The Wind

di Chiaretta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Salve a tutti!

Tento un esperimento: la mia prima fic su Inu! Ammetto di amare molto Rumiko Takahashi, ma non vado matta per quest'ultima serie, che seguo, si, ma ritengo inferiore ad alte della stessa Principessa dei Manga, perciò forse non risulterà appassionata come se fosse scritta da un Inu-manico, ma spero possa essere ugualmente gradita! ^__^

Mi piace un sacco il personaggio di Kagura, così mi è saltato in mente di scribacchiare qualcosina su di lei e Sesshomaru... non me ne vogliano troppo i fan della Sessho/Rin, ma io preferisco quest'altro pairing! Quindi, bando alle ciance! Finisco sempre per dilungarmi senza un'effettiva necessità, perciò chiudo celermente la prefazione! Buona lettura!

Chiaretta

°°°

*The Wind*

***

Sei assalito dai dubbi. In te regna la confusione, e non sai distinguere l’ieri dal domani. Ascolta il tuo cuore e troverai una guida. Pulsa come un tamburo, romba come le rapide d’inverno. In fondo, suono e silenzio sono inscindibili.

Ascolta.

Ascolta.

Ascolta.

Sangue, non acqua.

Il tuo sangue.

Suzume-no-kumo (1860)

***

Capitolo 1

Più lo osservava e più l’odio e la paura la divoravano.

Il pallore della suo pelle risaltava troppo in quella semi-oscurità, e i capelli candidi incorniciavano, come i petali di una rosa bianca, il volto di Hakudoshi, così liscio.

“Perché mi fissi così, Kagura?”

“E’ stato involontario, non volevo guardare te, stavo solo riflettendo.” Rispose l’altra prontamente, con tono insofferente.

La domatrice dei venti spostò lo sguardo affilato sul suo ventaglio abbandonato a terra, poco più in là, senza smettere di tormentarsi con pensieri che aveva formulato ormai un milione di volte senza prendere mai veramente una decisione.

Doveva scappare.

Doveva riacquistare la sua libertà, ne aveva tutti i diritti, ma come?

Continuava a rimuginarci su, ma ogni volta vedeva delle porte sbarrarsi davanti al suo cammino.

Era chiaro che l’altra parte di Hakudoshi fosse il vero cuore di Naraku, ma non aveva idea di dove potesse trovarsi.

Avrebbe potuto andare a cercarla, ma quel mostro si sarebbe accorto della sua lunga assenza ingiustificata e l’avrebbe rintracciata e, sicuramente, punita.

Perché il suo cuore doveva essere nelle mani di Naraku?

Automaticamente si portò una mano al petto, ripensando al dolore atroce che aveva sentito l’ultima volta che il suo cuore era stato stretto forte e il movimento suscitò un ghigno di Hakudoshi.

“Paura, eh?” disse ironico, accennando alla sua mano. Kagura la tolse subito, afferrando il ventaglio ed alzandosi in piedi.

“E di cosa?”

Fece scorrere lateralmente la porta e mosse qualche passo veloce, ignorando il bambino che le domandava dove stesse andando.

Sapeva che facendo così stava attirando ancora di più i sospetti di quel moccioso, ma non riusciva a sopportare il suo stato di prigionia e tanto meno il dover stare sempre con quel piccolo Naraku. Se solo quello stupido di Kohaku avesse collaborato! Sapeva certamente dove fosse l’altro neonato, ma non voleva dirglielo.

Bè, l’importante era che non la tradisse, spifferando le sue intenzioni a Naraku…

Attraversò con passo lento il giardino del castello, fermandosi solo un momento a guardare i cadaveri di alcuni servitori. Gli umani di quel castello stavano morendo uno dopo l’altro a causa dell’aura maligna che impregnava tutto, ma questo non era importante. Forse avrebbe potuto divertirsi un po’ con quei corpi prima che venissero fatti sparire, ma da un po’ di tempo la danza dei cadaveri, che un a volta la divertiva molto, iniziava a sembrarle di pessimo gusto.

Però era davvero un bella giornata. Se fosse stata libera, forse a quell’ora sarebbe stata in giro per i villaggi, ad uccidere qualcuno a piacimento, o semplicemente a mangiare in una casa accogliente.

Invece era costretta a stare in quel terribile castellaccio, con un marmocchio immortale e spione e con Naraku.

Ma non poteva arrendersi: doveva avere la sua libertà e l’avrebbe avuta.

Entrò in un’altra ala dell’edificio, più deserta e ancora più buia dell’altra.

E se Naraku l’avesse scoperta e uccisa?

Scosse la testa: possibile che dovesse essere sempre così spaventata e dubbiosa?

Passando davanti ad uno specchio appeso alla parete, si fermò di colpo e uno scintillio le attraversò gli occhi sanguigni: forse era già successa quella cosa

Si slacciò velocemente l’obi (*) e fece scivolare la parte superiore del suo kimono sotto le spalle, poi, febbrilmente, scossa dall’emozione, si girò rivolgendo la schiena allo specchio e con la coda nell’occhio guardò il suo riflesso. Bastò una minima occhiata a sconfortarla nuovamente: il ragno era ancora lì, in mezzo alle sue spalle. Con una smorfia di disgusto cominciò a rivestirsi.

Non sapeva esattamente quando, ma aveva iniziato a sperare che quell’orribile tatuaggio sarebbe scomparso con Naraku, ed immaginava che, in fondo, a quel bambino nascosto non si sa dove, anche se vegliato da Kanna, poteva accadere qualunque cosa senza preavviso.

Magari la stessa Kanna l’avrebbe ucciso…ma questo, forse, era impossibile…

***

Quando attacchi, attendi il momento giusto.

Quando attendi, resta sospeso come il masso sul ciglio di un precipizio profondo mille metri.

Quando arriva il momento giusto, annullati nell’attacco, come il masso che precipita nel vuoto.

Suzume-no-kumo (1344)

***

Indugiò ancora con le iridi vermiglie sul suo volto riflesso nello specchio e assunse varie espressioni arrabbiate, agguerrite e crudeli, e ad ogni sguardo sentiva che delle catene immaginarie si stringevano ai suoi polsi, ferendola.

Kagura fino a quel momento era stata solo una bambola? Si chiese, appoggiando il palmo di una mano sulla liscia superficie riflettente.

Appena la battaglia fosse finita, con esito positivo, avrebbe regnato come figlia di Naraku, oppure sarebbe diventata semplicemente un giocattolo rotto, come Kohaku?

La grande Domatrice dei venti sarebbe stata controllata fino all’ultimo e poi eliminata?

Avrebbe fatto la figura del burattino che non fa più ridere gli sciocchi spettatori?

E se invece la battaglia li avesse visti perdenti? Sconfitti, costretti a sparire tra le ombre?

Le sue labbra carnosi s’incresparono in un sorriso malizioso: i loro nemici erano forti. Inuyasha e i suoi resistevano da un sacco di tempo; c’era anche quel lupastro che forse non andava sottovalutato; Kikyo possedeva quella straordinaria forza spirituale in grado di annientare Naraku e… Sesshomaru… Sesshomaru con la sua Tenseiga aveva dimostrato di essere capace di risolvere la situazione…

Se lei non era una bambola, allora doveva smettere subito di seguire gli ordini del suo burattinaio, doveva prendere il coraggio a due mani.

Le venne in mente un assurdo sentimentalismo umano che aveva sentito durante una delle sue spedizioni. Delle donne si erano dette l’un l’altra di ascoltare il proprio cuore, che è l’unico che può dare una risposta, che può essere una vera guida. Stupidi umani, che assurdità! …E poi lei in quel momento non ce l’aveva neanche il cuore, come avrebbe fatto ad ascoltarlo? Di quello sciocco cuore avrebbe sentito solamente il dolore, nient’altro.

Una scintilla di ribellione le brillò sul volto.

Se doveva morire, non si sarebbe fatta eliminare da Naraku dopo essere salita sul trono per un istante. Se veramente la sua vita era segnata, allora avrebbe esalato il suo ultimo respiro da libera.

Doveva tentare il tutto per tutto.

E come se quell’affermazione, quell’improvvisa determinazione avesse diradato la nebbia intorno alla sua ragione, cominciò veramente a riflettere su un piano, con lucidità e coraggio.

Si sedette sul pavimento e, sventolandosi lievemente con il ventaglio, cercò una scusa per iniziare ad allontanarsi dal castello.

Doveva portare dei frammenti della sfera?

No, innanzitutto non sarebbe riuscita a prenderli, e poi questo l’avrebbe legata ulteriormente a Naraku, o a Inuyasha, che l’avrebbero certamente cercata… si sarebbe basata unicamente sulle sue forze, per quanto esigue.

Quando partire?

Si stuzzicò le labbra con le dita. Doveva aspettare.

Doveva aspettare il novilunio, così Naraku sarebbe stato fuori dai piedi.

Sì, era quello il momento più opportuno, almeno avrebbe avuto un giorno di vantaggio, e se avesse visto i saimyosho li avrebbe uccisi con le sue lame di vento.

Avrebbe detto che sarebbe andata a cercare Kikyo.

Le sembrava un motivo più che valido per essere lasciata, in realtà, libera di scorrazzare alla ricerca dell’altro moccioso.

Avrebbe ucciso il cuore di Naraku e poi sarebbe partita di nuovo, verso un paese lontano, per ricominciare da capo, in totale libertà.

§§§

La notte inoltrata era più luminosa che mai per via della luna piena.

Il vento fresco ristorava i pochi abitanti del castello dalla calura che li aveva attanagliati durante la giornata

In piedi davanti alla finestra, Kagura pregustava già la sua vendetta, la sua fuga, la sua vittoria. E non le importava se poi sarebbe stato tutto vano: era troppo bello immaginare il suo trionfo.

Sentì i passi leggeri di Hakudoshi entrare nella stanza accompagnati da Kohaku, ma non gli diede la possibilità di parlare, domandandogli subito senza voltarsi:

“E’ bella stasera la luna, vero?” mentre un ghigno le si allargava sul volto; ancora pochi giorni e finalmente quell’astro luminoso non avrebbe rischiarato il cielo del castello…

“Non dire assurdità…” l’apostrofò il bambino, ma l’argomento aveva colpito nel segno, infatti quello se ne andò subito per evitare altre smancerie del genere.

§§§

“Io vado.”

“Dove?”

“A cercare Kikyo, dove se no?” Kagura era già salita sulla sua piuma, quando Hakudoshi le lanciò uno sguardo interrogativo.

“Naraku non ti ha certo dato questo incarico…” il piccolo inarcò un sopracciglio che fu in parte coperto dalla frangia di ciocche chiare.

“Non possiamo aspettare ancora! È vero, non ho avuto l’ordine, ma se trovassi Kikyo e riuscissi a portarla da Naraku, lui non potrebbe che esserne felice, non credi?”

“TU trovare Kikyo e portarla qui? Non pensi di essere troppo ottimista?” rise l’altro.

“Sei tu ad essere troppo presuntuoso: io sono sempre la Domatrice dei venti!”

“E’ vero, ma forse è meglio che io venga con te, avanti, andiamo.” E si avvicinò per salire a sua volta sulla piuma, ma Kagura si alzò un po’ scuotendo la testa.

“Meglio di no. Quella dannata sacerdotessa sentirebbe subito la tua aura. Forse la mia si noterebbe di meno, e comunque non penso che lei voglia uccidermi, quindi ho più probabilità di te… Senza contare che Naraku oggi non può rimanere da solo!”

“Va bene” assentì quello, contrariato, dopo un istante di riflessione “ma dove credi di andare? La stiamo cercando da un sacco di tempo e non l’abbiamo ancora trovata, pensi veramente di riuscirci da sola?”

“Non assicuro di riuscirci in breve tempo, ma ho anch’io i miei informatori. Sono sulla pista giusta. Addio.”

Sentì Hakudoshi borbottare qualcosa, ma ormai era troppo lontana per capirlo e presto non l’avrebbe più neppure visto.

Perfetto.

Tutto era andato secondo i suoi piani, anzi, era stato fin troppo facile, forse avrebbe dovuto insospettirsi…

Ma aveva raccontato quel cumulo di menzogne con una serietà disarmante e adesso aveva il via libera.

Naraku si sarebbe accorto presto del suo tradimento, doveva fare molto in fretta, o perlomeno trovare qualcuno che desse il filo da torcere al suo burattinaio… Non poteva contare su Inuyasha perché anche lui era un umano, adesso, ma forse sul lupastro, Koga, o chissà, magari avrebbe veramente incontrato Kikyo lungo la strada che conduceva all’altro neonato…

Mentre faceva le sue congetture, però, doveva decidere dove cercare effettivamente il moccioso. Kanna, ovviamente, non aveva detto minimamente in quale direzione si sarebbe mossa, e lei non aveva tempo da perdere. Pensò che dovesse trovarsi in un luogo disabitato, dove il rischio di essere disturbati era minimo, se non nullo, o forse in un ambiente più freddo, dove Kanna poteva trovarsi più a su agio…

Stava volando tra le nuvole più basse, quando sentì un’aura familiare.

Si guardò un attimo intorno, poi, vicino ad una sorgente, scorse il proprietario dell’aura, insieme ad una bimba e una specie di demone ranocchio: Sesshomaru.

Che piacevole sorpresa, forse poteva fare qualcosa…

Iniziò a scendere osservando il potente demone cane che gli dava le spalle, con i lunghi capelli d’argento al vento, ma senza potersene rendere conto, dopo pochi attimi, lui si voltò e i loro sguardi s’incrociarono.

Un secondo dopo, il demone aveva estratto la sua spada più affilata ed aveva saltato, tagliando in due la piuma di Kagura, che aveva saltato a sua volta, atterrando in equilibrio, ma decisamente colpita dalla prontezza dei riflessi del suo avversario e dall’improvvisa aggressività.

“Sei un po’ nervosetto, Sesshomaru?” disse con un sorriso astuto, avvicinandosi lentamente, come per fare intendere di non cercare la lotta.

“Cosa ci fai qui, Kagura?” la sua voce profonda era segnata dall’irritazione e la lama della spada era alzata in direzione della Domatrice, e non accennava ad abbassarsi

Si fissarono un momento negli occhi senza aggiungere altro, ignorando il trambusto che nel frattempo stavano creando Jaken e Rin, che correva intorno a Kagura strillando a gran voce parole che la donna non ascoltava minimamente.

“Rin, adesso smettila.” Intimò Sesshomaru, senza però rabbia e impazienza.

“Si! Rin la smette!” la bimba si impuntò sui piedi e si fermò vicino a Kagura, portandosi una mano alla fronte, come i militari in sull’attenti. Serrò le labbra con un’aria decisamente seria e per qualche secondo trattenne anche il respiro, come per rendere più autentica la sua affermazione.

Jaken la afferrò spazientito per un braccio e lei si dimenò un poco, ma poi si lasciò portare dietro il demone cane, al sicuro per ogni evenienza.

“Cosa ci fai qui?” domandò di nuovo lui, sempre in guardia.

“Puoi anche abbassare la lama, non ho intenzione di combattere contro di te, mi trovavo solo da queste parti e ho pensato di farti un salutino…” si giustificò l’altra, avvicinandosi ancora con calma.

“E’ difficile da credere, ogni volta che ti ho visto hai portato solo guai. Sentiamo, cosa sta tramando adesso Naraku?”

“Cosa sto tramando io, al massimo…” lasciò Kagura in sospeso, abbassando con la punta delle dita la lama di Sesshomaru e rivolgendogli un sorriso smaliziato. Jaken si lasciò sfuggire un “oh!”.

“Che cosa, signora?” domandò subito Rin, scordandosi di tenere la bocca chiusa, come aveva deciso di fare poco prima.

Kagura inarcò un sopracciglio, irritata:

“Non chiamarmi signora, non sono una vecchia!”

“Non gridare con Rin.” La ammonì il demone cane con un sibilo quasi serpentesco “Allora, che diavolo vuoi? Non ho certo tempo da perdere con te…”

“Stasera sarà il novilunio.” Spiegò.

“Questo lo sapevo anche da solo.” Ribatté aspramente lui.

“Credevo ci saresti arrivato, ma evidentemente hai bisogno che ti dica tutto… dato che Naraku è un mezzo-spettro, stanotte si scomporrà e sarà molto vulnerabile, così, volevo darti un’indicazione, nel caso ti venisse in mente di vendicarti di lui per quanto è successo nella tomba di tuo padre…”

Le labbra di Sesshomaru si allargarono in un ghigno amaro e si voltò, dandole le spalle.

“Ecco cosa volevi… vuoi ancora propormi quel patto, vero? Ma la mia risposta è sempre la stessa: non ho alcun motivo di aiutarti. Se vuoi liberarti di lui, fallo da sola.”

“Sei solamente uno stupido demone arrogante! Non ho certo bisogno di te!” si tolse una piuma dai capelli e la fece ingrandire “spero proprio che Naraku riesca ad ammazzarti prima che io faccia la stessa cosa con lui!” vi salì sopra e, ancora livida di rabbia, mordendosi un labbro, volò via.

***

Ok!

È l’ora dei commentini!

Scusate se l’idea di cercare Kikyo è un po’ banale, fa praticamente scadere Hakudoshi nel ridicolo, ma purtroppo non mi è venuto in mente nulla di più intelligente… abbiate venia, per favore! ^__^

Adesso comincia (forse, dipende se la storia viene apprezzata e se ho l’ispirazione) la parte interessante, di ricatti, innamoramenti etc…

Restate sintonizzati, se vi va!

Grazie mille!

Baci

Chiaretta

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


TITLE

Salve a tutti!

Sono molto contenta che la fic abbia riscontrato il gradimento di molte persone, quasi non ci credevo quando ho visto tutti quei bei commenti positivi! ^__^ 

Grazie a: silin, black-fenix, giodan (sia su manga.it che su efp, grazie!), bia-chan, barbysbarby, shikon, AKITO, starli, Manu_Hikari, kiba91, suzako ed Helen Lance, e naturalmente, grazie anche a tutti coloro che, anche se non hanno lasciato alcun commento, hanno letto l'incipit della ficcy.

Spero che questo nuovo capitolo possa aggradarvi quanto il precedente, se non di più! Buona lettura!

Chiaretta

 °°°

*The Wind*

 

***

Quell’anno il nobile Shayo perì assiderato nel gelido mare invernale; un ramo carico di fiori primaverili schiacciò il suo successore, il nobile Ryoto; l’erede, il nobile Moritake, morì fulminato in un temporale estivo. Allora divenne signore del feudo il nobile Koseki.

            Egli disse: “Contro le intemperie non posso far niente”.

            Durante le prime piogge autunnali, fece giustiziare tutte le guardie del corpo, mandò in convento tutte le concubine, mise al bando i cuochi, sposò la figlia del capostalliere e dichiarò guerra allo shogun.

            Il nobile Koseki regnò trentotto anni.

 Suzume-no-kumo (1397)

***

 

 

Capitolo 2

 

 

Ormai la notte era inoltrata. Aveva già sprecato parte di quelle ore notturne senza luna, troppo preziose per non essere sfruttate sino in fondo, ma purtroppo di Kanna e del moccioso ancora nessuna traccia.

 

“Dannazione!” sibilò scendendo a terra, nel bel mezzo della foresta immensa che stava sorvolando da alcune ore, appena trovò una zona meno rigogliosa. Eppure credeva che quel posto potesse essere perfetto per il neonato! Molto difficile da attraversare, e tanto sconfinata da perdercisi facilmente, quella foresta sembrava il nascondiglio adatto, ma evidentemente si sbagliava… Forse era meglio spostarsi in qualche zona montuosa particolarmente aspra…Si guardò ancora intorno. Non si era allontanata poi molto dal luogo in cui aveva incontrato Sesshomaru, aveva continuato a girare in tondo, tanto era sicura che da qualche parte in quel punto inaccessibile potesse trovarsi una traccia…

 

Davanti a lei scorreva un torrente e tutto era più luminoso per via delle numerose lucciole che svolazzavano tra i fili d’erba più lunghi. Sospirò e si accovacciò su un masso, guardando per alcuni istanti l’infrangersi dell’acqua sulle rocce. Decisamente, così non andava.

