The Wind di Chiaretta (/viewuser.php?uid=3425)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Salve
a tutti!
Tento
un esperimento: la mia prima fic su Inu! Ammetto di amare molto Rumiko Takahashi,
ma non vado matta per quest'ultima serie, che seguo, si, ma ritengo inferiore ad
alte della stessa Principessa dei Manga, perciò forse non risulterà
appassionata come se fosse scritta da un Inu-manico, ma spero possa essere
ugualmente gradita! ^__^
Mi
piace un sacco il personaggio di Kagura, così mi è saltato in mente di
scribacchiare qualcosina su di lei e Sesshomaru... non me ne vogliano troppo i
fan della Sessho/Rin, ma io preferisco quest'altro pairing! Quindi, bando alle
ciance! Finisco sempre per dilungarmi senza un'effettiva necessità, perciò
chiudo celermente la prefazione! Buona lettura!
Chiaretta
°°°
*The
Wind*
***
Sei assalito dai dubbi. In te
regna la confusione, e non sai distinguere l’ieri dal domani. Ascolta il tuo
cuore e troverai una guida. Pulsa come un tamburo, romba come le rapide
d’inverno. In fondo, suono e silenzio sono inscindibili.
Ascolta.
Ascolta.
Ascolta.
Sangue, non acqua.
Il tuo sangue.
Suzume-no-kumo
(1860)
***
Capitolo
1
Più lo osservava e
più l’odio e la paura la divoravano.
Il pallore della
suo pelle risaltava troppo in quella semi-oscurità, e i capelli candidi
incorniciavano, come i petali di una rosa bianca, il volto di Hakudoshi, così
liscio.
“Perché mi fissi
così, Kagura?”
“E’ stato
involontario, non volevo guardare te, stavo solo riflettendo.” Rispose
l’altra prontamente, con tono insofferente.
La domatrice dei
venti spostò lo sguardo affilato sul suo ventaglio abbandonato a terra, poco più
in là, senza smettere di tormentarsi con pensieri che aveva formulato ormai un
milione di volte senza prendere mai veramente una decisione.
Doveva scappare.
Doveva riacquistare
la sua libertà, ne aveva tutti i diritti, ma come?
Continuava a
rimuginarci su, ma ogni volta vedeva delle porte sbarrarsi davanti al suo
cammino.
Era chiaro che
l’altra parte di Hakudoshi fosse il vero cuore di Naraku, ma non aveva idea di
dove potesse trovarsi.
Avrebbe potuto
andare a cercarla, ma quel mostro si sarebbe accorto della sua lunga assenza
ingiustificata e l’avrebbe rintracciata e, sicuramente, punita.
Perché il suo
cuore doveva essere nelle mani di Naraku?
Automaticamente si
portò una mano al petto, ripensando al dolore atroce che aveva sentito
l’ultima volta che il suo cuore era stato stretto forte e il movimento suscitò
un ghigno di Hakudoshi.
“Paura, eh?”
disse ironico, accennando alla sua mano. Kagura la tolse subito, afferrando il
ventaglio ed alzandosi in piedi.
“E di cosa?”
Fece scorrere
lateralmente la porta e mosse qualche passo veloce, ignorando il bambino
che le domandava dove stesse andando.
Sapeva che facendo
così stava attirando ancora di più i sospetti di quel moccioso, ma non
riusciva a sopportare il suo stato di prigionia e tanto meno il dover stare
sempre con quel piccolo Naraku. Se solo quello stupido di Kohaku avesse
collaborato! Sapeva certamente dove fosse l’altro neonato, ma non voleva
dirglielo.
Bè, l’importante
era che non la tradisse, spifferando le sue intenzioni a Naraku…
Attraversò con
passo lento il giardino del castello, fermandosi solo un momento a guardare i
cadaveri di alcuni servitori. Gli umani di quel castello stavano morendo uno
dopo l’altro a causa dell’aura maligna che impregnava tutto, ma questo non
era importante. Forse avrebbe potuto divertirsi un po’ con quei corpi prima
che venissero fatti sparire, ma da un po’ di tempo la danza dei cadaveri, che
un a volta la divertiva molto, iniziava a sembrarle di pessimo gusto.
Però era davvero
un bella giornata. Se fosse stata libera, forse a quell’ora sarebbe stata in
giro per i villaggi, ad uccidere qualcuno a piacimento, o semplicemente a
mangiare in una casa accogliente.
Invece era
costretta a stare in quel terribile castellaccio, con un marmocchio immortale e
spione e con Naraku.
Ma non poteva
arrendersi: doveva avere la sua libertà e l’avrebbe avuta.
Entrò in
un’altra ala dell’edificio, più deserta e ancora più buia dell’altra.
E se Naraku
l’avesse scoperta e uccisa?
Scosse la testa:
possibile che dovesse essere sempre così spaventata e dubbiosa?
Passando davanti ad
uno specchio appeso alla parete, si fermò di colpo e uno scintillio le
attraversò gli occhi sanguigni: forse era
già successa quella cosa…
Si slacciò
velocemente l’obi (*) e fece scivolare la parte superiore del suo kimono sotto
le spalle, poi, febbrilmente, scossa dall’emozione, si girò rivolgendo la
schiena allo specchio e con la coda nell’occhio guardò il suo riflesso. Bastò
una minima occhiata a sconfortarla nuovamente: il ragno era ancora lì, in mezzo
alle sue spalle. Con una smorfia di disgusto cominciò a rivestirsi.
Non sapeva
esattamente quando, ma aveva iniziato a sperare che quell’orribile tatuaggio
sarebbe scomparso con Naraku, ed immaginava che, in fondo, a quel bambino
nascosto non si sa dove, anche se vegliato da Kanna, poteva accadere qualunque
cosa senza preavviso.
Magari la stessa
Kanna l’avrebbe ucciso…ma questo, forse, era impossibile…
***
Quando
attacchi, attendi il momento giusto.
Quando attendi, resta
sospeso come il masso sul ciglio di un precipizio profondo mille metri.
Quando arriva il momento
giusto, annullati nell’attacco, come il masso che precipita nel vuoto.
Suzume-no-kumo
(1344)
***
Indugiò ancora con
le iridi vermiglie sul suo volto riflesso nello specchio e assunse varie
espressioni arrabbiate, agguerrite e crudeli, e ad ogni sguardo sentiva che
delle catene immaginarie si stringevano ai suoi polsi, ferendola.
Kagura fino a quel
momento era stata solo una bambola? Si chiese, appoggiando il palmo di una mano
sulla liscia superficie riflettente.
Appena la battaglia
fosse finita, con esito positivo, avrebbe regnato come figlia di Naraku, oppure
sarebbe diventata semplicemente un giocattolo rotto, come Kohaku?
La grande Domatrice
dei venti sarebbe stata controllata fino all’ultimo e poi eliminata?
Avrebbe fatto la
figura del burattino che non fa più ridere gli sciocchi spettatori?
E se invece la
battaglia li avesse visti perdenti? Sconfitti, costretti a sparire tra le ombre?
Le sue labbra
carnosi s’incresparono in un sorriso malizioso: i loro nemici erano forti.
Inuyasha e i suoi resistevano da un sacco di tempo; c’era anche quel lupastro
che forse non andava sottovalutato; Kikyo possedeva quella straordinaria forza
spirituale in grado di annientare Naraku e… Sesshomaru… Sesshomaru con la
sua Tenseiga aveva dimostrato di essere capace di risolvere la situazione…
Se lei non era una
bambola, allora doveva smettere subito di seguire gli ordini del suo
burattinaio, doveva prendere il coraggio a due mani.
Le venne in mente
un assurdo sentimentalismo umano che aveva sentito durante una delle sue
spedizioni. Delle donne si erano dette l’un l’altra di ascoltare il proprio
cuore, che è l’unico che può dare una risposta, che può essere una vera
guida. Stupidi umani, che assurdità! …E poi lei in quel momento non ce
l’aveva neanche il cuore, come avrebbe fatto ad ascoltarlo? Di quello sciocco
cuore avrebbe sentito solamente il dolore, nient’altro.
Una scintilla di
ribellione le brillò sul volto.
Se doveva morire,
non si sarebbe fatta eliminare da Naraku dopo essere salita sul trono per un
istante. Se veramente la sua vita era segnata, allora avrebbe esalato il suo
ultimo respiro da libera.
Doveva tentare il
tutto per tutto.
E come se
quell’affermazione, quell’improvvisa determinazione avesse diradato la
nebbia intorno alla sua ragione, cominciò veramente a riflettere su un piano,
con lucidità e coraggio.
Si sedette sul
pavimento e, sventolandosi lievemente con il ventaglio, cercò una scusa per
iniziare ad allontanarsi dal castello.
Doveva portare dei
frammenti della sfera?
No, innanzitutto
non sarebbe riuscita a prenderli, e poi questo l’avrebbe legata ulteriormente
a Naraku, o a Inuyasha, che l’avrebbero certamente cercata… si sarebbe
basata unicamente sulle sue forze, per quanto esigue.
Quando partire?
Si stuzzicò le
labbra con le dita. Doveva aspettare.
Doveva aspettare il
novilunio, così Naraku sarebbe stato fuori dai piedi.
Sì, era quello il
momento più opportuno, almeno avrebbe avuto un giorno di vantaggio, e se avesse
visto i saimyosho li avrebbe uccisi con le sue lame di vento.
Avrebbe detto che
sarebbe andata a cercare Kikyo.
Le sembrava un
motivo più che valido per essere lasciata, in realtà, libera di scorrazzare
alla ricerca dell’altro moccioso.
Avrebbe ucciso il
cuore di Naraku e poi sarebbe partita di nuovo, verso un paese lontano, per
ricominciare da capo, in totale libertà.
§§§
La notte inoltrata
era più luminosa che mai per via della luna piena.
Il vento fresco
ristorava i pochi abitanti del castello dalla calura che li aveva attanagliati
durante la giornata
In piedi davanti
alla finestra, Kagura pregustava già la sua vendetta, la sua fuga, la sua
vittoria. E non le importava se poi sarebbe stato tutto vano: era troppo bello
immaginare il suo trionfo.
Sentì i passi
leggeri di Hakudoshi entrare nella stanza accompagnati da Kohaku, ma non gli
diede la possibilità di parlare, domandandogli subito senza voltarsi:
“E’ bella
stasera la luna, vero?” mentre un ghigno le si allargava sul volto; ancora
pochi giorni e finalmente quell’astro luminoso non avrebbe rischiarato il
cielo del castello…
“Non dire
assurdità…” l’apostrofò il bambino, ma l’argomento aveva colpito nel
segno, infatti quello se ne andò subito per evitare altre smancerie del genere.
§§§
“Io vado.”
“Dove?”
“A cercare Kikyo,
dove se no?” Kagura era già salita sulla sua piuma, quando Hakudoshi le lanciò
uno sguardo interrogativo.
“Naraku non ti ha
certo dato questo incarico…” il piccolo inarcò un sopracciglio che fu in
parte coperto dalla frangia di ciocche chiare.
“Non possiamo
aspettare ancora! È vero, non ho avuto l’ordine, ma se trovassi Kikyo e
riuscissi a portarla da Naraku, lui non potrebbe che esserne felice, non
credi?”
“TU trovare Kikyo
e portarla qui? Non pensi di essere troppo ottimista?” rise l’altro.
“Sei tu ad essere
troppo presuntuoso: io sono sempre
la Domatrice
dei venti!”
“E’ vero, ma
forse è meglio che io venga con te, avanti, andiamo.” E si avvicinò per
salire a sua volta sulla piuma, ma Kagura si alzò un po’ scuotendo la testa.
“Meglio di no.
Quella dannata sacerdotessa sentirebbe subito la tua aura. Forse la mia si
noterebbe di meno, e comunque non penso che lei voglia uccidermi, quindi ho più
probabilità di te… Senza contare che Naraku oggi non può rimanere da
solo!”
“Va bene”
assentì quello, contrariato, dopo un istante di riflessione “ma dove credi di
andare? La stiamo cercando da un sacco di tempo e non l’abbiamo ancora
trovata, pensi veramente di riuscirci da sola?”
“Non assicuro di
riuscirci in breve tempo, ma ho anch’io i miei informatori. Sono sulla pista
giusta. Addio.”
Sentì Hakudoshi
borbottare qualcosa, ma ormai era troppo lontana per capirlo e presto non
l’avrebbe più neppure visto.
Perfetto.
Tutto era andato
secondo i suoi piani, anzi, era stato fin troppo facile, forse avrebbe dovuto
insospettirsi…
Ma aveva raccontato
quel cumulo di menzogne con una serietà disarmante e adesso aveva il via
libera.
Naraku si sarebbe
accorto presto del suo tradimento, doveva fare molto in fretta, o perlomeno
trovare qualcuno che desse il filo da torcere al suo burattinaio… Non poteva
contare su Inuyasha perché anche lui era un umano, adesso, ma forse sul
lupastro, Koga, o chissà, magari avrebbe veramente incontrato Kikyo lungo la
strada che conduceva all’altro neonato…
Mentre faceva le
sue congetture, però, doveva decidere dove cercare effettivamente il moccioso.
Kanna, ovviamente, non aveva detto minimamente in quale direzione si sarebbe
mossa, e lei non aveva tempo da perdere. Pensò che dovesse trovarsi in un luogo
disabitato, dove il rischio di essere disturbati era minimo, se non nullo, o
forse in un ambiente più freddo, dove Kanna poteva trovarsi più a su agio…
Stava volando tra
le nuvole più basse, quando sentì un’aura familiare.
Si guardò un
attimo intorno, poi, vicino ad una sorgente, scorse il proprietario dell’aura,
insieme ad una bimba e una specie di demone ranocchio: Sesshomaru.
Che piacevole
sorpresa, forse poteva fare qualcosa…
Iniziò a scendere
osservando il potente demone cane che gli dava le spalle, con i lunghi capelli
d’argento al vento, ma senza potersene rendere conto, dopo pochi attimi, lui
si voltò e i loro sguardi s’incrociarono.
Un secondo dopo, il
demone aveva estratto la sua spada più affilata ed aveva saltato, tagliando in
due la piuma di Kagura, che aveva saltato a sua volta, atterrando in equilibrio,
ma decisamente colpita dalla prontezza dei riflessi del suo avversario e
dall’improvvisa aggressività.
“Sei un po’
nervosetto, Sesshomaru?” disse con un sorriso astuto, avvicinandosi
lentamente, come per fare intendere di non cercare la lotta.
“Cosa ci fai qui,
Kagura?” la sua voce profonda era segnata dall’irritazione e la lama della
spada era alzata in direzione della Domatrice, e non accennava ad abbassarsi
Si fissarono un
momento negli occhi senza aggiungere altro, ignorando il trambusto che nel
frattempo stavano creando Jaken e Rin, che correva intorno a Kagura strillando a
gran voce parole che la donna non ascoltava minimamente.
“Rin, adesso
smettila.” Intimò Sesshomaru, senza però rabbia e impazienza.
“Si! Rin la
smette!” la bimba si impuntò sui piedi e si fermò vicino a Kagura,
portandosi una mano alla fronte, come i militari in sull’attenti. Serrò le
labbra con un’aria decisamente seria e per qualche secondo trattenne anche il
respiro, come per rendere più autentica la sua affermazione.
Jaken la afferrò
spazientito per un braccio e lei si dimenò un poco, ma poi si lasciò portare
dietro il demone cane, al sicuro per ogni evenienza.
“Cosa ci fai
qui?” domandò di nuovo lui, sempre in guardia.
“Puoi anche
abbassare la lama, non ho intenzione di combattere contro di te, mi trovavo solo
da queste parti e ho pensato di farti un salutino…” si giustificò
l’altra, avvicinandosi ancora con calma.
“E’ difficile
da credere, ogni volta che ti ho visto hai portato solo guai. Sentiamo, cosa sta
tramando adesso Naraku?”
“Cosa sto
tramando io, al massimo…” lasciò Kagura in sospeso, abbassando con la punta
delle dita la lama di Sesshomaru e rivolgendogli un sorriso smaliziato. Jaken si
lasciò sfuggire un “oh!”.
“Che cosa,
signora?” domandò subito Rin, scordandosi di tenere la bocca chiusa, come
aveva deciso di fare poco prima.
Kagura inarcò un
sopracciglio, irritata:
“Non chiamarmi
signora, non sono una vecchia!”
“Non gridare con
Rin.” La ammonì il demone cane con un sibilo quasi serpentesco “Allora, che
diavolo vuoi? Non ho certo tempo da perdere con te…”
“Stasera sarà il
novilunio.” Spiegò.
“Questo lo sapevo
anche da solo.” Ribatté aspramente lui.
“Credevo ci
saresti arrivato, ma evidentemente hai bisogno che ti dica tutto… dato che
Naraku è un mezzo-spettro, stanotte si scomporrà e sarà molto vulnerabile,
così, volevo darti un’indicazione, nel caso ti venisse in mente di vendicarti
di lui per quanto è successo nella tomba di tuo padre…”
Le labbra di
Sesshomaru si allargarono in un ghigno amaro e si voltò, dandole le spalle.
“Ecco cosa
volevi… vuoi ancora propormi quel patto, vero? Ma la mia risposta è sempre la
stessa: non ho alcun motivo di aiutarti. Se vuoi liberarti di lui, fallo da
sola.”
“Sei solamente
uno stupido demone arrogante! Non ho certo bisogno di te!” si tolse una piuma
dai capelli e la fece ingrandire “spero proprio che Naraku riesca ad
ammazzarti prima che io faccia la stessa cosa con lui!” vi salì sopra e,
ancora livida di rabbia, mordendosi un labbro, volò via.
***
Ok!
È
l’ora dei commentini!
Scusate
se l’idea di cercare Kikyo è un po’ banale, fa praticamente scadere
Hakudoshi nel ridicolo, ma purtroppo non mi è venuto in mente nulla di più
intelligente… abbiate venia, per favore! ^__^
Adesso
comincia (forse, dipende se la storia viene apprezzata e se ho l’ispirazione)
la parte interessante, di ricatti, innamoramenti etc…
Restate
sintonizzati, se vi va!
Grazie
mille!
Baci
Chiaretta
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
TITLE
Salve
a tutti!
Sono
molto contenta che la fic abbia riscontrato il gradimento di molte persone,
quasi non ci credevo quando ho visto tutti quei bei commenti positivi!
^__^
Grazie
a: silin, black-fenix, giodan (sia su manga.it che su efp,
grazie!), bia-chan, barbysbarby, shikon, AKITO, starli, Manu_Hikari,
kiba91, suzako ed Helen Lance, e naturalmente, grazie anche a
tutti coloro che, anche se non hanno lasciato alcun commento, hanno letto
l'incipit della ficcy.
Spero
che questo nuovo capitolo possa aggradarvi quanto il precedente, se non di più!
Buona lettura!
Chiaretta
°°°
*The
Wind*
***
Quell’anno il
nobile Shayo perì assiderato nel gelido mare invernale; un ramo carico di fiori
primaverili schiacciò il suo successore, il nobile Ryoto; l’erede, il nobile
Moritake, morì fulminato in un temporale estivo. Allora divenne signore del
feudo il nobile Koseki.
Egli disse: “Contro le intemperie
non posso far niente”.
Durante le prime piogge autunnali,
fece giustiziare tutte le guardie del corpo, mandò in convento tutte le
concubine, mise al bando i cuochi, sposò la figlia del capostalliere e dichiarò
guerra allo shogun.
Il nobile Koseki regnò trentotto
anni.
Suzume-no-kumo
(1397)
***
Capitolo
2
Ormai la notte era
inoltrata. Aveva già sprecato parte di quelle ore notturne senza luna, troppo
preziose per non essere sfruttate sino in fondo, ma purtroppo di Kanna e del
moccioso ancora nessuna traccia.
“Dannazione!”
sibilò scendendo a terra, nel bel mezzo della foresta immensa che stava
sorvolando da alcune ore, appena trovò una zona meno rigogliosa. Eppure credeva
che quel posto potesse essere perfetto per il neonato! Molto difficile da
attraversare, e tanto sconfinata da perdercisi facilmente, quella foresta
sembrava il nascondiglio adatto, ma evidentemente si sbagliava… Forse era
meglio spostarsi in qualche zona montuosa particolarmente aspra…Si guardò
ancora intorno. Non si era allontanata poi molto dal luogo in cui aveva
incontrato Sesshomaru, aveva continuato a girare in tondo, tanto era sicura che
da qualche parte in quel punto inaccessibile potesse trovarsi una traccia…
Davanti a lei
scorreva un torrente e tutto era più luminoso per via delle numerose lucciole
che svolazzavano tra i fili d’erba più lunghi. Sospirò e si accovacciò su
un masso, guardando per alcuni istanti l’infrangersi dell’acqua sulle rocce.
