§ Amore e Psiche §

di Violetta_
(/viewuser.php?uid=45478)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bellezza ***
Capitolo 2: *** La solitudine di Matsuri ***
Capitolo 3: *** L’amante misterioso ***
Capitolo 4: *** L’avvertimento ***
Capitolo 5: *** L'incontro con le sorelle ***
Capitolo 6: *** l'inganno delle sorelle ***
Capitolo 7: *** Matsuri infrange la promessa ***
Capitolo 8: *** Le sorelle vengono punite ***
Capitolo 9: *** Venere ***
Capitolo 10: *** Inutili preghiere ***
Capitolo 11: *** La prima prova ***
Capitolo 12: *** la seconda prova ***
Capitolo 13: *** La quarta prova ***
Capitolo 14: *** La terza prova ***
Capitolo 15: *** Cupido fugge dalla sua prigione ***
Capitolo 16: *** La determinazione di Matsuri ***
Capitolo 17: *** Non mi fido di te ***
Capitolo 18: *** Possibili cambiamenti ***
Capitolo 19: *** Karura ***
Capitolo 20: *** Fiducia ***
Capitolo 21: *** La più bella storia. ***



Capitolo 1
*** Bellezza ***


Bellezza


Ci fu un tempo, in una splendida città, in cui vi erano un re e una regina. Essi avevano tre figlie bellissime, ma mentre la bellezza dalle prime due si poteva degnamente lodare con parole umane, così non era per la minore, che possedeva una bellezza celeste, tanto che ogni tentativo di descrizione risultava quasi un affronto.
Essa era pura e innocente, con dei splendidi capelli castani e due occhioni neri da cerbiatta, aveva un carattere mite ed ingenuo, ed era curiosa di tutto ciò che la circondava.

Chiunque nel regno, dai poveri contadini ai raffinati nobili, si soffermavano a contemplare tale meraviglia quasi fosse una dea…

I forestieri diedero alito a queste dicerie e presto in tutti i regni, si sparse la voce che quella splendida fanciulla superava in bellezza persino la dea Venere, in poco tempo folle di pellegrini sempre più numerose si attrezzarono per compiere lunghi viaggi, sfidando mari e monti pur di godere della vista di tale meraviglia, nessuno si recava più a Konoha o ad Atene o a Citera per visitare i santuari di Venere, e nessuno faceva più sacrifici in suo onore, i suoi templi erano abbandonati e nessuno celebrava più le sue festività. Ma in compenso, tutti veneravano quella fanciulla al pari di lei.
Quando la vergine usciva innocentemente per le strade, veniva circondata di ghirlande, gioielli e altre delizie, lei ne era contenta, ma, quasi non rendendosi conto della sua bellezza, si comportava sempre con gentilezza e con modi dolci e garbati.
Non passò molto tempo che Venere venne al corrente di tutto, e disgustata da ciò cominciò a lamentarsi.

<< Com’è possibile che io, la Magnifica Karura, conosciuta da tutti i mortali come le Splendida Venere, venga paragonata ad una comune mortale? Come può una mocciosa insignificante competere con la dea della bellezza? >>

Mentre parlava, pensava già a una degna vendetta, a come rendere inoffensiva quella sciocca mortale.
Un ghigno malefico s’impossessò del suo splendido volto, chiamando a gran voce il figlio alato, costui era un cattivo elemento, che, irrispettoso della morale, andava in giro per le case armato di arco e frecce, profanando i letti nuziali e dando vita a unioni sacrileghe, insomma non combinava mai nulla di buono.
Karura gli si avvicinò aizzando il lato più oscuro del suo carattere.

<< Gaara, figlio mio… >>

Se lo strinse al seno fingendosi angosciata.

<< Figlio mio, sangue del mio sangue, ti ho chiamato perché ho un bisogno urgente dei tuoi servigi >>

La dea gli raccontò ogni cosa mentre lui l’ascoltava senza lasciar trasparire nessuna emozione del suo viso.

<< …Quindi ti imploro, figlio mio amato, di vendicare la tua adorata madre, troppa vergogna sta sporcando il nostro buon nome, quindi, se proprio vuoi farmelo questo favore, ti prego di far innamorare questa mortale dell’uomo più brutto e disgraziato della terra, affinché lei ne ricavi solo vergogna e prole guasta >>

Lo staccò dal suo grembo materno baciandolo a lungo. Poi gli porse l’arco e le frecce.

<< La ragazza è conosciuta in tutti i regni col nome Matsuri >>

Lui annuì e dopo un’impercettibile inchino volò oltre i cancelli dell’olimpo.

§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§

La dea della bellezza, soddisfatta del lavoro compiuto, si recò sulle rive del mare, dove ad attenderla c’era una maestosa conchiglia con all’interno la più preziosa tra le perle, la dea poggiò il roseo piede sul guscio per poi adagiarsi sulla perla, mentre il mare, con le sue dolci onde, la copriva con un delicato velo di seta per ripararla dal sole, appena la dea diede l’ordine, la conchiglia si mosse e cullata dal mare si diresse verso l’oceano.




Image and video hosting by TinyPic


Il disegno di Amore e Psiche (Gaara x Matsuri version) è di gabychan91 (deviantart) alias Dark Gaara (efp)

(Ho dovuto modificare il disegno x ragioni di capitolo, come avrai visto) (riguardo gli altri 2 disegni li ho trovati in rete)

§ BUON SAN VALENTINO §

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La solitudine di Matsuri ***



La solitudine di Matsuri




Intanto sul mondo molto tempo era trascorso.
Matsuri diventava sempre più bella ma da ciò non ne traeva nessun vantaggio, perché nessuno, non un re, non un principe, nemmeno un plebeo veniva a chiederla in sposa, tutti si limitavano a guardarla e a lodarla.
Le sorelle, la cui bellezza era sempre passata inosservata, si erano sposate con due principi dei regni vicini, quindi la povera ragazza era rimasta vergine e sola, nel magnifico castello paterno, lì trascorreva le giornate a struggersi nel dolore e non trovava pace, se non quando si recava sulle sponde del fiume, dove incontrava Delia la sua adorata cerva albina, nonché animale sacro di Venere.

§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§

Il padre della sfortunata fanciulla, non riuscendo a spiegarsi il perché di tanta solitudine e temendo l’ira degli dei andò a consultare l’oracolo Neji, uomo dai poteri straordinari, grazie agli occhi capaci di vedere il futuro e comunicare con gli dei, Venere compresa.
Il vecchio re dovette offrirgli svariati doni, tra i quali: oro, gioielli, cibi squisiti, e non contento,
molte vittime, solo allora l’oracolo, dopo un rito propiziatorio, disse al re:

<< Fra tre giorni vesti la tua figliola con abiti nuziali e ponila sulla cima della montagna più alta del regno, non aspettarti un genero di umana stirpe, ma un drago, talmente crudele e malvagio a essere temuto da Giove stesso, e sappi che le nozze di tua figlia non saranno felici… ma nozze di morte >>

Il re, con le lacrime agli occhi, si recò nel suo castello e riferì tutto alla sua regina e poi, omettendo molti particolari, anche alla sventurata figliola, per tutti e tre i giorni i due poveri genitori non fecero che piangere e lamentarsi.
Allo scadere del terzo giorno, la madre della povera Matsuri, in lacrime, le fece indossare un magnifico abito bianco, ma la coprì con un velo nero, con il cuore pieno di tristezza, i tre si diressero verso il monte più alto del regno, accompagnati dal lugubre suono dei flauti e dei tamburi.
Tutto il regno era in religioso silenzio, molti piangevano per la perdita di tale meraviglia …

Arrivati nel punto scelto, Matsuri s’incamminò verso quello che in realtà era il suo funerale, il padre le diede un delicato bacio sulla fronte, mentre la madre la strinse saldamente a se urlando.

<< NO NON LO ACCETTO! OH DEI MISERICORDIOSI E POTENTI, PRENDETE ME AL SUO POSTO!!! >>

Fu la stessa Matsuri a rassicurarli, racchiudendo le mani della madre tra le sue.

<< Madre, ascolta la mia supplica, perché vuoi prolungare la mia vita infelice? E perché rendere ancora più terribile la vostra vecchiaia? Questo è il premio per la mia bellezza e, se questo è il volere divino, io non posso far altro se non accettarlo, quindi vi prego, non vi angustiate e siate felici >>

I genitori piangenti la lodarono per la sua maturità, poi se ne andarono lasciandola sola.
La povera Matsuri, dall’alto, poteva vedere l’intero regno che pregava per lei, nonostante questo, si sentiva mostruosamente sola, strinse le braccia al petto e, scacciando via un’amara lacrima, attese.

§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§

Intanto, non molto lontano da lì, Cupido aveva già preparato la freccia, quando vide la fanciulla coperta dal velo attese il momento propizio: strinse meglio l’impugnatura nella mano sinistra, mentre con la destra aveva già teso l’arco, avvicinò la freccia al viso e chiuse un occhio mentre con l’altro prendeva la mira.
Matsuri continuava a guardarsi intorno spaesata, tremava come una foglia, un soffio di vento gelido la fece voltare, portandosi via il velo scuro, lei alzò gli occhi al cielo nel tentativo di recuperarlo, ma ormai la stoffa era andata perduta.

Gaara si bloccò spalancando occhi e bocca, il vento le aveva portato via il velo e ora potava vedere quella ragazza in tutta la sua magnificenza: sguardo spaesato, guance imporporate dal freddo, movenze eleganti …
Abbassò l’arco continuando a guardarla, poi si ricordò della sua missione ed osservò quello che avrebbe dovuto averla come moglie, lo guardò con astio: capelli corti dietro e lunghi davanti neri, faccia bianca da pesce lesso, occhi del medesimo colore dei capelli e quel nome che gli faceva venire la nausea: Sasuke.
No quella ragazza meritava molto di più, la voleva, DOVEVA essere sua…

Il suo più stuzzicante capriccio

Matsuri continuava a tremare come una foglia, tutto il regno era tornato nelle loro case, e ora anche i genitori si stavano allontanando, scoppiò in un pianto disperato finché Temari, la dea dei venti, non inviò lo Zefiro a cullarla e a conciliarle il sonno, mentre il vento delicatamente, la trasportava in una bellissima valle fiorita poggiandola su petali di rose e di violette.




Ringraziamenti
preferite (o.O ma di già?)

1 - Dark Gaara
2 - RuNami 4 ever
3 - Samirina

seguite
1 - Dark Gaara
2 - GreedFan
3 - VaMpIrA89

recenzioni
Dark Gaara: spero di continuare su questa strada ^^... grazie a me? GRAZIE 1000 A TE che hai realizzato 1 capolavoro con pochissimo preavviso! grazie grazie grazie!!!

martychanfantasy: eeeh se non faccio qualche errore non sono io!!! vediamo di rimediare... comunque grazie della rece, fammi sapere come ti pare questo capitolo.. ciau^^

VeggyILoveyou: XP come ti ho già detto Matsuri non è 1 dea... purtroppo pre lei (IO TI ODIO è_é ND Matsu) ^^''' eddai non te la prendere.... comunque grazie della rece, spero di non averti delusa ciai ciao!

Samirina: grazie Samy... e non preoccuparti se non noti qualche aggiornamento, capita! ciui!






Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L’amante misterioso ***


L’amante misterioso


Quando Matsuri di destò, si guardò intorno impaurita, chiedendosi come aveva fatto a raggiungere quel luogo meraviglioso, profumato e pieno di delicati fiorellini.
Si alzò facendo cadere qualche delicato petalo viola dal dolce grembo, e si incamminò verso un boschetto di pini e abeti, proseguendo, i suoi occhi si spalancarono per la meraviglia: dinanzi a se vi era un giardino ancor più bello di quello dove si era risvegliata, pieno di farfalle, scoiattoli e altri animali meravigliosi, sulla sinistra una luminosa sorgente di acqua cristallina scorreva per finire in un delizioso laghetto.
Ma ciò che la meravigliò di più fu vedere un castello proprio vicino a quelle acque, curiosa si avvicinò sulla soglia: si vedevano due colonne di marmo pregiatissimo con dei bellissimi disegni ornamentali orientali, di fronte, una porta d’oro che si aprì all’istante appena lei si avvicinò. L’interno era ancora più maestoso: le mura d' oro pregiato ricoperte di quadri e il pavimento pieno di mosaici coi tasselli d’oro, zaffiri, gemme preziose e quant’altro sparse ovunque, andando avanti si accorse di una grande vastità di strumenti musicali e vasi preziosi, rimase estasiata alla vista di un’arpa degna di un dio.