Era stata davvero una sciocca ad allontanarsi senza avere indizi. Certo, poche ore prima le era parso indispensabile solo allontanarsi all’istante da quel castello, ma adesso doveva ammettere che aveva praticamente gettato all’aria un’opportunità probabilmente irripetibile.

 

“Brava, Kagura” si disse amaramente osservando il proprio riflesso, un po’ sformato dalla corrente, illuminato dalle lucciole “Davvero geniale, non c’è che dire… cosa pensi di fare?”

Poi, all’improvviso, un fruscio attirò la sua attenzione. Era sempre più vicino, sembrava che qualcuno stesse correndo forte in suo direzione dall’interno della foresta.

 

Si mise meccanicamente in guardia stringendo il ventaglio e fissando con attenzione un angolo della boscaglia. Cominciava a sentire il rumore di passi. Doveva essere più di una persona. Probabilmente erano demoni che avevano notato la sua presenza, sicuramente pesci piccoli. Ridusse gli occhi a due fessure nel momento stesso in cui una piccola creatura saltò fuori dalle fronde, correndo e ansimando.

 

Era Rin.

 

La bimba, visibilmente spaventata, fissò incredula la donna che le si stagliava davanti con il ventaglio pronto ad attaccare e subito le si lanciò tra le braccia, facendola sussultare:

 

“Signora!” Aveva vari graffi sulle braccia. Kagura non ricambiò la stretta e, ancora stupita, rivolse nuovamente lo sguardo purpureo verso la foresta: c’erano altri passi e altri fruscii, ma non potevano essere Jaken e Sesshomaru.

 

Dopo un battito di ciglia, due demoni corsero a loro volta fuori dalla boscaglia, ringhiando, con le unghie acuminate e gli occhi iniettati di sangue, ma bastò che la donna agitasse una sola volta il suo ventaglio, perchè i mostri scomparissero, dilaniati dalle lame di vento.

 

La bimba non si era accorta che i suoi inseguitori ormai erano ridotti a brandelli, e continuava a stringere forte la vita della Domatrice, tremando. Con una strana smorfia la donna la allontanò:

 

“Non c’è più nessuno.” bofonchiò. Era la prima volta che veniva abbracciata, e quella sensazione di calore l’aveva in qualche modo agitata: non sapeva come poter fare a sua volta la stessa cosa, e comunque non intendeva stringere quella mocciosa che l’aveva chiamata di nuovo “signora”…

 

Rin, senza badare alla stizza con la quale Kagura l’aveva allontanata, si guardò intorno rincuorata, subito rivolse alla sua salvatrice un grande sorriso e le prese una mano, stringendola con foga, con un’espressione buffa:

 

“Grazie, signora! Grazie!” strillò, e si mise a saltellarle intorno.

 

Che diavolo stava succedendo? Pochissimi minuti prima stava rimuginando da sola, mentre adesso una personacina ululante le faceva le feste: le stava venendo mal di testa.

 

“Ti ho già detto di non chiamarmi signora…” bisbigliò stancamente.

 

“Meno male che c’eri tu, signora, altrimenti quei mostri mi mangiavano!” esclamò con semplicità la bimba, fermando il suo balletto.

 

“Cosa ci fai qui da sola? Il suo ‘paparino’ non c’è?”

 

“Mi sono allontanata seguendo un grillo.” affermò, sempre sorridendo, la piccola umana.

 

“Va bene, va bene…” rispose svogliatamente la Domatrice del Vento, chiedendosi mentalmente come avesse fatto Sesshomaru a perdere di vista la sua preziosa bambina “Adesso stai zitta per un po’, devo riflettere.”

 

“Su cosa?” chiese subito Rin, sedendosi per terra.

 

“Sul da farsi” disse sbrigativamente, dandogli le spalle.

 

 

 

Quanti modi potevano esistere per rintracciare un’aura a grande distanza?

Sapeva che esistevano delle pietre particolari per trovare le auree, ma non le sarebbero certo servite se si fosse trovata troppo lontana dall’obbiettivo.

Come fare per scovare Kanna?

Essendo entrambe figlie di Naraku, forse c’era qualcosa che le legava in maniera tale da farle scoprire la sua posizione?

Strano… Avrebbe dovuto accorgersene dopo tutto quel tempo…

Se non esistevano metodi per rintracciare su due piedi l’altra parte di Hakudoshi, allora doveva cercare di guadagnare del tempo. Più tempo possibile.

Per guadagnare tempo doveva trovare un sistema per tenere Naraku impegnato…

Non aveva senso perdere ancora più giorni per rintracciare Inuyasha e compagni e convincerli ad attaccare… non le avrebbero creduto, anzi, avrebbero pensato a qualche trappola… era del tutto inutile raccontar loro la storia della sua diserzione, tanto non sarebbe servito a niente…

Kikyo… perché, quando quella sacerdotessa serviva, non era mai nei paraggi?

 

 

 

“Signora? Io ho fame…”

 

La voce di Rin la fece tornare bruscamente alla realtà: si era totalmente dimenticata della sua presenza, così quando, girandosi, vide il suo volto piccolo ma serio scrutarla dal basso all’alto, le sembrò più che normale chiederle:

 

“Sei ancora qui?” domanda che, mentalmente, rimangiò subito. Dove poteva andare, in una notte senza luna, una bimba così piccola da sola?

 

“Tu non hai fame? Io si. Stavamo cercando del cibo quando mi sono messa a saltare dietro a quel simpatico grillo verde, così non ho mangiato niente.” Spiegò Rin, ignorando il quesito e iniziando a giocare con due sottili legnetti “Non riesco ad addormentarmi se ho fame.”

 

“Ah…” con ogni probabilità era quasi l’una di notte. Ancora alcune ore e il Sole sarebbe tornato a splendere, restituendo a Naraku la sua forza. Non poteva pensare di fermarsi per mangiare o dormire.

 

“Una volta il signor Sesshomaru ha catturato per Rin un ottimo animale, e anche se non l’ha cotto bene, era molto buono. Signora tu cosa vuoi mangiare? Per me, al momento, va bene qualunque cosa.” La bimba sfregava tra di loro i legnetti mentre parlava, senza fissare Kagura.

 

“Ascolta, mocciosa…” incominciò la donna, ma si bloccò all’istante, vedendo una scintilla scaturire dal legno. Rin sorrise, appoggiò a terra i legnetti e guardò per un attimo le piccole lingue di fuoco che danzavano davanti ai suoi occhi, poi si alzò e cominciò a prendere altri pezzetti di legname per non farlo spegnere.

 

“Sei brava…” bisbigliò stupita la Domatrice. Lei non l’aveva mai fatto. Non aveva mai creato il fuoco. Certo, era la Domatrice del Vento, non aveva certo potere sugli altri elementi… però quella mocciosa l’aveva fatto.

 

“Comincia a fare freddo.” spiegò Rin aggiungendo alcune foglie al focolare, che pian piano si ingrandiva “Se vuoi, puoi scaldarti anche tu, signora. Il signor Sesshomaru fa sempre un fuoco per Rin, quando ha freddo.”

 

Silenziosamente Kagura si adagiò vicino al fuocherello e guardò i suoi colori vivi mescolarsi e rincorrersi nella lieve brezza, poi, visto con la coda nell’occhio, un rametto, lo prese e lo gettò nella brace, vedendola agitarsi e crescere ancora un poco, senza riuscire a nascondere un sorriso soddisfatto, che però mutò subito in un’espressione seria: ma cosa stava facendo? Non aveva tempo da perdere e si metteva a giocare con uno stupido falò? Doveva trovare un modo per ottenere la sua libertà!

 

Rin sorrideva aggiungendo nuovo combustibile al suo piccolo focolare, le lucciole volavano lentamente tra l’erba alta, il fiume produceva un calmo sottofondo musicale, insieme alle fronde degli alberi che si agitavano molto lievemente.

 

 

Quella non era libertà?

 

 

 

 

No… La libertà non poteva essere così semplice.

 

La libertà doveva essere devastante e tanto immensa da togliere il respiro.

 

Non poteva consistere nel guardare la luce delicata delle lucciole sulla riva di un torrente.

 

Non poteva certo esistere nel riflesso di un piccolo fuoco sul volto sorridente di una bambina.

 

 

 

Oppure si…

 

 

 

La Domatrice del Vento afferrò un altro rametto e lo accompagnò vicino alle fiamme, lasciandolo poi bruciare in un turbinio di scintille.

 

 

“Rin!”

 

Le due si voltarono unanimemente in direzione della voce che aveva squarciato il loro fragile silenzio, ritrovandosi a fissare un possente demone cane dai lunghi capelli argentati e un’espressione insondabile.

 

La bambina si alzò chiamando il suo ‘paparino’ per nome e correndogli incontro, afferrandolo poi per una mano e iniziando a spiegargli in fretta quello che era successo, sorridendo ed indicando Kagura.

 

La donna era rimasta seduta, con un terzo rametto tra le dita, a guardare rapita la mano di Sesshomaru appoggiata sul capo di Rin e il colore dorato dei suoi occhi seri.

 

“La signora mi ha aiutato e tenuto compagnia!” stava dicendo Rin, saltellando.

 

Quando il demone cane si voltò verso la Domatrice e incrociò il suo sguardo con quello rosso di lei, una specie di scossa richiamò alla realtà la ragazza, che si era come incantata, e la fece alzare di scatto.

 

“Non c’è bisogno che mi ringrazi.” Farfugliò brevemente “Adesso devo proprio andare.”

 

“No, signora!” ululò Rin, prendendo a Jaken il suo bastone e agitandolo in aria in maniera molto infantile “devi restare a mangiare con noi!”

 

“Rin, non essere maleducata. Se è impegnata non può assecondare i tuoi capricci.” L’interruppe Sesshomaru, senza però durezza.

 

“Ma se non mangia non riuscirà a riflettere come si deve…” fece la piccola tristemente.

 

Lui si avvicinò al fuoco e osservò se andava bene per cuocere del cibo, poi ordinò a Jaken di preparare ciò che prima avevano trovato e si sedette per terra. Nella semi oscurità i suoi capelli brillavano alla luce delle lucciole. Rin si accovacciò vicino lui con aria decisamente mogia e stuzzicò Jaken mentre cercava di cuocere della carne, mentre Kagura rimaneva in piedi, a fissare il trio, in quella strana pace.

 

“Naturalmente” disse improvvisamente la voce profonda del demone cane “se vuoi puoi fermarti con noi. Ormai si sta facendo molto tardi.” Si voltò a guardare la donna.

 

 

Non doveva accettare. Rischiava di perdere la sua unica occasione per diventare libera.

Non poteva fermarsi con lui. Doveva cercare la sua libertà.

 

 

Non voleva andarsene.

 

 

Non voleva allontanarsi dalla luce del fuoco e delle lucciole.

 

 

Stava perdendo tempo.

 

 

Mangiare carne cotta su un piccolo fuoco, seduti per terra, poteva definirsi libertà?

 

 

Che domanda sciocca le era venuta in mente in un momento così delicato.

Però non sapeva la risposta.

Desiderava conoscerla, anche se era una sciocchezza.

 

 

“Mi farebbe piacere… rimanere…”

 

 

 

***

 

Fatto!

È l’ora dei commentini!

... in realtà, rispetto all'idea iniziale, questo capitolo è venuto totalmente differente, infatti pensavo di far ricattare Sesshomaru da Kagura per riavere Rin o comunque qualcosa del genere, invece alla fine non ho più seguito quella strada... avrò fatto bene?  

Direi che sarebbe il caso di auto-costringermi a postare regolarmente per evitare ai lettori lo stress di controllare inutilmente (specie su manga.it, dove se la ff non è salvata nella propria pagina è praticamente impossibile ritrovarla!)... diciamo che il terzo capitolo sarà on-line tra una settimana e un giorno, quindi mercoledì 2 Novembre ^___^

Scrivetemi numerosi!

Grazie mille!

Baci

Chiaretta

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Salve a tutti

Ciao!

E siamo già arrivati al terzo capitolo! Magari a voi sembrerà pochissimo, ma vi assicuro che per me -partita con la consapevolezza di non essere particolarmente tagliata per le Inu-fic- questo è un traguardo non indifferente, e lo devo esclusivamente a tutti i vostri splendidi commenti!

Grazie a: silin (rapida e indolore! ;D spero possa piacerti sempre di più!), Helen Lance (ok, segui pure solo su efp, anch'io credo che sia decisamente più "confortevole" ^___^), giodan (sono lieta che la mia scelta ti aggradi! Incrocio le dita affinché anche il "passaggio della notte" ti appassioni!), bia-chan (Sono contenta che ti piaccia il mio far relazionare così i personaggi, spero solo di non farli diventare OOC!), hishino (Benvenuta! Grazie per il commento, spero che il continuo da te tanto atteso sia di tuo gradimento!) barbysbarby (forse è anche un po' troppo riflessiva... dai, che comincia il movimento!), shikon (ti meraviglio addirittura?? ^///^ Grazie per l'incoraggiamento!), AKITO (ce l'hai fatta a resistere? XD sono contentissima che la mia fic ti appassioni a tal punto, ma mi auguro vivamente di non farti venire crisi di panico in caso di eventuali ritardi... mi impegnerò molto per evitarlo, promesso!), starli (grazie per l'entusiasmo! Cercherò di procedere sempre in salita, e quasi quasi, appena ho un attimo, leggo la tua ficcy! Mi avevi detto che era una Kagura/Koga, giusto? Pairing – a parer mio- insolito, ma decisamente interessante!), Chihiro (Benvenuta anche a te! Il tuo nick viene dalla protagonista della Città Incantata? Quanto amo quel film!!), Sumire-san89 (oh! La mia Silviotta!! Che bello sapere che la leggi anche tu! ^__^ Sono proprio contenta che ti piaccia... ma devo assolutamente finire anche la fic sui Sette Mercenari! Tranquilla, sicuramente entro il tuo prossimo compleanno ce l'avrò fatta... dai, scherzo! Però non mi va di postarla un giorno qualunque, che ne dici di Natale? Lo so, manca ancora parecchio e quella fic doveva essere un regalo per il tuo comply, ma che ne dici? Ce la fai ad aspettare un'altra festività? Scusa!!), suzaku (ti chiedo scusa col cuore in mano per aver sbagliato a scrivere il tuo nick, nello scorso capitolo!! Ma sei la stessa suzaku che su manga.it legge la mia ff su Evangelion "Operazione disinfestazione Mediaset"?? Dato che il mio nick cambia da Chiaretta a -kiaretta- in base al sito, forse non sapevi che sono la stessa! O magari tu non sei la mia simpatica lettrice di manga.it,ma un'altra, chissà? Comunque sia, goditi anche questo capitolo!), Narsyl (Ciao! ^^ già, io Rin la immagino molto pucciosa… spero solo di non esagerare! Al massimo fermami se comincio a diventare diabetica, ok? Spero ti piaccia anche questo capitolo!), Earine (Ben arrivata sulle mie frequenze! Anche il tuo commento mi ha fatto molto piacere, thank you per i complimenti!) e fede_chan 90 (grazie per gli apprezzamenti spero che anche la tua ficcy vada a gonfie vele e penso proprio che presto gli darò un’occhiata, se hai già cominciato a pubblicarla! ^__^),  e naturalmente, grazie anche a tutti coloro che, anche se non hanno lasciato alcun commento, hanno letto la ficcy!

Scusate se mi sono dilungata così tanto, ma trovo che sia veramente doveroso ringraziare come si deve chi commenta! E poi, sinceramente, a me piace essere ringraziata all'interno delle ff che leggo e commento, perciò mi sembra giusto fare lo stesso! Adesso vi lascio (finalmente) alla lettura, ci sentiamo in fondo!

Chiaretta

 °°°

*The Wind*

 

 

***

            Qualcuno crede che la vittoria sia frutto di una strategia superiore.

            Altri confidano che il valore sia la via per la vittoria.

            Altri ancora affidano le loro speranze agli dei.

            Poi ci sono quelli che ripongono la loro fede in spie, assassini, seduzioni, tradimenti, corruzione, avidità, paura.

            Sono tutti sentieri illusori per il semplice motivo che, una volta concentrata tutta la  propria attenzione sulla vittoria, si abbandona il reale per aggrapparsi al falso.

            Che cos’è la realtà? Quando le lame dei nemici ti assaliranno con ferocia, e la tua vita sarà in pericolo, lo saprai.

            Altrimenti, avrai vissuto invano.

Suzume-no-kumo (1599)

***

 

 

Capitolo 3

 

 

Calato nel contesto silenzioso della notte, con una bimba accoccolata addosso, davanti al languire del fuoco, quel potente demone cane non sembrava più così crudele e aggressivo come invece lui stesso adorava far credere.

Guardandolo, Kagura aveva l’impressione di trovarsi davanti ad una persona completamente differente, e probabilmente non si sarebbe stupita nel sentirlo molto loquace durante la cena. Naturalmente, siccome quell’individuo era pur sempre Sesshomaru, nonostante la mansuetudine, il loro breve pasto era stato molto silenzioso e freddo. Non si erano scambiati nemmeno una parola, ed erano rimasti uno davanti all’altra, a prestare attenzione alla carne che tenevano tra le mani. Solamente Jaken e Rin avevano rotto di tanto in tanto l’assenza di rumori, ma solo per brevi osservazioni, perché dovevano essere molto stanchi. Difatti, Rin, appena ingoiato l’ultimo boccone, si era appoggiata improvvisamente al braccio del demone dagli occhi dorati, già addormentata.

 

“Jaken, prepara un giaciglio per Rin.”

 

Le parole sempre ferme e distaccate dell’uomo, pronunciate con un tono più basso, fecero sobbalzare la Domatrice , ormai assuefatta al silenzio.

 

“La sistemo vicino a questo albero, signore?” domandò il demone ranocchio, osservando la zona e avvicinandosi ad una robusta pianta poco distante che aveva una rientranza nella parte più basa del tronco.

 

“Bene” bisbigliò l’interpellato, alzandosi in piedi molto lentamente tenendo in braccio Rin, che emise alcuni mugolii e aprì un poco gli occhi nonostante la grande delicatezza dimostrata dall’uomo per spostarla. I suoi piccoli occhi assonnati inquadrarono unicamente la figura esile di Kagura e subito tese un braccio in sua direzione.

 

“Signora…” miagolò sbadigliando “con la signora…”

 

La donna si pietrificò all’istante: possibile che una mocciosa le si fosse tanto affezionata? A lei i bambini non piacevano per niente! Li detestava! A furia di stare con Hakudoshi, di pensare all’altra metà del neonato, di controllare che Kohaku non la tradisse, aveva sviluppato una specie di allergia…

 

… Però, in effetti, quella era la prima volta che aveva a che fare con una bambina.

 

Sesshomaru la stava guardando, sempre tenendo tra le braccia Rin. Forse aspettava che se ne andasse, o magari, chissà, che si avvicinasse per accontentare davvero la piccola.

 

“Cosa devo fare?” la domanda le uscì senza che se ne rendesse conto: che razza di richiesta era? Porgerla a Sesshomaru, poi! Si sentiva davvero sciocca in quella situazione inaspettata. Era scappata alla disperata ricerca di Kanna, e poi si era fermata per cenare seduta davanti ad un fuoco. Ora stava programmando di tenere compagnia ad una bimba mentre cercava di dormire.

 

 

No.

 

 

Non stava veramente “programmando” una cosa del genere…

 

 

“Puoi fare quello che vuoi.”

 

Sesshomaru, ignorando il braccio ancora teso di Rin, si voltò e la posò ai piedi dell’albero scelto da Jaken, dove erano state ammucchiate dal piccolo demone foglie e steppaglie varie. “Stai buona, Rin”

 

Però la bambina si alzò subito e corse ad attaccarsi al kimono di Kagura, tirandolo verso l’albero e chiamandola a gran voce, affinché si sedesse a riposare vicino a lei.

 

“Non avevi sonno?” le domandò bruscamente Jaken, preoccupato che la Domatrice si irritasse.

 

“Si, ma anche la signora è stanca, a furia di riflettere! Dai, vieni!” rispose prontamente la piccola trascinandola vicino al giaciglio improvvisato e facendola sedere; poi, soddisfatta, si raggomitolò a sua volta vicino a lei, con un sorriso soddisfatto stampato sul volto ed augurò la buonanotte.

