Rael

di Emrys
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Angelo Caduto ***
Capitolo 2: *** Partenza ***
Capitolo 3: *** Arrivo al Mare ***
Capitolo 4: *** Brusco Risveglio ***
Capitolo 5: *** Cacciatori ***
Capitolo 6: *** Una storia ***
Capitolo 7: *** Notte nel bosco Incantato ***
Capitolo 8: *** Tyrel : Un amico mai dimenticato ***
Capitolo 9: *** Incontro ***
Capitolo 10: *** La fine di un Sogno ***
Capitolo 11: *** Ritorno all'oscurità ***
Capitolo 12: *** Averno ***
Capitolo 13: *** Lucifero ***
Capitolo 14: *** I Tre Doni ***
Capitolo 15: *** Ribellione ***
Capitolo 16: *** Furia ***
Capitolo 17: *** Tyrel ***
Capitolo 18: *** Cherubini: Guerra ***
Capitolo 19: *** Ricordi ***
Capitolo 20: *** Uriel ***
Capitolo 21: *** Gabriel ***
Capitolo 22: *** Raphael ***
Capitolo 23: *** Rivelazioni ***
Capitolo 24: *** Mickael ***
Capitolo 25: *** Scontro finale ***
Capitolo 26: *** Vendetta ***
Capitolo 27: *** Tiara: l'angelo del futuro ***
Capitolo 28: *** Il Terzo Dono ***
Capitolo 29: *** La Decisione ***



Capitolo 1
*** Angelo Caduto ***


 

Sono un Angelo dal Paradiso esiliato,

perchè il tuo bel viso osai guardare ed ammirare.

Allora da te fui bruscamente allontanato,

e da quel luogo di luce cacciato.

Caddi nel'Averno dove nasce il buio eterno.

Un'ala nella caduta mi si era spezzata,

così non potei tornare da te mia amata.

Da allora per secoli restai a guardare il luogo dove stavi,

facendo piangere il cuore di amaro dolore,

per aver perso l'amore.

Quando l'ala guarì abbandonai insicuro quel luogo buio e oscuro.

In me sentivo che mai più avrei fatto quel che volevo :volare da te che sei la vita per me.

Da quel momento vagabondo in questo tondo mondo,

aiutando i cuori chiusi e silenziosi :d'amore bisognosi.

Io sono Rael il consolatore di ogni umano dolore,

che da alcuno può essere consolato per quello che prova il suo cuore tormentato.

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Capitolo 2
*** Partenza ***


Quando mi allontanai dall'Averno, ero solo e sconsolato per quel che era avvenuto.
Feci pochi passi e svenni in mezzo a rocce e sassi.
Mi risvegliai dopo poche ore e il mio corpo non provava più dolore,
ero in un piccolo letto, in una capanna dove doveva esser riparato il tetto.
Mi alzai lentamente, avevo ancora annebbiata la mente.
Venni dalla luce del sole abbagliato, ormai ad essa non ero più abituato,
Fu allora che vidi un giovane pastorello che saltellava suonando un piccolo flauto,da una decina di pecore era circondato,
forse la sua bravura anche loro aveva ipnotizzato.
Poco distante una fanciulla osservava il giovane a dir poco estasiata.
Il ragazzo smise di suonare e tutto allegro mi venne a salutare: "Bentrovato ospite inatteso, il mio nome è Lio, mentre lei è la mia dolce sorella Iris."
Sentendosi chimare questa smise di ascoltare e si alzò appoggiandosi a un bastone : era cieca.
Commosso lì ringraziai e poi davanti a loro le ali spiegai, i due si inginocchiarono spaventati, credo che altri miei simili non avessero mai incontrati.
Verso Iris mi voltai e con gentilezza le palpebre le sfiorai. Un solo gesto e la luce le tornò.
Nel cielo con un balzo allor mi son librato, e salutandoli mi son diretto ad esplorare il creato.

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Capitolo 3
*** Arrivo al Mare ***


Giunsi fino al mare nel mio vagabondare.
vi arrivai di primo mattino,
quando il sole iniziava a fare capolino.
Ero stupito e affascinato,
mai prima lo avevo osservato.
Mi sedetti sulla riva a vederne con il suo colore con l'avvento della luce mutare.
Niente da tanta beltà mi avrebbe fatto allontanare,
ma dopo poco sentìì qualcuno urlare.
Fissai la riva e il largo mare, poco distante vidi una piccola barca che stava inesorabilmente per affondare.
Raccolsi i naufraghi,
a riva lì portai e mi feci raccontare i loro guai.
Erano usciti a pescare la sera precedente,
così da poter sfamare la loro gente,
ma nella notte lì aveva sorpresi la tempesta,
che oltre a distruggergli la barca stava per far loro la festa.
I loro volti furono rigati da lacrime sincere, prima di allora non ne avevo viste di più vere.
Colpito dalla loro disperazione decidi di conderergli il mio aiuto:
lì convinsi a chiudere gli ormai stanchi occhi ed allora sbattei tre volte le mie nere ali,
facendo così apparire una miriade di cesti con cibi senza eguali.
I tre mi ringraziarono in ogni modo,
poi io in volo mi librai e verso altre anime in pena volai.

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Capitolo 4
*** Brusco Risveglio ***


Nel mio vagabondare potei fin troppo spesso vedere l'umana disperazione,
e la malvagità insita nelle sue azioni.
Sempre più cuori umani erano fieri di esser già neri,
e chi amava era visto come un debole o un fesso.
Volai sempre più turbato da ciò su cui riflettevo,
dimentico che io stesso molti problemi avevo.
Un mattino mi risvegliai e una brutta sorpresa davanti a me trovai:
uno dei fanti di Mickael mi aveva trovato,
e per quel che vedevo di prender la mia testa gli era stato ordinato.
Mi squadrò qualche secondo,
poi mi colpì al ventre con un pugno a dir poco potente.
Fece apparire dal niente una spada fiammeggiante e mi rivolse un sorriso agghiacciante.
Allora evitai il fendente, poi non so nemmeno io come,
riuscii a disarmarlo e ne ebbi ragione.
Egli sbattè il capo, svenendo come avevo sperato,
allor io velocemente in volo mi alzai,
sperando di non avere troppo presto altri guai.