Decisamente, così non andava.
Era stata davvero
una sciocca ad allontanarsi senza avere indizi. Certo, poche ore prima le era
parso indispensabile solo allontanarsi all’istante da quel castello, ma adesso
doveva ammettere che aveva praticamente gettato all’aria un’opportunità
probabilmente irripetibile.
“Brava, Kagura”
si disse amaramente osservando il proprio riflesso, un po’ sformato dalla
corrente, illuminato dalle lucciole “Davvero geniale, non c’è che dire…
cosa pensi di fare?”
Poi,
all’improvviso, un fruscio attirò la sua attenzione. Era sempre più vicino,
sembrava che qualcuno stesse correndo forte in suo direzione dall’interno
della foresta.
Si mise
meccanicamente in guardia stringendo il ventaglio e fissando con attenzione un
angolo della boscaglia. Cominciava a sentire il rumore di passi. Doveva essere
più di una persona. Probabilmente erano demoni che avevano notato la sua
presenza, sicuramente pesci piccoli. Ridusse gli occhi a due fessure nel momento
stesso in cui una piccola creatura saltò fuori dalle fronde, correndo e
ansimando.
Era Rin.
La bimba,
visibilmente spaventata, fissò incredula la donna che le si stagliava davanti
con il ventaglio pronto ad attaccare e subito le si lanciò tra le braccia,
facendola sussultare:
“Signora!”
Aveva vari graffi sulle braccia. Kagura non ricambiò la stretta e, ancora
stupita, rivolse nuovamente lo sguardo purpureo verso la foresta: c’erano
altri passi e altri fruscii, ma non potevano essere Jaken e Sesshomaru.
Dopo un battito di
ciglia, due demoni corsero a loro volta fuori dalla boscaglia, ringhiando, con
le unghie acuminate e gli occhi iniettati di sangue, ma bastò che la donna
agitasse una sola volta il suo ventaglio, perchè i mostri scomparissero,
dilaniati dalle lame di vento.
La bimba non si era
accorta che i suoi inseguitori ormai erano ridotti a brandelli, e continuava a
stringere forte la vita della Domatrice, tremando. Con una strana smorfia la
donna la allontanò:
“Non c’è più
nessuno.” bofonchiò. Era la prima volta che veniva abbracciata, e quella
sensazione di calore l’aveva in qualche modo agitata: non sapeva come poter
fare a sua volta la stessa cosa, e comunque non intendeva stringere quella
mocciosa che l’aveva chiamata di nuovo “signora”…
Rin, senza badare
alla stizza con la quale Kagura l’aveva allontanata, si guardò intorno
rincuorata, subito rivolse alla sua salvatrice un grande sorriso e le prese una
mano, stringendola con foga, con un’espressione buffa:
“Grazie, signora!
Grazie!” strillò, e si mise a saltellarle intorno.
Che diavolo stava
succedendo? Pochissimi minuti prima stava rimuginando da sola, mentre adesso una
personacina ululante le faceva le feste: le stava venendo mal di testa.
“Ti ho già detto
di non chiamarmi signora…” bisbigliò stancamente.
“Meno male che
c’eri tu, signora, altrimenti quei mostri mi mangiavano!” esclamò con
semplicità la bimba, fermando il suo balletto.
“Cosa ci fai qui
da sola? Il suo ‘paparino’ non c’è?”
“Mi sono
allontanata seguendo un grillo.” affermò, sempre sorridendo, la piccola
umana.
“Va bene, va
bene…” rispose svogliatamente
la Domatrice
del Vento, chiedendosi mentalmente come avesse fatto Sesshomaru a perdere di
vista la sua preziosa bambina “Adesso stai zitta per un po’, devo
riflettere.”
“Su cosa?”
chiese subito Rin, sedendosi per terra.
“Sul da farsi”
disse sbrigativamente, dandogli le spalle.
Quanti modi
potevano esistere per rintracciare un’aura a grande distanza?
Sapeva che
esistevano delle pietre particolari per trovare le auree, ma non le sarebbero
certo servite se si fosse trovata troppo lontana dall’obbiettivo.
Come fare per
scovare Kanna?
Essendo entrambe
figlie di Naraku, forse c’era qualcosa che le legava in maniera tale da farle
scoprire la sua posizione?
…
Strano… Avrebbe
dovuto accorgersene dopo tutto quel tempo…
Se non esistevano
metodi per rintracciare su due piedi l’altra parte di Hakudoshi, allora doveva
cercare di guadagnare del tempo. Più tempo possibile.
Per guadagnare
tempo doveva trovare un sistema per tenere Naraku impegnato…
Non aveva senso
perdere ancora più giorni per rintracciare Inuyasha e compagni e convincerli ad
attaccare… non le avrebbero creduto, anzi, avrebbero pensato a qualche
trappola… era del tutto inutile raccontar loro la storia della sua diserzione,
tanto non sarebbe servito a niente…
Kikyo… perché,
quando quella sacerdotessa serviva, non era mai nei paraggi?
“Signora? Io ho
fame…”
La voce di Rin la
fece tornare bruscamente alla realtà: si era totalmente dimenticata della sua
presenza, così quando, girandosi, vide il suo volto piccolo ma serio scrutarla
dal basso all’alto, le sembrò più che normale chiederle:
“Sei ancora
qui?” domanda che, mentalmente, rimangiò subito. Dove poteva andare, in una
notte senza luna, una bimba così piccola da sola?
“Tu non hai fame?
Io si. Stavamo cercando del cibo quando mi sono messa a saltare dietro a quel
simpatico grillo verde, così non ho mangiato niente.” Spiegò Rin, ignorando
il quesito e iniziando a giocare con due sottili legnetti “Non riesco ad
addormentarmi se ho fame.”
“Ah…” con
ogni probabilità era quasi l’una di notte. Ancora alcune ore e il Sole
sarebbe tornato a splendere, restituendo a Naraku la sua forza. Non poteva
pensare di fermarsi per mangiare o dormire.
“Una volta il
signor Sesshomaru ha catturato per Rin un ottimo animale, e anche se non l’ha
cotto bene, era molto buono. Signora tu cosa vuoi mangiare? Per me, al momento,
va bene qualunque cosa.” La bimba sfregava tra di loro i legnetti mentre
parlava, senza fissare Kagura.
“Ascolta,
mocciosa…” incominciò la donna, ma si bloccò all’istante, vedendo una
scintilla scaturire dal legno. Rin sorrise, appoggiò a terra i legnetti e guardò
per un attimo le piccole lingue di fuoco che danzavano davanti ai suoi occhi,
poi si alzò e cominciò a prendere altri pezzetti di legname per non farlo
spegnere.
“Sei brava…”
bisbigliò stupita
la Domatrice. Lei
non l’aveva mai fatto. Non aveva mai creato il fuoco. Certo, era
la Domatrice
del Vento, non aveva certo potere sugli altri elementi… però quella mocciosa
l’aveva fatto.
“Comincia a fare
freddo.” spiegò Rin aggiungendo alcune foglie al focolare, che pian piano si
ingrandiva “Se vuoi, puoi scaldarti anche tu, signora. Il signor Sesshomaru fa
sempre un fuoco per Rin, quando ha freddo.”
Silenziosamente
Kagura si adagiò vicino al fuocherello e guardò i suoi colori vivi mescolarsi
e rincorrersi nella lieve brezza, poi, visto con la coda nell’occhio, un
rametto, lo prese e lo gettò nella brace, vedendola agitarsi e crescere ancora
un poco, senza riuscire a nascondere un sorriso soddisfatto, che però mutò
subito in un’espressione seria: ma cosa stava facendo? Non aveva tempo da
perdere e si metteva a giocare con uno stupido falò? Doveva trovare un modo per
ottenere la sua libertà!
Rin sorrideva
aggiungendo nuovo combustibile al suo piccolo focolare, le lucciole volavano
lentamente tra l’erba alta, il fiume produceva un calmo sottofondo musicale,
insieme alle fronde degli alberi che si agitavano molto lievemente.
Quella non era
libertà?
No… La libertà
non poteva essere così semplice.
La libertà doveva
essere devastante e tanto immensa da togliere il respiro.
Non poteva
consistere nel guardare la luce delicata delle lucciole sulla riva di un
torrente.
Non poteva certo
esistere nel riflesso di un piccolo fuoco sul volto sorridente di una bambina.
Oppure si…
La Domatrice
del Vento afferrò un altro rametto e lo accompagnò vicino alle fiamme,
lasciandolo poi bruciare in un turbinio di scintille.
“Rin!”
Le due si voltarono
unanimemente in direzione della voce che aveva squarciato il loro fragile
silenzio, ritrovandosi a fissare un possente demone cane dai lunghi capelli
argentati e un’espressione insondabile.
La bambina si alzò
chiamando il suo ‘paparino’ per nome e correndogli incontro, afferrandolo
poi per una mano e iniziando a spiegargli in fretta quello che era successo,
sorridendo ed indicando Kagura.
La donna era
rimasta seduta, con un terzo rametto tra le dita, a guardare rapita la mano di
Sesshomaru appoggiata sul capo di Rin e il colore dorato dei suoi occhi seri.
“La signora mi ha
aiutato e tenuto compagnia!” stava dicendo Rin, saltellando.
Quando il demone
cane si voltò verso
la Domatrice
e incrociò il suo sguardo con quello rosso di lei, una specie di scossa
richiamò alla realtà la ragazza, che si era come incantata, e la fece alzare
di scatto.
“Non c’è
bisogno che mi ringrazi.” Farfugliò brevemente “Adesso devo proprio
andare.”
“No, signora!”
ululò Rin, prendendo a Jaken il suo bastone e agitandolo in aria in maniera
molto infantile “devi restare a mangiare con noi!”
“Rin, non essere
maleducata. Se è impegnata non può assecondare i tuoi capricci.”
L’interruppe Sesshomaru, senza però durezza.
“Ma se non mangia
non riuscirà a riflettere come si deve…” fece la piccola tristemente.
Lui si avvicinò al
fuoco e osservò se andava bene per cuocere del cibo, poi ordinò a Jaken di
preparare ciò che prima avevano trovato e si sedette per terra. Nella semi
oscurità i suoi capelli brillavano alla luce delle lucciole. Rin si accovacciò
vicino lui con aria decisamente mogia e stuzzicò Jaken mentre cercava di
cuocere della carne, mentre Kagura rimaneva in piedi, a fissare il trio, in
quella strana pace.
“Naturalmente”
disse improvvisamente la voce profonda del demone cane “se vuoi puoi fermarti
con noi. Ormai si sta facendo molto tardi.” Si voltò a guardare la donna.
Non doveva
accettare. Rischiava di perdere la sua unica occasione per diventare libera.
Non poteva fermarsi
con lui. Doveva cercare la sua libertà.
Non voleva
andarsene.
Non voleva
allontanarsi dalla luce del fuoco e delle lucciole.
Stava perdendo
tempo.
Mangiare carne
cotta su un piccolo fuoco, seduti per terra, poteva definirsi libertà?
Che domanda sciocca
le era venuta in mente in un momento così delicato.
Però non sapeva la
risposta.
Desiderava
conoscerla, anche se era una sciocchezza.
“Mi farebbe
piacere… rimanere…”
***
Fatto!
È
l’ora dei commentini!
...
in realtà, rispetto all'idea iniziale,
questo capitolo è venuto totalmente differente, infatti pensavo di far
ricattare Sesshomaru da Kagura per riavere Rin o comunque qualcosa del genere,
invece alla fine non ho più seguito quella strada... avrò fatto bene?
Direi
che sarebbe il caso di auto-costringermi a postare regolarmente per evitare ai
lettori lo stress di controllare inutilmente (specie su manga.it, dove se la ff
non è salvata nella propria pagina è praticamente impossibile ritrovarla!)...
diciamo che il terzo capitolo sarà on-line tra una settimana e un giorno,
quindi mercoledì 2 Novembre ^___^
Scrivetemi
numerosi!
Grazie
mille!
Baci
Chiaretta
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Salve a tutti
Ciao!
E siamo già arrivati al terzo capitolo! Magari a
voi sembrerà pochissimo, ma vi assicuro che per me -partita con la
consapevolezza di non essere particolarmente tagliata per le Inu-fic- questo è
un traguardo non indifferente, e lo devo esclusivamente a tutti i vostri
splendidi commenti!
Grazie
a: silin
(rapida
e indolore! ;D spero possa piacerti sempre di più!), Helen
Lance (ok,
segui pure solo su efp, anch'io credo che sia decisamente più
"confortevole" ^___^), giodan
(sono
lieta che la mia scelta ti aggradi! Incrocio le dita affinché anche il
"passaggio della notte" ti appassioni!), bia-chan
(Sono
contenta che ti piaccia il mio far relazionare così i personaggi, spero solo di
non farli diventare OOC!), hishino
(Benvenuta!
Grazie per il commento, spero che il continuo da te tanto atteso sia di tuo
gradimento!) barbysbarby
(forse
è anche un po' troppo riflessiva... dai, che comincia il movimento!), shikon
(ti
meraviglio addirittura?? ^///^ Grazie per l'incoraggiamento!), AKITO
(ce
l'hai fatta a resistere? XD sono contentissima che la mia fic ti appassioni a
tal punto, ma mi auguro vivamente di non farti venire crisi di panico in caso di
eventuali ritardi... mi impegnerò molto per evitarlo, promesso!),
starli
(grazie
per l'entusiasmo! Cercherò di procedere sempre in salita, e quasi quasi, appena
ho un attimo, leggo la tua ficcy! Mi avevi detto che era una Kagura/Koga,
giusto? Pairing – a parer mio- insolito, ma decisamente interessante!), Chihiro
(Benvenuta
anche a te! Il tuo nick viene dalla protagonista della Città Incantata? Quanto
amo quel film!!), Sumire-san89 (oh!
La mia Silviotta!! Che bello sapere che la leggi anche tu! ^__^ Sono proprio
contenta che ti piaccia... ma devo assolutamente finire anche la fic sui Sette
Mercenari! Tranquilla, sicuramente entro il tuo prossimo compleanno ce l'avrò
fatta... dai, scherzo! Però non mi va di postarla un giorno qualunque, che ne
dici di Natale? Lo so, manca ancora parecchio e quella fic doveva essere un
regalo per il tuo comply, ma che ne dici? Ce la fai ad aspettare un'altra
festività? Scusa!!), suzaku (ti
chiedo scusa col cuore in mano per aver sbagliato a scrivere il tuo nick, nello
scorso capitolo!!
Ma sei la stessa suzaku che su manga.it legge la mia ff su Evangelion
"Operazione disinfestazione Mediaset"?? Dato che il mio nick cambia da
Chiaretta a -kiaretta- in base al sito, forse non sapevi che sono la stessa! O
magari tu non sei la mia simpatica lettrice di manga.it,ma un'altra, chissà?
Comunque sia, goditi anche questo capitolo!),
Narsyl (Ciao! ^^ già, io Rin
la immagino molto pucciosa… spero solo di non esagerare! Al massimo fermami se
comincio a diventare diabetica, ok? Spero ti piaccia anche questo capitolo!),
Earine
(Ben
arrivata sulle mie frequenze! Anche il tuo commento mi ha fatto molto piacere,
thank you per i complimenti!) e fede_chan
90 (grazie per gli apprezzamenti spero che anche la tua ficcy vada a
gonfie vele e penso proprio che presto gli darò un’occhiata, se hai già
cominciato a pubblicarla! ^__^), e
naturalmente, grazie anche a tutti coloro che, anche se non hanno lasciato alcun
commento, hanno letto la ficcy!
Scusate se mi sono dilungata così tanto, ma
trovo che sia veramente doveroso ringraziare come si deve chi commenta! E poi,
sinceramente, a me piace essere ringraziata all'interno delle ff che leggo e
commento, perciò mi sembra giusto fare lo stesso! Adesso vi lascio (finalmente)
alla lettura, ci sentiamo in fondo!
Chiaretta
°°°
*The
Wind*
***
Qualcuno crede che la vittoria sia frutto di una strategia superiore.
Altri confidano che il valore sia la via per la vittoria.
Altri ancora affidano le loro speranze agli dei.
Poi ci sono quelli che ripongono la loro fede in spie, assassini,
seduzioni, tradimenti, corruzione, avidità, paura.
Sono tutti sentieri illusori per il semplice motivo che, una volta
concentrata tutta la propria
attenzione sulla vittoria, si abbandona il reale per aggrapparsi al falso.
Che cos’è la realtà? Quando le lame dei nemici ti assaliranno con
ferocia, e la tua vita sarà in pericolo, lo saprai.
Altrimenti, avrai vissuto invano.
Suzume-no-kumo
(1599)
***
Capitolo
3
Calato nel contesto
silenzioso della notte, con una bimba accoccolata addosso, davanti al languire
del fuoco, quel potente demone cane non sembrava più così crudele e aggressivo
come invece lui stesso adorava far credere.
Guardandolo, Kagura
aveva l’impressione di trovarsi davanti ad una persona completamente
differente, e probabilmente non si sarebbe stupita nel sentirlo molto loquace
durante la cena. Naturalmente, siccome quell’individuo era pur sempre
Sesshomaru, nonostante la mansuetudine, il loro breve pasto era stato molto
silenzioso e freddo. Non si erano scambiati nemmeno una parola, ed erano rimasti
uno davanti all’altra, a prestare attenzione alla carne che tenevano tra le
mani. Solamente Jaken e Rin avevano rotto di tanto in tanto l’assenza di
rumori, ma solo per brevi osservazioni, perché dovevano essere molto stanchi.
Difatti, Rin, appena ingoiato l’ultimo boccone, si era appoggiata
improvvisamente al braccio del demone dagli occhi dorati, già addormentata.
“Jaken, prepara
un giaciglio per Rin.”
Le parole sempre
ferme e distaccate dell’uomo, pronunciate con un tono più basso, fecero
sobbalzare
la Domatrice
, ormai assuefatta al silenzio.
“La sistemo
vicino a questo albero, signore?” domandò il demone ranocchio, osservando la
zona e avvicinandosi ad una robusta pianta poco distante che aveva una
rientranza nella parte più basa del tronco.
“Bene” bisbigliò
l’interpellato, alzandosi in piedi molto lentamente tenendo in braccio Rin,
che emise alcuni mugolii e aprì un poco gli occhi nonostante la grande
delicatezza dimostrata dall’uomo per spostarla. I suoi piccoli occhi assonnati
inquadrarono unicamente la figura esile di Kagura e subito tese un braccio in
sua direzione.
“Signora…”
miagolò sbadigliando “con la signora…”
La donna si
pietrificò all’istante: possibile che una mocciosa le si fosse tanto
affezionata? A lei i bambini non piacevano per niente! Li detestava! A furia di
stare con Hakudoshi, di pensare all’altra metà del neonato, di controllare
che Kohaku non la tradisse, aveva sviluppato una specie di allergia…
… Però, in
effetti, quella era la prima volta che aveva a che fare con una bambina.
Sesshomaru la stava
guardando, sempre tenendo tra le braccia Rin. Forse aspettava che se ne andasse,
o magari, chissà, che si avvicinasse per accontentare davvero la piccola.
“Cosa devo
fare?” la domanda le uscì senza che se ne rendesse conto: che razza di
richiesta era? Porgerla a Sesshomaru, poi! Si sentiva davvero sciocca in quella
situazione inaspettata. Era scappata alla disperata ricerca di Kanna, e poi si
era fermata per cenare seduta davanti ad un fuoco. Ora stava programmando di
tenere compagnia ad una bimba mentre cercava di dormire.
No.
Non stava veramente
“programmando” una cosa del genere…
“Puoi fare quello
che vuoi.”
Sesshomaru,
ignorando il braccio ancora teso di Rin, si voltò e la posò ai piedi
dell’albero scelto da Jaken, dove erano state ammucchiate dal piccolo demone
foglie e steppaglie varie. “Stai buona, Rin”
Però la bambina si
alzò subito e corse ad attaccarsi al kimono di Kagura, tirandolo verso
l’albero e chiamandola a gran voce, affinché si sedesse a riposare vicino a
lei.
“Non avevi
sonno?” le domandò bruscamente Jaken, preoccupato che
la Domatrice
si irritasse.