 

Il demone cane manteneva la sua solita espressione insondabile, mentre osservava il tenero quadretto, poi emise un impercettibile sospiro e si sedette poco distante, con la spada tra le braccia; Jaken si accoccolò a metà strada tra il suo padrone e le due ragazze, dopo aver ravvivato un poco il fuoco, per farlo durare di più.

 

 

“Mi permetti di restare qui?” domandò a bassa voce Kagura, incredula, ma cercando di mantenere un tono distaccato ed altero, per quanto lo stupore e il calore della bimba mezza abbracciata a lei permettessero. L’uomo si voltò per vedere se Rin stava effettivamente dormendo, poi spostò lo sguardo dorato sulla Domatrice, senza aggiungere nulla. Stava cominciando ad alzarsi un certo venticello fastidioso.

 

Perché diavolo non rispondeva? Va beh, ormai aveva capito che quel demone non era assolutamente loquace, però, credeva che in certe situazioni il dialogo fosse pressoché d’obbligo, almeno per non rendere l’atmosfera più tesa del normale. Ora che ci pensava, era anche la prima volta che le capitava di rimanere a dormire fuori di casa, lontano da Naraku, e per di più con dei “nemici”…

 

E non le era mai capitato neppure di dover improvvisare un discorso per rompere il ghiaccio… Poteva essere quella l’ennesima prima esperienza che faceva quella sera?

 

… No… non quella sera… non le sembrava possibile attaccare discorso con un uomo del genere…

 

“Ma che…?”

 

Ecco una cosa che invece le capitava troppo spesso: concentrarsi completamente nei propri pensieri e non riuscire più a far caso a ciò che le accadeva intorno.

Il tocco caldo di qualcosa di pesante l’aveva fatta tornare alla realtà e si era ritrovata Sesshomaru in piedi, davanti a sé, e la pelliccia di lui sulle sue ginocchia.

 

“Usala per coprire Rin… ed è abbastanza grande per tutte  e due”

 

 

Mi permetti di restare qui?

 

Quel gesto lo intese come un si…

 

 

 

… Grazie…

 

 

Pensò, ma non lo disse: la crudele Domatrice dei Venti non si poteva certo abbassare a ringraziare un demone cane,  a maggior ragione se era un nemico… un nemico…

 

Ma allora a chi l’avrebbe detto? Di amici non ne aveva, e a Naraku o ad Hakudoshi non avrebbe mai e poi mai detto una cosa simile.

 

Che fosse giunto il momento di pronunciare quelle sei lettere dal sapore tanto amaro?

 

Sesshomaru tornò a sedersi silenziosamente e chiuse gli occhi, ma Kagura sapeva che era vigile: naturalmente non si fidava di lei, così come lei non si fidava di lui, perciò era evidente che la controllasse.

 

Non lo avrebbe ringraziato.

Non aveva un particolare motivo per non farlo, ma non si sentiva di dire quella parola… quella sgradevole parola.

 

Rin si mosse e aumentò la stretta, bisbigliando qualcosa di incomprensibile.

Con quella bimba attaccata addosso si sentiva a disagio. Perché qualcuno le si era affezionata senza motivo? E poi, quest’altra parola, “affetto”, la faceva rabbrividire al solo pensarla… Perché l’aveva aiutata con quei demoni? L’aveva fatto perchè era preoccupata per quella creaturina, o piuttosto poiché la infastidivano quelle ripugnanti presenze?

 

Non aveva senso porsi tali domande… l’aveva salvata. Punto e basta. Non aveva riflettuto sul fatto che questo gesto l’avrebbe portata a dormire davanti ad un fuoco con una bambina avviluppata su di sé.

 

E ormai era tardi per qualsiasi domanda.

 

La notte si allontanava velocemente per lasciare posto al caldo sole, e le sue speranze di salvezza diminuivano ad ogni minuto che passava. Non ce l’avrebbe fatta. Sarebbe morta. Sarebbe stata sconfitta perché perdeva tempo a dormire anziché a cercare Kanna e quel dannatissimo marmocchio!

 

Ma si sentiva tanto debole.

 

Il calore che la pelliccia di Sesshomaru le trasmetteva la stava facendo rammollire, e non riusciva a fare niente per impedire che quella sensazione non del tutto spiacevole – anzi, in realtà, assolutamente piacevole -  la privasse di ogni forza.

 

Senza volerlo lasciò che il suo capo si appoggiasse alla testolina di Rin e chiuse gli occhi.

 

Perché il calore era una percezione così bella?

 

 

 

*+*+*

 

Si alzò lentamente e vide che Sesshomaru stava dormendo.

Sorrise.

Le sarebbe bastato un attimo, un attimo solo…

La luna brillava in mezzo al cielo notturno.

Si avvicinò al demone e con una mano gli accarezzò piano i capelli argentati, poi, sguainato un pugnale, lo avvicinò al petto di lui.

L’avrebbe ucciso.

Lo avrebbe ucciso e avrebbe conservato il suo corpo per farlo danzare in mezzo agli altri cadaveri e osservare i riflessi dei suoi capelli scintillare in mezzo all’oscurità della morte.

Si, avrebbe fatto così, ma prima, c’era un'altra cosa che desiderava…

Quelle labbra sottili e pallide…

Le avrebbe catturate…

Prima che fosse troppo tardi.

Abbassò un poco la lama del pugnale e avvicinò il suo volto a quello di lui.

Non le restava quell’unica cosa da fare, poi sarebbe finito tutto.

Sarebbe finito tutto.

Sentì una lacrima scivolarle lungo una guancia e cadere sul volto del demone addormentato.

Si avvicinò maggiormente, incurante del pianto che adesso scorreva abbondantemente sui suoi zigomi magri e poi ricadeva come pioggia sugli occhi di Sesshomaru.

Un semplice baci, prima di ucciderlo.

Ormai era vicinissima alle sue labbra.

 

*+*+*

 

 

 

Spalancò gli occhi di colpo e si portò una mano al volto meccanicamente, toccandosi febbrilmente le guance, mentre cercava la luna nel cielo con il respiro affannoso.

Non c’era. La notte era ancora più oscura di prima. Il novilunio non era ancora terminato.

E non stava piangendo.

Meno male.

 

“Hai fatto un incubo?” gli occhi dorati del demone cane la osservavano freddi. Non stava dormendo e non aveva coltelli puntati al cuore.

 

“Si” sibilò lei, lasciando ricadere la mano stancamente sulla pelliccia. Perché aveva cercato di baciarlo? E perché stava piangendo?

 

Lei non avrebbe mai pianto. Quello era uno stupido sentimentalismo umano. Le lacrime rendevano fiacchi, e lei non poteva permettersi debolezze.

 

“Gli incubi non hanno senso, vero?” domandò, richiudendo gli occhi color porpora per un altro istante e sfoderando un ghigno amaro e sfrontato al tempo stesso.

 

“Neanche i sogni ne hanno uno.” Rispose pacatamente lui. Forse per questo non valeva la pena  dormire. Non c’era alcun motivo di smettere di vegliare su di Rin, per poi vedere unicamente stranezze insignificanti.

 

Kagura si alzò in piedi liberandosi con delicatezza dalla presa di Rin, che emise degli altri mugolii, ma non si svegliò, e si avvicinò alla riva del torrente facendo volare più distanti molte lucciole.

 

Più volte durante la sua breve vita si era sentita spaventata e arrabbiata, ma in quel momento, provava unicamente tristezza. Non avrebbe mai creduto di essere tanto “sentimentale”, ma in quel momento, forse si sarebbe messa veramente a piangere, se non fosse stata per la sua ferma volontà di non mostrarsi ancora più vulnerabile agli occhi di tutti.

 

Era finita, veramente.

Non aveva idea di dove trovare il neonato e di come salvarsi.

Il suo rapido giro turistico per il bosco si sarebbe concluso al più presto con un’ultima stretta al cuore, e così, addio Kagura…

 

Un forte tremore la scosse, ma fece di tutto per dominarsi e non darlo a vedere al demone cane, che continuava a osservarla senza parlare, seduto lì vicino, e naturalmente si era accorto dello strano movimento.

 

“Se ti restassero pochissime ore di vita, cosa faresti?” diede alla sua voce un tono spaccone, del quale si compiacque molto, e si voltò a fissare l’uomo negli occhi, come per sfidarlo: credevi che stessi per crollare? Illuso.

 

Sesshomaru sostenne lo sguardo. Quella donna era decisamente strana: prima cercava di raggirarlo con la solita storia del patto, poi salvava Rin, cenava con loro e dormiva abbracciata alla bambina, infine tremava e faceva discorsi assurdi.

 

“Non ti capisco.” Fece semplicemente, alzando le spalle.

Questa volta fu Kagura a stupirsi. Il concetto era chiarissimo…

 

“Ma sì! Se tu avessi la consapevolezza di stare per morire, c’è sicuramente qualcosa che vorresti fare prima della fine, no?” ma siccome non rispondeva neanche stavolta, riprese “in quell’incubo, per esempio, io avevo due ultimi desideri, ma erano insensati e macabri. Tu cosa faresti?”

 

Voleva assolutamente una risposta.

Era importante.

Se non fosse stato essenziale, non ne avrebbe certo parlato con un nemico…

 

Il demone cane, si alzò in piedi, in tutta la sua altezza ed eleganza, e mosse qualche passo verso di lei.

 

“Che assurdità… Naturalmente, non mi rassegnerei mai alla sconfitta…”

 

***

 

Eccomi qui!

Caspita, che faticaccia! Rispettare questa prima “scadenza” è stato davvero arduo… che ne dite? Siete almeno un pochino soddisfatti?

Me lo auguro proprio! ^__^ A dire la verità, a circa metà capitolo, mi sono trovata nel bel mezzo di un blocco e non sapevo assolutamente cosa scrivere, così ho “composto” il sogno… non chiedetemi qualche significato abbia, perchè francamente mi è venuto così un po’ a naso… troppo macabro? Va beh! Attendo con ansia i vostri commentini!

Grazie mille!

Baci

Chiaretta

 

P.S: il prossimo capitolo (sempre che riesca a mantenere questo ritmo ^^") sarà disponibile da giovedì 10 Novembre! Incrociate le dita, e adesso passate alla recensione, se vi va! Thank you!

P.P.S: dite che dovrei mettere il titolo ai capitoli?

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ciao

Bentornati! 

Avendo ricevuto così tanti commenti, con che cuore avrei potuto farvi attendere oltre? Grazie infinite! I vostri incoraggiamenti mi riempiono d'orgoglio, lo sapete? ^///^ Spero vivamente di non deludervi! Questa volta lascio i ringraziamenti in fondo, così potete immergervi subito nel quarto capitolo! Buona lettura!

Chiaretta

 °°°

*The Wind*

 

 

***

            Kago no tori

           cho wo urayamu

            metsuki kana.

 

            L'uccello in gabbia,

            osserva, invidioso,

            la farfalla.

(Issa, Haiku)

      

***

 

 

Capitolo 4

 

 

"Naturalmente, non mi rassegnerei mai alla sconfitta…” Sesshomaru si era avvicinato con fare imponente e deciso, dando alle sue parole un'inclinazione orgogliosa, come se si fosse trattato del suo stile di vita, e forse era proprio così. La Domatrice portò altrove lo sguardo. 

 

"... anche se fosse chiaro che si tratta di una battaglia persa in partenza?" 

 

"Non si può mai essere sicuri di una cosa del genere."

 

"Certo che si può essere consapevoli della propria debolezza..."

 

"Ma potrebbe accadere qualsiasi cosa." La voce dell'uomo risuonava ancora più convinta,e Kagura, udendo quelle parole, si voltò di scatto con gli occhi colmi di rabbia: perchè gli stava dando false speranze? Era proprio l'ultima cosa di cui aveva bisogno! Con quelle parole, sembrava quasi possibile un miracolo, per esempio la morte improvvisa di Naraku o il tradimento -decisamente poco probabile- di Kanna. Così lui le stava dicendo che avrebbe vinto, anche se non era vero., ma perchè in qualche modo la incoraggiava?

 

"Non è vero!" gridò confusa, dimenticandosi che Rin e Jaken dormivano proprio lì vicino, e facendo prendere il volo ad alcuni uccelli, con un veloce frullio di ali "Non è vero che la situazione si ribalterà, non è vero che anche il più debole può vincere: questi sono sogni, fantasie, cose che si dicono tanto per dire, ma la realtà è un'altra! Qui si tratta di vita vera!"

Sesshomaru, con la coda nell'occhio e l'aria contrariata, si assicurò che la voce squillante della donna non avesse destato la bambina, poi si rivolse nuovamente a lei, stavolta con un tono gelido e uno sguardo duro:

 

"E tu cosa ne sai della vita vera?" disse con una lentezza quasi esasperante, forse addirittura crudele. Kagura strinse forte le labbra.

Che ironia della sorte.

Proprio un uomo così freddo e distaccato doveva dirle che non sapeva un accidenti dell'esistenza?

Ed era drammaticamente vero.

Ma faceva male sentirlo.

 

"Non mi risulta che tu sia particolarmente esperta" continuò lui "Se hai così tanta paura, allora non vale neanche la pena iniziare a combattere."

 

Ecco. L'aveva detto.

Le aveva detto che era solo una vigliacca, che non aveva il coraggio delle proprie azioni e che non meritava altro che la sconfitta.

Tutte cose sottintese che lei si era detta ormai più volte da sola, ma che la reticenza del demone cane rendeva ancora più taglienti. Quelle parole e quei pensieri la stavano colpendo come lame affilate e lei ristava lì, inerme, a sanguinare. 

Poi di nuovo la sua voce, più morbida:

 

"Kagura..."

 

Lo fissò negli occhi con uno sguardo sgomento: era la prima volta che il suo nome, pronunciato da qualcun altro, le sembrava così bello e musicale.

 

"Cosa stai facendo?"

 

Gli interessava veramente saperlo o lo diceva perchè gli faceva pena? I suoi occhi non erano più glaciali come prima e la scrutavano con attenzione, ma anche con una parvenza di gentilezza.

 

"Che domanda è?" farfugliò lei piano "Cerco di ottenere la mia libertà, naturalmente..."

 

"Beh, in questo momento mi sembri decisamente libera."

 

Kagura sorrise lievemente:

 

"Già, questa era anche la mia impressione, ma è un'illusione. Il mio cuore è ancora in mano a Naraku, e non ho modo di riaverlo indietro."

 

Sesshomaru tornò silenziosamente a sedersi appoggiato al tronco dell'albero:

 

"In qualsiasi modo la metti, io ho sempre l'impressione che tu abbia vinto."

 

 

 

Per quanto tempo era rimasta a terra, ferita?

La paura la incatenava a quel castello e la sua vergogna le infliggeva infiniti colpi che la rendevano sempre più debole e sanguinante, in attesa che qualcuno venisse a porgerle una mano e a tirarla su.

Ma non aveva senso aspettare, forse, se ci avesse seriamente provato, si sarebbe alzata benissimo da sola. E lo aveva fatto veramente, quella sera, raccogliendo tutto il suo coraggio. E poi era ricrollata, spaventata dalle conseguenze a tal punto da non essersi resa conto di aver già raggiunto il traguardo. 

Aveva smarrito  il suo obbiettivo nel terrore di perdere tutto il resto, ma alla fin fine, aveva ragione quel dannato demone cane: lei non aveva niente da perdere.

La vita non sapeva ancora cosa fosse, per quanto poco l'aveva vissuta, quindi perchè era così spaventata da un fantasma?

Libertà significa non avere paura?

Se è così, allora lei non l'avrebbe mai raggiunta, continuando a scappare.

 

 

"Ti spiace se rimango con voi ancora per un po'?"

 

 

***

 

Olè! E' finito anche questo!

Scusatemi, lo so che è molto corto e non succede neppure un granché (e oltretutto, per poche ore ho rischiato di non rispettare la scadenza), però ho passato davvero una settimana infernale e un altro blocco... cavoli, quanti problemi! Passiamo ai ringraziamenti!

Grazie a: Jenna kun (è stata una sorpresa piacevolissima leggere la recensione di una che detesta Kagura così tanto! ^__^ Sono contenta che la fic ti piaccia ugualmente e grazie per i complimenti! ), kate92 (Benarrivata! No, è vero non ho detto esplicitamente il come e il perchè Kagura rischia di morire, ma credevo si potesse intuire, scusa se il passaggio è poco chiaro! Cmq ho pensato che se naraku scopre che l'ha tradito, non ci penserà su due volte a farla fuori, no? E' per questo che lei si spaventa così tanto) giodan (La frase del mese mi è piaciuta un sacco" Che pensiero carino! Ti dispiace dirmene una per ogni capitolo, sempre che in questo capitolaccio ci sia una frase migliore delle altre?), bia-chan (Sono contenta che ti piaccia il mio far relazionare così i personaggi, spero solo di non farli diventare OOC!), Helen Lance (Grazie!), AKITO (ahi ahi, temo che stavolta ti verrà voglia di darmi qualcosa in testa per questo misero capitolo... io incrocio le dita!), starli (grazie per l'entusiasmo triplicato rispetto lo scorso capitolo! Della tua fic per adesso ho letto solo il primo capitolo, ma appena mi sarò messa in pari con la pubblicazione ti lascierò un bel commento, spero solo di riuscire a trovare un secondo per respirare prima dell'anno prossimo...), fede-chan 90 (Ciao! Grazie per gli apprezzamenti!) kiba 91 (Benvenuto/a e grazie per i complimenti!), Chihiro (Ecco qui, ho continuato, ma il risultato non mi pare una meraviglia... che mi dici?), Yoro-chan (Davvero ti ho inquietato con il sogno?? ^__^ Grazie!) Sumire-san89 (Hallo!! Grazie mille per i tuoi consigli, mi sono piaciuti tutti molto, ma non so ancora bene cosa fare... in pratica non è cambiato niente rispetto allo scorso capitolooo!! T__T mi viene da piangere...), lila-chan (Ben arrivata anche a te! Grazie per i complimenti e spero che anche questo capitolo, per quanto scarso, ti sia piaciuto almeno un pochino!), Narsyl (Thank you!), Earine (terrò presente la tua idea sul sogno e spero che il capitolo -anche se non alla stregua degli altri- ti sia piaciuto lo stesso! ) e darkangelodette92 (grazie per gli apprezzamenti ! ^__^),  e naturalmente, grazie anche a tutti coloro che, anche se non hanno lasciato alcun commento, hanno letto la ficcy!

 

Spero, scrivendo di getto per rispettare la scadenza, di non aver dimenticato nessuno e di non aver sbagliato i nick, in caso contrario, PERDONATEMI!!

Il prossimo capitolo sarà on-line (forse) tra un po' più di una settimana, e cioè il 20 Novembre! Grazie mille per aver letto, se volete lasciate un commento!

Bacioni

 

Chiaretta

 

PS: Ne approfitto per pubblicizzare la ff della mia amica Sumire89 dal titolo "I sette piccoli Mercenari" disponibile da stasera su efp e già presente da un po' su manga.it! Chiaramente parla dei Mercenari ed è molto graziosa! A presto!

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ciao

Ciao!!

Forse ho risolto il mio blocco, ed eccomi qui, con il nuovo capitolo! Ok, neanche questo è particolarmente lungo, però credo che i prossimi potrebbero coinvolgervi parecchio… mmm… forse sto mettendo troppo le mani avanti, in realtà non ho ancora provato a scrivere ciò che ho in testa, però ho alcune ideuzze… Per adesso vi lascio al 5° capitolo, ci si risente in fondo!

Chiaretta

 °°°

*The Wind*

 

***

If I smile and don't believe

Soon I know I'll wake from this dream

Don't try to fix me

I'm not broken

(“Hello” – Evanescence)

***

 

 

Capitolo 5

 

 

Quando Rin aprì gli occhi, i raggi del Sole l’accecarono in un primo momento, costringendola a voltare il viso e incontrare con lo sguardo i lineamenti delicati della Domatrice dei Venti, accoccolata vicino a lei. Fece un sorriso e, alzandosi, le sistemò meglio la coperta addosso, ma molto lentamente perché temeva di svegliarla. Il suo padrone era già vigile, poco distante con Jaken.

 

“Intende dormire fino a mezzogiorno?” stava bisbigliando con acidità il demone ranocchio “Perché non la lasciamo qui?”

