Qui dove batte il cuore...

di elettra1991
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** AVVISO! ***
Capitolo 52: *** Tornata!!! ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ciao a tutti, questa è la mia prima fanfiction. Doveva essere una One-Shot ma alla fine ho preferito fare una storia a capitoli. E' abbastanza incentrata su Draco ed Hermione anche se poi attorno ruoteranno tutti gli altri personaggi e soprattutto Ron ed Harry. Si svolge durante il Sesto anno ad Hogwarts e non tiene conto degli eventi del Settimo libro. Più che altro è quello che mi sono immaginata potesse succedere se Draco in "Harry Potter e il principe Mezzosangue" avesse fatto altre scelte.
Spero che vi piaccia. Intendo postare, studio permettendo, almeno un capitolo a settimana, se non di più.
Per favore recensite per farmi sapere che ne pensate o se vi sembra che mi stia allontanando troppo dai personaggi originali. Grazie mille



Hermione si svegliò di soprassalto, sentendo un brusco frullare d'ali fuori dalla finestra del suo dormitorio.
Cercando di non svegliare Calì e Lavanda si alzò ancora insonnolita e sbadigliando aprì le vetrate, e una bellissima civetta delle nevi le si appoggiò sul braccio.
Dopo essersi lasciata slegare il messaggio dalla zampa il volatile becchettò insistentemente la mano della strega. - Edvige non ho niente da mangiare, mi dispiace, torna da Harry.-
Dopo uno sguardo rancoroso la civetta riprese il volo ed Hermione aprì la busta, cercando di decifrare le spigolosa scrittura di Harry e capì che l'amico la pregava di raggiungere lui e Ron in cortile per aiutarli con i compiti di Pozioni.
Il fatto che i suoi migliori amici fossero svegli e che stessero per di più studiando all'alba delle dieci di mattina la impensieriva non poco.
Il mistero fu svelato non appena giunse nell'angolo più appartato dell'immenso parco di Hogwarts e si trovò davanti un Harry e un Ron furibondi e con delle occhiaie da far spavento. -Che diavolo è successo? - chiese allibita la ragazza - sembra che vi sia passato sopra l'Espresso di Hogwarts!-
Harry la fulminò con uno sguardo.
-Herm non sei per niente divertente. Quell'idiota di Piton ci ha beccati che cercavamo di affatturare il tappeto all'ingresso del dormitorio di Serpeverde nella speranza di azzoppare Malfoy e per punizione ci ha dato un tema di almeno 20 pagine sulla preparazione del Veritaserum!-
Hermione cercò di trattenere le risate e di mantenere un cipiglio severo poi tuonò:
- Siete degli incoscienti! E se Malfoy si fosse fatto male sul serio? Sareste potuti finire in guai grossi!-
In effetti per quanto gliene importava a lei, quell'insopportabile Serpeverde avrebbe potuto trascorrere il resto dei suoi giorni appeso per i piedi fuori dalla torre di Astronomia, ma aveva pur sempre una reputazione da sosia della McGranitt da mantenere.
I suoi due amici la blandirono con una risatina e, con l'aiuto della strega in qualche ora riuscirono a fare temi abbastanza buoni.
Era ormai tardo pomeriggio quando Harry ripose la sua piuma nella borsa bofonchiando ingiurie contro Piton e il trio si avviò verso il castello. Andarono subito a cena, morendo di fame, dal momento che a pranzo avevano mangiato solo alcune pietre abilmente trasfigurate da Hermione in panini, ma all'ingresso della Sala Grande furono accolti da uno stuolo di fischi, occhiate infuocate e maledizioni lanciate da sotto il tavolo provenienti dalle serpi.
Evidentemente un uccellino bastardo aveva fatto la spia sulle intenzioni poco pacifiche della notte precedente di Potter e Weasley.
Riusciti finalmente a sedersi più o meno indenni alla tavola di Grifondoro Ron sussurrò:
- Ehi avete visto Malfoy?-
Gli altri due si voltarono e guardarono meglio il Serpeverde . Aveva un che di...strano. In effetti non prendeva parte a gran voce ai cori di insulti dei suoi compagni di casa come al solito, ma se ne stava silenzioso al suo posto, incurante di ciò che gli accadeva intorno, fissando un punto imprecisato nel vuoto.
-Oh, forse finalmente qualcuno gli ha tagliato quella lingua biforcuta!- sibilò sprezzante Hermione.
Gli altri Grifondoro risero sommessamente ma stranamente Malfoy non reagì.
E con un ultimo sguardo dubbioso la streghetta tornò a rivolgersi al suo piatto.


-Ehi Draco ma si può sapere che cavolo hai? E' da quando è iniziata la scuola, una settimana fa, che sei strano, diverso, musone. Non è da te! Non ti riconosco più. E' successo qualcosa?-
-Fatti i cazzi tuoi per favore. Non ho niente- mentì Malfoy.
Blaise Zabini dopo lo scatto d'ira del suo migliore amico alzò le spalle e uscì dalla stanza.
A quel punto il biondissimo Serpeverde si lasciò cadere sul letto tenendosi la testa fra le mani, disperato.
Come faceva a confessare a Blaise quello che avrebbe dovuto fare?
Come poteva dirgli di Voldemort, spiegargli il casino che era ormai diventata la sua vita, come poteva ammettere le sue paure, i suoi dubbi di diciassettenne?
Cosa poteva fare per uscire da quel tunnel dell'orrore in cui due settimane prima l'avevano spinto contro la sua volontà?
Una lacrima dispettosa scivolò lungo la sua guancia pallida e con un rapido gesto il ragazzo l'asciugò ricomponendosi.
Non poteva permettersi debolezze.
Non l'aveva mai potuto fare.


Intanto Blaise nella Sala Comune di Serpeverde ripensava al dialogo avuto con l'amico.
Che stava succedendo a Draco?
Era per natura riservato e schivo ma sapeva che adorava prendere in giro Potter e i Grifondoro...ora però era cambiato...Che sul serio Lucius l'avesse...? No dai, quale padre potrebbe tramutare un figlio in Mangiamorte contro la sua volontà? Come avrebbe potuto condannarlo a una vita del genere?
Si, perchè Zabini sapeva che a Draco, come a lui, non gliene fregava nulla.
Non che gli sarebbe dispiaciuto che ci fossero stati un po' meno Babbani a questo mondo, intendiamoci, ma da qui a diventare un seguace di Lord Voldemort...
Inoltre loro stimavano moltissimo Silente, la sua fermezza, il suo coraggio, il suo potere e non si sarebbero mai messi contro di lui.
Non erano gli unici a Serpeverde.
In fondo anche Pansy Parkinson, seppur cattiva, non era una brutta persona.
Però c'erano quelle teste di cazzo di Tiger, Goyle, Nott e molti altri che giravano per i corridoi sbandierando le loro idee razziste, cosi quei pochi che nel covo delle serpi si salvavano, erano costretti ad abbassare la testa, se non volevano essere rovinati.
Certa gente andava veramente rinchiusa.


"Professor Silente? Professor Silente?...Albus!"
"Eh? Oh si Minerva, dimmi!"
"E' arrivato un altro gufo da Malocchio Moody. Da Magie Sinister, a Notturn Alley, c'è sempre più fermento! Lavora fino a tarda notte, dietro ad una specie di armadio, a quanto pare. Da quando Draco Malfoy è andato a fargli visita la scorsa settimana non si ferma un attimo!"
"Lo so - sospirò il Preside - Lucius gli starà col fiato sul collo, credo che Sinister sarebbe già morto se non servisse ai Mangiamorte per i loro commerci illegali."
"Lei pensa che Malfoy abbia fatto diventare un Mangiamorte anche suo figlio?"
"Mia cara professoressa, non credo proprio. Voldemort non prende come suoi seguaci ragazzini a caso. E' più facile che gli abbia dato un incarico per testare le sue capacità."
La McGranitt scosse impercettibilmente il capo:" E se il ragazzo facesse una sciocchezza? Se commettesse qualcosa di irreparabile?"
"Non lo farà, Minerva, confido nelle capacità di giudizio di Draco Malfoy e so che avrà il coraggio di fare la cosa giusta"




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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***








Quando Draco Malfoy si svegliò quella mattina di inizio ottobre, si dovette trattenere dal cruciare Blaise Zabini, che aveva passato la notte affacciato alla finestra a cantare a squarciagola l'ultimo pezzo delle Sorelle Stravagarie, dopo la sbronza colossale che si era preso la sera prima.
Impietosito dallo sguardo cerchiato e dall'aria vacua dell'amico si limitò a tirargli un calcio, prima di uscire di volata dalla stanza.
Filò dritto verso la Stanza delle Necessità, dopo aver rimediato qualcosa per colazione. Sapeva che sarebbe stato un lavoro lungo.

Quell'accidenti di un Armadio Svanitore non accennava a funzionare!
Forse, se avesse chiesto aiuto a Blaise avrebbe finito prima...No, non poteva cacciare anche lui in quei casini.
Doveva in qualche modo cercare di sfuggire alle sue continue domande e tenerlo al di fuori. Zabini era un coglione, ma era il suo migliore amico.
L'unico che lo capisse, l'unico che lo ascoltasse, l'unico che aveva rispetto dei suoi pensieri e l'unico in grado di travalicare il muro di freddezza dei suoi occhi grigi.
Almeno fino ad allora.

Era quasi giunto al settimo piano quando, girando l'angolo, finì dritto dritto tra le braccia di Ron.
-Gira al largo Lenticchia non è giornata- gli sibilò furioso Malfoy.
-Non me ne parlare, furetto, un bastardo serpente che mi è venuto addosso me l'ha appena rovinata!- ringhiò l'altro.

Stavano già tirando fuori le bacchette quando una massa di capelli cespugliosi si mise di mezzo.
-Insomma basta! Possibile che non possiate smetterla? Non vi bastano tutti i punti che ci hanno già tolto per queste litigate? Dai Ron, andiamocene.-
E, dopo un ultimo sguardo truce a Malfoy, Hermione strattonando l'amico cominciò a scendere le scale.

-Hermione! - ululò allora Ron - perchè non mi hai lasciato fare un incantesimo a quell'idiota? Avrei potuto tagliargli quella maledetta linguaccia una volta per tutte!-
-Ron, non che io non abbia fiducia nelle tue capacità, intendiamoci, ma ho preferito evitare un'altra scena come quella del secondo anno-
A quelle parole il rossino rabbrividì : il ricordo delle lumache che uscivano dalla sua bocca era ancora troppo vivido nella sua memoria.
-Quella era la bacchetta difettosa, che c'entra..- mugugnò leggermente offeso.

-Beh ad ogni modo meglio non rischiare...-. E la strega sorridendo con queste parole chiuse il discorso.


Intanto a Villa Malfoy...
-Bellatrix!-
Una strega con lunghi capelli neri e il viso scavato entrò a piccoli passi nel grande salone.
-Si Padrone?- chiese rispettosamente la Mangiamorte, tesa come una corda di violino.

-Dov'è Lucius? Lo voglio subito qui! Portamelo!-
Bellatrix Lestrange uscì rapidamente e tornò poco dopo con un uomo alto dai lunghi capelli biondi.
-Malfoy, era ora! Tuo figlio a quanto pare non sta concludendo assolutamente niente! Se andiamo avanti di questo passo non ce la faremo mai! Forse, togliendo di mezzo sua madre gli daremo un giusto incentivo, che ne pensi?- chiese il Signore Oscuro con voce velata di ironia.
Lucius Malfoy impallidì e balbettando rispose:
-No Mio Signore, vi prego, scriverò di nuovo a mio figlio Draco ordinandogli di sbrigarsi, ve lo prometto!-

-D'accordo, ma questo è il mio ultimo avvertimento, poi passerò ai fatti! - sibilò Lord Voldemort prima di ritirarsi.



Nel frattempo ad Hogwarts le lezioni procedevano normalmente anche se il nervosismo dei professori era palpabile.
Inoltre erano stati visti sempre più gufi diretti nell'ufficio di Silente.

Hermione passeggiava distrattamente sulle rive del Lago Nero.
Aspettava Harry.
Era molto preoccupata per lui. Il suo migliore amico era sempre stato sotto il tiro di Voldemort e dei Mangiamorte, ma ora sembrava che la situazione si stesse complicando ulteriormente.
Lei con Potter aveva avuto sempre un rapporto un po' particolare, era stato il suo primo, unico e vero migliore amico. Con lui poteva parlare di tutto senza vergognarsi, si sentiva libera di essere sè stessa.
Lui non era tipo da giudicare il pensiero altrui.
La Granger ammirava la sua determinazione, il suo coraggio, la sua forza d'animo e l'anno prima aveva sofferto con lui per la perdita di Sirius e per la fine della storia con Cho.
Per fortuna ora con Ginny sembrava aver trovato finalmente un po' di serenità.
Era stata così contenta per loro quando le avevano confessato di essersi messi insieme, il mese prima...
Solo Ron l'aveva presa un po' male, e non aveva rivolto la parola a nessuno per due giorni, preso com'era dalla sua parte di fratello geloso e possessivo, ma alla fine anche lui aveva dato la propria benedizione e ora i due piccioncini filavano d'amore e d'accordo.
Inoltre era stato Harry ad impedire che lei si riducesse in pezzi per la fine della sua storia con Ron.
Si era fatta talmente tante aspettative in quegli anni che vedere che era andata così male l'aveva fatta sprofondare.
Fortunatamente però entrambi si erano accorti che non erano fatti per stare insieme e che quello che li legava non era amore ma solo un affetto fraterno, così erano riusciti a rimanere ottimi amici.

Un rumore di passi interruppe bruscamente le riflessioni di Hermione, lei si girò giusto in tempo per vedere Harry venire verso di lei con aria sconvolta.
-Ehi Harry che succede?- chiese preoccupata la strega.

-Silente mi ha convocato nel suo studio e mi ha detto che a Notturn Alley, da Magie Sinister, stanno succedendo cose strane. Temono che Lucius Malfoy abbia infiltrato Draco qui con un compito preciso e per di più contro la sua volontà, a quanto pare.-
Dopo lo sguardo allibito dell'amica, il mago bofonchiò acidamente:
- Non ci credo nemmeno per un attimo che Malfoy stia agendo controvoglia! Secondo me ha passato tutta l'estate saltellando attorno al padre pregandolo di marchiarlo come una mucca! Sporco idiota!-

E bestemmiando come un turco Harry cominciò a tirare calci contro i massi che stavano sulla riva, rischiando di fratturarsi un piede.
Dopo aver invano cercato di calmarlo, Hermione chiese:
- Ma Silente che ha intenzione di fare?-

Non l'avesse mai detto! Potter cominciò a sbraitare:
- Niente...! NIENTE! Cioè...Ci crederesti? Dice che è sicuro che Malfoy farà la cosa giusta! Che cazzata. Si sta rimbambendo con l'età, fidati.. Solo spero che uno di noi non ci lasci la pelle, mentre aspettiamo che Draco si accorga di star facendo l'ennesima stronzata!-

E infuriato il Grifondoro tornò al castello, seguito a poca distanza dalla Granger.


Intanto, nella Stanza delle Necessità qualcuno, molto spaventato dopo aver letto un biglietto portato da un grosso falco nero, si era messo a lavorare ancora più alacremente, temendo per la sorte della propria madre.









Bene, anche il secondo capitolo è finito. Questi sono un po' monotoni, perchè sto cercando di fare un po' capire la situazione in cui ci troviamo, sia ad Hogwarts, sia tra i Mangiamorte.
Comunque ringrazio pei_chan e Mary 0094 che hanno recensito...Continuate a farlo vi prego, per farmi capire se c'è qualcosa che non va con i capitoli...Ciao a tutti

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***







Erano solo le 6.00 del mattino quando un urlo terribile invase il dormitorio di Grifondoro.
Harry si tirò su dal letto di scatto e, pensando ad un attacco dei Mangiamorte afferrò la bacchetta, pronto a Schiantare chiunque si muovesse. Quando però sentì una sonora bestemmia seguita da una serie di improperi che è meglio non riportare, provenire da dietro le tende rosse del baldacchino di Ron, intuì che il problema dovesse essere un altro.
Infatti poco dopo un ragazzo con i capelli rossi e gli occhi che ardevano di rabbia aprì le tende "Maledetti serpenti, io giuro che li ammazzo! Questa me la pagano sul serio!"
Rispose con un insulto ad Harry, quando il Bambino Sopravvissuto gli chiese cosa mai avessero fatto i Serpeverde, e si infilò rapido nel bagno.
Conoscendo il suo migliore amico, Potter sapeva che solo una cosa era in grado di farlo urlare in quel modo e infatti...sul suo letto c'era un grosso ragno di gomma incantato, che si muoveva sulle coperte.
Cercando di non ridere, Harry raggiunse Ron, che ancora non si era calmato, ed insieme, dato che ormai erano perfettamente svegli, scesero in Sala Comune. Pensavano di non trovare nessuno ma videro una figuretta accoccolata davanti al caminetto acceso.
"Ehi Hermione, che ci fai qui? Non sei andata a dormire?" chiese stupito Ron.
"No ragazzi, non ci sono riuscita, non ho sonno"
Era rimasta sveglia tutta la notte a rimuginare su Malfoy e il suo comportamento. Lei non lo sopportava, ma doveva essere terribile avere un padre la cui massima ambizione era trasformare il figlio in un assassino. Aveva ragione Harry. Come poteva Silente fidarsi di Draco? Come poteva essere sicuro che lui avrebbe capito di stare sbagliando? No, era impossibile. Malfoy era un vile, uno che viveva solo per sè stesso. E inoltre aveva avuto un certo tipo di educazione. I suoi erano Mangiamorte, e lui era destinato a diventarlo.
"Hermione tutto ok? A che pensi?" la domanda di Harry la riscosse e, borbottando un "niente" uscì dalla Sala Comune, trascinandosi dietro un Ron che meditava vendetta e un Harry piuttosto perplesso per le risposte elusive della ragazza.
Arrivati in Sala Grande, ancora vuota dato l'orario, Ron lanciò un grido di vittoria :"Ci sono! Ah! Questa quei bastardi non se la scordano sul serio!" E corse via senza voltarsi.
Harry ed Hermione, dopo averlo guardato andare via, scuotendo la testa si sedettero su una delle lunghe panche.
"Si metterà nei guai, lo sai vero?" chiese inquisitoria la ragazza.
"Certo che lo so. So precisamente come andrà. O si farà beccare da Piton, che lo terrà in punizione a vita e ci toglierà un migliaio di punti, oppure riuscirà nel suo intento, ma i Serpeverde lo gonfieranno di botte" rispose Potter tranquillamente.
"Ma bravo Harry, bell'amico, e sapendo queste cose lo lasci fare?"
"Oh, senz'altro! - tubò allegramente il Bambino Sopravvissuto - esperienze di questo tipo formano il carattere!"
Dopo l'ultima di una lunga serie di occhiate truci, Hermione estrasse dalla borsa un libro che a occhio e croce doveva pesare ottanta chili e si mise a leggere. Harry si guardò bene dal fare commenti al riguardo, ben sapendo che se la ragazza glielo avesse tirato in testa sarebbe stramazzato al suolo.
In quel momento Ron arrivò a razzo e si sedette in mezzo a loro, sfregandosi le mani.
Non portava addosso i segni di un incontro ravvicinato con Piton, quindi Potter dedusse che il suo piano fosse andato in porto.
"Allora, signor Ronald-mi-caccio-nei-guai-Weasley, cos'hai combinato?" domandò ironicamente Hermione.
La risposta non tardò ad arrivare. Infatti poco dopo urla disumane proruppero dalle scale che portavano al dormitorio di Serpeverde. A quel punto la Sala Grande si era già abbastanza riempita, così tutti guardarono stupefatti verso la porta del Salone, da cui entrarono una trentina di ragazzi in abito verde e argento, con aria incazzosa e i pugni tesi...ma soprattutto con i capelli colorati! Chi di blu, chi di rosso, chi di verde...
I Grifondoro, i Corvonero e i Tassorosso scoppiarono a ridere e, dopo minacce di ripercussioni sui primi sventurati che gli fossero capitati a tiro, non potendo affatturare tutta la scuola, i serpenti si sedettero.


Intanto in un salone con le finestre drappeggiate da pesanti tende nere, un uomo misurava la stanza a grandi passi, seguito a poca distanza da un altro uomo più basso che sembrava intimorito.
"Padrone, non crederete che il giovane Malfoy riuscirà a fare quello che chiedete.." domandò tremante il piccoletto.
"Nemmeno per un istante, Codaliscia, anzi...è che Lucius ultimamente ha deluso troppe volte le mie aspettative e credo si meriti una punizione esemplare. E qual è meglio della prematura perdita di un figlio?" sibilò freddamente Voldemort.
"Voi...voi...volete ammazzare Draco Malfoy?"
"Non essere sciocco Codaliscia! Che motivo avrei di ucciderlo? Lo ammazzeranno gli Auror, se il moccioso si farà scoprire...Ma se non si facesse scoprire, potrebbe tornarmi utile in futuro. No, meglio tenerlo in vita. Un ragazzino spaventato può essere molto più pericoloso per Silente di quanto non creda..."






Ed ecco anche il terzo capitolo. Lo so che volete che accada qualcosa tra Draco ed Herm, ma ci vorrà ancora un po'. Però se vi accontentate, già nel prossimo capitolo parleranno da soli! Grazie mille per le recensioni, per i complimenti, ma soprattutto per avermi fatto notare i difetti. Apprezzo molto. Ciao a tutti. Un bacio.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***




Ciao a tutti! Sono tornata col quarto capitolo. E' venuto fuori un po' più corto degli altri, proprio perchè mi serviva soltanto per avvicinare(anche se relativamente) Draco ed Hermione e cominciare ad entrare piano piano nel vivo della storia..! Spero vi piaccia!





Ormai da qualche giorno Ottobre aveva lasciato il posto a Novembre e, per gli studenti del sesto anno le lezioni si erano fatte sempre più dure, tant'è che sempre più ragazzi andavano a rinchiudersi in Infermeria, accusando mal di testa fulminanti, colpi della strega improvvisi e febbri altissime.
Tutti rigorosamente falsi.
E inutili, dato che Madama Chips distingueva un mal di pancia vero da uno inventato in un secondo.
Comunque c'era sempre chi ci provava.
Tra questi inizialmente c'erano anche Harry e Ron, che però avevano dovuto presto smettere in seguito alle minacce di Hermione di non passare più loro i suoi appunti.
Era quasi ora di cena e il trio si stava avviando verso la Sala Grande, quando Hermione si accorse di aver lasciato alla torre di Grifondoro un libro che doveva restituire ad Hannah Abbott di Tassorosso.
Lasciati i due amici risalì velocemente le scale ma, arrivata al settimo piano, davanti alla Stanza delle Necessità fu costretta a fermarsi, perchè dalla suddetta stanza era uscito un ragazzo biondissimo.
Draco Malfoy uscì dalla porta della Stanza e la Sigillò, quindi si voltò e fece per andare verso il suoi dormitorio.
Fu a quel punto che vide la ragazza che lo stava fissando.
-Ehi Granger, che ci fai qui?- chiese accusatorio.
-Potrei farti la stessa domanda, Malfoy!-
-Non credo che a una sporca Mezzosangue possano interessare i fatti miei!- rispose il Serpeverde con aria di sfida.
Hermione non se la prese più di tanto.
Ormai da tempo non soffriva più per le continue offese e prese in giro dei Purosangue sul suo essere Nata Babbana.
-Hai ragione, furetto! Pensandoci bene non voglio indagare sui tuoi loschi traffici! Conoscendoti avrai messo su un giro di pozioni illegali se non di peggio! Quello che conta è che sono sicura che stai combinando qualcosa...Quindi ti avviso, tu prova a fare del male ad Harry o a qualunque altro delle persone a cui tengo e la sberla che ti ho tirato tre anni fa ti sembrerà una carezza!- gridò rabbiosa la strega.
-Ma chiudi il becco! Non sai niente di me, delle mia vita, e osi dire la tua! Gira al largo, Granger, torna pure a parare il culo a Potter, visto che a quanto pare è la tua occupazione principale!-
E detto questo Draco se ne andò senza rivolgerle uno sguardo, lasciandola da sola a bocca aperta nel corridoio.
Scese di corsa le scale, fino al dormitorio di Serpeverde e si chiuse nella sua stanza.
Ma chi si credeva quella?
L'aveva guardato come se sapesse di più di quello che gli aveva detto.
Si tirò il cuscino sopra la testa, cercando di fermare il flusso dei suoi pensieri, ma invano. Non ce la faceva più, aveva paura, combatteva per una causa in cui non credeva.
Lui odiava lo Sfregiato, certo, ma almeno, anche se a quanto pareva grazie a Voldemort la Signora con la Falce pendeva sempre sulla sua testa, aveva amici su cui contare.
Aveva sempre chi gli guardava le spalle.
Invece lui no.
Lui era solo.
E non se ne era mai fatto un problema.
Ma ora avrebbe tanto voluto lasciare la sua vita, il suo destino, in mano a qualcun altro.
In quel momento la porta sbattè forte e apparve Blaise con gli occhi fiammeggianti.
-Che c'è? Bussare è passato di moda per caso?- chiese Malfoy con voce strascicata.
-Ora basta con la commedia Draco! Voglio sapere cosa ti sta succedendo. Non è da te saltare la cena e rinchiuderti in camera. Non me ne andrò finchè non vuoterai il sacco, ti avverto!-
Stranamente Draco si ritrovò a non opporre resistenza. Aveva bisogno di parlarne, di sfogarsi.
-D'accordo Blaise, te lo dirò, ma ti prego non ora, dammi un po' di tempo e giuro che saprai tutto-
E il biondino, con la morte nel cuore, sapendo che avrebbe messo nei guai il suo migliore amico, si diresse verso la Sala Comune con gli occhi bassi.



-Ehi Herm! Ma dov'eri finita? Non dovevi tornare in Sala Grande?-
-Ah si...è vero...Scusate ragazzi, me ne sono dimenticata-
Harry fissò lo sguardo assente dell'amica e si sedette accanto a lei, aspettando la sua ragazza.
Qualche istante dopo Ginny Weasley scese dal dormitorio delle ragazze e, dopo aver lanciato uno sguardo interrogativo ad Hermione, uscì con Harry dal buco del ritratto.
I due ragazzi si diressero nel parco, tenendosi per mano.
-Ehi Ginny, ma che sta succedendo a Hermione? E' sempre pensierosa, preoccupata, ansiosa...non capisco...-
-Harry, non essere preoccupato per lei, credo abbia solo paura. Questa storia che Malfoy potrebbe essere una specie di Mangiamorte l'ha turbata molto- sussurrò la rossina.
-Non ne vedo il motivo...Quel bastardo è sempre stato un poco di buono!- borbottò Potter.
-Si, quello è vero, ma ha pur sempre la nostra età, ed è già un seguace di Tu-Sai-Chi!- rabbrividì la strega.
-Oh dai amore, basta parlare di Malfoy, che ho appena mangiato!- E detto questo Harry le chiuse la bocca con un bacio.








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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ed eccoci al quinto capitolo. Scusate se ci ho messo tanto a postarlo ma questi ultimi giorni di scuola sono stati massacranti. Comunque ringrazio pei_chan che recensisce sempre e tutti quelli che hanno inserito la storia tra i preferiti.




DON-DON-DON.
L'incessante e inesorabile avanzare dei rintocchi del pendolo finì per svegliare Draco Lucius Malfoy.
Aprì di scatto gli occhi, passandosi distrattamente una mano sulla fronte sudata.
Il suo sonno era stato interamente popolato da incubi, immagini dei suoi peggiori timori.
Lui e Blaise riversi a terra, di fronte a Lord Voldemort.
Il suo braccio marchiato con un teschio.
Suo padre che lo veniva a prendere.

Questa però non era una novità.
Da quando era nato non aveva mai trascorso una notte serena, tranne forse quando era molto piccolo, tra le braccia di sua madre che era solita vegliare il suo sonno.

Il ragazzo si alzò lentamente dal letto e si diresse in bagno, per sciacquarsi il viso e distrattamente si osservò nello specchio: il volto era segnato da occhiaie profonde, la fronte era perennemente corrugata in un'espressione tesa, gli occhi sembrava avessero perso il consueto lampo di fierezza e alterigia.
Ma Draco non se ne curò.
Si trascinò fino al letto di Zabini,  con uno scossone lo tirò giù dal materasso e, senza lasciargli dire niente, lo portò fuori.

Appena si allontanarono dal dormitorio, il biondino si appoggiò ad una parete e si lasciò scivolare sul pavimento, tenendosi la testa tra le mani.
Blaise, da buon amico qual era, stette zitto, aspettando che Draco fosse pronto ad aprirsi.

Cominciava a non sperarci più, quando Malfoy si ricompose e, dopo aver preso un bel respiro, cominciò a raccontare con voce tremante:
-E' un gran casino Blaise, e non so come uscirne senza fare del male a qualcuno. Non so se per punire mio padre o cosa, ma mi ha dato un compito da portare a termine in pochi mesi.

E io no so se ce la posso fare. Io non lo voglio fare. Non sono come lui, non mi interessa seguire la sua causa. Sai che non sopporto i Babbani e i Mezzosangue, ma odio ancor di più uno come lui, talmente vile da usare altri uomini come pedine per far si che lui raggiunga i suoi scopi. Non volevo metterti di mezzo, sei il mio migliore amico, l'unico con cui io possa parlare e che mi conosce, e so che adesso, per questa mia debolezza, tu potresti correre dei rischi. Io non so come uscirne, Blaise, ho bisogno del tuo aiuto.-
Draco disse tutto questo quasi senza prendere fiato, lasciando allibito Zabini.
Non era da lui aprirsi così, mettere in piazza le sue paure, mostrare le proprie fragilità.
Anzi, c'era quasi da pensare che lui fosse indifferente a tutto, che ogni cosa che capitava gli scorresse addosso senza segnarlo o turbarlo.
Ma non era così, e Blaise lo sapeva bene.
Aveva imparato a leggerglielo negli occhi, quegli occhi che a prima vista sembravano due fredde barriere di ghiaccio, ma che rivelavano a chi sapeva guardare al di là delle apparenze tutta la sofferenza di un ragazzo cresciuto in solitudine, all'ombra di un padre che da lui pretendeva sempre il massimo, che non lo lasciava respirare, che gli aveva già programmato la vita.
E la morte.

-Draco, lo sai che ci sarò sempre se avrai bisogno, ma io non so come fare per tirarti fuori da tutto ciò. Hai bisogno di protezione, se davvero vuoi ribellarti, lo capisci? E credo che gli unici che te la possono dare siano Silente e gli Auror.- disse dolcemente Zabini.
-No, non possono fare niente per me, o Tu-Sai-Chi ammazzerà mia madre. Mi ha minacciato Blaise! Mi tiene in pugno. Non ho via di uscita.- rantolò il biondino.
Il suo amico si morse il labbro con aria pensierosa.
-C'è sempre un'alternativa a tutto. Vedrai che la troveremo. Ora però dimmi che compito ti è stato dato-

Malfoy serrò gli occhi, aveva temuto questa domanda e non aveva il coraggio di dare una risposta. Poteva già vedere la delusione e la sofferenza sul volto di Blaise. Capì però che non poteva tirarsi indietro, che doveva prendersi le sue responsabilità e andare incontro alla sua sorte.
-Vuole che io uccida Albus Silente-




Hermione Granger quella notte non riuscì a chiudere occhio.
Continuava a pensare a Malfoy e a quello che le aveva urlato addosso quel pomeriggio "tu non sai niente della mia vita, quindi non giudicarmi"...La sua vita...Per quello che ne sapeva lei il Serpeverde viveva in un'immensa villa, servito e riverito da centinaia di elfi domestici, frequentando amicizie illustri e conducendo una vita di alto tenore.
Ma oltre a quello?
Le poche volte che aveva visto i Malfoy le erano sempre sembrate persone fredde, prive di scrupoli.
Normale che Draco fosse la persona che era.
Probabilmente la sua infanzia non era stata leggera e spensierata.
I suoi non dovevano averlo calcolato molto.

Apparenza, questa era una delle parole che il signor Weasley usava per definire quella famiglia.
Semplice apparenza.
Una bella casa, bei vestiti, conoscenze elevate.
Cosa c'era, però, dietro?
Cosa si nascondeva dietro la facciata di famiglia rispettabile che si erano costruiti con gli anni?
Che erano Mangiamorte Hermione lo sapeva. E non aveva mia avuto un dubbio su questo. Ma sul fatto che anche Draco lo fosse di dubbi ne aveva eccome.
Quel giorno, fuori dalla Stanza delle Necessità, anche se Malfoy l'aveva come suo solito insultata, per la prima volta lei non aveva visto nel Serpeverde la solita baldanza, il solito disprezzo, la solita aria di superiorità.
Aveva visto solo un adolescente rabbioso, teso e forse spaventato.
E soprattutto solo.
Solo contro il mondo, solo contro sè stesso.
 Quel pensiero triste le fece venire i brividi.
Chissà che cosa orribile doveva essere il non poter contare sull'appoggio dei propri parenti. Fortunatamente lei in questo era stata molto fortunata.
I suoi genitori, pur essendo Babbani, non avevano provato timore e non le avevano voltato le spalle quando aveva scoperto di essere una strega, ma anzi le avevano offerto tutto l'amore e la comprensione possibili.
Avevano sofferto con lei quando aveva raccontato loro la storia di Harry, e non si erano mai opposti alla loro amicizia con l'intenzione di proteggerla.
Avevano capito che la magia era parte di lei, che le era ormai entrata nel sangue, nel cuore e nelle vene.
Sapevano che correva rischi inimmaginabili, ma non avevano mai tentato di mettersi tra lei e il suo mondo e di questo non li avrebbe mai ringraziati abbastanza.
Poi con un sorriso pensò alla sua seconda famiglia, ovvero a quella realtà confusionaria che era casa Weasley.
Loro avevano fatto le veci di sua madre e di suo padre in tutto e per tutto.
L'avevano accolta in casa come una figlia.

Questa era la differenza tra lei e Malfoy, pensò.
Io al minimo problema ho tantissime persone su cui fare affidamento, lui invece no, non ha nessuno al suo fianco, nessuno che gli possa far capire che sta commettendo un errore, nessuno che gli mostri la giusta via.

"Devo fare qualcosa, trovare una soluzione".
Hermione non era il tipo che aspettava pazientemente che le cose andassero a posto da sole.
Non era una che si piangeva addosso maledicendo le proprie disgrazie.
Lei era una lottatrice, lei era una fiera Grifondoro, che si rimboccava le maniche e faceva tutto ciò che era in suo potere per cambiare le situazioni spiacevoli.
Proprio come avrebbe fatto quella volta.

Si tirò su rapidamente dal divanetto, aggiustandosi la cravatta e si diresse verso il buco del ritratto per uscire dalla Sala Comune.
Non sapeva neanche lei dove era diretta, voleva semplicemente fare una camminata per i corridoi per mettere un po' in ordine le idee.

Quasi senza accorgersene si ritrovò a scendere le scale che conducevano ai sotterranei. Appena se ne avvide ne rimase stupita.
Che fosse stato il suo inconscio a portarla lì?
Dopotutto stava pensando a Draco Malfoy fino a qualche istante prima.
Stava per tornare al dormitorio, quando udì delle voci.
Per caso o per destino, chi può dirlo, decise di rimanere lì ad ascoltare.
Con gli occhi sbarrati riconobbe le voci di Malfoy e Zabini ma, pur sapendo che se l'avessero scoperta ad origliare gliel'avrebbero fatta pagare, non riuscì ad andarsene, spinta dalla curiosità.

-.....mi ha dato un compito da portare a termine in pochi mesi....-
La Grifondoro ascoltò col fiato sospeso tutto il discorso, fino a sentire tutta la terribile verità di Draco.
Aveva provato pena per lui, e allo stesso tempo era terrorizzata ed arrabbiata da ciò che il Serpeverde aveva in mente di fare.
Fu così che, con notevole ardimento, uscì dal suo nascondiglio sicuro e si mostrò ai due ragazzi.
Malfoy era appoggiato a terra e aveva gli occhi stranamente lucidi, mentre Blaise gli stava di fronte, continuando a passarsi disperatamente una mano tra i capelli.

Appena la videro si riscossero, Zabini contrasse il viso in una smorfia sorpresa, che però sparì in un lampo, lasciando posto ad un'espressione seria, ma non ostile.
Al contrario il biondo si alzò di scatto e la guardò con occhi fiammeggianti, che sembravano trapassarla da parte a parte come due lame d'acciaio.

-Che vuoi Granger? Sempre a ficcare il naso dove non devi eh?-
Hermione strinse forte i pugni, e sospirando lievemente disse:
-Non ho potuto fare a meno di ascoltarvi, so cosa sei obbligato a fare, Malfoy, e so anche che non lo vuoi. Devi andare subito da Silente, altrimenti lo farò io-
Al suono delle sue parole Draco di sentì morire, e la sua rabbia, il suo disprezzo proruppero tutti insieme, investendo la ragazza come un fiume in piena.
-Ma tu che ne sai? Credi sempre di sapere tutto, di capire tutto! Non è che siccome sei un'insopportablie secchiona allora ti puoi intrufolare nella mia vita e farti i cazzi miei! Non ti avvicinare mai più a me e non parlarmi. Non so cosa farmene dei tuoi stupidi consigli e delle tue cazzo di opinioni, chiaro Granger?-
E detto questo la sospinse contro il muro con aria folle, pronto a colpirla.
Hermione assottigliò gli occhi, ormai pieni di lacrime, quando il viso di Draco si avvicinò al suo, madido di sudore, mentre le premeva con una mano sulla gola, mentre con l'altra le teneva ferme le mani.
Cominciava già a non respirare più quando Blaise con uno spintone allontanò l'amico da lei. La ragazza prese una profonda boccata d'aria, tenendosi una mano premuta sul petto, spaventatissima.
Draco nel frattempo sembrò uscire da uno stato di trance, si riscosse e capì di aver perso il controllo.
Con lo sguardo basso borbottò delle scuse, che stupirono oltremodo la Grifoncina.
Lei allora, capendo che il biondino aveva almeno un po' abbassato le difese gli si avvicinò e gli sollevò delicatamente il mento con due dita, portando lo sguardo di Draco all'altezza del suo.
Piantò i suoi occhi dorati in quelli tempestosi del ragazzo il quale, sorpreso, non trovò la forza di sottrarsi.
Vide una muta preghiera sul fondo dei grandi occhi di Hermione, alla quale non sapeva come rispondere.
La voce gli si era bloccata sul fondo della gola, e tutti i pensieri gli si erano come cristallizzati, prigionieri di una forza superiore.
C'erano solo loro due, e la catena che univa i loro sguardi e i loro respiri.
Hermione pose fine a tutto ciò asciugandosi velocemente una lacrima e carezzando appena la mascella volitiva del Serpeverde.
Senza aggiungere altro si voltò, girandosi un'ultima volta a fissarlo una volta giunta alla fine del corridoio appena illuminato, guardandolo con aria supplichevole ma determinata e forte, proprio come era lei.

Così come era arrivata, rapida come un fulmine, dolce come la notte e caparbia come una roccia se ne andò, lasciando il ragazzo ad annaspare in un mare di sensazioni dimenticate, conscio di avere finalmente un'altra via.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***






Draco Malfoy era completamente disorientato.
Il comportamento della Mezzosangue l'aveva spiazzato.
Ma il proprio molto di più.
Perchè non si era allontanato?
Una di quel genere era indegna di toccare il Principe di Serpeverde.
Ma chi si credeva di essere?
Blaise si avvicinò all'amico e gli diede una leggera pacca sulla spalla.
-Draco? Sei tra noi?-
Il biondo gli scoccò uno sguardo assassino.
Possibile che quell'idiota di Zabini riuscisse a fare dell'ironia anche in un momento simile?
Si trattenne dal tirargli un pugno e spalmarlo sul muro solo perchè aveva un estremo bisogno di parlare con lui.
-Si, Blaise, sono qui, e sto per ucciderti se non la smetti!-
-Ok ok, comunque non pensi sia arrivato il momento di andare da Silente e risolvere questa situazione?-
Draco spalancò gli occhi ed emise un gemito.
-Stai scherzando vero?-
-Assolutamente no- rispose tranquillissimo Zabini- anche perchè hai sentito la Granger, se non avvisi tu il Preside, lo farà lei-
Malfoy sbattè la testa più volte contro il muro.
Si era dimenticato di quella piccola ficcanaso!
Adesso era veramente nei guai...



Intanto Hermione era tornata nel suo dormitorio, e si era seduta sul davanzale della finestra, intenta a pensare agli eventi appena accaduti.
Ma cosa le era successo?
Aveva quasi accarezzato quel serpente di Malfoy!
Al solo pensiero di quel suo attimo di debolezza si ritrovò ad arrossire.
Non era da lei comportarsi così e sentiva in un qualche modo di aver abbassato le difese. Con un sorriso ripensò alla frase che Malocchio era solito ripetere: "Vigilanza costante!".
Per la prima volta non aveva dato retta a quella che oramai era diventata una delle sue massime di vita. Non sapeva spiegarsi perchè.
Forse il fatto di vederlo così spaventato e fragile, proprio lui che era solito essere così spavaldo e indifferente a tutto, l'aveva turbata.
Aveva quasi provato compassione per lui sentendo la sua voce distrutta mentre si confidava con Zabini.
E poi, quando si era avvicinata e l'aveva guardato negli occhi, aveva avvertito qualcosa...come una preghiera sussurrata impercettibilmente, come un'ultima richiesta da parte di un condannato.
In quel momento sentì delle voci, erano le sue compagne che rientravano nel dormitorio.
Avvertendo il bisogno di rimanere sola uscì infastidita dalla Torre di Grifondoro e si diresse verso quella di Astronomia.
Andava sempre lì quando aveva bisogno di pensare, perchè si sentiva in un luogo separato da tutto il resto del mondo.
Si sentiva più vicina alle stelle.
Gettò uno sguardo nell'immensità della notte e si sentì come persa.
Accarezzò con lo sguardo i prati coperti dalle foglie autunnali, il Lago Nero con i suoi misteri e la Capanna di Hagrid.
Le faceva male al cuore pensare che forse un giorno tutto ciò che amava sarebbe stato spazzato via dalla follia distruttrice di un uomo.
Di natura lei non era il tipo di persona che confidava nella speranza, nella Provvidenza.
Lei era una sognatrice con le ali spezzate.
Spezzate dal dolore, dalla crudeltà e dal timore.
Il timore di perdere coloro a cui teneva, il timore di non riuscire a lottare, il timore di non riuscire a resistere.
Quella sera qualcosa cambiò in Hermione Granger.
Quella sera una ragazza non ancora diventata donna promise a sè stessa che avrebbe fatto qualunque cosa pur di salvare il suo mondo.
Quella sera una strega si giurò di non mollare mai, anche a costo della vita.





-Questa è la volta che ti ammazzo- sibilò Harry Potter tra i denti mentre accompagnava il suo migliore amico in Infermeria-
-Grazie dell'aiuto eh? Bell'amico! Io sono qua più morto che vivo e tu, invece di disperarti sul mio corpo sanguinante sei qui che mi insulti-
Potter alzò gli occhi al cielo e represse un coro di bestemmie rivolte a Ron.
-Dai non fare la vittima. Dov'è il corpo sanguinante scusa?-
Ron tacque.
Ora lo strozzava.
Si era appena fatto due piani di scale rotolando perchè quei dannatissimi Serpeverde avevano obbligato un'armatura a fargli lo sgambetto, ed ora era più morto che vivo.
Finalmente giunsero alla meta, dove un' alquanto scocciata Madama Chips lo rimise in sesto in un battibaleno.
Appena fuori si diressero in giardino e si sedettero sulle sponde del Lago, il rossino meditando l'ennesima vendetta, Potter invece scrutando Draco Malfoy, che, molto agitato, continuava a percorrere avanti e indietro la riva fumando come un turco.



Draco diede un tiro veloce all'ennesima sigaretta e lasciò che il fumo gli percorresse i polmoni, inebriandolo.
Incredibile come solo il fumo e il sesso riuscissero a distendergli i nervi.
Peccato che la sera prima aveva dovuto cacciare una delle tante ragazzine dal suo letto, perchè appena socchiudeva gli occhi rivedeva uno sguardo dorato ed insistente piantato su di lui.
Stava uscendo pazzo, si ripeteva, non c'era altra spiegazione.
Il fatto che la Granger abbia un corpo da urlo e che ogni tanto io ci abbia pensato è una cosa, ma adesso vedere anche i suoi occhi appena chiudo i miei è tutta un'altra questione!
Si massaggiò piano le tempie e si sdraiò sull'erba.
L'immagine di Hemione tornò più vivida nella sua mente e non ci fu più verso di mandarla via.


Quella notte nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts il sonno di alcuni fu agitato e tormentato, costellato di incubi e di stranezze.
Ma il peggio doveva ancora accadere.
La luna brillava alta nel cielo stellato, riflessa di una luce sinistra, spettatrice delle notti insonni di uomini ancora inconsapevoli...




Grazie a pei_chan: Non ti preoccupare per il ritardo con la recensione. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. A proposito, per quanto riguarda Hermione secondo me non è del tutto OOC, nel senso che a mio parere lei è una che è capace di concedere una seconda possibilità. E quel gesto di affetto istintivo verso Draco è quasi protettivo dopo il discorso che gli ha sentito fare. Comunque è un po' diversa dalla Hermione dei libri, ho cercato di renderla più umana e meno controllata in tutto ciò che fa. Cercherò comunque di non esagerare. Grazie di avermi avvertito.

Grazie anche alle 11 persone che l'hanno inserita nei preferiti. Sono molto contenta. Potreste anche lasciare recensioni? Lo so che magari a volte è noioso, ma mi aiuta molto a capire se c'è qualcosa che non va. Grazie mille

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***



Dedico questo capitolo a pei_chan, che con le sue immancabili recensioni mi aiuta ad andare avanti coi capitoli! Grazie mille!


Albus Silente quella fredda sera di Novembre non scese a cena come era solito fare, ma rimase nel suo studio, fissando insistentemente la porta attraverso i suoi occhialetti a mezzaluna.
Il vecchio Preside fissò l'orologio.
Il suo visitatore evidentemente voleva farsi attendere.
Passati alcuni interminabili minuti qualcuno bussò.
-Avanti Signor Malfoy- invitò amabilmente Silente.
Draco entrò, trattenendo una smorfia.
Per quanto ammirasse quel vecchio per le sue capacità con la bacchetta, non poteva impedirsi si avvertire una sensazione di disagio quando era con lui.
Forse perchè sembrava che sapesse sondare l'animo umano come nessun altro era in grado di fare.
Forse perchè non si mostrava mai turbato o sorpreso.
O forse perchè il biondino aveva la coscienza sporca, e in quel momento si sentiva inferiore a lui.
Cosa inusuale per un Malfoy.
-Prego, Draco, accomodati-
Il Serpeverde borbottò un ringraziamento e si sedette di fronte alla scrivania di Silente.
-Allora, so che volevi parlarmi, avanti dunque, a te la parola-
Draco avvertì nuovamente la fastidiosissima sensazione che il Preside fosse già a conoscenza di tutto.
-Beh- cominciò- io, ho ricevuto un incarico dal Lord Oscuro.
Silente gli fece cenno di proseguire e Malfoy sembrò ritrovare un po' di coraggio.
Drizzò le spalle e guardò il Preside nei limpidi occhi azzurri.
-Lui mi ha ordinato di ucciderla, altrimenti ammazzerà mia madre.
Il grande mago che gli sedeva davanti non diede segni di sorpresa, ma semplicemente si alzò dalla poltrona e prese a fare su e giù di fronte alla scrivania.
Improvvisamente si voltò verso il ragazzo, fissandolo dritto in faccia, senza mostrare rancore, o rabbia, o disgusto, ma semplicemente curiosità.
-Vuoi portare a termine il tuo incarico?- gli chiese senza troppi giri di parole.
-Se lo volessi non sarei qui- rispose Draco con voce strascicata- ma non voglio che sia fatto del male a mia madre-
-Più che giusto. Se tu sei deciso ad offrire i tuoi servigi e le tue conoscenze sui Mangiamorte, l'Ordine della Fenice ti proteggerà e, una volta finita questa storia metterà al sicuro anche tua madre. Naturalmente non dovremo far sapere ai Mangiamorte che li hai traditi, altrimenti i tuoi genitori saranno in grave pericolo. Ora devi solo vedere se te la senti.-
-Per chi mi ha preso? Certo che me la sento. Ora posso andarmene?- sbuffò il biondino.
-Certo Draco, ma fai attenzione.-
Detto questo Albus Silente si risedette dietro alla scrivania con un mezzo sorriso sulle labbra.
Forse la speranza non se ne era ancora andata da Hogwarts, e stranamente questa volta ad aiutarla c'era l'ultimo erede dei Malfoy.



Harry James Potter quella notte dormì male. Continuava a rigirarsi nel letto, vittima di un sonno agitato.
Quando finalmente si svegliò, urlando e tenendosi la fronte, notò Ron Weasley in piedi accanto al suo letto, che lo fissava.
-Da quanto sei lì?- chiese Harry ancora scosso.
-Diversi minuti. Facevi un gran casino e sembravi soffrire un sacco e non sapevo se svegliarti o no. Che è successo?- sussurrò l'amico tutto d'un fiato.
-L'ho sognato. Voldemort.-
Sentendo quel nome Ron si ritrasse.
Harry alzò gli occhi al cielo e continuò imperterrito a raccontare.
-Era in una stanza buia. Parlava con alcuni Mangiamorte. Al centro della stanza c'era una colonna. E legata mi pareva ci fosse una ragazza...
-Una ragazza?- lo interruppe incredulo il rossino -e da quando Tu-Sai-Chi tiene ostaggi? In genere ammazza chiunque si trovi davanti!
-Non lo so, Ron, ma intendo scoprirlo. Comunque Voldemort continuava a parlare di Benéfici. Cosa diamine sono?
-Non ne ho la più pallida idea. Potremmo chiedere a Hermione, di sicuro ne saprà qualcosa.- disse Ron convinto.
-D'accordo, domattina le parlerò, e subito dopo le lezioni andrò da Silente e gli racconterò tutto del mio sogno. Ora e meglio rimetterci a dormire, domani alla prima ora abbiamo Piton, e non è il caso di arrivare in ritardo.
E detto questo il Bambino Sopravvissuto si ridistese a letto.



Nel frattempo Hermione si stava dirigendo alla Torre di Grifondoro, carica di libri presi in Biblioteca, dove aveva trascorso tutto il pomeriggio.
Non aveva ancora visto Harry e Ron, ma in compenso era stata torturata tutto il giorno dallo sguardo penetrante di un certo Serpeverde.
Continuava a incontrare Malfoy dovunque, come se la seguisse, e ogni volta sentiva i suoi occhi indugiarle addosso.
Non fece in tempo a girare l'angolo che sbattè pesantemente addosso a qualcuno, facendo cadere tutti i tomi che portava tra le braccia.
Si sistemò la divisa, poi alzando il viso trattenne a stento un gemito. Davanti a lei si stagliava l'algido Principe di Serpeverde.
-Allora, Mezzosangue, vuoi guardare dove metti i piedi?- sibilò lui sarcasticamente.
La Granger evitò di rispondere, decisa ad evitare quell'idiota e cominciò a raccogliere i libri, quando una mano le si serrò forte al polso, obbligandola a raddrizzarsi.
Malfoy con un passo le si avvicinò e la sospinse contro il muro.
La Grifondoro sentì il fiato del ragazzo contro il suo orecchio e il suo profumo inebriarla completamente.
Draco allora, le lasciò andare delicatamente ma con fermezza il polso e la strinse per la vita sottile, costringendola ad inarcarcarsi contro di lui.
Hermione alzò lo sguardo e lo posò sugli occhi fiammeggianti del ragazzo. Erano così carichi di collera e confusione che sembravano mandare bagliori.
Il Serpeverde appoggiò nuovamente la bocca all'orecchio della ragazza.
-Che mi hai fatto Mezzosangue?- la sua voce si perse in un sussurro roco.
Hermione lo guardò senza capire, terrorizzata da ciò che Malfoy avrebbe potuto farle.
-Non fingere di non capire, Granger. Mi sei sempre in testa.
Che mi hai fatto? Avanti rispondimi.-
Finalmente la Grifondoro sembrò tornare in sè.
-Che stai farneticando brutto idiota?-
-Lo sai benissimo. Voglio che tu mi tolga qualsiasi cosa tu abbia combinato. Non credevo mi bramassi a tal punto da mettermi sotto incantesimo- le rispose Draco con un ghigno.
A quelle parole Hermione, fulminea, alzò un braccio.
Lo schiaffo partì velocissimo, lasciando il biondino tramortito.
La Granger stizzita raccolse rapidamente i suoi libri, poi si voltò verso Malfoy scoccandogli uno sguardo carico d'odio.
-Questo- sibilò- è per ricordarti che non sono una di quelle che ti porti a letto.
Draco rimase in piedi nel corridoio deserto a osservare la ragazza che se ne andava correndo. Scappando da lui.
Posò un palmo sulla sua candida guancia, dove spiccava il segno rosso della sberla di Hermione. Si riavviò i capelli e tornò in Sala Comune.



Intanto, nelle Segrete di Villa Malfoy, Elenie* Zabini, una Benéfica, scrutava di sottecchi i suoi carcerieri.
E pregava, tra sè e sè, che qualcuno venisse a salvarla prima che fosse troppo tardi.







*Elenie è un nome elfico, che significa STELLA.



Ed anche questo capitolo è giunto al termine. Spero vi sia piaciuto. Ho lasciato qualche mistero sparso qua e là. Chi è Elenie? Cos'ha a che fare con Voldemort? E soprattutto, cosa sono i Benefici? Continuate a leggere e lo saprete.
Ciao a tutti.








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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***



Erano solo le otto di domenica mattina quando Hermione Granger scese nella Sala Comune di Grifondoro. Voleva buttarsi avanti con i compiti di Trasfigurazione, che erano davvero moltissimi, in modo da avere il pomeriggio libero.
Inutile dire che la sua sorpresa fu enorme quando su un divano davanti al fuoco, vide seduti i due ragazzi probabilmente più dormiglioni di tutta Hogwarts.
Harry Potter e Ron Weasley.
La ragazza li salutò con in faccia stampata un'espressione incuriosita e loro risposero con un fiacco gesto della mano, alzando verso di lei i volti dagli occhi cerchiati.
-Ehi ma che è successo?- chiese Hermione preoccupata - come mai siete svegli a quest'ora?-
-Harry ha avuto incubi tutta la notte...e alla fine è diventato impossibile dormire. Così ci siamo alzati e siamo andati dalla Chips per fargli dare qualcosa, visto che gli faceva anche male la cicatrice.- spiegò Ron brevemente.
La Granger sgranò gli occhi.
-Ti ha fatto male la cicatrice? Cielo Harry...Che genere di sogno era?-
Potter debolmente le fece un riassunto degli avvenimenti da lui vissuti quella notte in sogno e li rivisse dolorosamente sulla sua pelle.
Le raccontò di come gli occhi freddi di Voldemort gli avessero ricordato tutte le morti di cui quel mostro si era macchiato...
Di come avesse ripensato a Sirius vedendo quella fredda stanza vuota con quella ragazza a terra...
Di come si fosse sentito inspiegabilmente legato a lei...
-Una ragazza? Di che parli?- la domanda di Hermione interruppe il flusso dei suoi pensieri.
-Si. C'era una ragazza. Era legata e controllata da molti Mangiamorte. Voldemort si è rivolto a lei chiamandola "sciocca Benèfica". Hai idea di cosa significhi?.
Hermione sembro pensarci su un istante.
Non le sembrava di aver letto niente sull'argomento. A meno che...
-Oh mio Dio!- sussurrò col cuore in gola.
-Sai cosa vuol dire?-
-Forse...non lo so. Vado in Biblioteca. Ci vediamo più tardi.-
La Grifondoro corse verso il buco del ritratto lasciando gli amici allibiti.
All'ultimo secondo però si voltò.
-Harry, dimenticavo, fila dritto da Silente e raccontagli del tuo sogno. Magari lui saprà dirti qualcosa in più. Ti raggiungo tra poco nel suo studio.-
E senza aggiungere altro si chiuse il quadro della Signora Grassa alle spalle.




-Sei stato coraggioso, Draco.
-Blaise, lascia perdere. Credo che coraggioso non sia l'aggettivo che più mi si addice.
-Scherzi amico? Hai parlato con Silente svelandogli tutto. Praticamente hai sputato in faccia a tuo padre e a tutto quello che ti ha insegnato in questi anni.
Per una volta cerca di essere fiero di te stesso-
Fierezza..Orgoglio...Coraggio...
Queste erano le doti di un Grifondoro, non di un Serpeverde.
Grifondoro...oramai Draco Malfoy si ritrovava sempre più spesso a pensare a loro.
A loro che se ne stavano comodi nella loro bella Torre.
A loro che avevano da sempre rinnegato la causa dei Mangiamorte.
A loro che camminavano a testa alta.
A loro che vivevano liberi da vincoli, catene.
A loro che potevano seguire i loro ideali.
E' meglio una vita da conigli o un solo giorno da eroi?
Questo lui non lo sapeva.
Nessuno glielo aveva mai insegnato.
Ma ne aveva letto la risposta negli occhi d'oro della Mezzosangue.
Nonostante disprezzasse il suo sangue sporco, non riusciva a togliersi dalla testa quello sguardo sprezzante, quel corpo puro, quelle labbra frementi.
La bramava.
La voleva.
Fino a bearsene nel profondo.
Fino a farla soccombere.
Fino a distruggerla.
Non poteva più negarlo.
Ormai quando il pensiero di lei bussava nella sua testa non provava nemmeno più a cacciarlo via, ma lo accoglieva come un compagno, come un ospite che tanto poi avrebbe pugnalato alle spalle, conscio che prima o poi le avrebbe tolto quell'aria da maestrina, sapendo che avrebbe fatto in modo che lei non lo guardasse più con sufficienza...
Ma ancora, nel suo cuore ignaro, non sapeva in che turbinio di emozioni mai scoperte si sarebbe invischiato.
E quando lo capì fu troppo tardi per tornare indietro.




-Quello che mi dici Harry è sorprendente...Certo, il fatto che la connessione mentale tra te e l'Oscuro Signore sia ancora aperta mi preoccupa un po'...Ma forse è l'unico modo per capire le sue intenzioni e magari risparmiare molte vite innocenti.-
L'anziano Preside passeggiava dubbioso nel suo studio, ascoltando nei dettagli il sogno di Harry.
-E per quanto riguarda i Benèfici allora? Lei cosa ci sa dire?- chiese Ron curiosissimo.
Lo sguardo di Silente vagò a lungo oltre le vetrate, prima di tornare a guardare i due ragazzi con aria sognante.
-Grande stirpe di maghi, quella dei Benèfici. A dire il vero pensavo che si fossero estinti da secoli, ma a quanto pare alcuni sono ancora tra noi...
Avrei molte cose da dirvi riguardo a loro ma se, a quanto mi dite, la signorina Granger ha ricordato qualcosa ed è corsa a documentarsi, non voglio toglierle il piacere di raccontarvi tutto lei stessa.-
E facendo un occhiolino ai Grifondoro si rivolse alla porta dove, come se fosse stata chiamata, comparve Hermione, rossa in viso e sudata, come se avesse corso.
-Ho fatto p-prima che ho p-potuto- biascicò cercando di respirare.
-Si sieda Signorina, e riprenda fiato, poi ci informerà riguardo le sue scoperte.- la calmò Silente.
La ragazza prese un bel respiro, quindi posò sulla scrivania un libro che aveva tutta l'aria di essere il più grosso del mondo, e lo aprì su una pagina che raffigurava un mago vestito di foglie, scalzo, seduto ai piedi di un albero, con il quale sembrava fare un tutt'uno.
-Dunque-cominciò la Granger- i Benèfici a quanto pare sono dei maghi che uniscono dentro di sè l'essenza dei mortali, quindi la nostra, e quella degli elfi.-
Vedendo gli amici strabuzzare gli occhi sconvolti Hermione si affrettò ad aggiungere:
- Naturalmente non è una cosa provata, sono supposizioni. Gli elfi sono un popolo leggendario e comunque antichissimo.
In sostanza ci sono questi maghi più potenti del normale perchè hanno la capacità di comunicare direttamente con le forze della natura. Sono maghi elementali.Chiaro?-
-Mica tanto- bofonchiò Ron- e da dove sbucherebbero questi alimentari?-
-Elementali Ronald- Hermione alzò gli occhi al cielo -Le leggende narrano che secoli fa la regina del popolo elfico, Calien*, si innamorò perdutamente di un mago umano. Con lui ebbe numerosi figli, a cui diede nomi elfici, ma che avevano fattezze in tutto e per tutto umane. In pratica dei Mezzosangue, come fa gentilmente notare l'autore del libro.-
-Ovviamente questa è solo una leggenda- continuò - probabilmente questi Benèfici vogliono vantare una discendenza particolare, mentre in realtà hanno solo dei poteri in più.-
-Non ci giurerei Signorina Granger- disse Silente con un sorriso - molto spesso queste leggende hanno un fondo di verità. Non le sottovaluti.-
-Lei vuol dire- lo interruppe Ron con un bagliore entusiastico negli occhi- che davvero questi Benecosi sono mezzi elfi?-
-Questo non te lo so dire Signor Weasley, ma so che se Lord Voldemort è interessato a loro ci deve essere un motivo. Harry tu hai visto bene quella ragazza? Sapresti descriverla?-
Potter aggrottò la fronte.
- E' difficile perchè il luogo era in penombra. Però mi sembrava avesse lunghi capelli neri, e che avesse la pelle molto chiara.-
Lo sguardo del Bambino Sopravvissuto si perse nel vuoto.
Quella ragazza aveva un che di misterioso e terribile.
Nel suo sguardo blu cobalto aveva letto paura, dolore ma anche fermezza e coraggio.
-Professor Silente, non possiamo lasciarla lì!-
-A cosa ti riferisci Harry?- chiese Hermione.
-Alla ragazza! Ormai ho capito che le mie visioni hanno un significato. Non permetterò che Voldemort la uccida. intendo scoprire dov'è e portarla via.-
Il Preside sospirò.
-E' molto onorevole da parte tua. Dobbiamo però scoprire dove sta. Stanotte cercherò di studiare un modo. Tu attendi altre visioni, e, se le avrai, studia bene il luogo dove questa fanciulla è rinchiusa. Forse ho qualcuno che potrà aiutarci a trovarla. Ora andate.-
E detto questo con un gesto congedò i tre ragazzi, facendo capire che la conversazione era giunta al termine.




Harry James Potter camminava rapido nei corridoi del Settimo piano, cercando di raggiungere rapidamente il luogo del suo appuntamento con Ginny.
Si morse il labbro. Non sarebbe stato facile dirle quello che doveva, ma non poteva più rimandare.
Finalmente, girato l'ultimo angolo la vide, appoggiata al davanzale di una finestra, in attesa di lui.
Lei si voltò.
-Sempre in ritardo eh Signor Potter?- lo prese in giro.
Lui la salutò con un bacio sulla fronte e le si posizionò al fianco.
-Allora, che volevi dirmi?- gli chiese Ginny.
Harry la guardò, scrutò il suo viso. Notò un barlume di consapevolezza passarle rapido sul volto, poi fu lei a parlare.
-Ho già capito tutto Harry, non devi spiegarmi nulla.- Stranamente non sembrava arrabbiata, sorrideva.
-No Ginny, devo spiegarti molte cose invece- il moretto si decise a parlare- questo periodo con te è stato fantastico ma...ma non c'è nulla di più. Ti voglio un gran bene, ma mi è mancato qualcosa. Non voglio sembrarti uno stupido, ma non c'è stata quella scintilla che mi aspettavo. Ti prego di perdonarmi.-
-Non ho nulla da perdonarti. Per me è la stessa cosa. Sai, dopo cinque anni in cui sei stato il mio principale desiderio, mi aspettavo qualcos'altro dal nostro rapporto. Qualcosa di più forte. Di innamorarmi perdutamente di te, di vivere per te. E non è così. Per me sei come un fratello.-
Il cuore di Harry si alleggerì. Temeva più di ogni altra cosa di farla soffrire, e fortunatamente questo non era successo.
-Harry tu sei il salvatore del mondo magico. Hai una guerra da portare avanti. E meriti al tuo fianco una ragazza che combatta con te e per te. E io questo non lo posso fare.-
Potter le sorrise dolcemente, poi la abbracciò forte.
-Amici?- sussurrò all'orecchio di Ginny.
-Amici- rispose la rossina con convinzione - per sempre.




Ed anche questo capitolo è terminato. Purtroppo per Harry e Ginny non c'è stato il lieto fine, ma fidatevi, questa separazione risulterà utile ai fini della storia.
Inoltre ho spiegato a grandi linee qualcosa dei Benèfici.
Non ho parlato di Draco ed Hermione ma ci saranno nel prossimo capitolo.
Ringrazio tanto chi ha recensito e chi ha messo la fiction nei preferiti, in particolare.
pei_chan: le tue recensioni sono sempre lunghe e dettagliate e soprattutto graditissime. Dispiace anche a me che la fiction non abbia avuto molto successo, ma ho notato che le recensioni sono aumentate. Comunque se una volta hai tempo ti pregherei di leggere l'altra mia storia, intitolata Il Ballo del Ceppo, che ha riscosso maggior successo. Vorrei sapere che ne pensi. (mi faccio pubblicità da sola). Spero che questo capitolo abbia risposto ad alcune tue domande.
Hollina: che bello vedere nuove recensioni! Sono contentissima che la mia fic ti piaccia! Spero continuerai a seguirla!
bubina91: Amor! Finalmente hai recensito! Grazie mille di tutto! Soprattutto per i consigli che mi dai per la trama!



Ciao a tutti!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***




-Cooooooooooooosa? Stai scherzando spero!-
L'urlo di Ron Weasley fece tremare le fondamenta di Hogwarts.
-Stai calmo Ron, non farti saltare le coronarie!- scherzò Harry con un mezzo sorriso.
-Calmo dici? Hai rotto con mia sorella! Ora dovrò raccoglierla col cucchiaino! Io ti ammazzo!-
gridò nuovamente il rossino, con il viso dello stesso colore dei capelli.
-Senti, io ti ho detto che avevo l'idea di mollare Ginny, solo che lei l'ha fatto prima di me. Non soffrirà nessuno, lei meno che mai, quindi per favore stai tranquillo-
-E io che vi avevo dato anche la mia benedizione...-sbuffò Ron.
-Oh Ronald, smettila con questa storia- intervenne Hermione alzando gli occhi dal suo librone - se Harry dice che per loro è meglio così lasciali in pace. Dovresti essere contento che nessuno dei due abbia sofferto.-
-Grazie Herm- sorrise angelicamente Potter.
-Di nulla. A proposito, niente di nuovo?- gli chiese la ragazza- nessun sogno strano?.
-Niente di che- rispose Harry- continuo a sognare la stessa stanza con quella ragazza dentro.-
-Hai fatto come ha detto Silente? Hai cercato di studiare bene il luogo?-
-Si ovviamente. Ora devo solo aspettare che ci convochi nel suo studio. Chissà a chi chiederà aiuto per individuare la ragazza...- il moretto assunse un' espressione pensierosa.
Hermione non disse niente. Cercava di non darlo a vedere, ma lei qualche sospetto ce l'aveva.



Era tardi. Hermione entrò in Biblioteca tentando di non fare troppo rumore.
Percorse tutto il corridoio, passando in mezzo ad enormi scaffali ricolmi di libri antichissimi, fino a raggiungere il suo tavolo preferito, seminascosto da un' ampia tenda rossa che nascondeva un'immensa vetrata.
Giunta a destinazione, con un tuffo al cuore si accorse di essere stata preceduta.
Draco Malfoy era seduto davanti a lei, la testa china su un tomo polveroso, gli occhi che seguivano febbrilmente le righe scritte fittamente.
La Granger non resistette alla tentazione di osservarlo, dato che lui sembrava non averla notata.
Certo che era proprio bello. I capelli biondissimi un po' disordinati sulla fronte, il volto appena rischiarato dal lume di una candela, un braccio piegato a sostenersi la testa e l'altro adagiato mollemente a destra del libro.
Gli occhi dorati di lei seguirono la curva delle sue spalle, il profilo della sua divisa verde e argento, fino a giungere al viso...
-L'hai finita di guardarmi Granger?- disse lui d'improvviso con voce sarcastica, riscuotendola dai suoi pensieri proibiti.
-N-non ti stavo guardando- si difese debolmente Hermione.
-Si, certo, e io mi chiamo San Potter- la prese in giro Draco.
La ragazza lo guardò torva, fingendo di non aver sentito l'ultima frase.
-Beh che ci fai qui?- chiese tentando di sviare il discorso.
-Ballo il Can-Can- borbottò lui, acido come sempre.
-Oh, fottiti Malfoy!- gli gridò esasperata Hermione e fece per andarsene.
-Ehi ehi ehi, com'è che mi scappi sempre?- Draco si alzò di scatto dalla sedia e in tre balzi la raggiunse.
-Non dirmi che hai paura di me..- le sussurrò a un centimetro dal viso, un luccichìo soddisfatto nello sguardo.
Era convinto di farla indietreggiare con quel suo fare provocatorio, ma non conosceva Hermione Granger.
Lei non indietreggia mai.
Lei non mostra di aver paura.
Lei piuttosto che far vedere le sue debolezze ricaccia indietro le lacrime a forza e si morde le labbra fino a farle sanguinare.
-Gira al largo furetto- gli sibilò tra i denti.
-E' veramente quello che vuoi? Non fingere...Si vede lontano un miglio che sei attratta da me!- ghignò Draco.
-Malfoy- ringhiò la ragazza con astio- io sarò attratta da te solo quando l'Inferno ghiaccerà-
-Non ne sarei tanto convinta se fossi in te-
-Sei un vigliacco, schifoso Serpeverde, un vile. Io quelli come te non li sopporto.-
Lui le si avvicinò ancora di più, fino ad arrivare a sfiorare la fronte di Hermione con la sua.
-Davvero? Beh scommetto che ti ricrederai non appena parlerai col tuo caro Professor Silente-
La Granger lo spinse via bruscamente.
-Di che cavolo stai parlando?-
Draco si sedette con aria annoiata sulla sedia.
-Gli ho detto tutto. Adesso sarai contenta spero.-
-Davvero?- la ragazza era allibita - non l'avrei mai pensato.-
-Ovviamente..- una smorfia amara passò sul viso del Serpeverde.
-Beh Granger ho di meglio da fare che stare qui a cazzeggiare con te. Me ne vado.-
E senza aggiungere altro il biondino raccolse i suoi libri e scomparve tra gli scaffali.
Hermione, rimasta sola, si sedette pesantemente su una sedia, infilandosi una mano tra i capelli.
E così quel verme di Malfoy aveva tradito suo padre e il suo sangue.
Che veramente fosse migliore di quello che tutti pensavano?
Forse era giusto dargli una possibilità...
Per un momento rivide quello sguardo abbagliante e quel ghigno che si portava sempre sulle labbra, e si ritrovò a sorridere.
Ma che le stava succedendo?




Era mezzanotte a Villa Malfoy, quando una fredda voce acuta riempì il grande salone.
-Lucius!-
Un uomo pallido e dai lunghi capelli biondi entrò con aria di riverenza e timore.
-Si Signore?-
-La Benèfica ha parlato?-
-No Signore, le abbiamo inflitto diversi Cruciatus ma resiste.-
-Non esagerate. La voglio viva e lucida. Se le farete del male sarai tu a risponderne a me chiaro?-
-S-sì Padrone-
La voce strascicata di Lucius Malfoy era leggermente incrinata.
-Comunque P-Padrone abbiamo provato a somministrarle anche del Veritaserum, ma non è servito a niente. Sembra che su di lei non faccia effetto.-
-Branco di idioti!- la furia di Lord Voldemort esplose - è una Benèfica! Su di lei questi trucchetti di voi maghi comuni non servono! Possibile che io sia costretto a circondarmi di un sacco di inetti come voi? Fuori di qui Malfoy! Mi sono stufato. Portatela da me. Ora.-
Lucius si inchinò rispettosamente, quindi si girò e si diresse ai sotterranei della Villa, dove la ragazza era incatenata.
Passati alcuni attimi tornò trascinando un'esile fanciulla per un braccio.
La prolungata prigionia e il quasi completo digiuno l'avevano resa molto pallida e sottile, ma gli occhi erano carichi di energia ed odio.
Malfoy la spinse, facendola sbattere sul pavimento davanti al Signore Oscuro.
Quest' ultimo si sollevò lentamente dal suo trono di pietra e iniziò a camminarle intorno.
-Allora, Elenie Zabini, - la canzonò - sembra che tu abbia perso la lingua.-
La ragazza alzò appena lo sguardo, fino ad incatenare gli occhi con quelli serpentini del nemico.
- Sai che potrei ricoprirti di gloria ed onori- continuò Lord Voldemort .- so che la tua magia è molto antica e potente, e che voi Mezzosangue della tua stirpe siete rimasti in pochi.
Voglio che tu metta i tuoi poteri al mio servizio. Se mi aiuterai ti darò tutto ciò che vuoi.-
-Tutto ciò che voglio - sibilò con voce affaticata Elenie - è che tu e tutti quelli come te scompariate da questo mondo.-
E detto questo sputò ai piedi del Signore Oscuro.
Adirato lui le si piazzò dinanzi e, con un violento gesto della mano le girò la faccia, spaccandole il labbro.
-La mia pazienza ha un limite, sporca Benèfica. La tua permanenza qui sarà sempre più dura.-
La ragazza non aprì bocca, limitandosi a scoccare all'uomo uno suardo astioso.
Voldemort si rivolse ai suoi Mangiamorte.
-Portatela via-
Lucius e Nott si avvicinarono ad Elenie e fecero per prenderla per i gomiti e trascinarla nuovamente nei sotterranei ma lei si divincolò e fece per scappare, quando Bellatrix Lestrange le scagliò uno Schiantesimo che la fece ricadere inerme sul pavimento.
I Mangiamorte sogghignarono brevemente e la ributtarono in cella.
Lacrime amare sgorgarono dagli occhi della Benèfica.
Si toccò la testa che le pulsava e si strofinò le braccia ricoperte di tagli ed escoriazioni.
Ormai aveva quasi perso la speranza di uscire da quell'incubo.
Ma non sapeva che c'era qualcuno che stava lottando per tirarla fuori di lì.




Blaise stava leggendo un libro nella Sala Comune di Serpeverde, quando un inferocito Draco Malfoy entrò sbuffando come una locomotiva, sbattendosi con forza la porta alle spalle.
Mentre l'amico grugniva e imprecava, Zabini appoggiò il libro sul divano e si rivolse a guardarlo con aria interrogativa, aspettando che si calmasse.
Quando, dopo mezz'ora, capì che sarebbe andato avanti così per un bel po', il moro si schiarì la voce.
-Che vuoi?- ringhiò Draco.
-Mmm niente...solo sapere che è successo- rispose Blaise, per nulla impressionato.
-Cosa vuoi che sia successo? Quella schifosa mezzosangue mi sta facendo uscire pazzo!-
Zabini represse una risatina, che però non sfuggì allo sguardo attento di Malfoy.
-Grazie eh? Sei proprio uno stronzo Blaise!-
-E dai Draco...non prendertela! D'altronde Hermione è proprio carina! E in più vi vedrei molto bene insieme-
E Blaise, vedendo l'amico infiammarsi di colpo, cominciò a ridacchiare come un matto.
-Bla-aise!- lo richiamò il biondo con voce petulante.
-E va bene- si arrese Zabini- la smetto.
Si alzò dal divano e fece per andare nella sua stanza, canticchiando un motivetto sconcio su Malfoy e la Granger.
A quel punto Draco s'incazzò come un aspide e cominciò a corrergli dietro scagliando Cruciatus per tutto il sotterraneo.
fu una notte molto lunga per il povero Blaise Zabini...



Chiedo umilmente scusa per non aver spiegato il significato del nome della regina degli elfi, come mi ha fatto notare pei_chan, ma me ne sono dimenticata =)
Comunque Calien significa LUCE.
Ora passo ai soliti ringraziamenti:
pei_chan: grazie per le tue lunghissime recensioni, che ogni volta analizzano benissimo il capitolo. Non sai che piacere mi fai. Inoltre sono stata felicissima di trovare il tuo commento anche nell'altra mia fic " Il ballo del Ceppo". Grazie grazie grazie!
Per quanto riguarda la presunta parentela tra Blaise ed Elenie e se il Serpeverde sa della sua esistenza, presto saprai tutto! Alla prossima!
Hollina: Eccoti accontentata! Qui c'è una scena tra Draco ed Hermione. Ancora tra loro non è successo niente, ma presto la situazione si sbloccherà.
Invece, passando al rapporto tra Harry e Ginny, lì ho avuto un po' di difficoltà, perchè quando ho immaginato la fic, Elenie non era prevista, e loro due dovevano rimanere insieme. Però poi, sviluppando la storia, la trama si è articolata, e mi sono accorta che rischiavo di non riuscire a dedicare abbastanza spazio a loro due come coppia, e rischiavo di rovinare tutto. Così li ho fatti lasciare, cercando di farlo nel modo più semplice possibile, senza far rimanere male nessuno. Spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento.


Grazie a chi legge e a chi ha messo la fiction nei preferiti, che ho notato essere aumentati.








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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***




Qualche giorno dopo, subito dopo la cena nella Sala Grande, Harry Potter si stava dirigendo alla Torre di Grifondoro, in compagnia dei suoi fedeli amici Ron ed Hermione.
A un certo punto, mentre il trio stava parlando e scherzando del più e del meno, una pergamena si aprì di fronte a loro.
Harry la afferrò e cercò di decifrare la calligrafia sinuosa ed elegante, che riconobbe essere quella del Preside.
-E' di Silente - sussurrò agli amici - dice di raggiungerlo nel suo studio, perchè ha importanti novità di cui discutere con noi.-
-D'accordo, sbrighiamoci.- disse Hermione.
E tutti e tre si diressero nell'ufficio del Preside.
Arrivati alla porta di noce, Ron bussò leggermente.
-Avanti- invitò la voce cordiale di Albus Silente.
I ragazzi entrarono e la loro sorpresa fu grande, quando su una poltroncina accanto alla scrivania videro comodamente seduto Draco Malfoy.
Hermione per la verità non ne era più di tanto stupita.
Dopo aver saputo infatti che il Serpeverde si era confidato col Preside, si era immaginata che l'anziano mago avrebbe chiesto al biondino la sua collaborazione e che avrebbe fatto di tutto per proteggerlo.
Di tutt'altro avviso però erano Harry e Ron.
Il moretto affrontò Draco a muso duro.
-E tu che ci fai qui?- chiese bruscamente, gli occhi verdissimi ridotti a due fessure.
Malfoy rispose con una smorfia annoiata e in sua difesa intervenne Silente.
-Harry, Draco si è offerto di darci una mano, e credo che dovremmo offrirgli una possibilità.- disse con estrema tranquillità il Preside.
-Ora vi prego di accomodarvi, in modo che io possa mettervi al corrente dei fatti accaduti.-
Harry e Ron si sedettero contrariati su due sedie di fronte a Malfoy, mentre Hermione, con un luccichìo nello sguardo che a Potter non era sfuggito, prese posto su un divanetto.
Dopo pochi istanti il grande mago cominciò ad aggiornare i Grifondoro riguardo la missione di Draco.
Ma quando arrivò a dire che nei piani di Voldemort lui sarebbe dovuto morire per mano del bel biondino, Harry perse il controllo.
Per tutta la durata del racconto aveva stretto spasmodicamente il bracciolo della sua sedia nel tentativo di non esplodere, ma a un certo punto non riuscì più a trattenersi.
- E lei come fa a fidarsi eh? Come fa ad essere sicuro che questo qui non ci pugnalerà alle spalle nel sonno? Come fa a sapere che non è solo un trucco per passare informazioni a Voldemort?- urlò Potter.
Hermione lo guardò preoccupatissima. Poche volte l'aveva visto così sconvolto.
Il respiro del ragazzo si era fatto affannoso, gli occhi mandavano bagliori e teneva i pugni stretti, cercando di non saltare al collo di Malfoy.
Albus Silente fece per parlare, quando Draco, sorprendentemente, si alzò di scatto, calciando indietro la sedia.
-Ora basta, Sfregiato- disse con voce lenta e pacata.-io non sono qui per convincere o salvare nessuno, se non la mia coscienza. Non me ne frega niente della vostra stupida causa, come non mi importa di quella dei Mangiamorte. Solo non mi va di essere usato come una pedina. So fare delle scelte. E ora la mia è questa. Non mi pento facilmente delle cose che faccio, semplicemente perchè prima di farle ci penso molto bene. Ti avviso che non starò qui a convincerti sulla mia onestà, perchè non me ne frega un cazzo di quello che pensi di me. Le cose stanno così. Prendere o lasciare, Potter.-
Il Preside nascose un mezzo sorriso.
Era molto più di quanto aveva osato sperare.
Draco aveva tirato fuori l'orgoglio. Finalmente.
Harry invece non sapeva che dire. Lanciò un'occhiata veloce a Hermione e Ron, che risposero con uno sguardo d'intesa.
-E sia - disse infine - ma sappi che non mi fido di te. Al minimo dubbio ti sbatto in pasto ai Mangiamorte, che non credo saranno contenti di avere un traditore tra loro no?-
-Credi di farmi paura Potter?- lo rimbeccò Malfoy.
Il moretto alzò le spalle e rispose al Serpeverde con uno sguardo truce.
-Ora basta, la volete finire? - intervenne Hermione esasperata.
-Se vogliamo fare qualcosa di buono dobbiamo collaborare.-
-Esatto- rimarcò Ron, benchè anche lui fosse ancora un po' diffidente verso Draco- che voleva dirci Professor Silente?-
-Volevo parlare con voi e Draco riguardo la giovane fanciulla che Harry ha sognato -rispose il Preside - Il Signor Malfoy dice di non sapere che piani ha Voldemort riguardo i Benèfici, ma magari ha una qualche idea su dove possa essere rinchiusa la ragazza. Per favore Harry, descrivigli il luogo che hai visto.-
Potter si concentrò intensamente.
-E' in una cella, da cui ogni tanto la tirano fuori per portarla in una stanza in penombra, sotterranea e molto umida, a giudicare dalle pareti bagnate. Appese ai muri ci sono delle torce che fanno una luce verdognola e strumenti che sembrano di tortura, tutti arrugginiti. In mezzo ci sono delle colonne, di pietra, con alla base una specie di incisione, che mi pare rappresenti dei serpenti intrecciati...-
Venne interrotto da un sibilo di Draco.
-Sono i sotterranei di casa mia-  il biondino impallidì - è a Villa Malfoy-
Quante volte era sceso in quelle stanze...
Quante volte aveva provato sulla sua pelle quelle torture...
Quante volte aveva viso il sangue colare lento dalle sue spalle segnate dalle frustate...
-Cosa? Stai scherzando?- sussurrò Hermione terrorizzata.
Il biondo si riscosse e riprese la sua consueta aria scostante.
-Ho l'aria di uno che scherza Granger? Arrendetevi. Non entrerete mai. Sarebbe un suicidio- concluse con aria indifferente, mentre le sue viscere si contraevano al solo pensiero di tornare in quella casa.
-Ora posso andarmene a dormire?- domandò a Silente.- Ho fatto quello che dovevo.-
-Certo Signor Malfoy, vai pure. E andate anche voi, ragazzi, si è fatto tardi, ne riparliamo un'altra volta.-
Hermione e Ron si alzarono e infilarono la porta, trascinandosi dietro un Harry un po' recalcitrante, che avrebbe voluto rimanere ancora per parlare di come liberare colei che ormai sognava tutte le notti. 




La domenica successiva Hermione si alzò di buon ora per andare in Biblioteca.
Aveva intenzione di cercare a fondo notizie sui Benèfici, non sentendosi ancora del tutto preparata sull'argomento.
Sapendo che il loro nemico teneva rinchiusa quella strega per servirsi di lei per scopi sicuramente poco nobili, voleva infatti cercare di capire tutte le particolarità e le caratteristiche di quei maghi elementali.
Arrivata in Biblioteca la trovò ancora vuota, dato l'orario mattiniero e si diresse al suo solito tavolo.
Posò la borsa su una sedia e si infilò tra gli scaffali, cercando di un libro che facesse al caso suo.
Naturalmente sapeva che la ricerca sarebbe stata piuttosto difficoltosa, poichè i Benèfici erano rarissimi e poco conosciuti dai maghi, così si era portata uno spuntino, nel caso in cui fosse dovuta rimanere lì tutto il giorno.
Cosa che, a dire il vero non le spiaceva poi così tanto.
Adorava starsene in Biblioteca da sola, si sentiva protetta e a suo agio.
Dopo mezz'ora, in cui non fece altro che scorrere con lo sguardo i titoli di numerosi libri, ne prese una dozzina e si sedette a leggere.
Purtroppo inizialmente il tentativo sembrò essere infruttuoso perchè quei maghi particolari erano citati di sfuggita, o al massimo si narrava della leggenda della loro nascita.
Insomma, cose che la strega già sapeva, e niente di più approfondito. 
Ore dopo la ragazza aveva quasi perso le speranze.
Le tende della Biblioteca erano state tutte tirate, e il fuoco scoppiettava allegro nel camino.
Quando però ormai Hermione stava per gettare la spugna e andarsene, lo sguardo le cadde su un vecchissimo tomo polveroso.
Spinta dalla curiosità lo aprì e iniziò a leggere.
Si parlava di fate, folletti, gnomi ed elfi.
Leggendo quell'ultima parola il cuore le fece un balzo gioioso nel petto.
Forse finalmente aveva trovato qualcosa.
Al capitolo elfi lesse alcune nozioni basilari su quel popolo affascinante, raffinato e probabilmente solo leggendario, poi trovò un paragrafo che suscitò il suo interesse.
"Di tutte le unioni tra esseri umani e creature immortali, quella tra la regina elfica Calien e il mago Anubis è stata senz'altro la più potente e fruttuosa.
Infatti dal loro amore ebbe origine la stirpe dei Benèfici.
Questi maghi incarnano nella loro essenza il potere elfico e quello umano.
A questo punto è doveroso ricordare che gli elfi non sono dei veri e propri maghi, in quanto non fanno uso di bacchette, bensì sono quanto c'è di più vicino a Madre Natura.
Sono sempre vissuti al riparo dagli occhi altrui, creando attorno a loro un'aura di mistero.
La loro magia è una commistione di antiche conoscienze e compassata saggezza, che utilizzano ai fini del Bene.
Essi si mostrano ed elargiscono consigli solo a chi ritengono degno.
La dinastia elfica terminò quando Re Elros* si arrese alle forze oscure.
Della magia di queste creature immortali resta appunto solo la stirpe Benèfica.
I Benèfici sono mortali, e si tramandano le loro caratteristiche per via genetica.
Se un Benèfico si unisce ad una strega o viceversa, solo il primogenito ne prenderà le caratteristiche. Se invece nasceranno due gemelli saranno entrambi Benèfici.
Essi sono maghi elementali, molto in sintonia con le forze della Natura, con le quali sono in comunicazione.
Sono immuni alle pozioni e alle fatture minori.
Sono inoltre in grado di sopportare numerosi dolori corporali e sono potentissimi.
Se vengono colpiti nella sfera emotiva possono innescare reazioni molto pericolose..."
Hermione era allibita. Non aveva mai sentito niente di simile...



Draco Lucius Malfoy camminava spedito per i corridoi del castello, sperando che l'istinto omicida nei confonti di Potter passasse velocemente.
Non si rese neanche conto di dove andava, finchè si ritrovo quasi senza accorgersene davanti all'entrata della Biblioteca.
Non aveva voglia di tornare in dormitorio a sentire le cazzate di Pansy e le domande di Blaise, così decise di entrare.
Girò un po' tra gli scaffali, cercando di evitare le occhiate odiose di Madama Pince, che lo considerava un mezzo delinquente solo perchè una volta aveva strappato per sbaglio la copertina di un libro.
Peccato che la donna non avesse creduto nemmeno per un momento che non l'avesse fatto intenzionalmente dato che, a suo dire, aveva visto benissimo lui e Zabini che se lo lanciavano tra i corridoi.
Sta di fatto che da quel giorno ogni volta che toccava un libro la Pince gli piazzava gli occhi addosso e non lo mollava per un istante.
Malfoy stava per andarsene, stanco di girare senza meta, quando vide una figura familiare in lontananza.
Si avvicinò di soppiatto e notò Hermione al suo tavolo, praticamente sdraiata sui libri, profondamente addormentata.
Draco si avvicinò lentamente e si sedette accanto a lei, guidato da qualcosa che non aveva mai provato prima.
Le spostò delicatamente una ciocca di ricci ribelli dietro l'orecchio, e rimase lì, non trovando la forza di spostarsi.
Dio, quanto era bella...
Le lunghe ciglia toccavano le guance rosee, accarezzandole dolcemente.
Il piccolo petto si alzava lentamente al ritmo cadenzato del suo respiro.
E le labbra...quelle labbra ben disegnate, leggermente arrossate..
Quelle labbra che ormai sognava tutte le notti.
Quelle labbra che avrebbe voluto fare sue.
Draco la guardò e un ghigno si formò sulla sua bocca.
Sarebbe stato facile, così addormentata, prenderla e trascinarla nei sotterranei.
E poi averla.
Solo per sè.
Senza concederle scampo.
Senza che lei potesse scappare nuovamente da lui come faceva di solito.
Ma poi?
Poi come avrebbe fatto a guardarla di nuovo?
Come avrebbe potuto reggere il confronto con quegli occhi dorati?
Per la prima volta Draco Malfoy ebbe paura di una donna.
E non ne capiva il motivo...
Le carezzò nuovamente i capelli, con una dolcezza che sorprese anche sè stesso.
E la vide sorridere.
Nel sonno, lei sorrideva. Per lui.
Rimase lì a guardarla ancora per un po', poi vedendo che la ragazza stava per svegliarsi, se ne andò rapidamente, prima che lei potesse notarlo.




Hermione aprì gli occhi, confusa.
Ci mise un po' a capire dove si trovava, poi quando mise bene a fuoco la Biblioteca intuì di essersi addormentata mentre leggeva.
Si massaggiò le braccia indolenzite, poi fece mente locale.
Aveva fatto uno strano sogno.
Un angelo biondo le stava vicino, gli occhi argentei che brillavano di fronte all'esile fiamma di una candela.
Non era difficile collegare l'angelo a una persona a lei ben nota.
Peccato che questa persona di angelico avesse ben poco.
Ricordò di come l'angelo l'avesse delicatamente accarezzata e sospirò brevemente.
Inutile vivere di sogni, si disse.
I sogni deludono sempre perchè non si realizzano mai.
Prese i libri e si diresse all'uscita della sala, quando notò qualcosa a terra di fronte a lei.
Si chinò a guardare e raccolse un fazzoletto di lino ricamato con due iniziali in un angolo.
D.M.
Hermione sorrise.
Dopotutto credere nei sogni forse non era così sbagliato...


*Elros in elfico significa SCHIUMA.


Ed anche questo capitolo è terminato. Sto aggiornando abbastanza velocemente perchè in questi giorni sono presa dall'ispirazione=)
Questo capitolo però non mi convince pienamente, anche perchè è un po' di transizione.
Mi è servito per spiegare bene cosa sono i Benèfici, per far individuare da Draco il nascondiglio di Elenie e soprattutto per segnare una prima svolta tra lui ed Hermione.
Beh comunque ditemi che ne pensate. Spero di non aver reso Malfoy troppo OOC.
Ho cercato di farlo rimanere sempre sull'acidino, ma quando è da solo davanti ad Hermione addormentata, ho fatto in modo che si togliesse la maschera...
In ogni caso non lo farò diventare mieloso. Lui è comunque un po' un bastardo, quindi non aspettatevi dichiarazioni d'amore...=)
Ora passiamo ai ringraziamenti:
pei_chan: figurati se mi dispiacciono le tue continue recensioni! Sono una cosa che mi rende felicissima! Sono contenta che Draco ed Hermione ti piacciano..Spero che li apprezzi anche in questo capitolo...
mrs snape: Che bello, adoro le persone nuove che leggono la mia fic! Ti ringrazio molto per i complimenti!
Hollina: sono contenta che continuerai a seguirmi! Spero che questo capitolo, quasi totalmente su Draco ed Hermione, ti sia piaciuto!
bubina91:grazie amor! Mi fa piacere che l'idea di Elenie ti piaccia! Lei è un personaggio sul quale punto molto ai fini della storia!
ladyherm:ti chiedo scusa se non ti ho ringraziato per la recensione nell'ultimo capitolo, ma ho notato il commento solo dopo aver postato. Scusami. Comunque ti ringrazio davvero tanto, i tuoi complimenti mi hanno fatto molto piacere!


Grazie a tutti coloro che leggono e a chi ha messo la fiction nei preferiti!













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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***





Fuori dall'aula di Trasfigurazione il livello di rumore si era fatto spropositato.
Le classi del sesto anno di Serpeverde e Grifondoro aspettavano la McGranitt per cominciare la lezione e, com'era abituale, erano già volati i primi insulti e minacce, e in breve tempo sarebbe scoppiata la solita rissa.
Draco Malfoy, appoggiato ad una colonna, tenendosi la testa dolorante, dopo che se l'era spaccata insieme a Potter finendo insieme giù dalle scale mentre cercavano di uccidersi a vicenda, fissava il gruppo di gente che si stagliava dinanzi a lui.
Indubbiamente cercava qualcosa.
O meglio, qualcuno.
-Dove cazzo è finita la Mezzosangue?- sibilò all'orecchio di Blaise che, improvvisatosi crocerossino, cercava di medicargli i numerosi bernoccoli.
-Uhu Draco...ti manca già?- lo prese in giro l'amico.
-Fottiti idiota. La mia è pura curiosità.- gli rispose stizzito Malfoy.
Zabini alzò gli occhi al cielo, facendosi notare dal biondino, che cercò di mollargli un pugno.
Fortunatamente Blaise, abituato agli scatti a sorpresa di Draco, lo schivò prontamente.
In quel momento una massa di capelli ricci si fece largo tra la folla, fino ad arrivare da Ron ed Harry.
A quest'ultimo sussurrò qualcosa nell'orecchio.
Malfoy, che non aveva perso nessun passaggio, irrigidì la mascella e serrò i pugni.
Improvvisamente Hermione si girò verso di lui, e quasi sorrise a vederlo così sostenuto e furioso.
Se non lo avesse conosciuto bene, la Granger avrebbe pensato che fosse geloso.
La Grifondoro sorrise tra sè, poi entrò nell'aula, facendo al biondino un breve cenno col capo.
Tutti gli altri ragazzi entrarono e, non appena Draco si sedette al suo solito banco, una piccola busta volò verso di lui.
La afferrò cercando di non farsi notare, e la nascose da occhi indiscreti per poterla aprire indisturbato.
Appena la schiuse qualcosa di soffice e candido a cui era applicato un piccolo biglietto, scivolò delicatamente sulle sue gambe.
Malfoy prese in mano il biglietto e se lo avvicinò per poterlo leggere meglio.
"Ieri sera in Biblioteca hai dimenticato questo.
Credo che ti appartenga.
Hermione."
Stupito il ragazzo sollevò l'involto.
Impallidì leggermente quando riconobbe il suo fazzoletto e per un po' non riuscì ad alzare lo sguardo verso la Granger.
Sa tutto.
Ha capito che ero lì con lei.
Chissà, magari era sveglia e ha visto tutto.
Il biondino tremò solo al pensiero di essersi esposto con lei a tal punto.
Finalmente guardò nella direzione di Hermione, che probabilmente l'aveva fissato fino a quel
momento, dato che incrociò lo sguardo argenteo con quello dorato di lei.
-Grazie- sillabò senza voce Draco.
La ragazza alzò le spalle, continuando a sorridere dolcemente.
Incredibile, Malfoy aveva detto grazie.
A lei, a una Mezzosangue.




Harry James Potter stava nella Sala Comune.
Era seduto su un divano a gambe e braccia incrociate.
Lo sguardo fisso verso il buco del ritratto.
Quella volta la sua preda non gli sarebbe sfuggita.
Eh no, quella volta era deciso a vederci chiaro.
Dopo minuti che gli sembrarono ore, un cigolìo segnò che qualcuno aveva spostato il quadro della Signora Grassa.
Eccola, la sua preda.
Hermione Granger, con l'aria ignara di chi è ancora inconsapevole, entrò in Sala Comune.
-Ciao Harry- fece allegra.
-Ciao!- rispose il Grifondoro con un'aria sadica che era tutta un programma.
La ragazza, conoscendo il suo migliore amico, tentò con un ultimo atto disperato di infilare a tutta velocità le scale e di rifugiarsi nel dormitorio delle ragazze.
Ma...
-Hermione, è un po' che non parliamo, che dici di sederti qui?-
-Ehm...va bene - rantolò confusa e preoccupata la Granger, poi si sedette rassegnata sul divano accanto ad Harry.
-Allora - iniziò Potter - non mi va di girarci intorno...Che sta succedendo tra te e Malfoy?-
La Grifondoro quasi si strozzò, poi arrossì violentemente.
-N-niente- sussurrò imbarazzatissima.
-Sì, e io sono Babbo Natale. Herm ti conosco! E soprattutto ho gli occhi per vedere! Quindi non prendermi in giro per favore.-
-E va bene- si arrese Hermione - non so nemmeno io cosa mi sia preso. Harry, non giudicarmi ti prego, ma penso a lui più di quanto dovrei-
La ragazza tacque, in attesa di una qualche reazione di Potter.
E la reazione non tardò ad arrivare.
-Che cosa?- ululò il maghetto- Ma sei diventata pazza? Hai idea di chi stiamo parlando? Draco me-le-sono-fatte-tutte Malfoy! C'è pieno di ragazzi ad Hogwarts! Torna con Ron piuttosto!-
-E meno male che non dovevi giudicare vero?- sibilò Hermione sarcastica.
-Herm, per favore, ragiona. Quello ragiona solo con il...beh hai capito. Lui non è il tipo che si innamora. Per lui conta solo il sesso! Se ti avvicinerai troppo a Malfoy rimarrai scottata. Pensaci bene prima di fare sciocchezze. Ti prego.-
-Harry lo so benissimo. Solo...Ormai non so quanto potrò tornare indietro. Ogni volta che lo vedo mi tremano le gambe. E so che lui non è il classico principe azzurro, che è un Purosangue bastardo ed arrogante a cui non importa niente di me ma non posso farci niente.- sussurrò la strega con gli occhi lucidi.
-D'accordo- sospirò infine lui - ammetto che Malfoy non è proprio quello che avrei immaginato per te, ma la scelta è tua. Io starò comunque dalla tua parte, qualsiasi cosa tu vorrai fare. Solo, stai attenta ok? Non voglio che tu soffra per un idiota come lui.-
E detto questo le asciugò le lacrime che cominciavano a rigarle le guance.
Hermione finalmente sorrise e poi lo abbracciò stretto.
-Ti voglio bene Harry.-
-Anch'io. Tantissimo-



Draco Malfoy camminava per il giardino, l'umore più nero di un corvo.
Stretta in tasca teneva l'ennesima missiva di quel verme di suo padre, che lo esortava ad accelerare i tempi.
Il Serpeverde sogghignò tra sè.
Ah, se suo padre avesse saputo che era passato dall'altra parte.
Se avesse saputo che era entrato in fissa per una mezzosangue.
Draco accartocciò la lettera con rabbia fino quasi a disintegrarla.
Un lievissimo profumo di fiori nell'aria, non dolciastro e frivolo, ma delicato e forte come colei a cui apparteneva, gli fece intuire l'arrivo di Hermione.
Istintivamente si sedette a terra, attendendola.
Non pensò nemmeno per un istante di fuggirle.
Perchè avrebbe dovuto poi?
La desiderava.
La voleva nel suo letto.
La sognava ormai tutte le notti, con quegli occhi d'oro accesi dalla passione...
Il colpo di tosse di Hermione dietro di lui lo risvegliò dai suoi pensieri sconci.
-Mezzosangue- la salutò acido- che vuoi?-
-Niente Malfoy, ma camminavi in riva al lago e sembravi in preda ad un istinto suicida, così sono venuta a controllare.-
-Ecco, ora che l'hai fatto puoi anche andartene.- ringhiò lui.
Bastardo. Si maledisse da solo.
Perchè la trattava così?
Cazzo. Non riusciva a controllarsi. Era più forte di lui.
Hermione, infuriata, bestemmiandogli dietro mentalmente, fece dietrofront e si incamminò nuovamente in direzione della scuola.
-Aspetta-
La ragazza si bloccò, stupita.
Era un sussurro, quello che aveva sentito, o un sogno?
Si voltò lentamente.
Draco si era alzato, e si era avvicinato lentamente a lei.
-S-scusami...ero nervoso, Tu non c'entri niente.-
La Granger lo guardò con aria sempre più sconvolta.
Draco Malfoy, l'altezzoso Serpeverde, si era scusato con lei?
Gli occhi argentei di lui sondavano quelli dorati di lei, cercando risposte che non aveva.
Cosa voleva vedere?
Cosa voleva sapere?
Oramai il biondino aveva capito che era arrivato ad un punto di non ritorno, che lei gli era entrata nel sangue.
Frenò il basso istinto che gli suggeriva di prenderla e farla sua in quel momento, magari dietro un cespuglio.
Sempre vicinissimo a lei, fece per avvicinarsi ulteriormente, quando vide gli occhi di Hermione spostarsi da lui, per fissare un punto imprecisato dietro la sua spalla e poi dilatarsi di scatto, come in preda al terrore.
Malfoy si girò, seguendo lo sguardo della ragazza, e con il cuore in gola vide un uomo incappucciato alzare la bacchetta verso il cielo.
-Testudo creo- urlò l'uomo, facendo scaturire un bagliore azzurognolo, che circondò loro tre.
-Cazzo- sibilò Draco ad Hermione- ha generato una barriera attorno a noi. Gli altri possono vederci ma non possono entrare per aiutarci-
La ragazza estrasse la bacchetta da sotto il mantello.
-Questo vuol dire che ce la caveremo da soli- disse rabbiosa.
Intanto il Mangiamorte aveva iniziato a ridere sommessamente.
-Draco- ghignò- avevo detto a tuo padre che di te non c'era da fidarsi, che eri troppo giovane e indipendente per seguire la nostra causa, ma lui non mi ha dato ascolto, dicendo che farneticavo, che tu volevi solo essere come noi. E invece, guarda un po', appena decido di venire a controllare, ti becco con una schifosa Mezzosangue, che tra l'altro è l'amichetta di Potter. Mi complimento.-
Draco intanto si era mosso quasi impercettibilmente davanti ad Hermione, portandola dietro di sè.
Se l'avessero colpita per vendicarsi di lui...non se lo sarebbe mai perdonato. Mai.
-Ma come diamine ha fatto ad entrare? Non ci si può Smaterializzare ad Hogwarts- sentì borbottare la Mezzosangue alle sue spalle.
Malfoy alzò gli occhi al cielo. Possibile che dovesse pensare a quelle sottigliezze anche in un momento del genere?
-Crucio- l'urlo improvviso del Mangiamorte lo riscosse.
La luce dell'incantesimo puntava dritta verso Hermione, ma lei fu più rapida.
-Protego- gridò alzando la bacchetta.
Il ragazzo vide il potente incantesimo andare ad infrangersi contro la barriera invisibile creata dalla Grifondoro.
Evidentemente l'uomo voleva liberarsi di lei per poi poter affrontare liberamente Draco.
Un lampo d'ira squarciò gli occhi di Malfoy.
Lei non dovevano toccarla.
Alzò elegantemente la bacchetta.
-Stupeficium!-
Il getto rosso dell'incantesimo si infranse contro lo scudo creato dall'avversario.
E il duello iniziò.
Draco cercava contemporaneamente di disarmare l'avversario e proteggere Hermione, pur sapendo che lei era in grado di difendersi anche da sola, come dimostrò poco dopo scagliando un Impedimenta che stordì per qualche secondo il nemico.
Intanto fuori dalla cupola si era radunata gran parte della scuola, compresi i professori, Silente ed Harry e Ron, che terrorizzati, seguivano l'accanito combattimento.
Potter non potè impedirsi di notare lo sguardo di Malfoy.
Ogni qualvolta che un incantesimo sfiorava Hermione, si voltava verso di lei, a rischio di essere colpito, per verificare le sue condizioni, angosciato.
Lei, d'altro canto, si muoveva attorno a lui quasi danzando, cercando di evocare Scudi, nei quali era bravissima, ogni volta che un incantesimo minacciava il ragazzo.
Draco ed Hermione se la cavavano bene, ma il Mangiamorte sembrava avere dei poteri a loro sconosciuti.
Pareva trarre ancora più forza se veniva colpito dagli incantesimi e cadeva a terra, come se la terra stessa gli concedesse il suo alito di vita.
I due ragazzi erano sfiniti, il combattimento non sembrava avere fine.
Poi però...
-Stupeficium- urlò sfibrato Malfoy.
L'uomo franò rovinosamente e il ragazzo, ansante, si voltò per un secondo verso Hermione pochi metri più in là, per controllare se stesse bene.
Un secondo fatale.
-Gladii Sectio!-
Il tempo sembrò scorrere al rallentatore,
Draco, con uno scatto, sentendo la maledizione scagliata dal Mangiamorte e vedendo la lama che era partita dalla sua bacchetta, dirigersi verso la ragazza, corse verso di lei.
Hermione, sorpresa dall'incantesimo, non aveva avuto il tempo di proteggersi.
Sentì il contraccolpo della lama che affondava nella carne, ma non sentì alcun dolore.
Orripilata abbassò lo sguardo e vide il corpo di Malfoy davanti a lei, esanime.
La lama conficcata in un fianco.
Il sangue che scendeva copioso a terra.
In quel momento la barriera si ruppe.
Il Mangiamorte, con un ghigno crudele si dissolse nell'aria.
Alcuni professori immediatamente partirono all'inseguimento, mentre Blaise, Harry, Ron e altri studenti raggiunsero il corpo di Draco.
Hermione, sconvolta, era scivolata in ginocchio, tenendo tra le braccia il suo salvatore.
Era ben conscia che se Malfoy non si fosse messo in mezzo, la vittima sarebbe stata lei.
Silente e Madama Chips si fecero strada tra gli studenti urlanti e si chinarono sul corpo del Serpeverde.
Sul volto un'espressione indecifrabile.
L'infermiera di Hogwarts alzò appena la divisa del ragazzo, per controllare la ferita, poi chiuse gli occhi.
Il Preside intanto fece apparire una barella, su cui poi adagiò il corpo di Draco.
-Professore! Se la caverà vero? Mi risponda!- il grido disperato di Blaise ruppe il silenzio che si era creato.
Silente lo guardò triste.
-Signor Zabini, comprendo il tuo dolore, ma non posso assicurarti nulla. Ti assicuro che faremo tutto il possibile.-
-Ma...Signore...-
-Ora è meglio che lo portiamo velocemente in Infermeria, appena sapremo qualcosa vi farò sapere-
E detto questo il Preside si voltò, incamminandosi verso Hogwarts, lasciandosi alle spalle una scolaresca piena di domande, Blaise Zabini che meditava vendetta per il suo migliore amico ed Hermione Granger che singhiozzava sulla spalla di Ron Weasley.






Ok, non uccidetemi
=)
Ho lasciato le cose un po' in sospeso...
Se la caverà Draco? E in che modo la situazione si ripercuoterà sul suo rapporto con Hermione? Per saperlo dovete continuare a leggere=)
Intanto come al solito ringrazio:
pei_chan:sono contenta che ti piacciano i Benèfici e, come hai intuito, Blaise non è uno di loro...e non è neanche detto che Elenie sia sua sorella...Beh come al solito ti ringrazio tanto della recensione! Grazie grazie grazie!
Nika_chan01: ti ringrazio della recensione, mi piace tantissimo vedere nuove lettrici! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Dimmi che ne pensi!
Hollina:Grazie mille! Mi fa piacere che ti piaccia come si sta evolvendo la storia e sono contenta di trovare sempre una tua recensione, come quelle di pei_chan! Ormai vi siete fatte commentatrici abituali e ne sono contentissima!


 









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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***






Ovviamente, la notizia che l'algido Principe di Serpeverde era in fin di vita per aver protetto una Mezzosangue aveva subito fatto il giro della scuola.
La Mezzosangue in questione però non se ne era minimamente curata e da diverse ore era seduta con la testa appoggiata al muro appena al di fuori della porta attraverso cui Silente e la Chips erano spariti con Malfoy.
I suoi begli occhi d'oro erano vacui, parevano privi di espressione, come svuotati di ogni sentimento.
Se li si osservava meglio, però, si poteva notare un lieve gonfiore e degli arrossamenti, segni delle copiose lacrime versate.
-Hermione, vai a riposare, sono ore che stai qui, ed è tardi. Crollerai se non dormi un po'.-
La Granger rivolse appena uno sguardo al suo migliore amico.
-No Harry. Voglio stare qui. Voglio che mi dicano come sta.-
Harry Potter sospirò, si sedette accanto all'amica e debolmente le prese una mano tra le sue, poi alzò lo sguardo.
Blaise Zabini, incurante dei rimproveri stentati di Piton, fumava quella che probabilmente era la sua milionesima sigaretta della giornata.
Non riusciva a stare fermo.
Misurava continuamente la stanza a grandi passi, passandosi distrattamente una mano sui capelli.
Di fronte a lui Ronald Weasley, appoggiato al davanzale della finestra, gli occhi socchiusi.
Incredibile, pensò Harry, come in questo momento non si noti la distinzione tra Case.
E ancora più incredibile, lui era lì ad aspettare di avere notizie su Draco Malfoy.
Se qualcuno glielo avesse detto non ci avrebbe mai creduto.
Ma d'altronde non avrebbe mai creduto nemmeno che Malfoy avrebbe fatto da scudo ad Hermione, frapponendosi tra lei e una spada.
Tra lei e la morte.
Accarezzò i capelli della ragazza dolcemente.
Era distrutta.
Lei si appoggiò al petto del Grifondoro, ricominciando a versare silenziose lacrime.
Potter la cullò, cercando di placare i singhiozzi che scuotevano quelle piccole spalle.
-E' colpa mia...E' colpa mia...! - sentì sussurrare Hermione tra i gemiti.
-Ma che dici? Tu non hai fatto niente!- cercò di consolarla Harry.
-Sì invece. Non sono stata attenta. Dovevo esserci io al suo posto in questo momento!-
Il ragazzo non sapeva che risponderle.
In cuor suo aveva ringraziato fino allo sfinimento la prontezza di riflessi e il coraggio di Malfoy.
Ma non poteva dirlo alla Granger, così si accontentò di stringerla più forte a sè, mentre lei si aggrappava alla sua camicia come se fosse stata un'ancora di salvataggio,
Un'ancora a cui aggrapparsi per uscire da quel mare di dolore.



-E così tuo figlio ha tradito, Lucius. Devo dire che non me lo sarei mai aspettato-
Lucius Malfoy abbassò lo sguardo, incapace di reggere il confronto con quelle iridi rosse e serpentine.
-Signore, io n-non ne avevo idea. Chiedo perdono- biascicò sottovoce il Mangiamorte.
-Non farmi ridere, pezzo di idiota. Ti sei cresciuto un figlio degenere, un figlio che passa dalla parte di Potter e che striscia sotto le gonne di Silente. E tu pagherai per questo- sibilò Lord Voldemort, lo sguardo pieno di gioia maligna.
Negli occhi di Malfoy balenò il terrore più puro, ma sapendo bene che non aveva via di scampo, si inginocchiò davanti al suo Padrone, sottomesso.
La risata del Signore Oscuro si propagò gelida per tutto il sotterraneo.
-Cosa credi, che la tua pena sia qualche misero Cruciatus? No, Lucius, sarà molto peggio.-
L'uomo allora, terrorizzato, alzò lo sguardo, guardando Voldemort con una muta domanda nei freddi occhi grigi.
-Voglio la testa di quel tuo figlio traditore. E sarai tu a portarmela.-
Lucius Malfoy sentì qualcosa palpitare nel suo arido cuore di assassino senza scrupoli.
Qualcosa che gli attanagliò le viscere.
Draco.
Doveva ammazzare suo figlio.
Il sangue del suo sangue.
L'ultimo dei Malfoy.





