Destino

di CrazyNessina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ¢αριтσℓσ 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** ¢αριтσℓσ 1 ***


Ed ecco una mia nuova ff…spero che vi piaccia…e che la leggiate in tanti! E che soprattutto commentiateeeeeeeeeeeeeeeeeeee… baci! Buona lettura del primo capitolo!!! (o l.l o) -Buongiorno ragazzi. Mettetevi a sedere che iniziamo la lezione…forza! Lei signorina Stadt non faccia l’ingenua su forza venga alla lavagna che dobbiamo continuare l’interrogazione di ieri…forza…-

La mattinata era iniziata. Stavo seduta abbastanza composta al mio banco,mentre mi preparavo ad un ora di ura noia. Il professor Wegger si era alzato nel modo peggiore quella mattina. Non era nemmeno entrato in classe che aveva già mandato alla lavagna Corinne, una mia compagna di classe. La sua materia? Matematica e scienze. Ora ma io mi chiedo: ma se insegni due materie così vuol dire che o sei scemo ad averle scelte, oppure ti hanno puntato una pistola alla testa per fartele scegliere. Bah. Comunque Corinne era preparata e nemmeno dopo dieci minuti il prof la mandò a posto con un 7 e mezzo sul libretto dei voti. Si meritava di più,ma lui non andava oltre il 7 e mezzo durante le interrogazioni alla lavagna…quindi…lei non poteva farci un granchè.
-Professore questo è Bill Kaulitz, un nuovo alunno-

-Bene, ti stavamo aspettando…ehm…vatti a sedere vicino alla signorina Mittoch e fatti dare gli appunti, così da non rimanere indietro…prego-

Ah si io sono Karina Mittoch,scusate la maleducazione! ^^…comunque quel ragazzo si sedette vicino a me, anche se io avevo già una compagna di banco, che però quel giorno era assente.

-Piacere Karina, o Kari se vuoi…tu Bill Kaulitz?-

-…Ehm si piacere mio…lui che insegna?-

Gli indicai la lavagna con il dito indice. Lo con lo sguardo lo seguì e nemmeno un secondo dopo mi si rivolse con una faccia del tipo “Oh.Cazzo!”…gli passai tutti i miei appunti e inziammo a fare amicizia.
Due ore dopo suonò il campanello dell’intervallo. Ognuno prese dal proprio zaino la sua merenda e “ravvivammo” i corridoi… ^^ io mi attaccai al calorifero nel corridoi e mi misi le cuffiette del mio mp3. feci partire la canzone e mi feci trasportare. Osservavo curiosa come ogni giorno i ragazzi che mi passavano davanti,senza capire quello che si dicessero. Poi vidi Bill avvicinarmisi seguito da un ragazzino molto simile a lui, solo che aveva dei rasta raccolti in una coda ed era vestito con abiti molto larghi in confronto alla sua stazza un po’ segalitica. Entrambi mi fissavano,allora mi tolsi le cuffie e subito Bill mi disse:

-Questo è Tom,mio fratello gemello…Tom lei è Karina…-

-Bill…l’ho notato che è carina…ho anche io gli occhi sai?? Ahah-

-Ehm no…io mi chiamo Karina con la “kappa” e non con la “ci”…comunque grazie per il complimento…siete gemelli? Che figata!-

-Si,ma io sono più fico di lui…io sono naturale lui è tinto…ahah-

-Tom sei un cretino! Ahahah…che ascoltavi?-

-Britney Spears…Atumn Goodbye…è carina e poi è la prima che mi è capitata…-

Driiiiiiiin!

-Dai Bill! Torniamo in classe…vieni! Ciao Tom!-

Presi per un braccio Bill e lo trascinai in classe. Quell’ora avevamo tedesco. Io non ero particolarmente brava, avevo la mia bella media del 7, e più in là non andavo ^^. Notai che invece Bill era molto bravo. Stavamo facendo analisi logica e non ci impiegava niente a scomporre una frase e a determinarne le parti.
Voi vi starete chiedendo: ma non è carino?
Si in effetti non è brutto e nemmeno il fratello. Diciamo che sono molto particolari,e sinceramente un po’ diversi dai soliti idioti che componevano la mia classe. Si era simpatico,ma nulla di più.

