualcuno ha interpellato TE sulla MIA decisione, per caso?” Lo fulminai con lo sguardo.

 

Mi rivolse un ghigno divertito. “Ci tenevo a ricordarti che in questo frangente la tua decisione è ANCHE MIA, mia cara, dal momento che sono la tua guardia del corpo e ho tutta l’intenzione di restare al tuo fianco… per me sarebbe decisamente meno pericoloso affrontare un esercito di non-morti piuttosto che cercare di dissuaderti dopo che ti sei messa in testa qualcosa…”

 

Battei le palpebre, colta alla sprovvista. “Eh?”

 

“Oh, senza contare quanto la farebbe lunga se poi scoprisse realmente qualcosa senza il nostro aiuto… già immagino la cantilena di ‘ve l’avevo detto’ che saremmo costretti a sorbirci in quel caso…” Zel, di fronte a noi, incrociò le braccia al petto, con fare rassegnato.

 

“Ehi, voi, un momento…” Una grossa goccia di sudore scese lungo la mia tempia… chissà perché la gente si fa sempre questa immagine di me…

 

“Bé, sembra che non abbiamo molta scelta, alla fine dei conti…” Amelia, con una scrollata di spalle, si avvicinò all’altare. Potresti anche evitare di dirlo con quel tono… “E poi… proseguì la principessa, puntando il dito verso di me. “Per la Giustizia, non possiamo lasciare che un uomo come Ilmund resti impunito, a costo di correre i più impensabili pericoli, no?” Condì l’affermazione che un sorriso a trentadue denti.

 

Sospirai, cercando di mascherare un sogghigno.

“Certo, certo…” Sorrisi, passandoli in rassegna con lo sguardo. “Bene, allora visto che siamo tutti coinvolti, direi che è il caso di muoverci, che ne dite?” In fondo sapevo già che non mi avrebbero lasciata sola…

 

“Direi che sarebbe una buona idea…” Commentò, Derek, in tono seccato, dalle nostre spalle. “Se c’era qualche guardia nei dintorni a questo punto l’intero corpo di difesa del Circolo di Magia di Miilun saprà della nostra presenza in questo luogo…”

 

Sospirai.

Già…

…dovevo immaginare che ANCHE LUI si sarebbe unito…

 

 

 

La sala del sacrificio, quando la raggiungemmo, era ancora avvolta da quella tenue luce che le conferiva un’aria tanto spettrale… Un analisi più attenta e fatta a mente fredda non sembrò poterci rivelare molto più di quanto già sapessimo… Non ebbi il coraggio di avvicinarmi nuovamente ai corpi, però… al solo osservarli, quella strana inquietudine, che avevo provato sin dall’inizio della nostra avventura, all’interno della foresta di Kentar, tornava ad attanagliarmi lo stomaco…

 

Ero comunque convinta che non fosse quello il luogo in cui avremmo dovuto concentrare le nostre ricerche… davanti a noi, lungo il corridoio che portava nel cuore di quell’edificio sotterraneo, si apriva un’oscurità fatta di cunicoli, corridoi, trappole e chissà cos’altro… ce n’era per tutto il resto della notte… anche perché separarci durante l’esplorazione non mi pareva un’idea particolarmente saggia… non potevamo sapere se ci fossero guardie a presidio di quel luogo… e non potevamo essere certi che nell’angolo buio che, come da schema, ci veniva incontro ad ogni curva del corridoio, non si annidasse una di quelle TENERE creature che Ilmund aveva la brutta abitudine di sguinzagliare dietro ai suoi nemici… Ora, immaginerete quanto fossi seccata… una ragazza della mia età e bellezza chiudersi per un’intera notte in quella catacomba… sigh, che mondo ingiusto…

 

“Grandioso. E adesso da che parte andiamo…?” Zel batté nervosamente il piede al suolo, fissando alternativamente le direzioni che ci si aprivano di fronte. Eravamo giunti al termine del ‘corridoio/ingresso’ di quella specie di ‘quartier generale’ sotterraneo, e la strada si biforcava in due ampi corridoi, a loro volta debolmente illuminati da torce… quello di sinistra non pareva essere eccessivamente lungo, e al termine di esso si intravedeva quella che sembrava una stanza, illuminata praticamente a giorno… alla fine di quello di destra invece non si riusciva a scorgere che un muro di oscurità… d’altra parte, non che a noi la cosa interessasse particolarmente… qualunque cosa ci si fosse presentata di fronte, non avremmo comunque avuto idea di dove andare…

 

Sospirai. “Bè… suppongo che dovremmo cercare qualcosa come una sala, in cui un certo numero di persone possa riunirsi per discutere… ma detto questo, non abbiamo molto altro in mano… come vorrei che ci fosse una guardia da qualche parte… se potessimo costringerla a guidarci sarebbe tutto molto più semplice…” Incrociando le braccia dietro la nuca, mi lamentai, con fare rassegnato.

Zel mi lanciò un’occhiata. “Indubbiamente anch’io sarei molto più tranquillo se incontrassimo qualcuno di pattuglia… tutta questa quiete non mi piace… ci è stato troppo facile arrivare sin qui…”

 

Mi accigliai, portando le mani ai fianchi. “Riguardo a questo, hai perfettamente ragione, Zel… e mi stupisce anche il fatto che non abbiamo trovato nemmeno una trappola all’entrata, o nel corridoio… Voglio dire, d’accordo, il candelabro all’ingresso poteva non essere uno stratagemma tanto facile da smascherare, ma è possibile che non abbiano preso NESSUN’ALTRA precauzione…? ”

 

Anche Gourry, al mio fianco, annuì. “Sembra quasi che non si preoccupino dell’ingresso di intrusi…” Osservò, perplesso. “Forse pensavano che la trappola all’entrata sarebbe bastata a scoraggiare chiunque…”

 

“Mmm…” Fu la mia unica risposta. Non mi convinceva… e poi… un altro dubbio mi era sorto, nel momento in cui eravamo scesi in quel sotterraneo… se il santuario era stato rimesso in piedi solo di recente, dove si era riunito il Concilio in quei sei mesi…? Dove si era trovata l’entrata dei loro laboratori…? E se, per un gioco del caso, non avessero ancora inaugurato la ‘rinnovata sede’ e in quel momento si fossero trovati da tutt’altra parte a discutere della posizione del laboratorio che cercavano…? Certo che, quelle torce accese… a meno che… non si trattasse di una trappola…

 

“E se Sylphiel –san tentasse con una premonizione…?” Azzardò Amelia, fissando perplessa i corridoi davanti a sé…

 

Mi grattai la testa. “Bé… se ce l’ha fatta in altre simili occasioni…” Gettai un’occhiata alla sacerdotessa.

 

La ragazza mi fissò di rimando, perplessa… “D’accordo, ma… cosa devo trovare esattamente…? Non sappiamo nemmeno che cosa stiamo cercando…”

 

Sbuffai. Odiavo quando la gente mi contraddiceva AVENDO RAGIONE… “Bé… prova a concentrarti su qualche possibile fonte di energia magica… sei in grado di fare QUESTO, giusto…? Anche se incappassimo in un laboratorio, o in un luogo dove vengono riposti gli oggetti magici, sarebbe sempre meglio che restarcene qui a perdere tempo… Insomma, quei pazzi avranno pur lasciato qualcosa qua sotto… almeno un indizio utile, piccolo piccolo…”

 

“Adoro il tuo ottimismo, Lina, e soprattutto il tuo modo di procedere METODICO…” Commentò Zel prendendosi la testa fra le mani… Ah, ah, forse la mia cara chimera ha soluzioni migliori da proporre…? “Ad ogni modo, penso anch’io che non abbiamo molta altra scelta…” Si grattò la testa, cercando di ignorare la mia occhiata ironica…

 

Sylphiel annuì, con un sospiro. “Farò del mio meglio…” Si limitò a commentare, prima di sollevare il bastone magico che era solita portare con sé, e intonare una breve formula… Fu questione di qualche attimo… Il bastone si illuminò, e la sacerdotessa spalancò gli occhi, fissando il corridoio di sinistra, lo sguardo teso, stupito…

 

Tutti seguimmo la direzione dei suoi occhi, perplessi. “Che ti prende, Sylphiel…?” Le domandai, posando lo sguardo alternativamente su di lei e sulla direzione che la ragazza stava fissando…

 

La sacerdotessa batté le palpebre, sollevando il dito ad indicare il corridoio. “La stanza, laggiù, in fondo… emana una energia magica fortissima… non riesco… a capire di che cosa si tratti… ma sembra quasi che un concentrato di oggetti magici sia custodito al suo interno…”

 

“Eh…?” Aguzzai la vista, cercando di scorgere qualcosa di più, attraverso la penombra del corridoio… “Ma… a me sembra praticamente vuota… d’accordo, da qui non riusciamo a vederla tutta, però…”

 

“E se… fossero nascosti in una botola nel pavimento, o qualcosa del genere…?” Osservò Gourry, fissando la sala illuminata ed evidentemente non notandovi molto più di quanto non fossi riuscita a vedere io…

 

Sylphiel scosse la testa. “No… è come se… l’aria della stanza aleggiasse di magico… non so come spiegarmi… ma sento che c’è qualcosa PROPRIO LÌ DENTRO… Non è nascosto in qualche sotterraneo, o in un passaggio fra le pareti… ma esposto, in bella vista… la sensazione… è troppo forte… sembra quasi… offerto… a chi attraversa quella stanza…”

 

Mi accigliai. “Uhm… la cosa mi puzza…” Fissai la sala, come se il mio sguardo potesse avere la forza di portare magicamente alla luce ciò che ci attendeva al suo interno…

 

“Forse la stanza contiene degli oggetti protetti da un incantesimo di invisibilità…” Azzardò Amelia.

 

Aggrottai le sopracciglia. “Se le cose stanno così… lo verificheremo subito.” Indietreggiando di qualche passo, evocai una formula e, prima che chiunque potesse fermarmi… “Burst Rondo!!!” Recitai.

L’energia magica, dapprima convogliata in un unico flusso, raggiunse la camera, per poi diramarsi in infinite scariche, che presero a rimbalzare contro le pareti… La sala doveva esserci visibile davvero solo in minima parte, perché la mia magia si disperse molto più in fretta di quanto avessi previsto… ma indubbiamente, se in quel luogo si fosse trovato un gruppo consistente di oggetti o di persone nascosto o invisibile, con grosse probabilità almeno una parte di esso sarebbe stata colpita dall’improvvisa raffica di colpi… ma dalla stanza non erano provenuti rumori sospetti…

 

“Mmm…” Commentai, semplicemente. “Questo elimina almeno un paio di ipotesi…”

 

“Forse al suo interno si trova un solo oggetto magico sufficientemente potente, che da qui non riusciamo a vedere e che è accidentalmente sfuggito ai tuoi colpi…” Osservò Zel perplesso.

 

Annuii. “Immagino che l’unico modo per saperlo sia andare a vedere… D’altra parte…” Fissai per un momento il corridoio buio, alla nostra destra. “…questo ha tutto il sapore di una trappola… senza alcun dubbio la strada verso la sala appare molto più invitante e sicura dell’oscurità che si presenta dall’altra parte… il che significa che probabilmente è anche la più pericolosa…” Con un sospiro, estrassi il pugnale che tenevo nascosto sotto al mantello e recitai brevemente un Lighting, facendone illuminare la punta…

 

“E quindi…? Che facciamo…?” Chiese Gourry, perplesso.

 

Feci spallucce. “Bé, dato che siamo in ballo, balliamo… dopotutto, non vorremo rimanere con la terribile curiosità di quello che quella magnificente sala può contenere no?” Strizzai l’occhio al mio amico…

 

Lo spadaccino sospirò. “Qualcuno potrebbe obiettare che è più interessante vivere con la curiosità, piuttosto che morire dopo essersela tolta…”

 

Mascherando un sogghigno, mi avviai attraverso il corridoio, tenendo il pugnale sollevato di fronte a me… In realtà, la luce fornita dalle torce alle pareti era più che sufficiente… ma ciò che temevo era che in qualche modo esse potessero spegnersi improvvisamente, lasciandoci al buio per alcuni attimi che avrebbero anche potuto esserci fatali… Il corridoio era abbastanza ampio da permetterci di marciare a due a due… Notai che Zel, forse istintivamente, si era posizionato nella retroguardia, a fianco di Derek… evidentemente anche lui non si fidava del cavaliere, contrariamente a quanto invece, nonostante tutto, sembrava ancora fare Gourry… in fondo, loro due dovevano essere stati piuttosto legati, in passato…

 

Spostai lo sguardo sul mio amico, che camminava al mio fianco… ora sembrava solo teso per la situazione in cui ci trovavamo, e non pareva pensare alla faccenda di suo fratello… mi sarebbe piaciuto porgli qualche domanda… che cosa ne pensava, ora, di quanto mi aveva detto la sera prima…? Si sentiva… ancora in obbligo, verso suo fratello, nonostante tutto…? E …era solo obbligo… o in realtà… era ancora affezionato a lui…?

 

Sospirai. Non era il momento di porsi quei problemi, in fondo. Ora come ora, la questione di primaria importanza era se saremmo riusciti o meno a precedere i nostri avversari… non potevamo sapere… di quale potere il Concilio si sarebbe trovato in possesso, se avesse veramente rintracciato il laboratorio… non potevamo sapere QUANTO  sarebbero stati pericolosi, in quel caso… e ancora… non ero del tutto certa dei motivo del mio coinvolgimento nella faccenda… avevo il brutto presentimento che qualcuno fosse effettivamente interessato a me… ANCORA interessato… Quello che noi sei dovevamo scoprire, ora, era…

 

Ehi, un momento…

Noi sei…?

 

E Xellos…? Che fine aveva…?

 

Mi bloccai, all’improvviso.

Un rumore, secco. Non era stato il rimbombare dei miei passi sulle pareti… sembrava… provenire dalla stanza in cui eravamo diretti… Fissai il suolo, per un momento… blocchi di pietra, nient’altro… possibile che urtando qualcosa con il piede avessi fatto scattare qualche trappola…?

 

“Lina… che ti prende…?”

 

Sollevai lo sguardo verso i miei amici. “Voi… non avete sentito nulla…?” Tutti si limitarono a fare spallucce. Del resto, i loro sguardi perplessi erano una risposta più che eloquente…

 

Tornai a fissare la sala. Improvvisamente, non avevo più tanta voglia di andare ad investigare in quel luogo…

 

“Ragazzi!!!!!” Il grido allarmato di Amelia mi riporto immediatamente alla realtà. Feci appena in tempo a voltarmi per capire cosa stesse succedendo, quando la fiammata si sprigionò.

Una nube di fumo immensa, soffocante. E il fuoco, che sembrava nascere dalle stesse pareti… Delle condutture cosparse di sostanze infiammabili, probabilmente, ed un meccanismo che qualcuno di noi aveva fatto inavvertitamente scattare, camminando…

 

Ma non era decisamente il momento di porsi questioni di meccanica… Le fiamme ci avevano tutta l’aria di spingerci con inesorabile precisione verso la sala… Il che significava una sola cosa…

 

“Correte!!!”

 

Coprendomi la bocca con l’orlo del mantello, lottando contro il fumo che già mi accecava, mi scagliai verso l’apertura che sboccava nell’ampio salone. Imitata dai miei compagni, mi gettai di lato, sul freddo pavimento di pietra, mentre propaggini della fiammata invadevano l’ambiente illuminato che ci aveva appena accolti. Il fuoco, tuttavia, non si diffuse all’interno della stanza… le fiamme non si spensero, ma restarono bloccate nel corridoio, quasi che una barriera magica le respingesse…

 

…eravamo ‘al sicuro’, a quanto pareva…

 

“Potrebbero almeno cercare di variare il tipo di trappola…” Commentò Zelgadiss, l’aria scossa, i capelli che assomigliavano stranamente ad acciaio incandescente. Evitai di ridacchiare…

 

“Già…” Convenne Gourry. “Questo è il tipo di trappole da piromane che potrebbe essere ideato da Lina…” Ehi… e questo che vorrebbe dire…?

 

Al fianco di Zel, la principessa stava tossendo quasi convulsamente. Non evitando un’occhiataccia a Gourry, mi rivolsi alla mia amica, preoccupata. “Amelia, è tutto a posto…?”

 

La principessa cercò di calmare gli spasmi, e annuì. “Quel… fumo… sembra… stritolare i polmoni…” Zel le indirizzò un’occhiata preoccupata, quindi tornò a fissarmi. “Lina… tutto questo non mi piace… Amelia ha ragione, quelle fiamme ed il fumo che sprigionavano non sembravano normali… senza contare che parevano studiate apposta per intrappolarci in questa stanza senza via d’uscita…”

 

Annuii, accigliandomi, e gettai un’occhiata allo spazio attorno a me… Una stanza vuota, semplicemente… immensa, ma vuota… “C’è una porta… all’altra estremità, laggiù…” Sollevai il dito ad indicare il piccolo portale in ebano, che spiccava sul bianco delle pareti… “Credo… che sia meglio andarsene da qui… questo posto non piace nemmeno a me…”

 

I miei amici non si lasciarono pregare. Cautamente, ci alzammo e ci dirigemmo verso l’uscita. Ne approfittai per dare un’occhiata più approfondita alla sala… la pavimentazione irregolare, in pietra… le pareti un tempo bianche ed ora ingiallite dal tempo, lisce, senza appigli… di una desolazione quasi angosciante… il soffitto, altissimo, svettava ad almeno quindici metri da noi… sulla parte superiore delle pareti partivano quelli che sembravano resti di arcate in pietra… ma il soffitto pareva perfettamente in grado di auto sorreggersi… al di sopra delle arcate, si trovavano delle piccole aperture, che in precedenza non avevo notato… dovevano essere più o meno dell’altezza di un essere umano… Mi chiedevo a che profondità ci trovassimo… poteva trattarsi di condotti per l’aria…? C’era… qualcosa di strano, in quel posto… avevo il sentore che una qualche magia aleggiasse lì attorno… e ciò che Sylphiel aveva avvertito poco prima non poteva certo rassicurarmi, al riguardo… certo… quella sala doveva trattarsi di un antico salone adibito alla prova degli incantesimi… forse quello che la nostra amica aveva sentito non era che l’eco di magie scagliate molto tempo prima… nonostante questo… nonostante questo…

 

Gourry, al mio fianco, si fermò improvvisamente.

 

Battei le palpebre. “Gourry, che c’è…?” Il mio amico non mi rispose. Il suo sguardo era fisso sulle pareti… e aveva portato la mano alla spada. “Che cosa…?” Iniziai, nuovamente, ma non mi venne dato il tempo di finire.

 

Improvvisamente, dalle aperture lungo la parete, si liberò quello che sembrava uno sciame di enormi insetti.

 

“Cosa diavolo…?” Zel si gettò di lato, evitando per un soffio di essere investito dalla discesa in picchiata di uno di quegli esseri.

“Sono pipistrelli!!!” Strillò Amelia, senza nemmeno tentare di mascherare un moto di disgusto.

“No, non si tratta di semplici pipistrelli!”Gridai di rimando, mentre la solita, irrazionale paura mi stringeva nella sua morsa. “Sono di nuovo loro!!! Le creature di Ilmund!!!” Mi resi conto che il tono della mia voce non era affatto controllato… ma la vista di quegli esseri… era in grado di sconvolgermi, senza che io riuscissi a comprenderne il motivo…

 

Nel giro di pochi secondi, eravamo completamente circondati. Attacchi da ogni direzione iniziarono a piovere su di noi, anche se, stranamente, nessuno di essi sembrava mirare ad andare a fondo efficacemente… era fastidioso, comunque, senza dubbio…

…mi sembrava di stare per impazzire…

“Scappiamo!!! Andiamocene immediatamente di qui!!! Via di qui!!!” Irrazionalmente, presi a correre verso la porta in ebano, non concependo nemmeno il fatto che avrei potuto trovarla chiusa… gli altri mi imitarono, quasi automaticamente… il nostro unico pensiero in quel momento era fuggire, e nessuno di noi parve nemmeno prendere in considerazione l’idea di contrattaccare… le creature, tuttavia, formavano come un muro attorno a noi, e avanzare solo di qualche passo risultava un’impresa decisamente complicata…

Con gli occhi chiusi, le braccia protese in avanti per ripararmi dai colpi, mi muovevo fra lo sciame sempre più fitto, più velocemente possibile, cercando di ignorare le ferite agli arti che l’impatto con quegli esseri mi procurava…

 

Fu allora che il suolo mi mancò sotto i piedi.

 

Soltanto la presa ferrea e tempestiva del mio amico spadaccino impedì che io precipitassi senza nemmeno rendermi conto di quello che mi era successo…

 

“Gourry!!!”

 

“Lina, cerca di tirarti su!!!” Il mio amico si era gettato al suolo per afferrarmi in tempo, ma le creature non avevano per questo deciso di lasciarlo in pace… continuavano ad attaccarlo e tormentarlo, ferendogli le braccia… non avrebbe resistito a lungo…

 

“Cosa diavolo…?!” Ripeté ancora una volta Zel, cercando inutilmente di farsi strada fra le chimere, per avvicinarsi.

 

“E’ il pavimento!!! Si sta lentamente sgretolando!!!” Derek, persa la consueta calma spavalda, prese a gridare contro il fratello, come un folle… “Lasciala!!! Lasciala, sciocco, o cadrai anche tu!!!”

 

Era così… il pavimento, alle nostre spalle, aveva preso LETTERALMENTE a consumarsi sotto i nostri piedi!!! Adesso capivo… si trattava di Magia! Ecco cos’aveva sentito Sylphiel!!! Quel luogo non era altro che una trappola per gli sprovveduti che si fossero introdotti nel sotterraneo senza conoscerne i segreti… ci avevano spinti laggiù e bloccati con quelle creature, senza lasciarci… alcuna via di salvezza…

 

Ad ogni modo… anche noi avevamo qualche buona freccia al nostro arco…

 

Forze del vento…” Presi a recitare.

Se pensavano di sconfiggerci con un trucco del genere si sbagliavano di grosso… sapevo levitare da quando avevo nove anni…

 

Tutta la mia sicurezza, però, scemò nel giro di un nanosecondo. Le parole… la formula del mio incantesimo… presero ad accavallarsi nella mia mente… Non capivo più… che cosa stesse succedendo attorno a me… sentivo delle grida, immaginavo che si trattasse dei miei amici… ma la mia mente non riusciva più ad indivuarne la fonte, e la causa…

La vista… cominciò a farsi confusa…

 

“Lina!!! Fai qualcosa!!!” La voce dello spadaccino aveva una punta di disperazione… La sua mano stringeva ancora forte la mia, ma anche il suo sguardo si stava lentamente facendo vacuo…

 

Il fumo… ci avevano drogati.

 

 

Non ebbi nemmeno il tempo di concedermi un’esclamazione di rabbia… Anche il terreno al di sotto del mio amico cedette.

 

Avvertii l’impatto con il suo corpo, ed il vuoto sotto di noi accoglierci nella sua mortale oscurità… Lanciai uno sguardo verso l’alto… ed i miei occhi incrociarono quelli di UN ALTRO essere… una figura… che ci scrutava da una delle arcate… una figura… inquietantemente familiare…

 

I nostri sguardi si incontrarono per un momento… la mia mente ne registrò la presenza, e le fattezze… ma i miei occhi parvero rifiutarsi di riconoscerlo…

 

Fu in quel momento che un grosso frammento di pietra ci investì…

 

…e che il buio mi avvolse.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo nove ***


Non dire che hai abbandonato il sogno

Non dire che hai abbandonato il sogno

Non c’è altro per noi a cui aggrapparci

Se non questo.

 

Non dire che hai abbandonato il sogno

Non c’è per noi altra strada

Se non questa.

 

Takeshi Kitano ‘Asakusa kid’

 

 

 

Capitolo nove

 

 

“Lina… avanti, Lina, svegliati…”

 

Il tocco di un pavimento ghiacciato… dita altrettanto gelide sul volto… mi aggrappai a quelle sensazioni dolorose per riallacciare un labile contatto con la realtà che mi circondava, che la mia mente si ostinava a registrare come lontana, ovattata…

 

“Ohi… Mi sembra di non avere più nemmeno un osso integro…” Mi lamentai, senza aprire gli occhi. Alla mia affermazione, la mano che mi stava gentilmente sfiorando la fronte si irrigidì…

“Lina!!! Stai bene???”

 

Sollevai a fatica le palpebre, per non trovarmi di fronte ad altro che un muro di oscurità… grandioso… ad ogni modo, ormai non avevo certo bisogno di vedere la persona che mi stava di fronte, per riconoscerla…

Sorrisi, debolmente. “ ‘Bene’ mi sembra un eufemismo, Gourry… ma almeno siamo ancora vivi…” Mi chiedevo come… dovevamo aver fatto un volo di almeno qualche decina di metri, da quanto ero riuscita ad intravedere dell’abisso al di sotto di noi, prima di perdere i sensi. E se ci trovavamo ancora nel luogo in cui eravamo atterrati, nell’impatto non dovevamo avere incontrato altro a frenarci, se non la dura pietra…

 

Avvertii un lieve sospiro di sollievo… La mano, ancora sulla mia fronte, riprese ad accarezzarla, piano. Per qualche secondo fummo cullati da un piacevole, rilassante silenzio…

 

“Lina… hai idea di dove siamo finiti…?” Fu il mio amico a spezzarlo, la voce segnata da una certa urgenza… già… per quanto da qualche giorno a quella parte non avessimo avuto un attimo di tranquillità, non potevamo illuderci che la calma che ci era stata momentaneamente concessa sarebbe proseguita a lungo, purtroppo…

 

Sospirai. “Un’altra buia e tetra sala del buio e tetro sotterraneo, suppongo… ovunque e da nessuna parte… e di nuovo al punto di partenza.” Il che era decisamente IRRITANTE…

 

“Chissà se gli altri stanno bene…” Commentò il mio amico in tono preoccupato. “Quando siamo spariti li ho persi di vista, spero che non siano precipitati in quell’abisso…”

 

Spariti? Che vuol dire spariti…?” Battei le palpebre.

 

“Non… so esattamente come sia successo…” Spiegò il mio amico. “Ma ad un certo punto, mentre stavamo precipitando, tutto attorno a noi è scomparso… la sala, la trappola in cui stavamo cadendo… ma credo che tu avessi già perso i sensi allora…”

 

“Oh…” Potei semplicemente commentare. Strano… molto strano… a quanto pareva qualcuno aveva avuto interesse a teletrasportarci lontano dagli altri…

 

“… Subito dopo siamo comparsi qui…” Continuò lo spadaccino. “Io ero ancora cosciente, ma per un po’ sono stato come paralizzato…” Già… l’effetto della droga, immaginavo… “… tu sei rimasta svenuta per un pezzo, ma non riuscivo nemmeno ad avvicinarmi… mi hai fatto prendere un bello spavento, sai…?”

 

“Eh, eh, che cosa sarebbe un racconto avventuroso senza un po’ di ‘suspense’ sulla salute del protagonista, scusa…?” Sogghignai, sdrammatizzando.

 

“Ah, quella certo non mi è mai mancata, da quando viaggio con te…” Il mio amico spostò la mano sulla mia testa e esitò per qualche istante, in silenzio, quindi… mi strappò un paio di capelli, cogliendomi totalmente alla sprovvista!

 

“Ehi!” Protestai.

 

L’indice della sua mano andò a premere direttamente contro la punta del mio naso. “I primi capelli bianchi… è il prezzo da pagare per l’eccessiva suspense, cara la mia protagonista…” Mi rimbeccò, in tono dispettoso.

 

Rimossi la sua mano dal mio volto, con un breve gesto ed uno sguardo minaccioso, in grado di trapassare anche il buio…  “Molto spiritoso… se non avessi la schiena a pezzi troverei immediatamente un modo DAVVERO EFFICACE di farti stare un po’ con il fiato sospeso…” Tuttavia… La mia voce aveva una sfumatura divertita…

 

Il corpo del mio amico si irrigidì. “Ehm… d’accordo, basta con gli scherzi…” Scherzi, eh…? “Seriamente, Lina… ce la fai a muoverti…? Posso portarti in spalla, ma se hai qualcosa di rotto potrebbe comunque essere…”

 

Sospirai, interrompendolo, con tono serio. “No, no, non cominciare di nuovo a fare la mamma, Gourry, è tutto a posto… E’ stato solo l’impatto con quella roccia a mettermi KO e ad ammaccarmi un po’, ma non è nulla che un Recovery non possa risolvere…” Appoggiai la mia mano alla sua, per rassicurarlo.

 

“Mmh…” Fece il mio amico, in tono poco convinto. “Ad ogni modo, se ritroveremo gli altri Sylphiel sarà in grado di fare qualcosa per te, giusto…? Allora sarà meglio andare…”

 

Sospirai, mascherando un sogghigno. Era inutile cercare di convincerlo, se si metteva in testa che avevo bisogno della sua ‘assistenza materna’… era più o meno il principio per cui avevamo iniziato a viaggiare insieme… “Già, hai ragione, hai ragione… ma cerchiamo almeno di fare un po’ di luce, prima… nemmeno essere attaccati di nuovo in questa oscurità gioverebbe particolarmente alla nostra salute, non pensi anche tu…?”

 

Ci fu silenzio per qualche secondo. Quindi… “Eh…?”

 

Presi un GROSSO respiro. “Ho detto di lasciarmi il tempo di recitare una formula per fare un po’ di luce, Gourry… non credo che tu voglia procedere a tentoni nel buio, no?” La mia pazienza tendeva ad essere piuttosto limitata dopo che avevo rischiato di precipitare in un abisso apparentemente senza fondo…

 

…bé, forse i calunniatori direbbero in modo del tutto infondato che la mia pazienza è SEMPRE limitata… ad ogni modo…

 

“Lina…” Il tono del mio amico sembrava piuttosto perplesso… “…attorno a noi NON E’ buio…”

 

 

Aspetta… aspetta un…

 

“Cosa…?”

 

“Ho detto che non è… EHI!!!!!” La frase del mio amico venne troncata a metà quando una delle mie mani lo afferrò per la collottola, mentre l’altra gli si parava davanti al volto, aperta.

 

“Gourry… quante sono queste?????” Agitai le dita, di fronte al suo naso.

 

“Ci… cinque?” Domandò lo spadaccino, il tono esitante di chi si trova di fronte ad una persona delirante…

 

“AL DIAVOLO!!!!!” Lo rilasciai, stizzita, e mi presi la testa fra le mani.

 

Il mio amico mi si avvicinò. “Lina… che cosa sta succedendo…?” Il tono della sua voce era decisamente allarmato…

 

“Non ci vedo.” Risposi, semplicemente, con un’alzata di spalle.

 

“Co… come sarebbe a dire che non ci vedi…?”

 

Sospirai. “Non ci vedo. Sono circondata dal buio, i miei occhi non funzionano, sono cieca insomma. Non trovo altri modi per dirtelo.” Risposi, un po’ più duramente di quanto avrei voluto, e me ne rimproverai interiormente… Non  stavo mostrando grande gratitudine a chi non faceva altro che preoccuparsi per me…

 

“Lina…?”

 

Scossi la testa. “Mi dispiace di essere stata brusca, Gourry… è che… mi pareva che ci fosse qualcosa che non andava, prima… al di là del fatto che ci hanno drogati… i miei occhi reagivano in modo strano, poco prima che perdessi i sensi… e ora credo di capire perché… credo… che qualcuno abbia voluto fare in modo che non vedessi più di quanto non dovevo…”

Quella figura… quella figura stava comandando le creature che ci avevano attaccati, quando la avevo scorta, sull’arcata… e avevo tutta l’impressione che non avesse intenzione di essere identificata… allo stesso modo… avevo la sensazione… che fosse qualcuno con cui noi avevamo una certa familiarità…

 

“Non capisco… che vuoi dire…”

 

Rivolsi il volto verso la direzione della sua voce. “Ho tutta l’impressione che questa sia Magia Nera, Gourry… ma non del genere che pratico io… si tratta di una maledizione, più precisamente.”

 

“Una… maledizione…?” Il tono di voce del mio amico mi parve perplesso.

 

Annuii. “Ti ricordi quando quella donna-demone di nome Mazenda aveva sigillato i miei poteri magici in modo che non potessi scagliare incantesimi…? Ecco, credo che si tratti di una cosa del genere… Non… so perché… ma ho la sensazione che sia un tipo di Magia del tutto affine… mi sento… strana… privata di qualcosa… esattamente come mi sentivo allora…”

 

“Ma… allora… se si tratta di Magia… tu puoi spezzarla, non è così, Lina…?” La voce del mio amico ora era SINCERAMENTE allarmata…

 

Scossi la testa. “No, purtroppo. Non si può spezzare una maledizione se non si conosce l’incantesimo che la ha generata… o si elimina chi la ha scagliata… A meno che essa non sia studiata per essere temporanea, ovviamente… ma non posso sapere di che tipo sia quella che mi ha colpito…” A dire il vero… un essere sufficientemente potente avrebbe potuto anche scagliare una maledizione irreversibile… ma menzionare questo fatto a Gourry sarebbe servito solamente a farlo preoccupare di più… e bastavo già io, ad essere nervosa… il fatto che la faccenda mi stesse coinvolgendo sempre più in prima persona non mi piaceva per niente…

 

“Allora… che cosa facciamo…?”

 

Scossi la testa. “Non lo so… ma per me sarà molto più difficile servirmi della Magia, finché non ritrovo la vista… il che significa che è DAVVERO il caso che ci muoviamo a ritrovare gli altri… ormai sono del tutto convinta che qualcuno ci stesse aspettando, all’interno di questo sotterraneo… e l’idea che ci trovi separatamente non mi sorride assolutamente…”

 

“Sono pienamente d’accordo…” Convenne semplicemente il mio amico. Sentii che una mano veniva protesa verso di me, ma la rifiutai, con un gesto calmo della mano.

“Posso farcela da sola.” Replicai, alzandomi in piedi. “E’ meglio che tu pensi solo a stare allerta, nel caso ci sia bisogno di combattere…” Cercavo di apparire tranquilla, più di quanto in realtà non fossi. Si trattava di Magia, continuavo a ripetermi. Qualcosa con cui potevo trattare alla pari e da cui non dovevo lasciarmi spaventare… Ma non era la maledizione in sé a rendermi inquieta… stranamente, anzi, per quanto ne fossi stata io l’obiettivo, avevo la netta impressione che non si trattasse di qualcosa di premeditato per colpirmi… trovavo decisamente più preoccupante il motivo che poteva avere spinto qualcuno a mettermi improvvisamente fuori gioco servendosi di quel mezzo… L’entrata in quel sotterraneo, il modo in cui ci avevano divisi… tutto mi dava sempre più l’impressione di appartenere ad un preciso progetto… un piano, in cui noi non rappresentavamo che inconsapevoli pedine in gioco… chi ci stava guidando? Quali erano i suoi obiettivi? QUESTO, avrei tanto voluto scoprire… per quanto ne sapevamo, noi avremmo potuto essere allo stesso modo la chiave per la distruzione del mondo, o per un progetto per la sua salvezza…  Il Concilio… se i loro obiettivi erano veramente quelli che il mio maestro ci aveva descritto non avrei certo potuto lasciarli fare… ma chi altri era coinvolto, in tutta la faccenda… i Mazoku? Xellos era con noi, in fondo… e magari opponendoci a Ilmund avremmo fatto il loro gioco, allora… se le cose fossero state in quei termini… si supponeva che io lo accettassi i loro progetti, senza ribellarmi?

 

E un’altra cosa, non mi era chiara… Qual era il pezzo fondamentale sulla scacchiera del nostro ‘giocatore d’azzardo’…?

Si trattava… di me…?

 

“Lina… c’è un altro Portale…” La voce del mio compagno, che avevo continuato a seguire a breve distanza, per evitare di perderlo, mi risvegliò dai miei pensieri.

 

Battei le palpebre. “Che cosa hai detto scu…?” Non feci in tempo a terminare la frase. La mia fronte andò sonoramente a sbattere contro la dura pietra di un battente.

“Ecco. Quello è esattamente il punto in cui la strada è ostruita.” Commentò il mio amico in tono piatto.

 

“Avresti… potuto avvisarmi con un po’ di anticipo…” Replicai, in tono a metà fra il minaccioso e l’esasperato… Il mio naso aveva già pagato fin troppo per quella faccenda…

 

“Uh… mi spiace… è che… questo posto… attira l’attenzione… come dire… è strano…”

 

“Strano in che senso…?” Mi volsi nella direzione da cui proveniva la sua voce, massaggiandomi la punta del naso, che in quel momento doveva aver assunto uno spettacolare colorito rosso sgargiante…

 

“Bé… non so come spiegarlo, ma… sembra un luogo importante…” Sentii che mi si avvicinava. “Attorno a noi, lungo le pareti del corridoio, ci sono delle colonne, decorate…il soffitto è altissimo e il Portale è veramente gigantesco…”

 

Ho intravisto dei pilastri, un ampio soffitto, come se si trattasse di una grande costruzione…

 

La visione…

 

 “…sembra un luogo riservato ad occasioni speciali…” Proseguì il mio amico. “…come dire… un luogo ufficiale…” Evitai di chiedergli come avrebbe definito allora un luogo ‘ufficioso’… non era il momento delle frecciate ironiche…

 

“Può darsi che siamo arrivati effettivamente nel posto che cercavamo, quello utilizzato dai membri del Concilio per i loro raduni, e per i loro esperimenti di Magia… però non mi spiego perché l’incantesimo nella sala della trappola avrebbe dovuto portarci proprio qui… mi sembra molto strano…”

 

“Allora l’unico modo per capire è entrare e verificare, giusto?” Osservò il mio amico, con il consueto atteggiamento accomodante, anche se un po’ più avventato del solito…

 

Sogghignai. “Ehi, ehi, non rubarmi le battute…” Oh, evidentemente la mia compagnia aveva davvero effetti deleteri su di lui…

 

“Abbiamo fretta di fare tornare a qualcuno la vista no…?” Mi batté lievemente la mano sulla testa. “Senza contare che così, semi impossibilitata ad usare la magia, sei praticamente inutile, quindi…” Il suo tono si fece nuovamente divertito…

 

“CREDO DI NON AVERE CAPITO BENE…” Una piccola sfera di luce comparve fra le mie dita…

 

“Ehm…” Lo sentii indietreggiare. “Dicevo che la tua magia potrebbe essere utile ad aprire la porta…”

 

“Oh, ma come sei perspicace…” Rilasciai la sfera di luce, in direzione dei rigidi (lo avevo verificato…) battenti di pietra, strizzandogli l’occhio… “Come hai fatto ad intuire che era proprio ciò che avevo intenzione di fare…?”

 

 

La porta non ci oppose troppa resistenza… forse chi aveva costruito quella parte dell’edificio aveva pensato che solo un ‘legittimo visitatore’ dell’edificio sarebbe riuscito a giungere tanto in profondità, e che altre barriere fossero inutili…

Quindi… anche noi eravamo i ‘benvenuti’ in quel luogo…?

E…

…noi…

…o solamente io…?

 

Rabbrividii, involontariamente.

“Che c’è, Lina…?” Mi chiese la voce del mio amico, quasi in un sussurro…

 

“N… nulla…” Risposi, in tono poco convinto. “Proprio nulla…” Istintivamente, tuttavia, mi feci più vicina a lui… Non ci avevo immediatamente pensato, ma… Gourry era finito in quel luogo con me del tutto casualmente… solo perché era riuscito ad afferrarmi prima che il mio corpo venisse teletrasportato… Forse, l’intenzione originale di chi mi aveva trasferita in quel luogo era di farmi arrivare lì… sola. E allora… poteva essere che ora qualcuno tentasse di separarci, in qualche modo…? L’idea che entrambi ci trovassimo a girovagare in solitudine in un luogo del genere non mi sorrideva…

Tra l’altro… se a vegliare su di me mentre ero svenuta, poco prima, non ci fosse stato Gourry… COSA avrebbe potuto succedermi…? Sinceramente, preferivo non pensarci…

 

“Che cosa vedi, Gourry…?” Bisbigliai, dopo i nostri primi passi all’interno del nuovo ambiente… doveva trattarsi… di una sala piuttosto ampia, data la eco che faceva rimbombare persino i nostri cauti passi… e poi… faceva freddo ,là sotto… nulla a che fare con la sensazione di soffocamento che avevo provato nella sala dei cadaveri… dovevamo essere piuttosto in profondità…

 

“E’ buio, Lina… non riesco a vedere molto di quello che…” Un singhiozzo strozzato, accompagnato da un sussulto, troncò la sua frase a metà…

“Cosa…? Che c’è???” Senza nemmeno accorgermene, mi aggrappai alla sua manica… per una come me, che normalmente tendeva a fare molto affidamento sui propri occhi, ricevere la descrizione dell’ambiente circostante in ‘differita’ era piuttosto angosciante… soprattutto in circostanze come quelle…

“Delle… strane creature, Lina… sospese a mezz’aria… sembrano… dormire… non… non capisco…”

Aggrottai le sopracciglia. “Che… Che tipo di creature…?”

“Uh… non capisco esattamente cosa siano, ma… sembrano simili a quelle che ci hanno attaccati nella foresta, prima che tornassimo a Miilun… Non… non pensi che si sveglieranno, eh, Lina?”

Le chimere di Ilmund…? Che strano… non avevo provato nessuna strana sensazione quando ero entrata in quella sala… e se si trattava veramente di quei mostri, questa era veramente una novità…

“Ho capito. Deve trattarsi di illusioni ottiche…” Dichiarai, semplicemente.

“Illusioni ottiche…?” Il tono del mio amico appariva perplesso…

Annuii. “So qualcosa dei metodi di creazione delle chimere, dato che… anche il mio antenato conduceva questo tipo di… ‘ricerche’…” Sospirai. “Se ci troviamo davvero nelle sale in cui il Concilio svolge i suoi esperimenti, può darsi benissimo che si tratti dei ‘modelli’ utilizzati per la riproduzione di quegli esseri, creati con un semplice incantesimo… sai, un po’ come lo schizzo a matita per un disegno…”

“Non paragonerei la produzione di quelle creature alla semplice ed innocua realizzazione di un disegno…” Il tono del mio amico era decisamente teso…

Annuii, nuovamente. “Sì, su questo mi trovi perfettamente d’accordo…” In realtà si trattava di un problema tutt’altro che semplice e molto discusso fra i fruitori di magia… fin dove potesse addentrarsi la manipolazione di qualcosa di tanto delicato come la vita…

…ma non era decisamente il momento per addentrarsi in certe questioni. “Ad ogni modo…” Osservai, in tono pratico… “Se le cose stanno come penso, non dovrebbe trattarsi di nulla di offensivo… quindi concentriamoci sulle nostre ricerche e lasciamoli perdere per un momento, ok?”

 

La mia affermazione non parve rassicurare lo spadaccino… “Inoffensive… dici…? A me paiono piuttosto realistiche…”

Gli strizzai l’occhio. “E che ti dice che in tuoi sensi debbano avere sempre ragione…? La vista, l’udito, spesso possono trarci in inganno, e potrebbero non darci uno sguardo tanto oggettivo quanto pensiamo, sul mondo…” Feci spallucce. “Per quanto ne sappiamo noi la realtà potrebbe anche essere interamente un’illusione… io, che ti sto parlando in questo momento, potrei anche essere solo una proiezione della tua mente, non ci hai mai pensato…?”

Il corpo del mio amico si irrigidì. “Bé… non lo direi in quel tono tranquillo, se fossi in te… NON E’ precisamente quanto definirei rassicurante…”

Sogghignai. “La capacità di mettere continuamente in discussione la realtà è ciò che genera il bravo fruitore di magia, Gourry… Chiudere gli occhi a ciò che ci appare inquietante non ha la minima utilità… E poi… non è il caso di fare i disfattisti, ad ogni modo…” Gli strizzai l’occhio. “… se gli esseri umani non hanno alcuna garanzia per ciò in cui credono, non significa necessariamente doversi arrendere ad una non-vita, no…? Forse ci illudiamo solo di vivere, forse la realtà che ci circonda non è che una auto difesa ad un nulla che ci spaventa, ma… se in questo momento io decidessi di darti un bel calcio, proprio nel centro della fronte, tu proveresti dolore… e se questa non può essere considerata una certezza sufficiente, è indubbiamente un’ottima spinta a proseguire sulla strada della vita… e una vita che sia DAVVERO vita, e non sopravvivenza… anche se le probabilità di non essere in realtà catturati da un’illusione fossero vive solo all’uno per cento… varrebbe comunque la pena sforzarsi per raggiungere la propria felicità in questa vita, no? Tanto… che cosa abbiamo da perdere…?” Condii l’osservazione con una noncurante alzata di spalle.

 

Non potevo vedere il mio amico, ma ebbi la netta impressione che, in quel momento, stesse sfoderando uno dei suoi sinceri sorrisi… “Immagino che tu abbia ragione…” Osservò, semplicemente, col consueto, calmo tono di voce… “E poi… dubito che tu possa essere una costruzione della mia mente… non credo di avere così tanta fantasia…”

 

Una grossa goccia di sudore scese lungo la mia tempia. “Lo prenderò come un complimento…” Tossicchiai. “Ad ogni modo, torniamo alle questioni serie… cerca di sforzarti, Gourry, e vedi se riesci a scorgere qualcos’altro… tu hai una buona vista… e ho bisogno che tu diventi i miei occhi, ora, se vogliamo scoprire qualcosa di utile…”

 

Il mio amico sospirò, e rimase in silenzio per qualche secondo, forse scandagliando la stanza con maggiore attenzione… “Bé, Lina, per la verità non c’è molto da dire… Non mi pare che qui attorno ci sia molto altro che polvere…”

 

Battei le palpebre. “Che vuoi dire…? La stanza è vuota…?”

 

“Mmm…” Avanzò di qualche passo, verso quello che doveva essere il centro della sala. “Ci sono dei tavoli in legno, qualche provetta vuota… ma l’idea che dà questo posto è quella di non essere stato utilizzato per lungo tempo…”

 

“Molto strano…” Mi accigliai… Poteva davvero essere che il Concilio avesse smesso di radunarsi in quel luogo…? Perché se fosse stata quella la attuale sede dei loro esperimenti quella stanza avrebbe dovuto perlomeno ospitare le formule e gli oggetti che gli erano stati necessari alla produzione degli esseri che aveva mandato contro di noi e…

 

“Cos’è stato??’” Sussultai, improvvisamente. Uno schiocco, secco, come di una roccia che venisse infranta. E sembrava provenire dall’alto…

Gourry si accostò a me. Mi sembrava quasi di avvertire la sua tensione… doveva aver messo mano alla spada… “Non lo so, Lina, ma lo ho sentito chiaramente anch’io…”

“Mmm…” Fu il mio unico commento. Restammo fermi, in guardia, per qualche secondo, ma nulla parve accadere…

 

“Può anche darsi che una delle pietre del soffitto abbia ceduto…” Commentai, dopo aver lasciato passare qualche istante. “…in fondo, stando a quanto ho visto prima di finire quaggiù, si tratta un edificio piuttosto antico…” Certo che… non avevamo visto crollare frammenti di pietra…

 

“Pensi che la struttura sia pericolante, Lina…? Dici che ci conviene proseguire…?”

