Sonata

di Adelhait
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inizio - Nuova vita ***
Capitolo 2: *** La nuova casa ***



Capitolo 1
*** Inizio - Nuova vita ***


Sonata



Capitolo I
Inizio - nuova vita.






Finalmente sono arrivata.
Sono giunta in questa nuova città. In questa nuova scuola, anche se non dovrei definirla così.
Questo termine è riduttivo, essa è un’accademia di musica…un conservatorio.
Un luogo dove, la mia anima potrà di nuovo librarsi senza alcuna costrizione.
Ho cambiato troppe scuole negli ultimi tempi, colpa del lavoro dei miei genitori.
Mfh! Genitori, solo di sangue, ma non di fatto.
Siamo degli estranei sotto lo stesso tetto, l’unica cosa che ci unisce è la musica.
Un legame indissolubile.
Forse è per questo che ho deciso di continuare a studiare. Di migliorare.
Ho diciassette anni, quasi diciotto, mancano pochi mesi e sarò maggiorenne…anche se sono molto matura per la mia età.
Capelli neri come i tasti del mio compagno…il pianoforte.
Esso è stato il mio unico conforto dalla solitudine. Come ho già affermato prima, ho vissuto fino ad ora con i miei genitori.
Due persone perennemente impegnate.
Mia madre, una donna bellissima dai capelli castani, e occhi neri come la notte, è una famosa cantante lirica. La sua voce è simile a quella degli angeli. Un soprano.
Anche il suo nome evoca una canzone melodiosa, Adelaide Etienne.
Invece mio padre è un maestro d’orchestra, bravo e impetuoso, come la musica che dirige.
Capelli corvini e occhi dello stesso colore. John Brendan.
Io ho preso il suo carattere ribelle e impetuoso…Rin è il mio nome. Un nome che evoca un suono. Un tintinnio.
Rin Brendan la ribelle.
Questo è l’appellativo giusto per me.
Ribelle. Solare. Passionale…ma sola.
Già, sola.
Come ora che osservo l’entrata del maestoso palazzo in stile ottocentesco. Sono ferma sulla scalinata di marmo, mentre gli allievi entrano ed escono.
Ragazzi e ragazze che come me ama la musica.
C’è chi tiene una custodia, che conserva uno strumento, tra le mani. Chi uno spartito.  Chi una borsa.
Sorrido, intanto faccio scivolare la maniglia del mio trolley e comincio a fantasticare sulla mia nuova vita.
Sul mio nuovo mondo e sussurro.
“Rin, credo che qui sarai felice”.




Continua…



___________________
Ops! Ci risiamo XD. Ho iniziato una nuova storia, nata da una shot postata ieri.
È iniziato per gioco, ma che poi ha preso vita. Un sogno e una musica. Un ricordo d’infanzia. Infatti, avevo iniziato a suonare il piano, ma per motivi personali ho smesso…ma sono rimasti gli spartiti ^^.
Che bei ricordi ^^.
Spero che piaccia come inizio, anche se breve. Adoro Rin, mi somiglia un po’.
Bene ora vi lascio, un bacio a chi legge, ma anche chi recensirà.

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Capitolo 2
*** La nuova casa ***


Capitolo II
La nuova casa.