Finita la scuola lo stesso giorno

-Ehm…Karina ti va di venire a fare i compiti con me e Tom a casa nostra? Ho visto che tu di matematica e biologia vai molto meglio di noi due…e ci chiedevamo se potresti darci una mano…-

-Ehm…si…però…avevo già promesso ad Alex che gli avrei fatti con lei…-

Tom si intromise nel nostro discorso, anticipando Bill che stava per parlare.

-Alex? Amica tua?^^vabbè chiedile di venire anche lei…-

-Ok…allora vado a casa a mangiare e ci vediamo per le 14.30/15.00? ah si ditemi dove abitate che sennò giro la citta a vuoto…^^-

-Ah..ehm…si via ************* numero ** interno **-

-Perfetto! Allora ci vediamo dopo…ciao ragazzi!-

Mi incamminai verso casa mia che distava solo un chilometro dalla scuola *questo si chiama culo*, ma venni fermata poco dopo da Mark Ilgoch, il classico idiota,fighetto,fasciato dalla testa ai piedi di marche e firme, capelli ingellati, che nemmeno un uccellino sarebbe riusicto a scappare da quella “trappola”, con il suo sguardo come a dire *io sono figo e te dovresti essere onorata di essere stata fermata da me*.

-Se non ti togli dalle suddette palle io caccio un urlo che vedi…quindi hai due possibilità :la prima è che te ne vai e mi lasci in pace; la seconda è che te ne vai con poca sensibilità in punto a caso-

-Come siamo maleducate oggi! Volevo solo riaccompagnarti a casa! E poi dirti di stare alla larga da quelle due checche..sai dato che presto sarai la mia ragazza, non vorrei che ti macchiassi la reputazione come assistente sociale di due coglioni…-

-Hai tempo due secondi per fotterti…2…1…aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! Aiutoooooooooooooooooooo aiutoooooooooooooooooooo! Mi vuole fare maleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!-

Mi buttai a terra scalciando,e urlando. Nemmeno il tempo di urlare che un signore stava venendo verso di me. *perfetto* pensai.

-Ehi tu! Che le hai fatto? Ma non ti vergogni! Forza vattene o sarò costretto a chiamare i carabinieri…forza smamma!-

-Ma io…non ho alzato un dito!-

-Vattene! Forza! Tu piccoletta stai bene?-

-S…i…gra…gra…grazie…ho avuto tanta paura…davvero grazie…chissà che aveva intenzione di fare…-

-Cerca di stare attenta,e magari cerca di stare in giro insieme a qualche amico o amica…non si sa mai…di questi tempi hne gira di brutta gente…-

-Oh si…la ringrazio davvero tanto…come posso rimediare?-

-Ma non c’è di che…anzi…sai mica dove posso trovare lo studio dell’avvocato Mittoch?-

-Si…anche perché io sono sua figlia ^^-


Questo è il primo capitolo..spero che vi piaccia tanto… non è la classica storia a lieto fine…o almeno per Bill e Tom ^^ non vi preoccupate! Non muore nessuno!!! Baci da me!!!!!!!!

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Il secondo capitolo è bello che pronto!!!! Spero che il primo vi sia piaciuto…buona lettura!