-Aprite questa porta! Cazzo fatemi uscire!-
-Ehi ehi ehi! A quanto pare si è risvegliato il caratterino, eh Signorina?
Elenie Zabini avrebbe tanto voluto sputare in un occhio a quel dannato Mangiamorte che la canzonava di fronte alla cella in cui era rinchiusa.
Lo guardò storto, mentre cercava di calcolare la distanza tra lei e l'uomo, per tentare di colpirlo in un qualsiasi modo.
-Ti conviene stare tranquilla- sibilò allora quello, accortosi del suo sguardo- altrimenti ti imbottiranno nuovamente di Cruciatus.-
La ragazza represse un brivido.
I Cruciatus non le facevano realmente male, ma le provocavano uno stato di intorpidimento della mente e del corpo, cosicchè non era più in grado di pensare lucidamente.
Doveva uscire di lì, e alla svelta.
E tornare a casa.
Quando mai le era venuto in mente di cercare Silente?
Pensò fugacemente a sua madre, e due lacrime leggere le scivolarono lungo le gote.
Il ricordo di quella strega dai poteri eccezionali, piegata sotto gli incantesimi dei Mangiamorte le faceva ancora sanguinare l'anima.
Poteva ancora vedere il suo bel volto sofferente, mentre esalava il suo ultimo respiro, stretta tra le Corde della Tempesta.
Albus Silente.
Quelle erano state le sue ultime parole, sussurrate alla figlia come ultimo desiderio.
Elenie non sapeva molto di quel vecchio.
Solamente che era un grande mago e che era il Preside di Hogwarts.
Così si era messa, sola e con la morte nel cuore, in viaggio verso la Scuola di Magia.
Quando era circa a metà del suo percorso però era caduta in un agguato di Voldemort, che l'aveva trascinata nelle sue prigioni.
Era coraggiosa, Elenie.
Procedeva a testa alta, Elenie.
E soffriva le pene dell'Inferno, Elenie.
Sua madre era morta, per aver rifiutato di offrire i suoi poteri alla causa del Lord Oscuro.
E così avrebbe fatto anche lei.
Sarebbe già morta, se i Mangiamorte non avessero scoperto che dai Benèfici minorenni può essere asportata giornalmente una parte della loro magia anche senza il loro consenso.
La ragazza strinse i denti al pensiero di come quello schifoso di Voldemort faceva libero uso della sua magia impunemente, usandola per dare più forza ai suoi seguaci.
Sentiva che le sue forze si stavano esaurendo.
La sua magia era anche la sua fonte di vita.
Senza, sarebbe morta.
Per questo gli incantesimi, anche quelli più potenti, non sono in grado di porre fine alla vita di un Benèfico.
Perchè solo le cosiddette Corde della Tempesta, residuati di magia antica e terribile, possono estirpare il fiato della terra che scorre nelle vene di questi maghi grandiosi.



La porta dell'Infermeria di Hogwarts si aprì delicatamente, rivelando l'alta figura di Albus Silente.
Il viso più stanco e vecchio che mai, alzò i limpidissimi occhi azzurri verso i quattro ragazzi raccolti davanti a lui.
Con una mano si strofinò debolmente la fronte, poi si lisciò la veste, ancora macchiata del sangue di Draco.
-Tergeo- sussurrò muovendo appena la bacchetta.
Harry, Ron, Hermione e Blaise erano impietriti di fronte al Preside, incapaci di domandare alcunchè, forse troppo timorosi di ascoltare ciò che Silente avrebbe detto.
Infine Zabini prese coraggio, si schiarì la voce e chiese al mago notizie di Draco.
Il volto dell'uomo si rischiarò.
-Sta meglio, fortunatamente. I Medimaghi arrivati dal San Mungo hanno fatto un lavoro egregio.-
Hermione tirò un sospiro di sollievo.
-Posso vederlo? - domandò ignorando lo sguardo incuriosito di Ron ed evitando di incrociare gli occhi di Harry e Blaise.
-Certo, Signorina Granger. Ma solo qualche minuto. Anche se hanno fermato l'emorragia, la sua salute è ancora piuttosto instabile.-
-D'accordo, la ringrazio.-
E senza aggiungere altro la ragazza entrò silenziosamente nella stanza in cui riposava Draco.
Appena lo vide sentì un tuffo al cuore.
Sembrava così fragile steso in quel letto.
Gli si avvicinò lentamente, quasi timorosa, e sedette su una sponda del letto, badando di non svegliarlo.
Guardò con gli occhi lucidi i serici capelli biondi spettinati sulla fronte pallida, le larghe spalle nude appena coperte dal candido lenzuolo.
Un braccio sporgeva dalle coperte.
Hermione non riuscì a frenare l'impulso che la obbligava a prendere la mano che giaceva inerme sul materasso.
Appena si trovò con la mano di Draco tra le sue provò una sensazione stranissima.
Un'emozione che nemmeno lei riusciva a spiegarsi.
Come se una parte del suo cuore fosse tornata a casa.
Non riusciva a credere che lui fosse vivo.
Ferito e debole, indubbiamente, ma vivo.
Si era sentita morire quando l'aveva visto colpito dalla spada.
Era stato come se un abisso si fosse chiuso su di lei, inghiottendola.
Un lieve movimento della mano di Malfoy segnalò che era sveglio.
Il biondino aprì lentamente gli occhi grigi.
-Mezzosangue- sussurrò appena.- Stai bene?- chiese con un tono in cui la Granger avvertì una nota di preoccupazione.
La ragazza annuì, incapace di parlare, limitandosi a stringere forte la mano del ragazzo tra le sue.
Draco rispose lievemente alla stretta.
Anche nel sonno aveva capito che lei era lì.
Aveva avvertito la sua presenza, il suo profumo, il suo respiro delicato.
La accarezzò dolcemente con lo sguardo, come in cerca di un graffio, di un livido, di una ferita.
Sospirò di sollievo quando vide che non ne aveva.
Era riuscito a proteggerla.
Non sapeva neanche lui cosa l'avesse spinto a gettarsi tra lei e quella maledetta lama.
Aveva agito di impulso.
L'unica cosa che ricordava era di aver pensato non lei.
Tutto ma non la Mezzosangue.

E ora si ritrovava lì. dopo aver sfidato la Morte, a guardare ancora in quegli occhi dorati.
Colmi di dignità, orgoglio e passione.
E capì che non sarebbe voluto essere in nessun altro luogo al mondo.




Dormitorio di Serpeverde. Qualche ora più tardi.
-Allora Blaise, come sta?- la voce angosciata di Pansy Parkinson riempiva tutto il sotterraneo.
-Sta bene, te l'ho detto - rispose il ragazzo con voce annoiata, cercando di finire il suo dannato libro.-Ci vorrà un po' ma riprenderà le forze-
-Io ancora non capisco perchè ha salvato la pelle di quella Sudicia Mezzosangue- ringhiò Nott.
Zabini lo guardò di sottecchi, cercando di tenere a freno l'istinto omicida che lo invitava a tagliare la lingua di quel deficiente.
-Già, neanch'io- rincarò la dose Tiger, iniziando a ridere con aria di scherno - è stato proprio un coglione. Chissà cosa voleva dimostrare... - 
-Forse di essere migliore di tutti noi messi insieme - ruggì Blaise, incapace di tenere a freno la collera.
E lasciando tutti i presenti annichiliti per la sua sfuriata, marciò spedito fino all'ingresso del dormitorio.
Fece le scale rapidamente, pregando di non venire beccato da Gazza, vista l'ora tarda.
Arrivato davanti all'Infermeria, entrò, rivolgendo il viso verso il suo migliore amico, che con aria assente guardava fuori dalle grandi vetrate.
Vederlo così lo faceva stare male.
Guardare quella pesante fasciatura che gli ricopriva il torace, e pensare che era stato così vicino a perderlo...no, non poteva pensarci.
Tra lui e Draco i gesti d'affetto erano praticamente nulli, ma per Blaise, Malfoy era un po' la sua famiglia, il suo pilastro.
Erano anni che lottavano entrambi in segreto contro i loro genitori che volevano convertirli alla loro stupida causa, e col passare del tempo si erano uniti sempre di più.
Avevano fatto fronte unito contro tutto e tutti.
Quel pomeriggio sarebbe tanto voluto entrare a vedere le sue condizioni, ma aveva cavallerescamente lasciato entrare Hermione, conscio che era lei che doveva stare al fianco del biondino in quel momento.
Ma ora poteva vederlo, constatare con i suoi occhi che non l'avrebbe mollato da solo e che si sarebbe ripreso.
Gli andò vicino e gli posò una mano sulla spalla.
Draco inspirò e chiuse gli occhi.
-Stai meglio?- disse sottovoce Zabini.
Malfoy annuì e sorrise.
-Sai che ci sarò sempre per te, vero?- sussurrò nuovamente il moro.
Draco mosse impercettibilmente la testa, troppo debole per parlare, quindi strinse il polso dell'amico, in segno di gratitudine.
Blaise non gli chiese altro.
Il silenzio dell'amico valeva più di mille parole.
Era uno di poche parole, l'ultimo erede del casato dei Mafoy.
Uno che faceva parlare i gesti, più che le parole.
Uno che non concedeva facilmente il suo affetto e le sue attenzioni.
E Zabini sapeva che quello era il suo modo di difendersi dalle difficoltà che la vita e suo padre gli avevano posto davanti.
Mai mostrarsi debole.
Mai farsi piegare.
...E lui quel giorno aveva abbassato per la prima volta le difese davanti a una strega Mezzosangue dagli occhi dorati, salvandole la vita...





E anche questo capitolo è terminato. Non mi convince molto, è un po' di transizione. Beh, ditemi voi che ne pensate.
Passo subito ai ringraziamenti, perchè ho pochissimo tempo:
pei_chan: spero che con questo capitolo tu abbia capito qualcosa in più su Elenie e la sua storia. Dimmi che ne pensi! E come al solito grazie per le recensioni!
Hollina: ti ringrazio tanto per i complimenti, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
poppi: che bello un' altra nuova lettrice! Sono contenta che la mia storia ti piaccia, spero che continuerai a seguirla e a dirmi che ne pensi!
Nika_chan01: grazie dei complimenti, sono contenta che la fic ti piaccia!


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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***




Blaise Zabini era da poco uscito dall'Infermeria, dopo aver passato tutta la notte a cercare di parlare con Draco.
Avevano discusso di argomenti leggeri. senza mai entrare nel discorso di ciò che era accaduto quel giorno, ben sapendo che non era il momento opportuno.
Il moro Serpeverde scese lentamente le scale, con una sensazione opprimente al petto.
Aveva una strana sensazione, come se il posto in cui sarebbe dovuto essere era quello che aveva appena lasciato.
Ovvero la stanza in cui Draco stava riposando.
Cercò di scacciare via l'odioso presentimento che gli attanagliava le viscere e si sforzò di raggiungere i sotterranei.
Arrivato però all'ingresso del dormitorio fece un brusco dietro-front.
Zabini si fidava molto del suo istinto, e quello gli diceva di tornare da Malfoy.
Fece i gradini quattro a quattro, col cuore in gola.
Arrivato in Infermeria spalancò di botto la porta e la scena che gli si presentò davanti gli ghiacciò il sangue nelle vene.
Un uomo incappucciato era chino su Draco, intento a versargli nella bocca semichiusa il contenuto di una piccola ampolla.
Sentendo però il rumore provocato da Blaise, lo sconosciuto alzò il capo, e prima che il ragazzo potesse dire o fare qualcosa, girò sui tacchi e uscì di corsa dalla finestra, scomparendo.
Zabini angosciatissimo allora corse al capezzale di Malfoy e constatò che non respirava.
-Cazzo!- biascicò.
-Madama Chips! Venga! Di corsa! - iniziò ad urlare allora in preda al panico.
La porta della stanza attigua si aprì con forza e l'Infermiera di Hogwarts, in vestaglia e con una cuffia sui capelli raggiunse i due Serpeverde.
Dopo aver visto lo stato di incoscienza in cui versava il biondo, guardò Blaise interrogativamente.
-Che è successo qui, Signor Zabini?- domandò.
Il ragazzo balbettando iniziò a descrivere brevemente l'accaduto, facendo sbarrare sempre di più gli occhi alla donna.
Senza aprire bocca la Chips allora alzò la bacchetta e con un semplice gesto scrisse due righe su un notes, che volò rapidissimo fuori dalla porta.
-Ho mandato a chiamare il Professor Silente, spiegandogli l'accaduto- sussurrò in risposta allo sguardo di Blaise.
Quindi l'Infermiera si chinò accanto al letto di Malfoy per raccogliere l'ampolla che il Mangiamorte aveva lasciato cadere a terra nella fretta di uscire.
Scuotendola appena notò che sul fondo era rimasto un po' di liquido.
Era ambrato e fumoso.
-Ragazzo- ordinò la Chips- Vai dal Professor Piton e pregalo di venire qui con i suoi strumenti per classificare le pozioni, sbrigati-
Senza contestare il Serpeverde raggiunse l'ufficio di Piton, che non fu per niente contento di essere svegliato nel cuore della notte, ma che fu più che solerte nell' offrire il suo aiuto quando capì che c'era in gioco la vita di Draco.
Quando entrambi tornarono in Infermeria, trovarono anche Albus Silente, con espressione preoccupata, intento ad osservare la fiala.
Questi la passò al professore di Pozioni, che iniziò a passarla attraverso i suoi ammenicoli vari, rimestolandola con la bacchetta.
-Ora bisognerà anche capire come fanno questi individui a superare la barriera anti-Smaterializzazione che è posta sulla Scuola- borbottò il Preside.
-Non è che magari sono Animagi o qualcosa del genere?- chiese la Chips, mentre misurava il polso a Draco e cercava di scaldarlo.
-Mi sembra alquanto improbabile. Il Mangiamorte che ha combattuto contro il Signor Malfoy e la Signorina Granger non si è trasformato, nè tantomeno reso invisibile. Semplicemente si è dissolto nell'aria. A questo punto l'ipotesi è solo una. E non mi piace per nulla- terminò l'anziano mago, scuro in volto.
-A che punto sei, Severus?-
-Ho quasi terminato, Preside. Ecco...Si tratta della Pozione Mors Deletua-
Gli occhi di Piton si fecero vacui, mentre sussurrava ansante il nome della Pozione.
Silente annuì appena, socchiudendo gli occhi, pronto al peggio.
-Professore?- la voce di Blaise ruppe il silenzio creatosi - che effetto ha?-
-Vede, Signor Zabini- cominciò il Preside- gli effetti di questa pozione sono molteplici e mutevoli a seconda di chi è l'individuo a cui è somministrata. Generalmente porta alla morte.-
Gli occhi del ragazzo si spalancarono, spaventati, una muta preghiera bloccata a fondo gola.
-Fortunatamente - continuò Silente - al Signor Malfoy non è stata somministrata la Pozione per intero. Inoltre è un ragazzo giovane e forte, quindi il suo corpo potrebbe essere in grado di contrastare gli effetti della Mors Deletua.-
-E perchè non si sveglia allora? Perchè è così freddo e immobile?- gridò Blaise con la voce spezzata.
-Perchè ha bevuto buona parte di quel liquido.- sussurrò il Preside ad occhi bassi- Nonostante le nostre speranze siano alte, non possiamo essere sicuri di ciò che gli accadrà. Possiamo solo aspettare, pregando che la sua volontà di restare con noi sia più forte di qualsiasi Pozione e che continui a vivere. Lo so che è dura, ma è in momenti come questi che bisogna restare uniti, tentando di uscire dall'Oscurità.-
E dicendo questo appoggiò una mano sulla spalla di Zabini, stringendo forte.
-Madama Chips, mi informi di qualsiasi cambiamento, la prego.-
La donna annuì, e il Preside uscì dall'Infermeria con Piton, chiudendosi la porta alle spalle.



 
Hermione Granger si stava dirigendo con Harry verso la Sala Grande per fare colazione, quando furono entrambi investiti da Ron Weasley, arrivato su dalle le scale a tutta velocità.
Proprio mentre Potter stava per bestemmiargli sonoramente dietro il rosso alzò un braccio per farlo tacere, cercando in contemporanea di riprendere fiato.
-A-avete saputo quello c-che è successo stanotte?- domandò, rosso fuoco per lo sforzo.
I due Grifondoro lo guardarono interrogativamente.
-Qualcuno si è infilato in Infermeria e ha cercato di ammazzare Malfoy, a quanto pare. Me l'ha detto Neville poco fa, a cui l'ha detto Lavanda, a cui l'ha detto Padma, a cui l'ha detto la Parkinson. -
-Sì sì va beh!- tagliò corto Hermione muovendo impaziente un braccio- come sta lui ora?-
Appena Weasley le aveva detto di Draco il suo cuore aveva iniziato a battere incessantemente, minacciando di uscirle dal petto.
Harry le strinse una mano in segno di appoggio.
-Beh, sta veramente male, a quanto pare- borbottò Ron, senza sapere l'effetto devastante che quelle notizie avevano sulla sua migliore amica.
- Sembra che sia in una specie di coma, da cui non sanno se si sveglierà- concluse.
Potter guardò di sfuggita la Granger.
Era pallidissima, sembrava sul punto di svenire.
-Respira Herm, respira- le sussurrò dolcemente.
La ragazza obbedì, cercando di placare i battiti del suo cuore.
-Devo vederlo- sbottò ad un tratto, prendendo a correre verso l'Infermeria.
-Aspetta! Ti accompagno- le gridò Harry seguendola rapidamente, lasciando Ronald che non ci aveva capito niente, da solo in mezzo al corridoio.




-Draco...Draco! Ti prego, svegliati! Non mi mollare adesso, hai capito? Non osare arrenderti-
La voce rotta di Blaise Zabini riempiva l'Infermeria deserta.
Le bianche tende di lino coprivano le scure vetrate, dietro cui batteva incessante la pioggia degli ultimi giorni di Novembre.
Il letto di Malfoy era l'unico occupato e Blaise non si era mai mosso di lì.
Non aveva voluto mangiare, nè allontanarsi dal capezzale del suo migliore amico.
Draco giaceva, ancora incosciente sotto le candide lenzuola, il viso di un pallore marmoreo.
Sembrava morto, tanto era freddo, ma se si posava una mano sul suo polso si poteva distinguere il lontanissimo battito del cuore.
L'ultimo segnale che in quel corpo c'era ancora vita che scorreva.
Mentre cercava di cogliere un segno, un movimento, che gli indicasse che Draco ce l'avrebbe fatta, Zabini sentì un'esplosione di voci oltre la porta.
-Le ho detto di farmi passare! Devo vedere come sta!-
-Non sia irragionevole Signorina! Tanto lui non la riconoscerebbe comunque. Non è cosciente!
-La prego, la supplico, solo qualche minuto!
Alle due voci femminili, il Serpeverde sentì unirsi una terza voce maschile, che riconobbe essere quella di Harry Potter.
-Madama Chips, le chiediamo una cortesia, lei è una donna estremamente intelligente, credo che possa capire il nostro punto di vista. Ci faccia entrare.-
Blaise sorrise sotto i baffi.
Sapeva che l'unica cosa che poteva far cedere l'inflessibile Infermiera di Hogwarts erano le lusinghe.
Potter aveva colpito nel segno.
Infatti qualche istante dopo vide entrare lui ed Hermione, visibilmente scossa.
Ancora una volta, notando lo sguardo della ragazza, non potè impedirsi di sorridere dolcemente.
....E così il Grifone si innamorò del Serpente...
Quello sguardo era inequivocabile.
E, guarda un po', era lo stesso che Draco le rivolgeva mentre stavano combattendo contro quel Mangiamorte.
Uno sguardo a prima vista agghiacciato, impaurito, terrorizzato.
Ma Blaise non era uno che si fermava alle apparenze.
Dietro a quei sentimenti aveva saputo leggervi dell'altro...
-Blaise- la voce di Potter lo ridestò dai suoi pensieri.
-Dimmi...-
-Puoi uscire un momento? Dovrei parlarti-.
Il Serpeverde annuì, confuso, e seguì il Grifondoro fuori dall'Infermeria.
Appena si chiusero la porta alle spalle, Harry si appoggiò contro la porta, togliendosi per un attimo gli occhiali e strofinandosi gli occhi.
-Va tutto bene? Cosa devi dirmi?. chiede Zabini con i suoi soliti modi cortesi.
-Scusa Blaise, lo so che non è il momento, ma credo che sia opportuno parlarne prima che Malfoy si riprenda.-
-Vedi- riprese Potter notando lo sguardo confuso dell'altro - si tratta appunto di lui ed Hermione.-
Zabini cominciò vagamente ad intuire dove volesse andare a parare il Bambino Sopravvissuto.
-So che quell'idiota è il tuo migliore amico, ma Hermione è la mia migliore amica e a lei ci tengo moltissimo. Idem per quanto riguarda lui Ron, senza contare che loro sono stati insieme a lungo, quindi le è ancora più legato. Comunque, senza girarci intorno, sappi che se lui la fa soffrire, gli renderò la vita un'Inferno.-
Sul volto del Serpeverde passò l'ombra di un sorriso.
-Harry...io con lui non ne ho parlato molto...Sai anche tu come è fatto no?-
Potter alzò gli occhi al cielo, poi un ghigno si formò sulla sua bocca, al pensiero di come il biondo sembrasse schivo e riservato, ma poi non si facesse problemi a ripassarsi tutta la fauna femminile di Hogwarts.
-Comunque- continuò Zabini - questa volta mi sembra...non so...diverso...Penso che a lei ci tenga sul serio, al di là di quello che vuol far sembrare.-
-Se lo dici tu- rispose Potter diffidente - io ci credo poco. Non mi fido di lui.-
-D'accordo, vedremo. Intanto bisogna sperare che superi questa cosa.-
-Oh lo farà senz'altro!- disse Harry con espressione angelica - sopravviverà giusto per farmi un dispetto!-



Intanto a pochi metri da loro si svolgeva una triste scena.
Hermione Granger, con la testa posata sulla spalla inerme di Draco Malfoy singhiozzava come se le avessero strappato l'anima.
-Non provare ad andartene, mi hai capito? Non ci provare!-
La ragazza provò a scuotere Draco, che però non diede segni di vita.
-Come faccio poi? Chi mi chiamerà schifosa Mezzosangue?-
Un sorriso lacrimoso si aprì sul bel volto di Hermione.
Aveva odiato per anni quel nomignolo datole dal Principe di Serpeverde, eppure ora avrebbe dato un braccio pur di sentirglielo ripetere.
-E' tutta colpa mia! Se ieri non mi avessi difeso non avrebbero capito che eri passato dalla nostra parte...Ti ho messo io in questa situazione!- singhiozzò.
-Non dire sciocchezze, Mezzosangue...-
La Granger alzò la testa sbalordita.
Era stato solo un sussurro eppure...
Avrebbe potuto giurare di aver sentito quelle parole...
Guardò il viso di Draco e con un tuffo al cuore vide che i suoi occhi grigi, tempestosi come non mai, la stavano fissando.
Cominciò a sorridere tra le lacrime, ringraziando Dio che glielo aveva rimandato indietro.
Ringraziando Dio per averle dato un'altra possibilità.
Un'altra possibilità di parlare con lui, di litigarci, di scontrarcisi e di incontrare nuovamente il suo sguardo.
Malfoy dal canto suo non ricordava quasi niente, e non capiva le lacrime della Mezzosangue.
Della sua Mezzosangue...
Incredibile cosa va a pensare il cervello se lo si lascia correre a briglia sciolta.
Lievemente sorrise alla ragazza, nello sguardo quasi un invito, una supplica, una preghiera.
Tentò di tirarsi su per avvicinarsi nuovamente a lei.
Hermione inconsciamente si allontanò, ma lui serrò il polso di lei nella sua mano, attento a non stringere troppo, e la costrinse ad accostarsi a lui.
Appoggiò la guancia alla fronte della ragazza, inspirando il lieve profumo dei suoi capelli, conscio che non sarebbe più stato in grado di sopravviverle a lungo.
-Dr-Draco...Io devo ringraziarti. Mi hai salvato la vita ieri...- il sussurro della Granger fu appena percepibile, ma bastò a far fremere Malfoy, che intuì ancor di più quanto fosse stato vicino a perderla per sempre.
Poteva negarlo fino alla morte.
Ma quella Mezzosangue gli era entrata nell'anima, come mai nessun'altra aveva fatto, lasciando solo la cenere del suo orgoglio di Purosangue.
Abbassò lo sguardo su Hermione, incapace di risponderle, e avvicinò la fronte alla sua.
La ragazza però si alzò di scatto, senza fiato.
-Devo...devo parlare con Silente. Me ne ero scordata. Scusami.-
E, lasciando il ragazzo allibito, corse fuori dalla stanza.



Mentre saliva nello studio del Preside Hermione cercava di mettere ordine nella sua testa.
Perchè gli fuggiva così?
Non aveva senso, se poi lui era il suo pensiero fisso.
Forse era istinto di conservazione, pensò triste.
Sapeva benissimo che lo scopo di Malfoy era quello di portarsela a letto e basta, come faceva con tutte.
Ma nonostante questo non riusciva a stargli lontana.
Probabilmente cercando di prolungare ulteriormente l'inevitabile scorrere delle cose, sperava di mantenere vivo l'interesse di Draco per lei e così di tenerselo vicino.
Ma non ce l'avrebbe fatta ancora a lungo.
Lo vedeva, anche in classe, che il loro era un cercarsi.
Con gli occhi e con la mente.
Sentiva perennemente il suo sguardo addosso, mentre mangiava, camminava, studiava.
Ormai aveva fatto l'abitudine a vederselo intorno, a sentire le sue battutine sarcastiche e a leggere i bigliettini sconci che lui le lasciava nella borsa.
Brama, pura brama.
Sapeva che da parte del ragazzo non c'era altro che quello.
Se ne era fatta una ragione, ma tuttavia aveva paura di cedere a lui, perchè intuiva che poi sarebbe stata in suo pugno per sempre...
-Parola d'ordine?-
Hermione fece quasi un infarto quando sentì la voce del gargoyle di pietra che faceva da guardia allo studio di Silente.
Gliela disse, poi salì.
Trovò il Preside ad aspettarla seduto alla scrivania.
Le fece cenno di sedersi, poi senza lasciarle il tempo di parlare iniziò a sommergerla di un fiume di parole.
-E' un piacere vederla, Signorina Granger. Ho ricevuto la piacevole notizia che il Signor Malfoy sta meglio.-
La ragazza annuì debolmente.
-Mi fa molto piacere. Ora, immagino che lei sia qui per parlarmi delle sue conclusioni riguardo il modo in cui sono entrati i Mangiamorte.-
Il limpido sguardo azzurro di Silente si fece penetrante, mentre osservava sorridendo Hermione oltre i suoi occhialetti.
-Ma lei come fa...-iniziò la Grifondoro.
-Ormai posso dire di conoscere bene l'animo delle persone- la interruppe il mago.- Ora, siccome immagino che le tue conclusioni siano identiche alle mie, ti pregherei di parlarmene.-
- Beh ecco...-iniziò la Granger- ho trovato certe informazioni in quel libro sui Benèfici...-
Con un cenno il Preside la invitò a proseguire, così la ragazza prese coraggio e continuò con maggior vigore:
-Lì  tra le altre cose ho letto che i Benèfici non hanno problemi a superare barriere di alcun tipo. Siccome però mi sembra alquanto strano che quei Mangiamorte siano anch'essi dei Benèfici, ho cercato ulteriori fonti. Così ho scoperto che dai Benèfici minorenni si può ricavare della magia e farne uso liberamente. Quindi, dato che Voldemort tiene in ostaggio quella ragazza, può aver fatto uso dei suoi poteri per mandare qui dentro i suoi seguaci.-
-Brillante deduzione Signorina!- le disse Silente rivolgendole un sorriso luminoso- ammetto che non sarà facile contrastare tutto ciò, ma almeno abbiamo un punto da cui partire. Ora più che mai è importante liberare al più presto la fanciulla!-
Quindi si rivolse verso la sua fenice, Fanny, cominciando ad accarezzarle il folto piumaggio rossastro, facendo capire ad Hermione che la conversazione era finita.




Il resto della giornata passò come in un sogno.
Hermione stette per un po' in Biblioteca, poi nel parco, ignorando la fredda pioggia che le sferzava il viso e le inzuppava le vesti e i capelli.
Evitò i suoi amici tutto il giorno, non avendo la forza di confrontarsi con loro, e stette alla larga dall'Infermeria, ben sapendo cosa sarebbe accaduto se fosse entrata nuovamente in contatto con il corpo di Draco.
Il problema era che quel luogo la richiamava come mai prima d'ora.
Sentiva che era lì che doveva stare, e in nessun altro posto.
Rientrò al castello che ormai era notte inoltrata.
Era bagnata fradicia, le lacrime mischiate alle gocce di pioggia.
Incapace di andare a dormire senza passare da lui, andò verso l'Infermeria, per vegliare un po' Draco, almeno nel sonno.
La sua sorpresa fu grande quando lo vide in piedi, eretto ed elegante, a guardare fuori da una delle grandi vetrate, che dava sul parco.
Conscia che nel punto verso cui lui guardava fino a poco prima c'era lei, capì che la stava osservando.
Malfoy si voltò, inchiodando i suoi occhi argentei in quelli di lei.
Incapace di sostenere il suo sguardo, Hermione fece per dargli la buonanotte ed uscire, ma lui, seppur affaticato, la raggiunse in due grandi passi.
Non voleva che lei se ne andasse.
Non voleva che si portasse via la luce con cui aveva riempito la sua vita vuota.
Il battito incessante del suo cuore quasi lo piegava in due.
Dannato cuore traditore.
La sua coscienza gli diceva di lasciarla.
Di farla correre il più lontano possibile da lui.
Da lui e da quella passione incendiata che si portava dentro.
Ma la voglia di lei faceva tacere anche quella poca coscienza che gli era rimasta.
Si sentiva uno schifo, sapendo che comportandosi così l'avrebbe solo trascinata all'Inferno con lui.
Ma non poteva più starle lontano...
Non era più solo sesso, e desiderio, e sfida...
Era il senso di pace che lei gli dava ad indurlo a non staccarsi da lei...
Era la voglia di tenerla tra le sue braccia, di non farla fuggire, di proteggerla.
Se ne era accorto quando l'aveva vista di fronte a quel Mangiamorte.
Aveva quasi dato la vita per lei.
Perchè lei era ciò che lo teneva in vita in quel momento.
Con una mano le tolse i capelli bagnati dal volto, mentre con l'altra andava a stringerla per la vita sottile, portandosela più vicina.
Hermione, sorpresa di tanta delicatezza alzò il volto, specchiandosi negli occhi di lui, incendiati di desiderio.
Con le braccia andò sfiorargli appena il fianco, dove quella maledetta lama destinata a lei l'aveva colpito, poi passò alle spalle, larghe e forti, toccandole più e più volte, in un massaggio lento ed ipnotico.
Quindi gli strinse un braccio dietro al collo, accarezzandogli con l'altro i bei capelli biondi.
Draco sapeva che non ci sarebbe stata via di uscita.
Che per loro il lieto fine forse non era previsto, che sarebbe stata una lotta, da combattere nell'ombra, che si sarebbero dissanguati e feriti a vicenda, ma non poteva tornare indietro.
La voleva per sè.
Aveva bisogno di lei.
Affondò con la bocca in quella di Hermione, e il mondo attorno a loro scomparve, per entrambi.
Non più famiglie, non più amici, non più guerre.
La Granger gli morse appena le labbra, per poi far incontrare la sua lingua con quella del Serpeverde.
E poi fu resa incondizionata.
Erano arrivati ad un punto di non ritorno, lo sapevano entrambi.
Si baciarono con impeto, quasi con disperazione, scoprendo che le loro labbra sembravano fatte per essere unite.
Non riuscivano a staccarsi, ad allontanarsi l'uno dall'altra, si cercavano, si volevano, bramavano l'una le mani dell'altro.
Il Paradiso che raggiunsero insieme solo con un bacio quella sera fu stupendo.
Quando finalmente si staccarono Draco la strinse a sè, baciandole i capelli.
Hermione appoggiò la testa sulla sua spalla, lasciandosi cullare dalle sue forti braccia, pregando che quella magica notte non avesse mai fine...





E finalmente c'è stato il tanto atteso bacio tra i nostri due protagonisti! Ci ho messo tantissimo a scriverlo, e spero di essere stata in grado di rendere tutte le sensazioni che ho provato io scrivendolo!
Passo subito ai ringraziamenti:
pei_chan: come vedi ho aggiornato subito, così che tu potessi leggere il capitolo prima di partire! Adesso come farò senza le tue recensioni per un mese? ç__ç
Beh spero di cavarmela, pregando che le altre persone continuino a lasciarmi commenti!
Comunque credo di riuscire a postare un altro capitolo prima di venerdì ma non prometto niente. In ogni caso buone vacanze! Non dimenticarti di me XD
Nika_chan01:non ti preoccupare per le recensioni corte, le apprezzo lo stesso=) Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, spero apprezzerai anche questo!
Hollina:Mi fa piacere che ti piaccia l'amicizia tra Blaise e Draco, ho cercato di renderla il più vera possibile, e ce ne sono altre dimostrazioni in questo capitolo! Mi raccomando dimmi che ne pensi!
poppi: sì il capitolo era molto dolce, spero che questo lo sia stato altrettanto! Grazie delle recensioni! Mi fanno molto piacere!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***




Hermione era uscita dall'Infermeria che ormai era quasi l'alba.
Con un sorriso assonnato ripensò  come era stato bello stare tra le forti braccia di Draco a farsi coccolare tutta la notte.
Quando si era alzata per uscire in punta di piedi dalla stanza, il Serpeverde aveva mugugnato nel sonno in segno di protesta, e per lei era stato tremendamente difficile lasciarlo, ma la paura che la Chips la beccasse era stata troppa, così era scivolata via lentamente, socchiudendo piano la porta.
Arrivata all'ingresso del dormitorio scoprì di non aver più voglia di dormire.
Era ancora euforica dal bacio che si era scambiata con Malfoy, ma soprattutto era terrorizzata che lui ora si allontanasse da lei.
Ad ogni modo sussurrò la parola d'ordine al quadro della Signoa Grassa che, dopo averla rimproverata mezz'ora per aver passato la notte fuori, si scostò per lasciarla passare.
La Granger si trascinò verso il suo letto dove, contrariamente alle sue aspettative, crollò addormentata.
-Hermione! Svegliati dai!-
La ragazza aprì svogliatamente un occhio, pronta a Cruciare il folle che aveva osato svegliarla.
Notò che il sole era già alto, e che i raggi di luce entravano a fiotti dalle finestre.
Harry accanto a lei continuava a scuoterla, e dietro di lui Ron, che la scrutava con occhio attento.
-Sono sveglia, sono sveglia! Che c'è?- borbottò con voce impastata.
-Come che c'è? Non sei venuta a lezione stamattina! Credevamo stessi male, così appena abbiamo potuto siamo corsi qui! Abbiamo anche dovuto usare il Wingardium Leviosa su noi stessi per salire le scale..-
-Cosa??? Ma che ore sono?- gridò la ragazza sconvolta, ignorando i vaneggiamenti di Potter.
-E' quasi mezzogiorno!
-O mio Dio! Sono crollata...Devo correre a scusarmi con i professori! - biascicò, gli occhi spalancati.
-Beh, non è il momento!- intervenne Ron- è arrivato un plico di Silente, dice di raggiungerlo nel suo studio, e di trascinarci anche Blaise e Malfoy.-
L'ultimo nome l'aveva pronunciato con un'espressione vagamente schifata sul volto.
-D'accordo- fece allora Hermione- voi fiondatevi a Serpeverde e cercate Blaise, io andrò in Infermeria a recuperare Draco.-
Harry la inchiodò con un occhiata inquisitoria.
E da quando erano passati al nome?
Weasley invece era semplicemente allibito.
Non ci capiva una beata mazza.
Intanto la Grifondoro si infilò nel bagno, da cui ne uscì poco dopo perfettamente vestita.
Con i due amici uscì rapidamente dalla Torre, poi si divisero, e mentre i ragazzi si dirigevano ai Sotterranei, la Granger corse in Infermeria.
Evidentemente la sfiga ce l'aveva con lei, dato che tutta la corte di Malfoy era radunata lì davanti.
La guardarono con sguardo omicida, dato che aveva quasi fatto ammazzare il loro adorato Principe, nonchè Capitano di Quidditch.
Hermione però se ne fregò, non stette a rispondere agli insulti della Parkinson e di Nott ed entrò come una locomotiva nella stanza di Draco, sbattendo la porta sul naso dei Serpeverde.
Il biondo alzò lo sguardo, seccato per il rumore poi, quando la vide entrare, il cuore gli fece una capriola nel petto.
-Che ci fai qui?- biascicò esterrefatto, vedendola rossa in viso e coi capelli scomposti.
-Silente vuole vederci, anche a te e Blaise- tagliò corto, cercando di sedare l'istinto che la costringeva a saltargli addosso.
Dio, aveva anche addosso solo i pantaloni del pigiama...
-Ah no, col cazzo che ci vengo!- rispose Malfoy annoiato, buttandosi nuovamente sul letto e guardando Hermione maliziosamente, come per invitarla a seguirlo.
La Granger, stufa, mosse appena la bacchetta e trasfigurò il pigiama del ragazzo in qualcosa di più appropriato, poi lo prese per un polso e praticamente di peso lo trascinò fuori dall'Infermeria, ignorando le sue proteste.
Passando in mezzo ai Serpeverde schivò alcune maledizione  e continuò imperterrita a correre per alcuni metri poi, capendo che il pericolo era cessato, si bloccò improvvisamente, facendo sbattere Draco contro la sua schiena.
Il biondo si rialzò, tastandosi la fronte, convinto di essersi rotto qualcosa.
-Mezzosangue, tu sei pazza!-
Lei non lo calcolò molto.
-Dobbiamo andare, Silente ci aspetta...- mormorò.
Adesso che erano soli, in un corridoio deserto e a pochi centimetri l'una dall'altro era difficile non ripensare a quello che era successo la notte prima.
La loro voglia di toccarsi, di stringersi, di sentire la pelle dell'altro sotto le proprie mani..
Le bocche unite nel loro primo bacio.
Hermione vide Draco guardarsi intorno, come per controllare se c'era qualcuno.
Poi il ragazzo le afferrò i polsi e glieli portò sopra la testa.
Li lasciò scivolare sul suo collo, poi le strinse i fianchi e la baciò lentamente, con una delicatezza esasperante.
Fu un bacio diverso da quello della notte precedente.
Il primo era stato bruciante di passione, pieno di cose non dette, di sentimenti urlati che rimbalzavano contro le pareti della stanza vuota.
Questo...questo era un'altra cosa...
Era lento, carezzevole, come una parola tenera sussurrata piano.
La Granger si sentì sua.
Le sue paure si sciolsero come neve al sole.
Magicamente riscoprirono il loro mondo incantato, quello che riuscivano a raggiungere solo quando erano insieme.
E Draco...beh...Draco aveva abbassato le difese, come riusciva a fare solo con lei.
Capì di non aver mai baciato nessuna veramente, prima di allora.
Come era stato cieco...
La luce che la sua Mezzosangue irradiava su di lui quando le era vicino lo costringeva a chiudere gli occhi.
-Dobbiamo andare- gli sussurrò dopo un po'  Hermione a fior di labbra.
Malfoy si staccò, le baciò i capelli.
Non riusciva a lasciarla andare, avvertiva sulla sua pelle la stessa atroce sensazione che aveva provato la notte prima quando aveva intuito che lei era uscita dalla stanza.
Finalmente però le liberò le braccia, ed entrambi si ricomposero.
Lei lo osservò a lungo con i suoi occhi dorati ancora lucidi di desiderio, quindi gli carezzò una guancia.
Incredibile quello che riusciva a fargli sentire con un solo tocco.
-Dobbiamo andare- ripetè la ragazza.
Ed entrambi si diressero dal Preside, lasciando una scia di sentimenti inespressi dietro di loro.



Nello studio di Albus Silente intanto si era radunata una piccola folla di persone.
Il Professor Piton e la Professoressa McGranitt erano in piedi dietro la sedia del Preside, mentre su uno dei divanetti erano ammassate altre quattro persone, che continuavano a ridacchiare e parlare chiassosamente tra loro, facendo alzare gli cchi a Piton.
Appena la porta si aprì, Silente alzò lo sguardo e vide entrare Harry Potter, Ron Weasley e Blaise Zabini.
I quattro sconosciuti tacquero immediatamente, e seguirono con lo sguardo ogni movimento del Bambino Sopravvissuto.
La Vicepreside fece cenno ai tre ragazzi di sedersi sulle sedie vuote di fronte alla scrivania.
Qualche istante dopo arrivarono anche Draco ed Hermione che, cercando di non attirare troppo l'attenzione, si sedettero silenziosamente accanto ai loro amici.
Come il figlio di Lucius Malfoy entrò nella stanza però, il brusio riprese.
Il Preside si schiarì la voce, per ottenere il silenzio, quindi si alzò, iniziando a passeggiare di fronte ai ragazzi.
-Bene- iniziò - ho convocato voi cinque nel mio studio perchè credo sia opportuno elaborare un piano per liberare la ragazza che è segregata a Villa Malfoy. Tra poco ci saranno le Vacanze di Natale, e per allora dovremo essere pronti ad agire.-
-E noi due che c'entriamo?-borbottò Draco, riferendosi a lui e Blaise.
-Beh, dato che siete passati dalla nostra parte, mettendo in pericolo le vostre vite, credo sia giusto farvi partecipi delle nostre intenzioni.- rispose tranquillamente Silente.
Harry intanto ascoltava con un orecchio solo.
Aveva osservato bene le persone sul divanetto, e quando aveva notato brillare sulle loro divise scure la spilla degli Auror, aveva fatto un colpo.
Stavano intraprendendo la strada che sognava di seguire anche lui, una volta uscito da Hogwarts, e per di più sembravano giovanissimi.
Avevano al massimo qualche anno più di lui.
La voce di Zabini lo riscosse dai suoi pensieri.
-Io voglio aiutarvi- disse con fermezza, scoccando un'occhiata obliqua a Malfoy -cosa dovremmo fare?-
Albus Silente tacque.
-Non vi nascondo che ciò che sto per proporvi è molto pericoloso. Naturalmente questa è una proposta, non vi obbligo a fare niente. In sostanza il piano è questo: il Signor Malfoy dovrebbe tornare a casa per le vacanze, scusandosi con suo padre e assicurando di non aver passato informazioni. Poi farà entrare voi di nascosto, per liberare la Benèfica.-
-Sta scherzando vero?- intervenne Draco con gli occhi spalancati.
-E' impossibile entrare di nascosto in casa mia! E inoltre non mi crederanno mai sulla parola, vorranno usare il Legilimens e chissà cos'altro! Non sono un suicida! Non mi mando al macello da solo, chiaro? Trovatevi qualcun altro!-
In cuor loro Harry, Ron, Hermione e Blaise pensavano che Malfoy avesse tutte le ragioni di questo mondo a reagire così.
Che gli passava per la testa a Silente?
Lui, di solito così pacato, che cercava di proteggere tutti..
Non era normale che mandasse un ragazzo così allo sbaraglio.
-Si calmi, Signonr Malfoy- fece infatti il Preside con un sorriso - non ti manderò alla ghigliottina. Così come non lo farò con voi, ragazzi- aggiunse guardando il resto della truppa-.
-Queste quattro persone- continuò facendo cenno agli sconosciuti di alzarsi - sono brillanti Auror, tra i migliori del Ministero, nonostante la loro giovane età. Sono usciti da Hogwarts da alcuni anni, e fortunatamente hanno accolto la mia richiesta di aiuto. Sono disposti ad insegnarvi alcuni importanti incanti che vi aiuteranno a destreggiarvi nelle battaglie future che, ahimè, purtroppo ci saranno. Sarete ben coperti in ogni situazione.-
-Che cosa ci insegneranno?- chiese incuriosita Hermione.
Il Preside si avvicinò agli Auror, che si misero subito in riga.
Silente indicò il più vicino a lui, un ragazzo dai capelli biondi e spettinati e gli occhi verdi.
Era piuttosto alto, e lo sguardo aveva un che di fiero e combattivo.
-Lui è Christopher Mason, e vi darà alcune lezioni di Difesa Pratica, più approfondite di quelle che seguite qui a scuola.-
Potter si sfregò le mani. Quel Mason era una manna dal cielo!
-Questo invece è Matthew Parker, che vi insegnerà a Smaterializzarvi- disse avvicinandosi al secondo Auror, un po' più basso dell'altro. Aveva un'aria divertita e simpatica, sembrava un ragazzino troppo cresciuto.
Hermione notò che Piton lo guardava di striscio, nello sguardo un che di truce.
Poi il Preside presentò il terzo ragazzo. Molto serio e distaccato, muscoloso e dannatamente bello, con i capelli neri e profondi occhi azzurri.
-Lui è Sebastian Anderson, che vi preparerà con l'Occlumanzia.-
Blaise sentì Draco al suo fianco fare un salto quando udì il nome dell'Auror, che anche a lui non giungeva nuovo.
-Infine questa signorina - disse con un sorriso complice, facendo l'occhiolino alla ragazza che rise divertita - è Alice Parker, sorella di Matthew , che vi insegnerà a diventare Animagi.-
A quell'affermazione i cinque studenti ammutolirono, sorpresi.
Ron studiò meglio la ragazza, ora che sapeva cosa era in grado di fare.
Era sottile e minuta. Molto carina. I capelli castani erano raccolti in una coda di cavallo, e gli enormi occhi chiarissimi sembravano mandare bagliori di felicità.
Christopher Mason prese la parola.
-Come vedete, ragazzi, abbiamo preso tutte le contromisure per proteggervi- disse con voce chiara e tranquilla- Siete in una botte di ferro. Naturalmente di qui alla vostra missione non sarete in grado di padroneggiare al meglio tutto quello che vi insegneremo, ma ne saprete abbastanza per potervela cavare. Adesso sta a voi decidere se combattere o se rintanarvi al sicuro.-
-Dai Chris, non essere troppo serio, altrimenti li spaventerai!- disse ridendo Matthew Parker, mollandogli una pacca sulla spalla.
Mason si distese subito un po', sorridendo come l'amico e rilassandosi.
Harry prese la parola.
-Io ci sto-, disse guardando il biondo Auror dritto negli occhi. Christopher gli era piaciuto subito.
-E' la mia guerra, ci sono dentro fino al collo. Non ho alternative.-
Ron ed Hermione subito si schierarono al suo fianco.
Tutti poi rivolsero i loro sguardi verso Malfoy.
Dopo qualche istante Draco, sentendosi gli occhi di tutti addosso, specialmente quelli di Hermione, emise un sospiro.
-Ci sto anch'io. Ma sappi Potter che non lo faccio per la tua dannata causa. E' ora che mio padre capisca che deve lasciarmi in pace.- mormorò inchiodando i presenti con i suoi algidi occhi argentei.
Il Bambino Sopravvissuto alzò le spalle.
Blaise non disse nulla, avendo già espresso prima le sue intenzioni.
Alice Parker fece un passo avanti.
-Bene, allora siamo tutti d'accordo- fece con voce argentina, un mezzo sorriso sulle labbra- allora domani sera cominciano gli addestramenti. Vi aspettiamo alle otto nell'aula di Trasfigurazione. Siate puntuali, mi raccomando.-
I ragazzi annuirono, poi gli Auror salutarono e uscirono dalla porta, per tornare al Ministero.




Erano passati dieci minuti da quando Harry, Ron ed Hermione avevano lasciato lo studio del Preside per tornare al dormitorio, seguiti da Blaise e Draco, che aveva quasi picchiato Potter quando l'aveva visto abbracciare la sua Mezzosangue.
Silente era immerso nel silenzio, le mani a sostenersi la testa.
-Lei pensa che ce la faranno?- la voce della McGranitt si fece spazio nella mente occupata del mago.
-Sì Minerva, sono ragazzi in gamba, sono convinto che ce la possano fare.-
-Anche Draco Malfoy?-
-Soprattutto lui.- rispose con voce tranquilla il Preside- Credo che sia più coraggioso e nobile di quello che vuole far vedere. Inoltre non è un impulsivo. E' uno che usa la testa, che ragiona e che sa uscire con le proprie forze dalle situazioni spiacevoli. Ho piena fiducia delle sue capacità-
La donna annuì silenziosamente.
-Inoltre - proseguì Silente- ora che ci sono Christopher, Sebastian, Matthew e Alice sono molto più tranquillo. Li proteggeranno e saranno di grande aiuto anche per noi.-
-Già - fece la McGranitt - lo penso anch'io. Certo, non avrei mai pensato, vedendo com'erano a scuola, che sarebbero diventati così uniti, e per di più che avrebbero lavorato tutti insieme come Auror.-
Lo sguardo di Silente si fece lontano e vacuo.
Due Grifondoro e due Serpeverde che tra loro erano diventati inseparabili.
Christopher Mason.
Alice Parker.
Sebastian Anderson.
Matthew Parker.
Quattro nomi, quattro leggende.





Ciao a tutti, scusate se questo capitolo mi è uscito un po' corto, ma mi serviva per presentare questi nuovi personaggi. Mi raccomando, ditemi che ne pensate!
Per quanto riguarda i ringraziamenti invece:
Nika_chan01: ti ringrazio tantissimo per i complimenti, spero che questo capitolo ti piaccia!
pei_chan: ti prego non ricordarmi che non vedrò più il tuo nome nelle recensioni...ç__ç!
Non credo proprio che in un mese riuscirò a terminare la fiction, quindi avrai ancora capitoli da recensire=)..Hai visto che sono riuscita a postare un altro capitolo prima della tua partenza? Ma torni a fine agosto? Comunque buone vacanze!!!
poppi:spero anch'io che Draco si sbagli...=) Anche perchè non ho la minima idea di come sarà il finale di questa fic quindi tutto è possibile! Intanto ti ringrazio per le recensioni e i complimenti!
Hollina: grazie mille, spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento!!! Dimmi che ne pensi mi raccomando!
bubina91: Amor! Finalmente hai commentato!  Grazie mille...ti adoro!



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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***




Usciti dallo studio di Silente i ragazzi si fissarono.
Sul viso di Blaise era dipinto l'entusiasmo più sfrenato, mentre su quello di Draco assoluta indifferenza.
Hermione lo guardò.
Evidentemente qualcosa l'aveva turbato, perchè Malfoy evitò in tutti i modi di incontrare lo sguardo indagatore della ragazza.
Senza perdere tempo il biondo rivolse un brusco cenno di saluto a Ron ed Hermione, fece un gestaccio ad Harry come ormai era consuetudine tra loro, poi si voltò e scomparve per le scale, diretto al sotterraneo, tirandosi dietro un contrariato Zabini.
Potter dopo aver risposto senza fare una piega all'elegante saluto di Draco, osservò la reazione di Hermione.
Era allibita ed anche un po' delusa.
La Grifondoro continuò a fissare il punto in cui era sparito il Serpeverde poi, risvegliata da un secco colpo di tosse di Ron, si ravviò i capelli e con un sorriso forzato si rivolse agli amici.
-Bella novità no? FInalmente qualcuno che ci insegnerà cose veramente utili!-
-Già- borbottò Ron- peccato che dovremo sorbirci il furetto ad ogni lezione!-
Un vago rossore colorò le guance di Hermione.
Lei in segreto era stata molto contenta di quelle ore che avrebbe passato con Draco.
Erano una scusa buona per vederlo e per stare un po' con lui.
Potter invece non aprì bocca.
Da quando era uscito dallo studio di Silente la testa gli pulsava dolorosamente.
Improvvisamente crollò in ginocchio, tenendosi il capo tra le mani.
Weasley e la Granger gli si avvicinarono subito, preoccupati.
-Harry, che succede? Hai avuto un'altra visione?- gli domandò la ragazza con voce timorosa.
Il moretto aspettò qualche istante prima di rispondere.
Il dolore infatti non accennava a passare ma il ragazzo strinse i denti.
-Continuo a vedere quella ragazza, la Benèfica- biascicò sofferente- non parla, non si muove. Vedo solo il suo viso, come se fosse impresso a fuoco nella mia mente.-
Hermione si incupì, vedendo il ragazzo quasi con le lacrime agli occhi.
-Non ce la faccio più- continuò Potter- lei probabilmente sta soffrendo le pene dell' Inferno e io sto qui a non fare niente!-
-Non è vero!- lo interruppe risoluto Ron- Silente sta facendo di tutto, e appena possibile la salveremo!-



-Ehi Chris, di chi è quella camicia?- bofonchiò Sebastian Alderton, sbracato su uno dei letti dell'appartamento che i quattro Auror occupavano alla periferia di Hogmeade, indicando con aria annoiata l'indumento, che penzolava dal lampadario di ottone.
Mason alzò gli occhi al soffitto, fissando il punto indicato dall'amico.
-Immagino sia di Matt...evidentemente ha già cominciato a disfare le sue valigie- dedusse con un sorriso ironico.
L'interessato in quel momento comparve praticamente nudo sulla porta del piccolo bagno, esibendo un bel ditino medio sotto il viso di Christopher.
-Guarda che se non la smetti, la prossima volta ci finirai tu sul lampadario- scandì tagliente, ma con un sorriso beffardo sul viso.-
L'altro lo ignorò, continuando beatamente a farsi gli affari suoi.
 -Ehi ragazzi!-
Alice Parker entrò nella stanza maschile, allegra e felice come suo solito.
Ma quell'espressione non durò a lungo.
Poco dopo, infatti, fu sostituita da una smorfia orripilata, alla vista del fratello senza vestiti.
-Ehi Matthew! Mettiti qualcosa addosso per favore- esclamò coprendosi gli occhi con una mano- Oh mio Dio! Resterò traumatizzata per tutta la vita!-
Parker, chiaramente offeso, si buttò un asciugamano attorno ai fianchi, facendo una linguaccia alla sorella, mentre gli altri due ridevano sonoramente.
-Beh comunque, sbrigatevi a vestirvi. Dobbiamo andare da Silente per discutere gli ultimi dettagli dell'addestramento. Vi aspetto di sotto.-
E, dopo aver lanciato un ultimo sguardo ai tre, la bella Auror uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Mentre Matt e Sebastian finivano di disfare i bagagli e si vestivano, il secondo con molta più grazia del primo, Christopher Mason rimase zitto, con la testa posata sulla mano e lo sguardo perso nel vuoto.
Incredibile che Alice tutti dopo tutti quegli anni gli facesse ancora quell'effetto.
E dire che lavorando a stretto contatto avrebbe dovuto esserci abituato.
Eppure ogni volta che arrivava all'improvviso gli annebbiava la mente e gli bloccava le parole in gola.
-Ehi, terra chiama Chris, terra chiama Chris!-
Mason, udendo la voce di Matthew e vedendo la sua mano sventolargli davanti al naso, fece un salto di tre metri.
-Possibile che ogni volta che vedi mia sorella metti su quell'aria da pesce lesso? Non sarebbe più semplice se le parlassi?-
Christopher ignorò la voce petulante di Parker.
-Lascia stare ok? E' un casino. Stanne fuori..- gli rispose con voce rassegnata.
L'amico non reagì, abituato alle sue paranoie.
-Dai femminucce- fece con voce stanca Anderson- andiamo dal Preside a parlare dei marmocchi-
E tutti e tre uscirono dalla stanza, diretti all'imponente castello di Hogwarts.



-Draco ma che succede?- urlò Blaise dopo aver insonorizzato la stanza del biondino- è da quando siamo andati da Silente che hai quella faccia!-
Malfoy sospirò, sedendosi pesantemente sulla poltrona accanto al letto.
-Non dirmi che non l'hai riconosciuto- borbottò sottovoce.
-Di che stai parlando?- rispose Zabini, che non ci stava più capendo niente.
-Di Anderson. Non lo ricordi?- disse Draco inchiodando il moro con lo sguardo.
In risposta allo sguardo confuso dell'amico continuò:
-I suoi sono Mangiamorte, tra i più fedeli al Signore Oscuro, e amici dei miei. Di lui si parlò molto alcuni anni fa, quando si ribellò ai suoi genitori che volevano marchiarlo, e iniziò la sua carriera come Auror. Ricordo che quando ero piccolo era venuto molto spesso a casa mia. Suo padre lo trattava come un cane, e l'aveva addestrato molto bene, in modo che fosse ancora più utile nelle loro file. Ma Sebastian ha rovinato i suoi piani.-
Blaise aguzzò lo sguardo, notando le braccia di Malfoy irrigidirsi, le vene azzurrine ancora più in rilievo sulla pelli candida.
-Beh, è quello che stai cercando di fare tu no? Imboccare la strada giusta!-
-Si, certo- ringhiò con amarezza il biondo Serpeverde- con la sola piccola differenza che io ho Silente a pararmi il culo. Lui, quando ha deciso di tirare fuori le palle e andarsene era solo.
Dovevi vedere come mi guardava, prima. C'era disgusto, nei suoi occhi.-
In quell'istante Zabini iniziò a preoccuparsi sul serio.
Mai, da quando lo conosceva, Draco si era fregato di quello che la gente pensasse di lui.
Ed ora si faceva un problema per il giudizio di Anderson.
Evidentemente era cambiato.
Evidentemente aveva paura.



Era quasi l'una di notte, e Draco Malfoy se ne stava solo nella sua stanza, steso sul letto a fissare il baldacchino verde scuro sopra di lui.
Improvvisamente uno scalpiccìo fuori dalla sua finestra gli fece girare il volto di scatto in quella direzione.
Tirandosi lentamente a sedere, bacchetta alla mano, osservò con lo sguardo il punto da cui proveniva il rumore e aguzzò le orecchie, tentando di cogliere ogni movimento sospetto.
Altri fruscii, e Draco si alzò dal letto, col fiato grosso e il cuore in gola.
Prese un grosso respiro, preparandosi ad attaccare un eventuale intruso.
Questa volta avrebbe venduto cara la pelle.
Se era un Mangiamorte, gli avrebbe rifilato lo stesso trattamento che era stato riservato a lui giorni prima.
La finestra cigolò debolmente, e nella penombra Malfoy vide una figura stagliarsi contro la luce della luna.
L'intruso entrò lentamente in camera, cercando di fare meno rumore possibile.
-Lumos- Malfoy puntò il fascio di luce irradiato dalla bacchetta contro la persona che era appena entrata che, accecata, alzò un braccio per coprirsi gli occhi.
Grazie all'illuminazione, il biondino potè riconoscere chi era entrato nella sua stanza.
Era Hermione.
-Stupida Mezzosangue! Ma che ti salta in testa? Mi hai fatto prendere un colpo!- le urlò Draco, ma al contempo tirò un sospiro di sollievo.
La Granger si sedette con noncuranza sul letto.
-Scusa, ma magari se tu ti fossi degnato di parlarmi, invece di andare via di corsa con le tue solite lune, non mi sarei preoccupata e non avrei dovuto scalare la finestra!- borbottò la ragazza.
Entrambi tacquero.
Solo in quel momento il ragazzo mise a fuoco la situazione.
Lei, di notte, nella sua stanza, sul suo letto.
Era come offrire acqua ad un assetato nel deserto.
Probabilmente se ne rese conto anche lei perchè si alzò e nervosamente si lisciò la maglietta.
-Beh- cominciò- allora stai bene? Oggi eri piuttosto strano.-
-Si- rispose lui. In tre parole le raccontò quel che sapeva di Anderson.
Lei non parve stupita, e lo guardò con un'espressione che poteva significare:"Visto? Non tutto è perduto! Sei ancora in tempo"
Malfoy si sottrasse a quello sguardo che era in grado di sondargli l'anima.
Fece due passi e si avvicinò a lei.
Hermione si sollevò leggermente sulle punte e gli depositò un bacio a fior di labbra.
-E' meglio che vada adesso- sussurrò.
-Beh, puoi sempre restare un po'- disse Draco con tono malizioso e invitante.
La spinse delicatamente contro il muro e la strinse a sè, iniziando a baciarle il collo.
Lei in un primo momento gli accarezzò i serici capelli, felice di quelle attenzioni, ma poi si riscosse, snebbiandosi la mente.
Non poteva cedere così facilmente a lui e dare corda ai propri sentimenti fino a quel punto.
Doveva reagire, prima di perdere totalmente la propria lucidità.
Con grazia allontanò il corpo muscoloso di Malfoy, che stranamente non oppose resistenza.
-Ci vediamo domani- biascicò Hermione.
Quindi sgusciò via dalle sue braccia e sparì dalla finestra, così come era arrivata, lasciando Draco con un diavolo per capello.
-Maledetta Mezzosangue- sibilò accendendosi una sigaretta.
Me nel dirlo si ritrovò a sorridere...




Ciao a tutti, chiedo scusa per il ritardo ,a ero andata in vacanza, e sono tornata solo da qualche giorno.
Sono un po' di corsa, quindi passo subito ai ringraziamenti:
pei_chan: mi dispiace, ma non ho potuto aspettare il tuo ritorno per aggiornare=) comunque col tempo si saprà di più sulle vicende dei quattro Auror! Torna presto!
bubina91: sono contenta che i quattro ti piacciano, in quanto ad Elenie ci vorrà ancora un po', ma abbi pazienza e vedrai che tutto andrà per il meglio!
Hollina:mi fa piacere che ti piacciano i miei personaggi! Dimmi che ne pensi di questo capitolo!
whateverhappened: che bello, mi piace sapere di avere nuove lettrici. Ron non sa ancora nulla di Hermione e Draco, ma sospetta qualcosa. Per le forme che i ragazzi assumeranno come Animagus, ho alcune idee, ma non mi sono ancora decisa. Si accettano suggerimenti! Sono contentissima che apprezzi la mia storia! Spero continuerai a seguirmi!




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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***




Harry Potter, Ronald Weasley ed Hermione Granger la sera dopo arrivarono nell'aula di Trasfigurazione con un leggero anticipo, impazienti ed eccitati per la loro prima lezione con i quattro Auror.
Come entrarono nella stanza ebbero un istante di smarrimento, temendo di avere sbagliato piano.
Oltre la porta non c'era la solita classe, non molto ampia e stracolma di banchi, ma una stanza immensa, divisa in quattro aree.
Una di queste era occupata da alcune sedie, su cui erano seduti gli Auror, una conteneva manichini e piccoli soppalchi, una un grosso Pensatoio, mentre la quarta aveva una parete piena di specchi.
I ragazzi entrarono, dirigendosi verso un piccolo divano in fondo alla stanza.
Quelli che sarebbero stati i loro insegnanti non li calcolarono minimamente, eccetto Alice che rivolse ai tre Grifondoro un sorriso smagliante.
Gli altri tre continuarono a chiacchierare, lanciandosi cartine e battibeccando animatamente.
Come i tre amici arrivarono sani e salvi al divanetto, cercando di non farsi notare troppo, vi si buttarono come fossero stati reduci di guerra.
-Con che cosa inizieremo secondo voi stasera?- bisbigliò Harry.
-Non ne ho idea. Credo stiano aspettando Blaise e Malfoy per iniziare la lezione- rispose sottovoce Hermione.
Proprio mentre la ragazza stava terminando la frase, la porta si aprì ed entrarono anche i due Serpeverde, con un'espressione confusa sulla faccia.
Blaise saluto con un sorriso.
Draco con la solita innata eleganza.
-Mezzosangue...Donnola...Sfregiato...- borbottò con un cenno del capo, accomodandosi accanto alla Granger.
Harry per tutta rispostà gli sibilò qualche bestemmia, a cui il biondo non fece caso.
Infatti gli Auror avevano evidentemente deciso di considerarli.
Si erano alzati dalle loro postazioni e si erano parati di fronte ai maghetti.
Christopher Mason si schiarì la voce e iniziò a parlare con voce rassicurante.
E maledettamente sexy, pensò Hermione.
-Allora ragazzi, il motivo per cui siamo qui lo sapete, quindi cercheremo di essere brevi. Qui ci sono quattro aree, una per ogni disciplina che vi impartiremo. Avrete quattro sere la settimana di lezione, ma potrete venire qui anche di giorno ad allenarvi, fuori dall'orario scolastico, ovviamente. La parola d'ordine per entrare è expeditionis e non dovrete dirla a nessuno. Stasera vi spiegheremo semplicemente di cosa tratteranno le nostre lezioni. Per quanto riguarda il programma di Difesa Avanzata, si tratterà di studiare le vostre capacità, di analizzare i vostri punti deboli e quelli di forza, e di farvi allenare con duelli tra di voi. Per quanto riguarda invece l'Occlumanzia, passo la parola a Sebastian.-
Chris fece un passo indietro e con un gesto indicò l'amico.
Anderson fissò i ragazzi negli occhi col suo sguardo gelido, soffermandosi specialmente su Malfoy, che non abbassò il suo.
-Dunque- la voce calma ma fredda dell'Auror penetrò quasi nel petto dei cinque studenti, come una lama acuminata - come ha già spiegato Chris, io cercherò di insegnarvi l'Occlumanzia. Questa è una delle discipline più dure da affrontare, proprio perchè è invasiva. In poche parole fa male. Non fisicamente, come le Arti Oscure, ma psicologicamente. Ergere un muro sui propri ricordi e pensieri non è mai facile, nè piacevole. Bisogna lavorare duramente e con impegno. E soprattutto bisogna avere un motivo valido per decidere di essere un Occlumante. In genere chi teme di rivelare alcune cose di sè, chi ha paura dei fantasmi del passato, riesce più in fretta ad alzare le barriere a protezione della mente. Chi lo fa per gioco può pure mollare in partenza.-
Un silenzio tombale seguì le parole di Anderson.
Un silenzio interrotto poco dopo dalla risata roca di Matthew Parker.
-Non fate quelle facce spaventate, mocciosi! - disse sorridendo quasi con dolcezza - Seb sembra un iceberg, ma in fondo è un agnellino.
Matt sfuggì all'occhiata astiosa di Sebastian, fissando lo sguardo su Chris, che se la rideva in un angolo.
-Bene- proseguì- continuo io, prima che Seb decida di terrorizzarvi ulteriormente. La Smaterializzazione è una gran figata!.-
I maghetti e gli Auror sorrisero tutti, loro malgrado.
-La studierete anche a scuola quest'anno, ma andrete molto a rilento, quindi il Preside trova opportuno insegnarvela il prima possibile. In questa stanza nelle ore in cui lavoreremo insieme, sarà tolta la barriera che impedisce di Smaterializzarsi, quindi potremo allenarci senza problemi.- Parker si fermò un attimo, cercando di fare mente locale. - Ok, credo di avervi detto tutto. Alice continua pure tu.-
-Grazie Matt- disse la sorella sorridendo. - Diventare Animagi non è una cosa che si impare in due giorni, ma è un processo assai più lungo. Richiede molta concentrazione. Tutto sta nel desiderio di trasformarsi. Certo, detta così è facile, ma fidatevi che finchè non troverete una sintonia tra cuore, corpo e cervello, non vi trasformerete mai. In ogni caso però ho piena fiducia nelle vostre capacità e sono sicura che ci riuscirete.-
-Possiamo scegliere noi in che animale trasformarci?- domandò Ron.
-No- rispose Alice - in genere ci trasformiamo in un animale che rispecchia le nostre caratteristiche, le nostre capacità e il nostro carattere. Sarà divertente vedere in cosa vi trasformerete voi.-
Mason avanzò di nuovo, ponendosi accanto alla Parker, evitando però accuratamente di toccarla.
-Questo è tutto. Come avrete capito ci sarà da lavorare molto e duramente, quindi datevi da fare. Da parte nostra avrete tutto l'aiuto e l'appoggio possibile. Solo due cose vi chiediamo. La prima è di non parlare con nessuno di cosa si fa qui. La seconda è di darci del tu. Non siamo insegnanti veri e propri, quindi chiamateci liberamente per nome, altrimenti ci fate sentire vecchi- disse sorridendo- Ci vediamo domani per la prima lezione. Buonanotte.-
E si allontanò parlando fitto fitto con Sebastian e Matt.
Vedendo gli occhi preoccupati dei ragazzi Alice si fermò accanto a loro sorridendo.
-State tranquilli. Andrà tutto bene. Vi prepareremo al meglio e non vi accadrà nulla.-
I maghetti le sorrisero rincuorati, i maschi a dire il vero anche un po' sbavando e poi filarono via.
La ragazza rimase a guardarli.
Tre Grifondoro e due Serpeverde.
La storia che si ripete.




-Lucius sei proprio un incapace!- la voce di Lord Voldemort riempì tutto il Sotterraneo.
-Chiedo scusa Padrone...ma proprio mentre stavo finendo di somministrargli il veleno è entrato un ragazzo, così sono dovuto scappare.-
-E usare un semplice Avada Kedavra no? Stupido idiota! Sono veramente circondato da un braco di buoni a nulla!-
-Ma Signore...- continuò Lucius Malfoy con voce bassa e sottomessa- se avessi usato una Maledizione Senza Perdono su mio figlio, Silente si sarebbe senz'altro accorto che c'era il nostro zampino. Quel veleno, invece, era stato trattato in modo che sembrasse portare una morte naturale. Nessuno avrebbe capito che c'entravamo noi.-
La furia del Signore Oscuro dilagò in pochi istanti, facendo piegare su sè stesso quell'idiota di Lucius.
-Meglio se avessero capito che volevamo ammazzarlo noi! Almeno avrebbero avuto ancora più paura! Ancora una volta mi hai deluso, Lucius. Aspetta solo che quel tuo figlio traditore mi capiti tra le mani...Pagherà sulla sua pelle i tuoi errori!-
Malfoy rabbrividì e uscì dalla stanza.
Certamente non poteva confessare a Voldemort che non aveva usato l'Avada Kedavra per paura di uccidere Draco senza dargli scampo.
Dopotutto era sempre suo figlio.
Narcissa era distrutta da quando aveva saputo che non l'avrebbe più visto, se non in una bara.
Lucius si ficcò il cappuccio sulla testa.
L'avrebbe fatto rinsavire.
A qualunque costo.



Nello stesso istante, al Castello di Hogwarts, Draco Lucius Malfoy stava passeggiando per il parco con le mani in tasca e una sigaretta tra le labbra.
Malgrado fosse già Novembre inoltrato, non faceva molto freddo, anzi.
Un pallido sole invernale gettava i suoi raggi dorati tra i fili d'erba, specchiandosi sulla gelida acqua del lago.
Il ragazzo si guardò svogliatamente intorno, ignorando le mille ragazzine che ogni volta che passava lo guardavano con la bava alla bocca.
Le stesse ragazzine che fino a poco tempo prima gli avevano scaldato il letto.
Ma ora era diverso.
Nel suo letto ora ci immaginava una sola persona.
Quella persona che l'aveva fatto inginocchiare senza dargli tregua.
Quella persona che aveva fatto inchinare dinanzi a lei anche quel traditore del suo cuore.
Draco si passò lentamente una mano tra i biondissimi capelli, tirando al contempo una lunga boccata di fumo.
Vide quattro figure ammantate camminare rapidamente verso la salita che portava verso il Salone d'Ingresso.
Senz'altro erano quei quattro dannatissimi Auror.
Non aveva mai fatto mistero che gli erano totalmente indifferenti.
Che non gli importavano le loro lezioni e quello che gli avrebbero insegnato.
Lui non era Potter.
Lui non voleva finire in mezzo ad una guerra che non lo riguardava.
Se aveva deciso di aiutare infiltrandosi in casa sua per liberare quella Benèfica era solo perchè aveva capito che farsi aiutare da Silente era l'unico modo per liberarsi di suo padre ed essere protetto.
E qualcosa gli doveva pur dare in cambio.
Proseguendo verso il Lago, Draco gettò via la sigaretta, pestandola con un piede.
A un certo punto notò una figuretta accanto alla riva.
Pressapoco nello stesso punto in cui lui aveva lottato con il Mangiamorte.
Facendosi schermo dal sole con una mano si avvicinò.
Quando fu a pochi metri la riconobbe subito.
Non c'era la possibilità di sbagliarsi.
Hermione.
I capelli ricci le sventolavano appena dietro le spalle.
Era seduta a terra, con la schiena appoggiata a un masso, gli occhi dorati che fissavano un punto lontano ed imprecisato.
Come sempre un libro in mano, socchiuso.
Malfoy le arrivò piano da dietro e si sedette accanto a lei, senza una parola.
La Granger come sentì una presenza al suo fianco sussultò spaventata, lasciando cadere il libro che aveva in mano.
-Oddio Mezzosangue...Ti faccio così paura?- fece il ragazzo con voce sarcastica.
-Beh scusa sai...Se mi compari alle spalle in questo modo!- rispose Hermione sorridendo appena, tirando su il volume e ripulendolo dalla sporcizia.
Draco glielo prese dalle mani e osservò la copertina.
-Benèfici: Poteri e Particolarità.- lesse spalancando gli occhi -Mezzosangue, lasciatelo dire. Sei proprio fissata.-
Hermione alzò gli occhi al cielo.
-Sto solo cercando di essere di aiuto. Magari sapendo qualcosa in più riusciremo a destreggiarci meglio tra tutti questi casini che stanno venendo fuori-
-A che scopo? Tanto..per quel che serve combattere- borbottò il Serpeverde con voce annoiata.-
-Che stai dicendo? Lottare è l'unico modo che abbiamo per cercare di avere un futuro migliore, libero da guerre e da sangue.-
-Si certo. Me lo immagino già il tuo mondo perfetto. San Potter che porterà il mondo dei maghi alla libertà. Tu sogni- ribadì Draco, gelido, alzandosi in piedi e lasciando vagare gli occhi argentei sull'acqua del Lago.
-No Malfoy. Io credo, è diverso. Se tutti facessimo come te, se ci lasciassimo trascinare dagli eventi, senza cercare di contrastare il male, limitandoci a sopravvivere, allora è come se morissimo ogni giorno.-
- Non me ne frega un cazzo!- alitò il ragazzo alzando la voce - io muoio ogni giorno da quando sono nato. Da quando mio padre ha cominciato a decidere della mia vita. E allora? Le cose stanno così. E non si possono cambiare.-
- E invece sì! E' questo che vorrei farti capire. Tutto si può cambiare!- urlò la Granger con voce rotta- O almeno si può provare a farlo. Se tuo padre ti ha fatto del male, è perchè tu glielo hai permesso. Devi lottare per quello in cui credi, non permettere che gli altri lo facciano al tuo posto.-
-Mezzosangue, non parlare di mio padre! Quello che succede tra me e lui sono fatti miei! Questa non è la mia guerra. Non mi interessa combattere per i Babbani, nè per nessun altro! Dannazione, lui ha cercato di uccidermi quella notte! Non lo capisci?- gridò di rimando Draco, con gli occhi lucidi.
-Hermione- continuò vedendola scuotere il capo- non cercare la speranza in me. Non c'è mai stata e non ci sarà mai- sussurrò.
La ragazza allora si tirò su e gli andò vicino, prendendogli piano una mano.
Lui non la respinse, ma allungò una mano fino ad accarezzarle delicatamente il viso.
La Grifondoro, come se non avesse aspettato altro che quel segnale, si tuffò tra le braccia di Draco, che la strinse a sè.
Lei aveva la capacità di annullare tutto.
I problemi, le paure, anche la sua indifferenza verso il mondo.
Hermione alzò piano il viso, cercando la bocca di Malfoy.
Lo baciò con passione, quasi con rabbia, tenendolo stretto a sè.
-Non ti permetterò di farti annientare da tuo padre- gli sibilò sulle labbra.
Il ragazzo non le rispose, per non spezzare quel momento con un'altra inutile discussione.
Davanti a sè avava sempre visto solo il Marchio Nero.
O la Morte.
Ma ora aveva cominciato a farsi strada in lui una luce, debole e fioca.
Una luce che gli aveva indicato un'altra strada da percorrere.
Una strada lastricata da sangue, dolore e sacrificio.
Ma era l'unica che gli offriva un'alternativa.
L'unica che avrebbe potuto affrontare a testa alta.




Anche questo capitolo è finito...
Qui ho dato la risposta a pei_chan, che tempo fa mi aveva chiesto il motivo per cui il Mangiamorte aveva cercato di uccidere Draco con una pozione e non con un semplice Avada Kedavra...
Spero non sia stata troppo noiosa la parte iniziale, in cui gli Auror hanno informato i ragazzi sulle loro lezioni, ma era necessaria.
Passo subito ai ringraziamenti:
whateverhappened: Grazie per la recensione. Comunque Elenie non è la sorella di Blaise. Avendo lo stesso cognome è facilmente intuibile che sono parenti, ma non fratelli. Per gli Animagus ci penserò. L'idea dell'Husky è carina, ma devo vedere se posso metterla i pratica. Sto cercando degli animali facili da "manovrare" all'interno della storia. Per Hermione ad esempio inizialmente avevo pensato alla leonessa, ma poi mi sono resa conto che è un animale troppo grosso, e ad Hogwarts non passerebbe certo inosservato=). Comunque ti ringrazio per i suggerimenti. Dimmi che ne pensi di questo capitolo!
bubina91: tesoro...sono contenta che ti piacciano i "miei" Auror! Tra Chris e Alice si vedrà, nei prossimi capitoli pian piano darò alcune delucidazioni sul loro passato.
Continua a recensire mi raccomando!

Ora uso questo spazio per ringraziare chi ha recensito la mia shot Always and forever.
Dovevo farlo lo scorso capitolo, ma non ho fatto in tempo, chiedo umilmente perdono=)!
Ringrazio infinitamente TittiGranger, Halfblood Queen e SakiJune per i complimenti. Siete state davvero gentili!

Per quanto riguarda l'altra shot The sea is my witness ringrazio invece Stella di Dunedain e bubina91..Sono contenta che vi sia piaciuta, grazie mille!




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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***




Il giorno dopo i ragazzi ebbero la loro prima lezione di Difesa Avanzata.
Quando entrarono timorosi nell'aula, trovarono Chris Mason da solo, ad aspettarli.
Li salutò con un cenno del capo, poi gli indicò di sedersi su alcune sedie posizionate nell'area con i soppalchi.
-Bene, eccoci qui. Stasera comincerò a valutare la vostra abilità nei duelli magici. Non vi insegnerò magie strane, perchè credo che basti sapere i fondamentali per cavarsela contro un avversario. Vi insegnerò a maneggiare la spada, questo sì, perchè non sempre sarete così fortunati da poter usare la bacchetta.-
-Harry- continuò l'Auror- da quello che è stato riferito tu sei molto abile in Difesa Pratica-
-Me la cavo- annuì deciso il maghetto.
-Perfetto, quindi tu sei già ad un livello un po' avanzato. Voi ragazzi a che punto siete?-
Hermione si schiarì la voce, un po' imbarazzata.
-Io con la Pratica sono più carente di Harry, ma ho approfondito molto la Teoria-
-Quindi anche tu sei buon punto. Non dico che sapendo la Teoria automaticamente si è abili anche con la Pratica, ma è già qualcosa. Qualcuno per caso sa usare già la spada?-
Draco alzò la mano svogliatamente.
-Ah già, lo immaginavo. Impossibile che l'erede dei Malfoy non sapesse tirare di scherma.- fece Mason con un sorriso.
Hermione guardò Draco sorpresa. Non sapeva che fosse capace con la spada.
-Direi di organizzare la lezione in questo modo. Inizialmente vi farei fare qualche piccolo duello. Niente di mortale- fece con un sorrisino diabolico- poi io e Draco vi mostreremo come si usa una spada. Te la senti?-
Malfoy fece sì con la testa, il ghiaccio nello sguardo.
-Vediamo...Harry ed Hermione sul palco. Proviamo a mettere a confronto lo studio della Teoria con l'utilizzo della Pratica.-
I due ragazzi si sorrisero ed insieme salirono sul soppalco davanti a loro.
Christopher incrociò le braccia, puntando gli occhi sul combattimento.
Draco invece fissò la sua Mezzosangue.
Se Potter le avesse torto un solo capello.....era finito.
Intanto sul palchetto i due Grifoni avevano già estratto le bacchette.
-Expelliarmus- urlò Harry divertito, lanciando il suo incanto preferito.
-Protego- reagì subito Hermione, parando il colpo.
-Impedimenta- gridò poi immediatamente la ragazza, approfittando del momento.
Potter si scansò, evitando l'incantesimo, che finì contro le spesso muro di mattoni alle sue spalle.
-Petrificus totalus- urlò di rimando.
Hermione si abbassò un attimo prima di venire pietrificata.
Ron e Blaise seguivano il combattimento ad occhi sbarrati, muovendo la testa tra i due combattenti, ognuno dei due ben deciso a vincere.
Stupido orgoglio da Grifondoro, pensò Draco.
Mason invece era piacevolmente colpito.
Si rivedeva in loro.
Leggeva nei loro occhi quella voglia di lottare, quella fierezza che cottraddistingueva ogni buon Grifone.
Lo stesso Grifone che ancora si agitava in lui.



-Alice devi fare qualcosa.-
-Non capisco a cosa tu alluda Sebastian.-
Anderson alzò gli occhi al cielo.
Alice Parker era con buone probabilità l'essere più cocciuto sulla faccia della Terra.
-Lo sai benissimo invece. Non serve che continui a negare l'evidenza.-
-E' stato tanto tempo fa- borbottò la ragazza con voce stanca, continuando a fingere di sistemare i suoi libri.
Qualunque cosa, pur di non guardare in faccia Seb.
-D'accordo. Come vuoi. Continua pure a mentire a te stessa. Ma io ti conosco, e da tanto tempo. Dov'è finita quella ragazza coraggiosa che eri hai tempi di Hogwarts?-
Anderson la guardò con aria supplichevole, quasi ferita.
-Ti prego, Seb, non mi fare questo.- Alice crollò sul letto, tenendosi la testa tra le mani- sono stata lontana da Londra per anni, pur di non doverlo incontrare di nuovo. E scoprire di non averlo dimenticato mi uccide.-
Il ragazzo di avvicinò e l'abbracciò stretta, accarezzandole i capelli.
-Tutto si aggiusterà, vedrai.-
La Parker alzò la testa, guardandolo con un sorrisino divertito, malgrado gli occhi lucidi.
-Incredibile detta da te una cosa del genere! Il gelido Serpeverde che non credeva ai sogni e alle favole ora è diventato un tenero cucciolo ammaestrato...Me ne sono persa di cose...-
Sebastian le lanciò uno sguardo acido e si allontanò nuovamente.
-Come non detto- bofonchiò Alice scuotendo la testa rassegnata, per poi scoppiare a ridere insieme all'amico.



-Ragazzi, devo ammetterlo. Malfoy è un rompicoglioni, ma con la spada ci sa fare.-
Il commento di Ron espresse ciò che tutti in quella stanza stavano pensando.
Draco, da quando Chris gli aveva lanciato una specie di fioretto, stava dando spettacolo là sul palco, insieme all'insegnante.
Se Harry aveva pensato che il biondino non avrebbe accettato di affrontare Mason, seppur solo per dimostrazione, si sbagliava di grosso.
Il Serpeverde all'invito dell'Auror si era levato il mantello della divisa, rimanendo in camicia, poi si era tirato su le maniche fino ai gomiti e senza fare una piega era salito sul soppalco.
Quando avevano incrociato le spade, Hermione aveva colto quasi un bagliore nello sguardo di Draco.
Evidentemente combattere gli piaceva.
Ed era bravissimo.
Lei ogni volta che la spada di Chris passava accanto a Draco tratteneva il respiro, pur sapendo che l'insegnante non gli avrebbe mai fatto del male.
Malfoy se la cavava davvero bene, manovrava la spada con eleganza e maestria.
I ragazzi erano addirittura ammirati.
Harry seguiva i movimenti sinuosi delle armi senza perdere un istante, desideroso di imparare.
Il Serpeverde era quasi all'altezza di Mason, che vantava molta più esperienza.
Dopo altri minuti di fendenti da parte di Chris, parati egregiamente da Draco, l'Auror riuscì a stracciare appena una manica della camicia di Malfoy che, incazzatissimo, fu sul punto di dargli la spada direttamente in testa.
-Ma ti ammazzo!- rognò il biondino- hai idea di quanto costa?-
Christopher ridacchiò, poi gli diede una pacca sulla spalla.
-Complimenti, mi hai quasi messo in difficoltà. Naturalmente se avessi combattuto seriamente ti avrei fatto a pezzi.-
-Certo certo...dicono tutti così- disse con voce strascicata Draco.
-Bene ragazzi, si è fatto tardi. Fuori dalle palle, andate ai dormitori. Mi raccomando ricordatevi che domani vi aspetta Alice, stesso posto stessa ora.-
Poi, rabbuiandosi appena si voltò e uscì dalla stanza, sventolando una mano all'indirizzo dei cinque ragazzi.




Il mattino dopo un fioco raggio di luce entrò nella stanza singola di Alice Parker, accarezzandole il viso.
La ragazza si girò nel letto stropicciandosi gli occhi, poi si tirò su a sedere.
Lottando con il freddo del mattino buttò le sue lunghe gambe affusolate giù dalla sponda del letto.
Afferrò un elastico trovato sul comodino e si tirò su i lunghissimi capelli castani.
Quindi si alzò, lisciandosi la maglietta che usava come pigiama e che arrivava poco sotto il sedere.
-Alice a che punto sei?-
Christopher Mason si bloccò sulla porta, che aveva spalancato senza bussare, com'era sua abitudine.
-Oh scusami- biascicò imbarazzato, non appena vide la ragazza mezza nuda.
-Non ti preoccupare- rispose lei rossa in volto, buttandosi addosso una vestaglia.-Scendo subito.-
Chris borbottando scuse si richiuse la porta alle spalle, dandosi dello stupido.
Non ci avrebbe messo niente ad andare lì e baciarla..
Ma che pensava?
Non poteva fare una cosa del genere, o avrebbe rovinato tutti gli sforzi che aveva fatto in quegli anni in cui erano stati lontani.
Gli sforzi fatti per imparare a vivere senza di lei.
Se solo avesse saputo che oltre quella pesante porta di legno c'era un cuore che batteva all'impazzata proprio come il suo...
Alice Parker era seduta sul letto, abbandonata ai suoi sentimenti, una mano stretta a serrarsi il petto per evitare di cadere in mille pezzi.
Le mancava, Chris.
Lui non era come tutti gli altri.
Lui era speciale.
Onesto, leale, coraggioso.
Questi erano i motivi per cui si era innamorata di lui, anni prima, e per cui ancora lo amava.
E sebbene sapesse che il suo futuro non era con lui, che non gli avrebbe più dormito accanto, che non sarebbe mai diventata la Signora Mason, non poteva impedire alla sua mente di correre a briglia sciolta ogni qual volta che lui le stava accanto.
Asciugandosi due lacrime furtive si alzò e si impose di concentrarsi sui suoi doveri.
Si infilò sotto una doccia gelida e dieci minuti dopo scese in cucina, dove sembrava fosse passata un'orda di barbari.
Suo fratello mangiava come uno zotico, ingozzandosi di focaccine ai mirtilli, mentre Sebastian beveva litri di caffè per riuscire a svegliarsi.
Con lo sguardo cercò Chris e lo vide chino su una pergamena dall'aria consunta.
Ignorando il proprio cuore che aveva già accelerato i battiti, gli si avvicinò.
-Cos'è?- gli domandò incuriosita.
-La piantina di Villa Malfoy- rispose lui senza alzare gli occhi dal foglio.
La ragazza sgranò gli occhi.
-E dove l'hai trovata?-
Per quanto ne sapeva lei le mappe dei castelli delle famiglie Purosangue non erano consultabili tranquillamente, per ovvie ragioni di sicurezza.
Venivano tutte tenute sotto chiave nella Biblioteca di Hogsmeade, e si potevano consultare solo con un'autorizzazione del Ministero.
E certamente non le si poteva portare in giro.
-Allora?- lo incalzò nuovamente Alice.
-Fregata- sogghignò Matthew inserendosi nel discorso, dato che Mason aveva tutta l'aria di non voler rispondere.
-Ma siete pazzi? Lo so che a volte ve lo dimenticate, ma siete Auror! Non potete rubare le mappe solo perchè vi va!- si infiammò la Parker.
-E dai Aly- intervenne Sebastian- non fare la bacchettona. Ci serve per uno scopo nobile no? Il fine giustifica i mezzi-
La ragazza non aprì bocca, ma si mise a studiare la cartina con i suoi amici.
-Silente l'ha già vista?- s'informò.
-No- rispose Chris- gli ho detto che gliel'avremmo portata stamattina. Ci sta aspettando.-
-Allora muoviamoci- disse con un sospiro Anderson - meglio non farlo attendere oltre.-
E detto ciò i quattro Auror si incamminarono alla volta di Hogwarts,




Ciao a tutti!
Ed ecco a voi la prima lezione di Difesa con Chris=)
Questa fiction ha già il suo finale, nel senso che ho già deciso come si concluderà, anche se non ho ancora scritto i capitoli ovviamente.
Ad ogni modo ho previsto un seguito, salvo complicazioni. Che ne dite? Voi preferireste una conclusione secca o un'altra fiction a seguire questa?
Passo ai ringraziamenti, perchè non ho molto tempo:
whateverhappened: sono contenta che questo capitolo ti sia piaciuto. Hai visto giusto, Seb non disprezza per nulla Draco. Lo noterai tra qualche capitolo, quando i due avranno un lungo dialogo. Per quanto riguarda Lucius non so che rispondere. Non ho ancora deciso che risvolti dare a questo personaggio...Si vedrà! Grazie della recensione e  dimmi che pensi di questo capitolo mi raccomando!
Hollina: Eccoti il primo capitolo sulle lezioni, spero sia stato di tuo gradimento...Come vedi Draco si è subito distinto con la spada=)!
pei_chan: finalmente sei tornata! Grazie mille per queste tue recensioni sempre così lunghe e piene di complimenti. Per quanto riguarda la storia, inizialmente ai primi capitoli avevo molta difficoltà a scrivere, mentre adesso ho molte nuove idee! Ho già pronti i prossimi 4 capitoli!! Sulla frase "tre Grifondoro e due Serpeverde"...hehe...dovrai pazientare ancora due o tre capitoli...Poi intuirai qualcosina.  Per ora ti dico solo che c'entrano i 4 Auror...
Comunque io sono di Verona...perchè?
Ah a proposito, andando a sbirciare nel tuo link, ho visto che il tuo nome è Sara. Ti dispiace se ti chiamo così? Non mi piace pensare a te solo come pei_chan!
 

Ringrazio chi legge e chi ha messo la fic tra i preferiti, che ho notato continuano ad aumentare!

Grazie!

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***




-Allora questa è la mappa di Villa Malfoy. Interessante...- disse Silente con aria eccitata osservando compiaciuto gli Auror oltre gli occhialetti a mezzaluna.
-Esatto. Non avverte anche lei un peso sulla coscienza per il fatto di avere tra le mani una mappa rubata?- fece Alice di rimando, sogghignando.
Il Preside sorrise.
-Non troppo a dire il vero. Abbiamo salvato un pezzo di carta molto antico dalla muffa e dalle tarme. Possiamo considerarci fieri di noi stessi.-
La Parker sbuffò, roteando gli occhi.
-E dai sorellina. Quando eravamo a scuola facevamo di peggio.- la prese in giro Matt.
-Come prego Signor Parker? Vuole ripetere?- la voce untuosa di Piton entrò nella stanza assieme al suo proprietario, gelando il sorriso sulla faccia dell'Auror.
-E io che pensavo che lei e il Signor Anderson, che ricordo era anche Caposcuola, foste studenti modello, come continuavano anche a ripetermi i miei colleghi.-
Parker deglutì rumorosamente, iniziando a sudare freddo.
-Dunque- cominciò Chris cercando di savare l'amico dalla ghigliottina- noi avremmo un piano.-
La McGranitt intanto entrò silenziosamente nello studio, sorridendo con aria materna alla volta di Alice e Chris, un tempo i suoi studenti preferiti.
-Davvero?- chiese Silente incrociando le braccia- sentiamo.-
-Una volta che Draco sarà dentro il castello, sarà completamente solo. Sarà difficile entrare in contatto con lui. Quindi ci sarà impossibile capire quando è il momento propizio per entrare e liberare la ragazza.-
I Professori assentirono in sincrono, facendo cenno a Mason di proseguire.
-Sebastian prima ha notato che dalle prigioni di Villa Malfoy parte un cunicolo sotterraneo in disuso che sbuca in un sobborgo Babbano vicino a Londra. Non so nemmeno se Lucius Malfoy ne è a conoscenza. La prima notte che Draco avrà via libera entrerà in quel cunicolo e arriverà da noi, che per precauzione avremo sempre sentinelle ad attendere in fondo al passaggio. Poi entreremo in azione, chiamando i rinforzi, e libereremo la Benèfica.-
Alle parole di Chris seguì un lungo silenzio.
-Percentuale di rischio?- s'informò Silente.
-Non bassissima. Ci sono molte cose che potrebbero andare storte. Ma è l'unica possibilità che abbiamo.- s'intromise Matthew.
-Preside, non credo che sia giusto mettere in pericolo la vita del Signor Malfoy senza la certezza di riuscire nell'impresa- fece Piton.
La mascella di Sebastian si indurì.
-Non gli accadrà nulla, se giocheremo bene le nostre carte. E' un piano pressochè perfetto, ma dobbiamo confidare anche un po' nella fortuna, come in ogni cosa della vita. Se non liberiamo la ragazza, i Mangiamorte diventeranno potentissimi, sfruttando i suoi poteri. Dobbiamo agire.- sibilò.
-Ma...Signor Anderson- disse la McGranitt con voce impaurita ma decisa - sarà dura che i Mangiamorte credano in un pentimento del Signor Malfoy. E sappiamo bene come Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato si comporta con i traditori...-
-Ho in mente di fare un lavoro preciso di Occlumanzia con i ragazzi, e specialmente con Draco. E' estremamente intelligente, e vuole vendicarsi con suo padre. La voglia di rivalsa lo aiuterà a diventare un Occlumante migliore. Ha un carattere freddo e determinato. Confido che per lui un mese sarà più che sufficiente a diventare abbastanza abile da ingannare i Mangiamorte per due o tre giorni. Non molto di più, però, perchè essendo un principiante si affaticherà notevolmente, e il mal di testa si farà sentire dolorosamente, facendogli perdere energie.-
-Non preoccupatevi- intervenne Alice sorridendo- ricordate che è nelle mani di uno degli Occlumanti più giovani e più abili degli ultimi tre secoli!-
Sebastian annuì con fermezza, esortando i Professori a fidarsi di lui.
-E sia- disse infine il Preside -procedete pure con il vostro piano, anche perchè finora è il migliore che abbiamo. Ho assoluta fiducia in voi e nelle vostre capacità-



Studio di Silente. Qualche ora più tardi.
-Alice, mia cara, come stai? Non abbiamo avuto occasione di parlare a quattrocchi dopo il tuo ritorno.-
-Sto meglio, grazie-
La ragazza posò la tazza di tè sul tavolino, facendo tintinnare appena la ceramica, quindi alzò lo sguardo chiaro sul suo interlocutore.
-Lo so che scappare da Londra per andare in Italia a seguire il corso di Auror è stata una scelta da persona vigliacca, ma non riuscivo più a rimanere qui. Troppi ricordi.-
Albus Silente le accarezzò i capelli.
-La perdita dei tuoi genitori dev'essere stata straziante per te. Anche io sento la mancanza di Alan e Lyra. Erano due persone meravigliose. E' naturale che tu fossi sconvolta per la loro morte.-
La Parker scosse la testa.
-Ma non avevo il diritto di sparire e di lasciare solo mio fratello. Lui li amava quanto me, e ha sofferto quanto me. Con la differenza che lui non è fuggito.-
-Alice, il dolore si manifesta in forme diverse, dovresti saperlo. Hai l'esempio vivente ogni giorno accanto a te. Mi riferisco a Sebastian. Dopo tutto quello che ha sopportato è ancora in piedi a lottare per quello in cui crede, e ci sta offrendo il suo aiuto in una situazione che gli porta ricordi dolorosi- spiegò il Preside con voce paziente.
-Vedere Draco vivere le sue stesse esperienze lo uccide- assentì la ragazza- Ma è questa la sua incredibile forza. Quella di rialzarsi sempre e affrontare la vita. Quella forza che non ho avuto io-
-Non biasimare te stessa, mia cara. Avevi sulle tue spalle un fardello più grande di te. L'importante è che adesso tu sia qui, con noi.-
-Ciò non toglie che avrei dovuto essere accanto a Matthew in questi anni. Lui per me c'è sempre stato.-
-Alice, Alice...- disse il vecchio mago scuotendo la testa - hai avuto paura. Ho ragione di credere che alla morte dei tuoi genitori, tu non sia scappata solo da una tragedia familiare.-
La Parker abbassò lo sguardo, incapace di reggere gli occhi onniscienti di Silente.
-Io n-non potevo più stare qui - biascicò - non era il mio posto. E forse non lo è neanche ora.-
-Non mentirti da sola. Hai la possibilità di essere felice. Non negartela solo perchè vuoi punirti. E punire Christopher.-
Alice a quel nome ebbe uno scatto.
Si alzò bruscamente dalla sedia.
-Devo andare ora. La ringrazio per il tè e la chiacchierata. Arrivederci-
Ed esibendo un finto sorriso uscì dalla porta di corsa.
Albus Silente, rimasto solo, scosse la testa, versandosi dell'altro tè.
E tornò indietro nel tempo...
Rivide una bambina di undici anni con degli occhi chiarissimi e i capelli stretti in due treccine nere arrivare a Hogwarts con il fratello e diventare una fiera Grifondoro.
Rivide una ragazzina applaudire il suo migliore amico,il Serpeverde Sebastian Anderson, che aveva vinto una borsa di studio per meriti scolastici.
La loro amicizia, come quella tra Matthew e Chris, aveva per la prima volta superato il proverbiale antagonismo tra le Case, e le distinzioni di colore e famiglia.
Rivide una splendida ragazza diciassettenne passeggiare per il parco stretta al suo grande amore di sempre, Christopher Mason.
Rivide una giovane donna provata dal dolore per la perdita delle due persone a lei più care, stretta al fratello durante il funerale, piangendo disperata.
E per la prima volta vide l'Auror che era diventata, passando sopra il dolore, volendo vendicare la morte dei suoi genitori proteggendo i più deboli...




Sono proprio diventato pazzo, pensò Draco.
Se qualcuno glielo avesse raccontato un mese prima, non ci avrebbe mai creduto.
Lui, il Serpeverde per eccellenza, era li a passeggiare fuori dalla Torre di Grifondoro, aspettando una Mezzosangue.
Il mondo si era proprio capovolto.
-Hai intenzione di stare ancora lì per molto?-
Malfoy si girò ringhiando verso la Signora Grassa, che gli aveva fatto quella domanda per la cinquecentesima volta in mezz'ora.
-Non è colpa mia se i suoi adorati Grifondoro sono sempre in ritardo!- sibilò.
-Probabilmente la tua bella ti ha tirato un bidone- sghignazzò il dipinto con aria saputa.
-E lei sarebbe la prima a gioirne vero? Ma si sbaglia di grosso. Anzi, se non vuole che le dia fuoco, mi chiami un po' uno di quegli idioti la dentro! - le gridò il ragazzo.
La Signora, un po' divertita e un po' spaventata dalla minaccia, iniziò a cantare a squarciagola, facendo tappare le orecchie al povero Serpeverde, che per un momento temette seriamente per la salute dei suoi poveri timpani.
-Ma insomma! La vuole smettere di assordarci per favore?-
Seamus Finnigan e Dean Thomas erano usciti dalla Sala Comune, anch'essi con le mani a coprirsi le orecchie.
Appena li vide la Signora Grassa tacque, un sorriso soddisfatto sul viso tondo.
I ragazzi sospirarono di sollievo per la fine di quel supplizio.
-E tu che ci fai qui?- biascicò esterrefatto Seamus, notando Draco appoggiato ad una colonna.
-Devo vedere la Granger- bofonchiò lui, reprimendo l'istinto di affatturarlo - me la puoi chiamare?-
Finnigan rimase lì a boccheggiare, così Dean prese la parola.
-Certo andiamo subito - fece lanciandogli uno sguardo d'intesa, dopo il quale Malfoy roteò gli occhi.
E il Grifondoro, tirando una pacca sulla spalla all'amico, se lo trascinò nella Torre, chiudendosi il ritratto alle spalle e lasciando il Serpeverde in preda ad una crisi isterica.
Ora ci mancava solo entrare in confidenza con i Grifondoro.
Quel Mezzobabbano di Thomas l'aveva guardato come se avesse capito tutto...
Tanto valeva buttarsi di sotto, pensò.
In quel momento il ritratto si riaprì, e ne uscì Hermione.
-Alla buon ora!- ringhiò Draco.
Stava per iniziare una bella tirata sugli orari, quando la vide bene.
I capelli vaporosi erano raccolti in una coda di cavallo, e si era truccata leggermente.
La mascella gli cadde quasi fino a terra quando lei gli andò vicino e gli passò le braccia al collo.
-Chiudi la bocca Malfoy- gli disse con aria sensuale ad un centimetro dall'orecchio, poi si scostò e si allontanò sghignazzando, mollandolo lì come un cretino.
Appena il biondo si riebbe le andò dietro, bofonchiando insulti contro tutte le mezzosangue di questo mondo.
Si diressero verso il parco e si sedettero sulla sponda del Lago, deserto a causa del vento gelido che aveva iniziato a spirare.
Draco si accese una sigaretta, offrendone una anche alla Granger che fece segno di no con il capo.
-Tra due settimane c'è il Ballo di Natale- fece lei con voce neutra.
-Già- bofonchiò lui, che odiava quelle frivolezze.
-Hai già invitato qualcuna?- s'interessò.
-Mmmm...non ancora...- disse, restando vago.
Maledetta Granger.
Perchè voleva farsi del male da sola?
-E tu con chi ci vai?- chiese, sforzandosi di non lasciar trapelare quella punta di gelosia che aveva cominciato ad attanagliargli il respiro.
-Non so, ho ricevuto qualche invito, ma non ho voglia di andare con i soliti che appena finisce il Ballo cercano di portarmi a letto.-
Come avrebbe fatto lui, pensò Draco.
-Beh puoi sempre andarci con Weasley o Potty no?-
Loro due almeno avrebbero tenuto le mani a posto, considerò, o almeno sperava.
-Con Ron sono già andata agli ultimi due balli, mentre Harry credo vada con Ginny, anche se si sono lasciati. Hanno entrambi una quantità di ammiratrici spropositata, quindi non faranno fatica a trovarsi una dama. Come qualcuno di mia conoscenza- disse ridacchiando -Sentendo gli ultimi pettegolezzi di Hogwarts, ci sono almeno duecento ragazze che ambiscono ad un Ballo con te...-
Draco la guardò.
Le guance arrossate per il freddo, e gli occhi lucidi per le risate.
Era troppo bella...
Vedendola rabbrividire se la avvicinò al petto e la strinse nel suo mantello.
Lei lo abbracciò delicatamente e gli depose un bacio sulle labbra.
Lui le sistemò un ricciolo ribelle dietro l'orecchio, poi intrufolò la lingua nella bocca di lei, approfondendo il bacio.
Hermione gli passò le mani sotto il mantello, avvertendo i muscoli ben definiti ma non esagerati sotto i palmi.
Improvvisamente non sentiva più il freddo.
Lì, avvolta nel caldo abbraccio di Malfoy, si sentiva al sicuro.
-Allora, Capitano, come vanno i preparativi per la partita?-
Quella settimana ci sarebbe stata la prima partita di Quidditch, Serpeverde contro Grifondoro, e le due Case erano in gran fermento.
-Benissimo- disse il ragazzo - vi stracciamo.-
La Granger rise divertita.
Harry, come Capitano di Grifondoro, aveva messo su una bella squadretta, forte ed equilibrata, ma quella di Draco non era da meno.
Sarebbe stata una bella lotta...
Il Serpeverde ricominciò a baciarla, agognando quelle labbra perfette, ed intrecciando le mani in quelle della ragazza.
Lei gli moridicchiò dolcemente le labbra, accostandosi al corpo di Malfoy, esigendo un bacio più profondo.
Lui l'accontentò, baciandola con fermezza e passione.
Quando si stancarono il sole era già calato.
-Che ore sono?- chiese il ragazzo.
-Si è fatto tardi- rispose con un sospiro Hermione- Alice ci aspetta tra poco.-
Accarezzando i capelli biondissimi di Draco si alzò, sistemandosi la divisa ed insieme a lui si incamminò in direzione del castello.




Harry e Ron nel frattempo entrarono nell'aula, dove trovarono già Blaise.
Tutti e tre erano eccitatissimi del fatto che sarebbero diventati Animagi e non vedevano l'ora di cominciare.
-Dove si sono cacciati Malfoy ed Herm?- chiese Harry.
Ron alzò le spalle.
-Stamattina aveva detto che avrebbe studiato in Biblioteca, poi non so.
Potter guardò in direzione di Zabini, e si scambiarono un'occhiata che la diceva lunga.
Proprio in quel momento la porta della stanza si aprì ed entrò Draco, che tenne la porta aperta per far passare anche la Granger, che era dietro di lui.
Senza dire una parola raggunsero gli amici, ignorando Weasley che aveva gli occhi fuori dalle orbite e continuava a spostare lo sguardo da uno all'altra.
Prima che il povero Ron potesse dire alcunchè arrivò Alice, scusandosi per il ritardo.
- Ciao ragazzi- esordì con il suo solito sorriso allegro.
-Dunque, cominciamo subito. Vi avviso che un mese di tempo è pochissimo per riuscire a padroneggiare bene la tecnica di trasformazione, ma confido nel vostro impegno-
-Le nostre lezioni inizialmente saranno più noiose delle altre-continuò- perchè consisteranno solo in esercizi di concentrazione. Poi però, non appena vi sarete trasformati almeno una volta, procederò con l'insegnarvi come muovervi e comportarvi nella vostra forma animale. Quindi dovrete imparare a volare se sarete uccelli, a strisciare se sarete rettili, a camminare a quattro zampe se sarete animali terrestri.-
-E se diventassimo pesci o cose del genere?- chiese Blaise incuriosito.
-Non è possibile- lo rassicurò con un sorriso Alice- perchè vi servirebbe l'acqua per sopravvivere, e questo minerebbe la vostra incolumità se non ne aveste a disposizione.-
-Ad ogni modo, una volta che avrete perfetta padronanza del vostro corpo animale, vi insegnerò come individuare altri Animagi e come affrontarli restando animali.-
I ragazzi annuirono, un po' sfiduciati nel comprendere quanto sarebbe stato difficile diventare abili in quella disciplina.
-Non vi preoccupate- li consolò la Parker- se vi impegnate un giorno avrete anche voi questa soddisfazione...-
E davanti agli occhi ammirati dei suoi allievi si trasformò in un meraviglioso cigno, dal maestoso piumaggio, poi ritornò sè stessa.
-Forza allora- disse, notando gli sguardi invidiosi- mettiamoci al lavoro.-
Li mise in riga, in piedi davanti agli specchi, uno ad un metro dall'altro.
-Osservate la vostra immagine riflessa, immaginando che si trasformi. Se lo farete con sufficiente desiderio e concentrazione, potrete cogliere dei dettagli animaleschi, che vi daranno segnali di ciò che diventerete-
Con un movimento sinuoso della bacchetta, fece comparire nelle mani di ognuno una piuma ed una pergamena.
-Provate a disegnare ciò che vedete, in modo che poi anche lontano dall'aula potrete studiarlo e cercare di immedesimarvici. Naturalmente non mi aspetto che già dalla prima volta riuscirete a cogliere queste piccole trasformazioni, ma impegnatevi fin da subito.-
E osservando con affetto i ragazzi, si sedette su una sedia ad osservare il loro lavoro.




Ciao a tutti...
Come vedete i piani per entrare a Villa Malfoy si stanno evolvendo.
Spero che questo capitolo vi piaccia!
Passando alle recensioni:
Hollina:Sono contenta che Alice e Chris ti piacciano, punto molto su loro due, sperando che la loro storia sia di vostro gradimento. Dimmi che ne pensi di questo capitolo!
pei_chan: Ciao Sara XD! ihih, beh è comprensibile che tu abbia pensato che il mio nome fosse Elettra=) Ho scelto questo nick per due ragioni. La prima è che è un nome che mi piace da morire, la seconda è che Elettra è una stella che fa parte della costellazione delle Pleiadi. Io amo moltissimo le stelle e tutto ciò che riguarda lo spazio, e da lì viene il mio nick. Passando alla storia, in questo capitolo hai letto dell'addestramento di Alice ( essendo inglese si pronuncia Elis)  e hai scoperto anche qualcosina del suo passato. Sono contenta che anche a te sia piaciuto Chris, che io vedo un po' come un Harry un po' più grande. Personalmente quello che io preferisco è Sebastian...sarà perchè ha un po' il carattere di Draco =) Spero che questo capitolo ti sia piaciuto...
Lyla_Sly: Mamma mia che recensione lunga! Ti ringrazio tanto di essere passata a guardare la mia storia, e soprattutto per avermi detto cosa ne pensi. La storia a cui tu ti riferivi l'ho letta e l'ho trovata stupenda. A parte questo, però, mi pare di essermi discostata molto dalla trama. Mi è stato molto difficile, perchè avendola apprezzata enormemente, molte volte sono stata tentata di rifarmi a quello che avevo letto, non solo in quella storia ma anche in altre fic o libri che mi sono piaciuti, come credo sia naturale. Ho cercato di crearmi una storia mia, e la parte che riguarda l'azione, come dici tu, mi sembra si svolga verso una direzione totalmente opposta. In quanto al Prof di Difesa, ci tengo molto molto a sottolineare che Chris è più un supporto riservato ai cinque ragazzi, e si va ad aggiungere agli altri Auror. Inizialmente loro non erano previsti, ma poi mi è venuta voglia di crearmi dei personaggi miei, piu che altro per vedere se sono in grado di costruire dal nulla la storia di un individuo. Ad ogni modo ti ringrazio di avermelo detto, perchè non mi piacerebbe fare della mia storia la copia di qualcos'altro. Per quanto riguarda il rapporto Draco-Hermione, ho sempre cercato di fare andare le cose non troppo velocemente, facendoli avvicinare piano piano. Mi dispiace di non esserci riuscita molto, solo che non potevo fare trenta capitoli che riguardavano il loro avvicinamento e poi dieci con la storia, così ho dovuto accelerare i tempi. Il fatto invece, che Malfoy rimanga come travolto da Herm, è una cosa che ho fatto volutamente. Volevo far capire che lui cambia quando lei è al suo fianco. Non pensa più solo a sè stesso. Ora c'è lei. Oltre a questo però mi sto sforzando di mantenere immutato o quasi, il suo carattere, anche se non è molto semplice.
So che tu mi hai chiesto di dare più spazio a loro due, però io vorrei comunque continuare a parlare anche delle storie degli altri personaggi, Harry, la Benèfica, gli Auror ecc. Naturalmente i protagonisti assoluti sono Draco ed Hermione, ma non ci sono solo loro. Ad ogni modo, nei prossimi capitoli cercherò di dedicargli un po' più di spazio. Ti ringrazio tantissimo di tutti i preziosi consigli che mi hai dato, e sono contenta che a parte questo la mia storia ti sia un po' piaciuta. Spero che continuerai a dirmi il tuo parere...


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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***




I ragazzi quella sera uscirono stremati dalla lezione di Alice.
Concentrarsi per oltre due ore sulle loro immagini non aveva dato molti risultati, a parte uno sgradevole mal di testa.
Erano ormai le undici quando i tre Grifondoro arrivarono in Sala Comune.
Harry si buttò su un divano con la testa sulle gambe di Hermione, mentre Ron si sbattè senza troppi complimenti sull'altro.
Entrambi crollarono quasi subito.
La Granger li guardò intenerita.
Tra gli allenamenti serrati di Quidditch e queste lezioni supplementari, i due erano sempre più stanchi.
Erano cresciuti tanto in quegli anni, e non solo fisicamente.
Avevano uno stuolo di ammiratrici infinito, tra le quali si barcamenavano alla bell' e meglio.
Ne avevano passate tante in quegli anni tutti insieme.
Litigi, amori, gelosie e pericoli...
Ma nonostante tutto erano ancora insieme.
Lì, a sostenersi l'un l'altro.
Il loro trio col passare del tempo era diventato inossidabile.
Ed Hermione sapeva che non avrebbe mai potuto vivere senza di loro.
-Oddio...mi sono addormentato...- la voce assonnata di Potter si fece strada fino al suo orecchio.
La ragazza gli accarezzò i capelli delicatamente.
-Ehi Harry...tutto ok? Hai avuto una visione?-
-No non ti preoccupare, è tutto a posto- rispose lui rassicurandola, facendole un buffetto sulla guancia.
Il ragazzo si tirò su, mettendosi a sedere ed evocando due bottiglie di Burrobirra.
Ne passò una ad Hermione, che si tirò le ginocchia al petto.
-Va tutto bene con Ginny?- domandò la ragazza incuriosita.
-Certo. Ovviamente mi dispiace che sia finita così...Ma evidentemente era destino.-
La Granger annuì, capendo benissimo cosa intendeva il suo amico.
L'aveva già vissuta quella sensazione, con Ron.
Quel ragazzo dolcissimo dai capelli rossi che ora russava rumorosamente sdraiato accanto a loro.
I due ridacchiarono tappandosi le orecchie sentendo il casino che faceva l'amico, poi Harry fece segno a Hermione di fare silenzio.
Con aria furbesca scese dal divano e si inginocchiò silenziosamente sul pesante tappeto damascato, in modo da arrivare allo stesso livello del viso di Weasley.
Appoggiando la bacchetta sopra l'amico mormorò qualche parola, che la ragazza intuì essere la formula di una fattura.
Immediatamente la faccia del rosso venne ricoperta da una poltiglia verde, viscida e puzzolente, che arrivò a lambirgli i capelli lucenti.
I due perfidi Grifondoro poi, dopo essersi complimentati con loro stessi per quella bravata, andarono nei rispettivi dormitori, ghignandosela bastardamente.
E il mattino dopo, fino al dormitorio di Serpeverde si potè udire distintamente un grido di guerra, che assomigliava sinistramente a "Potter sei morto", provenire dalla Torre...