Adoro l’andirivieni che c’è sulla scalinata del conservatorio. Mi rende euforica, erano mesi che non mi sentivo così.
Sento le mie dita muoversi frenetiche. Vogliono di nuovo danzare sul piano.
Prendo di nuovo la maniglia del mio trolley, è ora di andare a casa, domani ritornerò. Anche se a malincuore, saluto il mio nuovo mondo e mi dirigo verso la mia dimora. La mia nuova casa.
Da oggi abiterò da mia zia Sophie, la sorella minore di mia madre.
Cammino tra le strade con in mano un pezzetto di carta. L’indirizzo del suo appartamento.
Sospiro, mentre osservo gli innumerevoli segnali. Ma niente! Quella dannata strada non la trovo. Giro a vuoto tra le strade e i vicoli, ormai sono esausta e come me i miei poveri piedi che gridano vendetta.
Facciamo bene i conti: quanto tempo ho camminato?
Boh, un paio d’ore? Credo sì…ma che tristezza.
Mi chiedo: perché non ho chiamato un taxi come fanno le persone normali?
Mah, alcune volte so di essere un tipo davvero curioso.
Mi fermo sul marciapiede e mi siedo sul mio povero trolley (credo che tra un po’ mi prenderà a calci, lo so), prendo la bottiglietta d’acqua tonica al limone e ne bevo un sorso. Però devo trovare una soluzione…dove, abita mia zia?
“Uffa! Mannaggia a me! Mi sono persa!”.
Piagnucolo, quando d’un tratto alzo lo sguardo e intravedo qualcosa che mi fa sorridere ed esultare dalla gioia.
Saltello come un bimbo di sei anni che ha trovato la figurina mancante del suo album. Sono davvero buffa, infatti, un vecchietto occhialuto mi osserva…che cosa avrà pensato?
Che sono pazza.
Riprendo la maniglia del mio trolley e lo trascino con forza verso quella cosa ( mi ucciderà lo so)…l’insegna della strada.
Della mia strada. Già, mi sento un po’ padrona di quella piccola tabella.
Ho quasi le lacrime agli occhi. La guardo e sospiro felice.
“Finalmente”.
Osservo la strada, piccola e pulita…come piace a me.
M’incammino e finalmente trovo la palazzina dove, abita zia Sophie. Mi avvicino e comincio a esaminare il citofono, e trovo il suo nome. Sophie Etienne, anche se io avrei messo Sophie la Folle.
Io sono la Ribelle, un duetto che farà scintille lo so.
Suono e mi apre. Salgo sopra. Abita in un attico… e che attico.
Rimango a bocca aperta, quando entro.
“Rin, ben arrivata”.
Mi dice mia zia, mentre mi abbraccia…anzi diciamo che mi strozza. Un boa constrictor è molto più dolce.
“Grazie…zia”.
Dico, cercando di trovare un po’ d’aria. Faccio mille smorfie buffe, mentre lei mi stritola.
Aria! Aiuto! Help me! Principe azzurro vieni in mio soccorso.
“Oh! Ti sto soffocando per caso Rin?”.
Mi dice guardandomi con aria perplessa. Diciamo da ebete.
“Beh, un pochino”.
Dico con un sorriso molto tirato. Ma certo zia! Stavo per morire soffocata…ma porca pupattola!
Per mia fortuna lo stritolamento amoroso finisce, e finalmente mia zia si decide a mostrarmi la mia camera. Sono emozionata, mentre mi accompagna. Chissà come sarà?
Non sono più nella pelle dall’emozione, quando…spalanca la porta di legno chiara e mi mostra…
“Spero che ti piaccia”.
Io non posso crederci. Ragazzi o ragazze lì presenti avete due tizzoni roventi che vi avanzano per caso? Vi prego di prestarmeli voglio bruciarmi gli occhi…oddio la camera è…
“Il rosa è un colore meraviglioso, come anche il personaggio oggi di moda”.
Mi sorride quella demente di mia zia. Sapete, ha avuto il buon gusto ( cattivo) di arredare la mia camera con Hello Kitty. No! Io detesto quel gattaccio dal sesso ambiguo.
E poi tutto quel rosa e pizzi. Ora so che mi verrà una vera crisi nervosa.
Sorrido nervosamente…diciamo che ho tic al viso dove, la bocca si muove in un sorriso, mentre mia zia saltella nella mia nuova camera. Ora so cosa voglio per il prossimo Natale, niente cd di musica classica, ma una bella naginata giusto per far fuori questo essere che ha il mio stesso sangue.
“Ti piace?”.
Mi domanda sbattendo gli occhi come un personaggio buffo di qualche anime.
“Sì, certo zia”.
Vorrei vomitare per la cacchiata appena detta, ma non posso. Mannaggia!
Mi sento con il morale a terra, ma devo riprendermi dopotutto passerò molte ore al conservatorio. Sia lodato la persona che inventò la scuola. Sarò lapidata per questo, ma vivere in un mondo rosa e zuccheroso fa davvero orrore, fidatevi.
“Ne sono felice, nipotina mia!”.
Come non detto. Quella pazza mi ri-stritola in un abbraccio soffocante. Di sicuro in una vita passata era un boa constrictor.
Per fortuna mia, il telefono mi salva squillando il quel momento ( sia lodato l’essere che ha chiamato).
Mia zia saltellando va a rispondere, io resto a guardarla saltellare…ma cosa si fuma questa qui?
Roba forte annuisco. Mi giro di nuovo verso quel luogo roseo e gattesco, ed entro. Non mi piace, ma devo adattarmi.
Che sfiga!
Comincio a disfare la valigia e ripongo con molta cura ogni cosa…no, ho mentito. In verità ammonticchiò la mia roba sulla poltroncina bianca con i cuoricini rosa dove, vi è raffigurato quel mostro.