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Capitolo 5
*** Cacciatori ***


Volavo spaventato,
perhè era accaduto quello che più avevo temuto : mi avevano trovato.
Planai e sul volto il grigio cappuccio dell'abito calai.
Stanco e con il volto ancora di preoccupazione bianco,
in una buia foresta mi addentrai.
Dopo qualche ora di cammino sentii un rumore farsi più vicino.
Feci un passo e rimasi di sasso: in una rete fui come un pesce rosso intrappolato,
penzolante da un albero e immobilizzato.
Dal buio spuntarono numerosi briganti,
non credevo ce ne fossero vicini così tanti.
Tagliarono la corda che all'albero la rete legava,
e io caddi malamente mentre qualcuno divertito imprecava.
Lessi le loro menti,
scoprendo osì i loro progetti orrendi :erano di schiavi mercanti,
ed io sarei stato venduto come uno deio tanti che li avevano incontrati.
I loro cuori erano neri e marci, ai miei occhi erano come demoni,
nati dal più buio dei gironi.
Fui dall'ira rapito,
bruciai la rete con un dito e uno per uno lì atterrai,
e per un pelo della vita non lì privai.
Fu allora che urlai arrabbiato e nel ontempo disperato,
pregai che esistesse almeno un luogo dove dolore e sofferenza,
non avessero motivo di esistenza.
Dimentico del brutto incontro mattutino,
spiegai le ali e volai via,stando al pericoloso cielo forse troppo vicino...

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Capitolo 6
*** Una storia ***


Nel mio girovagar per l'Universo, in una mattina in cui il cielo era assai terso,
giunsi in una fiorente cittadina, apparentemente ne grande ne piccina.
Inizialmente da tutti fui evitato e malamente scacciato,
perchè come un semplice vagabondo ero guardato.
Nella confusione mi si avvicinò una bambina, ancora piccolina, con accanto due vecchietti:
i nonni della piccina.
Mi sorrisero, mi porsero una mano e m'invitarono da loro,
offrendomi candidamente quel poco che possedevano senza niente in cambio domandare.
La casa era povera e spoglia, era una famiglia di contadini,
ma i frutti del loro campo erano pochi e piccolini.
Nella notte prima di lasciar la loro magione, decisi di ricambiare la loro buona azione.
Scrutai nei cuori dei due anziani,
angosciati per le paure dell'incerto domani.
Cancellai i timori dai loro cuori.
Davanti al campo aspro, spoglio e duro sbattei tre volte le nere ali, mandando via così tutti i suoi mali...
Il mattino seguente, fu per me un piacere vedere la gente vicina correre ad ammirare il campo brullo mutato così celermente...
Ma la gioia maggiore me la donarono i sorrisi dei vecchietti e della piccola a cui avevo lasicato una mia piuma.
Allor mi alzai dal ramo su cui ero seduto
e verso un altro villaggio volai via come ero venuto.

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Capitolo 7
*** Notte nel bosco Incantato ***


Volai finche la notte non riabbracciò il mondo e la luna non si levò per rischiararlo.
Allora atterrai in un folto bosco il cui nome non conosco,
In esso mi addentrai e una volta sotto un albero seduto,
dalla stanchezza mi addormentai,sforzandomi di dimenticare i miei guai.
Come sempre la sognai, bella e splendente,
l'incarnazione dell'amor per ogni essere vivente.
Volava libera nel cielo azzurro e mai nero del nostro luogo natio,
frutto del genio di Dio.
Mi risvegliai sorridente,
perchè quel dolce volto avevo ancora impresso nella mente.
Allor mi resi conto che attorno a me alcuni animali della foresta si erano radunati,
la mia presenza non li aveva affatto turbati.
Tra di loro c'erano lupi, orsi, pettirossi e micini, tutti docili come agnellini.
Lì accarezzai amichevolmente e li ringraziai per avermi nella notte dal freddo riparato e riscaldato.
Mi alzai e su un vecchio sentiero rudemente lastricato mi incamminai.

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Capitolo 8
*** Tyrel : Un amico mai dimenticato ***


In poco tempo giunsi alle rovine di un'antica città,distrutta fin troppi secoli fa.
In quel luogo mi sentivo stranamente osservato,
in pochi attimi da nove Serafini fui circondato:
tra loro riconobbi Tyrel, un novizio che avevo con cura addestrato e come un più giovane fratello amato.
Egli mi fissò e dal gelido sguardo intuii che quell'epoca remota aveva dimenticato.
Mi intimò di non fare un movimento,
aggiungendo che la mia amata era dalla città d'argento sparita e che Mickael temeva l'avessi rapita,
forse per prenderle la vita.
Da tale novella fui in parte confortato e dopo tanto il mio cuore potè dirsi rilassato,
sospirai e risposi:"La sua fuga da molto ci si doveva aspettare, si rifiutava di accettarlo solo chi tra le righe non voleva vedere."
Sorrisi e dissi che aveva scelto un bel posto per giustiziarmi, intimandogli di tirare fuori le armi.
Tyrel scosse il capo e mi accorsi che il suo sguardo in un lampo era cambiato, come se del passato si fosse rammentato.
Poi con un tono comprensivo aggiunse che i tempi stavano mutando e dalla mia cacciata nelle file celesti c'era il turbamento.
Aprì al cielo le ali:
"Per quello che è stato, per la gentilezza con cui mi hai sempre trattato,
dimenticherò quest'oggi di avervi incontrato e lo stesso faranno i miei otto compagni,
che considerò buoni amici da anni."
Sbatterono insieme le ali e volarn via con una velocità che mai tra i mortali avrebbe avuto uguali.
Nel cielo azzurro anch'io cominciai a volteggiare,
fielice dopo tanti secoli passati a vagabondare...
Ora avevo uno scopo: POTERLA RITROVARE.