 

Sesshomaru distolse gli occhi dorati e si limitò ad emettere un verso che il suo servitore percepì come un dissenso, perché subito riprese:

 

“Allora potremmo svegliarla, così riusciremmo a raggiungere il villaggio Sarashi mentre è ancora giorno, che ne dice, padrone?”

 

“Buongiorno!” esclamò la bambina, allegra come al solito, saltando addosso a Jaken e sorridendo radiosa al suo “papà”.

 

“Non fare tanto rumore, Rin.” Sesshomaru le fece una piccola carezza sul capo, mantenendo un’espressione neutrale, e le indicò la dormiente con un cenno del capo; la piccola annuì forte, poi, come colpita da un’improvvisa illuminazione, si voltò in direzione del bosco e vi corse dentro, rimanendo visibile al demone cane. Si piegava in mezzo agli arbusti in cerca di qualcosa, poi si spostava un poco, ritornava in dietro, e si ripiegava. Lo sguardo attento dell’uomo controllò da lontano che nell’ombra non ci fosse niente e nessuno a minacciare la bambina, poi tornò a contemplare la figura di Kagura.

 

La stava osservando da un po’, perché si era reso conto di non averla mai veramente guardata prima della sera precedente, nonostante si fossero incontrati varie volte. Prima collegava al suo nome Naraku, immediatamente, invece, adesso, se pensava al nome “Kagura”, quelle sei lettere melodiose gli facevano venire in mente la luce flebile di una lucciola, forse perché quella notte, intorno a loro, moltissime lucciole avevano brillato, ma anche perchè aveva quasi l’impressione che continuasse a tremare, proprio come quel piccolo bagliore.

 

Gli sembrava veramente assurdo.

 

Lui, un potente e crudele demone, rifletteva su nomi e lucciole.

 

Sbuffò, forse imbarazzato, e quando ritornò con lo sguardo su di lei, trovò i suoi occhi sanguigni aperti, ma ancora mezzi addormentati. La vide strofinarsi le palpebre e mugolare come una bambina, disturbata dalla luce del Sole, poi sobbalzare.

 

“Mi sono addormentata!” si alzò in piedi in fretta e appallottolò come meglio poté il manto che l’aveva coperta, lo porse precipitosamente al suo possessore senza guardarlo negli occhi e poi si allontanò, avvicinandosi al fiume.

 

Come aveva fatto ad addormentarsi?

 

 

Non ricordava nulla, in quel momento, cos’era successo? Stava parlando con Sesshomaru e gli aveva chiesto… gli aveva chiesto di poter… restare… e dopo?

 

 

Immerse le  mani nell’acqua gelida e poi, con un colpo di coraggio, se le portò al viso, svegliandosi finalmente del tutto.

 

 

Dopo lui aveva annuito e aveva chiuso gli occhi, appoggiandosi completamente contro il tronco dell’albero. Non credeva che rifosse addormentato, però le sembrava assurdo rimanere lì in piedi, da sola, così si era seduta di nuovo vicino a Rin e aveva chiuso a sua volta gli occhi, solo per un secondo, solo per riposarsi un attimo, e invece non li aveva più riaperti…

 

“Signora!!”

 

Si voltò di scatto e vide che la bambina gli correva incontro velocissimamente, con un sorrisone stampato in faccia e qualcosa stretto tra le mani. Frenò appena in tempo, prima di arrivarle addosso, e, tutta emozionata, le offrì qualcosa, aprendo bene le mani.

Tra le sue dita faceva capolino quella che dava tutta l’impressione di essere una ghirlanda di fiori rossi e bianchi, intrecciati goffamente tra loro.

 

“Ti piace?” domandò Rin, entusiasta, avvicinando i palmi delle mani ancora di più al viso di Kagura, ancora inginocchia sulla riva del fiume e decisamente stupita.

Non rispose. Guardò con imbarazzo gli occhi ansiosi della piccola e poi ritornò ad osservare quell’oggettino appena fabbricato. Una ghirlanda di fiori.  Forse non era il momento di pensare una cosa del genere, ma alla Domatrice venne in mente unicamente che lei non ne aveva mai fatta una. E che quella bambina sapeva fare un sacco di cose più di lei.

 

“Allora, ti piace o no?” chiese di nuovo Rin, stavolta imbronciata.

Non sapeva se quella cosa le piacesse o meno. Non ci aveva mai pensato. Forse la stupiva addirittura il fatto di sapere cosa fosse benché non avesse mai avuto modo di averne a che fare prima. Rin la fissava sempre più ansiosa.

 

“Si” bisbigliò, senza sapere bene perché “mi piace.”

 

Non era vero.

Ma quando vide la bocca della bambina schiudersi nuovamente in un sorriso, capì di aver fatto la cosa giusta.

 

“Allora è tua, te la regalo!”

 

Lasciò che Rin gliela mettesse tra le mani e, sentendo i petali morbidi solleticarle la pelle, la strinse un poco, come per sentirne la consistenza.

 

La consistenza di un regalo.

 

Il suo primo regalo.

 

Il suo primo regalo che nemmeno le piaceva, ma si sentiva comunque strana, forse emozionata, forse in qualche modo commossa.

 

 

 

“Andiamo”

 

La voce profonda di Sesshomaru la riscosse. Si alzò in piedi, sempre tenendo la collana e si avvicinò a lui, seguita da Rin, che le trotterellava intorno canticchiando.

 

“Stiamo andando al villaggio Sarashi, Basteranno poche ore di cammino.” Spiegato questo, il demone cane prese subito a camminare rapidamente verso nord, senza voltarsi indietro, ma sapeva che, oltre Jaken e Rin, stavolta anche la Domatrice del Vento lo seguiva silenziosamente, forse domandandosi cosa stavano andando a fare in un posto del genere.

 

Ed in effetti non si sbagliava poi molto.

 

 

***

 

 

“Naraku è tornato come prima?” la voce infantile e capricciosa di Hakudoshi apostrofò sgarbatamente Kohaku, proprio mentre entrava nella grande stanza buoi dove lui sedeva scompostamente sul pavimento, con una smorfia sul volto pallido e liscio.

Il ragazzino rispose senza energia:

 

“Si, gli effetti del novilunio sono svaniti.”

 

“Bene… ci sono notizie di Kagura?”

 

“Nessuna.”

 

Il bambino fu ancora più contrariato e assunse un’aria annoiata, mentre da qualche parte in quel castello, Naraku sorrideva…

 

 

 

 ***

 

Ok!

Mi sembrava giusto far comparire almeno un pochino Naraku e Hakudoshi… magari gli farò fare qualcosa in seguito, ihihihihihih! Scusate, la mia vena sadica rischia di svegliarsi… cmq…

Cosa ve ne pare?

Spero vivamente che vi sia piaciuto almeno un pochino! ^_^

Grazie a: eyesice, barbysbarby, bia-chan, giodan, kate92 (scusa, nenche questo chappy è molto lungo ^^”), darkangelodette92, Earine, nemesis81 (Ciao! Grazie per i complimenti, sono contenta che questa fic venga letta anche dai non-fan della Sessho/Kagura!), starli (dopo una settimana, il tuo 2° cap non l’ho ancora toccato.. mi cospargo il capo di cenere!!! Prima o poi ce la farò a trovare un minimo di tempo! Abbi fede!), kiba91, Chihiro e Helen Lance.

Vi ringrazio veramente di cuore, tutti i vostri commenti sono splendidi e mi auguro di meritarli pienamente anche in seguito! ^__^

La data del prossimo aggiornamento è, indicativamente, mercoledì 30 Novembre!

A presto, e grazie ancora!

 

Chiaretta

 

PS: avete letto il 47 di Inu?? Lo so che è uscito un sacco di tempo fa, ma io sono andata a prenderlo solo ieri… Brutto Naraku, che diamine di intenzioni hai?? Va beh…

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Buondì

Buondì!

^__^ Stavolta mi sono messa a scrivere il capitolo a poco a poco, anziché all’ultimo minuto, perciò spero che il risultato possa essere di vostro gradimento, ancor più che per i chappy precedenti! E comunque, vi siete accorti che siamo già al sesto atto?? Cavoli, ancora non me ne rendo conto neppure io: 6 capitoli! Mi viene quasi voglia di festeggiare, non avrei mai pensato di scrivere una Inu-fic e di arrivare fino qui! Se questa storiella continua è tutto dovuto ai vostri gentilissimi commenti, che non mancano mai e mi rendono tanto contenta ^^ siete adorabili! Buona lettura!

Chiaretta

 °°°

*The Wind*

 

***

Temere la morte altro non è che credere di esser saggi senza esserlo, di sapere ciò che non si sa. Infatti, nessuno sa che cosa sia la morte, se per l'uomo il più grande dei beni; eppure tutti la temono come se fossero sicuri che essa è il più grande dei mali. E non è forse la più riprovevole ignoranza, questa, di credere di sapere ciò che non si sa?

(Frammento cap XVII, “L’apologia di Socrate”, Platone)

***

 

 

Capitolo 6

 

 

Rosso e bianco.

Il rosso era il colore del sole al tramonto, una delle poche cose che le piaceva guardare. Anche i suoi occhi erano di quel colore, e persino le sue labbra, morbide e scarlatte, con le quali si limitava a pronunciare frasi taglienti.

Ma il rosso, più di tutte le alte cose, le faceva venire in mente il sangue.

Sangue vermiglio e caldo.

L’aveva inseguita, e accompagnata in ogni minuto della sua breve vita, quella sostanza purpurea che circondava il suo mondo, e lei stessa l’aveva fatto sgorgare da milioni di ferite, inferte ad innumerevoli esseri umani e non. Non le piaceva il sangue. Non si faceva troppi problemi ad uccidere, ma il sangue non le piaceva ugualmente, perché con il suo forte odore e con il suo colore troppo acceso ricopriva tutto il resto.

Il bianco invece non le ricordava nulla di spiacevole.

Aveva sentito dire che la neve era bianca, ma lei non l’aveva mai vista. Forse le sarebbe piaciuta, perché a quanto pareva era fredda, proprio come lei, e quando cadeva dal cielo ammantava tutto con delicatezza.

Anche il bianco, però, le faceva venire in mente qualcosa di specifico: i capelli di Sesshomaru.

Probabilmente perché li stava guardando da un bel po’ muoversi con il ritmo dei passi del demone cane, o magari perché risaltavano parecchio, fatto sta che, da qualche ora a quella parte, stava prendendo coscienza che il colore bianco le piaceva.

 

 

 

Nascose la ghirlanda di fiori rossi e  bianchi nel kimono con un movimento  molto discreto, come per non far notare a nessuno che l’aveva studiata per tutto quel tempo, purtroppo per lei, Rin non aveva avuto null’altro di meglio da fare che osservarla camminare poco distante da lei, così, quando la Domatrice si era guardata intorno per essere certa di non essere stata vista, aveva incrociato gli occhi da cerbiatta della bambina. Il suo sorriso si era allargato ancora di più vedendo che il regalo era stato lungamente rimirato.

Da quanto tempo camminavano? Ormai non mancava molto alla meta, o almeno così sperava, perché il silenzio che li aveva accompagnati stava diventando veramente pesante. Sesshomaru si limitava ad avanzare con un passo molto deciso e rapido, senza voltarsi mai indietro, mentre Jaken si guardava intorno con aria preoccupata, al contrario di Rin, che invece trotterellava allegramente, senza però fare rumore per non disturbare il suo padrone. Forse erano abituati a spostarsi così, pensò Kagura, ma per lei era decisamente imbarazzante, così, dopo svariati minuti di titubante attesa, aveva posto tutta la sua concentrazione sulla ghirlanda.

 

Del fumo all’orizzonte finalmente testimoniò la presenza, non lontana di un villaggio, e in un batter d’occhio i quattro entrarono nella piccola cittadina di Sarashi, chiassosa e colorata, con le stradine ricolme di persone che parlavano e passeggiavano, circondata da profumi sconosciuti all’odorato della Domatrice. C’era il mercato.

 

“Che umani rumorosi!” borbottò contrariato Jaken, passando vicino ad un gruppo di bambini strepitanti, probabilmente immersi in un gioco.

 

“Questo posto pullula anche di demoni.”  Commentò brevemente Sesshomaru, e alle sue parole, subito Kagura prese a scrutare con attenzione i passanti e scoprì che era vero: si notavano poco perché erano ben mescolati tra gli umani, con i loro vestiti e i loro modi di parlare, ma varie orecchie a punta, artigli e zanne, capelli dai colori troppo strani, confermarono le parole dell’uomo. Sembrava che però tutti andassero d’accordo; si passavano oggetti, si scambiavano parole, camminavano affiancati, umani e demoni.

 

“Bleah” sfuggì alla Domatrice. Rin scoppiò a ridere e Jaken sbuffò. “E’ orribile, con che onore questi demoni vivono così a contatto con gli umani?” continuò lei, rivolta chiaramente al demone cane, ma lui non rispose.

 

“Cos’è, sei diventato un amante degli uomini? Ti facevo meno amichevole…” lo punzecchiò allora, inarcando un sopracciglio e fermandosi in mezzo alla strada. Sesshomaru si voltò e la congelò con gli occhi, ma la donna resse lo sguardo e gli rivolse un sorriso di sfida:

 

“La pace tra uomini e demoni non mi interessa affatto, così come la loro rivalità. Il più forte vince, che sia un umano o uno youkai.”

 

“Oh, che ragionamento profondo…” fece sarcasticamente lei, ma stavolta il demone non poté ribattere, perché Rin si era attaccata al suo kimono ululando:

 

“Voglio quello! Quello!”

 

Stava indicando un banco con dei dolci.

 

 

***

 

 

Quando entrarono nella locanda, la bambina diede il suo ultimo morso alla patata dolce che, dopo poche insistenze, Sesshomaru le aveva comprato, e si strofinò le mani.

 

“Benvenuti, signori”

 

Un vecchio si avvicinò da dietro un tavolo e si fermò davanti a loro, in attesa di sentire di cosa avevano bisogno, così, dopo essersi guardato un attimo attorno con un’espressione neutrale, il padrone parlò con la voce profonda e seria che lo caratterizzava:

 

“Due stanze per almeno tre notti.”

 

L’uomo si fece pensieroso, poi scosse il capo:

 

“Purtroppo abbiamo solo una stanza, può andare bene lo stesso?” e si voltò a guardare sorridente Kagura, che scostò lo sguardo, e lo sentì proseguire “è molto ampia e per lei, la sua bella signora e la vostra adorabile bimba andrebbe benissimo!” Assicurò, tutto soddisfatto. La Domatrice arrossì:

 

“Guardi che ti sbagli!...”

 

“La sua è l’unica locanda del villaggio?” la donna venne interrotta da Sesshomaru, per nulla imbarazzato a causa del fraintendimento.

 

“Si, la prossima è a circa 3.000 piedi…”

 

“… allora va bene, prendiamo quella stanza…” annuì di mala voglia.

 

“Perfetto, signori, stasera vi serviremo la cena, adesso mettetevi pure a vostro agio.”

 

 

***

 

 

“Scrivere?!” Rin sussultò.

 

“Si, è per questo che siamo venuti qui.” Spiegò calmo, ma categorico, Sesshomaru, indicando una casa un po’ diroccata che si stagliava davanti a loro “voglio che impari a leggere e scrivere. Non ci fermeremo molto, quindi segui con attenzione le lezioni base che ti verranno impartite…”

 

La bambina scosse molto violentemente il capo e sbuffò sentendo che Jaken ridacchiava alle sue spalle:

 

“Non voglio!” incrociò le braccia sul petto e gonfiò le guance come uno scoiattolo cercando di apparire più autoritaria, ma il demone cane non aveva intenzione di assecondare i suoi capricci; le rivolse uno sguardo glaciale e indicò con l’indice la porta della casa:

 

“Dopo di te.” Sibilò tassativo. Rin storse il naso ma s’incamminò mogia mogia verso la porta, subito seguita dal padrone, dal demone ranocchio e dalla Domatrice, divertita e decisamente curiosa: lei naturalmente non sapeva scrivere né leggere, ma non le importava assolutamente imparare un così strano costume umano, solo non credeva che Sesshomaru avrebbe mai imposto alla mocciosa una cosa del genere. Dentro la casetta, alcuni bambini erano seduti per terra, davanti a dei fogli, tutti intenti a decifrare le lettere, mentre un signore dall’aria molto giovane li controllava. Vedendo entrare delle persona, gli andò incontro a sua volta.

 

“Vorrei che impartisse delle lezioni di lettura e scrittura a questa bambina… il più in fretta possibile.” Specificò immediatamente il demone cane, spingendo gentilmente avanti Rin, che stava cercando di indietreggiare con passo felpato.

 

“Naturalmente, ma non sarà una cosa breve.” Il maestro sorrise nel vedere la smorfia di disappunto che si era lievemente dipinta sul volto levigato dell’uomo. “farò comunque del mio meglio per istruire la piccola” abbozzò un inchino che non venne ricambiato.

 

“Bene. Può cominciare subito?”

 

Rin suggerì al maestro un “no” con la testa, ma quello scoppiò in una fragorosa risata e annuì energicamente:

 

“Non vedo l’ora di iniziare!”

 

“Allora, Jaken, rimani qui con lei.”

 

“Sarà fatto, padrone.” Disse subito il demone ranocchio.

 

“Arrivederci” salutò poi brevemente l’uomo “Rin, fai la brava… Kagura…”

 

“Mm?” la Domatrice , che stava sbirciando alcuni di quei fogli scritti, senza naturalmente capire cosa dicevano, si voltò.

 

“Vieni con me. Voglio mostrarti una cosa…”

 

 

 

 

***

IMPORTANTE: devo porre le mie più sentite scuse a Yoro-chan che aveva commentato il capitolo 4, ma non l’avevo nominata nei ringraziamenti! Scusami! La tua belle recensione l’ho letta solo ieri, purtroppo, perché è finita (non so per quale mistero)  in mezzo ai commenti del primo capitolo, quindi io, da brava scema, quando sono andata a leggere i vari commenti, sono scesa direttamente in fondo alla mia pagina, senza controllare le date, quindi non ho fatto caso, in un primo momento, che c’era un commento del quarto cap tra quelli del primo! Mi dispiace tanto! Mi cospargo ancora il capo di cenere e ti chiedo scusa con il cuore in mano! 

Grazie a: Maura85 (Benvenuta! Avrai avuto modo di capire, leggendo i ringraziamenti degli altri capitolo – se li hai letto, non è certo obbligatorio!- che quando ricevo il commento di qualcuno che non ama particolarmente Inu, o preferisce altre coppie, o addirittura detesta Kagura, e questa persona mi dice che la mia fic la coinvolge molto, io mi sciolgo letteralmente! Grazie, sono molto contenta che anche tu apprezzi il mio “lavoro” ^___^ se avrai voglia di continuare a seguirmi e commentare dicendomi cosa che ti piace e cosa no, naturalmente mi farai molto felice! A presto, spero!), kate92 (ciao! Anch’io sono convinta che se da un giorno all’altro li facessi sposare, io, come autrice, meriterei una cinghiata, o una seggiolata in testa –come preferite voi- in quanto renderei questi poveretti troppo OOC! Cambierebbe se ci mettessi in mezzo un filtro d’amore, ma non credo che accadrà una cosa del genere, o chissà… mai dire mai! Thank you per il tuo bel commento!), AKITO (Rieccoti! Caspita, non ci crederai, ma mentre scrivevo i ringraziamenti nello scorsa chap mi sono detta “caspita, AKITO non c’è? Cosa sarà successo? Forse le ha fatto pena il cap…” invece no! Grazie, spero che anche questo atto ti sia piaciuto!), Helen Lance (Piaciuto? Il pezzo sul colore avrei voluto metterlo nello scorso cap, ma poi mi sono detta “allunghiamo un po’ la storia del regalo!” e così ho continuato in questo! Spero non ti sia venuto in antipatia, adesso!), kiba 91 (^__^ spero di poter fare sempre meglio!), starli (è_é devo cercare di leggere in fretta! Ce la farò!! ;) cosa accadrà nei prossimi numeri?? Non dirmelo, ma mi hai messo addosso una curiosità pazzesca! Per quanto riguarda il centrato del titolo: per postare io utilizzo un programma di Office chiamato Front Page che mi permette di scrivere esattamente come su Word e che inserisce automaticamente i codici dell’HTML, perciò per fare il centrato, mi basta spostare il titolo in mezzo, molto semplicemente… se non sbaglio, però il codice che dovresti inserire è align=”center”. Prova, spero funzioni, altrimenti guarda sulla guida all’HTMl che c’è qui su efp, oppure, meglio ancora, ti consiglio di procurarti Front Page, che è decisamente più comodo, ^__^ io ho provato a scrivere qualcosa inserendo i codici manualmente solo una volta, ed è stato un disastro, così sono corsa ai ripari… purtroppo non lo danno in dotazione con il pacchetto Office che si installa normalmente su tutti i computer, ma non penso sia così difficile da reperire, magari si può anche scaricare da internet! In bocca al lupo, se hai bisogno di qualche altra informazione, se posso aiutarti, lo farò volentieri!), Sumire89 (Ciao! Come vanno i tuoi massaggi? Ti stanno massacrando a furia di shiatsu? ^^” spero di no! Grazie per il commento, ci vediamo domani, così controllo di persona se sei ancora integra!) white (Ciao! Grazie per i complimenti, spero che continuerai a seguirmi! Anche a me piace tanto Kagura, cercherò di non farla uscire dal personaggio!), giugisama (Piacere di conoscerti! Grazie per gli apprezzamenti entusiastici, li apprezzo tutti molto! /me felice! Ah, comincio seriamente a preoccuparmi per l’andamento del manga…), Earine (^__^ sono contenta che tu abbia letto anche lo scorso capitolo e che ti sia piaciuto, mi auguro altrettanto per questo, fammi sapere cosa ne pensi!), bia-chan (dai, stavolta mi sono ricordata di avvisare! Non vedo l'ora di sentire cosa te n'è parso!)

