Qui dove batte il cuore... di elettra1991 (/viewuser.php?uid=46536)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** AVVISO! ***
Capitolo 52: *** Tornata!!! ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Ciao a tutti, questa
è la mia prima fanfiction. Doveva essere una One-Shot ma
alla fine ho preferito fare una storia a capitoli. E' abbastanza
incentrata su Draco ed Hermione anche se poi attorno ruoteranno tutti
gli altri personaggi e soprattutto Ron ed Harry. Si svolge durante il
Sesto anno ad Hogwarts e non tiene conto degli eventi del Settimo
libro. Più che altro è quello che mi sono
immaginata potesse succedere se Draco in "Harry Potter e il principe
Mezzosangue" avesse fatto altre scelte.
Spero che vi piaccia. Intendo postare, studio permettendo, almeno un
capitolo a settimana, se non di più.
Per favore recensite per farmi sapere che ne pensate o se vi sembra che
mi stia allontanando troppo dai personaggi originali. Grazie mille
Hermione
si
svegliò di soprassalto, sentendo un brusco frullare d'ali
fuori dalla finestra del suo dormitorio.
Cercando di non svegliare
Calì e Lavanda si alzò ancora insonnolita e
sbadigliando aprì le vetrate, e una bellissima civetta delle
nevi le si appoggiò sul braccio.
Dopo essersi lasciata
slegare il messaggio dalla zampa il volatile becchettò
insistentemente la mano della strega. - Edvige non ho niente da
mangiare, mi dispiace, torna da Harry.-
Dopo uno sguardo rancoroso la civetta riprese il volo ed Hermione
aprì la busta, cercando di decifrare le spigolosa scrittura
di Harry e capì che l'amico la pregava di raggiungere lui e
Ron in cortile per aiutarli con i compiti di Pozioni.
Il fatto che i
suoi migliori amici fossero svegli e che stessero per di più
studiando all'alba delle dieci di mattina la impensieriva non poco.
Il mistero fu svelato non appena giunse nell'angolo più
appartato dell'immenso parco di Hogwarts e si trovò davanti
un Harry e un Ron furibondi e con delle occhiaie da far spavento. -Che
diavolo è successo? - chiese allibita la ragazza - sembra
che vi sia passato sopra l'Espresso di Hogwarts!-
Harry la fulminò con uno sguardo.
-Herm non sei per niente
divertente. Quell'idiota di Piton ci ha beccati che cercavamo di
affatturare il tappeto all'ingresso del dormitorio di Serpeverde nella
speranza di azzoppare Malfoy e per punizione ci ha dato un tema di
almeno 20 pagine sulla preparazione del Veritaserum!-
Hermione cercò di trattenere le risate e di mantenere un
cipiglio severo poi tuonò:
- Siete degli incoscienti! E se
Malfoy si fosse fatto male sul serio? Sareste potuti finire in guai
grossi!-
In
effetti per quanto gliene importava a lei, quell'insopportabile
Serpeverde avrebbe potuto trascorrere il resto dei suoi giorni appeso
per i piedi fuori dalla torre di Astronomia, ma aveva pur sempre una
reputazione da sosia della McGranitt da mantenere.
I suoi
due amici la blandirono con una risatina e, con l'aiuto della strega in
qualche ora riuscirono a fare temi abbastanza buoni.
Era ormai tardo
pomeriggio quando Harry ripose la sua piuma nella borsa bofonchiando
ingiurie contro Piton e il trio si avviò verso il castello.
Andarono subito a cena, morendo di fame, dal momento che a pranzo
avevano mangiato solo alcune pietre abilmente trasfigurate da Hermione
in
panini, ma all'ingresso della Sala Grande furono accolti da uno stuolo
di fischi, occhiate infuocate e maledizioni lanciate da sotto il tavolo
provenienti dalle serpi.
Evidentemente un uccellino bastardo aveva
fatto la spia sulle intenzioni poco pacifiche della notte precedente di
Potter e Weasley.
Riusciti finalmente a sedersi più o meno
indenni alla tavola di Grifondoro Ron sussurrò:
- Ehi avete
visto Malfoy?-
Gli altri due si voltarono e guardarono meglio il
Serpeverde . Aveva un che di...strano. In effetti non prendeva parte a
gran voce ai cori di insulti dei suoi compagni di casa come al solito,
ma se ne stava silenzioso al suo posto, incurante di ciò che
gli accadeva intorno, fissando un punto imprecisato nel vuoto.
-Oh, forse finalmente qualcuno gli ha tagliato quella lingua
biforcuta!- sibilò sprezzante Hermione.
Gli altri Grifondoro
risero sommessamente ma stranamente Malfoy non reagì.
E con un ultimo sguardo dubbioso la streghetta tornò a
rivolgersi al suo piatto.
-Ehi Draco ma si può sapere che cavolo hai? E' da quando
è iniziata la scuola, una settimana fa, che sei strano,
diverso, musone. Non è da te! Non ti riconosco
più. E' successo qualcosa?-
-Fatti i cazzi tuoi per favore. Non ho niente- mentì
Malfoy.
Blaise Zabini dopo lo scatto d'ira del suo migliore amico
alzò le spalle e uscì dalla stanza.
A quel punto il biondissimo Serpeverde si lasciò cadere sul
letto tenendosi la testa fra le mani, disperato.
Come faceva a
confessare a Blaise quello che avrebbe dovuto fare?
Come poteva dirgli
di Voldemort, spiegargli il casino che era ormai diventata la sua vita,
come poteva ammettere le sue paure, i suoi dubbi di diciassettenne?
Cosa poteva fare per uscire da quel tunnel dell'orrore in cui due
settimane prima l'avevano spinto contro la sua volontà?
Una
lacrima dispettosa scivolò lungo la sua guancia pallida e
con un rapido gesto il ragazzo l'asciugò ricomponendosi.
Non
poteva permettersi debolezze.
Non l'aveva mai potuto fare.
Intanto Blaise nella Sala Comune di Serpeverde ripensava al dialogo
avuto con l'amico.
Che stava succedendo a Draco?
Era per natura
riservato e schivo ma sapeva che adorava prendere in giro Potter e i
Grifondoro...ora però era cambiato...Che sul serio Lucius
l'avesse...? No
dai, quale padre potrebbe tramutare un figlio in Mangiamorte contro la
sua volontà? Come avrebbe potuto condannarlo a una vita del
genere?
Si, perchè Zabini sapeva che a Draco, come a lui, non gliene
fregava nulla.
Non che gli sarebbe dispiaciuto che ci fossero stati un
po' meno Babbani a questo mondo, intendiamoci, ma da qui a diventare un
seguace di Lord Voldemort...
Inoltre loro stimavano moltissimo Silente,
la sua fermezza, il suo coraggio, il suo potere e non si sarebbero mai
messi contro di lui.
Non erano gli unici a Serpeverde.
In fondo anche
Pansy Parkinson, seppur cattiva, non era una brutta persona.
Però c'erano quelle teste di cazzo di Tiger, Goyle, Nott e
molti altri che giravano per i corridoi sbandierando le loro idee
razziste, cosi quei pochi che nel covo delle serpi si salvavano, erano
costretti ad abbassare la testa, se non volevano essere rovinati.
Certa
gente andava veramente rinchiusa.
"Professor Silente? Professor Silente?...Albus!"
"Eh? Oh si Minerva, dimmi!"
"E' arrivato un altro gufo da Malocchio Moody. Da Magie Sinister, a
Notturn Alley, c'è sempre più fermento! Lavora
fino a tarda notte, dietro ad una specie di armadio, a quanto pare. Da
quando Draco Malfoy è andato a fargli visita la scorsa
settimana non si ferma un attimo!"
"Lo so - sospirò il Preside - Lucius gli starà
col fiato sul collo, credo che Sinister sarebbe già morto se
non servisse ai Mangiamorte per i loro commerci illegali."
"Lei pensa che Malfoy abbia fatto diventare un Mangiamorte anche suo
figlio?"
"Mia cara professoressa, non credo proprio. Voldemort non prende come
suoi seguaci ragazzini a caso. E' più facile che gli abbia
dato un incarico per testare le sue capacità."
La McGranitt scosse impercettibilmente il capo:" E se il ragazzo
facesse una sciocchezza? Se commettesse qualcosa di irreparabile?"
"Non lo farà, Minerva, confido nelle capacità di
giudizio di Draco Malfoy e so che avrà il coraggio di fare
la cosa giusta"
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Quando
Draco Malfoy si svegliò quella mattina di inizio
ottobre, si dovette trattenere dal cruciare Blaise Zabini, che aveva
passato la notte affacciato alla finestra a cantare a squarciagola
l'ultimo pezzo delle Sorelle Stravagarie, dopo la sbronza colossale che
si era preso la sera prima.
Impietosito dallo sguardo cerchiato e
dall'aria vacua dell'amico si limitò a tirargli un calcio,
prima di uscire di volata dalla stanza.
Filò dritto verso la
Stanza delle Necessità, dopo aver rimediato qualcosa per
colazione. Sapeva che sarebbe stato un lavoro lungo.
Quell'accidenti
di un Armadio Svanitore non accennava a funzionare!
Forse, se avesse chiesto aiuto a Blaise avrebbe finito prima...No, non
poteva cacciare anche lui in quei casini.
Doveva in qualche modo
cercare di sfuggire alle sue continue domande e tenerlo al di fuori.
Zabini era un coglione, ma era il suo migliore amico.
L'unico
che lo capisse, l'unico che lo ascoltasse, l'unico che aveva rispetto
dei suoi pensieri e l'unico in grado di travalicare il muro di
freddezza dei suoi occhi grigi.
Almeno fino ad allora.
Era quasi
giunto al settimo piano quando, girando l'angolo,
finì dritto dritto tra le braccia di Ron.
-Gira al largo
Lenticchia non è giornata- gli sibilò furioso
Malfoy.
-Non me ne parlare, furetto, un bastardo serpente che mi
è venuto addosso me l'ha appena rovinata!-
ringhiò l'altro.
Stavano
già tirando fuori le bacchette quando una massa di
capelli cespugliosi si mise di mezzo.
-Insomma basta! Possibile che non
possiate smetterla? Non vi bastano tutti i punti che ci hanno
già tolto per queste litigate? Dai Ron, andiamocene.-
E,
dopo un ultimo sguardo truce a Malfoy, Hermione strattonando l'amico
cominciò a scendere le scale.
-Hermione!
- ululò allora Ron - perchè non mi hai
lasciato fare un incantesimo a quell'idiota? Avrei potuto tagliargli
quella maledetta linguaccia una volta per tutte!-
-Ron, non
che io non abbia fiducia nelle tue capacità,
intendiamoci, ma ho preferito evitare un'altra scena come quella del
secondo anno-
A quelle
parole il rossino rabbrividì : il ricordo delle
lumache che uscivano dalla sua bocca era ancora troppo vivido nella sua
memoria.
-Quella era la bacchetta difettosa, che c'entra..-
mugugnò leggermente offeso.
-Beh ad
ogni modo meglio non rischiare...-. E la strega
sorridendo con queste parole chiuse il discorso.
Intanto a
Villa Malfoy...
-Bellatrix!-
Una strega con lunghi capelli neri e il viso scavato
entrò a piccoli passi nel grande salone.
-Si Padrone?-
chiese rispettosamente la Mangiamorte, tesa come una corda di violino.
-Dov'è
Lucius? Lo voglio subito qui! Portamelo!-
Bellatrix
Lestrange uscì rapidamente e tornò poco
dopo con un uomo alto dai lunghi capelli biondi.
-Malfoy,
era ora! Tuo figlio a quanto pare non sta concludendo
assolutamente niente! Se andiamo avanti di questo passo non ce la
faremo mai! Forse, togliendo di mezzo sua madre gli daremo un giusto
incentivo, che ne pensi?- chiese il Signore Oscuro con voce velata di
ironia.
Lucius Malfoy impallidì e balbettando rispose:
-No
Mio Signore, vi prego, scriverò di nuovo a mio figlio Draco
ordinandogli di sbrigarsi, ve lo prometto!-
-D'accordo,
ma questo è il mio ultimo avvertimento, poi
passerò ai fatti! - sibilò Lord Voldemort prima
di ritirarsi.
Nel
frattempo ad Hogwarts le lezioni procedevano normalmente anche se
il nervosismo dei professori era palpabile.
Inoltre erano stati visti
sempre più gufi diretti nell'ufficio di Silente.
Hermione
passeggiava distrattamente sulle rive del Lago Nero.
Aspettava
Harry.
Era molto preoccupata per lui. Il suo migliore amico era sempre
stato sotto il tiro di Voldemort e dei Mangiamorte, ma ora sembrava che
la situazione si stesse complicando ulteriormente.
Lei con Potter aveva
avuto sempre un rapporto un po' particolare, era stato il suo primo,
unico e vero migliore amico. Con lui poteva parlare di tutto senza
vergognarsi, si sentiva libera di essere sè stessa.
Lui non
era tipo da giudicare il pensiero altrui.
La Granger ammirava la sua
determinazione, il suo coraggio, la sua forza d'animo e l'anno prima
aveva sofferto con lui per la perdita di Sirius e per la fine della
storia con Cho.
Per fortuna ora con Ginny sembrava aver
trovato finalmente un po' di serenità.
Era stata
così contenta per loro quando le avevano confessato di
essersi messi insieme, il mese prima...
Solo Ron l'aveva presa un po'
male, e non aveva rivolto la parola a nessuno per due giorni, preso
com'era dalla sua parte di fratello geloso e possessivo, ma alla fine
anche lui aveva dato la propria benedizione e ora i due piccioncini
filavano d'amore e d'accordo.
Inoltre era stato Harry ad impedire che
lei si riducesse in pezzi per la fine della sua storia con Ron.
Si era
fatta talmente tante aspettative in quegli anni che vedere che era
andata così male l'aveva fatta sprofondare.
Fortunatamente
però entrambi si erano accorti che non erano fatti per stare
insieme e che quello che li legava non era amore ma solo un affetto
fraterno, così erano riusciti a rimanere ottimi amici.
Un rumore
di passi interruppe bruscamente le riflessioni di Hermione,
lei si girò giusto in tempo per vedere Harry
venire verso di lei con aria sconvolta.
-Ehi Harry che succede?- chiese
preoccupata la strega.
-Silente
mi ha convocato nel suo studio e mi ha detto che a Notturn
Alley, da Magie Sinister, stanno succedendo cose strane.
Temono che Lucius Malfoy abbia infiltrato Draco qui con un compito
preciso e per di più contro la sua volontà, a
quanto pare.-
Dopo lo
sguardo allibito dell'amica, il mago bofonchiò
acidamente:
- Non ci credo nemmeno per un attimo che Malfoy stia agendo
controvoglia! Secondo me ha passato tutta l'estate saltellando attorno
al padre pregandolo di marchiarlo come una mucca! Sporco idiota!-
E
bestemmiando come un turco Harry cominciò a tirare calci
contro i massi che stavano sulla riva, rischiando di fratturarsi un
piede.
Dopo aver
invano cercato di calmarlo, Hermione chiese:
- Ma Silente che
ha intenzione di fare?-
Non
l'avesse mai detto! Potter cominciò a sbraitare:
- Niente...! NIENTE! Cioè...Ci crederesti? Dice che
è sicuro che Malfoy farà la cosa giusta! Che
cazzata. Si sta rimbambendo con l'età, fidati.. Solo spero
che uno di noi non ci lasci la pelle, mentre aspettiamo che Draco si
accorga di star facendo l'ennesima stronzata!-
E
infuriato il Grifondoro tornò al castello, seguito a poca
distanza dalla Granger.
Intanto,
nella Stanza delle Necessità qualcuno, molto
spaventato dopo aver letto un biglietto portato da un grosso falco
nero, si era messo a lavorare ancora più alacremente,
temendo per la sorte della propria madre.
Bene, anche il
secondo
capitolo è finito. Questi sono un po' monotoni,
perchè sto cercando di fare un po' capire la situazione in
cui ci troviamo, sia ad Hogwarts, sia tra i Mangiamorte.
Comunque
ringrazio pei_chan e
Mary 0094 che hanno
recensito...Continuate a farlo vi prego, per farmi capire se
c'è qualcosa che non va con i capitoli...Ciao a tutti
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Erano solo le
6.00 del mattino quando un urlo terribile invase il dormitorio di
Grifondoro.
Harry si tirò su dal letto di scatto e, pensando ad un
attacco dei Mangiamorte afferrò la bacchetta, pronto a
Schiantare chiunque si muovesse. Quando però
sentì una sonora bestemmia seguita da una serie di improperi
che è meglio non riportare, provenire da dietro le tende
rosse del baldacchino di Ron, intuì che il problema dovesse
essere un altro.
Infatti poco dopo un ragazzo con i capelli rossi e gli occhi che
ardevano di rabbia aprì le tende "Maledetti serpenti, io
giuro che li ammazzo! Questa me la pagano sul serio!"
Rispose con un insulto ad Harry, quando il Bambino Sopravvissuto gli
chiese cosa mai avessero fatto i Serpeverde, e si infilò
rapido nel bagno.
Conoscendo il suo migliore amico, Potter sapeva che solo una cosa era
in grado di farlo urlare in quel modo e infatti...sul suo letto c'era
un grosso ragno di gomma incantato, che si muoveva sulle coperte.
Cercando di non ridere, Harry raggiunse Ron, che ancora non si era
calmato, ed insieme, dato che ormai erano perfettamente svegli, scesero
in Sala Comune. Pensavano di non trovare nessuno ma videro una
figuretta accoccolata davanti al caminetto acceso.
"Ehi Hermione, che ci fai qui? Non sei andata a dormire?" chiese
stupito Ron.
"No ragazzi, non ci sono riuscita, non ho sonno"
Era rimasta sveglia tutta la notte a rimuginare su Malfoy e il suo
comportamento. Lei non lo sopportava, ma doveva essere terribile avere
un padre la cui massima ambizione era trasformare il figlio in un
assassino. Aveva ragione Harry. Come poteva Silente fidarsi di Draco?
Come poteva essere sicuro che lui avrebbe capito di stare sbagliando?
No, era impossibile. Malfoy era un vile, uno che viveva solo per
sè stesso. E inoltre aveva avuto un certo tipo di
educazione. I suoi erano Mangiamorte, e lui era destinato a diventarlo.
"Hermione tutto ok? A che pensi?" la domanda di Harry la riscosse e,
borbottando un "niente" uscì dalla Sala Comune,
trascinandosi dietro un Ron che meditava vendetta e un Harry piuttosto
perplesso per le risposte elusive della ragazza.
Arrivati in Sala Grande, ancora vuota dato l'orario, Ron
lanciò un grido di vittoria :"Ci sono! Ah!
Questa quei bastardi non se la scordano sul serio!" E corse
via senza voltarsi.
Harry ed Hermione, dopo averlo guardato andare via, scuotendo la testa
si sedettero su una delle lunghe panche.
"Si metterà nei guai, lo sai vero?" chiese inquisitoria la
ragazza.
"Certo che lo so. So precisamente come andrà. O si
farà beccare da Piton, che lo terrà in punizione
a vita e ci toglierà un migliaio di punti, oppure
riuscirà nel suo intento, ma i Serpeverde lo gonfieranno di
botte" rispose Potter tranquillamente.
"Ma bravo Harry, bell'amico, e sapendo queste cose lo lasci fare?"
"Oh, senz'altro! - tubò allegramente il Bambino
Sopravvissuto - esperienze di questo tipo formano il carattere!"
Dopo l'ultima di una lunga serie di occhiate truci, Hermione estrasse
dalla borsa un libro che a occhio e croce doveva pesare ottanta chili e
si mise a leggere. Harry si guardò bene dal fare commenti al
riguardo, ben sapendo che se la ragazza glielo avesse tirato in testa
sarebbe stramazzato al suolo.
In quel momento Ron arrivò a razzo e si sedette in mezzo a
loro, sfregandosi le mani.
Non portava addosso i segni di un incontro ravvicinato con Piton,
quindi Potter dedusse che il suo piano fosse andato in porto.
"Allora, signor Ronald-mi-caccio-nei-guai-Weasley, cos'hai combinato?"
domandò ironicamente Hermione.
La risposta non tardò ad arrivare. Infatti poco dopo urla
disumane proruppero dalle scale che portavano al dormitorio di
Serpeverde. A quel punto la Sala Grande si era già
abbastanza riempita, così tutti guardarono stupefatti verso
la porta del Salone, da cui entrarono una trentina di ragazzi in abito
verde e argento, con aria incazzosa e i pugni tesi...ma soprattutto con
i capelli colorati! Chi di blu, chi di rosso, chi di verde...
I Grifondoro, i Corvonero e i Tassorosso scoppiarono a ridere e, dopo
minacce di ripercussioni sui primi sventurati che gli fossero capitati
a tiro, non potendo affatturare tutta la scuola, i serpenti si
sedettero.
Intanto in un salone con le finestre drappeggiate da pesanti tende
nere, un uomo misurava la stanza a grandi passi, seguito a poca
distanza da un altro uomo più basso che sembrava intimorito.
"Padrone, non crederete che il giovane Malfoy riuscirà a
fare quello che chiedete.." domandò tremante il piccoletto.
"Nemmeno per un istante, Codaliscia, anzi...è che Lucius
ultimamente ha deluso troppe volte le mie aspettative e credo si meriti
una punizione esemplare. E qual è meglio della prematura
perdita di un figlio?" sibilò freddamente Voldemort.
"Voi...voi...volete ammazzare Draco Malfoy?"
"Non essere sciocco Codaliscia! Che motivo avrei di ucciderlo? Lo
ammazzeranno gli Auror, se il moccioso si farà scoprire...Ma
se non si facesse scoprire, potrebbe tornarmi utile in futuro. No,
meglio tenerlo in vita. Un ragazzino spaventato può essere
molto più pericoloso per Silente di quanto non creda..."
Ed ecco anche il terzo
capitolo. Lo so che volete che accada qualcosa tra Draco ed Herm, ma ci
vorrà ancora un po'. Però se vi accontentate,
già nel prossimo capitolo parleranno da soli! Grazie mille
per le recensioni, per i complimenti, ma soprattutto per avermi fatto
notare i difetti. Apprezzo molto. Ciao a tutti. Un bacio.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Ciao a tutti! Sono tornata col quarto capitolo. E' venuto fuori un po'
più corto degli altri, proprio perchè mi serviva
soltanto per avvicinare(anche se relativamente) Draco ed Hermione e
cominciare ad entrare piano piano nel vivo della storia..! Spero vi
piaccia!
Ormai
da qualche giorno Ottobre aveva lasciato il posto a Novembre e, per gli
studenti del sesto anno le lezioni si erano fatte sempre più
dure, tant'è che sempre più ragazzi andavano a
rinchiudersi in Infermeria, accusando mal di testa fulminanti, colpi
della strega improvvisi e febbri altissime.
Tutti rigorosamente falsi.
E inutili, dato che Madama Chips distingueva un mal di pancia vero da
uno inventato in un secondo.
Comunque c'era sempre chi ci provava.
Tra
questi inizialmente c'erano anche Harry e Ron, che però
avevano dovuto presto smettere in seguito alle minacce di Hermione di
non passare più loro i suoi appunti.
Era quasi ora di cena e il trio si stava avviando verso la Sala Grande,
quando Hermione si accorse di aver lasciato alla torre di Grifondoro un
libro che doveva restituire ad Hannah Abbott di Tassorosso.
Lasciati i
due amici risalì velocemente le scale ma, arrivata al
settimo piano, davanti alla Stanza delle Necessità fu
costretta a fermarsi, perchè dalla suddetta stanza era
uscito un ragazzo biondissimo.
Draco Malfoy uscì dalla porta della Stanza e la
Sigillò, quindi si voltò e fece per andare verso
il suoi dormitorio.
Fu a quel punto che vide la ragazza che lo stava
fissando.
-Ehi Granger, che ci fai qui?- chiese accusatorio.
-Potrei farti la stessa domanda, Malfoy!-
-Non credo che a una sporca Mezzosangue possano interessare i fatti
miei!- rispose il Serpeverde con aria di sfida.
Hermione non se la prese più di tanto.
Ormai da tempo non
soffriva più per le continue offese e prese in giro dei
Purosangue sul suo essere Nata Babbana.
-Hai ragione, furetto! Pensandoci bene non voglio indagare sui tuoi
loschi traffici! Conoscendoti avrai messo su un giro di pozioni
illegali se non di peggio! Quello che conta è che sono
sicura che stai combinando qualcosa...Quindi ti avviso, tu prova a fare
del male ad Harry o a qualunque altro delle persone a cui tengo e la
sberla che ti ho tirato tre anni fa ti sembrerà una
carezza!- gridò rabbiosa la strega.
-Ma chiudi il becco! Non sai niente di me, delle mia vita, e osi dire
la tua! Gira al largo, Granger, torna pure a parare il culo a Potter,
visto che a quanto pare è la tua occupazione principale!-
E detto questo Draco se ne andò senza rivolgerle uno
sguardo, lasciandola da sola a bocca aperta nel corridoio.
Scese di
corsa le scale, fino al dormitorio di Serpeverde e si chiuse nella sua
stanza.
Ma chi si credeva quella?
L'aveva guardato come se sapesse di
più di quello che gli aveva detto.
Si tirò il
cuscino sopra la testa, cercando di fermare il flusso dei suoi
pensieri, ma invano. Non ce la faceva più, aveva paura,
combatteva per una causa in cui non credeva.
Lui odiava lo Sfregiato,
certo, ma almeno, anche se a quanto pareva grazie a Voldemort la
Signora con la Falce pendeva sempre sulla sua testa, aveva amici su cui
contare.
Aveva sempre chi gli guardava le spalle.
Invece lui no.
Lui
era solo.
E non se ne era mai fatto un problema.
Ma ora avrebbe tanto
voluto lasciare la sua vita, il suo destino, in mano a qualcun altro.
In quel momento la porta sbattè forte e apparve Blaise con
gli occhi fiammeggianti.
-Che c'è? Bussare è passato di moda per caso?-
chiese Malfoy con voce strascicata.
-Ora basta con la commedia Draco! Voglio sapere cosa ti sta succedendo.
Non è da te saltare la cena e rinchiuderti in camera. Non me
ne andrò finchè non vuoterai il sacco, ti
avverto!-
Stranamente Draco si ritrovò a non opporre resistenza. Aveva
bisogno di parlarne, di sfogarsi.
-D'accordo Blaise, te lo dirò, ma ti prego non ora, dammi un
po' di tempo e giuro che saprai tutto-
E il biondino, con la morte nel cuore, sapendo che avrebbe messo nei
guai il suo migliore amico, si diresse verso la Sala Comune con gli
occhi bassi.
-Ehi Herm! Ma dov'eri finita? Non dovevi tornare in Sala Grande?-
-Ah si...è vero...Scusate ragazzi, me ne sono dimenticata-
Harry fissò lo sguardo assente dell'amica e si sedette
accanto a lei, aspettando la sua ragazza.
Qualche istante dopo Ginny
Weasley scese dal dormitorio delle ragazze e, dopo aver lanciato uno
sguardo interrogativo ad Hermione, uscì con Harry dal buco
del ritratto.
I due ragazzi si diressero nel parco, tenendosi per mano.
-Ehi Ginny, ma che sta succedendo a Hermione? E' sempre pensierosa,
preoccupata, ansiosa...non capisco...-
-Harry, non essere preoccupato per lei, credo abbia solo paura. Questa
storia che Malfoy potrebbe essere una specie di Mangiamorte l'ha
turbata molto- sussurrò la rossina.
-Non ne vedo il motivo...Quel bastardo è sempre stato un
poco di buono!- borbottò Potter.
-Si, quello è vero, ma ha pur sempre la nostra
età, ed è già un seguace di
Tu-Sai-Chi!- rabbrividì la strega.
-Oh dai amore, basta parlare di Malfoy, che ho appena mangiato!- E
detto questo Harry le chiuse la bocca con un bacio.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Ed
eccoci al quinto capitolo. Scusate se ci ho messo tanto a postarlo ma
questi ultimi giorni di scuola sono stati massacranti. Comunque
ringrazio pei_chan
che recensisce sempre e tutti quelli che hanno
inserito la storia tra i preferiti.
DON-DON-DON.
L'incessante e inesorabile avanzare dei rintocchi del pendolo
finì per svegliare Draco Lucius Malfoy.
Aprì di
scatto
gli occhi, passandosi distrattamente una mano sulla fronte sudata.
Il
suo sonno era stato interamente popolato da incubi, immagini dei suoi
peggiori timori.
Lui e Blaise riversi a terra, di fronte a Lord
Voldemort.
Il suo braccio marchiato con un teschio.
Suo padre che lo
veniva a prendere.
Questa
però non era una novità.
Da
quando era nato non aveva mai trascorso una notte serena, tranne forse
quando era molto piccolo, tra le braccia di sua madre che era solita
vegliare il suo sonno.
Il
ragazzo si alzò lentamente dal
letto e si diresse in bagno, per sciacquarsi il viso e distrattamente
si osservò nello specchio: il volto era segnato da occhiaie
profonde, la fronte era perennemente corrugata in un'espressione tesa,
gli occhi sembrava avessero perso il consueto lampo di fierezza e
alterigia.
Ma Draco
non se ne curò.
Si trascinò fino al
letto di
Zabini, con uno scossone lo tirò giù
dal
materasso e,
senza lasciargli dire niente, lo portò fuori.
Appena si
allontanarono dal dormitorio, il biondino si
appoggiò
ad una parete e si lasciò scivolare sul pavimento, tenendosi
la
testa tra le mani.
Blaise, da buon amico qual era, stette zitto,
aspettando che Draco fosse pronto ad aprirsi.
Cominciava
a non sperarci più, quando Malfoy si ricompose e,
dopo aver preso un bel respiro, cominciò a raccontare con
voce
tremante:
-E' un gran casino Blaise, e non so come uscirne senza fare del male a
qualcuno. Non so se per punire mio padre o cosa, ma mi ha dato un
compito da portare a termine in pochi mesi.
E io no
so se ce la posso fare. Io non lo voglio fare. Non sono come
lui, non mi interessa seguire la sua causa. Sai che non sopporto i
Babbani e i Mezzosangue, ma odio ancor di più uno come lui,
talmente vile da usare altri uomini come pedine per far si che lui
raggiunga i suoi scopi. Non volevo metterti di mezzo, sei il mio
migliore amico, l'unico con cui io possa parlare e che mi conosce, e so
che adesso, per questa mia debolezza, tu potresti correre dei rischi.
Io non so come uscirne, Blaise, ho bisogno del tuo aiuto.-
Draco
disse tutto questo quasi senza prendere fiato, lasciando allibito
Zabini.
Non era da lui aprirsi così, mettere in piazza le
sue
paure, mostrare le proprie fragilità.
Anzi, c'era quasi da
pensare che lui fosse indifferente a tutto, che ogni cosa che capitava
gli scorresse addosso senza segnarlo o turbarlo.
Ma non era
così, e Blaise lo sapeva bene.
Aveva imparato a leggerglielo
negli occhi, quegli occhi che a prima vista sembravano due fredde
barriere di ghiaccio, ma che rivelavano a chi sapeva guardare al di
là delle apparenze tutta la sofferenza di un ragazzo
cresciuto
in solitudine, all'ombra di un padre che da lui pretendeva sempre il
massimo, che non lo lasciava respirare, che gli aveva già
programmato la vita.
E la morte.
-Draco,
lo sai che ci sarò sempre se avrai bisogno, ma io
non so
come fare per tirarti fuori da tutto ciò. Hai bisogno di
protezione, se davvero vuoi ribellarti, lo capisci? E credo che gli
unici che te la possono dare siano Silente e gli Auror.- disse
dolcemente Zabini.
-No, non
possono fare niente per me, o Tu-Sai-Chi ammazzerà
mia
madre. Mi ha minacciato Blaise! Mi tiene in pugno. Non ho via di
uscita.- rantolò il biondino.
Il suo
amico si morse il labbro con aria pensierosa.
-C'è
sempre
un'alternativa a tutto. Vedrai che la troveremo. Ora però
dimmi
che compito ti è stato dato-
Malfoy
serrò gli occhi, aveva temuto questa domanda e non
aveva
il coraggio di dare una risposta. Poteva già vedere la
delusione
e la sofferenza sul volto di Blaise. Capì però
che non
poteva tirarsi indietro, che doveva prendersi le sue
responsabilità e andare incontro alla sua sorte.
-Vuole
che io uccida Albus Silente-
Hermione
Granger quella notte non riuscì a chiudere occhio.
Continuava a pensare a Malfoy e a quello che le aveva urlato addosso
quel pomeriggio "tu non sai niente della mia vita, quindi non
giudicarmi"...La sua vita...Per quello che ne sapeva lei il Serpeverde
viveva in un'immensa villa, servito e riverito da centinaia di elfi
domestici, frequentando amicizie illustri e conducendo una vita di alto
tenore.
Ma oltre a quello?
Le poche volte che aveva visto i Malfoy le
erano sempre sembrate persone fredde, prive di scrupoli.
Normale che
Draco fosse la persona che era.
Probabilmente la sua infanzia non era
stata leggera e spensierata.
I suoi non dovevano averlo calcolato
molto.
Apparenza,
questa era una delle parole che il signor Weasley usava per
definire quella famiglia.
Semplice apparenza.
Una bella casa, bei
vestiti, conoscenze elevate.
Cosa c'era, però, dietro?
Cosa
si
nascondeva dietro la facciata di famiglia rispettabile che si erano
costruiti con gli anni?
Che erano Mangiamorte Hermione lo sapeva. E non
aveva mia avuto un dubbio su questo. Ma sul fatto che anche Draco lo
fosse di dubbi ne aveva eccome.
Quel giorno, fuori dalla Stanza delle
Necessità, anche se Malfoy l'aveva come suo solito
insultata,
per la prima volta lei non aveva visto nel Serpeverde la solita
baldanza, il solito disprezzo, la solita aria di
superiorità.
Aveva visto solo un adolescente rabbioso, teso e forse spaventato.
E
soprattutto solo.
Solo contro il mondo, solo contro sè
stesso.
Quel pensiero triste le fece venire i brividi.
Chissà che cosa orribile doveva essere il non poter contare
sull'appoggio dei propri parenti. Fortunatamente lei in questo era
stata molto fortunata.
I suoi genitori, pur essendo Babbani, non
avevano provato timore e non le avevano voltato le spalle quando aveva
scoperto di essere una strega, ma anzi le avevano offerto tutto l'amore
e la comprensione possibili.
Avevano sofferto con lei quando aveva
raccontato loro la storia di Harry, e non si erano mai opposti alla
loro amicizia con l'intenzione di proteggerla.
Avevano capito che la
magia era parte di lei, che le era ormai entrata nel sangue, nel cuore
e nelle vene.
Sapevano che correva rischi inimmaginabili, ma non
avevano mai tentato di mettersi tra lei e il suo mondo e di questo non
li avrebbe mai ringraziati abbastanza.
Poi con un sorriso
pensò alla sua seconda famiglia, ovvero a quella
realtà confusionaria che era casa Weasley.
Loro avevano
fatto le veci di sua madre e di suo padre in tutto e per tutto.
L'avevano accolta in casa come una figlia.
Questa
era la differenza tra lei e Malfoy, pensò.
Io al
minimo problema ho tantissime persone su cui fare affidamento, lui
invece no, non ha nessuno al suo fianco, nessuno che gli possa far
capire che sta commettendo un errore, nessuno che gli mostri la giusta
via.
"Devo
fare qualcosa, trovare una soluzione".
Hermione non era il tipo
che aspettava pazientemente che le cose andassero a posto da sole.
Non
era una che si piangeva addosso maledicendo le proprie disgrazie.
Lei
era una lottatrice, lei era una fiera Grifondoro, che si rimboccava le
maniche e faceva tutto ciò che era in suo potere per
cambiare le situazioni spiacevoli.
Proprio come avrebbe fatto quella
volta.
Si
tirò su rapidamente dal divanetto, aggiustandosi la
cravatta e si diresse verso il buco del ritratto per uscire dalla Sala
Comune.
Non sapeva neanche lei dove era diretta, voleva semplicemente
fare una camminata per i corridoi per mettere un po' in ordine le idee.
Quasi
senza accorgersene si ritrovò a scendere le scale che
conducevano ai sotterranei. Appena se ne avvide ne rimase stupita.
Che
fosse stato il suo inconscio a portarla lì?
Dopotutto stava
pensando a Draco Malfoy fino a qualche istante prima.
Stava per tornare
al dormitorio, quando udì delle voci.
Per caso o per
destino, chi può dirlo, decise di rimanere lì ad
ascoltare.
Con gli occhi sbarrati riconobbe le voci di Malfoy
e Zabini ma, pur sapendo che se l'avessero scoperta ad origliare
gliel'avrebbero fatta pagare, non riuscì ad andarsene,
spinta dalla curiosità.
-.....mi
ha dato un compito da portare a termine in pochi mesi....-
La
Grifondoro ascoltò col fiato sospeso tutto il discorso,
fino a sentire tutta la terribile verità di Draco.
Aveva
provato pena per lui, e allo stesso tempo era terrorizzata ed
arrabbiata da ciò che il Serpeverde aveva in mente di fare.
Fu così che, con notevole ardimento, uscì dal suo
nascondiglio sicuro e si mostrò ai due ragazzi.
Malfoy era
appoggiato a terra e aveva gli occhi stranamente lucidi, mentre Blaise
gli stava di fronte, continuando a passarsi disperatamente una mano tra
i capelli.
Appena la
videro si riscossero, Zabini contrasse il viso in una smorfia
sorpresa, che però sparì in un lampo, lasciando
posto ad un'espressione seria, ma non ostile.
Al contrario il biondo si
alzò di scatto e la guardò con occhi
fiammeggianti, che sembravano trapassarla da parte a parte come due
lame d'acciaio.
-Che vuoi
Granger? Sempre a ficcare il naso dove non devi eh?-
Hermione
strinse forte i pugni, e sospirando lievemente disse:
-Non ho
potuto fare a meno di ascoltarvi, so cosa sei obbligato a fare,
Malfoy, e so anche che non lo vuoi. Devi andare subito da Silente,
altrimenti lo farò io-
Al suono
delle sue parole Draco di sentì morire, e la sua
rabbia, il suo disprezzo proruppero tutti insieme, investendo la
ragazza come un fiume in piena.
-Ma tu
che ne sai? Credi sempre di sapere tutto, di capire tutto! Non
è che siccome sei un'insopportablie secchiona allora ti puoi
intrufolare nella mia vita e farti i cazzi miei! Non ti avvicinare mai
più a me e non parlarmi. Non so cosa farmene dei tuoi
stupidi consigli e delle tue cazzo di opinioni, chiaro Granger?-
E detto
questo la sospinse contro il muro con aria folle,
pronto a colpirla.
Hermione
assottigliò gli occhi, ormai pieni di lacrime,
quando il viso di Draco si avvicinò al suo, madido di
sudore, mentre le premeva con una mano sulla gola, mentre con l'altra
le teneva ferme le mani.
Cominciava
già a non respirare più
quando Blaise con uno spintone allontanò l'amico da lei. La
ragazza prese una profonda boccata d'aria, tenendosi una mano premuta
sul petto, spaventatissima.
Draco nel
frattempo sembrò uscire da uno stato di trance, si
riscosse e capì di aver perso il controllo.
Con lo
sguardo basso borbottò delle scuse, che stupirono oltremodo
la Grifoncina.
Lei allora, capendo che il biondino aveva
almeno un po' abbassato le difese gli si avvicinò e gli
sollevò delicatamente il mento con due dita, portando lo
sguardo di Draco all'altezza del suo.
Piantò i
suoi occhi dorati in quelli tempestosi del ragazzo il quale, sorpreso,
non trovò la forza di sottrarsi.
Vide una muta preghiera sul
fondo dei grandi occhi di Hermione, alla quale non sapeva come
rispondere.
La voce gli si era bloccata sul fondo della gola, e tutti i
pensieri gli si erano come cristallizzati, prigionieri di una forza
superiore.
C'erano solo loro due, e la catena che univa i loro sguardi
e i loro respiri.
Hermione pose fine a tutto ciò
asciugandosi velocemente una lacrima e carezzando appena la mascella
volitiva del Serpeverde.
Senza aggiungere altro si voltò,
girandosi un'ultima volta a fissarlo una volta giunta alla fine del
corridoio appena illuminato, guardandolo con aria supplichevole ma
determinata e forte, proprio come era lei.
Così
come era arrivata, rapida come un fulmine, dolce come
la notte e caparbia come una roccia se ne andò, lasciando il
ragazzo ad annaspare in un mare di sensazioni dimenticate, conscio di
avere finalmente un'altra via.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Draco
Malfoy era completamente disorientato.
Il comportamento della
Mezzosangue l'aveva spiazzato.
Ma il proprio molto di più.
Perchè non si era allontanato?
Una di quel genere era
indegna di toccare il Principe di Serpeverde.
Ma chi si credeva di
essere?
Blaise si avvicinò all'amico e gli diede una leggera pacca
sulla spalla.
-Draco? Sei tra noi?-
Il biondo gli scoccò uno sguardo assassino.
Possibile che
quell'idiota di Zabini riuscisse a fare dell'ironia anche in un momento
simile?
Si trattenne dal tirargli un pugno e spalmarlo sul muro solo
perchè aveva un estremo bisogno di parlare con lui.
-Si, Blaise, sono qui, e sto per ucciderti se non la smetti!-
-Ok ok, comunque non pensi sia arrivato il momento di andare da Silente
e risolvere questa situazione?-
Draco spalancò gli occhi ed emise un gemito.
-Stai scherzando vero?-
-Assolutamente no- rispose tranquillissimo Zabini- anche
perchè hai sentito la Granger, se non avvisi tu il Preside,
lo farà lei-
Malfoy sbattè la testa più volte contro il muro.
Si era dimenticato di quella piccola ficcanaso!
Adesso era veramente
nei guai...
Intanto Hermione era tornata nel suo dormitorio, e si era seduta sul
davanzale della finestra, intenta a pensare agli eventi appena accaduti.
Ma cosa le era successo?
Aveva quasi accarezzato quel serpente di
Malfoy!
Al solo pensiero di quel suo attimo di debolezza si
ritrovò ad arrossire.
Non era da lei comportarsi
così e sentiva in un qualche modo di aver abbassato le
difese. Con un sorriso ripensò alla frase che Malocchio era
solito ripetere: "Vigilanza costante!".
Per la prima volta non aveva dato retta a quella che oramai era
diventata una delle sue massime di vita. Non sapeva spiegarsi
perchè.
Forse il fatto di vederlo così spaventato e fragile, proprio
lui che era solito essere così spavaldo e indifferente a
tutto, l'aveva turbata.
Aveva quasi provato compassione per lui
sentendo la sua voce distrutta mentre si confidava con Zabini.
E poi, quando si era avvicinata e l'aveva guardato negli occhi, aveva
avvertito qualcosa...come una preghiera sussurrata impercettibilmente,
come un'ultima richiesta da parte di un condannato.
In quel momento sentì delle voci, erano le sue compagne che
rientravano nel dormitorio.
Avvertendo il bisogno di rimanere sola uscì infastidita
dalla Torre di Grifondoro e si diresse verso quella di Astronomia.
Andava sempre lì quando aveva bisogno di pensare,
perchè si sentiva in un luogo separato da tutto il resto del
mondo.
Si sentiva più vicina alle stelle.
Gettò uno sguardo nell'immensità della notte e si
sentì come persa.
Accarezzò con lo sguardo i
prati coperti dalle foglie autunnali, il Lago Nero con i suoi misteri e
la Capanna di Hagrid.
Le faceva male al cuore pensare che forse un giorno tutto
ciò che amava sarebbe stato spazzato via dalla follia
distruttrice di un uomo.
Di natura lei non era il tipo di persona che confidava nella
speranza, nella Provvidenza.
Lei era una sognatrice con le ali spezzate.
Spezzate dal dolore, dalla crudeltà e dal timore.
Il timore di perdere coloro a cui teneva, il timore di non riuscire a
lottare, il timore di non riuscire a resistere.
Quella sera qualcosa cambiò in Hermione Granger.
Quella sera una ragazza non ancora diventata donna promise a
sè stessa che avrebbe fatto qualunque cosa pur di salvare il
suo mondo.
Quella sera una strega si giurò di non mollare mai, anche a
costo della vita.
-Questa è la volta che ti ammazzo- sibilò Harry
Potter tra i denti mentre accompagnava il suo migliore amico in
Infermeria-
-Grazie dell'aiuto eh? Bell'amico! Io sono qua più morto che
vivo e tu, invece di disperarti sul mio corpo sanguinante sei qui che
mi insulti-
Potter alzò gli occhi al cielo e represse un coro di
bestemmie rivolte a Ron.
-Dai non fare la vittima. Dov'è il corpo sanguinante scusa?-
Ron tacque.
Ora lo strozzava.
Si era appena fatto due piani di scale
rotolando perchè quei dannatissimi Serpeverde avevano
obbligato un'armatura a fargli lo sgambetto, ed ora era più
morto che vivo.
Finalmente giunsero alla meta, dove un' alquanto scocciata Madama
Chips lo rimise in sesto in un battibaleno.
Appena fuori si diressero in giardino e si sedettero sulle sponde del
Lago, il rossino meditando l'ennesima vendetta, Potter invece scrutando
Draco Malfoy, che, molto agitato, continuava a percorrere avanti e
indietro la riva fumando come un turco.
Draco diede un tiro veloce all'ennesima sigaretta e lasciò
che il fumo gli percorresse i polmoni, inebriandolo.
Incredibile come
solo il fumo e il sesso riuscissero a distendergli i nervi.
Peccato che la sera prima aveva dovuto cacciare una delle tante
ragazzine dal suo letto, perchè appena socchiudeva gli occhi
rivedeva uno sguardo dorato ed insistente piantato su di lui.
Stava uscendo pazzo, si ripeteva, non c'era altra spiegazione.
Il fatto
che la Granger abbia un corpo da urlo e che ogni tanto io ci abbia
pensato è una cosa, ma adesso vedere anche i suoi occhi
appena chiudo i miei è tutta un'altra questione!
Si massaggiò piano le tempie e si sdraiò
sull'erba.
L'immagine di Hemione tornò più vivida
nella sua mente e non ci fu più verso di mandarla via.
Quella notte nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts il sonno
di alcuni fu agitato e tormentato, costellato di incubi e di stranezze.
Ma il peggio doveva ancora accadere.
La luna brillava alta nel cielo stellato, riflessa di una luce
sinistra, spettatrice delle notti insonni di uomini ancora
inconsapevoli...
Grazie a pei_chan: Non
ti preoccupare per il ritardo con la recensione. Spero che questo
capitolo ti sia piaciuto. A proposito, per quanto riguarda Hermione
secondo me non è del tutto OOC, nel senso che a mio parere
lei è una che è capace di concedere una seconda
possibilità. E quel gesto di affetto istintivo verso Draco
è quasi protettivo dopo il discorso che gli ha sentito fare.
Comunque è un po' diversa dalla Hermione dei libri, ho
cercato di renderla più umana e meno controllata in tutto
ciò che fa. Cercherò comunque di non esagerare.
Grazie di avermi avvertito.
Grazie anche
alle 11 persone che l'hanno inserita nei preferiti. Sono
molto contenta. Potreste anche lasciare recensioni? Lo so che magari a
volte è noioso, ma mi aiuta molto a capire se c'è
qualcosa che non va. Grazie mille
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Dedico
questo capitolo a pei_chan, che con le sue immancabili
recensioni mi aiuta ad andare avanti coi capitoli! Grazie mille!
Albus
Silente quella fredda sera di Novembre non scese a cena come era solito
fare, ma rimase nel suo studio, fissando insistentemente la porta
attraverso i suoi occhialetti a mezzaluna.
Il
vecchio Preside fissò l'orologio.
Il suo
visitatore evidentemente voleva farsi attendere.
Passati
alcuni interminabili minuti qualcuno bussò.
-Avanti
Signor Malfoy- invitò amabilmente Silente.
Draco
entrò, trattenendo una smorfia.
Per
quanto ammirasse quel vecchio per le sue capacità con la
bacchetta, non poteva impedirsi si avvertire una sensazione di disagio
quando era con lui.
Forse
perchè sembrava che sapesse sondare l'animo umano come
nessun altro era in grado di fare.
Forse
perchè non si mostrava mai turbato o sorpreso.
O forse
perchè il biondino aveva la coscienza sporca, e in
quel momento si sentiva inferiore a lui.
Cosa
inusuale per un Malfoy.
-Prego,
Draco, accomodati-
Il
Serpeverde borbottò un ringraziamento e si sedette di
fronte alla scrivania di Silente.
-Allora,
so che volevi parlarmi, avanti dunque, a te la parola-
Draco
avvertì nuovamente la fastidiosissima sensazione che
il Preside fosse già a conoscenza di tutto.
-Beh-
cominciò- io, ho ricevuto un incarico dal Lord Oscuro.
Silente
gli fece cenno di proseguire e Malfoy sembrò
ritrovare un po' di coraggio.
Drizzò
le spalle e guardò il Preside nei limpidi
occhi azzurri.
-Lui mi
ha ordinato di ucciderla, altrimenti ammazzerà mia
madre.
Il grande
mago che gli sedeva davanti non diede segni di sorpresa, ma
semplicemente si alzò dalla poltrona e prese a fare su e
giù di fronte alla scrivania.
Improvvisamente
si voltò verso il ragazzo, fissandolo dritto
in faccia, senza mostrare rancore, o rabbia, o disgusto, ma
semplicemente curiosità.
-Vuoi
portare a termine il tuo incarico?- gli chiese senza troppi giri
di parole.
-Se lo
volessi non sarei qui- rispose Draco con voce strascicata- ma
non voglio che sia fatto del male a mia madre-
-Più
che giusto. Se tu sei deciso ad offrire i tuoi servigi
e le tue conoscenze sui Mangiamorte, l'Ordine della Fenice ti
proteggerà e, una volta finita questa storia
metterà al sicuro anche tua madre. Naturalmente non dovremo
far sapere ai Mangiamorte che li hai traditi, altrimenti i tuoi
genitori saranno in grave pericolo. Ora devi solo vedere se te la
senti.-
-Per chi
mi ha preso? Certo che me la sento. Ora posso andarmene?-
sbuffò il biondino.
-Certo
Draco, ma fai attenzione.-
Detto
questo Albus Silente si risedette dietro alla scrivania con un
mezzo sorriso sulle labbra.
Forse la
speranza non se ne era ancora andata da Hogwarts, e
stranamente questa volta ad aiutarla c'era l'ultimo erede dei Malfoy.
Harry
James Potter quella notte dormì male. Continuava a
rigirarsi nel letto, vittima di un sonno agitato.
Quando
finalmente si svegliò, urlando e tenendosi la fronte,
notò Ron Weasley in piedi accanto al suo letto, che lo
fissava.
-Da
quanto sei lì?- chiese Harry ancora scosso.
-Diversi
minuti. Facevi un gran casino e sembravi soffrire un sacco e
non sapevo se svegliarti o no. Che è successo?-
sussurrò l'amico tutto d'un fiato.
-L'ho
sognato. Voldemort.-
Sentendo
quel nome Ron si ritrasse.
Harry
alzò gli occhi al cielo e continuò
imperterrito a raccontare.
-Era in
una stanza buia. Parlava con alcuni Mangiamorte. Al centro
della stanza c'era una colonna. E legata mi pareva ci fosse una
ragazza...
-Una
ragazza?- lo interruppe incredulo il rossino -e da quando
Tu-Sai-Chi tiene ostaggi? In genere ammazza chiunque si trovi davanti!
-Non lo
so, Ron, ma intendo scoprirlo. Comunque Voldemort continuava a
parlare di Benéfici. Cosa diamine sono?
-Non ne
ho la più pallida idea. Potremmo chiedere a
Hermione, di sicuro ne saprà qualcosa.- disse Ron convinto.
-D'accordo,
domattina le parlerò, e subito dopo le lezioni
andrò da Silente e gli racconterò tutto del mio
sogno. Ora e meglio rimetterci a dormire, domani alla prima ora abbiamo
Piton, e non è il caso di arrivare in ritardo.
E detto
questo il Bambino Sopravvissuto si ridistese a letto.
Nel
frattempo Hermione si stava dirigendo alla Torre di Grifondoro,
carica di libri presi in Biblioteca, dove aveva trascorso tutto il
pomeriggio.
Non aveva
ancora visto Harry e Ron, ma in compenso era stata torturata
tutto il giorno dallo sguardo penetrante di un certo Serpeverde.
Continuava
a incontrare Malfoy dovunque, come se la seguisse, e ogni
volta sentiva i suoi occhi indugiarle addosso.
Non fece
in tempo a girare l'angolo che sbattè pesantemente
addosso a qualcuno, facendo cadere tutti i tomi che portava tra le
braccia.
Si
sistemò la divisa, poi alzando il viso trattenne a stento
un gemito. Davanti a lei si stagliava l'algido Principe di Serpeverde.
-Allora,
Mezzosangue, vuoi guardare dove metti i piedi?-
sibilò lui sarcasticamente.
La
Granger evitò di rispondere, decisa ad evitare
quell'idiota e cominciò a raccogliere i libri, quando una
mano le si serrò forte al polso, obbligandola a raddrizzarsi.
Malfoy
con un passo le si avvicinò e la sospinse contro il
muro.
La
Grifondoro sentì il fiato del ragazzo contro il suo
orecchio e il suo profumo inebriarla completamente.
Draco
allora, le lasciò andare delicatamente ma con fermezza
il polso e la strinse per la vita sottile, costringendola ad
inarcarcarsi contro di lui.
Hermione
alzò lo sguardo e lo posò sugli occhi
fiammeggianti del ragazzo. Erano così carichi di collera e
confusione che sembravano mandare bagliori.
Il
Serpeverde appoggiò nuovamente la bocca all'orecchio
della ragazza.
-Che mi
hai fatto Mezzosangue?- la sua voce si perse in un sussurro
roco.
Hermione
lo guardò senza capire, terrorizzata da
ciò che Malfoy avrebbe potuto farle.
-Non
fingere di non capire, Granger. Mi sei sempre in testa.
Che mi
hai fatto? Avanti rispondimi.-
Finalmente
la Grifondoro sembrò tornare in sè.
-Che stai
farneticando brutto idiota?-
-Lo sai
benissimo. Voglio che tu mi tolga qualsiasi cosa tu abbia
combinato. Non credevo mi bramassi a tal punto da mettermi sotto
incantesimo- le rispose Draco con un ghigno.
A quelle
parole Hermione, fulminea, alzò un braccio.
Lo
schiaffo partì velocissimo, lasciando il biondino
tramortito.
La
Granger stizzita raccolse rapidamente i suoi libri, poi si
voltò verso Malfoy scoccandogli uno sguardo carico d'odio.
-Questo-
sibilò- è per ricordarti che non sono una di
quelle che ti porti a letto.
Draco
rimase in piedi nel corridoio deserto a osservare la ragazza che
se ne andava correndo. Scappando da lui.
Posò
un palmo sulla sua candida guancia, dove spiccava il
segno rosso della sberla di Hermione. Si riavviò i capelli e
tornò in Sala Comune.
Intanto,
nelle Segrete di Villa Malfoy, Elenie* Zabini, una
Benéfica, scrutava di sottecchi i suoi carcerieri.
E
pregava, tra sè e sè, che qualcuno venisse a
salvarla prima che fosse troppo tardi.
*Elenie
è un nome elfico, che significa STELLA.
Ed
anche
questo capitolo è giunto al termine. Spero vi sia piaciuto.
Ho lasciato qualche mistero sparso qua e là. Chi
è Elenie? Cos'ha a che fare con Voldemort? E soprattutto,
cosa sono i Benefici? Continuate a leggere e lo saprete.
Ciao a tutti.
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Erano
solo
le otto di domenica mattina quando Hermione Granger scese nella Sala
Comune di Grifondoro. Voleva buttarsi avanti con i compiti di
Trasfigurazione, che erano davvero moltissimi, in modo da avere il
pomeriggio libero.
Inutile
dire che la sua sorpresa fu enorme quando su un divano davanti
al fuoco, vide seduti i due ragazzi probabilmente più
dormiglioni di tutta Hogwarts.
Harry
Potter e Ron Weasley.
La
ragazza li salutò con in faccia stampata un'espressione
incuriosita e loro risposero con un fiacco gesto della mano, alzando
verso di lei i volti dagli occhi cerchiati.
-Ehi ma
che è successo?- chiese Hermione preoccupata - come
mai siete svegli a quest'ora?-
-Harry ha
avuto incubi tutta la notte...e alla fine è
diventato
impossibile dormire. Così ci siamo alzati e siamo andati
dalla
Chips per fargli dare qualcosa, visto che gli faceva anche male la
cicatrice.- spiegò Ron brevemente.
La
Granger sgranò gli occhi.
-Ti ha
fatto male la cicatrice? Cielo Harry...Che genere di sogno era?-
Potter
debolmente le fece un riassunto degli avvenimenti da lui vissuti
quella notte in sogno e li rivisse dolorosamente sulla sua pelle.
Le
raccontò di come gli occhi freddi di Voldemort gli
avessero
ricordato tutte le morti di cui quel mostro si era macchiato...
Di come
avesse ripensato a Sirius vedendo quella fredda stanza vuota
con quella ragazza a terra...
Di come
si fosse sentito inspiegabilmente legato a lei...
-Una
ragazza? Di che parli?- la domanda di Hermione interruppe il
flusso dei suoi pensieri.
-Si.
C'era una ragazza. Era legata e controllata da molti Mangiamorte.
Voldemort si è rivolto a lei chiamandola "sciocca
Benèfica". Hai idea di cosa significhi?.
Hermione
sembro pensarci su un istante.
Non le
sembrava di aver letto niente sull'argomento. A meno che...
-Oh mio
Dio!- sussurrò col cuore in gola.
-Sai cosa
vuol dire?-
-Forse...non
lo so. Vado in Biblioteca. Ci vediamo più
tardi.-
La
Grifondoro corse verso il buco del ritratto lasciando gli amici
allibiti.
All'ultimo
secondo però si voltò.
-Harry,
dimenticavo, fila dritto da Silente e raccontagli del tuo
sogno. Magari lui saprà dirti qualcosa in più. Ti
raggiungo tra poco nel suo studio.-
E senza
aggiungere altro si chiuse il quadro della Signora Grassa alle
spalle.
-Sei
stato coraggioso, Draco.
-Blaise,
lascia perdere. Credo che coraggioso non sia l'aggettivo che
più mi si addice.
-Scherzi
amico? Hai parlato con Silente svelandogli tutto. Praticamente
hai sputato in faccia a tuo padre e a tutto quello che ti ha insegnato
in questi anni.
Per una
volta cerca di essere fiero di te stesso-
Fierezza..Orgoglio...Coraggio...
Queste
erano le doti di un Grifondoro, non di un Serpeverde.
Grifondoro...oramai
Draco Malfoy si ritrovava sempre più
spesso a pensare a loro.
A loro
che se ne stavano comodi nella loro bella Torre.
A loro
che avevano da sempre rinnegato la causa dei Mangiamorte.
A loro
che camminavano a testa alta.
A loro
che vivevano liberi da vincoli, catene.
A loro
che potevano seguire i loro ideali.
E'
meglio una vita da
conigli o un solo giorno da eroi?
Questo
lui non lo sapeva.
Nessuno
glielo aveva mai insegnato.
Ma ne
aveva letto la risposta negli occhi d'oro della Mezzosangue.
Nonostante
disprezzasse il suo sangue sporco, non riusciva a togliersi
dalla testa quello sguardo sprezzante, quel corpo puro, quelle
labbra frementi.
La
bramava.
La
voleva.
Fino a
bearsene nel profondo.
Fino a
farla soccombere.
Fino a
distruggerla.
Non
poteva più negarlo.
Ormai
quando il pensiero di lei bussava nella sua testa non provava
nemmeno più a cacciarlo via, ma lo accoglieva come un
compagno,
come un ospite che tanto poi avrebbe pugnalato alle spalle, conscio che
prima o poi le avrebbe tolto quell'aria da maestrina, sapendo che
avrebbe fatto in modo che lei non lo guardasse più con
sufficienza...
Ma
ancora, nel suo cuore ignaro, non sapeva in che turbinio di emozioni
mai scoperte si sarebbe invischiato.
E quando
lo capì fu
troppo tardi per tornare indietro.
-Quello
che mi dici Harry è sorprendente...Certo, il fatto
che
la connessione mentale tra te e l'Oscuro Signore sia ancora aperta mi
preoccupa un po'...Ma forse è l'unico modo per capire le sue
intenzioni e magari risparmiare molte vite innocenti.-
L'anziano
Preside passeggiava dubbioso nel suo studio, ascoltando nei
dettagli il sogno di Harry.
-E per
quanto riguarda i Benèfici allora? Lei cosa ci sa
dire?- chiese Ron curiosissimo.
Lo
sguardo di Silente vagò a lungo oltre le vetrate, prima
di tornare a guardare i due ragazzi con aria sognante.
-Grande
stirpe di maghi, quella dei Benèfici. A dire il vero
pensavo che si fossero estinti da secoli, ma a quanto pare alcuni sono
ancora tra noi...
Avrei
molte cose da dirvi riguardo a loro ma se, a quanto mi dite, la
signorina Granger ha ricordato qualcosa ed è corsa a
documentarsi, non voglio toglierle il piacere di raccontarvi tutto lei
stessa.-
E facendo
un occhiolino ai Grifondoro si rivolse alla porta dove, come
se fosse stata chiamata, comparve Hermione, rossa in viso e sudata,
come se avesse corso.
-Ho fatto
p-prima che ho p-potuto- biascicò cercando di
respirare.
-Si sieda
Signorina, e riprenda fiato, poi ci
informerà riguardo le sue scoperte.- la calmò
Silente.
La
ragazza prese un bel respiro, quindi posò sulla scrivania
un
libro che aveva tutta l'aria di essere il più grosso del
mondo,
e lo aprì su una pagina che raffigurava un mago vestito di
foglie, scalzo, seduto ai piedi di un albero, con il quale sembrava
fare un tutt'uno.
-Dunque-cominciò
la Granger- i Benèfici a quanto
pare
sono dei maghi che uniscono dentro di sè l'essenza dei
mortali,
quindi la nostra, e quella degli elfi.-
Vedendo
gli amici strabuzzare gli occhi sconvolti Hermione si
affrettò ad aggiungere:
-
Naturalmente non è una cosa provata, sono supposizioni.
Gli
elfi sono un popolo leggendario e comunque antichissimo.
In
sostanza ci
sono questi maghi più potenti del normale
perchè
hanno la capacità di comunicare direttamente con le forze
della
natura. Sono maghi elementali.Chiaro?-
-Mica
tanto- bofonchiò Ron- e da dove sbucherebbero questi
alimentari?-
-Elementali
Ronald- Hermione alzò gli occhi al cielo -Le
leggende narrano che secoli fa la regina del popolo elfico, Calien*, si
innamorò perdutamente di un mago umano. Con lui ebbe
numerosi
figli, a cui diede nomi elfici, ma che avevano fattezze in tutto e per
tutto umane. In pratica dei Mezzosangue, come fa gentilmente notare
l'autore del libro.-
-Ovviamente
questa è solo una leggenda- continuò
- probabilmente questi Benèfici vogliono vantare una
discendenza particolare, mentre in realtà hanno solo dei
poteri in più.-
-Non ci
giurerei Signorina Granger- disse Silente con un sorriso -
molto spesso queste leggende hanno un fondo di verità. Non
le sottovaluti.-
-Lei vuol
dire- lo interruppe Ron con un bagliore entusiastico negli
occhi- che davvero questi Benecosi
sono mezzi elfi?-
-Questo
non te lo so dire Signor Weasley, ma so che se Lord Voldemort
è interessato a loro ci deve essere un motivo. Harry tu hai
visto bene quella ragazza? Sapresti descriverla?-
Potter
aggrottò la fronte.
- E'
difficile perchè il luogo era in penombra.
Però mi sembrava avesse lunghi capelli neri, e che avesse la
pelle molto chiara.-
Lo
sguardo del Bambino Sopravvissuto si perse nel vuoto.
Quella
ragazza aveva un che di misterioso e terribile.
Nel suo
sguardo blu cobalto aveva letto paura, dolore ma anche fermezza
e coraggio.
-Professor
Silente, non possiamo lasciarla lì!-
-A cosa
ti riferisci Harry?- chiese Hermione.
-Alla
ragazza! Ormai ho capito che le mie visioni hanno un significato.
Non permetterò che Voldemort la uccida. intendo scoprire
dov'è e portarla via.-
Il
Preside sospirò.
-E' molto
onorevole da parte tua. Dobbiamo però scoprire
dove sta. Stanotte cercherò di studiare un modo. Tu attendi
altre visioni, e, se le avrai, studia bene il luogo dove questa
fanciulla è rinchiusa. Forse ho qualcuno che
potrà aiutarci a trovarla. Ora andate.-
E detto
questo con un gesto congedò i tre ragazzi, facendo
capire che la conversazione era giunta al termine.
Harry
James Potter camminava rapido nei corridoi del Settimo piano,
cercando di raggiungere rapidamente il luogo del suo appuntamento con
Ginny.
Si morse
il labbro. Non sarebbe stato facile dirle quello che doveva,
ma non poteva più rimandare.
Finalmente,
girato l'ultimo angolo la vide, appoggiata al davanzale di
una finestra, in attesa di lui.
Lei si
voltò.
-Sempre
in ritardo eh Signor Potter?- lo prese in giro.
Lui la
salutò con un bacio sulla fronte e le si
posizionò al fianco.
-Allora,
che volevi dirmi?- gli chiese Ginny.
Harry la
guardò, scrutò il suo viso.
Notò un barlume di consapevolezza passarle rapido sul volto,
poi fu lei a parlare.
-Ho
già capito tutto Harry, non devi spiegarmi nulla.-
Stranamente non sembrava arrabbiata, sorrideva.
-No
Ginny, devo spiegarti molte cose invece- il moretto si decise a
parlare- questo periodo con te è stato fantastico ma...ma
non c'è nulla di più. Ti voglio un gran bene, ma
mi è mancato qualcosa. Non voglio sembrarti uno stupido, ma
non c'è stata quella scintilla che mi aspettavo. Ti prego di
perdonarmi.-
-Non ho
nulla da perdonarti. Per me è la stessa cosa. Sai,
dopo cinque anni in cui sei stato il mio principale desiderio, mi
aspettavo qualcos'altro dal nostro rapporto. Qualcosa di più
forte. Di innamorarmi perdutamente di te, di vivere per te. E non
è così. Per me sei come un fratello.-
Il cuore
di Harry si alleggerì. Temeva più di
ogni altra cosa di farla soffrire, e fortunatamente questo non era
successo.
-Harry tu
sei il salvatore del mondo magico. Hai una guerra da portare
avanti. E meriti al tuo fianco una ragazza che combatta con te e per
te. E io questo non lo posso fare.-
Potter le
sorrise dolcemente, poi la abbracciò forte.
-Amici?-
sussurrò all'orecchio di Ginny.
-Amici-
rispose la rossina con convinzione - per sempre.
Ed anche questo capitolo
è terminato. Purtroppo per Harry e Ginny non c'è
stato il lieto fine, ma fidatevi, questa separazione
risulterà utile ai fini della storia.
Inoltre ho
spiegato a grandi linee qualcosa dei Benèfici.
Non ho parlato
di Draco ed Hermione ma ci saranno nel prossimo capitolo.
Ringrazio tanto
chi ha recensito e chi ha messo la fiction nei
preferiti, in particolare.
pei_chan: le
tue recensioni sono sempre lunghe e dettagliate e soprattutto
graditissime. Dispiace anche a me che la fiction non abbia avuto molto
successo, ma ho notato che le recensioni sono aumentate. Comunque se
una volta hai tempo ti pregherei di leggere l'altra mia storia,
intitolata Il
Ballo del
Ceppo,
che ha riscosso maggior successo. Vorrei sapere che
ne pensi. (mi faccio pubblicità da sola). Spero che questo
capitolo abbia risposto ad alcune tue domande.
Hollina: che
bello vedere nuove recensioni! Sono contentissima che la mia fic ti
piaccia! Spero continuerai a seguirla!
bubina91:
Amor! Finalmente hai recensito! Grazie mille di tutto! Soprattutto per
i consigli che mi dai per la trama!
Ciao a tutti!
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
-Cooooooooooooosa?
Stai scherzando spero!-
L'urlo di Ron Weasley fece tremare le fondamenta di Hogwarts.
-Stai calmo Ron, non farti saltare le coronarie!- scherzò
Harry con un mezzo sorriso.
-Calmo dici? Hai rotto con mia sorella! Ora dovrò
raccoglierla col cucchiaino! Io ti ammazzo!-
gridò nuovamente il rossino, con il viso dello stesso colore
dei capelli.
-Senti, io ti ho detto che avevo l'idea di mollare Ginny, solo che lei
l'ha fatto prima di me. Non soffrirà nessuno, lei meno che
mai,
quindi per favore stai tranquillo-
-E io che vi avevo dato anche la mia benedizione...-sbuffò
Ron.
-Oh Ronald, smettila con questa storia- intervenne Hermione alzando gli
occhi dal suo librone - se Harry dice che per loro è meglio
così lasciali in pace. Dovresti essere contento che nessuno
dei
due abbia sofferto.-
-Grazie Herm- sorrise angelicamente Potter.
-Di nulla. A proposito, niente di nuovo?- gli chiese la ragazza- nessun
sogno strano?.
-Niente di che- rispose Harry- continuo a sognare la stessa stanza con
quella ragazza dentro.-
-Hai fatto come ha detto Silente? Hai cercato di studiare bene il
luogo?-
-Si ovviamente. Ora devo solo aspettare che ci convochi nel suo
studio. Chissà a chi chiederà aiuto per
individuare
la ragazza...- il moretto assunse un' espressione pensierosa.
Hermione non disse niente. Cercava di non darlo a vedere, ma lei
qualche sospetto ce l'aveva.
Era tardi. Hermione entrò in Biblioteca tentando di non fare
troppo rumore.
Percorse tutto il corridoio, passando in mezzo ad enormi scaffali
ricolmi di libri antichissimi, fino a raggiungere il suo tavolo
preferito, seminascosto da un' ampia tenda rossa che nascondeva
un'immensa vetrata.
Giunta a destinazione, con un tuffo al cuore si accorse di essere stata
preceduta.
Draco Malfoy era seduto davanti a lei, la testa china su un tomo
polveroso, gli occhi che seguivano febbrilmente le righe scritte
fittamente.
La Granger non resistette alla tentazione di osservarlo, dato che lui
sembrava non averla notata.
Certo che era proprio bello. I capelli biondissimi un po' disordinati
sulla fronte, il volto appena rischiarato dal lume di una candela, un
braccio piegato a sostenersi la testa e l'altro adagiato mollemente a
destra del libro.
Gli occhi dorati di lei seguirono la curva delle sue spalle, il profilo
della sua divisa verde e argento, fino a giungere al viso...
-L'hai finita di guardarmi Granger?- disse lui d'improvviso con voce
sarcastica, riscuotendola dai suoi pensieri proibiti.
-N-non ti stavo guardando- si difese debolmente Hermione.
-Si, certo, e io mi chiamo San Potter- la prese in giro Draco.
La ragazza lo guardò torva, fingendo di non aver sentito
l'ultima frase.
-Beh che ci fai qui?- chiese tentando di sviare il discorso.
-Ballo il Can-Can- borbottò lui, acido come sempre.
-Oh, fottiti Malfoy!- gli gridò esasperata Hermione e fece
per andarsene.
-Ehi ehi ehi, com'è che mi scappi sempre?- Draco si
alzò di scatto dalla sedia e in tre balzi la raggiunse.
-Non dirmi che hai paura di me..- le sussurrò a un
centimetro dal viso, un luccichìo soddisfatto nello sguardo.
Era convinto di farla indietreggiare con quel suo fare provocatorio, ma non conosceva Hermione Granger.
Lei non indietreggia mai.
Lei non mostra di aver paura.
Lei piuttosto che far vedere le sue debolezze ricaccia indietro le
lacrime a forza e si morde le labbra fino a farle sanguinare.
-Gira al largo furetto- gli sibilò tra i denti.
-E' veramente quello che vuoi? Non fingere...Si vede lontano un miglio
che sei attratta da me!- ghignò Draco.
-Malfoy- ringhiò la ragazza con astio- io sarò
attratta da te solo quando l'Inferno ghiaccerà-
-Non ne sarei tanto convinta se fossi in te-
-Sei un vigliacco, schifoso Serpeverde, un vile. Io quelli come te non
li sopporto.-
Lui le si avvicinò ancora di più, fino ad
arrivare a sfiorare la fronte di Hermione con la sua.
-Davvero? Beh scommetto che ti ricrederai non appena parlerai col tuo
caro Professor Silente-
La Granger lo spinse via bruscamente.
-Di che cavolo stai parlando?-
Draco si sedette con aria annoiata sulla sedia.
-Gli ho detto tutto. Adesso sarai contenta spero.-
-Davvero?- la ragazza era allibita - non l'avrei mai pensato.-
-Ovviamente..- una smorfia amara passò sul viso del
Serpeverde.
-Beh Granger ho di meglio da fare che stare qui a cazzeggiare con te.
Me ne vado.-
E senza aggiungere altro il biondino raccolse i suoi libri e scomparve
tra gli scaffali.
Hermione, rimasta sola, si sedette pesantemente su una sedia,
infilandosi una mano tra i capelli.
E così quel verme di Malfoy aveva tradito suo padre e il suo
sangue.
Che veramente fosse migliore di quello che tutti pensavano?
Forse era giusto dargli una possibilità...
Per un momento rivide quello sguardo abbagliante e quel ghigno che si
portava sempre sulle labbra, e si ritrovò a sorridere.
Ma che le stava succedendo?
Era mezzanotte a Villa Malfoy, quando una fredda voce acuta
riempì il grande salone.
-Lucius!-
Un uomo pallido e dai lunghi capelli biondi entrò con aria
di riverenza e timore.
-Si Signore?-
-La Benèfica ha parlato?-
-No Signore, le abbiamo inflitto diversi Cruciatus ma resiste.-
-Non esagerate. La voglio viva
e lucida. Se le farete del male sarai tu a risponderne a
me chiaro?-
-S-sì Padrone-
La voce strascicata di Lucius Malfoy era leggermente incrinata.
-Comunque P-Padrone abbiamo provato a somministrarle anche del
Veritaserum, ma non è servito a niente. Sembra che su di lei
non faccia effetto.-
-Branco di idioti!- la furia di Lord Voldemort esplose - è
una Benèfica! Su di lei questi trucchetti di voi maghi
comuni non servono! Possibile che io sia costretto a circondarmi di un
sacco di inetti come voi? Fuori di qui Malfoy! Mi sono stufato.
Portatela da me. Ora.-
Lucius si inchinò rispettosamente, quindi si girò
e si diresse ai sotterranei della Villa, dove la ragazza era incatenata.
Passati alcuni attimi tornò trascinando un'esile fanciulla
per un braccio.
La prolungata prigionia e il quasi completo digiuno l'avevano resa
molto pallida e sottile, ma gli occhi erano carichi di energia
ed odio.
Malfoy la spinse, facendola sbattere sul pavimento davanti al Signore
Oscuro.
Quest' ultimo si sollevò lentamente dal suo trono di pietra
e iniziò a camminarle intorno.
-Allora, Elenie Zabini, - la canzonò - sembra che tu abbia
perso la lingua.-
La ragazza alzò appena lo sguardo, fino ad incatenare gli
occhi con quelli serpentini del nemico.
- Sai che potrei ricoprirti di gloria ed onori- continuò
Lord Voldemort .- so che la tua magia è molto antica e
potente, e che voi Mezzosangue della tua stirpe siete rimasti in pochi.
Voglio che tu metta i tuoi poteri al mio servizio. Se mi aiuterai ti
darò tutto ciò che vuoi.-
-Tutto ciò che voglio - sibilò con voce
affaticata Elenie - è che tu e tutti quelli come te
scompariate da questo mondo.-
E detto questo sputò ai piedi del Signore Oscuro.
Adirato lui le si piazzò dinanzi e, con un violento gesto
della mano le girò la faccia, spaccandole il labbro.
-La mia pazienza ha un limite, sporca Benèfica. La tua
permanenza qui sarà sempre più dura.-
La ragazza non aprì bocca, limitandosi a scoccare all'uomo
uno suardo astioso.
Voldemort si rivolse ai suoi Mangiamorte.
-Portatela via-
Lucius e Nott si avvicinarono ad Elenie e fecero per prenderla per i
gomiti e trascinarla nuovamente nei sotterranei ma lei si
divincolò e fece per scappare, quando Bellatrix Lestrange le
scagliò uno Schiantesimo che la fece ricadere inerme sul
pavimento.
I Mangiamorte sogghignarono brevemente e la ributtarono in cella.
Lacrime amare sgorgarono dagli occhi della Benèfica.
Si toccò la testa che le pulsava e si strofinò le
braccia ricoperte di tagli ed escoriazioni.
Ormai aveva quasi perso la speranza di uscire da quell'incubo.
Ma non sapeva che c'era qualcuno che stava lottando per tirarla fuori
di lì.
Blaise stava leggendo un libro nella Sala Comune di Serpeverde, quando
un inferocito Draco Malfoy entrò sbuffando come una
locomotiva, sbattendosi con forza la porta alle spalle.
Mentre l'amico grugniva e imprecava, Zabini appoggiò il
libro sul divano e si rivolse a guardarlo con aria interrogativa,
aspettando che si calmasse.
Quando, dopo mezz'ora, capì che sarebbe andato avanti
così per un bel po', il moro si schiarì la voce.
-Che vuoi?- ringhiò Draco.
-Mmm niente...solo sapere che è successo- rispose Blaise,
per nulla impressionato.
-Cosa vuoi che sia successo? Quella schifosa mezzosangue mi sta facendo
uscire pazzo!-
Zabini represse una risatina, che però non sfuggì
allo sguardo attento di Malfoy.
-Grazie eh? Sei proprio uno stronzo Blaise!-
-E dai Draco...non prendertela! D'altronde Hermione è
proprio carina! E in più vi vedrei molto bene insieme-
E Blaise, vedendo l'amico infiammarsi di colpo, cominciò a
ridacchiare come un matto.
-Bla-aise!- lo richiamò il biondo con voce petulante.
-E va bene- si arrese Zabini- la smetto.
Si alzò dal divano e fece per andare nella sua stanza,
canticchiando un motivetto sconcio su Malfoy e la Granger.
A quel punto Draco s'incazzò come un aspide e
cominciò a corrergli dietro scagliando Cruciatus per tutto
il sotterraneo.
fu una notte molto lunga per il povero Blaise Zabini...
Chiedo umilmente
scusa per non aver spiegato il significato del nome della regina degli
elfi, come mi ha fatto notare pei_chan, ma me ne sono dimenticata =)
Comunque Calien significa LUCE.
Ora passo ai soliti ringraziamenti:
pei_chan:
grazie per le tue lunghissime recensioni, che ogni volta analizzano
benissimo il capitolo. Non sai che piacere mi fai. Inoltre sono stata
felicissima di trovare il tuo commento anche nell'altra mia fic " Il
ballo del Ceppo". Grazie grazie grazie!
Per quanto riguarda la presunta parentela tra Blaise ed Elenie e se il
Serpeverde sa della sua esistenza, presto saprai tutto! Alla prossima!
Hollina:
Eccoti accontentata! Qui c'è una scena tra Draco ed
Hermione. Ancora tra loro non è successo niente, ma presto
la situazione si sbloccherà.
Invece, passando al rapporto tra Harry e Ginny, lì ho avuto
un po' di difficoltà, perchè quando ho immaginato
la fic, Elenie non era prevista, e loro due dovevano rimanere insieme.
Però poi, sviluppando la storia, la trama si è
articolata, e mi sono accorta che rischiavo di non riuscire a dedicare
abbastanza spazio a loro due come coppia, e rischiavo di rovinare
tutto. Così li ho fatti lasciare, cercando di farlo nel modo
più semplice possibile, senza far rimanere male nessuno.
Spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento.
Grazie a chi legge e a chi ha messo la fiction nei preferiti, che ho
notato essere aumentati.
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Qualche giorno dopo, subito dopo la cena nella Sala Grande, Harry
Potter si stava dirigendo alla Torre di Grifondoro, in compagnia dei
suoi fedeli amici Ron ed Hermione.
A un certo punto, mentre il trio stava parlando e scherzando del
più e del meno, una pergamena si aprì di fronte a
loro.
Harry la afferrò e cercò di decifrare la
calligrafia sinuosa ed elegante, che riconobbe essere quella del
Preside.
-E' di Silente - sussurrò agli amici - dice di raggiungerlo
nel
suo studio, perchè ha importanti novità di cui
discutere con noi.-
-D'accordo, sbrighiamoci.- disse Hermione.
E tutti e tre si diressero nell'ufficio del Preside.
Arrivati alla porta di noce, Ron bussò leggermente.
-Avanti- invitò la voce cordiale di Albus Silente.
I ragazzi entrarono e la loro sorpresa fu grande, quando su una
poltroncina accanto alla scrivania videro comodamente seduto Draco
Malfoy.
Hermione per la verità non ne era più di tanto
stupita.
Dopo aver saputo infatti che il Serpeverde si era confidato col
Preside, si era immaginata che l'anziano mago avrebbe chiesto al
biondino la sua collaborazione e che avrebbe fatto di tutto per
proteggerlo.
Di tutt'altro avviso però erano Harry e Ron.
Il moretto affrontò Draco a muso duro.
-E tu che ci fai qui?- chiese bruscamente, gli occhi verdissimi ridotti
a due fessure.
Malfoy rispose con una smorfia annoiata e in sua difesa intervenne
Silente.
-Harry, Draco si è offerto di darci una mano, e credo che
dovremmo offrirgli una possibilità.- disse con estrema
tranquillità il Preside.
-Ora vi prego di accomodarvi, in modo che io possa mettervi al corrente
dei fatti accaduti.-
Harry e Ron si sedettero contrariati su due sedie di fronte a Malfoy,
mentre Hermione, con un luccichìo nello sguardo che a Potter
non
era sfuggito, prese posto su un divanetto.
Dopo pochi istanti il grande mago cominciò ad aggiornare i
Grifondoro riguardo la missione di Draco.
Ma quando arrivò a dire che nei piani di Voldemort lui
sarebbe
dovuto morire per mano del bel biondino, Harry perse il controllo.
Per tutta la durata del racconto aveva stretto spasmodicamente il
bracciolo della sua sedia nel tentativo di non esplodere, ma a un certo
punto non riuscì più a trattenersi.
- E lei come fa a fidarsi eh? Come fa ad essere sicuro che questo qui
non ci pugnalerà alle spalle nel sonno? Come fa a sapere che
non
è solo un trucco per passare informazioni a Voldemort?-
urlò Potter.
Hermione lo guardò preoccupatissima. Poche volte l'aveva
visto così sconvolto.
Il respiro del ragazzo si era fatto affannoso, gli occhi mandavano
bagliori e teneva i pugni stretti, cercando di non saltare al collo di
Malfoy.
Albus Silente fece per parlare, quando Draco, sorprendentemente, si
alzò di scatto, calciando indietro la sedia.
-Ora basta, Sfregiato- disse con voce lenta e pacata.-io non sono qui
per convincere o salvare nessuno, se non la mia coscienza. Non me ne
frega niente della vostra stupida causa, come non mi importa di quella
dei Mangiamorte. Solo non mi va di essere usato come una pedina. So
fare delle scelte. E ora la mia è questa. Non mi pento
facilmente delle cose che faccio, semplicemente perchè prima
di
farle ci penso molto bene. Ti avviso che non starò qui a
convincerti sulla mia onestà, perchè non me ne
frega un
cazzo di quello che pensi di me. Le cose stanno così.
Prendere o
lasciare, Potter.-
Il Preside nascose un mezzo sorriso.
Era molto più di quanto aveva osato sperare.
Draco aveva tirato fuori l'orgoglio. Finalmente.
Harry invece non sapeva che dire. Lanciò un'occhiata veloce
a Hermione e Ron, che risposero con uno sguardo d'intesa.
-E sia - disse infine - ma sappi che non mi fido di te. Al minimo
dubbio ti sbatto in pasto ai Mangiamorte, che non credo saranno
contenti di avere un traditore tra loro no?-
-Credi di farmi paura Potter?- lo rimbeccò Malfoy.
Il moretto alzò le spalle e rispose al Serpeverde con uno
sguardo truce.
-Ora basta, la volete finire? - intervenne Hermione esasperata.
-Se vogliamo fare qualcosa di buono dobbiamo collaborare.-
-Esatto- rimarcò Ron, benchè anche lui fosse
ancora un
po' diffidente verso Draco- che voleva dirci Professor Silente?-
-Volevo parlare con voi e Draco riguardo la giovane fanciulla che Harry
ha sognato -rispose il Preside - Il Signor Malfoy dice di non sapere
che piani ha Voldemort riguardo i Benèfici, ma magari ha una
qualche idea su dove possa essere rinchiusa la ragazza. Per favore
Harry, descrivigli il luogo che hai visto.-
Potter si concentrò intensamente.
-E' in una cella, da cui ogni tanto la tirano fuori per portarla in una
stanza in penombra, sotterranea e molto umida, a giudicare dalle pareti
bagnate. Appese ai muri ci sono delle torce che fanno una luce
verdognola e strumenti che sembrano di tortura, tutti arrugginiti. In
mezzo ci sono delle colonne, di pietra, con alla base una specie di
incisione, che mi pare rappresenti dei serpenti intrecciati...-
Venne interrotto da un sibilo di Draco.
-Sono i sotterranei di casa mia- il biondino
impallidì - è a Villa Malfoy-
Quante volte era sceso in quelle stanze...
Quante volte aveva provato sulla sua pelle quelle torture...
Quante volte aveva viso il sangue colare lento dalle sue spalle segnate
dalle frustate...
-Cosa? Stai scherzando?- sussurrò Hermione terrorizzata.
Il biondo si riscosse e riprese la sua consueta aria scostante.
-Ho l'aria di uno che scherza Granger? Arrendetevi. Non entrerete mai.
Sarebbe un suicidio- concluse con aria indifferente, mentre le sue
viscere si contraevano al solo pensiero di tornare in quella casa.
-Ora posso andarmene a dormire?- domandò a Silente.- Ho
fatto quello che dovevo.-
-Certo Signor Malfoy, vai pure. E andate anche voi, ragazzi, si
è fatto tardi, ne riparliamo un'altra volta.-
Hermione e Ron si alzarono e infilarono la porta, trascinandosi dietro
un Harry un po' recalcitrante, che avrebbe voluto rimanere ancora per
parlare di come liberare colei che ormai sognava tutte le
notti.
La domenica successiva Hermione si alzò di buon ora per
andare in Biblioteca.
Aveva intenzione di cercare a fondo notizie sui Benèfici,
non sentendosi ancora del tutto preparata sull'argomento.
Sapendo che il loro nemico teneva rinchiusa quella strega per servirsi
di lei per scopi sicuramente poco nobili, voleva infatti cercare di
capire tutte le particolarità e le caratteristiche di quei
maghi elementali.
Arrivata in Biblioteca la trovò ancora vuota, dato l'orario
mattiniero e si diresse al suo solito tavolo.
Posò la borsa su una sedia e si infilò tra gli
scaffali, cercando di un libro che facesse al caso suo.
Naturalmente sapeva che la ricerca sarebbe stata piuttosto
difficoltosa, poichè i Benèfici erano rarissimi e
poco conosciuti dai maghi, così si era portata uno spuntino,
nel caso in cui fosse dovuta rimanere lì tutto il giorno.
Cosa che, a dire il vero non le spiaceva poi così tanto.
Adorava starsene in Biblioteca da sola, si sentiva protetta e a suo
agio.
Dopo mezz'ora, in cui non fece altro che scorrere con lo sguardo i
titoli di numerosi libri, ne prese una dozzina e si sedette a leggere.
Purtroppo inizialmente il tentativo sembrò essere
infruttuoso perchè quei maghi particolari erano citati di
sfuggita, o al massimo si narrava della leggenda della loro nascita.
Insomma, cose che la strega già sapeva, e niente di
più approfondito.
Ore dopo la ragazza aveva quasi perso le speranze.
Le tende della Biblioteca erano state tutte tirate, e il fuoco
scoppiettava allegro nel camino.
Quando però ormai Hermione stava per gettare la spugna e
andarsene, lo sguardo le cadde su un vecchissimo tomo polveroso.
Spinta dalla curiosità lo aprì e
iniziò a leggere.
Si parlava di fate, folletti, gnomi ed elfi.
Leggendo quell'ultima parola il cuore le fece un balzo gioioso nel
petto.
Forse finalmente aveva trovato qualcosa.
Al capitolo elfi lesse alcune nozioni basilari su quel popolo
affascinante, raffinato e probabilmente solo leggendario, poi
trovò un paragrafo che suscitò il suo interesse.
"Di tutte le unioni tra esseri
umani e creature immortali, quella tra la regina elfica Calien e il
mago Anubis è stata senz'altro la più potente e
fruttuosa.
Infatti dal loro amore ebbe origine la stirpe dei Benèfici.
Questi maghi incarnano nella loro essenza il potere elfico e quello
umano.
A questo punto è doveroso ricordare che gli elfi non sono
dei veri e propri maghi, in quanto non fanno uso di bacchette,
bensì sono quanto c'è di più vicino a
Madre Natura.
Sono sempre vissuti al riparo dagli occhi altrui, creando attorno a
loro un'aura di mistero.
La loro magia è una commistione di antiche conoscienze e
compassata saggezza, che utilizzano ai fini del Bene.
Essi si mostrano ed elargiscono consigli solo a chi
ritengono degno.
La dinastia elfica
terminò quando Re Elros* si arrese alle forze oscure.
Della magia di queste creature immortali resta appunto solo la stirpe
Benèfica.
I Benèfici sono mortali, e si tramandano le loro
caratteristiche per via genetica.
Se un Benèfico si unisce ad una strega o viceversa, solo il
primogenito ne prenderà le caratteristiche. Se invece
nasceranno due gemelli saranno entrambi Benèfici.
Essi sono maghi elementali, molto in sintonia con le forze della
Natura, con le quali sono in comunicazione.
Sono immuni alle pozioni e alle fatture minori.
Sono inoltre in grado di sopportare numerosi dolori corporali e sono
potentissimi.
Se vengono colpiti nella sfera emotiva possono innescare reazioni molto
pericolose..."
Hermione
era allibita. Non aveva mai sentito niente di simile...
Draco Lucius Malfoy camminava spedito per i corridoi del castello,
sperando che l'istinto omicida nei confonti di Potter passasse
velocemente.
Non si rese neanche conto di dove andava, finchè si ritrovo
quasi senza accorgersene davanti all'entrata della Biblioteca.
Non aveva voglia di tornare in dormitorio a sentire le cazzate di Pansy
e le domande di Blaise, così decise di entrare.
Girò un po' tra gli scaffali, cercando di evitare le
occhiate odiose di Madama Pince, che lo considerava un mezzo
delinquente solo perchè una volta aveva strappato per
sbaglio la copertina di un libro.
Peccato che la donna non avesse creduto nemmeno per un momento che non
l'avesse fatto intenzionalmente dato che, a suo dire, aveva visto
benissimo lui e Zabini che se lo lanciavano tra i corridoi.
Sta di fatto che da quel giorno ogni volta che toccava un libro la
Pince gli piazzava gli occhi addosso e non lo mollava per un istante.
Malfoy stava per andarsene, stanco di girare senza meta, quando vide
una figura familiare in lontananza.
Si avvicinò di soppiatto e notò Hermione al suo
tavolo, praticamente sdraiata sui libri, profondamente addormentata.
Draco si avvicinò lentamente e si sedette accanto a lei,
guidato da qualcosa che non aveva mai provato prima.
Le spostò delicatamente una ciocca di ricci ribelli dietro
l'orecchio, e rimase lì, non trovando la forza di spostarsi.
Dio, quanto era bella...
Le lunghe ciglia toccavano le guance rosee, accarezzandole dolcemente.
Il piccolo petto si alzava lentamente al ritmo cadenzato del suo
respiro.
E le labbra...quelle labbra ben disegnate, leggermente arrossate..
Quelle labbra che ormai sognava tutte le notti.
Quelle labbra che avrebbe voluto fare sue.
Draco la guardò e un ghigno si formò sulla sua
bocca.
Sarebbe stato facile, così addormentata, prenderla e
trascinarla nei sotterranei.
E poi averla.
Solo per sè.
Senza concederle scampo.
Senza che lei potesse scappare nuovamente da lui come faceva di solito.
Ma poi?
Poi come avrebbe fatto a guardarla di nuovo?
Come avrebbe potuto reggere il confronto con quegli occhi dorati?
Per la prima volta Draco Malfoy ebbe paura di una donna.
E non ne capiva il motivo...
Le carezzò nuovamente i capelli, con una dolcezza che
sorprese anche sè stesso.
E la vide sorridere.
Nel sonno, lei sorrideva. Per lui.
Rimase lì a guardarla ancora per un po', poi vedendo che la
ragazza stava per svegliarsi, se ne andò rapidamente, prima
che lei potesse notarlo.
Hermione aprì gli occhi, confusa.
Ci mise un po' a capire dove si trovava, poi quando mise bene a fuoco
la Biblioteca intuì di essersi addormentata mentre leggeva.
Si massaggiò le braccia indolenzite, poi fece mente locale.
Aveva fatto uno strano sogno.
Un angelo biondo le stava vicino, gli occhi argentei che brillavano di
fronte all'esile fiamma di una candela.
Non era difficile collegare l'angelo a una persona a lei ben nota.
Peccato che questa persona di angelico avesse ben poco.
Ricordò di come l'angelo l'avesse delicatamente accarezzata
e sospirò brevemente.
Inutile vivere di sogni, si disse.
I sogni deludono sempre perchè non si realizzano
mai.
Prese i libri e si diresse all'uscita della sala, quando
notò qualcosa a terra di fronte a lei.
Si chinò a guardare e raccolse un fazzoletto di lino
ricamato con due iniziali in un angolo.
D.M.
Hermione sorrise.
Dopotutto credere nei sogni forse non era così sbagliato...
*Elros in elfico
significa SCHIUMA.
Ed anche questo capitolo è terminato. Sto aggiornando
abbastanza velocemente perchè in questi giorni sono presa
dall'ispirazione=)
Questo capitolo però non mi convince pienamente, anche
perchè è un po' di transizione.
Mi è servito per spiegare bene cosa sono i
Benèfici, per far individuare da Draco il nascondiglio di
Elenie e soprattutto per segnare una prima svolta tra lui ed Hermione.
Beh comunque ditemi che ne pensate. Spero di non aver reso Malfoy
troppo OOC.
Ho cercato di farlo rimanere sempre sull'acidino, ma quando
è da solo davanti ad Hermione addormentata, ho fatto in modo
che si togliesse la maschera...
In ogni caso non lo farò diventare mieloso. Lui è
comunque un po' un bastardo, quindi non aspettatevi dichiarazioni
d'amore...=)
Ora passiamo ai ringraziamenti:
pei_chan:
figurati se mi dispiacciono le tue continue recensioni! Sono una cosa
che mi rende felicissima! Sono contenta che Draco ed Hermione ti
piacciano..Spero che li apprezzi anche in questo capitolo...
mrs snape:
Che bello, adoro le persone nuove che leggono la mia fic! Ti ringrazio
molto per i complimenti!
Hollina:
sono contenta che continuerai a seguirmi! Spero che questo capitolo,
quasi totalmente su Draco ed Hermione, ti sia piaciuto!
bubina91:grazie
amor! Mi fa piacere che l'idea di Elenie ti piaccia! Lei è
un personaggio sul quale punto molto ai fini della storia!
ladyherm:ti
chiedo scusa se non ti ho ringraziato per la recensione nell'ultimo
capitolo, ma ho notato il commento solo dopo aver postato. Scusami.
Comunque ti ringrazio davvero tanto, i tuoi complimenti mi hanno fatto
molto piacere!
Grazie a tutti coloro che leggono e a chi ha messo la fiction nei
preferiti!
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
Fuori dall'aula di Trasfigurazione il livello di rumore si era fatto
spropositato.
Le classi del sesto anno di Serpeverde e Grifondoro aspettavano la
McGranitt per cominciare la lezione e, com'era abituale, erano
già volati i primi insulti e minacce, e in breve tempo
sarebbe
scoppiata la solita rissa.
Draco Malfoy, appoggiato ad una colonna, tenendosi la testa dolorante,
dopo che se l'era spaccata insieme a Potter finendo insieme
giù
dalle scale mentre cercavano di uccidersi a vicenda, fissava il gruppo
di gente che si stagliava dinanzi a lui.
Indubbiamente cercava qualcosa.
O meglio, qualcuno.
-Dove cazzo è finita la Mezzosangue?- sibilò
all'orecchio
di Blaise che, improvvisatosi crocerossino, cercava di medicargli i
numerosi bernoccoli.
-Uhu Draco...ti manca già?- lo prese in giro l'amico.
-Fottiti idiota. La mia è pura curiosità.- gli
rispose stizzito Malfoy.
Zabini alzò gli occhi al cielo, facendosi notare dal
biondino, che cercò di mollargli un pugno.
Fortunatamente Blaise, abituato agli scatti a sorpresa di Draco, lo
schivò prontamente.
In quel momento una massa di capelli ricci si fece largo tra la folla,
fino ad arrivare da Ron ed Harry.
A quest'ultimo sussurrò qualcosa nell'orecchio.
Malfoy, che non aveva perso nessun passaggio, irrigidì la
mascella e serrò i pugni.
Improvvisamente Hermione si girò verso di lui, e quasi
sorrise a vederlo così sostenuto e furioso.
Se non lo avesse conosciuto bene, la Granger avrebbe pensato che fosse geloso.
La Grifondoro sorrise tra sè, poi
entrò nell'aula, facendo al biondino un breve cenno col capo.
Tutti gli altri ragazzi entrarono e, non appena Draco si sedette al suo
solito banco, una piccola busta volò verso di lui.
La afferrò cercando di non farsi notare, e la nascose da
occhi indiscreti per poterla aprire indisturbato.
Appena la schiuse qualcosa di soffice e candido a cui era applicato un
piccolo biglietto, scivolò delicatamente sulle sue gambe.
Malfoy prese in mano il biglietto e se lo avvicinò per
poterlo leggere meglio.
"Ieri sera in
Biblioteca hai dimenticato questo.
Credo che ti appartenga.
Hermione."
Stupito il ragazzo sollevò l'involto.
Impallidì leggermente quando riconobbe il suo fazzoletto e
per
un po' non riuscì ad alzare lo sguardo verso la Granger.
Sa tutto.
Ha capito che ero lì con lei.
Chissà, magari era sveglia e ha visto tutto.
Il biondino tremò solo al pensiero di essersi esposto con
lei a tal punto.
Finalmente guardò nella direzione di Hermione, che
probabilmente l'aveva fissato fino a quel
momento, dato che incrociò lo sguardo argenteo con quello
dorato di lei.
-Grazie- sillabò senza voce Draco.
La ragazza alzò le spalle, continuando a sorridere
dolcemente.
Incredibile, Malfoy aveva detto grazie.
A lei, a
una Mezzosangue.
Harry James Potter stava nella Sala Comune.
Era seduto su un divano a gambe e braccia incrociate.
Lo sguardo fisso verso il buco del ritratto.
Quella volta la sua preda non gli sarebbe sfuggita.
Eh no, quella volta era deciso a vederci chiaro.
Dopo minuti che gli sembrarono ore, un cigolìo
segnò che qualcuno aveva spostato il quadro della Signora
Grassa.
Eccola, la sua preda.
Hermione Granger, con l'aria ignara di chi è ancora
inconsapevole, entrò in Sala Comune.
-Ciao Harry- fece allegra.
-Ciao!- rispose il Grifondoro con un'aria sadica che era tutta un
programma.
La ragazza, conoscendo il suo migliore amico, tentò con un
ultimo atto disperato di infilare a tutta velocità le scale
e di rifugiarsi nel dormitorio delle ragazze.
Ma...
-Hermione, è un po' che non parliamo, che dici di sederti
qui?-
-Ehm...va bene - rantolò confusa e preoccupata la Granger,
poi si sedette rassegnata sul divano accanto ad Harry.
-Allora - iniziò Potter - non mi va di girarci intorno...Che
sta succedendo tra te e Malfoy?-
La Grifondoro quasi si strozzò, poi arrossì
violentemente.
-N-niente- sussurrò imbarazzatissima.
-Sì, e io sono Babbo Natale. Herm ti conosco! E soprattutto
ho gli occhi per vedere! Quindi non prendermi in giro per favore.-
-E va bene- si arrese Hermione - non so nemmeno io cosa mi sia preso.
Harry, non giudicarmi ti prego, ma penso a lui più di quanto
dovrei-
La ragazza tacque, in attesa di una qualche reazione di Potter.
E la reazione non tardò ad arrivare.
-Che cosa?- ululò il maghetto- Ma sei diventata pazza? Hai
idea di chi stiamo parlando? Draco me-le-sono-fatte-tutte Malfoy!
C'è pieno di ragazzi ad Hogwarts! Torna con Ron piuttosto!-
-E meno male che non dovevi giudicare vero?- sibilò Hermione
sarcastica.
-Herm, per favore, ragiona. Quello ragiona solo con il...beh hai
capito. Lui non è il tipo che si innamora. Per lui conta
solo il sesso! Se ti avvicinerai troppo a Malfoy rimarrai scottata.
Pensaci bene prima di fare sciocchezze. Ti prego.-
-Harry lo so benissimo. Solo...Ormai non so quanto potrò
tornare indietro. Ogni volta che lo vedo mi tremano le gambe. E so che
lui non è il classico principe azzurro, che è un
Purosangue bastardo ed arrogante a cui non importa niente di me ma non
posso farci niente.- sussurrò la strega con gli occhi lucidi.
-D'accordo- sospirò infine lui - ammetto che Malfoy non
è proprio quello che avrei immaginato per te, ma la scelta
è tua. Io starò comunque dalla tua parte,
qualsiasi cosa tu vorrai fare. Solo, stai attenta ok? Non voglio che tu
soffra per un idiota come lui.-
E detto questo le asciugò le lacrime che cominciavano a
rigarle le guance.
Hermione finalmente sorrise e poi lo abbracciò stretto.
-Ti voglio bene Harry.-
-Anch'io. Tantissimo-
Draco Malfoy camminava per il giardino, l'umore più nero di
un corvo.
Stretta in tasca teneva l'ennesima missiva di quel verme di suo padre,
che lo esortava ad accelerare i tempi.
Il Serpeverde sogghignò tra sè.
Ah, se suo padre avesse saputo che era
passato dall'altra parte.
Se avesse saputo che era
entrato in fissa per una mezzosangue.
Draco accartocciò la lettera con rabbia fino
quasi a disintegrarla.
Un lievissimo profumo di fiori nell'aria, non dolciastro e frivolo, ma
delicato e forte come colei a cui apparteneva, gli fece intuire
l'arrivo di Hermione.
Istintivamente si sedette a terra, attendendola.
Non pensò nemmeno per un istante di fuggirle.
Perchè avrebbe dovuto poi?
La desiderava.
La voleva nel suo letto.
La sognava ormai tutte le notti, con quegli occhi d'oro accesi dalla
passione...
Il colpo di tosse di Hermione dietro di lui lo risvegliò dai
suoi pensieri sconci.
-Mezzosangue- la salutò acido- che vuoi?-
-Niente Malfoy, ma camminavi in riva al lago e sembravi in preda ad un
istinto suicida, così sono venuta a controllare.-
-Ecco, ora che l'hai fatto puoi anche andartene.- ringhiò
lui.
Bastardo.
Si maledisse da solo.
Perchè la trattava così?
Cazzo. Non riusciva a controllarsi. Era più forte di lui.
Hermione, infuriata, bestemmiandogli dietro mentalmente, fece
dietrofront e si incamminò nuovamente in direzione della
scuola.
-Aspetta-
La ragazza si bloccò, stupita.
Era un sussurro, quello che aveva sentito, o un sogno?
Si voltò lentamente.
Draco si era alzato, e si era avvicinato lentamente a lei.
-S-scusami...ero nervoso, Tu non c'entri niente.-
La Granger lo guardò con aria sempre più
sconvolta.
Draco Malfoy, l'altezzoso Serpeverde, si era scusato con lei?
Gli occhi argentei di lui sondavano quelli dorati di lei, cercando
risposte che non aveva.
Cosa voleva vedere?
Cosa voleva sapere?
Oramai il biondino aveva capito che era arrivato ad un punto di non
ritorno, che lei gli era entrata nel sangue.
Frenò il basso istinto che gli suggeriva di prenderla e
farla sua in quel momento, magari dietro un cespuglio.
Sempre vicinissimo a lei, fece per avvicinarsi ulteriormente, quando
vide gli occhi di Hermione spostarsi da lui, per fissare un punto
imprecisato dietro la sua spalla e poi dilatarsi di scatto, come in
preda al terrore.
Malfoy si girò, seguendo lo sguardo della ragazza, e con il
cuore in gola vide un uomo incappucciato alzare la bacchetta verso il
cielo.
-Testudo creo-
urlò l'uomo, facendo scaturire un bagliore azzurognolo, che
circondò loro tre.
-Cazzo- sibilò Draco ad Hermione- ha generato una barriera
attorno a noi. Gli altri possono vederci ma non possono entrare per
aiutarci-
La ragazza estrasse la bacchetta da sotto il mantello.
-Questo vuol dire che ce la caveremo da soli- disse rabbiosa.
Intanto il Mangiamorte aveva iniziato a ridere sommessamente.
-Draco- ghignò- avevo detto a tuo padre che di te non c'era
da fidarsi, che eri troppo giovane e indipendente per seguire la nostra
causa, ma lui non mi ha dato ascolto, dicendo che farneticavo, che tu
volevi solo essere come noi. E invece, guarda un po', appena decido di
venire a controllare, ti becco con una schifosa Mezzosangue, che tra
l'altro è l'amichetta di Potter. Mi complimento.-
Draco intanto si era mosso quasi impercettibilmente davanti ad
Hermione, portandola dietro di sè.
Se l'avessero colpita per vendicarsi di lui...non se lo sarebbe mai
perdonato. Mai.
-Ma come diamine ha fatto ad entrare? Non ci si
può Smaterializzare ad Hogwarts- sentì borbottare
la Mezzosangue alle sue spalle.
Malfoy alzò gli occhi al cielo. Possibile che dovesse
pensare a quelle sottigliezze anche in un momento del genere?
-Crucio- l'urlo improvviso del Mangiamorte lo riscosse.
La luce dell'incantesimo puntava dritta verso Hermione, ma lei fu
più rapida.
-Protego- gridò alzando la bacchetta.
Il ragazzo vide il potente incantesimo andare ad infrangersi contro la
barriera invisibile creata dalla Grifondoro.
Evidentemente l'uomo voleva liberarsi di lei per poi poter affrontare
liberamente Draco.
Un lampo d'ira squarciò gli occhi di Malfoy.
Lei non dovevano toccarla.
Alzò elegantemente la bacchetta.
-Stupeficium!-
Il getto rosso dell'incantesimo si infranse contro lo scudo creato
dall'avversario.
E il duello iniziò.
Draco cercava contemporaneamente di disarmare l'avversario e proteggere
Hermione, pur sapendo che lei era in grado di difendersi anche da sola,
come dimostrò poco dopo scagliando un Impedimenta che
stordì per qualche secondo il nemico.
Intanto fuori dalla cupola si era radunata gran parte della scuola,
compresi i professori, Silente ed Harry e Ron, che terrorizzati,
seguivano l'accanito combattimento.
Potter non potè impedirsi di notare lo sguardo di Malfoy.
Ogni qualvolta che un incantesimo sfiorava Hermione, si voltava verso
di lei, a rischio di essere colpito, per verificare le sue condizioni,
angosciato.
Lei, d'altro canto, si muoveva attorno a lui quasi danzando, cercando
di evocare Scudi, nei quali era bravissima, ogni volta che un
incantesimo minacciava il ragazzo.
Draco ed Hermione se la cavavano bene, ma il Mangiamorte sembrava avere
dei poteri a loro sconosciuti.
Pareva trarre ancora più forza se veniva colpito dagli
incantesimi e cadeva a terra, come se la terra stessa gli concedesse il
suo alito di vita.
I due ragazzi erano sfiniti, il combattimento non sembrava avere fine.
Poi però...
-Stupeficium- urlò sfibrato Malfoy.
L'uomo franò rovinosamente e il ragazzo, ansante, si
voltò per un secondo verso Hermione pochi metri
più in là, per controllare se stesse bene.
Un secondo fatale.
-Gladii Sectio!-
Il tempo sembrò scorrere al rallentatore,
Draco, con uno scatto, sentendo la maledizione scagliata dal
Mangiamorte e vedendo la lama che era partita dalla sua bacchetta,
dirigersi verso la ragazza, corse verso di lei.
Hermione, sorpresa dall'incantesimo, non aveva avuto il tempo di
proteggersi.
Sentì il contraccolpo della lama che affondava nella carne,
ma non sentì alcun dolore.
Orripilata abbassò lo sguardo e vide il corpo di Malfoy
davanti a lei, esanime.
La lama conficcata in un fianco.
Il sangue che scendeva copioso a terra.
In quel momento la barriera si ruppe.
Il Mangiamorte, con un ghigno crudele si dissolse nell'aria.
Alcuni professori immediatamente partirono all'inseguimento, mentre
Blaise, Harry, Ron e altri studenti raggiunsero il corpo di Draco.
Hermione, sconvolta, era scivolata in ginocchio, tenendo tra le braccia
il suo salvatore.
Era ben conscia che se Malfoy non si fosse messo in mezzo, la vittima
sarebbe stata lei.
Silente e Madama Chips si fecero strada tra gli studenti urlanti e si
chinarono sul corpo del Serpeverde.
Sul volto un'espressione indecifrabile.
L'infermiera di Hogwarts alzò appena la divisa del ragazzo,
per controllare la ferita, poi chiuse gli occhi.
Il Preside intanto fece apparire una barella, su cui poi
adagiò il corpo di Draco.
-Professore! Se la caverà vero? Mi risponda!- il grido
disperato di Blaise ruppe il silenzio che si era creato.
Silente lo guardò triste.
-Signor Zabini, comprendo il tuo dolore, ma non posso assicurarti
nulla. Ti assicuro che faremo tutto il possibile.-
-Ma...Signore...-
-Ora è meglio che lo portiamo velocemente in Infermeria,
appena sapremo qualcosa vi farò sapere-
E detto questo il Preside si voltò, incamminandosi verso
Hogwarts, lasciandosi alle spalle una scolaresca piena di domande,
Blaise Zabini che meditava vendetta per il suo migliore amico ed
Hermione Granger che singhiozzava sulla spalla di Ron Weasley.
Ok, non uccidetemi =)
Ho lasciato le cose un po' in sospeso...
Se la caverà Draco? E in che modo la situazione si
ripercuoterà sul suo rapporto con Hermione? Per saperlo
dovete continuare a leggere=)
Intanto come al solito ringrazio:
pei_chan:sono
contenta che ti piacciano i Benèfici e, come hai intuito,
Blaise non è uno di loro...e non è neanche detto
che Elenie sia sua sorella...Beh come al solito ti ringrazio tanto
della recensione! Grazie grazie grazie!
Nika_chan01:
ti ringrazio della recensione, mi piace tantissimo vedere nuove
lettrici! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Dimmi che ne
pensi!
Hollina:Grazie
mille! Mi fa piacere che ti piaccia come si sta evolvendo la storia e
sono contenta di trovare sempre una tua recensione, come quelle di
pei_chan! Ormai vi siete fatte commentatrici abituali e ne sono
contentissima!
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
Ovviamente, la notizia che l'algido Principe di Serpeverde era in fin
di vita per aver protetto una Mezzosangue aveva subito fatto il giro
della scuola.
La Mezzosangue in questione però non se ne era minimamente
curata e da diverse ore era seduta con la testa appoggiata al muro
appena al di fuori della porta attraverso cui Silente e la Chips erano
spariti con Malfoy.
I suoi begli occhi d'oro erano vacui, parevano privi di espressione,
come svuotati di ogni sentimento.
Se li si osservava meglio, però, si poteva notare un lieve
gonfiore e degli arrossamenti, segni delle copiose lacrime versate.
-Hermione, vai a riposare, sono ore che stai qui, ed è
tardi. Crollerai se non dormi un po'.-
La Granger rivolse appena uno sguardo al suo migliore amico.
-No Harry. Voglio stare qui. Voglio che mi dicano come sta.-
Harry Potter sospirò, si sedette accanto all'amica e
debolmente le prese una mano tra le sue, poi alzò lo sguardo.
Blaise Zabini, incurante dei rimproveri stentati di Piton, fumava
quella che probabilmente era la sua milionesima sigaretta della
giornata.
Non riusciva a stare fermo.
Misurava continuamente la stanza a grandi passi, passandosi
distrattamente una mano sui capelli.
Di fronte a lui Ronald Weasley, appoggiato al davanzale della finestra,
gli occhi socchiusi.
Incredibile, pensò Harry, come in questo momento non si noti
la distinzione tra Case.
E ancora più incredibile, lui era lì ad aspettare
di avere notizie su Draco Malfoy.
Se qualcuno glielo avesse detto non ci avrebbe mai creduto.
Ma d'altronde non avrebbe mai creduto nemmeno che Malfoy avrebbe fatto
da scudo ad Hermione, frapponendosi tra lei e una spada.
Tra lei e la morte.
Accarezzò i capelli della ragazza dolcemente.
Era distrutta.
Lei si appoggiò al petto del Grifondoro, ricominciando a
versare silenziose lacrime.
Potter la cullò, cercando di placare i singhiozzi che
scuotevano quelle piccole spalle.
-E' colpa mia...E' colpa mia...! - sentì sussurrare Hermione
tra i gemiti.
-Ma che dici? Tu non hai fatto niente!- cercò di consolarla
Harry.
-Sì invece. Non sono stata attenta. Dovevo esserci io al suo
posto in questo momento!-
Il ragazzo non sapeva che risponderle.
In cuor suo aveva ringraziato fino allo sfinimento la prontezza di
riflessi e il coraggio di Malfoy.
Ma non poteva dirlo alla Granger, così si
accontentò di stringerla più forte a
sè, mentre lei si aggrappava alla sua camicia come se fosse
stata un'ancora di salvataggio,
Un'ancora a cui aggrapparsi per uscire da quel mare di dolore.
-E così tuo figlio ha tradito, Lucius. Devo dire che non me
lo sarei mai aspettato-
Lucius Malfoy abbassò lo sguardo, incapace di reggere il
confronto con quelle iridi rosse e serpentine.
-Signore, io n-non ne avevo idea. Chiedo perdono- biascicò
sottovoce il Mangiamorte.
-Non farmi ridere, pezzo di idiota. Ti sei cresciuto un figlio
degenere, un figlio che passa dalla parte di Potter e che striscia
sotto le gonne di Silente. E tu pagherai per questo- sibilò
Lord Voldemort, lo sguardo pieno di gioia maligna.
Negli occhi di Malfoy balenò il terrore più puro,
ma sapendo bene che non aveva via di scampo, si inginocchiò
davanti al suo Padrone, sottomesso.
La risata del Signore Oscuro si propagò gelida per tutto il
sotterraneo.
-Cosa credi, che la tua pena sia qualche misero Cruciatus? No, Lucius,
sarà molto peggio.-
L'uomo allora, terrorizzato, alzò lo sguardo, guardando
Voldemort con una muta domanda nei freddi occhi grigi.
-Voglio la testa di quel tuo figlio traditore. E sarai tu a portarmela.-
Lucius Malfoy sentì qualcosa palpitare nel suo arido cuore
di assassino senza scrupoli.
Qualcosa che gli attanagliò le viscere.
Draco.
Doveva ammazzare suo
figlio.
Il sangue del suo sangue.
L'ultimo dei Malfoy.
-Aprite questa porta! Cazzo fatemi uscire!-
-Ehi ehi ehi! A quanto pare si è risvegliato il caratterino,
eh Signorina?
Elenie Zabini avrebbe tanto voluto sputare in un occhio a quel dannato
Mangiamorte che la canzonava di fronte alla cella in cui era rinchiusa.
Lo guardò storto, mentre cercava di calcolare la distanza
tra lei e l'uomo, per tentare di colpirlo in un qualsiasi modo.
-Ti conviene stare tranquilla- sibilò allora quello,
accortosi del suo sguardo- altrimenti ti imbottiranno nuovamente di
Cruciatus.-
La ragazza represse un brivido.
I Cruciatus non le facevano realmente male, ma le provocavano uno stato
di intorpidimento della mente e del corpo, cosicchè non era
più in grado di pensare lucidamente.