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Capitolo 9
*** Incontro ***


Girai la terra ancora per tre secoli, ma mi sembraron brevi e lieti:
perché nei villaggi trovavo notizie di te, che vali per me più di quando per un cavaliere il suo Re.
Poi una mattina verso una minuscola isola volai,
per riposarmi e lontano dai mortali rilassarmi.
Chiusi le ali e su una roccia mi appoggiai,
in pochi istanti all'abbraccio di Morfeo mi abbandonai.
All'alba dai raggi del nuovo sole fui svegliato,
mi alzai mi alzai ancora semi addormentato e mi stiracchiai,
guardandomi attorno con fare ancora troppo assonnato...
Tu eri li,
mi guardavi commossa,
nessuno di noi riusciva a credere a tanta gioia:
Ci avvicinammo l'uno all'altra pensando di sognare...
Ad un tratto le nostre mani si sfiorarono:
NON ERA UN SOGNO, TUTTO QUESTO ERA REALE!
Il tuo volto iniziai a baciare e in un tenero abbraccio cominciammo a volare,
cercando un posto dove poterci amare,
senza che Mickael e i suoi ci potessero più trovare.



E con questo termina il primo ciclo della storia--> HEART

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Capitolo 10
*** La fine di un Sogno ***


Tutto accadde in un momento, che scolpì nel mio cuore il tormento e l'eterno dolore...
Mickael entrò nel nostro rifugio con la furia di una tempesta,
Sorrideva beffardo e la fissava con possesso mal celato,
ma nello stringere la spada di fiamma voleva la mia testa :
ero io il condannato.
Un ghigno, e con un sinistro mi fece per tutta la stanza volare;
"Serafino è ora di morire!!"
Era davvero così grave il peccato che avevo commesso? Perchè a noi non era concesso amare?
La lama danzante sfrigolò e io credetti di morire, mai quell'urlò potrò dimenticare :
perché qualcosa di peggio per me stava per avvenire.
Lei volò verso di me e mi spinse via,
fu colpita dalla lama al posto mio...
Non restò che urlare all'anima mia:
"Perchè Dio? Perchè lo permettesti?"
Ero vuoto e disperato,
fissai colui che avrebbe dovuto essere il nostro Signore e con un gesto lo scagliai attraverso il soffitto e lo immobilizzai.
Dall'ira il mio cuore era infiammato.
"Perchè? Tu sei la guida che nostro Padre ha designato!
Perchè la mia luce hai voluto oscurare?
Tu che sei amato e rispettato,
cosa abbiamo mai fatto per meritare tanto male?"
Con tutta la mia forza al suolo lo scagliai e dalla mia amata di corsa tornaii...
La vita da lei via stava volando,
ma non piangeva, al contrario stava dicendo:
"Amor mio,gli angeli non odiare,
non mutare mai il tuo animo...
solo l'amore l'agire delle schiere celesti potrà cambiare..
E' il mio Rael dolce e Misericordioso che io amo...
Così tra le mie braccia la sentii morire,
e dai miei occhi solchi di lacrime amare presero a uscire.
Le accarezzai il dolce viso dimentico di tutto il mondo... Una lancia mi colpì all'improvviso...
Prima che i sensi mi venissero a mancare lo sentìì volare via
e sforzando il capo lo guardai :
Mickael si allontanava con il corpo del mio amore.







Aaaaallora, innanzitutto un ringraziamento alle mie recensiste di fiducia :-p -> Ely79, Ladywolf ed Elenie. Ho un po' la sensazione che mi sono perso per strada Tawara e Scarletvampire ma ora ora riprendo il retino da caccia e vado a cercarle :-p
Che dire, spero che questa poesia(ma ho davvero il coraggio di chiamarla cosi?) piaccia nonostante la tematica. Ho provato un po' a cambiare la struttura, quindi ditemi pure se è un pastrocchio, in caso posto la prima versione *_* ! Ora vi saluto ! Bye bye

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Capitolo 11
*** Ritorno all'oscurità ***


Mi risvegliai con lentezza,
la notte era ormai avanzata,
e sentivo sul mio corpo una lieve brezza.
Dal mio sguardo era ormai lontano il corpo della mia amata...
Mi tirai in piedi e una fitta atroce della lancia nella schiena mi fece rammentare,
avevo il respiro affannato,
e urlai ancora quando con uno sforzo la potei via scagliare...
Però non era il dolore a colpirmi ma la rabbia che mi aveva il cuore circondato.
Alla meno peggio chiusi la ferita
e spiegate le ali mi librai per l'Averno con poca fatica.
Mi sentivo strano: quel luogo che un tempo aborravo , ora come una sorta di salvezza raggiungere agognavo.
Durante il volo malandato,
della grande guerra tra gli angeli mi sono rammentato
e nella mia mente il volto di Lucifero ho cercato di immaginare.
All'epoca della sua prima narrazione asserrivo che gli stolti ribelli avevano ricevuto come castigo una giusta punizione,
Ora però al ricordo per la loro sorte infausta mi rattristavo,
e dentro di me inconsciamente dalla loro parte mi schieravo...
Era un sentimento semplice : la Comprensione


hem hem , anche questo ho avuto un po' voglia di modificarla, e so che è un post un po' anticipato, ma che ci posso fare : mi sentivo un po' ispirato ^_^