Ok! Spero che abbiate gradito, si risentiamo la prossima settimana, se riesco cercherò di aggiornare il 7 o l’8 Dicembre!

Grazie

Chiaretta

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ciao

Ciao!

Serve forse che vi ripeta ancora quanto siete splendidi? I vostri commenti sono tutti meravigliosi! Se vi conoscessi personalmente, vi chiederei l’autografo, siete troppo simpatici! ^__^ Allora, siamo giunti al momento tanto atteso: cosa mostra Sesshomaru a Kagura? Siete stati davvero in tanti a domandarmelo (praticamente tutti), lo so che non vedete l’ora di scoprirlo, ma io sono cattiva e il capitolo lo faccio cominciare in un altro modo, ihihihih! Dai, se proprio non potete farne a meno, vi autorizzo a saltare la prima parte, anche se a parer mio potrebbe risultare interessante ai fini della storia…! Buona lettura!

Chiaretta

 °°°

*The Wind*

 

***

Ricomporsi è difficile.

Cerchi le schegge sparpagliate sul pavimento e guardi in contro luce sperando che brillino, ma non è così, non hanno più luce da riflettere ed i vetrini opachi si incastrano fra le fessure senza che tu possa raccoglierli se non per puro caso, un giorno, magari, quando probabilmente neppure saprai riconoscerli e ti limiterai a buttarli via.
Altri, invece, probabilmente, non li ritroverai mai più.

E' davvero possibile rimettere insieme i pezzi di qualcosa che si è rotto?
E se comunque ci si riesce, quel che ne vien fuori non è in realtà qualcosa che andrà rispezzandosi al primo urto?
Non ci si ricompone sempre un po' più fragili?

Forse diventare adulti non significa essere integri e forti, forse significa mettersi d'impegno e ricomporsi come si può. Sbilenchi, magari, pieni di sgorbi e sporgenze, pieni di buchi che ci rendono fragili. Forse significa accettarsi, perché quel cosetto rovinato, intaccato, infranto e incollato sei tu, sei tutto quello che hai, e ti devi bastare.

Accetta che ti sei rotto.
Accetta che le persone che ami si sono rotte.
Scambiandosi i pezzetti, magari, potrebbe venirne fuori qualcosa di buono.

(Frammento cap 86, “Profondo come il mare”, CaskaLangley)

***

 

 

Capitolo 7

 

 

I saimyosho si alzarono di nuovo in volo e sul volto di Naraku si dipinse un sorriso di maligna soddisfazione. Aveva avuto le informazioni che più gli premevano, ora era libero di utilizzarle a suo piacimento per cercare di rendere lo spettacolo il più avvincente possibile.  I suoi sospetti erano completamente fondati, perciò aveva già cominciato ad architettare un piano, ma sentire la conferma dalle sue fedeli spie alate gli aveva dato un’idea molto divertente.

 

“Kohaku.” Chiamò pacatamente, con la sua voce baritonale, senza voltarsi in direzione della porta, benché sapesse che si stava aprendo.

 

Il ragazzo entrò, silenzioso come un fantasma, e rimase in piedi vicino all’uscio, con la sua arma in mano, abbandonata su un fianco, e gli occhi puntati sulla schiena del suo signore.

 

“Kohaku, ho bisogno di te. Devi recarti in un posto…”

 

Il cacciatore di demoni annuì passivamente e si protese all’ascolto, cercando di memorizzare il piano.

La sua mente era sempre annebbiata, incapace di ricordare il suo passato. L’unico punto messo bene a fuoco era il volto ghignante di quell’uomo dallo strano aracneo tatuaggio, e il singolo parte del corpo di cui sentisse veramente la consistenza, era un punto imprecisato in mezzo alla schiena. Tutto il resto era opaco e confuso, come se si fosse trattato di un sogno lungo e, in qualche modo che non riusciva a comprendere, terribile. Chi diavolo era lui? E perché si trovava in quel luogo? Rispondeva meccanicamente al nome “Kohaku”, ma non riusciva a ricordare se qualcuno, prima di Naraku, l’avesse chiamato così; non sapeva neppure se c’era stato un “prima”…

 

“Prendi questo, usalo appena puoi, e poi torna indietro. Ti godrai lo spettacolo insieme a me.”

 

Allungò le mani e afferrò saldamente l’oggetto che il padrone gli porgeva: non sarebbe stato difficile metterlo addosso alla vittima, e poi il crudele mezzo-spettro avrebbe avuto modo controllarla a distanza.

 

“Cerca di essere rapido perché presto o tardi, la strada di una nostra conoscenza, s’incrocerà con la nostra, perciò dobbiamo organizzarci come si deve e prevenire il tutto, affinché le cose si svolgano come voglio… in maniera estremamente piacevole… almeno per me…”

 

Gli occhi vacui di Kohaku videro il ghigno dell’uomo, e sentì un qualcosa di spiacevole pervadergli il corpo, ma non capì di cosa si trattava: doveva solo eseguire gli ordini. Non sapeva perché, ma doveva.  Era semplice.

Fece un breve inchino e uscì; fuori lo aspettava un demone volante che lo avrebbe portato in men che non si dica a destinazione.

 

 

***

 

 

“Dove stiamo andando?” domandò irritata la Domatrice , dopo svariati minuti di cammino attraverso gli stretti cunicoli della cittadina.

 

“Quando arriveremo lo vedrai, no?” il demone cane si voltò unicamente per fulminare la sua impazienza con uno sguardo obliquo, nella speranza di farla tacere un po’: non gli piaceva viaggiare con il chiasso. Naturalmente la donna ignorò questa sottointesa richiesta di silenzio e ricominciò subito a punzecchiarlo:

 

“Cosa ti prende? Sei in fase di buone azioni?”

 

“Non capisco a cosa tu ti stia riferendo.” Replicò asciutto lui.

 

“Bè, ti preoccupi di mandare la mocciosa a scuola, come un premuroso paparino… mi hai quasi commosso…” spiegò Kagura, sarcastica.

 

Sesshomaru si rifiutò di ribattere una qualsiasi cosa, ma le rivolse nuovamente il suo sguardo glaciale, poi mormorò, fermandosi di colpo in mezzo ad una strada semideserta:

 

“Ho cambiato idea.”

 

La Domatrice inarcò un sopracciglio:

 

“E circa che cosa, di grazia?”

 

“Non ti porto più da nessuna parte. Forse poteva risultarti utile, ma credo che me ne tornerò indietro…”

 

“Cosa? Mi scarrozzi in giro per tutto questo tempo, e poi ti rifiuti di portarmi a destinazione?”

 

Due signore si voltarono a guardarli, tanto rumore aveva fatto Kagura, ma subito tornarono a concentrarsi su altro: l’imponenza del demone cane le aveva spaventate.

 

“Allora piantala di dire assurdità” fece glaciale lui.

 

“Oh” sospirò la donna seccata “Va bene, ma sbrighiamoci…”

 

In risposta l’uomo sbuffò e riprese a camminare.

 

Ormai avevano raggiunto i limiti estremi del villaggio, ma continuavano a divincolarsi attraverso stradine secondarie sempre più buie, finché non raggiunsero una capanna isolata, circondata da una sinistra aura spirituale. Era scesa anche una strana nebbia, ma la Domatrice , più per orgoglio che per altro, si era rifiutata di dire a Sesshomaru che si sentiva terribilmente a disagio e, forse, anche osservata.

 

“Dovevi farmi vedere una casupola diroccata?”

 

“Sciocca… la persona che devi incontrare è dentro.” Il demone cane indicò con l’affusolato dito artigliato l’ingresso e mosse ancora qualche passo,

 

“Mh? Chi c’è?” bisbigliò Kagura, sbirciando da lontano e scorgendo dei movimenti all’interno. Si fece più vicina all’uomo ed estrasse il ventaglio lentamente.

 

“Mettilo pure via” l’ammonì lui “dentro c’è una sacerdotessa famosa per i suoi malefici. Forse può risolvere il tuo problema. Entriamo.”

 

La Domatrice non ebbe neppure il tempo di chiedersi se effettivamente Sesshomaru si era raddolcito, se non fosse tutta una grande stupidaggine o cos’altro, che era già stata trascinata dentro. Subito vide la donna inginocchiata in mezzo alla casa, sopra un tappeto dai particolari ghirigori neri, avvolta in un kimono blu cupo, con il volto rivolto verso il basso. Silenziosamente, da quella posizione di seizà, la sacerdotessa s’inchinò poggiando le mani a terra, e quando risollevò il busto, finalmente, alzò gli occhi sui due nuovi arrivati, che la osservavano dall’ingresso, rivelando due iridi dal color ametista e un volto dai lineamenti delicati. I capelli lunghi e neri erano lasciati sciolti lungo il corpo, a coprirle le spalle e parte del collo, impreziosito da numerose collane, e percorso da un tatuaggio rosso. Alla mano destra aveva un luminoso anello sul dito indice.

 

“Benvenuti. Vi stavo aspettando.” La sua voce era molto più cavernosa di quanto il suo aspetto fragile avrebbe suggerito “Siediti, Domatrice dei Venti, ascolterò la tua richiesta. Esci, demone cane.” E riabbassò il capo.

 

Sesshomaru, con la solita aria neutrale, uscì dalla capanna senza aggiungere parola, invece Kagura, dopo averlo guardato uscire, ed aver dato un’altra occhiata in giro, decisamente sospettosa, si inginocchiò davanti a lei.

Nella casetta stavano bruciando contemporaneamente vari tipi d’incensi che, tutti insieme, creavano un’atmosfera pesante e un po’ fastidiosa; le pareti erano disseminate di scafali con libri e boccette.

 

“Ora puoi parlare.”

 

La donna titubò: cosa avrebbe dovuto dirle? Che diavolo aveva in testa Sesshomaru quando aveva deciso di portarla da quella sottospecie di sciamana indemoniata?  Quel miscuglio di incensi, poi, cominciava a darle alla testa. Poteva chiederle come ammazzare Naraku? O magari come fermare il tempo, così sarebbe stata libera per sempre…

 

“Non desideri forse nulla?”

 

… il cuore. Il suo cuore. Era quella l’unica cosa di cui aveva veramente bisogno…

 

“Non ci sarebbe…” cominciò Kagura, tremante per l’improvvisa ansia che le era caduta addosso, come un gigantesco masso “un metodo per… rimpossessarsi del proprio cuore… a distanza?”

 

Stupida che non sei altro! Che sciocchezze vai dicendo? Non esiste una cosa del genere!, si disse subito, sudando freddo, ma i suoi occhi erano incollati alle pallide labbra della sacerdotessa, che non accennarono a muoversi per alcuni, interminabili, secondi, poi, sorridendo, parlò:

 

“Esiste.” La Domatrice sentì un tuffò allo stomaco… “ed è anche piuttosto semplice…”

 

“E cos’è?” chiese subito lei, sporgendosi in avanti con urgenza: non credeva alle proprie orecchie.

 

“Consiste in uno scambio alla pari. Fai fermare il cuore di qualcuno che ha delle determinate caratteristiche in comune con il tuo, e il maleficio che ti priva del cuore s’interromperà all’istante…”

 

Kagura non disse nulla, tanto era stupita: forse era unicamente colpa dell’incenso, ma si sentiva stranissima, molle per il sollievo di avere la soluzione a portata di mano…

 

“A volte la persona giusta si trova a miglia e miglia di distanza…” proseguì, spiritata, la sacerdotessa, fissandola con i suoi occhi viola “ma tu sei fortunata, perché non dovrai cercare molto.”

 

 

Libertà.

Era vicina.

Avrebbe veramente riottenuto la libertà.

O forse era solo un sogno, troppo bello per coincidere con la realtà?

 

 

“Chi… devo uccidere?” domandò.

 

La risposta la congelò:

 

“Il demone cane che è qui con te.”

 

 

***  

 

Grazie a: Sumire89 (ok, scusa, sono deficiente: il commento c’era, ma era in mezzo a quelli del terzo cap – non chiedermi perché – quindi, quando, come mio solito, ho scorso la pagina fino alla fine per leggere gli ultimi commenti, il tuo mi è sfuggito, meno male che me ne sono accorta in tempo! Grazie cmq, mi fa tanto piacere che tu legga la mia ficcy ^__^! Ci vediamo lunedì! Divertiti a Milano con la Fra , poi mi raccontate cosa avete visto di bello! Spero di poter venire con voi la prossima volta, incrociamo le dita!!), AKITO (eheh, mistero risolto! Temo vivamente che tutti coloro che si aspettavano un qlcs di romantico, o roba del genere, siano rimasti mooolto delusi… Sorry! Però sono tanto contenta di aver ricevuto un tuo commento, così come quello di tutti! Grazie mille!), kiba91 (spero di continuare ad appassionarti! Fammi sapere cosa ne pensi di questo nuovo chap! ^^), starli (sei tu che mi fai commuovere con i tuoi splendidi commenti ç__ç, grazie! Caspita, già 10 capitoli?? Quanto diavolo sono indietro?? Devo darmi veramente una mossa, cmq, sfiziosa l’anticipazione! I frammenti che trovi all’inizio di ogni capitolo sono pezzi di poesie, canzoni, o libri che mi hanno particolarmente ispirato e la provenienza è scritta nella parentesi che chiude la citazione. Nei primi capitoli, le frasi firmate “suzume-no-kumo” vengono dallo splendido libro di Takashi Matsuoka “Nube di Passeri”, che consiglio caldamente a tutti gli amanti del Giappone ed in particolare dei samurai perché è davvero splendido [grazie Sumire per avermelo fatto conoscere!!!], poi, c’era una poesia che viene da un libro di poesie brevi chiamate Haiku [anche questo prestatomi da Sumire… presto te lo restituirò!], due capitoli fa c’era una parte di una canzone degli Evanscence, nello scorso una frase dell’”Apologia di Socrate”ed in questo uno spezzone di una ff di Evangelion presente su efp della bravissima CaskaLangley. Spero di sentirti anche dopo questo capitolo!), Neera (ciao! Benvenuta! Sono contenta che la fic ti piaccia e spero di poter sentire il tuo parere anche per i prossimi capitoli! Grazie per i complimenti ed anche per aver espresso il tuo parere su Rin. In effetti sono d’accordo con te, anch’io trovo di averla dipinta un po’ troppo autonoma e, se vogliamo, sfrontata, ma siccome, se l’avessi resa un’acciuga – come a parer mio sembra un po’ nel manga, dato la sua utilità…-, non avrei proprio saputo cosa farle fare, mi sono presa una libertà in questo senso, spero che la cosa non infastidisca troppo ^^”…  a presto!), kate92 (mia cara! “Chappitolo” è troppo bello, mi permetti di usarlo?? E’ davvero un nomignolo splendido!! Sono very happy che la fic ti prenda a tal punto, cosa te ne pare di questo? Degno di essere chiamato chappitolo, o lo degradiamo a chapter? ^__^ ciao!), giodan (Ma ciao! ;) sono contenta che l’ideuzza di istruire Rin sia risultata di tuo gradimento, e per quanto riguarda la città, si, è vero, non è realistico al 100%, anzi, molto meno, ma ho pensato che 1) poteva anche trattarsi di una cittadina nuova nata durante il “letargo” di Inu, e quindi lui non ne sa assolutamente nulla 2) sarebbe stato troppo scomodo far muovere Sessho e Kagura in una città umana, dove tutti probabilmente si sarebbero spaventati a morte; perciò, più per pigrizia che per altro, mi sono detta, “ma sì, ci po’ stare!” e ta-daan! Ho creato un villaggio! … va bene, puoi chiamare la Neuro , se proprio vuoi… ^__^ Al prossimo cap!), giugisama (si, lo so, sono sadica BWAHAHAHAH!! Ti è piaciuto lo stacco di questo capitolo? Così vi costringo ad attendere con ansia il prossimo! Ehm, ehm…Ok, la smetto… grazie per il commento! Spero di risentirti presto!), Helen Lance (Grazie! Spero tu non sia rimasta troppo male dopo aver scoperto l’autentica consistenza della “cosa mostrata”…), Earine (grazie per gli apprezzamenti e scusami per l’Apologia, suppongo tu ne avessi abbastanza! ^_^ dai, cercherò di evitare cautamente strani personaggi classici! Grazie anche per avermi fatto notare l’errore, è dovuto al fatto che prima la frase era scritta interamente in forma di cortesia dando del “lei, ma poi mi sono detta che era impossibile che Kagura trattasse con riguardo un umano, allora ho corretto trasformandola in “tu”, però mi sono scordata una “i”! Attendo con ansia un tuo nuovo commento!), bia-chan (grazie mille, cosa ne dici di questo? Non vedo l’ora di sentire il tuo parere!), eyesice (alùra? Mi dica un po’! Soddisfatta o rimborsata? … dunque… per il rimborso posso esaudire un tuo desiderio riguardante la fic, basta che non mi chiedi di far parlare i personaggi in dialetto romagnolo, perché non sono capace…), barbysbarby (mi spiace, Sesshomaru non ha mostrato nessuna parte del suo corpo, ma se ci tieni, ti autorizzo a scrivere la versione a luci rosse del capitolo! Cavoli, solo che sono certa che avrebbe molto più successo della mia fic, in quanto, mi sa, che erano tante che avrebbero preferito quel ripiego! ^__^ fammi sapere se ti è piaciuto lo stesso!), fede chan90 (ho fatto il prima possibile, spero tu ce l’abbia fatta a resistere!).

Se ho dimenticato qualcuno, o ho scritto i nick in maniera errata, vi prego di perdonarmi e di farmelo comunque notare! 

Mi sembrava carino dare un po’ di spazio anche a Kohaku, dato che mi piace tanto anche lui, chissà che in seguito non prenda una parte importante nella fic…

Adesso vi lascio ai commenti, il prossimo aggiornamento sarà, spero, il 18 Dicembre!

A presto

 

Chiaretta

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Nuova pagina 1

… ciaaao… vi ricordate di me? …

!!!!PERDONATEMI!!!!