-Uff, che palle...Qualcuno ha una sigaretta?- la voce rognosa di Harry fu la prima che si sentì fuori dall'aula di Trasfigurazione.
Ron, ancora offeso per la sera prima non lo considerò neanche di striscio, Malfoy in risposta gli alzò un dito medio di fronte, Hermione non fumava, così toccò a Blaise tirare fuori di tasca il pacchetto e porgerlo al Bambino Sopravvissuto.
In quel momento arrivarono Sebastian e Matthew.
Il primo li guardò con aria di rimprovero, della serie "Non si fuma a scuola", come se lui non fosse stato fino a cinque minuti prima a fumare con Chris, mentre il secondo chiese allegramente se c'era una sigaretta anche per lui.
Dopo che gli studenti si divertirono per cinque minuti, vedendo Anderson spaccare la testa a Parker, entrarono tutti e sette in classe.
Fatti sedere i marmocchi Seb cominciò il suo sermone, senza perdere un istante.
-Come vedete le nostre due lezioni sono unite. Questo perchè io non posso insegnare decentemente l'Occlumanzia con cinque ragazzini che fanno casino. Perciò, siccome le lezioni di Matt, essendo più semplici e veloci dureranno meno, saranno fatte in compresenza, poi lui rimarrà al castello per dare una mano a Chris o a che ne ha bisogno.-
-Dio, che goduria- bofonchiò Matthew - come se non avessi di meglio da fare che stare qui.-
-Beh vallo a spiegare tu a Carrigan allora ok?- tubò Anderson angelicamente.
Parker rabbrividì e tacque di colpo.
David Carrigan era il Capo degli Auror.
Un bell'uomo di circa quarantacinque anni, intelligente e astuto, e soprattutto molto amico di Silente.
E tremendamente petulante quando ci si metteva.
Aveva insistito lui affinchè loro quattro andassero ad Hogwarts.
Doveva un favore al Preside, e mandargli alcuni tra i suoi migliori Auror gli era sembrato un ottimo modo per sdebitarsi.
Se Matt fosse andato da lui per dirgli che voleva tornare al Ministero, David avrebbe fatto un mezzo casino e sarebbe stato capace di minacciarlo di radiazione dal corpo degli Auror se solo non fosse tornato alla scuola seduta stante.
-Comunque- continuò il biondo Auror rivolto ai ragazzi - prima che questo bifolco ci interrompesse, dicevo che io e lui avremmo tenuto lezione insieme. Quindi mentre io svolgerò Occlumanzia con alcuni di voi, Matt insegnerà la Smaterializzazione agli altri, e viceversa. Dopo di che, quando sarete in grado di controllare bene la vostra mente, ho intenzione di iniziarvi alla Telecinesi.-
-Intendi dire spostare gli oggetti con la forza del pensiero? Tipo librarsi in volo e cose del genere?- chiese Ron con gli occhi sgranati.
-Ragazzi, voi guardate troppi film Babbani - sibilò Sebastian con voce altezzosa, sinistramente simile a quella di un certo Serpeverde - la Telecinesi consiste nell'uso di piccole formule non verbali, pronunciate senza uso di bacchetta. Quando poi uno diventa molto bravo, è talmente abituato che non ha più bisogno di pronunciare per intero le formule. Basta pensare all'azione che si vuole compiere, e tutto va da sè.-
Dopo aver dato quell'annuncio alquanto sconcertante, cominciò una dura lezione doppia.
Parker li fece allenare con dei cerchi, in cui dovevano provare a Smaterializzarsi, mentre Sebastian li fece sedere su delle sedie, e provò ad usare il Legilimens su ognuno di loro.
Con Hermione, Ron e Blaise non fu troppo invasivo, perchè non avevano ricordi così terribili che odiavano condividere, mentre con Harry fu un po' più complicato.
Lui però aveva ancora qualche strascico delle lezioni fatte con Piton l'anno prima, quindi riuscì rapidamente a chiudere Anderson fuori dalla sua testa.
Con Draco però fu tutta un'altra storia.
Il biondino subì quella prova per ultimo.
Hermione e Blaise erano seduti sulle sedie, mentre Harry e Ron stavano provando a Smaterializzarsi qualche metro più in là con Matthew.
Seb posizionò il giovane Malfoy dinanzi a lui, con la bacchetta alzata in posizione di difesa, quindi gli si parò di fronte, guardandolo fisso negli occhi.
-Legilimens- sussurrò dopo qualche istante.
Vaghi flash confusi gli apparvero nella mente.
Un bimbetto biondo che sorrideva rapidamente in braccio alla madre, per poi tornare subito serio...
Un ragazzino che correva dietro al padre chiamandolo a gran voce, mentre l'uomo nemmeno si voltava...
Un ragazzo con gli occhi grigi sofferenti, inginocchiato e piegato sotto le frustate di un individuo che portava una tunica nera...
-Ora basta -
Anderson sentì la voce dura e fredda di Draco farsi strada nella sua testa e allontanarlo lentamente ma incessantemente dai suoi temuti ricordi.
Quando non ne vide più nemmeno un frammento Seb alzò lo sguardo.
Malfoy tremava, e per stare in piedi si teneva ad una sedia.
Hermione e Blaise, lì accanto, si erano alzati in piedi con aria preoccupata, come per intervenire da un momento all'altro.
Anche Potter, Weasley e Matt avevano smesso l'allenamento per vedere cosa stava succedendo.
Il biondo Serpeverde si guardò le mani, e se le strofinò come per impedirne il fremito.
Alzando gli occhi incrociò lo sguardo atterrito di Hermione e quello turbato di Zabini.
Poi si girò verso il suo insegnante.
Sebastian lo fissò a sua volta.
Non c'era odio nei suoi occhi...
Nè rabbia...
Solo sentimenti indecifrabili...
Anderson non gli disse nulla.
Sapeva che con lui sarebbe stato più difficile.
Quasi più che con Harry.
Potter aveva sofferto oltre l'immaginabile, ma aveva avuto sempre qualcuno che l'aveva aiutato a rialzarsi dopo ogni batosta che la vita gli infliggeva.
E soprattutto, lui non temeva i suoi ricordi.
Non fuggiva o si nascondeva da essi.
Draco invece viveva nell'angoscia che gli donavano i fantasmi del suo passato, nel terrore di un futuro ancora più buio.
E non voleva assolutamente dividere i suoi pensieri e nè tantomeno i suoi ricordi con qualcuno.
Non per coraggio.
Non per orgoglio.
Ma per il desiderio di non essere compatito.
Questo l'Auror lo capiva meglio di chiunque altro.
Quel ragazzo diciassettenne stava rivivendo le sue stesse esperienze.
Quelle esperienze che a lui avevano cambiato la vita.
E lo doveva solo a Chris, Matt ed Alice, se ne era uscito a testa alta.
A questo punto poteva solo sperare che anche Malfoy superasse il suo carattere da Serpeverde e agguantasse quelle mani che potevano farlo uscire dall'abisso.



-Sarei proprio curioso di sapere cosa ha visto Anderson nei ricordi di Malfoy- borbottò Harry.
-Perchè non vai a chiederlo a lui? Magari te lo dirà...- disse sarcasticamente Ron.
-Mai sentito il detto "Non svegliare il Malfoy che dorme"?  Beh, io l'ho imparato tempo fa...Finchè il furetto se ne sta buono è tutto di guadagnato- ridacchiò il Bambino Sopravvissuto.
-Fottiti Sfregiato-
Malfoy era passato proprio in quel momento, e inutile dire che li aveva sentiti in pieno.
Potter alzò le spalle, tornando alla sua partita a scacchi con Ron, nel parco.
La Granger accanto a loro stava leggendo un libro, sdraiata sul prato.
-Ehi ragazzi, non è che si può tornare dentro? Si gela qui!- bofonchiò, stringendosi il mantello  sulle spalle.
-Puoi sempre chiedere al tuo Dracuccio di scaldarti!- la rimbrottò Weasley.
 -Ti sento, pezzente!-
Le risposte, sempre molto poco fini a dire il vero, di Draco Malfoy provenivano dall'albero lì accanto, dove si era messo con Blaise per fumarsi una canna in santa pace.
Mentre Blaise ed Harry quasi si strozzavano dalle risate, Hermione ignorando i commenti del Serpeverde guardò Ron con gli occhi fuori dalle orbite.
-E tu come lo sai? - rantolò, alludendo ovviamente al rapporto tra lei e Draco.
Il rosso fece lo gnorri.
-Oh, è un po' che lo immagino, ma poi ci ha pensato Harry a darmi la conferma.-
La Granger si alzò, fissando con aria alquanto minacciosa il Bambino-Che-Forse-Quella-Volta-Non-Sarebbe-Sopravvissuto.
Potter, sentendosi vagamente tirato in ballo, fuggì in quattro e quattr'otto biascicando scuse e defilandosi al Campo di Quidditch.
La ragazza allora, in mancanza del suo capro espiatorio si rivolse a Zabini, che si stava ancora rotolando dal ridere.
-Quindi ne eri a conoscenza anche tu?- ringhiò.
Il bel moretto si fece serio, iniziando a guardare spudoratamente da un'altra parte.
Hermione incrociò le braccia, guardando insistentemente Malfoy con occhi di fuoco, il quale però non se la filò nemmeno per sbaglio, troppo impegnato a rollarsi una sigaretta.
-E ora dove va?- chiese esterrefatto Blaise, vedendola partire come una mandria di bufali verso la scuola, travolgendo inavvertitamente qualche bimbetto spaurito del primo anno.
-Non farci caso. Cercherà Harry per farlo arrosto oppure, in mancanza d'altro, andrà a sbollire in Biblioteca- fece Ron agitando una mano con aria noncurante - non c'è da preoccuparsi comunque.-




-Alice, dovevi vedere cosa c'era nei suoi ricordi. Tu non ne hai idea...-
La flebile voce di Anderson pareva quasi il fantasma di quella che era stata fino a qualche ora prima.
-E tu? Non gli hai detto niente?- chiese la ragazza stringendo una mano all'amico, comprensiva.
-Scherzi? Non sapevo nemmeno da dove cominciare.-
Sebastian si mise le mani tra i capelli, disperato.
-Come stava dopo la lezione? Si comportava in modo strano?- s'informò la Parker.
-No. C'è molta più forza in lui di quella che noi crediamo. Ha un muro invalicabile attorno all'anima. Si è ben protetto. Non permette a niente di scalfirlo.-
Alice annuì.
-In un certo senso mi ricorda te alla sua età.-
-Si è vero, io ho avuto la stessa sensazione. Spero solo che anche lui riesca a ribellarsi alla sua famiglia e al suo destino-
-Come hai fatto tu.-
-Io avevo voi...- disse sorridendo il ragazzo, guardando con affetto la sua amica.- Mi siete stati accanto in ogni momento, nonostante le mie origini...-
-Non eravamo soli- gli ricordò lei -C'era anche Laine. Non fare finta di averla scordata.-
-Non fingo un bel niente. Lei è sempre qui, con me, anche se fisicamente è da tutt'altra parte.- rispose Seb.
-Dal tuo comportamento sembrerebbe che non la pensi molto- sussurrò la Parker.
-Lo sai come sono fatto...E comunque, per la cronaca, non sono io che rinnego il passato  fingendo che sia sepolto, Alice - continuò Anderson.
-Ti prego non cominciare -supplicò lei debolmente.
Il ragazzo tacque, ritornando con la mente a pochi anni prima.
Laine Debora Harris.
Colei che l'aveva spinto a vivere di nuovo.



Ed ecco a voi la prima lezione di Occlumanzia. Mi raccomando continuate a dirmi che ne pensate...
Sono un po' di corsa quindi passo subito ai ringraziamenti:
whateverhappened: sono contentissima che Sebastian ti piaccia. Il suo rapporto con Draco si evolverà con il tempo, come potrai vedere leggendo i prossimi capitoli. Sono molto simili, e sono entrambi diffidenti verso gli altri, ma condividono le stesse esperienze, e questo li unirà non poco!
pei_chan: Ciao Sara! Tranquilla, non manderò Draco allo sbaraglio=) Per ora gli Auror non hanno definito perfettamente il piano, ma col tempo lo renderanno sempre più sicuro e meno pericoloso! Non vogliono perdersi MalfoyXD
Per il discorso che l'Occlumanzia non serve, ho fatto alcune piccole modifiche riguardo a questa disciplina, che vedrai nei prossimi capitoli!
Col tempo anche tutte le domande che mi hai fatto troveranno una risposta, ma ti correggo su una cosa: Alice e Chris erano Grifondoro, mentre Seb e Matt erano Serpeverde! Forse mi sono spiegata male nei capitoli...
Mi dispiace,nel capitolo non ho scritto nemmeno in cosa si trasformeranno i ragazzi( non cruciarmi ti prego!), ma tra pochissimo te lo dirò! Almeno per quanto riguarda alcuni di loro! Sono contenta che Hermione e Draco ti piaccianoXD..Dimmi che pensi di questo capitolo!
bubina91: Cateeeeeeeeeeeee...!Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto, grazie della recensione...Dimmi che pensi di questo! 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***




La sera era calata su Hogwarts, e nella Sala degli Allenamenti due figure si allenavano a colpi di bacchetta.
Harry James Potter e Ronald Bilius Weasley.
Accanto a loro, di fronte ad uno specchio, Hermione Jean Granger fissava attentamente la sua immagine tentando di trasformarsi.
Diventare Animagus era una cosa che le premeva molto, stranamente, più che imparare a difendersi o altro.
L'idea di andare a spasso con il corpo di un animale la incuriosiva molto, così passava in quella stanza la maggior parte del suo tempo.
Quel giorno per lei era molto complicato concentrarsi.
Aveva detto agli amici che sarebbe andata nell'aula di Trasfigurazione per un po', e loro avevano insistito fino allo sfinimento per accompagnarla.
Col risultato che ora urlavano come selvaggi mentre combattevano, facendole scoppiare la testa nello sforzo di ignorarli.
Si era fatta violenza più e più volte pur di non andare da loro e massacrarli di botte, riuscendo sempre a calmarsi, ma quando il lampo rosso di uno Stupeficium le passò fischiando accanto a un orecchio scompigliandole i ricci, perse definitivamente la pazienza.
Contò fino a tre, poi si girò e si diresse a passo di carica verso quei due mentecatti.
-Expelliarmus- ruggì.
Le bacchette dei due Grifondoro volarono nella sua mano tesa.
Quindi li sospinse verso le sedie, e con una fattura li legò e li imbavagliò, lasciandoli soli a lanciarsi occhiate angosciate a vicenda.
Con uno sbuffo tornò agli specchi.
Quel silenzio che aveva tanto bramato, però, ora le sembrava un compagno alquanto insidioso.
Senza rumori o grida, la sua mente prendeva sempre e solo una direzione...
Draco.
L'aveva visto soffrire quel giorno.
Era stato male giusto un paio di minuti prima di riprendersi...ma quei due minuti in cui era rimasta ad osservarlo impotente erano stati i più lunghi della sua vita.
Non aveva nemmeno avuto il tempo di chiedergli cosa era successo, perchè lui aveva subito alzato le difese.
Come se essersi esposto così tanto fosse stato un errore madornale.
Ma lei lo capiva.
I Grifondoro sono famosi per essere orgogliosi, istintivi, coraggiosi e testardi.
Esattamente come era Hermione.
Grifondoro fino al midollo.
I Serpeverde d'altro canto erano famosi per essere vanitosi, passionali, alteri e calcolatori.
Esattamente come era Draco.
Serpeverde fino all'anima.
Ma oro e argento possono fondersi?



Dall'altra parte del castello, intanto Malfoy passeggiava con aria scazzata, senza una direzione precisa, ma con l'intenzione di rimanere un po' da solo.
Gira che ti gira, finì alla Torre di Astronomia.
Si sporse un po' dai bastioni, percorrendo con lo sguardo tutto il prato di Hogwarts, superando i monti e le colline che incorniciavano la scuola, tentando di spingere i suoi occhi più lontano possibile.
Ma, come sempre, c'è un limite alle possibilità dell'uomo.
Un colpo di tosse alla sua destra gli rivelò di non essere solo.
Il fumo chiaro di una sigaretta copriva l'uomo che se ne stava appollaiato su un muretto.
-Chi sei?- chiese Draco con voce ferma.
-Sebastian.- rispose semplicemente l'altro.
Allora il Serpeverde, comprendendo che non c'erano presenza nemiche si avvicinò.
Se quella del nome era una balla, poteva sempre spingere lo sconosciuto di sotto, pensò con un ghigno.
Qualche metro più avanti però, riconobbe quegli inconfondibili capelli d'ebano e quegli occhi glaciali.
Era proprio Anderson.
Il suo insegnante gli offrì una sigaretta.
Malfoy alzò un sopracciglio, ma l'accetto comunque.
Se la mise in bocca e tirò tre o quattro rapide boccate, poi si voltò quando sentì l'insistente sguardo di Seb fissò su di sè.
Cazzo.
Lo stava proprio squadrando.
E Draco odiava chi lo fissava come per cercare qualcosa.
Qualcosa che tanto poi non avrebbe trovato.
-Va meglio?- chiese infine l'Auror con voce piatta.
Malfoy capì che non era il caso di fare giochetti con lui, del tipo fingere di non capire di cosa stesse parlando, così si limitò ad annuire, lo sguardo sempre perso nel vuoto.
-Non volevo intromettermi nei tuoi ricordi Draco, sappilo, ma era inevitabile.-
Finalmente il biondino lo guardò.
Gli occhi erano come il metallo colato.
Non rispose nemmeno, limitandosi a fargli capire con uno sguardo che non voleva parlarne.
Seb però non mollò l'osso.
Era un ex-Serpeverde anche lui in fondo.
Andava sempre fino in fondo, se voleva qualcosa.
Fu con estrema fatica, però, che affrontò il discorso.
-Non ti sto chiedendo di confidarti con me, anche perchè non sono una di quelle anime candide che portano sulla retta via - cominciò buttando fuori il fumo - Ma sono passato anch'io da una situazione come la tua, e so cosa si prova.-
-Tu sì forse - Malfoy finalmente si decise ad aprire bocca - ma gli altri no. Sono stufo di avere intorno gente che giudica, che crede di conoscere me e quello che mi succede. La vita è mia. E conosco mio padre. Non mollerà finchè non sarò morto. O un Mangiamorte. Non c'è speranza per quelli come me.-
-Cazzate..-
-Anche tu come la mezzosangue. Stramaledetti sognatori del cazzo che non siete altro.- ringhiò Draco con voce glaciale.
-Mi dispiace, ma qui do ragione ad Hermione. E' troppo comodo pensare di non avere vie d'uscita solo perchè non si ha voglia di alzare il culo e combattere...- soffiò Anderson.
-Oh ma insomma? Vi siete messi d'accordo per rendermi la vita un Inferno? Piantatela!-
-Possibile che non capisci?- fece il moro con la sua voce pacata ma dura - Mi sembra di essere tornato indietro negli anni. Salvati. Sei ancora in tempo. Ho visto come guardi la Granger. Non la deludere comportandoti come un vigliacco.-
Malfoy non trovò il coraggio di guardarlo in faccia.
Tirare in ballo quello che provava per Hermione era stato un colpo basso.
-Tu come hai fatto?- si sforzò di chiedere sottovoce.
-Grazie all'aiuto dei miei amici...e all'amore di una donna- aggiunse l'Auror.
Draco potè giurare di vedere i suoi occhi velarsi, ma solo per un istante.
-E i tuoi?- insistette il biondo - ricordo che venivate spesso da noi quando ero piccolo. E conoscendoli non devono aver mollato così facilmente la presa su di te.-
-Beh, ammetto che avere uno squadrone di Auror alle spalle pronti a fare la pelle a chiunque ti si avvicini, aiuta - ammise con un sorriso Sebastian - Quando sono diventato anch'io Auror, andando contro tutto quello che mi hanno insegnato, non potendomi riprendere con loro con la forza, hanno tentato in molti altri modi. Soprattutto mia madre, che mi rivoleva semplicemente al suo fianco. A lei non è mai importato cosa avrei fatto della mia vita. Ma nonostante questo non è mai andata contro gli psicotici ideali di mio padre.-
Malfoy annuì debolmente.
La situazione familiare di Seb gli ricordava molto la sua.
-E quindi? Cos'hanno fatto per convincerti a tornare?- chiese incuriosito.
-Mi hanno promesso onori, gloria, soldi. Ma vedi Draco, non sempre tutto è facile come sembra. Loro si sono comportati come se ogni uomo avesse un prezzo. A essere sincero anch'io la pensavo come loro, e in parte lo penso tutt'ora. C'è un prezzo per tutto. Semplicemente, i miei genitori non sono riusciti a capire il mio.-
Subito dopo, Anderson spense la sigaretta e si alzò.
Un attimo prima di arrivare alle scale che portavano giù dalla Torre però si voltò nuovamente verso il ragazzo.
-Tira fuori le palle e affronta tuo padre. Fai della tua vita quello che vuoi. E lotta per quello che vuoi diventare e per le persone a cui tieni-
E senza aggiungere altro, sparì oltre la porta, lasciandosi alle spalle un Serpeverde sempre più confuso.




Se Draco in quel momento avesse guardato giù dai bastioni, verso il parco, avrebbe di certo notato una figura snella passeggiare sul prato spazzato dal vento.
Alice Catherine Parker camminava solitaria nel buio.
Per l'ennesima volta era fuggita appena qualcuno aveva osato entrare nell'argomento Chris.
Strano che tutti facessero domande al riguardo meno il diretto interessato.
Ma da una parte era meglio così.
Lei vigliaccamente non sarebbe stata certo in grado di reggere quello sguardo verde che la fissava ferito e arrabbiato.
Riusciva ancora a scorgere quell'odio nei suoi occhi...
Lo stesso odio che aveva visto quando gli aveva detto che se ne sarebbe andata, cinque anni prima, l'ultimo giorno di scuola.
Non l'avrebbe mai perdonata, mai.
Ma nonostante questo lei non l'avrebbe dimenticato.
Neanche tra un migliaio di anni, nemmeno con un altro uomo al suo fianco.
Nessuno avrebbe mai potuto prendere il posto di Chris.
Con questo triste pensiero a scaldarle il cuore, si strinse addosso il mantello, rabbrividendo.
-Alice, fermati.-
La ragazza si bloccò.
Conosceva quella voce.
Christopher.
La Parker ghiacciò. Lui da quando lei si era fatta viva non aveva mai fatto niente per tentare di rimanere soli e parlare.
Che voleva ora?
Lentamente Alice si voltò.
-Stai scappando di nuovo?- frecciò l'Auror.
Lei chinò la testa. Se l'era aspettato.
Mason non era uno che si faceva piegare e stava troppo tempo senza reagire.
Senza aprire bocca la ragazza fece segno di no con la testa.
-Credo che sia ora che parliamo, noi due. Sono stufo di questa situazione. Stufo che non stai nemmeno in una stanza se ci sono io. Devi finirla di fuggire da me.-
-Io non fuggo da te...- sibilò Alice, un lampo di fierezza negli occhi azzurri.
-Ah no?- sbuffò sarcasticamente Chris - dal tuo comportamento non si direbbe-
-Beh ti sbagli. E da cosa dovrei fuggire poi? Da una storia vecchia cinque anni con uno che nemmeno si è dato la briga di cercarmi quando sono sparita? Uno che appena gli ho detto che sarei partita mi ha ricoperto di insulti invece di starmi vicino?-
Colpito e affondato.
Il ragazzo strinse i pugni e i denti.
Gira che rigira arrivavano a loro due.
A quello che erano stati.
A quello che non sarebbero potuti più essere.
-Facile dare la colpa a me Alice. Mi hai distrutto andandotene. Chiedi a Seb, chiedi a tuo fratello!-
La ragazza lo fissò, gli occhi affilati come lame.
-E' stato tanto tempo fa- sussurrò - non ha senso rivangare un passato che non tornerà.-
Il cuore di Christopher si lacerò in mille pezzi a quelle parole.
Un passato che non tornerà.
Se solo lei avesse saputo cosa aveva passato lui.
Quante notti l'aveva sognata nel suo letto, al suo fianco.
Quanti giorni aveva pianto al ricordo del suo profumo, della sua risata, della sua presenza.
Quanto gli era costato buttarsi negli studi per diventare Auror fingendo che lei non fosse ogni minuto nella sua testa, cercando di non pensare che da qualche parte lei stava calpestando il suo stesso suolo, fissando il suo stesso cielo.
E ora era tornata...
In quel momento era lì, davanti a lui, coi lunghi capelli che frusciavano nel vento.
E le lacrime che si facevano strada nel suo sguardo duro come la pietra.
Aveva sbagliato tutto con lei.
Aveva cercato di obbligarla a stare con lui, quando sapeva che soffriva e non riusciva più a stare in piedi senza crollare.
Ma l'amava così tanto.
Tanto da metterla in gabbia.
Tanto da odiarla quando lei aveva cercato di liberarsi.
La Parker lo guardò, con l'anima che le bruciava dolorosamente.
Era lì, col capo chino, sconfitto.
Cosa avrebbe dato pur di riaverlo un solo istante.
Lui era tutta la sua vita.
Aveva sempre vissuto per lui.
E, malgrado attribuisse a Chris tutte le colpe, si malediva ogni giorno per quello che aveva fatto.
Doveva restare al suo fianco, amarlo come meritava.
Come avrebbe voluto fare per il resto dei suoi giorni.
Ma era tardi. Tardi per lei. Tardi per lui. Tardi per loro.
Si girò e riprese a camminare, singhiozzando convulsamente e cercando di non farsi sentire.
-Come puoi voltare le spalle a noi due in questo modo? Ho vissuto per te in questi anni, aggrappato a forza alla speranza che un giorno bussassi alla mia porta. Ti amo da quando ero un ragazzino...-
Alice si fermò bruscamente, e lo fissò con gli occhi dilatati.
Aveva notato il verbo da lui usato.
Ti amo, non ti amavo.
Possibile che lui provasse ancora qualcosa?
-C-Chris- balbettò, il pianto nella voce.
-No...io non ti riconosco più Alice. Dov'è finita quella ragazza per cui ho perso la testa tanto tempo fa? Sei diventata la brutta copia di te stessa. Non sai più amare, non sai più sperare.
Non sai più essere felice. Io rivoglio la persona che conoscevo. Quella che lottava per i suoi ideali, quella che si metteva a ballare sotto la pioggia....e quella che mi ha dato questa...-
E sotto lo sguardo esterrefatto della ragazza, Mason le lanciò un oggetto riluccicante.
La Parker lo prese al volo, e come lo riconobbe si portò una mano alla bocca, emozionata.
Una medaglietta dorata con sopra il blasone del casato dei Parker.
Ricordava benissimo quel giorno.
Ancora non si erano dichiarati i loro sentimenti.
Era una giornata assolata di fine maggio, durante il loro sesto anno.
Stavano parlando, seduti vicini, e lei ad un certo punto gli aveva preso una mano e senza dire nulla gli ci aveva deposto la medaglietta.
Alle richieste di spiegazioni del ragazzo lei aveva alzato le spalle, dicendo semplicemente -Voglio che la tenga tu-
E lui la conservava ancora...
Con un fruscio intuì che Christopher si stava avvicinando.
Il suo povero cuore non avrebbe retto a sentire nuovamente il suo fiato così vicino, il suo battito accanto a lei, il suo odore nell'aria.
Lo osservò senza muovere un muscolo, senza riuscire a muovere un solo passo.
Quando fu a due passi da lei, Mason alzò un braccio, come per toccarla.
Ma a metà strada sembrò rinunciare...Lasciò cadere il braccio, che ricadde molle lungo il suo fianco.
Abbassò gli occhi.
-E' inutile - sussurrò - avrei dovuto combattere per averti quando era il momento. Ma non ne sono stato capace. Ero troppo occupato a gestire la mia vita e quello che mi capitava per accorgermi della cosa preziosa che avevo tra le mani. E la barriera d'odio che si è radicata in me dopo che te ne sei andata mi ha impedito di cercarti o scriverti in questi anni. Perdonami....-
E sull'ultima parola, che Alice non era nemmeno sicura che avesse detto veramente, si girò alzando il mantello e proseguì verso il castello.
La Parker rimase lì, con la medaglietta in mano.
Crollò in ginocchio sul prato bagnato, tenendosi le mani al petto.
Non aveva pianto tanto nemmeno per la morte di suo padre e sua madre.
Ma Chris in fondo era sempre stato il suo punto debole...



-Hai parlato con Sebastian?- la voce della Granger era incredula.
Lei aveva visto l'insegnante di Occlumanzia dannatamente irraggiungibile e schivo.
E quello che Draco le aveva detto poco prima, dopo che lei aveva insistito due ore perchè le dicesse cosa c'era che non andava, le sembrava alquanto strano.
Naturalmente Malfoy non si era scucito molto sull'argomento del discorso, limitandosi a bofonchiare che Anderson "gli aveva dato qualche consiglio".
Conoscendo la riservatezza del biondo, Hermione aveva tentato di non sembrare troppo incuriosita, anche se in realtà la voglia di sapere cosa si erano detti la stava divorando.
Ma si trattenne.
Si alzò dalla panchina in parco su cui era seduta e andò vicino al ragazzo, silenziosamente e ad occhi bassi.
Lui vide il cambio di espressione di lei, e le sollevò il viso mettendole due dita sotto il mento, costringendola a guardarlo, scrutando i suoi begli occhi dorati per capire cos'avesse.
-Che c'è?- sussurrò.
-Niente- borbottò la ragazza con poca convinzione.
Il Serpeverde alzò un sopracciglio, non credendo nemmeno per un minuto alle parole di Hermione.
-Mezzosangue è inutile...non sai mentire.-
La Granger sospirò.
-Sono preoccupata per te- ammise.
Draco improvvisamente guardò da un'altra parte.
-Non ce n'è bisogno. Me la so cavare. E comunque accadrà quello che deve succedere.- sibilò.
Riecco quel muro...
-E se non credessero alle tue parole quando tornerai a casa? E se ti marchiassero appena arriverai senza darti possibilità di fuga?-
Malfoy fece segno di no con la testa.
-Impossibile- disse con voce piatta - Per allora riuscirò a tenere nascosti i miei pensieri. Ad ogni modo tu stanne fuori...-
Hermione trattenne il respiro. Possibile che si preoccupasse per lei?
Scosse la testa. Dio...Non doveva farsi incantare dai suoi ormoni repressi che cercavano disperatamente l'attenzione di quel viscido serpente.
-Certo Draco...ne starò fuori. D'altronde una mezzosangue non è adatta a stare vicino al nobile erede dei Malfoy.-
Il biondo schioccò la lingua con disappunto.
-Non intendevo questo. Non sparare cazzate mezzosangue!-
La ragazza, vagamente offesa, incrociò le braccia, voltandosi dall'altra parte.
Non avendo voglia di litigare, e soprattutto notando l'attillata camicetta che Hermione indossava, quel porco di Draco abbassò i toni.
-Vedrai che andrà tutto bene- le disse più dolcemente, accostandosi a lei.
In quel momento una vera e propria mandria di Corvonero passò urlando vicino ai due ragazzi.
Due ragazzi e una ragazza notarono Hermione e si avvicinarono.
-Ehi Herm come stai?-
Jayden McBride , Carter Reed e la sua inseparabile ragazza Bridget Spencer, che però era una Tassorosso la salutarono cordialmente.
La ragazza rispose con un sorriso.
Li conosceva piuttosto bene, dato che frequentavano insieme le lezioni di Aritmanzia.
-Tutto bene grazie ragazzi.-
-Scusate, abbiamo interrotto qualcosa?- disse Bridget preoccupata.
-Ma no, niente di importante- rispose la Granger lanciando un'occhiata ammonitrice a Malfoy, che stava già aprendo bocca per dire la sua.
-Beh, senza rubarti altro tempo- intervenne Jayden capendo che aria tirava- hai già un cavaliere per il Ballo?-
Alla parola "Ballo" un certo biondino alzò le antenne.
Cazzo.
Come si permetteva quell'idiota di McBride di invitare la sua mezzosangue al Ballo?
Lui si immaginava che sarebbe andata con qualche stupido Grifondoro, tipo Paciock o Finnigan...
E invece, qualcuno che stava un pelino più in alto aveva deciso di metterci lo zampino.
Intanto Hermione aveva già scosso la testa, scoccandogli un'occhiata compiaciuta e un po' di sfida.
-Ottimo- esultò il Corvonero- ti andrebbe di venirci con me allora?-
-Certo Jay, molto volentieri!- rispose educatamente la ragazza.
-Perfetto. Allora ci troviamo alle otto nel Salone d'Ingresso.-
E detto questo, facendo un cenno di saluto anche a Draco, che rispose alzando pigramente una mano, se ne andò trascinandosi dietro gli amici.
Fortuna sua. Era partito così rapidamente che Malfoy non aveva avuto il tempo di mettergli le mani al collo.
Oh...ma appena gli fosse capitato a tiro...
-E così vai con al Ballo con McBride?- borbottò con finto disinteresse.
-A quanto pare- rispose Hermione.
-Beh, dovresti esserne contenta. E' il rampollo di una grande dinastia di Purosangue.-
Infatti Jay, insieme alla sorella Rosalie, che frequentava il quarto anno lì a Hogwarts, era l'assoluto erede di Johnathan McBride, ricchissimo mago che poteva vantarsi di possedere tanti terreni quanti la famiglia Malfoy, se non di più. Suo padre però, un grande benefattore a quanto si diceva, anche se non urlava come Lucius ai quattro venti quanto fosse fondamentale la purezza del sangue era un tantino fissato con il buon nome della famiglia e col preservare la loro nobile dinastia, pur non essendo un Mangiamorte.
-Dovresti sapere, Malfoy, che non mi importa di questo.- soffiò con freddezza la ragazza- Almeno con lui passerò una serata piacevole.-
Ignorò volutamente gli occhi di Draco, che lampeggiavano minacciosi.
-Ora vado- annunciò- Harry e Ron mi aspettano. Spero che ti divertirai al Ballo con la tua dama Purosangue.-
E senza aggiungere altro gli diede le spalle e corse verso il castello.
Draco era sconvolto.
Ma che le era preso?
Non avevano mai parlato di andare al Ballo insieme...Sarebbe stato come ufficializzare il loro legame.
Eppure lo tormentava l'idea che quella sera lei avrebbe ballato con un altro...




Ed anche questo capitolo è terminato! Ho notato con piacere che sono aumentate sia le persone che recensiscono, sia coloro che hanno messo la fiction tra i preferiti! Ne sono contentissima!
Ora passiamo ai singoli ringraziamenti:
whateverhappened: Spero che con questo capitolo tu abbia avuto la possibilità di conoscere un pochino di più il tuo adorato Sebastian, che come vedi si sta dando molto daffare per aiutare Draco. Inoltre c'è anche la scena di Chris ed Alice che credo abbia almeno iniziato a svelare qualcosa sul loro pasato..Dimmi che ne pensi!
Hollina:Eh si Draco è perseguitato dai fantasmi del suo passato! Fantasmi che ben presto dovrà affrontare!
pei_chan: Matt è un po' il mattacchione del gruppo, come avrai intuito! Harry invece a quanto pare quando è nervoso fuma=) Ma tranquilla non è un fumatore accanitoXD
Chiedo umilmente perdono per non aver ancora fatto trasformare nessuno, ma tra pochissimo uno dei ragazzi diverrà Animagus! Resisti ancora un pochino! Baci
Lyla_sly: Che belle cose che mi hai scritto! Mi hanno fatto davvero molto piacere! Ti ringrazio moltissimo. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e che mi dirai che ne pensi!
Keyra Malfoy: Cara Fulvia, col tempo a tutte le tue curiosità verrà data una risposta. Sono molto felice che la mia storia di piaccia, e spero che continuerai a seguirla!
ladyherm:  Grazie per i complimenti, tra pochissimo saprai in che Animagus si trasformeranno i ragazzi! Dimmi cosa te ne pare di questo capitolo!
Smemo92: Ti ringrazio per il commento, in questo capitolo hai avuto qualche delucidazione sul passato degli Auror, ma col tempo ogni cosa verrà rivelata! Mi auguro che continuerai a seguirmi!
bubina91: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Come vedi Harry è sano e salvo! Almeno per ora...Baci!

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***




Il sabato successivo si riversò su Hogsmeade un branco di ragazzi che si infilarono nei negozi alla ricerca di abiti, accessori, regali per le loro dame e via dicendo.
Hermione, che non vedeva Draco da un paio di giorni, lo cercò tra la folla.
Camminando accanto a Lavanda, Calì e Ginny, risalì la via principale, diretta all'Emporio del Vestito, una filiale della Madama McClan di Diagon Alley.
Era quasi arrivata quando, voltandosi a sinistra, vide il bel Serpeverde passeggiare con Blaise e la Parkinson. Quando lui si girò verso di lei però, girò stizzita il capo dall'altra parte.
Ce l'aveva ancora con lui per quelle insinuazioni su Jayden, così nei due giorni precedenti aveva fatto di tutto per evitarlo e non vederlo.
Ad ogni modo anche Malfoy continuò a camminare, senza provare nemmeno a raggiungerla.
Evidentemente non aveva voglia di farsi notare in mezzo a tutti.
Infilandosi dentro al negozio la ragazza venne colpita dal forte odore d'incenso che vi stagnava.
Odiava fare compere. Cercò di sbrigarsela più in fretta possibile, e prese a caso uno dei tanti vestiti per cui Calì aveva urlato tutte le vocali per dirle quanto stava bene.
Non si sentiva molto di compagnia quel giorno, e in più tirava un vento pazzesco, così si diresse rapidamente verso la scuola, lasciando le tre ragazze a finire le loro compere.
Appena arrivò al suo dormitorio attaccò il vestito nell'armadio, quindi si buttò sul letto.
Non aveva nessuna voglia di andare al Ballo e vedere Draco con un'altra avvinghiata a lui.
Per fortuna che Jay le aveva chiesto di accompagnarlo.
Almeno avrebbe evitato di farsi vedere con un idiota che ci avrebbe provato spudoratamente con lei. Inoltre, pensò con un sorriso, McBride era conteso da tutte le ragazze di Hogwarts. Era veramente molto bello e soprattutto intelligente. Insomma, uno con cui si poteva parlare senza dover per forza arrivare alle sue precedenti conquiste o al Quidditch.
Eppure, nonostante fosse onorata di andare alla festa con Jayden, non poteva fare a meno di rivedere ogni istante gli occhi grigi di Malfoy che la guardavano quasi con rabbia...o gelosia?
-Ehi Herm muoviti! sono già le sei!-
Dopo aver quasi scardinato la porta della stanza, Lavanda entrò come un tornado, brandendo trucchi e spazzole, e si diresse come una furia verso Hermione.
La Brown aveva indossato già il corto abitino rosso sangue che si era comprata dopo mille tentennamenti, e aveva i capelli stretti in mille bigodini.
Ignorando le proteste dell'amica, fece alzare a forza la Granger dal letto, e la spedì a farsi una doccia.
Quando uscì dal bagno,la ragazza trovò sul suo letto anche Calì.
-Ehi ma che succede qui?- borbottò ravviandosi i capelli.
-Ci prepariamo...tutte insieme!- fece la Patil con tono gioioso.
Hermione sbuffò. Odiava sottostare alle loro torture, ma con un espressione rassegnata consegnò i propri capelli in mano a Lavanda e il viso in mano a Calì perchè la truccasse, pregando tra sè e sè che quel supplizio durasse il meno possibile.



-Possibile che le ragazze siano sempre in ritardo?- bofonchiò Ron in Sala Comune.
Anche Harry guardò distrattamente l'orologio, bestemmiando sottovoce contro chi aveva sicuramente passato tutto il pomeriggio davanti allo specchio e non riusciva comunque ad arrivare puntuale.
Lui aveva appuntamento con Selene Noley, una studentessa di Corvonero davvero molto carina che gli aveva chiesto di accompagnarla, nel Salone d'Ingresso.
Finalmente, un rumore di tacchi lungo le scale segnalò che le ragazze erano pronte.
Per prima scese Ginny, stretta in un meraviglioso vestito verde, poi Lavanda e Calì, e infine Hermione.
Quando si avvicinò ad Harry e Ron per salutarli, i due quasi si slogarono la mascella.
Era davvero bellissima.
Avvolta in uno splendido abito blu notte, senza spalline, lungo fino ai piedi e con un raffinato spacco sulla coscia, era una vera dea.
I capelli castani erano raccolti in parte sulla nuca, e alcuni boccoli le scivolavano lungo la schiena nuda.
Tutti insieme si incamminarono verso la Sala Grande, dove si sarebbe tenuto il Ballo.
Nel Salone d'Ingresso Harry incontrò Selene, che gli si attaccò felice al braccio, mentre la Granger si diresse da Jay, che la aspettava accanto al portone.
 -Sei bellissima- le sussurrò dopo averle consegnato una rosa meravigliosa.
Lei sorrise arrossendo. Anche lui stava benissimo e glielo disse.
McBride le porse cavallerescamente il braccio, ed insieme entrarono, suscitando gli sguardi ammirati ed invidiosi di mezza scuola.
La Sala Grande era magnifica. Grosse stalattiti di ghiaccio pendevano dal soffitto incantato, e torce scoppiettanti erano disposte qua e là per la stanza.
Alcune coppie già ballavano, ma gran parte della scolaresca era seduta sugli enormi divani dei colori delle case disposti agli angoli della Sala.
Immediatamente si diressero al tavolo delle bevande, dove già stavano complottando Dean e Seamus, probabilmente nel tentativo di aggiungere alcool alle bibite.
Appena Hermione prese il primo bicchiere di Succo di Zucca fece il suo ingresso il corteo di Serpeverde.
In testa Blaise e Draco, il primo in compagnia di una Serpeverde del quinto, il secondo con a fianco Daphne Greengrass.
Di nobile famiglia Purosangue, era probabilmente la ragazza più elegante e bella di quel covo di serpi.
I gelidi occhi verde chiaro sondavano la sala, mentre con una mano si attaccava al braccio di Malfoy e con l'altro si teneva su un vestito nero dotato di un profondo scollo.
La Granger distolse lo sguardo. Vederla con Draco le faceva del male.
-Balliamo?-
La ragazza accolse la richiesta di Jayden, e si fecero strada sulla pista, dove molti stavano ballando un lento.
Parlarono del più e del meno. McBride era davvero molto simpatico, e lei rise divertita diverse volte.
Guardando di sfuggita negli angoli della Sala, notò Draco seduto accanto a Nott.
Non era il tipo che portava la sua dama a ballare, lo sapeva bene.
La riteneva una cosa frivola, e odiava i posti pieni di gente.
Mentre la musica finiva, Harry si avvicinò ad Hermione per chiederle un Ballo.
Jay le fece segno di non preoccuparsi e iniziò a ballare con una sua compagna di Casa.
Abbracciata a Potter la ragazza potè finalmente smettere di fingere di essere allegra e spensierata.
Lui le accarezzò delicatamente la schiena, per consolarla, continuando a danzare.
La strega avvertiva sulla sua pelle lo sguardo gelido di Draco. Sapeva che la osservava, ma nonostante questo non si voltò mai per incontrare i suoi occhi.
Non sarebbe riuscita a sopportare quegli occhi argentei fissi nei suoi, che la fissavano muti e glaciali.
No, non ci sarebbe cascata. Alzò la testa e sorrise ad Harry, che la guardò rincuorato.
Quando anche quel ballo si concluse, il Bambino Sopravvissuto le stampò un bacio sulla fronte e se ne andò, dopo averle ripetuto che quella sera era una favola.
Non vedendo McBride nei paraggi, Hermione uscì sulla terrazza e si appoggiò con i gomiti al muretto che la separava dal giardino.
Rabbrividì avvertendo il freddo sulla sua pelle, ma non fece in tempo a rendersene conto che qualcuno le posò una giacca scura sulle spalle.
Si voltò, e incontrò il viso diafano di Draco, accanto a lei.
Si appoggiò con i fianchi contro il muro e la guardò.
-Sei stupenda stasera.- le disse sottovoce.
-Grazie- rispose la ragazza lapidaria.
-Mi d-dispiace per l'altro giorno. Non avevo intenzione di dirti quelle cose.- sussurrò con enorme fatica.
-Capisco. Ma nonostante questo pensi che io sia inferiore a te, essendo una mezzosangue- sibilò la Granger con aria di sfida.
-Non ho mai fatto mistero delle mie idee sui Purosangue. Ti ho chiesto scusa no? Ora non farmi la predica- sbottò Malfoy, già stufo di strisciarle ai piedi.
Hermione alzò le spalle, senza degnarlo di un'occhiata.
Lui le si mise dietro, stringendole i fianchi.
-Hermione- le disse in un orecchio - sai come sono fatto. Ma ora nonostante questo sono qui, con te...Conterà pur qualcosa no?-
Lei si voltò, sorridendo finalmente e gli cinse il collo con le braccia, iniziando a baciarlo leggermente sulle labbra.
Maledettissimo Serpeverde.
Possibile che bastassero due parole gentili per farla cadere ai suoi piedi in quel modo?
L'attrazione che c'era tra quei due corpi vicini era percepibile, quasi palpabile.
Dopo due giorni passati senza vedersi, nei loro gesti traspariva una certa urgenza di stare insieme, vicini, di toccarsi.
-Draco...aspetta..- sussurrò infine la Granger senza troppa convinzione, staccandosi.
-Mezzosangue, se davvero non ti va io mi fermo. Ma devi guardarmi negli occhi e dirmi che non mi vuoi-
La ragazza per tutta risposta lo baciò con passione.
E al diavolo tutto.
Voleva viversi quella storia fino in fondo, anche se fosse finita l'indomani.
Perchè Hermione Granger era così.
Succhiava la vita fino in fondo, senza lasciarne nemmeno le briciole.
Amava intensamente, senza remore, a costo di dissanguarsi dal dolore se finiva male.
E poi ora Draco era lì.
E voleva lei.
La strada da lì al dormitorio di Serpeverde fu brevissima.
I due ragazzi la percorsero stretti l'una all'altro, quasi senza smettere di baciarsi.
Arrivati nella camera di Draco si stesero sul letto, stringendosi, cercandosi, per una volta senza interrompere ciò che avevano a lungo desiderato entrambi.
Malfoy sentì il sangue pulsargli nelle vene come mai prima, quando le tolse il vestito con un movimento denso e fluido.
La ragazza gli sfilò la camicia, quindi si aggrappò al suo torace, come se temesse che lui le sfuggisse dalle mani da un momento all'altro.
Con un colpo di bacchetta, il Serpeverde spense la luce, quindi si lasciò spogliare dalle mani veloci della Granger.
Si amarono tutta la notte, appassionatamente e disperatamente, rincorrendo quel piacere che finora avevano solo sognato.
Osservando Hermione muoversi delicatamente sotto di lui, le mani intrecciate nelle sue, il biondo capì che non c'era nessun'altra che agognasse tanto.
Adorava tutto di lei, il suo respiro caldo contro il suo collo, i suoi capelli sparsi a ventaglio sul cuscino, i suoi occhi...
Ah...i suoi occhi!
Quei meravigliosi occhi d'oro che peccavano d'orgoglio, spalancati quando lei sussurrava piano il suo nome.
Si perse in lei, scoprendo quanto fosse bello fare l'amore.
Nessuna prima di lei....e nessuna dopo.
Almeno non in quel modo.
Non con delicatezza, appagamento, passione, dolcezza.
Prima era stato sempre e solo sesso.
Ora c'era Hermione.
Pelle contro pelle, cuore contro cuore si toccarono e annegarono in loro stessi.
Labbra, braccia, mani, occhi incatenati.
Le accarezzò una guancia prima di abbandonarsi su di lei, facendo al contempo forza su un gomito per non pesarle troppo.
La ragazza gli toccò i capelli, poi lo baciò.
Un bacio che sapeva di loro, insieme. Un bacio gelido e rovente, stanco e passionale.
Draco si sdraiò accanto a lei, e si addormentò tenendola stretta tra le sue braccia.



Mentre Malfoy e la Granger si davano alla pazza gioia in dormitorio, in Sala Grande continuavano i festeggiamenti.
Alle undici il primo, il secondo e il terzo anno avevano il coprifuoco, quindi tornarono mugugnanti nei dormitori, e fu più o meno a quell'ora che iniziò la vera festa.
Chris, Seb e Matthew arrivarono ridacchiando perfidamente, stupendi nei loro completi da sera, facendo voltare al loro passaggio tutta la fauna femminile di Hogwarts.
I tre si diressero verso la tavola dei Professori, dove stavano Piton e la McGranitt, per controllare che gli studenti non facessero troppo i bagordi.
Harry, dal tavolo delle bevande, notò gli Auror scambiare qualche parola con gli insegnanti, poi questi ultimi lasciare la Sala.
Un sottofondo di grida di giubilo sommesse riempì l'ambiente.
Tutti gli studenti non aspettavano altro che i Professori sloggiassero per aprire gli alcolici e fare un po' di casino.
Mason vide il moretto che si sbracciava e si diresse verso di lui, lasciando quei due pervertiti di Anderson e Matt a rifarsi gli occhi sulle gambe delle studentesse del settimo anno.
-Chris!- lo salutò Potter - che ci fai qui?-
-Ricordando com'erano i balli quando ero qui io, ho pensato di venirvi a salvare convincendo i prof ad andarsene a dormire, promettendo che avremmo vigilato noi-
Un ghigno malefico aleggiò sul suo volto perfetto.
-Quindi- annunciò a voce più alta - alcool a fiumi!-
Urla soddisfatte rimbombarono per la stanza, inneggiando a quei tre sconosciuti che avevano cacciato i Professori.
Subito dopo però, ci fu un silenzio quasi tombale, mentre tutti i maschi si giravano verso il portone.
Una ragazza di ventitrè anni era entrata, senza far caso alle occhiate bavose dei ragazzi.
Alice era uno spettacolo. I capelli scuri erano arricciati ed erano adagiati morbidamente sulle spalle.
Indossava un vestito azzurro chiaro, che riprendeva la tonalità dei suoi occhi.
Camminò leggiadra fino a raggiungere gli amici, strizzando l'occhio a Blaise e Ron, che si erano fermati con i bicchieri a mezz'aria.
-Allora ragazzi - iniziò guardandosi intorno - com'è la festa?-
-Un po' un mortorio per il momento.- le rispose suo fratello - Aly, sai una cosa? Se non fossi mia sorella un pensierino su di te ce lo farei!-
La Parker, per tutta risposta gli fece un occhio nero, poi si voltò verso Sebastian, il quale dopo essersi ripreso le disse che stava divinamente.
Lo sguardo della ragazza vagò per un po' nella confusione della Sala, per vedere dove si era cacciato Christopher.
-Cerchi qualcuno?- una voce bassa le giunse da dietro le spalle.
Si voltò con un tuffo al cuore.
Mason era di fronte a lei, bello come un dio.
Bello e irraggiungibile.
Come era sempre stato ai suoi occhi.
Elegantemente le porse la mano.
-Mi concede questo ballo signorina?- le chiese sorridendo.
Alice accettò senza pensare, pentendosi un istante dopo, quando si ritrovò al centro della Sala a volteggiare tra le braccia di Chris.
Quella volta non avrebbe retto...sentirlo così vicino a lei la distruggeva.
-Sembra di essere tornati indietro nel tempo...-
La Parker annuì, ricordando il ballo finale per il loro settimo anno.
Lei, ancora ragazzina, che si stringeva al suo cavaliere.
Quel cavaliere che ancora oggi le faceva battere il cuore.
L'Auror le fece fare una giravolta, e in men che non si dica si ritrovarono a parlare delle loro vecchie esperienze a scuola, degli scherzi fatti insieme a Sebastian, dei loro ex-compagni, come se non fosse mai successo niente, come se non si fossero dilaniati a vicenda a causa di quell'immenso amore che ancora li univa, come se quei cinque anni non fossero mai trascorsi, ritrovando insieme il sorriso che avevano perso.



Anche questo capitolo è terminato. Devo dire che è stato difficilissimo scriverlo, ma ci ho messo il cuore. Spero che questo traspaia dalle parole, e che sia di vostro gradimento.
Sabato parto quindi per dieci giorni non potrò aggiornare. Sicuramente però prima posterò un altro capitolo oltre a questo, se non addirittura due.
Mi raccomando ditemi che pensate del capitolo, ci tengo molto perchè non ne sono convinta al mille per cento.
Passando ai ringraziamenti:
whateverhappened: non sai quanto mi faccia piacere il tuo tifo per Sebastian. Vuol dire che sono riuscita a creare un personaggio che riscuote successo, e questo mi gratifica molto. Spero che aggiornerai presto la tua fiction "Una mano al destino", perchè mi piace davvero un sacco=)
Hollina: Eh si Alice e Chris si amano davvero molto...peccato che ancora non lo sappiano...=) Draco come vedi si è dato finalmente una mossa. Spero che tu abbia apprezzato!
Keyra Malfoy: Beh qui hai avuto risposta alle tue domande. Dimmi che ne pensi mi raccomando! E grazie delle recensioni=) Mi fanno molto piacere
pei_chan: Sono contenta che Seb e Chris ti piacciano. Nei prossimi capitoli troverà il suo spazio anche Matt, che sto un po' trascurando...Mi sa che il fatto che Draco avrebbe invitato Hermione al ballo putroppo resterà un'illusione. Il nostro Serpeverde purtroppo non è il tipo da mostrarsi davanti a tutti con una ragazza (tra l'altro Grifondoro e Mezzosangue), nonostante per lui sia importante. Per quanto riguarda Jay più avanti entrerà più approfonditamente nella storia, ma per ora rimarrà solo un personaggio secondario. Ah, volevo chiederti una cosa che non c'entra molto..Per caso hai messenger? XD baci.
Smemo92: Ti ringrazio per la recensione e i complimenti. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
bubina91:  Figuriamoci se Malfoy andrebbe da solo a un ballo -.-...Grazie per il commento e grazie per l'aiuto che mi hai dato con questo capitolo...bacione




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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***




La mattina dopo, quando Draco Lucius Malfoy aprì gli occhi, avvertì immediatamente il corpo caldo e liscio di Hermione accanto al suo.
Con il lenzuolo candido tirato su fino a coprirle il seno, era magnifica.
Il ragazzo con un movimento della bacchetta aprì le pesanti tende scure, inondando la stanza di una  tenue luce.
Guardando fuori dalla finestra, intuì che doveva essere ancora molto presto, così non svegliò la Granger.
Le depose un soffice bacio sulla spalla, poi rimase lì a fissarla, studiando i tratti regolari del suo viso, accarezzando con lo sguardo le morbide labbra schiuse nel respiro regolare.
L'aveva immaginata come una sfida, qualche tempo prima, come un giocattolino che doveva essere suo a qualunque costo.
Ma non era più così.
Sarebbe morto piuttosto che ammetterlo, ma lei era ciò che gli riempiva le giornate, era il regalo del destino che con lui fino a quel momento era sempre stato crudele.
Era un silenzioso "oh" di stupore mentre il suo pianeta ormai arido e spento ruotava inerte attorno a un sole che pareva brillare solo per gli altri.
Era stata la commozione di scoprire che in mezzo alle rocce e alla terra bruciata dall'arsura un unico meraviglioso filo d'erba stava germogliando.
Non era ancora un ritorno alla vita, ma una piccola promessa sussurrata a fior di labbra, che come tale non porta felicità, solo una leggera trepidazione.
Movimenti leggeri gli segnalarono che Hermione si stava svegliando.
Aprì gli occhi dorati su di lui, facendogli un sorriso assonnato.
Gli si fece più vicina, posandogli una mano sul petto.
Draco si sporse e le diede un leggero bacio sulla fronte, accarezzandole i capelli.
-Sarà meglio che vada...- sussurrò Hermione -non voglio che mi vedano entrare a quest'ora alla Torre.-
Si alzò, stringendo sempre tra le mani il lenzuolo a coprire il suo corpo nudo, quasi vergognandosi di mostrarsi a Malfoy.
Cercò i suoi vestiti, imbarazzata, sotto lo sguardo argenteo del suo maledetto Serpeverde.
Il quale si alzò, con calma, e le si avvicinò.
La fissò a lungo negli occhi, poi la prese delicatamente tra le braccia, stringendosela addosso, a tratti cullandola.
Con una dolcezza di cui non era mai stto capace se la riportò nel letto.
-E' ancora presto - le disse sottovoce- Resta con me.-
E la baciò, coccolandola, quasi per rassicurarla che fosse tutto vero.
Loro due insieme erano veri.
Pur non avendo futuro, pur non avendo speranze, pur contro il mondo.
In quel momento, in quella stanza, il mondo avrebbe dovuto aspettare.
Rifecero l'amore, sentendosi nuovamente vivi, sentendosi nuovamente parte di qualcosa di più grande di loro.
Esplorarono nuovamente i loro corpi, si bramavano, si volevano.
Quella voglia che li aveva accomunati la sera prima non li aveva ancora abbandonati.
Hermione affondò le mani tra i suoi capelli, glieli strappò quasi, e quando raggiunse l'apice del piacere si dovette trattenere dall'urlare il suo nome.
Rimasero stretti a lungo, dopo.
Nessuno dei due aveva il cuore di lasciare l'altro.
Anche dopo essersi entrati nell'anima, quella notte, non riuscivano a staccarsi.
Quando però il sole cominciò a levarsi, la Granger si fece accompagnare da Draco fuori dal dormitorio, cercando di non svegliare nessuno, e dopo averlo baciato, quasi uccidendosi nel salutarlo, salì verso Grifondoro.




-Ragazzi ci siamo!-
Matthew Parker entrò a razzo nella cucina dell'appartamento che i quattro Auror condividevano a Hogsmeade.
Il luogo era confortevole e arioso, un po' incasinato, dato che erano tutti abbastanza disordinati, ma la convivenza nonostante tutto procedeva bene.
Ogni tanto i ragazzi arrivavano quasi alle bacchette durante i loro "scambi di opinioni", ma per il resto riuscivano ad andare abbastanza d'accordo.
Alice alzò gli occhi dalla Gazzetta del Profeta che le aveva appena portato Arx, il suo gufo, per fissare con aria interrogativa il fratello.
La stessa cosa fecero Chris e Sebastian, intenti a fare una partita a scacchi, e in quel momento erano indecisi se ascoltare l'amico, o tirargli un alfiere in testa per averli interrotti così bruscamente.
-Ero ad Hogwarts - iniziò precipitosamente Matt, cercando di evitare le ripercussioni degli amici - e ho visto Materializzarsi il caro vecchio Lucius Malfoy. Evidentemente anche lui usa i poteri di quella Benèfica!-
A quelle parole sia Mason che Alice si alzarono di scatto, per poi guardarsi imbarazzati nel constatare che avevano avuto la medesima reazione.
-Dobbiamo andare di corsa a scuola! Chissà cosa vorrà fare...- disse agitata la Parker.
Suo fratello annuì, appoggiandola.
-Lasciate stare -
La voce fredda di Anderson si propagò per l'appartamento.
La ragazza lo guardò con aria interrogativa mista a rimprovero.
Seb per tutta risposta si accese una sigaretta, tranquillissimo, poi la guardò dritta negli occhi.
-Sarà sicuramente andato a parlare con Draco.- soffiò le parole miste a fumo fuori dalla bocca.
-Ancora peggio - sussurrò Chris - non vorrei rischiare che gli facesse del male.-
-Il ragazzo deve cavarsela da solo. Non saremo lì a parargli il culo per sempre- rispose l'ex Serpeverde - senza contare che per quel poco che ho visto della sua mente, ho percepito un gran desiderio di rivalsa sul padre. Dobbiamo aver fiducia in lui-
-E sia- borbottò Mason- speriamo bene.-
E detto questo si sedette, pregando che Draco non facesse sciocchezze.



-Hermione! Ehi Hermione!-
-Oh s-scusa Harry! Devo essermi appisolata un attimo...-
Potter si accomodò con un ghigno sul divano accanto all'amica.
-Ci siamo dati da fare stanotte eh?- le chiese perfidamente.
La Granger gli diede una spinta scherzosa.
-Non so di cosa tu stia parlando - rispose facendo finta di nulla.
-Certo, come no...Ti ho visto, c'ero anch'io fuori dal dormitorio di Serpeverde-
-Cosa?- sussultò Hermione - Dove? Non ti ho visto....-
La ragazza si interruppe di colpo, capendo di essersi tradita da sola.
Infatti quel bastardo di Harry stava ridendo come un matto.
-Sei un vero demonio- sibilò al suo indirizzo.
-E dai...- fece Potter divertito - non te la prendere! E' bravo Malfoy a letto?-
-Non ti rispondo neanche - ringhiò la Grifondoro, facendo un gesto con la mano come per scacciare una mosca molesta.
Sì, pensò poi quasi arrossendo, Malfoy è decisamente bravo a letto.
Era stata una notte stupenda, che le avrebbe lasciato i segni per tutta la vita.
Se avesse avuto un po' di forza si sarebbe presa il suo cuore e sarebbe fuggita il più lontano possibile.
Fuggita da quell'amore maledetto e forse sbagliato.
Ma era tardi.
Quel cuore ormai non le apparteneva più.
Era di Draco.
Ed anche se sapeva che lui probabilmente lo avrebbe dilaniato, distrutto, ferito, non era suo desiderio riprenderselo.
Con un brivido nella mente e sulla pelle ripensò ai dolci gesti di Draco, a come l'aveva amata appassionatamente, a come si era sentita al sicuro tra le sue braccia.
A come era stato bello addormentarsi accanto a lui.
Fu a quel punto che le tornarono in mente le immagini di Malfoy che dormiva.
Non era un sonno tranquillo, placido e sereno il suo.
Continuava ad agitarsi, a gemere,a rigirarsi nel letto, senza trovare pace.
Pensò a quello che lui stesso le aveva confidato tempo prima, in una bella serata, in parco, con le stelle sopra di loro a guardarli.
-Ti piace la notte, mezzosangue?- le aveva chiesto lui, osservandola sorridere mentre si perdeva con lo sguardo nell'immensità del cielo scuro.
-Sì. Nasconde tutto ciò che non è piacevole guardare, creando un manto sulle cose e sulle persone. E' un peccato che noi la sprechiamo tutta a dormire-
-Se fosse per me la notte non esisterebbe- aveva mugugnato lui con tono lugubre.
-Perchè non ti piace?-
-Granger, io odio la notte proprio perchè porta il sonno. Mentre dormi la tua mente può vagare liberamente, portandoti davanti ai tuoi peggiori ricordi e timori.-
Cosa succede nelle tue notti, Draco?



Proprio mentre lassù, in una delle Torri più alte di Hogwarts, Hermione Granger pensava ai timori di Malfoy, il biondo in questione, nella sua stanza, stava fronteggiando la sua più grande paura.
Suo padre.
-Che ci fai qui? Come sei entrato?- ringhiò furioso all'indirizzo dell'uomo elegantissimo che si era da poco Materializzato nella sua stanza, e che ora girava liberamente guardando con disprezzo il luogo in cui suo figlio viveva.
-Volevo solo parlare un po' con te, Draco. Mi ha molto deluso sapere del tuo recente combattimento in cui hai protetto una mezzosangue, invece di ucciderla.-
Ecco ci siamo, pensò il ragazzo.
Doveva aspettarselo, era solo questione di tempo.
-Beh l'ultima volta che sei venuto, se ben ricordo, non ti interessava molto parlare con me, dato che hai cercato di ammazzarmi- disse glaciale.
-Era un ordine del Signore Oscuro- gli rispose Lucius, per nulla toccato dall'affermazione del figlio- non potevo fare altrimenti.-
-E come mai ora sei qui a fare il padre premuroso parlandomi, invece di lanciarmi una maledizione?- ribattè Draco guardandolo con odio.
-Perchè voglio farti rinsavire. Non posso permettere che mio figlio mi disonori in questo modo.- sibilò il Mangiamorte.
Fu a quel punto che il Serpeverde capì che aveva una possibilità.
Doveva giocarsi il tutto per tutto.
Gettare il primo seme di quella che poi, con un po' di fortuna, sarebbe diventata una spiga, come aveva detto Silente.
Strinse i pugni, e si sforzò di credere veramente a quello che diceva.
-Padre- disse sottovoce- non c'è bisogno di convincermi. Io voglio stare dalla tua parte. E combattere al tuo fianco per il Signore Oscuro.-
La faccia sorpresa di Lucius Malfoy gli fece capire di essere stato abbastanza convincente.
Ma sapeva che non sarebbe stato abbastanza.
Sentì una forza che cercava di penetrare la sua mente, così a fatica cercò di non pensare ad Hermione, agli Auror, ai discorsi del Preside, ma solo alle riunioni dei Mangiamorte, al simbolo del Marchio Nero, a Voldemort.
Gli si spaccò quasi in due la testa quando suo padre scavò più a fondo nella sua mente col Legilimens non verbale, ma resistette, tentando in apparenza di restare impassibile, finchè l'uomo non sembrò averne abbastanza.
Quando uscì dalla sua testa, Lucius aveva un'espressione soddisfatta sul viso, ma l'ombra del dubbio aleggiava ancora nei suoi occhi.
-D'accordo figlio mio. Diciamo che posso provare a crederti. Ma non mi fido. Ne parlerò con il Signore Oscuro, e vedremo cosa dirà. Ti aspetto a casa a Natale.-
E senza aggiungere altro, si Smaterializzò.
Draco, rimasto solo, si prese la testa tra le mani.
Gli sembrò che qualcosa gli martellasse il cranio dall'interno, minacciando di romperglielo in due.
Crollò distrutto in ginocchio, e svenne.



Harry, Ron ed Hermione quel pomeriggio erano in Biblioteca a studiare.
A un certo punto un gufo sconosciuto planò sulla finestra, e becchettò contro il vetro per richiamare la loro attenzione.
La ragazza notandolo si alzò dalla sedia, e prese tra le mani la lettera che il gufo portava nel becco.
"Ragazzi, venite in Infermeria. Ci sono importanti novità per tutti noi. Riguardano Draco. Non parlatene a nessuno e correte qui.   Alice"
Hermione lesse velocemente il plico, quindi lo appallottolò.
Sotto gli occhi attenti degli amici, attaccò a correre pregandoli di seguirla, e tra un piano e l'altro gli spiegò cosa aveva detto la Parker.
Arrivati alla meta spalancarono ansanti la porta, e videro una piccola folla radunata lì fuori.
Gli Auror, Blaise, Piton, la McGranitt e Silente aspettavano il loro arrivo.
-Che è successo?- chiese Harry, tenendo al contempo la mano di Hermione, che aveva capito che era capitato qualcosa a Draco.
-Niente di cui preoccuparsi- rispose il Preside sorridendo incoraggiante.
-Lucius Malfoy è andato a far visita al figlio, che ha cercato di usare l'Occlumanzia per convincerlo di essere dalla sua parte. E l'ha fatto con ottimi risultati, oserei dire - continuò soddisfatto.
-E Draco come sta adesso?- chiese la Granger, preoccupata.
-E' privo di conoscenza - intervenne Alice - ma nulla di grave. Per fortuna Blaise l'ha trovato quasi subito e l'ha portato di corsa qui.-
L'Auror rivolse un sorriso smagliante al moretto, che se ne stava silenziosamente seduto in disparte.
La porta dell'Infermeria si aprì, e ne uscì Madama Chips.
-Si è svegliato- disse sottovoce - potete entrare, ma vedete di non affaticarlo troppo.-
-Entrate pure voi- disse Silente rivolto ai ragazzi e agli Auror - noi eravamo venuti solo per sincerarci delle sue condizioni. Più tardi ne discuteremo-
Chris annuì, e con gli altri entrò nella stanza in cui era Draco.
Lo videro su un letto, più pallido del solito, e con una borsa del ghiacco sulla testa.
Potter a vederlo così sogghignò, ricevando indietro un' occhiata rabbiosa.
-Ehi Dracuccio - iniziò prendendolo in giro - a quanto pare passi più tempo qui che nel tuo letto!-
Malfoy bestemmiò sottovoce.
-Fanculo Potter. Vatti a fare un giro-
Sebastian si intromise, tentando di placare gli animi.
-Allora?- chiese al Serpeverde - che è successo?-
-Che quello stronzo di mio padre si è infilato nella mia camera -rispose altero e incazzato - e ha cercato di riportarmi sulla retta via-
Gli Auror sorrisero, cogliendo il velo di ironia nella voce del ragazzo.
Matt si fece scappare un fischio sommesso.
-E tu hai usato l'Occlumanzia? Dopo una sola lezione? Caspita!- fece ammirato.
In quel momento arrivò l'Infermiera, sbattendoli fuori con malgrazia, sbraitando che Malfoy doveva riposarsi.
Una volta fuori Seb scosse la testa, esterrefatto.
-Mi chiedo come abbia fatto. Lucius è abile col Legilimens. Deve essere stata dura per Draco ingannarlo-
-Infatti è svenuto - disse Mason - Ad ogni modo è notevole. Veramente notevole.-
Alice annuì, guardando Hermione.
Anche dopo aver saputo che il ragazzo stava bene, quella smorfia tormentata non era sparita dal suo viso.
La Parker sorrise, intuendo tutto quello che c'era dietro a quell'espressione.
Paura, preoccupazione e...chissà cos'altro.
Rivide nel tremito delle mani della Grifondoro, nel suo toccarsi freneticamente i capelli, sè stessa ogni volta che Chris finiva in Infermeria dopo una partita di Quidditch.
E avrebbe dato chissà cosa per essere al suo posto.




Sono riuscita ad aggiornare abbastanza velocemente stavolta , e se tutto va bene venerdì sera dovrei riuscire a postare anche il capitolo 23.
Questo è un capitolo un po' di transizione, spero che vi piaccia.
Passo al volo ai ringraziamenti perchè devo andare via:
whateverhappened: Sono riuscita ad aggiornare prima della tua partenza hai visto? Beh grazie di recensire sempre..Dimmi che ne pensi di questo capitolo! Ciao baci!
love_doll:Ti ringrazio dei complimenti, mi ha fatto piacere sapere che hai letto la mia fic tutta la notte=) Spero che continuerai a seguirmi...
Hollina:Sono contissima che Alice e Chris ti piacciano,  sto cercando di gestire la loro storia, anche se non è facile farli procedere così a rilento=)
Smemo92: Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto...Dimmi che pensi di questo!


Approfitto per ringraziare tutti coloro che leggono solamente e chi ha messo la fic tra i preferiti...
Ci vediamo venerdì per il prossimo aggiornamento!

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***





I dieci giorni successivi volarono.
Dopo che Draco fu uscito dall'Infermeria, le lezioni extra-scolastiche ripresero tranquillamente.
I quattro Auror facevano sputare sangue ai ragazzi, che però non si lamentavano quasi mai.
Lavoravano sodo, soprattutto Malfoy, che dopo l'incontro col padre era diventato ancora più combattivo e taciturno.
Con l'Occlumanzia aveva fatto passi da gigante, stupendo ancora di più Sebastian.
L'unica cosa che gli riusciva un po' difficile erano le lezioni di Alice.
Si annoiava a perdere il suo tempo davanti ad uno specchio, con un blocco in mano, cercando di catturare le mutazioni del suo corpo.
Lo riteneva uno spreco.
Tutt'altro pensava la Granger.
Era stata l'unica che aveva già notato piccoli sprazzi rossicci sulle braccia e sul corpo.
Più che altro erano stati dei flash piuttosto vaghi, ma la Parker le aveva assicurato che erano il punto d'inizio della sua trasformazione.
Alice era molto fiera di Hermione.
Vedeva che ce la stava mettendo tutta, era desiderosa di imparare, di cavarsela.
Passava gran parte del suo tempo nella Stanza degli allenamenti, cercando di mettere a frutto le lezioni degli Auror.
Un pomeriggio entrò, quella volta per esercitarsi un po' con la Smaterializzazione.
Erano tutti un po' indietro con quella materia, a parte Blaise che era avantaggiato, dato che suo padre aveva già provato ad insegnargli qualcosa.
Quando la ragazza aprì la pesante porta di noce, il solito odore di lotta, sudore e fatica arrivò a solleticarle le narici.
Sorrise ripensando all'ultimo allenamento.
Harry aveva cercato di ammazzare Draco con un fioretto, ma il biondo si era abbassato appena in tempo e avevano ingaggiato una lotta all'ultimo sangue.
Come al solito quei due non potevano stare nello stesso luogo senza litigare o insultarsi.
Con sua enorme sorpresa, notò che la stanza non era vuota.
In piedi davanti all'enorme vetrata che dava sul giardino c'era Malfoy, che le dava le spalle.
Non si era accorto che lei era entrata, tanto era assorto e incupito.
Hermione gli si mise dietro.
-Draco?- chiamò.
Inutile dire che il biondo fece quasi un infarto, poi si mise ad imprecare come un dannato.
-Ehi ma che succede?- cercò di calmarlo lei - è tutto a posto?-
Il Serpeverde tacque di colpo, mettendole sotto il naso un foglio ripiegato in quattro.
Incuriosita la ragazza lo prese delicatamente e lo lesse.
Era una lettera di Lucius Malfoy, in cui annunciava a suo figlio che lo aspettava a casa per le vacanze di Natale.
Tutto secondo i piani.
Eppure...qualcosa le si agitò dentro.
Non voleva che lui andasse in quel castello maledetto da solo, senza protezione.
Senza aprire bocca gli riconsegnò il plico, quindi si aggrappò al maglione di Draco.
Lui la strinse, posando il mento sulla sua testa.
Incredibile. Il fatto di rischiare di morire non lo toccava quasi minimamente.
Ma il fatto di saperla lontana, magari accanto ad un altro lo faceva impazzire.
-Starai attento vero?- chiese infine la Granger con voce tremante.
Malfoy annuì quasi impercettibilmente.
Hermione finalmente sorrise, poi si staccò e lo baciò impetuosa, ancora e ancora, fino a saziarsi di lui fin nel profondo.




Harry Potter quella notte si svegliò urlando.
La visione che aveva avuto, fino a quel momento perfettamente definita, iniziò ad assumere toni confusi e opachi.
-Harry? Harry svegliati!-
La voce preoccupata di Ron si fece lentamente strada fino alle orecchie del Bambino Sopravvissuto.
Debolmente Potter aprì gli occhi, facendo forza sulle braccia per alzarsi.
Inizialmente era in stato confusionale, non riusciva a capire cosa fosse successo, ma poi ricordò tutto.
Il sogno.
La Benèfica.
Un'espressione angosciata apparve sul suo volto.
Fece per scendere dal letto, ma Ron lo risospinse indietro.
-Dove vuoi andare?- chiese - Ho mandato Neville a chiamare Hermione, sta venendo qui.-
-Devo vedere Silente. Devo dirgli quello che ho visto- soffiò ignorando l'amico, che stava tentando in tutti i modi di farlo rimanere seduto.
In quel momento arrivò la Granger, con una pesante vestaglia azzurrina buttata distrattamente sul pigiama.
-Ragazzi che c'è? Neville mi ha detto che...- iniziò.
-Che mi agitavo nel mio letto, lo so- la interruppe seccato Harry - ho avuto un altro dei miei incubi, e siccome mi sembra più grave del solito, devo parlarne con il Preside.-
Stupendo tutti, la ragazza, dopo aver corrucciato il viso in un'espressione pensierosa, annuì.
-Sono d'accordo con te. Vieni, ti accompagno.-
-Ma..- ribattè Weasley per nulla convinto.
-Niente ma, Ron. Dobbiamo andare. E' giusto che Harry faccia quello che crede.-
E senza aggiungere altro si voltò, con Potter che le camminava dietro, seguiti dal rosso che dopo un attimo di incertezza aveva deciso di andare con loro.



-E così hai avuto un'altra visione eh?-
Harry annuì, ancora col fiatone dopo aver fatto di corsa le scale fino allo studio del Preside.
Ora si trovava su un divanetto con una tazza di thè in mano, seduto accanto ai suoi due inseparabili amici.
Silente era ancora sveglio quando i tre ragazzi avevano quasi buttato giù la sua porta per parlargli, e senza tradire emozioni di sorta aveva calmato Potter e l'aveva esortato a raccontare il suo sogno.
-L'hai sognata parecchie volte quella ragazza, se non sbaglio...- disse piano.
-Sì, ma questa volta è stato diverso. Ultimamente ho avuto solo alcune immagini del suo viso, mentre stanotte ho avuto una visione vera e propria.- borbottò angosciato.
-E cos'hai visto?- chiese il Preside tranquillo.
-L'hanno ferita. Lei da quello che ho capito si è rifiutata di fare qualcosa, così Voldemort ha fatto apparire una specie di lama e l'ha colpita. Dobbiamo agire subito. Stanotte. Prima che sia troppo tardi-
-Non servirà a nulla, Harry. Siamo numericamente inferiori. Non abbiamo speranze - sussurrò Silente guardando il ragazzo dritto negli occhi.
-Lo so anch'io, Professore. Ma non intendo lasciarla lì a morire.- sibilò il Grifondoro.
-Non morirà-
-COME FA A DIRLO? - Potter perse la pazienza, vedendo il mago così calmo nonostante quelle notizie catastrofiche- ha perso del sangue, è debole. Non potrà sopravvivere a lungo-
-Harry calmati-
Anche Hermione era intervenuta.
Si era alzata dal divanetto e aveva delicatamente costretto il ragazzo a rimettersi seduto.
Quindi gli si mise a fianco e gli prese una mano tra le sue.
-Quella ragazza non morirà. No, lasciami parlare - disse la ragazza vedendo che Potter aveva già aperto la bocca per ribattere - i Benèfici hanno una resistenza fisica mostruosa, quindi possono resistere anche settimane, se vengono feriti. Per ucciderli senza dargli via di scampo non basta neanche l'Avada Kedavra. Ne sono immuni. Cioè, siccome è una magia potente possono anche morire, ma in genere sopravvivono. Per ucciderli bisogna usare un vecchio residuato elfico, di cui però non parla nessun libro. Ad ogni modo credo che Voldemort abbia ancora bisogno di lei, se non altro per i suoi poteri. Mi sbaglio?- domandò infine rivolgendosi a Silente.
-Sono perfettamente d'accordo con lei, Signorina Granger. Mi congratulo per la sua arguzia. Stai tranquillo Harry - fece il vecchio mago - tra due settimane potremo entrare in azione con il nostro piano, e libereremo la Benèfica.-




-Complimenti Ron-
Il rossino esibì un sorriso enorme, mentre si guardava intorno nella Sala degli Allenamenti.
Dopo ore ed ore di duro lavoro, era riuscito a battere Harry in un duello, e Christopher lo guardava con immenso orgoglio.
Potter gli si avvicinò e gli strinse la mano, felice per lui, tenendosi la schiena dolorante.
Poco più in là Draco stava insegnando ad Hermione ad usare decentemente una spada.
Infatti Mason, dopo aver notato l'incredibile bravura di Malfoy con il fioretto, aveva deciso di farsi aiutare da lui per insegnare agli altri quattro a duellare.
Inizialmente il biondo aveva mugugnato. Non aveva nessuna voglia di fare da maestro a Potter e Weasley, ma dopo l'insistenza dell'Auror aveva ceduto.
I maschi erano diventati abbastanza bravi, mentre la Granger aveva ancora qualche problema.
Essendo una ragazza aveva un po' di paura ad usare le armi,  ma ce la stava mettendo tutta.
In quel momento stava recuperando da terra la sua spada, subito dopo che Draco gliel'aveva fatta volare via per l'ennesima volta.
-Mezzosangue, devi stare attenta. Non ho voglia di passarci la vita qui- bofonchiò il ragazzo con voce annoiata.
Hermione strinse di più la presa sull'elsa, e tentò un affondo.
Malfoy schivò senza troppi problemi.
-Attenta- disse poi - stai lasciando scoperto il fianco destro.-
Con la punta della spada fece una finta, come per colpira in quel punto, così la ragazza tornò in posizione rapidamente per evitare il colpo.
Il Serpeverde stava per farle partire nuovamente la spada dalle mani, quando davanti a lui si alzò uno sbuffo di fumo, e sentì il rumore metallico dell'arma che sbatteva a terra.
Notando lo scompiglio creatosi, anche gli altri ragazzi accorsero e constatarono che Hermione non c'era più.
Al suo posto, esattamente dove un attimo prima si trovava la Granger, c'era una piccola volpe dal pelo rossastro...e due occhi dorati.
Chris, ripresosi dallo stupore corse a cercare Alice, mentre i ragazzi si chinarono per cercare di toccare l'animale.
-Non ci credo...ce l'ha fatta! Si è trasformata- esordì Ron.
-In una volpe! Dovevamo aspettarcelo - ridacchiò Potter.
-LARGO! Fatemela vedere!-
La Parker si abbattè su di loro con la forza di un uragano e con un sorriso entusiasta sul volto.
Osservò la volpe con aria soddisfatta e gli occhi che le brillavano.
-Come farà a tornare normale?- chiese Blaise.
-Immagino che dovrò aiutarla- disse Alice tirando fuori dalla tasca una fialetta contenente un liquido chiaro - le prime volte che ci si trasforma si è un po' confusi e non si riesce bene a padroneggiare le proprie sembianze-
Detto ciò fece scivolare due gocce della pozione sul manto lucido dell'animale.
Si levò dell'altro fumo e ricomparve Hermione.
Sembrava un po' affaticata e sconvolta, ma felice.
Alice la abbracciò forte, dicendole che era molto fiera di lei, poi toccò ad Harry e Ron.
-Mi chiedo solo - iniziò Chris pensieroso - come abbia fatto. Stava combattendo, quindi non credo si stesse concentrando sulla trasformazione -
La Parker guardò la ragazza, anche lei incuriosita.
-A cosa pensavi mentre combattevi, Hermione?- chiese.
La Grifondoro abbassò gli occhi.
-Beh- disse un po' imbarazzata - Draco stava per farmi volar via la spada e...-
Si interruppe, guardando il Principe di Serpeverde con aria di sfida.
Lui aveva un'aria molto compiaciuta.
Entrambi erano molto competitivi e, per la Granger, ammettere che Malfoy era più abile di lei in qualcosa era molto faticoso.
-...E io desideravo batterlo ad ogni costo, perchè non ne potevo più di perdere- terminò cercando di non dare a vedere la sua frustazione.
-Capisco - concluse Alice ridendo - quindi inconsciamente ti sei trasformata perchè così avresti avuto più probabilità di battere Draco-
-Già che c'eri potevi azzannarlo, Herm - commentò Harry a mezza bocca.
La ragazza sorrise, mentre il biondino, bacchetta alla mano, andava a spaccare la faccia a Potter.


Intanto, in una cella di Villa Malfoy, Elenie Zabini cercava invano di tamponarsi la ferita.
Sulla sua maglia cominciava ad allargarsi una piccola macchia di sangue.
Il dolore era quasi nullo, ma sentiva le forze abbandonarla lentamente.
Lord Voldemort si serviva sempre più spesso della sua magia, e questo le causava frequenti svenimenti e capogiri.
Le stava togliendo la sua essenza.
Se solo fosse riuscita a esporsi alla luce del sole, o a sdraiarsi sulla terra...
Le bastava entrare in contatto con uno degli elementi della Natura e si sarebbe sentita subito meglio.
Perchè da essi lei traeva la sua forza.
Purtroppo però i Mangiamorte, sapendolo, l'avevano relegata in una cella buia e fredda, tenendola costantemente al riparo da fonti che le avrebbero conferito energia.
Elenie si passò una mano sulla ferita, cercando di curarsi...
Niente da fare.
Era troppo debole...
Serrò i denti. Non ce la faceva più.
Ormai erano mesi che era chiusa in quella dannata prigione.
Non avrebbe resistito ancora per molto.
Naturalmente non potevano ucciderla con incanti...
Ma se le avessero tolto tutta la sua magia sarebbe morta naturalmente.
La magia elfica era ciò che le scorreva nelle vene insieme al sangue.
Devo uscire di qui, pensò.
Al più presto.
Prima che per me sia troppo tardi.



Fortunatamente sono riuscita a postare anche questo capitolo prima di partire.
Spero che vi piaccia.
Ringrazio per le recensioni:
whateverhappened: Ed ecco la  prima trasformazione...Sicuramente mi Crucerai, perchè la prima a trasformarsi è stata Hermione e non Draco o Blaise..Perdonami, ma in questa occasione a mio parere ci stava meglio lei =) 
Smemo92: Eh si Lucius non è quel che si dice una bella persona..Vedrai che però col tempo Draco inizierà a dipendere sempre meno da lui!
pei_chan:Non ti preoccupare per il capitolo mancato...Può succedere..Comunque per la storia delle finestre...ehm...considerala una piccola licenza poetica =)...Non riesco proprio ad immaginarmi una stanza senza finestre...Baci
Hollina: Eh si Alice sarà di grande aiuto ad Hermione col passare del tempo, così come Seb lo è per Draco...Grazie per la recensione=)


Bene...Vi saluto! Ci vediamo il 15 settembre col capitolo 24! Baci a tutti

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***




-Dai Ron insisti che ci sei!-
Alice Parker incitava il Grifondoro, il quale si trovava davanti ad uno specchio concentratissimo. Ormai di frequente sul suo corpo si erano notati accenni di trasformazione.
Weasley, tesissimo, serrava i pugni, desiderando con tutto il cuore vedere cosa sarebbe diventato.
Alle sue spalle, la sua insegnante, con gli occhi frementi, lo spronava a non perdere la concentrazione.
Anche gli altri ragazzi si erano attorniati a lui, capendo che mancava molto poco al suo momento di diventare Animagus, lasciando perdere i loro esercizi di Smaterializzazione, che procedevano piuttosto bene, anche se per il momento Zabini era l'unico che si fosse Smaterializzato decentemente.
Hermione lo guardava orgogliosa, mentre Harry e Blaise sembravano un pelino invidiosi.
Nonostante i loro tentativi infatti non erano ancora riusciti a trasformarsi come si deve.
D'un tratto, sotto gli occhi attenti dei presenti, Ron svanì in uno sbuffo di fumo.
Prima che si potesse vedere alcunchè in quella fitta nebbia, un ululato squarciò l'aria.
Un istante dopo, un bel lupo dal folto pelo rosso e lucente apparve, ponendosi davanti ai ragazzi.
La Granger si inginocchiò e si lasciò leccare le mani.
-Non avrei mai pensato che Ron diventasse un lupo- borbottò Potter.
-Come ti ho già detto, Harry, noi prendiamo le sembianze di animali che rispecchiano alcune delle nostre caratteristiche. Hermione per esempio è una volpe, che è l'emblema dell'astuzia, della furbizia e dell'intelligenza- spiegò Alice.
-Appunto- ribattè il Bambino Sopravvissuto - Non capisco cosa c'entri un lupo con Ron!-
La Parker assunse un'espressione pensierosa.
-Ho studiato molto gli animali e le loro caratteristiche, quando ho deciso di diventare Animagus. Il lupo è un animale agile, indipendente, molto fedele, al padrone o al capobranco. Di lui si dice che "obbedisce per convinzione, non per servilismo". Credo che questa frase si possa adattare al suo rapporto con te - disse la ragazza con un sorriso dolce.
Potter si illuminò, capendo solo in quel momento quanto fosse profondo l'affetto che legava lui e Ron.
Hermione aveva gli occhi lucidi.
-Quindi - intervenne con voce rotta - tu credi che l'animale che più lo rispecchia sia il lupo perchè è sempre stato al fianco di Harry, rimanendogli fedele, accettando di rimanere nella sua ombra?-
Alice annuì.
Le porte della stanza si aprirono di botto.
Con grande sorpresa di tutti entrò Silente.
Al suo fianco, Draco.
I due sembravano molto presi dalla loro discussione, e quasi non si accorsero degli sguardi incuriositi dgli altri.
Quando però il silenzio attorno a loro divenne troppo pesante si zittirono.
-Buongiorno a tutti - esordì cortesemente il Preside.- Vi chiederete il motivo per cui sono sceso fino qui. Ho bisogno di parlarvi -
Alice si voltò verso Blaise dicendogli di correre a chiamare gli altri Auror.
Poi si ricordò che Weasley era ancora un lupo e si chinò per versargli sulla schiena qualche goccia della pozione.
Con un altro sbuffo di fumo Ron riprese le sue sembianze, euforico per l'impresa appena compiuta.
La Granger lo abbracciò forte, facendogli i complimenti, ignorando l'occhiataccia di Malfoy.
Qualche secondo dopo arrivarono anche Matt, Chris e Sebastian, con un gran trambusto.
Come si furono seduti tutti, Albus Silente si schiarì la voce.
-Allora, sono venuto qui per darvi alcuni aggiornamenti. Draco - fece posando una mano sulla spalla del ragazzo - oggi mi ha raggiunto nel mio studio e mi ha mostrato una lettera che gli ha mandato suo padre. Nella suddetta vi era un invito a passare a casa le festività Natalizie.-
Immediatamente l'attenzione dei presenti si catalizzò sul biondino, che guardava con ostentazione da un'altra parte.
-Ora che siamo sicuri che Draco entrerà in quella casa, possiamo costruire più dettagliatamente il nostro piano. Qui ti cedo la parola, Cristopher - continuò il Preside, facendo un gesto all'Auror.
Mason ringraziò il mago e si alzò.
-Dunque- cominciò - tra una settimana Draco tornerà a Villa Malfoy.-
Poi si rivolse direttamente al Serpeverde.
-Te la senti? Se vuoi tirarti indietro puoi farlo in ogni momento.-
Malfoy rispose con un brusco cenno del capo.
-Lo farò. E che sia finita - sibilò.
Chris annuì silenziosamente.
-D'accordo allora - proseguì- Sebastian dice che Draco è abbastanza abile da ingannarli per almeno tre giorni. Noi, per non rischiare, dovremo agire entro due. Ricapitolando, lui arriverà a casa, fingendo di voler aderire alla causa dei Mangiamorte. Cercherà di comportarsi il più normalmente possibile. Il fatto di sapere, grazie alle visioni di Harry, dove è rinchiusa la Benèfica, ci offre un certo vantaggio. Almeno Draco non dovrà girare troppo per i sotterranei, rischiando di attirare dei sospetti. In ogni caso almeno una volta ci dovrà passare, per farsi un'idea di dove si trova di preciso la ragazza e come fare per arrivare al passaggio segreto.
Sai fare un Patronus? - chiese improvvisamente al biondino.
Malfoy annuì.
-Perfetto- fece sollevato l'Auror - noi ci posizioneremo alla fine del tunnel. Appena vedrai che ci sono le condizioni ideali per mettere in atto il piano, evocherai il tuo Patronus, che ci raggiungerà, così noi lo seguiremo e ti potremo dare una mano.-
-E se andasse storto qualcosa?- intervenne Blaise, piuttosto scettico- Non potrete essere certi che riuscirà a convincere i Mangiamorte, o che loro non tenteranno di ammazzarlo appena ne avranno l'occasione. -
Matthew raggiunse Chris, posizionandosi di fronte ai ragazzi.
-Non accadrà. Tranquilli, non manderemo Draco allo sbaraglio da solo. Col nostro lavoro, abbiamo ben presto imparato a non fare affidamento sulla fortuna. Per ogni evenienza io andrò con lui.-
-Certo...e Lucius Malfoy non si accorgerà di certo che un Auror di un metro e ottanta e passa è entrato in casa sua insieme a suo figlio! - disse Harry ironico.
Per tutta risposta, Parker si trasformò rapidamente in un piccolo rettile verdastro, e cominciò a salire per la gamba di Malfoy.
Il biondo fece un'espressione schifata, che andò ad unirsi allo strilletto di Hermione, e al brivido di disgusto di Alice, che sebbene avesse visto mille volte il fratello trasformarsi, ancora non ci si era abituata.
Matt tornò in breve sè stesso, atterrando dritto sul piede di Draco.
-Visto? - fece dopo aver riso come un matto per le espressioni stupite dei ragazzi - andrò con lui sottoforma di lucertola. Se ci saranno problemi, tornerò umano e combatterò per tirarci fuori di lì.-
Dopo aver saputo che l'Auror sarebbe andato con Malfoy, Hermione parve rasserenarsi.
-Bene - concluse con un sospiro il Preside, dirigendosi alla porta - abbiamo detto tutto. Aspetterò con ansia il vostro ritorno. Confido che tutto andrà per il meglio.-
Prima di uscire, però, si voltò nuovamente.
-Voi quattro per le vacanze rimarrete a scuola?- chiese rivolto a Ron, Hermione, Harry e Blaise.
I ragazzi assentirono.
-Lo immaginavo -fece con un sorriso bonario, prima di voltarsi e andarsene.




-E così ti riprenderai tuo figlio in casa tua-
-Si mio Signore. O almeno è quello che vorrei fare. Mi ha detto che vuole passare dalla nostra parte, e leggendo nella sua mente non ho visto niente che potesse dimostrare il contrario-
La voce sottomessa di Lucius Malfoy quasi tremava, mentre spiegava a Lord Voldemort cos'era successo con Draco.
-Non mi fido - sibilò il Signore Oscuro - non vorrei che fosse un trucchetto di Silente per boicottarci-
Una donna dai lunghi capelli neri e spettinati e dall'aria folle avanzò rispettosamente nel grande salone.
-Padrone, scusi se mi permetto, ma a cosa servirebbe mandare qui mio nipote? Non è certo così forte da affrontarci tutti- sussurrò Bellatrix Lestrange.
Voldemort assunse un'aria pensierosa, che poco si addiceva ai suoi lineamenti duri e malvagi.
-Hai ragione, Bella. Quegli idioti non possono certo sapere della Benèfica.-
Malfoy tirò un sospiro di sollievo.
-Quindi, Signore, siete d'accordo di iniziare mio figlio alla nostra causa, durante le vacanze?-
Il potente mago Oscuro guardò il Mangiamorte, che quasi si inginocchiò, sentendosi penetrato da quello sguardo gelido.
-Va bene. Ma voglio parlarci personalmente. Non mi fido molto delle tue parole. Sei pur sempre suo padre. Voglio verificare. E sappi che se mi hai mentito, non vivrai per raccontarlo- ringhiò con cattiveria.
A queste parole Lucius si inchinò rispettosamente, chiedendo il permesso di andare.
Stava già per arrivare alle scale che conducevano al piano superiore quando...
-Crucio!-
La maledizione lanciata da Lord Voldemort lo prese alle spalle.
Il mago crollò a terra, gridando e contorcendosi per il dolore.
Appena questo passò, si tirò lentamente i piedi, risistemandosi i lunghi capelli.
-Che questo ti sia da monito - gli disse il suo Signore con voce divertita e malata.
Non osando protestare, Malfoy infilò rapidamente le scale.
Arrivato in salotto trovò sua moglie, Narcissa, che lo fissava con un bagliore di preoccupazione negli occhi azzurri.
Come vide il marito, Narcissa si alzò dal divano e lo raggiunse, stringendosi a lui.
-Ti ho sentito gridare. Che è successo? - chiese con voce flebile.
-Niente cara - rispose stoicamente Lucius - Non ti preoccupare -
Senza aggiungere altro la superò, per andare a bersi qualcosa di forte.
Rimasta sola, la donna si portò una mano al petto.
Poi si volse verso lo specchio, e tutto quello che vide fu una grande bellezza sfiorita.
Sfiorita dall'ansia, dal pianto, dalla paura.
Alzando l'orlo del lungo e costoso abito azzurro salì le scale, cercando di mettere ancora più distanza tra lei e quei folli che meditavano di ammazzare suo figlio.
Era una strega Purosangue. Aveva creduto nella causa dei Mangiamorte. Avrebbe dato la vita per il suo Signore o per gli ideali in cui credeva suo marito.
La sua vita, ma non quella di Draco.
Trascinata dalla nostalgia arrivò fino ad una porta di noce.
L'aprì con delicatezza.
Vide una camera fredda, lussuosa e principesca.
La camera in cui aveva sentito urlare suo figlio molte notti.
Quelle maledette notti in cui lei non osava muoversi dal suo letto per timore che Lucius si svegliasse e udisse anche lui i gemiti di Draco.
Se solo avesse potuto convincerlo a seguire il Signore Oscuro.
Se solo suo figlio avesse ragionato come lei.
Se solo il suo cuore di madre non avesse avuto quell'incessante paura di perderlo...



-Bravo Draco! Finalmente ci siamo! - urlò Sebastian Joel Anderson, dando una pacca al suo allievo.
Il biondino scrollò le spalle, alzando il capo con fierezza.
Cercò lo sguardo di Hermione, che gli fece un cenno, come per dirgli che era orgogliosa di lui.
Dopo qualche minuto, dopo che l'Auror ebbe sottoposto anche gli altri alla lettura della mente, con risultati abbastanza buoni, i ragazzi furono congedati.
-Ah! E' sabato grazie a dio! Questa settimana è stata veramente dura - borbottò Ron stiracchiandosi.
Blaise concordò con il rosso.
-Già, ci mancavano proprio le lezioni supplementari quest'anno...-
-Beh ragazzi, io vado a farmi un pisolino- biascicò Harry sbadigliando.
-A studiare non ci pensi proprio eh?- frecciò sarcasticamente Hermione.
-Dai Herm, siamo quasi in vacanza! Vi saluto...- disse Potter dirigendosi a Grifondoro.
-Spero che non ti sveglierai più Sfregiato - sibilò Malfoy alle sue spalle.
Il Bambino Sopravvissuto si girò con un sorrisino angelico, gli fece un gestaccio e riprese per la sua strada.
Dopo poco anche Weasley e la Granger seguirono l'amico, lasciando Draco e Blaise da soli.
I due si diressero fuori, per fumare in pace una sigaretta.
Si strinsero addosso sciarpe e mantelli, dato che fuori la temperatura si era fatta sempre più insidiosa, ed eroicamente arrivarono nel parco.
Furono quasi investiti da Hagrid che, seguito da Thor, tentava di trascinare un enorme abete all'interno della scuola.
Nonostante il gran freddo, i due Serpeverde constatarono che molti studenti passeggiavano per il cortile, aspettando la tanto attesa neve, che quell'anno sembrava essere in ritardo.
-Devo ancora finire la pozione che Piton ci ha dato per compito- bofonchiò Blaise, ricordandosene all'improvviso.
-Non ti preoccupare - gli rispose Draco, soffiandosi sulle mani nel tentativo di scaldarle - la mia l'ho finita giorni fa. Te ne do un po'.-
-Grazie mille. E' una fortuna essere amico del miglior pozionista della scuola - gli rise in faccia Zabini.
Malfoy alzò le spalle.
Guardandosi intorno notò Jayden McBride camminare con alcuni amici.
Quel brutto porco, pensò con astio.
Chissà quante volte aveva toccato la mezzosangue al Ballo.
Il fatto che lui fosse noto a scuola per essere molto elegante e gentile con le ragazze non lo persuadeva nemmeno un po'.
-Ehi Dra...Guarda che tra poco ti fumano le orecchie - lo prese in giro Blaise.
Il biondo di scatto si voltò.
-Di che cazzo parli? - ringhiò.
-Oh niente.. - fece con indifferenza l'amico.
Malfoy cercò di distendere i muscoli, sedendosi alla base di un tronco.
Guardò insistentemente il moro, con aria seria.
Zabini, intuendo che stava per fargli un discorso importante non fiatò, attendendo che cominciasse.
-Senti, Blaise - esordì infatti - voglio che tu mi faccia una promessa.-
-Dimmi - fece l'altro confuso, invitando l'amico a continuare.
-Se a casa mia dovesse succedermi qualcosa...- cominciò guardando un punto imprecisato del prato.
-Non ti accadrà nulla! - lo interruppe fermo Blaise.
-Lo so - continuò Draco con voce bassa - ma se dovesse succedere...Ecco, voglio che tu la protegga.- finì velocemente, e con enorme fatica.
-Cosa? - domandò Zabini, incerto.
-La mezzosangue. Voglio che sia al sicuro. Non vorrei che mio padre, sapendo che io l'ho salvata da quel Mangiamorte, venga a cercarla e le faccia del male.-
Blaise annuì, come a dire che capiva i suoi timori.
-Per questo voglio che tu la tenga d'occhio, se io non potrò più farlo-
Malfoy pronunciò queste ultime parole sottovoce, sembrava che avesse quasi paura a pronunciarle troppo forte.
-Ci tieni così tanto? - mormorò dolcemente il moro.
-Non è questo il punto.- sibilò Draco gelido, capendo di essersi sbilanciato troppo - Non voglio avere sensi di colpa, nemmeno all'Inferno.-

Ah, Principe di Serpeverde...Forse questo discorso ti consentirà di avere accesso ad un luogo meno ostile...



Tornataaaaaa!

Ho aggiornato il prima possibile, spero che il capitolo vi piaccia.
Passo al volo ai ringraziamenti:
pei_chan: eheh Ron come vedi non è diventato un ciuchino, ma un lupo...Non te lo aspettavi eh? Confesso che il suo Animagus mi ha dato molte perplessità, ma dopo aver letto quella frase sui lupi (obbediscono per convinzione, non per servilismo) non ho avuto dubbi!
Hollina: Eh si Ronnie si dà da fare...Io adoro Ron come personaggio, e sto facendo di tutto per non emarginarlo troppo!
Smemo92: Anch'io sono stata per molto indecisa sul gatto=) Solo che poi ho pensato che già la McGranitt si trasformava in micio, così ho preferito cambiare, e la volpe era ciò che le si addiceva di più!
whateverhappened: Mmm...mi pare di intuire che tu non abbia molta simpatia per HarryXD Comunque per la parentela tra Elenie e Blaise dovrai pazientare ancora qualche capitolo, poi saprai tutto!
bubina91: Oh finalmente una recensione! Ti ringrazio per i complimenti amor, sei un tesoro. Sono contenta che questi capitoli ti siano piaciut, dimmi che ne pensi di questo!!!


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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***




When I see your smile

tears run down my face
I can't replace
and now that I'm stronger I've figured out.
How this worlds turns cold
and breaks through my soul
and I know, I'll find deep inside me
I can be the one...





La settimana successiva passò in un lampo, tra ansie, allenamenti massacranti e lezioni durissime.
Ormai i ragazzi non avevano più un momento libero.
-Mezzosangue vai già via?-
Draco Lucius Malfoy aveva aperto debolmente un occhio, sentendo dei rumori nella sua camera.
Hermione, già vestita, gli diede un bacio a fior di labbra.
-Sì, è tardi, e domani dobbiamo alzarci presto.-
Il Principe di Serpeverde si alzò pigramente dal letto, avvolgendosi il lenzuolo sui fianchi, con studiata noncuranza.
Incrociò i suoi occhi con quelli dorati della ragazza, e vi lesse tutto il timore e la preoccupazione che lei cercava di non far trasparire dai suoi gesti.
Ma quegli occhi dicevano tutto.
La abbracciò stretta, baciandole i capelli.
Dio, quella maledetta mezzosangue l'aveva proprio ridotto male.
Gli aveva incasinato la vita e trascinato a forza in un gioco più grande di lui.
E pensare che forse quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe fatto l'amore con lei lo uccideva.
La Granger gli si avvinghiò alle spalle, affondandovici le unghie, poi cominciò a baciarlo con la disperazione del condannato, con la speranza di un moribondo, e con la delicatezza di una fata.
-Fai attenzione - sussurrò, e corse via prima che lui potesse vederla piangere.
Dannata mezzosangue orgogliosa.
Hermione silenziosamente attraversò il dormitorio di Serpeverde, buttandosi sulle spalle il Mantello dell'Invisibilità che aveva chiesto in prestito ad Harry.
E inevitabilmente, vagando per i corridoi deserti della scuola, si ritrovò a sorridere tra le lacrime.
Era terrorizzata dall'idea di perdere Draco, ma al contempo era felice, perchè aveva aperto il suo cuore a lui appena in tempo.
Lui le aveva regalato una felicità che fino a quel momento le era stata preclusa.
Non era uno stato d'estasi, o di allegria perenne quello in cui si trovava, ma un leggero stato di grazia, che le pareva appeso a un filo.
Era
ano quei piccoli momenti di felicità, in cui ti sembra che il cuore batta un po' più forte.
Quelli che muori dalla voglia di raccontare ad una persona ca
ra, ma poi capisci che le parole non sono abbastanza per spiegare quello che provi, che rischierebbero solo di rovinare tutto.
E allora stai zitta.
E ti godi da sola e in silenzio quella piccola gioia.
Ed è questo che la rende così speciale.


Il mattino dopo il Salone d'Ingresso era gremito di studenti allegri e chiassosi, impazienti di partire e cominciare le vacanze.
Il baccano infernale che facevano stava persuadendo il custode, Argus Gazza, a prenderli tutti per le orecchie e sbatterli fuori a calci.
Non potendo farlo però, si limitava a bofonchiare maledizioni e insulti.
Quando poi un allegro Seamus Finnigan trasfigurò la sua orrida divisa nera in un costume da Babbo Natale, lo inseguì per tutta la stanza, ignorando le proteste del ragazzo che urlava che l'uomo aveva ben poco spirito natalizio.
Un piano sopra frattanto, alcuni mentecatti finivano di mettere a punto i loro diabolici piani.
-Allora ragazzi, noi è meglio se andiamo - disse allegramente Matthew - il treno non aspetta-
-Come mai sei così contento fratellino?- chiese Alice con un sorriso.
-Beh, a parte il fatto che fare una missione suicida mi riempie di gioia...è un sacco di tempo che non salgo sull'Espresso per Hogwarts, e non vedo l'ora di rifarlo- ridacchiò Parker.
-Ma vai a cagare...Forza andate. Siete già in ritardo - bofonchiò Chris guardando l'orologio.
-Malfoy ci si vede - sibilò Harry - sperare che tu muoia è una cosa troppo ottimistica vero?-
-Fottiti Sfregiato - replicò il biondo con tono piatto.
Si voltò nuovamente, per vedere dove si fosse ficcata Hermione.
Naturalmente non avrebbe potuto salutarla come avrebbe voluto davanti a tutti, ma le bastava vederla anche un istante.
Inutile dire che lei nemmeno era venuta.
Doveva aspettarselo.
La Granger odiava i saluti, le partenze, gli addii.
Le cose che facevano male al cuore, insomma.
Con un sospiro, Draco alzò la sua valigia, e facendo un cenno a Blaise e agli Auror si diresse al Salone d'Ingresso.
Dietro di lui Matt scambiava gli ultimi accordi con Sebastian, poi si trasformò e si infilò nella tasca del ragazzo.
In silenzio il Serpeverde raggiunse il cortile, dirigendosi ai cancelli della scuola.
Ignorò i compagni che attorno a lui festeggiavano, e tirò dritto per la sua strada.
Una volta all'uscita della scuola però, non potè impedirsi di voltarsi e guardare per quella che forse era l'ultima volta il luogo che per la prima volta l'aveva fatto sentire al sicuro.
E accanto all'enorme porta, vide lei.
Stretta in un misero golfino azzurro, con i lunghi capelli che ballavano nel vento, c'era Hermione.
La ragazza alzò piano una mano, in un delicato saluto.
Saluto che non poteva, non doveva, essere un addio.
Malfoy rispose con lo stesso gesto, facendo sorridere debolmente la sua mezzosangue.
Quindi si voltò, e corse verso il treno.



-Forza, tutti in carrozza!-
Draco arrivò alla stazione di Hogsmeade giusto in tempo per salire sul treno scarlatto che faceva da tramite tra Hogwarts e Londra.
Buttò su la valigia e si affrettò a salire.
Sfilandosi la sciarpa, cercò affannosamente uno scompartimento vuoto.
Dovette attraversare tutto il treno prima di riuscire a stare un po' solo, e quando si trovò al sicuro all'ultimo vagone, infilò le sue cose nella reticella portabagagli, tirò le tende, e si svaccò sul sedile.
Matt nel frattempo strisciò fuori dal suo nascondiglio e riprese le sue sembianze, sistemandosi di fronte al biondino.
Per lungo tempo entrambi rimasero zitti, limitandosi a fissare il paesaggio che scorreva veloce fuori dal finestrino, incuranti del tempo che passava.
-Hai paura? - dopo un po' Parker rivolse la domanda al biondino, apparentemente in un pallido tentativo di fare conversazione.
-Si - rispose tranquillamente Draco - Ma non per quello che credi tu -
-Capisco. Quindi tu immagini che io pensi che tu abbia paura di morire, giusto?- chiese con un sorriso compiaciuto l'Auror.
Malfoy annuì.
-Perchè, non è così? - chiese infine con sufficienza, dato che l'altro non sembrava volesse parlare.
-No. Dimentichi che sono stato Serpeverde anch'io. E se questo per te non contasse a sufficienza, sono da anni uno dei migliori amici di Sebastian Anderson. E credimi, la paura di morire non è mai stato un suo problema.-
Draco non fiatò.
-Nonostante molti lo credano, so che non sei un vigliacco - riprese Matt - Anzi, credo che quando c'è in gioco il tuo onore, tu riesca a tirar fuori le palle. L'ho visto quando hai tenuto testa a tuo padre. Non è cosa da tutti. Tu non temi la morte, Draco, almeno non la tua.-
-E allora cosa dovrei temere secondo te?- sibilò il biondo alzando la testa con aria di sfida.
-Tu temi la prigione. E non intendo quella fatta da sbarre e catene. Intendo quella dell'anima. Hai paura di venire obbligato a fare scelte in cui non credi. E di deludere coloro a cui tieni. Anche se non lo ammetterai mai, nemmeno a te stesso- borbottò Parker sorridendo con aria saputa.
-Quando avrò bisogno dello psicologo te lo verrò a dire d'accordo? - ringhiò Malfoy, punto sul vivo.
L'Auror alzò le spalle.
-Scusa se mi faccio i cazzi tuoi. Non è mia intenzione- tubò allegramente.
-Ah no? - replicò il ragazzo, sfinito da quell'incessante parlantina.
-Sai che ti vedrei bene come Auror? - ridacchiò il moro.
-Non dire stronzate- s'infiammò Draco.
-E' vero. Hai le qualità giuste. Freddezza, fegato, intuito. E, cosa più importante, non hai paura di morire, ma soffriresti come un cane se a perire fossero le persone a cui hai aperto il cuore.- insistette l'altro-
-Ma fammi un favore - rognò il biondino - Non so se lo hai capito, ma aiutare il prossimo non è una mia inclinazione naturale...-
-Fidati di quello che dico. Non è una debolezza aver paura di perdere i tuoi cari, soprattutto se succede loro qualcosa per colpa tua. Lasciatelo dire da uno che l'ha capito quando ormai era troppo tardi.-
-Piantala. Non sono come te o come Sebastian chiaro? Quindi finitela di cercare di mettervi al posto mio. Non sarò un Auror e non mi interessa diventarlo, punto.-
Vedremo, pensò Matt, vedremo.