<< /Ma dove sono capitata? Che posto è questa meraviglia?/ >>

Un pensiero la turbò.

<< /E perché non c’è nessuno a custodire questi tesori?/ >>

D’un tratto sentì delle voci femminili ma non vide nessuno.

<< E’ lei vero? >>
<< Sisi non ci sono dubbi! È proprio lei! >>

Matsuri, spaventata, si girò di scatto.

<< Chi… chi siete? E cosa volete da me? >>

Una suadente voce maschile s’infiltrò nelle sue orecchie.

<< Non aver paura, e non stupirti di tutte queste meraviglie, tutto ciò che vedi è tuo, le voci che senti sono le tue ancelle pronte a servirti qualsiasi cosa tu voglia … và a riposare le membra in camera da letto, e delizia il tuo corpo con un bagno e gli oli profumati, poi quando avrai finito di curare la tua persona, ti spetterà un sontuoso banchetto >>

§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§

Matsuri, non sapendo che fare, decise di seguire il consiglio della voce, andò in camera e si adagiò sul morbido letto dove cacciò via tutta la stanchezza, poi si recò in bagno dove si vide viziare dalle ancelle, che non poteva vedere, con oli profumati, petali di rose e il dolce suono di un flauto.
Appena usci dal bagno coperta da una candida veste, si recò in sala da pranzo dove assaggiò le più squisite delizie, le pietanze erano come mosse dal vento, mentre lei riposava la mente col dolcissimo suono dell’arpa seguito da un coro di voci melodiose.
Giunta la sera, Matsuri si recò nuovamente in camera da letto, dove si fece cullare dal dolce vento tiepido.

§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§

Ma a notte fonda un leggero rumore la fece destare.
Era sola nel suo pudore di vergine e si mire a tremare di paura: non vedeva nulla accecata dall’oscurità, ma riuscì a sentire una presenza che entrava nel suo letto, sentì due mani accarezzarle le cosce per poi risalire con decisione, riuscì a bloccarle appena in tempo.

<< C..chi sei? >>

Lui non rispondeva e le accarezzava lievemente il viso, Matsuri si chiuse a riccio.

<< T…ti prego, dimmi chi sei ho paura! >>

Una mano si posò sulla sua testa.

<< Sono il tuo sposo >>

Matsuri spalancò gli occhi riconoscendo la voce che aveva sentito in quella giornata, si sentiva un po’ più serena, ma ancora mille domande la tormentavano.

<< Il mio sposo… io non pensavo che sarei diventata la consorte di qualcuno… >>

Gaara, che poteva vederla, le sfiorò il viso.

<< Invece è così, tu sei la mia sposa, padrona di questa casa e di tutti i suoi tesori >>

Detto questo ricominciò a scrutare il suo corpo ma venne nuovamente bloccato.

<< Qual è il tuo nome? >>
<< Non posso rivelartelo
>>
<< Permetti almeno ai miei occhi di posarsi sul tuo viso-
<< Non posso fare neanche questo, devi rinunciare alla tentazione di sapere la mia identità
>>
<< Ma…
>>

Gaara le bloccò le labbra con le sue in un suadente bacio, Matsuri dapprima cercò di opporsi poggiando le mani sul petto di lui e spingendo con forza, ma l'unico risultato fu sentirsi i polsi bloccati al livello delle spalle, vedendo che era tutto inutile si arrese.
Lui iniziò a percorrere tutto il suo corpo con dei baci dolci e lascivi, con le mani tastava i fianchi perfetti della ragazza, che dal canto suo sfiorava timidamente quei pettorali scolpiti e lisci, per poi giungere al viso delicato, s’irrigidì quando il ragazzo le tolse il delicato abito di seta, per la vergogna si coprì il dolce e candido seno, ma il ragazzo le prese piano i polsi bloccandola al letto, rimase incantato dai suoi occhi resi enormi dalla notte e dal viso imporporato.
Prese a baciarle il seno con baci dolci e languidi, posando delicatamente le labbra sui capezzoli per poi scendere alternando del lievissimi morsi, mentre la ragazza, ormai rapita da quelle attenzioni, gli toccava i capelli soffici, senza che se lo aspettasse le tolse le mutandine pronto ad allargarle le gambe, lei lo abbracciò tremante.

<< Ho paura, ti prego. Ho tanta, tanta paura! >>

Gaara le accarezzò dolcemente la schiena.

<< Non ti preoccupare, non averne >>

La distese guardandola negli occhi, Matsuri cercò di aguzzare la vista troppo curiosa di scorgere almeno gli occhi del misterioso ragazzo, improvvisamente sentì un dolore lancinante e non poté fare a meno di stringere le gambe e gettare un urlo, Gaara la vide afferrare saldamente le lenzuola mentre piccole lacrime le incorniciavano in viso, rallentò le spinte in modo da procurarle meno dolore, piano piano lei cominciò a calmarsi sentendo uno strano calore invaderle tutto il corpo, quando il dolore placò del tutto si mise a fissare i meravigliosi occhi di lui che però la evitavano sfuggenti.
Gaara avvicinò la bocca in modo che lei potesse baciarlo, cosa che fece massaggiandogli la schiena di seta, le spinte ripresero velocità procurando ad entrambi piaceri indicibili seguiti da gemiti, e dolci abracci, Matsuri gli accarezzava i morbidi capelli dandogli dei delicati baci sul collo, inebriata del suo profumo, Gaara la lasciava fare entrando in lei con maggior foga, la ragazza non poteva vederlo, ma anche le candide ali avevano iniziato a muoversi incontrollabili, come le gambe della ragazza del resto... ormai era al culmine... un urlo, e poi pace.

§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§

Pochi attimi dopo il giovane uscì delicatamente permettendole di coricarsi su un lato, ansante e distrutta, qualche minuto dopo lei si girò alla ricerca del suo sposo che si avvicinò per farsi abbracciare.
Gaara la vide addormentarsi quasi subito, si mise a sedere per poter esplorare ogni centimetro del suo corpo, l’alba crudele stava cominciando a farsi annunciare e il dio dell’amore non poté far altro che rimboccarle le coperte, saziarsi un’ultima volta delle sue labbra per poi sparire.





Image and video hosting by TinyPic

Ringraziamenti:

Preferiti:

1 - Dark Gaara
2 - RuNami 4 ever
3 - Samirina

Seguite:
1 - Dark Gaara
2 - GreedFan
3 - sofypolly
4 - VaMpIrA89

Recensioni:

forgottentears: 6 pregata di andarti a fare 1 ricerca per capire la differenza tra critica costruttiva e inutili offese grazie.

Samirina: Grazie, si in effetti è impossibile resistere a quel bel bocconcino XD (
Amy_Rose: Grazie infinite del bel complimento!

Dark Gaara: XD si Sasuke mi è venuto naturale descriverlo! invece ero indecisa x quanto riguarda l'oracolo su Neji e Itachi, alla fine ho scelto il primo, grazie mille x la rece ciao!

halinor: davvero mi trovi migliorata? Wow splendido! grazie!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** L’avvertimento ***


L’avvertimento



L’indomani Matsuri si svegliò convinta che quello successo la notte precedete fosse soltanto un sogno, finché non vide le lenzuola sporche: non sapeva praticamente nulla delle conseguenze del sesso, che tra l’altro era giudicato in molti casi volgare e proibito, e pensando di aver scatenato qualche ira divina non poté fare a meno di gettare un urlo e piangere.
Le ancelle accorsero subito la giovane sposa e porsero le loro cure per la violata verginità: la portarono in bagno dove, con la spugna, le massaggiarono le membra.

<< Perché non riesco a vedervi? >>
<< Perche il nostro signore ci ha ordinato di non farci vedere >>
<< Posso conoscere almeno i vostri nomi? >>

Le voci stettero in silenzio per qualche minuto, poi parlarono.
La prima voce era molto pacata e timida.

<< Il mio nome è Hinata >>
<< Che bel nome, esprime tanta serenità >>

La seconda aveva la voce squillante e allegra.

<< Il mio nome invece è Ino >>
<< Anche il tuo è un nome molto bello … posso chiedervi … chi è il mio sposo? >>

Ino prese la parola.

<< Purtroppo, non ci è permesso parlarle di questo >>

Matsuri abbassò lo sguardo sconsolata.

<< Capisco >>

Finita la cura del corpo, Matsuri si recò in riva al ruscello.
Con suo grande stupore incontrò Delia, la sua adorata cerbiatta, che iniziò a curare ed accudire con la stessa cura di un tempo.


§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§


Quella sera, l’uomo misterioso si ripresentò nel suo letto possedendola per poi sparire il mattino dopo, ciò accadde quasi tutte le notti per molto tempo, e, alla fine, il cuore di Matsuri cedette alle dolci coccole del suo sposo invisibile.
Una sera, dopo essersi saziati entrambi del corpo dell’altro, Matsuri gli chiese:

<< Perché non posso vederti? >>
<< Mi spiace, ma è un mio ordine, e adesso ascolta: un terribile destino si abbatte su di te, le tue sorelle angosciate dalla notizia della tua morte sono partite per cercarti, presto saranno qui … ti prego di non rispondere ai loro lamenti e di non farle venire in questo luogo, se lo farai mi arrecherai tanto dispiacere e per te sarà la fine >>

Matsuri, spaventata, promise che non avrebbe accolto le sorelle nel palazzo.
Ma il giorno dopo, ritrovandosi come ogni volta, sola e abbandonata sul letto, non poté fare a meno di struggersi in lacrime.

<< Allora son proprio morta! Prigioniera in questa cella dorata, senza poter avere contatti con nessuno e senza il conforto delle mie sorelle >>

Le lacrime e i lamenti si facevano sempre più strazianti, quel giorno non mangiò e nemmeno la sua adorata cerbiatta riuscì a placare il suo animo, la sera l’accolse che era ancora in lacrime.
E così che la trovò il giovane dio, venendola a trovare prima del solito avvolgendola tra le sue braccia, lei si divincolò rannicchiandosi ancora di più nell’angolo del grande letto.
Gaara la guardò lievemente irritato.

<< E’ così che accogli il tuo sposo? È questo il modo di mantenere le tue promesse? Non fai altro che struggerti e piangere, e non trovi pace nemmeno tra le mie braccia >>

Lei continuava a singhiozzare incurante delle parole dello sposo, che sospirò rassegnato.

<< Fa quello che vuoi, segui il tuo cuore e invita le tue sorelle, ma sappi che te ne pentirai e quando lo farai, sarà troppo tardi >>

Lei dopo un attimo di sorpresa si girò entusiasta.

<< Davvero posso? >>
Lui tentennò per un momento <<…Si >>

Gli si buttò tra le braccia baciandolo tutto, sul viso, sulla fronte, sul collo.
Fecero l’amore con rinnovato entusiasmo.


§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§


Finito l’amplesso lui le ripeté l’avvertimento:

<< Ma se tu cederai alla tua curiosità di sapere sul mio aspetto, questo luogo di delizie svanirà, cadrai nella rovina più nera, e non potremmo più godere dei nostri amplessi notturni >>

La ragazza scattò mettendosi a sedere, era certa di averlo davanti.

<< NO questo mai! Preferirei cento volte la morte, piuttosto che rinunciare a fare l’amore con te, che sei diventato la mia ragione di vita >>

Lei abbassò lo sguardo parlando con una punta di vergogna.

<< Sai … mia madre sosteneva che il giovane più bello della terra è Cupido … ma … io sono convinta che tu sei ancora più bello amore mio, non m’importa più di vederti, io ne sono convinta >>

Lei non poté vederlo, ma Gaara fu piacevolmente sorpreso della risposa.
Il cuore del giovene dio stava iniziando a pulsare in modo diverso, a provare sensazioni diverse.
La notte trascorse tranquilla.


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** L'incontro con le sorelle ***


L’incontro con le sorelle


L’indomani Matsuri si svegliò euforica non vedeva l’ora di vedere le sorelle, che, angosciate, erano salite in cima al colle dov’era stata rapita e si lamentavano a gran voce per la loro sventurata sorella.
Lei corse fuori dal palazzo.