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Capitolo 12
*** Averno ***


Nell'aiuto di Lucifero speravo,
perché lui l'aveva combattuto e Mickael odiavo.
Raggiunsi la bocca dell'Averno,
anche se ci misi due stagioni.
E nell'addentrarmi venni avvoltò nel buio più eterno...
Avevo solo rabbia e dolore,
era come se il fuoco lì presente seccasse le altre emozioni...
Alla terza prigione il tanfo puzzolente dei demoni minori mi fece notare,
Con pochi colpi lì stesi senza dar loro neanche il tempo di urlare.
Avevo superato Stige ed Acheronte, sei Prigioni ancora mi mancavan all'orizzonte...
La discesa era aspra e dura, comunque sembravo sopportare con facilità quella folle arsura
Più scendevo nelle profondità e meno i dannati notavo,
o alle loro pene facevo caso.
Nel mio cuore ormai l'amore e la misericordia nell'odio più nero soffocavo...
Un verso bestiale mi sovrastò, stesi il guardiano del ghiacciato Cocito
e superai il tutto senza invito...
Dopo un tempo che mi sembrò eterno,
smisi di sentire la mia anima urlare:
ero nel fulcro dell'inferno
avevo una missione da realizzare.
Neppure lo spettacolo della bieca e cupa Giudeca mi avrebbe mai potuto fermare.




E rieccomi in un aggiornamento alla luce dell'argentea luna, ho modificato pure questo e quindi sono estremamente curioso di sentire terze opinioni :-)
Per Eli79, direi che qui almeno qualche domanda nata dal capitolo precedente trova risposta *_^ Lieta notte !

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Capitolo 13
*** Lucifero ***


Alla porta del palazzo Astaroth e Belial trovai.
Il primo sembrava un mostro alato,
mentre al fissare l'immagine dell'altro qualcosa ricordai:
un antico Conte che il tempo stesso avea obliato.
Gli occhi purpurei della creatura mi fissarono con derisione,
ma ad un cenno del compagno si accucciò...era Belial il padrone.
Infatti da lui al cospetto di Lucifero con grazia fui portato.
Egli mi accolse dipingendo un sorriso sul suo stanco viso,
mi fece su una sedia di bianco marmo accomodare,
e per qualche minuto in silenzio mi restò a scrutare.
Poi incrociò le mani al petto e queste parole pronunciò di getto:
"Sei una strana creatura, hai il cuore a metà tra la luce e la tenebra più nera...
La rabbia e la disperazione han guidato ogni tua ultima azione...
Cosa desideri? Speri in qualche modo di essere da me appoggiato?"
Io ero perplesso, niente andava come avevo immagnato...
Eppure inghiottìì a vuoto e ammisi che ci avevo sperato.
Lui rise, congedò Belial e ritrovando la serietà riprese a parlare.
"In verità niente dovresti narrarmi,
è da quando hai varcato il mio dominio che sento il tuo cuore piangere e rabbiosamente contro urlarmi...
Eppure, mio giovane serafino... Io ignoro come potrei migliorare il tuo destino..."
Era con me, ancora non ci credevo, la comprensione del più luminoso degli angeli avevo.
"Io sono l'angelo caduto Rael, e da questo momento innalzerò lo stendardo della rivolta contro il cielo!"
Lucifero rise di gusto e poi con una mano i capelli mi scompigliò:
"Anche io nella notte dei tempi una frase simile pronunciai,
ma da quelle parole non ricevettì altro che guai...
Forse qualcosa in fondo posso fare, la soluzione può essere in dei doni che adesso ti voglio mostrare..."


******

Hem hem, rileggendo il tutto mi sembra già a me troppo macchinoso ma fare dialoghi in rima è una impresa sin dalla prima ! Aspetto giudizio e recensioni :-) chissà se le mie follie vi han fanno nascere delle emozioni *_*!

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Capitolo 14
*** I Tre Doni ***


Lungo un tenebroso corridoio Lucifero prese a camminare, ed io lo seguii senza esitare...
Ad un reliquiario gotico mi fermai, lo vidi aprirlo con un gesto delle dita ed allora tra le sue mani guardai:
Aveva preso una spada nero brillante,
sul cui piatto erano incise lettere antiche quanto la vita.
Me la porse per l'elsa e io l'afferrai esitante.
"Questa è la Mia spada, è con questa che all'inizio dei tempi nelle schiere celesti ho fatto strada...
Era mia, adesso è tua."
La impugnai con forza e al fianco la legai,
Allora con le dita gelide la fronte mi sfiorò
e la vista mi si appannò...
In un ultimo attimo di panico la mia mente sentii gridare al tradimento, e poi finii sul pavimento.
Dopo forse un giorno, oppure un'ora con un urlo mi svegliai:
ero su un giaciglio di pietra e quando intorno a me scrutaii, il volto ilare di Lucifero incrociai: dovevo esssere proprio uno spettacolo esilarante...
"L'originale candore alla tua ala destra o ridato,
ma stai attento che da questo risveglio le tue ali saran lo specchio del tuo animo irato...
Se la generosità non saprai mantenere,
tutte le tue piume diventeranno nere.
Non dimenticare il tuo cuore,
non far bruciare solo nell'odio il tuo fuoco...
Altrimenti la tua sarà una strada di dolore,
e ricorda che io più di tutti so che non è un gioco..."
In silenzio l'avevo ascoltato,
e ancora non credevo che per il mondo fosse l'esempio più malvagio da qualcuno incarnato...
Dischiusi le ali senza una parola pronunciare,
dischiusi le ali e cominciai a volare:
Del suo volto mai mi sarei dimenticato...