Scossi la testa. “Se questo sotterraneo rischia veramente il crollo credo che saremo in pericolo qualunque sia la stanza in cui ci troviamo… forse sarebbe davvero prudente cercare un’uscita, a questo punto… pare che quaggiù non troveremo nulla… e tutto quanto ci è successo da quando siamo entrati qua sotto non mi piace per nulla…”

“Hm.” Convenne il mio amico. “Però dobbiamo trovare gli altri, prima… Non possiamo andarcene lasciandoli qua sotto…”

Annuii. “Ma vorrei sapere come… non abbiamo idea di quanto sia estesa questa costruzione… avremmo potuto stregare i nostri oggetti magici in modo da riuscire a rintracciarci in qualsiasi momento con la magia… dannazione, perché non ci abbiamo pensato…?” Strinsi forte i pugni, in preda alla frustrazione.

Una mano mi batté lievemente sulla testa. “Lo dici sempre anche tu che non ha senso piangere sul latte versato, giusto? Sono sicuro che gli altri stanno bene, e se sono rimasti uniti Sylphiel userà i suoi poteri per rintracciarci in qualche modo, così potremo ritrovarci…”

 

Mi volsi in direzione della sua voce, lo sguardo contrariato. “OVVIAMENTE non ho intenzione di stare a piangere sul latte versato, Gourry… se chiunque ci ha trascinati qua sotto pensa che ce ne staremo ancora passivi a sottostare al suo gioco si sbaglia di grosso… Fa che lo trovi e gli farò capire io CHE COSA NE PENSO di tutta questa faccenda…”

Al mio fianco, sentii il mio amico sospirare. “E’ quando fa così che di solito ci scappano incantesimi distruttivi e lividi…”

“TI HO SENTITO, GOURRY!!!”

“Ehi, ehi, stavo solo prendendo atto di…”

 

Al mio amico non venne data la possibilità di terminare.

 

Un altro suono secco, stavolta più vicino. E il dolore intenso, lancinante al braccio sinistro.

“Lina!!!”

 

Venni spinta bruscamente contro una parete… L’impatto fu tanto violento che per qualche secondo i miei sensi si rifiutarono di rispondere. Non ero sufficientemente stordita, comunque, per non intuire quello che stava succedendo attorno a me…

 

Con un altro rumoroso impatto e una nuvola di polvere soffocante, un’altra pietra del soffitto si schiantò poco distante da noi.

 

“Sta… sta crollando la stanza!!! Gourry… l’uscita!!!” Cercai, di riprendere fiato dopo il colpo, mentre alcune lacrime mi salivano di riflesso, a causa del dolore, agli occhi, che a quanto pareva avevano mantenuto, nonostante tutto, la loro sensibilità…

 

“Contro la parete!!!” Si limitò a gridare il mio amico, in risposta. Sentii che si parava di fronte a me, ed estraeva la spada… ma che diavolo…?

“Cosa??? Cosa sta succedendo???”

 

“Lina, riparati!!!” Un fendente di spada. Rumore di roccia infranta. Cosa stava accadendo…? Sembrava quasi… sembrava quasi che i frammenti di roccia stessero mirando direttamente a noi… sembrava quasi… un’altra trappola!!!!!

 

“Gourry, no!!! Non devi allontanarti da me!!!” Il mio amico si stava spostando sempre più di lato, evidentemente seguendo la direzione dei colpi, nel tentativo di riparare entrambi… ma stavano cercando di separarci, ne ero sicura!!! E se fosse successo saremmo stati seriamente nei guai!

 

“Gourry!!!”

“Lina!!! Lina, attenta!!!”

 

Dovetti ringraziare il mio buon udito per essere riuscita ad evitare di ricevere una grossa pietra direttamente contro la tempia…

Mi scostai appena in tempo, mentre il frammento mi passava accanto con un sibilo, lasciando solo un lieve sfregio lungo la mia guancia ed infrangendosi rumorosamente contro la parete. Viaggiavano a velocità paurosa!!! Doveva trattarsi di telecinesi!!!

 

“Ah!” Evitai un nuovo impatto, buttandomi ancora una volta di lato…

I bersagli eravamo NOI… eravamo DECISAMENTE noi… il che significava che era da escludere l’idea di concentrarci sulla fuga e di cercare di raggiungere un’uscita nella speranza di non essere colpiti…

 

Un altro colpo, a pochi metri da me. Mi premetti contro la parete, frustrata. La polvere… faticavo a respirare… vicino a me sentivo ancora il mio amico tirare fendenti, ma non potevo aiutarlo… nella confusione avrei rischiato di ferirlo… o di colpire uno dei pilastri portanti, combinando definitivamente il disastro…

 

Ancora… un colpo… Un grido di dolore!

 

“Gourry!!!” Mi mossi alla cieca in sua direzione, schivando un paio di frammenti che dovevano essere di dimensioni piuttosto ridotte, e inciampando miseramente nelle pietre che giacevano al suolo…

 

Una frase pronunciata a denti stretti, tuttavia, interruppe la mia avanzata. “Contro la parete, Lina!!! Non venire avanti!!!” Stava… bene… a quanto pareva… ma… la sua voce… c’era… una punta di disperazione nella sua voce…

 

Allora capii.

Eravamo in trappola.

 

Se non avessimo distrutto la sorgente dei colpi, saremmo stati perduti. Ma Gourry, l’unico fra noi due che poteva essere in grado di trovarla in quel momento, non poteva riuscire ad avvicinarsi a sufficienza, solo con la sua spada… non poteva nemmeno dirigere la mia mano ed aiutarmi a lanciare un incantesimo… perché doveva difendermi.

Topi in trappola… a causa mia.

 

Mi sentivo impotente… totalmente impotente…

Chi mi aveva lanciato quella maledizione aveva saputo colpirmi nel mio punto più vulnerabile. Detestavo quella sensazione…

 

Rimarrai sempre una buona a nulla, sorella

 

La rabbia… crescente…

 

C’è qualcosa di più importante che ricercare il potere, nipote…? A qualsiasi prezzo

 

…sembrava… corrodermi dentro…

 

Sono proprio io il tuo obiettivo… il tuo futuro, Lina, il tuo futuro…

 

 

“Lina!!!” Due braccia mi trascinarono, all’improvviso, di lato… mi trovai stretta in un abbraccio convulso, al riparo dai colpi, mentre un altro impatto, secco, violento, si infrangeva, proprio sul luogo dove mi ero trovata fino a pochi secondi prima… Ancora polvere… un respiro affannato… frammenti di roccia sottili, taglienti, contro di noi… un sussulto… dal corpo premuto contro il mio… e venimmo sbalzati a distanza di diversi metri, direttamente contro un pilastro.

 

“Aaaaaaaaaaaaah!!!”

 

L’impatto con la dura pietra, e quindi di nuovo al suolo. Una fortuna nella sfortuna… di certo la massiccia costruzione non attutì l’impatto, ma ci fornì un parziale riparo ai colpi che continuavano a grandinare dal soffitto…

 

“Gourry!!! Ora!!! Cerca di aiutarmi ora a mirare!!!” Sforzandomi di ignorare il dolore, mi aggrappai alla manica del mio amico che, ancora sopra di me, mi impediva i movimenti. Tuttavia lo spadaccino, probabilmente ancora stordito, forse concentrato sull’attacco che ancora non ci dava tregua, non parve prestare attenzione alle mie parole…

“Gourry!!! Dammi ascolto per un secondo!!!”

 

Fu allora che me ne accorsi. Non era solo la mente a non rispondere. Il corpo… il corpo che ancora riparava il mio… sembrava… stranamente pesante…

 

“Gourry!!!”

 

…inerte…

 

“Gourryyyyyyyy!!!”

 

 

Colta improvvisamente dal panico, dimenticai la situazione in cui ci trovavamo… Afferrate le spalle del mio amico, usai tutta la forza che avevo per cercare di sollevarlo quel tanto che bastava per cercare di liberarmi…

“Gourry!!!” Non so quante volte pronunciai il suo nome nel tentativo di sgusciare al di sotto di lui. Come… se potesse venirmi in aiuto, anche allora… anche ferito… Non so quanto lottai per evitare di perdere il controllo… Perché… perché doveva sempre trovarsi in pericolo a causa mia? Perché nonostante tutti gli anni in cui mi ero data da fare per diventare forte non riuscivo nemmeno a difendere ciò che era veramente importante per me…? Ma io non volevo cambiare il mio stile di vita… Gourry mi aveva reso chiaro di non voler mutare il suo… allora… dovevo rassegnarmi a rischiare sempre la sua vita? Era OVVIO che era per seguire me che si trovava sempre in queste situazioni… e io… non avevo alcuna intenzione… di smettere di essere ciò che ero… di cessare la mia ricerca…

 

del potere

 

…di cessare la mia ricerca nel campo della magia…

Anche ora… se me lo avessero chiesto… avrei rifiutato… di smettere…

…c’era qualcosa… di sbagliato in me? Cosa avevo sbagliato?

 

Rezo, in fondo io sono egoista ed ambiziosa, proprio come te…

…continuare a cercare… significa necessariamente… trasformarsi in un mostro…?

 

Sfilatami da sotto il suo corpo, il fiato corto, la voce rotta, lo chiamai ancora, infinite volte… ma il suo corpo continuava a non rispondere a nessuno stimolo…

Cercando di mantenere la calma, appoggiai le mani sul suo petto, per scuoterlo… E una sostanza calda, oleosa, le intinse immediatamente, impregnandole del suo odore… “Gourry!!!”

 

Sangue, sangue… non capivo da dove provenisse, non capivo quanto fosse… la mia mente registrava come fiumi quelli che potevano essere solo rivoli… si rifiutava di indicarmi la strada per essere utile in qualche modo… se solo avessi trovato la ferita, avrei potuto almeno lanciare un Recovery… fare qualcosa!!!

 

 

Alle mie spalle, il pilastro cedette. Eravamo nuovamente esposti ai colpi.

Basta… BASTA!!!

 

“Al DIAVOLO!!!” Mi sollevai in piedi, le mani che tremavano per la rabbia, la mia capacità di autocontrollo ridotta ormai al limite… “Hai voluto giocare con noi, bastardo??? Adesso ti darò IO un motivo per divertirti!!!” Mi misi a gridare convulsamente verso il buio, e verso nessuno in particolare… mentre la mia mente richiamava velocemente a sé una formula…

 

Signore dei demoni e dei quattro mondi…” I Demon Blood obbedirono al mio comando, convogliando in me una nuova energia magica…

…un’energia magica che sapevo esattamente come impiegare…

BLAST BOMB!!!!!!

 

Succedesse quello che doveva succedere… non me ne importava più nulla.

 

L’esplosione fu notevole… ed estesa, come mi serviva che fosse… probabilmente se non fosse stato per la situazione in cui ci trovavamo ne sarei stata decisamente soddisfatta… Il colpo era stato indirizzato verso nessun luogo in particolare, ma in direzione del soffitto… non c’era da chiedersi quali sarebbero stati gli esiti…

E infatti i colpi cessarono… ma le pareti iniziarono a tremare.

 

Afferrai Gourry e cominciai a trascinarlo, con la forza della disperazione. Temevo di aggravare le sue ferite, ma non potevamo restare in quel luogo un minuto di più…

Proseguendo a tentoni lungo la parete, cercai disperatamente un apertura… Gourry mi aveva detto in che direzione si trovava l’uscita…? Dannazione, dannazione, non riuscivo a ricordarmelo!!! Le pareti potevano crollare da un momento all’altro, ma non potevo allontanarmene… non potevo perdere l’unico punto di riferimento che avevo…

 

“Un’apertura!!!” La mia voce non nascondeva il sollievo, quando trovai l’ampia breccia nella pietra… troppo grande per trattarsi di una semplice frattura, doveva essere l’accesso ad un’altra stanza, oppure ad un corridoio…

“Ce l’abbiamo fatta, ce l’abbiamo fatta…” Non facevo che ripetere, in tono rassicurante, più per me stessa che per Gourry, che evidentemente non poteva sentirmi… avevo bisogno di sentire una voce umana, o sarei impazzita, sola in quell’oscurità…

 

Oltrepassata l’apertura e percorsi alcuni metri, mi gettai a terra, sfinita per la paura e la fatica, mentre il corpo di Gourry cadeva, inerte, al mio fianco. Ma non era il momento di riposarmi…

 

Raggiunto il mio amico, lo voltai il più delicatamente possibile verso di me… sapevo che non era prudente, ma non c’era altro modo per aiutarlo… dovevo cercare di capire cosa avesse… dovevo sfruttare la mia magia, una volta in cui veramente mi serviva… perché Sylphiel non si trovava con noi, in momenti come quelli…?

 

Con prudenza, gli tastai la fronte… gelida… e, trattenendo il respiro, spostai le dita al suo collo…

 

Debole… ma batteva ancora. Potevo avvertire il battito del suo cuore…

 

Non potei risparmiarmi un sospiro di sollievo. “Abbiamo la testa dura, eh, vecchio mio…?” Sussurrai, piano, accarezzandogli la guancia…

…Ma il fiato mi si spense in gola quando le mie dita sfiorarono la pelle proprio al di sotto del suo orecchio. Sangue… era impregnata di sangue…

 

Lo stomaco mi si contorse, improvvisamente…

Una commozione celebrale, forse… o peggio… 

 

Il cuore in gola, rivoltai immediatamente il suo corpo lateralmente, la guancia vicina alla pietra del pavimento, un rivolo di sangue -avvertii-, che scivolava dalla sua bocca al suolo…

 

Calma, dovevo stare calma… non gli sarebbe servito a nulla se mi fossi agitata…

 

Recovery…” Recitai, la voce tremante, mentre una fastidiosa sensazione cominciava a pungermi gli occhi… Appoggiai le mani alla sua testa, pur non sapendo esattamente dove indirizzare la mia magia… sapevo che doveva avere anche una ferita allo stomaco, ma non sarei stata in grado di trovarla da sola…

 

Non potevo… farcela… senza vedere… non potevo… farcela…

Stai calma… calma…

 

Svegliati, cervello di medusa,svegliati, maledizione

 

 

Il mio amico prese a tossire, improvvisamente, rigirandosi nell’incoscienza. “No… no, Gourry!” Cercai di tenerlo fermo, mentre lo spadaccino si agitava, vincendo le mie braccia tremanti, e rischiando di soffocare con il suo stesso sangue… “Gourry… Gourry, ti prego…” Mi premetti con tutto il mio peso contro la sua schiena, cercando di evitare che si mettesse supino… Continuavo a spingere le mani contro i suoi capelli, ma le parole dell’incantesimo si confondevano nella mia mente…

 

“Gourry, DANNAZIONE!!!!!” Al suo ennesimo tentativo di voltarsi, non ce la feci più… piegata in avanti, mi aggrappai alle sue spalle, stringendole tanto convulsamente da perforarle, e arrendendomi definitivamente all’impossibilità di proseguire l’incantesimo… e all’impossibilità di combattere ancora il nemico che pungeva i miei occhi, minacciando di portare via con sé, scivolando sul mio volto, tutto il mio autocontrollo…

“Cervello di medusa… cervello di medusa… come pensi che io possa fare se non collabori??? Come pensi che io faccia in queste condizioni, eh???” Strinsi i denti, parlando con rabbia… rabbia rivolta più a me stessa che al mio amico…

Paura… non volevo più provare paura… che cosa c’era di più terrificante…? Non volevo essere… debole… non POTEVO, non allora… non allora…

 

Mi morsi il labbro… le mie lacrime… avevano un sapore amaro… sembrava… stritolarmi lo stomaco…

 

 

 

“Oh, insomma, Lina… non è da te startene lì a commiserarti… cosa direbbero i tuoi nemici se ti vedessero ora?”

 

Sussultai. La presenza che si era improvvisamente unita a noi in quel luogo mi aveva colta totalmente alla sprovvista… La sua voce proveniva da un punto indefinito dietro di me… ed era -purtroppo- più che nota…

 

“Xellos…” Pronunciai il suo nome fra i denti… non ero pronta… non ero pronta ad affrontare anche lui, in quel momento. “Che cosa… ci fai, qui…?”

 

Un sospiro giunse dal Mazoku, il che mi permise di localizzarlo…

… si trovava proprio alle mie spalle…

“Se dici il mio nome con quel tono sembra quasi che tu non mi voglia qui, Lina…” Il demone sospirò, nuovamente… “…Che crudeltà, proprio io che ero venuto per aiutarti…”

 

Le mie dita strinsero più convulsamente la stoffa della tunica di Gourry, minacciando di strapparla… “Ti conosco da qualche anno, Xel, e so che tu non compari MAI con il semplice scopo di ‘aiutarmi’…” Afferrato tutto il mio coraggio, mi volsi in direzione della sua voce. “Ripeto la domanda. Che – cosa – fai – qui…? Ti avverto che in questo momento non ho la pazienza di sopportare i tuoi scherzi da demone…” Condii l’affermazione con quella che avrebbe dovuto essere la mia migliore occhiata minacciosa… non potei impedirmi di ridacchiare, internamente… occhiata ‘antidemone’ la aveva definita una volta…

 

…Gourry…

 

Improvvisamente mi passò la voglia di scherzare…

 

“Oh, avanti, Lina… ho visto che avete incontrato qualche piccola difficoltà e ho pensato di potermi rendere utile… Chissà, magari potrei aiutare Gourry… ovviamente non lo farei gratuitamente, però…” Avevo tutta l’impressione che stesse ridacchiando…

 

Non potei impedirmi un sogghigno. “Bel tentativo, Xel… peccato che tu sia un demone e che probabilmente l’unico modo che avresti per soccorrere un ferito sarebbe finirlo e trasformarlo in un tuo simile…” Sempre che questo fosse possibile ad un demone che non appartenesse al ‘primo rango’, dei demoni superiori… “Oh…” Continuai. “…ma probabilmente non ci avevi pensato… così impegnato come sei a riflettere su come ‘darci una mano’…” Non nascosi l’ironia amara del mio tono di voce…

 

Sentii che il Mazoku si avvicinava ancora… lo stomaco mi si strinse per l’inquietudine, e per un attimo desiderai profondamente che Gourry si svegliasse… Ma il mio amico giaceva ancora al mio fianco, privo di sensi… aveva persino smesso di agitarsi… ero preoccupata per lui… se quel dannato demone non se ne fosse andato in fretta…

 

“Ti ha mai detto nessuno che sei proprio un’insolente, Lina…?” Battei le palpebre, stupita. La sua voce era… irritata…? O no… forse no… forse… stava scherzando come al solito… avrei voluto vederlo in volto… non riuscivo a capire quel Mazoku… per me era totalmente indecifrabile… a volte… sembrava il più buono fra i suoi simili… e a volte… il solo averlo accanto… mi dava i brividi lungo la schiena… 

 

Ma era un demone, sempre un demone… aveva massacrato migliaia di draghi, e con il sorriso sulle labbra… e aveva mostrato fin troppo spesso un eccessivo interesse nei miei confronti… questo era quanto sarebbe bastato a togliere il sonno a chiunque… dovevo stare attenta… attenta…

 

“Non credo che lascerò che un MAZOKU mi rimproveri sul mio carattere, Xellos…” Osservai, in tono nervoso, cercando di non cancellare il mio sogghigno sicuro dal volto…

 

Il mio interlocutore soffocò una risatina. “Già…” Convenne. “…credo che tu abbia ragione, Lina, come spesso accade…” Mi irrigidii, quando mi resi conto che era sufficientemente vicino da riuscire a sfiorarmi. Si era mosso velocemente, e silenziosamente… come solo un essere ESTREMAMENTE PERICOLOSO sa fare…

 

“Tuttavia…” Continuò, e la sua mano, con un gesto da me totalmente inaspettato, mi afferrò il braccio, e mi allontanò bruscamente dal corpo del mio compagno, con una forza che non ci si sarebbe aspettati da un essere apparentemente piuttosto esile… “… se fossi in te, Lina… non mi reputerei tanto ‘superiore’…” Mi strinse il braccio tanto forte che non potei evitare di gemere per il dolore… sentivo il suo respiro vicinissimo al mio volto…

 

Stringendo i denti, con un gesto secco, mi liberai. “Finiscila con le frasi ambigue, Xellos!!! E non osare mai più mettermi le mani addosso!!!” Indietreggiai, ancora in ginocchio, fino a che non avvertii la presenza rassicurante di Gourry accanto a me… ero… stanca… di perdere tempo con quell’essere…

 

“Non c’è nulla di ambiguo nel dire che tu non hai molto per cui ritenerti superiore ad un Mazoku, Lina chan…” Osservò il demone in tono pacato… la sua frase… sembrava SORRIDERE… di quel suo tanto usuale sorriso inquietante…

 

Decisi di tagliare corto. Non mi piaceva la piega che stava prendendo la conversazione… “Se pensi che io me ne stia qui ad ascoltarti mentre sputi sentenze senza senso ti sbagli di grosso, Xel… ora ho qualcosa di più importante a cui pensare…” Detto questo, mi volsi verso il mio amico, steso a terra… speravo che questo terminasse la discussione…

 

…e, colta totalmente alla sprovvista, non potei fare a meno di emettere un lieve grido, quando un braccio mi cinse con mala grazia la vita…

 

“Xellos! Cosa diavolo…?”

 

“Pensi davvero… che siano senza senso, Lina…?” Sussurrò il demone, la guancia che sfiorava brutalmente i miei capelli, le labbra premute contro il lobo del mio orecchio sinistro…

 

“Xellos! Finiscila!!!” Mi divincolai, senza grande risultato… La schiena bloccata contro il suo petto, le mani, mia unica difesa in quel momento, totalmente imprigionate dal suo abbraccio soffocante… ero… ero in trappola…? Mi ero davvero fatta cogliere di sorpresa come una povera sprovveduta…?

 

“Io…non credo che sia così…” Proseguì il demone, ignorandomi… “…in fondo… di chi è la colpa… se vi trovate in questa situazione…?” Le sue labbra scesero al mio collo e lo baciarono, improvvisamente, traendone un involontario sussulto… e un fremito di paura…

 

Riversai la testa all’indietro, cercando di allontanarlo. “Ho capito dove vuoi arrivare, Xel, ma non attacca!!!” Stavo praticamente gridando, ormai… “Puoi anche abbandonare il tuo tentativo di pressione psicologica, perché sono pienamente consapevole che PROBABILMENTE la vera colpa se mi trovo in questo guaio è proprio di uno dei tuoi amichetti Mazoku!!!” Presi ad agitarmi, ormai praticamente senza controllo… ma più mi divincolavo, più la stretta del demone si faceva intensa… e dolorosa…

 

Il Mazoku scoppiò in una sonora risata. “Già… già… in parte è così, e sono molto ammirato dalla tua consueta capacità di intuizione, Lina…” E così… i demoni c’entravano veramente, ancora una volta… “Però…” Il suo volto tornò a premere contro il mio… “Alla fine… a trascinarti in queste situazioni… è la tua stessa natura, Lina…”

 

Strinsi i denti. “Non dire… sciocchezze…” Faticavo ormai… a contenere la mia rabbia…

 

“Lo sai perché tu attiri così tanto noi Mazoku, Lina…? Al di là del tuo potere… te lo sei mai chiesta…?” Il modo in cui… continuava… a tormentare il mio volto… e il mio collo… con le sue labbra… mi dava… un senso di nausea…

“Xellos! Basta!” L’impotenza… conferiva una sfumatura disperata alla mia voce… ma non avevo intenzione di arrendermi, non ne avevo la minima intenzione…   

“Le sensazioni che porti in te, Lina… la rabbia, l’ambizione, il desiderio…” La sua lingua percorse, lentamente, il mio collo, facendomi nuovamente sussultare… “…quanto è labile il confine fra questi sentimenti ed il genere di sensazioni che nutrono noi demoni…” La sua mano… prese a risalire… lungo il mio stomaco… “Tu saresti capace di fare impazzire un Mazoku, Lina… perché ti assicuro che per un demone, dopo averti conosciuto… il desiderio di trascinarti con noi… di trascinarti dall’altra parte… è quasi ossessivo…”

 

“BASTA!!!!!” Non volevo più ascoltarlo, non volevo più ascoltarlo!

 

“Però…” Proseguì il Mazoku, senza prestare attenzione alle mie proteste… “E’ un desiderio… piacevole… dolce, lo definireste voi umani…” La sua mano raggiunse il mio seno e prese ad accarezzarlo, per poi stringerlo, con violenza. Mi resi conto che stavo tremando senza controllo… “…Tu hai una fiamma dentro di te, Lina… una fiamma in grado di attecchire in qualunque spirito… e di consumarlo… oh, Lina, se tu solo sapessi indirizzarla nella giusta direzione…” La sua mano strinse più forte, attirando nuovamente le lacrime ai miei occhi… “…l’uomo che giace davanti a te, ora… anche lui… ha rischiato di esserne vittima, tante volte… A cosa lo ha portato la sua ingenua devozione nei tuoi confronti… se non al rischio di annullarsi…? Anche ora… anche ora ha rischiato questo… a causa tua…”

 

“No… no…” Mi limitai a scuotere la testa, mentre un nodo mi si stringeva alla gola… ma non piansi. Non ne avevo la forza, o la volontà… come ormai non avevo più la forza di resistergli… ero come paralizzata…

…o forse… non mi importava più…

 

“In fondo è nel tuo sangue, Lina…” La sua mano cominciò a sollevare, lentamente, la sovratunica scura che indossavo… “E’ la tua natura… e accettarla non può portarti che dei vantaggi… quanto potrebbe giovare alla tua magia… lo immagini…? Non è questo l’obiettivo della tua vita…?” No… no… c’è modo e modo di raggiungere i propri obiettivi… “Ricordi quanto era forte Rezo? Quanto era forte… lui…? Tu hai potenzialità ancora maggiori, Lina… anche il tuo maestro te lo ha sempre detto… non devi avere paura…” No! No! Un mostro… io non voglio… io non voglio diventare… “… tu sfrutti il potere di Lord of Nightmares, Lina… nonostante tu SAPPIA cosa significa… tu hai consultato la Claire Bible, interrogandola sulla natura della Grande Madre… e nonostante questo hai continuato a servirti delle sue risorse… QUESTA è stata la mia conferma… ciò di cui avevo bisogno per capire… ti sei sempre chiesta perché fossi così personalmente interessato ad aiutarti a raggiungere il Libro Sacro quella volta, eh, Lina? Tu lo avevi capito… ma hai deciso di soprassedere, di fronte alla necessità… soprassedere… ti riesce spesso facile, vero, Lina…?” La sua mano… penetrò al di sotto della mia sovratunica… “Non devi farti remore, Lina… NESSUNO a questo mondo se ne fa… e non parlo solo di demoni… nessuno…” Mi baciò nuovamente il collo, mentre la sua mano tornava ad accarezzare il mio seno… ma ormai… ero come… indifferente, alle sue molestie… Riuscivo solo… a fissare il vuoto davanti a me… il vuoto… “Quest’uomo, davanti a noi… come tanti altri… ti sei dimostrata bravissima a causare la sua distruzione…” La sua mano prese… a scendere, nuovamente… “… e allora… avrebbe così poco senso… abbandonarsi a me…? Avrebbe così poco senso… abbandonarsi… a noi…?”

 

Chiusi gli occhi, le labbra serrate. Non volevo… pensare a quello che aveva detto… non volevo pensare… non volevo pensare a niente…

 

 

“L… Lina…”

 

Spalancai gli occhi, di colpo.

 

Il suono della voce che mi stava chiamando mi riportò con violenza alla realtà. E rimasi senza parole. Perché mi resi conto improvvisamente che ci vedevo.

Ancora in modo confuso, a dire il vero… distinguendo per lo più solo i contorni degli oggetti… ma riuscivo chiaramente a riconoscere lo scenario che mi circondava…

 

Ero nella penombra di un corridoio… a pochi metri da me, l’entrata in una stanza che aveva evidentemente subito un crollo. E attorno a me… nessuno! Xellos… dove… dove…

 

“Lina… dove… dove siamo…?” Battendo le palpebre, mi rivolsi verso la fonte della voce, ancora stesa al suolo.

 

“Gourry!!! Come ti senti???” Il mio amico era evidentemente ferito, ma a quanto pareva meno gravemente di quanto l’angoscia e l’impossibilità di vedere mi avessero fatto credere… Il sangue impregnava le sue vesti nella zona dello stomaco, ma non c’era nessuna ferita evidente alla testa…

 

“Lina… ma tu stai tremando…” Il mio amico allungò, con notevole sforzo, una mano verso il mio viso, ma un mio gesto la bloccò a mezz’aria.

“Non è il momento di preoccuparsi per me!!!” Osservai, in tono nervoso… “Indicami la ferita, Gourry!!! Dove sei ferito esattamente? Non posso usare la magia, altrimenti!!!”

 

Lo spadaccino rimase interdetto per qualche secondo, ma poi annuì. Afferrata la mia mano, la diresse gentilmente al suo stomaco… Mentre il sollievo mi invadeva, lentamente, richiamai alla mente la formula interrotta e feci confluire la magia nel suo corpo… lo sentii rilassarsi al mio tocco, e anch’io chiusi gli occhi, cercando di godere di quei secondi di pace…

Pochi secondi dopo, avvertii la sua mano raggiungere il mio volto. In silenzio, dolcemente, il mio amico prese ad accarezzarmi la guancia, portando via con sé il tremore, e la paura…

 

Sentii le lacrime raggiungere nuovamente i miei occhi, ma mi imposi di non piangere. A quel punto… non aveva senso…

 

“Lina…” Aprii gli occhi, sentendo nuovamente chiamare il mio nome…

 

“Che c’è, Gourry…?” Chiesi, in tono, finalmente, calmo…

“Ora… tu ci vedi, vero…? Voglio dire… prima mi stavi osservando…?” Il tono della sua voce mi parve un po’ incerto…

 

Annuii. “Ma ci vorrà un po’ di tempo perché la mia vista ritorni come prima…”

“Mmm…” La sua mano, che aveva interrotto il suo movimento per un attimo, riprese a scorrere lungo la mia guancia, con delicatezza… “… e non sai il motivo…?” Chiese dopo qualche attimo di silenzio, con la medesima esitazione…

 

Scossi la testa, cercando di apparire noncurante. “No… ma probabilmente era la maledizione ad essere studiata per essere temporanea… non trovo altra spiegazione…”

Il mio amico mi rivolse un’occhiata poco convinta… “Ma…” Esitò un momento… “…non è successo niente di particolare mentre ero svenuto… vero…?”

 

Deglutii. Mi ero aspettata una domanda del genere…

 

Con delicatezza, rimossi la mano dal suo stomaco ormai guarito, per portarla al suo volto… aveva riacquistato un po’ di calore, ora…

“Lina…?”

Feci spallucce. “Cosa vuoi che sia mai successo, cervello di medusa…? Sono stata costretta a portarti fuori da quell’inferno da sola… E, se vuoi saperla tutta, PESI…”

 

Il mio amico sospirò. “Lina, intendevo…” Fece per protestare, ma non gliene diedi il tempo.

Con un gesto per me del tutto inconsueto, mi piegai su di lui, e gli diedi un bacio sulla fronte.

 

I suoi occhi si spalancarono. “Lina…?”

 

Senza prestargli ascolto, mi protesi sopra di lui, affondando il volto nel suo collo… e venendo immediatamente avvolta dal suo odore… quello stesso odore dolce, inebriante, che avevo ormai imparato a conoscere… e che mi era sempre apparso tanto rassicurante…

“Lina, tu…” Iniziò il mio amico, in tono incerto…

“Non dire NIENTE.” Lo ammonii. Ne AVEVO BISOGNO, e, dato che quando c’era stata necessità del suo aiuto aveva giocato a fare il bell’addormentato, avrebbe fatto meglio a risparmiarsi commenti poco opportuni…

 

Il mio amico sospirò nuovamente, portando una mano ad accarezzarmi i capelli. Quindi, scosse la testa, come riflettendo fra sé e sé… “Perché suonava come una minaccia…?” Si limitò a domandare in tono rassegnato…

 

A dispetto di me stessa, non potei impedirmi di sogghignare. “Forse perché lo era…” Suggerii, in tono maligno. Quindi, con un sospiro, mi abbandonai contro di lui.

 

Non sapevo cosa pensare… non capivo più nulla… e forse in quel momento non volevo capire…

Solo di una cosa avevo la certezza… non si era trattato di un sogno.

 

 

Avrebbe così poco senso… abbandonarsi a me?

 

 

Deglutii. No… nulla… era stato un sogno… nemmeno… le sue parole…

 

…ed io sapevo benissimo che in esse… c’era un fondo di verità…

 

 

“Li… Lina…?”

Battei le palpebre, sollevando il viso per guardare lo spadaccino in volto… cos’era quel tono terrorizzato, improvvisamente…?

Il mio amico non ricambiò lo sguardo… i suoi occhi erano fissi su un punto indistinto, alle mie spalle… “Co… cosa…” Proseguì, balbettando lievemente… “…cosa diavolo è successo, lì, mentre ero svenuto…?”

 

“Uh…?” Mi voltai, cadendo totalmente dalle nuvole, per seguire la direzione del suo sguardo… nella stanza dove eravamo stati attaccati…

Oh…

Ehm…

 

Ridacchiai, un po’ nervosamente. “Ah, ah, bé, vedi, dato che tu avevi perso i sensi e che non avevamo altro modo per uscirne ho solo fatto ricorso ad un po’ di magia, tutto qui…” Gli rivolsi un sorriso a trentadue denti.

 

“Un… po’ di magia, dici…? Dei, Lina, questi sono i momenti in cui mi fa MOLTO piacere non averti come nemica…” Il suo sguardo scivolò da una parte all’altra della stanza in rovina, un po’incerto e un po’ terrorizzato, non avrei saputo definirlo altrimenti…

 

In effetti… ora che la stanza mi appariva più chiaramente mi rendevo conto di avere un TANTINO esagerato… se non avessi saputo CHE COSA si trovava in quel luogo prima del mio incantesimo difficilmente avrei saputo ricostruirlo, in quel momento… del resto… ero un po’ fuori di me quando avevo usato la magia, quindi supponevo di essere giustificata, eh, eh…

Ehm…

 

Una goccia di sudore mi scese lungo la guancia. “Ehi, ehi, non esagerare, eh…? Anche se ammetto di essere stata un po’ impulsiva…” Agitai la mano, in segno di noncuranza.

Il mio compagno inarcò un sopracciglio, scuotendo la testa. “Ammetto che sia difficile definirti, ma credo che ‘UN PO’ impulsiva’ non sia esattamente il modo giusto, Lina…” Ehi, che vorresti dire con questo…? “Ad ogni modo…” Sospirò. “…hai salvato la vita a entrambi…” Mi sorrise.

Gli rivolsi a mia volta un sorrisetto sarcastico. “Perché, c’è qualcosa di nuovo in questo…?”

Una goccia di sudore scese lungo la sua tempia. “Bé, diciamo che sei brava a risolvere i guai quanto sei brava a procurarne…”

 

 

Quest’uomo, davanti a noi… come tanti altri… ti sei dimostrata bravissima a causare la sua distruzione…

 

 

Battei le palpebre, rabbrividendo, e rimasi semplicemente a fissare il mio amico, in silenzio…

…improvvisamente, mi era passata la voglia di scherzare…

 

Gourry osservò il mio repentino cambiamento di atteggiamento, inarcando le sopracciglia, con fare perplesso. “Lina… è tutto a posto…?”

 

Feci spallucce. “Sì…” Risposi, in tono poco convinto, allontanandomi da lui e sedendomi con la schiena contro la parete… “Stavo solo pensando che siamo al punto di partenza sia per quel che riguarda la ricerca di indizi, sia per rintracciare gli altri…”

 

Il mio amico mi lanciò un’occhiata strana… in effetti non ero stata particolarmente brillante nel sviare l’argomento…

Gli rivolsi un sorriso nervoso. “Che c’è…?”

Lo spadaccino scosse la testa. “Niente…” Sospirò. Ehi, ehi… cos’è quell’aria melodrammatica…? “E quindi… che facciamo adesso, Lina…?”

 

Sospirai. “Rimarremo qui finché non avrai recuperato totalmente le forze… e poi suppongo che dovremo proseguire lungo questo corridoio… non c’è molto altro da fare…”

“Ma Lina, guarda che ora sto…” Il mio amico fece per alzarsi, probabilmente per dimostrarmi le sue buone condizioni, ma nel momento in cui si raddrizzò la sua schiena emise un suono che esprimeva TUTT’ALTRO che buona salute… ed ebbi la netta impressione che stesse facendo del suo meglio per evitare a due grossi lacrimoni di risalirgli agli occhi…

 

Sospirai, ancora una volta, alzandomi per aiutarlo… “Lo vedi cosa succede a non darmi retta, cervello di medusa…?” Osservai in tono piatto, lasciando scorrere un braccio sotto la sua spalla sinistra, per condurlo a sedere, appoggiato al muro…

“Non… pensavo… di avere incassato un colpo così forte…” Si giustificò, la voce lievemente tremolante.

 

Sorrisi fra me e me, mio malgrado. “Questo è quello che succede quando uno si ostina a fare l’eroe…” Lo rimbeccai, aiutandolo a sedersi, e cercando di fare del mio meglio per non peggiorare le condizioni delle sue vertebre…

Il mio amico rispose con un sorriso, lievemente segnato da una smorfia di dolore… “NON E’ POSSIBILE fare gli eroi in modo serio quando si frequenta certa gente…” Mi rivolse un’occhiata significativa… “Questo, mi sono bastati pochi giorni di convivenza con te per capirlo…”

Mi sedetti al suo fianco. “Oh, quante storie, solo perché sono un tipo a cui piace sdrammatizzare…” Finsi un’aria offesa.

Il mio amico inarcò un sopracciglio, con aria divertita. “Eh già, il melodrammatico però ti riesce ugualmente bene, eh…?”

Gli feci la lingua. “Sei solo invidioso… anche per recitare serve un cervello…”

“Ehi, e questo che vorrebbe dire…?”

 

Scossi la testa, e decisi di lasciar cadere la conversazione. “Come va, ora…?” Chiesi, semplicemente, lanciando un’occhiata al suo stomaco, dove la stoffa della sua maglia era ancora impregnata di sangue…

Il mio amico annuì. “Non ti preoccupare… ci vuole altro per mettermi fuori gioco… l’hai detto anche tu una volta che se combattiamo insieme neanche un Signore dei Demoni ci può abbattere, no?” Mi strizzò l’occhio…

Sospirai. “Bé… un frammento di roccia piantato nello stomaco NON FA BENE, Gourry, anche se uno è invincibile…” Puntualizzai, nel tono piatto che ero solita usare quando diceva qualcosa di non particolarmente brillante… “Ad ogni modo…” Feci spallucce. “…l’importante è che il mio incantesimo stia funzionando…”

Lo spadaccino mi rivolse un ampio sorriso. “Perché…?” Domandò, in tono divertito. “…avevi forse dei dubbi…?” La sua mano si allungò per scostare alcuni capelli dal mio volto…

 

Mi irrigidii, arrossendo. Perché… ogni tanto se ne usciva con gesti come quelli…? Oh, certo… erano atteggiamenti estremamente semplici… non avevano alcun significato particolare… avrei potuto dire… che facessero parte del suo carattere… però…

 

Il volto del mio amico si fece improvvisamente serio…

Battei le palpebre, stupita dall’improvviso cambiamento di espressione. Cosa…?

“Lina…” Iniziò, in tono incerto, prima che potessi chiedere qualunque cosa…

Normalmente, avrei avuto pronta una battuta brillante, ma il suo improvviso rabbuiarsi mi aveva colta totalmente alla sprovvista… Tutto quello che potei fare fu lanciargli un’occhiata nervosa e farfugliare… “Uhm… sì…?”

Il mio amico emise un breve sospiro. “… Niente… mi chiedevo… tu… che cosa hai intenzione di fare… quando tutto questo sarà finito…?”

Battei le palpebre. “Eh…?” E adesso cosa c’entrava…?

“Sì, insomma…” Riprese lo spadaccino, in risposta. “…dopo… quest’avventura…” Deglutì… “…quando io sarò tornato ad Elmekia… dove pensi di dirigerti…?”

 

Serrai le labbra. E il groppo tornò a stringermi improvvisamente la gola.

Già… dovevo aspettarmelo…

“Bé, non lo so…” Feci del mio meglio per rivolgergli un sorriso. Ma, anche se non potevo vedere la mia espressione in quel momento, non ci voleva un genio per capire che il mio tentativo doveva essere miseramente fallito… “Forse…” Il mio sguardo si fissò sulle mie mani, ora contratte, tanto che i miei guanto apparivano sul punto si stracciarsi… “Forse… tornerò a casa…”

 

“Eh…?” Il suo sguardo si fissò sul mio… manifestando uno stupore maggiore di quanto mi sarei aspettata…

 

“Che… che c’è di così incredibile…?” Domandai, incerta.

Il mio amico assunse un’espressione strana… “Niente… è che… non mi avevi detto… di voler tornare… Vuoi dire che… pensi di andare a trovare i tuoi…?”

Scossi la testa. “No… intendevo… tornare a Zephilia…” La mia mano si strinse alla stoffa della mia sovratunica… “…tornare… per restare.”

 

Un silenzio stordito fu l’unica risposta alla mia affermazione. Non potevo biasimarlo… io stessa ero rimasta stupita delle mie parole…

Non sapevo nemmeno io perché fosse sorta in me quella decisione improvvisa… in realtà… io… non volevo tornare a casa… non che non volessi rivedere la mia famiglia di tanto in tanto… ma l’idea… di restare ferma in un solo luogo… per il resto della mia vita… l’idea… di smettere… di viaggiare…

 

Sollevai lo sguardo verso il mio amico… e il modo in cui mi stava guardando fece immediatamente sorgere in me il desiderio di fissarlo al suolo e non rialzarlo più…

 “Non stai prendendo questa decisione a causa mia, vero, Lina…?” Il tono della sua voce era incerto… avevo idea… che la mia dichiarazione lo avesse totalmente spiazzato…

…Almeno al riguardo, però, avevo modo di rassicurarlo…

 

“No…” Risposi, in tono fermo… Le cose… non stavano così… almeno non del tutto… “… perché dovrei…?”

 

Il mio amico mi rivolse un’occhiata interdetta… e un po’ preoccupata… “Non… non saprei, in realtà… è solo che… quando siamo andati a trovare i tuoi genitori… mi eri sembrata piuttosto decisa nel rifiutare la loro richiesta di fermarti… E ora.. perché…? Io… credevo che il tuo sogno… che il nostro sogno… fosse continuare a viaggiare…”

 

Il… nostro… sogno…

 

Sollevai lo sguardo su di lui… e capii immediatamente… Non avrebbe desistito dal chiedere… come tutte le volte in cui si metteva in testa qualcosa…

 

Sospirai. “In realtà, Gourry… devi sapere che non vi ho detto proprio tutto, a proposito del mio antenato…” Iniziai, in tono un po’ incerto…

 

Lo spadaccino assunse un’aria perplessa… “Non ci hai… detto tutto…?”

 

Scossi la testa. “E’ una cosa a cui per dire la verità all’epoca non avevo dato troppo peso, ma… vedi… dopo aver cominciato a seguire gli studi basati sulle pergamene che avevo trovato in quel baule, in soffitta, quando ero bambina… io ho cominciato a fare… strani sogni…”

 

Il mio amico si accigliò. “Che genere di sogni…?”

 

Deglutii. “Strani… non saprei come altro definirli… strani come può essere strano un sogno… ma… mentre li vivevo… avvertivo… che essi avevano una propria logica, che mi sfuggiva una volta sveglia…”

 

“Ma… che cosa accadeva al loro interno…?”Insistette lo spadaccino.

 

Sospirai. “Vedi… non so bene come spiegarlo… ma era come se non fossi me stessa in quei sogni… era come se stessi vivendo… la vita di qualcun altro… in un'altra epoca… in un altro luogo rispetto a quello in cui abitavo normalmente…” Lo osservai, per verificare che mi stesse seguendo, ma il mio amico pareva stranamente attento… “…E io… in quei sogni io agivo, come se tutto fosse stato perfettamente normale…io… compivo degli… esperimenti, Gourry… degli studi… sulla vita, sull’immortalità… sugli incantesimi di Lord of Nightmares …” Gli rivolsi un’occhiata, cercando di ponderare bene le mie parole… “…io… uccidevo… delle persone, in quei sogni, Gourry… come è prassi, per chi compie quel genere di studi… te ne ho parlato quando siamo stati coinvolti in quel guaio ad Atlas, ricordi…? Uccidevo persone innocenti… e compivo… delle… delle… ‘brutte’ azioni… ” Abbassai lo sguardo. Brutte era un eufemismo… gli studi compiuti sulla vita… si servivano spesso di esperimenti atroci… e per quanto le vittime fossero state spesso degli omuncoli… era stato difficile, in seguito, cancellare le loro urla dalla mia mente… nessuno… ha il diritto di far soffrire a quel modo un altro essere vivente… NESSUN TIPO di essere vivente…

 

“Tu… usavi delle persone… per degli esperimenti…?”

 

Annuii, con riluttanza. “Ma non è tanto questo a spaventarmi…” Aggiunsi, in un sibilo. “Il fatto è che…” I miei pungi si strinsero, convulsi…  “…io non provavo niente, Gourry… assolutamente… niente…” Sospirai. “…mentre ero all’interno di quei sogni… potevo… pugnalare un bambino… con la massima calma, capisci…? Senza provare alcun sentimento… io… lo trovavo giusto… dovuto…” Portai le mani alla fronte… non volevo che mi guardasse in volto… Rievocando quelle immagini… mi sembrava di rivivere la paura che aveva attanagliato il mio animo quando, da bambina, mi svegliavo nel letto, grondante di sudore…

 

Il mio amico mi si avvicinò, fino a trovarsi proprio di fronte a me. Una mano si appoggiò sulla mia spalla, mentre l’altra scostava con delicatezza le mie mani dal mio viso… “Ascolta, Lina…” Mi apostrofò, gentilmente, costringendomi a guardarlo in volto… “Capisco che possa non essere una cosa piacevole, ma… lo hai detto tu stessa… si trattava di sogni…”

 

Scossi la testa. “All’inizio pensavo che fosse stato il contenuto di quelle pergamene a suggestionarmi… ma io… non ero convinta… per questo ho deciso di fare delle ricerche sulla vita del mio antenato… e ho scoperto…” Sospirai. “…ho scoperto quello che ha fatto, Gourry… e devo dire che i miei sogni potevano considerarsene una versione fedele, se non edulcorata…” Gli rivolsi un’occhiata significativa…

 

Il mio amico ricambiò lo sguardo evidentemente a disagio…

Deglutii… quello che gli avevo detto… lo aveva turbato così tanto…?

 

“Ehm… scusa, Lina, ma…” Iniziò, in tono incerto… “…hai detto… edulco… che…?”

 

Uno. Due. Tre. Respiro.

 

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!

 

Feci un GROSSO sospiro. “Diciamo SEMPLICEMENTE che probabilmente quello che avevo visto in sogno era quello che effettivamente il mio antenato aveva fatto…” Per lo meno l’esasperazione si era sostituita all’angoscia… ma accidenti a lui… mai che si riuscisse a fare una conversazione totalmente seria…

 

Il mio amico rifletté per un secondo. “Quindi, in pratica, hai avuto delle visioni della vita del tuo antenato…?”