Doveva uscire di lì, e alla svelta.
E tornare a casa.
Quando mai le era venuto in mente di cercare Silente?
Pensò fugacemente a sua madre, e due lacrime leggere le
scivolarono lungo le gote.
Il ricordo di quella strega dai poteri eccezionali, piegata sotto gli
incantesimi dei Mangiamorte le faceva ancora sanguinare l'anima.
Poteva ancora vedere il suo bel volto sofferente, mentre esalava il suo
ultimo respiro, stretta tra le Corde della Tempesta.
Albus Silente.
Quelle erano state le sue ultime parole, sussurrate alla
figlia come ultimo desiderio.
Elenie non sapeva molto di quel vecchio.
Solamente che era un grande mago e che era il Preside di Hogwarts.
Così si era messa, sola e con la morte nel cuore, in viaggio
verso la Scuola di Magia.
Quando era circa a metà del suo percorso però era
caduta in un agguato di Voldemort, che l'aveva trascinata nelle sue
prigioni.
Era coraggiosa, Elenie.
Procedeva a testa alta, Elenie.
E soffriva le pene dell'Inferno, Elenie.
Sua madre era morta, per aver rifiutato di offrire i suoi poteri alla
causa del Lord Oscuro.
E così avrebbe fatto anche lei.
Sarebbe già morta, se i Mangiamorte non avessero scoperto
che dai Benèfici minorenni può essere asportata
giornalmente una parte della loro magia anche senza il loro consenso.
La ragazza strinse i denti al pensiero di come quello schifoso di
Voldemort faceva libero uso della sua magia impunemente, usandola per
dare più forza ai suoi seguaci.
Sentiva che le sue forze si stavano esaurendo.
La sua magia era anche la sua fonte di vita.
Senza, sarebbe morta.
Per questo gli incantesimi, anche quelli più potenti, non
sono in grado di porre fine alla vita di un Benèfico.
Perchè solo
le cosiddette Corde della Tempesta, residuati di magia antica e
terribile, possono estirpare il fiato della terra che scorre nelle vene
di questi maghi grandiosi.
La porta dell'Infermeria di Hogwarts si aprì
delicatamente, rivelando l'alta figura di Albus Silente.
Il viso più stanco e vecchio che mai, alzò i
limpidissimi occhi azzurri verso i quattro ragazzi raccolti davanti a
lui.
Con una mano si strofinò debolmente la fronte, poi si
lisciò la veste, ancora macchiata del sangue di Draco.
-Tergeo-
sussurrò muovendo appena la bacchetta.
Harry, Ron, Hermione e Blaise erano impietriti di fronte al Preside,
incapaci di domandare alcunchè, forse troppo timorosi di
ascoltare ciò che Silente avrebbe detto.
Infine Zabini prese coraggio, si schiarì la voce e chiese al
mago notizie di Draco.
Il volto dell'uomo si rischiarò.
-Sta meglio, fortunatamente. I Medimaghi arrivati dal San Mungo hanno
fatto un lavoro egregio.-
Hermione tirò un sospiro di sollievo.
-Posso vederlo? - domandò ignorando lo sguardo incuriosito
di Ron ed evitando di incrociare gli occhi di Harry e Blaise.
-Certo, Signorina Granger. Ma solo qualche minuto. Anche se hanno
fermato l'emorragia, la sua salute è ancora piuttosto
instabile.-
-D'accordo, la ringrazio.-
E senza aggiungere altro la ragazza entrò silenziosamente
nella stanza in cui riposava Draco.
Appena lo vide sentì un tuffo al cuore.
Sembrava così fragile steso in quel letto.
Gli si avvicinò lentamente, quasi timorosa, e sedette su una
sponda del letto, badando di non svegliarlo.
Guardò con gli occhi lucidi i serici capelli biondi
spettinati sulla fronte pallida, le larghe spalle nude appena coperte
dal candido lenzuolo.
Un braccio sporgeva dalle coperte.
Hermione non riuscì a frenare l'impulso che la obbligava a
prendere la mano che giaceva inerme sul materasso.
Appena si trovò con la mano di Draco tra le sue
provò una sensazione stranissima.
Un'emozione che nemmeno lei riusciva a spiegarsi.
Come se una parte del suo cuore fosse tornata a casa.
Non riusciva a credere che lui fosse vivo.
Ferito e debole, indubbiamente, ma vivo.
Si era sentita morire quando l'aveva visto colpito dalla spada.
Era stato come se un abisso si fosse chiuso su di lei, inghiottendola.
Un lieve movimento della mano di Malfoy segnalò che era
sveglio.
Il biondino aprì lentamente gli occhi grigi.
-Mezzosangue- sussurrò appena.- Stai bene?- chiese con un
tono in cui la Granger avvertì una nota di preoccupazione.
La ragazza annuì, incapace di parlare, limitandosi a
stringere forte la mano del ragazzo tra le sue.
Draco rispose lievemente alla stretta.
Anche nel sonno aveva capito che lei era lì.
Aveva avvertito la sua presenza, il suo profumo, il suo respiro
delicato.
La accarezzò dolcemente con lo sguardo, come in cerca di un
graffio, di un livido, di una ferita.
Sospirò di sollievo quando vide che non ne aveva.
Era riuscito a
proteggerla.
Non sapeva neanche lui cosa l'avesse spinto a gettarsi tra
lei e quella maledetta lama.
Aveva agito di impulso.
L'unica cosa che ricordava era di aver pensato non lei.
Tutto ma non la Mezzosangue.
E ora si ritrovava lì. dopo aver sfidato la Morte, a
guardare ancora in quegli occhi dorati.
Colmi di dignità, orgoglio e passione.
E capì che non sarebbe voluto essere in nessun altro luogo
al mondo.
Dormitorio di Serpeverde. Qualche ora più tardi.
-Allora Blaise, come sta?- la voce angosciata di Pansy Parkinson
riempiva tutto il sotterraneo.
-Sta bene, te l'ho detto - rispose il ragazzo con voce annoiata,
cercando di finire il suo dannato libro.-Ci vorrà un po' ma
riprenderà le forze-
-Io ancora non capisco perchè ha salvato la pelle di quella
Sudicia Mezzosangue- ringhiò Nott.
Zabini lo guardò di sottecchi, cercando di tenere a freno
l'istinto omicida che lo invitava a tagliare la lingua di quel
deficiente.
-Già, neanch'io- rincarò la dose Tiger, iniziando
a ridere con aria di scherno - è stato proprio un coglione.
Chissà cosa voleva dimostrare... -
-Forse di essere migliore di tutti noi messi insieme - ruggì
Blaise, incapace di tenere a freno la collera.
E lasciando tutti i presenti annichiliti per la sua sfuriata,
marciò spedito fino all'ingresso del dormitorio.
Fece le scale rapidamente, pregando di non venire beccato da Gazza,
vista l'ora tarda.
Arrivato davanti all'Infermeria, entrò, rivolgendo il viso
verso il suo migliore amico, che con aria assente guardava fuori dalle
grandi vetrate.
Vederlo così lo faceva stare male.
Guardare quella pesante fasciatura che gli ricopriva il torace, e
pensare che era stato così vicino a perderlo...no, non
poteva pensarci.
Tra lui e Draco i gesti d'affetto erano praticamente nulli, ma per
Blaise, Malfoy era un po' la sua famiglia, il suo pilastro.
Erano anni che lottavano entrambi in segreto contro i loro genitori che
volevano convertirli alla loro stupida causa, e col passare del tempo
si erano uniti sempre di più.
Avevano fatto fronte unito contro tutto e tutti.
Quel pomeriggio sarebbe tanto voluto entrare a vedere le sue
condizioni, ma aveva cavallerescamente lasciato entrare Hermione,
conscio che era lei che doveva stare al fianco del biondino in quel
momento.
Ma ora poteva vederlo, constatare con i suoi occhi che non l'avrebbe
mollato da solo e che si sarebbe ripreso.
Gli andò vicino e gli posò una mano sulla spalla.
Draco inspirò e chiuse gli occhi.
-Stai meglio?- disse sottovoce Zabini.
Malfoy annuì e sorrise.
-Sai che ci sarò sempre per te, vero?- sussurrò
nuovamente il moro.
Draco mosse impercettibilmente la testa, troppo debole per parlare,
quindi strinse il polso dell'amico, in segno di gratitudine.
Blaise non gli chiese altro.
Il silenzio dell'amico valeva più di mille parole.
Era uno di poche parole, l'ultimo erede del casato dei Mafoy.
Uno che faceva parlare i gesti, più che le parole.
Uno che non concedeva facilmente il suo affetto e le sue attenzioni.
E Zabini sapeva che quello era il suo modo di difendersi dalle
difficoltà che la vita e suo padre gli avevano posto davanti.
Mai mostrarsi debole.
Mai farsi piegare.
...E lui quel giorno aveva abbassato per la prima volta le
difese davanti a una strega Mezzosangue dagli occhi dorati, salvandole
la vita...
E
anche questo capitolo è terminato. Non mi convince molto,
è un po' di transizione. Beh, ditemi voi che ne pensate.
Passo subito ai
ringraziamenti, perchè ho pochissimo tempo:
pei_chan:
spero
che con questo capitolo tu abbia capito qualcosa in più su
Elenie e la sua storia. Dimmi che ne pensi! E come al solito grazie per
le recensioni!
Hollina: ti
ringrazio tanto per i complimenti, spero che anche questo capitolo ti
sia piaciuto!
poppi: che
bello un' altra nuova lettrice! Sono contenta che la mia storia ti
piaccia, spero che continuerai a seguirla e a dirmi che ne pensi!
Nika_chan01:
grazie dei complimenti, sono contenta che la fic ti piaccia!
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
Blaise
Zabini era da poco uscito dall'Infermeria, dopo aver passato tutta la
notte a cercare di parlare con Draco.
Avevano discusso di argomenti leggeri. senza mai entrare nel discorso
di ciò che era accaduto quel giorno, ben sapendo che non era
il
momento opportuno.
Il moro Serpeverde scese lentamente le scale, con una sensazione
opprimente al petto.
Aveva una strana sensazione, come se il posto in cui sarebbe dovuto
essere era quello che aveva appena lasciato.
Ovvero la stanza in cui Draco stava riposando.
Cercò di scacciare via l'odioso presentimento che gli
attanagliava le viscere e si sforzò di raggiungere i
sotterranei.
Arrivato però all'ingresso del dormitorio fece un brusco
dietro-front.
Zabini si fidava molto del suo istinto, e quello gli diceva di tornare
da Malfoy.
Fece i gradini quattro a quattro, col cuore in gola.
Arrivato in Infermeria spalancò di botto la porta e la scena
che
gli si presentò davanti gli ghiacciò il sangue
nelle vene.
Un uomo incappucciato era chino su Draco, intento a versargli
nella bocca semichiusa il contenuto di una piccola ampolla.
Sentendo però il rumore provocato da Blaise, lo sconosciuto
alzò il capo, e prima che il ragazzo potesse dire o fare
qualcosa, girò sui tacchi e uscì di corsa dalla
finestra,
scomparendo.
Zabini angosciatissimo allora corse al capezzale di Malfoy e
constatò che non respirava.
-Cazzo!- biascicò.
-Madama Chips! Venga! Di corsa! - iniziò ad urlare allora in
preda al panico.
La porta della stanza attigua si aprì con forza e
l'Infermiera
di Hogwarts, in vestaglia e con una cuffia sui capelli raggiunse i due
Serpeverde.
Dopo aver visto lo stato di incoscienza in cui versava il biondo,
guardò Blaise interrogativamente.
-Che è successo qui, Signor Zabini?- domandò.
Il ragazzo balbettando iniziò a descrivere brevemente
l'accaduto, facendo sbarrare sempre di più gli occhi alla
donna.
Senza aprire bocca la Chips allora alzò la bacchetta e con
un
semplice gesto scrisse due righe su un notes, che volò
rapidissimo fuori dalla porta.
-Ho mandato a chiamare il Professor Silente, spiegandogli l'accaduto-
sussurrò in risposta allo sguardo di Blaise.
Quindi l'Infermiera si chinò accanto al letto di Malfoy per
raccogliere l'ampolla che il Mangiamorte aveva lasciato cadere a terra
nella fretta di uscire.
Scuotendola appena notò che sul fondo era rimasto un po' di
liquido.
Era ambrato e fumoso.
-Ragazzo- ordinò la Chips- Vai dal Professor Piton e pregalo
di
venire qui con i suoi strumenti per classificare le pozioni, sbrigati-
Senza contestare il Serpeverde raggiunse l'ufficio di Piton, che non fu
per niente contento di essere svegliato nel cuore della notte, ma che
fu più che solerte nell' offrire il suo aiuto quando
capì
che c'era in gioco la vita di Draco.
Quando entrambi tornarono in Infermeria, trovarono anche Albus Silente,
con espressione preoccupata, intento ad osservare la fiala.
Questi la passò al professore di Pozioni, che
iniziò a
passarla attraverso i suoi ammenicoli vari, rimestolandola con la
bacchetta.
-Ora bisognerà anche capire come fanno questi individui a
superare la barriera anti-Smaterializzazione che è posta
sulla
Scuola- borbottò il Preside.
-Non è che magari sono Animagi o qualcosa del genere?-
chiese la
Chips, mentre misurava il polso a Draco e cercava di scaldarlo.
-Mi sembra alquanto improbabile. Il Mangiamorte che ha combattuto
contro il Signor Malfoy e la Signorina Granger non si è
trasformato, nè tantomeno reso invisibile. Semplicemente si
è dissolto
nell'aria. A questo punto l'ipotesi è solo una.
E non mi piace per nulla- terminò l'anziano mago, scuro in
volto.
-A che punto sei, Severus?-
-Ho quasi terminato, Preside. Ecco...Si tratta della Pozione Mors
Deletua-
Gli occhi di Piton si fecero vacui, mentre sussurrava ansante il nome
della Pozione.
Silente annuì appena, socchiudendo gli occhi, pronto al
peggio.
-Professore?- la voce di Blaise ruppe il silenzio creatosi - che
effetto ha?-
-Vede, Signor Zabini- cominciò il Preside- gli effetti di
questa
pozione sono molteplici e mutevoli a seconda di chi è
l'individuo a cui è somministrata. Generalmente porta alla
morte.-
Gli occhi del ragazzo si spalancarono, spaventati, una muta preghiera
bloccata a fondo gola.
-Fortunatamente - continuò Silente - al Signor Malfoy non
è stata somministrata la Pozione per intero. Inoltre
è un
ragazzo giovane e forte, quindi il suo corpo potrebbe essere in grado
di contrastare gli effetti della Mors Deletua.-
-E perchè non si sveglia allora? Perchè
è
così freddo e immobile?- gridò Blaise con la voce
spezzata.
-Perchè ha bevuto buona parte di quel liquido.-
sussurrò
il Preside ad occhi bassi- Nonostante le nostre speranze siano alte,
non possiamo essere sicuri di ciò che gli
accadrà.
Possiamo solo aspettare, pregando che la sua volontà di
restare
con noi sia più forte di qualsiasi Pozione e che continui a
vivere. Lo so che è dura, ma è in momenti come
questi che
bisogna restare uniti, tentando di uscire dall'Oscurità.-
E dicendo questo appoggiò una mano sulla spalla di Zabini,
stringendo forte.
-Madama Chips, mi informi di qualsiasi cambiamento, la prego.-
La donna annuì, e il Preside uscì dall'Infermeria
con Piton, chiudendosi la porta alle spalle.
Hermione Granger si stava dirigendo con Harry verso la Sala Grande per
fare colazione, quando furono entrambi investiti da Ron Weasley,
arrivato su dalle le scale a tutta velocità.
Proprio mentre Potter stava per bestemmiargli sonoramente dietro il
rosso alzò un braccio per farlo tacere, cercando in
contemporanea di riprendere fiato.
-A-avete saputo quello c-che è successo stanotte?-
domandò, rosso fuoco per lo sforzo.
I due Grifondoro lo guardarono interrogativamente.
-Qualcuno si è infilato in Infermeria e ha cercato di
ammazzare
Malfoy, a quanto pare. Me l'ha detto Neville poco fa, a cui l'ha detto
Lavanda, a cui l'ha detto Padma, a cui l'ha detto la Parkinson. -
-Sì sì va beh!- tagliò corto Hermione
muovendo impaziente un braccio- come sta lui ora?-
Appena Weasley le aveva detto di Draco il suo cuore aveva iniziato a
battere incessantemente, minacciando di uscirle dal petto.
Harry le strinse una mano in segno di appoggio.
-Beh, sta veramente male, a quanto pare- borbottò Ron, senza
sapere l'effetto devastante che quelle notizie avevano sulla sua
migliore amica.
- Sembra che sia in una specie di coma, da cui non sanno se si
sveglierà- concluse.
Potter guardò di sfuggita la Granger.
Era pallidissima, sembrava sul punto di svenire.
-Respira Herm, respira- le sussurrò dolcemente.
La ragazza obbedì, cercando di placare i battiti del suo
cuore.
-Devo vederlo- sbottò ad un tratto, prendendo a correre
verso l'Infermeria.
-Aspetta! Ti accompagno- le gridò Harry seguendola
rapidamente, lasciando Ronald che non ci aveva capito niente, da solo
in mezzo al corridoio.
-Draco...Draco! Ti prego, svegliati! Non mi mollare adesso, hai capito?
Non osare arrenderti-
La voce rotta di Blaise Zabini riempiva l'Infermeria deserta.
Le bianche tende di lino coprivano le scure vetrate, dietro cui batteva
incessante la pioggia degli ultimi giorni di Novembre.
Il letto di Malfoy era l'unico occupato e Blaise non si era mai mosso
di lì.
Non aveva voluto mangiare, nè allontanarsi dal capezzale del
suo migliore amico.
Draco giaceva, ancora incosciente sotto le candide lenzuola, il viso di
un pallore marmoreo.
Sembrava morto, tanto era freddo, ma se si posava una mano sul suo
polso si poteva distinguere il lontanissimo battito del cuore.
L'ultimo segnale che in
quel corpo c'era ancora vita che scorreva.
Mentre cercava di cogliere un segno, un movimento, che gli indicasse
che Draco ce l'avrebbe fatta, Zabini sentì un'esplosione di
voci oltre la porta.
-Le ho detto di farmi passare! Devo vedere come sta!-
-Non sia irragionevole Signorina! Tanto lui non la riconoscerebbe
comunque. Non è cosciente!
-La prego, la supplico, solo qualche minuto!
Alle due voci femminili, il Serpeverde sentì unirsi una
terza voce maschile, che riconobbe essere quella di Harry Potter.
-Madama Chips, le chiediamo una cortesia, lei è una donna
estremamente intelligente, credo che possa capire il nostro punto di
vista. Ci faccia entrare.-
Blaise sorrise sotto i baffi.
Sapeva che l'unica cosa che poteva far cedere l'inflessibile Infermiera
di Hogwarts erano le lusinghe.
Potter aveva colpito nel segno.
Infatti qualche istante dopo vide entrare lui ed Hermione, visibilmente
scossa.
Ancora una volta, notando lo sguardo della ragazza, non potè
impedirsi di sorridere dolcemente.
....E così il
Grifone si innamorò del Serpente...
Quello sguardo era inequivocabile.
E, guarda un po', era lo stesso che Draco le rivolgeva mentre stavano
combattendo contro quel Mangiamorte.
Uno sguardo a prima vista agghiacciato, impaurito, terrorizzato.
Ma Blaise non era uno che si fermava alle apparenze.
Dietro a quei sentimenti aveva saputo leggervi dell'altro...
-Blaise- la voce di Potter lo ridestò dai suoi pensieri.
-Dimmi...-
-Puoi uscire un momento? Dovrei parlarti-.
Il Serpeverde annuì, confuso, e seguì il
Grifondoro fuori dall'Infermeria.
Appena si chiusero la porta alle spalle, Harry si appoggiò
contro la porta, togliendosi per un attimo gli occhiali e strofinandosi
gli occhi.
-Va tutto bene? Cosa devi dirmi?. chiede Zabini con i suoi soliti modi
cortesi.
-Scusa Blaise, lo so che non è il momento, ma credo che sia
opportuno parlarne prima che Malfoy si riprenda.-
-Vedi- riprese Potter notando lo sguardo confuso dell'altro - si tratta
appunto di lui ed Hermione.-
Zabini cominciò vagamente ad intuire dove volesse andare a
parare il Bambino Sopravvissuto.
-So che quell'idiota è il tuo migliore amico, ma Hermione
è la mia migliore amica e a lei ci tengo moltissimo. Idem
per quanto riguarda lui Ron, senza contare che loro sono stati insieme
a lungo, quindi le è ancora più legato. Comunque,
senza girarci intorno, sappi che se lui la fa soffrire, gli
renderò la vita un'Inferno.-
Sul volto del Serpeverde passò l'ombra di un sorriso.
-Harry...io con lui non ne ho parlato molto...Sai anche tu come
è fatto no?-
Potter alzò gli occhi al cielo, poi un ghigno si
formò sulla sua bocca, al pensiero di come il biondo
sembrasse schivo e riservato, ma poi non si facesse problemi a
ripassarsi tutta la fauna femminile di Hogwarts.
-Comunque- continuò Zabini - questa volta mi sembra...non
so...diverso...Penso
che a lei ci tenga sul serio, al di là di quello che vuol
far sembrare.-
-Se lo dici tu- rispose Potter diffidente - io ci credo poco. Non mi
fido di lui.-
-D'accordo, vedremo. Intanto bisogna sperare che superi questa cosa.-
-Oh lo farà senz'altro!- disse Harry con espressione
angelica - sopravviverà giusto per farmi un dispetto!-
Intanto a pochi metri da loro si svolgeva una triste scena.
Hermione Granger, con la testa posata sulla spalla inerme di Draco
Malfoy singhiozzava come se le avessero strappato l'anima.
-Non provare ad andartene, mi hai capito? Non ci provare!-
La ragazza provò a scuotere Draco, che però non
diede segni di vita.
-Come faccio poi? Chi mi chiamerà schifosa Mezzosangue?-
Un sorriso lacrimoso si aprì sul bel volto di Hermione.
Aveva odiato per anni quel nomignolo datole dal Principe di Serpeverde,
eppure ora avrebbe dato un braccio pur di sentirglielo ripetere.
-E' tutta colpa mia! Se ieri non mi avessi difeso non avrebbero capito
che eri passato dalla nostra parte...Ti ho messo io in questa
situazione!- singhiozzò.
-Non dire sciocchezze,
Mezzosangue...-
La Granger alzò la testa sbalordita.
Era stato solo un sussurro eppure...
Avrebbe potuto giurare di aver sentito quelle parole...
Guardò il viso di Draco e con un tuffo al cuore vide che i
suoi occhi grigi, tempestosi come non mai, la stavano fissando.
Cominciò a sorridere tra le lacrime, ringraziando Dio che
glielo aveva rimandato indietro.
Ringraziando Dio per averle dato un'altra possibilità.
Un'altra possibilità di parlare con lui, di litigarci, di
scontrarcisi e di incontrare nuovamente il suo sguardo.
Malfoy dal canto suo non ricordava quasi niente, e non capiva le
lacrime della Mezzosangue.
Della sua Mezzosangue...
Incredibile cosa va a pensare il cervello se lo si lascia correre a
briglia sciolta.
Lievemente sorrise alla ragazza, nello sguardo quasi un invito, una
supplica, una preghiera.
Tentò di tirarsi su per avvicinarsi nuovamente a lei.
Hermione inconsciamente si allontanò, ma lui
serrò il polso di lei nella sua mano, attento a non
stringere troppo, e la costrinse ad accostarsi a lui.
Appoggiò la guancia alla fronte della ragazza, inspirando il
lieve profumo dei suoi capelli, conscio che non sarebbe più
stato in grado di sopravviverle a lungo.
-Dr-Draco...Io devo ringraziarti. Mi hai salvato la vita ieri...- il
sussurro della Granger fu appena percepibile, ma bastò a far
fremere Malfoy, che intuì ancor di più quanto
fosse stato vicino a perderla per sempre.
Poteva negarlo fino alla morte.
Ma quella Mezzosangue gli era entrata nell'anima, come mai nessun'altra
aveva fatto, lasciando solo la cenere del suo orgoglio di Purosangue.
Abbassò lo sguardo su Hermione, incapace di risponderle, e
avvicinò la fronte alla sua.
La ragazza però si alzò di scatto, senza fiato.
-Devo...devo parlare con Silente. Me ne ero scordata. Scusami.-
E, lasciando il ragazzo allibito, corse fuori dalla stanza.
Mentre saliva nello studio del Preside Hermione cercava di mettere
ordine nella sua testa.
Perchè gli fuggiva così?
Non aveva senso, se poi lui era il suo pensiero fisso.
Forse era istinto di conservazione, pensò triste.
Sapeva benissimo che lo scopo di Malfoy era quello di portarsela a
letto e basta, come faceva con tutte.
Ma nonostante questo non riusciva a stargli lontana.
Probabilmente cercando di prolungare ulteriormente l'inevitabile
scorrere delle cose, sperava di mantenere vivo l'interesse di Draco per
lei e così di tenerselo vicino.
Ma non ce l'avrebbe fatta ancora a lungo.
Lo vedeva, anche in classe, che il loro era un cercarsi.
Con gli occhi e con la mente.
Sentiva perennemente il suo sguardo addosso, mentre mangiava,
camminava, studiava.
Ormai aveva fatto l'abitudine a vederselo intorno, a sentire le sue
battutine sarcastiche e a leggere i bigliettini sconci che lui le
lasciava nella borsa.
Brama, pura brama.
Sapeva che da parte del ragazzo non c'era altro che quello.
Se ne era fatta una ragione, ma tuttavia aveva paura di cedere a lui,
perchè intuiva che poi sarebbe stata in suo pugno per
sempre...
-Parola d'ordine?-
Hermione fece quasi un infarto quando sentì la voce del
gargoyle di pietra che faceva da guardia allo studio di Silente.
Gliela disse, poi salì.
Trovò il Preside ad aspettarla seduto alla scrivania.
Le fece cenno di sedersi, poi senza lasciarle il tempo di parlare
iniziò a sommergerla di un fiume di parole.
-E' un piacere vederla, Signorina Granger. Ho ricevuto la piacevole
notizia che il Signor Malfoy sta meglio.-
La ragazza annuì debolmente.
-Mi fa molto piacere. Ora, immagino che lei sia qui per parlarmi delle
sue conclusioni riguardo il modo in cui sono entrati i Mangiamorte.-
Il limpido sguardo azzurro di Silente si fece penetrante, mentre
osservava sorridendo Hermione oltre i suoi occhialetti.
-Ma lei come fa...-iniziò la Grifondoro.
-Ormai posso dire di conoscere bene l'animo delle persone- la
interruppe il mago.- Ora, siccome immagino che le tue conclusioni siano
identiche alle mie, ti pregherei di parlarmene.-
- Beh ecco...-iniziò la Granger- ho trovato certe
informazioni in quel libro sui Benèfici...-
Con un cenno il Preside la invitò a proseguire,
così la ragazza prese coraggio e continuò con
maggior vigore:
-Lì tra le altre cose ho letto che i
Benèfici non hanno problemi a superare barriere di alcun
tipo. Siccome però mi sembra alquanto strano che quei
Mangiamorte siano anch'essi dei Benèfici, ho cercato
ulteriori fonti. Così ho scoperto che dai
Benèfici minorenni si può ricavare della magia e
farne uso liberamente. Quindi, dato che Voldemort tiene in ostaggio
quella ragazza, può aver fatto uso dei suoi poteri per
mandare qui dentro i suoi seguaci.-
-Brillante deduzione Signorina!- le disse Silente rivolgendole un
sorriso luminoso- ammetto che non sarà facile contrastare
tutto ciò, ma almeno abbiamo un punto da cui partire. Ora
più che mai è importante liberare al
più presto la fanciulla!-
Quindi si rivolse verso la sua fenice, Fanny, cominciando ad
accarezzarle il folto piumaggio rossastro, facendo capire ad Hermione
che la conversazione era finita.
Il resto della giornata passò come in un sogno.
Hermione stette per un po' in Biblioteca, poi nel parco, ignorando la
fredda pioggia che le sferzava il viso e le inzuppava le vesti e i
capelli.
Evitò i suoi amici tutto il giorno, non avendo la forza di
confrontarsi con loro, e stette alla larga dall'Infermeria, ben sapendo
cosa sarebbe accaduto se fosse entrata nuovamente in contatto con il
corpo di Draco.
Il problema era che quel luogo la richiamava come mai prima d'ora.
Sentiva che era lì che doveva stare, e in nessun altro posto.
Rientrò al castello che ormai era notte inoltrata.
Era bagnata fradicia, le lacrime mischiate alle gocce di pioggia.
Incapace di andare a dormire senza passare da lui, andò
verso l'Infermeria, per vegliare un po' Draco, almeno nel sonno.
La sua sorpresa fu grande quando lo vide in piedi, eretto ed elegante,
a guardare fuori da una delle grandi vetrate, che dava sul parco.
Conscia che nel punto verso cui lui guardava fino a poco prima c'era
lei, capì che la stava osservando.
Malfoy si voltò, inchiodando i suoi occhi argentei in quelli
di lei.
Incapace di sostenere il suo sguardo, Hermione fece per dargli la
buonanotte ed uscire, ma lui, seppur affaticato, la raggiunse in due
grandi passi.
Non voleva che lei se ne andasse.
Non voleva che si portasse via la luce con cui aveva riempito la sua
vita vuota.
Il battito incessante del suo cuore quasi lo piegava in due.
Dannato cuore traditore.
La sua coscienza gli diceva di lasciarla.
Di farla correre il più lontano possibile da lui.
Da lui e da quella passione incendiata che si portava dentro.
Ma la voglia di lei faceva tacere anche quella poca coscienza che gli
era rimasta.
Si sentiva uno schifo, sapendo che comportandosi così
l'avrebbe solo trascinata all'Inferno con lui.
Ma non poteva più starle lontano...
Non era più solo sesso, e desiderio, e sfida...
Era il senso di pace che lei gli dava ad indurlo a non staccarsi da
lei...
Era la voglia di tenerla tra le sue braccia, di non farla fuggire, di
proteggerla.
Se ne era accorto quando l'aveva vista di fronte a quel Mangiamorte.
Aveva quasi dato la vita
per lei.
Perchè lei era ciò che lo teneva in vita in quel
momento.
Con una mano le tolse i capelli bagnati dal volto, mentre
con l'altra andava a stringerla per la vita sottile, portandosela
più vicina.
Hermione, sorpresa di tanta delicatezza alzò il volto,
specchiandosi negli occhi di lui, incendiati di desiderio.
Con le braccia andò sfiorargli appena il fianco, dove quella
maledetta lama destinata a lei l'aveva colpito, poi passò
alle spalle, larghe e forti, toccandole più e più
volte, in un massaggio lento ed ipnotico.
Quindi gli strinse un braccio dietro al collo, accarezzandogli con
l'altro i bei capelli biondi.
Draco sapeva che non ci sarebbe stata via di uscita.
Che per loro il lieto fine forse non era previsto, che sarebbe stata
una lotta, da combattere nell'ombra, che si sarebbero dissanguati e
feriti a vicenda, ma non poteva tornare indietro.
La voleva per sè.
Aveva bisogno di lei.
Affondò con la bocca in quella di Hermione, e il mondo
attorno a loro scomparve, per entrambi.
Non più famiglie, non più amici, non
più guerre.
La Granger gli morse appena le labbra, per poi far incontrare la sua
lingua con quella del Serpeverde.
E poi fu resa incondizionata.
Erano arrivati ad un punto di non ritorno, lo sapevano entrambi.
Si baciarono con impeto, quasi con disperazione, scoprendo che le loro
labbra sembravano fatte per essere unite.
Non riuscivano a staccarsi, ad allontanarsi l'uno dall'altra, si
cercavano, si volevano, bramavano l'una le mani dell'altro.
Il Paradiso che raggiunsero insieme solo con un bacio quella sera fu
stupendo.
Quando finalmente si staccarono Draco la strinse a sè,
baciandole i capelli.
Hermione appoggiò la testa sulla sua spalla, lasciandosi
cullare dalle sue forti braccia, pregando che quella magica notte non
avesse mai fine...
E finalmente c'è stato il tanto atteso bacio tra i nostri
due protagonisti! Ci ho messo tantissimo a scriverlo, e spero di essere
stata in grado di rendere tutte le sensazioni che ho provato io
scrivendolo!
Passo subito ai ringraziamenti:
pei_chan:
come vedi ho aggiornato subito, così che tu potessi leggere
il capitolo prima di partire! Adesso come farò senza le tue
recensioni per un mese? ç__ç
Beh spero di cavarmela, pregando che le altre persone continuino a
lasciarmi commenti!
Comunque credo di riuscire a postare un altro capitolo prima di
venerdì ma non prometto niente. In ogni caso buone vacanze!
Non dimenticarti di me XD
Nika_chan01:non
ti preoccupare per le recensioni corte, le apprezzo lo stesso=) Sono
contenta che il capitolo ti sia piaciuto, spero apprezzerai anche
questo!
Hollina:Mi
fa piacere che ti piaccia l'amicizia tra Blaise e Draco, ho cercato di
renderla il più vera possibile, e ce ne sono altre
dimostrazioni in questo capitolo! Mi raccomando dimmi che ne pensi!
poppi:
sì il capitolo era molto dolce, spero che questo lo sia
stato altrettanto! Grazie delle recensioni! Mi fanno molto piacere!
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
Hermione
era uscita dall'Infermeria che ormai era quasi l'alba.
Con un sorriso assonnato ripensò come era stato
bello stare tra le forti braccia di Draco a farsi coccolare tutta la
notte.
Quando si era alzata per uscire in punta di piedi dalla stanza, il
Serpeverde aveva mugugnato nel sonno in segno di protesta, e per lei
era stato tremendamente difficile lasciarlo, ma la paura che la Chips
la beccasse era stata troppa, così era scivolata via
lentamente, socchiudendo piano la porta.
Arrivata all'ingresso del dormitorio scoprì di non aver
più voglia di dormire.
Era ancora euforica dal bacio che si era scambiata con Malfoy, ma
soprattutto era terrorizzata che lui ora si allontanasse da lei.
Ad ogni modo sussurrò la parola d'ordine al quadro della
Signoa Grassa che, dopo averla rimproverata mezz'ora per aver passato
la notte fuori, si scostò per lasciarla passare.
La Granger si trascinò verso il suo letto dove,
contrariamente alle sue aspettative, crollò addormentata.
-Hermione! Svegliati dai!-
La ragazza aprì svogliatamente un occhio, pronta a Cruciare
il folle che aveva osato svegliarla.
Notò che il sole era già alto, e che i raggi di
luce entravano a fiotti dalle finestre.
Harry accanto a lei continuava a scuoterla, e dietro di lui Ron, che la
scrutava con occhio attento.
-Sono sveglia, sono sveglia! Che c'è?- borbottò
con voce impastata.
-Come che c'è? Non sei venuta a lezione stamattina!
Credevamo stessi male, così appena abbiamo potuto siamo
corsi qui! Abbiamo anche dovuto usare il Wingardium Leviosa su noi
stessi per salire le scale..-
-Cosa??? Ma che ore sono?- gridò la ragazza sconvolta,
ignorando i vaneggiamenti di Potter.
-E' quasi mezzogiorno!
-O mio Dio! Sono crollata...Devo correre a scusarmi con i professori! -
biascicò, gli occhi spalancati.
-Beh, non è il momento!- intervenne Ron- è
arrivato un plico di Silente, dice di raggiungerlo nel suo studio, e di
trascinarci anche Blaise e Malfoy.-
L'ultimo nome l'aveva pronunciato con un'espressione vagamente schifata
sul volto.
-D'accordo- fece allora Hermione- voi fiondatevi a Serpeverde e cercate
Blaise, io andrò in Infermeria a recuperare Draco.-
Harry la inchiodò con un occhiata inquisitoria.
E da quando erano passati al nome?
Weasley invece era semplicemente allibito.
Non ci capiva una beata mazza.
Intanto la Grifondoro si infilò nel bagno, da cui ne
uscì poco dopo perfettamente vestita.
Con i due amici uscì rapidamente dalla Torre, poi si
divisero, e mentre i ragazzi si dirigevano ai Sotterranei, la Granger
corse in Infermeria.
Evidentemente la sfiga ce l'aveva con lei, dato che tutta la corte di
Malfoy era radunata lì davanti.
La guardarono con sguardo omicida, dato che aveva quasi fatto ammazzare
il loro adorato Principe, nonchè Capitano di Quidditch.
Hermione però se ne fregò, non stette a
rispondere agli insulti della Parkinson e di Nott ed entrò
come una locomotiva nella stanza di Draco, sbattendo la porta sul naso
dei Serpeverde.
Il biondo alzò lo sguardo, seccato per il rumore poi, quando
la vide entrare, il cuore gli fece una capriola nel petto.
-Che ci fai qui?- biascicò esterrefatto, vedendola rossa in
viso e coi capelli scomposti.
-Silente vuole vederci, anche a te e Blaise- tagliò corto,
cercando di sedare l'istinto che la costringeva a saltargli addosso.
Dio, aveva anche addosso solo i pantaloni del pigiama...
-Ah no, col cazzo che ci vengo!- rispose Malfoy annoiato, buttandosi
nuovamente sul letto e guardando Hermione maliziosamente, come per
invitarla a seguirlo.
La Granger, stufa, mosse appena la bacchetta e trasfigurò il
pigiama del ragazzo in qualcosa di più appropriato, poi lo
prese per un polso e praticamente di peso lo trascinò fuori
dall'Infermeria, ignorando le sue proteste.
Passando in mezzo ai Serpeverde schivò alcune maledizione
e continuò imperterrita a correre per alcuni metri
poi, capendo che il pericolo era cessato, si bloccò
improvvisamente, facendo sbattere Draco contro la sua schiena.
Il biondo si rialzò, tastandosi la fronte, convinto di
essersi rotto qualcosa.
-Mezzosangue, tu sei pazza!-
Lei non lo calcolò molto.
-Dobbiamo andare, Silente ci aspetta...- mormorò.
Adesso che erano soli, in un corridoio deserto e a pochi centimetri
l'una dall'altro era difficile non ripensare a quello che era successo
la notte prima.
La loro voglia di toccarsi, di stringersi, di sentire la pelle
dell'altro sotto le proprie mani..
Le bocche unite nel loro primo bacio.
Hermione vide Draco guardarsi intorno, come per controllare se c'era
qualcuno.
Poi il ragazzo le afferrò i polsi e glieli portò
sopra la testa.
Li lasciò scivolare sul suo collo, poi le strinse i fianchi
e la baciò lentamente, con una delicatezza esasperante.
Fu un bacio diverso da quello della notte precedente.
Il primo era stato bruciante di passione, pieno di cose non dette, di
sentimenti urlati che rimbalzavano contro le pareti della stanza vuota.
Questo...questo era un'altra cosa...
Era lento, carezzevole, come una parola tenera sussurrata piano.
La Granger si sentì sua.
Le sue paure si sciolsero come neve al sole.
Magicamente riscoprirono il loro mondo incantato, quello che riuscivano
a raggiungere solo quando erano insieme.
E Draco...beh...Draco aveva abbassato le difese, come riusciva a fare
solo con lei.
Capì di non aver mai baciato nessuna veramente, prima di
allora.
Come era stato cieco...
La luce che la sua
Mezzosangue irradiava su di lui quando le era vicino lo costringeva a
chiudere gli occhi.
-Dobbiamo andare- gli sussurrò dopo un po'
Hermione a fior di labbra.
Malfoy si staccò, le baciò i capelli.
Non riusciva a lasciarla andare, avvertiva sulla sua pelle la stessa
atroce sensazione che aveva provato la notte prima quando aveva intuito
che lei era uscita dalla stanza.
Finalmente però le liberò le braccia, ed entrambi
si ricomposero.
Lei lo osservò a lungo con i suoi occhi dorati ancora lucidi
di desiderio, quindi gli carezzò una guancia.
Incredibile quello che riusciva a fargli sentire con un solo tocco.
-Dobbiamo andare- ripetè la ragazza.
Ed entrambi si diressero dal Preside, lasciando una scia di sentimenti
inespressi dietro di loro.
Nello studio di Albus Silente intanto si era radunata una piccola folla
di persone.
Il Professor Piton e la Professoressa McGranitt erano in piedi dietro
la sedia del Preside, mentre su uno dei divanetti erano ammassate altre
quattro persone, che continuavano a ridacchiare e parlare
chiassosamente tra loro, facendo alzare gli cchi a Piton.
Appena la porta si aprì, Silente alzò lo sguardo
e vide entrare Harry Potter, Ron Weasley e Blaise Zabini.
I quattro sconosciuti tacquero immediatamente, e seguirono con lo
sguardo ogni movimento del Bambino Sopravvissuto.
La Vicepreside fece cenno ai tre ragazzi di sedersi sulle sedie vuote
di fronte alla scrivania.
Qualche istante dopo arrivarono anche Draco ed Hermione che, cercando
di non attirare troppo l'attenzione, si sedettero silenziosamente
accanto ai loro amici.
Come il figlio di Lucius Malfoy entrò nella stanza
però, il brusio riprese.
Il Preside si schiarì la voce, per ottenere il silenzio,
quindi si alzò, iniziando a passeggiare di fronte ai ragazzi.
-Bene- iniziò - ho convocato voi cinque nel mio studio
perchè credo sia opportuno elaborare un piano per liberare
la ragazza che è segregata a Villa Malfoy. Tra poco ci
saranno le Vacanze di Natale, e per allora dovremo essere pronti ad
agire.-
-E noi due che c'entriamo?-borbottò Draco, riferendosi a lui
e Blaise.
-Beh, dato che siete passati dalla nostra parte, mettendo in pericolo
le vostre vite, credo sia giusto farvi partecipi delle nostre
intenzioni.- rispose tranquillamente Silente.
Harry intanto ascoltava con un orecchio solo.
Aveva osservato bene le persone sul divanetto, e quando aveva notato
brillare sulle loro divise scure la spilla degli Auror, aveva fatto un
colpo.
Stavano intraprendendo la strada che sognava di seguire anche lui, una
volta uscito da Hogwarts, e per di più sembravano
giovanissimi.
Avevano al massimo qualche anno più di lui.
La voce di Zabini lo riscosse dai suoi pensieri.
-Io voglio aiutarvi- disse con fermezza, scoccando un'occhiata obliqua
a Malfoy -cosa dovremmo fare?-
Albus Silente tacque.
-Non vi nascondo che ciò che sto per proporvi è
molto pericoloso. Naturalmente questa è una proposta, non vi
obbligo a fare niente. In sostanza il piano è questo: il
Signor Malfoy dovrebbe tornare a casa per le vacanze, scusandosi con
suo padre e assicurando di non aver passato informazioni. Poi
farà entrare voi di nascosto, per liberare la
Benèfica.-
-Sta scherzando vero?- intervenne Draco con gli occhi spalancati.
-E' impossibile entrare di nascosto in casa mia! E inoltre non mi
crederanno mai sulla parola, vorranno usare il Legilimens e
chissà cos'altro! Non sono un suicida! Non mi mando al
macello da solo, chiaro? Trovatevi qualcun altro!-
In cuor loro Harry, Ron, Hermione e Blaise pensavano che Malfoy avesse
tutte le ragioni di questo mondo a reagire così.
Che gli passava per la testa a Silente?
Lui, di solito così pacato, che cercava di proteggere tutti..
Non era normale che mandasse un ragazzo così allo sbaraglio.
-Si calmi, Signonr Malfoy- fece infatti il Preside con un sorriso - non
ti manderò alla ghigliottina. Così come non lo
farò con voi, ragazzi- aggiunse guardando il resto della
truppa-.
-Queste quattro persone- continuò facendo cenno agli
sconosciuti di alzarsi - sono brillanti Auror, tra i migliori del
Ministero, nonostante la loro giovane età. Sono usciti da
Hogwarts da alcuni anni, e fortunatamente hanno accolto la mia
richiesta di aiuto. Sono disposti ad insegnarvi alcuni importanti
incanti che vi aiuteranno a destreggiarvi nelle battaglie future che,
ahimè, purtroppo ci saranno. Sarete ben coperti in ogni
situazione.-
-Che cosa ci insegneranno?- chiese incuriosita Hermione.
Il Preside si avvicinò agli Auror, che si misero subito in
riga.
Silente indicò il più vicino a lui, un ragazzo
dai capelli biondi e spettinati e gli occhi verdi.
Era piuttosto alto, e lo sguardo aveva un che di fiero e combattivo.
-Lui è Christopher Mason, e vi darà alcune
lezioni di Difesa Pratica, più approfondite di quelle che
seguite qui a scuola.-
Potter si sfregò le mani. Quel Mason era una manna dal cielo!
-Questo invece è Matthew Parker, che vi insegnerà
a Smaterializzarvi- disse avvicinandosi al secondo Auror, un po'
più basso dell'altro. Aveva un'aria divertita e simpatica,
sembrava un ragazzino troppo cresciuto.
Hermione notò che Piton lo guardava di striscio, nello
sguardo un che di truce.
Poi il Preside presentò il terzo ragazzo. Molto serio e
distaccato, muscoloso e dannatamente bello, con i capelli neri e
profondi occhi azzurri.
-Lui è Sebastian Anderson, che vi preparerà con
l'Occlumanzia.-
Blaise sentì Draco al suo fianco fare un salto quando
udì il nome dell'Auror, che anche a lui non giungeva nuovo.
-Infine questa signorina - disse con un sorriso complice, facendo
l'occhiolino alla ragazza che rise divertita - è Alice
Parker, sorella di Matthew , che vi insegnerà a diventare
Animagi.-
A quell'affermazione i cinque studenti ammutolirono, sorpresi.
Ron studiò meglio la ragazza, ora che sapeva cosa era in
grado di fare.
Era sottile e minuta. Molto carina. I capelli castani erano raccolti in
una coda di cavallo, e gli enormi occhi chiarissimi sembravano mandare
bagliori di felicità.
Christopher Mason prese la parola.
-Come vedete, ragazzi, abbiamo preso tutte le contromisure per
proteggervi- disse con voce chiara e tranquilla- Siete in una botte di
ferro. Naturalmente di qui alla vostra missione non sarete in grado di
padroneggiare al meglio tutto quello che vi insegneremo, ma ne saprete
abbastanza per potervela cavare. Adesso sta a voi decidere se
combattere o se rintanarvi al sicuro.-
-Dai Chris, non essere troppo serio, altrimenti li spaventerai!- disse
ridendo Matthew Parker, mollandogli una pacca sulla spalla.
Mason si distese subito un po', sorridendo come l'amico e rilassandosi.
Harry prese la parola.
-Io ci sto-, disse guardando il biondo Auror dritto negli occhi.
Christopher gli era piaciuto subito.
-E' la mia guerra, ci sono dentro fino al collo. Non ho alternative.-
Ron ed Hermione subito si schierarono al suo fianco.
Tutti poi rivolsero i loro sguardi verso Malfoy.
Dopo qualche istante Draco, sentendosi gli occhi di tutti addosso,
specialmente quelli di Hermione, emise un sospiro.
-Ci sto anch'io. Ma sappi Potter che non lo faccio per la tua dannata
causa. E' ora che mio padre capisca che deve lasciarmi in pace.-
mormorò inchiodando i presenti con i suoi algidi occhi
argentei.
Il Bambino Sopravvissuto alzò le spalle.
Blaise non disse nulla, avendo già espresso prima le sue
intenzioni.
Alice Parker fece un passo avanti.
-Bene, allora siamo tutti d'accordo- fece con voce argentina, un mezzo
sorriso sulle labbra- allora domani sera cominciano gli addestramenti.
Vi aspettiamo alle otto nell'aula di Trasfigurazione. Siate puntuali,
mi raccomando.-
I ragazzi annuirono, poi gli Auror salutarono e uscirono dalla porta,
per tornare al Ministero.
Erano passati dieci minuti da quando Harry, Ron ed Hermione avevano
lasciato lo studio del Preside per tornare al dormitorio, seguiti da
Blaise e Draco, che aveva quasi picchiato Potter quando l'aveva visto
abbracciare la sua Mezzosangue.
Silente era immerso nel silenzio, le mani a sostenersi la testa.
-Lei pensa che ce la faranno?- la voce della McGranitt si fece spazio
nella mente occupata del mago.
-Sì Minerva, sono ragazzi in gamba, sono convinto che ce la
possano fare.-
-Anche Draco Malfoy?-
-Soprattutto lui.- rispose con voce tranquilla il Preside- Credo che
sia più coraggioso e nobile di quello che vuole far vedere.
Inoltre non è un impulsivo. E' uno che usa la testa, che
ragiona e che sa uscire con le proprie forze dalle situazioni
spiacevoli. Ho piena fiducia delle sue capacità-
La donna annuì silenziosamente.
-Inoltre - proseguì Silente- ora che ci sono Christopher,
Sebastian, Matthew e Alice sono molto più tranquillo. Li
proteggeranno e saranno di grande aiuto anche per noi.-
-Già - fece la McGranitt - lo penso anch'io. Certo, non
avrei mai pensato, vedendo com'erano a scuola, che sarebbero diventati
così uniti, e per di più che avrebbero lavorato
tutti insieme come Auror.-
Lo sguardo di Silente si fece lontano e vacuo.
Due Grifondoro e due Serpeverde che tra loro erano diventati
inseparabili.
Christopher Mason.
Alice Parker.
Sebastian Anderson.
Matthew Parker.
Quattro nomi, quattro leggende.
Ciao a tutti, scusate se questo capitolo mi è uscito un po'
corto, ma mi serviva per presentare questi nuovi personaggi. Mi
raccomando, ditemi che ne pensate!
Per quanto riguarda i ringraziamenti invece:
Nika_chan01:
ti ringrazio tantissimo per i complimenti, spero che questo capitolo ti
piaccia!
pei_chan: ti
prego non ricordarmi che non vedrò più il tuo
nome nelle recensioni...ç__ç!
Non credo proprio che in un mese riuscirò a terminare la
fiction, quindi avrai ancora capitoli da recensire=)..Hai visto che
sono riuscita a postare un altro capitolo prima della tua partenza? Ma
torni a fine agosto? Comunque buone vacanze!!!
poppi:spero
anch'io che Draco si sbagli...=) Anche perchè non ho la
minima idea di come sarà il finale di questa fic quindi
tutto è possibile! Intanto ti ringrazio per le recensioni e
i complimenti!
Hollina:
grazie mille, spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento!!!
Dimmi che ne pensi mi raccomando!
bubina91:
Amor! Finalmente hai commentato! Grazie mille...ti adoro!
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
Usciti dallo studio di Silente i ragazzi si fissarono.
Sul viso di Blaise era dipinto l'entusiasmo più sfrenato,
mentre su quello di Draco assoluta indifferenza.
Hermione lo guardò.
Evidentemente qualcosa l'aveva turbato, perchè Malfoy
evitò in tutti i modi di incontrare lo sguardo indagatore
della
ragazza.
Senza perdere tempo il biondo rivolse un brusco cenno di saluto a Ron
ed Hermione, fece un gestaccio ad Harry come ormai era consuetudine tra
loro, poi si voltò e scomparve per le scale, diretto al
sotterraneo, tirandosi dietro un contrariato Zabini.
Potter dopo aver risposto senza fare una piega all'elegante saluto di
Draco, osservò la reazione di Hermione.
Era allibita ed anche un po' delusa.
La Grifondoro continuò a fissare il punto in cui era sparito
il
Serpeverde poi, risvegliata da un secco colpo di tosse di Ron, si
ravviò i capelli e con un sorriso forzato si rivolse agli
amici.
-Bella novità no? FInalmente qualcuno che ci
insegnerà cose veramente utili!-
-Già- borbottò Ron- peccato che dovremo sorbirci
il furetto ad ogni lezione!-
Un vago rossore colorò le guance di Hermione.
Lei in segreto era stata molto contenta di quelle ore che avrebbe
passato con Draco.
Erano una scusa buona per vederlo e per stare un po' con lui.
Potter invece non aprì bocca.
Da quando era uscito dallo studio di Silente la testa gli pulsava
dolorosamente.
Improvvisamente crollò in ginocchio, tenendosi il capo tra
le mani.
Weasley e la Granger gli si avvicinarono subito, preoccupati.
-Harry, che succede? Hai avuto un'altra visione?- gli
domandò la ragazza con voce timorosa.
Il moretto aspettò qualche istante prima di rispondere.
Il dolore infatti non accennava a passare ma il ragazzo strinse i denti.
-Continuo a vedere quella ragazza, la Benèfica-
biascicò
sofferente- non parla, non si muove. Vedo solo il suo viso, come se
fosse impresso a fuoco nella mia mente.-
Hermione si incupì, vedendo il ragazzo quasi con le lacrime
agli occhi.
-Non ce la faccio più- continuò Potter- lei
probabilmente
sta soffrendo le pene dell' Inferno e io sto qui a non fare niente!-
-Non è vero!- lo interruppe risoluto Ron- Silente sta
facendo di tutto, e appena possibile la salveremo!-
-Ehi Chris, di chi è quella camicia?- bofonchiò
Sebastian
Alderton, sbracato su uno dei letti dell'appartamento che i quattro
Auror occupavano alla periferia di Hogmeade, indicando con aria
annoiata l'indumento, che penzolava dal lampadario di ottone.
Mason alzò gli occhi al soffitto, fissando il punto indicato
dall'amico.
-Immagino sia di Matt...evidentemente ha già cominciato a
disfare le sue valigie- dedusse con un sorriso ironico.
L'interessato in quel momento comparve praticamente nudo sulla porta
del piccolo bagno, esibendo un bel ditino medio sotto il viso di
Christopher.
-Guarda che se non la smetti, la prossima volta ci finirai tu sul
lampadario- scandì tagliente, ma con un sorriso beffardo sul
viso.-
L'altro lo ignorò, continuando beatamente a farsi gli affari
suoi.
-Ehi ragazzi!-
Alice Parker entrò nella stanza maschile, allegra e felice
come suo solito.
Ma quell'espressione non durò a lungo.
Poco dopo, infatti, fu sostituita da una smorfia orripilata, alla vista
del fratello senza vestiti.
-Ehi Matthew! Mettiti qualcosa addosso per favore- esclamò
coprendosi gli occhi con una mano- Oh mio Dio! Resterò
traumatizzata per tutta la vita!-
Parker, chiaramente offeso, si buttò un asciugamano attorno
ai
fianchi, facendo una linguaccia alla sorella, mentre gli altri due
ridevano sonoramente.
-Beh comunque, sbrigatevi a vestirvi. Dobbiamo andare da Silente per
discutere gli ultimi dettagli dell'addestramento. Vi aspetto di sotto.-
E, dopo aver lanciato un ultimo sguardo ai tre, la bella Auror
uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Mentre Matt e Sebastian finivano di disfare i bagagli e si vestivano,
il secondo con molta più grazia del primo, Christopher Mason
rimase zitto, con la testa posata sulla mano e lo sguardo perso nel
vuoto.
Incredibile che Alice tutti dopo tutti quegli anni gli facesse ancora
quell'effetto.
E dire che lavorando a stretto contatto avrebbe dovuto esserci abituato.
Eppure ogni volta che arrivava all'improvviso gli annebbiava la mente e
gli bloccava le parole in gola.
-Ehi, terra chiama Chris, terra chiama Chris!-
Mason, udendo la voce di Matthew e vedendo la sua mano sventolargli
davanti al naso, fece un salto di tre metri.
-Possibile che ogni volta che vedi mia sorella metti su quell'aria da
pesce lesso? Non sarebbe più semplice se le parlassi?-
Christopher ignorò la voce petulante di Parker.
-Lascia stare ok? E' un casino. Stanne fuori..- gli rispose con voce
rassegnata.
L'amico non reagì, abituato alle sue paranoie.
-Dai femminucce- fece con voce stanca Anderson- andiamo dal Preside a
parlare dei marmocchi-
E tutti e tre uscirono dalla stanza, diretti all'imponente castello di
Hogwarts.
-Draco ma che succede?- urlò Blaise dopo aver insonorizzato
la
stanza del biondino- è da quando siamo andati da Silente che
hai
quella faccia!-
Malfoy sospirò, sedendosi pesantemente sulla poltrona
accanto al letto.
-Non dirmi che non l'hai riconosciuto- borbottò sottovoce.
-Di che stai parlando?- rispose Zabini, che non ci stava più
capendo niente.
-Di Anderson. Non lo ricordi?- disse Draco inchiodando il moro con lo
sguardo.
In risposta allo sguardo confuso dell'amico continuò:
-I suoi sono Mangiamorte, tra i più fedeli al Signore
Oscuro, e
amici dei miei. Di lui si parlò molto alcuni anni fa, quando
si
ribellò ai suoi genitori che volevano marchiarlo, e
iniziò la sua carriera come Auror. Ricordo che quando ero
piccolo era venuto molto spesso a casa mia. Suo padre lo trattava come
un cane, e l'aveva addestrato molto bene, in modo che fosse ancora
più utile nelle loro file. Ma Sebastian ha rovinato i suoi
piani.-
Blaise aguzzò lo sguardo, notando le braccia di Malfoy
irrigidirsi, le vene azzurrine ancora più in rilievo sulla
pelli
candida.
-Beh, è quello che stai cercando di fare tu no? Imboccare la
strada giusta!-
-Si, certo- ringhiò con amarezza il biondo Serpeverde- con
la
sola piccola differenza che io ho Silente a pararmi il culo. Lui,
quando ha deciso di tirare fuori le palle e andarsene era solo.
Dovevi vedere come mi guardava, prima. C'era disgusto, nei suoi occhi.-
In quell'istante Zabini iniziò a preoccuparsi sul serio.
Mai, da quando lo conosceva, Draco si era fregato di quello che la
gente pensasse di lui.
Ed ora si faceva un problema per il giudizio di Anderson.
Evidentemente era cambiato.
Evidentemente aveva paura.
Era quasi l'una di notte, e Draco Malfoy se ne stava solo nella sua
stanza, steso sul letto a fissare il baldacchino verde scuro sopra di
lui.
Improvvisamente uno scalpiccìo fuori dalla sua finestra gli
fece girare il volto di scatto in quella direzione.
Tirandosi lentamente a sedere, bacchetta alla mano, osservò
con lo sguardo il punto da cui proveniva il rumore e aguzzò
le orecchie, tentando di cogliere ogni movimento sospetto.
Altri fruscii, e Draco si alzò dal letto, col fiato grosso e
il cuore in gola.
Prese un grosso respiro, preparandosi ad attaccare un eventuale intruso.
Questa volta avrebbe venduto cara la pelle.
Se era un Mangiamorte, gli avrebbe rifilato lo stesso trattamento che
era stato riservato a lui giorni prima.
La finestra cigolò debolmente, e nella penombra Malfoy vide
una figura stagliarsi contro la luce della luna.
L'intruso entrò lentamente in camera, cercando di fare meno
rumore possibile.
-Lumos- Malfoy puntò il fascio di luce irradiato dalla
bacchetta contro la persona che era appena entrata che, accecata,
alzò un braccio per coprirsi gli occhi.
Grazie all'illuminazione, il biondino potè riconoscere chi
era entrato nella sua stanza.
Era Hermione.
-Stupida Mezzosangue! Ma che ti salta in testa? Mi hai fatto prendere
un colpo!- le urlò Draco, ma al contempo tirò un
sospiro di sollievo.
La Granger si sedette con noncuranza sul letto.
-Scusa, ma magari se tu ti fossi degnato di parlarmi, invece di andare
via di corsa con le tue solite lune, non mi sarei preoccupata e non
avrei dovuto scalare la finestra!- borbottò la ragazza.
Entrambi tacquero.
Solo in quel momento il ragazzo mise a fuoco la situazione.
Lei, di notte, nella sua stanza, sul suo letto.
Era come offrire acqua ad un assetato nel deserto.
Probabilmente se ne rese conto anche lei perchè si
alzò e nervosamente si lisciò la maglietta.
-Beh- cominciò- allora stai bene? Oggi eri piuttosto strano.-
-Si- rispose lui. In tre parole le raccontò quel che sapeva
di Anderson.
Lei non parve stupita, e lo guardò con un'espressione che
poteva significare:"Visto? Non tutto è perduto! Sei ancora
in tempo"
Malfoy si sottrasse a quello sguardo che era in grado di sondargli
l'anima.
Fece due passi e si avvicinò a lei.
Hermione si sollevò leggermente sulle punte e gli
depositò un bacio a fior di labbra.
-E' meglio che vada adesso- sussurrò.
-Beh, puoi sempre restare un po'- disse Draco con tono malizioso e
invitante.
La spinse delicatamente contro il muro e la strinse a sè,
iniziando a baciarle il collo.
Lei in un primo momento gli accarezzò i serici capelli,
felice di quelle attenzioni, ma poi si riscosse, snebbiandosi la mente.
Non poteva cedere così facilmente a lui e dare corda ai
propri sentimenti fino a quel punto.
Doveva reagire, prima di perdere totalmente la propria
lucidità.
Con grazia allontanò il corpo muscoloso di Malfoy, che
stranamente non oppose resistenza.
-Ci vediamo domani- biascicò Hermione.
Quindi sgusciò via dalle sue braccia e sparì
dalla finestra, così come era arrivata, lasciando Draco con
un diavolo per capello.
-Maledetta Mezzosangue- sibilò accendendosi una sigaretta.
Me nel dirlo si ritrovò a sorridere...
Ciao a tutti,
chiedo scusa per il ritardo ,a ero andata in vacanza, e sono tornata
solo da qualche giorno.
Sono un po' di corsa, quindi passo subito ai ringraziamenti:
pei_chan: mi
dispiace, ma non ho potuto aspettare il tuo ritorno per aggiornare=)
comunque col tempo si saprà di più sulle vicende
dei quattro Auror! Torna presto!
bubina91:
sono contenta che i quattro ti piacciano, in quanto ad Elenie ci
vorrà ancora un po', ma abbi pazienza e vedrai che tutto
andrà per il meglio!
Hollina:mi
fa piacere che ti piacciano i miei personaggi! Dimmi che ne pensi di
questo capitolo!
whateverhappened:
che bello, mi piace sapere di avere nuove lettrici. Ron non sa ancora
nulla di Hermione e Draco, ma sospetta qualcosa. Per le forme che i
ragazzi assumeranno come Animagus, ho alcune idee, ma non mi sono
ancora decisa. Si accettano suggerimenti! Sono contentissima che
apprezzi la mia storia! Spero continuerai a seguirmi!
|
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
Harry Potter, Ronald Weasley ed Hermione Granger la sera
dopo arrivarono nell'aula di Trasfigurazione con un leggero anticipo,
impazienti ed eccitati per la loro prima lezione con i quattro Auror.
Come entrarono nella stanza ebbero un istante di smarrimento, temendo
di avere sbagliato piano.
Oltre la porta non c'era la solita classe, non molto ampia e stracolma
di banchi, ma una stanza immensa, divisa in quattro aree.
Una di queste era occupata da alcune sedie, su cui erano seduti gli
Auror, una conteneva manichini e piccoli soppalchi, una un grosso
Pensatoio, mentre la quarta aveva una parete piena di specchi.
I ragazzi entrarono, dirigendosi verso un piccolo divano in fondo alla
stanza.
Quelli che sarebbero stati i loro insegnanti non li calcolarono
minimamente, eccetto Alice che rivolse ai tre Grifondoro un
sorriso smagliante.
Gli altri tre continuarono a chiacchierare, lanciandosi cartine e
battibeccando animatamente.
Come i tre amici arrivarono sani e salvi al divanetto, cercando di non
farsi notare troppo, vi si buttarono come fossero stati reduci di
guerra.
-Con che cosa inizieremo secondo voi stasera?- bisbigliò
Harry.
-Non ne ho idea. Credo stiano aspettando Blaise e Malfoy per iniziare
la lezione- rispose sottovoce Hermione.
Proprio mentre la ragazza stava terminando la frase, la porta si
aprì ed entrarono anche i due Serpeverde, con un'espressione
confusa sulla faccia.
Blaise saluto con un sorriso.
Draco con la solita innata eleganza.
-Mezzosangue...Donnola...Sfregiato...- borbottò con un cenno
del capo, accomodandosi accanto alla Granger.
Harry per tutta rispostà gli sibilò qualche
bestemmia, a cui il biondo non fece caso.
Infatti gli Auror avevano evidentemente deciso di considerarli.
Si erano alzati dalle loro postazioni e si erano parati di fronte ai
maghetti.
Christopher Mason si schiarì la voce e iniziò a
parlare con voce rassicurante.
E maledettamente sexy, pensò Hermione.
-Allora ragazzi, il motivo per cui siamo qui lo sapete, quindi
cercheremo di essere brevi. Qui ci sono quattro aree, una per ogni
disciplina che vi impartiremo. Avrete quattro sere la settimana di
lezione, ma potrete venire qui anche di giorno ad allenarvi, fuori
dall'orario scolastico, ovviamente. La parola d'ordine per entrare
è expeditionis
e non
dovrete dirla a nessuno. Stasera vi spiegheremo semplicemente di cosa
tratteranno le nostre lezioni. Per quanto riguarda il programma di
Difesa Avanzata, si tratterà di studiare le vostre
capacità, di analizzare i vostri punti deboli e quelli di
forza,
e di farvi allenare con duelli tra di voi. Per quanto riguarda invece
l'Occlumanzia, passo la parola a Sebastian.-
Chris fece un passo indietro e con un gesto indicò l'amico.
Anderson fissò i ragazzi negli occhi col suo sguardo gelido,
soffermandosi specialmente su Malfoy, che non abbassò il suo.
-Dunque- la voce calma ma fredda dell'Auror penetrò quasi
nel
petto dei cinque studenti, come una lama acuminata - come ha
già
spiegato Chris, io cercherò di insegnarvi l'Occlumanzia.
Questa
è una delle discipline più dure da affrontare,
proprio
perchè è invasiva. In poche parole fa male. Non
fisicamente, come le Arti Oscure, ma psicologicamente. Ergere un muro
sui propri ricordi e pensieri non è mai facile,
nè piacevole.
Bisogna lavorare duramente e con impegno. E soprattutto bisogna avere
un motivo valido per decidere di essere un Occlumante. In genere chi
teme di rivelare alcune cose di sè, chi ha paura dei
fantasmi
del passato, riesce più in fretta ad alzare le barriere a
protezione della mente. Chi lo fa per gioco può pure mollare
in
partenza.-
Un silenzio tombale seguì le parole di Anderson.
Un silenzio interrotto poco dopo dalla risata roca di Matthew Parker.
-Non fate quelle facce spaventate, mocciosi! - disse sorridendo quasi
con dolcezza - Seb sembra un iceberg, ma in fondo è un
agnellino.
Matt sfuggì all'occhiata astiosa di Sebastian, fissando lo
sguardo su Chris, che se la rideva in un angolo.
-Bene- proseguì- continuo io, prima che Seb decida di
terrorizzarvi ulteriormente. La Smaterializzazione è una
gran
figata!.-
I maghetti e gli Auror sorrisero tutti, loro malgrado.
-La studierete anche a scuola quest'anno, ma andrete molto a rilento,
quindi il Preside trova opportuno insegnarvela il prima possibile. In
questa stanza nelle ore in cui lavoreremo insieme, sarà
tolta la
barriera che impedisce di Smaterializzarsi, quindi potremo allenarci
senza problemi.- Parker si fermò un attimo, cercando di fare
mente locale. - Ok, credo di avervi detto tutto. Alice continua pure
tu.-
-Grazie Matt- disse la sorella sorridendo. - Diventare Animagi non
è una cosa che si impare in due giorni, ma è un
processo
assai più lungo. Richiede molta concentrazione. Tutto sta
nel
desiderio di trasformarsi. Certo, detta così è
facile, ma
fidatevi che finchè non troverete una sintonia tra cuore,
corpo
e cervello, non vi trasformerete mai. In ogni caso però ho
piena
fiducia nelle vostre capacità e sono sicura che ci
riuscirete.-
-Possiamo scegliere noi in che animale trasformarci?-
domandò Ron.
-No- rispose Alice - in genere ci trasformiamo in un animale che
rispecchia le nostre caratteristiche, le nostre capacità e
il
nostro carattere. Sarà divertente vedere in cosa vi
trasformerete voi.-
Mason avanzò di nuovo, ponendosi accanto alla Parker,
evitando però accuratamente di toccarla.
-Questo è tutto. Come avrete capito ci sarà da
lavorare
molto e duramente, quindi datevi da fare. Da parte nostra avrete tutto
l'aiuto e l'appoggio possibile. Solo due cose vi chiediamo. La prima
è di non parlare con nessuno di cosa si fa qui. La seconda
è di darci del tu. Non siamo insegnanti veri e propri,
quindi
chiamateci liberamente per nome, altrimenti ci fate sentire vecchi-
disse sorridendo- Ci vediamo domani per la prima
lezione. Buonanotte.-
E si allontanò parlando fitto fitto con Sebastian e Matt.
Vedendo gli occhi preoccupati dei ragazzi Alice si fermò
accanto a loro sorridendo.
-State tranquilli. Andrà tutto bene. Vi prepareremo al
meglio e non vi accadrà nulla.-
I maghetti le sorrisero rincuorati, i maschi a dire il vero anche un
po' sbavando e poi filarono via.
La ragazza rimase a guardarli.
Tre Grifondoro e due Serpeverde.
La storia che si ripete.
-Lucius sei proprio un incapace!- la voce di Lord Voldemort
riempì tutto il Sotterraneo.
-Chiedo scusa Padrone...ma proprio mentre stavo finendo di
somministrargli il veleno è entrato un ragazzo,
così sono
dovuto scappare.-
-E usare un semplice Avada Kedavra no? Stupido idiota! Sono veramente
circondato da un braco di buoni a nulla!-
-Ma Signore...- continuò Lucius Malfoy con voce bassa e
sottomessa- se avessi usato una Maledizione Senza Perdono su mio
figlio, Silente si sarebbe senz'altro accorto che c'era il nostro
zampino. Quel veleno, invece, era stato trattato in modo che sembrasse
portare una morte naturale. Nessuno avrebbe capito che c'entravamo noi.-
La furia del Signore Oscuro dilagò in pochi istanti, facendo
piegare su sè stesso quell'idiota di Lucius.
-Meglio se avessero capito che volevamo ammazzarlo noi! Almeno
avrebbero avuto ancora più paura! Ancora una volta mi hai
deluso, Lucius. Aspetta solo che quel tuo figlio traditore mi capiti
tra le mani...Pagherà sulla sua pelle i tuoi errori!-
Malfoy rabbrividì e uscì dalla stanza.
Certamente non poteva confessare a Voldemort che non aveva usato
l'Avada Kedavra per paura di uccidere Draco senza dargli scampo.
Dopotutto era sempre suo figlio.
Narcissa era distrutta da quando aveva saputo che non l'avrebbe
più visto, se non in una bara.
Lucius si ficcò il cappuccio sulla testa.
L'avrebbe fatto rinsavire.
A qualunque costo.
Nello stesso istante, al Castello di Hogwarts, Draco Lucius Malfoy
stava passeggiando per il parco con le mani in tasca e una sigaretta
tra le labbra.
Malgrado fosse già Novembre inoltrato, non faceva molto
freddo, anzi.
Un pallido sole invernale gettava i suoi raggi dorati tra i fili
d'erba, specchiandosi sulla gelida acqua del lago.
Il ragazzo si guardò svogliatamente intorno, ignorando le
mille
ragazzine che ogni volta che passava lo guardavano con la bava alla
bocca.
Le stesse ragazzine che fino a poco tempo prima gli avevano scaldato il
letto.
Ma ora era diverso.
Nel suo letto ora ci immaginava una sola persona.
Quella persona che l'aveva fatto inginocchiare senza dargli tregua.
Quella persona che aveva fatto inchinare dinanzi a lei anche quel
traditore del suo cuore.
Draco si passò lentamente una mano tra i biondissimi
capelli, tirando al contempo una lunga boccata di fumo.
Vide quattro figure ammantate camminare rapidamente verso la salita che
portava verso il Salone d'Ingresso.
Senz'altro erano quei quattro dannatissimi Auror.
Non aveva mai fatto mistero che gli erano totalmente indifferenti.
Che non gli importavano le loro lezioni e quello che gli avrebbero
insegnato.
Lui non era Potter.
Lui non voleva finire in mezzo ad una guerra che non lo riguardava.
Se aveva deciso di aiutare infiltrandosi in casa sua per liberare
quella Benèfica era solo perchè aveva capito che
farsi
aiutare da Silente era l'unico modo per liberarsi di suo padre ed
essere protetto.
E qualcosa gli doveva pur dare in cambio.
Proseguendo verso il Lago, Draco gettò via la sigaretta,
pestandola con un piede.
A un certo punto notò una figuretta accanto alla riva.
Pressapoco nello stesso punto in cui lui aveva lottato con il
Mangiamorte.
Facendosi schermo dal sole con una mano si avvicinò.
Quando fu a pochi metri la riconobbe subito.
Non c'era la possibilità di sbagliarsi.
Hermione.
I capelli ricci le sventolavano appena dietro le spalle.
Era seduta a terra, con la schiena appoggiata a un masso, gli occhi
dorati che fissavano un punto lontano ed imprecisato.
Come sempre un libro in mano, socchiuso.
Malfoy le arrivò piano da dietro e si sedette accanto a lei,
senza una parola.
La Granger come sentì una presenza al suo fianco
sussultò spaventata, lasciando cadere il libro che aveva in
mano.
-Oddio Mezzosangue...Ti faccio così paura?- fece il ragazzo
con voce sarcastica.
-Beh scusa sai...Se mi compari alle spalle in questo modo!- rispose
Hermione sorridendo appena, tirando su il volume e ripulendolo dalla
sporcizia.
Draco glielo prese dalle mani e osservò la copertina.
-Benèfici:
Poteri e Particolarità.- lesse spalancando gli
occhi -Mezzosangue,
lasciatelo dire. Sei proprio fissata.-
Hermione alzò gli occhi al cielo.
-Sto solo cercando di essere di aiuto. Magari sapendo qualcosa in
più riusciremo a destreggiarci meglio tra tutti questi
casini
che stanno venendo fuori-
-A che scopo? Tanto..per quel che serve combattere- borbottò
il Serpeverde con voce annoiata.-
-Che stai dicendo? Lottare è l'unico modo che abbiamo per
cercare di avere un futuro migliore, libero da guerre e da sangue.-
-Si certo. Me lo immagino già il tuo mondo perfetto. San
Potter
che porterà il mondo dei maghi alla libertà. Tu
sogni-
ribadì Draco, gelido, alzandosi in piedi e lasciando vagare
gli
occhi argentei sull'acqua del Lago.
-No Malfoy. Io credo, è diverso. Se tutti facessimo come te,
se
ci lasciassimo trascinare dagli eventi, senza cercare di contrastare il
male, limitandoci a sopravvivere, allora è come se morissimo
ogni giorno.-
- Non me ne frega un cazzo!- alitò il ragazzo alzando la
voce -
io muoio ogni giorno da quando sono nato. Da quando mio padre ha
cominciato a decidere della mia vita. E allora? Le cose stanno
così. E non si possono cambiare.-
- E invece sì! E' questo che vorrei farti capire. Tutto si
può cambiare!- urlò la Granger con voce rotta- O
almeno
si può provare a farlo. Se tuo padre ti ha fatto del male,
è perchè tu glielo hai permesso. Devi lottare per
quello
in cui credi, non permettere che gli altri lo facciano al tuo posto.-
-Mezzosangue, non parlare di mio padre! Quello che succede tra me e lui
sono fatti miei! Questa non è la mia guerra. Non mi
interessa
combattere per i Babbani, nè per nessun altro! Dannazione,
lui
ha cercato di uccidermi quella notte! Non lo capisci?- gridò
di
rimando Draco, con gli occhi lucidi.
-Hermione- continuò vedendola scuotere il capo- non cercare
la
speranza in me. Non c'è mai stata e non ci sarà
mai-
sussurrò.
La ragazza allora si tirò su e gli andò vicino,
prendendogli piano una mano.
Lui non la respinse, ma allungò una mano fino ad
accarezzarle delicatamente il viso.
La Grifondoro, come se non avesse aspettato altro che quel segnale, si
tuffò tra le braccia di Draco, che la strinse a
sè.
Lei aveva la capacità di annullare tutto.
I problemi, le paure, anche la sua indifferenza verso il mondo.
Hermione alzò piano il viso, cercando la bocca di Malfoy.
Lo baciò con passione, quasi con rabbia, tenendolo stretto a
sè.
-Non ti permetterò di farti annientare da tuo padre- gli
sibilò sulle labbra.
Il ragazzo non le rispose, per non spezzare quel momento con un'altra
inutile discussione.
Davanti a sè avava sempre visto solo il Marchio Nero.
O la Morte.
Ma ora aveva cominciato a farsi strada in lui una luce, debole e fioca.
Una luce che gli aveva indicato un'altra strada da percorrere.
Una strada lastricata da sangue, dolore e sacrificio.
Ma era l'unica che gli offriva un'alternativa.
L'unica che avrebbe potuto affrontare a testa alta.
Anche questo
capitolo è finito...
Qui ho dato la risposta a pei_chan,
che tempo fa mi aveva chiesto il motivo per cui il Mangiamorte aveva
cercato di uccidere Draco con una pozione e non con un semplice Avada
Kedavra...
Spero non sia stata troppo noiosa la parte iniziale, in cui gli Auror
hanno informato i ragazzi sulle loro lezioni, ma era necessaria.
Passo subito ai ringraziamenti:
whateverhappened:
Grazie per la
recensione. Comunque Elenie non è la sorella di Blaise.
Avendo
lo stesso cognome è facilmente intuibile che sono parenti,
ma
non fratelli. Per gli Animagus ci penserò. L'idea dell'Husky
è carina, ma devo vedere se posso metterla i pratica. Sto
cercando degli animali facili da "manovrare" all'interno della storia.
Per Hermione ad esempio inizialmente avevo pensato alla leonessa, ma
poi mi sono resa conto che è un animale troppo grosso, e ad
Hogwarts non passerebbe certo inosservato=). Comunque ti ringrazio per
i suggerimenti. Dimmi che ne pensi di questo capitolo!
bubina91:
tesoro...sono
contenta che ti piacciano i "miei" Auror! Tra Chris e Alice si
vedrà, nei prossimi capitoli pian piano darò
alcune
delucidazioni sul loro passato.
Continua a recensire mi raccomando!
Ora uso questo spazio per ringraziare chi ha recensito la mia shot Always and forever.
Dovevo farlo lo scorso capitolo, ma non ho fatto in tempo, chiedo
umilmente perdono=)!
Ringrazio infinitamente TittiGranger,
Halfblood Queen e SakiJune per i complimenti. Siete state
davvero gentili!
Per quanto riguarda l'altra shot The
sea is my witness ringrazio invece Stella di Dunedain e
bubina91..Sono
contenta che vi sia piaciuta, grazie mille!
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
Il giorno dopo i ragazzi ebbero la loro prima lezione di Difesa
Avanzata.
Quando entrarono timorosi nell'aula, trovarono Chris Mason da solo, ad
aspettarli.
Li salutò con un cenno del capo, poi gli indicò
di sedersi su alcune sedie posizionate nell'area con i soppalchi.
-Bene, eccoci qui. Stasera comincerò a valutare la vostra
abilità nei duelli magici. Non vi insegnerò magie
strane,
perchè credo che basti sapere i fondamentali per cavarsela
contro un avversario. Vi insegnerò a maneggiare la spada,
questo
sì, perchè non sempre sarete così
fortunati da
poter usare la bacchetta.-
-Harry- continuò l'Auror- da quello che è stato
riferito tu sei molto abile in Difesa Pratica-
-Me la cavo- annuì deciso il maghetto.
-Perfetto, quindi tu sei già ad un livello un po' avanzato.
Voi ragazzi a che punto siete?-
Hermione si schiarì la voce, un po' imbarazzata.
-Io con la Pratica sono più carente di Harry, ma ho
approfondito molto la Teoria-
-Quindi anche tu sei buon punto. Non dico che sapendo la Teoria
automaticamente si è abili anche con la Pratica, ma
è
già qualcosa. Qualcuno per caso sa usare già la
spada?-
Draco alzò la mano svogliatamente.
-Ah già, lo immaginavo. Impossibile che l'erede dei Malfoy
non sapesse tirare di scherma.- fece Mason con un sorriso.
Hermione guardò Draco sorpresa. Non sapeva che fosse capace
con la spada.
-Direi di organizzare la lezione in questo modo. Inizialmente vi farei
fare qualche piccolo duello. Niente di mortale- fece con un sorrisino
diabolico- poi io e Draco vi mostreremo come si usa una spada. Te la
senti?-
Malfoy fece sì con la testa, il ghiaccio nello sguardo.
-Vediamo...Harry ed Hermione sul palco. Proviamo a mettere a confronto
lo studio della Teoria con l'utilizzo della Pratica.-
I due ragazzi si sorrisero ed insieme salirono sul soppalco davanti a
loro.
Christopher incrociò le braccia, puntando gli occhi sul
combattimento.
Draco invece fissò la sua Mezzosangue.
Se Potter le avesse torto un solo capello.....era finito.
Intanto sul palchetto i due Grifoni avevano già estratto le
bacchette.
-Expelliarmus- urlò Harry divertito, lanciando il suo
incanto preferito.
-Protego- reagì subito Hermione, parando il colpo.
-Impedimenta- gridò poi immediatamente la ragazza,
approfittando del momento.
Potter si scansò, evitando l'incantesimo, che
finì contro le spesso muro di mattoni alle sue spalle.
-Petrificus totalus- urlò di rimando.
Hermione si abbassò un attimo prima di venire pietrificata.
Ron e Blaise seguivano il combattimento ad occhi sbarrati, muovendo la
testa tra i due combattenti, ognuno dei due ben deciso a vincere.
Stupido orgoglio da Grifondoro, pensò Draco.
Mason invece era piacevolmente colpito.
Si rivedeva in loro.
Leggeva nei loro occhi quella voglia di lottare, quella fierezza che
cottraddistingueva ogni buon Grifone.
Lo stesso Grifone che ancora si agitava in lui.
-Alice devi fare qualcosa.-
-Non capisco a cosa tu alluda Sebastian.-
Anderson alzò gli occhi al cielo.
Alice Parker era con buone probabilità l'essere
più cocciuto sulla faccia della Terra.
-Lo sai benissimo invece. Non serve che continui a negare l'evidenza.-
-E' stato tanto tempo fa- borbottò la ragazza con voce
stanca, continuando a fingere di sistemare i suoi libri.
Qualunque cosa, pur di non guardare in faccia Seb.
-D'accordo. Come vuoi. Continua pure a mentire a te stessa. Ma io ti
conosco, e da tanto tempo. Dov'è finita quella ragazza
coraggiosa che eri hai tempi di Hogwarts?-
Anderson la guardò con aria supplichevole, quasi ferita.
-Ti prego, Seb, non mi fare questo.- Alice crollò sul letto,
tenendosi la testa tra le mani- sono stata lontana da Londra per anni,
pur di non doverlo incontrare di nuovo. E scoprire di non averlo
dimenticato mi uccide.-
Il ragazzo di avvicinò e l'abbracciò stretta,
accarezzandole i capelli.
-Tutto si aggiusterà, vedrai.-
La Parker alzò la testa, guardandolo con un
sorrisino divertito, malgrado gli occhi lucidi.
-Incredibile detta da te una cosa del genere! Il gelido Serpeverde che
non credeva ai sogni e alle favole ora è diventato un tenero
cucciolo ammaestrato...Me ne sono persa di cose...-
Sebastian le lanciò uno sguardo acido e si
allontanò nuovamente.
-Come non detto- bofonchiò Alice scuotendo la testa
rassegnata, per poi scoppiare a ridere insieme all'amico.
-Ragazzi, devo ammetterlo. Malfoy è un rompicoglioni, ma con
la spada ci sa fare.-
Il commento di Ron espresse ciò che tutti in quella stanza
stavano pensando.
Draco, da quando Chris gli aveva lanciato una specie di fioretto, stava
dando spettacolo là sul palco, insieme all'insegnante.
Se Harry aveva pensato che il biondino non avrebbe accettato di
affrontare Mason, seppur solo per dimostrazione, si sbagliava di grosso.
Il Serpeverde all'invito dell'Auror si era levato il mantello della
divisa, rimanendo in camicia, poi si era tirato su le maniche fino ai
gomiti e senza fare una piega era salito sul soppalco.
Quando avevano incrociato le spade, Hermione aveva colto quasi un
bagliore nello sguardo di Draco.
Evidentemente combattere gli piaceva.
Ed era bravissimo.
Lei ogni volta che la spada di Chris passava accanto a Draco tratteneva
il respiro, pur sapendo che l'insegnante non gli avrebbe mai fatto del
male.
Malfoy se la cavava davvero bene, manovrava la spada con eleganza e
maestria.
I ragazzi erano addirittura ammirati.
Harry seguiva i movimenti sinuosi delle armi senza perdere un istante,
desideroso di imparare.
Il Serpeverde era quasi all'altezza di Mason, che vantava molta
più esperienza.
Dopo altri minuti di fendenti da parte di Chris, parati egregiamente da
Draco, l'Auror riuscì a stracciare appena una manica della
camicia di Malfoy che, incazzatissimo, fu sul punto di dargli la spada
direttamente in testa.
-Ma ti ammazzo!- rognò il biondino- hai idea di quanto
costa?-
Christopher ridacchiò, poi gli diede una pacca sulla spalla.
-Complimenti, mi hai quasi messo in difficoltà. Naturalmente
se avessi combattuto seriamente ti avrei fatto a pezzi.-
-Certo certo...dicono tutti così- disse con voce strascicata
Draco.
-Bene ragazzi, si è fatto tardi. Fuori dalle palle, andate
ai
dormitori. Mi raccomando ricordatevi che domani vi aspetta Alice,
stesso posto stessa ora.-
Poi, rabbuiandosi appena si voltò e uscì dalla
stanza, sventolando una mano all'indirizzo dei cinque ragazzi.
Il mattino dopo un fioco raggio di luce entrò nella stanza
singola di Alice Parker, accarezzandole il viso.
La ragazza si girò nel letto stropicciandosi gli occhi, poi
si tirò su a sedere.
Lottando con il freddo del mattino buttò le sue lunghe gambe
affusolate giù dalla sponda del letto.
Afferrò un elastico trovato sul comodino e si
tirò su i lunghissimi capelli castani.
Quindi si alzò, lisciandosi la maglietta che usava come
pigiama e che arrivava poco sotto il sedere.
-Alice a che punto sei?-
Christopher Mason si bloccò sulla porta, che aveva
spalancato senza bussare, com'era sua abitudine.
-Oh scusami- biascicò imbarazzato, non appena vide la
ragazza mezza nuda.
-Non ti preoccupare- rispose lei rossa in volto, buttandosi addosso una
vestaglia.-Scendo subito.-
Chris borbottando scuse si richiuse la porta alle spalle, dandosi dello
stupido.
Non ci avrebbe messo niente ad andare lì e baciarla..
Ma che pensava?
Non poteva fare una cosa del genere, o avrebbe rovinato tutti gli
sforzi che aveva fatto in quegli anni in cui erano stati lontani.
Gli sforzi fatti per imparare a vivere senza di lei.
Se solo avesse saputo
che oltre quella pesante porta di legno c'era un cuore che batteva
all'impazzata proprio come il suo...
Alice Parker era seduta sul letto, abbandonata ai suoi
sentimenti, una mano stretta a serrarsi il petto per evitare di cadere
in mille pezzi.
Le mancava, Chris.
Lui non era come tutti gli altri.
Lui era speciale.
Onesto, leale, coraggioso.
Questi erano i motivi per cui si era innamorata di lui, anni prima, e
per cui ancora lo amava.
E sebbene sapesse che il suo futuro non era con lui, che non gli
avrebbe più dormito accanto, che non sarebbe mai diventata
la
Signora Mason, non poteva impedire alla sua mente di correre a briglia
sciolta ogni qual volta che lui le stava accanto.
Asciugandosi due lacrime furtive si alzò e si impose di
concentrarsi sui suoi doveri.
Si infilò sotto una doccia gelida e dieci minuti dopo scese
in cucina, dove sembrava fosse passata un'orda di barbari.
Suo fratello mangiava come uno zotico, ingozzandosi di focaccine ai
mirtilli, mentre Sebastian beveva litri di caffè per
riuscire a
svegliarsi.
Con lo sguardo cercò Chris e lo vide chino su una pergamena
dall'aria consunta.
Ignorando il proprio cuore che aveva già accelerato i
battiti, gli si avvicinò.
-Cos'è?- gli domandò incuriosita.
-La piantina di Villa Malfoy- rispose lui senza alzare gli occhi dal
foglio.
La ragazza sgranò gli occhi.
-E dove l'hai trovata?-
Per quanto ne sapeva lei le mappe dei castelli delle famiglie
Purosangue non erano consultabili tranquillamente, per ovvie ragioni di
sicurezza.
Venivano tutte tenute sotto chiave nella Biblioteca di Hogsmeade, e si
potevano consultare solo con un'autorizzazione del Ministero.
E certamente non le si poteva portare in giro.
-Allora?- lo incalzò nuovamente Alice.
-Fregata- sogghignò Matthew inserendosi nel discorso, dato
che Mason aveva tutta l'aria di non voler rispondere.
-Ma siete pazzi? Lo so che a volte ve lo dimenticate, ma siete Auror!
Non potete rubare le mappe solo perchè vi va!- si
infiammò
la Parker.
-E dai Aly- intervenne Sebastian- non fare la bacchettona. Ci serve per
uno scopo nobile no? Il fine giustifica i mezzi-
La ragazza non aprì bocca, ma si mise a studiare la cartina
con i suoi amici.
-Silente l'ha già vista?- s'informò.
-No- rispose Chris- gli ho detto che gliel'avremmo portata stamattina.
Ci sta aspettando.-
-Allora muoviamoci- disse con un sospiro Anderson - meglio non farlo
attendere oltre.-
E detto ciò i quattro Auror si incamminarono alla volta di
Hogwarts,
Ciao a tutti!
Ed ecco a voi la prima lezione di Difesa con Chris=)
Questa fiction ha già il suo finale, nel senso che ho
già deciso come si concluderà, anche se non ho
ancora scritto i capitoli ovviamente.
Ad ogni modo ho previsto un seguito, salvo complicazioni. Che ne dite?
Voi preferireste una conclusione secca o un'altra fiction a seguire
questa?
Passo ai ringraziamenti, perchè non ho molto tempo:
whateverhappened:
sono contenta che questo capitolo ti sia piaciuto. Hai visto giusto,
Seb non disprezza per nulla Draco. Lo noterai tra qualche
capitolo, quando i due avranno un lungo dialogo. Per quanto riguarda
Lucius non so che rispondere. Non ho ancora deciso che risvolti dare a
questo personaggio...Si vedrà! Grazie della recensione
e dimmi che pensi di questo capitolo mi raccomando!
Hollina:
Eccoti il primo capitolo sulle lezioni, spero sia stato di tuo
gradimento...Come vedi Draco si è subito distinto con la
spada=)!
pei_chan:
finalmente sei tornata! Grazie mille per queste tue recensioni sempre
così lunghe e piene di complimenti. Per quanto riguarda la
storia, inizialmente ai primi capitoli avevo molta
difficoltà a scrivere, mentre adesso ho molte nuove idee! Ho
già pronti i prossimi 4 capitoli!! Sulla frase "tre
Grifondoro e due Serpeverde"...hehe...dovrai pazientare ancora due o
tre capitoli...Poi intuirai qualcosina. Per ora ti dico solo
che c'entrano i 4 Auror...
Comunque io sono di Verona...perchè?
Ah a proposito, andando a sbirciare nel tuo link, ho visto che il tuo
nome è Sara. Ti dispiace se ti chiamo così? Non
mi piace pensare a te solo come pei_chan!
Ringrazio chi legge e chi ha messo la fic tra i preferiti, che ho
notato continuano ad aumentare!
Grazie!
|
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
-Allora
questa è la mappa di Villa Malfoy. Interessante...- disse
Silente con aria eccitata osservando compiaciuto gli Auror oltre gli
occhialetti a mezzaluna.
-Esatto. Non avverte anche lei un peso sulla coscienza per il fatto di
avere tra le mani una mappa rubata?- fece Alice di rimando,
sogghignando.
Il Preside sorrise.
-Non troppo a dire il vero. Abbiamo salvato un pezzo di carta molto
antico dalla muffa e dalle tarme. Possiamo considerarci fieri di noi
stessi.-
La Parker sbuffò, roteando gli occhi.
-E dai sorellina. Quando eravamo a scuola facevamo di peggio.- la prese
in giro Matt.
-Come prego Signor Parker? Vuole ripetere?- la voce untuosa di Piton
entrò nella stanza assieme al suo proprietario, gelando il
sorriso sulla faccia dell'Auror.
-E io che pensavo che lei e il Signor Anderson, che ricordo era anche
Caposcuola, foste studenti modello, come continuavano anche a ripetermi
i miei colleghi.-
Parker deglutì rumorosamente, iniziando a sudare freddo.
-Dunque- cominciò Chris cercando di savare l'amico dalla
ghigliottina- noi avremmo un piano.-
La McGranitt intanto entrò silenziosamente nello studio,
sorridendo con aria materna alla volta di Alice e Chris, un tempo i
suoi studenti preferiti.
-Davvero?- chiese Silente incrociando le braccia- sentiamo.-
-Una volta che Draco sarà dentro il castello,
sarà
completamente solo. Sarà difficile entrare in contatto con
lui.
Quindi ci sarà impossibile capire quando è il
momento
propizio per entrare e liberare la ragazza.-
I Professori assentirono in sincrono, facendo cenno a Mason di
proseguire.
-Sebastian prima ha notato che dalle prigioni di Villa Malfoy parte un
cunicolo sotterraneo in disuso che sbuca in un sobborgo Babbano vicino
a Londra. Non so nemmeno se Lucius Malfoy ne è a conoscenza.
La
prima notte che Draco avrà via libera entrerà in
quel
cunicolo e arriverà da noi, che per precauzione avremo
sempre
sentinelle ad attendere in fondo al passaggio. Poi entreremo in azione,
chiamando i rinforzi, e libereremo la Benèfica.-
Alle parole di Chris seguì un lungo silenzio.
-Percentuale di rischio?- s'informò Silente.
-Non bassissima. Ci sono molte cose che potrebbero andare storte. Ma
è l'unica possibilità che abbiamo.- s'intromise
Matthew.
-Preside, non credo che sia giusto mettere in pericolo la vita del
Signor Malfoy senza la certezza di riuscire nell'impresa- fece Piton.
La mascella di Sebastian si indurì.
-Non gli accadrà nulla, se giocheremo bene le nostre carte.
E'
un piano pressochè perfetto, ma dobbiamo confidare anche un
po'
nella fortuna, come in ogni cosa della vita. Se non liberiamo la
ragazza, i Mangiamorte diventeranno potentissimi, sfruttando i suoi
poteri. Dobbiamo agire.- sibilò.
-Ma...Signor Anderson- disse la McGranitt con voce impaurita ma decisa
- sarà dura che i Mangiamorte credano in un pentimento del
Signor Malfoy. E sappiamo bene come Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato
si comporta con i traditori...-
-Ho in mente di fare un lavoro preciso di Occlumanzia con i ragazzi, e
specialmente con Draco. E' estremamente intelligente, e vuole
vendicarsi con suo padre. La voglia di rivalsa lo aiuterà a
diventare un Occlumante migliore. Ha un carattere freddo e determinato.
Confido che per lui un mese sarà più che
sufficiente a
diventare abbastanza abile da ingannare i Mangiamorte per due o tre
giorni. Non molto di più, però, perchè
essendo un
principiante si affaticherà notevolmente, e il mal di testa
si
farà sentire dolorosamente, facendogli perdere energie.-
-Non preoccupatevi- intervenne Alice sorridendo- ricordate che
è
nelle mani di uno degli Occlumanti più giovani e
più
abili degli ultimi tre secoli!-
Sebastian annuì con fermezza, esortando i Professori a
fidarsi di lui.
-E sia- disse infine il Preside -procedete pure con il vostro piano,
anche perchè finora è il migliore che abbiamo. Ho
assoluta fiducia in voi e nelle vostre capacità-
Studio di Silente. Qualche ora più tardi.
-Alice, mia cara, come stai? Non abbiamo avuto occasione di parlare a
quattrocchi dopo il tuo ritorno.-
-Sto meglio, grazie-
La ragazza posò la tazza di tè sul tavolino,
facendo
tintinnare appena la ceramica, quindi alzò lo sguardo chiaro
sul
suo interlocutore.
-Lo so che scappare da Londra per andare in Italia a seguire il corso
di Auror è stata una scelta da persona vigliacca, ma non
riuscivo più a rimanere qui. Troppi ricordi.-
Albus Silente le accarezzò i capelli.
-La perdita dei tuoi genitori dev'essere stata straziante per te. Anche
io sento la mancanza di Alan e Lyra. Erano due persone meravigliose. E'
naturale che tu fossi sconvolta per la loro morte.-
La Parker scosse la testa.
-Ma non avevo il diritto di sparire e di lasciare solo mio fratello.
Lui li amava quanto me, e ha sofferto quanto me. Con la differenza che
lui non è fuggito.-
-Alice, il dolore si manifesta in forme diverse, dovresti saperlo. Hai
l'esempio vivente ogni giorno accanto a te. Mi riferisco a Sebastian.
Dopo tutto quello che ha sopportato è ancora in piedi a
lottare
per quello in cui crede, e ci sta offrendo il suo aiuto in una
situazione che gli porta ricordi dolorosi- spiegò il Preside
con
voce paziente.
-Vedere Draco vivere le sue stesse esperienze lo uccide-
assentì
la ragazza- Ma è questa la sua incredibile forza. Quella di
rialzarsi sempre e affrontare la vita. Quella forza che non ho avuto io-
-Non biasimare te stessa, mia cara. Avevi sulle tue spalle un fardello
più grande di te. L'importante è che adesso tu
sia qui,
con noi.-
-Ciò non toglie che avrei dovuto essere accanto a Matthew in
questi anni. Lui per me c'è sempre stato.-
-Alice, Alice...- disse il vecchio mago scuotendo la testa - hai avuto
paura. Ho ragione di credere che alla morte dei tuoi genitori, tu non
sia scappata solo da una tragedia familiare.-
La Parker abbassò lo sguardo, incapace di reggere gli occhi
onniscienti di Silente.
-Io n-non potevo più stare qui - biascicò - non
era il mio posto. E forse non lo è neanche ora.-
-Non mentirti da sola. Hai la possibilità di essere felice.
Non
negartela solo perchè vuoi punirti. E punire Christopher.-
Alice a quel nome ebbe uno scatto.
Si alzò bruscamente dalla sedia.
-Devo andare ora. La ringrazio per il tè e la chiacchierata.
Arrivederci-
Ed esibendo un finto sorriso uscì dalla porta di corsa.
Albus Silente, rimasto solo, scosse la testa, versandosi dell'altro
tè.
E tornò indietro nel tempo...
Rivide una bambina di undici anni con degli occhi chiarissimi e i
capelli stretti in due treccine nere arrivare a Hogwarts con il
fratello e diventare una fiera Grifondoro.
Rivide una ragazzina applaudire il suo migliore amico,il Serpeverde
Sebastian Anderson, che aveva vinto una borsa di studio per meriti
scolastici.
La loro amicizia, come quella tra Matthew e Chris, aveva per la prima
volta superato il proverbiale antagonismo tra le Case, e le distinzioni
di colore e famiglia.
Rivide una splendida ragazza diciassettenne passeggiare per il parco
stretta al suo grande amore di sempre, Christopher Mason.
Rivide una giovane donna provata dal dolore per la perdita delle due
persone a lei più care, stretta al fratello durante il
funerale,
piangendo disperata.
E per la prima volta vide l'Auror che era diventata, passando sopra il
dolore, volendo vendicare la morte dei suoi genitori proteggendo i
più deboli...
Sono proprio diventato pazzo, pensò Draco.
Se qualcuno glielo avesse raccontato un mese prima, non ci avrebbe mai
creduto.
Lui, il Serpeverde per eccellenza, era li a passeggiare fuori dalla
Torre di Grifondoro, aspettando una Mezzosangue.
Il mondo si era proprio capovolto.
-Hai intenzione di stare ancora lì per molto?-
Malfoy si girò ringhiando verso la Signora Grassa, che gli
aveva
fatto quella domanda per la cinquecentesima volta in mezz'ora.
-Non è colpa mia se i suoi adorati Grifondoro sono sempre in
ritardo!- sibilò.
-Probabilmente la tua bella ti ha tirato un bidone-
sghignazzò il dipinto con aria saputa.
-E lei sarebbe la prima a gioirne vero? Ma si sbaglia di grosso. Anzi,
se non vuole che le dia fuoco, mi chiami un po' uno di quegli idioti la
dentro! - le gridò il ragazzo.
La Signora, un po' divertita e un po' spaventata dalla minaccia,
iniziò a cantare a squarciagola, facendo tappare le orecchie
al
povero Serpeverde, che per un momento temette seriamente per la salute
dei suoi poveri timpani.
-Ma insomma! La vuole smettere di assordarci per favore?-
Seamus Finnigan e Dean Thomas erano usciti dalla Sala Comune, anch'essi
con le mani a coprirsi le orecchie.
Appena li vide la Signora Grassa tacque, un sorriso soddisfatto sul
viso tondo.
I ragazzi sospirarono di sollievo per la fine di quel supplizio.
-E tu che ci fai qui?- biascicò esterrefatto Seamus, notando
Draco appoggiato ad una colonna.
-Devo vedere la Granger- bofonchiò lui, reprimendo l'istinto
di affatturarlo - me la puoi chiamare?-
Finnigan rimase lì a boccheggiare, così Dean
prese la parola.
-Certo andiamo subito - fece lanciandogli uno sguardo d'intesa, dopo il
quale Malfoy roteò gli occhi.
E il Grifondoro, tirando una pacca sulla spalla all'amico, se lo
trascinò nella Torre, chiudendosi il ritratto alle spalle e
lasciando il Serpeverde in preda ad una crisi isterica.
Ora ci mancava solo entrare in confidenza con i Grifondoro.
Quel Mezzobabbano di Thomas l'aveva guardato come se avesse capito
tutto...
Tanto valeva buttarsi di sotto, pensò.
In quel momento il ritratto si riaprì, e ne uscì
Hermione.
-Alla buon ora!- ringhiò Draco.
Stava per iniziare una bella tirata sugli orari, quando la vide bene.
I capelli vaporosi erano raccolti in una coda di cavallo, e si era
truccata leggermente.
La mascella gli cadde quasi fino a terra quando lei gli andò
vicino e gli passò le braccia al collo.
-Chiudi la bocca Malfoy- gli disse con aria sensuale ad un centimetro
dall'orecchio, poi si scostò e si allontanò
sghignazzando, mollandolo lì come un cretino.
Appena il biondo si riebbe le andò dietro, bofonchiando
insulti contro tutte le mezzosangue di questo mondo.
Si diressero verso il parco e si sedettero sulla sponda del Lago,
deserto a causa del vento gelido che aveva iniziato a spirare.
Draco si accese una sigaretta, offrendone una anche alla Granger che
fece segno di no con il capo.
-Tra due settimane c'è il Ballo di Natale- fece lei con voce
neutra.
-Già- bofonchiò lui, che odiava quelle frivolezze.
-Hai già invitato qualcuna?- s'interessò.
-Mmmm...non ancora...- disse, restando vago.
Maledetta Granger.
Perchè voleva farsi del male da sola?
-E tu con chi ci vai?- chiese, sforzandosi di non lasciar trapelare
quella punta di gelosia che aveva cominciato ad attanagliargli il
respiro.
-Non so, ho ricevuto qualche invito, ma non ho voglia di andare con i
soliti che appena finisce il Ballo cercano di portarmi a letto.-
Come avrebbe fatto lui, pensò Draco.
-Beh puoi sempre andarci con Weasley o Potty no?-
Loro due almeno avrebbero tenuto le mani a posto, considerò,
o almeno sperava.
-Con Ron sono già andata agli ultimi due balli, mentre Harry
credo vada con Ginny, anche se si sono lasciati. Hanno entrambi una
quantità di ammiratrici spropositata, quindi non faranno
fatica
a trovarsi una dama. Come qualcuno di mia conoscenza- disse
ridacchiando -Sentendo gli ultimi pettegolezzi di Hogwarts, ci sono
almeno duecento ragazze che ambiscono ad un Ballo con te...-
Draco la guardò.
Le guance arrossate per il freddo, e gli occhi lucidi per le risate.
Era troppo bella...
Vedendola rabbrividire se la avvicinò al petto e la strinse
nel suo mantello.
Lei lo abbracciò delicatamente e gli depose un bacio sulle
labbra.
Lui le sistemò un ricciolo ribelle dietro l'orecchio, poi
intrufolò la lingua nella bocca di lei, approfondendo il
bacio.
Hermione gli passò le mani sotto il mantello, avvertendo i
muscoli ben definiti ma non esagerati sotto i palmi.
Improvvisamente non sentiva più il freddo.
Lì, avvolta nel caldo abbraccio di Malfoy, si sentiva al
sicuro.
-Allora, Capitano, come
vanno i preparativi per la partita?-
Quella settimana ci sarebbe stata la prima partita di Quidditch,
Serpeverde contro Grifondoro, e le due Case erano in gran fermento.
-Benissimo- disse il ragazzo - vi stracciamo.-
La Granger rise divertita.
Harry, come Capitano di Grifondoro, aveva messo su una bella
squadretta, forte ed equilibrata, ma quella di Draco non era da meno.
Sarebbe stata una bella lotta...
Il Serpeverde ricominciò a baciarla, agognando quelle labbra
perfette, ed intrecciando le mani in quelle della ragazza.
Lei gli moridicchiò dolcemente le labbra, accostandosi al
corpo di Malfoy, esigendo un bacio più profondo.
Lui l'accontentò, baciandola con fermezza e passione.
Quando si stancarono il sole era già calato.
-Che ore sono?- chiese il ragazzo.
-Si è fatto tardi- rispose con un sospiro Hermione- Alice ci
aspetta tra poco.-
Accarezzando i capelli biondissimi di Draco si alzò,
sistemandosi la divisa ed insieme a lui si incamminò in
direzione del castello.
Harry e Ron nel frattempo entrarono nell'aula, dove trovarono
già Blaise.
Tutti e tre erano eccitatissimi del fatto che sarebbero diventati
Animagi e non vedevano l'ora di cominciare.
-Dove si sono cacciati Malfoy ed Herm?- chiese Harry.
Ron alzò le spalle.
-Stamattina aveva detto che avrebbe studiato in Biblioteca, poi non so.
Potter guardò in direzione di Zabini, e si scambiarono
un'occhiata che la diceva lunga.
Proprio in quel momento la porta della stanza si aprì ed
entrò Draco, che tenne la porta aperta per far passare anche
la
Granger, che era dietro di lui.
Senza dire una parola raggunsero gli amici, ignorando Weasley che aveva
gli occhi fuori dalle orbite e continuava a spostare lo sguardo da uno
all'altra.
Prima che il povero Ron potesse dire alcunchè
arrivò Alice, scusandosi per il ritardo.
- Ciao ragazzi- esordì con il suo solito sorriso allegro.
-Dunque, cominciamo subito. Vi avviso che un mese di tempo è
pochissimo per riuscire a padroneggiare bene la tecnica di
trasformazione, ma confido nel vostro impegno-
-Le nostre lezioni inizialmente saranno più noiose delle
altre-continuò- perchè consisteranno solo in
esercizi di
concentrazione. Poi però, non appena vi sarete trasformati
almeno una volta, procederò con l'insegnarvi come muovervi e
comportarvi nella vostra forma animale. Quindi dovrete imparare a
volare se sarete uccelli, a strisciare se sarete rettili, a camminare a
quattro zampe se sarete animali terrestri.-
-E se diventassimo pesci o cose del genere?- chiese Blaise incuriosito.
-Non è possibile- lo rassicurò con un sorriso
Alice-
perchè vi servirebbe l'acqua per sopravvivere, e questo
minerebbe la vostra incolumità se non ne aveste a
disposizione.-
-Ad ogni modo, una volta che avrete perfetta padronanza del vostro
corpo animale, vi insegnerò come individuare altri Animagi e
come affrontarli restando animali.-
I ragazzi annuirono, un po' sfiduciati nel comprendere quanto sarebbe
stato difficile diventare abili in quella disciplina.
-Non vi preoccupate- li consolò la Parker- se vi impegnate
un giorno avrete anche voi questa soddisfazione...-
E davanti agli occhi ammirati dei suoi allievi si trasformò
in
un meraviglioso cigno, dal maestoso piumaggio, poi ritornò
sè stessa.
-Forza allora- disse, notando gli sguardi invidiosi- mettiamoci al
lavoro.-
Li mise in riga, in piedi davanti agli specchi, uno ad un metro
dall'altro.
-Osservate la vostra immagine riflessa, immaginando che si trasformi.
Se lo farete con sufficiente desiderio e concentrazione, potrete
cogliere dei dettagli animaleschi, che vi daranno segnali di
ciò che diventerete-
Con un movimento sinuoso della bacchetta, fece comparire nelle mani di
ognuno una piuma ed una pergamena.
-Provate a disegnare ciò che vedete, in modo che poi anche
lontano dall'aula potrete studiarlo e cercare di immedesimarvici.
Naturalmente non mi aspetto che già dalla prima volta
riuscirete
a cogliere queste piccole trasformazioni, ma impegnatevi fin da subito.-
E osservando con affetto i ragazzi, si sedette su una sedia ad
osservare il loro lavoro.
Ciao a tutti...
Come vedete i piani per entrare a Villa Malfoy si stanno evolvendo.
Spero che questo capitolo vi piaccia!
Passando alle recensioni:
Hollina:Sono
contenta che Alice e Chris ti piacciano, punto molto su loro due,
sperando che la loro storia sia di vostro gradimento. Dimmi che ne
pensi di questo capitolo!
pei_chan:
Ciao Sara XD! ihih, beh è comprensibile che tu abbia pensato
che il mio nome fosse Elettra=) Ho scelto questo nick per due ragioni.
La prima è che è un nome che mi piace da morire,
la seconda è che Elettra è una stella che fa
parte della costellazione delle Pleiadi. Io amo moltissimo le stelle e
tutto ciò che riguarda lo spazio, e da lì viene
il mio nick. Passando alla storia, in questo capitolo hai letto
dell'addestramento di Alice ( essendo inglese si pronuncia Elis)
e hai scoperto anche qualcosina del suo passato. Sono
contenta che anche a te sia piaciuto Chris, che io vedo un po' come un
Harry un po' più grande. Personalmente quello che io
preferisco è Sebastian...sarà perchè
ha un po' il carattere di Draco =) Spero che questo capitolo ti sia
piaciuto...
Lyla_Sly:
Mamma mia che recensione lunga! Ti ringrazio tanto di essere passata a
guardare la mia storia, e soprattutto per avermi detto cosa ne pensi.
La storia a cui tu ti riferivi l'ho letta e l'ho trovata stupenda. A
parte questo, però, mi pare di essermi discostata molto
dalla trama. Mi è stato molto difficile, perchè
avendola apprezzata enormemente, molte volte sono stata tentata di
rifarmi a quello che avevo letto, non solo in quella storia ma anche in
altre fic o libri che mi sono piaciuti, come credo sia naturale. Ho
cercato di crearmi una storia mia, e la parte che riguarda l'azione,
come dici tu, mi sembra si svolga verso una direzione totalmente
opposta. In quanto al Prof di Difesa, ci tengo molto molto a
sottolineare che Chris è più un supporto
riservato ai cinque ragazzi, e si va ad aggiungere agli altri Auror.
Inizialmente loro non erano previsti, ma poi mi è venuta
voglia di crearmi dei personaggi miei, piu che altro per vedere se sono
in grado di costruire dal nulla la storia di un individuo. Ad ogni modo
ti ringrazio di avermelo detto, perchè non mi piacerebbe
fare della mia storia la copia di qualcos'altro. Per quanto riguarda il
rapporto Draco-Hermione, ho sempre cercato di fare andare le cose non
troppo velocemente, facendoli avvicinare piano piano. Mi dispiace di
non esserci riuscita molto, solo che non potevo fare trenta capitoli
che riguardavano il loro avvicinamento e poi dieci con la storia,
così ho dovuto accelerare i tempi. Il fatto invece, che
Malfoy rimanga come travolto da Herm, è una cosa che ho
fatto volutamente. Volevo far capire che lui cambia quando lei
è al suo fianco. Non pensa più solo a
sè stesso. Ora c'è lei. Oltre a questo
però mi sto sforzando di mantenere immutato o quasi, il suo
carattere, anche se non è molto semplice.
So che tu mi hai chiesto di dare più spazio a loro due,
però io vorrei comunque continuare a parlare anche delle
storie degli altri personaggi, Harry, la Benèfica, gli Auror
ecc. Naturalmente i protagonisti assoluti sono Draco ed Hermione, ma
non ci sono solo loro. Ad ogni modo, nei prossimi capitoli
cercherò di dedicargli un po' più di spazio. Ti
ringrazio tantissimo di tutti i preziosi consigli che mi hai dato, e
sono contenta che a parte questo la mia storia ti sia un po' piaciuta.
Spero che continuerai a dirmi il tuo parere...
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
I ragazzi
quella sera uscirono stremati dalla lezione di Alice.
Concentrarsi per oltre due ore sulle loro immagini non aveva dato molti
risultati, a parte uno sgradevole mal di testa.
Erano ormai le undici quando i tre Grifondoro arrivarono in Sala Comune.
Harry si buttò su un divano con la testa sulle gambe di
Hermione, mentre Ron si sbattè senza troppi complimenti
sull'altro.
Entrambi crollarono quasi subito.
La Granger li guardò intenerita.
Tra gli allenamenti serrati di Quidditch e queste lezioni
supplementari, i due erano sempre più stanchi.
Erano cresciuti tanto in quegli anni, e non solo fisicamente.
Avevano uno stuolo di ammiratrici infinito, tra le quali si
barcamenavano alla bell' e meglio.
Ne avevano passate tante in quegli anni tutti insieme.
Litigi, amori, gelosie e pericoli...
Ma nonostante tutto erano ancora insieme.
Lì, a sostenersi l'un l'altro.
Il loro trio col passare del tempo era diventato inossidabile.
Ed Hermione sapeva che non avrebbe mai potuto vivere senza di loro.
-Oddio...mi sono addormentato...- la voce assonnata di Potter si fece
strada fino al suo orecchio.
La ragazza gli accarezzò i capelli delicatamente.
-Ehi Harry...tutto ok? Hai avuto una visione?-
-No non ti preoccupare, è tutto a posto- rispose lui
rassicurandola, facendole un buffetto sulla guancia.
Il ragazzo si tirò su, mettendosi a sedere ed evocando due
bottiglie di Burrobirra.
Ne passò una ad Hermione, che si tirò le
ginocchia al petto.
-Va tutto bene con Ginny?- domandò la ragazza incuriosita.
-Certo. Ovviamente mi dispiace che sia finita così...Ma
evidentemente era destino.-
La Granger annuì, capendo benissimo cosa intendeva il suo
amico.
L'aveva già vissuta quella sensazione, con Ron.
Quel ragazzo dolcissimo dai capelli rossi che ora russava rumorosamente
sdraiato accanto a loro.
I due ridacchiarono tappandosi le orecchie sentendo il casino che
faceva l'amico, poi Harry fece segno a Hermione di fare silenzio.
Con aria furbesca scese dal divano e si inginocchiò
silenziosamente sul pesante tappeto damascato, in modo da arrivare allo
stesso livello del viso di Weasley.
Appoggiando la bacchetta sopra l'amico mormorò qualche
parola,
che la ragazza intuì essere la formula di una fattura.
Immediatamente la faccia del rosso venne ricoperta da una poltiglia
verde, viscida e puzzolente, che arrivò a lambirgli i
capelli
lucenti.
I due perfidi Grifondoro poi, dopo essersi complimentati con loro
stessi per quella bravata, andarono nei rispettivi dormitori,
ghignandosela bastardamente.
E il mattino dopo, fino al dormitorio di Serpeverde si potè
udire distintamente un grido di guerra, che assomigliava sinistramente
a "Potter sei morto", provenire dalla Torre...
-Uff, che palle...Qualcuno ha una sigaretta?- la voce rognosa di Harry
fu la prima che si sentì fuori dall'aula di Trasfigurazione.
Ron, ancora offeso per la sera prima non lo considerò
neanche di
striscio, Malfoy in risposta gli alzò un dito medio di
fronte,
Hermione non fumava, così toccò a Blaise tirare
fuori di
tasca il pacchetto e porgerlo al Bambino Sopravvissuto.