<< Perché vi struggete e vi angosciate tanto per me? Io sono qui, e non vedo l’ora di riabbracciarvi >>

Allora la dea Temari, col suo ventaglio, chiamo nuovamente lo Zefiro perchè conducesse le due sorelle da Matsuri.
Ci furono baci e abbracci a non finire, seguiti da interminabili lacrime di gioia, Matsuri condusse le sorelle a palazzo dove le ristorò prima con un bagno e poi con un lussuoso banchetto accompagnato dalle dolci melodie del coro.
Purtroppo ad un certo punto una delle due cominciò a fare domande chiedendo con insistenza chi fosse il padrone di tutte quelle meraviglie, chi era suo marito e che aspetto avesse.
Matsuri, non volendo venir meno al giuramento, disse che il marito era un bel ragazzo, un ricco ereditiero discendente da famiglia borghese, prima che lei in qualche modo potesse tradirsi, fece richiamare lo Zefiro che portò via le sorelle cariche di doni preziosi.
Appena giunsero nel regno paterno, le due si misero a parlare della condizione della sorellina minore.

<< Ma l’hai vista Zari? Noi ci straziamo nel dolore e lei vive come una regina in un palazzo magnifico >>
<< Già, è servita e riverita, ed ha uno sposo bellissimo, a quanto sostiene lei, mentre noi ci dobbiamo accontentare di uomini ormai troppo vecchi e malati >>
<< Il mio non fa altro che lamentarsi dei suoi reumatismi, e il nostro letto è diventato freddo e vuoto >>
<< Lo stesso vale per me, che devo fare da balia ad un brutto bavoso … Sari, quella sciocca non merita tutte quelle meraviglie, è la minore delle tre avuta da un grembo ormai esausto, noi ci meritiamo di meglio! >>

Tuono così la donna, mentre la sorella gemella la guardava con interesse.

<< Oh! Sorella mia, cos’hai in mente? >>
<< Dobbiamo impossessarci di tutti quei tesori, guarda quella furbetta, che ci ha donato alla fin fine? Qualche gioiello e un po’ di denari, niente a confronto di quello che c’è in quella reggia!>>
<< Hai ragione, che miserabile!!! Per non parlare del modo in cui ci ha cacciato >>

<< Quindi ascolta il mio piano… non mettiamo al corrente nessuno né dei preziosi né di nostra sorella… soprattutto ai nostri genitori!!! >>

Un vento gelido le colpì.

<< Dannato vento proprio adesso! Si sta facendo tardi, sorella mia, torniamo dai nostri mariti, nelle nostre squallide case…-
<< Hai ragione, domani, con calma, decideremo sul da farsi >>


§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§


Erano passati pochi giorni dalla visita delle sorelle, e Matsuri non aveva fatto altro che parlarne al suo sposo.

<< Sono state così premurose, e mi hanno fatto sentire meno sola… grazie, grazie davvero per avermi concesso di vederle amore mio >>

Lui si mise a sedere sfiorandole la delicata spalla.

<< Matsuri, mia sposa, la tua felicità mi fa piacere … ma un pensiero mi rattrista: non vedi che il nemico è in agguato? E che la sventura verrà proprio tramite le tue sorelle? >>
<< No questo non puoi dirlo, loro sono le mie sorelle, sangue del mio sangue, non mi farebbero mai soffrire >>

Lui sospirò.

<< Quelle arpie vogliono solo la tua disgrazia! Vogliono indurti a scoprire il mio aspetto, e tu ben sai quali sarebbero le conseguenze, quindi ti chiedo, di stare in guardia e di non cedere all’ingenuità, la stessa che deriva dal tuo carattere dolce e puro >>

Lei chinò la testa e lasciò scivolare le piccole lacrime sulle guance.

<< Perché non ti fidi di me? Eppure hai avuto più e più volte prove della mia fedeltà, ti prego, lasciamele rivedere >>

La ragazza sentì un sospiro e la morbida mano sfiorarle il viso.

<< Te lo concedo, mia diletta, ma ti esorto sempre alla prudenza… anche perché, presto non saremo più in due. Infatti in questo grembo, fino a ieri di bambina, sta crescendo una creatura: di stirpe divina se saprai mantenere le tue promesse, mortali se le infrangerai >>

Matsuri spalancò gli occhi, si toccò il ventre sentendo l’orgoglio di madre crescere dentro di se.

<< Stirpe divina? Ma allora, amore mio… tu sei un dio! >>

Lui le pose un dito sulle labbra.

<< Matsuri… >> pronunciò il nome con tono di rimprovero << non cercare di farmi dire altro >>

Lei si mise a sedere.

<< Si, lo so, perdonami… >>

Le diede un bacio.

<< Devo andare… >>

Lei lo afferrò per la mano.

<< Così presto amor mio? L’alba è ancora lontana  >>
<< Non preoccuparti, tornerò presto >>

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** l'inganno delle sorelle ***



L’inganno delle sorelle



Le parole del dio si mostrarono veritiere, infatti i lamenti delle sorelle non tardarono a farsi sentire, e Matsuri con tutta la sua ingenuità, le accolse con feste e abbracci.
Fece fare loro un bagno ristoratore, coprendole con vesti morbide e preziose, per poi allietarle con i dolci canti degli uccellini nello splendido giardino.

<< Oh sorelle mie! Ho da darvi una lieta notizia, aspetto un bambino! E di stirpe divina per giunta >>

Le due sorelle ammutolirono, verdi d’invidia, e soprattutto sorprese nel sapere la discendenza divina.
Zari prese la parola.

<< Oh sorella mia! La notizia ci ha davvero sconvolto dall’emozione! Col tuo permesso ci rechiamo in bagno per sciacquarci il viso >>
<< Sorelle mie! Siete così buone, certo andate pure >>

Appena arrivate in bagno le sorelle decisero sul da farsi.

<< Ma come? Prima ci dice che il marito è solo un borghese, e ora ci dice che è un dio? >>
<< Shhh parla piano, questo spiega tutto! Le ancelle invisibili, i cibi trasportati dal vento e tutte le altre meraviglie >>
<< Già… e se continua così, stai a vedere che in poco tempo anche lei diventerà una dea! E allora chissà come riderà di noi!!! No, dobbiamo evitare che succeda >>
<< Giusto, ma come? >>
<< Ti ricordi la predizione dell’oracolo Neji? Sfruttiamo quella! >>
<< E in che modo…? >>
<< Tu non preoccuparti e reggimi il gioco >>
 
Tornarono nella stanza grondanti di lacrime.

<< Sorelle mie! Non vi commuovete così! Altrimenti piango anch’io >>
<< Sorella, non puoi immaginare quanto siamo felici! E chissà a chi somiglierà se a te o al tuo sposo! >>
<< Bhè ecco… >>
<< A proposito, ma chi è costui? >>
<< Ecco lui… >>
 
La povera ragazza non ricordava cosa aveva detto la volta precedente, cercò in mille modi di deviare il discorso … ma loro erano così insistenti, che alla fine la poverina cedette.

<< Io non conosco il volto del mio sposo … non posso vederlo pena l’abbandono >>

Quelle parole furono musica per le sorelle.
Sbiancarono fingendosi preoccupate e turbate.

<< Che avete sorelle mie? Perché ora questo silenzio >>
<< V… vedi dolce Matsuri, eravamo contente per la tua gravidanza, ma ora, dopo quello che ci hai detto... sappiamo che sei in grave pericolo! >>

Lei si spaventò.

<< Perché dite così? >>
<< Oh dolce sorella, l’oracolo Neji, aveva predetto a nostro padre… che il tuo sposo non sarebbe stato di umana stirpe, ma un orribile drago, tanto crudele, che ti divorerà una volta data alla luce la tua creatura! >>
 E l’altra sorella << Tu ci hai detto di non conoscere il suo aspetto, oh cielo! Che orrore! Per tutto questo tempo hai condiviso il letto con un’orribile bestia! >>
 
Matsuri era molto pallide e tremava come una foglia.

<< Non è possibile… >>
<< Devi fuggire da qui! E l’unico modo per farlo è… >>
 
Zari alzò la voce apocalittica.

<< Devi scoprire il suo volto, e munita di un’affilata lama uccidere quell’essere immondo! >>
<< Ma io ho promesso… >>
<< Vuoi continuare a unirti ogni notte ad un orribile animale? Vuoi essere sbranata senza poter accudire il tuo bambino? Sempre se la creatura che ti porti dentro abbia forma umana >>
<< Tu puoi continuare a fare quello che vuoi… noi il nostro dovere di sorelle devote l’abbiamo fatto >>
<< Adesso dobbiamo tornare nelle nostre case… però sai, ci piacerebbe portare qualche dono ai nostri mariti ed ai nostri amati genitori, che a proposito, ti salutano felici >>
Matsuri, tremante e spaventata, le ricoprì di doni per poi guardarle andare via trasportate dallo Zefiro.




Capitolo dedicato a Dark_Gaara. Ti adoro gioia mia!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Matsuri infrange la promessa ***


Matsuri infrange la promessa

 

Quella sera Matsuri si preparò per la notte, munendosi di qualche precauzione.

 

Arrivato il momento, sentì il suo sposo avvolgerla tra le braccia.

Fecero l’amore e la ragazza cercò di celare il suo terrore e il suo disgusto, il pensiero di un drago che la possedeva, la faceva urlare dentro.

A notte fonda si accertò che lo sposo stesse dormendo, dovette faticare molto per farlo, piano, senza far rumore, impugnò la lama e accese una torcia.

 

Deglutì prima di sollevarla sul suo volto, e, quando lo fece, quale fu la sua meraviglia!

 

Cupido, il dio dell’amore, era disteso sul letto dormiente.

Matsuri lo guardò a lungo: i morbidi capelli rossi, come la passione, il segno che gli venne impresso sulla fronte quando era ancora in fasce, gli occhi chiusi circondati da un alone nero, le guance rosee, le labbra, che molte volte le avevano fatto toccare il paradiso, rosse e lievemente gonfie per i tanti baci, il collo liscio, il petto possente e muscoloso che sembrava scolpito nel marmo, quasi contrastava coi lineamenti gentili del viso.

Scese con lo sguardo arrossendo quando esso si posò sulla virilità del ragazzo, risalì con lo sguardo ammirando le lunghe ali angeliche, che, nonostante fossero immobili, le ultime piume, leggere e morbide, vibravano verso la punta, quasi spinte da un palpito.

 

Ad un tratto si accorse che teneva ancora la lama in mano, vergognandosi per quello che stava per fare, la gettò lontano, e l’occhio cadde sull’arco e le frecce che era solito portare, spinta dalla curiosità, si avvicinò a quei meravigliosi oggetti impugnando una freccia, che quasi per punizione, penetrò sul suo dito pungendola: fu così che l’amore di Matsuri verso Gaara, già presente nel suo cuore, crebbe a dismisura.

 

Si avvicinò al dio iniziando a baciarlo con baci languidi e lascivi, senza mai saziarsi di quella passione.

 

Ma, mentre la ragazza si abbandonava a quel dolce piacere, una parte dell’olio della lanterna, maligno, quasi geloso della ragazza, venne a cadere sopra il dio, che si svegliò per il dolore lancinante.

Di fronte all’evidente tradimento, la guardò deluso e amareggiato, iniziando a spiccare il volo, la povera Matsuri cercò in tutti i modi di non farlo andare via, lo abbracciò stretto.

 

<< TI PREGO AMORE! VITA MIA NON ANDARTENE! >>

 

Lui non l’ascoltò, anzi spiccò il volo incurante della ragazza che gli stava aggrappata, purtroppo il dio volava con molta velocità, e lei priva di forze lasciò la presa rischiando la vita, fortunatamente cadde su un morbido letto di foglie secche.

 

Gaara non ebbe il cuore di lasciarla così, le volò vicino in modo che lo potesse sentire e le disse:

 

<< Oh mia sposa traditrice! Mia madre Venere, invidiosa della tua bellezza, mi aveva ordinato di legarti all’uomo più brutto e miserabile che esista … ma io ho disubbidito, e sono diventato io stesso il tuo sposo, è stato un grave errore lo so... >>

 

e sentire ciò fece veramente troppo male alla ragazza.

 

<< ...ma sono stato colpito dalle mie stesse armi. E tu come mi hai ricambiato? Guarda cosa ha portato la tua curiosità, eppure io ti avevo avvisato tante volte, ma tu non hai mai voluto ascoltarmi. Sta tranquilla, le tue sorelle pagheranno per i loro cattivi ed invidiosi consigli, riguardo a te, il mio abbandono ti basterà come punizione >> 

 

Detto questo volò via.

 

Matsuri cercò di seguirlo con lo sguardo finché poté.