 

Annuii. “Questo era quello che pensavo… ho persino sospettato che si trattasse di una specie di maledizione che era stata posta a sigillo delle pergamene…” Sospirai. “Ho passato settimane a cercare documentazione sull’esistenza di un sortilegio simile e su possibili controincantesimi… ovviamente non potevo chiedere l’aiuto di mia sorella, altrimenti avrebbe capito tutto… ma dovendomela cavare da sola i tempi si sono dilatati… e nel frattempo i sogni continuavano…”

 

“Ma… alla fine hai trovato ciò che cercavi, giusto…?” Chiese il mio amico, con esitazione.

 

Con un sospiro, scossi la testa. “Non ne ho avuto bisogno. Perché ho avuto modo di scoprire che la mia ipotesi era in realtà infondata…”

Il mio amico batté le palpebre. “Eh…?”

Annuii. “Una notte… nel sogno… mi trovavo in una specie di laboratorio… lo avevo visto altre volte, ma… per lo più quel luogo non compariva… o quando accadeva restavo confinata in pochissime stanze…” Mi accigliai… “Quella volta… stavo riordinando delle provette… dovevo trasferire al loro interno un liquido strano, bluastro, contenuto in un catino… non so di cosa si trattasse… ma nel farlo… mi sono specchiata al suo interno…” Mi morsi il labbro, facendo una pausa…

“E…?” Mi invitò a continuare il mio amico.

“E ho visto. L’immagine riflessa non era quella del mio antenato… L’immagine riflessa era la mia.”

 

Il mio amico assunse un’aria stupita. “M… ma… se hai appena detto che…”

Feci spallucce. “La scienza va avanti ad ipotesi e smentite, Gourry…” Sdrammatizzai, agitando una mano, in tono semi divertito… “Ma non ho avuto molto tempo per restare sorpresa… perché è stato in quel sogno… è stato in quel sogno che l’ho sentita per la prima volta…” Mi incupii, nuovamente…

“L’hai sentita…?”

Annuii. “La sua voce. Mi ha parlato, quella notte.”

“Vuoi… vuoi dire…?”

Feci spallucce. “Non potevo avere la certezza che si trattasse realmente di lui… però… io, in qualche modo, lo sentivo… sentivo… che era la fonte di un potere inconfondibile… quello stesso potere che io stavo assimilando…” Fissai il mio sguardo su quello del mio amico.

“Ma… cosa…?”

“Cosa mi ha detto…? Un discorso che sembrava fatto per terrorizzare una bambina ingenua che si era messa a ficcanasare dove non doveva… mi ha detto che il potere che stavo cercando mi avrebbe consumato, che mi sarei trasformata in un mostro orribile… tutte storie del genere, insomma…”

Il mio amico inarcò un sopracciglio. “Non lo dici con molta preoccupazione…”

Annuii. “Infatti quella voce non mi aveva preoccupata.” Affermai, con decisione. “Dopo aver sentito quelle frasi ero sempre più convinta che la storia dei sogni fosse qualcosa di studiato ad hoc per frenare chi avesse cercato di impadronirsi di una delle sue pergamene e di utilizzarla… probabilmente un incantesimo scagliato dal mio antenato quando era ancora in vita, per evitare che uno dei suoi stessi oggetti, rinvenuto accidentalmente da qualcuno, potesse essere usato contro di lui… L’unica mia preoccupazione era che non sapevo come fermare quei sogni, e temevo di essere costretta ad assistere a ‘riproduzioni falsificate’ di frammenti della sua vita per il resto della mia esistenza… ho persino cercato di bruciare le pergamene per fermare i sogni, ma quegli oggetti sembravano indistruttibili… se le cose fossero andate avanti così, sarei sicuramente impazzita ancora prima di intraprendere il mio viaggio lontano da casa…”

Il mio amico si accigliò. “Ma allora… come hai fatto a liberarti…?”

Scossi la testa. “Non è dipeso da me… tutto si è risolto da solo… nel momento in cui ho utilizzato per la prima volta il Giga Slave.”

 

Il mio amico spalancò gli occhi. “Il… Giga Slave…? Ma io credevo che… che tu…”

 

Gli rivolsi un sorriso amaro. “Che lo avessi utilizzato per la prima volta nella lotta contro Shabranigdu…? No, Gourry, le cose non stanno così… da brava incosciente, senza essere consapevole dei rischi a cui andavo incontro, ho provato l’incantesimo… una sola volta, prima della lotta al Gran Demone… ma lo ho provato.” Scossi la testa. “Mi picchierei, adesso, sapendo quello che ho rischiato…” Se ripensavo… a quando Aqua, sulla strada della Claire Bible, mi aveva mostrato… COSA realmente poteva accadere… se ripensavo… al modo in cui avevo visto Gourry… i miei amici… essere inghiottiti dal Caos… proprio davanti ai miei occhi… “… non so esattamente se avrei potuto anche allora gettare il mondo nel Caos con il mio incantesimo… quella che ho scagliato non era una versione al pieno della potenza, e ho recitato la formula ancora con l’ausilio della pergamena, leggendo direttamente da essa i segni che componevano la formula, dopo essere finalmente riuscita a decodificarli… ma ho lanciato quell’incantesimo su una spiaggia quasi dieci anni fa, Gourry, e ANCORA OGGI… tutti i pesci che si avvicinano alla zona inesorabilmente muoiono… e non si trova più alcuna traccia di vegetazione…”

Il mio amico, davanti a me, deglutì, e spalancò gli occhi, senza parole…

“La pergamena si è autodistrutta, subito dopo che ho terminato di recitare la formula…” Proseguii. “…suppongo che sia stato questo a far cessare gli incubi… ma al momento, non ho avuto molto modo di farci caso…” Mi incupii, al ricordo… “Per una settimana… dopo aver scagliato quell’incantesimo… sono stata tanto male da non potermi nemmeno alzare dal letto… credo che sia stato un miracolo che io sia riuscita ad arrivare fino a casa, quel giorno… è stata veramente una fortuna, perché in pochi nella mia città conoscevano quella piccola spiaggia… ci avrebbero messi giorni a ritrovarmi…” Incrociai le braccia al petto… “Nessuno comprendeva che cosa mi fosse successo… ed io ovviamente non mi azzardai a parlarne, nemmeno con i miei genitori… ma io avevo capito benissimo… quella volta sono stata ad un passo dal venir risucchiata dal Caos che io stessa avevo creato… e non solo questo… mi resi perfettamente conto… della natura del potere che avevo liberato… era qualcosa… di veramente potente… e qualcosa… di terrificante…” Deglutii. “…ma ciò che più mi spaventava… era il fatto che non era qualcosa creato da un demone o da una creatura delle tenebre… Ero stata… io… a generarlo…” I miei occhi si strinsero, mentre un fastidioso groppo mi risaliva alla gola…

 

“Lina…”

 

“Da allora decisi che avrei sfruttato quella formula solo in occasioni disperate… Ma non rinunciai ad essa. Per quanto terribile, quell’incantesimo aveva qualcosa di affascinante, per me… e il suo potere era fuori discussione… mi dissi che anche qualcosa del genere poteva rivelarsi utile, che era stupido spaventarsi, perché, come ogni forma di Magia, non era che uno strumento, il cui effetto sarebbe dipeso esclusivamente dalla volontà di chi se ne serviva… ora so che in parte mi sbagliavo… perché l’energia di Lord of Nightmares è qualcosa di più di semplice Magia… è come se avesse una sorta di potere autonomo, che può rivelarsi molto pericoloso, anche per lo stesso fruitore…” Il mio sguardo si incupì ulteriormente, mentre i miei occhi si fissavano al suolo. “Dopo essere guarita, non mi preoccupai più troppo di quanto era accaduto… i sogni, la malattia… La vita di tutti i giorni, l’inizio dei miei viaggi, l’incontro con tutti voi, mi hanno distolta da quel genere di preoccupazione… diciamo… che ho avuto altro a cui pensare…” Rivolsi al mio amico un sorriso non del tutto convinto… “Ma… da quando sono a Miilun…” Sospirai. “E’ da quando questa storia è cominciata che ho un bruttissimo presentimento… io… lo ho sognato ancora, Gourry… ho sognato… quell’uomo…”

 

Il mio amico annuì, senza che l’espressione preoccupata si cancellasse dal suo volto. “Mi ero accorto… che c’era qualcosa che non andava…”

 

Sospirai. “All’inizio credevo che fosse solo autosuggestione, ma… la sua voce… la sua voce è sempre la stessa, Gourry… e non c’è nessuna pergamena, qui, che possa trasmetterla alla mia mente…” Strinsi le braccia attorno alla vita, e mi resi conto che il mio corpo aveva ripreso a tremare…

 

La mano dello spadaccino tornò ad accarezzarmi il viso. “Temi… che lo abbiano davvero riportato in vita, Lina…?”

 

Deglutendo, cercai di riacquistare la calma… “Non lo so Gourry…” Risposi, nel modo più sincero che mi fosse possibile… “Non lo so… ma non è questo ciò che mi spaventa di più… il fatto che tutta la faccenda che lo riguarda sia tornata alla luce… ha fatto risvegliare in me delle paure che speravo fossero sopite per sempre…” Sospirai. “…il fatto è che io… Gourry… io non credo… di essere così tanto… diversa… da lui…”

 

Le parole che avevo sentito in sogno… le parole di Xellos… continuavano a vagare nella mia mente… continuavano a segnare, come marchi infuocati, il mio cervello… non ero certo il tipo da lasciarsi plagiare troppo facilmente… e il fatto che mi colpissero a quel modo… non era casuale, io lo sapevo… sapevo che in fondo… non si allontanavano troppo dalla verità… io mi conoscevo… mi conoscevo… sapevo che fino ad allora c’erano state convinzioni che nemmeno la mia ricerca nel campo della magia aveva mai fatto vacillare… ma sapevo anche che un’ondata di potere sufficientemente forte… avrebbe potuto arrivare, con la forza di sommergerle definitivamente… dall’arrivo a Miilun la sensazione che quel potere stesse per colpirmi con tutta la sua violenza si era fatta sempre più forte… mi sentivo come una nave in preda alle maree nel buio della notte… e la mia luce… la luce da seguire… a cui ancorarmi… la luce che mi avrebbe tenuta stretta a sé, impedendomi di perdermi fra le onde…

 

“Perché… dici una cosa del genere, Lina…?”

 

Scossi la testa. “Io… non lo so perché, Gourry… so solo che ho visto troppa gente… consumata dalla propria ricerca di potere… Rezo, lo stesso Phibrizo… e che nonostante questo… io non mi fermerei… non mi fermerei mai…”

 

Feci per abbassare lo sguardo, ma la mano ferma del mio amico, ancora sul mio volto, mi trattenne. “Ascoltami, Lina… io… credo di capire… quello che stai dicendo… ma non puoi paragonarti a loro, capisci? Tu sei tu, quello che ci accade dipende anche dalle nostre azioni, e le nostre azioni dipendono da noi, Lina… Io… non so come spiegarmi, non so usare belle parole o frasi complicate, però… io ti conosco, Lina, e so che tu sei diversa… tu sei molto diversa da Rezo…” Scosse lievemente il mio volto, costringendomi a guardarlo…

 

Annuii, debolmente. “Lo so… questo… lo so… ma… la gioia che provo… tutte le volte che scopro qualsiasi cosa di nuovo riguardo alla magia… sembra sempre… superare qualsiasi altra cosa… per questo ho paura, Gourry…” Fissai sul suo uno sguardo angosciato… “…ho paura, un giorno… di trovarmi nella situazione di quei sogni, Gourry… di non provare più… alcun sentimento, se non l’ossessione di quello che sto inseguendo, qualcosa che desidero sempre di più… qualcosa di cui non sarò mai appagata… qualcosa che per quanto continuerò ad ottenere non mi soddisferà mai pienamente… io so di essere così, Gourry… so di non poter fare a meno di continuare a cercare, ad apprendere…sempre… forse è proprio per questo che continuo a viaggiare… ciò che temo è di proiettarmi sempre di più in quello che sto inseguendo…” Deglutii… “…e di perdere… me stessa…”

 

Il mio amico restò fermo, in silenzio, a guardarmi… già… forse l’unica risposta che avrebbe potuto darmi, in quel momento, per mettere a tacere la mia, come sempre, logica argomentazione… forse quella risposta… si era esclusa automaticamente… nel momento in cui si era trovato costretto a decidere di tornare a casa…

 

La mia luce…

 

Ma farglielo notare, allora, sarebbe stato un atto malvagio… e da codarda…

…e tutto tranne questo si sarebbe detto… di Lina Inverse… 

 

“Capisci ora perché voglio tornare…?” Proseguii, in tono piatto. “Forse in questo modo eviterò complicazioni future…” Abbozzai un sorriso. “E poi, ehi, ne ho girato di mondo, ormai, eh? Sarà ora che ritorni all’ovile…”

 

Il mio amico non rispose al sorriso. Si limitò a tornare a sedere, di fronte a me, senza staccare il suo sguardo preoccupato dal mio volto. Aaaaaaaaaaaaah, no, no, no, ora non fare quella faccia, ti prego!!! Già mi stavo pentendo di avergli detto tutto…

 

“Io… capisco…” Si limitò a commentare il mio amico in tono esitante, dopo qualche istante. “Mi spiace solo… di non poterti accompagnare, stavolta…”

 

 Scossi la testa, con un mezzo sorriso ed un sospiro. “Sei davvero convinto, eh…? Tieni ancora molto a tuo fratello, non è così?”

 

Il mio amico mi guardò per un istante, interdetto. Quindi, abbozzò un sorriso. “Non è una cattiva persona, sai, Lina…? Nonostante il modo in cui ti è apparso in questa situazione…” Commentò, in tono un po’ amaro. “Lui… è sempre stato piuttosto duro con me… come mio padre… dopo che mia madre è morta… ma mi volevano bene… entrambi… questo lo so… ho combattuto al loro fianco come mercenario… tante di quelle volte…” Sollevò lo sguardo sul mio, gli occhi addolciti dal ricordo… “…Ti assicuro che raramente ho conosciuto persone leali come lui, Lina… lui avrebbe dato la vita… per me… per tutti noi… ma soprattutto… sarebbe morto… e avrebbe ucciso… per l’onore della mia famiglia…” Sospirò. “Io… lo ammiravo molto, per questo…” Scosse la testa. “…ma non riuscivo ad essere come lui… non riuscivo ad accettare il fatto che una questione di onore potesse fomentare odio e sofferenza… e lui invece non concepiva… che io potessi anteporre la felicità delle persone, o la loro vita… alla causa che avrebbe dovuto guidare le mie azioni… la felicità per lui NON POTEVA esistere… senza partecipare alla sua ‘giusta causa’… sentiva profondamente… di avere una responsabilità, un ruolo… su questo mondo… di fare parte di un immenso ordine… e che adeguarsi ad esso, svolgere la propria funzione al suo interno… rappresentasse la vera serenità… mentre io… non riuscivo a vedere quell’ordine… non riuscivo a capire a cosa servisse se viveva della sofferenza di tanti… della sofferenza della mia famiglia lacerata dall’odio… non ce la facevo… per quanto ci provassi… non riuscivo ad assumere una causa che mi era stata imposta alla nascita… lasciando che essa prevaricasse su tutto il resto… dev’essere per questo che l’ho deluso… Alla fine… dev’essere questo che ci ha divisi…”

 

Deglutii…

…un ordine…

 

L’Equilibrio…

 

Io… non sapevo perché, ma sentivo che… c’era qualcosa di sbagliato nell’atteggiamento di Derek… Sbagliavo pensando… che Gourry avesse fatto la cosa giusta…?

 

“In fondo… credo anch’io di non avere molta scelta…” Proseguì il mio amico, rivolgendomi un sorriso triste. “Ho sbagliato. E rifarei lo stesso errore mille volte… ma ora devo rimediare. E l’unico modo per farlo… è tornare a casa… e cercare di riguadagnare il rispetto di mio fratello… di rimediare almeno alla sua delusione… facendo quello che finora non sono stato in grado di fare… forse se ci riuscirò… lui sarà felice…”

 

E tu…? Tu sarai felice, Gourry…?

Questa era la domanda che non riuscivo a porgli ad alta voce…

…a volte…

…a volte avrei voluto che fosse un po’ più egoista…

 

“In fondo…” Fece spallucce. “… forse… forse adeguarmi a quell’ideale è davvero la mia strada, per quanto io abbia continuato a negarlo… forse anche tornare a casa si rivelerà abbastanza piacevole… dopo che sarà trascorso un po’ di tempo… forse…”

 

La mia luce…

…la mia luce si stava lentamente allontanando…

 

 

 

“Gourry-sama!!! Lina-san!!!!!”

 

“Uh…?” Battemmo entrambi le palpebre, volgendoci in direzione della voce che ci stava chiamando. A pochi metri da noi, all’entrata del corridoio, due figure dall’aria esausta e coperte di polvere ci stavano correndo incontro…

 

“Sylphiel!” Mi sollevai in piedi, stupita di vederli in quel luogo. “State bene?”

 

La sacerdotessa annuì, respirando profondamente, nel tentativo di riprendere fiato. “Speravo di trovarvi qui! Derek- san ed io siamo stati teletrasportati in una sala sconosciuta di questo sotterraneo, dopo essere caduti in quella trappola… Temevo che non vi avremmo più ritrovati…”

 

Aggrottai le sopracciglia. “Quindi Zel e Amelia non sono con voi…?”

 

La sacerdotessa scosse la testa. “Li abbiamo persi di vista dopo che… Gourry-sama! Ma tu sei ferito!!!”

 

“Eh…?” Il mio amico batté le palpebre, abbassando lo sguardo sulla sua tunica insanguinata. “Oh, ti riferisci a questa…? Non è niente, Lina mi ha già guarito…” Si sollevò in piedi, a dimostrazione delle sue parole…

 

“La chimera e la principessa devono essere stati trasferiti come noi in qualche corridoio non troppo lontano da qui…” Intervenne Derek, squadrandoci, lentamente. “Dopo che siete spariti ho cercato di evitare che Sylphiel cadesse, dopo che si era gettata in vostro aiuto… ma alla fine nessuno di noi è riuscito a raggiungere l’uscita, prima che il pavimento scomparisse del tutto… dovevano trovarsi insieme, quando sono stati teletrasportati…”

 

Annuii. Lo speravo vivamente… non avrei augurato a nessuno di trovarsi in quella trappola da solo…

 

“Noi due siamo stati catapultati in un corridoio poco lontano…” Proseguì Sylphiel, dopo essersi avvicinata a Gourry ed essersi accertata delle sue condizioni… “Non sapevamo che direzione prendere, e stavamo ancora discutendo per decidere, quando abbiamo sentito un’esplosione provenire da questa ala del sotterraneo…” Indicò la stanza distrutta, alle sue spalle… “Abbiamo pensato che si potesse trattare di te, Lina, e abbiamo deciso di muoverci in questa direzione, per raggiungervi…”

 

Sospirai… Mi chiedevo perché la gente mi associasse sempre ad esplosioni e distruzione… “Ho capito. E’ stata una buona idea, a quanto pare…” Commentai, in tono piatto.

 

“Già… ma adesso che facciamo…? Non mi sembra che questo sotterraneo offra poi così tanti indizi come qualcuno di noi sosteneva…” Osservò Derek, in tono acido.

Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr, quel bellimbusto avrebbe fatto meglio a farla finita, perché non avevo più così tanta pazienza a disposizione, nei suoi confronti…

 

Mi accigliai. “Il piano è cambiato. A questo punto…” Mi oscurai in volto, assumendo la mia aria ‘non- metterti- sulla- mia- strada-se- vuoi- sopravvivere’…  “…l’idea è che usciamo di qui, troviamo Ilmund, e lo facciamo semplicemente fuori! Questo si chiama ESTIRPARE IL PROBLEMA ALLA RADICE! Che ne dite…?” La vena sulla mia fronte stava già minacciando di esplodere, dando bella mostra di sé ai miei interlocutori…

 

Gourry sospirò. “Non mi sembra un piano molto scientifico e ragionato…”

 

“Hai un’idea migliore cervello di medusa?” Gli rivolsi un *candido* sorriso…

 

Il mio amico mi lanciò un’occhiataccia. “Trovare gli altri, per esempio…”

 

Mi portai un dito alla tempia, sospirando… D’accordo, quello non era davvero il momento di scherzare… “Sì, su questo hai ragione… però…” Mi accigliai. “… detta così è facile… ma non abbiamo la assoluta certezza che siano stati trasferiti in un luogo vicino a noi…” Lanciai un’occhiata agli altri… “Il fatto che noi quattro ci siamo ritrovati potrebbe essere anche un semplice caso…”

 

“E allora, genio, che cosa hai intenzione di fare…? Cerchiamo l’uscita…?” Mi domandò Derek, in tono provocatorio.

 

Lo incenerii con lo sguardo. “Che razza di domande! OVVIAMENTE no! Cerchiamo comunque! E se fossero nella stanza accanto e noi nemmeno lo sapessimo…? C’è anche QUESTA possibilità, signor maestro di strategia, ci avevi pensato…?” Incrociai le braccia al petto. “Se abbiamo anche solo una probabilità su cento di rintracciarli non ha senso andarsene… E li troveremo!”

 

Il cavaliere si accigliò. “Mi sembra che ci siano un po’ troppe poche certezze nel piano per seguire a mente serena il tuo ‘consiglio’, Inverse…”

 

Roteai gli occhi, volgendo lo sguardo al cielo. “Ho per caso pronunciato la parola ‘forse’? La ho pronunciata? No! Li troveremo, punto e basta. Prendi questa come tua rassicurante ‘certezza’, ok, Derek? E se non ti basta… il mondo là fuori ti attende! Questi corridoi bui sono tutti per te! Vai, ti incoraggiamo tutti! In sostanza… ESCI FUORI DA SOLO E FINISCILA DI ROMPERE!!!” Ok, ADESSO mi ero stancata! Perché avrei dovuto stare ad ascoltare gli ordini di uno che conoscevo da due giorni???

Senza aggiungere altro mi incamminai per il corridoio buio, in direzione opposta alla stanza.

 

“Ehi… ehi… aspetta un…” Iniziò Derek, contrariato…

“Se fossi in te non la contraddirei.” Sentii la voce del mio amico spadaccino replicare. “E’ stanca, e, soprattutto, è da IERI che NON MANGIA… Non credo che ti alletti l’idea di fare la fine della stanza là dietro…”

Mi volsi verso di lui, accigliata. “Gourry, tesoro, quando avrai finito di spettegolare sul MIO conto, ti ricordo che DOBBIAMO ANDARE…”

Con atteggiamento stoico ed un mezzo sorriso, il mio amico si allontanò dal fratello, e mi raggiunse. “Ok, ok, non pensavo avessi tutta questa fretta…”

 

“Un… un…” Derek ci fissò un momento, con l’aria lievemente sconvolta… ma non mi passò per la mente NEMMENO PER UN SECONDO l’idea di voltarmi e fargli la lingua. Nemmeno per un secondo. Credetemi.

Mmm…

 

La sacerdotessa lo scosse gentilmente per un braccio. “Andiamo, Derek- san…” Disse semplicemente, in tono semi rassegnato… Il cavaliere finì per seguirla, in silenzio…

 

… Ma ho idea che se le occhiate potessero pugnalare alle spalle non sarei sopravvissuta molto a lungo…

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci ***


Non dire che hai abbandonato il sogno

Capitolo dieci

 

 

Ci addentrammo insieme nel buio del corridoio… A quanto pareva, chi ci aveva separati aveva fatto in modo che tale condizione fosse solo temporanea… uhm… ci capivo sempre meno… seguendo quel tipo di logica in teoria avremmo dovuto raggiungere in poco tempo anche Amelia e Zel… ma forse il misterioso sconosciuto che ci aveva voluti là sotto aveva in mente qualcosa che li riguardava, o che riguardava solo uno di loro… magari non ero io la persona che aveva voluto trovare da sola… però… quell’attacco di poco prima…

 

“Sembra… che in tutta questa ala del sotterraneo non facciano che alternarsi sale e corridoi…” Commentò Sylphiel, guardandosi attorno. Avevamo appena messo piede in un’altra stanza di notevoli dimensioni, che non doveva essere molto dissimile dalla precedente… Tavoli, scaffali vuoti… niente di diverso dal classico laboratorio sotterraneo… solo, mancavano gli oggetti, i testi… mancava la vita, in quel luogo… come se fosse stato abbandonato da diverso tempo, ormai…

 

Mi volsi verso la sacerdotessa, le sopracciglia aggrottate. “Avete visto altre stanze simili, prima di raggiungerci?”

 

Sylphiel annuì, l’aria perplessa. “Dobbiamo averne passate almeno un paio prima di arrivare nel corridoio dove vi trovavate… ma tutte vuote…”

 

Annuii. “Secondo me qui ci troviamo nel cuore del laboratorio…” Mi accigliai, lanciando un’occhiata allo scenario che mi circondava… “… ho il dubbio che si tratti di una specie di costruzione a circolo chiuso, dove le stanze formano i vertici di una figura geometrica, e i corridoi i lati… ne ho viste altre, di questo tipo, nelle sedi di alcuni circoli di magia che ho visitato… di solito l’insieme ricrea un simbolo magico, che, attivato con un incantesimo, in genere serve a potenziare o a depotenziare gli incantesimi di un certo tipo, o addirittura di tutti i generi, all’interno dell’area interessata…” Incrociai le braccia al petto. “…di solito ci si serve di trucchi di questo tipo quando il possessore del laboratorio ha abilità magiche in un campo specifico, che intende potenziare… o quando studi particolari lo richiedono…” Feci spallucce. “… ma non saprei proprio come risalire alla funzione del campo magico che hanno creato qui… sempre che la mia ipotesi sia esatta… e che sia ancora attivo, ovviamente…”

 

“Pensi… che potesse essere legato agli studi del Concilio, Lina –san?” Chiese Sylphiel, mentre entrambi gli spadaccini ci guardavano con aria MOLTO perplessa… accidenti a Gourry… lui aveva già visto cose simili da quando era con me… poteva almeno FINGERE di ricordarsi!

 

Annuii. “E’ probabile… spero solo che la nostra magia non ne sia influenzata in qualche modo… non sappiamo se avremo bisogno di combattere, qua sotto…” Avevo già verificato che incantesimi come quelli più semplici di guarigione, o come il Blast Bomb, non erano in alcun modo colpiti da eventuali incantesimi depotenzianti… ma il Blast Bomb, fra le mie formule di attacco, purtroppo non faceva testo… si trattava di magia nera di competenza per lo più demoniaca… era troppo potente per qualsiasi essere umano, ed io stessa non sarei stata in grado di scagliarlo, senza l’aiuto dei miei talismani… a Xellos invece servirsi di quel genere di magia non creava alcun tipo di problema… un altro segno di quanto quell’essere fosse pericoloso…

 

“Lina –san… sinceramente… pensi che siamo finiti in una trappola…?” Sylphiel mi si avvicinò, sussurrando in tono allarmato…

 

Sospirai. “In tutta franchezza… sì, ormai ne sono convinta. L’unica cosa che mi lascia perplessa è il perché chiunque ci abbia voluti qui non si sia ancora mostrato… non abbiamo modo di sfuggirgli, ormai…”

 

La sacerdotessa si morse il labbro… “Lina –san, io… è da quando siamo arrivati qua sotto… che provo una strana sensazione… e comincio a temere che questo dipenda dal sotterraneo stesso…”

 

Mi accigliai. “Che genere di sensazione…?”

 

La sacerdotessa scosse la testa. “Non saprei definirlo con esattezza… si tratta di una… una specie di malessere… un po’ come… un po’ come la sensazione che provo quando sono al cospetto di un Mazoku molto potente, a causa della mia Magia Bianca…”

 

Annuii, pensierosa. “Indubbiamente… c’è qualcosa di poco chiaro, qua sotto… spero solo che Amelia e Zel stiano bene… dobbiamo raggiungerli al più presto e trovare un modo per andarcene di qui…”

 

La sacerdotessa mi guardò preoccupata. “Ma poi che cosa faremo, Lina -san…? Non siamo riusciti a scoprire nulla…”

 

Scossi la testa. “Non lo so… stavolta non lo so davvero… ho la sensazione che stiamo continuando a girare attorno alla soluzione di tutto questo pasticcio… ma che ci sia un particolare che ci sfugge…” Portai la mano sinistra al mento, riflettendo. “C’è qualcosa… qualcosa che non mi quadra… un elemento che non riesco a mettere a fuoco… il filo che lega tutto ciò che abbiamo scoperto finora… non riesco a capire…”

 

La sacerdotessa si morse il labbro. “Non so quanto tempo ci resti per fare indagini, Lina –san… a questo punto è abbastanza chiaro che Ilmund –san ha in mente qualcosa di ben preciso…”

 

La osservai per un momento, incerta su come risponderle… ma giunsi alla conclusione che tacere informazioni con i miei amici non sarebbe comunque servito a nulla… “A questo punto…” Sospirai. “A questo punto non si tratta solo del Concilio, Sylphiel…” La fissai, intensamente… “Ora ho la certezza… che anche i Mazoku siano coinvolti.”

 

La sacerdotessa batté le palpebre, stupita. “I Mazoku…?”

 

Annuii. “Ho… parlato… con Xellos…” Sospirai. “E poi, del resto… la sua presenza qui era già di per sé più che significativa…”

Sylphiel deglutì. “Ma… ma allora come…? Chi… contro chi dobbiamo combattere… noi?”

 

Sospirai. Mi sarebbe MOLTO piaciuto potere sedare i suoi dubbi… sapere cosa fosse GIUSTO fare in quel momento… ma non ero certa che in fondo… esistesse realmente una risposta… chi per la sopravvivenza, chi per il potere… avevo idea che a qual punto il Male ed il Bene c’entrassero ben poco… tutti stavano semplicemente lottando per il proprio interesse…

 

L’incognita restava… il nostro ruolo in tutta la faccenda…

 

“Forse dovremmo provare a sentire che cosa ha da dire Ilmund…” Osservai, semplicemente, in tono piatto.

 

La sacerdotessa spalancò gli occhi. “Lina –san… ma se…”

 

Annuii. “So che è pericoloso… se vuole davvero servirsi di me per qualche motivo non è molto saggio presentarmi a lui di mia spontanea volontà… ma con le conoscenze che abbiamo ora non potremmo comunque fare altro… e ho idea che stare ad aspettare un qualunque rivolgimento degli eventi sarebbe ancora meno sicuro… Tuttavia…” Fissai su di lei uno sguardo deciso. “Non ho la minima intenzione di lasciare che mi sfrutti come un oggetto, Sylphiel. Se tenterà qualcosa di strano, stai certa che non lo lascerò fare senza combattere… E’ anche per questo…” Lanciai un’occhiata a Gourry, che camminava in silenzio qualche metro davanti a noi, a fianco di suo fratello… “… E’ anche per questo che voi NON verrete con me…”

 

Sylphiel mi fissò improvvisamente come se fossi un fantasma. “Lina –san!!! Come sarebbe a dire???”

 

Sospirai. “Rifletti un secondo, Sylphiel…” Replicai, con calma. “… sai quanto sarebbe facile per Ilmund ricattarmi nell’eventualità che catturasse insieme a me anche voi… in questo caso sarà molto più sicuro che io vada da sola… e poi ad essere interessata direttamente da questa faccenda sono solo io, non voglio coinvolgervi ulteriormente…”

 

La sacerdotessa si accigliò. “Come puoi dire che riguarda solo te, Lina –san??? Se il Concilio ha davvero in mente qualcosa come quello che ci ha descritto il tuo maestro allora TUTTI dobbiamo fare qualcosa per impedirlo! E poi sai benissimo che Gourry –sama non accetterebbe comunque di lasciarti andare da sola…” C’era una sfumatura amara nel tono della sua voce mentre pronunciava la sua ultima affermazione…

 

Mi portai una mano alla tempia… non era proprio il momento di addentrarsi in discussioni di QUEL genere… “Sylphiel, Gourry al momento ha le proprie gatte da pelare anche senza preoccuparsi dei MIEI guai… se davvero vuole tornare a casa allora tanto vale che lo faccia non appena usciremo da qui… ha già i suoi problemi e non ha certo bisogno che se ne aggiungano altri legati a demoni e maghi col delirio di onnipotenza, ora…”

 

La sacerdotessa vestì un’espressione stupita. “Gourry –sama vuole… tornare a casa…?”

 

Battei le palpebre. Non ne sapeva nulla…? “Pensavo… che te ne avesse parlato…” Commentai, in tono incerto.

 

La sacerdotessa scosse con veemenza il capo. “Non mi aveva detto niente!!! Ma Lina –san, come…???”

 

Sollevai l’indice di fronte al mio naso, in un gesto un po’ nervoso… non c’era bisogno che Gourry e Derek sentissero e che si sollevasse una discussione infinita… “Abbassa la voce, Sylphiel! Lo ha deciso da poco, nemmeno io sapevo nulla fino all’altra notte…”

 

Sylphiel deglutì, scuotendo nuovamente la testa. “Questo non ha importanza, ora… devi impedirglielo, Lina –san!!!”

 

Battei le palpebre, sorpresa. “Ma… che stai dicendo, Sylphiel…?” Mi stupivo che proprio lei chiedesse a ME di fare in modo che Gourry restasse al mio fianco…

 

Il volto della sacerdotessa si incupì. “Lui… non può tornare a casa, ora… non è più il suo posto… Lina, io… io ricordo come stava nel periodo prima di lasciare la sua famiglia… e se torna ora… se torna ora…”

 

Scossi la testa. “Ho capito quello che intendi dire, Sylphiel… ma io non posso proprio farci nulla…”

 

“Ma come…?” Iniziò la sacerdotessa, in tono lievemente irritato.

 

Mi accigliai. “Se vuoi saperlo, Sylphiel… Gourry sembrerà anche uno sprovveduto, a volte, ma dovremmo tutti renderci conto che è perfettamente in grado di pensare a se stesso… è una persona adulta, e ha il diritto di prendere le sue decisioni… tutto ciò che otterrei se mi mettessi a frignare per farlo restare sarebbe una pessima figura…”

 

“Lina –san, lascia stare il tuo orgoglio, per una volta!!!” La sacerdotessa sembrava non concepire nemmeno quanto le avevo detto…

 

Sospirai. “Non si tratta di orgoglio, in questo caso, Sylphiel…” Lanciai un’occhiata alle spalle dello spadaccino, di fronte a me… “Vedi… credo che Gourry sappia perfettamente che cosa significherà per lui tornare… e se nonostante questo ha deciso di andare… credo che non ci sia davvero niente che io possa fare… niente che… io abbia il DIRITTO di fare…” Il mio volto si incupì.

 

La sacerdotessa scosse la testa. “E invece no, Lina -san…” Si aggrappò al mio braccio, e mi scosse lievemente. “Tu non capisci, Lina –san… basterebbe… una frase… una sola tua frase…”

 

Mi volsi verso di lei, sorpresa… “Che cosa… te lo fa pensare…?”

 

La sacerdotessa sospirò. “Non lo capisci, Lina… davvero…? Non ti basta per capirlo il modo in cui ti tratta… il modo in cui… ti sorride…?”

 

Eh…?

 

EH...?

 

“EHIEHIEHIEHIEHIEHIEHIEHIEHIEHIEHI, un MOMENTO!!!” Che diavolo stava insinuando ora?????? “Sylphiel, per favore!!!!!” Digrignai i denti, rossa in volto. “Ora non iniziamo di nuovo con i discorsi strani!!! Lo sai benissimo che Gourry si comporta così con tutti!!!”

 

La sacerdotessa mi rilasciò, con un sorriso amaro che le avevo visto raramente vestire. “No, Lina… lui non si comporta così con tutti… e lo capiresti benissimo se…” Si morse il labbro. “Lina –san, tu… tu non lo hai mai conosciuto com’era prima… quando viveva ancora con la sua famiglia…” Si incupì, lanciando un’occhiata allo spadaccino. “Non avevo mai incontrato una persona gentile, coraggiosa quanto lui… buona quanto lui… ma… i suoi sorrisi, i suoi atteggiamenti… erano sempre così freddi… Lina –san…” Tornò a fissarmi, lo sguardo triste. “Sembrava sempre… che stesse agendo secondo un copione prestabilito… soprattutto quando era con i suoi familiari… Ci è capitato anche… di trascorrere lunghi periodi insieme, lontano da casa sua… ma quei modi… quei modi di chi erige sempre fra sé e gli altri il muro di un comportamento sociale prestabilito, di una gentilezza da etichetta… quei modi non scomparivano mai, nemmeno quando speravo ormai che il tempo passato insieme ci avesse avvicinati…” Scosse la testa. “Non credo che Gourry -sama… fosse fatto per nascere in una famiglia come la sua… una famiglia nobile… e con dei valori come quelli che suo padre ha sempre cercato di insegnargli… credevo che avrebbe sempre continuato a comportarsi così, Lina -san… a soffocare sotto atteggiamenti che il suo ruolo sociale gli imponeva il comportamento che più gli sarebbe stato naturale…”

 

Mi guardò per un momento, forse in attesa di una risposta… ma sinceramente non sapevo proprio cosa replicare… Ora che ci pensavo… effettivamente la prima volta che avevo incontrato Gourry il mio pensiero immediato era stato quello di trovarmi di fronte ad una persona comune… ed un po’ noiosa… Il classico cavaliere di buona famiglia che non fa che vagare per tetri boschi e impervie montagne alla ricerca di una fanciulla da salvare, semplicemente perché questo è ciò che il suo ‘ruolo’ gli impone… Ma era stata una impressione passeggera… gli era bastato un breve periodo di convivenza per ‘sciogliersi’ e diventare… bé, il Gourry che conoscevo… il Gourry dei commenti stupidi, delle battute sul mio seno e sul mio carattere aggressivo (che maleducazione, eh???)… e… sì… il Gourry delle piccole gentilezze quotidiane, degli scherzi e dei finti litigi… il mio compagno d’avventure…

 

“E’ stato questo il motivo per cui il vedervi insieme per la prima volta mi ha lasciato interdetta…” Proseguì la sacerdotessa, con un breve sospiro. “…C’era qualcosa di diverso, in lui, che non sapevo spiegarmi… finché non ho capito…” Mi guardò, con aria che avrei definito… rassegnata… “Una volta… lui mi ha parlato di te…” Battei le palpebre. Eh…? “E’ stato poco prima della lotta con la copia di Rezo… Gli ho chiesto… se valesse davvero la pena di combattere… anche se il nemico era così forte… e lui mi ha risposto… che comunque non saremmo riusciti a farti cambiare idea… per la tua testa dura… e per la tua irascibilità…” Sorrise lievemente. Ah, io ero IRASCIBILE, eh…? Era questo che QUALCUNO andava dicendo in giro di me? Bene, finita quella faccenda avrei fatto vedere io a quel qualcuno QUANTO potevo arrabbiarmi facilmente… “Però…” Proseguì la sacerdotessa, ignorando la vena che stava facendo capolino sulla mia fronte. “Mentre parlava di te… c’era qualcosa… nel suo sorriso… nei suoi occhi… il suo volto era… illuminato… sembrava un bambino che parla del giorno del suo compleanno…” Scosse la testa. “Non lo avevo mai visto così… non lo avevo mai visto sorridere in quel modo naturale… come non lo avevo mai visto scherzare con qualcuno come faceva con te… anche allora… quando i suoi atteggiamenti si erano fatti più distesi con chiunque… il modo in cui agiva nei miei confronti era così DIVERSO da quello in cui si comportava nei tuoi… che altro potevo fare, in quel momento… se non arrendermi all’evidenza…?” Abbassò lo sguardo.

 

Deglutendo, fui improvvisamente MOLTO interessata al pavimento che ancora scorreva sotto i miei piedi. Uh… perché quella sacerdotessa sapeva sempre tirare fuori discorsi così imbarazzanti…?

 

“Ehm…” Iniziai, rompendo il silenzio. “Sì… capisco… capisco quello che vorresti dire, però…”

 

“Lina –san, devi parlargli!!!” Mi interruppe, fissandomi con sguardo serio, e con tono quasi supplichevole. “Farà una sciocchezza se tornerà con suo fratello! Derek non ha bisogno di lui! Non lo vuole con sé!!! E non farà altro che farglielo pesare, Lina –san!!! Penserà che voglia solo usurpare il suo potere!!! Io non voglio che Gourry –sama sia infelice… almeno questo…”

 

Il mio volto si fece serio… SINCERAMENTE, serio… io… avrei voluto fare come mi diceva… avrei voluto… però…

“No, Sylphiel.” Risposi, in tono fermo. “Questa è una decisione che riguarda la sua vita troppo profondamente perché io possa intromettermi. Anche la mia, in fondo, sarebbe una forzatura. Voglio che scelga, solo in base a ciò che sente.”

 

“Lina –san, lui…”

 

Non le lasciai il tempo di replicare. “Non ha senso un’amicizia se non si rispettano le scelte l’uno dell’altro, Sylphiel… possiamo discuterne, ma dato che la cosa non mi riguarda direttamente…” Deglutii. O meglio… mi riguardava… ma… non a sufficienza da darmi il diritto di recriminare… “… voglio che prenda lui la decisione finale…” Guardai il mio amico, che ora stava discutendo, sottovoce, con il fratello… “… solo mi piacerebbe sapere che alla fine sceglierà realmente ciò che vuole… e non ciò che gli obblighi dettano per lui…”

 

“Lina –san, come POTREBBE voler davvero tornare???” Sbottò la sacerdotessa, irritata.

 

La guardai, sospirando. “Come…? Perché gli vuole bene, Sylphiel.” Lanciai uno sguardo ai due fratelli che parlavano, davanti a me… “…è ancora legato a Derek…” Feci spallucce. “…Gourry è fatto così… e non credo che potrebbe essere realmente felice… se dovesse vivere per sempre con il rimorso di avere lasciato le cose in sospeso con suo fratello senza avere tentato quanto poteva per riguadagnare la sua stima…” Forse Gourry aveva bisogno di sentire di avere nuovamente una famiglia… Nonostante questo… nonostante questo… chissà se Elmekia… poteva davvero ritornare ad essere una casa, per lui…

 

Non ottenni alcuna replica dalla sacerdotessa.

 

Proseguimmo lungo il corridoio, in silenzio, mentre di fronte a noi si intravedeva già la luce soffusa di un’altra sala… era la seconda che attraversavamo? Persa nel discorso non ci avevo fatto caso…

 

“Inverse… non staremo tornando al punto di partenza, vero…?” Derek si fermò, e si volse verso di me con fare lievemente perplesso…

 

Battendo le palpebre, mi grattai la testa. “Bé, suppongo che se così fosse ci dovremmo trovare di nuovo di fronte alla sala distrutta… e… ehm… temo anche che sia probabile, prima o poi, vista la struttura di questo posto…”

 

Il guerriero si accigliò e, ne ebbi tutta l’impressione, iniziò seriamente a sudare freddo… anche se l’ONORATO cavaliere non lo avrebbe certamente lasciato a vedere… “Inverse, lasciami capire una cosa… Tu HAI un’idea di dove possa trovarsi l’uscita di questo posto, vero??? Cioè, NON siamo in trappola, giusto???”

 

Ridacchiai, un po’ nervosamente. “Ehi, ehi, il mio motto è ‘una cosa alla volta’! Prima pensiamo ad Amelia e Zel e poi ci preoccupiamo del resto! E poi come potrei sapere dove si trova l’uscita, scusa? Non sono mica una veggente!”

 

Gourry emise un grosso sospiro. “Perché ci troviamo sempre in queste situazioni…?” Commentò fiaccamente.

 

“Ehi, tu…” Iniziai, contrariata… ma non mi venne lasciato il tempo di finire.

 

Un rumore intenso, come di un grosso blocco di pietra fatto scorrere sul pavimento… rimbombò improvvisamente fra le pareti antiche del sotterraneo, sovrastando le nostre voci…

 

…e sembrava provenire dalla stanza in cui eravamo diretti…

 

Il silenzio cadde sulla nostra piccola compagnia, e per qualche istante restammo immobili a fissarci, i volti tesi.

“Cosa… cos’è stato…?” Chiese Sylphiel dopo una manciata di secondi, interdetta.

 

Mi volsi verso la sala che ci aspettava silenziosa all’altro capo del corridoio… “Veniva da là…” Commentai, pensierosa…

 

“Lina… non sarà scattata un’altra trappola come quella di prima, vero…?” Chiese Gourry in tono nervoso…

Sospirai. Già, era una possibilità più che probabile… e mi irritava pensare che qualcuno in quel momento doveva essere molto divertito da quanto ci stava capitando…

Scossi la testa. “Non ne ho idea… suppongo che l’unico modo per saperlo sia andare a vedere…” Lanciai un’occhiata ai miei compagni, e tutti annuirono in segno di approvazione…

…non che avessimo molta scelta…

 

Cautamente, mi avvicinai all’entrata della stanza, richiamando velocemente alla mente una formula… eravamo caduti in fin troppe trappole per farci cogliere ancora di sorpresa… Gourry, al mio fianco, pose mano all’elsa della spada… eppure, dalla sala illuminata non proveniva alcun rumore… sembrava tutto fin troppo tranquillo…

 

Mossi un passo sul pavimento di pietra e rimasi ferma, in attesa…

Nulla.

Le lanterne alle pareti permettevano una visuale piuttosto scarsa… dal lato in cui ci trovavamo ci era visibile circa metà della sala, nella parte esterna a quello che doveva essere il centro di quella configurazione magica…

 

“Lina… che cos’è quella cosa laggiù…?”

 

“Uh?” Colta di sorpresa, volsi lo sguardo nella direzione indicata dal mio amico spadaccino e… aveva ragione… c’era qualcosa… riverso al suolo…

 

Lighting!!!” Improvvisamente colta dal timore che quell’ammasso apparentemente informe potesse rivelarsi una scoperta spiacevole o dolorosa –timore rafforzato dal fatto che né Zel né Amelia erano ancora ricomparsi- decisi di lasciare definitivamente da parte la prudenza… ma prima che potessimo preoccuparci della sua natura, qualcos’altro deviò la nostra attenzione…

 

“Ma cosa… cosa diavolo…?” La parete opposta a noi… quella contro la quale si trovava ciò che aveva attirato la nostra attenzione… sembrava LETTERALMENTE scomparsa nel nulla… o meglio… una parte di essa… contenuta nello spazio fra due colonne… sembrava essere stata inghiottita dal buio del corridoio a cui quell’improvvisata entrata introduceva…

 

“E’… un passaggio segreto…?” Chiese Sylphiel in tono perplesso…

 

Uhm… non trovavo particolarmente rassicurante il fatto che porte segrete si aprissero da sole improvvisamente e CASUALMENTE proprio nella stanza in cui ci stavamo dirigendo… Il nostro procedere in quel luogo cominciava a somigliare troppo a quello di un cavallo che insegue la carota che un astuto fantino gli tende davanti… “Penso di sì…” Osservai, cautamente. “…ma mi chiedo come…”

 

“Ehi…” Fui improvvisamente interrotta dal tono di voce perplesso di Derek… “Ma quello la sotto… è un cadavere…?”

 

Ah! Me ne ero completamente dimenticata!!!

 

Gettai lo sguardo sull’‘oggetto’ ai piedi del passaggio, che visto in lontananza poteva sembrare un semplice mucchio di stracci… ma bastò un’occhiata un po’ approfondita per rendermi conto che la conformazione era indubbiamente quella… di un corpo umano…

 

Un corpo umano coperto… da vesti bianche…

 

Amelia!!!