In quel momento arrivarono Sebastian e Matthew.
Il primo li guardò con aria di rimprovero, della serie "Non
si
fuma a scuola", come se lui non fosse stato fino a cinque minuti prima
a fumare con Chris, mentre il secondo chiese allegramente se
c'era una sigaretta anche per lui.
Dopo che gli studenti si divertirono per cinque minuti, vedendo
Anderson spaccare la testa a Parker, entrarono tutti e sette in classe.
Fatti sedere i marmocchi Seb cominciò il suo sermone, senza
perdere un istante.
-Come vedete le nostre due lezioni sono unite. Questo perchè
io
non posso insegnare decentemente l'Occlumanzia con cinque ragazzini che
fanno casino. Perciò, siccome le lezioni di Matt, essendo
più
semplici e veloci dureranno meno, saranno fatte in compresenza, poi lui
rimarrà al castello per dare una mano a Chris o a che ne ha
bisogno.-
-Dio, che goduria- bofonchiò Matthew - come se non avessi di
meglio da fare che stare qui.-
-Beh vallo a spiegare tu a Carrigan allora ok?-
tubò Anderson angelicamente.
Parker rabbrividì e tacque di colpo.
David Carrigan era il Capo degli Auror.
Un bell'uomo di circa quarantacinque anni, intelligente e astuto, e
soprattutto molto amico di Silente.
E tremendamente petulante quando ci si metteva.
Aveva insistito lui affinchè loro quattro andassero ad
Hogwarts.
Doveva un favore al Preside, e mandargli alcuni tra i suoi migliori
Auror gli era sembrato un ottimo modo per sdebitarsi.
Se Matt fosse andato da lui per dirgli che voleva tornare al Ministero,
David avrebbe fatto un mezzo casino e sarebbe stato capace di
minacciarlo di radiazione dal corpo degli Auror se solo non fosse
tornato alla scuola seduta stante.
-Comunque- continuò il biondo Auror rivolto ai ragazzi -
prima
che questo bifolco ci interrompesse, dicevo che io e lui avremmo tenuto
lezione insieme. Quindi mentre io svolgerò Occlumanzia con
alcuni di voi, Matt insegnerà la Smaterializzazione agli
altri,
e viceversa. Dopo di che, quando sarete in grado di controllare bene la
vostra mente, ho intenzione di iniziarvi alla Telecinesi.-
-Intendi dire spostare gli oggetti con la forza del pensiero? Tipo
librarsi in volo e cose del genere?- chiese Ron con gli occhi sgranati.
-Ragazzi, voi guardate troppi film Babbani - sibilò
Sebastian
con voce altezzosa, sinistramente simile a quella di un certo
Serpeverde - la Telecinesi consiste nell'uso di piccole formule non
verbali, pronunciate senza uso di bacchetta. Quando poi uno diventa
molto bravo, è talmente abituato che non ha più
bisogno
di pronunciare per intero le formule. Basta pensare all'azione che si
vuole compiere, e tutto va da sè.-
Dopo aver dato quell'annuncio alquanto sconcertante,
cominciò una dura lezione doppia.
Parker li fece allenare con dei cerchi, in cui dovevano provare a
Smaterializzarsi, mentre Sebastian li fece sedere su delle sedie, e
provò ad usare il Legilimens su ognuno di loro.
Con Hermione, Ron e Blaise non fu troppo invasivo, perchè
non
avevano ricordi così terribili che odiavano condividere,
mentre
con Harry fu un po' più complicato.
Lui però aveva ancora qualche strascico delle lezioni fatte
con
Piton l'anno prima, quindi riuscì rapidamente a chiudere
Anderson fuori dalla sua testa.
Con Draco però fu tutta un'altra storia.
Il biondino subì quella prova per ultimo.
Hermione e Blaise erano seduti sulle sedie, mentre Harry e Ron stavano
provando a Smaterializzarsi qualche metro più in
là con
Matthew.
Seb posizionò il giovane Malfoy dinanzi a lui, con la
bacchetta
alzata in posizione di difesa, quindi gli si parò di fronte,
guardandolo fisso negli occhi.
-Legilimens-
sussurrò dopo qualche istante.
Vaghi flash confusi gli apparvero nella mente.
Un bimbetto biondo che sorrideva rapidamente in braccio alla madre, per
poi tornare subito serio...
Un ragazzino che correva dietro al padre chiamandolo a gran voce,
mentre l'uomo nemmeno si voltava...
Un ragazzo con gli occhi grigi sofferenti, inginocchiato e piegato
sotto le frustate di un individuo che portava una tunica nera...
-Ora basta -
Anderson sentì la voce dura e fredda di Draco
farsi
strada nella sua testa e allontanarlo lentamente ma incessantemente dai
suoi temuti ricordi.
Quando non ne vide più nemmeno un frammento Seb
alzò lo sguardo.
Malfoy tremava, e per stare in piedi si teneva ad una sedia.
Hermione e Blaise, lì accanto, si erano alzati in piedi con
aria
preoccupata, come per intervenire da un momento all'altro.
Anche Potter, Weasley e Matt avevano smesso l'allenamento per
vedere cosa stava succedendo.
Il biondo Serpeverde si guardò le mani, e se le
strofinò come per impedirne il fremito.
Alzando gli occhi incrociò lo sguardo atterrito di Hermione
e quello turbato di Zabini.
Poi si girò verso il suo insegnante.
Sebastian lo fissò a sua volta.
Non c'era odio nei suoi occhi...
Nè rabbia...
Solo sentimenti indecifrabili...
Anderson non gli disse nulla.
Sapeva che con lui sarebbe stato più difficile.
Quasi più che con Harry.
Potter aveva sofferto oltre l'immaginabile, ma aveva avuto sempre
qualcuno che l'aveva aiutato a rialzarsi dopo ogni batosta che la vita
gli infliggeva.
E soprattutto, lui non temeva i suoi ricordi.
Non fuggiva o si nascondeva da essi.
Draco invece viveva nell'angoscia che gli donavano i fantasmi del suo
passato, nel terrore di un futuro ancora più buio.
E non voleva assolutamente dividere i suoi pensieri e nè
tantomeno i suoi ricordi con qualcuno.
Non per coraggio.
Non per orgoglio.
Ma per il desiderio di non essere compatito.
Questo l'Auror lo capiva meglio di chiunque altro.
Quel ragazzo diciassettenne stava rivivendo le sue stesse esperienze.
Quelle esperienze che a lui avevano cambiato la vita.
E lo doveva solo a Chris, Matt ed Alice, se ne era uscito a testa alta.
A questo punto poteva solo sperare che anche Malfoy superasse il suo
carattere da Serpeverde e agguantasse quelle mani che potevano farlo
uscire dall'abisso.
-Sarei proprio curioso di sapere cosa ha visto Anderson nei ricordi di
Malfoy- borbottò Harry.
-Perchè non vai a chiederlo a lui? Magari te lo
dirà...- disse sarcasticamente Ron.
-Mai sentito il detto "Non svegliare il Malfoy che dorme"?
Beh,
io l'ho imparato tempo fa...Finchè il furetto se ne sta
buono
è tutto di guadagnato- ridacchiò il Bambino
Sopravvissuto.
-Fottiti Sfregiato-
Malfoy era passato proprio in quel momento, e inutile dire che li aveva
sentiti in pieno.
Potter alzò le spalle, tornando alla sua partita a scacchi
con Ron, nel parco.
La Granger accanto a loro stava leggendo un libro, sdraiata sul prato.
-Ehi ragazzi, non è che si può tornare dentro? Si
gela
qui!- bofonchiò, stringendosi il mantello sulle
spalle.
-Puoi sempre chiedere al tuo Dracuccio di scaldarti!- la
rimbrottò Weasley.
-Ti sento,
pezzente!-
Le risposte, sempre molto poco fini a dire il vero, di Draco Malfoy
provenivano dall'albero lì accanto, dove si era messo con
Blaise
per fumarsi una canna in santa pace.
Mentre Blaise ed Harry quasi si strozzavano dalle risate, Hermione
ignorando i commenti del Serpeverde guardò Ron con gli occhi
fuori dalle orbite.
-E tu come lo sai? - rantolò, alludendo ovviamente al
rapporto tra lei e Draco.
Il rosso fece lo gnorri.
-Oh, è un po' che lo immagino, ma poi ci ha pensato Harry a
darmi la conferma.-
La Granger si alzò, fissando con aria alquanto minacciosa il
Bambino-Che-Forse-Quella-Volta-Non-Sarebbe-Sopravvissuto.
Potter, sentendosi vagamente tirato in ballo, fuggì in
quattro e
quattr'otto biascicando scuse e defilandosi al Campo di Quidditch.
La ragazza allora, in mancanza del suo capro espiatorio si rivolse a
Zabini, che si stava ancora rotolando dal ridere.
-Quindi ne eri a conoscenza anche tu?- ringhiò.
Il bel moretto si fece serio, iniziando a guardare spudoratamente da
un'altra parte.
Hermione incrociò le braccia, guardando insistentemente
Malfoy
con occhi di fuoco, il quale però non se la filò
nemmeno
per sbaglio, troppo impegnato a rollarsi una sigaretta.
-E ora dove va?- chiese esterrefatto Blaise, vedendola partire come una
mandria di bufali verso la scuola, travolgendo inavvertitamente qualche
bimbetto spaurito del primo anno.
-Non farci caso. Cercherà Harry per farlo arrosto oppure, in
mancanza d'altro, andrà a sbollire in Biblioteca- fece Ron
agitando una mano con aria noncurante - non c'è da
preoccuparsi
comunque.-
-Alice, dovevi vedere cosa c'era nei suoi ricordi. Tu non ne hai
idea...-
La flebile voce di Anderson pareva quasi il fantasma di quella che era
stata fino a qualche ora prima.
-E tu? Non gli hai detto niente?- chiese la ragazza stringendo una mano
all'amico, comprensiva.
-Scherzi? Non sapevo nemmeno da dove cominciare.-
Sebastian si mise le mani tra i capelli, disperato.
-Come stava dopo la lezione? Si comportava in modo strano?-
s'informò la Parker.
-No. C'è molta più forza in lui di quella che noi
crediamo. Ha un muro invalicabile attorno all'anima. Si è
ben
protetto. Non permette a niente di scalfirlo.-
Alice annuì.
-In un certo senso mi ricorda te alla sua età.-
-Si è vero, io ho avuto la stessa sensazione. Spero solo che
anche lui riesca a ribellarsi alla sua famiglia e al suo destino-
-Come hai fatto tu.-
-Io avevo voi...- disse sorridendo il ragazzo, guardando con affetto la
sua amica.- Mi siete stati accanto in ogni momento, nonostante le mie
origini...-
-Non eravamo soli- gli ricordò lei -C'era anche Laine. Non
fare finta di averla scordata.-
-Non fingo un bel niente. Lei è sempre qui, con me, anche se
fisicamente è da tutt'altra parte.- rispose Seb.
-Dal tuo comportamento sembrerebbe che non la pensi molto-
sussurrò la Parker.
-Lo sai come sono fatto...E comunque, per la cronaca, non sono io che
rinnego il passato fingendo che sia sepolto, Alice -
continuò Anderson.
-Ti prego non cominciare -supplicò lei debolmente.
Il ragazzo tacque, ritornando con la mente a pochi anni prima.
Laine Debora Harris.
Colei che l'aveva spinto a vivere di nuovo.
Ed ecco a voi la
prima lezione di Occlumanzia. Mi raccomando continuate a dirmi che ne
pensate...
Sono un po' di corsa quindi passo subito ai ringraziamenti:
whateverhappened:
sono contentissima che Sebastian ti piaccia. Il suo rapporto con Draco
si evolverà con il tempo, come potrai vedere leggendo i
prossimi capitoli. Sono molto simili, e sono entrambi diffidenti verso
gli altri, ma condividono le stesse esperienze, e questo li
unirà non poco!
pei_chan:
Ciao Sara! Tranquilla, non manderò Draco allo sbaraglio=)
Per ora gli Auror non hanno definito perfettamente il piano, ma col
tempo lo renderanno sempre più sicuro e meno pericoloso! Non
vogliono perdersi MalfoyXD
Per il discorso che l'Occlumanzia non serve, ho fatto alcune
piccole modifiche riguardo a questa disciplina, che vedrai nei prossimi
capitoli!
Col tempo anche tutte le domande che mi hai fatto troveranno una
risposta, ma ti correggo su una cosa: Alice e Chris erano Grifondoro,
mentre Seb e Matt erano Serpeverde! Forse mi sono spiegata male nei
capitoli...
Mi dispiace,nel capitolo non ho scritto nemmeno in cosa si
trasformeranno i ragazzi( non cruciarmi ti prego!), ma tra pochissimo
te lo dirò! Almeno per quanto riguarda alcuni di loro! Sono
contenta che Hermione e Draco ti piaccianoXD..Dimmi che pensi di questo
capitolo!
bubina91:
Cateeeeeeeeeeeee...!Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto,
grazie della recensione...Dimmi che pensi di questo!
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 ***
La
sera era calata su Hogwarts, e nella Sala degli Allenamenti due figure
si allenavano a colpi di bacchetta.
Harry James Potter e Ronald Bilius Weasley.
Accanto a loro, di fronte ad uno specchio, Hermione Jean Granger
fissava attentamente la sua immagine tentando di trasformarsi.
Diventare Animagus era una cosa che le premeva molto, stranamente,
più che imparare a difendersi o altro.
L'idea di andare a spasso con il corpo di un animale la incuriosiva
molto, così passava in quella stanza la maggior parte del
suo
tempo.
Quel giorno per lei era molto complicato concentrarsi.
Aveva detto agli amici che sarebbe andata nell'aula di Trasfigurazione
per un po', e loro avevano insistito fino allo sfinimento per
accompagnarla.
Col risultato che ora urlavano come selvaggi mentre combattevano,
facendole scoppiare la testa nello sforzo di ignorarli.
Si era fatta violenza più e più volte pur di non
andare
da loro e massacrarli di botte, riuscendo sempre a calmarsi, ma quando
il lampo rosso di uno Stupeficium le passò fischiando
accanto a
un orecchio scompigliandole i ricci, perse definitivamente la pazienza.
Contò fino a tre, poi si girò e si diresse a
passo di carica verso quei due mentecatti.
-Expelliarmus- ruggì.
Le bacchette dei due Grifondoro volarono nella sua mano tesa.
Quindi li sospinse verso le sedie, e con una fattura li legò
e
li imbavagliò, lasciandoli soli a lanciarsi occhiate
angosciate
a vicenda.
Con uno sbuffo tornò agli specchi.
Quel silenzio che aveva tanto bramato, però, ora le sembrava
un compagno alquanto insidioso.
Senza rumori o grida, la sua mente prendeva sempre e solo una
direzione...
Draco.
L'aveva visto soffrire quel giorno.
Era stato male giusto un paio di minuti prima di riprendersi...ma quei
due minuti in cui era rimasta ad osservarlo impotente erano stati i
più lunghi della sua vita.
Non aveva nemmeno avuto il tempo di chiedergli cosa era successo,
perchè lui aveva subito alzato le difese.
Come se essersi esposto così tanto fosse stato un errore
madornale.
Ma lei lo capiva.
I Grifondoro sono famosi per essere orgogliosi, istintivi,
coraggiosi e testardi.
Esattamente come era Hermione.
Grifondoro fino al midollo.
I Serpeverde d'altro canto erano famosi per essere vanitosi,
passionali, alteri e calcolatori.
Esattamente come era Draco.
Serpeverde fino all'anima.
Ma oro e argento possono
fondersi?
Dall'altra parte del castello, intanto Malfoy passeggiava
con
aria scazzata, senza una direzione precisa, ma con l'intenzione di
rimanere un po' da solo.
Gira che ti gira, finì alla Torre di Astronomia.
Si sporse un po' dai bastioni, percorrendo con lo sguardo tutto il
prato di Hogwarts, superando i monti e le colline che incorniciavano la
scuola, tentando di spingere i suoi occhi più lontano
possibile.
Ma, come sempre, c'è un limite alle possibilità
dell'uomo.
Un colpo di tosse alla sua destra gli rivelò di non essere
solo.
Il fumo chiaro di una sigaretta copriva l'uomo che se ne stava
appollaiato su un muretto.
-Chi sei?- chiese Draco con voce ferma.
-Sebastian.- rispose semplicemente l'altro.
Allora il Serpeverde, comprendendo che non c'erano presenza nemiche si
avvicinò.
Se quella del nome era una balla, poteva sempre spingere lo sconosciuto
di sotto, pensò con un ghigno.
Qualche metro più avanti però, riconobbe quegli
inconfondibili capelli d'ebano e quegli occhi glaciali.
Era proprio Anderson.
Il suo insegnante gli offrì una sigaretta.
Malfoy alzò un sopracciglio, ma l'accetto comunque.
Se la mise in bocca e tirò tre o quattro rapide boccate, poi
si
voltò quando sentì l'insistente sguardo di Seb
fissò su di sè.
Cazzo.
Lo stava proprio squadrando.
E Draco odiava chi lo fissava come per cercare qualcosa.
Qualcosa che tanto poi non avrebbe trovato.
-Va meglio?- chiese infine l'Auror con voce piatta.
Malfoy capì che non era il caso di fare giochetti con lui,
del
tipo fingere di non capire di cosa stesse parlando, così si
limitò ad annuire, lo sguardo sempre perso nel vuoto.
-Non volevo intromettermi nei tuoi ricordi Draco, sappilo, ma era
inevitabile.-
Finalmente il biondino lo guardò.
Gli occhi erano come il metallo colato.
Non rispose nemmeno, limitandosi a fargli capire con uno sguardo che
non voleva parlarne.
Seb però non mollò l'osso.
Era un ex-Serpeverde anche lui in fondo.
Andava sempre fino in fondo, se voleva qualcosa.
Fu con estrema fatica, però, che affrontò il
discorso.
-Non ti sto chiedendo di confidarti con me, anche perchè non
sono una di quelle anime candide che portano sulla retta via -
cominciò buttando fuori il fumo - Ma sono passato anch'io da
una
situazione come la tua, e so cosa si prova.-
-Tu sì forse - Malfoy finalmente si decise ad aprire bocca -
ma
gli altri no. Sono stufo di avere intorno gente che giudica, che crede
di conoscere me e quello che mi succede. La vita è mia. E
conosco mio padre. Non mollerà finchè non
sarò
morto. O un Mangiamorte. Non c'è speranza per quelli come
me.-
-Cazzate..-
-Anche tu come la mezzosangue. Stramaledetti sognatori del cazzo che
non siete altro.- ringhiò Draco con voce glaciale.
-Mi dispiace, ma qui do ragione ad Hermione. E' troppo comodo pensare
di non avere vie d'uscita solo perchè non si ha voglia di
alzare
il culo e combattere...- soffiò Anderson.
-Oh ma insomma? Vi siete messi d'accordo per rendermi la vita un
Inferno? Piantatela!-
-Possibile che non capisci?- fece il moro con la sua voce pacata ma
dura - Mi sembra di essere tornato indietro negli anni. Salvati. Sei
ancora in tempo. Ho visto come guardi la Granger. Non la deludere
comportandoti come un vigliacco.-
Malfoy non trovò il coraggio di guardarlo in faccia.
Tirare in ballo quello che provava per Hermione era stato un colpo
basso.
-Tu come hai fatto?- si sforzò di chiedere sottovoce.
-Grazie all'aiuto dei miei amici...e all'amore di una donna- aggiunse
l'Auror.
Draco potè giurare di vedere i suoi occhi velarsi, ma solo
per un istante.
-E i tuoi?- insistette il biondo - ricordo che venivate spesso da noi
quando ero piccolo. E conoscendoli non devono aver mollato
così
facilmente la presa su di te.-
-Beh, ammetto che avere uno squadrone di Auror alle spalle pronti a
fare la pelle a chiunque ti si avvicini, aiuta - ammise con un sorriso
Sebastian - Quando sono diventato anch'io Auror, andando contro tutto
quello che mi hanno insegnato, non potendomi riprendere con loro con la
forza, hanno tentato in molti altri modi. Soprattutto mia madre, che mi
rivoleva semplicemente al suo fianco. A lei non è mai
importato
cosa avrei fatto della mia vita. Ma nonostante questo non è
mai
andata contro gli psicotici ideali di mio padre.-
Malfoy annuì debolmente.
La situazione familiare di Seb gli ricordava molto la sua.
-E quindi? Cos'hanno fatto per convincerti a tornare?- chiese
incuriosito.
-Mi hanno promesso onori, gloria, soldi. Ma vedi Draco, non
sempre
tutto è facile come sembra. Loro si sono comportati come se
ogni
uomo avesse un prezzo. A essere sincero anch'io la pensavo come loro, e
in parte lo penso tutt'ora. C'è un prezzo per tutto.
Semplicemente, i miei genitori non sono riusciti a capire il mio.-
Subito dopo, Anderson spense la sigaretta e si alzò.
Un attimo prima di arrivare alle scale che portavano giù
dalla
Torre però si voltò nuovamente verso il ragazzo.
-Tira fuori le palle e affronta tuo padre. Fai della tua vita quello
che vuoi. E lotta per quello che vuoi diventare e per le persone a cui
tieni-
E senza aggiungere altro, sparì oltre la porta, lasciandosi
alle spalle un Serpeverde sempre più confuso.
Se Draco in quel momento avesse guardato giù dai bastioni,
verso
il parco, avrebbe di certo notato una figura snella passeggiare sul
prato spazzato dal vento.
Alice Catherine Parker camminava solitaria nel buio.
Per l'ennesima volta era fuggita appena qualcuno aveva osato entrare
nell'argomento Chris.
Strano che tutti facessero domande al riguardo meno il diretto
interessato.
Ma da una parte era meglio così.
Lei vigliaccamente non sarebbe stata certo in grado di reggere quello
sguardo verde che la fissava ferito e arrabbiato.
Riusciva ancora a scorgere quell'odio nei suoi occhi...
Lo stesso odio che aveva visto quando gli aveva detto che se ne sarebbe
andata, cinque anni prima, l'ultimo giorno di scuola.
Non l'avrebbe mai perdonata, mai.
Ma nonostante questo lei non l'avrebbe dimenticato.
Neanche tra un migliaio di anni, nemmeno con un altro uomo al suo
fianco.
Nessuno avrebbe mai potuto prendere il posto di Chris.
Con questo triste pensiero a scaldarle il cuore, si strinse addosso il
mantello, rabbrividendo.
-Alice, fermati.-
La ragazza si bloccò.
Conosceva quella voce.
Christopher.
La Parker ghiacciò. Lui da quando lei si era fatta viva non
aveva mai fatto niente per tentare di rimanere soli e parlare.
Che voleva ora?
Lentamente Alice si voltò.
-Stai scappando di nuovo?- frecciò l'Auror.
Lei chinò la testa. Se l'era aspettato.
Mason non era uno che si faceva piegare e stava troppo tempo senza
reagire.
Senza aprire bocca la ragazza fece segno di no con la testa.
-Credo che sia ora che parliamo, noi due. Sono stufo di questa
situazione. Stufo che non stai nemmeno in una stanza se ci sono io.
Devi finirla di fuggire da me.-
-Io non fuggo da te...- sibilò Alice, un lampo di fierezza
negli occhi azzurri.
-Ah no?- sbuffò sarcasticamente Chris - dal tuo
comportamento non si direbbe-
-Beh ti sbagli. E da cosa dovrei fuggire poi? Da una storia vecchia
cinque anni con uno che nemmeno si è dato la briga di
cercarmi
quando sono sparita? Uno che appena gli ho detto che sarei partita mi
ha ricoperto di insulti invece di starmi vicino?-
Colpito e affondato.
Il ragazzo strinse i pugni e i denti.
Gira che rigira arrivavano a loro due.
A quello che erano stati.
A quello che non sarebbero potuti più essere.
-Facile dare la colpa a me Alice. Mi hai distrutto andandotene. Chiedi
a Seb, chiedi a tuo fratello!-
La ragazza lo fissò, gli occhi affilati come lame.
-E' stato tanto tempo fa- sussurrò - non ha senso rivangare
un passato che non tornerà.-
Il cuore di Christopher si lacerò in mille pezzi a quelle
parole.
Un passato che non
tornerà.
Se solo lei avesse saputo cosa aveva passato lui.
Quante notti l'aveva sognata nel suo letto, al suo fianco.
Quanti giorni aveva pianto al ricordo del suo profumo, della sua
risata, della sua presenza.
Quanto gli era costato buttarsi negli studi per diventare Auror
fingendo che lei non fosse ogni minuto nella sua testa, cercando di non
pensare che da qualche parte lei stava calpestando il suo stesso suolo,
fissando il suo stesso cielo.
E ora era tornata...
In quel momento era lì, davanti a lui, coi lunghi capelli
che frusciavano nel vento.
E le lacrime che si facevano strada nel suo sguardo duro come la pietra.
Aveva sbagliato tutto con lei.
Aveva cercato di obbligarla a stare con lui, quando sapeva che soffriva
e non riusciva più a stare in piedi senza crollare.
Ma l'amava così tanto.
Tanto da metterla in gabbia.
Tanto da odiarla quando lei aveva cercato di liberarsi.
La Parker lo guardò, con l'anima che le bruciava
dolorosamente.
Era lì, col capo chino, sconfitto.
Cosa avrebbe dato pur di riaverlo un solo istante.
Lui era tutta la sua vita.
Aveva sempre vissuto per lui.
E, malgrado attribuisse a Chris tutte le colpe, si malediva ogni giorno
per quello che aveva fatto.
Doveva restare al suo fianco, amarlo come meritava.
Come avrebbe voluto fare per il resto dei suoi giorni.
Ma era tardi. Tardi per lei. Tardi per lui. Tardi per loro.
Si girò e riprese a camminare, singhiozzando convulsamente e
cercando di non farsi sentire.
-Come puoi voltare le spalle a noi due in questo modo? Ho vissuto per
te in questi anni, aggrappato a forza alla speranza che un giorno
bussassi alla mia porta. Ti amo da quando ero un ragazzino...-
Alice si fermò bruscamente, e lo fissò con gli
occhi dilatati.
Aveva notato il verbo da lui usato.
Ti amo, non
ti amavo.
Possibile che lui provasse ancora qualcosa?
-C-Chris- balbettò, il pianto nella voce.
-No...io non ti riconosco più Alice. Dov'è finita
quella
ragazza per cui ho perso la testa tanto tempo fa? Sei diventata la
brutta copia di te stessa. Non sai più amare, non sai
più
sperare.
Non sai più essere felice. Io rivoglio la persona che
conoscevo.
Quella che lottava per i suoi ideali, quella che si metteva a ballare
sotto la pioggia....e quella che mi ha dato questa...-
E sotto lo sguardo esterrefatto della ragazza, Mason le
lanciò un oggetto riluccicante.
La Parker lo prese al volo, e come lo riconobbe si portò una
mano alla bocca, emozionata.
Una medaglietta dorata con sopra il blasone del casato dei Parker.
Ricordava benissimo quel giorno.
Ancora non si erano dichiarati i loro sentimenti.
Era una giornata assolata di fine maggio, durante il loro sesto anno.
Stavano parlando, seduti vicini, e lei ad un certo punto gli aveva
preso una mano e senza dire nulla gli ci aveva deposto la medaglietta.
Alle richieste di spiegazioni del ragazzo lei aveva alzato le spalle,
dicendo semplicemente -Voglio che la tenga tu-
E lui la conservava
ancora...
Con un fruscio intuì che Christopher si stava
avvicinando.
Il suo povero cuore non avrebbe retto a sentire nuovamente il suo fiato
così vicino, il suo battito accanto a lei, il suo odore
nell'aria.
Lo osservò senza muovere un muscolo, senza riuscire a
muovere un solo passo.
Quando fu a due passi da lei, Mason alzò un braccio, come
per toccarla.
Ma a metà strada sembrò
rinunciare...Lasciò cadere il braccio, che ricadde molle
lungo il suo fianco.
Abbassò gli occhi.
-E' inutile - sussurrò - avrei dovuto combattere per averti
quando era il momento. Ma non ne sono stato capace. Ero troppo occupato
a gestire la mia vita e quello che mi capitava per accorgermi della
cosa preziosa che avevo tra le mani. E la barriera d'odio che si
è radicata in me dopo che te ne sei andata mi ha impedito di
cercarti o scriverti in questi anni. Perdonami....-
E sull'ultima parola, che Alice non era nemmeno sicura che avesse detto
veramente, si girò alzando il mantello e proseguì
verso
il castello.
La Parker rimase lì, con la medaglietta in mano.
Crollò in ginocchio sul prato bagnato, tenendosi le mani al
petto.
Non aveva pianto tanto nemmeno per la morte di suo padre e sua madre.
Ma Chris in fondo era sempre stato il suo punto debole...
-Hai parlato con Sebastian?- la voce della Granger era incredula.
Lei aveva visto l'insegnante di Occlumanzia dannatamente
irraggiungibile e schivo.
E quello che Draco le aveva detto poco prima, dopo che lei aveva
insistito due ore perchè le dicesse cosa c'era che non
andava,
le sembrava alquanto strano.
Naturalmente Malfoy non si era scucito molto sull'argomento del
discorso, limitandosi a bofonchiare che Anderson "gli aveva dato
qualche consiglio".
Conoscendo la riservatezza del biondo, Hermione aveva tentato di non
sembrare troppo incuriosita, anche se in realtà la voglia di
sapere cosa si erano detti la stava divorando.
Ma si trattenne.
Si alzò dalla panchina in parco su cui era seduta e
andò vicino al ragazzo, silenziosamente e ad occhi
bassi.
Lui vide il
cambio di
espressione di lei, e le sollevò il viso mettendole due dita
sotto il mento, costringendola a guardarlo, scrutando i suoi begli
occhi dorati per capire cos'avesse.
-Che c'è?- sussurrò.
-Niente- borbottò la ragazza con poca convinzione.
Il Serpeverde alzò un sopracciglio, non credendo nemmeno per
un minuto alle parole di Hermione.
-Mezzosangue è inutile...non sai mentire.-
La Granger sospirò.
-Sono preoccupata per te- ammise.
Draco improvvisamente guardò da un'altra parte.
-Non ce n'è bisogno. Me la so cavare. E comunque
accadrà quello che deve succedere.- sibilò.
Riecco quel muro...
-E se non credessero alle tue parole quando tornerai a casa? E se ti
marchiassero appena arriverai senza darti possibilità di
fuga?-
Malfoy fece segno di no con la testa.
-Impossibile- disse con voce piatta - Per allora riuscirò a
tenere nascosti i miei pensieri. Ad ogni modo tu stanne fuori...-
Hermione trattenne il respiro. Possibile che si preoccupasse per lei?
Scosse la testa. Dio...Non doveva farsi incantare dai suoi ormoni
repressi che cercavano disperatamente l'attenzione di quel viscido
serpente.
-Certo Draco...ne starò fuori. D'altronde una mezzosangue
non è adatta a stare vicino al nobile erede dei Malfoy.-
Il biondo schioccò la lingua con disappunto.
-Non intendevo questo. Non sparare cazzate mezzosangue!-
La ragazza, vagamente offesa, incrociò le braccia,
voltandosi dall'altra parte.
Non avendo voglia di litigare, e soprattutto notando l'attillata
camicetta che Hermione indossava, quel porco di Draco
abbassò i
toni.
-Vedrai che andrà tutto bene- le disse più
dolcemente, accostandosi a lei.
In quel momento una vera e propria mandria di Corvonero
passò urlando vicino ai due ragazzi.
Due ragazzi e una ragazza notarono Hermione e si avvicinarono.
-Ehi Herm come stai?-
Jayden McBride , Carter Reed e la sua inseparabile ragazza Bridget
Spencer, che però era una Tassorosso la salutarono
cordialmente.
La ragazza rispose con un sorriso.
Li conosceva piuttosto bene, dato che frequentavano insieme le lezioni
di Aritmanzia.
-Tutto bene grazie ragazzi.-
-Scusate, abbiamo interrotto qualcosa?- disse Bridget preoccupata.
-Ma no, niente di importante- rispose la Granger lanciando un'occhiata
ammonitrice a Malfoy, che stava già aprendo bocca per dire
la
sua.
-Beh, senza rubarti altro tempo- intervenne Jayden capendo che aria
tirava- hai già un cavaliere per il Ballo?-
Alla parola "Ballo" un certo biondino alzò le antenne.
Cazzo.
Come si permetteva quell'idiota di McBride di invitare la sua
mezzosangue al Ballo?
Lui si immaginava che sarebbe andata con qualche stupido Grifondoro,
tipo Paciock o Finnigan...
E invece, qualcuno che stava un pelino più in alto aveva
deciso di metterci lo zampino.
Intanto Hermione aveva già scosso la testa, scoccandogli
un'occhiata compiaciuta e un po' di sfida.
-Ottimo- esultò il Corvonero- ti andrebbe di venirci con me
allora?-
-Certo Jay, molto volentieri!- rispose educatamente la ragazza.
-Perfetto. Allora ci troviamo alle otto nel Salone d'Ingresso.-
E detto questo, facendo un cenno di saluto anche a Draco, che rispose
alzando pigramente una mano, se ne andò trascinandosi dietro
gli
amici.
Fortuna sua. Era partito così rapidamente che Malfoy non
aveva avuto il tempo di mettergli le mani al collo.
Oh...ma appena gli fosse
capitato a tiro...
-E così vai con al Ballo con McBride?-
borbottò con finto disinteresse.
-A quanto pare- rispose Hermione.
-Beh, dovresti esserne contenta. E' il rampollo di una grande dinastia
di Purosangue.-
Infatti Jay, insieme alla sorella Rosalie, che frequentava il quarto
anno lì a Hogwarts, era l'assoluto erede di Johnathan
McBride,
ricchissimo mago che poteva vantarsi di possedere tanti terreni quanti
la famiglia Malfoy, se non di più. Suo padre
però, un
grande benefattore a quanto si diceva, anche se non urlava come Lucius
ai quattro venti quanto fosse fondamentale la purezza del sangue era un
tantino fissato con il buon nome della famiglia e col preservare la
loro nobile dinastia, pur non essendo un Mangiamorte.
-Dovresti sapere, Malfoy, che non mi importa di questo.-
soffiò
con freddezza la ragazza- Almeno con lui passerò una serata
piacevole.-
Ignorò volutamente gli occhi di Draco, che lampeggiavano
minacciosi.
-Ora vado- annunciò- Harry e Ron mi aspettano. Spero che ti
divertirai al Ballo con la tua dama Purosangue.-
E senza aggiungere altro gli diede le spalle e corse verso il castello.
Draco era sconvolto.
Ma che le era preso?
Non avevano mai parlato di andare al Ballo insieme...Sarebbe stato come
ufficializzare il loro legame.
Eppure lo tormentava l'idea che quella sera lei avrebbe ballato con un
altro...
Ed anche questo
capitolo è terminato! Ho notato con piacere che sono
aumentate sia le persone che recensiscono, sia coloro che hanno messo
la fiction tra i preferiti! Ne sono contentissima!
Ora passiamo ai singoli ringraziamenti:
whateverhappened:
Spero che con questo capitolo tu abbia avuto la possibilità
di conoscere un pochino di più il tuo adorato Sebastian, che
come vedi si sta dando molto daffare per aiutare Draco. Inoltre
c'è anche la scena di Chris ed Alice che credo abbia almeno
iniziato a svelare qualcosa sul loro pasato..Dimmi che ne pensi!
Hollina:Eh
si Draco è perseguitato dai fantasmi del suo passato!
Fantasmi che ben presto dovrà affrontare!
pei_chan:
Matt è un po' il mattacchione del gruppo, come avrai
intuito! Harry invece a quanto pare quando è nervoso fuma=)
Ma tranquilla non è un fumatore accanitoXD
Chiedo umilmente perdono per non aver ancora fatto trasformare nessuno,
ma tra pochissimo uno dei ragazzi diverrà Animagus! Resisti
ancora un pochino! Baci
Lyla_sly:
Che belle cose che mi hai scritto! Mi hanno fatto davvero molto
piacere! Ti ringrazio moltissimo. Spero che anche questo capitolo ti
sia piaciuto e che mi dirai che ne pensi!
Keyra Malfoy: Cara
Fulvia, col tempo a tutte le tue curiosità verrà
data una risposta. Sono molto felice che la mia storia di piaccia, e
spero che continuerai a seguirla!
ladyherm: Grazie
per i complimenti, tra pochissimo saprai in che Animagus si
trasformeranno i ragazzi! Dimmi cosa te ne pare di questo capitolo!
Smemo92: Ti
ringrazio per il commento, in questo capitolo hai avuto qualche
delucidazione sul passato degli Auror, ma col tempo ogni cosa
verrà rivelata! Mi auguro che continuerai a seguirmi!
bubina91: Sono
contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Come vedi Harry è
sano e salvo! Almeno per ora...Baci!
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Capitolo 21 *** Capitolo 21 ***
Il sabato
successivo
si riversò su Hogsmeade un branco di ragazzi che si
infilarono
nei negozi alla ricerca di abiti, accessori, regali per le loro dame e
via dicendo.
Hermione, che non vedeva Draco da un paio di giorni, lo
cercò tra la folla.
Camminando accanto a Lavanda, Calì e Ginny,
risalì la via
principale, diretta all'Emporio del Vestito, una filiale della Madama
McClan di Diagon Alley.
Era quasi arrivata quando, voltandosi a sinistra, vide il bel
Serpeverde passeggiare con Blaise e la Parkinson. Quando lui si
girò verso di lei però, girò stizzita
il capo
dall'altra parte.
Ce l'aveva ancora con lui per quelle insinuazioni su Jayden,
così nei
due giorni precedenti aveva fatto di tutto per evitarlo e non vederlo.
Ad ogni modo anche Malfoy continuò a camminare, senza
provare nemmeno a raggiungerla.
Evidentemente non aveva voglia di farsi notare in mezzo a tutti.
Infilandosi dentro al negozio la ragazza venne colpita dal forte odore
d'incenso che vi stagnava.
Odiava fare compere. Cercò di sbrigarsela più in
fretta
possibile, e prese a caso uno dei tanti vestiti per cui Calì
aveva urlato tutte le vocali per dirle quanto stava bene.
Non si sentiva molto di compagnia quel giorno, e in più
tirava
un vento pazzesco, così si diresse rapidamente verso la
scuola,
lasciando le tre ragazze a finire le loro compere.
Appena arrivò al suo dormitorio attaccò il
vestito nell'armadio, quindi si buttò sul letto.
Non aveva nessuna voglia di andare al Ballo e vedere Draco con un'altra
avvinghiata a lui.
Per fortuna che Jay le aveva chiesto di accompagnarlo.
Almeno avrebbe evitato di farsi vedere con un idiota che ci avrebbe
provato spudoratamente con lei. Inoltre, pensò con un
sorriso,
McBride era conteso da tutte le ragazze di Hogwarts. Era veramente
molto bello e soprattutto intelligente. Insomma, uno con cui si poteva
parlare senza dover per forza arrivare alle sue precedenti conquiste o
al Quidditch.
Eppure, nonostante fosse onorata di andare alla festa con Jayden, non
poteva fare a meno di rivedere ogni istante gli occhi grigi di Malfoy
che la guardavano quasi con rabbia...o gelosia?
-Ehi Herm muoviti! sono già le sei!-
Dopo aver quasi scardinato la porta della stanza, Lavanda
entrò
come un tornado, brandendo trucchi e spazzole, e si diresse come una
furia verso Hermione.
La Brown aveva indossato già il corto abitino rosso sangue
che
si era comprata dopo mille tentennamenti, e aveva i capelli stretti in
mille bigodini.
Ignorando le proteste dell'amica, fece alzare a forza la Granger dal
letto, e la spedì a farsi una doccia.
Quando uscì dal bagno,la ragazza trovò sul suo
letto anche Calì.
-Ehi ma che succede qui?- borbottò ravviandosi i capelli.
-Ci prepariamo...tutte insieme!- fece la Patil con tono gioioso.
Hermione sbuffò. Odiava sottostare alle loro torture, ma con
un
espressione rassegnata consegnò i propri capelli in mano a
Lavanda e il viso in mano a Calì perchè la
truccasse,
pregando tra sè e sè che quel supplizio durasse
il meno
possibile.
-Possibile che le ragazze siano sempre in ritardo?-
bofonchiò Ron in Sala Comune.
Anche Harry guardò distrattamente l'orologio, bestemmiando
sottovoce contro chi aveva sicuramente passato tutto il pomeriggio
davanti allo specchio e non riusciva comunque ad arrivare puntuale.
Lui aveva appuntamento con Selene Noley, una studentessa di Corvonero
davvero molto carina che gli aveva chiesto di accompagnarla, nel Salone
d'Ingresso.
Finalmente, un rumore di tacchi lungo le scale segnalò che
le ragazze erano pronte.
Per prima scese Ginny, stretta in un meraviglioso vestito verde, poi
Lavanda e Calì, e infine Hermione.
Quando si avvicinò ad Harry e Ron per salutarli, i due quasi
si slogarono la mascella.
Era davvero bellissima.
Avvolta in uno splendido abito blu notte, senza spalline, lungo fino ai
piedi e con un raffinato spacco sulla coscia, era una vera dea.
I capelli castani erano raccolti in parte sulla nuca, e alcuni boccoli
le scivolavano lungo la schiena nuda.
Tutti insieme si incamminarono verso la Sala Grande, dove si sarebbe
tenuto il Ballo.
Nel Salone d'Ingresso Harry incontrò Selene, che gli si
attaccò felice al braccio, mentre la Granger si diresse da
Jay,
che la aspettava accanto al portone.
-Sei bellissima- le sussurrò dopo averle
consegnato una rosa meravigliosa.
Lei sorrise arrossendo. Anche lui stava benissimo e glielo disse.
McBride le porse cavallerescamente il braccio, ed insieme entrarono,
suscitando gli sguardi ammirati ed invidiosi di mezza scuola.
La Sala Grande era magnifica. Grosse stalattiti di ghiaccio pendevano
dal soffitto incantato, e torce scoppiettanti erano disposte qua e
là per la stanza.
Alcune coppie già ballavano, ma gran parte della scolaresca
era
seduta sugli enormi divani dei colori delle case disposti agli angoli
della Sala.
Immediatamente si diressero al tavolo delle bevande, dove
già
stavano complottando Dean e Seamus, probabilmente nel tentativo di
aggiungere alcool alle bibite.
Appena Hermione prese il primo bicchiere di Succo di Zucca fece il suo
ingresso il corteo di Serpeverde.
In testa Blaise e Draco, il primo in compagnia di una Serpeverde del
quinto, il secondo con a fianco Daphne Greengrass.
Di nobile famiglia Purosangue, era probabilmente la ragazza
più elegante e bella di quel covo di serpi.
I gelidi occhi verde chiaro sondavano la sala, mentre con una mano si
attaccava al braccio di Malfoy e con l'altro si teneva su un vestito
nero dotato di un profondo scollo.
La Granger distolse lo sguardo. Vederla con Draco le faceva del male.
-Balliamo?-
La ragazza accolse la richiesta di Jayden, e si fecero strada sulla
pista, dove molti stavano ballando un lento.
Parlarono del più e del meno. McBride era davvero molto
simpatico, e lei rise divertita diverse volte.
Guardando di sfuggita negli angoli della Sala, notò Draco
seduto accanto a Nott.
Non era il tipo che portava la sua dama a ballare, lo sapeva bene.
La riteneva una cosa frivola, e odiava i posti pieni di gente.
Mentre la musica finiva, Harry si avvicinò ad Hermione per
chiederle un Ballo.
Jay le fece segno di non preoccuparsi e iniziò a ballare con
una sua compagna di Casa.
Abbracciata a Potter la ragazza potè finalmente smettere di
fingere di essere allegra e spensierata.
Lui le accarezzò delicatamente la schiena, per consolarla,
continuando a danzare.
La strega avvertiva sulla sua pelle lo sguardo gelido di Draco. Sapeva
che la osservava, ma nonostante questo non si voltò mai per
incontrare i suoi occhi.
Non sarebbe riuscita a sopportare quegli occhi argentei fissi nei suoi,
che la fissavano muti e glaciali.
No, non ci sarebbe cascata. Alzò la testa e sorrise ad
Harry, che la guardò rincuorato.
Quando anche quel ballo si concluse, il Bambino Sopravvissuto le
stampò un bacio sulla fronte e se ne andò, dopo
averle
ripetuto che quella sera era una favola.
Non vedendo McBride nei paraggi, Hermione uscì sulla
terrazza e
si appoggiò con i gomiti al muretto che la separava dal
giardino.
Rabbrividì avvertendo il freddo sulla sua pelle, ma non fece
in
tempo a rendersene conto che qualcuno le posò una giacca
scura
sulle spalle.
Si voltò, e incontrò il viso diafano di Draco,
accanto a lei.
Si appoggiò con i fianchi contro il muro e la
guardò.
-Sei stupenda stasera.- le disse sottovoce.
-Grazie- rispose la ragazza lapidaria.
-Mi d-dispiace per l'altro giorno. Non avevo intenzione di dirti quelle
cose.- sussurrò con enorme fatica.
-Capisco. Ma nonostante questo pensi che io sia inferiore a te, essendo
una mezzosangue- sibilò la Granger con aria di sfida.
-Non ho mai fatto mistero delle mie idee sui Purosangue. Ti ho chiesto
scusa no? Ora non farmi la predica- sbottò Malfoy,
già
stufo di strisciarle ai piedi.
Hermione alzò le spalle, senza degnarlo di un'occhiata.
Lui le si mise dietro, stringendole i fianchi.
-Hermione- le disse in un orecchio - sai come sono fatto. Ma ora
nonostante questo sono qui, con te...Conterà pur qualcosa
no?-
Lei si voltò, sorridendo finalmente e gli cinse il collo con
le braccia, iniziando a baciarlo leggermente sulle labbra.
Maledettissimo Serpeverde.
Possibile che bastassero due parole gentili per farla cadere ai suoi
piedi in quel modo?
L'attrazione che c'era tra quei due corpi vicini era percepibile, quasi
palpabile.
Dopo due giorni passati senza vedersi, nei loro gesti traspariva una
certa urgenza di stare insieme, vicini, di toccarsi.
-Draco...aspetta..- sussurrò infine la Granger senza troppa
convinzione, staccandosi.
-Mezzosangue, se davvero non ti va io mi fermo. Ma devi guardarmi negli
occhi e dirmi che non mi vuoi-
La ragazza per tutta risposta lo baciò con passione.
E al diavolo tutto.
Voleva viversi quella storia fino in fondo, anche se fosse finita
l'indomani.
Perchè Hermione Granger era così.
Succhiava la vita fino in fondo, senza lasciarne nemmeno le briciole.
Amava intensamente, senza remore, a costo di dissanguarsi dal dolore se
finiva male.
E poi ora Draco era lì.
E voleva lei.
La strada da lì al dormitorio di Serpeverde fu brevissima.
I due ragazzi la percorsero stretti l'una all'altro, quasi senza
smettere di baciarsi.
Arrivati nella camera di Draco si stesero sul letto, stringendosi,
cercandosi, per una volta senza interrompere ciò che avevano
a
lungo desiderato entrambi.
Malfoy sentì il sangue pulsargli nelle vene come mai prima,
quando le tolse il vestito con un movimento denso e fluido.
La ragazza gli sfilò la camicia, quindi si
aggrappò al
suo torace, come se temesse che lui le sfuggisse dalle mani da un
momento all'altro.
Con un colpo di bacchetta, il Serpeverde spense la luce, quindi si
lasciò spogliare dalle mani veloci della Granger.
Si amarono tutta la notte, appassionatamente e disperatamente,
rincorrendo quel piacere che finora avevano solo sognato.
Osservando Hermione muoversi delicatamente sotto di lui, le mani
intrecciate nelle sue, il biondo capì che non c'era
nessun'altra
che agognasse tanto.
Adorava tutto di lei, il suo respiro caldo contro il suo collo, i suoi
capelli sparsi a ventaglio sul cuscino, i suoi occhi...
Ah...i suoi occhi!
Quei
meravigliosi occhi d'oro che peccavano d'orgoglio, spalancati quando
lei sussurrava piano il suo nome.
Si perse in lei, scoprendo quanto fosse bello fare l'amore.
Nessuna prima di
lei....e nessuna dopo.
Almeno non in quel modo.
Non con delicatezza, appagamento, passione, dolcezza.
Prima era stato sempre e solo sesso.
Ora c'era Hermione.
Pelle contro pelle, cuore contro cuore si toccarono e
annegarono in loro stessi.
Labbra, braccia, mani, occhi incatenati.
Le accarezzò una guancia prima di abbandonarsi su di lei,
facendo al contempo forza su un gomito per non pesarle troppo.
La ragazza gli toccò i capelli, poi lo baciò.
Un bacio che sapeva di loro, insieme. Un bacio gelido e rovente, stanco
e passionale.
Draco si sdraiò accanto a lei, e si addormentò
tenendola stretta tra le sue braccia.
Mentre Malfoy e la Granger si davano alla pazza gioia in dormitorio, in
Sala Grande continuavano i festeggiamenti.
Alle undici il primo, il secondo e il terzo anno avevano il coprifuoco,
quindi tornarono mugugnanti nei dormitori, e fu più o meno a
quell'ora che iniziò la vera festa.
Chris, Seb e Matthew arrivarono ridacchiando perfidamente, stupendi nei
loro completi da sera, facendo voltare al loro passaggio tutta la fauna
femminile di Hogwarts.
I tre si diressero verso la tavola dei Professori, dove stavano Piton e
la McGranitt, per controllare che gli studenti non facessero
troppo i bagordi.
Harry, dal tavolo delle bevande, notò gli Auror scambiare
qualche parola con gli insegnanti, poi questi ultimi lasciare la Sala.
Un sottofondo di grida di giubilo sommesse riempì l'ambiente.
Tutti gli studenti non aspettavano altro che i Professori sloggiassero
per aprire gli alcolici e fare un po' di casino.
Mason vide il moretto che si sbracciava e si diresse verso di lui,
lasciando quei due pervertiti di Anderson e Matt a rifarsi gli occhi
sulle gambe delle studentesse del settimo anno.
-Chris!- lo salutò Potter - che ci fai qui?-
-Ricordando com'erano i balli quando ero qui io, ho pensato di venirvi
a salvare convincendo i prof ad andarsene a dormire, promettendo che
avremmo vigilato noi-
Un ghigno malefico aleggiò sul suo volto perfetto.
-Quindi- annunciò a voce più alta - alcool a
fiumi!-
Urla soddisfatte rimbombarono per la stanza, inneggiando a quei tre
sconosciuti che avevano cacciato i Professori.
Subito dopo però, ci fu un silenzio quasi tombale, mentre
tutti i maschi si giravano verso il portone.
Una ragazza di ventitrè anni era entrata, senza far caso
alle occhiate bavose dei ragazzi.
Alice era uno spettacolo. I capelli scuri erano arricciati ed erano
adagiati morbidamente sulle spalle.
Indossava un vestito azzurro chiaro, che riprendeva la
tonalità dei suoi occhi.
Camminò leggiadra fino a raggiungere gli amici, strizzando
l'occhio a Blaise e Ron, che si erano fermati con i bicchieri a
mezz'aria.
-Allora ragazzi - iniziò guardandosi intorno -
com'è la festa?-
-Un po' un mortorio per il momento.- le rispose suo fratello - Aly, sai
una cosa? Se non fossi mia sorella un pensierino su di te ce lo farei!-
La Parker, per tutta risposta gli fece un occhio nero, poi si
voltò verso Sebastian, il quale dopo essersi ripreso le
disse
che stava divinamente.
Lo sguardo della ragazza vagò per un po' nella confusione
della Sala, per vedere dove si era cacciato Christopher.
-Cerchi qualcuno?- una voce bassa le giunse da dietro le spalle.
Si voltò con un tuffo al cuore.
Mason era di fronte a lei, bello come un dio.
Bello e irraggiungibile.
Come era sempre stato ai suoi occhi.
Elegantemente le porse la mano.
-Mi concede questo ballo signorina?- le chiese sorridendo.
Alice accettò senza pensare, pentendosi un istante dopo,
quando
si ritrovò al centro della Sala a volteggiare tra le braccia
di
Chris.
Quella volta non avrebbe retto...sentirlo così vicino a lei
la distruggeva.
-Sembra di essere tornati indietro nel tempo...-
La Parker annuì, ricordando il ballo finale per il loro
settimo anno.
Lei, ancora ragazzina, che si stringeva al suo cavaliere.
Quel cavaliere che ancora oggi le faceva battere il cuore.
L'Auror le fece fare una giravolta, e in men che non si dica si
ritrovarono a parlare delle loro vecchie esperienze a scuola, degli
scherzi fatti insieme a Sebastian, dei loro ex-compagni, come se non
fosse mai successo niente, come se non si fossero dilaniati a vicenda a
causa di quell'immenso amore che ancora li univa, come se quei cinque
anni non fossero mai trascorsi, ritrovando insieme il sorriso che
avevano perso.
Anche questo
capitolo è terminato. Devo dire che è stato
difficilissimo scriverlo, ma ci ho messo il cuore. Spero che questo
traspaia dalle parole, e che sia di vostro gradimento.
Sabato parto quindi per dieci giorni non potrò aggiornare.
Sicuramente però prima posterò un altro capitolo
oltre a questo, se non addirittura due.
Mi raccomando ditemi che pensate del capitolo, ci tengo molto
perchè non ne sono convinta al mille per cento.
Passando ai ringraziamenti:
whateverhappened:
non sai quanto mi faccia piacere il tuo tifo per Sebastian. Vuol dire
che sono riuscita a creare un personaggio che riscuote successo, e
questo mi gratifica molto. Spero che aggiornerai presto la tua fiction
"Una mano al destino", perchè mi piace davvero un sacco=)
Hollina: Eh
si Alice e Chris si amano davvero molto...peccato che ancora non lo
sappiano...=) Draco come vedi si è dato finalmente una
mossa. Spero che tu abbia apprezzato!
Keyra Malfoy:
Beh qui hai avuto risposta alle tue domande. Dimmi che ne pensi mi
raccomando! E grazie delle recensioni=) Mi fanno molto piacere
pei_chan:
Sono contenta che Seb e Chris ti piacciano. Nei prossimi capitoli
troverà il suo spazio anche Matt, che sto un po'
trascurando...Mi sa che il fatto che Draco avrebbe invitato Hermione al
ballo putroppo resterà un'illusione. Il nostro Serpeverde
purtroppo non è il tipo da mostrarsi davanti a tutti con una
ragazza (tra l'altro Grifondoro e Mezzosangue), nonostante per lui sia
importante. Per quanto riguarda Jay più avanti
entrerà più approfonditamente nella storia, ma
per ora rimarrà solo un personaggio secondario. Ah, volevo
chiederti una cosa che non c'entra molto..Per caso hai messenger? XD
baci.
Smemo92: Ti
ringrazio per la recensione e i complimenti. Spero che questo capitolo
ti sia piaciuto!
bubina91: Figuriamoci
se Malfoy andrebbe da solo a un ballo -.-...Grazie per il commento e
grazie per l'aiuto che mi hai dato con questo capitolo...bacione
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Capitolo 22 *** Capitolo 22 ***
La mattina dopo, quando Draco Lucius Malfoy aprì gli occhi,
avvertì immediatamente il corpo caldo e liscio di Hermione
accanto al suo.
Con il lenzuolo candido tirato su fino a coprirle il seno, era
magnifica.
Il ragazzo con un movimento della bacchetta aprì le pesanti
tende scure, inondando la stanza di una tenue luce.
Guardando fuori dalla finestra, intuì che doveva essere
ancora molto presto, così non svegliò la Granger.
Le depose un soffice bacio sulla spalla, poi rimase lì a
fissarla, studiando i tratti regolari del suo viso, accarezzando con lo
sguardo le morbide labbra schiuse nel respiro regolare.
L'aveva immaginata come una sfida, qualche tempo prima, come un
giocattolino che doveva essere suo a qualunque costo.
Ma non era più così.
Sarebbe morto piuttosto che ammetterlo, ma lei era ciò che
gli
riempiva le giornate, era il regalo del destino che con lui fino a quel
momento era sempre stato crudele.
Era un silenzioso "oh" di stupore mentre il suo pianeta ormai arido e
spento ruotava inerte attorno a un sole che pareva brillare solo per
gli altri.
Era stata la commozione di scoprire che in mezzo alle rocce e alla
terra bruciata dall'arsura un unico meraviglioso filo d'erba stava
germogliando.
Non era ancora un ritorno alla vita, ma una piccola promessa sussurrata
a fior di labbra, che come tale non porta felicità, solo una
leggera trepidazione.
Movimenti leggeri gli segnalarono che Hermione si stava svegliando.
Aprì gli occhi dorati su di lui, facendogli un sorriso
assonnato.
Gli si fece più vicina, posandogli una mano sul petto.
Draco si sporse e le diede un leggero bacio sulla fronte,
accarezzandole i capelli.
-Sarà meglio che vada...- sussurrò Hermione -non
voglio che mi vedano entrare a quest'ora alla Torre.-
Si alzò, stringendo sempre tra le mani il lenzuolo a coprire
il
suo corpo nudo, quasi vergognandosi di mostrarsi a Malfoy.
Cercò i suoi vestiti, imbarazzata, sotto lo sguardo argenteo
del suo maledetto Serpeverde.
Il quale si alzò, con calma, e le si avvicinò.
La fissò a lungo negli occhi, poi la prese delicatamente tra
le braccia, stringendosela addosso, a tratti cullandola.
Con una dolcezza di cui non era mai stto capace se la
riportò nel letto.
-E' ancora presto - le disse sottovoce- Resta con me.-
E la baciò, coccolandola, quasi per rassicurarla che fosse
tutto vero.
Loro due insieme erano veri.
Pur non avendo futuro, pur non avendo speranze, pur contro il mondo.
In quel momento, in quella stanza, il mondo avrebbe dovuto aspettare.
Rifecero l'amore, sentendosi nuovamente vivi, sentendosi nuovamente
parte di qualcosa di più grande di loro.
Esplorarono nuovamente i loro corpi, si bramavano, si volevano.
Quella voglia che li aveva accomunati la sera prima non li aveva ancora
abbandonati.
Hermione affondò le mani tra i suoi capelli, glieli
strappò quasi, e quando raggiunse l'apice del piacere si
dovette
trattenere dall'urlare il suo nome.
Rimasero stretti a lungo, dopo.
Nessuno dei due aveva il cuore di lasciare l'altro.
Anche dopo essersi entrati nell'anima, quella notte, non riuscivano a
staccarsi.
Quando però il sole cominciò a levarsi, la
Granger si
fece accompagnare da Draco fuori dal dormitorio, cercando di non
svegliare nessuno, e dopo averlo baciato, quasi uccidendosi nel
salutarlo, salì verso Grifondoro.
-Ragazzi ci siamo!-
Matthew Parker entrò a razzo nella cucina dell'appartamento
che i quattro Auror condividevano a Hogsmeade.
Il luogo era confortevole e arioso, un po' incasinato, dato che erano
tutti abbastanza disordinati, ma la convivenza nonostante tutto
procedeva bene.
Ogni tanto i ragazzi arrivavano quasi alle bacchette durante i loro
"scambi di opinioni", ma per il resto riuscivano ad andare abbastanza
d'accordo.
Alice alzò gli occhi dalla Gazzetta del Profeta che le aveva
appena portato Arx, il suo gufo, per fissare con aria interrogativa il
fratello.
La stessa cosa fecero Chris e Sebastian, intenti a fare una partita a
scacchi, e in quel momento erano indecisi se ascoltare l'amico, o
tirargli un alfiere in testa per averli interrotti così
bruscamente.
-Ero ad Hogwarts - iniziò precipitosamente Matt, cercando di
evitare le ripercussioni degli amici - e ho visto Materializzarsi il
caro vecchio Lucius Malfoy. Evidentemente anche lui usa i poteri di
quella Benèfica!-
A quelle parole sia Mason che Alice si alzarono di scatto, per poi
guardarsi imbarazzati nel constatare che avevano avuto la medesima
reazione.
-Dobbiamo andare di corsa a scuola! Chissà cosa
vorrà fare...- disse agitata la Parker.
Suo fratello annuì, appoggiandola.
-Lasciate stare -
La voce fredda di Anderson si propagò per l'appartamento.
La ragazza lo guardò con aria interrogativa mista a
rimprovero.
Seb per tutta risposta si accese una sigaretta, tranquillissimo, poi la
guardò dritta negli occhi.
-Sarà sicuramente andato a parlare con Draco.-
soffiò le parole miste a fumo fuori dalla bocca.
-Ancora peggio - sussurrò Chris - non vorrei rischiare che
gli facesse del male.-
-Il ragazzo deve cavarsela da solo. Non saremo lì a parargli
il
culo per sempre- rispose l'ex Serpeverde - senza contare che per quel
poco che ho visto della sua mente, ho percepito un gran desiderio di
rivalsa sul padre. Dobbiamo aver fiducia in lui-
-E sia- borbottò Mason- speriamo bene.-
E detto questo si sedette, pregando che Draco non facesse sciocchezze.
-Hermione! Ehi Hermione!-
-Oh s-scusa Harry! Devo essermi appisolata un attimo...-
Potter si accomodò con un ghigno sul divano accanto
all'amica.
-Ci siamo dati da fare stanotte eh?- le chiese perfidamente.
La Granger gli diede una spinta scherzosa.
-Non so di cosa tu stia parlando - rispose facendo finta di nulla.
-Certo, come no...Ti ho visto, c'ero anch'io fuori dal dormitorio di
Serpeverde-
-Cosa?- sussultò Hermione - Dove? Non ti ho visto....-
La ragazza si interruppe di colpo, capendo di essersi tradita da sola.
Infatti quel bastardo di Harry stava ridendo come un matto.
-Sei un vero demonio- sibilò al suo indirizzo.
-E dai...- fece Potter divertito - non te la prendere! E' bravo Malfoy
a letto?-
-Non ti rispondo neanche - ringhiò la Grifondoro, facendo un
gesto con la mano come per scacciare una mosca molesta.
Sì, pensò poi quasi arrossendo, Malfoy
è decisamente bravo a letto.
Era stata una notte stupenda, che le avrebbe lasciato i segni per tutta
la vita.
Se avesse avuto un po' di forza si sarebbe presa il suo cuore e sarebbe
fuggita il più lontano possibile.
Fuggita da quell'amore maledetto e forse sbagliato.
Ma era tardi.
Quel cuore ormai non le apparteneva più.
Era di Draco.
Ed anche se sapeva che lui probabilmente lo avrebbe dilaniato,
distrutto, ferito, non era suo desiderio riprenderselo.
Con un brivido nella mente e sulla pelle ripensò ai dolci
gesti
di Draco, a come l'aveva amata appassionatamente, a come si era sentita
al sicuro tra le sue braccia.
A come era stato bello addormentarsi accanto a lui.
Fu a quel punto che le tornarono in mente le immagini di Malfoy che
dormiva.
Non era un sonno tranquillo, placido e sereno il suo.
Continuava ad agitarsi, a gemere,a rigirarsi nel letto, senza trovare
pace.
Pensò a quello che lui stesso le aveva confidato tempo
prima, in
una bella serata, in parco, con le stelle sopra di loro a guardarli.
-Ti piace la notte, mezzosangue?- le aveva chiesto lui, osservandola
sorridere mentre si perdeva con lo sguardo nell'immensità
del
cielo scuro.
-Sì. Nasconde tutto ciò che non è
piacevole
guardare, creando un manto sulle cose e sulle persone. E' un peccato
che noi la sprechiamo tutta a dormire-
-Se fosse per me la notte non esisterebbe- aveva mugugnato lui con tono
lugubre.
-Perchè non ti piace?-
-Granger, io odio la notte proprio perchè porta il sonno.
Mentre
dormi la tua mente può vagare liberamente, portandoti
davanti ai
tuoi peggiori ricordi e timori.-
Cosa succede nelle tue
notti, Draco?
Proprio mentre lassù, in una delle Torri più alte
di
Hogwarts, Hermione Granger pensava ai timori di Malfoy, il biondo in
questione, nella sua stanza, stava fronteggiando la sua più
grande paura.
Suo padre.
-Che ci fai qui? Come sei entrato?- ringhiò
furioso
all'indirizzo dell'uomo elegantissimo che si era da poco Materializzato
nella sua stanza, e che ora girava liberamente guardando con disprezzo
il luogo in cui suo figlio viveva.
-Volevo solo parlare un po' con te, Draco. Mi ha molto deluso sapere
del tuo recente combattimento in cui hai protetto una mezzosangue,
invece di ucciderla.-
Ecco ci siamo, pensò il ragazzo.
Doveva aspettarselo, era solo questione di tempo.
-Beh l'ultima volta che sei venuto, se ben ricordo, non ti interessava
molto parlare con me, dato che hai cercato di ammazzarmi- disse
glaciale.
-Era un ordine del Signore Oscuro- gli rispose Lucius, per nulla
toccato dall'affermazione del figlio- non potevo fare altrimenti.-
-E come mai ora sei qui a fare il padre premuroso parlandomi, invece di
lanciarmi una maledizione?- ribattè Draco guardandolo con
odio.
-Perchè voglio farti rinsavire. Non posso permettere che mio
figlio mi disonori in questo modo.- sibilò il Mangiamorte.
Fu a quel punto che il Serpeverde capì che aveva una
possibilità.
Doveva giocarsi il tutto per tutto.
Gettare il primo seme di quella che poi, con un po' di fortuna, sarebbe
diventata una spiga, come aveva detto Silente.
Strinse i pugni, e si sforzò di credere veramente a quello
che diceva.
-Padre- disse sottovoce- non c'è bisogno di convincermi. Io
voglio stare dalla tua parte. E combattere al tuo fianco per il Signore
Oscuro.-
La faccia sorpresa di Lucius Malfoy gli fece capire di essere stato
abbastanza convincente.
Ma sapeva che non sarebbe stato abbastanza.
Sentì una forza che cercava di penetrare la sua mente,
così a fatica cercò di non pensare ad Hermione,
agli
Auror, ai discorsi del Preside, ma solo alle riunioni dei Mangiamorte,
al simbolo del Marchio Nero, a Voldemort.
Gli si spaccò quasi in due la testa quando suo padre
scavò più a fondo nella sua mente col Legilimens
non
verbale, ma resistette, tentando in apparenza di restare impassibile,
finchè l'uomo non sembrò averne abbastanza.
Quando uscì dalla sua testa, Lucius aveva un'espressione
soddisfatta sul viso, ma l'ombra del dubbio aleggiava ancora nei suoi
occhi.
-D'accordo figlio mio. Diciamo che posso provare a crederti. Ma non mi
fido. Ne parlerò con il Signore Oscuro, e vedremo cosa
dirà. Ti aspetto a casa a Natale.-
E senza aggiungere altro, si Smaterializzò.
Draco, rimasto solo, si prese la testa tra le mani.
Gli sembrò che qualcosa gli martellasse il cranio
dall'interno, minacciando di romperglielo in due.
Crollò distrutto in ginocchio, e svenne.
Harry, Ron ed Hermione quel pomeriggio erano in Biblioteca a studiare.
A un certo punto un gufo sconosciuto planò sulla finestra, e
becchettò contro il vetro per richiamare la loro attenzione.
La ragazza notandolo si alzò dalla sedia, e prese tra le
mani la lettera che il gufo portava nel becco.
"Ragazzi, venite in
Infermeria. Ci
sono importanti novità per tutti noi. Riguardano Draco. Non
parlatene a nessuno e correte qui. Alice"
Hermione lesse velocemente il plico, quindi lo
appallottolò.
Sotto gli occhi attenti degli amici, attaccò a correre
pregandoli di seguirla, e tra un piano e l'altro gli spiegò
cosa
aveva detto la Parker.
Arrivati alla meta spalancarono ansanti la porta, e videro una piccola
folla radunata lì fuori.
Gli Auror, Blaise, Piton, la McGranitt e Silente aspettavano il loro
arrivo.
-Che è successo?- chiese Harry, tenendo al contempo la mano
di
Hermione, che aveva capito che era capitato qualcosa a Draco.
-Niente di cui preoccuparsi- rispose il Preside sorridendo
incoraggiante.
-Lucius Malfoy è andato a far visita al figlio, che ha
cercato
di usare l'Occlumanzia per convincerlo di essere dalla sua parte. E
l'ha fatto con ottimi risultati, oserei dire - continuò
soddisfatto.
-E Draco come sta adesso?- chiese la Granger, preoccupata.
-E' privo di conoscenza - intervenne Alice - ma nulla di grave. Per
fortuna Blaise l'ha trovato quasi subito e l'ha portato di corsa qui.-
L'Auror rivolse un sorriso smagliante al moretto, che se ne stava
silenziosamente seduto in disparte.
La porta dell'Infermeria si aprì, e ne uscì
Madama Chips.
-Si è svegliato- disse sottovoce - potete entrare, ma vedete
di non affaticarlo troppo.-
-Entrate pure voi- disse Silente rivolto ai ragazzi e agli Auror - noi
eravamo venuti solo per sincerarci delle sue condizioni. Più
tardi ne discuteremo-
Chris annuì, e con gli altri entrò nella stanza
in cui era Draco.
Lo videro su un letto, più pallido del solito, e con una
borsa del ghiacco sulla testa.
Potter a vederlo così sogghignò, ricevando
indietro un' occhiata rabbiosa.
-Ehi Dracuccio - iniziò prendendolo in giro - a quanto pare
passi più tempo qui che nel tuo letto!-
Malfoy bestemmiò sottovoce.
-Fanculo Potter. Vatti a fare un giro-
Sebastian si intromise, tentando di placare gli animi.
-Allora?- chiese al Serpeverde - che è successo?-
-Che quello stronzo di mio padre si è infilato nella mia
camera
-rispose altero e incazzato - e ha cercato di riportarmi sulla retta
via-
Gli Auror sorrisero, cogliendo il velo di ironia nella voce del ragazzo.
Matt si fece scappare un fischio sommesso.
-E tu hai usato l'Occlumanzia? Dopo una sola lezione? Caspita!- fece
ammirato.
In quel momento arrivò l'Infermiera, sbattendoli fuori con
malgrazia, sbraitando che Malfoy doveva riposarsi.
Una volta fuori Seb scosse la testa, esterrefatto.
-Mi chiedo come abbia fatto. Lucius è abile col Legilimens.
Deve essere stata dura per Draco ingannarlo-
-Infatti è svenuto - disse Mason - Ad ogni modo è
notevole. Veramente notevole.-
Alice annuì, guardando Hermione.
Anche dopo aver saputo che il ragazzo stava bene, quella smorfia
tormentata non era sparita dal suo viso.
La Parker sorrise, intuendo tutto quello che c'era dietro a
quell'espressione.
Paura, preoccupazione e...chissà cos'altro.
Rivide nel tremito delle mani della Grifondoro, nel suo toccarsi
freneticamente i capelli, sè stessa ogni volta che
Chris finiva in Infermeria dopo una partita di Quidditch.
E avrebbe dato chissà cosa per essere al suo posto.
Sono riuscita ad
aggiornare abbastanza velocemente stavolta , e se tutto va bene
venerdì sera dovrei riuscire a postare anche il capitolo 23.
Questo è un capitolo un po' di transizione, spero che vi
piaccia.
Passo al volo ai ringraziamenti perchè devo andare via:
whateverhappened:
Sono riuscita ad aggiornare prima della tua partenza hai visto? Beh
grazie di recensire sempre..Dimmi che ne pensi di questo capitolo! Ciao
baci!
love_doll:Ti
ringrazio dei complimenti, mi ha fatto piacere sapere che hai letto la
mia fic tutta la notte=) Spero che continuerai a seguirmi...
Hollina:Sono
contissima che Alice e Chris ti piacciano, sto cercando di
gestire la loro storia, anche se non è facile farli
procedere così a rilento=)
Smemo92: Mi
fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto...Dimmi che pensi di questo!
Approfitto per ringraziare tutti coloro che leggono solamente e chi ha
messo la fic tra i preferiti...
Ci vediamo venerdì per il prossimo aggiornamento!
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Capitolo 23 *** Capitolo 23 ***
I
dieci giorni successivi volarono.
Dopo che Draco fu uscito dall'Infermeria, le lezioni extra-scolastiche
ripresero tranquillamente.
I quattro Auror facevano sputare sangue ai ragazzi, che però
non si lamentavano quasi mai.
Lavoravano sodo, soprattutto Malfoy, che dopo l'incontro col padre era
diventato ancora più combattivo e taciturno.
Con l'Occlumanzia aveva fatto passi da gigante, stupendo ancora di
più Sebastian.
L'unica cosa che gli riusciva un po' difficile erano le lezioni di
Alice.
Si annoiava a perdere il suo tempo davanti ad uno specchio, con un
blocco in mano, cercando di catturare le mutazioni del suo corpo.
Lo riteneva uno spreco.
Tutt'altro pensava la Granger.
Era stata l'unica che aveva già notato piccoli sprazzi
rossicci sulle braccia e sul corpo.
Più che altro erano stati dei flash piuttosto vaghi, ma la
Parker le aveva assicurato che erano il punto d'inizio della sua
trasformazione.
Alice era molto fiera di Hermione.
Vedeva che ce la stava mettendo tutta, era desiderosa di imparare, di
cavarsela.
Passava gran parte del suo tempo nella Stanza degli allenamenti,
cercando di mettere a frutto le lezioni degli Auror.
Un pomeriggio entrò, quella volta per esercitarsi un po' con
la Smaterializzazione.
Erano tutti un po' indietro con quella materia, a parte Blaise che era
avantaggiato, dato che suo padre aveva già provato ad
insegnargli qualcosa.
Quando la ragazza aprì la pesante porta di noce, il solito
odore
di lotta, sudore e fatica arrivò a solleticarle le narici.
Sorrise ripensando all'ultimo allenamento.
Harry aveva cercato di ammazzare Draco con un fioretto, ma il biondo si
era abbassato appena in tempo e avevano ingaggiato una lotta all'ultimo
sangue.
Come al solito quei due non potevano stare nello stesso luogo senza
litigare o insultarsi.
Con sua enorme sorpresa, notò che la stanza non era vuota.
In piedi davanti all'enorme vetrata che dava sul giardino c'era Malfoy,
che le dava le spalle.
Non si era accorto che lei era entrata, tanto era assorto e incupito.
Hermione gli si mise dietro.
-Draco?- chiamò.
Inutile dire che il biondo fece quasi un infarto, poi si mise ad
imprecare come un dannato.
-Ehi ma che succede?- cercò di calmarlo lei - è
tutto a posto?-
Il Serpeverde tacque di colpo, mettendole sotto il naso un foglio
ripiegato in quattro.
Incuriosita la ragazza lo prese delicatamente e lo lesse.
Era una lettera di Lucius Malfoy, in cui annunciava a suo figlio che lo
aspettava a casa per le vacanze di Natale.
Tutto secondo i piani.
Eppure...qualcosa le si agitò dentro.
Non voleva che lui andasse in quel castello maledetto da solo, senza
protezione.
Senza aprire bocca gli riconsegnò il plico, quindi si
aggrappò al maglione di Draco.
Lui la strinse, posando il mento sulla sua testa.
Incredibile. Il fatto di rischiare di morire non lo toccava quasi
minimamente.
Ma il fatto di saperla lontana, magari accanto ad un altro lo faceva
impazzire.
-Starai attento vero?- chiese infine la Granger con voce tremante.
Malfoy annuì quasi impercettibilmente.
Hermione finalmente sorrise, poi si staccò e lo
baciò
impetuosa, ancora e ancora, fino a saziarsi di lui fin nel profondo.
Harry Potter quella notte si svegliò urlando.
La visione che aveva avuto, fino a quel momento perfettamente definita,
iniziò ad assumere toni confusi e opachi.
-Harry? Harry svegliati!-
La voce preoccupata di Ron si fece lentamente strada fino alle orecchie
del Bambino Sopravvissuto.
Debolmente Potter aprì gli occhi, facendo forza sulle
braccia per alzarsi.
Inizialmente era in stato confusionale, non riusciva a capire cosa
fosse successo, ma poi ricordò tutto.
Il sogno.
La Benèfica.
Un'espressione angosciata apparve sul suo volto.
Fece per scendere dal letto, ma Ron lo risospinse indietro.
-Dove vuoi andare?- chiese - Ho mandato Neville a chiamare Hermione,
sta venendo qui.-
-Devo vedere Silente. Devo dirgli quello che ho visto-
soffiò
ignorando l'amico, che stava tentando in tutti i modi di farlo rimanere
seduto.
In quel momento arrivò la Granger, con una pesante vestaglia
azzurrina buttata distrattamente sul pigiama.
-Ragazzi che c'è? Neville mi ha detto che...-
iniziò.
-Che mi agitavo nel mio letto, lo so- la interruppe seccato Harry - ho
avuto un altro dei miei incubi, e siccome mi sembra più
grave
del solito, devo parlarne con il Preside.-
Stupendo tutti, la ragazza, dopo aver corrucciato il viso in
un'espressione pensierosa, annuì.
-Sono d'accordo con te. Vieni, ti accompagno.-
-Ma..- ribattè Weasley per nulla convinto.
-Niente ma, Ron. Dobbiamo andare. E' giusto che Harry faccia quello che
crede.-
E senza aggiungere altro si voltò, con Potter che le
camminava
dietro, seguiti dal rosso che dopo un attimo di incertezza aveva deciso
di andare con loro.
-E così hai avuto un'altra visione eh?-
Harry annuì, ancora col fiatone dopo aver fatto di corsa le
scale fino allo studio del Preside.
Ora si trovava su un divanetto con una tazza di thè in mano,
seduto accanto ai suoi due inseparabili amici.
Silente era ancora sveglio quando i tre ragazzi avevano quasi buttato
giù la sua porta per parlargli, e senza tradire emozioni di
sorta aveva calmato Potter e l'aveva esortato a raccontare il suo sogno.
-L'hai sognata parecchie volte quella ragazza, se non sbaglio...- disse
piano.
-Sì, ma questa volta è stato diverso. Ultimamente
ho
avuto solo alcune immagini del suo viso, mentre stanotte ho avuto una
visione vera e propria.- borbottò angosciato.
-E cos'hai visto?- chiese il Preside tranquillo.
-L'hanno ferita. Lei da quello che ho capito si è rifiutata
di
fare qualcosa, così Voldemort ha fatto apparire una specie
di
lama e l'ha colpita. Dobbiamo agire subito. Stanotte. Prima che sia
troppo tardi-
-Non servirà a nulla, Harry. Siamo numericamente inferiori.
Non
abbiamo speranze - sussurrò Silente guardando il ragazzo
dritto
negli occhi.
-Lo so anch'io, Professore. Ma non intendo lasciarla lì a
morire.- sibilò il Grifondoro.
-Non morirà-
-COME FA A DIRLO? - Potter perse la pazienza, vedendo il mago
così calmo nonostante quelle notizie catastrofiche- ha perso
del
sangue, è debole. Non potrà sopravvivere a lungo-
-Harry calmati-
Anche Hermione era intervenuta.
Si era alzata dal divanetto e aveva delicatamente costretto il ragazzo
a rimettersi seduto.
Quindi gli si mise a fianco e gli prese una mano tra le sue.
-Quella ragazza non morirà. No, lasciami parlare - disse la
ragazza vedendo che Potter aveva già aperto la bocca per
ribattere - i Benèfici hanno una resistenza fisica
mostruosa,
quindi possono resistere anche settimane, se vengono feriti. Per
ucciderli senza dargli via di scampo non basta neanche l'Avada Kedavra.
Ne sono immuni. Cioè, siccome è una magia potente
possono
anche morire, ma in genere sopravvivono. Per ucciderli bisogna usare un
vecchio residuato elfico, di cui però non parla nessun
libro. Ad
ogni modo credo che Voldemort abbia ancora bisogno di lei, se
non
altro per i suoi poteri. Mi sbaglio?- domandò infine
rivolgendosi a Silente.
-Sono perfettamente d'accordo con lei, Signorina Granger. Mi congratulo
per la sua arguzia. Stai tranquillo Harry - fece il vecchio mago - tra
due settimane potremo entrare in azione con il nostro piano, e
libereremo la Benèfica.-
-Complimenti Ron-
Il rossino esibì un sorriso enorme, mentre si guardava
intorno nella Sala degli Allenamenti.
Dopo ore ed ore di duro lavoro, era riuscito a battere Harry in un
duello, e Christopher lo guardava con immenso orgoglio.
Potter gli si avvicinò e gli strinse la mano, felice per
lui, tenendosi la schiena dolorante.
Poco più in là Draco stava insegnando ad Hermione
ad usare decentemente una spada.
Infatti Mason, dopo aver notato l'incredibile bravura di Malfoy con il
fioretto, aveva deciso di farsi aiutare da lui per insegnare agli altri
quattro a duellare.
Inizialmente il biondo aveva mugugnato. Non aveva nessuna voglia di
fare da maestro a Potter e Weasley, ma dopo l'insistenza dell'Auror
aveva ceduto.
I maschi erano diventati abbastanza bravi, mentre la Granger aveva
ancora qualche problema.
Essendo una ragazza aveva un po' di paura ad usare le armi,
ma ce la stava mettendo tutta.
In quel momento stava recuperando da terra la sua spada, subito dopo
che Draco gliel'aveva fatta volare via per l'ennesima volta.
-Mezzosangue, devi stare attenta. Non ho voglia di passarci la vita
qui- bofonchiò il ragazzo con voce annoiata.
Hermione strinse di più la presa sull'elsa, e
tentò un affondo.
Malfoy schivò senza troppi problemi.
-Attenta- disse poi - stai lasciando scoperto il fianco destro.-
Con la punta della spada fece una finta, come per colpira in quel
punto, così la ragazza tornò in posizione
rapidamente per
evitare il colpo.
Il Serpeverde stava per farle partire nuovamente la spada dalle mani,
quando davanti a lui si alzò uno sbuffo di fumo, e
sentì
il rumore metallico dell'arma che sbatteva a terra.
Notando lo scompiglio creatosi, anche gli altri ragazzi accorsero e
constatarono che Hermione non c'era più.
Al suo posto, esattamente dove un attimo prima si trovava la Granger,
c'era una piccola volpe dal pelo rossastro...e due occhi dorati.
Chris, ripresosi dallo stupore corse a cercare Alice, mentre i ragazzi
si chinarono per cercare di toccare l'animale.
-Non ci credo...ce l'ha fatta! Si è trasformata-
esordì Ron.
-In una volpe! Dovevamo aspettarcelo - ridacchiò Potter.
-LARGO! Fatemela vedere!-
La Parker si abbattè su di loro con la forza di un uragano e
con un sorriso entusiasta sul volto.
Osservò la volpe con aria soddisfatta e gli occhi che le
brillavano.
-Come farà a tornare normale?- chiese Blaise.
-Immagino che dovrò aiutarla- disse Alice tirando fuori
dalla
tasca una fialetta contenente un liquido chiaro - le prime volte che ci
si trasforma si è un po' confusi e non si riesce bene a
padroneggiare le proprie sembianze-
Detto ciò fece scivolare due gocce della pozione sul manto
lucido dell'animale.
Si levò dell'altro fumo e ricomparve Hermione.
Sembrava un po' affaticata e sconvolta, ma felice.
Alice la abbracciò forte, dicendole che era molto fiera di
lei, poi toccò ad Harry e Ron.
-Mi chiedo solo - iniziò Chris pensieroso - come abbia
fatto.
Stava combattendo, quindi non credo si stesse concentrando sulla
trasformazione -
La Parker guardò la ragazza, anche lei incuriosita.
-A cosa pensavi mentre combattevi, Hermione?- chiese.
La Grifondoro abbassò gli occhi.
-Beh- disse un po' imbarazzata - Draco stava per farmi volar via la
spada e...-
Si interruppe, guardando il Principe di Serpeverde con aria di sfida.
Lui aveva un'aria molto compiaciuta.
Entrambi erano molto competitivi e, per la Granger, ammettere che
Malfoy era più abile di lei in qualcosa era molto faticoso.
-...E io desideravo batterlo ad ogni costo, perchè non ne
potevo
più di perdere- terminò cercando di non dare a
vedere la
sua frustazione.
-Capisco - concluse Alice ridendo - quindi inconsciamente ti sei
trasformata perchè così avresti avuto
più
probabilità di battere Draco-
-Già che c'eri potevi azzannarlo, Herm - commentò
Harry a mezza bocca.
La ragazza sorrise, mentre il biondino, bacchetta alla mano, andava a
spaccare la faccia a Potter.
Intanto, in una cella di Villa Malfoy, Elenie Zabini cercava invano di
tamponarsi la ferita.
Sulla sua maglia cominciava ad allargarsi una piccola macchia di sangue.
Il dolore era quasi nullo, ma sentiva le forze abbandonarla lentamente.
Lord Voldemort si serviva sempre più spesso della sua magia,
e questo le causava frequenti svenimenti e capogiri.
Le stava togliendo la sua essenza.
Se solo fosse riuscita a esporsi alla luce del sole, o a sdraiarsi
sulla terra...
Le bastava entrare in contatto con uno degli elementi della Natura e si
sarebbe sentita subito meglio.
Perchè da
essi lei traeva la sua forza.
Purtroppo però i Mangiamorte, sapendolo, l'avevano relegata
in
una cella buia e fredda, tenendola costantemente al riparo da fonti che
le avrebbero conferito energia.
Elenie si passò una mano sulla ferita, cercando di curarsi...
Niente da fare.
Era troppo debole...
Serrò i denti. Non ce la faceva più.
Ormai erano mesi che era chiusa in quella dannata prigione.
Non avrebbe resistito ancora per molto.
Naturalmente non potevano ucciderla con incanti...
Ma se le avessero tolto tutta la sua magia sarebbe morta naturalmente.
La magia elfica era ciò che le scorreva nelle vene insieme
al sangue.
Devo uscire di qui, pensò.
Al più presto.
Prima che per me sia troppo tardi.
Fortunatamente
sono riuscita a postare anche questo capitolo prima di partire.
Spero che vi piaccia.
Ringrazio per le recensioni:
whateverhappened:
Ed ecco la prima trasformazione...Sicuramente mi Crucerai,
perchè la prima a trasformarsi è stata Hermione e
non Draco o Blaise..Perdonami, ma in questa occasione a mio parere ci
stava meglio lei =)
Smemo92: Eh
si Lucius non è quel che si dice una bella persona..Vedrai
che però col tempo Draco inizierà a dipendere
sempre meno da lui!
pei_chan:Non
ti preoccupare per il capitolo mancato...Può
succedere..Comunque per la storia delle finestre...ehm...considerala
una piccola licenza poetica =)...Non riesco proprio ad immaginarmi una
stanza senza finestre...Baci
Hollina: Eh
si Alice sarà di grande aiuto ad Hermione col passare del
tempo, così come Seb lo è per Draco...Grazie per
la recensione=)
Bene...Vi saluto! Ci vediamo il 15 settembre col capitolo 24! Baci a
tutti
|
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Capitolo 24 *** Capitolo 24 ***
-Dai
Ron insisti che ci sei!-
Alice Parker incitava il Grifondoro, il quale si trovava davanti ad uno
specchio concentratissimo. Ormai di frequente sul suo corpo si erano
notati accenni di trasformazione.
Weasley, tesissimo, serrava i pugni, desiderando con tutto il cuore
vedere cosa sarebbe diventato.
Alle sue spalle, la sua insegnante, con gli occhi frementi, lo spronava
a non perdere la concentrazione.
Anche gli altri ragazzi si erano attorniati a lui, capendo che mancava
molto poco al suo momento di diventare Animagus, lasciando perdere i
loro esercizi di Smaterializzazione, che procedevano piuttosto bene,
anche se per il momento Zabini era l'unico che si fosse Smaterializzato
decentemente.
Hermione lo guardava orgogliosa, mentre Harry e Blaise sembravano un
pelino invidiosi.
Nonostante i loro tentativi infatti non erano ancora riusciti a
trasformarsi come si deve.
D'un tratto, sotto gli occhi attenti dei presenti, Ron svanì
in uno sbuffo di fumo.
Prima che si potesse vedere alcunchè in quella fitta nebbia,
un ululato squarciò l'aria.
Un istante dopo, un bel lupo dal folto pelo rosso e lucente apparve,
ponendosi davanti ai ragazzi.
La Granger si inginocchiò e si lasciò leccare le
mani.
-Non avrei mai pensato che Ron diventasse un lupo- borbottò
Potter.
-Come ti ho già detto, Harry, noi prendiamo le sembianze di
animali che rispecchiano alcune delle nostre caratteristiche. Hermione
per esempio è una volpe, che è l'emblema
dell'astuzia,
della furbizia e dell'intelligenza- spiegò Alice.
-Appunto- ribattè il Bambino Sopravvissuto - Non capisco
cosa c'entri un lupo con Ron!-
La Parker assunse un'espressione pensierosa.
-Ho studiato molto gli animali e le loro caratteristiche, quando ho
deciso di diventare Animagus. Il lupo è un animale agile,
indipendente, molto fedele, al padrone o al capobranco. Di lui si dice
che "obbedisce per convinzione, non per servilismo". Credo che questa
frase si possa adattare al suo rapporto con te - disse la ragazza con
un sorriso dolce.
Potter si illuminò, capendo solo in quel momento quanto
fosse profondo l'affetto che legava lui e Ron.
Hermione aveva gli occhi lucidi.
-Quindi - intervenne con voce rotta - tu credi che l'animale che
più lo rispecchia sia il lupo perchè è
sempre
stato al fianco di Harry, rimanendogli fedele, accettando di rimanere
nella sua ombra?-
Alice annuì.
Le porte della stanza si aprirono di botto.
Con grande sorpresa di tutti entrò Silente.
Al suo fianco, Draco.
I due sembravano molto presi dalla loro discussione, e quasi non si
accorsero degli sguardi incuriositi dgli altri.
Quando però il silenzio attorno a loro divenne troppo
pesante si zittirono.
-Buongiorno a tutti - esordì cortesemente il Preside.- Vi
chiederete il motivo per cui sono sceso fino qui. Ho bisogno di
parlarvi -
Alice si voltò verso Blaise dicendogli di correre a chiamare
gli altri Auror.
Poi si ricordò che Weasley era ancora un lupo e si
chinò per versargli sulla schiena qualche goccia della
pozione.
Con un altro sbuffo di fumo Ron riprese le sue sembianze, euforico per
l'impresa appena compiuta.
La Granger lo abbracciò forte, facendogli i complimenti,
ignorando l'occhiataccia di Malfoy.
Qualche secondo dopo arrivarono anche Matt, Chris e Sebastian, con un
gran trambusto.
Come si furono seduti tutti, Albus Silente si schiarì la
voce.
-Allora, sono venuto qui per darvi alcuni aggiornamenti. Draco - fece
posando una mano sulla spalla del ragazzo - oggi mi ha raggiunto nel
mio studio e mi ha mostrato una lettera che gli ha mandato suo padre.
Nella suddetta vi era un invito a passare a casa le
festività
Natalizie.-
Immediatamente l'attenzione dei presenti si catalizzò sul
biondino, che guardava con ostentazione da un'altra parte.
-Ora che siamo sicuri che Draco entrerà in quella casa,
possiamo
costruire più dettagliatamente il nostro piano. Qui ti cedo
la
parola, Cristopher - continuò il Preside, facendo un gesto
all'Auror.
Mason ringraziò il mago e si alzò.
-Dunque- cominciò - tra una settimana Draco
tornerà a Villa Malfoy.-
Poi si rivolse direttamente al Serpeverde.
-Te la senti? Se vuoi tirarti indietro puoi farlo in ogni momento.-
Malfoy rispose con un brusco cenno del capo.
-Lo farò. E che sia finita - sibilò.
Chris annuì silenziosamente.
-D'accordo allora - proseguì- Sebastian dice che Draco
è
abbastanza abile da ingannarli per almeno tre giorni. Noi, per non
rischiare, dovremo agire entro due. Ricapitolando, lui
arriverà
a casa, fingendo di voler aderire alla causa dei Mangiamorte.
Cercherà di comportarsi il più normalmente
possibile. Il
fatto di sapere, grazie alle visioni di Harry, dove è
rinchiusa
la Benèfica, ci offre un certo vantaggio. Almeno Draco non
dovrà girare troppo per i sotterranei, rischiando di
attirare
dei sospetti. In ogni caso almeno una volta ci dovrà
passare,
per farsi un'idea di dove si trova di preciso la ragazza e come fare
per arrivare al passaggio segreto.
Sai fare un Patronus? - chiese improvvisamente al biondino.
Malfoy annuì.
-Perfetto- fece sollevato l'Auror - noi ci posizioneremo alla fine del
tunnel. Appena vedrai che ci sono le condizioni ideali per mettere in
atto il piano, evocherai il tuo Patronus, che ci
raggiungerà,
così noi lo seguiremo e ti potremo dare una mano.-
-E se andasse storto qualcosa?- intervenne Blaise, piuttosto scettico-
Non potrete essere certi che riuscirà a convincere i
Mangiamorte, o che loro non tenteranno di ammazzarlo appena ne avranno
l'occasione. -
Matthew raggiunse Chris, posizionandosi di fronte ai ragazzi.
-Non accadrà. Tranquilli, non manderemo Draco allo sbaraglio
da solo. Col nostro lavoro, abbiamo ben presto imparato a non fare
affidamento sulla fortuna. Per ogni evenienza io andrò con
lui.-
-Certo...e Lucius Malfoy non si accorgerà di certo che un
Auror
di un metro e ottanta e passa è entrato in casa sua insieme
a
suo figlio! - disse Harry ironico.
Per tutta risposta, Parker si trasformò rapidamente in un
piccolo rettile verdastro, e cominciò a salire per la gamba
di
Malfoy.
Il biondo fece un'espressione schifata, che andò ad unirsi
allo
strilletto di Hermione, e al brivido di disgusto di Alice, che sebbene
avesse visto mille volte il fratello trasformarsi, ancora non ci si era
abituata.
Matt tornò in breve sè stesso, atterrando dritto
sul piede di Draco.
-Visto? - fece dopo aver riso come un matto per le espressioni stupite
dei ragazzi - andrò con lui sottoforma di lucertola. Se ci
saranno problemi, tornerò umano e combatterò per
tirarci
fuori di lì.-
Dopo aver saputo che l'Auror sarebbe andato con Malfoy, Hermione parve
rasserenarsi.
-Bene - concluse con un sospiro il Preside, dirigendosi alla porta -
abbiamo detto tutto. Aspetterò con ansia il vostro ritorno.
Confido che tutto andrà per il meglio.-
Prima di uscire, però, si voltò nuovamente.
-Voi quattro per le vacanze rimarrete a scuola?- chiese rivolto a Ron,
Hermione, Harry e Blaise.
I ragazzi assentirono.
-Lo immaginavo -fece con un sorriso bonario, prima di voltarsi e
andarsene.
-E così ti riprenderai tuo figlio in casa tua-
-Si mio Signore. O almeno è quello che vorrei fare. Mi ha
detto
che vuole passare dalla nostra parte, e leggendo nella sua mente non ho
visto niente che potesse dimostrare il contrario-
La voce sottomessa di Lucius Malfoy quasi tremava, mentre spiegava a
Lord Voldemort cos'era successo con Draco.
-Non mi fido - sibilò il Signore Oscuro - non vorrei che
fosse un trucchetto di Silente per boicottarci-
Una donna dai lunghi capelli neri e spettinati e dall'aria folle
avanzò rispettosamente nel grande salone.
-Padrone, scusi se mi permetto, ma a cosa servirebbe mandare qui mio
nipote? Non è certo così forte da affrontarci
tutti-
sussurrò Bellatrix Lestrange.
Voldemort assunse un'aria pensierosa, che poco si addiceva ai suoi
lineamenti duri e malvagi.
-Hai ragione, Bella. Quegli idioti non possono certo sapere della
Benèfica.-
Malfoy tirò un sospiro di sollievo.
-Quindi, Signore, siete d'accordo di iniziare mio figlio alla nostra
causa, durante le vacanze?-
Il potente mago Oscuro guardò il Mangiamorte, che quasi si
inginocchiò, sentendosi penetrato da quello sguardo gelido.
-Va bene. Ma voglio parlarci personalmente. Non mi fido molto delle tue
parole. Sei pur sempre suo padre. Voglio verificare. E sappi che se mi
hai mentito, non vivrai per raccontarlo- ringhiò con
cattiveria.
A queste parole Lucius si inchinò rispettosamente, chiedendo
il permesso di andare.
Stava già per arrivare alle scale che conducevano al piano
superiore quando...
-Crucio!-
La maledizione lanciata da Lord Voldemort lo prese alle spalle.
Il mago crollò a terra, gridando e contorcendosi per il
dolore.
Appena questo passò, si tirò lentamente i piedi,
risistemandosi i lunghi capelli.
-Che questo ti sia da monito - gli disse il suo Signore con voce
divertita e malata.
Non osando protestare, Malfoy infilò rapidamente le scale.
Arrivato in salotto trovò sua moglie, Narcissa, che lo
fissava con un bagliore di preoccupazione negli occhi azzurri.
Come vide il marito, Narcissa si alzò dal divano e lo
raggiunse, stringendosi a lui.
-Ti ho sentito gridare. Che è successo? - chiese con voce
flebile.
-Niente cara - rispose stoicamente Lucius - Non ti preoccupare -
Senza aggiungere altro la superò, per andare a bersi
qualcosa di forte.
Rimasta sola, la donna si portò una mano al petto.
Poi si volse verso lo specchio, e tutto quello che vide fu una grande
bellezza sfiorita.
Sfiorita dall'ansia, dal pianto, dalla paura.
Alzando l'orlo del lungo e costoso abito azzurro salì le
scale,
cercando di mettere ancora più distanza tra lei e quei folli
che
meditavano di ammazzare suo figlio.
Era una strega Purosangue. Aveva creduto nella causa dei Mangiamorte.
Avrebbe dato la vita per il suo Signore o per gli ideali in cui credeva
suo marito.
La sua vita, ma non quella di Draco.
Trascinata dalla nostalgia arrivò fino ad una porta di noce.
L'aprì con delicatezza.
Vide una camera fredda, lussuosa e principesca.
La camera in cui aveva sentito urlare suo figlio molte notti.
Quelle maledette notti in cui lei non osava muoversi dal suo letto per
timore che Lucius si svegliasse e udisse anche lui i gemiti di Draco.
Se solo avesse potuto convincerlo a seguire il Signore Oscuro.
Se solo suo figlio avesse ragionato come lei.
Se solo il suo cuore di madre non avesse avuto quell'incessante paura
di perderlo...
-Bravo Draco! Finalmente ci siamo! - urlò Sebastian Joel
Anderson, dando una pacca al suo allievo.
Il biondino scrollò le spalle, alzando il capo con fierezza.
Cercò lo sguardo di Hermione, che gli fece un cenno, come
per dirgli che era orgogliosa di lui.
Dopo qualche minuto, dopo che l'Auror ebbe sottoposto anche gli altri
alla lettura della mente, con risultati abbastanza buoni, i ragazzi
furono congedati.
-Ah! E' sabato grazie a dio! Questa settimana è stata
veramente dura - borbottò Ron stiracchiandosi.
Blaise concordò con il rosso.
-Già, ci mancavano proprio le lezioni supplementari
quest'anno...-
-Beh ragazzi, io vado a farmi un pisolino- biascicò Harry
sbadigliando.
-A studiare non ci pensi proprio eh?- frecciò
sarcasticamente Hermione.
-Dai Herm, siamo quasi in vacanza! Vi saluto...- disse Potter
dirigendosi a Grifondoro.
-Spero che non ti sveglierai più Sfregiato -
sibilò Malfoy alle sue spalle.
Il Bambino Sopravvissuto si girò con un sorrisino angelico,
gli fece un gestaccio e riprese per la sua strada.
Dopo poco anche Weasley e la Granger seguirono l'amico, lasciando Draco
e Blaise da soli.
I due si diressero fuori, per fumare in pace una sigaretta.
Si strinsero addosso sciarpe e mantelli, dato che fuori la temperatura
si era fatta sempre più insidiosa, ed eroicamente arrivarono
nel
parco.
Furono quasi investiti da Hagrid che, seguito da Thor, tentava di
trascinare un enorme abete all'interno della scuola.
Nonostante il gran freddo, i due Serpeverde constatarono che molti
studenti passeggiavano per il cortile, aspettando la tanto attesa neve,
che quell'anno sembrava essere in ritardo.
-Devo ancora finire la pozione che Piton ci ha dato per compito-
bofonchiò Blaise, ricordandosene all'improvviso.
-Non ti preoccupare - gli rispose Draco, soffiandosi sulle mani nel
tentativo di scaldarle - la mia l'ho finita giorni fa. Te ne do un po'.-
-Grazie mille. E' una fortuna essere amico del miglior pozionista della
scuola - gli rise in faccia Zabini.
Malfoy alzò le spalle.
Guardandosi intorno notò Jayden McBride camminare con alcuni
amici.
Quel brutto porco, pensò con astio.
Chissà quante volte aveva toccato la mezzosangue al Ballo.
Il fatto che lui fosse noto a scuola per essere molto elegante e
gentile con le ragazze non lo persuadeva nemmeno un po'.
-Ehi Dra...Guarda che tra poco ti fumano le orecchie - lo prese in giro
Blaise.
Il biondo di scatto si voltò.
-Di che cazzo parli? - ringhiò.
-Oh niente.. - fece con indifferenza l'amico.
Malfoy cercò di distendere i muscoli, sedendosi alla base di
un tronco.
Guardò insistentemente il moro, con aria seria.
Zabini, intuendo che stava per fargli un discorso importante non
fiatò, attendendo che cominciasse.
-Senti, Blaise - esordì infatti - voglio che tu mi faccia
una promessa.-
-Dimmi - fece l'altro confuso, invitando l'amico a continuare.
-Se a casa mia dovesse succedermi qualcosa...- cominciò
guardando un punto imprecisato del prato.
-Non ti accadrà nulla! - lo interruppe fermo Blaise.
-Lo so - continuò Draco con voce bassa - ma se dovesse
succedere...Ecco, voglio che tu la protegga.- finì
velocemente,
e con enorme fatica.
-Cosa? - domandò Zabini, incerto.
-La mezzosangue. Voglio che sia al sicuro. Non vorrei che mio padre,
sapendo che io l'ho salvata da quel Mangiamorte, venga a cercarla e le
faccia del male.-
Blaise annuì, come a dire che capiva i suoi timori.
-Per questo voglio che tu la tenga d'occhio, se io non potrò
più farlo-
Malfoy pronunciò queste ultime parole sottovoce, sembrava
che avesse quasi paura a pronunciarle troppo forte.
-Ci tieni così tanto? - mormorò dolcemente il
moro.
-Non è questo il punto.- sibilò Draco gelido,
capendo di
essersi sbilanciato troppo - Non voglio avere sensi di colpa,
nemmeno all'Inferno.-
Ah, Principe di Serpeverde...Forse questo discorso ti
consentirà di avere accesso ad un luogo meno ostile...
Tornataaaaaa!
Ho aggiornato il prima possibile, spero che il capitolo vi piaccia.
Passo al volo ai ringraziamenti:
pei_chan:
eheh Ron come vedi non è diventato un ciuchino, ma un
lupo...Non te lo aspettavi eh? Confesso che il suo Animagus mi ha dato
molte perplessità, ma dopo aver letto quella frase sui lupi
(obbediscono per convinzione, non per servilismo) non ho avuto dubbi!
Hollina: Eh
si Ronnie si dà da fare...Io adoro Ron come personaggio, e
sto facendo di tutto per non emarginarlo troppo!
Smemo92:
Anch'io sono stata per molto indecisa sul gatto=) Solo che poi ho
pensato che già la McGranitt si trasformava in micio,
così ho preferito cambiare, e la volpe era ciò
che le si addiceva di più!
whateverhappened:
Mmm...mi pare di intuire che tu non abbia molta simpatia per HarryXD
Comunque per la parentela tra Elenie e Blaise dovrai pazientare ancora
qualche capitolo, poi saprai tutto!
bubina91: Oh
finalmente una recensione! Ti ringrazio per i complimenti amor, sei un
tesoro. Sono contenta che questi capitoli ti siano piaciut, dimmi che
ne pensi di questo!!!
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Capitolo 25 *** Capitolo 25 ***
When I see your smile
tears
run down my face
I
can't replace
and
now that I'm stronger I've figured out.
How
this worlds turns cold
and
breaks through my soul
and
I know, I'll find deep inside me
I
can be the one...
La settimana successiva passò in un lampo, tra ansie,
allenamenti massacranti e lezioni durissime.
Ormai i ragazzi non avevano più un momento libero.
-Mezzosangue vai già via?-
Draco Lucius Malfoy aveva aperto debolmente un occhio, sentendo dei
rumori nella sua camera.
Hermione, già vestita, gli diede un bacio a fior di labbra.
-Sì, è tardi, e domani dobbiamo alzarci presto.-
Il Principe di Serpeverde si alzò pigramente dal letto,
avvolgendosi il lenzuolo sui fianchi, con studiata noncuranza.
Incrociò i suoi occhi con quelli dorati della ragazza, e vi
lesse tutto il timore e la preoccupazione che lei cercava di non far
trasparire dai suoi gesti.
Ma quegli occhi dicevano tutto.
La abbracciò stretta, baciandole i capelli.
Dio, quella maledetta mezzosangue l'aveva proprio ridotto male.
Gli aveva incasinato la vita e trascinato a forza in un gioco
più grande di lui.
E pensare che forse quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe
fatto l'amore con lei lo uccideva.
La Granger gli si avvinghiò alle spalle, affondandovici le
unghie, poi cominciò a baciarlo con la disperazione del
condannato, con la speranza di un moribondo, e con la delicatezza di
una fata.
-Fai attenzione - sussurrò, e corse via prima che lui
potesse vederla piangere.
Dannata mezzosangue
orgogliosa.
Hermione silenziosamente attraversò il
dormitorio di
Serpeverde, buttandosi sulle spalle il Mantello
dell'Invisibilità che aveva chiesto in prestito ad Harry.
E inevitabilmente, vagando per i corridoi deserti della scuola, si
ritrovò a sorridere tra le lacrime.
Era terrorizzata dall'idea di perdere Draco, ma al contempo era felice,
perchè aveva aperto il suo cuore a lui appena in tempo.
Lui le aveva regalato una felicità che fino a quel momento
le era stata preclusa.
Non era uno stato d'estasi, o di allegria perenne quello in cui si
trovava, ma un leggero stato di grazia, che le pareva appeso a un filo.
Eraano quei piccoli
momenti di felicità, in cui ti sembra che il cuore batta un
po' più forte.
Quelli che muori dalla voglia di raccontare ad una persona cara, ma poi
capisci che le parole non sono abbastanza per spiegare quello che
provi, che rischierebbero solo di rovinare tutto.
E allora stai zitta.
E ti godi da sola e in silenzio quella piccola gioia.
Ed è questo che la rende così speciale.
Il mattino dopo il Salone d'Ingresso era gremito di studenti allegri e
chiassosi, impazienti di partire e cominciare le vacanze.
Il baccano infernale che facevano stava persuadendo il custode, Argus
Gazza, a prenderli tutti per le orecchie e sbatterli fuori a calci.
Non potendo farlo però, si limitava a bofonchiare
maledizioni e insulti.
Quando poi un allegro Seamus Finnigan trasfigurò la sua
orrida
divisa nera in un costume da Babbo Natale, lo inseguì per
tutta
la stanza, ignorando le proteste del ragazzo che urlava che l'uomo
aveva ben poco spirito natalizio.
Un piano sopra frattanto, alcuni mentecatti finivano di mettere a punto
i loro diabolici piani.
-Allora ragazzi, noi è meglio se andiamo - disse
allegramente Matthew - il treno non aspetta-
-Come mai sei così contento fratellino?- chiese Alice con un
sorriso.
-Beh, a parte il fatto che fare una missione suicida mi riempie di
gioia...è un sacco di tempo che non salgo sull'Espresso per
Hogwarts, e non vedo l'ora di rifarlo- ridacchiò Parker.
-Ma vai a cagare...Forza andate. Siete già in ritardo -
bofonchiò Chris guardando l'orologio.
-Malfoy ci si vede - sibilò Harry - sperare che tu muoia
è una cosa troppo ottimistica vero?-
-Fottiti Sfregiato - replicò il biondo con tono piatto.
Si voltò nuovamente, per vedere dove si fosse ficcata
Hermione.
Naturalmente non avrebbe potuto salutarla come avrebbe voluto davanti a
tutti, ma le bastava vederla anche un istante.
Inutile dire che lei nemmeno era venuta.
Doveva aspettarselo.
La Granger odiava i saluti, le partenze, gli addii.
Le cose che facevano male al cuore, insomma.
Con un sospiro, Draco alzò la sua valigia, e facendo un
cenno a Blaise e agli Auror si diresse al Salone d'Ingresso.
Dietro di lui Matt scambiava gli ultimi accordi con Sebastian, poi si
trasformò e si infilò nella tasca del ragazzo.
In silenzio il Serpeverde raggiunse il cortile, dirigendosi ai cancelli
della scuola.
Ignorò i compagni che attorno a lui festeggiavano, e
tirò dritto per la sua strada.
Una volta all'uscita della scuola però, non potè
impedirsi di voltarsi e guardare per quella che forse era l'ultima
volta il luogo che per la prima volta l'aveva fatto sentire al sicuro.
E accanto all'enorme porta, vide lei.
Stretta in un misero golfino azzurro, con i lunghi capelli che
ballavano nel vento, c'era Hermione.
La ragazza alzò piano una mano, in un delicato saluto.
Saluto che non poteva,
non doveva, essere un addio.
Malfoy rispose con lo stesso gesto, facendo sorridere
debolmente la sua mezzosangue.
Quindi si voltò, e corse verso il treno.
-Forza, tutti in carrozza!-
Draco arrivò alla stazione di Hogsmeade giusto in tempo per
salire sul treno scarlatto che faceva da tramite tra Hogwarts e Londra.
Buttò su la valigia e si affrettò a salire.
Sfilandosi la sciarpa, cercò affannosamente uno
scompartimento vuoto.
Dovette attraversare tutto il treno prima di riuscire a stare un po'
solo, e quando si trovò al sicuro all'ultimo vagone,
infilò le sue cose nella reticella portabagagli,
tirò le
tende, e si svaccò sul sedile.
Matt nel frattempo strisciò fuori dal suo nascondiglio e
riprese le sue sembianze, sistemandosi di fronte al biondino.
Per lungo tempo entrambi rimasero zitti, limitandosi a fissare il
paesaggio che scorreva veloce fuori dal finestrino, incuranti del tempo
che passava.
-Hai paura? - dopo un po' Parker rivolse la domanda al biondino,
apparentemente in un pallido tentativo di fare conversazione.
-Si - rispose tranquillamente Draco - Ma non per quello che credi tu -
-Capisco. Quindi tu immagini che io pensi che tu abbia paura di morire,
giusto?- chiese con un sorriso compiaciuto l'Auror.
Malfoy annuì.
-Perchè, non è così? - chiese infine
con sufficienza, dato che l'altro non sembrava volesse parlare.
-No. Dimentichi che sono stato Serpeverde anch'io. E se questo per te
non contasse a sufficienza, sono da anni uno dei migliori amici di
Sebastian Anderson. E credimi, la paura di morire non è mai
stato un suo problema.-
Draco non fiatò.
-Nonostante molti lo credano, so che non sei un vigliacco - riprese
Matt - Anzi, credo che quando c'è in gioco il tuo onore, tu
riesca a tirar fuori le palle. L'ho visto quando hai tenuto testa a tuo
padre. Non è cosa da tutti. Tu non temi la morte, Draco,
almeno non la tua.-
-E allora cosa dovrei temere secondo te?- sibilò il biondo
alzando la testa con aria di sfida.
-Tu temi la prigione. E non intendo quella fatta da sbarre e catene.
Intendo quella dell'anima. Hai paura di venire obbligato a fare scelte
in cui non credi. E di deludere coloro a cui tieni. Anche se non lo
ammetterai mai, nemmeno a te stesso- borbottò Parker
sorridendo
con aria saputa.
-Quando avrò bisogno dello psicologo te lo verrò
a dire d'accordo? - ringhiò Malfoy, punto sul vivo.
L'Auror alzò le spalle.
-Scusa se mi faccio i cazzi tuoi. Non è mia intenzione-
tubò allegramente.
-Ah no? - replicò il ragazzo, sfinito da quell'incessante
parlantina.
-Sai che ti vedrei bene come Auror? - ridacchiò il moro.
-Non dire stronzate- s'infiammò Draco.
-E' vero. Hai le qualità giuste. Freddezza, fegato, intuito.
E,
cosa più importante, non hai paura di morire, ma soffriresti
come un cane se a perire fossero le persone a cui hai aperto il cuore.-
insistette l'altro-
-Ma fammi un favore - rognò il biondino - Non so se lo hai
capito, ma aiutare il prossimo non è una mia inclinazione
naturale...-
-Fidati di quello che dico. Non è una debolezza aver paura
di
perdere i tuoi cari, soprattutto se succede loro qualcosa per colpa
tua. Lasciatelo dire da uno che l'ha capito quando ormai era troppo
tardi.-
-Piantala. Non sono come te o come Sebastian chiaro? Quindi finitela di
cercare di mettervi al posto mio. Non sarò un Auror e non mi
interessa diventarlo, punto.-
Vedremo,
pensò Matt, vedremo.
-Chissà dove saranno Matthew e Malfoy - si chiese Ron,
beatamente seduto su una poltroncina nella Sala degli Allenamenti.
Hermione guardò l'orologio.
-Dovrebbero essere quasi a King's Cross...Sono partiti già
da un bel po'.-
Da diverse ore ormai, la ragazza combatteva con un sensazione di
angoscia che le attanagliava il respiro.
Restare inerme a vedere Draco uscire dai cancelli era stato orribile.
Ad ogni modo cercava di controllarsi, per non far notare ai suoi amici
lo stato in cui versava.
Alle sue spalle Harry e Blaise stavano duellando con le spade.
Malfoy era stato un ottimo insegnante.
Sebbene all'inizio avesse protestato non poco, alla fine aveva
insegnato agli altri ottimi trucchi.
Il rumore delle armi che si scontravano era l'unico presente nella
stanza, oltre ai continui sbuffi di Ron che si annoiava.
Qualche istante dopo, l'urlo di giubilo di Potter che era riuscito a
disarmare Zabini dopo un'estenuante battaglia, invase l'ambiente.
Hermione allora si alzò dal suo angolino e raggiunse il
Bambino
Sopravvissuto sulla pedana, per prendere il posto di Blaise nel
combattimento.
Appena i due sfidanti incrociarono le spade però, un rumore
di passi annunciò l'arrivo degli Auror.
I quattro studenti allora mollarono le loro precedenti occupazioni e si
diressero da loro.
-Ragazzi - disse Alice - il treno sta arrivando a Londra. Noi andiamo a
posizionarci allo sbocco del tunnel.-
-Possiamo venire anche noi?- chiese subito Harry, ansioso di prendere
parte all'azione.
-No - rispose Mason categorico, posando una mano sulla spalla a Potter
- è meglio se per questa volta starete al sicuro. Non
possiamo
agire sapendo che voi potreste essere in pericolo-
-Ma Chris - piagnucolò il Grifondoro - non sono un idiota
qualunque. Me la so cavare...e anche gli altri - si affrettò
ad
aggiungere in seguito alle occhiate ammonitrici di Blaise, Ron ed
Hermione.
-E' anche la nostra guerra - rincarò Ron - ci siamo dentro
da anni. E abbiamo sempre vinto! -
-Questa volta dovrete starne fuori - intervenne allora Sebastian - le
altre volte era la battaglia che veniva a cercare voi. Questa volta no.
La missione è delicata. E noi come Auror non possiamo
portare
dei ragazzini a combattere con noi. Sappiamo che valete. Ma lo
dimostrerete in un'altra occasione. Il discorso è chiuso. Ci
vediamo tra qualche giorno!-
E salutando angelicamente i tre Auror se ne andarono, lasciandosi
dietro quattro ragazzi incazzosi e frustrati.
-Che culo che ha Malfoy - si lamentò Harry seduto a braccia
incrociate sul pavimento - almeno lui si godrà l'azione-
Blaise tentò di blandirlo con una comprensiva pacca sulla
spalla.
-A proposito di Draco...chissà che starà
facendo...-
L'Espresso di Hogwarts si fermò sbuffando e cigolando al
binario nove e tre quarti.
Draco scese tra gli ultimi, sentendo nella tasca il peso confortante di
Matthew Parker formato lucertola.
Appena il biondo mise piede a terra cercò suo padre con lo
sguardo.
Con un tuffo al cuore lo vide in piedi poco più in
là, regale e imperioso come suo solito.