Accompagnai quel signore da mio padre *sbaglio enorme*, e poi tornai a casa mia, dove mia mamma mi aspettava con il pranzo già pronto. Buttai lo zaino nella mia stanza, corsi a lavarmi le mani e mi infilai con le gambe sotto il tavolo, e iniziai a mangiare il filetto di carne con le patate al forno ^^. Come ogni giorno io e mia mamma mangiavamo con la televisione spenta, per raccontarci quello che avevamo fatto durante la mattinata. Io gli raccontai che avevo conosciuto due nuovi studenti. Bill e Tom. Che erano gemelli e che nel pomeriggio sarei andata da loro per fare i compiti, e che non avevo preso nessun voto.
Lei dal canto suo mi disse che papà era dietro ad un grosso affare e che presto ci sarebbe stata una sorpresa. Io odiavo le sorprese. Le odio tutt’ora. Io vado contro corrente. Odio molte cose tra cui le sorprese. Mangiammo tranquillamente, poi chiamai Alex. Alle 14.15 ci trovammo0 davanti a casa sua,perché era più vicina a quella di Bill e Tom, e venti minuti dopo eravamo sulla loro soglia di casa. Suonai il campanello, e Tom ci aprì la porta. Feci le presentazioni e andammo nella loro spaziosa sala da pranzo.
Iniziammo facendo inglese, e matematica. Passammo quasi un ora e mezza per fare cinque espressioni con frazioni e eloevamenti a potenze. Tra tutti e quattro non ce n’era uno che andasse bene in quella stramaledetta materia ^^! Poi finiti i compiti guardammo un telefilm idiota alla tv e verso le sei io e Alex rietrammo nelle nostre case.

è strano come ricordi tutto questo alla perfezione

Tre settimane più tardi…

Con Bill e Tom,ormai,ero inseparabile. Passavamo l’intervallo insieme nel cortile. Ogni pomeriggio ci vedevamo per fare i compiti, e nel week end usciavmo sempre io,loro due e Alex. Tra di noi c’era un forte legame di amicizia, e nient’altro. Anche se avevo capito di piacere un po’ a Bill, e nonostante questo mi lusingava, io purtroppo non provavo lo stesso sentimento nei suoi confronti,ma bensì in un nome che mi veniva sempre in sogno. Marco. Era un nome non tedesco, e nonostante tutto lo sognavo praticamente ogni notte.
ricordo che facevo dei sogni in cui c’ero io, mano nella mano con un ragazzo di cui peò non vedevo il volto. Eppure andavamo in giro per una città a me sconosciuta, mano nella mano, e parlavamo, io ridevo,sorridevo, e anche se era un sogno, sentivo il cuore scoppiarmi nel petto. Non ho mai raccontato questi sogni a nessuno. Forse per paura di venire derisa, o chissà…forse perché nonostante Alex fosse la mia migliore amica, non riuscivo a fidarmi di lei fino in fondo di lei…è sempre stato un mio pessimo difetto.
Ricordo con esattezza quando Bill venne a casa mia per fare i compiti. Mancano circa quattro giorni alla fine dell’anno, o di consuetudine ci sarebbe stato uno stramaledetto ballo per eleggere Re e Regina dell’istituto =(.

-Ehm….senti…tra qualche giorno ci sarà il ballo e mi chiedevo se ti andava di venirci con me…sempre se non hai accettato qualche altro invito…-

Per me questo era il ballo di fine anno:
Ballo= vestito da femmina+ scarpe assurde+ capelli pieni di fiori e lacca+figuraccia di merda davanti a tutta la scuola.