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Capitolo 15
*** Ribellione ***


Percorsi a ritroso la strada dell'Averno,
senza curarmi di penitenti o di esseri dannati...
Sulla mia strada soltando le alte fiamme notavo,
Era come se tutti i pensieri superflui fossero dimenticati.
Fui riabbracciato dal sole,
eppure non mi rassicurava più come prima aver lasciato alle spalle il buio eterno.
Poco distante dalla porta da me violata, intravidi una giovane diavoletta da quattro angeli circondata.
La insultavano in modo pesante,
e non smettevan di picchiarla neppur per un istante.
Era quella la mia rinomata razza?
Estrassero le le lame levandole al cielo:
Come potevano credere che trucidare una bambina mostrasse il valore, quello vero?
No, non cercavano questo,
volevano solo divertimento e lo avrebbero avuto presto.
Come un fulmine i loro quattro fendenti con la spada di Lucifero bloccai
Non capivano chi fossi, ne perchè lì avevo fermati..
Ma non importava, erano condannati.
Pochi momenti e una furia che non pensavo di possedere,
bastò questo a farmi nei loro corpi la lama affondare.
La diavoletta tremava e non capiva, come biasimarla?
Nemmeno io ci riuscivo.
La sollevai cullandola per un momento e trovata ogni ferita cominciai a lenirla...
Alla fine le accarezzai il volto con tocco leggero,
era incredibile come non mi sentissi affatto più nero:
Ero soltanto inebriato, più vivo.
"L'entrata dell'Averno tra breve sarà pericolosa e incandescente come il suo interno..."
Lei annui spaurita,
e nella bocca dell'Averno la vidi saltare.
Era normale non compredesse, ci aveva temuto per tutta la vita.
Con questo pensiero verso le porte del cielo presi a volare.




ED ECCOMI QUA! Con questa finisce il secondo ciclo della mia pseudo operetta: gli inferi. Dalla prossima si partirà con il terzo, ultimo e assai più caotico!

L'ELISIO
Ringrazio la perseverante Archimatta Ely79 che segue dall'inizio, ridò il benvenuto alla tempestosa Ladywolf :-p
E aimè non per la prima volta mi domando se devo chiamare chi l'ha visto per :
La nostra addorabbile Tawara... La nuova arrivata Bliss93... La cara Elenie :-p E(rullo di tamburi)
la decana SCARLETVAMPIRE, non è che ti ho traumatizzato con il pastrocchio di Lyris vero? E'più o meno da allora che non ti si è più vista...
Non dimentichiamo poi Selhin e Ilarione che hanno letto credo giusto la la prima poesia, quando ancora non sapevo se postare il continuo...(e ci ho messo mesi a decidere)

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Capitolo 16
*** Furia ***


 

Al cancello dovetti sostare, perché due angeli guardiani mi provarono a fermare...

Il loro stupore e la loro tracotanza non furono che vento alle mie orecchie,

con la lama nera entrambi lì infilzai e senza altre esitazioni il cancello celeste sfondai.

In breve più squadriglie contro mi furono mandate,

una per una dalla furia del mio cuore furono consumate...

Era come se la spada cantasse per la rinnovata libertà, e con semplici spostamenti d'aria era in grado di demolire palazzi e prigioni...

Io la sentivo, e la sua gioia era lo specchio delle mie emozioni.

Il sangue dei serafini cadeva dal cielo come pioggia vermiglia,

e la mia ala riprendeva il colore della notte...

Eppure non lo riuscivo a notare,

solo il sorriso tracotante di Mickael ricordavo e fremevo per poterlo trovare...

Doveva morire!

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Capitolo 17
*** Tyrel ***


 

Sapevo che sarebbe arrivato,

ed infatti alla fine mi ritrovai davanti Tyrel al comando della sua squadra e di tutto punto armato.

Il solo amico che nell'esilio non mi aveva ripudiato era davanti a me,

il mio cuore perse un battito nel ricordo di ciò che era stato,

ma soffocata l'esitazione stesi ogni suo uomo senza provar emozione.

Allora Tyrel scrutai e queste parole pronunciai:

"Sono feriti, ma vivi. Vattente, alla battaglia con me devi rinunciare...

Sei il solo amico che mi è rimasto, non voglio farti del male...”

Egli scosse il capo con espressione mesta, ma non abbandonò la sua posa da cavaliere con la lancia in resta.

Smetti di combattere, getta la spada nera e l'odio dal tuo cuore dirada... Se continui così ad agire, finirai per farti come Lucivero dannare.”

Il suo pensiero capivo, e per quelle preoccupazioni dentro di me lo ringraziavo...

Sorrisi e con un diretto al ventre lo feci svenire,

lo porsi in silenzio ai suoi compagni ed iniziai a proseguire.

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Capitolo 18
*** Cherubini: Guerra ***


Il cielo dalle loro ali era oscurato,
mi trovai a lottare per ore e solo grazie alla spada di Lucifero lì potei sbaragliare.
Centinaia di angeliche squadriglie affrontai urlando,
non aveva più dubbi: Mickael si era seriamente arrabbiato.
Aveva messo in campo i Cherubini, e in un attimo da trenta di loro fui circondato.
La vita mi stava abbandonando, stavo per morire,
e tutto perché alla fine da Raziel mi feci disarmare.
Ero in trappola, ferito e ansante,
e lui fece l’errore di denigrare la mia condotta e quella del mio amore.
Il fuoco dell’ira mi avvolse bruciante,
evitai il fendente mortale e ripresi la spada dannata:
il tempo di un respiro e la sua ala destra in aria era volata.
La caduta del Comandante calmò i restanti Cherubini.
che sembraron addirittura farsi più piccini.
Mi lasciaron proseguire silenziosi, mentre la mia ala non smetteva di annerire.