Senza provare emozioni di sorta lo raggiunse e lo salutò con
un cenno del capo.
Non c'era mai stato
bisogno di parole tra loro.
Lucius porse il braccio guantato al figlio, e insieme si
Smaterializzarono.
Quando Draco riaprì gli occhi, vide un paesaggio familiare.
Erano apparsi nella brughiera inglese, in mezzo a un viottolo che
conduceva dritto a Villa Malfoy.
Attorno a loro non c'erano suoni, case o altro.
Solo immensi campi, tutti di loro proprietà.
La Villa, elegante e imponente, svettava dinanzi a loro.
Lucius Malfoy si incamminò verso i pesanti cancelli di ferro
costellati dal blasone di famiglia.
Suo figlio lo seguì, senza dare segni di incertezza o timore.
Come arrivarono all'ingresso le inferriate si aprirono cigolando,
riconoscendo i padroni di casa.
Attraversarono l'immenso parco, senza scambiarsi un solo sguardo.
Superarono le numerose statue di pietra e i vialetti ombrosi in cui
passeggiava spesso Narcissa, fino ad arrivare alla grande fontana
situata davanti alle scale che portavano alla porta di ingresso.
Finalmente Lucius si decise a spezzare il silenzio creatosi.
-Il Signore Oscuro vuole vederti. Immagino che sarai stanco dopo il
lungo viaggio. Potrai riposarti in camera tua, e stasera dopo cena ti
condurrò da lui-
Draco non si sprecò nemmeno ad annuire.
Non ce n'era bisogno.
Si stupì ben poco dell'inconsueta solerzia del padre nel
farlo riposare.
Probabilmente voleva ingraziarselo.
Spingendo la pesante porta di quercia, i due entrarono in casa.
Il ragazzo non si guardò nemmeno intorno.
Non aveva avvertito nessuna nostalgia, stando lontano da quel luogo
maledetto.
Lasciò i suoi bagagli ad un elfo domestico e si diresse
verso il salotto.
Suo padre gli andò dietro e si versò un po' di
whisky
dall'angolo bar, mentre dalle scale che conducevano al piano di sopra
scese una donna.
Narcissa Black Malfoy.
Draco le andò rispettosamente incontro, porgendole una
guancia.
Sua madre vi depose un bacio e lo abbracciò d'istinto,
sempre misurando i gesti.
Sapeva bene che il figlio non amava le dimostrazioni di affetto, e
d'altronde nell'altra società c'erano dei rigori che
bisognava
rispettare.
Notando l'occhiata imperiosa del marito si scostò
immediatamente, lasciando Draco piuttosto confuso.
Non era abituato a vedere sua madre sbilanciarsi così tanto.
Tra loro c'era stato un rapporto sempre cortese, ma freddo.
-Com'è andato il viaggio?- chiese Narcissa, recuperando i
modi misurati e impeccabili.
-Bene. Ora vorrei andare in camera- rispose il figlio, ancora scosso.
Senza degnare di un'occhiata il padre, il ragazzo salì le
scale, seguto dallo sguardo dei genitori.
Appena Draco arrivò in camera, si chiuse la porta alle
spalle, appoggiandosi contro ad essa.
Notò che la sua valigia era già stata portata
lì e messa contro l'armadio.
Il Serpeverde, in attesa che qualcuno venisse a chiamarlo per la cena,
estrasse Matt dalla tasca e si distese sul letto a baldacchino.
Sapeva che per ragioni di sicurezza l'Auror non avrebbe ripreso le sue
sembianze, se non in caso di estrema necessità, dato che
potevano essere osservati.
Ma ciò a Malfoy non dispiaceva.
Non aveva nessuna voglia di parlare.
Ciao
a tutti!
Se vi interessa saperlo la canzone all'inizio del capitolo è
your guardian angel, che a mio parere è stupenda e
dolcissima...Non so, la vedevo bene all'inizio di questo capitolo.
Va beh, comunque spero vi piaccia.
Per quanto riguarda i ringraziamenti invece:
Smemo92:
Sono contenta che ti piaccia l'idea di trasformare Ron in un
lupo...Come ho già detto sono stata molto dubbiosa al
riguardo, anche perchè mi piaceva l'idea di far diventare
Draco un lupo...Ma quando ho trovato quella frase ho capito che era Ron
che doveva trasformarsi in quell'animale...Per Draco ho trovato
qualcos'altro=) Mi raccomando, dimmi che ne pensi di questo capitolo!
pei_chan:
Come hai visto ho aggiornato prima che ho potuto...D'altronde dovevo
recuperare i giorni in cui sono stata via! La parte in cui Draco dice a
Blaise di prendersi cura di Hermione ho avuto un po' di
difficoltà a scriverla, perchè temevo di rendere
Malfoy troppo OOC, quindi sono molto contenta che ti sia
piaciuta...Sono morta dal ridere quando mi hai scritto in bocca a Ron=)
Ora però dovrei rispondere crepi Ron...No dai, poverino...Ti
dico solo grazie e anche a te=) Ci sentiamo in msn! Un bacio
Hollina: Sono
contenta che il capitolo ti sia piaciuto! E' bello sapere di poter
contare su recensitrici abituali...Mi date un grosso incentivo a
continuare, quindi grazie!
Ringrazio infinitamente anche le 79 persone che hanno messo la fiction
tra i preferiti! Grazie grazie grazie!
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Capitolo 26 *** Capitolo 26 ***
-Signorino, è atteso per la cena-
Un elfo domestico particolarmente brutto e magro fece capolino dalla
porta della stanza di Draco e si ritirò immediatamente.
Il ragazzo allora si alzò dal letto, si sistemò i
capelli
e i vestiti e scese le scale, diretto alla maestosa Sala da Pranzo.
I suoi genitori erano già seduti, alle due
estremità di un lunghissimo tavolo.
Attorno a loro si affaccendavano elfi che trasportavano i vari cibi.
Come si sedette iniziarono a mangiare, anche se Draco aveva lo stomaco
chiuso per buttare giù alcunchè.
Così dopo pochi bocconi posò la forchetta e si
limitò ad osservare i giochi di luce che facevano le
fiammelle
danzando sulle pareti.
Per la prima volta notò con sorpresa quanto silenzio
regnasse in quella casa.
In quelle vite.
E dire che per lui il silenzio non era mai stato un
nemico, anzi.
In passato l'aveva fatto sentire protetto, accudito quasi.
Ciò che non viene detto non ci arreca danno.
Le parole invece il più delle volte fanno male.
Sono come piccole spine acuminate che ti si impiantano nel cuore
indissolubilmente.
-Se hai finito, Draco, scendiamo nei Sotterranei.-
La voce di suo padre gli fece quasi fare un balzo sulla sedia.
Si era dimenticato di essere lì per una missione pericolosa,
si
era dimenticato che ormai lui aveva tradito, che era passato dall'altra
parte.
Che era dalla parte di Silente.
Dalla parte degli Auror.
Dalla parte di Hermione.
Senza fiatare il biondino si alzò, sentendo
appena i movimenti di Matthew al sicuro nella sua tasca.
Lucius gli girò le spalle e iniziò a scendere le
scale che portavano al piano inferiore.
Una volta giunti di sotto, Draco represse a fatica una smorfia di
disgusto, rivedendo quelle stanze, quelle catene.
Vigliacchi, pensò.
Dal fondo dei Sotterranei udì una serie di insulti misti a
grida.
Lì dovevano esserci i prigionieri.
Non era mai stato nel luogo dove si trovavano le gabbie.
Suo padre glielo aveva sempre precluso.
Arrivati ad una arcata in pietra, Lucius si voltò di scatto
e afferrò il figlio per una spalla.
-Occhio a come ti comporterai - sibilò - se farai giochetti
non la passerai liscia.-
Il biondino sorrise con aria di disprezzo.
-Evidentemente non mi conosci affatto, padre. Non oserei mai dire cose
inopportune rischiando la mia vita-
Il Mangiamorte riprese a camminare rincuorato.
Oh no padre.
Tu non mi conosci.
Neanche un po'
Almeno non
più.
Intanto Alice, Sebastian e Christopher erano arrivati in
un boschetto.
-Siamo sicuri che l'uscita del tunnel sia da queste parti vero?- fece
la ragazza dubbiosa.
-Naturalmente - rispose Mason - bisogna solo capire dove-
I tre Auror ispezionarono la zona palmo a palmo, naso a terra.
-Trovato!-
All'urlo di trionfo di Seb, gli altri due accorsero.
Sotto il fogliame si poteva ben vedere una lastra di pietra ben spessa.
Il passaggio segreto per Villa Malfoy non poteva essere altro che
quello.
-Wingardium Leviosa- disse la Parker agitando delicatamente la
bacchetta.
Il pietrone si mosse un po' su sè stesso, quindi si
alzò
a fatica in aria, per poi ricadere pesantemente a terra un metro
più in là.
I ragazzi allora si affollarono con le loro belle testoline sul buco
che si era formato nel terreno.
-Cazzo - sbottò Anderson - è veramente buio e
stretto!-
-Uuuuh - lo prese in giro Alice - così grande e grosso ha
paura dell'oscurità!-
Chris scoppiò a ridere, prendendosi dietro un pugno.
-Non diciamo stronzate - ringhiò Seb - dico solo che il
passaggio sarà piuttosto difficoltoso.-
-Già. Ma con un Lumos ben piazzato dovremmo riuscire a
vederci
abbastanza bene- disse Mason, massaggiandosi un fianco in seguito alla
botta mollatagli dall'amico.
-Sono d'accordo - mormorò la ragazza alzandosi - ora
sarà
meglio montare le tende. Non ho nessuna intenzione di farlo col buio-
Seb e Chris andarono subito ad aiutarla e in quattro e quattr'otto due
tende un po' sbilenche facevano bella mostra di sè sul prato.
Poi i ragazzi si infilarono in una tenda, e Alice nell'altra.
Appena entrata si diresse nel piccolo bagnetto, si slegò la
coda ed entrò in doccia.
Chissà che stavano combinando Draco e Matt, pensò
un po' preoccupata.
Sentendo l'acqua calda che a rivoletti le percorreva il corpo, le parve
di rinvigorire un po' i suoi muscoli stanchi.
Non poteva andare avanti così.
Non poteva avere sempre quel timore di guardarlo negli occhi.
Forse era meglio se non fosse mai tornata indietro.
Almeno si sarebbe potuta costruire una vita lontana da Chris.
E lo stesso lui.
-Aly? Posso entrare?-
La voce di Sebastian la riscosse dai suoi pensieri.
-Eh? Oh sì Seb aspetta un istante...-
La ragazza spense il getto della doccia e uscì, avvolgendosi
in un accappatoio bianco.
-Scusa, ti ho disturbata? - chiese Anderson discretamente -
è che
Christopher è andato a fare un giro di perlustrazione e non
sapevo che fare-
-No figurati, hai fatto bene-
-E' tutto ok?- fece l'Auror, sedendosi sul divano - hai un'aria strana-
La Parker gli andò vicino, maledicendo l'acume del suo
migliore amico.
Si era scordata quanto fosse attento ad ogni suo minimo cambiamento
d'umore.
-Non ti preoccupare.Stavo solo pensando...-
-A Chris- terminò Sebastian per lei.
La ragazza non rispose, limitandosi a guardarsi le mani.
-Credo che quando tutto questo sarà finito
tornerò in
Italia- disse a bassa voce, incredula di avere ammesso quella che fino
a quel momento era stata solo un'idea fuggevole.
-Stai scherzando? - urlò l'ex-Serpeverde spalancando gli
occhi.
Alice annuì.
-E' la cosa migliore per tutti. Restando qui faccio del male a Chris,
oltre che a me stessa. Se gli starò lontana
riuscirò a
dimenticarlo. E lui farà altrettanto.-
-Tesoro...non vi siete dimenticati in cinque anni. Cosa ti fa credere
che stavolta sarà diverso?- domandò dolcemente
Seb,
carezzandole i capelli.
-Non ci siamo scordati perchè avevamo troppe cose in
sospeso. Ma
se ci metteremo una pietra sopra riusciremo a voltare pagina.-
-Aly, non credi nemmeno tu in quello che dici-
-Devo farlo, per forza. Non posso continuare così. Qui ho
troppi
ricordi. Mamma, papà. Ogni volta che vedo Matt mi tornano in
mente loro- singhiozzò la ragazza.
-E quindi scappando di nuovo seppellirai i tuoi ricordi? E' questo che
intendi dire? Beh, non te lo lascerò fare. Tu hai impedito
che
io dannassi la mia vita, quando eravamo dei ragazzini. E io ora intendo
ricambiare il favore. Se cinque anni fa non ho fatto tutto il possibile
per tenerti qui, lo farò ora.-
La Parker stava per replicare, quando l'ingresso della tenda si
aprì bruscamente.
Christopher Mason mise dentro la testa, e vedendo la Parker abbracciata
ad Anderson si incupì.
-Oh..vedo che siete occupati. Ci vediamo più tardi-
E senza aggiungere altro si voltò di scatto, e
tornò sui suoi passi.
-Meglio che vada a parlargli - sospirò Sebastian alzandosi -
non
voglio che fraintenda. Tu però rifletti su quello che ti ho
detto ok?-
Alice, rimasta sola, non potè impedirsi di sorridere.
Possibile che Chris
fosse ancora geloso di lei?
-A quanto pare il figliol prodigo è tornato a casa...-
La fredda risata di Lord Voldemort dilaniò le tempie di
Draco,
che stava facendo di tutto per tenere il mago fuori dalla sua mente.
Anche quella volta pensò intensamente al Marchio Nero e a
tagliare la testa a Potter.
Quello, pensò con un ghigno, non gli riusciva nemmeno troppo
difficile.
-Allora, Draco Malfoy, secondo tuo padre vuoi entrare nelle nostre
file.-
Il ragazzo annuì.
-Lascerò la scuola, se necessario.-
-E' ammirevole.- sogghignò il Signore Oscuro.
-Però vedi, Draco Malfoy, c'è qualcosa che non mi
torna- continuò.
Il biondino sudò freddo.
Erano alla resa dei conti.
Doveva giocare bene le sue carte.
Tacque, aspettando che l'altro proseguisse.
-Amycus mi ha detto che quel giorno, nel parco ad Hogwarts, invece che
aiutarlo ad ammazzare quella sudicia Mezzosangue, l'hai protetta a
costo della tua stessa vita. Ora capirai che, trattandosi
dell'amichetta di quell'idiota di Potter, io possa pensare che tu sia
un traditore.- sibilò con astio.
Draco fece un mezzo sorriso, privo di allegria.
-Non avevo alternative - fece con voce calibrata e tranquilla - O
aiutavo la Mezzosangue, o mi facevo beccare da Silente, mio Signore.-
Il disgusto gli salì fino alle labbra mentre diceva le
ultime
due parole, usando tutta la cortesia e la reverenza di cui era capace.
-Capisco. E il tuo ragionamento non fa una piega. Ma nonostante questo,
non puoi sperare di restare impunito, giusto?-
Malfoy non fiatò.
Vedeva che Voldemort iniziava ad irritarsi.
Infatti, il malvagio mago stava tentando in tutti i modi di trovare una
breccia, un modo per vedere se le parole del ragazzo erano sincere.
Ma trovava solo decisioni, progetti ed intenzioni che si sposavano con
la loro causa.
Uccidere.
Prendere il potere.
Servire l'Oscuro Signore.
Che veramente fosse dalla sua parte?
Quel ragazzo gli dava sui nervi.
Ma poteva tornargli molto utile.
Non voleva fargliela passare liscia.
Aveva salvato la Granger.
Voldemort era convinto che lei fosse il primo ostacolo per avere Potter.
Era brillante ed intelligente.
Con lei fuori gioco, sarebbe stato tutto molto più semplice.
-Crucio - urlò, più per personale soddisfazione
che per altro.
Draco cadde in ginocchio, a denti stretti.
Non un fiato
uscì dalle sue labbra, non un lamento.
Il biondino sentì Matthew agitarsi nella sua
tasca.
No Matt, resta lì, sto bene.
Dopo un istante si rialzò, riprendendo fiato.
Il Signore Oscuro lo guardava sorridendo beffardo, quasi sorpreso.
-Posso andare, ora?- chiese il ragazzo chinando la testa.
Il mago acconsentì con un gesto della mano e Draco
uscì.
-Non mi fido del tutto di lui- mormorò a Rodolphus Lestrange
-
ma mi servirà in futuro, quindi gli darò
una possibilità-
-Devo tenerlo d'occhio?- chiese il Mangiamorte.
-No. Ci penserò io. Non credo rappresenti un reale pericolo
per
noi. In più è all'oscuro dei nostri piani, quindi
non
può nuocerci.-
Ah, Lord Voldemort,
quanto ti sbagli.
-Cristo Herm ti vuoi calmare? Mi sembri un anima in pena!-
Era la sera della Vigilia e nella Sala Comune di Grifondoro il fuoco
scoppiettava allegro.
Harry, Ron ed Hermione erano gli unici studenti della Torre rimasti a
scuola per le vacanze, oltre ad un paio di silenziosi ragazzini del
secondo anno.
Quella sera Potter e Weasley si stavano concedendo una partita a
SparaSchiocco davanti al caminetto, mentre la Granger continuava a fare
avanti e indietro per la stanza, sotto gli occhi stupefatti dei ragazzi.
-Come faccio a calmarmi? Alice mi aveva detto che ci avrebbero tenuti
aggiornati, e non ci hanno scritto uno straccio di biglietto, nemmeno
per dirci che stanno bene.-
La ragazza sembrava sull'orlo delle lacrime, nonostante facesse di
tutto per non crollare.
Harry allora si alzò dalla poltrona e le si
avvicinò.
-Preoccuparsi in questo modo non renderà le cose
più
facili. Dai..domani è Natale!- le disse cercando di sembrare
allegro e di distrarla, peraltro senza riuscirci.
Ron sbuffò notando il tentativo patetico dell'amico.
Hermione infatti si divincolò dalla stretta del moretto e,
annunciando che andava a farsi un giro, uscì dal buco del
ritratto.
Non aveva idea di dove andare a sbattersi, essendoci troppo freddo per
uscire dal castello.
Così si ritrovò quasi per caso davanti alla
Stanza degli Allenamenti.
Beh, si disse, almeno qui potrò restare sola.
Invece, quando aprì la porta, vide che qualcuno aveva avuto
la sua stessa idea.
Blaise.
Il ragazzo si stava esercitando davanti ad uno specchio a cambiare
forma.
Quando sentì dei passi dietro di lui si voltò di
scatto, brandendo la bacchetta.
-Ah sei tu - disse con sollievo quando vide la ragazza.
La Granger sorrise e si sedette sul divanetto.
-Ti dispiace se sto un po' qui? Continua pure con i tuoi allenamenti,
non ti disturberò.-
-Non c'è problema - rispose Zabini accomodante - Sono venuto
qui
solo perchè se stavo in Sala Comune senza far niente avrei
continuato a pensare a cosa sta combinando Draco-
-A chi lo dici - mormorò Hermione sottovoce.
-Sei preoccupata eh?- domandò dolcemente il Serpeverde.
La ragazza annuì.
-Temo che commetta qualche sciocchezza.-
-Non credo. Draco non è un idiota. Può sembrarlo
a volte - scherzò - ma da qualche parte la testa ce l'ha.-
Lo spero proprio, pensò la Grifondoro.
E se...se tornando a casa si accorgesse che è li il suo
posto?
Che quello che ha fatto è stato tutto uno sbaglio?
A cominciare da noi due.
Il nostro sbaglio più grande.
Che avremmo potuto evitare.
Ma non l'abbiamo fatto, perchè era troppo difficile fermare
le cose.
Perchè era doloroso tirarsi indietro.
Perchè entrambi detestiamo i rimpianti.
E' come quando due pianeti diametralmente opposti entrano in rotta di
collisione...
O, scontrandosi, si distruggono a vicenda, lasciandosi solo cenere alle
spalle...
Oppure, per un caso fortuito si sfiorano e basta, scambiandosi la
terra, la pelle e l'essenza, cambiando dentro e fuori.
Per sempre.
Ed anche questo
caipitolo è
finito! Ditemi che ne pensate!
Passando ai ringraziamenti:
Hollina:
A chi lo dici...Odio davvero le partenze e i cambiamenti..Se fosse per
me nessuna delle persone a cui tengo si allontanerebbe di un
millimetro! Sono contenta che la mia storia continui a piacerti!!!
pei_chan: Tesoro!!
Come stai? Come vedi Draco ha già ottenuto il suo primo
crucio...Spero
che non mi odierai=) Mi raccomando dimmi che pensi di questo capitolo!
Smemo92: Eh
questi capitoli saranno un po' più cupi perchè samo al centro della
missione...Quindi Hermione soffre, Draco pure, per non parlare di
Elenie che è prigioniera=) E per quanto riguarda l'animale
in cui si trasformerà Draco....Hehe....Aspetta e vedrai!
Tanny: Sono
felicissima che la storia ti piaccia! E' sempre bello ricevere delle
recensioni così carine! Spero continuerai a seguirmi e a
dirmi che ne pensi!
bubina91:
Amor grazie della recensione! Mi fa piacere che tu continui a leggere
pur sapendo già più o meno cosa
succederà in futuro! Ti voglio bene...
whateverhappened: La
retata degli Auror, come la chiami tu arriverà molto presto!
Per quanto riguarda Draco è più forte di quanto
pensi! Di trasformazioni in questo capitolo non ce ne sono state ma ti
prometto che la prossima arriverà molto presto!
Lyla_sly: Allora,
innanzitutto ti ringrazio per essere stata così onesta e
diretta. Credo che le critiche costruttive mi possano essere molto
utili per migliorare. Ho cominciato a scrivere su questo sito, oltre
che per far leggere le mie storie agli altri, anche per ricevere
commenti e opinioni. Quindi ogni punto di vista è bene
accetto. Per quanto riguarda i miei nuovi personaggi, ti posso dire
solo che nei prossimi capitoli (li ho già pronti fino al 31)
saranno narrate più approfonditamente le loro singole
storie, i loro problemi e le loro sfumature. Non so se quello che
succederà ti potrà far cambiare idea su di loro,
ma mi auguro vivamente che accada. Se così non fosse spero
che continuerai a seguirmi, magari chiudendo un occhio su di loro. Ho
visto che ad altre persone sono piaciuti molto, e che c'è
anche già chi ha "eletto" il proprio preferito, ma i gusti
sono gusti, e d'altronde preferisco sentire pareri differenti. Passando
al rapporto di Harry ed Hermione ti spiego subito: ho voluto io che tra
loro ci fosse questo legame profondo e fraterno, che a mio parere la
Rowling non ha accentuato abbastanza. Anche qui poi naturalmente ognuno
ha la propria opinione. Probabilmente io, avendo molti amici maschi a
cui sono molto legata, ho voluto che anche Hermione avesse al suo
fianco una figura (che non fosse la solita Ginny) che la supportasse e
le fosse accanto in ogni situazione. E io non ci vedo nessuno meglio di
Harry. Detto questo, grazie di nuovo, davvero, per aver speso il tuo
tempo per me e quello che scrivo. Mi è molto utile per
migliorare. Spero che vorrai continuare a darmi le tue opinioni.
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Capitolo 27 *** Capitolo 27 ***
L'oscurità scese implacabile su Villa Malfoy e sui suoi
occupanti.
Le stelle si accesero nel buio, rischiarando appena quella notte senza
luna, per fare da fioca luce ai cuori viandanti di coloro che non
trovavano riposo.
Draco Malfoy era tra questi.
Solo, nella sua stanza, attendeva che i passi dei suoi genitori nella
camera in fondo al corridoio si placassero, segnalando che erano andati
finalmente a dormire.
Odiava quella casa e i ricordi che vi erano legati.
Ricordava le sue notti passate a rigirarsi nel letto, temendo che
qualche sinistra creatura mandata da suo padre o da Voldemort venisse a
prenderlo.
Sorrise amaramente al solo pensiero.
Si era dannato l'anima per essere come lo volevano, per compiacere
Lucius, per farlo inorgoglire.
Ma ora non c'era più nulla.
Solo il vuoto...e la rabbia.
La rabbia di non aver avuto un'infanzia.
La rabbia di essere cresciuto troppo in fretta.
E per cosa poi?
Ritrovarsi a diciassette anni a fissare un muro rimpiangendo di essere
nato.
E con una maledetta emicrania.
Doveva sbrigarsi o non avrebbe retto molto.
Quel giorno contrastare gli attacchi mentali del Signore Oscuro non era
stato semplice, e il giorno successivo sarebbe stato ancora peggio.
Finalmente il sonno calò anche sulle palpebre di Draco, che
si
lasciò cullare dalle rassicuranti braccia di Morfeo.
La luce però arrivò fin troppo presto a pungergli
gli occhi.
Il ragazzo si alzò cominciando a vestirsi.
Un colpo delicato alla porta e sua madre entrò.
Non lo faceva da quando era bambino.
O forse non l'aveva mai fatto.
-Che c'è?- chiese Malfoy con acredine.
-Ero venuta a chiamarti per la colazione - rispose la donna chinando il
capo e spostandosi i lunghi capelli biondi dietro una spalla.
Era bella sua madre.
E misteriosa.
Nessuno poteva dire di conoscere del tutto Narcissa Black, nemmeno suo
marito.
Di lei si sapeva solo ciò che mostrava.
Bellezza.
Alterigia.
Solitudine.
Le medesime cose che si sapevano di suo figlio.
Infatti, tutti quelli che dicevano, Harry Potter in primis, che Draco
Malfoy era la copia sputata di suo padre, si sbagliavano.
E non avevano idea di
quanto.
Draco era come Narcissa, anche se non lo sospettava minimamente.
Un muro a proteggere un antico dolore.
E una forza immensa, un coraggio smisurato, un amore non
concesso.
Sentimenti che mai nessuno aveva fatto uscire.
E che loro forse dubitavano di possedere.
Ma quella donna, oltre che una Malfoy, era prima di tutto una Black.
E quel seme di follia, quella risata genuina, quel senso dell'onore del
cugino Sirius e della sorella Andromeda ce l'aveva anche lei.
E ce l'aveva anche Bellatrix.
Solo che l'avevano dimenticato...
-Chiamatemi Draco Malfoy - ordinò Lord Voldemort con voce
glaciale.
Al suo fianco Nott chinò la testa annuendo e
spedì qualcuno a cercarlo.
Poco dopo il ragazzo, perfettamente vestito, entrò
nell'enorme stanza.
La sua espressione tranquilla non lasciava intuire molto del suo stato
d'animo, ma il suo pugno serrato la diceva lunga.
-Mi avete chiamato, Padrone? - domandò con voce pacata.
-Sì. Ricordi il compito che ti affidai quest'estate?- disse
il mago con perverso divertimento.
Draco annuì.
Come avrebbe potuto scordarlo?
-Voglio che tu lo riprenda, e con più attenzione. Non
tollero fallimenti.-
-D'accordo - fece il biondino sottovoce - ma ci vorrà del
tempo-
-Non ho tempo. Devi darti una mossa. Per il momento prendi questa.
Consideralo un regalo da parte mia per Albus Silente. Dubito che ci
cascherà, ma almeno avrà un segnale del mio
potere.-
E sotto gli occhi allibiti dei presenti Lord Voldemort fece levitare in
aria un pesante monile d'oro.
-Me l'ha mandata Sinister stamattina. E' proprio un bel gioiello non
trovi?- rise con cattiveria.
La collana fluttuò fino a Draco, che la guardò
senza sentimenti di sorta negli occhi grigi.
-E' maledetta. Basta toccarla a mani nude per ricevere una morte
istantanea. Il tuo compito e fare in modo che lui la riceva.-
-Va bene. Farò quello che mi chiedete - soffiò il
Serpeverde, prima di infagottare l'oggetto nel suo maglione e di uscire
di lì.
-Padrone...Pensate davvero che Silente morirà con una
semplice collana?- chiese Codaliscia incuriosito.
-Ovviamente no, stupido idiota - fu la fredda risposta - Voglio testare
le capacità di quel ragazzo e vedere se riuscirà
a farla
arrivare almeno al destinatario.-
Intanto Draco approfittando dell'occasione, invece di salire le scale
per tornare al piano superiore, procedette fino ad arrivare al fondo
del Sotterraneo.
Alle prigioni.
Un Mangiamorte vi stazionava all'ingresso, per tenere d'occhio quello
che vi accadeva, ma Draco se ne sbarazzò con un semplice
Pietrificus Totalus.
Lo nascose in un angolo e procedette per la sua strada.
Le gabbie erano in ferro resistente, anche se arrugginito in
più punti, difficilissime da distruggere.
Sentendo Matt agitarsi dentro la sua tasca, lo fece uscire.
La piccola lucertola si diresse rapidamente in fondo al lungo e tetro
corridoio, probabilmente alla ricerca dell'ingresso del passaggio.
Esso infatti, almeno secondo la mappa, doveva essere poco
più avanti.
Ma cercarlo non era compito di Draco, che doveva limitarsi a vedere
dove fosse la Benèfica.
Le prigioni erano quasi tutte vuote, tranne l'ultima.
Sul freddo pavimento di pietra era seduta una ragazza.
Non si vedeva quasi niente per il buio, ma Malfoy potè
distinguere bene i contorni di una figuretta esile raggomitolata su
sè stessa.
-Sei la Benèfica? - chiese sottovoce il ragazzo.
-Cosa vuoi da me? Non vi darò la mia magia, ve l'ho
già detto- rispose Elenie lapidaria.
-Non me ne frega niente della tua magia, di cui peraltro non so quasi
nulla. Sono qui per liberarti. Se vuoi darmi una mano sto qui,
altrimenti non perdo il mio tempo.-
Qualche rumore di movimenti striscianti, e Draco vide la ragazza
arrivare alle sbarre e rivelarsi.
Era davvero ridotta male.
Magra, ferita e debole.
Ma nonostante questo, non sembrava per nulla sottomessa.
Nei suoi occhi blu notte c'erano una dignità e un orgoglio
pazzeschi.
-Chi sei?- chiese con flebile voce la Benèfica.
-Il mio nome non ha importanza.- fece Malfoy scuotendo il capo- Mi
manda Albus Silente-
A quel nome il viso della ragazza ebbe un guizzo.
Le sue mani premettero più forte contro le sbarre della
cella.
-C'è pieno di guardie - sussurrò poi Elenie - non
ce la faremo mai ad uscire senza essere beccati-
-Tu non ti preoccupare- sibilò il biondo - Non so quando
tornerò ma stai pronta ok? Non ho nessuna voglia di farmi
ammazzare perchè tu fai qualche casino-
Sotto gli occhi stupefatti della ragazza, una piccola lucertola
arrivò rapidamente da Draco e gli si arrampicò
sulla
gamba, per poi infilarglisi in tasca.
Buffo, pensò Elenie, giurerei che l'animale abbia fatto
l'occhiolino.
Appena Matt ritornò, Malfoy, dopo un ultimo sguardo d'intesa
alla Benèfica, si affrettò a risalire le scale e
tornare
al piano superiore.
Stava tornando con calma, quando si ricordò del Mangiamorte.
Sarebbe stato troppo sospetto lasciarlo lì.
Annullò l'incantesimo precedente e, prima che l'uomo potesse
aprire bocca, Draco gli scagliò un Oblivion.
Gli occhi del Mangiamorte diventarono vacui, e senza fiatare l'uomo
riprese la sua postazione.
-Professor Silente, novità dai ragazzi?-
L'anziano Preside di Hogwarts annuì all'indirizzo della
Professoressa Minerva McGranitt, ripiegando un biglietto che un grosso
gufo gli aveva appena recapitato.
-Hanno già trovato il punto in cui sbuca il tunnel e si sono
accampati nei paraggi. Ora bisogna solo aspettare.-
-Sono preoccupata, Albus. Se la missione dovesse fallire...Se dovesse
accadere qualcosa al Signor Malfoy..-
La donna si portò le mani al petto.
Forse il loro era stato tutto un errore.
Forse quella che combattevano era una battaglia persa fin dall'inizio.
-Non dire così, Minerva. Bisogna sempre sperare in bene. Io
sono
convinto che tutto andrà per il meglio. Draco ha
più
coraggio di quanto sembri.-
Un forte tramestio oltre la porta del suo studio fece voltare i due
all'improvviso.
Alcuni colpi alla porta e Hermione Granger, Ron Weasley ed Harry Potter
entrarono di corsa.
Con delle facce che erano tutto un programma.
-A cosa devo la visita? - chiese amabilmente Silente.
I ragazzi, rossi in viso, borbottarono scuse per l'intrusione.
Potter poi si fece avanti, e solo allora la Professoressa
notò che avvolto sulla spalla portava un grosso serpente
scuro.
La strega fece un balzo sulla poltroncina, spalancando gli occhi in una
smorfia d'orrore.
-Potter, Santo Cielo, dove hai trovato quella cosa?-
-Ecco..beh..- iniziò il ragazzo grattandosi i capelli con
aria imbarazzata - questo serpente è....è...-
-E' Blaise Zabini, Preside - finì per lui Hermione, con
espressione rassegnata.
-Il Signor Zabini? - rantolò la McGrannit annichilita dallo
stupore.
-Eh già - intervenne Ron - si è trasformato
mezz'ora fa
per la prima volta, e non è ancora tornato normale.
Speravamo
che anche lei avesse quella pozione che ha Alice...-
Il vecchio mago si alzò, diretto ai suoi armadi, sorridendo
bonario.
-Oh sì, ce l'ho di sicuro da qualche parte.- disse - devo
solo trovarla.-
-Un serpente...Che animale insolito - mormorò intanto la
Professoressa di Trasfigurazione, più a sè stessa
che
agli altri-
-Sì, e pensi che non è nemmeno velenoso! -
aggiunse Hermione, che l'aveva udita.
Silente si bloccò mentre apriva l'armadio, con le braccia a
mezz'aria.
-Vuoi dire che non ha veleno, Signorina Granger?- chiese stupito.
-Esatto- annuì la ragazza - Mi ha stupito molto,
perchè
so che quasi tutti i serpenti di quelle dimensioni sono letali, o
quasi. Perciò mi chiedo perchè Blaise non lo
sia...-
Il Preside assunse un'espressione pensierosa.
-Naturalmente Alice è molto più ferrata di me su
questi
argomenti, quindi sarebbe più opportuno chiedere a lei, ma
ho
ragione di pensare che il suo essere così innocuo alluda al
suo
carattere. Mi spiego - si affrettò a continuare notanto le
espressioni stralunate di Harry e Ron - lui, pur essendo un Serpeverde,
possiede un animo nobile e valoroso, degno di un Grifondoro.-
-Sono
d'accordo con il
Professor Silente -annunciò la McGranitt - La trasformazione
del
Signor Zabini è l'esatta riprova della sua teoria.-
Un Grifone imprigionato in un
corpo da Serpente.
-Ragazzi ma ci pensate che rottura dovrebbe essere passare
il Natale qui?- rognò Chris.
-Già- rimarcò la Parker - almeno se nevicasse
potremmo fare una bella partita a palle di neve!-
Anderson per tutta risposta grugnì rumorosamente, avvolto in
quattro cappotti.
Odiava il freddo e l'umido.
E detestava cordialmente la neve.
Al settimo anno aveva quasi mandato al San Mungo Matt perchè
aveva osato lanciargli una palla di neve.
-Dai Seb! Non essere così scontroso...Pensa che tra meno di
due
giorni avremo una bella battaglia e qualche Mangiamorte da prendere a
calci- tubò Mason ridacchiando gioioso.
Alice alzò gli occhi al cielo.
Si era dimenticata che i suoi amici non si facevano tramortire da nulla.
Non erano certo i tipi che prima di uno scontro mettevano per iscritto
le loro ultime volontà... anzi, era loro abitudine farsi un
bicchierino in compagnia.
Quando ormai stavano per mettersi a letto, un piccolo rettile mezzo
congelato si fiondò nella tenda, e immediatamente prese le
sembianze di Matt.
Appena vide il fratello che batteva i denti, la Parker gli
gettò
malamente una coperta sulle spalle, guardandolo incuriosita.
-Che ci fai tu qui? Non dovresti essere con Draco?- chiese preoccupata.
-Dorme - tagliò corto Matthew - ho approfittato per
verificare
le condizioni del passaggio e aggiornarvi. Nessun problema. Dovremmo
riuscire a passare senza troppe difficoltà-
-Mi sa che come lucertola la tua prospettiva è un po'
diversa da
quella umana - borbottò Sebastian da sotto i cappotti -
Quando
l'abbiamo visto noi pareva davvero angusto-
-Ah si beh...da uomo in effetti sono un po' più grosso...non
ci
avevo pensato - rise Parker, facendo alzare gli occhi al cielo agli
altri tre.
-Draco come sta? - chiese infine Chris, spezzando il silenzio.
-Se la cava. Non dev'essere facile per lui stare in quella casa,
sapendo quello che vogliono da lui- rispose Matt, facendosi serio.
-E' meglio che torni da lui ora - disse Anderson, accendendosi una
sigaretta - Non mi piace sapere che è là senza
controllo.-
Parker annuì, e dopo aver augurato Buon Natale agli amici,
si ritrasformò e sgattaiolò via.
-Ehi ragazzi, Buon Natale-
Harry e Ron si svegliarono di scatto, sentendo la voce di Hermione
nella loro stanza.
La ragazza lanciò loro due pacchetti, che andarono ad unirsi
alle pile ammucchiate ai piedi dei loro letti,
quindi si sporse a baciarli entrambi per ringraziarli dei regali che le
avevano fatto.
-Wow, Herm ma è fantastico - dissero i due ragazzi in
sincrono, togliendo la carta dai pacchi.
Potter aveva ricevuto un manuale sulla Difesa contro le Arti Oscure,
mentre Ron uno sugli Animagi.
Poi iniziarono a scartare gli altri regali, mentre la Granger si
sedette sul letto di Weasley.
-Dovremmo andare a fare gli auguri a Blaise. Mi dispiace che sia tutto
solo a Serpeverde-
-Sì anche a me - annuì Potter - ma lo vedremo
sicuramente in Sala Grande per il pranzo-
-Certo, però mancano tre ore! Vado a vedere se è
in giro.
Ci vediamo dopo- gridò la ragazza, uscendo di corsa.
Hermione arrivò in Sala d'Ingresso quando si
spaccò la
testa andando a sbattere contro proprio a colui che cercava.
-Ehi quanta fretta - rise Zabini - stavo venendo a fare un giro alla
Torre. Mi annoiavo giù da solo-
Infatti il povero Blaise era l'unico Serpeverde rimasto a scuola.
Tutti gli altri genitori si erano presi a casa per le vacanze i loro
preziosi figli, mentre lui aveva insistito per rimanere, sia per avere
notizie di Draco e sia perchè non aveva nessuna intenzione
di
tornare dai suoi.
-Andiamo a fare un giro mentre aspettiamo Harry e Ron? - propose la
Grifondoro - Sono ancora in pigiama-
I due studenti così si diressero ben infagottati verso il
parco.
-Non ne vuole proprio sapere di nevicare eh?- fece Zabini notando la
distesa arida di terra ghiacciata.
-Pare di no. Peccato, mi piace la neve. Sembra quasi che al suo
passaggio ripulisca tutto ciò che trova...- disse Hermione
con
occhi sognanti.
-Che scemo che sono - la interruppe Blaise battendosi una mano sulla
fronte - mi stavo quasi dimenticando di darti una cosa!-
La Granger lo guardò incuriosita mentre si metteva in tasca
una
mano e ne estraeva un piccolo pacchetto, per porgerglielo.
-Me l'ha dato Draco prima di partire.-
La ragazza emozionata sciolse con mani tremanti il fiocco che teneva
insieme la carta, quindi schiuse il coperchio.
Con una mano estrasse una leggerissima catenina, che scintillava alla
luce.
La accostò al viso e notò che ne pendeva una
piccola D, finemente decorata.
Talmente piccola ed arzigogolata che si faticava a capire cosa fosse.
Ma lei non ne aveva alcun dubbio.
Si allacciò la collanina, infilandola poi sotto la maglia.
-Grazie di avermela consegnata - fece poi rivolta a Blaise.
Il Serpeverde alzò le spalle sorridendo, poi insieme
rientrarono a scuola.
Una dei due con un sorriso in più.
Ho aggiornato il
prima possibile. Spero che il capitolo vi piaccia. La
prossima volta se riesco inserirò un piccolo lavoretto di
grafica che ho fatto (anzi diciamo pure che un mio amico ha fatto, in
quanto io non sono molto abileXD)
Comunque, ho notato di aver superato le 100 recensioni! Non so come
ringraziarvi...davvero!!!
Passando ai ringraziamenti individuali=):
Smemo92:
Sono contenta che la frase sui pianeti ti sia piaciuta...Purtroppo
Harry e gli altri, benchè desiderosi di partecipare
all'azione, non è che potranno fare poi molto...Ma vedrai
che prima o poi anche loro avranno la loro bella battaglia!
Tanny: Come
vedi, Draco non ha scordato Hermione, nemmeno per un istante=) Sono
contenta che i capitoli continuino a piacerti! Dimmi che ne pensi di
questo!
roby94: Ti
ringrazio di aver recensito la mia storia, non sai che piacere mi ha
fatto leggere i tuoi complimenti! Spero continuerai a dirmi quello che
pensi dei capitoli! In quanto agli aggiornamenti, cercherò
di soddisfare la tua richiesta, anche se non ci riuscirò
sempre, perchè in genere pubblico ogni volta che scrivo un
capitolo da aggiungere a quelli in attesa...Non voglio rischiare di
rimanere senza aggiornamenti, rischiando di farvi aspettare troppo. Ah,
il mio contatto è gaia.gm@hotmail. it Scrivimi
quando vuoi, mi fa piacere!
Lyla_sly: Non
ti preoccupare, non ho nessuna intenzione di mandarti al diavolo=) Le
tue opinioni mi interessano e le tengo in conto, anche quando sono
negative. Spero che il capitolo ti piaccia!
bubina91: Amor
grazie per la bella recensione! Sei un tesoro...Spero che questo
capitolo ti piaccia...Dimmi che ne pensi!
Keyra Malfoy: Che
bello rivedere una tua recensione! Non ti preocc, non è un
problema se non hai tempo...Temevo ti fossi dimenticata di me =(...
Comunque Elenie non è sorella di Blaise...Scoprirai tutto
molto presto..In quanto alla cattiveria di Draco...Beh molto presto
farà una cosa per cui avrai voglia di cruciarlo, temo...Non
farmi dire di più! A presto, un bacio!
Hollina: Eh
sì Draco sta proprio dimostrando che non è per
niente vigliacco, anzi...Grazie della recensione Un bacio
pei_chan: Sara!!!
Non sai quanto sono contenta che tu abbia trovato un po' di tempo per
la mia storia...Il compito di Draco non è per niente facile,
ma purtroppo i risvolti negativi si vedranno quando tornerà
a Hogwarts...A presto!.
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Capitolo 28 *** Capitolo 28 ***
Quella
stessa mattina di Natale, Draco Lucius Malfoy aprì gli occhi
con un senso di nausea alla bocca dello stomaco.
Chissà se Blaise si era ricordato di dare la collana alla
sua mezzosangue.
Ci aveva messo secoli per trovarla.
Non era un tipo da regali, lui.
Ma qualcosa gli aveva fatto sentire di volerle stare comunque vicino in
quel giorno particolare, seppure indirettamente.
Quando, ad Hogsmeade, aveva visto quella catenina, non aveva esitato un
attimo a comprarla.
Le era venuta subito in mente lei.
Aveva avuto qualche esitazione sul ciondolo a forma di D, lo trovava
inutile e sdolcinato ma poi la parte più egoistica e
possessiva
del suo carattere gli disse che così, anche tra vent'anni,
Hermione non avrebbe mai scordato chi le aveva regalato quell'oggetto.
E l'amore malato e maledetto di cui era conseguenza.
Malfoy si vestì rapidamente, scendendo poi al piano di sotto.
Non ci furono auguri per lui.
Non ci furono regali, o abbracci.
Non c'erano mai stati.
E a dir la verità non gli faceva nemmeno troppo male.
Era cresciuto così.
Del resto non ce lo vedeva suo padre con un cappello buffo in testa a
cantare le carole, nè sua madre a cucinare il tacchino e
l'arrosto.
Lucius non era nemmeno in casa in quel momento, mentre Narcissa si
trovava in salotto a fissare il vuoto, avvolta in un sontuoso abito
verde scuro.
-Devi dirmi qualcosa figlio mio? - chiese con voce piatta.
Draco trasalì.
La donna gli dava le spalle, e non aveva dato segno di essersi accorta
della sua presenza.
-No madre, perchè? - sospirò Malfoy svaccandosi
su una
poltrona, una mano a tenersi la testa che gli doleva in una maniera
impressionante.
-Mi sembri strano in questi giorni. C'è qualcosa che non
va?- domandò ancora Narcissa.
Il ragazzo la guardò incuriosito.
Da quando lei si interessava ai suoi stati d'animo?
Di norma l'unico contatto che avevano era durante i pasti.
-E' tutto a posto - concluse infine, e la risposta parve rassicurare la
madre, che lo lasciò solo.
A pranzo non si rivolsero quasi la parola, come al solito.
Era ora di finirla, pensò Draco.
Non voleva rimanere lì un istante di più.
Appena suo padre si defilò al Ministero a fare non si sa
cosa, il ragazzo andò ai sotterranei.
Tutto era silenzioso.
Probabilmente erano tutti riuniti nel grande salone in cui lui aveva
parlato al Signore Oscuro, oppure erano andati da qualche parte.
Schiantò il Mangiamorte all'ingresso delle prigioni senza
troppi
complimenti. Ormai non doveva più stare attento alla sua
copertura.
Doveva mettere in atto il piano.
Liberò Matt che lo condusse rapidamente all'ingresso del
passaggio.
Era nascosto davvero bene.
Draco con un incantesimo dovette allargare il passaggio d'entrata, e
quando fu largo abbastanza da far passare una persona gridò:
-Expecto Patronum!- Una grossa aquila argentea uscì dalla
punta della sua bacchetta, infilandosi nel tunnel.
Quindi il ragazzo si diresse alla prigione di Elenie.
-Stai indietro -le urlò.
La ragazza si raggomitolò in fondo alla cella, tenendosi il
capo tra le mani.
-Bombarda - gridò Draco agitando la bacchetta.
Le forti sbarre cedettero sotto il peso dell'incantesimo, e con un
rumore allucinante vennero divelte.
Naturalmente il rumore non poteva passare inosservato, e un folto
gruppetto di Mangiamorte guidati da Bellatrix Lestrange arrivarono in
men che non si dica.
-Ma guarda il mio nipotino traditore - rise befferda Bellatrix.
-Stupeficium- gridò la donna all'improvviso.
Malfoy reagì con un Protego, mentre Parker alla sua destra
riprese le sue sembianze e si mise a scagliare incantesimi sui nemici.
-Prendi la ragazza e scappa!- gli urlò Matt evitando un
incantesimo di Avery.
Il biondo non gli rispose nemmeno, rimanendo al suo fianco.
Si stava mettendo male. Erano almeno quindici contro due.
Elenie era troppo debole per combattere, non riusciva nemmeno a tenersi
in piedi.
-Impedimenta- continuò ad urlare il Serpeverde, e l'Auror
alle sue spalle fece lo stesso.
Erano senza fiato...e i Mangiamorte continuavano ad aumentare.
D'improvviso si udì un boato...e Sebastian Anderson fece il
suo ingresso nel Sotterraneo.
Dietro di lui Chris e Alice, spade e bacchette alla mano.
Sembrò quasi che per qualche istante il tempo scorresse a
rallentatore.
Vedendo arrivaere i tre Auror, i
nemici si frmarono un
istante a
fissarli, quasi a stabilire un piano d'azione...e subito dopo la
battaglia riprese con più furia di prima.
Alice Schiantò diversi Mangiamorte in un colpo solo, mentre
Seb stava lottando contro tre uomini in una volta.
Matt corse a cercare Elenie, per timore che nella confusione qualcuno
riuscisse a farla sparire. Quando la trovò la prese tra le
braccia e la mise al sicuro nel tunnel, poi tornò a dare una
mano agli amici.
Chris intanto aveva lanciato una spada a Draco, sapendo che il ragazzo
se la cavava quasi meglio con quella che con una bacchetta. I due
stavano, fianco a fianco, tenendo a bada numerosi Mangiamorte.
Mason continuava a cercare di ostacolare tutti quelli che miravano ad
Alice, perciò stava facendo un doppio lavoro.
Non che la Parker avesse bisogno di aiuto, anzi, se la stava cavando
benissimo.
-Ragazzi, dobbiamo andarcene da qui prima che ne arrivino altri-
gridò Anderson per farsi sentire oltre il rumore della
battaglia.-
-D'accordo! - urlò di rimando Christopher estraendo la spada
dallo stomaco di un Mangiamorte che lo stava per decapitare.
Ormai quasi tutti i nemici, a parte la Lestrange e Nott che erano corsi
a chiamare rinforzi, erano riversi a terra, in laghi di sangue.
Gli Auror entrarono a ritroso nel tunnel, agguantando Draco ed Elenie.
Appena furono tutti dentro al buco, chinandosi iniziarono la fuga.
Dovevano però andare piano, perchè il terreno era
cedevole e pieno di asperità, e se uno non avesse fatto
attenzione avrebbe rischiato di finire lungo disteso.
-Oh cazzo, credo che siano entrati nel tunnel- gridò ad un
certo
punto Sebastian, che chiudeva la fila, guardandosi le spalle.
Matthew davanti sempre con Elenie in braccio che lo guardava ansiosa
accelerò il passo.
-Se scagliamo incantesimi qui dentro crollerà tutto
- mormorò Alice con voce angosciata.
-Muoviamoci allora - ringhiò Chris alle sue spalle, seguito
da Draco.
Purtroppo però i Mangiamorte si avvicinarono ancora di
più, e avevano cominciato a gridare maledizioni, che
urtavano
contro la volta terrosa del passaggio, la quale cominciava a cedere in
più punti.
Sassi di medie dimensioni e diversi detriti crollarono sulle teste dei
ragazzi, che cercavano di creare Scudi o di proteggersi con le braccia.
A un certo punto si udì un grido, e Draco di
voltò di scatto.
-Sebastian! - urlò terrorizzato.
Il moro Auror era riverso a terra.
Un grosso pezzo di roccia, cadendo, l'aveva preso in pieno.
La testa gli sanguinava copiosamente ed era privo di sensi.
Christopher, sentendo il richiamo di Malfoy, tornò indietro,
e
con espressione tesa si prese l'amico svenuto su una spalla,
riprendendo poi a fatica a camminare.
Finalmente una tenue luce apparve, segnalando l'imminente uscita del
tunnel.
Alice e Matthew uscirono rapidamente e aiutarono Chris e Draco a tirare
fuori Sebastian.
Elenie giaceva sull'erba, poco distante, assaporando quella
libertà, quell'aria aperta, che la lunga prigionia le aveva
fatto dimenticare.
Appena furono tutti sani e salvi all'accampamento, con un gesto
elegante Alice rimise la pietra sul passaggio segreto e lo
sigillò con un Colloportus, facendo in modo che non si
riaprisse
per i Mangiamorte.
Poi si voltò. Tutti gli altri erano radunati attorno a
Sebastian.
-Ferula - momorò Matt, per fasciare la ferita dell'Auror.
-Ha perso molto sangue- dichiarò poi- dobbiamo tornare
subito a Hogwarts per farlo curare come si deve.-
Christopher annuì, caricandoselo di nuovo in spalla.
Parker prese in braccio la Benèfica e Alice tenne per mano
Draco, per Smaterializzarsi a scuola.
Pregando che non fosse
ormai troppo tardi..
Intanto a Scuola, Harry, Ron, Hermione e Blaise, dopo aver
consumato il pranzo di Natale in Sala Grande erano usciti in parco
infagottati nelle loro sciarpe e nei loro maglioni di lana.
-Possibile che non abbiano ancora dato notizie? - chiese Hermione con
voce incrinata -sono partiti da tre giorni ormai-
-Già - aggiunse Ron con aria pensierosa - E in
più
Sebastian aveva detto che Malfoy non avrebbe resistito più
di
due giorni -
Blaise si alzò di scatto, sotto gli occhi stupefatti degli
altri tre.
Possibile che...
Si alzò sulle punte per vedere meglio.
Alcune figure stavano salendo al castello, lentamente.
-Sono tornati - gridò felice.
I quattro ragazzi corsero incontro ai loro amici, ma appena furono a
poca distanza si accorsero subito che qualcosa non andava.
Avevano tutti espressioni funeree e Anderson era svenuto.
Draco stava aiutando Chris a portarlo, ma non potè fare a
meno di incrociare lo sguardo di Hermione.
La ragazza aveva gli occhi lucidi e spaventati.
Guardò Malfoy, come per sincerarsi che stesse bene, e quando
constatò che camminava normalmente emise un sospiro di
sollievo.
Harry intanto non aveva occhi che per la Benèfica.
Era molto sottile, e sembrava alquanto stanca e debole.
Il piccolo corteo si diresse all'Infermeria, dove già li
aspettava Silente.
Il Preside accolse tutti con un gran sorriso, prima di essere
letteralmente investito da Madama Chips che voleva verificare le
condizioni di Seb e di Elenie.
I due furono trascinati sui letti e l'Infermiera di Hogwarts si mise ad
armeggiare attorno a loro, cacciando via nel frattempo tutti gli altri.
Harry
espresse con un gran casino tutto il suo disappunto.
Aveva sognato tanto quella ragazza e ora non poteva nemmeno parlarle!
Hermione però lo prese per mano, esercitando una lieve
pressione, come per ammonirlo a non esagerare.
Erano stati giorni pesanti per tutti, e meritavano un po' di riposo.
-Dov'è Draco? - chiese a un certo punto Blaise, guardandosi
intorno e notando che il biondino non c'era.
-Sarà andato a prendere una boccata d'aria - sorrise Alice
strizzando un occhio alla Granger - Andate anche voi, noi staremo qui
ad aspettare notizie di Sebastian.-
Hermione non se lo fece dire due volte.
Senza aspettare gli amici si diresse fuori.
Si guardò intorno e alla fine scorse Malfoy seduto sotto un
albero poco distante, intento a fumare una sigaretta.
Stringendosi nel mantello, la ragazza lo raggiunse.
Draco faticò ad alzare gli occhi su di lei, e quando lo
fece, la
Grifondoro potè notare tutta la tristezza e la rabbia che
erano
racchiuse in quello sguardo di ghiaccio.
Facendo leva su una mano il Serpeverde si alzò, e subito la
Granger gli volò tra le braccia, aggrappandosi al suo
maglione.
Con aria assente il ragazzo le accarezzò i capelli.
Era una bestemmia.
Lui e lei insieme erano sbagliati.
E presto se ne sarebbero resi conto tutti.
Aveva visto lo sguardo folle di sua zia, e quello deluso e arrabbiato
di suo padre quando era scappato per il cunicolo con gli Auror.
Gliel'avrebbero fatta pagare in qualche modo, e lo sapeva.
Ma Hermione non doveva, non
poteva, finirci di mezzo.
Doveva salvarla da lui, e dal suo sangue maledetto.
Perchè se il giorno della resa dei conti lei per caso
sarebbe stata troppo vicina...no..non riusciva a pensarci.
Meccanicamente le alzò il mento con due dita, traendola a
sè con fermezza, scrutando quei suoi occhi d'oro liquido.
La ragazza potè vedere lo sguardo di lui velarsi di
desiderio, e lo baciò.
Un bacio lento, rassicurante, ultraterreno, che sapeva di un dolce
ritrovarsi e della gioia di essere entrambi sotto un cielo aperto,
liberi e soprattutto vivi.
Ma ad un movimento dei muscoli guizzanti di Draco, nella postura delle
sue spalle rigide, Hermione intuì che qualcosa non andava,
però
non disse niente.
Egoisticamente preferì starsene zitta e godersi quel
momento, che rovinarlo con pensieri e congetture.
Da parte sua Malfoy invece aveva la mente annebbiata, come ogni volta
che lei gli era vicina.
Come poteva rinunciarvi?
Accantonò il pensiero, e la strinse con più forza.
Quando si staccarono, la Granger lo vide sorridere.
Non un sorriso forzato, o sarcastico, o malizioso come era solito fare.
Un sorriso come per dire...Mi sono rassegnato.
Mi sono arreso.
A te.
E ora che l'ho capito devo escluderti dalla mia vita
Al'improvviso qualcosa sfiorò la guancia del ragazzo, che
alzò lo sguardo al cielo.
Hermione lo imitò, e insieme poterono constatare che
un'amica era tornata a far visita al castello.
La neve...
Anche il cielo piangeva per loro...
-Brutto schifoso serpente! Ma come osa? COME?-
Le urla di Ginevra Molly Weasley riempivano l'intera Torre di
Grifondoro, spaventando chiunque vi mettesse piede.
Nel dormitorio delle ragazze, la ex di Harry Potter strepitava e
inveiva contro un Serpeverde a caso.
Piazzata esattamente al centro della stanza, le mani posate ai fianchi
e un cipiglio identico a quello di sua madre, scuoteva la testa
fissando Hermione Granger.
La riccia stava sdraiata sul suo letto, senza fiatare e senza muoversi,
limitandosi solo ad asciugarsi delicatamente le silenziose lacrime che
le scendevano inesorabili lungo le guance.
-Ginny, ti prego, lascia stare - mormorò infine con voce
flebile.
La Weasley allora, non riuscendo più a vederla in quello
stato, si sedette accanto a lei, accarezzandole i capelli.
-Non capisco come abbia potuto comportarsi così...Ma che ti
ha
detto di preciso?- domandò per la sesta volta con tono
paziente.
Hermione tirò su col naso, prendendo un fazzoletto.
-Ha detto che sono stata un piacevole diversivo...E che è
stato
bello finchè è durato ma che ora è
finita-
sussurrò con voce incrinata.
-E tu gli credi?- fece Ginny stringendola forte -Anche dopo la collana
e tutto il resto?-
La Granger fissò con occhi vuoti la catenina d'argento che
ora giaceva sul pavimento.
-Non vedo perchè avrebbe dovuto mentire -disse infine con
voce
talmente rassegnata che l'amica quasi non la riconobbe - D'altronde lo
sapevo che sarebbe finita così. Dovevo aspettarmelo-
La risposta della Weasley fu interrotta dall'arrivo di Harry e Ron, che
levitavano piacevolmente a mezzo metro dal suolo, nel tentativo di
superare l'ostacolo delle scale.
-Herm che succede?- chiese il rossino premuroso, accostandosi alla
ragazza.
Per tutta risposta lei gli si aggrappò alle spalle,
iniziando a singhiozzare convulsamente contro il suo torace.
Non era da lei fare quelle scene pubblicamente.
Di norma inghiottiva lacrime e rospi e tirava dritta per la sua strada
per andare a leccarsi le ferite in pace senza farsi vedere.
Ron alzò lo sguardo preoccupato su Harry, che tremava
dall'ira.
-Dimmi solo una cosa - esordì il Bambino Sopravvissuto
rivolto
all'amica, con un lampo di consapevolezza nei profondi occhi verdi -
è Malfoy?-
Per tutta risposta Hermione si strinse ancora di più a
Weasley, aumentando il pianto.
-Bene - soffiò Potter.
Senza dire una parola filò fuori dalla stanza, e scansando
tutti
si catapultò fuori dal dormitorio di Grifondoro, arrivando
in un
lampo ai Sotterranei.
Si attaccò all'ingresso del dormitorio di Serpeverde,
bussando
con tutta la forza che aveva in corpo e chiamando Draco a gran voce.
Dopo qualche minuto il biondo in questione ne uscì, con una
strana espressione nello sguardo e con a fianco l'inseparabile Zabini.
-Che cazzo le hai fatto eh?- ringhiò Harry, arrabbiatissimo.
Malfoy per tutta risposta alzò le spalle, con malcelata
indifferenza.
-Mi sono stufato di giocare...tutto qui...-borbottò.
Il pugno non lo vide arrivare, ma ne avvertì tutta la
potenza quando incontrò il suo zigomo.
Appena rialzò gli occhi su Potter, tastandosi la guancia, lo
vide ansante, le braccia tese pronte a parare un evenutale contrattacco.
Che, inaspettatamente non arrivò.
Draco si limitò a freddarlo con un'occhiata gelida, prima di
voltarsi e tornare dentro.
Blasie lo guardò andare via, poi si avvicinò al
Grifondoro.
-Lei come sta? - chiese ansioso.
-Come vuoi che stia - rispose con rabbia Harry - quell'imbecille l'ha
usata e l'ha mollata-
-Cerca di guardare oltre il tuo naso, ti prego - lo interruppe Zabini -
Io ho giurato di non aprire bocca su questa faccenda, ma dì
ad
Hermione di lottare e di non fermarsi alle apparenze.-
Il Serpeverde gli diede una pacca sulla spalla, con aria di supplica e
di costernazione, prima di seguire Malfoy, lasciando Potter sempre
più confuso.
I giorni che si susseguirono furono lenti ed infausti.
Sebastian stava migliorando rapidamente ed era pronto a lasciare
l'Infermeria, mentre Elenie era ancora molto debole,
cosicchè
Madama Chips non permetteva ancora agli Auror di farle domande.
Hermione si rifiutava di scendere a mangiare in Sala Grande, per non
incontrare Malfoy, così approfittava degli ultimi giorni di
vacanza per starsene rinchiusa in camera.
Potter dal canto suo cercava in tutti i modi di incontrare il biondo,
per insultarlo o picchiarlo, cosa che non riusciva mai a fare dato che
Draco non reagiva alle sue provocazioni.
-Ehi Harry!-
Il moretto alzò il viso, scorgendo Christopher Mason
corrergli incontro e fermarsi a pochi metri da lui.
-Ciao Chris - lo salutò - che succede?-
-La Chips ci ha detto che possiamo parlare con la Benèfica.
Volevo sapere se per caso tu, Ron ed Hermione volevate assistere.
Abbiamo già avvisato anche Draco e Blaise.-
Potter annuì entusiasta, e seguì l'Auror
nell'Infermeria,
dove c'erano già Alice, Matt, Sebastian e i due Serpeverde.
Tutti in religioso silenzio, fissavano la ragazza che era distesa sotto
candide coperte di lino.
Cigolando, la porta si aprì, e ne entrarono Ron ed Hermione.
Harry, quando vide l'amica, non potè impedirsi di provare un
moto di orgoglio nei suo confronti.
Camminava a testa alta, con le spalle dritte, fiera come era sempre
stata.
I suoi occhi, che non recavano più tracce di pianto, non
sfiorarono nemmeno Draco Malfoy, ma sorrisero delicatamente a Blaise e
a tutti gli altri.
-Bene, ora che ci siamo tutti possiamo cominciare- esordì
Alice allegramente.
-Come ti chiami?- domandò alla Benèfica.
Prima di rispondere, Elenie trasse un lungo sospiro.
I suoi occhi blu le caddero sul ragazzo dai bellissimi occhi verdi che
le sedeva di fronte, che l'aveva sognata, e su quello dagli occhi
grigi, che le aveva salvato la vita.
Almeno a quanto le aveva detto l'Auror alto e serio con cui aveva
parlato nei giorni precedenti.
-Elenie Grace Zabini- mormorò.
Il silenzio che seguì a quelle tre parole, regnò
sovrano per almeno cinque minuti.
Ciao a tutti!
Ecco qui sopra il lavoretto che vi avevo promesso! Spero che vi
piaccia...
Sono di corsa quindi passo subito ai ringraziamenti:
Smemo92: Le
trasformazioni di Harry e Draco arriveranno tra qualche
capitolo...Grazie per la recensione=)
Tanny: Certo,
Draco Hermione ce l'ha sempre in testa...anche se lei ora non ci
crederà molto! Dimmi che ne pensi di questo capitolo!
whateverhappened: Non
cruciarmi ti prego! Come ti ho promesso non ho fatto morire
Sebastian...E' solo un po' malconcio=) Come vedi però almeno
hanno fatto un po' di piazza pulita tra le
file di Voldemort!
roby94: Sono
strafelice che la mia storia ti piaccia!! Spero continuerai a seguirla=)
Non ti preoccupare per le recensioni se non vanno di pari passo con i
capitoli, mi fanno molto piacere lo stesso!
Hollina: Eh
sì..Non sai cosa darei io per un regalo da uno come lui *_*
Grazie per la recensione!
_Vergessenes Kind_:
Ti ringrazio moltissimo per la recensione, è bellissimo
vedere nuove lettrici! Sei stata davvero carina a farmi tutti quei
complimenti. Come forse avrai visto dalla recensione che ti ho
lasciato, ho letto la tua storia, e mi è piaciuta molto!
E'davvero originale. Spero che continuerai a seguirmi!
Keyra Malfoy: Ciao
Fulvia! Adoro le tue recensioni, mi fanno sempre morire dalle risate!
Ma che ci facevi ancora sveglia alle cinque del mattino?!?!?!?! Beh
comunque sono contentissima che la mia storia ti piaccia...Ora aspetto
che anche tu raggiunga le 100 recensioni eh? Per quanto riguarda il mio
contatto, ovvio che puoi prenderlo! Mi farebbe piacere conoscerti e
parlare con te! Ti aspetto su msn!
pei_chan:
Grazie di aver trovato un po' di tempo per me e la mia storia=) Mi fa
piacere vedere che dopo tutti questi capitoli tu sei ancora qua a
recensirli...Grazie grazie grazie! Un bacio
|
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Capitolo 29 *** Capitolo 29 ***
-Elenie Grace Zabini-
Il silenzio sconcertato che seguì le parole della ragazza fu
rotto da un colpo di tosse di Blaise.
-Qualcuno può spiegarmi che sta succedendo per favore?-
chiese impallidendo.
Fissò gli Auror, che allargarono le braccia, come a dire che
non ne sapevano niente.
Elenie nascose un sorriso.
-Sono tua cugina, Blaise.- disse con voce paziente, come se dovesse
spiegare una cosa ovvia a un bambino ritardato.
Il Serpeverde spostò lo sguardo sulla Benèfica,
bocchieggiando come un pesce.
-Io non ho cugini. I miei sono entrambi figli unici-
borbottò incredulo.
La ragazza scosse il capo.
-Tuo padre aveva una sorella maggiore. Mia madre- spiegò con
una punta di sofferenza nella voce.
-Non è vero! Altrimenti perchè io non ne sapevo
niente?- domandò tremante di rabbia.
-Non erano in buoni rapporti.- tagliò corto Elenie- Mia
madre
rimase incinta molto giovane, in un rapporto occasionale, infatti io
non ho mai conosciuto mio padre. Per questo ho mantenuto il cognome di
mia madre, e quindi il tuo.-
-Così tua madre era una Benèfica? -
domandò Alice incuriosita.
Elenie annuì.
-E dov'è ora? Sarà il caso di proteggerla, visto
quanto
è stato fatto a te per estorcerti i tuoi poteri- intervenne
Matthew.
-Non ce nè bisogno- rispose la ragazza - E' morta. L'hanno
uccisa i Mangiamorte quando sono venuti a cercarci.-
Mentre tutti i presenti trattenevano il fiato, Elenie per un momento
rivide nella sua mente gli occhi ridenti di sua madre, la sua gioia di
vivere, la sua risata contagiosa, e sentì una morsa nel
petto.
-Qui con noi ora sei al sicuro - disse Seb, burbero - Ma Voldemort ti
darà la caccia per sfruttare i tuoi poteri. Vuoi schierarti
al
nostro fianco e aiutarci?-
Lentamente, la moretta annuì, risoluta.
La brama di vendetta la spaccava ancora in due.
-Grandioso - fece Chris con un sorriso -Silente ha detto che puoi
studiare qui a scuola d'ora in poi-
-Forza! Tutti fuori! Lasciatela riposare, riprenderete il discorso
domani!-
Madama Chips fece irruzione come suo solito e sbattè tutti
fuori senza troppe cerimonie.
Hermione si azzardò a lanciare un'occhiata in direzione di
Draco, ma lui la superò senza nemmeno guardarla, diretto ai
Sotterranei e seguito da Blaise, che esibiva un'espressione confusa.
La ragazza sospirò, e sembrò che una maschera le
si stesse sgretolando dal viso.
Le spalle le ricaddero in avanti, e gli occhi persero quel bagliore di
dignità che avevano avuto in precedenza.
La Granger salutò mestamente tutti e se ne andò
piano, seguita dagli sguardi preoccupati di Harry e Ron.
-Vado con lei - dichiarò il rossino, ma fu bloccato da un
gesto di Alice.
-Aspetta- disse la ragazza - Voglio parlarle io-
Senza aggiungere altro la Parker si mise a correre per raggiungere la
ragazza.
Quando finalmente la trovò, era seduta sul muretto di una
finestra, a guardare fuori.
Seguendo il suo sguardo individuò Draco che discuteva
animatamente con Blaise nel parco.
-E' successo qualcosa con lui vero?- le domandò
dolcemente l'Auror.
Hermione non rispose.
Non era molto in confidenza con Alice, e se già le riusciva
difficile parlare di fatti suoi con gli amici, farlo davanti ad
estranei le era praticamente impossibile.
D'altra parte però era rimasta sorpresa dal fatto che la
Parker
si fosse accorta che tra lei e Malfoy c'era qualcosa, così
la
guardò stupita.
-Ho visto come ti guarda.- disse semplicemente Alice, a mò
di
spiegazione. -E' lo stesso sguardo che vedevo negli occhi di
Christopher anni fa.-
-Sì, stavamo insieme- continuò, notando lo
sguardo sbarrato della Granger - Ma è una cosa ormai
sepolta.-
Hermione, vedendo gli occhi della Parker annebbiarsi, intuì
che
era una bugia bella e buona, ma essendo di natura discreta e per nulla
pettegola tacque, aspettando che l'altra continuasse.
-No, non è vero - disse infatti l'Auror con un sorrisino
mesto,
scuotendo la testa e contraddicendosi da sola - E' e rimarrà
l'unico amore della mia vita. Ma sono troppo orgogliosa per ammetterlo,
a me stessa e a lui.-
-Perchè mi dici questo?- chiese allora la Grifondoro.
-Perchè alla tua età ero come te. Amavo la magia
in tutte
le sue forme, ed ero molto brava a scuola. Non mi sono mai innamorata
di un Serpeverde, ma sia mio fratello che il mio migliore amico lo sono
stati, e quindi so come sono fatti.-
-Ma non sei mai stata usata da uno di loro...- sibilò
Hermione, ferita.
-No, questo no. Ma ho lasciato qualcuno pur di proteggerlo. E so che fa
male. E non sempre serve.-
-Non capisco...- borbottò la Granger.
Alice si strinse le ginocchia al petto, circondandole con le braccia.
-Vedi..Se tra me e Chris è finita, è stato
soprattutto per colpa mia. Non so se sai la mia storia..-
A un cenno di diniego della riccia proseguì.
-I miei genitori sono morti qualche anno fa, uccisi da dei Mangiamorte
che miravano a me. Vedi, io avevo appena finito Hogwarts, ero
molto preparata e stavo iniziando il corso di addestramento per Auror,
con ottimi risultati. Sarei stata molto scomoda come avversaria, almeno
per come la vedevano loro,
così hanno cercato di eliminarmi. Ma prima hanno colpito i
miei
genitori-
La Parker si interruppe, sentendo che la voce cominciava a vibrarle.
Hermione si portò una mano alla bocca, orripilata.
-Per me fu straziante. Sapere che i miei ci avevano rimesso la vita per
colpa mia mi uccideva, ero annientata. Anche Matt, certo, ma lui non
aveva sensi di colpa nei loro confronti. Io sì. Lasciai
Chris,
con la scusa di volere andare via per riprendermi, di volergli stare
lontano. Addirittura lo insultai quando lui si arrabbiò per
questo, e lo accusai di starmi troppo addosso, di non lasciarmi
respirare. Tutte bugie-
Un sorriso amaro le storse la bocca.
-E allora perchè l'hai lasciato?-
La Granger parve ritrovare la voce, e formulò la domanda
sottovoce.
-Per salvargli la vita, naturalmente. Non potevo permettere che anche a
lui fosse fatto del male per colpire me. Così sono sparita,
tentando di dimenticarlo. Senza successo, ovviamente.-
-Dovevi essere sincera con lui fin dall'inizio. Aveva il diritto di
sapere la verità, non trovi? - mormorò
delicatamente
Hermione.
-Sapevo che non si sarebbe mai arreso, dovevo troncare in fretta.-
rispose con voce piatta la Parker.
-Sei una ragazza coraggiosa, Alice. - sorrise finalmente la Grifondoro
posandole una mano sulla spalla - io non credo che avrei saputo fare
altrettanto. Ci vuole un grande spirito di sacrificio per lasciare chi
ami.-
L'altra annuì a capo chino.
-Perchè mi hai parlato di questo? -chiese infine incuriosita
la Granger.
-Perchè credo di non essere l'unica che si è
allontanata
da chi tiene per proteggerlo.- fece l'Auror con un lampo di tenerezza
negli occhi chiarissimi.
-Se alludi a Draco...-iniziò Hermione scuotendo debolmente
il capo.
-Sì, mi riferisco a lui. Non odiarlo e non ti rassegnare
come ha
fatto Chris. Vedi, probabilmente se lui mi avesse cercato invece di
fare l'ostinato e rimanere delle sue idee, magari alla fine avrei
ceduto. Con questo ovviamente non intendo scaricare le mie colpe a lui,
ma sai com'è...- la voce di Alice si affievolì,
nascondendo un brivido di rimpianto.
-Draco è stato chiaro con me. Mi ha detto che ero un gioco e
che
si è stancato. Me lo aspettavo che sarebbe finita
così.-
-Hermione..Hermione, ne hai di cose da imparare. Io non posso dirti
nulla, solo di tenerti strette le persone a cui tieni,
perchè un
giorno potrebbero non esserci più. Lotta per chi ami,
finchè puoi farlo.-
La Granger si asciugò le lacrime, e senza dire altro
guardò Alice alzarsi e andarsene lentamente.
Alice le aveva fatto capire tante cose.
Ma sapeva che Draco non era come lei.
Lui andava dritto per la sua strada, calpestando sentimenti e lacrime,
incurante dei pezzi di cuore che si lasciava dietro.
Tante avevano pianto per lui a scuola, per l'angelo biondo che
nascondeva un animo da demone, perchè per lei avrebbe dovuto
essere diverso?
Si maledisse da sola, stringendosi nelle spalle.
Sapeva che era un suicidio innamorarsi di uno come lui, ma non si era
messa freni.
Aveva dato il suo cuore in pasto ai lupi, pregando che fosse
risparmiato.
Stronzate.
Malfoy non si era fatto riguardi di ingabbiarle il corpo e la mente con
promesse sfuggenti come il sole d'inverno.
Le aveva costruito attorno una rete subdola e tentatrice, che lei
stessa aveva provveduto ad annodarsi saldamente addosso.
Si era donata a lui, senza riserve o remore, e ora avrebbe dovuto
pagare per questo.
-Cristo Draco! Ma come puoi fare una cosa del genere ad Hermione?-
Blaise Zabini, già abbastanza fuori di testa e sconvolto
dopo
aver appreso che Elenie era sua cugina, camminava in su e in
giù
per il parco agitando le braccia con aria esasperata.
Di fronte a lui, sdraiato su un prato che mai gli era parso
più
scomodo, c'era Draco Lucius Malfoy, che se ne stava zitto con lo
sguardo perso nel vuoto.
-E' la cosa migliore per tutti Blaise - scandì lapidario.
-Ma non farmi ridere! Non credi nemmeno tu in quello che dici! Le hai
fatto credere di essere stata solo un passatempo! Ma ti rendi conto?-
gli urlò il moro a un centimetro dalla faccia, incazzato
nero col suo
migliore amico.
-Un taglio netto è meno doloroso. Così mi
odierà e non mi cercherà più.-
-E tu Dra? Tu che farai? Riuscirai a rinunciare a lei così
facilmente?- chiese Zabini diretto e duro.
-Non ho scelta - borbottò il biondo alzando le spalle - Ora
che
sanno che ho tradito, i miei cercheranno di farmi più male
possibile. Se dovessero mai venire a sapere che tra me e la mezzosangue
c'è qualcosa...-
La sua voce si spense, chiaramente terrorizzato di finire la frase.
-Codardo. Ma per una volta hai preso una decisione che ti fa onore.-
Malfoy si girò alla sua destra, guardando disgustato Harry
James Potter sbucare da un albero e avanzare verso di lui.
-Da quanto sei lì dietro, Sfregiato? - ringhiò
con disappunto il biondo, schioccando la lingua.
-Abbastanza per capire che sei migliore di quanto credevo, anche se mi
costa ammetterlo- bofonchiò acido Harry.
-Della tua approvazione me ne infischio, San Potter. Voglio sapere
perchè mi spiavi.-
-Volevo avere delle risposte sul tuo comportamento con Hermione. Sapevo
che eri uno stronzo, ma non credevo fino a questo punto.
Così,
prima di iniziare a rovinarti l'esistenza facendotela pagare cara per
quanto la facevi soffrire, ho voluto sincerarmi che quello che hai
fatto non fosse dovuto ad altri motivi.-
-Vaffanculo. Non sono cazzi tuoi.- fece rabbioso Draco avvicinandoglisi
pericolosamente.
Avevano ancora in sospeso un pugno, il biondo non l'aveva scordato.
-Ah no? - mormorò Potter sarcastico - E' la mia migliore
amica.-
-Bravo...allora vai a sbattertela tu dato che ci tieni tanto, invece di
seccare me!-
Nel giro di due secondi Malfoy si trovò sbattuto contro un
albero, preso per il bavero da Harry che lo guardava con un astio
incredibile.
-Lo sapevo che non avresti mollato la tua facciata da duro...Ma
ricordati che se tu non sei ancora stato ammazzato da tuo padre
è per merito nostro che ti pariamo il culo..Quindi occhio a
quello che fai!-
Draco a quel punto si stufò di farsi picchiare da Potter.
Gli mollò un pugno nello stomaco, e mentre il Grifondoro
arretrava lo guardò con gli occhi grigi ridotti a fessure.
-Non osare giudicarmi chiaro? E non mettere il naso tra quello che
è successo tra me e la Granger, se non vuoi che te ne faccia
pentire!-
Detto questo se ne andò, scoccandogli un'ultima occhiata
rabbiosa.
Ci mancava solo San Potter.
Che voleva saperne lui!
Appena arrivò in Sala Comune Draco crollò sul
divano, sconfitto.
Aveva preso l'unica decisione giusta della sua vita, l'unica di cui
sarebbe potuto andare fiero, ma faceva un male cane.
Sentiva la mancanza di Hermione, anche se gli costava ammetterlo.
Rinunciare a lei era stato doloroso, ma non c'era un'altra via.
Da un pezzo aveva rinunciato a difendere strenuamente la propria vita,
ma per quella della mezzosangue avrebbe dovuto fare uno sforzo, anche
se sovrumano.
Quando le aveva detto quelle poche ma dure parole con cui aveva
cancellato tutto, aveva fatto fatica a non stringerla forte a
sè
vedendola così umiliata e debole.
Non aveva pianto davanti a lui.
Nemmeno un po'.
Meglio così probabilmente...Le sue lacrime l'avrebbero fatto
retrocedere subito.
Ma vedere quegli occhi dorati brillare di rabbia e consapevolezza senza
poterle dire che erano tutte cazzate, che per lui lei era stata
importante, l'aveva consumato, dissanguato,
distrutto.
Erano passate ore, o forse solo pochi minuti, quando una voce leziosa
irruppe a Serpeverde, risvegliando Malfoy dal suo torpore.
-Dracuccio!-
Il biondino non fece nemmeno in tempo ad alzare lo sguardo che venne
letteralmente investito da una ragazza che gli piombò
addosso
iniziando a baciarlo dappertutto, vagando con le mani sulla sua schiena.
Cercando di riprendersi tentò di guardare oltre quella massa
di
capelli corti e neri, e vide sfilare una massa di ragazzi con la divisa
verde e argento.
Le vacanze di Natale erano finite, e i suoi compagni erano appena
tornati a scuola.
-Mi sei mancato- urlò con vocetta stucchevole Pansy
Parkinson, stampandogli un bacio sulla bocca.
-Dai Pansy, gira al largo..- esclamò Draco con voce
annoiata, ma quella come al solito non mollò la presa.
Lo guardò con aria contrita, un bagliore negli occhi scuri.
-Allora è vero quello che mi hanno detto...Su di te e una
certa mezzosangue..-
Malfoy rimase di stucco. Non aveva idea che i suoi fatti privati
fossero stati messi in pubblico.
Ma evidentemente non aveva messo in conto il giro di pettegolezzi che
c'era a Hogwarts.
-Non so di che stai parlando - borbottò incazzato.
-Davvero?- mormorò la Parkinson, e fece per baciarlo,
strusciandoglisi addosso con aria sensuale.
Lui si scostò, freddo, guardando con decisione da un'altra
parte.
-Proprio come pensavo- fece lei, dura - Sei cambiato, Dra...Che fine ha
fatto il ragazzo che non mi diceva mai di no?-
Il Serpeverde la fissò, come se fosse la prima volta che la
vedeva dall'inizio della scuola.
Non l'aveva considerata molto in quei mesi, preso com'era dai casini
che gli affollavano la vita, prima fra tutti Hermione.
Eppure lei non doveva averlo ignorato, pensò.
Sapeva che era innamorata di lui dal primo anno, e non faceva niente
per nasconderlo, ma tra loro non c'era mai stato niente di troppo
profondo, sebbene fossero stati soliti divertirsi insieme nel letto
nelle notti
troppo fredde o noiose.
Non ricordava che lei avesse tentato colpi bassi, tipo farsi trovare
nuda nella sua stanza, ma ancora non sapeva di Hermione.
-Allora? Non hai niente da dirmi?- chiese Pansy guardandolo di sotto in
su.
-No. Lasciami stare.- fece Malfoy allontanandosi, diretto da Blaise che
faceva dei cenni sulla porta.
Dopo essere stato con la mezzosangue, tutte le altre avevano perso di
attrattiva, gusto.
Forse perchè non erano lei.
Rimasta sola, Pansy Parkinson si arrotolò distrattamente una
ciocca di capelli liscissimi attorno ad un dito.
Il suo Draco e una SangueSporco.
Le venne un tremito alla schiena e una mano andò
istintivamente alla bacchetta.
Elenie stava sdraiata nel letto dell'Infermeria, quando un vecchio mago
entrò silenziosamente e si sedette accanto a lei, evocando
una
vaporosa poltrona blu.
L'uomo si gettò su una spalla la lunga barba e si
schiarì la voce.
-Mia cara, so che hai sostenuto una prova molto difficile, ma ti
pregherei di narrarmi cosa ti è accaduto. Sono informazioni
molto preziose per noi.-
-Lei è il Professor Silente vero?- chiese la ragazza
guardandolo dritto negli occhi.
-Sì, A quanto mi è stato riferito, stavi venendo
da me quando ti catturarono.-
La Benèfica annuì.
-E' stata mia madre a dirmi di farlo. So che la conosceva.-
Il Preside si fece triste.
-Sì. Conoscevo Annael. Era una donna e una strega
meravigliosa,
e sono molto dispiaciuto per la sua sorte. Ti porgo le mie
più
sentite condoglianze.-
-Grazie- rispose Elenie a bassa voce.
-Ora vorrei sapere la tua storia. Ho pensato che fosse meglio che tu ne
parlassi solo con me, piuttosto che davanti agli Auror. Immagino che
non sia facile per te, e provvederò io a spiegare tutto a
loro.-
La ragazza fece un cenno col capo.
-Io e mia madre vivevamo sole - cominciò, rievocando un
passato
che non le sarebbe più stato restituito -Quando abbiamo
saputo
che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato era sulle tracce dei pochi
Benèfici rimasti, ci siamo spaventate e abbiamo tentato di
fuggire all'estero. Purtroppo però ci hanno trovate quasi
subito. Mia madre mi ordinò di fuggire, mentre lei cercava
di
trattenere i Mangiamorte. Io tentai di oppormi, ma lei fu irremovibile.
La vidi morire, da dietro gli alberi in cui mi ero nascosta, quando
rifiutò di mettere la sua magia al servizio del Signore
Oscuro.-
Elenie si interruppe, per asciugarsi una lacrima.
Silente le carezzò una spalla, invitandola ad essere forte.
-Cercai di fuggire- continuò poi - Ma mi catturarono quasi
subito, e mi portarono in quella prigione. Attingevano ai miei poteri
ogni giorno, finche non sono arrivati a liberarmi.-
-Capisco. Il tuo racconto collima con i fatti di cui siamo a
conoscenza.Ora cosa vuoi fare?- domandò il mago facendosi
molto
serio - Puoi scegliere di rimanere qui, a scuola, come una studentessa
qualunque, e uscire da tutto questo, oppure studiare e al contempo
aiutarci. La tua magia ci sarebbe di enorme aiuto.-
-Voglio esservi utile. Devo vendicare mia madre.- disse
risoluta la ragazza, stringendo le mani sul lenzuolo.
-D'accordo. Domani il Cappello Parlante ti smisterà in una
delle
quattro case, e appena ti sarai ristabilita potrai iniziare a seguire
le lezioni-
-D'accordo - acconsentì la Benèfica.
Il Preside si alzò lentamente, e dopo essersi accomiatato
fece
per dirigersi alla porta, quando Elenie lo richiamò.
-Sì mia cara? Dimmi.-
-La ringrazio - sussurrò lei a capo chino.
Il vecchio sorrise, poi si voltò.
-Di nulla - disse infine, tra sè e sè uscendo
dalla stanza.
Eccomi qua...Di
corsa come al solito, ma ci tenevo ad aggiornare velocemente.
Finalmente ho risolto il mistero della brusca rottura tra Alice e Chris
e anche quello della parentela tra Blaise e Elenie...Sono stata anche
troppo buona =)
Passando ai ringraziamenti:
Smemo92:
Sono felice che Alice ti sia piaciuta...Lo so che forse la liberazione
di Elenie è stata un po' veloce ma non volevo farla sembrare
una grossa battaglia...quella deve ancora arrivare, fidati =9
pei_chan: Ed
ecco finalmente svelato il mistero della parentela tra Blaise ed
Elenie...=) Spero che sarai contenta...Dimmi che ne pensi! Un bacio
Keyra Malfoy: Beh
ho aggiornato abbastanza presto no? La tua scarica di armi mi ha
intimorito abbastanza (soprattutto il piccione viaggiatore)...Che
Malfoy sia un po' idiota si sa...Però per una volta che non
ha fatto l'egoista poverino non trattarmelo così male=) Un
bacio
roby94: Eh
si Blaise è un tesoro...Su Hermione e Draco non ti posso
svelare nulla, continua a seguirmi e scoprirai tutto XD
Hollina: Sono
contenta che il mio lavoretto ti sia piaciuto (anche se non
è stato merito mio, ma di quel tesoro del mio migliore amico
che si fa sfruttare per i miei scopi XD)...per Draco sarà
dura star lontano dalla sua mezzosangue...potrai vedere tu quanto!
Tanny: Come
hai visto la Benèfica ha MOLTO a che fare con Blaise...Per
quanto riguarda Hermione, mi dispiace ma non credo che si
arrenderà molto facilmente o che lascerà perdere
Draco e si metterà con Ron...Spero che mi continuerai a
seguire lo stesso...=)
whateverhappened: Ciao
Silvia! Certo che ho letto Twilight...Lo adoro! Eccoti la reazione di
Blaise...Direi che è riuscito a contenersi abbastanza,
nonostante la sorpresa...
Love_doll:
Ti ringrazio tanto per i complimenti! Sono contenta che la storia ti
piaccia...E con Hermione non sono crudele dai...ok forse un po'...=)
bubina91: Vedrai
che le tue domande troveranno tutte risposta...anche se forse ci
vorrà un po' per alcune...Mi raccomando dimmi che pensi di
questo capitolo! Ti voglio bene!
senzaparole: Cam!
Finalmente una recensione! Sei un tesoro, grazie...Anche da parte del
gianlu=)
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Capitolo 30 *** Capitolo 30 ***
Hermione
stava camminando per il corridoio del settimo piano, quando una voce
insistente la chiamò.
-Ehi Herm, aspettami-
Si voltò, col cuore che le batteva a mille.
Ogni volta che sentiva una voce chiamarla, si illudeva sempre che
potesse essere Draco, ma inutilmente.
Avrebbe riconosciuto quel tono strascicato e sensuale tra mille, e ogni
volta rimaneva delusa vedendo come lui non la degnasse di uno sguardo.
Ad ogni modo sorrise a Jayden, che le si avvicinò col fiato
corto.
-Come stai?- le chiese con tono amichevole.
-Bene grazie, e tu?- mentì la ragazza.
-Tutto ok. Senti, sabato ho visto che c'è un uscita ad
Hogsmeade. Ti andrebbe di venirci con me?- le domandò con
disinvoltura, passandosi una mano tra i capelli castani.
Alla Granger si formò un groppo in gola.
Jay era simpatico, gentile, pure bello ma...non era Draco.
Stava per dirgli di no, quando il bel Serpeverde le passò
vicino
insieme all'inseparabile Blaise, come al solito senza fermarsi a
guardarla, e una sorta di mostro vendicatore si impossessò
di
lei.
-Sì, vengo volentieri a Hogsmeade con te- esclamò
la
ragazza con tono allegro e voce abbastanza alta perchè
Malfoy
potesse sentirla.
Con un piacere quasi selvaggio potè notare distintamente il
biondo irrigidire la camminata.
-Perfetto - esultò felice McBride, non sospettando di nulla
-Allora ci vediamo sabato mattina fuori da scuola.-
Subito dopo il ragazzo si allontanò, lasciando la Grifondoro
sola e più depressa che mai.
Tutti i suoi sciocchi tentativi di apparire contenta e spensierata non
servivano a niente, di questo ne era ben convinta.
Ma lui non l'avrebbe mai vista fragile e vulnerabile.
Si mosse risoluta e si diresse a Trasfigurazione, che avrebbero
affrontato coi Serpeverde.
Era quasi in ritardo, e quando entrò in classe c'erano
già tutti, intenti a sistemare la loro roba sui banchi con
gran
confusione.
Non guardò in faccia nessuno, dirigendosi rapidamente verso
il
suo posto, ma non potè fare a meno di avvertire la
fastidiosa
sensazione che uno sguardo avesse indugiato su di lei qualche istante
più
del dovuto.
Scivolò nel posto accanto a Ron, schioccandogli un bacio
sulla guancia, con un sorriso falsissimo a deformarle le labbra.
Il rossino le sorrise di rimando, sollevato nel constatare che la
ragazza sembrava essersi ripresa.
-Vieni a Hogsmeade con noi sabato? - le chiese.
-No- gli rispose lei, sapendo che almeno metà delle sue
compagne
di classe la stavano ascoltando - ci vado con Jayden McBride, me l'ha
chiesto poco fa.-
-Oddio Hermione! Hai un appuntamento con quel gran fusto di McBride? -
squittì Lavanda poco più in là,
pettegola come al
solito.
La ragazza annuì, sentendo l'occhiata bruciante di Malfoy su
di sè.
Non era da lei fingere a quel modo, pensò lui rabbioso.
Perchè la mezzosangue mentiva, era lampante.
Non era mai stata abile a dire bugie, o ad essere falsa.
Non era nel suo carattere, semplicemente.
E tutto quel divertimento perverso, quella gioia finta, quel lampo di
malizia nello sguardo erano tutti per lui, per fargliela pagare, e
Draco ne era ben conscio.
Ma se l'era meritato, lo sapeva benissimo.
Le aveva fatto credere di essersi divertito calpestando i suoi
sentimenti, e ora avrebbe dovuto pagarne le conseguenze.
Quello fu il primo giorno di lezione anche per Elenie Zabini.
Il pomeriggio precedente era stato calcato anche a lei il Cappello
Parlante sulla testa, e dopo mille riflessioni l'aveva spedita a
Corvonero.
Avendo un anno in meno di Harry e gli altri, frequentava i corsi del
quinto anno.
Non appena mise piede nel dormitorio i ragazzi la guardarono con occhi
adoranti, offrendosi di aiutarla in tutto, e le ragazze, dopo un
momento iniziale di diffidenza e di circospezione, l'avevano attorniata
per conoscerla meglio.
Sorprendentemente evitarono, con molta delicatezza, di farle domande
inopportune sul suo passato, cosicchè lei potè
astenersi
dall'inventarsi bugie per giustificare l'essere entrata a scuola
così tardi.
Suo cugino Blaise d'altronde si era mostrato molto protettivo nei suoi
confronti, non che lei avesse bisogno di essere difesa, intendiamoci,
ma avere come parente stretto un gran bel ragazzo di Serpeverde aiutava
non poco a sviare le domande troppo curiose.
Appena uscita dall'aula di Pozioni salì le scale, alla
ricerca della classe di Incantesimi.
Vagò in lungo e in largo per la scuola, senza risultato.
Stava ormai per mettersi a urlare affinchè qualcuno venisse
in
suo soccorso, quando girando rapidamente dietro un angolo
andò a
sbattere contro qualcuno che arrivava di corsa.
Quel qualcuno la afferrò velocemente prima che lei perdesse
l'equilibrio, e la sostenne.
Lei si tastò piano il fianco ferito e ancora fasciato, poi
alzò lo sguardo, andando ad imbattersi in quello stupito di
Harry Potter.
Lui la lasciò andare piano, e si passò una mano
tra i capelli sorridendo con aria imbarazzata.
-Scusami, non volevo venirti addosso. Va tutto bene?-
-Sì sì certo..Non ti preoccupare- rispose la
ragazza
chinandosi per raccogliere i libri che aveva lasciato cadere
nell'impatto.
Harry da cavaliere si affrettò a chinarsi per aiutarla, ma
nella
foga andò a sbattere con la testa contro quella della
ragazza.
Quando si tirò su la guardò con aria mortificata,
pronto a sentire una bella urlata.
Insomma, prima l'aveva quasi tramortita arrivandole addosso con la
grazia di una mandria di bufali, e poi aveva tentato di sfondarle la
testa a suon di craniate.
Inaspettatamente però Elenie scoppiò a ridere,
massaggiandosi con una mano la botta dolorante.
-Sei sempre così imbranato quando vuoi essere di aiuto,
oppure
oggi è la mia giornata fortunata?- gli chiese prendendolo
giocosamente in giro.
-Credo che sia colpa tua! Mi hai fatto perdere la concentrazione!-
abbozzò il Bambino Sopravvissuto.
La Benèfica sorrise, guardandolo con dolcezza.
Aveva colto il velato complimento che si nascondeva in quella frase
apparentemente scherzosa.
-Beh, se vuoi essermi davvero utile, potresti spiegarmi come arrivare
all'aula di Incantesimi? Temo di essermi persa...- mormorò.
-Certo, ti accompagno io.- le rispose Harry, finendo di raccattare i
libri ancora sparsi sul pavimento.
Mentre si incamminavano tra loro scese un silenzio quesi tombale.
Potter, rivedendo quei capelli scuri e setosi e quella pelle
chiarissima, non potè fare a meno di ricordare quando le
visioni
con lei per protagonista lo avevano tormentato, riducendolo a uno
straccio.
-Senti...- disse infine lei piano, decidendosi a spezzare quella
tensione - Mi hanno detto che è grazie a te se avete saputo
che
mi avevano catturato. Ti devo la vita. Grazie-
-Io non ho fatto nulla - borbottò Harry a malincuore,
ricordando
quanto aveva sofferto nel non aver potuto partecipare alla missione.
-Ad ogni modo sono in debito con te.-
-Beh siamo arrivati - cambiò discorso il ragazzo,
indicandole la
porta della classe, dove si era già radunato un folto
gruppetto
di ragazze di Corvonero, che guardavano la compagna sbalordite, notando
che era in compagnia nientemeno che del famoso Harry Potter.
-Oh, grazie anche di questo allora! Ci vediamo! - disse felice Elenie,
sorridendogli come solo lei sapeva fare, prima di sparire tra le sue
amiche.
Harry la osservò fino all'ultimo, poi si voltò e
corse al
dormitorio, con una sensazione di leggerezza nel petto e una speranza
in più.
Sebastian camminava piano con Matt per le vie poco affollate di
Hogsmeade, ancora convalescente dopo l'avventura a Villa Malfoy.
Aveva convinto l'amico ad accompagnarlo ai Tre Manici di Scopa a bere
qualcosa, stanco di stare in casa sottostando alle preoccupazioni di
Alice che sosteneva che dovesse stare a riposo.
Così, appena lei aveva voltato lo sguardo, aveva agguantato
Parker e si era defilato.
La neve cadeva incessante così affrettò il passo,
deciso
a mettere quanta più distanza possibile tra loro e la casa
in
cui alloggiavano, nel caso remoto in cui Alice avesse avuto la
brillante idea di mettere il naso fuori per venirli a cercare.
Doveva essere proprio disperato per uscire con quel tempaccio, si disse.
Odiava il freddo, ma quando l'amica aveva tentato di somministrargli
l'ennesima disgustosa pozione Rinvigorente aveva detto basta, e si era
catapultato fuori.
Si strinse nel cappotto, guardandosi distrattamente attorno.
Gente correva di qua e di là, come tante trottole impazzite.
E poi, in mezzo a tutto quel rumore...lei.
Seb strizzò gli occhi, notando una ragazza bionda che
camminava poco lontano.
Una bella ragazza bionda.
Che somigliava tanto a...
Ma no, non poteva essere.
O sì?
Iniziò a correre, con il cuore che gli batteva a duemila nel
petto e la testa che pulsava in un modo incredibile.
Era solo a un centinaio di metri da lei, quando qualcuno lo
afferrò pesantemente per un braccio.
-Ma che cavolo fai? - sentì Matt chiedergli - Sei pazzo a
correre in quel modo nelle tue condizioni?-
-Lasciami...Lasciami andare...- biascicò Anderson, un folle
luccichìo nello sguardo serio, tentando inutilmente di
divincolarsi dalla morsa in cui l'aveva stretto l'amico e guardandosi
al contempo freneticamente attorno, cercando qualcuno che non riusciva
più a vedere.
-Si può sapere che ti è preso? Cosa hai visto?-
gli domandò infine Parker, quando si fu calmato.
-Niente...-borbottò Sebastian - Solo un fantasma del passato
-
E quel pomeriggio non ci fu più verso di cavargli una parola
di bocca al riguardo.
Intanto, qualche via più in là, nella cucina di
una bella
casetta molto in disordine, una ragazza fumante di rabbia stava
tentando di prepararsi un thè.
Ah...fa che Seb ritorni a casa, poi mi sente, pensò
furibonda.
I suoi pensieri omicidi vennero interrotti dall'allegro trillo del
campanello.
A passo di carica si diresse alla porta, pronta a urlare di tutto a
quell'incosciente, ma davanti a lei non apparve quel mentecatto di
Anderson.
Alice Parker rimase di sasso.
-Laine...- alitò.
Una ragazza bionda, dagli allegri occhi castani la abbracciò
stretta.
-Aly, quanto tempo! Mi sono precipitata appena ho letto il tuo
biglietto. Lui come sta?- chiese con tono preoccupato.
-Vieni entra...Temo che ci sia stato un equivoco.-
La Parker si scostò, per fare entrare la nuova arrivata.
-Da quanto non ci vediamo?- domandò con voce nostalgica.
-Almeno quattro anni, ovvero da quando tu hai deciso di non farti
più viva.- disse la bionda incrociando le braccia con aria
un
po' arrabbiata, ma che si distese subito in un sorriso quando Alice la
strinse forte.
Le due ragazze si sedettero al tavolino con due tazze da thè
in mano.
-Allora? Come sta?- s'informò nuovamente Laine - Nella tua
lettera mi sei sembrata molto preoccupata, così sono venuta
appena ho potuto...-
-Dunque non ti è arrivato l'altro messaggio?-
-No...Che altro messaggio?-
-Vedi, quando ti ho scritto lui non stava molto bene, ma poco dopo che
ti ho spedito quel gufo si è ripreso, così mi
sono
affrettata a mandartene un altro dicendoti che si era tutto risolto...-
fece con voce flebile l'Auror.
La bionda rimase di stucco.
-Non ho ricevuto il secondo gufo...Quindi lui sta bene?-
Alice annuì.
-Dovrebbe tornare a momenti-
-Allora è meglio che non mi trovi qui...Non credo che ne
sarebbe molto contento - sussurrò tristemente Laine.
-A proposito...Come sta andando con Robert?- le chiese la Parker
curiosa.
-Non stiamo insieme. Ho chiuso con lui l'anno scorso, a un mese dal
matrimonio. Ho capito che quella non era la vita che volevo.-
-Cosa? Stai scherzando?- sillabò stupitissima la mora - E i
tuoi come l'hanno presa?-
-Mi hanno diseredato ovviamente...- disse mestamente l'altra - Non ci
parliamo da allora.-
-Beh credo che questo cambi tutto no?- esclamò allegramente
Alice - Puoi far tornare tutto come una volta...!-
-Non correre Aly, lo sai anche tu che non è possibile. Lui
mi odia. Se mi vedesse mi ucciderebbe.-
Le due ragazze si guardarono negli occhi, in silenzio.
Entrambe erano state ferite irreparabilmente dall'amore, ed entrambe
cercavano ancora di guarire da quei tagli che sembrava non si
rimarginassero mai.
La porta si aprì cigolando, e tutte e due si voltarono,
rimanendo di sale.
Sebastian Anderson stava sulla soglia, lo sguardo di ghiaccio puntato
su di loro, e un'espressione dura sul bel viso.
Si voltò verso Laine, e i due si fissarono per un
lunghissimo istante.
-Lei che ci fa qui? - chiese infine glaciale alla sua migliore amica.
-Le ho detto io di venire - rispose Alice, sostenendo il suo sguardo -
Quando sei rimasto ferito ho ritenuto opportuno avvisarla, dato che le
tue condizioni sembravano gravi.-
-E per quale motivo? Ma soprattutto con che diritto? -
sibilò Seb con voce bassissima.
Dietro di lui Matt guardava stupito e un po' preoccupato la scena.
Anderson non si era mai rivolto in quel modo ad Alice.
Anzi, lui non era proprio il tipo da perdere il controllo in quel modo.
Di norma era una persona pacata e tranquilla, tanto da
essere quasi algido.
Ma in quel momento guardava con odio le due donne sedute di fronte a
lui, con i pugni serrati e le spalle che tremavano.
-Sebastian...-Laine si stupì nel sentire la sua voce
pronunciare quel nome dopo tanto tempo -io...-
-TACI! -le gridò l'Auror, interrompendola - Non osare
rivolgermi
la parola! Non so se l'hai capito, ma non sei la benvenuta qui.-
La ragazza si ritrasse come se avesse ricevuto un colpo in pieno viso.
Intanto Alice però, che ne aveva piene le tasche si
alzò e si parò davanti a Seb, fronteggiandolo.
-Parla per te! Qui ci vivo anche io e per me la presenza di Laine non
è affatto un problema. Smettila di comportarti in questo
modo!-
gli disse cercando di farlo ragionare.
-Perfetto - fece di rimando allora lui - Allora facciamo che io me ne
vado in camera finchè lei non se ne sarà andata.
Chiamatemi quando sarà fuori di qua-
Quindi se ne andò veloce come era venuto, sbattendosi la
porta
della sua stanza alle spalle tanto forte da farla traballare sui
cardini.
Laine si prese la testa tra le mani.
-E' andata peggio di quanto mi sarei mai aspettata -
sussurrò con voce incrinata.
-Vedrai che si sistemerà tutto - le mormorò la
Parker
inginocchiandosi di fronte a lei comprensiva - Era solo sconvolto. Non
se lo aspettava di vederti, tutto qua. E poi ancora non sa di te e
Robert.-
In quel momento tornò Christopher, che era andato a Hogwarts
a fare lezione ai ragazzi.
-Ragazzi, ho novità sulla storia della
Benèfi...LAINE!!!-
Il biondo Auror guardò la ragazza con gioia e stupore, prima
di abbracciarla tutto felice.
Quando Matt gli riassunse i fatti che erano appena accaduti, per
spiegare l'espressione depressa della biondina, Mason si
rabbuiò.
-Vado a parlargli- borbottò.
-No...- lo interruppe Alice posandogli una mano delicatamente sulla
spalla e facendolo rabbrividire - Deve farlo Laine...Tesoro, te la
senti?- chiese poi dolcemente all'amica.
La ragazza parve pensarci un attimo poi annuì con decisione.
Perchè Laine Harris era così.
Non si arrendeva mai.
Trovava sempre una scappatoia.
Lanciando un ultimo sguardo agli amici che la fissavano incoraggianti,
aprì la porta di Sebastian senza far rumore.
Il ragazzo era in piedi contro la finestra, che osservava la neve
scendere lenta e inesorabile sulle strade ormai bianche.
-Sebastian...- lo chiamò incerta la Harris.
-Che cazzo vuoi? - le chiese lui, rude - Mi è sembrato di
essere abbastanza chiaro, prima.-
-Voglio parlarti...-
-Non me ne frega niente. Quello che hai da dirmi non mi riguarda-
-Lo so che sei arrabbiato, ma non puoi comportarti da persona civile
per una volta?-
A quel punto Anderson perse le staffe, girandosi di scatto e
piantandole gli occhi addosso.
-Comportarmi da persona civile? Ma ti rendi conto di quello che hai
fatto due anni fa? Io ti amavo e tu mi hai lasciato! Io ti amavo e tu
ti sei messa con quell'altro fregandotene di me! Noi due non abbiamo
proprio niente da dirci.-
-Non dipendeva da me Sebastian, e lo sai...Non avevo altra scelta.-
sussurrò Laine, a testa bassa, non avendo il coraggio di
guardarlo negli occhi.
-Ma per favore! Non insultare la mia intelligenza! Tu ce l'avevi eccome
un'altra scelta! Solo che non avevi le palle di mandare affanculo i
tuoi genitori e tutti i loro bei possedimenti, vero Contessa Harris?-
Laine si morse il labbro, cercando di trattenere le lacrime.
-Così hai preferito fidanzarti con quel cretino con cui ti
hanno
combinato il matrimonio, mandando in malora me e tutto quello che
avevamo...- continuò lui, implacabile, non riuscendo
più
a fermarsi -Hai fatto la scelta più facile e comoda, per
carità, su questo non c'è niente da dire. Ma non
pretendere che io ti dica anche che sei stata brava e che adesso ti
saluti come una cara e vecchia amica-
-Non ti ho chiesto questo...Vorrei solo che tu mi ascoltassi, che mi
facessi spiegare..- lo supplicò lei.
-Spiegare cosa Laine eh? COSA? Che per te il titolo di Contessa era
più importante di me? A questo c'ero già arrivato
da
solo, grazie.-
-Non si tratta di questo, ma di me e Robert...- cercò di
dire lei.
-Ah già, il duca di York...Mi ero dimenticato il suo bel
nome! -
Seb rise senza allegria - Ma con che coraggio vieni a parlare di lui
con me? Tu mi disgusti! Tu e la tua dannata famiglia! Avrei preferito
che tu fossi morta, piuttosto che sposata con quello.-
L'Auror si pentì di quelle parole nel momento stesso in cui
finì di pronunciarle, ma ormai era troppo tardi.
Vide l'esile corpo di Laine, infagottato in un golfino blu troppo
grande tremare convulsamente.
-Sei un idiota Sebastian Anderson! Un idiota!- gli gridò
sconvolta prima di mollargli una spinta, che peraltro non lo fece
indietreggiare di un passo, e voltarsi per uscire di corsa.
Non passò nemmeno un istante che entrò Alice,
piazzandosi in mezzo alla stanza con le mani sui fianchi.
-Che le hai detto? - tuonò - Era distrutta. E' corsa via
senza nemmeno dirci come rintracciarla!-
Anderson non rispose, sedendosi sul letto e prendendosi il capo tra le
mani.
La Parker si ammorbidì, vedendolo così
vulnerabile e disperato.
Si sedette accanto a lui, passandogli un braccio attorno alla vita e
carezzandogli la testa dolcemente.
-Che è successo?- chiese di nuovo, ma con più
calma.
-E' venuta qui a parlarmi di Robert. Ma ti rendi conto? -
biascicò lui con voce piatta - E io non ho retto...Penso a
lei
ogni momento...E lei viene a parlarmi di quello che ormai
sarà
suo marito...-
-Tu cosa le hai detto?- domandò Alice, allarmandosi,
intuendo che l'amico non aveva capito proprio niente.
-Le ho detto....- Seb si interruppe, ripensando alle sue terribili
parole - Le ho detto che mi disgusta e che avrei preferito fosse
morta...-
Alice si alzò di scatto, poi dopo un secondo di
sbigottimento
prese a picchiare Anderson in ogni punto che riusciva a raggiungere.
-Tu! Cretino senza cervello! Sei veramente un serpente!-
Il ragazzo si protesse la testa con le braccia, non riuscendo a capire
la ragione di tutti quei colpi.
Intanto, richiamati dal frastuono e dalle grida di Alice, arrivarono
Chris e Matthew.
Mason, vedendo la furia della ragazza, corse da lei, la prese per la
vita e se la strinse addosso, facendo aderire la schiena di lei al suo
petto, tentando di calmarla.
Seb nel frattempo si era alzato.
-Ma che ti è preso? Sei diventata matta?- gridò
alla Parker.
-No, tu sei un idiota! Lei voleva dirti che con Robert è
finita
da mesi ormai, perchè lei ha capito che non era la vita che
voleva! E tu, razza di cretino, non l'hai ascoltata, dicendole quelle
cose orribili!-
Anderson rimase di stucco, poi crollò a sedere sul letto.
Non è possibile.
L'aveva persa si nuovo.
Ma stavolta la colpa era solo sua.
Beeeene...E
anche questo capitolo è fatto...Come avrete visto
è tornato in scena il quinto membro della banda, Laine, di
cui avevo appena accennato molti capitoli fa..
Vedo che alcune di voi si sono chieste in che Casa sarebbe smistata
Elenie...Ebbene sì, dopo molti tentennamenti ho scelto
Corvonero! Mi è sembrata la più adatta a
lei...(Un'altra opzione era Serpeverde ma poi ho lasciato perdereXD)
Scusate se non riesco a ringraziarvi una per una ma sono davvero di
corsa...Comunque per farmi perdonare vi lascio un altro piccolo
lavoretto! Ditemi che ne pensate=)
Un bacione a tutte e grazie delle graditissime recensioni che mi
lasciate ogni volta e che mi spronano ad andare avanti!
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Capitolo 31 *** Capitolo 31 ***
Quel sabato
mattina il cielo sembrava volesse fare un regalo ai ragazzi di Hogwarts.
Infatti, dopo diversi giorni la neve aveva finalmente cessato di
cadere, e un pallido e debole sole era affiorato dalle nubi, tentando
di rischiarare un po' la Terra.
Hermione Jane Granger stava nel Salone d'Ingresso, torcendosi
nervosamente le mani, aspettando Jay.
Il Corvonero ancora non arrivava, e lei non anelava ad altro che ad
uscire
da scuola per svagarsi e lasciarsi un po' alle spalle gli avvenimenti
degli ultimi giorni.
Inutile dire che tra lei e Draco regnava il solito gelo.
Lui faceva di tutto per evitarla, non le rivolgeva mai uno sguardo,
nè tantomeno una parola.
Anche alle loro lezioni supplementari faceva come se lei non fosse mai
esistita, o se non fosse nella stanza, limitandosi a parlare con Blaise
o a insultare Harry.
Tutto come al solito insomma, come quando tra loro ancora non c'erano
rapporti o contatti.
Solo che allora, non avendo mai avuto l'opportunità di stare
con lui, lei non poteva sentirne la mancanza.
Si sentiva un grosso vuoto dentro, aveva nostalgia delle occhiate di
fuoco e piene di malizia che il Serpeverde le lanciava, aveva nostalgia
delle sue mani tentatrici e della sua bocca avida di baci mentre
facevano l'amore.
Ma più di tutto le mancava il modo in cui lei si sentiva
quando Malfoy le stava accanto.
-Ehi Herm, scusa il ritardo! E' molto che aspetti?-
La ragazza sussultò. Non si era nemmeno accorta dell'arrivo
di
McBride, finchè lui non le si era piantato davanti per
salutarla.
-Non c'è problema, sono appena arrivata - si costrinse a
sorridergli mentre gli rispondeva . Vogliamo andare?-
Jayden le si mise vicino e insieme si incamminarono attraverso il
prato, ricoperto da una soffice coltre di neve che ormai andava
sciogliendosi, ma che comunque bagnava fastidiosamente scarpe e
pantaloni.
Erano quasi ai cancelli quando una massa di ragazzi imbacuccati nei
loro mantelli tagliò loro la strada.
Con una stretta allo stomaco Hermione vide Draco passarle davanti, con
Pansy Parkinson ben stretta al suo braccio.
La Granger distolse lo sguardo, disgustata e triste.
-Va tutto bene?- le domandò Jay preoccupato, notando il suo
improvviso cambio di espressione.
La Grifondoro annuì, senza riuscire a tirar fuori la voce,
perchè un senso di rabbia e frustazione le impediva di
articolare alcunchè.
Quando i due arrivarono a Hogsmeade le vie pullulavano già
di ragazzi.
Superarono Zonko e Mielandia, in cui Hermione potè
intravvedere
Ron che comprava ogni sorta di dolcetti, poi si diressero verso i Tre
Manici di Scopa.
Il locale era affollatissimo. Evidentemente avevano avuto tutti la
stessa idea, cosi che non si poteva fare un passo senza rischiare di
venire spiaccicati.
La Grifondoro fece un cenno di saluto a Hagrid che stava parlando al
bancone con Madama Rosmerta, poi lanciò un bacio ad Harry
che
beveva una Burrobirra con Dean e Seamus e finalmente potè
sedersi incolume ad un tavolo.
McBride ordinò da bere, e dopo pochi istanti durante i quali
avevano cominciato a discutere di scuola e compagni, si unirono a loro
Potter, Weasley e alcuni compagni di Jay, cominciando a fare un chiasso
infernale.
I maschi iniziarono a parlare di Quidditch.
Jayden era Cacciatore nella squadra di Corvonero e si era messo tutto
contento a fare pronostici insieme ad Harry su chi quell'anno avrebbe
vinto il Campionato.
-Beh Tassorosso ovviamente è da escludere. E anche noi
purtroppo
quest'anno non siamo messi benissimo - stava dicendo Jay a malincuore -
Il duello a questo punto è tra voi e Serpeverde. Non
sarà
facile, ho sentito dire che Malfoy ha messo su una squadra niente male.-
A sentire quel nome Hermione si sentì male.
Non anche lì.
Possibile che ovunque andasse Draco era sempre nella sua mente?
L'aria lì era diventata pesante, così la ragazza
annunciò a McBride e agli amici che sarebbe andata a farsi
un
giro.
Loro, presi com'erano dai loro discorsi non ci fecero troppo caso e non
le domandarono alcunchè, anche se Weasley le
lanciò
un'occhiata penetrante e ammonitrice, prima che lei uscisse.
Appena fu fuori la Granger prese una bella boccata d'aria, godendo nel
sentire quella leggera e pungente brezza sul viso.
Si calcò bene il cappello di lana sulla testa, e si
allacciò fino alla gola il cappotto di maglia bianco, poi si
diresse alla Stamberga Strillante.
Aveva voglia di starsene un po' sola, lontana dagli sguardi preoccupati
di Harry e dalle domande ansiose di Ron.
Camminò per qualche minuto a fatica nella neve, ignorando le
proteste dei suoi piedi mezzi congelati. Attraversò le vie
principali, poi prese un sentierino e si inoltrò tra gli
alberi.
Se ne pentì quasi subito, quando udì delle voci
giungere dal sottobosco.
-Dai Draco, stiamo qui un altro po', ti prego-
-Pansy lasciami, ti ho detto che voglio tornare a Hogsmeade-
Hermione si bloccò, agghiacciata, quando dietro due alberi,
in
una piccola radura vide Pansy Parkinson praticamente spalmata addosso a
Malfoy.
Si portò una mano al petto e si lasciò sfuggire
un breve singhiozzo.
Breve ma sufficientemente alto per rivelare ai due la sua presenza.
Il biondo alzò lo sguardo, e come vide la ragazza
impallidì, scostandosi ancora di più dalla
Parkinson, che
lo guardò con disappunto, una mano ancora infilata tra i
serici
capelli del Serpeverde.
Per un istante nessuno parlò, anche se si poteva
distintamente
udire il cuore di Pansy cantare vittoria, poi la Granger
girò
sui tacchi e corse via.
Le sue scarpe lasciavano impronte profonde nella neve fresca, le sue
lacrime si mischiavano ad essa, ma lei non ci fece caso.
Scappò, lontana da quel dolore, da quel maledetto
Serpeverde, anche da sè stessa, se solo ci fosse riuscita.