Lo so, dovevo aggiornare il 18 dicembre e invece, stranamente, abbiamo già superato la metà di gennaio! Non ho parole per chiedervi ancora scusa! Avete tutti commentato molto gentilmente e attendevate un seguito celere, invece io vi ho tenuto sulle spine un mese! Scusatemi davvero, ma prima delle vacanze ho attraversato un periodo buio terrificante, accentuato dai più compiti in classe al giorno (ma suppongo che questo capiti a tutti prima di Natale), poi sono partita per la Sicilia e lì non disponevo di alcun computer, poi, quando sono finalmente tornata, il 10 gennaio, ho avuto una marea di cose da fare, in più un blocco dello scrittore, un ciclo mestruale allucinante, l’influenza e una miriade di altre calamità naturali che si sono abbattute su di me, mente riflettevo su quale fosse la maniera migliore di fare penitenza per non aver aggiornato in così tanto tempo… pensavo di fustigarmi, ma il tremendo mal di schiena che mi opprime da tempo mi ha fatto desistere… (ok, avete ragione, sono così giovane eppure forse sarebbe meglio rottamarmi… mi fa male dappertutto! Sarà che sto crescendo ancora?... speriamo!)

A questo punto, non posso far altro che mettermi in ginocchio e scongiurarvi di leggere ugualmente il continuo della fic, benché io non lo meriti minimamente per colpa della mia lentezza, e scusarmi ancora, nella speranza che almeno il capitolo vi aggradi e vi risarcisca dell’attesa!

Chiaretta

 °°°

*The Wind*

 

***

It's all over with me now, and I'II kill you.

You changed me, you drove me mad, you robbed me of my loving, it's you!

Don't call it a dream or a fantasy, nobody knows my soul burned as fire.

Why my heart was broken, so heavy.

You might know my love was for you ... you know!

(Frammento della canzone “I’ll kill you”- X Japan)

***

 

 

Capitolo 8

 

 

 

“Chi… devo uccidere?” domandò.

 

“Il demone cane che è qui con te.”

 

La risposta della sacerdotessa sembrò quasi rimbombare per tutta la capanna, ma in realtà era solamente nella mente di Kagura che quella breve frase si ripeteva insistentemente, senza lasciarle il tempo di formulare qualsiasi altro pensiero, senza capire veramente ciò che significasse.

 

“Eh?” la domanda le sfuggì come soffocata, mentre le labbra della donna inginocchiata di fronte a lei si stiravano in un sorriso che chiunque avrebbe definito inquietante, ma non la Domatrice , che in quel turbinio di incensi e dubbi, ormai riusciva a malapena a distinguere i lineamenti delle cose che la circondavano.

 

Cos’era quello strano peso al livello dello stomaco? Sembrava quasi panico, non poteva certo appartenere a lei, eppure…

 

“Hai capito bene, Domatrice dei Venti, l’unica persona adatta allo scambio è il demone cane che ti aspetta fuori, ne sono più che certa.” La voce cavernosa della sacerdotessa aveva ripreso a parlare fissando intensamente la figlia di Naraku “Se lo ucciderai, il tuo cuore sarà libero, senza dover affrontare direttamente colui che lo imprigiona. Solo se ucciderai di tua mano Sesshomaru…”

 

Nell’istante stesso in cui sentì pronunciare il nome del demone, Kagura uscì dal labirinto confuso che la sua mente stava attraversando, come se quelle dieci, semplici lettere, familiari, ma allo stesso tempo fredde e distaccate, avessero portato una sorta di luce. Ma la Domatrice non sentiva alcun calore, nonostante la sensazione di chiarezza che le era pervenuta: il suo unico desiderio si sarebbe avverato veramente… ma ad un prezzo che per la prima volta le sembrava stranamente alto.

 

Quante volte aveva ucciso durante la sua breve vita? Dieci? Cento? Mille volte? Cosa significava un assassinio in più per lei, che un tempo si divertiva con una macabra danza di cadaveri?

 

Si alzò barcollando e, senza voltarsi, uscì in fretta dall’abitazione, incrociando per un millesimo di secondo lo sguardo glaciale dell’inconsapevole vittima che aspettava senza dare segni di impazienza la sua uscita, poi, dopo aver distolto gli occhi sanguigni, in preda ad uno strano timore, Kagura prese a camminare in una direzione qualsiasi, sempre più veloce, sempre con più ansia. Sapeva che Sesshomaru la stava silenziosamente seguendo, ma in quel momento non le importava cosa potesse pensare, non le importava nemmeno dove stesse andando, voleva solamente allontanarsi il più possibile da quella donna, dalla casa, dal fastidiosa profumo di incenso, nell’assurda speranza che la distanza messa tra loro potesse in qualche modo modificare la condizione dello scambio.

 

Il suo scalpiccio si faceva di continuo più rapido, ma, al tempo stesso, incerto, mentre numerosi colori le passavano davanti agli occhi sottoforma di abitazioni, persone e piante. Tutto ciò che vedeva passava subito, senza trasmetterle alcunché, anche se molte cose erano nuove alla sua vista, proprio come se fosse stata una pietra: decidere se girare a destra o a sinistra non significava nulla, tanto non aveva idea di dove si trovasse la loro locanda.

 

La loro locanda. Loro.

 

Sua, di Rin, del ranocchio e di Sesshomaru.

 

Lui la stava ancora seguendo silenziosamente, ma senza rimanere indietro. Riusciva a sentire la sua presenza incombere su di se stessa, quasi come se avesse voluto coprirla.

 

Lo doveva uccidere.

 

Portò inconsciamente una mano al ventaglio, senza naturalmente fermarsi, e la lasciò immobile sull’arma.

 

Lo doveva uccidere.

 

Strinse l’impugnatura.

 

Lo doveva uccidere.

 

Ecco. Se non lo guardava riusciva quasi a convincersi.

 

Se lo avesse ucciso, sarebbe finito tutto. Quel giorno stesso sarebbe partita per andare il più lontano possibile e avrebbe cominciato una vita nuova, in un luogo dove Naraku non l’avrebbe mai trovata per vendicarsi. Se lo avesse ucciso sarebbe stata libera.

 

Stava per “sguainare” del tutto il ventaglio, quando, fredda come una coltellata in pieno petto, giunse la consapevolezza che non sarebbe riuscita a portare a termine nemmeno questa impresa. Come diavolo pensava di poter risultare la vincitrice di uno scontro aperto con Sesshomaru? Avevano combattuto altre volte e il risultato era sempre stato lo stesso, come poteva credere che stavolta, senza aver imparato alcuna mossa nuova e particolarmente forte, e senza essersi allenata, avrebbe ribaltato la situazione?

 

Ripose il ventaglio nell’obi del kimono. Adesso avrebbe voluto tanto mettersi a correre per evitare di urlare, ma vide il demone cane affiancarla e, rapidamente, superarla, svoltando repentinamente in un’altra direzione.

Meccanicamente la Domatrice lo seguì. Sapeva che, in quella maniera, le stava indicando la strada giusta.

 

 

***

 

 

Gli occhi freddi e divertiti di Naraku guardarono allontanarsi la figura di Kagura attraverso uno specchio.

 

“Ottimo lavoro, Kohaku.” Passò il suo sguardo sul ragazzino che se ne stava seduto poco dietro di lui, con la solita espressione impassibile sul volto e sorrise malignamente, ripensando a come si era fatto divertente il gioco che aveva organizzato per la sua amata creatura. Si sarebbe liberato di due pesi in una volta sola.

 

Aveva fatto bene i conti quando aveva pensato che la Domatrice si sarebbe recata, in un modo o nell’altro, da quella famosa sacerdotessa. Gli era bastato apprendere la sua posizione dagli saimyosho e ordinare a Kohaku di infilare al dito della sibilla quel particolare anello, che nessuno avrebbe riconosciuto come uno strumento malefico, per poterla controllare a distanza. E si era anche divertito a guardare attraverso lo specchio le espressione della sua piccola Kagura, mentre lui si inventava di sana pianta un  modo qualsiasi per metterla in difficoltà. Aveva veramente battuto se stesso, questa volta. Davvero ingegnoso, pensò, metterle in testa di far fuori quel noioso demone cane: in primo luogo, lei aveva palesemente perso la testa per lui – ma nel pensarlo Naraku non trattenne un’espressione di disgusto- quindi sarebbe stato un bel colpo basso, i suoi preferiti; in secondo luogo, non c’era praticamente la minima possibilità che lei riuscisse nell’impresa, poteva però indebolirlo, così da potersi sbarazzare di Sesshomaru in seguito più facilmente; in terzo luogo, la Domatrice sarebbe in ogni caso morta, o nello scontro, oppure per mano sua in seguito. C’erano comunque ben poche possibilità che il demone cane la risparmiasse in caso di scontro diretto…

 

Voltò il capo e  vide il contenitore nel quale teneva il cuore di Kagura appoggiato per terra.

 

“Kohaku, domani vai a riprendere l’anello alla sacerdotessa: non ho più bisogno di controllarla.”

 

“Si.”

 

Naraku sorrise di nuovo. Prima di sistemare la questione con Kagura bisognava svincolarsi anche da Inuyasha: era decisamente più importante impossessarsi di tutti i frammenti della sfera e liberarsi di quello stupido mezzo-demone, ma naturalmente non poteva certo scordarsi che anche Kohaku possedeva un prezioso frammento. Presto si sarebbe sbarazzato anche di lui.

 

 

***

 

 

“Non stai bene?” il volto di Rin le arrivò talmente vicino che Kagura si sbilanciò all’indietro “è da quando sei tornata che sei pensierosa, hai anche mangiato poco…”

 

“Non ho niente!” ribatté acida lei, alzandosi in piedi per avere un’aria più minacciosa agli occhi della piccola “non hai detto che eri stanca? Leggere è sfiancante, no? Allora fila a dormire!”

 

Dicendo questo, posò gli occhi rossi sul grande e unico futon della stanza che occupava buona parte del pavimento. Evidentemente quel dannato vecchio della locanda aveva veramente inteso che fossero una coppietta felicemente sposata, nonostante lei avesse cercato di farglielo capire, quindi aveva preparato un unico letto, abbastanza spazioso per tutti e tre, “genitori e figliola”. Ma nonostante ciò, la Domatrice non riusciva a sentirsi imbarazzata né irritata: stava ancora pesando a come fare a risolvere la questione, e naturalmente non aveva scambiato neanche una parola con Sesshomaru, evitando di guardarlo in qualunque modo. Lui in quel momento era fuori con Jaken, se si fosse affacciata dalla grande finestra che dava sul dietro della casa l’avrebbe sicuramente visto, ma non intendeva affacciarsi per alcuna ragione al mondo.

 

 

 

“Uccidi il demone cane che è qui con te…”

 

 

E come diavolo faceva?? Cos’era saltato in mente a quella sacerdotessa? Non riusciva a cogliere alcuna differenza tra le loro forze? E poi, com’era possibile che fosse proprio Sesshomaru la persona più simile a lei? Per quanto la riguardava, non le sembrava di conoscere qualcuno più diverso! Si era sicuramente sbagliata…

 

 

“… Solo se ucciderai di tua mano Sesshomaru…”

 

 

Aveva detto proprio così…

 

“Sei ancora in giro?!” rimproverò Rin, senza un particolare motivo. La bambina la fissò con gli occhi sgranati, poi si accovacciò sotto le coperte del futon senza augurarle la buona notte. Evidentemente la signora era molto arrabbiata quella sera, anche se in realtà sembrava più che altro confusa…

 

Kagura si sedette a terra e si coprì gli occhi con una mano: e adesso perché aveva gridato? Era isterica… era pazza… non riusciva a capacitarsi di niente, non riusciva a fare niente…

 

La porta si mosse lateralmente sul cardine e meccanicamente la donna alzò lo sguardo in quella direzione: c’era solo Jaken.

 

Perché lui non c’era?

 

Il demone ranocchio la fissò con aria di sufficienza anche se si allontanò velocemente dalla porta facendo il giro più lontano da lei, naturalmente sempre spaventato di trovarsi solo con una creatura di Naraku, poi bisbigliò:

 

“Il padrone tornerà più tardi” non sapeva bene perché l’aveva detto, forse si aspettava che la Domatrice lo domandasse, ma alle sue orecchie non giunsero certo ringraziamenti per la delucidazione:

 

“Te l’ho forse chiesto?” la voce della donna era dura. L’altro si zittì all’istante e si accovacciò in un angolo, fingendo subito di dormire. Kagura, domandandosi involontariamente dove fosse andato Sesshomaru, si mise a sua volta sotto le coperte, mantenendo però una certa distanza dalla bimba che ancora non si era addormentata.

 

 

*+*+*

 

Si alzò lentamente e vide che Sesshomaru stava dormendo.

Sorrise.

Le sarebbe bastato un attimo, un attimo solo…

La luna brillava in mezzo al cielo notturno.

Si avvicinò al demone e con una mano gli accarezzò piano i capelli argentati, poi, sguainato un pugnale, lo avvicinò al petto di lui.

L’avrebbe ucciso.

Lo avrebbe ucciso e avrebbe conservato il suo corpo per farlo danzare in mezzo agli altri cadaveri e osservare i riflessi dei suoi capelli scintillare in mezzo all’oscurità della morte.

Si, avrebbe fatto così, ma prima, c’era un'altra cosa che desiderava…

Quelle labbra sottili e pallide…

Le avrebbe catturate…

Prima che fosse troppo tardi.

Abbassò un poco la lama del pugnale e avvicinò il suo volto a quello di lui.

Non le restava quell’unica cosa da fare, poi sarebbe finito tutto.

Sarebbe finito tutto.

Avrebbe riacquistato la libertà con quell’omicidio.

Un semplice bacio, prima di ucciderlo.

Ormai era vicinissima alle sue labbra.

 

*+*+*

 

Il fruscio della porta la fece sobbalzare. Spalancò gli occhi e li fissò sull’ingresso incontrando lo sguardo interrogativo di Sesshomaru. Si tirò meccanicamente su a sedere in mezzo alle coperte. Sembrava essere appena rientrato. Lo osservò chiudere la porta, mentre sentiva le gocce di sudore scivolare sotto il kimono: ancora quello strano, ridicolo sogno.

Il demone cane si voltò nuovamente verso di lei e rimase a guardarla un attimo, immobile, come se avesse intenzione di dirle qualcosa e Kagura non attese neanche un secondo: forse voleva mettersi a dormire, non intendeva rivolgergli la parola, quindi non voleva dargli neppure occasione di attaccare discorso, per quanto questa possibilità potesse essere remota, dato la loquacità praticamente inesistente dell’uomo. Si alzò silenziosamente e si mosse verso il capo apposto della camera.

 

“Perché ti sei alzata?” domandò lui in un freddo bisbiglio.

 

Cavoli. Era successo quello che non voleva: ormai avrebbe dovuto rispondergli. Sfoderò il tono più arrogante che conosceva e sussurrò di rimando:

 

“Non intendo certo dormire con te!”

 

I loro sguardi si incrociarono di nuovo, ma questa volta nessuno dei due lo distolse.

 

“Questa eventualità non mi aveva sfiorato neppure per un istante.”

 

Pur non volendo minimamente, Kagura si sentì quasi delusa da questa risposta, ma subito la scacciò dalla mente.  Sesshomaru continuò:

 

“Torna nel futon, io dormirò qui fuori.” Si sedette contro il muro e ricominciò a fissarla neutrale, aspettando una sua reazione. Per evitare di rischiare un nuovo dialogo, la Domatrice tornò subito sotto le coperte, si voltò dalla parte opposta a lui e chiuse gli occhi, ma li spalancò di nuovo subito: se si fosse addormentata, forse avrebbe fatto di nuovo quel sogno!

Era la cosa più ridicola del mondo, il fatto che lei non avesse mai sognato prima di allora e che il suo unico sogno riguardasse lui

 

Come una folgorazione, un pensiero subdolo la costrinse quasi a balzare in piedi, ma fortunatamente riuscì a trattenersi: era l’unico modo che aveva per uccidere effettivamente Sesshomaru. Prenderlo di sorpresa.

 

Se avesse fatto come nell’incubo, sarebbe stato facile ottenere la propria libertà!

 

Cercò di controllarsi, senza emettere alcun rumore, senza fare nessun movimento, per non insospettire il demone cane che sicuramente non stava ancora dormendo. Avrebbe aspettato che si assopisse, poi avrebbe messo in atto il suo piano…  

 

 

 

***  

 

Grazie a: bia-chan (grazie per i complimenti e scusami per la sofferenza che procuro disseminando sottintesi qui e lì, ma sono contenta che non si sia capito cosa deve fare Kohaku, anche se adesso è stato tutto scoperto! In realtà, ero certa che mi avreste dato della sempliciotta, dato che la posizione stessa della sequenza con Naraku potrebbe suggerirlo, ma fortunatamente sono stata abbastanza reticente ^^! A presto!!), eyesice (ciao sorella! Meno male che sei soddisfatta, già sudavo all’idea di rischiare di dover fare un corso accelerato di dialetto romagnolo… ) AKITO (già, il sogno l’avevo scritto “a caso”, ma poi, molti di voi mi hanno rassicurato dicendo che anche le cose che si scrivono un po’ così, tanto per fare, potrebbero risultare utili, perciò, per non lasciare nella fic una cosa del tutto inutile, ho deciso di far proseguire la storia in modo che anche il sogno potesse c’entrare almeno un pochino! Wow, non credevo di aver creato qualcosa di pericoloso! Spero che la vostra salute non ci rimetta!! Allora devo proprio sbrigarmi ad aggiornare, altrimenti potreste avere una crisi d’astinenza!!!! No, scherzi a parte, sono molto contenta che la storia ti prenda a tal punto! Grazie per gli apprezzamenti e a presto!), starli (^///^ sono davvero felice di sentire questa tua piccola “confessione” e anche molto onorata! Spero di meritare pienamente fino alla fine la tua costanza e gentilezza! La tua domanda non è affatto stupida, non ti preoccupare! Allora, per quanto riguarda “L’apologia di Socrate”, scritta da Platone, credo che la troverai con facilità sia in biblioteca che in una qualsiasi libreria, in quanto si tratta di un classico famoso e decisamente importante, e puoi anche comodamente scaricarla da internet! Per “Nube di Passeri, di Takashi Matsuoka [splendido, fantastico, meraviglioso!!! Sono innamorata di questo libro!! E’ tutto merito della mia Sumire-chan!], il discorso è un po’ più complicato, infatti, non si trova nella Rizzoli della mia città, che è piuttosto, grande, ma la mia amica l’ha trovato a Bormio, una località sciistica… forse dipende solo dalla distribuzione… i libri di poesie, invece, dovresti trovarli nelle librerie, prova a dare un’occhiata! Al prossimo commento!), Earine (si, lo so, sono sadica e crudele! Mi diverte un sacco mettere in difficoltà i personaggi, ihihihih, e mi piace anche procurare ansia ai lettori ^_____^! Grazie per il commento  ^_-- spero di risentirti presto!), kiba91 (Sono lieta che il capitolo ti sia piaciuto e ti abbia coinvolto almeno un po’! Vedo che anche tu sei molto costante e commenti gentilmente ogni capitolo, perciò grazie mille, spero di sapere cosa ne pensi di questo nuovo atto! Ciao ciao!!), giodan (mi fa piacere che almeno tu, oltre a sconvolgerti per il responso, abbia pensato obbiettivamente alle possibilità di Kagura di fare la pelle a Sesso! ^__^ Naturalmente, sono lietissima di riuscire a trascinare i lettori lungo la trama della fic, però mi sono stupita, leggendo i primi commenti, del fatto che nessuno mi abbia detto qlcs tipo “ma sei scema?? Come diavolo pensi che possa Kagura mettere veramente in pratica l’omicidio?, sia per questa cosa, che per il ruolo di Kohaku –ma davvero non si era capito proprio cosa doveva fare??- ero seriamente preoccupata di essere ritenuta una sempliciotta! ^_^ grazie per il tuo immancabile commento! A presto!), Sumire89 (santo cielo, ma te lo immagini quel ghiacciolo a fare un Reality Show?? Che noia! ^__^ Però non sarebbe male piantonarlo un po’, tanto sono certa che sotto la doccia canterebbe anche lui! Peccato che tu non abbia trovato Tekken 5, ma forza! tra tre settimane già ti vedo minacciare le commesse ^__^ eheh... Hworang forever!!!! Hai visto, alla fine ce l'ho fatta ad aggiornare! Si, ok, sono stata più lenta di una tartaruga zoppa, però... beh, non ho scuse! Mi dispiace!!), fede_chan 90 (sono contenta che lo scorso cap ti sia piaciuto! Quando posterai la ff avvisami subito, sarà più che lieta di leggere e commentare, solo non assicuro tempi brevi, come potrà testimoniarti la povera starli, che il mio commento purtroppo non l’ha ancora visto! Mi dispiace, cmq ti assicuro che la leggerò! Sono curiosa!), Helen Lance (bene, sono contenta che la storia ti paia interessante, cercherò di renderla ancora più travolgente, o almeno ci proverò!! Grazie e a presto!), Neera (No, non piangere! Cavoli, non volevo spingere i lettori sull’orlo del pianto! Hai messo da parte i Kleenex? ^_^ diciamo che questa dolorosa situazione si "risolverà" più o meno nel prossimo capitolo... ci avviciniamo alla fine! Penso che altri tre o quattro capitoli dovrebbero bastare per concludere la fic...), Kiuccia (benarrivata! Grazie per aver commentato, sono felice che la ficcy ti piaccia e mi spiace di averti fatto attendere tanto!!), kate92 (/Chiaretta in un angolo a disegnare cerchiolini sul pavimento con il dito… ok, mi hai fatto tre domande, e a due di queste – aggiorna e aggiorna più in fretta- ho dovuto dare buca! Chiedo perdono!! Non mi scuserò mai abbastanza, ma abbiate pazienza, sono una povera mortale… sei rimasta abbastanza soddisfatta da questo capitolo?), darkangelodette92 (non ti preoccupare per il ritardo, anche io sono stata davvero tremenda, no problem! L’importante è che il cap ti sia piaciuto ^__^)

Mi auguro vivamente di non aver dimenticato nessuno e se l'ho fatto, ditemelo subito, così posso scusarmi e ringraziare come si deve! ^__^

 

 

Vi spiace se adesso osanno un poco il tempo?