Era in lacrime, indifesa, priva di forze… e completamente sola.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Le sorelle vengono punite ***


Le sorelle vengono punite

 

Matsuri, presa dalla disperazione, corse verso il fiume più vicino gettandosi nelle fredde acque, ma il buon fiume, non ebbe il cuore di farla affogare, e con una dolce onda, la spinse verso la riva.

Seduto lì vicino c’era Gai, conosciuto come Pan il dio dei campi, le diede soccorso e dopo che la ragazza riprese i sensi le disse:

<< Sventurata ragazza, vedo in te un grande dolore, e anche se son vecchio, capisco che le tue son pene d’amore. Dammi retta, non serve a nulla gettarsi nel fiume, né cercare la morte in un’altra maniera, scaccia via lo sconforto e mettiti alla ricerca del tuo Amore, Cupido è un bravo giovine, e se lo pregherai, sono sicuro che ti risponderà >>

Matsuri non ebbe la forza di rispondere, salutò riverente il suo salvatore, e iniziò a vagare per le strade estranee senza una meta precisa.

Durante il suo viaggio, venne a scoprire che sua sorella Zari era regina proprio in un regno vicino, s’incamminò per incontrarla. Appena fu davanti a lei ci furono abbracci e saluti.

<< Oh sorella, qual è il motivo della tua venuta? >>

Lei si mise a camminare nervosamente avanti e indietro.

<< Ricordi il consiglio che mi desti, insieme a Sari? Ebbene presa dal terrore decisi di seguirlo, presi il pugnale e lo illuminai con la lanterna e, quale meraviglia si posò sui miei occhi! >>

La sorella rizzò le orecchie incuriosita, mente la ragazza continuava.

<< … Cupido in persona, il Sommo Eros, placidamente riposava le membra accanto a me… ma purtroppo una goccia d’olio della lanterna lo fece destare ferendolo gravemente, e lui, vedendo la promessa infranta, mi abbandonò >>

Da un pugnale posto sul muro davanti a lei, Matsuri vide il riflesso della sorella dietro di lei sorridere soddisfatta.

Una morsa al cuore la colpì, seguita dalla rabbia cieca per il tradimento da parte di una consanguinea, si diede della stupida per essersi fidata.

Dunque Cupido aveva azzeccato pure su questo…

Presa dall’ira attuò la sua vendetta.

<< … Prima di andarsene mi disse… che non meritavo il suo amore… e che l’avrebbe concesso, alla sorella con i capelli più scuri, sei tu fortunata sorella >>

Zari si alzò dalla sedia vittoriosa, senza nemmeno guardare la sorella minore, andò dal suo sposo e con una scusa uscì dal palazzo, giunse fino al monte dove più volte era andata a trovare Matsuri, e urlò:

<< ECCOMI CUPIDO! SONO ZARI LA TUA DEGNA SPOSA, OH VENTO ACCOGLI LA TUA REGINA SULL’OLIMPO! >>

Detto questo si getto dal monte, ma questa volta il vento non le fu di nessun aiuto e lei si sfracellò su uno spuntone di roccia.

Giorni dopo, Matsuri si recò nel regno dell’altra sorella, Sari, dove le pose lo stesso tranello, lei ci cascò in pieno e fece la stessa fine di Zari.

Ma ciò non servì in alcun modo ad alleviare il dolore di Matsuri, anzi lo accentuò ancora di più.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Venere ***


Venere

 

 

 

Intanto Gaara, rimasto gravemente ferito dall’olio della lanterna, era andato a rifugiarsi sul letto materno.

Il gabbiano vedendolo arrivare, velocissimo corse a raccontare tutto a Sai, il più veloce pesce dei mari, lui dopo essersi informato in giro, si recò da Karura. La dea Venere, era intenta a rallegrarsi sul fondo dell’oceano, senza curarsi minimamente delle sue faccende.

 

Dalla vetrata dell’ ampio palazzo sottomarino la dea vide il pesce.

 

<< Cosa vuoi creatura? >>

 

Il pettegolo animale, con un ghigno stampato sul viso, le raccontò tutto: del figlio che si era appartato nelle montagne con una fanciulla, mentre lei, incurante di tutto si faceva il bagno, e del fatto che sul mondo non c’era più amore né bellezza e gli uomini erano diventati stolti e rozzi.

 

<< Ah è questo che si dice? E chi sarebbe la stupidotta di cui è invaghito mio figlio? >>

<< Ummm il suo nome dovrebbe essere … Matsuri! >>

 

A sentire quel nome, la dea saltò su tutte le furie: << Quella sciocca mortale, MA COME OSA? Prima mi vuole portare via la bellezza e ora vuole anche mio figlio! AH VEDREMO, ME LA PAGHERA’! >>

 

Si recò furibonda sull’olimpo, dove, come le avevano riferito, trovò il figlio infortunato.

 

<< ECCOTI QUI DISGRAZIATO! BRAVO, HAI MESSO IN GIRO PROPRIO UNA BELLA FAVOLETTA! >>

 

Lui era talmente debole, e triste per la lontananza dall’amata, da non aver la forza di rispondere.

 

La dea continuava. << MA CHE TI SEI MESSO IN TESTA?! COME HAI OSATO DISUBBIDIRE AI MIEI ORDINI? IO CHE TI HO DATO IN DONO ARCO E FRECCE, E CON ESSE IL POTERE! COSA CREDI? DA PARTE DI TUO PADRE, QUEL DISGRAZIATO DI MARTE, TU NON HAI MAI AVUTO NIENTE, NIENTE! >>

 

Lui cercò di mettersi seduto, mentre la madre continuava.

 

<< SEI SEMPRE STATO UNA DISGRAZIA! AH QUANTE NE HAI COMBINATO AL GRANDE GIOVE! CON LE TUE FRECCE GLI HAI PROCURATO SOLO DISONORE, PER NON PARLARE DI TUA MADRE >> si diede pugni al seno << CHE TI HA ALLATTATO CON TANTO AMORE, E TU LA PICCHIAVI , SI LO RIPETO, MI PICCHIAVI, E IO DOVEVO SOPPORTARE I TUOI SFOGHI DA BAMBINO! >>

 

Poi abbassò il tono, ma le sue parole si fecero ancora più velenose:

 

<< Ma ti garantisco, Gaara, che non ho intenzione di aver come parente una cafona miserabile, e me la pagherà per l’affronto che mi ha fatto, AH SE ME LA PAGHERA’ >>

 

Detto questo uscì dalla camera, senza dare al figlio la possibilità di replicare, e lasciandolo col cuore piano di angoscia e di preoccupazione per la sua cara e amata Matsuri.

 

<< /Per tutti gli dei! Che cosa ho fatto?!/ >>

 

§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§

 

La dea intanto, usciva furibonda dal suo tempio, venne raggiunta da Tsunade e Kushina, rispettivamente conosciute con i nomi di Cerere e Giunone.

 

<< Oh Karura, cos’è che turba così il tuo animo? >>

<< Oh amiche mie, capitate a proposito! Sicuramente siete al corrente delle favolette che già si raccontano su di me… ebbene non m’importa come farete, ma vi prego, trovatemi questa Matsuri, così che io possa compiere giusta vendetta! >>

 

Le altre due conoscevano la faccenda, e cercarono di ammorbidirla.

 

<< Ma che colpa ne ha quella giovinetta, se si è innamorata proprio di tuo figlio? >>

<< Senza contare che è stata plagiata, e privata della sua innocenza senza poter opporsi >>

<< Non m’importa … me la deve pagare >>

<< Prova a ragionare, proprio tu, dea delle passioni, privi tuo figlio di avere le sue… suvvia è solo un giovanotto, non puoi farne una tragedia! >>

 

Lei, offesa per la poca considerazione, le piantò in asso recandosi verso il mare.

 




---
Vorrei ringraziare Nessie93 e Dark Gaara per aver recensito, e anche chi segue, legge, mette nei preferiti o semplicemente nelle ricordate. Grazie di cuore.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Inutili preghiere ***


Inutili preghiere

 

Intanto la sventurata Matsuri vagava senza sosta alla ricerca del suo grande amore, sentiva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui.

Superato un bosco, vide in lontananza un tempio, accelerò il passo verso quella direzione, per cercare di ottenere la misericordia degli dei.

Era il tempio della dea Cerere, mentre s’inoltrava all’interno delle mura, scorse: grano, ortaggi, molto vino e alti doni dedicati alla dea, ma messi alla rinfusa.

 

Senza nemmeno pensarci si mise a far ordine mentre dall’alto Tsunade guardava il suo operato.

 

<< Oh piccola Matsuri, Venere è furibonda con te, vuole vendicarsi, e tu, invece di fuggire, pensi a sistemare le mie cose… >>

 

La vide inginocchiarsi in lacrime ai piedi della sua statua, per poi iniziare a parlare: << Oh venerabile Cerere, dea dei raccolti, io t’imploro: per i tuoi insegnamenti nella coltura dei campi, per i tuoi irrisolvibili misteri, per tutti i tuoi fiori e frutti, e per le tue gioiose festività, ti supplico: permettimi di nascondermi tra le tue spighe, solo per qualche giorno, in modo che la collera della potente Dea si plachi e io possa riposare le membra >>

La voce della dea le disse: << Le tue suppliche mi toccano il cuore, ma Venere è un’ottima amica, e non intendo farle un torto simile, quindi fuggi via, e ringrazia che non ti abbia già fatta prigioniera >>

 

Matsuri terrorizzata fuggì via.

Più avanti vide un altro tempio, speranzosa, si recò anche lì.

Era il tempio di Giunone, come prima Matsuri s’inchinò ai piedi della statua della dea.

<< Venerabile Giunone, sposa e sorella del potente Giove, tu che aiuti le giovani gravide nel difficile momento del parto, ti imploro consentimi di nascondermi nel tuo sacro tempio, solo per pochi giorni >>

<< Quanto mi piacerebbe, credimi, poter esaudire le tue richieste, ma Venere per me è come una figlia e non voglio arrecarle offesa, inoltre anche le leggi me lo impediscono, perchè tu sei una schiava fuggita senza il permesso della tua padrona, quindi, accetta il consiglio divino, non sfuggire da lei e torna ai suoi piedi implorandole perdono >>

 

Vedendo che anche l’ultima speranza era perduta, Matsuri cadde in preda allo sconforto…

 

<< /Ma quale peccato avrò mai commesso per meritarmi tanta sofferenza?/ >>

 

S’incamminò pensando a un modo per farsi perdonare dalla Dea.

La notte giunse all’improvviso, e la povera ragazza fu costretta a dormire sotto un albero, tra gli stenti e il freddo.

 

§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§

 

L’indomani Karura si diresse, col suo cocchio dorato trainato da bianche colombe, da Giove, chiedendogli il permesso di usare Rock Lee, conosciuto come Mercurio, il messaggero degli dei, per la ricerca della ragazza, il re degli dei acconsentì, e lei tutta trionfante, diede subito istruzioni al ragazzo.

 

<< Per trovare quella sciocca mortale c’è solo una soluzione: annunciare con un tuo bando che chi la troverà avrà una degna ricompensa, sette miei dolci baci sul volto, e l’ultimo sarà con la lingua in bocca >>

 

Ad una notizia del genere tutti gli uomini si misero a cercare la fanciulla, che non ebbe pace, adesso non soltanto doveva penare la fame e i freddo, ma doveva correre per non farsi trovare.

Finalmente arrivò vicino al tempio della dea, ma proprio in quel momento Mikoshi, una schiava di Venere, le venne incontro mettendosi a gridare come un’ossessa:

 

<< AH ECCOTI QUI SCIAGURATA! SAI QUANTO DISTURBO HAI ARRECATO ALLA NOSTRA PADRONA? HA DOVUTO PERSINO CHIAMARE MERCURIO PUR DI TROVARTI … ADESSO PAGHERAI LE TUE COLPE >>

 

E così dicendo l’afferrò per i capelli trascinandola dentro il tempio.

Arrivata al cospetto di Venere venne malamente gettata a terra, proprio ai piedi della dea.

 

<< Finalmente ci degni della tua presenza, sciocca mortale, sei venuta a salutare tua suocera? >>

 

Lei abbassò ancora di più il capo, incapace di rispondere.

 

<< O forse sei venuta a vedere come sta mio figlio, dato che gli hai causato una orribile ferita e adesso sta molto male? >>

 

Gli occhi di Matsuri si spalancarono pieni di preoccupazione.

 

La dea rise << Dove sono le mie ancelle angoscia e tristezza? >>

 

Due ragazzine, una con gli occhi rossi e lunghi capelli neri, e l’altra con capelli corti viola scuro e occhi dello stesso colore dell'altra, vennero al suo cospetto.