 

Il collegamento del mio cervello fu immediato… evidentemente gli avvenimenti di quella notte mi avevano resa propensa a pensare al peggio…

 

“Diavolo!!!” Senza commentare altro, mi gettai verso la figura riversa al suolo, pregando che fosse ancora viva e contemporaneamente maledicendomi per avere permesso che venissimo divisi… il sollievo mi investì letteralmente quando avvertii che il volto premuto contro la pietra emetteva lievi gemiti…

 

“Amelia, come… Eh??????????” Presa dalla foga, non potei che restare immobile per lo stupore, quando afferrata la figura per il mantello, che la copriva quasi interamente, e avvicinato il suo volto al mio mi ritrovai a fronteggiare un paio di folti baffi…

 

“Gwaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!!!!!!!!!” Colta totalmente alla sprovvista, rilasciai il corpo a peso morto e incespicai indietreggiando, e rischiando di investire Gourry che si trovava in traiettoria…

Il mio amico mi afferrò con noncuranza per le spalle, bloccando la mia caduta e sporgendosi per guardare, con fare perplesso… e la vista lo lasciò, come me, senza parole…

“Ma… ma noi… lo conosciamo…”

 

La figura, avvolta in una specie di tunica da cerimonia, ricadde immobile, e continuò a fissarci, le pupille dilatate, rivoli di sudore freddo che scendevano a imperlargli i capelli spettinati, lungo la fronte… L’impressione che dava era molto diversa da quella di mago calcolatore e sbruffone che ci aveva sempre presentato, ma… c’erano pochi dubbi sulla sua identità…

 

“Ilmund… Ilmund –san…” Mormorai, fra i denti, sconcertata… Ma che diavolo… che diavolo stava succedendo…?

 

“Sembra… sotto shock…” Commentò Sylphiel, scossa, mentre allungava una mano verso la figura terrorizzata…

 

A questa vista, tuttavia, il Gran Maestro si piegò su se stesso, e… “NOOOOOOOOOOOO!!!!! ALLONTANATI!!! NON MI TOCCARE!!! NON MI TOCCAREEEEEEEEEEEE!!!”

Le ginocchia strette al petto, come un bambino spaventato, il mago prese a urlare e ad agitarsi in modo incontrollabile. La sacerdotessa si ritrasse, per metà inorridita e per metà impietosita a quella vista… ed io deglutii, giungendo alla conclusione che c’erano poche cose che potevano averlo terrorizzato a quel modo… e che nessuna di esse sarebbe stata piacevole da incontrare…

 

Sleeping…” Iniziai a recitare, avvicinandomi con cautela al Gran Maestro terrorizzato e allungando la mano sul suo volto inorridito…

 

Ma non feci in tempo a terminare la mia formula. Una mano, fredda come il ghiaccio, scattò improvvisamente, un serpente che si getta sulla preda, ad afferrarmi il polso, imprigionandolo in una stretta convulsa… mentre l’altra risaliva al mio collo, stringendolo in una morsa…

 

“Lina!!!” I miei compagni furono colti di sorpresa come me da quel repentino mutamento di atteggiamento…

…Ma credo che nessuno abbia provato tanta paura quanta ne provai io, di fronte ad uno sguardo che di certo non sembrava ad appartenere ad un uomo in delirio… uno sguardo che appariva di una intelligenza sconcertante… l’intelligenza di chi ha capito tutto… l’intelligenza di un folle.

 

“Tu…” Sibilò, mentre la sua mano stringeva più forte il mio collo… “Tu hai permesso tutto questo… ” Ancora… più forte… “Tu… mi hai impedito di fermarlo…” I sensi… stavo per perdere…

 

“Lasciala!!!” Il mio amico spadaccino si avventò su di noi, con rabbia, cercando di bloccare il braccio del Gran maestro, e sollevando una immensa zuffa. Fortunatamente, il risultato fu che la presa allentò lievemente, dandomi la possibilità di reagire… La mia mente era troppo annebbiata per tentare di terminare la formula… ma mi restava comunque una soluzione…

 

Con tutta la forza che avevo, scalciai contro il mio assalitore… là dove sapevo che la cosa avrebbe sortito effetto…

 

“Ah!” Il nostro avversario si ritrasse, lasciando un attimo di respiro a me ed al mio ‘soccorritore’… e fortunatamente Sylphiel seppe agire prontamente per venirci in aiuto…

Portatasi alle spalle del mago, a distanza di sicurezza, terminò la formula che io avevo lasciato interrotta. Come risultato, il Gran Maestro ondeggiò per un momento, per poi accasciarsi al suolo.

 

Sia io che lo spadaccino ci ritraemmo, l’adrenalina ancora alle stelle per la paura… Sentivo l’aria mancarmi… cercai di prendere un grosso respiro, con il risultato che iniziai a tossire senza controllo, ed ebbi l’impressione che la mia gola stesse per andare in fiamme…

 

“Lina!”

 

“Lina –san, lascia che…”

 

Con un gesto della mano, bloccai i miei due amici, che si stavano avvicinando per soccorrermi. La mano destra che ancora copriva protettivamente il mio collo, sollevai lo sguardo verso di loro, cercando di abbozzare un sorriso. “Non è niente… di grave…” Mormorai.

 

“Chissà che cosa aveva visto per ridursi in quello stato…” Commentò Derek lanciando un’occhiata al corpo esanime di Ilmund, con la ‘freddezza clinica’ di chi è abituato ad osservare ben di peggio… quel lato che molti mercenari sviluppavano, e che un po’ mi spaventava…

 

“Non lo so…” Scossi la testa. “Ma ho il timore che lui ed il Concilio abbiano voluto tentare di maneggiare un potere che non sapevano gestire…”

 

Derek mi lanciò un’occhiata che non riuscii a decifrare. “Parli del potere del tuo antenato, Inverse…?”

 

Annuii, sebbene con un po’ di esitazione… non riuscivo a capire il senso della frase che il Gran Maestro mi aveva rivolto…

 

“Ma allora forse…” Iniziò Sylphiel in tono incerto… “Forse è tutto finito… forse i membri del Concilio si sono sconfitti da soli…”

 

“Forse…” Sibilai, lanciando un’occhiata al corridoio che, tetro, ci aspettava… “…o forse il peggio… deve ancora arrivare…” Mi sollevai in piedi. 

 

Qualcuno aveva aperto quel passaggio appositamente per noi… era il caso di deluderlo…?

 

“Li… Lina aspetta!!!” La mano di Gourry mi bloccò, mentre iniziavo ad addentrarmi nel corridoio buio. “E’ evidente che è una trappola!!! Lo so qual è la tua filosofia riguardo a questo genere di situazioni, ma noi…”

 

Gli rivolsi un’occhiata. Seria. “Mi sono stancata dei giochetti, Gourry. Se è lo scontro diretto che cerca, se è a questo che il nostro nemico ci sta guidando, io non aspetto altro. Senza contare che non abbiamo trovato Amelia e Zel… e non penso che a questo punto sia troppo azzardato considerare questo come un… avvertimento…”

 

La mia ultima affermazione parve zittirlo… Solo un breve sospiro, prima di incamminarsi al mio fianco… Ma –notai- per tutto il breve tragitto la sua mano non si allontanò mai dalla spada… non potevo biasimarlo… Del resto, non ci trovavamo forse in una situazione molto simile alla scena che Zel aveva contemplato nella sua visione…?

Anche se… c’era qualcosa che non quadrava… Gourry era con me… Sylphiel e Derek erano con me… chissà cosa poteva significare…

 

Improvvisamente, dovetti soffocare un grido.

 

Di fronte a noi, al termine del corridoio, si apriva un’altra ampia sala… le torce la illuminavano forse ancora più debolmente delle altre… ma non abbastanza per impedirmi di riconoscere ciò che avevo davanti…

 

“Amelia!!!”

 

Questa volta… questa volta non mi sbagliavo di certo…

 

“Amelia!!!!!!!!” Mi gettai in ginocchio a fianco della mia amica. Non c’era sangue attorno a lei… ma il suo volto era contratto in una smorfia di dolore… e la pelle… aveva assunto un colorito chiaro… bluastro… come… come di chi…

 

“Sylphiel… non… non respira!!!”

La sacerdotessa mi spinse via gentilmente, ma con fermezza. In questo genere di situazioni sapeva mostrarsi molto più razionale e meno ‘passionale’ di quanto non fosse normalmente… questa sua capacità aveva salvato la vita persino a me, una volta… evidentemente non avevo molte altre soluzioni se non lasciarla fare…

 

Gourry mi si avvicinò, rivolgendo alternativamente gli occhi a me e alla sacerdotessa, lo sguardo sconcertato… “Lina… Amelia… Amelia è…?”

 

Rivolsi allo spadaccino che mi aveva posto la domanda uno sguardo che doveva essere peggio di una coltellata… “Non dirlo nemmeno per scherzo, hai capito??? Lei e Zel si sono solo fatti cogliere di sorpresa come due stupidi, ma ciò non significa che si lascerebbero mettere fuori gioco per una cosa del genere!!! Appena riprenderà conoscenza gliene canterò quattro per essere stata tanto sprovveduta!!!” Dannazione… dannazione… erano finiti per colpa mia in quel dannato sotterraneo!!! E non ero stata in grado di proteggere nessuno… nessuno…

 

“Credo che con la chimera potrai parlare prima del previsto, Inverse…” Commentò una voce alle mie spalle, con fare noncurante…

 

Sollevai lo sguardo su Derek, che ci guardava, senza dare l’apparenza di essere minimamente turbato da quanto stava accadendo… “Che diavolo vuoi dire, ora???”

Lo spadaccino non si prese la briga di rispondermi. Semplicemente, il suo braccio si sollevò ad indicare qualcosa al di là delle nostre spalle, nel centro della sala…

 

Battei le palpebre. “Zel…”

 

La chimera se ne stava semplicemente ferma, a fissarci… era stata tanto silenziosa che fino a quel momento nessuno di noi la aveva notata… ma ciò che più mi lasciava a bocca aperta… ciò che più mi lasciava a bocca aperta…

 

“Lina… Zel… ha… qualcosa di… di strano…”

 

“Cervello di medusa…” Sibilai, senza riuscire a staccare gli occhi dallo sciamano… “Lui…lui è umano…” Non c’era più traccia di pietre sul suo volto… i capelli, castano scuro, ora ricadevano insolitamente morbidi sulle sue spalle… come… come diavolo…

 

“Ero curioso di vedere per quanto avreste continuato a schiamazzare senza accorgervene…” Esordì la chimera (o meglio… ex tale…), squadrandoci uno per uno… il suo volto era serio… teso, lo avrei descritto… ma non pareva preoccupato, né per noi né per Amelia…

 

“Che cosa è successo, Zel? Come è possibile tutto questo?” Il mio sguardo si posò brevemente, serio, su Amelia… non ero certa che la risposta mi sarebbe piaciuta…

 

Il suo sguardo si fissò sul mio. Nemmeno per un secondo si rivolse alla principessa, stesa al suolo. “Sono stato sottoposto ad una scelta. E non ho potuto evitare di compierla…”

 

Abbassai lo sguardo sulla principessa… “Intendi… intendi dire…”

 

La chimera avanzò verso di noi, provocando in me, con un semplice sguardo, il desiderio di indietreggiare… quello… non era il solito Zel… quello… quello mi ricordava…

 

“Perché hai dei dubbi, Lina?” Lo sciamano fece spallucce, senza abbassare lo sguardo, nemmeno per un momento… “Ti ho già raccontato tutto, in fondo… Evidentemente… le tue teorie sull’azione del destino non avevano poi così grande fondamento…”

 

Aggrottai le sopracciglia. “Certo…” Osservai… “…la chimera senza cuore che abbandona i suoi amici e passa dalla parte del nemico senza remore… e che poi li affronta senza mostrare il minimo tentennamento, o senso di colpa…” Anch’io avanzai verso di lui, circospetta… nella mia mano destra, cominciò a concentrarsi una debole fonte di energia… “Sarebbe difficile negare quanto questo sia verosimile… per chi non ti conoscesse da quattro anni.”

Improvvisamente, l’energia contenuta nelle mie mani si liberò. Una sfera di luce, intensa, si sprigionò dalle mie dita, raggiungendo il soffitto della ampia sala, non lasciando spazio alle ombre che fino a poco prima la avevano celata in parte alla nostra vista… fu così… che le due figure avvolte nell’ombra, alle spalle di Zel, non ebbero più modo di nascondersi ai nostri occhi…

 

A quel punto… avrei dovuto aspettarmelo…?

 

“Galdiar –san…”

 

Non c’era particolare stupore nella mia voce… né delusione… era stata una sensazione spiacevole a tratti… ma era da quando eravamo precipitati in quel sotterraneo… che avevo il presentimento che in qualche modo mi sarei ritrovata nuovamente di fronte a lui… A quel punto… avevo solo voglia di capire…

 

“Sei arrivata, Lina –chan… Ti stavo aspettando…” Il mio maestro mi rivolse un sorriso… un sorriso genuino, non diverso da quelli che mi aveva regalato ogni volta che avevo portato a termine correttamente un nuovo incantesimo… non diverso da quelli che avevo ricevuto ogni volta che ero stata meritevole delle sue lodi…

 

“Galdiar –san…” Ripetei, cercando di mantenere la calma. “Che cosa sta succedendo? Che cosa significa questo?” Lanciai uno sguardo alla figura che lo accompagnava, e dovetti reprimere un brivido. Trovarmelo di fronte quando al mio fianco c’erano gli altri… e, soprattutto, quando ero in grado di difendermi… era diverso da… prima… ma… nonostante questo… nonostante questo…

 

“Ti riferisci alla presenza di un Priest al mio fianco, Lina –chan?” Il suo sguardo cadde su Xellos per un istante…il demone, da parte sua, non lo ricambiò. I suoi occhi erano fastidiosamente, insistentemente fissi sui miei. E stava sorridendo.

 

“Anche per questo c’è una spiegazione… e credo che a questo punto capire cosa sta succedendo ti sia come minimo dovuto… so quanto debba risultare spiacevole sentirsi manovrati, soprattutto per una persona come te… te lo avrei risparmiato, se solo non fosse stato impossibile evitarlo…”

 

Aggrottando le sopracciglia, cercando di ignorare il peso degli occhi di Xellos, tornai a posare il mio sguardo su di lui. “Su questo concordo perfettamente, maestro… penso che mi sia come minimo dovuto sapere perché ha lasciato che credessimo che lei fosse morto… e perché ci ha mentito riguardo alla sua conoscenza di questo nostro… compagno di viaggio…” Fulminai Xellos con lo sguardo.

 

“Taciuto, non mentito.” Mi corresse il mio maestro, in tono pacato. “Anche di questo dovremo discutere, sì… ma si tratta di un discorso un po’ complicato… che abbiamo bisogno di condurre a termine da soli.” A queste sue parole, lo sciamano, che era rimasto immobile di fronte a noi, prese ad avanzare, con aria tutt’altro che amichevole…

 

“Che diavolo…” Imprecai, fra i denti.

 

“Io ed il vostro amico abbiamo stretto un piccolo accordo, per assicurarci che la mia ‘trattativa’ con te avvenisse indisturbata…” Spiegò Galdiar, mentre Zelgadiss estraeva la spada. “Non gli ho ordinato di farvi del male… solo di tenervi a bada. E’ ciò che farà, se non gli darete motivo di comportarsi diversamente…”

 

“Zel… dannazione…” Mormorai, mentre lo sciamano continuava ad avanzare, studiando i nostri movimenti…

“Lina… Zel è…” Iniziò Gourry, ma non gli venne dato il tempo di terminare. Improvvisamente, quasi irrazionalmente, vista la distanza alla quale si trovava, Zelgadiss caricò.

 

Un colpo facilmente evitabile… quasi… in modo scontato… “Gourry!!!”

Improvvisamente, cercai di deviare rispetto alla direzione in cui mi stavo muovendo per schivare… ora capivo! Il suo obiettivo non era colpirci! Ci voleva separare, dannazione!!!

 

“Gourry, non…” Non potei terminare. La mia corsa venne brutalmente interrotta dal brillare di una lama, puntata direttamente al mio stomaco…

“Ah!” Finii quasi a terra nel tentativo di schivare e non ebbi in alcun modo la possibilità di attaccare, mentre lo sciamano riacquistava velocemente il suo equilibrio dopo il colpo… decisamente, il ritorno alla sua forma umana non pareva averlo indebolito…

 

“Lina!!!” Il mio amico spadaccino fece per avanzare verso di me ed accertarsi delle mie condizioni, ma un altro scintillio di lama lo bloccò. Impedito nella sua avanzata, istintivamente, o così mi parve, si ritrasse e pose mano alla spada… a quanto pareva, avvertiva ostilità… SERIA ostilità nei nostri confronti… e se c’era una cosa di cui mi fidavo, quello era l’istinto di Gourry…

 

“Mi dispiace, Lina…” La ex chimera tornò a volgere lo sguardo verso di me, con gravità. “Ho fatto un patto, e ora sono tenuto a rispettarlo, anche se significa combattere contro di voi… come puoi vedere, ho ottenuto la mia ricompensa anticipatamente… non posso tirarmi indietro.”

 

“Al diavolo!” Non fui io a rispondere. Una voce irruppe con prepotenza, a sovrastare quella della chimera… La voce di qualcuno della cui compagnia in quel momento avrei fatto molto volentieri a meno… “Mi hai stancato, sciamano!” Derek avanzò, la lama sguainata, lo sguardo teso. “Non so a cosa stessi pensando nel momento in cui hai stretto il tuo patto, ma evidentemente non hai considerato che il tuo corpo non sarebbe poi stato più di tanto resistente… anche una lama magica come la mia ora può ferirti… e io non ho intenzione di usare alcun riguardo nei tuoi confronti…” Assunse un’inequivocabile posa da battaglia…

 

“Derek, no!” Intervenne Gourry, avanzando verso il fratello. “Non puoi cercare di ucciderlo! Lui è…”

 

“Vi ha traditi, fratello!!! Non ti pare una ragione sufficiente? La legge marziale riserva un solo destino a quelli come lui…” Senza lasciare a nessuno di noi il tempo di intervenire, il cavaliere si gettò contro lo sciamano, con tutta la sua violenza… una violenza che –notai- persino a me aveva in parte risparmiato… ma dopo questo, fu tutto velocissimo. La spada ritratta, la sorgente di energia… non fui nemmeno in grado di realizzare esattamente quanto era accaduto…

 

…non prima di aver visto il cavaliere accasciato al suolo, contro la parete… 

 

“Dereeeeeeeeeeeeeeeeeek!!!” Gourry si gettò in soccorso del fratello, che dalla sua posizione riversa sul pavimento di pietra non dava più alcun segno di vita…

 

Gli occhi spalancati, rivolsi lo sguardo alla chimera, che si trovava ancora immobile, il braccio proteso verso il suo sconfitto avversario. “Cosa… cosa diavolo…?” Zel non era in grado di lanciare un incantesimo del genere. Non lo era mai stato. A parte il fatto che la chimera aveva sempre mostrato di preferire la spada alla magia, quando questo fosse stato possibile, per i combattimenti uno contro uno, non esisteva un incantesimo che Zel sapesse padroneggiare, che colpisse l’avversario in modo allo stesso tempo così mirato e violento. Ciò che aveva assalito Derek aveva la forma –e la precisione- di una semplice Flare Arrow, ma aveva mostrato una forza inaudita, capace di sopraffare persino la spada magica del cavaliere… l’incantesimo più potente in possesso di Zel era sicuramente il Ra Tilt, ed era l’unico a cui potessi pensare di equiparare quella potenza, ma una magia spirituale non avrebbe mai avuto quell’effetto su di un essere umano… Come… come…?

 

“Lina! Lina!!! Fa qualcosa!!! Fa qualcosa per lui!!!” Fu la disperazione nella voce di Gourry a riportarmi alla realtà… lo spadaccino stava sorreggendo il fratello, mentre una pozza di sangue lentamente si allargava al di sotto della sua schiena…

 

“Gourry!!!” Feci per avvicinarmi, ma non potei muovere più di un passo, prima che le dita minacciose venissero indirizzate verso di me…

 

“Ah!” Incespicai, colta di sorpresa, nell’impossibilità di difendermi o indietreggiare. Dannazione, combattere contro un vecchio amico come Zel mi lasciava completamente spiazzata!

 “Sei in ritardo, Lina…” Commentò lo sciamano con un mezzo sorriso, caricando lentamente il colpo…

 

“Lasciala stare!!!” Gourry lasciò il fianco del fratello, e scattò verso la chimera… e fu allora che un lampo balenò nella mia mente improvvisamente… ma era troppo tardi… 

 

“No, no, Gourry!!!” Scattai in avanti, recitando una formula, ma non feci in tempo ad evitare a Zelgadiss di muoversi… era ancora veloce, troppo veloce, anche se non più chimera… e gli attacchi di sorpresa erano sempre stati una delle sue specialità…

 

Palla di Fuoco!” Recitò lo sciamano, pacatamente, in direzione dello spadaccino. Nessuno spazio per evitare, niente tempo per gettarsi al suolo… ma non potevo sottovalutare Gourry…

Il mio amico aveva fortunatamente l’accortezza del bravo spadaccino, quell’accortezza che non fa mai avanzare scoperti, nemmeno nei casi di maggiore urgenza… insieme ovviamente ad un certo oggetto che avrebbe dato del filo da torcere al migliore fra i fruitori di magia…

 

“Luce!!!” La lama luminosa parò il colpo magico, tingendosi di un cupo rosso sangue… lo spadaccino non utilizzò la stessa tecnica per contrattaccare, tuttavia… l’energia avrebbe potuto tornare al suo creatore intensificata, ma venne semplicemente assorbita dalla luce magica del nostro prezioso artefatto… Gourry voleva ancora usare un occhio di riguardo nei confronti di Zel, nonostante tutto… forse… aveva avuto la mia stessa sensazione…

 

“Gourry –sama!” Gourry riservò alle sue spalle una breve occhiata, ma senza allontanare nemmeno per un istante l’attenzione dal suo avversario… un’occhiata che potè rassicurarlo, fortunatamente… Sylphiel pareva aver finito con Amelia ed ora si era avvicinata a suo fratello, per prendersene cura… ma come stava la mia amica? Il pallore e l’espressione tesa di Sylphiel non rivelavano nulla… o comunque nulla di promettente…

 

Rivolsi la mia attenzione a Gourry, ed io e il mio amico ci scambiammo un’occhiata d’intesa. In due contro uno potevamo tranquillamente pensare di fermare Zel senza essere costretti a fargli troppo male… a meno che non avesse tirato fuori qualche nuovo trucchetto peggiore di quello che aveva riservato a Derek, ovviamente… Stavo proprio ragionando sul come fare… quando negli occhi di Gourry si dipinse quello sguardo spaventato che mi indusse a volgere rapidamente le spalle…

 

Ma non ne avrei avuto bisogno. Potevo avvertire chiaramente la sua presenza al mio fianco, stranamente ora più che mai, anche se era sempre stato abilissimo nel celare la sua natura… Lo squadrai, con circospezione.

 

“Xellos…”

 

Il demone mi sorrise. “Questo combattimento non è affar tuo, Lina… ora sei richiesta altrove… tu stessa hai detto di avere il diritto ad una spiegazione…”

 

Vestii la mia consueta maschera sprezzante, per quanto trovarmelo vicino, al momento, mi mettesse decisamente a disagio… “E chi dovrebbe darmi questa spiegazione, Xellos? Perché mi sembra che TU abbia già parlato a vanvera fin troppo a lungo…”

 

“Adesso basta.” Intervenne Galdiar. “Non reggere il gioco a questa creatura, Lina –chan… i suoi scherzetti mi hanno già innervosito abbastanza… e la situazione è MOLTO seria…”

Il demone si rivolse al mio maestro, l’espressione divertita… “Interessante… ancora appelli alla serietà… le generazioni passano, ma i difetti restano… o si tratta semplicemente di un tratto tipicamente umano…?” Gli rivolse un breve, enigmatico, sorriso. “I musoni tendono a non essere particolarmente apprezzati dai demoni, però, tieni presente questo, Galdiar… forse… ricorderai l’esperienza di Garv…”

 

Forse per la prima volta da quando lo conoscevo potei osservare l’ira avvampare sul volto del mio maestro. “E’ una minaccia Priest? E’ questo che stai cercando di fare? Minacciarmi???”

Xellos fece spallucce. “Si trattava solo di una constatazione.”

Il mio maestro riguadagnò parte della sua compostezza, ma l’espressione ostile non scomparve dal suo volto… “Faresti bene a ricordare quello che sei, Xellos… un Priest, un servo, nulla di più. Per quanti ricami si possano fare sulla tua posizione, sarai sempre inferiore ai signori dei demoni… non dimenticarlo, nemmeno in futuro.”

Sul volto di Xellos il sorriso non scomparve. Sappiamo incassare bene, eh? “Già, un semplice Priest… come tu… sei un semplice umano…”

 

Non ne conoscevo il motivo, ma quella affermazione parve mettere a tacere qualsiasi replica il mio maestro potesse avere in mente per il demone… Galdiar si rivolse a me, invece, l’espressione seria, quasi contratta… non l’avevo mai visto così, nemmeno quando mi aveva parlato del Concilio… quella sua aria… mi spaventava…

“Lina –chan… da dove posso cominciare…”

 

Aggrottai le sopracciglia. Non avevo la minima intenzione di lasciare trapelare preoccupazione o buona disposizione nei suoi confronti, finché non avessi avuto chiaro ciò che stava accadendo… “Per prima cosa…” Replicai, fredda. “…potrebbe cercare di farmi capire che cosa ha fatto a Zelgadiss…”

 

Il io maestro spalancò gli occhi per un istante… quindi eruppe in una sonora risata. “Non ci posso credere! Hai capito subito che non era normale! Non si può proprio pensare di metterti nel sacco, eh, Lina –chan?”

Non risposi al sorriso. “Non ci trovo nulla di divertente…” Mi limitai a commentare…

Il mio maestro si ricompose, senza cancellare il lieve ghigno divertito dal suo volto. “Immagino, immagino… ma lasciami almeno la soddisfazione di sapere che ti ho un pochino sorpresa, per l’essere riuscito ad esercitare una forma simile di controllo su di lui… ti è capitato raramente di assistere a risultati del genere, immagino…”

Strinsi i pugni. “Solo una volta.” Ammisi. E non era un ricordo piacevole… considerando che era stato quando il potere di controllo delle anime del Signore degli Inferi, l’unica forma di magia simile alla versione antica della Persuasione che fosse tutt’ora esistente, aveva agito su Gourry…

 

“Ma penso sarai a conoscenza del fatto che il tuo amico chimera poteva essere in qualche modo controllato proprio grazie alla sua trasformazione fisica…” Suggerì il mio maestro.

 

“Mmm…” Mi limitai a commentare… c’era qualcosa che non quadrava… “Però… Zel ora è libero dall’influenza di Rezo… ero convinta che solo il suo… creatore… potesse esercitare una simile forma di influenza su di lui…”

Il mio maestro annuì. “Questo nelle normali condizioni… ma supponiamo che l’incantesimo che lo tiene trasformato venga spezzato improvvisamente… Zelgadiss è un essere magico, la cui condizione fisica vive della sua stessa energia magica… supponiamo che si riesca ad incanalare quest’ultima in qualcosa di diverso rispetto all’incantesimo che lo mantiene nella sua forma di chimera… supponiamo che si utilizzi QUELLA energia per controllarlo…”

Aggrottai le sopracciglia. “Aspetti… aspetti un secondo… Mi sta dicendo che lei avrebbe rimosso il sigillo posto su Zel da Rezo e utilizzato l’energia liberatasi dal processo per attuare un incantesimo di Persuasione?” Mi sembrava una teoria fantascientifica piuttosto che una pratica magica…

Il mio maestro si limitò a fare spallucce. “Non è molto diverso da come agiva Rezo per controllare il tuo amico… gli bastava una piccola modifica all’incantesimo per incanalare parte dell’energia che serviva a mantenere Zelgadiss nel suo stato di chimera nel suo incantesimo di controllo… solo che il nostro Monaco Rosso non aveva necessità di spezzare il sigillo per fare una cosa del genere, dato che era lui stesso l’unica persona in grado di controllarlo… però, come avrai notato, Rezo cercava di servirsi il meno possibile di questo trucco… perché esso rendeva la condizione di Zelgadiss instabile… avrebbe potuto farlo diventare temporaneamente umano, per intenderci…”

Mi morsi il labbro, poco convinta… “Aspetti, un momento… se ciò che sta dicendo è vero, gli incantesimi che Zel ha lanciato poco fa…”

Galdiar annuì. “Esattamente. Non ho potuto in alcun modo eguagliare il potere del Monaco Rosso… il mio incantesimo è molto più instabile del suo… per questo, ora l’energia magica del vostro amico si sta lentamente disperdendo… riversandosi tutta negli incantesimi che scaglia.” Fece spallucce. “Il suo corpo non ha il tempo di rigenerarla… in questo modo la sua magia è più forte di quella di qualsiasi essere umano, ma tempo poche ore e al vostro amico non rimarrà alcuna energia in corpo… e non sarà mai più in grado di scagliare incantesimi…”

 

Deglutii. Zel…

 

Il mio maestro si strinse nuovamente nelle spalle. “Purtroppo non ho potuto fare altrimenti… e del resto, a me serviva forte, per tenere testa allo spadaccino… mi sono accorto con una semplice occhiata che anche lui è piuttosto in gamba…”

 

Scossi la testa. Non aveva senso… “Anche se questo fosse possibile…” Ripresi, in tono poco convinto… “Come avrebbe potuto lei, maestro, rimuovere quel sigillo? Un sigillo che a nessuno è possibile controllare, se non a Rezo stesso?”

Il mio maestro sorrise. “E’ molto semplice… NON SONO stato io… ed è qui che tu entri in gioco, Lina –chan…”

 

Battei le palpebre. “Io?”

 

Il mio maestro annuì. “Lina –chan… non c’è una domanda che vuoi porgermi… a questo punto…?”

Gli rivolsi uno sguardo smarrito. Una… domanda…? Era uno dei suoi soliti indovinelli, o… ah! AH!!!!! “E’ vero!!! E’ vero, accidenti!!! Lei come diavolo fa ad essere a conoscenza di tutti questi particolari sul mio amico???”

Galdiar sorrise, compiaciuto. “Li conosco appunto per questo… perché è un tuo amico.”

“Eh?” Continuavo a non capire…

“Vedi, Lina –chan… il fatto che noi due non siamo rimasti in contatto dopo la tua partenza da Zephilia… non significa che io non ti abbia tenuta d’occhio…”

Mi accigliai. “Tenuta d’occhio…?”

“Sì… niente di particolare, ovviamente… sono solo un mago, non sono in possesso di una rete di spionaggio… ma per quel che ti riguarda, diciamo che basta tenere le orecchie aperte… ho saputo dei tuoi viaggi, delle tue imprese… e in parte anche delle tue compagnie… compagnie… interessanti…” Rivolse uno sguardo alle mie spalle, dove i miei amici stavano ancora combattendo fra loro… “E’ strano come il caso intrecci in modo indissolubile le vite di certe persone… avevo già avuto a che fare, in qualche modo, sia con la famiglia della tua sedicente guardia del corpo, sia con quella della buona principessa di Sailune…” I suoi occhi si assottigliarono… “…più o meno direttamente…” Concluse.

Le mie sopracciglia si aggrottarono, nell’incomprensione. “In che senso… ha avuto a che fare con loro?”

Il mio maestro si limitò a rivolgermi un sorriso enigmatico. “Indirettamente, Lina –chan, te l’ho già detto… o, forse, potrei dire, attraverso di te…”

“Eh?”

“Ti spiegherò anche questo, a tempo dovuto, Lina… ciò che conta ora, è che anche sul tuo amico chimera ho preso informazioni… non è stato particolarmente difficile… il mondo trabocca di notizie a proposito del Monaco Rosso… anche se più complicato è stato compiere una cernita fra quelle reali e quelle leggendarie…”

 

Mi accigliai, nuovamente. “Tutto questo è molto interessante Galdiar –san, ma ciò che vorrei cercare di capire ora è… PERCHE’… non credo che tutto questo interesse nei miei confronti sia stato dettato da preoccupazione… anche se mi piacerebbe pensarlo…” C’era una punta di amarezza nella mia voce…

 

Lo sguardo del mio maestro –ne ebbi tutta l’impressione- si addolcì. “Preoccupazione… In fondo… non sei tanto lontana dalla verità…” 

 

“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!”

Un grido, alle mie spalle.

“Gourry!!!” Il mio amico era stato atterrato dallo sciamano. Un fiotto di sangue sgorgava dal suo fianco…

Mi rivolsi al mio maestro, con rabbia. “Se davvero si preoccupa per me, fermi immediatamente questa carneficina!!!” Dannazione, DANNAZIONE!!! Gourry non avrebbe mai combattuto contro Zel con l’intenzione di ucciderlo… Se andava avanti così…

Il mio maestro scosse la testa, l’aria grave. “Non posso farci nulla. Hai sentito lo sciamano… il patto ormai è concluso.”

“Vuole farmi credere che Zel ha voluto tutto questo???”

“Si tratta di un incantesimo complicato, Lina… pensi che sarebbe rimasto con le mani in mano mentre io lo portavo a termine? Pensi che se avesse opposto un minimo di resistenza io sarei riuscito comunque?”

Serrai i denti, lanciando un’occhiata a Xellos. “C’è qualcuno che avrebbe potuto aiutarla a trovare argomenti convincenti perché il mio amico non si ribellasse…”

Il mio maestro incrociò le braccia al petto. “Non credevo che mi giudicassi a questo modo, Lina –chan… servirmi dei poteri di un altro… dei poteri di un demone…”

“Allora che cosa ci fa al suo fianco, può spiegarmelo???”

Il mio maestro fece spallucce. “Pensa ciò che preferisci a proposito del tuo amico, Lina… se può rassicurarti…”

No, non mi rassicurava. Non mi rassicuravano le frasi che la chimera mi aveva detto quando ci eravamo trovati da soli, nel bosco. Non mi rassicuravano le condizioni di Amelia. Non mi rassicurava il fatto che Zelgadiss in quel momento stesse cercando di colpire a morte il mio migliore amico… non mi rassicurava che la persona da cui avevo appreso tutto si trovasse in quel momento di fronte a me… a fianco di un demone…

 

…ma non avevo la minima intenzione di lasciarglielo capire…

 

“Questo non risponde alla domanda che le ho posto, Galdiar –san… Perché Xellos si trova con lei, ora?”

 

Il mio maestro annuì. “Come ti ho detto, tutto rivolge attorno a te, Lina…” Il suo sguardo si fece, improvvisamente, mortalmente serio. “Ricordi… come ho sempre giudicato i tuoi poteri, Lina –chan?”

Aggrottai le sopracciglia. Dove voleva arrivare…? “Positivamente… mi pare…” Risposi, con circospezione…

 

Il mio maestro sorrise. “Più che positivamente, Lina… tu nel tuo campo hai un talento eccezionale, ragazza mia… e oggi non ho potuto che prenderne conferma…”

Battei le palpebre. “A cosa… si riferisce, Galdiar –san?”

Il mio maestro sospirò. “Ma è OVVIO, Lina… un Blast Bomb… un incantesimo che da generazioni a nessun umano era stato accessibile… e, per quanto la tua magia in quel momento fosse potenziata, tu lo hai scagliato con la facilità con cui un mago normale avrebbe potuto lanciare una Palla di Fuoco… sono rimasto molto sorpreso… piacevolmente sorpreso…”

“E questo… cosa c’entra con tutta la faccenda…?” Chiesi, con un po’ di esitazione…

Galdiar sorrise, nuovamente. “Sin da quando eri piccola, ti ho sempre ammirato, Lina –chan… per questa tua capacità nel campo della Magia Nera che a me era stata negata…” Aprì i palmi delle mani, e li fissò, con sguardo amaro… “All’inizio non capivo nemmeno io perché ti avessi presa tanto a cuore… ma osservandoti crescere, e lottare per sviluppare capacità sempre maggiori credo di avere capito il motivo del mio attaccamento nei tuoi confronti… noi avevamo qualcosa in comune, Lina –chan… la frustrazione verso un paese come Zephilia, dove il peso del confronto e delle aspettative altrui poteva schiacciarti…” tornò a fissare il suo sguardo su di me… “Mi ricordo di come vivevi il rapporto con tua sorella e con la fama che lei era stata in grado di raggiungere, prima di te… ricordo quanta rabbia nasceva dal vostro confronto… rabbia che veniva riversata, con effetti quanto mai positivi, nella magia…”

 

Scossi la testa. “Galdiar –san…” Mi intromisi… “A quel tempo, io ero solo una bambina… Non si può vivere per rispondere alle aspettative altrui, consumandosi in inutili invidie… quelle non portano che all’autodistruzione… A questo mondo siamo tutti diversi, con diversi pregi ed inclinazioni… bisogna vivere per se stessi, e per ciò che si ritiene importante… o ci si troverà a compiere un inventario della propria vita… e a constatare che essa è andata sprecata in un confronto che non aveva ragione di esistere… Sono passati tanti anni da quando mi sono allontanata da Zephilia, e questo credo proprio di poter dire di averlo capito…” Ricordavo… il mio confronto con mia sorella… ricordavo anche lo strano rapporto di antagonismo che avevo instaurato con Naga… e tutto ciò aveva avuto come pressoché unico risultato l’aumentare il livello di bile nel mio stomaco… Probabilmente mi aveva aiutato anche il carattere dello spadaccino, ma con Gourry avevo instaurato un tipo di rapporto del tutto diverso… non c’era rivalità fra noi… a parte forse – ricordai con un sogghigno- quando si scendeva nel dominio cibo… ognuno di noi aveva le sue capacità nel proprio campo, e, anzi, eravamo arrivati al punto di combinarle, al meglio… e qualcosa di simile era avvenuto anche con Zel e Amelia… forse era anche per questo che eravamo riusciti a diventare tanto amici, noi quattro…

 

Galdiar si accigliò. “Credo che sia facile parlare a questo modo, Lina –chan, quando si ha la certezza che le proprie capacità superano quelle di molti altri…” Mi squadrò, ed ebbi l’impressione che il suo sguardo potesse penetrarmi, e scandagliare la mia anima… “E’ questa la più profonda differenza esistente fra di noi, Lina… entrambi siamo ambiziosi… ma tu hai talento, io no.” C’era… una sorta di intrinseco coraggio, in quella ammissione… In quello… riconoscevo perfettamente… ciò che il mio maestro era stato… “Tuttavia… c’è ancora qualcos’altro che ci accomuna, Lina… un limite posto ad entrambi, un limite praticamente insormontabile… tutti e due… siamo umani.”

 

Aggrottai le sopracciglia. La risposta che più mi sarebbe venuta spontanea a quell’affermazione sarebbe stato un disimpegnato ‘e allora?’ Tuttavia… avevo la sensazione che la sua affermazione… avesse un significato più profondo di quanto apparisse, in tutto ciò che ci stava accadendo… La presenza… di Xellos… “Che… male c’è nell’essere umani, Galdiar –san…?”

Il mio maestro mi rivolse un’occhiata sprezzante. “Che male c’è, Lina? Non lo vedi anche tu? Non lo capisci SOPRATTUTTO tu, quando senti i limiti della tua forma umana opprimere, schiacciare il tuo talento ed il tuo potere? Tu hai distrutto delle creature superiori… ma per quanti talismani tu possegga, non avverti che la tua forma umana ti preclude qualcosa?”

Mi accigliai. Non mi piaceva dove il discorso stava andando a parare… “E’ la nostra natura Galdiar –san…e ha i suoi vantaggi, se si cerca di viverla al meglio… tanto più che… anche se non ce l’ha assegnata un fantomatico destino ma il puro caso… è una cosa che non possiamo in nessun modo cambiare…” Cercai di soppesare al meglio le parole…

Il mio maestro scosse la testa. “E’ qui che ti sbagli, Lina –chan… c’è una persona che non accettava questa sua natura… e che ha cercato di fare qualcosa per dare una svolta alla propria condizione…”

 

Deglutii. Forse… cominciavo a capire la ragione del mio coinvolgimento… “Si… si riferisce a…”

 

“Van Goldgleam, piccola mia… Forse… ci sono alcuni particolari che non conosci riguardo alla sua storia…”

 

Goldgleam…

…il cognome… di mia madre…

Lui… si trattava di lui…

 

Dentro, sentii raggelare. Il nome che da anni non osavo pronunciare… ora era sulle labbra del mio maestro… Io stessa gli avevo parlato di quella storia… e pensavo che la conoscesse a grandi linee, così come io gliela avevo raccontata… Ma quel nome… quel nome io di fronte a lui non lo avevo mai rivelato…

 

“Come… come…”

 

“Nessun fruitore di magia di Zephilia sufficientemente informato ignora la sua storia, Lina –chan, per quanto gli uomini del nostro paese, nella loro consueta stoltezza, abbiano voluto celare quello che gli è successo… ed io come mago sarò carente in tanti campi, ma sono tutto tranne che disinformato… sapevo di lui molto prima di prenderti sotto la mia custodia, Lina…” Mi fissò, intensamente… “…ma avevo solo notizie MOLTO vaghe… ho sospettato che fosse collegato a te quando sono venuto a conoscenza del cognome di tua madre… e a mano a mano che ti conoscevo, Lina, ho cominciato ad essere sempre più interessato a tutta la faccenda… perché pensavo che qualcosa di lui doveva essere rimasto in te… e questo individuo mi appariva sempre più… interessante…”

Mi accigliai. “Che cosa ci trovava di tanto interessante nel tipo di ricerche che il mio antenato conduceva, Galdiar –san…?” Il tono della mia voce ora era estremamente freddo…

Il mio maestro mi rivolse un sorriso gentile, sornione… “Non erano le ricerche in sé ad interessarmi, Lina –chan, ma l’individuo… quell’uomo doveva possedere lo stesso potere che io ho ritrovato in te, Lina… e lo ha voluto sfruttare per tentare la più ambiziosa, e grandiosa delle imprese… superare i limiti che il suo stesso essere gli imponeva… salire al di là… della propria natura umana…”

Strinsi i denti. “Non c’è nulla di ignobile nell’essere umani, Galdiar –san… e se ci si convince di questo può accadere che si scopra che molti dei limiti che si pensava di avere non erano che delle costruzioni dettate dall’insicurezza…”

Il mio maestro, per un attimo, mi fissò con ira. “Bugie, Lina! Illusioni! Puoi pensare forse di vivere per migliaia di anni? Puoi pensare che un giorni ti sveglierai e il corpo debole che la natura ti ha affibbiato si sarà trasformato e sarà coperto delle dure scaglie che proteggono i draghi?” Bé… io conoscevo qualcuno che era fatto di pietra, se volevamo metterla in quei termini… ma non mi pareva il momento di ricordarlo… “Ma soprattutto, non ti libererai mai dal timore della morte che incombe su di te…” Proseguì Galdiar “…non ti libererai mai dalla debolezza che nasce dalla sofferenza e dai sentimenti dell’uomo… una persona forte come te forse non sente costantemente il peso di tutto ciò… perché non se ne rende conto, come invece accade a me, tutti i giorni e tutte le notti della sua vita… non è oppressa dal costante senso di non avere la forza di dare alla propria esistenza… una direzione, un valore…” Il tono della sua voce era colmo di amarezza… mi dava quasi… la voglia di cessare di discutere, e confortarlo, come lui aveva tante volte fatto con me… Però… ora lui mi sembrava una persona tanto diversa… Aveva espresso tante volte la sua frustrazione… a volte la sua rabbia nei confronti del Circolo di Magia di Zephilia… ma non mi aveva mai parlato in quei termini… mai…  avevo visto il dolore nel suo sguardo, mai la disperazione… era sempre stato lui… ad incitarmi a lottare…

 

“Io sono convinto…” Proseguì Galdiar. “…che lui sia stato mosso dai miei stessi intenti… per questo trovavo una vicinanza fra noi… per questo… ho pensato di servirmi di lui…”

 

Ehi… ehi un momento… cosa…? “Che intende dire, Galdiar –san?”

 

Il mio maestro parve ignorare la mia domanda… “Lo sai qual era il primario obiettivo del tuo antenato, Inverse…?”

Deglutii. “A quanto mi è stato detto… l’apertura del Portale…”

Il mio maestro annuì, con un sorriso. “Già… ma ti sei mai chiesta perché volesse compiere un atto del genere?”

Scossi la testa. Continuavo a non capire dove stesse cercando di condurmi con il suo discorso… “Per il potere, immagino… a che altro poteva mirare nel rischiare la sua stessa anima per ottenere l’esaudirsi di un desiderio per opera di Lord of Nightmares…?”

Galdiar si strinse nelle spalle… “ Concetto quanto mai vago, quello di potere, Lina –chan… esiste l’effimero potere temporale dei nostri sovrani o sacerdoti… esiste il potere dei maghi, con il loro controllo sugli elementi più intangibili del nostro mondo… ma LUI… lui aspirava a qualcosa di più di tutto questo… lui voleva superare quella barriera che come umani ci è stata imposta… e combinare una forza che teoricamente sarebbe spettata a diverse nature…”

Mi accigliai. “Non capisco… che intende, Galdiar –san…”

Il mio maestro annuì. “E’ normale, Lina –chan, tu non sai ancora nulla… non sai che il tentativo di aprire il Portale non è stato condotto dal tuo antenato di sua spontanea volontà… ma perché questo è ciò che gli è stato chiesto.”

“Gli è stato… chiesto…?” Il mio sguardo cadde su Xellos… poteva essere che…?

 

“Un esame, Lina…” Intervenne il demone… “…te ne ho già parlato… cominci a capire ciò che intendevo…?”

 

Indietreggiai di un passo. “Aspettate… aspettate un attimo… intendete dire che lui voleva…”

“Esattamente.” Annuì il mio maestro. “Van Goldgleam aveva raggiunto un livello di potere che andava ben oltre quello concesso ai comuni esseri umani… c’è chi dice che avesse trovato addirittura la chiave dell’immortalità… è per questo che il mondo delle tenebre è venuto incontro ai suoi desideri… è per questo che i Mazoku hanno pensato di concedergli la forza che desiderava facendone uno di loro… e non uno qualunque… un Signore dei Demoni.”