-Ehm…insomma…ecco…non ho ancora accettato niente…-

-Quindi accetti?!-

Troppo…troppo speranzono…e poi gli occhi da cucciolo…era troppo anche per me che con i ragazzi avevo sempre avuto un cuore un po’ freddo… sospirai e accettai ad una condizione: niente effusioni,quindi niente abbracci o baci o altro. Non tanto perché mi davano fastidio quanto per il fatto che non volevo illudere Bill. Era importante per me, ma non fino a quel punto.
Arrivò la sera del ballo. Mia madre era riuscita contro la mia volontà a farmi indossare un vestito giallo brillante, con una fascia gialla sotto il seno con una fibbia arancione e gialla a forma di sole. I capelli me li aveva arricciati con il ferro apposta e mi aveva unito due boccoli con una mollettina arancione. Avrei voluto mettermi le mie amate scarpe da ginnastica,ma era scontato che il mio “sogno” non si sarebbe avverato. Mi fece mettere delle ballerine color rame.
Mi guardai allo specchio. No. Quello non era il mio genere. Per niente. Avrei voluto andare in camera, infilarmi un paio di jeans e una maglia presa a caso dall’ armadio. Sfortunatamente erano arrivati Bill,Tom e Alex. Anche lei vestita con un vestito un po’ più corto del mio e di colore rosso fragola, proprio come gli elastici dei due codini che si era fatta dietro la testa. Ci guardammo a vicenda e scoppiammo a ridere. Mentre i due “uomini” ^^ ci guardavano quasi imbarazzati, vedendoci per la prima ed ultima. E sottolineo ultima volta con le gambe scoperte. Entrambi avevano una specie di smoking. Pantaloni neri,camicia bianca e giacca nera. Sembravano due camerieri di quei locale soffisticati.
Andammo al ballo. Quando entrammo nella palestra addobbata tutti si girarono verso di noi. Soprattutto le ragazze. Guardavano me e Alex in segno di sfida. Poi capii il perché.
Verso metà serata Bill e Tom salirono sul palco. Bill si mise vicino al microfono, Tom impugnò una chitarra, e dietro di loro si materializzarono due ragazzi che non avevo mai visto. Uno con in mano un’ altra chitarra e l’altro dietro alla batteria. In tutta la sala si diffuse in pochi attimi il suono della chiatarra seguita subito dalla voce di Bill. Io e Alex ci guardammo sgranando gli occhi. Com’era possibile che i nostri migliori amici ci avessero tenuto nascosto tutto questo???


Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto…non manca molto all’arrivo del 3°…bè commentate numerosi! Un grossa bacio! <3

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Ed eccovi il 3 capitolo! non anticipo niente sennò non c'è gusto!!




Ero meravigliata. Bill aveva una voce straordinaria. Ti penetrava nel corpo. Erano davvero formidabili. E bugiardi! Non ce lo avevano detto! ^^

-Cattivi!!! Non ci avete detto un cavolo! Siete delle…delle…vabbè insomma avete capito…! ^^-

-Oh…eh…si lo sappiamo…voleva essere una sorpresa…piaciuta?-

-A me si tantissimo Tom! A lei un po’ meno, perché odia le sorprese…-

-Potevi dircelo! Così te lo avremmo detto!-

-Ma io che caaaavolo ne sapevo che vi mettevate su un cavolo di palco a cantare! E comunque siete proprio bravi…devo ammetterlo…^^-

Poi guardandomi intorno, vidi che tutte le ragazze ci stavano osservando ancora, così presi Bill per un braccio e lo trascinai vicino all’uscita della palestra. Quaqndo ci fermammo vidi nei suoi occhi uno sbrilluccichio *so che non è grammaticalmente corretto* di speranza, che io smorzai subito.

-Bill…perché tutte le fanciulle radunate per questo stupido ballo, ti guardano imbambolate, e a me invece sembra mi vogliano squartare??? Ho paura!-

-Boh…sarà che ora fanno girare il nostro video sui canali musicali alla tivù e forse perché passano la nostra canzone alla radio…boh valle a capire…-

-Lo sai che inizio ad odiarti? Uh…chi sono quei due ragazzi che si sono materializzati dietro di voi sul palco?-

-Ah si…vieni che te li presento!-

Tornammo da Alex e Tom,che intanto erano stati raggiunti da quei due ragazzi lì. Avevo l’impressione che fossero più grandi di noi. Uno era alto un po’ più di me, capelli corti e biondi. Vestito con jeans neri, camicia bianca e giacca nera. L’altro invece aveva capelli corti e castani, era più alto di me…mnolti di più e anche lui era vestito come l’altro, ovvero indossava dei jeans neri e una camicia bianca,senza giacca sopra. Entrambi avevano delle scarpe da ginnastica bianche. Bill li salutò facendo un movimento della testa, e loro ricambiarono con un semplice “ciao”.

-Gustav,Georg lei è Karina…-

-In effetti non sei male…ahahah…-

Mi pare che a parlare fosse stato Georg. E come al solito nessuno capiva che il mio nome si scriveva con la K e non con la C!