Sono una vera disordinata. Infatti, la mia tata mi riprendeva sempre per questo mio difetto.
Ah, come mi manca. Kaede perché non sei venuta con me? Mi mancano le tue torte, crostate al cioccolato, i bignè, biscotti al limone, la cioccolata con panna…beh, diciamo tutti i dolci.
Sono una golosona e ne vado fiera, alla faccia della dieta. Anche se, in verità non sono cicciona ma magra.
Vorrei essere un po’ in carne, specialmente nella zona balcone…una terza piccola, diciamo una seconda abbondante…non è il massimo…uffa!
Ripenso alla mia tatina, intanto ho finito la mia opera di ammonticchiamento…ne vado fiera.
“Nipotina adorata!”.
Un urlo mi fa saltare come un canguro. Mi giro e trovo mia zia che ride come una scema. Perché?
“Zia che c’è?”.
“Ma che fai?!  Gli indumenti non si ammonticchiano, ma si ripongono con cura nell’armadio”.
Mah va? Sai non lo sapevo…ho sempre creduto che l’armadio fosse una sorta di porta magica per Narnia.
“Grazie non lo sapevo”.
Dico leggermente acida, mentre afferro la mia roba e la ficco nell’armadio. Mia zia mi osserva leggermente stranita, ma poi sorride di nuovo (soffrirà di qualche paresi facciale?).
“Prego”.
Ed ecco che si avvicina per stritolarmi di nuovo, ma io meglio di un terzino la evito…fregata tiè!
La serata passata tranquilla, tranne i continui gridolini e stritolamenti…in una vita passata ero un calippo lo so.
Finalmente mi godo un bagno rilassante…tra le mille bolle blu.
Mi ci voleva proprio dopotutto ho camminato per ore e poi sono stata stritolata da una donna di circa trent’anni, amante del gattismo pelucchioso e roseo…mi chiedo se esista una religione del genere? Speriamo di no, al solo pensiero mi sento male.
Esco dal mio bagnetto, quasi…quasi mi trasferisco qui, poiché la mia camera…beh, lo sapete no? È troppo rosea per i miei gusti.
Pazienza.
“Su Rin andiamo a letto che è tardi”.
Mi dico, anche se il mio corpo vuole rimanere lì dentro… di sicuro quel mondo puccioso mi tormenterà nel sonno.
Mi muovo con il capo chino e mi ficco sotto le coperte, anche se con Hello Kitty…che martirio.
“Domani farò un po’ di compere, voglio un copripiumone più decente”.
Mi dico, intanto mi appoggio meglio sul cuscino e piombo in un sonno pesantissimo…sono davvero esausta.
Speriamo di non aver ronfato…anche se ne dubito…
La notte corre veloce, mi rotolo ancora nel mio lettino quando…
“Nipotina adorata!!!”.
Apro gli occhi di scatto e urlo come una pazza, mi trovo di fronte al mio naso un’orrenda bestia. Ha il viso con un’improponibile maschera ai cetrioli, cuffietta con tanto di fiocchetti rosa e viola, e mi guarda con quegli occhioni stile manga.
Io mi alzo di scatto, mentre mentalmente invoco una preghiera come farebbe un buon esorcista.
Immondo essere esci da questo corpo.
Ma con mio sommo dispiacere mia zia non è posseduta da nessuno…peccato! Un po' furiosa le dico...anzi le urlo.
“Zia non farlo mai più! Mi hai fatto venire un colpo, grazie al cielo non soffro di qualche malattia cardiaca…se no, addio mondo meraviglioso”.
Lei china il capo in segno di scusa e mi avverte che sono le sette e la colazione è pronta. Le sorrido e la perdono, anche se un cazzotto ci stava.
Avvertenze: mai svegliarmi di colpo, sono un tipo piuttosto irascibile e mordo…quindi uomo avvisato mezzo salvato.
Mi vesto, mi infilo una bella gonnellina nera plissettata, gilet del medesimo colore e camicia bianca. I capelli li lascio sciolti, almeno mi coprono le orecchie che io definisco da Dumbo…anche se molti dicono che non ho le orecchie a sventola, però io dico sempre di sì.
Mi dirigo in cucina attirata dal profumo di caffè…buono il caffè.
Lo bevo, mentre afferro un cornetto caldo, mia zia anche se stramba è un’ottima cuoca…fa certi dolci da leccarsi i baffi. Si denota che sono un amante del Dio Zucchero a gogò? Certo.
Poggio la tazzina, saluto la mia adorata boa constrictor e mi dirigo a scuola…al mio mondo musicale.
Spero di trovarmi bene…ma con il mio carattere solare sarà una pacchia fare amicizia.
Scendo e m’incammino verso scuola…però sbaglio a chiamarla così, è un Conservatorio. Adoro questa parola, come suona bene.
Accarezzo la mia borsa e guardo il cielo azzurro.
“Speriamo che mi trovi bene in questa nuova città”.
E mi dirigo verso quel bellissimo posto…





Continua…




___________________
Oh, bene che dire? Beh, il capitolo è una sorta di esperimento…diciamo che cerco di provare a descrivere una Rin meno seria, anche se non ci riesco molto…mi esce sempre un essere strambo XD.
In questo capitolo poi fa solo pena…però come ho già detto prima tutta la storia è una sorta di esperimento. Buona lettura e ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente.
Un bacio.

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