 

<< Desidero che la nostra gentile ospite abbia l’accoglienza che merita >>

 

Le due demoniette la trascinarono in un’altra stanza, dove la torturarono e la straziarono in mille modi.

Poi, appena videro di aver fatto un buon lavoro, la riportarono da Karura.

Lei le osservò più attentamente il ventre ridendo.

 

<< Guarda, guarda, guarda a quanto pare sto per diventare nonna … bhè non credere che questo mi impietosisca, non avrò la minima indulgenza con te, anzi sta bene attenta al tuo comportamento, se no, neanche te la farò concludere, la gravidanza. E sappi che quello che nascerà sarà un bastardo, perché il vostro non è mai stato un matrimonio >>

 

Appena finì di parlare si avventò sulla poveretta mandandole in brandelli la veste e strappandole i capelli.

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** La prima prova ***


La prima prova

 

Dopo averla fatta penare con mille colpi, Karura si fece portare dalle sue schiave un ingete numero di cereali: chicchi di frumento, d’orzo, di miglio, semi di papavero, ceci, lenticchie e fave, le mescolò in un gran mucchio.

Poi guardò la ragazza sorridendo nervosamente.

<< Non capisco come gli uomini ti tenessero così tanto in considerazione, sei talmente brutta, che potresti avere uno sposo solo promettendogli devozione e servigi… voglio mettere alla prova le tue abilità: prima di stasera, pretendo che tu divida ogni singolo chicco raggruppandoli in mucchietti diversi, se non ci riuscirai, la mia collera ti sarà fatale >>.

Detto questo si preparò per andare a una festa.

 

§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§

 

La ragazza osservò sconvolta quella montagnetta di cereali, dividerli tutti prima di sera era una richiesta disumana, si toccò il ventre temendo per la sua piccola creatura, poi sentì le lacrime solcarle il volto.

Proprio in quel momento, una figlia della terra, una formica, le venne incontro, amareggiata dalla crudeltà di Venere.

<< Non angosciarti, leggiadra fanciulla, e non ti angustiare, Shino, il mio dio mi ha mandato in tuo soccorso. Ti aiuterò io che a questi lavori son abituata >>

E cosi dicendo chiamò a raccolta tutto il formicaio, che iniziò a dividere ogni singolo chicco.

Giunta la sera, Matsuri s’inginocchiò ringraziando grata le sue salvatrici, che subito si dileguarono.

Venere giunse davanti alla ragazza un po’ (un bel po’) brilla, e osservò stizzita il lavoro eseguito.

<< Questa non è opera tua, anzi ho proprio la sensazione che tu sia stata aiutata da qualche scellerato dei miei parenti >>

Furiosa le gettò un tozzo di pane perché non morisse di fame e andò a dormire.

 

§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§

 

Gaara, intanto, si trovava nella stanza più remota del palazzo chiuso a chiave: sia perché col suo fare brusco e iperattivo avrebbe potuto peggiorare la ferita, sia per non incontrare la sua amata.

Matsuri si era appoggiata davanti al muro di fronte a se, non capiva il motivo, ma sentiva di non poter staccarsi da lì. Poggiò mano sentendo la parete liscia.

Dall’altra parte del muro, Gaara aveva poggiato la mano verso la direzione della ragazza, erano lì, separati solo da un muro freddo e crudele, soli.

Gaara sapeva che lei era lì.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** la seconda prova ***


La seconda prova

 

Il giorno dopo Matsuri venne svegliata da un potente calcio sulla gamba, era Mikoshi che la svegliava:

<< Oh tu miserabile scansafatiche! La padrona ti attende e tu stai qui a poltrire! >>

Matsuri svelta andò al cospetto delle sua signora.

<< Alla buon’ora! Che insolente, vieni! >>

La condusse davanti a una finestra e poi le disse:

<< Vedi quel grande fiume cristallino? Laggiù oltre il bosco? Ecco lì pascolano delle pecore dalla lana d’oro, entro stasera voglio un po’ della loro lana, vedi tu come fare >>

La poveretta si diresse verso il fiume, ma non certo per obbedire alla sua padrona, ma per porre fine alla sua vita disgraziata.

Fortunatamente dal fiume vide una canna sporgente che con il suono mosso dal vento, soffiò:

 

<< Oh ragazza mia, non macchiare di sangue queste sacre acque e bada bene al mio consiglio, non avvicinarti per ora a quelle bestie, perché il sole le rende feroci e crudeli, potrebbero con le loro teste dure come la roccia, o aggredirti con morsi velenosi >>

Matsuri rispose con voce tremante << E allora come posso fare a prendere un po’ della loro lana? >>

<< Aspetta il calar della sera, quando l’aria si sarà rinfrescata e loro fuggiranno per i boschi per poi assetarsi in questo fiume, solo allora recati tra le piante e scuoti le chiome, da lì cadrà la lana rimasta impigliata >>

 

Matsuri le diede ascolto e seguì a puntino ogni istruzione, arrivata la tarda sera si poté recare dalla dea con il grembo pieno di lana.

Karura la guardò irritata:

<< Mh non crederai che io mi faccia impressionare vero? Tanto so chi ti ha aiutata … >>

Le diede un forte ceffone facendola cadere a terra, e se ne andò, cercando una prova che la togliesse di mezzo, non poteva farlo di persona, questo l’avrebbe disonorata ancora di più.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** La quarta prova ***


La quarta prova



Matsuri era stanca e priva di forze.


<< C… come quarta…? >>


La guardò severa e divertita, un’espressione spregevole.


<< Non crederai di aver finito? Brutta strega, visto che ti credi così in gamba, non ti concederò nemmeno di riposare >>


Sorrise soddisfatta porgendole una scatola.


<< Và ora, dalla mia amica Karin, la dea Proserpina, e dille che ti manda Venere in persona, chiedile di mandarmi un po’ di bellezza visto che io l’ho sciupata tutta per occuparmi di mio figlio malato, fa alla svelta perché devo riposare prima di andare a teatro >>


Stava per andarsene, poi con noncuranza si rigirò.


<< Dimenticavo… Karin si trova negli inferi >>


Matsuri capì che la si voleva proprio morta, come avrebbe potuto raggiungere gl’inferi altrimenti?

Salì in cima ad una torre meravigliosa, se si buttava da lì, sicuramente avrebbe raggiunto gli inferi.


Ma proprio al momento propizio una voce la fermò.


<< Non toglierti la vita gentile creatura, non arrenderti di fronte a quest’ultima prova, non gettarti, perché se lo farai, andrai si negl’inferi … ma da lì non potrai più tornare! >>

<< E allora come posso fare? Come posso riuscire in questa prova? >>

<< Poco lontano da qui, a due giorni di distanza, c’è una città in mezzo al deserto, proprio al centro, nei fondali del gran palazzo sacro, c’è un’apertura per gli inferi, varca quella soglia, e ti ritroverai proprio nel regno di Orocimaru, re degli inferi >>


Poi la sua voce si fece severa.


<< Ma bada, non presentarti a mani vuote, perché sulla strada incontrerai due demoni mostruosi, Shukaku e Kyubi, per tenerli a bada ci vorranno dei cibi squisiti che siano di loro gradimento, come queste focacce per esempio tieni >> Gliele porse poi continuò.


<< Ma Venere, approfittando del tuo carattere generoso, ha teso per te dei tranelli, quindi: quando vedrai un vecchio dolorante, o delle donne che ti chiederanno il tuo aiuto, tu non ascoltarli, perché ti farebbero cadere queste delizie per terra e tu non potrai più recuperarli, un’altra cosa prendi queste monete d’oro, ti serviranno per pagare Kakuzu conosciuto come Caronte il traghettatore, ed infine, mia cara, Karin ti accoglierà gentilmente offrendoti ristoro ed un lauto pasto, ma tu non accettare, siediti a terra e, se proprio costretta, mangia solo un tozzo di pane. Pensi di riuscire a ricordare tutto? >>

<< Si lo farò >>


E difatti Matsuri eseguì tutto per filo e per segno, e riuscì con successo ad entrare e uscire dagli inferi, ma purtroppo ancora una volta la sua curiosità le fu nemica e, non sapendo resistere, aprì la scatola da consegnare a Venere.


Dentro non c’era la bellezza, ma solo il sonno eterno, e Matsuri cadde al suolo come morta.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** La terza prova ***


La terza prova

 

Il giorno dopo Matsuri si svegliò di buon’ora e si recò nella stanza all’interno della quale la dea metteva in atto tutta la sua malignità.

Venere fu evidentemente irritata, dal momento che non poteva rimproverarla in alcun modo.

 

Le si parò davanti e le disse: << Ma che brava! Sei riuscita a controllare la tua pigrizia! Voglio che tu vada nello strapiombo del monte di fronte al tempio, lì troverai un ruscello, pretendo che tu mi porti un po’ di quell’acqua gelida, se non ci riuscirai … >> le guardò malignamente il grembo << …sai già cosa ti aspetta >>

 

Detto questo le porse in malo modo un’anfora di cristallo.

Con le forze che le erano rimaste, Matsuri riuscì ad arrivare ai piedi del monte speranzosa che quella fosse l’ultima prova.

Ma appena alzò lo sguardo, si rese conto del pericolo: il monte era altissimo e brullo, ai lati fuoriuscivano pericolosi fiumi di lava, e dove il terreno era accessibile, orribili draghi le sbarravano la strada vigilanti e con gli occhi sempre allerta, come se ciò non fosse abbastanza, le acque stesse parlavano, e urlavano intimandole di andarsene.

Matsuri cadde a terra in ginocchio.

 

“Pretendo che tu mi porti un po’ di quell’acqua gelida, se non ci riuscirai sai già cosa ti aspetta”

 

Incrociò le braccia come a voler salvare la sua piccola creatura, non aveva più la forza di piangere, si limitava ad osservare imbambolata quella crudele maestosità.

Proprio quando tutte le speranze sembravano perdute, una creatura dei cieli, Takamaru, animale sacro del dio Giove, le volò vicino.

 

<< Povera inesperta speri davvero di poterti avvicinare a quella acque così tremende? >>

 

Lei aveva lo sguardo spento.

 

<< No, nobile creatura, non m’illudo di superare questa prova, e per questo che chiederò alla dea di risparmiare il mio bambino, in cambio della mia vita >>

<< Sei una ragazza buona e madre affettuosa, tranquilla non dovrai rinunciare né alla creatura né alla tua vita, dammi quell’anfora >>

 

Con gentilezza lei gliela diede.

L’aquila volò oltre i draghi, e, incurante delle lamentele delle acque, riempì l’anfora e la riportò alla ragazza.

Lei pianse gioiosa, accarezzando quel gentile animale.

 

<< Come potrò mai sdebitarmi? >>

<< Una carezza data da una così bella fanciulla è già un gran regalo per me >>

 

Lei baciò la testa dell’animale, per poi recarsi dalla dea.

Appena la vide, i suoi occhi s’incendiarono.

 

<< /Come fa ad essere ancora viva?/ >>

 

La guardò velenosa: << Bene, è arrivato il momento della quarta prova >>

 

 

 

 

 

Si lo so il capitolo è corticello… vi chiedo di avere un altro po’ di pazienza, ammetto che questa è la parte della storia che mi ha appassionato meno ma andando avanti vi assicuro che migliora.

Un grazie di cuore a chiunque mi segua e a presto!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Cupido fugge dalla sua prigione ***


Cupido fugge dalla sua prigione

 

Intanto Gaara era completamente guarito, e, preoccupato per la sua amata, fuggì dalla sua camera d’oro.

 

Vagò per tutto il mondo finché non trovò la ragazza, dormiente, appena fuori dalla bocca degli inferi. Con delicatezza dissipò il sonno eterno richiudendolo dentro la scatola, poi prese una delle sue frecce, e senza farle male, punse la ragazza svegliandola.

 

Lei aprì a fatica gli occhi, ancora frastornata, poi alzò il viso e lo vide: il suo grande amore che l'abbracciava delicatamente e la guardava preoccupato.

 

<< Piccola mia, vedi cosa ti è successo non ascoltandomi? Ora su, va’ da mia madre a portare a termine ciò che ti ha ordinato, al resto penserò io >>

 

Detto questo fuggì via senza che la ragazza potesse parlare.

 

Grosso sbaglio.

 

§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§

 

Intanto lui era arrivato al cospetto del Sommo Giove, esponendogli la situazione.

Giove lo prese per le guance e gli baciò le fronte.