-Grazie…ma il mio nome è Karina…K-A-R-I-N-A…con la K e non con la C!^^-

-Ah…scusa! Eheh…nome particolare-

-Bè Bill…ci stavamo congratulando con Tom per il vostro abbigliamento da pinguini…dovremmo fare i nostri concerti con voi due vestiti così…almeno se proprio facciamo schifo non facciamo piangere grazie a voi!-

-Questa battuta fa letteralmente schifo Gustav!-

Passammo il resto della serata con loro due. Erano simpatici e non se la tiravano,come invece facevano molti ragazzi più grandi di noi. Chi fu eletto Re e Regina della scuola fu ovvio: Mark Ilgoch e Marianne Tonerz. Lui fasciato da capo a piedi da un vestito bianco, come quello dei gelatai, e una camicia nera. Lei in un abito fatto su misura, color rosa fosforescente, con ballerine del medesimo colore. I capelli raccolti e un cerchietto con un enorme fiore di ibisco che le teneva un ciuffo. Erano l’accoppiata vincente insomma… come dice il detto “Dio li fa, poi li accoppia”^^.

Passai tutta l’estate con Bill,Tom,Gustav,Georg e Alex. La mattina a casa a fare i compiti, e il pomeriggio fino alle sei e mezza, o in piscina o a girovagare come anime in pena per la città.

Giorno 7 agosto 2003

Ricordo quel giorno perfettamente.

Mio padre tornò come ogni giorno a casa alle sette. Era stata una giornata dura,disse. Ma questo lo diceva sempre. Mangiammo in tranquillità. Poi finito il dolce,io feci per andare in camera mia per attaccarmi al pc. Ma mio padre mi chiese di fermarmi cinque minuti. Brutto. Segno.

-Karina, io e la mamma dobbiamo dirti una cosa che non ti piacerà-

-Allora non ditemela…no?^^ cercavo di fare la simpatica,ma sotto sotto avevo un brutto presentimento.


Fine del 3 capitolo…spero che vi sia piaciuto leggerlo…spero anche di leggere le vostre recensioni!!!!! Grazie grazie! Un bacio!!

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Il quarto capitolo è bello che pronto!!!! Spero che il terzo vi sia piaciuto…buona lettura!




-A papà hanno asseggnato un caso davvero difficile, e importante. Devo difendere una grossa casa farmaceutica da un sacco di noiose accuse. E purtroppo dovrò andare a lavorare in Italia. Quindi con la mamma abbiamo già trovato una persona che ci affitterebbe una casa, proprio a Roma. Lo so che qui hai tutti i tuoi amici, e la scuola. Ma vedrai che là ti farai nuovi…-

Non lo feci continuare. Non piansi. Non avevo nemmeno la forza di versare una lacrima. Mamma mi guardò negli occhi, sorpresa anche lei della mia reazione. Anzi della mia non-reazione.

…-Bè se è importante e avete già trovato delle soluzioni, allora va tutto bene-

-Amore non ti devi preoccupare. Con il carattere che ti ritrovi, farai amicizia immediatamente!-

-Si…bè quando si parte?-

-Partiamo il 1 settembre. Quindi hai tutto il tempo per stare inisieme ai tuoi amici,ancora per un po’-