“Si, ma anche la
signora è stanca, a furia di riflettere! Dai, vieni!” rispose prontamente la
piccola trascinandola vicino al giaciglio improvvisato e facendola sedere; poi,
soddisfatta, si raggomitolò a sua volta vicino a lei, con un sorriso
soddisfatto stampato sul volto ed augurò la buonanotte.
Il demone cane
manteneva la sua solita espressione insondabile, mentre osservava il tenero
quadretto, poi emise un impercettibile sospiro e si sedette poco distante, con
la spada tra le braccia; Jaken si accoccolò a metà strada tra il suo padrone e
le due ragazze, dopo aver ravvivato un poco il fuoco, per farlo durare di più.
“Mi permetti di
restare qui?” domandò a bassa voce Kagura, incredula, ma cercando di
mantenere un tono distaccato ed altero, per quanto lo stupore e il calore della
bimba mezza abbracciata a lei permettessero. L’uomo si voltò per vedere se
Rin stava effettivamente dormendo, poi spostò lo sguardo dorato sulla
Domatrice, senza aggiungere nulla. Stava cominciando ad alzarsi un certo
venticello fastidioso.
Perché diavolo non
rispondeva? Va beh, ormai aveva capito che quel demone non era assolutamente
loquace, però, credeva che in certe situazioni il dialogo fosse pressoché
d’obbligo, almeno per non rendere l’atmosfera più tesa del normale. Ora che
ci pensava, era anche la prima volta che le capitava di rimanere a dormire fuori
di casa, lontano da Naraku, e per di più con dei “nemici”…
E non le era mai
capitato neppure di dover improvvisare un discorso per rompere il ghiaccio…
Poteva essere quella l’ennesima prima esperienza che faceva quella sera?
… No… non
quella sera… non le sembrava possibile attaccare discorso con un uomo del
genere…
“Ma che…?”
Ecco una cosa che
invece le capitava troppo spesso: concentrarsi completamente nei propri pensieri
e non riuscire più a far caso a ciò che le accadeva intorno.
Il tocco caldo di
qualcosa di pesante l’aveva fatta tornare alla realtà e si era ritrovata
Sesshomaru in piedi, davanti a sé, e la pelliccia di lui sulle sue ginocchia.
“Usala per
coprire Rin… ed è abbastanza grande per tutte
e due”
Mi permetti di
restare qui?
Quel gesto lo
intese come un si…
… Grazie…
Pensò, ma non lo
disse: la crudele Domatrice dei Venti non si poteva certo abbassare a
ringraziare un demone cane, a
maggior ragione se era un nemico… un nemico…
Ma allora a chi
l’avrebbe detto? Di amici non ne aveva, e a Naraku o ad Hakudoshi non avrebbe
mai e poi mai detto una cosa simile.
Che fosse giunto il
momento di pronunciare quelle sei lettere dal sapore tanto amaro?
Sesshomaru tornò a
sedersi silenziosamente e chiuse gli occhi, ma Kagura sapeva che era vigile:
naturalmente non si fidava di lei, così come lei non si fidava di lui, perciò
era evidente che la controllasse.
Non lo avrebbe
ringraziato.
Non aveva un
particolare motivo per non farlo, ma non si sentiva di dire quella parola…
quella sgradevole parola.
Rin si mosse e
aumentò la stretta, bisbigliando qualcosa di incomprensibile.
Con quella bimba
attaccata addosso si sentiva a disagio. Perché qualcuno le si era affezionata
senza motivo? E poi, quest’altra parola, “affetto”, la faceva rabbrividire
al solo pensarla… Perché l’aveva aiutata con quei demoni? L’aveva fatto
perchè era preoccupata per quella creaturina, o piuttosto poiché la
infastidivano quelle ripugnanti presenze?
Non aveva senso
porsi tali domande… l’aveva salvata. Punto e basta. Non aveva riflettuto sul
fatto che questo gesto l’avrebbe portata a dormire davanti ad un fuoco con una
bambina avviluppata su di sé.
E ormai era tardi
per qualsiasi domanda.
La notte si
allontanava velocemente per lasciare posto al caldo sole, e le sue speranze di
salvezza diminuivano ad ogni minuto che passava. Non ce l’avrebbe fatta.
Sarebbe morta. Sarebbe stata sconfitta perché perdeva tempo a dormire anziché
a cercare Kanna e quel dannatissimo marmocchio!
Ma si sentiva tanto
debole.
Il calore che la
pelliccia di Sesshomaru le trasmetteva la stava facendo rammollire, e non
riusciva a fare niente per impedire che quella sensazione non del tutto
spiacevole – anzi, in realtà, assolutamente piacevole - la
privasse di ogni forza.
Senza volerlo lasciò
che il suo capo si appoggiasse alla testolina di Rin e chiuse gli occhi.
Perché il calore
era una percezione così bella?
*+*+*
Si alzò
lentamente e vide che Sesshomaru stava dormendo.
Sorrise.
Le sarebbe
bastato un attimo, un attimo solo…
La luna brillava
in mezzo al cielo notturno.
Si avvicinò al
demone e con una mano gli accarezzò piano i capelli argentati, poi, sguainato
un pugnale, lo avvicinò al petto di lui.
L’avrebbe
ucciso.
Lo avrebbe
ucciso e avrebbe conservato il suo corpo per farlo danzare in mezzo agli altri
cadaveri e osservare i riflessi dei suoi capelli scintillare in mezzo
all’oscurità della morte.
Si, avrebbe
fatto così, ma prima, c’era un'altra cosa che desiderava…
Quelle labbra
sottili e pallide…
Le avrebbe
catturate…
Prima che fosse
troppo tardi.
Abbassò un poco
la lama del pugnale e avvicinò il suo volto a quello di lui.
Non le restava
quell’unica cosa da fare, poi sarebbe finito tutto.
Sarebbe finito
tutto.
Sentì una
lacrima scivolarle lungo una guancia e cadere sul volto del demone addormentato.
Si avvicinò
maggiormente, incurante del pianto che adesso scorreva abbondantemente sui suoi
zigomi magri e poi ricadeva come pioggia sugli occhi di Sesshomaru.
Un semplice
baci, prima di ucciderlo.
Ormai era
vicinissima alle sue labbra.
*+*+*
Spalancò gli occhi
di colpo e si portò una mano al volto meccanicamente, toccandosi febbrilmente
le guance, mentre cercava la luna nel cielo con il respiro affannoso.
Non c’era. La
notte era ancora più oscura di prima. Il novilunio non era ancora terminato.
E non stava
piangendo.
Meno male.
“Hai fatto un
incubo?” gli occhi dorati del demone cane la osservavano freddi. Non stava
dormendo e non aveva coltelli puntati al cuore.
“Si” sibilò
lei, lasciando ricadere la mano stancamente sulla pelliccia. Perché aveva
cercato di baciarlo? E perché stava piangendo?
Lei non avrebbe mai
pianto. Quello era uno stupido sentimentalismo umano. Le lacrime rendevano
fiacchi, e lei non poteva permettersi debolezze.
“Gli incubi non
hanno senso, vero?” domandò, richiudendo gli occhi color porpora per un altro
istante e sfoderando un ghigno amaro e sfrontato al tempo stesso.
“Neanche i sogni
ne hanno uno.” Rispose pacatamente lui. Forse per questo non valeva la pena
dormire. Non c’era alcun motivo di smettere di vegliare su di Rin, per
poi vedere unicamente stranezze insignificanti.
Kagura si alzò in
piedi liberandosi con delicatezza dalla presa di Rin, che emise degli altri
mugolii, ma non si svegliò, e si avvicinò alla riva del torrente facendo
volare più distanti molte lucciole.
Più volte durante
la sua breve vita si era sentita spaventata e arrabbiata, ma in quel momento,
provava unicamente tristezza. Non avrebbe mai creduto di essere tanto
“sentimentale”, ma in quel momento, forse si sarebbe messa veramente a
piangere, se non fosse stata per la sua ferma volontà di non mostrarsi ancora
più vulnerabile agli occhi di tutti.
Era finita,
veramente.
Non aveva idea di
dove trovare il neonato e di come salvarsi.
Il suo rapido giro
turistico per il bosco si sarebbe concluso al più presto con un’ultima
stretta al cuore, e così, addio Kagura…
Un forte tremore la
scosse, ma fece di tutto per dominarsi e non darlo a vedere al demone cane, che
continuava a osservarla senza parlare, seduto lì vicino, e naturalmente si era
accorto dello strano movimento.
“Se ti restassero
pochissime ore di vita, cosa faresti?” diede alla sua voce un tono spaccone,
del quale si compiacque molto, e si voltò a fissare l’uomo negli occhi, come
per sfidarlo: credevi che stessi per crollare? Illuso.
Sesshomaru sostenne
lo sguardo. Quella donna era decisamente strana: prima cercava di raggirarlo con
la solita storia del patto, poi salvava Rin, cenava con loro e dormiva
abbracciata alla bambina, infine tremava e faceva discorsi assurdi.
“Non ti
capisco.” Fece semplicemente, alzando le spalle.
Questa volta fu
Kagura a stupirsi. Il concetto era chiarissimo…
“Ma sì! Se tu
avessi la consapevolezza di stare per morire, c’è sicuramente qualcosa che
vorresti fare prima della fine, no?” ma siccome non rispondeva neanche
stavolta, riprese “in quell’incubo, per esempio, io avevo due ultimi
desideri, ma erano insensati e macabri. Tu cosa faresti?”
Voleva
assolutamente una risposta.
Era importante.
Se non fosse stato
essenziale, non ne avrebbe certo parlato con un nemico…
Il demone cane, si
alzò in piedi, in tutta la sua altezza ed eleganza, e mosse qualche passo verso
di lei.
“Che assurdità…
Naturalmente, non mi rassegnerei mai alla sconfitta…”
***
Eccomi qui!
Caspita, che faticaccia! Rispettare questa prima
“scadenza” è stato davvero arduo… che ne dite? Siete almeno un pochino
soddisfatti?
Me lo auguro proprio! ^__^ A dire la verità, a
circa metà capitolo, mi sono trovata nel bel mezzo di un blocco e non sapevo
assolutamente cosa scrivere, così ho “composto” il sogno… non chiedetemi
qualche significato abbia, perchè francamente mi è venuto così un po’ a
naso… troppo macabro? Va beh! Attendo con ansia i vostri commentini!
Grazie mille!
Baci
Chiaretta
P.S:
il prossimo capitolo (sempre che riesca a mantenere questo ritmo ^^") sarà
disponibile da giovedì 10 Novembre! Incrociate le dita, e adesso passate alla
recensione, se vi va! Thank you!
P.P.S:
dite che dovrei mettere il titolo ai capitoli?
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Ciao
Bentornati!
Avendo
ricevuto così tanti commenti, con che cuore avrei potuto farvi attendere oltre?
Grazie infinite! I vostri incoraggiamenti mi riempiono d'orgoglio, lo sapete?
^///^ Spero vivamente di non deludervi! Questa volta lascio i ringraziamenti in fondo, così
potete immergervi subito nel quarto capitolo! Buona lettura!
Chiaretta
°°°
*The
Wind*
***
Kago no tori
cho wo urayamu
metsuki kana.
L'uccello in gabbia,
osserva, invidioso,
la farfalla.
(Issa,
Haiku)
***
Capitolo
4
"Naturalmente,
non mi rassegnerei mai alla sconfitta…” Sesshomaru si era avvicinato con
fare imponente e deciso, dando alle sue parole un'inclinazione orgogliosa, come
se si fosse trattato del suo stile di vita, e forse era proprio così. La
Domatrice portò altrove lo sguardo.
"... anche se
fosse chiaro che si tratta di una battaglia persa in partenza?"
"Non si può
mai essere sicuri di una cosa del genere."
"Certo che si
può essere consapevoli della propria debolezza..."
"Ma potrebbe
accadere qualsiasi cosa." La voce dell'uomo risuonava ancora più
convinta,e Kagura, udendo quelle parole, si voltò di scatto con gli occhi colmi
di rabbia: perchè gli stava dando false speranze? Era proprio l'ultima cosa di
cui aveva bisogno! Con quelle parole, sembrava quasi possibile un miracolo, per
esempio la morte improvvisa di Naraku o il tradimento -decisamente poco
probabile- di Kanna. Così lui le stava dicendo che avrebbe vinto, anche se non
era vero., ma perchè in qualche modo la incoraggiava?
"Non è
vero!" gridò confusa, dimenticandosi che Rin e Jaken dormivano proprio lì
vicino, e facendo prendere il volo ad alcuni uccelli, con un veloce frullio di
ali "Non è vero che la situazione si ribalterà, non è vero che anche il
più debole può vincere: questi sono sogni, fantasie, cose che si dicono tanto
per dire, ma la realtà è un'altra! Qui si tratta di vita vera!"
Sesshomaru, con la
coda nell'occhio e l'aria contrariata, si assicurò che la voce squillante della
donna non avesse destato la bambina, poi si rivolse nuovamente a lei, stavolta
con un tono gelido e uno sguardo duro:
"E tu cosa ne
sai della vita vera?" disse con una lentezza quasi esasperante, forse
addirittura crudele. Kagura strinse forte le labbra.
Che ironia della
sorte.
Proprio un uomo
così freddo e distaccato doveva dirle che non sapeva un accidenti
dell'esistenza?
Ed era
drammaticamente vero.
Ma faceva male
sentirlo.
"Non mi
risulta che tu sia particolarmente esperta" continuò lui "Se hai
così tanta paura, allora non vale neanche la pena iniziare a combattere."
Ecco. L'aveva
detto.
Le aveva detto che
era solo una vigliacca, che non aveva il coraggio delle proprie azioni e che non
meritava altro che la sconfitta.
Tutte cose
sottintese che lei si era detta ormai più volte da sola, ma che la reticenza
del demone cane rendeva ancora più taglienti. Quelle parole e quei pensieri la
stavano colpendo come lame affilate e lei ristava lì, inerme, a
sanguinare.
Poi di nuovo la sua
voce, più morbida:
"Kagura..."
Lo fissò negli
occhi con uno sguardo sgomento: era la prima volta che il suo nome, pronunciato
da qualcun altro, le sembrava così bello e musicale.
"Cosa stai
facendo?"
Gli interessava
veramente saperlo o lo diceva perchè gli faceva pena? I suoi occhi non erano
più glaciali come prima e la scrutavano con attenzione, ma anche con una
parvenza di gentilezza.
"Che domanda
è?" farfugliò lei piano "Cerco di ottenere la mia libertà,
naturalmente..."
"Beh, in
questo momento mi sembri decisamente libera."
Kagura sorrise
lievemente:
"Già, questa
era anche la mia impressione, ma è un'illusione. Il mio cuore è ancora in mano
a Naraku, e non ho modo di riaverlo indietro."
Sesshomaru tornò
silenziosamente a sedersi appoggiato al tronco dell'albero:
"In qualsiasi
modo la metti, io ho sempre l'impressione che tu abbia vinto."
Per quanto tempo
era rimasta a terra, ferita?
La paura la
incatenava a quel castello e la sua vergogna le infliggeva infiniti colpi che la
rendevano sempre più debole e sanguinante, in attesa che qualcuno venisse a
porgerle una mano e a tirarla su.
Ma non aveva senso
aspettare, forse, se ci avesse seriamente provato, si sarebbe alzata benissimo
da sola. E lo aveva fatto veramente, quella sera, raccogliendo tutto il suo
coraggio. E poi era ricrollata, spaventata dalle conseguenze a tal punto da non
essersi resa conto di aver già raggiunto il traguardo.
Aveva
smarrito il suo obbiettivo nel terrore di perdere tutto il resto, ma alla
fin fine, aveva ragione quel dannato demone cane: lei non aveva niente da
perdere.
La vita non sapeva
ancora cosa fosse, per quanto poco l'aveva vissuta, quindi perchè era così
spaventata da un fantasma?
Libertà significa
non avere paura?
Se è così, allora
lei non l'avrebbe mai raggiunta, continuando a scappare.
"Ti spiace se
rimango con voi ancora per un po'?"
***
Olè!
E' finito anche questo!
Scusatemi,
lo so che è molto corto e non succede neppure un granché (e oltretutto, per
poche ore ho rischiato di non rispettare la scadenza), però ho passato davvero
una settimana infernale e un altro blocco... cavoli, quanti problemi! Passiamo
ai ringraziamenti!
Grazie
a: Jenna
kun (è
stata una sorpresa piacevolissima leggere la recensione di una che detesta
Kagura così tanto! ^__^ Sono contenta che la fic ti piaccia ugualmente e grazie
per i complimenti! ), kate92
(Benarrivata! No, è vero non ho detto esplicitamente il come e il
perchè Kagura rischia di morire, ma credevo si potesse intuire, scusa se il
passaggio è poco chiaro! Cmq ho pensato che se naraku scopre che l'ha tradito,
non ci penserà su due volte a farla fuori, no? E' per questo che lei si
spaventa così tanto) giodan
(La
frase del mese mi è piaciuta un sacco" Che pensiero carino! Ti dispiace
dirmene una per ogni capitolo, sempre che in questo capitolaccio ci sia una
frase migliore delle altre?), bia-chan
(Sono
contenta che ti piaccia il mio far relazionare così i personaggi, spero solo di
non farli diventare OOC!),
Helen
Lance (Grazie!), AKITO
(ahi
ahi, temo che stavolta ti verrà voglia di darmi qualcosa in testa per questo
misero capitolo... io incrocio le dita!), starli
(grazie per l'entusiasmo
triplicato rispetto lo scorso capitolo! Della
tua fic per adesso ho letto solo il primo capitolo, ma appena mi sarò messa in
pari con la pubblicazione ti lascierò un bel commento, spero solo di riuscire a
trovare un secondo per respirare prima dell'anno prossimo...),
fede-chan 90 (Ciao! Grazie per gli apprezzamenti!) kiba
91 (Benvenuto/a e grazie per i complimenti!), Chihiro
(Ecco
qui, ho continuato, ma il risultato non mi pare una meraviglia... che mi dici?), Yoro-chan
(Davvero ti ho inquietato con il sogno?? ^__^ Grazie!)
Sumire-san89 (Hallo!!
Grazie mille per i tuoi consigli, mi sono piaciuti tutti molto, ma non so ancora
bene cosa fare... in pratica non è cambiato niente rispetto allo scorso
capitolooo!! T__T mi viene da piangere...),
lila-chan (Ben
arrivata
anche
a
te!
Grazie
per
i
complimenti
e
spero
che
anche
questo
capitolo,
per
quanto
scarso,
ti
sia
piaciuto
almeno un pochino!), Narsyl (Thank
you!), Earine
(terrò presente la tua
idea sul sogno e spero che il capitolo -anche se non alla stregua degli altri-
ti sia piaciuto lo stesso! ) e darkangelodette92 (grazie per gli apprezzamenti ! ^__^), e
naturalmente, grazie anche a tutti coloro che, anche se non hanno lasciato alcun
commento, hanno letto la ficcy!
Spero,
scrivendo di getto per rispettare la scadenza, di non aver dimenticato nessuno e
di non aver sbagliato i nick, in caso contrario, PERDONATEMI!!
Il
prossimo capitolo sarà on-line (forse) tra un po' più di una settimana, e
cioè il 20 Novembre! Grazie mille per aver letto, se volete lasciate un
commento!
Bacioni
Chiaretta
PS:
Ne approfitto per pubblicizzare la ff della mia amica Sumire89 dal titolo
"I sette piccoli Mercenari"
disponibile da stasera su efp e già presente da un po' su manga.it! Chiaramente
parla dei Mercenari ed è molto graziosa! A presto!
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Ciao
Ciao!!
Forse ho risolto il mio blocco, ed eccomi qui,
con il nuovo capitolo! Ok, neanche questo è particolarmente lungo, però credo
che i prossimi potrebbero coinvolgervi parecchio… mmm… forse sto mettendo
troppo le mani avanti, in realtà non ho ancora provato a scrivere ciò che ho
in testa, però ho alcune ideuzze… Per adesso vi lascio al 5° capitolo, ci si
risente in fondo!
Chiaretta
°°°
*The
Wind*
***
If
I smile and don't believe
Soon
I know I'll wake from this dream
Don't
try to fix me
I'm
not broken
(“Hello”
– Evanescence)
***
Capitolo 5
Quando Rin aprì
gli occhi, i raggi del Sole l’accecarono in un primo momento, costringendola a
voltare il viso e incontrare con lo sguardo i lineamenti delicati della
Domatrice dei Venti, accoccolata vicino a lei. Fece un sorriso e, alzandosi, le
sistemò meglio la coperta addosso, ma molto lentamente perché temeva di
svegliarla. Il suo padrone era già vigile, poco distante con Jaken.