 

Non… non… “Questo non è possibile…”

 

“Perché, Lina?” Xellos si strinse nelle spalle. “Esisteva già un Mazoku che aveva in sé natura in parte umana, ricordi? Un demone riottoso e difficilmente controllabile, certo… ma il tuo antenato pareva avere le carte più in regola di Garv per entrare a buon diritto nella nostra cerchia… del resto… il nostro buon Demone-Drago era sempre meno disposto ad ascoltarci… la mia Signora, Xellas, e Phibrizo tolleravano sempre meno la sua inclusione fra i Demoni Superiori… ciò di cui avevamo bisogno era assicurarci la presenza di qualcuno che potesse sostituirlo nel mantenimento dell’Equilibrio, qualora fosse… venuto a mancare…”Mi rivolse un sogghigno sottile. “Insomma…” Si strinse nelle spalle. “…ci serviva un successore…”

 

“E avete… scelto lui…” Mi sembrava… ancora incredibile…

 

“L’affare veniva incontro agli interessi di entrambi…” Rispose semplicemente il demone. “…inoltre non c’era nessun altro che avesse la sua stoffa… Certo, ovviamente, prima di mettere in atto qualsiasi risoluzione, era necessaria una piccola prova…”

“Anche in questo senso la scelta di Goldgleam pareva perfetta…” Intervenne il mio maestro… “Il tuo antenato, Lina, era già a conoscenza dell’esistenza del Portale, per quanto non ne conoscesse la dislocazione, e non fosse al corrente della procedura esatta della sua apertura…”

Xellos annuì, a conferma. “Noi invece eravamo in possesso di queste informazioni, ma ciò che ci mancava era la chiave…” Incrociò le braccia al petto. “Il tuo antenato aveva sospetti a proposito della chiave… era andato davvero vicino al rintracciarla… per questo gli abbiamo chiesto una collaborazione… se fossimo riusciti nel nostro scopo dell’apertura del Portale, lui avrebbe goduto della vittoria al nostro fianco… probabilmente… l’unico uomo a sopravvivere…”

 

Annuii. “E lui… ovviamente ha accettato…” Patti con i demoni… Cominciavo ad avere idea che il mio antenato fosse veramente potente, ma… il più grosso codardo che avesse mai messo piede sulla faccia del nostro pianeta…

 

“Ovviamente…” Ghignò Xellos… “Non aveva nulla da perdere e tutto da guadagnare, in fondo… Ma non si trattava di un ingenuo. Sarebbe stato lui in persona a rintracciare quella chiave… e insieme l’avremmo portata di fronte al Portale… Goldgleam non aveva la minima intenzione di lasciarla nelle nostre mani prima dell’apertura… temeva un tradimento… a ragione, suppongo…”

“Aveva dei poteri eccezionali, Lina –chan…” Intervenne il mio maestro… “Uniti ad una astuzia che solo in te ho ritrovato… sapeva che i demoni avevano sospetti riguardo alla Spada di Luce e all’isola di Mipross, dove il patto fra elfi ed umani era stato sigillato… so che sei al corrente del fatto che un demone, Joylock, era persino stato mandato a presidio dell’isola… prima che una certa persona lo distruggesse combinando i suoi poteri a quelli della Spada di Luce…” Mi rivolse un sorriso complice che in quel momento non ebbi la forza di ricambiare… “Fatto sta che lui è riuscito a gabbare come un gruppo di comuni sciocchi i demoni superiori…” Questa affermazione costò al mio maestro un’occhiata fredda, da parte del demone al suo fianco… un’occhiata che fece gelare il sangue nelle vene persino a me… mi chiedevo… Galdiar… si fidava di lui? “Li ha depistati, Lina –chan… servendosi della magia… ed è arrivato da solo fino alla Spada… così vicino… ad impadronirsene…”

Xellos intervenne, serio. “E’ stata quella la sua fine. Il custode della Spada ha combattuto contro di lui… e in qualche assurda maniera è riuscito ad ucciderlo…” Rivolse uno sguardo al mio amico spadaccino che ancora combatteva, anche se ferito, alle mie spalle… “Gabriev… ci hanno tenuti lontani dal nostro obiettivo per tanto tempo… e anche allora… ricordo che i Signori dei Demoni, quando vennero a conoscenza dei colpevoli dell’uccisione di Goldgleam e della perdita della chiave… si dichiararono decisamente persuasi a fargliela pagare, prima o poi…” La sua espressione seria si mutò in un lieve sorriso… 

 

Non mi piaceva… non mi piaceva per niente…

 

“Dopo quell’episodio…” Proseguì Xellos. “Saputo della morte del tuo antenato, siamo stati costretti a proseguire le nostre ricerche da soli… e abbiamo deciso di abbandonare l’idea del successore, dal momento che nessun altro ‘candidato’ si presentava valido come quello di cui una per noi ancora ignota lama ci aveva privato…”

 

“Ma il suo spirito era troppo forte…” Si intromise nuovamente il mio maestro. “La sua magia viveva ancora, in qualche modo… e gli scritti che aveva lasciato, gli esperimenti… le sue ricerche a proposito della chiave… non attendevano che di essere ripresi in mano da chi ne avesse avuto le capacità…” Galdiar sorrise. “Nessuno è mai stato in grado di rintracciare il suo laboratorio… ma pensa, è stato proprio nelle mie ricerche su di lui che sono stato in grado di trovare la formula che mi serviva… quella formula della cui realizzazione… tu hai trovato in qualche modo i risultati…”

 

I miei occhi si spalancarono. “I… dieci… cadaveri…” Allora… allora…

 

“Un incantesimo che fa appello a Phibrizo, certo… ma a me non serviva affatto che esso funzionasse esattamente come avrebbe dovuto… non volevo certo rievocare un cadavere… avevo solo bisogno della sua forza, del suo potere… per questo non ho dovuto fare altro che apportare una piccola modifica alla formula… la magia nera d’attacco non è mai stata il mio forte, certo… ma l’altra branca, quella delle maledizioni e delle evocazioni… la cosiddetta… ‘magia dei codardi’…” Si concesse un sorriso amaro… “…bé, quella mi è sempre riuscita piuttosto bene…”

 

E così… era andata come avevo pensato… “Perché, Galdiar –san?” Scossi la testa. “QUESTO, non capisco… perché evocare le forze di un cadavere? Che cosa aveva intenzione di fare una volta ottenuto il suo potere?”

 

Il mio maestro si fece serio. “Si tratta del mio ripiego, Lina…”

“Un ripiego?”

Galdiar annuì. “Vedi… per certi aspetti io sono proprio come il tuo antenato… stessi desideri… stesse ambizioni… come ti ho detto, è il potere a mancarmi…” Fissò le proprie mani, incupendosi… “Tuttavia… la vita che per tanti aspetti non è stata generosa con me… mi ha concesso… una piccola fortuna…” Mi rivolse un sorriso. “Mi ha legato a te, Lina… e anche, attraverso di te, a ciò che Van Goldgleam è stato…” Fece un passo avanti, in mia direzione… “Io lo sapevo che la nostra conoscenza mi sarebbe fruttata, Lina… lo ho saputo sin dall’inizio, quando ti scelsi, fra i membri della tua classe, come mia apprendista…” Quando… mi aveva scelta… lui… aveva pensato a questo? “Tu mi hai interessato sempre più, ogni giorno che passava, Lina… un interesse che ho poi scoperto non essere infondato, sia per il tuo potere, sia per i tuoi legami familiari… interessanti…” Sorrise, nuovamente. “Quando mi hai parlato della tua scoperta delle pergamene di Van, ero certo ce non avresti tardato ad apprendere i preziosi segreti che contenevano… ero orgoglioso di te… così orgoglioso…”

 

All’epoca… il mio maestro si era mostrato allarmato, per il mio ritrovamento… ma solo ora mi accorgevo della verità… solo ora mi accorgevo che in realtà… lui non aveva mai fatto niente di concreto… per fermarmi…

 

“Quando ho saputo dei precedenti del tuo antenato, dell’offerta rivoltagli dai Signori dei Demoni, poi, la mia gioia non ha fatto che accrescersi… perché è stato allora che ho maturato la consapevolezza che quella era la mia occasione…”

 

“Occasione…?” Non sapevo perché, ma… l’idea che il mio maestro avesse avuto la deliberata intenzione di servirsi di me… che lo avesse pensato sin da quando mi aveva presa sotto la sua custodia… generava in me… disgusto… puro… disgusto…

 

“Ma certo… coltivare il tuo potere, Lina… da quel giorno, quello fu il mio obiettivo primario… perché io sapevo… avevo informazioni che a QUALCUNO avrebbero potuto essere molto utili… e solo il potere mi mancava…”

Scossi la testa. “Non… non capisco…”

“Con calma, Lina…” Il tono del mio maestro suonava così… rassicurante… “Dopo la tua partenza da Zephilia, non ho potuto fare altro che cercare di tenerti d’occhio come meglio potevo… aspettare in silenzio il momento giusto…” Sorrise. “E questo è arrivato. Dopo la morte di Shabranigdu.”

Scossi la testa. “Ma…”

Il mio maestro non mi diede la possibilità di terminare. “L’Equilibrio ha subito una grossa scossa, dopo la tua azione contro di lui… le forze dei Mazoku si trovavano considerevolmente ridotte in potenza, senza contare che le armate al suo servizio erano nel Caos, e Garv continuava a dare segni sempre più insistenti di irrequietezza… è stato allora… che i demoni hanno avvertito nuovamente la necessità di un successore.”

 

Aggrottai le sopracciglia. “Non sapevo nulla di questa storia…”

Xellos fece spallucce. “Come si suol dire, abbiamo lavato i panni sporchi in casa nostra, Lina… avevamo solo da perdere nel lasciare trapelare notizie della nostra debolezza…” Il suo sguardo cadde sul mio maestro. “Ma qualcuno ha immaginato quello che stava succedendo…”

 

Galdiar annuì, in conferma. “E’ stato allora che ho raccolto il mio coraggio… e ho evocato uno di loro…”

“Un demone inferiore, per la precisione…” Puntualizzò Xellos, in tono freddo. “Non vorrei si pensasse che noi Mazoku stiamo lì ad aspettare la chiamata di qualsiasi umano a cui passi per la testa di evocarci…”

“Sì, un demone inferiore…” Confermò Galdiar, in tono un po’ seccato… “Lo ho chiamato e gli ho chiesto di riferire ai suoi superiori un messaggio… cioè che avevo in mano tracce necessarie a rintracciare la chiave.”

“Puoi immaginare la reazione fra tutti noi…” Continuò Xellos, per lui… “Inizialmente pensavamo si trattasse di un vecchio folle con manie di onnipotenza, che meritava solo di essere gettato in pasto al più infimo fra noi… ma poi, una volta saputo a CHI era legato…” Mi squadrò, intensamente… “… i nostri dubbi sono decisamente diminuiti…”

 

“In realtà non avevo in mano delle informazioni precise…” Lo interruppe Galdiar “…solo un vecchio diario, in cui erano segnalate le tracce che il tuo antenato aveva seguito nella sua ricerca… ho pensato di stringere con i demoni lo stesso patto di Van Goldgleam, Lina… io li avrei aiutati a raggiungere ciò che cercavano… e loro in cambio avrebbero garantito a me un posto al loro fianco.”

 

Cosa…? COSA? “Galdiar –san, lei voleva… diventare un Signore dei Demoni???”

 

Il mio maestro mi guardò fisso per un momento. “Capisco il tuo stupore, Lina… so di non essere sufficientemente forte per un obiettivo del genere…” Non era QUESTO a stupirmi!!! “Ed è appunto qui che entri in gioco tu. Avevo trovato un modo perfetto per rendere i tuoi poteri utili alla mia causa!” Sorrise… un sorriso… allegro…

 

“Di… di che cosa sta parlando?” Ormai non sapevo più cosa aspettarmi…

 

“Ma è ovvio… ricordi cosa ha cercato di farti Alshifom, ad Atlas?”

“Uh?” Che c’entrava quello, ora…? “Ricordo che voleva utilizzarmi per i suoi esperimenti, e… AH!!!” No… non poteva… non poteva essere che lui… volesse…

“Più esattamente, voleva ‘divorarti’, Lina, ricordi? E’ così che si chiama in gergo l’incantesimo che ha cercato di lanciarti, per assorbire almeno parte le tue capacità (questo è successo veramente, solo nei romanzi…NdA)… estendere la lunghezza della propria esistenza e aumentare i propri poteri attraverso l’assorbimento della forza vitale di un altro essere… una forma di magia davvero interessante…”

 

Non poteva… non poteva essere… non Galdiar –san… non a me… io… ero la sua… Lina…

 

“Dopo averti utilizzata par aprire il Portale, ti avrebbero lasciata a me… e fatto questo con te, avrei ottenuto la forza sufficiente per la trasformazione… trasformazione che sarebbe stata il premio per aver rintracciato la chiave per i Mazoku…” I suoi occhi si fecero sottili… “Un piano perfetto… se non fossero sorti degli intoppi.” Il suo volto si oscurò.

“Galdiar non ci ha voluto consegnare il diario…” Intervenne Xellos… “…ha realizzato una fusione con esso, addirittura… pensa… se lui fosse stato ucciso, il diario sarebbe andato distrutto… una saggia scelta, indubbiamente…” Si concesse uno dei suoi lievi sogghigni. “A noi demoni non è rimasta altra soluzione che seguire le sue indicazioni… anche se ci siamo trovati a percorrere strade che avevamo già saggiato, in parte… ad esempio… la città di Sailune…”

Battei le palpebre. “Sailune?”

“La città della Magia Bianca, Lina…” Rispose Xellos, stringendosi nelle spalle. “Una soluzione scontata forse, ma… quale luogo migliore per conservare un oggetto prezioso come la chiave, e tenerlo lontano dalle mani di noi Mazoku?” Incrociò le braccia al petto, pensieroso… “In realtà è una strada che avevamo già tentato… Diversi anni fa… quando un increscioso incidente…” Sogghignò, lievemente… “… ha portato uno degli uomini al nostro servizio ad impazzire e a commettere un crimine orrendo come l’uccisione della principessa incoronata… ma forse una piccola ricompensa di questo genere ha insegnato al principe Philionel quanto sia pericoloso ostacolare i Mazoku nelle loro azioni… Quella volta… era stato veramente fastidioso per noi…” Stava parlando… della madre di Amelia… Pezzo… pezzo di… “E poi… la volta successiva, gli ostacoli sono ulteriormente aumentati…” Sospirò. “I seguaci di Garv, che erano mossi da intenti simili ai nostri, forse grazie a spie, ci avevano preceduti… anche se quella volta tu hai saputo dare un valido contributo nel sistemarli, Lina…” Mi sorrise, mentre lo fissavo, con rabbia… “Ma anche la ricerca a Sailune non diede molti risultati… come le altre piste che il tuo maestro ci aveva proposto, del resto… stavamo cominciando seriamente a spazientirci, nei suoi riguardi…”

 

“Già…” Intervenne il mio maestro. “Mancava solo una direzione da verificare, ormai… quella… della Spada di Luce.”

 

Xellos fece spallucce. “E fortunatamente, a questo riguardo, è stato Phibrizo a darci una mano…” Mi sorrise, sornione. “E’ stata la sua ossessione verso di te e verso il tuo Giga Slave a condurre la Spada direttamente nella nostra rete… a quel punto, ogni ostacolo alla apertura del Portale era stato abbattuto.”

“Già… tutto tranne il fatto che avevamo bisogno di te, per l’apertura del Portale…” Controbatté il mio maestro. “E ancora per questo… il mio aiuto poteva essere utile ai Mazoku…”

Xellos annuì. “I miei capi avevano pensato di fingere un ricatto, servendosi di Galdiar, qualora il piano della fusione con la chiave non avesse funzionato e tu ti fossi rifiutata fino all’estremo di fare il loro gioco… trucco vecchio ma efficace, no, Lina?” Mi strizzò l’occhio, mentre io digrignavo i denti, rifiutandomi di rispondere… “Ma è stato allora che Lord of Nightmares mi ha posto gentilmente di fronte alla scelta fra l’aiutarla, e il morire in modo piuttosto doloroso… ed io mi sento ancora molto giovane, capisci…” Socchiuse uno dei suoi profondi occhi violacei…

 

“Grandioso…” Sbottai. “…davvero complimenti, un piano ingegnoso, nonostante l’intoppo finale…” Ironizzai, lanciando un’occhiata a Xellos. “E allora posso sapere perché ci troviamo qui, dato che il vostro disegno è ormai fallito…? Perché non so voi due, ma una ragazza bella e giovane avrebbe altro da fare, che starsene metri e metri sotto la superficie del suolo…” Il tono della mia voce era tagliente… e speravo che in questo modo potesse nascondere la mia rabbia e… la delusione…

 

Il mio maestro scosse la testa. “Ma non è finita qui, Lina –chan… anzi, questo è stato appena l’inizio…” Mi sorrise, nuovamente. “Il fallimento non toglieva il problema di fondo dei demoni. Un successore restava comunque necessario…”

 

Annuii. “Posso immaginare perché… Prima Garv, poi Phibrizo… e quindi la lotta contro i Re dei Draghi e noi di fronte al Portale, e la formula stessa per l’apertura… tutto ciò deve avervi ulteriormente indeboliti…” Mi rivolsi a Xellos, il cui sorriso al momento era lievemente contratto… “Sbaglio?”

 

Il demone scosse la testa. “A quanto pare le tue deduzioni raramente sono errate… vorrei scherzarci sopra, ma… stavolta… ce la siamo vista davvero brutta…”

Mi accigliai. “E Galdiar –san dovrebbe essere la soluzione dei vostri problemi…”

Il mio maestro mi squadrò… “Ti vedo scettica, Lina… ma forse non hai considerato che manca ancora un tassello al puzzle che ora abbiamo ricostruito per te…”

Lo fissai, per un momento. “Intende… il mio ruolo in tutta la faccenda…?” Potevo sperare… che le intenzioni del mio maestro nei miei confronti fossero mutate…? E anche se questo fosse avvenuto ora, per convenienza… avrebbe davvero avuto valore…?

 

“In parte…” Annuì Galdiar. “…e in parte, l’evocazione, che ho da poco compiuto… non riesci ad intuire, Lina…?”

Aggrottai le sopracciglia… che cosa…? “Ah!” Battei le palpebre. Poteva essere che… “Forse… lei ha voluto evocare il potere del mio antenato… per…”

 

Il mio maestro si strinse nelle spalle… “QUESTA è stata la condizione dei demoni, Lina… fallito il mio primo esame, hanno voluto sottopormi a questa prova… in questo senso ho parlato di un ripiego…” Mi lanciò un’occhiata pigra… “Hanno detto che l’unico modo di risanare la propria debolezza dopo il tentativo di aprire il Portale era riuscire ad ottenere al loro servizio un potere pari a quello del tuo antenato… se prima non necessitavano di qualcosa di simile, per riconquistare il terreno perduto rispetto alle forze del bene, ora quella forza era loro strettamente indispensabile… mi hanno detto che solo se fossi riuscito a trovare i mezzi per una evocazione che mi permettesse di impossessarmi di QUEL potere mi avrebbero ammesso fra loro… l’unico demone in grado di compiere un’operazione del genere era Phibrizo… l’unica altra via era la via umana…” E così… anche noi umani siamo in grado di fare qualcosa, vero, maestro? “…ma anche l’incantesimo indispensabile per l’evocazione faceva appello a Phibrizo… un vicolo cieco… a meno che non fossi stato in grado di modificare la formula.”

 

Mi morsi il labbro. “Ed è qui che entra in gioco il Concilio, giusto?”

 

Il mio maestro annuì. “Non sbagli. Quando il mio viaggio di ricerca mi ha portato fino a Miilun e al Portale, e ho scoperto dell’associazione fondata dal Gran Maestro Ilmund, ho immaginato che i loro studi potessero essere utili ai miei scopi… per questo sono entrato a farne parte… e nel frattempo mi sono messo a cercarti.”

Battei le palpebre. “Cercare… me…?”

Annuii. “E dato che il mio legame con il Gran Maestro non mi permetteva di allontanarmi troppo da Miilun ho messo in giro la voce del fantomatico maestro armaiolo nella speranza di attirarti nel mio rifugio all’interno della Foresta Sacra… un luogo benedetto… avresti mai potuto immaginare che in quella casa si portassero a termine esperimenti di Magia Nera?” Mi strizzò l’occhio.

Spalancai gli occhi. Era vero… il cuore della foresta era protetto da un incantesimo che impediva a qualsiasi forma di Magia Nera di essere condotta a termine al suo interno… come… come era possibile che…?

“Pensavi davvero che la mappa stramba che ho messo in circolazione fosse solo un modo per prendermi gioco degli intrusi?” Fece spallucce. “Ottima, per depistare. Avete attraversato la zona protetta dallo scudo e ne siete usciti senza quasi accorgervene nemmeno… e quindi, con la convinzione di rientrarvi, la avete semplicemente aggirata… un ottimo metodo… per rendere insospettabile il buon maestro d’armi…” Mi accigliai. Ora che ci pensavo, era vero… quando avevamo combattuto con quelle strane creature, nella foresta, la mia magia era stata al pieno della sua potenza, sia quella nera che quella sciamana… tant’è vero che quando avevo scagliato il primo incantesimo, convinta che la sua forza sarebbe stata minore, non ero stata in grado di regolare la potenza, ed ero finita a gambe all’aria… che stupida a non pensarci… ci aveva giocati… ci aveva giocati perfettamente… era stato davvero un trucco degno della sua consueta astuzia…

 

“Ma allora… le bestie che ci hanno attaccato… erano veramente indirizzate contro di noi…?”

 

Il mio maestro mi fissò per un momento, senza capire… quindi, la comprensione baluginò nel suo sguardo… “Oh, ti riferisci alle mie chimere…” Le… sue… chimere… Quindi… Ilmund  non c’entrava con esse? “Effettivamente, le avevo inviate sulle vostre tracce… ma non avevo dato loro alcun ordine di attaccarvi… le avete semplicemente disturbate mentre stavano rientrando…” Mi fissò. “Avete staccato il messaggio che ho lasciato appeso alla porta, giusto?”

 

“Uh?” Messaggio? Si riferiva al… “Intende dire quel… ‘torno subito’…?”

 

Di fronte alla mia espressione spaesata, il mio maestro assunse un’aria lievemente imbarazzata… “Uh… in effetti sembra un mezzo un po’ stupido a dirsi…” Si grattò la punta del naso… “Ma avevo bisogno di apporre alla porta della mia abitazione un sigillo che non desse troppo nell’occhio… un sigillo che le avvertisse che non mi trovavo più lì… Quelle creature non sono intelligenti… se non sono sottoposte allo stretto controllo del loro creatore, sono solo delle bestie assetate di sangue… quando si sono trovate in quel luogo, senza avvertire la mia presenza, e senza che la mia assenza fosse stata giustificata in qualche modo, sono come impazzite… e si sono avventate sulle prime creature viventi che hanno incontrato sulla loro strada, senza nemmeno rendersi conto che si trattava delle persone che avrebbero dovuto rintracciare…” Grandioso… e così il mio maestro era anche creatore di esseri sanguinari… che altro c’era che dovevo ancora sapere, su di lui?

 

Sospirai. “C’è… una cosa che non capisco…” Soggiunsi, in tono poco convinto, scuotendo la testa… “Se è a lei che quelle creature appartengono, che significato ha ciò che è successo la notte dopo che abbiamo parlato con lei… la notte in cui siamo diventati dei ricercati?” Zel ed io eravamo stati convinti che la guardia che si era fatta inseguire e la sua uccisione fossero state una trovata di Ilmund per poterci accusare e catturare alla luce del sole… ma se la chimera era appartenuta a Galdiar…

 

Il mio maestro sorrise. Nuovamente. “Già… il piano di Ilmund… è da quando siete a Miilun che il Gran Maestro ha cercato di spiattellarvi tutto… e di mettervi contro di me, ovviamente… una volta c’è andato talmente vicino che ho dovuto persino mandare Xellos, a impedirlo…” Lanciò un’occhiata di sottecchi al demone… “…e sono stato costretto ad inventarmi tutta quella storia sulla mia morte, per evitare che dopo le parole di Ilmund insorgesse in voi qualche sospetto nei miei confronti…” Fece un mezzo sorriso… “…e ha funzionato, a quanto pare…”

 

Tutto ciò che fui in grado di rivolgergli fu un’occhiata fredda. “Risponda alla domanda, Galdiar –san…”

“D’accordo, d’accordo…” Il mio maestro agitò la mano, invitandomi alla calma. “… stavo dicendo… Ilmund –san… inizialmente lui non sospettava minimamente che io mi fossi unito a lui con scopi diversi da quelli del Concilio…” Si strinse nelle spalle… “…povero pazzo… per lui ero come tutti gli altri del suo gruppo… un ‘illuminato’, che aveva capito il suo vero scopo nella vita in quanto mago, e lavorava per la sua supremazia in terra… supremazia in terra… sai quanto me ne poteva importare… la sua supremazia sulla terra mi avrebbe guidato sotto diversi metri di terra ugualmente… come tutti gli altri… i suoi stupidi studi sull’immortalità non avrebbero portato a nulla, questo lo sapevo… lo sapevo fin dall’inizio…” Sospirò. “Ad ogni modo, non avevo alcun interesse a rivelargli le mie intenzioni… lavorare sotto la sua protezione mi garantiva sicurezza e denaro a sufficienza… senza contare che potevo contare anche sugli studi degli altri… saranno stati una combriccola di folli, ma fra di loro si potevano trovare anche delle menti notevoli…” Incrociò le braccia al petto. “Certo, dopo la faccenda del Portale il Concilio si trovava ad essere notevolmente indebolito… non restavano che pochi disperati nel gruppo dopo che la sede era andata distrutta, e che gran parte degli esperimenti erano andati perduti… probabilmente per questo Ilmund stava cercando con tanta insistenza di raccogliere proseliti… gente abile, e possibilmente, anche se non necessariamente, ricca… anche a questo era legata tutta la buffonata del Concilio e della collaborazione fra i maghi…” Sospirò, con fare un po’ seccato. “Ma se accettava volentieri buona parte dell persone che mostravano interesse per la sua causa, c’era una cosa che Ilmund in particolare non tollerava fra i suoi nuovi adepti…” Mi fissò, intensamente. “…uno spirito troppo indipendente.” Concluse, e la sua espressione si mutò in… divertita… “Già all’inizio c’era stato qualche alterco fra di noi… ma il vaso è traboccato definitivamente, nel momento in cui ho trovato quello che mi interessava… la formula adatta… e non ho più avuto ragione di tenere nascoste le mie intenzioni con lui…” Ridacchiò. “Oh, Lina, tu avresti dovuto sentirlo… le minacce, le offese… io ero IL traditore, capisci? Non solo non me ne importava un accidente dei suoi deliri di dominio, ma volevo stringere alleanza con uno di quei gruppi di Esseri Superiori che erano gli acerrimi nemici del Concilio… e il Gran Maestro aveva paura…” Si fece serio, solo per un momento… “…una paura folle… al di là delle minacce… avvertiva il potere che stavo per risvegliare… e avvertiva come per lui da questo non sarebbe nato nulla di positivo…” La risata si fece fragorosa. “Aveva covato in seno il suo assassino, capisci? Che ironia, in tutto questo…”

Aspettai in silenzio che si calmasse… che cosa potevo replicare…a quel punto…?

“Quella notte…” Proseguì Galdiar, ancora in lotta per sopprimere gli spasmi delle risate. “Quella notte Ilmund aveva elaborato un piano perfetto… la sua guardia ti avrebbe attirata fuori, vicina al Circolo di Magia… e lì un plotone di armati ti avrebbe circondata, e tu non avresti potuto fare molto altro, se non ascoltarlo… Solo, il Gran maestro non sospettava che io lo tenessi d’occhio…” Le sue labbra si inarcarono in un sorriso soddisfatto. “Quando la sua guardia è sbucata in quel vicolo, non ha trovato la strada libera verso il Circolo di Magia ed il suo maestro… ma la mia piccola, ad aspettarlo. E la mia piccola quella sera era nervosa… e decisamente affamata.” Sospirò, fingendo dolore. “E così, il povero Ilmund ha visto la sua scenetta ben spostata di ambientazione, rispetto a quello che aveva immaginato… non più una strada isolata, nel suo territorio, dove avrebbe potuto agire indisturbato… ma il centro cittadino, dove qualsiasi sua azione sarebbe stata prontamente registrata da mille occhi, e riportata sulla bocca di tutti la mattina successiva…” Mi rivolse un altro sorriso complice, che ignorai. “Devo ammettere che il Gran Maestro ha avuto più prontezza di spirito di quanto mi sarei aspettato da lui… quella taglia sulla vostra testa è stata una mossa molto astuta, da parte sua… ma la folla, come mi ero aspettato, ha contribuito a impedire una libera azione per lui, e a facilitare la via di fuga per voi…” Il suo sorriso si allargò. “E mentre lui era impegnato a giocare a rimpiattino, io ho avuto tutto il tempo per preparare la mia azione… immagino il terrore sul volto di Ilmund quando ha saputo che nella confusione dieci dei suoi concittadini erano scomparsi… deve avere capito al volo che ero vicino ad ottenere quello a cui ambivo… e quando ha visto questa costruzione nuovamente eretta sulle rovine del tempio, non ci ha messo molto a fare due più due, e a capire che la antica sede del Concilio, abbandonata dai tempi dell’apertura del Portale, era il luogo in cui avevo intenzione di portare a termine il mio rito…” Sorrise, di un sorriso inquietante… “…ma ormai… era troppo tardi.”

 

“Lo aveva già evocato… il mio antenato…” Gli rivolsi un’occhiata cupa.

 

“Esattamente.” Il mio maestro aveva l’aria più che soddisfatta. “Il suo potere era già in me… e sono stato in grado di far passare davvero un brutto quarto d’ora al Gran Maestro e alle sue guardie…” Potevo immaginarlo… avevo visto in che stato si trovava Ilmund… e il fatto di non aver visto affatto le sue guardie faceva presagire ben poco di buono, per loro…

“A quel punto…” Proseguì il mio maestro… “Mi mancavi solo tu, ed il piano avrebbe raggiunto perfetto compimento… dovevo riuscire a trascinarti al centro di questa configurazione magica, dove l’effetto degli incantesimi di Magia Nera sul tipo di quello che ora intendo praticare su di te è notevolmente potenziato… e dovevo farlo senza risvegliare in te eccessivi sospetti… in modo che non sembrasse tutto troppo facile… e… oh, perdonami per la temporanea cecità che ho dovuto infliggerti… temevo che se mi avessi scorto su quella arcata, in quel momento, il sospetto nei miei confronti ti avrebbe spinta a cercare di uscire dal sotterraneo prima di essere giunta qui… e non potevo permetterlo, ovviamente… ma non appena mi sono portato a distanza di sicurezza ho inviato Xellos a spezzare la maledizione…”  Xellos… un brivido mi percorse la schiena… il mio maestro sapeva quello che aveva… fatto…? E… perché il demone… mi aveva rivolto quelle parole… che connessione avevano con il piano che Galdiar aveva per me…?

“Ed ora?” Deglutendo, feci del mio meglio per mantenere la mia voce fredda… “Ed ora che sono qui, che cosa avete intenzione di farmi…? Volete che io faccia una chiacchieratina con il mio antenato, per caso? Che lo inciti ad obbedirle come si deve?”

 

Il mio maestro scoppiò in una sonora risata. “Credo che tu non abbia capito bene, Lina –chan… ciò che io ho evocato, non è una entità senziente, con una propria volontà… è potere, semplice potere, Lina… nulla che possa parlare, di sicuro…”

 

“Al diavolo!” Replicai. “Mi sembra piuttosto vivace, per essere una entità senza volontà… mi ha parlato, nei miei sogni. E sono CERTA che non si trattasse di autosuggestione… erano quanto mai reali… troppo simili… a quanto ho vissuto anche in passato…”

A quella affermazione, uno strano lampo si accese negli occhi del Mazoku… impercettibile, forse… ma lo conoscevo troppo bene per non notarlo…

 

…quanto al mio maestro, la sua unica reazione fu un’altra, sguaiata, risata. “Non posso crederci! Ti sei fatta ingannare da un trucco così semplice, Lina!” Sollevò un dito ad indicare la piccola elsa intarsiata che ancora sbucava dalla mia cintura. “Non si trattava di lui, Lina… solo di me… è attraverso il pugnale, che ti parlavo… e scommetto di averti spaventata abbastanza… abbastanza da farti diventare imprudente…”

 

Fissai l’arma che il mio maestro mi aveva donato… ma certo… io potevo rintracciarlo… e lui poteva comunicare con me! Stupida, stupida!!! “Dannazione!” Scagliai l’arma al suolo, con rabbia. I suoi trucchi… i suoi soliti trucchi… in questo, non era cambiato per niente…

 

Il mio maestro sorrise, alla mia reazione. “Non sei affatto cambiata Lina… impulsiva e un po’ rabbiosa… e fiera… anche da questo… deriva la forza della tua magia…”

“La finisca con l’adulazione!!!” Gridai, di rimando. Ora la rabbia e la frustrazione avevano davvero prevalso su qualsiasi altro sentimento… “Non ne ha più bisogno, lo capisce? Mi spieghi perché mi trovo qui!!!”

Galdiar scosse la testa. “Non si tratta di adulazione, Lina –chan… io dico sul serio, quando mi complimento con te… dico sempre quello che penso… ricordi?”

Spiazzata… ero completamente spiazzata… di fronte al suo modo di fare… lui… era lo stesso Gladiar di sempre, ma… quello che aveva detto… quello che aveva fatto… 

“Ad ogni modo…” Proseguì il mio maestro. “Ti ho già detto il motivo per cui ti trovi qui, ricordi…? L’incantesimo… per ‘divorarti’…”

“PERCHÉ???” Gridai, al limite della sopportazione. “Perché vuole ancora fare una cosa del genere? Non ha già ottenuto ciò che voleva? Cosa c’entro io, ancora???”

 

L’espressione del mio maestro si tinse di amarezza… “Per la tua forza, Lina… quella forza che io non possiedo…”

Strinsi i pugni, per la frustrazione… cosa intendeva? Per invidia, forse?

“In realtà è una cosa che dipende solo da me, Lina… questo potere… mi sta uccidendo.” Emise un sospiro.

“Eh?” Battei le palpebre, stupita a quella affermazione…

“Io non sono in grado di sostenerlo, Lina…” Il tono della sua voce era cupo come mai lo avevo sentito… “Non ce la posso fare… semplicemente… supera di troppo le mie capacità magiche…” Si strinse nelle spalle. “Il potere del Caos è qualcosa che si trova in continua lotta con chi lo domina… è qualcosa che CONSUMA di continuo chi lo domina… anche chi ha la forza per sostenerlo può trovarsi, presto o tardi, a subirne le conseguenze…” Il suo tono di voce… il suo sguardo… rivolti a me… solo a me… apparivano così tremendamente… minacciosi… “… ma chi non ha questa capacità è perduto, Lina –chan… ne verrà distrutto, velocemente, inesorabilmente… Lo sapevo prima e lo sento ora, dentro di me, come una condanna che si avvicina… lo sento come un cadavere può avvertire la sua lenta decomposizione… è questione di poche settimane, Lina… forse di pochi giorni… ed il Caos che porto dentro di me avrà il sopravvento…” Mi fissò, serio. “E questa è una morte che non auguro a nessuno, te lo posso assicurare.”

 

Deglutii, indietreggiando… “E lei crede che…”

Il mio maestro annuì, prima ancora che io terminassi. “Se io ti divorerò, Lina, acquisirò le tue capacità… e allora, con esse, sarò in grado di sostenere tutto… tutto…” Il suo sorriso si fece… pericoloso… “E tu vivrai in me, Lina… pensa… a come sarà stupendo… il materiale grezzo, in tutto il suo immenso valore…e il fabbro che lo ha forgiato… riuniti per sempre… nella non vita… una ETERNA non vita…” Il mio maestro prese ad avvicinarsi… “Non permetterò che il tuo potere vada sprecato, Lina… non quel potere che io stesso ho contribuito a far sviluppare… non lo permetterò mai… è per il tuo bene, piccola mia… solo per il tuo bene… lasciati avvicinare…”

 

Avvicinare un accidente!!!

 

“Mi spiace per lei, maestro, ma non ho la minima intenzione di lasciarmi divorare da lei!!! Credo di essere piuttosto coriacea…” Mi misi in posa da combattimento. E brava, Lina, fai l’arrogante… e poi.. riuscirai davvero a colpirlo? Avevo seri dubbi in merito… era il mio maestro… era Galdiar…

 

Ma non potevo certo aspettare con le mani in mano che mi uccidesse… che altro potevo fare?

 

“Avanti, Lina…” Il mio maestro continuò ad avanzare, nonostante l’ostilità che gli dimostravo… Ed io non potevo più indietreggiare, perché poco più indietro, alle mie spalle, infuriava ancora la lotta fra Gourry e Zel… non potevo in alcun modo intralciare il mio amico… dai suoni che sentivo… pareva che… non se la stesse comunque vedendo bene…

 

Dannazione…

 

“Cos’hai da perdere, in fondo?” Proseguì il mio maestro. Bé… la vita mi pareva qualcosa di ABBASTANZA prezioso da perdere… “Che cosa otterrai opponendoti a me?”

 

Che cosa otterrai opponendoti a te stessa?

 

Battei le palpebre… Quella… quella voce…

 

“Se mi resisterai, se uscirai di qui, tutta la tua forza andrà sprecata, Lina… forse inizialmente ti sembrerà di poterla avere per sempre sotto il tuo controllo… ma a mano a mano che invecchierai, ti renderai conto di come essa stia lentamente scivolando via… verso l’oblio… ed allora ti pentirai di avere sprecato questa occasione di conferire l’immortalità al tuo potere… oltre a quello… tu non hai altro, Lina… nulla… che possa durare per sempre…”

 

“Parli per lei, Galdiar…” Cercai di portare velocemente una formula alla mente, ma mi resi conto con orrore che le parole si accavallavano per l’agitazione, e che anche gli incantesimi più semplici si rifiutavano di prendere forma fra le mie dita… mi sentivo tornata ai miei primi combattimenti… con gli elementali evocati dal mio maestro, nel cortile della scuola… ma in quel momento non c’era nessun maestro a colpire il mio avversario bonariamente con il proprio bastone, quando esso diventava eccessivamente minaccioso… “Il potere non è l’unica cosa che conta, per me… e forse sarebbe così anche per lei, se invece che impegnarsi a rinnegare la sua natura umana si fosse semplicemente guardato un po’ attorno…” Era così… ERA COSI’… forse un tempo era stato diverso ma… la Magia non era tutto ciò che contava per me… non più… avevo guadagnato qualcosa di più di questo… almeno da quattro anni a quella parte…

 

“Ne sei convinta…? Sentiamo, allora… dopo questa battaglia… se ne uscirai vincitrice… cosa ti resterà…?” Il mio maestro si protese verso di me, ma io mi mossi di lato, tenendolo a distanza… non dovevo… non dovevo lasciare che le sua chiacchiere mi incantassero… La guardia, Lina… mantieni la guardia… “Una principessa morta al suolo… sarà difficile sfruttare ancora il suo sigillo reale, vero? Perché in fondo è solo per questo che viaggiavi con lei, giusto? Non dirmi che non la trovavi almeno un po’ petulante, invadente… del resto, anche lei… non viaggiava con te che per avere un po’ di avventura, giusto? Forse per avere la scusa per trovarsi a fianco di un certo sciamano…L’ambiente di corte le stava imponendo sempre più obblighi, e sempre più pressanti, è ovvio che cercasse una qualche evasione… il suo spirito di ‘paladina della Giustizia’ glielo imponeva… ma in quanto al provare reale affetto nei tuoi confronti… bé su questo ho dei dubbi, Lina… non hai davvero mai visto… quanto voi due siete diverse?” Galdiar –san… come… come poteva… “E poi, che altro? Una chimera –oh, pardon, ex chimera- traditrice…” Il suo braccio si sollevò ad indicare Zel. “Che penso sarà molto propensa a scaricare addosso ad altri la colpa per aver perduto la sua magia, una volta che scoprirà quanto è accaduto… oh, ma certo, tu sei ancora convinta che non vi avrebbe mai traditi realmente… liberissima di pensarlo, come ti ho detto… ma per non metterti in difficoltà non ti chiederò che garanzie tu abbia per questa tua convinzione… dubito che sapresti rispondermi…” Il suo sguardo si spostò al mio ultimo compagno… “Oh, e poi lo spadaccino… lo spadaccino… aveva promesso, vero, Lina…? Ma ad unirvi dopo questa avventura non resterà neanche il ricordo…” Sorrise lievemente… “Letteralmente, penso…” Tornò a fissarmi… “Forse tu pensavi che il vostro legame fosse indissolubile, ma come vedi… NULLA è eterno… oh, e non disturbarti a rispondermi che l’affetto fra due persone può essere eterno, anche a distanza… sarebbe un meraviglioso sfoggio di retorica, certo… ma quel cavaliere fra tre giorni si sarà persino dimenticato il tuo nome… e questo, anche se lui fosse una persona più brillante, non farebbe che avvenire più a lungo termine… tutto ciò che guida gli uomini è egoismo, Lina… puro egoismo… molto spesso la lontananza cancella il ricordo, la forza dell’affetto viene sepolta sotto il peso della contingenza… e anche quando ciò non avviene… che cosa sono l’amicizia, l’amore, se non frutti dell’egocentrismo…? Prodotti di uno strano processi di identificazione con gli altri, o peggio, di volontà di possesso…Dammi retta, piccola mia… mi spiace essere così duro con te… ma lascia andare le tue illusioni… io dico sempre la pura verità, lo sai… la cruda… verità… agli uomini… non resta che la solitudine…”

 

Il suo discorso… mi lasciò totalmente senza parole… in pochi secondi… aveva preteso di tracciare l’inventario della mia vita… un inventario… desolante… ed io… io non sapevo cosa rispondergli…

 

“Prestami ascolto, bambina… presto o tardi, bisogna aprire gli occhi alla verità… e quanto prima questo avviene… tanto meno questo sarà doloroso…”

 

Mi accigliai. “Io… io credo… che esistano tante verità, Galdiar –san…” La mia voce era ferma, ora… “Questo… può essere spaventoso, forse… perché significa una totale assenza… di un ordine universale… ma io credo… che sia questa… la chiave per capire…” I miei pugni si strinsero, convulsi. “Non esistono… un’amicizia… o un amore universali… io… credo che ognuno, in qualche modo, si costruisca il proprio, con le persone che lo circondano… Ora… io non posso sapere cosa passa per la mente di quelli che definisco come miei amici, ma…” Mi strinsi nelle spalle. “Io… mi fido di loro.”

 

Avrei potuto gettarmi in una difesa disperata dei valori di amore o amicizia… avrei potuto lanciarmi in una sfrenata arringa sull’onore dei miei amici… ma, in quel momento, nulla di tutto ciò mi sarebbe venuto naturale… forse – e il pensiero mi faceva sorridere- a Lina Inverse… non sarebbe MAI venuto naturale… Quella semplice frase… era l’unica risposta che la mia mente poteva concepire con sincerità… eppure… la sentivo in qualche modo… importante…

 

Ma fu a questo punto… che giunse la pugnalata…

 

“Ti fidi di loro… come ti fidavi di me, Lina –chan?”

 

Se non fossi stata adulta e vaccinata… in quel momento sarei molto volentieri scoppiata a piangere…

 

 

“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!” Un altro grido, proprio dietro le mie spalle.

Mi girai, di scatto. Gourry giaceva al suolo… aveva la spada ancora in pugno, ma la sua maglia era totalmente impregnata di sangue… gli occhi semichiusi, i denti stretti per il dolore… e la spada di Zel, che pericolosamente pendeva sopra di lui, pronta ad affondare nel suo collo…

“Gourryyyyyyyyyyyyyy!!!”

 All’ultimo momento, il mio amico riuscì ad evitare il colpo. Con quello che immaginai essere un NOTEVOLE sforzo –e dolore- rotolò di lato, proprio mentre la lama affondava per penetrargli la carne… L’acciaio affilato si conficcò invece nella dura pietra, impedendo allo sciamano i movimenti, per il tempo necessario a estrarla… un tempo sufficiente perché lo spadaccino caricasse con tutto il peso del suo corpo, steso a terra com’era, contro le gambe di Zelgadiss, trascinando anche quest’ultimo al suolo… ma questo non fu che l’inizio di una furiosa zuffa, di cui probabilmente più la fortuna e la resistenza che l’abilità avrebbero determinato il vincitore…

“Gourry!” Ripetei, impotente… se fosse stato il mio amico ad atterrare lo sciamano avrei potuto essere relativamente sicura della salute di entrambi… ma se fosse accaduto il contrario…

 

“Come hai detto tu, Lina…” Ah! Dannazione! Era bastato un attimo di distrazione da parte mia, per permettere al mio maestro di avvicinarsi più di quanto avrei mai voluto permettergli… “… poniamo fine a questa inutile carneficina…” Il mio maestro allungò una mano verso di me. “… quanto prima finirà questa faccenda… tanto prima anche il combattimento troverà il suo termine…”

 

Aveva ragione… aveva dannatamente ragione… ormai… ormai non mi restava altra scelta…

 

Signore dei Demoni e dei quattro mondi…” Il Laguna Blade… l’incantesimo più potente che potessi permettermi di lanciare in quel momento… ed era ancora l’Energia del Caos… ma non avevo altre soluzioni, in quel momento… non potevo fare altro che tentare il tutto per tutto… anche… se contro il mio maestro…

 

“Non essere sciocca, Lina…” La sua mano serrò improvvisamente il mio braccio… e sentii emanare da essa una energia strana… un’energia calda, invadente… un’energia che sembrava… voler trascinare via la mia stessa forza vitale… “Ti ricordi… qual è l’energia che io ora porto in corpo?” La stretta del mio maestro aumentò, ma io cercai di ignorarla… la formula… dovevo concentrarmi… sulla… “Come pensi che sia possibile che tu riesca ad opporti ad essa con un potere della stessa natura? Con la forza del tuo antenato che mi è stata garantita, sono riuscito a spezzare persino un incantesimo del Monaco Rosso… Io ora sono infinitamente più potente di te, bambina… per la prima volta, questo miracolo avviene… tu ora non puoi opporti… non puoi opporti a me…

 

Aprii gli occhi, terrorizzata, dimenticando immediatamente le parole magiche che stavo pronunciando… Improvvisamente… improvvisamente, la voce del mio maestro era mutata… ed io… quell’intonazione… quell’intonazione la conoscevo perfettamente…

 

La morsa sul mio braccio improvvisamente perse la sua forza.

 

“Che cosa???” Il mio maestro portò le mani al volto. Ora era di nuovo la sua voce a lasciare le sue labbra… “Che cosa sta succedendooooooooooooo?”

 

Avverti il potere, Galdiar?

 

Una voce… QUELLA voce…

 

 E’ QUESTO che desideravi, vero? Io… te lo sto mostrando in tutta la sua maestosità… è questo che dona significato alla vita, vero Galdiar…? E allora gioisci… sarai morto con uno scopo.

 

“Nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!” Il mio maestro si contorse, steso al suolo mentre… una strana luce dorata… lo circondava…

Quello… quello sembrava…

 

Il Potere del Caos… E’ un illuso… chi crede di dominarlo…solamente…  un illuso…

 

E all’improvviso, Galdiar sollevò lo sguardo.

 

Colta alla sprovvista, indietreggiai. Un attimo prima si contorceva al suolo, e quello dopo il suo sguardo era fisso, in modo insistente, inquietante, su di me… e nei suoi occhi… nei suoi occhi non brillava più un briciolo di vita…

 

“Galdiar… san…?”