D'improvviso però la sua corsa fu frenata da una mano che si
serrò con fermezza sul suo polso sottile.
Hermione si voltò di colpo, trovandosi a pochi centimetri
dal viso di Draco.
Sul volto del biondo un'espressione indecifrabile mentre continuava a
tenerle il braccio, quasi con il timore che se l'avesse lasciata
l'avrebbe persa per sempre.
-Lasciami andare, Malfoy- sibilò la ragazza con acredine.
-Perchè piangi?- le chiese lui serio, ignorando l'ordine che
gli era appena stato dato.
La Grifondoro si accorse solo in quel momento del suo viso bagnato di
lacrime, e velocemente si asciugò con una manica.
-Non ti riguarda- mormorò abbassando gli occhi.
No, mezzosangue, non
abbassare lo sguardo davanti ad uno come me. Potrei non sapermi
controllare.
Malfoy le mise due dita sotto il mento, costringendola a
guardarlo.
-E' per quello che hai visto prima?- chiese diretto.
-No - mentì Hermione - Non me ne importa nulla-
-D'accordo mezzosangue, d'accordo. Farò finta di crederci -
ghignò il ragazzo, scomparendo da dove era venuto,
lasciandola
più sola e triste che mai.
Draco e Pansy.
Pansy e Draco.
Il suo cervello non vedeva altro oltre a quei due. Insieme, stretti in
un abbraccio.
Come aveva potuto non pensarci?
Come aveva potuto anche solo lontanamente pensare che tra loro fosse
finita per sempre dopo tutti quegli anni in cui a Hogwarts c'erano
stati pettegolezzi incessanti sulla loro storia tra le coperte?
D'altronde erano uguali.
Stessa Casa, stesso carattere freddo, arrogante e altero, stessa
famiglia di Mangiamorte.
Erano fatti per stare insieme due così.
Aveva cercato di combattere per mesi con i mulini a vento, aveva
cercato di mettere insieme a forza i due poli opposti di una calamita.
Faticoso e inutile.
Fece violenza sulle sue gambe affinchè si risvegliassero dal
torpore in cui erano cadute dopo l'incontro con Malfoy e prese a vagare
per i boschi, tentando senza successo di scacciare la fastidiosa
immagine dei due Serpeverde che si baciavano.
Senza sapere di preciso come, si ritrovò alla Stamberga
Strillante.
Con uno squarcio nel petto si ricordò di quando
lì
avevano incontrato per la prima volta Sirius. Un moto di affetto le
sgorgò dal cuore, ripensando al defunto padrino di Harry.
Le mancava, proprio come mancava a Potter, le mancavano le sue risate,
i suoi saggi consigli, persino la sua avventatezza.
Sorrise, cercando di immaginare a come avrebbe potuto reagire Black
sapendo che era stata a letto con un Malfoy. Come minimo non l'avrebbe
più guardata in faccia.
E poi...quella pietra.
Dove aveva dato il suo primo bacio a Ron.
Era stata una giornata speciale, le era sembrato di toccare il cielo
con un dito.
Tutto quell'amore, tutta quella passione...finiti troppo presto.
Si era sentita sola e spaurita quando aveva chiuso con Weasley.
Lui era sempre stato la sua ancora di salvataggio, il suo faro nelle
nebbie, in quel mondo di cui sapeva così poco, in cui tutto
le
era sconosciuto e ostile.
Ron aveva sempre lottato per lei, l'aveva protetta contro le
insinuazioni di Piton, l'aveva difesa dalle prese in giro dei
Purosangue di Hogwarts.
Incredibili gli scherzi della vita, a volte.
In quel momento avrebbe dato qualsiasi cosa perchè uno di
quei Purosangue che aveva tanto odiato le fosse accanto.
Un fruscìo secco alle sue spalle la fece voltare di scatto.
Pansy Parkinson era comparsa di fronte a lei, con la bacchetta alzata e
un sorriso perfido a deformarle le labbra.
-Ma guarda, una sudicia mezzosangue che gira da sola...Ti manca Draco
eh?- insinuò con cattiveria.
Hermione cercò a tentoni la bacchetta, ma prima che potesse
fare alcunchè, l'altra la precedette.
-Stupeficium-
La Granger non fece nemmeno in tempo a muoversi, che il getto di luce
rossa la colpì in pieno, facendola cadere qualche metro
più in là, distesa nella neve fresca.
Inerme, la ragazza vide la propria bacchetta rotolare lontano da lei.
Pansy in tre passi le fu sopra e la afferrò per i capelli.
-Allora? Come ci si sente a sapere che Draco non ti ha mai voluta? Che
sei solo stata un divertimento per lui?-
La Grifondoro non si sforzò neanche di ribattere.
La consapevolezza che quello che la Parkinson aveva detto era vero la
schiacciò a terra.
Con una sorta di gioia perversa la Serpeverde le mollò un
calcio nello stomaco, che la fece piegare su sè stessa.
Il dolore fu lancinante, ma non volle darle la soddisfazione di gemere,
così Hermione provò a rialzarsi a fatica.
Era quasi in piedi che la sua avversaria le tirò uno
schiaffo così forte da farla barcollare.
Sentì il sapore salato del sangue in bocca, facendo una
smorfia.
Pansy si mise a ridere, ostile e vendicativa, poi le sputò
accanto e sparì.
Rimasta sola Hermione riagguantò a fatica la propria
bacchetta e si lisciò gli abiti.
Tremava, più di rabbia che di dolore.
Lentamente, tentando di non far notare troppo la camminata zoppicante,
tornò ad Hogsmeade.
Abbassò il capo quando vide nella via deserta una figura a
lei nota.
-Hermione?- sentì una voce delicata chiamarla.
La Granger rialzò il viso e si sforzò di
sorridere.
Elenie di fronte la salutò, poi inorridì
all'improvviso.
-Ma che hai fatto?- biascicò impallidendo.
La Grifondoro la guardò stupita, non capendo a cosa
alludesse.
Allora la mora tirò fuori uno specchietto e le fece notare
il livido quasi violaceo che le ricopriva lo zigomo sinistro.
-Che è successo?- domandò di nuovo la
Benèfica, seriamente.
-Lascia stare...- sbuffò Hermione - Uno scambio di opinioni
con un idiota-
-Però...-mormorò l'altra sarcasticamente -Non
sapevo che qui si usasse parlare picchiandosi-
All'alzata di spalle della riccia roteò gli occhi ma,
intuendo che evidentemente non voleva parlarne, non chiese altro.
-Vieni qui - le disse prendendole un braccio - Cercherò di
evitarti domande imbarazzanti.-
Le due si sedettero su un grosso masso, e la Corvonero mise le mani
qualche centimetro sopra le guance della Granger.
Hermione le lanciò uno sguardo incuriosito ed Elenie
scoppiò a ridere.
-Ma come, la più brava della scuola, a detta di Harry, non
sa
che i Benèfici hanno poteri curativi? Dai...ora stai ferma e
lasciami fare-
La Grifondoro si rilassò, chiedendosi perfidamente da quando
la Zabini e Potter fossero così in confidenza.
Stava cominciando a sentire un flusso caldo attraversarle la parte del
viso contusa, quando udì la voce dell'ultima persona al
mondo da
cui avrebbe voluto essere vista in quelle condizioni.
-Cos'è quel livido mezzosangue?-
Elenie di fronte a lei sussultò e le tolse le mani dal
volto. Non l'aveva sentito arrivare.
Nella voce del biondo c'era rabbia, ma anche una piccola e non troppo
nascosta punta di angoscia.
-Cazzi miei Malfoy - rispose dura Hermione senza guardarlo in faccia.
-E' stata Pansy vero? - domandò Draco senza troppi giri di
parole, gli occhi che cercavano quelli sfuggenti della sua mezzosangue.
-E se anche fosse?- sibilò la Granger finalmente guardandolo
in
faccia, con un odio che a stento riusciva a controllare.- Non ti
riguarda.-
-Invece sì che mi riguarda. Tu mi riguardi - le
sussurrò a un dito dalla bocca.
Hermione scoppiò a ridere. Una risata non da lei, cattiva e
selvaggia.
-Non farmi ridere Malfoy - gli disse tornando seria di colpo. - E ora
lasciami in pace.-
Prese Elenie e se la trascinò via, lasciando Draco impalato
in mezzo alla strada.
-Chris è inutile che tu faccia tanto l'amico! Lo pensi anche
tu che lui è un idiota-
Mason abbassò lo sguardo, non riuscendo a reggere lo sguardo
chiarissimo e limpido di Alice.
-Tutti possono sbagliare...Ha sofferto tanto per lei. Tu non c'eri, ma
io sì.-
La Parker accusò stoicamente quell'ultima stilettata al
cuore, poi rilanciò.
-Si è lasciato sfuggire dalle mani la ragazza che ama senza
fare
niente per fermarla. Come puoi continuare a giustificarlo?-
Christopher trattenne a stento un sorriso.
Eccola di nuovo lì, la sua eroica e fiera Grifondoro di
cinque anni prima.
Quella parentesi di dolore, in cui lei si era chiusa in sè
stessa, sembrava aver esaurito il suo corso.
Alice tremava di rabbia davanti a lui, ogni fibra del suo essere
gridava la sua indignazione.
Era sempre stata così.
Non aveva mai avuto vie di mezzo.
O amava appassionatamente, o condannava senza remore.
O bianco o nero. Non c'erano sfumature.
E questo poteva essere una benedizione o una maledizione.
Ma l'Auror di lei amava persino quel suo difetto, che era anche il suo
più grande pregio.
Un impulso irrefrenabile di stringerla gli salì alla gola.
Ogni giorno starle accanto e sapere che non era sua era un incubo.
-Possibile che tu non gli dica niente?-
La ragazza prese a camminare su e giù per la stanza agitando
le braccia.
Essere dopo tanto tempo di nuovo soli in una stanza, rendeva l'aria
irrespirabile e allo stesso tempo limpida e pura.
-Alice - provò a chiamarla Chris.
Niente, lei non lo ascoltava, troppo presa dalle sue considerazioni.
D'improvviso Mason si accorse che non gliene fregava più
nulla.
Di niente.
Voleva lei. Punto.
Non gli importava più che lei l'avesse lasciato, che fosse
fuggita lontano da lui.
Vedere Sebastian soffrire ancora così tanto per un amore che
a
suo tempo non era riuscito a proteggere gli aveva fatto capire che non
voleva, non poteva, permettersi di vedere un altro uomo accanto ad
Alice.
Non prima almeno di avere fatto di tutto per tenersela vicina.
E allora affanculo tutto.
-Ti amo-
Quelle due parole gli uscirono di bocca quasi senza averle pensate.
Ci credeva così tanto che ogni parte di lui aveva come
dimenticato tutto il resto per concentrarsi solo su quelle due parole,
così piccole ma così importanti.
La ragazza si bloccò, voltata verso di lui, gli occhi
dilatati per lo stupore e le braccia alzate.
Christopher non fiatò.
Attendeva la sua condanna, in silenzio.
Ma questa volta non sarebbe scappato, non avrebbe fuggito quello che
doveva accadere.
Finalmente aveva agito senza perdersi in mille ragionamenti, senza
valutare i pro e i contro come era solito fare.
Si era preso il cuore tra le mani e si era buttato.
Aveva giocato il tutto per tutto.
E ora poteva solo aspettare.
E sperare.
Gli studenti di Hogwarts rientrarono al castello che ormai si era
già fatto buio.
Hermione aveva cercato di evitare i suoi amici tutto il giorno,
restando al fianco di Elenie.
Aveva scoperto una persona straordinaria, e molto più simile
a lei di quanto potesse immaginare.
La Benèfica era forte, coraggiosa e testarda.
Le aveva raccontato le sue vicessitudini senza mentire e senza cedere.
Da parte sua Elenie, per la prima volta dopo tanto tempo, si era
sentita al sicuro.
Lei di natura non era una che parlava molto, che amava avere degli
amici.
Era sempre stata molto schiva e solitaria, e trovare una persona con la
quale aprirsi per lei era una cosa strana ma piacevole.
Sorrise tra sè.
Stare con Hermione era come stare con Harry.
Facevano fronte unito, proteggevano coloro a cui tenevano e non
abbassavano mai la testa.
La Grifondoro la salutò, percorrendo il corridoio e tornare
nella Torre, così Elenie, stringendosi nel bomber grigio,
procedette da sola.
-Ehi, che fine avevi fatto oggi?-
La voce di Potter alle sue spalle le provocò un piccolo
brivido lungo la schiena, e si voltò col cuore in tumulto.
Eccolo lì, appoggiato al muro, allegro e gentile come sempre.
-Ho parlato un po' con Hermione - ammise.
-Davvero? Sono contento - disse il moretto mettendosi le mani in tasca
e cominciando a camminarle a fianco verso la Torre di Corvonero - Credo
che abbia bisogno di un'amica con cui parlare. Ho come la sensazione
che io e Ron non possiamo capirla fino in fondo.-
Elenie annuì, non sapendo che dire, così attese
che fosse lui a parlare.
Incredibilmente la sua presenza le provocava un certo calore, una certa
allegria, che nemmeno lei riusciva ad identificare.
-Non te l'ho ancora chiesto...Va tutto bene?- domandò infine
Harry dolcemente, inclinando la testa verso di lei.
-Sì certo - fece seria la ragazza annuendo - Sto ancora
cercando di ambientarmi-
Quasi senza rendersene conto i due arrivarono davanti all'ingresso del
dormitorio di Corvonero.
Rimasero a guardarsi imbarazzati e in silenzio.
-Beh allora buonanotte - sussurrò il Grifondoro, sorridendo.
-Buonanotte- rispose Elenie, confusa.
Harry si sporse a sfiorarle la fronte con un rapido quanto casto bacio,
poi tornò al suo dormitorio.
Ora basta, pensò intanto Hermione, girando come un'
indemoniata per la sua stanza.
Mi sono rotta.
Quei pochi che potevano dire di conoscere veramente Hermione Jane
Granger sapevano molto bene un certo lato del suo carattere.
Non si arrendeva mai troppo facilmente.
Per nessun motivo.
Le parole di Alice sul perchè secondo lei Draco aveva chiuso
i rapporti con lei, continuavano a rimbombarle in testa.
Queste, unite allo sguardo folle d'angoscia che il biondo le aveva
riservato quel pomeriggio e che non le era sfuggito, prima quando lei
l'aveva sorpreso con Pansy e poi quando l'aveva vista ferita, le
avevano fatto sorgere qualche perplessità.
Se poi ci aggiungeva anche la catenina d'argento col ciondolo a forma
di D che ora giaceva sul suo comodino, allora la voglia di piangere le
passava totalmente, rimpiazzata da un gran desiderio di prenderlo a
pugni.
Si maledisse da sola per essere stata così debole e stupida.
Voleva vederci chiaro in quella faccenda.
E se vederci chiaro voleva dire giocare sporco...beh, allora l'avrebbe
fatto.
Forse viveva di sogni, forse voleva di nuovo rifugiarsi in una
tiepida illusione, ma non le bastavano le parole taglienti di Draco per
cancellare tutto.
Voleva i fatti.
E li avrebbe avuti, con o senza il consenso di Malfoy.
Eccoci
qua...Oggi per fortuna ho un po' di tempo per ringraziarvi
singolarmente, quindi procedo subito:
Lyla_sly:
Mmm...Mi è sembrato di capire che non sei esattamente la fan
n°1 di Ginny =) Per quanto riguarda Harry ed Elenie credo che
non ci sia bisogno di dire cosa sta succedendo tra quei due...Anche
perchè lo scoprirai molto presto! Grazie della recensione,
un bacio!
Hollina: Eh
sì, sono tutti un po' perseguitati dalla sfortuna questi
qui=) Comunque sono contenta che Chris ti sia piaciuto! Presto vedrete
anche Matt!
pei_chan: Sono
contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Come vedi finalmente le cose
tra Hermione e Draco si sono smosse, e nel prossimo capitolo si
vedrà finalmente qual è il piano della Granger!
Un bacio...
Keyra Malfoy: Fulvia,
io ADORO le tue recensioni! Cioè, rido tutto il tempo! Ho
aggiornato abbastanza presto per evitarmi la coltellata tra le spalle=)
? Spero di sì! Daidaidai, dimmi che ne pensi! Un bacione
whateverhappened: Eh
certo che Seb si sente in colpa...Sempre che sia ancora vivo, date le
intenzioni omicide di Alice...Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
Smemo92: Anche
a me Ginny piace abbastanza, ma temevo di lasciarla troppo in disparte
con l'arrivo di Elenie, così l'ho un po' esclusa... Spero
sarai contenta, dato che la verità tra Alice e Chris
è venuta a galla! Mi raccomando, leggi il prossimo capitolo
perchè ci sarà la reazione di Alice!
Tanny: Nel
prossimo capitolo ci sarà la risposta a molte delle tue
richieste=) Grazie della recensione!
Ringrazio inoltre tantissimo chi legge solamente, e le 106 persone che
hanno messo la fiction nei preferiti!
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Capitolo 32 *** Capitolo 32 ***
" ...Dicono di me
che sono un serpente,
con ali da diavolo
e un cuore da re..."
-Ti amo-
Alice non credeva alle sue orecchie.
Guardava attonita Chris da qualche minuto, tremando convulsamente e
allo stesso tempo non riuscendo a credere che stesse succedendo
veramente.
Mason stava lì di fronte, eretto e fiero come sempre, con un
certo bagliore di sfida nello sguardo.
La ragazza da parte sua non sapeva come comportarsi.
La parte più intima del suo cuore le ingiungeva di
rispondergli
che lo amava anche lei, da sempre e più di ogni altra cosa.
Ma l'altra parte la bloccava, costringendola a restare lucida e a non
cedere.
Così ora i due Auror se ne stavano lì, sospesi
tra spazio e tempo, muti e indecisi.
Ormai però non si poteva più tornare indietro,
non si poteva più fingere.
La scelta era stata fatta, la verità era venuta a galla.
Ma forse era troppo grande per poter essere affrontata.
La Parker mosse un passo incerto verso Christopher, ma venne interrotta
da due bruschi colpi contro la porta.
-Avanti- mormorò.
Matt fece capolino nella stanza, sorridendo come un beota.
-Alice, c'è Hermione nel camino che chiede di te, dice che
è urgente.-
La ragazza sospirò, guardando distrattamente l'orologio, poi
seguì il fratello in salotto.
La testa della Granger effettivamente stazionava tra le fiamme allegre
del caminetto acceso.
Alice si inginocchiò sul tappeto, mentre gli altri per amor
di privacy lasciarono la stanza.
-Hermione va tutto bene?-
-No Alice, ho bisogno del tuo aiuto- lo scoppiettìo delle
fiamme non copriva la tensione nella voce della Grifondoro.
-Di che si tratta?- domandò incuriosita l'Auror.
-Devi aiutarmi ad entrare nel dormitorio di Serpeverde-
-Stai scherzando?- inorridì la Parker, anche se non
riuscì a nascondere un po' della sua soddisfazione, intuendo
che
la Granger si era finalmente decisa a fare qualcosa.
-No. Devo sistemare una questione con Draco e non posso certo andare
là e bussare come se niente fosse-
-Aspettami lì- la interruppe Alice - Arrivo subito-
Se qualcuno degli abitanti di Hogsmeade quella sera avesse messo il
naso fuori di casa, avrebbe visto un cigno bianco volare leggero verso
la scuola di Hogwarts.
Sebastian Joel Anderson uscì dalla sua camera con l'umore
nero,
diretto in cucina per bersi qualcosa di forte, quando con la coda
dell'occhio intercettò Chris svaccato su una poltrona con lo
sguardo vacuo rivolto al soffitto.
-Oh sei vivo?- chiese tagliente.
Mason alzò una mano verso l'amico, che gli si
avvicinò.
-Matt e Alice dove sono?- s'informò Seb sedendosi accanto a
lui e versandosi del brandy in una tazza da caffelatte.
-Alice è andata ad Hogwarts per parlare con Hermione...Matt
è fuori con qualche ragazza credo- biascicò
Christopher
svogliatamente.
Anderson annuì tra sè e sè.
-Che diavolo hai?- bofonchiò con le palle di traverso.
-Ho detto ad Alice che l'amo-
Sebastian quasi si strozzò col brandy, tanto che il Mason
dovette pazientemente tirargli qualche pacca sulla schiena.
-Dici sul serio?- gracchiò cercando di riprendersi.
Il biondo Auror assentì, funereo.
-E lei?- domandò stupito, dimenticandosi quasi di tutti i
suoi mille problemi.
-Niente...E' venuto Matthew a chiamarla e se n'è andata-
borbottò Chris rubando la tazza all'amico e bevendo qualche
sorso.
-Tipico delle donne. Mai una volta che si riesca a finire una
conversazione-
Anderson si alzò per prendersi un altro bicchiere, deciso a
sbronzarsi per benino, poi tornò da Mason, che dalla faccia
sembrava deciso ad attaccarsi direttamente al collo della
bottiglia.
-Cin cin- mormorò in tono lugubre, alzando il bicchiere
verso Christopher.
Di lì a insultare il genere femminile ci fu un passo, e un
altro a ballare e a cantare mezzi nudi e abbracciati.
Quando Matthew Parker tornò, facendo bella mostra di un
succhiotto sul collo, li trovò sdraiati sul pavimento, con
l'alito che sapeva di alcool in un modo impressionante, e trattenendo a
stento le risate li trascinò a letto prima che Alice potesse
vederli in quello stato.
Mentre i due Auror scoprivano i piaceri dell'alcool, Alice Catherine
Parker si era infilata nel dormitorio di Grifondoro.
-Allora, spiegami cosa vuoi che faccia - domandò nuovamente
ad
Hermione, incrociando le braccia e tentando di tenere il pensiero di
Chris fuori dalla sua mente.
-So che Silente vi ha dato le parole d'ordine di tutte le Case, per
ogni evenienza...-la Granger incrociò le dita dietro la
schiena,
sperando che la Parker credesse al suo bluff.
-E tu come lo sai? Il Preside ci ha raccomandato per sicurezza di non
farne parola con nessuno! - la interruppe stupita Alice.
-Allora sai veramente le parole d'ordine!- esultò la
Grifondoro congratulandosi con sè stessa.
Passarono dieci minuti in cui l'Auror si maledì per la sua
idiozia, poi però ascoltò il piano di Hermione.
Non potè fare a meno di sorridere.
L'avrebbe aiutata naturalmente, avrebbe fatto qualunque cosa pur di non
vederla soffrire ancora.
-E sia- acconsentì perciò - ma sbrigati che ho
voglia di tornarmene a casa-
La riccia di lasciò sfuggire un grido di giubilo, poi corse
al
dormitorio dei ragazzi, da cui scese con sottobraccio il mantello di
Harry.
Uscirono dalla Sala Comune appena Hermione sparì sotto di
esso,
e scesero frettolosamente i numerosi piani di scale che le separavano
dal dormitorio di Serpeverde.
Arrivate al sotterraneo, entrambe si accostarono ad un muro in pietra.
-Tardus traendi-
sussurrò Alice, e con un breve e sottile rumore si
rivelò un passaggio.
-Buona fortuna- mormorò poi alla Granger.
Hermione la ringraziò, quindi la salutò ed
entrò nella Sala Comune deserta.
Era tardi, e gli studenti erano già tutti a letto.
A passo sicuro la Grifondoro si diresse verso la camera di Draco.
Chissà come aveva fatto ad ottenere una singola, si
domandò con una punta di invidia.
Beh meglio così.
Avrebbe messo in atto meglio il suo piano.
Dopo essersi guardata con circospezione attorno, aprì la
porta lentamente.
Sbattè gli occhi per abituarsi al buio della stanza, quindi
si richiuse la porta dietro di sè e la Sigillò.
Si tolse poi il mantello e si avvicinò alla sponda del letto
in cui dormiva Malfoy.
Incredibile, come neanche nel sonno riuscisse a trovare pace.
Quell'espressione tormentata non se ne andava mai dal suo viso.
Hermione estrasse la bacchetta.
Si odiava per quello che stava per fare, ma voleva sapere, voleva
capire.
Accostò la bacchetta alla candida tempia del biondino, che
ignaro di tutto continuava a dormire e mormorò:
-Legilimens-
Subito un'accozzaglia di suoni e immagini le riempì la mente.
Era la prima volta che usava quell'incantesimo, e per un istante
temette di aver sbagliato.
Ma poi, quando si vide immersa nei pensieri e nei ricordi di Draco,
capì che aveva fatto centro.
Le apparvero un'infinità di fotogrammi diversi, ognuno
celante
un cassetto diverso della memoria del Serpeverde. Vaghi flash confusi
le si paravano dinanzi agli occhi.
Lucius Malfoy che picchiava Draco.
Narcissa che lo lasciava fare per poi voltargli le spalle.
Draco che chiedeva aiuto a Silente.
Draco che parlava con Sebastian.
Draco, Draco, Draco.
La Granger non riusciva a districarsi in mezzo a quel labirinto, quando
finalmente si vide.
Non appena si concentrò sulla sua immagine riflessa nello
specchio della mente del biondino, la tempesta confusa di immagini
diverse si placò, lasciando solo il posto a una pace
innaturale.
Era quello che Malfoy provava quando pensava a lei?
Hermione rivisse le loro litigate, i loro scontri, il loro primo bacio.
Fino ad arrivare a quello.
-Mezzosangue, sei stata solo un gioco per me. E questo gioco mi ha
stufato-
Sentì nuovamente quello strappo al petto nel riascoltare le
parole che le avevano fatto così tanto male, ma quello che
non
si aspettava fu di avvertire un altro dolore, un dolore che non le
apparteneva-
-No mezzosangue, non
piangere. Lo sto facendo per il tuo bene-
Quelle parole mai uscite in realtà dalla bocca del
Serpeverde le fecero salire le lacrime agli occhi.
E quel nuovo dolore, che lei capì essere lo strazio di Draco
che
si sommava al suo, le fece intravedere una debole speranza.
Fioca,soffocata, ma presente.
Stava ancora fissando lei e Draco nel parco in quel giorno freddo di
dicembre, quando si ritrovò tutto ad un tratto catapultata
fuori
dalla mente del biondino.
Aprì gli occhi, accorgendosi solo in quel momento che li
aveva
tenuti ben serrati, e si ritrovò a pancia in su sul letto di
Malfoy. Sopra di lei c'era il Serpeverde, ansante e sofferente, che con
una mano le stringeva forte i polsi, e con l'altra si reggeva per non
caderle addosso.
-Che cazzo sei venuta a fare qui?- le chiese furioso.
Hermione tentò di divincolarsi dalla stretta del biondino,
senza successo.
-Volevo andare in fondo a questa faccenda...Volevo sapere se veramente
non avevo contato niente per te oppure se il motivo del tuo
comportamento era un altro- sibilò allora, guardando negli
occhi
Draco con espressione di sfida.
-Sei contenta adesso?- ringhiò lui.
-No, non lo sono - urlò la Granger distrutta, dandogli uno
spintone e riuscendo finalmente ad alzarsi - Come hai potuto mentirmi
in quel modo?-
-Non avevo altra scelta-
Hermione tacque all'improvviso.
Il tono di Malfoy era dimesso e disperato, per la prima volta privo
della consueta baldanza e dell'alterigia che l'avevano sempre
caratterizzato.
-Si invece - si sforzò di continuare lei -Io non ho paura di
tuo padre. Io...-
Niente, non ce la faceva a continuare.
Le lacrime le pungevano gli occhi, troppo dolorose per essere ignorate.
-Mezzosangue...- sussurrò Draco, incredulo.
Piangeva. Davanti a lui.
Per una volta senza curarsi di sembrare debole o vulnerabile.
Facendogli capire quanto ormai in realtà ci fosse dentro,
quanto in realtà non avesse voglia di uscirne.
Il ragazzo si costrinse a fare un passo...poi un altro, fino ad
arrivare a sovrastarla.
Le alzò delicatamente il capo e la guardò negli
occhi.
Quei maledetti occhi d'oro che non conoscevano menzogna.
E le sorrise.
Dolce, delicato e terribile allo stesso tempo.
Ormai aveva capito.
Che non poteva resistere lontano da lei.
Non poteva permettere che lei piangesse per lui.
Non più.
Le passò il pollice sulla guancia rigata di lacrime
silenziose e gliele asciugò attentamente.
La Granger si aggrappò alla sua maglia, esigente, avida di
lui.
Draco la strinse forte, alzandola da terra e premendola contro di lui.
-Ti voglio- sussurrò piano Hermione, la voce ancora rotta
dal pianto ormai lontano.
Malfoy sogghignò tra i capelli della ragazza, e se la
portò nel letto, coprendo entrambi con le coperte calde.
Non appena raggiunsero quel confortevole angolo di mondo in cui mai
nessuno sarebbe venuto a disturbarli, la baciò.
E poi la baciò ancora.
Non era mai sazio di lei.
Era incredibile l'effetto che aveva su di lui, nemmeno Draco riusciva a
spiegarselo, ma starle lontano era un dolore quasi fisico.
La spogliò in qualche secondo, e non appena furono entrambi
nudi, studiò il suo corpo come la prima volta,
imparò i
suoi più piccoli tratti, le sue dolcissime imperfezioni.
Quando entrò in lei lo fece piano, quasi con timore che
sarebbe scomparsa da un momento all'altro.
Hermione dal canto suo aveva perso la cognizione del tempo e dello
spazio, vedeva solo lui muoversi con grazia sopra di lei. Gli
affondò le mani tra i capelli spettinati, poi
cercò la
sua bocca.
Raggiunsero insieme il piacere più puro, rincorsero i
battiti
del loro cuore per tutta la notte, respirando all'unisono, stringendosi
e divorandosi fino a farsi male.
E quando il sole salì, quel mattino, li vide ancora
avvinghiati in un infinito abbraccio.
Narcissa Malfoy stava sdraiata nel suo letto, fissando con occhi
terrorizzati la parte del letto vuota accanto a lei.
Lucius non era ancora tornato. Da giorni ormai passava tutto il suo
tempo nei sotterranei del castello con gli altri Mangiamorte per
mettere a punto un piano d'attacco contro Potter e gli Auror che ormai
avevano dichiarato guerra, e ogni notte rientrava in camera
più
stanco e malandato che mai.
Chiaramente Voldemort non gliel'aveva fatta passare liscia.
Il doppiogioco di Draco era stata un'onta per la reputazione di Lucius,
che veniva continuamente sottoposto a punizioni dolorose e umilianti.
La porta cigolò appena, poi Malfoy entrò
silenziosamente in camera e si coricò accanto alla moglie.
Esibiva un labbro spaccato e un grosso livido sulla fronte, ma non
aprì bocca.
Narcissa si tirò su a sedere, cercando di controllare il
pianto.
-Vuole uccidere Draco, vero?- mormorò.
Lucius non osò guardarla.
Era la prima volta che la donna mostrava i suoi sentimenti, o provava a
dire la sua riguardo alla sorte del figlio.
-Sì. Ha tradito e il Signore Oscuro intende punirlo come
merita- si limitò a dire l'uomo.
-E tu come al solito non hai intenzione di fare nulla vero?-
Lucius guardò la moglie incredulo e stupito per il tono duro
che
lei aveva usato, ma lei si era già alzata dal letto.
-Narcissa che ti prende?- domandò.
-Mi prende che state meditando di ammazzare mio figlio. E io non lo
posso accettare!- gridò la donna singhiozzando e crollando
in
ginocchio sul pavimento tenendosi la testa tra le mani.
Malfoy, teso e preoccupato che qualcuno avesse potuto sentire le urla
di sua moglie, la raggiunse e la strinse forte.
-Lo sai che non possiamo fare nulla. Ti prego, non commettere qualche
sciocchezza.-
-E tu la chiameresti una sciocchezza impedire che Draco venga ucciso?-
chiese glaciale la donna, inchiodandolo con uno sguardo freddo.
-Se cercherai di metterti contro le volontà del Signore
Oscuro morirai anche tu, lo sai benissimo.-
-Morirò comunque, se perderò mio figlio.-
Di nuovo Lucius rimase sorpreso dalle parole di Narcissa.
Mai si era aperta in quel modo.
Mai era crollata rivelando la sua atroce sofferenza.
-Ti conviene fare tutto quello che è in tuo potere per
proteggere nostro figlio...Altrimenti dovrai vedertela con me-
sibilò infine furibonda Narcissa, puntando un dito contro il
marito.
L'uomo la guardò, sapendo che non mentiva, che la sua non
era una minaccia a vuoto.
E lui sarebbe morto pur di non perdere sua moglie...
Quella sera, quando Alice tornò in casa, si
guardò
attorno con circospezione, sorpresa dal silenzio innaturale che regnava
in casa.
La porta della stanza dei ragazzi era già chiusa, quindi
dovevano essere andati a dormire da un pezzo.
Meglio così, sarebbe riuscita ad evitare Chris almeno un
altro giorno.
Si diresse in cucina a prepararsi una tazza di latte per scaldarsi un
po', quando un rumore alle sue spalle la fece voltare bruscamente.
Christopher Mason uscì dalla penombra del salotto,
barcollando sulle gambe e le si schiacciò addosso.
La Parker si sentì soffocare avvertendo tutto il peso
dell'Auror su di sè, e tentò di spingerlo via.
Lui però non si mosse di un solo millimetro anzi, la
abbracciò, arrivandole vicinissimo al viso.
-Puah Chris che schifo! Hai bevuto!-
Alice si ritrasse avvertendo l'alito del biondo, ma lui si
limitò a ridacchiare stupidamente, stringendola ancora
più forte.
-Finalmente sei tornata- biascicò completamente ubriaco - Mi
sei mancata-
-Si si certo...Ora però andiamo a letto...-
La ragazza si fece scivolare il braccio di Mason sopra la spalla, e a
piccoli passi si diresse verso la stanza dei maschi.
Rimase di sasso quando la trovò sigillata e con un biglietto
sopra la porta.
Riconoscendo la grafia di suo fratello prese il foglio e lo lesse.
"Aly, Chris continua a fare casino e noi abbiamo sonno. Occupatene tu.
'Notte sorellina"
La ragazza arrotolò il plico, maledicendo suo fratello con
parole non molto gentili, quindi tentò di trascinare
Christopher, che intanto stava giocando coi suoi capelli, verso il
divano.
Arrivati in salotto, lo scaricò senza troppi complimenti,
ansiosa di sfuggire a quello sguardo estremamente attraente, ma come
gli augurò la buonanotte e gli girò le spalle,
lui le
prese di scatto una mano e se la riportò vicina.
-Non lasciarmi di nuovo solo - le sussurrò serio, tanto che
alla
ragazza sembrò aver recuperato almeno un po' di
lucidità.
-Dai Chris- bofonchiò Alice, cercando di snebbiarsi il
cervello - Non vorrai mica che io dorma qui con te!-
-Certo che no- scoppiò a ridere il biondo, facendo sospirare
la
moretta di sollievo - Vengo io a dormire con te!- aggiunse poco dopo.
La Parker impallidì di colpo.
Cercò di divincolarsi nuovamente dalla presa di Mason e di
infilarsi in camera sua lasciandolo fuori, ma dopo mezz'ora erano
ancora lì senza aver concluso niente.
Ormai si erano fatte le tre del mattino, e ogni volta che Alice provava
a muovere un passo, il ragazzo le bloccava la strada.
-E va bene....- disse infine lei - Hai vinto. Vieni-
Senza avere più la forza di discutere, dato che le si
stavano
chiudendo gli occhi dal sonno, se lo trascinò in camera.
Non avendo il coraggio di guardarlo si infilò sotto le
coperte
praticamente vestita, sentendo lui al suo fianco fare lo stesso.
Gli voltò la schiena, decisa a non stargli troppo vicino, ma
quando lui da dietro la abbracciò dolcemente, accostandosi a
lei, non riuscì a mandarlo via.
Era piacevole e tragico al tempo stesso sentirlo così
vicino,
come tanti anni prima, sentire il suo fiato caldo e soffice sul collo,
le sue mani forti a circondarle la vita.
Poco importava che fosse ubriaco.
Poco importava che il giorno dopo non avrebbe ricordato più
nulla.
Stranamente Alice si accorse che tutto ciò che voleva era
che
lui non si allontanasse, non smettesse di stringerla....cullandola
anche nel sonno.
Il mattino arrivò fin troppo presto a bussare alle loro
finestre.
La ragazza aprì gli occhi, avvertendo ancora le braccia di
Chris
attorno al suo corpo, esattamente nella stessa posizione della sera
prima.
Si girò lentamente verso di lui, cercando di non svegliarlo.
Era bello come sempre.
Le sembrò di rivederlo come cinque anni prima, quando si
svegliavano insieme nello stesso letto.
Ora però quella tiepida innocenza da ragazzino era del tutto
scomparsa dal suo viso.
Alice lo studiò...i capelli biondi scompigliati, gli occhi
chiusi e la morbida curva delle labbra appena schiuse.
A un tratto lui aprì gli occhi.
Senza sbatterli nemmeno, spalancandoli semplicemente su di lei.
La guardò, una muta domanda nello sguardo.
Non dire niente, ti
prego.
Alice non si mosse. Scoprì di non avere nessuna
voglia di scappare da lui.
Lo baciò.
Senza nemmeno pensarci, affidandosi solo al suo istinto e al suo cuore.
Che finalmente, dopo tanto tempo era tornato a casa.
Lì, con Chris.
Hermione Granger e Ron Weasley stavano camminando per il parco di
Hogwarts stretti nei loro cappotti pesanti.
Finalmente, con gran gioia dei suoi amici, la ragazza era tornata a
sorridere.
Arrivarono quasi alla capanna di Hagrid quando furono richiamati
indietro da alcuni rumori stranamente familiari.
-Maledetto Sfregiato!-
-Senti chi parla, bastardo di un furetto!-
I due Grifondoro corsero nella direzione da cui provenivano le voci, e
si trovarono davanti a una scena piuttosto familiare.
Potter e Malfoy, sdraiati nella neve, che se le davano a più
non posso.
-Ehi smettetela!- Ron provò a mettersi in mezzo, ma i due
non se lo filarono nemmeno di striscio.
-E' inutile...è mezz'ora che cerco di separarli senza
risultato-
Blaise comparve alle loro spalle, con una sigaretta tra le labbra.
-Ma che razza di idioti...Che è successo?- sbuffò
Hermione scuotendo la testa.
-Solita storia- alzò le spalle Zabini - hanno cominciato con
gli
insulti e hanno continuato così...Ormai sto cominciando a
credere che ci provino gusto-
-A prendersele di santa ragione?- chiese Weasley scettico.
Ma prima che il moro Serpeverde potesse rispondere, si udì
un
sonoro PUFF e Harry Potter si ritrovò a prendere a pugni
l'aria.
I ragazzi, attoniti, alzarono gli occhi al cielo.
Là, in aria, fiero ed elegante, volava un bellissimo falco.
Un falco che appena si accorse della sua nuova condizione si
lanciò su Potter, iniziando a beccarlo.
Inutile dire che non tardò a farsi sentire un secondo PUFF.
Una maestosa fenice dai colori rossastri e dorati si librava accanto al
falco, cercando a quanto pareva di ucciderlo.
-Non è possibile- mormorò Blaise incredulo - Si
danno anche così!-
Con un po' di fatica riuscirono a separarli, dato che fortunatamente
entrambi i pennuti volavano abbastanza basso.
-Portiamoli da Alice...Dovrebbe essere nella Stanza degli Allenamenti-
propose Hermione.
E così fecero.
Molti lungo la strada si girarono a guardarli al loro passaggio.
In effetti dovevano essere un gruppetto parecchio strano.
Blaise portava sulla spalla un falco dagli strani occhi argentei,
mentre Ron una fenice, che non passava certo inosservata.
Come arrivarono alla Sala, la Granger spalancò le porte, e
non appena
Alice li vide scoppiò a ridere, intuendo cosa doveva essere
successo.
Li fece tornare umani in un batter d'occhio continuando a sganasciarsi
dalle risate.
-Ma possibile- biascicò appena si fu un po' ripresa - che il
motivo che ha innescato la vostra trasformazione sia stato riuscire a
picchiarvi meglio?-
I due per risposta la guardarono torvi, per poi ricominciare a
rivolgersi gestacci.
-Sapete- li interruppe la Parker prima che scoppiasse l'ennesima lite-
è curioso che voi due vi siate trasformati entrambi in
volatili...Credo che siate più simili di quanto non crediate-
Se gli sguardi potessero uccidere probabilmente Alice Catherine Parker
sarebbe morta sul colpo...
Ma fortunatamente le occhiate truci che i due maghetti le lanciarono
dopo quell'affermazione non la toccarono minimamente, così
li
lasciò andare insieme ai loro amici.
Sorrise ripensando a quanti scherzi poteva riservare il destino.
Il fatto che Harry si fosse trasformato in una fenice non la
sorprendeva nemmeno un po'. Era l'animale emblema della
speranza,
così come lo era Potter per i maghi.
Quello che l'aveva stupita era Draco.
L'Auror infatti sapeva bene che il falco, oltre ad essere un
eccezionale predatore, da alcune antiche tribù era visto in
relazione al sole, alla luce, alla libertà. Altri lo
mettevano
in relazione col tuono e il fulmine. Quindi era legato all'aria e al
fuoco.
Strane associazioni, se questi concetti venivano accostati a uno come
Malfoy...
A meno che quel ragazzo non nascondesse molto di più di
quanto voleva far credere...
Chiedo umilmente
scusa per il ritardo, ma il mio computer fa i capricci e da dieci
giorni non mi fa connettere ad internet!
Siccome non so quando mi si rimetterà a posto, adesso sto
aggiornando da casa di una mia amica, e sempre da lì leggo
le altre storie e guardo le vostre recensioni (se vorrete lasciarmeleXD)
Chiedo scusa se non rispondo ai commenti dell'altra volta, ma non
faccio proprio in tempo...Provvederò nel prossimo capitolo!
Scusatemi ancora e grazie, GRAZIE, per continuare a seguire la storia...
|
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Capitolo 33 *** Capitolo 33 ***
-Ragazzi, c'è Carrigan nello studio di Silente che vuole
vederci-
Alle parole di Matt, sia Alice che Chris che Sebastian sbiancarono
improvvisamente.
Se il capo degli Auror decideva di scomodarsi dal suo ufficio per
parlare con loro non dovevano essere certo buone notizie.
Con sospiri e imprecazioni i quattro salirono nello studio del Preside,
dove l'uomo li stava attendendo.
Entrarono con circospezione e timore.
-Ragazzi, quanto tempo! Come state?- domandò con voce
inquieta Carrigan.
I ragazzi in questione mangiarono subito la foglia.
Si erano visti due giorni prima al Ministero quando erano andati per
fare rapporto, e in più la voce tesa del loro Capo non
lasciava
presagire nulla di buono.
-Abbiamo un problema - annunciò infatti, dopo che gli Auror
si
furono accomodati - Una fonte abbastanza attendibile ci ha fatto sapere
che Voi-Sapete-Chi sta radunando un gran numero di alleati-
-Davvero?- mormorò Alice ironica - Chissà per
quale motivo-
Christopher le strinse una mano senza farsi vedere, rivolgendole un
fugace sorriso.
-Abbiamo ragione di credere che le sue mire siano rivolte qui- disse
poi Mason rivolgendosi a Carrigan.
-Come fate a dirlo?- domandò incuriosito l'altro.
-Beh è semplice. Siamo tutti qui. Noi quattro, Potter,
Silente,
Draco Malfoy e la Benèfica. Non vedo cos'altro potrebbe
volere
al momento-
David Carrigan si passò una mano sul mento, con aria
pensierosa.
-Cosa avete intenzione di fare? Nasconderli tutti?- chiese poi.
-No, sarebbe impossibile - intervenne Sebastian - Temo che dovremo
prepararci a una battaglia.-
Il Capo degli Auror non mostrò emozioni di sorta.
-Siete in pochi, e loro sono a migliaia.- disse però,
dubbioso.
-Mandaci altri Auror no?- scattò Matthew.
-Il Ministro non me lo permetterà. Sai bene come
è fatto
Scrimgeour. Vorrà essere certo di quello che dite, e di
certo
non vorrà sacrificare gli uomini del Ministero per
proteggere
una manica di ragazzini-
-E quindi secondo te che dovremmo fare?- ringhiò Chris -
Mollarli qui e sbattercene?-
-Non ho detto questo- ribattè severo Carrigan - Io
sarò
dalla vostra parte, davanti al Ministro e in battaglia. Solo, non so su
quanti potremo contare. Io ad ogni modo farò il possibile-
E, detto questo, salutò i suoi Auror e se ne andò.
-Allora mezzosangue, vuoi dirmi cosa c'è?-
Draco Malfoy guardò con aria inquisitoria e un pelo irritata
Hermione, che seduta sugli spalti del campo da Quidditch non lo degnava
di uno sguardo da più di mezz'ora, ovvero da quando aveva
visto
Harry Potter aggirarsi con aria circospetta ai margini della foresta
proibita, prima di sparirne all'interno.
-Niente...stavo solo pensando che Harry ultimamente si comporta in modo
strano- sospirò lei pensierosa.
-San Potter che si comporta in modo strano? Guarda, Granger, detesto
essere io a dirtelo, ma Potter E' strano!- sbuffò Draco
contrariato.
Hermione alzò gli occhi al cielo.
-Dai, cerca di essere serio...Non sto scherzando...La sera rientra a
orari indecenti, di giorno non si fa quasi mai vedere. Ho come il
sospetto che stia cercando di tenerci nascosto qualcosa.-
-Avrà la ragazza no?- sbottò Malfoy.
-Si lo so...- aggiunse in risposta allo sguardo sbigottito di lei -
quale donna sana di mente se lo prenderebbe?-
-Non ci avevo pensato...- mormorò la Grifondoro un po'
più tranquilla - Temevo stesse macchinando qualche
sciocchezza.
Che sia tornato con Ginny? - chiese, più a sè
stessa che
a lui.
-Ma la Weasley non sta con Thomas?- chiese Draco con aria di scherno.
Ormai ne aveva piene le scatole di sentire tutti i pettegolezzi che
giravano a Hogwarts sul conto della ex di Potter.
-Ah già- bofonchiò Hermione delusa - Ma allora
chi
potrebbe essere? Non ho mai visto Harry parlare con qualche ragazza in
particolare...-
-Secondo me è Mirtilla Malcontenta!- ghignò il
biondino.
-Dai Draco, sii serio per favore..-lo riprese la ragazza dandogli una
sberla sulla spalla.
-Beh, credo che sarebbe l'unica a non piangere di fronte alle sue
performance...Abituata a vedere spettri, Potter le sembrerà
un piacevole diversivo!-
Hermione alzò gli occhi al cielo, esasperata, mentre Malfoy
accanto a lei praticamente ululava dal ridere.
Erano le cinque del pomeriggio, e nella Sala degli
Allenamenti c'era un certo affollamento.
I soliti quattro Auror erano in piedi in mezzo alla stanza, e di fronte
a loro c'erano uno stranamente euforico Harry Potter, Ron
Weasley,
Elenie e Blaise Zabini che parlavano fitto fitto, cercando di
recuperare il tempo perduto, Draco Malfoy ed Hermione Granger, che
fissava insospettita il Bambino Sopravvissuto, quasi volesse carpirgli
chissà che segreto.
-Dunque la guerra è alle porte. Credo che non si
potrà
più rimandare...- stava dicendo Chris con espressione tesa.
-Si sa già quali sono i loro piani?- domandò
Harry attento ed interessato.
-No. Ma vedendo tutto il casino che stanno combinando, pare che siano
decisi a fare un bel po' di confusione- bofonchiò Sebastian
-
Pare che non abbiano problemi a uscire allo scoperto- concluse
estraendo una copia della Gazzetta del Profeta e porgendola ai ragazzi.
I sei studenti fissarono il giornale.
In prima pagina troneggiava il Marchio Nero impresso nel cielo, sopra
ad una casa.
-Tutti morti- disse secco Matt - un'intera famiglia di mezzosangue-
Gli occhi di Ron corsero preoccupati ad Hermione, poi tornarono a
posarsi sugli Auror.
-Che volete fare?- chiese con decisione.
-Combattere, naturalmente - annunciò Christopher -
Organizzeremo
un sistema di protezione attorno alla scuola, perchè
crediamo
che le loro mire siano qui.-
-Potremo darvi una mano?- intervenne Elenie risoluta.
-Vorrei poterti dire di no- le rispose Alice con un sospiro - ma temo
che il vostro aiuto sarà indispensabile, soprattutto il tuo-
A nessuno dei presenti sfuggì lo sguardo preoccupato di
Harry
James Potter, ma tutti fortunatamente si astennero dai commenti, anche
un certo Serpeverde con la lingua lunga.
-E il resto degli studenti come farà?- domandò
Hermione.
-Non lo so- confidò la Parker sconsolata - Non possiamo
mandarli
a casa senza metterli in pericolo. Credo che, anche se in mezzo a una
battaglia, qui saranno comunque tutti al sicuro.-
La riccia annuì.
-Forza ragazzi- ordinò Chris battendo le mani e alzandosi,
riscuotendo così gli altri dal loro torpore- cominciamo un
po'
ad allenarci-
E così, tra risate e lamenti, iniziò un'altra
pesantissima seduta di allenamento.
-Padrone, avete deciso il giorno dell'attacco?-
-Sì Lucius...Ma ve lo dirò solo poco prima. Non
mi fido di voi. Una sola vostra parola potrebbe far saltare tutto-
Malfoy si inchinò davanti a Voldemort, poi filò
via, facendo ridere freddamente Bellatrix Lestrange.
-Non credevo che il mio caro cognato potesse cadere così in
basso.- sibilò crudele.
-L'ho già punito come merita, Bella. E non finirà
qui. Ho
una sorpresa in serbo per lui e per quel traditore di suo figlio.-
-Non vedo l'ora di scoprirla- ghignò la donna.
-Non fatevi sfuggire nulla dei dettagli del piano in sua presenza
chiaro? Sarebbe capace di spifferare tutto agli Auror-
ringhiò
disgustato il Signore Oscuro.
-Certo mio Signore - rispose ossequiosamente la Lestrange.
-Sorprenderemo quelle fecce e di loro non resterà nemmeno la
polvere-
-Beh, di certo non si aspettano che noi abbiamo conservato alcune
ampolle di potere Benèfico che vi consentiranno di entrare
indisturbati.-
-Faremo un bel lavoro, Padrone, statene certo.-
-Non ne dubito. Voglio che la mia preda non abbia scampo. E ricordate, lo voglio vivo-
-Seb ti va di parlare un po'?-
Il moro Auror si voltò di scatto, sentendo di nuovo dopo
tanti giorni la voce di Alice che si rivolgeva a lui.
Dopo la spaventosa litigata riguardo a Laine infatti non avevano
più parlato come si deve.
Anderson diede un tiro alla sigaretta che teneva in mano, poi la
gettò a terra.
-Certo.- rispose. -Basta che non mi picchi un'altra volta - aggiunse,
sul viso l'ombra di un sorriso.
La Parker rincuorata, vedendo che lui non pareva ostile, si sedette
accanto a lui.
-Mi dispiace per l'altro giorno- sospirò poi lei - Ma ero
arrabbiata e delusa...Non so se più per il tuo comportamento
nei
confronti di Laine, o per il mio nei confronti di Chris-
-Ehi...Non hai nulla da rimproverarti ok? E' tutto sistemato.-
cercò di tranquillizzarla lui.
-Ne sei sicuro?- chiese Alice timorosa ma felice che lui non fosse
arrabbiato.
Sapeva per esperienza che normalmente i musi lunghi di Sebastian non
passavano molto facilmente, anzi. Era di una permalosità
incredibile, ed era capace di ignorarti per giorni e settimane.
-Non ti preoccupare...Sono io che ho sbagliato tutto. Tu non c'entri
niente- mormorò Anderson, e nella sua voce c'erano una
rassegnazione e una sofferenza tali che la Parker si sentì
stringere il cuore.
-Ah...se alludi a Laine io...beh, forse posso aiutarti- sorrise la
ragazza.
Seb alzò il volto per guardarla, stupefatto e ansioso.
Alice armeggiò un po' con la borsa, quindi ne estrasse un
foglietto che porse all'Auror.
-Questo è il suo indirizzo. Non è stato facile
rintracciarla, ma dovrebbe essere giusto. C'è solo un
problema
però. Da quello che mi hanno detto parte stasera, per non so
dove.-
Anderson non fiatò, tenendo semplicemente tra le mani quel
foglietto stracciato come se fosse un tesoro prezioso.
-A questo punto io la mia parte l'ho fatta. Ora sta a te- disse
dolcemente la Parker.
L'ex Serpeverde l'abbracciò, quasi stritolandola, poi la
mollò di colpo, filando via come un razzo, lasciando la sua
amica da sola.
Alice sorrise.
Era bello rivederlo di nuovo pronto a lottare, a combattere per un
amore in cui aveva smesso di credere.
Laine Debora Harris si scostò i lunghi capelli biondi dalla
spalla gettandoli dietro la schiena, poi riprese a tirare fuori i
vestiti dall'armadio.
Ogni abito riposto nella borsa era un ricordo, un pensiero triste o
allegro legato a qualche fatto degli ultimi mesi.
Voltò desolata lo sguardo per quella casa spoglia e vuota.
Le dispiaceva andarsene.
Quello era stato il suo rifugio negli ultimi mesi, per sfuggire agli
appostamenti di Robert che la seguiva dovunque, per evitare i suoi
genitori e le lettere minacciose che le mandavano.
Probabilmente ora, dato che avevano smesso, erano convinti che fosse
già insieme a Sebastian.
A quel pensiero la ragazza si sentì morire.
L'aveva perso. Per sempre.
Il suo algido Serpeverde per cui aveva perso la testa quando erano
ragazzi.
I suoi l'avevano rinchiusa in casa per non farglielo vedere.
Per il conte Lionel Harris era stato un colpo sapere che la sua unica
figlia ed erede si era innamorata del figlio di due noti Mangiamorte, e
tutti i tentativi della ragazza di fargli capire che lui era diverso
dal resto della sua famiglia, erano andati a vuoto.
Appena terminò di riporre i vestiti, passò ai
libri.
Li gettò un po' a caso in un'ampia valigia, senza nemmeno
fare caso ai titoli o alle copertine consunte e polverose.
A un certo punto un foglio uscito da un grosso tomo le fece chinare lo
sguardo.
Laine raccolse il pezzo di carta, e si accorse che era una foto, un po'
ingiallita dal tempo.
Era stata scattata cinque anni prima, nel parco di Hogwarts.
Con un sorriso nostalgico guardò uno per uno i cinque
ragazzi che ridevano e scherzavano nell'immagine.
Il primo sulla sinistra era Matt, coi capelli un po' più
lunghi
di adesso, ma la stessa aria furbesca e attraente, poi veniva Chris,
con la maglia annodata sui fianchi e un braccio a circondare le spalle
di Alice, la quale sorrideva gioiosa senza guardare altri che il biondo
Grifondoro seduto accanto a lei. I suoi non erano ancora morti a quel
tempo, e la vita di tutti scorreva ancora tranquilla e serena.
La Harris scostò lo sguardo dall'amica, per guardare gli
ultimi due membri del gruppetto, ed ebbe un tuffo al cuore.
C'era lei, i biondi capelli stretti in una treccia e l'aria felice, che
parlava fitto con un ragazzo che indossava una divisa coi colori di
Serpeverde. I capelli neri del giovane erano spettinati e i suoi occhi
di ghiaccio non si muovevano mai da lei.
Laine rimase svariati minuti in contemplazione della foto di un passato
che non sarebbe tornato, poi si accorse che l'immagine tremava.
O forse erano le sue mani, le sue spalle, a tremare, scosse dai
singhiozzi intrisi di rimpianto.
A un tratto la porta alla sua sinistra venne bombardata dai colpi di
qualcuno che bussava con tanta foga che la ragazza per un attimo
credette che fosse successo qualcosa di grave.
Infastidita dall'interruzione posò la fotografia sul tavolo
e andò ad aprire.
Grande fu il suo stupore quando si vide davanti Sebastian, ansante e
con il volto congestionato.
La Harris fu tentata di chiedergli cosa ci facesse lì, ma si
trattenne.
Il ricordo di come lui l'aveva trattata l'ultima volta che si erano
visti era ancora impresso a fuoco nella sua mente, perciò
strinse le labbra, imprimendosi sul bel volto una maschera di freddezza.
-Sei ancora qui...-rantolò lui cercando di riprendere fiato
- Mi fai entrare?-
Laine si scostò dall'entrata quel poco che poteva
permettergli di passare, quindi si richiuse la porta alle spalle.
Anderson entrò, un po' a disagio, quindi si
voltò, piantando i suoi occhi glaciali in quelli della sua
ex-ragazza.
-Alice mi ha detto che sei in partenza- le disse senza troppi giri di
parole.
-Già- annuì lei senza sbilanciarsi troppo- Vado
in Germania da delle amiche-
-Amiche o amici? - non riuscì a trattenersi dal
domandare Seb.
-Non vedo come possa interessarti. Comunque sì, amiche.-
sibilò Laine, gelida.
-Capisco- mormorò lui, dondolando sulle gambe, non sapendo
cosa dire.
-Senti mi dispiace- sbottò infine, non riuscendo a
trattenersi-
Ti ho detto delle cose orribili,e non avrei dovuto. Ma cerca di
capirmi, ero arrabbiato e non ho potuto farne a meno-
-Sì conosco questo lato del tuo carattere-
ribattè lei - Non riesci a pensare prima di parlare giusto? -
Seb abbassò gli occhi, un po' in imbarazzo, ma li
rialzò subito, combattivo.
-Forse se tu non mi avessi mollato per quell'altro non avrei avuto una
reazione così esagerata non credi?- ruggì.
-Oh ti prego non cominciare - gli rispose lei a tono - Ho sbagliato,
è vero, ma se intendi rinfacciarmelo per il resto della vita
ti
sbagli di grosso-
-Sempre se tu mi darai questa occasione...- mormorò Anderson
con un sorriso mesto.
-Che occasione? Non capisco?- balbettò spiazzata Laine.
-Hai detto che non vuoi che io ti rinfacci i tuoi errori per il resto
della tua vita...Ma se te ne andrai non potrò farlo..-
-Che vuoi dire?- lo interruppe la ragazza, che odiava i giri di parole.
-Intendo dire - spiegò Seb con voce paziente ma col cuore
che
gli batteva a mille - Che spero mi darai l'occasione di esserti accanto
nella tua vita, per prenderti in giro, per litigare con te, per
arrabbiarmi e a volte anche dirti quanto ti ho odiata e quanto tuttora
ce l'abbia con te...Ma soprattutto vorrei esserti accanto per un motivo
preciso...-
La Harris non fiatò...Rimanendo lì, in sospeso,
ad attendere che lui terminasse il suo discorso.
-...Per amarti- concluse semplicemente Sebastian guardandola dolcemente.
Ecco, l'ha fatto di nuovo, pensò Laine mentre si avvicinava
a lui.
Ha abbassato di nuovo le mie difese, con quel suo sguardo disarmante e
con quella sua voce calma e rassicurante.
Seb la guardò avvicinarsi a lui, e la vide guardarlo
maliziosa di sotto in su.
Ce l'aveva in pugno.
Era suo, lo era sempre stato.
Laine accostò il viso al suo, poggiando la fronte contro la
bocca dell'Auror, che gliela baciò con delicatezza.
Poi la ragazza si aggrappò alle sue spalle, alzò
il volto e si specchiò negli occhi di lui.
E in quel momento Anderson si accorse di non essere in grado di
aspettare un istante di più.
La baciò, togliendole il fiato.
Dio come gli era mancata.
Se la prese in braccio, carezzandole con una mano i capelli e con
l'altra attirandola a sè.
Di lì a dieci minuti stavano già facendo
l'amore...
-Cazzo, cazzo, cazzo...Qua siamo fottuti!-
Quasi ora di cena ad Hogwarts, Sala degli Allenamenti.
Christopher Mason da più di dieci minuti faceva avanti e
indietro imprecando contro chiunque gli capitasse a tiro.
Di fronte a lui, perplessi e un pelino preoccupati, stavano i due
fratelli Parker, che lo fissavano come se fosse un pazzo appena uscito
dal manicomio.
-Chris...- azzardò con voce sottile Matt - forse dovresti
calmarti un po'...-
-CALMARMI?- si infiammò il biondo - Qui
c'è una
guerra che incombe e nessuno viene a darci una mano...A proposito,
dov'è Sebastian?- domandò, accorgendosi solo in
quel
momento che l'amico non era presente.
-E' andato da Laine - spiegò pazientemente Alice,
contenendosi per non alzarsi e ucciderlo.
-Beh, spero che torni in fretta...Dobbiamo studiare una strategia! Non
ce la faremo mai da soli cazzo! E qua nessuno alza il culo per darci
una mano!- ricominciò a sclerare Mason.
A quel punto la Parker non resse più.
Si alzò, lo raggiunse in tre passi e senza fare una piega
gli
mollò un ceffone che gli fece girare la testa dall'altra
parte.
Chris la guardò un po' stordito, e gli occhi finalmente
persero quel bagliore isterico e tornarono normali e tranquilli.
-Matthew ci lasci soli per un momento?- chiese gentilmente Alice,
continuando a guardare Mason.
L'ex Serpeverde uscì di volata dalla stanza, lasciandosi
sfuggire un breve fischio dalla bocca.
-Mi spieghi che ti prende?- domandò poi dolcemente la
ragazza accostandosi a Christopher.
Il biondo Auror crollò su una sedia, trascinandosi dietro
lei e prendendosela sulle ginocchia.
-Ho paura- ammise.
-Cosa?- fece stupita e un po' divertita la Parker - hai combattuto
contro decine di nemici in questi anni....Cosa cambia stavolta?-
-Stavolta ci sarai tu- mormorò lui, senza riuscire a
guardarla
in faccia - Ho il terrore di non riuscire a proteggerti come vorrei...-
-Chris- sussurrò lei alzandogli il viso, intenerita ma anche
spazientita -Sono un Auror anch'io ricordi? Sono perfettamente in grado
di difendermi, cosa credi?-
-Lo so, lo so...E' solo che...Se dovesse capitarti qualcosa, se dovessi
perderti di nuovo...Questa volta non sopravviverei-
Il suo tono era così tenero e abbacchiato che Alice per poco
non si sciolse.
Gli diede un dolce bacio a fior di labbra, quindi lo
abbracciò,
cercando di trasmettergli con quell'abbraccio tutto ciò che
non
aveva il coraggio di dirgli a voce.
E Chris, stretto a lei, annusando il suo dolce profumo,
sentì
che tutto quello che avrebbe potuto desiderare dalla vita si trovava in
quella stanza.
Era tardi quando Draco ed Hermione decisero di rientrare al castello.
Avevano semplicemente perso la cognizione del tempo, come accadeva ogni
volta che erano insieme.
Stavano risalendo piano il leggero pendio che portava alla scuola, la
Granger con sulle spalle il mantello di Malfoy, quando furono raggiunti
da un gufo.
La ragazza prese il biglietto e lo lesse rapidamente.
Alice li voleva vedere tutti nella Sala degli Allenamenti.
Lo disse a Draco, che non reagì molto bene.
-Eh no mezzosangue, che palle...Sono stufo di
sfacchinare...-imprecò incazzato - Non possiamo saltare per
questa volta? Avevo intenzione di fare un gioco con te stanotte -
aggiunse con aria libidinosa.
Inutile dire che la Granger non se lo filò di striscio.
Lo afferrò per un gomito ignorando le sue proteste e
cercando di
non arrossire per le numerose proposte indecenti che quel porco
continuava a farle, e lo trascinò fino alla Sala.
Grande fu la sua sorpresa quando spalancò la porta e...vide
una scena che la lasciò di stucco.
Elenie e Harry che si baciavano.
In mezzo alla stanza.
Si bloccò di colpo, facendo bestemmiare Malfoy che le era
andato a sbattere contro.
La finezza delle espressioni del Serpeverde richiamò gli
altri due alla realtà, facendoli staccare bruscamente.
Potter, viola per la vergogna, si guardò intorno, ovunque
pur di non incontrare lo sguardo stupefatto dell'amica.
La Zabini intanto, sembrava molto occupata a fissarsi le unghie.
Hermione dal canto suo, non sapeva che dire, ed era molto combattuta
tra il far finta di niente, e il fatto di sparire di lì il
più velocemente possibile.
Draco invece, come al solito non si scompose.
Guardò con sufficienza gli altri tre che sembrava volessero
continuare per un bel po' a giocare alle belle statuine, poi si prese
una bella sigaretta e se ne venne fuori con la frase del secolo.
-Ah, Potter, questa volta sei davvero fottuto! Blaise ti ammazza!-
mormorò soddisfatto.
Di nuovo mi
scuso per il ritardo...
D'ora in poi cercherò di aggiornare più
rapidamente, anche perchè il mio computer è
tornato a posto.
Ditemi che ne pensate di questo capitolo, mi raccomando!
Se avete voglia, vi pregherei di leggere la mia ultima shot,
una Draco/Herm ( come al solito mi faccio pubblicità!). Si
intitola "At the beginning"..Ve ne sarei molto grata!
Passando ai ringraziamenti:
Tanny:
Ovviamente non posso dirti nulla sul destino di Draco, ma se continui a
leggere scoprirai tutto! Grazie della recensione!
Hollina: Sono
contenta che il capitolo ti sia piaciuto, dimmi che ne pensi di questo!
whateverhappened: Come
vedi questo capitolo parla abbastanza di Seb, spero ti sia piaciuto!
Sono contenta di aver descritto Narcissa come la immagini tu..Un bacio!
Lyla_sly:
Come hai visto in questo capitolo, Voldemort non si fida molto di
Lucius, ma lui avrà comunque un ruolo abbastanza importante
nel futuro di Draco...Aspetta e vedrai!
Smemo92: Ti
ringrazio dei complimenti, spero che questo capitolo ti piaccia
altrettanto! Mi fa piacere inoltre che tu abbia apprezzato l'animale in
cui si trasforma Draco, non ne ero molto convinta!
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Capitolo 34 *** Capitolo 34 ***
-Seb
non ci provare! Non credere di potermi lasciare fuori da tutto questo!-
Qualche tempo dopo, nella Sala degli Allenamenti, una bella ragazza
bionda stava urlando dietro al suo ragazzo.
Tutto intorno a loro altre persone non li calcolavano minimamente,
avendo già visto quella scena migliaia e migliaia di volte.
-Laine, te l'ho già detto! Non sei un Auror! Non posso e non
voglio permetterti di combattere con noi se ci sarà una
battaglia. Il discorso è chiuso - annunciò
tranquillo
l'ex Serpeverde affilando la lama di una spada.
La Harris lo guardò, gli occhi castani lucidi di rabbia e i
pugni chiusi e tremanti.
Dietro di lei Potter e Malfoy si erano lanciati nell'ennesima sfida a
colpi di fioretto.
-Dannato Sfregiato - stava sibilando in quel momento il biondino -
Dovrebbe esserti proibito l'uso delle armi!-
-Che ci vuoi fare Draco - rispose Harry con voce stucchevole - Se tu
non mi avessi insegnato con tanto amore, a quest'ora non ti potrei
massacrare-
E per confermare le proprie parole fece un improvviso affondo che
obbligò Malfoy a roteare su sè stesso per evitare
il
colpo.
-Sai, a volte credo che quei due ci provino gusto a litigare-
mormorò Chris divertito.
-Ma infatti è così- borbottò Ron
scuotendo la
testa e continuando a lanciare incantesimi al bersaglio che aveva di
fronte - Loro adorano bisticciare...Non lo ammetteranno mai, ma ormai
si sono affezionati uno all'altro.-
-Ora non esageriamo- intervenne Blaise con una smorfia - Diciamo che
sono come una vecchia coppia di sposi...Si beccano in continuazione ma
sotto sotto si vogliono bene.-
Gli altri due in seguito all'affermazione del Serpeverde scoppiarono a
ridere.
-Che succede?- chiese Hermione passando di lì e scostandosi
una ciocca di capelli dal viso.
-Lascia stare...- biascicò Weasley con le lacrime agli occhi
dalle risate.
La Granger allora alzò le spalle, poi si guardò
intorno alla ricerca di Elenie.
La vide poco più in là, affacciata alla finestra
con aria pensierosa.
-Va tutto bene?- domandò con delicatezza la Grifondoro.
La Benèfica sussultò.
-Scusami, non ti avevo vista arrivare...- mormorò sorridendo
- Comunque sì, tutto ok...-
-Non dev'essere facile per te sapere che presto o tardi dovrai
affrontare chi ti ha tenuta prigioniera per mesi- osservò la
riccia.
-Non è un problema quello. Anzi, non vedo l'ora di farli a
pezzi- sibilò la Corvonero con un tono ruvido nella voce.
-Sei preoccupata per Harry?- chiese allora Hermione, pentendosi un
secondo dopo per quello che aveva domandato.
Ma Elenie non si scompose, anzi.
-So che è perfettamente in grado di cavarsela. A proposito,
non
ti ho ancora ringraziato per aver tenuto la bocca chiusa su me e lui-
-Non è nel mio carattere farmi gli affari degli altri..-
-Ad ogni modo sei stata molto gentile- tagliò corto la
Zabini. -
Da quando Blaise ha scoperto che sono sua cugina è diventato
un
po' iperprotettivo...-
Le due ragazze ridacchiarono, attirandosi gli sguardi di tutti.
-Prima o poi dovrai dirglielo però...- osservò la
Granger.
-Oh beh...Quando sarà il momento, glielo dirò -
disse
Elenie alzando le spalle - Per ora non voglio vedere Harry fatto a
pezzi!-
Era quasi ora di pranzo quando i ragazzi decisero di smettere con gli
allenamenti.
Stavano per uscire dalla stanza quando un forte scossone fece
traballare la scuola fino nelle fondamenta.
Numerosi calcinacci e alcune pietre crollarono dal soffitto, mentre la
scossa di terremoto, anzichè placarsi continuava ad
aumentare.
I ragazzi si guardarono terrorizzati, sfoderando le bacchette.
Avanzarono verso la porta, lentamente e tentando di rimanere in piedi,
quando una grossa vibrazione del terreno li fece cadere quasi tutti a
terra.
-Ragazzi, andiamo a vedere che succede. Voi non muovetevi di qui!
Torniamo subito! - ordinò Chris rimettendosi faticosamente
in
piedi.
Cercando di non cadere uscì dalla porta, seguito da Alice e
Matt.
Sebastian rimase lì impalato, incerto se lasciare
lì Laine o portarsela dietro.
Infine, non si sa bene se convinto da un'occhiata ammonitrice della
bionda, o se per il fatto che non volesse separarsi da lei,
seguì gli amici tenendola per mano.
Rimasti soli i sei ragazzi si guardarono, cercando di decidere il da
farsi.
-Io non voglio rimanere chiuso qui...Non so perchè, ma
questo
non credo sia un banale terremoto - iniziò a dire Potter.
-Sono d'accordo - annunciò Draco, attirandosi gli sguardi
stupefatti di tutti, dato che per la prima volta si era detto d'accordo
con Harry - Cioè, se ci sono quei bastardi dei Mangiamorte
preferisco saperlo. Non ho intenzione di stare ad aspettare-
Uno sguardo d'intesa corse tra il Grifone e il Serpente, poi, seguiti
dagli altri, si diressero alla porta.
Stavano per uscire, quando un violento scossone provocò una
vera e propria frana.
Pezzi di soffitto, pietre crollarono sulle teste dei ragazzi, che
tentarono invano di ripararsi la testa con le braccia.
Draco, fortunatamente, alzò gli occhi giusto per vedere un
grosso pezzo di pietra sopra ad Hermione staccarsi...Scattò
in
avanti, e afferrandola per la vita, la schiacciò contro la
parete, facendole da scudo con la schiena. Il pietrone gli
sfiorò appena la spalla, strappandogli la camicia, ma
miracolosamente se la cavò con un semplice graffio.
La Granger non staccò i suoi occhi dorati da lui nemmeno per
un
istante, per verificare se si fosse fatto male, e quando vide che si
muoveva normalmente e che il suo volto non recava tracce di sofferenza,
emise un sospiro di sollievo.
Improvvisamente com'era cominciata, la scossa finì.
Appena avvertì il silenzio che seguiva a quel trambusto,
Draco
si scostò dalla ragazza, permettendole di muoversi
dall'angolo
in cui l'aveva fatta riparare.
Hermione gemette di fronte al disastro che le si presentò
davanti agli occhi, quindi si precipitò a soccorrere gli
amici.
Grazie a Dio nessuno si era fatto eccessivamente male.
Faticarono un po' a estrarre Blaise dalle macerie, e quando ebbero
finito Harry si guardò disperatamente attorno alla ricerca
di
Elenie.
Quando la vide, prese quasi un infarto.
Era un po' più indietro rispetto a loro, e sembrava che il
terremoto non le avesse arrecato alcun danno.
Anzi, attorno a lei era ben visibile un' aura particolare.
Pareva fatta di pura energia e la Benèfica sembrava
più in forze che mai.
La ragazza cercò lo sguardo di Potter, e con un'occhiata
confermò i peggiori timori del Bambino Sopravvissuto.
-Sono loro. Sono dentro la Scuola - annunciò con voce bassa.
-Cosa?- fece Ron con voce strozzata - Com'è possibile? Come
diavolo hanno fatto ad entrare?-
-Usano i miei poteri...Evidentemente devono averne tenute delle
scorte...- sussurrò la Zabini.
Blaise dall'altra parte della stanza non riuscì a trattenere
un'imprecazione.
-Ne sei sicura?- chiese poi alla cugina.
Elenie annuì.
-Avverto poteri Benèfici qui attorno. Per questo mi sento
più forte...Ma anche loro lo saranno.-
-Cazzo- fece Harry - Ma se loro hanno i tuoi poteri allora non possono
essere uccisi con un incantesimo giusto?-
Prima che la Corvonero potesse rispondere, Hermione fece schioccare
sonoramente la lingua.
-Ha detto che hanno i poteri dei Benèfici -
spiegò - Non
la loro essenza. Questo comporta che le loro magie saranno
più
potenti del normale, e che potranno Materializzarsi e Smaterializzarsi
a loro piacimento, ma nulla di più...-
-Fantastico- rognò Draco - Ad ogni modo dobbiamo avvertire
Chris e gli altri-
Potter annuì, e di nuovo andarono verso la porta o, almeno,
verso il punto in cui fino a poco prima si trovava la porta.
I ragazzi infatti, quando si trovarono di fronte all'immenso cumulo di
detriti che sovrastava l'entrata, gelarono sul posto.
La medesima parola poco fine si stampò a caratteri cubitali
sulle fronti di tutti e sei.
-E ora che facciamo?- rantolò Ron sconsolato.
-Elenie, tu non riesci a spostare le pietre vero?- le chiese Blaise.
-Volendo ci riuscirei anche....Ma temo che se le sposto tutte
provocherò un altro crollo. E' rischioso- rispose la
Benèfica torcendosi le mani.
Draco Malfoy avanzò di qualche passo, arrotolandosi le
maniche della camicia fino ai gomiti.
-A questo punto direi che è il caso di ricorrere ai metodi
più tradizionali- sbuffò.
Afferrò la bacchetta, la mosse elegantemente verso la parete
che
comunicava col corridoio, diversi metri più in là
rispetto ai grossi massi che sovrastavano la porta.
-Bombarda!- gridò.
L'esplosione che seguì fece cadere un bel pezzo di muro, e
ricoprì gli studenti di polvere e pietruzze.
-Grande idea furetto dei miei stivali- ringhiò Harry
pulendosi gli occhiali dalla polvere.
-Ne avevi una migliore? - tagliò corto il Serpeverde -
Almeno
ora abbiamo un'altra via per uscire, e siccome le pietre qui sono
più piccole dovremmo riuscire a spostarle!-
Provarono prima con un Wingardium Leviosa, ma quando Blaise fece notare
che la volta del soffitto ballava paurosamente, decisero di usare un
mezzo meno rischioso.
Le loro sacre manine.
Ovviamente Malfoy bestemmiò in turco quando gli annunciarono
che
anche a lui sarebbe toccato sporcarsi le mani, ma alla fine si diede da
fare.
I quattro ragazzi sudarono e sbuffarono per un buona mezz'ora sotto
l'occhio vigile di Hermione ed Elenie.
La via era quasi sgombra quando la Benèfica
guardò
preoccupata l'angolo di cielo che si poteva scorgere fuori dalla
finestra sbarrata.
-Si sta facendo buio...Ed è solo mezzogiorno...- fece notare
alla Granger.
-Ho visto. Non è una cosa normale.- osservò anche
la riccia con espressione tesa.
-Il tempo si sta adeguando alla situazione. E la cosa non mi piace per
niente- concluse la Zabini.
-POTTER SEI MORTO!-
Le due ragazze si voltarono di scatto e videro Draco che si teneva una
mano, mentre quel bastardo di Harry rideva a più non posso.
A quanto pareva il Grifondoro aveva appena cercato di spaccargli un
dito mollandoglici sopra una pietra piuttosto pesante.
Tra insulti e maledizioni varie la truppa finalmente riuscì
ad uscire da quella maledetta stanza.
Ma se avessero saputo cosa li aspettava, non ne sarebbero stati
così contenti...
Intanto qualche piano più sotto, cinque ex studenti stavano
vagando per la scuola.
-Ma dove sono finiti tutti?- imprecò tra i denti Sebastian.
La scuola infatti sembrava essere deserta. Nemmeno i fantasmi
svolazzavano per i corridoi.
Chris avanzò ancora un po', con circospezione poi, bacchetta
alla mano, spalancò con un calcio la porta della Sala Grande.
Trattennero tutti il respiro quando guardarono all'interno, pensando di
trovarci chissà cosa...ma niente.
-Dite che li hanno imprigionati da qualche parte?- chiese Matt.
-Centinaia di studenti? Non credo proprio...Vorrei solo capire cosa
hanno in mente -fece Alice confusa.
-E se avessero aperto una sorta di portale?- si domandò
dubbioso Christopher.
-Non si può spostare la scuola in un'altra dimensione spazio
temporale o cose del genere...è protetta da incantesimi
potentissimi- sbuffò Laine con aria saputa.
Gli altri quattro si guardarono, poi scoppiarono in silenziose
risatine...
Per un istante l'aria da maestrina della Harris aveva fatto ricordare
loro i bei tempi passati a scuola.
-Shhh!- fece a un tratto Anderson afferrando istintivamente la mano
della sua ragazza portandosela più vicina.
Si bloccarono tutti, cercando di fare meno rumore possibile.
Un rumore di passi segnò che qualcuno stava avanzando verso
di loro.
Tesero l'orecchio, per capire se era una presenza amica o meno, e
quando sentirono diverse voci sconosciute farsi sempre più
vicine, caddero nel panico.
Non avevano idea di quanti fossero, quindi un attacco diretto sarebbe
stato troppo rischioso.
Per qualche secondo regnò il caos.
Si chiesero con lo sguardo che cosa fare, quindi fecero una brusca
retromarcia, infilandosi in un angolino provvidenziale.
I Mangiamorte arrivarono quasi al loro nascondiglio, quando Alice
finì di cacciare dentro Matthew a calci.
Erano in otto. Camminavano, bacchette sfoderate e occhi vigili,
parlottando tra loro.
-Avete finito la Sigillazione dei dormitori?- stava chiedendo un uomo
incappucciato ad un altro.
-Sì, ci ha pensato Rodolphus. Avete trovato i Professori e
gli Auror?- domandò di rimando l'altro.
-No...- fece il primo Mangiamorte con voce evidentemente seccata - Ma
è solo questione di tempo vedrai-
Le voci dei nemici e il rumore dei loro passi si affievolirono man mano
che procedevano verso il fondo del corridoio.
Intanto dentro al nascondiglio c'era Alice che stava praticamente
trattenendo Christopher per il maglione, dato che Mason, appena aveva
riconosciuto la voce di Lucius Malfoy aveva tentato di lanciarsi fuori
e massacrarlo, fregandosene altamente della loro inferiorità
numerica.
Non appena sentì la presa della sua ragazza allentarsi,
Chris si divincolò, stizzito.
-Non c'era bisogno di tenermi fermo come un bambino di cinque anni-
sibilò.
-Finchè ti comporti come tale non mi lasci altra scelta-
rispose la Parker sarcasticamente.
-Odio nascondermi...E' da vigliacchi!- borbottò Mason.
-E affrontarli così senza nemmeno un piano è da
idioti- gli ringhiò lei.
Intanto gli altri tre, ignorando la discussione, sbucarono di nuovo
fuori.
-Malfoy ha detto che hanno Sigillato i dormitori- bisbigliò
Sebastian -Sicuramente per impedire che qualche studente combatta
contro di loro...Meglio così, almeno staranno al sicuro.-
-E Silente, la McGranitt e gli altri?- disse angosciata Laine - Devono
pur essere da qualche parte!-
-Ci penso io...Non fate idiozie mentre sono via- annunciò
Matthew, prima di trasformarsi in una lucertola e sgattaiolare via.
Christopher lo seguì con lo sguardo finchè non
sparì dietro l'angolo, poi tornò a rivolgersi
agli amici.
-Che facciamo? Dobbiamo trovare un piano!-
-Io direi di cercare di capire dove si nascondono e poi vedere il da
farsi- fece pensieroso Sebastian.
-D'accordo...-annuì Mason- Ma temo che in mancanza d'altro
ci toccherà cercare per tutto il castello-
Le due ragazze si guardarono sconsolate, poi attaccarono a camminare
seguendo i rispettivi fidanzati.
-Senti Potter, mi sono rotto! E' più di un'ora che giriamo a
vuoto! Non ne posso più...- rognò Draco Lucius
Malfoy
fermandosi in mezzo a un corridoio.
-Furetto, non mi rompere le scatole chiaro? Dobbiamo trovare gli
altri...e se tu non hai un'idea migliore...-
-La mia idea migliore sarebbe ucciderti e farla finita...Almeno saremmo
tutti contenti-
-Quando la smetterete di insultarvi- bofonchiò Hermione
infilandosi in mezzo ai due - Io avrei un'idea!-
L'attenzione generale si catalizzò su di lei, che
cercò di non mostrarsi troppo compiaciuta.
-La mappa del Malandrino Harry!- suggerì - Andiamo a
prenderla,
così individueremo gli altri in un batter d'occhio!-
Il Bambino Sopravvisuto si battè una mano sulla fronte,
maledicendosi per non averci pensato prima.
Siccome però poi sia Harry che Draco sembravano aver
intenzione
di continuare a bisticciare per quale fosse la strada migliore da
prendere per arrivare alla Torre di Grifondoro, Ron e Blaise, stufi,
presero per i capelli i rispettivi migliori amici e se li trascinarono
dietro.
Quatti quatti i sei studenti salirono vari piani di scale.
Elenie, seguendoli, teneva i sensi all'erta, cercando di captare
presenze di magia Benèfica in avvicinamento.
-Mi preoccupa tutto questo silenzio e questa assenza di ostacoli-
sussurrò nervosamente la Granger a Ron.
Per tutta risposta Weasley assottigliò gli occhi,
guardandosi
attorno attentamente, quasi aspettandosi di vedere un mostro a cinque
teste sbucare da un corridoio.
-Ci siamo quasi- annunciò Potter, salendo l'ultima rampa di
scale.
Svoltò silenziosamente l'angolo che precedeva il corridoio
della
Signora Grassa, ma poi si bloccò improvvisamente, facendo
sbattere Zabini contro la sua schiena.
Prima che il Serpeverde potesse imprecare però, gli
tappò la bocca e lo risospinse dietro il muro.
Appena fu sicuro che non avrebbe fiatato, tolse la mano dalla bocca di
Blaise e vide che gli altri dietro a loro li guardavano come se fossero
usciti di senno.
-Guardie - spiegò Harry - Credo che controllino il nostro
dormitorio-
-Non ci voleva - mormorò Hermione.
-Quanti sono?- chiese Draco.
-Due-
-E allora? Cristo Sfregiato siamo in sei! Ce la faremo a metterli fuori
gioco no?- sbuffò Malfoy alzando gli occhi al cielo.
I due nemici di sempre si guardarono negli occhi.
Silenzio.
Un muto assenso corse da uno all'altro.
Era deciso.
-Ci pensiamo noi- annunciò Potter.
-Cosa?- fece la Granger.
-Lasciaci fare ok? Fidatevi di noi- tagliò corto il
Grifondoro.
Detto questo si trasformò in una fenice, e Draco accanto a
lui diventò un falco.
Volarono rapidi, silenziosi predatori di vittime che poi non erano
nemmeno degne di questo nome.
I due Mangiamorte non si accorsero di loro finchè non
ripresero forma umana praticamente sotto al loro naso.
Il fattore sorpresa fu determinante.
I due uomini incappucciati non fecero in tempo a reagire che furono
opportunamente Schiantati, legati e nascosti dietro un arazzo.
-Fatto...- fece con aria schifata Malfoy mentre prendevano ai nemici le
bacchette.
Il resto della truppa si fece avanti e raggiunse gli amici.
Ron mollò una pacca su una spalla ad Harry per
complimentarsi,
quindi il rossino si incamminò verso il ritratto della
Signora
Grassa.
Grande fu il suo stupore quando si trovò di fronte il quadro
vuoto.
Chiamò a raccolta gli altri, indicando loro la
novità.
-Ma com'è possibile?- rantolò Hermione - Che io
sappia la
Signora Grassa non si è mai mossa dal suo ritratto!-
Draco si scambiò uno sguardo fugace con Zabini, poi si
schiarì la voce.
-Credo che sul quadro della grassona sia stato posto un Sigillo...-
annunciò con voce atona.
-Un Sigillo?- biascicò Weasley - Allora sì che
siamo a posto-
I ragazzi si guardarono sgomenti. Nessuno di loro aveva idea di come si
potesse rompere un Sigillo.
-Io forse posso farlo - disse infine Elenie con fermezza - Solo che ci
vorrà del tempo...Non l'ho mai fatto prima, e non credo di
riuscirci al primo tentativo-
Draco crollò teatralmente a sedere sul pavimento, passandosi
una mano sugli occhi.
-Mmm...- mormorò pensierosa la Granger - Io ho letto
qualcosa sui Sigilli...-
-E ti pareva..- la prese in giro Malfoy.
-E mi sembra ci sia un pozione in grado di annullare il suo effetto -
continuò scoccando un'occhiataccia al biondo.
-Beh - ghignò Harry- Qui abbiamo il Genio delle
Provette...Che ne dici Serpentello?-
-E dove la mescolo la pozione San Potter? Nella tua bocca? -
ringhiò Draco - Capisco che i tuoi voti in Pozioni
giutifichino
la tua ignoranza sull'argomento ma, sai com'è, per fare una
pozione servono degli ingredienti!-
Accantonata la questione della pozione, ai ragazzi non rimase altro che
sperare che la Benèfica riuscisse a spezzare l'incantesimo
con
le sue sole forze.
Elenie si mise di fronte al quadro, rimboccandosi appena le maniche.
Alzò le mani a mezz'aria, coi palmi rivolti verso il
ritratto, poi chiuse gli occhi e iniziò a mormorare qualcosa.
Passarono dieci minuti, poi venti, poi trenta...
Un'ora dopo erano ancora lì, con la Corvonero nella medesima
posizione e i ragazzi che si sarebbero volentieri venduti l'anima pur
di venire a capo di qualcosa.
Finalmente, quando stavano ormai per perdere le speranze, dalle mani di
Elenie si propagò una lieve luce dorata che si diresse verso
il
quadro vuoto.
Gli altri sbalorditi alzarono gli occhi e videro la Signora Grassa,
tornata al suo posto, sistemarsi seccata il vestito e i capelli.
-Mi chiedo dove andremo a finire di questo passo- stava mormorando
tutta scocciata.
Poi finalmente si accorse dei sei studenti.
-Che ci fate voi qui?- domandò.
Prima che Draco potesse insultarla di nuovo, Hermione
pronunciò
la parola d'ordine, facendo aprire il passaggio per il dormitorio.
Si infilò con gli altri nella Torre.
La Sala Comune straripava di studenti, che si chiedevano cosa stesse
succedendo.
Ron, forte del suo distintivo da Prefetto, spedì quasi tutti
nelle proprie camere, ordinando di non scendere fino a nuovo ordine.
Con loro rimasero solo Ginny, Dean, Seamus e Neville.
-Che succede?- chiese angosciata la ragazza.
-Ci sono i Mangiamorte a scuola- sussurrò Weasley.
I quattro Grifoni trattennero il fiato.
Intanto Elenie, distrutta dallo sforzo, si era accasciata sulla prima
poltrona che aveva trovato, semisvenuta.
Harry non riuscì a nascondere la propria preoccupazione, e
le si affiancò teso, stringendole una mano.
Quando però vide che la moretta gli sorrise per
rassicurarlo, le carezzò una guancia, sentendosi un po'
meglio.
-Cosa facciamo?- chiese intanto Neville.
Potter intercettò lo sguardo di Ron.
Non potevano far venire tutti con loro, avrebbero creato troppa
confusione.
-Ragazzi l'ho presa- urlò Hermione scendendo dalle stanza
dei maschi brandendo una vecchia pergamena.
-Ecco...Noi ora andremmo...- cominciò Harry, a disagio.
-Come?- scattò Seamus - Vogliamo essere d'aiuto-
-Non credo sia il caso...-balbettò Ron imbarazzato,
passandosi distrattamente una mano tra i capelli.
-E perchè di grazia?- fece Ginny acidamente - C'ero anch'io
al
Ministero, e anche Neville, e ce la siamo cavata...Possiamo farlo anche
stavolta!-
-Ginny senti...-cominciò Hermione -E' una cosa davvero
delicata...Ma possiamo trovare un compromesso - si affrettò
ad
aggiungere vedendo l'espressione inferocita dell'amica - Tenete a
portata di mano i Galeoni dell'ES d'accordo? Io ho qui il mio...Se le
cose si dovessero mettere male vi avvisiamo, promesso.-
La promessa fatta dalla Granger sembrò placare un po' gli
animi.
-Grifondoro...- bofonchiò Draco alla sua mezzosangue una
volta che uscirono dalla Torre.
-Vogliono esserci, vogliono combattere..Che male c'è?- fece
lei leggermente infastidita.
-Che la guerra non è un gioco, mezzosangue. La gente
muore...E prima lo capirete, meglio sarà per tutti!-
Questa volta ho
aggiornato il prima possibile, per farmi perdonare=)
Nel prossimo capitolo probabilmente metterò anche
un'immagine di Laine...
Ringrazio infinitamente akiko,
che ha recensito la mia shot "At the beginning": Il tuo commento mi ha
fatto molto piacere...Ho visto tra l'altro nella tua descrizione che
fai pattinaggio artistico...Anch'io! Lo faccio da otto anni e vedere
che tu hai la mia stessa passione mi ha fatto sorridere!
Chissà, magari senza saperlo ci siamo viste a qualche gara!
Per quanto riguarda "Qui dove batte il cuore..." ringrazio:
pompeibe: Sono
molto contenta che tu abbia trovato il tempo per recensire (i commenti
fanno sempre molto piacereXD) e che la storia ti piaccia...Spero che
continuerai a seguirmi! Un bacione
whateverhappened: Beh se Voldemort chiedesse aiuto ai
Volturi e contro di loro arrivasse in aiuto Edward non mi lamenterei di
certo=) Per la storia della gelosia tra fratelli/cugini ecc non so
dirti nulla...Sono figlia unica...Chiedi a tuo fratello poi fammi
sapereXD
Love_doll: Spero
di essere stata abbastanza veloce con l'aggiornamento=) Dimmi che ne
pensi del capitolo!
Tanny: Ti
ringrazio per i complimenti, spero che questo capitolo sia di tuo
gradimento!
sakura_87: Sono
strafelice che ti piaccia la mia storia! Ti ringrazio molto per la
recensione... Spero continuerai a seguirmi!
Lyla_sly: Adesso
direi proprio che il momento-quiete è finito...Stiamo
arrivando alla grande svolta! Grazie per la recensione, mi fa piacere
che il capitolo ti sia piaciuto!
Hollina: Eh
si Draco è molto raffinato...-.-...La guerra sta
cominciando..E stravolgerà irreparabilmente le vite dei
personaggi! Non farmi dire di più! Dimmi che pensi del
capitolo! Un bacione
Smemo92: Grazie
per i complimenti! Mi fa piacere che la storia continui a piacerti!
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Capitolo 35 *** Capitolo 35 ***
Matthew Alan Parker si fiondò lungo l'ennesimo corridoio.
Incredibile come la scuola sembrasse ancora più enorme e
imponente del normale dalla prospettiva di un piccolo animaletto.
Ci aveva messo più di un'ora a trovare la statua che faceva
la guardia all'ufficio di Silente.
Grazie alle sue ridotte dimensioni potè evitare di
pronunciare
la Parola d'Ordine e, infilandosi in un pertugio alquanto angusto,
riuscì a raggiungere la porta dello studio.
Tutto era silenzioso, e Matt temette di aver preso l'ennesima cantonata
oppure, ipotesi ancora peggiore, di essere arrivato troppo tardi.
Però gli sembrava assurdo che i Professori migliori di tutta
la
Gran Bretagna fossero stati soggiogati così facilmente da un
manipolo di Mangiamorte...
Senza indugiare oltre strisciò sotto la pesante porta, e
appena
entrò nell'uffico del Preside riprese le sue sembianze.
-Matthew!-
La voce angosciata della McGranitt gli fece quasi venire un colpo, ma
poi l'Auror sospirò di sollievo constatando che erano tutti
lì.
Dopo un istante però si accorse che qualcosa non andava.
Piton e Madama Chips erano affaccendati attorno a un divano, con
espressione tesa e gesti rapidi e meccanici.
Dietro le loro braccia Parker potè vedere la bianca barba di
Silente.
-Professoressa che è successo?- chiese preoccupato.
-Non ora- tagliò corto la VicePreside - Cosa sta succedendo
fuori? Gli studenti sono al sicuro?-
-Sì- fece Matt - sono stati Sigillati nei dormitori...Ma voi
come mai siete tutti qui?-
-Secondo te Parker?- intervenne acidamente Piton, non riuscendo a
trattenersi dal fare il suo solito sarcasmo, e continuando nel
frattempo ad affaccendarsi attorno al Preside - Siamo stati Sigillati
anche noi...-
L'Auror guardò interrogativo la Professoressa di
Trasfigurazione, che annuì.
-I Mangiamorte hanno avuto una buona dose di fortuna, devo ammetterlo -
mormorò torcendosi le mani - Sono entrati proprio mentre
Albus
è tornato da una missione molto delicata in condizioni molto
gravi, per cui noi, essendo preoccupati per la sua salute, non siamo
stati vigili ad eventuali attacchi.-
-Che genere di missione?- s'informò Parker.
-Mi dispiace ma non posso parlartene.- rispose la strega - Ora dobbiamo
pensare a come uscire di qui. Filius - fece poi rivolgendosi al piccolo
Professore di Incantesimi - Come procede?-
Vitious, che armeggiava da un bel po' attorno alla porta, scosse il
capo rassegnato.
-E' inutile...Non si può spezzare una Sigillazione, a meno
che non ci sia il consenso di colui che l'ha creata-
La McGranitt sospirò.
-Temo che dovrete cavarvela da soli. Noi per il momento siamo fuori
gioco-
-Cazzo! Stramaledettissima mappa del cavolo!-
Hermione Granger riuscì a strappare la Mappa del Malandrino
dalle mani di Potter un istante prima che il ragazzo, in un impeto
d'ira la distruggesse.
-Harry calmati- cercò di placarlo Ron -Non è
strappando la Mappa che troveremo una soluzione!-
-Quel foglio non serve a niente!- ululò il moretto,
rimangiandosi in un secondo tutti i miliardi di volte in cui aveva
praticamente osannato quel pezzo di carta che era sempre riuscito a
toglierlo dai guai.
-Beh a me sembra molto utile! Se non lo vuoi tu posso prendermelo io!-
intervenne Malfoy sbattendo le ciglia con aria stucchevole.
-Fottiti furetto...-gli sibilò Harry, reprimendo una smorfia
di
disgusto -E comunque non ci serve a un bel niente, se non ci mostra
dove si sono nascosti gli amichetti di tuo padre-
A quell'uscita del Grifondoro, Blaise dovette trattenere il suo
migliore amico per la camicia, per impedirgli di saltare al collo del
Bambino Sopravvissuto.
-Ragazzi finitela- li apostrofò blandamente Hermione -
Piuttosto
bisognerebbe chiedersi perchè la Mappa non mostra il
nascondiglio dei Mangiamorte-
-Starà cominciandoa perdere colpi- sbuffò Potter
con aria capricciosa.
La Granger evitò di rispondergli, continuando a fissare con
aria
assorta la pergamena, su cui tanti puntolini si muovevano come
impazziti all'interno dei dormitori.
-Ehi ho trovato i Professori! - esultò Weasley, che stava
scrutando la Mappa dal di sopra della spalla dell'amica - Sono nello
Studio di Silente....E c'è anche Matthew!-
Gli altri si affollarono attorno al foglio, accalcandosi e coprendosi a
vicenda la visuale.
-E gli altri dove sono?- domandò Elenie, che non riusciva ad
individuarli da nessuna parte.
Un dito sbucò dal groviglio di corpi e andò a
piazzarsi sul foglio.
-Eccoli- fece Blaise, indicando il punto agli amici.
I piccoli nomi dei tre Auror e quello di Laine facevano capire che i
ragazzi erano nei dintorni delle cucine.
-Come mai sono immobili?- si chiese Hermione, notando che le scritte
non si muovevano -Speriamo che non siano nei guai-
E in effetti nei guai c'erano, e fino al collo.
-Ma porca puttana!- stava infatti urlando Sebastian, molti piani
più sotto - Chi diavolo ce l'ha fatto fare di infilarci nei
Sotterranei?-
-Risparmia il fiato e combatti!- gli gridò Chris.
-Qualcuno ha un piano?- intervenne Alice, col respiro mozzo.
-Ce l'ho io!- fece Mason - Sparire di qui il più in fretta
possibile.-
Laine si guardò intorno. Erano all'incrocio di tre corridoi,
e
da ognuno di questi stavano scivolando diversi dissennatori.
Nulla di grave per i migliori Auror del Ministero, ma se a questo si
aggiunge che erano già impegnati a tenere a bada almeno una
dozzina di creature ben più pericolose, diventava un
problema!
-Bleah- fece schifato Sebastian quando una di quelle creature contro
cui
stava provando ogni sorta di incantesimo da più di mezz'ora
senza risultato, gli si era avvicinata più del dovuto. -Ma
che
cazzo sono questi cosi?-
-Non ne ho idea...Sembrano dei dissennatori! Ma sono ancora
più
brutti!- borbottò Mason abbassandosi per schivare un
attacco.
-Ragazze avete idea di cosa siano?-
-E soprattutto di come fare per liberarcene?- intervenne Anderson.
Alice Parker, cercando di tenere a bada tre di quei mostri,
lanciò un'occhiata fugace all'amica.
-Non ne sono sicura...- urlò poi per farsi sentire - Ho
letto qualcosa tempo fa...Credo siano dei Lethifold*-
-Grazie di avermi detto il nome, amore- sbuffò melenso
Christopher -come faccio a mandarli via?-
-Ecco...- mormorò la ragazza - Non lo so...Mi faceva schifo
quel libro, così non l'ho finito!-
-Grandioso- bofonchiò il biondo Auror.
-Comunque - fece Alice ignorando il sarcasmo del suo ragazzo, e nel
frattempo evitando che una delle bestie le frantumasse una spalla - A
giudicare dall'aspetto devono essere dei dissennatori in versione
potenziata..-
-Proviamo con un Patronus quindi?- si intromise Laine che, non essendo
abituata a battaglie di quel tipo, non ne poteva già
più.
Sebastian annuì, e senza perdere tempo si scansò
dalla
visuale del mostro e alzò la bacchetta, imitato dai compagni.
-Expecto Patronum!- urlarono quattro voci in contemporanea.
Quattro eleganti animali argentei scaturirono dalle punte delle
bacchette dei maghi, e investirono in pieno ogni malefica creatura che
sbarrava loro il passo.
Quando ebbero sterminato i Lethifold, passarono ai dissennatori,
annientandoli in un batter d'occhio, quindi tornarono a sistemarsi a
fianco dei loro padroni, come guardie speciali.
-Cavoli...ce la siamo vista brutta- sospirò poi Mason
passandosi
una mano tra i capelli e guardando con affetto il leone argentato
accanto a lui che ruggiva allegramente.
-Già. - convenne Seb - Dobbiamo stare più attenti-
Ripresero a camminare, ormai stanchi e annoiati, quando da sotto il
piede di Anderson si sentì un buffo rumore, e un istante
dopo
l'ex Serpeverde si ritrovò a gambe all'aria.
Quando il moro Auror si riprese e cercò di capire che era
successo, vide Matt davanti a sè, che lo fissava a braccia
incrociate.
-Senti un po' pezzo di idiota- iniziò a urlargli dietro
Parker - Ma non guardi mai dove metti i piedi?-
Da quel poco che Sebastian riuscì a capire dalle risatine
degli
altri tre, aveva rischiato di calpestare Matt formato lucertola, e
questi era riuscito appena in tempo a ritrasformarsi, evitando di
venire spiaccicato.
-Allora i Professori dove sono?- chiese Alice.
Suo fratello scosse la testa, desolato, e le comunicò che
gli Insegnanti erano fuori combattimento.
A quella notizia cadde un silenzio sconvolto.
Laine cercò con lo sguardo Seb e lo vide impallidire e poi
cercarle la mano con fare protettivo.
La trasse a sè, continuando a fissare il vuoto e chinando la
bocca tra i biondi capelli della sua ragazza.
Non poteva tenerla lì...Non poteva nemmeno pensare di
combattere sapendola in pericolo.
Fu spinto da questa convinzione che andò a parlare con Chris.
Il biondo era in cima alla fila, e rimase non poco sorpreso del fatto
che Seb si staccasse dalla sua ragazza per parlare con lui.
Erano amici, ma entrambi erano molto restii a parlare in pubblico dei
loro sentimenti.
-Chris- iniziò Anderson, serrando a pugno la mano che non
stringeva la bacchetta- Sai se c'è qualche uscita abbastanza
sicura?-
Mason lo guardò interrogativo.
-Temo che abbiano chiuso tutte le porte- sospirò poi-
Perchè...-
-Laine- lo interruppe Sebastian, guardando dritto davanti a
sè - La voglio fuori da tutto questo-
Il biondo lo guardò, capendo benissimo le motivazioni
dell'amico.
Se avesse potuto assicurarsi anche lui che Alice si sarebbe salvata, se
ci fosse stato un modo per garantirle l'incolumità....
Ma sapeva che non era possibile.
Alice era un Auror. Era in grado di combattere e di cavarsela in ogni
situazione.
-Sarà dura farla uscire. E dopotutto non possiamo essere
certi
che non abbiano messo sentinelle nei dintorni del castello..Credo che
con noi sarà più protetta.-
Anderson non rispose, limitandosi con sforzo immane a irrigidire la
mascella e ad annuire.
Lanciò poi un'occhiata fugace in direzione della Harris,
sorprendendola a guardarlo, incuriosita ma determinata.
Sapeva che lei aveva capito di cosa aveva parlato con Chris.
L'avrebbe difesa, pensò, anche a costo della vita.
-Allora? Abbiamo trovato Potter?- domandò Bellatrix
Lestrange con voce tagliente, seduta su un comodo divano.
-No- rispose laconico Lucius Malfoy, misurando a grandi passi la stanza
che usavano come base.
-Preoccupato Lucius?- lo schernì la donna.
Malfoy alzò lo sguardo, gelandola con quegli occhi tanto
alteri e tanto somiglianti a quelli di suo figlio.
-Non vedo il motivo per cui dovrei esserlo- disse - Escludendo
naturalmente l'ira del nostro Signore nel caso in cui dovessimo
fallire.-
-Non falliremo, non temere.-
-Lo spero-
-Con Silente e i suoi fuori gioco, abbiamo Hogwarts totalmente sotto il
nostro controllo. Ora bisogna solo scovare quei mocciosetti.-
Un uomo incappucciato entrò lentamente, quindi si
fermò davanti ai due.
-Che succede?- domandò Lucius con voce strascicata.
-Gli Auror sono riusciti a contrastare i Dissennatori e i Lethifold...-
-Fate in modo che non accada un'altra volta - fece secca Bellatrix - Li
voglio tutti morti...Anzi - ci ripensò subito dopo -
Portatemi
vivo Sebastian Anderson, credo che i suoi genitori avranno piacere di
vederlo-
-E nel caso in cui trovassimo Potter?-
-Lui e gli altri ragazzini li voglio tutti vivi. Abbiamo qualche conto
in sospeso con alcuni di loro, specialmente col mio caro nipote.-
La Lestrange guardò il cognato con un ghigno, che
però non l'uomo non ricambiò.
Malfoy aveva ancora in mente le parole di Narcissa.
"Tocca mio figlio e te ne farò pentire"
Sua moglie era stata chiara...
-Lucius? Tu che ne pensi?-
La fredda voce della sorella di sua moglie lo risvegliò dai
suoi
pensieri. La donna lo guardava annoiata, attendendo con impazienza la
risposta ad una domanda che lui non aveva nemmeno sentito.
-Cosa penso di cosa?- fece confuso il Mangiamorte.
Bellatrix alzò gli occhi al cielo.
Feccia.
Ecco con chi si era sposata sua sorella.
Un idiota che non aveva il fegato necessario per servire il Signore
Oscuro.
-Della punizione per Draco. Cosa proponi?- ripetè.
Lucius non parlò subito, per evitare di tradirsi facendo
sentire la propria voce che tremava.
-Credo che ammazzare tutti i suoi amici davanti ai suoi occhi sia un
buon inizio..- proseguì la Lestrange, dato che il cognato
non
rispondeva. Sorrise perfida, notando l'uomo emettere un sospiro
sollevato.
No. Non se la sarebbe cavata con così poco, naturalmente.
-Prima di ucciderlo, ovviamente-
Il sorriso di Bellatrix si allargò ancora di più,
colmo
di gioia perversa, vedendo l'espressione orripilata che si era dipinta
sulla faccia dell'uomo.
Comunque Lucius riprese il controllo in men che non si dica, assumendo
di nuovo quella facciata rigida e algida.
-Narcissa ne morirebbe- disse poi, quasi in un sussurro.
-Mia sorella si è allevata un figlio degenere, e deve
pagarne le
conseguenze- sibilò la donna agitando svogliatamente la
bacchetta.
-E la soluzione sarebbe ammazzarlo?- ringhiò Malfoy.
-Ne hai una migliore?- esplose la Mangiamorte, perdendo la sua gelida
compostezza -Non voglio serpi in seno, e comunque il nostro Padrone
è stato chiaro su quale deve essere la sorte di tuo figlio-
-Scusate se mi permetto...-
Un altro Mangiamorte, che aveva assistito da lontano alla scena,
assieme ad altri due o tre, si era avvicinato cautamente.
-Che vuoi Nott?- abbaiò la Lestrange, credendo di aver
riconosciuto la voce del compagno sotto il cappuccio scuro.
-Non sono Nott- fece tranquilla la voce.
Il Mangiamorte avanzò di un passo, quindi si
scostò il copricapo dal volto, rivelando due occhi
chiarissimi.
Richard Anderson chinò il capo in un accenno di rispettoso
inchino davanti alla donna, sorridendo con aria cattiva.
Bellatrix dal canto suo si profuse in mille scuse per averlo
apostrofato con quel tono, poco prima.
Anche se quel traditore del figlio Sebastian aveva mandato a monte il
nome rispettabile della famiglia, rimanevano comunque i più
stimati e riveriti tra i servitori di Lord Voldemort, e offenderli
voleva dire trovarsi contro ad una delle più potenti casate
oscure dei Purosangue, assieme ai Malfoy.
-Volevate dire qualcosa?- chiese ossequiosamente la Lestrange, con
vocetta untuosa.
-Mi sono permesso di ascoltare alcuni stralci del vostro discorso,
spero vogliate perdonarmi-
La falsa gentilezza di Anderson era in grado di mettere in ginocchio
anche il mago più irremovibile.
Lucius con un blando cenno della mano gli fece segno di proseguire.
-A quanto ho capito tu e tua moglie non sareste intenzionati a immolare
vostro figlio alla causa, o sbaglio?-
Al silenzio di Malfoy, che venne interpretato dall'uomo come un
assenso, fece l'ennesimo sgradevole sorrisetto, scosse la testa e
riprese.
-Quanto vi capisco...Anch'io quando mio figlio ha fatto quel colpo di
testa ho cercato in tutti i modi di tenerlo vicino ai miei
ideali...senza riuscirci purtroppo-
Anderson abbassò la testa, e Bellatrix senza farsi notare
assunse un'aria di compatimento mista a riverenza.
-Per Sebastian è troppo tardi, ormai la sua strada
è
segnata, e non si ricongiungerà più alla mia, se
non
quando lo ucciderò- fece poi il Mangiamorte rianimandosi di
colpo - Ma per Draco c'è ancora tempo-
-Mi dispiace dirtelo, Richard- si intromise la Lestrange con la voce
intrisa di disprezzo - Ma credo che sia stato fatto tutto il possibile
per farlo ragionare, senza risultato. Non vuole servire l'Oscuro
Signore-
-E chi parla di fargli abbracciare la causa spontaneamente?-
sogghignò l'uomo.
A quelle parole Malfoy spalancò gli occhi, sempre
più confuso ma cominciando a intravvedere una debole
speranza.
-Intendi Marchiarlo con la forza? Sai bene che non
basterebbe....-incominciò Lucius.
-No, niente del genere...- lo interruppe subito il padre di Seb
-C'è una Pozione, molto complicata e pericolosa, in grado di
riempire le viscere di qualunque uomo della più nera
malvagità. Avevo in programma di usarla per far ragionare
mio
figlio, ma non ci sono riuscito...Possiamo usarla per il tuo-
-E questo gli salverebbe la vita?- domandò ansioso Malfoy.
-Ognuno reagisce in modo diverso agli effetti della Pozione, ma
è l'unica possibilità che hai per fare in modo
che non
muoia-
-Perchè ci tieni tanto a tenere in vita Draco?- fece Lucius,
diffidente.
-Ho visto come combatte, è molto abile e scaltro. Sarebbe
d'aiuto nelle nostre file- fu la risposta noncurante di Anderson.
-Perfetto. La decisione è presa- si intromise Bellatrix -
Ora
dobbiamo fare in modo di prendere tutti quei mocciosi e portare Draco
via da scuola-
-Allora...Fermi! Ora dobbiamo girare a destra!-
Probabilmente i quadri di Hogwarts non avevano mai visto uno spettacolo
più divertente di quello, fatta eccezione a quando la
Umbridge
aveva passato tutto il giorno in giro per i corridoi a cercare di
spegnere i fuochi d'artificio dei gemelli Weasley.
Ad ogni modo davanti agli occhi dei curiosi e pettegoli abitanti dei
ritratti, quel pomeriggio stava passando un gruppetto molto inconsueto.
Davanti a tutti stava Hermione Granger, che teneva la Mappa del
Malandrino in mano e procedeva indicando agli altri la via, con un
occhio sul foglio e uno davanti a sè.
Poco dietro di lei c'era Draco Malfoy che, del tutto ignaro che in un
punto a loro sconosciuto del castello si stava pontificando riguardo al
suo futuro non proprio roseo, non si staccava un attimo dalla sua
mezzosangue, guardandole le spalle per evitare che qualcuno le facesse
del male.
Quindi veniva Potter, che si mordeva la lingua di continuo per non
prendere in giro il biondino, seguito da Blaise e Ron, vigili e attenti
e con la battuta pronta come al solito.
Elenie come al solito era un po' isolata, e cercava di catalizzare i
suoi poteri e di captare eventuali segnali.
Era stremata, distrutta. Vedeva Harry lanciarle ogni tanto delle
occhiate preoccupate, e si doveva trattenere per non lanciargli un
sorriso luminoso, perdendo tutta la concentrazione sul suo compito.
Finalmente dopo interminabili giri su e giù dalle scale
arrivarono al corridoio dove la Mappa segnalava la presenza degli Auror.
Inutile dire che Chris fece quasi un infarto quando vide i sei ragazzi
comparirgli davanti di colpo.
-Ma non vi avevamo detto di restare nella Sala degli Allenamenti?-
sbuffò Seb mentre l'amico imprecava.
-Sì certo...Se vi avessimo ascoltato ci saremmo invecchiati
in
quella stanza!- bofonchiò di rimando Draco, agitando una
mano
con noncuranza.
In pochi secondi si aggiornarono sulle reciproche scoperte.
-Quindi sulla Mappa non è riportato il nascondiglio dei
Mangiamorte?- fece pensierosa Alice esaminando il foglio.
-No...E non capiamo il motivo- rispose Ron aggrottando le sopracciglia.
-Ma certo!- esclamò Harry, battendosi una mano sulla fronte
- La
Stanza delle Necessità! Sono sicuro che non compare sulla
Mappa...Cioè, deve rimanere segreta no?-
-Oh, credo proprio che tu abbia ragione!- sorrise Hermione, molto
più allegra ora che avevano in mano qualcosa.
-Evviva San Potter e il suo acume- mormorò sarcasticamente
Draco, poco più in là, facendo scoppiare a ridere
Blaise.
-Credo che dovremo andare là...- iniziò Mason.
-Perfetto!- si intromise Potter - Muoviamoci...-
-Non credo sia una buona idea che veniate anche
voi...-mormorò Chris, dubbioso.
-Scordatelo di farmi rimanere fuori un'altra volta- protestò
vivacemente il Bambino Sopravvissuto - Questa volta vengo con voi, e
combatto-
-Ma...-
-Sono d'accordo con lo Sfregiato- attaccò anche Malfoy - Io
non
resto a guardare. Là c'è mio padre, e ho un
piccolo conto
in sospeso con lui.-
Christopher guardò gli altri Auror, che annuirono con aria
rassegnata.
-E sia. Ma fate attenzione-
Così tutti insieme si incamminarono verso il settimo piano.
Hermione seguì il resto della truppa, con le gambe pesanti e
il
cuore in gola, ma un attimo prima di salire le scale una mano fredda le
prese il polso.
Si sentì tirare all'indietro e, voltandosi, andò
a sbattere contro il duro torace di Draco.
La ragazza posò le mani sulle larghe spalle del Serpeverde,
quindi alzò il viso, incatenando il proprio respiro a quello
del
biondino.
-Fai attenzione-
La Granger sorrise tra sè, avvertendo l'enorme fatica che
Malfoy aveva fatto nel pronunciare quella sue semplici parole.
Allacciò le sue braccia al collo del ragazzo, quindi si
alzò sulle punte per baciarlo delicatamente.
Draco la trasse a sè con vigore che malcelava il bisogno che
aveva di lei.
Affondò il viso nella spalla della Grifondoro, aggrappandosi
con le mani alle sue piccole spalle.
Hermione rimase di stucco.
Per la prima volta il Serpeverde aveva rotto gli argini, aveva
mostrato, seppur minimamente, la sua paura e si era lasciato andare.
Lei non lo respinse, limitandosi ad accarezzargli piano i capelli.
-Draco....-
Il nome di lui le era uscito dalle labbra senza che nemmeno se ne
accorgesse.
Il biondo per tutta risposta emise un mugolio.
La Grifondoro tacque.
Non ora.
Ogni cosa, seppur grande o importante che fosse, avrebbe rovinato tutto.
Si morse le labbra, per impedirsi di pronunciare una verità
che la spaventava e contro cui lottava da troppi mesi.
Malfoy, sentendola distante, si staccò leggermente da lei,
guardandola in un modo in cui ad Hermione sembrava che volesse
arrivarle fino all'anima, come solo lui sapeva fare.
-Cosa c'è?- domandò il Serpeverde a bassa voce.
La ragazza scosse la testa, sforzandosi di sorridere.
-Andrà tutto bene, vedrai- sussurrò lievemente
lui,
spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, in un tentativo
alquanto imbarazzato di consolarla.
Hermione si specchiò in quegli occhi di metallo colato,
riconoscendoli quasi come suoi.
Era impensabile stargli lontano, impensabile negare ancora il tumulto
di emozioni che le si scatenavano dentro non appena lui la sfiorava.
E fare l'amore...era la loro lotta, la lotta di due corpi appassionati
e disperati.
-Ragazzi vi siete persi?-
La voce di Blaise li richiamò alla realtà.
I due si affrettarono a raggiungere gli altri, tornando con la mente
alla guerra, al sangue e alla sofferenza che li avrebbero colpiti di
lì a poco.
-Come facciamo ad entare nella Stanza delle Necessità?-
chiese
preoccupato Ron - Non credo che i Mangiamorte siano così
stupidi
da non aver chiesto specificatamente alla stanza di risultare
introvabile per chiunque.-
-Cavoli...E' vero- convenne Hermione passandosi una mano tra i capelli
per tentare di toglierseli dagli occhi.