“Intende dormire
fino a mezzogiorno?” stava bisbigliando con acidità il demone ranocchio
“Perché non la lasciamo qui?”
Sesshomaru distolse
gli occhi dorati e si limitò ad emettere un verso che il suo servitore percepì
come un dissenso, perché subito riprese:
“Allora potremmo
svegliarla, così riusciremmo a raggiungere il villaggio Sarashi mentre è
ancora giorno, che ne dice, padrone?”
“Buongiorno!”
esclamò la bambina, allegra come al solito, saltando addosso a Jaken e
sorridendo radiosa al suo “papà”.
“Non fare tanto
rumore, Rin.” Sesshomaru le fece una piccola carezza sul capo, mantenendo
un’espressione neutrale, e le indicò la dormiente con un cenno del capo; la
piccola annuì forte, poi, come colpita da un’improvvisa illuminazione, si
voltò in direzione del bosco e vi corse dentro, rimanendo visibile al demone
cane. Si piegava in mezzo agli arbusti in cerca di qualcosa, poi si spostava un
poco, ritornava in dietro, e si ripiegava. Lo sguardo attento dell’uomo
controllò da lontano che nell’ombra non ci fosse niente e nessuno a
minacciare la bambina, poi tornò a contemplare la figura di Kagura.
La stava osservando
da un po’, perché si era reso conto di non averla mai veramente guardata
prima della sera precedente, nonostante si fossero incontrati varie volte. Prima
collegava al suo nome Naraku, immediatamente, invece, adesso, se pensava al nome
“Kagura”, quelle sei lettere melodiose gli facevano venire in mente la luce
flebile di una lucciola, forse perché quella notte, intorno a loro, moltissime
lucciole avevano brillato, ma anche perchè aveva quasi l’impressione che
continuasse a tremare, proprio come quel piccolo bagliore.
Gli sembrava
veramente assurdo.
Lui, un potente e
crudele demone, rifletteva su nomi e lucciole.
Sbuffò, forse
imbarazzato, e quando ritornò con lo sguardo su di lei, trovò i suoi occhi
sanguigni aperti, ma ancora mezzi addormentati. La vide strofinarsi le palpebre
e mugolare come una bambina, disturbata dalla luce del Sole, poi sobbalzare.
“Mi sono
addormentata!” si alzò in piedi in fretta e appallottolò come meglio poté
il manto che l’aveva coperta, lo porse precipitosamente al suo possessore
senza guardarlo negli occhi e poi si allontanò, avvicinandosi al fiume.
Come aveva fatto ad
addormentarsi?
Non ricordava
nulla, in quel momento, cos’era successo? Stava parlando con Sesshomaru e gli
aveva chiesto… gli aveva chiesto di poter… restare… e dopo?
Immerse le mani
nell’acqua gelida e poi, con un colpo di coraggio, se le portò al viso,
svegliandosi finalmente del tutto.
Dopo lui aveva
annuito e aveva chiuso gli occhi, appoggiandosi completamente contro il tronco
dell’albero. Non credeva che rifosse addormentato, però le sembrava assurdo
rimanere lì in piedi, da sola, così si era seduta di nuovo vicino a Rin e
aveva chiuso a sua volta gli occhi, solo per un secondo, solo per riposarsi un
attimo, e invece non li aveva più riaperti…
“Signora!!”
Si voltò di scatto
e vide che la bambina gli correva incontro velocissimamente, con un sorrisone
stampato in faccia e qualcosa stretto tra le mani. Frenò appena in tempo, prima
di arrivarle addosso, e, tutta emozionata, le offrì qualcosa, aprendo bene le
mani.
Tra le sue dita
faceva capolino quella che dava tutta l’impressione di essere una ghirlanda di
fiori rossi e bianchi, intrecciati goffamente tra loro.
“Ti piace?”
domandò Rin, entusiasta, avvicinando i palmi delle mani ancora di più al viso
di Kagura, ancora inginocchia sulla riva del fiume e decisamente stupita.
Non rispose. Guardò
con imbarazzo gli occhi ansiosi della piccola e poi ritornò ad osservare
quell’oggettino appena fabbricato. Una ghirlanda di fiori.
Forse non era il momento di pensare una cosa del genere, ma alla
Domatrice venne in mente unicamente che lei non ne aveva mai fatta una. E che
quella bambina sapeva fare un sacco di cose più di lei.
“Allora, ti piace
o no?” chiese di nuovo Rin, stavolta imbronciata.
Non sapeva se quella
cosa le piacesse o meno. Non ci aveva mai pensato. Forse la stupiva
addirittura il fatto di sapere cosa fosse benché non avesse mai avuto modo di
averne a che fare prima. Rin la fissava sempre più ansiosa.
“Si” bisbigliò,
senza sapere bene perché “mi piace.”
Non era vero.
Ma quando vide la
bocca della bambina schiudersi nuovamente in un sorriso, capì di aver fatto la
cosa giusta.
“Allora è tua,
te la regalo!”
Lasciò che Rin
gliela mettesse tra le mani e, sentendo i petali morbidi solleticarle la pelle,
la strinse un poco, come per sentirne la consistenza.
La consistenza di
un regalo.
Il suo primo
regalo.
Il suo primo regalo
che nemmeno le piaceva, ma si sentiva comunque strana, forse emozionata, forse
in qualche modo commossa.
“Andiamo”
La voce profonda di
Sesshomaru la riscosse. Si alzò in piedi, sempre tenendo la collana e si
avvicinò a lui, seguita da Rin, che le trotterellava intorno canticchiando.
“Stiamo andando
al villaggio Sarashi, Basteranno poche ore di cammino.” Spiegato questo, il
demone cane prese subito a camminare rapidamente verso nord, senza voltarsi
indietro, ma sapeva che, oltre Jaken e Rin, stavolta anche
la Domatrice
del Vento lo seguiva silenziosamente, forse domandandosi cosa stavano andando a
fare in un posto del genere.
Ed in effetti non
si sbagliava poi molto.
***
“Naraku è
tornato come prima?” la voce infantile e capricciosa di Hakudoshi apostrofò
sgarbatamente Kohaku, proprio mentre entrava nella grande stanza buoi dove lui
sedeva scompostamente sul pavimento, con una smorfia sul volto pallido e liscio.
Il ragazzino
rispose senza energia:
“Si, gli effetti
del novilunio sono svaniti.”
“Bene… ci sono
notizie di Kagura?”
“Nessuna.”
Il bambino fu
ancora più contrariato e assunse un’aria annoiata, mentre da qualche parte in
quel castello, Naraku sorrideva…
***
Ok!
Mi sembrava giusto far comparire almeno un
pochino Naraku e Hakudoshi… magari gli farò fare qualcosa in seguito,
ihihihihihih! Scusate, la mia vena sadica rischia di svegliarsi… cmq…
Cosa ve ne pare?
Spero vivamente che vi sia piaciuto almeno un
pochino! ^_^
Grazie a: eyesice, barbysbarby,
bia-chan, giodan, kate92 (scusa, nenche questo chappy è molto lungo
^^”), darkangelodette92, Earine, nemesis81 (Ciao! Grazie per i
complimenti, sono contenta che questa fic venga letta anche dai non-fan della
Sessho/Kagura!), starli (dopo una settimana, il tuo 2° cap non
l’ho ancora toccato.. mi cospargo il capo di cenere!!! Prima o poi ce la farò
a trovare un minimo di tempo! Abbi fede!), kiba91, Chihiro e Helen Lance.
Vi ringrazio veramente di cuore, tutti i vostri
commenti sono splendidi e mi auguro di meritarli pienamente anche in seguito!
^__^
La data del prossimo aggiornamento è,
indicativamente, mercoledì 30 Novembre!
A presto, e grazie ancora!
Chiaretta
PS: avete letto il 47 di Inu?? Lo so che è
uscito un sacco di tempo fa, ma io sono andata a prenderlo solo ieri… Brutto
Naraku, che diamine di intenzioni hai?? Va beh…
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Buondì
Buondì!
^__^
Stavolta mi sono messa a scrivere il capitolo a poco a poco, anziché
all’ultimo minuto, perciò spero che il risultato possa essere di vostro
gradimento, ancor più che per i chappy precedenti! E comunque, vi siete accorti
che siamo già al sesto atto?? Cavoli, ancora non me ne rendo conto neppure io:
6 capitoli! Mi viene quasi voglia di festeggiare, non avrei mai pensato di
scrivere una Inu-fic e di arrivare fino qui! Se questa storiella continua è
tutto dovuto ai vostri gentilissimi commenti, che non mancano mai e mi rendono
tanto contenta ^^ siete adorabili! Buona lettura!
Chiaretta
°°°
*The
Wind*
***
Temere la
morte altro non è che credere di esser saggi senza esserlo, di sapere ciò che
non si sa. Infatti, nessuno sa che cosa sia la morte, se per l'uomo il più
grande dei beni; eppure tutti la temono come se fossero sicuri che essa è il più
grande dei mali. E non è forse la più riprovevole ignoranza, questa, di
credere di sapere ciò che non si sa?
(Frammento cap XVII, “L’apologia di Socrate”,
Platone)
***
Capitolo 6
Rosso e bianco.
Il rosso era il
colore del sole al tramonto, una delle poche cose che le piaceva guardare. Anche
i suoi occhi erano di quel colore, e persino le sue labbra, morbide e scarlatte,
con le quali si limitava a pronunciare frasi taglienti.
Ma il rosso, più
di tutte le alte cose, le faceva venire in mente il sangue.
Sangue vermiglio e
caldo.
L’aveva
inseguita, e accompagnata in ogni minuto della sua breve vita, quella sostanza
purpurea che circondava il suo mondo, e lei stessa l’aveva fatto sgorgare da
milioni di ferite, inferte ad innumerevoli esseri umani e non. Non le piaceva il
sangue. Non si faceva troppi problemi ad uccidere, ma il sangue non le piaceva
ugualmente, perché con il suo forte odore e con il suo colore troppo acceso
ricopriva tutto il resto.
Il bianco invece
non le ricordava nulla di spiacevole.
Aveva sentito dire
che la neve era bianca, ma lei non l’aveva mai vista. Forse le sarebbe
piaciuta, perché a quanto pareva era fredda, proprio come lei, e quando cadeva
dal cielo ammantava tutto con delicatezza.
Anche il bianco,
però, le faceva venire in mente qualcosa di specifico: i capelli di Sesshomaru.
Probabilmente perché
li stava guardando da un bel po’ muoversi con il ritmo dei passi del demone
cane, o magari perché risaltavano parecchio, fatto sta che, da qualche ora a
quella parte, stava prendendo coscienza che il colore bianco le piaceva.
Nascose la
ghirlanda di fiori rossi e bianchi
nel kimono con un movimento molto
discreto, come per non far notare a nessuno che l’aveva studiata per tutto
quel tempo, purtroppo per lei, Rin non aveva avuto null’altro di meglio da
fare che osservarla camminare poco distante da lei, così, quando
la Domatrice
si era guardata intorno per essere certa di non essere stata vista, aveva
incrociato gli occhi da cerbiatta della bambina. Il suo sorriso si era allargato
ancora di più vedendo che il regalo era stato lungamente rimirato.
Da quanto tempo
camminavano? Ormai non mancava molto alla meta, o almeno così sperava, perché
il silenzio che li aveva accompagnati stava diventando veramente pesante.
Sesshomaru si limitava ad avanzare con un passo molto deciso e rapido, senza
voltarsi mai indietro, mentre Jaken si guardava intorno con aria preoccupata, al
contrario di Rin, che invece trotterellava allegramente, senza però fare rumore
per non disturbare il suo padrone. Forse erano abituati a spostarsi così, pensò
Kagura, ma per lei era decisamente imbarazzante, così, dopo svariati minuti di
titubante attesa, aveva posto tutta la sua concentrazione sulla ghirlanda.
Del fumo
all’orizzonte finalmente testimoniò la presenza, non lontana di un villaggio,
e in un batter d’occhio i quattro entrarono nella piccola cittadina di Sarashi,
chiassosa e colorata, con le stradine ricolme di persone che parlavano e
passeggiavano, circondata da profumi sconosciuti all’odorato della Domatrice.
C’era il mercato.
“Che umani
rumorosi!” borbottò contrariato Jaken, passando vicino ad un gruppo di
bambini strepitanti, probabilmente immersi in un gioco.
“Questo posto
pullula anche di demoni.” Commentò
brevemente Sesshomaru, e alle sue parole, subito Kagura prese a scrutare con
attenzione i passanti e scoprì che era vero: si notavano poco perché erano ben
mescolati tra gli umani, con i loro vestiti e i loro modi di parlare, ma varie
orecchie a punta, artigli e zanne, capelli dai colori troppo strani,
confermarono le parole dell’uomo. Sembrava che però tutti andassero
d’accordo; si passavano oggetti, si scambiavano parole, camminavano
affiancati, umani e demoni.
“Bleah” sfuggì
alla Domatrice. Rin scoppiò a ridere e Jaken sbuffò. “E’ orribile, con che
onore questi demoni vivono così a contatto con gli umani?” continuò lei,
rivolta chiaramente al demone cane, ma lui non rispose.
“Cos’è, sei
diventato un amante degli uomini? Ti facevo meno amichevole…” lo punzecchiò
allora, inarcando un sopracciglio e fermandosi in mezzo alla strada. Sesshomaru
si voltò e la congelò con gli occhi, ma la donna resse lo sguardo e gli
rivolse un sorriso di sfida:
“La pace tra
uomini e demoni non mi interessa affatto, così come la loro rivalità. Il più
forte vince, che sia un umano o uno youkai.”
“Oh, che
ragionamento profondo…” fece sarcasticamente lei, ma stavolta il demone non
poté ribattere, perché Rin si era attaccata al suo kimono ululando:
“Voglio quello!
Quello!”
Stava indicando un
banco con dei dolci.
***
Quando entrarono
nella locanda, la bambina diede il suo ultimo morso alla patata dolce che, dopo
poche insistenze, Sesshomaru le aveva comprato, e si strofinò le mani.
“Benvenuti,
signori”
Un vecchio si
avvicinò da dietro un tavolo e si fermò davanti a loro, in attesa di sentire
di cosa avevano bisogno, così, dopo essersi guardato un attimo attorno con
un’espressione neutrale, il padrone parlò con la voce profonda e seria che lo
caratterizzava:
“Due stanze per
almeno tre notti.”
L’uomo si fece
pensieroso, poi scosse il capo:
“Purtroppo
abbiamo solo una stanza, può andare bene lo stesso?” e si voltò a guardare
sorridente Kagura, che scostò lo sguardo, e lo sentì proseguire “è molto
ampia e per lei, la sua bella signora e la vostra adorabile bimba andrebbe
benissimo!” Assicurò, tutto soddisfatto.
La Domatrice
arrossì:
“Guardi che ti
sbagli!...”
“La sua è
l’unica locanda del villaggio?” la donna venne interrotta da Sesshomaru, per
nulla imbarazzato a causa del fraintendimento.
“Si, la prossima
è a circa 3.000 piedi…”
“… allora va
bene, prendiamo quella stanza…” annuì di mala voglia.
“Perfetto,
signori, stasera vi serviremo la cena, adesso mettetevi pure a vostro agio.”
***
“Scrivere?!”
Rin sussultò.
“Si, è per
questo che siamo venuti qui.” Spiegò calmo, ma categorico, Sesshomaru,
indicando una casa un po’ diroccata che si stagliava davanti a loro “voglio
che impari a leggere e scrivere. Non ci fermeremo molto, quindi segui con
attenzione le lezioni base che ti verranno impartite…”
La bambina scosse
molto violentemente il capo e sbuffò sentendo che Jaken ridacchiava alle sue
spalle:
“Non voglio!”
incrociò le braccia sul petto e gonfiò le guance come uno scoiattolo cercando
di apparire più autoritaria, ma il demone cane non aveva intenzione di
assecondare i suoi capricci; le rivolse uno sguardo glaciale e indicò con
l’indice la porta della casa:
“Dopo di te.”
Sibilò tassativo. Rin storse il naso ma s’incamminò mogia mogia verso la
porta, subito seguita dal padrone, dal demone ranocchio e dalla Domatrice,
divertita e decisamente curiosa: lei naturalmente non sapeva scrivere né
leggere, ma non le importava assolutamente imparare un così strano costume
umano, solo non credeva che Sesshomaru avrebbe mai imposto alla mocciosa una
cosa del genere. Dentro la casetta, alcuni bambini erano seduti per terra,
davanti a dei fogli, tutti intenti a decifrare le lettere, mentre un signore
dall’aria molto giovane li controllava. Vedendo entrare delle persona, gli andò
incontro a sua volta.
“Vorrei che
impartisse delle lezioni di lettura e scrittura a questa bambina… il più in
fretta possibile.” Specificò immediatamente il demone cane, spingendo
gentilmente avanti Rin, che stava cercando di indietreggiare con passo felpato.
“Naturalmente, ma
non sarà una cosa breve.” Il maestro sorrise nel vedere la smorfia di
disappunto che si era lievemente dipinta sul volto levigato dell’uomo. “farò
comunque del mio meglio per istruire la piccola” abbozzò un inchino che non
venne ricambiato.
“Bene. Può
cominciare subito?”
Rin suggerì al
maestro un “no” con la testa, ma quello scoppiò in una fragorosa risata e
annuì energicamente:
“Non vedo l’ora
di iniziare!”
“Allora, Jaken,
rimani qui con lei.”
“Sarà fatto,
padrone.” Disse subito il demone ranocchio.
“Arrivederci”
salutò poi brevemente l’uomo “Rin, fai la brava… Kagura…”
“Mm?”
la Domatrice
, che stava sbirciando alcuni di quei fogli scritti, senza naturalmente capire
cosa dicevano, si voltò.
“Vieni con me.
Voglio mostrarti una cosa…”
***
IMPORTANTE:
devo porre le mie più sentite scuse a Yoro-chan
che aveva commentato il capitolo 4, ma non l’avevo nominata nei
ringraziamenti! Scusami! La tua belle recensione l’ho letta solo ieri,
purtroppo, perché è finita (non so per quale mistero) in
mezzo ai commenti del primo capitolo, quindi io, da brava scema, quando sono
andata a leggere i vari commenti, sono scesa direttamente in fondo alla mia
pagina, senza controllare le date, quindi non ho fatto caso, in un primo
momento, che c’era un commento del quarto cap tra quelli del primo! Mi
dispiace tanto! Mi cospargo ancora il capo di cenere e ti chiedo scusa con il
cuore in mano!
Grazie
a: Maura85 (Benvenuta! Avrai avuto modo di capire, leggendo i
ringraziamenti degli altri capitolo – se li hai letto, non è certo
obbligatorio!- che quando ricevo il commento di qualcuno che non ama
particolarmente Inu, o preferisce altre coppie, o addirittura detesta Kagura, e
questa persona mi dice che la mia fic la coinvolge molto, io mi sciolgo
letteralmente! Grazie, sono molto contenta che anche tu apprezzi il mio
“lavoro” ^___^ se avrai voglia di continuare a seguirmi e commentare
dicendomi cosa che ti piace e cosa no, naturalmente mi farai molto felice! A
presto, spero!), kate92 (ciao! Anch’io sono convinta che se da
un giorno all’altro li facessi sposare, io, come autrice, meriterei una
cinghiata, o una seggiolata in testa –come preferite voi- in quanto renderei
questi poveretti troppo OOC! Cambierebbe se ci mettessi in mezzo un filtro
d’amore, ma non credo che accadrà una cosa del genere, o chissà… mai dire
mai! Thank you per il tuo bel commento!), AKITO (Rieccoti!
Caspita, non ci crederai, ma mentre scrivevo i ringraziamenti nello scorsa chap
mi sono detta “caspita, AKITO non c’è? Cosa sarà successo? Forse le ha
fatto pena il cap…” invece no! Grazie, spero che anche questo atto ti sia
piaciuto!), Helen Lance (Piaciuto? Il pezzo sul colore avrei
voluto metterlo nello scorso cap, ma poi mi sono detta “allunghiamo un po’
la storia del regalo!” e così ho continuato in questo! Spero non ti sia
venuto in antipatia, adesso!), kiba 91 (^__^ spero di poter fare
sempre meglio!), starli (è_é devo cercare di leggere in fretta!