-Chissà dove saranno Matthew e Malfoy - si chiese Ron, beatamente seduto su una poltroncina nella Sala degli Allenamenti.
Hermione guardò l'orologio.
-Dovrebbero essere quasi a King's Cross...Sono partiti già da un bel po'.-
Da diverse ore ormai, la ragazza combatteva con un sensazione di angoscia che le attanagliava il respiro.
Restare inerme a vedere Draco uscire dai cancelli era stato orribile.
Ad ogni modo cercava di controllarsi, per non far notare ai suoi amici lo stato in cui versava.
Alle sue spalle Harry e Blaise stavano duellando con le spade.
Malfoy era stato un ottimo insegnante.
Sebbene all'inizio avesse protestato non poco, alla fine aveva insegnato agli altri ottimi trucchi.
Il rumore delle armi che si scontravano era l'unico presente nella stanza, oltre ai continui sbuffi di Ron che si annoiava.
Qualche istante dopo, l'urlo di giubilo di Potter che era riuscito a disarmare Zabini dopo un'estenuante battaglia, invase l'ambiente.
Hermione allora si alzò dal suo angolino e raggiunse il Bambino Sopravvissuto sulla pedana, per prendere il posto di Blaise nel combattimento.
Appena i due sfidanti incrociarono le spade però, un rumore di passi annunciò l'arrivo degli Auror.
I quattro studenti allora mollarono le loro precedenti occupazioni e si diressero da loro.
-Ragazzi - disse Alice - il treno sta arrivando a Londra. Noi andiamo a posizionarci allo sbocco del tunnel.-
-Possiamo venire anche noi?- chiese subito Harry, ansioso di prendere parte all'azione.
-No - rispose Mason categorico, posando una mano sulla spalla a Potter - è meglio se per questa volta starete al sicuro. Non possiamo agire sapendo che voi potreste essere in pericolo-
-Ma Chris - piagnucolò il Grifondoro - non sono un idiota qualunque. Me la so cavare...e anche gli altri - si affrettò ad aggiungere in seguito alle occhiate ammonitrici di Blaise, Ron ed Hermione.
-E' anche la nostra guerra - rincarò Ron - ci siamo dentro da anni. E abbiamo sempre vinto! -
-Questa volta dovrete starne fuori - intervenne allora Sebastian - le altre volte era la battaglia che veniva a cercare voi. Questa volta no. La missione è delicata. E noi come Auror non possiamo portare dei ragazzini a combattere con noi. Sappiamo che valete. Ma lo dimostrerete in un'altra occasione. Il discorso è chiuso. Ci vediamo tra qualche giorno!-
E salutando angelicamente i tre Auror se ne andarono, lasciandosi dietro quattro ragazzi incazzosi e frustrati.
-Che culo che ha Malfoy - si lamentò Harry seduto a braccia incrociate sul pavimento - almeno lui si godrà l'azione-
Blaise tentò di blandirlo con una comprensiva pacca sulla spalla.
-A proposito di Draco...chissà che starà facendo...-



L'Espresso di Hogwarts si fermò sbuffando e cigolando al binario nove e tre quarti.
Draco scese tra gli ultimi, sentendo nella tasca il peso confortante di Matthew Parker formato lucertola.
Appena il biondo mise piede a terra cercò suo padre con lo sguardo.
Con un tuffo al cuore lo vide in piedi poco più in là, regale e imperioso come suo solito.
Senza provare emozioni di sorta lo raggiunse e lo salutò con un cenno del capo.
Non c'era mai stato bisogno di parole tra loro.
Lucius porse il braccio guantato al figlio, e insieme si Smaterializzarono.
Quando Draco riaprì gli occhi, vide un paesaggio familiare.
Erano apparsi nella brughiera inglese, in mezzo a un viottolo che conduceva dritto a Villa Malfoy.
Attorno a loro non c'erano suoni, case o altro.
Solo immensi campi, tutti di loro proprietà.
La Villa, elegante e imponente, svettava dinanzi a loro.
Lucius Malfoy si incamminò verso i pesanti cancelli di ferro costellati dal blasone di famiglia.
Suo figlio lo seguì, senza dare segni di incertezza o timore.
Come arrivarono all'ingresso le inferriate si aprirono cigolando, riconoscendo i padroni di casa.
Attraversarono l'immenso parco, senza scambiarsi un solo sguardo.
Superarono le numerose statue di pietra e i vialetti ombrosi in cui passeggiava spesso Narcissa, fino ad arrivare alla grande fontana situata davanti alle scale che portavano alla porta di ingresso.
Finalmente Lucius si decise a spezzare il silenzio creatosi.
-Il Signore Oscuro vuole vederti. Immagino che sarai stanco dopo il lungo viaggio. Potrai riposarti in camera tua, e stasera dopo cena ti condurrò da lui-
Draco non si sprecò nemmeno ad annuire.
Non ce n'era bisogno.
Si stupì ben poco dell'inconsueta solerzia del padre nel farlo riposare.
Probabilmente voleva ingraziarselo.
Spingendo la pesante porta di quercia, i due entrarono in casa.
Il ragazzo non si guardò nemmeno intorno.
Non aveva avvertito nessuna nostalgia, stando lontano da quel luogo maledetto.
Lasciò i suoi bagagli ad un elfo domestico e si diresse verso il salotto.
Suo padre gli andò dietro e si versò un po' di whisky dall'angolo bar, mentre dalle scale che conducevano al piano di sopra scese una donna.
Narcissa Black Malfoy.
Draco le andò rispettosamente incontro, porgendole una guancia.
Sua madre vi depose un bacio e lo abbracciò d'istinto, sempre misurando i gesti.
Sapeva bene che il figlio non amava le dimostrazioni di affetto, e d'altronde nell'altra società c'erano dei rigori che bisognava rispettare.
Notando l'occhiata imperiosa del marito si scostò immediatamente, lasciando Draco piuttosto confuso.
Non era abituato a vedere sua madre sbilanciarsi così tanto.
Tra loro c'era stato un rapporto sempre cortese, ma freddo.
-Com'è andato il viaggio?- chiese Narcissa, recuperando i modi misurati e impeccabili.
-Bene. Ora vorrei andare in camera- rispose il figlio, ancora scosso.
Senza degnare di un'occhiata il padre, il ragazzo salì le scale, seguto dallo sguardo dei genitori.
Appena Draco arrivò in camera, si chiuse la porta alle spalle, appoggiandosi contro ad essa.
Notò che la sua valigia era già stata portata lì e messa contro l'armadio.
Il Serpeverde, in attesa che qualcuno venisse a chiamarlo per la cena, estrasse Matt dalla tasca e si distese sul letto a baldacchino.
Sapeva che per ragioni di sicurezza l'Auror non avrebbe ripreso le sue sembianze, se non in caso di estrema necessità, dato che potevano essere osservati.
Ma ciò a Malfoy non dispiaceva.
Non aveva nessuna voglia di parlare.




Ciao a tutti!
Se vi interessa saperlo la canzone all'inizio del capitolo è your guardian angel, che a mio parere è stupenda e dolcissima...Non so, la vedevo bene all'inizio di questo capitolo.
Va beh, comunque spero vi piaccia.
Per quanto riguarda i ringraziamenti invece:
Smemo92: Sono contenta che ti piaccia l'idea di trasformare Ron in un lupo...Come ho già detto sono stata molto dubbiosa al riguardo, anche perchè mi piaceva l'idea di far diventare Draco un lupo...Ma quando ho trovato quella frase ho capito che era Ron che doveva trasformarsi in quell'animale...Per Draco ho trovato qualcos'altro=) Mi raccomando, dimmi che ne pensi di questo capitolo!
pei_chan: Come hai visto ho aggiornato prima che ho potuto...D'altronde dovevo recuperare i giorni in cui sono stata via! La parte in cui Draco dice a Blaise di prendersi cura di Hermione ho avuto un po' di difficoltà a scriverla, perchè temevo di rendere Malfoy troppo OOC, quindi sono molto contenta che ti sia piaciuta...Sono morta dal ridere quando mi hai scritto in bocca a Ron=) Ora però dovrei rispondere crepi Ron...No dai, poverino...Ti dico solo grazie e anche a te=) Ci sentiamo in msn! Un bacio
Hollina: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! E' bello sapere di poter contare su recensitrici abituali...Mi date un grosso incentivo a continuare, quindi grazie!


Ringrazio infinitamente anche le 79 persone che hanno messo la fiction tra i preferiti! Grazie grazie grazie!

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***




-Signorino, è atteso per la cena-
Un elfo domestico particolarmente brutto e magro fece capolino dalla porta della stanza di Draco e si ritirò immediatamente.
Il ragazzo allora si alzò dal letto, si sistemò i capelli e i vestiti e scese le scale, diretto alla maestosa Sala da Pranzo.
I suoi genitori erano già seduti, alle due estremità di un lunghissimo tavolo.
Attorno a loro si affaccendavano elfi che trasportavano i vari cibi.
Come si sedette iniziarono a mangiare, anche se Draco aveva lo stomaco chiuso per buttare giù alcunchè.
Così dopo pochi bocconi posò la forchetta e si limitò ad osservare i giochi di luce che facevano le fiammelle danzando sulle pareti.
Per la prima volta notò con sorpresa quanto silenzio regnasse in quella casa.
In quelle vite.
E dire che per lui il silenzio non era mai stato un nemico, anzi.
In passato l'aveva fatto sentire protetto, accudito quasi.
Ciò che non viene detto non ci arreca danno.
Le parole invece il più delle volte fanno male.
Sono come piccole spine acuminate che ti si impiantano nel cuore indissolubilmente.
-Se hai finito, Draco, scendiamo nei Sotterranei.-
La voce di suo padre gli fece quasi fare un balzo sulla sedia.
Si era dimenticato di essere lì per una missione pericolosa, si era dimenticato che ormai lui aveva tradito, che era passato dall'altra parte.
Che era dalla parte di Silente.
Dalla parte degli Auror.
Dalla parte di Hermione.
Senza fiatare il biondino si alzò, sentendo appena i movimenti di Matthew al sicuro nella sua tasca.
Lucius gli girò le spalle e iniziò a scendere le scale che portavano al piano inferiore.
Una volta giunti di sotto, Draco represse a fatica una smorfia di disgusto, rivedendo quelle stanze, quelle catene.
Vigliacchi, pensò.
Dal fondo dei Sotterranei udì una serie di insulti misti a grida.
Lì dovevano esserci i prigionieri.
Non era mai stato nel luogo dove si trovavano le gabbie.
Suo padre glielo aveva sempre precluso.
Arrivati ad una arcata in pietra, Lucius si voltò di scatto e afferrò il figlio per una spalla.
-Occhio a come ti comporterai - sibilò - se farai giochetti non la passerai liscia.-
Il biondino sorrise con aria di disprezzo.
-Evidentemente non mi conosci affatto, padre. Non oserei mai dire cose inopportune rischiando la mia vita-
Il Mangiamorte riprese a camminare rincuorato.
Oh no padre.
Tu non mi conosci.
Neanche un po'
Almeno non più.



Intanto Alice, Sebastian e Christopher erano arrivati in un boschetto.
-Siamo sicuri che l'uscita del tunnel sia da queste parti vero?- fece la ragazza dubbiosa.
-Naturalmente - rispose Mason - bisogna solo capire dove-
I tre Auror ispezionarono la zona palmo a palmo, naso a terra.
-Trovato!-
All'urlo di trionfo di Seb, gli altri due accorsero.
Sotto il fogliame si poteva ben vedere una lastra di pietra ben spessa.
Il passaggio segreto per Villa Malfoy non poteva essere altro che quello.
-Wingardium Leviosa- disse la Parker agitando delicatamente la bacchetta.
Il pietrone si mosse un po' su sè stesso, quindi si alzò a fatica in aria, per poi ricadere pesantemente a terra un metro più in là.
I ragazzi allora si affollarono con le loro belle testoline sul buco che si era formato nel terreno.
-Cazzo - sbottò Anderson - è veramente buio e stretto!-
-Uuuuh - lo prese in giro Alice - così grande e grosso ha paura dell'oscurità!-
Chris scoppiò a ridere, prendendosi dietro un pugno.
-Non diciamo stronzate - ringhiò Seb - dico solo che il passaggio sarà piuttosto difficoltoso.-
-Già. Ma con un Lumos ben piazzato dovremmo riuscire a vederci abbastanza bene- disse Mason, massaggiandosi un fianco in seguito alla botta mollatagli dall'amico.
-Sono d'accordo - mormorò la ragazza alzandosi - ora sarà meglio montare le tende. Non ho nessuna intenzione di farlo col buio-
Seb e Chris andarono subito ad aiutarla e in quattro e quattr'otto due tende un po' sbilenche facevano bella mostra di sè sul prato.
Poi i ragazzi si infilarono in una tenda, e Alice nell'altra.
Appena entrata si diresse nel piccolo bagnetto, si slegò la coda ed entrò in doccia.
Chissà che stavano combinando Draco e Matt, pensò un po' preoccupata.
Sentendo l'acqua calda che a rivoletti le percorreva il corpo, le parve di rinvigorire un po' i suoi muscoli stanchi.
Non poteva andare avanti così.
Non poteva avere sempre quel timore di guardarlo negli occhi.
Forse era meglio se non fosse mai tornata indietro.
Almeno si sarebbe potuta costruire una vita lontana da Chris.
E lo stesso lui.
-Aly? Posso entrare?-
La voce di Sebastian la riscosse dai suoi pensieri.
-Eh? Oh sì Seb aspetta un istante...-
La ragazza spense il getto della doccia e uscì, avvolgendosi in un accappatoio bianco.
-Scusa, ti ho disturbata? - chiese Anderson discretamente - è che Christopher è andato a fare un giro di perlustrazione e non sapevo che fare-
-No figurati, hai fatto bene-
-E' tutto ok?- fece l'Auror, sedendosi sul divano - hai un'aria strana-
La Parker gli andò vicino, maledicendo l'acume del suo migliore amico.
Si era scordata quanto fosse attento ad ogni suo minimo cambiamento d'umore.
-Non ti preoccupare.Stavo solo pensando...-
-A Chris- terminò Sebastian per lei.
La ragazza non rispose, limitandosi a guardarsi le mani.
-Credo che quando tutto questo sarà finito tornerò in Italia- disse a bassa voce, incredula di avere ammesso quella che fino a quel momento era stata solo un'idea fuggevole.
-Stai scherzando? - urlò l'ex-Serpeverde spalancando gli occhi.
Alice annuì.
-E' la cosa migliore per tutti. Restando qui faccio del male a Chris, oltre che a me stessa. Se gli starò lontana riuscirò a dimenticarlo. E lui farà altrettanto.-
-Tesoro...non vi siete dimenticati in cinque anni. Cosa ti fa credere che stavolta sarà diverso?- domandò dolcemente Seb, carezzandole i capelli.
-Non ci siamo scordati perchè avevamo troppe cose in sospeso. Ma se ci metteremo una pietra sopra riusciremo a voltare pagina.-
-Aly, non credi nemmeno tu in quello che dici-
-Devo farlo, per forza. Non posso continuare così. Qui ho troppi ricordi. Mamma, papà. Ogni volta che vedo Matt mi tornano in mente loro- singhiozzò la ragazza.
-E quindi scappando di nuovo seppellirai i tuoi ricordi? E' questo che intendi dire? Beh, non te lo lascerò fare. Tu hai impedito che io dannassi la mia vita, quando eravamo dei ragazzini. E io ora intendo ricambiare il favore. Se cinque anni fa non ho fatto tutto il possibile per tenerti qui, lo farò ora.-
La Parker stava per replicare, quando l'ingresso della tenda si aprì bruscamente.
Christopher Mason mise dentro la testa, e vedendo la Parker abbracciata ad Anderson si incupì.
-Oh..vedo che siete occupati. Ci vediamo più tardi-
E senza aggiungere altro si voltò di scatto, e tornò sui suoi passi.
-Meglio che vada a parlargli - sospirò Sebastian alzandosi - non voglio che fraintenda. Tu però rifletti su quello che ti ho detto ok?-
Alice, rimasta sola, non potè impedirsi di sorridere.
Possibile che Chris fosse ancora geloso di lei?



-A quanto pare il figliol prodigo è tornato a casa...-
La fredda risata di Lord Voldemort dilaniò le tempie di Draco, che stava facendo di tutto per tenere il mago fuori dalla sua mente.
Anche quella volta pensò intensamente al Marchio Nero e a tagliare la testa a Potter.
Quello, pensò con un ghigno, non gli riusciva nemmeno troppo difficile.
-Allora, Draco Malfoy, secondo tuo padre vuoi entrare nelle nostre file.-
Il ragazzo annuì.
-Lascerò la scuola, se necessario.-
-E' ammirevole.- sogghignò il Signore Oscuro.
-Però vedi, Draco Malfoy, c'è qualcosa che non mi torna- continuò.
Il biondino sudò freddo.
Erano alla resa dei conti.
Doveva giocare bene le sue carte.
Tacque, aspettando che l'altro proseguisse.
-Amycus mi ha detto che quel giorno, nel parco ad Hogwarts, invece che aiutarlo ad ammazzare quella sudicia Mezzosangue, l'hai protetta a costo della tua stessa vita. Ora capirai che, trattandosi dell'amichetta di quell'idiota di Potter, io possa pensare che tu sia un traditore.- sibilò con astio.
Draco fece un mezzo sorriso, privo di allegria.
-Non avevo alternative - fece con voce calibrata e tranquilla - O aiutavo la Mezzosangue, o mi facevo beccare da Silente, mio Signore.-
Il disgusto gli salì fino alle labbra mentre diceva le ultime due parole, usando tutta la cortesia e la reverenza di cui era capace.
-Capisco. E il tuo ragionamento non fa una piega. Ma nonostante questo, non puoi sperare di restare impunito, giusto?-
Malfoy non fiatò.
Vedeva che Voldemort iniziava ad irritarsi.
Infatti, il malvagio mago stava tentando in tutti i modi di trovare una breccia, un modo per vedere se le parole del ragazzo erano sincere.
Ma trovava solo decisioni, progetti ed intenzioni che si sposavano con la loro causa.
Uccidere.
Prendere il potere.
Servire l'Oscuro Signore.
Che veramente fosse dalla sua parte?
Quel ragazzo gli dava sui nervi.
Ma poteva tornargli molto utile.
Non voleva fargliela passare liscia.
Aveva salvato la Granger.
Voldemort era convinto che lei fosse il primo ostacolo per avere Potter.
Era brillante ed intelligente.
Con lei fuori gioco, sarebbe stato tutto molto più semplice.
-Crucio - urlò, più per personale soddisfazione che per altro.
Draco cadde in ginocchio, a denti stretti.
Non un fiato uscì dalle sue labbra, non un lamento.
Il biondino sentì Matthew agitarsi nella sua tasca.
No Matt, resta lì, sto bene.
Dopo un istante si rialzò, riprendendo fiato.
Il Signore Oscuro lo guardava sorridendo beffardo, quasi sorpreso.
-Posso andare, ora?- chiese il ragazzo chinando la testa.
Il mago acconsentì con un gesto della mano e Draco uscì.
-Non mi fido del tutto di lui- mormorò a Rodolphus Lestrange - ma mi servirà in futuro, quindi gli darò una possibilità-
-Devo tenerlo d'occhio?- chiese il Mangiamorte.
-No. Ci penserò io. Non credo rappresenti un reale pericolo per noi. In più è all'oscuro dei nostri piani, quindi non può nuocerci.-
Ah, Lord Voldemort, quanto ti sbagli.



-
Cristo Herm ti vuoi calmare? Mi sembri un anima in pena!-
Era la sera della Vigilia e nella Sala Comune di Grifondoro il fuoco scoppiettava allegro.
Harry, Ron ed Hermione erano gli unici studenti della Torre rimasti a scuola per le vacanze, oltre ad un paio di silenziosi ragazzini del secondo anno.
Quella sera Potter e Weasley si stavano concedendo una partita a SparaSchiocco davanti al caminetto, mentre la Granger continuava a fare avanti e indietro per la stanza, sotto gli occhi stupefatti dei ragazzi.
-Come faccio a calmarmi? Alice mi aveva detto che ci avrebbero tenuti aggiornati, e non ci hanno scritto uno straccio di biglietto, nemmeno per dirci che stanno bene.-
La ragazza sembrava sull'orlo delle lacrime, nonostante facesse di tutto per non crollare.
Harry allora si alzò dalla poltrona e le si avvicinò.
-Preoccuparsi in questo modo non renderà le cose più facili. Dai..domani è Natale!- le disse cercando di sembrare allegro e di distrarla, peraltro senza riuscirci.
Ron sbuffò notando il tentativo patetico dell'amico.
Hermione infatti si divincolò dalla stretta del moretto e, annunciando che andava a farsi un giro, uscì dal buco del ritratto.
Non aveva idea di dove andare a sbattersi, essendoci troppo freddo per uscire dal castello.
Così si ritrovò quasi per caso davanti alla Stanza degli Allenamenti.
Beh, si disse, almeno qui potrò restare sola.
Invece, quando aprì la porta, vide che qualcuno aveva avuto la sua stessa idea.
Blaise.
Il ragazzo si stava esercitando davanti ad uno specchio a cambiare forma.
Quando sentì dei passi dietro di lui si voltò di scatto, brandendo la bacchetta.
-Ah sei tu - disse con sollievo quando vide la ragazza.
La Granger sorrise e si sedette sul divanetto.
-Ti dispiace se sto un po' qui? Continua pure con i tuoi allenamenti, non ti disturberò.-
-Non c'è problema - rispose Zabini accomodante - Sono venuto qui solo perchè se stavo in Sala Comune senza far niente avrei continuato a pensare a cosa sta combinando Draco-
-A chi lo dici - mormorò Hermione sottovoce.
-Sei preoccupata eh?- domandò dolcemente il Serpeverde.
La ragazza annuì.
-Temo che commetta qualche sciocchezza.-
-Non credo. Draco non è un idiota. Può sembrarlo a volte - scherzò - ma da qualche parte la testa ce l'ha.-
Lo spero proprio, pensò la Grifondoro.
E se...se tornando a casa si accorgesse che è li il suo posto?
Che quello che ha fatto è stato tutto uno sbaglio?
A cominciare da noi due.
Il nostro sbaglio più grande.
Che avremmo potuto evitare.
Ma non l'abbiamo fatto, perchè era troppo difficile fermare le cose.
Perchè era doloroso tirarsi indietro.
Perchè entrambi detestiamo i rimpianti.
E' come quando due pianeti diametralmente opposti entrano in rotta di collisione...
O, scontrandosi, si distruggono a vicenda, lasciandosi solo cenere alle spalle...
Oppure, per un caso fortuito si sfiorano e basta, scambiandosi la terra, la pelle e l'essenza, cambiando dentro e fuori.
Per sempre.

 


Ed anche questo cai
pitolo è finito! Ditemi che ne pensate!
Passando ai ringraziamenti:
Hollina: A chi lo dici...Odio davvero le partenze e i cambiamenti..Se fosse per me nessuna delle persone a cui tengo si allontanerebbe di un millimetro! Sono contenta che la mia storia continui a piacerti!!!
pei_chan: Tesoro!! Come stai? Come vedi Draco ha già ottenuto il suo primo crucio...Spero che non mi odierai=) Mi raccomando dimmi che pensi di questo capitolo!
Smemo92: Eh questi capitoli saranno un po' più cupi perchè s
amo al centro della missione...Quindi Hermione soffre, Draco pure, per non parlare di Elenie che è prigioniera=) E per quanto riguarda l'animale in cui si trasformerà Draco....Hehe....Aspetta e vedrai!
Tanny: Sono felicissima che la storia ti piaccia! E' sempre bello ricevere delle recensioni così carine! Spero continuerai a seguirmi e a dirmi che ne pensi!
bubina91: Amor grazie della recensione! Mi fa piacere che tu continui a leggere pur sapendo già più o meno cosa succederà in futuro! Ti voglio bene...
whateverhappened: La retata degli Auror, come la chiami tu arriverà molto presto! Per quanto riguarda Draco è più forte di quanto pensi! Di trasformazioni in questo capitolo non ce ne sono state ma ti prometto che la prossima arriverà molto presto!
Lyla_sly: Allora, innanzitutto ti ringrazio per essere stata così onesta e diretta. Credo che le critiche costruttive mi possano essere molto utili per migliorare. Ho cominciato a scrivere su questo sito, oltre che per far leggere le mie storie agli altri, anche per ricevere commenti e opinioni. Quindi ogni punto di vista è bene accetto. Per quanto riguarda i miei nuovi personaggi, ti posso dire solo che nei prossimi capitoli (li ho già pronti fino al 31) saranno narrate più approfonditamente le loro singole storie, i loro problemi e le loro sfumature. Non so se quello che succederà ti potrà far cambiare idea su di loro, ma mi auguro vivamente che accada. Se così non fosse spero che continuerai a seguirmi, magari chiudendo un occhio su di loro. Ho visto che ad altre persone sono piaciuti molto, e che c'è anche già chi ha "eletto" il proprio preferito, ma i gusti sono gusti, e d'altronde preferisco sentire pareri differenti. Passando al rapporto di Harry ed Hermione ti spiego subito: ho voluto io che tra loro ci fosse questo legame profondo e fraterno, che a mio parere la Rowling non ha accentuato abbastanza. Anche qui poi naturalmente ognuno ha la propria opinione. Probabilmente io, avendo molti amici maschi a cui sono molto legata, ho voluto che anche Hermione avesse al suo fianco una figura (che non fosse la solita Ginny) che la supportasse e le fosse accanto in ogni situazione. E io non ci vedo nessuno meglio di Harry. Detto questo, grazie di nuovo, davvero, per aver speso il tuo tempo per me e quello che scrivo. Mi è molto utile per migliorare. Spero che vorrai continuare a darmi le tue opinioni.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***





L'oscurità scese implacabile su Villa Malfoy e sui suoi occupanti.
Le stelle si accesero nel buio, rischiarando appena quella notte senza luna, per fare da fioca luce ai cuori viandanti di coloro che non trovavano riposo.
Draco Malfoy era tra questi.
Solo, nella sua stanza, attendeva che i passi dei suoi genitori nella camera in fondo al corridoio si placassero, segnalando che erano andati finalmente a dormire.
Odiava quella casa e i ricordi che vi erano legati.
Ricordava le sue notti passate a rigirarsi nel letto, temendo che qualche sinistra creatura mandata da suo padre o da Voldemort venisse a prenderlo.
Sorrise amaramente al solo pensiero.
Si era dannato l'anima per essere come lo volevano, per compiacere Lucius, per farlo inorgoglire.
Ma ora non c'era più nulla.
Solo il vuoto...e la rabbia.
La rabbia di non aver avuto un'infanzia.
La rabbia di essere cresciuto troppo in fretta.
E per cosa poi?
Ritrovarsi a diciassette anni a fissare un muro rimpiangendo di essere nato.
E con una maledetta emicrania.
Doveva sbrigarsi o non avrebbe retto molto.
Quel giorno contrastare gli attacchi mentali del Signore Oscuro non era stato semplice, e il giorno successivo sarebbe stato ancora peggio.
Finalmente il sonno calò anche sulle palpebre di Draco, che si lasciò cullare dalle rassicuranti braccia di Morfeo.
La luce però arrivò fin troppo presto a pungergli gli occhi.
Il ragazzo si alzò cominciando a vestirsi.
Un colpo delicato alla porta e sua madre entrò.
Non lo faceva da quando era bambino.
O forse non l'aveva mai fatto.
-Che c'è?- chiese Malfoy con acredine.
-Ero venuta a chiamarti per la colazione - rispose la donna chinando il capo e spostandosi i lunghi capelli biondi dietro una spalla.
Era bella sua madre.
E misteriosa.
Nessuno poteva dire di conoscere del tutto Narcissa Black, nemmeno suo marito.
Di lei si sapeva solo ciò che mostrava.
Bellezza.
Alterigia.
Solitudine.
Le medesime cose che si sapevano di suo figlio.
Infatti, tutti quelli che dicevano, Harry Potter in primis, che Draco Malfoy era la copia sputata di suo padre, si sbagliavano.
E non avevano idea di quanto.
Draco era come Narcissa, anche se non lo sospettava minimamente.
Un muro a proteggere un antico dolore.
E una forza immensa, un coraggio smisurato, un amore non concesso.
Sentimenti che mai nessuno aveva fatto uscire.
E che loro forse dubitavano di possedere.
Ma quella donna, oltre che una Malfoy, era prima di tutto una Black.
E quel seme di follia, quella risata genuina, quel senso dell'onore del cugino Sirius e della sorella Andromeda ce l'aveva anche lei.
E ce l'aveva anche Bellatrix.
Solo che l'avevano dimenticato...



-Chiamatemi Draco Malfoy - ordinò Lord Voldemort con voce glaciale.
Al suo fianco Nott chinò la testa annuendo e spedì qualcuno a cercarlo.
Poco dopo il ragazzo, perfettamente vestito, entrò nell'enorme stanza.
La sua espressione tranquilla non lasciava intuire molto del suo stato d'animo, ma il suo pugno serrato la diceva lunga.
-Mi avete chiamato, Padrone? - domandò con voce pacata.
-Sì. Ricordi il compito che ti affidai quest'estate?- disse il mago con perverso divertimento.
Draco annuì.
Come avrebbe potuto scordarlo?
-Voglio che tu lo riprenda, e con più attenzione. Non tollero fallimenti.-
-D'accordo - fece il biondino sottovoce - ma ci vorrà del tempo-
-Non ho tempo. Devi darti una mossa. Per il momento prendi questa. Consideralo un regalo da parte mia per Albus Silente. Dubito che ci cascherà, ma almeno avrà un segnale del mio potere.-
E sotto gli occhi allibiti dei presenti Lord Voldemort fece levitare in aria un pesante monile d'oro.
-Me l'ha mandata Sinister stamattina. E' proprio un bel gioiello non trovi?- rise con cattiveria.
La collana fluttuò fino a Draco, che la guardò senza sentimenti di sorta negli occhi grigi.
-E' maledetta. Basta toccarla a mani nude per ricevere una morte istantanea. Il tuo compito e fare in modo che lui la riceva.-
-Va bene. Farò quello che mi chiedete - soffiò il Serpeverde, prima di infagottare l'oggetto nel suo maglione e di uscire di lì.
-Padrone...Pensate davvero che Silente morirà con una semplice collana?- chiese Codaliscia incuriosito.
-Ovviamente no, stupido idiota - fu la fredda risposta - Voglio testare le capacità di quel ragazzo e vedere se riuscirà a farla arrivare almeno al destinatario.-
Intanto Draco approfittando dell'occasione, invece di salire le scale per tornare al piano superiore, procedette fino ad arrivare al fondo del Sotterraneo.
Alle prigioni.
Un Mangiamorte vi stazionava all'ingresso, per tenere d'occhio quello che vi accadeva, ma Draco se ne sbarazzò con un semplice Pietrificus Totalus.
Lo nascose in un angolo e procedette per la sua strada.
Le gabbie erano in ferro resistente, anche se arrugginito in più punti, difficilissime da distruggere.
Sentendo Matt agitarsi dentro la sua tasca, lo fece uscire.
La piccola lucertola si diresse rapidamente in fondo al lungo e tetro corridoio, probabilmente alla ricerca dell'ingresso del passaggio.
Esso infatti, almeno secondo la mappa, doveva essere poco più avanti.
Ma cercarlo non era compito di Draco, che doveva limitarsi a vedere dove fosse la Benèfica.
Le prigioni erano quasi tutte vuote, tranne l'ultima.
Sul freddo pavimento di pietra era seduta una ragazza.
Non si vedeva quasi niente per il buio, ma Malfoy potè distinguere bene i contorni di una figuretta esile raggomitolata su sè stessa.
-Sei la Benèfica? - chiese sottovoce il ragazzo.
-Cosa vuoi da me? Non vi darò la mia magia, ve l'ho già detto- rispose Elenie lapidaria.
-Non me ne frega niente della tua magia, di cui peraltro non so quasi nulla. Sono qui per liberarti. Se vuoi darmi una mano sto qui, altrimenti non perdo il mio tempo.-
Qualche rumore di movimenti striscianti, e Draco vide la ragazza arrivare alle sbarre e rivelarsi.
Era davvero ridotta male.
Magra, ferita e debole.
Ma nonostante questo, non sembrava per nulla sottomessa.
Nei suoi occhi blu notte c'erano una dignità e un orgoglio pazzeschi.
-Chi sei?- chiese con flebile voce la Benèfica.
-Il mio nome non ha importanza.- fece Malfoy scuotendo il capo- Mi manda Albus Silente-
A quel nome il viso della ragazza ebbe un guizzo.
Le sue mani premettero più forte contro le sbarre della cella.
-C'è pieno di guardie - sussurrò poi Elenie - non ce la faremo mai ad uscire senza essere beccati-
-Tu non ti preoccupare- sibilò il biondo - Non so quando tornerò ma stai pronta ok? Non ho nessuna voglia di farmi ammazzare perchè tu fai qualche casino-
Sotto gli occhi stupefatti della ragazza, una piccola lucertola arrivò rapidamente da Draco e gli si arrampicò sulla gamba, per poi infilarglisi in tasca.
Buffo, pensò Elenie, giurerei che l'animale abbia fatto l'occhiolino.
Appena Matt ritornò, Malfoy, dopo un ultimo sguardo d'intesa alla Benèfica, si affrettò a risalire le scale e tornare al piano superiore.
Stava tornando con calma, quando si ricordò del Mangiamorte.
Sarebbe stato troppo sospetto lasciarlo lì.
Annullò l'incantesimo precedente e, prima che l'uomo potesse aprire bocca, Draco gli scagliò un Oblivion.
Gli occhi del Mangiamorte diventarono vacui, e senza fiatare l'uomo riprese la sua postazione.



-Professor Silente, novità dai ragazzi?-
L'anziano Preside di Hogwarts annuì all'indirizzo della Professoressa Minerva McGranitt, ripiegando un biglietto che un grosso gufo gli aveva appena recapitato.
-Hanno già trovato il punto in cui sbuca il tunnel e si sono accampati nei paraggi. Ora bisogna solo aspettare.-
-Sono preoccupata, Albus. Se la missione dovesse fallire...Se dovesse accadere qualcosa al Signor Malfoy..-
La donna si portò le mani al petto.
Forse il loro era stato tutto un errore.
Forse quella che combattevano era una battaglia persa fin dall'inizio.
-Non dire così, Minerva. Bisogna sempre sperare in bene. Io sono convinto che tutto andrà per il meglio. Draco ha più coraggio di quanto sembri.-
Un forte tramestio oltre la porta del suo studio fece voltare i due all'improvviso.
Alcuni colpi alla porta e Hermione Granger, Ron Weasley ed Harry Potter entrarono di corsa.
Con delle facce che erano tutto un programma.
-A cosa devo la visita? - chiese amabilmente Silente.
I ragazzi, rossi in viso, borbottarono scuse per l'intrusione.
Potter poi si fece avanti, e solo allora la Professoressa notò che avvolto sulla spalla portava un grosso serpente scuro.
La strega fece un balzo sulla poltroncina, spalancando gli occhi in una smorfia d'orrore.
-Potter, Santo Cielo, dove hai trovato quella cosa?-
-Ecco..beh..- iniziò il ragazzo grattandosi i capelli con aria imbarazzata - questo serpente è....è...-
-E' Blaise Zabini, Preside - finì per lui Hermione, con espressione rassegnata.
-Il Signor Zabini? - rantolò la McGrannit annichilita dallo stupore.
-Eh già - intervenne Ron - si è trasformato mezz'ora fa per la prima volta, e non è ancora tornato normale. Speravamo che anche lei avesse quella pozione che ha Alice...-
Il vecchio mago si alzò, diretto ai suoi armadi, sorridendo bonario.
-Oh sì, ce l'ho di sicuro da qualche parte.- disse - devo solo trovarla.-
-Un serpente...Che animale insolito - mormorò intanto la Professoressa di Trasfigurazione, più a sè stessa che agli altri-
-Sì, e pensi che non è nemmeno velenoso! - aggiunse Hermione, che l'aveva udita.
Silente si bloccò mentre apriva l'armadio, con le braccia a mezz'aria.
-Vuoi dire che non ha veleno, Signorina Granger?- chiese stupito.
-Esatto- annuì la ragazza - Mi ha stupito molto, perchè so che quasi tutti i serpenti di quelle dimensioni sono letali, o quasi. Perciò mi chiedo perchè Blaise non lo sia...-
Il Preside assunse un'espressione pensierosa.
-Naturalmente Alice è molto più ferrata di me su questi argomenti, quindi sarebbe più opportuno chiedere a lei, ma ho ragione di pensare che il suo essere così innocuo alluda al suo carattere. Mi spiego - si affrettò a continuare notanto le espressioni stralunate di Harry e Ron - lui, pur essendo un Serpeverde, possiede un animo nobile e valoroso, degno di un Grifondoro.-
-Sono d'accordo con il Professor Silente -annunciò la McGranitt - La trasformazione del Signor Zabini è l'esatta riprova della sua teoria.-
Un Grifone imprigionato in un corpo da Serpente.



-
Ragazzi ma ci pensate che rottura dovrebbe essere passare il Natale qui?- rognò Chris.
-Già- rimarcò la Parker - almeno se nevicasse potremmo fare una bella partita a palle di neve!-
Anderson per tutta risposta grugnì rumorosamente, avvolto in quattro cappotti.
Odiava il freddo e l'umido.
E detestava cordialmente la neve.
Al settimo anno aveva quasi mandato al San Mungo Matt perchè aveva osato lanciargli una palla di neve.
-Dai Seb! Non essere così scontroso...Pensa che tra meno di due giorni avremo una bella battaglia e qualche Mangiamorte da prendere a calci- tubò Mason ridacchiando gioioso.
Alice alzò gli occhi al cielo.
Si era dimenticata che i suoi amici non si facevano tramortire da nulla.
Non erano certo i tipi che prima di uno scontro mettevano per iscritto le loro ultime volontà... anzi, era loro abitudine farsi un bicchierino in compagnia.
Quando ormai stavano per mettersi a letto, un piccolo rettile mezzo congelato si fiondò nella tenda, e immediatamente prese le sembianze di Matt.
Appena vide il fratello che batteva i denti, la Parker gli gettò malamente una coperta sulle spalle, guardandolo incuriosita.
-Che ci fai tu qui? Non dovresti essere con Draco?- chiese preoccupata.
-Dorme - tagliò corto Matthew - ho approfittato per verificare le condizioni del passaggio e aggiornarvi. Nessun problema. Dovremmo riuscire a passare senza troppe difficoltà-
-Mi sa che come lucertola la tua prospettiva è un po' diversa da quella umana - borbottò Sebastian da sotto i cappotti - Quando l'abbiamo visto noi pareva davvero angusto-
-Ah si beh...da uomo in effetti sono un po' più grosso...non ci avevo pensato - rise Parker, facendo alzare gli occhi al cielo agli altri tre.
-Draco come sta? - chiese infine Chris, spezzando il silenzio.
-Se la cava. Non dev'essere facile per lui stare in quella casa, sapendo quello che vogliono da lui- rispose Matt, facendosi serio.
-E' meglio che torni da lui ora - disse Anderson, accendendosi una sigaretta - Non mi piace sapere che è là senza controllo.-
Parker annuì, e dopo aver augurato Buon Natale agli amici, si ritrasformò e sgattaiolò via.



-Ehi ragazzi, Buon Natale-
Harry e Ron si svegliarono di scatto, sentendo la voce di Hermione nella loro stanza.
La ragazza lanciò loro due pacchetti, che andarono ad unirsi alle pile ammucchiate ai piedi dei loro letti
, quindi si sporse a baciarli entrambi per ringraziarli dei regali che le avevano fatto.
-Wow, Herm ma è fantastico - dissero i due ragazzi in sincrono, togliendo la carta dai pacchi.
Potter aveva ricevuto un manuale sulla Difesa contro le Arti Oscure, mentre Ron uno sugli Animagi.
Poi iniziarono a scartare gli altri regali, mentre la Granger si sedette sul letto di Weasley.
-Dovremmo andare a fare gli auguri a Blaise. Mi dispiace che sia tutto solo a Serpeverde-
-Sì anche a me - annuì Potter - ma lo vedremo sicuramente in Sala Grande per il pranzo-
-Certo, però mancano tre ore! Vado a vedere se è in giro. Ci vediamo dopo- gridò la ragazza, uscendo di corsa.
Hermione arrivò in Sala d'Ingresso quando si spaccò la testa andando a sbattere contro proprio a colui che cercava.
-Ehi quanta fretta - rise Zabini - stavo venendo a fare un giro alla Torre. Mi annoiavo giù da solo-
Infatti il povero Blaise era l'unico Serpeverde rimasto a scuola.
Tutti gli altri genitori si erano presi a casa per le vacanze i loro preziosi figli, mentre lui aveva insistito per rimanere, sia per avere notizie di Draco e sia perchè non aveva nessuna intenzione di tornare dai suoi.
-Andiamo a fare un giro mentre aspettiamo Harry e Ron? - propose la Grifondoro - Sono ancora in pigiama-
I due studenti così si diressero ben infagottati verso il parco.
-Non ne vuole proprio sapere di nevicare eh?- fece Zabini notando la distesa arida di terra ghiacciata.
-Pare di no. Peccato, mi piace la neve. Sembra quasi che al suo passaggio ripulisca tutto ciò che trova...- disse Hermione con occhi sognanti.
-Che scemo che sono - la interruppe Blaise battendosi una mano sulla fronte - mi stavo quasi dimenticando di darti una cosa!-
La Granger lo guardò incuriosita mentre si metteva in tasca una mano e ne estraeva un piccolo pacchetto, per porgerglielo.
-Me l'ha dato Draco prima di partire.-
La ragazza emozionata sciolse con mani tremanti il fiocco che teneva insieme la carta, quindi schiuse il coperchio.
Con una mano estrasse una leggerissima catenina, che scintillava alla luce.
La accostò al viso e notò che ne pendeva una piccola D, finemente decorata.
Talmente piccola ed arzigogolata che si faticava a capire cosa fosse.
Ma lei non ne aveva alcun dubbio.
Si allacciò la collanina, infilandola poi sotto la maglia.
-Grazie di avermela consegnata - fece poi rivolta a Blaise.
Il Serpeverde alzò le spalle sorridendo, poi insieme rientrarono a scuola.
Una dei due con un sorriso in più.




Ho aggiornato il prima possibile. Spero che il capitolo vi piaccia.  La prossima volta se riesco inserirò un piccolo lavoretto di grafica che ho fatto (anzi diciamo pure che un mio amico ha fatto, in quanto io non sono molto abileXD)
Comunque, ho notato di aver superato le 100 recensioni! Non so come ringraziarvi...davvero!!!
Passando ai ringraziamenti individuali=):
Smemo92: Sono contenta che la frase sui pianeti ti sia piaciuta...Purtroppo Harry e gli altri, benchè desiderosi di partecipare all'azione, non è che potranno fare poi molto...Ma vedrai che prima o poi anche loro avranno la loro bella battaglia!
Tanny: Come vedi, Draco non ha scordato Hermione, nemmeno per un istante=) Sono contenta che i capitoli continuino a piacerti! Dimmi che ne pensi di questo!
roby94: Ti ringrazio di aver recensito la mia storia, non sai che piacere mi ha fatto leggere i tuoi complimenti! Spero continuerai a dirmi quello che pensi dei capitoli! In quanto agli aggiornamenti, cercherò di soddisfare la tua richiesta, anche se non ci riuscirò sempre, perchè in genere pubblico ogni volta che scrivo un capitolo da aggiungere a quelli in attesa...Non voglio rischiare di rimanere senza aggiornamenti, rischiando di farvi aspettare troppo. Ah, il mio contatto è gaia.gm@hotmail. it   Scrivimi quando vuoi, mi fa piacere!
Lyla_sly: Non ti preoccupare, non ho nessuna intenzione di mandarti al diavolo=) Le tue opinioni mi interessano e le tengo in conto, anche quando sono negative. Spero che il capitolo ti piaccia!
bubina91: Amor grazie per la bella recensione! Sei un tesoro...Spero che questo capitolo ti piaccia...Dimmi che ne pensi!
Keyra Malfoy: Che bello rivedere una tua recensione! Non ti preocc, non è un problema se non hai tempo...Temevo ti fossi dimenticata di me =(...
Comunque Elenie non è sorella di Blaise...Scoprirai tutto molto presto..In quanto alla cattiveria di Draco...Beh molto presto farà una cosa per cui avrai voglia di cruciarlo, temo...Non farmi dire di più! A presto, un bacio!
Hollina: Eh sì Draco sta proprio dimostrando che non è per niente vigliacco, anzi...Grazie della recensione Un bacio
pei_chan: Sara!!! Non sai quanto sono contenta che tu abbia trovato un po' di tempo per la mia storia...Il compito di Draco non è per niente facile, ma purtroppo i risvolti negativi si vedranno quando tornerà a Hogwarts...A presto!.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***





Quella stessa mattina di Natale, Draco Lucius Malfoy aprì gli occhi con un senso di nausea alla bocca dello stomaco.
Chissà se Blaise si era ricordato di dare la collana alla sua mezzosangue.
Ci aveva messo secoli per trovarla.
Non era un tipo da regali, lui.
Ma qualcosa gli aveva fatto sentire di volerle stare comunque vicino in quel giorno particolare, seppure indirettamente.
Quando, ad Hogsmeade, aveva visto quella catenina, non aveva esitato un attimo a comprarla.
Le era venuta subito in mente lei.
Aveva avuto qualche esitazione sul ciondolo a forma di D, lo trovava inutile e sdolcinato ma poi la parte più egoistica e possessiva del suo carattere gli disse che così, anche tra vent'anni, Hermione non avrebbe mai scordato chi le aveva regalato quell'oggetto.
E l'amore malato e maledetto di cui era conseguenza.
Malfoy si vestì rapidamente, scendendo poi al piano di sotto.
Non ci furono auguri per lui.
Non ci furono regali, o abbracci.
Non c'erano mai stati.
E a dir la verità non gli faceva nemmeno troppo male.
Era cresciuto così.
Del resto non ce lo vedeva suo padre con un cappello buffo in testa a cantare le carole, nè sua madre a cucinare il tacchino e l'arrosto.
Lucius non era nemmeno in casa in quel momento, mentre Narcissa si trovava in salotto a fissare il vuoto, avvolta in un sontuoso abito verde scuro.
-Devi dirmi qualcosa figlio mio? - chiese con voce piatta.
Draco trasalì.
La donna gli dava le spalle, e non aveva dato segno di essersi accorta della sua presenza.
-No madre, perchè? - sospirò Malfoy svaccandosi su una poltrona, una mano a tenersi la testa che gli doleva in una maniera impressionante.
-Mi sembri strano in questi giorni. C'è qualcosa che non va?- domandò ancora Narcissa.
Il ragazzo la guardò incuriosito.
Da quando lei si interessava ai suoi stati d'animo?
Di norma l'unico contatto che avevano era durante i pasti.
-E' tutto a posto - concluse infine, e la risposta parve rassicurare la madre, che lo lasciò solo.
A pranzo non si rivolsero quasi la parola, come al solito.
Era ora di finirla, pensò Draco.
Non voleva rimanere lì un istante di più.
Appena suo padre si defilò al Ministero a fare non si sa cosa, il ragazzo andò ai sotterranei.
Tutto era silenzioso.
Probabilmente erano tutti riuniti nel grande salone in cui lui aveva parlato al Signore Oscuro, oppure erano andati da qualche parte.
Schiantò il Mangiamorte all'ingresso delle prigioni senza troppi complimenti. Ormai non doveva più stare attento alla sua copertura.
Doveva mettere in atto il piano.
Liberò Matt che lo condusse rapidamente all'ingresso del passaggio.
Era nascosto davvero bene.
Draco con un incantesimo dovette allargare il passaggio d'entrata, e quando fu largo abbastanza da far passare una persona gridò:
-Expecto Patronum!- Una grossa aquila argentea uscì dalla punta della sua bacchetta, infilandosi nel tunnel.
Quindi il ragazzo si diresse alla prigione di Elenie.
-Stai indietro -le urlò.
La ragazza si raggomitolò in fondo alla cella, tenendosi il capo tra le mani.
-Bombarda - gridò Draco agitando la bacchetta.
Le forti sbarre cedettero sotto il peso dell'incantesimo, e con un rumore allucinante vennero divelte.
Naturalmente il rumore non poteva passare inosservato, e un folto gruppetto di Mangiamorte guidati da Bellatrix Lestrange arrivarono in men che non si dica.
-Ma guarda il mio nipotino traditore - rise befferda Bellatrix.
-Stupeficium- gridò la donna all'improvviso.
Malfoy reagì con un Protego, mentre Parker alla sua destra riprese le sue sembianze e si mise a scagliare incantesimi sui nemici.
-Prendi la ragazza e scappa!- gli urlò Matt evitando un incantesimo di Avery.
Il biondo non gli rispose nemmeno, rimanendo al suo fianco.
Si stava mettendo male. Erano almeno quindici contro due.
Elenie era troppo debole per combattere, non riusciva nemmeno a tenersi in piedi.
-Impedimenta- continuò ad urlare il Serpeverde, e l'Auror alle sue spalle fece lo stesso.
Erano senza fiato...e i Mangiamorte continuavano ad aumentare.
D'improvviso si udì un boato...e Sebastian Anderson fece il suo ingresso nel Sotterraneo.
Dietro di lui Chris e Alice, spade e bacchette alla mano.
Sembrò quasi che per qualche istante il tempo scorresse a rallentatore.
Vedendo arrivae
re i tre Auror, i nemici si frmarono un istante a fissarli, quasi a stabilire un piano d'azione...e subito dopo la battaglia riprese con più furia di prima.
Alice Schiantò diversi Mangiamorte in un colpo solo, mentre Seb stava lottando contro tre uomini in una volta.
Matt corse a cercare Elenie, per timore che nella confusione qualcuno riuscisse a farla sparire. Quando la trovò la prese tra le braccia e la mise al sicuro nel tunnel, poi tornò a dare una mano agli amici.
Chris intanto aveva lanciato una spada a Draco, sapendo che il ragazzo se la cavava quasi meglio con quella che con una bacchetta. I due stavano, fianco a fianco, tenendo a bada numerosi Mangiamorte.
Mason continuava a cercare di ostacolare tutti quelli che miravano ad Alice, perciò stava facendo un doppio lavoro.
Non che la Parker avesse bisogno di aiuto, anzi, se la stava cavando benissimo.
-Ragazzi, dobbiamo andarcene da qui prima che ne arrivino altri- gridò Anderson per farsi sentire oltre il rumore della battaglia.-
-D'accordo! - urlò di rimando Christopher estraendo la spada dallo stomaco di un Mangiamorte che lo stava per decapitare.
Ormai quasi tutti i nemici, a parte la Lestrange e Nott che erano corsi a chiamare rinforzi, erano riversi a terra, in laghi di sangue.
Gli Auror entrarono a ritroso nel tunnel, agguantando Draco ed Elenie.
Appena furono tutti dentro al buco, chinandosi iniziarono la fuga.
Dovevano però andare piano, perchè il terreno era cedevole e pieno di asperità, e se uno non avesse fatto attenzione avrebbe rischiato di finire lungo disteso.
-Oh cazzo, credo che siano entrati nel tunnel- gridò ad un certo punto Sebastian, che chiudeva la fila, guardandosi le spalle.
Matthew davanti sempre con Elenie in braccio che lo guardava ansiosa accelerò il passo.
-Se scagliamo incantesimi qui dentro crollerà tutto - mormorò Alice con voce angosciata.
-Muoviamoci allora - ringhiò Chris alle sue spalle, seguito da Draco.
Purtroppo però i Mangiamorte si avvicinarono ancora di più, e avevano cominciato a gridare maledizioni, che urtavano contro la volta terrosa del passaggio, la quale cominciava a cedere in più punti.
Sassi di medie dimensioni e diversi detriti crollarono sulle teste dei ragazzi, che cercavano di creare Scudi o di proteggersi con le braccia.
A un certo punto si udì un grido, e Draco di voltò di scatto.
-Sebastian! - urlò terrorizzato.
Il moro Auror era riverso a terra.
Un grosso pezzo di roccia, cadendo, l'aveva preso in pieno.
La testa gli sanguinava copiosamente ed era privo di sensi.
Christopher, sentendo il richiamo di Malfoy, tornò indietro, e con espressione tesa si prese l'amico svenuto su una spalla, riprendendo poi a fatica a camminare.
Finalmente una tenue luce apparve, segnalando l'imminente uscita del tunnel.
Alice e Matthew uscirono rapidamente e aiutarono Chris e Draco a tirare fuori Sebastian.
Elenie giaceva sull'erba, poco distante, assaporando quella libertà, quell'aria aperta, che la lunga prigionia le aveva fatto dimenticare.
Appena furono tutti sani e salvi all'accampamento, con un gesto elegante Alice rimise la pietra sul passaggio segreto e lo sigillò con un Colloportus, facendo in modo che non si riaprisse per i Mangiamorte.
Poi si voltò. Tutti gli altri erano radunati attorno a Sebastian.
-Ferula - momorò Matt, per fasciare la ferita dell'Auror.
-Ha perso molto sangue- dichiarò poi- dobbiamo tornare subito a Hogwarts per farlo curare come si deve.-
Christopher annuì, caricandoselo di nuovo in spalla.
Parker prese in braccio la Benèfica e Alice tenne per mano Draco, per Smaterializzarsi a scuola.
Pregando che non fosse ormai troppo tardi..



Intanto a Scuola, Harry, Ron, Hermione e Blaise, dopo aver consumato il pranzo di Natale in Sala Grande erano usciti in parco infagottati nelle loro sciarpe e nei loro maglioni di lana.
-Possibile che non abbiano ancora dato notizie? - chiese Hermione con voce incrinata -sono partiti da tre giorni ormai-
-Già - aggiunse Ron con aria pensierosa - E in più Sebastian aveva detto che Malfoy non avrebbe resistito più di due giorni -
Blaise si alzò di scatto, sotto gli occhi stupefatti degli altri tre.
Possibile che...
Si alzò sulle punte per vedere meglio.
Alcune figure stavano salendo al castello, lentamente.
-Sono tornati - gridò felice.
I quattro ragazzi corsero incontro ai loro amici, ma appena furono a poca distanza si accorsero subito che qualcosa non andava.
Avevano tutti espressioni funeree e Anderson era svenuto.
Draco stava aiutando Chris a portarlo, ma non potè fare a meno di incrociare lo sguardo di Hermione.
La ragazza aveva gli occhi lucidi e spaventati.
Guardò Malfoy, come per sincerarsi che stesse bene, e quando constatò che camminava normalmente emise un sospiro di sollievo.
Harry intanto non aveva occhi che per la Benèfica.
Era molto sottile, e sembrava alquanto stanca e debole.
Il piccolo corteo si diresse all'Infermeria, dove già li aspettava Silente.
Il Preside accolse tutti con un gran sorriso, prima di essere letteralmente investito da Madama Chips che voleva verificare le condizioni di Seb e di Elenie.
I due furono trascinati sui letti e l'Infermiera di Hogwarts si mise ad armeggiare attorno a loro, cacciando via nel frattempo tutti gli altri.
Harry espresse con un gran casino tutto il suo disappunto.
Aveva sognato tanto quella ragazza e ora non poteva nemmeno parlarle!
Hermione però lo prese per mano, esercitando una lieve pressione, come per ammonirlo a non esagerare.
Erano stati giorni pesanti per tutti, e meritavano un po' di riposo.
-Dov'è Draco? - chiese a un certo punto Blaise, guardandosi intorno e notando che il biondino non c'era.
-Sarà andato a prendere una boccata d'aria - sorrise Alice strizzando un occhio alla Granger - Andate anche voi, noi staremo qui ad aspettare notizie di Sebastian.-
Hermione non se lo fece dire due volte.
Senza aspettare gli amici si diresse fuori.
Si guardò intorno e alla fine scorse Malfoy seduto sotto un albero poco distante, intento a fumare una sigaretta.
Stringendosi nel mantello, la ragazza lo raggiunse.
Draco faticò ad alzare gli occhi su di lei, e quando lo fece, la Grifondoro potè notare tutta la tristezza e la rabbia che erano racchiuse in quello sguardo di ghiaccio.
Facendo leva su una mano il Serpeverde si alzò, e subito la Granger gli volò tra le braccia, aggrappandosi al suo maglione.
Con aria assente il ragazzo le accarezzò i capelli.
Era una bestemmia.
Lui e lei insieme erano sbagliati.
E presto se ne sarebbero resi conto tutti.
Aveva visto lo sguardo folle di sua zia, e quello deluso e arrabbiato di suo padre quando era scappato per il cunicolo con gli Auror.
Gliel'avrebbero fatta pagare in qualche modo, e lo sapeva.
Ma Hermione non doveva, non poteva, finirci di mezzo.
Doveva salvarla da lui, e dal suo sangue maledetto.
Perchè se il giorno della resa dei conti lei per caso sarebbe stata troppo vicina...no..non riusciva a pensarci.
Meccanicamente le alzò il mento con due dita, traendola a sè con fermezza, scrutando quei suoi occhi d'oro liquido.
La ragazza potè vedere lo sguardo di lui velarsi di desiderio, e lo baciò.
Un bacio lento, rassicurante, ultraterreno, che sapeva di un dolce ritrovarsi e della gioia di essere entrambi sotto un cielo aperto, liberi e soprattutto vivi.
Ma ad un movimento dei muscoli guizzanti di Draco, nella postura delle sue spalle rigide, Hermione intuì che qualcosa non andava, però non disse niente.
Egoisticamente preferì starsene zitta e godersi quel momento, che rovinarlo con pensieri e congetture.
Da parte sua Malfoy invece aveva la mente annebbiata, come ogni volta che lei gli era vicina.
Come poteva rinunciarvi?
Accantonò il pensiero, e la strinse con più forza.
Quando si staccarono, la Granger lo vide sorridere.
Non un sorriso forzato, o sarcastico, o malizioso come era solito fare.
Un sorriso come per dire...Mi sono rassegnato.
Mi sono arreso.
A te.
E ora che l'ho capito devo escluderti dalla mia vita
Al'improvviso qualcosa sfiorò la guancia del ragazzo, che alzò lo sguardo al cielo.
Hermione lo imitò, e insieme poterono constatare che un'amica era tornata a far visita al castello.
La neve...
Anche il cielo piangeva per loro...



-Brutto schifoso serpente! Ma come osa? COME?-
Le urla di Ginevra Molly Weasley riempivano l'intera Torre di Grifondoro, spaventando chiunque vi mettesse piede.
Nel dormitorio delle ragazze, la ex di Harry Potter strepitava e inveiva contro un Serpeverde a caso.
Piazzata esattamente al centro della stanza, le mani posate ai fianchi e un cipiglio identico a quello di sua madre, scuoteva la testa fissando Hermione Granger.
La riccia stava sdraiata sul suo letto, senza fiatare e senza muoversi, limitandosi solo ad asciugarsi delicatamente le silenziose lacrime che le scendevano inesorabili lungo le guance.
-Ginny, ti prego, lascia stare - mormorò infine con voce flebile.
La Weasley allora, non riuscendo più a vederla in quello stato, si sedette accanto a lei, accarezzandole i capelli.
-Non capisco come abbia potuto comportarsi così...Ma che ti ha detto di preciso?- domandò per la sesta volta con tono paziente.
Hermione tirò su col naso, prendendo un fazzoletto.
-Ha detto che sono stata un piacevole diversivo...E che è stato bello finchè è durato ma che ora è finita- sussurrò con voce incrinata.
-E tu gli credi?- fece Ginny stringendola forte -Anche dopo la collana e tutto il resto?-
La Granger fissò con occhi vuoti la catenina d'argento che ora giaceva sul pavimento.
-Non vedo perchè avrebbe dovuto mentire -disse infine con voce talmente rassegnata che l'amica quasi non la riconobbe - D'altronde lo sapevo che sarebbe finita così. Dovevo aspettarmelo-
La risposta della Weasley fu interrotta dall'arrivo di Harry e Ron, che levitavano piacevolmente a mezzo metro dal suolo, nel tentativo di superare l'ostacolo delle scale.
-Herm che succede?- chiese il rossino premuroso, accostandosi alla ragazza.
Per tutta risposta lei gli si aggrappò alle spalle, iniziando a singhiozzare convulsamente contro il suo torace.
Non era da lei fare quelle scene pubblicamente.
Di norma inghiottiva lacrime e rospi e tirava dritta per la sua strada per andare a leccarsi le ferite in pace senza farsi vedere.
Ron alzò lo sguardo preoccupato su Harry, che tremava dall'ira.
-Dimmi solo una cosa - esordì il Bambino Sopravvissuto rivolto all'amica, con un lampo di consapevolezza nei profondi occhi verdi - è Malfoy?-
Per tutta risposta Hermione si strinse ancora di più a Weasley, aumentando il pianto.
-Bene - soffiò Potter.
Senza dire una parola filò fuori dalla stanza, e scansando tutti si catapultò fuori dal dormitorio di Grifondoro, arrivando in un lampo ai Sotterranei.
Si attaccò all'ingresso del dormitorio di Serpeverde, bussando con tutta la forza che aveva in corpo e chiamando Draco a gran voce.
Dopo qualche minuto il biondo in questione ne uscì, con una strana espressione nello sguardo e con a fianco l'inseparabile Zabini.
-Che cazzo le hai fatto eh?- ringhiò Harry, arrabbiatissimo.
Malfoy per tutta risposta alzò le spalle, con malcelata indifferenza.
-Mi sono stufato di giocare...tutto qui...-borbottò.
Il pugno non lo vide arrivare, ma ne avvertì tutta la potenza quando incontrò il suo zigomo.
Appena rialzò gli occhi su Potter, tastandosi la guancia, lo vide ansante, le braccia tese pronte a parare un evenutale contrattacco.
Che, inaspettatamente non arrivò.
Draco si limitò a freddarlo con un'occhiata gelida, prima di voltarsi e tornare dentro.
Blasie lo guardò andare via, poi si avvicinò al Grifondoro.
-Lei come sta? - chiese ansioso.
-Come vuoi che stia - rispose con rabbia Harry - quell'imbecille l'ha usata e l'ha mollata-
-Cerca di guardare oltre il tuo naso, ti prego - lo interruppe Zabini - Io ho giurato di non aprire bocca su questa faccenda, ma dì ad Hermione di lottare e di non fermarsi alle apparenze.-
Il Serpeverde gli diede una pacca sulla spalla, con aria di supplica e di costernazione, prima di seguire Malfoy, lasciando Potter sempre più confuso.


I giorni che si susseguirono furono lenti ed infausti.
Sebastian stava migliorando rapidamente ed era pronto a lasciare l'Infermeria, mentre Elenie era ancora molto debole, cosicchè Madama Chips non permetteva ancora agli Auror di farle domande.
Hermione si rifiutava di scendere a mangiare in Sala Grande, per non incontrare Malfoy, così approfittava degli ultimi giorni di vacanza per starsene rinchiusa in camera.
Potter dal canto suo cercava in tutti i modi di incontrare il biondo, per insultarlo o picchiarlo, cosa che non riusciva mai a fare dato che Draco non reagiva alle sue provocazioni.
-Ehi Harry!-
Il moretto alzò il viso, scorgendo Christopher Mason corrergli incontro e fermarsi a pochi metri da lui.
-Ciao Chris - lo salutò - che succede?-
-La Chips ci ha detto che possiamo parlare con la Benèfica. Volevo sapere se per caso tu, Ron ed Hermione volevate assistere. Abbiamo già avvisato anche Draco e Blaise.-
Potter annuì entusiasta, e seguì l'Auror nell'Infermeria, dove c'erano già Alice, Matt, Sebastian e i due Serpeverde.
Tutti in religioso silenzio, fissavano la ragazza che era distesa sotto candide coperte di lino.
Cigolando, la porta si aprì, e ne entrarono Ron ed Hermione.
Harry, quando vide l'amica, non potè impedirsi di provare un moto di orgoglio nei suo confronti.
Camminava a testa alta, con le spalle dritte, fiera come era sempre stata.
I suoi occhi, che non recavano più tracce di pianto, non sfiorarono nemmeno Draco Malfoy, ma sorrisero delicatamente a Blaise e a tutti gli altri.
-Bene, ora che ci siamo tutti possiamo cominciare- esordì Alice allegramente.
-Come ti chiami?- domandò alla Benèfica.
Prima di rispondere, Elenie trasse un lungo sospiro.
I suoi occhi blu le caddero sul ragazzo dai bellissimi occhi verdi che le sedeva di fronte, che l'aveva sognata, e su quello dagli occhi grigi, che le aveva salvato la vita.
Almeno a quanto le aveva detto l'Auror alto e serio con cui aveva parlato nei giorni precedenti.
-Elenie Grace Zabini- mormorò.
Il silenzio che seguì a quelle tre parole, regnò sovrano per almeno cinque minuti.









Ciao a tutti! Ecco qui sopra il lavoretto che vi avevo promesso! Spero che vi piaccia...
Sono di corsa quindi passo subito ai ringraziamenti:
Smemo92: Le trasformazioni di Harry e Draco arriveranno tra qualche capitolo...Grazie per la recensione=)
Tanny: Certo, Draco Hermione ce l'ha sempre in testa...anche se lei ora non ci crederà molto! Dimmi che ne pensi di questo capitolo!
whateverhappened: Non cruciarmi ti prego! Come ti ho promesso non ho fatto morire Sebastian...E' solo un po' malconcio=) Come vedi però almeno hanno fatto un po' di
piazza pulita tra le file di Voldemort!
roby94: Sono strafelice che la mia storia ti piaccia!! Spero continuerai a seguirla=)
Non ti preoccupare per le recensioni se non vanno di pari passo con i capitoli, mi fanno molto piacere lo stesso!
Hollina: Eh sì..Non sai cosa darei io per un regalo da uno come lui *_* Grazie per la recensione!
_Vergessenes Kind_: Ti ringrazio moltissimo per la recensione, è bellissimo vedere nuove lettrici! Sei stata davvero carina a farmi tutti quei complimenti. Come forse avrai visto dalla recensione che ti ho lasciato, ho letto la tua storia, e mi è piaciuta molto! E'davvero originale. Spero che continuerai a seguirmi!
Keyra Malfoy: Ciao Fulvia! Adoro le tue recensioni, mi fanno sempre morire dalle risate! Ma che ci facevi ancora sveglia alle cinque del mattino?!?!?!?! Beh comunque sono contentissima che la mia storia ti piaccia...Ora aspetto che anche tu raggiunga le 100 recensioni eh? Per quanto riguarda il mio contatto, ovvio che puoi prenderlo! Mi farebbe piacere conoscerti e parlare con te! Ti aspetto su msn!
pei_chan: Grazie di aver trovato un po' di tempo per me e la mia storia=) Mi fa piacere vedere che dopo tutti questi capitoli tu sei ancora qua a recensirli...Grazie grazie grazie! Un bacio

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***




-Elenie Grace Zabini-
Il silenzio sconcertato che seguì le parole della ragazza fu rotto da un colpo di tosse di Blaise.
-Qualcuno può spiegarmi che sta succedendo per favore?- chiese impallidendo.
Fissò gli Auror, che allargarono le braccia, come a dire che non ne sapevano niente.
Elenie nascose un sorriso.
-Sono tua cugina, Blaise.- disse con voce paziente, come se dovesse spiegare una cosa ovvia a un bambino ritardato.
Il Serpeverde spostò lo sguardo sulla Benèfica, bocchieggiando come un pesce.
-Io non ho cugini. I miei sono entrambi figli unici- borbottò incredulo.
La ragazza scosse il capo.
-Tuo padre aveva una sorella maggiore. Mia madre- spiegò con una punta di sofferenza nella voce.
-Non è vero! Altrimenti perchè io non ne sapevo niente?- domandò tremante di rabbia.
-Non erano in buoni rapporti.- tagliò corto Elenie- Mia madre rimase incinta molto giovane, in un rapporto occasionale, infatti io non ho mai conosciuto mio padre. Per questo ho mantenuto il cognome di mia madre, e quindi il tuo.-
-Così tua madre era una Benèfica? - domandò Alice incuriosita.
Elenie annuì.
-E dov'è ora? Sarà il caso di proteggerla, visto quanto è stato fatto a te per estorcerti i tuoi poteri- intervenne Matthew.
-Non ce nè bisogno- rispose la ragazza - E' morta. L'hanno uccisa i Mangiamorte quando sono venuti a cercarci.-
Mentre tutti i presenti trattenevano il fiato, Elenie per un momento rivide nella sua mente gli occhi ridenti di sua madre, la sua gioia di vivere, la sua risata contagiosa, e sentì una morsa nel petto.
-Qui con noi ora sei al sicuro - disse Seb, burbero - Ma Voldemort ti darà la caccia per sfruttare i tuoi poteri. Vuoi schierarti al nostro fianco e aiutarci?-
Lentamente, la moretta annuì, risoluta.
La brama di vendetta la spaccava ancora in due.
-Grandioso - fece Chris con un sorriso -Silente ha detto che puoi studiare qui a scuola d'ora in poi-
-Forza! Tutti fuori! Lasciatela riposare, riprenderete il discorso domani!-
Madama Chips fece irruzione come suo solito e sbattè tutti fuori senza troppe cerimonie.
Hermione si azzardò a lanciare un'occhiata in direzione di Draco, ma lui la superò senza nemmeno guardarla, diretto ai Sotterranei e seguito da Blaise, che esibiva un'espressione confusa.
La ragazza sospirò, e sembrò che una maschera le si stesse sgretolando dal viso.
Le spalle le ricaddero in avanti, e gli occhi persero quel bagliore di dignità che avevano avuto in precedenza.
La Granger salutò mestamente tutti e se ne andò piano, seguita dagli sguardi preoccupati di Harry e Ron.
-Vado con lei - dichiarò il rossino, ma fu bloccato da un gesto di Alice.
-Aspetta- disse la ragazza - Voglio parlarle io-
Senza aggiungere altro la Parker si mise a correre per raggiungere la ragazza.
Quando finalmente la trovò, era seduta sul muretto di una finestra, a guardare fuori.
Seguendo il suo sguardo individuò Draco che discuteva animatamente con Blaise nel parco.
-E' successo qualcosa con lui vero?-  le domandò dolcemente l'Auror.
Hermione non rispose.
Non era molto in confidenza con Alice, e se già le riusciva difficile parlare di fatti suoi con gli amici, farlo davanti ad estranei le era praticamente impossibile.
D'altra parte però era rimasta sorpresa dal fatto che la Parker si fosse accorta che tra lei e Malfoy c'era qualcosa, così la guardò stupita.
-Ho visto come ti guarda.- disse semplicemente Alice, a mò di spiegazione. -E' lo stesso sguardo che vedevo negli occhi di Christopher anni fa.-
-Sì, stavamo insieme- continuò, notando lo sguardo sbarrato della Granger - Ma è una cosa ormai sepolta.-
Hermione, vedendo gli occhi della Parker annebbiarsi, intuì che era una bugia bella e buona, ma essendo di natura discreta e per nulla pettegola tacque, aspettando che l'altra continuasse.
-No, non è vero - disse infatti l'Auror con un sorrisino mesto, scuotendo la testa e contraddicendosi da sola - E' e rimarrà l'unico amore della mia vita. Ma sono troppo orgogliosa per ammetterlo, a me stessa e a lui.-
-Perchè mi dici questo?- chiese allora la Grifondoro.
-Perchè alla tua età ero come te. Amavo la magia in tutte le sue forme, ed ero molto brava a scuola. Non mi sono mai innamorata di un Serpeverde, ma sia mio fratello che il mio migliore amico lo sono stati, e quindi so come sono fatti.-
-Ma non sei mai stata usata da uno di loro...- sibilò Hermione, ferita.
-No, questo no. Ma ho lasciato qualcuno pur di proteggerlo. E so che fa male. E non sempre serve.-
-Non capisco...- borbottò la Granger.
Alice si strinse le ginocchia al petto, circondandole con le braccia.
-Vedi..Se tra me e Chris è finita, è stato soprattutto per colpa mia. Non so se sai la mia storia..-
A un cenno di diniego della riccia proseguì.
-I miei genitori sono morti qualche anno fa, uccisi da dei Mangiamorte che miravano a me. Vedi, io avevo appena finito Hogwarts, ero molto preparata e stavo iniziando il corso di addestramento per Auror, con ottimi risultati. Sarei stata molto scomoda come avversaria, almeno per come la vedevano loro, così hanno cercato di eliminarmi. Ma prima hanno colpito i miei genitori-
La Parker si interruppe, sentendo che la voce cominciava a vibrarle.
Hermione si portò una mano alla bocca, orripilata.
-Per me fu straziante. Sapere che i miei ci avevano rimesso la vita per colpa mia mi uccideva, ero annientata. Anche Matt, certo, ma lui non aveva sensi di colpa nei loro confronti. Io sì. Lasciai Chris, con la scusa di volere andare via per riprendermi, di volergli stare lontano. Addirittura lo insultai quando lui si arrabbiò per questo, e lo accusai di starmi troppo addosso, di non lasciarmi respirare. Tutte bugie-
Un sorriso amaro le storse la bocca.
-E allora perchè l'hai lasciato?-
La Granger parve ritrovare la voce, e formulò la domanda sottovoce.
-Per salvargli la vita, naturalmente. Non potevo permettere che anche a lui fosse fatto del male per colpire me. Così sono sparita, tentando di dimenticarlo. Senza successo, ovviamente.-
-Dovevi essere sincera con lui fin dall'inizio. Aveva il diritto di sapere la verità, non trovi? - mormorò delicatamente Hermione.
-Sapevo che non si sarebbe mai arreso, dovevo troncare in fretta.- rispose con voce piatta la Parker.
-Sei una ragazza coraggiosa, Alice. - sorrise finalmente la Grifondoro posandole una mano sulla spalla - io non credo che avrei saputo fare altrettanto. Ci vuole un grande spirito di sacrificio per lasciare chi ami.-
L'altra annuì a capo chino.
-Perchè mi hai parlato di questo? -chiese infine incuriosita la Granger.
-Perchè credo di non essere l'unica che si è allontanata da chi tiene per proteggerlo.- fece l'Auror con un lampo di tenerezza negli occhi chiarissimi.
-Se alludi a Draco...-iniziò Hermione scuotendo debolmente il capo.
-Sì, mi riferisco a lui. Non odiarlo e non ti rassegnare come ha fatto Chris. Vedi, probabilmente se lui mi avesse cercato invece di fare l'ostinato e rimanere delle sue idee, magari alla fine avrei ceduto. Con questo ovviamente non intendo scaricare le mie colpe a lui, ma sai com'è...- la voce di Alice si affievolì, nascondendo un brivido di rimpianto.
-Draco è stato chiaro con me. Mi ha detto che ero un gioco e che si è stancato. Me lo aspettavo che sarebbe finita così.-
-Hermione..Hermione, ne hai di cose da imparare. Io non posso dirti nulla, solo di tenerti strette le persone a cui tieni, perchè un giorno potrebbero non esserci più. Lotta per chi ami, finchè puoi farlo.-
La Granger si asciugò le lacrime, e senza dire altro guardò Alice alzarsi e andarsene lentamente.
Alice le aveva fatto capire tante cose.
Ma sapeva che Draco non era come lei.
Lui andava dritto per la sua strada, calpestando sentimenti e lacrime, incurante dei pezzi di cuore che si lasciava dietro.
Tante avevano pianto per lui a scuola, per l'angelo biondo che nascondeva un animo da demone, perchè per lei avrebbe dovuto essere diverso?
Si maledisse da sola, stringendosi nelle spalle.
Sapeva che era un suicidio innamorarsi di uno come lui, ma non si era messa freni.
Aveva dato il suo cuore in pasto ai lupi, pregando che fosse risparmiato.
Stronzate.
Malfoy non si era fatto riguardi di ingabbiarle il corpo e la mente con promesse sfuggenti come il sole d'inverno.
Le aveva costruito attorno una rete subdola e tentatrice, che lei stessa aveva provveduto ad annodarsi saldamente addosso.
Si era donata a lui, senza riserve o remore, e ora avrebbe dovuto pagare per questo.



-Cristo Draco! Ma come puoi fare una cosa del genere ad Hermione?-
Blaise Zabini, già abbastanza fuori di testa e sconvolto dopo aver appreso che Elenie era sua cugina, camminava in su e in giù per il parco agitando le braccia con aria esasperata.
Di fronte a lui, sdraiato su un prato che mai gli era parso più scomodo, c'era Draco Lucius Malfoy, che se ne stava zitto con lo sguardo perso nel vuoto.
-E' la cosa migliore per tutti Blaise - scandì lapidario.
-Ma non farmi ridere! Non credi nemmeno tu in quello che dici! Le hai fatto credere di essere stata solo un passatempo! Ma ti rendi conto?- gli urlò il moro a un centimetro dalla faccia, incazzato nero col suo migliore amico.
-Un taglio netto è meno doloroso. Così mi odierà e non mi cercherà più.-
-E tu Dra? Tu che farai? Riuscirai a rinunciare a lei così facilmente?- chiese Zabini diretto e duro.
-Non ho scelta - borbottò il biondo alzando le spalle - Ora che sanno che ho tradito, i miei cercheranno di farmi più male possibile. Se dovessero mai venire a sapere che tra me e la mezzosangue c'è qualcosa...-
La sua voce si spense, chiaramente terrorizzato di finire la frase.
-Codardo. Ma per una volta hai preso una decisione che ti fa onore.-
Malfoy si girò alla sua destra, guardando disgustato Harry James Potter sbucare da un albero e avanzare verso di lui.
-Da quanto sei lì dietro, Sfregiato? - ringhiò con disappunto il biondo, schioccando la lingua.
-Abbastanza per capire che sei migliore di quanto credevo, anche se mi costa ammetterlo- bofonchiò acido Harry.
-Della tua approvazione me ne infischio, San Potter. Voglio sapere perchè mi spiavi.-
-Volevo avere delle risposte sul tuo comportamento con Hermione. Sapevo che eri uno stronzo, ma non credevo fino a questo punto. Così, prima di iniziare a rovinarti l'esistenza facendotela pagare cara per quanto la facevi soffrire, ho voluto sincerarmi che quello che hai fatto non fosse dovuto ad altri motivi.-
-Vaffanculo. Non sono cazzi tuoi.- fece rabbioso Draco avvicinandoglisi pericolosamente.
Avevano ancora in sospeso un pugno, il biondo non l'aveva scordato.
-Ah no? - mormorò Potter sarcastico - E' la mia migliore amica.-
-Bravo...allora vai a sbattertela tu dato che ci tieni tanto, invece di seccare me!-
Nel giro di due secondi Malfoy si trovò sbattuto contro un albero, preso per il bavero da Harry che lo guardava con un astio incredibile.
-Lo sapevo che non avresti mollato la tua facciata da duro...Ma ricordati che se tu non sei ancora stato ammazzato da tuo padre è per merito nostro che ti pariamo il culo..Quindi occhio a quello che fai!-
Draco a quel punto si stufò di farsi picchiare da Potter.
Gli mollò un pugno nello stomaco, e mentre il Grifondoro arretrava lo guardò con gli occhi grigi ridotti a fessure.
-Non osare giudicarmi chiaro? E non mettere il naso tra quello che è successo tra me e la Granger, se non vuoi che te ne faccia pentire!-
Detto questo se ne andò, scoccandogli un'ultima occhiata rabbiosa.
Ci mancava solo San Potter.
Che voleva saperne lui!
Appena arrivò in Sala Comune Draco crollò sul divano, sconfitto.
Aveva preso l'unica decisione giusta della sua vita, l'unica di cui sarebbe potuto andare fiero, ma faceva un male cane.
Sentiva la mancanza di Hermione, anche se gli costava ammetterlo.
Rinunciare a lei era stato doloroso, ma non c'era un'altra via.
Da un pezzo aveva rinunciato a difendere strenuamente la propria vita, ma per quella della mezzosangue avrebbe dovuto fare uno sforzo, anche se sovrumano.
Quando le aveva detto quelle poche ma dure parole con cui aveva cancellato tutto, aveva fatto fatica a non stringerla forte a sè vedendola così umiliata e debole.
Non aveva pianto davanti a lui.
Nemmeno un po'.
Meglio così probabilmente...Le sue lacrime l'avrebbero fatto retrocedere subito.
Ma vedere quegli occhi dorati brillare di rabbia e consapevolezza senza poterle dire che erano tutte cazzate, che per lui lei era stata importante, l'aveva consumato, dissanguato,
distrutto.



Erano passate ore, o forse solo pochi minuti, quando una voce leziosa irruppe a Serpeverde, risvegliando Malfoy dal suo torpore.
-Dracuccio!-
Il biondino non fece nemmeno in tempo ad alzare lo sguardo che venne letteralmente investito da una ragazza che gli piombò addosso iniziando a baciarlo dappertutto, vagando con le mani sulla sua schiena.
Cercando di riprendersi tentò di guardare oltre quella massa di capelli corti e neri, e vide sfilare una massa di ragazzi con la divisa verde e argento.
Le vacanze di Natale erano finite, e i suoi compagni erano appena tornati a scuola.
-Mi sei mancato- urlò con vocetta stucchevole Pansy Parkinson, stampandogli un bacio sulla bocca.
-Dai Pansy, gira al largo..- esclamò Draco con voce annoiata, ma quella come al solito non mollò la presa.
Lo guardò con aria contrita, un bagliore negli occhi scuri.
-Allora è vero quello che mi hanno detto...Su di te e una certa mezzosangue..-
Malfoy rimase di stucco. Non aveva idea che i suoi fatti privati fossero stati messi in pubblico.
Ma evidentemente non aveva messo in conto il giro di pettegolezzi che c'era a Hogwarts.
-Non so di che stai parlando - borbottò incazzato.
-Davvero?- mormorò la Parkinson, e fece per baciarlo, strusciandoglisi addosso con aria sensuale.
Lui si scostò, freddo, guardando con decisione da un'altra parte.
-Proprio come pensavo- fece lei, dura - Sei cambiato, Dra...Che fine ha fatto il ragazzo che non mi diceva mai di no?-
Il Serpeverde la fissò, come se fosse la prima volta che la vedeva dall'inizio della scuola.
Non l'aveva considerata molto in quei mesi, preso com'era dai casini che gli affollavano la vita, prima fra tutti Hermione.
Eppure lei non doveva averlo ignorato, pensò.
Sapeva che era innamorata di lui dal primo anno, e non faceva niente per nasconderlo, ma tra loro non c'era mai stato niente di troppo profondo, sebbene fossero stati soliti divertirsi insieme nel letto nelle notti troppo fredde o noiose.
Non ricordava che lei avesse tentato colpi bassi, tipo farsi trovare nuda nella sua stanza, ma ancora non sapeva di Hermione.
-Allora? Non hai niente da dirmi?- chiese Pansy guardandolo di sotto in su.
-No. Lasciami stare.- fece Malfoy allontanandosi, diretto da Blaise che faceva dei cenni sulla porta.
Dopo essere stato con la mezzosangue, tutte le altre avevano perso di attrattiva, gusto.
Forse perchè non erano lei.
Rimasta sola, Pansy Parkinson si arrotolò distrattamente una ciocca di capelli liscissimi attorno ad un dito.
Il suo Draco e una SangueSporco.
Le venne un tremito alla schiena e una mano andò istintivamente alla bacchetta.



Elenie stava sdraiata nel letto dell'Infermeria, quando un vecchio mago entrò silenziosamente e si sedette accanto a lei, evocando una vaporosa poltrona blu.
L'uomo si gettò su una spalla la lunga barba e si schiarì la voce.
-Mia cara, so che hai sostenuto una prova molto difficile, ma ti pregherei di narrarmi cosa ti è accaduto. Sono informazioni molto preziose per noi.-
-Lei è il Professor Silente vero?- chiese la ragazza guardandolo dritto negli occhi.
-Sì, A quanto mi è stato riferito, stavi venendo da me quando ti catturarono.-
La Benèfica annuì.
-E' stata mia madre a dirmi di farlo. So che la conosceva.-
Il Preside si fece triste.
-Sì. Conoscevo Annael. Era una donna e una strega meravigliosa, e sono molto dispiaciuto per la sua sorte. Ti porgo le mie più sentite condoglianze.-
-Grazie- rispose Elenie a bassa voce.
-Ora vorrei sapere la tua storia. Ho pensato che fosse meglio che tu ne parlassi solo con me, piuttosto che davanti agli Auror. Immagino che non sia facile per te, e provvederò io a spiegare tutto a loro.-
La ragazza fece un cenno col capo.
-Io e mia madre vivevamo sole - cominciò, rievocando un passato che non le sarebbe più stato restituito -Quando abbiamo saputo che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato era sulle tracce dei pochi Benèfici rimasti, ci siamo spaventate e abbiamo tentato di fuggire all'estero. Purtroppo però ci hanno trovate quasi subito. Mia madre mi ordinò di fuggire, mentre lei cercava di trattenere i Mangiamorte. Io tentai di oppormi, ma lei fu irremovibile. La vidi morire, da dietro gli alberi in cui mi ero nascosta, quando rifiutò di mettere la sua magia al servizio del Signore Oscuro.-
Elenie si interruppe, per asciugarsi una lacrima.
Silente le carezzò una spalla, invitandola ad essere forte.
-Cercai di fuggire- continuò poi - Ma mi catturarono quasi subito, e mi portarono in quella prigione. Attingevano ai miei poteri ogni giorno, finche non sono arrivati a liberarmi.-
-Capisco. Il tuo racconto collima con i fatti di cui siamo a conoscenza.Ora cosa vuoi fare?- domandò il mago facendosi molto serio - Puoi scegliere di rimanere qui, a scuola, come una studentessa qualunque, e uscire da tutto questo, oppure studiare e al contempo aiutarci. La tua magia ci sarebbe di enorme aiuto.-
-Voglio esservi utile. Devo vendicare m
ia madre.- disse risoluta la ragazza, stringendo le mani sul lenzuolo.
-D'accordo. Domani il Cappello Parlante ti smisterà in una delle quattro case, e appena ti sarai ristabilita potrai iniziare a seguire le lezioni-
-D'accordo - acconsentì la Benèfica.
Il Preside si alzò lentamente, e dopo essersi accomiatato fece per dirigersi alla porta, quando Elenie lo richiamò.
-Sì mia cara? Dimmi.-
-La ringrazio - sussurrò lei a capo chino.
Il vecchio sorrise, poi si voltò.
-Di nulla - disse infine, tra sè e sè uscendo dalla stanza.


Eccomi qua...Di corsa come al solito, ma ci tenevo ad aggiornare velocemente.
Finalmente ho risolto il mistero della brusca rottura tra Alice e Chris e anche quello della parentela tra Blaise e Elenie...Sono stata anche troppo buona =)
Passando ai ringraziamenti:
Smemo92: Sono felice che Alice ti sia piaciuta...Lo so che forse la liberazione di Elenie è stata un po' veloce ma non volevo farla sembrare una grossa battaglia...quella deve ancora arrivare, fidati =9
pei_chan: Ed ecco finalmente svelato il mistero della parentela tra Blaise ed Elenie...=) Spero che sarai contenta...Dimmi che ne pensi! Un bacio
Keyra Malfoy: Beh ho aggiornato abbastanza presto no? La tua scarica di armi mi ha intimorito abbastanza (soprattutto il piccione viaggiatore)...Che Malfoy sia un po' idiota si sa...Però per una volta che non ha fatto l'egoista poverino non trattarmelo così male=) Un bacio
roby94: Eh si Blaise è un tesoro...Su Hermione e Draco non ti posso svelare nulla, continua a seguirmi e scoprirai tutto XD
Hollina: Sono contenta che il mio lavoretto ti sia piaciuto (anche se non è stato merito mio, ma di quel tesoro del mio migliore amico che si fa sfruttare per i miei scopi XD)...per Draco sarà dura star lontano dalla sua mezzosangue...potrai vedere tu quanto!
Tanny: Come hai visto la Benèfica ha MOLTO a che fare con Blaise...Per quanto riguarda Hermione, mi dispiace ma non credo che si arrenderà molto facilmente o che lascerà perdere Draco e si metterà con Ron...Spero che mi continuerai a seguire lo stesso...=)
whateverhappened: Ciao Silvia! Certo che ho letto Twilight...Lo adoro! Eccoti la reazione di Blaise...Direi che è riuscito a contenersi abbastanza, nonostante la sorpresa...
Love_doll: Ti ringrazio tanto per i complimenti! Sono contenta che la storia ti piaccia...E con Hermione non sono crudele dai...ok forse un po'...=)
bubina91: Vedrai che le tue domande troveranno tutte risposta...anche se forse ci vorrà un po' per alcune...Mi raccomando dimmi che pensi di questo capitolo! Ti voglio bene!
senzaparole:  Cam! Finalmente una recensione! Sei un tesoro, grazie...Anche da parte del gianlu=)

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***




Hermione stava camminando per il corridoio del settimo piano, quando una voce insistente la chiamò.
-Ehi Herm, aspettami-
Si voltò, col cuore che le batteva a mille.
Ogni volta che sentiva una voce chiamarla, si illudeva sempre che potesse essere Draco, ma inutilmente.
Avrebbe riconosciuto quel tono strascicato e sensuale tra mille, e ogni volta rimaneva delusa vedendo come lui non la degnasse di uno sguardo.
Ad ogni modo sorrise a Jayden, che le si avvicinò col fiato corto.
-Come stai?- le chiese con tono amichevole.
-Bene grazie, e tu?- mentì la ragazza.
-Tutto ok. Senti, sabato ho visto che c'è un uscita ad Hogsmeade. Ti andrebbe di venirci con me?- le domandò con disinvoltura, passandosi una mano tra i capelli castani.
Alla Granger si formò un groppo in gola.
Jay era simpatico, gentile, pure bello ma...non era Draco.
Stava per dirgli di no, quando il bel Serpeverde le passò vicino insieme all'inseparabile Blaise, come al solito senza fermarsi a guardarla, e una sorta di mostro vendicatore si impossessò di lei.
-Sì, vengo volentieri a Hogsmeade con te- esclamò la ragazza con tono allegro e voce abbastanza alta perchè Malfoy potesse sentirla.
Con un piacere quasi selvaggio potè notare distintamente il biondo irrigidire la camminata.
-Perfetto - esultò felice McBride, non sospettando di nulla -Allora ci vediamo sabato mattina fuori da scuola.-
Subito dopo il ragazzo si allontanò, lasciando la Grifondoro sola e più depressa che mai.
Tutti i suoi sciocchi tentativi di apparire contenta e spensierata non servivano a niente, di questo ne era ben convinta.
Ma lui non l'avrebbe mai vista fragile e vulnerabile.
Si mosse risoluta e si diresse a Trasfigurazione, che avrebbero affrontato coi Serpeverde.
Era quasi in ritardo, e quando entrò in classe c'erano già tutti, intenti a sistemare la loro roba sui banchi con gran confusione.
Non guardò in faccia nessuno, dirigendosi rapidamente verso il suo posto, ma non potè fare a meno di avvertire la fastidiosa sensazione che uno sguardo avesse indugiato su di lei qualche istante più del dovuto.
Scivolò nel posto accanto a Ron, schioccandogli un bacio sulla guancia, con un sorriso falsissimo a deformarle le labbra.
Il rossino le sorrise di rimando, sollevato nel constatare che la ragazza sembrava essersi ripresa.
-Vieni a Hogsmeade con noi sabato? - le chiese.
-No- gli rispose lei, sapendo che almeno metà delle sue compagne di classe la stavano ascoltando - ci vado con Jayden McBride, me l'ha chiesto poco fa.-
-Oddio Hermione! Hai un appuntamento con quel gran fusto di McBride? - squittì Lavanda poco più in là, pettegola come al solito.
La ragazza annuì, sentendo l'occhiata bruciante di Malfoy su di sè.
Non era da lei fingere a quel modo, pensò lui rabbioso.
Perchè la mezzosangue mentiva, era lampante.
Non era mai stata abile a dire bugie, o ad essere falsa.
Non era nel suo carattere, semplicemente.
E tutto quel divertimento perverso, quella gioia finta, quel lampo di malizia nello sguardo erano tutti per lui, per fargliela pagare, e Draco ne era ben conscio.
Ma se l'era meritato, lo sapeva benissimo.
Le aveva fatto credere di essersi divertito calpestando i suoi sentimenti, e ora avrebbe dovuto pagarne le conseguenze.


Quello fu il primo giorno di lezione anche per Elenie Zabini.
Il pomeriggio precedente era stato calcato anche a lei il Cappello Parlante sulla testa, e dopo mille riflessioni l'aveva spedita a Corvonero.
Avendo un anno in meno di Harry e gli altri, frequentava i corsi del quinto anno.
Non appena mise piede nel dormitorio i ragazzi la guardarono con occhi adoranti, offrendosi di aiutarla in tutto, e le ragazze, dopo un momento iniziale di diffidenza e di circospezione, l'avevano attorniata per conoscerla meglio.
Sorprendentemente evitarono, con molta delicatezza, di farle domande inopportune sul suo passato, cosicchè lei potè astenersi dall'inventarsi bugie per giustificare l'essere entrata a scuola così tardi.
Suo cugino Blaise d'altronde si era mostrato molto protettivo nei suoi confronti, non che lei avesse bisogno di essere difesa, intendiamoci, ma avere come parente stretto un gran bel ragazzo di Serpeverde aiutava non poco a sviare le domande troppo curiose.
Appena uscita dall'aula di Pozioni salì le scale, alla ricerca della classe di Incantesimi.
Vagò in lungo e in largo per la scuola, senza risultato.
Stava ormai per mettersi a urlare affinchè qualcuno venisse in suo soccorso, quando girando rapidamente dietro un angolo andò a sbattere contro qualcuno che arrivava di corsa.
Quel qualcuno la afferrò velocemente prima che lei perdesse l'equilibrio, e la sostenne.
Lei si tastò piano il fianco ferito e ancora fasciato, poi alzò lo sguardo, andando ad imbattersi in quello stupito di Harry Potter.
Lui la lasciò andare piano, e si passò una mano tra i capelli sorridendo con aria imbarazzata.
-Scusami, non volevo venirti addosso. Va tutto bene?-
-Sì sì certo..Non ti preoccupare- rispose la ragazza chinandosi per raccogliere i libri che aveva lasciato cadere nell'impatto.
Harry da cavaliere si affrettò a chinarsi per aiutarla, ma nella foga andò a sbattere con la testa contro quella della ragazza.
Quando si tirò su la guardò con aria mortificata, pronto a sentire una bella urlata.
Insomma, prima l'aveva quasi tramortita arrivandole addosso con la grazia di una mandria di bufali, e poi aveva tentato di sfondarle la testa a suon di craniate.
Inaspettatamente però Elenie scoppiò a ridere, massaggiandosi con una mano la botta dolorante.
-Sei sempre così imbranato quando vuoi essere di aiuto, oppure oggi è la mia giornata fortunata?- gli chiese prendendolo giocosamente in giro.
-Credo che sia colpa tua! Mi hai fatto perdere la concentrazione!- abbozzò il Bambino Sopravvissuto.
La Benèfica sorrise, guardandolo con dolcezza.
Aveva colto il velato complimento che si nascondeva in quella frase apparentemente scherzosa.
-Beh, se vuoi essermi davvero utile, potresti spiegarmi come arrivare all'aula di Incantesimi? Temo di essermi persa...- mormorò.
-Certo, ti accompagno io.- le rispose Harry, finendo di raccattare i libri ancora sparsi sul pavimento.
Mentre si incamminavano tra loro scese un silenzio quesi tombale.
Potter, rivedendo quei capelli scuri e setosi e quella pelle chiarissima, non potè fare a meno di ricordare quando le visioni con lei per protagonista lo avevano tormentato, riducendolo a uno straccio.
-Senti...- disse infine lei piano, decidendosi a spezzare quella tensione - Mi hanno detto che è grazie a te se avete saputo che mi avevano catturato. Ti devo la vita. Grazie-
-Io non ho fatto nulla - borbottò Harry a malincuore, ricordando quanto aveva sofferto nel non aver potuto partecipare alla missione.
-Ad ogni modo sono in debito con te.-
-Beh siamo arrivati - cambiò discorso il ragazzo, indicandole la porta della classe, dove si era già radunato un folto gruppetto di ragazze di Corvonero, che guardavano la compagna sbalordite, notando che era in compagnia nientemeno che del famoso Harry Potter.
-Oh, grazie anche di questo allora! Ci vediamo! - disse felice Elenie, sorridendogli come solo lei sapeva fare, prima di sparire tra le sue amiche.
Harry la osservò fino all'ultimo, poi si voltò e corse al dormitorio, con una sensazione di leggerezza nel petto e una speranza in più.



Sebastian camminava piano con Matt per le vie poco affollate di Hogsmeade, ancora convalescente dopo l'avventura a Villa Malfoy.
Aveva convinto l'amico ad accompagnarlo ai Tre Manici di Scopa a bere qualcosa, stanco di stare in casa sottostando alle preoccupazioni di Alice che sosteneva che dovesse stare a riposo.
Così, appena lei aveva voltato lo sguardo, aveva agguantato Parker e si era defilato.
La neve cadeva incessante così affrettò il passo, deciso a mettere quanta più distanza possibile tra loro e la casa in cui alloggiavano, nel caso remoto in cui Alice avesse avuto la brillante idea di mettere il naso fuori per venirli a cercare.
Doveva essere proprio disperato per uscire con quel tempaccio, si disse.
Odiava il freddo, ma quando l'amica aveva tentato di somministrargli l'ennesima disgustosa pozione Rinvigorente aveva detto basta, e si era catapultato fuori.
Si strinse nel cappotto, guardandosi distrattamente attorno.
Gente correva di qua e di là, come tante trottole impazzite.
E poi, in mezzo a tutto quel rumore...lei.
Seb strizzò gli occhi, notando una ragazza bionda che camminava poco lontano.
Una bella ragazza bionda.
Che somigliava tanto a...
Ma no, non poteva essere.
O sì?
Iniziò a correre, con il cuore che gli batteva a duemila nel petto e la testa che pulsava in un modo incredibile.
Era solo a un centinaio di metri da lei, quando qualcuno lo afferrò pesantemente per un braccio.
-Ma che cavolo fai? - sentì Matt chiedergli - Sei pazzo a correre in quel modo nelle tue condizioni?-
-Lasciami...Lasciami andare...- biascicò Anderson, un folle luccichìo nello sguardo serio, tentando inutilmente di divincolarsi dalla morsa in cui l'aveva stretto l'amico e guardandosi al contempo freneticamente attorno, cercando qualcuno che non riusciva più a vedere.
-Si può sapere che ti è preso? Cosa hai visto?- gli domandò infine Parker, quando si fu calmato.
-Niente...-borbottò Sebastian - Solo un fantasma del passato -
E quel pomeriggio non ci fu più verso di cavargli una parola di bocca al riguardo.
Intanto, qualche via più in là, nella cucina di una bella casetta molto in disordine, una ragazza fumante di rabbia stava tentando di prepararsi un thè.
Ah...fa che Seb ritorni a casa, poi mi sente, pensò furibonda.
I suoi pensieri omicidi vennero interrotti dall'allegro trillo del campanello.
A passo di carica si diresse alla porta, pronta a urlare di tutto a quell'incosciente, ma davanti a lei non apparve quel mentecatto di Anderson.
Alice Parker rimase di sasso.
-Laine...- alitò.
Una ragazza bionda, dagli allegri occhi castani la abbracciò stretta.
-Aly, quanto tempo! Mi sono precipitata appena ho letto il tuo biglietto. Lui come sta?- chiese con tono preoccupato.
-Vieni entra...Temo che ci sia stato un equivoco.-
La Parker si scostò, per fare entrare la nuova arrivata.
-Da quanto non ci vediamo?- domandò con voce nostalgica.
-Almeno quattro anni, ovvero da quando tu hai deciso di non farti più viva.- disse la bionda incrociando le braccia con aria un po' arrabbiata, ma che si distese subito in un sorriso quando Alice la strinse forte.
Le due ragazze si sedettero al tavolino con due tazze da thè in mano.
-Allora? Come sta?- s'informò nuovamente Laine - Nella tua lettera mi sei sembrata molto preoccupata, così sono venuta appena ho potuto...-
-Dunque non ti è arrivato l'altro messaggio?-
-No...Che altro messaggio?-
-Vedi, quando ti ho scritto lui non stava molto bene, ma poco dopo che ti ho spedito quel gufo si è ripreso, così mi sono affrettata a mandartene un altro dicendoti che si era tutto risolto...- fece con voce flebile l'Auror.
La bionda rimase di stucco.
-Non ho ricevuto il secondo gufo...Quindi lui sta bene?-
Alice annuì.
-Dovrebbe tornare a momenti-
-Allora è meglio che non mi trovi qui...Non credo che ne sarebbe molto contento - sussurrò tristemente Laine.
-A proposito...Come sta andando con Robert?- le chiese la Parker curiosa.
-Non stiamo insieme. Ho chiuso con lui l'anno scorso, a un mese dal matrimonio. Ho capito che quella non era la vita che volevo.-
-Cosa? Stai scherzando?- sillabò stupitissima la mora - E i tuoi come l'hanno presa?-
-Mi hanno diseredato ovviamente...- disse mestamente l'altra - Non ci parliamo da allora.-
-Beh credo che questo cambi tutto no?- esclamò allegramente Alice - Puoi far tornare tutto come una volta...!-
-Non correre Aly, lo sai anche tu che non è possibile. Lui mi odia. Se mi vedesse mi ucciderebbe.-
Le due ragazze si guardarono negli occhi, in silenzio.
Entrambe erano state ferite irreparabilmente dall'amore, ed entrambe cercavano ancora di guarire da quei tagli che sembrava non si rimarginassero mai.
La porta si aprì cigolando, e tutte e due si voltarono, rimanendo di sale.
Sebastian Anderson stava sulla soglia, lo sguardo di ghiaccio puntato su di loro, e un'espressione dura sul bel viso.
Si voltò verso Laine, e i due si fissarono per un lunghissimo istante.
-Lei che ci fa qui? - chiese infine glaciale alla sua migliore amica.
-Le ho detto io di venire - rispose Alice, sostenendo il suo sguardo - Quando sei rimasto ferito ho ritenuto opportuno avvisarla, dato che le tue condizioni sembravano gravi.-
-E per quale motivo? Ma soprattutto con che diritto? - sibilò Seb con voce bassissima.
Dietro di lui Matt guardava stupito e un po' preoccupato la scena.
Anderson non si era mai rivolto in quel modo ad Alice.
Anzi, lui non era proprio il tipo da perdere il controllo in quel modo. Di norma era una persona pacata e tranquilla, tanto da essere quasi algido.
Ma in quel momento guardava con odio le due donne sedute di fronte a lui, con i pugni serrati e le spalle che tremavano.
-Sebastian...-Laine si stupì nel sentire la sua voce pronunciare quel nome dopo tanto tempo -io...-
-TACI! -le gridò l'Auror, interrompendola - Non osare rivolgermi la parola! Non so se l'hai capito, ma non sei la benvenuta qui.-
La ragazza si ritrasse come se avesse ricevuto un colpo in pieno viso.
Intanto Alice però, che ne aveva piene le tasche si alzò e si parò davanti a Seb, fronteggiandolo.
-Parla per te! Qui ci vivo anche io e per me la presenza di Laine non è affatto un problema. Smettila di comportarti in questo modo!- gli disse cercando di farlo ragionare.
-Perfetto - fece di rimando allora lui - Allora facciamo che io me ne vado in camera finchè lei non se ne sarà andata. Chiamatemi quando sarà fuori di qua-
Quindi se ne andò veloce come era venuto, sbattendosi la porta della sua stanza alle spalle tanto forte da farla traballare sui cardini.
Laine si prese la testa tra le mani.
-E' andata peggio di quanto mi sarei mai aspettata - sussurrò con voce incrinata.
-Vedrai che si sistemerà tutto - le mormorò la Parker inginocchiandosi di fronte a lei comprensiva - Era solo sconvolto. Non se lo aspettava di vederti, tutto qua. E poi ancora non sa di te e Robert.-
In quel momento tornò Christopher, che era andato a Hogwarts a fare lezione ai ragazzi.
-Ragazzi, ho novità sulla storia della Benèfi...LAINE!!!-
Il biondo Auror guardò la ragazza con gioia e stupore, prima di abbracciarla tutto felice.
Quando Matt gli riassunse i fatti che erano appena accaduti, per spiegare l'espressione depressa della biondina, Mason si rabbuiò.
-Vado a parlargli- borbottò.
-No...- lo interruppe Alice posandogli una mano delicatamente sulla spalla e facendolo rabbrividire - Deve farlo Laine...Tesoro, te la senti?- chiese poi dolcemente all'amica.
La ragazza parve pensarci un attimo poi annuì con decisione.
Perchè Laine Harris era così.
Non si arrendeva mai.
Trovava sempre una scappatoia.
Lanciando un ultimo sguardo agli amici che la fissavano incoraggianti, aprì la porta di Sebastian senza far rumore.
Il ragazzo era in piedi contro la finestra, che osservava la neve scendere lenta e inesorabile sulle strade ormai bianche.
-Sebastian...- lo chiamò incerta la Harris.
-Che cazzo vuoi? - le chiese lui, rude - Mi è sembrato di essere abbastanza chiaro, prima.-
-Voglio parlarti...-
-Non me ne frega niente. Quello che hai da dirmi non mi riguarda-
-Lo so che sei arrabbiato, ma non puoi comportarti da persona civile per una volta?-
A quel punto Anderson perse le staffe, girandosi di scatto e piantandole gli occhi addosso.
-Comportarmi da persona civile? Ma ti rendi conto di quello che hai fatto due anni fa? Io ti amavo e tu mi hai lasciato! Io ti amavo e tu ti sei messa con quell'altro fregandotene di me! Noi due non abbiamo proprio niente da dirci.-
-Non dipendeva da me Sebastian, e lo sai...Non avevo altra scelta.- sussurrò Laine, a testa bassa, non avendo il coraggio di guardarlo negli occhi.
-Ma per favore! Non insultare la mia intelligenza! Tu ce l'avevi eccome un'altra scelta! Solo che non avevi le palle di mandare affanculo i tuoi genitori e tutti i loro bei possedimenti, vero Contessa Harris?-
Laine si morse il labbro, cercando di trattenere le lacrime.
-Così hai preferito fidanzarti con quel cretino con cui ti hanno combinato il matrimonio, mandando in malora me e tutto quello che avevamo...- continuò lui, implacabile, non riuscendo più a fermarsi -Hai fatto la scelta più facile e comoda, per carità, su questo non c'è niente da dire. Ma non pretendere che io ti dica anche che sei stata brava e che adesso ti saluti come una cara e vecchia amica-
-Non ti ho chiesto questo...Vorrei solo che tu mi ascoltassi, che mi facessi spiegare..- lo supplicò lei.
-Spiegare cosa Laine eh? COSA? Che per te il titolo di Contessa era più importante di me? A questo c'ero già arrivato da solo, grazie.-
-Non si tratta di questo, ma di me e Robert...- cercò di dire lei.
-Ah già, il duca di York...Mi ero dimenticato il suo bel nome! - Seb rise senza allegria - Ma con che coraggio vieni a parlare di lui con me? Tu mi disgusti! Tu e la tua dannata famiglia! Avrei preferito che tu fossi morta, piuttosto che sposata con quello.-
L'Auror si pentì di quelle parole nel momento stesso in cui finì di pronunciarle, ma ormai era troppo tardi.
Vide l'esile corpo di Laine, infagottato in un golfino blu troppo grande tremare convulsamente.
-Sei un idiota Sebastian Anderson! Un idiota!- gli gridò sconvolta prima di mollargli una spinta, che peraltro non lo fece indietreggiare di un passo, e voltarsi  per uscire di corsa.
Non passò nemmeno un istante che entrò Alice, piazzandosi in mezzo alla stanza con le mani sui fianchi.
-Che le hai detto? - tuonò - Era distrutta. E' corsa via senza nemmeno dirci come rintracciarla!-
Anderson non rispose, sedendosi sul letto e prendendosi il capo tra le mani.
La Parker si ammorbidì, vedendolo così vulnerabile e disperato.
Si sedette accanto a lui, passandogli un braccio attorno alla vita e carezzandogli la testa dolcemente.
-Che è successo?- chiese di nuovo, ma con più calma.
-E' venuta qui a parlarmi di Robert. Ma ti rendi conto? - biascicò lui con voce piatta - E io non ho retto...Penso a lei ogni momento...E lei viene a parlarmi di quello che ormai sarà suo marito...-
-Tu cosa le hai detto?- domandò Alice, allarmandosi, intuendo che l'amico non aveva capito proprio niente.
-Le ho detto....- Seb si interruppe, ripensando alle sue terribili parole - Le ho detto che mi disgusta e che avrei preferito fosse morta...-
Alice si alzò di scatto, poi dopo un secondo di sbigottimento prese a picchiare Anderson in ogni punto che riusciva a raggiungere.
-Tu! Cretino senza cervello! Sei veramente un serpente!-
Il ragazzo si protesse la testa con le braccia, non riuscendo a capire la ragione di tutti quei colpi.
Intanto, richiamati dal frastuono e dalle grida di Alice, arrivarono Chris e Matthew.
Mason, vedendo la furia della ragazza, corse da lei, la prese per la vita e se la strinse addosso, facendo aderire la schiena di lei al suo petto, tentando di calmarla.
Seb nel frattempo si era alzato.
-Ma che ti è preso? Sei diventata matta?- gridò alla Parker.
-No, tu sei un idiota! Lei voleva dirti che con Robert è finita da mesi ormai, perchè lei ha capito che non era la vita che voleva! E tu, razza di cretino, non l'hai ascoltata, dicendole quelle cose orribili!-
Anderson rimase di stucco, poi crollò a sedere sul letto.
Non è possibile.
L'aveva persa si nuovo.
Ma stavolta la colpa era solo sua.



Beeeene...E anche questo capitolo è fatto...Come avrete visto è tornato in scena il quinto membro della banda, Laine, di cui avevo appena accennato molti capitoli fa..
Vedo che alcune di voi si sono chieste in che Casa sarebbe smistata Elenie...Ebbene sì, dopo molti tentennamenti ho scelto Corvonero! Mi è sembrata la più adatta a lei...(Un'altra opzione era Serpeverde ma poi ho lasciato perdereXD)
Scusate se non riesco a ringraziarvi una per una ma sono davvero di corsa...Comunque per farmi perdonare vi lascio un altro piccolo lavoretto! Ditemi che ne pensate=)
Un bacione a tutte e grazie delle graditissime recensioni che mi lasciate ogni volta e che mi spronano ad andare avanti!