-Credo che l'unica possibilità sia quella di bloccare
qualche
Mangiamorte che cerca di entrare ed estorcergli il modo per raggiungere
il loro nascondiglio - annunciò con voce piatta Chris,
mentre
guardava dietro un angolo alla ricerca di eventuali creature con
più di due teste.
Appena sporse la testa dal muro per scrutare cosa succedeva nel
corridoio adiacente fu costretto ad abbassarla di scatto,
perchè
un'ascia passò sibilando esattamente nel punto dove un
secondo
prima si trovava il suo collo, e andò a piantarsi nel muro
alle
sue spalle con un rumore secco.
-Che succede?- chiese Laine orripilata.
-Troll di montagna a quanto pare - ringhiò secco Mason,
abbastanza infastidito dal fatto che uno di quei cosi stesse per
decapitarlo.
-Ma come cavolo hanno fatto a farli entrare?- si chiese allibita Alice,
pensando a una tattica dell'ultimo secondo.
-Con la mia magia - rispose Elenie dal suo angolo - Percepisco
tonnellate di magia Benèfica, e normalmente non è
che
bestie come i troll dispongano di poteri elfici-
Un boato fece rivoltare le viscere a tutti quanti, e un istante dopo si
trovarono di fronte quattro troll.
Chris e Seb si adoperarono per sistemarne uno, Laine, Alice e Blaise
cercarono di farne fuori un altro, e gli altri sei si divisero i due
rimanenti.
Hermione stava per usare il Pietrificus Totalus contro la bestia,
quando alle sue spalle sentì un grosso tonfo.
Non fece in tempo a gridare, vedendo un altro enorme troll che stava
per prenderla tra le sue grinfie, che Draco la spinse di lato.
-Confundo!- urlò il ragazzo, i capelli biondi che gli
giacevano
scomposti sulla fronte, scagliando il primo incantesimo che gli era
passato per la testa.
Il povero troll assunse un'aria un po' inebetita, quindi si sedette per
terra guardandosi le grosse manone e senza più occuparsi di
ciò che accadeva lì intorno.
Finalmente unendo le loro forze riuscirono a mettere al tappeto i
nemici.
-Perfetto! Il campo ora è libero! - fece soddisfatto Blaise,
mentre alle sue spalle si alzavano un po' di polvere e detriti alzati
dall'urto che l'ultimo troll aveva fatto schiantandosi a terra.
-Ma bene bene! Cos'abbiamo qui?-
Dalla leggera fuligine che avvolgeva i ragazzi si distinsero diverse
sagome ammantate.
Harry alzò istintivamente la bacchetta, puntandola contro le
figure che si stagliavano contro la nebbia.
-Abbassa la bacchetta, Potter...Siamo troppi per voi-
Draco cercò la mano di Hermione, e se la portò
dietro la schiena.
Era quasi certo di aver riconosciuto la malvagia voce di Fenrir
Greyback dietro uno di quei cappucci, e la cosa non gli piaceva per
niente.
La nebbia all'improvviso aumentò, come se si fosse alzata
una grossa folata di vento.
-Sono loro!- mormorò Elenie - Stanno manovrando il tempo
atmosferico-
Gli Auror e i ragazzi istintivamente si strinsero gli uni agli altri,
tutti con le bacchette alzate verso il nulla, a fronteggiare un nemico
che non vedevano e non percepivano.
-Attenti! Spostatevi!- gridò a un certo punto la Zabini
Smaterializzandosi di colpo e riapparendo poco più in
là.
Aveva captato le intenzioni dei nemici.
Attaccare alle spalle approfittando del fatto che grazie ai poteri
Benèfici potevano Smaterializzarsi a loro piacimento.
I più vicini a lei sentirono appena in tempo il suo
avvertimento
e si scostarono con rapidità, evitando di essere stretti
nella
morsa dei Mangiamorte.
Draco la udì, ma perse tempo a spostare Hermione, e non fece
in tempo a difendersi.
Qualche istante dopo era stretto nella ferrea stretta di Greyback.
-Draco!-
Il Serpeverde come ultima cosa, prima di venire portato via,
sentì la
voce disperata della sua mezzosangue gridare il suo nome.
*I Lethifold sono creature carnivore di aspetto
simile a quello dei Dissennatori. Si nutrono di prede anche umane
(indiscriminatamente babbani e maghi), e sembra possano essere respinte
solo con l'incanto patronus, altra similarità che
condividono con i Dissennatori. Alcuni fan hanno ipotizzato che il velo
dietro cui scompare Sirius Black nell'Ufficio Misteri sia un Lethifold.
Il Ministero li ritiene, a quanto pare, più pericolosi dei
dissennatori, sono infatti classificati come XXXXX.
Eccomi
qua...Ho aggiornato il prima possibile. Questo capitolo è un
po' più lunghetto, spero vi sia piaciuto!
So che vi avevo promesso l'immagine di Laine, ma non riuscivo ad
inserirla, quindi probabilmente la metterò nel prossimo
capitolo.
Passando ai ringraziamenti:
Hollina: Eh già. tra
Harry e Draco è una lotta continua! Spero che il capitolo ti
sia piaciuto, dimmi che ne pensi!
Tanny: Credo
che dal piccolo
momento di intimità che c'è stato in questo
capitolo, si
sia potuto intuire che le cose tra Draco ed Hermione vadano moooolto
bene! Grazie per la recensione!
sakura_87: Ti
ringrazio per i complimenti! Come avrai notato ho letto subito la tua
storia, e mi è piaciuta moltissimo!
Lyla_sly:
Sono contenta che la storia ti piaccia! Spero che questo capitolo sia
stato di tuo gradimento! Un bacio
Smemo92:
Grazie dei complimenti...La battaglia è nel suo pieno
svolgimento! Dimmi che ne pensi!
whateverhappened:
Non posso darti anticipazioni, lo sai...(mi sto mordendo la lingua).
Posso solo dire che il finale è deciso...Ti ringrazio per la
recensione di "At the beginning", mi ha fatto molto piacere!! Un bacione
I love you Draco: Che bello, una nuova
lettrice! Sono molto contenta che la mia storia ti sia piaciuta, spero
che continuerai a seguirmi!
Love_Doll: Il
lieto fine non posso assicurartelo (Ma perchè non riesco mai
a stare zitta?!?!?)..Però non ti preoccupare,
perchè ho intenzione di fare un seguito, quindi non
lascerò le cose del tutto a metà...Non farmi dire
di più! Grazie per la recensione!
Ringrazio inoltre le 121 persone che hanno inserito la fiction nei
preferiti, e chi legge soltanto! Un bacione!
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Capitolo 36 *** Capitolo 36 ***
Come i Mangiamorte si Smaterializzarono con le loro prede la nebbia si
diradò.
Hermione, crollata in ginocchio si rialzò di scatto,
guardando convulsamente a destra e sinistra.
Draco era sparito.
-Hermione!-
La ragazza si voltò, udendo la voce preoccupata di Harry
chiamarla. Il suo migliore amico spuntò da dietro l'angolo e
la
strinse forte per qualche secondo.
-Stai bene? Credevamo avessero portato via anche te!-
La Granger annuì col cuore in gola, posando la fronte sulla
spalla del moretto.
-Gli altri?- si sforzò di domandare lei.
Potter non rispose subito, e questo la fece insospettire non poco. Si
scostò da lui e lo fissò in quegli occhi
verdissimi.
-Allora?- chiese di nuovo.
-Ci siamo separati...Non ho idea di dove siano. Di là ci
sono
Elenie e Blaise, gli altri non li ho visti. Tu non sai niente?-
-So solo che hanno preso Draco- mormorò Hermione, tenendo lo
guardo basso.
Harry fremette.
Cercò di non far vedere alla sua amica quello che realmente
pensava.
Non poteva sopportare Malfoy, ma sapeva che i Mangiamorte con lui non
ci sarebbero andati leggeri.
I due ragazzi tornarono dagli altri. Radunatisi nuovamente, con l'aiuto
della Mappa del Malandrino localizzarono in breve tempo Chris, Matthew
e Laine.
Come li videro arrivare, i due Auror e la Harris tirarono un sospiro di
sollievo.
Elenie guardò Laine e notò che aveva gli occhi
lucidi.
-Dove sono Sebastian e Alice?- chiese cautamente.
-Li hanno presi...- ringhiò Chris, camminando avanti e
indietro come una tigre in gabbia.
La Harris chinò il capo, sconfitta, piegandosi in silenziosi
singhiozzi.
Matt le passò un braccio attorno alle spalle, tentando di
consolarla.
-Li libereremo non ti preoccupare...- le sussurrò.
Laine fece segno di no con il capo poi lo fissò.
-Sebastian è un traditore non capisci? Lo vogliono uccidere!
Non faremo mai in tempo!-
Parker non disse niente, non trovando un modo di opporsi alla tremenda
verità che la ragazza del suo migliore amico gli aveva messo
davanti agli occhi.
-Cristo!- stava intanto imprecando Mason - Non sono stato
attento...Dovevo proteggerla, è tutta colpa mia!-
-Chris tu non c'entri niente! Non potevamo aspettarci una cosa del
genere - cercò di tirarlo su Harry.
L'Auror alzò la testa, fissandolo con sguardo vacuo, come
accorgendosi solo in quel momento della loro presenza. Tentò
di
ricomporsi, passandosi una mano sul viso.
-Voi state tutti bene?- soffiò con voce rauca.
-Draco è stato catturato- mormorò Zabini - E non
troviamo Ron-
-Devono aver preso anche lui- borbottò Matthew -
Probabilmente
nessuno di loro è riuscito a sentire l'avvertimento di
Elenie e
non hanno fatto in tempo a spostarsi...-
Hermione sentì un forte senso di oppressione riempirle il
petto.
Draco l'aveva sentito eccome l'avvertimento della
Benèfica...Solo, aveva perso tempo a mettere al sicuro lei.
Era la seconda volta che si faceva del male pur di salvarla.
Una grossa lacrima luccicante le scese lungo la guancia.
Di sicuro in quel momento Malfoy stava soffrendo, magari lo stavano
torturando...
Per colpa sua, che non era stata attenta.
Draco riaprì gli occhi, avvertendo il pavimento duro e
freddo sotto la sua testa.
Alzò debolmente il capo, cercando di mettere a fuoco la
scena.
Era in una stanza ampia, spoglia e tetra, completamente vuota.
Sembravano quasi i Sotterranei di casa sua.
Appena fece mente locale però, si rese conto che quella
doveva
essere la forma presa dalla Stanza delle Necessità per
ospitare
i Mangiamorte e i loro prigionieri.
A fatica girò la testa dall'altra parte. Un'accesa
tonalità di rosso gli balzò davanti agli occhi.
I capelli di Weasley.
Il ragazzo infatti giaceva poco più in là,
svenuto.
Draco, facendo attenzione a non far rumore, si trascinò fino
lì e tentò di scuoterlo.
Niente, quel pezzente non accennava a svegliarsi.
Malfoy trovò persino la forza di alzare gli occhi al cielo,
mentre con una mano si tastava il mantello alla ricerca della bacchetta.
Non si stupì più di tanto quando non la
trovò.
Quei maledetti dovevano avergliela sottratta mentre dormiva, non c'era
altra spiegazione.
-Ehi Draco!-
Il fioco e familiare sussurro che il biondò
percepì lo indusse a guardarsi un po' meglio intorno.
A diversi metri da lui c'era Alice, seduta contro un muro, che gli
faceva dei cenni frenetici con la mano.
Sembrava stare bene, a parte un ematoma sotto uno zigomo.
Il Serpeverde tentò di alzarsi per raggiungerla, ma appena
fece
pochi passi si sentì come bloccato da una barriera
invisibile.
-Incanto Claustris...-
mormorò la Parker dal suo angolo, scuotendo il capo con aria
depressa-Hanno messo un campo di forza magico per impedirci di fuggire-
-Hanno preso solo noi tre?- chiese sottovoce Malfoy, digrignando i
denti.
-No. C'è anche Sebastian, ma non so dove lo abbiano portato-
sibilò l'Auror cercando di dissimulare la propria voce
tremante
per la sorte dell'amico.
Draco non potè impedirsi di sospirare di sollievo. Hermione
non era stata catturata.
Poi tornò a concentrarsi sulla stanza.
Nessuna apparente via di fuga, a parte una finestra altissima e la
porta...dalla parte opposta rispetto a lui.
Un lieve mugolìo gli indicò che anche Ron si
stava destando.
Weasley aprì gli occhi, e li sbattè una o due
volte, come se non capisse dove si trovava.
Evidentemente si rammentò in fretta tutto, perchè
si
alzò di volata e, nel tentativo di raggiungere Alice, si
schiantò contrò le sbarre invisibili.
-Ma dove cazzo siamo?- rantolò.
-Tu che ne dici Donnola?- fece sarcastico Draco - Io oserei dire in
prigione-
Il Grifondoro si trattenne dal tirargli un pugno sul naso e si rivolse
alla Parker.
-Non c'è un modo per uscire?-
-Ci sarebbe se avessimo le bacchette- rispose lei, tesa.
La ragazza tacque improvvisamente, sentendo un rumore di passi.
Nella grande stanza fecero capolino due figure incappucciate.
-Ma bene, a quanto pare vi siete svegliati- sibilò una voce
glaciale e crudele.
I tre prigionieri non risposero, limitandosi a guardare i Mangiamorte
con odio.
-Presto prenderemo anche i vostri amichetti, non preoccupatevi -
continuò la voce - Non vogliamo togliere loro il piacere di
vedervi morire-
Alice represse un brivido, poi guardò verso il soffitto.
Ti prego, lascia fuori
Chris da tutto questo...Proteggilo...
La sua preghiera disperata fu interrotta da una secca
risata maschile.
-Oh, guardate, a quanto pare di là hanno finito col vostro
amico-
Draco e Ron guardarono davanti a loro, e la Parker si
trascinò fino al limite della sua cella per vedere cosa
accadeva.
Un altro seguace di Voldemort era entrato, fecendo levitare davanti a
sè il corpo esanime di Sebastian.
Lo lasciò cadere sul pavimento, appoggiato alla parete
opposta a
quella dove si trovavano gli altri tre. Mormorò poi poche
parole, per rinchiudere anche lui con un Incanto Claustris, quindi
uscirono.
-Seb...Seb rispondi!- iniziò a urlare Alice, terrorizzata
che per l'amico potesse essere troppo tardi.
Ma l'Auror non si muoveva, rimaneva lì, incosciente.
Il capo reclinato rivelava un grosso sfregio su una guancia, ma la cosa
che più preoccupava i suoi amici era una grossa chiazza di
sangue che si allargava sui suoi abiti, all'altezza dell'addome.
-Cazzo...Se continua così morirà dissanguato...-
rantolò Ron.
La Parker non rispose, limitandosi a fissare angosciata il corpo di
Anderson, con le mani appoggiate spasmodicamente alla barriera
invisibile che li divideva.
Intanto gli altri erano giunti all'inizio del corridoio del Settimo
Piano, riuscendo miracolosamente ad evitare altri agguati.
Si erano nascosti dietro un arazzo, uno dei numerosi passaggi segreti
di cui Harry era a conoscenza grazie alla Mappa del Malandrino.
-Perfetto- sussurrò Chris, tenendo d'occhio da un piccolo
buco
nella stoffa dell'arazzo i numerosi Mangiamorte che continuavano a
passare -Sapete cosa dovete fare no?-
Gli altri annuirono, decisi.
-Elenie, tocca a te- fece Matt dandole una leggera pacca sulla spalla.
La Benèfica chiuse gli occhi, alzò le braccia e
mormorò alcune rapide parole.
In breve tempo fuori si alzò la medesima nebbia che i
Mangiamorte avevano evocato prima per sorprendere loro.
Nel corridoio iniziarono le grida...
Parker ed Harry si trasformarono in animali e uscirono allo scoperto.
Vedevano pochissimo anche loro in quella foschia, ma essendo i loro
occhi in forma animale più sviluppati, di certo se la
cavavano
meglio dei loro nemici, i quali non vedevano ad un palmo dal proprio
naso.
Appena individuarono un Mangiamorte un po' isolato dagli altri,
ripresero le loro sembianze e lo Schiantarono prendendolo di sorpresa...
-Ecco fatto- mormorò Matthew ansante poco dopo, tornati col
loro prigioniero nel nascondiglio.
Finì di legargli le mani, quindi si rialzò e
guardò Mason.
-Che facciamo?-
-Svegliamolo-rispose Chris senza la benchè minima esitazione.
-Innerva-
mormorò puntando la bacchetta al petto dell'uomo.
Il Mangiamorte riprese un po' di colore e aprì gli occhi
lentamente. Fece qualche movimento inconsulto quando scoprì
che
aveva le mani legate dietro la schiena.
-Voi-
sputò la parola con il maggior disprezzo possibile.
-Già- fece Parker sorridendo cortese.
-Cosa volete?-
La voce rauca dello sconosciuto fece rabbrividire Hermione. Era ruvida,
perfida e leggermente folle.
-Vogliamo sapere come fare ad entrare nella Stanza delle
Necessità- disse tranquillamente Matt.
Il Mangiamorte scoppiò in una risata spietata.
-Se è per liberare i vostri amici- disse poi- E' una
battaglia persa, si stanno già occupando di loro a dovere-
Harry sentì Laine al suo fianco trattenere bruscamente il
fiato, e a lui stesso si rivoltarono le viscere.
Ron...
Il suo migliore amico, suo fratello, in quel momento era là
dentro. Non poteva permettere che gli facessero del male.
Sentì un desiderio bruciante attraversargli le vene e una
voglia
estranea di uccidere quel maledetto che stava lì a guardare
ridendo la loro angoscia.
Ma Chris si mosse prima di lui.
In due passi fu davanti all'uomo e lo prese per il collo, alzandolo da
terra e quasi strozzandolo.
-Ti conviene dirmi quello che voglio sapere chiaro?- gli
ringhiò
a un dito dal volto - Altrimenti non vedrai sorgere il sole.-
Gli occhi del Mangiamorte persero la loro baldanza, avvertendo la
minaccia dell'Auror.
-Non sono un traditore come quella feccia del tuo amico-
soffiò.
-Ti assicuro che te ne farò pentire....Dimmi come faccio a
entrare in quella fottuta stanza! Ora!-
Chris esercitò una maggior pressione sul collo dell'uomo,
che iniziò a tossire.
-Allora?- chiese nuovamente l'Auror.
Siccome l'altro continuava a tacere alzò la bacchetta,
puntandogliela al viso.
-Devi...- il Mangiamorte finalmente sembrò ritrovare la voce
-
Devi pensare a un luogo dove potrai servire al meglio il Signore Oscuro-
Senza perdere altro tempo Christopher lo lasciò andare,
facendolo sbattere sul pavimento, e si diresse all'uscita del
nascondiglio.
-Prega di aver detto la verità- sibilò Harry
passandogli accanto.
I ragazzi si affacciarono tutti verso il corridoio.
-Piano d'attacco?- chiese Blaise.
-Schianta qualsiasi cosa si muova- fece di rimando Matthew, pacato.
-Fantastico- intervenne lugubre Potter.
-Pronti?- chiese Mason - Ora!-
E urlando si lanciò nel corridoio, seguito dagli altri, e
tutti
insieme iniziarono a scagliare incantesimi a destra e a manca.
La battaglia era cominciata...
Elenie si spostò d'istinto, Materializzandosi poco
più in
là quando l'ennesimo Schiantesimo la colpì di
striscio.
Distrattamente guardò alla sua sinistra e vide Harry
combattere contro due Mangiamorte.
Se la stava cavando molto bene, ma non si era accorto che un terzo
nemico stava alzando la bacchetta per colpirlo alle spalle.
Col cuore in gola la Benèfica si Smaterializzò
pregando
di fare in tempo, quindi comparì al fianco di Potter, gli
prese
un braccio e scomparve.
I due maghetti si Materializzarono poco più in
là, col fiato corto.
Approfittando del momento di smarrimento dei tre uomini Harry li
schiantò senza troppi complimenti, per poi voltarsi verso la
Zabini con un enorme sorriso sul volto.
-Grazie- sussurrò di cuore.
-Quando hai bisogno...- rispose Elenie dolcemente.
Poi gli strinse affettuosamente una mano per una frazione di secondo,
prima di rituffarsi nella mischia.
In breve tempo gli Auror e i ragazzi riuscirono a mettere fuori
combattimento tutti i Mangiamorte presenti nel corridoio.
-Perfetto- fece a bassa voce Chris- Ora possiamo entrare.-
Tutti e sette allora presero a camminare avanti e indietro davanti al
muro su cui si trovava la porta della Stanza delle
Necessità,
pensando intensamente al luogo che aveva descritto loro il Mangiamorte
che avevano catturato.
Passati alcuni istanti, una porta comparve sulla parete.
Tutti insieme si slanciarono verso di essa e Mason, arrivato per primo,
la aprì senza esitazione.
Ormai aveva buttato al vento ogni prudenza, dimenticato ogni codice di
sicurezza.
Lì dentro c'era la donna che amava più di ogni
altra cosa al mondo.
Naturalmente i pochi Mangiamorte rimasti nella stanza furono colti
assolutamente di sorpresa da quell'intrusione.
Bellatrix Lestrange alzò gli occhi dal camino per puntarli
sui
nuovi venuti, quindi nel giro di un secondo iniziò a
scagliare
Schiantesimi.
Nel frattempo erano entrati tutti e i ragazzi si misero alle spalle di
Chris.
Nel giro di pochi istanti a Hogwarts infuriò una dura
battaglia.
Numerosi Mangiamorte si erano Materializzati in aiuto dei pochi che
erano rimasti a presidiare la Stanza delle Necessità, armati
di
spade, bacchette e chi più ne ha più ne metta.
Rookwood si diresse senza esitazione verso Elenie, con un ghigno a
distorcergli la bocca.
-Abbiamo un conto in sospeso io e te, mia cara...-
La Benèfica non arretrò, limitandosi ad alzare la
bacchetta, pronta a fronteggiare un qualsiasi attacco, ma la formula
che uscì dalla bocca dell'uomo la lasciò basita.
-Funis tempestatis!-
Dalla bacchetta del Mangiamorte uscirono corde nere e sottili, che si
avvolsero attorno ai polsi, alle caviglie e ai fianchi della ragazza,
mozzandole il respiro e facendola cadere in ginocchio.
Le corde della tempesta...
Quelle che avevano tolto la vita a sua madre...
Elenie si guardò intorno disperata.
Poco più in là Harry stava combattendo a fianco
di Matthew e di Chris.
Blaise invece era con Hermione e stavano fronteggiando Bellatrix
Lestrange.
Nessuno aveva notato che lei era in pericolo di vita...
Sentiva la magia abbandonarla, poteva avvertire la sua pelle farsi
sempre più fredda.
Davanti a lei Rookwood rideva sguaiatamente, prendendo in giro la sua
debolezza, la sua vita appesa a un filo.
Hermione intanto dall'altra parte della stanza stava combattendo la
propria battaglia personale.
Dimostrare a una strega Purosangue che poteva batterla anche col suo
sangue sporco.
Ma Bellatrix era molto dotata. Rapida, scaltra e piuttosto potente.
Lei e Blaise non ce la potevano fare da soli.
-Impedimenta!- gridò sfinita.
La donna si abbassò, quindi le rilanciò lo stesso
incantesimo, triplicato.
La Granger riuscì appena in tempo a reagire con un Protego,
per attutire il colpo.
Sentì la voce di Zabini gridare un altro incantesimo, che la
Mangiamorte respinse.
-Siamo in pochi- rantolò Blaise avvicinandosi appena alla
Grifondoro.
Hermione non rispose nemmeno, tentando con tutte le sue forze di
disarmare Bellatrix.
Ma la Lestrange, davanti a lei non sembrava per nulla affaticata.
Sorrideva maligna, continuando a scansarsi un attimo prima che le
maledizioni la raggiungessero.
-Sei solo una lurida mezzosangue- la canzonò - Non puoi
nulla contro di me!-
La ragazza strinse i denti, cercando di individuare un punto debole
nella sua temibile avversaria.
Si scostò appena in tempo, vedendo la luce verde di un Avada
saettarle contro.
Sentì la catenina con il ciondolo di Malfoy ballarle al
collo e le si strinse il cuore.
Draco dove sei?
Laine Harris si dimenò sotto il Mantello
dell'Invisibilità.
Harry gliel'aveva dato poco prima di entrare nella Stanza delle
Necessità, con un sorriso incoraggiante e occhi
supplichevoli.
Hermione era riuscita a prenderlo quando aveva recuperato la Mappa del
Malandrino nella Torre di Grifondoro e ora la Contessa Harris avrebbe
dovuto servirsi di esso per liberare Draco, Ron, Alice e il suo Seb.
Trattenne il respiro quando alcuni Mangiamorte le passarono vicino,
temendo che potessero avvertire la sua presenza.
Fortunatamente la Stanza non presentava porte secondarie, oltre quella
d'entrata, a parte una piccola porticina in un angolo, dietro cui di
sicuro dovevano essere rinchiusi i prigionieri.
Laine si diresse lì, Disarmando da sotto il Mantello uno dei
Mangiamorte contro cui stava combattendo Matt, così da
alleviargli un po' di lavoro.
Raddoppiò il passo quando fu in prossimità della
porta e,
badando che nessuno facesse caso al fatto che qualcuno stava cercando
di entrare nella stanzetta attigua, entrò con circospezione.
La prima che vide fu Alice, raggomitolata in un angolo della sua cella,
con la testa posata sulle ginocchia.
La biondina si tolse il Mantello dell'Invisibilità,
infilandoselo in un'ampia tasca della giacca.
Come la Parker vide l'amica si lasciò sfuggire un gemito di
giubilo.
Si alzò in piedi e raggiunse il margine della sua prigione.
-Siete entrati...-mormorò- Come avete fatto?-
-A dopo le spiegazioni- tagliò corto la Harris, conscia di
non avere molto tempo- Come state?-
-Io bene...E anche Ron e Draco.-
Per confermare le parole della ragazza i due maghetti salutarono la
loro salvatrice dalla loro gabbia.
Laine sentì un tuffo al cuore, notando che Alice si stava
mordendo un labbro, chiaramente timorosa di dirle una verità
dura da mandar giù.
-Sebastian?- sussurrò la bionda angosciata.
Per tutta risposta la Parker le fece un cenno con la testa, indicandole
un punto alle sue spalle.
La Harris si voltò col cuore in gola e notò il
suo fidanzato accasciato a terra, tutto sporco di sangue.
Laine non respirò per qualche secondo, temendo di essere
arrivata troppo tardi, ma da coraggiosa ex Grifondoro qual era non
dimenticò il suo compito.
-Cos'è che vi imprigiona?- domandò a Draco, che
le stava a fianco, ancora rinchiuso.
-Alice dice un Incanto Claustris- borbottò il Serpeverde,
stanco e tirato.
La ragazza annuì, determinata, quindi si rivolse alla
barriera
invisibile che la separava da Malfoy, mormorando velocemente alcune
parole, che si rivelarono essere un controincantesimo, dato che il
biondo dopo pochi istanti fu libero.
Fece poi la stessa cosa con le altre gabbie, quindi tutti si
precipitarono a verificare le condizioni di Anderson.
Laine si inginocchiò accanto all'Auror, tastandogli il
polso, folle di preoccupazione.
Si mise quasi a ridere di gioia quando constatò che il suo
cuore batteva ancora.
-Dobbiamo fermare l'emorragia- constatò Alice.
La Harris accarezzò la testa di Seb.
-Non possiamo fare nulla...Ci vuole un Guaritore-
-Chiamate la Benèfica!- intervenne Malfoy - So che ha poteri
curativi.-
-Perfetto...- sospirò sollevata Laine - Ragazzi adesso
è
meglio che andiate! Di là sono davvero in
difficoltà, ci
sono troppi Mangiamorte- aggiunse.
-Vuoi dire che sono tutti di là che combattono?- chiese
Weasley incredulo.
Laine annuì.
Draco strinse i pugni. Di là c'erano suo padre, sua zia... e
Hermione.
Pensare alla sua mezzosangue a un passo da quei folli dei suoi parenti
lo terrorizzava.
-Allora andiamo- ringhiò.
-Appena possibile mandatemi Elenie, mi raccomando - aggiunse la bionda-
intanto io resto qui con lui per proteggerlo, nel caso arrivi
qualcuno.-
-Un momento!- si ricordò la Parker, impallidendo - Noi non
abbiamo le bacchette! Ce le hanno prese quando ci hanno rinchiuso qui-
-Cazzo è vero!- imprecò anche Ron battendosi una
mano sulla fronte.
-Non preoccupatevi- sorrise Laine -Accio
bacchette di Alice, Ron e Draco!- urlò.
Nel giro di qualche secondo le bacchette erano già in mano
ai proprietari.
I tre allora si diressero di volata alla porta, scoccando un'ultima
occhiata alla Harris e a Seb, svenuto.
Quando
Draco, Ron ed
Alice entrarono nella Stanza principale, avvertirono distintamente
tutta l'elettricità, la tensione e l'ansia che aleggiavano
nell'aria.
Weasley si precipitò ad aiutare Potter, mentre Malfoy non
riuscì nemmeno a fare un passo che si ritrovò
diversi
Mangiamorte addosso. Quelli cercarono di lanciargli insieme diverse
maledizioni ma lui, senza starci a pensare più di tanto, si
trasformò in un falco e volò rapidamente
attraverso la
sala, arrivando infine al luogo dove Hermione stava combattendo.
La Granger aveva abbandonato la lotta con Bellatrix, infatti la donna
si era Smaterializzata improvvisamente, lasciando Alecto Carrow al suo
posto.
Per un istante il Serpeverde rimase fermo, a fissare la sua
mezzosangue, grato di vederla sana, coi capelli ricci che le ballavano
intorno mentre lottava, con le labbra che mormoravano silenziosi e
potenti incantesimi.
Cercando di frenare un inarrestabile impulso di prenderla e trascinarla
via di lì pur di proteggerla, alzò la bacchetta e
con un Impedimenta ben
piazzato spedì Alecto a cozzare contro il muro, facendola
cadere a terra svenuta.
Hermione si voltò, cercando di capire chi fosse stato ad
aiutarla, e quando vide il biondo gli occhi le si allargarono per lo
stupore.
Draco in due passi la raggiune, quindi le accarezzò il viso
per una frazione di secondo.
Avrebbe tanto voluto stringerla tra le braccia, assaporare il suo
profumo e baciarle quelle maledette labbra tentatrici, ma si trattenne.
La battaglia attorno a loro infuriava, e la morte e la tortura erano
pronte a coglierli non appena avessero abbassato la guardia.
Così, con uno sforzo immane, si staccò da lei,
per voltarsi a fronteggiare Greyback.
Hermione dal canto suo, stava perdendo tutto il sollievo che aveva
provato nel rivederselo davanti, eretto e incolume.
Quegli occhi argentati posati instancabilmente su di lei alla ricerca
di lividi o percosse le mettevano i brividi, e ora, in mezzo a una
battaglia, a un passo dalla morte, le veniva molto più
facile
ammettere a sè stessa quanto in realtà Draco
contasse per
lei.
La ragazza lo guardò con un misto di paura e impotenza
scagliare
la prima di una serie di precise fatture contro il Lupo Mannaro, quando
un urlo straziato la indusse a guardare alle proprie spalle...
Ed eccovi
l'immagine che vi avevo promesso!
Ammetto che questo capitolo non mi convince molto...ma mi è
uscito così...Spero che apprezzerete lo stesso!
Passando ai ringraziamenti:
Lyla_sly: Per
adesso Draco è in salvo...ma non ti preoccupare, questa
situazione "pacifica" non durerà per molto! Per quanto
riguarda Hermione, non temere che possa parlare troppo...Non ho nessuna
fretta di farle dire cose troppo importanti!!
sakura_87: Spero
che anche se il finale non corrisponderà esattamente alla
tua idea, continuerai lo stesso a leggere...Anche perchè
anch'io adoro i lieti fini..Quindi tutto prima o poi si
risolverà! Prometto! Adesso, prima di dire troppo su come
andrà a finire, come al solito, passiamo a
Silente. Posso solo dirti di immaginare: siamo al sesto anno,
quasi alla fine della scuola...Metti che il Preside abbia bevuto una
certa pozione, in una certa caverna..Lo so, è un po' campato
per aria, ma non volevo discostarmi troppo dal libro (anche se forse
l'ho già fatto)!
Love_doll: Ti
ringrazio, mi fa piacere che la storia continui a piacerti! Lo so,
Lucius è sempre più crudele...Ma cos'altro
possiamo aspettarci da un Mangiamorte?
Hollina: Come
vedi Draco non è stato torturato...Almeno per ora! Non
odiarmi ti prego=) Grazie della recensione!
whateverhappened: Eh
no! Seb è fatto di tutt'altra pasta! Anche se per il momento
è un po' ammaccato=) Ma Laine si saprà prendere
cura di lui, vedrai...
Smemo92: No,
come vedi Harry è in salvo, per ora...E comunque ho paura
che Draco DOLCE non lo sarà mai =).. O al massimo, solo
leggermente con Hermione...Grazie per la recensione!
I love you Draco: Sono
contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Grazie mille!
irepa94: Ti
ringrazio per i complimenti che mi hai fatto nella recensione! Mi hanno
fatto molto piacere!..Grazie grazie grazie!
angiericcio: Leggendo
il tuo commento sono arrossita....Grazie davvero...Sei troppo
gentile! ...Spero che continuerai a seguirmi e a dirmi che ne
pensi!
ventiquattro: Sono
contenta che la storia ti piaccia...E non preoccuparti per la
recensione...Mi sono tolta anch'io i denti del giudizio e so quanto fa
male! =)
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Capitolo 37 *** Capitolo 37 ***
Sparirò,
contaci
non saprai
più dove sono
E capirai che con
me
non potevi andar
lontano
E saprai dar di
più
Trova un uomo che
sia buono
e che ti
ami più di me
Anche se io credo
sia impossibile.
È
difficile tenerti ancora qui
Sei un tesoro che
non posso governare
E sai di donna,
sai d’amore, sai di mare
Tutto quello a
cui non posso rinunciare
Ora devi andare
via
dì che
è tutta colpa mia
ma dì
al mondo che ti ho amata alla follia.
Il
cuore di Hermione mancò diversi battiti quando l'eco di
quell'urlo disperato si infranse contro le sue orecchie.
Notò
Harry abbandonare il Mangiamorte con cui stava combattendo per correre
diversi metri più in là.
Approfittando dell'assenza di nemici attorno a lei, lo seguì
con
lo sguardo, e vide Augustus Rookwood in piedi, che reggeva una
bacchetta contro una persona incosciente e sdraiata per terra.
Con uno scatto la Granger li raggiunse, giusto in tempo per Disarmare
il Mangiamorte, che Potter aveva provveduto a far scansare dal corpo
inerme di Elenie.
Rookwood insieme alla bacchetta perse il contatto con la
Benèfica, e le corde attorno all'esile corpo della Zabini
svanirono.
In un secondo, diverse figure incappucciate, vedendo che Rookwood aveva
fallito, li puntarono e iniziarono a lanciare incantesimi verso di loro.
-Harry occupati di lei!- gridò Hermione senza pensarci
troppo - Qui me la vedo io!-
Il Bambino Sopravvissuto, stranamente evitando di protestare, si
chinò sulla Corvonero, con il cuore che gli batteva
all'impazzata.
Elenie non respirava più.
Il ragazzo la prese tra le braccia, cercando di farla rinvenire, ma la
Benèfica non reagiva.
Non anche lei,
pensò disperato Harry.
Per un breve momento la strinse forte, sentendo calde lacrime bagnargli
le guance, poi sentì una rabbia mai provata, se non dopo la
morte di Sirius, ruggirgli nel petto.
Perchè Harry James Potter era così.
Grifondoro fino in fondo, eroe fino alla morte.
Sembra che cada in pezzi, ma si rialza sempre.
Per sè, per i suoi amici, per tutti quelli che hanno ancora
la forza di lottare e sperare in un domani migliore.
Il maghetto appoggiò Elenie delicatamente a terra, quindi
si alzò, fiero e terribile, a fronteggiare quei
nemici a
cui stavolta non avrebbe lasciato scampo.
Si mise accanto alla Granger, in aiuto della quale prima per fortuna
era arrivato Ron.
Loro due erano la sua forza.
Quei tre bambini che tremanti erano arrivati a Hogwarts, affrontando
insieme troll, basilischi, ragni giganti e dissennatori, erano
cresciuti.
Avevano amato, sofferto, si erano spalleggiati e incoraggiati a vicenda.
E dopo anni, nonostante le avversità che la vita aveva messo
loro davanti, erano ancora lì. Insieme.
A lottare e resistere per un ideale in cui credevano.
I nemici si erano notevolmente ridotti.
Fortunatamente Draco si era messo a difendere la porta dietro cui si
trovavano Laine e Sebastian, così che nessun Mangiamorte era
ancora riuscito a raggiungerli.
Ormai si era fatta notte, e i nostri erano sempre più
stanchi e deboli.
Chris, sanguinando abbondantemente dal sopracciglio, si
stancò
di lanciare fatture per sfiancare i suoi avversari e decise di passare
ai fatti.
Dato che quei maledetti, grazie al potenziamento della magia
Benèfica, reagivano con un poderoso Protego
a ogni attacco, riuscendo a respingere anche gli incantesimi
più
potenti, Mason Evocò una spada e si mise a brandirla senza
troppi complimenti.
Matt e Draco seguirono immediatamente il suo esempio e in breve il
sangue cominciò a zampillare un po' ovunque.
I Mangiamorte non si erano ancora arresi, ma erano rimasti in pochi, e
tra questi non c'erano nè Bellatrix Lestrange, nè
Lucius
Malfoy, nè nessuno dei più noti e fedeli seguaci
del
Signore Oscuro, perciò in breve tempo gli Auror e i ragazzi
riuscirono a fare piazza pulita.
Matt Schiantò l'ultimo Mangiamorte, quindi si
adoperò per legare tutti i nemici superstiti, che erano ben
pochi.
Chris cercò Alice nella penombra, poi la sentì
volargli addosso e quasi gettarlo a terra.
L'Auror le prese il viso tra le mani e la baciò, con tutta
la delicatezza e la passione che gli stavano bruciando dentro.
Era sua, solo sua. Avrebbe voluto urlarlo al mondo intero.
-Stai bene?- gli domandò sottovoce lei.
Lui annuì, quando sentì la voce angosciata di
Blaise ripetere il nome della cugina.
Potter era inginocchiato accanto a lei, e la teneva tra le braccia
guardando il volto vuoto e sofferente della ragazza con impotenza.
-Che è successo?- chiese preoccupata la Parker.
-Non lo sappiamo- rispose Ron, teso - Rookwood l'aveva legata con delle
corde e lei è svenuta-
Alice trattenne bruscamente il respiro, catalizzando su di
sè le occhiate ansiose dei presenti.
-Le Corde della Tempesta- sussurrò.
-L'unico modo per uccidere un Benèfico...-
rantolò
Hermione portandosi una mano alla bocca, orripilata, ricordando solo in
quel momento le sue letture al riguardo.
A Potter si ghiacciò il sangue nelle vene.
-Non è morta!- gridò poi, distrutto - Ci
dev'essere un modo per salvarla!-
La Parker guardò Chris, desolata, sperando in una risposta
affermativa alla domanda del ragazzo.
Mason, visibilmente preoccupato, assunse un'aria pensierosa.
-Può darsi che siamo ancora in tempo- cominciò
lentamente
- dato che voi avete interrotto l'incantesimo prima della conclusione.
Ma io non so niente di come annullare il tutto. Bisogna portarla subito
al San Mungo, e sperare che lì ci sia qualcuno in grado di
curarla.-
Il viso dei ragazzi riprese colore. C'era un'ultima speranza a cui
aggrapparsi.
-La porto io!- si offrì Matthew - Voi pensate a Seb!-
Gli altri si guardarono...Con tutta la confusione per Elenie non
avevano pensato che anche Anderson era in condizioni critiche, seppur
meno gravi di quelle della Benèfica.
Mentre Parker prendeva tra le braccia la Corvonero e correva alla
porta, seguito dallo sguardo terrorizzato di Harry, gli altri si
precipitarono dai due ragazzi.
Videro Laine seduta a terra, con la testa di Seb posata sulle gambe.
Il ragazzo sembrava sveglio e abbastanza lucido, anche se il respiro
era debole.
Era a torso nudo, i muscoli visibilmente tesi in una spasmodica
sofferenza.
La Harris aveva provveduto a fasciargli l'addome alla bell'e meglio, in
un tentativo di fermare il flusso del sangue.
Alice si avvicinò al suo migliore amico e gli
carezzò il volto madido di sudore.
-Seb come stai?- chiese dolcemente.
-Ho un buco nello stomaco, ma non mi lamento- sussurrò a
denti stretti Anderson, ironicamente.
Laine sorrise. Se Sebastian riusciva a fare lo spiritoso allora si
sentiva meglio.
Chris allora, facendosi aiutare da Draco e Blaise, lo mise in piedi.
Mentre l'amico bestemmiava a mezza voce per il dolore, l'ex-Grifondoro
gli passò un braccio attorno alla vita, e si
passò quello
del moro sulle spalle.
-Lo porto al San Mungo- annunciò- Tornerà come
nuovo in un batter d'occhio, vedrete!-
Così, siccome non si poteva Smaterializzare lì
dentro, si
incamminò anche lui verso l'uscita del castello, seguito
dalla
Harris, per farlo una volta fuori.
L'atmosfera però non si rilassò. La paura per
Elenie sovrastava ancora il sollievo per lo scampato pericolo.
Hermione, cercando di trattenere le lacrime, si avvicinò a
Draco, e gli si schiacciò addosso, artigliando con le dita
la
sua camicia.
Il biondo dapprima rimase di stucco per quella manifestazione
così esplicita ma poi, ignorando le espressioni stupefatte
dei
presenti, le passò le mani attorno alla vita e la
abbracciò stretta.
La Granger si morse le labbra per non piangere.
Si sentiva gli sguardi degli amici addosso, ma non gliene fregava
niente.
Aveva sempre evitato in pubblico le effusioni con Malfoy, essendo per
natura riservata e sapendo che molti non avrebbero visto di buon occhio
la loro storia.
Ma in quel momento non ci pensò.
Aveva agito di istinto, senza chiedersi se gli altri avrebbero
disapprovato.
Lo voleva, aveva bisogno di lui.
E ora, dopo una battaglia durata anche troppo, si sentiva finalmente
protetta e al sicuro.
I ragazzi stavano lasciando lentamente la Stanza delle
Necessità.
-Bisognerà riuscire a liberare i ragazzi e i Professori
Sigillati- mormorò Alice.
-E come possiamo farlo, senza Elenie?- chiese preoccupata Hermione.
-Non so- rispose l'Auror scuotendo la testa - Vedrò cosa
posso fare...Al massimo chiamo gli Specialisti dal Ministero-
I ragazzi annuirono, stanchi dopo quella giornata molto intensa, quando
un rumore sordo li fece voltare in sincrono.
Draco era l'ultimo della fila, e fu proprio alle sue spalle che si
Materializzò una figura incappucciata.
Il Mangiamorte con un rapido movimento si avvicinò al
ragazzo, e
gli passò un braccio attorno al collo, avvicinandolo a
sè. Quindi estrasse la bacchetta e la puntò alla
testa
del biondino.
La Granger si sentì mancare la terra sotto ai piedi, ma non
si perse d'animo.
Alzò la sua bacchetta, subito imitata dagli amici, e la
puntò contro l'avversario.
Draco intanto, maledicendosi per avere abbassato la guardia, le
lanciò un'occhiata ammonitrice.
Maledetta mezzosangue...sempre lì a cercare di lottare e di
vincere, anche quando non era possibile.
Avrebbe riconosciuto quella mano guantata e quella bacchetta tra mille.
Era suo padre.
E se Lucius Malfoy si era messo in testa una cosa non si sarebbe
fermato davanti a niente, sarebbe passato sui cadaveri di tutti.
-Lascialo- sibilò Blaise alzando appena la bacchetta.
Lucius rise.
-I tuoi genitori sarebbero molto delusi del tuo comportamento, ragazzo.-
Zabini non battè ciglio, limitandosi a serrare con
più forza la mano sulla bacchetta.
-Ho detto di lasciarlo andare- ripetè il moro Serpeverde,
con voce decisa.
-Altrimenti?- lo schernì Malfoy.
-Forse è meglio che tu te la veda con qualcuno al tuo
livello-
L'uomo si voltò alla sua destra e chinò appena il
capo in
segno di ironico rispetto alla vista della rivale che gli si era
piazzata davanti.
Alice, salda sulle gambe e con un luccichìo di fermezza
nello sguardo lo fronteggiava, senza accennare a muoversi.
-Andiamo...- la prese in giro il Mangiamorte - sapete di non avere
possibilità contro i miei poteri...E siccome non ho voglia
di
sprecare tempo a uccidervi vi pregherei di lasciarmi andare il
più rapidamente possibile. Ho un conto in sospeso con mio
figlio.-
Hermione, sentendo quella voce falsamente cortese, sentì
un'impetuosa voglia di urlare.
Ma si limitò ad avvicinarsi di più all'uomo, gli
occhi
sempre fissi un quelli di Draco, che sembravano supplicarla di
lasciarlo lì ed andarsene.
-Ma guarda un po'...la Nata Babbana- la canzonò Lucius,
reclinando appena il capo.
-Crucio!- gridò poi, puntando la bacchetta sulla Granger.
La ragazza crollò a terra, gridando e contorcendosi.
Il Mangiamorte rise freddamente, stringendo con maggiore forza la presa
sul collo di suo figlio, che aveva iniziato a divincolarsi disperato.
Non appena la tortura finì, la ragazza si rialzò
ansante,
e guardò Malfoy con occhi colmi di rabbia e odio.
Prima che potesse fare alcunchè, però, Harry le
si parò davanti, proteggendola col suo corpo.
A Potter parve di vedere un lampo di gratitudine negli occhi di Draco,
ma pensò di esserselo immaginato.
Il biondo intanto le stava provando tutte. Aveva cercato perfino di
trasformarsi in falco, ma non ci riusciva. Qualcosa glielo
impediva. Probabilmente quel bastardo di suo padre gli aveva fatto un
incantesimo che gli impediva di usare i suoi poteri, o di fuggire, o
qualcos'altro del genere.
-Credo di aver perso fin troppo tempo- commentò infine
Lucius - Our revoir!-
E detto questo, si Smaterializzò con Draco, lasciando tutti
gli altri impotenti a guardare il vuoto.
-Noooo!-
L'urlo della Granger interruppe il silenzio creatosi.
La ragazza si lanciò disperata verso il punto in cui erano
scomparsi, piangendo e gridando.
Harry e Ron le andarono dietro, e la presero per le braccia, cercando
di proteggerla da sè stessa.
Blaise era caduto a sedere, la testa tra le mani e il sangue che gli
ribolliva nelle vene.
Cazzo non è possibile.
Alzò gli occhi al cielo, e vide Alice, tesissima, che
cercava anche lei di calmare Hermione.
Ma ormai non era più possibile arginare la Grifondoro.
Gliel'avevano portato via...Davanti ai suoi occhi..
Draco...
-Davvero bravo caro cognato...devo dire che cominciavo ad avere qualche
dubbio-
Lucius guardò Bellatrix con espressione altera, versandosi
del vino e accomodandosi accanto a lei sul sontuoso divano.
-Dov'è ora Draco?- chiese la donna.
-Nei Sotterranei. Se ne sta occupando Rowle.-
La Lestrange notò la diversità nel tono
dell'uomo, ma fece finta di nulla.
-Quando gli somministerai la Pozione?-
-Prima vogliono cercare di convincerlo con altri metodi. Se non ci
riusciranno, allora farò a modo mio.-
La Mangiamorte annuì brevemente, una gioia selvaggia a
illuminarle lo sguardo folle.
Finalmente anche quella feccia che macchiava la sua reputazione sarebbe
stata sistemata.
Un rumore di passi rapidi le fece alzare lo sguardo.
Sua sorella Narcissa fece capolino nella stanza, negli occhi
un'espressione che non le aveva mai visto.
-Ho sentito che Draco è qui...- fece la bionda con voce
fievole - Posso vederlo?-
Lucius guardò sua moglie negli occhi, lo sguardo pieno di
collera.
-Ti avevo detto di non muoverti dalla tua stanza. Se il Signore Oscuro
pensasse che tu sei al corrente di alcuni piani è la fine...-
-Infatti non so niente- ribattè fredda Narcissa - Vorrei
solo sapere in che condizioni è mio figlio.-
-Ma guarda..La mia cara sorellina è in pena per il suo
bambino...- la canzonò Bellatrix, con malignità.
Narcissa non la guardò nemmeno.
-Torna di sopra- le intimò Malfoy, dandole le spalle.
La bionda, capendo che non c'era nulla da fare, si tirò su
con
una mano il lungo vestito e si diresse su per le scale, non senza aver
prima scoccato un'occhiata di puro risentimento al marito.
Intanto nei Sotterranei di Villa Malfoy, Draco stava soffrendo le pene
dell'Inferno.
Era in piedi, a torso nudo, le mani legate a delle grosse catene appese
al soffitto.
-Allora?- gli abbaiò una voce roca - Ancora rifiuti la
causa?-
Il giovane Malfoy annuì per l'ennesima volta, fissando con
rabbia il Mangiamorte che da parecchio tempo ormai lo stava picchiando
a sangue.
-Lo sai che ti costerà caro il tuo comportamento, vero?- gli
sibilò infatti l'uomo.
Draco non rispose, nè abbassò lo sguardo.
Il Mangiamorte gli diede uno schiaffo, spaccandogli il labbro.
Il Serpeverde sentì in bocca il sapore salato del sangue, e
si
passò la lingua sulle labbra, cercando di tastare
l'entità del danno. Aveva le braccia intorpidite, a forza di
stare appeso, e sentiva le forze venirgli meno.
Ma questo non lo induceva a piegarsi alla volontà di suo
padre e
ai suoi biechi tentativi di attirarlo dalla sua parte con la forza.
Draco così sputò a terra, pieno di risentimento,
tentando invano di sfogarsi.
-Non ti servirà a niente fare l'eroe e rifiutarti di
collaborare. Ti abbiamo in pugno- gli ringhiò furente il
Mangiamorte.
Il tono dell'uomo fece aguzzare gli occhi al biondino.
Se non fossero riusciti a piegarlo con le maniere forti allora come
avrebbero fatto?
-Hermione ti prego calmati!-
Ron guardava preoccupato la sua migliore amica fare avanti e indietro
per lo Studio di Silente. Accanto a lui c'era Blaise, disperato, con la
testa tra le mani.
Harry era sparito con la McGrannit e gli Auror, dopo aver saputo che a
Silente era accaduto qualcosa di brutto, e non era ancora tornato.
Weasley allora decise di prendere in mano la situazione,
così si
alzò e fece per prendere la mano alla ragazza, ma lei si
divincolò.
-Non puoi continuare così...Devi reagire!-
sussurrò allora il rossino, tesissimo.
-E come faccio Ronald??- gli gridò la Granger, non potendone
più - Come faccio? Hanno preso Draco, e a quest'ora
l'avranno
già ammazzato!-
Ron rimase di stucco per quello scoppio dell'amica, iniziando solo in
quel momento a capire quanto il Serpeverde fosse diventato importante
per lei.
Per la prima volta dopo sei anni che la conosceva, vedendola
lì
davanti a lui, raggomitolata su sè stessa, gli
sembrò
piccola e fragile e non coraggiosa e in grado di spaccare il mondo.
Per la prima volta le guardò fin dentro l'anima, scoprendo
quanto grande potesse essere il suo cuore di donna, e non
più di
bambina.
Per la prima volta Ronald Weasley potè dire di conoscere
ogni
lato, ogni paura, ogni parte nascosta del carattere di Hermione
Granger, perchè lei gli aveva concesso di guardare oltre
quel
sottile velo di orgoglio e testardaggine che si portava sempre addosso.
Il Grifondoro fece un passo incerto verso di lei, con l'intenzione di
abbracciarla e di consolarla, ma Blaise fu più veloce.
Si alzò in piedi e la raggiunse, stringendola e facendole
quasi male.
Senza aprire bocca appoggiò la fronte sulla spalla della
ragazza, e lasciò che mute lacrime gli colassero lungo le
guance.
Hermione dilatò appena gli occhi per la sorpresa, quindi si
rilassò, e abbracciò a sua volta Zabini,
ritrovandosi a
sorridere.
Aveva ragione Ron.
Doveva reagire.
Accarezzò i capelli del Serpeverde, ritrovandosi a pensare
che lui forse stava peggio di lei.
Sua cugina e il suo migliore amico erano in difficoltà, e
non sapeva se li avrebbe mai rivisti.
E la Granger sapeva che per lui Draco era sempre stato la sua famiglia,
la spalla a cui appoggiarsi, l'amico che aveva sempre lottato al suo
fianco per sfuggire a un destino che non avevano mai voluto.
Doveva tirare nuovamente fuori la vera Hermione.
Quella che combatteva fino all'ultimo.
Doveva farlo.
Per Blaise.
E per Draco, perchè forse era ancora in tempo.
Mentre stava formulando quest'ultimo pensiero, sentì un
oscuro presagio caderle addosso.
Spalancò gli occhi e le si bloccò il respiro,
intuendo che qualcosa non andava.
Il moro Serpeverde, sentendola irrigidirsi, si staccò da
lei, e la guardò confuso.
Hermione aveva gli occhi lucide e sembrava scuotere la testa, senza
capire cosa le stesse capitando.
Ron le corse accanto e le strinse un braccio.
-Che succede? Stai bene?-
La Granger annuì, tremando convulsamente, per non allarmare
ulteriormente i suoi amici, ma quella strana sensazione non le
passò, anzi, aumentò col passare dei minuti.
In quello stesso momento, a molti chilometri di distanza, in un maniero
altrettanto grande e imponente, un uomo incappucciato, ignorando le
grida disperate e strazianti di Draco Lucius Malfoy, aveva provveduto a
versargli in gola un liquido denso e scuro.
Nessuno quella notte sentì le urla imploranti del ragazzo.
E quelli che le udivano, non le vollero ascoltare.
Eccoci qua,
eccovi un altro capitolo...Spero vi piaccia! Sto terminando la fiction
e diciamo che conto di arrivare circa ai 45-50 capitoli...Si
vedrà!
Passando ai ringraziamenti:
Smemo92: Mi
dispiace, Bellatrix e Voldemort non sono arrivati, spero di non averti
deluso! Ma tranquilla, che non hanno certo finito di intralciare le
vite dei nostri protagonisti!
sakura_87: Ecco,
ho aggiornato, così adesso non sei più sulle
spineXD...Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
Hollina: Sono
contenta che l'immagine di Laine ti sia piaciuta, è stato
veramente difficile trovare un personaggio che si adattasse a come me
l'ero immaginata! Grazie della recensione...
angiericcio: Ogni
volta mi riempi di complimenti! Sei davvero troppo gentile...Spero che
questo capitolo ti sia piaciuto!
Lyla_sly: Mi
sa che quando finirà la storia, tu rimarrai la mia unica
lettrice, se la pensi così riguardo all'azione e ai finali
sospesi e non totalmente lietiXD Comunque ti ringrazio per le
immancabili recensioni, mi fanno sempre molto piacere...
Love_doll: Come
vedi ne sono usciti (quasi) tutti indenni...Anche se ovviamente questo
è solo il primo round con i Mangiamorte! Dimmi che ne pensi
di questo capitolo!
Tanny: Le
cose per qualche coppia sono andate a buon fine, per altre meno! Non ti
preoccupare per le recensioni mancate, non c'è nessun
problema, lo capisco benissimo! Grazie comunque di continuare a leggere!
I love you Draco: Ti
ringrazio molto per i complimenti, mi hanno fatto molto piacere! Grazie
grazie grazie!
Stephenye: Ciao
Veronica! Che bello avere nuove lettrici! Sai com'è,
più si va avanti con i capitoli e più si dispera
che qualcuno si prenda la briga di leggere 36 capitoli tutti insieme!
Non sai che piacere che mi ha fatto sapere che ti sei iscritta per
recensire la mia storia...Troppo gentile!!! Detto questo, ti
ringrazio tanto per i complimenti e spero che continuerai a dirmi che
pensi della fiction!
whateverhappened: Hai
visto che Seb sta bene?XD Non potrei mai fargli accadere qualcosa di
grave...Ho troppa paura che poi tu mi venga a cercare per uccidermi =)
Grazie della recensione!
bubina91: Ma
guarda chi si vedeeee...Finalmente ti sei messa a leggere qualcosa!
Grazie amor=) Alle tue domande ovviamente non posso rispondere, anche
perchè tu un'idea generale già ce l'hai (a meno
che quando ti parlo tu non faccia solamente finta di ascoltarmi, mentre
in realtà ti stai facendo i fatti tuoi) Scherzo...ciau
bubina ti voglio bene!
kri87: Grazie
per la stupenda recensione! Se per te è un onore non hai
idea di cosa è per me, dato che la tua storia mi piace molto
e adoro il tuo modo di scrivere...Ho aggiornato il prima possibile,
anche perchè non vedo l'ora di scoprire come
continuerà la tua storia XD. Grazie mille ancora per i complimenti,
spero che continuerai a seguirmi!
|
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Capitolo 38 *** Capitolo 38 ***
Harry era seduto nel parco, da solo.
Un lieve venticello di fine primavera gli scompigliò i
capelli, ma il ragazzo non vi fece caso.
Era ancora sconvolto per ciò che Silente gli aveva appena
detto...le parole Horcrux, Gaunt, Voldemort, gli gravitavano in testa,
senza riuscire a non pensarci.
L'anno successivo per lui sarebbe stato difficile, lo sapeva
già...Ma gli sembrava un evento così lontano,
così
effimero, se messo a confronto con la situazione disastrosa che stavano
vivendo in quel momento.
Malfoy era stato catturato, Elenie e Sebastian erano feriti.
Il quadro generale non si prospettava molto roseo.
Harry appoggiò la testa sulle braccia, cercando di fermare
il flusso dei suoi pensieri, invano.
C'era sempre lei.
Quei capelli neri, quegli occhi blu e quella voce dolce ma decisa.
Elenie. La sua Elenie.
Cazzo, doveva vederla, doveva verificare le sue condizioni o sarebbe
impazzito.
In quel momento vide una figura salire verso il castello e,
riconoscendo Christopher, gli corse incontro.
-Allora?- gli domandò angosciato senza nemmeno salutarlo,
quando gli fu vicino - Come stanno?-
Mason lo guardò dritto negli occhi, quindi gli
posò una
mano sulla spalla, ed Harry per una attimo temette il peggio, ma poi
l'Auror gli rivolse un gran sorriso.
-Si riprenderanno- gli comunicò allegro, stringendo la presa
sulla spalla del maghetto - Seb tornerà a casa in un paio di
giorni-
-Ed Elenie?- si informò Potter, molto più
sollevato.
-Per lei la faccenda era un po' più seria-
mormorò Chris - L'hanno presa appena in tempo, ma
guarirà-
Il Bambino Sopravvissuto sospirò di sollievo, quindi
lasciò che l'Auror gli scompigliasse i capelli.
-Siete riusciti a liberare gli altri studenti?-
-Sì- rispose Harry -E' venuto un tizio dal Ministero.-
-Bene.- fece Mason -Laine e Matt torneranno tra poco..Grazie al cielo
è tutto finito-
Sentendo queste parole, Potter intuì che Chris ancora non
sapeva
nulla di Draco, infatti il biondo era stato catturato dopo che lui si
era recato al San Mungo.
Così prese un bel respiro, e gli raccontò cos'era
successo mentre era via.
-COSA?- gridò l'Auror fuori di sè -Bisogna fare
qualcosa-
E senza aggiungere altro si precipitò al castello,
trascinandosi dietro Harry.
I ragazzi erano tutti riuniti nella Sala degli Allenamenti, quando
Christopher Alexander Mason entrò come un tornado.
Alice si alzò e fece per chiedergli come stavano Sebastian
ed Elenie, ma lui la zittì con un gesto della mano.
-Quando pensavate di dirmi di Draco?- ringhiò
furente -Quando suo padre l'aveva già bello che sistemato?-
La Parker lanciò un'occhiata nervosa in direzione di
Hermione,
quindi si rivolse al fidanzato, scostandosi con un rapido gesto i
capelli dal viso, per poterlo vedere meglio.
-Ti avrei detto qualcosa se pensassi che si potesse risolvere questa
situazione- gli sibilò offesa.
-Beh, se stiamo qui a girarci i pollici non la risolveremo di certo-
replicò Chris combattivo.
-Pensi che non voglia tirare fuori Draco di lì, eh?
Perchè se è questo che stai dicendo, ti sbagli di
grosso!-
-So solo dicendo che non è stando con le mani in mano che lo
libereremo! -fece lui sconvolto-Ti ricordo che mentre noi stiamo qui a
discutere lui è in mezzo a molti Mangiamorte che intendono
fargli la pelle!-
Probabilmente la discussione sarebbe andata avanti ancora per molto, se
Blaise non si fosse messo in mezzo.
-Christopher, basta, per favore- lo pregò chinando il capo -
Mentre tu eri al San Mungo, noi abbiamo sviscerato il problema da ogni
lato...Non c'è modo di entrare a Villa Malfoy, sempre che
sia
là che l'hanno portato. Almeno non in così pochi.
Dobbiamo come minimo aspettare che Sebastian si sia ristabilito. Per
ora non possiamo fare niente.-
Zabini terminò scuotendo il capo e allargando le braccia,
sconsolato.
Mason ammutolì, guardando a uno a uno i ragazzi.
Blaise, che aveva parlato e che ora lasciava vagare lo sguardo nel
vuoto, pieno di amarezza.
Alice, che lo scrutava con un misto di rabbia e comprensione.
Harry, che per la prima volta non sapeva che fare, come agire.
Ron, zitto nel suo angolo, con una mano sulla spalla di Hermione.
Hermione..
A Chris sembrò di vederla solo in quel momento, per la prima
volta.
Da quando aveva messo piede al castello non l'aveva mai vista
così fragile e vulnerabile.
Da parte sua la Granger pensava.
Pensava a come era difficile tenersi accanto le persone che si amano.
Che si amano...
Di nuovo quel verbo, di nuovo quel sentimento in grado di distruggerti.
L'amore...
-Allora? Si è svegliato?-
-Non che io sappia, Padrone. Fino a poco fa era ancora in camera sua a
riposare-
-Vai a vedere, e appena puoi conducilo da me-
Lucius Malfoy chinò ossequiosamente il capo, quindi
lasciò Voldemort e risalì in casa.
Spedì un elfo domestico a verificare se Draco si fosse
svegliato, e attese in salotto.
Dopo non molto tempo, suo figlio fece il suo ingresso nella stanza.
Non sembrava reduce da un lungo sonno.
I capelli biondissimi erano ben disposti sulla fronte, gli abiti erano
ben piegati, e il volto era disteso.
-Mi avete fatto chiamare?- domandò con noncuranza Draco,
sistemandoti il maglione.
-Il Signore Oscuro vuole vederti- gli mormorò il padre - Ti
accompagno da lui.
Il ragazzo non mostrò tracce di sorpresa sul bel volto, e si
diresse senza aprire bocca alle scale che portavano ai Sotterranei.
Lucius fece per seguirlo, ma fu fermato da qualcuno che lo prese per un
braccio.
Si bloccò e, voltandosi, si trovò faccia a faccia
con sua moglie.
-Sei sicuro di quello che hai fatto?- gli chiese lei con voce tremante.
-E' l'unico modo per tenercelo vicino- borbottò l'uomo,
abbassando gli occhi.
Sentì Narcissa singhiozzare sommessamente, così
alzò il capo e le scostò un ciuffo ribelle dalla
fronte,
abbozzando un sorriso.
-Andrà tutto bene...Ora Draco è dalla parte
giusta...Con noi-
E senza aggiungere altro seguì il figlio giù
dalle scale,
seguito dallo sguardo di colei che amava sopra ogni cosa.
Arrivato giù entrò insieme a Draco nell'immensa
stanza in
cui si era sistemato Lord Voldemort, ed entrambi si inchinarono al suo
cospetto.
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato scrutò con interesse il
giovane Malfoy, quindi gli pose una domanda che lasciò
perplessi
molti dei presenti.
-Come stai, Draco?-
Lucius rimase spiazzato da quell'insolito modo di aprire un dialogo,
infatti non era molto frequente che il Signore Oscuro si interessasse
dello stato fisico o psicologico dei suoi adepti, ma Draco non si
scompose.
-Mai stato meglio, Padrone- disse.
-Me ne compiaccio. Vedi, so bene quanto è profondo il tuo
disinteresse per la nostra causa, ce lo hai dimostrato più
volte...-
-Permettetemi di contraddirvi, mio Signore -lo bloccò il
ragazzo.
Tutti i Mangiamorte lì attorno trattennero bruscamente il
fiato.
Mai nessuno si era permesso di interrompere Voldemort, ma il crudele
mago non disse niente anzi, fece cenno a Draco di proseguire.
-Vedete, credo di aver cambiato posizione al riguardo. Voglio servirvi
e immolare a voi la mia vita-
Il Signore Oscuro fece una smorfia, che poteva sembrare quasi l'ombra
di un sorriso, quindi battè le mani tre o quattro volte,
facendo
riecheggiare il suono contro le fredde pareti di pietra.
-Molto bene. Devo complimentarmi con Richard Anderson per il perfetto
lavoro svolto. Non c'è traccia di menzogna in questo ragazzo-
Il volto di Lucius Malfoy si distese un po', mentre l'uomo respirava di
sollievo.
Suo figlio era salvo.
-Ho un compito per te, ragazzo- fece poi Lord Voldemort.
-Tutto quello che volete, Padrone- rispose Draco chinando la testa.
E a quelle parole, Lucius ricominciò a tremare.
Era l'inizio della fine...
Passarono due giorni, lenti come anni, sospesi come il sussurro della
nebbia che grava su una pianura infinita...E nulla era cambiato.
Hogwarts taceva, e con lei tutto il mondo magico.
Della battaglia avvenuta all'interno della scuola era trapelato poco o
nulla, e quei pochi che vi avevano assistito si guardavano bene dal
parlarne, o dal divulgare fatti che facevano ancora troppo male per
poter essere raccontati ad altri.
-Non è possibile- sbraitava Chris -Sono passati due giorni e
noi
non abbiamo ancora un fottuto piano per liberare Draco, o per avere sue
notizie!-
Alice gli si avvicinò, e lo abbracciò da dietro,
posando la testa sulla sua spalla.
-E' terribile lo so...E ciò che è ancora
più brutto è la totale indifferenza da parte del
Ministero-
Mason digrignò i denti al pensiero del colloquio avuto
quella mattina con Rufus Scrimgeour.
Aveva cercato di perorare presso il Ministro della Magia la loro causa,
spiegando perchè per gli Auror era vitale entrare a Villa
Malfoy, ma l'uomo aveva risposto che non era consono al corpo degli
Auror intrufolarsi in casa altrui senza prove.
E così erano al punto di partenza.
Con in mano poco più che uno sbuffo di fumo nero.
Christopher avvertì le delicate mani di Alice che
percorrevano
lentamente il suo torace e sentì distintamente il respiro
leggero della sua ragazza lambirgli la base del collo.
Il biondo Auror posò una mano su quella della Parker,
stringendola appena, e con l'altra sfiorò un punto della
propria
giacca, al livello del cuore, e sospirò di sollievo toccando
una
piccola protuberanza.
Era ancora lì.
Meno male.
Chris lasciò quel piccolo dolce segreto al suo posto, e si
voltò piano verso Alice, prendendole il viso tra le mani.
Doveva farlo. Doveva essere adesso.
In quel momento perfetto, che nessuno avrebbe interrotto.
Era giusto così, a un passo dalla fine di tutto, in qui
giorni
di incertezza e paura, in cui non riusciva a fidarsi nemmeno di
sè stesso.
Era in giorni come quello che doveva aggrapparsi a colei che lo teneva
in vita, e trovare il modo per dimostrarle quanto lei contasse.
Staccò le mani dalle guance della Parker e, ignorando lo
sguardò stupito di lei, si mise in ginocchio.
Alzò appena il viso, e vide gli occhi di Alice diventare
lucidi.
Chris si infilò una mano nella giacca, cercando di non
cedere a
quel timore che si era impossessato di lui al momento di toccare
nuovamente la piccola protuberanza che gli sporgeva da una tasca
interna.
Tentando di restare impassibile estrasse dalla giacca una raffinata
scatolina blu, che aprì davanti al volto commosso della sua
ragazza.
Capendo che la Parker non aspettava altro che lui iniziasse a parlare,
prese un bel respiro e si schiarì la voce.
-Non penso che ti serva sentire quanto ti amo, o quanto io abbia
lottato per questo nostro amore. Non penso nemmeno che possa
convincerti il fatto che tu sia la mia vita, o il fatto che senza di te
nulla avrebbe più senso. Voglio solo dirti che sono
perfettamente conscio che, a causa di Tu-Sai-Chi, oggi potrebbe essere
l'ultimo giorno che passo su questa Terra. E mi sono accorto che fino
all'ultimo mio istante, all'ultimo mio respiro, io ti voglio al mio
fianco. E se sopravviveremo a tutto questo, voglio saperti mia ogni
giorno, ogni minuto. E c'è solo un modo per esserne certo,
per
sancire questa mia scelta, questa mia incontrollabile voglia di averti.
Sposami.-
Chris aveva sussurrato tutto questo, fissando Alice dritto negli occhi,
quasi senza riprendere fiato.
La ragazza non parlò per molto tempo, tanto che Mason
temette di
aver fatto un errore, di averla spaventata, ma poi fece una cosa che lo
lasciò di stucco.
Si inginocchiò anche lei, e lo baciò con un
entusiasmo che non aveva mai avuto.
-Sì...- rise poi tra le lacrime, stringendolo forte a
sè. -Sì...-
La parola più bella e più promettente del mondo..
Mentre i due Auror vivevano uno dei momenti più belli della
loro
vita, in una delle torri più alte del castello qualcuno
stava
vivendo un' agonia senza fine.
Hermione era lassù da sola da diverso tempo, non riuscendo a
parlare con nessuno.
Il suo sguardo dorato vagava verso l'immenso parco di Hogwarts.
Non pensava, Hermione.
Aveva smesso di impuntarsi su mille piani, e lasciava che i propri
pensieri le fluissero leggeri nella testa.
A un certo punto un lieve colpo di tosse la costrinse a voltarsi.
-Scusa se ti disturbo...- fece imbarazzato Ron, avvicinandosi a lei -So
che non è un buon momento.-
La ragazza sentì nuovamente quell'improvvisa voglia di
piangere che la torturava da giorni, ma si trattenne.
-Novità?- chiese con un filo di voce.
Weasley scosse la testa, senza riuscire a guardarla.
-Il Ministro ha proibito agli Auror di entrare a Villa Malfoy,
così Matt sta studiando un piano- le annunciò -A
cui
naturalmente noi non parteciperemo...Troppo pericoloso!- concluse
seccato.
La Granger serrò le labbra.
-Se questa volta credono di lasciarmi da parte si sbagliano di grosso!-
E senza aggiungere altro si fiondò giù per le
scale,
probabilmente con l'intenzione di andare a inveire contro Parker.
Sospirando Ron appoggiò i fianchi al cornicione della torre,
senza il coraggio di fermarla.
Si avvolse meglio la sciarpa attorno al collo, ben deciso a riprendere
un po' fiato dopo quei giorni estenuanti, e si soffiò sulle
mani
per scaldarle.
Fu in quel momento che gli apparve l'ultima persona che avrebbe mai
pensato di incontrare.
Ci fu un piccolo POP, e il Grifondoro vide Draco Materializzarsi
davanti a lui.
Weasley sgranò gli occhi e fece per avvicinaglisi, con
l'intento
di domandargli cosa gli fosse mai successo, ma quello gli
lanciò
un'occhiata gelida e scomparve.
Il rossino, incredulo, sbattè più volte le
palpebre,
indeciso se credere o meno a quello che aveva visto, quindi corse anche
lui a perdifiato giù dalle scale, ansioso di comunicare agli
altri ciò che aveva visto.
Entro come un razzo nella Sala degli Allenamenti, e con piacere
notò che erano quasi tutti lì.
Alice alzò lo sguardo gioioso dalla sua mano destra e gli
andò incontro, notando la sua espressione sconvolta.
-Ehi Ron, va tutto bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma!-
Il ragazzo riprese aria, quindi annuì alla Parker e le
raccontò tutto sottovoce, per non rischiare di mettere in
allarme gli altri inutilmente.
Non servì a molto, dato che Alice, lanciando occhiate
nervose ai ragazzi, prese la parola.
-So che questo vi farà agitare non poco, ma voglio essere
onesta e raccontarvi cosa è appena successo a Ron-
Tutti gli sguardi dei presenti corsero al rossino, meno quello di Chris
che guardava incuriosito la propria fidanzata.
-Ron era alla Torre di Astronomia, e dice di aver visto Draco
Materializzarsi davanti a lui e poi scomparire-
A quelle parole ci fu qualche istante di silenzio, poi tutti insieme
cominciarono a parlare, ognuno esprimendo la propria opinione.
L'unica che non disse niente fu Hermione, che si diresse come un automa
verso la finestra, e fu da lei che Weasley si diresse.
Lei non lo guardò nemmeno, ma si limitò a
mordersi le
labbra, probabilmente per non lasciar trapelare emozioni di sorta.
-Sei sicuro?- domandò infine, con immenso sforzo.
Il ragazzo annuì, quindi le posò dolcemente una
mano sul braccio.
-Andrà tutto bene..- mormorò, e con sollievo vide
passarle sul volto l'ombra di un sorriso.
Intanto Alice, Matt e Chris facevano il punto della situazione.
-Se è davvero lui ha usato magia
Benèfica...-borbottò Matthew.
-Già- si disse d'accordo Mason - E questo può
solo voler
dire che è nelle mani di Lucius. Altrimenti non avrebbe
potuto
Materializzarsi qui. Questa storia non mi piace per nulla-
-Cosa intendi dire?-
-Che non credo che l'apparizione di Draco sia un bene per
noi...-
-Ma come?- intervenne Alice -Metti che stesse cercando di fuggire da
suo padre.-
-Allora perchè sparire di nuovo quando ha incontrato Ron?
No...Ci dev'essere qualcosa sotto...-
La ragazza si grattò il mento, pensierosa.
-Tu dici che è stato mandato da Lucius come una specie di
spia? -
-Non ne ho idea- mormorò Christopher, allargando le braccia
sconsolato - E il guaio è che non ho idea di come scoprirlo.-
-L'unica cosa certa è che dobbiamo rafforzare le difese qui
a
scuola- annunciò Parker -Vado a parlarne con Silente!-
E detto questo il ragazzo si dileguò.
-Sei preoccupata?- sussurrò Chris, sfiorando il gomito ad
Alice.
Lei gli rivolse un sorriso, che tremò leggermente mentre la
ragazza rabbrividiva.
-Temo per la vita di Draco...Lucius e i Mangiamorte non si faranno
certo scrupoli a usarlo come pedina per i loro scopi-
-Lo so...Ma vedrai che andrà tutto bene. Tra due giorni
tornerà Sebastian dal San Mungo, e risolveremo tutto-
La Parker annuì, cercando di mostrarsi convinta, ma il suo
sguardo e il suo cuore corsero a Hermione...A Blaise...A coloro che
sarebbero stati distrutti se a Malfoy fosse accaduto qualcosa.
Eccomi di nuovo
qua! Innanzitutto grazie delle numerose recensioni che mi avete
lasciato, non sapete quanto mi avete fatto piacere...Ora passo ai
ringraziamenti individuali:
kri87: Mi fa
molto piacere che ti sia piaciuta l'introduzione al capitolo. E' il
testo di una canzone di Luca Dirisio, si intitola "Sparirò"
e mi è sembrata adatta alla situazione! Ascoltala
perchè è davvero bellissima!
Tanny: Non
posso dirti o assicurarti nulla sul finale della storia, tranne che
prometterti che ci sarà un seguito in cui...Noooo non posso
parlare =) Spero che quando lo posterò tu lo leggerai,
indipendentemente dal finale di questa storia!
bettybionda:
Non sei l'unica che si commuove facilmente, io quando una cosa mi piace
oppure mi colpisce verso fiumi di lacrime (specialmente se nessuno mi
vede)...Ho aggiornato il prima possibile, spero di non averti fatto
stare troppo sulle spine! XD
milkyway84: Sono
contenta che la storia ti piaccia anche se non posso evitare di
mostrare anche il lato cattivo di Draco! Dopotutto quello che ha bevuto
non era certo succo di zucca!
angiericcio: Ogni
volta mi riempi di gentilissime considerazioni sulla mia storia..Vacci
piano o potrei farci l'abitudine e non riuscire a fare più a
meno di un tuo commentoXD...No dai, a parte gli scherzi, mi fa davvero
piacere! Grazie mille!
irepa94: Hihi...Eh
si, Draco fa sempre la sua figura, anche quando la situazione
è davvero disperata! Dimmi che ne pensi di questo capitolo!
Love_doll: Eh
lo so, magari i capitoli rispetto a quelli di altre long-fiction non
sono tantissimi, ma questa storia purtroppo ha fatto il suo corso e
trascinandola per le lunghe rischierei solo di farla cadere nel
banale(come se non lo fosse già abbastanza)..Però
prometto che posterò un seguito! Ce l'ho già in
mente e tra poco comincerò a scriverlo!
Lyla_sly: Credo
proprio che tu sia l'unica a tifare affinchè Draco diventi
un Mangiamorte =) Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, e per
quanto riguarda la parte su Harry, io l'ho visto un po' come uno che
nella vita ha perso tutte le persone a cui teneva, e questa era
l'ennesima mazzata...Forse non mi sono fatta capire molto
però...boh io l'ho inteso così!
Smemo92: Per
vedere come si comporterà Draco, posso solo esortarti a
continuare con la lettura! Grazie della recensione!
sakura_87: Un
genio addirittura? Cavoli, grazie! Non credo di meritarmi un
appellativo del genere, comunque devo dire che mi fa molto piacere!
Grazie grazie grazie!
Sklupin: Tutti
i capitoli in due giorni? Ma io che ho fatto per meritare delle
lettrici così meravigliose? Che dire...ti ringrazio tanto, e
spero che continuerai a seguirmi!
Keyra Malfoy: Tesoro!
Che bello rivedere un tuo commento! Non sai che piacere mi hai fatto!
Come al solito sono morta dal ridere, mentre cercavo nello stesso tempo
di venire fuori da tutto quel casinoXD...No dai, la tua recensione
è stupenda! Comunque, mi sa che a questo punto, viste le tue
minacce, devo solo augurarmi che tu non legga i prossimi capitoli! Mi
hai fatto paura! =)
I love you Draco: Ti
ringrazio per i complimenti, sono contenta che il capitolo ti sia
piaciuto! Dimmi che ne pensi di questo...
whateverhappened: Hai
visto che sono salvi tutti e due? Sia Seb che Elenie! Sarò
stata buona, o no? Ovviamente però tutto questo buonismo
(spero che esista questo termine) dovrà ricadere su qualche
ignaro personaggio...hihihi
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Capitolo 39 *** Capitolo 39 ***
Di
lì a qualche giorno non erano arrivati a capo di niente.
I ragazzi erano impegnati con le lezioni, e del fatto che uno studente
sembrava scomparso nel nulla nessuno parlava.
Ma dietro quell'apparente indifferenza c'era chi lavorava, smuovendo
mari e monti pur di vederci più chiaro in quella faccenda.
Quella sera, la terza da quando Ron aveva visto Draco, erano tutti
stati convocati nello Studio del Preside, perchè Silente
aveva
qualcosa da dire loro.
E così, verso le nove, ragazzi, Auror e Professori erano
assiepati nella stanza.
-Allora? Ci sono novità?- chiese curioso e preoccupato Chris.
-A dire la verità si- sospirò il Preside - Per
questo vi ho chiamati. Ho fatto delle scoperte importanti.-
Tutti i presenti, quasi senza accorgersene, si sporsero verso la
scrivania del vecchio mago, ansiosi di apprendere il resto.
Silente fece per parlare, quando qualcuno bussò con
decisione alla porta.
-Avanti- invitò gentilmente il Preside.
La porta di aprì cigolando, ed entrò Laine, tutta
sorridente, che salutò con un braccio.
Subito dietro di lei apparve Sebastian, appoggiato alla spalla della
ragazza.
Subito tutti gli si affollarono intorno, facendogli mancare l'aria e
festeggiando il suo ritorno.
Appena riuscì ad accomodarsi su una sedia riprese fiato,
essendo
ancora un po' debole, quindi girò lo sguardo per la stanza.
-Seb come stai?- s'informò Alice, gli occhi lucidi per la
gioia di rivederlo.
-Sto bene, sto bene, non preoccuparti...Voi piuttosto? Vi vedo
sciupati.-
I ragazzi scoppiarono a ridere. Erano giorni che non si riposavano un
attimo, come si poteva ben notare dalla stanchezza sui loro volti.
-Notizie di Draco?- aggiunse poi, rabbuiandosi in volto.
Aveva appreso da poco le notizie sul biondino, ed era molto preoccupato
per la sua sorte.
-Stavo appunto per aggiornarvi sulle ultime novità- rispose
Silente, e fece per cominciare il proprio discorso.
-Un momento- lo interruppe Blaise - Seb, come sta mia cugina?-
La Harris rispose al posto dell'Auror.
-Sono andata a trovarla prima. Sta molto meglio. E' ancora molto
debole, ma in poche settimane sarà come nuova, non ti
preoccupare-
Zabini annuì e ringraziò, sollevato.
Accanto a lui, Harry si appoggiò più tranquillo
allo schienale della poltrona.
Era molto contrariato del fatto di non poterla vedere, ma per ragioni
di sicurezza il Preside impediva a chiunque di abbandonare la Scuola,
salvo per emergenze.
Sentendo che Silente si schiariva la voce, mentre tentava per
l'ennesima volta di parlare, si riscosse, bramoso di notizie.
-Allora, come dicevo prima- iniziò il mago -Ho notizie del
Signor Malfoy. So con certezza che si trova a Villa Malfoy-
-Come fa ad esserne così certo?- chiese Anderson.
-Ho i miei informatori- sorrise Silente, ma il suo sguardo corse a
Piton, in piedi nell'angolo.
-Comunque- riprese dopo un istante - Sappiamo che è
lì,
ma non sono ancora riuscito a capire il perchè. Posso solo
immaginare che sia utile a Voldemort, altrimenti l'avrebbe
già
ucciso.-
A quelle parole Hermione rabbrividì.
Il corpo di Draco, sdraiato a terra, pallido e freddo, le comparve
davanti agli occhi, facendola trasalire.
No...Doveva trovare il modo di tirarlo fuori di lì.
Harry Potter era molto preoccupato.
Non era abituato a vedere la sua migliore amica in quello stato.
Lei, sempre così coraggiosa e forte, sembrava aver perso le
energie, se non quelle per ipotizzare cosa fosse successo a Malfoy.
Avrebbe voluto parlarle, consolarla, come lei aveva fatto con lui tante
volte, ma temeva di non esserne in grado.
Ne aveva parlato con Blaise, che l'aveva guardato con aria di
compatimento.
-Vai da lei e parlale- gli aveva intimato, con aria malinconica -E' la
tua migliore amica e ha bisogno di te. Se non le stai vicino ora,
potresti rimpiangerlo-
Sentendo la fitta di rimorso che riempiva le parole di Zabini, il
Grifondoro decise di farsi coraggio, e intercettò Hermione
in
Sala Comune.
La ragazza era seppellita dietro una valanga di tomi di Incantesimi, e
non si curava di nessuno. Non alzò nemmeno lo sguardo quando
Harry sposto la sedia e le si sedette accanto.
-Va tutto bene?- le sussurrò.
Lei annuì, continuando a leggere.
Sempre la solita, sbuffò Potter tra sè e
sè. Non ammetterà mai di star soffrendo.
-Sei sicura?-
La Granger non rispose, limitandosi a voltare pagina.
Il Bambino Sopravvissuto allora perse la pazienza, e posò un
braccio sul libro che Hermione teneva in mano, costringendola a posarlo
sul tavolo.
Vedendo poi che lei stava ostentatamente voltata dall'altra parte, le
mise due dita sotto il mento e la fece girare verso di lui.
-Non serve mentire...Herm!- mormorò Harry impacciato -Se hai
bisogno di me, io sono qui-
Fece per alzarsi ma, con sua grande sorpresa, la ragazza lo riprese per
una manica e lo obbligò a sedersi nuovamente.
-Scusami- sospirò poi -Ma sono molto tesa in questo periodo-
-Per Mal..Per Draco?-
Hermione annuì, mesta.
-Vedrai che riusciranno a liberarlo- borbottò Potter,
tentando di sembrare convinto.
Passò un braccio attorno al collo dell'amica e la strinse a
sè, cercando di consolarla.
La sentì emettere un debole singhiozzo contro il suo petto.
-Anche perchè- aggiunse poi, in un tentativo di farla ridere
-Nessuno tra i Mangiamorte riuscirà a sopportarlo per
più
di tre giorni-
Con suo enorme sollievo sentì la ragazza ridacchiare, e la
abbracciò ancora più forte.
Era la sua missione, pensò Harry.
Doveva riuscire a farla sorridere di nuovo.
Troppe volte lei gli aveva impedito di crollare, e ora doveva
restituirle il favore.
-Bravissimo Ron, così-
Christopher si trovava con i ragazzi nella Stanza degli Allenamenti, e
osservava Ron e Blaise sfidarsi a colpi di spada.
Mason e gli altri Auror avevano deciso di insistere particolarmente su
questo punto, perchè temevano che in fatto di incantesimi i
Mangiamorte, grazie all'aiuto della Magia Benèfica,
potessero
essere troppo avvantaggiati.
Con un clangore metallico,Weasley riuscì, dopo un'estenuante
battaglia, a disarmare Zabini.
-Ottimo lavoro ragazzi!- intervenne Sebastian entrando.
I due gli sorriso soddisfatti, salutandolo con un cenno del capo.
Anderson si accomodò sulla poltrona, parlando con Harry di
scuola, quando il suo sguardo diventò di ghiaccio.
Potter seguì in linea d'aria il punto in cui l'Auror stava
guardando e notò Draco Malfoy, appoggiato al muro con aria
beffarda.
Gli occhi del Grifondoro saettarono subito verso Hermione, dall'altra
parte della stanza.
La ragazza stava immobile, il respiro leggermente affannoso, ma non
mostrò emozioni di sorta.
Anzi, il suo sguardo serio aveva un che di strano, che incuteva timore.
Chiunque temeva che sarebbe corsa incontro a Malfoy, senza preoccuparsi
delle conseguenze, non ebbe ragione di provare ansia.
La Granger non si mosse dalla sua posizione, limitandosi a scrutare il
Serpeverde con aria impenetrabile.
Dato che nessuno si decideva a parlare, Mason mosse un cauto passo
verso il biondino.
-Draco?- mormorò -Sei tu?-
-Beh Auror- sibilò Draco gelidamente- Direi che hai una
vista acuta-
Chris non si sorprese troppo per la cattiveria di quella risposta.
Dal primo momento in cui aveva visto Malfoy si era accorto che c'era
qualcosa che non andava.
Non sapeva spiegarsi di preciso cosa fosse...Forse il suo sorriso
crudele, il modo in cui si atteggiava, ancora più arrogante
del
solito...
-Come mai sei tornato?- domandò allora Mason, cambiando tono
e strategia.
-Ho un messaggio per voi.- sogghignò Draco - Il mio Padrone
vi
suggerisce di stare attenti...Possiamo entrare a scuola indisturbati,
quindi vi conviene finirla di giocare a fare i salvatori, e cercare di
collaborare.-
-Altrimenti?- ringhiò Harry, ignorando l'occhiataccia di Seb.
-Altrimenti torno.- minacciò Malfoy- E non sarò
così gentile, nè tantomeno solo.-
Il biondo scoppiò a ridere, quindi girò su
sè
stesso e fece per Smaterializzarsi, sotto gli occhi attoniti degli
altri.
Un attimo prima di scomparire però, levò la
bacchetta e gridò:- Incarceramus!-
L'incantesimo si propagò nella stanza, e tutti i presenti,
colti
di sorpresa, si ritrovarono legati da corde sottili ma robustissime.
-Dannazione- sibilò Ron, cercando invano di liberarsi.
Provarono tutti a divincolarsi, ma era inutile, dovevano aspettare
l'aiuto di qualcun altro.
Hermione non provò nemmeno a liberarsi, conscia che quelle
corde erano troppo strette.
Si sentiva vuota. Fino a quel momento si era aggrappata alla speranza
che Draco potesse stare bene, che stesse lottando per contrastare suo
padre, ma ora non ci poteva più credere.
L'aveva visto con i suoi occhi...Aveva percepito la
malignità
che c'era in quello sguardo argenteo...Gliel'avevano portato via.
Le erano venuti i brividi quando l'aveva sentito parlare di Voldemort
come del suo Padrone, con voce che celava rispetto e venerazione.
Nessuno parlò, a lungo.
Nelle loro orecchie echeggiava ancora la fredda risata di colui che
aveva perso la sua battaglia.
Laine quella mattina aveva fatto un giro al San Mungo, approfittando
delle lunghe esercitazioni dei ragazzi, per verificare le condizioni di
Elenie e farle un po' di compagnia.
Ormai la Benèfica si era quasi del tutto ripresa, e non
vedeva l'ora di tornare dai suoi amici.
La Zabini aveva insistito per farsi raccontare tutti i particolari su
Draco e sugli ultimi avvenimenti, e la Harris l'aveva accontentata,
soffermandosi soprattutto su Harry, intuendo che ad Elenie stesse molto
a cuore la sorte del Bambino Sopravvissuto.
Ad ogni modo aveva programmato di trattenersi all'Ospedale fino a dopo
pranzo, e di tornare a scuola nel primo pomeriggio, ma mentre stava
seduta accanto al letto di Elenie, ebbe un brutto presentimento.
Non seppe mai cosa fosse stato di preciso, ma avvertiva una sensazione
di disagio.
Sentiva il bisogno impellente di vedere Sebastian, di constatare che
non gli fosse accaduto niente.
Dapprima cercò di controllare quell'inconscio timore, ma poi
si accorse di non riuscire a resistere.
Doveva vederlo, e verificare che stesse bene.
Si congedò dalla Corvonero, che si limitò a
guardarla
interrogativamente, avendo intuito che qualcosa non andava, ma non le
chiese niente, probabilmente per non farle perdere tempo nel caso fosse
accaduto qualcosa di grave.
Laine corse fuori dal San Mungo, cercando di fare il più
velocemente possibile, e appena potè si
Smaterializzò,
apparendo ai confini di Hogwarts.
Entrò a scuola e letteralmente volò in Sala
Grande.
Prima di fare un'entrata da pazza preferiva sincerarsi che i ragazzi
non stessero tranquillamente mangiando.
Non vide nessuno eccetto Alice, accanto al tavolo dei Professori,
attonita quanto lei.
La bionda alzò una mano per farsi notare dall'amica, e la
Parker vedendola le si avvicinò.
-Hai visto gli altri?- le domandò rapida Laine, senza
nemmeno salutarla.
-Matt è andato al Ministero. Chris e Seb stanno addestrando
i
ragazzi. Evidentemente l'allenamento è andato per le lunghe.-
La Harris scrutò gli occhi chiari di Alice. L'Auror aveva
pronunciato le ultime parole con scarsa convinzione, si deduceva da
come si mordeva dubbiosa il labbro.
Entrambe infatti sapevano bene che i ragazzi, specialmente Ron, quando
si faceva ora di pranzo e il cibo chiamava, correvano veloci, lasciando
a metà qualsiasi cosa stessero facendo, compiti o
allenamenti
che fossero.
Con un solo sguardo furono d'accordo.
Camminando vicine si avviarono alla Stanza degli Allenamenti.
Tutte e due cercarono di rimanere calme, di restare tranquille, del
resto la loro era una paura inconscia, per nulla fondata.
Di tanto in tanto una accennava ad accelerare il passo, presa dal
timore, finchè non si decisero entrambe a spiccare una corsa.
Arrivate alla porta della Sala, la spalancarono di botto, e la scena
che si presentò loro di fronte fu desolante.
Tutti e sei, ragazzi e Auror, erano sdraiati a terra, legati come
salami da corde molto strette.
Quando i prigionieri videro Laine e Alice, ci fu un sospiro di sollievo
collettivo.
Infatti da più di un'ora erano costretti in scomodissime
posizioni, prede di atroci dolori a causa di quelle maledette corde che
segavano loro la pelle e mozzavano il fiato.
Laine corse da Sebastian, liberando Ron con un tocco di bacchetta
strada facendo.
Il suo ragazzo era a terra, scosso da spasmi dolorosi, dato che la
corda premeva sullo stomaco e sul fianco, dove era stato ferito non
molto tempo prima.
La Harris, preoccupata per le sue condizioni, levò la
bacchetta
per liberarlo ma lui la fermò, scoccandole un'occhiata
penetrante.
-Pensa dopo a me- soffiò - Vai da Blaise-
La bionda lo guardò interrogativa, ma ottenne in risposta
solo un cenno imperioso.
Liberò in un secondo Seb ma, invece di fermarsi come avrebbe
voluto per verificare le sue condizioni, cercò Zabini.
Lo trovò poco più in là, con la corda
stretta attorno al collo.
Il Serpeverde tentava di allentare la stretta, che diventava sempre
più forte, con le mani, ed era diventato quasi viola per lo
sforzo.
Tossiva convulsamente, essendo ormai in debito di ossigeno,
così
Laine si sbrigò a liberarlo, aiutandolo poi a mettersi
seduto.
-Stai bene?- gli domandò preoccupata, posandogli un braccio
sulle spalle.
Blaise, ad occhi chiusi e con una mano a sfiorarsi il collo,
annuì brevemente.
Intanto Alice aveva liberato Harry ed Hermione, quindi era andata da
Christopher.
-Che è successo?- mormorò poi sconvolta, dopo che
l'Auror si fu rimesso in piedi.
-Draco- rispose Mason, sapendo che non serviva aggiungere altro.
La Parker gemette, notando che la situazione era degenerata.
-Dobbiamo subito parlarne con Silente- annunciò poi.
-Sì- concordò Chris- Ma prima portiamo tutti in
Infermeria. Voglio che Madama Chips verifichi le loro condizioni,
specialmente quelle di Blaise e di Sebastian.-
Mason era molto in ansia per Zabini.
Vedeva che era a pezzi.
Non tanto fisicamente, quanto per il fatto che il suo migliore amico,
il suo compagno di sempre, l'avesse quasi fatto morire soffocato.
L'Auror si avvicinò al ragazzo, appoggiandogli una mano
sulla spalla e stringendolo forte.
Blaise chinò il capo, senza riuscire a parlare.
Appena furono in corridoio, Hermione si diresse nella direzione opposta.
-Dove vai?- le gridò Harry -Dobbiamo andare in Infermeria!-
-Sto bene- replicò lei -Devo andare in Biblioteca!-
Potter tacque un momento, così Chris intervenne.
-Dopo dobbiamo andare da Silente...Raggiungici lì ok?-
La Granger annuì con gratitudine e corse via.
Nessuno ebbe il cuore di fermarla.
Tutti avevano notato la luce che brillava nei suoi occhi, per la prima
volta dalla scomparsa di Draco.
Hermione intanto raggiunse la Biblioteca in men che non si dica.
Finalmente aveva una traccia, qualcosa che la portasse a un obiettivo e
che la spingesse ad andare avanti.
Il comportamento di Draco era troppo strano, troppo innaturale...
Doveva esserci qualcosa dietro.
E stava a lei scoprirlo.
Forse in quel modo avrebbe fatto il primo piccolo passo verso la
verità, verso un piccolo cavillo che avrebbe potuto cambiare
lo
scorrere degli eventi.
Si infilò nella sezione proibita, cercando di non farsi
vedere, cominciando a cercare e setacciando libri su libri.
Chinarsi a leggere le provocava fitte dolorose nei punti in cui le
corde avevano stretto troppo forte, ma non se ne curò.
Dopotutto il ricordo degli occhi ghiacciati di Draco che la fissavano
con disprezzo era ancora più doloroso.
Doveva aiutarlo. Doveva impedirgli di rimanere imprigionato in
sè stesso.
Passarono lenti i minuti, e la Granger non potè fare a meno
di
pensare a quante volte aveva guardato Malfoy studiare in quel luogo, a
quanti giorni si fosse soffermata su quello sguardo attento e scaltro,
su quelle mani forti ma che sapevano essere anche delicate, su quella
bocca che chiedeva avidamente baci.
Durante la sua ricerca stranamente, il pensiero di Draco non era un
ostacolo alla concentrazione anzi, ricordare il suo viso le fungeva da
stimolo, come se lui in quel momento le fosse stato accanto,
sussurrandole di non arrendersi.
Sorrise a quel pensiero, sapendo benissimo, dopo tutte le sedute di
studio passate insieme a Malfoy, che lui non si sarebbe mai sognato di
incoraggiarla, di spronarla a continuare, ma piuttosto l'avrebbe
torturata finchè lei, esasperata, non gli avesse concesso un
bacio.
Dopo diverso tempo del tutto infruttuoso, scovò un libro
più sottile e polveroso degli altri, e come aprì
la prima
pagina, capì di aver fatto centro.
Lesse tre o quattro righe, quindi richiuse il tomo e si
precipitò con esso nell'Ufficio del Preside.
Gli altri dovevano essere già lì, e lei era
ansiosa di raccontare loro le sue scoperte.
Sono di corsa.
Spero che il capitolo vi piaccia, anche se dopo l'azione degli ultimi
capitoli, questi a venire potranno sembrarvi un po' noiosi! Ditemi che
ne pensate.
Scusatemi se non ho il tempo di ringraziare tutti personalmente, ma ho
davvero poco tempo. Grazie comunque delle stupende e graditissime
recensioni, piene di complimenti, e alle 141 persone che hanno inserito
la fiction tra i preferiti! Siete fantastici.
Ci tenevo solo a dire a Tanny
di non essere triste nel leggere le cose brutte che accadono o di aver
paura che questa prima parte della storia possa finire male,
perchè come ho già detto, scriverò e
pubblicherò subito dopo un seguito. Non mi piace lasciare le
cose a metà, quindi, qualunque sia il finale, non
preoccupatevi e non odiatemi se le cose dovessero andare male,
perchè NULLA E' COME SEMBRA! Tenetelo presente!
Un bacione..
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Capitolo 40 *** Capitolo 40 ***
-State dicendo che Draco Malfoy è entrato ad Hogwarts senza
far
innescare i meccanismi di difesa?- chiese allibito Silente.
Chris annuì.
-Questo vuol dire che la Magia Benèfica non è
captata dai sensori contro gli intrusi- annunciò l'Auror.
-Non posso dire di esserne del tutto sorpreso- mormorò il
Preside.
-Perchè?-
-Perchè la magia Benèfica è
tendenzialmente positiva, quindi non è considerata nemica.-
Tutti tacquero, sconvolti dal pericolo che nascondevano quelle parole.
-Quindi i Mangiamorte possono entrare ad Hogwarts in ogni momento?-
s'informò teso Blaise.
-Teoricamente sì- intervenne Seb- Ma non credo, dopo la
batosta
che gli abbiamo inflitto, che riproveranno tanto presto. Hanno subito
perdite pesanti, e la scuola non è un terreno di gioco
favorevole per loro.-
Silente ascoltò le parole di Anderson, quindi si rivolse
nuovamente a Mason.
-Quindi il Signor Malfoy è venuto da voi e vi ha legato...-
iniziò.
-Sì, poi se n'è andato.-
-Sospetti che abbia agito sotto incantesimo?- sussurrò il
vecchio mago.
-Senza ombra di dubbio. Altrimenti non mi spiegherei questo improvviso
voltafaccia.-
-Ma che razza di incantesimo potrebbe mai averlo reso così
crudele?- si intromise Alice, preoccupatissima.
-Lo so io!-
Tutti i presenti si voltarono verso la porta, da cui era appena entrata
Hermione.
La ragazza esibiva un'espressione trionfante, mentre avanzava verso la
scrivania del Preside.
-E' la Malefica Potio-
A quel nome tutti fecero facce perplesse, non avendolo mai
sentito prima, tranne Silente che assottigliò gli occhi.
-Che pozione è?- chiese Ron incuriosito.
-Una pozione tremenda, poco conosciuta e molto complicata da preparare-
spiegò il Preside.
-Che effetti ha?-
-E' in grado di far provare a una persona sentimenti crudeli, malvagi,
senza che l'individuo in questione possa far niente per contrastarli -
rispose Hermione, non riuscendo a trattenersi.
-Beh, se è una pozione, avrà anche un antidoto
no?- fece Chris, animandosi.
-Qui non c'è scritto- mormorò la Granger
scorrendo la pagina rapidissima.
-Lei lo sa, Preside?- chiede la Parker.
Silente scosse la testa.
-Purtroppo no. Le Pozioni di Malvagità non sono mai state il
mio forte, devo ammetterlo-
La blanda battuta stemperò un po' la tensione, fecendo
sorridere i ragazzi.
-Cercate in Biblioteca. Se non verrà fuori niente,
chiederemo lumi al Professor Piton-
-Non possiamo farlo subito?- scattò Zabini, che non aveva
voglia
di spulciare vecchi libri, se c'era il modo di avere subito una
risposta.
-E' in viaggio sotto mia richiesta. Tornerò tra pochi
giorni-
spiegò il Preside, restando sul vago. -Siccome ritengo poco
prudente inviargli un gufo nel luogo in cui si trova, preferisco
aspettare il suo ritorno. Nel frattempo, cercheremo di trovare una
soluzione da soli-
Gli Auror e i ragazzi annuirono e, ad un cenno del vecchio mago, si
alzarono e si congedarono.
-Che hai Chris? Ti vedo pensieroso!-
I quattro Auror erano al Ministero, ufficialmente per fare rapporto, ma
in realtà per cercare informazioni sulla Malefica Potio.
Così erano imboscati nel grande Archivio, studiando vari
casi di
criminali assolti perchè sotto gli effetti di una qualche
pozione, nella speranza di trovarne uno a cui era stata somministrata
la stessa che avevano fatto bere a Malfoy.
Christopher, alla domanda di Seb, alzò lo sguardo dal
fascicolo che stava esaminando e fissò l'amico.
-Mi stavo chiedendo- cominciò lentamente -Perchè
Draco,
dopo averci legato e reso inermi, se ne sia andato invece che metterci
fuori combattimento-
Alice, dal suo angolo rabbrividì, al pensiero di quanto
Chris fosse stato vicino alla morte.
Anderson assunse un'espressione confusa.
-Non ci avevo pensato- mormorò, toccandosi i capelli- In
effetti
è molto strano...credi che abbia cercato di contrastare gli
effetti della pozione?-
Mason scosse con fermezza il capo.
-Hai sentito Hermione e Silente. Quella pozione non può
essere
in alcun modo fermata da colui a cui è stata somministrata-
-E allora quale può essere il motivo?- si intromise Matthew,
interessato.
-Probabilmente i suoi ordini non erano quelli di ucciderci...-
borbottò Chris.
-Meglio così- ridacchiò Parker.
-Certo- fece lugubre il biondo - Ma questo significa che qualcosa di
grosso sta bollendo in pentola.-
-Cosa te lo fa pensare?- chiese Alice, preoccupata.
-Riflettete. Eravamo tutti alla sua mercè. E lui, invece di
uccidere alcuni di noi, se ne va, senza fare niente?-
ragionò
Mason - Quello era un avvertimento.-
-Beh, ma sapevamo già che Draco era prigioniero e che i
Mangiamorte volevano farci la pelle!- fece scettica la ragazza -Di
cos'altro dovevano avvertirci?-
-Volevano che capissimo che Draco era sotto quella pozione!-
intuì Seb, gli occhi accesi da un bagliore di comprensione.
-Esattamente- borbottò Chris, contento che qualcuno
finalmente ci fosse arrivato.
-Ma perchè?-
-Non lo so- confessò Mason -Ma dobbiamo scoprirlo!-
-Narcissa, che stai facendo?-
La donna, sentendo la voce gelida del marito alle sue spalle, si
bloccò di colpo, e si stampò sulla faccia
un'espressione
indifferente.
-Oh, Lucius- mormorò cercando di apparire rilassata- Non ti
avevo sentito arrivare-
-Dove stavi andando?- le chiese lui, ignorando la sua voce falsamente
tranquilla.
-Volevo fare un giro per casa...-
-Tu stavi cercando di scendere nei sotterranei.-
Non era una domanda, ma un'accusa, così Narcissa decise di
smettere di fingere.
-E se anche fosse?- sibilò dura, assottigliando
pericolosamente
gli occhi- Voglio vedere come sta mio figlio. Non mi avete ancora dato
il permesso di incontrarlo-
-Sai bene che in questo momento è impegnato con il Signore
Oscuro- rispose Lucius, la voce appena ammorbidita -E comunque non so
quanto sia suo interesse vederti-
L'uomo si pentì di quelle parole crudeli nell'istante stesso
in cui le ebbe pronunciate, benchè fossero vere.
L'espressione affranta della donna che amava lo fece sentire un verme.
Azzardò un passo verso di lei, facendo per stringerla a
sè, ma Narcissa si ritrasse.
-Lo farete uccidere- gemette.
-No- si difese Malfoy -Era l'unico modo per salvarlo. E lo sai-
Improvvisamente dei passi riecheggiarono sulle scale che conducevano ai
Sotterranei.
Un istante dopo Draco entrò nella stanza, senza curarsi dei
genitori che lo fissavano stupiti.
Sua madre gli si avvicinò, cercando di nascondere il tremore
che le attraversava le braccia.
-Draco- lo chiamò- Stai bene?-
Il ragazzo sbuffò. Quella domanda l'aveva già
sentita troppe volte.
-Sto benissimo, donna, fatti gli affari tuoi.-
-Draco!- lo richiamò secco Lucius- Non mancare di rispetto a
tua madre.-
Narcissa abbassò gli occhi...Quello non era suo figlio!
-Com'è andata la missione ad Hogwarts?- si
informò allora Lucius.
-A meraviglia- sogghignò Draco- li ho lasciati in una
posizione
non molto comoda. Ora scusate, ma il mio Signore mi aspetta-
Il ragazzo tornò al piano inferiore, e Narcissa si
ritrovò a guardare il marito con rabbia e rassegnazione.
-Cosa gli avete fatto?- singhiozzò- L'avete trasformato...-
Malfoy non rispose, limitandosi ad avanzare verso la donna a braccia
tese.
Lei istintivamente si fece indietro, ma l'uomo non si fermò
anzi, fece aderire il suo corpo a quello della moglie, cingendole la
vita con le braccia.
Narcissa, il volto coperto di lacrime, cercò dapprima di
spingerlo via ma poi, esausta, si abbandonò tra le braccia
di
Lucius, piangendo fino allo sfinimento.
-Quindi in pratica voi pensate che Voldemort abbia dei piani precisi
per Malfoy?- biascicò incredulo Harry.
-Precisamente...- spiegò Chris.- Quindi vi prego di stare
attenti, di non girare mai da soli. Questo fatto che Draco possa girare
indisturbato è veramente preoccupante.-
I ragazzi annuirono, quindi lasciarono tutti insieme la stanza.
-Questa non ci voleva...-mugugnò Ron passandosi una mano tra
i capelli, uscendo in corridoio.
-Già..- sussurrò Blaise ansioso.
Nessuno aveva voglia di andare in Sala Comune, così si
rifugiarono tutti insieme sotto le arcate, in silenzio.
-Ci si rivede, perdenti...-
Hermione, nel risentire quella voce familiare, alzò la testa
di scatto.
Draco era lì, a pochi metri da loro, la bacchette levata a
fronteggiarli.
Istintivamente alzarono tutti e quattro le bacchette, nel tentativo di
proteggersi.
Malfoy vedendoli in quello stato pietoso, i volti tirati e stanche,
sogghignò brevemente.
-Che strano vedervi tutti soli, senza i vostri cari Auror a pararvi il
culo-
-Chiudi il becco idiota..- intimò Harry, rabbioso.
-Come osi Potter?- sibilò Draco, gelido -Torna a sbatterti
la tua mezzosangue e non importunare me.-
A quelle parole la Granger si ritrasse, sentendo le lacrime pungerle
gli occhi.
Oh, ma non gli avrebbe dato quella soddisfazione, pernsò,
cercando di trattenersi.
Intanto Harry però, sentendo il Serpeverde offendere in quel
modo Hermione, fece per scagliarglisi contro, ma venne trattenuto da
due mani forti.
-Harry non fare cazzate- gli bisbigliò Blaise all'orecchio-
Ricordati che non è in sè!-
-Draco sei sotto gli effetti di una pozione- fece poi, rivolto al
biondino -Torna in te, ti prego-
A quella supplica Malfoy scoppiò a ridere, una risata
malvagia e fredda.
-Siete solo traditori del vostro sangue- ringhiò poi,
tornando serio tutto d'un tratto. -Non meritate di vivere.-
Dicendo queste ultime parole, alzò appena la bacchetta e
Ron,
preoccupato che potesse commettere sciocchezze, decise di prevenirlo e,
levando la sua lanciò un incantesimo di Disarmo.
Malfoy alzò pigramente uno scudo attorno a sè, e
rispose all'incantesimo del rossino con foga inaudita.
-Stupeficium!-
Weasley cercò di ripararsi a sua volta con un
Protego, ma
la forza della maledizione del biondino era tanta che lo fece quasi
barcollare.
Draco, approfittando della rottura dello scudo di Ron,
lanciò
nuovamente l'incantesimo e il Grifondoro, colpito da un fiotto di luce
rossa, crollò a terra svenuto.
Gli altri tre ragazzi erano allarmati.
Evidentemente il Serpeverde non stava fingendo. Faceva sul serio.
-A quanto pare volete il gioco duro- ghignò, girandosi a
fronteggiare Blaise.
Hermione di scatto cercò di alzare uno scudo abbastanza
potente,
aiutata da Harry e Zabini, ma il biondo lo distrusse in men che non si
dica.
Mentre lei era impegnata a cercare di proteggere i suoi amici, loro
tentavano in tutti i modi di mettere in difficoltà Malfoy.
Draco però, sembrava non fare nessuna fatica, e in un breve
istante Schiantò anche Blaise, quindi legò la
Granger,
che col suo scudo gli stava dando del filo da torcere.
Alla fine erano rimasti solo lui e Potter, girando in cerchio e
combattendosi a vicenda.
Volavano continue maledizioni, ma se Malfoy era davvero bravo, Harry
non era certo da meno.
Passarono i minuti e il Bambino Sopravvissuto era sempre più
stanco, non riuscendo a trovare un punto debole nella difesa di Draco.
A un certo punto un ululato squarciò l'aria.
Ron era rinvenuto e aveva preso la sua forma Animagus.
Nei panni di un lupo rossiccio corse a perdifiato, schivando gli
incantesimi di Malfoy. Gli si gettò addosso e, in mancanza
di
altri mezzi, lo morse alla caviglia.
Draco emise un gemito di dolore, prima di calciare via l'animale e
Smaterializzarsi, scoccando sguardi furiosi ai quattro ragazzi.
Per diversi minuti nessuno si mosse.
Faticosamente Weasley riprese le sue sembianze, rimanendo sdraiato a
terra, ansante.
Dietro a lui Potter era appoggiato a un muro, respirando profondamente
e cercando di riprendersi.
Era scioccato.
Aveva affrontato numerosi combattimenti negli anni precedenti, ma non
aveva mai provato un tale conflitto di emozioni.
In genere quello davanti a lui era un nemico da sconfiggere per salvare
la pelle e gli amici.
O qualcuno contro cui vendicarsi.
Ora no. Gli costava ammetterlo persino a sè stesso, ma Draco
era un alleato, una sorta di compagno di avventura.
Malgrado tutto il tempo passato a detestarlo, malgrado ancora adesso lo
ritenesse un principino viziato...
Non poteva attaccarlo, non per fargli male sul serio.
O non sarebbe più riuscito a guardare in faccia Hermione...
Ma non solo lei, anche se stesso.
Si passò una mano sugli occhi, quindi si avvicinò
all'amica, che giaceva ancora legata a terra.
Non fiatava, e nei suoi occhi spenti Potter rivide quella
rassegnazione, quell'immenso dolore che sperava l'abbanandonasse presto.
La mise seduta e la liberò con un colpo di bacchetta.
La ragazza non aprì bocca, limitandosi a rannicchiarsi sul
petto del suo migliore amico.
Si avvinghiò alla maglia di Harry, sentendosi totalmente
annebbiata e spossata.
Avvertì un rumore alle sue spalle, ed ecco anche Ron, che la
stringeva da dietro, presente come sempre.
Erano la sua forza, tutto ciò che riusciva a tenerla con i
piedi per terra.
Non aveva mai detto loro niente a parole, era troppo difficile, ma il
loro grado di unione e amicizia era percepibile a prima vista.
Sentì l'abbraccio dei suoi amici farsi più fioco,
fino ad allentarsi.
Dietro di lei Ron si alzò, per andare ad aiutare Blaise.
Vide il rosso alzare la bacchetta, per risvegliarlo e, non fidandosi
dell'abilità dell'amico con i piccoli incantesimi curativi,
decise di andare lei stessa in soccorso del Serpeverde ancora svenuto.
In due passi lo raggiunse e, scansando un offesissimo Ron,
puntò la propria bacchetta al petto di Zabini, mormorando: Innerva!
Blaise rinvenne immediatamente,tirandosi su a sedere confuso.
Potter e Weasley lo aiutarono ad alzarsi.
-Stai bene?- chiese il Bambino Sopravvissuto.
-Più o meno- biascicò Zabini con voce rauca - Mi
gira un po' la testa-
Hermione si mise davanti ai tre ragazzi, ascoltando la loro
conversazione con un orecchio solo.
Era molto preoccupata. Draco per qualche minuto aveva avuto davvero la
situazione in pugno.
Ormai non si trattava solo di proteggere il biondino da suo padre e da
sè stesso, ma anche proteggersi tutti dalle sue
capacità
e dalle sue incursioni.
Sospirò, portandosi una mano al petto, e chinò la
testa, sforzandosi di non pensare.
-Beh, poteva andarti molto peggio- stava intanto dicendo Ron alle sue
spalle, in un tentativo di alleviare la tensione che si era creata
-Pensa che io ho dovuto mordere Malfoy...E ti assicuro che non ha un
buon sapore!-
E mentre il rossino esibiva una smorfia di disgusto, tutti gli altri,
dopo molto tempo, scoppiarono a ridere, persino Hermione.
-Non è possibile!- stava intanto bestemmiando a gran voce
Christopher, in un'ala nascosta della Biblioteca -Decine di libri che
menzionano quella stramaledetta pozione, e nemmeno uno che accenni ad
un antidoto!-
-Già è davvero strano...- mormorò
Alice, sepolta dietro una montagna di tomi polverosi.
-Certo che se tu ti degnassi di darci una mano, magari...- aggiunse
poi, guardando in cagnesco suo fratello, seduto accanto a lei.
Matthew la guardò un istante con aria interrogativa, quindi
tornò a dedicarsi alla sua amata sigaretta.
-Oh senti lo sai che non ho mai avuto un gran rapporto con i libri-
sbuffò, per nulla toccato dal rimprovero.
-Beh forse se ne avessi mai aperto uno le cose sarebbero cambiate, non
credi?- gli chiese la Parker, sarcastica, ricevendo a risposta un gesto
non troppo gentile.
-Se Piton si desse una mossa a tornare, cazzo! Sono stufo di star
rinchiuso qui- riattaccò Chris, dando il via a un'altra
sequela
di imprecazioni.
-Che state facendo qui?- tuonò intanto una voce alle loro
spalle, facendoli quasi morire di paura.
-Oh salve Madama Pince!- fece Sebastian, sbucando fuori da uno scaffale
tutto sorridente -La trovo bene!-
La donna non se lo filò di striscio, ben lontana dal cedere
alle
falsissime lusinghe dell'Auror, e tornò a rivolgersi con la
sua
consueta delicatezza al resto del gruppo.
-Possibile che anche ora che finalmente ve ne siete andati da scuola
dobbiate tornare nella mia Biblioteca a far danni?- abbaiò,
senza farsi impietosire dalle facce angeliche dei ragazzi.
-E' una questione molto importante..-tentò di blandirla
stancamente Alice.
-Di vita o di morte- aggiunse Mason, cercando di non pensare a quanto
fossero vere quelle parole.
La strega sembrò ammorbidirsi un po', e quasi sorrise agli
ex-studenti, gli stessi che aveva visto crescere lì dentro e
del
cui passaggio ancora i libri portavano i segni.