Pensai subti al peggio. Quel giorno era il compleanno di Bill e Tom! Ci tenevo tanto a stare con loro, ad andare alla loro festa. Ma i grandi rovinano sempre i piani di noi ragazzi. Quindi feci finta di niente,e non dissi a nessuno che sarei partita,e che forse, non sarei più tornata.
Con i miei amici facevo i compiti, anche se non mi sarebbero serviti. Andavo in piscina, cercavo in tutti i modi di non pensare che il tempo che mi rimaneva con loro ogni giorno diminuiva. Fantasticavo sul fatto che un giorno i Devilish sarebbero diventati famosissimi,e mi avrebbero raggiunta in Italia, per riportarmi a casa mia. Nella mia Germania. Non volevo partire. Ma con mio padre era inutile discutere. Mi prefissai che raggiunti i vent’anni sarei ritornata a vivere nella città che aveva dato vita a tanti miei natali, alle mie amicizie. Insomma alla mia vita.
Per tutto quel tempo non pensai ad altro. Nemmeno al nome che sognavo ogni notte. Anzi, per dire la verità un giorno ci avevo fatto un pensierino. Insomma sì era un nome intaliano, io sarei andata a vivere in Italia, ma chissà se avessi mai incontrato un ragazzo con quel nome. Odiavo le coincidenze. Le odio tutt’ora.
Era il 18 di agosto,e mio padre già midiceva di mettere a posto camera mia, cioè mettere negli scatoloni peluches, cuscini,libri e altra roba.
Ricordo che mentre facevo una pila di libri, da mettere in una scatola, sentii la voce di Bill che parlava con mia mamma. Era la fine, pensai. Bill rimase in piedi davanti alla soglia di camera mia. Io fingevo di non averlo visto. Continuavo a mettere i libri nella scatola, ma poi fui bloccata dalla sua mano che stringeva la mia. Si era accucciato vicino a me,e mi fissava curioso e spaventato. Con il suo viso da cucciolo, gli occhi spalancati al mondo. Non riuvo a guardarlo.

-Karina…dimmi che sta succedendo…ti prego…-

-Parto Bill. Mio padre ha un grosso affare in Italia,e io lo devo seguire con mia mamma-

-E…e…quando?-

-Partiamo il 1 settembre. Lo so Bill che è il vostro compleanno. Non vorrei partire, ma non posso farci niente-

-No! Proprio quel giorno! Cazzo! Perché? Perché??? Ma con tutti i posti che ci sono in questo cazzo di mondo proprio in Italia devi andare??-

-è inutile che urli. Non ci posso fare niente. E tu nemmeno. Quindi non potremmo goderci questi ultimi giorni in pace?-

-Perché…perché…-

-Lo so da molto tempo, ma non vi ho detto niente proprio per questo. Già sono stressata di mio, cerca di non dirlo a nessuno,perché l’ultima cosa che mi manca è proprio quella di venire tartassata di persone che non capiscono-

-Si, scusa. Vuoi una mano?-

-Grazie…inizia a piegare le coperte che ci sono sul letto e mettile poi dentro quella borsa-

Lo sapevo che sarebbe andata a finire così… troppe delusioni, troppa tristezza, troppo dolore. E non sopportavo tutto quello. Avrei voluto piangere. Era tanto tempo che lo volevo fare. Ma c’era Bill, e non mi osavo. Sarei dovuta essere sola per farlo.
Come mi odiavo allora. Mi sentivo incapace di fronte a tanta sofferenza. Ero incavolata con i miei,ma certo la mia incazzatura non avrebbe fatto tornare le cose come stavano. Quindi cercai di andare avanti per quei pochi giorni che mi rimanevano in Germania. Cercai di assaporare ogni cosa. Anche la più insignificante. Le strade che erano state le mie passerelle, i giardini che vedevo dalla finestra di camera mia, le risate dei bambini, il rumore dei clacson delle macchine. Tutto mi sarebbe mancato. Non avrei più riavuto indietro quello che mi aveva dato la voglia di continuare. Avrei voluto sapere se sarei tornata, se avrei più rivisto, riassaporato tutto quello. Avevo paura ad andarmene. E se fossi tornata e fosse stato tutto diverso? Ma soprattutto temevo che i miei amici mi dimenticassero. Tornare dopo tanto tempo e sentirmi dire: <> non so se sarei riuscita a sopportarlo.

1 settembre. Il giorno della mia morte

Ero seduta sull’aereo che da Berlino mi avrebbe portata a Roma. Avevo gli occhiali da sole, le cuffie nelle orecchie, ma nonostante tutto non riuscivo a non pensare a Bill,Tom,Gustav,Georg e Alex. Non eravamo ancora partiti,e li vidi tutti e cinque salutarmi qualche centinaio di mentri di distanza dalla pista. Alex era in ginocchio vicino a Gustav con le mani sul viso. Tutti guardavano l’aereo prendere il decollo. Eccetto Bill. Lui fissava il terreno. Lo avevo ferito per l’ennesima volta.