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Capitolo 19
*** Ricordi ***


Ormai avevo spento tantissime vite, il terreno dal sangue era cosparso  e le mie piume si erano quasi tutte oscurate,
Per arrivare a Mickail mi restavano ormai solo i tre Arcangeli e in cuor mio cercavo di immaginare quanto i decenni lì avessero  cambiati.
Dopo aver lottato per ore mi sedetti sul sentiero stanco e affaticato.
Ero seguito da angeli terrorizzati ed ogni volta che verso di loro mi voltavo tremavano e si nascondevano...
Veder quel gruppo reticente rappresentava quasi uno spettacolo divertente.
Gli edifici nostalgicamente cominciai ad osservare e così sulla mia vecchia casa gli occhi andai a posare.
Il passato mi trovai a ricordare: quando allenavo i futuri Serafini, quando io stesso ero un angelo dei più piccolini.
Quando per la prima volta incontrai la bella Gabriel, il generoso Raphael e il tenebroso Uriel...
Quando ebbi le lodi di Mickael, allora per me era un eroe, il fiero difensore del cielo, la luce che mai nessuno avrebbe potuto offuscare.
Quanto ero in errore.
Entrai nella mia vecchia dimora, era rimasto  quasi tutto come prima...
Chiusi gli occhi e mi parve di indietro nel tempo poter tornare. la mia ala iniziò a schiarire, afferrai due oggetti a me cari e tornai sul sentiero,:
"Il passato non può tornare e io ho una vendetta da finire."

 

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Capitolo 20
*** Uriel ***


Bastaron poche ore e Uriel mi apparve davanti, ne fui travolto e fu come se in un istante ogni desiderio di rivalsa mi fosse tolto.
Le sue ali non erano bianche ma nero brillanti, lui era il Fuoco di Dio e questo soprannome qualche conseguenza doveva pur portare.
Quando sorrise per un attimo non seppi cosa fare e l'istante dopo scagliato contro le costruzioni più vicine mi trovai a volare.
"Ragazzo, sei diventato turbolento... Del nostro nuovo incontro avrei voluto essr più contento... E invece eccomi pronto ad estirpare la tua vita."
Mentre cercavo di riprendermi tra le mani gli vidi la falce brunita apparire e per un istante mi chiesi: sarebbe stato così brutto morire ? 
 "Non è niente di personale, sai quanto me che gli ordini di Mickael non si possono ignorare."
La lama ricurva percepii affondare, il petto bruciava e in quel momento il suo volto sorridente mi apparve in tutto il suo splendore, 
bastò un istante e fui liberato da quel torpore innaturale.
"Non mi è concesso riposare,  devo far si che Mickael non possa più fare del male... Per lei non posso fare altro."
Afferrai la falce con mano sicura e dal mio petto l'allontanai trattenendo il dolore e con veloci movimenti di spada la mandai in frantumi.
Nel suo sguardo lessi lo stupore, ma non v'era traccia di rabbia o dolore. Al contrario vi lessi una sorta di liberazione.
Perché ?
Mi volse le spalle e nell'allontanarsi lo sentii proferire:
"Sono contento, il turbamento celeste sta per scomparire,la luce in questo sacro luogo finalmente potrà tornare. Non perdere il tuo cuore, Addio."
Cosa intendeva ? Come lo dovevo interpretare ?

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Capitolo 21
*** Gabriel ***


Dalla ferita al petto il sangue colava come un rivolo infuocato,
la vista mi si annebbiava inesorabilmente e solo la volontà manteneva ancora vigile la mente.
Arrivai al sacro lago posto di fianco alla dimora di Gabriel e con le sue acque le ferite alla meno peggio mi lavai,
allora alzai gli occhi sulla strada e in attesa del suo arrivo restai.
A pochi metri dalla mia posizione si fermò e mi fissò come se fossi un animale raro, cosa aspettarmi non mi era affatto chiaro.
Sul suo bel viso si dipinse l'ombra di un sorriso:
"Sei cresciuto piccolo Rael, sono passati molti anni da quando insieme a Camael ti istruivo.
Tuttavia l'innocenza  nel tuo sguardo è ancora lì, seppur velata da una triste malinconia. Non temere, una volta morto smetterai di soffrire."
La spada di ghiaccio impugnò saldamente e con un balzo mi travolse con la violenza di una tempesta danzante.
La sua abilità era sorprendente, meritava sul serio il titolo di angelo splendente !
Le bastaron pochi minuti per disarmarmi, ero in sua balia, e fu in quel momento che la stessa Gabriel la spada gettò via.
Dal tonfo vago intuii che stava affondando nel lago, perché stava piangendo ?
"Giovane serafino, ritrova latua abilità altrimenti a Mickael non ti potrai neanche avvicinare. Non obliare la vera ragione che ti ha portato fin qua a lottare, mai l'ira ti dovrà completamente dominare."
Più parlava e meno riuscivo a capire.
"Sempre che lo sguardo della tua amata tu voglia ancora incrociare."
Spalancò le ali librandosi nel cielo ed io una volta raccattata la spada mi avviai



 

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Capitolo 22
*** Raphael ***


I sensi  mi stavano lentamente lasciando, ciò che avevo intorno spariva...
Stavo andando praticamente allo sbando e io mi sentivo una cosa sempre meno viva.
Non so dopo quanto mi risvegliai, non percepivo alcun rumore, eppure chino su di me c'era Raphael.
La spada impugnai istintivamente e sol allora mi resi conto che le ferite non facevano male, il dolore era ridotto ad un niente.
"Ti ho guarito."
Mentre cautamente ancor mi muovevo acquistai la sicurezza che non mi stava mentendo,
k'argine delle mi emozioni si ruppe  e finalmente detti voce al mio tormento:
"Perché? Non capisco, è come se non foste più le persone che conosco. Se questo è il vostro pensiero perché non lo avete mai fermato ?
Quando dal cielo mi cacciò non uno in mio favore parlò !! NESSUNO a salvare la sua vita mi aiutò ! Sono sempre stato solo !"
Il sorriso cordiale di Raphael sparì ed il suo volto si scurì.
"Hai ragione, nessuno ti ha aiutato, ne il nostro agire ha mai la follia di Mickael ostacolato. Essa è troppo radicata perché con la rivolta di Lucifero è nata."
Quando peplesso lo fissai lui sospirò e cominciò a narrare l'antico duello tra Lucifero e Mickael: così conobbi la verità  che nessun essere vivente aveva prima potuto ascoltare.