Ce la farò!! ;) cosa accadrà nei prossimi numeri?? Non dirmelo, ma mi hai
messo addosso una curiosità pazzesca! Per quanto riguarda il centrato del
titolo: per postare io utilizzo un programma di Office chiamato Front Page che
mi permette di scrivere esattamente come su Word e che inserisce automaticamente
i codici dell’HTML, perciò per fare il centrato, mi basta spostare il titolo
in mezzo, molto semplicemente… se non sbaglio, però il codice che dovresti
inserire è align=”center”.
Prova, spero funzioni, altrimenti guarda sulla guida all’HTMl che c’è
qui su efp, oppure, meglio ancora, ti consiglio di procurarti Front Page, che è
decisamente più comodo, ^__^ io ho provato a scrivere qualcosa inserendo i
codici manualmente solo una volta, ed è stato un disastro, così sono corsa ai
ripari… purtroppo non lo danno in dotazione con il pacchetto Office che si
installa normalmente su tutti i computer, ma non penso sia così difficile da
reperire, magari si può anche scaricare da internet! In bocca al lupo, se hai
bisogno di qualche altra informazione, se posso aiutarti, lo farò volentieri!),
Sumire89 (Ciao! Come vanno i tuoi massaggi? Ti stanno massacrando
a furia di shiatsu? ^^” spero di no! Grazie per il commento, ci vediamo
domani, così controllo di persona se sei ancora integra!) white
(Ciao! Grazie per i complimenti, spero che continuerai a seguirmi! Anche a me
piace tanto Kagura, cercherò di non farla uscire dal personaggio!), giugisama
(Piacere di conoscerti! Grazie per gli apprezzamenti entusiastici, li apprezzo
tutti molto! /me felice! Ah, comincio seriamente a preoccuparmi per
l’andamento del manga…), Earine (^__^ sono contenta che tu
abbia letto anche lo scorso capitolo e che ti sia piaciuto, mi auguro
altrettanto per questo, fammi sapere cosa ne pensi!), bia-chan
(dai, stavolta mi sono ricordata di avvisare! Non vedo l'ora di sentire cosa te
n'è parso!)
Ok!
Spero che abbiate gradito, si risentiamo la prossima settimana, se riesco
cercherò di aggiornare il 7 o l’8 Dicembre!
Grazie
Chiaretta
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Ciao
Ciao!
Serve
forse che vi ripeta ancora quanto siete splendidi? I vostri commenti sono tutti
meravigliosi! Se vi conoscessi personalmente, vi chiederei l’autografo, siete
troppo simpatici! ^__^ Allora, siamo giunti al momento tanto atteso: cosa mostra
Sesshomaru a Kagura? Siete stati davvero in tanti a domandarmelo (praticamente
tutti), lo so che non vedete l’ora di scoprirlo, ma io sono cattiva e il
capitolo lo faccio cominciare in un altro modo, ihihihih! Dai, se proprio non
potete farne a meno, vi autorizzo a saltare la prima parte, anche se a parer mio
potrebbe risultare interessante ai fini della storia…! Buona lettura!
Chiaretta
°°°
*The
Wind*
***
Ricomporsi
è difficile.
Cerchi le schegge sparpagliate sul pavimento e guardi in contro luce sperando
che brillino, ma non è così, non hanno più luce da riflettere ed i vetrini
opachi si incastrano fra le fessure senza che tu possa raccoglierli se non per
puro caso, un giorno, magari, quando probabilmente neppure saprai riconoscerli e
ti limiterai a buttarli via.
Altri, invece, probabilmente, non li ritroverai mai più.
E'
davvero possibile rimettere insieme i pezzi di qualcosa che si è rotto?
E se comunque ci si riesce, quel che ne vien fuori non è in realtà qualcosa
che andrà rispezzandosi al primo urto?
Non ci si ricompone sempre un po' più fragili?
Forse
diventare adulti non significa essere integri e forti, forse significa mettersi
d'impegno e ricomporsi come si può. Sbilenchi, magari, pieni di sgorbi e
sporgenze, pieni di buchi che ci rendono fragili. Forse significa accettarsi,
perché quel cosetto rovinato, intaccato, infranto e incollato sei tu, sei tutto
quello che hai, e ti devi bastare.
Accetta che ti sei rotto.
Accetta che le persone che ami si sono rotte.
Scambiandosi i pezzetti, magari, potrebbe venirne fuori qualcosa di buono.
(Frammento
cap 86, “Profondo come il mare”, CaskaLangley)
***
Capitolo
7
I saimyosho si
alzarono di nuovo in volo e sul volto di Naraku si dipinse un sorriso di maligna
soddisfazione. Aveva avuto le informazioni che più gli premevano, ora era
libero di utilizzarle a suo piacimento per cercare di rendere lo spettacolo il
più avvincente possibile. I suoi
sospetti erano completamente fondati, perciò aveva già cominciato ad
architettare un piano, ma sentire la conferma dalle sue fedeli spie alate gli
aveva dato un’idea molto divertente.
“Kohaku.” Chiamò
pacatamente, con la sua voce baritonale, senza voltarsi in direzione della
porta, benché sapesse che si stava aprendo.
Il ragazzo entrò,
silenzioso come un fantasma, e rimase in piedi vicino all’uscio, con la sua
arma in mano, abbandonata su un fianco, e gli occhi puntati sulla schiena del
suo signore.
“Kohaku, ho
bisogno di te. Devi recarti in un posto…”
Il cacciatore di
demoni annuì passivamente e si protese all’ascolto, cercando di memorizzare
il piano.
La sua mente era
sempre annebbiata, incapace di ricordare il suo passato. L’unico punto messo
bene a fuoco era il volto ghignante di quell’uomo dallo strano aracneo
tatuaggio, e il singolo parte del corpo di cui sentisse veramente la
consistenza, era un punto imprecisato in mezzo alla schiena. Tutto il resto era
opaco e confuso, come se si fosse trattato di un sogno lungo e, in qualche modo
che non riusciva a comprendere, terribile. Chi diavolo era lui? E perché si
trovava in quel luogo? Rispondeva meccanicamente al nome “Kohaku”, ma non
riusciva a ricordare se qualcuno, prima di Naraku, l’avesse chiamato così;
non sapeva neppure se c’era stato un “prima”…
“Prendi questo,
usalo appena puoi, e poi torna indietro. Ti godrai lo spettacolo insieme a
me.”
Allungò le mani e
afferrò saldamente l’oggetto che il padrone gli porgeva: non sarebbe stato
difficile metterlo addosso alla vittima, e poi il crudele mezzo-spettro avrebbe
avuto modo controllarla a distanza.
“Cerca di essere
rapido perché presto o tardi, la strada di una nostra conoscenza, s’incrocerà
con la nostra, perciò dobbiamo organizzarci come si deve e prevenire il tutto,
affinché le cose si svolgano come voglio… in maniera estremamente
piacevole… almeno per me…”
Gli occhi vacui di
Kohaku videro il ghigno dell’uomo, e sentì un qualcosa di spiacevole
pervadergli il corpo, ma non capì di cosa si trattava: doveva solo eseguire gli
ordini. Non sapeva perché, ma doveva. Era
semplice.
Fece un breve
inchino e uscì; fuori lo aspettava un demone volante che lo avrebbe portato in
men che non si dica a destinazione.
***
“Dove stiamo
andando?” domandò irritata
la Domatrice
, dopo svariati minuti di cammino attraverso gli stretti cunicoli della
cittadina.
“Quando
arriveremo lo vedrai, no?” il demone cane si voltò unicamente per fulminare
la sua impazienza con uno sguardo obliquo, nella speranza di farla tacere un
po’: non gli piaceva viaggiare con il chiasso. Naturalmente la donna ignorò
questa sottointesa richiesta di silenzio e ricominciò subito a punzecchiarlo:
“Cosa ti prende?
Sei in fase di buone azioni?”
“Non capisco a
cosa tu ti stia riferendo.” Replicò asciutto lui.
“Bè, ti
preoccupi di mandare la mocciosa a scuola, come un premuroso paparino… mi hai
quasi commosso…” spiegò Kagura, sarcastica.
Sesshomaru si
rifiutò di ribattere una qualsiasi cosa, ma le rivolse nuovamente il suo
sguardo glaciale, poi mormorò, fermandosi di colpo in mezzo ad una strada
semideserta:
“Ho cambiato
idea.”
La Domatrice
inarcò un sopracciglio:
“E circa che
cosa, di grazia?”
“Non ti porto più
da nessuna parte. Forse poteva risultarti utile, ma credo che me ne tornerò
indietro…”
“Cosa? Mi
scarrozzi in giro per tutto questo tempo, e poi ti rifiuti di portarmi a
destinazione?”
Due signore si
voltarono a guardarli, tanto rumore aveva fatto Kagura, ma subito tornarono a
concentrarsi su altro: l’imponenza del demone cane le aveva spaventate.
“Allora piantala
di dire assurdità” fece glaciale lui.
“Oh” sospirò
la donna seccata “Va bene, ma sbrighiamoci…”
In risposta
l’uomo sbuffò e riprese a camminare.
Ormai avevano
raggiunto i limiti estremi del villaggio, ma continuavano a divincolarsi
attraverso stradine secondarie sempre più buie, finché non raggiunsero una
capanna isolata, circondata da una sinistra aura spirituale. Era scesa anche una
strana nebbia, ma
la Domatrice
, più per orgoglio che per altro, si era rifiutata di dire a Sesshomaru che si
sentiva terribilmente a disagio e, forse, anche osservata.
“Dovevi farmi
vedere una casupola diroccata?”
“Sciocca… la
persona che devi incontrare è dentro.” Il demone cane indicò con
l’affusolato dito artigliato l’ingresso e mosse ancora qualche passo,
“Mh? Chi c’è?”
bisbigliò Kagura, sbirciando da lontano e scorgendo dei movimenti
all’interno. Si fece più vicina all’uomo ed estrasse il ventaglio
lentamente.
“Mettilo pure
via” l’ammonì lui “dentro c’è una sacerdotessa famosa per i suoi
malefici. Forse può risolvere il tuo problema. Entriamo.”
La Domatrice
non ebbe neppure il tempo di chiedersi se effettivamente Sesshomaru si era
raddolcito, se non fosse tutta una grande stupidaggine o cos’altro, che era già
stata trascinata dentro. Subito vide la donna inginocchiata in mezzo alla casa,
sopra un tappeto dai particolari ghirigori neri, avvolta in un kimono blu cupo,
con il volto rivolto verso il basso. Silenziosamente, da quella posizione di seizà, la sacerdotessa s’inchinò poggiando le mani a terra, e
quando risollevò il busto, finalmente, alzò gli occhi sui due nuovi arrivati,
che la osservavano dall’ingresso, rivelando due iridi dal color ametista e un
volto dai lineamenti delicati. I capelli lunghi e neri erano lasciati sciolti
lungo il corpo, a coprirle le spalle e parte del collo, impreziosito da numerose
collane, e percorso da un tatuaggio rosso. Alla mano destra aveva un luminoso
anello sul dito indice.
“Benvenuti. Vi
stavo aspettando.” La sua voce era molto più cavernosa di quanto il suo
aspetto fragile avrebbe suggerito “Siediti, Domatrice dei Venti, ascolterò la
tua richiesta. Esci, demone cane.” E riabbassò il capo.
Sesshomaru, con la
solita aria neutrale, uscì dalla capanna senza aggiungere parola, invece Kagura,
dopo averlo guardato uscire, ed aver dato un’altra occhiata in giro,
decisamente sospettosa, si inginocchiò davanti a lei.
Nella casetta
stavano bruciando contemporaneamente vari tipi d’incensi che, tutti insieme,
creavano un’atmosfera pesante e un po’ fastidiosa; le pareti erano
disseminate di scafali con libri e boccette.
“Ora puoi
parlare.”
La donna titubò:
cosa avrebbe dovuto dirle? Che diavolo aveva in testa Sesshomaru quando aveva
deciso di portarla da quella sottospecie di sciamana indemoniata?
Quel miscuglio di incensi, poi, cominciava a darle alla testa. Poteva
chiederle come ammazzare Naraku? O magari come fermare il tempo, così sarebbe
stata libera per sempre…
“Non desideri
forse nulla?”
… il cuore. Il
suo cuore. Era quella l’unica cosa di cui aveva veramente bisogno…
“Non ci
sarebbe…” cominciò Kagura, tremante per l’improvvisa ansia che le era
caduta addosso, come un gigantesco masso “un metodo per… rimpossessarsi del
proprio cuore… a distanza?”
Stupida che non sei
altro! Che sciocchezze vai dicendo? Non esiste una cosa del genere!, si disse
subito, sudando freddo, ma i suoi occhi erano incollati alle pallide labbra
della sacerdotessa, che non accennarono a muoversi per alcuni, interminabili,
secondi, poi, sorridendo, parlò:
“Esiste.”
La Domatrice
sentì un tuffò allo stomaco… “ed è anche piuttosto semplice…”
“E cos’è?”
chiese subito lei, sporgendosi in avanti con urgenza: non credeva alle proprie
orecchie.
“Consiste in uno
scambio alla pari. Fai fermare il cuore di qualcuno che ha delle determinate
caratteristiche in comune con il tuo, e il maleficio che ti priva del cuore
s’interromperà all’istante…”
Kagura non disse
nulla, tanto era stupita: forse era unicamente colpa dell’incenso, ma si
sentiva stranissima, molle per il sollievo di avere la soluzione a portata di
mano…
“A volte la
persona giusta si trova a miglia e miglia di distanza…” proseguì,
spiritata, la sacerdotessa, fissandola con i suoi occhi viola “ma tu sei
fortunata, perché non dovrai cercare molto.”
Libertà.
Era vicina.
Avrebbe veramente
riottenuto la libertà.
O forse era solo un
sogno, troppo bello per coincidere con la realtà?
“Chi… devo
uccidere?” domandò.
La risposta la
congelò:
“Il demone cane
che è qui con te.”
***
Grazie
a: Sumire89 (ok, scusa, sono deficiente: il commento c’era, ma
era in mezzo a quelli del terzo cap – non chiedermi perché – quindi,
quando, come mio solito, ho scorso la pagina fino alla fine per leggere gli
ultimi commenti, il tuo mi è sfuggito, meno male che me ne sono accorta in
tempo! Grazie cmq, mi fa tanto piacere che tu legga la mia ficcy ^__^! Ci
vediamo lunedì! Divertiti a Milano con
la Fra
, poi mi raccontate cosa avete visto di bello! Spero di poter venire con voi la
prossima volta, incrociamo le dita!!), AKITO (eheh, mistero
risolto! Temo vivamente che tutti coloro che si aspettavano un qlcs di
romantico, o roba del genere, siano rimasti mooolto delusi… Sorry! Però sono
tanto contenta di aver ricevuto un tuo commento, così come quello di tutti!
Grazie mille!), kiba91 (spero di continuare ad appassionarti!
Fammi sapere cosa ne pensi di questo nuovo chap! ^^), starli (sei
tu che mi fai commuovere con i tuoi splendidi commenti ç__ç, grazie! Caspita,
già 10 capitoli?? Quanto diavolo sono indietro?? Devo darmi veramente una
mossa, cmq, sfiziosa l’anticipazione! I frammenti che trovi all’inizio di
ogni capitolo sono pezzi di poesie, canzoni, o libri che mi hanno
particolarmente ispirato e la provenienza è scritta nella parentesi che chiude
la citazione. Nei primi capitoli, le frasi firmate “suzume-no-kumo” vengono
dallo splendido libro di Takashi Matsuoka “Nube di Passeri”, che consiglio
caldamente a tutti gli amanti del Giappone ed in particolare dei samurai perché
è davvero splendido [grazie Sumire per avermelo fatto conoscere!!!], poi,
c’era una poesia che viene da un libro di poesie brevi chiamate Haiku [anche
questo prestatomi da Sumire… presto te lo restituirò!], due capitoli fa
c’era una parte di una canzone degli Evanscence, nello scorso una frase
dell’”Apologia di Socrate”ed in questo uno spezzone di una ff di
Evangelion presente su efp della bravissima CaskaLangley. Spero di sentirti
anche dopo questo capitolo!), Neera (ciao! Benvenuta! Sono
contenta che la fic ti piaccia e spero di poter sentire il tuo parere anche per
i prossimi capitoli! Grazie per i complimenti ed anche per aver espresso il tuo
parere su Rin. In effetti sono d’accordo con te, anch’io trovo di averla
dipinta un po’ troppo autonoma e, se vogliamo, sfrontata, ma siccome, se
l’avessi resa un’acciuga – come a parer mio sembra un po’ nel manga,
dato la sua utilità…-, non avrei proprio saputo cosa farle fare, mi sono
presa una libertà in questo senso, spero che la cosa non infastidisca troppo
^^”… a presto!), kate92
(mia cara! “Chappitolo” è troppo bello, mi permetti di usarlo?? E’
davvero un nomignolo splendido!! Sono very happy che la fic ti prenda a tal
punto, cosa te ne pare di questo? Degno di essere chiamato chappitolo, o lo
degradiamo a chapter? ^__^ ciao!), giodan (Ma ciao! ;) sono
contenta che l’ideuzza di istruire Rin sia risultata di tuo gradimento, e per
quanto riguarda la città, si, è vero, non è realistico al 100%, anzi, molto
meno, ma ho pensato che 1) poteva anche trattarsi di una cittadina nuova nata
durante il “letargo” di Inu, e quindi lui non ne sa assolutamente nulla 2)
sarebbe stato troppo scomodo far muovere Sessho e Kagura in una città umana,
dove tutti probabilmente si sarebbero spaventati a morte; perciò, più per
pigrizia che per altro, mi sono detta, “ma sì, ci po’ stare!” e ta-daan!
Ho creato un villaggio! … va bene, puoi chiamare
la Neuro
, se proprio vuoi… ^__^ Al prossimo cap!), giugisama (si, lo so,
sono sadica BWAHAHAHAH!! Ti è piaciuto lo stacco di questo capitolo? Così vi
costringo ad attendere con ansia il prossimo! Ehm, ehm…Ok, la smetto… grazie
per il commento! Spero di risentirti presto!), Helen Lance
(Grazie! Spero tu non sia rimasta troppo male dopo aver scoperto l’autentica
consistenza della “cosa mostrata”…), Earine (grazie per gli
apprezzamenti e scusami per l’Apologia, suppongo tu ne avessi abbastanza! ^_^
dai, cercherò di evitare cautamente strani personaggi classici! Grazie anche
per avermi fatto notare l’errore, è dovuto al fatto che prima la frase era
scritta interamente in forma di cortesia dando del “lei, ma poi mi sono detta
che era impossibile che Kagura trattasse con riguardo un umano, allora ho
corretto trasformandola in “tu”, però mi sono scordata una “i”! Attendo
con ansia un tuo nuovo commento!), bia-chan (grazie mille, cosa ne
dici di questo? Non vedo l’ora di sentire il tuo parere!), eyesice
(alùra? Mi dica un po’! Soddisfatta o rimborsata? … dunque… per il
rimborso posso esaudire un tuo desiderio riguardante la fic, basta che non mi
chiedi di far parlare i personaggi in dialetto romagnolo, perché non sono
capace…), barbysbarby (mi spiace, Sesshomaru non ha mostrato
nessuna parte del suo corpo, ma se ci tieni, ti autorizzo a scrivere la versione
a luci rosse del capitolo! Cavoli, solo che sono certa che avrebbe molto più
successo della mia fic, in quanto, mi sa, che erano tante che avrebbero
preferito quel ripiego! ^__^ fammi sapere se ti è piaciuto lo stesso!), fede
chan90 (ho fatto il prima possibile, spero tu ce l’abbia fatta a
resistere!).
Se ho dimenticato qualcuno, o ho
scritto i nick in maniera errata, vi prego di perdonarmi e di farmelo comunque
notare!
Mi
sembrava carino dare un po’ di spazio anche a Kohaku, dato che mi piace tanto
anche lui, chissà che in seguito non prenda una parte importante nella fic…
Adesso
vi lascio ai commenti, il prossimo aggiornamento sarà, spero, il 18 Dicembre!
A
presto
Chiaretta
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Nuova pagina 1
…
ciaaao… vi ricordate di me? …
!!!!PERDONATEMI!!!!