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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***





Quel sabato mattina il cielo sembrava volesse fare un regalo ai ragazzi di Hogwarts.
Infatti, dopo diversi giorni la neve aveva finalmente cessato di cadere, e un pallido e debole sole era affiorato dalle nubi, tentando di rischiarare un po' la Terra.
Hermione Jane Granger stava nel Salone d'Ingresso, torcendosi nervosamente le mani, aspettando Jay.
Il Corvonero ancora non arrivava, e lei non anelava ad altro che ad uscire da scuola per svagarsi e lasciarsi un po' alle spalle gli avvenimenti degli ultimi giorni.
Inutile dire che tra lei e Draco regnava il solito gelo.
Lui faceva di tutto per evitarla, non le rivolgeva mai uno sguardo, nè tantomeno una parola.
Anche alle loro lezioni supplementari faceva come se lei non fosse mai esistita, o se non fosse nella stanza, limitandosi a parlare con Blaise o a insultare Harry.
Tutto come al solito insomma, come quando tra loro ancora non c'erano rapporti o contatti.
Solo che allora, non avendo mai avuto l'opportunità di stare con lui, lei non poteva sentirne la mancanza.
Si sentiva un grosso vuoto dentro, aveva nostalgia delle occhiate di fuoco e piene di malizia che il Serpeverde le lanciava, aveva nostalgia delle sue mani tentatrici e della sua bocca avida di baci mentre facevano l'amore.
Ma più di tutto le mancava il modo in cui lei si sentiva quando Malfoy le stava accanto.
-Ehi Herm, scusa il ritardo! E' molto che aspetti?-
La ragazza sussultò. Non si era nemmeno accorta dell'arrivo di McBride, finchè lui non le si era piantato davanti per salutarla.
-Non c'è problema, sono appena arrivata - si costrinse a sorridergli mentre gli rispondeva . Vogliamo andare?-
Jayden le si mise vicino e insieme si incamminarono attraverso il prato, ricoperto da una soffice coltre di neve che ormai andava sciogliendosi, ma che comunque bagnava fastidiosamente scarpe e pantaloni.
Erano quasi ai cancelli quando una massa di ragazzi imbacuccati nei loro mantelli tagliò loro la strada.
Con una stretta allo stomaco Hermione vide Draco passarle davanti, con Pansy Parkinson ben stretta al suo braccio.
La Granger distolse lo sguardo, disgustata e triste.
-Va tutto bene?- le domandò Jay preoccupato, notando il suo improvviso cambio di espressione.
La Grifondoro annuì, senza riuscire a tirar fuori la voce, perchè un senso di rabbia e frustazione le impediva di articolare alcunchè.
Quando i due arrivarono a Hogsmeade le vie pullulavano già di ragazzi.
Superarono Zonko e Mielandia, in cui Hermione potè intravvedere Ron che comprava ogni sorta di dolcetti, poi si diressero verso i Tre Manici di Scopa.
Il locale era affollatissimo. Evidentemente avevano avuto tutti la stessa idea, cosi che non si poteva fare un passo senza rischiare di venire spiaccicati.
La Grifondoro fece un cenno di saluto a Hagrid che stava parlando al bancone con Madama Rosmerta, poi lanciò un bacio ad Harry che beveva una Burrobirra con Dean e Seamus e finalmente potè sedersi incolume ad un tavolo.
McBride ordinò da bere, e dopo pochi istanti durante i quali avevano cominciato a discutere di scuola e compagni, si unirono a loro Potter, Weasley e alcuni compagni di Jay, cominciando a fare un chiasso infernale.
I maschi iniziarono a parlare di Quidditch.
Jayden era Cacciatore nella squadra di Corvonero e si era messo tutto contento a fare pronostici insieme ad Harry su chi quell'anno avrebbe vinto il Campionato.
-Beh Tassorosso ovviamente è da escludere. E anche noi purtroppo quest'anno non siamo messi benissimo - stava dicendo Jay a malincuore - Il duello a questo punto è tra voi e Serpeverde. Non sarà facile, ho sentito dire che Malfoy ha messo su una squadra niente male.-
A sentire quel nome Hermione si sentì male.
Non anche lì.
Possibile che ovunque andasse Draco era sempre nella sua mente?
L'aria lì era diventata pesante, così la ragazza annunciò a McBride e agli amici che sarebbe andata a farsi un giro.
Loro, presi com'erano dai loro discorsi non ci fecero troppo caso e non le domandarono alcunchè, anche se Weasley le lanciò un'occhiata penetrante e ammonitrice, prima che lei uscisse.
Appena fu fuori la Granger prese una bella boccata d'aria, godendo nel sentire quella leggera e pungente brezza sul viso.
Si calcò bene il cappello di lana sulla testa, e si allacciò fino alla gola il cappotto di maglia bianco, poi si diresse alla Stamberga Strillante.
Aveva voglia di starsene un po' sola, lontana dagli sguardi preoccupati di Harry e dalle domande ansiose di Ron.
Camminò per qualche minuto a fatica nella neve, ignorando le proteste dei suoi piedi mezzi congelati. Attraversò le vie principali, poi prese un sentierino e si inoltrò tra gli alberi.
Se ne pentì quasi subito, quando udì delle voci giungere dal sottobosco.
-Dai Draco, stiamo qui un altro po', ti prego-
-Pansy lasciami, ti ho detto che voglio tornare a Hogsmeade-
Hermione si bloccò, agghiacciata, quando dietro due alberi, in una piccola radura vide Pansy Parkinson praticamente spalmata addosso a Malfoy.
Si portò una mano al petto e si lasciò sfuggire un breve singhiozzo.
Breve ma sufficientemente alto per rivelare ai due la sua presenza.
Il biondo alzò lo sguardo, e come vide la ragazza impallidì, scostandosi ancora di più dalla Parkinson, che lo guardò con disappunto, una mano ancora infilata tra i serici capelli del Serpeverde.
Per un istante nessuno parlò, anche se si poteva distintamente udire il cuore di Pansy cantare vittoria, poi la Granger girò sui tacchi e corse via.
Le sue scarpe lasciavano impronte profonde nella neve fresca, le sue lacrime si mischiavano ad essa, ma lei non ci fece caso.
Scappò, lontana da quel dolore, da quel maledetto Serpeverde, anche da sè stessa, se solo ci fosse riuscita.
D'improvviso però la sua corsa fu frenata da una mano che si serrò con fermezza sul suo polso sottile.
Hermione si voltò di colpo, trovandosi a pochi centimetri dal viso di Draco.
Sul volto del biondo un'espressione indecifrabile mentre continuava a tenerle il braccio, quasi con il timore che se l'avesse lasciata l'avrebbe persa per sempre.
-Lasciami andare, Malfoy- sibilò la ragazza con acredine.
-Perchè piangi?- le chiese lui serio, ignorando l'ordine che gli era appena stato dato.
La Grifondoro si accorse solo in quel momento del suo viso bagnato di lacrime, e velocemente si asciugò con una manica.
-Non ti riguarda- mormorò abbassando gli occhi.
No, mezzosangue, non abbassare lo sguardo davanti ad uno come me. Potrei non sapermi controllare.
Malfoy le mise due dita sotto il mento, costringendola a guardarlo.
-E' per quello che hai visto prima?- chiese diretto.
-No - mentì Hermione - Non me ne importa nulla-
-D'accordo mezzosangue, d'accordo. Farò finta di crederci - ghignò il ragazzo, scomparendo da dove era venuto, lasciandola più sola e triste che mai.
Draco e Pansy.
Pansy e Draco.
Il suo cervello non vedeva altro oltre a quei due. Insieme, stretti in un abbraccio.
Come aveva potuto non pensarci?
Come aveva potuto anche solo lontanamente pensare che tra loro fosse finita per sempre dopo tutti quegli anni in cui a Hogwarts c'erano stati pettegolezzi incessanti sulla loro storia tra le coperte?
D'altronde erano uguali.
Stessa Casa, stesso carattere freddo, arrogante e altero, stessa famiglia di Mangiamorte.
Erano fatti per stare insieme due così.
Aveva cercato di combattere per mesi con i mulini a vento, aveva cercato di mettere insieme a forza i due poli opposti di una calamita.
Faticoso e inutile.
Fece violenza sulle sue gambe affinchè si risvegliassero dal torpore in cui erano cadute dopo l'incontro con Malfoy e prese a vagare per i boschi, tentando senza successo di scacciare la fastidiosa immagine dei due Serpeverde che si baciavano.
Senza sapere di preciso come, si ritrovò alla Stamberga Strillante.
Con uno squarcio nel petto si ricordò di quando lì avevano incontrato per la prima volta Sirius. Un moto di affetto le sgorgò dal cuore, ripensando al defunto padrino di Harry.
Le mancava, proprio come mancava a Potter, le mancavano le sue risate, i suoi saggi consigli, persino la sua avventatezza.
Sorrise, cercando di immaginare a come avrebbe potuto reagire Black sapendo che era stata a letto con un Malfoy. Come minimo non l'avrebbe più guardata in faccia.
E poi...quella pietra.
Dove aveva dato il suo primo bacio a Ron.
Era stata una giornata speciale, le era sembrato di toccare il cielo con un dito.
Tutto quell'amore, tutta quella passione...finiti troppo presto.
Si era sentita sola e spaurita quando aveva chiuso con Weasley.
Lui era sempre stato la sua ancora di salvataggio, il suo faro nelle nebbie, in quel mondo di cui sapeva così poco, in cui tutto le era sconosciuto e ostile.
Ron aveva sempre lottato per lei, l'aveva protetta contro le insinuazioni di Piton, l'aveva difesa dalle prese in giro dei Purosangue di Hogwarts.
Incredibili gli scherzi della vita, a volte.
In quel momento avrebbe dato qualsiasi cosa perchè uno di quei Purosangue che aveva tanto odiato le fosse accanto.
Un fruscìo secco alle sue spalle la fece voltare di scatto.
Pansy Parkinson era comparsa di fronte a lei, con la bacchetta alzata e un sorriso perfido a deformarle le labbra.
-Ma guarda, una sudicia mezzosangue che gira da sola...Ti manca Draco eh?- insinuò con cattiveria.
Hermione cercò a tentoni la bacchetta, ma prima che potesse fare alcunchè, l'altra la precedette.
-Stupeficium-
La Granger non fece nemmeno in tempo a muoversi, che il getto di luce rossa la colpì in pieno, facendola cadere qualche metro più in là, distesa nella neve fresca.
Inerme, la ragazza vide la propria bacchetta rotolare lontano da lei.
Pansy in tre passi le fu sopra e la afferrò per i capelli.
-Allora? Come ci si sente a sapere che Draco non ti ha mai voluta? Che sei solo stata un divertimento per lui?-
La Grifondoro non si sforzò neanche di ribattere.
La consapevolezza che quello che la Parkinson aveva detto era vero la schiacciò a terra.
Con una sorta di gioia perversa la Serpeverde le mollò un calcio nello stomaco, che la fece piegare su sè stessa.
Il dolore fu lancinante, ma non volle darle la soddisfazione di gemere, così Hermione provò a rialzarsi a fatica.
Era quasi in piedi che la sua avversaria le tirò uno schiaffo così forte da farla barcollare.
Sentì il sapore salato del sangue in bocca, facendo una smorfia.
Pansy si mise a ridere, ostile e vendicativa, poi le sputò accanto e sparì.
Rimasta sola Hermione riagguantò a fatica la propria bacchetta e si lisciò gli abiti.
Tremava, più di rabbia che di dolore.
Lentamente, tentando di non far notare troppo la camminata zoppicante, tornò ad Hogsmeade.
Abbassò il capo quando vide nella via deserta una figura a lei nota.
-Hermione?- sentì una voce delicata chiamarla.
La Granger rialzò il viso e si sforzò di sorridere.
Elenie di fronte la salutò, poi inorridì all'improvviso.
-Ma che hai fatto?- biascicò impallidendo.
La Grifondoro la guardò stupita, non capendo a cosa alludesse.
Allora la mora tirò fuori uno specchietto e le fece notare il livido quasi violaceo che le ricopriva lo zigomo sinistro.
-Che è successo?- domandò di nuovo la Benèfica, seriamente.
-Lascia stare...- sbuffò Hermione - Uno scambio di opinioni con un idiota-
-Però...-mormorò l'altra sarcasticamente -Non sapevo che qui si usasse parlare picchiandosi-
All'alzata di spalle della riccia roteò gli occhi ma, intuendo che evidentemente non voleva parlarne, non chiese altro.
-Vieni qui - le disse prendendole un braccio - Cercherò di evitarti domande imbarazzanti.-
Le due si sedettero su un grosso masso, e la Corvonero mise le mani qualche centimetro sopra le guance della Granger.
Hermione le lanciò uno sguardo incuriosito ed Elenie scoppiò a ridere.
-Ma come, la più brava della scuola, a detta di Harry, non sa che i Benèfici hanno poteri curativi? Dai...ora stai ferma e lasciami fare-
La Grifondoro si rilassò, chiedendosi perfidamente da quando la Zabini e Potter fossero così in confidenza.
Stava cominciando a sentire un flusso caldo attraversarle la parte del viso contusa, quando udì la voce dell'ultima persona al mondo da cui avrebbe voluto essere vista in quelle condizioni.
-Cos'è quel livido mezzosangue?-
Elenie di fronte a lei sussultò e le tolse le mani dal volto. Non l'aveva sentito arrivare.
Nella voce del biondo c'era rabbia, ma anche una piccola e non troppo nascosta punta di angoscia.
-Cazzi miei Malfoy - rispose dura Hermione senza guardarlo in faccia.
-E' stata Pansy vero? - domandò Draco senza troppi giri di parole, gli occhi che cercavano quelli sfuggenti della sua mezzosangue.
-E se anche fosse?- sibilò la Granger finalmente guardandolo in faccia, con un odio che a stento riusciva a controllare.- Non ti riguarda.-
-Invece sì che mi riguarda. Tu mi riguardi - le sussurrò a un dito dalla bocca.
Hermione scoppiò a ridere. Una risata non da lei, cattiva e selvaggia.
-Non farmi ridere Malfoy - gli disse tornando seria di colpo. - E ora lasciami in pace.-
Prese Elenie e se la trascinò via, lasciando Draco impalato in mezzo alla strada.



-Chris è inutile che tu faccia tanto l'amico! Lo pensi anche tu che lui è un idiota-
Mason abbassò lo sguardo, non riuscendo a reggere lo sguardo chiarissimo e limpido di Alice.
-Tutti possono sbagliare...Ha sofferto tanto per lei. Tu non c'eri, ma io sì.-
La Parker accusò stoicamente quell'ultima stilettata al cuore, poi rilanciò.
-Si è lasciato sfuggire dalle mani la ragazza che ama senza fare niente per fermarla. Come puoi continuare a giustificarlo?-
Christopher trattenne a stento un sorriso.
Eccola di nuovo lì, la sua eroica e fiera Grifondoro di cinque anni prima.
Quella parentesi di dolore, in cui lei si era chiusa in sè stessa, sembrava aver esaurito il suo corso.
Alice tremava di rabbia davanti a lui, ogni fibra del suo essere gridava la sua indignazione.
Era sempre stata così.
Non aveva mai avuto vie di mezzo.
O amava appassionatamente, o condannava senza remore.
O bianco o nero. Non c'erano sfumature.
E questo poteva essere una benedizione o una maledizione.
Ma l'Auror di lei amava persino quel suo difetto, che era anche il suo più grande pregio.
Un impulso irrefrenabile di stringerla gli salì alla gola.
Ogni giorno starle accanto e sapere che non era sua era un incubo.
-Possibile che tu non gli dica niente?-
La ragazza prese a camminare su e giù per la stanza agitando le braccia.
Essere dopo tanto tempo di nuovo soli in una stanza, rendeva l'aria irrespirabile e allo stesso tempo limpida e pura.
-Alice - provò a chiamarla Chris.
Niente, lei non lo ascoltava, troppo presa dalle sue considerazioni.
D'improvviso Mason si accorse che non gliene fregava più nulla.
Di niente.
Voleva lei. Punto.
Non gli importava più che lei l'avesse lasciato, che fosse fuggita lontano da lui.
Vedere Sebastian soffrire ancora così tanto per un amore che a suo tempo non era riuscito a proteggere gli aveva fatto capire che non voleva, non poteva, permettersi di vedere un altro uomo accanto ad Alice.
Non prima almeno di avere fatto di tutto per tenersela vicina.
E allora affanculo tutto.
-Ti amo-
Quelle due parole gli uscirono di bocca quasi senza averle pensate.
Ci credeva così tanto che ogni parte di lui aveva come dimenticato tutto il resto per concentrarsi solo su quelle due parole, così piccole ma così importanti.
La ragazza si bloccò, voltata verso di lui, gli occhi dilatati per lo stupore e le braccia alzate.
Christopher non fiatò.
Attendeva la sua condanna, in silenzio.
Ma questa volta non sarebbe scappato, non avrebbe fuggito quello che doveva accadere.
Finalmente aveva agito senza perdersi in mille ragionamenti, senza valutare i pro e i contro come era solito fare.
Si era preso il cuore tra le mani e si era buttato.
Aveva giocato il tutto per tutto.
E ora poteva solo aspettare.
E sperare.



Gli studenti di Hogwarts rientrarono al castello che ormai si era già fatto buio.
Hermione aveva cercato di evitare i suoi amici tutto il giorno, restando al fianco di Elenie.
Aveva scoperto una persona straordinaria, e molto più simile a lei di quanto potesse immaginare.
La Benèfica era forte, coraggiosa e testarda.
Le aveva raccontato le sue vicessitudini senza mentire e senza cedere.
Da parte sua Elenie, per la prima volta dopo tanto tempo, si era sentita al sicuro.
Lei di natura non era una che parlava molto, che amava avere degli amici.
Era sempre stata molto schiva e solitaria, e trovare una persona con la quale aprirsi per lei era una cosa strana ma piacevole.
Sorrise tra sè.
Stare con Hermione era come stare con Harry.
Facevano fronte unito, proteggevano coloro a cui tenevano e non abbassavano mai la testa.
La Grifondoro la salutò, percorrendo il corridoio e tornare nella Torre, così Elenie, stringendosi nel bomber grigio, procedette da sola.
-Ehi, che fine avevi fatto oggi?-
La voce di Potter alle sue spalle le provocò un piccolo brivido lungo la schiena, e si voltò col cuore in tumulto.
Eccolo lì, appoggiato al muro, allegro e gentile come sempre.
-Ho parlato un po' con Hermione - ammise.
-Davvero? Sono contento - disse il moretto mettendosi le mani in tasca e cominciando a camminarle a fianco verso la Torre di Corvonero - Credo che abbia bisogno di un'amica con cui parlare. Ho come la sensazione che io e Ron non possiamo capirla fino in fondo.-
Elenie annuì, non sapendo che dire, così attese che fosse lui a parlare.
Incredibilmente la sua presenza le provocava un certo calore, una certa allegria, che nemmeno lei riusciva ad identificare.
-Non te l'ho ancora chiesto...Va tutto bene?- domandò infine Harry dolcemente, inclinando la testa verso di lei.
-Sì certo - fece seria la ragazza annuendo - Sto ancora cercando di ambientarmi-
Quasi senza rendersene conto i due arrivarono davanti all'ingresso del dormitorio di Corvonero.
Rimasero a guardarsi imbarazzati e in silenzio.
-Beh allora buonanotte - sussurrò il Grifondoro, sorridendo.
-Buonanotte- rispose Elenie, confusa.
Harry si sporse a sfiorarle la fronte con un rapido quanto casto bacio, poi tornò al suo dormitorio.



Ora basta, pensò intanto Hermione, girando come un' indemoniata per la sua stanza.
Mi sono rotta.
Quei pochi che potevano dire di conoscere veramente Hermione Jane Granger sapevano molto bene un certo lato del suo carattere.
Non si arrendeva mai troppo facilmente.
Per nessun motivo.
Le parole di Alice sul perchè secondo lei Draco aveva chiuso i rapporti con lei, continuavano a rimbombarle in testa.
Queste, unite allo sguardo folle d'angoscia che il biondo le aveva riservato quel pomeriggio e che non le era sfuggito, prima quando lei l'aveva sorpreso con Pansy e poi quando l'aveva vista ferita, le avevano fatto sorgere qualche perplessità.
Se poi ci aggiungeva anche la catenina d'argento col ciondolo a forma di D che ora giaceva sul suo comodino, allora la voglia di piangere le passava totalmente, rimpiazzata da un gran desiderio di prenderlo a pugni.
Si maledisse da sola per essere stata così debole e stupida.
Voleva vederci chiaro in quella faccenda.
E se vederci chiaro voleva dire giocare sporco...beh, allora l'avrebbe fatto.
Forse viveva di sogni, forse voleva di nuovo rifugiarsi in una tiepida illusione, ma non le bastavano le parole taglienti di Draco per cancellare tutto.
Voleva i fatti.
E li avrebbe avuti, con o senza il consenso di Malfoy.




Eccoci qua...Oggi per fortuna ho un po' di tempo per ringraziarvi singolarmente, quindi procedo subito:
Lyla_sly: Mmm...Mi è sembrato di capire che non sei esattamente la fan n°1 di Ginny =) Per quanto riguarda Harry ed Elenie credo che non ci sia bisogno di dire cosa sta succedendo tra quei due...Anche perchè lo scoprirai molto presto! Grazie della recensione, un bacio!
Hollina: Eh sì, sono tutti un po' perseguitati dalla sfortuna questi qui=) Comunque sono contenta che Chris ti sia piaciuto! Presto vedrete anche Matt!
pei_chan: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Come vedi finalmente le cose tra Hermione e Draco si sono smosse, e nel prossimo capitolo si vedrà finalmente qual è il piano della Granger! Un bacio...
Keyra Malfoy: Fulvia, io ADORO le tue recensioni! Cioè, rido tutto il tempo! Ho aggiornato abbastanza presto per evitarmi la coltellata tra le spalle=) ? Spero di sì! Daidaidai, dimmi che ne pensi! Un bacione
whateverhappened: Eh certo che Seb si sente in colpa...Sempre che sia ancora vivo, date le intenzioni omicide di Alice...Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
Smemo92: Anche a me Ginny piace abbastanza, ma temevo di lasciarla troppo in disparte con l'arrivo di Elenie, così l'ho un po' esclusa... Spero sarai contenta, dato che la verità tra Alice e Chris è venuta a galla! Mi raccomando, leggi il prossimo capitolo perchè ci sarà la reazione di Alice!
Tanny: Nel prossimo capitolo ci sarà la risposta a molte delle tue richieste=) Grazie della recensione!


Ringrazio inoltre tantissimo chi legge solamente, e le 106 persone che hanno messo la fiction nei preferiti! 

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


                             

  " ...Dicono di me

che sono un serpente,
con ali da diavolo
 e un cuore da re..."



-Ti amo-
Alice non credeva alle sue orecchie.
Guardava attonita Chris da qualche minuto, tremando convulsamente e allo stesso tempo non riuscendo a credere che stesse succedendo veramente.
Mason stava lì di fronte, eretto e fiero come sempre, con un certo bagliore di sfida nello sguardo.
La ragazza da parte sua non sapeva come comportarsi.
La parte più intima del suo cuore le ingiungeva di rispondergli che lo amava anche lei, da sempre e più di ogni altra cosa.
Ma l'altra parte la bloccava, costringendola a restare lucida e a non cedere.
Così ora i due Auror se ne stavano lì, sospesi tra spazio e tempo, muti e indecisi.
Ormai però non si poteva più tornare indietro, non si poteva più fingere.
La scelta era stata fatta, la verità era venuta a galla.
Ma forse era troppo grande per poter essere affrontata.
La Parker mosse un passo incerto verso Christopher, ma venne interrotta da due bruschi colpi contro la porta.
-Avanti- mormorò.
Matt fece capolino nella stanza, sorridendo come un beota.
-Alice, c'è Hermione nel camino che chiede di te, dice che è urgente.-
La ragazza sospirò, guardando distrattamente l'orologio, poi seguì il fratello in salotto.
La testa della Granger effettivamente stazionava tra le fiamme allegre del caminetto acceso.
Alice si inginocchiò sul tappeto, mentre gli altri per amor di privacy lasciarono la stanza.
-Hermione va tutto bene?-
-No Alice, ho bisogno del tuo aiuto- lo scoppiettìo delle fiamme non copriva la tensione nella voce della Grifondoro.
-Di che si tratta?- domandò incuriosita l'Auror.
-Devi aiutarmi ad entrare nel dormitorio di Serpeverde-
-Stai scherzando?- inorridì la Parker, anche se non riuscì a nascondere un po' della sua soddisfazione, intuendo che la Granger si era finalmente decisa a fare qualcosa.
-No. Devo sistemare una questione con Draco e non posso certo andare là e bussare come se niente fosse-
-Aspettami lì- la interruppe Alice - Arrivo subito-
Se qualcuno degli abitanti di Hogsmeade quella sera avesse messo il naso fuori di casa, avrebbe visto un cigno bianco volare leggero verso la scuola di Hogwarts.



Sebastian Joel Anderson uscì dalla sua camera con l'umore nero, diretto in cucina per bersi qualcosa di forte, quando con la coda dell'occhio intercettò Chris svaccato su una poltrona con lo sguardo vacuo rivolto al soffitto.
-Oh sei vivo?- chiese tagliente.
Mason alzò una mano verso l'amico, che gli si avvicinò.
-Matt e Alice dove sono?- s'informò Seb sedendosi accanto a lui e versandosi del brandy in una tazza da caffelatte.
-Alice è andata ad Hogwarts per parlare con Hermione...Matt è fuori con qualche ragazza credo- biascicò Christopher svogliatamente.
Anderson annuì tra sè e sè.
-Che diavolo hai?- bofonchiò con le palle di traverso.
-Ho detto ad Alice che l'amo-
Sebastian quasi si strozzò col brandy, tanto che il Mason dovette pazientemente tirargli qualche pacca sulla schiena.
-Dici sul serio?- gracchiò cercando di riprendersi.
Il biondo Auror assentì, funereo.
-E lei?- domandò stupito, dimenticandosi quasi di tutti i suoi mille problemi.
-Niente...E' venuto Matthew a chiamarla e se n'è andata- borbottò Chris rubando la tazza all'amico e bevendo qualche sorso.
-Tipico delle donne. Mai una volta che si riesca a finire una conversazione-
Anderson si alzò per prendersi un altro bicchiere, deciso a sbronzarsi per benino, poi tornò da Mason, che dalla faccia sembrava deciso ad attaccarsi direttamente al collo della bottiglia.
-Cin cin- mormorò in tono lugubre, alzando il bicchiere verso Christopher.
Di lì a insultare il genere femminile ci fu un passo, e un altro a ballare e a cantare mezzi nudi e abbracciati.
Quando Matthew Parker tornò, facendo bella mostra di un succhiotto sul collo, li trovò sdraiati sul pavimento, con l'alito che sapeva di alcool in un modo impressionante, e trattenendo a stento le risate li trascinò a letto prima che Alice potesse vederli in quello stato.


Mentre i due Auror scoprivano i piaceri dell'alcool, Alice Catherine Parker si era infilata nel dormitorio di Grifondoro.
-Allora, spiegami cosa vuoi che faccia - domandò nuovamente ad Hermione, incrociando le braccia e tentando di tenere il pensiero di Chris fuori dalla sua mente.
-So che Silente vi ha dato le parole d'ordine di tutte le Case, per ogni evenienza...-la Granger incrociò le dita dietro la schiena, sperando che la Parker credesse al suo bluff.
-E tu come lo sai? Il Preside ci ha raccomandato per sicurezza di non farne parola con nessuno! - la interruppe stupita Alice.
-Allora sai veramente le parole d'ordine!- esultò la Grifondoro congratulandosi con sè stessa.
Passarono dieci minuti in cui l'Auror si maledì per la sua idiozia, poi però ascoltò il piano di Hermione.
Non potè fare a meno di sorridere.
L'avrebbe aiutata naturalmente, avrebbe fatto qualunque cosa pur di non vederla soffrire ancora.
-E sia- acconsentì perciò - ma sbrigati che ho voglia di tornarmene a casa-
La riccia di lasciò sfuggire un grido di giubilo, poi corse al dormitorio dei ragazzi, da cui scese con sottobraccio il mantello di Harry.
Uscirono dalla Sala Comune appena Hermione sparì sotto di esso, e scesero frettolosamente i numerosi piani di scale che le separavano dal dormitorio di Serpeverde.
Arrivate al sotterraneo, entrambe si accostarono ad un muro in pietra.
-Tardus traendi- sussurrò Alice, e con un breve e sottile rumore si rivelò un passaggio.
-Buona fortuna- mormorò poi alla Granger.
Hermione la ringraziò, quindi la salutò ed entrò nella Sala Comune deserta.
Era tardi, e gli studenti erano già tutti a letto.
A passo sicuro la Grifondoro si diresse verso la camera di Draco.
Chissà come aveva fatto ad ottenere una singola, si domandò con una punta di invidia.
Beh meglio così.
Avrebbe messo in atto meglio il suo piano.
Dopo essersi guardata con circospezione attorno, aprì la porta lentamente.
Sbattè gli occhi per abituarsi al buio della stanza, quindi si richiuse la porta dietro di sè e la Sigillò.
Si tolse poi il mantello e si avvicinò alla sponda del letto in cui dormiva Malfoy.
Incredibile, come neanche nel sonno riuscisse a trovare pace.
Quell'espressione tormentata non se ne andava mai dal suo viso.
Hermione estrasse la bacchetta.
Si odiava per quello che stava per fare, ma voleva sapere, voleva capire.
Accostò la bacchetta alla candida tempia del biondino, che ignaro di tutto continuava a dormire e mormorò:
-Legilimens-
Subito un'accozzaglia di suoni e immagini le riempì la mente.
Era la prima volta che usava quell'incantesimo, e per un istante temette di aver sbagliato.
Ma poi, quando si vide immersa nei pensieri e nei ricordi di Draco, capì che aveva fatto centro.
Le apparvero un'infinità di fotogrammi diversi, ognuno celante un cassetto diverso della memoria del Serpeverde. Vaghi flash confusi le si paravano dinanzi agli occhi.
Lucius Malfoy che picchiava Draco.
Narcissa che lo lasciava fare per poi voltargli le spalle.
Draco che chiedeva aiuto a Silente.
Draco che parlava con Sebastian.
Draco, Draco, Draco.
La Granger non riusciva a districarsi in mezzo a quel labirinto, quando finalmente si vide.
Non appena si concentrò sulla sua immagine riflessa nello specchio della mente del biondino, la tempesta confusa di immagini diverse si placò, lasciando solo il posto a una pace innaturale.
Era quello che Malfoy provava quando pensava a lei?
Hermione rivisse le loro litigate, i loro scontri, il loro primo bacio.
Fino ad arrivare a quello.
-Mezzosangue, sei stata solo un gioco per me. E questo gioco mi ha stufato-
Sentì nuovamente quello strappo al petto nel riascoltare le parole che le avevano fatto così tanto male, ma quello che non si aspettava fu di avvertire un altro dolore, un dolore che non le apparteneva-
-No mezzosangue, non piangere. Lo sto facendo per il tuo bene-
Quelle parole mai uscite in realtà dalla bocca del Serpeverde le fecero salire le lacrime agli occhi.
E quel nuovo dolore, che lei capì essere lo strazio di Draco che si sommava al suo, le fece intravedere una debole speranza.
Fioca,soffocata, ma presente.
Stava ancora fissando lei e Draco nel parco in quel giorno freddo di dicembre, quando si ritrovò tutto ad un tratto catapultata fuori dalla mente del biondino.
Aprì gli occhi, accorgendosi solo in quel momento che li aveva tenuti ben serrati, e si ritrovò a pancia in su sul letto di Malfoy. Sopra di lei c'era il Serpeverde, ansante e sofferente, che con una mano le stringeva forte i polsi, e con l'altra si reggeva per non caderle addosso.
-Che cazzo sei venuta a fare qui?- le chiese furioso.
Hermione tentò di divincolarsi dalla stretta del biondino, senza successo.
-Volevo andare in fondo a questa faccenda...Volevo sapere se veramente non avevo contato niente per te oppure se il motivo del tuo comportamento era un altro- sibilò allora, guardando negli occhi Draco con espressione di sfida.
-Sei contenta adesso?- ringhiò lui.
-No, non lo sono - urlò la Granger distrutta, dandogli uno spintone e riuscendo finalmente ad alzarsi - Come hai potuto mentirmi in quel modo?-
-Non avevo altra scelta-
Hermione tacque all'improvviso.
Il tono di Malfoy era dimesso e disperato, per la prima volta privo della consueta baldanza e dell'alterigia che l'avevano sempre caratterizzato.
-Si invece - si sforzò di continuare lei -Io non ho paura di tuo padre. Io...-
Niente, non ce la faceva a continuare.
Le lacrime le pungevano gli occhi, troppo dolorose per essere ignorate.
-Mezzosangue...- sussurrò Draco, incredulo.
Piangeva. Davanti a lui.
Per una volta senza curarsi di sembrare debole o vulnerabile.
Facendogli capire quanto ormai in realtà ci fosse dentro, quanto in realtà non avesse voglia di uscirne.
Il ragazzo si costrinse a fare un passo...poi un altro, fino ad arrivare a sovrastarla.
Le alzò delicatamente il capo e la guardò negli occhi.
Quei maledetti occhi d'oro che non conoscevano menzogna.
E le sorrise.
Dolce, delicato e terribile allo stesso tempo.
Ormai aveva capito.
Che non poteva resistere lontano da lei.
Non poteva permettere che lei piangesse per lui.
Non più.
Le passò il pollice sulla guancia rigata di lacrime silenziose e gliele asciugò attentamente.
La Granger si aggrappò alla sua maglia, esigente, avida di lui.
Draco la strinse forte, alzandola da terra e premendola contro di lui.
-Ti voglio- sussurrò piano Hermione, la voce ancora rotta dal pianto ormai lontano.
Malfoy sogghignò tra i capelli della ragazza, e se la portò nel letto, coprendo entrambi con le coperte calde.
Non appena raggiunsero quel confortevole angolo di mondo in cui mai nessuno sarebbe venuto a disturbarli, la baciò.
E poi la baciò ancora.
Non era mai sazio di lei.
Era incredibile l'effetto che aveva su di lui, nemmeno Draco riusciva a spiegarselo, ma starle lontano era un dolore quasi fisico.
La spogliò in qualche secondo, e non appena furono entrambi nudi, studiò il suo corpo come la prima volta, imparò i suoi più piccoli tratti, le sue dolcissime imperfezioni.
Quando entrò in lei lo fece piano, quasi con timore che sarebbe scomparsa da un momento all'altro.
Hermione dal canto suo aveva perso la cognizione del tempo e dello spazio, vedeva solo lui muoversi con grazia sopra di lei. Gli affondò le mani tra i capelli spettinati, poi cercò la sua bocca.
Raggiunsero insieme il piacere più puro, rincorsero i battiti del loro cuore per tutta la notte, respirando all'unisono, stringendosi e divorandosi fino a farsi male.
E quando il sole salì, quel mattino, li vide ancora avvinghiati in un infinito abbraccio.



Narcissa Malfoy stava sdraiata nel suo letto, fissando con occhi terrorizzati la parte del letto vuota accanto a lei.
Lucius non era ancora tornato. Da giorni ormai passava tutto il suo tempo nei sotterranei del castello con gli altri Mangiamorte per mettere a punto un piano d'attacco contro Potter e gli Auror che ormai avevano dichiarato guerra, e ogni notte rientrava in camera più stanco e malandato che mai.
Chiaramente Voldemort non gliel'aveva fatta passare liscia.
Il doppiogioco di Draco era stata un'onta per la reputazione di Lucius, che veniva continuamente sottoposto a punizioni dolorose e umilianti.
La porta cigolò appena, poi Malfoy entrò silenziosamente in camera e si coricò accanto alla moglie.
Esibiva un labbro spaccato e un grosso livido sulla fronte, ma non aprì bocca.
Narcissa si tirò su a sedere, cercando di controllare il pianto.
-Vuole uccidere Draco, vero?- mormorò.
Lucius non osò guardarla.
Era la prima volta che la donna mostrava i suoi sentimenti, o provava a dire la sua riguardo alla sorte del figlio.
-Sì. Ha tradito e il Signore Oscuro intende punirlo come merita- si limitò a dire l'uomo.
-E tu come al solito non hai intenzione di fare nulla vero?-
Lucius guardò la moglie incredulo e stupito per il tono duro che lei aveva usato, ma lei si era già alzata dal letto.
-Narcissa che ti prende?- domandò.
-Mi prende che state meditando di ammazzare mio figlio. E io non lo posso accettare!- gridò la donna singhiozzando e crollando in ginocchio sul pavimento tenendosi la testa tra le mani.
Malfoy, teso e preoccupato che qualcuno avesse potuto sentire le urla di sua moglie, la raggiunse e la strinse forte.
-Lo sai che non possiamo fare nulla. Ti prego, non commettere qualche sciocchezza.-
-E tu la chiameresti una sciocchezza impedire che Draco venga ucciso?- chiese glaciale la donna, inchiodandolo con uno sguardo freddo.
-Se cercherai di metterti contro le volontà del Signore Oscuro morirai anche tu, lo sai benissimo.-
-Morirò comunque, se perderò mio figlio.-
Di nuovo Lucius rimase sorpreso dalle parole di Narcissa.
Mai si era aperta in quel modo.
Mai era crollata rivelando la sua atroce sofferenza.
-Ti conviene fare tutto quello che è in tuo potere per proteggere nostro figlio...Altrimenti dovrai vedertela con me- sibilò infine furibonda Narcissa, puntando un dito contro il marito.
L'uomo la guardò, sapendo che non mentiva, che la sua non era una minaccia a vuoto.
E lui sarebbe morto pur di non perdere sua moglie...



Quella sera, quando Alice tornò in casa, si guardò attorno con circospezione, sorpresa dal silenzio innaturale che regnava in casa.
La porta della stanza dei ragazzi era già chiusa, quindi dovevano essere andati a dormire da un pezzo.
Meglio così, sarebbe riuscita ad evitare Chris almeno un altro giorno.
Si diresse in cucina a prepararsi una tazza di latte per scaldarsi un po', quando un rumore alle sue spalle la fece voltare bruscamente.
Christopher Mason uscì dalla penombra del salotto, barcollando sulle gambe e le si schiacciò addosso.
La Parker si sentì soffocare avvertendo tutto il peso dell'Auror su di sè, e tentò di spingerlo via.
Lui però non si mosse di un solo millimetro anzi, la abbracciò, arrivandole vicinissimo al viso.
-Puah Chris che schifo! Hai bevuto!-
Alice si ritrasse avvertendo l'alito del biondo, ma lui si limitò a ridacchiare stupidamente, stringendola ancora più forte.
-Finalmente sei tornata- biascicò completamente ubriaco - Mi sei mancata-
-Si si certo...Ora però andiamo a letto...-
La ragazza si fece scivolare il braccio di Mason sopra la spalla, e a piccoli passi si diresse verso la stanza dei maschi.
Rimase di sasso quando la trovò sigillata e con un biglietto sopra la porta.
Riconoscendo la grafia di suo fratello prese il foglio e lo lesse.
"Aly, Chris continua a fare casino e noi abbiamo sonno. Occupatene tu. 'Notte sorellina"
La ragazza arrotolò il plico, maledicendo suo fratello con parole non molto gentili, quindi tentò di trascinare Christopher, che intanto stava giocando coi suoi capelli, verso il divano. 
Arrivati in salotto, lo scaricò senza troppi complimenti, ansiosa di sfuggire a quello sguardo estremamente attraente, ma come gli augurò la buonanotte e gli girò le spalle, lui le prese di scatto una mano e se la riportò vicina.
-Non lasciarmi di nuovo solo - le sussurrò serio, tanto che alla ragazza sembrò aver recuperato almeno un po' di lucidità.
-Dai Chris- bofonchiò Alice, cercando di snebbiarsi il cervello - Non vorrai mica che io dorma qui con te!-
-Certo che no- scoppiò a ridere il biondo, facendo sospirare la moretta di sollievo - Vengo io a dormire con te!- aggiunse poco dopo.
La Parker impallidì di colpo.
Cercò di divincolarsi nuovamente dalla presa di Mason e di infilarsi in camera sua lasciandolo fuori, ma dopo mezz'ora erano ancora lì senza aver concluso niente.
Ormai si erano fatte le tre del mattino, e ogni volta che Alice provava a muovere un passo, il ragazzo le bloccava la strada.
-E va bene....- disse infine lei - Hai vinto. Vieni-
Senza avere più la forza di discutere, dato che le si stavano chiudendo gli occhi dal sonno, se lo trascinò in camera.
Non avendo il coraggio di guardarlo si infilò sotto le coperte praticamente vestita, sentendo lui al suo fianco fare lo stesso.
Gli voltò la schiena, decisa a non stargli troppo vicino, ma quando lui da dietro la abbracciò dolcemente, accostandosi a lei, non riuscì a mandarlo via.
Era piacevole e tragico al tempo stesso sentirlo così vicino, come tanti anni prima, sentire il suo fiato caldo e soffice sul collo, le sue mani forti a circondarle la vita.
Poco importava che fosse ubriaco.
Poco importava che il giorno dopo non avrebbe ricordato più nulla.
Stranamente Alice si accorse che tutto ciò che voleva era che lui non si allontanasse, non smettesse di stringerla....cullandola anche nel sonno.
Il mattino arrivò fin troppo presto a bussare alle loro finestre.
La ragazza aprì gli occhi, avvertendo ancora le braccia di Chris attorno al suo corpo, esattamente nella stessa posizione della sera prima.
Si girò lentamente verso di lui, cercando di non svegliarlo.
Era bello come sempre.
Le sembrò di rivederlo come cinque anni prima, quando si svegliavano insieme nello stesso letto.
Ora però quella tiepida innocenza da ragazzino era del tutto scomparsa dal suo viso.
Alice lo studiò...i capelli biondi scompigliati, gli occhi chiusi e la morbida curva delle labbra appena schiuse.
A un tratto lui aprì gli occhi.
Senza sbatterli nemmeno, spalancandoli semplicemente su di lei.
La guardò, una muta domanda nello sguardo.
Non dire niente, ti prego.
Alice non si mosse. Scoprì di non avere nessuna voglia di scappare da lui.
Lo baciò.
Senza nemmeno pensarci, affidandosi solo al suo istinto e al suo cuore.
Che finalmente, dopo tanto tempo era tornato a casa.
Lì, con Chris.



Hermione Granger e Ron Weasley stavano camminando per il parco di Hogwarts stretti nei loro cappotti pesanti.
Finalmente, con gran gioia dei suoi amici, la ragazza era tornata a sorridere.
Arrivarono quasi alla capanna di Hagrid quando furono richiamati indietro da alcuni rumori stranamente familiari.
-Maledetto Sfregiato!-
-Senti chi parla, bastardo di un furetto!-
I due Grifondoro corsero nella direzione da cui provenivano le voci, e si trovarono davanti a una scena piuttosto familiare.
Potter e Malfoy, sdraiati nella neve, che se le davano a più non posso.
-Ehi smettetela!- Ron provò a mettersi in mezzo, ma i due non se lo filarono nemmeno di striscio.
-E' inutile...è mezz'ora che cerco di separarli senza risultato-
Blaise comparve alle loro spalle, con una sigaretta tra le labbra.
-Ma che razza di idioti...Che è successo?- sbuffò Hermione scuotendo la testa.
-Solita storia- alzò le spalle Zabini - hanno cominciato con gli insulti e hanno continuato così...Ormai sto cominciando a credere che ci provino gusto-
-A prendersele di santa ragione?- chiese Weasley scettico.
Ma prima che il moro Serpeverde potesse rispondere, si udì un sonoro PUFF e Harry Potter si ritrovò a prendere a pugni l'aria.
I ragazzi, attoniti, alzarono gli occhi al cielo.
Là, in aria, fiero ed elegante, volava un bellissimo falco.
Un falco che appena si accorse della sua nuova condizione si lanciò su Potter, iniziando a beccarlo.
Inutile dire che non tardò a farsi sentire un secondo PUFF.
Una maestosa fenice dai colori rossastri e dorati si librava accanto al falco, cercando a quanto pareva di ucciderlo.
-Non è possibile- mormorò Blaise incredulo - Si danno anche così!-
Con un po' di fatica riuscirono a separarli, dato che fortunatamente entrambi i pennuti volavano abbastanza basso.
-Portiamoli da Alice...Dovrebbe essere nella Stanza degli Allenamenti- propose Hermione.
E così fecero.
Molti lungo la strada si girarono a guardarli al loro passaggio.
In effetti dovevano essere un gruppetto parecchio strano.
Blaise portava sulla spalla un falco dagli strani occhi argentei, mentre Ron una fenice, che non passava certo inosservata.
Come arrivarono alla Sala, la Granger spalancò le porte, e non appena Alice li vide scoppiò a ridere, intuendo cosa doveva essere successo.
Li fece tornare umani in un batter d'occhio continuando a sganasciarsi dalle risate.
-Ma possibile- biascicò appena si fu un po' ripresa - che il motivo che ha innescato la vostra trasformazione sia stato riuscire a picchiarvi meglio?-
I due per risposta la guardarono torvi, per poi ricominciare a rivolgersi gestacci.
-Sapete- li interruppe la Parker prima che scoppiasse l'ennesima lite- è curioso che voi due vi siate trasformati entrambi in volatili...Credo che siate più simili di quanto non crediate-
Se gli sguardi potessero uccidere probabilmente Alice Catherine Parker sarebbe morta sul colpo...
Ma fortunatamente le occhiate truci che i due maghetti le lanciarono dopo quell'affermazione non la toccarono minimamente, così li lasciò andare insieme ai loro amici.
Sorrise ripensando a quanti scherzi poteva riservare il destino.
Il fatto che Harry si fosse trasformato in una fenice non la sorprendeva nemmeno un po'. Era l'animale emblema della speranza, così come lo era Potter per i maghi.
Quello che l'aveva stupita era Draco.
L'Auror infatti sapeva bene che il falco, oltre ad essere un eccezionale predatore, da alcune antiche tribù era visto in relazione al sole, alla luce, alla libertà. Altri lo mettevano in relazione col tuono e il fulmine. Quindi era legato all'aria e al fuoco.
Strane associazioni, se questi concetti venivano accostati a uno come Malfoy...
A meno che quel ragazzo non nascondesse molto di più di quanto voleva far credere...



Chiedo umilmente scusa per il ritardo, ma il mio computer fa i capricci e da dieci giorni non mi fa connettere ad internet!
Siccome non so quando mi si rimetterà a posto, adesso sto aggiornando da casa di una mia amica, e sempre da lì leggo le altre storie e guardo le vostre recensioni (se vorrete lasciarmeleXD)
Chiedo scusa se non rispondo ai commenti dell'altra volta, ma non faccio proprio in tempo...Provvederò nel prossimo capitolo! Scusatemi ancora e grazie, GRAZIE, per continuare a seguire la storia...
 



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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***





-Ragazzi, c'è Carrigan nello studio di Silente che vuole vederci-
Alle parole di Matt, sia Alice che Chris che Sebastian sbiancarono improvvisamente.
Se il capo degli Auror decideva di scomodarsi dal suo ufficio per parlare con loro non dovevano essere certo buone notizie.
Con sospiri e imprecazioni i quattro salirono nello studio del Preside, dove l'uomo li stava attendendo.
Entrarono con circospezione e timore.
-Ragazzi, quanto tempo! Come state?- domandò con voce inquieta Carrigan.
I ragazzi in questione mangiarono subito la foglia.
Si erano visti due giorni prima al Ministero quando erano andati per fare rapporto, e in più la voce tesa del loro Capo non lasciava presagire nulla di buono.
-Abbiamo un problema - annunciò infatti, dopo che gli Auror si furono accomodati - Una fonte abbastanza attendibile ci ha fatto sapere che Voi-Sapete-Chi sta radunando un gran numero di alleati-
-Davvero?- mormorò Alice ironica - Chissà per quale motivo-
Christopher le strinse una mano senza farsi vedere, rivolgendole un fugace sorriso.
-Abbiamo ragione di credere che le sue mire siano rivolte qui- disse poi Mason rivolgendosi a Carrigan.
-Come fate a dirlo?- domandò incuriosito l'altro.
-Beh è semplice. Siamo tutti qui. Noi quattro, Potter, Silente, Draco Malfoy e la Benèfica. Non vedo cos'altro potrebbe volere al momento-
David Carrigan si passò una mano sul mento, con aria pensierosa.
-Cosa avete intenzione di fare? Nasconderli tutti?- chiese poi.
-No, sarebbe impossibile - intervenne Sebastian - Temo che dovremo prepararci a una battaglia.-
Il Capo degli Auror non mostrò emozioni di sorta.
-Siete in pochi, e loro sono a migliaia.- disse però, dubbioso.
-Mandaci altri Auror no?- scattò Matthew.
-Il Ministro non me lo permetterà. Sai bene come è fatto Scrimgeour. Vorrà essere certo di quello che dite, e di certo non vorrà sacrificare gli uomini del Ministero per proteggere una manica di ragazzini-
-E quindi secondo te che dovremmo fare?- ringhiò Chris - Mollarli qui e sbattercene?-
-Non ho detto questo- ribattè severo Carrigan - Io sarò dalla vostra parte, davanti al Ministro e in battaglia. Solo, non so su quanti potremo contare. Io ad ogni modo farò il possibile-
E, detto questo, salutò i suoi Auror e se ne andò.



-Allora mezzosangue, vuoi dirmi cosa c'è?-
Draco Malfoy guardò con aria inquisitoria e un pelo irritata Hermione, che seduta sugli spalti del campo da Quidditch non lo degnava di uno sguardo da più di mezz'ora, ovvero da quando aveva visto Harry Potter aggirarsi con aria circospetta ai margini della foresta proibita, prima di sparirne all'interno.
-Niente...stavo solo pensando che Harry ultimamente si comporta in modo strano- sospirò lei pensierosa.
-San Potter che si comporta in modo strano? Guarda, Granger, detesto essere io a dirtelo, ma Potter E' strano!- sbuffò Draco contrariato.
Hermione alzò gli occhi al cielo.
-Dai, cerca di essere serio...Non sto scherzando...La sera rientra a orari indecenti, di giorno non si fa quasi mai vedere. Ho come il sospetto che stia cercando di tenerci nascosto qualcosa.-
-Avrà la ragazza no?- sbottò Malfoy.
-Si lo so...- aggiunse in risposta allo sguardo sbigottito di lei - quale donna sana di mente se lo prenderebbe?-
-Non ci avevo pensato...- mormorò la Grifondoro un po' più tranquilla - Temevo stesse macchinando qualche sciocchezza. Che sia tornato con Ginny? - chiese, più a sè stessa che a lui.
-Ma la Weasley non sta con Thomas?- chiese Draco con aria di scherno.
Ormai ne aveva piene le scatole di sentire tutti i pettegolezzi che giravano a Hogwarts sul conto della ex di Potter.
-Ah già- bofonchiò Hermione delusa - Ma allora chi potrebbe essere? Non ho mai visto Harry parlare con qualche ragazza in particolare...-
-Secondo me è Mirtilla Malcontenta!- ghignò il biondino.
-Dai Draco, sii serio per favore..-lo riprese la ragazza dandogli una sberla sulla spalla.
-Beh, credo che sarebbe l'unica a non piangere di fronte alle sue performance...Abituata a vedere spettri, Potter le sembrerà un piacevole diversivo!-
Hermione alzò gli occhi al cielo, esasperata, mentre Malfoy accanto a lei praticamente ululava dal ridere.



Erano le cinque del pomeriggio, e nella Sala degli Allenamenti c'era un certo affollamento.
I soliti quattro Auror erano in piedi in mezzo alla stanza, e di fronte a loro c'erano uno stranamente euforico Harry Potter, Ron Weasley, Elenie e Blaise Zabini che parlavano fitto fitto, cercando di recuperare il tempo perduto, Draco Malfoy ed Hermione Granger, che fissava insospettita il Bambino Sopravvissuto, quasi volesse carpirgli chissà che segreto.
-Dunque la guerra è alle porte. Credo che non si potrà più rimandare...- stava dicendo Chris con espressione tesa.
-Si sa già quali sono i loro piani?- domandò Harry attento ed interessato.
-No. Ma vedendo tutto il casino che stanno combinando, pare che siano decisi a fare un bel po' di confusione- bofonchiò Sebastian - Pare che non abbiano problemi a uscire allo scoperto- concluse estraendo una copia della Gazzetta del Profeta e porgendola ai ragazzi.
I sei studenti fissarono il giornale.
In prima pagina troneggiava il Marchio Nero impresso nel cielo, sopra ad una casa.
-Tutti morti- disse secco Matt - un'intera famiglia di mezzosangue-
Gli occhi di Ron corsero preoccupati ad Hermione, poi tornarono a posarsi sugli Auror.
-Che volete fare?- chiese con decisione.
-Combattere, naturalmente - annunciò Christopher - Organizzeremo un sistema di protezione attorno alla scuola, perchè crediamo che le loro mire siano qui.-
-Potremo darvi una mano?- intervenne Elenie risoluta.
-Vorrei poterti dire di no- le rispose Alice con un sospiro - ma temo che il vostro aiuto sarà indispensabile, soprattutto il tuo-
A nessuno dei presenti sfuggì lo sguardo preoccupato di Harry James Potter, ma tutti fortunatamente si astennero dai commenti, anche un certo Serpeverde con la lingua lunga.
-E il resto degli studenti come farà?- domandò Hermione.
-Non lo so- confidò la Parker sconsolata - Non possiamo mandarli a casa senza metterli in pericolo. Credo che, anche se in mezzo a una battaglia, qui saranno comunque tutti al sicuro.-
La riccia annuì.
-Forza ragazzi- ordinò Chris battendo le mani e alzandosi, riscuotendo così gli altri dal loro torpore- cominciamo un po' ad allenarci-
E così, tra risate e lamenti, iniziò un'altra pesantissima seduta di allenamento.



-Padrone, avete deciso il giorno dell'attacco?-
-Sì Lucius...Ma ve lo dirò solo poco prima. Non mi fido di voi. Una sola vostra parola potrebbe far saltare tutto-
Malfoy si inchinò davanti a Voldemort, poi filò via, facendo ridere freddamente Bellatrix Lestrange.
-Non credevo che il mio caro cognato potesse cadere così in basso.- sibilò crudele.
-L'ho già punito come merita, Bella. E non finirà qui. Ho una sorpresa in serbo per lui e per quel traditore di suo figlio.-
-Non vedo l'ora di scoprirla- ghignò la donna.
-Non fatevi sfuggire nulla dei dettagli del piano in sua presenza chiaro? Sarebbe capace di spifferare tutto agli Auror- ringhiò disgustato il Signore Oscuro.
-Certo mio Signore - rispose ossequiosamente la Lestrange. -Sorprenderemo quelle fecce e di loro non resterà nemmeno la polvere-
-Beh, di certo non si aspettano che noi abbiamo conservato alcune ampolle di potere Benèfico che vi consentiranno di entrare indisturbati.-
-Faremo un bel lavoro, Padrone, statene certo.-
-Non ne dubito. Voglio che la mia preda non abbia scampo. E ricordate, lo voglio vivo-



-Seb ti va di parlare un po'?-
Il moro Auror si voltò di scatto, sentendo di nuovo dopo tanti giorni la voce di Alice che si rivolgeva a lui.
Dopo la spaventosa litigata riguardo a Laine infatti non avevano più parlato come si deve.
Anderson diede un tiro alla sigaretta che teneva in mano, poi la gettò a terra.
-Certo.- rispose. -Basta che non mi picchi un'altra volta - aggiunse, sul viso l'ombra di un sorriso.
La Parker rincuorata, vedendo che lui non pareva ostile, si sedette accanto a lui.
-Mi dispiace per l'altro giorno- sospirò poi lei - Ma ero arrabbiata e delusa...Non so se più per il tuo comportamento nei confronti di Laine, o per il mio nei confronti di Chris-
-Ehi...Non hai nulla da rimproverarti ok? E' tutto sistemato.- cercò di tranquillizzarla lui.
-Ne sei sicuro?- chiese Alice timorosa ma felice che lui non fosse arrabbiato.
Sapeva per esperienza che normalmente i musi lunghi di Sebastian non passavano molto facilmente, anzi. Era di una permalosità incredibile, ed era capace di ignorarti per giorni e settimane.
-Non ti preoccupare...Sono io che ho sbagliato tutto. Tu non c'entri niente- mormorò Anderson, e nella sua voce c'erano una rassegnazione e una sofferenza tali che la Parker si sentì stringere il cuore.
-Ah...se alludi a Laine io...beh, forse posso aiutarti- sorrise la ragazza.
Seb alzò il volto per guardarla, stupefatto e ansioso.
Alice armeggiò un po' con la borsa, quindi ne estrasse un foglietto che porse all'Auror.
-Questo è il suo indirizzo. Non è stato facile rintracciarla, ma dovrebbe essere giusto. C'è solo un problema però. Da quello che mi hanno detto parte stasera, per non so dove.-
Anderson non fiatò, tenendo semplicemente tra le mani quel foglietto stracciato come se fosse un tesoro prezioso.
-A questo punto io la mia parte l'ho fatta. Ora sta a te- disse dolcemente la Parker.
L'ex Serpeverde l'abbracciò, quasi stritolandola, poi la mollò di colpo, filando via come un razzo, lasciando la sua amica da sola.
Alice sorrise.
Era bello rivederlo di nuovo pronto a lottare, a combattere per un amore in cui aveva smesso di credere.



Laine Debora Harris si scostò i lunghi capelli biondi dalla spalla gettandoli dietro la schiena, poi riprese a tirare fuori i vestiti dall'armadio.
Ogni abito riposto nella borsa era un ricordo, un pensiero triste o allegro legato a qualche fatto degli ultimi mesi.
Voltò desolata lo sguardo per quella casa spoglia e vuota.
Le dispiaceva andarsene.
Quello era stato il suo rifugio negli ultimi mesi, per sfuggire agli appostamenti di Robert che la seguiva dovunque, per evitare i suoi genitori e le lettere minacciose che le mandavano.
Probabilmente ora, dato che avevano smesso, erano convinti che fosse già insieme a Sebastian.
A quel pensiero la ragazza si sentì morire.
L'aveva perso. Per sempre.
Il suo algido Serpeverde per cui aveva perso la testa quando erano ragazzi.
I suoi l'avevano rinchiusa in casa per non farglielo vedere.
Per il conte Lionel Harris era stato un colpo sapere che la sua unica figlia ed erede si era innamorata del figlio di due noti Mangiamorte, e tutti i tentativi della ragazza di fargli capire che lui era diverso dal resto della sua famiglia, erano andati a vuoto.
Appena terminò di riporre i vestiti, passò ai libri.
Li gettò un po' a caso in un'ampia valigia, senza nemmeno fare caso ai titoli o alle copertine consunte e polverose.
A un certo punto un foglio uscito da un grosso tomo le fece chinare lo sguardo.
Laine raccolse il pezzo di carta, e si accorse che era una foto, un po' ingiallita dal tempo.
Era stata scattata cinque anni prima, nel parco di Hogwarts.
Con un sorriso nostalgico guardò uno per uno i cinque ragazzi che ridevano e scherzavano nell'immagine.
Il primo sulla sinistra era Matt, coi capelli un po' più lunghi di adesso, ma la stessa aria furbesca e attraente, poi veniva Chris, con la maglia annodata sui fianchi e un braccio a circondare le spalle di Alice, la quale sorrideva gioiosa senza guardare altri che il biondo Grifondoro seduto accanto a lei. I suoi non erano ancora morti a quel tempo, e la vita di tutti scorreva ancora tranquilla e serena.
La Harris scostò lo sguardo dall'amica, per guardare gli ultimi due membri del gruppetto, ed ebbe un tuffo al cuore.
C'era lei, i biondi capelli stretti in una treccia e l'aria felice, che parlava fitto con un ragazzo che indossava una divisa coi colori di Serpeverde. I capelli neri del giovane erano spettinati e i suoi occhi di ghiaccio non si muovevano mai da lei.
Laine rimase svariati minuti in contemplazione della foto di un passato che non sarebbe tornato, poi si accorse che l'immagine tremava.
O forse erano le sue mani, le sue spalle, a tremare, scosse dai singhiozzi intrisi di rimpianto.
A un tratto la porta alla sua sinistra venne bombardata dai colpi di qualcuno che bussava con tanta foga che la ragazza per un attimo credette che fosse successo qualcosa di grave.
Infastidita dall'interruzione posò la fotografia sul tavolo e andò ad aprire.
Grande fu il suo stupore quando si vide davanti Sebastian, ansante e con il volto congestionato.
La Harris fu tentata di chiedergli cosa ci facesse lì, ma si trattenne.
Il ricordo di come lui l'aveva trattata l'ultima volta che si erano visti era ancora impresso a fuoco nella sua mente, perciò strinse le labbra, imprimendosi sul bel volto una maschera di freddezza.
-Sei ancora qui...-rantolò lui cercando di riprendere fiato - Mi fai entrare?-
Laine si scostò dall'entrata quel poco che poteva permettergli di passare, quindi si richiuse la porta alle spalle.
Anderson entrò, un po' a disagio, quindi si voltò, piantando i suoi occhi glaciali in quelli della sua ex-ragazza.
-Alice mi ha detto che sei in partenza- le disse senza troppi giri di parole.
-Già- annuì lei senza sbilanciarsi troppo- Vado in Germania da delle amiche-
 -Amiche o amici? - non riuscì a trattenersi dal domandare Seb.
-Non vedo come possa interessarti. Comunque sì, amiche.- sibilò Laine, gelida.
-Capisco- mormorò lui, dondolando sulle gambe, non sapendo cosa dire.
-Senti mi dispiace- sbottò infine, non riuscendo a trattenersi- Ti ho detto delle cose orribili,e non avrei dovuto. Ma cerca di capirmi, ero arrabbiato e non ho potuto farne a meno-
-Sì conosco questo lato del tuo carattere- ribattè lei - Non riesci a pensare prima di parlare giusto? -
Seb abbassò gli occhi, un po' in imbarazzo, ma li rialzò subito, combattivo.
-Forse se tu non mi avessi mollato per quell'altro non avrei avuto una reazione così esagerata non credi?- ruggì.
-Oh ti prego non cominciare - gli rispose lei a tono - Ho sbagliato, è vero, ma se intendi rinfacciarmelo per il resto della vita ti sbagli di grosso-
-Sempre se tu mi darai questa occasione...- mormorò Anderson con un sorriso mesto.
-Che occasione? Non capisco?- balbettò spiazzata Laine.
-Hai detto che non vuoi che io ti rinfacci i tuoi errori per il resto della tua vita...Ma se te ne andrai non potrò farlo..-
-Che vuoi dire?- lo interruppe la ragazza, che odiava i giri di parole.
-Intendo dire - spiegò Seb con voce paziente ma col cuore che gli batteva a mille - Che spero mi darai l'occasione di esserti accanto nella tua vita, per prenderti in giro, per litigare con te, per arrabbiarmi e a volte anche dirti quanto ti ho odiata e quanto tuttora ce l'abbia con te...Ma soprattutto vorrei esserti accanto per un motivo preciso...-
La Harris non fiatò...Rimanendo lì, in sospeso, ad attendere che lui terminasse il suo discorso.
-...Per amarti- concluse semplicemente Sebastian guardandola dolcemente.
Ecco, l'ha fatto di nuovo, pensò Laine mentre si avvicinava a lui.
Ha abbassato di nuovo le mie difese, con quel suo sguardo disarmante e con quella sua voce calma e rassicurante.
Seb la guardò avvicinarsi a lui, e la vide guardarlo maliziosa di sotto in su.
Ce l'aveva in pugno.
Era suo, lo era sempre stato.
Laine accostò il viso al suo, poggiando la fronte contro la bocca dell'Auror, che gliela baciò con delicatezza.
Poi la ragazza si aggrappò alle sue spalle, alzò il volto e si specchiò negli occhi di lui.
E in quel momento Anderson si accorse di non essere in grado di aspettare un istante di più.
La baciò, togliendole il fiato.
Dio come gli era mancata.
Se la prese in braccio, carezzandole con una mano i capelli e con l'altra attirandola a sè.
Di lì a dieci minuti stavano già facendo l'amore...



-Cazzo, cazzo, cazzo...Qua siamo fottuti!-
Quasi ora di cena ad Hogwarts, Sala degli Allenamenti.
Christopher Mason da più di dieci minuti faceva avanti e indietro imprecando contro chiunque gli capitasse a tiro.
Di fronte a lui, perplessi e un pelino preoccupati, stavano i due fratelli Parker, che lo fissavano come se fosse un pazzo appena uscito dal manicomio.
-Chris...- azzardò con voce sottile Matt - forse dovresti calmarti un po'...-
-CALMARMI?- si infiammò il biondo - Qui  c'è una guerra che incombe e nessuno viene a darci una mano...A proposito, dov'è Sebastian?- domandò, accorgendosi solo in quel momento che l'amico non era presente.
-E' andato da Laine - spiegò pazientemente Alice, contenendosi per non alzarsi e ucciderlo.
-Beh, spero che torni in fretta...Dobbiamo studiare una strategia! Non ce la faremo mai da soli cazzo! E qua nessuno alza il culo per darci una mano!- ricominciò a sclerare Mason.
A quel punto la Parker non resse più.
Si alzò, lo raggiunse in tre passi e senza fare una piega gli mollò un ceffone che gli fece girare la testa dall'altra parte.
Chris la guardò un po' stordito, e gli occhi finalmente persero quel bagliore isterico e tornarono normali e tranquilli.
-Matthew ci lasci soli per un momento?- chiese gentilmente Alice, continuando a guardare Mason.
L'ex Serpeverde uscì di volata dalla stanza, lasciandosi sfuggire un breve fischio dalla bocca.
-Mi spieghi che ti prende?- domandò poi dolcemente la ragazza accostandosi a Christopher.
Il biondo Auror crollò su una sedia, trascinandosi dietro lei e prendendosela sulle ginocchia.
-Ho paura- ammise.
-Cosa?- fece stupita e un po' divertita la Parker - hai combattuto contro decine di nemici in questi anni....Cosa cambia stavolta?-
-Stavolta ci sarai tu- mormorò lui, senza riuscire a guardarla in faccia - Ho il terrore di non riuscire a proteggerti come vorrei...-
-Chris- sussurrò lei alzandogli il viso, intenerita ma anche spazientita -Sono un Auror anch'io ricordi? Sono perfettamente in grado di difendermi, cosa credi?-
-Lo so, lo so...E' solo che...Se dovesse capitarti qualcosa, se dovessi perderti di nuovo...Questa volta non sopravviverei-
Il suo tono era così tenero e abbacchiato che Alice per poco non si sciolse.
Gli diede un dolce bacio a fior di labbra, quindi lo abbracciò, cercando di trasmettergli con quell'abbraccio tutto ciò che non aveva il coraggio di dirgli a voce.
E Chris, stretto a lei, annusando il suo dolce profumo, sentì che tutto quello che avrebbe potuto desiderare dalla vita si trovava in quella stanza.



Era tardi quando Draco ed Hermione decisero di rientrare al castello.
Avevano semplicemente perso la cognizione del tempo, come accadeva ogni volta che erano insieme.
Stavano risalendo piano il leggero pendio che portava alla scuola, la Granger con sulle spalle il mantello di Malfoy, quando furono raggiunti da un gufo.
La ragazza prese il biglietto e lo lesse rapidamente.
Alice li voleva vedere tutti nella Sala degli Allenamenti.
Lo disse a Draco, che non reagì molto bene.
-Eh no mezzosangue, che palle...Sono stufo di sfacchinare...-imprecò incazzato - Non possiamo saltare per questa volta? Avevo intenzione di fare un gioco con te stanotte - aggiunse con aria libidinosa.
Inutile dire che la Granger non se lo filò di striscio.
Lo afferrò per un gomito ignorando le sue proteste e cercando di non arrossire per le numerose proposte indecenti che quel porco continuava a farle, e lo trascinò fino alla Sala.
Grande fu la sua sorpresa quando spalancò la porta e...vide una scena che la lasciò di stucco.
Elenie e Harry che si baciavano.
In mezzo alla stanza.
Si bloccò di colpo, facendo bestemmiare Malfoy che le era andato a sbattere contro.
La finezza delle espressioni del Serpeverde richiamò gli altri due alla realtà, facendoli staccare bruscamente.
Potter, viola per la vergogna, si guardò intorno, ovunque pur di non incontrare lo sguardo stupefatto dell'amica.
La Zabini intanto, sembrava molto occupata a fissarsi le unghie.
Hermione dal canto suo, non sapeva che dire, ed era molto combattuta tra il far finta di niente, e il fatto di sparire di lì il più velocemente possibile.
Draco invece, come al solito non si scompose.
Guardò con sufficienza gli altri tre che sembrava volessero continuare per un bel po' a giocare alle belle statuine, poi si prese una bella sigaretta e se ne venne fuori con la frase del secolo.
-Ah, Potter, questa volta sei davvero fottuto! Blaise ti ammazza!- mormorò soddisfatto.



Di nuovo mi scuso per il ritardo...
D'ora in poi cercherò di aggiornare più rapidamente, anche perchè il mio computer è tornato a posto.
Ditemi che ne pensate di questo capitolo, mi raccomando!
Se avete voglia, vi pregherei  di leggere la mia ultima shot, una Draco/Herm ( come al solito mi faccio pubblicità!). Si intitola "At the beginning"..Ve ne sarei molto grata!
Passando ai ringraziamenti:
Tanny: Ovviamente non posso dirti nulla sul destino di Draco, ma se continui a leggere scoprirai tutto! Grazie della recensione!
Hollina: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, dimmi che ne pensi di questo!
whateverhappened: Come vedi questo capitolo parla abbastanza di Seb, spero ti sia piaciuto! Sono contenta di aver descritto Narcissa come la immagini tu..Un bacio!
Lyla_sly: Come hai visto in questo capitolo, Voldemort non si fida molto di Lucius, ma lui avrà comunque un ruolo abbastanza importante nel futuro di Draco...Aspetta e vedrai!
Smemo92: Ti ringrazio dei complimenti, spero che questo capitolo ti piaccia altrettanto! Mi fa piacere inoltre che tu abbia apprezzato l'animale in cui si trasforma Draco, non ne ero molto convinta!





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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***








-Seb non ci provare! Non credere di potermi lasciare fuori da tutto questo!-
Qualche tempo dopo, nella Sala degli Allenamenti, una bella ragazza bionda stava urlando dietro al suo ragazzo.
Tutto intorno a loro altre persone non li calcolavano minimamente, avendo già visto quella scena migliaia e migliaia di volte.
-Laine, te l'ho già detto! Non sei un Auror! Non posso e non voglio permetterti di combattere con noi se ci sarà una battaglia. Il discorso è chiuso - annunciò tranquillo l'ex Serpeverde affilando la lama di una spada.
La Harris lo guardò, gli occhi castani lucidi di rabbia e i pugni chiusi e tremanti.
Dietro di lei Potter e Malfoy si erano lanciati nell'ennesima sfida a colpi di fioretto.
-Dannato Sfregiato - stava sibilando in quel momento il biondino - Dovrebbe esserti proibito l'uso delle armi!-
-Che ci vuoi fare Draco - rispose Harry con voce stucchevole - Se tu non mi avessi insegnato con tanto amore, a quest'ora non ti potrei massacrare-
E per confermare le proprie parole fece un improvviso affondo che obbligò Malfoy a roteare su sè stesso per evitare il colpo.
-Sai, a volte credo che quei due ci provino gusto a litigare- mormorò Chris divertito.
-Ma infatti è così- borbottò Ron scuotendo la testa e continuando a lanciare incantesimi al bersaglio che aveva di fronte - Loro adorano bisticciare...Non lo ammetteranno mai, ma ormai si sono affezionati uno all'altro.-
-Ora non esageriamo- intervenne Blaise con una smorfia - Diciamo che sono come una vecchia coppia di sposi...Si beccano in continuazione ma sotto sotto si vogliono bene.-
Gli altri due in seguito all'affermazione del Serpeverde scoppiarono a ridere.
-Che succede?- chiese Hermione passando di lì e scostandosi una ciocca di capelli dal viso.
-Lascia stare...- biascicò Weasley con le lacrime agli occhi dalle risate.
La Granger allora alzò le spalle, poi si guardò intorno alla ricerca di Elenie.
La vide poco più in là, affacciata alla finestra con aria pensierosa.
-Va tutto bene?- domandò con delicatezza la Grifondoro.
La Benèfica sussultò.
-Scusami, non ti avevo vista arrivare...- mormorò sorridendo - Comunque sì, tutto ok...-
-Non dev'essere facile per te sapere che presto o tardi dovrai affrontare chi ti ha tenuta prigioniera per mesi- osservò la riccia.
-Non è un problema quello. Anzi, non vedo l'ora di farli a pezzi- sibilò la Corvonero con un tono ruvido nella voce.
-Sei preoccupata per Harry?- chiese allora Hermione, pentendosi un secondo dopo per quello che aveva domandato.
Ma Elenie non si scompose, anzi.
-So che è perfettamente in grado di cavarsela. A proposito, non ti ho ancora ringraziato per aver tenuto la bocca chiusa su me e lui-
-Non è nel mio carattere farmi gli affari degli altri..-
-Ad ogni modo sei stata molto gentile- tagliò corto la Zabini. - Da quando Blaise ha scoperto che sono sua cugina è diventato un po' iperprotettivo...-
Le due ragazze ridacchiarono, attirandosi gli sguardi di tutti.
-Prima o poi dovrai dirglielo però...- osservò la Granger.
-Oh beh...Quando sarà il momento, glielo dirò - disse Elenie alzando le spalle - Per ora non voglio vedere Harry fatto a pezzi!-


Era quasi ora di pranzo quando i ragazzi decisero di smettere con gli allenamenti.
Stavano per uscire dalla stanza quando un forte scossone fece traballare la scuola fino nelle fondamenta.
Numerosi calcinacci e alcune pietre crollarono dal soffitto, mentre la scossa di terremoto, anzichè placarsi continuava ad aumentare.
I ragazzi si guardarono terrorizzati, sfoderando le bacchette.
Avanzarono verso la porta, lentamente e tentando di rimanere in piedi, quando una grossa vibrazione del terreno li fece cadere quasi tutti a terra.
-Ragazzi, andiamo a vedere che succede. Voi non muovetevi di qui! Torniamo subito! - ordinò Chris rimettendosi faticosamente in piedi.
Cercando di non cadere uscì dalla porta, seguito da Alice e Matt.
Sebastian rimase lì impalato, incerto se lasciare lì Laine o portarsela dietro.
Infine, non si sa bene se convinto da un'occhiata ammonitrice della bionda, o se per il fatto che non volesse separarsi da lei, seguì gli amici tenendola per mano.
Rimasti soli i sei ragazzi si guardarono, cercando di decidere il da farsi.
-Io non voglio rimanere chiuso qui...Non so perchè, ma questo non credo sia un banale terremoto - iniziò a dire Potter.
-Sono d'accordo - annunciò Draco, attirandosi gli sguardi stupefatti di tutti, dato che per la prima volta si era detto d'accordo con Harry - Cioè, se ci sono quei bastardi dei Mangiamorte preferisco saperlo. Non ho intenzione di stare ad aspettare-
Uno sguardo d'intesa corse tra il Grifone e il Serpente, poi, seguiti dagli altri, si diressero alla porta.
Stavano per uscire, quando un violento scossone provocò una vera e propria frana.
Pezzi di soffitto, pietre crollarono sulle teste dei ragazzi, che tentarono invano di ripararsi la testa con le braccia.
Draco, fortunatamente, alzò gli occhi giusto per vedere un grosso pezzo di pietra sopra ad Hermione staccarsi...Scattò in avanti, e afferrandola per la vita, la schiacciò contro la parete, facendole da scudo con la schiena. Il pietrone gli sfiorò appena la spalla, strappandogli la camicia, ma miracolosamente se la cavò con un semplice graffio.
La Granger non staccò i suoi occhi dorati da lui nemmeno per un istante, per verificare se si fosse fatto male, e quando vide che si muoveva normalmente e che il suo volto non recava tracce di sofferenza, emise un sospiro di sollievo.
Improvvisamente com'era cominciata, la scossa finì.
Appena avvertì il silenzio che seguiva a quel trambusto, Draco si scostò dalla ragazza, permettendole di muoversi dall'angolo in cui l'aveva fatta riparare.
Hermione gemette di fronte al disastro che le si presentò davanti agli occhi, quindi si precipitò a soccorrere gli amici.
Grazie a Dio nessuno si era fatto eccessivamente male.
Faticarono un po' a estrarre Blaise dalle macerie, e quando ebbero finito Harry si guardò disperatamente attorno alla ricerca di Elenie.
Quando la vide, prese quasi un infarto.
Era un po' più indietro rispetto a loro, e sembrava che il terremoto non le avesse arrecato alcun danno.
Anzi, attorno a lei era ben visibile un' aura particolare.
Pareva fatta di pura energia e la Benèfica sembrava più in forze che mai.
La ragazza cercò lo sguardo di Potter, e con un'occhiata confermò i peggiori timori del Bambino Sopravvissuto.
-Sono loro. Sono dentro la Scuola - annunciò con voce bassa.
-Cosa?- fece Ron con voce strozzata - Com'è possibile? Come diavolo hanno fatto ad entrare?-
-Usano i miei poteri...Evidentemente devono averne tenute delle scorte...- sussurrò la Zabini.
Blaise dall'altra parte della stanza non riuscì a trattenere un'imprecazione.
-Ne sei sicura?- chiese poi alla cugina.
Elenie annuì.
-Avverto poteri Benèfici qui attorno. Per questo mi sento più forte...Ma anche loro lo saranno.-
-Cazzo- fece Harry - Ma se loro hanno i tuoi poteri allora non possono essere uccisi con un incantesimo giusto?-
Prima che la Corvonero potesse rispondere, Hermione fece schioccare sonoramente la lingua.
-Ha detto che hanno i poteri dei Benèfici - spiegò - Non la loro essenza. Questo comporta che le loro magie saranno più potenti del normale, e che potranno Materializzarsi e Smaterializzarsi a loro piacimento, ma nulla di più...-
-Fantastico- rognò Draco - Ad ogni modo dobbiamo avvertire Chris e gli altri-
Potter annuì, e di nuovo andarono verso la porta o, almeno, verso il punto in cui fino a poco prima si trovava la porta.
I ragazzi infatti, quando si trovarono di fronte all'immenso cumulo di detriti che sovrastava l'entrata, gelarono sul posto.
La medesima parola poco fine si stampò a caratteri cubitali sulle fronti di tutti e sei.
-E ora che facciamo?- rantolò Ron sconsolato.
-Elenie, tu non riesci a spostare le pietre vero?- le chiese Blaise.
-Volendo ci riuscirei anche....Ma temo che se le sposto tutte provocherò un altro crollo. E' rischioso- rispose la Benèfica torcendosi le mani.
Draco Malfoy avanzò di qualche passo, arrotolandosi le maniche della camicia fino ai gomiti.
-A questo punto direi che è il caso di ricorrere ai metodi più tradizionali- sbuffò.
Afferrò la bacchetta, la mosse elegantemente verso la parete che comunicava col corridoio, diversi metri più in là rispetto ai grossi massi che sovrastavano la porta.
-Bombarda!- gridò.
L'esplosione che seguì fece cadere un bel pezzo di muro, e ricoprì gli studenti di polvere e pietruzze.
-Grande idea furetto dei miei stivali- ringhiò Harry pulendosi gli occhiali dalla polvere.
-Ne avevi una migliore? - tagliò corto il Serpeverde - Almeno ora abbiamo un'altra via per uscire, e siccome le pietre qui sono più piccole dovremmo riuscire a spostarle!-
Provarono prima con un Wingardium Leviosa, ma quando Blaise fece notare che la volta del soffitto ballava paurosamente, decisero di usare un mezzo meno rischioso.
Le loro sacre manine.
Ovviamente Malfoy bestemmiò in turco quando gli annunciarono che anche a lui sarebbe toccato sporcarsi le mani, ma alla fine si diede da fare.
I quattro ragazzi sudarono e sbuffarono per un buona mezz'ora sotto l'occhio vigile di Hermione ed Elenie.
La via era quasi sgombra quando la Benèfica guardò preoccupata l'angolo di cielo che si poteva scorgere fuori dalla finestra sbarrata.
-Si sta facendo buio...Ed è solo mezzogiorno...- fece notare alla Granger.
-Ho visto. Non è una cosa normale.- osservò anche la riccia con espressione tesa.
-Il tempo si sta adeguando alla situazione. E la cosa non mi piace per niente- concluse la Zabini.
-POTTER SEI MORTO!-
Le due ragazze si voltarono di scatto e videro Draco che si teneva una mano, mentre quel bastardo di Harry rideva a più non posso.
A quanto pareva il Grifondoro aveva appena cercato di spaccargli un dito mollandoglici sopra una pietra piuttosto pesante.
Tra insulti e maledizioni varie la truppa finalmente riuscì ad uscire da quella maledetta stanza.
Ma se avessero saputo cosa li aspettava, non ne sarebbero stati così contenti...


Intanto qualche piano più sotto, cinque ex studenti stavano vagando per la scuola.
-Ma dove sono finiti tutti?- imprecò tra i denti Sebastian.
La scuola infatti sembrava essere deserta. Nemmeno i fantasmi svolazzavano per i corridoi.
Chris avanzò ancora un po', con circospezione poi, bacchetta alla mano, spalancò con un calcio la porta della Sala Grande.
Trattennero tutti il respiro quando guardarono all'interno, pensando di trovarci chissà cosa...ma niente.
-Dite che li hanno imprigionati da qualche parte?- chiese Matt.
-Centinaia di studenti? Non credo proprio...Vorrei solo capire cosa hanno in mente -fece Alice confusa.
-E se avessero aperto una sorta di portale?- si domandò dubbioso Christopher.
-Non si può spostare la scuola in un'altra dimensione spazio temporale o cose del genere...è protetta da incantesimi potentissimi- sbuffò Laine con aria saputa.
Gli altri quattro si guardarono, poi scoppiarono in silenziose risatine...
Per un istante l'aria da maestrina della Harris aveva fatto ricordare loro i bei tempi passati a scuola.
-Shhh!- fece a un tratto Anderson afferrando istintivamente la mano della sua ragazza portandosela più vicina.
Si bloccarono tutti, cercando di fare meno rumore possibile.
Un rumore di passi segnò che qualcuno stava avanzando verso di loro.
Tesero l'orecchio, per capire se era una presenza amica o meno, e quando sentirono diverse voci sconosciute farsi sempre più vicine, caddero nel panico.
Non avevano idea di quanti fossero, quindi un attacco diretto sarebbe stato troppo rischioso.
Per qualche secondo regnò il caos.
Si chiesero con lo sguardo che cosa fare, quindi fecero una brusca retromarcia, infilandosi in un angolino provvidenziale.
I Mangiamorte arrivarono quasi al loro nascondiglio, quando Alice finì di cacciare dentro Matthew a calci.
Erano in otto. Camminavano, bacchette sfoderate e occhi vigili, parlottando tra loro.
-Avete finito la Sigillazione dei dormitori?- stava chiedendo un uomo incappucciato ad un altro.
-Sì, ci ha pensato Rodolphus. Avete trovato i Professori e gli Auror?- domandò di rimando l'altro.
-No...- fece il primo Mangiamorte con voce evidentemente seccata - Ma è solo questione di tempo vedrai-
Le voci dei nemici e il rumore dei loro passi si affievolirono man mano che procedevano verso il fondo del corridoio.
Intanto dentro al nascondiglio c'era Alice che stava praticamente trattenendo Christopher per il maglione, dato che Mason, appena aveva riconosciuto la voce di Lucius Malfoy aveva tentato di lanciarsi fuori e massacrarlo, fregandosene altamente della loro inferiorità numerica.
Non appena sentì la presa della sua ragazza allentarsi, Chris si divincolò, stizzito.
-Non c'era bisogno di tenermi fermo come un bambino di cinque anni- sibilò.
-Finchè ti comporti come tale non mi lasci altra scelta- rispose la Parker sarcasticamente.
-Odio nascondermi...E' da vigliacchi!- borbottò Mason.
-E affrontarli così senza nemmeno un piano è da idioti- gli ringhiò lei.
Intanto gli altri tre, ignorando la discussione, sbucarono di nuovo fuori.
-Malfoy ha detto che hanno Sigillato i dormitori- bisbigliò Sebastian -Sicuramente per impedire che qualche studente combatta contro di loro...Meglio così, almeno staranno al sicuro.-
-E Silente, la McGranitt e gli altri?- disse angosciata Laine - Devono pur essere da qualche parte!-
-Ci penso io...Non fate idiozie mentre sono via- annunciò Matthew, prima di trasformarsi in una lucertola e sgattaiolare via.
Christopher lo seguì con lo sguardo finchè non sparì dietro l'angolo, poi tornò a rivolgersi agli amici.
-Che facciamo? Dobbiamo trovare un piano!-
-Io direi di cercare di capire dove si nascondono e poi vedere il da farsi- fece pensieroso Sebastian.
-D'accordo...-annuì Mason- Ma temo che in mancanza d'altro ci toccherà cercare per tutto il castello-
Le due ragazze si guardarono sconsolate, poi attaccarono a camminare seguendo i rispettivi fidanzati.



-Senti Potter, mi sono rotto! E' più di un'ora che giriamo a vuoto! Non ne posso più...- rognò Draco Lucius Malfoy fermandosi in mezzo a un corridoio.
-Furetto, non mi rompere le scatole chiaro? Dobbiamo trovare gli altri...e se tu non hai un'idea migliore...-
-La mia idea migliore sarebbe ucciderti e farla finita...Almeno saremmo tutti contenti-
-Quando la smetterete di insultarvi- bofonchiò Hermione infilandosi in mezzo ai due - Io avrei un'idea!-
L'attenzione generale si catalizzò su di lei, che cercò di non mostrarsi troppo compiaciuta.
-La mappa del Malandrino Harry!- suggerì - Andiamo a prenderla, così individueremo gli altri in un batter d'occhio!-
Il Bambino Sopravvisuto si battè una mano sulla fronte, maledicendosi per non averci pensato prima.
Siccome però poi sia Harry che Draco sembravano aver intenzione di continuare a bisticciare per quale fosse la strada migliore da prendere per arrivare alla Torre di Grifondoro, Ron e Blaise, stufi, presero per i capelli i rispettivi migliori amici e se li trascinarono dietro.
Quatti quatti i sei studenti salirono vari piani di scale.
Elenie, seguendoli, teneva i sensi all'erta, cercando di captare presenze di magia Benèfica in avvicinamento.
-Mi preoccupa tutto questo silenzio e questa assenza di ostacoli- sussurrò nervosamente la Granger a Ron.
Per tutta risposta Weasley assottigliò gli occhi, guardandosi attorno attentamente, quasi aspettandosi di vedere un mostro a cinque teste sbucare da un corridoio.
-Ci siamo quasi- annunciò Potter, salendo l'ultima rampa di scale.
Svoltò silenziosamente l'angolo che precedeva il corridoio della Signora Grassa, ma poi si bloccò improvvisamente, facendo sbattere Zabini contro la sua schiena.
Prima che il Serpeverde potesse imprecare però, gli tappò la bocca e lo risospinse dietro il muro.
Appena fu sicuro che non avrebbe fiatato, tolse la mano dalla bocca di Blaise e vide che gli altri dietro a loro li guardavano come se fossero usciti di senno.
-Guardie - spiegò Harry - Credo che controllino il nostro dormitorio-
-Non ci voleva - mormorò Hermione.
-Quanti sono?- chiese Draco.
-Due-
-E allora? Cristo Sfregiato siamo in sei! Ce la faremo a metterli fuori gioco no?- sbuffò Malfoy alzando gli occhi al cielo.
I due nemici di sempre si guardarono negli occhi.
Silenzio.
Un muto assenso corse da uno all'altro.
Era deciso.
-Ci pensiamo noi- annunciò Potter.
-Cosa?- fece la Granger.
-Lasciaci fare ok? Fidatevi di noi- tagliò corto il Grifondoro.
Detto questo si trasformò in una fenice, e Draco accanto a lui diventò un falco.
Volarono rapidi, silenziosi predatori di vittime che poi non erano nemmeno degne di questo nome.
I due Mangiamorte non si accorsero di loro finchè non ripresero forma umana praticamente sotto al loro naso.
Il fattore sorpresa fu determinante.
I due uomini incappucciati non fecero in tempo a reagire che furono opportunamente Schiantati, legati e nascosti dietro un arazzo.
-Fatto...- fece con aria schifata Malfoy mentre prendevano ai nemici le bacchette.
Il resto della truppa si fece avanti e raggiunse gli amici.
Ron mollò una pacca su una spalla ad Harry per complimentarsi, quindi il rossino si incamminò verso il ritratto della Signora Grassa.
Grande fu il suo stupore quando si trovò di fronte il quadro vuoto.
Chiamò a raccolta gli altri, indicando loro la novità.
-Ma com'è possibile?- rantolò Hermione - Che io sappia la Signora Grassa non si è mai mossa dal suo ritratto!-
Draco si scambiò uno sguardo fugace con Zabini, poi si schiarì la voce.
-Credo che sul quadro della grassona sia stato posto un Sigillo...- annunciò con voce atona.
-Un Sigillo?- biascicò Weasley - Allora sì che siamo a posto-
I ragazzi si guardarono sgomenti. Nessuno di loro aveva idea di come si potesse rompere un Sigillo.
-Io forse posso farlo - disse infine Elenie con fermezza - Solo che ci vorrà del tempo...Non l'ho mai fatto prima, e non credo di riuscirci al primo tentativo-
Draco crollò teatralmente a sedere sul pavimento, passandosi una mano sugli occhi.
-Mmm...- mormorò pensierosa la Granger - Io ho letto qualcosa sui Sigilli...-
-E ti pareva..- la prese in giro Malfoy.
-E mi sembra ci sia un pozione in grado di annullare il suo effetto - continuò scoccando un'occhiataccia al biondo.
-Beh - ghignò Harry- Qui abbiamo il Genio delle Provette...Che ne dici Serpentello?-
-E dove la mescolo la pozione San Potter? Nella tua bocca? - ringhiò Draco - Capisco che i tuoi voti in Pozioni giutifichino la tua ignoranza sull'argomento ma, sai com'è, per fare una pozione servono degli ingredienti!-
Accantonata la questione della pozione, ai ragazzi non rimase altro che sperare che la Benèfica riuscisse a spezzare l'incantesimo con le sue sole forze.
Elenie si mise di fronte al quadro, rimboccandosi appena le maniche.
Alzò le mani a mezz'aria, coi palmi rivolti verso il ritratto, poi chiuse gli occhi e iniziò a mormorare qualcosa.
Passarono dieci minuti, poi venti, poi trenta...
Un'ora dopo erano ancora lì, con la Corvonero nella medesima posizione e i ragazzi che si sarebbero volentieri venduti l'anima pur di venire a capo di qualcosa.
Finalmente, quando stavano ormai per perdere le speranze, dalle mani di Elenie si propagò una lieve luce dorata che si diresse verso il quadro vuoto.
Gli altri sbalorditi alzarono gli occhi e videro la Signora Grassa, tornata al suo posto, sistemarsi seccata il vestito e i capelli.
-Mi chiedo dove andremo a finire di questo passo- stava mormorando tutta scocciata.
Poi finalmente si accorse dei sei studenti.
-Che ci fate voi qui?- domandò.
Prima che Draco potesse insultarla di nuovo, Hermione pronunciò la parola d'ordine, facendo aprire il passaggio per il dormitorio.
Si infilò con gli altri nella Torre.
La Sala Comune straripava di studenti, che si chiedevano cosa stesse succedendo.
Ron, forte del suo distintivo da Prefetto, spedì quasi tutti nelle proprie camere, ordinando di non scendere fino a nuovo ordine.
Con loro rimasero solo Ginny, Dean, Seamus e Neville.
-Che succede?- chiese angosciata la ragazza.
-Ci sono i Mangiamorte a scuola- sussurrò Weasley.
I quattro Grifoni trattennero il fiato.
Intanto Elenie, distrutta dallo sforzo, si era accasciata sulla prima poltrona che aveva trovato, semisvenuta.
Harry non riuscì a nascondere la propria preoccupazione, e le si affiancò teso, stringendole una mano.
Quando però vide che la moretta gli sorrise per rassicurarlo, le carezzò una guancia, sentendosi un po' meglio.
-Cosa facciamo?- chiese intanto Neville.
Potter intercettò lo sguardo di Ron.
Non potevano far venire tutti con loro, avrebbero creato troppa confusione.
-Ragazzi l'ho presa- urlò Hermione scendendo dalle stanza dei maschi brandendo una vecchia pergamena.
-Ecco...Noi ora andremmo...- cominciò Harry, a disagio.
-Come?- scattò Seamus - Vogliamo essere d'aiuto-
-Non credo sia il caso...-balbettò Ron imbarazzato, passandosi distrattamente una mano tra i capelli.
-E perchè di grazia?- fece Ginny acidamente - C'ero anch'io al Ministero, e anche Neville, e ce la siamo cavata...Possiamo farlo anche stavolta!-
-Ginny senti...-cominciò Hermione -E' una cosa davvero delicata...Ma possiamo trovare un compromesso - si affrettò ad aggiungere vedendo l'espressione inferocita dell'amica - Tenete a portata di mano i Galeoni dell'ES d'accordo? Io ho qui il mio...Se le cose si dovessero mettere male vi avvisiamo, promesso.-
La promessa fatta dalla Granger sembrò placare un po' gli animi.
-Grifondoro...- bofonchiò Draco alla sua mezzosangue una volta che uscirono dalla Torre.
-Vogliono esserci, vogliono combattere..Che male c'è?- fece lei leggermente infastidita.
-Che la guerra non è un gioco, mezzosangue. La gente muore...E prima lo capirete, meglio sarà per tutti!-


Questa volta ho aggiornato il prima possibile, per farmi perdonare=)
Nel prossimo capitolo probabilmente metterò anche un'immagine di Laine...
Ringrazio infinitamente akiko, che ha recensito la mia shot "At the beginning": Il tuo commento mi ha fatto molto piacere...Ho visto tra l'altro nella tua descrizione che fai pattinaggio artistico...Anch'io! Lo faccio da otto anni e vedere che tu hai la mia stessa passione mi ha fatto sorridere! Chissà, magari senza saperlo ci siamo viste a qualche gara!
Per quanto riguarda "Qui dove batte il cuore..." ringrazio:
pompeibe: Sono molto contenta che tu abbia trovato il tempo per recensire (i commenti fanno sempre molto piacereXD) e che la storia ti piaccia...Spero che continuerai a seguirmi! Un bacione
whateverhappened:
Beh se Voldemort chiedesse aiuto ai Volturi e contro di loro arrivasse in aiuto Edward non mi lamenterei di certo=) Per la storia della gelosia tra fratelli/cugini ecc non so dirti nulla...Sono figlia unica...Chiedi a tuo fratello poi fammi sapereXD
Love_doll: Spero di essere stata abbastanza veloce con l'aggiornamento=) Dimmi che ne pensi del capitolo!
Tanny: Ti ringrazio per i complimenti, spero che questo capitolo sia di tuo gradimento!
sakura_87: Sono strafelice che ti piaccia la mia storia! Ti ringrazio molto per la recensione... Spero continuerai a seguirmi!
Lyla_sly: Adesso direi proprio che il momento-quiete è finito...Stiamo arrivando alla grande svolta! Grazie per la recensione, mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto!
Hollina: Eh si Draco è molto raffinato...-.-...La guerra sta cominciando..E stravolgerà irreparabilmente le vite dei personaggi! Non farmi dire di più! Dimmi che pensi del capitolo! Un bacione
Smemo92: Grazie per i complimenti! Mi fa piacere che la storia continui a piacerti!
 





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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***







Matthew Alan Parker si fiondò lungo l'ennesimo corridoio.
Incredibile come la scuola sembrasse ancora più enorme e imponente del normale dalla prospettiva di un piccolo animaletto.
Ci aveva messo più di un'ora a trovare la statua che faceva la guardia all'ufficio di Silente.
Grazie alle sue ridotte dimensioni potè evitare di pronunciare la Parola d'Ordine e, infilandosi in un pertugio alquanto angusto, riuscì a raggiungere la porta dello studio.
Tutto era silenzioso, e Matt temette di aver preso l'ennesima cantonata oppure, ipotesi ancora peggiore, di essere arrivato troppo tardi.
Però gli sembrava assurdo che i Professori migliori di tutta la Gran Bretagna fossero stati soggiogati così facilmente da un manipolo di Mangiamorte...
Senza indugiare oltre strisciò sotto la pesante porta, e appena entrò nell'uffico del Preside riprese le sue sembianze.
-Matthew!-
La voce angosciata della McGranitt gli fece quasi venire un colpo, ma poi l'Auror sospirò di sollievo constatando che erano tutti lì.
Dopo un istante però si accorse che qualcosa non andava.
Piton e Madama Chips erano affaccendati attorno a un divano, con espressione tesa e gesti rapidi e meccanici.
Dietro le loro braccia Parker potè vedere la bianca barba di Silente.
-Professoressa che è successo?- chiese preoccupato.
-Non ora- tagliò corto la VicePreside - Cosa sta succedendo fuori? Gli studenti sono al sicuro?-
-Sì- fece Matt - sono stati Sigillati nei dormitori...Ma voi come mai siete tutti qui?-
-Secondo te Parker?- intervenne acidamente Piton, non riuscendo a trattenersi dal fare il suo solito sarcasmo, e continuando nel frattempo ad affaccendarsi attorno al Preside - Siamo stati Sigillati anche noi...-
L'Auror guardò interrogativo la Professoressa di Trasfigurazione, che annuì.
-I Mangiamorte hanno avuto una buona dose di fortuna, devo ammetterlo - mormorò torcendosi le mani - Sono entrati proprio mentre Albus è tornato da una missione molto delicata in condizioni molto gravi, per cui noi, essendo preoccupati per la sua salute, non siamo stati vigili ad eventuali attacchi.-
-Che genere di missione?- s'informò Parker.
-Mi dispiace ma non posso parlartene.- rispose la strega - Ora dobbiamo pensare a come uscire di qui. Filius - fece poi rivolgendosi al piccolo Professore di Incantesimi - Come procede?-
Vitious, che armeggiava da un bel po' attorno alla porta, scosse il capo rassegnato.
-E' inutile...Non si può spezzare una Sigillazione, a meno che non ci sia il consenso di colui che l'ha creata-
La McGranitt sospirò.
-Temo che dovrete cavarvela da soli. Noi per il momento siamo fuori gioco-



-Cazzo! Stramaledettissima mappa del cavolo!-
Hermione Granger riuscì a strappare la Mappa del Malandrino dalle mani di Potter un istante prima che il ragazzo, in un impeto d'ira la distruggesse.
-Harry calmati- cercò di placarlo Ron -Non è strappando la Mappa che troveremo una soluzione!-
-Quel foglio non serve a niente!- ululò il moretto, rimangiandosi in un secondo tutti i miliardi di volte in cui aveva praticamente osannato quel pezzo di carta che era sempre riuscito a toglierlo dai guai.
-Beh a me sembra molto utile! Se non lo vuoi tu posso prendermelo io!- intervenne Malfoy sbattendo le ciglia con aria stucchevole.
-Fottiti furetto...-gli sibilò Harry, reprimendo una smorfia di disgusto -E comunque non ci serve a un bel niente, se non ci mostra dove si sono nascosti gli amichetti di tuo padre-
A quell'uscita del Grifondoro, Blaise dovette trattenere il suo migliore amico per la camicia, per impedirgli di saltare al collo del Bambino Sopravvissuto.
-Ragazzi finitela- li apostrofò blandamente Hermione - Piuttosto bisognerebbe chiedersi perchè la Mappa non mostra il nascondiglio dei Mangiamorte-
-Starà cominciandoa perdere colpi- sbuffò Potter con aria capricciosa.
La Granger evitò di rispondergli, continuando a fissare con aria assorta la pergamena, su cui tanti puntolini si muovevano come impazziti all'interno dei dormitori.
-Ehi ho trovato i Professori! - esultò Weasley, che stava scrutando la Mappa dal di sopra della spalla dell'amica - Sono nello Studio di Silente....E c'è anche Matthew!-
Gli altri si affollarono attorno al foglio, accalcandosi e coprendosi a vicenda la visuale.
-E gli altri dove sono?- domandò Elenie, che non riusciva ad individuarli da nessuna parte.
Un dito sbucò dal groviglio di corpi e andò a piazzarsi sul foglio.
-Eccoli- fece Blaise, indicando il punto agli amici.
I piccoli nomi dei tre Auror e quello di Laine facevano capire che i ragazzi erano nei dintorni delle cucine.
-Come mai sono immobili?- si chiese Hermione, notando che le scritte non si muovevano -Speriamo che non siano nei guai-


E in effetti nei guai c'erano, e fino al collo.
-Ma porca puttana!- stava infatti urlando Sebastian, molti piani più sotto - Chi diavolo ce l'ha fatto fare di infilarci nei Sotterranei?-
-Risparmia il fiato e combatti!- gli gridò Chris.
-Qualcuno ha un piano?- intervenne Alice, col respiro mozzo.
-Ce l'ho io!- fece Mason - Sparire di qui il più in fretta possibile.-
Laine si guardò intorno. Erano all'incrocio di tre corridoi, e da ognuno di questi stavano scivolando diversi dissennatori.
Nulla di grave per i migliori Auror del Ministero, ma se a questo si aggiunge che erano già impegnati a tenere a bada almeno una dozzina di creature ben più pericolose, diventava un problema!
-Bleah- fece schifato Sebastian quando una di quelle creature contro cui stava provando ogni sorta di incantesimo da più di mezz'ora senza risultato, gli si era avvicinata più del dovuto. -Ma che cazzo sono questi cosi?-
-Non ne ho idea...Sembrano dei dissennatori! Ma sono ancora più brutti!- borbottò Mason abbassandosi per schivare un attacco. -Ragazze avete idea di cosa siano?-
-E soprattutto di come fare per liberarcene?- intervenne Anderson.
Alice Parker, cercando di tenere a bada tre di quei mostri, lanciò un'occhiata fugace all'amica.
-Non ne sono sicura...- urlò poi per farsi sentire - Ho letto qualcosa tempo fa...Credo siano dei Lethifold*-
-Grazie di avermi detto il nome, amore- sbuffò melenso Christopher -come faccio a mandarli via?-
-Ecco...- mormorò la ragazza - Non lo so...Mi faceva schifo quel libro, così non l'ho finito!-
-Grandioso- bofonchiò il biondo Auror.
-Comunque - fece Alice ignorando il sarcasmo del suo ragazzo, e nel frattempo evitando che una delle bestie le frantumasse una spalla - A giudicare dall'aspetto devono essere dei dissennatori in versione potenziata..-
-Proviamo con un Patronus quindi?- si intromise Laine che, non essendo abituata a battaglie di quel tipo, non ne poteva già più.
Sebastian annuì, e senza perdere tempo si scansò dalla visuale del mostro e alzò la bacchetta, imitato dai compagni.
-Expecto Patronum!- urlarono quattro voci in contemporanea.
Quattro eleganti animali argentei scaturirono dalle punte delle bacchette dei maghi, e investirono in pieno ogni malefica creatura che sbarrava loro il passo.
Quando ebbero sterminato i Lethifold, passarono ai dissennatori, annientandoli in un batter d'occhio, quindi tornarono a sistemarsi a fianco dei loro padroni, come guardie speciali.
-Cavoli...ce la siamo vista brutta- sospirò poi Mason passandosi una mano tra i capelli e guardando con affetto il leone argentato accanto a lui che ruggiva allegramente.
-Già. - convenne Seb - Dobbiamo stare più attenti-
Ripresero a camminare, ormai stanchi e annoiati, quando da sotto il piede di Anderson si sentì un buffo rumore, e un istante dopo l'ex Serpeverde si ritrovò a gambe all'aria.
Quando il moro Auror si riprese e cercò di capire che era successo, vide Matt davanti a sè, che lo fissava a braccia incrociate.
-Senti un po' pezzo di idiota- iniziò a urlargli dietro Parker - Ma non guardi mai dove metti i piedi?-
Da quel poco che Sebastian riuscì a capire dalle risatine degli altri tre, aveva rischiato di calpestare Matt formato lucertola, e questi era riuscito appena in tempo a ritrasformarsi, evitando di venire spiaccicato.
-Allora i Professori dove sono?- chiese Alice.
Suo fratello scosse la testa, desolato, e le comunicò che gli Insegnanti erano fuori combattimento.
A quella notizia cadde un silenzio sconvolto.
Laine cercò con lo sguardo Seb e lo vide impallidire e poi cercarle la mano con fare protettivo.
La trasse a sè, continuando a fissare il vuoto e chinando la bocca tra i biondi capelli della sua ragazza.
Non poteva tenerla lì...Non poteva nemmeno pensare di combattere sapendola in pericolo.
Fu spinto da questa convinzione che andò a parlare con Chris.
Il biondo era in cima alla fila, e rimase non poco sorpreso del fatto che Seb si staccasse dalla sua ragazza per parlare con lui.
Erano amici, ma entrambi erano molto restii a parlare in pubblico dei loro sentimenti.
-Chris- iniziò Anderson, serrando a pugno la mano che non stringeva la bacchetta- Sai se c'è qualche uscita abbastanza sicura?-
Mason lo guardò interrogativo.
-Temo che abbiano chiuso tutte le porte- sospirò poi- Perchè...-
-Laine- lo interruppe Sebastian, guardando dritto davanti a sè - La voglio fuori da tutto questo-
Il biondo lo guardò, capendo benissimo le motivazioni dell'amico.
Se avesse potuto assicurarsi anche lui che Alice si sarebbe salvata, se ci fosse stato un modo per garantirle l'incolumità....
Ma sapeva che non era possibile.
Alice era un Auror. Era in grado di combattere e di cavarsela in ogni situazione.
-Sarà dura farla uscire. E dopotutto non possiamo essere certi che non abbiano messo sentinelle nei dintorni del castello..Credo che con noi sarà più protetta.-
Anderson non rispose, limitandosi con sforzo immane a irrigidire la mascella e ad annuire.
Lanciò poi un'occhiata fugace in direzione della Harris, sorprendendola a guardarlo, incuriosita ma determinata.
Sapeva che lei aveva capito di cosa aveva parlato con Chris.
L'avrebbe difesa, pensò, anche a costo della vita.



-Allora? Abbiamo trovato Potter?- domandò Bellatrix Lestrange con voce tagliente, seduta su un comodo divano.
-No- rispose laconico Lucius Malfoy, misurando a grandi passi la stanza che usavano come base.
-Preoccupato Lucius?- lo schernì la donna.
Malfoy alzò lo sguardo, gelandola con quegli occhi tanto alteri e tanto somiglianti a quelli di suo figlio.
-Non vedo il motivo per cui dovrei esserlo- disse - Escludendo naturalmente l'ira del nostro Signore nel caso in cui dovessimo fallire.-
-Non falliremo, non temere.-
-Lo spero-
-Con Silente e i suoi fuori gioco, abbiamo Hogwarts totalmente sotto il nostro controllo. Ora bisogna solo scovare quei mocciosetti.-
Un uomo incappucciato entrò lentamente, quindi si fermò davanti ai due.
-Che succede?- domandò Lucius con voce strascicata.
-Gli Auror sono riusciti a contrastare i Dissennatori e i Lethifold...-
-Fate in modo che non accada un'altra volta - fece secca Bellatrix - Li voglio tutti morti...Anzi - ci ripensò subito dopo - Portatemi vivo Sebastian Anderson, credo che i suoi genitori avranno piacere di vederlo-
-E nel caso in cui trovassimo Potter?-
-Lui e gli altri ragazzini li voglio tutti vivi. Abbiamo qualche conto in sospeso con alcuni di loro, specialmente col mio caro nipote.-
La Lestrange guardò il cognato con un ghigno, che però non l'uomo non ricambiò.
Malfoy aveva ancora in mente le parole di Narcissa.
"Tocca mio figlio e te ne farò pentire"
Sua moglie era stata chiara...
-Lucius? Tu che ne pensi?-
La fredda voce della sorella di sua moglie lo risvegliò dai suoi pensieri. La donna lo guardava annoiata, attendendo con impazienza la risposta ad una domanda che lui non aveva nemmeno sentito.
-Cosa penso di cosa?- fece confuso il Mangiamorte.
Bellatrix alzò gli occhi al cielo.
Feccia.
Ecco con chi si era sposata sua sorella.
Un idiota che non aveva il fegato necessario per servire il Signore Oscuro.
-Della punizione per Draco. Cosa proponi?- ripetè.
Lucius non parlò subito, per evitare di tradirsi facendo sentire la propria voce che tremava.
-Credo che ammazzare tutti i suoi amici davanti ai suoi occhi sia un buon inizio..- proseguì la Lestrange, dato che il cognato non rispondeva. Sorrise perfida, notando l'uomo emettere un sospiro sollevato.
No. Non se la sarebbe cavata con così poco, naturalmente.
-Prima di ucciderlo, ovviamente-
Il sorriso di Bellatrix si allargò ancora di più, colmo di gioia perversa, vedendo l'espressione orripilata che si era dipinta sulla faccia dell'uomo.
Comunque Lucius riprese il controllo in men che non si dica, assumendo di nuovo quella facciata rigida e algida.
-Narcissa ne morirebbe- disse poi, quasi in un sussurro.
-Mia sorella si è allevata un figlio degenere, e deve pagarne le conseguenze- sibilò la donna agitando svogliatamente la bacchetta.
-E la soluzione sarebbe ammazzarlo?- ringhiò Malfoy.
-Ne hai una migliore?- esplose la Mangiamorte, perdendo la sua gelida compostezza -Non voglio serpi in seno, e comunque il nostro Padrone è stato chiaro su quale deve essere la sorte di tuo figlio-
-Scusate se mi permetto...-
Un altro Mangiamorte, che aveva assistito da lontano alla scena, assieme ad altri due o tre, si era avvicinato cautamente.
-Che vuoi Nott?- abbaiò la Lestrange, credendo di aver riconosciuto la voce del compagno sotto il cappuccio scuro.
-Non sono Nott- fece tranquilla la voce.
Il Mangiamorte avanzò di un passo, quindi si scostò il copricapo dal volto, rivelando due occhi chiarissimi.
Richard Anderson chinò il capo in un accenno di rispettoso inchino davanti alla donna, sorridendo con aria cattiva.
Bellatrix dal canto suo si profuse in mille scuse per averlo apostrofato con quel tono, poco prima.
Anche se quel traditore del figlio Sebastian aveva mandato a monte il nome rispettabile della famiglia, rimanevano comunque i più stimati e riveriti tra i servitori di Lord Voldemort, e offenderli voleva dire trovarsi contro ad una delle più potenti casate oscure dei Purosangue, assieme ai Malfoy.
-Volevate dire qualcosa?- chiese ossequiosamente la Lestrange, con vocetta untuosa.
-Mi sono permesso di ascoltare alcuni stralci del vostro discorso, spero vogliate perdonarmi-
La falsa gentilezza di Anderson era in grado di mettere in ginocchio anche il mago più irremovibile.
Lucius con un blando cenno della mano gli fece segno di proseguire.
-A quanto ho capito tu e tua moglie non sareste intenzionati a immolare vostro figlio alla causa, o sbaglio?-
Al silenzio di Malfoy, che venne interpretato dall'uomo come un assenso, fece l'ennesimo sgradevole sorrisetto, scosse la testa e riprese.
-Quanto vi capisco...Anch'io quando mio figlio ha fatto quel colpo di testa ho cercato in tutti i modi di tenerlo vicino ai miei ideali...senza riuscirci purtroppo-
Anderson abbassò la testa, e Bellatrix senza farsi notare assunse un'aria di compatimento mista a riverenza.
-Per Sebastian è troppo tardi, ormai la sua strada è segnata, e non si ricongiungerà più alla mia, se non quando lo ucciderò- fece poi il Mangiamorte rianimandosi di colpo - Ma per Draco c'è ancora tempo-
-Mi dispiace dirtelo, Richard- si intromise la Lestrange con la voce intrisa di disprezzo - Ma credo che sia stato fatto tutto il possibile per farlo ragionare, senza risultato. Non vuole servire l'Oscuro Signore-
-E chi parla di fargli abbracciare la causa spontaneamente?- sogghignò l'uomo.
A quelle parole Malfoy spalancò gli occhi, sempre più confuso ma cominciando a intravvedere una debole speranza.
-Intendi Marchiarlo con la forza? Sai bene che non basterebbe....-incominciò Lucius.
-No, niente del genere...- lo interruppe subito il padre di Seb -C'è una Pozione, molto complicata e pericolosa, in grado di riempire le viscere di qualunque uomo della più nera malvagità. Avevo in programma di usarla per far ragionare mio figlio, ma non ci sono riuscito...Possiamo usarla per il tuo-
-E questo gli salverebbe la vita?- domandò ansioso Malfoy.
-Ognuno reagisce in modo diverso agli effetti della Pozione, ma è l'unica possibilità che hai per fare in modo che non muoia-
-Perchè ci tieni tanto a tenere in vita Draco?- fece Lucius, diffidente.
-Ho visto come combatte, è molto abile e scaltro. Sarebbe d'aiuto nelle nostre file- fu la risposta noncurante di Anderson.
-Perfetto. La decisione è presa- si intromise Bellatrix - Ora dobbiamo fare in modo di prendere tutti quei mocciosi e portare Draco via da scuola-




-Allora...Fermi! Ora dobbiamo girare a destra!-
Probabilmente i quadri di Hogwarts non avevano mai visto uno spettacolo più divertente di quello, fatta eccezione a quando la Umbridge aveva passato tutto il giorno in giro per i corridoi a cercare di spegnere i fuochi d'artificio dei gemelli Weasley.
Ad ogni modo davanti agli occhi dei curiosi e pettegoli abitanti dei ritratti, quel pomeriggio stava passando un gruppetto molto inconsueto.
Davanti a tutti stava Hermione Granger, che teneva la Mappa del Malandrino in mano e procedeva indicando agli altri la via, con un occhio sul foglio e uno davanti a sè.
Poco dietro di lei c'era Draco Malfoy che, del tutto ignaro che in un punto a loro sconosciuto del castello si stava pontificando riguardo al suo futuro non proprio roseo, non si staccava un attimo dalla sua mezzosangue, guardandole le spalle per evitare che qualcuno le facesse del male.
Quindi veniva Potter, che si mordeva la lingua di continuo per non prendere in giro il biondino, seguito da Blaise e Ron, vigili e attenti e con la battuta pronta come al solito.
Elenie come al solito era un po' isolata, e cercava di catalizzare i suoi poteri e di captare eventuali segnali.
Era stremata, distrutta. Vedeva Harry lanciarle ogni tanto delle occhiate preoccupate, e si doveva trattenere per non lanciargli un sorriso luminoso, perdendo tutta la concentrazione sul suo compito.
Finalmente dopo interminabili giri su e giù dalle scale arrivarono al corridoio dove la Mappa segnalava la presenza degli Auror.
Inutile dire che Chris fece quasi un infarto quando vide i sei ragazzi comparirgli davanti di colpo.
-Ma non vi avevamo detto di restare nella Sala degli Allenamenti?- sbuffò Seb mentre l'amico imprecava.
-Sì certo...Se vi avessimo ascoltato ci saremmo invecchiati in quella stanza!- bofonchiò di rimando Draco, agitando una mano con noncuranza.
In pochi secondi si aggiornarono sulle reciproche scoperte.
-Quindi sulla Mappa non è riportato il nascondiglio dei Mangiamorte?- fece pensierosa Alice esaminando il foglio.
-No...E non capiamo il motivo- rispose Ron aggrottando le sopracciglia.
-Ma certo!- esclamò Harry, battendosi una mano sulla fronte - La Stanza delle Necessità! Sono sicuro che non compare sulla Mappa...Cioè, deve rimanere segreta no?-
-Oh, credo proprio che tu abbia ragione!- sorrise Hermione, molto più allegra ora che avevano in mano qualcosa.
-Evviva San Potter e il suo acume- mormorò sarcasticamente Draco, poco più in là, facendo scoppiare a ridere Blaise.
-Credo che dovremo andare là...- iniziò Mason.
-Perfetto!- si intromise Potter - Muoviamoci...-
-Non credo sia una buona idea che veniate anche voi...-mormorò Chris, dubbioso.
-Scordatelo di farmi rimanere fuori un'altra volta- protestò vivacemente il Bambino Sopravvissuto - Questa volta vengo con voi, e combatto-
-Ma...-
-Sono d'accordo con lo Sfregiato- attaccò anche Malfoy - Io non resto a guardare. Là c'è mio padre, e ho un piccolo conto in sospeso con lui.-
Christopher guardò gli altri Auror, che annuirono con aria rassegnata.
-E sia. Ma fate attenzione-
Così tutti insieme si incamminarono verso il settimo piano.
Hermione seguì il resto della truppa, con le gambe pesanti e il cuore in gola, ma un attimo prima di salire le scale una mano fredda le prese il polso.
Si sentì tirare all'indietro e, voltandosi, andò a sbattere contro il duro torace di Draco.
La ragazza posò le mani sulle larghe spalle del Serpeverde, quindi alzò il viso, incatenando il proprio respiro a quello del biondino.
-Fai attenzione-
La Granger sorrise tra sè, avvertendo l'enorme fatica che Malfoy aveva fatto nel pronunciare quella sue semplici parole.
Allacciò le sue braccia al collo del ragazzo, quindi si alzò sulle punte per baciarlo delicatamente.
Draco la trasse a sè con vigore che malcelava il bisogno che aveva di lei.
Affondò il viso nella spalla della Grifondoro, aggrappandosi con le mani alle sue piccole spalle.
Hermione rimase di stucco.
Per la prima volta il Serpeverde aveva rotto gli argini, aveva mostrato, seppur minimamente, la sua paura e si era lasciato andare.
Lei non lo respinse, limitandosi ad accarezzargli piano i capelli.
-Draco....-
Il nome di lui le era uscito dalle labbra senza che nemmeno se ne accorgesse.
Il biondo per tutta risposta emise un mugolio.
La Grifondoro tacque.
Non ora.
Ogni cosa, seppur grande o importante che fosse, avrebbe rovinato tutto.
Si morse le labbra, per impedirsi di pronunciare una verità che la spaventava e contro cui lottava da troppi mesi.
Malfoy, sentendola distante, si staccò leggermente da lei, guardandola in un modo in cui ad Hermione sembrava che volesse arrivarle fino all'anima, come solo lui sapeva fare.
-Cosa c'è?- domandò il Serpeverde a bassa voce.
La ragazza scosse la testa, sforzandosi di sorridere.
-Andrà tutto bene, vedrai- sussurrò lievemente lui, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, in un tentativo alquanto imbarazzato di consolarla.
Hermione si specchiò in quegli occhi di metallo colato, riconoscendoli quasi come suoi.
Era impensabile stargli lontano, impensabile negare ancora il tumulto di emozioni che le si scatenavano dentro non appena lui la sfiorava.
E fare l'amore...era la loro lotta, la lotta di due corpi appassionati e disperati.
-Ragazzi vi siete persi?-
La voce di Blaise li richiamò alla realtà.
I due si affrettarono a raggiungere gli altri, tornando con la mente alla guerra, al sangue e alla sofferenza che li avrebbero colpiti di lì a poco.