 

<< Oh figliolo! Finalmente hai deciso di sistemarti! Ebbene, nonostante tu sia sempre stato un discolo, accontenterò le tue richieste >>

 

Detto ciò chiamò il suo fedele Mercurio, che in poco tempo radunò tutti gli dei dell’olimpo.

 

<< Allora dei e dee, vi ho convocati per una ragione urgente, come ben sapete io tengo molto a questo giovanotto >> ed indicò Gaara seduto accanto a lui << Ma credo sia giusto, adesso, frenare i suoi “istinti” giovanili, troppe favolette ormai si narrano sul suo conto, e ciò macchia di troppa vergogna il suo casato, perciò credo sia arrivato il momento di legarlo ai sacri vincoli nuziali, la ragazza non gli manca, e se l’è già goduta per giunta, quindi se non ci sono altri ostacoli, si faranno le nozze >>

 

Venere tuonò.

 

<< MAI! Non avrò una zoticona per nuora! >>

<< Non ti crucciare, figliuola, farò in modo che le nozze avvengano alla pari, e del tutto legittime >>

 

Detto questo chiamò Mercurio:

 

<< Rock Lee, va’ sulla terra e porta qui Matsuri >>

 

Lui obbedì all’istante, trovò la ragazza, spaesata, non lontano dal tempio di Venere.

 

<< Oh fortunata ragazza, sei stata scelta per placare gli irrequieti spiriti di Gaara! Adesso ti porterò sull’olimpo dove verranno celebrate le nozze >>*

 

Matsuri, dopo tutto quello che aveva passato, era maturata parecchio e finalmente aveva tutte le idee chiare. Molto più chiare.

 

Pensò: << /Scelta per tenere a bada gl’istinti di Cupido? Allora son proprio un oggetto per tutti loro!/ >>

 

Rock Lee la prese in braccio, e la condusse davanti a tutti gli dei.

Appena la vide, Gaara le corse in contro prendendole le mani, ma la ragazza le ritirò subito divincolandosi anche dal suo abbraccio.

 

<< Perché fuggi, mio raggio di sole? >>

 

Lei, con le lacrime agli occhi, uscì a passo svelto dalla stanza, Gaara continuava a rincorrerla.

 

<< Matsuri, hai superato tutte le prove, e ora non hai più niente da temere >>

 

Lei lo guardò sconvolta.

 

<< Tu non capisci vero? >>

<< Cosa dovrei capire? >>

 

Lei scosse la testa, poi parlò con tono estremamente deciso.

 

<< Io non sarò mai la tua sposa >>

 

 

 

 

 

* A questo punto Psiche si sposa con Eros e vissero tutti felici e contenti…

So cosa rappresenta Psiche e cosa Eros nella fiaba originale, e so che è stato lui ad “aiutare” Psiche nelle prove, ma punto uno: mi sono voluta concentrare sull'aspetto “esteriore” della storia senza pensare all'allegoria, punto due: concentrandomi sempre sulla trama ed evitando i vari significati allegorici, io personalmente non penso che un innamorato aiuti in modo così “vago” così distante la propria amata.

Direi che escludendo i fattori nascosti e analizzando solo il comportamento del dio la fiaba appare un po’ (TROPPO) maschilista non trovate? Quindi ho deciso di dare un po’ più di dignità e potere a noi donne! E poi un po’ di pepe non fa mai male.

Avevo già in mente di stravolgere il finale, è per questo che finora mi sono attenuta fedelmente alla storia, non volevo allontanarmi troppo dalla trama.

Detto questo buon san valentino, e al prossimo capitolo!

Ciao ciao.

Violetta.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** La determinazione di Matsuri ***


La determinazione di Matsuri

 

Tutti gli dei, che osservavano la scena dall’altra stanza, spalancarono gli occhi.
Gaara era il più sorpreso.

<< C…come hai detto? >>

Lei lo guardò con occhi di fuoco.

<< Perché tanta crudeltà nei miei confronti? Cosa ho fatto di così malvagio? Sono solo una povera mortale, ho solo sedici anni, sono poco più di una bambina! una bambina che voleva solo uno sposo al suo fianco e dei figli da accudire, non ho mai preteso le ricchezze a cui ero abituata nella casa paterna, e di certo non volevo usurpare La Dea! >>

Prima che il dio potesse replicare lei continuò con maggiore ardore.

<< AVREI PREFERITO UN MOSTRO COME MARITO! ALMENO LUI MI SAREBBE STATO SEMPRE DEVOTO, FEDELE E SOPRATTUTTO MI AVREBBE SEMPRE DIFESA >>

Tutti gli dei erano nello sbalordimento più totale, tranne Giove, che osservava interessato la scena.

<< INVECE CHI MI SON RITROVATA COME COMPAGNO? Un codardo, un bambino capriccioso che nasconde i suoi giochi per paura della madre, l’hai detto tu stesso no? Disubbidendo a tua madre hai fatto un grave errore … Te lo ripeto IO NON SONO E NON SARO’ MAI LA TUA SPOSA >>

Gaara la guardava provando un’immensa vergogna verso se stesso, ma il suo orgoglio continuava a prevalere.

<< Come ti permetti di rifiutale le effusioni di Cupido? Scellerata ragazza! >>

Un poderoso schiaffo colpì il volto perfetto del dio alimentando lo stupore generale.

<< MI PERMETTO ECCOME! MI HAI SOLO USATA! IO NON ERO ALTRO CHE UN GIOCATTOLO RINCHIUSO IN UNA GABBIA DORATA, ECCO COS’ERO … SOLO LO SFOGO DEI TUOI CAPRICCI!!! >>

Gaara continuava a fissarla incredulo … si toccò il punto dove era stato colpito.
Come si permetteva una povera mortale a rivolgersi a lui in questo modo?

Ma lei non demordeva, la sua parte razionale era completamente annebbiata dalla rabbia.

<< E SE MAI LA MIA BELLEZZA SI FOSSE GUASTATA COL TEMPO CHE AVRESTI FATTO?! MI AVRESTI ABBANDONATA COL PESO DELLA NOSTRA PROLE TE LO DICO IO! E MI SAREI RITROVATA SOLA! >>

Poi ringhiò.

<< Non provarci a posare le tue grinfie sul MIO bambino, lui non soffrirà come sto soffrendo io! >>
<< SONO SUO PADRE! >>
<< Suo padre era solo una voce nel buio. UNA VOCE MORTA! >>

Detto questo si diresse verso l’uscita del grande tempio, Venere furibonda era scattata subito all’inseguimento della ragazza, ma Giove, il re degli dei, la bloccò.

<< Perché mi bloccate? Perché non mi premettete di compiere la mia vendetta? >>

Lui tuonò.

<< Io ti impongo, e impongo a tutti gli dei, di non torcere neanche un capello a quella ragazza, perché da adesso in poi è mia protetta >>

Gli dei lo guardarono con stupore, ma lui uscì dalla stanza incurante di tutto.

 

§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§


 

Matsuri intanto, cercava disperatamente l’uscita del tempio per poi varcare i cancelli e tornare nel mondo mortale, purtroppo proprio vicino all’ultima porta venne bloccata da una dolorosa fitta allo stomaco, il dolore era talmente forte che lei dovette sostenersi al muro.

Giove le venne incontro.

<< Povera piccola sventurata… >>

Lei, che era appena tornata in se, si girò e abbassò lo sguardo in segno di rispetto.

<< Potente Giove >>

Chiuse gli occhi parlandogli con voce pacata e gentile.

<< So di aver compiuto un’azione imperdonabile e merito una severa punizione >>

Lui le sollevò il viso con due dita, nonostante il viso smunto e pallido, e nonostante le ferite restava veramente una ragazza meravigliosa.

<< Non intendo infliggerti alcuna punizione, hai già sofferto abbastanza … Ma dove hai intenzione di andare? >>
<< Io … voglio tornare sulla terra, dove accudirò il mio bambino seguendo le leggi e le sacre tradizioni, sempre se >> deglutì << me lo farete nascere >>
<< Nessuno ti toglierà la tua creatura, hai la mia parola, ma resta pur sempre il figlio di mio nipote e desidero che sua madre rimanga al sicuro qui, finché non nascerà >>
<< Se questo è il volere del più potente tra gli dei, non posso far altro che accontentare la sua richiesta >>
<< Sono felice di questa tua decisione … vieni con me >>

La portò in una splendida camera con le pareti di un delicato oro rosa, vi erano fiori e ogni tipo di meraviglia, appena Matsuri vide il letto un pensiero la bloccò.

<< No non preoccuparti, Matsuri, nessuno verrà in piena notte interrompendo il tuo dolce torpore, resta qui finché vorrai >>
<< Ma perché tutto questo? >>
<< Perché hai avuto il coraggio di fare a quello scellerato di mio nipote ciò che io non ho mai fatto, da piccolo, qualche ceffone non gli avrebbe fatto male. Sei l’unica mortale ad aver fatto una cosa del genere, nessuno aveva mai osato tanto … e adesso capisco che è stato il tuo amore di madre a spingerti a superare quelle prove assurde. Ti ammiro >>
<< Come posso ringraziarla potente Giove? >>

Lui sorrise.

<< Rifletti bene sulle tue scelte, e segui il tuo cuore >>

Si era diretto verso la porta.

<< AH e chiamami Minato >>

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Non mi fido di te ***


Non mi fido di te

 


La ragazza cominciò ad esplorare quello splendido appartamento, poi si sedette sul letto, sfiorando il ventre.
Quella notte venne svegliata da un brutto presentimento, e vide sulla soglia un’ombra alata, subito si mise a sedere, tremando spaventata, non poteva essere che Lui che bramava vendetta.
 
Ormai lo conosceva bene, e sapeva che la vendetta era di famiglia, e poi era ancora troppo scossa per quanto accaduto...
 
L’ombra si avvicinava sempre di più, facendo crescere il terrore della ragazza, ma quando cercò di superare la soglia, un groviglio di fulmini lo fece allontanare, era il potere di Giove che la proteggeva.
 
<< Matsuri fammi entrare >>
 
Lei, spaventata, non riusciva ad emettere alcun suono.
 
<< Matsuri! >>
 
Si nascose sotto le coperte gettando delle piccole lacrime dal volto, finché le urla del dio non cessarono, solo allora poté riposare le membra.
 
 
§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§
 
 
L’indomani si svegliò di buon ora ristorandosi con un bagno, si sentiva più serena e tranquilla quindi timidamente uscì dall’appartamento recandosi nel meraviglioso giardino del tempio, vicino ad un laghetto cristallino.
Si sedette vicino la riva godendo dei profumi dei fiori circostanti, chiuse gli occhi ascoltando il melodioso canto degli uccellini.
Una figura piombò dietro di lei.
Matsuri non ebbe nemmeno bisogno di girarsi perché la figura di Gaara si specchiava nelle dolci acque davanti a lei, rimase immobile senza sapere che fare.
 
<< Sciocca ragazzina … è così che tratti il tuo sposo? >>
 
Lei strinse le gambe al petto, mentre Gaara le si piazzava davanti. Poco dopo le afferrò delicatamente le braccia facendola distendere.
 
<< No, non voglio lasciami LASCIAMI! >>
<< Non reagire così, nonostante il tuo comportamento, non ti farò del male >>
<< AH che gentilezza! Grazie ma non m’interessa! Non soddisferò più i tuoi capricci >>
 
Lui la guardò sconcertato, la ragazza si muoveva freneticamente e cercava di schiaffeggiarlo ma lui non intendeva mollare, una rosa rossa venne scagliata con forza fra i due facendo allontanare il dio, una ragazza bionda si parò davanti a Matsuri per difenderla.
 
<< Le chiedo perdono sommo Eros, ma per ordine di Giove devo proteggere la mia signora >>
 
Matsuri riconobbe la voce di Ino.
 
<< Come ti permetti schiava? Fammi passare immediatamente o… >>
 
Le stava per dare un potente schiaffo, fortunatamente Matsuri l’attirò a se facendole deviare il colpo, poi guardò severa Gaara.
 
<< Dio o non dio tu non le farai del male >>
 
Delle piccole lacrime cominciarono a spuntarle dagli occhi
 
<< …e adesso ti prego lasciaci in pace >>
 
Gaara continuava ad osservarla, confuso e disorientato, pochi istanti dopo andò nel tempio di Giove con mille domande che gli circondavano la mente.
 
<< Oh Minato, perché si ostina a trattarmi in questo modo? >>
 
Lui lo guardò severo.
 