Qui da me sta nevicando da 2 giorni ininterrottamente e ci sono almeno 15 cm di neve, soffice, bianchissima, stupenda!! *__* L’adoro!! In pratica, se non ho aggiornato in fretta è anche colpa della neve, perché passo buona parte della giornata affacciata alla finestra a guardarla e a tirare un paio di accidenti al mio vicino di casa che è sempre lì che spala nel cortile… va bene che bisogna uscire con la macchina ed è difficoltoso se non si riesce ad aprire il garage, ma non può lasciare il cortile almeno un po’ immacolato?? E che cavolo, a momenti spala anche il cemento! Signor Ferrarese, lasci lì la mia neve!! Meno male che tutto il resto del quartiere è bianco, gli alberi sembrano avere una chioma di neve! L’adoro, l’adoro, l’adoro!! … peccato che siccome sono ammalata non sono potuta uscire a toccarla nemmeno per un secondo è__é grrr… ma appena riesco a convincere la mamma a farmi mettere il naso fuori di casa (e ci riuscirò presto), faccio una di quelle battaglie a palle di neve che mi ammalo di nuovo! L’importante è giocare!!! Voglio giocare con la neve!!!

Ok, scusate per il soliloquio del tutto fuori luogo, adesso torno a scrivere un po’, così mi porto avanti con il prossimo capitolo  ^__^ … per sembrare più ottimista mi do una scadenza di circa 10 giorni, quindi verso l'8 febbraio tornate a controllare se ho aggiornato (spero di sì!!) e intanto, se vi va, lasciatemi un commentino!

 

Grazie

 

Chiaretta

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Non ricordo più neanche il numero delle volte che ho riscritto questo capitolo

Non ricordo più neanche il numero delle volte che ho riscritto questo capitolo… è stato un autentico parto! Non mi soddisfa pienamente neanche ora, ma per evitare di postarlo dopo gli ottant’anni, dato che me ne mancano ancora parecchi, alla fine ho deciso di aggiornare lo stesso… però non sono convinta…c’è qualcosa che mi sfugge! È un capitolo talmente decisivo (come leggerete) che volevo cercare di cogliere nella sua pienezza la personalità di Kagura e Sesshomaru –almeno come l’ho intesa io ^^”- ma temo comunque di aver tralasciato qualche aspetto importante, o di averli caratterizzati male! Vi prego di concedermi i vostri pareri in proposito perché se non ho veramente colto una parte importante dei personaggi vorrei che me lo faceste notare, per poter correggere e migliorare! Vi ringrazio per l’infinita pazienza che mi concedete, in quanto anche stavolta sono in atroce ritardo, e per la gentilezza e l’affetto che dimostrate nelle vostre numerose e splendide recensioni! Buona lettura!

Chiaretta

 °°°

*The Wind*

 

***

All I've ever learned from love

was how to shoot somebody who outdrew ya

it's not a cry that you hear at night

it's not somebody who's seen the light

it's a cold and it's a broken Hallelujah

(Frammento della canzone “Hallelujah”- Jeff Bukley)

***

 

 

Capitolo 9

 

 

 

 

Quando ebbe raccolto tutto il coraggio di cui disponeva e si fu stancata di ascoltare i respiri regolari che battevano il tempo in quella grande stanza di legno, Kagura scivolò silenziosamente fuori dal futon e, evitando di guardare apertamente il demone cane, tirò fuori dall’obi del kimono un piccolo pugnale che aveva preso il giorno in cui era scappata, per ogni evenienza. Rimase un attimo ancora in ginocchio vicino alle lenzuola, guardando Rin addormentata. Inevitabilmente pensò a come avrebbe reagito, la mattina seguente, vedendo il suo amato papà esanime in una pozza di sangue, e mentre lo pensava, poteva lei stessa vedere la scena. Guardava con distacco il biancore della sua pelle risaltare nel rosso. Lui era lì, morto.

Sentì un brivido percorrerle la schiena a gran velocità, così decise di scacciare quel pensiero e di passare subito alla pratica, prima di essere di nuovo confusa dalla paura.

 

Lei era debole.

Talmente debole che per ottenere la sua libertà doveva ricorrere a simili vigliaccate, come colpire un uomo addormentato.

Ma doveva farlo.

Era l’unico modo.

 

Fece scorrere il suo sguardo per tutta la camera: superò Jaken, rannicchiato vicino alla finestra, osservò le assi delle pareti, il piccolo tavolo, poi di nuovo il futon, infine raggiunse l’obbiettivo.

Sesshomaru era seduto poco distante da lei, con la Tenseiga abbandonata sul pavimento e il mantello sulle spalle larghe, gli occhi chiusi, il respiro lento, quasi impercettibile. Il primo giorno non sicuramente lui non aveva chiuso occhio, intento com’era a controllarla, ma adesso sembrava aver abbassato la guardia. Sembrava quasi le avesse concesso un po’ di fiducia…

Stava per tradire l’unico essere sull’intero globo terrestre che si era fidato un minimo delle sciocca Domatrice dei Venti.

Brava Kagura, un gesto davvero degno di Naraku…

 

 

Si sentì quasi disgustata da quel paragone, ma purtroppo doveva accettare la dura realtà: lei, la creatura di quel mostro odioso, aveva davvero preso buona parte delle sue capacità da lui, il tradimento, innanzitutto, la crudeltà…

Esatto! Lei era una cinica e maligna assassina! Una apostata del proprio creatore, una vigliacca e un’egoista! Perché mai avrebbe dovuto sentirsi in colpa per un atto in perfetta coerenza con il suo modo di essere?

 

Silenziosamente si avvicinò e si inginocchiò davanti a lui con il pugnale sguainato.

 

 

Lei era infida, bugiarda, debole.

Lui era forte, carismatico e freddo.

 

Così debole da non riuscire a controllare le proprie paure e celare i propri pensieri.

Così freddo da essere impassibile e distaccato in qualunque situazione.

 

 

Quanto detestava quell’indifferenza? Tutto in lui le risultava fastidioso: il parlare a monosillabi sprezzanti, lo sguardo scettico di chi sa sempre qualcosa in più, il portamento fin troppo fiero, la totale impenetrabilità dei pensieri.

Ma una persona del genere, cosa diavolo pensava?

Sembrava sempre impegnato con ragionamento trascendente, ma in realtà, chi poteva mai sapere cosa nascondeva l’ambra dei suoi occhi?

Mai una volta l’aveva visto indeciso o spaventato, né felice, né triste, tanto meno amareggiato o confuso, o molto arrabbiato, oppure amichevole, né sadico…

Non c’era niente in lui che svelasse qualcosa di diverso dalla freddezza.

 

Per questo lei lo disprezzava.

 

 

No…

 

Per questo lei lo ammirava…

 

Lo ammirava quasi follemente, ed invidiava questa sua capacità.

 

Anche mentre dormiva rimaneva imperscrutabile.

E quel comportamento glaciale si ripercuoteva probabilmente sul suo aspetto…

Kagura osservò per l’ennesima volta i capelli argentati che ricadevano lievemente scomposti sulle spalle larghe. Il loro colore ricordava quello del ghiaccio, ed erano talmente lisci da non trasmettere alcun tipo di movimento. Ed erano lucenti, anzi, abbaglianti, come la sua personalità agli occhi dell’inesperta e sfinita Domatrice.

E poi i lineamenti del suo volto, decisi ed aguzzi come la lama di una spada.

Infine il suo corpo possente, sempre pronto a combattere e resistente a qualunque colpo. Davvero qualsiasi attacco…

 

 

Ma cosa stava facendo?

Non doveva perdere altro tempo!

Avvicinò il pugnale al petto della vittima, trattenendo il respiro e chiudendo gli occhi per un ultimo disperato appello alle forze, ma non riuscì ad impedire che quella micidiale domanda ritornasse a scombussolarle la mente e che i pensieri vagassero all’impazzata. Si abbandonò esasperata al flusso dei ricordi.

 

 

Voleva veramente uccidere lui?

 

Lui, che quando aveva scoperto, al loro primo incontro, che la donna che si trovava davanti era una sembianza di Naraku, aveva inarcato un sopracciglio e aveva detto semplicemente “E allora?”. (*)

 

Lui, che era rimasto del tutto indifferente alla sua esclamazione “sei davvero fantastico!” e alle altre calcolate adulazioni. (*)

 

Lui, che l’aveva osservata volare via, con i capelli agitati dal vento. (*)

 

Lui, che si era ricordato il suo nome. (*)

 

Lui, che aveva rifiutato di aiutarla e l’aveva a spronata alla battaglia. (*)

 

Lui, che l’aveva lasciata allontanarsi con gli occhi colmi di ira. (*)

 

Lui, che le aveva permesso di avvicinarsi in un balzo senza mettersi in guardia e fissandola negli occhi. (*)

 

Lui, che a testa alta aveva deciso di attraversare il confine tra vivi e morti. (*)

 

Lui, che aveva ascoltato le sue parole e aveva indirettamente accettato il suo aiuto. (*)

 

Lui, che le aveva detto “Puoi fare quello che vuoi.”, tenendo una Rin mezza addormentata tra le braccia.

 

Lui, che le aveva appoggiato sulle ginocchia il suo mantello per non farle sentire freddo.

 

Lui, che non aveva riso dei suoi ragionamenti e delle sue paure e le aveva risposto in maniera dura.

 

Lui, che aveva camminato di fronte a lei con un passo cadenzato e deciso.

 

Lui, che aveva comprato delle patate dolci a un banchetto del mercato.

 

Lui, che l’aveva trascinata attraverso i cunicoli del villaggio per cercare una sacerdotessa.

 

Lui, che senza chiederle nulla, l’aveva guidata lungo strade a lei sconosciute per non farla smarrire.

 

Lui. E basta.

 

Doveva uccidere l’unica persona che desiderasse veramente incontrare, che sperasse di incrociare, anche solo casualmente, durante le sue brevi uscite. L’unico di cui voleva veramente sapere cosa ne pensasse di lei.

 

Non aveva capito per quale motivo si sentisse così scossa di fronte a lui, o forse semplicemente non aveva potuto accettarlo, o forse non l’aveva davvero compreso, perché non aveva mai conosciuto alcuna forma di amore, quindi non si era accorta di quanto in realtà era accaduto dentro di sé, anche in assenza di un cuore materiale.

 

Ansimò rumorosamente e subito si morse forte il labbro, spingendo ancora più vicino al petto di Sesshomaru il pugnale, a stento mantenendo la vista lucida: c’era qualcosa nei suoi occhi, che la infastidiva…

 

Fallo, si disse.

Fallo.

FALLO!

… ora che non può vederti…

Uccidilo.

 

Ma la sua vista era sempre più annebbiata, perché?

Si strofinò forte gli occhi, abbassando la lama e poggiandosela sul grembo, e quando si osservò le dita, le trovò stranamente umide…

 

E poi la sua voce…

 

 

“Cosa stai aspettando?”

 

 

 

Fulmineamente sollevò il volto fissandolo su quello di Sesshomaru: i suoi occhi ambrati erano aperti e la osservavano.

 

Lei avrebbe voluto dire qualcosa, bisbigliare almeno un “eri sveglio, allora?”, mosse le labbra ma dalla sua gola non uscì alcun suono. Si sentiva strangolare da un nodo.

 

Il demone cane non si spostò di un solo millimetro. Era sempre lì, appoggiato contro la parete, con la Tenseiga vicina, neppure minimamente intenzionato ad allontanarsi, nonostante la situazione decisamente strana che si era creata tra loro due.

 

“Cosa stai aspettando?” domandò di nuovo, a bassa voce, con la sua proverbiale freddezza “non stavi forse attendendo il momento più opportuno? Non conviene lasciarsi sfuggire le occasioni…” fece un cenno al pugnale.

 

Kagura era paralizzata. Cosa significava tutto questo? Perché se aveva capito subito le sue intenzioni non si era difeso? Perchè non l’attaccava?

 

“Ti saresti… fatto colpire?”  biascicò con un tono incredibilmente lamentoso: da dove veniva quella voce? Non lo sapeva neppure lei, ma aveva di nuovo la vista annebbiata…

 

“Non lo so.” Sussurrò lui in risposta, e aggiunse “Può darsi.”

 

 

Fu come se tutte le sue difese fossero state annientate da due semplici parole: precedute da un piccolo tremito, delle grosse lacrime cominciarono a scivolare lungo le gote della Domatrice, sempre più incredula, senza sapere bene se quella confusione ara dovuta alla risposta dell’uomo, alle lacrime o ad entrambe le cose.

 

Lasciò che il pugnale rotolasse a terra con un piccolo tonfo.

 

Si era ripromessa di non piangere mai, soprattutto davanti ad un nemico, per non mostrarsi ancora più vulnerabile, ma non riusciva assolutamente a fermare il corso del suo primo pianto. Si rannicchiò ancora di più su se stessa e nascose in parte il volto tra le braccia, prendendo a singhiozzare rumorosamente.

E pregò.

Pregò che lui non la toccasse, e che magari non la guardasse neanche.

Non voleva la sua compassione. Non voleva da lui alcun gesto di pietà, né di conforto.

Voleva solo che rimanesse seduto accanto a lei.

Nient’altro.

Se le avesse posto anche solamente una mano sulla spalla, l’avrebbe odiato.

L’avrebbe odiato perché si sarebbe sentita ancora più debole e miserabile e disprezzata.

E allora desiderò che lui ascoltasse in silenzio il suo pianto. Che lo ascoltasse e basta.

Anche se non lo avrebbe compreso, così come lei stessa non lo comprendeva.

 

E Sesshomaru non fece nient’altro che voltarsi in direzione di Jaken e Rin per scoprire che si erano destati e che li fissavano con aria interrogativa e, mettendosi l’indice davanti alla bocca, fargli il gesto di rimanere in silenzio.

 

 

Will you hold my heart? Stop flowing tears.
Again, all of my heart is broken….

Will you stay with me? Wait until after the wind passes,
all my tears are still flowing…

(“Forever Love” (traduction) – X Japan)

 

***

 

Sesshomaru sentì il flebile fruscio delle lenzuola del futon, ma rimase con gli occhi chiusi.

Sapeva che era lei che si stava muovendo.

Chissà cosa era successo in quella capanna…

… l’indomani sarebbe tornato per la terza volta da quella sacerdotessa: vi era stato anche prima di andare a dormire, quando aveva lasciato Jaken, Rin e Kagura alla locanda da soli e ciò che aveva trovato non gli era piaciuto per niente. La donna nella casupola non rispondeva: sembrava del tutto assente, come se il suo corpo non fosse stato altro che un contenitore. Temeva si trattasse di qualche strano caso di possessione, o qualcosa del genere, il fatto certo è che dietro quella storia c’era di sicuro un maleficio…

Ed era successo qualcosa a Kagura.

Era improvvisamente diventata strana, agitata, forse addirittura spaventata… Non gli aveva rivolto i suoi soliti commenti taglienti per tutta il resto del pomeriggio, e aveva accuratamente evitato di guardarlo…

 

Ecco.

Aveva ricominciato a muoversi. Veniva verso di lui. La sentiva vicinissima, doveva essersi seduto proprio lì davanti, ma si era fermata nuovamente. Si sforzò di non aprire gli occhi, né di muovere un muscolo: che intenzioni aveva?

Forse avrebbe fatto bene a stare in guardia, ma, non capiva bene da quando, aveva incominciato ad abituarsi alla sua presenza. Non si stupiva più di vederla comparire nei luoghi meno consueti, sopra le scogliere, nelle grotte, o anche scendere dal cielo. Si era assuefatto al contatto con lei e non riusciva a preoccuparsi neppure di lasciarla con Rin. Probabilmente perché le aveva viste dormire accoccolate, o forse perché avevano mangiato insieme…

La domatrice era ancora immobile, ma lo stava fissando. Riusciva a sentire il suo sguardo penetrante bruciargli sul volto, e la cosa non gli dispiaceva affatto, caso strano…

Non sapeva perché, va credeva di star sviluppando un anomalo senso di preoccupazione nei suoi confronti… forse da quando, quella notte, l’aveva vista tremare.

Il che era davvero ridicolo.

Lui, il grandioso, potente, crudele Sesshomaru, prendeva a cuore la sorte di una creatura di Naraku?

Assolutamente improbabile. Sarebbe stato quasi come stare in pensiero per Hakudoshi o Naraku stesso.

Improbabile, ma evidentemente possibile.  

 

 

Schiuse leggermente un occhio.

La Domatrice si fissava una mano che impugnava un corto pugnale con aria addolorata.

 

 

Sesshomaru richiuse immediatamente le palpebre facendo molta attenzione a non cambiare espressione.

Che diavolo significava quell’arma?

Voleva colpirlo?

 

Beh, sembrava assolutamente logico…

 

Ma cosa stava aspettando? Era in quella posizione già da alcuni minuti. Se fosse stata realmente intenzionata ad attaccare, con ogni eventualità, avrebbe già dovuto averlo fatto.

E cos’era quell’espressione triste sul suo volto?

 

Doveva difendersi…

Però… quella era la prima volta.

Era davvero la prima volta che Kagura cercava di ucciderlo.

Non avevano mai combattuto prima. Che quel gesto fosse necessario?

 

Ma cosa stava pensando?

Era una nemica che semplicemente si comportava come un’avversaria. Una cosa del tutto naturale.

Allora perché non riusciva a trattarla da nemica?

Lo era veramente, lei?

 

Lei, che era comparsa dal nulla esclamando “salve!”. (*)

 

Lei, che l’aveva adulato molto goffamente. (*)

 

Lei, che era volata via provocando un forte vento. (*)

 

Lei, che l’aveva sempre chiamato per nome. (*)

 

Lei, che aveva cercato il suo aiuto. (*)

 

Lei, che si era allontanata con gli occhi colmi di ira. (*)

 

Lei, che si era avvicinata senza alcuna esitazione e l’aveva fissato senza paura né esitazione. (*)

 

Lei, che l’aveva condotto al limite tra vivi e morti. (*)

 

Lei, che gli aveva offerto il suo aiuto. (*)

 

Lei, che gli aveva chiesto “Cosa devo fare?.”, fissando titubante una Rin mezza addormentata.

 

Lei, che, svegliatasi di soprassalto, aveva appallottolato il suo mantello e gliel’aveva restituito evitando di guardarlo dritto in faccia.

 

Lei, che aveva espresso con molta insicurezza i suoi timori.

 

Lei, che aveva camminato dietro di lui, senza rimanere troppo indietro, senza avvicinarsi troppo.

 

Lei, che arrossita ad un’affermazione del locandiere.