-Come facciamo ad entare nella Stanza delle Necessità?- chiese preoccupato Ron - Non credo che i Mangiamorte siano così stupidi da non aver chiesto specificatamente alla stanza di risultare introvabile per chiunque.-
-Cavoli...E' vero- convenne Hermione passandosi una mano tra i capelli per tentare di toglierseli dagli occhi.
-Credo che l'unica possibilità sia quella di bloccare qualche Mangiamorte che cerca di entrare ed estorcergli il modo per raggiungere il loro nascondiglio - annunciò con voce piatta Chris, mentre guardava dietro un angolo alla ricerca di eventuali creature con più di due teste.
Appena sporse la testa dal muro per scrutare cosa succedeva nel corridoio adiacente fu costretto ad abbassarla di scatto, perchè un'ascia passò sibilando esattamente nel punto dove un secondo prima si trovava il suo collo, e andò a piantarsi nel muro alle sue spalle con un rumore secco.
-Che succede?- chiese Laine orripilata.
-Troll di montagna a quanto pare - ringhiò secco Mason, abbastanza infastidito dal fatto che uno di quei cosi stesse per decapitarlo.
-Ma come cavolo hanno fatto a farli entrare?- si chiese allibita Alice, pensando a una tattica dell'ultimo secondo.
-Con la mia magia - rispose Elenie dal suo angolo - Percepisco tonnellate di magia Benèfica, e normalmente non è che bestie come i troll dispongano di poteri elfici-
Un boato fece rivoltare le viscere a tutti quanti, e un istante dopo si trovarono di fronte quattro troll.
Chris e Seb si adoperarono per sistemarne uno, Laine, Alice e Blaise cercarono di farne fuori un altro, e gli altri sei si divisero i due rimanenti.
Hermione stava per usare il Pietrificus Totalus contro la bestia, quando alle sue spalle sentì un grosso tonfo.
Non fece in tempo a gridare, vedendo un altro enorme troll che stava per prenderla tra le sue grinfie, che Draco la spinse di lato.
-Confundo!- urlò il ragazzo, i capelli biondi che gli giacevano scomposti sulla fronte, scagliando il primo incantesimo che gli era passato per la testa.
Il povero troll assunse un'aria un po' inebetita, quindi si sedette per terra guardandosi le grosse manone e senza più occuparsi di ciò che accadeva lì intorno.
Finalmente unendo le loro forze riuscirono a mettere al tappeto i nemici.
-Perfetto! Il campo ora è libero! - fece soddisfatto Blaise, mentre alle sue spalle si alzavano un po' di polvere e detriti alzati dall'urto che l'ultimo troll aveva fatto schiantandosi a terra.
-Ma bene bene! Cos'abbiamo qui?-
Dalla leggera fuligine che avvolgeva i ragazzi si distinsero diverse sagome ammantate.
Harry alzò istintivamente la bacchetta, puntandola contro le figure che si stagliavano contro la nebbia.
-Abbassa la bacchetta, Potter...Siamo troppi per voi-
Draco cercò la mano di Hermione, e se la portò dietro la schiena.
Era quasi certo di aver riconosciuto la malvagia voce di Fenrir Greyback dietro uno di quei cappucci, e la cosa non gli piaceva per niente.
La nebbia all'improvviso aumentò, come se si fosse alzata una grossa folata di vento.
-Sono loro!- mormorò Elenie - Stanno manovrando il tempo atmosferico-
Gli Auror e i ragazzi istintivamente si strinsero gli uni agli altri, tutti con le bacchette alzate verso il nulla, a fronteggiare un nemico che non vedevano e non percepivano.
-Attenti! Spostatevi!- gridò a un certo punto la Zabini Smaterializzandosi di colpo e riapparendo poco più in là.
Aveva captato le intenzioni dei nemici.
Attaccare alle spalle approfittando del fatto che grazie ai poteri Benèfici potevano Smaterializzarsi a loro piacimento.
I più vicini a lei sentirono appena in tempo il suo avvertimento e si scostarono con rapidità, evitando di essere stretti nella morsa dei Mangiamorte.
Draco la udì, ma perse tempo a spostare Hermione, e non fece in tempo a difendersi.
Qualche istante dopo era stretto nella ferrea stretta di Greyback.
-Draco!-
Il Serpeverde come ultima cosa, prima di venire portato via, sentì la voce disperata della sua mezzosangue gridare il suo nome. 




*I Lethifold sono creature carnivore di aspetto simile a quello dei Dissennatori. Si nutrono di prede anche umane (indiscriminatamente babbani e maghi), e sembra possano essere respinte solo con l'incanto patronus, altra similarità che condividono con i Dissennatori. Alcuni fan hanno ipotizzato che il velo dietro cui scompare Sirius Black nell'Ufficio Misteri sia un Lethifold. Il Ministero li ritiene, a quanto pare, più pericolosi dei dissennatori, sono infatti classificati come XXXXX.


Eccomi qua...Ho aggiornato il prima possibile. Questo capitolo è un po' più lunghetto, spero vi sia piaciuto!
So che vi avevo promesso l'immagine di Laine, ma non riuscivo ad inserirla, quindi probabilmente la metterò nel prossimo capitolo.
Passando ai ringraziamenti:
Hollina: Eh già. tra Harry e Draco è una lotta continua! Spero che il capitolo ti sia piaciuto, dimmi che ne pensi!
Tanny: Credo che dal piccolo momento di intimità che c'è stato in questo capitolo, si sia potuto intuire che le cose tra Draco ed Hermione vadano moooolto bene! Grazie per la recensione!
sakura_87: Ti ringrazio per i complimenti! Come avrai notato ho letto subito la tua storia, e mi è piaciuta moltissimo!
Lyla_sly: Sono contenta che la storia ti piaccia! Spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento! Un bacio
Smemo92: Grazie dei complimenti...La battaglia è nel suo pieno svolgimento! Dimmi che ne pensi!
whateverhappened: Non posso darti anticipazioni, lo sai...(mi sto mordendo la lingua). Posso solo dire che il finale è deciso...Ti ringrazio per la recensione di "At the beginning", mi ha fatto molto piacere!! Un bacione

I love you Draco: Che bello, una nuova lettrice! Sono molto contenta che la mia storia ti sia piaciuta, spero che continuerai a seguirmi!
Love_Doll: Il lieto fine non posso assicurartelo (Ma perchè non riesco mai a stare zitta?!?!?)..Però non ti preoccupare, perchè ho intenzione di fare un seguito, quindi non lascerò le cose del tutto a metà...Non farmi dire di più! Grazie per la recensione!



Ringrazio inoltre le 121 persone che hanno inserito la fiction nei preferiti, e chi legge soltanto! Un bacione!



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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***






Come i Mangiamorte si Smaterializzarono con le loro prede la nebbia si diradò.
Hermione, crollata in ginocchio si rialzò di scatto, guardando convulsamente a destra e sinistra.
Draco era sparito.
-Hermione!-
La ragazza si voltò, udendo la voce preoccupata di Harry chiamarla. Il suo migliore amico spuntò da dietro l'angolo e la strinse forte per qualche secondo.
-Stai bene? Credevamo avessero portato via anche te!-
La Granger annuì col cuore in gola, posando la fronte sulla spalla del moretto.
-Gli altri?- si sforzò di domandare lei.
Potter non rispose subito, e questo la fece insospettire non poco. Si scostò da lui e lo fissò in quegli occhi verdissimi.
-Allora?- chiese di nuovo.
-Ci siamo separati...Non ho idea di dove siano. Di là ci sono Elenie e Blaise, gli altri non li ho visti. Tu non sai niente?-
-So solo che hanno preso Draco- mormorò Hermione, tenendo lo guardo basso.
Harry fremette.
Cercò di non far vedere alla sua amica quello che realmente pensava.
Non poteva sopportare Malfoy, ma sapeva che i Mangiamorte con lui non ci sarebbero andati leggeri.
I due ragazzi tornarono dagli altri. Radunatisi nuovamente, con l'aiuto della Mappa del Malandrino localizzarono in breve tempo Chris, Matthew e Laine.
Come li videro arrivare, i due Auror e la Harris tirarono un sospiro di sollievo.
Elenie guardò Laine e notò che aveva gli occhi lucidi.
-Dove sono Sebastian e Alice?- chiese cautamente.
-Li hanno presi...- ringhiò Chris, camminando avanti e indietro come una tigre in gabbia.
La Harris chinò il capo, sconfitta, piegandosi in silenziosi singhiozzi.
Matt le passò un braccio attorno alle spalle, tentando di consolarla.
-Li libereremo non ti preoccupare...- le sussurrò.
Laine fece segno di no con il capo poi lo fissò.
-Sebastian è un traditore non capisci? Lo vogliono uccidere! Non faremo mai in tempo!-
Parker non disse niente, non trovando un modo di opporsi alla tremenda verità che la ragazza del suo migliore amico gli aveva messo davanti agli occhi.
-Cristo!- stava intanto imprecando Mason - Non sono stato attento...Dovevo proteggerla, è tutta colpa mia!-
-Chris tu non c'entri niente! Non potevamo aspettarci una cosa del genere - cercò di tirarlo su Harry.
L'Auror alzò la testa, fissandolo con sguardo vacuo, come accorgendosi solo in quel momento della loro presenza. Tentò di ricomporsi, passandosi una mano sul viso.
-Voi state tutti bene?- soffiò con voce rauca.
-Draco è stato catturato- mormorò Zabini - E non troviamo Ron-
-Devono aver preso anche lui- borbottò Matthew - Probabilmente nessuno di loro è riuscito a sentire l'avvertimento di Elenie e non hanno fatto in tempo a spostarsi...-
Hermione sentì un forte senso di oppressione riempirle il petto.
Draco l'aveva sentito eccome l'avvertimento della Benèfica...Solo, aveva perso tempo a mettere al sicuro lei.
Era la seconda volta che si faceva del male pur di salvarla.
Una grossa lacrima luccicante le scese lungo la guancia.
Di sicuro in quel momento Malfoy stava soffrendo, magari lo stavano torturando...
Per colpa sua, che non era stata attenta.



Draco riaprì gli occhi, avvertendo il pavimento duro e freddo sotto la sua testa.
Alzò debolmente il capo, cercando di mettere a fuoco la scena.
Era in una stanza ampia, spoglia e tetra, completamente vuota. Sembravano quasi i Sotterranei di casa sua.
Appena fece mente locale però, si rese conto che quella doveva essere la forma presa dalla Stanza delle Necessità per ospitare i Mangiamorte e i loro prigionieri.
A fatica girò la testa dall'altra parte. Un'accesa tonalità di rosso gli balzò davanti agli occhi.
I capelli di Weasley.
Il ragazzo infatti giaceva poco più in là, svenuto.
Draco, facendo attenzione a non far rumore, si trascinò fino lì e tentò di scuoterlo.
Niente, quel pezzente non accennava a svegliarsi.
Malfoy trovò persino la forza di alzare gli occhi al cielo, mentre con una mano si tastava il mantello alla ricerca della bacchetta.
Non si stupì più di tanto quando non la trovò. Quei maledetti dovevano avergliela sottratta mentre dormiva, non c'era altra spiegazione.
-Ehi Draco!-
Il fioco e familiare sussurro che il biondò percepì lo indusse a guardarsi un po' meglio intorno.
A diversi metri da lui c'era Alice, seduta contro un muro, che gli faceva dei cenni frenetici con la mano.
Sembrava stare bene, a parte un ematoma sotto uno zigomo.
Il Serpeverde tentò di alzarsi per raggiungerla, ma appena fece pochi passi si sentì come bloccato da una barriera invisibile.
-Incanto Claustris...- mormorò la Parker dal suo angolo, scuotendo il capo con aria depressa-Hanno messo un campo di forza magico per impedirci di fuggire-
-Hanno preso solo noi tre?- chiese sottovoce Malfoy, digrignando i denti.
-No. C'è anche Sebastian, ma non so dove lo abbiano portato- sibilò l'Auror cercando di dissimulare la propria voce tremante per la sorte dell'amico.
Draco non potè impedirsi di sospirare di sollievo. Hermione non era stata catturata.
Poi tornò a concentrarsi sulla stanza.
Nessuna apparente via di fuga, a parte una finestra altissima e la porta...dalla parte opposta rispetto a lui.
Un lieve mugolìo gli indicò che anche Ron si stava destando.
Weasley aprì gli occhi, e li sbattè una o due volte, come se non capisse dove si trovava.
Evidentemente si rammentò in fretta tutto, perchè si alzò di volata e, nel tentativo di raggiungere Alice, si schiantò contrò le sbarre invisibili.
-Ma dove cazzo siamo?- rantolò.
-Tu che ne dici Donnola?- fece sarcastico Draco - Io oserei dire in prigione-
Il Grifondoro si trattenne dal tirargli un pugno sul naso e si rivolse alla Parker.
-Non c'è un modo per uscire?-
-Ci sarebbe se avessimo le bacchette- rispose lei, tesa.
La ragazza tacque improvvisamente, sentendo un rumore di passi.
Nella grande stanza fecero capolino due figure incappucciate.
-Ma bene, a quanto pare vi siete svegliati- sibilò una voce glaciale e crudele.
I tre prigionieri non risposero, limitandosi a guardare i Mangiamorte con odio.
-Presto prenderemo anche i vostri amichetti, non preoccupatevi - continuò la voce - Non vogliamo togliere loro il piacere di vedervi morire-
Alice represse un brivido, poi guardò verso il soffitto.
Ti prego, lascia fuori Chris da tutto questo...Proteggilo...
La sua preghiera disperata fu interrotta da una secca risata maschile.
-Oh, guardate, a quanto pare di là hanno finito col vostro amico-
Draco e Ron guardarono davanti a loro, e la Parker si trascinò fino al limite della sua cella per vedere cosa accadeva.
Un altro seguace di Voldemort era entrato, fecendo levitare davanti a sè il corpo esanime di Sebastian.
Lo lasciò cadere sul pavimento, appoggiato alla parete opposta a quella dove si trovavano gli altri tre. Mormorò poi poche parole, per rinchiudere anche lui con un Incanto Claustris, quindi uscirono.
-Seb...Seb rispondi!- iniziò a urlare Alice, terrorizzata che per l'amico potesse essere troppo tardi.
Ma l'Auror non si muoveva, rimaneva lì, incosciente.
Il capo reclinato rivelava un grosso sfregio su una guancia, ma la cosa che più preoccupava i suoi amici era una grossa chiazza di sangue che si allargava sui suoi abiti, all'altezza dell'addome.
-Cazzo...Se continua così morirà dissanguato...- rantolò Ron.
La Parker non rispose, limitandosi a fissare angosciata il corpo di Anderson, con le mani appoggiate spasmodicamente alla barriera invisibile che li divideva.




Intanto gli altri erano giunti all'inizio del corridoio del Settimo Piano, riuscendo miracolosamente ad evitare altri agguati.
Si erano nascosti dietro un arazzo, uno dei numerosi passaggi segreti di cui Harry era a conoscenza grazie alla Mappa del Malandrino.
-Perfetto- sussurrò Chris, tenendo d'occhio da un piccolo buco nella stoffa dell'arazzo i numerosi Mangiamorte che continuavano a passare -Sapete cosa dovete fare no?-
Gli altri annuirono, decisi.
-Elenie, tocca a te- fece Matt dandole una leggera pacca sulla spalla.
La Benèfica chiuse gli occhi, alzò le braccia e mormorò alcune rapide parole.
In breve tempo fuori si alzò la medesima nebbia che i Mangiamorte avevano evocato prima per sorprendere loro.
Nel corridoio iniziarono le grida...
Parker ed Harry si trasformarono in animali e uscirono allo scoperto. Vedevano pochissimo anche loro in quella foschia, ma essendo i loro occhi in forma animale più sviluppati, di certo se la cavavano meglio dei loro nemici, i quali non vedevano ad un palmo dal proprio naso.
Appena individuarono un Mangiamorte un po' isolato dagli altri, ripresero le loro sembianze e lo Schiantarono prendendolo di sorpresa...
-Ecco fatto- mormorò Matthew ansante poco dopo, tornati col loro prigioniero nel nascondiglio.
Finì di legargli le mani, quindi si rialzò e guardò Mason.
-Che facciamo?-
-Svegliamolo-rispose Chris senza la benchè minima esitazione.
-Innerva- mormorò puntando la bacchetta al petto dell'uomo.
Il Mangiamorte riprese un po' di colore e aprì gli occhi lentamente. Fece qualche movimento inconsulto quando scoprì che aveva le mani legate dietro la schiena.
-Voi- sputò la parola con il maggior disprezzo possibile.
-Già- fece Parker sorridendo cortese.
-Cosa volete?-
La voce rauca dello sconosciuto fece rabbrividire Hermione. Era ruvida, perfida e leggermente folle.
-Vogliamo sapere come fare ad entrare nella Stanza delle Necessità- disse tranquillamente Matt.
Il Mangiamorte scoppiò in una risata spietata.
-Se è per liberare i vostri amici- disse poi- E' una battaglia persa, si stanno già occupando di loro a dovere-
Harry sentì Laine al suo fianco trattenere bruscamente il fiato, e a lui stesso si rivoltarono le viscere.
Ron...
Il suo migliore amico, suo fratello, in quel momento era là dentro. Non poteva permettere che gli facessero del male.
Sentì un desiderio bruciante attraversargli le vene e una voglia estranea di uccidere quel maledetto che stava lì a guardare ridendo la loro angoscia.
Ma Chris si mosse prima di lui.
In due passi fu davanti all'uomo e lo prese per il collo, alzandolo da terra e quasi strozzandolo.
-Ti conviene dirmi quello che voglio sapere chiaro?- gli ringhiò a un dito dal volto - Altrimenti non vedrai sorgere il sole.-
Gli occhi del Mangiamorte persero la loro baldanza, avvertendo la minaccia dell'Auror.
-Non sono un traditore come quella feccia del tuo amico- soffiò.
-Ti assicuro che te ne farò pentire....Dimmi come faccio a entrare in quella fottuta stanza! Ora!-
Chris esercitò una maggior pressione sul collo dell'uomo, che iniziò a tossire.
-Allora?- chiese nuovamente l'Auror.
Siccome l'altro continuava a tacere alzò la bacchetta, puntandogliela al viso.
-Devi...- il Mangiamorte finalmente sembrò ritrovare la voce - Devi pensare a un luogo dove potrai servire al meglio il Signore Oscuro-
Senza perdere altro tempo Christopher lo lasciò andare, facendolo sbattere sul pavimento, e si diresse all'uscita del nascondiglio.
-Prega di aver detto la verità- sibilò Harry passandogli accanto.
I ragazzi si affacciarono tutti verso il corridoio.
-Piano d'attacco?- chiese Blaise.
-Schianta qualsiasi cosa si muova- fece di rimando Matthew, pacato.
-Fantastico- intervenne lugubre Potter.
-Pronti?- chiese Mason - Ora!-
E urlando si lanciò nel corridoio, seguito dagli altri, e tutti insieme iniziarono a scagliare incantesimi a destra e a manca.
La battaglia era cominciata...



Elenie si spostò d'istinto, Materializzandosi poco più in là quando l'ennesimo Schiantesimo la colpì di striscio.
Distrattamente guardò alla sua sinistra e vide Harry combattere contro due Mangiamorte.
Se la stava cavando molto bene, ma non si era accorto che un terzo nemico stava alzando la bacchetta per colpirlo alle spalle.
Col cuore in gola la Benèfica si Smaterializzò pregando di fare in tempo, quindi comparì al fianco di Potter, gli prese un braccio e scomparve.
I due maghetti si Materializzarono poco più in là, col fiato corto.
Approfittando del momento di smarrimento dei tre uomini Harry li schiantò senza troppi complimenti, per poi voltarsi verso la Zabini con un enorme sorriso sul volto.
-Grazie- sussurrò di cuore.
-Quando hai bisogno...- rispose Elenie dolcemente.
Poi gli strinse affettuosamente una mano per una frazione di secondo, prima di rituffarsi nella mischia.
In breve tempo gli Auror e i ragazzi riuscirono a mettere fuori combattimento tutti i Mangiamorte presenti nel corridoio.
-Perfetto- fece a bassa voce Chris- Ora possiamo entrare.-
Tutti e sette allora presero a camminare avanti e indietro davanti al muro su cui si trovava la porta della Stanza delle Necessità, pensando intensamente al luogo che aveva descritto loro il Mangiamorte che avevano catturato.
Passati alcuni istanti, una porta comparve sulla parete.
Tutti insieme si slanciarono verso di essa e Mason, arrivato per primo, la aprì senza esitazione.
Ormai aveva buttato al vento ogni prudenza, dimenticato ogni codice di sicurezza.
Lì dentro c'era la donna che amava più di ogni altra cosa al mondo.
Naturalmente i pochi Mangiamorte rimasti nella stanza furono colti assolutamente di sorpresa da quell'intrusione.
Bellatrix Lestrange alzò gli occhi dal camino per puntarli sui nuovi venuti, quindi nel giro di un secondo iniziò a scagliare Schiantesimi.
Nel frattempo erano entrati tutti e i ragazzi si misero alle spalle di Chris.
Nel giro di pochi istanti a Hogwarts infuriò una dura battaglia.
Numerosi Mangiamorte si erano Materializzati in aiuto dei pochi che erano rimasti a presidiare la Stanza delle Necessità, armati di spade, bacchette e chi più ne ha più ne metta.
Rookwood si diresse senza esitazione verso Elenie, con un ghigno a distorcergli la bocca.
-Abbiamo un conto in sospeso io e te, mia cara...-
La Benèfica non arretrò, limitandosi ad alzare la bacchetta, pronta a fronteggiare un qualsiasi attacco, ma la formula che uscì dalla bocca dell'uomo la lasciò basita.
-Funis tempestatis!-
Dalla bacchetta del Mangiamorte uscirono corde nere e sottili, che si avvolsero attorno ai polsi, alle caviglie e ai fianchi della ragazza, mozzandole il respiro e facendola cadere in ginocchio.
Le corde della tempesta...
Quelle che avevano tolto la vita a sua madre...
Elenie si guardò intorno disperata.
Poco più in là Harry stava combattendo a fianco di Matthew e di Chris.
Blaise invece era con Hermione e stavano fronteggiando Bellatrix Lestrange.
Nessuno aveva notato che lei era in pericolo di vita...
Sentiva la magia abbandonarla, poteva avvertire la sua pelle farsi sempre più fredda.
Davanti a lei Rookwood rideva sguaiatamente, prendendo in giro la sua debolezza, la sua vita appesa a un filo.
Hermione intanto dall'altra parte della stanza stava combattendo la propria battaglia personale.
Dimostrare a una strega Purosangue che poteva batterla anche col suo sangue sporco.
Ma Bellatrix era molto dotata. Rapida, scaltra e piuttosto potente.
Lei e Blaise non ce la potevano fare da soli.
-Impedimenta!- gridò sfinita.
La donna si abbassò, quindi le rilanciò lo stesso incantesimo, triplicato.
La Granger riuscì appena in tempo a reagire con un Protego, per attutire il colpo.
Sentì la voce di Zabini gridare un altro incantesimo, che la Mangiamorte respinse.
-Siamo in pochi- rantolò Blaise avvicinandosi appena alla Grifondoro.
Hermione non rispose nemmeno, tentando con tutte le sue forze di disarmare Bellatrix.
Ma la Lestrange, davanti a lei non sembrava per nulla affaticata.
Sorrideva maligna, continuando a scansarsi un attimo prima che le maledizioni la raggiungessero.
-Sei solo una lurida mezzosangue- la canzonò - Non puoi nulla contro di me!-
La ragazza strinse i denti, cercando di individuare un punto debole nella sua temibile avversaria.
Si scostò appena in tempo, vedendo la luce verde di un Avada saettarle contro.
Sentì la catenina con il ciondolo di Malfoy ballarle al collo e le si strinse il cuore.
Draco dove sei?


Laine Harris si dimenò sotto il Mantello dell'Invisibilità.
Harry gliel'aveva dato poco prima di entrare nella Stanza delle Necessità, con un sorriso incoraggiante e occhi supplichevoli.
Hermione era riuscita a prenderlo quando aveva recuperato la Mappa del Malandrino nella Torre di Grifondoro e ora la Contessa Harris avrebbe dovuto servirsi di esso per liberare Draco, Ron, Alice e il suo Seb.
Trattenne il respiro quando alcuni Mangiamorte le passarono vicino, temendo che potessero avvertire la sua presenza.
Fortunatamente la Stanza non presentava porte secondarie, oltre quella d'entrata, a parte una piccola porticina in un angolo, dietro cui di sicuro dovevano essere rinchiusi i prigionieri.
Laine si diresse lì, Disarmando da sotto il Mantello uno dei Mangiamorte contro cui stava combattendo Matt, così da alleviargli un po' di lavoro.
Raddoppiò il passo quando fu in prossimità della porta e, badando che nessuno facesse caso al fatto che qualcuno stava cercando di entrare nella stanzetta attigua, entrò con circospezione.
La prima che vide fu Alice, raggomitolata in un angolo della sua cella, con la testa posata sulle ginocchia.
La biondina si tolse il Mantello dell'Invisibilità, infilandoselo in un'ampia tasca della giacca.
Come la Parker vide l'amica si lasciò sfuggire un gemito di giubilo.
Si alzò in piedi e raggiunse il margine della sua prigione.
-Siete entrati...-mormorò- Come avete fatto?-
-A dopo le spiegazioni- tagliò corto la Harris, conscia di non avere molto tempo- Come state?-
-Io bene...E anche Ron e Draco.-
Per confermare le parole della ragazza i due maghetti salutarono la loro salvatrice dalla loro gabbia.
Laine sentì un tuffo al cuore, notando che Alice si stava mordendo un labbro, chiaramente timorosa di dirle una verità dura da mandar giù.
-Sebastian?- sussurrò la bionda angosciata.
Per tutta risposta la Parker le fece un cenno con la testa, indicandole un punto alle sue spalle.
La Harris si voltò col cuore in gola e notò il suo fidanzato accasciato a terra, tutto sporco di sangue.
Laine non respirò per qualche secondo, temendo di essere arrivata troppo tardi, ma da coraggiosa ex Grifondoro qual era non dimenticò il suo compito.
-Cos'è che vi imprigiona?- domandò a Draco, che le stava a fianco, ancora rinchiuso.
-Alice dice un Incanto Claustris- borbottò il Serpeverde, stanco e tirato.
La ragazza annuì, determinata, quindi si rivolse alla barriera invisibile che la separava da Malfoy, mormorando velocemente alcune parole, che si rivelarono essere un controincantesimo, dato che il biondo dopo pochi istanti fu libero.
Fece poi la stessa cosa con le altre gabbie, quindi tutti si precipitarono a verificare le condizioni di Anderson.
Laine si inginocchiò accanto all'Auror, tastandogli il polso, folle di preoccupazione.
Si mise quasi a ridere di gioia quando constatò che il suo cuore batteva ancora.
-Dobbiamo fermare l'emorragia- constatò Alice.
La Harris accarezzò la testa di Seb.
-Non possiamo fare nulla...Ci vuole un Guaritore-
-Chiamate la Benèfica!- intervenne Malfoy - So che ha poteri curativi.-
-Perfetto...- sospirò sollevata Laine - Ragazzi adesso è meglio che andiate! Di là sono davvero in difficoltà, ci sono troppi Mangiamorte- aggiunse.
-Vuoi dire che sono tutti di là che combattono?- chiese Weasley incredulo.
Laine annuì.
Draco strinse i pugni. Di là c'erano suo padre, sua zia... e Hermione.
Pensare alla sua mezzosangue a un passo da quei folli dei suoi parenti lo terrorizzava.
-Allora andiamo- ringhiò.
-Appena possibile mandatemi Elenie, mi raccomando - aggiunse la bionda- intanto io resto qui con lui per proteggerlo, nel caso arrivi qualcuno.-
-Un momento!- si ricordò la Parker, impallidendo - Noi non abbiamo le bacchette! Ce le hanno prese quando ci hanno rinchiuso qui-
-Cazzo è vero!- imprecò anche Ron battendosi una mano sulla fronte.
-Non preoccupatevi- sorrise Laine -Accio bacchette di Alice, Ron e Draco!- urlò.
Nel giro di qualche secondo le bacchette erano già in mano ai proprietari.
I tre allora si diressero di volata alla porta, scoccando un'ultima occhiata alla Harris e a Seb, svenuto.


Quando Draco, Ron ed Alice entrarono nella Stanza principale, avvertirono distintamente tutta l'elettricità, la tensione e l'ansia che aleggiavano nell'aria.
Weasley si precipitò ad aiutare Potter, mentre Malfoy non riuscì nemmeno a fare un passo che si ritrovò diversi Mangiamorte addosso. Quelli cercarono di lanciargli insieme diverse maledizioni ma lui, senza starci a pensare più di tanto, si trasformò in un falco e volò rapidamente attraverso la sala, arrivando infine al luogo dove Hermione stava combattendo.
La Granger aveva abbandonato la lotta con Bellatrix, infatti la donna si era Smaterializzata improvvisamente, lasciando Alecto Carrow al suo posto.
Per un istante il Serpeverde rimase fermo, a fissare la sua mezzosangue, grato di vederla sana, coi capelli ricci che le ballavano intorno mentre lottava, con le labbra che mormoravano silenziosi e potenti incantesimi.
Cercando di frenare un inarrestabile impulso di prenderla e trascinarla via di lì pur di proteggerla, alzò la bacchetta e con un Impedimenta ben piazzato spedì Alecto a cozzare contro il muro, facendola cadere a terra svenuta.
Hermione si voltò, cercando di capire chi fosse stato ad aiutarla, e quando vide il biondo gli occhi le si allargarono per lo stupore.
Draco in due passi la raggiune, quindi le accarezzò il viso per una frazione di secondo.
Avrebbe tanto voluto stringerla tra le braccia, assaporare il suo profumo e baciarle quelle maledette labbra tentatrici, ma si trattenne.
La battaglia attorno a loro infuriava, e la morte e la tortura erano pronte a coglierli non appena avessero abbassato la guardia.
Così, con uno sforzo immane, si staccò da lei, per voltarsi a fronteggiare Greyback.
Hermione dal canto suo, stava perdendo tutto il sollievo che aveva provato nel rivederselo davanti, eretto e incolume.
Quegli occhi argentati posati instancabilmente su di lei alla ricerca di lividi o percosse le mettevano i brividi, e ora, in mezzo a una battaglia, a un passo dalla morte, le veniva molto più facile ammettere a sè stessa quanto in realtà Draco contasse per lei.
La ragazza lo guardò con un misto di paura e impotenza scagliare la prima di una serie di precise fatture contro il Lupo Mannaro, quando un urlo straziato la indusse a guardare alle proprie spalle...







Ed eccovi l'immagine che vi avevo promesso!
Ammetto che questo capitolo non mi convince molto...ma mi è uscito così...Spero che apprezzerete lo stesso!
Passando ai ringraziamenti:
Lyla_sly: Per adesso Draco è in salvo...ma non ti preoccupare, questa situazione "pacifica" non durerà per molto! Per quanto riguarda Hermione, non temere che possa parlare troppo...Non ho nessuna fretta di farle dire cose troppo importanti!!
sakura_87: Spero che anche se il finale non corrisponderà esattamente alla tua idea, continuerai lo stesso a leggere...Anche perchè anch'io adoro i lieti fini..Quindi tutto prima o poi si risolverà! Prometto! Adesso, prima di dire troppo su come andrà a finire, come al solito, passiamo a Silente.  Posso solo dirti di immaginare: siamo al sesto anno, quasi alla fine della scuola...Metti che il Preside abbia bevuto una certa pozione, in una certa caverna..Lo so, è un po' campato per aria, ma non volevo discostarmi troppo dal libro (anche se forse l'ho già fatto)!
Love_doll: Ti ringrazio, mi fa piacere che la storia continui a piacerti! Lo so, Lucius è sempre più crudele...Ma cos'altro possiamo aspettarci da un Mangiamorte?
Hollina: Come vedi Draco non è stato torturato...Almeno per ora! Non odiarmi ti prego=) Grazie della recensione!
whateverhappened: Eh no! Seb è fatto di tutt'altra pasta! Anche se per il momento è un po' ammaccato=) Ma Laine si saprà prendere cura di lui, vedrai...
Smemo92: No, come vedi Harry è in salvo, per ora...E comunque ho paura che Draco DOLCE non lo sarà mai =).. O al massimo, solo leggermente con Hermione...Grazie per la recensione!
I love you Draco: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Grazie mille!
irepa94: Ti ringrazio per i complimenti che mi hai fatto nella recensione! Mi hanno fatto molto piacere!..Grazie grazie grazie!
angiericcio: Leggendo il tuo commento sono arrossita....Grazie davvero...Sei troppo gentile! ...Spero che continuerai a seguirmi e a dirmi che ne pensi!
ventiquattro: Sono contenta che la storia ti piaccia...E non preoccuparti per la recensione...Mi sono tolta anch'io i denti del giudizio e so quanto fa male! =)


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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


Sparirò, contaci
non saprai più dove sono
E capirai che con me
non potevi andar lontano
E saprai dar di più
Trova un uomo che sia buono
e che ti ami più di me
Anche se io credo sia impossibile.
È difficile tenerti ancora qui
Sei un tesoro che non posso governare
E sai di donna, sai d’amore, sai di mare
Tutto quello a cui non posso rinunciare
Ora devi andare via
dì che è tutta colpa mia
ma dì al mondo che ti ho amata alla follia.



Il cuore di Hermione mancò diversi battiti quando l'eco di quell'urlo disperato si infranse contro le sue orecchie. Notò Harry abbandonare il Mangiamorte con cui stava combattendo per correre diversi metri più in là.
Approfittando dell'assenza di nemici attorno a lei, lo seguì con lo sguardo, e vide Augustus Rookwood in piedi, che reggeva una bacchetta contro una persona incosciente e sdraiata per terra.
Con uno scatto la Granger li raggiunse, giusto in tempo per Disarmare il Mangiamorte, che Potter aveva provveduto a far scansare dal corpo inerme di Elenie.
Rookwood insieme alla bacchetta perse il contatto con la Benèfica, e le corde attorno all'esile corpo della Zabini svanirono.
In un secondo, diverse figure incappucciate, vedendo che Rookwood aveva fallito, li puntarono e iniziarono a lanciare incantesimi verso di loro.
-Harry occupati di lei!- gridò Hermione senza pensarci troppo - Qui me la vedo io!-
Il Bambino Sopravvissuto, stranamente evitando di protestare, si chinò sulla Corvonero, con il cuore che gli batteva all'impazzata.
Elenie non respirava più.
Il ragazzo la prese tra le braccia, cercando di farla rinvenire, ma la Benèfica non reagiva.
Non anche lei, pensò disperato Harry.
Per un breve momento la strinse forte, sentendo calde lacrime bagnargli le guance, poi sentì una rabbia mai provata, se non dopo la morte di Sirius, ruggirgli nel petto.
Perchè Harry James Potter era così.
Grifondoro fino in fondo, eroe fino alla morte.
Sembra che cada in pezzi, ma si rialza sempre.
Per sè, per i suoi amici, per tutti quelli che hanno ancora la forza di lottare e sperare in un domani migliore.
Il maghetto appoggiò Elenie delicatamente a terra, quindi si alzò, fiero e terribile, a fronteggiare quei nemici a cui stavolta non avrebbe lasciato scampo.
Si mise accanto alla Granger, in aiuto della quale prima per fortuna era arrivato Ron.
Loro due erano la sua forza.
Quei tre bambini che tremanti erano arrivati a Hogwarts, affrontando insieme troll, basilischi, ragni giganti e dissennatori, erano cresciuti.
Avevano amato, sofferto, si erano spalleggiati e incoraggiati a vicenda.
E dopo anni, nonostante le avversità che la vita aveva messo loro davanti, erano ancora lì. Insieme.
A lottare e resistere per un ideale in cui credevano.


I nemici si erano notevolmente ridotti.
Fortunatamente Draco si era messo a difendere la porta dietro cui si trovavano Laine e Sebastian, così che nessun Mangiamorte era ancora riuscito a raggiungerli.
Ormai si era fatta notte, e i nostri erano sempre più stanchi e deboli.
Chris, sanguinando abbondantemente dal sopracciglio, si stancò di lanciare fatture per sfiancare i suoi avversari e decise di passare ai fatti.
Dato che quei maledetti, grazie al potenziamento della magia Benèfica, reagivano con un poderoso Protego a ogni attacco, riuscendo a respingere anche gli incantesimi più potenti, Mason Evocò una spada e si mise a brandirla senza troppi complimenti.
Matt e Draco seguirono immediatamente il suo esempio e in breve il sangue cominciò a zampillare un po' ovunque.
I Mangiamorte non si erano ancora arresi, ma erano rimasti in pochi, e tra questi non c'erano nè Bellatrix Lestrange, nè Lucius Malfoy, nè nessuno dei più noti e fedeli seguaci del Signore Oscuro, perciò in breve tempo gli Auror e i ragazzi riuscirono a fare piazza pulita.
Matt Schiantò l'ultimo Mangiamorte, quindi si adoperò per legare tutti i nemici superstiti, che erano ben pochi.
Chris cercò Alice nella penombra, poi la sentì volargli addosso e quasi gettarlo a terra.
L'Auror le prese il viso tra le mani e la baciò, con tutta la delicatezza e la passione che gli stavano bruciando dentro.
Era sua, solo sua. Avrebbe voluto urlarlo al mondo intero.
-Stai bene?- gli domandò sottovoce lei.
Lui annuì, quando sentì la voce angosciata di Blaise ripetere il nome della cugina.
Potter era inginocchiato accanto a lei, e la teneva tra le braccia guardando il volto vuoto e sofferente della ragazza con impotenza.
-Che è successo?- chiese preoccupata la Parker.
-Non lo sappiamo- rispose Ron, teso - Rookwood l'aveva legata con delle corde e lei è svenuta-
Alice trattenne bruscamente il respiro, catalizzando su di sè le occhiate ansiose dei presenti.
-Le Corde della Tempesta- sussurrò.
-L'unico modo per uccidere un Benèfico...- rantolò Hermione portandosi una mano alla bocca, orripilata, ricordando solo in quel momento le sue letture al riguardo.
A Potter si ghiacciò il sangue nelle vene.
-Non è morta!- gridò poi, distrutto - Ci dev'essere un modo per salvarla!-
La Parker guardò Chris, desolata, sperando in una risposta affermativa alla domanda del ragazzo.
Mason, visibilmente preoccupato, assunse un'aria pensierosa.
-Può darsi che siamo ancora in tempo- cominciò lentamente - dato che voi avete interrotto l'incantesimo prima della conclusione. Ma io non so niente di come annullare il tutto. Bisogna portarla subito al San Mungo, e sperare che lì ci sia qualcuno in grado di curarla.-
Il viso dei ragazzi riprese colore. C'era un'ultima speranza a cui aggrapparsi.
-La porto io!- si offrì Matthew - Voi pensate a Seb!-
Gli altri si guardarono...Con tutta la confusione per Elenie non avevano pensato che anche Anderson era in condizioni critiche, seppur meno gravi di quelle della Benèfica.
Mentre Parker prendeva tra le braccia la Corvonero e correva alla porta, seguito dallo sguardo terrorizzato di Harry, gli altri si precipitarono dai due ragazzi.
Videro Laine seduta a terra, con la testa di Seb posata sulle gambe.
Il ragazzo sembrava sveglio e abbastanza lucido, anche se il respiro era debole.
Era a torso nudo, i muscoli visibilmente tesi in una spasmodica sofferenza.
La Harris aveva provveduto a fasciargli l'addome alla bell'e meglio, in un tentativo di fermare il flusso del sangue.
Alice si avvicinò al suo migliore amico e gli carezzò il volto madido di sudore.
-Seb come stai?- chiese dolcemente.
-Ho un buco nello stomaco, ma non mi lamento- sussurrò a denti stretti Anderson, ironicamente.
Laine sorrise. Se Sebastian riusciva a fare lo spiritoso allora si sentiva meglio.
Chris allora, facendosi aiutare da Draco e Blaise, lo mise in piedi.
Mentre l'amico bestemmiava a mezza voce per il dolore, l'ex-Grifondoro gli passò un braccio attorno alla vita, e si passò quello del moro sulle spalle.
-Lo porto al San Mungo- annunciò- Tornerà come nuovo in un batter d'occhio, vedrete!-
Così, siccome non si poteva Smaterializzare lì dentro, si incamminò anche lui verso l'uscita del castello, seguito dalla Harris, per farlo una volta fuori.
L'atmosfera però non si rilassò. La paura per Elenie sovrastava ancora il sollievo per lo scampato pericolo.
Hermione, cercando di trattenere le lacrime, si avvicinò a Draco, e gli si schiacciò addosso, artigliando con le dita la sua camicia.
Il biondo dapprima rimase di stucco per quella manifestazione così esplicita ma poi, ignorando le espressioni stupefatte dei presenti, le passò le mani attorno alla vita e la abbracciò stretta.
La Granger si morse le labbra per non piangere.
Si sentiva gli sguardi degli amici addosso, ma non gliene fregava niente.
Aveva sempre evitato in pubblico le effusioni con Malfoy, essendo per natura riservata e sapendo che molti non avrebbero visto di buon occhio la loro storia.
Ma in quel momento non ci pensò.
Aveva agito di istinto, senza chiedersi se gli altri avrebbero disapprovato.
Lo voleva, aveva bisogno di lui.
E ora, dopo una battaglia durata anche troppo, si sentiva finalmente protetta e al sicuro.


I ragazzi stavano lasciando lentamente la Stanza delle Necessità.
-Bisognerà riuscire a liberare i ragazzi e i Professori Sigillati- mormorò Alice.
-E come possiamo farlo, senza Elenie?- chiese preoccupata Hermione.
-Non so- rispose l'Auror scuotendo la testa - Vedrò cosa posso fare...Al massimo chiamo gli Specialisti dal Ministero-
I ragazzi annuirono, stanchi dopo quella giornata molto intensa, quando un rumore sordo li fece voltare in sincrono.
Draco era l'ultimo della fila, e fu proprio alle sue spalle che si Materializzò una figura incappucciata.
Il Mangiamorte con un rapido movimento si avvicinò al ragazzo, e gli passò un braccio attorno al collo, avvicinandolo a sè. Quindi estrasse la bacchetta e la puntò alla testa del biondino.
La Granger si sentì mancare la terra sotto ai piedi, ma non si perse d'animo.
Alzò la sua bacchetta, subito imitata dagli amici, e la puntò contro l'avversario.
Draco intanto, maledicendosi per avere abbassato la guardia, le lanciò un'occhiata ammonitrice.
Maledetta mezzosangue...sempre lì a cercare di lottare e di vincere, anche quando non era possibile.
Avrebbe riconosciuto quella mano guantata e quella bacchetta tra mille.
Era suo padre.
E se Lucius Malfoy si era messo in testa una cosa non si sarebbe fermato davanti a niente, sarebbe passato sui cadaveri di tutti.
-Lascialo- sibilò Blaise alzando appena la bacchetta.
Lucius rise.
-I tuoi genitori sarebbero molto delusi del tuo comportamento, ragazzo.-
Zabini non battè ciglio, limitandosi a serrare con più forza la mano sulla bacchetta.
-Ho detto di lasciarlo andare- ripetè il moro Serpeverde, con voce decisa.
-Altrimenti?- lo schernì Malfoy.
-Forse è meglio che tu te la veda con qualcuno al tuo livello-
L'uomo si voltò alla sua destra e chinò appena il capo in segno di ironico rispetto alla vista della rivale che gli si era piazzata davanti.
Alice, salda sulle gambe e con un luccichìo di fermezza nello sguardo lo fronteggiava, senza accennare a muoversi.
-Andiamo...- la prese in giro il Mangiamorte - sapete di non avere possibilità contro i miei poteri...E siccome non ho voglia di sprecare tempo a uccidervi vi pregherei di lasciarmi andare il più rapidamente possibile. Ho un conto in sospeso con mio figlio.-
Hermione, sentendo quella voce falsamente cortese, sentì un'impetuosa voglia di urlare.
Ma si limitò ad avvicinarsi di più all'uomo, gli occhi sempre fissi un quelli di Draco, che sembravano supplicarla di lasciarlo lì ed andarsene.
-Ma guarda un po'...la Nata Babbana- la canzonò Lucius, reclinando appena il capo.
-Crucio!- gridò poi, puntando la bacchetta sulla Granger.
La ragazza crollò a terra, gridando e contorcendosi.
Il Mangiamorte rise freddamente, stringendo con maggiore forza la presa sul collo di suo figlio, che aveva iniziato a divincolarsi disperato.
Non appena la tortura finì, la ragazza si rialzò ansante, e guardò Malfoy con occhi colmi di rabbia e odio.
Prima che potesse fare alcunchè, però, Harry le si parò davanti, proteggendola col suo corpo.
A Potter parve di vedere un lampo di gratitudine negli occhi di Draco, ma pensò di esserselo immaginato.
Il biondo intanto le stava provando tutte. Aveva cercato perfino di trasformarsi in falco, ma non ci riusciva. Qualcosa glielo impediva. Probabilmente quel bastardo di suo padre gli aveva fatto un incantesimo che gli impediva di usare i suoi poteri, o di fuggire, o qualcos'altro del genere.
-Credo di aver perso fin troppo tempo- commentò infine Lucius - Our revoir!-
E detto questo, si Smaterializzò con Draco, lasciando tutti gli altri impotenti a guardare il vuoto.
-Noooo!-
L'urlo della Granger interruppe il silenzio creatosi.
La ragazza si lanciò disperata verso il punto in cui erano scomparsi, piangendo e gridando.
Harry e Ron le andarono dietro, e la presero per le braccia, cercando di proteggerla da sè stessa.
Blaise era caduto a sedere, la testa tra le mani e il sangue che gli ribolliva nelle vene.
Cazzo non è possibile.
Alzò gli occhi al cielo, e vide Alice, tesissima, che cercava anche lei di calmare Hermione.
Ma ormai non era più possibile arginare la Grifondoro.
Gliel'avevano portato via...Davanti ai suoi occhi..
Draco...




-Davvero bravo caro cognato...devo dire che cominciavo ad avere qualche dubbio-
Lucius guardò Bellatrix con espressione altera, versandosi del vino e accomodandosi accanto a lei sul sontuoso divano.
-Dov'è ora Draco?- chiese la donna.
-Nei Sotterranei. Se ne sta occupando Rowle.-
La Lestrange notò la diversità nel tono dell'uomo, ma fece finta di nulla.
-Quando gli somministerai la Pozione?-
-Prima vogliono cercare di convincerlo con altri metodi. Se non ci riusciranno, allora farò a modo mio.-
La Mangiamorte annuì brevemente, una gioia selvaggia a illuminarle lo sguardo folle.
Finalmente anche quella feccia che macchiava la sua reputazione sarebbe stata sistemata.
Un rumore di passi rapidi le fece alzare lo sguardo.
Sua sorella Narcissa fece capolino nella stanza, negli occhi un'espressione che non le aveva mai visto.
-Ho sentito che Draco è qui...- fece la bionda con voce fievole - Posso vederlo?-
Lucius guardò sua moglie negli occhi, lo sguardo pieno di collera.
-Ti avevo detto di non muoverti dalla tua stanza. Se il Signore Oscuro pensasse che tu sei al corrente di alcuni piani è la fine...-
-Infatti non so niente- ribattè fredda Narcissa - Vorrei solo sapere in che condizioni è mio figlio.-
-Ma guarda..La mia cara sorellina è in pena per il suo bambino...- la canzonò Bellatrix, con malignità.
Narcissa non la guardò nemmeno.
-Torna di sopra- le intimò Malfoy, dandole le spalle.
La bionda, capendo che non c'era nulla da fare, si tirò su con una mano il lungo vestito e si diresse su per le scale, non senza aver prima scoccato un'occhiata di puro risentimento al marito.


Intanto nei Sotterranei di Villa Malfoy, Draco stava soffrendo le pene dell'Inferno.
Era in piedi, a torso nudo, le mani legate a delle grosse catene appese al soffitto.
-Allora?- gli abbaiò una voce roca - Ancora rifiuti la causa?-
Il giovane Malfoy annuì per l'ennesima volta, fissando con rabbia il Mangiamorte che da parecchio tempo ormai lo stava picchiando a sangue.
-Lo sai che ti costerà caro il tuo comportamento, vero?- gli sibilò infatti l'uomo.
Draco non rispose, nè abbassò lo sguardo.
Il Mangiamorte gli diede uno schiaffo, spaccandogli il labbro.
Il Serpeverde sentì in bocca il sapore salato del sangue, e si passò la lingua sulle labbra, cercando di tastare l'entità del danno. Aveva le braccia intorpidite, a forza di stare appeso, e  sentiva le forze venirgli meno.
Ma questo non lo induceva a piegarsi alla volontà di suo padre e ai suoi biechi tentativi di attirarlo dalla sua parte con la forza.
Draco così sputò a terra, pieno di risentimento, tentando invano di sfogarsi.
-Non ti servirà a niente fare l'eroe e rifiutarti di collaborare. Ti abbiamo in pugno- gli ringhiò furente il Mangiamorte.
Il tono dell'uomo fece aguzzare gli occhi al biondino.
Se non fossero riusciti a piegarlo con le maniere forti allora come avrebbero fatto?



-Hermione ti prego calmati!-
Ron guardava preoccupato la sua migliore amica fare avanti e indietro per lo Studio di Silente. Accanto a lui c'era Blaise, disperato, con la testa tra le mani.
Harry era sparito con la McGrannit e gli Auror, dopo aver saputo che a Silente era accaduto qualcosa di brutto, e non era ancora tornato.
Weasley allora decise di prendere in mano la situazione, così si alzò e fece per prendere la mano alla ragazza, ma lei si divincolò.
-Non puoi continuare così...Devi reagire!- sussurrò allora il rossino, tesissimo.
-E come faccio Ronald??- gli gridò la Granger, non potendone più - Come faccio? Hanno preso Draco, e a quest'ora l'avranno già ammazzato!-
Ron rimase di stucco per quello scoppio dell'amica, iniziando solo in quel momento a capire quanto il Serpeverde fosse diventato importante per lei.
Per la prima volta dopo sei anni che la conosceva, vedendola lì davanti a lui, raggomitolata su sè stessa, gli sembrò piccola e fragile e non coraggiosa e in grado di spaccare il mondo.
Per la prima volta le guardò fin dentro l'anima, scoprendo quanto grande potesse essere il suo cuore di donna, e non più di bambina.
Per la prima volta Ronald Weasley potè dire di conoscere ogni lato, ogni paura, ogni parte nascosta del carattere di Hermione Granger, perchè lei gli aveva concesso di guardare oltre quel sottile velo di orgoglio e testardaggine che si portava sempre addosso.
Il Grifondoro fece un passo incerto verso di lei, con l'intenzione di abbracciarla e di consolarla, ma Blaise fu più veloce.
Si alzò in piedi e la raggiunse, stringendola e facendole quasi male.
Senza aprire bocca appoggiò la fronte sulla spalla della ragazza, e lasciò che mute lacrime gli colassero lungo le guance.
Hermione dilatò appena gli occhi per la sorpresa, quindi si rilassò, e abbracciò a sua volta Zabini, ritrovandosi a sorridere.
Aveva ragione Ron.
Doveva reagire.
Accarezzò i capelli del Serpeverde, ritrovandosi a pensare che lui forse stava peggio di lei.
Sua cugina e il suo migliore amico erano in difficoltà, e non sapeva se li avrebbe mai rivisti.
E la Granger sapeva che per lui Draco era sempre stato la sua famiglia, la spalla a cui appoggiarsi, l'amico che aveva sempre lottato al suo fianco per sfuggire a un destino che non avevano mai voluto.
Doveva tirare nuovamente fuori la vera Hermione.
Quella che combatteva fino all'ultimo.
Doveva farlo.
Per Blaise.
E per Draco, perchè forse era ancora in tempo.
Mentre stava formulando quest'ultimo pensiero, sentì un oscuro presagio caderle addosso.
Spalancò gli occhi e le si bloccò il respiro, intuendo che qualcosa non andava.
Il moro Serpeverde, sentendola irrigidirsi, si staccò da lei, e la guardò confuso.
Hermione aveva gli occhi lucide e sembrava scuotere la testa, senza capire cosa le stesse capitando.
Ron le corse accanto e le strinse un braccio.
-Che succede? Stai bene?-
La Granger annuì, tremando convulsamente, per non allarmare ulteriormente i suoi amici, ma quella strana sensazione non le passò, anzi, aumentò col passare dei minuti.


In quello stesso momento, a molti chilometri di distanza, in un maniero altrettanto grande e imponente, un uomo incappucciato, ignorando le grida disperate e strazianti di Draco Lucius Malfoy, aveva provveduto a versargli in gola un liquido denso e scuro.
Nessuno quella notte sentì le urla imploranti del ragazzo.
E quelli che le udivano, non le vollero ascoltare.



Eccoci qua, eccovi un altro capitolo...Spero vi piaccia! Sto terminando la fiction e diciamo che conto di arrivare circa ai 45-50 capitoli...Si vedrà!
Passando ai ringraziamenti:
Smemo92: Mi dispiace, Bellatrix e Voldemort non sono arrivati, spero di non averti deluso! Ma tranquilla, che non hanno certo finito di intralciare le vite dei nostri protagonisti!
sakura_87: Ecco, ho aggiornato, così adesso non sei più sulle spineXD...Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Hollina: Sono contenta che l'immagine di Laine ti sia piaciuta, è stato veramente difficile trovare un personaggio che si adattasse a come me l'ero immaginata! Grazie della recensione...
angiericcio: Ogni volta mi riempi di complimenti! Sei davvero troppo gentile...Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
Lyla_sly: Mi sa che quando finirà la storia, tu rimarrai la mia unica lettrice, se la pensi così riguardo all'azione e ai finali sospesi e non totalmente lietiXD  Comunque ti ringrazio per le immancabili recensioni, mi fanno sempre molto piacere...
Love_doll: Come vedi ne sono usciti (quasi) tutti indenni...Anche se ovviamente questo è solo il primo round con i Mangiamorte! Dimmi che ne pensi di questo capitolo!
Tanny: Le cose per qualche coppia sono andate a buon fine, per altre meno! Non ti preoccupare per le recensioni mancate, non c'è nessun problema, lo capisco benissimo! Grazie comunque di continuare a leggere!
I love you Draco: Ti ringrazio molto per i complimenti, mi hanno fatto molto piacere! Grazie grazie grazie!
Stephenye: Ciao Veronica! Che bello avere nuove lettrici! Sai com'è, più si va avanti con i capitoli e più si dispera che qualcuno si prenda la briga di leggere 36 capitoli tutti insieme! Non sai che piacere che mi ha fatto sapere che ti sei iscritta per recensire la mia storia...Troppo gentile!!!  Detto questo, ti ringrazio tanto per i complimenti e spero che continuerai a dirmi che pensi della fiction!
whateverhappened: Hai visto che Seb sta bene?XD Non potrei mai fargli accadere qualcosa di grave...Ho troppa paura che poi tu mi venga a cercare per uccidermi =) Grazie della recensione!
bubina91: Ma guarda chi si vedeeee...Finalmente ti sei messa a leggere qualcosa! Grazie amor=) Alle tue domande ovviamente non posso rispondere, anche perchè tu un'idea generale già ce l'hai (a meno che quando ti parlo tu non faccia solamente finta di ascoltarmi, mentre in realtà ti stai facendo i fatti tuoi) Scherzo...ciau bubina ti voglio bene!
kri87: Grazie per la stupenda recensione! Se per te è un onore non hai idea di cosa è per me, dato che la tua storia mi piace molto e adoro il tuo modo di scrivere...Ho aggiornato il prima possibile, anche perchè non vedo l'ora di scoprire come continuerà la tua storia XD. Grazie mille ancora per i complimenti, spero che continuerai a seguirmi!

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***






Harry era seduto nel parco, da solo.
Un lieve venticello di fine primavera gli scompigliò i capelli, ma il ragazzo non vi fece caso.
Era ancora sconvolto per ciò che Silente gli aveva appena detto...le parole Horcrux, Gaunt, Voldemort, gli gravitavano in testa, senza riuscire a non pensarci.
L'anno successivo per lui sarebbe stato difficile, lo sapeva già...Ma gli sembrava un evento così lontano, così effimero, se messo a confronto con la situazione disastrosa che stavano vivendo in quel momento.
Malfoy era stato catturato, Elenie e Sebastian erano feriti.
Il quadro generale non si prospettava molto roseo.
Harry appoggiò la testa sulle braccia, cercando di fermare il flusso dei suoi pensieri, invano.
C'era sempre lei.
Quei capelli neri, quegli occhi blu e quella voce dolce ma decisa.
Elenie. La sua Elenie.
Cazzo, doveva vederla, doveva verificare le sue condizioni o sarebbe impazzito.
In quel momento vide una figura salire verso il castello e, riconoscendo Christopher, gli corse incontro.
-Allora?- gli domandò angosciato senza nemmeno salutarlo, quando gli fu vicino - Come stanno?-
Mason lo guardò dritto negli occhi, quindi gli posò una mano sulla spalla, ed Harry per una attimo temette il peggio, ma poi l'Auror gli rivolse un gran sorriso.
-Si riprenderanno- gli comunicò allegro, stringendo la presa sulla spalla del maghetto - Seb tornerà a casa in un paio di giorni-
-Ed Elenie?- si informò Potter, molto più sollevato.
-Per lei la faccenda era un po' più seria- mormorò Chris - L'hanno presa appena in tempo, ma guarirà-
Il Bambino Sopravvissuto sospirò di sollievo, quindi lasciò che l'Auror gli scompigliasse i capelli.
-Siete riusciti a liberare gli altri studenti?-
-Sì- rispose Harry -E' venuto un tizio dal Ministero.-
-Bene.- fece Mason -Laine e Matt torneranno tra poco..Grazie al cielo è tutto finito-
Sentendo queste parole, Potter intuì che Chris ancora non sapeva nulla di Draco, infatti il biondo era stato catturato dopo che lui si era recato al San Mungo.
Così prese un bel respiro, e gli raccontò cos'era successo mentre era via.
-COSA?- gridò l'Auror fuori di sè -Bisogna fare qualcosa-
E senza aggiungere altro si precipitò al castello, trascinandosi dietro Harry.



I ragazzi erano tutti riuniti nella Sala degli Allenamenti, quando Christopher Alexander Mason entrò come un tornado.
Alice si alzò e fece per chiedergli come stavano Sebastian ed Elenie, ma lui la zittì con un gesto della mano.
-Quando pensavate di dirmi di Draco?- ringhiò furente -Quando suo padre l'aveva già bello che sistemato?-
La Parker lanciò un'occhiata nervosa in direzione di Hermione, quindi si rivolse al fidanzato, scostandosi con un rapido gesto i capelli dal viso, per poterlo vedere meglio.
-Ti avrei detto qualcosa se pensassi che si potesse risolvere questa situazione- gli sibilò offesa.
-Beh, se stiamo qui a girarci i pollici non la risolveremo di certo- replicò Chris combattivo.
-Pensi che non voglia tirare fuori Draco di lì, eh? Perchè se è questo che stai dicendo, ti sbagli di grosso!-
-So solo dicendo che non è stando con le mani in mano che lo libereremo! -fece lui sconvolto-Ti ricordo che mentre noi stiamo qui a discutere lui è in mezzo a molti Mangiamorte che intendono fargli la pelle!-
Probabilmente la discussione sarebbe andata avanti ancora per molto, se Blaise non si fosse messo in mezzo.
-Christopher, basta, per favore- lo pregò chinando il capo - Mentre tu eri al San Mungo, noi abbiamo sviscerato il problema da ogni lato...Non c'è modo di entrare a Villa Malfoy, sempre che sia là che l'hanno portato. Almeno non in così pochi. Dobbiamo come minimo aspettare che Sebastian si sia ristabilito. Per ora non possiamo fare niente.-
Zabini terminò scuotendo il capo e allargando le braccia, sconsolato.
Mason ammutolì, guardando a uno a uno i ragazzi.
Blaise, che aveva parlato e che ora lasciava vagare lo sguardo nel vuoto, pieno di amarezza.
Alice, che lo scrutava con un misto di rabbia e comprensione.
Harry, che per la prima volta non sapeva che fare, come agire.
Ron, zitto nel suo angolo, con una mano sulla spalla di Hermione.
Hermione..
A Chris sembrò di vederla solo in quel momento, per la prima volta.
Da quando aveva messo piede al castello non l'aveva mai vista così fragile e vulnerabile.
Da parte sua la Granger pensava.
Pensava a come era difficile tenersi accanto le persone che si amano.
Che si amano...
Di nuovo quel verbo, di nuovo quel sentimento in grado di distruggerti.
L'amore...



-Allora? Si è svegliato?-
-Non che io sappia, Padrone. Fino a poco fa era ancora in camera sua a riposare-
-Vai a vedere, e appena puoi conducilo da me-
Lucius Malfoy chinò ossequiosamente il capo, quindi lasciò Voldemort e risalì in casa.
Spedì un elfo domestico a verificare se Draco si fosse svegliato, e attese in salotto.
Dopo non molto tempo, suo figlio fece il suo ingresso nella stanza.
Non sembrava reduce da un lungo sonno.
I capelli biondissimi erano ben disposti sulla fronte, gli abiti erano ben piegati, e il volto era disteso.
-Mi avete fatto chiamare?- domandò con noncuranza Draco, sistemandoti il maglione.
-Il Signore Oscuro vuole vederti- gli mormorò il padre - Ti accompagno da lui.
Il ragazzo non mostrò tracce di sorpresa sul bel volto, e si diresse senza aprire bocca alle scale che portavano ai Sotterranei.
Lucius fece per seguirlo, ma fu fermato da qualcuno che lo prese per un braccio.
Si bloccò e, voltandosi, si trovò faccia a faccia con sua moglie.
-Sei sicuro di quello che hai fatto?- gli chiese lei con voce tremante.
-E' l'unico modo per tenercelo vicino- borbottò l'uomo, abbassando gli occhi.
Sentì Narcissa singhiozzare sommessamente, così alzò il capo e le scostò un ciuffo ribelle dalla fronte, abbozzando un sorriso.
-Andrà tutto bene...Ora Draco è dalla parte giusta...Con noi-
E senza aggiungere altro seguì il figlio giù dalle scale, seguito dallo sguardo di colei che amava sopra ogni cosa.
Arrivato giù entrò insieme a Draco nell'immensa stanza in cui si era sistemato Lord Voldemort, ed entrambi si inchinarono al suo cospetto.
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato scrutò con interesse il giovane Malfoy, quindi gli pose una domanda che lasciò perplessi molti dei presenti.
-Come stai, Draco?-
Lucius rimase spiazzato da quell'insolito modo di aprire un dialogo, infatti non era molto frequente che il Signore Oscuro si interessasse dello stato fisico o psicologico dei suoi adepti, ma Draco non si scompose.
-Mai stato meglio, Padrone- disse.
-Me ne compiaccio. Vedi, so bene quanto è profondo il tuo disinteresse per la nostra causa, ce lo hai dimostrato più volte...-
-Permettetemi di contraddirvi, mio Signore -lo bloccò il ragazzo.
Tutti i Mangiamorte lì attorno trattennero bruscamente il fiato.
Mai nessuno si era permesso di interrompere Voldemort, ma il crudele mago non disse niente anzi, fece cenno a Draco di proseguire.
-Vedete, credo di aver cambiato posizione al riguardo. Voglio servirvi e immolare a voi la mia vita-
Il Signore Oscuro fece una smorfia, che poteva sembrare quasi l'ombra di un sorriso, quindi battè le mani tre o quattro volte, facendo riecheggiare il suono contro le fredde pareti di pietra.
-Molto bene. Devo complimentarmi con Richard Anderson per il perfetto lavoro svolto. Non c'è traccia di menzogna in questo ragazzo-
Il volto di Lucius Malfoy si distese un po', mentre l'uomo respirava di sollievo.
Suo figlio era salvo.
-Ho un compito per te, ragazzo- fece poi Lord Voldemort.
-Tutto quello che volete, Padrone- rispose Draco chinando la testa.
E a quelle parole, Lucius ricominciò a tremare.
Era l'inizio della fine...


Passarono due giorni, lenti come anni, sospesi come il sussurro della nebbia che grava su una pianura infinita...E nulla era cambiato.
Hogwarts taceva, e con lei tutto il mondo magico.
Della battaglia avvenuta all'interno della scuola era trapelato poco o nulla, e quei pochi che vi avevano assistito si guardavano bene dal parlarne, o dal divulgare fatti che facevano ancora troppo male per poter essere raccontati ad altri.
-Non è possibile- sbraitava Chris -Sono passati due giorni e noi non abbiamo ancora un fottuto piano per liberare Draco, o per avere sue notizie!-
Alice gli si avvicinò, e lo abbracciò da dietro, posando la testa sulla sua spalla.
-E' terribile lo so...E ciò che è ancora più brutto è la totale indifferenza da parte del Ministero-
Mason digrignò i denti al pensiero del colloquio avuto quella mattina con Rufus Scrimgeour.
Aveva cercato di perorare presso il Ministro della Magia la loro causa, spiegando perchè per gli Auror era vitale entrare a Villa Malfoy, ma l'uomo aveva risposto che non era consono al corpo degli Auror intrufolarsi in casa altrui senza prove.
E così erano al punto di partenza.
Con in mano poco più che uno sbuffo di fumo nero.
Christopher avvertì le delicate mani di Alice che percorrevano lentamente il suo torace e sentì distintamente il respiro leggero della sua ragazza lambirgli la base del collo.
Il biondo Auror posò una mano su quella della Parker, stringendola appena, e con l'altra sfiorò un punto della propria giacca, al livello del cuore, e sospirò di sollievo toccando una piccola protuberanza.
Era ancora lì.
Meno male.
Chris lasciò quel piccolo dolce segreto al suo posto, e si voltò piano verso Alice, prendendole il viso tra le mani.
Doveva farlo. Doveva essere adesso.
In quel momento perfetto, che nessuno avrebbe interrotto.
Era giusto così, a un passo dalla fine di tutto, in qui giorni di incertezza e paura, in cui non riusciva a fidarsi nemmeno di sè stesso.
Era in giorni come quello che doveva aggrapparsi a colei che lo teneva in vita, e trovare il modo per dimostrarle quanto lei contasse.
Staccò le mani dalle guance della Parker e, ignorando lo sguardò stupito di lei, si mise in ginocchio.
Alzò appena il viso, e vide gli occhi di Alice diventare lucidi.
Chris si infilò una mano nella giacca, cercando di non cedere a quel timore che si era impossessato di lui al momento di toccare nuovamente la piccola protuberanza che gli sporgeva da una tasca interna.
Tentando di restare impassibile estrasse dalla giacca una raffinata scatolina blu, che aprì davanti al volto commosso della sua ragazza.
Capendo che la Parker non aspettava altro che lui iniziasse a parlare, prese un bel respiro e si schiarì la voce.
-Non penso che ti serva sentire quanto ti amo, o quanto io abbia lottato per questo nostro amore. Non penso nemmeno che possa convincerti il fatto che tu sia la mia vita, o il fatto che senza di te nulla avrebbe più senso. Voglio solo dirti che sono perfettamente conscio che, a causa di Tu-Sai-Chi, oggi potrebbe essere l'ultimo giorno che passo su questa Terra. E mi sono accorto che fino all'ultimo mio istante, all'ultimo mio respiro, io ti voglio al mio fianco. E se sopravviveremo a tutto questo, voglio saperti mia ogni giorno, ogni minuto. E c'è solo un modo per esserne certo, per sancire questa mia scelta, questa mia incontrollabile voglia di averti. Sposami.-
Chris aveva sussurrato tutto questo, fissando Alice dritto negli occhi, quasi senza riprendere fiato.
La ragazza non parlò per molto tempo, tanto che Mason temette di aver fatto un errore, di averla spaventata, ma poi fece una cosa che lo lasciò di stucco.
Si inginocchiò anche lei, e lo baciò con un entusiasmo che non aveva mai avuto.
-Sì...- rise poi tra le lacrime, stringendolo forte a sè. -Sì...-
La parola più bella e più promettente del mondo..


Mentre i due Auror vivevano uno dei momenti più belli della loro vita, in una delle torri più alte del castello qualcuno stava vivendo un' agonia senza fine.
Hermione era lassù da sola da diverso tempo, non riuscendo a parlare con nessuno.
Il suo sguardo dorato vagava verso l'immenso parco di Hogwarts.
Non pensava, Hermione.
Aveva smesso di impuntarsi su mille piani, e lasciava che i propri pensieri le fluissero leggeri nella testa.
A un certo punto un lieve colpo di tosse la costrinse a voltarsi.
-Scusa se ti disturbo...- fece imbarazzato Ron, avvicinandosi a lei -So che non è un buon momento.-
La ragazza sentì nuovamente quell'improvvisa voglia di piangere che la torturava da giorni, ma si trattenne.
-Novità?- chiese con un filo di voce.
Weasley scosse la testa, senza riuscire a guardarla.
-Il Ministro ha proibito agli Auror di entrare a Villa Malfoy, così Matt sta studiando un piano- le annunciò -A cui naturalmente noi non parteciperemo...Troppo pericoloso!- concluse seccato.
La Granger serrò le labbra.
-Se questa volta credono di lasciarmi da parte si sbagliano di grosso!-
E senza aggiungere altro si fiondò giù per le scale, probabilmente con l'intenzione di andare a inveire contro Parker.
Sospirando Ron appoggiò i fianchi al cornicione della torre, senza il coraggio di fermarla.
Si avvolse meglio la sciarpa attorno al collo, ben deciso a riprendere un po' fiato dopo quei giorni estenuanti, e si soffiò sulle mani per scaldarle.
Fu in quel momento che gli apparve l'ultima persona che avrebbe mai pensato di incontrare.
Ci fu un piccolo POP, e il Grifondoro vide Draco Materializzarsi davanti a lui.
Weasley sgranò gli occhi e fece per avvicinaglisi, con l'intento di domandargli cosa gli fosse mai successo, ma quello gli lanciò un'occhiata gelida e scomparve.
Il rossino, incredulo, sbattè più volte le palpebre, indeciso se credere o meno a quello che aveva visto, quindi corse anche lui a perdifiato giù dalle scale, ansioso di comunicare agli altri ciò che aveva visto.
Entro come un razzo nella Sala degli Allenamenti, e con piacere notò che erano quasi tutti lì.
Alice alzò lo sguardo gioioso dalla sua mano destra e gli andò incontro, notando la sua espressione sconvolta.
-Ehi Ron, va tutto bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma!-
Il ragazzo riprese aria, quindi annuì alla Parker e le raccontò tutto sottovoce, per non rischiare di mettere in allarme gli altri inutilmente.
Non servì a molto, dato che Alice, lanciando occhiate nervose ai ragazzi, prese la parola.
-So che questo vi farà agitare non poco, ma voglio essere onesta e raccontarvi cosa è appena successo a Ron-
Tutti gli sguardi dei presenti corsero al rossino, meno quello di Chris che guardava incuriosito la propria fidanzata.
-Ron era alla Torre di Astronomia, e dice di aver visto Draco Materializzarsi davanti a lui e poi scomparire-
A quelle parole ci fu qualche istante di silenzio, poi tutti insieme cominciarono a parlare, ognuno esprimendo la propria opinione.
L'unica che non disse niente fu Hermione, che si diresse come un automa verso la finestra, e fu da lei che Weasley si diresse.
Lei non lo guardò nemmeno, ma si limitò a mordersi le labbra, probabilmente per non lasciar trapelare emozioni di sorta.
-Sei sicuro?- domandò infine, con immenso sforzo.
Il ragazzo annuì, quindi le posò dolcemente una mano sul braccio.
-Andrà tutto bene..- mormorò, e con sollievo vide passarle sul volto l'ombra di un sorriso.
Intanto Alice, Matt e Chris facevano il punto della situazione.
-Se è davvero lui ha usato magia Benèfica...-borbottò Matthew.
-Già- si disse d'accordo Mason - E questo può solo voler dire che è nelle mani di Lucius. Altrimenti non avrebbe potuto Materializzarsi qui. Questa storia non mi piace per nulla-
-Cosa intendi dire?-
-Che non credo che l'apparizione di Draco sia un bene per noi...-
-Ma come?- intervenne Alice -Metti che stesse cercando di fuggire da suo padre.-
-Allora perchè sparire di nuovo quando ha incontrato Ron? No...Ci dev'essere qualcosa sotto...-
La ragazza si grattò il mento, pensierosa.
-Tu dici che è stato mandato da Lucius come una specie di spia? -
-Non ne ho idea- mormorò Christopher, allargando le braccia sconsolato - E il guaio è che non ho idea di come scoprirlo.-
-L'unica cosa certa è che dobbiamo rafforzare le difese qui a scuola- annunciò Parker -Vado a parlarne con Silente!-
E detto questo il ragazzo si dileguò.
-Sei preoccupata?- sussurrò Chris, sfiorando il gomito ad Alice.
Lei gli rivolse un sorriso, che tremò leggermente mentre la ragazza rabbrividiva.
-Temo per la vita di Draco...Lucius e i Mangiamorte non si faranno certo scrupoli a usarlo come pedina per i loro scopi-
-Lo so...Ma vedrai che andrà tutto bene. Tra due giorni tornerà Sebastian dal San Mungo, e risolveremo tutto-
La Parker annuì, cercando di mostrarsi convinta, ma il suo sguardo e il suo cuore corsero a Hermione...A Blaise...A coloro che sarebbero stati distrutti se a Malfoy fosse accaduto qualcosa.



Eccomi di nuovo qua! Innanzitutto grazie delle numerose recensioni che mi avete lasciato, non sapete quanto mi avete fatto piacere...Ora passo ai ringraziamenti individuali:
kri87: Mi fa molto piacere che ti sia piaciuta l'introduzione al capitolo. E' il testo di una canzone di Luca Dirisio, si intitola "Sparirò" e mi è sembrata adatta alla situazione! Ascoltala perchè è davvero bellissima!
Tanny: Non posso dirti o assicurarti nulla sul finale della storia, tranne che prometterti che ci sarà un seguito in cui...Noooo non posso parlare =) Spero che quando lo posterò tu lo leggerai, indipendentemente dal finale di questa storia!
bettybionda: Non sei l'unica che si commuove facilmente, io quando una cosa mi piace oppure mi colpisce verso fiumi di lacrime (specialmente se nessuno mi vede)...Ho aggiornato il prima possibile, spero di non averti fatto stare troppo sulle spine! XD
milkyway84: Sono contenta che la storia ti piaccia anche se non posso evitare di mostrare anche il lato cattivo di Draco! Dopotutto quello che ha bevuto non era certo succo di zucca!
angiericcio: Ogni volta mi riempi di gentilissime considerazioni sulla mia storia..Vacci piano o potrei farci l'abitudine e non riuscire a fare più a meno di un tuo commentoXD...No dai, a parte gli scherzi, mi fa davvero piacere! Grazie mille!
irepa94: Hihi...Eh si, Draco fa sempre la sua figura, anche quando la situazione è davvero disperata! Dimmi che ne pensi di questo capitolo!
Love_doll: Eh lo so, magari i capitoli rispetto a quelli di altre long-fiction non sono tantissimi, ma questa storia purtroppo ha fatto il suo corso e trascinandola per le lunghe rischierei solo di farla cadere nel banale(come se non lo fosse già abbastanza)..Però prometto che posterò un seguito! Ce l'ho già in mente e tra poco comincerò a scriverlo!
Lyla_sly: Credo proprio che tu sia l'unica a tifare affinchè Draco diventi un Mangiamorte =) Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, e per quanto riguarda la parte su Harry, io l'ho visto un po' come uno che nella vita ha perso tutte le persone a cui teneva, e questa era l'ennesima mazzata...Forse non mi sono fatta capire molto però...boh io l'ho inteso così!
Smemo92: Per vedere come si comporterà Draco, posso solo esortarti a continuare con la lettura! Grazie della recensione!
sakura_87: Un genio addirittura? Cavoli, grazie! Non credo di meritarmi un appellativo del genere, comunque devo dire che mi fa molto piacere! Grazie grazie grazie!
Sklupin: Tutti i capitoli in due giorni? Ma io che ho fatto per meritare delle lettrici così meravigliose? Che dire...ti ringrazio tanto, e spero che continuerai a seguirmi!
Keyra Malfoy: Tesoro! Che bello rivedere un tuo commento! Non sai che piacere mi hai fatto! Come al solito sono morta dal ridere, mentre cercavo nello stesso tempo di venire fuori da tutto quel casinoXD...No dai, la tua recensione è stupenda! Comunque, mi sa che a questo punto, viste le tue minacce, devo solo augurarmi che tu non legga i prossimi capitoli! Mi hai fatto paura! =)
I love you Draco: Ti ringrazio per i complimenti, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Dimmi che ne pensi di questo...
whateverhappened: Hai visto che sono salvi tutti e due? Sia Seb che Elenie! Sarò stata buona, o no? Ovviamente però tutto questo buonismo (spero che esista questo termine) dovrà ricadere su qualche ignaro personaggio...hihihi



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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***







Di lì a qualche giorno non erano arrivati a capo di niente.
I ragazzi erano impegnati con le lezioni, e del fatto che uno studente sembrava scomparso nel nulla nessuno parlava.
Ma dietro quell'apparente indifferenza c'era chi lavorava, smuovendo mari e monti pur di vederci più chiaro in quella faccenda.
Quella sera, la terza da quando Ron aveva visto Draco, erano tutti stati convocati nello Studio del Preside, perchè Silente aveva qualcosa da dire loro.
E così, verso le nove, ragazzi, Auror e Professori erano assiepati nella stanza.
-Allora? Ci sono novità?- chiese curioso e preoccupato Chris.
-A dire la verità si- sospirò il Preside - Per questo vi ho chiamati. Ho fatto delle scoperte importanti.-
Tutti i presenti, quasi senza accorgersene, si sporsero verso la scrivania del vecchio mago, ansiosi di apprendere il resto.
Silente fece per parlare, quando qualcuno bussò con decisione alla porta.
-Avanti- invitò gentilmente il Preside.
La porta di aprì cigolando, ed entrò Laine, tutta sorridente, che salutò con un braccio.
Subito dietro di lei apparve Sebastian, appoggiato alla spalla della ragazza.
Subito tutti gli si affollarono intorno, facendogli mancare l'aria e festeggiando il suo ritorno.
Appena riuscì ad accomodarsi su una sedia riprese fiato, essendo ancora un po' debole, quindi girò lo sguardo per la stanza.
-Seb come stai?- s'informò Alice, gli occhi lucidi per la gioia di rivederlo.
-Sto bene, sto bene, non preoccuparti...Voi piuttosto? Vi vedo sciupati.-
I ragazzi scoppiarono a ridere. Erano giorni che non si riposavano un attimo, come si poteva ben notare dalla stanchezza sui loro volti.
-Notizie di Draco?- aggiunse poi, rabbuiandosi in volto.
Aveva appreso da poco le notizie sul biondino, ed era molto preoccupato per la sua sorte.
-Stavo appunto per aggiornarvi sulle ultime novità- rispose Silente, e fece per cominciare il proprio discorso.
-Un momento- lo interruppe Blaise - Seb, come sta mia cugina?-
La Harris rispose al posto dell'Auror.
-Sono andata a trovarla prima. Sta molto meglio. E' ancora molto debole, ma in poche settimane sarà come nuova, non ti preoccupare-
Zabini annuì e ringraziò, sollevato.
Accanto a lui, Harry si appoggiò più tranquillo allo schienale della poltrona.
Era molto contrariato del fatto di non poterla vedere, ma per ragioni di sicurezza il Preside impediva a chiunque di abbandonare la Scuola, salvo per emergenze.
Sentendo che Silente si schiariva la voce, mentre tentava per l'ennesima volta di parlare, si riscosse, bramoso di notizie.
-Allora, come dicevo prima- iniziò il mago -Ho notizie del Signor Malfoy. So con certezza che si trova a Villa Malfoy-
-Come fa ad esserne così certo?- chiese Anderson.
-Ho i miei informatori- sorrise Silente, ma il suo sguardo corse a Piton, in piedi nell'angolo.
-Comunque- riprese dopo un istante - Sappiamo che è lì, ma non sono ancora riuscito a capire il perchè. Posso solo immaginare che sia utile a Voldemort, altrimenti l'avrebbe già ucciso.-
A quelle parole Hermione rabbrividì.
Il corpo di Draco, sdraiato a terra, pallido e freddo, le comparve davanti agli occhi, facendola trasalire.
No...Doveva trovare il modo di tirarlo fuori di lì.



Harry Potter era molto preoccupato.
Non era abituato a vedere la sua migliore amica in quello stato.
Lei, sempre così coraggiosa e forte, sembrava aver perso le energie, se non quelle per ipotizzare cosa fosse successo a Malfoy.
Avrebbe voluto parlarle, consolarla, come lei aveva fatto con lui tante volte, ma temeva di non esserne in grado.
Ne aveva parlato con Blaise, che l'aveva guardato con aria di compatimento.
-Vai da lei e parlale- gli aveva intimato, con aria malinconica -E' la tua migliore amica e ha bisogno di te. Se non le stai vicino ora, potresti rimpiangerlo-
Sentendo la fitta di rimorso che riempiva le parole di Zabini, il Grifondoro decise di farsi coraggio, e intercettò Hermione in Sala Comune.
La ragazza era seppellita dietro una valanga di tomi di Incantesimi, e non si curava di nessuno. Non alzò nemmeno lo sguardo quando Harry sposto la sedia e le si sedette accanto.
-Va tutto bene?- le sussurrò.
Lei annuì, continuando a leggere.
Sempre la solita, sbuffò Potter tra sè e sè. Non ammetterà mai di star soffrendo.
-Sei sicura?-
La Granger non rispose, limitandosi a voltare pagina.
Il Bambino Sopravvissuto allora perse la pazienza, e posò un braccio sul libro che Hermione teneva in mano, costringendola a posarlo sul tavolo.
Vedendo poi che lei stava ostentatamente voltata dall'altra parte, le mise due dita sotto il mento e la fece girare verso di lui.
-Non serve mentire...Herm!- mormorò Harry impacciato -Se hai bisogno di me, io sono qui-
Fece per alzarsi ma, con sua grande sorpresa, la ragazza lo riprese per una manica e lo obbligò a sedersi nuovamente.
-Scusami- sospirò poi -Ma sono molto tesa in questo periodo-
-Per Mal..Per Draco?-
Hermione annuì, mesta.
-Vedrai che riusciranno a liberarlo- borbottò Potter, tentando di sembrare convinto.
Passò un braccio attorno al collo dell'amica e la strinse a sè, cercando di consolarla.
La sentì emettere un debole singhiozzo contro il suo petto.
-Anche perchè- aggiunse poi, in un tentativo di farla ridere -Nessuno tra i Mangiamorte riuscirà a sopportarlo per più di tre giorni-
Con suo enorme sollievo sentì la ragazza ridacchiare, e la abbracciò ancora più forte.
Era la sua missione, pensò Harry.
Doveva riuscire a farla sorridere di nuovo.
Troppe volte lei gli aveva impedito di crollare, e ora doveva restituirle il favore.


-Bravissimo Ron, così-
Christopher si trovava con i ragazzi nella Stanza degli Allenamenti, e osservava Ron e Blaise sfidarsi a colpi di spada.
Mason e gli altri Auror avevano deciso di insistere particolarmente su questo punto, perchè temevano che in fatto di incantesimi i Mangiamorte, grazie all'aiuto della Magia Benèfica, potessero essere troppo avvantaggiati.
Con un clangore metallico,Weasley riuscì, dopo un'estenuante battaglia, a disarmare Zabini.
-Ottimo lavoro ragazzi!- intervenne Sebastian entrando.
I due gli sorriso soddisfatti, salutandolo con un cenno del capo.
Anderson si accomodò sulla poltrona, parlando con Harry di scuola, quando il suo sguardo diventò di ghiaccio.
Potter seguì in linea d'aria il punto in cui l'Auror stava guardando e notò Draco Malfoy, appoggiato al muro con aria beffarda.
Gli occhi del Grifondoro saettarono subito verso Hermione, dall'altra parte della stanza.
La ragazza stava immobile, il respiro leggermente affannoso, ma non mostrò emozioni di sorta.
Anzi, il suo sguardo serio aveva un che di strano, che incuteva timore.
Chiunque temeva che sarebbe corsa incontro a Malfoy, senza preoccuparsi delle conseguenze, non ebbe ragione di provare ansia.
La Granger non si mosse dalla sua posizione, limitandosi a scrutare il Serpeverde con aria impenetrabile.
Dato che nessuno si decideva a parlare, Mason mosse un cauto passo verso il biondino.
-Draco?- mormorò -Sei tu?-
-Beh Auror- sibilò Draco gelidamente- Direi che hai una vista acuta-
Chris non si sorprese troppo per la cattiveria di quella risposta.
Dal primo momento in cui aveva visto Malfoy si era accorto che c'era qualcosa che non andava.
Non sapeva spiegarsi di preciso cosa fosse...Forse il suo sorriso crudele, il modo in cui si atteggiava, ancora più arrogante del solito...
-Come mai sei tornato?- domandò allora Mason, cambiando tono e strategia.
-Ho un messaggio per voi.- sogghignò Draco - Il mio Padrone vi suggerisce di stare attenti...Possiamo entrare a scuola indisturbati, quindi vi conviene finirla di giocare a fare i salvatori, e cercare di collaborare.-
-Altrimenti?- ringhiò Harry, ignorando l'occhiataccia di Seb.
-Altrimenti torno.- minacciò Malfoy- E non sarò così gentile, nè tantomeno solo.-
Il biondo scoppiò a ridere, quindi girò su sè stesso e fece per Smaterializzarsi, sotto gli occhi attoniti degli altri.
Un attimo prima di scomparire però, levò la bacchetta e gridò:- Incarceramus!-
L'incantesimo si propagò nella stanza, e tutti i presenti, colti di sorpresa, si ritrovarono legati da corde sottili ma robustissime.
-Dannazione- sibilò Ron, cercando invano di liberarsi.
Provarono tutti a divincolarsi, ma era inutile, dovevano aspettare l'aiuto di qualcun altro.
Hermione non provò nemmeno a liberarsi, conscia che quelle corde erano troppo strette.
Si sentiva vuota. Fino a quel momento si era aggrappata alla speranza che Draco potesse stare bene, che stesse lottando per contrastare suo padre, ma ora non ci poteva più credere.
L'aveva visto con i suoi occhi...Aveva percepito la malignità che c'era in quello sguardo argenteo...Gliel'avevano portato via.
Le erano venuti i brividi quando l'aveva sentito parlare di Voldemort come del suo Padrone, con voce che celava rispetto e venerazione.
Nessuno parlò, a lungo.
Nelle loro orecchie echeggiava ancora la fredda risata di colui che aveva perso la sua battaglia.


Laine quella mattina aveva fatto un giro al San Mungo, approfittando delle lunghe esercitazioni dei ragazzi, per verificare le condizioni di Elenie e farle un po' di compagnia.
Ormai la Benèfica si era quasi del tutto ripresa, e non vedeva l'ora di tornare dai suoi amici.
La Zabini aveva insistito per farsi raccontare tutti i particolari su Draco e sugli ultimi avvenimenti, e la Harris l'aveva accontentata, soffermandosi soprattutto su Harry, intuendo che ad Elenie stesse molto a cuore la sorte del Bambino Sopravvissuto.
Ad ogni modo aveva programmato di trattenersi all'Ospedale fino a dopo pranzo, e di tornare a scuola nel primo pomeriggio, ma mentre stava seduta accanto al letto di Elenie, ebbe un brutto presentimento.
Non seppe mai cosa fosse stato di preciso, ma avvertiva una sensazione di disagio.
Sentiva il bisogno impellente di vedere Sebastian, di constatare che non gli fosse accaduto niente.
Dapprima cercò di controllare quell'inconscio timore, ma poi si accorse di non riuscire a resistere.
Doveva vederlo, e verificare che stesse bene.
Si congedò dalla Corvonero, che si limitò a guardarla interrogativamente, avendo intuito che qualcosa non andava, ma non le chiese niente, probabilmente per non farle perdere tempo nel caso fosse accaduto qualcosa di grave.
Laine corse fuori dal San Mungo, cercando di fare il più velocemente possibile, e appena potè si Smaterializzò, apparendo ai confini di Hogwarts.
Entrò a scuola e letteralmente volò in Sala Grande.
Prima di fare un'entrata da pazza preferiva sincerarsi che i ragazzi non stessero tranquillamente mangiando.
Non vide nessuno eccetto Alice, accanto al tavolo dei Professori, attonita quanto lei.
La bionda alzò una mano per farsi notare dall'amica, e la Parker vedendola le si avvicinò.
-Hai visto gli altri?- le domandò rapida Laine, senza nemmeno salutarla.
-Matt è andato al Ministero. Chris e Seb stanno addestrando i ragazzi. Evidentemente l'allenamento è andato per le lunghe.-
La Harris scrutò gli occhi chiari di Alice. L'Auror aveva pronunciato le ultime parole con scarsa convinzione, si deduceva da come si mordeva dubbiosa il labbro.
Entrambe infatti sapevano bene che i ragazzi, specialmente Ron, quando si faceva ora di pranzo e il cibo chiamava, correvano veloci, lasciando a metà qualsiasi cosa stessero facendo, compiti o allenamenti che fossero.
Con un solo sguardo furono d'accordo.
Camminando vicine si avviarono alla Stanza degli Allenamenti.
Tutte e due cercarono di rimanere calme, di restare tranquille, del resto la loro era una paura inconscia, per nulla fondata.
Di tanto in tanto una accennava ad accelerare il passo, presa dal timore, finchè non si decisero entrambe a spiccare una corsa.
Arrivate alla porta della Sala, la spalancarono di botto, e la scena che si presentò loro di fronte fu desolante.
Tutti e sei, ragazzi e Auror, erano sdraiati a terra, legati come salami da corde molto strette.
Quando i prigionieri videro Laine e Alice, ci fu un sospiro di sollievo collettivo.
Infatti da più di un'ora erano costretti in scomodissime posizioni, prede di atroci dolori a causa di quelle maledette corde che segavano loro la pelle e mozzavano il fiato.
Laine corse da Sebastian, liberando Ron con un tocco di bacchetta strada facendo.
Il suo ragazzo era a terra, scosso da spasmi dolorosi, dato che la corda premeva sullo stomaco e sul fianco, dove era stato ferito non molto tempo prima.
La Harris, preoccupata per le sue condizioni, levò la bacchetta per liberarlo ma lui la fermò, scoccandole un'occhiata penetrante.
-Pensa dopo a me- soffiò - Vai da Blaise-
La bionda lo guardò interrogativa, ma ottenne in risposta solo un cenno imperioso.
Liberò in un secondo Seb ma, invece di fermarsi come avrebbe voluto per verificare le sue condizioni, cercò Zabini.
Lo trovò poco più in là, con la corda stretta attorno al collo.
Il Serpeverde tentava di allentare la stretta, che diventava sempre più forte, con le mani, ed era diventato quasi viola per lo sforzo.
Tossiva convulsamente, essendo ormai in debito di ossigeno, così Laine si sbrigò a liberarlo, aiutandolo poi a mettersi seduto.
-Stai bene?- gli domandò preoccupata, posandogli un braccio sulle spalle.
Blaise, ad occhi chiusi e con una mano a sfiorarsi il collo, annuì brevemente.
Intanto Alice aveva liberato Harry ed Hermione, quindi era andata da Christopher.
-Che è successo?- mormorò poi sconvolta, dopo che l'Auror si fu rimesso in piedi.
-Draco- rispose Mason, sapendo che non serviva aggiungere altro.
La Parker gemette, notando che la situazione era degenerata.
-Dobbiamo subito parlarne con Silente- annunciò poi.
-Sì- concordò Chris- Ma prima portiamo tutti in Infermeria. Voglio che Madama Chips verifichi le loro condizioni, specialmente quelle di Blaise e di Sebastian.-
Mason era molto in ansia per Zabini.
Vedeva che era a pezzi.
Non tanto fisicamente, quanto per il fatto che il suo migliore amico, il suo compagno di sempre, l'avesse quasi fatto morire soffocato.
L'Auror si avvicinò al ragazzo, appoggiandogli una mano sulla spalla e stringendolo forte.
Blaise chinò il capo, senza riuscire a parlare.
Appena furono in corridoio, Hermione si diresse nella direzione opposta.
-Dove vai?- le gridò Harry -Dobbiamo andare in Infermeria!-
-Sto bene- replicò lei -Devo andare in Biblioteca!-
Potter tacque un momento, così Chris intervenne.
-Dopo dobbiamo andare da Silente...Raggiungici lì ok?-
La Granger annuì con gratitudine e corse via.
Nessuno ebbe il cuore di fermarla.
Tutti avevano notato la luce che brillava nei suoi occhi, per la prima volta dalla scomparsa di Draco.


Hermione intanto raggiunse la Biblioteca in men che non si dica.
Finalmente aveva una traccia, qualcosa che la portasse a un obiettivo e che la spingesse ad andare avanti.
Il comportamento di Draco era troppo strano, troppo innaturale...
Doveva esserci qualcosa dietro.
E stava a lei scoprirlo.
Forse in quel modo avrebbe fatto il primo piccolo passo verso la verità, verso un piccolo cavillo che avrebbe potuto cambiare lo scorrere degli eventi.
Si infilò nella sezione proibita, cercando di non farsi vedere, cominciando a cercare e setacciando libri su libri.
Chinarsi a leggere le provocava fitte dolorose nei punti in cui le corde avevano stretto troppo forte, ma non se ne curò.
Dopotutto il ricordo degli occhi ghiacciati di Draco che la fissavano con disprezzo era ancora più doloroso.
Doveva aiutarlo. Doveva impedirgli di rimanere imprigionato in sè stesso.
Passarono lenti i minuti, e la Granger non potè fare a meno di pensare a quante volte aveva guardato Malfoy studiare in quel luogo, a quanti giorni si fosse soffermata su quello sguardo attento e scaltro, su quelle mani forti ma che sapevano essere anche delicate, su quella bocca che chiedeva avidamente baci.
Durante la sua ricerca stranamente, il pensiero di Draco non era un ostacolo alla concentrazione anzi, ricordare il suo viso le fungeva da stimolo, come se lui in quel momento le fosse stato accanto, sussurrandole di non arrendersi.
Sorrise a quel pensiero, sapendo benissimo, dopo tutte le sedute di studio passate insieme a Malfoy, che lui non si sarebbe mai sognato di incoraggiarla, di spronarla a continuare, ma piuttosto l'avrebbe torturata finchè lei, esasperata, non gli avesse concesso un bacio.
Dopo diverso tempo del tutto infruttuoso, scovò un libro più sottile e polveroso degli altri, e come aprì la prima pagina, capì di aver fatto centro.
Lesse tre o quattro righe, quindi richiuse il tomo e si precipitò con esso nell'Ufficio del Preside.
Gli altri dovevano essere già lì, e lei era ansiosa di raccontare loro le sue scoperte.



Sono di corsa. Spero che il capitolo vi piaccia, anche se dopo l'azione degli ultimi capitoli, questi a venire potranno sembrarvi un po' noiosi! Ditemi che ne pensate.
Scusatemi se non ho il tempo di ringraziare tutti personalmente, ma ho davvero poco tempo. Grazie comunque delle stupende e graditissime recensioni, piene di complimenti, e alle 141 persone che hanno inserito la fiction tra i preferiti! Siete fantastici.
Ci tenevo solo a dire a Tanny di non essere triste nel leggere le cose brutte che accadono o di aver paura che questa prima parte della storia possa finire male, perchè come ho già detto, scriverò e pubblicherò subito dopo un seguito. Non mi piace lasciare le cose a metà, quindi, qualunque sia il finale, non preoccupatevi e non odiatemi se le cose dovessero andare male, perchè NULLA E' COME SEMBRA! Tenetelo presente!
Un bacione..



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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***







-State dicendo che Draco Malfoy è entrato ad Hogwarts senza far innescare i meccanismi di difesa?- chiese allibito Silente.
Chris annuì.
-Questo vuol dire che la Magia Benèfica non è captata dai sensori contro gli intrusi- annunciò l'Auror.
-Non posso dire di esserne del tutto sorpreso- mormorò il Preside.
-Perchè?-
-Perchè la magia Benèfica è tendenzialmente positiva, quindi non è considerata nemica.-
Tutti tacquero, sconvolti dal pericolo che nascondevano quelle parole.
-Quindi i Mangiamorte possono entrare ad Hogwarts in ogni momento?- s'informò teso Blaise.
-Teoricamente sì- intervenne Seb- Ma non credo, dopo la batosta che gli abbiamo inflitto, che riproveranno tanto presto. Hanno subito perdite pesanti, e la scuola non è un terreno di gioco favorevole per loro.-
Silente ascoltò le parole di Anderson, quindi si rivolse nuovamente a Mason.
-Quindi il Signor Malfoy è venuto da voi e vi ha legato...- iniziò.
-Sì, poi se n'è andato.-
-Sospetti che abbia agito sotto incantesimo?- sussurrò il vecchio mago.
-Senza ombra di dubbio. Altrimenti non mi spiegherei questo improvviso voltafaccia.-
-Ma che razza di incantesimo potrebbe mai averlo reso così crudele?- si intromise Alice, preoccupatissima.
-Lo so io!-
Tutti i presenti si voltarono verso la porta, da cui era appena entrata Hermione.
La ragazza esibiva un'espressione trionfante, mentre avanzava verso la scrivania del Preside.
-E' la Malefica Potio-
A quel nome tutti fecero facce perplesse, non avendolo mai sentito prima, tranne Silente che assottigliò gli occhi.
-Che pozione è?- chiese Ron incuriosito.
-Una pozione tremenda, poco conosciuta e molto complicata da preparare- spiegò il Preside.
-Che effetti ha?-
-E' in grado di far provare a una persona sentimenti crudeli, malvagi, senza che l'individuo in questione possa far niente per contrastarli - rispose Hermione, non riuscendo a trattenersi.
-Beh, se è una pozione, avrà anche un antidoto no?- fece Chris, animandosi.
-Qui non c'è scritto- mormorò la Granger scorrendo la pagina rapidissima.
-Lei lo sa, Preside?- chiede la Parker.
Silente scosse la testa.
-Purtroppo no. Le Pozioni di Malvagità non sono mai state il mio forte, devo ammetterlo-
La blanda battuta stemperò un po' la tensione, fecendo sorridere i ragazzi.
-Cercate in Biblioteca. Se non verrà fuori niente, chiederemo lumi al Professor Piton-
-Non possiamo farlo subito?- scattò Zabini, che non aveva voglia di spulciare vecchi libri, se c'era il modo di avere subito una risposta.
-E' in viaggio sotto mia richiesta. Tornerò tra pochi giorni- spiegò il Preside, restando sul vago. -Siccome ritengo poco prudente inviargli un gufo nel luogo in cui si trova, preferisco aspettare il suo ritorno. Nel frattempo, cercheremo di trovare una soluzione da soli-
Gli Auror e i ragazzi annuirono e, ad un cenno del vecchio mago, si alzarono e si congedarono.



-Che hai Chris? Ti vedo pensieroso!-
I quattro Auror erano al Ministero, ufficialmente per fare rapporto, ma in realtà per cercare informazioni sulla Malefica Potio.
Così erano imboscati nel grande Archivio, studiando vari casi di criminali assolti perchè sotto gli effetti di una qualche pozione, nella speranza di trovarne uno a cui era stata somministrata la stessa che avevano fatto bere a Malfoy.
Christopher, alla domanda di Seb, alzò lo sguardo dal fascicolo che stava esaminando e fissò l'amico.
-Mi stavo chiedendo- cominciò lentamente -Perchè Draco, dopo averci legato e reso inermi, se ne sia andato invece che metterci fuori combattimento-
Alice, dal suo angolo rabbrividì, al pensiero di quanto Chris fosse stato vicino alla morte.
Anderson assunse un'espressione confusa.
-Non ci avevo pensato- mormorò, toccandosi i capelli- In effetti è molto strano...credi che abbia cercato di contrastare gli effetti della pozione?-
Mason scosse con fermezza il capo.
-Hai sentito Hermione e Silente. Quella pozione non può essere in alcun modo fermata da colui a cui è stata somministrata-
-E allora quale può essere il motivo?- si intromise Matthew, interessato.
-Probabilmente i suoi ordini non erano quelli di ucciderci...- borbottò Chris.
-Meglio così- ridacchiò Parker.
-Certo- fece lugubre il biondo - Ma questo significa che qualcosa di grosso sta bollendo in pentola.-
-Cosa te lo fa pensare?- chiese Alice, preoccupata.
-Riflettete. Eravamo tutti alla sua mercè. E lui, invece di uccidere alcuni di noi, se ne va, senza fare niente?- ragionò Mason - Quello era un avvertimento.-
-Beh, ma sapevamo già che Draco era prigioniero e che i Mangiamorte volevano farci la pelle!- fece scettica la ragazza -Di cos'altro dovevano avvertirci?-
-Volevano che capissimo che Draco era sotto quella pozione!- intuì Seb, gli occhi accesi da un bagliore di comprensione.
-Esattamente- borbottò Chris, contento che qualcuno finalmente ci fosse arrivato.
-Ma perchè?-
-Non lo so- confessò Mason -Ma dobbiamo scoprirlo!-



-Narcissa, che stai facendo?-
La donna, sentendo la voce gelida del marito alle sue spalle, si bloccò di colpo, e si stampò sulla faccia un'espressione indifferente.
-Oh, Lucius- mormorò cercando di apparire rilassata- Non ti avevo sentito arrivare-
-Dove stavi andando?- le chiese lui, ignorando la sua voce falsamente tranquilla.
-Volevo fare un giro per casa...-
-Tu stavi cercando di scendere nei sotterranei.-
Non era una domanda, ma un'accusa, così Narcissa decise di smettere di fingere.
-E se anche fosse?- sibilò dura, assottigliando pericolosamente gli occhi- Voglio vedere come sta mio figlio. Non mi avete ancora dato il permesso di incontrarlo-
-Sai bene che in questo momento è impegnato con il Signore Oscuro- rispose Lucius, la voce appena ammorbidita -E comunque non so quanto sia suo interesse vederti-
L'uomo si pentì di quelle parole crudeli nell'istante stesso in cui le ebbe pronunciate, benchè fossero vere.
L'espressione affranta della donna che amava lo fece sentire un verme. Azzardò un passo verso di lei, facendo per stringerla a sè, ma Narcissa si ritrasse.
-Lo farete uccidere- gemette.
-No- si difese Malfoy -Era l'unico modo per salvarlo. E lo sai-
Improvvisamente dei passi riecheggiarono sulle scale che conducevano ai Sotterranei.
Un istante dopo Draco entrò nella stanza, senza curarsi dei genitori che lo fissavano stupiti.
Sua madre gli si avvicinò, cercando di nascondere il tremore che le attraversava le braccia.
-Draco- lo chiamò- Stai bene?-
Il ragazzo sbuffò. Quella domanda l'aveva già sentita troppe volte.
-Sto benissimo, donna, fatti gli affari tuoi.-
-Draco!- lo richiamò secco Lucius- Non mancare di rispetto a tua madre.-
Narcissa abbassò gli occhi...Quello non era suo figlio!
-Com'è andata la missione ad Hogwarts?- si informò allora Lucius.
-A meraviglia- sogghignò Draco- li ho lasciati in una posizione non molto comoda. Ora scusate, ma il mio Signore mi aspetta-
Il ragazzo tornò al piano inferiore, e Narcissa si ritrovò a guardare il marito con rabbia e rassegnazione.
-Cosa gli avete fatto?- singhiozzò- L'avete trasformato...-
Malfoy non rispose, limitandosi ad avanzare verso la donna a braccia tese.
Lei istintivamente si fece indietro, ma l'uomo non si fermò anzi, fece aderire il suo corpo a quello della moglie, cingendole la vita con le braccia.
Narcissa, il volto coperto di lacrime, cercò dapprima di spingerlo via ma poi, esausta, si abbandonò tra le braccia di Lucius, piangendo fino allo sfinimento.



-Quindi in pratica voi pensate che Voldemort abbia dei piani precisi per Malfoy?- biascicò incredulo Harry.
-Precisamente...- spiegò Chris.- Quindi vi prego di stare attenti, di non girare mai da soli. Questo fatto che Draco possa girare indisturbato è veramente preoccupante.-
I ragazzi annuirono, quindi lasciarono tutti insieme la stanza.
-Questa non ci voleva...-mugugnò Ron passandosi una mano tra i capelli, uscendo in corridoio.
-Già..- sussurrò Blaise ansioso.
Nessuno aveva voglia di andare in Sala Comune, così si rifugiarono tutti insieme sotto le arcate, in silenzio.
-Ci si rivede, perdenti...-
Hermione, nel risentire quella voce familiare, alzò la testa di scatto.
Draco era lì, a pochi metri da loro, la bacchette levata a fronteggiarli.
Istintivamente alzarono tutti e quattro le bacchette, nel tentativo di proteggersi.
Malfoy vedendoli in quello stato pietoso, i volti tirati e stanche, sogghignò brevemente.
-Che strano vedervi tutti soli, senza i vostri cari Auror a pararvi il culo-
-Chiudi il becco idiota..- intimò Harry, rabbioso.
-Come osi Potter?- sibilò Draco, gelido -Torna a sbatterti la tua mezzosangue e non importunare me.-
A quelle parole la Granger si ritrasse, sentendo le lacrime pungerle gli occhi.
Oh, ma non gli avrebbe dato quella soddisfazione, pernsò, cercando di trattenersi.
Intanto Harry però, sentendo il Serpeverde offendere in quel modo Hermione, fece per scagliarglisi contro, ma venne trattenuto da due mani forti.
-Harry non fare cazzate- gli bisbigliò Blaise all'orecchio- Ricordati che non è in sè!-
-Draco sei sotto gli effetti di una pozione- fece poi, rivolto al biondino -Torna in te, ti prego-
A quella supplica Malfoy scoppiò a ridere, una risata malvagia e fredda.
-Siete solo traditori del vostro sangue- ringhiò poi, tornando serio tutto d'un tratto. -Non meritate di vivere.-
Dicendo queste ultime parole, alzò appena la bacchetta e Ron, preoccupato che potesse commettere sciocchezze, decise di prevenirlo e, levando la sua lanciò un incantesimo di Disarmo.
Malfoy alzò pigramente uno scudo attorno a sè, e rispose all'incantesimo del rossino con foga inaudita.
-Stupeficium!-
Weasley cercò di ripararsi a sua volta con un Protego, ma la forza della maledizione del biondino era tanta che lo fece quasi barcollare.
Draco, approfittando della rottura dello scudo di Ron, lanciò nuovamente l'incantesimo e il Grifondoro, colpito da un fiotto di luce rossa, crollò a terra svenuto.
Gli altri tre ragazzi erano allarmati.
Evidentemente il Serpeverde non stava fingendo. Faceva sul serio.
-A quanto pare volete il gioco duro- ghignò, girandosi a fronteggiare Blaise.
Hermione di scatto cercò di alzare uno scudo abbastanza potente, aiutata da Harry e Zabini, ma il biondo lo distrusse in men che non si dica.
Mentre lei era impegnata a cercare di proteggere i suoi amici, loro tentavano in tutti i modi di mettere in difficoltà Malfoy.
Draco però, sembrava non fare nessuna fatica, e in un breve istante Schiantò anche Blaise, quindi legò la Granger, che col suo scudo gli stava dando del filo da torcere.
Alla fine erano rimasti solo lui e Potter, girando in cerchio e combattendosi a vicenda.
Volavano continue maledizioni, ma se Malfoy era davvero bravo, Harry non era certo da meno.
Passarono i minuti e il Bambino Sopravvissuto era sempre più stanco, non riuscendo a trovare un punto debole nella difesa di Draco.
A un certo punto un ululato squarciò l'aria.
Ron era rinvenuto e aveva preso la sua forma Animagus.
Nei panni di un lupo rossiccio corse a perdifiato, schivando gli incantesimi di Malfoy. Gli si gettò addosso e, in mancanza di altri mezzi, lo morse alla caviglia.
Draco emise un gemito di dolore, prima di calciare via l'animale e Smaterializzarsi, scoccando sguardi furiosi ai quattro ragazzi.
Per diversi minuti nessuno si mosse.
Faticosamente Weasley riprese le sue sembianze, rimanendo sdraiato a terra, ansante.
Dietro a lui Potter era appoggiato a un muro, respirando profondamente e cercando di riprendersi.
Era scioccato.
Aveva affrontato numerosi combattimenti negli anni precedenti, ma non aveva mai provato un tale conflitto di emozioni.
In genere quello davanti a lui era un nemico da sconfiggere per salvare la pelle e gli amici.
O qualcuno contro cui vendicarsi.
Ora no. Gli costava ammetterlo persino a sè stesso, ma Draco era un alleato, una sorta di compagno di avventura.
Malgrado tutto il tempo passato a detestarlo, malgrado ancora adesso lo ritenesse un principino viziato...
Non poteva attaccarlo, non per fargli male sul serio.
O non sarebbe più riuscito a guardare in faccia Hermione...
Ma non solo lei, anche se stesso.
Si passò una mano sugli occhi, quindi si avvicinò all'amica, che giaceva ancora legata a terra.
Non fiatava, e nei suoi occhi spenti Potter rivide quella rassegnazione, quell'immenso dolore che sperava l'abbanandonasse presto.
La mise seduta e la liberò con un colpo di bacchetta.
La ragazza non aprì bocca, limitandosi a rannicchiarsi sul petto del suo migliore amico.
Si avvinghiò alla maglia di Harry, sentendosi totalmente annebbiata e spossata.
Avvertì un rumore alle sue spalle, ed ecco anche Ron, che la stringeva da dietro, presente come sempre.
Erano la sua forza, tutto ciò che riusciva a tenerla con i piedi per terra.
Non aveva mai detto loro niente a parole, era troppo difficile, ma il loro grado di unione e amicizia era percepibile a prima vista.
Sentì l'abbraccio dei suoi amici farsi più fioco, fino ad allentarsi.
Dietro di lei Ron si alzò, per andare ad aiutare Blaise.
Vide il rosso alzare la bacchetta, per risvegliarlo e, non fidandosi dell'abilità dell'amico con i piccoli incantesimi curativi, decise di andare lei stessa in soccorso del Serpeverde ancora svenuto.
In due passi lo raggiunse e, scansando un offesissimo Ron, puntò la propria bacchetta al petto di Zabini, mormorando: Innerva!
Blaise rinvenne immediatamente,tirandosi su a sedere confuso.
Potter e Weasley lo aiutarono ad alzarsi.
-Stai bene?- chiese il Bambino Sopravvissuto.
-Più o meno- biascicò Zabini con voce rauca - Mi gira un po' la testa-
Hermione si mise davanti ai tre ragazzi, ascoltando la loro conversazione con un orecchio solo.
Era molto preoccupata. Draco per qualche minuto aveva avuto davvero la situazione in pugno.
Ormai non si trattava solo di proteggere il biondino da suo padre e da sè stesso, ma anche proteggersi tutti dalle sue capacità e dalle sue incursioni.
Sospirò, portandosi una mano al petto, e chinò la testa, sforzandosi di non pensare.
-Beh, poteva andarti molto peggio- stava intanto dicendo Ron alle sue spalle, in un tentativo di alleviare la tensione che si era creata -Pensa che io ho dovuto mordere Malfoy...E ti assicuro che non ha un buon sapore!-
E mentre il rossino esibiva una smorfia di disgusto, tutti gli altri, dopo molto tempo, scoppiarono a ridere, persino Hermione.



-Non è possibile!- stava intanto bestemmiando a gran voce Christopher, in un'ala nascosta della Biblioteca -Decine di libri che menzionano quella stramaledetta pozione, e nemmeno uno che accenni ad un antidoto!-
-Già è davvero strano...- mormorò Alice, sepolta dietro una montagna di tomi polverosi.
-Certo che se tu ti degnassi di darci una mano, magari...- aggiunse poi, guardando in cagnesco suo fratello, seduto accanto a lei.
Matthew la guardò un istante con aria interrogativa, quindi tornò a dedicarsi alla sua amata sigaretta.
-Oh senti lo sai che non ho mai avuto un gran rapporto con i libri- sbuffò, per nulla toccato dal rimprovero.
-Beh forse se ne avessi mai aperto uno le cose sarebbero cambiate, non credi?- gli chiese la Parker, sarcastica, ricevendo a risposta un gesto non troppo gentile.
-Se Piton si desse una mossa a tornare, cazzo! Sono stufo di star rinchiuso qui- riattaccò Chris, dando il via a un'altra sequela di imprecazioni.
-Che state facendo qui?- tuonò intanto una voce alle loro spalle, facendoli quasi morire di paura.
-Oh salve Madama Pince!- fece Sebastian, sbucando fuori da uno scaffale tutto sorridente -La trovo bene!-
La donna non se lo filò di striscio, ben lontana dal cedere alle falsissime lusinghe dell'Auror, e tornò a rivolgersi con la sua consueta delicatezza al resto del gruppo.
-Possibile che anche ora che finalmente ve ne siete andati da scuola dobbiate tornare nella mia Biblioteca a far danni?- abbaiò, senza farsi impietosire dalle facce angeliche dei ragazzi.
-E' una questione molto importante..-tentò di blandirla stancamente Alice.
-Di vita o di morte- aggiunse Mason, cercando di non pensare a quanto fossero vere quelle parole.
La strega sembrò ammorbidirsi un po', e quasi sorrise agli ex-studenti, gli stessi che aveva visto crescere lì dentro e del cui passaggio ancora i libri portavano i segni.
-E va bene- sbottò alla fine- Ma prima di andar via, sistemate tutto!-
-Oh Madama, lei è sempre la migliore!- esultò Matt.
Madama Pince abbozzò un sorriso e fece per andarsene ma, come vide la sigaretta che l'Auror stringeva tra le dita, strabuzzò gli occhi e nel giro di due secondi divenne una furia.
Gli urlò una serie di avvertimenti, che presto si tramutarono in minacce, quindi se ne andò a passo di carica, non prima però di aver, con uno svolazzo della bacchetta, fatto esplodere la sigaretta in faccia a Parker.
Inutile dire che l'episodio fu raccontato, a scuola come al Quartier Generale degli Auror, come la barzelletta del secolo, con gran gioia di Madama Pince che per la prima volta aveva ottenuto una piccola rivincita contro almeno uno degli studenti molesti che le rovinavano sempre i libri.