 

No… non più… un folle… solo un folle poteva pensare di dominarmi…

 

Improvvisamente, la mia gola si fece secca, e non fui più grado di parlare… no… non poteva… non poteva essere… lui…

 

Dalle sue spalle, risuonò una risata fragorosa… A fatica, ancora sconcertata, rivolsi lo sguardo nella direzione del colpevole… e, con mia sorpresa, riuscii a trovare la situazione ancora più raccapricciante di quanto già non mi fosse sembrata… perché lui… lo avevo visto sorridere tante volte… ma mai, mai una volta… ridere a quel modo…

 

La figura davanti a me sorrise… un sorriso strano, sottile, che coinvolgeva solo le sua labbra, non i suoi occhi… “Vedo che trovi la situazione molto divertente… Xellos Metallium…

 

Con mia sorpresa, il demone cerco di calmare la sua ilarità, si asciugò gli occhi, e si esibì in un inchino lieve, ma apparentemente dettato da una del tutto sincera ammirazione… “E’ solo che… sapevo fin dall’inizio che questo sarebbe accaduto…” Si giustificò. “…ormai non ce la facevo più a trattenermi…”

 

“Lo sapevi fin dall’inizio?” La mia lingua si mosse da sola, a seguito del mio stupore…

… Ma ciò ce guadagnai per il mio intervento fu il riottenere l’attenzione della figura che mi stava di fronte… con una occhiata che mi fece gelare il sangue nelle vene, ed indietreggiare nuovamente…

 

‘Taci e scappa… mai una volta che io impari questa lezione, eh…?’ Una goccia di sudore mi scese lungo la tempia…

 

Il Mazoku, tuttavia parve ignorare il fatto di non godere più della ‘ribalta’… “Umani…” Rispose, ancora tormentato dai singulti delle risate… “Quel vecchio si illudeva davvero che lo stessimo prendendo sul serio… fra i tanti maghi sulla faccia del pianeta, proprio lui… Usato… lo abbiamo usato sin dall’inizio per gettarlo in pasto al Caos non appena avesse cessato di esserci utile… e lui continuava a credere che avrebbe raggiunto il proprio obiettivo… quanto si può essere stupidi…”

 

Maledetto… bastardo…

 

Il corpo di Galdiar tornò a fissare il demone… quasi quella che avrei definito… un’occhiata di sufficienza… “Non mi sembra poi così buffo… quell’uomo aveva le sue ambizioni, come voi le vostre… cosa pensi che vi renda tanto diversi…?

C’era… una punta di irritazione nella sua voce…? O mi sbagliavo? Forse… neanche a lui erano stati troppo graditi i commenti non particolarmente lusinghieri nei confronti degli esseri umani…

 

A quella replica, Xellos assunse un’aria nervosa…

 

Mi accigliai… Aveva… paura di lui…?

 

“Non intendevo essere offensivo…” Replicò, soppesando al meglio le parole… “Ad ogni modo…” Il suo sguardo si posò su di me… “Mi sembra che al momento abbiamo altro da fare che discutere questioni di cortesia… Il nostro piano… sta per essere portato a termine… non è così, Goldgleam…?”

 

Gold… gleam… non... non mi ero sbagliata…

 

…Oh, dei, sempre in quelle situazioni dovevo venirmi a trovare…?

 

Il mio antenato mi squadrò, per un lungo istante… non l’ombra di una qualsiasi espressione sul suo volto… i lineamenti distesi, lo sguardo piatto, totalmente piatto… e sempre così terribilmente… inquietante…

 

Il nostro piano, Metallium…?” Soggiunse poi, semplicemente, senza togliermi gli occhi di dosso… “Che cosa ti fa pensare che sia… NOSTRO…?

Solo allora… solo allora si voltò verso il demone… e fui grata… di non essere io la destinataria dello sguardo che gli rivolse…

 

E neanche il demone avrebbe voluto essere nei propri panni, in quel momento… questo era più che evidente dalla sua espressione… “Noi… noi eravamo alleati…” Rispose, indietreggiando… Xellos… persino quando aveva affrontato Garv aveva mantenuto la sua consueta calma, il suo perenne sorriso… io… non l’avevo mai visto così spaventato… mai… “Io…” Proseguì… “Noi… noi pensavamo che…”

 

No, Metallium…” Lo interruppe l’arcimago, scuotendo la testa. “Il tuo problema è proprio che tu… NON HAI pensato… Altrimenti… ora ti troveresti a miglia da qui.

Un solo gesto… un suo solo gesto, bastò… una mano sollevata… e l’oscurità all’interno di Xellos parve voler emergere dal suo petto, per inghiottirlo… E udendolo gridare… fui indotta a pensare di non aver mai sentito una persona urlare realmente…

 

“Xellos…” Mi morsi il labbro, facendo un passo avanti… Era un demone, e ora nostro nemico… mi aveva venduta, minacciata, e molestata per qualche motivo che ancora non mi era chiaro… ma io ero umana… e conoscendolo da tanto tempo… non potevo evitare di restare impressionata, vedendolo ridotto in quello stato…

 

Ma la mia avanzata fu presto arrestata da un’altra occhiata glaciale. “Ora il demone non può più disturbarci…” Volse lo sguardo verso Xellos un’ultima volta e il Mazoku… sparì nel nulla! Che diavolo…?

Il mio antenato tornò a rivolgersi a me, con un’alzata di spalle. “La feccia dell’universo… Non meriterebbero nemmeno considerazione, se solo non fossero così invadenti…

 

Come se le mie gambe si muovessero da sole, mi trovai nuovamente ad indietreggiare… “Io credevo… che voi foste alleati… Non… non capisco…” Trovai il coraggio di chiedere…

 

Noi alleati?” Né la sua espressione né il suo tono di voce erano mutati… “Già… probabilmente… è ciò che pensavano anche loro…” Mi rivolse una profonda occhiata…

 

“E… le cose non stanno così…” La mia non era una domanda, ma una affermazione… mi sentivo come se fossi stata sottoposta ad una interrogazione, a scuola…

 

Evidentemente no…” C’era… una sfumatura ironica nel tono della sua voce…? “Né ora, né in passato… Se c’è stato un periodo in cui ho fatto il loro gioco, è stato solo per il mio puro interesse… li ho sfruttati perché intendevo aprire il Portale, ma non mi è mai importato nulla del loro desiderio di conquista, e tanto meno della loro volontà di farmi uno di loro… il solo pensiero mi disgustava, per essere sincero… Ed è lo stesso anche ora…” Lanciò un’occhiata al luogo in cui poco prima Xellos si era trovato… “Sapevano che cosa avrebbero ottenuto quando hanno chiesto all’uomo di cui ora occupo il corpo di richiamare a sé il mio potere… non per vantarmi…” Le sue labbra si inarcarono in quello che poteva essere un accenno di sorriso… Un sorriso in cui… per quanto questo mi spaventasse… mi pareva di specchiarmi… “… ma credo di essere stato l’essere umano che in vita sia giunto più vicino all’immortalità, senza avere stretto patti con nessun demone…” Il sorriso non scomparve dalle sue labbra… “Questo i Mazoku lo sapevano… e sapevano che il mio spirito era ancora forte… e che se anche non era possibile garantirmi nuovamente un corpo, un rito di evocazione, per quanto di potere ridotto, avrebbe potuto richiamare qui il mio spirito…uno spirito dotato di volontà e potere…  con ogni… accessorio…” Incrociò le braccia al petto, l’espressione sempre più –se così si poteva definire- divertita… “Era così che servivo loro… una volta giunto qui, mi avrebbero fatto trovare la mia nipotina…” Mi si gelò il sangue, nel sentirmi definita a quel modo da lui… “…fisicamente e… psicologicamente… pronta a… accogliermi…” Ehi… un momento… che intendeva con… accoglierlo…? “E allora… ottenuto un corpo degno di questo nome… avrei potuto portare a termine ciò che avevo iniziato… già… il Portale è ormai inaccessibile… ma ciò non toglie che ora i Mazoku avevano bisogno di me, per eliminare la loro debolezza… se in passato l’unico motivo per cui si sono rivolti a me è stato perché avevano PAURA…una profonda, terribile paura dell’umano che stava superando i loro poteri… stavolta mi hanno richiamato deliberatamente dalla tomba nella loro folle illusione di potermi controllare con le loro stupide lusinghe… sciocchi…” Mi lanciò un’occhiata profonda come una coltellata al cuore…

Ma hanno fatto il mio gioco, indubbiamente… perché avendomi richiamato qui mi permetteranno di raggiungere quell’obiettivo che tanti anni fa stupidamente mi sono lasciato sfuggire, ma che la chiusura definitiva del Portale non mi ha precluso del tutto…

 

“Quale… quale obiettivo…?” Ero… terrorizzata… completamente terrorizzata… di fronte alla forza che emanava da quell’uomo… adesso capivo Xellos… nemmeno io mi ero mai sentita così… così terribilmente impotente… di fronte a qualcuno…

 

Il mio attuale obiettivo, nipote, ce l’ho proprio di fronte.

 

Lanciai un paio di occhiate ai miei lati, in una pia illusione… ma no… purtroppo… c’erano pochi dubbi…

 

Abbassai lo sguardo, frustrata. Mi sarei lasciata sfuggire una battuta piuttosto cinica, se non fosse stato per il fatto che in quel momento avevo decisamente poca voglia di scherzare…

 

“Perché…” E il tono della mia voce doveva suonare piuttosto esasperato… “… perché io? Perché ancora io? Che utilità potrei mai rivestire per un arcimago che non teme il potere dei Signori dei Demoni…?”

 

Lo strano sorriso… tornò sulle sue labbra… “Ciò per cui mi puoi essere utile è di base ciò per cui i Mazoku volevano che ti utilizzassi… Lina…” Il mio nome… lui… lo conosceva… “..mi serve un corpo che possieda un’energia magica sufficiente a sostenere il mio potere…o non sarò in grado di operare a lungo su questa terra…” Grandioso… a quanto pareva ero destinata a fare da ospite alla magia altrui… “Ma… le cose stanno in termini un po’ diversi rispetto a quanto Galdiar aveva intenzione di fare di te, Lina… ciò che io ti chiedo non è di donarmi te stessa… ciò che voglio è piuttosto… una collaborazione.

“Una collaborazione…?”

Il sorriso non scomparve dalle labbra del mago… “Diversi anni fa… noi ci siamo già incontrati, Lina…

“Ci siamo già… incontrati…?”

Van Goldgleam annuì. “Certo, Lina, non ricordi…? Nei tuoi sogni…

 

Certo che ricordavo… come potevo avere dimenticato…? La paura, l’ansia… mi attanagliavano ancora, al solo ripensarci… Ma allora lui, in quei momenti… aveva comunicato direttamente con me…? Non era stato un incantesimo, ma il suo spirito… a trasmettermi quelle immagini…?

 

Tu mi hai incontrato faccia a faccia in quei sogni, Lina… e non hai abbassato lo sguardo. E ti assicuro… che questo raramente è accaduto, dopo che sono diventato ciò che sono… è stato per questo che ho cominciato ad osservarti, nel tuo progressivo acquisire potere… ed è in parte per questo… che ti ho scelta.

 

“Scelta… per cosa…? Ciò a cui miravi finché eri in vita… non era semplicemente l’apertura del Portale…?”

 

L’espressione del mio antenato si fece quanto mai cupa… “L’Equilibrio, Lina…” Equilibrio… ancora… quella parola… “Tanti uomini… vivono senza pensarci…so che questo è proprio della natura umana…l’attaccamento al contingente… ci sono solo rari momenti in cui ci fermiamo a pensare a cosa ci sovrasta… il ciclo della vita e della morte… creazione e distruzione… sono rari… quei momenti… in cui ci chiediamo… PERCHE’… tutto ciò avviene…” Mi fissò, intensamente…

 

Già… non potevo che dargli ragione… rari… E non per questo non si trattava di momenti estremamente inquietanti… Quando ero venuta a conoscenza della vera natura di LON, al cospetto della Claire Bible… quando avevo saputo che colei che apparentemente tutto aveva creato era la creatura che più desiderava riportare quel tutto al Caos… e quando sei mesi prima ero venuta a conoscenza della faccenda dell’Equilibrio… il mio interrogativo… la mia richiesta interiore di un perché… era rimasta desolatamente priva di una risposta… al mondo la gente gioiva per poi soffrire, soffriva per poi gioire… nasceva e moriva… senza che nessuno conoscesse… lo scopo… di tutto questo… A chi… tutto ciò… poteva giovare…?   

 

Gli ordini di Paladini e di sacerdoti si inventano storielle interessanti al riguardo… Che l’universo non è altro che un ordine immenso… e che tutti al suo interno hanno un ruolo… oh, potrebbe anche essere vero, certo… ma allora io mi chiedo… qual è il fine di questo ordine…? A che cosa porterà? Ha un obiettivo, o vive per se stesso…? Giova… a qualcuno…?” Un… lieve… pallore dorato… iniziò a tingere la pelle del corpo di Galdiar… “Tu, io, anche il tuo maestro Galdiar… siamo le VITTIME di tutto ciò… vittime di un processo che non potremo mai capire…” Scosse la testa. Cos’è la vera felicità per l’uomo…? Adeguarsi a questo? Vivere il ruolo che gli è stato assegnato e poi morire, senza spiegarselo?E l’Equilibrio… perché LEI lo mantiene, Lina…? Perché ci tiene in vita a suo piacimento… ? PERCHE’ AVVIENE QUESTO???

Tutte le frasi precedenti erano state quasi sussurrate… ma la rabbia di Van esplose nella sua ultima domanda… Deglutii… Cosa cercava…? E a che cosa ci avrebbe portato quella discussione…?

 

Il mio antenato si prese la testa fra le mani… “Per questo io ho cercato…” Ora… non lo potevo vedere in volto… ma dal tono della sua voce io… avevo quasi l’impressione che stesse… piangendo… “Io ho cercato, ho continuato a farlo… volevo una risposta… solo una risposta… attraverso i miei studi sulla Magia… mi sarebbe bastato questo… solo questo…” Sollevò lo sguardo. Sul suo volto non c’erano lacrime… ma la sua espressione… sembrava disperata… “Ma quando anche questo mi è stato negato… ho deciso che la soluzione sarebbe stata drastica… ho deciso che avrei aperto il Portale, e avrei affrontato Lord of Nightmares… ho deciso… che la avrei interrogata… e se la risposta non fosse stata soddisfacente…o non avessi ricevuto risposta…  sarei stato io stesso a porre fine… al circolo vizioso che lei aveva creato…” Spalancai gli occhi. Lui… lui voleva… “Il Caos… sarebbe stato comunque qualcosa di meglio… di QUESTO…

 

Lo fissai, stordita, spaventata… io… non avevo idea… non avevo avuto la benché minima idea… che fosse stato questo… a muoverlo…

 

 

 

‘E ora sentiamo, Lina –chan… Quale sarebbe il motivo per cui studi magia?’

‘Galdiar –saaaaaaaaan… la smetta con il suo solito tergiversare… me l’aveva promesso… aveva promesso che oggi mi avrebbe insegnato quell’incantesimo così potente!!!’

‘Manterrò la mia promessa, piccola mia… prima di sera, sarai in possesso della tecnica per il Dragon Slave, te lo assicuro… ma prima devi rispondere alla mia domanda…’

‘Glielo ho già detto Galdiar –san!!! Per prima cosa, appena sarò più forte farò vedere a mia sorella quello di cui sono capace!!! E poi… e poi… farò vedere a quello stupido oste della locanda di Morlock cosa si ottiene a rifiutare a Lina Inverse una doppia razione solo perché non ha denaro con sé… senza contare i banditi che danno tanto fastidio ai miei genitori quando viaggiano per lavoro… loro scapperanno al solo sentire il mio nome!!! E poi… bé, certo… anche…’

‘Anche…?’

‘Grazie alla Magia, saprò rispondere a tutte le domande del mondo!!!’

 

 

 

In fondo…” Proseguì Van… “…non credo che tu sia mossa da motivo molto differenti, non è così, Lina…? Anche tu… vuoi capire…

Lo guardai per un momento senza rispondere, lottando per ricacciare nella mia mente le memorie che stavano velocemente affiorando… “Io… io non ho mai pensato di gettare il mondo nel Caos…” La mia voce… suonò stranamente ferma…

 

Avevo il sentore che a quella mia affermazione il mio antenato si sarebbe infuriato… o che mi avrebbe deriso… ma inaspettatamente ciò che ricevetti fu uno sguardo pieno di… compassione…?

Immaginavo… una risposta del genere… da parte tua… tu sei umana… umana… come lo ero io… come lo sono… io…

Mi accigliai. “Che cosa… di che cosa stai parlando…?”

Il suo sguardo… triste… era ancora fisso su di me… ma sembrava non vedermi più… “E’ stata proprio la mia umanità a rovinare tutto… prima che io morissi… tanti anni fa… quando ero ad un solo passo da ciò che più desideravo…” Cupi… i suoi cupi occhi si fissarono sui miei, studiandoli… “Ogni sentimento… mi ero sforzato di reprimere ogni sentimento verso chiunque… per ottenere quello che desideravo…” Reprimere ogni sentimento… I miei… sogni… “Ed è stato per un errore…uno stupido errore… che ho perso tutto… il Custode della Spada… avrei dovuto ucciderlo senza nemmeno guardarlo in volto… ma come… come potevo riuscirci… con il mio… migliore amico…?” Spalancai gli occhi… cosa…? “Ero ancora giovane ed ingenuo quando mi ero recato ad Elmekia per lo studio delle armi magiche… giovane… e già inquieto… Lui.. sapeva dare sollievo alla mia anima… sapeva farmi stare bene… bene come nessun altro… e dire… che ci siamo incontrati per puro caso… coinvolti entrambi in uno stupido, stupidissimo guaio con la Guardia Cittadina, per una scommessa perduta… due giovani squattrinati, con tanta voglia di accumulare esperienza… ma lui era molto diverso da me… lui era… una persona… PURA...” Il suo volto si incupì, ulteriormente… “Fra i tanti aspetti negativi di questo mondo, la sua luce spiccava come un faro nella notte…io… gli volevo bene come ad un fratello…” Distolse lo sguardo da me… “Poi… la vita ci ha separati… lui era legato alla sua città ed alla sua famiglia… ed io avevo bisogno di viaggiare… avevo bisogno di SAPERE… Ma non avrei mai immaginato… di trovarmi contro di lui, dopo tutti quegli anni… e per una questione di QUELLA importanza…” Ritornò a fissarmi. “Mi ero riproposto di non guardare in faccia a nessuno… ma trovarmelo di fronte… trovarmelo di fronte ha causato quella distrazione che mi è stata fatale… Eravamo entrambi forti… e ci siamo uccisi a vicenda…

 

Non potei che restare ferma in silenzio, a guardarlo. Una storia triste… troppo triste…

 

Mi fissò, serio. “Io, ora, non permetterò anche a te di compiere il mio stesso errore… per questo ti chiedo di non resistermi… per questo ti chiedo… di accogliermi in te.

“Accoglierti… in me…?”

Van annuì. “Non sarà doloroso… il mio spirito entrerà in te… con tutta la mia esperienza, il mio potere e le mie conoscenze… tu custodirai nel tuo corpo un potere senza precedenti, Lina… un potere che nessun essere umano è mai stato in grado di accumulare… nemmeno io… il mio ed il tuo potere uniti in un unico individuo… immagina… immagina cosa significherebbe…

Lo immaginavo… lo immaginavo perfettamente… io ero una maga forte e dalle… potenzialità in espansione… Van era un arcimago praticamente invincibile… ciò che ne sarebbe risultato… non avrebbe avuto molto di umano…

 

Deglutii. “E se ciò davvero accadesse, cosa ne sarebbe… cosa ne sarebbe di me…?”

 

Van avanzò verso di me, facendomi sussultare. “Né tu né io esisteremmo più, Lina… ciò che risulterebbe, sarebbe un individuo diverso… l’accumulo della mia e della tua esperienza… o se preferisci… noi due saremmo uniti…” Un altro passo… verso di me… “L’essere nato dalla nostra unione sarebbe in grado di farlo, Lina… potrebbe compiere l’Incantesimo Supremo…

Indietreggiai… ma non mi restava più spazio… Dov’era Gourry? Stava ancora combattendo alle mie spalle? Non riuscivo a sentire i suoni della lotta… tutto ciò che raggiungeva le mie orecchie… era la sua voce… suadente…

 

Io ero sola, davanti a lui… sola…

 

La… visione… di Zel…

 

“L’Incantesimo… Supremo…?” Fui semplicemente in grado di ripetere…

Van annuì. “Un Giga Slave… il Giga Slave perfetto… totalmente sotto il controllo di chi lo ha lanciato… in grado di evocare la presenza di Lord of  Nightmares, Lina, proprio come tu hai fatto…

“…di fronte a Phibrizo.” Terminai, per lui.

Ancora una volta, il mio antenato si trovò ad annuire… “Ma stavolta… saremo in grado di bloccarla, Lina… saremo in grado di interrogarla… e potremo avere risposte… risposte o il Caos… le NOSTRE risposte…

Nostre… nostre…

 

 

Lina io… credevo che il NOSTRO sogno fosse continuare a viaggiare…

 

 

Scossi la testa. Che mi prendeva, CHE MI PRENDEVA??? Non potevo farmi incantare da quello che stava dicendo… io… io non ne avevo il diritto!!! “Non posso…” Esordii. “Io non posso fare una cosa del genere.”

 

Il mio interlocutore inarcò un sopracciglio. “Perché, Lina? Perché non puoi…? E’ la parte di te stessa che andrebbe perduta a spaventarti…? Essa.. ha davvero un valore così grande… in confronto a ciò che otterresti?

 

Scossi la testa. “Io… non posso prendere in mano il destino del mondo da sola, capisci? Non sarebbe giusto… fare una cosa del genere significherebbe semplicemente imitare il comportamento di Lord of Nightmares nei confronti di noi esseri umani… e se di tirannia quello si tratta… anche il nostro sarebbe un voler imporre la nostra forza sugli altri… niente più… niente meno…”

 

Van Goldgleam si accigliò. “E allora… quale è la tua soluzione nipote…? Accettare tutto questo…? Restartene con le mani in mano senza capire…? La nostra… è la unica soluzione.

Non era la NOSTRA soluzione, dannazione!!! Soltanto la sua!!! “Non possiamo sapere se esistano altre strade per scoprire la verità…” Replicai. “E se seguiamo il tuo piano certamente non avremo mai il modo di scoprirle… finché c’è vita c’è speranza… Van… quando cancelli la vita… non resta più nulla…”

 

Speranza…” Il tono di Van si fece sprezzante. “Sono millenni che gli esseri umani si appigliano a questa parola… anche io… anche io lo ho fatto… ed il risultato che abbiamo ottenuto…? Nulla, nipote mia… il più totale nulla… le vite di migliaia, milioni di persone sono andate sprecate… nella speranza…

 

“Forse a noi sembra uno spreco…” Cercai di insistere, disperata. Non potevo confrontarmi con lui, non ne avevo la forza… di questo ero perfettamente consapevole… l’unica mia arma, in quel momento… erano le parole… “… ma probabilmente alle persone che hanno vissuto quelle vite che a te paiono senza significato le cose apparivano molto diversamente… anche se il nostro apparire su questa terra e il nostro scomparire da essa dopo un periodo di tempo così fugace non avesse un reale scopo… anche se fosse solo il capriccio del caso, o di una divinità… anche se fosse QUESTA la reale risposta alla domanda che ti stai da tempo ponendo, Van… la vita… sarebbe comunque un’occasione che ci è stata concessa… un’occasione di partecipare…” Strinsi i pugni… “… io non credo che sia così necessario cercare un valore estrinseco per la vita… perché essa ha già valore in sé… il suo significato è quello che NOI le doniamo… capisci cosa voglio dire, Van…?” Stava… tentennando… forse… forse… “Sono d’accordo sulla necessità di cercare risposte… perché io sono come te, Van, non posso nasconderlo… ma cancellare tutto non può essere la soluzione… perché il fatto di esserci… è forse davvero l’unica certezza che possediamo… una certezza che non possiamo lasciarci sfuggire dalle mani, perché… è troppo importante…”

 

Rimasi a fissarlo, in silenzio… il mio antenato mi stava squadrando, studiando… e immaginavo che dal suo verdetto… il mio destino… e quello di molte altre persone… sarebbe stato deciso…

 

Tu… parli ancora come un essere umano, Lina…” Deglutii. Questo… cosa significava…? “Hai ragione… quella di esserci… può essere considerata come una certezza…” Aveva… aveva capito…? “Ma il tempo passerà, Lina… e presto ti renderai conto che quella certezza non ti basta… non è sufficiente, per essere in pace… non per me, non per te… non per quelli come noi…

 

Fu come se un ragno cominciasse a tessere la sua tela nel mio stomaco… temevo… temevo profondamente la conclusione del suo discorso…

 

Senza alcun altro appiglio, ti sembrerà di sprofondare nel baratro della angoscia… e allora ti pentirai di avere perso la tua occasione a causa della tua umanità… te ne pentirai amaramente…proprio come è accaduto a me…

 

Serrai i denti. “No, non me ne pentirò, Van… perché anche se fosse come dici tu… anche se ciò in cui credo un giorno non mi bastasse… non rimarrei priva di appigli! Io… io non posso essere certa di nulla, forse… ma credo ci siano alcune cose in cui vale la pena di credere, anche senza la matematica certezza!!! Poche, molto poche, forse, ma credo esistano!!!”

 

Un solo esempio, nipote…” Rispose pacato l’arcimago. “Citami un solo esempio…

 

“I miei amici!!!” Gridai, con tutta la mia forza. “Io mi fido di loro, mi fido di loro!!!” Sentivo… il bisogno di dirlo… non capivo esattamente perché… ma lo sentivo in quel momento più che mai… “E’ una convinzione che solo i fatti potranno smentire!!! E io so che questo non accadrà… mai!!!”

 

Nessuno… può conoscere la mente delle altre persone…

 

“Lo so…” Replicai. “So che è così… ma a volte… evitare di usare il cervello e seguire l’istinto… è l’unico modo per sopravvivere…” Ed il mio istinto… tramutava una fede come quella in certezza… fede… erano poche le cose in cui avrei accettato di riporla senza scetticismo o sospetti… perché sono una persona razionale, al di là delle passioni e delle arrabbiature momentanee… fin troppo razionale, a volte… ma quel piccolo gruppo di persone di cui mi fidavo… era una eccezione importante, per me… una delle cose più importanti che il mio viaggio mi aveva regalato…

 

Sopravvivenza…” Il mio antenato ponderò attentamente la parola… “E la tua sopravvivenza… si può chiamare anche VITA, Lina…? O il termine è troppo grande per calzarla…?

 

Avrei potuto rispondergli… e la mia risposta avrebbe probabilmente protratto quella discussione ancora molto a lungo… ma mi aveva provocata abbastanza… era ora di finirla…

Azione quanto mai poco saggia… ma si trattava di me, che ci potevo fare…?

 

“Sai una cosa, Van…? Ho un argomento perfetto per rifiutare la tua proposta…” Gli lanciai uno sguardo di sfida… “Accettare, significherebbe rinunciare ad una cosa troppo bella ed importante…”

 

L’arcimago mi squadrò, sospettoso… “Vale a dire…?

 

Mi battei una mano sul petto. “Ce l’hai di fronte, Van! Sono la bellissima maga genio Lina Inverse, ti ricordo… Come potrei, per qualsiasi ricompensa, privare me stessa ed il mondo di un bene tanto prezioso…?” Gli rivolsi un breve inchino…

 

Io ci tenevo alla mia vita… non mi importava se lui la giudicava inutile… era tutto quanto possedevo… e me lo sarei tenuto ben stretto…

 

Ora… restava da capire COME, siiiiiiiiiiiiiiiiigh!!!

 

Van si accigliò ulteriormente. “Avrei preferito riuscire a convincerti con le buone, Lina… speravo che anche le pressioni di Xellos nei tuoi confronti mi avrebbero aiutato… l’armonia fra i nostri spiriti avrebbe aiutato la fusione fra di noi, certo… ma a questo punto non mi lasci altra scelta se non usare la forza…” Dannazione… DANNAZIONEEEEEEEE!!!

 

Indietreggiai, ulteriormente… non potevo sperare di fuggire… ero più che certa che mi avrebbe raggiunta anche in capo al mondo… il chiarore dorato che lo circondava stava aumentando… l’energia del Caos pulsava in lui, troppo forte per essere arginata… ma forse… forse potevo contare sul fatto che si trovava nel corpo relativamente debole del mio maestro… forse, in quelle condizioni… potevo ancora sperare di batterlo…

 

Avevo un’unica scelta, però… chiodo scaccia chiodo… l’energia del Caos… il Giga Slave.

 

Avrei potuto tentare un Laguna Blade… ma come potevo sperare di batterlo, se non davo fondo a tutte le mie risorse…? Tuttavia…

 

‘Non posso. La posta in gioco è alta, troppo alta…’

 

Ti conviene scegliere in fretta, Lina…” Accidenti! Mi leggeva nel pensiero??? “A meno che tu non voglia lasciarmi fare senza lottare, ovviamente…

 

OVVIAMENTE non potevo… ma come… come…

 

Ah!!!

 

Improvvisamente, smisi di indietreggiare con calma, e mi diressi deliberatamente lontano da lui.

 

DOVE PENSI DI SCAPPARE, LINA??????

 

Una pioggia di colpi prese a cadere verso di me da tutte le direzioni, ed io feci del mio meglio per evitarli… dovevo raggiungere l’altra parte della sala, dove si era spostato il combattimento che mi interessava in quel momento… se ce l’avessi fatta, forse…

 

Fermati!!! FERMATIIIIIIII!!!

 

E feci del mio meglio anche per ignorarlo…

 

“Gourryyyyyyyyy!!!!!” Gridai, nel tentativo di attirare l’attenzione del mio amico. Ora che mi ero avvicinata, potevo vederli bene… erano decisamente malridotti, entrambi…  a quanto pareva, Gourry alla fine aveva scelto di cessare di essere ‘gentile’ con Zel… una saggia scelta, supponevo… una scelta che gli aveva salvato la vita, potevo dedurlo dalle sue condizioni… Grazie al cielo… grazie al cielo avevamo riottenuto la Spada di Luce… ora… dovevo solo sperare che Zel fosse ancora in condizione di essermi utile…

 

“Lina!” Il mio amico mi rivolse un’occhiata… a me… e alla furia che mi inseguiva… “Lina, cosa…?” Gridò, ma la necessità di evitare un altro colpo dello sciamano gli impedì di terminare la frase…

 

Sì, poteva funzionare… Zel sembrava ancora vicino al pieno delle sue potenzialità…

 

“Gourry, ho bisogno del tuo aiuto!!!” Gli gridai, quando fui abbastanza vicina da trovarmi a portata d’orecchio… Il mio amico non si voltò nemmeno, preso com’era dal parare gli attacchi di Zel… pregavo solo che stesse ascoltando… e che capisse ciò che avevo intenzione di fare… non avrei avuto il tempo di ripeterglielo una seconda volta… “Un contraccolpo… e di piena potenza… insieme!!!” Non ebbi il tempo di spiegarmi meglio… Vam Goldgleam a quanto pareva aveva rinunciato all’idea di colpirmi utilizzando la magia… e mi era addosso.

 

E’ il momento, Lina…

 

Avvertivo il Caos fluire in me… dovevo sbrigarmi… sbrigarmi…

 

Si aprano le danze, questo ballo decreterà il vincitore…

 

Signore dei demoni dei quattro mondi… Per il potere che possiedi, concedi alle mie mani l’ira divina; scatena la spada di oscuro, glaciale nulla…” Presi a recitare… La formula… dovevo completare la formula in fretta… ‘Gourry… fai in tempo, ti prego…’

 

Un Laguna Blade… decisamente la mossa sbagliata, nipote…” Van si avvicinò, una formula sulle labbra, la luce dorata sempre più accecante…

 

Il Caos…

 

La luce…

 

Aveva funzionato altre volte… anche ora… dovevamo farcela…

 

Alle mie spalle, un altro attacco letale partì dalle dita affusolate di Zel… ma il destinatario questo volta non fece un passo per evitarlo. La Spada davanti a sé, rimase fermo, completamente immobile… un attacco frontale, incassato in pieno…

 

Serrai gli occhi, cercando di non pensare a Gourry, concentrandomi sulla formula… ‘Fa che lo assorba… o siamo morti tutti e due…’

 

Dietro di me, un grido. Magia contro Magia… E poi, lo scatto. E anche la mia formula era terminata…

 

Laguna Blade!!!!!!

“Luce!!!!!!!!!!!!!!!!”

 

Ce l’avevamo fatta…

 

La tenebra profonda del Caos e la Luce più limpida, combinata al potere di una magia sciamana che superava di gran lunga il limite normalmente concesso alla capacità umana, si fusero in una sola energia… che andò dritta al bersaglio.

 

In un istante, parve scoppiare l’inferno. La luce dorata che avvolgeva l’arcimago colpito si intensificò e si espanse, con un boato tremendo… alle spalle mie e di Gourry, osservai vagamente la sagoma di Zel accasciarsi al suolo, ma non ebbi tempo di prestarvi troppa attenzione… perché in un attimo… la furia fu sopra di me.

 

Non ho ancora perso!!!!!

Dalla nebbia dorata, la figura di Van emerse, scagliandosi contro di me. Il volto pallido, le articolazioni contratte… stava lentamente perdendo la sua presa sul corpo di Galdiar… ma non era finita.

 

Le braccia strette attorno al mio collo, non ebbi alcuna possibilità di replicare… prima che due labbra fossero premute contro le mie… in un bacio letale.

 

Lo sentivo… sentivo il Caos fluire in me… sentivo la sua energia avvinghiare la mia anima, risucchiarla… sentivo la coscienza… venire progressivamente meno…

 

“Lasciala andare!!!!!” Gourry si avventò contro di noi, la Spada alla mano… ma il Caos avvolse anche lui, immediatamente…

 

“No!!!” Morsi con tutta la mia forza, liberando le mie labbra, aggrappandomi a quel poco di coscienza che ancora mi restava. “Gourry, non ti avvicinare!!!” Il mio amico non poteva sostenere una forza del quel tipo… non ci era abituato, non aveva la forza magica sufficiente… il Caos l’avrebbe… l’avrebbe…

 

“Al diavolo!!!” Fu l’unica risposta dello spadaccino… i denti stretti, si fece strada nella cappa di luce dorata che ci circondava… e raggiunse Van!!! Ma come…?

 

Poi capii… La Spada… il Sigillo del Caos… e baluardo contro di esso…

… lo aveva protetto…

… grazie al cielo…

 

La Spada affondò in tutta la sua profondità nella schiena del mio assalitore… non poteva più riuscire a contrattaccare…

Van si volse verso il mio avversario, lo sguardo rabbioso…  ma quando incontrò lo sguardo del mio amico la sua espressione mutò… i suoi occhi… i suoi occhi… sembrava… atterrito… ora…

Tu… ancora tu… come puoi essere qui…?

 

Mi divincolai, cercando di sfuggire alla sua presa… ma la morsa in cui mi stringeva era ancora troppo forte…

Al mio tentativo, Van mi rivolse uno sguardo vacuo… “Oh… lei… capisco… la mia umanità… la mia umanità… ma non c’è più nulla… che tu possa salvare…

Le sue braccia si strinsero più forti attorno al mio collo…

“Lasciala!!!” Il mio amico spadaccino aveva l’aria di non capire nulla di ciò che stava succedendo… ma i segni sul mio collo lasciati dalle dita del mio antenato erano inequivocabili… lentamente… mi stava togliendo la possibilità di respirare…

 

Il mio amico spinse la spada più a fondo, digrignando i denti… Non… riusciva più a muoversi…? Il… potere del Caos… lo stava… indebolendo…

 

Capisco… se lo dici tu… sì… io ora lo sento… sento… che mi posso… fidare di te…” Con chi stava parlando??? Con chi diavolo stava parlando??? Sembrava rivolgersi al mio amico, ma… “D’accordo… d’accordo… ti seguirò…vuoi sempre avere l’ultima parola, eh…? Gabriev…

 

Spalancai gli occhi… Gabriev… ora capivo… ora capivo a chi si stava rivolgendo… ma… se lo stava immaginando… erano i deliri di un moribondo…o…

 

“Lasciala… lasciala andare…” Il tono del mio amico spadaccino suonava quasi come una supplica…

 

Ho capito… non gliela porterò via…” Van Goldgleam annuì, rivolgendosi al nulla… “Accidenti a te… si tratta di mia nipote, sai? Tu… e la tua mania… del sentimentalismo…

 

 

Fu allora… che la sua presa si allentò… fu allora che i suoi occhi si chiusero.

 

Quella fu la fine… dell’uomo che aveva voluto sfidare il Caos…

 

 

A partire da quel momento, lo scorrere degli avvenimenti non fu più particolarmente chiaro… tutto ciò che ricordo… un turbinio dorato… le macchie scure davanti ai miei occhi improvvisamente accresciute…

…una sensazione strana… come… precipitare… e poi nero…

…solo…. nero…

 

 

 

 

Quando mi svegliai, la prima cosa che vidi fu il cadavere di Galdiar –san immobile, davanti ai miei occhi… e la prima cosa che avvertii… il calore di due braccia strette attorno al mio corpo, quasi convulsamente…

“Lina… come stai???”

 

Avevo… perso i sensi… solo per pochi istanti…? Mi sentivo stordita come se le mie palpebre fossero state abbassate per ore…

 

Sollevai lo sguardo sul volto del mio amico spadaccino… “Bene… credo…” Risposi, quasi in un sussurro… “Ma non chiedermi… di sollevarmi in piedi…” Tentai un sorriso, anche se a quel punto persino i muscoli del volto mi dolevano…

 

Gourry non sembrava averne la minima intenzione… tutto ciò che fece, fu sistemarmi in grembo a sé, ed aumentare la sua stretta, con un sospiro di sollievo… “Ma… ma cosa diavolo è successo, ora, Lina…? “ Chiese dopo qualche istante, il tono e l’espressione interdetti…

 

Tirai un grosso sospiro… “Non posso credere che tu abbia combattuto senza avere capito…” Una grossa goccia di sudore scivolò sulla mia guancia…

 

“Ehi, ehi…” Replicò il mio amico, sulla difensiva… “Un attimo prima stavo combattendo contro Zel senza capirne nemmeno esattamente il motivo, e quello dopo sei arrivata tu, inseguita da… da quel COSO… chiedendomi di mettere in atto uno dei tuoi soliti piani semi suicidi… come POTEVO avere capito che cosa stava succedendo…?”

 

Sospirai, nuovamente. “D’accordo, d’accordo, per una volta posso darti ragione…”

 

“Per una… volta…” Una goccia di sudore scese lungo la guancia del mio amico…

 

“Ma non chiedermi di mettermi a spiegarti tutto ora, Gourry… dopo un bel bagno, un pasto, e una dormita… rimandiamo tutto ad allora, ok? Adesso dubito che ne avrei la forza…”

 

“Ma…” Insisté il mio amico… “Ma chi era QUELLO Lina? Io… non ho capito molto di quanto è successo, ma… so che quando lo ho visto alle tue spalle… io… sono stato attanagliato dalla PAURA… paura… come non mi era mai accaduto di provare…” Il suo sguardo… si oscurò per un momento… “Io… io ho sentito che se non avessimo portato a termine quello che avevi detto, Lina… sarebbe accaduto… qualcosa di terribile…”

 

Lo osservai, per un momento… anche lui… anche lui ora appariva decisamente spaventato… l’eternamente tranquillo Gourry… “E’ finita, Gourry…” Cercai di calmarlo, in un sussurro… “Non c’è più niente… di cui avere paura…”

 

Il mio amico parve ignorare quanto avevo appena detto… e la sua stretta su di me si fece talmente forte da farmi quasi male… “Poco fa… io…” Sussurrò, affondando il volto nel mio collo, fra i miei capelli… “…ho avuto la sensazione… che tu… te ne stessi andando, Lina…” Sussultai… Era… così lontano… dalla verità…? “Io non capivo… non capivo cosa stesse avvenendo… so solo… che non ho mai provato una paura del genere… e allo stesso tempo… l’urgenza… di trattenerti… di fermarti qui… perché tu… eri già lontana… molto… lontana… quasi quanto… chi ti stava trascinando via…” Mi strinse più forte… “Non so se sia stato merito mio… o che fine abbia fatto chi ti voleva portare con sé… se anche lui… abbia trovato un appiglio… per fermarsi…” La sua voce… si perse in un sibilo… “…so solo… che sono felice… tanto… felice… che tu sia qui con me, ora…”

 

Gourry…

 

La mia luce…

 

…non la avevo perduta… ora era davanti a me… potevo nuovamente vedere la strada di fronte a me… ora…

 

 

“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!”

Spalancai gli occhi, sussultando, ed allontanandomi di colpo dal petto di Gourry.. che diavolo…?

 

“Lina –san!!!!!”

Mi guardai attorno, cercando di mettere a fuoco la scena che mi circondava…

“Sy… Sylphiel!!!” Avvampando, spinsi via lo spadaccino, mandandolo a gambe all’aria… non eravamo soli, accidenti!!! Me ne ero completamente scordata!!!

 

La sacerdotessa, tuttavia, non mostrò, incredibilmente, alcun interesse per noi due… la sua attenzione, ora… era rivolta ad una figura stesa al suolo…

 

“Zel!!!”

 

Vedendo cosa stava accadendo, anch’io venni bruscamente riportata alla serietà… lo sciamano era ancora a terra… e ancora umano… ma qualcosa di strano… di molto strano… gli stava accadendo… Il suo corpo ora… sembrava rilucere… emanare luce propria… e qualunque cosa fosse doveva essere dolorosa… perché lo sciamano non finiva di agitarsi, e gridare…

 

Mi precipitai al suo fianco… “Sylphiel!!! Cosa…”

 

“Amelia -san e Derek -san stanno bene, Lina –san… non in piene forze, certo… ma dovrebbero riprendersi fra poco… Stavo venendo verso di voi per accertarmi delle vostre condizioni… ma ho trovato Zel -san al suolo… e… non gridava ancora ma… questa cosa… stava già avvenendo…”

 

Mi accigliai. “Credo di sapere che cosa sta succedendo… ora che Galdiar –san non c’è più l’incantesimo di Persuasione si è spezzato ed il suo corpo si è destabilizzato… la sua energia magica si sta disperdendo più velocemente del previsto… se non la fermiamo… nel giro di poco, al massimo un’ora… Zel perderà completamente la capacità di servirsi della Magia…” Strinsi i pugni… dannazione…

 

“Zel… non vorrebbe una cosa del genere…” Gourry si era rialzato ed era giunto al mio fianco… ed ora fissava lo sciamano, con preoccupazione… “Ha sempre detto… che la cosa che più temeva del riacquistare la sua forma umana era perdere la sua forza… restare inerme…”

“Lina –san…” Sylphiel mi rivolse un’occhiata ansiosa… “Non c’è niente… che tu possa fare per lui…?”

 

Riflettei, per un momento… “C’è… una cosa…” Conclusi, in tono incerto… “Ma non posso pensare che sia ciò che Zel desidera…”

“Di che cosa si tratta, Lina –san…?”

“Potrei cercare di apporre un nuovo sigillo, che rafforzi quello spezzato di Rezo e lo riporti a funzionare… da sola non sarei in grado di creare un incantesimo di forza sufficiente, ma sono convinta che il mio maestro non sia riuscito ad annullare completamente la forza della magia di Rezo all’interno del suo corpo…” Fissai Zel, per un istante, prima di tornare a rivolgere lo sguardo ai miei compagni… “Tuttavia…” Proseguii… “…se facessi una cosa del genere… l’incantesimo di Rezo verrebbe condotto nuovamente in azione… e ciò significa… che Zel tornerebbe ad essere chimera.” Squadrai i miei amici, seria… “…tornerebbe… come prima… tutto esattamente come prima… e non so… non so davvero se avrà una nuova occasione in futuro… di ritrovare la propria forma umana…”

I miei amici mi fissarono per qualche secondo, ammutoliti…

 

Fu Sylphiel la prima a riprendere la parola… “Cosa… intendi fare… Lina –san…?”

 

Il mio volto si incupì. “Non spetta a me deciderlo…” Il mio sguardo si rivolse al mio amico, che ancora si agitava, al suolo… “Puoi farcela, Sylphiel... ? Credo che basterà un Recovery… per fargli riprendere i sensi…”

La sacerdotessa spalancò gli occhi. “Lina –san… tu intendi…?”

 

Non sarebbe stato bello… svegliarsi al suono di una simile notizia… ma non avevo scelta… non potevo prendere per lui… una decisione così importante…

 

Sylphiel, di fronte al mio sguardo, si zittì. Con un solo sospiro, si piegò di fronte al nostro compagno, e, nonostante due grossi solchi segnassero già il suo volto pallido, al di sotto degli occhi, prese a recitare la formula…

 

…e dopo pochi istanti, gli occhi di Zel si aprirono.

 

 

“Cosa… cosa diavolo… aaaaah!!!” Il mio amico si prese la testa fra le mani, sopraffatto improvvisamente dal dolore…

 

“Zel…” Mi inginocchiai al suo fianco, cercando di guadagnare la sua attenzione… non avevamo molto tempo… “Zel, ascoltami, ora…”

 

“Lina!!!” Lo sciamano si rivolse a me col consueto sguardo che mi rivolgeva quando avevo fatto qualcosa che non gli garbava… “Scommetto che è a te che devo il fatto di avere male in tutto il corpo!!!” Mi rimbeccò. “Che diavolo hai combinato stavolta con i tuoi incantesimi??? Mai una volta che…” Improvvisamente, smise di agitare la mano verso di me davanti al suo volto… smise di agitarla… e la osservò. “Cosa… cosa diavolo…”

 

Improvvisamente, il dolore parve come dimenticato… lo sciamano prese a studiare il suo corpo come se lo avesse visto per la prima volta… “Come… come…”

 

Mi morsi il labbro… “Zel, ascolta…”

 

Il mio amico mi ignorò e sollevò lo sguardo su di me… E sorrideva… sorrideva come un bambino… “Sei… stata tu…?” Il suo sguardo passò in rassegna i miei compagni e me… “…Siete… siete stati voi a fare questo…? Come… come è stato possibile…?” Con un gesto del tutto inaspettato, si avventò su di me e mi abbracciò… eh… ehi!!!

 

Ma non ebbi il tempo di replicare… l’abbraccio era già passato a Gourry, che pareva ancora meno convinto di me del gesto… “Come è stato possibile???”

 

Lui non… non ricordava…? O era solo inebriato dalla gioia? E noi, ora… come potevamo… come potevamo dirgli la verità…?

 

“Lina!!!” Venni riportata alla realtà dal suono della voce dello sciamano, diretto a me… “Dov’è? Dov’è Amelia? Lei… anche lei lo sa già…?”

 

Il sorriso… non era ancora scomparso dal suo volto, quando incontrò la mia espressione… quando si rese conto… che io non stavo affatto gioendo…

 

L’impeto di ilarità del mio amico si frenò bruscamente, mentre osservava il mio sguardo… e per un momento ebbi l’impressione che non osasse parlare… “Pe… perché… quelle facce… scure…? E’… è successo qualcosa…?” Rimase in silenzio per un secondo… quindi la sua espressione si dipinse di puro terrore… “Amelia??? E’ successo qualcosa ad Amelia???”

 

Scossi la testa… Non sapevo nemmeno che parole utilizzare… “Amelia sta bene, Zel… ora non è qui con noi perché è svenuta durante la battaglia… ma non è nulla di preoccupante, presto riprenderà conoscenza…” Lo squadrai, in cerca della sua reazione…

 

La fronte del mio amico era corrugata, gli occhi sospettosi… il vecchio Zel… era rimasto poco della sua allegria di pochi momenti prima… “E allora… qual è il problema…? Anche se non vi conoscessi da quattro anni… capirei subito che c’è qualcosa che non va…” Il suo sguardo preoccupato passò da me a Gourry…

 

Sospirai… era inutile utilizzare mezzi termini… “Zel…” Cercai di apostrofarlo con la massima gentilezza di cui ero capace… “… tu non ricordi proprio niente… di quello che è successo qua sotto…?”