Lo
so, dovevo aggiornare il 18 dicembre e invece, stranamente, abbiamo già
superato la metà di gennaio! Non ho parole per chiedervi ancora scusa! Avete
tutti commentato molto gentilmente e attendevate un seguito celere, invece io vi
ho tenuto sulle spine un mese! Scusatemi davvero, ma prima delle vacanze ho
attraversato un periodo buio terrificante, accentuato dai più compiti in classe
al giorno (ma suppongo che questo capiti a tutti prima di Natale), poi sono
partita per
la Sicilia
e lì non disponevo di alcun computer, poi, quando sono finalmente tornata, il
10 gennaio, ho avuto una marea di cose da fare, in più un blocco dello
scrittore, un ciclo mestruale allucinante, l’influenza e una miriade di altre
calamità naturali che si sono abbattute su di me, mente riflettevo su quale
fosse la maniera migliore di fare penitenza per non aver aggiornato in così
tanto tempo… pensavo di fustigarmi, ma il tremendo mal di schiena che mi
opprime da tempo mi ha fatto desistere… (ok, avete ragione, sono così giovane
eppure forse sarebbe meglio rottamarmi… mi fa male dappertutto! Sarà che sto
crescendo ancora?... speriamo!)
A
questo punto, non posso far altro che mettermi in ginocchio e scongiurarvi di
leggere ugualmente il continuo della fic, benché io non lo meriti minimamente
per colpa della mia lentezza, e scusarmi ancora, nella speranza che almeno il
capitolo vi aggradi e vi risarcisca dell’attesa!
Chiaretta
°°°
*The
Wind*
***
It's
all over with me now, and I'II kill you.
You
changed me, you drove me mad, you robbed me of my loving, it's you!
Don't
call it a dream or a fantasy, nobody knows my soul burned as fire.
Why
my heart was broken, so heavy.
You
might know my love was for you ... you know!
(Frammento
della canzone “I’ll kill you”-
X Japan)
***
Capitolo
8
“Chi… devo
uccidere?” domandò.
“Il demone cane
che è qui con te.”
La risposta della
sacerdotessa sembrò quasi rimbombare per tutta la capanna, ma in realtà era
solamente nella mente di Kagura che quella breve frase si ripeteva
insistentemente, senza lasciarle il tempo di formulare qualsiasi altro pensiero,
senza capire veramente ciò che significasse.
“Eh?” la
domanda le sfuggì come soffocata, mentre le labbra della donna inginocchiata di
fronte a lei si stiravano in un sorriso che chiunque avrebbe definito
inquietante, ma non
la Domatrice
, che in quel turbinio di incensi e dubbi, ormai riusciva a malapena a
distinguere i lineamenti delle cose che la circondavano.
Cos’era quello
strano peso al livello dello stomaco? Sembrava quasi panico, non poteva certo
appartenere a lei, eppure…
“Hai capito bene,
Domatrice dei Venti, l’unica persona adatta allo scambio è il demone cane che
ti aspetta fuori, ne sono più che certa.” La voce cavernosa della
sacerdotessa aveva ripreso a parlare fissando intensamente la figlia di Naraku “Se lo ucciderai, il tuo cuore sarà libero,
senza dover affrontare direttamente colui che lo imprigiona. Solo se ucciderai
di tua mano Sesshomaru…”
Nell’istante
stesso in cui sentì pronunciare il nome del demone, Kagura uscì dal labirinto
confuso che la sua mente stava attraversando, come se quelle dieci, semplici
lettere, familiari, ma allo stesso tempo fredde e distaccate, avessero portato
una sorta di luce. Ma
la Domatrice
non sentiva alcun calore, nonostante la sensazione di chiarezza che le era
pervenuta: il suo unico desiderio si sarebbe avverato veramente… ma ad un
prezzo che per la prima volta le sembrava stranamente alto.
Quante volte aveva
ucciso durante la sua breve vita? Dieci? Cento? Mille volte? Cosa significava un
assassinio in più per lei, che un tempo si divertiva con una macabra danza di
cadaveri?
Si alzò
barcollando e, senza voltarsi, uscì in fretta dall’abitazione, incrociando
per un millesimo di secondo lo sguardo glaciale dell’inconsapevole vittima che
aspettava senza dare segni di impazienza la sua uscita, poi, dopo aver distolto
gli occhi sanguigni, in preda ad uno strano timore, Kagura prese a camminare in
una direzione qualsiasi, sempre più veloce, sempre con più ansia. Sapeva che
Sesshomaru la stava silenziosamente seguendo, ma in quel momento non le
importava cosa potesse pensare, non le importava nemmeno dove stesse andando,
voleva solamente allontanarsi il più possibile da quella donna, dalla casa, dal
fastidiosa profumo di incenso, nell’assurda speranza che la distanza messa tra
loro potesse in qualche modo modificare la condizione dello scambio.
Il suo scalpiccio
si faceva di continuo più rapido, ma, al tempo stesso, incerto, mentre numerosi
colori le passavano davanti agli occhi sottoforma di abitazioni, persone e
piante. Tutto ciò che vedeva passava subito, senza trasmetterle alcunché,
anche se molte cose erano nuove alla sua vista, proprio come se fosse stata una
pietra: decidere se girare a destra o a sinistra non significava nulla, tanto
non aveva idea di dove si trovasse la loro locanda.
La loro
locanda. Loro.
Sua, di Rin, del
ranocchio e di Sesshomaru.
Lui la stava ancora
seguendo silenziosamente, ma senza rimanere indietro. Riusciva a sentire la sua
presenza incombere su di se stessa, quasi come se avesse voluto coprirla.
Lo doveva
uccidere.
Portò
inconsciamente una mano al ventaglio, senza naturalmente fermarsi, e la lasciò
immobile sull’arma.
Lo doveva
uccidere.
Strinse
l’impugnatura.
Lo doveva
uccidere.
Ecco. Se non lo
guardava riusciva quasi a convincersi.
Se lo avesse
ucciso, sarebbe finito tutto. Quel giorno stesso sarebbe partita per andare il
più lontano possibile e avrebbe cominciato una vita nuova, in un luogo dove
Naraku non l’avrebbe mai trovata per vendicarsi. Se lo avesse ucciso sarebbe
stata libera.
Stava per
“sguainare” del tutto il ventaglio, quando, fredda come una coltellata in
pieno petto, giunse la consapevolezza che non sarebbe riuscita a portare a
termine nemmeno questa impresa. Come diavolo pensava di poter risultare la
vincitrice di uno scontro aperto con Sesshomaru? Avevano combattuto altre volte
e il risultato era sempre stato lo stesso, come poteva credere che stavolta,
senza aver imparato alcuna mossa nuova e particolarmente forte, e senza essersi
allenata, avrebbe ribaltato la situazione?
Ripose il ventaglio
nell’obi del kimono. Adesso avrebbe voluto tanto mettersi a correre per
evitare di urlare, ma vide il demone cane affiancarla e, rapidamente, superarla,
svoltando repentinamente in un’altra direzione.
Meccanicamente
la Domatrice
lo seguì. Sapeva che, in quella maniera, le stava indicando la strada giusta.
***
Gli occhi freddi e
divertiti di Naraku guardarono allontanarsi la figura di Kagura attraverso uno
specchio.
“Ottimo lavoro,
Kohaku.” Passò il suo sguardo sul ragazzino che se ne stava seduto poco
dietro di lui, con la solita espressione impassibile sul volto e sorrise
malignamente, ripensando a come si era fatto divertente il gioco che aveva
organizzato per la sua amata creatura. Si sarebbe liberato di due pesi in una
volta sola.
Aveva fatto bene i
conti quando aveva pensato che
la Domatrice
si sarebbe recata, in un modo o nell’altro, da quella famosa sacerdotessa.
Gli era bastato apprendere la sua posizione dagli saimyosho e ordinare a Kohaku
di infilare al dito della sibilla quel particolare anello, che nessuno avrebbe
riconosciuto come uno strumento malefico, per poterla controllare a distanza. E
si era anche divertito a guardare attraverso lo specchio le espressione della
sua piccola Kagura, mentre lui si inventava di sana pianta un
modo qualsiasi per metterla in difficoltà. Aveva veramente battuto se
stesso, questa volta. Davvero ingegnoso, pensò, metterle in testa di far fuori
quel noioso demone cane: in primo luogo, lei aveva palesemente perso la testa
per lui – ma nel pensarlo Naraku non trattenne un’espressione di disgusto-
quindi sarebbe stato un bel colpo basso, i suoi preferiti; in secondo luogo, non
c’era praticamente la minima possibilità che lei riuscisse nell’impresa,
poteva però indebolirlo, così da potersi sbarazzare di Sesshomaru in seguito
più facilmente; in terzo luogo,
la Domatrice
sarebbe in ogni caso morta, o nello scontro, oppure per mano sua in seguito.
C’erano comunque ben poche possibilità che il demone cane la risparmiasse in
caso di scontro diretto…
Voltò il capo e
vide il contenitore nel quale teneva il cuore di Kagura appoggiato per
terra.
“Kohaku, domani
vai a riprendere l’anello alla sacerdotessa: non ho più bisogno di
controllarla.”
“Si.”
Naraku sorrise di
nuovo. Prima di sistemare la questione con Kagura bisognava svincolarsi anche da
Inuyasha: era decisamente più importante impossessarsi di tutti i frammenti
della sfera e liberarsi di quello stupido mezzo-demone, ma naturalmente non
poteva certo scordarsi che anche Kohaku possedeva un prezioso frammento. Presto
si sarebbe sbarazzato anche di lui.
***
“Non stai
bene?” il volto di Rin le arrivò talmente vicino che Kagura si sbilanciò
all’indietro “è da quando sei tornata che sei pensierosa, hai anche
mangiato poco…”
“Non ho
niente!” ribatté acida lei, alzandosi in piedi per avere un’aria più
minacciosa agli occhi della piccola “non hai detto che eri stanca? Leggere è
sfiancante, no? Allora fila a dormire!”
Dicendo questo, posò
gli occhi rossi sul grande e unico futon della stanza che occupava buona parte
del pavimento. Evidentemente quel dannato vecchio della locanda aveva veramente
inteso che fossero una coppietta felicemente sposata, nonostante lei avesse
cercato di farglielo capire, quindi aveva preparato un unico letto, abbastanza
spazioso per tutti e tre, “genitori e figliola”. Ma nonostante ciò,
la Domatrice
non riusciva a sentirsi imbarazzata né irritata: stava ancora pesando a come
fare a risolvere la questione, e naturalmente non aveva scambiato neanche una
parola con Sesshomaru, evitando di guardarlo in qualunque modo. Lui in quel
momento era fuori con Jaken, se si fosse affacciata dalla grande finestra che
dava sul dietro della casa l’avrebbe sicuramente visto, ma non intendeva
affacciarsi per alcuna ragione al mondo.
“Uccidi il
demone cane che è qui con te…”
E come diavolo
faceva?? Cos’era saltato in mente a quella sacerdotessa? Non riusciva a
cogliere alcuna differenza tra le loro forze? E poi, com’era possibile che
fosse proprio Sesshomaru la persona più simile a lei? Per quanto la riguardava,
non le sembrava di conoscere qualcuno più diverso! Si era sicuramente
sbagliata…
“… Solo se
ucciderai di tua mano Sesshomaru…”
Aveva
detto proprio così…
“Sei
ancora in giro?!” rimproverò Rin, senza un particolare motivo. La bambina la
fissò con gli occhi sgranati, poi si accovacciò sotto le coperte del futon
senza augurarle la buona notte. Evidentemente la signora era molto arrabbiata
quella sera, anche se in realtà sembrava più che altro confusa…
Kagura
si sedette a terra e si coprì gli occhi con una mano: e adesso perché aveva
gridato? Era isterica… era pazza… non riusciva a capacitarsi di niente, non
riusciva a fare niente…
La
porta si mosse lateralmente sul cardine e meccanicamente la donna alzò lo
sguardo in quella direzione: c’era solo Jaken.
Perché
lui non c’era?
Il
demone ranocchio la fissò con aria di sufficienza anche se si allontanò
velocemente dalla porta facendo il giro più lontano da lei, naturalmente sempre
spaventato di trovarsi solo con una creatura di Naraku, poi bisbigliò:
“Il
padrone tornerà più tardi” non sapeva bene perché l’aveva detto, forse si
aspettava che
la Domatrice
lo domandasse, ma alle sue orecchie non giunsero certo ringraziamenti per la
delucidazione:
“Te
l’ho forse chiesto?” la voce della donna era dura. L’altro si zittì
all’istante e si accovacciò in un angolo, fingendo subito di dormire. Kagura,
domandandosi involontariamente dove fosse andato Sesshomaru, si mise a sua volta
sotto le coperte, mantenendo però una certa distanza dalla bimba che ancora non
si era addormentata.
*+*+*
Si alzò
lentamente e vide che Sesshomaru stava dormendo.
Sorrise.
Le sarebbe
bastato un attimo, un attimo solo…
La luna brillava
in mezzo al cielo notturno.
Si avvicinò al
demone e con una mano gli accarezzò piano i capelli argentati, poi, sguainato
un pugnale, lo avvicinò al petto di lui.
L’avrebbe
ucciso.
Lo avrebbe
ucciso e avrebbe conservato il suo corpo per farlo danzare in mezzo agli altri
cadaveri e osservare i riflessi dei suoi capelli scintillare in mezzo
all’oscurità della morte.
Si, avrebbe
fatto così, ma prima, c’era un'altra cosa che desiderava…
Quelle labbra
sottili e pallide…
Le avrebbe
catturate…
Prima che fosse
troppo tardi.
Abbassò un poco
la lama del pugnale e avvicinò il suo volto a quello di lui.
Non le restava
quell’unica cosa da fare, poi sarebbe finito tutto.
Sarebbe finito
tutto.
Avrebbe
riacquistato la libertà con quell’omicidio.
Un semplice
bacio, prima di ucciderlo.
Ormai era
vicinissima alle sue labbra.
*+*+*
Il
fruscio della porta la fece sobbalzare. Spalancò gli occhi e li fissò
sull’ingresso incontrando lo sguardo interrogativo di Sesshomaru. Si tirò
meccanicamente su a sedere in mezzo alle coperte. Sembrava essere appena
rientrato. Lo osservò chiudere la porta, mentre sentiva le gocce di sudore
scivolare sotto il kimono: ancora quello strano, ridicolo sogno.
Il
demone cane si voltò nuovamente verso di lei e rimase a guardarla un attimo,
immobile, come se avesse intenzione di dirle qualcosa e Kagura non attese
neanche un secondo: forse voleva mettersi a dormire, non intendeva rivolgergli
la parola, quindi non voleva dargli neppure occasione di attaccare discorso, per
quanto questa possibilità potesse essere remota, dato la loquacità
praticamente inesistente dell’uomo. Si alzò silenziosamente e si mosse verso
il capo apposto della camera.
“Perché
ti sei alzata?” domandò lui in un freddo bisbiglio.
Cavoli.
Era successo quello che non voleva: ormai avrebbe dovuto rispondergli. Sfoderò
il tono più arrogante che conosceva e sussurrò di rimando:
“Non
intendo certo dormire con te!”
I
loro sguardi si incrociarono di nuovo, ma questa volta nessuno dei due lo
distolse.
“Questa
eventualità non mi aveva sfiorato neppure per un istante.”
Pur
non volendo minimamente, Kagura si sentì quasi delusa da questa risposta, ma
subito la scacciò dalla mente. Sesshomaru
continuò:
“Torna
nel futon, io dormirò qui fuori.” Si sedette contro il muro e ricominciò a
fissarla neutrale, aspettando una sua reazione. Per evitare di rischiare un
nuovo dialogo,
la Domatrice
tornò subito sotto le coperte, si voltò dalla parte opposta a lui e chiuse
gli occhi, ma li spalancò di nuovo subito: se si fosse addormentata, forse
avrebbe fatto di nuovo quel sogno!
Era
la cosa più ridicola del mondo, il fatto che lei non avesse mai sognato prima
di allora e che il suo unico sogno riguardasse lui…
Come
una folgorazione, un pensiero subdolo la costrinse quasi a balzare in piedi, ma
fortunatamente riuscì a trattenersi: era l’unico modo che aveva per uccidere
effettivamente Sesshomaru. Prenderlo di sorpresa.
Se
avesse fatto come nell’incubo, sarebbe stato facile ottenere la propria libertà!
Cercò
di controllarsi, senza emettere alcun rumore, senza fare nessun movimento, per
non insospettire il demone cane che sicuramente non stava ancora dormendo.
Avrebbe aspettato che si assopisse, poi avrebbe messo in atto il suo piano…
***
Grazie
a: bia-chan (grazie per i complimenti e scusami per la sofferenza
che procuro disseminando sottintesi qui e lì, ma sono contenta che non si sia
capito cosa deve fare Kohaku, anche se adesso è stato tutto scoperto! In realtà,
ero certa che mi avreste dato della sempliciotta, dato che la posizione stessa
della sequenza con Naraku potrebbe suggerirlo, ma fortunatamente sono stata
abbastanza reticente ^^! A presto!!), eyesice (ciao sorella! Meno
male che sei soddisfatta, già sudavo all’idea di rischiare di dover fare un
corso accelerato di dialetto romagnolo… ) AKITO (già, il sogno
l’avevo scritto “a caso”, ma poi, molti di voi mi hanno rassicurato
dicendo che anche le cose che si scrivono un po’ così, tanto per fare,
potrebbero risultare utili, perciò, per non lasciare nella fic una cosa del
tutto inutile, ho deciso di far proseguire la storia in modo che anche il sogno
potesse c’entrare almeno un pochino! Wow, non credevo di aver creato qualcosa
di pericoloso! Spero che la vostra salute non ci rimetta!! Allora devo proprio
sbrigarmi ad aggiornare, altrimenti potreste avere una crisi d’astinenza!!!!
No, scherzi a parte, sono molto contenta che la storia ti prenda a tal punto!
Grazie per gli apprezzamenti e a presto!), starli (^///^ sono
davvero felice di sentire questa tua piccola “confessione” e anche molto
onorata! Spero di meritare pienamente fino alla fine la tua costanza e
gentilezza! La tua domanda non è affatto stupida, non ti preoccupare! Allora,
per quanto riguarda “L’apologia di Socrate”, scritta da Platone, credo che
la troverai con facilità sia in biblioteca che in una qualsiasi libreria, in
quanto si tratta di un classico famoso e decisamente importante, e puoi anche
comodamente scaricarla da internet! Per “Nube di Passeri, di Takashi Matsuoka
[splendido, fantastico, meraviglioso!!! Sono innamorata di questo libro!! E’
tutto merito della mia Sumire-chan!], il discorso è un po’ più complicato,
infatti, non si trova nella Rizzoli della mia città, che è piuttosto, grande,
ma la mia amica l’ha trovato a Bormio, una località sciistica… forse
dipende solo dalla distribuzione… i libri di poesie, invece, dovresti trovarli
nelle librerie, prova a dare un’occhiata! Al prossimo commento!), Earine
(si, lo so, sono sadica e crudele! Mi diverte un sacco mettere in difficoltà i
personaggi, ihihihih, e mi piace anche procurare ansia ai lettori ^_____^!
Grazie per il commento
^_-- spero di risentirti presto!), kiba91 (Sono lieta che
il capitolo ti sia piaciuto e ti abbia coinvolto almeno un po’! Vedo che anche
tu sei molto costante e commenti gentilmente ogni capitolo, perciò grazie
mille, spero di sapere cosa ne pensi di questo nuovo atto! Ciao ciao!!), giodan
(mi fa piacere che almeno tu, oltre a sconvolgerti per il responso, abbia
pensato obbiettivamente alle possibilità di Kagura di fare la pelle a Sesso!
^__^ Naturalmente, sono lietissima di riuscire a trascinare i lettori lungo la
trama della fic, però mi sono stupita, leggendo i primi commenti, del fatto che
nessuno mi abbia detto qlcs tipo “ma sei scema?? Come diavolo pensi che possa
Kagura mettere veramente in pratica l’omicidio?, sia per questa cosa, che per
il ruolo di Kohaku –ma davvero non si era capito proprio cosa doveva fare??-
ero seriamente preoccupata di essere ritenuta una sempliciotta! ^_^ grazie per
il tuo immancabile commento! A presto!), Sumire89 (santo cielo, ma
te lo immagini quel ghiacciolo a fare un Reality Show?? Che noia! ^__^ Però non
sarebbe male piantonarlo un po’, tanto sono certa che sotto la doccia
canterebbe anche lui! Peccato che tu non abbia trovato Tekken 5, ma forza! tra
tre settimane già ti vedo minacciare le commesse ^__^ eheh... Hworang forever!!!!