<< Io per te sono il Sommo Giove, spero di essere stato chiaro >> poi continuò << Perché non rifletti sul tuo comportamento? Soltanto così riuscirai ad ottenere la sua fiducia … >>
 
Detto questo il dio sparì mentre Gaara rimaneva sempre più confuso, si diresse, di nuovo, verso il sacro giardino per poter riflettere.
 
 
§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§
 
 
<< Oh Ino che meraviglia! Sei splendida, una ragazza meravigliosa! >>
<< Mai quanto lei mia padrona >>
<< Non chiamarmi padrona, qui io sono una mortale al pari di te… e dimmi Hinata? >>
<< Anche lei è giunta in questi luoghi, abbiamo il compito di accudirla e difenderla >>
<< Smettila di mostrarmi tanta devozione, se una mia amica, dammi del tu >>
<< D … d’accordo Matsuri >>
<< Ecco brava! Sai già che ti sono molto grata per tutto quello che hai fatto per me, vero? >>
<< Si lo so, e questo mi rallegra … ma … proprio per questa amicizia che ci lega, vorrei sapere perché sfuggi così al tuo sposo>> 
 
Lei abbassò il capo.
 
<< Lui non è il mio sposo, non abbiamo mai celebrato le nozze, e io sono sempre stata solo un capriccio >>
 
Gaara sentendo quelle parole non ce la fece più.
 
<< Non è vero! Tu non sei mai stata un capriccio >>
 
La ragazza si girò di scatto mentre Ino le si mise davanti per difenderla.
Matsuri, capendo la situazione, le disse.
 
<< Fuggi via Ino >>
<< Ma io … >>
<< È un ordine! >>
 
Lei eseguì. Matsuri godeva della protezione di Giove, Ino no.
Il giovane dio le si avvicinò, ma la ragazza si alzò con tutta la velocità di cui era capace cercando di sfuggirgli.
 
<< Perché Matsuri? Non sfuggirmi >>
<< I… io… non voglio >>
<< Matsuri smettila di sfuggirmi >>
 
Lei scosse la testa spaventata.
 
<< Tu sei e rimarrai la mia sposa! Non ti permetterò di scappare >>
<< IO NON SONO LA TUA SPOSA… ne intendo esserlo >>
 
Gaara furente cercò di afferrarle il polso, ma lei riuscì a schivarlo.
 
<< Io continuerò ad amarti, ma non posso sposare un uomo di cui non mi fido … >>

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Possibili cambiamenti ***


Possibili cambiamenti




Dopo la discussione Matsuri si sedette di nuovo sul morbido prato cercando di alleviare i suoi dolori.
Gaara cominciò a strattonarla minacciandola.

<< Io sono un Dio! Posso possederti quando e dove voglio! >>

Lei lo guardò con le lacrime agli occhi, le braccia incrociate quasi a voler proteggere la piccola creatura dentro di lei, parlò con voce pacata, ma decisa.

<< Oh divino Eros! Se tu mi imporrai di essere posseduta da te, io mi concederò senza lamentele, perché sono solo un’umile umana al tuo cospetto, ma sappi che, se lo farai, perderai piano piano quell’amore che mi tiene legata a te e mi dà ancora una speranza di vita, quell’amore, col tempo si trasformerà in odio e in disprezzo >>

Gaara dapprima la guardò meravigliato, poi un ghigno spuntò nel suo magnifico volto, non demorse.

<< Io posso controllare i tuoi sentimenti Matsuri, mi basta un dardo… >>

Lei lo osservo col viso colmo di tristezza.

Perché ancora non capiva?


Sollevò la mano destra verso di lui e gli mostrò la punta dell’anulare.

<< Sono già stata colpita dalle tue frecce divino Eros, come puoi ben vedere… e questo è il loro effetto >>

Questa volta Gaara non poté celare lo stupore e l’angoscia che trasparirono dai suoi occhi, lei se ne accorse approfittandosene.

<< Divino Eros... >>
<< Smettila di chiamarmi così!!! >>

Ancora non capiva quanto era cocciuta quella ragazza.

<< Divino Eros >> disse evidenziando le parole << se da qualche parte nel tuo cuore, si nasconde un pizzico di rispetto per me, ti prego, ti imploro, lasciami sola col mio dolore … >>

Detto questo distolse lo sguardo osservando una delicata farfalla che volava libera in quel meraviglioso giardino.

 

§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§

 

I giorni passavano, e Matsuri cominciava ad essere considerata, dalla maggior parte degli dei, una persona degna di restare sull’Olimpo.
Nonostante questo, lei non aveva mai preteso nulla: restava quasi sempre chiusa nella sua stanza, in compagnia delle due ancelle Hinata ed Ino, che ora con sua somma gioia poteva vedere, e quando usciva, si recava sempre sulle sponde del lago sacro per andare a trovare la sua adorata Delia.

Ed ogni volta lo incontrava.

Sempre lì ad aspettarla, all’inizio prepotente, ma poi, piano piano, la sua presenza era diventata sempre più dolce, molte volte si limitava ad osservarla seduto su un albero di pesche.

In quei giorni era venuta a sapere che non aveva più combinato disastri, sulla terra c’era più amore ed i matrimoni erano floridi e felici, e soprattutto, molte maldicenze erano finite nel dimenticatoio.

Quel giorno le si avvicinò piano.

<< Buon giorno vita mia >>
Lei lo accolse con un tenero sorriso.
Ormai non aveva più quel terrore, ma ancora non riusciva a fidarsi.


<< Buon giorno a te >>

Lui si chinò dolcemente sedendosi accanto a lei.

<< Ho una cosa per te >>

Le mise un delicato giglio tra i capelli, per poi sollevare un po’ d’acqua cristallina in modo che lei si vedesse.
Lei sfiorò la delicata pianta con due dita.

<< È bellissimo… grazie >>

Lui accennò un leggero sorriso.

<< Non è degno di te… >>

Abbassò lo sguardo, come a prendere coraggio, per poi riguardarla.

<< Mi permetti di poggiare le mie labbra sulla tua delicata guancia? >>

Lei fece un timido cenno di si col capo, e lui si avvicinò piano, delicatamente, poggiando le morbide labbra sul viso di seta, aspirando il suo profumo.
Avrebbe voluto abbracciarla, baciarla ovunque, ma si accontentò.
A malincuore staccò le sue labbra dal viso della ragazza poi si avviò a sbrigare la sue faccende, mentre lei lo guardava allontanarsi.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Karura ***


Karura
 

Dallo splendido tempio Karura osservava irritata la scena.

<< Il dio dell’amore reso docile da una mortale, che per giunta non vuole neanche sposarlo!!! >>

Minato le si avvicinò.

<< La ferita del suo cuore si sta rimarginando, dalle tempo, ti assicuro che è degna di stare accanto a tuo figlio >>
<< Ma è solo una mortale!!! Chissà che favolette già si raccontano su di me >>
<< È anche per questo tuo atteggiamento che quella povera ragazza non si avvicina più a Gaara, è ancora molto spaventata da te >>
<< E che dovrei fare?! Umiliarmi ai suoi piedi per avere perdono? >>

Lui rise amaramente.

<< Non lo faresti mai, ma potresti andare a parlarle, il tuo odio nei suoi confronti dipende solo dalla sua bellezza, prova a superare questo ostacolo, sei una Dea, non una bambina >>

Detto questo andò a preparare i fulmini per un temporale.
Karura rifletté sul consiglio.

 

§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§

 

Matsuri era intenta al cucito, mentre le due ancelle filavano la lana, Karura sapeva di non poter oltrepassare la porta.

<< EH-EHMMM >>

La ragazza si voltò spalancando gli occhi per la sorpresa.
Con garbo mandò via le ancelle che immediatamente si dileguarono, poi fece entrare la dea tenendo lo sguardo basso.


<< Q… quale onore >>

Lei la guardò stizzita, le passò davanti prendendo la stoffa che stava filando: era un lensuolino, dalla grandezza si vedeva che era per la piccola creatura che teneva in grembo, con la coda dell’occhio vide la ragazza preoccupata, credeva che le volesse strappare quella stoffa che lei aveva filato con tanto amore.

Venere invece prese dalla tasca della veste un sacchetto e cosparse la copertina con della polvere d’oro, poi la consegnò alla ragazza.

<< Non pretenderai certo che mio nipote dorma avvolto solo dalla comune seta… >>

Lei sorrise felice, allora il dea non voleva ostacolare la sua gravidanza!
Karura rivolse lo sguardo verso la finestra.


<< Il filato è molto preciso e di grande qualità devo riconoscerlo >>

La ragazza continuava a tenere lo sguardo basso.

<< G… grazie >>

La dea si rigirò verso di lei, con un veloce movimento della mano le sollevò il viso, osservandone i lineamenti: più volte la fece girare per guardarla attentamente, mentre Matsuri, temendo una schiaffo, tremava leggermente, Karura le lasciò il volto.

<< Mi somigli davvero molto … se non fosse per gli occhi, saresti identica a me alla tua età >>

Matsuri la guardò con gli occhi pieni di stupore.

La dea della bellezza l’aveva paragonata a lei!

Karura non se ne curò e si sedette su una comoda sedia: iniziò a parlarle, la riempì di domande alle quali Matsuri rispose con tono garbato, era piacevole ascoltarla, colta ed intelligente, ma non superba come invece aveva sempre pensato, anzi era decisamente … simpatica!

Mentre udiva la risposta ad una sua domanda, la dea si guardò intorno analizzando la stanza: l’ordine era impeccabile, le statuette degli dei posizionati sul comodino in segno di rispetto, e il letto era sistemato e curato, poi l’occhio le cadde su alcuni oggetti musicali.

<< Ti dedichi alla musica? >>
<< Qualche volta mia signora >>

Le indicò l’arpa.

<< Allietami con le tue melodie >>

Lei, incerta, prese lo strumento e si mise in posa per suonarlo.

<< Vi chiedo perdono se la mia musica non è paragonabile alle soavi melodie che siete abituata ad udire >>

Detto questo iniziò a suonare.

Karura l’ascoltò attentamente. Era piacevole, molto piacevole.

<< Canta >>

E Matsuri obbedì, la musica che se ne ricavava era angelica, degna degli dei. Dopo qualche minuto Karura si alzò interrompendola.

<< Puoi fare di meglio >>

Le pese le mani alzandole un poco, le fece mettere il busto più dritto e le sollevò la testa.

<< Prova ora >>

Matsuri riprese a suonare e a cantare.

<< Perfetta >>

Matsuri fu rincuorata da quel complimento, cantando con più passione, la melodia si sparse per tutto l’olimpo riuscendo persino a placare, per poco, gli animi di Marte e Ade.

Quando la dea si accorse che la ragazza non aveva quasi più fiato, le diede il permesso di interrompere la melodia. Con un delicato gesto aprì la finestra.

<< Vieni qui >>

Con grazia Matsuri si avvicinò alla dea.

<< Guarda fuori >>

Gli occhi di Matsuri brillarono di gioia quando si posarono sulla figura rilassata e dormiente di Cupido, che per tutto il tempo aveva udito la melodia della ragazza.

La Dea osservò la scena con una punta di malizia... ma preferì non farlo notare.

<< È difficile trovare il modo di placare in suo animo, di solito non dorme mai >>

Ecco spiegate le evidenti occhiaie.

Karura si era alzata e si stava dirigendo verso la porta, la ragazza velocemente la raggiunse tirandole timidamente la veste, la dea si girò con aria interrogativa e vide Masuri baciarle la mano in segno di riverenza per poi sussurrare un lieve e timido:

<< Grazie >>

La dea le diede una carezza e uscì dalla stanza.

Matsuri non lo seppe mai, ma mentre camminava per recarsi con aria fiera a teatro, dal suo volto scivolò una lacrima piena di pentimento.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Fiducia ***


Fiducia

 

 

Dopo la conversazione con la dea, Matsuri decise d’impegnarsi a fondo con la musica, il canto, e la lettura, tanto che erano giorni ormai, che non usciva dalla sua stanza.

<< Matsuri? >>

Era Hinata, la ragazza era visibilmente preoccupata per l’amica.

<< Entra pure amica mia >>
<< Cos’è successo? Sta bene? >>

Lei le prese le mani.

<< Mai stata meglio! La dea è stata molto buona con me e io ho deciso di non tradire la sua fiducia >>
<< Mi fa piacere, io vado a raggiungere Ino, è andata a raccogliere delle bacche e della frutta per stasera, e mi chiedevo, dato che non uscite da parecchi giorni… >>

Matsuri le sorrise riconoscente.