 

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Capitolo 23
*** Rivelazioni ***


"La nostra razza è differente da quella degli esseri umani, noi non abbiamo una madre come i terrestri mortali...
Solo dal padre Creatore noi riceviamo il filiale amore..."
Tutto questo già conoscevo, non capivo, e tuttavia dalle sue parole ero come ipnotizzato.
"Fu proprio questo il vero peccato per cui Lucifero fu condannato: egli osò amare Gabriel e da lei fu ardentemente contraccambiato."
Quindi non era stato il primo a scoprire tali sentimenti e anche Lucifero aveva ricevuto da ciò soltanto patimenti.
"Lo scorrere del tempo non ha mutato i loro sentimenti e Uriel alla fine ha ceduto alle loro implorazioni: creando una coppia di specchi che permettesse loro di parlare attraverso le infernali dimenzioni. Io non mi sono mai voluto immischiare, ma tu sei stato la goccia che la mia pazienza ha fatto infine traboccare."
Mi dette una pacca sulla spalla e spalancò le ali cominciando a librarsi.
"Mickael è alla bianca torre e il corpo della tua amata in una teca di ghiaccio ha imprigionato. Attento a non dimenticare il tuo cuore, altrimenti a nulla sarà servito sopportare tanto dolore."
Mi salutò e per il cielo via volò
 

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Capitolo 24
*** Mickael ***


Ecco la torre, vi giunsi ansante  e per esprimer la mia ira decisi di non aspettar un solo istante :
"Mickael !!!" 
L'intera struttura dal mio impeto fu quasi piegata, ed in breve mi accinsi alla scalata.
Lo trovai al piano più alto, seduto su uno scranno d'alabastro e con al fianco il corpo di colei che avevo tanto amato.
Perché aveva avvolto i suoi resti in quello strano ghiaccio incantato ?
"Sei giunto fino a qui, nel tuo folle viaggio l'intero cielo sei riuscito a rivoltare, ma per cosa ?
Con il mondo sei ardentemente irato, eppure esso non cambierà adesso come non lo ha mai fatto in passato."
Allora mi volse un sorriso gelido e mi scrutò per un eterno istante:
"Il tuo dolore finirà, anche il tuo ricordo sarà dimenticato."
Si alzò con una studiata lentezza e impugnata la spada fiammeggiante si scagliò su di me con l'espressione di un fanatico ghignante,
La sua potenza mi lanciò contro il muro alle mie spalle, fui circondato dal suo fuoco micidiale e per un momento mi sentìi come stretto in una morsa soffocante.
"Che te ne pare del cerchio funebre che ti ho dedicato ?"
La potenza della sua stretta aumentò, la vista mi si annebbiò e la spada al suolo percepii risuonare...
La mia stessa coscienza si stava dissolvendo, allora fui sollevato e all'esterno con rudezza schiantato:
 lui lesto mi seguì, bramoso di scoprire se di me finalmente si era liberato, e invece mi trovò appena un po' ammaccato.
Nei suoi occhi leggevo una profonda perplessità, nessuno sopravviveva alle sue fiamme, perché io c'ero riuscito?
Gabriel: lei con uno scudo d'acqua all'ultimo secondo mi aveva circondato ed era solo grazie al suo intervento che il potere di Mickael non mi aveva divorato...

 

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Capitolo 25
*** Scontro finale ***


La meraviglia sul volto di Mickael lasciò presto posto all'ira: nessuno aveva mai osato tanto.
"Chi sfida l'autorità deve scomparire e questo vale anche per te Gabriel: dovrai morire..."
La lama infuocata ruotò sibilante, lui balzò verso il cielo e con la mia salvatrice cominciò a lottare.
Pochi minuti e la lama di quel maledetto le penetrò il ventre piatto, lei urlò sgomenta e nella mia direzione cominciò a cadere....
L'afferrai appena prima che toccasse il suolo, poi sul terreno delicatamente la lasciai e con un semplice pensiero la lama di Lucifero verso di me feci tornare.
Riprendemmo il duello e ogni incrocio di spada le sue azioni malvagie mi faceva ricordare:
ormai provavo solo un desiderio, riuscirlo a cancellare, e a causa di questo la mia ala non smetteva di scurire.
Lottammo forse per un giorno, un mese o un'ora, la mia mente era sempre più annebbiata e alla fine un suo affondo la mia carne riuscì a penetrare. 
Allora senza forze mi ritrovai a cadere...
Finiva così ?