Hai visto, alla fine ce l'ho fatta ad aggiornare! Si, ok, sono stata più lenta
di una tartaruga zoppa, però... beh, non ho scuse! Mi dispiace!!), fede_chan
90 (sono contenta che lo scorso cap ti sia piaciuto! Quando posterai la
ff avvisami subito, sarà più che lieta di leggere e commentare, solo non
assicuro tempi brevi, come potrà testimoniarti la povera starli, che il mio
commento purtroppo non l’ha ancora visto! Mi dispiace, cmq ti assicuro che la
leggerò! Sono curiosa!), Helen Lance (bene, sono contenta che la
storia ti paia interessante, cercherò di renderla ancora più travolgente, o
almeno ci proverò!! Grazie e a presto!), Neera (No, non piangere!
Cavoli, non volevo spingere i lettori sull’orlo del pianto! Hai messo da parte
i Kleenex? ^_^ diciamo che questa dolorosa situazione si "risolverà"
più o meno nel prossimo capitolo... ci avviciniamo alla fine! Penso che altri
tre o quattro capitoli dovrebbero bastare per concludere la fic...), Kiuccia
(benarrivata! Grazie per aver commentato, sono felice che la ficcy ti piaccia e
mi spiace di averti fatto attendere tanto!!), kate92 (/Chiaretta
in un angolo a disegnare cerchiolini sul pavimento con il dito… ok, mi hai
fatto tre domande, e a due di queste – aggiorna e aggiorna più in fretta- ho
dovuto dare buca! Chiedo perdono!! Non mi scuserò mai abbastanza, ma abbiate
pazienza, sono una povera mortale… sei rimasta abbastanza soddisfatta da
questo capitolo?), darkangelodette92 (non ti preoccupare per il
ritardo, anche io sono stata davvero tremenda, no problem! L’importante è che
il cap ti sia piaciuto ^__^)
Mi
auguro vivamente di non aver dimenticato nessuno e se l'ho fatto, ditemelo
subito, così posso scusarmi e ringraziare come si deve! ^__^
Vi
spiace se adesso osanno un poco il tempo?
Qui
da me sta nevicando da 2 giorni ininterrottamente e ci sono almeno
15 cm
di neve, soffice, bianchissima, stupenda!! *__* L’adoro!! In pratica, se non
ho aggiornato in fretta è anche colpa della neve, perché passo buona parte
della giornata affacciata alla finestra a guardarla e a tirare un paio di
accidenti al mio vicino di casa che è sempre lì che spala nel cortile… va
bene che bisogna uscire con la macchina ed è difficoltoso se non si riesce ad
aprire il garage, ma non può lasciare il cortile almeno un po’ immacolato?? E
che cavolo, a momenti spala anche il cemento! Signor Ferrarese, lasci lì la mia
neve!! Meno male che tutto il resto del quartiere è bianco, gli alberi sembrano
avere una chioma di neve! L’adoro, l’adoro, l’adoro!! … peccato che
siccome sono ammalata non sono potuta uscire a toccarla nemmeno per un secondo
è__é grrr… ma appena riesco a convincere la mamma a farmi mettere il naso
fuori di casa (e ci riuscirò presto), faccio una di quelle battaglie a palle di
neve che mi ammalo di nuovo! L’importante è giocare!!! Voglio giocare con la
neve!!!
Ok,
scusate per il soliloquio del tutto fuori luogo, adesso torno a scrivere un
po’, così mi porto avanti con il prossimo capitolo
^__^ … per sembrare più ottimista mi do una scadenza di circa 10
giorni, quindi verso l'8 febbraio
tornate a controllare se ho aggiornato (spero di sì!!) e intanto, se vi va,
lasciatemi un commentino!
Grazie
Chiaretta
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Non ricordo più neanche il numero delle volte che ho riscritto questo
capitolo
Non
ricordo più neanche il numero delle volte che ho riscritto questo capitolo…
è stato un autentico parto! Non mi soddisfa pienamente neanche ora, ma per
evitare di postarlo dopo gli ottant’anni, dato che me ne mancano ancora
parecchi, alla fine ho deciso di aggiornare lo stesso… però non sono
convinta…c’è qualcosa che mi sfugge! È un capitolo talmente decisivo (come
leggerete) che volevo cercare di cogliere nella sua pienezza la personalità di
Kagura e Sesshomaru –almeno come l’ho intesa io ^^”- ma temo comunque di
aver tralasciato qualche aspetto importante, o di averli caratterizzati male! Vi
prego di concedermi i vostri pareri in proposito perché se non ho veramente
colto una parte importante dei personaggi vorrei che me lo faceste notare, per
poter correggere e migliorare! Vi ringrazio per l’infinita pazienza che mi
concedete, in quanto anche stavolta sono in atroce ritardo, e per la gentilezza
e l’affetto che dimostrate nelle vostre numerose e splendide recensioni! Buona
lettura!
Chiaretta
°°°
*The
Wind*
***
All
I've ever learned from love
was
how to shoot somebody who outdrew ya
it's
not a cry that you hear at night
it's
not somebody who's seen the light
it's
a cold and it's a broken Hallelujah
(Frammento
della canzone “Hallelujah”-
Jeff Bukley)
***
Capitolo
9
Quando ebbe
raccolto tutto il coraggio di cui disponeva e si fu stancata di ascoltare i
respiri regolari che battevano il tempo in quella grande stanza di legno, Kagura
scivolò silenziosamente fuori dal futon e, evitando di guardare apertamente il
demone cane, tirò fuori dall’obi del kimono un piccolo pugnale che aveva
preso il giorno in cui era scappata, per ogni evenienza. Rimase un attimo ancora
in ginocchio vicino alle lenzuola, guardando Rin addormentata. Inevitabilmente
pensò a come avrebbe reagito, la mattina seguente, vedendo il suo amato papà
esanime in una pozza di sangue, e mentre lo pensava, poteva lei stessa vedere la
scena. Guardava con distacco il biancore della sua pelle risaltare nel rosso.
Lui era lì, morto.
Sentì un brivido
percorrerle la schiena a gran velocità, così decise di scacciare quel pensiero
e di passare subito alla pratica, prima di essere di nuovo confusa dalla paura.
Lei era debole.
Talmente debole che
per ottenere la sua libertà doveva ricorrere a simili vigliaccate, come colpire
un uomo addormentato.
Ma doveva farlo.
Era l’unico modo.
Fece scorrere il
suo sguardo per tutta la camera: superò Jaken, rannicchiato vicino alla
finestra, osservò le assi delle pareti, il piccolo tavolo, poi di nuovo il
futon, infine raggiunse l’obbiettivo.
Sesshomaru era
seduto poco distante da lei, con
la Tenseiga
abbandonata sul pavimento e il mantello sulle spalle larghe, gli occhi chiusi,
il respiro lento, quasi impercettibile. Il primo giorno non sicuramente lui non
aveva chiuso occhio, intento com’era a controllarla, ma adesso sembrava aver
abbassato la guardia. Sembrava quasi le avesse concesso un po’ di fiducia…
Stava per tradire
l’unico essere sull’intero globo terrestre che si era fidato un minimo delle
sciocca Domatrice dei Venti.
Brava Kagura, un
gesto davvero degno di Naraku…
Si sentì quasi
disgustata da quel paragone, ma purtroppo doveva accettare la dura realtà: lei,
la creatura di quel mostro odioso, aveva davvero preso buona parte delle sue
capacità da lui, il tradimento, innanzitutto, la crudeltà…
Esatto! Lei era una
cinica e maligna assassina! Una apostata del proprio creatore, una vigliacca e
un’egoista! Perché mai avrebbe dovuto sentirsi in colpa per un atto in
perfetta coerenza con il suo modo di essere?
Silenziosamente si
avvicinò e si inginocchiò davanti a lui con il pugnale sguainato.
Lei era infida,
bugiarda, debole.
Lui era forte,
carismatico e freddo.
Così debole da non
riuscire a controllare le proprie paure e celare i propri pensieri.
Così freddo da
essere impassibile e distaccato in qualunque situazione.
Quanto detestava
quell’indifferenza? Tutto in lui le risultava fastidioso: il parlare a
monosillabi sprezzanti, lo sguardo scettico di chi sa sempre qualcosa in più,
il portamento fin troppo fiero, la totale impenetrabilità dei pensieri.
Ma una persona del
genere, cosa diavolo pensava?
Sembrava sempre
impegnato con ragionamento trascendente, ma in realtà, chi poteva mai sapere
cosa nascondeva l’ambra dei suoi occhi?
Mai una volta
l’aveva visto indeciso o spaventato, né felice, né triste, tanto meno
amareggiato o confuso, o molto arrabbiato, oppure amichevole, né sadico…
Non c’era niente
in lui che svelasse qualcosa di diverso dalla freddezza.
Per questo lei lo
disprezzava.
No…
Per questo lei
lo ammirava…
Lo ammirava quasi
follemente, ed invidiava questa sua capacità.
Anche mentre
dormiva rimaneva imperscrutabile.
E quel
comportamento glaciale si ripercuoteva probabilmente sul suo aspetto…
Kagura osservò per
l’ennesima volta i capelli argentati che ricadevano lievemente scomposti sulle
spalle larghe. Il loro colore ricordava quello del ghiaccio, ed erano talmente
lisci da non trasmettere alcun tipo di movimento. Ed erano lucenti, anzi,
abbaglianti, come la sua personalità agli occhi dell’inesperta e sfinita
Domatrice.
E poi i lineamenti
del suo volto, decisi ed aguzzi come la lama di una spada.
Infine il suo corpo
possente, sempre pronto a combattere e resistente a qualunque colpo. Davvero
qualsiasi attacco…
Ma cosa stava
facendo?
Non doveva perdere
altro tempo!
Avvicinò il
pugnale al petto della vittima, trattenendo il respiro e chiudendo gli occhi per
un ultimo disperato appello alle forze, ma non riuscì ad impedire che quella
micidiale domanda ritornasse a scombussolarle la mente e che i pensieri
vagassero all’impazzata. Si abbandonò esasperata al flusso dei ricordi.
Voleva veramente
uccidere lui?
Lui, che quando
aveva scoperto, al loro primo incontro, che la donna che si trovava davanti era
una sembianza di Naraku, aveva inarcato un sopracciglio e aveva detto
semplicemente “E allora?”. (*)
Lui, che era
rimasto del tutto indifferente alla sua esclamazione “sei davvero
fantastico!” e alle altre calcolate adulazioni. (*)
Lui, che
l’aveva osservata volare via, con i capelli agitati dal vento. (*)
Lui, che si era
ricordato il suo nome. (*)
Lui, che aveva
rifiutato di aiutarla e l’aveva a spronata alla battaglia. (*)
Lui, che
l’aveva lasciata allontanarsi con gli occhi colmi di ira. (*)
Lui, che le
aveva permesso di avvicinarsi in un balzo senza mettersi in guardia e fissandola
negli occhi. (*)
Lui, che a testa
alta aveva deciso di attraversare il confine tra vivi e morti. (*)
Lui, che aveva
ascoltato le sue parole e aveva indirettamente accettato il suo aiuto. (*)
Lui, che le
aveva detto “Puoi fare quello che vuoi.”, tenendo una Rin mezza addormentata
tra le braccia.
Lui, che le
aveva appoggiato sulle ginocchia il suo mantello per non farle sentire freddo.
Lui, che non
aveva riso dei suoi ragionamenti e delle sue paure e le aveva risposto in
maniera dura.
Lui, che aveva
camminato di fronte a lei con un passo cadenzato e deciso.
Lui, che aveva
comprato delle patate dolci a un banchetto del mercato.
Lui, che
l’aveva trascinata attraverso i cunicoli del villaggio per cercare una
sacerdotessa.
Lui, che senza
chiederle nulla, l’aveva guidata lungo strade a lei sconosciute per non farla
smarrire.
Lui. E basta.
Doveva uccidere
l’unica persona che desiderasse veramente incontrare, che sperasse di
incrociare, anche solo casualmente, durante le sue brevi uscite. L’unico di
cui voleva veramente sapere cosa ne pensasse di lei.
Non aveva capito
per quale motivo si sentisse così scossa di fronte a lui, o forse semplicemente
non aveva potuto accettarlo, o forse non l’aveva davvero compreso, perché non
aveva mai conosciuto alcuna forma di amore, quindi non si era accorta di quanto
in realtà era accaduto dentro di sé, anche in assenza di un cuore materiale.
Ansimò
rumorosamente e subito si morse forte il labbro, spingendo ancora più vicino al
petto di Sesshomaru il pugnale, a stento mantenendo la vista lucida: c’era
qualcosa nei suoi occhi, che la infastidiva…
Fallo, si disse.
Fallo.
FALLO!
… ora che non può
vederti…
Uccidilo.
Ma la sua vista era
sempre più annebbiata, perché?
Si strofinò forte
gli occhi, abbassando la lama e poggiandosela sul grembo, e quando si osservò
le dita, le trovò stranamente umide…
E poi la sua
voce…
“Cosa stai
aspettando?”
Fulmineamente
sollevò il volto fissandolo su quello di Sesshomaru: i suoi occhi ambrati erano
aperti e la osservavano.
Lei avrebbe voluto
dire qualcosa, bisbigliare almeno un “eri sveglio, allora?”, mosse le labbra
ma dalla sua gola non uscì alcun suono. Si sentiva strangolare da un nodo.
Il demone cane non
si spostò di un solo millimetro. Era sempre lì, appoggiato contro la parete,
con
la Tenseiga
vicina, neppure minimamente intenzionato ad allontanarsi, nonostante la
situazione decisamente strana che si era creata tra loro due.
“Cosa stai
aspettando?” domandò di nuovo, a bassa voce, con la sua proverbiale freddezza
“non stavi forse attendendo il momento più opportuno? Non conviene lasciarsi
sfuggire le occasioni…” fece un cenno al pugnale.
Kagura era
paralizzata. Cosa significava tutto questo? Perché se aveva capito subito le
sue intenzioni non si era difeso? Perchè non l’attaccava?
“Ti saresti…
fatto colpire?” biascicò con un
tono incredibilmente lamentoso: da dove veniva quella voce? Non lo sapeva
neppure lei, ma aveva di nuovo la vista annebbiata…
“Non lo so.”
Sussurrò lui in risposta, e aggiunse “Può darsi.”
Fu come se tutte le
sue difese fossero state annientate da due semplici parole: precedute da un
piccolo tremito, delle grosse lacrime cominciarono a scivolare lungo le gote
della Domatrice, sempre più incredula, senza sapere bene se quella confusione
ara dovuta alla risposta dell’uomo, alle lacrime o ad entrambe le cose.
Lasciò che il
pugnale rotolasse a terra con un piccolo tonfo.
Si era ripromessa
di non piangere mai, soprattutto davanti ad un nemico, per non mostrarsi ancora
più vulnerabile, ma non riusciva assolutamente a fermare il corso del suo primo
pianto. Si rannicchiò ancora di più su se stessa e nascose in parte il volto
tra le braccia, prendendo a singhiozzare rumorosamente.
E pregò.
Pregò che lui non
la toccasse, e che magari non la guardasse neanche.
Non voleva la sua
compassione. Non voleva da lui alcun gesto di pietà, né di conforto.
Voleva solo che
rimanesse seduto accanto a lei.
Nient’altro.
Se le avesse posto
anche solamente una mano sulla spalla, l’avrebbe odiato.
L’avrebbe odiato
perché si sarebbe sentita ancora più debole e miserabile e disprezzata.
E allora desiderò
che lui ascoltasse in silenzio il suo pianto. Che lo ascoltasse e basta.
Anche se non lo
avrebbe compreso, così come lei stessa non lo comprendeva.
E Sesshomaru non
fece nient’altro che voltarsi in direzione di Jaken e Rin per scoprire che si
erano destati e che li fissavano con aria interrogativa e, mettendosi l’indice
davanti alla bocca, fargli il gesto di rimanere in silenzio.
Will
you hold my heart? Stop flowing tears.
Again, all of my heart is broken….
Will
you stay with me? Wait until after the wind passes,
all my tears are still flowing…
(“Forever
Love” (traduction) – X Japan)
***
Sesshomaru sentì
il flebile fruscio delle lenzuola del futon, ma rimase con gli occhi chiusi.
Sapeva che era lei
che si stava muovendo.
Chissà cosa era
successo in quella capanna…
… l’indomani
sarebbe tornato per la terza volta da quella sacerdotessa: vi era stato anche
prima di andare a dormire, quando aveva lasciato Jaken, Rin e Kagura alla
locanda da soli e ciò che aveva trovato non gli era piaciuto per niente. La
donna nella casupola non rispondeva: sembrava del tutto assente, come se il suo
corpo non fosse stato altro che un contenitore. Temeva si trattasse di qualche
strano caso di possessione, o qualcosa del genere, il fatto certo è che dietro
quella storia c’era di sicuro un maleficio…
Ed era successo
qualcosa a Kagura.
Era improvvisamente
diventata strana, agitata, forse addirittura spaventata… Non gli aveva rivolto
i suoi soliti commenti taglienti per tutta il resto del pomeriggio, e aveva
accuratamente evitato di guardarlo…
Ecco.
Aveva ricominciato
a muoversi. Veniva verso di lui. La sentiva vicinissima, doveva essersi seduto
proprio lì davanti, ma si era fermata nuovamente. Si sforzò di non aprire gli
occhi, né di muovere un muscolo: che intenzioni aveva?
Forse avrebbe fatto
bene a stare in guardia, ma, non capiva bene da quando, aveva incominciato ad
abituarsi alla sua presenza. Non si stupiva più di vederla comparire nei luoghi
meno consueti, sopra le scogliere, nelle grotte, o anche scendere dal cielo. Si
era assuefatto al contatto con lei e non riusciva a preoccuparsi neppure di
lasciarla con Rin. Probabilmente perché le aveva viste dormire accoccolate, o
forse perché avevano mangiato insieme…
La domatrice era
ancora immobile, ma lo stava fissando. Riusciva a sentire il suo sguardo
penetrante bruciargli sul volto, e la cosa non gli dispiaceva affatto, caso
strano…
Non sapeva perché,
va credeva di star sviluppando un anomalo senso di preoccupazione nei suoi
confronti… forse da quando, quella notte, l’aveva vista tremare.
Il che era davvero
ridicolo.
Lui, il grandioso,
potente, crudele Sesshomaru, prendeva a cuore la sorte di una creatura di Naraku?
Assolutamente
improbabile. Sarebbe stato quasi come stare in pensiero per Hakudoshi o Naraku
stesso.
Improbabile, ma
evidentemente possibile.
Schiuse leggermente
un occhio.
La Domatrice
si fissava una mano che impugnava un corto pugnale con aria addolorata.
Sesshomaru richiuse
immediatamente le palpebre facendo molta attenzione a non cambiare espressione.
Che diavolo
significava quell’arma?
Voleva colpirlo?
Beh, sembrava
assolutamente logico…
Ma cosa stava
aspettando? Era in quella posizione già da alcuni minuti. Se fosse stata
realmente intenzionata ad attaccare, con ogni eventualità, avrebbe già dovuto
averlo fatto.
E cos’era
quell’espressione triste sul suo volto?
Doveva
difendersi…
Però… quella era
la prima volta.
Era davvero la
prima volta che Kagura cercava di ucciderlo.
Non avevano mai
combattuto prima. Che quel gesto fosse necessario?
Ma cosa stava
pensando?
Era una nemica che
semplicemente si comportava come un’avversaria. Una cosa del tutto naturale.
Allora perché non
riusciva a trattarla da nemica?
Lo era veramente, lei?
Lei, che era
comparsa dal nulla esclamando “salve!”. (*)
Lei, che
l’aveva adulato molto goffamente. (*)
Lei, che era
volata via provocando un forte vento. (*)
Lei, che
l’aveva sempre chiamato per nome. (*)
Lei, che aveva
cercato il suo aiuto. (*)
Lei, che si era
allontanata con gli occhi colmi di ira. (*)
Lei, che si era
avvicinata senza alcuna esitazione e l’aveva fissato senza paura né
esitazione. (*)
Lei, che
l’aveva condotto al limite tra vivi e morti. (*)
Lei, che gli
aveva offerto il suo aiuto. (*)
Lei, che gli
aveva chiesto “Cosa devo fare?.”, fissando titubante una Rin mezza
addormentata.
Lei, che,
svegliatasi di soprassalto, aveva appallottolato il suo mantello e gliel’aveva
restituito evitando di guardarlo dritto in faccia.
Lei, che aveva
espresso con molta insicurezza i suoi timori.
Lei, che aveva
camminato dietro di lui, senza rimanere troppo indietro, senza avvicinarsi
troppo.
Lei, che
arrossita ad un’affermazione del locandiere.