 

Come se si rendesse conto per la prima volta di dove si trovava, il mio amico prese a guardarsi attorno… e ad ogni occhiata, potevo vedere i suoi occhi blu tingersi di una sfumatura più cupa… “Io…” Rispose dopo qualche istante, la voce lievemente tremolante… “Che… cosa è accaduto… qui…?” La paura… nel suo sguardo… quando si volse verso di me… “Io… che cosa… ho fatto, Lina…?” La stessa espressione… la stessa espressione di quando mi aveva parlato… della visione…

 

“A dire la verità…” Risposi, con calma… “…speravamo che questo potessi spiegarcelo tu, Zel… non ricordi nulla…?”

 

Il mio amico si prese la testa fra le mani… “Io…” Rispose… “Io ricordo… di essere arrivato qui con Amelia… e c’era quella figura… ci ha parlato… emanava… un’energia… così strana…” Scosse la testa. “No… no… luce dorata… e buio… nient’altro…”

 

Deglutii… non era il momento di fargli pensare a queste cose… “Questo non ha importanza, ora, Zel… adesso devi ascoltarmi…”

 

Lo sciamano sollevò uno sguardo vacuo su di me… “Come sarebbe a dire… che non ha importanza…?” Aveva capito… aveva capito perfettamente che cosa poteva essere ciò che la sua mente aveva rimosso… Zel non era mai stato stupido…

 

“Non ha importanza.” Ripetei, cercando di distoglierlo da quel problema. “Tu ora sei umano, Zel…”

 

“Mi sono accorto di questo, Lina, ma…”

 

Non gli lasciai il tempo di terminare. “No, Zel, ora ascoltami… l’unico modo per fare sì che ciò accadesse era eliminare il Sigillo che manteneva inalterata la tua condizione, giusto? E questo Sigillo è stato spezzato da una persona che non era in grado di controllarne il potere… capisci… che cosa voglio dire…?” Gli rivolsi una profonda occhiata…

 

Per qualche secondo, lo sciamano rimase a fissarmi come se stessi parlando una lingua a lui ignota… ma poi… la comprensione si disegnò nei suoi occhi…

 

“No…” Fu semplicemente in grado di replicare… “Intendi dire… intendi dire che…”

 

Non potei che annuire… “La tua energia magica, Zel… si sta disperdendo…”

 

“No…” Ripeté lo sciamano, fissando le proprie mani, con sgomento… “…no…”

 

“Il processo avrà termine in breve tempo, Zel… è c’è una sola cosa che possiamo fare…” Non osai proseguire…

 

Lo sciamano mi rivolse uno sguardo vuoto… “Intendi… no… NO!!!” Indietreggiò. “Ho capito cosa vuoi fare, Lina, ma… non posso… non posso… così… così sarà stato tutto inutile…”

 

Scossi la testa. “Io non ho la minima intenzione di forzarti, Zel… sei tu che devi scegliere… so che sono entrambe… cose molto importanti, per te…ed è una cosa che riguarda solo te… io… tutti noi… rispetteremo la tua decisione… ti prego solo… rifletti bene… rifletti bene su cosa qualsiasi soluzione significherebbe per te…”

 

La chimera indietreggiò ulteriormente, scuotendo la testa… potevo leggere l’indecisione sul suo volto…

La cura… era ciò a cui ambiva da tanto… troppo tempo… la sua ricerca gli aveva precluso molto… forse, in realtà, più di quanto sarebbe stato opportuno che accadesse… del resto, tuttavia… da qualche anno a questa parte, le cose per lui erano un po’ cambiate… o per lo meno così speravo… Cura o non cura… c’eravamo noi al suo fianco, ora… e sinceramente, a me non importava un accidente che la sua pelle fosse fatta di pietra, o legno… Zel era Zel, punto e basta… e lo stesso valeva per gli altri, potevo con ogni ragione crederlo…

Del resto… cosa avrebbe significato per lui perdere la propria magia? Zel era un abile spadaccino, certo… ma, come me, non poteva sperare di sopravvivere di quello… sia io che lui eravamo ben lontani dai livelli del mio amico possessore della Spada di Luce… inoltre Zel ora era abituato ad un corpo dalla costituzione e dalla resistenza del tutto diverse da quelle di un normale corpo umano… che cosa gli sarebbe costato rinunciare a tutto questo, perdendo contemporaneamente l’utilizzo della Magia…? Forse non la vita… anche se non era da escludere che la lunghezza di essa si riducesse sensibilmente, a seguito di quella dispersione di energia… ma di sicuro… il prezzo da pagare sarebbe stato una certa impotenza… a cui forse nemmeno un duro allenamento avrebbe potuto rimediare, ormai… Zel… era disposto a sopportare tutto questo…?

Nonostante ciò… se essere umano poteva aiutarlo a ritrovare la sua pace…

Forse avrebbe risolto… molti… suoi problemi…

 

Lanciai uno sguardo alla figura di Amelia, ancora stesa al suolo…

 

“Al diavolo!” Fu nuovamente la voce di Zel a riportarmi alla realtà. “Che cosa… che cosa ci guadagno, con la cura… che cosa ci guadagno con la mia cura se dopo sarò ridotto ad un misero incapace???” Anche il suo sguardo cadde su Amelia… “Persino da mostro che ero… non sono stato in grado di proteggere ciò che per me è importante… i miei amici in passato… e anche quelli di ora… se ora rinunciassi a tutto… se ora io rinunciassi a tutto…” Non proseguì…

 

Gourry ed io ci scambiammo uno sguardo… quegli sfoghi dovevano ricordare molto a entrambi… lo Zel degli inizi… lo Zel ancora inquieto… lo Zel che ancora non si fidava di noi…

 

Scossi la testa, in direzione del mio amico…

Non c’era niente, che potessimo fare per lui, ora… ma allo stesso tempo pensavo che la situazione in quel momento… fosse molto diversa da quell’epoca… anche per Zel…

 

Mi rivolsi allo sciamano. “Zelgadiss…” Dissi, con calma… “Se questa è la tua decisione… allora bisogna fare in fretta…” La mia pietà… non lo avrebbe certo aiutato…

 

Il mio amico mi guardò come se non mi vedesse… “Allora procedi… cosa aspetti…?”

 

Sospirai. Laconico come al solito, questo non sarebbe cambiato, cura o non cura… anche se al momento purtroppo avevo ragione di giustificarlo… “Magia del Fuoco…” Appoggiai le mani alla sua fronte… “…Energia della Notte e del Caos… fuin ta mos!

 

Incrociai le dita. Non era un incantesimo particolarmente complicato… io non ero certo capace di apporre su di un essere umano un sigillo che avesse la stessa forza di quelli di Rezo… e non ne ero in grado a maggior ragione in quel momento, dato che il combattimento di prima mi aveva lasciata stremata… mi reggevo a stento in piedi, anche in quel momento… se non avesse funzionato al primo tentativo… se le mie ipotesi fossero state sbagliate…

 

“Non… succede niente…?” La voce interdetta di Gourry…

 

No… no… qualcosa stava accadendo… qualcosa stava accadendo eccome…

 

Gli occhi di Zel si spalancarono improvvisamente.

Ma non i soliti occhi blu profondo… no… occhi di fuoco… occhi rossi come il sangue…

 

Indietreggiai… “Zel…?”

“Lina, cosa sta…?”

 

“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhh!” Lo sciamano si prese nuovamente, improvvisamente, la testa fra le mani. La luce dorata che fino a prima aveva emanato dal suo corpo prese a condensarsi attorno a lui come la nebbia in una valle… Che cosa stava succedendo? Era normale, tutto questo? Era così che accadeva???

 

“Nooooooooooooooooooooo!!! Lasciami stare!!!” Zel cadde in ginocchio, la testa ancora nascosta fra le mani… “Basta!!! Basta!!!” Contro chi stava gridando…? Contro di me…? O, piuttosto… stava rivivendo, nella sua mente, la prima volta in cui tutto questo gli era accaduto…? La scena che aveva visto protagonista… il Monaco Rosso…?

Forse questo era più che probabile dato che il potere di Rezo/Shabranigdu… stava riattivandosi… dentro di lui…

 

Non ci volle molto… la pelle, da rosa pallido, riprese a farsi bluastra… e le pietre riapparvero, una per una…

 

…ma non mi ero mai parsa tanto deprimente… la buona riuscita di un incantesimo…

 

Gourry al mio fianco deglutì. Rimase in silenzio a fissarlo per qualche attimo, gli occhi spalancati, e quindi… 

 

“Lina… Sta per succedere qualcosa…”

 

“Eh?” Non ebbi tempo di interrogare più approfonditamente il mio compagno… non ebbi tempo… prima che il bagliore dorato ci avvolgesse tutti quanti.

 

“Che diavolo…?” Un’energia fortissima sprigionò improvvisamente dal mio amico… Non era come la forza di un incantesimo… non feriva, a contatto con la pelle… e nonostante questo pareva avere l’effetto di mille lame… era accecante, e pareva bruciare, corrodere, a contatto con il corpo… Il bagliore si estese a tutta la sala… ma fu solo un attimo.

 

Il secondo successivo, solo la penombra a cui ormai i miei occhi erano abituati ci circondava. E di fronte a noi c’era il nostro amico, in piedi.

 

Chimera.

 

“Z… Zel…” Lo apostrofai…

 

Il mio amico mi rivolse lo sguardo. “A quanto pare ha funzionato.” Si limitò a commentare, in tono piatto. Né dolore né compiacimento sul suo volto…

 

Avrei tanto volentieri tirato fuori qualche battuta per tirargli su il morale… avrei tanto volentieri tirato fuori A CALCI una qualsiasi espressione sul suo volto… ma tutto ciò che fui in grado di dire…

 

“Oh… grandioso…”

 

Prima di accasciarmi al suolo.

 

“Lina!”

“Lina –san!!!”

 

Persino Zel parve dimenticare per un momento i suoi guai, quando si unì agli altri nel precipitarsi al mio fianco… “Lina, cosa diavolo…?”

 

“Credo… di non avere più un osso intatto…” Mi lamentai, il volto ancora rivolto al terreno…

 

“Mi sa che l’ultimo incantesimo le ha dato il colpo di grazia…” Commentò Gourry, in tono lievemente divertito… o sollevato…

 

“Non c’è proprio nulla di divertente…” Mugugnai, senza avere la forza di volgermi verso di lui e lanciargli un’occhiataccia…

 

“Immagino che la sua testa dura non ne risentirà troppo…” Commentò una certa chimera in tono sarcastico…

 

“Ehi, ehi…” Sollevai gli occhi verso di lui… di fronte a me, le braccia al petto, l’aria scettica… ma stava sorridendo. Un sorriso lievemente venato di tristezza, forse… ma inequivocabile…

 

Se all’improvviso la strada ti è stata sbarrata… che senso ha non ripartire in un’altra direzione…?

Buon vecchio Zel… e la sua testaccia dura…

 

“Allora…” Il sorriso scomparso, mi apostrofò, con il consueto poco garbo. “… hai altri posti in cui curiosare e altri invincibili nemici da cui farci attaccare e quasi uccidere, o possiamo finirla di perdere tempo qua sotto…? Ti ricordo che a quanto pare ho ancora qualche impegno da sbrigare…”

 

“Zel… ringrazia che non riesco ad alzarmi…” Fu tutto ciò che potei commentare…

 

“Andiamo…” Gourry si affiancò a Zel, scuotendo la testa con un lieve sorriso… “…è meglio portarti fuori di qui prima che qualcuno dica la frase di troppo che ti farà distruggere il sotterraneo…” Si piegò verso di me e mi aiutò a sollevarmi a sedere, per farmi alzare…

 

“Lina –san!!!!!!!”

 

“Eh?” Battemmo tutti le palpebre, volgendoci in direzione della voce che si era appena rivolta a me…

 

“Amelia!!! Come stai???”

 

La principessa di Sailune si trovava in piedi a pochi passi da noi, e ci stava guardando, il volto segnato dalla preoccupazione… e alle sue spalle Derek… che ci squadrava come se fossimo tutti fantasmi…

 

“Oh, Lina –san, stai bene!!!” Cogliendomi totalmente di sorpresa, la principessa si gettò verso di me e mi strinse in un abbraccio… aaaaaaaaah, le mie povere ossa!!!

 

“A… Amelia, che ti prende???”

La principessa mi fissò… sembrava quasi che stesse per mettersi a piangere… “Lina –san, noi… quando siamo arrivati qui… abbiamo incontrato… abbiamo incontrato…”

 

Battei le palpebre…

Ora capivo… perché si preoccupava…

 

Le rivolsi un sorriso. “Avete visto Galdiar -san, giusto…?” Il tono della mia voce era tranquillo…

La mia amica mi fissò, apparentemente non rassicurata dalla mia calma… “Mi dispiace tanto, Lina –san… Se lui… se lui non si fosse immischiato nella faccenda del tuo antenato, forse…”

Scossi la testa. “Non era posseduto, o qualcosa del genere… ha fatto tutto di sua spontanea volontà… aveva un obiettivo, ed evidentemente conseguirlo per lui contava più di qualsiasi altra cosa… tutto qui…” Non aveva senso… negare la realtà…

“Lina –san… tu…”

Non le permisi di terminare… “Ma tu come fai a conoscere la storia, Amelia…? Ve ne ha parlato lui…?”

 

La principessa annuì. “Ci ha raccontato a grandi linee come erano andate le cose… Lui mi ha… detto di mia madre… Lina…” Mi irrigidii… Amelia… “Ho pensato che… se erano riusciti a compiere un atto simile in una città protetta come Sailune… dovessero essere potenti… troppo potenti, per noi… mi ha detto del potere di cui si era impadronito… mi ha detto cosa aveva intenzione di farti… ho pensato che se fosse davvero riuscito a catturarti… se ci fosse riuscito…” La voce le tremò lievemente, e dovette deglutire… “… ma non ce l’abbiamo fatta a scappare… non siamo riusciti a venire ad avvisarti… avrei dato qualunque cosa… per poterlo fare…” Si staccò da me e si sollevò in piedi, senza smettere di fissarmi con sguardo ansioso…

 

Scossi la testa. “Quello che è stato non ha importanza… L’importante è che stiamo tutti bene, ora…” Mi morsi il labbro… “Mi dispiace che tu l’abbia dovuto sapere a questo modo, Amelia… di tua madre…”

Anche la principessa scosse la testa, e mi rivolse un sorriso. “E’ tutto a posto, Lina –san… io… ero molto piccola quando è successo… non ricordo molto… ma in un certo senso… sono felice di sapere che mia madre è morta nel tentativo di proteggere qualcosa di importante… Forse… è con quello che è accaduto qui… che è stata davvero vendicata… attraverso il compirsi di ciò che era giusto… Sono certa… che era questo che lei avrebbe voluto… nessuna altra forma di vendetta… solo questo… e mi fa piacere avere contribuito in qualche modo… a farlo accadere… ”

Le sorrisi, a mia volta. Amelia sapeva essere una ragazza forte… molto forte… e per quanto INSOPPORTABILI a volte… supponevo che gli ideali che Phil le aveva trasmesso fossero serviti anche a questo scopo…

 

“E voi come state?” La ragazza rivolse un sorriso agli altri componenti della compagnia. “Gourry –san, ma che ti è successo???” La principessa squadrò il mio amico, stupita. “Sei ridotto peggio di un colabrodo, con tutti quei tagli di spada e quei colpi di incantesimi, ma chi ti ha conciato così??? E’ stato profondamente INGIUSTO!!!”

 

Gourry inarcò un sopracciglio, indietreggiando lievemente dalla principessa, che puntava pericolosamente il dito verso il suo volto. “Ehm… non sono sicuro che vorresti davvero saperlo, Amelia…” 

 

“Come sarebbe a dire che non voglio saperlo??? La verità deve sempre trionfare!!! Diglielo anche tu Zelga…”

Improvvisamente, la principessa interruppe il suo discorso, lo sguardo fisso sulla chimera…

 

Zelgadiss si irrigidì, guardandola come se si aspettasse da un momento all’altro di ricevere una pugnalata da lei… invece, tutto ciò che Amelia commentò, gli occhi spalancati, fu… “Zel… tu sei… tornato chimera…”

 

Il mio amico batté le palpebre, sorpreso a quella affermazione… “Tornato… chimera…?”

 

“Amelia…” Inarcai un sopracciglio, stupita… “Vuoi dire che… tu hai visto Zel quando era umano?”

 

La principessa annuì. “Certo… è stato trasformato davanti ai miei occhi… proprio prima che io perdessi i sensi a causa di quella strana energia dorata che emanava da Galdiar -san…” Ora capivo… Amelia si serviva quasi esclusivamente di Magia Bianca… non era abituata ad una forza del genere… era stata l’Energia del Caos… a ridurla in quello stato…

 

“Mmm…” Annuii. “Già che ci siamo… perché voi due non ci spiegate che cosa è successo esattamente, mentre noi non c’eravamo…?”

 

Zel mi guardò perplesso. “Lo farei molto volentieri Lina… se solo mi ricordassi…” Lanciò uno sguardo esitante ad Amelia… “La mia mente arriva solo poco dopo l’incontro con Galdiar… poi, il buio totale…”

 

“Vuoi dire che non ti venuto in mente ancora niente…?” Lo fissai, la testa lievemente inclinata, lo sguardo indagatore… Non sapeva… o preferiva non dire…?

 

Intervenne Amelia a sedare i miei dubbi… “Uh… forse… è normale che Zel non ricordi nulla…” E arrossì lievemente nel compiere questa affermazione…

 

Quattro paia di occhi si puntarono su di lei…

 

Uh… e Derek che aveva da fissarmi a quel modo…?

 

“Pe… perché è normale… Amelia…?” Zelgadiss aveva l’aria di non sapere più cosa aspettarsi…

 

“Ecco, Zel, forse non ricordi, ma…” La principessa si grattò la punta del naso… “Dopo che Galdiar -san è comparso di fronte a noi, in questa sala… io ho cominciato a non sentirmi molto bene, ma ero ancora in piedi… e così… ti ho visto… in volto… quando lui ti ha fatto la proposta…”

 

“Proposta…?” Lo sciamano aveva l’aria di capirci sempre meno…

 

“Uh, sì… lui… ti ha chiesto di passare dalla loro parte… lui ha detto… che ti avrebbe saputo ricompensare, se lo avessi fatto… con quello cui più tu ambivi…” Notai Zelgadiss irrigidirsi a questa affermazione…

 

Già… era proprio… come…

…la visione…

 

“Tu… non hai risposto subito…” Lo sguardo della principessa si incupì lievemente… “Mi sembravi… molto indeciso, Zel… e così…” Esitò per un istante…

 

“Così cosa, Amelia…?” Fui io ad insistere…

 

La principessa mi lanciò uno sguardo un po’ imbarazzato… “…ho raccolto una pietra sconnessa dal pavimento… piuttosto grande, anche… mi sono avvicinata alle sue spalle… e gliela ho sbattuta in testa.”

 

Eh?

 

Eh?

 

Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh???

 

“Lui è svenuto subito, e così non ha dovuto scegliere…” La principessa mi guardò per un momento ed arrossì nuovamente. “Aaaaaaaaaaaaaaaah, Lina –san, non guardarmi a quel modo!!! Lo so che è una cosa molto stupida, ma in quel momento ero spaventata e non vedevo altre alternative!!!” Piagnucolò, lanciandomi un’occhiata di rimprovero.

 

Ma io non le risposi… non POTEVO risponderle… Il silenzio cadde per qualche istante sulla compagnia, finché…

 

“Mmmffff…”

 

Zelgadiss mi fissò, torvo. “Oh, no, Lina, tu non oserai…”

 

“Mmmmffffff…” No… mi dispiaceva per lui… ma non potevo resistere… “Bwahahahahahahahahahah!!!!!” Mi piegai al suolo, le lacrime agli occhi… “Non ci posso credere!!! L’eroe tutto d’un pezzo e la sua scelta tragica!!! Ti ha stroncato in un secondo, eh, Zel…?” Lo stomaco che sussultava, i muscoli ancora indolenziti che sembravano volermi uccidere, rimasi piegata in avanti, incapace di riguadagnare la calma…

 

Accanto a me, le spalle di Gourry tremolarono… ma lo spadaccino stava facendo del suo meglio per trattenersi e non aumentare ulteriormente la rabbia di una certa chimera…

 

“Lina, finiscila immediatamente!!!” Zelgadiss dava l’impressione di dover esplodere da un momento all’altro… e questo ovviamente non faceva che aumentare la mia ilarità.

 

“Scusa tanto, Zel, ma… una risoluzione del genere…” Non riuscii a proseguire…

 

“Era una situazione molto seria, capito??? S - E - R - I - A!!!”

 

“Certo… certo…” Cercai di calmarmi, asciugando le lacrime dai miei occhi… Non credevo… solo qualche ora prima… se me lo avessero detto non ci avrei creduto… non avrei mai creduto di essere ancora capace di ridere a quel modo…

 

 La chimera fece un mezzo sospiro, e si rivolse alla principessa, con aria esasperata… “Amelia… Si può sapere che ti è saltato in mente…?”

 

Una goccia di sudore scese lungo la tempia della principessa. “Scusa tanto, Zel… ma io non sapevo che una volta incosciente Galdiar avrebbe applicato su di te quell’incantesimo per renderti umano e controllarti…” Quindi… Amelia sapeva che la chimera era stata mandata contro di noi… e Zel…? Si ricordava di questo? Perché se le cose non stavano così non sembrava avere colto il senso delle parole della principessa…

 

La mia amica abbassò la testa, ancora lievemente rossa in volto. “Ero spaventata… spaventata a morte all’idea di rimanere sola con quel tizio… Ma non sapevo che altro fare… per la prima volta dall’inizio di tutta questa faccenda mi sono resa conto che anche se mi ero auto convinta che mi dovevo fidare di te io in realtà NON SAPEVO che cosa avresti scelto… Non lo sapevo affatto…”

 

Questa affermazione bastò a gettare il silenzio sul nostro gruppo…

Sguardi abbassati e imbarazzati… e nessuna risposta…

 

Ma paradossalmente fu proprio Zel a risolvere quel fastidioso silenzio… “Te lo dico io cosa avrei scelto…” Ci squadrò tutti, un’occhiata torva. “… Non potrei mai voler spezzare sul nascere la carriera di questa compagnia di buffoni…” Il suo sguardo si fermò su di me, e la vena della sua fronte salì lievemente in evidenza…

 

Un colpo di mantello, ed il nostro amico si era già voltato per andare ad ispezionare le vie d’uscita dalla sala. Evidentemente, per lui, quello chiudeva la discussione…

 

Che avevo detto…?

Il buon vecchio Zel…

 

“Ad ogni modo…” Esordì la principessa, dopo un attimo di pausa, diretta verso lo sciamano che già si stava allontanando verso l’altro lato della parete… “Io continuo a preferirti con le pietre addosso!!!”

 

Ed un sonoro tonfo accompagnò la caduta della chimera quando toccò il suolo…

 

“Amelia!!!” Si voltò verso di noi, completamente rosso in volto, tenendosi la punta del naso con una mano.

 

Ma la principessa si limitò a rivolgergli un sorriso… il primo, reale, sorriso che le avevo visto indirizzare alla chimera da quando ci trovavamo a Miilun… un po’ rassegnato, forse, ma sincero… e sereno… per fortuna…

 

E anche se la cosa non parve che aumentare il rossore della chimera… quel sorriso venne ricambiato…

 

“Sono contento… per loro…” Sentii mormorare Gourry al mio fianco…

Gli rivolsi un’occhiata fra lo stupito e l’ammirato… “Oh… e quindi per una volta hai capito, eh?”

“Uh?” Fece il mio amico, rivolgendomi un’occhiata spaesata. “Di che stai parlando, Lina?”

“Mmm…” Lo squadrai, il sopracciglio inarcato… mi pareva tanto una di quelle volte in cui faceva il finto tonto… ma non volli indagare…

 

Zel aveva parlato in modo tranquillo, per la prima volta da quando ci eravamo trovati a Miilun… io non sapevo… se ciò fosse realmente dettato dall’aver risolto i propri dubbi riguardo alla sua scelta, o semplicemente dal fatto che tutto si era risolto per il meglio… come del resto dubitavo del fatto che fosse già così sereno riguardo al suo ritorno allo stato di chimera… e credo che anche Amelia non fosse tanto ingenua da pensarla diversamente… ma nonostante questo… non gli aveva comunque risparmiato un sorriso…

 

Ed ora anch’io volevo fare lo stesso… Volevo fidarmi di lui. Perché si trattava di…

…un mio amico…

 

 

“Quando avrete terminato con questa scenetta patetica potremo anche pensare ad un modo per uscire di qui…”

 

“Uh?” Mi volsi verso la fonte della voce, colta di sorpresa. Era da quando si era svegliato… che non lo avevo sentito pronunciare una parola… e quando posai lo sguardo verso di lui, mi resi conto che i suoi occhi erano ancora fissi su di me… non aveva cessato per un secondo di osservarmi…

 

“Derek…” Mormorò Gourry, al mio fianco…

 

Il cavaliere pareva un fantasma… il volto pallido, la pelle al di sotto degli occhi profondamente scavata… e non dava più l’impressione di volersi impegnare a nascondere la propria paura… in questo senso, potevo comprenderlo… aveva appena avuto un incontro con un potere che non aveva mai conosciuto direttamente prima, e che non capiva… e come aveva detto Gourry, Derek pareva una persona piuttosto propensa a lasciarsi spaventare da tutto ciò che non era in grado in grado di comprendere, più che a interessarsene, e a volerne indagare la natura…

 

“E’ bello vedervi tanto tranquilli quando quaggiù sono accadute cose che NON AVREBBERO DOVUTO verificarsi, nemmeno a miglia di profondità sotto la superficie della terra…” Proseguì il cavaliere, in tono teso ed acido… “Ma per quel che mi riguarda, in questo posto non voglio trascorrerci un minuto di più…”

 

Gourry parve ignorare le sue lamentele, ed avanzò verso di lui… “Derek… stai bene…?”

 

Il cavaliere fissò il fratello con circospezione… “Per la verità… stavo decisamente meglio prima di…”

 

“Ha ragione…” Intervenne Zel, dal lato opposto della sala, impedendo allo spadaccino di proseguire… “Le pareti di questo posto non sono più solide… non so se prima del nostro arrivo venissero mantenute in piedi con un incantesimo di Galdiar, ma…” La mano del mio amico stava saggiando un muro, con cautela… “… danno l’idea di volersi sgretolare da un momento all’altro… e se questo accadesse non ci sarebbero molte possibilità di evitare di finire sepolti vivi…” Ci rivolse un’occhiata, seria… “Dobbiamo sbrigarci ad uscire di qui.”

 

Annuii. “Bisogna cercare di capire come… la costruzione è circolare, e in nessuna sala abbiamo visto delle scale per…”

 

Non mi venne dato il tempo di terminare.

Un rombo basso, cupo…

…e il suolo… che cominciò a tremare.

 

“Che diavolo… AH!!!”

 

Le pareti avevano seguito il pavimento nella sua vibrazione… e a quanto pare il soffitto non aveva apprezzato quell’incitazione al movimento… un cumulo di grosse pietre, infatti, si era appena staccato da esse…

 

… e stava precipitando verso di me…

 

“Dannazioneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!”

 

“Lina!!! Lina, attenta!!!” Il mio amico spadaccino si precipitò nuovamente in mia direzione, mentre io, a causa del dolore e delle energie disperse con la Magia, non ero nemmeno in grado di muovermi… ma non avrebbe fatto in tempo… si era allontanato troppo verso suo fratello… e la roccia già incombeva su di me…

 

All’improvviso, però, il mondo prese a vorticare attorno a me… l’aria stagnante del sotterraneo sembrò prendere vita giungendo a sferzarmi il volto… e prima ancora che potessi rendermene conto, mi trovavo a metri dal suolo, sotto di me le pietre sfracellate, e accanto a me la figura che ora mi stava stringendo fra le braccia…

 

“Xellos!!!”

 

“Ehilaaaaaaaaaaaaaaaaaà!!!” Il demone mi rivolse un sorriso. “C’è mancato poco, eh, Lina –chan? A quanto pare l’energia dell’incantesimo che si è sprigionato dal corpo di Zel ha dato il colpo definitivo a questo edificio pericolante e…”

 

“FLARE ARROW!!!” Non so esattamente con quale forza… ma dalle mie dita un nuovo incantesimo riuscì a sprigionarsi… oh, nulla di molto potente, è chiaro… ma andò diritto al bersaglio. L’unico problema era che ovviamente la presa del mio ‘salvatore’ non poteva essere tanto salda, mentre evitava – con scarso successo, per dire la verità- che una freccia infuocata rovinasse il suo bel naso da demone…

… fu per questo che inevitabilmente mi ritrovai con il sedere al suolo…

 

“Lina!!!” Il mio amico spadaccino si inginocchiò al mio fianco. “E’ tutto a posto???”

 

“Aaaaaaaah, la mia povera schiena…” Mi lamentai, mentre la vena sulla mia fronte affiorava, immancabile, nei confronti del demone…

 

“Lina –chan…” Il Mazoku ‘atterrò’ davanti a noi, lo sguardo contrariato… “E’ questo il modo di salutare un vecchio amico…?”

 

“TI AVREI SALUTATO IN MODO MOLTO MIGLIORE SE SOLO FOSSI STATA AL PIENO DELLE FORZE, PEZZO DI…”

“Ehi, ehi, ehi…” Gourry mi afferrò per le spalle, trattenendomi con gentilezza... “Calma, Lina, che ti prende…?”

 

Il demone assunse un’aria ferita. “Lina –chan… lo sai che non avevo scelta… gli ordini sono ordini… non è dipeso da me, sai…?”

 

Il groppo creatosi nel mio stomaco dopo quella notte si stava velocemente sciogliendo in rabbia… “Ponila come ti pare, Xel, sei un traditore punto e basta!!! Cerca di non finirmi a tiro quando mi sarò ripresa, altrimenti…”

 

“Su, su…” Il solito sorriso sornione si apriva sulle labbra del demone… “…mi farò perdonare… sono qui proprio per darvi una mano…”

 

“E perché dovremmo fidarci?” Ora Zel ci aveva raggiunti, e squadrava il demone, sospettoso…

 

“E’ molto semplice, Zel…” Il sorriso del demone si rivolse alla chimera. “…Perché non avete altra scelta.”

Come a monito per noi, le sue parole furono seguite da un altro, sinistro, rombo.

 

“Ha ragione lui.” Sbottai, all’improvviso. Gli sguardi stupiti dei miei compagni si rivolsero verso di me. “Tempo mezz’ora, e qui sarà tutto raso al suolo… e noi non abbiamo ancora la più pallida idea di come uscire…”

 

“Ma Lina…” Iniziò la chimera…

 

“Non abbiamo tante alternative, Zel… e se lui ci può tirare fuori di qui, ben venga il suo aiuto. E’ l’unica possibilità che abbiamo…” Rivolsi un’occhiataccia al demone… oh, non che mi fidassi di lui, certo… ma era accaduto diverse volte che Xel ci avesse salvati… che ci fossimo serviti gli uni dell’altro… scarsamente dignitoso, forse… magari pericoloso, dal momento che non avevamo idea del perché agisse a questo modo… ma avremmo potuto chiederci il perché un demone tenesse a mantenerci in vita nel momento in cui la nostra pelle fosse stata al sicuro…

 

“Accidenti, perché ci dobbiamo sempre trovare in templi prossimi al crollo…? Servirsi dell’aiuto di un demone non è affatto giusto!!!” Si lamentò Amelia.

 

Xellos sorrise… quello che sembrava un sorriso sincero… “Saggia scelta, come sempre, Lina…” Mi rivolse un breve inchino, simile a quello che aveva indirizzato al mio antenato… prima di averle prese da entrambi… eh, eh… “Ora…” Proseguì il demone… “…troverete probabilmente interessante sapere che questa stanza ha una configurazione piuttosto simile a quella in cui è avvenuto il teletrasporto che vi ha condotti qui…”

 

“Uh…?” Le nostre teste si sollevarono al soffitto. Era vero… c’erano le arcate… e quelle strane aperture…

 

“E troverete ancora più interessante sapere che quelle aperture in realtà non sono altro che condotti per l’aria…”

 

Un altro rombo.

 

“Vuoi dire che percorrendoli ci troveremo fuori di qui…?” Chiese Zel, fissando alternativamente, con aria sospettosa, il demone ed il soffitto.

 

“Sì… sono un po’ ripidi forse… ma non dovreste avere problemi ad uscire…” Annuì il demone, in tono sicuro…

 

“Il problema sarà arrivare sin lassù…” Commentai, mentre Gourry mi aiutava a risollevarmi in piedi. “Dalle arcate sembra facile arrampicarsi fino all’imboccatura delle aperture… ma da qui non ci sono appigli per raggiungerle… ed io, sinceramente, dubito che sarò in grado di lanciare un altro incantesimo, per oggi…” E anche Sylphiel era fuori discussione… aveva già utilizzato troppe energie…

 

Lanciai un’occhiata speranzosa ad Amelia e Zel…

 

Zel scosse la testa. “Non contare su di me, Lina… non ho bisogno di provare per saperlo… me lo sento addosso che è come l’altra volta… per un giorno o due dalla trasformazione non sarò in grado di lanciare incantesimi, tanto meno di trasportare qualcuno con un Levitation…” Accidenti…

 

“Io… credo di farcela a trasportarmi fin lassù…” Disse Amelia… “Ma sono ancora troppo debole per pensare di portare qualcuno con me… e sicuramente non ce la farei a trasportare, anche a turno, tutti voi…”

Annuii. Ovviamente… inoltre… una soluzione come quella ci avrebbe portato via troppo tempo…

 

Dannazione, cosa potevamo fare…?

 

“Bé… se il problema è arrivare lassù potete sempre usare quella specie di argano…” Commentò Xellos, con una alzata di spalle…

 

Battei le palpebre. “Argano…?”

 

“Un meccanismo, di cui i maghi del Concilio si servivano per raggiungere le aperture e tenere sotto controllo le piccole creature che tenevano a riposare lì, senza metterle troppo in agitazione con la loro Magia…” Sorrise il demone. “Se aizzate, quelle creature possono risultare fastidiose, credo abbiate avuto modo di verificarlo piuttosto bene anche voi…”

 

Grandioso… speravo vivamente che nessuna di esse avesse scelto di restare nella sua casa per la villeggiatura estiva…

 

“E… dove si trova questo argano…?” Chiese Sylphiel, guardandosi attorno… 

 

Xellos si strinse nelle spalle. “Proprio dietro quelle colonne. Anche se vi avviso… si trova lì da prima che questa sede venisse abbandonata…”

 

“Da prima che…” Non terminai la frase. “…dannazione…” Imprecai, fra i denti.

“Pe… perché…?” Lo spadaccino mi guardò perplesso. “Che differenza fa, Lina…?”

 

“Testa di rapa…” Gli rivolsi un’occhiataccia. “Se è da molto che l’argano non viene sfruttato e tenuto sotto manutenzione potrebbe anche non essere più utilizzabile…”

 

Un… altro… rombo…

 

“Temo non ci resti altra soluzione che andare a controllare…”Concluse Zelgadiss, fissando con sguardo inquieto il soffitto… Pezzi di calcinacci stavano cominciando a staccarsi, e altre pietre simili a quelle che avevo evitato per un soffio crollavano qua e là al suolo… se c’era ancora qualche residuo di magia che teneva in piedi quell’edificio, non avrebbe resistito molto a lungo, questo era più che evidente…

 

 

L’argano effettivamente esisteva… se così si poteva definire… una specie di tavola di metallo dai bordi rialzati, e dall’aria piuttosto instabile… ai bordi, due lunghe corde malridotte si annodavano attorno a ganci di ferro da un capo, mentre l’altra estremità giaceva penosamente al suolo… in generale, l’insieme non aveva l’aria particolarmente sicura…

 

“Come… come funzionava questo coso…?” Chiese Amelia, ispezionandolo con aria perplessa…

 

“Probabilmente esisteva un meccanismo in cima all’arcata, che serviva a sollevarlo…” Derek studiò la struttura con aria nervosa… “Ho visto una cosa simile, una volta, nel covo di una banda di banditi…” Sollevò lo sguardo verso l’alto. “Le corde dovevano essere legate ad un gancio, lassù… forse il meccanismo funzionava con un sistema di contrappesi… in questo caso si potrebbe cercare di ricrearlo…”

 

Ancora un rombo…

 

“Uhm…” Meditai… “Gourry, dammi una mano ad arrivare fino alla ‘cabina’, per favore…” Il mio amico annuì, e mi trasportò, quasi di peso, davanti alla piattaforma in metallo… La ispezionai velocemente, saggiandola con le mani… “Sembra… che i ganci possano ancora reggere…”

 

Allontanando le mani dal metallo, mi misi a cercare furiosamente qualcosa dalle tasche del mio mantello…

“Uh…? Lina…?” Il mio amico si sporse su di me per vedere cosa stavo facendo…

“Ah! Trovata!!!” Estrassi da una di esse una lunga corda dall’aria decisamente più resistente di quelle che avevamo trovato legate al nostro ‘mezzo di trasporto’…

 

La sollevai, mostrandola agli altri. “E’ solo una, ma molto lunga… se la tagliamo a metà e con un pizzico di fortuna troviamo il gancio abbastanza vicino al bordo dell’arcata, sono sicura che ci può bastare!” Strizzai l’occhio agli altri.

 

Zelgadiss batté le palpebre... “Ma da dove hai tirato fuori quella roba?”

 

Gli rivolsi un sorrisetto furbo. “Fa parte dell’equipaggiamento di base… mai giocato ad un Gioco di Ruolo?”

 

“Un che…?”

 

“Ma, Lina –san…” Intervenne Amelia, con fare perplesso… “Anche se abbiamo la corda… come hai intenzione di fare…?”

 

Le rivolsi un sorriso. “Basta che tu ti porti fino in cima con la levitazione, Amelia… potrai far passare le corde attraverso il gancio e rimandarci uno dei loro capi, che legheremo alla piattaforma… quindi ti basterà legare il contrappeso all’altro capo e calarlo, e noi verremo trascinati su…”  

 

“Mmm…” Zelgadiss, alle mie spalle, scrutò la piattaforma… “Il tuo piano potrebbe anche funzionare, Lina… tuttavia dimentichi un particolare…” Mi lanciò un’occhiata. “Noi non abbiamo nulla di sufficientemente pesante da usare come contrappeso…”

 

Il mio sorriso si allargò. “E’ qui che ti sbagli Zel… ce l’abbiamo eccome!”

 

Qualche secondo di silenzio… solo pochi istanti…

…e quindi altre cinque paia di occhi si puntarono sulla chimera.

 

… e fu interessante la gamma di espressioni che lo sciamano fu in grado di mutare nel giro di cinque secondi… prima dell’esplosione.

“IO NON FARO’ ASSOLUTAMENTE UNA COSA DEL GENERE!!!!!!!!!”

 

 

…cinque minuti dopo stavamo assicurando uno dei capi di entrambe le corde, che Gourry aveva ottenuto con la sua spada, alla vita della chimera…

 

“Non avete alcun diritto di farlo…” L’espressione del mio amico, tuttavia, ormai era decisamente rassegnata…

 

“Suvvia, Zel…” Replicai, assicurandomi che il nodo fosse ben stretto. “Lo sai che non abbiamo alternative…” Lanciai un’occhiata sopra le spalle ad una certa principessa… “Non è così Amelia…?” La principessa colse il mio sguardo, e mi lanciò un breve sorriso d’intesa.

“Ovviamente…” Replicò. “…solo per il trionfo della Giustizia…”

 

A questo, la chimera sospirò. “Mi illudevo tanto di essere un personaggio serio…” Lo sentii mugugnare…

 

Sogghignando, lasciai la mia presa su di lui e mi rivolsi alla principessa. “Allora, hai capito, Amelia? Quando sarai in cima, Xellos ti darà una mano a sollevarlo… e poi, calatelo piano… non siamo certi di quanto siano realmente resistenti i ganci…”

 

“Oh, grandioso…” Commentò Zel, caustico. “Ci tenevo proprio a fare un volo di otto metri nel vuoto…”

 

Gli rivolsi un’occhiata di sostegno. “Coraggio… pensa a quanto ci sei utile così…” Gli strizzai l’occhio.

La chimera batté le palpebre. “Già… utile…” Scosse la testa, con un mezzo sorriso…

 

 

La salita di Amelia fu breve… in quanto a Xellos, gli bastò teletrasportarsi sulla cima, per aiutare la principessa… aveva dimostrato… di possedere forza, in quelle braccia… su questo… non avevo più dubbi…

“Spero solo che quel demone non abbia in mente scherzi…” Commentai a bassa voce, fissandolo con sguardo torvo…

Gourry, che mi stava ancora sorreggendo, mi lanciò una strana occhiata. “Mi sembra che Xellos ti innervosisca più del solito, Lina… è successo qualcosa…?”

“Niente di particolare…” Risposi semplicemente, senza guardarlo in volto…

 

Un altro rombo, stavolta più cupo.

 

“Lina –san… dobbiamo sbrigarci…” Sylphiel fissò le pareti, ansiosa… “Questi rumori non promettono nulla di buono…”

 

Annuii… eravamo sistemati sulla piattaforma, ormai… bisognava solo aspettare…

E la salita iniziò. Lenta, ondeggiante… ad ogni sussulto, temevo che la corda o uno dei ganci si sarebbe spezzato, facendoci precipitare al suolo… una prospettiva che decisamente non mi sorrideva… anche se questo non mi impedì di ridacchiare, quando incrociammo la chimera ed il suo sguardo…

 

 Un tonfo, alle nostre spalle… e l’intera sala parve tremare…

 

“Lina –san!!!” Sylphiel indicò il pavimento, dietro di noi, dove una grossa porzione di soffitto era appena andata a schiantarsi… e le pietre sopra di noi non sembravano promettere molto meglio…

“Amelia!!!” Gridai. “Veloci!!! Più veloci che potete!!!” Al diavolo la prudenza…

 

Le corde parvero stridere quando l’ultimo strattone ci trascinò al di sopra della pavimentazione… ma non c’era un minuto da perdere!!!

 

“Amelia!!!” Gridai, mentre Zel veniva risollevato da Gourry e Xellos… “Uno scudo magico!!! Il più potente che ti riesce ora…” Almeno ci avrebbe protetti da frammenti che potevano rallentare la nostra corsa… “… e speriamo solo che le uscite non siano ostruite…” Conclusi, cupamente…

 

E poi la corsa… la corsa disperata… I passaggi erano sufficientemente alti perché una persona potesse passarvi in piedi, ma ripidi, e maledettamente stretti… si faticava a passare in due, e Gourry ed io arrancavamo terribilmente, mentre il mio amico cercava di sorreggermi…

 

All’improvviso, un rumore secco, davanti a noi.

 

“Dannazione!!!” Imprecò Zel. Un grosso frammento di pietra si stava staccando proprio di fronte a noi…

 

“Luce!!!” Ma andò ben presto in frantumi, grazie ad un lieve supporto magico…

… con una piccola controindicazione…

 

“Mpf…” Fu il mio unico commento, il naso contro la pietra terribilmente dura del pavimento… “Si può dire che hai i riflessi pronti, Gourry…”

Il mio amico si inginocchiò al mio fianco… “Ehm… ti stavo sorreggendo proprio col braccio destro… non ho potuto farne a meno…” Lo spadaccino mi aveva lasciata improvvisamente per estrarre la spada, e le me gambe non avevano retto… con ovvi risultati…

“D’accordo, ti ucciderò quando saremo fuori di qui… per ora…” Battei le palpebre, senza terminare. “…CHE DIAVOLO STAI FACENDO???”

 

“Non abbiamo tempo da perdere, Lina.” Replicò il mio amico, laconico… Mi aveva appena sollevata fra le braccia… davanti a tutti…

“Lo… lo so, ma…” Sospirai. Aaaaaaaaaaaaah, ma se almeno Derek, dalle sue spalle, avesse smesso di guardarci a quel modo!!!

 

La corsa non fu particolarmente lunga, fortunatamente… grazie anche alla forte pendenza, trascorsero solo pochi minuti, prima che vedessimo la luce… un sole già alto, pareva… chissà quanto… eravamo rimasti chiusi la dentro…

 

“Aria… fresca…” Mormorai, chiudendo gli occhi contro la spalla di Gourry… la stanchezza sembrava essermi piombata addosso improvvisamente, nel momento in cui mi ero resa conto che… eravamo al sicuro…

 

“Bene, bene…” Una voce soddisfatta, alle nostre spalle, quando finalmente ci lasciammo alle spalle l’oscurità del tempio… eravamo usciti da alcuni cespugli su una collina poco al di fuori di Miilun, decisamente lontani dall’entrata del tempio… chissà che razza di strada avevamo fatto, in quel sotterraneo…

 

Ci volgemmo tutti verso la fonte della voce, perplessi. Xellos se ne stava in piedi, semi nascosto dagli arbusti, senza dare l’impressione di avere intenzione di uscire dal condotto… Il demone si limitò a sorridere, squadrandoci. “Ho fatto il mio dovere… e saldato un piccolo debito…” Mi lanciò un’occhiata.

 

Saldato… aveva detto…? Non ero particolarmente convinta…

 

“Non… non hai intenzione di uscire di lì…?” La principessa gli rivolse uno sguardo interrogativo.

 

Xellos sorrise, nuovamente. “Oh… certo che no… non ho la fortuna di potermi già riposare, IO… ho diverse faccende da sbrigare, là sotto… e la mia giornata sarà ancora lunga… molto… lunga…”

 

“Altre faccende…?” Amelia lo osservò, perplessa…

 

“Bé, ovviamente ciò che devo fare è un segreto, principessa, ma…” Inarcò un sopracciglio, con aria rassegnata. “…detta in tutta franchezza, preferisco aver guadagnato MOLTO su cui fare rapporto… per il momento in cui dovrò a spiegare a Xellas la mia fuga davanti a Van Goldgleam…” Inarcai un sopracciglio, reprimendo un sogghigno… Oh, povero caro…

 

Xellos sollevò lo sguardo, i suoi occhi di nuovo, come accadeva pressoché perennemente, sorridenti. “Ad ogni modo… è stato interessante… decisamente… interessante…” Ci squadrò ad uno ad uno, solo per un secondo… “… e sono certo che avremo modo di vivere molto altro, insieme…” La sua mano si sollevò, in segno di saluto, mentre la sua figura già iniziava a sparire, nell’ombra… “…e credo che questo accadrà… presto…” L’ultima parola si fuse col vento, mentre solo un lieve frusciare di vesti accompagnava la sua sparizione…

 

“E’… finita…?” Chiese Zel, dopo qualche secondo, rivolgendosi a nessuno in particolare…

 

Tirai un profondo sospiro. “Finita… come sempre…”

 

Il mio amico spadaccino mi pose al suolo al suolo e mi fissò… “Considerando che solitamente ogni finale ci caccia in guai più grossi… Suonava quasi come una minaccia…”

 

Ridacchiai. “Una vita avventurosa, no?”