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Capitolo conclusivo! Spero che la mia storia vi sia piaciuta! Un grosso bacio!




Nella mia mente ritornava ancora quella scena, quell’iimagine, quei pochi attimi, gli ultimi secondi. A distanza di anni, ogni momento ricordavo che avevo fatto soffrire Bill, nonostante lui non se lo fosse meritato come dei flash-back. In u istante ritornavo là, nella mia Germania, con il mio migliore amico, a cui avevo tarpato le ali, strappato il cuore dal petto. Non posso ancora capacitarmi di avergli detto quelle cose.

-Dimmi...che non ci dimenticheremo mai...che un giorno ci ritroveremo...-

-No Bill...lo sai,odio le promesse...e poi sappiamo benissimo come andrà a finire...tu diventerai famoso, e non avrai più tempo per tutto questo...-

Me ne andai così.Sì forse il nostro addio era stato troppo brusco, ma non avrei potuto fare altrimenti...per quanto ci volessimo bene il nostro destino aveva deciso di farci separare,e io contro il destino non voglio giocare...nessuno può capire come mi fossi sentita nel vedere i miei amici, che mi salutavano dalla pista e lui, il più importante tra loro, guardarsi le scarpe. Lo avevo deluso, illuso, preso in giro…e mi sentivo,e mi sento tutt’oggi una merda.
Ormai vivo a Roma da tanti anni, 7 per essere pignoli. Ho finito il liceo di comunicazioni,e ora lavoro come commessa in un negozio di abbigliamento di grandi firme. Dolce&Gabbana, Armani, Cavalli…ne abbiamo di tutte i colori. Ho trovato nuovi amici, che mi hanno fatto passare un po’ la malinconia. Costanza, la mia migliore amica, Diego, suo fratello e Marco, il mio migliore amico maschio. Sì ho incontrato anche lui, ma non è il mio fidanzato. Lui è già impegnato con Emma, con lei ho un rapporto normale. Diego e Marco vanno all’università di economia e commercio, Costanza invece vuole fare la pasticcera, quindi sta tutto il tempo o a casa, o da qualche pasticciere che le insegna nuove ricette, che poi mette in pratica,e usa noi come cavie. Emma studia lingue, ed è molto portata. Voglio bene ad ognuno di loro. Sono tutti diversi nel carattere e fisicamente.

Emma classica figlia di papà,che però non se la tira. È alta, occhi nocciola, lineamenti perfetti e capelli rossi. Infatti ha una carnaggione molto chiara. Fa nuoto da piccolissima, infatti è molto magra,ma non anoressica. Anzi è quella che mangia più di tutti noi.

Costanza, alta un po’ più di me. Ha i capelli biondo cenere, gli occhi verdi-marroni ed ha una corporatura normale. È sempre allegra,anche quando le cose non vanno nel verso giusto. Il suo motto è <>. Già come Gustav. Infatti lei mi ricorda molto lui, da questo putno di vista.

Diego sembra un modello. Altro, moro con gli occhi verde brillante, fisico asciutto, gioca a rugby ed è…bè è il mio ragazzo. È dolce, e intteligente. E mi piace proprio perché non se ne trovano così oggi giorno.<3

Marco. Bè lui è molto alto, e molto tondo ^^. Però è morbido, per questo lo adoro. Non ha mai fatto dieta in vita sua, e dice che non la farà mai. È il primo della fila quando Costanza fa una delle sue meraviglie. È spassoso, buffo e forte. Nel senso che se ti da una pacca sulla spalla, come minimo ti sposta più avanti. Io fra un po’ non finisco sotto una macchina ^^.

Io, bè…sono cresciuta. Non sono né grassa, né magrissima, diciamo nella norma. I miei capelli non so per quale strana ragione sono diventati mossi, la mia carnagione è sempre molto sul pallido andante, e bè, sono diventata più forte caratterialmente. Non dico che sono un pezzo di ghiaccio,ma…ops! Scusate! Sono entrati dei clienti.