<< Certo vi aiuto >>

Appena uscite la due ragazze udirono un urlo.

<< INO! >>

Corsero fino ad un maestoso albero di mele, da lontano videro la bionda tra le braccia di Eros.
Matsuri osservò la scena allarmata.
Cupido l’aveva delicatamente poggiata a terra, e adesso la fissava severo.

<< Incosciente! Potevi romperti l’osso del collo. Lo sai che per gli spiriti mortali è proibito raccogliere i frutti sacri! >>
<< Non erano certo per me, mio signore >> alla ragazza piaceva punzecchiare i suoi superiori con delle battutine, ma badava bene a non esagerare mai.

Con un veloce gesto della mano, il dio ripose dentro il cesto tutti i frutti caduti a terra, porgendoli alla ragazza.

<< Come sta? >>

Il suo volto era colmo di preoccupazione, tanto che la serva non se la sentì di stare muta.

<< Sua madre sembra averla perdonata e lei si sta impegnando per non tradire le aspettative, ma … non è felice >>

Lui sospirò.

<< Puoi andare >>

Lei con un inchino se ne andò.
Da dietro un albero le due ragazze avevano assistito alla scena.

<< Matsuri, forse ora dovremmo andare… >>
<< Tu vai pure Hinata… io ti raggiungo >>
<< Va bene >>

Matsuri continuava a fissare il ragazzo: si era seduto sul morbido campo di fiori e osservava Delia che piano piano gli si avvicinava. Gaara sembrava finalmente aver capito che Matsuri era come quella cerbiatta, dolce e fedele, ma che fugge se perde la fiducia di cui si era avvicinata, si mise a sospirare stancamente, persino il suo lucente alone dorato si era spento.
Matsuri gli si avvicinò piano, e si accorse con stupore che delle lacrime gli rigavano il voto, mentre accarezzava Delia.

Gaara parlava piano.

<< L’ho persa per sempre amica mia… e tutto per colpa della mia testardaggine, se solo potessi spiegarle quanto tengo a lei… quanto le voglio bene, e soprattutto quanto la rispetto… >>

La cerbiatta rizzò le orecchie e se ne andò, il dio seguendo i movimenti dell’animale, si girò di scatto e la vide: Matsuri indossava una delicata veste rosata, si sedette accanto a lui e poi lo guardò.

Nessuno dei due parlava, gli occhi erano il solo punto di contatto.

Lei si girò osservando l’acqua.

<< Avrei potuto vederti? >>

Lui la guardò con aria interrogativa.

<< Insomma, se non avessi infranto la promessa, non ti avrei mai visto in volto? O magari col tempo …? >>

Lui scosse la testa.

<< Non lo so, io… io ti volevo e basta, volevo averti vicino, amarti… >>
<< … Usarmi… >>
<< No vita mia! Io non ho mai pensato di usarti… ma quello è l’unico modo di amare che conoscevo… e poi, si, lo ammetto, avevo paura dell’ira di mia madre >>

Matsuri osservò il cielo, fece un lungo respiro, quello che stava per chiedergli le avrebbe potuto fare male, e molto.

<< Mi hai mai tradita? >>

La domanda lasciò Gaara spiazzato.

<< Cosa te lo fa pensare? >>

Lei scosse le spalle.

<< Conosco la tua fama e soprattutto ti conosco… allora? >>

Lei si era girata per guardarlo dritto negli occhi, il ragazzo abbassò lo sguardo.

Sussurrò << Si >>

Lei chiuse gli occhi per incassare il colpo.

<< Si ti ho tradita, ma soltanto una volta, era la nostra prima notte e… bè ecco… >>
<< …Non ti è piaciuto. Vai al sodo Gaara, ero una povera verginella penosa e sei rimasto deluso! >>
<< Non è così, è complicato!… insomma mi avevi fatto provare sentimenti, emozioni mai conosciuti prima… avevo troppa ansia di riprovarli ma era giorno e non potevo farmi vedere da te e quindi ho provato a cercare altrove… ma invano >>

Gaara abbassò di più lo sguardo con aria colpevole, mentre Matsuri aveva preso a guardare un punto indefinito dello spazio di fronte a se, non poco confusa, il silenzio era piombato di nuovo su quei due cuori tristi.

Poi Gaara prese la parola imbarazzato, mettendosi a guardare il cielo.

<< Perdonami, se puoi, mia dolce perla, ho sbagliato e solo ora me ne rendo conto... >>

Lei si voltò per guardargli il viso.

<< ...Ho deciso di rimediare e tutti i miei errori, non ingannerò più le povere mortali con i miei dardi, e non intendo più combinare guai, ma per farlo, dovrò allontanarmi qualche giorno… e per quanto possa valere, ti assicuro che non ti tradirò, mai più, tengo troppo a te >>

Il giovane dio si era alzato e camminava piano in direzione del suo tempio, Matsuri lo osservava andare via, sussurrò quasi a se stessa

<< Gaara… >>

Aveva capito.
Finalmente il suo Amore si era aperto a lei in modo che potesse capire.


Gaara si era allontanato di qualche passo.

Non c'era bisogno di altre prove.

La ragazza parlò a voce alta.

<< …io mi fido di te >>


Il dio si bloccò, poi lentamente si girò guardandola sconvolto.

<< C… che hai detto? >>

Lei gli regalò il più dolce tra i suoi sorrisi.

<< Ho detto che mi fido di te, amore mio >>

Lui le corse incontro abbracciandola, la prese saldamente per i fianchi facendola roteare, la ragazza rise felice, lo abbracciò.

<< Questo significa che… >>
<< …Che ho deciso di essere la tua sposa! Sempre se mi vuoi ancora >>

L’abbracciò con maggior ardore.

<< Certo che ti voglio! Mia piccola perla, mia ragione di vita… prometto che non ti farò mai più soffrire e ti proteggerò per sempre >>

Le loro labbra si stavano per unire in un dolce bacio.

Ma proprio in quel momento, tutti gli dei scoppiarono in urla di gioia che rimbombarono in tutto l’Olimpo.
I due ragazzi si voltarono e videro Giove avvicinarsi.

Quando fu di fronte a loro, il dio le chiese:

<< Sei davvero sicura della tua decisione, Matsuri? >>
<< Sicurissima, ho seguito il mio cuore, e, ho capito di non poter stare senza Gaara >>

Detto questo l’abbracciò.
Sul volto di Minato apparve un sincero sorriso.

<< Se le cose stanno così… prendi questa coppa, contiene l’ambrosia, bevila e diventa immortale, così quelle con Gaara saranno nozze eterne e tutti ti ricorderanno come Psiche: la dea dell’anima e della coscienza! >>

Dopo che la ragazza ebbe bevuto, una delicata aura luminosa le circondò il corpo, e sulla schiena le spuntarono delle delicate ali di farfalla, con tutte le sfumature dell’arcobaleno.
Gaara la osservò meravigliato.

<< Non avrei mai creduto di poterlo dire, ma sei ancora più bella di prima vita mia >>

Lei si guardava la schiena incuriosita da quella piacevole novità.

<< Dovrai insegnarmi ad usarle... >>
<< Ci penseremo dopo, adesso andiamo... >>

Dopo le nozze, fu allestito un sontuoso banchetto nuziale: lo sposo era seduto al posto d’onore e teneva fra le braccia Matsuri, poi veniva Minato con Kushina e quindi, in ordine d’importanza, tutti gli altri dei.
Le muse intonarono un melodioso coro e Venere, con le altre dee al seguito, danzarono leggiadre.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** La più bella storia. ***


La più bella storia…



Durante i festeggiamenti, Gaara prese per mano la sua sposa.

<< Vieni con me… >>

La condusse nel suo splendido tempio, pieno di mosaici e circondato da mille fiori che emettevano un profumo meraviglioso, lei si lasciava guidare senza opporsi.
Arrivati nella stanza da letto, lui chiuse le porta e l’abbracciò, non c’erano luci accese, erano soli nell’intimità della notte.

<< Ti amo >>

Gaara scrutava quel meraviglioso corpo, prese due pieghe del vestito per sfilarglielo ma la ragazza gli bloccò le mani, lui la guardò con fare interrogativo, e lei, sorridente, lo condusse in bagno, la vasca era veramente enorme, con ai lati gli olii messi in bell’ordine, gli prese le mani invitandolo ad immergersi.

<< Ma… >>

Lei finse di mettere il broncio.

<< Eddai… vorresti negare questo piccolo piacere alla tua sposa? >>

Lui scosse la testa sorridendo, si tolse il vestito e s’immerse nella vasca calda seguito dalla ragazza.
Giocarono come due innocenti bambini, Matsuri aveva preso gli olii e gli massaggiava delicatamente le spalle, mentre lui la teneva stretta a se.
Lei rise, si sciolse dall’abbraccio per accarezzargli il volto.
Le sue parole erano quasi un sospiro.

<< Sei così bello amore mio… >>

Lui si lasciava cullare da quelle carezze, chiuse gli occhi per poterne godere in pieno.
Scosse la testa dandosi dello stupido.

<< Che richiesta assurda ti avevo imposto, amo il tuo sguardo poggiato su di me >>
<< Ormai appartiene al passato, non pensarci più >>

Gli prese le mani inducendolo a toccarla, vide Gaara sfiorarle il corpo con le labbra e notò con stupore che ad ogni passaggio, le cicatrici sulla sua pelle sparivano magicamente, senza lasciare il minimo segno.

<< Piccola perla… ci sarebbe un’altra ferita da guarirti… >>

Matsuri lo guardò con aria interrogativa, lui la mise seduta sul bordo della vasca allargandole piano le gambe, la ragazza spalancò gli occhi incurvando violentemente la testa quando sentì il soffio caldo di Gaara tra di esse.

<< AH! >>

Il ragazzo le stava provocando i più estremi piaceri giocando con la lingua dentro di lei, che senza accorgersene aveva poggiato le mani sui capelli muovendosi al suo stesso ritmo.
Quando i movimenti della ragazza si fecero più intensi, il giovane dio la sollevò per immergerla nella vasca, lei gli circondò il bacino con le gambe, i suoi occhi si rispecchiavano in quelli del ragazzo, li socchiuse scivolando piano sopra di lui.

<< Mh >>

Si guardavano ancora negli occhi, lui non le sfuggiva, anzi la cercava disperatamente per poterle dare di più, i baci erano dolci, disperati, languidi, le spinte calcolate ed intense.
Dei soffici gemiti uscivano dalla bocca di entrambi, bruciarono per tutta la notte la loro incontenibile passione.

<< Sarà per sempre così vero Gaara? >>

Un bacio.

<< Si certo mia piccola perla >>

Altro suadente bacio.

 

-Per sempre-

-Per sempre-

 


§_.·* *·.¸ (¯`·.¸*. × (¯`*´¯) × .*¸.·´¯) ¸.·* *·._§

 

Mesi dopo nacque la loro creatura, una splendida bambina dai lunghi capelli castani, gli occhi acquamarina, e un paio d’ali d’angelo con tutte le sfumature dell’arcobaleno.
Matsuri la teneva in braccio e la cullava, mentre Gaara la osservava accarezzandole la delicata testolina.

<< E’ bellissima >>

Venere era di fronte a loro commossa.

<< Come la chiamerete? >>

I due risposero Satsuki, ma la piccola venne venerata come Voluttà, la dea del Piacere.

 

Fine


<< Che bella storia mamma! >>
<< Davvero ti è piaciuta? >>
<< Si molto romantica, mi è piaciuta soprattutto la parte quando Cupido ha capito i suoi errori, e poi chissà che tenera Voluttà! >>
<< Si piace molto anche a me quella parte, ma adesso è tardi, dormi che domani hai l’esame per diventare chunin >>
<< Ok >>

Matsuri le rimboccò le coperte ed uscì dalla cameretta, poi entrò nell’ufficio del Kazekage.

<< Ma lavori ancora? >>

Lui si stropicciò gli occhi.

<< No tranquilla ho finito… ma che hai fatto in tutto questo tempo? >>
<< Satsuki era nervosa per l’esame di domani e non riusciva a dormire, così le ho raccontato la mia storia preferita: Amore e Psiche >>

Lui si avvicinò alla ragazza di fronte la finestra, le mise un gelsomino tra i capelli, osservandola in tutta la sua delicata bellezza.

<< Sai? È anche la mia storia preferita >>

Si sorrisero scambiandosi uno sguardo pieno di significati, si baciarono con passione nell’intimità della notte.

E sarà così per sempre.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=466578