 

Lei, che si era lasciata condurre attraverso i cunicoli del villaggio per incontrare una sacerdotessa.

 

Lei, che aveva camminato velocemente senza una meta, né una direzione, pur di trovare una qualche via di fuga.

 

Lei, che si era rannicchiata tra le lenzuola del futon pulito, voltandogli le spalle.

 

Lei. E basta.

 

 

Il demone cane aprì di nuovo gli occhi, stavolta senza alcuna discrezione, e vide che ancora Kagura si stava osservando le dita di una mano, ma il pugnale era appoggiato sulle ginocchia. Aveva gli occhi stranamente lucidi. Non li aveva mai visti così umidi e tristi.

 

“Cosa stai aspettando?”

 

Vide lo sguardo di lei posarsi sui suoi occhi ambrati e la osservò boccheggiare sconvolta. Dalle sue labbra non usciva alcun suono e gli occhi erano sempre più sgranati.

 

“Cosa stai aspettando?” domandò di nuovo, a bassa voce, con la sua proverbiale freddezza “non stavi forse attendendo il momento più opportuno? Non conviene lasciarsi sfuggire le occasioni…” fece un cenno al pugnale.

 

“Ti saresti… fatto colpire?”  biascicò la Domatrice con un tono incredibilmente lamentoso.

 

 

Si sarebbe fatto colpire?

Da lei?

 

 

“Non lo so.” Sussurrò lui in risposta  “Può darsi.”

 

Una grossa lacrima sul volto pallido di Kagura.

Due, tre…

Com’erano belle quelle lacrime, tanto lucenti nel buio della notte…

 

Il pugnale rotolò a terra con un piccolo tonfo.

 

La osservò coprirsi il viso con le braccia e incurvare la schiena verso terra, scossa da tremiti, e sentì i suoi forti singhiozzi. Sembrava cercasse di frenare il pianto, ma i suoi ansiti diventavano sempre più violenti e scuotevano con vigore il suo corpo gracile. Come se qualcosa di immenso che aveva sempre tenuto nascosto nel suo petto, avesse cercato di liberarsi.

 

E Sesshomaru poteva rivedere la sua fragile luce, come quella di una lucciola, lottare per rimanere accesa.

L’avrebbe coperta lui affinché non si spegnesse per via del forte vento.

Poteva stare tranquilla, nessuno poteva vederla né sentirla. Anche lui avrebbe finto di non comprenderla unicamente per lasciarle la sua dignità.

 

Si voltò in direzione di Jaken e Rin. La bimba si strofinò gli occhi e, ancora avvolta tra le coperte, lanciò uno sguardo preoccupato in direzione di Kagura, mentre il ranocchio sembrava intenzionato a parlare.

 

Meccanicamente il demone cane gli intimò di fare silenzio con un gesto della mano.

 

Nessuno doveva disturbare il dolore della lucciola.

Nessuno doveva udire il suo grido disperato.

Ci sarebbe stato lui, lì, a vegliare.

 

 

I don't know where I am, I don't know where I went wrong

either way let's start again

 

(“Seemed like a good Idea” – The darkness)

 

 

 

 

 

 

(*) sono tutti riferimenti agli incontri tra Kagura e Sesshomaru che potete trovare nei n° 25, 30, 43, 44 e 46, se volete rinfrescarvi un po’ la memoria ^_^

 

***  

 

Grazie a: kiba91 (^__^ meno male che ti è piaciuto! Ad essere sincera, ero un po’ terrorizzata dall’idea di aver sfornato, dopo tutto quel tempo, un capitolo scarso e poco interessante! Grazie per gli apprezzamenti e gli incoraggiamenti, mi servono davvero tanto! Cosa mi dici di questo? Troppo diabetico?), fra 86 (benvenuta! Sono lieta di sentire che la storia ti ha tenuto incollata al pc! ^//^ sono queste piccole rivelazioni che rendono un autore felice… con questo cap hai avuto la risposta alla tua domanda! Fammi sapere se ti è piaciuto!), Earine (Grazie! Sia per il bel commento sia per la palla di neve! Spero di aver ricambiato la tua simpatia e cortesia con un buon capitolo!), giodan (mia giodan! Ciao! Eheh, ci avrei giurato che ti eri già più o meno resa conto della situazione! … ehm… un capitolo hentai?^^”  Mi spiace deluderti, ma penso proprio che non ci sarà, innanzitutto perché Kagura e Sessho non sono ancora  poi così “intimi”, in secondo luogo… con loro ci sono una bambina e un ranocchio: un minimo di pudore! Grazie per i complimenti! ^__^ a presto!),  lucy6 (Ciao! Benvenuta sul www.comefiniràKagura.com! Spero che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto come i precedenti! A presto!!), giugisama (bene, sono contenta che ti sia piaciuto! Anch’io mi sono sentita molto sfigata, ma dato che sabato sarei dovuta rientrare a scuola, ma la mia città ha dato lo stato di calamità, me la sono spassata tra la neve! ^__^ E’ troppo bella!!), fede_chan 90 (^^ grazie per avermi perdonato! Mi impegnerò al massimo anche per il prossimo capitolo! Come va la tua fic? Procede senza problemi? Naturalmente attendo a mia volta il seguito! Bacioni!!), kate92 (scusami!! Non volevo farti temere di aver lasciato la ficcy! Non intendo assolutamente farlo, specie perché finalmente credo di aver trovato un modo decente per farla finire, quindi ce la metterò tutta! Sono davvero dispiaciuta di averci messo così tanto, sappiate che purtroppo sono lenta di natura, ma almeno ci provo! Alla fine ce l’ho fatta ad uscire, grazie per l’interessamento ^__^ ci risentiamo presto!), Sumire89 (Ciao Silviotta! Attendevo con ansia il tuo commento, grazie per i complimenti, per quanto riguarda la mia genialità… ormai mi conosci da tanti anni –cavoli, quanti sono? Sei??- non hai ancora capito che sono solo fuori di testa? ^^ sono contenta che il colpo di scena ti sia piaciuto! … quando andiamo a trovare Hiromitsu?? ^__^ Ci vediamo presto!), Hina (Benarrivata! Mi fa sempre piacere ricevere commenti da “nuovi” lettori e sono molto felice che la ficcy ti piaccia! Spero che continuerai a seguirla e a darmi il tuo parere! Grazie ancora e ciao!), AKITO (Carissima! Grazie mille per la recensioncina, mi fai sempre molto contenta e spero di poter sentire il tuo parere anche su questo cap, arrivato in ritardo come l’altro, lo so T__T, ma io incrocio le dita lo stesso… bacioni!), Neera (^_^ meno male che è valsa la pena attendere, ma chissà stavolta? Sii pure brutale, talvolta la terapia d’urto funziona… bye bye!), Serry_Black (Carissima Serry, non è affatto vero che il tuo commento non ha senso! Anzi! Sono stata molto contenta di riceverlo e sentire il tuo parere circa la storia e i vari passaggi. ^///^ grazie per le frasi, sono lietissima che ti siano piaciute perché ciò realizza anche uno dei miei sogni! Bè, sembra una cosa stupida, ma ti spiego lo stesso… mi è capitato tante volte di leggere delle fic e di ritrovarmi a dire “questa frase è davvero splendida” o “è proprio così! Sentivo di provarlo anch’io ma non sapevo dirlo!”ed è una cosa che mi riempie di emozioni! E se anch’io dicendo semplicemente quello che penso e provo attraverso i personaggi posso provocare qualche emozione ai lettori, non posso che esserne ultra-felice! Per quanto riguarda Rin, è proprio vero che forse è troppo OCC! Dici che dovrei addirittura indicarlo magari nel riassunto o cose del genere? Ci si sconvolge a leggere la mia interpretazione? Sei già la seconda che mi lo fa notare, e devo dire che è proprio vero che l’ho resa un po’ troppo autonoma, però francamente non avrei saputo proprio come muoverla se fosse stata quella specie di ameba che è nel manga… e adesso, senza pietà, dimmi cosa ne dici di questo capitolo: sono uscita dalle caratterizzazioni dei personaggi? C’è qualche altra frase che ti è piaciuta? ^^ Grazie mille!), inu88 (^^ anch’io non trovo che Kagura sia cattiva… più che altro la definirei magari un po’ snob :P ciao!!!) barbysbarby (eheh, visto che per adesso non ci sono stati morti stecchiti?? Magari però mi rifaccio nel prossimo, un po‘di truculenza mi potrebbe aiutare a sfogare gli istinti omicidi repressi… ^__^ Alla prossima!)

 

 

AAAAAHHH!! ^^ Non vi dico che sollievo provo in questo momento! Ho finalmente postato ‘sto capitolo infernale! Non mi resta che tenermi pronta a ricevere le vostre amabili batoste…

Spero caldamente di non aver dimenticato di ringraziare nessuno, e se l’ho fatto, fatemelo notare assolutamente che rimedierò il prima possibile!

 

Nel caso la domanda fosse venuta in mente a qualcuno, rispondo subito: non ho pubblicato nessun capitolo-avviso perché non ero certa di rispettare a pieno le regole del sito… infatti mi sembra che è possibile postare questo genere di capitolo per informare i lettori del ritardo, unicamente se è già passato il doppio del tempo normale di pubblicazione… ebbene, io non ho un “tempo normale di pubblicazione”, all’inizio era 8 giorni, poi 10, poi 15, poi un mese… insomma, non sono minimamente puntuale, ma non lo faccio volutamente quindi, se avessi lasciato l’avviso e il giorno dopo fossi stata in grado di aggiornare mi sarebbe dispiaciuto…

 

Comunque sia! Mi scuso ancora con il cuore in mano per l’attesa che spero sia stata in qualche modo ripagata! ^__^ vi mando tanti baci e spero di poter leggere presto i vostri commenti!

 

Grazie per la pazienza e la costanza!!!

 

A presto

 

Chiaretta

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


E dunque, sono qui…
Saaalve, c’è ancora qualcuno che si ricorda di me?
Certo, non ho la faccia tosta di credere che dopo tutti questi anni i gentilissimi vecchi lettori si ricordino la storia o che la aspettino con impazienza, ma siccome proprio ieri pomeriggio, dopo tantissimo tempo che non entravo nell’EFP, mentre gironzolavo alla ricerca di qualche fic da leggiucchiare (dato che per anni sono stata non solo un’autrice  finita , ma quel che è peggio, una lettrice finita) è apparso il commento di Lety Shine 92, mi son detta che doveva essere un segno del destino XD
Il capitolo in realtà l’avevo già pronto da vari anni, ma avendo abbandonato da un bel po’ questi lidi -non so bene perché, tra l’altro- non mi ero più decisa a pubblicarlo.
Non è ancora la conclusione della storia, ma forse è veramente giunto il momento di portare a termine quest’avventura di Kagura (ancora 3 o 4 capitoli, penso), e chissà, di scriverne altre, perché sinceramente la scrittura mi è molto mancata in tutto questo tempo.
Buona lettura ^^
Chiaretta
 °°°


*The Wind*
 
***
Am I wrong to be hurt?
Am I wrong to feel pain?
Am I wrong to wish the night won't end?
Am I wrong to cry?
But I know, It's not wrong to sing the last song
Cause forever fades...
(Frammento della canzone “The Last Song”- X Japan)
***
 
 
Capitolo 10
 
 


Mal di testa.
Ecco l'unica cosa che Kagura riuscì ad avvertire al suo risveglio, tra le morbide coperte del futon, prima ancora di aprire gli occhi, mentre la flebile luce mattutina che percepiva anche con le palpebre chiuse le accarezzava il viso.

Mal di testa. Acuto, mirato, continuo. Insopportabile.
Non lo aveva mai avuto prima. Pensava si trattasse di una cosa unicamente umana, per gente con troppe sciocchezze nel cervello o roba del genere.. allora perchè diavolo era venuto a lei, un demone in tutto e per tutto?
Aveva fatto qualcosa di particolare?
Non le sembrava eppure...

Ah...
Vero.

Una cosa particolare l'aveva fatta quella notte...
Ma non avrebbe mai immaginato che piangere provocasse un'emicrania così forte...

Arrossì solo ripensando all'accaduto.
Ma come aveva potuto essere così debole e sciocca?
Quanto aveva pianto? Un'ora? Due?
Non si ricordava nemmeno di aver smesso. Forse si era addormentata in mezzo alla stanza e poi qualcuno doveva averla messa nel letto... e poteva essere stata solo una persona...


Ma quanto poteva durare un mal di testa?

Non riusciva nemmeno ad aprire gli occhi. Provava un fastidio immenso.
Odiava le novità. Perchè venivano tutte in gruppo.

Fuggire.
Mangiare all'aperto con dei nemici.
Dormire all'aperto con dei nemici.
Viaggiare con dei nemici.
Ricevere un regalo.
Piangere.
Avere mal di testa.

Nuove esperienze, tutte insieme.

 

Piangere.

Che imbarazzo.

Non poteva nemmeno immaginare come avrebbe fatto a parlare di nuovo con Sesshomaru...
Anzi. Come avrebbe fatto anche solo a guardarlo? Impossibile! Preferiva sprofondare piuttosto che essere sottoposta ad una tale umiliazione!

Intorno a sé non sentiva movimenti né presenze. Doveva essere sola in camera. Forse sarebbe riuscita ad alzarsi e andare via senza essere vista.

Sì. Doveva fare così. Dopo quello che era accaduto non le restava altro da fare: sparire.

Inspirò ed espirò per farsi forza, poi spalancò gli occhi e alzò il busto per trovarsi seduta sul futon.
E in quello stesso istante, in cui prendeva atto di essere veramente da sola, la porta scorse di lato e il demone cane la fissò dal corridoio. Non le diede nemmeno il tempo di arrossire o pensare che il suo piano di fuga era miseramente fallito:

"Sbrigati ad alzarti. Abbiamo qualcosa da fare." sibilò freddamente, senza staccare i suoi occhi d'ambra da quelli sanguigni di Kagura, poi chiuse nuovamente il pannello scorrevole della camera.

La Domatrice sentì un brivido correrle per la schiena, sentendo i suoi passi allontanarsi.
L'umiliazione era stata subìta meglio del previsto.
Almeno le erano stati risparmiati sguardi colmi di pietà...

Sorrise senza volerlo.

Da Sesshomaru non si poteva aspettare una reazione migliore di quella.


Si alzò barcollando un poco, sempre per via di quella stupida emicrania, e si rassettò il kimono lisciandolo con le mani, poi, inconsciamente, si piegò sulle ginocchia e si mise a rassettare il futon, che dalla parte di Rin era decisamente appallottolato. Appena si rese conto di quello che stava facendo scattò in piedi peggio di una molla e corse fuori dalla stanza.

Ma che stava combinando?
Doveva accodare quella "nuova esperienza casalinga" alla già lunga lista che aveva appena dovuto stilare mentalmente?
Era di certo colpa del mal di testa, si disse cercando di risultare convincente a se stessa.

Scese nell'ingresso della locanda, ignorò il saluto del vecchio dietro al bancone ed uscì.
Sesshomaru la stava aspettando in mezzo al sentiero. Quando i loro sguardi si incrociarono di nuovo, Kagura distolse subito gli occhi. Niente da fare. L'imbarazzo era il vero padrone.

"Dov'è Rin?" si costrinse a chiedere per dissimulare il disagio, facendo vagare le iridi scarlatte per il bosco lì vicino.

"A scuola con Jaken." rispose brevemente lui, come al solito. Poi si voltò e prese a camminare.

Era sempre così. Silenzioso ed autoritario.
In effetti poteva risultare fastidioso.
Ma in ogni caso, Kagura lo seguì senza chiedere spiegazioni, che con tutte le probabilità, non sarebbero arrivate ugualmente. Sospirò impercettibilmente e si guardò intorno. Non riuscì a comprendere, all'inizio, dove si stessero effettivamente dirigendo, poi se ne rese conto.
Era la terza volta che seguiva quel percorso.
Conduceva alla casupola della sacerdotessa.
Si fermò, e Sesshomaru se ne accorse.

"Sì. Stiamo tornando lì." commentò lui fermandosi a sua volta.

"Perchè?" la Domatrice non voleva dare alla sua voce un'inclinazione preoccupata, eppure non riuscì a fare altrimenti.

Il demone cane si voltò:

"C'è una cosa che dobbiamo verificare."

"Ah sì?" eccolo, si disse Kagura, eccolo qui il tono giusto per parlargli: sarcastico, noncurante. "E cosa, di grazia?"

"Ieri notte sono tornato dalla sacerdotessa e ho i miei motivi per pensare che non sia normale."

"Perchè, quell'indemoniata ti è mai parsa normale?" ripensò allo sguardo ametista e vacuo di quella donna e rabbrividì impercettibilmente. Sesshomaru riprese imperterrito:

"Un caso di possessione. E' di questo che sospetto. E credo anche che ci sia lo zampino di qualcuno di nostra conoscenza..." e si incamminò nuovamente, stavolta affrettando il passo, con una mano all'elsa della spada.

Appena giunti in vista della casa, Kagura avvertì di nuovo quella sensazione di disagio che aveva già provato la prima volta che vi si era recata. C'era qualcosa che la osservava. Ma cos'era?
Si guardò intorno circospetta, senza tuttavia notare niente, poi, senza emettere il minimo rumore, i due si avvicinarono alla porta.
Era socchiusa e si sentivano dei fruscii provenire dall'interno: dovevano esserci visite.
Sesshomari scrutò l'interno dalla fessura e dopo aver lanciato uno sguardo a Kagura spalancò l'uscio facendo scorrere un'anta lateralmente. L'ospite, che si trovava di fronte alla sacerdotessa seduta in seizà, si voltò all'istante mostrando il suo volto.


"Kohaku...?"


Il bisbiglio meravigliato di Kagura fece fermare all'istante il ragazzo. La fissò con i suoi occhi vuoti, strinse in una mano l'anello che aveva appena estratto dal dito della donna dietro di lui e alzò la sua arma in direzione di Sesshomaru. La Domatrice fece un passo nella casa e si pose davanti al demone cane.

"Cosa ci fai qui Kohaku? Ti ha mandato Naraku? Dimmelo!"

L'interpellato, come al solito non rispose. Il suo sguardo, seppure vacuo, adesso sembrava avere un'ombra triste.

Quella donna, pensava, era in pericolo. La sua mente annebbiata non gli permetteva di ricordare il passato, ma di quella donna, la Domatrice dei Venti, si ricordava. Era l'unica creatura che non ubbidiva di nascosto a Naraku. Non sapeva bene perchè non l'aveva mai detto a nessuno. Forse perchè avrebbe voluto fare lo stesso, ma non ci riusciva. Forse perchè ogni volta che quell'essere gli dava un ordine era solo il suo corpo ad obbedire, mentre la sua volontà gridava che voleva andare via. Voleva fare qualcosa, ma non poteva. Non poteva perchè il suo incarico era quello di recuperare l'anello e restituiro a Naraku. Qualcosa gli comandava di muoversi in direzione del castello.

Un impercettibile battito d'ali.

Kohaku si lanciò contro di loro brandendo il suo boomerang affilato.

"Kohaku!"

Kagura non voleva colpirlo. Non lui. Che aveva sempre mantenuto il segreto ed era un povero burattino come lei. Sentì che Sesshomaru stava estraendo la spada e fermò il suo braccio sull'impugnatura dell'elsa. Qualsiasi cosa stesse accadendo, non voleva che al ragazzino fosse fatto del male. Chiuse gli occhi attendendo un fendente che fortunatamente non arrivò.

I corpi di alcuni Samiyosho caddero a terra vicino a loro, colpiti a morte da Kohaku.

"Ne arriveranno presto altri." la voce del ragazzino, ormai non più abituata a parlare, risuonò strozzata, mentre scagliava di nuovo la sua arma letale contro gli ultimi messaggeri di Naraku, che all'istante toccarono il suolo, stroncati.

 

***
Ho deciso di pubblicare questo capitolo così, esattamente come l’avevo scritto anni fa, senza cambiare una virgola perché probabilmente altrimenti l’avrei cancellato tutto e rifatto da capo e ci avrei messo un’altra eternità o mi sarebbe di nuovo passato il “coraggio” di pubblicarlo.
Spero vi sia piaciuto!
Stavolta tenterò di non farvi invecchiare nell’attesa del seguito!
Ciau!

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