-Buongiorno. Posso esservi d’aiuto?-

-Ehm…yes can you speak in english?-

-Ehm…yes,of course. Can I help you?-

-Yes. Thank you. Ehm… I’m looking for a belt with a buckle shaped like a skull. There you have them?-

-Ehm…i think yes. I see if there are some here.-

Eppure mi sembra di conoscere questo ragazzo. Alto un po’ più di me. Vestito con vestiti da rapper. Occhiali da sole enormi. I capelli pettinati con delle treccine scure. Un piercing al labbro inferiore. Ma dove cavolo l’ho già visto?

-Ed ora amici di RDS vi presentiamo la nuova canzone dei Tokio Hotel. The world behind my wall-

Tokio Hotel? Mi giro verso quel ragazzo. Anche lui mi sta fissando. Sembra impietrito. Dietro di lui appaiono una guardia del corpo credo, e un ragazzo un po’ più basso di lui, anche questo con degli occhiali da sole, e un cappelino in testa. Però cavolo. Sono troppo familiari. E poi Tokio Hotel…OH CAZZO!
-Tom! Gustav! Siete voiiiiii!!-

Inizio a parlare in tedesco.

-Si, siamo noi…ci conosciamo?-

Oh no! La frase da me tanto odiata! Non ci posso credere. Non ci voglio credere! -Sono Ka…-

Ed ecco entrare la grande star. Lui il mio ex migliore amico. Bill. Cazzo quanto è alto. Vestito tutto di nero dalla testa ai piedi. È magrissimo.

-Scusate,ma fuori sono arrivate un paio di fans…che palle...Tomi hai chiesto se c’erano delle cinture?-

-Si, a questa ragazza qui. Ha detto i nostri nomi come se ci conoscessimo da sempre. Bill la conosciamo?-

Bill mi guarda. Mi fissa. Mi viene vicino. Io lo sto guardando emozionata. Sto sperando che almeno lui mi riconosca.

-Mmm..no…com’è che ti chiami?-

-Sono Karina Mittoch-

Si sta togliendo gli occhiali,mentre lo dico. Sgrana gli occhi. Accenna un sorriso,ma lo muta subito. Fa una faccia del tipo: io a te non ti conosco. Ma Gustav, penso, illuminato da un lampo di genio mi viene incontro sorridendomi.

-Karina! Sei davvero tu? Scusaci piccoletta! È che non ci si vede da tanti anni. Vedevo qualcosa di familiare in te,ma non riusivo a capire! Come sono contento! Ragazzi è Karina! Quella che veniva con voi alle medie!-

-Noi non conosciamo nessuna Karina Mittoch…ti starai confondendo Gus-

-Oh dai ragazzi! Non mi sono sbagliato! Cazzo non fate i bambini piccoli! Forza!-

-Io me ne vado. 1 non conosco nessuna Karina Mittoch. 2 potrebbe essere una di quelle che a scuola con noi, come dici te Gus, ci pigliava per il culo,e ora ce lo lecca perché siamo famosi-

-Bill sei un coglione…so benissimo che ti ricordi di lei. Sei solo così tanto stronzo da farla stare male…sei proprio una merda!-

-Intato questa merda scrive i testi delle canzoni che ci hanno fatto diventare famosi…quindi ora andiamo prima di venire sommersi dalle fans-

È cambiato tanto. Troppo. Non vedo più quel ragazzino dolce e sensibile, che c’era sempre, anche alle due di notte. Cerco di reprimere le lacrime. Pensavo di essere diventata più forte, einvece scopro di essere la solita. Non pensavo che Bill fosse diventato così egoista, così….non so nemmeno spiegarlo. Ma forse è giusto così…forse è destino.


Questo è il capitolo conclusivo della ff. lo so è triste,e ho dato a Bill una parte da stronzo…però per quanto mi possano piacere i TH penso che non bisogna solo scrivere storie a lieto fine, in cui tutti sono buoni, dove l’amore trionfa. La vita non è così…comunque spero che vi sia piaciuta…commentate!!!

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