Chiedo scusa per l'enorme ritardo, ma ero andata in montagna!
Ad ogni modo eccomi qui, spero che non vi siate dimenticate di me.
Innanzitutto, BUON ANNO!!! Spero che per tutte voi sia un anno pieno di gioia e felicità!
Passo subito a ringraziare tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo:
Smemo92: Come vedi Hermione ha scoperto tutto! E Blaise sì, soffre tanto per quello che sta capitando a Draco, ma non mollerà di certo! Grazie della recensione!
Sklupin: Sono contenta che tu l'abbia trovato comunque avvincente, ti ringrazio molto!
I love you Draco: Ti ringrazio tanto, mi fa davvero piacere essere riuscita almeno un po' a farti sentire parte della storia! Dimmi che pensi di questo capitolo!
sakura_87: Hermione, come hai visto, non ci ha messo molto a trovare la pozione che hanno somministrato a Draco...Il problema sarà trovare l'antidoto! Ti ringrazio per la recensione, e spero che aggiornerai presto anche la tua storia! =)
Hollina: Il mistero della scoperta di Hermione è stato subito svelato! Grazie per la recensione!
Tanny: Capita molto spesso anche a me, sia con i libri, sia con molte fanfiction! Ma, ripeto, non hai ragione di preoccuparti..! In questa prima parte non prometto niente ma nella prossima....Vedrai =)
Love_doll: Mamma mia quanti "brava"! Non so davvero come ringraziarti, sono immensamente felice che la storia continui a piacerti!!!
liven: Oh che bello, una nuova lettrice =) Sono felicissima che ti sia piaciuta la mia fiction, e spero che continuerai a seguirmi...(Ron una nocciolina americana? Ihih sono morta dal ridere, anche se lui come personaggio mi piace molto!)
angiericcio: Il tuo idolo? Addirittura...Mi fai arrossire! Mi rendi sempre molto contenta con queste tue recensioni, magari corte ma sempre piene di complimenti! Grazie, grazie,grazie!
whateverhappened: Per quanto riguarda le corde di Draco, ti dirò, non era sua intenzione ammazzare qualcuno, semplicemente perchè Voldemort non gli aveva ordinato questo! Blaise è stato solo un po' sfortunatoXD
Per il finale invece non ti preoccupare...ok? Prima o poi tutto tornerà a posto!!



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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***







I due giorni successivi furono una specie di corsa contro il tempo.
Tutti, a turno, si infilavano a gruppetti in Biblioteca per cercare informazioni sulla Malefica Potio, con scarsissimi risultati.
Incredibile a dirsi, ma quelli che lavorarono più alacremente furono Harry e Ron, che passavano gran parte del loro tempo libero con i libri in mano.
Hermione li guardava spesso, un po' sospettosa di tutto quell'impegno, ma sotto sotto era commossa e piacevolmente colpita.
Inutile dire infatti che i due odiassero stare ad una scrivania con dei libri in mano, e la Granger era ancora più stupita per il fatto che tutto quel lavoro fosse finalizzato al salvataggio di Draco.
...Se solo avesse potuto intuire la verità...
I due mentecatti in realtà si erano rotti le palle da un pezzo di cercare antidoti, scritti per di più in una grafia minuscola, ma continuavano indefessamente pur di non dover chiedere aiuto a Piton, umiliandosi ad ammettere che era loro indispensabile per la soluzione di un problema.
Orgogliosi. E idioti.
Potter, che accusava i libri di avergli sottratto ben altri due decimi di vista, buttò l'ennesimo tomo sulla pila che aveva di fronte.
-Trovato niente?- sussurrò all'amico di sempre, seduto accanto a lui.
-Mmm...-
Potter si girò verso Ron, pronto a ringraziarlo per la risposta molto esauriente che gli aveva fornito, e restò di stucco.
Weasley era letteralmente stravaccato sul tavolo, mezzo addormentato.
Gli mancava solo la bollicina che gli usciva dal naso ed era perfetto!
Seccato, Harry gli mollò uno spitone, che lo fece quasi ribaltare dalla sedia.
-Ehi!- protestò Ronald confuso -Ma ti pare il modo?-
-Sì, dato che non abbiamo ancora cavato un ragno dal buco e Piton sta per tornare!-
Le ultime parole le disse sussurrando, dato che Hermione si stava dirigendo verso di loro.
-Ciao ragazzi- borbottò la Granger, sedendosi sfinita.
Sul suo volto si potevano distintamente notare i segni del fatto che non dormisse da un bel po'. Gli occhi dorati parevano quasi spenti, e sotto di essi facevano mostra di sè profonde occhiaie.
-Va tutto bene?- domandò il rossino, premuroso.
-Sì, non ti preoccupare -sospirò la ragazza, strofinandosi il viso -Sono appena stata da Alice e Chris.-
-Ah bene! Ci sono novità?-
-Nemmeno una purtroppo- mormorò Hermione, depressa.
-Vedrai che riusciremo a trovare qualcosa- tentò di rassicurarla Harry, passandole un braccio dietro le spalle - E se non verrà fuori niente, ci faremo aiutare da Piton-
Ma davanti a quella prospettiva, il Bambino Sopravvissuto non potè trattenersi dal fare una smorfia, stando bene attento a non farsi scorgere dalla sua migliore amica.



-Preside? Ci ha fatto chiamare?-
-Sì, ragazzi, entrate pure-
Alice Parker e Christopher Mason fecero il loro ingresso silenziosamente nello studio del Professor Silente.
Il vecchio mago fece loro cenno di accomodarsi di fronte a lui, e i due Auror non esitarono, ansiosi di conoscere il motivo della loro convocazione.
Chris era molto nervoso. Aveva intuito che, qualunque fosse la cosa di cui il Preside dovesse parlargli, di certo non erano buone notizie.
Ciò era chiaro dalla sottile ruga che increspava la fronte di Silente, e dallo sguardo fattosi d'un tratto sfuggente, quasi severo.
Non li guardava in faccia anzi, teneva gli occhi puntati su un foglio che teneva tra le mani, quasi a voler essere sicuro di aver letto bene.
A un tratto sul davanzale dell'enorme finestra alle loro spalle, si udì distintamente il verso stridulo di un gufo. Il rumore parve riscuotere il mago, che posò la pergamena sulla scrivania, e si alzò per raggiungere l'animale.
Gli carezzò il folto piumaggio dorato, quindi gli porse un Biscottino Gufico.
Sotto lo sguardo curioso di Alice e Mason, il gufo gli saltò sulla mano tesa, pronto a spiccare il volo.
-Ringrazia Aleazar da parte mia- sussurrò il Preside al volatile, che lo fissò per un istante e se ne andò, librandosi nel cielo terso.
Notando che Silente non si muoveva dalla finestra, Christopher si schiarì rumorosamente la voce.
-Allora?- chiese, impaziente -Cosa doveva dirci?-
Il mago tornò alla sua scrivania, negli occhi un che di antico, stanco.
-Ho mandato missive ad alcune mie vecchie conoscenze- cominciò, guardando finalmente i due ragazzi -Chiedendo loro se sapevano qualcosa della Malefica Potio-
-E?- incalzò la Parker, sporgendosi verso di lui e serrando al contempo il polso del fidanzato.
-E mi ha risposto solo il mio caro amico Aleazar, abile alchimista che vive in Grecia- mormorò Silente, prendendo tra le mani il pezzo di carta che leggeva poco prima.-
-Cos'ha risposto?- chiese Chris, con voce incrinata.
Il Preside non rispose, ma si limitò a porgere il plico all'Auror, che lo afferrò senza esitazione e si mise a leggerlo febbrilmente, con Alice che sbirciava oltre la sua spalla.
Come terminò la lettura, la ragazza trattenne il respiro, e si portò una mano alla bocca, orripilata.
Mason invece si soffermò qualche istante di più sul foglio, quindi alzò il viso verso Silente, rivelando occhi vuoti e sconfitti.
-Lei è certo di quello che ha detto il suo amico?-
Il vecchio mago annuì impercettibilmente, unendo le mani davanti sè.
-Aleazar è un alchimista molto esperto, forse uno dei migliori al mondo.- soffiò -Ma per sicurezza intendo chiedere lumi anche al Professor Piton, che sicuramente, conoscendo le tecniche dei Mangiamorte, ne saprà di più.-
-Oddio- rantolò Alice- Come lo diremo agli altri? A Blaise? A Hermione?-
Chris le passò un braccio attorno alle spalle, come per rassicurarla, ma non riuscì a risponderle.
-La Signorina Granger è forte, e anche il signor Zabini. E comunque, non facciamoci prendere dal panico prima del previsto.- cercò di confortarli Silente- Magari abbiamo ancora una possibilità.-
Ma dalla disperazione che traspariva dalle sue parole, si intuiva benissimo che nemmeno lui credeva fino in fondo in ciò che diceva.



Mentre Chris ed Alice stavano parlando con Silente, Laine Harris girava per il parco, in attesa di Sebastian.
Era molto tempo che non stavano un po' da soli, senza interferenze altrui, e l'idea di poter passare un pomeriggio che si preannunciava spensierato la riempiva di gioia.
Portandosi i lunghi capelli biondi sulla spalla, prese a camminare verso il lago.
Era una di quelle giornate piene di sole, in cui viene voglia di sdraiarsi sull'erba, in mezzo ai fiori e stare lì, senza far niente, senza pensare a nulla, facendosi cullare dall'aria tiepida.
La ragazza guardò l'orologio. Seb era in ritardo.
Era andato a fare alcune commissioni con Matthew e probabilmente erano stati trattenuti.
A quel pensiero il cuore di Laine mancò un battito.
Le era sempre più difficile passare del tempo lontano da lui, dopo che aveva quasi rischiato di perderlo nella Stanza delle Necessità.
Era quasi un dolore fisico vederlo andare via, anche se lei cercava di non darlo a vedere, per non mostrarsi troppo ossessiva.
Un lieve rumore di passi alle sue spalle la indusse a voltarsi, col cuore in tumulto pensando che Anderson fosse finalmente arrivato.
Il sorriso appena formatosi sulle sue labbra sparì, non appena vide che l'uomo di fronte a lei non era il suo ragazzo.
Era Robert.
Il duca di York, l'orrido essere per cui i suoi genitori l'avevano costretta a lasciare Sebastian.
Come lo vide la Harris si tirò istintivamente indietro.
La freddezza e l'arroganza di quegli occhi ancora la spaventavano.
-Mia cara..- le disse lui con voce untuosa -Quanto tempo!-
-Robert- lo apostrofò Laine con un cenno del capo, cercando di non mostrare la sua debolezza, nel trovarsi ancora di fronte a lui.
-Ti trovo bene- fece l'uomo, fissandola dall'alto in basso, come se stesse facendo un'ispezione.
La ragazza non rispose, sentendosi inerme di fronte a quello sguardo tanto odiato. Provava la fastidiosa sensazione che lui la stesse spogliando con gli occhi.
-Che sei venuto a fare qui?- lo inchiodò allora, con voce dura.
-Ho parlato con tuo padre...- cominciò lui, spostandosi quasi impercettibilmente verso di lei, le mani dietro la schiena.- Che mi ha detto che hai riallacciato i rapporti con il figlio dei Mangiamorte-
La Harris provò l'irresistibile impulso di picchiarlo, di fargli più male possibile.
A casa sua Sebastian era stato sempre e solo quello.
Il figlio dei Mangiamorte.
Nessuno aveva mai provato a scavare più a fondo, nessuno aveva mai cercato di vederlo per quello che realmente era.
Un valente Auror, che aveva rinnegato la sua famiglia e il suo sangue.
Loro non avevano mai provato a indagare su quello che lei provava se solo Seb la sfiorava, se solo la guardava per un istante.
Piuttosto che farla stare con colui che amava, infangando il buon nome della famiglia, l'avevano costretta a stare con un uomo disgustoso, falso ed egoista.
-Quello che faccio non ti riguarda- sussurrò allora Laine, furibonda.
Robert fece un altro passo, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
-Oh io credo di sì invece...Del resto dovevamo sposarci no?-
-Solo perchè i miei genitori mi obbligavano- sibilò la ragazza -Se fosse dipeso da me non mi sarei mai allontanata da Sebastian.-
-Non credere di ferirmi con queste parole- le disse l'uomo con un mezzo sorriso -Ho sempre saputo che tu non mi avresti mai amato quanto amavi quella feccia, ma credimi, non me ne sono mai fatto un problema.-
Fece altri due passi e Laine, nel tentativo di mantenere le distanze da lui, si ritrasse ulteriormente, finchè non avvertì dietro la sua schiena il tronco di un albero.
-No...-continuò il duca di York, sogghignando davanti all'espressione terrorizzata della ragazza- Dell'amore non me n'è mai importato nulla. A me bastava averti. A me bastava questo...-
E, alzando una mano, andò a carezzare la guancia della Harris, ignorando i tentativi di lei di scostarlo.
-Mi sei mancata, Laine- le bisbigliò a un centimetro dal volto, mentre lei cercava disperatamente e con tutte le sue forze di spingerlo via.
Lui però non si spostava anzi, arrivò a passarle una mano attorno alla vita, posando la bocca sul candido collo della ragazza.
La biondina represse un singulto, mentre calde lacrime le sgorgavano dagli occhi nocciola.
-Lasciami stare, Robert..- soffiò, muovendo le mani per tenerlo lontano da lei.
Per tutta risposta sentì la mano dell'uomo farsi strada tra i suoi capelli, tenendole la testa all'indietro e costringendola a inarcarsi contro di lui, per avere libero accesso al suo collo.
Laine chiuse gli occhi, lasciandosi sfuggire un breve singhiozzo.
Stava già pregando che il tutto si svolgesse il più presto possibile, quando sentì il corpo del duca staccarsi di colpo dal suo.
Aprì di scatto gli occhi, giusto in tempo per vedere Sebastian afferrare l'uomo dalla camicia e tirarglielo via di dosso.
Robert si voltò seccato verso l'Auror, e Anderson non perse tempo.
Gli sferrò un pugno in pieno viso, facendogli uscire il sangue dal naso, e poi un altro...e un altro ancora, senza dargli la possibilità di riprendersi.
Laine, vedendo il suo ragazzo così furioso, gli corse incontro, e tentò di staccarlo dal corpo sanguinante del duca di York.
-Seb...fermati!- rantolò affannosamente, afferrandolo per le spalle e cercando di bloccargli le braccia -Così lo uccidi.-
La voce della sua ragazza sembrò avere effetto sull'Auror.
Disgustato, lasciò andare Robert, che crollò a terra e tentò di riprendere fiato.
-Me la pagherai- sibilò il duca, asciugandosi con una mano il sangue che gli colava dalla bocca, e alzando il volto verso Anderson.
-Non osare più avvicinarti a lei- ringhiò Sebastian, la voce acuminata come una spada ghiacciata -O ti ammazzo con le mie mani, hai capito?-
E senza attendere risposta, scoccò all'uomo uno sguardo ammonitore, quindi abbracciò Laine, e se la strinse addosso.
Con la coda dell'occhio vide Robert allontanarsi verso i cancelli della scuola, per Smaterializzarsi, così si sedette sul prato, trascinando la biondina con sè.
Senza aprire bocca la prese tra le braccia e la cullò, baciandole i capelli e la fronte.
Sentì le lacrime della Harris bagnargli il maglione, ma non se ne curò.
Si sforzò di respirare normalmente, per calmarsi e impedirsi di andare a cercare quel verme per assicurarsi che un episodio simile non avesse occasione di ripetersi.
-Stai bene?- sussurrò qualche minuto dopo a Laine, alzandole il viso per incontrare i suoi occhi.-
Lei annuì, tentando di sorridere. Alzò una mano ad accarezzargli il viso, quindi gli baciò le labbra con delicatezza.
-Sarei dovuto arrivare prima...Scusami- sussurrò Anderson, furioso con sè stesso, appoggiando la fronte contro quella della ragazza.
-Non è colpa tua- lo rassicurò lei - Sei arrivato al momento giusto..Grazie-
Sebastian la abbracciò ancora più forte, quasi aggrappandosi al corpo esile della Harris.
-Ti amo Laine..- mormorò tra i suoi capelli.
E, sebbene non la vedesse in viso, giurò di averla sentita sorridere tra le lacrime.




-Devo dire Draco, che le tue abilità mi sorprendono.-
-Vi ringrazio, mio Signore...-
-Ho un ultimo importante compito da svolgere nella scuola..- annunciò Lord Voldemort.
-Tutto quello che volete- disse con riverenza Draco.
-Come tu ben sai- sibilò il Signore Oscuro- Il mio unico desiderio è quello di uccidere Potter.-
Malfoy annuì, senza tradire emozioni di sorta.
-Il punto è che in questo momento sono troppo debole per farlo, specialmente se è protetto dagli Auror- ammise Voldemort con ira.- Perciò sarà tuo compito attirare lui e i suoi amichetti in una trappola.-
-E come dovrei fare?- s'informò il Serpeverde con voce piatta.
-Tornerai ad Hogwarts, e prenderai qualcuno in ostaggio.- ordinò il Signore Oscuro- Scegli tu chi, non fa differenza. L'importante è che poi Potter e il resto della sua cricca vengano a salvare chi hai rapito. Poi tu e gli altri ammazzerete tutti, escluso il Bambino Sopravvissuto- sussurrò Voldemort, sottolineando le ultime due parole con un velo di sarcasmo. -E lui lo condurrete da me, che lo finirò-.
-Dove porterò l'ostaggio? Qui?- chiese Draco.
-No. Lo porterai a Little Hangleton, a casa Riddle.-
Se Malfoy rimase sorpreso da quella richiesta non lo diede a vedere.
-Eviterei volentieri di farvi entrare in quel luogo Babbano, ma la casa è rimasta disabitata dall'ultima volta che l'ho utilizzata per i miei scopi, quindi è adatta alla situazione.-
-D'accordo.-
-Stai attento.- lo ammonì Voldemort. -Ormai sanno ciò che sei in grado di fare, perciò non sarà facile riuscire a prendere con te uno di quei filoBabbani. Dovrai lottare duramente.-
-Non sarà un problema- assicurò il biondino, sicuro delle proprie capacità.
-Bene. E ricorda, fà in modo che Potter e i suoi sappiano dove trovarti!-
Draco annuì, deciso, quindi si congedò.
-Bellatrix!- chiamò il Signore Oscuro un istante dopo.
-Si Padrone?- rispose la strega, entrando nella stanza.
-Voglio che vi teniate pronti. Se Draco riuscirà nel suo intento, molto presto dovrete combattere.- annunciò con voce gelida Voldemort -E seriamente questa volta. Altrimenti non mi sarà facile essere così indulgente una seconda volta.-
La Lestrange annuì sommessamente, a capo chino.
-Permettete una domanda, mio Signore?- azzardò.
Notando che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato non rispondeva, la donna proseguì.
-Come fate ad essere così certo che Potter e gli Auror cadranno nella trappola e andranno a Little Hangleton?-
-Per il semplice fatto che non lascerebbero mai in difficoltà uno di loro, se avessero la possibilità di salvarlo. L'avrebbero fatto anche con Draco,irrompendo qui e rovinando i nostri piani, se io non l'avessi mandato a Hogwarts, mostrando loro che era sotto gli effetti di una pozione- spiegò il mago, con voce quasi annoiata.
-Capisco..-
-E quando scopriranno qual è l'unico modo per fermare il figlio di Lucius, allora saranno ancora più celeri a cercare di salvare almeno chi verrà preso come ostaggio, fidati.-



Eccomi ancora qui! Spero non vi dispiaccia =)
Sono un po' più lenta ad aggiornare, scusatemi, ma sono molto presa dalla scrittura di una nuova fiction che intendo pubblicare al più presto!
Comunque ringrazio chi ha lasciato le graditissime recensioni:
Smemo92: Spero di aver risposto a qualche tuo dubbio con questo capitolo...per gli altre domande dovrai aspettare ancora un pochino! Scusa!
senzaparole: Giuro che l'altra storia la pubblicherò al più presto! Voglio andare avanti un po' con i capitoli prima! Un baciooo
I love you Draco: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto...Come vedi Hermione si sta dando da fare! Ma anche Draco, dall'altro lato non è certo da meno!
liven: Si un po' sulla storia degli opposti hai ragione, ma d'altronde ognuno alla fine ha il suo personaggio preferito! Scusa se ti ho fatto aspettare troppo per il capitolo, spero di essere più veloce la prossima volta!!
Hollina: Con il passare dei capitoli ti saranno chiare sempre più cose! Grazie per la recensione!
Love_doll: Fantastica la tua recensione, ho riso tutto il tempo=) Lo so sono cattiva con Draco, ma se fosse stata una storia tutta liscia senza contrattempi credo che sarebbe stata alquanto noiosa, che dici? Spero che tu non abbia finito tutto il nesquik! Che poi. detto tra noi, è buonissimo!!!
irepa94: Oh che bello sapere che qualcuno apprezza il nuovo Draco! Mi fai sentire meno in colpaXD Sono contenta che i capitoli ti siano piaciuti!!
sakura_87: Apprezzo molto il fatto che tu sia rimasta sveglia per leggere il nuovo capitolo, sei un tesoro! Dimmi che ne pensi di questo! Un bacio!
angiericcio: Come al solito non posso dire nulla! Però ti ringrazio tantisssssssssimo per i complimenti! Grazie mille!!!
Sklupin: Sono contenta che ti sia piaciuto, grazie per la recensione!
Tanny: Grazie dei complimenti, mi fa davvero molto piacere che tu continui a leggere la storia nonostante gli effetti non molto positivi che causa! Grazieeee
Cittadinadelmondo: Che onore essere la prima autrice ad essere commentata! Ti ringrazio per i complimenti, e spero che continuerai a seguirmi per darmi il tuo parere sia in positivo, che per consigliarmi i piccoli cambiamenti che opereresti al posto mio! Le critiche costruttive le trovo sempre utilissime!
pometina94: Ti ringrazio molto per i complimenti, spero che la storia continuerà a piacerti!
MizzBlack: Sono contenta che la mia storia ti abbia appassionato e spero di non deluderti in futuro. Quanto a Ron no, lui non ama più Hermione, ma comunque tiene ancora moltissimo a lei essendo la sua ex-ragazza!
Kitty_Cullen: Wow un'altra nuova lettrice! Che bello! Ti ringrazio per i complimenti, e spero che continuerai a seguirmi!!!


Ringrazio inoltre Bex Vampire, Ceschina 93, Pervinca Potter 97, pei_chan, BlueViper, Dogma, DreamGirl91 e beal95  per aver recensito l'ultimo capitolo della mia fiction "Il Ballo del Ceppo". Vi ringrazio tanto per avermi seguito durante tutta la fiction! Spero di ritrovarvi presto, magari come lettrici di altre mie storieXD Un bacione a tutte voi

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***







-Chris cosa facciamo?-
Mason si avvicinò alla poltrona sulla quale era seduta Alice, chinandosi di fronte a lei e prendendole la mano.
-Non lo so, amore mio...Ma hai sentito Silente- cercò di rassicurarla -Aspettiamo di parlare con Piton e avere una conferma, prima di preoccuparci.-
La Parker passò una mano tra i capelli biondi del fidanzato, quindi si sporse verso di lui per baciarlo.
-Come stanno i ragazzi?- gli chiese, ansiosa.
-Li ho allenati un po' prima..Sono sempre più stanchi, e preoccupati.- sospirò Christopher, alzandosi in piedi e andando verso la finestra. -E' strano come ognuno di loro reagisca alla tensione in modo diverso...-
-Che intendi dire?-
-Intendo che Harry, per esempio, più è sotto pressione più sembra caricarsi e al contempo diventare irrequieto. Vuole combattere, non ne può più di rimanere con le mani in mano.- le confidò Mason -Blaise e Ron invece sono più tranquilli, più concentrati-
-Più ne parli e più mi ricordano noi alla loro età- sorrise Alice.
-Già-
La ragazza si alzò a sua volta, e raggiunse il fidanzato, abbracciandolo da dietro.
-Tu eri il più scavezzacollo- ricordò -E noi eravamo quelli che ti tenevano coi piedi per terra.-
-Beh, mi pare che quando ero in punizione io, ci eravate ugualmente anche voi quattro!- scherzò Chris.
-Certo!- fece la Parker, fingendosi offesa -Perchè tu e quell'idiota di mio fratello continuavate a cacciarci nei guai.-
-Erano bei tempi...- sussurrò Christopher, lasciando vagare lo sguardo, perso nei ricordi.
Poi fece un mezzo giro, trovandosi Alice di fronte.
-Hermione invece come sta?- s'informò.
A quella domanda vide la fronte della ragazza aggrottarsi, in una smorfia dolorosa.
-I suoi gesti dicono di più di quanto non facciano le parole- mormorò la Parker.
Notando l'espressione confusa di Mason, si affrettò a continuare.
-Nel senso che si vede quanto soffre dalle piccole cose. Da quanto duramente si allena, per esempio, e dal fatto che sembra sia sempre sul punto di crollare, anche se poi rimane comunque in piedi.-
-Mi fa quasi paura quella ragazza a volte- disse allora Chris -In senso buono ovviamente. E' così abile, sveglia. Diventerà una grande strega-
-E' innamorata di Draco...- confidò Alice.
-Lo so...Ma che c'entra questo?-
-C'entra eccome, perchè se a lui dovesse accadere qualcosa ne uscirebbe distrutta. E anche se è incredibilmente forte, non lo scorderà mai.-
-E tu che ne sai?- borbottò Mason, a disagio in quei discorsi da donne.
-Lo so, perchè ci sono passata anch'io. E' il bello del primo amore- ammise Alice, arrossendo. -Anzi, dell' unico amore- aggiunse, notando il sopracciglio inarcato del fidanzato.



-Cazzo. Lo sapevo che non avremmo fatto in tempo.-
-E dai Harry- tentò di blandirlo Ron, mezzo stravaccato su una poltrona della Sala Comune, mentre l'amico si affaticava sugli ultimi libri rimasti- Era logico che fosse una battaglia persa no? Nemmeno gli Auror o Hermione hanno trovato qualcosa, davvero pensavi che ci saremmo riusciti noi?-
-Ma quale noi?- sibilò Potter, scoccando un'occhiataccia al suo migliore amico -Parla pure al singolare, Ron, dato che tu non hai fatto un bel niente.-
Weasley ridacchiò, scompigliandosi appena i capelli.
-Ho visto Blaise- disse poi di punto in bianco.
-Mmm?- fece Harry, senza seguire del tutto la conversazione.
-Mi ha detto che domani Elenie tornerà dal San Mungo.-
Dallo sguardo spiritato del Bambino Sopravvissuto, Ron capì di aver fatto centro.
-Allora è vero!- indagò tutto soddisfatto -Tu e la cugina di Zabini.!-
Potter non se lo filò minimamente.
-Allora Elenie torna domani? Sul serio?-
-Sai...- iniziò Ronald con un ghigno sadico che era tutto un programma -Non credo che Blaise la prenderebbe bene se sapesse che te la fai con la sua cuginetta.-
A quelle parole Harry sentì puzza di bruciato.
-Dove vuoi arrivare?- domandò, senza troppi giri di parole.
-Io?- fece Weasley, con aria innocente -Da nessuna parte...La mia era solo una semplice constatazione.-
Il moretto tacque, sapendo che non ci sarebbe voluto molto prima che Ron rivelasse dove volesse andare a parare. D'altronde, il fatto che Elenie sarebbe tornata il giorno dopo lo riempiva di gioia.
Ma anche di terrore.
Il fatto di saperla al San Mungo, protetta e al sicuro, per lui era una garanzia.
Era contento di vederla, ma terrorizzato all'idea che le sarebbe potuto accadere qualcosa se solo avesse rimesso piede a scuola, benchè fosse cosciente del fatto che la Benèfica avesse poteri che lui nemmeno poteva sognarsi.
-Quanto mi dai per non dire a Blaise di te ed Elenie?- chiese ad un tratto Ron.
-Un pugno!- sbottò Harry.
-Sai...Credo che andrò a farmi un giretto a Serpeverde! Quassù fa davvero troppo caldo!- annunciò Weasley.
-No, aspetta!- tentò di fermarlo Potter- Ti do...Un galeone?-
Ron scoppiò a ridere.
-Venti galeoni!- rilanciò.
Harry gemette. -Cinque-
Dopo una lunga trattativa, arrivarono a concordare dieci galeoni, che Potter lasciò cadere con stizza nella mano tesa dell'amico.
-Tieni bastardo! Ma guarda che questa me la paghi!-
-Non essere tirchio Harry- cercò di tirarlo su Ron -Dopotutto hai fatto un affare.-
-Si certo...Piuttosto, ci conviene andare!- sbuffò il Bambino Sopravvissuto -Silente ha detto che Piton sarebbe tornato oggi alle sei, e mancano dieci minuti.-
-Hermione dov'è?-
-Ad allenarsi con Blaise.-
-Non sta esagerando? E' sempre in quella stanza ormai...- fece notare Ron.
-Lo so, sono preoccupato anch'io, ma quando ho cercato di parlarle, se n'è andata-
Weasley a quelle parole alzò le spalle, passando oltre il buco del ritratto.
-Proverò a dirle qualcosa anch'io. Andiamo a prenderli che dici? Così andiamo da Silente tutti insieme.-



Mentre i due Grifondoro uscivano dalla Sala Comune, diversi piani più sotto altri due ragazzi si stavano allenando assai duramente.
Entrambi avevano in mano delle spade e avevano ingaggiato una lotta all'ultimo sangue.
Nelle loro vene scorreva ben più dell'eccitazione per quello scontro simulato, ben più della paura di perdere una sfida...Era uno sfogo, un'astrazione da tutto quell'orrore che stavano vivendo.
-Basta Herm -soffiò ad un certo punto Blaise -Sono sfinito...Fermiamoci per oggi!-
La Granger non disse nulla, posando la spada contro il muro.
Si scostò i capelli dagli occhi, quindi si voltò verso l'amico.
-Blaise va tutto bene? Mi sembri stanco-
-Non ho dormito molto, tutto qua -spiegò il Serpeverde, strofinandosi gli occhi e sedendosi a terra.
-Ti manca eh?- sussurrò poi Zabini, notando l'espressione affranta della ragazza.
Hermione si morse il labbro, poi a fatica annuì.
Si portò una mano a toccarsi il petto, a stringersi la catenina che le aveva dato Draco.
-Finirà mai tutto questo?- chiese, più a sè stessa che a Blaise.
Il ragazzo non rispose, limitandosi a fissare il soffitto.
-Lo vorrei tanto- disse invece, qualche istante dopo.
-Mi sento completamente inutile- riprese la Grifondoro, senza dar segno di averlo sentito -Qui, senza far niente. Comincio a capire Harry, qualche anno fa, e anche Sirius.-
Tacque per un secondo, conscia che probabilmente Zabini non stava capendo niente di quello che diceva, ma decise che non le importava, e proseguì.
Era bello parlare con qualcuno che non si sarebbe preoccupato eccessivamente per lei, e a cui pesava quanto a lei l'assenza di Malfoy.
-Ma che bel quadretto di disperati..-
Al solo suono della SUA voce il cuore di Hermione mancò un battito.
Al suo fianco sentì Blaise alzarsi rapidamente in piedi e alzare la bacchetta, così lo imitò.
-Vi sono mancato?- chiese Draco, in piedi davanti a loro, un braccio mollemente adagiato lungo il fianco e l'altro dritto davanti a sè, che puntava verso di loro la bacchetta.
Nè la Granger e nè Zabini si premurarono di rispondere.
Faceva male...
Male vedere quegli occhi estranei, quel ghigno crudele, quell'espressione malvagia.
Di Draco in quell'essere che avevano di fronte non era rimasto niente.
Hermione vide la propria mano tremare impercettibilmente, e si impose di calmarsi.
La situazione in quella stanza sembrava come sospesa, nessuno agiva, nessuno si muoveva.
Un silenzio innaturale gravava su di loro, pesante come piombo.
A un certo punto, Malfoy la guardò.
Dritto negli occhi, come faceva tempo prima, e lei resse lo sguardo, senza timore, senza paura, cercando solo di scorgere un segno, un labile indizio che le dicesse che dietro a quel mostro ci fosse ancora Draco.
Si sentì mancare la terra sotto i piedi, quando percepì che quello che le stava davanti era un perfetto estraneo. Che nei suoi occhi grigi non c'era quell'orgoglio, quell'angoscia, e quei sentimenti contrastanti che erano soliti attraversare lo sguardo del Serpeverde che aveva imparato a conoscere e ad amare.
E tantomeno colse un minimo cenno di quello che traspariva dagli occhi di Draco quando incrociavano i suoi.
Lo rivoleva indietro. Voleva sentire di nuovo la sua bocca, voleva avvertire di nuovo le forti braccia del ragazzo stringerla.
E per questo avrebbe dovuto lottare. E lo sapeva.
Ma era difficile. Il suo braccio sembrava non voler rispondere alle richieste del suo cervello, che ordinava di Disarmarlo, di Schiantarlo, o di lanciargli qualsiasi altro incantesimo che gli avrebbero impedito di far del male a lei e a Blaise.
Nonostante questo, non osava alzare la bacchetta su Draco.
Si sentiva una statua di sale, inerme e impotente.
Per la prima volta Hermione Granger era stata piegata da qualcuno.



Harry e Ron intanto stavano raggiungendo la stanza degli allenamenti, parlando del più e del meno e dandosi a vicenda le proprie opinioni riguardo gli ultimi fatti accaduti.
Giunti che furono nel corridoio della Sala degli Allenamenti, la prima cosa che udirono fu un pesante silenzio.
E soprattutto un silenzio strano, innaturale. Soprattutto se, come in quel caso, nella Stanza c'era gente che si stava allenando.
Harry lanciò un'occhiata obliqua a Ron, che aveva già cominciato a guardarsi attorno sospettoso.
-C'è qualcosa che non va- sussurrò Weasley, assottigliando gli occhi azzurri.
Per tutta risposta Harry si portò un dito alle labbra, facendo cenno all'amico di seguirlo.
Con cautela i due Grifondoro si avvicinarono alla porta, cercando di fare il minor rumore possibile.
Nelle loro teste ronzavano i medesimi pensieri, ovvero l'eccitazione nervosa per un' eventuale missione di salvataggio con relativo scontro diretto, e la paura di fare una figuraccia, nel caso fosse tutto sotto controllo e loro avessero semplicemente lasciato correre un po' troppo la loro immaginazione.
Potter estrasse la bacchetta dalla tasca e, con le perfette movenze di un agente segreto, si collocò assieme all'amico, dietro alla porta chiusa, accostandosi silenziosamente ad essa.
Facendo un segno col capo in direzione del rosso, diede una spallata alla porta, e si catapultò dentro.
La scena che si presentò davanti agli occhi dei due ragazzi fece ghiacciare loro il sangue nelle vene. Harry si morse il labbro, ma qualcosa dentro la sua testa gli disse che da quando aveva percepito quello strano silenzio nel corridoio, sapeva benissimo cosa lo attendeva.
Davanti a lui, al centro della stanza c'era Malfoy, che gli dava le spalle, e puntava la bacchetta verso Hermione e Blaise, appoggiati al muro, che lo guardavano con occhi impotenti.
Impotenti, ma non terrorizzati.
O almeno, non terrorizzati per la loro sorte.
I due ragazzi, o i loro occhi almeno, erano legati da un filo invisibile.
Un filo i cui capi finivano entrambi sul ragazzo biondo che stava loro di fronte.
Un ragazzo importante per tutti e due, ma che ormai non li riconosceva più.
Senza perdere tempo, e quasi senza pensare, Harry alzò la bacchetta e scagliò sottovoce un Expelliarmus verso Draco, che non dava segno di essersi accorto di lui.
Grande fu la sorpresa del Bambino Sopravvissuto quando Malfoy, un istante prima che l'incantesimo lo colpisse, si Smaterializzò per riapparire un metro più in là.
Anche lo Schiantesimo di Ron, partito mezzo secondo dopo quello di Potter, andò a vuoto, e i due Grifondoro rimasero a guardare inermi il Serpeverde, che li fissava dalla sua nuova posizione con occhi fiammeggianti, mantenendo però sempre la bacchetta in direzione della Granger e di Zabini.
-Sempre in mezzo eh, Potty?- lo sbeffeggiò Draco, con un ghigno sulle labbra.
-Si potrebbe dire la stessa cosa di te- si intromise Weasley, furibondo e rialzando la bacchetta.
-Fossi in te non lo farei- consigliò candidamente Malfoy, con voce secca -Come vedi non ci metterei nulla a schivare l'incantesimo, e ci metterei ancor meno a dirottarlo su questi due.-
Harry, conscio che il biondino non avrebbe esitato a compiere quello che aveva minacciato di fare, costrinse l'amico ad abbassare il braccio, conoscendo bene la sua impulsività.
-Che vuoi ancora qui?- sibilò poi Potter, schiumante di rabbia.
-Ma come?- lo prese ancora in giro il Serpeverde- E io che pensavo che ti facesse piacere ricevere le mie visite!-
-Vedo che scegli molto bene i momenti - continuò il moretto, ignorando la provocazione -Sbaglio, o non corri mai il rischio di venire quando ci sono gli Auror?-
Malfoy sorrise con freddezza, ma nella sua espressione c'era un che di sostenuto.
Il suo orgoglio era ancora ben visibile in lui, nonostante la pozione.
-Per quanto mi riguarda, puoi far venire anche Albus Silente in persona...Non c'è molto che possa fare-
-Impedimenta!-
Harry non riuscì più a trattenersi e, colpito nelle sue convinzioni e nei suoi affetti, scagliò quasi automaticamente l'incantesimo sul biondo, che si riparò con un blando gesto della mano.
-Pensavo di averti avvertito, Potter - ringhiò Draco.
E senza aggiungere altro, spostò bruscamente la bacchetta dai suoi due ostaggi, per dirottarla su Ron.
Malfoy non aprì bocca ma Weasley crollò in ginocchio sul pavimento, scosso dai brividi.
Hermione qualche metro più in là urlò, e fece per muoversi, ma venne bloccata dal braccio di Blaise, che la tenne ancorata al suo posto.
-Non servirà a nulla se ti metti in pericolo anche tu - le sussurrò all'orecchio, dato che lei continuava a divincolarsi per raggiungere l'amico in difficoltà -Dobbiamo attendere il momento buono e poi agire.-
Intanto Ron, madido di sudore, era semisteso a terra, e sembrava patisse le pene dell'inferno.
Harry, dal canto suo, non sapendo che fare, si scagliò con tutto il suo peso verso Draco che, colto alla sprovvista da un attacco fisico, mollò la presa sul rossino per concentrare le sue energie contro il rivale di sempre.
Weasley, approfittando della distrazione di Malfoy, riuscì a riprendere fiato e rialzarsi.
La Granger e Blaise in un istante gli furono accanto, pronti a sostenerlo.
-Tutto bene?- mormorò preoccupata la ragazza.
Ron annuì, socchiudendo gli occhi e respirando a fondo.
Come Zabini notò che il Grifondoro era a posto, si precipitò in soccorso di Harry.
I due storici nemici erano entrambi a terra, ormai in un unico groviglio di pugni. A fatica il moro Serpeverde individuò il braccio di Potter nel tentativo di tirarlo via dalla mischia.
-Impedimenta!-
Blaise sentì il grido di Weasley alle sue spalle e si spostò di scatto, per evitare l'incantesimo., che fini dritto dritto addosso a Draco, che volò diversi metri più in là, lontano da Harry.
Potter si rialzò di scatto, pulendosi i vestiti, e scoccando uno sguardo un po' grato e un po' risentito al suo migliore amico.
Per carità, con quella maledizione gli aveva dato un attimo di tregua dalla lotta con Malfoy, ma era stato un gesto alquanto azzardato...Erano talmente vicini, che il bersaglio sarebbe potuto essere lui!
Fortunatamente però Ron aveva mirato bene, quindi il Bambino Sopravvissuto potè permettersi di tirare un sospiro di sollievo, prima di andare a occuparsi di Draco.
Grande fu il suo stupore, e quello di tutti i ragazzi, quando videro che il biondino era già in piedi.
Non era nemmeno ansante, nè affaticato. Non aveva un capello fuori posto.
Era lì, dritto e altero, che li guardava con gli occhi argentei ridotti a fessure.
Non sogghignava più.
-Ma com'è possibile?- si chiese sottovoce Blaise, allibito.
-E' la magia Benèfica- mormorò Hermione a mezza bocca -Lo rende più forte e resistente-
Lo sguardo glaciale di Malfoy li oltrepassò tutti, quindi si soffermò su Hermione.
Prendere la mezzosangue sarebbe stato un vero colpo. Senza contare che aveva un corpo da urlo.
Istintivamente la Granger, sentendo quello sguardo freddo e al tempo stesso rovente sulla pelle, si ritrasse.
Rabbrividì incrociando quegli occhi, così estranei.
Quegli occhi che l'avevano desiderata, accarezzata, in un certo senso protetta...e che ora nascondevano solo un velo di malvagia eccitazione.
Vedendo come Draco fissava l'amica, Harry si mosse impercettibilmente a sinistra, mettendosi in mezzo alla sottile catena che univa gli sguardi del Serpeverde e della Grifondoro.
Malfoy si riscosse, scuotendo la testa, e sorridendo glaciale.
Meglio non rischiare solo per una mezzosangue. E' più saggio cambiare obiettivo.
-Il tempo dei giochi è finito, Potter- sussurrò con voce strascicata.
E, in un secondo si Smaterializzò, per riapparire pochi metri più in là, alle spalle di Ron.
Passò rapidamente un braccio attorno al collo del rossino e, prima che qualcuno potesse fare alcunchè, sparì.



Vi prego non uccidetemi! So che tutte vi aspettavate che Draco avrebbe rapito Hermione ma non è stato così! Scusatemi ma la Granger è molto più utile accanto ad Harry che in prigione...
Sono un po' di corsa, quindi non riesco a ringraziarvi con calma, quindi sarò un po' più celere.
Grazie dunque a Liven (un libro tutto mio, addirittura? Ti ringrazio tanto per la fiducia, ma non credo di esserne in grado), a Love_doll,Sklupin, Hollina,Smemo92,Tanny (ma come devo fare io con te? XD Mi sa che mi toccherà mandarti la seconda parte della storia per rassicurarti! ), angiericcio e Kitty Cullen!
Spero che questo capitolo vi piaccia...ditemi che ne pensate, mi raccomando!!!

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Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***






Appena Draco sparì, nella Sala ci furono le reazioni più disparate.
Blaise non si mosse, rimanendo attonito a fissare il punto in cui il suo migliore amico e Weasley erano scomparsi.
Harry crollò a terra, contro il muro, tenendosi la testa tra le mani e imprecando.
Hermione invece, iniziò a correre come una furia, cercando qualcosa, anche un minimo indizio a cui potesse aggrapparsi per riportare Ron lì con loro.
-Cazzo...- biascicò Potter- Sono un idiota! Dovevo stare più attento-
La Granger non lo calcolò di striscio, continuando a percorrere a grandi passi la stanza, mentre silenziose lacrime le scorrevano lungo le guance.
Non anche Ron.
Non lui.
Era tutto ciò che aveva, insieme ad Harry.
-Ma perchè?- continuava intanto il Bambino Sopravvissuto -Perchè lui?-
La ragazza se avesse potuto si sarebbe coperta le orecchie con le mani.
Poteva un cuore sopportare tanto dolore? Poteva arrivare a sfondarsi, e a sanguinare fino all'esaurimento?
Zabini intanto taceva.
Si sentiva come un intruso, in una realtà che non era la sua. Osservava la silenziosa tristezza di Hermione, e la straripante rabbia di Harry, e non si sentiva in diritto di dire nulla.
Ma li capiva, oh se li capiva.
Lui stesso aveva perso un fratello, un amico, e quelle lacerazioni al petto non gli erano mai sembrate tanto familiari.
-Cristo..- mormorò ancora Potter, prendendosi i folti capelli neri tra le dita e arrivando quasi a strapparseli.
A quel punto la Granger esplose.
Stava già abbastanza male, si sentiva già abbastanza spaccata in due, per sopportare le auto-commiserazioni di Harry ancora a lungo.
-La vuoi piantare?- gli gridò distrutta, incurante delle calde lacrime che ormai fuoriuscivano senza controllo dai suoi occhi d'oro -Continuare a distribuirci le colpe non lo riporterà da noi! Piuttosto se non sai che altro fare dammi una mano!-
Potter alzò la testa, di stucco,e guardò la sua migliore amica come se la vedesse solo in quel momento.
Era stupito da quello sfogo, ma in parte rincuorato.
Lei era quella che lo teneva coi piedi per terra, quella che gli aveva sempre impedito di abbattersi e crollare, anche nei momenti più bui della sua vita. Era il suo pilastro.
Che finalmente era tornato.
Che aveva ricominciato a lottare.
A tirare fuori il suo carattere.
A reagire e a non farsi mettere i piedi in testa.
Dal canto suo la Granger faceva fatica a respirare. Non aveva mai urlato dietro in quel modo ad Harry. O almeno, non con quella disperazione, con quell'acredine, con quella rabbia.
Una rabbia che in realtà non provava verso l'amico, ma verso sè stessa.
Verso quella dannata debolezza che aveva mostrato quando Draco le aveva puntato la bacchetta addosso.
Potter evidentemente vide negli occhi dell'amica qualcosa che da tempo non vedeva.
Una fiamma di coraggio, uno sprazzo di orgoglio, o forse solamente un'umile supplica, così si alzò da terra.
-Cosa dovrei fare?- le chiese.
-C'è un motivo per cui Draco ha preso Ron. Non può essere un caso- sentenziò la ragazza, asciugandosi rapidamente le guance.
-Che intendi dire?- intervenne Zabini, incuriosito.
-Intendo che se avesse voluto ucciderlo l'avrebbe fatto qui, adesso- spiegò Hermione.
-Magari vuole far bere anche a lui la Malefica Potio- suggerì Potter, non capendo dove l'amica intendesse andare a parare.
-A che scopo? Inoltre non mi è sembrato che Draco avesse un obiettivo ben preciso...- insistette la Granger.
-Vuoi dire...- cominciò Harry, iniziando a vedere uno spiraglio.
-Voglio dire - lo interruppe secca la Grifondoro -Che per Draco prendere uno o l'altro di noi non faceva differenza.-
-Ecco perchè ti guardava in quel modo- fece all'improvviso Blaise, colto da un'illuminazione.
Hermione annuì. -Solo che poi Harry si è messo in mezzo, e lui non poteva prenderlo perchè temeva di avere dei problemi. Tu eri abbastanza vicino a me, quindi mi sarei potuta aggrappare al suo braccio per fermarlo. L'unico sufficientemente distante era Ron- terminò la ragazza, con una punta di amarezza nella voce.
-Continua a sfuggirmi lo scopo- ammise Zabini.
-Una trappola- annunciò la Granger, senza la minima esitazione.
-Capisco- mormorò lentamente Potter alla fine, deciso a vederci chiaro -Perciò spiegami, cosa stai cercando innanzitutto?-
-Un indizio -si limitò a rispondere la Hermione, alzando le spalle -Se è come penso io, ovvero che abiano preso Ron per tenderci un tranello, devono aver trovato un modo per assicurarsi che noi sappiamo dove è rinchiuso.-
Dopo la spiegazione della Grifondoro i tre ragazzi iniziarono a battere la stanza palmo a palmo.
-Ci siamo- esultò Potter dopo qualche minuto.
Gli altri due lo raggiunsero di corsa, ansanti, in un angolino dell'enorme stanza.
Il Bambino Sopravvissuto si alzò da terra, brandendo un foglietto tutto stropicciato.
-Si direbbe una mappa- bofonchiò, accostando il pezzo di carta al viso e sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.
-Di cosa?- s'informò Zabini.
-Non lo so...- ammise Harry- Dovremo chiedere aiuto agli altri.-



-Cazzo...Questa non ci voleva!-
Sebastian Joel Anderson si morse il labbro, stringendo rabbiosamente i pugni.
-Seb, calmati- sbuffò Alice, cercando di calmarlo. Quello quando ci si metteva era anche peggio di Chris.
-Aly ma ti rendi conto?- le ringhiò il ragazzo -Adesso siamo in guai davvero enormi! O seguiamo Draco e facciamo il loro gioco, o mettiamo in pericolo Ron!-
-Il che è fuori discussione ovviamente- mormorò Mason, appollaiato sulla finestra.
-Quindi?- bofonchiò Harry, stufo di tutti quei discorsi. Lui non voleva aspettare un secondo di più, aveva intenzione di andare a riprendersi il suo migliore amico seduta stante.
-Quindi è ora che al Ministero si decidano a scollare il loro dannato e reale culo da quelle sedie e vengano a darci una mano!- annunciò Matthew, entrando in quel momento.
Alice guardò scandalizzata il fratello, rimproverandolo con uno sguardo per la sua volgarità, ma quando vide che quello faceva spallucce sospirò.
-Non possiamo certo obbligarli...- mormorò rassegnata.
-Oh andiamo!- li incitò Parker, stanco di guardare i loro volti vuoti e sconfitti. -Basta solo chiedere un po' in giro tra i nostri colleghi, ci sarà qualcuno disposto a darci una mano no?-
-Vorrei solo ricordarti una cosa- puntualizzò Seb, seccato dall'aria ribelle dell'amico - Scrimgeour.-
-Che vuole?- fece Matthew con aria beffarda.
-E' il Ministro, nel caso te lo fossi scordato! Non permetterà mai agli Auror di avventurarsi in una missione che lui disapprova.-
-E chi dice che dobbiamo informarlo? Insomma ragazzi! Da quand'è che siete così ligi alle regole?- cercò di scuoterli Parker, iniziando a camminare per la stanza -Il Ministero non è pieno di stronzi, voglio dire...C'è senz'altro qualcuno che crede ancora nei valori che gli Auror cercano da secoli di difendere!-
Chris alzò gli occhi chiari, per incontrare lo sguardo deciso dell'amico.
Che stava succedendo a tutti loro?
Mason si alzò di scatto dalla sedia, gli occhi incendiati e fieri.
-Ha ragione Matt! Se non facciamo qualcosa noi, chi lo farà?-
Prese per mano Alice e la fece alzare dalla sedia e, con uno sguardo a Sebastian, ebbe anche l'ex Serpeverde dalla propria parte.
-E' una cazzata..-bofonchiò Anderson.
-Allora lasciamoli a morire a questo punto, no?- ringhiò Chris.
-Non ho detto questo...-
-E allora finiscila di fare l'uccellaccio del malaugurio- si intromise la Parker, con un gran sorriso, stringendosi al suo fidanzato.
E così i quattro Auror fecero per uscire dalla stanza, diretti al Ministero, alla ricerca di un aiuto, di qualcuno che potesse dar loro una mano.
-Ehi!- li bloccò sulla porta Harry -E noi intanto che facciamo?-
-Giocate a dadi- cercò di liquidarlo Chris, infilandosi in corridoio e facendo ciao ciao con la mano- E comunque noi torneremo entro stasera.-
Potter aprì la bocca per protestare, ma fu zittito da Alice che, prima di chiudersi la porta alle spalle gli sussurrò sottovoce qualcosa e gli mollò un bacio sulla fronte.
-Che ti ha detto?- chiese Hermione incuriosita, avvicinandosi a lui.
-Che oggi avremo una bella sorpresa...- mormorò Harry perplesso.



E difatti la sorpresa non tardò molto ad arrivare.
Poche ore dopo i ragazzi uscirono in parco, ancora molto demoralizzati e preoccupati.
Veramente avevano cercato di rintanarsi in qualche anfratto del castello ma la McGranitt, chissà come, li beccava di continuo e li incitava a uscire per godersi il sole, anche se probabilmente era per non farli pensare troppo all'accaduto.
Harry, Hermione e Blaise così si ritrovarono a fare niente sotto un grande albero, in silenzio.
Nessuno parlava, e del resto le parole non servivano ad esprimere il grandissimo peso che ognuno dei tre si portava dentro.
-Ragazzi!- fece ad un certo punto una voce allegra- Che facce che avete! Che è successo?-
I tre alzarono il viso in contemporanea e, quando videro colei che aveva parlato, sentirono un moto di gioia spaccare loro il petto.
Elenie Grace Zabini stava lì in piedi, sorridente, davanti a loro, gli occhi blu accesi di felicità.
Blaise si alzò per primo e strinse la cugina in un goffo abbraccio. Dopo di lui fu il turno della Granger, che salutò l'amica con gli occhi lucidi e, come lei si staccò, la Benèfica si girò verso Harry, emozionata.
Da quanto non lo vedeva...e quanto le era mancato!
Eppure i suoi occhi verdi le sembravano così familiari, e lo stesso quei capelli neri e scompigliati.
Il ragazzo le si avvicinò lentamente, quasi barcollando, non riuscendo ancora a capacitarsi che fosse veramente lei.
Le scostò delicatamente i capelli dal viso, e la guardò per qualche istante. Poi, forse ricordandosi che non erano soli, la abbracciò a sua volta, godendo della sensazione di poter stringere ancora una volta quell'esile corpo tra le sue braccia.
-Come stai?- le sussurrò tra i capelli.
La ragazza non rispose, limitandosi ad accostarsi maggiormente a lui e a mormorare a sua volta:- Mi sei mancato-
Potter, contento come non lo era da tanto, si scostò da lei, e si accorse che Blaise e la Granger non c'erano più, se n'erano andati.
-Devo ricordarmi di ringraziare Hermione- ridacchiò, accarezzando il viso della sua ragazza.
Elenie sorrise, illuminandosi tutta e, rapidissima, si riavvicinò ad Harry e lo baciò delicatamente.
Se questo è un sogno, pensò il ragazzo, non voglio svegliarmi.
Rispose al bacio della Corvonero e, sentendo le labbra morbide e invitanti di Elenie sulle sue,  provò una sensazione nuova, mai provata prima.
Era completo. Non gli mancava nulla.
Certo, era ancora in pena per Ron, e per la battaglia che avrebbero dovuto affrontare, ma in quel momento, lì, si sentiva fuori dal mondo, protetto in quel piccolo universo privato che non avrebbe mai permesso a nessuno di portargli via.



-Perchè mi hai portato via?- sibilò Blaise -Ora torno lì e lo ammazzo.-
-E dai...- lo blandì Hermione dandogli una piccola spinta -Non ha fatto niente di grave-
Zabini aprì e richiuse la bocca più e più volte, tanto che la Granger dovette trattenersi dal fargli notare la sua somiglianza con un pesce in una boccia, quindi si passò una mano nei capelli, sconfitto.
-Forse esagero...- soffiò con fatica.
-Si, probabilmente un po' si- sorrise dolcemente la ragazza.
-Il fatto è che sono l'unica persona della sua famiglia che le rimane...E mi sembra naturale proteggerla-
-Lo capisco- cercò di rassicurarlo Hermione- Anche Ron era così nei confronti di Ginny all'inizio. Ma di Harry ti puoi fidare.-
-E io che non mi ero accorto di nulla...- mugugnò Zabini.
La Granger non rispose, limitandosi a posargli una mano sulla spalle e a guardarlo con aria di compatimento.
-Dici che ci permetteranno di partecipare alla battaglia?- chiese allora Blaise, cambiando totalmente argomento.
-Devono. Laggiù ci sono il mio migliore amico e...- la strega tacque, non sapendo come definire Malfoy -..e Draco- concluse infine, semplicemente.
Il Serpeverde annuì, come a dire che la capiva.
-Si sta facendo buio- annunciò infine -E' meglio andare a cena. Immagino che presto sapremo qualcosa di nuovo.-



Hermione salutò Blaise in mezzo alla Sala Grande, quindi si diresse al tavolo dei Grifondoro.
Le faceva un effetto strano dirigersi a mangiare tutta sola. In genere era sempre accompagnata da Ron o Harry.
O da Malfoy, le rare volte in cui le concedeva l'onore di accompagnarla al suo posto, per poi dileguarsi al tavolo di Serpeverde.
Percorse la tavolata rosso-oro più e più volte con lo sguardo, ma di Harry non c'era nessuna traccia.
Si accomodò al suo tavolo, di fronte a Seamus e Dean, che la guardavano sospettosi, probabilmente anche loro altrettanto incuriositi dal fatto che quella sera i suoi inseparabili amici non fossero al suo fianco.
-Ehi Herm!-
La streghetta si voltò, un falso sorriso stampato in faccia.
Davanti a lei c'era Jayden che, vedendola sola, non aveva esitato a passare per un saluto.
-Jay! Come stai?-
La risposta del ragazzo fu coperta da un tornado dai capelli rossi che si piazzò davanti alla Granger, ignorando lo sguardo seccato di McBride.
-Hermione- strillò Ginny -Hai visto Ron? E' tutto il giorno che lo cerco, devo parlargli!-
La riccia non seppe cosa rispondere, così balbettò qualche scusa, cercando di non mostrarsi strana, conscia di essere sotto gli sguardi attenti di Finnigan e Thomas, nonchè di Ginny e Jayden.
Probabilmente le sue spiegazioni non furono sufficienti, oppure la sua espressione pallida parlò per lei, perchè la piccola Weasley si posò le mani sui fianchi e la guardò fissa, puntando i suoi occhi castani sul viso angosciato dell'amica.
-Herm, devi dirmi qualcosa?- chiese senza troppi giri di parole.
La Granger sfoderò la sua migliore espressione tranquilla e, cercando di non guardare Ginny, le mentì sfacciatamente, inventandosi una storia assurda su Ron e tre ragazze di Tassorosso che avevano assoluto bisogno di lui per delle lezioni di Incantesimi.
Ora, se c'è un difetto che Ginny Weasley non possiede, è quello della stupidità.
E se c'è un pregio che Hermione Granger non possiede, è quello di saper mentire abilmente.
Soprattutto contando il fatto che nessu
na persona sana di mente si sarebbe mai sognata di chiedere a Ronald Bilius Weasley ripetizioni di alcunchè.
Fortunatamente, prima che la rossa si gonfiasse come un tacchino e iniziasse a strepitare contro l'amica, Harry, bello come il sole, si infilò al suo posto, cercando di passare inosservato, notando che c'era una lite in corso, anche se non era ancora a conoscenza dell'argomento.
Per sua sfortuna però, Ginny si accorse di lui e lo afferrò per il maglione.
-Potrei sapere dov'è finito mio fratello?- chiese di nuovo, fissando Potter.
Harry, notando che molte persone li stavano fissando alzò un sopracciglio.
-Non ora, Ginny- sussurrò.
La Weasley aprì la bocca per ribattere, ma un' occhiata del moretto la zittì.
-Dopo cena ti spiego tutto, promesso - mormorò Harry, riprendendo posto sulla panca.
Ciò che ancora il ragazzo non sapeva però, è che quella promessa l'avrebbe vincolato ad alcuni compagni di avventura non del tutto desiderati.



Hermione, come la cena finì, si defilò dalla Sala Grande, sottraendosi alle occhiate inquisitorie e infuriate di Ginny e a quelle semplicemente curiose di Dean, Seamus e Neville.
Non che la toccassero più di tanto, intendiamoci.
Più che altro le scocciava essere costantemente osservata, in un modo o nell'altro.
Si sentiva una tigre in gabbia. Percepiva nell'aria la tensione di Harry, tutta quell'energia inespressa che gli circolava dentro e lo logorava.
Così come l'assenza di Ron e Draco stava logorando lei.
Uscì in corridoio, non appena l'aria si fece soffocante, con l'intenzione di aspettare lì il suo migliore amico. Nel frattempo, mentre lui, tanto per occupare il tempo, si abbuffava di costolette di agnello, lei non potè impedirsi di pensare a come era andata la missione degli Auror.
A quell'ora doveva essere già finita da un bel pezzo.
Ma perchè allora non le avevano ancora fatto sapere nulla?
Nervosa, prese a passeggiare avanti e indietro.
Era parecchio che non si sentiva così.
Da una parte il fatto che Ron fosse stato rapito la distruggeva ogni secondo di più, ma dall'altra le aveva dato una grande carica.
Quando aveva visto Draco così diverso, così cambiato, si era come spenta, aveva perso la speranza di riportarlo accanto a lei, di stringerlo nuovamente tra le braccia, e di sentirsi a sua volta protetta nelle sue.
Ora però, con Ron prigioniero, aveva la voglia di lottare, di non farsi sopraffare da quell'ombra, da quella sensazione di disperazione.
Hermione Granger aveva di nuovo un obiettivo.



Chiedo scusa per il ritardo, ma non avevo mai il tempo di aggiornare!
Comunque posso finalmente annunciare che questa storia è ufficialmente finita. Oggi infatti, durante l'ora di italiano, ho finito di scrivere su carta l'ultimo capitolo, il 50, e al più presto inizierò a scrivere la seconda parte =)!!
Passo subito ai ringraziamenti:
Hollina: Spero che ora tu abbia un po' più chiara la situazione! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
liven: Ti ringrazio tantissimo per quello che mi hai detto, mi fa sempre tanto piacere. Sei troppo gentile!!
Tanny:
Ma stai scherzando? Come puoi pensare che io possa non volere più i tuoi commenti? Sono sincera, mi dispiace se tu stai male per come si sta evolvendo la storia, ma  mi fa piacere vedere che in qualche modo sono riuscita a trasmettere qualcosa. Alle tue recensioni tengo molto, se poi però la storia non ti piace più o per altri motivi non vuoi seguirla, posso solo prenderne atto! Grazie comunque per avermi seguito fino qui! =)
angiericcio: Eh si Hermione non è proprio al massimo della forma poverina...(Che poi io dovrei stare zitta dato che sono io a farle capitare tutte ste cose). Sono contenta che il capitolo ti sia piaciutoXD
Smemo92: Come vedi sono più furbi di quanto pensi, hanno scoperto che è una trppola, soprattutto grazie al cervellino di Hermione...Per quanto riguarda Piton, tra poco tornerà, e allora saprai tutto!!
Sklupin: Ti ringrazio per i complimenti, sei davvero carinissima. Mi fa molto piacere vedere che la storia non sia ancora diventata noiosa=)
sakura_87: Spero di aver risposto alla tua domanda con questo capitolo! Grazie della recensione!
Kitty_Cullen: Oddio quante domande!! Come al solito mi mordo la lingua per non dire nulla =) Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, dimmi che ne pensi di questo!
veranatalie: Wow, che recensione! Ti ringrazio molto, le tue parole mi hanno fatto davvero molto piacere. Sono contenta di essere riuscita a rendere abbastanza bene i nuovi personaggi, non è stato facile crearli e renderli credibili. Spero continuerai a dirmi che ne pensi!
Love_doll: Piton non è ancora arrivato, sai com'è, se non fa l'entrata ad effetto non è contento XD...Scherzi a parte,  ancora qualche capitolo e scoprirai tutto, promesso!
erigre: Che bello un'altra nuova lettrice! Sono contenta che la mia storia ti piaccia, mi auguro che continuerai a seguirla. Comunque le foto le ho fatte con photoshop, grazie all'aiuto del mio migliore amico (io sono abbastanza negata!) Approfitto per ringraziarti anche del commento che hai lasciato all'altra mia fiction, troppo gentile!


Ringrazio inoltre le 173 persone che hanno inserito la storia tra i preferiti e chi legge soltanto! Un bacione!

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Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***







-Allora? Posso sapere che sta succedendo?-
Harry, udendo il tono furioso nella voce di Ginny si accostò maggiormente alla sua migliore amica, che lo guardò con una certa acidità.
Beh, in effetti vedere il Prescelto intimorito da una ragazzina non era una cosa che accadeva tutti i giorni.
-Ehm, vedi Gin...- iniziò Potter, guardando il pavimento.
-Ehi che fate?-
La Granger si voltò, gli occhi fuori dalle orbite.
Dietro di lei, incredibilmente simili al gatto e alla volpe, c'erano Seamus Finnigan e Dean Thomas, con sguardo curioso ed eccitato.
-Vi stavate imboscando?- chiese Seamus ridacchiando. -Possiamo partecipare?-
Sia Ginny che Hermione si trattennero dal tirargli una sberla e si limitarono a scoccargli un'occhiata rancorosa.
-Stavamo parlando di una cosa importante- sospirò Harry -Vi dispiacerebbe lasciarci soli?-
All'istante i due Grifondoro assunsero un'aria seria e composta.
-Si tratta di Ron vero?- fece accorato Dean -Ho sentito Ginny ed Hermione che ne parlavano prima in Sala Grande.-
Sapendo bene come sarebbe finita la conversazione e, tuttavia non riuscendo a trovare prontamente una bugia, Potter annuì a malincuore.
-Allora restiamo anche noi- annunciò Finnigan, deciso.
-Non se ne parla nemmeno- sibilò Hermione, guardandolo con occhi di fuoco.
-E' anche nostro amico.- intervenne Thomas, un po' meno duro dell'amico ma altrettanto preoccupato- Vogliamo aiutarlo se gli è successo qualcosa!-
La Granger non rispose, rivolgendo solamente lo sguardo verso Harry.
Il Bambino Sopravvissuto, dal canto suo, non sapeva cosa fare, ma detestava mentire.
Era una loro scelta dopo tutto no? Facevano parte dell'Esercito di Silente. Se volevano esserci era un loro diritto.
Così, si limitò a fare un breve cenno del capo.
Dean e Seamus non sorrisero, ma i loro occhi si accesero di un qualcosa che non rasentava più solo l'eccitazione, ma era più simile a una nuova consapevolezza.
La consapevolezza che avrebbero potuto fare qualcosa anche loro.
-Comunque, stavo dicendo...- ricominciò Potter, titubante e per nulla convinto della sua scelta.
-Ah eccovi finalmente, vi ho cercato dappertutto!-
I ragazzi si voltarono di scatto, giusto in tempo per vedere arrivare Elenie, allegra come sempre, che si diresse dal suo ragazzo per scoccargli un bacio sulla guancia.
Appena le si fu spiegata la situazione, Harry cercò per la terza volta consecutiva di iniziare il discorso, ormai con un diavolo per capello, sicuro che presto o tardi sarebbe arrivata un'altra complicazione.
E infatti...
-Ciao ragazzi! Di che state parlando?-
Quando Harry ed Hermione udirono la voce ingenua e gentile di Neville Paciock arrivare dall'altro capo del corridoio, ebbero quasi una crisi isterica.
E dire che erano certi di aver trovato un luogo appartato, per conversare in santa pace!
Stava diventando pian piano talmente affollato, che quasi quasi si potevano chiamare altre tre o quattro persone e dare inizio a una festa!
Dopo tutti i convenevoli del caso e le mille preghiere di Neville perchè lo facessero restare, Potter incrociò le braccia e si appoggiò al muro.
-Harry che stai facendo?- bofonchiò la piccola Weasley, incrociando le braccia, semisconvolta dopo tutte quelle interruzioni.
-Aspetto.- sbuffò di rimando lui, con una punta di sarcasmo nella voce -Dato che ogni volta che inizio arriva qualcuno, aspetto che arrivi qualcun altro, e poi comincerò in tutta calma!-
Elenie, dandogli una leggera botta sul braccio, non potè impedirsi di ridacchiare.
-Avanti, parla e basta.- lo esortò.
-E' che- temporeggiò Potter - Se vi dico tutto vi esporrò a un sacco di pericoli-
-Come se fosse la prima volta- sorrise Seamus, sarcasticamente.-
-E non è mia intenzione- proseguì Harry, guardandolo storto - Perciò forse è meglio che ne rimaniate fuori.-
Ginny fece minacciosamente un passo in avanti, arrivando molto vicina al ragazzo.
-Se mio fratello è in pericolo, devo aiutarlo. -sibilò, nella voce una nota di supplica -Non puoi lasciarmi fuori. Prova a metterti nei miei panni.-
Di fronte a quelle argomentazioni inoppugnabili, il Bambino Sopravvissuto capitolò.
Non aveva dimenticato cosa voleva dire essere tenuto all'oscuro delle cose, seppure per il fine di proteggerlo.
E così, distogliendo lo sguardo dalla sorella del suo migliore amico, iniziò a raccontare.



-E' andata meglio di quanto pensassi, devo ammetterlo- annunciò Chris sollevato.
-Già -concordò Sebastian -A quanto pare al Ministero non sono in molti ad appoggiare la politica del Ministro.-
Matthew sbucò alle loro spalle, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
-E dai, ditelo pure che sono un genio! D'altronde se non era per me voi non avreste mai cercato l'aiuto di altri Auror!-
-Se ti aspetti che partano gli applausi puoi scordartelo- bofonchiò Anderson, accomodandosi su una poltrona.
-Voi non mi apprezzate abbastanza -sbuffò Parker, guardandoli storto - Comunque, dove sono mia sorella e Laine?-
-A cercare i ragazzi- rispose Mason, passandosi una mano sugli occhi -Avevamo promesso che appena avessimo avuto novità li avremmo aggiornati.-
-Non ti stai riferendo solo al fatto che abbiamo trovato alleati per la battaglia, vero?- intuì Matt, facendosi serio di colpo.
Christopher scosse la testa, preoccupato, mentre con la coda dell'occhio osservava Seb, pallidissimo e immobile.
-Dobbiamo dir loro anche di Draco.- sussurrò infine.
-Non la prenderanno bene.- considerò Parker.
Anderson si alzò, con aria afflitta e, con le mani in tasca, si diresse alla finestra.
-Secondo me dovremmo aspettare.- mormorò.
-Cosa?- scattò Mason -Per quanto? Vuoi dirglielo quando saremo in mezzo al combattimento?-
-Non lo so- disse il Serpeverde, con lo sguardo vacuo -Ma non possiamo rubar loro anche la speranza.-
-Hai perfettamente ragione. Ma dobbiamo essere sinceri, e non illuderli.- concluse Chris, con un tono che non ammetteva repliche - Devono sapere la verità, prima che sia tardi.-



-Hermione! Finalmente! E' un'ora che ti sto cercando!-
La ragazza, chiamata in causa, si voltò, incrociando gli occhi dorati con quelli di una ex-Grifondoro piuttosto seccata.
-Scusa Alice- cercò di farsi perdonare la Granger -Ma io ed Harry abbiamo avuto un...piccolo problema!-
La Parker assottigliò gli occhi, vagamente confusa, quindi si voltò verso Laine, che alla sua destra fremeva di impazienza.
-Dove sono ora gli altri?-
-In Sala Comune- tagliò corto Hermione -Com'è andata al Ministero?-
-Vi racconteremo tutto più tardi- mormorò Alice -raduna gli altri. Ci vediamo da Silente tra mezz'ora.-
Era preoccupata, si notava chiaramente.
Aveva paura, anche se cercava in tutti i modi di non darlo a vedere.
Sei un Auror, Alice, cazzo.
Com'è facile dimenticare i propri doveri di fronte alla prospettiva di perdere coloro che si amano.
Com'è facile cedere alla tentazione di mollare tutto e scappare in capo al mondo, pur di non dover temere anche solo per un altro istante di poter perdere Chris.
La Parker sentì la lieve mano di Laine stringere la sua, quasi per spronarla a non crollare.
E quel banale gesto le diede tutta la forza del mondo.
Di nuovo.
Perchè non poteva permettersi di farsi consolare dalla Harris, che non era un Auror, ma che comunque rimaneva lì, e lottava senza remore per il suo amore, per la sua vita, per il suo futuro.
Alice alzò la testa, scacciando i cattivi pensieri.
Fino alla fine.
Se lo ripeteva sempre quando, agli esami, era stanca di studiare o quando, dopo sessioni di allenamento troppo dure, sentiva che la stanchezza la stava assalendo.
Fino alla fine...fino alla fine.
E oltre.
Rialzò lo sguardo, fiera e combattiva.
Vide che Hermione la guardava, con uno sguardo ansioso che tentava invano di dissimulare.
-Ecco, Aly...Ci sarebbe qualcuno in più...-
La Parker non fece nemmeno caso a quelle parole.
-Possiamo fidarci?- domandò semplicemente.
La Granger annuì, risoluta.
-Allora va bene.-
Hermione ringraziò silenziosamente, lieta che qualcuno finalmente non li considerasse più solo una banda di ragazzini desiderosi di gloria, ma persone, amici, un gruppo, che respirava all'unisono e che combatteva fino alla morte per difendere uno dei suoi componenti.
Perchè tutti loro erano animati dallo stesso fuoco, dallo stesso battito di cuore che li sosteneva, che li spronava a non mollare.



-Bene...direi che ci siamo tutti!-
La voce di Chris era incerta, e i ragazzi che ormai avevano imparato a conoscerlo trattennero a stento un sorrisetto.
Del resto, parlare davanti a una quindicina di Auror del Ministero e ad altrettanti abitanti di Hogwarts, tra Professori e studenti, non doveva essere di certo un compito semplice.
-Intanto vi ringrazio di aver risposto così numerosi al nostro appello- cominciò Mason, reclinando appena il capo verso i suoi colleghi.
Un Auror dall'aria simpatica, non molto alto, ma con due grandi occhi scuri e svegli si alzò, prendendo la parola.
-Siamo tutti onorati di essere qui- annunciò con un gran sorriso.
Harry, seduto accanto a Matthew, che continuava a commentare qualunque cosa venisse detta, si beveva tutte le parole del gruppo di persone che aveva dinanzi.
Non gli era mai capitato di avere accanto tante persone decise ad aiutarlo.
E per la prima volta c'erano, non solo i suoi amici, ma anche Auror, che pur di fare quello che è giusto, quello per cui erano nati, voltavano le spalle al Ministro.
-Tonks e gli altri dove sono?- sentì sussurrare Hermione.
-Arrivano più tardi. Non hanno bisogno di questa riunione.- le ripose Matt, interrompendo per un attimo i suoi commenti, tra l'altro molto divertenti.
-..Ora però lascio la parola a qualcuno senz'altro più autorevole di me- stava intanto finendo di dire Christopher-
L'ex Grifondoro si sedette accanto a Silente e, tra scrosci di applausi, un altro uomo si piazzò al centro della Stanza degli Allenamenti.
Pur senza averlo mai visto, Potter intuì subito che quello dovesse essere Carrigan, il Capo degli Auror. Aveva una luce di superiorità e tenacia nello sguardo, che poteva essere solo che lui.
-Bene.- cominciò intanto David Carrigan, con voce profonda e tonante - Non c'è tempo da perdere. Domani sera al massimo dobbiamo entrare in casa Riddle.-
Un uomo non giovanissimo alzo la mano.
-Sì, Algar?- gli diede la parola il Capo degli Auror.
-Come faremo ad arrivare lì senza destare sospetti?-
Carrigan non rispose, ma cedette la parola a Parker, il più esperto in fatto di spostamenti.
-Ci Materializzeremo in un punto abbastanza periferico di Little Hangleton -spiegò Matt -E da lì proseguiremo in formazione compatta.-
-E' l'idea più sicura- riprese il Capo degli Auror -Inizialmente, siccome ci saranno sicuramente sentinelle, dovremo stare uniti. Poi, se sarà il caso, ci divideremo in gruppetti-
-Ci sarà Voi-Sapete-Chi?- chiese ad un certo punto un altro Auror.
-Ne dubitiamo fortemente. Non è nelle sue abitudini partecipare ad atti del genere.- fece pazientemente Carrigan -Contiamo di trovarli abbastanza impreparati. Certamente non si aspettano che disponiamo di un numero così elevato di forze. Tra l'altro, fortunatamente abbiamo a disposizione un aiuto in più.-
In quel mentre si udì bussare alla porta, dalla quale fece capolino Madama Chips.
Silente, già sapendo cosa volesse l'Infermiera, si diresse verso di lei, ed Harry lo seguì.
-Ha fatto tutto?- chiese alla donna.
-Sì- rispose quella con aria contrariata. -Mi raccomando, non fatele fare sforzi eccessivi per qualche ora, e domattina sarà come nuova.-
E, detto questo, mollò una spossata Elenie tra le braccia tese di Harry.
Il Bambino Sopravvissuto strinse a sè la sua ragazza, che gli sorrise debolmente.
-Le ha prelevato molta magia?- domandò ancora Silente.
Madama Chips fece un cenno eloquente verso una decina di bottigliette che levitavano a mezz'aria accanto a lei.
Il Preside annuì, quindi si rivolse alla Benèfica.
-Se sei molto stanca, ti farò portare al tuo dormitorio.- mormorò con un sorriso gentile sulle labbra -Altrimenti puoi restare, a patto che te ne stia tranquilla.-
Un sibilo di disapprovazione giunse dalle labbra serrate dell'Infermiera, che se ne andò rapidamente.
-Vorrei rimanere.- sussurrò Elenie con voce fioca.
Silente le strinse un braccio, quindi tornò dentro, seguito dalle ampolle fluttuanti.
Potter posò un delicato bacio sulla fronte della Zabini e, sorreggendola, entrò insieme a lei.
Tutti, al loro ingresso li fissarono, guardando incuriositi le bottigliette di Silente e la ragazza sfinita stretta tra le salde braccia di Harry.
Il Grifondoro, senza guardare nessuno se non la sua ragazza, tornò al suo posto, facendo accomodare Elenie sulle sue gambe.
Lei si accoccolò sul suo petto, lottando contro il sonno, e guardandosi attorno stranita.
Il Preside intanto si schiarì la voce.
-Queste- esordì, indicando le ampolle - sono estratti di magia Benèfica, la stessa di cui fanno uso i Mangiamorte, messaci gentilmente a disposizione dalla Signorina - e qui indicò la Zabini -Ce ne sono abbastanza per tutti, e questo dovrebbe metterci in condizioni, se non proprio di parità, dato che loro ne hanno fatto maggiormente uso, almeno di non così grande inferiorità.-
Ci fu un mormorio di assenso, dopo le parole di Silente, e tutti gli occhi degli Auror si accesero di entusiasmo.
-Questa la tengo da parte per Kingsley, Tonks, e quelli che ci raggiungeranno più tardi - disse il Preside, infilando una bottiglietta nella tasca del suo mantello -Per il resto...servitevi pure!-
E con un sorriso agitò la Bacchetta, stappando le ampolle, dalle quali uscirono tanti filamenti colorati, che si diressero allegramente verso ogni mago o strega presenti nella stanza.
Quando quelle lingue multicolori si insinuarono dentro di loro, sia gli studenti che gli Auror avvertirono un'enorme carica positiva farsi spazio nelle loro vene, nel loro cuore.
Scoprirono che i loro sensi si erano sviluppati, che erano molto più forti.
-E' così che ti senti di solito, tu?- chiese Blaise, eccitato, alla cugina.
-Si, solo che essendo Benèfica di natura, quello che provo io è cento volte più amplificato- sorrise debolmente Elenie.
Chris, quando l'atmosfera si fu un po' calmata, si alzò nuovamente.
-Ora, non confidate troppo in questi nuovi poteri. Non sono eterni, e andranno via via consumandosi.- spiegò -E ricordate che non avete nulla di più di quello che hanno i Mangiamorte. A proposito, quanti di voi sanno usare la spada?- chiese ad un certo punto.
Diversi Auror si alzarono in piedi e, con grande orgoglio anche Blaise, Hermione, Harry ed Elenie, oltre che Seamus, poco più indietro.
-Perfetto.- sospirò Mason -Vedete...dato che suppongo saremo più o meno allo stesso livello, per quanto riguarda la potenza degli incantesimi, temo che ad un certo punto, per ottenere migliori risultati, dovremo passare al duello fisico.-
Molti nella stanza trattennero il fiato, preoccupati.
-Naturalmente non siete obbligati a rimanere, potete andarvene in qualsiasi momento.-
Tanti si guardarono intorno, altri avevano espressioni preoccupate, ma nessuno si mosse.
Ognuno rimase ben ancorato alla propria sedia. Il coraggio rimpiazzava la paura, la tenacia e l'orgoglio la preoccupazione.
-D'accordo. - continuò Christopher, rincuorato -Chi non è abbastanza pratico con spade ed affini dovrà stare sempre accanto a qualcuno di esperto, per aiutarlo con la bacchetta ed essere a sua volta protetto. Tutto chiaro?-
Gli Auror assentirono brevemente, e qui ricominciò Carrigan.
-Stanotte sarete ospitati qui al castello. Il Preside ci ha gentilmente chiesto -spiegò -di non farci vedere troppo in giro per non mettere in allarme gli studenti. Ci ritroveremo qui, domani, alle sette, per discutere degli ultimi dettagli e partire.-
La folla degli Auror sfociò dalla stanza, scortata dai professori e da Silente, e nell' aula rimasero solo Harry, i ragazzi e i soliti quattro Auror più Laine.
-Beh dai, direi che è andata bene- sorrise Alice, appoggiandosi alla spalla del fidanzato.
Mason annuì -Più di quanto mi aspettassi.-
-Elenie come stai?- stava chiedendo intanto dolcemente la Harris, accarezzando i capelli della Benèfica, sempre in braccio ad Harry.
-Sono un po' stanca -confessò la Corvonero -Ma sto bene, grazie. Domani tornerò in forze.-
-E voi?- si interessò Chris, osservando in direzione di Ginny, Seamus, Dean e Neville. -Sapete che nessuno vi obbliga vero?-
Finnigan si alzò, solennemente.
-Lo sappiamo- annunciò con fierezza, parlando anche per i propri amici -Ma è giusto che anche noi facciamo la nostra parte, per quanto possibile...-
-Siete proprio dei Grifondoro -soghignò malignamente Seb, poco più in là, prendendosi una sberla dalla sua ragazza.
-Se non sbaglio tu sai anche usare la spada giusto?- continuò Mason, ignorando l'amico.
Seamus annuì, sorridendo.
-Tu sei la sorella di Ron, giusto?- si intromise Alice ad un tratto.
Ginny annuì afflitta.
-Non ho ancora avuto il coraggio di dirlo a mamma e papà- mormorò tra sè e sè.
-Ah già. Ne ho parlato con Silente.- si ricordò in quel momento Chris -Ha detto che non devi preoccuparti di nulla, che penserà lui a tutto. Non vuole farli stare troppo in pensiero.-
La piccola Weasley annuì, accostandosi appena a Dean.
-Ora noi andiamo- annunciò Alice -Dobbiamo andare ad aspettare Malocchio, Kingsley, Remus e Ninfadora, che arriveranno a breve!-
-Possiamo venire anche noi?- chiese Hermione, che per tutta la durata della riunione non aveva quasi parlato, limitandosi ad ascoltare attentamente come se fosse ad una lezione di Ruf.
-E' meglio che andiate a letto- rispose dolcemente la Parker -Arriveranno tardi, e dobbiamo discutere con loro di una cosa molto importante. Li saluterete domani mattina.-
E detto questo, uscirono.
-Ti accompagno a Corvonero.- sussurrò Harry ad Elenie, aiutandola ad alzarsi e uscendo dalla porta sorreggendola.
Quasi tutti gli altri li seguirono, finchè nella stanza rimasero solo Ginny ed Hermione.
-Sei preoccupata per Ron?- chiese la Granger, maledicendosi un istante dopo per la stupidità della propria domanda.
Lei stessa si stava logorando per l'ansia di sapere cosa fosse accaduto al proprio migliore amico, figuriamoci Ginny, che era sua sorella.
-Più che altro mi sento in dovere di fare qualcosa- confidò la Weasley, con gli occhi lucidi -Lui ha sempre fatto di tutto per me, è venuto fino nella Camera dei Segreti, al secondo anno, pur di salvarmi. Ora tocca a me-
Hermione, cercando di ignorare il magone che sentiva crescerle sempre di più, si sporse dalla sedia per stringere la mano dell'amica.
-Lo tireremo fuori, vedrai - mormorò, cercando di confortare lei, oltre che sè stessa.
-E Malfoy?- borbottò Ginny, cercando di cambiare argomento e di vedere al contempo un po' più chiaro dietro una faccenda di cui non aveva capito molto.
La Granger, solo sentendo quel nome, si ritrasse, sentendo la solita fitta nel petto.
Non lo sentiva più...
Non riusciva più a percepire la sua presenza accanto a lei, e questo non riusciva a sopportarlo.
Non poteva, non doveva arrendersi.
-Lo so che c'era qualcosa di importante tra voi...Si vedeva chiaramente.- disse la rossa, tranquillamente.
Hermione sentì gli occhi diventare lucidi.
Era così percepibile?
Erano così tangibili i suoi sentimenti per Draco?
-Ti cercava sempre...Anche con lo sguardo-
Un lieve singhiozzo si propagò all'esterno, senza che riuscisse in nessun modo a controllarlo.
Lo rivoleva. Era troppo difficile sentire Ginny parlare in quel modo.
Parlare di lui...Di loro...
Perchè ne parlava al passato. Ma non poteva dirle nulla, non poteva dirle di smetterla, di non farlo, perchè lei stessa sentiva la speranza scivolarle via dalle mani, come neve al sole.
E la sua amica se ne accorse.
-Herm non devi mollare!- la esortò, stringendola per le spalle -Non puoi arrenderti, hai capito?-
Ginny la forte, Ginny la consolatrice.
Ginny la Grifondoro.
Quella che da qualche parte era anche lei, Hermione.
E doveva tirare fuori le ali, gli artigli e il ruggito di quel grifone.
Per liberare Draco, ma soprattutto lei stessa, da quell' incubo, chiamato realtà.



Mi prostro ai vostri piedi per scusarmi di questo imperdonabile ritardo! Credo di non aver mai fatto passare così tanto tempo, quasi un mese, tra due aggiornamenti, ma ho avuto grossi problemi col mio computer, che si sono risolti solo adesso.
Vi prometto che ora sarò molto più rapida a postare!
Passo subito ai ringraziamenti:
Hollina: Hermione è forte, ma non invincibile...Vedrai che acquisirà sempre più risolutezza, col passare del tempo! Grazie per la recensione...
nami_pazza: Ciao Gaia! Che bello vederti tra le mie recensitrici...Sono contenta che la storia ti piaccia, spero continuerai a dirmi che ne pensi!
erigre: Un po' di misteri sono stati svelati, ma per avere altre risposte dovrai pazientare ancora un pochino!! Dimmi che ne pensi di questo capitolo...
Kitty_Cullen: Guarda ormai non mi limito più a mordermi la lingua...L'ho proprio incatenata, infiocchettata e ingabbiata, tanto che temo non riuscirò più a muoverla per una trentina d'anni o giù di li! Comunque dai...in questo capitolo un po' di parti del piano le hai capite no? XD
Smemo92: Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto...e soprattutto di essere riuscita a rendere le emozioni dei protagonisti! Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento!
liven: Ti ringrazio per la solita gentilezza con cui commenti i miei capitoli, lo apprezzo molto! Spesso ho dei dubbi su alcuni (molti) punti della storia, temendo di cadere nel banale, di tirarla per le lunghe o, al contrario, di essere troppo sbrigativa e recensioni del genere mi rassicurano molto!
angiericcio: Ti ringrazio dei complimenti, sei un tesoro! *_*  Lo so che i ragazzi non sono quel che si dice fulminei nel decidere cosa fare, ma cerca di capire, andare in cinque allo sbaraglio contro mucchi di Mangiamorte...non è proprio il massimo! =)
Love_doll: Mmm...una Blaise/Ginny dici? (momento per rimuginare) In effetti non è una brutta idea, non ci avevo pensato...Magari nella seconda parte, che dici? Qui, a parte che ho già scritto tutto, ma poi avrei troppo poco tempo per scrivere una cosa decente...
veranatalie: Se non ho capito male intendevi una Blaise/Hermione? Certo che tra tutte, cercate di mettere Blaise con chiunque gli capiti a tiro eh? =)
No dai, non dico niente, dato che non vuoi sapere, anche perchè per ora del seguito ho scritto solo l'inizio, quindi è ancora tutto da vedere!




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Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***






-Li avete chiamati?-
-Si Preside...Arriveranno a momenti-
Ad ascoltare il lugubre scambio di battute tra Albus Silente e Sebastian Anderson c'era una piccola folla di persone.
Oltre a loro infatti, nel piccolo studio del Preside, c'erano Alice, Christopher, Laine, Matthew, la McGranitt e Piton.
Tutti in silenzio. Tutti ansiosi e attoniti.
-E' sicuro che sia giusto dirglielo? Dopotutto sono solo dei ragazzi..- tentò di dire per l'ennesima volta la VicePreside.
-Meritano di sapere.-mormorò Silente -E dopotutto, ho già sottovalutato molte volte Harry, nascondendogli delle cose. Non voglio farlo di nuovo.-
-Ma siamo sicuri che non ci sia un'altra via?- insistette la donna -Magari non abbiamo valutato tutte le possibilità!-
-No- si intromise Piton, pallidissimo -Ho cercato io stesso in tutti i miei libri, e recuperato i testi su cui ho studiato. Non ci sono dubbi.-
La strega crollò su una poltrona, sfibrata.
-Mai....- sussurrò -Mai nella storia di Hogwarts era successa una cosa del genere-
Nessuno se la sentì di dire nulla, a quell'affermazione. Erano ancora troppo sconvolti e, ognuno, dentro di sè, cercava la forza. il coraggio, per dire tutto ai ragazzi.
Dei colpi risuonarono alla porta, quindi Hermione, Harry e Blaise, entrarono nella stanza.
Elenie era rimasta in dormitorio, poichè era ancora debole e voleva essere in forze per quella sera.
-Abbiamo fatto il prima possibile -disse Potter- Ci hanno detto che era una cosa importante.-
Silente annuì, facendo segno ai ragazzi di accomodarsi dinnanzi a lui.
-Non è una cosa buona quella che sto per dirvi- iniziò, con gli occhi socchiusi -Dovrete fare appello a tutta la vostra tempra.-
Hermione, confusa, cercò lo sguardo di Alice, che però guardava ostentatamente da un'altra parte.
La Granger tuttavia, non potè fare a meno di notare che la ragazza sembrava avere gli occhi lucidi.
-Riguarda Draco Malfoy- borbottò infine il vecchio mago.
La ragazza sentì il cuore cominciare a battere a mille, e la salivazione interrompersi di colpo.
Avvertì il braccio di Harry serrarsi attorno al suo, quasi fosse pronto a tenerla a galla in un mare in cui lei non sapeva nuotare.
-Gli è successo qualcosa?- rantolò infine Blaise, col respiro affannoso.
Silente scosse la testa.
-Diciamo che abbiamo fatto ricerche riguardo all'antidoto della Malefica Potio, e i risultati non sono buoni.- annunciò, pacato.
-Non avete ancora trovato nulla?- gemette Hermione, che aveva da poco ricominciato a respirare dopo lo spavento di poco prima.
-Al contrario- continuò il Preside -Abbiamo trovato molte fonti. Ma che purtroppo riconducono a un unico rimedio-
-Cioè?- sibilò Harry, teso -Che rimedio?-
Silente aprì gli occhi, e all'istante tutti capirono.
Oh, se capirono.
Quegli occhi chiari, che non conoscevano menzogna, disserò la verità, nel modo più dolce e terribile del mondo.
-Si spieghi...- sussurrò Hermione, non riuscendo nemmeno più a trovare la propria voce, e ormai sull'orlo del pianto.
Il vecchio mago intrecciò le dita, e posò il mento su di esse.
-Ho fatto del mio meglio, ve lo assicuro, per cercare fonti che fossero il più precise possibile- assicurò, pacato -E tutto ciò che ho trovato è che non c'è antidoto alla Malefica Potio. I suoi effetti svaniranno solo con la morte di chi l'ha assunta-
Il tono lento di Silente non aiutò a lenire gli effetti di quella tremenda verità.
Il cuore di Hermione smise di battere per qualche istante. Sentì qualcosa sbriciolarsi dentro di lei. O forse era lei stessa che stava cadendo in miliardi di pezzi, per poi dissolversi nell'aria.
Scoprì poi che non riusciva nemmeno a piangere.
Era da giorni che non lo sentiva più. Forse perchè nel profondo di sè sapeva che Draco non c'era più, che non ci sarebbe stato più. Che il suo cuore non avrebbe mai più battuto per quegli occhi grigi, per quello sguardo impenetrabile.
Sentì Blaise alzarsi e uscire dalla stanza, seguito a poca distanza da qualcuno, forse Sebastian.
Silente fece un cenno ad Harry, che silenziosamente passò un braccio attorno alla vita della sua migliore amica e la fece alzare in piedi.
Uscirono lenti dalla stanza.
La Granger sentì il respiro di Potter solleticarle l'orecchio...poi più niente.


-Che dici, lurido Babbanofilo, i tuoi amici verranno a cercarti, oppure ti lasceranno morire qui, solo?-
Ron, seduto in un angolo, non badò nemmeno per un istante alla voce maligna di quel Mangiamorte, limitandosi a guardare fisso davanti a sè.
Stava morendo di fame, non mangiava da quando l'avevano rinchiuso in quella gabbia.
Non aveva ancora visto Draco, e non si faceva certo un cruccio per questo.
Ci mancava giusto quell'idiota di Malfoy per migliorargli la giornata!
Era stanco, ma teneva i sensi perennemente in allerta.
Il suo sguardo aveva già vagato per ore interminabili lungo le pareti lisce della stanza, alla ricerca di un pertugio, un'apertura in cui infilarsi, ma niente.
D'altronde non potevano i Mangiamorte essere così sprovveduti.
Era preoccupato, inutile dirlo. Per la sua sorte ovviamente, ma non solo.
C'era Harry. C'era Hermione.
Non poteva permettersi che succedesse loro qualcosa.
Da questo punto di vista preferiva sicuramente essere lui il prigioniero.
Sarebbe impazzito ad Hogwarts, nel caso fosse stato rapito uno dei suoi amici, senza avere notizie.
Almeno, pur essendo rinchiuso, sapeva che loro stavano bene, che erano al sicuro.
E poteva solo pregare che non accadesse loro niente, che si tenessero lontani dalla battaglia.
Anche se, conoscendoli, gli sembrava alquanto improbabile.


-Da quanto è così?-
-Da un po'...Sono preoccupato!-
Harry Potter guardò con aria ansiosa la sua migliore amica, toccando appena le sue mani gelide.
Sentì un braccio posarglisi delicatamente sulle spalle, poi udì la voce rassicurante di Remus Lupin.
-Si riprenderà vedrai...-
-Ma certo! Lo sai che è forte- cercò di consolarlo Tonks, a fianco dell'uomo.
Si, Hermione era forte, lo sapeva.
Ma quanto peso poteva portare sulle sue spalle, prima di crollare?
Se al posto di Draco ci fosse stata Elenie lui non sapeva nemmeno come avrebbe reagito...Non l'avrebbe sopportato. Punto.
-Draco....-
-Ha detto qualcosa?- la voce ansiosa di Ninfadora si propagò nella stanza, ma lui non rispose.
Sapeva benissimo che la sua amica aveva detto qualcosa. E sapeva ancor meglio chi aveva inconsciamente invocato.
Le strinse la mano, mentre lei apriva debolmente gli occhi.
Hermione vide il suo migliore amico, lo riconobbe all'istante, e non potè impedirsi di sentirsi come spaccata in due.
Ci aveva creduto, per un debole e illusorio momento, ci aveva sperato.
Aveva pregato che fosse tutto un sogno, ma le era bastato guardare gli occhi spenti e preoccupati di Harry, per comprendere che non lo era.
Fece per alzarsi, ma lui la costrinse a rimanere lì.
-Sei svenuta, prima- mormorò Potter in risposta al suo sguardo stupito -Forse è meglio se stai un po' tranquilla.-
-Se sto ferma impazzisco- sussurrò la ragazza, ignorando le mani sospese dell'amico e mettendosi seduta.
Fu in quel momento che vide Lupin e Tonks, e rivolse loro un debole sorriso.
La strega si sporse per abbracciare stretta la ragazza, mentre il lupo mannaro si limitò a posarle una mano sulla spalla affettuosamente.
-Verrete anche voi, stasera?- chiese debolmente Hermione.
Vedendo i tre maghi presenti nella stanza guardarla come se fosse uscita pazza, la Granger pretese spiegazioni.
-E' che...-abbozzò Harry -Credevo che, dopo quello che ci ha detto Silente, tu non volessi venire.-
La Grifondoro inizialmente non capì. Poi tutto le si fece più chiaro.
Draco doveva morire, per non essere più una minaccia.
Dunque quella notte, a Casa Riddle, gli Auror l'avrebbero trattato come un Mangiamorte qualunque, e non come un ragazzo da salvare perchè era sotto maledizione.
Hermione inspirò profondamente.
-Non posso. Devo esserci. Per Ron-
-Sei coraggiosa, ragazza.-
La Granger, sentendo quella voce roca e familiare si voltò.
-Saresti un ottimo Auror.- si complimentò un uomo dall'aspetto alquanto strano, con una gamba di legno e un occhio blu elettrico che roteava impazzito nell'orbita.
-Professor Moody!- lo salutò stupita Hermione.
L'uomo fece una smorfia, sentendosi chiamare in quel modo.
-Potter!- fece Malocchio, accorgendosi del ragazzo -Pronto per stasera?-
Il Bambino Sopravvissuto annuì.
-Perfetto. Vado ad organizzare gli Auror! Ci vediamo alle sette. E ricordate...Vigilanza costante!-


-Blaise, mi vuoi spiegare che è successo?-
Zabini non si degnò nemmeno un secondo di ascoltare la voce della Parkinson, ma si limitò a girarsi nel letto, dandole le spalle.
Non voleva vedere nessuno...non voleva parlare, o ascoltare.
Avrebbe solo voluto rimanere nell'incoscenza, nell'ingenua speranza in cui si era crogiolato fino a qualche ora prima.
E siccome lo avevano brutalmente tolto dal suo limbo dorato, l'unica cosa che gli rimaneva era la sua solitudine.
Solo, voleva rimanere solo, ad assaporare quell'incubo dal sapore amaro del fiele.
Ma evidentemente Pansy la pensava diversamente.
Rabbiosa, si diresse dal compagno di casa e, afferrandolo per le spalle, lo costrinse a guardarla.
-Esigo delle spiegazioni.- ringhiò -E' un bel pezzo che non vedo Draco...E ora tu stai così! Voglio la verità!-
Blaise la guardò, specchiandosi nei suoi occhi incredibilmente neri e decisi.
Una volta aveva creduto di amarla, ma lei gli aveva preferito Draco.
Non tanto questo fatto, quanto quello che entrambi sapevano benissimo che a Malfoy della Parkinson non era mai importato nulla, li aveva fatti incredibilmente allontanare.
Zabini non l'aveva più considerata perchè l'aveva ritenuta più coraggiosa e orgogliosa, mentre Pansy, dal canto suo, si sentiva già abbastanza umiliata per dover subire anche le occhiate di commiserazione di Blaise.
-Senti, fammi un favore- scandì il ragazzo -Lasciami perdere-
Come hai già fatto anni fa.
La Serpeverde, stanca, gli prese il viso tra le mani, costringendolo a guardarla in faccia.
-Sono stufa- sibilò -Di essere ritenuta la cretina di turno, chiaro? Io non mi muovo finchè non mi dici tutto!-
E Blaise dopo tanto tempo rivide la ragazza per cui, anni prima, aveva provato qualcosa.
La stessa ragazza che aveva baciato per la prima volta davanti al lago...Prima che lei cambiasse, prima che i suoi genitori e quell'ossessione malata per Draco gliela portassero via.
Sarà che stava male, sarà che si sentiva solo, sarà che non voleva pensare...
Ma quando le infilò una mano nei capelli, si sentì di nuovo la mente in pace...
E quando la costrinse a baciarlo, facendo pressione con la mano sulla sua nuca, sentì che era la cosa giusta.


David Carrigan si guardò in giro, sistemandosi meglio la spada che portava appesa alla cinta.
La Sala degli Allenamenti era gremita di Auror.
-Anderson!- gridò l'uomo, in direzione di uno dei suoi sottoposti.
Sebastian, scostandosi i capelli scuri dal volto, si avvicinò al suo Capo.
-Mi dica.-
-Sono arrivati tutti?- domandò Carrigan.
L'ex Serpeverde si guardò brevemente alle spalle.
-Mi sembra non manchi nessuno- annunciò.
Infatti aveva appena visto il portone aprirsi, per lasciare entrare Harry Potter e il suo gruppetto, il quale si era diretto subito da Remus Lupin, che si trovava in un angolo della sala a parlare con Alice e Laine.
-Blaise va tutto bene?- stava chiedendo in quel momento Hermione, con espressione vuota -Mi sembri strano.-
Il Serpeverde annuì, assente.
Nemmeno per un istante pensò che la domanda della ragazza riguardasse quello che era stato detto loro quella mattina sulla sorte di Draco.
Sembrava che nessuno volesse parlarne, forse per lasciare fuori tutto quel dolore, oppure per esorcizzarlo in silenzio...oppure semplicemente perchè non andasse ad intaccare tutto quel coraggio che avevano accumulato per l'impresa di quella sera.
-Sei sicuro?- insistette la ragazza, probabilmente più per parlare e distrarsi, che per altro. Non era mai stata una ficcanaso.
Blaise le sorrise debolmente, quasi per rassicurarla, poi si richiuse in sè stesso.
Del resto non poteva dirle di tutto quello che aveva provato baciando Pansy.
Di come avessero fatto l'amore nel suo letto fino a poco tempo prima.
E di come si sentisse, in una piccola parte del suo essere, felice...
Il fatto di Draco l'aveva come ricoperto di una coltre di disperazione, ma ora si era creato un piccolo angolo di cielo terso, che nulla poteva scalfire.
Aveva gridato, Pansy, quando le aveva detto cosa lo aspettava quella notte, l'aveva implorato di non andare.
E poi, semplicemente, aveva capito.
E  l'aveva salutato, senza dire nulla. Senza raccomandargli di fare attenzione, o di tornare presto.
No, gli aveva solo stretto il braccio per un momento, poi era uscita.
Forse per nascondere le lacrime.
Cazzo. Che casino.
Uno ha certezze per una vita e poi...boh...basta un atto di coraggio, un atto di cuore, per stravolgere tutto.
Stranamente il pensiero che per Pansy fosse stata una cazzata, un gioco, non l'aveva nemmeno sfiorato.
Il fatto che magari lei amasse ancora Draco, che volesse ancora solo lui, non l'aveva nemmeno considerato.
Perchè, per quella fuggevole ora, aveva rivisto in lei una ragazza che era convinto non esistesse più...


-Perfetto. Ora possiamo partire. Dovete pensare intensamente a una via di Little Hangleton. Questa.-
E Matthew estrasse dal suo mantello una fotografia che, ad un tocco di bacchetta, si amplificò per poter essere vista da tutti.
Ogni singolo occupante della stanza si sforzò di imprimersi bene in mente tutti i più piccoli particolari dell'immagine.
-Bene. Se siamo tutti a posto direi che ci vediamo lì tra poco. Arrivederci.-
E detto questo, seguito da una buona parte degli Auror, si Smaterializzò.
Harry lo imitò immediatamente, sapendo di dover essere rapido, perchè Silente non voleva lasciare per troppo tempo disattivata la barriera anti-Smaterializzazioni, sia pure solo per quella sala.
Strinse forte il polso di Dean, che ancora non era molto abile con quella tecnica e girò su sè stesso.
Hermione fece lo stesso, con Ginny saldamente ancorata alla sua mano.
Riapparvero un istante dopo in un vicoletto buio.
Rischiarono quasi di venire schiacciate dalla folla di Auror, troppi per un luogo così piccolo.
Pur se era stato raccomandato a tutti di fare il meno rumore possibile, un insieme così grande di persone tutte insieme creava comunque un bel brusio, dato dai lumos delle bacchette, dallo scalpiccio dei piedi, e dalle parole appena sussurrate.
-Dove saranno gli altri?- chiese angosciata la Granger.
Ginny per tutta risposta si guardò rapidamente intorno, preoccupata.
Fecero qualche passo, sempre tenendosi per mano per non perdersi tra tutte quelle persone, quando Hermione si sentì afferrare il braccio libero.
Come vide Harry e Dean li abbracciò stretti, subito imitata dalla Weasley.
Poco dopo, fortunatamente comparvero anche Blaise con Seamus ed Elenie con Neville.
Nell'aria aleggiava un freddo innaturale, le strade della cittadina erano buie e silenziose.
-Dobbiamo cercare di passare il più inosservati possibile- spiegò Alice, collocandosi al loro fianco quando cominciarono a camminare alla volta di Casa Riddle.
-State sempre in gruppo. Non lasciatevi mai!- ordinò, prima di andare a parlare con Chris.
Hermione, guardandosi intorno si sentì stringere il cuore.
Ovunque si girasse vedeva solo persone che approfittavano di quelli che potevano essere i loro ultimi istanti di vita per stare insieme.
Elenie ed Harry, davanti a lei che, con le teste vicine parlavano sottovoce, incitandosi a vicenda.
Chris e Alice che si tenevano per mano e procedevano a dare gli ultimi ordini e consigli agli Auror.
Sebastian che stringeva Laine per la vita, ormai rassegnato che lei l'avrebbe seguito anche all'Inferno, pur di non doversi staccare da lui.
L'aveva pregata, supplicata di non andare, di rimanere al sicuro, ad Hogwarts, ma la Harris non aveva voluto sentire ragioni. Erano come un unico filo.
E così la Granger camminava, spinta solo dalla voglia di salvare il suo migliore amico.
Se gli fosse accaduto qualcosa...No, non poteva pensarci.
Lui ed Harry erano le sole cose che impedivano ai fili sottili che la tenevano ancorata alla terra di staccarsi.
Per un breve tempo anche Draco era stata una delle sue poche ragioni di esistenza...
Ma alla fine si era rivelato solo un bel sogno, che non aveva apprezzato abbastanza finchè non si era concluso.
Cazzo. Ma perchè doveva andare a finire sempre lì? Perchè doveva fare così dannatamente male?
Il gruppo camminò per una buona ventina di minuti, quindi tutti videro dinanzi a loro il profilo nebbioso di una grande, immensa villa.
Una villa da cui erano separati per mezzo di un enorme giardino, il quale era a sua volta sbarrato da un pesante cancello in ferro battuto.
Non un rumore proveniva dalla gigantesca abitazione anzi, su di essa aleggiava un sentore di morte, iniziato con l'assassinio della famiglia Riddle da parte di Voldemort, e terminato con tutto il sangue che sarebbe stato versato quella notte.



Eccomi di nuovo qua. Lo so, dopo questo capitolo vorrete uccidermi...ma vi prego di non farlo! A mente fredda ve ne pentireste! (spero XD).
Mi auguro che continuerete tutte a seguirmi, anche se magari per il momento la storia non sta prendendo la piega che speravate...
Ora passo alle recensioni:
Hollina: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Dimmi che ne pensi di questo, anche se temo non ti sia piaciuto altrettanto...
liven: Coi tuoi commenti mi fai arrossire ogni volta! Ti ringrazio di cuore, davvero, non sai quanto sia importante e bello per me vedere che qualcuno mi apprezzi a tal punto.!
Love_doll: Eccoti subito accontentata! Come vedi Blaise non è più single...Anche se non è Ginny la sua ragazza...spero ti vada bene lo stesso, anche se non credo! Dai, per il momento, accontentati, poi più avanti...chissà!
erigre: Mi sento troppo in colpa a rispondere ai vostri commenti dopo le rivelazioni di quest'ultimo capitolo! Comunque ti ringrazio della recensione, spero che non mi "abbandonerai", dopo le novità su Draco!
nami_pazza: Vedo che ormai mi avete messo su il Blaise/Ginny fanclub =), quindi temo che ciò che è successo tra Blaise e Pansy non sarà apprezzato più di tanto. Beh, mi auguro che mi dirai lo stesso cosa ne pensi! Ciao Gaietta, un bacio!
Smemo92: Qui hai trovato risposte ad alcune domande...Io invece ti dico che hanno preso la magia Benèfica la sera prima perchè il giorno della battaglia non ne avrebbero avuto il tempo, come vedi infatti sono partiti abbastanza di fretta...E in più Elenie doveva riprendersi!
Kitty_Cullen: Sono contenta che ti sia piaciuto l'ingresso di Ginny...Grazie della recensione!
angiericcio: Concorrenza alla Rowling? Cavoli, che complimentone...Spero di non deluderti, davvero!
veranatalie: Ti ringrazio tanto per i complimenti, nel prossimo capitolo scoprirai molte cose e finalmente ci sarà un po' di spazio per l'azione=) Sono contenta di aver reso bene Harry, cerco sempre di mantenere i personaggi il più vicino possibile all'originale, anche se non sempre ci riesco!

Ringrazio inoltre le 180 persone che hanno inserito la fiction tra i preferiti e chi legge solamente!
Un bacione a tutti!                
                                                                                Gaia

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Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***







-Bombarda!-
Hermione e gli altri non poterono fare a meno di tapparsi le orecchie, dopo il fortissimo rumore prodotto da quattro o cinque incantesimi insieme, che andarono a cozzare contro il cancello di ferro di Casa Riddle.
Era da mezz'ora che stavano lì, e ancora non erano riusciti ad aprire quella maledettissima inferriata.
-Cazzo. -biascicò Harry, accanto a lei, notando l'ennesimo tentativo andare a vuoto -Devono averci messo su un incantesimo bello potente-
Persino Elenie si era aggiunta agli Auror, cercando inutilmente di provare a creare un'apertura, ma il cancello sembrava invalicabile.
La Granger, se fino a qualche minuto prima si era aspettata di agire di sorpresa, o quantomeno di nascosto, rimase fortemente delusa.
Non è nello stile degli Auror agire nell'ombra. Non sono come i Mangiamorte.
Perciò appena giunti davanti a Casa Riddle, erano volati i primi incantesimi.
Stranamente però nessun Mangiamorte era uscito, nessun contingente nemico aveva cercato di frenare l'avanzata degli Auror, ma rimanevano tutti trincerati dentro la Villa silenziosa.
-Sperano che ci stanchiamo- giudicò Chris, parlottando con gli amici.
Sebastian annuì.
-Speranza vana -sibilò -Il cancello sta cedendo-
Infatti, sotto il forte peso degli incantesimi degli Auror, potenziati dalla magia Benèfica, l'inferriata si schiantò a terra con un pesante cigolìo.
-Mi raccomando, niente colpi di testa!- ordinò Carrigan, alla testa dei suoi uomini, mentre procedevano verso il giardino.
Harry, vicino ai suoi compagni Grifondoro, alla sua ragazza e a Blaise, continuava a guardarsi attorno, i sensi tesi.
Non era nuova come situazione, per lui.
Era abituato a quelle battaglie, a sentire il sangue ribollirgli nel cervello, ad avvertire l'adrenalina galoppargli nelle vene...ma c'era qualcosa in più, quella volta.
C'era Ron.
Il suo migliore amico per la prima volta non era al suo fianco, a incentivarlo, a spronarlo, ma era nelle mani di quei bastardi.
Potter strinse i pugni, girandosi di scatto verso un tremolìo improvviso nella notte.
Non gli ci volle molto a capire cos'erano le creature che si stavano avvicinando loro, perchè subito avvertì una sensazione di freddo, e immediatamente la voce di sua madre iniziò a gridare nella sua testa.
-Evidentemente ai Mangiamorte piacciono i Dissennatori!- ringhiò Sebastian poco più in là, estraendo la bacchetta.
Tutti lo imitarono, osservando un buon centinaio di esseri scivolare nella loro direzione.
Iniziarono a volare incantesimi. Animali argentei delle forme più disparate correvano in giro, nel tentativo di proteggere i propri padroni.
-Expecto patronum!- gridò Harry, e osservò il proprio cervo galoppare insieme alla lontra di Hermione e alla volpe di Seamus.
-Sono tantissimi!- rantolò Laine, colpendone tre con il proprio Patronus.
Mason si abbassò, per schivarne uno che gli era arrivato eccessivamente vicino, poi lo distrusse.
Era difficile combattere in quelle condizioni.
Di per sè, per un mago abile con l'Incanto Patronus, debellare un Dissennatore non è difficile.
Ma in quella situazione, combattere contro tante creature in una volta sola, sentendo il cuore oppresso dall'angoscia, il compito si rivelava più arduo che mai.
-Vigliacchi- sibilò Anderson, quando ebbero distrutto tutti i nemici -Sanno perfettamente che i Dissennatori non possono farci del male. Vogliono solo farci consumare le forze.-
-Evidentemente ci temono abbastanza -sorrise diabolicamente Chris.
-Se credono di fermarci con qualche Dissennatore si sbagliano di grosso- ringhiò Carrigan, tra sè e sè.
Era un uomo tutto d'un pezzo, non si faceva intimorire da nulla, e l'unica sua paura, quella notte, era quella di perdere alcuni dei suoi elementi.
Gli Auror avanzarono ulteriormente, ma con maggior circospezione.
Erano un gruppo compatto, unito, e tutti erano ugualmente stupiti di non aver ancora subito nessun attacco eccessivamente pericoloso.
Sembrava quasi che nessuno avesse mandato quegli esseri immondi.
La Villa rimaneva lì, avvolta nell'oscurità, silenziosa e impassibile ai timori e alle speranze degli uomini che si accingevano ad entrare al suo interno.
Il Capo degli Auror si avvicinò al grande portone di quercia, alzando la bacchetta e appoggiandosi ad esso con le spalle, e si accorse con gran stupore che era socchiuso.
Troppo strano per essere una semplice dimenticanza, pensò guardingo.
Fece un cenno a Chris, accanto a lui.
-Entriamo a dare un'occhiata- gli sussurrò -E' inutile mettere in pericolo tutti, se intendono farci un'imboscata-
Mason assentì.
Era questo che gli piaceva maggiormente di Carrigan.
Si esponeva sempre personalmente; ogni volta, in qualsiasi battaglia, si faceva trovare in prima linea.
Prima di entrare, però, l'ex-Grifondoro cercò gli occhi di Alice.
Eccola là, con lo sguardo chiaro intriso di paura.
Ma lei non disse niente, si obbligò a non chiamarlo per supplicarlo di restare indietro, di far andare qualcun altro al suo posto.
Era il suo lavoro, il suo dovere, e la Parker lo sapeva benissimo.
Christopher aprì, con la bacchetta pronta, il portone quel tanto che bastava per permettere a Carrigan di scivolare dentro.
Poi lo seguì, lasciando l'ingresso sufficientemente aperto per consentire a un fascio di luce di spazzare il grande salone.
-Lumos- mormorò l'Auror, per vedere meglio.
Il chiarore creato dalla bacchetta colpì la schiena di Carrigan, che a sua volta ispezionava allibito ogni angolo della stanza.
-Sembra disabitato- giudicò l'uomo -Dici che abbiamo preso un abbaglio, venendo qui?-
Mason scosse la testa, convinto.
Diresse la punta della sua bacchetta verso le scale, facendo fuggire qualche topo e osservando, con schifo malcelato, ogni più piccolo granello della polvere che affastellava quel luogo.
E in quel momento sentì un rumore, sommesso ma ben distinto, provenire dal piano di sopra...