-E va bene- sbottò alla fine- Ma prima di andar via,
sistemate tutto!-
-Oh Madama, lei è sempre la migliore!- esultò
Matt.
Madama Pince abbozzò un sorriso e fece per andarsene ma,
come
vide la sigaretta che l'Auror stringeva tra le dita,
strabuzzò
gli occhi e nel giro di due secondi divenne una furia.
Gli urlò una serie di avvertimenti, che presto si
tramutarono in
minacce, quindi se ne andò a passo di carica, non prima
però di aver, con uno svolazzo della bacchetta,
fatto
esplodere la sigaretta in faccia a Parker.
Inutile dire che l'episodio fu raccontato, a scuola come al Quartier
Generale degli Auror, come la barzelletta del secolo, con gran gioia di
Madama Pince che per la prima volta aveva ottenuto una piccola
rivincita contro almeno uno degli studenti molesti che le rovinavano
sempre i libri.
Chiedo scusa per
l'enorme ritardo, ma ero andata in montagna!
Ad ogni modo eccomi qui, spero che non vi siate dimenticate di me.
Innanzitutto, BUON ANNO!!! Spero che per tutte voi sia un anno pieno di
gioia e felicità!
Passo subito a ringraziare tutti coloro che hanno recensito lo scorso
capitolo:
Smemo92: Come
vedi Hermione ha scoperto tutto! E Blaise sì, soffre tanto
per quello che sta capitando a Draco, ma non mollerà di
certo! Grazie della recensione!
Sklupin: Sono
contenta che tu l'abbia trovato comunque avvincente, ti ringrazio molto!
I love you Draco: Ti
ringrazio tanto, mi fa davvero piacere essere riuscita almeno un po' a
farti sentire parte della storia! Dimmi che pensi di questo capitolo!
sakura_87: Hermione,
come hai visto, non ci ha messo molto a trovare la pozione che hanno
somministrato a Draco...Il problema sarà trovare l'antidoto!
Ti ringrazio per la recensione, e spero che aggiornerai presto anche la
tua storia! =)
Hollina: Il
mistero della scoperta di Hermione è stato subito svelato!
Grazie per la recensione!
Tanny: Capita
molto spesso anche a me, sia con i libri, sia con molte fanfiction! Ma,
ripeto, non hai ragione di preoccuparti..! In questa prima parte non
prometto niente ma nella prossima....Vedrai =)
Love_doll: Mamma
mia quanti "brava"! Non so davvero come ringraziarti, sono immensamente
felice che la storia continui a piacerti!!!
liven: Oh
che bello, una nuova lettrice =) Sono felicissima che ti sia piaciuta
la mia fiction, e spero che continuerai a seguirmi...(Ron una
nocciolina americana? Ihih sono morta dal ridere, anche se lui come
personaggio mi piace molto!)
angiericcio: Il
tuo idolo? Addirittura...Mi fai arrossire! Mi rendi sempre molto
contenta con queste tue recensioni, magari corte ma sempre piene di
complimenti! Grazie, grazie,grazie!
whateverhappened: Per
quanto riguarda le corde di Draco, ti dirò, non era sua
intenzione ammazzare qualcuno, semplicemente perchè
Voldemort non gli aveva ordinato questo! Blaise è stato solo
un po' sfortunatoXD
Per il finale invece non ti preoccupare...ok? Prima o poi tutto
tornerà a posto!!
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Capitolo 41 *** Capitolo 41 ***
I due giorni successivi furono una specie di corsa contro il tempo.
Tutti, a turno, si infilavano a gruppetti in Biblioteca per cercare
informazioni sulla Malefica
Potio, con scarsissimi risultati.
Incredibile a dirsi, ma quelli che lavorarono più
alacremente
furono Harry e Ron, che passavano gran parte del loro tempo libero con
i libri in mano.
Hermione li guardava spesso, un po' sospettosa di tutto quell'impegno,
ma sotto sotto era commossa e piacevolmente colpita.
Inutile dire infatti che i due odiassero stare ad una scrivania con dei
libri in
mano, e la Granger era ancora più stupita per il fatto che
tutto
quel lavoro fosse finalizzato al salvataggio di Draco.
...Se solo avesse potuto
intuire la verità...
I due mentecatti in realtà si erano rotti le
palle da un
pezzo di cercare antidoti, scritti per di più in una grafia
minuscola, ma continuavano indefessamente pur di non dover chiedere
aiuto a Piton, umiliandosi ad ammettere che era loro indispensabile per
la soluzione di un problema.
Orgogliosi. E idioti.
Potter, che accusava i libri di avergli sottratto ben altri due decimi
di vista, buttò l'ennesimo tomo sulla pila che aveva di
fronte.
-Trovato niente?- sussurrò all'amico di sempre, seduto
accanto a lui.
-Mmm...-
Potter si girò verso Ron, pronto a ringraziarlo per la
risposta
molto esauriente che gli aveva fornito, e restò di stucco.
Weasley era letteralmente stravaccato sul tavolo, mezzo addormentato.
Gli mancava solo la bollicina che gli usciva dal naso ed era perfetto!
Seccato, Harry gli mollò uno spitone, che lo fece quasi
ribaltare dalla sedia.
-Ehi!- protestò Ronald confuso -Ma ti pare il modo?-
-Sì, dato che non abbiamo ancora cavato un ragno dal buco e
Piton sta per tornare!-
Le ultime parole le disse sussurrando, dato che Hermione si stava
dirigendo verso di loro.
-Ciao ragazzi- borbottò la Granger, sedendosi sfinita.
Sul suo volto si potevano distintamente notare i segni del fatto che
non dormisse da un bel po'. Gli occhi dorati parevano quasi spenti, e
sotto di essi facevano mostra di sè profonde occhiaie.
-Va tutto bene?- domandò il rossino, premuroso.
-Sì, non ti preoccupare -sospirò la ragazza,
strofinandosi il viso -Sono appena stata da Alice e Chris.-
-Ah bene! Ci sono novità?-
-Nemmeno una purtroppo- mormorò Hermione, depressa.
-Vedrai che riusciremo a trovare qualcosa- tentò di
rassicurarla
Harry, passandole un braccio dietro le spalle - E se non
verrà
fuori niente, ci faremo aiutare da Piton-
Ma davanti a quella prospettiva, il Bambino Sopravvissuto non
potè trattenersi dal fare una smorfia, stando bene attento a
non
farsi scorgere dalla sua migliore amica.
-Preside? Ci ha fatto chiamare?-
-Sì, ragazzi, entrate pure-
Alice Parker e Christopher Mason fecero il loro ingresso
silenziosamente nello studio del Professor Silente.
Il vecchio mago fece loro cenno di accomodarsi di fronte a lui, e i due
Auror non esitarono, ansiosi di conoscere il motivo della loro
convocazione.
Chris era molto nervoso. Aveva intuito che, qualunque fosse la cosa di
cui il Preside dovesse parlargli, di certo non erano buone notizie.
Ciò era chiaro dalla sottile ruga che increspava la fronte
di
Silente, e dallo sguardo fattosi d'un tratto sfuggente, quasi severo.
Non li guardava in faccia anzi, teneva gli occhi puntati su un foglio
che teneva tra le mani, quasi a voler essere sicuro di aver letto bene.
A un tratto sul davanzale dell'enorme finestra alle loro spalle, si
udì distintamente il verso stridulo di un gufo. Il rumore
parve
riscuotere il mago, che posò la pergamena sulla scrivania, e
si
alzò per raggiungere l'animale.
Gli carezzò il folto piumaggio dorato, quindi gli porse un
Biscottino Gufico.
Sotto lo sguardo curioso di Alice e Mason, il gufo gli saltò
sulla mano tesa, pronto a spiccare il volo.
-Ringrazia Aleazar da parte mia- sussurrò il Preside al
volatile, che lo fissò per un istante e se ne
andò,
librandosi nel cielo terso.
Notando che Silente non si muoveva dalla finestra, Christopher si
schiarì rumorosamente la voce.
-Allora?- chiese, impaziente -Cosa doveva dirci?-
Il mago tornò alla sua scrivania, negli occhi un che di
antico, stanco.
-Ho mandato missive ad alcune mie vecchie conoscenze-
cominciò,
guardando finalmente i due ragazzi -Chiedendo loro se sapevano qualcosa
della Malefica Potio-
-E?- incalzò la Parker, sporgendosi verso di lui e serrando
al contempo il polso del fidanzato.
-E mi ha risposto solo il mio caro amico Aleazar, abile alchimista che
vive in Grecia- mormorò Silente, prendendo tra le mani il
pezzo
di carta che leggeva poco prima.-
-Cos'ha risposto?- chiese Chris, con voce incrinata.
Il Preside non rispose, ma si limitò a porgere il plico
all'Auror, che lo afferrò senza esitazione e si mise a
leggerlo
febbrilmente, con Alice che sbirciava oltre la sua spalla.
Come terminò la lettura, la ragazza trattenne il respiro, e
si portò una mano alla bocca, orripilata.
Mason invece si soffermò qualche istante di più
sul
foglio, quindi alzò il viso verso Silente, rivelando occhi
vuoti
e sconfitti.
-Lei è certo di quello che ha detto il suo amico?-
Il vecchio mago annuì impercettibilmente, unendo le mani
davanti sè.
-Aleazar è un alchimista molto esperto, forse uno dei
migliori
al mondo.- soffiò -Ma per sicurezza intendo chiedere lumi
anche
al Professor Piton, che sicuramente, conoscendo le tecniche dei
Mangiamorte, ne saprà di più.-
-Oddio- rantolò Alice- Come lo diremo agli altri? A Blaise?
A Hermione?-
Chris le passò un braccio attorno alle spalle, come per
rassicurarla, ma non riuscì a risponderle.
-La Signorina Granger è forte, e anche il signor Zabini. E
comunque, non facciamoci prendere dal panico prima del previsto.-
cercò di confortarli Silente- Magari abbiamo ancora una
possibilità.-
Ma dalla disperazione che traspariva dalle sue parole, si intuiva
benissimo che nemmeno lui credeva fino in fondo in ciò che
diceva.
Mentre Chris ed Alice stavano parlando con Silente, Laine Harris girava
per il parco, in attesa di Sebastian.
Era molto tempo che non stavano un po' da soli, senza interferenze
altrui, e l'idea di poter passare un pomeriggio che si preannunciava
spensierato la riempiva di gioia.
Portandosi i lunghi capelli biondi sulla spalla, prese a camminare
verso il lago.
Era una di quelle giornate piene di sole, in cui viene voglia di
sdraiarsi sull'erba, in mezzo ai fiori e stare lì, senza far
niente, senza pensare a nulla, facendosi cullare dall'aria tiepida.
La ragazza guardò l'orologio. Seb era in ritardo.
Era andato a fare alcune commissioni con Matthew e probabilmente erano
stati trattenuti.
A quel pensiero il cuore di Laine mancò un battito.
Le era sempre più difficile passare del tempo lontano da
lui,
dopo che aveva quasi rischiato di perderlo nella Stanza delle
Necessità.
Era quasi un dolore fisico vederlo andare via, anche se lei cercava di
non darlo a vedere, per non mostrarsi troppo ossessiva.
Un lieve rumore di passi alle sue spalle la indusse a voltarsi, col
cuore in tumulto pensando che Anderson fosse finalmente arrivato.
Il sorriso appena formatosi sulle sue labbra sparì, non
appena vide che l'uomo di fronte a lei non era il suo ragazzo.
Era Robert.
Il duca di York, l'orrido essere per cui i suoi genitori l'avevano
costretta a lasciare Sebastian.
Come lo vide la Harris si tirò istintivamente indietro.
La freddezza e l'arroganza di quegli occhi ancora la spaventavano.
-Mia cara..- le disse lui con voce untuosa -Quanto tempo!-
-Robert- lo apostrofò Laine con un cenno del capo, cercando
di
non mostrare la sua debolezza, nel trovarsi ancora di fronte a lui.
-Ti trovo bene- fece l'uomo, fissandola dall'alto in basso, come se
stesse facendo un'ispezione.
La ragazza non rispose, sentendosi inerme di fronte a quello sguardo
tanto odiato. Provava la fastidiosa sensazione che lui la stesse
spogliando con gli occhi.
-Che sei venuto a fare qui?- lo inchiodò allora, con voce
dura.
-Ho parlato con tuo padre...- cominciò lui, spostandosi
quasi
impercettibilmente verso di lei, le mani dietro la schiena.- Che mi ha
detto che hai riallacciato i rapporti con il figlio dei Mangiamorte-
La Harris provò l'irresistibile impulso di picchiarlo, di
fargli più male possibile.
A casa sua Sebastian era stato sempre e solo quello.
Il figlio dei Mangiamorte.
Nessuno aveva mai provato a scavare più a fondo, nessuno
aveva mai cercato di vederlo per quello che realmente era.
Un valente Auror, che aveva rinnegato la sua famiglia e il suo sangue.
Loro non avevano mai provato a indagare su quello che lei provava se
solo Seb la sfiorava, se solo la guardava per un istante.
Piuttosto che farla stare con colui che amava, infangando il buon nome
della famiglia, l'avevano costretta a stare con un uomo disgustoso,
falso ed egoista.
-Quello che faccio non ti riguarda- sussurrò allora Laine,
furibonda.
Robert fece un altro passo, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
-Oh io credo di sì invece...Del resto dovevamo sposarci no?-
-Solo perchè i miei genitori mi obbligavano-
sibilò la
ragazza -Se fosse dipeso da me non mi sarei mai allontanata da
Sebastian.-
-Non credere di ferirmi con queste parole- le disse l'uomo con un mezzo
sorriso -Ho sempre saputo che tu non mi avresti mai amato quanto amavi
quella feccia, ma credimi, non me ne sono mai fatto un problema.-
Fece altri due passi e Laine, nel tentativo di mantenere le distanze da
lui, si ritrasse ulteriormente, finchè non
avvertì dietro
la sua schiena il tronco di un albero.
-No...-continuò il duca di York, sogghignando davanti
all'espressione terrorizzata della ragazza- Dell'amore non me
n'è mai importato nulla. A me bastava averti. A me
bastava questo...-
E, alzando una mano, andò a carezzare la guancia della
Harris, ignorando i tentativi di lei di scostarlo.
-Mi sei mancata, Laine- le bisbigliò a un centimetro dal
volto,
mentre lei cercava disperatamente e con tutte le sue forze di spingerlo
via.
Lui però non si spostava anzi, arrivò a passarle
una mano
attorno alla vita, posando la bocca sul candido collo della ragazza.
La biondina represse un singulto, mentre calde lacrime le sgorgavano
dagli occhi nocciola.
-Lasciami stare, Robert..- soffiò, muovendo le mani per
tenerlo lontano da lei.
Per tutta risposta sentì la mano dell'uomo farsi strada tra
i
suoi capelli, tenendole la testa all'indietro e costringendola a
inarcarsi contro di lui, per avere libero accesso al suo collo.
Laine chiuse gli occhi, lasciandosi sfuggire un breve singhiozzo.
Stava già pregando che il tutto si svolgesse il
più
presto possibile, quando sentì il corpo del duca staccarsi
di
colpo dal suo.
Aprì di scatto gli occhi, giusto in tempo per vedere
Sebastian afferrare l'uomo dalla camicia e tirarglielo via di dosso.
Robert si voltò seccato verso l'Auror, e Anderson non perse
tempo.
Gli sferrò un pugno in pieno viso, facendogli uscire il
sangue
dal naso, e poi un altro...e un altro ancora, senza dargli la
possibilità di riprendersi.
Laine, vedendo il suo ragazzo così furioso, gli corse
incontro,
e tentò di staccarlo dal corpo sanguinante del duca di York.
-Seb...fermati!- rantolò affannosamente, afferrandolo per le
spalle e cercando di bloccargli le braccia -Così lo uccidi.-
La voce della sua ragazza sembrò avere effetto sull'Auror.
Disgustato, lasciò andare Robert, che crollò a
terra e tentò di riprendere fiato.
-Me la pagherai- sibilò il duca, asciugandosi con una mano
il
sangue che gli colava dalla bocca, e alzando il volto verso Anderson.
-Non osare più avvicinarti a lei- ringhiò
Sebastian, la
voce acuminata come una spada ghiacciata -O ti ammazzo con le mie mani,
hai capito?-
E senza attendere risposta, scoccò all'uomo uno sguardo
ammonitore, quindi abbracciò Laine, e se la strinse addosso.
Con la coda dell'occhio vide Robert allontanarsi verso i cancelli della
scuola, per Smaterializzarsi, così si sedette sul prato,
trascinando la biondina con sè.
Senza aprire bocca la prese tra le braccia e la cullò,
baciandole i capelli e la fronte.
Sentì le lacrime della Harris bagnargli il maglione, ma non
se ne curò.
Si sforzò di respirare normalmente, per calmarsi e impedirsi
di
andare a cercare quel verme per assicurarsi che un episodio simile non
avesse occasione di ripetersi.
-Stai bene?- sussurrò qualche minuto dopo a Laine, alzandole
il viso per incontrare i suoi occhi.-
Lei annuì, tentando di sorridere. Alzò una mano
ad
accarezzargli il viso, quindi gli baciò le labbra con
delicatezza.
-Sarei dovuto arrivare prima...Scusami- sussurrò Anderson,
furioso con sè stesso, appoggiando la fronte contro quella
della
ragazza.
-Non è colpa tua- lo rassicurò lei - Sei arrivato
al momento giusto..Grazie-
Sebastian la abbracciò ancora più forte, quasi
aggrappandosi al corpo esile della Harris.
-Ti amo Laine..- mormorò tra i suoi capelli.
E, sebbene non la vedesse in viso, giurò di averla sentita
sorridere tra le lacrime.
-Devo dire Draco, che le tue abilità mi sorprendono.-
-Vi ringrazio, mio Signore...-
-Ho un ultimo importante compito da svolgere nella scuola..-
annunciò Lord Voldemort.
-Tutto quello che volete- disse con riverenza Draco.
-Come tu ben sai- sibilò il Signore Oscuro- Il mio unico
desiderio è quello di uccidere Potter.-
Malfoy annuì, senza tradire emozioni di sorta.
-Il punto è che in questo momento sono troppo debole per
farlo,
specialmente se è protetto dagli Auror- ammise Voldemort con
ira.- Perciò sarà tuo compito attirare lui e i
suoi
amichetti in una trappola.-
-E come dovrei fare?- s'informò il Serpeverde con voce
piatta.
-Tornerai ad Hogwarts, e prenderai qualcuno in ostaggio.-
ordinò
il Signore Oscuro- Scegli tu chi, non fa differenza. L'importante
è che poi Potter e il resto della sua cricca vengano a
salvare
chi hai rapito. Poi tu e gli altri ammazzerete tutti, escluso il
Bambino Sopravvissuto- sussurrò Voldemort, sottolineando le
ultime due parole con un velo di sarcasmo. -E lui lo condurrete da me,
che lo finirò-.
-Dove porterò l'ostaggio? Qui?- chiese Draco.
-No. Lo porterai a Little Hangleton, a casa Riddle.-
Se Malfoy rimase sorpreso da quella richiesta non lo diede a vedere.
-Eviterei volentieri di farvi entrare in quel luogo Babbano, ma la casa
è rimasta disabitata dall'ultima volta che l'ho utilizzata
per i
miei scopi, quindi è adatta alla situazione.-
-D'accordo.-
-Stai attento.- lo ammonì Voldemort. -Ormai sanno
ciò che
sei in grado di fare, perciò non sarà facile
riuscire a
prendere con te uno di quei filoBabbani. Dovrai lottare duramente.-
-Non sarà un problema- assicurò il biondino,
sicuro delle proprie capacità.
-Bene. E ricorda, fà in modo che Potter e i suoi sappiano
dove trovarti!-
Draco annuì, deciso, quindi si congedò.
-Bellatrix!- chiamò il Signore Oscuro un istante dopo.
-Si Padrone?- rispose la strega, entrando nella stanza.
-Voglio che vi teniate pronti. Se Draco riuscirà nel suo
intento, molto presto dovrete combattere.- annunciò con voce
gelida Voldemort -E seriamente questa volta. Altrimenti non mi
sarà facile essere così indulgente una seconda
volta.-
La Lestrange annuì sommessamente, a capo chino.
-Permettete una domanda, mio Signore?- azzardò.
Notando che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato non rispondeva, la donna
proseguì.
-Come fate ad essere così certo che Potter e gli Auror
cadranno nella trappola e andranno a Little Hangleton?-
-Per il semplice fatto che non lascerebbero mai in
difficoltà
uno di loro, se avessero la possibilità di salvarlo.
L'avrebbero
fatto anche con Draco,irrompendo qui e rovinando i nostri piani, se io
non l'avessi
mandato a Hogwarts, mostrando loro che era sotto gli effetti di una
pozione- spiegò il mago, con voce quasi annoiata.
-Capisco..-
-E quando scopriranno qual è l'unico modo per fermare il
figlio
di Lucius, allora saranno ancora più celeri a cercare di
salvare almeno chi verrà preso
come ostaggio, fidati.-
Eccomi ancora
qui! Spero non vi dispiaccia =)
Sono un po' più lenta ad aggiornare, scusatemi, ma sono
molto presa dalla scrittura di una nuova fiction che intendo pubblicare
al più presto!
Comunque ringrazio chi ha lasciato le graditissime recensioni:
Smemo92: Spero
di aver risposto a qualche tuo dubbio con questo capitolo...per gli
altre domande dovrai aspettare ancora un pochino! Scusa!
senzaparole: Giuro
che l'altra storia la pubblicherò al più presto!
Voglio andare avanti un po' con i capitoli prima! Un baciooo
I love you Draco: Sono
contenta che il capitolo ti sia piaciuto...Come vedi Hermione si sta
dando da fare! Ma anche Draco, dall'altro lato non è certo
da meno!
liven: Si
un po' sulla storia degli opposti hai ragione, ma d'altronde ognuno
alla fine ha il suo personaggio preferito! Scusa se ti ho fatto
aspettare troppo per il capitolo, spero di essere più veloce
la prossima volta!!
Hollina: Con
il passare dei capitoli ti saranno chiare sempre più cose!
Grazie per la recensione!
Love_doll: Fantastica
la tua recensione, ho riso tutto il tempo=) Lo so sono cattiva con
Draco, ma se fosse stata una storia tutta liscia senza contrattempi
credo che sarebbe stata alquanto noiosa, che dici? Spero che tu non
abbia finito tutto il nesquik! Che poi. detto tra noi, è
buonissimo!!!
irepa94: Oh
che bello sapere che qualcuno apprezza il nuovo Draco! Mi fai sentire
meno in colpaXD Sono contenta che i capitoli ti siano piaciuti!!
sakura_87: Apprezzo
molto il fatto che tu sia rimasta sveglia per leggere il nuovo
capitolo, sei un tesoro! Dimmi che ne pensi di questo! Un bacio!
angiericcio: Come
al solito non posso dire nulla! Però ti ringrazio
tantisssssssssimo per i complimenti! Grazie mille!!!
Sklupin: Sono
contenta che ti sia piaciuto, grazie per la recensione!
Tanny: Grazie
dei complimenti, mi fa davvero molto piacere che tu continui a leggere
la storia nonostante gli effetti non molto positivi che causa! Grazieeee
Cittadinadelmondo: Che
onore essere la prima autrice ad essere commentata! Ti ringrazio per i
complimenti, e spero che continuerai a seguirmi per darmi il tuo parere
sia in positivo, che per consigliarmi i piccoli cambiamenti che
opereresti al posto mio! Le critiche costruttive le trovo sempre
utilissime!
pometina94: Ti
ringrazio molto per i complimenti, spero che la storia
continuerà a piacerti!
MizzBlack: Sono
contenta che la mia storia ti abbia appassionato e spero di non
deluderti in futuro. Quanto a Ron no, lui non ama più
Hermione, ma comunque tiene ancora moltissimo a lei essendo la sua
ex-ragazza!
Kitty_Cullen: Wow
un'altra nuova lettrice! Che bello! Ti ringrazio per i complimenti, e
spero che continuerai a seguirmi!!!
Ringrazio inoltre Bex
Vampire, Ceschina 93, Pervinca Potter 97, pei_chan, BlueViper, Dogma,
DreamGirl91 e
beal95 per aver recensito l'ultimo capitolo
della mia fiction "Il Ballo del Ceppo". Vi ringrazio tanto per avermi
seguito durante tutta la fiction! Spero di ritrovarvi presto, magari
come lettrici di altre mie storieXD Un bacione a tutte voi
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Capitolo 42 *** Capitolo 42 ***
-Chris cosa facciamo?-
Mason si avvicinò alla poltrona sulla quale era seduta
Alice, chinandosi di fronte a lei e prendendole la mano.
-Non lo so, amore mio...Ma hai sentito Silente- cercò di
rassicurarla -Aspettiamo di parlare con Piton e avere una conferma,
prima di preoccuparci.-
La Parker passò una mano tra i capelli biondi del fidanzato,
quindi si sporse verso di lui per baciarlo.
-Come stanno i ragazzi?- gli chiese, ansiosa.
-Li ho allenati un po' prima..Sono sempre più stanchi, e
preoccupati.- sospirò Christopher, alzandosi in piedi e
andando
verso la finestra. -E' strano come ognuno di loro reagisca alla
tensione in modo diverso...-
-Che intendi dire?-
-Intendo che Harry, per esempio, più è sotto
pressione
più sembra caricarsi e al contempo diventare irrequieto.
Vuole
combattere, non ne può più di rimanere con le
mani in
mano.- le confidò Mason -Blaise e Ron invece sono
più
tranquilli, più concentrati-
-Più ne parli e più mi ricordano noi alla loro
età- sorrise Alice.
-Già-
La ragazza si alzò a sua volta, e raggiunse il fidanzato,
abbracciandolo da dietro.
-Tu eri il più scavezzacollo- ricordò -E noi
eravamo quelli che ti tenevano coi piedi per terra.-
-Beh, mi pare che quando ero in punizione io, ci eravate ugualmente
anche voi quattro!- scherzò Chris.
-Certo!- fece la Parker, fingendosi offesa -Perchè tu e
quell'idiota di mio fratello continuavate a cacciarci nei guai.-
-Erano bei tempi...- sussurrò Christopher, lasciando vagare
lo sguardo, perso nei ricordi.
Poi fece un mezzo giro, trovandosi Alice di fronte.
-Hermione invece come sta?- s'informò.
A quella domanda vide la fronte della ragazza aggrottarsi, in una
smorfia dolorosa.
-I suoi gesti dicono di più di quanto non facciano
le parole- mormorò la Parker.
Notando l'espressione confusa di Mason, si affrettò a
continuare.
-Nel senso che si vede quanto soffre dalle piccole cose. Da quanto
duramente si allena, per esempio, e dal fatto che sembra sia sempre sul
punto di crollare, anche se poi rimane comunque in piedi.-
-Mi fa quasi paura quella ragazza a volte- disse allora Chris -In senso
buono ovviamente. E' così abile, sveglia.
Diventerà una
grande strega-
-E' innamorata di Draco...- confidò Alice.
-Lo so...Ma che c'entra questo?-
-C'entra eccome, perchè se a lui dovesse accadere qualcosa
ne
uscirebbe distrutta. E anche se è incredibilmente forte, non
lo
scorderà mai.-
-E tu che ne sai?- borbottò Mason, a disagio in quei
discorsi da donne.
-Lo so, perchè ci sono passata anch'io. E' il bello del
primo amore- ammise Alice, arrossendo. -Anzi, dell' unico amore-
aggiunse, notando il sopracciglio inarcato del fidanzato.
-Cazzo. Lo sapevo che non avremmo fatto in tempo.-
-E dai Harry- tentò di blandirlo Ron, mezzo stravaccato su
una
poltrona della Sala Comune, mentre l'amico si affaticava sugli ultimi
libri rimasti- Era logico che fosse una battaglia persa no? Nemmeno gli
Auror o Hermione hanno trovato qualcosa, davvero pensavi che ci saremmo
riusciti noi?-
-Ma quale noi?- sibilò Potter, scoccando un'occhiataccia al
suo
migliore amico -Parla pure al singolare, Ron, dato che tu non hai fatto
un bel niente.-
Weasley ridacchiò, scompigliandosi appena i capelli.
-Ho visto Blaise- disse poi di punto in bianco.
-Mmm?- fece Harry, senza seguire del tutto la conversazione.
-Mi ha detto che domani Elenie tornerà dal San Mungo.-
Dallo sguardo spiritato del Bambino Sopravvissuto, Ron capì
di aver fatto centro.
-Allora è vero!- indagò tutto soddisfatto -Tu e
la cugina di Zabini.!-
Potter non se lo filò minimamente.
-Allora Elenie torna domani? Sul serio?-
-Sai...- iniziò Ronald con un ghigno sadico che era tutto un
programma -Non credo che Blaise la prenderebbe bene se sapesse che te
la fai con la sua cuginetta.-
A quelle parole Harry sentì puzza di bruciato.
-Dove vuoi arrivare?- domandò, senza troppi giri di parole.
-Io?- fece Weasley, con aria innocente -Da nessuna parte...La mia era
solo una semplice constatazione.-
Il moretto tacque, sapendo che non ci sarebbe voluto molto prima che
Ron rivelasse dove volesse andare a parare. D'altronde, il fatto che
Elenie sarebbe tornata il giorno dopo lo riempiva di gioia.
Ma anche di terrore.
Il fatto di saperla al San Mungo, protetta e al sicuro, per lui era una
garanzia.
Era contento di vederla, ma terrorizzato all'idea che le sarebbe potuto
accadere qualcosa se solo avesse rimesso piede a scuola,
benchè
fosse cosciente del fatto che la Benèfica avesse poteri che
lui nemmeno
poteva sognarsi.
-Quanto mi dai per non dire a Blaise di te ed Elenie?- chiese ad un
tratto Ron.
-Un pugno!- sbottò Harry.
-Sai...Credo che andrò a farmi un giretto a Serpeverde!
Quassù fa davvero troppo caldo!- annunciò Weasley.
-No, aspetta!- tentò di fermarlo Potter- Ti do...Un galeone?-
Ron scoppiò a ridere.
-Venti galeoni!- rilanciò.
Harry gemette. -Cinque-
Dopo una lunga trattativa, arrivarono a concordare dieci galeoni, che
Potter lasciò cadere con stizza nella mano tesa dell'amico.
-Tieni bastardo! Ma guarda che questa me la paghi!-
-Non essere tirchio Harry- cercò di tirarlo su Ron
-Dopotutto hai fatto un affare.-
-Si certo...Piuttosto, ci conviene andare!- sbuffò il
Bambino
Sopravvissuto -Silente ha detto che Piton sarebbe tornato oggi alle
sei, e mancano dieci minuti.-
-Hermione dov'è?-
-Ad allenarsi con Blaise.-
-Non sta esagerando? E' sempre in quella stanza ormai...- fece notare
Ron.
-Lo so, sono preoccupato anch'io, ma quando ho cercato di parlarle, se
n'è andata-
Weasley a quelle parole alzò le spalle, passando oltre il
buco del ritratto.
-Proverò a dirle qualcosa anch'io. Andiamo a prenderli che
dici? Così andiamo da Silente tutti insieme.-
Mentre i due Grifondoro uscivano dalla Sala Comune, diversi piani
più sotto altri due ragazzi si stavano allenando assai
duramente.
Entrambi avevano in mano delle spade e avevano ingaggiato una lotta
all'ultimo sangue.
Nelle loro vene scorreva ben più dell'eccitazione per quello
scontro simulato, ben più della paura di perdere una
sfida...Era
uno sfogo, un'astrazione da tutto quell'orrore che stavano vivendo.
-Basta Herm -soffiò ad un certo punto Blaise -Sono
sfinito...Fermiamoci per oggi!-
La Granger non disse nulla, posando la spada contro il muro.
Si scostò i capelli dagli occhi, quindi si voltò
verso l'amico.
-Blaise va tutto bene? Mi sembri stanco-
-Non ho dormito molto, tutto qua -spiegò il Serpeverde,
strofinandosi gli occhi e sedendosi a terra.
-Ti manca eh?- sussurrò poi Zabini, notando l'espressione
affranta della ragazza.
Hermione si morse il labbro, poi a fatica annuì.
Si portò una mano a toccarsi il petto, a stringersi la
catenina che le aveva dato Draco.
-Finirà mai tutto questo?- chiese, più a
sè stessa che a Blaise.
Il ragazzo non rispose, limitandosi a fissare il soffitto.
-Lo vorrei tanto- disse invece, qualche istante dopo.
-Mi sento completamente inutile- riprese la Grifondoro, senza dar segno
di averlo sentito -Qui, senza far niente. Comincio a capire Harry,
qualche anno fa, e anche Sirius.-
Tacque per un secondo, conscia che probabilmente Zabini non stava
capendo niente di quello che diceva, ma decise che non le
importava, e proseguì.
Era bello parlare con qualcuno che non si sarebbe preoccupato
eccessivamente per lei, e a cui pesava quanto a lei l'assenza
di
Malfoy.
-Ma che bel quadretto di disperati..-
Al solo suono della SUA voce il cuore di Hermione mancò un
battito.
Al suo fianco sentì Blaise alzarsi rapidamente in piedi e
alzare la bacchetta, così lo imitò.
-Vi sono mancato?- chiese Draco, in piedi davanti a loro, un braccio
mollemente adagiato lungo il fianco e l'altro dritto davanti a
sè, che puntava verso di loro la bacchetta.
Nè la Granger e nè Zabini si premurarono di
rispondere.
Faceva male...
Male vedere quegli occhi estranei, quel ghigno crudele,
quell'espressione malvagia.
Di Draco in quell'essere che avevano di fronte non era rimasto niente.
Hermione vide la propria mano tremare impercettibilmente, e si impose
di calmarsi.
La situazione in quella stanza sembrava come sospesa, nessuno agiva,
nessuno si muoveva.
Un silenzio innaturale gravava su di loro, pesante come piombo.
A un certo punto, Malfoy la guardò.
Dritto negli occhi, come faceva tempo prima, e lei resse lo sguardo,
senza timore, senza paura, cercando solo di scorgere un segno, un
labile indizio che le dicesse che dietro a quel mostro ci fosse ancora
Draco.
Si sentì mancare la terra sotto i piedi, quando
percepì
che quello che le stava davanti era un perfetto estraneo. Che nei suoi
occhi grigi non c'era quell'orgoglio, quell'angoscia, e quei sentimenti
contrastanti che erano soliti attraversare lo sguardo del Serpeverde
che aveva imparato a conoscere e ad amare.
E tantomeno colse un minimo cenno di quello che traspariva dagli occhi
di Draco quando incrociavano i suoi.
Lo rivoleva indietro. Voleva sentire di nuovo la sua bocca, voleva
avvertire di nuovo le forti braccia del ragazzo stringerla.
E per questo avrebbe dovuto lottare. E lo sapeva.
Ma era difficile. Il suo braccio sembrava non voler rispondere alle
richieste del suo cervello, che ordinava di Disarmarlo, di Schiantarlo,
o di lanciargli qualsiasi altro incantesimo che gli avrebbero impedito
di far del male a lei e a Blaise.
Nonostante questo, non osava alzare la bacchetta su Draco.
Si sentiva una statua di sale, inerme e impotente.
Per la prima volta Hermione Granger era stata piegata da qualcuno.
Harry e Ron intanto stavano raggiungendo la stanza degli allenamenti,
parlando del più e del meno e dandosi a vicenda le proprie
opinioni riguardo gli ultimi fatti accaduti.
Giunti che furono nel corridoio della Sala degli Allenamenti, la prima
cosa che udirono fu un pesante silenzio.
E soprattutto un silenzio strano, innaturale. Soprattutto se, come in
quel caso, nella Stanza c'era gente che si stava allenando.
Harry lanciò un'occhiata obliqua a Ron, che aveva
già cominciato a guardarsi attorno sospettoso.
-C'è qualcosa che non va- sussurrò Weasley,
assottigliando gli occhi azzurri.
Per tutta risposta Harry si portò un dito alle labbra,
facendo cenno all'amico di seguirlo.
Con cautela i due Grifondoro si avvicinarono alla porta, cercando di
fare il minor rumore possibile.
Nelle loro teste ronzavano i medesimi pensieri, ovvero l'eccitazione
nervosa per un' eventuale missione di salvataggio con relativo scontro
diretto, e la paura di fare una figuraccia, nel caso fosse tutto sotto
controllo e loro avessero semplicemente lasciato correre un po' troppo
la loro immaginazione.
Potter estrasse la bacchetta dalla tasca e, con le perfette movenze di
un agente segreto, si collocò assieme all'amico, dietro alla
porta chiusa, accostandosi silenziosamente ad essa.
Facendo un segno col capo in direzione del rosso, diede una spallata
alla porta, e si catapultò dentro.
La scena che si presentò davanti agli occhi dei due ragazzi
fece
ghiacciare loro il sangue nelle vene. Harry si morse il labbro, ma
qualcosa dentro la sua testa gli disse che da quando aveva percepito
quello strano silenzio nel corridoio, sapeva benissimo cosa lo
attendeva.
Davanti a lui, al centro della stanza c'era Malfoy, che gli dava le
spalle, e puntava la bacchetta verso Hermione e Blaise, appoggiati al
muro, che lo guardavano con occhi impotenti.
Impotenti, ma non terrorizzati.
O almeno, non terrorizzati per la loro sorte.
I due ragazzi, o i loro occhi almeno, erano legati da un filo
invisibile.
Un filo i cui capi finivano entrambi sul ragazzo biondo che stava loro
di fronte.
Un ragazzo importante per tutti e due, ma che ormai non li riconosceva
più.
Senza perdere tempo, e quasi senza pensare, Harry alzò la
bacchetta e scagliò sottovoce un Expelliarmus verso Draco,
che
non dava segno di essersi accorto di lui.
Grande fu la sorpresa del Bambino Sopravvissuto quando Malfoy, un
istante prima che l'incantesimo lo colpisse, si
Smaterializzò
per riapparire un metro più in là.
Anche lo Schiantesimo di Ron, partito mezzo secondo dopo quello di
Potter, andò a vuoto, e i due Grifondoro rimasero a guardare
inermi il Serpeverde, che li fissava dalla sua nuova posizione con
occhi fiammeggianti, mantenendo però sempre la bacchetta in
direzione della Granger e di Zabini.
-Sempre in mezzo eh, Potty?- lo sbeffeggiò Draco, con un
ghigno sulle labbra.
-Si potrebbe dire la stessa cosa di te- si intromise Weasley, furibondo
e rialzando la bacchetta.
-Fossi in te non lo farei- consigliò candidamente Malfoy,
con
voce secca -Come vedi non ci metterei nulla a schivare l'incantesimo, e
ci metterei ancor meno a dirottarlo su questi due.-
Harry, conscio che il biondino non avrebbe esitato a compiere quello
che aveva minacciato di fare, costrinse l'amico ad abbassare il
braccio, conoscendo bene la sua impulsività.
-Che vuoi ancora qui?- sibilò poi Potter, schiumante di
rabbia.
-Ma come?- lo prese ancora in giro il Serpeverde- E io che pensavo che
ti facesse piacere ricevere le mie visite!-
-Vedo che scegli molto bene i momenti - continuò il moretto,
ignorando la provocazione -Sbaglio, o non corri mai il rischio di
venire quando ci sono gli Auror?-
Malfoy sorrise con freddezza, ma nella sua espressione c'era un che di
sostenuto.
Il suo orgoglio era
ancora ben visibile in lui, nonostante la pozione.
-Per quanto mi riguarda, puoi far venire anche Albus
Silente in persona...Non c'è molto che possa fare-
-Impedimenta!-
Harry non riuscì più a trattenersi e, colpito
nelle sue
convinzioni e nei suoi affetti, scagliò quasi
automaticamente
l'incantesimo sul biondo, che si riparò con un blando gesto
della mano.
-Pensavo di averti avvertito, Potter - ringhiò Draco.
E senza aggiungere altro, spostò bruscamente la bacchetta
dai suoi due ostaggi, per dirottarla su Ron.
Malfoy non aprì bocca ma Weasley crollò in
ginocchio sul pavimento, scosso dai brividi.
Hermione qualche metro più in là urlò,
e fece per
muoversi, ma venne bloccata dal braccio di Blaise, che la tenne
ancorata al suo posto.
-Non servirà a nulla se ti metti in pericolo anche tu - le
sussurrò all'orecchio, dato che lei continuava a
divincolarsi
per raggiungere l'amico in difficoltà -Dobbiamo attendere il
momento buono e poi agire.-
Intanto Ron, madido di sudore, era semisteso a terra, e sembrava
patisse le pene dell'inferno.
Harry, dal canto suo, non sapendo che fare, si scagliò con
tutto
il suo peso verso Draco che, colto alla sprovvista da un attacco
fisico, mollò la presa sul rossino per concentrare le sue
energie contro il rivale di sempre.
Weasley, approfittando della distrazione di Malfoy, riuscì a
riprendere fiato e rialzarsi.
La Granger e Blaise in un istante gli furono accanto, pronti a
sostenerlo.
-Tutto bene?- mormorò preoccupata la ragazza.
Ron annuì, socchiudendo gli occhi e respirando a fondo.
Come Zabini notò che il Grifondoro era a posto, si
precipitò in soccorso di Harry.
I due storici nemici erano entrambi a terra, ormai in un unico
groviglio di pugni. A fatica il moro Serpeverde individuò il
braccio di Potter nel tentativo di tirarlo via dalla mischia.
-Impedimenta!-
Blaise sentì il grido di Weasley alle sue spalle e si
spostò di scatto, per evitare l'incantesimo., che fini
dritto
dritto addosso a Draco, che volò diversi metri
più in
là, lontano da Harry.
Potter si rialzò di scatto, pulendosi i vestiti, e scoccando
uno
sguardo un po' grato e un po' risentito al suo migliore amico.
Per carità, con quella maledizione gli aveva dato un attimo
di
tregua dalla lotta con Malfoy, ma era stato un gesto alquanto
azzardato...Erano talmente vicini, che il bersaglio sarebbe potuto
essere lui!
Fortunatamente però Ron aveva mirato bene, quindi il Bambino
Sopravvissuto potè permettersi di tirare un sospiro di
sollievo,
prima di andare a occuparsi di Draco.
Grande fu il suo stupore, e quello di tutti i ragazzi, quando videro
che il biondino era già in piedi.
Non era nemmeno ansante, nè affaticato. Non aveva un capello
fuori posto.
Era lì, dritto e altero, che li guardava con gli occhi
argentei ridotti a fessure.
Non sogghignava più.
-Ma com'è possibile?- si chiese sottovoce Blaise, allibito.
-E' la magia Benèfica- mormorò Hermione a mezza
bocca -Lo rende più forte e resistente-
Lo sguardo glaciale di Malfoy li oltrepassò tutti, quindi si
soffermò su Hermione.
Prendere la mezzosangue sarebbe stato un vero colpo. Senza contare che
aveva un corpo da urlo.
Istintivamente la Granger, sentendo quello sguardo freddo e al tempo
stesso rovente sulla pelle, si ritrasse.
Rabbrividì incrociando quegli occhi, così
estranei.
Quegli occhi che l'avevano desiderata, accarezzata, in un certo senso
protetta...e che ora nascondevano solo un velo di malvagia eccitazione.
Vedendo come Draco fissava l'amica, Harry si mosse impercettibilmente a
sinistra, mettendosi in mezzo alla sottile catena che univa gli sguardi
del Serpeverde e della Grifondoro.
Malfoy si riscosse, scuotendo la testa, e sorridendo glaciale.
Meglio non rischiare solo per una mezzosangue. E' più saggio
cambiare obiettivo.
-Il tempo dei giochi è finito, Potter- sussurrò
con voce strascicata.
E, in un secondo si Smaterializzò, per riapparire pochi
metri più in là, alle spalle di Ron.
Passò rapidamente un braccio attorno al collo del rossino e,
prima che qualcuno potesse fare alcunchè, sparì.
Vi prego non
uccidetemi! So che tutte vi aspettavate che Draco avrebbe rapito
Hermione ma non è stato così! Scusatemi ma la
Granger è molto più utile accanto ad Harry che in
prigione...
Sono un po' di corsa, quindi non riesco a ringraziarvi con calma,
quindi sarò un po' più celere.
Grazie dunque a Liven
(un libro tutto mio, addirittura? Ti ringrazio tanto per la fiducia, ma
non credo di esserne in grado), a Love_doll,Sklupin,
Hollina,Smemo92,Tanny (ma come devo fare io con te? XD Mi
sa che mi toccherà mandarti la seconda parte della storia
per rassicurarti! ), angiericcio
e Kitty Cullen!
Spero che questo capitolo vi piaccia...ditemi che ne pensate, mi
raccomando!!!
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Capitolo 43 *** Capitolo 43 ***
Appena Draco sparì, nella Sala ci furono le reazioni
più disparate.
Blaise non si mosse, rimanendo attonito a fissare il punto in cui il
suo migliore amico e Weasley erano scomparsi.
Harry crollò a terra, contro il muro, tenendosi la testa tra
le mani e imprecando.
Hermione invece, iniziò a correre come una furia, cercando
qualcosa, anche un minimo indizio a cui potesse aggrapparsi per
riportare Ron lì con loro.
-Cazzo...- biascicò Potter- Sono un idiota! Dovevo stare
più attento-
La Granger non lo calcolò di striscio, continuando a
percorrere
a grandi passi la stanza, mentre silenziose lacrime le scorrevano lungo
le guance.
Non anche Ron.
Non lui.
Era tutto ciò che aveva, insieme ad Harry.
-Ma perchè?- continuava intanto il Bambino Sopravvissuto
-Perchè lui?-
La ragazza se avesse potuto si sarebbe coperta le orecchie con le mani.
Poteva un cuore sopportare tanto dolore? Poteva arrivare a sfondarsi, e
a sanguinare fino all'esaurimento?
Zabini intanto taceva.
Si sentiva come un intruso, in una realtà che non era la
sua.
Osservava la silenziosa tristezza di Hermione, e la straripante rabbia
di Harry, e non si sentiva in diritto di dire nulla.
Ma li capiva, oh se li capiva.
Lui stesso aveva perso un fratello, un amico, e quelle lacerazioni al
petto non gli erano mai sembrate tanto familiari.
-Cristo..- mormorò ancora Potter, prendendosi i folti
capelli neri tra le dita e arrivando quasi a strapparseli.
A quel punto la Granger esplose.
Stava già abbastanza male, si sentiva già
abbastanza
spaccata in due, per sopportare le auto-commiserazioni di Harry ancora
a lungo.
-La vuoi piantare?- gli gridò distrutta, incurante delle
calde
lacrime che ormai fuoriuscivano senza controllo dai suoi occhi d'oro
-Continuare a distribuirci le colpe non lo riporterà da noi!
Piuttosto se non sai che altro fare dammi una mano!-
Potter alzò la testa, di stucco,e guardò la sua
migliore amica come se la vedesse solo in quel momento.
Era stupito da quello sfogo, ma in parte rincuorato.
Lei era quella che lo teneva coi piedi per terra, quella che gli aveva
sempre impedito di abbattersi e crollare, anche nei momenti
più
bui della sua vita. Era il suo pilastro.
Che finalmente era tornato.
Che aveva ricominciato a lottare.
A tirare
fuori il suo carattere.
A reagire e a non farsi mettere i piedi in
testa.
Dal canto suo la Granger faceva fatica a respirare. Non aveva mai
urlato dietro in quel modo ad Harry. O almeno, non con quella
disperazione, con quell'acredine, con quella rabbia.
Una rabbia che in realtà non provava verso l'amico, ma verso
sè stessa.
Verso quella dannata debolezza che aveva mostrato quando Draco le aveva
puntato la bacchetta addosso.
Potter evidentemente vide negli occhi dell'amica qualcosa che da tempo
non vedeva.
Una fiamma di coraggio, uno sprazzo di orgoglio, o forse solamente
un'umile supplica, così si alzò da terra.
-Cosa dovrei fare?- le chiese.
-C'è un motivo per cui Draco ha preso Ron. Non
può essere
un caso- sentenziò la ragazza, asciugandosi rapidamente le
guance.
-Che intendi dire?- intervenne Zabini, incuriosito.
-Intendo che se avesse voluto ucciderlo l'avrebbe fatto qui, adesso-
spiegò Hermione.
-Magari vuole far bere anche a lui la Malefica Potio- suggerì
Potter, non capendo dove l'amica intendesse andare a parare.
-A che scopo? Inoltre non mi è sembrato che Draco avesse un
obiettivo ben preciso...- insistette la Granger.
-Vuoi dire...- cominciò Harry, iniziando a vedere uno
spiraglio.
-Voglio dire - lo interruppe secca la Grifondoro -Che per Draco
prendere uno o l'altro di noi non faceva differenza.-
-Ecco perchè ti guardava in quel modo- fece all'improvviso
Blaise, colto da un'illuminazione.
Hermione annuì. -Solo che poi Harry si è messo in
mezzo,
e lui non poteva prenderlo perchè temeva di avere dei
problemi.
Tu eri abbastanza vicino a me, quindi mi sarei potuta aggrappare al suo
braccio per fermarlo. L'unico sufficientemente distante era Ron-
terminò la ragazza, con una punta di amarezza nella voce.
-Continua a sfuggirmi lo scopo- ammise Zabini.
-Una trappola- annunciò la Granger, senza la minima
esitazione.
-Capisco- mormorò lentamente Potter alla fine, deciso a
vederci
chiaro -Perciò spiegami, cosa stai cercando innanzitutto?-
-Un indizio -si limitò a rispondere la Hermione, alzando le
spalle -Se è come penso io, ovvero che abiano preso Ron per
tenderci un tranello, devono aver trovato un modo per assicurarsi che
noi sappiamo dove è rinchiuso.-
Dopo la spiegazione della Grifondoro i tre ragazzi iniziarono a battere
la stanza palmo a palmo.
-Ci siamo- esultò Potter dopo qualche minuto.
Gli altri due lo raggiunsero di corsa, ansanti, in un angolino
dell'enorme stanza.
Il Bambino Sopravvissuto si alzò da terra, brandendo un
foglietto tutto stropicciato.
-Si direbbe una mappa- bofonchiò, accostando il pezzo di
carta al viso e sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.
-Di cosa?- s'informò Zabini.
-Non lo so...- ammise Harry- Dovremo chiedere aiuto agli altri.-
-Cazzo...Questa non ci voleva!-
Sebastian Joel Anderson si morse il labbro, stringendo rabbiosamente i
pugni.
-Seb, calmati- sbuffò Alice, cercando di calmarlo. Quello
quando ci si metteva era anche peggio di Chris.
-Aly ma ti rendi conto?- le ringhiò il ragazzo -Adesso siamo
in
guai davvero enormi! O seguiamo Draco e facciamo il loro gioco, o
mettiamo in pericolo Ron!-
-Il che è fuori discussione ovviamente- mormorò
Mason, appollaiato sulla finestra.
-Quindi?- bofonchiò Harry, stufo di tutti quei discorsi. Lui
non
voleva aspettare un secondo di più, aveva intenzione di
andare a
riprendersi il suo migliore amico seduta stante.
-Quindi è ora che al Ministero si decidano a scollare il
loro
dannato e reale culo da quelle sedie e vengano a darci una mano!-
annunciò Matthew, entrando in quel momento.
Alice guardò scandalizzata il fratello, rimproverandolo con
uno
sguardo per la sua volgarità, ma quando vide che quello
faceva
spallucce sospirò.
-Non possiamo certo obbligarli...- mormorò rassegnata.
-Oh andiamo!- li incitò Parker, stanco di guardare i loro
volti
vuoti e sconfitti. -Basta solo chiedere un po' in giro tra i nostri
colleghi, ci sarà qualcuno disposto a darci una mano no?-
-Vorrei solo ricordarti una cosa- puntualizzò Seb, seccato
dall'aria ribelle dell'amico - Scrimgeour.-
-Che vuole?- fece Matthew con aria beffarda.
-E' il Ministro, nel caso te lo fossi scordato! Non
permetterà
mai agli Auror di avventurarsi in una missione che lui disapprova.-
-E chi dice che dobbiamo informarlo? Insomma ragazzi! Da
quand'è
che siete così ligi alle regole?- cercò di
scuoterli
Parker, iniziando a camminare per la stanza -Il Ministero non
è
pieno di stronzi, voglio dire...C'è senz'altro qualcuno che
crede ancora nei valori che gli Auror cercano da secoli di difendere!-
Chris alzò gli occhi chiari, per incontrare lo sguardo
deciso dell'amico.
Che stava succedendo a tutti loro?
Mason si alzò di scatto dalla sedia, gli occhi incendiati e
fieri.
-Ha ragione Matt! Se non facciamo qualcosa noi, chi lo farà?-
Prese per mano Alice e la fece alzare dalla sedia e, con uno sguardo a
Sebastian, ebbe anche l'ex Serpeverde dalla propria parte.
-E' una cazzata..-bofonchiò Anderson.
-Allora lasciamoli a morire a questo punto, no?- ringhiò
Chris.
-Non ho detto questo...-
-E allora finiscila di fare l'uccellaccio del malaugurio- si intromise
la Parker, con un gran sorriso, stringendosi al suo fidanzato.
E così i quattro Auror fecero per uscire dalla stanza,
diretti
al Ministero, alla ricerca di un aiuto, di qualcuno che potesse dar
loro una mano.
-Ehi!- li bloccò sulla porta Harry -E noi intanto che
facciamo?-
-Giocate a dadi- cercò di liquidarlo Chris, infilandosi in
corridoio e facendo ciao ciao con la mano- E comunque noi torneremo
entro stasera.-
Potter aprì la bocca per protestare, ma fu zittito da Alice
che,
prima di chiudersi la porta alle spalle gli sussurrò
sottovoce
qualcosa e gli mollò un bacio sulla fronte.
-Che ti ha detto?- chiese Hermione incuriosita, avvicinandosi a lui.
-Che oggi avremo una bella sorpresa...- mormorò Harry
perplesso.
E difatti la sorpresa non tardò molto ad arrivare.
Poche ore dopo i ragazzi uscirono in parco, ancora molto demoralizzati
e preoccupati.
Veramente avevano cercato di rintanarsi in qualche anfratto del
castello ma la McGranitt, chissà come, li beccava di
continuo e
li incitava a uscire per godersi il sole, anche se probabilmente era
per non farli pensare troppo all'accaduto.
Harry, Hermione e Blaise così si ritrovarono a fare niente
sotto un grande albero, in silenzio.
Nessuno parlava, e del resto le parole non servivano ad esprimere il
grandissimo peso che ognuno dei tre si portava dentro.
-Ragazzi!- fece ad un certo punto una voce allegra- Che facce che
avete! Che è successo?-
I tre alzarono il viso in contemporanea e, quando videro colei che
aveva parlato, sentirono un moto di gioia spaccare loro il petto.
Elenie Grace Zabini stava lì in piedi, sorridente, davanti a
loro, gli occhi blu accesi di felicità.
Blaise si alzò per primo e strinse la cugina in un goffo
abbraccio. Dopo di lui fu il turno della Granger, che salutò
l'amica con gli occhi lucidi e, come lei si staccò, la
Benèfica si girò verso Harry, emozionata.
Da quanto non lo vedeva...e quanto le era mancato!
Eppure i suoi occhi verdi le sembravano così familiari, e lo
stesso quei capelli neri e scompigliati.
Il ragazzo le si avvicinò lentamente, quasi barcollando, non
riuscendo ancora a capacitarsi che fosse veramente lei.
Le scostò delicatamente i capelli dal viso, e la
guardò
per qualche istante. Poi, forse ricordandosi che non erano soli, la
abbracciò a sua volta, godendo della sensazione di poter
stringere ancora una volta quell'esile corpo tra le sue braccia.
-Come stai?- le sussurrò tra i capelli.
La ragazza non rispose, limitandosi ad accostarsi maggiormente a lui e
a mormorare a sua volta:- Mi sei mancato-
Potter, contento come non lo era da tanto, si scostò da lei,
e
si accorse che Blaise e la Granger non c'erano più, se
n'erano
andati.
-Devo ricordarmi di ringraziare Hermione- ridacchiò,
accarezzando il viso della sua ragazza.
Elenie sorrise, illuminandosi tutta e, rapidissima, si
riavvicinò ad Harry e lo baciò delicatamente.
Se questo è un sogno, pensò il ragazzo, non
voglio svegliarmi.
Rispose al bacio della Corvonero e, sentendo le labbra morbide e
invitanti di Elenie sulle sue, provò una
sensazione nuova,
mai provata prima.
Era completo. Non gli mancava nulla.
Certo, era ancora in pena per Ron, e per la battaglia che avrebbero
dovuto affrontare, ma in quel momento, lì, si sentiva fuori
dal
mondo, protetto in quel piccolo universo privato che non avrebbe mai
permesso a nessuno di portargli via.
-Perchè mi hai portato via?- sibilò Blaise -Ora
torno lì e lo ammazzo.-
-E dai...- lo blandì Hermione dandogli una piccola spinta
-Non ha fatto niente di grave-
Zabini aprì e richiuse la bocca più e
più volte,
tanto che la Granger dovette trattenersi dal fargli notare la sua
somiglianza con un pesce in una boccia, quindi si passò una
mano
nei capelli, sconfitto.
-Forse esagero...- soffiò con fatica.
-Si, probabilmente un po' si- sorrise dolcemente la ragazza.
-Il fatto è che sono l'unica persona della sua famiglia che
le rimane...E mi sembra naturale proteggerla-
-Lo capisco- cercò di rassicurarlo Hermione- Anche Ron era
così nei confronti di Ginny all'inizio. Ma di Harry ti puoi
fidare.-
-E io che non mi ero accorto di nulla...- mugugnò Zabini.
La Granger non rispose, limitandosi a posargli una mano sulla spalle e
a guardarlo con aria di compatimento.
-Dici che ci permetteranno di partecipare alla battaglia?- chiese
allora Blaise, cambiando totalmente argomento.
-Devono. Laggiù ci sono il mio migliore amico e...- la
strega
tacque, non sapendo come definire Malfoy -..e Draco- concluse infine,
semplicemente.
Il Serpeverde annuì, come a dire che la capiva.
-Si sta facendo buio- annunciò infine -E' meglio andare a
cena. Immagino che presto sapremo qualcosa di nuovo.-
Hermione salutò Blaise in mezzo alla Sala Grande, quindi si
diresse al tavolo dei Grifondoro.
Le faceva un effetto strano dirigersi a mangiare tutta sola. In genere
era sempre accompagnata da Ron o Harry.
O da Malfoy, le rare volte in cui le concedeva l'onore di accompagnarla
al suo posto, per poi dileguarsi al tavolo di Serpeverde.
Percorse la tavolata rosso-oro più e più volte
con lo sguardo, ma di Harry non c'era nessuna traccia.
Si accomodò al suo tavolo, di fronte a Seamus e Dean, che la
guardavano sospettosi, probabilmente anche loro altrettanto incuriositi
dal fatto che quella sera i suoi inseparabili amici non fossero al suo
fianco.
-Ehi Herm!-
La streghetta si voltò, un falso sorriso stampato in faccia.
Davanti a lei c'era Jayden che, vedendola sola, non aveva esitato a
passare per un saluto.
-Jay! Come stai?-
La risposta del ragazzo fu coperta da un tornado dai capelli rossi che
si piazzò davanti alla Granger, ignorando lo sguardo seccato
di
McBride.
-Hermione- strillò Ginny -Hai visto Ron? E' tutto il giorno
che lo cerco, devo parlargli!-
La riccia non seppe cosa rispondere, così
balbettò
qualche scusa, cercando di non mostrarsi strana, conscia di essere
sotto gli sguardi attenti di Finnigan e Thomas, nonchè di
Ginny
e Jayden.
Probabilmente le sue spiegazioni non furono sufficienti, oppure la sua
espressione pallida parlò per lei, perchè la
piccola
Weasley si posò le mani sui fianchi e la guardò
fissa,
puntando i suoi occhi castani sul viso angosciato dell'amica.
-Herm, devi dirmi qualcosa?- chiese senza troppi giri di parole.
La Granger sfoderò la sua migliore espressione tranquilla e,
cercando di non guardare Ginny, le mentì sfacciatamente,
inventandosi una storia assurda su Ron e tre ragazze di Tassorosso che
avevano assoluto bisogno di lui per delle lezioni di Incantesimi.
Ora, se c'è un difetto che Ginny Weasley non possiede,
è quello della stupidità.
E se c'è un pregio che Hermione Granger non possiede,
è quello di saper mentire abilmente.
Soprattutto contando il fatto che nessuna persona sana
di mente si
sarebbe mai sognata di chiedere a Ronald Bilius Weasley ripetizioni di
alcunchè.
Fortunatamente, prima che la rossa si gonfiasse come un tacchino e
iniziasse a strepitare contro l'amica, Harry, bello come il sole, si
infilò al suo posto, cercando di passare inosservato,
notando
che c'era una lite in corso, anche se non era ancora a conoscenza
dell'argomento.
Per sua sfortuna però, Ginny si accorse di lui e lo
afferrò per il maglione.
-Potrei sapere dov'è finito mio fratello?- chiese di nuovo,
fissando Potter.
Harry, notando che molte persone li stavano fissando alzò un
sopracciglio.
-Non ora, Ginny- sussurrò.
La Weasley aprì la bocca per ribattere, ma un' occhiata del
moretto la zittì.
-Dopo cena ti spiego tutto, promesso - mormorò Harry,
riprendendo posto sulla panca.
Ciò che ancora il ragazzo non sapeva però,
è che
quella promessa l'avrebbe vincolato ad alcuni compagni di avventura non
del tutto desiderati.
Hermione, come la cena finì, si defilò dalla Sala
Grande,
sottraendosi alle occhiate inquisitorie e infuriate di Ginny e a quelle
semplicemente curiose di Dean, Seamus e Neville.
Non che la toccassero più di tanto, intendiamoci.
Più che altro le scocciava essere costantemente osservata,
in un modo o nell'altro.
Si sentiva una tigre in gabbia. Percepiva nell'aria la tensione di
Harry, tutta quell'energia inespressa che gli circolava dentro e lo
logorava.
Così come l'assenza di Ron e Draco stava logorando lei.
Uscì in corridoio, non appena l'aria si fece soffocante, con
l'intenzione di aspettare lì il suo migliore amico. Nel
frattempo, mentre lui, tanto per occupare il tempo, si abbuffava di
costolette di agnello, lei non potè impedirsi di pensare a
come
era andata la missione degli Auror.
A quell'ora doveva essere già finita da un bel pezzo.
Ma perchè allora non le avevano ancora fatto sapere nulla?
Nervosa, prese a passeggiare avanti e indietro.
Era parecchio che non si sentiva così.
Da una parte il fatto che Ron fosse stato rapito la distruggeva ogni
secondo di più, ma dall'altra le aveva dato una grande
carica.
Quando aveva visto Draco così diverso, così
cambiato, si
era come spenta, aveva perso la speranza di riportarlo accanto a lei,
di stringerlo nuovamente tra le braccia, e di sentirsi a sua volta
protetta nelle sue.
Ora però, con Ron prigioniero, aveva la voglia di lottare,
di
non farsi sopraffare da quell'ombra, da quella sensazione di
disperazione.
Hermione Granger aveva di nuovo un obiettivo.
Chiedo scusa per
il ritardo, ma non avevo mai il tempo di aggiornare!
Comunque posso finalmente annunciare che questa storia è
ufficialmente finita. Oggi infatti, durante l'ora di italiano, ho
finito di scrivere su carta l'ultimo capitolo, il 50, e al
più presto inizierò a scrivere la seconda parte
=)!!
Passo subito ai ringraziamenti:
Hollina: Spero
che ora tu abbia un po' più chiara la situazione! Spero che
anche questo capitolo ti sia piaciuto!
liven: Ti
ringrazio tantissimo per quello che mi hai detto, mi fa sempre tanto
piacere. Sei troppo gentile!!
Tanny: Ma stai scherzando? Come puoi pensare che io possa
non volere più i tuoi commenti? Sono sincera, mi dispiace se
tu stai male per come si sta evolvendo la storia, ma mi fa
piacere vedere che in qualche modo sono riuscita a trasmettere
qualcosa. Alle tue recensioni tengo molto, se poi però la
storia non ti piace più o per altri motivi non vuoi
seguirla, posso solo prenderne atto! Grazie comunque per avermi seguito
fino qui! =)
angiericcio: Eh
si Hermione non è proprio al massimo della forma
poverina...(Che poi io dovrei stare zitta dato che sono io a farle
capitare tutte ste cose). Sono contenta che il capitolo ti sia
piaciutoXD
Smemo92: Come
vedi sono più furbi di quanto pensi, hanno scoperto che
è una trppola, soprattutto grazie al cervellino di
Hermione...Per quanto riguarda Piton, tra poco tornerà, e
allora saprai tutto!!
Sklupin: Ti
ringrazio per i complimenti, sei davvero carinissima. Mi fa molto
piacere vedere che la storia non sia ancora diventata noiosa=)
sakura_87: Spero
di aver risposto alla tua domanda con questo capitolo! Grazie della
recensione!
Kitty_Cullen: Oddio
quante domande!! Come al solito mi mordo la lingua per non dire nulla
=) Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, dimmi che ne pensi di
questo!
veranatalie: Wow,
che recensione! Ti ringrazio molto, le tue parole mi hanno fatto
davvero molto piacere. Sono contenta di essere riuscita a rendere
abbastanza bene i nuovi personaggi, non è stato facile
crearli e renderli credibili. Spero continuerai a dirmi che ne pensi!
Love_doll: Piton
non è ancora arrivato, sai com'è, se non fa
l'entrata ad effetto non è contento XD...Scherzi a parte,
ancora qualche capitolo e scoprirai tutto, promesso!
erigre: Che
bello un'altra nuova lettrice! Sono contenta che la mia storia ti
piaccia, mi auguro che continuerai a seguirla. Comunque le foto le ho
fatte con photoshop, grazie all'aiuto del mio migliore amico (io sono
abbastanza negata!) Approfitto per ringraziarti anche del commento che
hai lasciato all'altra mia fiction, troppo gentile!
Ringrazio inoltre le 173 persone che hanno inserito la storia tra i
preferiti e chi legge soltanto! Un bacione!
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Capitolo 44 *** Capitolo 44 ***
-Allora? Posso sapere che sta
succedendo?-
Harry, udendo il tono
furioso nella voce di Ginny si accostò
maggiormente alla sua migliore amica, che lo guardò con una
certa acidità.
Beh, in effetti vedere
il Prescelto intimorito da una ragazzina non era una cosa che accadeva
tutti i giorni.
-Ehm, vedi Gin...-
iniziò Potter, guardando il pavimento.
-Ehi che fate?-
La Granger si
voltò, gli occhi fuori dalle orbite.
Dietro di lei,
incredibilmente simili al gatto e alla volpe, c'erano
Seamus Finnigan e Dean Thomas, con sguardo curioso ed eccitato.
-Vi stavate imboscando?-
chiese Seamus ridacchiando. -Possiamo partecipare?-
Sia Ginny che Hermione
si trattennero dal tirargli una sberla e si limitarono a scoccargli
un'occhiata rancorosa.
-Stavamo parlando di una
cosa importante- sospirò Harry -Vi dispiacerebbe lasciarci
soli?-
All'istante i due
Grifondoro assunsero un'aria seria e composta.
-Si tratta di Ron vero?-
fece accorato Dean -Ho sentito Ginny ed Hermione che ne parlavano prima
in Sala Grande.-
Sapendo bene come
sarebbe finita la conversazione e, tuttavia non
riuscendo a trovare prontamente una bugia, Potter annuì a
malincuore.
-Allora restiamo anche
noi- annunciò Finnigan, deciso.
-Non se ne parla
nemmeno- sibilò Hermione, guardandolo con occhi di fuoco.
-E' anche nostro amico.-
intervenne Thomas, un po' meno duro dell'amico
ma altrettanto preoccupato- Vogliamo aiutarlo se gli è
successo
qualcosa!-
La Granger non rispose,
rivolgendo solamente lo sguardo verso Harry.
Il Bambino
Sopravvissuto, dal canto suo, non sapeva cosa fare, ma detestava
mentire.
Era una loro scelta dopo
tutto no? Facevano parte dell'Esercito di Silente. Se volevano esserci
era un loro diritto.
Così, si
limitò a fare un breve cenno del capo.
Dean e Seamus non
sorrisero, ma i loro occhi si accesero di un qualcosa
che non rasentava più solo l'eccitazione, ma era
più
simile a una nuova consapevolezza.
La consapevolezza che
avrebbero potuto fare qualcosa anche loro.
-Comunque, stavo
dicendo...- ricominciò Potter, titubante e per nulla
convinto della sua scelta.
-Ah eccovi finalmente,
vi ho cercato dappertutto!-
I ragazzi si voltarono
di scatto, giusto in tempo per vedere arrivare
Elenie, allegra come sempre, che si diresse dal suo ragazzo per
scoccargli un bacio sulla guancia.
Appena le si fu spiegata
la situazione, Harry cercò per la terza
volta consecutiva di iniziare il discorso, ormai con un diavolo per
capello, sicuro che presto o tardi sarebbe arrivata un'altra
complicazione.
E infatti...
-Ciao ragazzi! Di che
state parlando?-
Quando Harry ed Hermione
udirono la voce ingenua e gentile di Neville
Paciock arrivare dall'altro capo del corridoio, ebbero quasi una crisi
isterica.
E dire che erano certi
di aver trovato un luogo appartato, per conversare in santa pace!
Stava diventando pian
piano talmente affollato, che quasi quasi si
potevano chiamare altre tre o quattro persone e dare inizio a una festa!
Dopo tutti i convenevoli
del caso e le mille preghiere di Neville
perchè lo facessero restare, Potter incrociò le
braccia e
si appoggiò al muro.
-Harry che stai
facendo?- bofonchiò la piccola Weasley,
incrociando le braccia, semisconvolta dopo tutte quelle interruzioni.
-Aspetto.-
sbuffò di rimando lui, con una punta di sarcasmo nella
voce -Dato che ogni volta che inizio arriva qualcuno, aspetto che
arrivi qualcun altro, e poi comincerò in tutta calma!-
Elenie, dandogli una
leggera botta sul braccio, non potè impedirsi di ridacchiare.
-Avanti, parla e basta.-
lo esortò.
-E' che-
temporeggiò Potter - Se vi dico tutto vi esporrò
a un sacco di pericoli-
-Come se fosse la prima
volta- sorrise Seamus, sarcasticamente.-
-E non è mia
intenzione- proseguì Harry, guardandolo
storto - Perciò forse è meglio che ne rimaniate
fuori.-
Ginny fece
minacciosamente un passo in avanti, arrivando molto vicina al ragazzo.
-Se mio fratello
è in pericolo, devo aiutarlo. -sibilò,
nella voce una nota di supplica -Non puoi lasciarmi fuori. Prova a
metterti nei miei panni.-
Di fronte a quelle
argomentazioni inoppugnabili, il Bambino Sopravvissuto
capitolò.
Non aveva dimenticato
cosa voleva dire essere tenuto all'oscuro delle cose, seppure per il
fine di proteggerlo.
E così,
distogliendo lo sguardo dalla sorella del suo migliore amico,
iniziò a raccontare.
-E' andata meglio di
quanto pensassi, devo ammetterlo- annunciò Chris sollevato.
-Già
-concordò Sebastian -A quanto pare al Ministero non sono in
molti ad appoggiare la politica del Ministro.-
Matthew sbucò
alle loro spalle, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
-E dai, ditelo pure che
sono un genio! D'altronde se non era per me voi non avreste mai cercato
l'aiuto di altri Auror!-
-Se ti aspetti che
partano gli applausi puoi scordartelo- bofonchiò Anderson,
accomodandosi su una poltrona.
-Voi non mi apprezzate
abbastanza -sbuffò Parker, guardandoli storto - Comunque,
dove sono mia sorella e Laine?-
-A cercare i ragazzi-
rispose Mason, passandosi una mano sugli occhi
-Avevamo promesso che appena avessimo avuto novità li
avremmo
aggiornati.-
-Non ti stai riferendo
solo al fatto che abbiamo trovato alleati per la
battaglia, vero?- intuì Matt, facendosi serio di colpo.
Christopher scosse la
testa, preoccupato, mentre con la coda dell'occhio osservava Seb,
pallidissimo e immobile.
-Dobbiamo dir loro anche
di Draco.- sussurrò infine.
-Non la prenderanno
bene.- considerò Parker.
Anderson si
alzò, con aria afflitta e, con le mani in tasca, si diresse
alla finestra.
-Secondo me dovremmo
aspettare.- mormorò.
-Cosa?-
scattò Mason -Per quanto? Vuoi dirglielo quando saremo in
mezzo al combattimento?-
-Non lo so- disse il
Serpeverde, con lo sguardo vacuo -Ma non possiamo rubar loro anche la
speranza.-
-Hai perfettamente
ragione. Ma dobbiamo essere sinceri, e non
illuderli.- concluse Chris, con un tono che non ammetteva repliche -
Devono sapere la verità, prima che sia tardi.-
-Hermione! Finalmente!
E' un'ora che ti sto cercando!-
La ragazza, chiamata in
causa, si voltò, incrociando gli occhi dorati con quelli di
una ex-Grifondoro piuttosto seccata.
-Scusa Alice-
cercò di farsi perdonare la Granger -Ma io ed Harry abbiamo
avuto un...piccolo problema!-
La Parker
assottigliò gli occhi, vagamente confusa, quindi si
voltò verso Laine, che alla sua destra fremeva di impazienza.
-Dove sono ora gli
altri?-
-In Sala Comune-
tagliò corto Hermione -Com'è andata al Ministero?-
-Vi racconteremo tutto
più tardi- mormorò Alice -raduna gli altri. Ci
vediamo da Silente tra mezz'ora.-
Era preoccupata, si
notava chiaramente.
Aveva paura, anche se
cercava in tutti i modi di non darlo a vedere.
Sei un Auror, Alice,
cazzo.
Com'è facile
dimenticare i propri doveri di fronte alla prospettiva di perdere
coloro che si amano.
Com'è facile
cedere alla tentazione di mollare tutto e scappare
in capo al mondo, pur di non dover temere anche solo per un altro
istante di poter perdere Chris.
La Parker
sentì la lieve mano di Laine stringere la sua, quasi per
spronarla a non crollare.
E quel banale gesto le
diede tutta la forza del mondo.
Di nuovo.
Perchè non
poteva permettersi di farsi consolare dalla Harris,
che non era un Auror, ma che comunque rimaneva lì, e lottava
senza remore per il suo amore, per la sua vita, per il suo futuro.
Alice alzò la
testa, scacciando i cattivi pensieri.
Fino alla fine.
Se lo ripeteva sempre
quando, agli esami, era stanca di studiare o
quando, dopo sessioni di allenamento troppo dure, sentiva che la
stanchezza la stava assalendo.
Fino alla fine...fino
alla fine.
E
oltre.
Rialzò
lo sguardo, fiera e combattiva.
Vide che Hermione la
guardava, con uno sguardo ansioso che tentava invano di dissimulare.
-Ecco, Aly...Ci sarebbe
qualcuno in più...-
La Parker non fece
nemmeno caso a quelle parole.
-Possiamo fidarci?-
domandò semplicemente.
La Granger
annuì, risoluta.
-Allora va bene.-
Hermione
ringraziò silenziosamente, lieta che qualcuno
finalmente non li considerasse più solo una banda di
ragazzini
desiderosi di gloria, ma persone, amici, un gruppo, che respirava
all'unisono e che combatteva fino alla morte per difendere uno dei suoi
componenti.
Perchè tutti
loro erano animati dallo stesso fuoco, dallo stesso
battito di cuore che li sosteneva, che li spronava a non mollare.
-Bene...direi che ci
siamo tutti!-
La voce di Chris era
incerta, e i ragazzi che ormai avevano imparato a conoscerlo
trattennero a stento un sorrisetto.
Del resto, parlare
davanti a una quindicina di Auror del Ministero e ad
altrettanti abitanti di Hogwarts, tra Professori e studenti, non doveva
essere di certo un compito semplice.
-Intanto vi ringrazio di
aver risposto così numerosi al nostro
appello- cominciò Mason, reclinando appena il capo verso i
suoi
colleghi.
Un Auror dall'aria
simpatica, non molto alto, ma con due grandi occhi scuri e svegli si
alzò, prendendo la parola.
-Siamo tutti onorati di
essere qui- annunciò con un gran sorriso.
Harry, seduto accanto a
Matthew, che continuava a commentare qualunque
cosa venisse detta, si beveva tutte le parole del gruppo di persone che
aveva dinanzi.
Non gli era mai capitato
di avere accanto tante persone decise ad aiutarlo.
E per la prima volta
c'erano, non solo i suoi amici, ma anche Auror,
che pur di fare quello che è giusto, quello per cui erano
nati,
voltavano le spalle al Ministro.
-Tonks e gli altri dove
sono?- sentì sussurrare Hermione.
-Arrivano più
tardi. Non hanno bisogno di questa riunione.- le
ripose Matt, interrompendo per un attimo i suoi commenti, tra l'altro
molto divertenti.
-..Ora però
lascio la parola a qualcuno senz'altro più
autorevole di me- stava intanto finendo di dire Christopher-
L'ex Grifondoro si
sedette accanto a Silente e, tra scrosci di
applausi, un altro uomo si piazzò al centro della Stanza
degli
Allenamenti.
Pur senza averlo mai
visto, Potter intuì subito che quello
dovesse essere Carrigan, il Capo degli Auror. Aveva una luce di
superiorità e tenacia nello sguardo, che poteva essere solo
che
lui.
-Bene.-
cominciò intanto David Carrigan, con voce profonda e
tonante - Non c'è tempo da perdere. Domani sera al massimo
dobbiamo entrare in casa Riddle.-
Un uomo non giovanissimo
alzo la mano.
-Sì, Algar?-
gli diede la parola il Capo degli Auror.
-Come faremo ad arrivare
lì senza destare sospetti?-
Carrigan non rispose, ma
cedette la parola a Parker, il più esperto in fatto di
spostamenti.
-Ci Materializzeremo in
un punto abbastanza periferico di Little
Hangleton -spiegò Matt -E da lì proseguiremo in
formazione compatta.-
-E' l'idea
più sicura- riprese il Capo degli Auror
-Inizialmente, siccome ci saranno sicuramente sentinelle, dovremo stare
uniti. Poi, se sarà il caso, ci divideremo in gruppetti-
-Ci sarà
Voi-Sapete-Chi?- chiese ad un certo punto un altro Auror.
-Ne dubitiamo
fortemente. Non è nelle sue abitudini partecipare
ad atti del genere.- fece pazientemente Carrigan -Contiamo di trovarli
abbastanza impreparati. Certamente non si aspettano che disponiamo di
un numero così elevato di forze. Tra l'altro, fortunatamente
abbiamo a disposizione un aiuto in più.-
In quel mentre si
udì bussare alla porta, dalla quale fece capolino Madama
Chips.
Silente, già
sapendo cosa volesse l'Infermiera, si diresse verso di lei, ed Harry lo
seguì.
-Ha fatto tutto?- chiese
alla donna.
-Sì- rispose
quella con aria contrariata. -Mi raccomando, non
fatele fare sforzi eccessivi per qualche ora, e domattina
sarà
come nuova.-
E, detto questo,
mollò una spossata Elenie tra le braccia tese di Harry.
Il Bambino Sopravvissuto
strinse a sè la sua ragazza, che gli sorrise debolmente.
-Le ha prelevato molta
magia?- domandò ancora Silente.
Madama Chips fece un
cenno eloquente verso una decina di bottigliette che levitavano a
mezz'aria accanto a lei.
Il Preside
annuì, quindi si rivolse alla Benèfica.
-Se sei molto stanca, ti
farò portare al tuo dormitorio.-
mormorò con un sorriso gentile sulle labbra -Altrimenti puoi
restare, a patto che te ne stia tranquilla.-
Un sibilo di
disapprovazione giunse dalle labbra serrate dell'Infermiera, che se ne
andò rapidamente.
-Vorrei rimanere.-
sussurrò Elenie con voce fioca.
Silente le strinse un
braccio, quindi tornò dentro, seguito dalle ampolle
fluttuanti.
Potter posò
un delicato bacio sulla fronte della Zabini e, sorreggendola,
entrò insieme a lei.
Tutti, al loro ingresso
li fissarono, guardando incuriositi le
bottigliette di Silente e la ragazza sfinita stretta tra le salde
braccia di Harry.
Il Grifondoro, senza
guardare nessuno se non la sua ragazza,
tornò al suo posto, facendo accomodare Elenie sulle sue
gambe.
Lei si
accoccolò sul suo petto, lottando contro il sonno, e
guardandosi attorno stranita.
Il Preside intanto si
schiarì la voce.
-Queste-
esordì, indicando le ampolle - sono estratti di magia
Benèfica, la stessa di cui fanno uso i Mangiamorte, messaci
gentilmente a disposizione dalla Signorina - e qui indicò la
Zabini -Ce ne sono abbastanza per tutti, e questo dovrebbe metterci in
condizioni, se non proprio di parità, dato che loro ne hanno
fatto maggiormente uso, almeno di non così grande
inferiorità.-
Ci fu un mormorio di
assenso, dopo le parole di Silente, e tutti gli occhi degli Auror si
accesero di entusiasmo.
-Questa la tengo da
parte per Kingsley, Tonks, e quelli che ci
raggiungeranno più tardi - disse il Preside, infilando una
bottiglietta nella tasca del suo mantello -Per il resto...servitevi
pure!-
E con un sorriso
agitò la Bacchetta, stappando le ampolle, dalle
quali uscirono tanti filamenti colorati, che si diressero allegramente
verso ogni mago o strega presenti nella stanza.
Quando quelle lingue
multicolori si insinuarono dentro di loro, sia gli
studenti che gli Auror avvertirono un'enorme carica positiva farsi
spazio nelle loro vene, nel loro cuore.
Scoprirono che i loro
sensi si erano sviluppati, che erano molto più forti.
-E' così che
ti senti di solito, tu?- chiese Blaise, eccitato, alla cugina.
-Si, solo che essendo
Benèfica di natura, quello che provo io
è cento volte più amplificato- sorrise debolmente
Elenie.
Chris, quando
l'atmosfera si fu un po' calmata, si alzò nuovamente.
-Ora, non confidate
troppo in questi nuovi poteri. Non sono eterni, e
andranno via via consumandosi.- spiegò -E ricordate che non
avete nulla di più di quello che hanno i Mangiamorte. A
proposito, quanti di voi sanno usare la spada?- chiese ad un certo
punto.
Diversi Auror si
alzarono in piedi e, con grande orgoglio anche Blaise,
Hermione, Harry ed Elenie, oltre che Seamus, poco più
indietro.
-Perfetto.-
sospirò Mason -Vedete...dato che suppongo saremo
più o meno allo stesso livello, per quanto riguarda la
potenza
degli incantesimi, temo che ad un certo punto, per ottenere migliori
risultati, dovremo passare al duello fisico.-
Molti nella stanza
trattennero il fiato, preoccupati.
-Naturalmente non siete
obbligati a rimanere, potete andarvene in qualsiasi momento.-
Tanti si guardarono
intorno, altri avevano espressioni preoccupate, ma nessuno si mosse.
Ognuno rimase ben
ancorato alla propria sedia. Il coraggio rimpiazzava la paura, la
tenacia e l'orgoglio la preoccupazione.
-D'accordo. -
continuò Christopher, rincuorato -Chi non è
abbastanza pratico con spade ed affini dovrà stare sempre
accanto a qualcuno di esperto, per aiutarlo con la bacchetta ed essere
a sua volta protetto. Tutto chiaro?-
Gli Auror assentirono
brevemente, e qui ricominciò Carrigan.
-Stanotte sarete
ospitati qui al castello. Il Preside ci ha gentilmente
chiesto -spiegò -di non farci vedere troppo in giro per non
mettere in allarme gli studenti. Ci ritroveremo qui, domani, alle
sette, per discutere degli ultimi dettagli e partire.-
La folla degli Auror
sfociò dalla stanza, scortata dai
professori e da Silente, e nell' aula rimasero solo Harry, i ragazzi e
i soliti quattro Auror più Laine.
-Beh dai, direi che
è andata bene- sorrise Alice, appoggiandosi alla spalla del
fidanzato.
Mason annuì
-Più di quanto mi aspettassi.-
-Elenie come stai?-
stava chiedendo intanto dolcemente la Harris,
accarezzando i capelli della Benèfica, sempre in braccio ad
Harry.
-Sono un po' stanca
-confessò la Corvonero -Ma sto bene, grazie. Domani
tornerò in forze.-
-E voi?- si
interessò Chris, osservando in direzione di Ginny,
Seamus, Dean e Neville. -Sapete che nessuno vi obbliga vero?-
Finnigan si
alzò, solennemente.
-Lo sappiamo-
annunciò con fierezza, parlando anche per i propri
amici -Ma è giusto che anche noi facciamo la nostra parte,
per
quanto possibile...-
-Siete proprio dei
Grifondoro -soghignò malignamente Seb, poco
più in là, prendendosi una sberla dalla sua
ragazza.
-Se non sbaglio tu sai
anche usare la spada giusto?- continuò Mason, ignorando
l'amico.
Seamus annuì,
sorridendo.
-Tu sei la sorella di
Ron, giusto?- si intromise Alice ad un tratto.
Ginny annuì
afflitta.
-Non ho ancora avuto il
coraggio di dirlo a mamma e papà- mormorò tra
sè e sè.
-Ah già. Ne
ho parlato con Silente.- si ricordò in quel
momento Chris -Ha detto che non devi preoccuparti di nulla, che
penserà lui a tutto. Non vuole farli stare troppo in
pensiero.-
La piccola Weasley
annuì, accostandosi appena a Dean.
-Ora noi andiamo-
annunciò Alice -Dobbiamo andare ad aspettare
Malocchio, Kingsley, Remus e Ninfadora, che arriveranno a breve!-
-Possiamo venire anche
noi?- chiese Hermione, che per tutta la durata
della riunione non aveva quasi parlato, limitandosi ad ascoltare
attentamente come se fosse ad una lezione di Ruf.
-E' meglio che andiate a
letto- rispose dolcemente la Parker
-Arriveranno tardi, e dobbiamo discutere con loro di una cosa molto
importante. Li saluterete domani mattina.-
E detto questo, uscirono.
-Ti accompagno a
Corvonero.- sussurrò Harry ad Elenie, aiutandola ad alzarsi
e uscendo dalla porta sorreggendola.
Quasi tutti gli altri li
seguirono, finchè nella stanza rimasero solo Ginny ed
Hermione.
-Sei preoccupata per
Ron?- chiese la Granger, maledicendosi un istante dopo per la
stupidità della propria domanda.
Lei stessa si stava
logorando per l'ansia di sapere cosa fosse accaduto
al proprio migliore amico, figuriamoci Ginny, che era sua sorella.
-Più che
altro mi sento in dovere di fare qualcosa-
confidò la Weasley, con gli occhi lucidi -Lui ha sempre
fatto di
tutto per me, è venuto fino nella Camera dei Segreti, al
secondo
anno, pur di salvarmi. Ora tocca a me-
Hermione, cercando di
ignorare il magone che sentiva crescerle sempre
di più, si sporse dalla sedia per stringere la mano
dell'amica.
-Lo tireremo fuori,
vedrai - mormorò, cercando di confortare lei, oltre che
sè stessa.
-E Malfoy?-
borbottò Ginny, cercando di cambiare argomento e di
vedere al contempo un po' più chiaro dietro una faccenda di
cui
non aveva capito molto.
La Granger, solo
sentendo quel nome, si ritrasse, sentendo la solita fitta nel petto.
Non lo sentiva
più...
Non riusciva
più a percepire la sua presenza accanto a lei, e questo non
riusciva a sopportarlo.
Non poteva, non doveva
arrendersi.
-Lo so che c'era
qualcosa di importante tra voi...Si vedeva chiaramente.- disse la
rossa, tranquillamente.
Hermione
sentì gli occhi diventare lucidi.
Era così
percepibile?
Erano così
tangibili i suoi sentimenti per Draco?
-Ti cercava
sempre...Anche con lo sguardo-
Un lieve singhiozzo si
propagò all'esterno, senza che riuscisse in nessun modo a
controllarlo.
Lo rivoleva. Era troppo
difficile sentire Ginny parlare in quel modo.
Parlare di lui...Di
loro...
Perchè ne
parlava al passato. Ma non poteva dirle nulla, non
poteva dirle di smetterla, di non farlo, perchè lei stessa
sentiva la speranza scivolarle via dalle mani, come neve al sole.
E la sua amica se ne
accorse.
-Herm non devi mollare!-
la esortò, stringendola per le spalle -Non puoi arrenderti,
hai capito?-
Ginny la forte, Ginny la
consolatrice.
Ginny la Grifondoro.
Quella che da qualche
parte era anche lei, Hermione.
E doveva tirare fuori le
ali, gli artigli e il ruggito di quel grifone.
Per liberare Draco, ma
soprattutto lei stessa, da quell' incubo, chiamato realtà.
Mi prostro ai
vostri piedi per scusarmi di questo imperdonabile ritardo! Credo di non
aver mai fatto passare così tanto tempo, quasi un mese, tra
due aggiornamenti, ma ho avuto grossi problemi col mio computer, che si
sono risolti solo adesso.
Vi prometto che ora sarò molto più rapida a
postare!
Passo subito ai ringraziamenti:
Hollina: Hermione
è forte, ma non invincibile...Vedrai che
acquisirà sempre più risolutezza, col passare del
tempo! Grazie per la recensione...
nami_pazza: Ciao
Gaia! Che bello vederti tra le mie recensitrici...Sono contenta che la
storia ti piaccia, spero continuerai a dirmi che ne pensi!
erigre: Un
po' di misteri sono stati svelati, ma per avere altre risposte dovrai
pazientare ancora un pochino!! Dimmi che ne pensi di questo capitolo...
Kitty_Cullen: Guarda
ormai non mi limito più a mordermi la lingua...L'ho proprio
incatenata, infiocchettata e ingabbiata, tanto che temo non
riuscirò più a muoverla per una trentina d'anni o
giù di li! Comunque dai...in questo capitolo un po' di parti
del piano le hai capite no? XD
Smemo92: Mi
fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto...e soprattutto di essere
riuscita a rendere le emozioni dei protagonisti! Spero che anche questo
capitolo sia di tuo gradimento!
liven: Ti
ringrazio per la solita gentilezza con cui commenti i miei capitoli, lo
apprezzo molto! Spesso ho dei dubbi su alcuni (molti) punti della
storia, temendo di cadere nel banale, di tirarla per le lunghe o, al
contrario, di essere troppo sbrigativa e recensioni del genere mi
rassicurano molto!
angiericcio: Ti
ringrazio dei complimenti, sei un tesoro! *_* Lo so che i
ragazzi non sono quel che si dice fulminei nel decidere cosa fare, ma
cerca di capire, andare in cinque allo sbaraglio contro mucchi di
Mangiamorte...non è proprio il massimo! =)
Love_doll: Mmm...una
Blaise/Ginny dici? (momento per rimuginare) In effetti non è
una brutta idea, non ci avevo pensato...Magari nella seconda parte, che
dici? Qui, a parte che ho già scritto tutto, ma poi avrei
troppo poco tempo per scrivere una cosa decente...
veranatalie: Se
non ho capito male intendevi una Blaise/Hermione? Certo che tra tutte,
cercate di mettere Blaise con chiunque gli capiti a tiro eh? =)
No dai, non dico niente, dato che non vuoi sapere, anche
perchè per ora del seguito ho scritto solo l'inizio, quindi
è ancora tutto da vedere!
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Capitolo 45 *** Capitolo 45 ***
-Li avete chiamati?-
-Si Preside...Arriveranno a momenti-
Ad ascoltare il lugubre scambio di battute tra Albus Silente e
Sebastian Anderson c'era una piccola folla di persone.
Oltre a loro infatti, nel piccolo studio del Preside, c'erano Alice,
Christopher, Laine, Matthew, la McGranitt e Piton.
Tutti in silenzio. Tutti ansiosi e attoniti.
-E' sicuro che sia giusto dirglielo? Dopotutto sono solo dei ragazzi..-
tentò di dire per l'ennesima volta la VicePreside.
-Meritano di sapere.-mormorò Silente -E dopotutto, ho
già
sottovalutato molte volte Harry, nascondendogli delle cose. Non voglio
farlo di nuovo.-
-Ma siamo sicuri che non ci sia un'altra via?- insistette la donna
-Magari non abbiamo valutato tutte le possibilità!-
-No- si intromise Piton, pallidissimo -Ho cercato io stesso in tutti i
miei libri, e recuperato i testi su cui ho studiato. Non ci sono dubbi.-
La strega crollò su una poltrona, sfibrata.
-Mai....- sussurrò -Mai nella storia di Hogwarts era
successa una cosa del genere-
Nessuno se la sentì di dire nulla, a quell'affermazione.
Erano
ancora troppo sconvolti e, ognuno, dentro di sè, cercava la
forza. il coraggio, per dire tutto ai ragazzi.
Dei colpi risuonarono alla porta, quindi Hermione, Harry e Blaise,
entrarono nella stanza.
Elenie era rimasta in dormitorio, poichè era ancora debole e
voleva essere in forze per quella sera.
-Abbiamo fatto il prima possibile -disse Potter- Ci hanno detto che era
una cosa importante.-
Silente annuì, facendo segno ai ragazzi di accomodarsi
dinnanzi a lui.
-Non è una cosa buona quella che sto per dirvi-
iniziò,
con gli occhi socchiusi -Dovrete fare appello a tutta la vostra tempra.-
Hermione, confusa, cercò lo sguardo di Alice, che
però guardava ostentatamente da un'altra parte.
La Granger tuttavia, non potè fare a meno di notare che la
ragazza sembrava avere gli occhi lucidi.
-Riguarda Draco Malfoy- borbottò infine il vecchio mago.
La ragazza sentì il cuore cominciare a battere a mille, e la
salivazione interrompersi di colpo.
Avvertì il braccio di Harry serrarsi attorno al suo, quasi
fosse
pronto a tenerla a galla in un mare in cui lei non sapeva nuotare.
-Gli è successo qualcosa?- rantolò infine Blaise,
col respiro affannoso.
Silente scosse la testa.
-Diciamo che abbiamo fatto ricerche riguardo all'antidoto della Malefica Potio, e i
risultati non sono buoni.- annunciò, pacato.
-Non avete ancora trovato nulla?- gemette Hermione, che aveva da poco
ricominciato a respirare dopo lo spavento di poco prima.
-Al contrario- continuò il Preside -Abbiamo trovato molte
fonti. Ma che purtroppo riconducono a un unico rimedio-
-Cioè?- sibilò Harry, teso -Che rimedio?-
Silente aprì gli occhi, e all'istante tutti capirono.
Oh, se capirono.
Quegli occhi chiari, che non conoscevano menzogna, disserò
la
verità, nel modo più dolce e terribile del mondo.
-Si spieghi...- sussurrò Hermione, non riuscendo nemmeno
più a trovare la propria voce, e ormai sull'orlo del pianto.
Il vecchio mago intrecciò le dita, e posò il
mento su di esse.
-Ho fatto del mio meglio, ve lo assicuro, per cercare fonti che fossero
il più precise possibile- assicurò, pacato -E
tutto
ciò che ho trovato è che non c'è
antidoto alla Malefica
Potio. I suoi effetti svaniranno solo con la morte di chi
l'ha assunta-
Il tono lento di Silente non aiutò a lenire gli effetti di
quella tremenda verità.
Il cuore di Hermione smise di battere per qualche istante.
Sentì
qualcosa sbriciolarsi dentro di lei. O forse era lei stessa che stava
cadendo in miliardi di pezzi, per poi dissolversi nell'aria.
Scoprì poi che non riusciva nemmeno a piangere.
Era da giorni che non lo sentiva più. Forse
perchè nel
profondo di sè sapeva che Draco non c'era più,
che non ci
sarebbe stato più. Che il suo cuore non avrebbe mai
più
battuto per quegli occhi grigi, per quello sguardo impenetrabile.
Sentì Blaise alzarsi e uscire dalla stanza, seguito a poca
distanza da qualcuno, forse Sebastian.
Silente fece un cenno ad Harry, che silenziosamente passò un
braccio attorno alla vita della sua migliore amica e la fece alzare in
piedi.
Uscirono lenti dalla stanza.
La Granger sentì il respiro di Potter solleticarle
l'orecchio...poi più niente.
-Che dici, lurido Babbanofilo, i tuoi amici verranno a cercarti, oppure
ti lasceranno morire qui, solo?-
Ron, seduto in un angolo, non badò nemmeno per un istante
alla
voce maligna di quel Mangiamorte, limitandosi a guardare fisso davanti
a sè.
Stava morendo di fame, non mangiava da quando l'avevano rinchiuso in
quella gabbia.
Non aveva ancora visto Draco, e non si faceva certo un cruccio per
questo.
Ci mancava giusto quell'idiota di Malfoy per migliorargli la giornata!
Era stanco, ma teneva i sensi perennemente in allerta.
Il suo sguardo aveva già vagato per ore interminabili lungo
le
pareti lisce della stanza, alla ricerca di un pertugio, un'apertura in
cui infilarsi, ma niente.
D'altronde non potevano i Mangiamorte essere così
sprovveduti.
Era preoccupato, inutile dirlo. Per la sua sorte ovviamente, ma non
solo.
C'era Harry. C'era Hermione.
Non poteva permettersi che succedesse loro qualcosa.
Da questo punto di vista preferiva sicuramente essere lui il
prigioniero.
Sarebbe impazzito ad Hogwarts, nel caso fosse stato rapito uno dei suoi
amici, senza avere notizie.
Almeno, pur essendo rinchiuso, sapeva che loro stavano bene, che erano
al sicuro.
E poteva solo pregare che non accadesse loro niente, che si tenessero
lontani dalla battaglia.
Anche se, conoscendoli, gli sembrava alquanto improbabile.
-Da quanto è così?-
-Da un po'...Sono preoccupato!-
Harry Potter guardò con aria ansiosa la sua migliore amica,
toccando appena le sue mani gelide.
Sentì un braccio posarglisi delicatamente sulle spalle, poi
udì la voce rassicurante di Remus Lupin.
-Si riprenderà vedrai...-
-Ma certo! Lo sai che è forte- cercò di
consolarlo Tonks, a fianco dell'uomo.
Si, Hermione era forte, lo sapeva.
Ma quanto peso poteva portare sulle sue spalle, prima di crollare?
Se al posto di Draco ci fosse stata Elenie lui non sapeva nemmeno come
avrebbe reagito...Non l'avrebbe sopportato. Punto.
-Draco....-
-Ha detto qualcosa?- la voce ansiosa di Ninfadora si
propagò nella stanza, ma lui non rispose.
Sapeva benissimo che la sua amica aveva detto qualcosa. E sapeva ancor
meglio chi aveva inconsciamente invocato.
Le strinse la mano, mentre lei apriva debolmente gli occhi.
Hermione vide il suo migliore amico, lo riconobbe all'istante, e non
potè impedirsi di sentirsi come spaccata in due.
Ci aveva creduto, per un debole e illusorio momento, ci aveva sperato.
Aveva pregato che fosse tutto un sogno, ma le era bastato guardare gli
occhi spenti e preoccupati di Harry, per comprendere che non lo era.
Fece per alzarsi, ma lui la costrinse a rimanere lì.
-Sei svenuta, prima- mormorò Potter in risposta al suo
sguardo stupito -Forse è meglio se stai un po' tranquilla.-
-Se sto ferma impazzisco- sussurrò la ragazza, ignorando le
mani sospese dell'amico e mettendosi seduta.
Fu in quel momento che vide Lupin e Tonks, e rivolse loro un debole
sorriso.
La strega si sporse per abbracciare stretta la ragazza, mentre il lupo
mannaro si limitò a posarle una mano sulla spalla
affettuosamente.
-Verrete anche voi, stasera?- chiese debolmente Hermione.
Vedendo i tre maghi presenti nella stanza guardarla come se fosse
uscita pazza, la Granger pretese spiegazioni.
-E' che...-abbozzò Harry -Credevo che, dopo quello che ci ha
detto Silente, tu non volessi venire.-
La Grifondoro inizialmente non capì. Poi tutto le si fece
più chiaro.
Draco doveva morire, per non essere più una minaccia.
Dunque quella notte, a Casa Riddle, gli Auror l'avrebbero trattato come
un Mangiamorte qualunque, e non come un ragazzo da salvare
perchè era sotto maledizione.
Hermione inspirò profondamente.
-Non posso. Devo esserci. Per Ron-
-Sei coraggiosa, ragazza.-
La Granger, sentendo quella voce roca e familiare si voltò.
-Saresti un ottimo Auror.- si complimentò un uomo
dall'aspetto
alquanto strano, con una gamba di legno e un occhio blu elettrico che
roteava impazzito nell'orbita.
-Professor Moody!- lo salutò stupita Hermione.
L'uomo fece una smorfia, sentendosi chiamare in quel modo.
-Potter!- fece Malocchio, accorgendosi del ragazzo -Pronto per stasera?-
Il Bambino Sopravvissuto annuì.
-Perfetto. Vado ad organizzare gli Auror! Ci vediamo alle sette. E
ricordate...Vigilanza costante!-
-Blaise, mi vuoi spiegare che è successo?-
Zabini non si degnò nemmeno un secondo di ascoltare la voce
della Parkinson, ma si limitò a girarsi nel letto, dandole
le
spalle.
Non voleva vedere nessuno...non voleva parlare, o ascoltare.
Avrebbe solo voluto rimanere nell'incoscenza, nell'ingenua speranza in
cui si era crogiolato fino a qualche ora prima.
E siccome lo avevano brutalmente tolto dal suo limbo dorato, l'unica
cosa che gli rimaneva era la sua solitudine.
Solo, voleva rimanere solo, ad assaporare quell'incubo dal sapore amaro
del fiele.
Ma evidentemente Pansy la pensava diversamente.
Rabbiosa, si diresse dal compagno di casa e, afferrandolo per le
spalle, lo costrinse a guardarla.
-Esigo delle spiegazioni.- ringhiò -E' un bel pezzo che non
vedo
Draco...E ora tu stai così! Voglio la verità!-
Blaise la guardò, specchiandosi nei suoi occhi
incredibilmente neri e decisi.
Una volta aveva creduto di amarla, ma lei gli aveva preferito Draco.
Non tanto questo fatto, quanto quello che entrambi sapevano benissimo
che a Malfoy della Parkinson non era mai importato nulla, li aveva
fatti incredibilmente allontanare.
Zabini non l'aveva più considerata perchè l'aveva
ritenuta più coraggiosa e orgogliosa, mentre Pansy, dal
canto
suo, si sentiva già abbastanza umiliata per dover subire
anche
le occhiate di commiserazione di Blaise.
-Senti, fammi un favore- scandì il ragazzo -Lasciami perdere-
Come hai già fatto anni fa.
La Serpeverde, stanca, gli prese il viso tra le mani,
costringendolo a guardarla in faccia.
-Sono stufa- sibilò -Di essere ritenuta la cretina di turno,
chiaro? Io non mi muovo finchè non mi dici tutto!-
E Blaise dopo tanto tempo rivide la ragazza per cui, anni prima, aveva
provato qualcosa.
La stessa ragazza che aveva baciato per la prima volta davanti al
lago...Prima che lei cambiasse, prima che i suoi genitori e
quell'ossessione malata per Draco gliela portassero via.
Sarà che stava male, sarà che si sentiva solo,
sarà che non voleva pensare...
Ma quando le infilò una mano nei capelli, si
sentì di nuovo la mente in pace...
E quando la costrinse a baciarlo, facendo pressione con la mano sulla
sua nuca, sentì che era la cosa giusta.
David Carrigan si guardò in giro, sistemandosi meglio la
spada che portava appesa alla cinta.
La Sala degli Allenamenti era gremita di Auror.
-Anderson!- gridò l'uomo, in direzione di uno dei suoi
sottoposti.
Sebastian, scostandosi i capelli scuri dal volto, si
avvicinò al suo Capo.
-Mi dica.-
-Sono arrivati tutti?- domandò Carrigan.
L'ex Serpeverde si guardò brevemente alle spalle.
-Mi sembra non manchi nessuno- annunciò.
Infatti aveva appena visto il portone aprirsi, per lasciare entrare
Harry Potter e il suo gruppetto, il quale si era diretto subito da
Remus Lupin, che si trovava in un angolo della sala a parlare con Alice
e Laine.
-Blaise va tutto bene?- stava chiedendo in quel momento Hermione, con
espressione vuota -Mi sembri strano.-
Il Serpeverde annuì, assente.
Nemmeno per un istante pensò che la domanda della ragazza
riguardasse quello che era stato detto loro quella mattina sulla sorte
di Draco.
Sembrava che nessuno volesse parlarne, forse per lasciare fuori tutto
quel dolore, oppure per esorcizzarlo in silenzio...oppure semplicemente
perchè non andasse ad intaccare tutto quel coraggio che
avevano
accumulato per l'impresa di quella sera.
-Sei sicuro?- insistette la ragazza, probabilmente più per
parlare e distrarsi, che per altro. Non era mai stata una ficcanaso.
Blaise le sorrise debolmente, quasi per rassicurarla, poi si richiuse
in sè stesso.
Del resto non poteva dirle di tutto quello che aveva provato baciando
Pansy.
Di come avessero fatto l'amore nel suo letto fino a poco tempo prima.
E di come si sentisse, in una piccola parte del suo essere, felice...
Il fatto di Draco l'aveva come ricoperto di una coltre di disperazione,
ma ora si era creato un piccolo angolo di cielo terso, che nulla poteva
scalfire.
Aveva gridato, Pansy, quando le aveva detto cosa lo aspettava quella
notte, l'aveva implorato di non andare.
E poi, semplicemente, aveva capito.
E l'aveva salutato, senza dire nulla. Senza raccomandargli di
fare attenzione, o di tornare presto.
No, gli aveva solo stretto il braccio per un momento, poi era uscita.
Forse per nascondere le lacrime.
Cazzo. Che casino.
Uno ha certezze per una vita e poi...boh...basta un atto di coraggio,
un atto di cuore, per stravolgere tutto.
Stranamente il pensiero che per Pansy fosse stata una cazzata, un
gioco, non l'aveva nemmeno sfiorato.
Il fatto che magari lei amasse ancora Draco, che volesse ancora solo
lui, non l'aveva nemmeno considerato.
Perchè, per quella fuggevole ora, aveva rivisto in lei una
ragazza che era convinto non esistesse più...
-Perfetto. Ora possiamo partire. Dovete pensare intensamente a una via
di Little Hangleton. Questa.-
E Matthew estrasse dal suo mantello una fotografia che, ad un tocco di
bacchetta, si amplificò per poter essere vista da tutti.
Ogni singolo occupante della stanza si sforzò di imprimersi
bene
in mente tutti i più piccoli particolari dell'immagine.
-Bene. Se siamo tutti a posto direi che ci vediamo lì tra
poco. Arrivederci.-
E detto questo, seguito da una buona parte degli Auror, si
Smaterializzò.
Harry lo imitò immediatamente, sapendo di dover essere
rapido,
perchè Silente non voleva lasciare per troppo tempo
disattivata
la barriera anti-Smaterializzazioni, sia pure solo per quella sala.
Strinse forte il polso di Dean, che ancora non era molto abile con
quella tecnica e girò su sè stesso.
Hermione fece lo stesso, con Ginny saldamente ancorata alla sua mano.
Riapparvero un istante dopo in un vicoletto buio.
Rischiarono quasi di venire schiacciate dalla folla di Auror, troppi
per un luogo così piccolo.
Pur se era stato raccomandato a tutti di fare il meno rumore possibile,
un insieme così grande di persone tutte insieme creava
comunque
un bel brusio, dato dai lumos delle bacchette, dallo scalpiccio dei
piedi, e dalle parole appena sussurrate.
-Dove saranno gli altri?- chiese angosciata la Granger.
Ginny per tutta risposta si guardò rapidamente intorno,
preoccupata.
Fecero qualche passo, sempre tenendosi per mano per non perdersi tra
tutte quelle persone, quando Hermione si sentì afferrare il
braccio libero.
Come vide Harry e Dean li abbracciò stretti, subito imitata
dalla Weasley.
Poco dopo, fortunatamente comparvero anche Blaise con Seamus ed Elenie
con Neville.
Nell'aria aleggiava un freddo innaturale, le strade della cittadina
erano buie e silenziose.
-Dobbiamo cercare di passare il più inosservati possibile-
spiegò Alice, collocandosi al loro fianco quando
cominciarono a
camminare alla volta di Casa Riddle.
-State sempre in gruppo. Non lasciatevi mai!- ordinò, prima
di andare a parlare con Chris.
Hermione, guardandosi intorno si sentì stringere il cuore.
Ovunque si girasse vedeva solo persone che approfittavano di quelli che
potevano essere i loro ultimi istanti di vita per stare insieme.
Elenie ed Harry, davanti a lei che, con le teste vicine parlavano
sottovoce, incitandosi a vicenda.
Chris e Alice che si tenevano per mano e procedevano a dare gli ultimi
ordini e consigli agli Auror.
Sebastian che stringeva Laine per la vita, ormai rassegnato che lei
l'avrebbe seguito anche all'Inferno, pur di non doversi staccare da lui.
L'aveva pregata, supplicata di non andare, di rimanere al sicuro, ad
Hogwarts, ma la Harris non aveva voluto sentire ragioni. Erano come un
unico filo.
E così la Granger camminava, spinta solo dalla voglia di
salvare il suo migliore amico.
Se gli fosse accaduto qualcosa...No, non poteva pensarci.
Lui ed Harry erano le sole cose che impedivano ai fili sottili che la
tenevano ancorata alla terra di staccarsi.
Per un breve tempo anche Draco era stata una delle sue poche ragioni di
esistenza...
Ma alla fine si era rivelato solo un bel sogno, che non aveva
apprezzato abbastanza finchè non si era concluso.
Cazzo. Ma perchè doveva andare a finire sempre
lì? Perchè doveva fare così
dannatamente male?
Il gruppo camminò per una buona ventina di minuti, quindi
tutti
videro dinanzi a loro il profilo nebbioso di una grande, immensa villa.
Una villa da cui erano separati per mezzo di un enorme giardino, il
quale era a sua volta sbarrato da un pesante cancello in ferro battuto.
Non un rumore proveniva dalla gigantesca abitazione anzi, su di essa
aleggiava un sentore di morte, iniziato con l'assassinio della famiglia
Riddle da parte di Voldemort, e terminato con tutto il sangue che
sarebbe stato versato quella notte.
Eccomi di nuovo
qua. Lo so, dopo questo capitolo vorrete uccidermi...ma vi prego di non
farlo! A mente fredda ve ne pentireste! (spero XD).
Mi auguro che continuerete tutte a seguirmi, anche se magari per il
momento la storia non sta prendendo la piega che speravate...
Ora passo alle recensioni:
Hollina: Sono
contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Dimmi che ne pensi di questo,
anche se temo non ti sia piaciuto altrettanto...
liven: Coi
tuoi commenti mi fai arrossire ogni volta! Ti ringrazio di cuore,
davvero, non sai quanto sia importante e bello per me vedere che
qualcuno mi apprezzi a tal punto.!
Love_doll: Eccoti
subito accontentata! Come vedi Blaise non è più
single...Anche se non è Ginny la sua ragazza...spero ti vada
bene lo stesso, anche se non credo! Dai, per il momento, accontentati,
poi più avanti...chissà!
erigre: Mi
sento troppo in colpa a rispondere ai vostri commenti dopo le
rivelazioni di quest'ultimo capitolo! Comunque ti ringrazio della
recensione, spero che non mi "abbandonerai", dopo le novità
su Draco!
nami_pazza:
Vedo che ormai mi avete messo su il Blaise/Ginny fanclub =), quindi
temo che ciò che è successo tra Blaise e Pansy
non sarà apprezzato più di tanto. Beh, mi auguro
che mi dirai lo stesso cosa ne pensi! Ciao Gaietta, un bacio!
Smemo92: Qui
hai trovato risposte ad alcune domande...Io invece ti dico che hanno
preso la magia Benèfica la sera prima perchè il
giorno della battaglia non ne avrebbero avuto il tempo, come vedi
infatti sono partiti abbastanza di fretta...E in più Elenie
doveva riprendersi!
Kitty_Cullen:
Sono contenta che ti sia piaciuto l'ingresso di Ginny...Grazie della
recensione!
angiericcio: Concorrenza
alla Rowling? Cavoli, che complimentone...Spero di non deluderti,
davvero!
veranatalie: Ti
ringrazio tanto per i complimenti, nel prossimo capitolo scoprirai
molte cose e finalmente ci sarà un po' di spazio per
l'azione=) Sono contenta di aver reso bene Harry, cerco sempre di
mantenere i personaggi il più vicino possibile
all'originale, anche se non sempre ci riesco!
Ringrazio inoltre le 180 persone che hanno inserito la fiction tra i
preferiti e chi legge solamente!
Un bacione a tutti!
Gaia
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Capitolo 46 *** Capitolo 46 ***
-Bombarda!-
Hermione e gli altri non poterono fare a meno di tapparsi le orecchie,
dopo il fortissimo rumore prodotto da quattro o cinque incantesimi
insieme, che andarono a cozzare contro il cancello di ferro di Casa
Riddle.
Era da mezz'ora che stavano lì, e ancora non erano riusciti
ad aprire quella maledettissima inferriata.
-Cazzo. -biascicò Harry, accanto a lei, notando l'ennesimo
tentativo andare a vuoto -Devono averci messo su un incantesimo bello
potente-
Persino Elenie si era aggiunta agli Auror, cercando inutilmente di
provare a creare un'apertura, ma il cancello sembrava invalicabile.
La Granger, se fino a qualche minuto prima si era aspettata di agire di
sorpresa, o quantomeno di nascosto, rimase fortemente delusa.
Non è nello stile degli Auror agire nell'ombra. Non sono
come i Mangiamorte.
Perciò appena giunti davanti a Casa Riddle, erano volati i
primi incantesimi.
Stranamente però nessun Mangiamorte era uscito, nessun
contingente nemico aveva cercato di frenare l'avanzata degli Auror, ma
rimanevano tutti trincerati dentro la Villa silenziosa.
-Sperano che ci stanchiamo- giudicò Chris, parlottando con
gli amici.
Sebastian annuì.
-Speranza vana -sibilò -Il cancello sta cedendo-
Infatti, sotto il forte peso degli incantesimi degli Auror, potenziati
dalla magia Benèfica, l'inferriata si schiantò a
terra
con un pesante cigolìo.
-Mi raccomando, niente colpi di testa!- ordinò Carrigan,
alla
testa dei suoi uomini, mentre procedevano verso il giardino.
Harry, vicino ai suoi compagni Grifondoro, alla sua ragazza e a Blaise,
continuava a guardarsi attorno, i sensi tesi.
Non era nuova come situazione, per lui.
Era abituato a quelle battaglie, a sentire il sangue ribollirgli nel
cervello, ad avvertire l'adrenalina galoppargli nelle vene...ma c'era
qualcosa in più, quella volta.
C'era Ron.
Il suo migliore amico per la prima volta non era al suo fianco, a
incentivarlo, a spronarlo, ma era nelle mani di quei bastardi.
Potter strinse i pugni, girandosi di scatto verso un
tremolìo improvviso nella notte.
Non gli ci volle molto a capire cos'erano le creature che si stavano
avvicinando loro, perchè subito avvertì una
sensazione di
freddo, e immediatamente la voce di sua madre iniziò a
gridare
nella sua testa.
-Evidentemente ai Mangiamorte piacciono i Dissennatori!-
ringhiò
Sebastian poco più in là, estraendo la bacchetta.
Tutti lo imitarono, osservando un buon centinaio di esseri scivolare
nella loro direzione.
Iniziarono a volare incantesimi. Animali argentei delle forme
più disparate correvano in giro, nel tentativo di proteggere
i
propri padroni.
-Expecto patronum!- gridò Harry, e osservò il
proprio
cervo galoppare insieme alla lontra di Hermione e alla volpe di Seamus.
-Sono tantissimi!- rantolò Laine, colpendone tre con il
proprio Patronus.
Mason si abbassò, per schivarne uno che gli era arrivato
eccessivamente vicino, poi lo distrusse.
Era difficile combattere in quelle condizioni.
Di per sè, per un mago abile con l'Incanto Patronus,
debellare un Dissennatore non è difficile.
Ma in quella situazione, combattere contro tante creature in una volta
sola, sentendo il cuore oppresso dall'angoscia, il compito si rivelava
più arduo che mai.
-Vigliacchi- sibilò Anderson, quando ebbero distrutto tutti
i
nemici -Sanno perfettamente che i Dissennatori non possono farci del
male. Vogliono solo farci consumare le forze.-
-Evidentemente ci temono abbastanza -sorrise diabolicamente Chris.