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Capitolo 26
*** Vendetta ***


In quell'istante Raphael ed Uriel apparvero dal niente, ma Mickael lì scartò con eleganza
e gli bastarano meno di una decina di fendenti per fiaccar la loro resistenza.
"Guarda cosa hai combinato mio sciocco serafino, lì hai traviati, per me erano fratelli e ora non sono più se stessi."
Scuoteva il capo turbato, era convinto di ogni gesto o parola, quando la loro guida era diventata quel pazzo scatenato ?
"Hai segnato anche il destino di ognuno di loro, non sarai la sola vita che dovrò estirpare..."
Allora planò verso i tre arcangeli ancora storditi e di metro in metro la sua comprensione era sostituita da una glacial risoluzione.
"Con il vostro gesto avete perduto la gloria e gli antichi onori, ormai non siente niente, vi toglierò dall'imbarazzo di vivere nel disonore !"
Levò le mani davanti a se e da i palmi appena accostati scagliò una fiamma rosso splendente.
Fu in quell'istante che sentii crescere in me un'energia priva di freni o calore, scattai verso le fiamme e le congelai per puro istinto:
Mickael non avrebbe più fatto del male.
La spada nera volò verso di me e nell'afferrarla urlai:
"La tua malvagità ha oltrepassato ogni limite... Non posso pensare che proprio tu un tempo sia stato destinato a guidarci nella gioia e nel dolore. Sto arrivando..."
L'ultima parola finì di pronunciare e con lui tornai a duellare.
In un lampo dalle fiamme fui circondato e tuttavia lessi nel suo sguardo la totale meraviglia quando il suo fuoco dal mio semplice tocco fu completamente congelato...
Con l'ultimo fendente la spada in due gli frantumai e anche l'ala destra di netto gli troncai....
Cadde in ginocchio, dal dolore piegato, ma neanche una simile visione riuscì la mia ira  a placare:
la mia spada si impossessò della sua vita ed in un bagliore bianco di lui non restò che un mucchio di cenere color grigio stanco.
 

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Capitolo 27
*** Tiara: l'angelo del futuro ***


All'mprovviso ero senza fiato, tutto era ormai vuoto e privo del più piccolo significato...
Che fosse il peso delle mie ali ormai color della notte senza stelle ?
Scossi la testa stanco delle mie stesse domande e dai resti delle mia amata volai.
La bara di ghiaccio l'aveva conservata come il primo giorno in cui l'avevo incontrata, 
la vendetta era compiuta e adesso ? 
Mai lei accanto avrei riavuto, mai più la sua risata avrei potuto ascoltare, ero potente ma nemmeno io la vita potevo ridare...
Lacrime, era così tanto che sul mio volto non le sentivo sgorgare, le avevo quasi dimenticate...
In quell'istante alzai il capo e vidi nel salone qualcun altro entrare, un piccolo angelo femminile dai modi lenti e misurati: 
Tiara, la sola ormai in grado di leggere le linee che compongono l'arazzo del futuro.
"Rael, giovane e coraggioso serafino, la fine del tuo viaggio è vicina, tu eri destinato ad essere Cambiamento...
La tua cacciata rappresentava l'ultima speranza per riportare l'ordine nei cieli,
MIckael e Lucifero, gemelli separati e dimenticati nel tempo. Ora la -Stella del Mattino- guiderà le schiere e le leggi celesti torneranno all'amore e l'equità."
Le sue parole erano un brusio d'accompagnamento, come poteva credere che la sua voce fosse più forte dell'eco del mio tormento ?. 

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Capitolo 28
*** Il Terzo Dono ***


Dall'esterno della Torre esclamazioni di gioia cominciai a sentire,
vidi i tre Arcangeli che avevo affrontato ormai quasi guariti e ad un terzo angelo con foga abbracciati: Lucifero.
Egli baciò Gabriel stringendola a se e poi con un colpo d'ali fu di fianco a me:
"Ti sono grato, Belial alla guida dell'Averno mi sostituirà e io mi impegnerò a cambiare il cielo, forse tra qualche secolo potrei persino riportare qui i miei vecchi compagni."
Allora un'eterea fiaschetta dala veste fuori tirò e nel porgermela così si pronunciò:
"Siamo così simili, impetuosi e ciechi a tutto quello che non ci viene mostrato dal cuore, hai lasciato il mio regno senza prendere il terzo dei miei doni."
"Dovrei ubriacarmi per dimenticare ?" Lui sorrise, come se si aspettasse una simile uscita.
"In quel contenitore è chiusa l'anima della piccola Hope, colei che ami.Una volta aperta essa si riunirà al suo corpo mortale e...."
Con un gesto fulmineo mi bloccò prima che la potessi aprire e nei suoi occhi lessi un velo di triste malinconia: cosa poteva mai essere ?
"Prima di agire devi sapere ogni cosa: nell'istante in cui tornerà alla vita ti perderà, dimenticherà anche solo l'ombra di ciò che ti riguarda. Inoltre, il prezzo per te sarà l'imperituro esilio... Sulla Terra tornerai a vivere e soffire...
Mi dispiace questa scelta costringerti a fare, ma nell'uccidere Mickael hai perso ogni speranza di riabilitare il tuo nome..."
 

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Capitolo 29
*** La Decisione ***


Era mai possibile che con loro qualcosa fosse semplice o normale ?
Con un fendente il feretro frantumai e delicatamente sul terreno la posai:
il suo pallore mortale era una stretta al cuore, le accarezzai il viso gelido e Lucifero mi fermai ad osservare.
"La mia risposta è la stessa che daresti tu: abbanderò questo luogo e non tornerò mai più.
Se lei però soffrirà ancora giuro che con il vostro sangue farò sorgere una nuova aurora."
Le misi al dito l'anello che portavo al collo da quando in vita ero e l'ulima volta la baciai:
Tu di me niente rammenterai, ma io il nostro amore mai potrò obliare e per questo il cuore mio sarà tuo per le future ere.
Strinsi tra le mani il ciondolo che mi aveva donato sull'isola del nostro amore e senza che me ne rendessi conto le lacrime scesero come gocce d'inverno sul mio dolore.
Mi levai e per l'ultima volta il mio sguardo su i 4 arcangeli spostai:
"Vi imploro, il marcio dal cielo cancellate, prendetevi cura di lei. Per me. Addio."
In volo mi librai e la fiaschetta con presa tremante aprii. 
Vidi il colore sul suo volto riaffiorare, ma non resistetti oltre e cominciai a planare.
Da allora vagabondo senza una meta ne un perché, 
visto che tra questi mortali tu non sarai mai più con me.
 

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