 

E fu il sorriso di rimando di Gourry, ad accompagnare il calare delle tenebre su di me… tenebre calde, rassicuranti… quando finalmente potei concedermi… di perdere i sensi in tutta pace…

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Capitolo 11
*** Epilogo ***


Epilogo

Epilogo

 

I fuochi della festa risplendevano alle pendici della collina… luci di gioia, fra le bancarelle ricolme delle più varie meraviglie… nel profumo inebriante del famoso cinghiale arrostito di Moonearth, e dei dolci al miele e alla frutta…

 

Il Concilio era terminato. La città ora stava celebrando l’avvenimento con una festa vivace e grandiosa… e forse… forse c’era più ragione di festeggiare di quanto ciascuno dei pacifici abitanti di Miilun potesse anche lontanamente immaginare… perché la ‘malattia misteriosa’ che tutt’ora costringeva il Gran maestro a letto, lontano dalle luci della ribalta, aveva rischiato di trasformarsi in un morbo letale, assassino…

…diffuso…

C’erano tante cose di cui dubitavo, a quel punto… ma avevo pochi dubbi sul fatto che Ilmund il Verde ed i sopravvissuti del Concilio, dopo quella esperienza, ci avrebbero pensato due volte prima di reimbarcarsi in un impresa del genere…

… certo… se mai Ilmund avesse riacquistato la ragione…

 

Sospirai.

Me ne stavo sdraiata sul lieve pendio che declinava fino alle mura della città, dove risuonavano le musiche della festa… L’intero centro traboccava letteralmente di persone, per me era stato complicato persino giungere fino a lì dalla locanda… ma era appena fuori dalle mura che i festeggiamenti raggiungevano il loro culmine… Le delegazioni delle diverse città si erano impegnate per organizzare l’allestimento di stand e spettacoli, e i visitatori, incantati, nel camminare fra di essi vivevano per una notte il sogno di visitare in poche ore l’intero continente…

 

Era bello poter osservare quello spettacolo in tranquillità… e una fortuna, che la taglia sulla nostra testa fosse stata rimossa… un ‘regalo’ del vice Gran Maestro… molto probabilmente, una garanzia per il nostro silenzio… Silenzio… dovetti trattenere una risata… Lo spirito di uno stregone di nuovo in vita, un mago esperto d’armi che desidera farsi successore di un Signore dei Demoni… chi diavolo avrebbe creduto a quella storia…?

 

Già… Galdiar –san… avevo ripensato a mente fredda a ciò che gli era accaduto… chissà… cosa dovevo pensare di lui… di fronte ad Amelia ero giunta alla conclusione che la responsabilità di ciò che aveva fatto era stata solo sua… ma ora il tarlo del dubbio mi attanagliava… Galdiar aveva detto di essere in possesso di materiale che era appartenuto a Van… e se gli fosse accaduto qualcosa di simile a quanto era avvenuto a me…? Se il mio antenato avesse tentato di plagiarlo, per portarlo a compiere i suoi interessi…? Ma ciò che lasciava in me molti dubbi… era che Van non mi aveva parlato di quella storia… e tante cose potevo dire di lui… ma di certo non che non si trattava di una persona schietta… crudamente… schietta…

 

Sospirai, nuovamente. Quanto è facile costruirsi delle illusioni… potevo pensare ciò che volevo… la realtà era che non sarei mai stata a conoscenza della verità… quella era morta… insieme al mio maestro…

 

Chiusi gli occhi… improvvisamente… le luci dei fuochi… avevano preso a farli bruciare terribilmente…

 

Uno scoppio. Suoni di risa.

‘I fuochi d’artificio…’

 

Aprii nuovamente gli occhi, al cielo di Miilun… erano anni, forse, che non assistevo a quel genere di spettacolo… i colori, le forme nel cielo, mi ricordavano le notti di quando ero bambina… una pace… in grado di calmarmi…

La stelle… i fuochi magici…

 

…una bottiglia…?

 

“Eh?” Battei le palpebre un paio di volte, prima di rendermi conto che non si trattava di traveggole…

 

“Visto cosa ho trovato?” Un volto più che noto si affacciò alla mia vista, salutandomi con il solito, tranquillo, sorriso…

“Gourry…”

 

Il mio amico si sedette al mio fianco, porgendomi un sottile calice di vetro… “Era allo stand del tuo regno, Lina… non ho potuto non prenderlo… sarà già un anno che non ne assaggiamo, eh?”

 

“Vino di Zephilia!!!” Esclamai, guardando stupita l’etichetta… “Non pensavo proprio di trovarne qui!” La mia regione natale, Zephilia, ed in particolare la sua capitale, da cui io provenivo, erano note per i loro produttivi vigneti… e per l’ottimo vino, ovviamente… Gourry ed io ci eravamo recati lì, poco meno di un anno prima, in occasione delle festività per la vendemmia… e il mio amico aveva mostrato di apprezzare quanto me le ‘specialità locali’…

 

Lo spadaccino me ne versò un mezzo bicchiere, sorridendo… “Quantità ridotta, per i bambini…” Spiegò, con una strizzata d’occhio.

 

Gli feci la lingua. “Pensa per te… non sono stata io ad ubriacarmi, l’ultima volta…”

 

“Ma senti che impertinente…” Il mio amico mi pose una mano sulla testa, e arruffò i miei capelli con malagrazia, facendo sì che la mia frangetta oscurasse improvvisamente il mondo di fronte a me… “Sarò stato io l’ubriaco che la mattina dopo non si ricordava più di nulla, ma chi è che ti ha riportata a casa?”

 

“Gourry!!! Finiscila!!!” Lo allontanai, con altrettanta poca gentilezza… “Guarda come hai ridotto i miei poveri capelli…” Mi lamentai.

 

“Oh, sono certo che nessuno noterà la differenza…” Osservò lo spadaccino, con aria innocente…

Gli rivolsi la peggiore delle mie occhiate… “Come ti permetti di…”

Non ebbi il tempo di terminare. Un bicchiere venne improvvisamente premuto contro il mio naso. “Alla salute.” Fu la sua unica replica, accompagnata da un sorriso…

Sospirai, sollevando il mio bicchiere, e facendolo tintinnare contro il suo. “Alla salute… e speriamo che duri…” Aggiunsi, prima di appoggiare le labbra al bordo del calice a saggiare il sapore del vino, con la loro superficie… il liquido rosso intenso le accarezzò, forte e dolce, come sempre…

Quella bottiglia… conteneva buoni ricordi…

 

Il bicchiere del mio amico venne poggiato al suolo dopo un solo sorso… “Ehi, ehi… che cos’è questa ondata di pessimismo…?” La mano tornò ad essere appoggiata sulla mia testa, ma stavolta in modo estremamente gentile… “Mi pare così fuori del personaggio… non vorrai tradire le aspettative dei tuoi fan, vero…?”

Gli rivolsi un’occhiataccia. “Smettila di dire stupidaggini…” Anch’io poggiai il bicchiere, e tornai a sdraiarmi sull’erba… “E poi… chi ha parlato di pessimismo? E’ solo che qualcuno lassù si degna troppo poco di ascoltare le preghiere di una povera fanciulla indifesa che vorrebbe solo un po’ di pace… e quella fanciulla finisce sempre nei guai…” Assunsi un tono melodrammatico…

Il mio amico si unì a me, sul prato. “Qualcuno potrebbe replicare che quella sedicente fanciulla indifesa i guai se li va anche a cercare…”

Lo guardai storto… “Perseguitata e anche abbandonata dagli amici… che destino ingiusto, potrei decidere anch’io di gettare il mondo nel Caos…”

Gourry rispose al mio sguardo, senza lasciarsi scomporre. “Non credo proprio lo faresti… troveresti il mondo un posto decisamente noioso… senza più nessuna faccenda in cui immischiarti…” La sua mano batté lievemente sul mio stomaco…

Uh, uh, molto spiritoso…

 

Sospirai. “Ad ogni modo… che ci fai, qui?”

Lo spadaccino batté le palpebre… “In che senso…?”

Mi strinsi nelle spalle. “Avevi detto… che volevi parlare con tuo fratello, se non sbaglio…”

Lo spadaccino mi guardò per un momento, in silenzio… quindi sospirò… “Bé… la conversazione si è esaurita in fretta… il ritorno ad Elmekia è previsto per domattina…” La sua mano riprese ad accarezzare il mio stomaco, piano…

 

“Oh…” Potei solo commentare… Avrei voluto chiedere di più su quella conversazione… ma stranamente… la mia lingua pareva, per una volta, essersi seccata in gola… “…capisco…”

 

Un silenzio pesante cadde su di noi… ed era una cosa che accadeva raramente… Cioè, non che noi due avessimo continuamente parlato da quando avevamo cominciato a viaggiare insieme quattro anni prima, però… quel silenzio… era stato qualcosa di diverso… qualcosa di più… confortevole…

 

“E… allora…” Iniziai, stanca io stessa del mio mutismo… “Come hai fatto a trovarmi? Non avevo detto a nessuno che sarei venuta fino a qua…”

 

A quella domanda, il mio amico sorrise. “Vuoi saperlo…?” Le sue dita si sollevarono un momento, ad indicare le bancarelle, in fondo al pendio sul quale ci trovavamo. “Il vento tira da valle… direzione nord- est… verso di noi.” La sua mano tornò a poggiarsi sul mio stomaco… “La città è totalmente piena di persone… il paradiso del mago che desidera fare affari, certo…” Mi rivolse un mezzo sorriso… “… ma non del mago reduce da una dura battaglia, che vuole riposarsi…” Annuì, a conferma di quanto egli stesso stava dicendo… “Nonostante ciò…” Si piegò maggiormente verso di me… “… ci sono alcune persone che, anche dopo aver lottato con la Signora del Caos in persona, non troverebbero interessante il riposo, se non offrisse l’occasione di gettarsi in mezzo ad un po’ di confusione in cui si possa ficcare il naso…”

“Ehi…” Lo squadrai. “Di chi staresti parlando, scusa…?”

Il mio amico mi ignorò… “… e le colline appena fuori dalle mura sono il posto migliore per godersi la città indisturbati… il posto migliore per questo genere di persone…” Mi strizzò l’occhio.

Inarcai un sopracciglio, scettica. “Ok, genio… ma FORSE tu ti sarai accorto che Miilun è TOTALMENTE CIRCONDATA da colline…”

Il mio amico assunse un’espressione saggia… “Certo… ed è a questo punto che entra in gioco il vento…”

Battei le palpebre. “Il vento…?”

“Te l’ho detto, Lina, direzione nord –est… ed il tuo inconscio deve essersi automaticamente reso conto che questo è il punto strategico in cui si incontrano tutte le correnti ascensionali…” Il suo indice sinistro raggiunse la punta del mio naso… “… che trasportano gli effluvi dalle cucine dei migliori regni del continente…”

 

“Eh?” Inarcai un sopracciglio.

 

Ora che ci pensavo… la prima cosa che mi era venuta in mente, quando mi ero seduta lì… era che dalle

bancarelle in basso si spandeva un buonissimo odore…

 

Sospirai. “Che mente deduttiva, Gourry Gabriev… stai sviluppando un cervello, per caso…?”

Il mio amico mi rivolse un sorriso allegro. “Oh, no, Lina, sei solo tu ad essere molto prevedibile per me, per certe cose…” Ridacchiò lievemente… “Almeno quanto sei imprevedibile per tutto il resto…”

“Ehi, ehi, penso che ora potrei offendermi…”

“Non si trattava di un critica…” Mi rivolse un sorriso che mi fece lievemente arrossire… il suo naso si trovava a non molti centimetri dal mio, ora…

 

“Um… umph…” Mugugnai, distogliendo lo sguardo. “Ad ogni modo… non dovresti startene qui, ma a raccogliere le tue cose… domattina devi ripartire presto, lo sai…”

“C’è tempo… c’è sempre tempo…” Rispose il mio amico, in tono calmo… “… e poi, prima di partire… avevo bisogno di chiederti una cosa, Lina….”

“Eh…?” Mi volsi nuovamente verso di lui. Il tono della sua voce era insolitamente serio, ora… “Che… cosa, Gourry…?” Inarcai un sopracciglio.

 

Il suo volto si avvicinò in modo IMBARAZZANTE al mio… ma non ci feci al caso, al momento… la sua espressione, per una volta, era seria… decisamente, seria… “Solo questo…” Sospirò. “…tu… ora sei tranquilla, Lina…?”

 

Battei le palpebre. “Tranquilla…? Che intendi dire…?”

 

Il mio amico sorrise. “Da quando ci conosciamo, Lina, tu mi hai procurato guai di ogni tipo.” Fece spallucce. “Abbiamo lottato contro mostri di ogni genere, contro Signori dei Demoni… anche se non ricordo con esattezza le occasioni…” Sai che novità… “…e ci sono state diverse volte in cui siamo stati veramente vicini… a perdere la vita…”

Deglutii. “Uhm… Gourry…”

Il sorriso non scomparve dal suo volto, quando mi interruppe. “… certe volte molto stressante, probabilmente… ma un tipo di vita… interessante… dubito che vorrei mai cambiarlo…”

Eh…?

“Ma sai qual è una cosa che mi ha colpito particolarmente, nella nostra convivenza…?” Proseguì il mio amico, lasciando scorrere gentilmente l’indice lungo la mia guancia… “Il modo in cui… tu… hai reagito a tutto questo…”

 

“Io…?”

 

Lo spadaccino annuì. “… Non c’è stata una volta, Lina, in cui io non ti abbia visto lottare con tutte le tue forze… e alla fine di tutto, ripartire con il sorriso sulle labbra…” L’ammirazione… nel sua voce… in qualche modo mi lusingava… “Per quanto fosse stata dura, per quanta paura, o dolore tu provassi… l’energia per reagire non ti veniva di certo mai a mancare…” Sorrise. “… un’energia che sapevi trasmettere a tutti, Lina… tutti coloro che ti circondavano…”

 

“Gourry…”

 

“Quello che voglio chiederti ora, Lina, è…” La sua espressione tornò a farsi seria. “… anche adesso… è lo stesso…? Io… ho visto… la tua espressione… quando abbiamo incontrato il tuo maestro… e ho visto la tua paura, anche dopo che siamo usciti da quel sotterraneo…” Il suo volto si avvicinò al mio… “Per questo voglio chiedertelo, Lina… Dopo quello che hai vissuto qui… sei tranquilla come sempre…?” La sua fronte si appoggiò alla mia, facendomi arrossire nuovamente…

 

Adesso capivo…

Ciò che gli avevo detto nel sotterraneo… Galdiar, e Van Goldgleam… e forse… anche il mio nervosismo nei confronti di Xellos…

Quello zuccone… si stava preoccupando per me…

 

Tirai un sospiro, prima di rispondere… “Bé… E’ un discorso un po’ complicato, Gourry…” Ma forse… dato che riguardava me… noi… forse… sarebbe stato in grado di comprenderlo… “Vedi… io sono una persona decisamente diffidente, penso che te ne sarai accorto…”

Il mio amico annuì. “Non escludiamo nessun sospetto prima che l’indagine sia terminata… non è così, Lina…?” Mi rivolse un mezzo sorriso…

 

Già… quello era stato il mio motto, in tante delle situazioni che avevamo affrontato… a partire dalla questione di Rezo, sino all’esperienza con Phibrizo… e in seguito ancora di più… dopo quello che la mia scarsa diffidenza nei confronti di un bambino mi era costata…

 

“Il fatto è che…” Sospirai. “Noi cosa abbiamo degli altri, Gourry, se non le loro parole…?” Lo fissai negli occhi azzurri, in quel momento tanto vicini ai miei… “…gli esseri umani… sono creature inafferrabili, spesso incoerenti, o peggio… di una coerenza superficiale disarmante, a volte inspiegabile, di fronte alla varietà della loro esperienza, e delle loro interazioni…” Premetti la mia guancia contro la sua mano, che non si era ancora allontanata dal mio volto… il suo calore era così… confortante… “…Ma…” Proseguii. “…possediamo solo le loro parole, le loro azioni, per capirli… le nostre più approfondite ipotesi sulle motivazioni che possono spingerli non avranno mai la garanzia dell’assoluta certezza…”Mi strinsi nelle spalle. “Gli esseri umani fuggono… fuggono continuamente… come è possibile essere certi di capire…? E come è possibile fidarsi di qualcosa che non si può dominare… nemmeno con la mente…?”

 

“Però…” Fece il mio amico, lievemente interdetto. “… dominare qualcuno… completamente… significherebbe semplicemente controllarlo, non necessariamente fidarsi di lui… non è così, Lina? Avere fiducia non significa invece… almeno un piccolo salto nel vuoto…?” Mi guardò, con quell’aria un po’ ingenua che vestiva quando non coglieva esattamente il senso di un discorso… ed io non potei impedirmi di sorridere…

 

Gourry…

 

“Credo che tu abbia ragione, sai?” Scossi la testa. “Stranamente…” Gli rivolsi un sogghigno.

“Che vuol dire stranamente…?” La mano che si trovava al mio viso scese nuovamente al mio stomaco… e pizzicò, fastidiosamente.

Sussultai. “Gourry!!!” Scalciando, lo obbligai a rimuovere la mano.

Il mio amico mi rivolse un ampio sogghigno. “La grande Lina Inverse soffre il solletico…? Buono a sapersi…”

“Gourry…” Gli rivolsi la migliore delle mie occhiate minacciose…

“Come la mettiamo con la fiducia, ora che conosco uno dei tuoi punti deboli…?” Il suo sogghigno si allargò.

 

Gli feci la lingua. “Non ho mai detto che non mi fido di te…”

Il sogghignò gli morì sulle labbra… per tramutarsi in un sorriso… “E allora… cosa significava il discorso di prima…?”

Gli sorrisi, a mia volta. “E’ quello che penso, Gourry… niente più, niente meno… tuttavia…” Mi strinsi nelle spalle… “…come hai detto tu, si tratta di un salto nel vuoto… qualcosa che io, per quel che riguarda ciò in cui voglio credere, difficilmente scelgo di compiere… e nonostante questo…” Mi grattai il lato della testa, interdetta. “…nonostante questo, io, solo dieci minuti dopo averti incontrato, Gourry… ti avevo già rivelato il mio vero nome…” Feci spallucce, nuovamente. “Per quel che ne sapevo potevi essere un criminale o un rapitore, o una delle persone che mi stavano inseguendo per la statuetta… ma mi è venuto talmente naturale lasciare cadere la prudenza con te, che ho pensato solo in seguito a come in teoria il conoscere la mia identità avrebbe potuto aumentare il tuo potere nei miei confronti…” Scossi la testa…

 

Il mio amico mi sorrise. “Lina…”

 

“Ora che ci penso, forse la mia diffidenza e la mia avventatezza non vanno troppo d’accordo l’una con l’altra, o forse…” Il mio sorriso si allargò… “…forse ho davvero un buon occhio nel giudicare le persone, e le mie difese cadono da sole quando giudicano inutile la propria presenza…” Strizzai l’occhio… “…e non è assolutamente qualcosa di razionale… chiamiamolo piuttosto… intuito femminile…” Sogghignai, lievemente… “Qualunque cosa sia, però, sono contenta che in quel momento sia avvenuta…” Sorrisi. “…perché è stato bello riscoprire quanto sia piacevole una intera mezza nottata di sonno profondo, trascorsa senza dovere tenere costantemente un occhio aperto, anche se si è nel cuore di una foresta… è stato bello scoprire la sensazione del combattere schiena contro schiena con qualcuno e sentirsi totalmente al sicuro… ed è stato bello… avere per tanti anni la consapevolezza di avere al fianco una persona che non mi avrebbe mai tradita… semplicemente perché non restava con me con un particolare scopo, o un obiettivo finale a cui condurre la nostra relazione… ma esclusivamente per il piacere di farlo…” Esiste un altro motivo, altrettanto valido… che possa tenere insieme due persone…? Io pensavo proprio di no… Quello che stavo dicendo era probabilmente molto scontato… forse per noi più che mai, perché avevo la sensazione che quella fosse una consapevolezza che ci aveva sempre accompagnati, da quando avevamo iniziato a viaggiare insieme… ma sentivo comunque la necessità di darvi voce, una volta per tutte…

“E sai…” Proseguii “…sai qual è il motivo del mio atteggiamento, quello che tu stesso hai descritto, nei confronti della mia vita e delle mie battaglie…?” Gli sorrisi. “E’ semplicemente il fatto che io credo fortemente che anche per la vita sia così, Gourry… la vita è una compagna, un po’ capricciosa, forse… una compagna che raramente ci rivolgerà un sorriso, se noi non siamo i primi a regalarglielo… una compagna… che bisogna tenersi stretti non per qualche motivo a noi estraneo… ma semplicemente perché anche essa può regalarci… gioia…” Feci spallucce. “…forse è vero… che a noi esseri umani non molto è possibile… forse è vero… che non ci è concessa alcuna certezza… ma io credo che proprio grazie alla vita, a noi venga offerta una possibilità enorme…” Fissai per un momento i suoi occhi, che in quel momento apparivano stranamente illuminati di comprensione… “…quella di cercare.” Conclusi, sorridendogli. “E forse è proprio questo, il non avere già tutte le risposte pronte… a rendere la vita tanto interessante…” Mi protesi lievemente verso di lui… “Però… se fosse tutto qui, chissà, forse un giorno non mi basterebbe più… ma la vita non è solo un viaggio continuo e faticoso di ricerca… al di là delle risposte che si possono trovare… io sono convinta che abbia qualcosa di bello… di incredibilmente… bello… in SE’…” Il mio naso sfiorò il suo mento… “… e credo di dover ringraziare proprio quella fiducia che ripongo in te, Gourry… e quella che ripongo nei nostri amici… perché mi hanno aiutato a scoprirlo… ogni giorno sempre di più…”

 

“Lina…”

 

Al suono della sua voce, sollevai il volto per fronteggiare quello del mio amico. “… Perciò evita le tue domande stupide, cervello di medusa…” Conclusi, in tono provocatorio… “E’ OVVIO che sono tranquilla… perché qualunque cosa dovesse accadere… io non mi arrenderò alla rassegnazione… e non smetterò mai… di lottare per la felicità… mai…”

 

Credevo che il mio amico avrebbe raccolto la provocazione e che avrebbe sollevato una delle nostre solite, scherzose, liti… ma tutto ciò che rispose fu…

“Lo so…”

Battei le palpebre. “Eh…?”

Il mio amico mi sorrise. Un sorriso… dolce… “Lo ho sempre saputo…” Il suo volto affondò nel mio collo, mentre le sue braccia si allungavano a rinchiudermi in un abbraccio gentile… “…da quando ti conosco… è proprio questo che non ha mai smesso… di affascinarmi, di te…”

“Gourry…” Il mio volto doveva essere incandescente, a quel punto…

“Certo, Lina… non è… solo questo… però… quando sono al tuo fianco… io ho l’impressione di poter arrivare ovunque…” Le sua braccia mi strinsero più forte… “Ogni volta che ti vedo sorridere… la tua allegria… e la tua forza… mi rendono… felice… è anche per questo, Lina… è anche per questo che io… io ti…” Il cuore mi si fermò in gola… che… che stava cercando di dire… ora…?

 

Il mio amico sollevò il volto… fronte a fronte con il mio. “Lina… io…” Batté le palpebre. “…uh… Lina…?” Si bloccò. E temevo decisamente di sapere il motivo…

…in quel momento, stavo andando a fuoco. Non dovevo avere più un centimetro di pelle del volto del suo normale colorito… Ma il punto era un altro… cioè che, per una volta, non ero l’unica. Al momento, avevo tutta l’impressione di riflettermi in uno specchio… perché Gourry, dal mento sino alla punta delle orecchie, riluceva come un pomodoro maturo appena lavato…

 

Ci fissammo in silenzio per qualche secondo, e poi… e poi fu troppo per noi…

 

… ed ebbi l’impressione che le nostre risate corali potessero risuonare fino a miglia dal luogo dove ci trovavamo…

 

 

“Oh, dei…” Commentai, quando finalmente riuscii a ritrovare il respiro, e la forza di aprire bocca… “… che coppia di cretini… mi chiedo se ci capiterà mai di concludere un discorso seriamente…”

“Temo che sarebbe chiedere troppo… ho rinunciato quattro anni fa alla mia serietà… come tutti quelli che ti incontrano, del resto… “ Concluse il mio amico, con l’aria di chi la sa lunga…

“EHIEHIEHI, e questo che significa? NON SONO IO il cervello di medusa, qui… Chi è il meno serio fra di noi???”

“Chissà…” Rispose enigmatico il mio compagno, tornando a sorridermi… La sua mano destra tornò al mio volto, ma l’altro braccio non aveva mai abbandonato la mia vita… come del resto lui non si era spostato di una virgola…

Repressi un sorriso. “Uh, uh… lo sai che pesi, Gourry…?” Con scarso impegno, cercai di farlo spostare di lato… “Anche senza la sua armatura, un tizio con la forza di un troll e il cervello di un mollusco dovrebbe fare attenzione a non schiacciare col suo dolce peso una fanciulla delicata…”

Lo spadaccino sogghignò. “D’accordo, allora farò attenzione… non appena vedrò una fanciulla delicata…”

Gli rivolsi un’occhiataccia. “Ti conviene tenere a freno la lingua, Gourry… sono già abbastanza arrabbiata con te…”

Il mio amico batté le palpebre, perplesso. “Uh…? E perché…?”

“Perché sei un maledettissimo bugiardo…” Il mio sguardo non si fece più promettente…

Il mio amico mi fissò per qualche istante con l’aria di non avere idea di cosa stessi parlando… ma furono solo pochi secondi… quindi, un sorriso si disegnò sulle sue labbra. “Come… lo hai capito…?”

Gli rivolsi un sogghigno. “Chiama anche questo… intuito femminile…”

Il mio amico scosse la testa. “Ma io non sono bugiardo, perché…” Il suo naso premette contro il mio. “Io ho detto che Derek sarebbe partito domattina, ma… non che io sarei partito con lui.”

 

Non sapevo… cosa esattamente gli avesse fatto cambiare idea… ma me ne ero resa conto. Gourry non se ne sarebbe andato. Non se ne sarebbe andato… perché altrimenti… non avrebbe permesso alla conversazione che era avvenuta fra di noi di avere luogo… Gourry era ingenuo e zuccone… ma capiva piuttosto bene i sentimenti delle persone… e dopo quello che ci eravamo detti… anche un sasso si sarebbe reso conto che per noi sarebbe stato molto più difficile… separarci…

 

“Che cosa ti ha convinto, Gourry…?” Chiesi, dopo qualche istante di esitazione… “Che cosa ti ha convinto a non andare con lui…?”

Il mio amico si strinse nelle spalle, e sospirò lievemente… “Come ti ho detto, ho parlato con lui, Lina… gli ho parlato, e gli ho detto le mie intenzioni…” Mi rivolse un sorriso… triste… “Immaginavo già che avrebbe opposto resistenza, ma… lui mi ha detto una cosa, Lina… ha detto… che io ho il suo rispetto, ora…” Mi fissò, intensamente.

 

Derek… Derek aveva ammesso questo…?

 

“Tuttavia…” Gourry sospirò. “Ha aggiunto una cosa, a questo… lui ha detto che ho il suo rispetto, ma… che non ho… il suo perdono…” Il suo sguardo si incupì…

 

Gourry…

 

“Ha detto… non ora… forse mai… ma… ha bisogno di stare lontano da me… per capire…” La sua espressione assunse una sfumatura amara… “Ed ha aggiunto… che comunque rimane lui il legittimo erede del potere di mio padre…” Sospirò. “Forse… forse temeva che se fossi tornato… avrei rivendicato dei diritti su di esso, a causa della Spada di Luce…” Il mio amico fece spallucce…

 

Già… forse… Però… però c’era qualcosa che non mi convinceva, in questa spiegazione… Gourry non mi aveva detto di avere restituito a Derek la spada… ciò significava che il fratello gliela aveva deliberatamente lasciata… e allora… perché…

 

“Chissà…” Iniziò il mio amico, come se mi stesse leggendo nel pensiero… “Forse però possiamo trovare un altro motivo per l’agire di Derek…” Mi strizzò l’occhio. “Ad esempio… io sono convinto… che mio fratello avesse una gran fifa di te, Lina…”

Mi accigliai. “E questo cosa dovrebbe…”

 

Ma non mi fu dato il tempo di terminare… Perché proprio mentre stavo per rilanciare con una MIA ipotesi sulla decisione di Derek, una ipotesi che implicava cervelli vuoti ed esasperazione fraterna… due labbra intervennero ad interrompere il mio discorso… due labbra dolci, gentili…

…ed inequivocabilmente premute contro le mie…

 

Mi irrigidii. OVVIAMENTE mi irrigidii. Vi pare carino fare una cosa del genere all’improvviso??? Al di là del fatto che… non era… male… Vi pare carino???

 

Ero ancora immobile, quando lo spadaccino si allontanò lievemente da me e mi fissò con l’aria del condannato a morte in attesa della sua pena…

“Uh… Lina…?”

 

Fu allora che decisi. Se dovevo morire di vergogna… sarebbe stata una morte piacevole.

E fu forte di questa consapevolezza che lasciai scorrere le braccia attorno al suo collo… e che risposi.

 

“Li… Lina…”

“Non… dire… niente…”

Un mormorio, forse una velata minaccia…

E per qualche secondo, l’oscurità ed il silenzio coprirono totalmente al mondo la nostra presenza in quel luogo… Silenzio… avremmo davvero avuto bisogno d’altro…? Perché quella sera ci eravamo detti molto… ma non tutto… e allo stesso tempo… sapevo che… ogni cosa che fosse stata taciuta… era già nota alle nostre menti, più di quanto esse forse avrebbero mai ammesso… non importava… non importava che fosse nascosto… quello che ci bastava trasmetterci con uno sguardo, per capire…

 

Le labbra dello spadaccino si allontanarono dalle mie, per andare a riposare sulla mia guancia, e la mia tempia… “Lina…” Ripeté, con un filo di voce…

 

Sospirai, e non potei reprimere un sorriso, abbandonandomi contro di lui… “Quattro anni…” Mormorai, semplicemente…

 

“Quattro…” Ripeté Gourry, in un sussurro… “… cinque… o sei… che importanza può avere…? E’ così che doveva andare… perché è così che è andata, in modo del tutto naturale… nessuno ci corre dietro, Lina… questa… è una cosa che riguarda soltanto noi…” Un altro bacio, lieve, sulla mia mascella… 

 

Sogghignai. “Attento a quello che dici… in un futuro potresti pentirtene…”

“Oh, non c’è alcun problema…” Il tono dello spadaccino era divertito… “Alla peggio… dirò di non ricordarmene…”

“Io non metterei a repentaglio la mia vita in modo così stupido, sai…?”

Lo spadaccino ridacchiò. “Di QUESTA frase vedrò di ricordarmi…”

 

 

Chissà… chissà se Derek aveva immaginato come sarebbe andata a finire, impedendo a suo fratello di tornare con lui… forse… probabilmente… si trattava solo di un illusione piuttosto stupida, visto il tipo di persona… però era bello pensare… che potesse averlo fatto… per la felicità (modestamente…) di Gourry… una stupidaggine… ma nessuno poteva impedirmi… di sperarlo…

 

 

“Lina…” Mi apostrofò lo spadaccino, a bassa voce… “E… per quella faccenda… del tuo ritorno a Zephilia…?”

Sogghignai. “Te ne ricordi ancora…? Che miracolo…”

“Lina…”

Ridacchiai. “La sai una cosa, Gourry? Io… non credo che mi fermerò… non credo che mi fermerò mai…”

Lo spadaccino sospirò. “Questa… è una buona notizia…”

 

Le musiche della festa stavano già cessando di risuonare nell’aria fresca della notte estiva di Miilun… i fuochi già cominciavano a spegnersi, mentre l’oscurità avanzava… ma anche fra le tenebre più accecanti… ormai sentivo che la mia luce mi era accanto… e l’avrei tenuta ben stretta… perché era ciò che di più importante avevo…

 

 

Una risposta interessante… nipote…

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando mi svegliai, la luce insistente dell’alba di Miilun parve voler offendere i miei occhi…

 

‘Uuuuuuuuuuh… ci siamo addormentati qui…?’

 

Il mio corpo era avvolto da un piacevolissimo tepore… fatta eccezione per il mio naso, esposto all’aria del mattino, da cui pensai per un attimo di poter vedere pendere delle stalattiti… Tuttavia mi bastava spostare lievemente il braccio, per sentire come il mio mantello fosse totalmente impregnato della rugiada della notte… forse… per le mie ossa non era stata un’ottima scelta, quella di fermarsi lì…

 

 

“Ma guardala… ed io che mi stavo preoccupando per lei…”

 

 

Spalancai gli occhi. Un’ombra era improvvisamente calata a privarmi del mio sole mattutino… Un’ombra dalla forma terribilmente familiare…

 

“Ve la state prendendo comoda… o sbaglio?”

 

“Zelgadiss!!!” Colta di sorpresa, raccolsi tutta la mia dignità, nel tentativo di rialzarmi… Ma il braccio dello spadaccino, che ancora mi cingeva la vita, mi impedì qualsiasi movimento… con il risultato che ricaddi sul biondo addormentato con un tonfo pauroso, che tuttavia parve non turbare minimamente il suo sonno…

“Gourry, accidenti a te!!!” Sbottai rossissima in volto...

 

La chimera mi rivolse un sorriso, al colmo del divertimento… “Oh, ma fate con calma… volevo solo avvisarti, Lina, che questa mattina Amelia, Sylphiel ed io volevamo partire, ma non immaginavo che Gourry fosse con te… non volevo certo disturbare i due piccioncini…” Il suo ghigno si allargò.

 

“PICCIONCINI UN ACCIDENTE!!!” Aaaaaaaaah, quel maledetto si stava vendicando di quello che lo avevo costretto a fare per uscire dal sotterraneo!!! Non lo avrei mai perdonato!!! “Gourry, dannazione, apri quegli occhi!!!”

 

Lo spadaccino, scosso improvvisamente dal suo sonno, batté le palpebre un paio di volte, per mettere a fuoco il mio volto… e quindi…

“Uh… nonna… solo altri cinque minuti…”

 

“COME MI HAI CHIAMATO????????????”

 

“Ok, ok…” La chimera ridacchiò, agitando la mano in segno di noncuranza… “A questo punto direi che ve la lascerò sbrigare da soli…” Era da tempo… che non lo vedevo così divertito… “Noi altri siamo alla locanda… raggiungici… appena avrai finito di sventrarlo…” Con un ghigno, da orecchio a orecchio, la chimera si allontanò, lasciandomi fumante di rabbia, accanto al mio compagno…

 

“Uh… Lina…” Lo spadaccino mi lasciò andare, per prendersi la testa fra le mani…

Allungando la mano, rimossi le dita dai suoi occhi, e gli rivolsi la peggiore delle mie occhiate… “E così ora mi riconosci, mmm…?”

Gourry sospirò… “Bé… non vedo chi altri potrebbe mettersi ad urlare in quel modo, di prima mattina…” Un lieve sorriso… gli si disegnò sulle labbra…

“Cervello di medusa…” Sospirai, a mia volta. “Coraggio, gli altri ci aspettano… senza contare che al momento ho decisamente FAME…” Stiracchiandomi, mi alzai in piedi.

 

Lo spadaccino, alle mie spalle, mi imitò, ripulendosi dall’erba che gli si era attaccata ai pantaloni… Quindi, quando già mi stavo avviando lungo il sentiero che discendeva lungo la pendice della collina… “Ehi… Lina…” Mi apostrofò.

“Che c’è…?” Mi voltai, battendo le palpebre.

Ma Gourry non mi rispose. Si limitò a raggiungermi e… imprevedibilmente , inaspettatamente, si chinò per darmi un bacio.

‘Eh?’

 

Non fu molto lungo, per la verità… non ebbi nemmeno il tempo di reagire in qualche modo…

…ma quando si allontanò da me, restammo per qualche secondo, in piedi, a fissarci…

 

Battei le palpebre… “Bé?” Chiesi, interdetta… che gli prendeva, adesso…?

Lo spadaccino tirò un profondo sospiro di sollievo. “Ah, bene…” Replicò in tono decisamente sollevato. “Se si fosse trattato solo di un sogno… ora sarei già morto…”

 

Ed una GROSSA goccia di sudore scese lungo la mia tempia…

“Accidenti a te…” Potei solo commentare… “Per un momento ho pensato che ti fossi scordato tutto…”

Lo spadaccino si avvicinò nuovamente e mi stampò un bacio affettuoso sulla fronte… “Oh, no… ci sono cose che non potrei mai dimenticare…” Replicò, in tono allegro. “… Anch’io ci tengo a sopravvivere, sai…?”

 

 

 

Venti minuti dopo, ci trovavamo di fronte alla locanda, pronti per i saluti…

 

Le braccia piene del cibo che mi ero fermata ad acquistare in una bancarella sulla strada, mi guardai attorno, studiando perplessa i volti dei miei compagni di viaggio… mancavano due persone, all’appello…

 

“Derek –san è partito questa mattina all’alba, Lina –san…” Mi spiegò, Sylphiel, che mi si era avvicinata, sistemando i legacci della borsa che portava in spalla… La ragazza aveva deciso all’ultimo momento di tornare insieme ad Amelia verso la città di Sailune, e stava radunando le sue cose in tutta fretta, per evitare di ritardare la partenza della principessa… “Ha detto che aveva già parlato con Gourry e non voleva incontrarlo…” Mi lanciò un’occhiata… “Però…”

 

Sollevai lo sguardo sullo spadaccino, che stava aiutando Zel a caricare alcune borse sui cavalli che gentilmente la guardia reale di Sailune aveva concesso ai nostri amici… offerta che io e Gourry avevamo declinato… da viaggiatori senza meta che eravamo, i nostri piedi erano più che sufficienti…

 

“Io… credo che sia tutto a posto, Syplhiel…” Replicai. Ero convinta di quanto sostenevo… non potevo pensare che a Gourry facesse piacere che suo fratello se ne fosse andato senza una parola di saluto… ma lo spadaccino quella mattina era calmo e sereno… lo stesso Gourry che avevo sempre conosciuto prima dell’arrivo a Miilun…

 

“Ma…” Iniziò la sacerdotessa.

“E Amelia che fine ha fatto, Sylphiel…?” La interruppi. “Da quando sono arrivata qui non la ho vista da nessuna parte…” Mi guardai attorno, nuovamente…

 

“Amelia è andata a congedare la Guardia Reale…” Fu Zel a rispondermi. Lui e Gourry si erano avvicinati alle mie spalle, i cavalli ormai pronti…

Sylphiel annuì. “Ha detto che doveva dare alle guardie qualche ultimo ordine, prima di lasciarle andare… ma credo tornerà presto…” Rivolse un sorriso, a me e Gourry. “Se volete posso andare a chiamarla per voi, mentre vi sistemate…”

Ricambiai il sorriso. “Grazie, Sylphiel, sei gentile…” Mi rivolsi alla chimera, con aria interdetta. “Ma perché Amelia avrebbe deciso di non tornare insieme alla sua scorta…?”

 

Zelgadiss si strinse nelle spalle. “Ha deciso che preferisce non essere scortata da un esercito di guardie che la farebbero riconoscere ad ogni angolo, e fare il viaggio con Sylphiel e me, come la volta scorsa…”

 

Inarcai un sopracciglio, con un sogghigno. “Oh… a quanto pare qui QUALCUNO ha deciso di tornare a Sailune…”

La chimera mi indirizzò un’occhiataccia. “Le accompagno e basta, Lina… le accompagno, e poi… si vedrà…” Fece spallucce.

Gli sorrisi. “Si vedrà cosa?”

La chimera sospirò. “Credo… di dover dare un po’ di ordine alla mia vita…” Si strinse nelle spalle. “E di dover pensare definitivamente a che cosa voglio fare… per questa faccenda della cura…”

Già… Zel doveva essere perfettamente consapevole… di quanto scarse fossero le sue possibilità di ritrovarla, ormai…

 

“Nessun rimpianto, Zel…?” La mia espressione era seria, ora…

La chimera mi fissò, per un secondo. Quindi scosse la testa. “E’ andata a questo modo… perché era l’unica soluzione possibile…” Incrociò le braccia al petto. “E poi…” Proseguì. “…c’è una cosa, di cui mi sono reso conto, in tutta questa faccenda…” Mi rivolse un’occhiata… gentile… “Non sono l’unico… ad avere problemi… il mondo è PIENO di problemi… anche se…” Sogghignò. “Dovete concedermi che io risalto… per il mio fascino da eroe tragico…”

Una goccia di sudore scese lungo la mia guancia… “Se hai voglia di fare dello spirito non devi stare poi tanto male, Zel…”

La chimera ridacchiò. “In realtà… penso solo che sia ora di finirla di piangermi addosso… se cominciassi a godermela un po’ di più, forse… la mia vita da chimera comincerebbe ad apparirmi decisamente migliore…”

Sorrisi. Sapevo che quella non era una rinuncia… e mi faceva piacere… sentire da lui quelle parole…

 

“Alla peggio, se cambi idea, basterà fare qualche ricerca nell’albero genealogico di Lina, Zel…” Una mano mi batté lievemente sulla testa. “Voglio dire, non può essere UN SOLO parente, se è ridotta a questo modo…”

Rivolsi un’occhiataccia al colpevole. E il maledetto era serio, mentre diceva quelle cose… “Gourry… DIECI MINUTI…  ti chiedo solo DIECI MINUTI senza stupidaggini…”

 

La chimera ridacchiò… “E tu, Gourry?” Passò lo sguardo da me allo spadaccino... “Nessun rimpianto? Perché ho idea che tu ti sia preso una bella gatta da pelare…”

Rivolsi la PEGGIORE delle mie occhiate allo sciamano, arrossendo come un peperone. “A CHE COSA TI STAI RIFERENDO???”

La chimera ghignò. “A nulla di particolare… perché, ti sei sentita chiamata in causa…?”

Accidenti a lui!!!!!!!!!!!!!

Anche lo spadaccino ridacchiò. “Immagino…” Mi fissò. “…che il gioco valga la candela…” Concluse poi, rivolgendomi un sorriso…

Inarcai un sopracciglio, con un sogghigno. “Un consumo di cera indubbiamente prezioso, il tuo, Gourry Gabriev… attento a non scottarti…”

“Non credo.” Replicò il mio amico, con calma. “Ormai ho fatto troppo il callo alle Palle di Fuoco…”

E a quella replica io ed i miei amici ci guardammo reciprocamente in volto… e scoppiamo a ridere come tre cretini… Fino alle lacrime… fino a che non mi sembrò che il mio stomaco volesse uscirmi dalla bocca, per i sussulti…

 

Amici… Non avrei trovato altre persone… con cui gioire a quel modo…

 

 

“Ehi… che prende, a voi tre…?”

 

Battei le palpebre, volgendo le spalle per incontrare… “Amelia!!!”

La principessa mi sorrise. “Lina –san… è giunto il momento, eh?”

Annuii. “Decisamente… e, personalmente, ho idea che non vorrò rivedere questa città per un po’ di tempo…”

 

A quell’affermazione, Amelia si accigliò. Eh…? Che le prendeva…? “Lina –san…” Iniziò la mia amica in tono contrariato… “… il fatto che tu non voglia tornare a Miilun NON SIGNIFICA che dobbiamo perderci di vista, capito??? Se io ho retto alla energia del Caos, tu potrai anche resistere per una settimana fra le mura impestate di Magia Bianca della mia città…” Condì l’affermazione con un’occhiata minacciosa che ricordava una delle mie…

 

Scossi la testa, con un sorriso… Amelia… “D’accordo, d’accordo…” Agitai la mano, mascherando alla meglio il sogghigno che si stava allargando sul mio volto… “Ma sappi che le cucine reali dovranno essere PRONTE ad accogliermi…”

 

Un’espressione di puro terrore si disegnò sul volto della principessa… “Uh… cercherò di tenerlo presente…” Commentò con voce un po’ tremolante…

 

“Povera Amelia… è brutto ereditare un regno senza più risorse finanziare…” Commentò una voce alle mie spalle…

Ed io non evitai un calcio nello stinco allo spadaccino fautore di quella poco delicata osservazione…

 

 

“Amelia…” Esordì Zelgadiss… “Quando vuoi andare, i cavalli sono pronti…”

La principessa sorrise alla chimera. “Grazie, Zel… non vedo l’ora di arrivare a casa…” Ci rivolse un ultimo sorriso… “Allora…”

 

“… a presto…” Terminai per lei, stringendola in un abbraccio…

 

“E voi due… voi due che farete…?” Zel ci squadrò, l’ormai perenne sorriso alla Xellos stampato sul volto…

 

Gourry ed io ci scambiammo un’occhiata… ma fui io a rispondere. “Domanda sprecata Zel…” Gli strizzai l’occhio. “Come al solito… non ne abbiamo la più pallida idea!”

La chimera sorrise. “Qualunque cosa sia…” Fece spallucce… “Spero che ci faccia rincontrare presto…” Ci pensò un po’ su… “Ok… se riguarda qualche Signore dei Demoni magari no…”

Gli sorrisi. “Sarai il primo della lista, Zel…” Mi limitai a commentare…

 

Quella che suonava DECISAMENTE come una minaccia…

 

 

 

In silenzio, Gourry ed io restammo a guardare i nostri compagni allontanarsi… Solo quando furono spariti all’orizzonte, mi decisi a prendere la parola…

“Che aspetti…?” Strizzai l’occhio allo spadaccino, dandogli una sonora pacca sulla schiena. “La marcia aspetta anche noi, forza!”

“Ehi, ehi…” Una mano posta sulla mia testa frenò il mio entusiasmo. “E allora, dov’è che andiamo questa volta?”

Una goccia di sudore scese sulla mia tempia. “Ho appena risposto alla stessa domanda da parte di Zel, cervello di medusa, ma mi ascolti quando parlo?”

Il suo volto si avvicinò al mio, un ampio sorriso stampato sopra. “Oh, certo che ti ascolto, Lina, ma la frase con cui hai risposto a Zel è stata pronunciata con l’espressione del tipo ‘nella mia chioma rossa sta frullando qualche idea MOLTO avventata di cui non posso ancora metterti al corrente…’” Mi diede un lieve bacio sulla punta del naso, che ovviamente mi fece arrossire… era inutile, non ci avrei mai fatto l’abitudine…

 

“Uh, uh…” Mi grattai la testa. “Effettivamente… una mezza idea circa la nostra destinazione ce l’avrei… un certo posto di cui Zel mi ha parlato…anche se non ne sono pienamente convinta… perché ho idea che per noi umani si tratti di un luogo piuttosto pericoloso…” Già… il Confine… un luogo misterioso… ma decisamente interessante, alle orecchie di un mago…

Lo spadaccino sorrise. “Il luogo migliore in cui andare a ficcare il naso, insomma…”

Gli rivolsi un’occhiataccia… “Apprezzo molto la tua ironia… davvero…” Sospirai. “Ad ogni modo…” Mi strinsi nelle spalle. “Suppongo che potremo anche decidere strada facendo…” Gli strizzai l’occhio.

 

“Come sempre…” Annuì lo spadaccino.

“Come sempre.” Confermai, con un sorriso.

 

Alcune porte ci si erano chiuse alle spalle, altre aprivano strade immense di fronte a noi… ma non avevo più paura di perdermi… qualunque cosa fosse accaduta, adesso sapevo a cosa appigliarmi… appigliarmi, senza fermarmi… perché la vita continuava… e così la speranza… la speranza che, di quel fiore meraviglioso che si trovava di fronte a me, alla fine del viaggio…

…avrei scoperto un giorno il nome…

 

 

 

Fine ^^

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