-Il salone è deserto, ma sicuramente nella Villa c'è qualcuno- annunciò Carrigan -Senza dubbio ci aspettano, quindi niente effetto sorpresa...-
-Anche perchè, dopo tutto il casino che abbiamo fatto per scardinare quel fottuto cancello....- borbottò sarcasticamente Sebastian.
-State attenti- avvertì Chris, con un braccio stretto attorno alla vita di Alice -E' probabile che ci riservino qualche sorpresina, che non hanno spedito contro di noi perchè eravamo solo in due-
Ad un segno di Carrigan tutti gli Auror entrarono nella grande casa.
Ad Harry faceva un po' effetto sapere di trovarsi nel luogo dove aveva abitato il padre di Voldemort, e dove quest'ultimo l'aveva ucciso.
Hermione, dal canto suo, non faceva nemmeno caso al posto, agiva come un automa.
Tutti i suoi pensieri erano concentrati su Ron, sulla speranza di trovarlo vivo.
Cercava di tener lontano Draco dalla sua mente il più possibile.
Non poteva permettersi di soccombere al dolore, non in quel momento in cui aveva bisogno di rimanere lucida.
Esso sarebbe arrivato in seguito, di sicuro, magari in forma ancora più acuta, e la Granger lo sapeva, ma era conscia anche di non poterlo evitare.
La ragazza si girò di scatto, all'erta, sentendo un sibilo spaventoso provenire dall'oscurità.
-Lo sapevo- ringhiò Chris, facendo un passo in avanti.
Nel giro di qualche secondo il gruppo degli Auror venne circondato da creature che gli studenti di Hogwarts avevano conosciuto, grazie ad Hagrid, qualche anno prima.
Infatti, dall'ombra iniziarono a contraddistinguersi le figure di un gruppo di Schiopodi Sparacoda alquanto minacciosi e molto, molto più grossi della norma.
-Devono aver usato l'Engorgio, o chissà quali altre diavolerie -bisbigliò Alice, alzando la bacchetta.
Molti Auror, non avendo mai visto prima quegli esseri, si ritrovarono del tutto spiazzati.
-Da dove cazzo spuntano questi cosi?- sibilò esterrefatto Seb, lanciando Schiantesimi un po' a caso contro quell'orda nemica.
Inutile dire che Hermione, Harry e gli altri studenti si ritrovarono, per la prima volta in vita loro, a benedire Hagrid e le sue lezioni, perchè con sicurezza alzarono le loro bacchette, puntandole direttamente sul ventre molle delle creature.
-Impedimenta!- gridò la Granger, incitando tutti gli Auror ad imitarla -Dovete colpirli sotto la corazza...E' l'unica parte esposta e delicata!-
Non ci volle molto a liberarsi di quegli orridi esseri. Ad Harry, per un istante, sembrò di essere ritornato all'interno del labirinto, durante la terza prova del Torneo Tremaghi, e ripensò per un istante alla fatica e al dolore che aveva dovuto affrontare prima di giungere a quella maledetta coppa.
Era lo stesso giochetto che stavano cercando di fare i Mangiamorte, considerò, sfinirli, cercare di farli diminuire di numero, prima che arrivassero all'obiettivo.
-Devono essere veramente messi male se ci spediscono contro gli Schiopodi- ridacchiò Blaise.
Matt gli posò di scatto una mano sulla spalla, inducendolo a tacere.
-Merda- ringhiò, facendo indignare diversi colleghi -Quelle schifezze erano solo dei diversivi, per distrarci.-
Un secondo dopo si resero conto tutti che quella pronunciata da Parker era stata una grande e terribile verità.
In un silenzio inquietante, interrotto soltanto dal battito furioso dei loro cuori, gli Auror e gli studenti vennero accerchiati lentamente.
I deboli fasci di luce prodotti dalle bacchette non bastavano più a fendere l'incredibile oscurità che si era prodotta nella Villa.
Non un fiato veniva prodotto, non un sospiro, che avesse potuto rompere il fragile equilibrio creatosi tra i sensi attentissimi degli Auror e i passi strascicati delle creature maledette con cui si sarebbero trovati a combattere di lì a poco.
-Che diavolo sono?- sussurrò, in direzione del suo ragazzo Laine,  a voce bassissima, ma abbastanza alta per poter essere udita distintamente da tutti.
Anderson si fece forza per risponderle, stando ben attento che la sua voce non tremasse.
Era stato uno sconsiderato.
Non doveva portarla con sè, pur sapendo benissimo che se a lui fosse capitato qualcosa, lei avrebbe trovato subito il modo per seguirlo.
-Sono Inferi- disse il ragazzo infine, come se stesse pronunciando una condanna.
La loro.
Si scambiò un'occhiata nervosa con Chris e Matt.
Sulla terra non c'era essere più nauseabondo di quei non-morti, viscidi e putrefatti.
Seb aveva imparato a riconoscere con orrore il suono dei loro passi lenti e strascicati, l'odore vomitevole delle loro carni lacere e tirate.
Harry ed Hermione, sentendo i nemici terribilmente vicini, e trovandosi ad un'estremità del gruppo, indietreggiarono all'unisono, fino a toccare le schiere dei loro compagni di battaglia.
-Ricordate...temono il fuoco!- rammentò Alice, restringendo nuovamente il loro cerchio.
-Posso sistemarli io- stimò Elenie -Ma ho bisogno di raccogliere energie.-
-Stai indietro,allora- le consigliò Harry, sollevato di avere una scusa per allontanarla dalla battaglia, sia pure per poco -Te li tengo lontani io.-
Mentre venivano accerchiati, si resero conto di quanto gli Inferi potessero essere potenti, soprattutto con il favore del buio.
-Pronti...- bisbigliò Carrigan, pronto a dar inizio alla guerra -Colpite!-
Gli Auror cercarono di colpire le creature all'unisono, in un tentativo di indebolirli, ottenendo solo il mero risultato di qualche bruciatura sulla loro pelle disgustosa.
Nessuno parlava, tutti rimanevano concentrati sul loro obiettivo, nell'aria c'era solo il secco rumore delle bacchette che sferzavano l'aria, e i colpi sordi dei corpi degli Inferi che venivano momentaneamente bloccati dagli incantesimi.
C'era chi azzardava qualche Lumos particolarmente potente, ma che serviva solo a far arrabbiare di più i nemici.
-Lacarnum Inflamare!- gridò a un certo punto Sebastian, mirando all'Infero contro cui stava combattendo da un bel po'.
Il braccio del cadavere prese fuoco, per poi staccarsi dal corpo del suo padrone.
Finalmente sembrava che avessero trovato un modo per fermare tangibilmente le creature!
Però erano troppi...e via via che il tempo passava l'aiuto di Elenie si faceva sempre più necessario, vitale quasi.
E fu in quel momento che accadde.
Chris, mentre stava combattendo contro tre o quattro nemici, vide di sfuggita una scena che fece ghiacciare il sangue nelle vene.
A pochi metri da lui un Infero era sopraggiunto alle spalle di uno degli Auror più giovani, e l'aveva bloccato tra le sue braccia scarne.
Il ragazzo giaceva semisvenuto a terra, mentre l'essere gli incombeva sopra.
Chris, con un colpo di reni si liberò delle creature che stava affrontando, e raggiunse il collega.
Non ci pensò nemmeno un secondo....Si scagliò sopra il corpo del ragazzo, proprio mentre l'Infero stava alzando una mano su di lui, per finirlo.
Con la bacchetta alta si gettò praticamente tra le fauci del nemico...
-Chris- gridò disperato Matt, che aveva assistito all'ultima parte della scena.
-Lacarnum Inflamare- gridò, correndo verso l'amico.
L'Infero venne distrutto in un baleno dalla potenza dell'incantesimo, ma ormai il suo dovere l'aveva già compiuto.
Mason giaceva a terra, boccheggiante, colpito da chissà quale incantesimo.
-E' ferito- urlò Parker, alzando la testa dell'amico e tentando di sovrastare con la sola sua voce tutto il baccano prodotto dalla battaglia.
Alice, sentì per puro caso il grido di suo fratello, e si voltò verso di lui.
E tutto si svolse come al rallentatore...
Il peggiore dei suoi incubi si stava realizzando davanti ai suoi occhi.
Chris...il suo Chris, era a terra, e dal suo petto sgorgava un fiotto di sangue.
No....
Non pensò ai nemici, al suo dovere di Auror...
Semplicemente erano scomparsi dalla sua mente.
Vedeva solo l'uomo che amava, steso a terra.
E sè stessa, troppo lontana per morire con lui.
Corse, col cuore in mano pronta ad offrirlo alla spada di qualunque boia se Chris non si fosse salvato.
-Che è successo?- gridò, buttandosi accanto a Matt, il viso fradicio di lacrime che non si era accorta fossero sgorgate.
-Un Infero l'ha colpito.- biascicò suo fratello, come annientato.
-Chris!- chiamò la ragazza, sconvolta -Mi senti?-
Si sostituì al fratello, prendendo il corpo di Mason tra le braccia, tremando.
Non l'avrebbe lasciato andare così facilmente. Non poteva permettersi di perderlo.
Sentiva la stanchezza risalire dalle gambe e il dolore acuto e familiare provenire dal petto, ma non se ne curò.
Il ragazzo per un momento aprì gli occhi verdi, sbarrandoli quasi sul viso della Parker, quindi li richiuse con un gemito.


Intanto, nel cuore della battaglia, Harry James Potter sentì un braccio toccargli una spalla.
Si voltò e vide Elenie, che con un sorriso stanco sulle labbra gli suggerì di farsi da parte.
Il Grifondoro si scostò, sorpreso e un po' incuriosito, e la Benèfica ebbe campo libero.
Avanzò di un paio di passi, per nulla timorosa dell'orda di creature che avanzavano contro di lei.
Alzò le braccia davanti a sè, socchiuse gli occhi e richiamò di nuovo a sè, dopo tanto tempo, la sua magia, che aveva cominciato a scorrere nuovamente in ogni fibra del suo essere.
Fu a sua madre che pensò quando strinse i pugni, concentrandosi più che poteva.
-Ruin firima yello-*
Dalle sue mani scaturì un getto di luce brillante, che si propagò per tutta la Sala, illuminandola per qualche istante come non avrebbe nemmeno potuto farlo un raggio di sole. Non appena la luce ebbe raggiunto ogni angolo, fece ritorno da colei che l'aveva evocata, riportando la sala nella penombra.
E, sotto gli sguardi esterrefatti di tutti, la stanza era sgombra.
Non c'era più nemmeno l'ombra di un Infero. Erano tutti stati scacciati da quella luce potente e mortifera.
Blaise, che stava combattendo contro diversi avversari, si sedette a terra, sfinito e allibito.
-Ma in che diavolo di lingua ha parlato?- borbottò Seamus, avvicinandosi a Hermione, incuriosito.
-Elfico- rispose la Granger ammirata, scoccandogli un'occhiata storta.
Harry dal canto suo, era veramente sorpreso di ciò che aveva appena fatto la sua ragazza.
Le corse incontro e l'abbracciò, esultante e fiero.
Ma un grido distrutto li richiamò alla realtà, spezzando bruscamente quell'atmosfera festante.
-Elenie!- chiamò infatti Alice, in preda al panico, mentre tra le sue braccia Chris veniva scosso da convulsioni di dolore.
La Benèfica corse da lei.
-Ti prego fai qualcosa- la pregò la Parker.
Gli Auror si accerchiarono intorno alle loro figure, e la Zabini si inginocchiò vicino a Mason, e portò i palmi tremanti sulla ferita insanguinata.
Ma nessun fiotto di calore si propagò dalle sue mani e Chris sembrava sempre più debole...sempre più debole.
-Perchè non guarisce?- chiese Alice, pallidissima.
-Allontanatevi!- ordinò Carrigan, con la fronte corrugata in una smorfia di preoccupazione-Lasciateli respirare-
-Sono troppo stanca- mormorò Elenie, scostando per un attimo le mani dal ragazzo -Ho già impiegato molte delle mie energie per produrre l'incantesimo con cui uccidere gli Inferi-
La Parker si sentì svenire. La Benèfica era stata la sua ultima speranza.
Non era necessario essere un Medimago per capire le condizioni disperate in cui versava Chris.
-Per favore- la scongiurò - Riprova...-
Il tono flebile e disperato della voce di Alice la indusse a fare un secondo tentativo.
Posò nuovamente i palmi sul corpo dell'Auror.
Si sentiva distrutta...Le sembrava di voler dormire un anno intero...
Dai Elenie, si incitò, tra i denti serrati.
Christopher doveva vivere...doveva.



*Chiamo la rossa fiamma mortale



Eccomi di nuovo qua...Come vedete gli Auror sono entrati nella Villa. Spero non mi ucciderete per quello che è successo a Chris. A proposito, non so di preciso cosa succeda nel caso in cui uno venga attaccato da un Inferius, quindi ho lavorato un po' di fantasia.
Approfitto di questo spazio per informarvi che presto pubblicherò un'altra fanfiction, una Ron/Hermione stavolta, di cui però non ho ancora deciso il titolo. Appena lo stabilirò lo scriverò in questo spazio, nel caso qualche anima buona abbia voglia di leggere la storia=)
Hollina: Sono supercontenta che Blaise ti sia piaciuto! Temevo di aver fatto un fiasco totale con lui=) Grazie del commento!!
Liven: Mi sa che alla fine della storia dovrò farti un altarino, o qualcosa del genereXD! Davvero, le tue recensioni mi mettono sempre di buonumore, e mi danno un grande incentivo a continuare la storia! A proposito, ringrazia la tua amica da parte mia e salutamela!! =)
Love_doll: Mi dispiace che ciò che è successo tra Pansy e Blaise non sia stato di tuo gradimento...A dir la verità non è stato nemmeno previsto...E' uscito così, non so neanch'io il perchè! Spero che il resto della storia continui a piacerti=)
Sklupin: Spero che il tuo istinto omicida nei miei confronti sia un po' passato, anche se, chissà come mai, ho la vaga sensazione che dopo il finale di questo capitolo sia solo aumentato! Mi auguro però che il fatto di averti dato un assaggio della battaglia, possa un po' perorare la mia causaXD...In poche parole, sto cercando di salvarmi la vita! Dimmi che ne pensi del capitolo!
angiericcio: Ecco un'altra delle mie adorate recensitrici!! Ma come farei senza i tuoi commenti sempre così gentili e ricchi di complimenti? Ti ringrazio davvero, perchè non credo di meritarmi persone come voi...! E invece, fortunatamente ci siete=)
nami_pazza: Ciao Gaia, mi fa molto piacere che anche tu abbia apprezzato la Blaise/Pansy, temevo una lapidazione di gruppo=) Ovviamente non posso rivelare nulla riguardo il finale, spero solo che comunque termini la storia tu vorrai seguirmi anche nel seguito!
Smemo92:
ti ringrazio davvero tanto dei complimenti, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto...Spero ti piacerà anche questo!
claire_de_lune182: Che bello, una nuova lettrice! Mi fa piacere che la storia sia di tuo gradimento, e anche di essere riuscita a farti apprezzare alcuni dei personaggi! Spero continuerai a seguirmi e a dirmi che ne pensi dei capitoli!!
erigre: Mmm...dall' Oddiooooooo che hai scritto all'inizio della recensione, mi pare di capire che non ti vada molto giù l'idea che Draco debba morire...=) Tanto per cambiare, non posso anticiparti nulla...Anche se è sempre più difficile tenere la mia maledetta boccaccia chiusa!
veranatalie: Non ti preoccupare che non ci penso neanche a rivelarti il finale! XD Comunque ti ringrazio tanto per quello che hai detto nella recensione, mi ha davvero rincuorato!!!

ackylucky: Ti ringrazio davvero molto per il bellissimo complimento che mi hai fatto! Sei stata molto gentile! Comunque ho diciassette anni, ne compio diciotto a novembre!



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Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***






Elenie si concentrò al massimo, cercando in sè stessa ogni minimo rimasuglio di energia.
Dopo qualche istante, durante il quale attesero tutti in religioso silenzio, le mani della Benèfica iniziarono a tremare maggiormente, mentre tutto il corpo della ragazza si tese in modo innaturale.
Alice, con gli occhi lucidi e il cuore gonfio di disperazione, vide, sotto alle mani di Elenie, sulla pelle di Chris, l'emorragia arrestarsi lentamente, fino a bloccarsi del tutto.
E lo stesso accadde con la ferita, che si rimarginò fino a lasciare solo un segno rosso e lucente, che sarebbe scomparso di lì a poco.
Il corpo di Mason, tra le braccia di Alice, si contorse per un breve istante, quindi il ragazzo aprì gli occhi di scatto, spaesato.
-Che è successo?- mormorò, con voce roca.
La Parker non riuscì a trovare il fiato necessario per rispondergli, tanta era l'emozione.
Guardò con riconoscenza la Zabini, che stava riprendendo lentamente colore dopo l'enorme fatica a cui si era sottoposta, poi si strinse al collo di Chris, lieta di poter sentire le incerte e confuse braccia del ragazzo avvolgerla.
-Sei stato ferito, ma Elenie ti ha curato.- gli spiegò Sebastian, con un sorriso affaticato e tirato.
Mason fissò la Benèfica, con lo sguardo colmo di gratitudine.
-Ti devo la vita- le sussurrò, districando una mano dall'abbraccio di Alice e posandola su quella della ragazza.
Elenie sorrise, stretta a sua volta tra le braccia di Harry.
-Anche voi l'avete fatto con me- rispose felice- quando ero rinchiusa a Villa Malfoy. ora siamo pari.-
Chris annuì, quindi si alzò in piedi, aiutando la Parker a fare lo stesso.
-Bene- disse Carrigan con voce dura -Sembra che abbiamo affrontato tutto l'affrontabile!-
Alcuni Auror risero del gioco di parole del loro Capo.
-Tutto tranne i nostri principali obiettivi- ricordò Anderson, cupo.
-Io sono preoccupata per Ron- si intromise Alice, ancora leggermente sconvolta -Non vorrei che per il fatto che abbiamo fatto irruzione qui, i Mangiamorte decidano di compiere gesti sconsiderati-
Hermione trattenne il fiato, e con lei Potter e gli altri.
-Dobbiamo trovarlo- biascicò la Granger.
-Beh ma credo l'abbiano rinchiuso da qualche parte no?- fece pratico Matt -Non penso se lo tengano sempre appresso!-
-Motivo in più per recuperarlo prima che lo facciano loro!- insistette Alice, testarda.
-Un momento!- ordinò il Capo degli Auror, mettendo a tacere tutti -Il ragazzo è senza dubbio importante, ma non dobbiamo dimenticare che qui ci sono decine di Mangiamorte pronti a farci la pelle!-
-Si e magari mentre noi stiamo qui a discutere gli stanno facendo del male -esplose Hermione -Non possiamo lasciarlo lì-
Chi si aspettava che Carrigan avrebbe messo a tacere quella ragazzina si sbagliava di grosso.
Resse quegli occhi dorati per un tempo estremamente lungo, poi annuì.
-Sapete dove è rinchiuso?- chiese.
-Non ne siamo sicuri- rispose Chris, un po' più indietro- Ma dalla mappa della Villa abbiamo visto che ci sono delle prigioni sotterranee...E' altamente probabile che sia lì-
-D'accordo- borbottò il Capo degli Auror - Lascerò andare un piccolo gruppetto. Gli altri dovranno andare a stanare i Mangiamorte. Chiaro?-
Consci che era il massimo che avrebbero ottenuto, i ragazzi acconsentirono.
-Chi se la sente?-
Non sarebbe stato un compito senza rischi andare fino nei sotterranei in pochi, lo sapevano tutti. Nessuno poteva prevedere che trattamento avrebbero riservato loro i Mangiamorte, se li avessero scoperti, e perdipiù giocavano in territorio nemico, quindi l'impresa si faceva ancora più ardua.
-Vado io- si propose Matt, inspirando a lungo. Adorava le sfide in apparenza impossibili.
-Vengo con te-
Parker si girò, e vide sua sorella fare un passo e mettersi con decisione accanto a lui, lasciando la mano di Chris.
Vedendo che Mason stava aprendo la bocca per offrirsi a sua volta, Carrigan lo bloccò con un gesto imperioso della mano.
-Tu mi servi qui, Christopher. Devi aiutarmi a dirigere gli altri.-
Gli ordini del capo non si discutono.
Chris dovette ripetersi tra sè e sè quella frase un milione di volte, per non insultare Carrigan e seguire Alice.
No. Non poteva. Doveva fidarsi di lei.
Il Capo accostò ai fratelli Parker altri due Auror, quindi fu interrotto.
-Possiamo venire con voi?- chiese determinato Potter. Dietro a lui stavano Hermione e gli altri, seri quanto lui.
Carrigan scosse la testa.
-E' pericoloso. Troppo. Finireste per essere d'intralcio-
Sebastian, dietro ai ragazzi, notò che avrebbero voluto protestare, ma non era il caso nè il momento, così mise una mano sulla spalla del Bambino Sopravvissuto, fermandolo.
-Lascia stare- gli sussurrò poi, guardandolo negli occhi -Lo so che vuoi esserci, ma Carrigan ha ragione.-
Harry tacque, abbassando lo sguardo.
-Però, Capo, noi avremo bisogno di Elenie-
Tutti guardarono Alice, interrogativi.
-Probabilmente, se Ron è in quella cella, sarà rinchiuso con un Sigillo. - spiegò la ragazza -E i nostri poteri Benèfici sicuramente non saranno abbastanza forti per spezzarlo. Ci serve lei.-
Gli sguardi di tutti i presenti si posarono sulla Corvonero, compresi quelli atterriti di Hermione e quelli dubbiosi di Carrigan.
-Ne sei sicura?- domandò l'uomo alla Parker.
-Crede che la esporrei a un pericolo simile se non fosse indispensabile?- sibilò Alice, indignata.
-E sia...-borbottò il Capo degli Auror, una nota di preoccupazione nella voce profonda.
Harry nel frattempo non aveva aperto bocca.
Sapeva che Elenie era molto più forte di lui, grazie ai suoi poteri, e che sapeva cavarsela ma...l'idea che si allontanasse lo faceva impazzire.
-Ovviamente non sei obbligata...- mormorò la Parker, rivolta alla Zabini, che non si era ancora pronunciata.
-No. -sussurrò la Benèfica -Ci vengo-
Non guardò nemmeno la ragazza mentre dava il suo assenso...Non aveva occhi che per Potter, ancora pietrificato di fronte a lei.



Mentre Matthew e gli altri si accordavano sugli ultimi dettagli, Elenie raggiunse il suo ragazzo, sfiorandogli una mano con espressione contrita.
Non era facile lasciarlo lì, pur essendo a conoscenza del fatto che era un mago eccezionale, che era stato in grado di sfuggire varie volte a Voldemort in persona.
E' al sicuro, continuava a ripetersi. Ma non abbastanza da riuscire a convincersene.
Trattenne il respiro quando Harry le si avvicinò, serio in volto, e le prese il viso tra le mani.
Esplorò con esse ogni più piccolo tratto del volto della ragazza, come a volerselo imprimere a fondo nella memoria.
Non sarà un addio, si ripeteva lei, nonostante tutto suggerisse il contrario.
Il viso del Bambino Sopravvissuto era deformato in una smorfia di dolore e, sebbene lui facesse di tutto per nasconderla, gli si poteva leggere la paura negli occhi.
-Non è un addio!- affermò convinta Elenie.
Harry la baciò, senza sapere cosa dire, sperando che i suoi gesti parlassero per lui.
La Benèfica dopo ore, mesi, forse anni, staccò il suo viso da quello del ragazzo.
-Non è un addio...- ripetè convinta, cercando di ricacciare indietro le lacrime.
-Elenie..Dobbiamo andare- la chiamò Matthew, un po' a disagio.
Potter riuscì a stringerla a sè un'ultima volta, prima che venisse trascinata via da lui, nell'oscurità.
Blaise, anche lui in pena per la cugina, provò a posargli una mano sulla spalla, ma il Grifondoro si scostò.
C'erano pesi che non poteva, non voleva, sopportare, a differenza sua.
Il più malvagio mago del mondo magico era pronto ad ucciderlo? Non era niente, in confronto ai sentimenti contrastanti che provava ora.
Il senso del dovere, dell'onore, faceva decisamente a pugni con la voglia di proteggere Elenie.
-Harry?- chiamò Hermione, alle sue spalle -Harry andiamo!-
La voce della sua migliore amica gli perforava le orecchie, ma i suoi piedi sembrava non volessero schiodarsi da lì.
-Non possiamo perdere tempo Harry- sentì dire la voce di Lupin, sopraggiunto alle sue spalle.
-La rivedrai- cercò di rassicurarlo il mannaro, come se quello bastasse.
Potter rimase lì qualche istante, quindi si voltò verso gli amici.
La Granger gli posò rapida una mano sul braccio, in un tentativo alquanto nervoso, vista la situazione, di consolarlo, mentre gli altri, da Neville a Seamus, lo fissavano in silenzio.
Il Bambino Sopravvissuto si concesse qualche secondo, quindi alzò la testa, cercando Christopher.
Mason era già un po' più avanti, intento a parlare con Carrigan, forse per non essere costretto ad osservare Alice che si allontanava senza di lui.
-Ma perchè lasciano Seb sempre così in disparte?- chiese, più a sè stesso che agli altri.
-Beh, è ovvio...- sentì mormorare Hermione.
Il ragazzo si voltò così di scatto verso di lei, che la Granger per un momento pensò che si fosse infuriato con lei e la sua saccenza.
Rimase così oltremodo stupita, quando vide comparire sulla bocca di Potter l'ombra di un sorriso.
-Perchè è ovvio?- domandò il suo migliore amico.
-Immagino che Chris abbia insistito con Carrigan di lasciarlo indietro per farlo rimanere sempre al fianco di Laine che, non essendo un Auror corre ancora più pericoli- spiegò la ragazza, ancora un po' interdetta per la strana espressione dell'amico.
Harry annuì, quindi si voltò sogghignando.
Non avrebbe mai potuto dire ad Hermione quanto l'avesse rincuorato sentire ancora una volta il suo tono da So-tutto-Io...
A volte sembra di essere così lontani dalla quotidianità, dalle piccole cose a cui si tiene, e poi accade qualcosa che ti riporta con la mente ai giorni lieti, sereni, regalandoti un pizzico di allegria e di carica positiva in più.
-Ci siamo tutti?- borbottò con voce baritonale Carrigan -Procediamo! State in guardia mi raccomando.-
Il gruppo degli Auror camminò, attraversando corridoi e ampie stanze oscure e polverose.
-Credo siano qualche piano più sopra- mormorò Mason, memore del rumore udito quando erano entrati lui e il Capo.
Gli altri, sapendo che il pericolo non era vicino, si rilassarono un po', ma non Hermione.
Lei, da diverso tempo, era logorata da un' incessante e subdola tortura, che in quel luogo sembrava acuirsi ogni istante di più.
Il suo corpo sentiva, come se si trattasse di elettricità, la vicinanza di Draco, della sua essenza, del suo profumo...di lui.
E la sua mente reagiva di conseguenza.
Come poteva concentrarsi se il suo cervello sembrava intenzionato a lasciar libero l'affluire dei ricordi?
Come poteva abituarsi a vivere senza di lui, se la sua immagine pareva non volerle lasciare scampo?
La Granger si guardò intorno.
Sicuramente quella villa recava ancora le tracce di un'austera imponenza passata.
Nemmeno la polvere riusciva più di tanto a sopire quell'eleganza e quella pomposità che regnava in ogni oggetto, su ogni mensola, e su ogni millimetro della preziosa filigrana che costituiva gli immensi arazzi scoloriti che riempivano le pareti.
La ragazza posò un piede sul primo gradino, sollevando piccole volute di vecchiume misto a sporco, e trattenne a fatica uno starnuto.
Il gruppo degli Auror aveva attaccato lo scalone centrale, che costituiva l'ossatura portante della grande casa, e ora lo stavano salendo in religioso silenzio, gradino dopo gradino, puntando al primo piano.
Guardinghi, erano uniti, ben attenti a non lasciare nemmeno il più piccolo spazio tra di loro, ma avanzando in ranghi serrati, stavano per guardagnare la sommità della scalinata.
Erano tutti lì, pensò Hermione con un brivido...tutti, a rischiare la vita per qualcosa in cui credevano.
Niente di nuovo insomma.
Ma c'era un nota stonata, una stecca nel mezzo di un'armonia conosciuta.
Qualcuno che ci sarebbe dovuto essere, ma non c'era.
O meglio, c'era ma stava dalla parte sbagliata.
Sentì una mano stringerle il polso, proprio mentre stava iniziando a sentire le prime fitte attraversarle il cuore.
Alzò lo sguardo, e incontrò gli occhi di Harry, che la osservavano gentilmente.
Il ragazzo, alcunì gradini più su, effettuò una leggera pressione sulla sua mano, incoraggiandola a raggiungerlo.
La Granger arrossì, rendendosi conto che il suo migliore amico si era senza dubbio accorto del suo tormento, e si rimproverò per essere stata così stupida.
Chissà cosa doveva provare lui a guardare ogni volta negli occhi coloro che avevano ucciso i suoi genitori.
-Non sei un automa Hermione- le sussurrò Potter quando gli fu vicina -Non devi vergognarti-
Quelle parole ottennero però solo l'effetto contrario, ovvero quello di farla sentire ancora più debole e in colpa.
Harry le carezzò il capo, quindi si voltò, trascinandosela dietro.
Quella maledetta scala sembrava non volesse finire più.
Del resto erano tutti molto circospetti, salivano pianissimo, attenti a ogni minimo rumore.
Nella mente di ciascuno il pensiero fisso dei propri cari, o comunque di ciò che li spronava a combattere e a debellare chiunque intendesse togliere loro la vita o, peggio ancora, la libertà.
Il Bambino Sopravvissuto notò che Chris e Seb lo stavano tenendo d'occhio, e rivolse loro un sorriso tirato. Accanto ai due Auror notò il giovane che Mason aveva salvato poco prima, svegliato a suon di Innerva.
Harry aveva ancora l'ombra del sorriso sulle labbra, e il polso di Hermione chiuso nella propria mano, quando un improvviso scalpiccìo gli fece alzare di scatto la testa.
Un istante dopo l'aria introno a loro si riempì di numerosi fruscii di mantelli e in breve furono circondati dai Mangiamorte.
Era cominciata...



-Ma come cazzo funziona questa maledetta piantina?- sbraitò per l'ennesima volta Matthew Alan Parker, con la sua consueta finezza.
Sua sorella, camminando rapidamente al suo fianco sollevò gli occhi al cielo.
Era da un bel pezzo che vagavano attraverso corridoi tutti uguali, e stavano seriamente cominciando a temere di essersi persi.
Alice lanciò un'occhiata di sottecchi ai due serissimi Auror che li avevano accompagnati. Senza dubbio giudicavano Matt come uno sbandato che macchiava la reputazione dell'intero Corpo Auror.
Sorrise tra sè e sè a quel pensiero, quindi ricominciò a guardarsi prudentemente intorno.
Chissà che stavano facendo gli altri...
Chissà se erano stati attaccati...
Nonostante questo pensiero la facesse rabbrividire, non potè fare a meno di pensare che se tutti i Mangiamorte erano impegnati con il gruppo di Auror più grosso, loro avrebbero avuto via libera, o quasi.
Stava diventando sempre più impaziente ogni secondo che passava e, aveva notato, come lei Matthew ed Elenie.
Salvare Ron era di vitale importanza, ma non poteva negare di odiare il fatto di essere lontana dalla battaglia.
-Queste qui non sono scale?-
La voce della Benèfica la ridestò dai suoi pensieri. Si voltò verso i suoi compagni e vide la Zabini con un dito posato sulla mappa, oltre la spalla di suo fratello.
Si avvicinò anche lei e constatò che nell'angolo in basso c'era uno scarabocchio che poteva assomigliare alla rappresentazione di una piccola gradinata, che conduceva ad una stanza.
-Sembra di sì!- esultò infatti Matt -Quindi questi senza dubbio devono essere i Sotterranei.
Il ragazzo stava appunto indicando la stanza al termine della scalinata.
-Ora il problema è capire come arrivarci da qui!- mormorò sconfortata la Parker.
Suo fratello però le rivolse un sorriso luminoso e vagamente compiaciuto.
-Devo ammettere che tenere mezz'ora la cartina in mano e studiarla ha dato i suoi frutti- ridacchiò, scoccando un'occhiata ai suoi due colleghi, che parevano decisi ad entrare a far parte dell'arredamento -Ormai ho capito bene o male com'è strutturata questa villa.-
-Perfetto!- gioì Alice, rincuorata- Muoviamoci allora.!-
Il ragazzo annuì e, mettendosi in testa al gruppetto, fece dietro front e guidò tutti attraverso una moltitudine di corridoi e piccole stanzette.
Stava ormai temendo di essersi smarrito, quando davanti a sè, come un miraggio, notò una piccola e stretta gradinata in pietra, pericolante e contorta.
-Non è che ci ammazziamo a scendere di lì, vero?- si preoccupò Alice, col fiatone.
-Possiamo provare a Smaterializzarci.- suggerì Elenie -Prima non potevamo perchè avevamo paura di venire scoperti...ma ora...-
Matt annuì e fece per girare su sè stesso...Ma non sparì!
Anzi, perse l'equilibrio mentre girava e crollò col sedere pesantemente a terra, imprecando e bestemmiando.
-Barriera Anti-Smaterializzazione!- grugnì dopo essersi calmato -Ti pareva che quando avevamo un nuovo potere divertente quei bastardi ci impedivano di usarlo!-
-Strano però...- borbottò la Parker- i poteri Benèfici non dovrebbero superare queste barriere?-
Elenie scosse la testa, rassegnata.
-Solo quelle create dai maghi comuni..- spiegò -Se i Mangiamorte hanno creato con i miei poteri questa Barriera, nemmeno voi potete superarla...Forse posso riuscirci solo io, che sono Benèfica di nascita.-
Alice brontolò un po', quindi gettò un'occhiata verso la scala traballante, poco convinta.
A quanto pareva, doveva scenderla coi suoi piedi..e la cosa non la entusiasmava neanche un po'!



Sono di corsa, tanto per cambiare, ma ci tenevo a postare il capitolo senza lasciar passare altro tempo.
Purtroppo non ce la faccio a ringraziarvi singolarmente, perciò urlo un GRAZIE generale per i bellissimi commenti.
Tengo però a salutare una nuova lettrice, xx_dreamer_xx, che tra l'altro è stata colei che mi ha fatto arrivare alle 300 recensioni , quindi grazie sia per questo sia per i complimenti che mi hai fatto, sei stata molto gentile.
Volevo inoltre rispondere a ackylucky: Mi piacerebbe davvero molto riuscire ad aggiornare più spesso, ma tra l'ultima rilettura del capitolo, e il tempo che impiego a rispondere alle recensioni non ci metto pochissimo a postare, e quindi spesso mi manca proprio il tempo necessario. Inoltre mentre pubblico questi capitoli, in contemporanea scrivo quelli del seguito, cercando di andare di pari passo. Appena termino uno di quelli, posto uno di questi,in modo che se dovessi mai avere cali di ispirazione o di tempo non rischio di lasciarvi per mesi senza aggiornamenti! Spero che il discorso non sia troppo intorcolato=) Comunque farò tutto il possibile per essere un po' più rapida, promesso!

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Capitolo 48
*** Capitolo 48 ***




Dedico questo capitolo a phedre91, una grandiosa scrittrice, un'ottima lettrice ma soprattutto...una fantastica e unica amica.
Senza di lei questo capitolo probabilmente non sarebbe neppure stato scritto.
Grazie Ceci, per la storia e per tutto il resto.


Hermione si guardò attorno, spiazzata e ansante.
Lo spazio che la circondava pullulava di mantelli neri e figure indistinte, che si muovevano lentamente.
Chris, alla testa del gruppo, fece cautamente qualche passo indietro, portandosi davanti a Sebastian che, rigido, scrutava con occhi gelidi quel gruppo di persone a cui per destino sarebbe dovuto appartenere.
Chissà se là in mezzo c'era anche suo padre...
-Siamo in trappola- gli sussurrò Mason, interrompendo il flusso dei suoi pensieri. -Dobbiamo aprirci un varco ed andare via di qui.-
Anderson non rispose, non ce n'era bisogno. Sapeva ciò che doveva fare.
Lottare, fino in fondo, a costo della vita. Sentiva l'adrenalina infiammarlo e la brama di duellare galoppargli nelle vene, come era sempre stato.
Eppure questa volta si sentiva diverso.
Non voleva realmente essere lì, non voleva davvero combattere quella battaglia, perchè il rischio di non uscirne vincitore era eccessivamente alto.
Non che le altre volte in cui aveva affrontato pericoli con i suoi colleghi Auror le possibilità di riuscita fossero maggiori, intendiamoci, ma negli altri casi tutte le conseguenze avrebbero riguardato solo lui. Rischiava solo e sempre in prima persona.
Ora no.
Ora c'era troppo in gioco, troppo da perdere, e lui non poteva permetterselo.
Sentì la mano di Laine sfiorare la sua, talmente erano vicini, e la strinse di rimando.
Probabilmente la ragazza aveva intuito i suoi pensieri.
Probabilmente coincidevano con i suoi.
Nessuno si muoveva, da nessuna delle due parti.
I contendenti sembravano in sospeso, senza un fiato, in attesa che qualcuno agisse per primo, che qualcuno si decidesse a spezzare quell'immobile barriera che sembrava avvolgerli tutti.
L'aria era così densa, il luogo così silenzioso, che si potevano quasi udire i battiti dei cuori che palpitavano nell'attesa di una battaglia senza esclusione di colpi.
Rimasero così, in silenzio, a scrutarsi per molto tempo....o forse solo per pochi secondi.
-Dateci Potter- biascicò infine una voce rauca, provenente dall'oscurità- Non avete nessuna possibilità, siete circondati! Davvero volete soffrire inutilmente?-
Prima che qualcuno potesse replicare Harry, sentendosi chiamato in causa, fece un passo in avanti, verso la direzione da cui proveniva la voce.
-Evitate di parlare di me come se non ci fossi!- replicò il ragazzo in tono duro -E dite al vostro Padrone che se mi vuole non ha che da venire a prendermi...O ha troppa paura?-
I Mangiamorte tacquero per un istante quindi reagirono di scatto, infuriati per le ingiurie pronunciate da quel ragazzino sconsiderato.
-L'avete voluto voi! Incarceramus!- gridò lo stesso uomo di prima, scagliando l'incantesimo verso il Bambino Sopravvissuto, approfittando del fatto che il buio lo stava avvolgendo.
Diverse corde colpirono Harry che, malgrado stesse costantemente all'erta, a causa dell'assenza di luce non aveva notato nulla, ma il risultato fu solo un sottile laccetto che gli circondò i polsi.
Potter li allontanò di scatto uno dall'altro, spezzando il filo che li teneva uniti con rabbia ed estrema soddisfazione.
La potenza della stirpe di Elenie li proteggeva tutti.
Seb, Lupin e Tonks furono i primi a rispondere all'attacco. I fasci di luce creati dagli incantesimi rischiaravano ad intermittenza la sala, rivelando l'elevato numero di nemici presenti.
Un istante dopo tutti si ritrovarono con almeno un Mangiamorte addosso.
Harry, chinando di scatto la testa per schivare una Maledizione Senza Perdono, rispose al fuoco nemico con grande impegno.
Scartò diversi avversari, lanciando numerosi incantesimi e stando attento a non colpire per sbaglio qualche alleato.
Tre Mangiamorte incappucciati corsero oltre ad una porta sulla destra, seguiti a ruota da Carrigan e Mason che urlavano incantesimi.
Il Bambino Sopravvissuto fece qualche passò indietro, scagliando una maledizione a Macnair, che non gli lasciava un momento di tregua, e andò a sbattere la schiena contro quella di qualcun altro.
Col cuore in gola, sapendo bene che se quello alle sue spalle era un Mangiamorte avrebbe avuto ben poco da stare allegro, si voltò, dimenticandosi per un secondo del boia del Ministero.
Quella dietro di lui era Hermione che, da una postazione privilegiata, quasi non vista, mirava a tutti i Mangiamorte che stavano mettendo in difficoltà gli Auror.
Complimentandosi mentalmente con lei per la sua furbizia, Harry le afferrò un braccio.
La Granger, non riconoscendolo, gli puntò la bacchetta alla gola.
-Potrai uccidermi più tardi, se vuoi -le sibilò Potter a denti stretti -Ma adesso sta arrivando Macnair!-
La ragazza sussultò e, senza aprire bocca corse via, con il suo migliore amico alle calcagna.
Ormai la battaglia si era estesa in tutta la parte Ovest della Villa, e tra Auror e Mangiamorte sembrava che nessuno riuscisse a sovrastare gli altri.
-Se continua così siamo nei guai- mormorò Hermione.
Infatti, anche gli Schiantesimi che aveva lanciato fino a poco prima, producevano scarsi risultati.
I Mangiamorte tuttalpiù rimanevano intontiti qualche secondo...la magia Benèfica purtroppo proteggeva anche loro.
I due Grifondoro corsero fino alla porta, inseguiti da Macnair e da un'altra figura incappucciata.
Maledizioni volavano sulle loro teste, e i due sapevano che non dovevano fermarsi.
Erano due contro due...i poteri Benèfici non li avrebbero di certo protetti da un Avada Kedavra...Dovevano trovare un'idea e alla svelta.
Harry ed Hermione passarono sotto ad un arco, sbucando in un salone con un pavimento composto da piccoli tasselli di mosaico, dominato da due maestosi scaloni in pietra, con al centro un enorme fontana e che si aprivano ad ala per ricongiungersi alla fine.
Potter afferrò la Granger, che nel frattempo era rimasta attonita dalla maestosità del palazzo, e la trascinò verso la rampa di sinistra.
Salirono le scale fino a metà, ma improvvisamente dalla cima si spalancò il portone, che sbattè con forza.
Con sommo orrore di Hermione, fece la sua apparizione Bellatrix Lestrange, senza cappuccio.
Il volto scavato ed eccessivamente pallido faceva contrasto con gli occhi scuri, crudeli e folli.
Appena li vide, la donna proruppe in una risata sguaiata e malignamente divertita.
Harry si voltò giusto in tempo per vedere Macnair passare sotto l'arco dal quale erano entrati anche loro due pochi secondi prima. Il volto del boia era distorto da un sorriso spietato.
-Ma guarda un po'...la Mezzosangue e il Bambino Sopravvissuto!- disse Bellatrix, muovendosi lentamente verso di loro.
La Granger si guardò attorno, frenetica, tenendo alzata la bacchetta, alla ricerca di una via di fuga...ma non ce n'erano.
Stavano a metà scala, sulla cui cima troneggiava la Lestrange e al cui fondo attendeva Macnair.
In quel momento, in cui i due ragazzi stavano elaborando mentalmente le più svariate strategie d'attacco, un enorme boato fece voltare Bellatrix verso la porta da cui era entrata.
Il portone era saltato e un'anta, divelta, era a terra in mille pezzi, mentre l'altra ancora penzolava dal cardine.
La battaglia era entrata nel salone.
Ginny e Seamus combattevano contro Yaxley, Neville correva inseguito da fruste di fuoco, e Dean, alle sue spalle, tentava in tutti i modi di aiutarlo.
Lupin, Christopher e gli altri non si vedevano, ma attraverso la parete si udivano botti e urla, che indicavano che indicavano che anche loro erano indubbiamente impegnati.
I ragazzi, giratisi un istante per seguire i loro amici, sentirono ancora una volta la risata di Bellatrix alle loro spalle.
Harry, sentendo di nuovo quella fredda e spietata risata all'improvviso si accorse di tremare, ma non era paura, era rabbia!
Quella era un'assassina, colei che gli aveva portato via Sirius...colei che aveva riso in quello stesso modo un istante dopo averlo ucciso davanti ai suoi occhi.
Bellatrix, scambiandosi un cenno con Macnair, scese ulteriormente verso i due ragazzi, e l'uomo iniziò a salire.
Hermione non perse tempo. Era abituata ad agire con freddezza anche nelle situazioni più buie, e a trovare una via d'uscita quando era sotto pressione.
Afferrò Potter per il gomito e lo strattonò per avvicinarlo a sè.
-Harry- gli sussurrò cercando di non farsi udire -al mio tre fai un Sortilegio Scudo!-
Il ragazzo ringhiò una protesta, aveva la mente annebbiata, l'unica cosa che voleva in quel momento era ammazzare quell'orribile donna.
-Harry ascolta- tentò di farlo ragionare la Granger, guardando preoccupata i due Mangiamorte che si avvicinavano sempre di più - non ce la faremo a sconfiggerli, così! Per favore! -lo supplicò quasi, vedendo che lui non l'ascoltava -Fallo per Ron! Ha bisogno di noi!-
Quell'argomentazione sembrò convincerlo.
Il Grifondoro annuì, deciso.
Hermione sospirò di sollievo.
-D'accordo. Al mio tre. Pronto? Uno, due...tre!-
-Protego!- gridò Potter.
La ragazza contemporaneamente rivolse la bacchetta verso loro due e, approfittando della barriera che li avvolgeva urlò: -Wingardium Leviosa!-
Subito i due compagni vennero sollevati dagli scalini, sospesi sopra la fontana vuota.
Bellatrix, presa alla sprovvista, alzò la bacchetta verso i ragazzi.
-Avada Kedavra!- strepitò, rabbiosa.
Il fiotto di luce verde cozzò contro la barriera opalescente, spezzandola.
Il braccio di Harry vibrò...la Lestrange era potentissima!
Ancora una volta la Mangiamorte alzò la bacchetta.
-Avada....- ripetè.
-No!- gridò Macnair, raggiungendola e spingendola poco più in là, facendole perdere il contatto con i Grifondoro -Il Signore Oscuro ha detto che lo vuole vivo..Non puoi ammazzarlo!-
Hermione intanto, impiegando tutto il suo potere magico in quell'incantesimo, riuscì a completarlo, ed entrambi si ritrovarono sui gradini della scalinata opposta, quasi in salvo.



-Quelle non sono scale...Sono una trappola mortale!- annunciò Alice, distrutta.
Elenie si scambiò un sorriso fugace con Matthew, che da dieci minuti prendeva ininterrottamente in giro la sorella, poi rivolse nuovamente la sua attenzione al lungo corridoio che si snodava davanti a lei.
-Non si vede niente...- si lamentò.
-Credo che dovremmo arrischiarci ad accendere una luce- mormorò uno degli Auror, rivelando di non essere privo dell'uso della parola.
-Anche se questo significa attirarci addosso tutti i Mangiamorte delle vicinanze?- fece dubbiosa la Parker.
-Dobbiamo rischiare-
Gli altri si dichiararono d'accordo, quindi procedettero per qualche metro rischiarando la strada grazie alla luce proveniente dalla punte delle loro bacchette.
Il corridoio era in leggera pendenza, umido e freddo, formato da grossi sassi di pietra scura.
Elenie rabbrividì, notando quanto quei sotterranei fossero simili a quelli di Villa Malfoy, nei quali era stata rinchiusa a lungo.
Ai lati del corridoio diverse statue di pietra si ostinavano a decorare quel luogo lugubre, mentre enormi ragnatele si snodavano sul basso soffitto.
Avanzando si notarono le prime gabbie, rigorosamente vuote e putride.
-Probabilmente l'hanno rinchiuso in fondo...- sussurrò Parker.
Erano quasi giunti al termine del corridoio, quando un improvviso rumore li fece voltare.
-Ma guarda chi c'è qui...- sibilò una voce maligna -Avete perso la strada, Auror?-
Una quindicina di Mangiamorte apparve dietro a quello che aveva parlato, sbarrando agli Auror la via per il ritorno.
Alice, dalla sua postazione in prima fila diede una leggera spinta ad Elenie, che si trovava alle sue spalle, esortandola ad andare via.
La Benèfica sgattaiolò nel buio, cercando di non farsi notare, ma invano.
Correndo via, udì distintamente la voce del Mangiamorte.
-Può andare dove vuole la tua amichetta!- ghignò -Tanto non uscirete vivi da qui!-
La Zabini, cercando di non pensare a quelle parole e odiandosi per aver lasciato gli altri in balìa dei nemici, chiamò freneticamente Ron.
Sapeva di essere l'unica in grado di liberarlo, ma quelle maledette gabbie le sembravano tutte uguali, e non aveva il tempo di ispezionarle una per una.
-Elenie!-
La ragazza tirò un sospiro di sollievo udendo la voce del rossino, e corse a perdifiato nella direzione da cui proveniva la sua voce.
Lo trovò alcune gabbie più in là, pallido e spettinato, con delle profonde occhiaie...ma i suoi occhi brillavano di euforia e determinazione nell'oscurità.
-Gli altri stanno combattendo?- le chiese, ansioso.
La Corvonero annuì, protendendo le mani in direzione delle sbarre e Weasley si morse il labbro.
-Non credo abbiano imposto Sigilli- mormorò il ragazzo -Hanno usato le chiavi.-
-E non potevi dirmelo prima?- sibilò Elenie, irritata, ma anche rincuorata...Rompere un Sigillo le avrebbe richiesto tempo ed energie.
-Eh tu mica me l'hai chiesto!- borbottò Ronald, nascondendo un sorriso.
-Stai indietro- avvertì la Benèfica.
-Bombarda!- gridò poi, facendo esplodere le inferriate.
Il rosso uscì, abbracciandola e ringraziandola tutto contento.
-Potresti recuperarmi la bacchetta?- le domandò poi.
La ragazza annuì e, con un semplice incantesimo di appello, recuperò la bacchetta di Ron.
Però...i Mangiamorte dovevano essere proprio sicuri di loro stessi per rendere così facile la liberazione di un prigioniero.
Evidentemente erano certi che chi fosse venuto per liberarlo non avrebbe superato indenne il corpo di guardia.
Ma non avevano fatto i conti con le risorse di Alice...
I due studenti stavano frettolosamente tornando indietro per accorrere in soccorso dei loro amici, che effettivamente si trovavano in serie difficoltà.
Con non pochi problemi stavano affrontando almeno tre Mangiamorte a testa, ed erano in netto svantaggio.
Elenie e Ron li avevano quasi raggiunti quando, però, udirono la voce della Parker che, con un vero lampo di genio urlò: -Piertotum Locomotor!-
Un istante dopo si sentì un gran fracasso percorrere tutto il sotterraneo, mentre tutte le statue di pietra scendevano dai loro sostegni per attaccare i Mangiamorte.
Quando Alice vide la Zabini con accanto Weasley sano e salvo li salutò con un gran sorriso, fiera della sua opera.
-Andiamo!- li esortò -Tanto credo che qui ne avranno per un bel po'!-



Nel frattempo nel grande salone che poco prima aveva visto il rapido scontro tra Harry, Hermione e Bellatrix, la lotta continuava ad infuriare.
Blaise si trovava sotto l'arco, mentre un Mangiamorte gli si stava rapidamente avvicinando, con la bacchetta alzata.
Zabini si piegò in avanti, in posizione di difesa, quando il suo nemico si scostò il cappuccio dal capo.
Il moro Serpeverde si ritrasse, come se lo avessero schiaffeggiato.
Draco era davanti a lui, che lo fissava con espressione di scherno.
Gli occhi di solito argentei e limpidi erano scuri di malvagità e mandavano lampi come nere nuvole che di addensavano sul sole, preannunciando un temporale invernale.
-Draco...ritorna in te, sono Blaise!- sussurrò il ragazzo, disperato, facendo un ultimo tentativo per riportare il suo migliore amico al proprio fianco.
Nello sguardo di Malfoy si fece strada un luccichio di comprensione.
-Blaise? Blaise...e così ti sei unito a loro? Ai difensori dei Mezzosangue e ai traditori? Tu mi disgusti...-
Era la prima volta che parlavano senza gente attorno, e per Zabini quelle parole furono come un pugno nello stomaco.
-Diffindo!- urlò Draco, il volto distorto in una smorfia di gioia perversa.
Qualche goccia di sangue schizzò dal graffio sul braccio di Blaise, che fissò attonito l'amico.
Fortunatamente la magia Benèfica gli aveva evitato il peggio.
Poi il suo sguardo si indurì.
-E' così Draco? Non sai neppure distinguere gli amici dai nemici? Non sei nemmeno in grado di ferirmi seriamente.. - lo sfottè, una nota amara nella voce secca.
Malfoy ringhiò e, con un movimento fulmineo estrasse la spada che pendeva al suo fianco e la brandì contro Zabini.
Evidentemente anche lui era preparato al fatto che i piccoli poteri nulla avrebbero potuto, quella notte.
Blaise non si fece prendere alla sprovvista ed Evocò prontamente una luccicante spada.
Il biondo fece un inchino sarcastico, quindi lo attaccò.
Le lame si incontrarono a mezz'aria, con uno stridio di metallo.
Zabini parò colpo su colpo, roteando su sè stesso per difendersi dai feroci attacchi di quello che era sempre stato il suo più grande amico.
Le spade guizzavano come serpenti scintillanti, luminose, riflettendo la debole luce delle torce. Ogni colpo mandava scintille.
Attirata da quel fracasso Hermione si voltò, e lo vide.
Così bello ed elegante...Con i capelli biondissimi spettinati sulla fronte e gli occhi contratti per l'affanno. Le sottili vene azzurrine delle mani tese allo spasmo mentre le dita affusolate stringevano l'elsa della spada.
Il suo cuore mancò un battito. Per un istante se lo figurò agli allenamenti, mentre affrontava per gioco Blaise, o qualcun altro....
Ma quella volta non sarebbe stato un gioco.
Quella volta la realtà aveva bussato alla loro porta.



Lupin, impegnato a duellare con Doholov, lo vide improvvisamente barcollare e poi cadere svenuto a terra, colpito da una grossa pietra piovuta da chissà dove.
Il lupo mannaro guardò in alto e vide Ron, su un insperato manico di scopa trovato in un angolo, un ghigno trionfante sul volto reso più terribile dal sangue che gli scendeva da un taglio sul sopracciglio.
-Ehi Remus!- gli urlò il rosso atterrando -Ti serve una mano magari?-
Lupin gli sorrise, contento che fossero riusciti a liberarlo.
Dietro di lui spuntarono Matt, Alice ed Elenie.
I due fratelli Parker si gettarono immediatamente nella mischia, mentre la Benèfica lo raggiunse, scavalcando facilmente il corpo esanime di Doholov.
-Dov'è Harry?-
L'uomo la guardò con fiato corto e le indicò la porta in cima allo scalone.
Ancora prima che riuscisse a prendere il respiro, lei si era già precipitata su per gli scalini.
Matt gli rispuntò accanto, spada alla mano nel tentativo di infizare quanti più nemici possibili.
Non aveva nemmeno tentato di usare qualche incantesimo. Aveva preso direttamente alla lettera il consiglio di Christopher.
-Ron!- gridò al rossino, che cercava di individuare i suoi amici -Cerca Laine! Se le succede qualcosa Seb si ammazza!-
Infatti Anderson era più in là, impegnato con numerosi avversari, ma nel suo volto si vedeva l'ansia crescente...la Harris non era nei paraggi.
-Quando l'hai trovata torna all'entrata...dobbiamo radunare gli altri!- ordinò Parker.
Weasley annuì e partì velocemente.
Dovevano andare via di lì, e in fretta.
La cosa più urgente, liberare Ron, era stata fatta...non potevano restare lì a farsi uccidere! Erano già abbastanza nei guai.
Alice intanto combatteva, ma con lo sguardo e con la mente cercava Chris, in mezzo a tutta quella gente.
A un certo punto le parve di scorgere dei capelli biondi e corse verso di lui,
Mason era impegnato a combattere contro un Mangiamorte incappucciato.
Manovrava la spada con destrezza, vederlo era uno spettacolo, ma il suo avversario non era certo da meno.
Chris fece una finta e si ritrasse velocemente, il Mangiamorte cercò di seguire il suo movimento, ma si trovò senza un appoggio e barcollò in avanti.
Recuperato l'equilibrio, gettò indietro il capo e il cappuccio scese.
Alice rimase paralizzata, Mason trasalì.
Richard Anderson, il padre di Sebastian lo fissava.
Gli occhi, così simili a quelli del figlio, erano però gelidi come i ghiacci perenni, il volto serio e scostante.
-Mi fa piacere rivedervi...immagino che anche mio figlio si trovi qui, no? Ma certo, dove altrimenti- mormorò, con un falso sorriso sulle labbra sottili -Lui non ha ancora capito, non ha compreso la potenza e la gloria del Signore Oscuro. E si è unito a voi, ridicoli e illusi, voi che alla fine cadrete!-
Il volto di Christopher si indurì.
-Non è così Anderson!- ringhiò -Non lo sarà mai!-
E con uno scatto fulmineo calò la spada su di lui, che alzò a sua volta la propria lama per fermare il colpo.
E il loro duello riprese...



Siamo quasi in fondo. Questo capitolo non mi convince molto...Spero mi direte cosa ne pensate.
Passo subito ai ringraziamenti:
Gattina_: Naturalmente non posso dirti nulla, anche se come vedi in questo capitolo troverai risposta a molte delle tue domande! Per tutto il resto dovrai aspettare il prossimo!!
Sklupin: Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, specialmente per quanto riguarda i rapporti tra i personaggi!...A volte ho paura di risultare troppo sdolcinata!
Hollina: Ti ringrazio tanto per la recensione, mi fa piacere che il saluto tra Harry ed Elenie ti sia piaciuto!!
liven: Mi rende sempre molto contenta sapere che qualcuno ha una predilezione per un certo mio personaggio, perchè ciò vuol dire che sono riuscita a dargli almeno un po' di spessore! Dimmi che ne pensi di questo capitolo, mi raccomando! Un bacione!
xx_dreamer_xx: Si si decisamente era un capitolo di transizione, prima della grande(si fa per dire) battaglia! Volevo delineare bene la situazione, cercando di essere abbastanza precisa! Sono contenta che ti sia piaciuto!
Claire_de_lune182: Eccoti accontentata! Draco ha fatto il suo trionfale ingresso, cercando di far fuori Blaise! Nel prossimo capitolo potrai vedere come si comporterà Hermione!!
angiericcio: Sono io che devo ringraziare te, perchè con i tuoi stupendi commenti mi sproni ogni volta a fare sempre meglio e a continuare a scrivere! Quindi grazie grazie grazie!!
erigre: E' bello sapere che c'è qualcuno ad attendere gli aggiornamenti...anche se stavolta sono un pelo in ritardo! Spero mi dirai lo stesso cosa ne pensi!
ackylucky: Sono contentissima che il capitolo ti sia piaciuto, grazie mille per la recensione!!
Smemo92: Come vedi si sono ritrovati tutti! E anche Ron è uscito quasi incolume dalle prigioni! Sono stata abbastanza buona dai...Almeno per ora! Un bacione alla prossima
StellaPiton: Che bello una nuova lettrice!! Sono super contenta che la storia ti piaccia, spero che continuerai a seguirmi e a dirmi la tua opinione!!
fratwi: Waaaa! Finalmente conosco "l'amica"! Sei rimasta per molto tempo un'incognita, conosciuta solo attraverso i commenti di liven, e non sai quanto mi faccia piacere ritrovarti tra le recensitrici! Mi auguro di leggere ancora ciò che pensi della storia!
Tanny: Non sai quanto sono contenta di rileggere il tuo nome tra i commenti! Ho davvero temuto che non avresti più seguito la storia, e sono davvero felice che tu non l'abbia fatto! Ci tengo alla tua opinione e mi dispiacerebbe se tu smettessi di leggere solo per un eventuale finale che comunque è legato solo alla prima parte della storia. Perchè poi, nella seconda parte...altre sorprese!!!

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Capitolo 49
*** Capitolo 49 ***



                                                                                              Ci incontreremo nei sogni se vuoi, dentro a quei sogni che hai fatto per noi,
e nel silenzio di un ultimo istante mi perdonerai



Sebastian raggiunse Chris giusto in tempo per vedere suo padre correre via dopo che il biondo Auror gli aveva fatto perdere la spada.
Come Mason vide l'amico lo guardò, scrutando quei suoi occhi indecifrabili.
-E' sempre stato un vigliacco- dichiarò Anderson, voltando le spalle agli amici, forse per non far vedere loro il tormento che gli aleggiava sul viso.
Christopher scosse la testa e lo seguì.
-Dobbiamo cercare di uscire di qui, prima che la battaglia volga troppo a nostro sfavore- annunciò poi all'amico.
-Scherzi?- gli chiese Seb, il volto incendiato -Abbiamo la possibilità di spedire un bel numero di Mangiamorte ad Azkaban, ti rendi conto?-
-Lo so, ma non possiamo rischiare che i ragazzi si facciano del male! Ron è salvo, accontentiamoci di questo, per ora.-
Il tono di Chris era talmente convinto che Sebastian non riuscì a replicare, così tacque, dirigendosi a passo di carica nella mischia, deciso a far fuori quanti più nemici possibile.
Ormai la battaglia stava degenerando in un sanguinoso conflitto.
Vedendo infatti che gli incantesimi non riuscivano ad ottenere gli effetti desiderati, molti avevano estratto o Evocato spade di discreta lunghezza e avevano ingaggiato duelli furibondi.
Carrigan, con un braccio che sanguinava copiosamente, aveva appena atterrato un uomo incappucciato, quando Mason gli passò accanto.
-Capo dobbiamo uscire di qui!- gli gridò l'Auror.
L'uomo fece cenno a Chris di aver capito, quindi ordinò ai suoi uomini di ripiegare verso le uscite, per potersi Smaterializzare ad Hogwarts.
Harry invece, alla sommità delle scale, stava affrontando Bellatrix.
La donna pareva impazzita, lanciava incantesimi da tutte le parti, incurante di colpire alleati piuttosto che nemici.
Potter si chinò, evitando un Cruciatus, quando vide Elenie salire le scale.
Un moto di sollievo lo inondò, notando che la sua ragazza sembrava incolume.
Un'incolumità che però non pareva estendersi ai suoi occhi.
Infatti essi erano atterriti, spaventati e colmi di lacrime.
-Blaise!- riuscì solo a sillabare la Corvonero, prima che due uomini li scansassero in fretta e iniziassero a occuparsi della Lestrange.
-Harry, Elenie, andate!- gridò uno dei due uomini, che Potter riconobbe essere Lupin.
Il ragazzo avrebbe voluto dire che no, lui doveva rimanere lì, a distruggere quella donna orribile, ma la Zabini lo tirava con fermezza per la manica, inducendolo a scendere per le scale.
Come mise piede sul primo gradino, Harry riuscì a vedere la scena che si stava svolgendo al piano di sotto, e allora attaccò a correre, sguainando la spada, trascinandosi dietro Elenie.
Arrivati giù, i due raggiunsero Blaise, semidisteso a terra, che teneva ancora a fatica la spada in mano, in un estremo tentativo di difendersi dagli incessanti attacchi di Draco.
Il Bambino Sopravvissuto fece per raggiungerli e mettersi in mezzo per proteggere il moro Serpeverde, quando qualcuno lo sorpassò e fece scontrare bruscamente la sua lama con quella di Malfoy, giusto un attimo prima che essa calasse sul corpo stremato di Zabini.
Era lei ovviamente.
-Hermione!- chiamò Harry, atterrito -Spostati di lì-
La ragazza, facendo forza sulle braccia e cercando di far allontanare Draco di qualche passo, in un primo momento lo ignorò.
-Devo farlo io.- sussurrò poi, tra i denti.
Udendo quel tono disperato ma deciso, Potter comprese, e come lui Elenie, la quale si era precipitata in aiuto del cugino.
Era lei, doveva essere lei.
Lei che l'aveva amato, odiato e aveva creduto in lui e nella sua redenzione.
Era lei che doveva salvarlo, oppure dirgli addio.
Non avrebbe mai permesso a nessuno di farlo al suo posto.
La Granger puntò i suoi occhi d'oro in quelli grigi di Draco, assottigliati dallo sforzo.
Si erano spostati di qualche metro dal punto in cui il biondo aveva atterrato Zabini, quando Malfoy staccò la presa dalla spada di Hermione, ruotò su sè stesso e vibrò un fendente, che la ragazza schivò con prontezza.
La Grifondoro fece un mezzo sorriso, di sfida mista a malinconia...Gliel'aveva insegnato proprio lui, qualche tempo prima, a difendersi dai suoi attacchi repentini.
Attorno a loro due il tempo sembrava essersi fermato...I rumori della battaglia, i respiri affannati e tesi degli amici che osservavano, giungevano come lontani ed ovattati alle loro orecchie. C'erano solo lui e lei, in una danza di guerra e di morte.
Il combattimento pareva essere interminabile...
Hermione si scostò una ciocca di capelli sudati dal volto, parando l'ennesima finta e rispondendo prontamente con un montante ad un fianco.
Lo stava mettendo in difficoltà, se n'era accorta.
La camicia candida era sbrindellata nei punti in cui la lotta si era fatta più serrata e gli occhi non erano più così convinti, anche se brillavano sempre dello stesso disgusto che le riservava ogni qual volta si soffermava su di lei.
Il respiro della ragazza si era fatto affannoso. Lei e Malfoy si erano un po' scostati l'uno dall'altra dopo l'ultimo scambio, e ora giravano a semicerchio, fronteggiandosi sempre più agguerriti.
Fronteggiandosi come in tutti quegli anni fatti di odio, di stupidi pregiudizi, di rancore...Anni che avevano perduto comportandosi come nemici, senza sapere che avrebbero potuto sfruttare tutto quel tempo amandosi...
Draco le si gettò nuovamente contro, la spada alzata verso di lei, il volto pallido appena macchiato di sangue, con quell'espressione fiera che lo aveva sempre contraddistinto.
Quella stessa espressione, dolorosamente bella e regale che si portava sempre dietro, che metteva soggezione a tutti e che allo stesso tempo rivelava quanto tormento ci fosse in quel ragazzo dagli occhi argentei...
Hermione respinse l'attacco, quindi roteò su sè stessa, fece un passo e fintò un colpo al lato destro, che il biondino schivò immediatamente, guardandola subito dopo con superbia e soddisfazione.
Quante volte l'aveva fissata così...con l'ombra di un sorriso sul volto, orgoglioso di sè stesso se era lui a farla felice, oppure quando era contento di vederla sorridere, e di starle accanto, seppure facesse di tutto per non farlo notare...
La ragazza sentì le lacrime pungerle gli occhi, ma tentò di ricacciarle indietro.
Vide Ron con la coda dell'occhio raggiungerli, preoccupato e ansante, e questo le diede ancora più vigore.
Doveva proteggerli...
-Non potrai salvarli tutti, mezzosangue!- le soffiò Draco in un orecchio, quasi interpretando i suoi pensieri, quando furono nuovamente abbastanza vicini.
Come quella volta nel parco, seduti sotto il loro albero preferito, dove non venivano raggiunti dalle occhiate curiose del resto della scuola, quando l'aveva guardata a lungo, come in procinto di dirle qualcosa, ma poi si era limitato a spostarle i capelli dietro ad un orecchio e a stringerla forte a sè...come se temesse che sarebbe altrimenti andata via...
Mentre sferrava un altro colpo, Hermione cercò di conservare quel ricordo, di non farlo sparire, per tenere ancora un po' dentro di sè quella sensazione di calore e di sicurezza...ma era come tentare di afferrare fumo evanescente.
Le lame si incontrarono di nuovo, producendo rumori secchi e vibranti, che risuonavano nell'aria come grida....le stesse grida che tante volte avevano caratterizzato il loro rapporto.
-Come puoi essere così?- gli aveva gridato lei, un giorno, rabbiosa, odiando ancora una volta quella sua indifferenza, quel suo carattere così impenetrabile e schivo.
Draco aveva fatto spallucce, come per dire che a lui non gliene importava niente, nè di ciò che gli accadeva e nè di ciò che avrebbe potuto pensare lei.
Quindi si era voltato e se n'era andato.
E lei, non sopportando di udire quei passi che si allontanavano, l'aveva rincorso e l'aveva afferrato per un polso, costringendolo a voltarsi.
E lui le aveva sorriso, semplicemente...e poi l'aveva baciata, con un'irruenza tale da toglierle il fiato.
La Granger strinse le mani più saldamente sull'elsa della spada, come fossero di nuovo le mani fredde di Draco, in quella notte di litigate e amore.
Come poteva? Come poteva rimanere lì, e combattere contro di lui, ostinandosi a cercare in sè stessa un odio che non provava?
Un odio che non esisteva da nessuna parte in lei...
Si lasciò sfuggire un singhiozzo sommesso, conscia di essere debole davanti ai suoi occhi, quegli occhi che lei amava, che l'avevano spogliata, desiderata e avuta.
Non poteva nemmeno pensare di fargli del male...eppure Draco doveva morire.
La ragazza sentì un dolore acuto al braccio e si accorse che lui l'aveva colpita in un suo attimo di distrazione. Avvertì il sangue caldo scorrerle sulla pelle, e istintivamente portò una mano a proteggere la ferita.
Ma Malfoy non aveva ancora finito... Sogghignando si ritrasse, quindi si proiettò nuovamente verso di lei, la spada ritta...
Hermione non tentò nemmeno di proteggersi...Si accorse di non volerlo fare...Scivolò semplicemente in ginocchio, sentendo la spada scivolarle via dalle dita per poi finire lontano.
Fu sentendo il rumore secco della lama che urtava il pavimento che si accorse dell'errore che aveva commesso.
Si era rifugiata nel luogo sicuro della sua mente, quello in cui era felice, quello in cui era protetta...E si era dimenticata del presente, aveva preferito estraniarsi, smettere di lottare, spinta dall'istinto di preservare il suo cuore ed evitando di ferire il ragazzo che amava.
Lo stesso ragazzo che in quel momento la sovrastava, gli occhi chiari colmi della smania di vincere, di distruggere per sempre quella maledetta mezzosangue che ancora una volta aveva osato sfidarlo.
Malfoy fece un passo verso di lei e mosse il braccio che reggeva la spada come per colpirla.
La Granger non si mosse, rimaneva lì, conscia che poteva essere il suo ultimo istante di vita...E rivide tutto...In un istante la sua mente si affollò di immagini, alcune più colorate, altre grigie, tristi, ma tutte importanti.
Chiuse gli occhi quando Draco alzò la mano, il volto distorto in un'espressione indecifrabile.
Chiuse gli occhi e attese.
Chiuse gli occhi e non ebbe nemmeno la forza di sperare che il ragazzo sbagliasse il colpo o che rinsavisse all'improvviso.
Chiuse gli occhi e non provò alcun dolore.
Passò qualche secondo e li riaprì, senza capire.
Aprì le palpebre, e la prima cosa che incrociò furono nuovamente gli occhi di Draco, che la fissavano dall'alto, muti di stupore.
La ragazza tacque, quindi seguì lo sguardo del biondo, che scendeva rapidamente verso il suo stesso torace.
E lì, in netto contrasto con il bianco della camicia, appena sotto lo sterno, si allargava una macchia rossa...Una macchia indelebile, frutto di un gesto sofferto e irreparabile.
Fu come rivivere la scena di qualche mese prima nel parco, quando quel Mangiamorte aveva cercato di attaccarli..Solo che quella volta Draco era rimasto ferito nel tentativo di salvarla...Non di ucciderla.
Malfoy lasciò cadere la spada a terra, quindi crollò anche lui in ginocchio, di fronte a Hermione.
Dietro di lui apparve Harry, la lama della sua spada tutta insanguinata, con uno sguardo vacuo, perso. 
Il biondo Serpeverde si portò le mani sullo stomaco, con espressione sofferente, quindi si lasciò cadere su un fianco, posando poi la schiena a terra.
La Granger lo seguì, rimanendogli vicina.
Draco respirava a fatica, gli tremavano le mani, ma il suo sguardo chiaro era estremamente fermo e consapevole.
E la cercò...per guardarla ancora.
Quello che Silente non sapeva è che la Malefica Potio non attende l'ultimo battito di un cuore per cessare i suoi effetti...Essi passano poco prima...
Non appena Hermione incrociò i suoi occhi con quelli di Draco, capì che era lui, ancora, finalmente.
-Mezzosangue...- sussurrò lui, con voce spezzata.
La Granger gli si accostò dolcemente, le guance bagnate di lacrime.
Il ragazzo alzò a fatica una mano per asciugare le piccole gocce salate che le attraversavano il viso, quindi le prese la testa, passandole una mano dietro la nuca e costringendola ad accostare la fronte alla sua.
-M-mi dispiace tanto...-mormorò con estremo sforzo.
-No...- singhiozzò Hermione, distrutta, stringendosi la mano di Malfoy accanto al viso, cercando di trattenerlo...di fare in modo che non se ne andasse. -Non lasciarmi sola-
Draco accostò le labbra a quelle della ragazza. Sapevano di sangue, di battaglia, di lui...
-Non lo farò mai...- le soffiò il ragazzo sulla bocca, abbozzando un sorriso -Te lo prometto-
Probabilmente ci voleva un momento così per renderli capaci di dirsi tutto quello che il loro orgoglio li aveva obbligati a tacersi vicendevolmente.
Ora quelle parole erano tutte lì, nell'aria, in attesa di essere sussurrate...Ma i due ragazzi non avevano più voce per farlo.
La Granger alzò lo sguardo verso Elenie, quasi supplicandola, e quando vide la Benèfica scuotere la testa si sentì mancare il terreno sotto i piedi.
Eppure lo sapeva anche lei.
L'aveva capito dal primo momento in cui aveva visto la profonda ferita di Draco, che era troppo tardi, che nemmeno i poteri di Elenie erano abbastanza estesi per salvarlo. La Benèfica aveva già consumato tutte le sue forze per aiutare Chris. Non ce l'avrebbe mai potuta fare...
Draco fece una smorfia, piegato in due dal bruciante dolore, eppure per un momento lo sfiorò l'idea che nemmeno la morte sarebbe stata così crudele, se gli avesse permesso di chiudere gli occhi per sempre  guardando in quelli di lei.
-Stupeficium!-
Un fiotto di luce rossa passò vicinissimo alla testa di Hermione, che si voltò di scatto, senza lasciare la mano di Draco.
Subito tutti i ragazzi si mossero, posizionandosi in difesa di Malfoy e della Granger.
-State lontani da mio figlio-
La voce secca di Lucius Malfoy tradiva tutta la sua preoccupazione.
Nessuno degli studenti di Hogwarts, però, si mosse.
-Non lo terrete in vita facendo così!-
Quando però il Mangiamorte vide le facce sconvolte dei compagni di suo figlio, quella distrutta di Blaise e quella disperata di Hermione, si sentì morire anche lui.
No...Non poteva essere.
Con un cenno chiamò i suoi compagni, ordinando loro di affrontare i mocciosi...
Lui non poteva perdere tempo..lui doveva verificare le condizioni di Draco..



Draco Lucius Malfoy, attraverso il dolore che gli velava gli occhi -o erano lacrime?- cercava di capire cosa accadeva intorno a lui, che piega stesse prendendo la battaglia...e pativa le pene dell'Inferno.
E non riusciva ad ammettere che non voleva morire, che non voleva lasciare tutto a metà.
l'aveva fatto troppe volte.
Una voce lontana, nella sua testa, rise di lui.
Adesso ti svegli, eh Draco? Adesso che hai perso tutto, persino la tua miserevole vita.
Com'è che ci si sente Draco?
Com'è sentire martellare nella testa, anche negli ultimi istanti di respiro, la voce insoddisfatta e fredda di tuo padre...quel padre che ti ha piegato, che ti ha sacrificato per una causa non tua...fa ancora male, Draco?
Tu che hai avuto solo un vero amico in vita tua, tu che hai amato una volta sola, semplicemente perchè non sapevi farlo, perchè nessuno te l'aveva insegnato...
Tu che insultavi Potter, che ti sei attaccato al suo odio per lui e hai combattuto contro di lui, l'hai offeso e odiato, ma quello che stavi davvero facendo era combattere, offendere ed odiare te stesso...
Tu che ora sei lì a terra, soffrendo come un cane, con una ferita allo stomaco e un unico pensiero, che ti porterai in testa e nel cuore fino alla fine:...lei.



Harry calciò il corpo di un Mangiamorte svenuto, quindi si guardò intorno.
Gli Auror stavano finendo quei pochi Mangiamorte rimasti, ma nel combattimento non c'era più quella fatica, quella disperazione di poco prima...Ora sembravano tanti robot che facevano quello che dovevano fino in fondo, come se dovessero terminare di pulire una sporcizia indesiderata.
Hermione riuscì ad atterrare il suo avversario, e corse immediatamente verso il luogo dove era stata costretta a lasciare colui che era stato il suo pensiero fisso fino a quel momento.
Il suo grido si avvertì per tutto il salone, e tutti gli amici la raggiunsero.
La trovarono singhiozzante, disperata sul pavimento freddo, accoccolata vicino a delle macchie di sangue.
-Dov'è Draco?- domandò con voce gonfia di pianto Blaise, appoggiato a Matt.
Per tutta risposta la Granger scosse la testa, continuando a urlare.
Matt sopraggiunse, sostenendo un Auror che zoppicava.
-Hanno tolto la barriera anti-Materializzazione- annunciò con voce piatta -Sono fuggiti.-
-Chi manca all'appello?- domandò Chris, distrutto.
-La Lestrange, il marito, Macnair, Lucius Malfoy e un'altra decina di Mangiamorte. Gli altri sono tutti morti o catturati.-
Sentendo il nome del padre di Draco, Hermione si riscosse.
-L'ha portato via...- mormorò tra le lacrime, continando a sfiorare ostinatamente quel maledetto pavimento dove poco prima giaceva il biondo.
Fu immediatamente colpita dalla verità delle sue stesse parole, pronunicate quasi senza pensarci su.
E le lacrime sgorgarono nuovamente, ancora più intense di prima.
Ron le fu subito accanto, stringendola in un abbraccio fortissimo, da cui lei non si sottrasse.
-Non ero con lui...Non c'ero...- singhiozzò disperata, serrando il maglione dell'amico nei pugni.
-Non può essere sopravvissuto a una Smaterializzazione Congiunta..Era troppo debole...- sussurrò Zabini, lasciando che rapide lacrime gli scivolassero fino al mento.
Fu in quel momento che arrivò Sebastian, pallidissimo, tenendo stretta Laine che esibiva un taglio su una guancia.
L'Auror guardò per un istante Hermione, con espressione impotente, quindi si rivolse a Chris con un sospiro.
-Dobbiamo andare. Gli altri si sono già tutti Smaterializzati, e tra poco saranno qui quelli del Ministero. E' meglio non far vedere che c'erano i ragazzi.-
Mason assentì, quindi guardò Seb, che sembrava fare di tutto per non incrociare lo sguardo di nessuno.
Sapeva esattamente come doveva sentirsi in quel momento.
Sapeva che si odiava per non essere riuscito a salvare Draco.
Sapeva che pensava di aver fallito, permettendo che i Mangiamorte arrivassero a lui.
-Andiamo ragazzi- disse infine Chris, con voce stanca, stringendo la mano di Alice.
Ron si mosse, cercando di trascinare con sè anche Hermione, ma la ragazza puntò i piedi.
-No!- gridò, annientata dal dolore -Lasciami qui...non voglio tornare ad Hogwarts..Voglio restare qui!-
Harry la guardò con un misto di compassione e di odio verso sè stesso.
Sapeva di essere stato lui in parte la causa della sua sofferenza, ma colpire Draco era stato l'unico modo per far sì che lui non la uccidesse.
-Non è colpa tua...- gli mormorò Elenie all'orecchio, accostandosi alla sua spalla.
Tutti fissavano la Granger e il suo dolore, la sua rabbia, il suo amore...
Ognuno di loro, da Ginny a Dean, da Alice e Chris, da Laine a Seb, a Seamus, a Harry, a Elenie, a Ron, soffriva con lei, e al contempo ringraziava Dio di non essere al suo posto...e pregavano di riuscire ad aiutarla.
Non sembrava nemmeno lei...
Lei, di solito così controllata, così riservata riguardo ai suoi sentimenti.
Lei che pur di non farsi vedere piangere si teneva tutto dentro, oppure si nascondeva in camera, rimanendo sola.
Lei sempre così forte, così orgogliosa...Era come se avesse perso ogni freno inibitorio, ogni legame che la teneva àncorata alla realtà.
I suoi occhi d'oro erano vitrei, gonfi di pianto...distrutti. Le sue braccia sfioravano il pavimento, come se volessero abbracciare e stringere un'ombra. L'ombra di Draco, che se n'era andato.

Potter rivide nel suo sguardo vuoto e spento e nelle sue urla spezzate sè stesso dopo la morte di Sirius.

Quella solitudine, quel senso di abbandono, di distacco, erano ancora più vividi che mai, perciò si impose di raggiungerla.
Posò una mano sul braccio di Ron, che si scostò da Hermione.
-Herm, dobbiamo andare.- le mormorò dolcemente Harry, accarezzandole i capelli e accostandosi a lei.
Se per un momento il Grifondoro aveva temuto che lei lo avrebbe allontanato per quello che aveva fatto, si dovette ricredere, perchè lei lo cercò disperatamente, attaccandosi al suo collo, abbandonandosi completamente contro di lui.
Harry la strinse, e fece per portarla via.
Dapprima lei protestò, scalciò, e gridò tutto il suo dolore, perciò Potter le passò una mano dietro le ginocchia e la prese in braccio.
-Shhh, basta ora...- le mormorò serrandosela al petto.
Seguì gli altri, affiancato da Ron e da Elenie, mentre Hermione, sfinita, smetteva di lottare e si calmava sempre di più.
Potter sentì le calde lacrime di lei bagnargli il maglione, e le sue unghie graffiargli le spalle, in un disperato tentativo di rimanere aggrappata a qualcosa, di non essere costretta a lasciare andare tutto...


Ok...-respiro profondo-
Ammetto di aver atteso, vigliaccamente, intere giornate prima di postare questo capitolo. Avevo paura. Paura di non essere all'altezza di scrivere un momento tanto drammatico, di risultare troppo sdolcinata o troppo superficiale. E chiaramente temevo più di ogni altra cosa le vostre reazioni. Vi prego di dirmi cosa ne pensate, stavolta più che mai, perchè questo è stato uno dei capitoli più difficili da scrivere per me, sia per la dinamica del tutto, ma specialmente per la descrizione di Hermione e del suo stato d'animo.  Con questo passo ai ringraziamenti:
xx_dreamer_xx: Ti ringrazio per i complimenti! Le scene di battaglia per me sono le più difficili da scrivere, perchè ho sempre paura di risultare ripetitiva o di creare poca azione!
Smemo92: Ed ecco finalmente tutte le risposte alle tue domande su come sarebbe finita questa battaglia...Dimmi che ne pensi, mi raccomando!
Sklupin: Sono contenta che la battaglia ti stia piacendo! Per quanto riguarda la liberazione di Ron, per una volta qualcosa è filato liscio, del resto lui serviva solo come pretesto ai Mangiamorte per attirare tutti nella casa dei Riddle!
Tanny: Ti ringrazio tanto per le cose bellissime che hai scritto nella recensione, mi hanno fatto un piacere immenso! Questo credo sia il capitolo che tu hai temuto di più, e spero davvero mi vorrai dire che ne pensi...Per quanto riguarda le vacanze organizzate in famiglia all'estero no, non le ho mai fatte, anche se dev'essere una bella esperienza. Sinceramente però, sarei troppo in imbarazzo, ho qualche difficoltà a relazionarmi con persone che non conosco, pur essendo una persona abbastanza estroversa!!
liven: Non sai quanto mi hai rassicurato con la tua recensione! Ormai ti considero il mio giubbotto salvagente...Se ho dei dubbi, con le tue recensioni me li fai dissipare tutti! Grazie grazie grazie...Spero lo farai anche con quest'ultimo, anche se posso capire che l'impresa si prospetti moooooolto ardua! =)
nami_pazza: Ed ecco le risposte sulla sorte di Draco...anche se molte cose rimangono in sospeso e verranno svelate nell'ultimo capitolo e specialmente nella seconda parte! Grazie della recensione, un bacio!!
Sheilin: Che bello, una nuova lettrice! Sono molto contenta che la storia ti piaccia, spero continuerai a seguirla e a dirmi che ne pensi!
Kitty_Cullen: Bentornata=)! Non ti preoccupare per le recensioni mancate, mi fa molto piacere che tu abbia ricominciato a seguirmi! Grazie della recensione, spero mi dirai che ne pensi di quest'ultimo capitolo!


Come già sapete, questo è l'ultimo capitolo. Con il prossimo, il 50, si concluderà questa prima parte della fiction. Al 99,9 % lo pubblicherò il 6 Maggio (un mio capriccio, lo ammettoXD) giusto ad un anno dalla pubblicazione del primo capitolo della storia.
Un bacione a tutti e grazie ancora!


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Capitolo 50
*** Capitolo 50 ***


I'm going back again
I'll take it to the end
Remember where we've been
And where we have to go
Take a look around
Look at what we've found
I know that we can be
What we want to be
I'M GOING BACK AGAIN

-Che tragedia, ragazzi miei, che immane tragedia!-
Albus Silente aveva gli occhi lucidi mentre guardava fuori dalla finestra, osservando i vasti prati spazzati dal sole.
Alice, Laine e Sebastian, seduti alle sue spalle, gli avevano appena comunicato ciò che era accaduto a Casa Riddle.
-I vostri compagni come stanno?- domandò poi il Preside, preoccupato.
-Blaise, Hermione, Ron e Matt dovranno passare alcuni giorni in Infermeria, ma se la caveranno. Gli altri hanno solo bisogno di riposo.- rispose la Parker.
-Christopher è al Ministero?-
-Si- mormorò Alice, abbassando gli occhi -Sono tornati a Casa Riddle per un ultimo controllo. Uscire di lì non è stato per niente semplice, i Mangiamorte hanno lasciato trappole sparse ovunque-
In quel momento la porta si aprì, lasciando alla ragazza il tempo di riprendere il controllo e di tranquillizzarsi.
Entrò Piton.
-Che c'è, Severus?-
-Lucius Malfoy ha annunciato- comunicò il Professore di Pozioni, pallidissimo -Che domani si terrà il funerale di Draco-
-E lei come lo sa?- scattò Anderson, alzandosi di colpo dalla sedia.
-Lascia fare, Sebastian- lo esortò Silente, parandosi tra lui e Piton, che guardava il suo ex-allievo con occhi vuoti.
-Andate ragazzi. E appena ci sarnno novità, vi prego di venire a riferirmele.-
Alice si alzò stancamente e infilò la porta, seguita da Laine e da Seb, che prima di uscire lanciò un'ultima occhiata sospettosa ai due maghi rimasti nella stanza.
-Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che stai facendo- sorrise il Preside.
-Sa benissimo perchè lo faccio...- sussurrò Piton, sedendosi su una sedia e prendendosi la testa tra le mani.
-Hai parlato con Lucius Malfoy?-
-Non molto- confessò il più giovane -Mi ha solo comunicato di Draco, ma più che altro voleva stare con Narcissa...è distrutta-
-Perdere una persona a cui si tiene è uno dei dolori più grandi che esistano. E non è da tutti riuscire a sopportarlo.- concluse il vecchio mago, sistemandosi gli occhiali.


Hermione non dormiva. Era da quando avevano fatto ritorno da Casa Riddle che non chiudeva occhio.
Non perchè non fosse stanca, ma perchè appena provava a riposare, riviveva davanti a sè gli ultimi istanti della battaglia...gli ultimi istanti di Draco.
La stanza era buia e la ragazza udiva il respiro lento di Blaise e Matthew, e il leggero russare di Ron, che stranamente per una volta non la infastidiva ma anzi, permetteva che il silenzio attorno a lei non si facesse assordante, costringendola così ad ascoltare il brusco e tagliente suono dei suoi pensieri.
Aveva perso la cognizione del tempo, non sapeva più da quanto fosse stesa inerme in quel letto. Vedeva il sole filtrare attraverso le imposte socchiuse...
Voleva uscire, per ricordarsi che la luce c'era ancora, che non c'era solo quell'oscurità, quell'atmosfera soffocante.
Scese dal letto e, a tentoni, cercò i suoi vestiti per indossarli, quindi uscì dalla stanza.
Come un automa attraversò il castello, ignorando le occhiate curiose degli altri studenti e andò nel parco.
Avvertendo i raggi solari accarezzarle il volto cinereo, e il vento scompigliarle i capelli, si sentì meglio. Si guardò intorno, alla ricerca di un posto dove poter stare sola, e inevitabilmente si diresse sulla riva del lago, nel posto dove per la prima volta aveva parlato quasi civilmente con Draco, nel luogo dove tante volte si erano incontrati, avevano litigato, si erano abbracciati.
La ragazza sorrise tra sè, un sorriso amaro, mesto, tipico di chi resta, di chi non si dà pace, di chi vorrebbe sparire...di chi ancora ama...
Hermione si prese le ginocchia tra le braccia e cominciò a guardare in giro.
Non aveva ancora visto Harry da nessuna parte, probabilmente era con Elenie, oppure era in dormitorio a riposare, dopo essere stato in Infermeria al fianco della Granger tutta la notte precedente.
Nessuno dei due aveva parlato, si erano limitati a starsi vicino, a stringersi le mani, a infondersi coraggio e forza.
La Grifondoro aveva visto negli occhi di Potter quella paura, quel rimorso misto a rabbia per il gesto che lui stesso aveva compiuto, nel tentativo di salvare lei.
Non doveva permetterglielo, ed Hermione si odiava per questo.
Era uno dei motivi per cui aveva deciso di affrontare lei Draco, ovvero perchè altrimenti sapeva che l'avrebbe fatto Harry. E lei non voleva che si sobbarcasse anche questo peso, anche questo rimpianto.
Era una cosa che avrebbe dovuto portarsi dietro da sola, ma era stata troppo debole per arrivare fino in fondo, per essere lei stessa a chiudere gli occhi di Malfoy.
Il lago davanti a lei era sorprendentemente placido, l'acqua scorreva calma, ignara del tormento che percuoteva l'animo di colei che era seduta sulla riva.
Tutto attorno pullulava di ricordi.
Gli stessi che la stavano distruggendo lentamente, gli stessi che le impedivano di dormire.
Perchè quando provava a dormire sognava di lui...
Una leggera brezza le scompigliò i riccioli scuri, lasciando nell'aria un vago profumo di fiori.
Era tutto inutile. Inutile perfino cercare di non pensarci, inutile cercare di dirottare la mente su qualcosa che non fosse Draco.
Perchè lo sentiva lì.
Era una sensazione strana...Aveva sempre creduto, almeno dopo aver appreso da Chris che Draco si sarebbe liberato dagli effetti della Pozione solo morendo che, quando fosse successo, lei si sarebbe sentita vuota, persa, che improvvisamente si sarebbero staccati tutti i fili che la tenevano ancorata al mondo, alla razionalità.
E invece no.
Stava male, da qualche parte in lei c'era un impulso che la spingeva a gettarsi per terra urlando e strappandosi i capelli...ma esso veniva sovrastato da qualcosa che le impediva di autodistruggersi a quel modo, qualcosa che la induceva a credere che Malfoy fosse ancora lì accanto a lei, ad accarezzarla, consolarla e prenderla in giro come aveva sempre fatto.
Hermione udì un rumore di passi alle sue spalle, poi sentì Harry lasciarsi cadere pesantemente vicino a lei.
-Ti ho cercata in tutto il castello...- mormorò il ragazzo, giocando con i fili d'erba -A Madama Chips è quasi venuto un colpo quando non ti ha più vista nel tuo letto-
-Avevo bisogno di stare un po' da sola-
Potter la fissò. Sembrava quasi più vecchia, anche se forse era solo più stanca, più provata.
Non le chiese come si sentiva, non ce n'era bisogno, lo vedeva anche da solo.
Era a pezzi, anche se un sottile velo di autocontrollo cercava di nascondere il suo reale stato d'animo.
Le persone che ci amano non ci lasciano mai del tutto, gli aveva detto una volta Silente.
E in quel momento, guardando gli occhi spenti della sua migliore amica, Harry si sorprese a domandarsi se dopotutto fosse un bene, o perlomeno una consolazione.
In fondo, quando una persona cara se ne va, l'unico modo che ha per restarci accanto è quello di lasciarci un suo ricordo.
Un ricordo a farci compagnia, a scaldarci il cuore nelle notti insonni...ma anche ad impedirci di voltare pagina.


-Tu! Maledetto bastardo!-
-Narcissa, te ne prego, calmati!-
Lucius Malfoy stava sulla soglia della stanza che divideva con la moglie, incerto su cosa fare, soprattutto considerando il fatto che se avesse osato fare un solo passo lei l'avrebbe Schiantato senza pensarci troppo su.
-Per favore, metti via la bacchetta!- la esortò per l'ennesima volta l'uomo, con voce supplichevole ma ferma.
Narcissa lo ignorò, tenendo l'arma ben salda nella mano e fissando il marito con uno sguardo carico d'odio.
Lucius abbassò gli occhi, lasciando poi vagare la sua attenzione in giro per la stanza.
Essa, che fino a poche ore prima era in perfetto ordine, austera e regale, ora era devastata: il letto era sfatto, le pesanti tende giacevano per terra, e la piccola credenza in legno scuro che ospitava decine di piccoli oggetti di cristallo, si trovava a terra semidistrutta.
Esattamente come la padrona di casa.
Narcissa Black Malfoy era inginocchiata al centro della camera, l'elegante vestito azzurro allargato attorno a lei, i capelli biondi scomposti e annodati, e il volto spento, rigato dalle lacrime.
A Lucius faceva male al cuore vederla così. Tentò ancora una volta di avvicinarsi a lei, ma senza risultato.
-Non osare- ringhiò infatti la donna, alzandosi in piedi tremante, aiutandosi appoggiandosi con una mano a una delle colonnine che reggevano il baldacchino del letto. -Non provare ad avvicinarti a me!- gridò puntando la bacchetta contro il petto del marito.
-Abbassa quella bacchetta!- disse nuovamente Lucius, secco.
La mano di Narcissa vacillò appena, ma poi strinse più forte la presa.
-Hai ucciso mio figlio!- urlò, stravolta dal dolore -Non dirmi quello che devo fare!-
Alcuni piccoli fiotti di luce rossa uscirono dalla punta della sua bacchetta, finendo sul pavimento.
Malfoy la ignorò. Entrò deciso nella camera, raggiungendo in due passi la moglie.
-Io non c'entro niente- le sussurrò con voce rotta.
Lei singhiozzò. -Ti odio Lucius! Ti detesto, hai capito?-
L'uomo fece per abbracciarla, ma Narcissa, risoluta, gli piazzò la bacchetta sul petto, obbligandolo a starle lontano.
Lucius allora, stufo, perse la calma. Le afferrò un braccio e, esercitando una lieve pressione la costrinse a lasciar cadere a terra la sua arma.
Sua moglie allora, trovandosi inerme iniziò, in mancanza d'altro, a tempestargli il torace di pugni nel vano tentativo di allontanarlo da sè.
- Non ti voglio qui!- urlò con voce roca -Vattene...Adesso!-
Lui però non si mosse di un millimetro, anzi, si avvicinò ulteriormente fino a circondarla con le sue braccia, cercando di placare le sue grida.
Non l'avrebbe lasciata sola nemmeno se l'avesse minacciato con un Cruciatus.
Doveva stare lì con lei, a difenderla da sè stessa e dal suo dolore. Anche se questo voleva dire spaccarsi in due lui, solo per un misero tentativo di proteggerla dalla realtà-
Se solo avesse potuto dirle come stavano veramente le cose le avrebbe risparmiato un sacco di sofferenze...Ma essendo lui essenzialmente egoista, in un certo qual modo preferiva vederla stare male ma saperla al sicuro, seppur ignara di tutto.
Le grida di Narcissa si erano ridotte a singhiozzi sommessi.
Lucius la strinse maggiormente, sentendo le braccia della moglie aggrapparsi alle sue spalle, e le lacrime di lei bagnargli la camicia.
Era un debole quando si trattava di lei, lo sapeva.
I suoi propositi, vedendo quelle piccole spalle tremare sotto il peso di un dolore troppo grande, si sciolsero come neve al sole.
Ogni lacrima della donna che amava era un colpo in più alle sue decisioni, alle sue prerogative.
-Cissy- mormorò scostandola da sè e scrutandola in quegli occhi azzurri pieni di lacrime -Perdonami...-
-Non ti ho detto tutto- continuò in risposta allo sguardo interrogativo di lei.
Gli occhi di Narcissa ebbero un guizzo, un bagliore di speranza li attraversò.
E Lucius, facendola accomodare sul letto e sistemandosi accanto a lei, cominciò a raccontare..


Ad Hogwarts intanto le giornate passavano placidamente. Le lezioni si trascinavano lente e gli studenti erano sempre più proiettati con la mente verso l'inizio delle vacanze estive.
Mancavano due giorni alla fine della scuola quando Harry, Hermione, Ron, Elenie e Blaise furono convocati nella Sala degli Allenamenti.
La Granger era nella Sala Comune di Grifondoro a riordinare i suoi libri, quando arrivò un plico vergato in tutta fretta da Alice.
Inutile dire che la sua voce non suonò troppo allegra quando comunicò ad Harry e Ron che erano attesi nel luogo dove avevano passato gran parte dei pomeriggi dell'anno.
Era dal giorno della battaglia che non vi metteva piede. Era già abbastanza dura per lei camminare nella scuola dove Draco era stato solito girare...
Rientrare in quella stanza avrebbe voluto dire rivedere davanti ai suoi occhi l'immagine di Malfoy che si esercitava ad usare la spada, oppure che era intento ad attaccare briga con Harry, oppure a ripensare a quando la fissava mentre lei combatteva, con quegli occhi impertinenti e glaciali.
Basta, non di nuovo.
Hermione sospirò, imponendosi di rinchiudere di nuovo i suoi pensieri tra quelle gabbie in cui aveva deciso di costringerli per impedire loro di farle troppo male.
Si sottrasse agli sguardi preoccupati degli amici, che sapeva non le staccavano mai gli occhi di dosso. Li notava, vedeva l'ansia scolpita nei loro volti e avrebbe tanto voluto rassicurarli, ma non era certa di essere in grado di parlare di Draco senza cadere in pezzi, senza ricordare quanto era stata felice fino a poco tempo prima.
Così stava zitta, trincerandosi dietro a quel muro fatto di silenzio e finzione.
I tre scesero dalla Torre, avviandosi verso la Stanza degli Allenamenti.
-Ehi ragazzi!-
Quando furono sulla soglia, Elenie comparve alle loro spalle, seguita da Blaise.
Hermione sorrise alla volta del moretto. Vedeva nei suoi occhi vuoti la stessa desolazione che aleggiava nei propri, e nel suo debole sorriso lo specchio di quello che ostentava lei.
-Pensate di entrare, prima o poi? - sbraitò una voce da dentro.
I ragazzi ridacchiarono e si affrettarono ad entrare.
Matt, Alice, Chris e Sebastian stavano lì, seduti vicino al tavolo dove li avevano attesi alla loro prima lezione, chiacchierando tra loro.
I cinque studenti si sedettero di fronte, attandendo che gli Auror si degnassero di considerarli.
Dopo qualche istante entrò Laine, che raggiunse Seb e si sedette accanto a lui, legandosi i capelli.
-Bene- esordì in quel momento Chris -Immagino vi starete chiedendo perchè vi abbiamo chiamato qui-
Harry e gli altri annuirono in coro.
-Semplicemente per salutarvi. Il nostro compito ad Hogwarts è finito.- mormorò Mason a voce bassa -Ora sapete cavarvela da soli. Noi dobbiamo tornare al Ministero.-
A quelle parole seguì un silenzio tombale. Alice aveva gli occhi lucidi, e come lei Elenie.
Quei quattro Auror le avevano dato tanto. Le avevano salvato la vita, le avevano insegnato a combattere e ad essere coraggiosa.
Potter dal canto suo non sapeva che dire. Così non parlò, limitandosi ad alzarsi e ad andare da Christopher tendendogli la mano e ringraziandolo in silenzio.
-Ti aspetto tra due anni al Quartier Generale degli Auror, Harry Potter - gli sorrise Mason.
Rinnovò questo augurio anche agli altri quattro, mentre Alice li abbracciava ad uno ad uno e gli altri si facevano avanti per salutarli.
Si congedarono tutti affettuosamente, coscienti che ciò che avevano condiviso quell'anno li avrebbe legati per sempre.
Ma c'era qualcosa, lì tra loro, una nota stonata, qualcuno che non c'era e che avrebbe dovuto esserci...e la sua mancanza pesava troppo...il suo silenzio produceva un chiasso assordante.
-Siamo orgogliosi di voi- disse Seb ad un tratto, burbero, prendendo la parole un momento prima che i ragazzi se ne andassero.
Hermione gli sorrise a fatica, cercando in quel modo di rispondere alla muta domanda che aveva letto negli occhi di Anderson, e dopo un ultimo cenno con la mano uscì, seguita dagli amici.
-E anche quest'anno è finito...-sospirò Ron, esponendo il viso alla luce chiara del sole.
-Dove andate quest'estate?- s'informò Blaise, con un' espressione cupa.
-Io ed Harry andremo alla Tana, poi si vedrà. Tu?- rispose la Granger al posto del rosso.
-Silente ha prenotato una stanza per me e una per Elenie al Paiolo Magico- annunciò Zabini.
-Per me è pericoloso tornare a casa di mia madre, e Blaise chiaramente non vuole saperne di andare dai suoi- spiegò la Benèfica, in risposta allo sguardo interrogativo di Hermione.
Harry passò un braccio attorno alle spalle della sua ragazza ed, insieme agli amici, si sedettero sul prato.
Nessuno li disturbò quel pomeriggio, e loro non rivolsero nemmeno uno sguardo agli studenti chiassosi e felici che festeggiavano il termine delle lezioni.
Era ancora presto per l'allegria...ancora presto per ricominciare a gioire e sorridere.
Prima che le ferite si cicatrizzassero, prima che gli squarci nel cuore smettessero di bruciare e fare male, sarebbero dovuti passare i giorni più duri, quelli del dolore, della nostalgia, della malinconia, che afferra il cuore nella sua morsa invincibile.
Ma anche i giorni duri sarebbero passati, anche quell'ombra doveva spostarsi prima o poi, bastava affrontarla...insieme.

Fine


Eccoci qua. LA FINE. Desiderata, attesa, temuta, da me per prima. Mi sembra impossibile pensare che sia già passato un anno da quando ho postato il primo capitolo, piena di timore e terrorizzata all'idea di non farcela, di non riuscire a combinare nulla di buono, di stufarmi e lasciare tutto a metà.
E' per questo che vi ringrazio con tutto il cuore. Grazie, davvero, a tutte voi, perchè è solo per merito vostro che oggi sono qui, col magone, a chiudere la prima parte di una storia che mi ha dato tanto.
Mi ha dato tanto perchè mi ha fatto crescere, sia come "scrittrice" che come persona.
Non credo di apparire presuntuosa se dico che penso di aver effettuato un enorme cambiamento dai primi capitoli a questi ultimi. Ci ho preso un po' la mano, cercando di trasferire quelli che sono i miei sentimenti e le mie emozioni nei gesti e nelle parole dei miei personaggi. Certo, da qui al fatto di potermi dire un'autrice, o comunque da potermi considerare all'altezza di molte persone che scrivono su questo sito ce ne vuole...Ma non ho intenzione di mollare, voglio continuare a scrivere e a sognare, e spero di poter contare sull'appoggio di molte di voi.
Per quanto riguarda il capitolo 49, ringrazio tutte coloro che hanno recensito...Mi dispiace di avervi fatto piangere praticamente tutte=) Spero mi perdonerete!
A proposito di recensioni...Ho dimenticato una cosa che questa storia mi ha dato, anzi molte cose.
Le " cose" (passatemi il termine xD) sovraccitate, ovviamente siete VOI.
Voi che mi avete sostenuta, appoggiata, consigliata ogni volta che ne avevo bisogno.
Voi che siete diventate quasi delle amiche, delle conoscenti, anche se magari non vi ho mai visto.
Voi, che attendevo con trepidazione ad ogni aggiornamento.
Voi, che siete semplicemente fantastiche.
Mi piacerebbe poter spendere parole per ognuna di voi, cosa che chiaramente non è possibile, ma farò del mio meglio per ricordarvi tutte (scusate se sbaglierò a scrivere alcuni nick, ma sono con l'acqua alla gola, è tardi e non ci sono più molto con la testa).
Un grazie enorme alla mia prima recensitrice in assoluto, Mary 0094 e un grazie altrettanto grande, se non di più a colei che nei primi capitoli è stata l'unica a darmi la motivazione e la voglia di andare avanti: pei_chan.
Non posso poi ovviamente dimenticare le "fedelissime" alla storia, che negli ultimi trenta capitoli o giù di lì non hanno mai saltato un aggiornamento, riuscendo sempre a darmi un loro giudizio: Smemo92 e Hollina.
Oltre a loro quattro, fortunatamente, ci sono state tante altre persone che hanno cominciato a seguire la storia solo in tempi più recenti o magari più saltuariamente, e che non ringrazierò mai abbastanza. Dunque un grazie di cuore a
whateverhappened per essersi innamorata di Sebastian e avermi stimolato a caratterizzarlo al meglio, grazie a Lyla_sly per le sue critiche e i suoi giudizi schietti sia in positivo che in negativo, a Keyra Malfoy per le sue recensioni che mi hanno piegato in due dalle risate, a Love_doll per non essersi persa nemmeno uno degli ultimi capitoli, a Tanny per essere riuscita a seguirmi nonostante le sue difficoltà, a angiericcio per i dolcissimi complimenti, a Sklupin per essere arrivata fino in fondo, a sakura87 per avermi "accompagnato" per una parte della storia, a I love you Draco per le sue recensioni-lampo che riuscivano però sempre a farmi piacere,  a Claire_de_lune182 per essere più o meno l'unica che ama gli Schiopodi Sparacoda ed avere di conseguenza apprezzato la loro apparizione, a nami_pazza perchè abbiamo lo stesso nome e perchè si è precipitata senza riserve a leggere le mie storie, a erigre che ha letto con pazienza tutta la storia pur essendo arrivata quando ormai stava terminando, a Liven che in questi ultimi capitoli è stata il mio punto di riferimento, rassicurandomi e dandomi opinioni sempre più positive e gentili, a Kitty_Cullen che mi ha riempito di complimenti e ha commentato assiduamente quest'ultima parte, a veranatalie per le recensioni meravigliose e davvero gentilissime.
Ringrazio anche chi ha fatto solo qualche "toccata e fuga", oppure quelle persone che sono arrivate proprio alla fine ma che mi hanno comunque riempito di piacere:  Gattina_, StellaPiton, Fratwi, Sheilin, Littledancer, LadyHerm, Mrs Snape, Nika_Chan01, Poppi, ackylucky, roby94, _Vergessenes kind, pompeibe, ventiquattro, irepa94, kri87, Stephenye, milkyway84, MizzBlack,  Cittadinadelmondo, Bettybionda, pometina 94, xx_dreamer_xx.
Un altro grazie speciale va a bubina91 e senzaparole, che prima di essere due lettrici sono due grandi e fantastiche amiche. Grazie ragazze, per le recensioni, a voce e scritte.
Dimenticavo di ringraziare le fantastiche 184 persone che hanno inserito la fiction tra i preferiti e le 14 che l'hanno messa tra le storie seguite. Grazie, grazie, grazie!

Fiuuu, dovrei aver finito anche con i ringraziamenti, sperando di non aver scordato nessuno (anche se ho molti dubbi).
Ammetto di non aver ancora deciso il titolo della seconda parte...In linea di massima dovrei postarne il primo capitolo tra una settimana, dieci giorni massimo, quindi di tanto in tanto se vi va date un'occhiatina sulla mia pagina-autore...
Ragazze, qui ora io vi saluto. Spero tanto di rivedervi tutte nella seconda parte della storia...
Se volete farmi un regalo di arrivederci, lasciate un commentino, vi va? Mi farebbe un piacere immenso sentire anche coloro che non hanno mai recensito, ma solo letto.
Un abbraccio forte.
                                                                                                                        Gaia


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Capitolo 51
*** AVVISO! ***






Ciao a tutti, o almeno, a quei pochi che seguono ancora la mia storia dopo quasi due mesi che non pubblico nemmeno un capitolo.
Lo so, avevo promesso di postare il primo capitolo della seconda parte a massimo dieci giorni di distanza dal primo..Scusatemi!
Purtroppo però, quasi due mesi fa, di punto in bianco il mio hard disk ha deciso di abbandonarmi, cancellando tutto ciò che vi avevo salvato sopra, dunque ho perso tutti i capitoli.
Al momento il mio hard disk è da un mio amico, che fa l'università di Informatica, e che sta cercando in tutti i modi di recuperare i miei dati.
Lo so, penserete che in due mesi avrei potuto riscrivere tutti i capitoli, però non sono certo pochi quelli che ho perso.
Ero arrivata al decimo capitolo del seguito di "Qui dove batte il cuore..", al quindicesimo di una nuova storia che avevo intenzione di pubblicare, e in più c'era una one-shot.
Immagino capirete il mio sconforto nel constatare che non era rimasto assolutamente nulla del mio lavoro, in cui avevo messo passione ed impegno.
Non so che altro fare se non dirvi che mi dispiace, che cercherò al più presto di recuperare il tutto oppure di riscriverlo, e che ovviamente spero che mi aspetterete.
Ho sempre odiato questi capitoli con scritto AVVISO!, perchè quando li leggevo nelle storie che seguivo, provavo un gran dispiacere nel non poter finire di leggere magari delle storie che mi avevano appassionata, e forse è per questo che ho aspettato il più possibile a dirvi tutto ciò.
Spero ci sentiremo al più presto.
Un grosso abbraccio.
Gaia

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Capitolo 52
*** Tornata!!! ***


So che sono passati mesi interi in cui non ho dato cenni di vita. Non so veramente come scusarmi...L'unica cosa che posso dirvi per giustificarmi, è che non ho più messo piede in efp. Non ho recensito più niente, non ho più guardato le mie storie nè le altre, forse perchè non volevo trovarmi davanti commenti delusi di chi attendeva il seguito della mia storia. Ragazze mi dispiace, ma non ce la facevo...Non riuscivo a riprendere in mano tutto e ributtare giù quello che avevo scritto, convinta che non sarei mai più riuscita a trasmettere le stesse cose della prima volta. Stasera invece mi sono decisa a farlo, ho guardato gli ultimi commenti, e ho deciso di darmi una mossa. E che cavolo. Entro venerdì sera troverete il primo capitolo della seconda parte. Il titolo, almeno per il momento sarà QUI DOVE BATTE IL CUORE...-PARTE SECONDA-        [originale eh? =) ] in attesa di un'idea migliore..   Spero davvero di ritrovarvi tutte qui...Grazie ragazze, perchè se ho ritrovato lo stimolo di ricominciare a scrivere, è solo grazie a voi.                                                                                                                                                                                                                

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