-Se credono di fermarci con qualche Dissennatore si sbagliano di
grosso- ringhiò Carrigan, tra sè e sè.
Era un uomo tutto d'un pezzo, non si faceva intimorire da nulla, e
l'unica sua paura, quella notte, era quella di perdere alcuni dei suoi
elementi.
Gli Auror avanzarono ulteriormente, ma con maggior circospezione.
Erano un gruppo compatto, unito, e tutti erano ugualmente stupiti di
non aver ancora subito nessun attacco eccessivamente pericoloso.
Sembrava quasi che nessuno avesse mandato quegli esseri immondi.
La Villa rimaneva lì, avvolta nell'oscurità,
silenziosa e
impassibile ai timori e alle speranze degli uomini che si accingevano
ad entrare al suo interno.
Il Capo degli Auror si avvicinò al grande portone di
quercia,
alzando la bacchetta e appoggiandosi ad esso con le spalle, e si
accorse con gran stupore che era socchiuso.
Troppo strano per essere una semplice dimenticanza, pensò
guardingo.
Fece un cenno a Chris, accanto a lui.
-Entriamo a dare un'occhiata- gli sussurrò -E' inutile
mettere in pericolo tutti, se intendono farci un'imboscata-
Mason assentì.
Era questo che gli piaceva maggiormente di Carrigan.
Si esponeva sempre personalmente; ogni volta, in qualsiasi battaglia,
si faceva trovare in prima linea.
Prima di entrare, però, l'ex-Grifondoro cercò gli
occhi di Alice.
Eccola là, con lo sguardo chiaro intriso di paura.
Ma lei non disse niente, si obbligò a non chiamarlo per
supplicarlo di restare indietro, di far andare qualcun altro al suo
posto.
Era il suo lavoro, il suo dovere, e la Parker lo sapeva benissimo.
Christopher aprì, con la bacchetta pronta, il portone quel
tanto
che bastava per permettere a Carrigan di scivolare dentro.
Poi lo seguì, lasciando l'ingresso sufficientemente aperto
per
consentire a un fascio di luce di spazzare il grande salone.
-Lumos- mormorò l'Auror, per vedere meglio.
Il chiarore creato dalla bacchetta colpì la schiena di
Carrigan,
che a sua volta ispezionava allibito ogni angolo della stanza.
-Sembra disabitato- giudicò l'uomo -Dici che abbiamo preso
un abbaglio, venendo qui?-
Mason scosse la testa, convinto.
Diresse la punta della sua bacchetta verso le scale, facendo fuggire
qualche topo e osservando, con schifo malcelato, ogni più
piccolo granello della polvere che affastellava quel luogo.
E in quel momento sentì un rumore, sommesso ma ben distinto,
provenire dal piano di sopra...
-Il salone è deserto, ma sicuramente nella Villa
c'è
qualcuno- annunciò Carrigan -Senza dubbio ci aspettano,
quindi
niente effetto sorpresa...-
-Anche perchè, dopo tutto il casino che abbiamo fatto per
scardinare quel fottuto cancello....- borbottò
sarcasticamente
Sebastian.
-State attenti- avvertì Chris, con un braccio stretto
attorno
alla vita di Alice -E' probabile che ci riservino qualche sorpresina,
che non hanno spedito contro di noi perchè eravamo solo in
due-
Ad un segno di Carrigan tutti gli Auror entrarono nella grande casa.
Ad Harry faceva un po' effetto sapere di trovarsi nel luogo dove aveva
abitato il padre di Voldemort, e dove quest'ultimo l'aveva ucciso.
Hermione, dal canto suo, non faceva nemmeno caso al posto, agiva come
un automa.
Tutti i suoi pensieri erano concentrati su Ron, sulla speranza di
trovarlo vivo.
Cercava di tener lontano Draco dalla sua mente il
più possibile.
Non poteva permettersi di soccombere al dolore, non in quel momento in
cui aveva bisogno di rimanere lucida.
Esso sarebbe arrivato in seguito, di sicuro, magari in forma ancora
più acuta, e la Granger lo sapeva, ma era conscia anche di
non
poterlo evitare.
La ragazza si girò di scatto, all'erta, sentendo un sibilo
spaventoso provenire dall'oscurità.
-Lo sapevo- ringhiò Chris, facendo un passo in avanti.
Nel giro di qualche secondo il gruppo degli Auror venne circondato da
creature che gli studenti di Hogwarts avevano conosciuto, grazie ad
Hagrid, qualche anno prima.
Infatti, dall'ombra iniziarono a contraddistinguersi le figure di un
gruppo di Schiopodi Sparacoda alquanto minacciosi e molto, molto
più grossi della norma.
-Devono aver usato l'Engorgio, o chissà quali altre
diavolerie -bisbigliò Alice, alzando la bacchetta.
Molti Auror, non avendo mai visto prima quegli esseri, si ritrovarono
del tutto spiazzati.
-Da dove cazzo spuntano questi cosi?- sibilò esterrefatto
Seb,
lanciando Schiantesimi un po' a caso contro quell'orda nemica.
Inutile dire che Hermione, Harry e gli altri studenti si ritrovarono,
per la prima volta in vita loro, a benedire Hagrid e le sue lezioni,
perchè con sicurezza alzarono le loro bacchette, puntandole
direttamente sul ventre molle delle creature.
-Impedimenta!- gridò la Granger, incitando tutti gli Auror
ad
imitarla -Dovete colpirli sotto la corazza...E' l'unica parte esposta e
delicata!-
Non ci volle molto a liberarsi di quegli orridi esseri. Ad Harry, per
un istante, sembrò di essere ritornato all'interno del
labirinto, durante la terza prova del Torneo Tremaghi, e
ripensò
per un istante alla fatica e al dolore che aveva dovuto affrontare
prima di giungere a quella maledetta coppa.
Era lo stesso giochetto che stavano cercando di fare i Mangiamorte,
considerò, sfinirli, cercare di farli diminuire di numero,
prima
che arrivassero all'obiettivo.
-Devono essere veramente messi male se ci spediscono contro gli
Schiopodi- ridacchiò Blaise.
Matt gli posò di scatto una mano sulla spalla, inducendolo a
tacere.
-Merda- ringhiò, facendo indignare diversi colleghi -Quelle
schifezze erano solo dei diversivi, per distrarci.-
Un secondo dopo si resero conto tutti che quella pronunciata da Parker
era stata una grande e terribile verità.
In un silenzio inquietante, interrotto soltanto dal battito furioso dei
loro cuori, gli Auror e gli studenti vennero accerchiati lentamente.
I deboli fasci di luce prodotti dalle bacchette non bastavano
più a fendere l'incredibile oscurità che si era
prodotta
nella Villa.
Non un fiato veniva prodotto, non un sospiro, che avesse potuto rompere
il fragile equilibrio creatosi tra i sensi attentissimi degli Auror e i
passi strascicati delle creature maledette con cui si sarebbero trovati
a combattere di lì a poco.
-Che diavolo sono?- sussurrò, in direzione del suo ragazzo
Laine, a voce bassissima, ma abbastanza alta per poter essere
udita distintamente da tutti.
Anderson si fece forza per risponderle, stando ben attento che la sua
voce non tremasse.
Era stato uno sconsiderato.
Non doveva portarla con sè, pur sapendo benissimo che se a
lui
fosse capitato qualcosa, lei avrebbe trovato subito il modo per
seguirlo.
-Sono Inferi- disse il ragazzo infine, come se stesse pronunciando una
condanna.
La loro.
Si scambiò un'occhiata nervosa con Chris e Matt.
Sulla terra non c'era essere più nauseabondo di quei
non-morti, viscidi e putrefatti.
Seb aveva imparato a riconoscere con orrore il suono dei loro passi
lenti e strascicati, l'odore vomitevole delle loro carni lacere e
tirate.
Harry ed Hermione, sentendo i nemici terribilmente vicini, e trovandosi
ad un'estremità del gruppo, indietreggiarono all'unisono,
fino a
toccare le schiere dei loro compagni di battaglia.
-Ricordate...temono il fuoco!- rammentò Alice, restringendo
nuovamente il loro cerchio.
-Posso sistemarli io- stimò Elenie -Ma ho bisogno di
raccogliere energie.-
-Stai indietro,allora- le consigliò Harry, sollevato di
avere
una scusa per allontanarla dalla battaglia, sia pure per poco -Te li
tengo lontani io.-
Mentre venivano accerchiati, si resero conto di quanto gli Inferi
potessero essere potenti, soprattutto con il favore del buio.
-Pronti...- bisbigliò Carrigan, pronto a dar inizio alla
guerra -Colpite!-
Gli Auror cercarono di colpire le creature all'unisono, in un tentativo
di indebolirli, ottenendo solo il mero risultato di qualche bruciatura
sulla loro pelle disgustosa.
Nessuno parlava, tutti rimanevano concentrati sul loro obiettivo,
nell'aria c'era solo il secco rumore delle bacchette che sferzavano
l'aria, e i colpi sordi dei corpi degli Inferi che venivano
momentaneamente bloccati dagli incantesimi.
C'era chi azzardava qualche Lumos
particolarmente potente, ma che serviva solo a far arrabbiare di
più i nemici.
-Lacarnum Inflamare!-
gridò a un certo punto Sebastian, mirando all'Infero contro
cui stava combattendo da un bel po'.
Il braccio del cadavere prese fuoco, per poi staccarsi dal corpo del
suo padrone.
Finalmente sembrava che avessero trovato un modo per fermare
tangibilmente le creature!
Però erano troppi...e via via che il tempo passava l'aiuto
di
Elenie si faceva sempre più necessario, vitale quasi.
E fu in quel momento che accadde.
Chris, mentre stava combattendo contro tre o quattro nemici, vide di
sfuggita una scena che fece ghiacciare il sangue nelle vene.
A pochi metri da lui un Infero era sopraggiunto alle spalle di uno
degli Auror più giovani, e l'aveva bloccato tra le sue
braccia
scarne.
Il ragazzo giaceva semisvenuto a terra, mentre l'essere gli incombeva
sopra.
Chris, con un colpo di reni si liberò delle creature che
stava affrontando, e raggiunse il collega.
Non ci pensò nemmeno un secondo....Si scagliò
sopra il
corpo del ragazzo, proprio mentre l'Infero stava alzando una mano su di
lui, per finirlo.
Con la bacchetta alta si gettò praticamente tra le fauci del
nemico...
-Chris- gridò disperato Matt, che aveva assistito all'ultima
parte della scena.
-Lacarnum Inflamare- gridò, correndo verso l'amico.
L'Infero venne distrutto in un baleno dalla potenza dell'incantesimo,
ma ormai il suo dovere l'aveva già compiuto.
Mason giaceva a terra, boccheggiante, colpito da chissà
quale incantesimo.
-E' ferito- urlò Parker, alzando la testa dell'amico e
tentando
di sovrastare con la sola sua voce tutto il baccano prodotto dalla
battaglia.
Alice, sentì per puro caso il grido di suo fratello, e si
voltò verso di lui.
E tutto si svolse come al rallentatore...
Il peggiore dei suoi incubi si stava realizzando davanti ai suoi occhi.
Chris...il suo Chris, era a terra, e dal suo petto sgorgava un fiotto
di sangue.
No....
Non pensò ai nemici, al suo dovere di Auror...
Semplicemente erano scomparsi dalla sua mente.
Vedeva solo l'uomo che amava, steso a terra.
E sè stessa, troppo lontana per morire con lui.
Corse, col cuore in mano pronta ad offrirlo alla spada di qualunque
boia se Chris non si fosse salvato.
-Che è successo?- gridò, buttandosi accanto a
Matt, il
viso fradicio di lacrime che non si era accorta fossero sgorgate.
-Un Infero l'ha colpito.- biascicò suo fratello, come
annientato.
-Chris!- chiamò la ragazza, sconvolta -Mi senti?-
Si sostituì al fratello, prendendo il corpo di Mason tra le
braccia, tremando.
Non l'avrebbe lasciato andare così facilmente. Non poteva
permettersi di perderlo.
Sentiva la stanchezza risalire dalle gambe e il dolore acuto e
familiare provenire dal petto, ma non se ne curò.
Il ragazzo per un momento aprì gli occhi verdi, sbarrandoli
quasi sul viso della Parker, quindi li richiuse con un gemito.
Intanto, nel cuore della battaglia, Harry James Potter sentì
un braccio toccargli una spalla.
Si voltò e vide Elenie, che con un sorriso stanco sulle
labbra gli suggerì di farsi da parte.
Il Grifondoro si scostò, sorpreso e un po' incuriosito, e la
Benèfica ebbe campo libero.
Avanzò di un paio di passi, per nulla timorosa dell'orda di
creature che avanzavano contro di lei.
Alzò le braccia davanti a sè, socchiuse gli occhi
e
richiamò di nuovo a sè, dopo tanto tempo, la sua
magia,
che aveva cominciato a scorrere nuovamente in ogni fibra del suo essere.
Fu a sua madre che pensò quando strinse i pugni,
concentrandosi più che poteva.
-Ruin firima yello-*
Dalle sue mani scaturì un getto di luce brillante, che si
propagò per tutta la Sala, illuminandola per qualche istante
come non avrebbe nemmeno potuto farlo un raggio di sole. Non appena la
luce ebbe raggiunto ogni angolo, fece ritorno da colei che l'aveva
evocata, riportando la sala nella penombra.
E, sotto gli sguardi esterrefatti di tutti, la stanza era sgombra.
Non c'era più nemmeno l'ombra di un Infero. Erano tutti
stati scacciati da quella luce potente e mortifera.
Blaise, che stava combattendo contro diversi avversari, si sedette a
terra, sfinito e allibito.
-Ma in che diavolo di lingua ha parlato?- borbottò Seamus,
avvicinandosi a Hermione, incuriosito.
-Elfico- rispose la Granger ammirata, scoccandogli un'occhiata storta.
Harry dal canto suo, era veramente sorpreso di ciò che aveva
appena fatto la sua ragazza.
Le corse incontro e l'abbracciò, esultante e fiero.
Ma un grido distrutto li richiamò alla realtà,
spezzando bruscamente quell'atmosfera festante.
-Elenie!- chiamò infatti Alice, in preda al panico, mentre
tra
le sue braccia Chris veniva scosso da convulsioni di dolore.
La Benèfica corse da lei.
-Ti prego fai qualcosa- la pregò la Parker.
Gli Auror si accerchiarono intorno alle loro figure, e la Zabini si
inginocchiò vicino a Mason, e portò i palmi
tremanti
sulla ferita insanguinata.
Ma nessun fiotto di calore si propagò dalle sue mani e Chris
sembrava sempre più debole...sempre più debole.
-Perchè non guarisce?- chiese Alice, pallidissima.
-Allontanatevi!- ordinò Carrigan, con la fronte corrugata in
una smorfia di preoccupazione-Lasciateli respirare-
-Sono troppo stanca- mormorò Elenie, scostando per un attimo
le
mani dal ragazzo -Ho già impiegato molte delle mie energie
per
produrre l'incantesimo con cui uccidere gli Inferi-
La Parker si sentì svenire. La Benèfica era stata
la sua ultima speranza.
Non era necessario essere un Medimago per capire le condizioni
disperate in cui versava Chris.
-Per favore- la scongiurò - Riprova...-
Il tono flebile e disperato della voce di Alice la indusse a fare un
secondo tentativo.
Posò nuovamente i palmi sul corpo dell'Auror.
Si sentiva distrutta...Le sembrava di voler dormire un anno intero...
Dai Elenie, si incitò, tra i denti serrati.
Christopher doveva vivere...doveva.
*Chiamo la rossa fiamma mortale
Eccomi di nuovo
qua...Come vedete gli Auror sono entrati nella Villa. Spero non mi
ucciderete per quello che è successo a Chris. A proposito,
non so di preciso cosa succeda nel caso in cui uno venga attaccato da
un Inferius, quindi ho lavorato un po' di fantasia.
Approfitto di questo spazio per informarvi che presto
pubblicherò un'altra fanfiction, una Ron/Hermione stavolta,
di cui però non ho ancora deciso il titolo. Appena lo
stabilirò lo scriverò in questo spazio, nel caso
qualche anima buona abbia voglia di leggere la storia=)
Hollina: Sono
supercontenta che Blaise ti sia piaciuto! Temevo di aver fatto un
fiasco totale con lui=) Grazie del commento!!
Liven: Mi
sa che alla fine della storia dovrò farti un altarino, o
qualcosa del genereXD! Davvero, le tue recensioni mi mettono sempre di
buonumore, e mi danno un grande incentivo a continuare la storia! A
proposito, ringrazia la tua amica da parte mia e salutamela!! =)
Love_doll: Mi
dispiace che ciò che è successo tra Pansy e
Blaise non sia stato di tuo gradimento...A dir la verità non
è stato nemmeno previsto...E' uscito così, non so
neanch'io il perchè! Spero che il resto della storia
continui a piacerti=)
Sklupin: Spero
che il tuo istinto omicida nei miei confronti sia un po' passato, anche
se, chissà come mai, ho la vaga sensazione che dopo il
finale di questo capitolo sia solo aumentato! Mi auguro però
che il fatto di averti dato un assaggio della battaglia, possa un po'
perorare la mia causaXD...In poche parole, sto cercando di salvarmi la
vita! Dimmi che ne pensi del capitolo!
angiericcio: Ecco
un'altra delle mie adorate recensitrici!! Ma come farei senza i tuoi
commenti sempre così gentili e ricchi di complimenti? Ti
ringrazio davvero, perchè non credo di meritarmi persone
come voi...! E invece, fortunatamente ci siete=)
nami_pazza: Ciao
Gaia, mi fa molto piacere che anche tu abbia apprezzato la
Blaise/Pansy, temevo una lapidazione di gruppo=) Ovviamente non posso
rivelare nulla riguardo il finale, spero solo che comunque termini la
storia tu vorrai seguirmi anche nel seguito!
Smemo92:ti ringrazio davvero
tanto dei complimenti, sono contenta che il capitolo ti sia
piaciuto...Spero ti piacerà anche questo!
claire_de_lune182: Che
bello, una nuova lettrice! Mi fa piacere che la storia sia di tuo
gradimento, e anche di essere riuscita a farti apprezzare alcuni dei
personaggi! Spero continuerai a seguirmi e a dirmi che ne pensi dei
capitoli!!
erigre: Mmm...dall'
Oddiooooooo che hai scritto all'inizio della recensione, mi pare di
capire che non ti vada molto giù l'idea che Draco debba
morire...=) Tanto per cambiare, non posso anticiparti nulla...Anche se
è sempre più difficile tenere la mia maledetta
boccaccia chiusa!
veranatalie: Non
ti preoccupare che non ci penso neanche a rivelarti il finale! XD
Comunque ti ringrazio tanto per quello che hai detto nella recensione,
mi ha davvero rincuorato!!!
ackylucky: Ti
ringrazio davvero molto per il bellissimo complimento che mi hai fatto!
Sei stata molto gentile! Comunque ho diciassette anni, ne compio
diciotto a novembre!
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Capitolo 47 *** Capitolo 47 ***
Elenie si concentrò al massimo, cercando in sè
stessa ogni minimo rimasuglio di energia.
Dopo qualche istante, durante il quale attesero tutti in religioso
silenzio, le mani della Benèfica iniziarono a tremare
maggiormente, mentre tutto il corpo della ragazza si tese in modo
innaturale.
Alice, con gli occhi lucidi e il cuore gonfio di disperazione, vide,
sotto alle mani di Elenie, sulla pelle di Chris, l'emorragia arrestarsi
lentamente, fino a bloccarsi del tutto.
E lo stesso accadde con la ferita, che si rimarginò fino a
lasciare solo un segno rosso e lucente, che sarebbe scomparso di
lì a poco.
Il corpo di Mason, tra le braccia di Alice, si contorse per un breve
istante, quindi il ragazzo aprì gli occhi di scatto,
spaesato.
-Che è successo?- mormorò, con voce roca.
La Parker non riuscì a trovare il fiato necessario per
rispondergli, tanta era l'emozione.
Guardò con riconoscenza la Zabini, che stava riprendendo
lentamente colore dopo l'enorme fatica a cui si era sottoposta, poi si
strinse al collo di Chris, lieta di poter sentire le incerte e confuse
braccia del ragazzo avvolgerla.
-Sei stato ferito, ma Elenie ti ha curato.- gli spiegò
Sebastian, con un sorriso affaticato e tirato.
Mason fissò la Benèfica, con lo sguardo colmo di
gratitudine.
-Ti devo la vita- le sussurrò, districando una mano
dall'abbraccio di Alice e posandola su quella della ragazza.
Elenie sorrise, stretta a sua volta tra le braccia di Harry.
-Anche voi l'avete fatto con me- rispose felice- quando ero rinchiusa a
Villa Malfoy. ora siamo pari.-
Chris annuì, quindi si alzò in piedi, aiutando la
Parker a fare lo stesso.
-Bene- disse Carrigan con voce dura -Sembra che abbiamo affrontato
tutto l'affrontabile!-
Alcuni Auror risero del gioco di parole del loro Capo.
-Tutto tranne i nostri principali obiettivi- ricordò
Anderson, cupo.
-Io sono preoccupata per Ron- si intromise Alice, ancora leggermente
sconvolta -Non vorrei che per il fatto che abbiamo fatto irruzione qui,
i Mangiamorte decidano di compiere gesti sconsiderati-
Hermione trattenne il fiato, e con lei Potter e gli altri.
-Dobbiamo trovarlo- biascicò la Granger.
-Beh ma credo l'abbiano rinchiuso da qualche parte no?- fece pratico
Matt -Non penso se lo tengano sempre appresso!-
-Motivo in più per recuperarlo prima che lo facciano loro!-
insistette Alice, testarda.
-Un momento!- ordinò il Capo degli Auror, mettendo a tacere
tutti -Il ragazzo è senza dubbio importante, ma non dobbiamo
dimenticare che qui ci sono decine di Mangiamorte pronti a farci la
pelle!-
-Si e magari mentre noi stiamo qui a discutere gli stanno facendo del
male -esplose Hermione -Non possiamo lasciarlo lì-
Chi si aspettava che Carrigan avrebbe messo a tacere quella ragazzina
si sbagliava di grosso.
Resse quegli occhi dorati per un tempo estremamente lungo, poi
annuì.
-Sapete dove è rinchiuso?- chiese.
-Non ne siamo sicuri- rispose Chris, un po' più indietro- Ma
dalla mappa della Villa abbiamo visto che ci sono delle prigioni
sotterranee...E' altamente probabile che sia lì-
-D'accordo- borbottò il Capo degli Auror -
Lascerò andare
un piccolo gruppetto. Gli altri dovranno andare a stanare i
Mangiamorte. Chiaro?-
Consci che era il massimo che avrebbero ottenuto, i ragazzi
acconsentirono.
-Chi se la sente?-
Non sarebbe stato un compito senza rischi andare fino nei sotterranei
in pochi, lo sapevano tutti. Nessuno poteva prevedere che trattamento
avrebbero riservato loro i Mangiamorte, se li avessero scoperti, e
perdipiù giocavano in territorio nemico, quindi l'impresa si
faceva ancora più ardua.
-Vado io- si propose Matt, inspirando a lungo. Adorava le sfide in
apparenza impossibili.
-Vengo con te-
Parker si girò, e vide sua sorella fare un passo e mettersi
con decisione accanto a lui, lasciando la mano di Chris.
Vedendo che Mason stava aprendo la bocca per offrirsi a sua volta,
Carrigan lo bloccò con un gesto imperioso della mano.
-Tu mi servi qui, Christopher. Devi aiutarmi a dirigere gli altri.-
Gli ordini del capo non si discutono.
Chris dovette ripetersi tra sè e sè quella frase
un milione di volte, per non insultare Carrigan e seguire Alice.
No. Non poteva. Doveva fidarsi di lei.
Il Capo accostò ai fratelli Parker altri due Auror, quindi
fu interrotto.
-Possiamo venire con voi?- chiese determinato Potter. Dietro a lui
stavano Hermione e gli altri, seri quanto lui.
Carrigan scosse la testa.
-E' pericoloso. Troppo. Finireste per essere d'intralcio-
Sebastian, dietro ai ragazzi, notò che avrebbero voluto
protestare, ma non era il caso nè il momento,
così mise
una mano sulla spalla del Bambino Sopravvissuto, fermandolo.
-Lascia stare- gli sussurrò poi, guardandolo negli occhi -Lo
so che vuoi esserci, ma Carrigan ha ragione.-
Harry tacque, abbassando lo sguardo.
-Però, Capo, noi avremo bisogno di Elenie-
Tutti guardarono Alice, interrogativi.
-Probabilmente, se Ron è in quella cella, sarà
rinchiuso
con un Sigillo. - spiegò la ragazza -E i nostri poteri
Benèfici sicuramente non saranno abbastanza forti per
spezzarlo.
Ci serve lei.-
Gli sguardi di tutti i presenti si posarono sulla Corvonero, compresi
quelli atterriti di Hermione e quelli dubbiosi di Carrigan.
-Ne sei sicura?- domandò l'uomo alla Parker.
-Crede che la esporrei a un pericolo simile se non fosse
indispensabile?- sibilò Alice, indignata.
-E sia...-borbottò il Capo degli Auror, una nota di
preoccupazione nella voce profonda.
Harry nel frattempo non aveva aperto bocca.
Sapeva che Elenie era molto più forte di lui, grazie ai suoi
poteri, e che sapeva cavarsela ma...l'idea che si allontanasse lo
faceva impazzire.
-Ovviamente non sei obbligata...- mormorò la Parker, rivolta
alla Zabini, che non si era ancora pronunciata.
-No. -sussurrò la Benèfica -Ci vengo-
Non guardò nemmeno la ragazza mentre dava il suo
assenso...Non
aveva occhi che per Potter, ancora pietrificato di fronte a lei.
Mentre Matthew e gli altri si accordavano sugli ultimi dettagli, Elenie
raggiunse il suo ragazzo, sfiorandogli una mano con espressione
contrita.
Non era facile lasciarlo lì, pur essendo a conoscenza del
fatto
che era un mago eccezionale, che era stato in grado di sfuggire varie
volte a Voldemort in persona.
E' al sicuro, continuava a ripetersi. Ma non abbastanza da riuscire a
convincersene.
Trattenne il respiro quando Harry le si avvicinò, serio in
volto, e le prese il viso tra le mani.
Esplorò con esse ogni più piccolo tratto del
volto della
ragazza, come a volerselo imprimere a fondo nella memoria.
Non sarà un addio, si ripeteva lei, nonostante tutto
suggerisse il contrario.
Il viso del Bambino Sopravvissuto era deformato in una smorfia di
dolore e, sebbene lui facesse di tutto per nasconderla, gli si poteva
leggere la paura negli occhi.
-Non è un addio!- affermò convinta Elenie.
Harry la baciò, senza sapere cosa dire, sperando che i suoi
gesti parlassero per lui.
La Benèfica dopo ore, mesi, forse anni, staccò il
suo viso da quello del ragazzo.
-Non è un addio...- ripetè convinta, cercando di
ricacciare indietro le lacrime.
-Elenie..Dobbiamo andare- la chiamò Matthew, un po' a
disagio.
Potter riuscì a stringerla a sè un'ultima volta,
prima che venisse trascinata via da lui, nell'oscurità.
Blaise, anche lui in pena per la cugina, provò a posargli
una mano sulla spalla, ma il Grifondoro si scostò.
C'erano pesi che non poteva, non
voleva, sopportare, a differenza sua.
Il più malvagio mago del mondo magico era
pronto ad
ucciderlo? Non era niente, in confronto ai sentimenti contrastanti che
provava ora.
Il senso del dovere, dell'onore, faceva decisamente a pugni con la
voglia di proteggere Elenie.
-Harry?- chiamò Hermione, alle sue spalle -Harry andiamo!-
La voce della sua migliore amica gli perforava le orecchie, ma i suoi
piedi sembrava non volessero schiodarsi da lì.
-Non possiamo perdere tempo Harry- sentì dire la voce di
Lupin, sopraggiunto alle sue spalle.
-La rivedrai- cercò di rassicurarlo il mannaro, come se
quello bastasse.
Potter rimase lì qualche istante, quindi si voltò
verso gli amici.
La Granger gli posò rapida una mano sul braccio, in un
tentativo
alquanto nervoso, vista la situazione, di consolarlo, mentre gli altri,
da Neville a Seamus, lo fissavano in silenzio.
Il Bambino Sopravvissuto si concesse qualche secondo, quindi
alzò la testa, cercando Christopher.
Mason era già un po' più avanti, intento a
parlare con
Carrigan, forse per non essere costretto ad osservare Alice che si
allontanava senza di lui.
-Ma perchè lasciano Seb sempre così in disparte?-
chiese, più a sè stesso che agli altri.
-Beh, è ovvio...- sentì mormorare Hermione.
Il ragazzo si voltò così di scatto verso di lei,
che la
Granger per un momento pensò che si fosse infuriato con lei
e la
sua saccenza.
Rimase così oltremodo stupita, quando vide comparire sulla
bocca di Potter l'ombra di un sorriso.
-Perchè è ovvio?- domandò il suo
migliore amico.
-Immagino che Chris abbia insistito con Carrigan di lasciarlo indietro
per farlo rimanere sempre al fianco di Laine che, non essendo un Auror
corre ancora più pericoli- spiegò la ragazza,
ancora un
po' interdetta per la strana espressione dell'amico.
Harry annuì, quindi si voltò sogghignando.
Non avrebbe mai potuto dire ad Hermione quanto l'avesse rincuorato
sentire ancora una volta il suo tono da So-tutto-Io...
A volte sembra di essere così lontani dalla
quotidianità,
dalle piccole cose a cui si tiene, e poi accade qualcosa che ti riporta
con la mente ai giorni lieti, sereni, regalandoti un pizzico di
allegria e di carica positiva in più.
-Ci siamo tutti?- borbottò con voce baritonale Carrigan
-Procediamo! State in guardia mi raccomando.-
Il gruppo degli Auror camminò, attraversando corridoi e
ampie stanze oscure e polverose.
-Credo siano qualche piano più sopra- mormorò
Mason, memore del rumore udito quando erano entrati lui e il Capo.
Gli altri, sapendo che il pericolo non era vicino, si rilassarono un
po', ma non Hermione.
Lei, da diverso tempo, era logorata da un' incessante e subdola
tortura, che in quel luogo sembrava acuirsi ogni istante di
più.
Il suo corpo sentiva, come se si trattasse di elettricità,
la
vicinanza di Draco, della sua essenza, del suo profumo...di lui.
E la sua mente reagiva di conseguenza.
Come poteva concentrarsi se il suo cervello sembrava intenzionato a
lasciar libero l'affluire dei ricordi?
Come poteva abituarsi a vivere senza di lui, se la sua immagine pareva
non volerle lasciare scampo?
La Granger si guardò intorno.
Sicuramente quella villa recava ancora le tracce di un'austera
imponenza passata.
Nemmeno la polvere riusciva più di tanto a sopire
quell'eleganza
e quella pomposità che regnava in ogni oggetto, su ogni
mensola,
e su ogni millimetro della preziosa filigrana che costituiva gli
immensi arazzi scoloriti che riempivano le pareti.
La ragazza posò un piede sul primo gradino, sollevando
piccole
volute di vecchiume misto a sporco, e trattenne a fatica uno starnuto.
Il gruppo degli Auror aveva attaccato lo scalone centrale, che
costituiva l'ossatura portante della grande casa, e ora lo stavano
salendo in religioso silenzio, gradino dopo gradino, puntando al primo
piano.
Guardinghi, erano uniti, ben attenti a non lasciare nemmeno il
più piccolo spazio tra di loro, ma avanzando in ranghi
serrati,
stavano per guardagnare la sommità della scalinata.
Erano tutti lì, pensò Hermione con un
brivido...tutti, a rischiare la vita per qualcosa in cui credevano.
Niente di nuovo insomma.
Ma c'era un nota stonata, una stecca nel mezzo di un'armonia conosciuta.
Qualcuno che ci sarebbe dovuto essere, ma non c'era.
O meglio, c'era ma stava dalla parte sbagliata.
Sentì una mano stringerle il polso, proprio mentre stava
iniziando a sentire le prime fitte attraversarle il cuore.
Alzò lo sguardo, e incontrò gli occhi di Harry,
che la osservavano gentilmente.
Il ragazzo, alcunì gradini più su,
effettuò una
leggera pressione sulla sua mano, incoraggiandola a raggiungerlo.
La Granger arrossì, rendendosi conto che il suo migliore
amico
si era senza dubbio accorto del suo tormento, e si
rimproverò
per essere stata così stupida.
Chissà cosa doveva provare lui a guardare ogni volta negli
occhi coloro che avevano ucciso i suoi genitori.
-Non sei un automa Hermione- le sussurrò Potter quando gli
fu vicina -Non devi vergognarti-
Quelle parole ottennero però solo l'effetto contrario,
ovvero
quello di farla sentire ancora più debole e in colpa.
Harry le carezzò il capo, quindi si voltò,
trascinandosela dietro.
Quella maledetta scala sembrava non volesse finire più.
Del resto erano tutti molto circospetti, salivano pianissimo, attenti a
ogni minimo rumore.
Nella mente di ciascuno il pensiero fisso dei propri cari, o comunque
di ciò che li spronava a combattere e a debellare chiunque
intendesse togliere loro la vita o, peggio ancora, la
libertà.
Il Bambino Sopravvissuto notò che Chris e Seb lo stavano
tenendo
d'occhio, e rivolse loro un sorriso tirato. Accanto ai due Auror
notò il giovane che Mason aveva salvato poco prima,
svegliato a
suon di Innerva.
Harry aveva ancora l'ombra del sorriso sulle labbra, e il polso di
Hermione chiuso nella propria mano, quando un improvviso
scalpiccìo gli fece alzare di scatto la testa.
Un istante dopo l'aria introno a loro si riempì di numerosi
fruscii di mantelli e in breve furono circondati dai Mangiamorte.
Era cominciata...
-Ma come cazzo funziona questa maledetta piantina?- sbraitò
per
l'ennesima volta Matthew Alan Parker, con la sua consueta finezza.
Sua sorella, camminando rapidamente al suo fianco sollevò
gli occhi al cielo.
Era da un bel pezzo che vagavano attraverso corridoi tutti uguali, e
stavano seriamente cominciando a temere di essersi persi.
Alice lanciò un'occhiata di sottecchi ai due serissimi Auror
che
li avevano accompagnati. Senza dubbio giudicavano Matt come uno
sbandato che macchiava la reputazione dell'intero Corpo Auror.
Sorrise tra sè e sè a quel pensiero, quindi
ricominciò a guardarsi prudentemente intorno.
Chissà che stavano facendo gli altri...
Chissà se erano stati attaccati...
Nonostante questo pensiero la facesse rabbrividire, non potè
fare a meno di pensare che se tutti i Mangiamorte erano impegnati con
il gruppo di Auror più grosso, loro avrebbero avuto via
libera,
o quasi.
Stava diventando sempre più impaziente ogni secondo che
passava e, aveva notato, come lei Matthew ed Elenie.
Salvare Ron era di vitale importanza, ma non poteva negare di odiare il
fatto di essere lontana dalla battaglia.
-Queste qui non sono scale?-
La voce della Benèfica la ridestò dai suoi
pensieri. Si
voltò verso i suoi compagni e vide la Zabini con un dito
posato
sulla mappa, oltre la spalla di suo fratello.
Si avvicinò anche lei e constatò che nell'angolo
in basso
c'era uno scarabocchio che poteva assomigliare alla rappresentazione di
una piccola gradinata, che conduceva ad una stanza.
-Sembra di sì!- esultò infatti Matt -Quindi
questi senza dubbio devono essere i Sotterranei.
Il ragazzo stava appunto indicando la stanza al termine della scalinata.
-Ora il problema è capire come arrivarci da qui!-
mormorò sconfortata la Parker.
Suo fratello però le rivolse un sorriso luminoso e vagamente
compiaciuto.
-Devo ammettere che tenere mezz'ora la cartina in mano e studiarla ha
dato i suoi frutti- ridacchiò, scoccando un'occhiata ai suoi
due
colleghi, che parevano decisi ad entrare a far parte dell'arredamento
-Ormai ho capito bene o male com'è strutturata questa villa.-
-Perfetto!- gioì Alice, rincuorata- Muoviamoci allora.!-
Il ragazzo annuì e, mettendosi in testa al gruppetto, fece
dietro front e guidò tutti attraverso una moltitudine di
corridoi e piccole stanzette.
Stava ormai temendo di essersi smarrito, quando davanti a
sè,
come un miraggio, notò una piccola e stretta gradinata in
pietra, pericolante e contorta.
-Non è che ci ammazziamo a scendere di lì, vero?-
si preoccupò Alice, col fiatone.
-Possiamo provare a Smaterializzarci.- suggerì Elenie -Prima
non
potevamo perchè avevamo paura di venire scoperti...ma ora...-
Matt annuì e fece per girare su sè stesso...Ma
non sparì!
Anzi, perse l'equilibrio mentre girava e crollò col sedere
pesantemente a terra, imprecando e bestemmiando.
-Barriera Anti-Smaterializzazione!- grugnì dopo essersi
calmato
-Ti pareva che quando avevamo un nuovo potere divertente quei bastardi
ci impedivano di usarlo!-
-Strano però...- borbottò la Parker- i poteri
Benèfici non dovrebbero superare queste barriere?-
Elenie scosse la testa, rassegnata.
-Solo quelle create dai maghi comuni..- spiegò -Se i
Mangiamorte
hanno creato con i miei poteri questa Barriera, nemmeno voi potete
superarla...Forse posso riuscirci solo io, che sono Benèfica
di
nascita.-
Alice brontolò un po', quindi gettò un'occhiata
verso la scala traballante, poco convinta.
A quanto pareva, doveva scenderla coi suoi piedi..e la cosa non la
entusiasmava neanche un po'!
Sono di corsa,
tanto per cambiare, ma ci tenevo a postare il capitolo senza lasciar
passare altro tempo.
Purtroppo non ce la faccio a ringraziarvi singolarmente,
perciò urlo un GRAZIE generale per i bellissimi commenti.
Tengo però a salutare una nuova lettrice, xx_dreamer_xx, che
tra l'altro è stata colei che mi ha fatto arrivare alle 300
recensioni , quindi grazie sia per questo sia per i complimenti che mi
hai fatto, sei stata molto gentile.
Volevo inoltre rispondere a ackylucky:
Mi piacerebbe davvero molto riuscire ad aggiornare
più spesso, ma tra l'ultima rilettura del capitolo, e il
tempo che impiego a rispondere alle recensioni non ci metto pochissimo
a postare, e quindi spesso mi manca proprio il tempo necessario.
Inoltre mentre pubblico questi capitoli, in contemporanea scrivo quelli
del seguito, cercando di andare di pari passo. Appena termino uno di
quelli, posto uno di questi,in modo che se dovessi mai avere cali di
ispirazione o di tempo non rischio di lasciarvi per mesi senza
aggiornamenti! Spero che il discorso non sia troppo intorcolato=)
Comunque farò tutto il possibile per essere un po'
più rapida, promesso!
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Capitolo 48 *** Capitolo 48 ***
Dedico questo
capitolo a phedre91, una
grandiosa scrittrice, un'ottima lettrice ma soprattutto...una
fantastica e unica amica.
Senza di lei questo capitolo probabilmente non sarebbe neppure stato
scritto.
Grazie Ceci, per la storia e per tutto il resto.
Hermione si guardò attorno, spiazzata e ansante.
Lo spazio che la circondava pullulava di mantelli neri e figure
indistinte, che si muovevano lentamente.
Chris, alla testa del gruppo, fece cautamente qualche passo indietro,
portandosi davanti a Sebastian che, rigido, scrutava con occhi gelidi
quel gruppo di persone a cui per destino sarebbe dovuto appartenere.
Chissà se là in mezzo c'era anche suo padre...
-Siamo in trappola- gli sussurrò Mason, interrompendo il
flusso
dei suoi pensieri. -Dobbiamo aprirci un varco ed andare via di qui.-
Anderson non rispose, non ce n'era bisogno. Sapeva ciò che
doveva fare.
Lottare, fino in fondo, a costo della vita. Sentiva l'adrenalina
infiammarlo e la brama di duellare galoppargli nelle vene, come era
sempre stato.
Eppure questa volta si sentiva diverso.
Non voleva realmente essere lì, non voleva davvero
combattere
quella battaglia, perchè il rischio di non uscirne vincitore
era
eccessivamente alto.
Non che le altre volte in cui aveva affrontato pericoli con i suoi
colleghi Auror le possibilità di riuscita fossero maggiori,
intendiamoci, ma negli altri casi tutte le conseguenze avrebbero
riguardato solo lui. Rischiava solo e sempre in prima persona.
Ora no.
Ora c'era troppo in gioco, troppo da perdere, e lui non poteva
permetterselo.
Sentì la mano di Laine sfiorare la sua, talmente erano
vicini, e la strinse di rimando.
Probabilmente la ragazza aveva intuito i suoi pensieri.
Probabilmente coincidevano con i suoi.
Nessuno si muoveva, da nessuna delle due parti.
I contendenti sembravano in sospeso, senza un fiato, in attesa che
qualcuno agisse per primo, che qualcuno si decidesse a spezzare
quell'immobile barriera che sembrava avvolgerli tutti.
L'aria era così densa, il luogo così silenzioso,
che si
potevano quasi udire i battiti dei cuori che palpitavano nell'attesa di
una battaglia senza esclusione di colpi.
Rimasero così, in silenzio, a scrutarsi per molto tempo....o
forse solo per pochi secondi.
-Dateci Potter- biascicò infine una voce rauca, provenente
dall'oscurità- Non avete nessuna possibilità,
siete
circondati! Davvero volete soffrire inutilmente?-
Prima che qualcuno potesse replicare Harry, sentendosi chiamato in
causa, fece un passo in avanti, verso la direzione da cui proveniva la
voce.
-Evitate di parlare di me come se non ci fossi!- replicò il
ragazzo in tono duro -E dite al vostro Padrone che se mi vuole non ha
che da venire a prendermi...O ha troppa paura?-
I Mangiamorte tacquero per un istante quindi reagirono di scatto,
infuriati per le ingiurie pronunciate da quel ragazzino sconsiderato.
-L'avete voluto voi! Incarceramus!-
gridò lo stesso uomo di prima, scagliando l'incantesimo
verso il
Bambino Sopravvissuto, approfittando del fatto che il buio lo stava
avvolgendo.
Diverse corde colpirono Harry che, malgrado stesse costantemente
all'erta, a causa dell'assenza di luce non aveva notato nulla, ma il
risultato fu solo un sottile laccetto che gli circondò i
polsi.
Potter li allontanò di scatto uno dall'altro, spezzando il
filo che li teneva uniti con rabbia ed estrema soddisfazione.
La potenza della stirpe di Elenie li proteggeva tutti.
Seb, Lupin e Tonks furono i primi a rispondere all'attacco. I fasci di
luce creati dagli incantesimi rischiaravano ad intermittenza la sala,
rivelando l'elevato numero di nemici presenti.
Un istante dopo tutti si ritrovarono con almeno un Mangiamorte addosso.
Harry, chinando di scatto la testa per schivare una Maledizione Senza
Perdono, rispose al fuoco nemico con grande impegno.
Scartò diversi avversari, lanciando numerosi incantesimi e
stando attento a non colpire per sbaglio qualche alleato.
Tre Mangiamorte incappucciati corsero oltre ad una porta sulla destra,
seguiti a ruota da Carrigan e Mason che urlavano incantesimi.
Il Bambino Sopravvissuto fece qualche passò indietro,
scagliando
una maledizione a Macnair, che non gli lasciava un momento di tregua, e
andò a sbattere la schiena contro quella di qualcun altro.
Col cuore in gola, sapendo bene che se quello alle sue spalle era un
Mangiamorte avrebbe avuto ben poco da stare allegro, si
voltò,
dimenticandosi per un secondo del boia del Ministero.
Quella dietro di lui era Hermione che, da una postazione privilegiata,
quasi non vista, mirava a tutti i Mangiamorte che stavano mettendo in
difficoltà gli Auror.
Complimentandosi mentalmente con lei per la sua furbizia, Harry le
afferrò un braccio.
La Granger, non riconoscendolo, gli puntò la bacchetta alla
gola.
-Potrai uccidermi più tardi, se vuoi -le sibilò
Potter a denti stretti -Ma adesso sta arrivando Macnair!-
La ragazza sussultò e, senza aprire bocca corse via, con il
suo migliore amico alle calcagna.
Ormai la battaglia si era estesa in tutta la parte Ovest della Villa, e
tra Auror e Mangiamorte sembrava che nessuno riuscisse a sovrastare gli
altri.
-Se continua così siamo nei guai- mormorò
Hermione.
Infatti, anche gli Schiantesimi che aveva lanciato fino a poco prima,
producevano scarsi risultati.
I Mangiamorte tuttalpiù rimanevano intontiti qualche
secondo...la magia Benèfica purtroppo proteggeva anche loro.
I due Grifondoro corsero fino alla porta, inseguiti da Macnair e da
un'altra figura incappucciata.
Maledizioni volavano sulle loro teste, e i due sapevano che non
dovevano fermarsi.
Erano due contro due...i poteri Benèfici non li avrebbero di
certo protetti da un Avada Kedavra...Dovevano trovare un'idea e alla
svelta.
Harry ed Hermione passarono sotto ad un arco, sbucando in un salone con
un pavimento composto da piccoli tasselli di mosaico, dominato da due
maestosi scaloni in pietra, con al centro un enorme fontana
e che
si aprivano ad ala per ricongiungersi alla fine.
Potter afferrò la Granger, che nel frattempo era rimasta
attonita dalla maestosità del palazzo, e la
trascinò
verso la rampa di sinistra.
Salirono le scale fino a metà, ma improvvisamente dalla cima
si spalancò il portone, che sbattè con forza.
Con sommo orrore di Hermione, fece la sua apparizione Bellatrix
Lestrange, senza cappuccio.
Il volto scavato ed eccessivamente pallido faceva contrasto con gli
occhi scuri, crudeli e folli.
Appena li vide, la donna proruppe in una risata sguaiata e malignamente
divertita.
Harry si voltò giusto in tempo per vedere Macnair passare
sotto
l'arco dal quale erano entrati anche loro due pochi secondi prima. Il
volto del boia era distorto da un sorriso spietato.
-Ma guarda un po'...la Mezzosangue e il Bambino Sopravvissuto!- disse
Bellatrix, muovendosi lentamente verso di loro.
La Granger si guardò attorno, frenetica, tenendo alzata la
bacchetta, alla ricerca di una via di fuga...ma non ce n'erano.
Stavano a metà scala, sulla cui cima troneggiava la
Lestrange e al cui fondo attendeva Macnair.
In quel momento, in cui i due ragazzi stavano elaborando mentalmente le
più svariate strategie d'attacco, un enorme boato fece
voltare
Bellatrix verso la porta da cui era entrata.
Il portone era saltato e un'anta, divelta, era a terra in mille pezzi,
mentre l'altra ancora penzolava dal cardine.
La battaglia era entrata nel salone.
Ginny e Seamus combattevano contro Yaxley, Neville correva inseguito da
fruste di fuoco, e Dean, alle sue spalle, tentava in tutti i modi di
aiutarlo.
Lupin, Christopher e gli altri non si vedevano, ma attraverso la parete
si udivano botti e urla, che indicavano che indicavano che anche loro
erano indubbiamente impegnati.
I ragazzi, giratisi un istante per seguire i loro amici, sentirono
ancora una volta la risata di Bellatrix alle loro spalle.
Harry, sentendo di nuovo quella fredda e spietata risata all'improvviso
si accorse di tremare, ma non era paura, era rabbia!
Quella era un'assassina, colei che gli aveva portato via Sirius...colei
che aveva riso in quello stesso modo un istante dopo averlo ucciso
davanti ai suoi occhi.
Bellatrix, scambiandosi un cenno con Macnair, scese ulteriormente verso
i due ragazzi, e l'uomo iniziò a salire.
Hermione non perse tempo. Era abituata ad agire con freddezza anche
nelle situazioni più buie, e a trovare una via d'uscita
quando
era sotto pressione.
Afferrò Potter per il gomito e lo strattonò per
avvicinarlo a sè.
-Harry- gli sussurrò cercando di non farsi udire -al mio tre
fai un Sortilegio Scudo!-
Il ragazzo ringhiò una protesta, aveva la mente annebbiata,
l'unica cosa che voleva in quel momento era ammazzare quell'orribile
donna.
-Harry ascolta- tentò di farlo ragionare la Granger,
guardando
preoccupata i due Mangiamorte che si avvicinavano sempre di
più
- non ce la faremo a sconfiggerli, così! Per favore! -lo
supplicò quasi, vedendo che lui non l'ascoltava -Fallo per
Ron!
Ha bisogno di noi!-
Quell'argomentazione sembrò convincerlo.
Il Grifondoro annuì, deciso.
Hermione sospirò di sollievo.
-D'accordo. Al mio tre. Pronto? Uno, due...tre!-
-Protego!-
gridò Potter.
La ragazza contemporaneamente rivolse la bacchetta verso loro due e,
approfittando della barriera che li avvolgeva urlò: -Wingardium Leviosa!-
Subito i due compagni vennero sollevati dagli scalini,
sospesi sopra la fontana vuota.
Bellatrix, presa alla sprovvista, alzò la bacchetta verso i
ragazzi.
-Avada Kedavra!- strepitò, rabbiosa.
Il fiotto di luce verde cozzò contro la barriera
opalescente, spezzandola.
Il braccio di Harry vibrò...la Lestrange era potentissima!
Ancora una volta la Mangiamorte alzò la bacchetta.
-Avada....- ripetè.
-No!- gridò Macnair, raggiungendola e spingendola poco
più in là, facendole perdere il contatto con i
Grifondoro
-Il Signore Oscuro ha detto che lo vuole vivo..Non puoi ammazzarlo!-
Hermione intanto, impiegando tutto il suo potere magico in
quell'incantesimo, riuscì a completarlo, ed entrambi si
ritrovarono sui gradini della scalinata opposta, quasi in salvo.
-Quelle non sono scale...Sono una trappola mortale!-
annunciò Alice, distrutta.
Elenie si scambiò un sorriso fugace con Matthew, che da
dieci
minuti prendeva ininterrottamente in giro la sorella, poi rivolse
nuovamente la sua attenzione al lungo corridoio che si snodava davanti
a lei.
-Non si vede niente...- si lamentò.
-Credo che dovremmo arrischiarci ad accendere una luce-
mormorò
uno degli Auror, rivelando di non essere privo dell'uso della parola.
-Anche se questo significa attirarci addosso tutti i Mangiamorte delle
vicinanze?- fece dubbiosa la Parker.
-Dobbiamo rischiare-
Gli altri si dichiararono d'accordo, quindi procedettero per qualche
metro rischiarando la strada grazie alla luce proveniente dalla punte
delle loro bacchette.
Il corridoio era in leggera pendenza, umido e freddo, formato da grossi
sassi di pietra scura.
Elenie rabbrividì, notando quanto quei sotterranei fossero
simili a quelli di Villa Malfoy, nei quali era stata rinchiusa a lungo.
Ai lati del corridoio diverse statue di pietra si ostinavano a decorare
quel luogo lugubre, mentre enormi ragnatele si snodavano sul basso
soffitto.
Avanzando si notarono le prime gabbie, rigorosamente vuote e putride.
-Probabilmente l'hanno rinchiuso in fondo...- sussurrò
Parker.
Erano quasi giunti al termine del corridoio, quando un improvviso
rumore li fece voltare.
-Ma guarda chi c'è qui...- sibilò una voce
maligna -Avete perso la strada, Auror?-
Una quindicina di Mangiamorte apparve dietro a quello che aveva
parlato, sbarrando agli Auror la via per il ritorno.
Alice, dalla sua postazione in prima fila diede una leggera spinta ad
Elenie, che si trovava alle sue spalle, esortandola ad andare via.
La Benèfica sgattaiolò nel buio, cercando di non
farsi notare, ma invano.
Correndo via, udì distintamente la voce del Mangiamorte.
-Può andare dove vuole la tua amichetta!- ghignò
-Tanto non uscirete vivi da qui!-
La Zabini, cercando di non pensare a quelle parole e odiandosi per aver
lasciato gli altri in balìa dei nemici, chiamò
freneticamente
Ron.
Sapeva di
essere l'unica in
grado di liberarlo, ma quelle maledette gabbie le sembravano tutte
uguali, e non aveva il tempo di ispezionarle una per una.
-Elenie!-
La ragazza tirò un sospiro di sollievo udendo la voce del
rossino, e corse a perdifiato nella direzione da cui proveniva la sua
voce.
Lo trovò alcune gabbie più in là,
pallido e
spettinato, con delle profonde occhiaie...ma i suoi occhi brillavano di
euforia e determinazione nell'oscurità.
-Gli altri stanno combattendo?- le chiese, ansioso.
La Corvonero annuì, protendendo le mani in direzione delle
sbarre e Weasley si morse il labbro.
-Non credo abbiano imposto Sigilli- mormorò il ragazzo
-Hanno usato le chiavi.-
-E non potevi dirmelo prima?- sibilò Elenie, irritata, ma
anche
rincuorata...Rompere un Sigillo le avrebbe richiesto tempo ed energie.
-Eh tu mica me l'hai chiesto!- borbottò Ronald, nascondendo
un sorriso.
-Stai indietro- avvertì la Benèfica.
-Bombarda!-
gridò poi, facendo esplodere le inferriate.
Il rosso uscì, abbracciandola e ringraziandola tutto
contento.
-Potresti recuperarmi la bacchetta?- le domandò poi.
La ragazza annuì e, con un semplice incantesimo di appello,
recuperò la bacchetta di Ron.
Però...i Mangiamorte dovevano essere proprio sicuri di loro
stessi per rendere così facile la liberazione di un
prigioniero.
Evidentemente erano certi che chi fosse venuto per liberarlo non
avrebbe superato indenne il corpo di guardia.
Ma non avevano fatto i conti con le risorse di Alice...
I due studenti stavano frettolosamente tornando indietro per accorrere
in soccorso dei loro amici, che effettivamente si trovavano in serie
difficoltà.
Con non pochi problemi stavano affrontando almeno tre Mangiamorte a
testa, ed erano in netto svantaggio.
Elenie e Ron li avevano quasi raggiunti quando, però,
udirono la
voce della Parker che, con un vero lampo di genio urlò: -Piertotum Locomotor!-
Un istante dopo si sentì un gran fracasso percorrere tutto
il
sotterraneo, mentre tutte le statue di pietra scendevano dai loro
sostegni per attaccare i Mangiamorte.
Quando Alice vide la Zabini con accanto Weasley sano e salvo li
salutò con un gran sorriso, fiera della sua opera.
-Andiamo!- li esortò -Tanto credo che qui ne avranno per un
bel po'!-
Nel frattempo nel grande salone che poco prima aveva visto il
rapido scontro tra Harry, Hermione e Bellatrix, la lotta
continuava ad infuriare.
Blaise si trovava sotto l'arco, mentre un Mangiamorte gli si stava
rapidamente avvicinando, con la bacchetta alzata.
Zabini si piegò in avanti, in posizione di difesa, quando il
suo nemico si scostò il cappuccio dal capo.
Il moro Serpeverde si ritrasse, come se lo avessero schiaffeggiato.
Draco era davanti a lui, che lo fissava con espressione di scherno.
Gli occhi di solito argentei e limpidi erano scuri di
malvagità
e mandavano lampi come nere nuvole che di addensavano sul sole,
preannunciando un temporale invernale.
-Draco...ritorna in te, sono Blaise!- sussurrò il ragazzo,
disperato, facendo un ultimo tentativo per riportare il suo migliore
amico al proprio fianco.
Nello sguardo di Malfoy si fece strada un luccichio di comprensione.
-Blaise? Blaise...e così ti sei unito a loro? Ai difensori
dei Mezzosangue e ai traditori? Tu mi disgusti...-
Era la prima volta che parlavano senza gente attorno, e per Zabini
quelle parole furono come un pugno nello stomaco.
-Diffindo!-
urlò Draco, il volto distorto in una smorfia di gioia
perversa.
Qualche goccia di sangue schizzò dal graffio sul braccio di
Blaise, che fissò attonito l'amico.
Fortunatamente la magia Benèfica gli aveva evitato il peggio.
Poi il suo sguardo si indurì.
-E' così Draco? Non sai neppure distinguere gli amici dai
nemici? Non sei nemmeno in grado di ferirmi seriamente.. - lo
sfottè, una nota amara nella voce secca.
Malfoy ringhiò e, con un movimento fulmineo estrasse la
spada che pendeva al suo fianco e la brandì contro Zabini.
Evidentemente anche lui era preparato al fatto che i piccoli poteri
nulla avrebbero potuto, quella notte.
Blaise non si fece prendere alla sprovvista ed Evocò
prontamente una luccicante spada.
Il biondo fece un inchino sarcastico, quindi lo attaccò.
Le lame si incontrarono a mezz'aria, con uno stridio di metallo.
Zabini parò colpo su colpo, roteando su sè stesso
per
difendersi dai feroci attacchi di quello che era sempre stato il suo
più grande amico.
Le spade guizzavano come serpenti scintillanti, luminose, riflettendo
la debole luce delle torce. Ogni colpo mandava scintille.
Attirata da quel fracasso Hermione si voltò, e lo vide.
Così bello ed elegante...Con i capelli biondissimi
spettinati sulla fronte e gli occhi contratti per l'affanno. Le sottili
vene azzurrine delle mani tese allo spasmo mentre le dita affusolate
stringevano l'elsa della spada.
Il suo cuore mancò un battito. Per un istante se lo
figurò agli allenamenti, mentre affrontava per gioco Blaise,
o
qualcun altro....
Ma quella volta non sarebbe stato un gioco.
Quella volta la realtà aveva bussato alla loro porta.
Lupin, impegnato a duellare con Doholov, lo vide improvvisamente
barcollare e poi cadere svenuto a terra, colpito da una grossa pietra
piovuta da chissà dove.
Il lupo mannaro guardò in alto e vide Ron, su un insperato
manico di scopa trovato in un angolo, un ghigno trionfante sul volto
reso più terribile dal sangue che gli scendeva da un taglio
sul
sopracciglio.
-Ehi Remus!- gli urlò il rosso atterrando -Ti serve una mano
magari?-
Lupin gli sorrise, contento che fossero riusciti a liberarlo.
Dietro di lui spuntarono Matt, Alice ed Elenie.
I due fratelli Parker si gettarono immediatamente nella mischia, mentre
la Benèfica lo raggiunse, scavalcando facilmente il corpo
esanime di Doholov.
-Dov'è Harry?-
L'uomo la guardò con fiato corto e le indicò la
porta in cima allo scalone.
Ancora prima che riuscisse a prendere il respiro, lei si era
già precipitata su per gli scalini.
Matt gli rispuntò accanto, spada alla mano nel tentativo di
infizare quanti più nemici possibili.
Non aveva nemmeno tentato di usare qualche incantesimo. Aveva preso
direttamente alla lettera il consiglio di Christopher.
-Ron!- gridò al rossino, che cercava di individuare i suoi
amici -Cerca Laine! Se le succede qualcosa Seb si ammazza!-
Infatti Anderson era più in là, impegnato con
numerosi
avversari, ma nel suo volto si vedeva l'ansia crescente...la Harris non
era nei paraggi.
-Quando l'hai trovata torna all'entrata...dobbiamo radunare gli altri!-
ordinò Parker.
Weasley annuì e partì velocemente.
Dovevano andare via di lì, e in fretta.
La cosa più urgente, liberare Ron, era stata fatta...non
potevano restare lì a farsi uccidere! Erano già
abbastanza nei guai.
Alice intanto combatteva, ma con lo sguardo e con la mente cercava
Chris, in mezzo a tutta quella gente.
A un certo punto le parve di scorgere dei capelli biondi e corse verso
di lui,
Mason era impegnato a combattere contro un Mangiamorte incappucciato.
Manovrava la spada con destrezza, vederlo era uno spettacolo, ma il suo
avversario non era certo da meno.
Chris fece una finta e si ritrasse velocemente, il Mangiamorte
cercò di seguire il suo movimento, ma si trovò
senza un
appoggio e barcollò in avanti.
Recuperato l'equilibrio, gettò indietro il capo e il
cappuccio scese.
Alice rimase paralizzata, Mason trasalì.
Richard Anderson, il padre di Sebastian lo fissava.
Gli occhi, così simili a quelli del figlio, erano
però gelidi come i ghiacci perenni, il volto serio e
scostante.
-Mi fa piacere rivedervi...immagino che anche mio figlio si trovi qui,
no? Ma certo, dove altrimenti- mormorò, con un falso sorriso
sulle labbra sottili -Lui non ha ancora capito, non ha compreso la
potenza e la gloria del Signore Oscuro. E si è unito a voi,
ridicoli e illusi, voi che alla fine cadrete!-
Il volto di Christopher si indurì.
-Non è così Anderson!- ringhiò -Non lo
sarà mai!-
E con uno scatto fulmineo calò la spada su di lui, che
alzò a sua volta la propria lama per fermare il colpo.
E il loro duello riprese...
Siamo quasi in
fondo. Questo capitolo non mi convince molto...Spero mi direte cosa ne
pensate.
Passo subito ai ringraziamenti:
Gattina_: Naturalmente
non posso dirti nulla, anche se come vedi in questo capitolo troverai
risposta a molte delle tue domande! Per tutto il resto dovrai aspettare
il prossimo!!
Sklupin: Sono
contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, specialmente per
quanto riguarda i rapporti tra i personaggi!...A volte ho paura di
risultare troppo sdolcinata!
Hollina: Ti
ringrazio tanto per la recensione, mi fa piacere che il saluto tra
Harry ed Elenie ti sia piaciuto!!
liven: Mi
rende sempre molto contenta sapere che qualcuno ha una predilezione per
un certo mio personaggio, perchè ciò vuol dire
che sono riuscita a dargli almeno un po' di spessore! Dimmi che ne
pensi di questo capitolo, mi raccomando! Un bacione!
xx_dreamer_xx: Si
si decisamente era un capitolo di transizione, prima della grande(si fa
per dire) battaglia! Volevo delineare bene la situazione, cercando di
essere abbastanza precisa! Sono contenta che ti sia piaciuto!
Claire_de_lune182: Eccoti
accontentata! Draco ha fatto il suo trionfale ingresso, cercando di far
fuori Blaise! Nel prossimo capitolo potrai vedere come si
comporterà Hermione!!
angiericcio: Sono
io che devo ringraziare te, perchè con i tuoi stupendi
commenti mi sproni ogni volta a fare sempre meglio e a continuare a
scrivere! Quindi grazie grazie grazie!!
erigre: E'
bello sapere che c'è qualcuno ad attendere gli
aggiornamenti...anche se stavolta sono un pelo in ritardo! Spero mi
dirai lo stesso cosa ne pensi!
ackylucky: Sono
contentissima che il capitolo ti sia piaciuto, grazie mille per la
recensione!!
Smemo92: Come
vedi si sono ritrovati tutti! E anche Ron è uscito quasi
incolume dalle prigioni! Sono stata abbastanza buona dai...Almeno per
ora! Un bacione alla prossima
StellaPiton: Che
bello una nuova lettrice!! Sono super contenta che la storia ti
piaccia, spero che continuerai a seguirmi e a dirmi la tua opinione!!
fratwi: Waaaa!
Finalmente conosco "l'amica"! Sei rimasta per molto tempo un'incognita,
conosciuta solo attraverso i commenti di liven, e non sai quanto mi
faccia piacere ritrovarti tra le recensitrici! Mi auguro di leggere
ancora ciò che pensi della storia!
Tanny: Non
sai quanto sono contenta di rileggere il tuo nome tra i commenti! Ho
davvero temuto che non avresti più seguito la storia, e sono
davvero felice che tu non l'abbia fatto! Ci tengo alla tua opinione e
mi dispiacerebbe se tu smettessi di leggere solo per un eventuale
finale che comunque è legato solo alla prima parte della
storia. Perchè poi, nella seconda parte...altre sorprese!!!
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Capitolo 49 *** Capitolo 49 ***
Ci
incontreremo nei sogni se vuoi, dentro a quei sogni che hai fatto per
noi,
e
nel silenzio di un ultimo istante mi perdonerai
Sebastian raggiunse Chris giusto in tempo per vedere suo padre correre
via dopo che il biondo Auror gli aveva fatto perdere la spada.
Come Mason vide l'amico lo guardò, scrutando quei suoi occhi
indecifrabili.
-E' sempre stato un vigliacco- dichiarò Anderson, voltando
le
spalle agli amici, forse per non far vedere loro il tormento che gli
aleggiava sul viso.
Christopher scosse la testa e lo seguì.
-Dobbiamo cercare di uscire di qui, prima che la battaglia volga troppo
a nostro sfavore- annunciò poi all'amico.
-Scherzi?- gli chiese Seb, il volto incendiato -Abbiamo la
possibilità di spedire un bel numero di Mangiamorte ad
Azkaban,
ti rendi conto?-
-Lo so, ma non possiamo rischiare che i ragazzi si facciano del male!
Ron è salvo, accontentiamoci di questo, per ora.-
Il tono di Chris era talmente convinto che Sebastian non
riuscì
a replicare, così tacque, dirigendosi a passo di carica
nella
mischia, deciso a far fuori quanti più nemici possibile.
Ormai la battaglia stava degenerando in un sanguinoso conflitto.
Vedendo infatti che gli incantesimi non riuscivano ad ottenere gli
effetti desiderati, molti avevano estratto o Evocato spade di discreta
lunghezza e avevano ingaggiato duelli furibondi.
Carrigan, con un braccio che sanguinava copiosamente, aveva appena
atterrato un uomo incappucciato, quando Mason gli passò
accanto.
-Capo dobbiamo uscire di qui!- gli gridò l'Auror.
L'uomo fece cenno a Chris di aver capito, quindi ordinò ai
suoi
uomini di ripiegare verso le uscite, per potersi Smaterializzare ad
Hogwarts.
Harry invece, alla sommità delle scale, stava affrontando
Bellatrix.
La donna pareva impazzita, lanciava incantesimi da tutte le parti,
incurante di colpire alleati piuttosto che nemici.
Potter si chinò, evitando un Cruciatus, quando vide Elenie
salire le scale.
Un moto di sollievo lo inondò, notando che la sua ragazza
sembrava incolume.
Un'incolumità che però non pareva estendersi ai
suoi occhi.
Infatti essi erano atterriti, spaventati e colmi di lacrime.
-Blaise!- riuscì solo a sillabare la Corvonero, prima che
due
uomini li scansassero in fretta e iniziassero a occuparsi della
Lestrange.
-Harry, Elenie, andate!- gridò uno dei due uomini, che
Potter riconobbe essere Lupin.
Il ragazzo avrebbe voluto dire che no, lui doveva rimanere
lì, a
distruggere quella donna orribile, ma la Zabini lo tirava con fermezza
per la manica, inducendolo a scendere per le scale.
Come mise piede sul primo gradino, Harry riuscì a vedere la
scena che si stava svolgendo al piano di sotto, e allora
attaccò
a correre, sguainando la spada, trascinandosi dietro Elenie.
Arrivati giù, i due raggiunsero Blaise, semidisteso a terra,
che
teneva ancora a fatica la spada in mano, in un estremo tentativo di
difendersi dagli incessanti attacchi di Draco.
Il Bambino Sopravvissuto fece per raggiungerli e mettersi in mezzo per
proteggere il moro Serpeverde, quando qualcuno lo sorpassò e
fece scontrare bruscamente la sua lama con quella di Malfoy, giusto un
attimo prima che essa calasse sul corpo stremato di Zabini.
Era lei ovviamente.
-Hermione!- chiamò Harry, atterrito -Spostati di
lì-
La ragazza, facendo forza sulle braccia e cercando di far allontanare
Draco di qualche passo, in un primo momento lo ignorò.
-Devo farlo io.- sussurrò poi, tra i denti.
Udendo quel tono disperato ma deciso, Potter comprese, e come lui
Elenie, la quale si era precipitata in aiuto del cugino.
Era lei, doveva essere lei.
Lei che l'aveva amato, odiato e aveva creduto in lui e nella sua
redenzione.
Era lei che doveva salvarlo, oppure dirgli addio.
Non avrebbe mai permesso a nessuno di farlo al suo posto.
La Granger puntò i suoi occhi d'oro in quelli grigi di
Draco, assottigliati dallo sforzo.
Si erano spostati di qualche metro dal punto in cui il biondo aveva
atterrato Zabini, quando Malfoy staccò la presa dalla spada
di
Hermione, ruotò su sè stesso e vibrò
un fendente,
che la ragazza schivò con prontezza.
La Grifondoro fece un mezzo sorriso, di sfida mista a
malinconia...Gliel'aveva insegnato proprio lui, qualche tempo prima, a
difendersi dai suoi attacchi repentini.
Attorno a loro due il tempo sembrava essersi fermato...I rumori della
battaglia, i respiri affannati e tesi degli amici che osservavano,
giungevano come lontani ed ovattati alle loro orecchie. C'erano solo
lui e lei, in una danza di guerra e di morte.
Il combattimento pareva essere interminabile...
Hermione si scostò una ciocca di capelli sudati dal volto,
parando l'ennesima finta e rispondendo prontamente con un montante ad
un fianco.
Lo stava mettendo in difficoltà, se n'era accorta.
La camicia candida era sbrindellata nei punti in cui la lotta si era
fatta più serrata e gli occhi non erano più
così
convinti, anche se brillavano sempre dello stesso disgusto che le
riservava ogni qual volta si soffermava su di lei.
Il respiro della ragazza si era fatto affannoso. Lei e Malfoy si erano
un po' scostati l'uno dall'altra dopo l'ultimo scambio, e ora giravano
a semicerchio, fronteggiandosi sempre più agguerriti.
Fronteggiandosi come in
tutti quegli
anni fatti di odio, di stupidi pregiudizi, di rancore...Anni che
avevano perduto comportandosi come nemici, senza sapere che avrebbero
potuto sfruttare tutto quel tempo amandosi...
Draco le si
gettò nuovamente contro, la spada alzata verso di lei, il
volto
pallido appena macchiato di sangue, con quell'espressione fiera che lo
aveva sempre contraddistinto.
Quella stessa
espressione,
dolorosamente bella e regale che si portava sempre dietro, che metteva
soggezione a tutti e che allo stesso tempo rivelava quanto tormento
ci fosse in quel ragazzo dagli occhi argentei...
Hermione respinse l'attacco, quindi roteò su sè
stessa,
fece un passo e fintò un colpo al lato destro, che il
biondino
schivò immediatamente, guardandola subito dopo con superbia
e
soddisfazione.
Quante volte l'aveva
fissata
così...con l'ombra di un sorriso sul volto, orgoglioso di
sè stesso se era lui a farla felice, oppure quando era
contento
di vederla sorridere, e di starle accanto, seppure facesse di tutto per
non farlo notare...
La ragazza sentì le lacrime pungerle gli occhi,
ma tentò di ricacciarle indietro.
Vide Ron con la coda dell'occhio raggiungerli, preoccupato e ansante, e
questo le diede ancora più vigore.
Doveva proteggerli...
-Non potrai salvarli tutti, mezzosangue!- le soffiò Draco in
un
orecchio, quasi interpretando i suoi pensieri, quando furono nuovamente
abbastanza vicini.
Come quella volta nel
parco, seduti
sotto il loro albero preferito, dove non venivano raggiunti dalle
occhiate curiose del resto della scuola, quando l'aveva guardata a
lungo, come in procinto di dirle qualcosa, ma poi si era limitato a
spostarle i capelli dietro ad un orecchio e a stringerla forte a
sè...come se temesse che sarebbe altrimenti andata via...
Mentre sferrava un altro colpo, Hermione cercò
di
conservare quel ricordo, di non farlo sparire, per tenere ancora un po'
dentro di sè quella sensazione di calore e di sicurezza...ma
era
come tentare di afferrare fumo evanescente.
Le lame si incontrarono di nuovo, producendo rumori secchi e vibranti,
che risuonavano nell'aria come grida....le stesse grida che tante volte
avevano caratterizzato il loro rapporto.
-Come puoi essere
così?- gli
aveva gridato lei, un giorno, rabbiosa, odiando ancora una volta quella
sua
indifferenza, quel suo carattere così impenetrabile e schivo.
Draco aveva fatto spallucce, come per dire che a lui non gliene
importava niente, nè di ciò che gli accadeva e
nè
di ciò che avrebbe potuto pensare lei.
Quindi si era voltato e se n'era andato.
E lei, non sopportando di udire quei passi che si allontanavano,
l'aveva rincorso e l'aveva afferrato per un polso, costringendolo a
voltarsi.
E lui le aveva sorriso, semplicemente...e poi l'aveva baciata, con
un'irruenza tale da toglierle il fiato.
La Granger strinse le mani più saldamente
sull'elsa della
spada, come fossero di nuovo le mani fredde di Draco, in quella notte
di litigate e amore.
Come poteva? Come poteva rimanere lì, e combattere contro di
lui, ostinandosi a cercare in sè stessa un odio che non
provava?
Un odio che non esisteva da nessuna parte in lei...
Si lasciò sfuggire un singhiozzo sommesso, conscia di essere
debole davanti ai suoi occhi, quegli occhi che lei amava, che l'avevano
spogliata, desiderata e avuta.
Non poteva nemmeno pensare di fargli del male...eppure Draco doveva
morire.
La ragazza sentì un dolore acuto al braccio e si accorse che
lui
l'aveva colpita in un suo attimo di distrazione. Avvertì il
sangue caldo scorrerle sulla pelle, e istintivamente portò
una
mano a proteggere la ferita.
Ma Malfoy non aveva ancora finito... Sogghignando si ritrasse, quindi
si proiettò nuovamente verso di lei, la spada ritta...
Hermione non tentò nemmeno di proteggersi...Si accorse di
non
volerlo fare...Scivolò semplicemente in ginocchio, sentendo
la
spada scivolarle via dalle dita per poi finire lontano.
Fu sentendo il rumore secco della lama che urtava il pavimento che si
accorse dell'errore che aveva commesso.
Si era rifugiata nel luogo sicuro della sua mente, quello in cui era
felice, quello in cui era protetta...E si era dimenticata del presente,
aveva preferito estraniarsi, smettere di lottare, spinta dall'istinto
di preservare il suo cuore ed evitando di ferire il ragazzo che amava.
Lo stesso ragazzo che in quel momento la sovrastava, gli occhi chiari
colmi della smania di vincere, di distruggere per sempre quella
maledetta mezzosangue che ancora una volta aveva osato sfidarlo.
Malfoy fece un passo verso di lei e mosse il braccio che reggeva la
spada come per colpirla.
La Granger non si mosse, rimaneva lì, conscia che poteva
essere
il suo ultimo istante di vita...E rivide tutto...In un istante la sua
mente si affollò di immagini, alcune più
colorate, altre
grigie, tristi, ma tutte importanti.
Chiuse gli occhi quando Draco alzò la mano, il volto
distorto in un'espressione indecifrabile.
Chiuse gli occhi e attese.
Chiuse gli occhi e non ebbe nemmeno la forza di sperare che il ragazzo
sbagliasse il colpo o che rinsavisse all'improvviso.
Chiuse gli occhi e non provò alcun dolore.
Passò qualche secondo e li riaprì, senza capire.
Aprì le palpebre, e la prima cosa che incrociò
furono
nuovamente gli occhi di Draco, che la fissavano dall'alto, muti di
stupore.
La ragazza tacque, quindi seguì lo sguardo del biondo, che
scendeva rapidamente verso il suo stesso torace.
E lì, in netto contrasto con il bianco della camicia, appena
sotto lo sterno, si allargava una macchia rossa...Una macchia
indelebile, frutto di un gesto sofferto e irreparabile.
Fu come rivivere la scena di qualche mese prima nel parco, quando quel
Mangiamorte aveva cercato di attaccarli..Solo che quella volta Draco
era rimasto ferito nel tentativo di salvarla...Non di ucciderla.
Malfoy lasciò cadere la spada a terra, quindi
crollò anche lui in ginocchio, di fronte a Hermione.
Dietro di lui apparve Harry, la lama della sua spada tutta
insanguinata, con uno sguardo vacuo, perso.
Il biondo Serpeverde si portò le mani sullo stomaco, con
espressione sofferente, quindi si lasciò cadere su un
fianco,
posando poi la schiena a terra.
La Granger lo seguì, rimanendogli vicina.
Draco respirava a fatica, gli tremavano le mani, ma il suo sguardo
chiaro era estremamente fermo e consapevole.
E la cercò...per guardarla ancora.
Quello che Silente non sapeva è che la Malefica Potio non
attende l'ultimo battito di un cuore per cessare i suoi
effetti...Essi passano poco prima...
Non appena Hermione incrociò i suoi occhi con quelli di
Draco, capì che era lui, ancora, finalmente.
-Mezzosangue...- sussurrò lui, con voce spezzata.
La Granger gli si accostò dolcemente, le guance bagnate di
lacrime.
Il ragazzo alzò a fatica una mano per asciugare le piccole
gocce salate che le attraversavano il viso, quindi le prese la testa,
passandole una mano dietro la nuca e
costringendola ad accostare la fronte alla sua.
-M-mi dispiace tanto...-mormorò con estremo sforzo.
-No...- singhiozzò Hermione, distrutta, stringendosi la mano
di
Malfoy accanto al viso, cercando di trattenerlo...di fare in modo che
non se ne andasse. -Non lasciarmi sola-
Draco accostò le labbra a quelle della ragazza. Sapevano di
sangue, di battaglia, di lui...
-Non lo farò mai...- le soffiò il ragazzo sulla
bocca, abbozzando un sorriso -Te lo prometto-
Probabilmente ci voleva un momento così per renderli capaci
di
dirsi tutto quello che il loro orgoglio li aveva obbligati a tacersi
vicendevolmente.
Ora quelle parole erano tutte lì, nell'aria, in attesa di
essere sussurrate...Ma i due ragazzi non avevano più voce
per farlo.
La Granger alzò lo sguardo verso Elenie, quasi
supplicandola, e
quando vide la Benèfica scuotere la testa si
sentì
mancare il terreno sotto i piedi.
Eppure lo sapeva anche lei.
L'aveva capito dal primo momento in cui aveva visto la profonda ferita
di Draco, che era troppo tardi, che nemmeno i poteri di Elenie erano
abbastanza estesi per salvarlo. La Benèfica aveva
già
consumato tutte le sue forze per aiutare Chris. Non ce l'avrebbe mai
potuta fare...
Draco fece una smorfia, piegato in due dal bruciante dolore, eppure per
un momento lo sfiorò l'idea che nemmeno la morte sarebbe
stata
così crudele, se gli avesse permesso di chiudere gli occhi
per
sempre guardando in quelli di lei.
-Stupeficium!-
Un fiotto di luce rossa passò vicinissimo alla testa di
Hermione, che si voltò di scatto, senza lasciare la mano di
Draco.
Subito tutti i ragazzi si mossero, posizionandosi in difesa di Malfoy e
della Granger.
-State lontani da mio figlio-
La voce secca di Lucius Malfoy tradiva tutta la sua preoccupazione.
Nessuno degli studenti di Hogwarts, però, si mosse.
-Non lo terrete in vita facendo così!-
Quando però il Mangiamorte vide le facce sconvolte dei
compagni
di suo figlio, quella distrutta di Blaise e quella disperata di
Hermione, si sentì morire anche lui.
No...Non poteva essere.
Con un cenno chiamò i suoi compagni, ordinando loro di
affrontare i mocciosi...
Lui non poteva perdere tempo..lui doveva verificare le condizioni di
Draco..
Draco Lucius Malfoy, attraverso il dolore che gli velava gli occhi -o erano lacrime?- cercava
di capire cosa accadeva intorno a lui, che piega stesse prendendo la
battaglia...e pativa le pene dell'Inferno.
E non riusciva ad ammettere che non voleva morire, che non voleva
lasciare tutto a metà.
l'aveva fatto troppe volte.
Una voce lontana, nella sua testa, rise di lui.
Adesso ti svegli, eh Draco? Adesso che hai perso tutto, persino la tua
miserevole vita.
Com'è che ci si sente Draco?
Com'è sentire martellare nella testa, anche negli ultimi
istanti
di respiro, la voce insoddisfatta e fredda di tuo padre...quel padre
che ti ha piegato, che ti ha sacrificato per una causa non tua...fa
ancora male, Draco?
Tu che hai avuto solo un vero amico in vita tua, tu che hai amato una
volta sola, semplicemente perchè non sapevi farlo,
perchè
nessuno te l'aveva insegnato...
Tu che insultavi Potter, che ti sei attaccato al suo odio per lui e hai
combattuto contro di lui, l'hai offeso e odiato, ma quello che stavi
davvero facendo era combattere, offendere ed odiare te stesso...
Tu che ora sei lì a terra, soffrendo come un cane, con una
ferita allo stomaco e un unico pensiero, che ti porterai in testa e nel
cuore fino alla fine:...lei.
Harry calciò il corpo di un Mangiamorte svenuto, quindi si
guardò intorno.
Gli Auror stavano finendo quei pochi Mangiamorte rimasti, ma nel
combattimento non c'era più quella fatica, quella
disperazione
di poco prima...Ora sembravano tanti robot che facevano quello che
dovevano fino in fondo, come se dovessero terminare di pulire una
sporcizia indesiderata.
Hermione riuscì ad atterrare il suo avversario, e corse
immediatamente verso il luogo dove era stata costretta a lasciare colui
che era stato il suo pensiero fisso fino a quel momento.
Il suo grido si avvertì per tutto il salone, e tutti gli
amici la raggiunsero.
La trovarono singhiozzante, disperata sul pavimento freddo, accoccolata
vicino a delle macchie di sangue.
-Dov'è Draco?- domandò con voce gonfia di pianto
Blaise, appoggiato a Matt.
Per tutta risposta la Granger scosse la testa, continuando a urlare.
Matt sopraggiunse, sostenendo un Auror che zoppicava.
-Hanno tolto la barriera anti-Materializzazione- annunciò
con voce piatta -Sono fuggiti.-
-Chi manca all'appello?- domandò Chris, distrutto.
-La Lestrange, il marito, Macnair, Lucius Malfoy e un'altra decina di
Mangiamorte. Gli altri sono tutti morti o catturati.-
Sentendo il nome del padre di Draco, Hermione si riscosse.
-L'ha portato via...- mormorò tra le
lacrime, continando a sfiorare ostinatamente quel maledetto pavimento
dove poco prima giaceva il biondo.
Fu immediatamente colpita dalla verità delle sue stesse
parole, pronunicate quasi senza pensarci su.
E le lacrime sgorgarono nuovamente, ancora più intense di
prima.
Ron le fu subito accanto, stringendola in un abbraccio fortissimo, da
cui lei non si sottrasse.
-Non ero con lui...Non c'ero...- singhiozzò disperata,
serrando il maglione dell'amico nei pugni.
-Non può essere sopravvissuto a una Smaterializzazione
Congiunta..Era troppo debole...- sussurrò Zabini, lasciando
che
rapide lacrime gli scivolassero fino al mento.
Fu in quel momento che arrivò Sebastian, pallidissimo,
tenendo stretta Laine che esibiva un taglio su una guancia.
L'Auror guardò per un istante Hermione, con espressione
impotente, quindi si rivolse a Chris con un sospiro.
-Dobbiamo andare. Gli altri si sono già tutti
Smaterializzati, e
tra poco saranno qui quelli del Ministero. E' meglio non far vedere che
c'erano i ragazzi.-
Mason assentì, quindi guardò Seb, che sembrava
fare di tutto per non incrociare lo sguardo di nessuno.
Sapeva esattamente come doveva sentirsi in quel momento.
Sapeva che si odiava per non essere riuscito a salvare Draco.
Sapeva che pensava di aver fallito, permettendo che i Mangiamorte
arrivassero a lui.
-Andiamo ragazzi- disse infine Chris, con voce stanca, stringendo la
mano di Alice.
Ron si mosse, cercando di trascinare con sè anche Hermione,
ma la ragazza puntò i piedi.
-No!- gridò, annientata dal dolore -Lasciami qui...non
voglio tornare ad Hogwarts..Voglio restare qui!-
Harry la guardò con un misto di compassione e di odio verso
sè stesso.
Sapeva di essere stato lui in parte la causa della sua sofferenza, ma
colpire Draco era stato l'unico modo per far sì che lui non
la
uccidesse.
-Non è colpa tua...- gli mormorò Elenie
all'orecchio, accostandosi alla sua spalla.
Tutti fissavano la Granger e il suo dolore, la sua rabbia, il suo
amore...
Ognuno di loro, da Ginny a Dean, da Alice e Chris, da Laine a Seb, a
Seamus, a Harry, a Elenie, a Ron, soffriva con lei, e al contempo
ringraziava Dio di non essere al suo posto...e pregavano di riuscire ad
aiutarla.
Non sembrava nemmeno lei...
Lei, di solito così controllata, così riservata
riguardo ai suoi sentimenti.
Lei che pur di non farsi vedere piangere si teneva tutto dentro, oppure
si nascondeva in camera, rimanendo sola.
Lei sempre così forte, così orgogliosa...Era come
se avesse perso ogni freno inibitorio, ogni legame che la teneva
àncorata alla realtà.
I suoi occhi d'oro erano vitrei, gonfi di pianto...distrutti. Le sue
braccia sfioravano il pavimento, come se volessero abbracciare e
stringere un'ombra. L'ombra di Draco, che se n'era andato.
Potter rivide nel suo sguardo vuoto e spento e nelle sue urla spezzate
sè stesso dopo la morte di Sirius.
Quella
solitudine, quel senso di abbandono, di distacco, erano ancora
più vividi che mai, perciò si impose di
raggiungerla.
Posò una mano sul braccio di Ron, che si scostò
da Hermione.
-Herm, dobbiamo andare.- le mormorò dolcemente Harry,
accarezzandole i capelli e accostandosi a lei.
Se per un momento il Grifondoro aveva temuto che lei lo avrebbe
allontanato per quello che aveva fatto, si dovette ricredere,
perchè lei lo cercò disperatamente, attaccandosi
al suo
collo, abbandonandosi completamente contro di lui.
Harry la strinse, e fece per portarla via.
Dapprima lei protestò, scalciò, e
gridò tutto il
suo dolore, perciò Potter le passò una mano
dietro le
ginocchia e la prese in braccio.
-Shhh, basta ora...- le mormorò serrandosela al petto.
Seguì gli altri, affiancato da Ron e da Elenie, mentre
Hermione,
sfinita, smetteva di lottare e si calmava sempre di più.
Potter sentì le calde lacrime di lei bagnargli il maglione,
e le
sue unghie graffiargli le spalle, in un disperato tentativo di rimanere
aggrappata a qualcosa, di non essere costretta a lasciare andare
tutto...
Ok...-respiro
profondo-
Ammetto di aver atteso, vigliaccamente, intere giornate prima di
postare questo capitolo. Avevo paura. Paura di non essere all'altezza
di scrivere un momento tanto drammatico, di risultare troppo sdolcinata
o troppo superficiale. E chiaramente temevo più di ogni
altra cosa le vostre reazioni. Vi prego di dirmi cosa ne pensate,
stavolta più che mai, perchè questo è
stato uno dei capitoli più difficili da scrivere per me, sia
per la dinamica del tutto, ma specialmente per la descrizione di
Hermione e del suo stato d'animo. Con questo passo ai
ringraziamenti:
xx_dreamer_xx: Ti
ringrazio per i complimenti! Le scene di battaglia per me sono le
più difficili da scrivere, perchè ho sempre paura
di risultare ripetitiva o di creare poca azione!
Smemo92: Ed
ecco finalmente tutte le risposte alle tue domande su come sarebbe
finita questa battaglia...Dimmi che ne pensi, mi raccomando!
Sklupin: Sono
contenta che la battaglia ti stia piacendo! Per quanto riguarda la
liberazione di Ron, per una volta qualcosa è filato liscio,
del resto lui serviva solo come pretesto ai Mangiamorte per attirare
tutti nella casa dei Riddle!
Tanny: Ti
ringrazio tanto per le cose bellissime che hai scritto nella
recensione, mi hanno fatto un piacere immenso! Questo credo sia il
capitolo che tu hai temuto di più, e spero davvero mi vorrai
dire che ne pensi...Per quanto riguarda le vacanze organizzate in
famiglia all'estero no, non le ho mai fatte, anche se dev'essere una
bella esperienza. Sinceramente però, sarei troppo in
imbarazzo, ho qualche difficoltà a relazionarmi con persone
che non conosco, pur essendo una persona abbastanza estroversa!!
liven: Non
sai quanto mi hai rassicurato con la tua recensione! Ormai ti considero
il mio giubbotto salvagente...Se ho dei dubbi, con le tue recensioni me
li fai dissipare tutti! Grazie grazie grazie...Spero lo farai anche con
quest'ultimo, anche se posso capire che l'impresa si prospetti
moooooolto ardua! =)
nami_pazza: Ed
ecco le risposte sulla sorte di Draco...anche se molte cose rimangono
in sospeso e verranno svelate nell'ultimo capitolo e specialmente nella
seconda parte! Grazie della recensione, un bacio!!
Sheilin: Che
bello, una nuova lettrice! Sono molto contenta che la storia ti
piaccia, spero continuerai a seguirla e a dirmi che ne pensi!
Kitty_Cullen: Bentornata=)!
Non ti preoccupare per le recensioni mancate, mi fa molto piacere che
tu abbia ricominciato a seguirmi! Grazie della recensione, spero mi
dirai che ne pensi di quest'ultimo capitolo!
Come già sapete, questo è l'ultimo capitolo. Con
il prossimo, il 50, si concluderà questa prima parte della
fiction. Al 99,9 % lo pubblicherò il 6 Maggio (un mio
capriccio, lo ammettoXD) giusto ad un anno dalla pubblicazione del
primo capitolo della storia.
Un bacione a tutti e grazie ancora!
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Capitolo 50 *** Capitolo 50 ***
I'm
going back again
I'll
take it to the end
Remember
where we've been
And
where we have to go
Take
a look around
Look
at what we've found
I
know that we can be
What
we want to be
I'M
GOING BACK AGAIN
-Che
tragedia, ragazzi miei, che immane tragedia!-
Albus Silente aveva gli occhi lucidi mentre guardava fuori dalla
finestra, osservando i vasti prati spazzati dal sole.
Alice, Laine e Sebastian, seduti alle sue spalle, gli avevano appena
comunicato ciò che era accaduto a Casa Riddle.
-I vostri compagni come stanno?- domandò poi il Preside,
preoccupato.
-Blaise, Hermione, Ron e Matt dovranno passare alcuni giorni in
Infermeria, ma se la caveranno. Gli altri hanno solo bisogno di
riposo.- rispose la Parker.
-Christopher è al Ministero?-
-Si- mormorò Alice, abbassando gli occhi -Sono tornati a
Casa
Riddle per un ultimo controllo. Uscire di lì non
è stato
per niente semplice, i Mangiamorte hanno lasciato trappole sparse
ovunque-
In quel momento la porta si aprì, lasciando alla ragazza il
tempo di riprendere il controllo e di tranquillizzarsi.
Entrò Piton.
-Che c'è, Severus?-
-Lucius Malfoy ha annunciato- comunicò il Professore di
Pozioni,
pallidissimo -Che domani si terrà il funerale di Draco-
-E lei come lo sa?- scattò Anderson, alzandosi di colpo
dalla sedia.
-Lascia fare, Sebastian- lo esortò Silente, parandosi tra
lui e Piton, che guardava il suo ex-allievo con occhi vuoti.
-Andate ragazzi. E appena ci sarnno novità, vi prego di
venire a riferirmele.-
Alice si alzò stancamente e infilò la porta,
seguita da
Laine e da Seb, che prima di uscire lanciò un'ultima
occhiata
sospettosa ai due maghi rimasti nella stanza.
-Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che stai
facendo- sorrise il Preside.
-Sa benissimo perchè lo faccio...- sussurrò
Piton, sedendosi su una sedia e prendendosi la testa tra le mani.
-Hai parlato con Lucius Malfoy?-
-Non molto- confessò il più giovane -Mi ha solo
comunicato di Draco, ma più che altro voleva stare con
Narcissa...è distrutta-
-Perdere una persona a cui si tiene è uno dei dolori
più
grandi che esistano. E non è da tutti riuscire a
sopportarlo.-
concluse il vecchio mago, sistemandosi gli occhiali.
Hermione non dormiva. Era da quando avevano fatto ritorno da Casa
Riddle che non chiudeva occhio.
Non perchè non fosse stanca, ma perchè appena
provava a
riposare, riviveva davanti a sè gli ultimi istanti della
battaglia...gli ultimi istanti di Draco.
La stanza era buia e la ragazza udiva il respiro lento di Blaise e
Matthew, e il leggero russare di Ron, che stranamente per una volta non
la infastidiva ma anzi, permetteva che il silenzio attorno a lei non si
facesse assordante, costringendola così ad ascoltare il
brusco e
tagliente suono dei suoi pensieri.
Aveva perso la cognizione del tempo, non sapeva più da
quanto
fosse stesa inerme in quel letto. Vedeva il sole filtrare attraverso le
imposte socchiuse...
Voleva uscire, per ricordarsi che la luce c'era ancora, che non c'era
solo quell'oscurità, quell'atmosfera soffocante.
Scese dal letto e, a tentoni, cercò i suoi vestiti per
indossarli, quindi uscì dalla stanza.
Come un automa attraversò il castello, ignorando le occhiate
curiose degli altri studenti e andò nel parco.
Avvertendo i raggi solari accarezzarle il volto cinereo, e il vento
scompigliarle i capelli, si sentì meglio. Si
guardò
intorno, alla ricerca di un posto dove poter stare sola, e
inevitabilmente si diresse sulla riva del lago, nel posto dove per la
prima volta aveva parlato quasi civilmente con Draco, nel luogo dove
tante volte si erano incontrati, avevano litigato, si erano abbracciati.
La ragazza sorrise tra sè, un sorriso amaro, mesto, tipico
di
chi resta, di chi non si dà pace, di chi vorrebbe
sparire...di
chi ancora ama...
Hermione si prese le ginocchia tra le braccia e cominciò a
guardare in giro.
Non aveva ancora visto Harry da nessuna parte, probabilmente era con
Elenie, oppure era in dormitorio a riposare, dopo essere stato in
Infermeria al fianco della Granger tutta la notte precedente.
Nessuno dei due aveva parlato, si erano limitati a starsi vicino, a
stringersi le mani, a infondersi coraggio e forza.
La Grifondoro aveva visto negli occhi di Potter quella paura, quel
rimorso misto a rabbia per il gesto che lui stesso aveva compiuto, nel
tentativo di salvare lei.
Non doveva permetterglielo, ed Hermione si odiava per questo.
Era uno dei motivi per cui aveva deciso di affrontare lei Draco, ovvero
perchè altrimenti sapeva che l'avrebbe fatto Harry. E lei
non
voleva che si sobbarcasse anche questo peso, anche questo rimpianto.
Era una cosa che avrebbe dovuto portarsi dietro da sola, ma era stata
troppo debole per arrivare fino in fondo, per essere lei stessa a
chiudere gli occhi di Malfoy.
Il lago davanti a lei era sorprendentemente placido, l'acqua scorreva
calma, ignara del tormento che percuoteva l'animo di colei che era
seduta sulla riva.
Tutto attorno pullulava di ricordi.
Gli stessi che la stavano distruggendo lentamente, gli stessi che le
impedivano di dormire.
Perchè quando
provava a dormire sognava di lui...
Una leggera brezza le scompigliò i riccioli
scuri, lasciando nell'aria un vago profumo di fiori.
Era tutto inutile. Inutile perfino cercare di non pensarci, inutile
cercare di dirottare la mente su qualcosa che non fosse Draco.
Perchè lo sentiva lì.
Era una sensazione strana...Aveva sempre creduto, almeno dopo aver
appreso da Chris che Draco si sarebbe liberato dagli effetti della
Pozione solo morendo che, quando fosse successo, lei si sarebbe sentita
vuota, persa, che improvvisamente si sarebbero staccati tutti i fili
che la tenevano ancorata al mondo, alla razionalità.
E invece no.
Stava male, da qualche parte in lei c'era un impulso che la spingeva a
gettarsi per terra urlando e strappandosi i capelli...ma esso veniva
sovrastato da qualcosa che le impediva di autodistruggersi a quel modo,
qualcosa che la induceva a credere che Malfoy fosse ancora
lì
accanto a lei, ad accarezzarla, consolarla e prenderla in giro come
aveva sempre fatto.
Hermione udì un rumore di passi alle sue spalle, poi
sentì Harry lasciarsi cadere pesantemente vicino a lei.
-Ti ho cercata in tutto il castello...- mormorò il ragazzo,
giocando con i fili d'erba -A Madama Chips è quasi venuto un
colpo quando non ti ha più vista nel tuo letto-
-Avevo bisogno di stare un po' da sola-
Potter la fissò. Sembrava quasi più vecchia,
anche se forse era solo più stanca, più provata.
Non le chiese come si sentiva, non ce n'era bisogno, lo vedeva anche da
solo.
Era a pezzi, anche se un sottile velo di autocontrollo cercava di
nascondere il suo reale stato d'animo.
Le persone che ci amano non ci lasciano mai del tutto, gli aveva detto
una volta Silente.
E in quel momento, guardando gli occhi spenti della sua migliore amica,
Harry si sorprese a domandarsi se dopotutto fosse un bene, o perlomeno
una consolazione.
In fondo, quando una persona cara se ne va, l'unico modo che ha per
restarci accanto è quello di lasciarci un suo ricordo.
Un ricordo a farci compagnia, a scaldarci il cuore nelle notti
insonni...ma anche ad impedirci di voltare pagina.
-Tu! Maledetto bastardo!-
-Narcissa, te ne prego, calmati!-
Lucius Malfoy stava sulla soglia della stanza che divideva con la
moglie, incerto su cosa fare, soprattutto considerando il fatto che se
avesse osato fare un solo passo lei l'avrebbe Schiantato senza pensarci
troppo su.
-Per favore, metti via la bacchetta!- la esortò per
l'ennesima volta l'uomo, con voce supplichevole ma ferma.
Narcissa lo ignorò, tenendo l'arma ben salda nella mano e
fissando il marito con uno sguardo carico d'odio.
Lucius abbassò gli occhi, lasciando poi vagare la sua
attenzione in giro per la stanza.
Essa, che fino a poche ore prima era in perfetto ordine, austera e
regale, ora era devastata: il letto era sfatto, le pesanti tende
giacevano per terra, e la piccola credenza in legno scuro che ospitava
decine di piccoli oggetti di cristallo, si trovava a terra
semidistrutta.
Esattamente come la padrona di casa.
Narcissa Black Malfoy era inginocchiata al centro della camera,
l'elegante vestito azzurro allargato attorno a lei, i capelli biondi
scomposti e annodati, e il volto spento, rigato dalle lacrime.
A Lucius faceva male al cuore vederla così. Tentò
ancora una volta di avvicinarsi a lei, ma senza risultato.
-Non osare- ringhiò infatti la donna, alzandosi in piedi
tremante, aiutandosi appoggiandosi con una mano a una delle colonnine
che reggevano il baldacchino del letto. -Non provare ad avvicinarti a
me!- gridò puntando la bacchetta contro il petto del marito.
-Abbassa quella bacchetta!- disse nuovamente Lucius, secco.
La mano di Narcissa vacillò appena, ma poi strinse
più forte la presa.
-Hai ucciso mio figlio!- urlò, stravolta dal dolore -Non
dirmi quello che devo fare!-
Alcuni piccoli fiotti di luce rossa uscirono dalla punta della sua
bacchetta, finendo sul pavimento.
Malfoy la ignorò. Entrò deciso nella camera,
raggiungendo in due passi la moglie.
-Io non c'entro niente- le sussurrò con voce rotta.
Lei singhiozzò. -Ti odio Lucius! Ti detesto, hai capito?-
L'uomo fece per abbracciarla, ma Narcissa, risoluta, gli
piazzò la bacchetta sul petto, obbligandolo a starle lontano.
Lucius allora, stufo, perse la calma. Le afferrò un braccio
e,
esercitando una lieve pressione la costrinse a lasciar cadere a terra
la sua arma.
Sua moglie allora, trovandosi inerme iniziò, in mancanza
d'altro, a tempestargli il torace di pugni nel vano tentativo di
allontanarlo da sè.
- Non ti voglio qui!- urlò con voce roca -Vattene...Adesso!-
Lui però non si mosse di un millimetro, anzi, si
avvicinò
ulteriormente fino a circondarla con le sue braccia, cercando di
placare le sue grida.
Non l'avrebbe lasciata sola nemmeno se l'avesse minacciato con un
Cruciatus.
Doveva stare lì con lei, a difenderla da sè
stessa e dal
suo dolore. Anche se questo voleva dire spaccarsi in due lui, solo per
un misero tentativo di proteggerla dalla realtà-
Se solo avesse potuto dirle come stavano veramente le cose le avrebbe
risparmiato un sacco di sofferenze...Ma essendo lui essenzialmente
egoista, in un certo qual modo preferiva vederla stare male ma saperla
al sicuro, seppur ignara di tutto.
Le grida di Narcissa si erano ridotte a singhiozzi sommessi.
Lucius la
strinse maggiormente, sentendo le braccia della moglie aggrapparsi alle
sue spalle, e le lacrime di lei bagnargli la camicia.
Era un debole quando si trattava di lei, lo sapeva.
I suoi propositi, vedendo quelle piccole spalle tremare sotto il peso
di un dolore troppo grande, si sciolsero come neve al sole.
Ogni lacrima della donna che amava era un colpo in più alle
sue decisioni, alle sue prerogative.
-Cissy- mormorò scostandola da sè e scrutandola
in quegli occhi azzurri pieni di lacrime -Perdonami...-
-Non ti ho detto tutto- continuò in risposta allo sguardo
interrogativo di lei.
Gli occhi di Narcissa ebbero un guizzo, un bagliore di speranza li
attraversò.
E Lucius, facendola accomodare sul letto e sistemandosi accanto a lei,
cominciò a raccontare..
Ad Hogwarts intanto le giornate passavano placidamente. Le lezioni si
trascinavano lente e gli studenti erano sempre più
proiettati
con la mente verso l'inizio delle vacanze estive.
Mancavano due giorni alla fine della scuola quando Harry, Hermione,
Ron, Elenie e Blaise furono convocati nella Sala degli Allenamenti.
La Granger era nella Sala Comune di Grifondoro a riordinare i suoi
libri, quando arrivò un plico vergato in tutta fretta da
Alice.
Inutile dire che la sua voce non suonò troppo allegra quando
comunicò ad Harry e Ron che erano attesi nel luogo dove
avevano
passato gran parte dei pomeriggi dell'anno.
Era dal giorno della battaglia che non vi metteva piede. Era
già
abbastanza dura per lei camminare nella scuola dove Draco era stato
solito
girare...
Rientrare in quella stanza avrebbe voluto dire rivedere davanti ai suoi
occhi l'immagine di Malfoy che si esercitava ad usare la spada, oppure
che era intento ad attaccare briga con Harry, oppure a ripensare a
quando la fissava mentre lei combatteva, con quegli occhi impertinenti
e
glaciali.
Basta, non di nuovo.
Hermione sospirò, imponendosi di rinchiudere di nuovo i suoi
pensieri tra quelle gabbie in cui aveva deciso di costringerli per
impedire loro di farle troppo male.
Si sottrasse agli sguardi preoccupati degli amici, che sapeva non le
staccavano mai gli occhi di dosso. Li notava, vedeva l'ansia scolpita
nei loro volti e avrebbe tanto voluto rassicurarli, ma non era certa di
essere in grado di parlare di Draco senza cadere in pezzi, senza
ricordare quanto era stata felice fino a poco tempo prima.
Così
stava zitta, trincerandosi dietro a quel muro fatto di silenzio e
finzione.
I tre scesero dalla Torre, avviandosi verso la Stanza degli Allenamenti.
-Ehi ragazzi!-
Quando furono sulla soglia, Elenie comparve alle loro spalle, seguita
da Blaise.
Hermione sorrise alla volta del moretto. Vedeva nei suoi occhi vuoti la
stessa desolazione che aleggiava nei propri, e nel suo debole sorriso
lo specchio di quello che ostentava lei.
-Pensate di entrare, prima o poi? - sbraitò una voce da
dentro.
I ragazzi ridacchiarono e si affrettarono ad entrare.
Matt, Alice, Chris e Sebastian stavano lì, seduti vicino al
tavolo dove li avevano attesi alla loro prima lezione, chiacchierando
tra loro.
I cinque studenti si sedettero di fronte, attandendo che gli Auror si
degnassero di considerarli.
Dopo qualche istante entrò Laine, che raggiunse Seb e si
sedette accanto a lui, legandosi i capelli.
-Bene- esordì in quel momento Chris -Immagino vi starete
chiedendo perchè vi abbiamo chiamato qui-
Harry e gli altri annuirono in coro.
-Semplicemente per salutarvi. Il nostro compito ad Hogwarts
è
finito.- mormorò Mason a voce bassa -Ora sapete cavarvela da
soli. Noi dobbiamo tornare al Ministero.-
A quelle parole seguì un silenzio tombale. Alice aveva gli
occhi lucidi, e come lei Elenie.
Quei quattro Auror le avevano dato tanto. Le avevano salvato la vita,
le avevano insegnato a combattere e ad essere coraggiosa.
Potter dal canto suo non sapeva che dire. Così non
parlò,
limitandosi ad alzarsi e ad andare da Christopher tendendogli la mano e
ringraziandolo in silenzio.
-Ti aspetto tra due anni al Quartier Generale degli Auror, Harry Potter
- gli sorrise Mason.
Rinnovò questo augurio anche agli altri quattro, mentre
Alice li
abbracciava ad uno ad uno e gli altri si facevano avanti per salutarli.
Si congedarono tutti affettuosamente, coscienti che ciò che
avevano condiviso quell'anno li avrebbe legati per sempre.
Ma c'era qualcosa, lì tra loro, una nota stonata, qualcuno
che
non c'era e che avrebbe dovuto esserci...e la sua mancanza pesava
troppo...il suo silenzio produceva un chiasso assordante.
-Siamo orgogliosi di voi- disse Seb ad un tratto, burbero, prendendo la
parole un momento prima che i ragazzi se ne andassero.
Hermione gli sorrise a fatica, cercando in quel modo di rispondere alla
muta domanda che
aveva letto negli occhi di Anderson, e dopo un ultimo cenno con la mano
uscì, seguita dagli amici.
-E anche quest'anno è finito...-sospirò Ron,
esponendo il viso alla luce chiara del sole.
-Dove andate quest'estate?- s'informò Blaise, con un'
espressione cupa.
-Io ed Harry andremo alla Tana, poi si vedrà. Tu?- rispose
la Granger al posto del rosso.
-Silente ha prenotato una stanza per me e una per Elenie al Paiolo
Magico- annunciò Zabini.
-Per me è pericoloso tornare a casa di mia madre, e Blaise
chiaramente non vuole saperne di andare dai suoi- spiegò la
Benèfica, in risposta allo sguardo interrogativo di Hermione.
Harry passò un braccio attorno alle spalle della sua ragazza
ed, insieme agli amici, si sedettero sul prato.
Nessuno li disturbò quel pomeriggio, e loro non rivolsero
nemmeno uno sguardo agli studenti chiassosi e felici che
festeggiavano il termine delle lezioni.
Era ancora presto per l'allegria...ancora presto per ricominciare a
gioire e sorridere.
Prima che le ferite si cicatrizzassero, prima che gli squarci nel cuore
smettessero di bruciare e fare male, sarebbero dovuti passare i giorni
più duri, quelli del dolore, della nostalgia, della
malinconia,
che afferra il cuore nella sua morsa invincibile.
Ma anche i giorni duri sarebbero passati, anche quell'ombra doveva
spostarsi prima o poi, bastava affrontarla...insieme.
Fine
Eccoci
qua. LA FINE. Desiderata, attesa, temuta, da me per prima. Mi sembra
impossibile pensare che sia già passato un anno da quando ho
postato il primo capitolo, piena di timore e terrorizzata all'idea di
non farcela, di non riuscire a combinare nulla di buono, di stufarmi e
lasciare tutto a metà.
E' per questo che vi ringrazio con tutto il cuore. Grazie, davvero, a
tutte voi, perchè è solo per merito vostro che
oggi sono
qui, col magone, a chiudere la prima parte di una storia che mi ha dato
tanto.
Mi ha dato tanto perchè mi ha fatto crescere, sia come
"scrittrice" che come persona.
Non credo di apparire
presuntuosa se dico che penso di aver effettuato un enorme cambiamento
dai primi capitoli a questi ultimi. Ci ho preso un po' la mano,
cercando di trasferire quelli che sono i miei sentimenti e le mie
emozioni nei gesti e nelle parole dei miei personaggi. Certo, da qui al
fatto di potermi dire un'autrice, o comunque da potermi considerare
all'altezza di molte persone che scrivono su questo sito ce ne
vuole...Ma non ho intenzione di mollare, voglio continuare a scrivere e
a sognare, e spero di poter contare sull'appoggio di molte di voi.
Per quanto riguarda il capitolo 49, ringrazio tutte coloro che hanno
recensito...Mi dispiace di avervi fatto piangere praticamente tutte=)
Spero mi perdonerete!
A proposito di recensioni...Ho dimenticato una cosa che questa storia
mi ha dato, anzi molte cose.
Le " cose" (passatemi il termine xD) sovraccitate, ovviamente siete VOI.
Voi che mi avete sostenuta, appoggiata, consigliata ogni volta che ne
avevo bisogno.
Voi che siete diventate quasi delle amiche, delle conoscenti, anche se
magari non vi ho mai visto.
Voi, che attendevo con trepidazione ad ogni aggiornamento.
Voi, che siete semplicemente fantastiche.
Mi piacerebbe poter spendere parole per ognuna di voi, cosa che
chiaramente non è possibile, ma farò del mio
meglio per ricordarvi tutte (scusate se sbaglierò a scrivere
alcuni nick, ma sono con l'acqua alla gola, è tardi e non ci
sono più molto con la testa).
Un grazie enorme alla mia prima recensitrice in assoluto, Mary 0094 e un
grazie altrettanto grande, se non di più a colei che nei
primi capitoli è stata l'unica a darmi la motivazione e la
voglia di andare avanti: pei_chan.
Non posso poi ovviamente dimenticare le "fedelissime" alla
storia, che negli ultimi trenta capitoli o giù di
lì non hanno mai saltato un aggiornamento, riuscendo sempre
a darmi un loro giudizio: Smemo92
e Hollina.
Oltre
a loro quattro, fortunatamente, ci sono state tante altre persone che
hanno cominciato a seguire la storia solo in tempi più
recenti o magari più saltuariamente, e che non
ringrazierò mai abbastanza. Dunque un grazie di cuore a whateverhappened per essersi innamorata
di Sebastian e avermi stimolato a caratterizzarlo al meglio, grazie a Lyla_sly per le sue
critiche e i suoi giudizi schietti sia in positivo che in negativo, a Keyra Malfoy per le
sue recensioni che mi hanno piegato in due dalle risate, a Love_doll per non
essersi persa nemmeno uno degli ultimi capitoli, a Tanny per essere
riuscita a seguirmi nonostante le sue difficoltà, a angiericcio per i
dolcissimi complimenti, a Sklupin
per essere arrivata fino in fondo, a sakura87 per avermi
"accompagnato" per una parte della storia, a I love you Draco per
le sue recensioni-lampo che riuscivano però sempre a farmi
piacere, a Claire_de_lune182
per essere più o meno l'unica che ama gli
Schiopodi Sparacoda ed avere di conseguenza apprezzato la loro
apparizione, a nami_pazza
perchè abbiamo lo stesso nome e
perchè si è precipitata senza riserve a leggere
le mie storie, a erigre che
ha letto con pazienza tutta la storia pur essendo arrivata quando ormai
stava terminando, a Liven
che in questi ultimi capitoli è stata il mio
punto di riferimento, rassicurandomi e dandomi opinioni sempre
più positive e gentili, a Kitty_Cullen che mi
ha riempito di complimenti e ha commentato assiduamente quest'ultima
parte, a veranatalie per
le recensioni meravigliose e davvero gentilissime.
Ringrazio anche chi ha fatto solo qualche "toccata e fuga", oppure
quelle persone che sono arrivate proprio alla fine ma che mi hanno
comunque riempito di piacere: Gattina_, StellaPiton, Fratwi,
Sheilin, Littledancer, LadyHerm, Mrs Snape, Nika_Chan01, Poppi,
ackylucky, roby94, _Vergessenes kind, pompeibe, ventiquattro, irepa94,
kri87, Stephenye, milkyway84, MizzBlack, Cittadinadelmondo,
Bettybionda, pometina 94, xx_dreamer_xx.
Un altro grazie speciale va a bubina91 e senzaparole, che
prima di essere due lettrici sono due grandi e fantastiche amiche.
Grazie ragazze, per le recensioni, a voce e scritte.
Dimenticavo di ringraziare le fantastiche 184 persone che hanno
inserito la fiction tra i preferiti e le 14 che l'hanno messa tra le
storie seguite. Grazie, grazie, grazie!
Fiuuu, dovrei aver finito anche con i ringraziamenti, sperando di non
aver scordato nessuno (anche se ho molti dubbi).
Ammetto di non aver ancora deciso il titolo della seconda parte...In
linea di massima dovrei postarne il primo capitolo tra una settimana,
dieci giorni massimo, quindi di tanto in tanto se vi va date
un'occhiatina sulla mia pagina-autore...
Ragazze, qui ora io vi saluto. Spero tanto di rivedervi tutte nella
seconda parte della storia...
Se volete farmi un regalo di arrivederci, lasciate un commentino, vi
va? Mi farebbe un piacere immenso sentire anche coloro che non hanno
mai recensito, ma solo letto.
Un abbraccio forte.
Gaia
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Capitolo 51 *** AVVISO! ***
Ciao a tutti, o almeno, a quei pochi che seguono ancora la mia storia
dopo quasi due mesi che non pubblico nemmeno un capitolo.
Lo so, avevo promesso di postare il primo capitolo della seconda parte
a massimo dieci giorni di distanza dal primo..Scusatemi!
Purtroppo però, quasi due mesi fa, di punto in bianco il mio
hard disk ha deciso di abbandonarmi, cancellando tutto ciò
che vi avevo salvato sopra, dunque ho perso tutti i capitoli.
Al momento il mio hard disk è da un mio amico, che fa
l'università di Informatica, e che sta cercando in tutti i
modi di recuperare i miei dati.
Lo so, penserete che in due mesi avrei potuto riscrivere tutti i
capitoli, però non sono certo pochi quelli che ho perso.
Ero arrivata al decimo capitolo del seguito di "Qui dove batte il
cuore..", al quindicesimo di una nuova storia che avevo intenzione di
pubblicare, e in più c'era una one-shot.
Immagino capirete il mio sconforto nel constatare che non era rimasto
assolutamente nulla del mio lavoro, in cui avevo messo passione ed
impegno.
Non so che altro fare se non dirvi che mi dispiace, che
cercherò al più presto di recuperare il tutto
oppure di riscriverlo, e che ovviamente spero che mi aspetterete.
Ho sempre odiato questi capitoli con scritto AVVISO!, perchè
quando li leggevo nelle storie che seguivo, provavo un gran dispiacere
nel non poter finire di leggere magari delle storie che mi avevano
appassionata, e forse è per questo che ho aspettato il
più possibile a dirvi tutto ciò.
Spero ci sentiremo al più presto.
Un grosso abbraccio.
Gaia
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Capitolo 52 *** Tornata!!! ***
So che sono passati mesi interi in cui non ho dato cenni di vita. Non so veramente come scusarmi...L'unica cosa che posso dirvi per giustificarmi, è che non ho più messo piede in efp. Non ho recensito più niente, non ho più guardato le mie storie nè le altre, forse perchè non volevo trovarmi davanti commenti delusi di chi attendeva il seguito della mia storia. Ragazze mi dispiace, ma non ce la facevo...Non riuscivo a riprendere in mano tutto e ributtare giù quello che avevo scritto, convinta che non sarei mai più riuscita a trasmettere le stesse cose della prima volta. Stasera invece mi sono decisa a farlo, ho guardato gli ultimi commenti, e ho deciso di darmi una mossa. E che cavolo. Entro venerdì sera troverete il primo capitolo della seconda parte. Il titolo, almeno per il momento sarà QUI DOVE BATTE IL CUORE...-PARTE SECONDA- [originale eh? =) ] in attesa di un'idea migliore.. Spero davvero di ritrovarvi tutte qui...Grazie ragazze, perchè se ho ritrovato lo stimolo di ricominciare a scrivere, è solo grazie a voi. |
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