Lei, che si era
lasciata condurre attraverso i cunicoli del villaggio per incontrare una
sacerdotessa.
Lei, che aveva
camminato velocemente senza una meta, né una direzione, pur di trovare una
qualche via di fuga.
Lei, che si era
rannicchiata tra le lenzuola del futon pulito, voltandogli le spalle.
Lei. E basta.
Il demone cane aprì
di nuovo gli occhi, stavolta senza alcuna discrezione, e vide che ancora Kagura
si stava osservando le dita di una mano, ma il pugnale era appoggiato sulle
ginocchia. Aveva gli occhi stranamente lucidi. Non li aveva mai visti così
umidi e tristi.
“Cosa stai
aspettando?”
Vide lo sguardo di
lei posarsi sui suoi occhi ambrati e la osservò boccheggiare sconvolta. Dalle
sue labbra non usciva alcun suono e gli occhi erano sempre più sgranati.
“Cosa stai
aspettando?” domandò di nuovo, a bassa voce, con la sua proverbiale freddezza
“non stavi forse attendendo il momento più opportuno? Non conviene lasciarsi
sfuggire le occasioni…” fece un cenno al pugnale.
“Ti saresti…
fatto colpire?” biascicò
la Domatrice
con un tono incredibilmente lamentoso.
Si sarebbe fatto
colpire?
Da lei?
“Non lo so.”
Sussurrò lui in risposta “Può
darsi.”
Una grossa lacrima
sul volto pallido di Kagura.
Due, tre…
Com’erano belle
quelle lacrime, tanto lucenti nel buio della notte…
Il pugnale rotolò
a terra con un piccolo tonfo.
La osservò
coprirsi il viso con le braccia e incurvare la schiena verso terra, scossa da
tremiti, e sentì i suoi forti singhiozzi. Sembrava cercasse di frenare il
pianto, ma i suoi ansiti diventavano sempre più violenti e scuotevano con
vigore il suo corpo gracile. Come se qualcosa di immenso che aveva sempre tenuto
nascosto nel suo petto, avesse cercato di liberarsi.
E Sesshomaru poteva
rivedere la sua fragile luce, come quella di una lucciola, lottare per rimanere
accesa.
L’avrebbe coperta
lui affinché non si spegnesse per via del forte vento.
Poteva stare
tranquilla, nessuno poteva vederla né sentirla. Anche lui avrebbe finto di non
comprenderla unicamente per lasciarle la sua dignità.
Si voltò in
direzione di Jaken e Rin. La bimba si strofinò gli occhi e, ancora avvolta tra
le coperte, lanciò uno sguardo preoccupato in direzione di Kagura, mentre il
ranocchio sembrava intenzionato a parlare.
Meccanicamente il
demone cane gli intimò di fare silenzio con un gesto della mano.
Nessuno doveva
disturbare il dolore della lucciola.
Nessuno doveva
udire il suo grido disperato.
Ci sarebbe stato
lui, lì, a vegliare.
I
don't know where I am, I don't know where I went wrong
either
way let's start again
(“Seemed
like a good Idea” – The darkness)
(*) sono
tutti riferimenti agli incontri tra Kagura e Sesshomaru che potete trovare nei n°
25, 30, 43, 44 e 46, se volete rinfrescarvi un po’ la memoria ^_^
***
Grazie
a: kiba91 (^__^ meno male che ti è piaciuto! Ad essere sincera,
ero un po’ terrorizzata dall’idea di aver sfornato, dopo tutto quel tempo,
un capitolo scarso e poco interessante! Grazie per gli apprezzamenti e gli
incoraggiamenti, mi servono davvero tanto! Cosa mi dici di questo? Troppo
diabetico?), fra 86 (benvenuta! Sono lieta di sentire che la
storia ti ha tenuto incollata al pc! ^//^ sono queste piccole rivelazioni che
rendono un autore felice… con questo cap hai avuto la risposta alla tua
domanda! Fammi sapere se ti è piaciuto!), Earine (Grazie! Sia per
il bel commento sia per la palla di neve! Spero di aver ricambiato la tua
simpatia e cortesia con un buon capitolo!), giodan (mia giodan!
Ciao! Eheh, ci avrei giurato che ti eri già più o meno resa conto della
situazione! … ehm… un capitolo hentai?^^” Mi
spiace deluderti, ma penso proprio che non ci sarà, innanzitutto perché Kagura
e Sessho non sono ancora poi così
“intimi”, in secondo luogo… con loro ci sono una bambina e un ranocchio:
un minimo di pudore! Grazie per i complimenti! ^__^ a presto!),
lucy6 (Ciao! Benvenuta sul www.comefiniràKagura.com!
Spero che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto come i precedenti! A presto!!), giugisama
(bene, sono contenta che ti sia piaciuto! Anch’io mi sono sentita molto
sfigata, ma dato che sabato sarei dovuta rientrare a scuola, ma la mia città ha
dato lo stato di calamità, me la sono spassata tra la neve! ^__^ E’ troppo
bella!!), fede_chan 90 (^^ grazie per avermi perdonato! Mi
impegnerò al massimo anche per il prossimo capitolo! Come va la tua fic?
Procede senza problemi? Naturalmente attendo a mia volta il seguito! Bacioni!!),
kate92 (scusami!! Non volevo farti temere di aver lasciato la
ficcy! Non intendo assolutamente farlo, specie perché finalmente credo di aver
trovato un modo decente per farla finire, quindi ce la metterò tutta! Sono
davvero dispiaciuta di averci messo così tanto, sappiate che purtroppo sono
lenta di natura, ma almeno ci provo! Alla fine ce l’ho fatta ad uscire, grazie
per l’interessamento ^__^ ci risentiamo presto!), Sumire89 (Ciao
Silviotta! Attendevo con ansia il tuo commento, grazie per i complimenti, per
quanto riguarda la mia genialità… ormai mi conosci da tanti anni –cavoli,
quanti sono? Sei??- non hai ancora
capito che sono solo fuori di testa? ^^ sono contenta che il colpo di
scena ti sia piaciuto! … quando andiamo a trovare Hiromitsu?? ^__^ Ci vediamo
presto!), Hina (Benarrivata! Mi fa sempre piacere ricevere
commenti da “nuovi” lettori e sono molto felice che la ficcy ti piaccia!
Spero che continuerai a seguirla e a darmi il tuo parere! Grazie ancora e
ciao!), AKITO (Carissima! Grazie mille per la recensioncina, mi
fai sempre molto contenta e spero di poter sentire il tuo parere anche su questo
cap, arrivato in ritardo come l’altro, lo so T__T, ma io incrocio le dita lo
stesso… bacioni!), Neera (^_^ meno male che è valsa la pena
attendere, ma chissà stavolta? Sii pure brutale, talvolta la terapia d’urto
funziona… bye bye!), Serry_Black (Carissima Serry, non è
affatto vero che il tuo commento non ha senso! Anzi! Sono stata molto contenta
di riceverlo e sentire il tuo parere circa la storia e i vari passaggi. ^///^
grazie per le frasi, sono lietissima che ti siano piaciute perché ciò realizza
anche uno dei miei sogni! Bè, sembra una cosa stupida, ma ti spiego lo
stesso… mi è capitato tante volte di leggere delle fic e di ritrovarmi a dire
“questa frase è davvero splendida” o “è proprio così! Sentivo di
provarlo anch’io ma non sapevo dirlo!”ed è una cosa che mi riempie di
emozioni! E se anch’io dicendo semplicemente quello che penso e provo
attraverso i personaggi posso provocare qualche emozione ai lettori, non posso
che esserne ultra-felice! Per quanto riguarda Rin, è proprio vero che forse è
troppo OCC! Dici che dovrei addirittura indicarlo magari nel riassunto o cose
del genere? Ci si sconvolge a leggere la mia interpretazione? Sei già la
seconda che mi lo fa notare, e devo dire che è proprio vero che l’ho resa un
po’ troppo autonoma, però francamente non avrei saputo proprio come muoverla
se fosse stata quella specie di ameba che è nel manga… e adesso, senza pietà,
dimmi cosa ne dici di questo capitolo: sono uscita dalle caratterizzazioni dei
personaggi? C’è qualche altra frase che ti è piaciuta? ^^ Grazie mille!), inu88
(^^ anch’io non trovo che Kagura sia cattiva… più che altro la definirei
magari un po’ snob :P ciao!!!) barbysbarby (eheh, visto che per
adesso non ci sono stati morti stecchiti?? Magari però mi rifaccio nel
prossimo, un po‘di truculenza mi potrebbe aiutare a sfogare gli istinti
omicidi repressi… ^__^ Alla prossima!)
AAAAAHHH!!
^^ Non vi dico che sollievo provo in questo momento! Ho finalmente postato
‘sto capitolo infernale! Non mi resta che tenermi pronta a ricevere le vostre
amabili batoste…
Spero
caldamente di non aver dimenticato di ringraziare nessuno, e se l’ho fatto,
fatemelo notare assolutamente che rimedierò il prima possibile!
Nel
caso la domanda fosse venuta in mente a qualcuno, rispondo subito: non ho
pubblicato nessun capitolo-avviso perché non ero certa di rispettare a pieno le
regole del sito… infatti mi sembra che è possibile postare questo genere di
capitolo per informare i lettori del ritardo, unicamente se è già passato il
doppio del tempo normale di pubblicazione… ebbene, io non ho un “tempo
normale di pubblicazione”, all’inizio era 8 giorni, poi 10, poi 15, poi un
mese… insomma, non sono minimamente puntuale, ma non lo faccio volutamente
quindi, se avessi lasciato l’avviso e il giorno dopo fossi stata in grado di
aggiornare mi sarebbe dispiaciuto…
Comunque
sia! Mi scuso ancora con il cuore in mano per l’attesa che spero sia stata in
qualche modo ripagata! ^__^ vi mando tanti baci e spero di poter leggere presto
i vostri commenti!
Grazie
per la pazienza e la costanza!!!
A
presto
Chiaretta
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
E dunque, sono qui…
Saaalve, c’è ancora qualcuno che si ricorda di me?
Certo, non ho la faccia tosta di credere che dopo tutti questi anni i gentilissimi
vecchi lettori si ricordino la storia o che la aspettino con impazienza, ma siccome
proprio ieri pomeriggio, dopo tantissimo tempo che non entravo nell’EFP, mentre
gironzolavo alla ricerca di qualche fic da leggiucchiare (dato che per anni sono
stata non solo un’autrice finita , ma quel che è peggio, una
lettrice finita) è apparso il commento di Lety Shine 92, mi son detta che
doveva essere un segno del destino XD
Il capitolo in realtà l’avevo già pronto da vari anni, ma avendo
abbandonato da un bel po’ questi lidi -non so bene perché, tra l’altro-
non mi ero più decisa a pubblicarlo.
Non è ancora la conclusione della storia, ma forse è veramente giunto
il momento di portare a termine quest’avventura di Kagura (ancora 3 o 4 capitoli,
penso), e chissà, di scriverne altre, perché sinceramente la scrittura
mi è molto mancata in tutto questo tempo.
Buona lettura ^^
Chiaretta
°°°
*The Wind*
***
Am I wrong to be hurt?
Am I wrong to feel pain?
Am I wrong to wish the night won't end?
Am I wrong to cry?
But I know, It's not wrong to sing the last song
Cause forever fades...
(Frammento della canzone “The Last Song”- X Japan)
***
Capitolo 10
Mal di testa.
Ecco l'unica cosa che Kagura riuscì ad avvertire al suo risveglio, tra le
morbide coperte del futon, prima ancora di aprire gli occhi, mentre la flebile luce
mattutina che percepiva anche con le palpebre chiuse le accarezzava il viso.
Mal di testa. Acuto, mirato, continuo. Insopportabile.
Non lo aveva mai avuto prima. Pensava si trattasse di una cosa unicamente umana,
per gente con troppe sciocchezze nel cervello o roba del genere.. allora perchè
diavolo era venuto a lei, un demone in tutto e per tutto?
Aveva fatto qualcosa di particolare?
Non le sembrava eppure...
Ah...
Vero.
Una cosa particolare l'aveva fatta quella notte...
Ma non avrebbe mai immaginato che piangere provocasse un'emicrania così forte...
Arrossì solo ripensando all'accaduto.
Ma come aveva potuto essere così debole e sciocca?
Quanto aveva pianto? Un'ora? Due?
Non si ricordava nemmeno di aver smesso. Forse si era addormentata in mezzo alla
stanza e poi qualcuno doveva averla messa nel letto... e poteva essere stata solo
una persona...
Ma quanto poteva durare un mal di testa?
Non riusciva nemmeno ad aprire gli occhi. Provava un fastidio
immenso.
Odiava le novità. Perchè venivano tutte in gruppo.
Fuggire.
Mangiare all'aperto con dei nemici.
Dormire all'aperto con dei nemici.
Viaggiare con dei nemici.
Ricevere un regalo.
Piangere.
Avere mal di testa.
Nuove esperienze, tutte insieme.
Piangere.
Che imbarazzo.
Non poteva nemmeno immaginare come avrebbe fatto a parlare di
nuovo con Sesshomaru...
Anzi. Come avrebbe fatto anche solo a guardarlo? Impossibile! Preferiva sprofondare
piuttosto che essere sottoposta ad una tale umiliazione!
Intorno a sé non sentiva movimenti né presenze.
Doveva essere sola in camera. Forse sarebbe riuscita ad alzarsi e andare via senza
essere vista.
Sì. Doveva fare così. Dopo quello che era accaduto
non le restava altro da fare: sparire.
Inspirò ed espirò per farsi forza, poi spalancò
gli occhi e alzò il busto per trovarsi seduta sul futon.
E in quello stesso istante, in cui prendeva atto di essere veramente da sola, la
porta scorse di lato e il demone cane la fissò dal corridoio. Non le diede
nemmeno il tempo di arrossire o pensare che il suo piano di fuga era miseramente
fallito:
"Sbrigati ad alzarti. Abbiamo qualcosa da fare." sibilò
freddamente, senza staccare i suoi occhi d'ambra da quelli sanguigni di Kagura,
poi chiuse nuovamente il pannello scorrevole della camera.
La Domatrice sentì un brivido correrle per la schiena,
sentendo i suoi passi allontanarsi.
L'umiliazione era stata subìta meglio del previsto.
Almeno le erano stati risparmiati sguardi colmi di pietà...
Sorrise senza volerlo.
Da Sesshomaru non si poteva aspettare una reazione migliore di
quella.
Si alzò barcollando un poco, sempre per via di quella stupida
emicrania, e si rassettò il kimono lisciandolo con le mani, poi, inconsciamente,
si piegò sulle ginocchia e si mise a rassettare il futon, che dalla parte
di Rin era decisamente appallottolato. Appena si rese conto di quello che stava
facendo scattò in piedi peggio di una molla e corse fuori dalla stanza.
Ma che stava combinando?
Doveva accodare quella "nuova esperienza casalinga" alla già lunga lista
che aveva appena dovuto stilare mentalmente?
Era di certo colpa del mal di testa, si disse cercando di risultare convincente
a se stessa.
Scese nell'ingresso della locanda, ignorò il saluto del
vecchio dietro al bancone ed uscì.
Sesshomaru la stava aspettando in mezzo al sentiero. Quando i loro sguardi si incrociarono
di nuovo, Kagura distolse subito gli occhi. Niente da fare. L'imbarazzo era il vero
padrone.
"Dov'è Rin?" si costrinse a chiedere per dissimulare il
disagio, facendo vagare le iridi scarlatte per il bosco lì vicino.
"A scuola con Jaken." rispose brevemente lui, come al solito.
Poi si voltò e prese a camminare.
Era sempre così. Silenzioso ed autoritario.
In effetti poteva risultare fastidioso.
Ma in ogni caso, Kagura lo seguì senza chiedere spiegazioni, che con tutte
le probabilità, non sarebbero arrivate ugualmente. Sospirò impercettibilmente
e si guardò intorno. Non riuscì a comprendere, all'inizio, dove si
stessero effettivamente dirigendo, poi se ne rese conto.
Era la terza volta che seguiva quel percorso.
Conduceva alla casupola della sacerdotessa.
Si fermò, e Sesshomaru se ne accorse.
"Sì. Stiamo tornando lì." commentò lui fermandosi
a sua volta.
"Perchè?" la Domatrice non voleva dare alla sua voce un'inclinazione
preoccupata, eppure non riuscì a fare altrimenti.
Il demone cane si voltò:
"C'è una cosa che dobbiamo verificare."
"Ah sì?" eccolo, si disse Kagura, eccolo qui il tono giusto
per parlargli: sarcastico, noncurante. "E cosa, di grazia?"
"Ieri notte sono tornato dalla sacerdotessa e ho i miei motivi
per pensare che non sia normale."
"Perchè, quell'indemoniata ti è mai parsa normale?"
ripensò allo sguardo ametista e vacuo di quella donna e rabbrividì
impercettibilmente. Sesshomaru riprese imperterrito:
"Un caso di possessione. E' di questo che sospetto. E credo anche
che ci sia lo zampino di qualcuno di nostra conoscenza..." e si incamminò
nuovamente, stavolta affrettando il passo, con una mano all'elsa della spada.
Appena giunti in vista della casa, Kagura avvertì di nuovo
quella sensazione di disagio che aveva già provato la prima volta che vi
si era recata. C'era qualcosa che la osservava. Ma cos'era?
Si guardò intorno circospetta, senza tuttavia notare niente, poi, senza emettere
il minimo rumore, i due si avvicinarono alla porta.
Era socchiusa e si sentivano dei fruscii provenire dall'interno: dovevano esserci
visite.
Sesshomari scrutò l'interno dalla fessura e dopo aver lanciato uno sguardo
a Kagura spalancò l'uscio facendo scorrere un'anta lateralmente. L'ospite,
che si trovava di fronte alla sacerdotessa seduta in seizà, si voltò
all'istante mostrando il suo volto.
"Kohaku...?"
Il bisbiglio meravigliato di Kagura fece fermare all'istante il ragazzo.
La fissò con i suoi occhi vuoti, strinse in una mano l'anello che aveva appena
estratto dal dito della donna dietro di lui e alzò la sua arma in direzione
di Sesshomaru. La Domatrice fece un passo nella casa e si pose davanti al demone
cane.
"Cosa ci fai qui Kohaku? Ti ha mandato Naraku? Dimmelo!"
L'interpellato, come al solito non rispose. Il suo sguardo, seppure
vacuo, adesso sembrava avere un'ombra triste.
Quella donna, pensava, era in pericolo. La sua mente annebbiata
non gli permetteva di ricordare il passato, ma di quella donna, la Domatrice dei
Venti, si ricordava. Era l'unica creatura che non ubbidiva di nascosto a Naraku.
Non sapeva bene perchè non l'aveva mai detto a nessuno. Forse perchè
avrebbe voluto fare lo stesso, ma non ci riusciva. Forse perchè ogni volta
che quell'essere gli dava un ordine era solo il suo corpo ad obbedire, mentre la
sua volontà gridava che voleva andare via. Voleva fare qualcosa, ma non poteva.
Non poteva perchè il suo incarico era quello di recuperare l'anello e restituiro
a Naraku. Qualcosa gli comandava di muoversi in direzione del castello.
Un impercettibile battito d'ali.
Kohaku si lanciò contro di loro brandendo il suo boomerang
affilato.
"Kohaku!"
Kagura non voleva colpirlo. Non lui. Che aveva sempre mantenuto
il segreto ed era un povero burattino come lei. Sentì che Sesshomaru stava
estraendo la spada e fermò il suo braccio sull'impugnatura dell'elsa. Qualsiasi
cosa stesse accadendo, non voleva che al ragazzino fosse fatto del male. Chiuse
gli occhi attendendo un fendente che fortunatamente non arrivò.
I corpi di alcuni Samiyosho caddero a terra vicino a loro, colpiti
a morte da Kohaku.
"Ne arriveranno presto altri." la voce del ragazzino, ormai non
più abituata a parlare, risuonò strozzata, mentre scagliava di nuovo
la sua arma letale contro gli ultimi messaggeri di Naraku, che all'istante toccarono
il suolo, stroncati.
***
Ho deciso di pubblicare questo
capitolo così, esattamente come l’avevo scritto anni fa, senza cambiare
una virgola perché probabilmente altrimenti l’avrei cancellato tutto
e rifatto da capo e ci avrei messo un’altra eternità o mi sarebbe di
nuovo passato il “coraggio” di pubblicarlo.
Spero vi sia piaciuto!
Stavolta tenterò di non farvi invecchiare nell’attesa del seguito!
Ciau!
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